Se è vero che i sogni son desideri....

di Princess of Dark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dream 1: Il grande evento ***
Capitolo 2: *** Dream 2: L'Anteprima Spettacolare ***
Capitolo 3: *** Dream 3: Voglio la foto con Jack Sparrow!! ***



Capitolo 1
*** Dream 1: Il grande evento ***


Sospirai, guardandomi attorno senza sapere che fare, né da dove cominciare.
Avete presente quando avete mezz’ora, SOLO mezz’ora per prepararvi all’evento più importante della vostra vita, quello che vi permetterà di mettervi a contatto con il resto del mondo della gente importante?
Sì, ero in quelle condizioni: tra mezz’ora dovevo essere pronta per recarmi alla premiere del mio primo film, questa era l’occasione per presentarmi ufficialmente ai giornalisti, televisioni, gossip di ogni genere. E accanto a me avrebbe dovuto starci il mio fidanzato: Johnny Depp.
Indossavo ancora un semplice asciugamano che avevo legato attorno al mio corpo, i capelli erano già perfettamente asciutti e modellati da un parrucchiere molto simpatico e mi avevano anche già truccata. Dovevo solo vestirmi e darmi una sistemata e praticamente ero appena uscita fuori dalla doccia. Andare di fretta era la cosa che più odiavo al mondo, l'ultima volta che mi ero lasciata andare da quell'isteria collettiva per l'ansia ei preparativi, era quando ho fatto la mia prima comunione, per intenderci.
Lo guardai, già sudata per le corse che avevo dovuto fare e sbuffai.
«La prossima volta che mi proponi di rilassarmi con un “sonnellino” ti ammazzo. Stiamo facendo tardi, muoviti!», sbraitai, catapultandomi verso l’armadio che custodiva l’abito. Lo sentii ridere.
«Calmati, su, vedrai che ce la faremo in tempo», mi rassicurò. Sorrisi e afferrai l’indumento. Era qualcosa di semplice: un vestito rosso con il bustino a forma di cuore che lasciava la schiena scoperta e sotto mi si appiccicava addosso dandomi eleganza, valorizzando ogni mia  forma, mentre la mia gamba destra si intravedeva per uno spacco profondo. Mi vestii velocemente.
Non ero agitata, sebbene questa era la premiere del mio primo film in assoluto ed era una cosa molto importante per me: sapevo che al fianco di Johnny mi sarei sentita al sicuro, anche se la paura di spezzare un tacco, cadere e scucire il vestito non abbandona la mente nemmeno di una donna che da anni fa questo genere di cose. Ero sorpresa di essere calma e rilassata. O almeno, non ero nervosa per la premiere, ma piuttosto per il ritardo.
Mi voltai verso Johnny che aveva infilato i pantaloni neri e la sua camicia azzurrina con la giacca nera ed ora stava armeggiando con la cravatta, imprecando qualcosa a bassa voce in francese o americano o probabilmente tutte e due insieme. Sollevò lo sguardo mentre mi stavo infilando al piede dei tacchi a spillo vertiginosi e mi guardò imbambolato.
«Embè?», mormorai perplessa e lui mi scrutò, sorridendo.
«Non ti ho mai vista così elegante», sussurrò. Sorrisi, afferrando la borsetta dello stesso colore del vestito con una catenina d’oro. Guardai l’orologio: avevamo fatto talmente così presto che eravamo addirittura in anticipo di dieci minuti! Fissai Johnny, incredibilmente bello come il sole in quel suo abito elegantissimo come non l'avevo mai visto e gli andai vicino. Era seduto sul divanetto e si stava allacciando le scarpe. Sollevò lo sguardo e mi permise di mettere le mani sulla sua camicia.
«Non hai aggiustato bene la cravatta», gli feci notare sorridendo, e strinsi il nodo più forte, aggiustandogliela. Mi abbassai sul suo volto per dargli un bacio e lui mi tirò giù, facendomi sedere sulle sue gambe. Era eccitato. Non so se era da sempre così o se fossi io a fargli quell’effetto!
«Sei eccitato, Joh?», lo stuzzicai, soffiandogli all’orecchio. Lui mi baciò il collo ed esitò a rispondere. (*)
«No», borbottò, mentendo spudoratamente.
«Johnny, in quanto attore, ti facevo più convincente a dire le bugie …», scherzai, baciandogli il collo. Lui rise, mettendomi una mano sul fianco destro e insinuandosi attraverso il mio spacco del vestito, massaggiandomi la coscia.
«Sebbene tu lo voglia nascondere, il tuo amichetto qui ti sta compromettendo la sceneggiatura», azzardai ridacchiando maliziosa. Lui mi afferrò per entrambi i fianchi e mi stese sul divanetto, poi mi guardò negli occhi, quegli occhi così scuri che conoscevo bene quando erano desiderosi.
«Se non fosse che andiamo di fretta, “il mio amichetto qui” ti farebbe divertire molto», sussurrò sarcastico al mio orecchio. Risi.
«Sfociamo nell’hard, mister Depp?», mormorai, sfiorandogli il suo volto liscio, senza un po’ di barba. Al contrario, adoravo i suoi baffi che aveva deciso di farsi crescere, anche se solleticavano un po’ quando mi baciava. Lui rise, sfiorando il suo naso contro la mia guancia quasi come un gattino che chiede attenzioni. Johnny era così: capace di passare da erotico a romantico. Ed io lo amavo anche per questo. Lo baciai velocemente, prima di tirarmi su.
«Coraggio, alziamoci prima che si sciupi il vestito», scherzai, barcollando sui miei tacchi a spillo. Lui mi afferrò per i fianchi e mi fece volteggiare ed io urlai.
«Non sei emozionata? Sembri così calma e rilassata! Quasi quasi sono più nervoso io, che ne avrò fatte una cinquantina!», esclamò ed io sorrisi.
«Se sono emozionata? Oh Dio, il cuore mi batte all’impazzata anche se sto cercando di nasconderlo: vorrei essere contegnosa e non sembrare una ragazzina che si lascia travolgere dalla sua euforia, incapace di trattenere le proprie emozioni», gli spiegai, fissando il basso. Lui mi afferrò le mani.
«Ma trattenere le proprie emozioni è una cosa assolutamente sbagliata! E tutti ti adorano euforica, così come sei e ti hanno conosciuta. Ed io ti amo proprio perché sei te stessa sempre: non cercare di essere un’altra persona proprio questa sera», mormorò in un sussurro. Sorrisi sollevata.
«Se si spezza un tacco e sto per cadere, tu mi afferri al volo, vero?», dissi infine sospirando agitata. Lui alzò gli occhi al cielo.
«Ma certo, e poi non preoccuparti: ci sarà un red carpet a terra pulitissimo che non ti farà sporcare l’abito», mi prese in giro ed io risi, dandogli una leggera pacca sulla spalla mentre lui mi afferrava per la vita, uscendo dall’appartamento per dirigerci dove ora ci aspettava l’autista che ci avrebbe condotti alla premiere.
Perché non ero così ansiosa?
Beh, potreste capirlo anche da voi, se solo avreste potuto provare la tranquillità interiore che Johnny ti infonde ad ogni suo sguardo e sorriso.



