The Lurking Fear, or the Case of the Rats in the Wall

di Diana924
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chap one ***
Capitolo 3: *** Chap two ***
Capitolo 4: *** Chap three ***
Capitolo 5: *** Cap four ***
Capitolo 6: *** Chap five ***
Capitolo 7: *** Chap six ***
Capitolo 8: *** chap seven ***
Capitolo 9: *** Chap eight ***
Capitolo 10: *** Chap nine ***
Capitolo 11: *** Chap ten ***
Capitolo 12: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Prologue

 

Tutto era cominciato come un gioco, un gioco un po’ strano per passare i pomeriggi mentre Kurt era a New York e lui aveva finito col Glee. Contava anche di raccontargli tutto quando sarebbe tornato a casa per le vacanze e si sarebbero fatti così tante risate per quella stupida follia. << Ammetto che per un po’ ti ho sopravvalutato ma niente, contro la mia mente superiore avevi perso già in partenza, non è vero? >> disse la voce dell’altro, non sapeva che termini usare con lui, maledetto il giorno in cui aveva trovato quel libro e aveva deciso di leggerlo. << Taci, detesto la tua voce >>, quella voce era così simile alla sua che detestava sentirlo parlare, la sua unica soddisfazione era che l’altro era stonatissimo. << Povero piccolo Blaine, la mia voce non gli piace, hai sentito amico Simon? >> stava dicendo alla terza persona che era con loro e che illuminava con la torcia quelle gallerie.

<< Ho sentito amico Joseph, il ragazzo oggi è irritabile, sarà che tu ti metti i suoi vestiti e lo lasci insieme ai nostri amici Martense. Lascialo solo nel recinto, poi vediamo se è ancora così irritante >> disse la terza voce mentre chi aveva parlato si sedeva con grazia su una delle rocce. << Lo sai? Quando fingevi di essere uno studente eri molto meglio >> gli rispose osservandolo. << Sono da sempre un bravo attore, non credi amico Joseph? Se vuoi, piccolo Blaine, puoi continuare a chiamarmi Sebastian, non mi offendo mica >> replicò prima di scoppiare a ridere. << Amico Simon, lasciamo qui il piccolo Blaine e andiamo? >> chiese l’altro mentre si rimetteva la giacca. << Perché no? Ha tutto quello di cui ha bisogno, un letto, qualcosa da mangiare e quella pistola in caso i Martense si avvicinassero ma non lo faranno amico Joseph. Blaine caro, se proprio hai fame puoi provare a mangiare i miei esperimenti: ho bisogno di un critico >> e detto questo uscirono. Non c’era dubbio: si era cacciato in un una situazione complicata, e pericola, per lui e per gli altri.

 

 

NOTE

Come vi avevo avvisato da mesi, ecco la storia crossover con Lovecraft, crossover nel senso che userò alcuni dei suoi personaggi. Questa storia è molto diversa dalle altre, avrà toni più dark e misteriosi e vi sarà una discreta violenza. Questo è solo il prologo. La storia è nata verso marzo/aprile nella mia testa, pertanto per funzionare Kurt deve obbligatoriamente essere alla NYADA; in quanto alla collaborazione di Sebastian ... beh, su di lui non si nulla e quindi era l'unico pg che mi sentissi libera di usare. Se foste interessati/e vi posto i link delle storie, in inglese, con cui ho fatto i crossover: The case of Charles Dexter Ward, The Rats in the Walls e The Lurking Fear. Per il resto ...buona lettura!

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Capitolo 2
*** Chap one ***


Chap one: The shadow on the fireplace

Quando Artie li vide rimase quasi di sasso, Blaine e Sebastian nella sezione dell’occulto della biblioteca. I due parlavano in un latino fluente e si esprimevano un inglese fuori moda. Stava per andare a salutarli quando li vide dirigersi verso la narrativa, prendere un libro a caso, sfogliarlo e poi scoppiare a ridere. Sebastian sembrò averlo riconosciuto, tanto che spinse con forza Blaine fuori da lì, ma lui voleva solo salutarli. Si diresse verso lo scaffale e con qualche difficoltà prese il libro, un’antologia delle opere di Lovecraft. Conosceva Lovecraft grazie ai videogiochi e ai film eppure non capiva perché i due fossero scoppiati a ridere, non c’era nulla di divertente in quei racconti.

 

Quando era sceso là sotto era rimasto senza parole, era incredibile che tutto quello si trovasse in una cantina. I gradini erano scivolosi e corrosi dall’uso eppure Sebastian si muoveva con naturalezza. << Da quant’è che non vieni qui? >> gli chiese l’altro che era dietro di lui. << Trenta, quarant’anni, volevo aspettare te amico Joseph >> << Che gesto carino amico Simon, quei poveri esseri saranno ormai tutti morti >> rispose l’altro mentre arrivavano a destinazione. Un posto del genere non poteva esistere, non doveva esistere si disse mentre sentiva di non avere le forze nemmeno per urlare.

<< Loro si sanno arrangiare, venite a vederli, ne avevo portati qui almeno 1000, ma credo che ora saranno la metà >> e con fare svelto Sebastian, non riusciva a chiamarlo nell’altro modo, si avvicinò alle gabbie attivando prima un interruttore, seguito da loro due. Quello che vide fu superiore alle sue forze e a qualsiasi cosa avesse mai visto prima di allora, e probabilmente non sarebbe stata superata da nient’altro. << Non urlate, e non fate movimenti bruschi, odiano la luce ma non si sa mai, potrebbero aver imparato a sopportarla >> stava dicendo Sebastian. << E per quale motivo li hai portati qui dalle Tempest Mountain amico Simon? >> aveva chiesto l’altro osservandoli, a differenza di lui il suo sguardo era freddo e analitico, come se fosse normale vedere simili … esseri.

