the cursed girl.

di itsinthescars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo. ***
Capitolo 2: *** scarlett. ***
Capitolo 3: *** subterfuges. ***
Capitolo 4: *** still survive. ***
Capitolo 5: *** strange. ***



Capitolo 1
*** prologo. ***


Sempre così andava. Sempre
Lei si affezionava e gli altri la abbandonavano. Lei si fidava e gli altri la deludevano. E lei non sapeva mai se fosse colpa sua o degli altri. Ma andiamo, chi voleva prendere in giro? Non era mai stata colpa degli altri. Era sempre stata sua, sempre e solo sua. Dopotutto, chi avrebbe mai voluto essere amico di un mostro
Perché è questo quello che è, un mostro. 
Ogni volta che usciva sentiva i bisbigli tutti intorno a lei e vedeva la gente allontanarsi. Ogni volta che si guardava allo specchio vedeva i segni di quella maledizione che da anni le rovinava la vita, ma che meritava. Quegli occhi rossi come il sangue, quei capelli neri come la pece e quella stella nera proprio sopra l'occhio che, col passare degli anni erano diventati il suo marchio, il suo segno di riconoscimento. 
Tutti la conoscevano come "l'esorcista maledetta" o con appellativi simili, solo una persona la conosceva come Scarlett, Scarlett Jackson. 
 
 
darkangel's corner:
ok, non so da dove esca questa... cosa. (non si può proprio definire una fan fiction LOL) ok, allora, ho giusto da dire poche cose.
1.aggiornerò, un giorno aggiornerò, anche se, per come sono io potrebbe essere fra due mesi come anche domani mattina. sorry çç
2. è la prima volta che pubblico una fan fiction qua sopra e ci ho capito poco e niente con il codice html, quindi se il prologo è tutto attaccato, scusatemi ma sono una frana cc magari c'è qualche anima buona che potrebbe aiutarmi? *occhioni dolci*
3. boh. fatemi sapere come vi sembra il prologo. cc 
Con questo, vi saluto gente. lol

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Capitolo 2
*** scarlett. ***



«per quanto l’essere umano possa
essere debole, io cercherò sempre,
di essere quello più forte».

 
                                                                                                                 
                                                                                                                                                                                                                                                                                 
 