Salve a tutti ^^
Questo pezzo l'ho sognato io, fino a questo asterisco però (*), la parte nell'hard è sempre frutto della mia mente, ma da sveglia u.u
Eh si, ho sognato che dovevo prepararmi ad andare alla premiere del mio primo film girato con lui, Johnny Depp!
*E continua a sognare, idiota!!* urlano delle voci indistinte >:<
Ero io in questo sogno, ma non avevo il mio aspetto: mi sono personificata in Denise, la ragazza della fanfiction che sto scrivendo...avevo il suo stesso aspetto, anzi, era come se stessi sognando loro due, ma sentivo che Denise ero proprio io (contorta come cosa lo so >.<) se volete fare un'occhiata, qui c'è il link della ff d'amore a cui sto lavorando (anche di notte, a giudicare dai sogni che faccio xD) Eccolo:  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1038530&i=1  mi farebbe piacere sentire qualche parere pure su questa storia u.u
(Chi l'ha letta, potrà capire meglio la situazione sentimentale tra Denise/io e Johnny in questo sogno xD)
Beh, conservo ancora un po' di rabbia e rancore per mia madre, che da bravissima mammina premurosa e dolce mi ha svegliata nel punto più bello >.<" VOLEVO UCCIDERLA >.<"
Scusatemi per questa follia xD
Baci, Princess <3

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Capitolo 2
*** Dream 2: L'Anteprima Spettacolare ***


Rieccoci!!
Non pensavo che avrei riscritto qui, sinceramente...dopo aver sognato due volte il mio Johnny (sì, è mio u.u) oramai avevo perso la speranza... e invece? L'ho sognato stanotte *^*
Johnny Depp ha voluto farmi un bellissimo regalo di compleanno :D Sì, oggi è il mio compleanno *-* vi chiederete cosa ci faccio sul pc il giorno del mio compleanno, ma voglio subito prima scrivere questo sogno, prima che me lo dimentico (ho la tendenza a scordare i sogni, quindi capitemi >.<)
Che dire? Oh, sì, questo sogno che scriverò "formato storia" è alquanto assurda, ma voi fate finta che sia tutto vero u.u
Ci vediamo di sotto per commentare, buona letturaaaa ^-^




