Non mentire al tuo cuore di SongMiSun (/viewuser.php?uid=215748)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio. ***
Capitolo 2: *** Pensieri. ***
Capitolo 3: *** Un po' di alcool e vecchi amici. ***
Capitolo 4: *** Verità. ***
Capitolo 5: *** Buio. ***
Capitolo 6: *** Nuovi e vecchi amori. ***
Capitolo 7: *** Malumore e appuntamento. ***
Capitolo 1 *** Risveglio. ***
Era
mattina.
Se ne
accorse perché, socchiudendo gli occhi, intravide i raggi
del sole filtrare
attraverso le persiane e finire sul muro. Fece un grande sbadiglio e
stiracchiò
le braccia verso l’alto per poi ripoggiarle sul materasso. Fu
proprio allora
che si accorse della presenza di un'altra persona nel suo letto.
Aguzzò lo
sguardo e notò dei capelli biondi con una grande striatura
azzurra nel centro.
Zelo.
Cos’era
successo? Aveva la mente confusa, non ricordava quasi nulla della festa
della
sera prima. Si mise dritto sul letto osservando il soffitto per cercare
di
ordinare le idee. Niente, non riusciva proprio a ricordare.
Sospirò richiudendo
gli occhi per qualche minuto, mentre il corpicino dell’altro
si muoveva piano
nel sonno.
Si mise
seduto da un lato del letto, poggiando i piedi a terra.
Passò una mano tra i
capelli sbadigliando nuovamente e si alzò ritrovandosi
completamente nudo. In
fretta si avvicinò all’armadio per indossare dei
boxer e la tuta nera e rossa,
la sua preferita.
Nel
frattempo, il più piccolo si era svegliato e lo guardava con
un sorriso dipinto
sul volto.
«Buongiorno
hyung»
«Buongiorno
a te, piccolo» accennò un sorriso per
poi
guardare in basso. «Sai, non ricordo nulla di ieri, non so
cosa sia successo..
Ero talmente ubriaco..» portò una mano dietro la
nuca alzando le spalle, sperando
che non fosse successo nulla di male.
Il sorriso
sul volto dell’altro si spense subito e prese posto
un’espressione delusa.
«Oh..» il
più piccolo abbassò lo sguardo sospirando.
«È
successo qualcosa?» Bang si avvicinò preoccupato,
facendo solo qualche passo
verso di lui per non stargli troppo vicino; aveva paura di una sua
reazione
troppo isterica, sapendo come era fatto.
«S-se per
“aver fatto l’amore” intendi qualcosa,
allora si, è successo qualcosa»
Zelo tenne
lo sguardo basso, mentre Bang spalancò gli occhi, molto
sorpreso. Lui non era
il tipo da fare certe cose, cioè si, ma non con il primo che
capitava e
soprattutto non con Zelo.
Tra loro
c’era sempre stata una grande intesa e spesso sembrava molto
più che una
semplice amicizia. Bang teneva molto a lui, se ne prendeva cura e lo
trattava
anche meglio degli altri amici, sapendo di sbagliare. Se avesse
sofferto per
colpa sua, qualunque fosse stata la ragione, non se lo sarebbe mai
perdonato. Quella
notizia un po’ lo sconvolse. Era molto confuso in quel
periodo e non voleva
prendere decisioni affrettate.
«Quindi
per te non è stato niente di importante.. Lo hai fatto solo
per divertirti, eh?
Dovevo aspettarmelo. Ti sei sempre preso cura di me solo per portar via
la mia
verginità, vero?» Zelo parlò guardando
l’altro negli occhi, quasi urlando.
«Ieri sera
hai detto anche che mi ami dopo che mi sono dichiarato.. Era falso
anche
quello..»
Un sorriso
amaro apparve sul viso del piccolo, mentre qualche lacrima
iniziò a rigargli le
guance.
Zelo aveva
sempre amato il suo hyung, era stato come un colpo di fulmine..
«C-ciao, sono
JunHong, ma per gli amici Zelo,
quindi puoi chiamarmi così~»
«Oh, il
piacere è mio, sono Bang Yongguk, ma
tutti mi chiamano Bang»
“Il suo
sorriso..”
«Ti vedo
spesso sul tuo skateboard, sei
davvero bravo!»
«O-oh ehm..
Grazie mille!»
Quelle
semplici parole lo fecero innamorare perdutamente, costringendolo
però a tacere
per un bel po’ di tempo.
Si erano
conosciuti per caso, quando il minore aveva finito la scuola e iniziato
da poco
a lavorare in una scuola di danza. Quel pomeriggio stava tornando a
casa,
passando come sempre davanti al benzinaio per prendere la scorciatoia
col suo
skateboard, ma aveva calcolato male l’altezza del marciapiede
ed era caduto,
venendo soccorso da Bang. Appena vide il suo volto angelico, rimase a
fissarlo
per alcuni minuti. Subito si innamorò del suo sorriso e
della sua voce
particolare, il che lo portò a passare li davanti
più spesso.
Finirono
col diventare buoni amici, vedendosi tutti i giorni. Zelo non riusciva
mai a
dichiararsi, o perché non trovava il momento e il luogo
adatto o se lo trovava,
rimaneva paralizzato per paura di essere rifiutato. Ma quella sera,
durante la
piccola festa organizzata da Bang nel suo appartamento per
l’aumento del suo
stipendio con alcuni amici, decise che era arrivato il momento. Il
più grande
aveva bevuto un po’, ma non sembrava stare così
male e sembrava abbastanza
lucido.
Zelo ne
approfittò a fine festa, quando tutti gli altri invitati
erano andati via,
vedendo l’altro seduto sul divano da solo, si mise al suo
fianco. Gli disse che
lo amava e Bang sembrò molto felice e lo baciò di
sorpresa. Quello fu il primo
bacio di Zelo che trovò stupendo, una sensazione unica. Ben
presto però il
grande, su di giri a causa dell’alcool, iniziò ad
allungare le mani e finì col
portarselo al letto.
Primo
bacio e prima volta in un’unica sera.
Bang si
sedette sul letto muovendosi rapido appena vide le lacrime
dell’altro: non
sopportava vederlo star male. Subito lo accolse tra le sue braccia,
facendolo
poggiare sul suo petto, cercando di riprendersi dallo shock, mentre
l’altro si
sfogava facendo sgorgare lacrime dei suoi piccoli occhi.
Davvero
era successo tutto quella notte? Si era dichiarato e
l’avevano fatto..
Dannazione, stupida memoria. Doveva
rimediare al più presto o avrebbe perso Zelo
per sempre.
«Era tutto
vero, come hai pensato una cosa del genere? Ero ubriaco, si, ma quelle
cose
sono vere, ho sempre voluto dirtelo solo che non ne ho mai avuto il
coraggio..»
Zelo alzò
il viso verso di lui, incredulo. Avevano vissuto le stesse emozioni per
tutto
quel tempo! Sul suo viso spuntò nuovamente il sorriso e
cercò di asciugarsi le
lacrime con il dorso della mano.
«D-davvero?»
gli chiese subito dopo, poggiandogli una mano sul petto.
«Certo»
rispose prontamente il più grande,
sorridendogli di rimando.
Stupido bugiardo.
Fu questo
il pensiero di Bang, mentre si avvicinò alle labbra
dell’altro per posare le
sue, lasciandogli un dolce bacio.
~ Salve!
Grazie a tutti per aver letto il primo capitolo ^^ Ho modificato la
storia di
recente in modo da renderla più ricca e interessante :
)Spero vi sia piaciuto e
vi abbia incuriosito per poter leggere i prossimi capitoli :3
Chiedo
perdono se lascia tanto spazio tra una riga e l’altra, ma non
so cosa fare ;A;
Cosa
succederà? Bang dirà la verità a Zelo
o continuerà a tenersi tutto dentro? E
poi nel prossimo capitolo ci sarà un altro personaggio!
To be continued… ~
|
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Capitolo 2 *** Pensieri. ***
«Grazie
a lei e
arrivederci» sorrise al cliente che partì
velocemente dopo aver fatto benzina.