<< Per lo stesso motivo per cui negli anni quaranta sono andato in Inghilterra e ho trasferito quel che rimaneva dei de la Poer qui. Lo ricordi amico Joseph? >> gli chiese con un sorriso. Aveva smesso di capire quello che dicevano, da una settimana si limitava ad assentire e agli altri andava bene così. Peccato che Hutchinson fosse l’unico a non essersi preoccupato di rispondere al richiamo di Sebastian in quanto già dal 1928, dai fatti di Dunwich, era cadavere. << Lo ricordo amico Simon, e quindi a cosa miri? >> << Dopo che sei scomparso mi sono orientato versi altri lati del sapere, come dire … lati più … biologici >> fu la risposta.

 

Aveva il quadro davanti agli occhi, Sebastian l’aveva comprato nel ’55 e l’aveva sistemato davanti a lui, “ in modo che non si dimenticasse mai a cosa poteva arrivare “. Quello non era più un gioco, l’altro non era più una miniera di sapere con cui poteva scherzare e Sebastian … beh lui non era mai stato quello che diceva di essere. Accese la radio, sapeva bene che non prendeva là sotto e c’era solo quel maledetto CD che gli avevano regalato, pronto a risentire quelle parole ancora una volta, ormai le aveva imparate a memoria, poteva provare a cantarci sopra una melodia, che bella canzone ne sarebbe nata pensò prima che il disco partisse e lui smise con quella stupida fantasticheria. “ Eva van Daam era una grande narcisista, forse la più grande di tutte. E non potendo fare l’amore con sé stessa scelse come ripiego … “ lentamente inizio a canticchiarci sopra, ne sarebbe venuta fuori una bella canzone pensò toccandosi il papillon. Van Daam, Martense, il risultato era lo stesso e ormai nemmeno gli facevano più orrore, il suo cervello si era abituato a quelle deformità.

 

NOTE

Allora, i caratteri che usero saranno tre: l'Arial per le scene nel presente dove gli altri, in questo caso Artie, indagano o cominciano a indagare, il Book Antiqua per spiegare l'antefatto del tutto e infine l'Helvetica per il presente con POV di Blaine. Cercherò di essere il più fedele possibile allo stile di Lovracraft ma non garantisco nulla. il riferimento a Dunwich è al racconto The Dunwich Horror a causa di un crossover dello stesso Lovecraft, mentre l'ultima parte c'è un riferimento al film Hemogoblin-Creature dall'inferno, ispirato a the Lurking Fear dove invece dei Martense si citano i van Daam, nome più olandese del primo. Per il resto nulla da dire, si scoprirà tutto col tempo, con calma e pazienza. Dimenticavo: i titoli sono presi delle opere originali, quindi con la storia non c'entrano quasi nulla

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Capitolo 3
*** Chap two ***


Brittany stava tornando a casa saltellando mentre nella busta aveva la cena di lord Tubbington che aveva finalmente deciso di disintossicarsi quando li vide. Blaine e Sebastian, insieme, al Lima Bean. Non capiva cosa si stessero dicendo, e quello non era il santanese ma i due erano immersi in una discussione alquanto animata. Quello che la sorprese fu vedere Blaine con degli occhiali che rideva a quello che Sebastian diceva e che sembrava tenere banco. Stava per andare a salutarli, lord Tubbington l’avrebbe sicuramente perdonata per quei minuti di ritardo quando Sebastian si accorse di lei. Disse qualcosa a Blaine che negò per poi alzarsi e pagare il conto mentre l’altro rimetteva nella busta che era accanto a lui alcune lampadine. Stava per salutarli quando incontrò lo sguardo di Sebastian e percepì ostilità e anche meraviglia. Veloce lui e Blaine si allontanarono da lei, lasciandola con tante domande e la cena di lord Tubbington.

 

Quando lo vide entrare al Lima Bean rimase in silenzio ad osservarlo. L’altro aveva occhiali scuri e si era seduto sicuro di non essere osservato. Fece segno a Sebastian e lui li raggiunse. << Di cosa … per la miseria! Amico Joseph, sei proprio tu? >> da un tono tranquillo e leggermente strafottente era passato a uno sorpreso e infine ad uno da cui trasudava felicità.

<< In carne e ossa amico Simon, sorpreso di vedermi? >> chiese l’altro tolgliendosi gli occhiali da sole. << Eccome se lo sono amico Joseph, quindi ha funzionato un’altra volta? >> aveva chiesto Sebastian con un sorriso mentre si sedeva accanto a lui. << Altrimenti non sarei qui, non solo ha funzionato, ma mi ha anche ridato la giovinezza, non vedi? >> e detto ciò iniziò a ridere. << Ma perché lo chiami Simon? >> chiese sorpreso che Sebastian rispondesse a quel nome. << Perché è il mio nome mio caro Blaine Anderson. Negli anni mi sono divertito a giocare col mio nome: Simon Orne, Jebadiah Orne, Oliver Sang, Owen Orton e ora Sebastian Smythe, diciamo che mi diverto >> aveva risposto Sebastian, per lui sarebbe stato sempre Sebastian, prima di aggiungere: << Ma tu puoi continuare a chiamarmi Sebastian >> ecco, quella era l’aria strafottente a cui era abituato.