Finalmente il gran giorno.
Mi ero preparata a lungo per questo grande evento, mi ero divertita con la mia migliore amica Alessandra a scegliere l'abito giusto per l'occasione. La mia stanza era diventata praticamente un mercatino dell'usato: vestiti, maglie, gonne, scarpe e borsette sparse dappertutto. Per fortuna la mamma non c'era, altrimenti non mi avrebbe fatto uscire di casa fino a quando non avrei sistemato tutto, il che voleva dire che ci volevano tre giorni per sistemare, cioè rinunciare all'evento. Il solo pensiero mi fece andare in panico e decisi di sistemare alla meglio tutte le cianfrusaglie.
«Potresti aiutarmi, invece di startene lì a rigirarti i pollici!», borbottai e Alessandra si mise a ridere, iniziando ad aiutarmi a sistemare.
Alla fine optai per un vestitino blu scuro, semplice, con orecchini pendenti di brillantini come la perla che portavo al collo. Alessandra era anche fin troppo “acqua e sapone” e non si era separata neanche stavolta dai suoi jeans chiari, abbinati ad una t-shirt rossa.
«Ale, non stai andando a scuola! Sveglia! Ci saranno una marea di attori e persone famose lì!», esclamai agitata. Alessandra roteò gli occhi e mi guardò scettica.
«Non è che divento pure io attrice con un vestito addosso», borbottò. Sbuffai.
«Chiudiamo l’argomento che è meglio…». La trascinai verso l’auto che avrebbe dovuto accompagnarci all’evento. Cos’era quest’evento? In pratica era l’anteprima di un nuovo film che sarebbe uscito tra qualche settimana: noi avevamo i biglietti per entrare! Non era aperto a tutti: oltre agli attori e registi che vi partecipavano, c’erano i loro amici e parenti più stretti. E mio padre ci aveva procurato due biglietti. In quel momento, sentii di non poter amare nessun’altro di più di mio padre!
Il film era “a sorpresa”, nel senso che non si sapeva che film fosse né chi ne facesse parte. “Un salto nel vuoto” lo aveva definito Alessandra, ma valeva la pena andarci.
Ero abbastanza rilassata –forse perché non sapevo quali attori avrei incontrato- e per questo il tragitto mi sembrò molto breve, sebbene fosse durato più di due ore. Scendemmo dall’auto per entrare nel grosso edificio nel quale saremmo dovute entrare. Era all’apparenza un normale edificio, niente di spettacolare o strabiliante. Un semplice palazzo. Un uomo dall’aria severa barricò l’entrata con il suo possente corpo muscoloso.
«Non potete entrare signorine, mi spiace», borbottò. Sgranai gli occhi, cercando di scrutarlo da sotto gli occhiali scuri da bodyguard. Cooosa?! Assolutamente no: sarei entrata di lì con le buone o con le cattive maniere! Guardai l’uomo serrare le mascelle e incrociare le braccia al petto in segno di sfida. Meglio provare con le buone maniere…
«Abbiamo i biglietti …», accennai, mostrandoglieli. Lui li afferrò e ci scrutò.
«Non siete famose», constatò. Eh, grazie, ci voleva mister volpe per dedurlo!
«Sbaglio o è aperto anche agli amici delle persone famose?», precisai. Lui ci scrutò ancora, poi tossì, restituendoci i biglietti.
«Andate dritte per questo corridoio e prendete posto velocemente. Non voglio chiasso», ordinò. Alessandra era rimasta a bocca aperta per la brutalità di quell’uomo ed era sul punto di insultarlo a giudicare dalla sua faccia. La trascinai con me all’interno della struttura per evitare di mandare tutto all’aria.
«Caspita! Quando usciamo di qui lo devo mandare a quel paese!», esclamò lei con un tono di voce alterato.
«Sssh! Quando usciamo di qui possiamo anche lanciargli i pomodori, ora però dobbiamo arrivare in sala!», borbottai e Alessandra fece un sorriso malefico. Aprimmo la porta in legno con rinforzi di ottone e ci trovammo dinanzi alla sala. Era piccolina, proprio perché era riservato ad un numero ristretto di persone, circondata da grandi finestre coperte da tendaggi pesanti color rosso mattone e piccole lampade che emanavano una luce soft. Sul pavimento poggiavano due lunghi tavoli da mensa in legno, con delle sedie numerate dello stesso materiale, che giravano attorno al primo tavolo e dietro al secondo. Infine, nella parete di fronte c’era un grosso schermo, di quelli che si trovano nei cinema per guardare il film. Sorrisi entusiasta, stringendo al mano di Alessandra che si guardò attorno meravigliata. C’erano un paio di donne che parlavano in un solo gruppo assieme a qualche uomo e nessuno ci dedicò particolari attenzioni, fortunatamente. Ci procurammo qualche occhiata curiosa e qualcuna perplessa, probabilmente perché si preoccupavano di ricordare se fossimo qualche celebrità o parenti di celebrità. In realtà non sapevo neanche io che ci facevo là in mezzo e quindi sperai che nessuno ci chiedesse con quale persona famosa fossimo imparentate. Poi notammo una ragazzina che ci venne incontro sorridente.