Era
un mercoledì
pomeriggio abbastanza piacevole al posto di lavoro di Bang. Si
guadagnava da
vivere lavorando come benzinaio, anche se non era il massimo, ma questo
era uno
dei pochi lavori che poteva fare, dato che alla scuola non aveva mai
dato molta
importanza.Erano passati tre giorni da quel risveglio che gli aveva
“incasinato
la vita”.Non faceva altro che pensarci, quasi fosse
un’ossessione.
Dopo
poco il suo
turno finì e salì in macchina per tornare a casa.
Sulla via del ritorno
incontrò Himchan, il suo migliore amico, che gli chiese di
andare a fare un
giro insieme, dato che non si vedevano da quella –maledetta-
festa. Parcheggiò
dove possibile e si precipitò da lui salutandolo con un
abbraccio e una pacca
sulla spalla.
«Come
stai
ChanChan?»
«Io
bene…Aspetta,
non parliamo di me! Devi raccontarmi qualcosa
o sbaglio?»
Himchan
fu
l’ultimo a lasciare la festa quella sera e aveva notato
alcuni strani
atteggiamenti da parte dei due ragazzi. Inoltre conosceva bene il
più grande
–di un mese- e sapeva che sarebbe successo qualcosa, una
volta rimasti soli
I
due si
incamminarono per le strade della periferia, svoltando infine in un
parco li
vicino.
«Beh
ecco.. l’ho
fatto con Zelo»
A
quelle parole
Himchan rimase quasi a bocca aperta, per poi deglutire e riprendersi.
«Oh..
Quindi
avevo visto bene che ti piace, eh?» fece un occhiolino al
più grande, dandogli
una spintarella con il gomito.
«No..ehm..cioè
si, ma non volevo accadesse cosi. Almeno non da ubriaco..»
sospirò alzando lo
sguardo al cielo. “Non volevo che accadesse, ecco”.
Camminarono
per
un po’ in silenzio, fino ad arrivare ad una panchina vuota,
dove si sedettero
l’uno al fianco dell’altro.
Prima
che uno dei
due potesse proferire parola, si sentì una voce urlare
“Bang” più volte e poco
dopo videro Zelo che correva verso di loro per andare a sedersi sulle
gambe del
maggiore, circondandogli il collo con le braccia e baciargli
ripetutamente la
guancia.
«Ti
ho visto da
lontano e ti avevo chiamato, ma non mi hai visto! Cosi ho pensato di
seguirti»
ridacchiò il piccolo per poi stampare un lungo bacio sulle
labbra del ragazzo.
Invece
lui non
sembrava cosi entusiasta. Anzi, si sentiva quasi a disagio. Anche se
Himchan
era il suo migliore amico, non aveva mai passato del tempo con lui e i
suoi
precedenti ragazzi o ragazze insieme. Non gli sembrava una cosa molto
carina. Infatti
Chan se ne stava con le mani poggiate sulle gambe ad osservarli in
silenzio.
Bang lo notò, così guardando entrambi
cercò qualcosa da dire in fretta per
smorzare la tensione.
«Prendiamo
un
gelato insieme?»
«Siii!
Possiamo
andare qui vicino, c’è la gelateria che ti piace
tanto»
Zelo
lo abbracciò
più forte senza smettere di sorridere, ignorando
l’altro ragazzo.
Himchan
che
continuava a rimanere in silenzio, si alzò e facendo un
segno col capo a Bang,
si diresse verso l’uscita del parco per tornare a casa sua
sospirando.
Bang
rimase a
fissarlo da lontano, dietro le spalle del più piccolo. Con
quel “prendiamo un
gelato insieme” intendeva TUTTI insieme, non solo loro due.
Quasi gli si
strinse il cuore vederlo andar via cosi, ma non sapeva cosa fare. Non
poteva
fare niente.
«Andiamo!
Cosa
aspetti?»
Zelo
si alzò in
piedi scattando e prese la mano dell’altro, trascinandolo in
gelateria.
Per
tutto il
pomeriggio, pur rispondendo alle mille domande del più
piccolo, Bang era quasi
assente. Non prestava molta attenzione a quello che succedeva intorno a
lui.
«Hey?
Sei ancora
con me? Ho detto che si sta facendo tardi, dobbiamo andare!»
lo scrollò piano
per le spalle. Solo a quel punto Bang si accorse che Zelo gli stava
parlando.
Alzò lo sguardo al cielo e notò che il sole stava
calando. Erano tornati al
parco a fare una passeggiata, così si girarono e fecero lo
stesso percorso che
avevano fatto all’andata.
Bang
accompagnò
Zelo, il quale lo baciò più volte prima di
separarsi da lui e entrare nella
propria casa.
Finalmente
nel
suo appartamento, Bang si fece
una lunga
doccia, cenò con un panino davanti la tv e infine si mise in
balcone ad
ammirare il panorama che il suo edificio offriva. Prese il cellulare
dalla
tasca e compose il numero di Himchan, che non rispose.
Chiamò varie volte, ma
squillava a vuoto, fino a far scattare la segreteria. Rimase in
silenzio per
una buona parte del messaggio e alla fine riuscì a dire
solamente: “chiamami
appena puoi”.
Ripose
il
cellulare in tasca e si poggiò alla ringhiera sbuffando.
Cosa era successo al
suo amico? Perché non rispondeva?
Piano
piano però,
strani pensieri s’insinuarono nella sua mente. Cosa stava
accadendo a se
stesso? Era rimasto così male vedendo il suo amico sentirsi
costretto ad andare
via per non disturbarli, che poi non lo disturbava affatto, e si
distrasse
tutto il pomeriggio per colpa di quel fatto.
In
passato non
aveva sentito Himchan per molti giorni, eppure non aveva dato molta
importanza
alla cosa. Invece ora si. E non era passato poi così tanto
tempo..
Perché
si stava
preoccupando tanto per Himchan?
~
Eccoci al secondo capitolo!
Secondo voi cosa sta succedendo al nostro amato Bang? Poverino, si
preoccupa
così tanto per il suo migliore amico.. o forse sotto
c’è qualcosa?
E poi Zelo è cosi dolce.. Beh basta così, al
prossimo capitolo! ^_^ ~
|
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Capitolo 3 *** Un po' di alcool e vecchi amici. ***
«Apri!
Apri questa cazzo di porta!»
Bussò
ripetutamente, senza ricevere risposta. Urlò
più forte, battendo il pugno sul legno scuro della porta.
Non gli importava se
avrebbe svegliato tutto il condominio, voleva che Himchan gli aprisse a
tutti i
costi. Continuò per dei buoni dieci minuti,
finché non si arrese. Gli sembrava
impossibile che il suo amico non fosse in casa in quel momento. E
allora perché
non apriva? Era stato in pensiero tutta la notte per lui.
Sospirò e
fece per andarsene, quando la porta si aprì e si
trovò davanti il ragazzo moro,
con i capelli spettinati, un’aria assonnata e una lieve puzza
di alcool.
«Buongiorno
anche a te, Bang… Non c’era bisogno di
spaccare la mia porta»
«Ah
no? E allora che cosa avrei dovuto fare?»
Bang
era su tutte le furie. Non riusciva a
immaginare che l’altro potesse rimanere cosi calmo,
limitandosi a guardarlo e a
sbadigliare. Volendo evitare di prendere a pugni anche il suo amico,
oltre che
alla sua porta, fece un lungo sospiro per poi guardare
l’altro e parlare con un
tono di voce normale.
«Posso
sapere per quale motivo ieri sera non
rispondevi al telefono?»
Himchan
a quella domanda rimase impassibile,
passandosi una mano tra i capelli.
«Ieri
sera? … mh, sono andato in un locale e ho
bevuto un po’, niente di che, giusto per stare con degli
amici. Probabilmente
non ho sentito il telefono e da ieri ancora non l’ho visto,
sarà in una delle
tasche..» Fece un altro sbadiglio per poi rimanere a fissare
il più grande, con
gli occhi socchiusi.
Bang
strinse i pugni, cercando di non esplodere da
un momento all’altro. Poi sospirando guardò il
moro, pensando a qualcosa da
dire.
«Hyung,
non preoccuparti, mh? Vai dal tuo amato e
lasciami dormire dato che è il mio giorno libero. Ci
sentiamo più tardi»
Himchan si sporse verso di lui per baciargli una guancia, poi
accennando un
sorriso fece un passo indietro e chiuse la porta.