<< Amico Simon, è vero quel che dice il giovane Blaine, che ti sei dato alla sodomia? >> << Che ci vuoi fare amico Joseph? Nella vita bisogna provare tutto e francamente le donne mi stavano annoiando >> era stata la risposta, accompagnata da una risata. << Ma per il resto, va tutto come dovrebbe andare? >> << La morte di Hutchinson è stata un duro colpo, ma ne ho uno con me, nel giardino di casa e sono sicuro che non vedi l’ora di interrogarlo >> << Se è chi penso io allora si amico Simon, ora? >> << Perché no? Il giovane Blaine ti ha già visto all’opera? >> e lui scosse il capo, finora l’altro gli aveva impartito solo la teoria. << Solo teoria, ma ora che si sei tu amico Simon … >> e detto questo erano scoppiati a ridere, tutti e tre, sebbene la sua risata fosse la più debole.

 

<< Pensavo vi foste dimenticati di me >> li apostrofò non appena i due entrarono . << Non potremmo mai farti questo torto caro Blaine, ma avevamo bisogno di … luce >> disse Sebastian mentre l’altro che si era tolto gli occhiali lentamente sostituiva le lampadine. Odiava vederlo, e odiava vedere quegli occhi verdi quando i suoi erano castani. A pensarci bene l’altro era diverso: capelli leggermente più ricci perché odiava mettere il gel, e tante altre piccole cose, peccato che riuscisse perfettamente ad imitare la sua voce, forse Kurt si sarebbe accorto della differenza, ma gli altri no.

<< Comunque rallegrati, questa sera dovrebbe arrivare ciò che ho richiesto >> disse l’altro con un sorriso sghembo mentre accendeva la luce e si udiva un fruscio terrorizzato. << Ammetto che è stato difficile procurarcelo, ma sono sicuro che ci sarà molto utile. Mr de la Poer era un uomo di un certo ingegno, peccato sia morto pazzo in quel manicomio inglese delirando di topi nel muro >> proseguì con noncuranza osservando Sebastian che lentamente preparava il tavolo operatorio. << Quindi … sarà lui …? E se non volesse parlare? >> chiese preoccupato. << Parlerà, tutti parlano se ai Sali badano Simon Orne e Joseph Curwen, non è vero amico Joseph? >> chiese Sebastian, per poi iniziare a fischiettare. << Abbiamo dei metodi … persuasivi, e ora largo Blaine, è ora della lezione di anatomia >> e detto questo l'altro si avvicinò a Sebastian che aveva già deciso come comportarsi. Niente gli faceva più orrore così si avvicinò anche lui, sebbene non si sentisse a suo agio, ma non aveva alternative.

NOTE

Bene, primo grande mistero svelato, in puro stile lovecraftiano. Qui ci sono riferimenti specialmente a The Case of Charles Dexter Ward ma anche agli altri tre. il santanese mi sembra ovvio che sia lo spagnolo. L'azione nel apssato è antecedente a quella narrata nel primo capitolo, mentre le altre due scene sono successive a quelel del chap 1. Solo le scene della seconda parte non saranno in ordine cronologico, al contrario delle altre

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Capitolo 4
*** Chap three ***


Sugar era appena entrata nell’internet point, aveva urgente bisogno di chattare e di vedere Rory e da quando il suo papi era stato arrestato le avevano portato via il computer, che per poco non andò loro addosso. Quando alzò gli occhi vide che erano Blaine e quello studente della Dalton, quello francese, o che era stato in Francia. I due non le avevano nemmeno chiesto scusa. Pagò subito e si sistemò al computer. Stava per entrare in Skype quando si accorse che era lo stesso computer che avevano utilizzato Blaine e il suo amico. Si era già loggata quando osservando per caso la cronologia trovò qualcosa di strano: mappe di città sperdute nel Maine, una mappa del porto di Providence e strani siti dell’occulto. Avrebbe voluto proseguire quella strana ricerca ma Rory era in linea.

 

Quella sera avevano ingannato il tempo giocando a scacchi e poi guardando la TV, aveva scoperto che all’altro piacevano i legal thriller e non disdegnava i film con Jodie Foster così quella sera si stavano vedendo “ Il Silenzio degli Innocenti “ quando proprio nella scena in cui Jodie è vicina alla scoperta dell’identità di Buffalo Bill il campanello squillò. Squillò cinque volte,due lenti, uno veloce poi di nuovo uno lento e infine uno veloce. L’altro guardò Sebastian che veloce si alzò e andò ad aprire la porta. Lo sentirono confabulare con qualcuno, poi udì il rumore di qualcosa che veniva trascinato.

<< Venite qui voi due! Blaine, tu che sei giovane e forte aiuta questo vecchio di oltre trecento anni a portare la cassa di sotto. Amico Joseph, prepara l’occorrente, avrò bisogno di te. Ancora non si era abituato ai Martense ma c’erano cose più importanti, ora avrebbe visto, avrebbe saputo. << E’ il momento della verità, se è tutto come avevo ordinato loro >> e detto questo tutti e tre avevano aperto la cassa, rivelando dei sali. Un’intera fila ordinata di fiale di sali e nel vedere il modo in cui l’altro e Sebastian lo osservavano si rese conto che doveva essere preziosa.