«Ciao! È bello vedere donne della mia età, temevo di annoiarmi da sola. Io sono Lily». La ragazza magrolina, dai capelli biondi e gli occhi castani ci sorrise, porgendoci una mano. La stringemmo entrambe, sorridendo.
«è un piacere per me conoscerti», sorrisi. «Da quale celebrità provenite?», ridacchiò. Sbiancai e cercai il volto di Alessandra in cerca di un aiuto.
«Megan Fox», sparò e lei rise. «Mia zia mi ha detto che non ci sarà la Fox», ridacchiò divertita. Gli diedi una gomitata.
«Che c’è?!», sussurrò. Tra tutte le persone famose, proprio lei doveva scegliere?!? Idiota … ora ci avrebbero cacciate!
«Tranquille», accennò lei. «Qui sono tutti molto impegnati a parlare di lavoro per chiedervelo. In ogni caso, voi citate Penelope Cruz», ci fece l’occhiolino e sorridemmo.
«Vi sedete accanto a me? Anche perché temo che gli altri posti siano già tutti occupati …». La seguimmo e prendemmo posto nel primo banco, in fondo a sinistra. Lily era sulla mia sinistra, io al centro e Alessandra alla mia destra.
«Secondo voi chi ci sarà?», chiesi curiosa. In realtà non ci stavo più nella pelle: stavo iniziando ad agitarmi e a sudare, per non dirvi di come l’ansia mi stava torcendo le budella. Estrassi il mio Galaxy bianco dalla borsetta e iniziai nervosamente a far scorrere le dita sul touchscreen senza senso.
«Anche io ho questo identico cellulare!», esclamò Lily mostrandomelo. Ridemmo.
«Che coincidenza …». Ci furono alcuni rumori, poi entrarono un paio di donne che ridevano insieme. Sgranai gli occhi, guardando la bellissima bionda che salutava un signore.
«Alessandra … quella è Amber Heard! Guardala è lei!», esclamai eccitata. Lei si voltò di scatto e sgranò gli occhi.
«Oh Dio non ci credo!», esclamò. Lily rise. «Ragazze, credo che già conosciate mia zia …», osservò divertita. Ci voltammo di scatto verso Lily, fulminandola con uno sguardo assassino.
«Coosa?! Perché non ce lo hai detto?!», esclamò Alessandra. Sorrisi maliziosa.
«Senti … visto che è tua zia … non è che per caso hai qualche informazioni su Johnny Depp…»
«Smettila!», mi rimproverò Ale esterrefatta. Le feci una linguaccia: non potevo mica perdere l’occasione?
Lily sospirò.
«Non ho neanche avuto l’occasione di vederlo da vicino …! Ma loro hanno già chiuso, mi dispiace, ne so quanto voi», mormorò facendo spallucce. La donna ci rivolse un’occhiata e poi sorrise, avvicinandosi.
«Lily! Sei venuta …», sorrise, stampandole un bacio sulla guancia.
«Sorpresa», canticchiò lei sorridente. «Zia Amber, ci sono le mie amiche che vorrebbero conoscerti…» accennò infine. Sgranai gli occhi sorpresa e lei ci sorrise.
«Piacere di conoscervi, ragazze. Spero che trovate di vostro gradimento il film», ci sussurrò con un sorriso smagliante. Ora capivo perché Johnny Depp ci era cascato in pieno: emanava luce, bellezza e femminilità da tutti i pori! Era davvero bellissima, e Lily aveva preso qualche tratto da lei. Si sedette su qualche sedia più in la, di fronte a noi, poi prese a fissarmi.
«Anche io ho quel cellulare», mi sorrise divertita, mostrandomelo. Possibile che tutti quanti avessero il mio stesso cellulare?! Alessandra tirò un sospiro di sollievo quando ricordò di aver scelto un Nokia.
«Posso vederlo?», mi chiese. «Certo», sorrisi e glielo porsi. Amber iniziò a giocherellare con il mio cellulare e così mi distrassi con Lily e Alessandra.
«Credo che sto per morire. Guardate chi c’è!!!», squittì Lily, agitando le mani. Mi voltai curiosa, ma forse era meglio se non mi voltavo. Quello … quello … era veramente Johnny Depp?!?
Mascella in caduta libera tra 3…2…1…