Bang
rimase quasi impietrito, immobile per una
buona decina di minuti davanti la porta chiusa dell’altro.
Infine rendendosi
conto di essere rimasto troppo tempo cosi, si avviò
lentamente a testa bassa
verso il portone del palazzo, ancora stordito dal gesto
dell’altro, portandosi
istintivamente una mano sulla guancia.
Decise
di passare a prendere Zelo nella scuola di
danza dove lavorava come insegnante, poco distante da li.
Entrò nell’atrio
della scuola e si mise alla ricerca del suo ragazzo, quando lo
intravide
scendere dalle scale con il suo amico e collega Jong Up.
Aspettò
che si accorgesse di lui, rimanendo ad
aspettarlo con un piccolo sorriso. Come previsto, Zelo corse da lui
abbracciandolo e rubandogli un piccolo bacio.
«Come
mai da queste parti?»
«Sono
venuto a prenderti per andare a pranzo
insieme»
Bang
voleva passare del tempo con lui, visto che il
giorno precedente non era stato molto presente. Però notando
il viso triste
dell’altro, capì che qualcosa non andava.
«Ora?
Scusami.. Oggi abbiamo degli straordinari da
fare, stiamo preparando uno spettacolo..» Il piccolo
sospirò più volte guardando
i suoi hyung, mentre JongUp si limitava ad annuire, rimanendo in
silenzio come
suo solito.
Rassegnato,
Bang fece un cenno col capo e dopo aver
salutato a dovere il suo ragazzo, uscì dalla scuola per
recarsi in una tavola
calda vicino casa sua.
Invaso
dal profumo di pizza e pollo arrosto,
inspirò profondamente prima di entrare in quel luogo cosi
familiare. Ci era
stato molte volte, cosi tanto da sapere quasi tutti i posti a memoria.
Si
sedette al tavolo lontano dalla finestra, come
al solito. Ordinò del pollo con patate e iniziò a
giocherellare con la
tovaglia, aspettando il suo ordine.
Sentì
una mano poggiarsi appena sulla sua spalla,
girandosi in quella direzione e trovò un ragazzo chinato
poco su di lui che gli
sorrideva.
«Bang
Yong Guk? Ti ricordi di me? Sono Yoo Young
Jae!»
Il
ragazzo continuava a sorridergli, ma solo dopo
quelle parole Bang iniziò a ricordare.
Quello
are Young Jae, il fratello del suo migliore
amico delle medie. Ricordava che prendevano tutti i giorni
l’autobus insieme, anche
se era più piccolo e frequentava un’altra classe.
Bang andava spesso nella loro
casa per fare i compiti o semplicemente per passare il tempo con il
fratello.
Ma si ricordava Jae molto diverso. Prima era poco più basso,
con i capelli
lunghi e biondi e indossava sempre vestiti larghi e comodi. Ora invece
era
molto dimagrito, capelli castani all’insù e abiti
alla moda, anche se il viso
dolce e le guance morbide erano sempre gli stessi.
«Jae!
Certo che mi ricordo. Sei davvero cambiato..
Siediti pure qui con me» gli indicò il posto vuoto
davanti a se e l’altro,
senza smettere di sorridere, annuì obbedendo.
«Sono
un coglione!»
Poco
dopo si sentì il rumore del vetro della
bottiglia appena lanciata contro il muro andare in mille pezzi.
E
poi silenzio. Un silenzio che venne ben presto
sostituito dai lunghi singhiozzi di Himchan, seduto a terra con le
gambe
piegate al petto e la testa su di esse.
«Hyung…che
succede?»
Il
suo coinquilino Daehyun, era intento a studiare
per l’università quando sentì tutto
quel rumore. Allarmato si precipitò da lui,
ritrovandosi davanti quella scena: Himchan seduto a terra in un angolo
del salone,
alcune birre vicino a lui e tanti pezzettini di vetro sparsi per il
pavimento. Daehyun
gli si avvicinò, mettendosi al suo fianco e lo
osservò preoccupato. La sera
prima, andando in camera sua, lo aveva visto molto triste e stava
bevendo
qualche birra. Sapeva benissimo che in momenti come quelli doveva
lasciarlo
solo altrimenti sarebbe diventato una iena, ma in quel momento la
situazione
stava degenerando, non poteva lasciarlo così.
«Che
ti succede?»
«Ho
sbagliato tutto.. Dovevo dirglielo prima.. Ormai
è tardi..»
Himchan
parlava con un filo di voce e tirò la testa
all’indietro per poggiarla al muro, rivelando il suo viso
rigato da lacrime che
non accennavano a fermarsi.
«Tardi..
Tardi per dire cosa? A chi?» Daehyun si
era abbastanza agitato,
non aveva mai
visto il suo amico in quello stato.
Il
più grande fece un lungo sospiro, chiudendo gli
occhi.
«A
Bang… Dovevo dirglielo.. Dovevo dirgli che lo
amo»
~
Ohohoh che finale! Povero Himchannie che si
ritrova a lanciare bottiglie al muro..Aish, l’amore
è proprio duro! In tutti i
sensi.. XD
Beh
a parte questo, Bang sta diventando sempre più
confuso! Chissà se con l’aiuto
dell’amico incontrato dopo tanto tempo ritroverà
la retta via..
Al prossimo episodio, gente! ^^ ~
|
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Capitolo 4 *** Verità. ***
La
giornata passò velocemente, tra vecchi ricordi e
risate. Mangiarono tutto ciò che avevano ordinato e quando
si accorsero che si
stava facendo tardi, decisero di uscire per passeggiare un
po’. Bang chiese a
Youngjae di passare a casa sua per poter stare ancora un po’
insieme, magari
guardando la tv o facendo una partita all’Xbox E fu proprio
così. Una volta
arrivati all’appartamento di Bang, si precipitarono alla tv e
con uno sguardo
d’intesa iniziarono a giocare, come tanti anni prima.
«Hyung,
come va con l’amore?»
Bang
sussultò appena alla domanda del minore,
lanciandogli una veloce occhiata per poi tornare a concentrarsi sul
gioco.
«Amore..?
In che senso?»
Jae
rise appena, scuotendo la testa divertito.
«Ma
hyung! Intendo, hai una ragazza? Frequenti
qualcuno?»
Il
più grande sospirò e pensò che forse
era meglio
raccontarlo a qualcuno, senza dover tenere quel peso enorme. Mise in
pausa il
gioco, chinando lo sguardo. Jae si girò verso di lui,
aspettando una
spiegazione che arrivò ben presto.
Bang
gli raccontò tutto. Dal giorno in cui si
svegliò nel letto con Zelo, fino a quella stessa strana
mattina in cui era
passato a casa di Himchan. Parlò anche di come si sentiva,
degli strani
pensieri che aveva avuto la sera precedente.. tutto. Youngjae rimase ad
ascoltarlo, annuendo di tanto in tanto. Quando
quell’interminabile sfogo finì,
il grande si sentì sollevato, guardando l’altro in
attesa di una frase, una
reazione, qualcosa. Il minore aveva capito tutto ben presto. Era molto
preparato sull’argomento, sapeva molte cose dato che i suoi
amici gli
chiedevano sempre consiglio, non perché ci fosse passato.
«Sei
proprio innamorato, eh?»
«Beh
credo di si.. Con Zelo ho sempre avuto un
rapporto speciale..»
«Zelo..?
Nono, parlavo di Himchan»
“Him..Himchan?
Ma cosa sta dicendo?!?!”
Bang
rimase in silenzio, cercando di esaminare i
mille pensieri che si scontravano tra loro nella sua testa.
Jae
alzò lo sguardo all’orologio appeso al muro di
fronte a lui e subito balzò in piedi, chinandosi
all’altro come segno di
saluto.
«Hyung
devo andare, si è fatto davvero troppo
tardi.. Ti lascio riflettere bene e mi raccomando, se hai bisogno di un
consiglio non esitare a chiamarmi!» sorrise e si diresse in
fretta alla porta
d’ingresso, chiudendosela alle spalle.
In
casa sprofondò il silenzio assoluto.
Bang
non riusciva a proferire parola, era ancora
molto scosso da quella verità appena scoperta.
Innamorato
di Himchan..
