Reason To Live

di slavetothegrind
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fly To The Angels ***
Capitolo 2: *** New kid in town ***



Capitolo 1
*** Fly To The Angels ***


Era il 18 giugno del 1989 ed ero su un aereo per Chicago. Mia cugina ventisettenne, Brenda, a quanto pare era riuscita a convincere i miei genitori a lasciarmi passare le vacanze estive da lei. Questa era ovviamente una scusa. Sì, avrei le vacanze da mia cugina, ma i miei genitori non sapevano che in realtà da li a una settimana avrei assistito al concerto degli Skid Row. Purtroppo Brenda riuscì a prendere solo un biglietto per la tribuna, ma meglio di niente. Lei non sarebbe, lavorava di notte, faceva la stripper… ovviamente questo lo sapevamo solo io, lei e chi l’andava a guardare, quindi il concerto me lo sarei goduta da sola. Provengo da una famiglia che non poteva permettersi  di pagare biglietti per i concerti e viaggi, non ero per niente ricca e ai miei genitori dispiaceva non accontentarmi perché sapevano che era la musica la cosa a cui tenevo di più.  Allora la mia cara cugina che di soldi in una notte ne faceva a palate nei locali riuscì a pagare il viaggio e a recuperare un biglietto per il concerto per mezzo delle sue “amicizie”. Nonostante il suo lavoro, Brenda era una ragazza per bene se no col cavolo che i miei genitori mi avrebbero lasciato passare le vacanze con lei. Faceva quel lavoro perché… bhè, era l’unico modo per guadagnare soldi facilmente, inoltre lavorava in un supermercato durante il giorno per mascherare la sua “identità” notturna che a me non dava alcun fastidio.


Ero da poco arrivata all’aeroporto e avevo passato tutti i controlli e mi trovavo vicino l’ingresso ad aspettare mia cugina. Mi guardavo intorno e respiravo aria nuova, mi sono sempre piaciute le grandi città come Chicago, New York, Los Angeles ed quella era la prima volta che mettevo piede in una grande metropoli.  Una ragazza mi stava salutando dall’altra parte della strada… e si stava anche avvicinando a me, era mia cugina
-  Brenda?
- Cos’è non mi riconosci? Che bello averti qui!
- Oh mio Dio ma cosa hai fatto ai capelli? Non ti ho proprio riconosciuta!
- Bhe li ho tinti, mi sembra ovvio! Fatti abbracciare!
Praticamente invece di abbracciarla mi ero proprio buttata su di lei. Era così cambiata, l’ultima volta che l’avevo vista era a Natale ma aveva ancora i suoi lunghi capelli neri, ora erano corti e marroncini.
- Senti, non mi dire niente, ma portami immediatamente in una pizzeria o in un fast-food, sono a digiuno.
Ed era vero, non avevo mangiato nulla, troppa era l’ansia che ancora avevo addosso e poi soffrifo terribilmente i viaggi molto lunghi, che siano in macchina, aereo o autobus, mangiare qualcosa mi avrebbe solo fatto vomitare, quindi meglio non azzardare.
- Sono le tre del pomeriggio.. senti facciamo così, facciamo un salto a casa per lasciare le valige, non è il caso andare in giro con esse, poi andiamo a mangiare qualcosa e poi ancora a fare compere, che ne dici?
- Per me va benissimo. Devi lavorare stanotte? –Le chiesi mentre caricava la valigia nel taxi che aveva fermato.
- Mi sono fatta dare un giorno libero perché dovevo venirti a prendere e non potevo lasciarti sola il tuo primo giorno a Chicago. Passami l’altra valigia per favore.
- No, lascia faccio io. E’ molto gentile da parte tua non lasciarmi sola
- Sei o no la mia cugina preferita?

Ci scambiammo un gran sorriso. E questo mi fece davvero star bene, c’era qualcuno che davvero tieneva a me a questo mondo oltre i miei genitori che disprezzavo sempre e alla mia migliore amica, Thaila
Salimmo sul taxi e pensavo a cosa stesse facendo in quel momento la mia più grande amica. Dovevo assolutamente chiamarla per raccontarle tutto. Lei era ed è tutt’ora la mia sorella acquisita, erano due anni che ci conoscevamo, avevamo le stesse passioni ed era follemente innamorata di Tommy Lee, il batterista dei Motley Crue, band che anche io apprezzavo tantissimo.