«Oh mio Dio, NON CI CREDO! Ale, dammi un pizzicotto! Sto sognando, è impossibile! Oh Dio, oh Dio, oh…ahia!». Lanciai un occhiataccia ad Ale che mi aveva dato sul serio il pizzicotto, poi tornai a fissare Johnny Depp. Stava attraversando la sala in un impeccabile completo bianco e nero, con i suoi occhiali rotondi sul naso e un sorriso sotto i baffi che non lasciava mai il suo volto. Avrei tanto voluto vedere come lo stavo guardando: praticamente lo stavo mangiando con gli occhi! Era bastato guardarlo per farmi andare completamente il tilt. Ma voi cosa avreste fatto se avreste avuto davanti a voi il vostro attore preferito, soprattutto Johnny Depp, così bello, bravo, gentile, generoso, […] in poche parole … perfetto?
Il mio sogno si realizzava. Il mio sogno era diventato realtà: ero nella stessa sala di Johnny Depp, respiravo le sue stesse molecole d’aria. Ok, ero completamente andata!
«Ehy? Lily, non voglio perdere la mia migliore amica, aiutami ti prego», mormorò Alessandra, scuotendomi. La guardai in uno stato di trance. In pratica, tutto quello che mi scoppiava nella testa e nel cuore non potevo esprimerlo a parole mie ad alta voce: avevo perso ogni capacità di reagire, di muovermi e parlare. Un trauma praticamente! Lily rise.
«Mi sa che sta per svenire …», ridacchiò. Sorrisi e la guardai. «Ma guardate quant’è bello e perfetto! Cioè come si fa a non andare in coma quando lo si vede?! Svenivo quando lo vedevo in tv, figurati ora! Sto respirando la sua stessa aria, è impossibile!». Alessandra mi diede un altro pizzicotto.
«La smetti di darmi i pizzicotti? L’ho capito che non è un sogno!», esclamai irritata. Lei rise.
«Sorry. Sai, ti preferisco quando stai per svenire e non sei capace di parlare …», osservò, prendendomi in giro. Le feci una linguaccia.
«Però è davvero divino …», aggiunse Ale. Stavo per aprire bocca per sparare un’altra raffica di aggettivi per descriverlo quando Alessandra mi fece cenno di chiudere la bocca.
«Giuro che se ricominci te ne do dieci di pizzicotti», mi minacciò. Risi e alzai le mani in segno di arresa. Osservai Johnny mentre salutava Amber: chissà se tra i due c’era ancora qualcosa, chissà chi dei due era ancora innamorato dell’altro. Poi l’uomo lanciò una rapida occhiata ai tavoli, posando infine lo sguardo su di noi. Mi sentii morire. Sul serio stavo andando a fuoco quando lui ci sorrise –mentre fissava soprattutto me- e ci faceva un segno con due dita. Il suo classico modo di salutare, di dire “ciao”. Poi si mise a ridere, vabbè no non esageriamo, diciamo che accennò una risatina divertita … e ci credo! Ci aveva appena sorriso e salutate! Noi gli avevamo sorriso come tre ebeti. Persino Alessandra, quella tra noi due che era meno presa da Johnny (nel senso che gli piaceva, ma non si metteva ad urlare quando compariva in tv), non aveva avuto la capacità di reagire. Avevo perso l’occasione di avvicinarlo a me: ci sarebbe venuto, perché ci aveva dedicato un suo momento, e a quel punto avrei potuto confessargli quanto lo amavo, avrei potuto sfiorarlo sul serio, baciarlo, stringerlo … ok, la finisco qui altrimenti avrei sfociato sicuramente nell’hard. Sì, abbiamo più di trent’anni di differenza ma non me ne sarebbe fregato un bel niente. Bel modo di perdere la verginità con Johnny Depp, no? Ehm … ringraziai il santo mio protettore che mi fece alzare la mano ed agitarla lievemente in senso di saluto. Il dio, (sì, sto parlando di Johnny) parve soddisfatto del saluto e staccò lo sguardo per abbracciare un signore dai capelli al dir poco scombussolati e arruffati. Tim Burton. Avevo davanti Tim Burton. No, ragazze, questo era troppo, potevo anche dire addio alla mia ragione, alla mia vita per morire in santa pace… La sala si riempì subito, ma io ero così accanita a guardare Johnny che non mi accorsi di nulla. Per me lo spettacolo era quello, datemi ORA i popcorn, altro che film! La sua voce mi aveva completamente stregata: parlava in modo così sensuale in un inglese velocissimo, tanto che riuscivo a stento a capirne il significato. Stava parlando di qualcosa tipo giornalisti, paparazzi … a me bastava sentire il suono della sua voce, non il suo significato. Si sedette anche lui, stranamente accanto ad Amber e venne annunciato che a breve sarebbe iniziato il film.