<< Povero Eddy, una vita intera finita qui dentro >> disse l’altro, rompendo il silenzio. << Chissà cosa ci potrebbe dire? Ma se la mia mano fosse scivolosa … >> disse Sebastian prendendo la fiala che aveva scritto EH e cominciando a giocarci. << Smettila amico Simon, non sei divertente, ti ricordo che Edward era il più potente di noi >> lo rimproverò l’altro mentre si dirigeva verso lo scaffale dove Sebastian teneva i libri. Libri affascinanti, peccato che ne comprendesse il contenuto solo in minima parte.<< Così potente che è stato il primo a schiattare, se tu fossi stato più intelligente non avremmo bisogno del tuo discendente >> replicò Sebastian osservandolo. << Ora sarebbe colpa mia? >> << Chi è stato così stupido da credere che il ragazzo non avesse lasciato tracce? >> << Parlate di Ward, vero? >> aveva chiesto lui, sapeva bene quel che era accaduto. << Così mi piaci giovane Blaine, così svelto di mente, velmi dobrì >> e loro due lo osservarono sorpresi. << Lo so, sono stato troppo tempo a Praga ma non sorvoliamo. Oggi riparleremo con Edward Hutchinson! >> e detto questo l’altro si avvicinò.

<< Joseph Curwen di Salem, Blaine Anderson di Lima, è il nostro momento >>.

 

Quella era la parte più divertente, anche perché ogni tanto gli avevano permesso di poter colloquiare con i suoi idoli, se Kurt avesse saputo che aveva chiacchierato con Fred Astaire e con Ginger Rogers, con Gene eJudy Garland. Certo, lo avevano accontentato di malavoglia ma lo avevano fatto. Mentre osservava Sebastian che scriveva qualcosa su quella che sapeva essere la cartella clinica dove registrava ogni minimo progresso vide l’altro che controllava alcune frasi in uno dei libri.

<< Cosa cerchi? >> chiese a Sebastian. << Semplice giovane Blaine: tra poco dovrebbe avvenire quel che penso, avrei dovuto isolare i geni prima ma la tentazione era troppo forte >> << Amico Simon, sicuro di quello che stiamo facendo? >> << Come il giovane Blaine quando ti ha evocato: assolutamente per nulla ma val la pena tentare >> rispose Sebastian prima di illuminare con la torcia quello che aveva tra le braccia.

<> chiese. << Non lo so, accade una volta su un milione, pensa tu che fortuna giovane Blaine >> rispose Sebastian mentre camminava su e giù. << spiritoso amico Simon, con questo direi che il tuo esperimento è fallito, Exham Priory è impossibile da imitare, ammettilo >> disse l’altro. << Qui sbagli, lascia fare e ti dimosterò che è possibile, comunque devo pensare a un nome … vediamo, cosa ne pensi di Howard? >> disse con un sorriso. << Sei rivoltante, sappilo Sebastian, e poi … cos’è questo rumore? >>, era un rumore che lo angustiava e lo spaventava, più di quanto sarebbe stato possibile dopo tutto quello che aveva visto. << E’ la madre, è proprio vero che l’istinto materno è comune a tutti >> rispose l’altro osservandoli con distacco mentre Sebastian prendeva la pistola.

NOTE

Qui ci sono indizi per risolvere uno dei misteri. Per i problemi del signor Motta mi sono ricordata della 3x13 dove Sugar dice al microfono che il suo papi non ha nulla a che fare con la mafia. Qui c'è molto di The Case of Charles Dexter Ward, e un po' di the Rats in the Wall, oltre ad un accenno ad Hemogoblin. La scena nel flashback si colloca poco dopo quella del capitolo uno.

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Capitolo 5
*** Cap four ***


Chap four: the horror in the eyes

 

Sam stava cercando nella videoteca qualcosa d’interessante, e che non fosse “ Avatar “ anche perché ormai lo conosceva a memoria quando vide Blaine e Sebastian davanti alla sezione horror che ridevano. Stava per chiedere loro cosa ci fosse di così divertente quando Sebastian parve essersi accorto di lui. Rimase senza fiato nel vederlo trascinare fuori Blaine che non protesto, chissà perché portava gli occhiali da sole, era dicembre e dentro alla videoteca la luce a lui dava quasi fastidio. Si avvicinò allo scaffale e vide che il film era “ Bleeders “, un horror che non conosceva ma dalla trama gli sembrava alquanto stupido, e allora perché i due non avevano fatto altro che indicarlo e ridere?

 

Era stato un viaggio alquanto breve, in treno si erano trovati uno scompartimento e Sebastian aveva fatto in modo che nessuno li disturbasse così mentre l’altro leggeva i suoi testi Sebastian si era esibito in alcuni piccoli trucchi. << Prima o poi imparerai anche tu, ci vuole solo un po’ di pratica giovane Blaine >>. Non che lui riuscisse a fare molto ma per cominciare gli avevano procurato dei Sali animali, una buona base asseriva l’altro. Trovarono un albergo, Sebastian aveva insistito per un motel ma l’altro era stato categorico, niente motel, e solo contanti. << La 206 si è appena liberata, sono certo che lei, il suo gemello e il suo amico vi troverete bene >> disse la ragazza delle reception. Stava per dirle che l’altro non era suo fratello, che suo fratello era Cooper Anderson quando incrociò lo sguardo dell’altro e vide che stava mormorando qualcosa, meglio lasciar perdere. << Grazie, … Lavinia >> si limitò a dire.