Spense
la tv e si sdraiò sul divano ad osservare il
soffitto, tenendosi una mano tra i capelli. Quando era successo? Non si
era mai
accorto di esser innamorato di lui, ma ora che ci pensava sembrava cosi
normale.. Sentì gli occhi farsi lucidi e poco dopo
scoppiò in un pianto
nervoso, ripensando a tutti gli avvenimenti di quella settimana. Si
sentiva
cosi stanco e confuso che nel piangere si addormentò.
Il
telefono squillava, ancora e ancora, ma solo
dopo circa tre chiamate se ne accorse e si alzò per andare a
rispondere.
Camminò lentamente, con passi pesanti, quasi trascinandosi
verso la cornetta.
Prima di rispondere, si osservò allo specchio. Le sue spalle
ricurve dalla
pesantezza, i capelli chiari scompigliati, l’espressione
assonnata: quasi non
si riconosceva.
«Pronto?
Sono Bang, chi parla..?»
«Bang!
Sono Zelo. Ho appena finito le prove e
pensavo di passare da te, se non è un problema.. Sei stato
cosi carino oggi a
venire e mi dispiace di non aver passato la giornata con te..»
Bang
rimase per qualche secondo in silenzio, ma
infine, sospirando, accettò la proposta
dell’altro, dicendogli che lo avrebbe
aspettato.
Si
affrettò a dare una sistemata al salone, andando
poi in bagno per lavarsi il viso e sistemarsi i capelli, passando
infine in
camera per indossare una tuta pulita.
Dopo
circa mezz’ora, Zelo suonò alla porta e il
più
grande andò ad aprirgli, venendo letteralmente assalito
dall’altro. Zelo si
avvinghiò a lui, baciandogli ripetutamente la guancia,
davvero felice di
vederlo. Bang accennò un sorriso. Con tutta quella dolcezza
non poteva farne a
meno.
Chiuse
la porta e seguì il più piccolo in salone,
osservandolo in silenzio.
«Hai
una brutta cera stasera.. Sicuro di sentirti
bene?»
Bang
annuì, forzando un sorriso.
«Mh,
non mi convinci molto. Comunque.. Ho pensato
che potremmo fare un viaggio insieme, non trovi? Il mio spettacolo
sarà questo
fine settimana, dopodiché sarò libero e tu ancora
non ti sei preso le ferie!
Dai, mi aspetto una risposta positiva! Anche se per il momento
terrò segreto il
luogo a cui ho pensato» il minore guardò
l’altro pieno di speranza,
ridacchiando piano. Ci
teneva tanto a
quella piccola vacanza.
Bang
rimase immobile davanti a lui, facendosi
pensieroso. Non riusciva a dire no al ragazzo, così, infine,
accettò la sua
proposta, anche se dentro di se non era molto convinto. Anzi..
Ordinarono
della pizza, non avevano voglia di
mettersi ai fornelli, tantomeno di lasciare odori per casa. E poi Zelo
era
negato a cucinare e non voleva rovinare la cucina del più
grande. Avrebbe
potuto combinare casini anche solo aiutandolo a tagliare una cipolla.
Mangiarono davanti la tv, scherzando come loro solito e ben presto il
minore si
accorse che c’era qualcosa di strano nel suo amato, ma non
voleva chiedergli
niente. Preferiva tirargli su il morale che fargli pesare ancora di
più la
cosa.
Iniziarono
a ricordare alcuni eventi passati,
soprattutto quelli divertenti, ma siccome si stava facendo tardi,
decisero di
spostarsi sul letto a farsi le coccole.
«Mi
piace davvero tanto stare tra le tue braccia,
sai?» Zelo alzò il viso verso il maggiore che
stava ricambiando il suo sguardo,
mentre lo coccolava tenendolo stretto a se.
Bang
annuì e sorrise al più piccolo, dandogli un
bacio sulla fronte. Continuò così per una
manciata di minuti finché, esausti,
si addormentarono stretti l’uno all’altro.
~
Caro il nostro Bang, decidi cosa fare!
Mi
scuso se questo capitolo non è molto
“interessante”, ma preferivo dividerlo dal prossimo
o sarebbe diventato un
casino >_<
Ringrazio
davvero tanto chi segue questa storia
<3
To
be continued.. ~
|
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Capitolo 5 *** Buio. ***
Si
svegliò di colpo nel bel mezzo della notte. Girò
il capo verso la sveglia: le 3.25. Erano passate solo circa quattro ore
da
quando si era messo al letto. Si rimise comodo, avvertendo la presenza
del più
piccolo al suo fianco che ronfava beatamente.
Si
passò una mano tra i capelli, sospirando al
ricordo della serata appena passata. Zelo, oltre ad avergli chiesto del
viaggio, aveva accennato al fatto che avesse trovato un appartamento
nel luogo
misterioso dove sarebbero andati in vacanza, dato che il minore ancora
non
glielo aveva rivelato.
“Appartamento”
quella parola risuonava nella sua
testa, mille e mille volte. Significava trasferirsi, iniziare una nuova
vita.
Ma era pronto a tutto questo? E in fondo non gli aveva dato nessuna
risposta definitiva,
ma sapeva che avrebbe finito con l’accettare. Proprio non ci
riusciva, non
riusciva a dire di no a quel dolce visino sempre sorridente. Aveva
paura di
rovinare la sua felicità; ma così stava rovinando
la propria.
Diede
un’altra occhiata alla sveglia: le 3.40.
Scacciò via quei pensieri, rimandandoli
all’indomani e si addormentò in poco
tempo.
Girò
la testa verso Daehyun che si era appisolato
sul divano. Dormiva così beato che non osava toccarlo.
Guardò l’orologio a muro
che segnava le 3.30. Era davvero passato così tanto tempo?
Si ricordava di aver
iniziato a guardare la tv alle 22 circa e poi Daehyun l’aveva
raggiunto e
avevano iniziato a ridere e scherzare, trascurando il film. Ora
però si sentiva
davvero stanco ed era stufo di stare sul divano in quella posizione,
non ne
poteva più. Si alzò lentamente, spegnendo la
televisione per poi dirigersi in
camera sua. Si sdraiò sul letto, spegnendo la luce e
rimanendo a fissare il
soffitto buio su di se.
I
suoi pensieri lo portarono a quella mattina, quando
alla sua porta era apparso Bang. Era arrivato fin li per lui, per
accertarsi
che stesse bene. E lui, come uno stupido, gli aveva detto delle bugie
per
mandarlo via. In realtà aveva passato tutta la notte da solo
a piangere e bere.
Più bere che piangere. Voleva dimenticare tutto, ma sapeva
che l’alcool avrebbe
solo alleviato il dolore, ma non lo avrebbe cancellato del tutto.
In
tutti quegli anni che conosceva Bang, non aveva
mai avuto il coraggio di dirgli cosa provava per lui. Lo vedeva sempre
dietro a
Zelo, sempre sorridente e felice con lui
e aveva paura che non sarebbe stato in grado di dargli la stessa
felicità. Ma
scoprire che si erano addirittura messi insieme ed erano persino andati
al
letto.. Quello si che era stato doloroso.. Come se tutto il dolore
degli ultimi
anni si fosse triplicato in pochi minuti.
Gli
si strinse il cuore e alcune lacrime gli
rigarono le guance. Si rannicchiò su se stesso, chiudendo
gli occhi. Aveva
deciso: si sarebbe dichiarato, ma doveva aspettare il momento giusto.
Qualunque
fosse stato l’esito.
Suonò
la sveglia e Bang si affrettò a spegnerla.
Era davvero fastidiosa, la odiava a tal punto che una volta
l’aveva sbattuta
contro il muro, ma –sfortunatamente- non si era rotta. Si
crogiolò per qualche
minuto nel letto, osservando il più piccolo che ancora
dormiva girato di
schiena. Evitò di farsi tornare strani pensieri alla mente,
dato che gli
avevano sconvolto il sonno e non voleva rovinarsi l’umore di
prima mattina. Si
alzò controvoglia, andando a farsi una doccia veloce e poi a
mettersi la tuta
per il lavoro. Bevve al volo una tazza di caffè per
svegliarsi del tutto e
mangiò una piccola brioche. Tornò in camera per
svegliare il ragazzo, ma quello
non voleva proprio saperne.