«Dai, staccagli un po’ lo sguardo da dosso! Credi che non se ne sia accorto?!», sussurrò Alessandra.
«Sta zitta! E poi, è abituato, no?»
«Cosa c’entra?!»
«Non credo avrò un'altra occasione per rivederlo: voglio godermelo! Ah, quasi, quasi gli faccio una foto!»
«Sei impazzita?!»
«Il mio ultimo neurone ha preso il volo da un bel po’…». Lily rise.
«Amber? Potresti restituirmi il cellulare?», le chiesi imbarazzata. Avevo azzardato parecchio, anche perché stava parlando con Johnny e li avevo interrotti proprio apposta per far ricadere l’attenzione su di me. Non ero mai stata il tipo che voleva essere il centro del mondo, ma in quel caso … beh, capitemi cavolo! Johnny mi guardò curioso mentre Amber mormorava qualcosa come “scusa, mi ero dimenticata di ridartelo!” e mentre me lo restituiva, Johnny ne afferrò uno identico, quello di Amber molto probabilmente, e iniziò a curiosarci. Osservai lo sfondo caraibico del cellulare, accorgendomi che era diverso dal mio sfondo. Io non avevo un fottutissimo paesaggio marino! Avevo una splendida foto di Johnny. Eh già, come nello sfondo del desktop del mio pc, dell’immagine del profilo dell’account di facebook, e potrei continuare all’infinito …
«Non è il mio», sorrisi ancora più in imbarazzo. Lei mi scrutò.
«Oh, scusami, mi sa che è quello di Johnny, eccoti …», mi porse un altro cellulare identico. Sgranai gli occhi. Avevo tra le mani il suo cellulare. Johnny Depp aveva un cellulare uguale al mio. E a quello di Lily, di Amber, di mio fratello, ma quelli erano dettagli. Osservai l’altro cellulare, ma neanche quello era mio: c’era una scritta brillanti nata che diceva “Amber” sullo schermo.
«Amber, questo è il tuo», risi io. Lei rise assieme a me. «Oddio, sto facendo una confusione enorme con questi telefoni!», rise. Johnny sorrise divertito e mi guardò.
«Mi sa che questo è il tuo», disse divertito con un sorrisetto. Mi aveva parlato. Johnny Depp mi aveva parlato!! Oh … scusatemi per questo delirio totale ogni volta.
Alessandra mi diede un altro pizzicotto per smuovermi e non farmi fare la figura dell’idiota, ma oramai il mio ultimo neurone mi aveva fatto “ciao” appena era entrato lui in sala!
«Lo credo anch’io», sussurrai imbarazzata e sorrisi, allungando la mano. Lui allungò le sue per sfilarmi di mano il suo cellulare e quello di Amber, poi mi mise in mano il mio e mi lasciò di proposito una carezza sul dorso della mano, guardandomi negli occhi sorridente.
Morta.
Sentivo che ero diventata rossa come un pomodoro, avevo improvvisamente troppo caldo come se stessi col viso vicino al fuoco. In realtà ero io che stavo andando a fuoco. Le mani erano diventate sudaticce, il mio cuore aveva iniziato a battere più forte, il espiro mi aveva abbandonata. Mi scoppiava la testa, sapevo immaginarmi bene il mio aspetto esteriore in quel momento e la cosa mi metteva ancora più a disagio. Lo guardai negli occhi, poi mormorai pietrificata un “thank you”. Lui mi fece l’occhiolino e si voltò, perché in quel momento le luci si erano abbassate per far partire il film.
Alessandra e Lily mi strinsero le mani, entusiaste e sorprese quanto me, come se volessero condividere la mia felicità con la loro. Poi fissai il mio cellulare, quello che assieme alla mia mano aveva avuto la grazia del tocco di Johnny. Sullo schermo c’era l’immagine di Johnny, quella che avevo in formato poster nella mia camera e che guardavo appena mi svegliato la mattina. Sgranai gli occhi, sperando che non fosse vero. Ma invece era proprio così: Johnny Depp si era messo a curiosare tra le immagini del mio cellulare e aveva aperto al cartella di file rinominata “la perfezione” dove raccoglievo tutte le sue foto. Alessandra si tappò la bocca per non scoppiare a ridere. Sarei voluta sprofondare.
«Che figura di merda, che figura di merda, che figura di merda!», sussurrai a bassa voce, portandomi una mano alla fronte e dandomi della stupida.
Perfetto! Ora Johnny sapeva che collezionavo sue foto. Avevo fatto la figura della fan depravata e maniaca.
Beh, forse un po’ lo ero –o meglio- lo sono!
 