<< Mi ha scambiato per tuo fratello, vero? >> chiese l’altro, per una volta non portava gli occhiali da sole per nascondere che avevano occhi di colore diverso. << Come sempre Joseph, e ora? >> chiese mentre entravano nella stanza. << Ora dormiamo, siamo in anticipo ma voglio sapere se possiamo trovare l’altare, se si allora siamo a cavallo, dobbiamo solo trovare la ragazza giusta, se no allora abbiamo speso soldi a vuoto e io non saprò mai che cosa chiedere a Chefren >> rispose Sebastian mentre disfaceva la valigia. << Far rubare una mummia da un museo, per poi ridurla in pezzi per i Sali, non hai cuore amico Simon >> gli disse l’altro. << E il nostro Blaine allora? Per parlare con Fred Astaire mi ha fatto violare la mia etica di non servirmi mai di VIP >> << Tu hai un etica … Simon Orne? >> chiese lui sorpreso. << Sembra strano giovane Blaine ma si, ho un’etica >>.

La sera, dopo una bella dormita si erano recati sulla collina aiutandosi con una mappa che Sebastian aveva comprato e che l’altro teneva, a lui avevano assegnato la torcia. << No, no, noo! >> urlò Sebastian. << Maledetti quei tre scienziati, lo hanno fatto saltare, hanno fatto saltare l’intero altare >> disse l’altro a voce alta prima di cominciare a imprecare e lui inconsciamente sorrise, almeno quello gli sarebbe stato risparmiato. << Torniamo a Lima, qui nel Maine non abbiamo più nulla da fare >> disse cercando di nascondere la sua felicità. << Non del tutto, mi serve una certa cosa, e la troveremo solo ad Arkham >> << Ti serve proprio amico Simon? >> chiese l’altro sedendosi sui resti dell’altare. << No, tu dovresti averne una copia, o sbaglio amico Joseph? >> chiese a sua volta Sebastian che stava osservando le stelle. << Non sbagli, è su quelle pagine che ho insegnato la teoria al giovane Blaine e si è subito rivelato un ottimo studente >> rispose l’altro con un sorriso.

<< Tu avevi previsto tutto, due volte, non è vero? >> chiese lui, ormai si erano seduti sull’altare mezzo divelto dall’esplosione. << Il procedimento mi era riuscito una volta, avrei potuto facilmente ripeterlo. Per mia fortuna i miei discendenti erano tanti, era destino che prima o poi nella tua generazione sarebbe accaduto >> rispose l’altro. << Certo che siete proprio uguali, se non fosse per gli occhi che tu hai azzurri amico Joseph, direi che siete gemelli >> intervenne Sebastian osservandoli. << Quindi sarebbe potuto essere Cooper? >> chiese Blaine, c’era qualcosa di sbagliato in quella domanda, Cooper non sarebbe stato in grado di gestire i due come faceva lui, nessuno tranne lui ci riusciva. << Perché no? Ma è toccata a te giovane Blaine >> gli rispose l’altro.

<< Scusate, Terra chiama Joseph Curwen e Blaine Anderson, qui ci sono anch’io >> li interruppe Sebastian. << Scusa amico Simon, questioni di famiglia >> rispose l’altro con un sorriso. << E ora cosa faremo? >> chiese lui. << Torneremo a Lima, non posso lasciare i Martense da soli, si riproducono più lentamente di quanto impegnano a mangiarsi, sono capaci di estinguersi da soli quegli esseri. Inoltre c’è un piccolo esperimento che devo effettuare >> spiegò Sebastian. << Che genere? Mentre aspettiamo i Sali di Cocidius, che arriveranno entro tre settimane a cosa vuoi dedicarti? >> chiese l’altro. << Voglio vedere se la mia teoria secondo cui quei cosi sono ermafroditi è giusta o meno >>. Fu allora che forse lui cominciò a pensare che tutto quello era uno sbaglio, un grande, gigantesco, enorme sbaglio.

 

 

Era rimasto lì ad osservare i Martense che … la cosa gli faceva orrore, si cannibalizzavano. Non vomitava semplicemente perché ormai più niente l’avrebbe disgustato ma avrebbe tanto voluto farlo. Di carne quei due gliene lasciavano poca, tanto come aveva detto Sebastian, doveva chiamarlo Simon si ricordò, meglio chiamarlo Simon, meglio per la sua psiche; se era affamato c’erano sempre i Martense o quella strana erba che stava cercando di riprodurre artificialmente. Si chiese quanto tempo fosse passato, una settimana? Un mese? E soprattutto se Kurt, Finn o Rachel si fossero accorti della sostituzione, l’altro non poteva portare gli occhiali all’infinito.