- Brenda, ma tra quanto arriviamo?
- Dobbiamo girare dietro quella palazzina e poi siamo arrivate.
- Ma mica prenderemo un altro taxi, autobus o quel che sia dopo?
- Nono, puoi stare tranquilla abito nel centro e tutti i negozi che ci servono sono a nostra disposizione.

- Bene ragazze, siete arrivate, sono quattordici dollari
Mentre Brenda pagava il tassista, mi continuavo a perlustrare l’ambiente nuovo che mi circondava. L’orologio segnava già le quattro del pomeriggio e il mio stomaco si faceva sentire ancor di più
- Eccomi, dai andiamo.

Saliamo su per quella grande palazzina, Brenda abitava al quarto piano. Appena varcai la soglia della porta principale si aprì innanzi a me un salotto niente male, lasciai la valigia a terra e iniziai a fare un giro per la casa, mentre Brenda portava l’altra valigia in ciò che sarebbe stata la mia stanza per tutta la stagione estiva.
 La cucina e il salone erano molto moderni. Passando per la stanza di Brenda non feci a meno di notare che aveva un letto matrimoniale e degli stivali da cowboy troppo grandi per essere i suoi. Forse aveva un nuovo ragazzo, ma per ora non volevo chiederle niente, volevo solo guardare la mia stanza e quindi mi diressi verso di lei.
- Allora, questa è la tua stanza, che te ne pare?
Era davvero bella, non c’era che dire, piccola ma bella!
- E’ fantastica!
- Sono felice che ti piaccia! Ti ho piazzato anche un giradischi lì e puoi attaccare tutti i poster che vuoi perché so che te li sei portati dietro!

E caspita se aveva ragione, ne avevo portati giusto cinque o sei per tenermi compagnia
- Brenda, stai facendo davvero troppo per me, non so davvero come ringraziarti! E scusami se sarò una rompipalle di prima categoria in questi mesi!

- Ma figurati! Ora però andiamo a mangiare e poi a fare shopping!

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Capitolo 2
*** New kid in town ***


La giornata è trascorse davvero in fretta. Ero nella mia stanza dove avevo appeso qualche poster dei Bon Jovi, Skid, Cinderella e Crue. Un po’ mi mancava la mia casa ma sapevo di essere lì per ciò che tenevo di più al mondo. Avevo portato con me anche il mio leopardo di peluche, Joe. Brenda era in cucina e aveva ordinato cibo cinese e io mettevo nell’armadio tutto ciò che avevamo comprato. Jeans e fuseaux di pelle, due tubini, uno bianco e l’altro nero, top di tutti i colori, magliette a volontà, scarpe da ginnastica e anche due paia con i tacchi e non dimentichiamoci dei cari e bellissimi camperos di pelle di serpente.

- Sam, vieni a mangiare!
- Arrivo!
Mi sedetti a tavola e pensavo a quegli stivali che avevo intravisto prima nella camera di Brenda.
- Ma al concerto ci andrò da sola? Nel senso, fino all’area mi accompagnerai tu?
- No in realtà ti accompagnerà il mio nuovo fidanzato, non riuscirai mai ad indovinare chi è!
- Non ne ho la più pallida idea, dimmi tu chi è dai!
Aveva gli occhi che brillavano e questo mi rese molto felice. Aspettando la sua risposta intanto continuavo a mangiare il mio sushi
- E’ JANI LANE
Cazzo, per poco non mi strozzavo, non stava scherzando, ecco di chi erano quegli stivali
- Ma proprio QUEL  Jani Lane? Caspita e come l’hai conosciuto?
- E me lo chiedi anche?
Certo, che stupida che ero stata a domandarmelo, sicuramente nel locale dove Brenda lavora, come avevo fatto a non pensarci subito?
- Nel locale giusto. Quindi gli stivali nella tua camera sono i suoi? Cioè lui vive qui?
- Non esattamente, si ferma solo qualche notte…
- Ma… non riesce a recuperare qualche pass per il backstage degli Skid?
- Già chiesto.. non può, anche perché non ha tempo di mettersi in contatto con altre persone ultimamente, ha da fare anche lui con il suo tour.
- Sì hai ragione. Fatto sta che verrò accompagnata da Jani Lane, Cristo! Jani Lane dei Warrant! E’ un sogno!
- Sei felice eh? Ti accompagnerà esclusivamente perché deve sbrigare non so cosa nei paraggi e quindi  si è offerto di accompagnarti.
- Ma… insomma, stasera verrà qui?