“Beato
te che hai più di un mese di ferie..”
pensò
Bang sospirando.
Riprovò
a svegliarlo, invano. Così infine, scrisse
un bigliettino che lasciò sul comodino ed uscì in
fretta per dirigersi al
lavoro.
“Nuova
giornata di lavoro…” pensò seccato
Himchan.
Camminava pensieroso per la strada che lo portava al bar in cui
lavorava come
cameriere, sbuffando varie volte per la poca voglia di proseguire.
Senza
rendersene conto, finì per scontrarsi con
qualcuno, inchinandosi subito dopo per scusarsi. Fu sorpreso nello
scoprire che
era appena finito contro Bang Yongguk.
Rimase
in silenzio per qualche minuto,
osservandolo. Bang fece lo stesso e poco dopo spuntò un
piccolo sorriso sul suo
volto, interrompendo quell’insopportabile silenzio.
«Buongiorno
ChanChan.. Tutto bene?»
Himchan
annuì distrattamente, cercando poi di
dileguarsi, ma Bang lo afferrò per un braccio, attirandolo a
se e finendo a
pochi centimetri da lui, così vicino che poteva sentire il
suo respiro sul
viso.
«Dove
pensi di andare? Mi stai evitando?» sussurrò
il più grande guardandolo negli occhi.
Il
moro rimase a ricambiare il suo sguardo, quasi
ipnotizzato per poi trasalire e scuotere la testa.
«N-no,
non ti sto evitando.. E’ solo che sono in
ritardo..»
Beh
non era poi così falso, ma avrebbe preferito
arrivare tardi al lavoro, pur di rimanere ancora un po’ nella
sua stretta.
Entrambi
non riuscivano a staccare lo sguardo
dall’altro, ma fu Himchan, infine, a distoglierlo per primo.
«Scusa,
devo proprio andare..»
«..chiamami
appena puoi, non farmi stare in
pensiero come ieri» disse Guk autoritario.
Himchan
annuì facendo un piccolo inchino e continuò
per la sua strada. Svoltò l’angolo, abbastanza
lontano dall’altro. Tirò un
sospiro di sollievo portandosi una mano al cuore che batteva fortissimo.
Possibile
che gli faceva quell’effetto? Era sempre
rimasto calmo e scherzoso, ma quella mattina proprio non ce
l’aveva fatta.
Quel
gesto improvviso di Bang lo fece un po’
illudere, pensava che potesse ricambiare.. Scosse la testa e
tornò serio,
riprendendo a camminare verso il bar, sentendo gli occhi farsi lucidi.
“No,
non ora per favore..”
Si
poggiò al bancone dell’ufficio, guardando fuori
dalla piccola finestra. Era la sua pausa pranzo e intendeva passarla
li,
mangiando il suo panino. Bang si sporse a prendere il suo zaino con il
pranzo,
sedendosi sulla poltrona posta nella parete destra
dell’ufficio. Diede
un’occhiata al cellulare: nessuna chiamata di Himchan. Che
ancora non avesse
finito il suo turno? Sospirò, mentre gli tornarono in mente
i profondi e
bellissimi occhi scuri del ragazzo, quando li aveva avuti a pochi
centimetri
dai suoi, qualche ora prima. Non sapeva bene perché lo aveva
attirato a se a
quel modo, ma ne aveva avuto semplicemente il bisogno. Si, il bisogno
di
sentirlo vicino a lui. I suoi pensieri vennero ben presto interrotti da
un
messaggio che fece suonare il cellulare.
Zelo.
“Buongiorno~ ho letto il tuo biglietto, buona
giornata al lavoro, ci vediamo stasera! Ti amo”
Bang
lo lesse mentalmente, per poi sospirare.
Sperava di poter rimanere un po’ da solo quella sera, ma i
suoi piani vennero
distrutti. Non che non volesse stare col più piccolo,
semplicemente aveva
bisogno di pensare, riflettere sul da farsi. Finì di
mangiare il suo panino ed
uscì dall’ufficio, notando che
un’automobile si era fermata in attesa di fare
benzina. Si affrettò a raggiungerla, la sua pausa era
terminata.
Era
in piedi davanti al tavolo di una ragazza
bionda, attendendo che scegliesse cosa ordinare, nonostante questa
continuasse
a guardarlo e a sorridergli, senza decidersi.
Sentì
una delle due porte d’entrata aprirsi e poco
dopo richiudersi e alzò lo sguardo per scorgere le due
figure che erano appena
entrate. Himchan notò subito i capelli biondi e azzurri
inconfondibili di Zelo,
seguito da un ragazzo con i capelli castani, mai visto prima. Aveva
un’aria
strana, quasi assente.
“Sembra
un tonto..” ridacchiò tra se Chan,
scribacchiando l’ordine che finalmente la ragazza gli aveva
dato. Si avvicinò
poi al tavolo dei due accennando un sorriso, un po’
controvoglia, ma era
l’unico cameriere che aveva il turno a quell’ora.
«Hey
Himchan hyung! Non sapevo lavorassi qui» lo
salutò Zelo sorridendo e facendogli segno di avvicinarsi.
«Ed
è proprio così invece»
sfoggiò uno dei suoi
falsi sorrisi, avvicinandosi di più al loro tavolo.
«Bene,
ti presento JongUp il mio collega e migliore
amico..»
“JongUp,
ecco come si chiama il tonto”
«..Uppie, questo è Himchan, il migliore amico del
mio Guk»
“..del
mio Guk” Chan sentì una fitta al cuore e
prima che potesse presentarsi, perse i sensi, svenendo sul pavimento.
Buio.
Stava
per entrare in casa, quando squillò il cellulare.
«Bang?
Sono Daehyun, il coinquilino di Himchan,
ricordi? Lui è in ospedale, vieni il prima
possibile»
Guk
attaccò sgranando gli occhi e ripose il
cellulare in tasca.
«Him..Himchan..»
sussurrò per poi scattare verso la
sua macchina per andare all’ospedale.
~
Annyeong!
Innanzitutto vorrei dire che ho
modificato la storia, ovvero, l’ho resa un po’
più ricca sin dal primo capitolo,
lasciando comunque invariata la trama. Quindi, per chi la segue da
sempre
(?) consiglio di
andare a dare
un’occhiata ai capitoli precedenti ^^
Ma
passiamo a noi.. In questo capitolo potreste
confondervi un po’ e vi chiedo scusa ><
Chissà cosa accadrà ad Himchan..
E Bang che subito corre da lui <3
Spero
di pubblicare il prima
possibile, nonostante ho millemila compiti ;3;
Stay tuned! ~
|
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Capitolo 6 *** Nuovi e vecchi amori. ***
Aprì
lentamente gli occhi, trovandosi in una stanza e in un letto non suoi.
Sentiva
la testa pesante, un prurito sul braccio e aveva ancora molto sonno,
nonostante
avesse dormito un bel po’. Aspettò qualche minuto
prima di focalizzare e
riprendere del tutto conoscenza, analizzando poi la situazione. Si
trovava in
ospedale, aveva un piccolo tubo della flebo infilato nel suo braccio
e.. e
Yongguk era al suo fianco, con la testa all’indietro sullo
schienale della
sedia sulla quale era seduto, anzi, sulla quale era addormentato.
“Bellissimo”.
Si lasciò sfuggire un sorriso, mentre un dottore entrava
nella stanza per fare
alcuni accertamenti, svegliando di soprassalto Bang che si
guardò intorno un
po’ frastornato.
Poco
dopo , la visita terminò e il dottore uscì,
dicendo che lo avrebbero tenuto
ancora un giorno in ospedale, sotto osservazione. Himchan
accennò un inchino
col capo come segno di ringraziamento e poi, quando furono
–finalmente- soli,
guardò Bang che stava ricambiando il suo sguardo.
«Mi
hai fatto quasi prendere un infarto..» si avvicinò
con la sedia prendendogli la
mano sinistra tra le sue.
Himchan
cercò di mantenere la calma, nonostante il suo cuore batteva
fortissimo e
accennò un sorriso al suo hyung.
«Ma
come vedi è tutto apposto sorrise Chan, per poi far
vagare lo sguardo
per la stanza, ammutolendosi.