<< Buone notizie Blaine, uscirai a breve >> disse la voce squillante del altro seguito da Sebastian che scendeva fischiettando. << Come mai questa gentilezza Joseph? >> chiese sarcastico osservandoli. << Il tuo … ragazzo, torna a Lima per il Ringraziamento e io non posso sostenere la mai solita parte >> spiegò l’altro con un sorriso. << E cosa ti fa credere che obbedirò? >> poteva spiegare tutto a Kurt, gli avrebbe dato del pazzo ma le prove c’erano, lui era una prova. << Lo farai, conosci bene le nostre formule, sarebbe un peccato ridurre il piccolo Kurt in uno dei Sali, ma almeno starà sempre con te! >> e detto questo i due scoppiarono a ridere. << Non mi chiedi cosa ho fatto di Howard? >> chiese Sebastian dopo che si furono calmati. << Cosa hai fatto a …? >> non ci riusciva, quei due lo stavano lentamente distruggendo, e pensare che il colpevole era lui, lui e la sua curiosità.<< L’abbiamo lasciato vicino a una stazione di polizia, non dubito che qualche famiglia se lo raccatterà. Dobbiamo avvisarli che deve seguire una dieta particolare, ma a quello penseremo noi >> e detto questo scoppiarono nuovamente a ridere.

 

NOTE

Allora, " Bleeders " è il titolo americano di " Hemogoblin ", ce lo ricodiamo che Sam adora " Avatar " tantoc he parla il Na'vi, vero? Qui ho rifatto il crossover con The Dunwich Horror e piano piano si stanno scoprendo i piani. Dimenticavo, il colore degli occhi di Joseph Curwen è azzurro in quanto azzurri sono quelli di Vincent Price che lo interpretò in " La città dei mostri ". Il riferimento a Chefren è invece dovuto a un altro racconto di HPL, " Under the pyramids ", con protagonista un inedito Houdini

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Capitolo 6
*** Chap five ***


Chap five: the meaning of the red glowe

 

La casa degli Hart sorgeva discretamente vicino al cimitero ma la cosa non aveva mai preoccupato Joe, almeno fino a quella notte. Il giorno dopo aveva in programma un duetto con Sam, da un po’ di tempo Blaine disertava il Glee Club, quando vide le due figure. Era buio e lui aveva già spento la luce quando la luna gli rivelò due figure che uscivano dal cimitero, circospette, e che trascinavano qualcosa. Rimase ad osservarli, indeciso se chiamare la polizia o meno quando i due si fermarono sotto un lampione e ne riconobbe uno. Blaine Anderson. Si chiese cosa stesse facendo in quel momento e chi fosse l’altro con cui stava conversando. Prima che uscissero dal suo campo visivo gli parve di riconoscere l’altro, ma non era poi così sicuro.

 

Era andato a letto cercando di non pensare a quello che era accaduto, perché era semplicemente impossibile e forse passava troppo tempo con Artie e Sam su Call of Duthy, non c’erano altre possibilità, era solo un sogno. Si svegliò la mattina come sempre quando lo vide. Indossava abiti fuori moda e stava tranquillamente seduto sulla finestra. E quella era un’allucinazione, ne era sicuro. << Ben svegliato giovane Blaine. Non ti dispiace se cerco qualcosa da indossare nel tuo armadio? Da quel che ho visto la moda è cambiata così tanto che prima tutti si voltavano a guardarmi, che indecenza >>. E detto questo gli si avvicinò. << Chi sei? >> chiese lui osservandolo: era identico a lui tranne che per gli occhi che erano celesti, con un paio di occhiali avrebbero ingannato chiunque pensò, forse non Kurt e Finn, e forse anche Rachel, ma la maggior parte della gente si.

<< Mi hai già fatto la stessa domanda ieri, ma ti risponderò ancora: sono Joseph Curwen, nato a Salem nel Anno di Nostro Signore 1662 >> e detto questo fece il gesto d’inchinarsi e di togliersi il cappello. << E cosa ... ieri? >> era perplesso di tutto quello che era accaduto, era tutto troppo strano. << In quanto mio discendente mi hai evocato giovane Blaine, hai dunque trovato il mio libro? >> aveva chiesto mentre cercava qualcosa da mettersi. << Quel libro vecchio in soffitta dici? >> si sentiva stranamente a disagio ma era anche euforico, era riuscito in qualcosa di eccezionale, e tutto da solo. << Libro vecchio? Il Necronomicon del monaco pazzo Abdull Alzaredh nell’edizione spagnola, completo, un libro vecchio … hai molto da imparare giovane Blaine, ma sta tranquillo, ci penserò io a te >> e detto questo aveva scelto gli abiti, una T-shirt rossa, pantaloni neri e dei mocassini.

<< Ora vieni, dobbiamo uscire >> e si diresse verso la porta. << Per andare dove? È domenica >> e lui era atteso a pranzo dagli Hummel - Hudson. << C’è una libreria dove devo andare, un mio amico vi ha lasciato uno dei miei libri e devo recuperarlo >> aveva spiegato. << Non sarà aperta >> aveva ribattuto lui mentre si vestiva. << Ha chiuso nel 1928, quando tornai dall’Ungheria, ma per me faranno un’eccezione >> e detto questo si diresse nuovamente alla finestra che spalancò. << Non mangi? >> chiese lui osservandolo. << Il mio stomaco non è ancora in grado di sopportare cibo solido, non preoccuparti per me Blaine: so dove andare per nutrirmi >> << E come ci teniamo in contatto? >> quella era la domanda più importante. << Lascia fare a me, ti accorgerai se vorrò parlarti >> e detto questo con agilità era saltato di sotto. L’aveva visto dirigersi a grandi passi verso destra, sembrava quasi che volasse, e per sua fortuna non c’erano molte macchine.