 
Ed eccomi qui, finalmente!!!
Allora… che ve ne pare del mio sogno? xD Certo che i miei neuroni lavorano parecchio di fantasia, eh?
Innanzitutto avrei voluto capire come diavolo facevo ad avere quei biglietti! Però il sogno è iniziato così, non ci posso fare nulla T.T Oh, vabbè, per non parlare di quanto ho adorato Amber Heard in questo mio sogno … -.-  Certo, la apprezzo molto come attrice perché è bravissima, ed è senz’altro una bella donna … ma, come si dice, ogni fidanzata di Johnny è una nostra nemica, no? U.U
Vabbè, non so se sono stata proprio capace di descrivere le mie emozioni, però io mi sentivo veramente male in quel sogno e quando mi sono svegliata sembrava che lo avessi provato sul serio!! Cavolo, ricordo perfettamente come stavo andando a fuoco quando mi aveva sfiorato xD
Che poi l’equivoco dei cellulari è stata una cosa ridicola, guarda un po’ che mi vado a sognare!! Per non parlare della grossissima figuraccia che ho fatto alla fine! Per chiudere il sogno sul comico ;) mi sembrava proprio una di quelle figuracce che fa Denise nella mia ff (questa qui, per chi non lo sapesse: ) quando lo incontra le prime volte!!
Il mio sogno è finito proprio qui, beh, ci tenevo a rendere pubblico il regalo che Johnny Depp mi ha fatto per il mio compleanno u.u *tanti auguri a meee*
Mi auguro davvero di risognarlo *W* a distanza di un mese ce l’ho fatta u.u ed ora… passo alle curiosità!!:
1) Ho davvero una cartella con le foto di Johnny soprannominata “la perfezione” nel mio cellulare xD
2) Non prendetemi per una malata, ma ho veramente una foto che ho stampato di Johnny ed è attaccata alla libreria di fronte al letto. Quindi è inevitabile guadarlo appena ti svegli *^* perché il buon giorno si vede dal mattino, no? xD E credo sia tutto grazie a questa foto: secondo me influenza i miei sogni u.u
3) Johnny aveva esattamente questo aspetto all’anteprima che ho sognato: Image and video hosting by TinyPic
4) Lily in realtà assomigliava molto a Lily-Rose, la figlia di Johnny. E’ una coincidenza incredibile che abbia lo stesso nome!
5) Il “Johnny” che ho sullo schermo alla quale mi riferivo è questo u.u fa veramente un bell’effetto sullo schermo del mio cell ^-^: Image and video hosting by TinyPic
6) Infine … mia madre mi tormenta davvero a mettere in ordine la cameretta perché sono la persona più disordinata di questo mondo >.< so che non ve ne importa nulla però…>.<’
Mi sa che ho finito qui … beh, aggiornerò appena lo sogno di nuovo!!! Ahahah
Mi farebbero piacere vostri commenti.
La vostra svampita Princess of Dark <3