«Himchan,
perché hai combinato tutto questo casino? Il dottore me
l’ha detto, non puoi
nasconderlo. Hanno trovato grosse quantità di alcool nel tuo
corpo e non hai
nemmeno mangiato qualcosa in questi due giorni.. Mi hai anche mentito
l’altra
mattina, non sei uscito con i tuoi amici, vero? .. Chan,
guardami.»
Himchan
obbedì girando il capo verso il ragazzo che lo stava
fissando con un’espressione
molto seria. Sotto quello sguardo si sentì davvero in
imbarazzo, si sentiva
quasi uno stupido per come si era comportato. Ma cosa poteva fare? Non
poteva
dirgli la verità, non poteva dirgli che lo amava e che si
era ubriacato per
dimenticare. O forse… No. Doveva togliersi
quell’idea dalla testa.
«Non
ti ho mentito su quello.. Ma poi a casa ho continuato a bere, senza
nessun
motivo in particolare. E poi basta parlarne, mh? Pensiamo a qualcosa di
più
allegro» accennò un sorriso cercando di mascherare
quel velo di tristezza che
lo avvolgeva.
«Raccontami..
Con Zelo come va? Lo stavo servendo stamattina, ma poi.. sono
svenuto..» rise
amaramente imbarazzandosi un pochino al ricordo. Anche se ricordava
davvero
poco di quanto accaduto.
«In
realtà era ieri mattina, hai dormito un giorno
intero..» Bang portò una mano
sul viso del ragazzo per carezzarlo lentamente, osservandolo.
«L’ho
incontrato prima mentre stava andando via e mi ha raccontato
ciò che è
successo.. Comunque vuoi sapere come va con lui? Credo bene, dovremmo
partire
tra poco.. Anche se ancora non mi ha detto dove siamo diretti. Gli
piace fare
sorprese» ridacchiò per poi scuotere la testa,
tornando serio poco dopo notando
l’espressione seria del suo amico.
«Tutto
bene ChanChan?»
«Si..
Ho solo un po’ di mal di testa, preferisco dormire
ancora..» il moro accennò un
sorriso e si rigirò lentamente nel letto, dando le spalle al
più grande che
annuì, approfittandone per uscire e prendere un
caffè.
Sprofondò
di nuovo il silenzio e Himchan tenne gli occhi socchiusi e lo sguardo
basso.
Perché si faceva male da solo a quel modo? Doveva smetterla
di fare certe
domande, doveva imparare a farsi i fatti suoi o da questa situazione ne
sarebbe
uscito col cuore spezzato.
Cercò
di calmarsi, ma gli tornarono in mente le parole pronunciate poco prima
dal più
grande: “dovremmo partire tra poco”. Lui e Zelo
avrebbero fatto un viaggio. Da
soli. Sentì una morsa al cuore e sperò di
riuscire a trattenere le lacrime; non
voleva farsi vedere in quello stato.
Sentì
Bang rientrare e sedersi, ma rimase immobile fingendosi addormentato e
finalmente riuscì a calmarsi. Infatti poco dopo cadde in un
sonno profondo, un
sonno strano e privo di sogni.
Una
settimana dopo
«Dai
‘saeng, sto bene! Non preoccuparti, riesco a mangiare da
solo!»
Himchan
era alquanto infastidito dal comportamento di Daehyun che ancora voleva
aiutarlo nelle sue azioni per paura di un ulteriore svenimento
dell’amico. Il
più grande sbuffò varie volte e mandò
alcune occhiatacce al più piccolo che lo stava
imboccando. Era solo un dannato brodo di pollo, poteva mangiarlo da
solo! Ma
niente, Dae non capiva, anzi era felice di poterlo aiutare nonostante
non ce ne
fosse il bisogno.
Improvvisamente,
squillò il telefono e il più piccolo
scattò in piedi per andare a rispondere.
Sollevato, Himchan prese il cucchiaio e iniziò a mangiare da
solo, sbirciando
attraverso la porta aperta per osservare il volto del ragazzo e le sue
espressioni.
“Di
nuovo quel sorriso ebete..” ridacchiò Himchan tra
se. Erano da un po’ che
riceveva chiamate più volte al giorno e ogni volta che
parlava con
quell’interlocutore (o interlocutrice) sconosciuto, aveva
sempre
quell’espressione li, da ebete.
Daehyun
cercava sempre di cambiare argomento ogni volta che Chan provava a
fargli
qualche domanda, quindi il più grande sospettò un
intrigo amoroso. Però non era
da lui. Insomma, era sempre stato un tipo non molto sociale e che
pensava
sempre alla scuola e allo studio, soprattutto ora che era
all’università.
Inoltre non lo aveva mai visto circondato da donne.. Che fosse
omosessuale
anche lui? Himchan scosse la testa, non era proprio il tipo.
Dopo
qualche minuto di chiacchiere, il più piccolo
tornò a tavola, un po’ infelice
nel vedere che il suo hyung riusciva a mangiare anche da solo.
Notò subito il
suo sguardo e capì che presto gli avrebbe fatto
l’interrogatorio.
«Daehyun-ah,
è arrivato il momento di parlare»
Himchan
lo fissò con un sopracciglio alzato e un piccolo sorriso
sulle labbra. Stavolta
doveva farcela, avrebbe scoperto il suo segreto. Continuò a
fissarlo con
impertinenza, sapeva che a breve avrebbe ceduto.
«Hyung..
di cosa parli?» Il più piccolo lo guardo con
innocenza, fingendo di non capire
la sua domanda.
«Dae,
tu così intelligente non capisci una cosa del genere? Non
sono mica nato ieri e
ti conosco da tanto, so come sei fatto. Tu che hai dato un solo bacio
nella tua
vita, quando eri piccolo, ad una tua compagna di classe e non sei mai
uscito da
solo con una ragazza, ti sei sempre lamentato di essere infelice. E ora
vedo
che ricevi tantissime telefonate al giorno durante le quali hai un
espressione
alquanto imbarazzante per uno della tua età. Sembri un
ragazzino perdutamente
innamorato»
Himchan
finì il tutto con un piccola risata, posando il cucchiaio
nel piatto ormai
vuoto.
Era fatta. Sapeva sempre quali parole utilizzare per farsi dire la
verità.
Adorava questa sua “capacità” e ne
andava molto fiero.
Daehyun
si sentiva terribilmente in imbarazzo e abbassò lo sguardo.
Non riusciva mai a
parlare di certe cose con tanta naturalezza come invece faceva il suo
hyung, ma
sapeva che era arrivato il momento di parlarne o Himchan avrebbe
insistito e
sarebbe stato peggio. Quindi fece un lungo sospiro e si decise a
raccontargli
tutto.
«Allora,
ecco.. Ti ricordi quando Bang ti ha accompagnato a casa
dall’ospedale la
settimana scorsa? Io stavo tornando
dall’università e sotto ad aspettarlo
c’era
un ragazzo davvero carino.. Sono rimasto per un po’ a
fissarlo e la cosa è
stata alquanto imbarazzante. Sembrava un maniaco o qualcosa del genere!
Però
lui non ha fatto niente, continuava a ricambiare il mio sguardo e alla
fine mi
ha sorriso.. Poi Bang per alleggerire la situazione ci ha
presentati..»
Il
minore fece una pausa per il troppo imbarazzo e piegò di
nuovo il capo verso il
basso. Sapeva che non doveva vergognarsi di rivelare il proprio
orientamento
sessuale al suo hyung, ma gli era comunque costato molto.
«Youngjae,
eh? Si, c’era anche lui in macchina mentre mi accompagnavano
a casa.. Beh, ora
devi raccontarmi il resto, su!» Himchan fece un gran sorriso,
posando il gomito
sul tavolo sporgendosi verso il ragazzo. Amava ascoltare storie di
questo tipo,
soprattutto se erano dei suoi amici e voleva sapere proprio tutto.
Daehyun
acconsentì, ormai la parte più difficile
l’aveva detta e tirò un piccolo
sospiro di sollievo per la reazione positiva del maggiore. Lo
guardò accennando
un piccolo sorriso, riprendendo la storia.
«Bene,
qualche giorno dopo l’ho incontrato in un bar e lui si
è avvicinato a me e
abbiamo iniziato a parlare, prima del più e del meno, poi di
cose un po’ più
personali. Abbiamo fatto una passeggiata e infine ci siamo scambiati i
numeri.