Era a pranzo, Carole era davvero un’ottima cuoca, quando sentì una specie di ronzio alla testa, come se qualcuno gliela stesse trapanando.  “ Sono io giovane Blaine, Joseph Curwen, ho trovato quel che cercavo, incontriamoci al parco cittadino tra un’ora “ disse la voce dell’altro nella sua testa prima che il ronzio cessasse. Veloce prese il cellulare e si comportò come se gli fosse arrivato un sms, non poteva dire nulla e gli dispiaceva ma non aveva alternative. << Devo andare, è … urgente >> salutò tutti e promise a Kurt che l’avrebbe chiamato la sera e poi uscì di fretta.

 

Era da un po’ che non vedeva la luce del giorno, oltre alla moderna tecnologia così aveva deciso subito di approfittare di quei pochi giorni di libertà. Mentre era in stazione con Finn e stavano perdendo tempo notò che c’era un’edizione delle opere di quello scrittore che a parere di Sebastian “ aveva capito tutto e aveva avvisato il mondo, fortuna che il mondo è piano di idioti “. Lovecraft, Howard Philip Lovecraft, e ora capiva anche il nome che avevano dato al piccolo Martense. Guardò subito quale fosse l’opera e tirò un sospiro di sollievo, era quella che più importava. Veloce pagò e vi inserì dei segnalibri, sperando che gli altri capissero. Dopo aver salutato Kurt e Rachel erano andati al Lima Bean come sempre quando …

<< Guarda guarda chi si vede! >> non era possibile, non lui. << Sebastian >> << Esatto, posso rubarvi Blaine per qualche attimo? Certo che posso >> e lo trascinò lontano dagli altri. << Ora mi segui anche? >> chiese spazientito. << Io non avrei voluto, sono gli ordini di Joseph, non si fida di te >> << Cosa potete farmi, vi ricordo che io … >> << I tuoi poteri confrontati ai miei sono trucchi da dilettanti, non vuoi che gli capiti qualcosa di brutto, vero? >> e detto questo se n’era andato.

Finn aveva organizzato una serata a base di pizza e poi di un film horror. << Me l'ha consigliato Sam, dice che è fantastico >> disse prima di inserire il DVD. Rimase di sasso, non quello. << Eva van Daam era una grande narcisista, forse la più grande di tutte. E non potendo fare l’amore con sé stessa scelse come ripiego il suo fratello gemello >> conosceva quell’introduzione a memoria. << Ma l’hai già visto? >> gli chiese Kurt. << Mai visto >> rispose, ed era vero. Se solo avessero saputo qual’era la verità dietro quel film.

 

NOTE

Eccomi, sono tornata. La mise di Blaine nel suo flashback è la stessa della 3x01, ce la ricordiamo, vero? Per ilr esto si è compreso che adoro " Hemogoblin ", o no? La scena del flashback cronologicamente viene prima di tutte le altre,e d è forse una delle più importanti.

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Capitolo 7
*** Chap six ***


Chap six: A result and a prologue

 

Tina era appena entrata nel ristorante che li vide. Blaine e Sebastian. Sebastian? Da quel che sapeva i due ora erano solamente amici ed era certa che Kurt fosse al corrente di quell’uscita, doveva essere così. Quello che veramente la sorprese fu vedere Blaine con degli occhiali da sole, eppure era dicembre, era sera, faceva freddo e lui portava gli occhiali. Stava per andare a salutarli quando li vide seguire con forse troppa partecipazione una coppia che era lì con un neonato, specialmente Sebastian che iniziò a canticchiare una strana canzoncina che calmò il bambino.

Blaine iniziò a ridacchiare e poi disse qualcosa che non sentì a causa del frastuono. Poi Sebastian sembrò averla vista e diede di gomito a Blaine che subito mise una banconota sul tavolo e si alzò. Ecco, ora l’avrebbe salutata si disse, e invece i due uscirono velocemente, non prima che Blaine avesse detto qualcosa all’altro, in cinese, ma a rigor di logica Blaine non sapeva il cinese.

 

 

<< Vorrei sapere cosa esattamente ti è passato per la testa amico Simon, è una follia e abbiamo già così tanti altri problemi >> stava dicendo l’altro mentre Sebastian si divideva tra ampolle e grafici. << Te l’ho già spiegato ma a quanto sembra tu non vuoi capirlo amico Joseph. I Martense sono umani. Oh, umani è una parola grossa, ma sono il risultato di una follia, ora secondo i miei calcoli quello che è successo ad Exham Priory è replicabile, con qualche aggiunta. E siccome avevo pochi campioni sto cercando di replicare quell’erba. Ma non avete fame? >> e lui lo guardò stupito, cosa c’entrava ora il mangiare con i suoi progetti. Erano certamente folli e lui vi era ormai in mezzo. Piano piano quel che avrebbe raccontato a Kurt quando sarebbe tornato a Lima per il ringraziamento stava diminuendo, c’erano così tante cose che non poteva dirgli. E una di queste era come avesse strabiliato tutti al Glee Club.

<< Sto cominciando ad avere fame ma cosa c’entra? >> aveva chiesto mentre tornavano in superficie. << Nulla, ho preparato una cosa per voi, il tempo di cuocerla >> aveva risposto Sebastian. Lui e l’altro avevano ingannato il tempo studiando quei testi e facendo lezione: stava imparando a scrivere in quella lingua misteriosa e la cosa lo riempiva d’orgoglio. Quando tutto fu pronto videro che sul tavolo c’era della carne, e ben cotta pensò emntre iniziavano a mangiare. << Che animale è? >> chiese l’altro. << Olandese >> rispose Sebastian mentre la mangiava con autentica voracità. << Olandese amico Simon? >> chiese l’altro che smise di mangiare mentre lui li osservava. << Olandese, i Martense non sono forse olandesi? >> chiese Sebastian emntre si serviva un’altra porzione.