Pioveva, pioveva a dirotto.
Clima perfetto per un’entrata ad effetto. Pensò la ragazza. La stessa ragazza che se ne stava lì, tutta incappucciata, difronte a quel possente castello a cui non si avvicinava da anni.                                     
Quando era arrivata la chiamata di Komui, dire che fosse sorpresa è dire poco; e molto scocciata anche. Una volta tanto che le cose sembravano andare bene, per quanto “bene” possa essere venire attaccati un giorno si e l’altro anche da akuma intenzionati ad ucciderti, ecco che era arrivata quella telefonata a distruggere il periodo di calma apparente che stava vivendo.                                                                                        
Ma la ragazza non si lamentava poi tanto, anzi.
Dopotutto lei è Scarlett Jackson; e Scarlett Jackson non si tira mai indietro. e comunque, tempo poche settimane e si sarebbe scocciata di tutta quella calma. Quindi, tutto sommato, una bella gita all’Ordine Oscuro era proprio quello che le serviva. E poi sai come mi divertirò a far dare di matto Kanda?                                                                                      
Senza tante cerimonie spalancò il portone, non prima però aver quasi ucciso quel dannato coso che avevano come guardiano dell’ordine e che, puntualmente, ogni volta la scambiava per un akuma e faceva un trambusto infernale.                                                                         
Non si stupì molto, quando, dopo aver chiuso l’imponente portone con l’intenzione di far il più rumore possibile per annunciarsi, trovò un Komui non molto cambiato dall’ultima volta che lo aveva visto, spalmato su una poltrona addormentato come un sasso. L’esorcista gli si avvicinò e, con stampato in volto un sorriso sadico, urlò nell’orecchio del caposezione dell’imminente matrimonio della sua piccola e adorata sorellina.
L’effetto, come la ragazza aveva previsto, fu instantaneo.        
«LINALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE… ma… cosa? –il caposezione non capiva, dov’era Linalee? Cosa le era successo? Chi aveva anche solo pensato di sfiorare la sua Linalee? E, appena, alzò lo sguardo, tutto iniziò ad avere un senso. Davanti a lui c’era una ragazza che di sicuro non era la sua amata sorellina. Non molto alta, magra come un chiodo, capelli neri, occhi rossi e una stella sulla fronte, molto più accentuata di quanto Komui ricordasse. – Scarlett, sei venuta». Proferì con tono sinceramente sorpreso.                                                                      
«avevo altre scelte?» fu invece la risposta scettica dell’esorcista che lo guardava con un sopracciglio alzato. Il caposezione, però, non ebbe neanche il tempo di risponderle che la ragazza si ritrovò la punta di Mugen alla gola. Scarlett, mantenendo sempre la sua calma innaturale, si girò verso il giapponese e guardandolo negli occhi lo salutò dopo cinque anni che non si vedevano. «ma guarda un po’, che c’è Kanda? Non sei felice di rivedermi?» fu infatti il commento ironico della ragazza accompagnato da quel suo sorrisetto bastardo che, alla sola vista, il moro sembrava voler uccidere la povera ragazza con le sue stesse mani.                   
«Scarlett», fu invece la risposta del ragazzo che non accennava neanche minimamente ad abbassare la sua katana. In tutto questo, invece, il caposezione era lì, immobile, ad osservare la scena. Ancora scioccato dal fatto che la ragazza fosse venuta, dopo pochi giorni da quando l’aveva chiamata. Non era certo un mistero il fatto che l’esorcista accusasse ancora l’Ordine per la sua maledizione. A dir la verità, anche Komui, più di una volta si era domandato se avesse ragione. E, nonostante sapesse che lui non centrava niente, non può fare a meno, ancora oggi dopo tanti anni, di accusarsi per le sofferenze della ragazza. Fu proprio per questa ragione che, cinque anni fa, la ragazza venne allontanata dal quartier generale. L’odio della ragazza, infatti, sembrava star diventando troppo grande e, ad avviso delle sfere alte, pericoloso.
«che ci fai qui? Non te ne eri andata?» chiese appunto Kanda che, nel frattempo, aveva abbassato l’arma ma che non accennava neanche minimamente a perdere di vista la ragazza. La ragazza però, non si stupì molto che l’Ordine avesse inventato chissà quali balle sul suo allontanamento e la sua successiva sparizione, pur di non ammettere i propri errori.
«beh, a quanto pare l’Ordine Oscuro non va avanti senza di me. A proposito Komui, perché mi hai fatto chiamare?» chiese girandosi in direzione del caposezione che era rimasto ad osservare la scena in silenzio immerso nei suoi pensieri.                                                                                              
 
darkangel’s corner:                                                                                  
ok, eccomi qua con questo obbrobrio. Però sono stata brava no, cari lettori immaginari? *u* (esistono gli amici immaginari, gli animale immaginari e tutto il resto. Quindi io posso avere dei lettori immaginari uu) ho aggiornato subito jskfhrijwo e ora rifacciamo la lista di cose che a voi non importano. HERE WE GOOOO
1.ho riletto il prologo, ed è pieno di errori. Domani mattina provvederò a correggere. Scusate cc il fatto è che sia il prologo che questo capitolo sono stati scritti alle tre di notte, quindi, nonostante sia super sveglia la mancanza di sonno si fa sentire cc            
2. Le recensioni sono sempre gradite, giusto per dirvi. uu                   
 3. Per chi di voi ha twitter, io sono @youngforever__. Se mi seguite non vi uccido, tranquilli HAHAHAH                                                                 
e vabbè, la smetto qui. cc proverò a dormire LOL
PS so che il capitolo è corto, ma non so ancora come muovermi bene, comunque il prossimo capitolo sarà molto più lungo uu
PPS sia il capitolo che il mio “corner” (?) sono stati scritti a notte fonda, pietà LOL

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Capitolo 3
*** subterfuges. ***


«every demon wants his pound of flesh
But I like to keep some things to myself
I like to keep my issues strong
It's always darkest before the dawn»
Shake it out - Florence + The Machine

 
 
«a proposito Komui, perché mi hai chiamata?»
 