L’ansia salì ancor di più alle parole di Brenda, mia cugina era la ragazza di Jani Lane e proprio Jani mi avrebbe al concerto!
- No non verrà, verrà venerdì notte. Il concerto c’è martedì giusto?
- Sì esatto, non sto più nella pelle!
 
Mi rispose solo con un sorriso e ciò mi bastò. Passammo il resto della serata guardando qualche film in tv e a parlare della vita, ragazzi e del suo lavoro. Le piaceva e mi ha spiegato che nei suoi strip non si dava al nudo integrale poiché era decisa a mantenere la sua dignità. Mi propose di scalare di poco i miei lunghi capelli biondo cenere e accettai poiché ormai la mia frangia, diventata troppo lunga era impossibile da cotonare.



Mi ero appena svegliata ed erano le nove del mattino e vagavo per casa e mi ricordai che Brenda la mattina non c’era, era a lavoro. Decisi di prepararmi la colazione e poi sarei dalla parrucchiera che si trovava a due passi dalla casa mia nuova casa.
Mangiai i cereali tutti di fretta e mi rimasero sullo stomaco, perfetto, e per la strada sentivo che mi facevano su e giù
- Buongiorno!
- Hey! Tu dovresti essere la cugina di Brenda! Ci ha parlato molto di te e questa mattina è passata ad avvisarci che saresti venuta! Dai siediti qui. Com’è che vuoi che ti tagli questi bei capelli?

Mi sedetti alla poltroncina verde davanti allo specchio che la parrucchiera alta e molto attraente mi ha aveva indicato.
- Allora vorrei scalarli soprattutto qui davanti ma lasciando sia la lunghezza che il colore, e poi devo tagliare il ciuffo, se è possibile faccia in modo che posso dividerlo e cotonarlo bene
- Ma tesoro, certo che è possibile!

Un’oretta e tutto era fatto, i miei capelli erano perfettissimi, proprio come volevo che fossero, pagai il conto e decisi di andare in qualche negozio di cosmetici per comprare il minimo indispensabile per il concerto e per la mia permanenza a Chicago.
Nel negozio e vidi tante “presunte colleghe” di mia cugina, sapevo riconoscere una stripper da un’altra donna qualunque.  Mi recai prima al reparto rossetti e decisi di comprarne tre: uno rosso, uno fuxia e l’altro rosso ciliegia. Ombretto marroncino e nero, mascara, matita nera e infine un bellissimo smalto bordeaux.
Uscita dal negozio, la mia mente lavora come non mai e mi immaginavo già al concerto, era giovedì e mancavano solo cinque giorni e l’indomani avrei incontrato Jani Lane.

Era ora di pranzo e dovevo incontrarmi con Brenda nella pizzeria dietro l’angolo, quando arrivai lei era già lì.

- Vedo che hai fatto compere!
- Sì mi mancavano i trucchi in realtà.
- Giusto, ieri non li abbiamo presi.. fa vedere! Cavolo –disse mentre sbirciava nella busta- ma vuoi imitarmi?
- Anche se fosse? –risposi con un bel sorriso
- Bene così si fa! Allora io stasera devo andare a lavorare, tornerò per le quattro del mattino, tu dormi tranquilla. Ho tempo di andare in giro fino alle otto di questa sera, poi devo andare a casa a preparami e poi alle 22 vado a lavoro. Quindi facciamo così, ora ti porto un po’ in giro, mangiamo qualcosa e poi ti riporto a casa ed io andrò a lavorare, va bene?
- Perfetto –risposi con ancora il boccone in bocca

Finito di pranzare uscimmo e Brenda mi portò alla scoperta della città, mi fece anche vedere il locale dove lavorava. In giro per la città non potei evitare di notare i manifesti che annunciavano la tappa degli Skid a Chicago del 25 giugno del 1989.

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