Non ci sono ancora uscito, ma mi piace davvero tanto e spero per lui
sia lo
stesso..»
Il più piccolo sospirò guardando lo hyung che non
smetteva di sorridere.
«Ti
aiuterà il tuo hyung. Lo inviterai ad uscire questo sabato e
ti darò alcuni
consigli, ok?» allungò la mano verso la sua,
facendogli un occhiolino.
Daehyun
annuì facendo un piccolo sorriso e strinse la mano di
Himchan con decisione.
Con il suo aiuto ce l’avrebbe fatta, di sicuro.
Bang
aveva appena terminato la sua giornata lavorativa e stava tornando a
casa a
piedi, dato che quella sera primaverile era abbastanza calda. Nel
tragitto, si
soffermò a guardare il cielo più volte, come per
cercare risposta ai numerosi
quesiti che gli passavano per la testa. E come per magia, ricevette un
sms da
Zelo..
-Hey,
ho fatto i biglietti, questo fine
settimana si parte per New York! Ci vediamo domani per festeggiare~ Ti
amo-
America,
eh? Finalmente aveva scoperto il luogo nel quale erano diretti. Il
più piccolo
era proprio bravo nelle sorprese, infatti Bang aveva sempre sognato di
andare
li in vacanza e magari un giorno anche di trasferirsi, ma i suoi
guadagni al
momento non glielo permettevano.
Fece
un gran sospiro arrivando al portone di casa sua ancora molto
pensieroso. Salì
le scale lentamente, riflettendo. Se partivano nel fine settimana aveva
ancora
qualche giorno a disposizione, dato che era appena martedì.
Ma cosa poteva fare?
Ormai era tutto organizzato e anche parlare con Himchan non sarebbe
servito a
niente, anzi, avrebbe peggiorato la situazione. Entrò in
casa e si tolse la
giacca, filando poi dritto al letto, sdraiandosi ad osservare il buio
soffitto.
Tirò fuori il cellulare dalla tasca e osservò lo
schermo luminoso per qualche
minuto; poi, senza pensarci, compose il numero di Himchan e rimase in
attesa.
«P-Pronto? Bang..? Come mai una telefonata a
quest’ora?»
Il
maggiore accennò un sorriso nel sentire la voce del ragazzo
e chiuse gli occhi
prima di rispondere.
«Avevo
solo voglia di sentirti. Come stai?»
«Me la cavo, ormai sono guarito del tutto,
credo e DaeHyun mi aiuta tanto..Tu invece?»
Prima
di rispondere pensò alle parole appena pronunciate
dall’altro. Era un po’ invidioso
del suo coinquilino, avrebbe preferito aiutarlo lui.
«..Io
sto bene. Oggi ho lavorato molto e sono stanco.. Tu cos’hai
fatto?» Non
sapeva che chiedere, ma si aggrappò a
qualsiasi cosa pur di sentirlo ancora parlare.
«Sono stato a casa, niente di che.. Sai che
DaeHyun e YoungJae si frequentano? Non ci avrei mai pensato!»
Entrambi
risero e iniziarono a parlare della nuova coppia, per poi passare ad
altri
argomenti generali fino a fare un tuffo nei ricordi, di quando
passavano tutti
i giorni insieme.
E
così passarono quasi l’intera notte a parlare al
telefono, dimenticando il
resto, come due ragazzini innamorati che però,
sfortunatamente, non sanno di
amarsi reciprocamente.
~
Saaaalve a tutti!
Voglio subito scusarmi per non aver pubblicato prima, ho avuto
tantissimi
casini ultimamente.. Quindi ne approfitto per darvi il buon anno in
supermega
ritardo! XD E anche auguri a tutte le Babys per il primo anno insieme
ai nostri
ragazzi <3
Bene,
eravamo rimasti
con lo strano svenimento di Channie e Bang che correva da lui, quindi
ho
ripreso direttamente dall’ospedale, senza allungare troppo in
discorsi inutili
(?).
Ho dato spazio anche alla nuova coppia, perché purtroppo non
ho resistito nel
non inserire una DaeJae, è più forte di me!
Inoltre ho messo tutta la dolcezza possibile in questo
episodio, spero
non vi dispiaccia.
Ok,
mi sto dilungando
troppo, quindi spero di poter scrivere al più presto.. Cosa
accadrà? Bang si
deciderà una volta per tutte?
Bye~
|
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Capitolo 7 *** Malumore e appuntamento. ***
«No, con quella faccia sembri un ebete» Himchan scosse la testa più volte guardando il minore.
«Devi avere uno sguardo più sensuale, come quello che ti ho mostrato prima!»
Daehyun annuì un po’ scoraggiato, per poi guardare il maggiore dall’altra parte del tavolo, provando a fare quel dannato sguardo.
Come promesso, Himchan lo stava aiutando nella conquista di Youngjae: sicuramente con i suoi consigli ce l’avrebbe fatta. Gli mostrò come comportarsi durante una passeggiata, come iniziare un qualsiasi discorso e ora gli stava insegnando alcuni trucchetti durante un ipotetico pasto assieme. Daehyun si impegnava il più possibile, ma Himchan era troppo esigente; lo era perché credeva nell’amico e voleva che riuscisse almeno una volta ad essere felice.
Dopo un’ora buona di “prove”, il maggiore decise che era sufficiente e lasciò libero il più piccolo che filò in camera sua a cambiarsi per poi uscire e recarsi all’università. Chan rimase da solo e ne approfittò per rilassarsi un po’. Si stese sul divano a guardare il soffitto e perdersi nei propri pensieri. Fortunatamente, in quegli ultimi giorni si era dedicato a Dae e non aveva pensato molto al suo amore non corrisposto –come lui crede- e, casualità, proprio in quel momento ricordò la chiamata di alcune sere prima che fece col maggiore. Diamine, avevano parlato quasi tutta la notte, senza stare zitti nemmeno per un secondo. Era passato tanto tempo dall’ultima volta che avevano fatto una cosa del genere e non poté che sorridere. In fondo, era sempre stato il suo migliore amico, nonostante i suoi sentimenti, e gli voleva bene soprattutto per quello. Adorava passare il tempo con lui, anche senza fare nulla in particolare, parlare, scherzare, fare infinite passeggiate, risate.. Adorava la sua risata. E subito dal pensiero d’amicizia passò all’amore. Il confine tra i due pensieri era così sottile che spesso veniva varcato senza nemmeno che il ragazzo se ne accorgesse. E se fosse solo affezionato in modo spropositato a lui e non fosse veramente amore?
Himchan si portò una mano sulla fronte, pensava troppo, così tanto che ogni volta gli veniva il mal di testa. Socchiuse gli occhi, quella situazione gli faceva venire il malumore, cosa strana per il suo carattere solare. Ma quel “sole” che splendeva in lui in quel momento proprio non lo aiutava e, come se non bastasse, ricordò anche che mancavano pochi giorni alla partenza di Bang. Il cuore gli prese a battere più velocemente per l’agitazione, non aveva più così tanto tempo e doveva decidere e pianificare qualcosa entro quella data. Ma da dove cominciare? Cosa dire e soprattutto, come affrontarlo?
Escluse subito l’idea di utilizzare il cellulare: dire certe cose per telefono o peggio ancora per sms poteva risultare finto e non era affatto carino. Pensò di poter andare a casa del maggiore, ma avrebbe fatto una pessima figura che ci fosse stato anche Zelo. E se organizzasse qualcosa nella propria casa? Magari una cena… No, non era una buona idea. Si alzò dal divano sospirando e guardò l’orario; era ancora presto, così decise di fare una piccola passeggiata. Infilò le scarpe ed uscì di casa velocemente.
Si ritrovò a passeggiare per il parco più vicino, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, lo sguardo rivolto verso l'alto, ad osservare il cielo limpido d'inizio estate, con un leggero venticello che rendeva tutto più piacevole.
Ignorava i passanti con i loro cani, ignorava i bambini intenti a correre dietro la palla con la quale stavano giocando. Ignorava qualsiasi cosa.
Aveva solo bisogno di distrarsi.
Ma come se tutto l'universo fosse contro di lui, uscendo dal parco, si ritrovò davanti la stazione di benzina dove lavorava Yogguk.