«Scarlett, c’è bisogno di te per una missione. Dovrai infiltrarti nel quartier generale del conte e raccogliere più informazioni possibili. Dovrai andare ad Edo». Il caposezione aveva la voce rotta. Era una pazzia, praticamente un suicidio. Come poteva Lvellie anche solo pensare di mandarla in una missione del genere? Iniziava a credere che la ragazza avesse ragione e che stessero davvero tentando di toglierla di mezzo. Come sarebbe mai riuscita a perdonarli se ogni volta le tiravano questi colpi bassi? 
Per la prima volta da quando aveva parlato, incrociò gli occhi della ragazza. Come immaginava la sua espressione era impassibile, ma capiva, dagli occhi spalancati, che la ragazza non era poi così tranquilla come voleva far credere. Perfino Kanda accanto a lei era rimasto senza parole. La giovane strinse i pugni, non si sarebbe mai fatta vedere debole. Soprattutto, non da loro. 
«quando?» chiese con una punta di… rassegnazione? nella voce.
«fra un mese, prima Lvellie vuole...» rispose il caposezione, certo che l'esorcista avrebbe capito anche senza che lui finisse la frase.
«provare ad uccidermi lui stesso?» concluse la ragazza.
«Scarlett… non devi farlo per forza, se te ne vai ora nessuno saprà che sei stata qui, magari riuscirai ad evitare Lvellie per un altro po' e il conte… sei furba, potresti riuscire a scappargli…» aveva detto quelle cose senza rifletterci, e se qualcuno lo avesse scoperto molto probabilmente avrebbe passato dei guai seri, lo sapeva. Ma ancora non riusciva a perdonarsi per quello che le era successo. E nonostante tutto sapeva che la ragazza soffriva, soffriva tanto. Quando quella sera tornò, dopo essere stata tradita da quella che lei definiva la sua famiglia, tra le braccia di Allen più morta che viva, i suoi capelli, che prima erano tra il castano e il biondo cenere, neri come la notte più buia e gli occhi, un tempo di un azzurro caldo, ora rossi come il sangue; sapeva che le cose non sarebbero mai state come una volta. E, quando si accorse che stava ridendo, iniziò seriamente a preoccuparsi per la salute mentale della giovane maledetta. 
«per favore, Komui, non farmi ridere» disse poi la ragazza, quasi piegata in due a tenersi lo stomaco, come se il giovane avesse appena fatto la battuta più divertente di sempre. «neanche tu credi nelle tue stesse parole. Non posso scappare e sinceramente non lo voglio neanche. Questa missione semplicemente velocizzerà le cose. un giorno uno dei due mi avrebbe comunque trovato. Lo sai. Questo è semplicemente un modo gentile per farmi fuori. Mettiamoci l’anima in pace».
«Scarlett, non dire queste cose…».                                      
«“Queste cose” cosa, ah, Komui? Che cosa è successo che adesso vi preoccupate tutti per me? I sensi di colpa? Beh, vuoi sapere una cosa? Me ne fotto dei tuoi sensi di colpa. Non mi sembra che ci abbiate pensato due volte prima di vendermi al demonio, e questa missione non è poi tanto diversa. Punto. Quindi vedete di smetterla di fare tutto questo teatrino che non ci crede nessuno». E, voltando le spalle ai due ragazzi, si diresse verso quella che fin da quando era una bambina era stata la sua camera e che, da cinque anni, era rimasta vuota.   
Arrivò alla camera come se percorresse quella strada ogni giorno, e in effetti era così. Ogni notte si svegliava urlando, sempre gli stessi incubi che la perseguitavano. Il massacro della sua famiglia; la prima volta che si sincronizzò con l’innocence ; il primo incontro con Allen e il maestro; il tradimento di quelli che lei considerava la sua nuova famiglia; i noah che la torturavano; l’arrivo del conte; e quel dannato incubo che ogni volta completava il cerchio. Ricordava ancora come se fosse ieri il giorno in cui fu venduta al conte come sacrificio. Quando fu riportata al Quartier Generale e accompagnata in camera sua, scortata da quelli che lei aveva definito la sua famiglia, che poi l'avrebbe abbandonata come se non lei non avesse nessuna importanza; percorrendo quello stesso corridoio. quello fu il giorno in cui vide per la prima volta, il vero volto dell’Ordine Oscuro.  
 