 

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Capitolo 3
*** Dream 3: Voglio la foto con Jack Sparrow!! ***


Ciao!!  Questo non c’entra niente con il resto della storia, però volevo spiegarvi ugualmente il mio stato umorale… In pratica ho quasi ucciso un’amica conosciuta da poco che mi ha scritto in un messaggio così: Hai visto ieri sera il film di Gionni Deep? VOLEVO MANGIARLA!! >.< Non possiamo andare per niente d’accordo, la nostra amicizia è finita lì -.-“
Ok, ritornando a noi, sono qui per scrivere qualcosa che non è un granché da raccontare, anche se fa il suo effetto sognarlo ;) Però è da tempo che non aggiorno, quindi ho deciso di scrivere lo stesso perché chissà quando lo sognerò di nuovo! Ho contagiato anche mia madre, al tal punto che l’altro giorno mi ha detto che aveva sognato anche lei Johnny Depp xD
Ebbene, il Johnny che ho sognato stavolta è un po’ diverso dal solito…

 
Ero già da un paio di ore in quella sala, improvvisata in un garage per la festa. Avete presente quelle festicciole che organizzano i ragazzi di volontariato della Chiesa? Era qualcosa del genere: animatori e bambini che giocavano e i genitori che chiacchieravano seduti sulle sedie e che mangiavano, dopo aver preso qualcosa dal bancone pieno di dolci e schifezze varie. Io e mia madre, così come altri ragazzi, ci trovavamo lì semplicemente perché dovevamo accompagnare i nostri fratelli e sorelle –fratello, nel mio caso- a quella festa.
Un animatore insisteva pesantemente con il dire che c’era una grossa sorpresa per tutti, soprattutto donne e bambini, tra circa un’ora e così erano restati tutti quanti lì incuriositi. Il fatto era che ripeteva questo ogni mezz’ora e man mano nessuno lo credeva più.
Ero terribilmente annoiata, gironzolavo osservando la gente di qua e di la dopo aver sgranocchiato qualcosa, decidendo il momento giusto per salutare e andare via, quando improvvisamente si sentirono delle urla. Alzai la testa di scatto, voltandomi. Un mucchio di gente, soprattutto donne starnazzavano attorno alla figura di un uomo. Un pirata. Il bello della cosa era che quello era IL pirata.
Sgranai gli occhi incredula perché a pochi passi da me c’era Jack Sparrow in carne ed ossa e scoppiai a ridere meravigliata: quel tizio si era travestito proprio bene! Aveva gli stessi indumenti, due pistole e una spada attaccate al fianco, una bandana che nascondeva le sue treccine rasta, il cappello impolverato e assomigliava incredibilmente al vero Jack Sparrow con gli stessi baffi e lo stesso pizzetto di barba. Lo guardai ancora, con l’amaro in bocca, perché immaginai che ci fosse Johnny Depp a pochi metri: sarebbe stato fin troppo bello! Ma non riuscivo a staccare gli occhi da quell’uomo che farfugliava qualcosa agitando la sua spada e parlando a qualche bambino: era ammaliante quanto Jack, così uguale nei suoi movimenti buffi e un po’ femminili, quei gesti che caratterizzavano quel pirata. Doveva aver lavorato molto quell’uomo per riuscire ad imitarlo così perfettamente.
«Facciamo una foto di gruppo?», propose uno degli animatori con una grossa macchina fotografica. Le donne starnazzarono ancora, gettandosi nuovamente attorno all’uomo. Ma com’era possibile che fossero così stupide da credere che fosse veramente lui?! Andiamo, cosa doveva farci Johnny Depp qui in Italia ad una stupida festicciola comunitaria? L’animatore mi sorrise, dandomi una pacca sulla spalla.
«Non ti piace Johnny Depp?», mi chiese meravigliato. Se mi piaceva Johnny Depp? Mi aveva chiesto SE MI PIACEVA JOHNNY DEPP?! Alzai un sopracciglio scettica: di sicuro non avrebbe imbrogliato me!
«Quello non è Johnny Depp!», risi e lui sgranò gli occhi.
«Davvero credi che non sia Jack Sparrow?! Corri a farti la foto!», mi gettò tra la mischia, così vicino a lui che lo sentii parlare. Disse ad una donna“Hey, how are you?” e le sorrise. Il mio cuore smise di battere, sgranai gli occhi e la mia mascella cadde a terra. Avrei riconosciuto ovunque la sua voce: così calda, profonda, misteriosa, sensuale… insomma, la sua voce. Era veramente lui, non c’erano dubbi! Ed io ero stata la stupida realista che non ci aveva creduto. Improvvisamente mi trasformai in una di quelle oche che volevano guadagnarsi il posto accanto a lui: avrei buttato tutte all'aria pur di guadagnarmi il posto in prima fila! Spinsi un po' tutti, avrei fatto volare anche calci e pugni se fosse stato necessario per la fotografia e –a differenza di quelle balene- riuscii ad infilarmi fin sotto al suo braccio. Ero alla sua sinistra, stretta a lui così forte che nessuno avrebbe mai preso il mio posto a meno che non avesse tolto a Johnny la maglia. Il che non era da escludere…
Ero emozionata, sì, tanto, non immaginavo che l’avrei incontrato lì, proprio dove mi stavo annoiando a morte e non mi ero neanche preparata decentemente. Ma non m’importava se indossavo jeans o scarpe da ginnastica: ero accanto a lui! Il mio sogno!
Avevo sempre ipotizzato che, una volta avutocelo accanto, non avrei più ragionato e sarei svenuta: sorprendentemente riuscivo ancora a connettere, sentivo che ero felice come non lo ero mai stata! Lui si voltò e i suoi occhi piombarono su di me, così scuri e intensi anche se erano incorniciati da tanto trucco.
«What’s your name?», sussurrò. Mi pietrificai mentre la mia mente resettava tutte le conoscenze linguistiche di dieci anni di studio dell’inglese.
Cosa voleva sapere?? Oh sì il mio nome… dunque… qual è il mio nome?!
Glielo sussurrai, lui mi sorrise e mi circondò con un braccio, stringendomi, fissando poi l’obiettivo della fotocamera.  Mi stringeva. Mi sorrideva e mi stringeva. Avrei fatto i salti di gioia dalla felicità!
«Ok, sorridete!», esclamò l’animatore.
«Cheese», rise Jack Sparrow –o meglio- Johnny Depp. Il flash della foto ci abbagliò, lui si voltò nuovamente verso di me e mi prese la mano.
«Nice to meet you», mi disse dolcemente. Gli balzai letteralmente addosso. E non capite male, non volevo mangiarlo! Lo strinsi in un abbraccio, affondando la testa nel suo collo, sentendo le sue mani avvolgermi come avevo desiderato di fare da anni: non mi sarei mica fatta sfuggire l’occasione!
 
Il sogno ad un certo punto finisce tutto, non ricordo neanch’io quando T.T
Vi avevo avvertite: è un sogno senza senso, quindi recensitemi pure e ditemi quanto sono malata >.<”
Stupidi sogni che ti lasciano l’amaro in bocca! (Cit. Jack Sparrow nella mia fanfiction sui pirati dei caraibi xD a proposito, se volete passare questo è il link:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1204657&i=1   )
Al prossimo sogno! =P

 

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