Senza accorgersene, aveva fatto proprio quella strada.
Tornò alla realtà quando capì dove si trovava e sospirò piano, rimanendo immobile ad osservare il ragazzo dall'altra parte della strada, intento a salutare il cliente appena servito. Anche in tuta da lavoro era dannatamente sexy.
"Non ora Chan."
Arrossì appena al pensiero e scosse la testa, facendo un lungo sospiro. Rimase ad osservare l'altro per dei buoni dieci minuti, finché non vide apparire un ragazzo molto alto che era facile da riconoscere.
Anche Junhong era lì.
Si nascose dietro al muro più vicino, facendo spuntare solo la testa per poter spiare i due. Probabilmente le persone che passavano da quelle parti, lo prendevano per un ficcanaso, ma poco gli importava.
Jun si buttò tra le braccia del più grande, il quale ricambiò la stretta. Erano così felici insieme.. Poi il minore lo prese per un polso e lo trascinò dentro il piccolo ufficio di Bang.
Himchan rimase con il fiato sospeso, non sapendo cosa pensare. Era quasi nel panico. Insomma, loro due, SOLI, in un ufficio.
Per sua fortuna, uscirono poco dopo. Bang aveva uno zaino alle spalle e teneva ancora le mani dell'altro, mentre salutava i colleghi e si allontanava dal posto.
Chan li guardò finché furono nella sua visuale, poi si posò contro il muro con la schiena, sospirando pesantemente.
Era uscito per distrarsi, finendo col ritrovarsi le cause del suo malumore proprio davanti agli occhi. Girò i tacchi e decise di tornarsene a casa, magari per vedere un film comico, in modo da tirarsi su.
Daehyun finì alle 16 in punto l'ultima lezione all'università e si sentiva sempre più in ansia. Mancava solo un'ora al suo primo appuntamento con YoungJae.
Corse verso lo spogliatoio, portandosi dietro lo zaino nero che stavolta era pieno di vestiti, anziché di libri.
Si cambiò con dei jeans scuri, strappati all'altezza del ginocchio, una camicia grigia con maniche a tre quarti, molto leggera e delle semplici scarpe da ginnastica. Avendo dimenticato il gel a casa, passò le mani più volte tra i capelli per poterli sistemare.
Finalmente pronto, mise gli altri abiti nello zaino e sgattaiolò fuori dalla stanza e infine dall'edificio. Notò l'autobus arrivare da lontano e iniziò a correre verso la fermata più vicina, prendendolo così in tempo.
Si sedette agli ultimi posti, aveva bisogno di star da solo e guardare fuori dal finestrino per potersi calmare, come faceva di solito; ma a quanto pare, questa volta non funzionava proprio.
Non sa di preciso quanto tempo passò sul bus, ma arrivato a destinazione, scese lentamente e si incamminò verso la gelateria dove era previsto l'appuntamento.
Fortunatamente, era in anticipo di qualche minuto. Tirò un sospiro di sollievo, guardandosi intorno in attesa del ragazzo.
Poi, lo vide spuntare da lontano, coperto solo da un paio di persone.
Il cuore iniziò a battergli velocemente, sembrava quasi voler uscire dal petto. I bermuda dell'altro, lasciavano buona parte delle gambe scoperte, attirando così la sua attenzione.
Però cercò di tornare in se e rivolse un piccolo sorriso al minore sempre più vicino.
Jae gli si mise di fronte a lui sorridente e si inchinò cortesemente per salutarlo.
« Ti ho fatto aspettare troppo? »
« No, tranquillo, sono qui da pochi minuti. »
Dae scosse la testa e fece un segno con essa verso la sua destra, iniziando così a camminare verso quella direzione, ovvero l'entrata della gelateria. Entrambi si piazzarono davanti al bancone, osservando i vari gusti esposti dietro al vetro. Sembravano quasi ipnotizzati, come dei bambini.
Jae fu il primo a tirarsi su e ordinare, mentre Daehyun, goloso com'era, impiegò più tempo a scegliere.
Dopo aver pagato e ritirato i gelati, uscirono dal piccolo locale e si incamminarono per le vie del centro città, gustando lentamente il dolce comprato.
Dae cercava di rimanere vicino al più piccolo, nonostante si sentisse a disagio.
"Non rimanere troppo in silenzio."
I consigli di Chan erano stati molto utili, ma in quel momento proprio non riusciva a seguirli. Leccava il gelato quasi con furia, era molto teso e guardava in basso, non riuscendo a calmarsi. Invece YoungJae era più rilassato, o almeno così appariva.
« Dae, stai bene? Sembri strano.. »
Jae lo guardò preoccupato, posandogli una mano sulla spalla, cercando di capire.
Il maggiore voltò lo sguardo verso l'altro e gli rivolse un piccolo sorriso, annuendo. Nel guardarlo, trovò come una certa sicurezza che lo rilassò. Ma poi lo notò ridere e si confuse ancora di più, aggrottando le sopracciglia.
« Cos'è che ti fa ridere così tanto? »
Jae cercò di ricomporsi, non riuscendoci poi così facilmene.
« Hai.. Hai del gelato sul naso! »
E riprese a ridere, dovendo fare una pausa dal mangiare, portandosi un mano davanti la bocca e piegandosi leggermente in avanti.
Dae si imbarazzò moltissimo e voltò lo sguardo altrove, non sapendo cosa fare. Di certo non doveva cercare di raggiungere il naso con la lingua, o avrebbe aumentato la comicità del momento.
Alla fine, dopo aver ripreso fiato, YoungJae decise di andare in soccorso al maggiore e prese un fazzolettino del proprio gelato per poter pulire il naso dell'altro, con delicatezza.
Dae lo ringraziò con un piccolo inchino e poi insieme ripresero a camminare e mangiare il gelato.
Era ormai quasi ora di cena, mancava poco allo scattare delle 20 e il cielo era molto scuro; mancava pochissimo al calar del sole. I due ragazzi avevano finito da un bel pezzo i gelati e ora camminavano su una delle strade di Seul, nella periferia.
Avevano passato un bel pomeriggio assieme, avevano chiacchierato e si erano divertiti; ma era arrivato il momento di salutarsi e questo rattristò entrambi, cercando comunque di non darlo a vedere.
« Abito qui. Ormai gli altri saranno arrivati.. »
Sospirò Jae, contrariato, mentre con una mano mostrava al più grande l'edificio davanti a loro, dove abitava.
Purtroppo non poteva trattenersi ancora per molto, aveva una cena in famiglia che stava per iniziare.
Fece qualche passo in avanti e si voltò, così da poter guardare meglio il maggiore.
« Allora, vado.. Ci sentiamo domani? »
Accennò un lieve sorriso e rimase in attesa, non solo di una risposta.
Dae capì che doveva fare qualcosa. Era quello il momento perfetto e non poteva lasciarselo sfuggire.
Fece un piccolo passo in avanti, così da poter riempire il vuoto creatosi tra loro e si sporse verso di lui, avvicinando il viso al suo. Trattenne il respiro per qualche istante, nel vedere il ragazzo così vicino. Cercò di allontanare ogni forma di imbarazzo rimanente e si avvicinò ancora di più fino a posare le labbra su quelle del minore.
Quelle labbra tanto attese, ora sono sue. Così morbide e calde, si sposano alla perfezione con le proprie.
Il suo primo vero bacio.
{ Salve a tutti~ sono passati circa 7 mesi dall'ultimo capitolo, lo so. Quest'anno si sta rivelando davvero difficile e con i vari problemi che ho avuto, ho preferito aspettare un po' per poter pubblicare qualcosa di decente.
Spero non mi abbiate dimenticata! hehe
Bene, parlando del capitolo, qui Chan è davvero triste.. ma vedremo come si evolverà la storia. Chissà cosa deciderà di fare.
Ed ecco che ho aggiunto un po' di DaeJae, è stato più forte di me!! Non è molto lo so, ma non essendo la coppia protagonista, non ho scritto più di tanto.
Beh, spero apprezzerete e attendo ancora vostre recensioni che sono sempre così poche ;;
Inoltre manca poco alla conclusione della storia, circa due capitoli! E ci tengo ad aggiungere che ci sarà un episodio completamente dedicato alle scene hot, hehe.
Stay tuned, see u soon ~ }
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