 Erano le cinque e mezza di mattina e Scarlett era già pronta, stesa sul letto dopo la notte insonne che aveva passato. Era stata tutta la notte a rigirarsi nel letto, e verso le tre aveva ormai perso ogni speranza di addormentarsi. Ma da una parte era meglio così. Non sapeva in quei cinque anni quanto le cose fossero cambiate. Non sapeva se i suoi “amici” fossero ancora vivi. Sapeva solo che lì dentro, c’era solo una persona di cui si potesse ancora fidare.
E quello era Allen. La sera precedente, appena entrata nella camera, aveva subito intuito che ci fosse qualcosa che non andava. 
Quella non sembrava affatto una camera abbandonata da cinque anni e, per un millesimo di secondo, la giovane esorcista aveva perfino temuto di aver sbagliato , ma riconosceva tutto di quella stanza; la disposizione dei mobili, lo spazio, la forma e tutto il resto. No, quella era decisamente la sua stanza. 
E, appena vide tutto il cibo sul letto capì. Evidentemente l’albino era andato nella camera della ragazza, forse perché voleva stare solo, forse perché la stava aspettando o forse perché gli mancava. Un piccolo sorriso dolce affiorò sul viso della giovane ma sparì subito appena si ricordò dove si trovava.
Quindi ora era lì, circondata da persone che l’avevano tradita, abbandonata e ferita, che magari, in quello stesso istante dormivano sonni tranquilli completamente all’oscuro della presenza della ragazza a cui avevano rovinato la vita.
 Stanca di quei pensieri, Scarlett si alzò e uscì dalla camera. Lei non era il tipo da piangersi troppo addosso.  A quell’ora il castello era deserto quindi poteva camminare in tranquillità, senza aver paura di fare incontri non graditi, ma a quanto pare lì, non era l’unica che soffriva d’insonnia. Dopo pochi minuti infatti, si trovò faccia a faccia con il ragazzo che, solo poche ore prima, le aveva puntato la lama della sua katana alla gola. Il giapponese si fermò e i due rimasero a squadrarsi. La ragazza con aria decisamente scocciata, lui imperturbabile.  I due  erano rimasti lì,fermi e fu infatti Scarlett la prima a perdere la pazienza e a prendere l’iniziativa. Volendo avrebbe potuto iniziare a fare le sue solite battutine e veder dare di matto l'amico, ma proprio quello non era il caso. Con i nervi a fior di pelle, avrebbe potuto attivare l'innocence senza accorgersene. Si voltò e andò nella direzione opposta. Neanche all’alba si può stare in santa pace. L’esorcista aveva camminato fino ad allora persa nei suoi pensieri, senza far molto caso a dove andasse. E quando arrivò davanti all’ufficio di Komui, decise di entrare ed aspettarlo lì, sicura del fatto che il caposezione avrebbe voluto parlarle.
 
 
 
 
 
darkangel's corner:
Sono qui *u* ok isbnxna questo capitolo è molto più lungo di quello di prima, amatemi. uu HAHAHAH 
l'ho letto e riletto più volte ma ho comunque la sensazione che qualche errore mi sia scappato cc scusate, ma come avrete ormai capito la maggior parte delle volte scrivo di notte (si, Scarlett non è davvero l'unica insonne qui HAHAHAH) e niente, fatemi sapere se vi piace, le recensioni sono sempre gradite, lo sapete LOL ah, per i capitoli, questa lunghezza va bene? cc fatemi sapere per favore. 
PS so che nella versione originale della canzone, non c'è "strong" infatti è nella versione del glee cast, e boh, secondo me ci stava meglio, pure riferito al capitolo :3 
PPS nel capitolo precedente ho combinato un casino con l'html che alla fine sono riuscita a correggere, l'unica cosa è che c'è ancora qualche  errore perché efp non me l'ha salvato. provvederò a correggerlo cc
- passo e chiudo. 

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Capitolo 4
*** still survive. ***


«I'm just one of those ghosts
Travelling endlessly
Don't need no road
In fact they follow me

And we just go in circles
Now I'm told that this life
And pain is just a simple comprimise
And we can get what we want out of it
»
 
Misguided Ghosts – Paramore

 
 
Beh, su una cosa aveva avuto ragione, Komui voleva parlarle, ma non avrebbe mai immaginato che tre quarti d’ora dopo da quando lei era lì ad aspettarlo insieme a lui ci sarebbe stato anche Allen. Non era pronto a rivederlo. Non sapeva come aveva reagito alla sua scomparsa, e per giunta, non sapeva neanche come avesse reagito al suo ritorno. Se ne stavano lì, fermi ad osservarsi. Gli occhi del ragazzo la scrutavano in lungo e in largo, per assicurarsi che fosse ancora tutta intera. E gli occhi della ragazza facevano lo stesso.
Entrambi erano cresciuti, ma la ragazza rimaneva comunque più bassa di Allen per una decina di centimetri, infatti gli arrivava all’altezza del naso. I capelli le erano cresciuti, e ora le arrivavano al sedere, gli occhi erano esattamente come li ricordava. Rosso intenso. Lo stesso colore del sangue. Arrivato alla stella che come lui, la ragazza aveva sull’occhio sinistro, si bloccò e a stento riuscì a mascherare lo stupore. La stella era diventata completamente nera e anche un po’ più grande di quanto lui ricordasse. Allen invece, era sempre più alto di lei, più robusto di un tempo e con la cicatrice che spiccava sull’occhio sinistro. L’unica cosa che l’aveva lasciata interdetta per un attimo era stato il braccio. Molto diverso da come lo avevo visto l’ultima volta. Certo, Marian gliene aveva parlato dell’evoluzione dell’innocence del ragazzo, ma l’aveva comunque lasciata interdetta.
«Scarlett...» la voce del ragazzo la riportò alla realtà e quando fece una passo avanti rimase letteralmente pietrificata. E se avesse voluto attaccarla? Avrebbe avuto il coraggio di difendersi? Già il fatto che non l’avesse uccisa subito era una cosa buona, ma forse si era salvata solo perché il ragazzo era rimasto scioccato dal suo ritorno.
La ragazza non ebbe comunque il tempo di porsi altri quesiti che si ritrovò tra le braccia dell’albino. La ragazza era scioccata. La stava abbracciando. Questo significava che non la odiava? Che non voleva... ucciderla?
«Scarlett... sei viva, non ci credo, pensavo... pensavo di averti persa per sempre. Stai bene, sei tornata. Io... io, mi dispiace, non ti ho protetto, non so da cosa avrei dovuto proteggerti di preciso, ma avrei dovuto farlo, ti prego, perdonami, è tutta colpa mia. per favore, ti supplico, non te ne andare più... per favore». Disse il ragazzo di getto. Dire che l’esorcista fosse scioccata era poco. Davvero credeva che fosse colpa sua? Quando poi lui era l’unico che non centrava niente?
«Allen… - lo richiamò la giovane, e appena vide che l’albino stava per interromperla lo fermò. – Allen, basta. Non è colpa tua. Non è assolutamente colpa tua» e detto questo, il ragazzo la stritolò di nuovo in un abbraccio.
«siamo in vena di coccole oggi, eh? »
«zitta e fatti abbracciare» fu la risposta invece del giovane esorcista. E la ragazza rise, come non rideva da tempo. La sua era una risata vera. Il caposezione era sconvolto, non aveva mai visto Scarlett comportarsi così e, in fondo, sapeva che non sarebbe durata molto questa  felicità dovuta all’incontro con Allen.
«Scarlett, Lvellie ha saputo che sei qui». s’intromise il caposezione.
«immaginavo. Morivi dalla voglia di chiamarlo, eh? »
«Non sono stato io, è stato avvertito dall’ispettore Howard Link» rispose il caposezione come a volersi scusare.
«ah si, lui, è quello incaricato di seguire Allen, no? » rispose la ragazza mentre contemporaneamente l’albino chiedeva  «Link? E lui come fa a sapere di Scarlett?»
«l’ha vista ieri sera» rispose il caposezione.
«In ogni caso, cosa ha intenzione di fare Lvellie?» chiese la ragazza sviando il discorso su cose più importanti al momento.
«non ne ho idea, davvero». Disse Komui con tono rassegnato.
«Perfetto proprio, dovrò aspettarmi di tutto allora» Allen in tutto questo, non riusciva a capirci niente. Cosa centrava ora Lvellie? Una cosa però la sapeva, se c’era lui di mezzo niente sarebbe stato facile.
«potete andare, a te Scarlett ti farò sapere per la missione» li congedò il caposezione.
«Va bene, andiamo Allen».
I due ragazzi si avviarono. che fame, pensò la ragazza, e lo stomaco, come richiamato dagli stessi pensieri brontolò. L’albino soffocò una ristata.
«hai fame?» la ragazza sorrise imbarazzata. «Un po’» strano, pensò, stava sorridendo. Ed era tutto merito di Allen, l’esorcista le aveva sempre fatto questo effetto “calmante” ma mai così. Si rese conto che l’incontro con lui era la cosa che più la spaventava, e la consapevolezza di averlo superato le aveva tolto un bel peso dal petto.
«beh, sono le sette, se andiamo adesso scommetto che troveremo Jerry che già cucina» la informò l’amico.
«Cosa… cosa è successo mentre… non c’ero?» la ragazza era un po’ titubante, ma sapeva che Allen era l’unica persona a cui avrebbe potuto fare una domanda del genere.
«beh... sono successe un bel po’ di cose, ora abbiamo dei nuovi compagni, Miranda, Chaoji e Timothy,l’innocence di Linalee si è evoluta ed ora è di tipo cristallo, non sono sicuro di aver capito bene cosa significhi ma è come se ora sia nel suo sangue. Anche la mia innocence si è evoluta, ho preso il controllo dell’arca del conte e dentro di me c’è...» l’albino si bloccò, e Scarlett capì subito a cosa si riferiva.
«Lo so già, non c’è bisogno che tu me lo dica, tranquillo» lo rincuorò l’amica. L’espressione di Allen si fece sofferente. «Scarlett, perché te ne sei andata?» la ragazza sapeva che l’Ordine non avrebbe mai ammesso i propri errori e portato avanti chissà quale storia nella quale era lei, di sua spontanea volontà ad abbandonare tutto e sparire per cinque anni. E la faceva imbestialire ancora di più vedere Allen così, convinto che avesse deciso lei. Convinto di avergli provocato tutto quel dolore di proposito. Il ragazzo si era sentito abbandonato. Conosceva Scarlett meglio di quanto conoscesse se stesso e sapere che se ne era andata, così, da un giorno all’altro senza neanche salutarlo o dirgli qualcosa l’aveva fatto sentire tradito. Anche se nel suo cuore sapeva che la ragazza non se ne sarebbe mai andata così, di punto in bianco, senza neanche un valido motivo. E in effetti dopo quella fatidica missione, quando aveva temuto seriamente di perderla per sempre, le cose erano cambiate. Lei era cambiata. Ma aveva attribuito questo allo shock di essere quasi morta e dell’essere stata maledetta. Non avrebbe mai pensato che c’era sotto qualcosa di molto più doloroso. La ragazza invece, quando seppe che sarebbe stata allontanata dall’Ordine immediatamente si sentì come se migliaia di pezzi di ghiaccio le attraversassero il cuore. Non solo l’avevano tradita, ma dopo l’avevano anche cacciata. come se per loro non avesse mai significato niente. Odiava l’Ordine, lo odiava con tutta se stessa ma così, si era sentita esattamente come se fosse solo un sacrificio. Forse il suo ragionamento era da bambini, in fondo quello era il suo lavoro e sarebbe dovuta perfino morire se era necessario, ma cavolo, lei era una bambina. Una bambina che si era fidata di nuovo, e che di nuovo era stata ferita.
«Allen...» gli occhi della ragazza lo imploravano di capire. E questo lo faceva sentire ancora più frustato, perché lui non sapeva cosa dovesse capire. Visto però il dolore che percepiva negli occhi della ragazza decise che era meglio finire lì il discorso per il momento. Un giorno però, ne avrebbero riparlato. L’albino abbozzò un sorriso.
«Vieni, andiamo dagli altri». Per la prima volta Allen non riuscì a decifrare l’espressione sul viso di Scarlett.
 

darkangel’s corner:
per prima cosa, chiedo immensamente scusa per il ritardo, ma sono partita e ho dimenticato di avvisarvi çç ancora scusa. Secondo, ma come? Solo una recensione allo scorso capitolo? Çç lo prendo per una punizione (?)
ok, mi rendo conto che vi devo delle spiegazioni sulla trama.
1. I tempi sono molto diversi da quelli del manga. Infatti all’età di otto anni Scarlett viene trovata da Cross e Allen, e due anni dopo, cioè all’età di dieci anni, arrivano all’ordine insieme. Scarlett sta lì circa un anno e mezzo. Poi c’è la fatidica missione e dopo appena un mese verrà allontanata. Ora Scarlett ha 16 anni e Allen quasi 17. Tutti gli altri hanno più o meno la stessa età.
2. Scarlett odiava e odia tutt’ora l’ordine. Però in cinque anni ha avuto un bel po’ da pensare e infatti non poche volte ha pensato che potesse essere addirittura colpa sua, infondo quello era il suo lavoro. Infatti pensa che lei per i suoi compagni non era niente e lei non si sarebbe dovuta fidare così. E per tanto non sa come comportarsi ora con gli altri ragazzi.
3. I tempi anche ora saranno cambiati. Infatti Allen sa del quattordicesimo dentro di se, ma ci vuole ancora molto tempo prima del fatidico incontro con il conte, il ritorno di Alma ecc.
Ok, credo che basti. Se non avete capito qualcosa non esitate a chiedere. :)
Comunque, visto come sono brava? Questo capitolo è più lungo *u* anche se incasinato al massimo HAHAHAHA vabbè, ora vi lascio, per oggi mi avete già letto abbastanza (?)
Sayonara. <3 

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Capitolo 5
*** strange. ***


«If Gods the game that you're playing
Well we must get more aquainted
Because it has to be so lonely to be the only one who's holy
It's just my humble opinion but it's one that i believe in
»
Playing God – Paramore
 

 
 
I due esorcisti si avviarono verso la mensa, Allen un po' più avanti a fare strada e Scarlett persa nei suoi pensieri che lo seguiva. 
Appena entrarono tutte le teste presenti si voltarono verso di loro, e vedendo con chi Allen era in compagnia, il silenzio più totale calò sulla sala. 
L'albino lanciava occhiate di sottecchi a Scarlett, non sapendo come si sarebbe comportata in quella situazione, ma la ragazza era relativamente tranquilla, un'espressione dura stampata in volto. attraversò tutta la sala con Allen, che si avvicinò al tavolo di Linalee, Lavi e gli altri. Nonché il tavolo più scioccato dall'apparizione dell’esorcista. Il ragazzo si sedette di fianco gli amici e le fece posto. Scarlett in quell'istante stava odiando tutti. Specialmente Komui. Perchè non poteva svolgere quella fottuta missione senza tornare all'Ordine? Ci tenevano così tanto a rovinarle la vita?
La mensa si era in un attimo riempita di bisbiglii, che non facevano altro che far arrabbiare la giovane ancora di più. «Scarlett, non mangi?» le domandò il ragazzo dopo un paio di minuti e che nel frattempo si stava letteralmente ingozzando. «no, non ho fame. prendilo se vuoi». Gli rispose porgendogli il suo piatto.
«graffie» le rispose con la bocca piena. Intanto tutto il tavolo li guardava a bocca aperta. 
«Allen...» lo chiamò Linalee, lui alzò gli occhi «mmh?» la rispose.
«che...?» ma la ragazza fu interrotta di colpo da un River con il fiatone. 
«Komui vuole vedervi tutti, è per una missione». Il giapponese lanciò un occhiata a Scarlett, la quale non mancò di notarla. La ragazza infatti, fu la prima ad alzarsi, seguita da Kanda, Allen, Lavi e Linalee. I ragazzi si avviarono in silenzio verso l'ufficio del caposezione, solo una cosa Scarlett non capiva, perché li aveva fatti chiamare tutti quando in missione ci sarebbe dovuta andare lei? Possibile che non sarebbe stata sola? Appena entrarono trovarono Komui chino su delle carte che si alzò solo quando sentì chiamarsi dalla sorella. appena l'ebbe individuata posò lo sguardo su di lei. «Scarlett, questo è per te, lo manda Lvellie. Riguarda la missione». Disse porgendogli dei fogli. L'esorcista però, le diede giusto un'occhiata veloce. Solo una cosa non le tornava. «tra due mesi? Non avevi detto uno?» chiese, gli occhi tutti puntati sui due. «l'hanno rimandata, prima voglio fare degli accertamenti». l'espressione della ragazza si indurì. «capisco». 
«fratello, cosa sta succedendo?» s'intromise la cinese. 
«sta tranquilla Linalee, è tutto apposto» le rispose il fratello.
«è tutto qui?» chiese invece l’altra ragazza.
«si Scarlett, tu puoi andare» e senza farselo ripetere due volte uscì dall’ufficio.
 
Subito dopo essere stati congedati dal caposezione, Allen fu sommerso da domande del genere “quando è arrivata?”; “che ci fa qua?”; “di che missione parlavano?” da parte di Linalee e Lavi. Kanda, non riuscendo più a sopportare quei tre, se n’era andato con l’intento di allenarsi, ma appena arrivò trovò l’arena già occupata.
«che ci fai qui?» chiese, distraendo la ragazza dalle torture ad un povero manichino d’allenamento.
«mi alleno forse?» fu la risposta acida di lei. Per una decina di minuti, la sala rimase nel silenzio, solo qualche volta interrotto dalle imprecazioni della ragazza che, nel frattempo aveva iniziato a sfogarsi su un altro manichino, dato che  l’altro era a brandelli. Il moro era rimasto li, ad osservarla. Poteva sentire la rabbia repressa in ogni singolo attacco che scarlett scagliava. Era una cosa impressionante, si avvertiva il dolore in ogni singolo movimento e il ragazzo, in un certo senso, la capiva. E si odiava non solo per quello che stava per fare, ma anche per come si sentiva. Così vicino ad una persona, così simile a qualcun altro.
«prendi una katana, ci alleniamo» le ordinò l’esorcista. «come scusa?» chiese l’altra sinceramente interessata.
«muoviti» le ordinò il giapponese. La ragazza sbuffò, ma obbedì e prese una katana. Davvero non riusciva a capire cosa volesse da lei il giapponese. Gli si piazzò di fronte e assunse la posizione d’attacco, e il ragazzo fece lo stesso.
«che c’è, vuoi morire prima del tempo?». Chiese con il suo solito tono. Ormai il sarcasmo era l’unica cosa che l’aiutasse a nascondere il dolore.
«sta zitta e attaccami».
Scarlett scattò, aveva bisogno di sbollire la rabbia e usare il ragazzo come manichino non le dispiaceva più di tanto, anzi. almeno lui contrattaccava.
Scarlett era forte, veloce ed astuta, infatti, la ragazza riuscì a sconfiggere il giapponese disarmandolo con un movimento molto complesso. Anche se, doveva ammetterlo, era stato un degno avversario.
«tutto qui quello che sai fare?» gli chiese l’esorcista con quel tono sarcastico che in cinque anni non era cambiato per nulla. Kanda si limitò a lanciarle un’occhiata di puro odio prima di avviarsi verso la porta. La ragazza recuperò le sue cose e si diresse verso la sua camera. Era stanca e voleva controllare il fascicolo riguardante la missione e, magari, cercare di capire cosa l’aspettasse. Arrivata in stanza, si buttò sul letto e, senza accorgersene, si addormentò all’istante.
 
 
 
darkangel’s corner
Ok, zero recensioni al capitolo precedente çç cosa vi ho fatto di male? *va a piangere disperata in un angolo*
Vabbè, non so se c’è ancora qualcuno che segue ‘sta storia, intanto io aggiorno e me ne frego MHUAHUAHUAHUA no vabbè, no. LOL ok, basta così. Se c’è qualcuno che ancora legge, chiedo scusa per l’attesa ma con il caldo e tutto il resto la mia ispirazione e voglia di scrivere sono pari a zero. So che questo capitolo è corto, però ho mal di testa e sto facendo la sauna dietro questo computer çç chiedo scusa quindi LOL stessa cosa per gli errori, non ho la forza di andarli a scovare, scusa ancora LOL
Ok si, la smetto qui. Recensite, non fatemi sentire uno schifo su, fatelo per me LOL
Ci si vede al prossimo capitolo, yo.
DarkAngel. 

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