Quindi in quel piatto … lui aveva appena … l’altro aveva cucinato … << Io vado al bagno, devo vomitare >> aveva detto alzandosi di scatto e corse verso il bagno: aveva urgente bisogno di vomitare anche l’anima. Era semplicemente orrendo quel che era appena successo ed era ancora più orrendo vedere come gli altri due en fossero poco turbati. Finito si sciacquo il viso e lentamente tornò da loro. << Buono, un po’ troppo cotta però >> l’altro invece sembrava gradire, almeno lui, che mangiasse per due: lui non aveva più fame.

 

 

<< Sei stato bravo a non far sospettare nessuno, ma credo che tu lo abbia fatto perché io e Simon abbiamo minacciato di far male ai tuoi amici e a … ma com’è possibile che tu abbia ceduto a una simile perversione? Capisco l’amico Simon che dalla vita non si è mai negato niente, ma tu … un mio discendente, che vergogna per i Curwen >> stava monologando l’altro mentre lo osservava con disprezzo. << E tu allora? Io almeno ho dei sentimenti, non come te che sei più freddo della pietra >> aveva risposto lui. << Sarà, ma è ovvio che non possiamo permetterci errori, non in questa stagione, a Natale sta più attento. Non vogliamo mica che al piccolo Kurt capiti qualcosa di brutto, vero? O a tutti gli altri? Ma così potresti averli sempre vicino >> si era intromesso Sebastian. << Tu dopo di lui sei il peggiore, un folle che si diverte a ingannare tutti, se penso che mi hai anche fatto la corte >> << Sono un manipolatore nato giovane Blaine, e quello … mi serviva una distrazione, frequentare il liceo è così noioso che avevo bisogno di un hobby >> rispose l’altro avviandosi verso il recinto.

<< il mio esperimento più grande, dagli tre o sei mesi e vi sarò riuscito >> disse mentre osservava i frutti del suo lavoro. << Ti rendi conto che ci sono cose più importanti amico Simon? >> << Al tempo amico Joseph, al tempo. Poi … beh, ho provveduto a tutto, fidati di me >> << Mi chiedo perché >> << Bella domanda, ma non ho una risposta, e ora resta qui e controllali, e se hai fame … beh, loro sono qui >>.

NOTE

Bene, dal prossimo capitolo la prima e la terza parte avranno raggiunto al stessa timeline e i Nostri comicneranno  a farsi qualche domanda. Per quello che hanno mangiato Blaine, Seb e Joseph ... credo sia ovvio. Per il resto nulla da aggiungere, tranne che con i titoli dei capitoli sono arivata a " The Case of Charles Dexter Ward "

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Capitolo 8
*** chap seven ***


Chap seven: An Antecedent and a Horror

 

Finn aveva accennato che avrebbero visto un film e quando aveva chiesto suggerimenti a Sam questi aveva risposto di optare per “Bleeders “. Lui alla fine l’aveva visto e non c’era nulla di divertente. Così quando Finn gli disse che mentre Rachel si era tenuta un cuscino e Kurt aveva fissato lo schermo, Blaine, proprio lui, sapeva a memoria l’inizio e la fine. << Altrimenti lui e Sebastian non potevano non riderci sopra >> aveva fatto notare Sam. << Come? >> aveva chiesto Finn. << Li ho visti qualche giorno fa, in videoteca, indicavano il film e ridevano, e Blaine non si è mai tolto gli occhiali >> aveva risposto.

E in quel momento anche Artie si era inserito nella conversazione parlando di quello che era successo a lui in biblioteca. << ho guardato a quali pagine fossero interessati, ed erano due racconti e un romanzo: “ Il caso di Charles Dexter Ward “, “ I ratti nel muro “ e “ La paura in agguato “, dall’ultimo hanno tratto il film che avete visto >> aveva risposto. << E come sono? >> << Certamente non sono racconti divertenti, eppure i due ridevano, specie per il primo, ridevano e parlavano un inglese strano, antico >>

 

 

<< Se non avessi trovato quel libro ora la mia vita sarebbe ancora una tale noia >> disse Sebastian mentre preparava i Sali. << Allora mi devi ringraziare >> disse lui mentre si sedeva pronto per quella nuova lezione, sebbene i rumori che facevano i Martense lo disturbavano e l’angustiassero. << Assolutamente, specialmente io, ma sei sicuro che sia la cosa giusta da fare? >> chiese l’altro mentre tracciava sul muro le formule. << L’unica, quei cosi non la mangiano e invece devono farlo, motivo per cui ora parleremo col vecchio Gilbert de la Poer  >> e detto questo aprì la boccetta. << Non è la stessa cosa … i Martense non sono più umani >> tentò di farlo ragionare, il suo cervello aveva bisogno di quella scusa per non impazzire.

<< Non è esatto, ogni tanto ne nasce uno normale, quindi lo sono ancora e … ti ricordo che i de la Poer lo hanno fatto per venti secoli, e altri prima di loro, noi siamo sulla stessa strada, ma con un aiuto. Pensa giovane Blaine, scoprire quel che loro scoprirono, e poi … mi chiedo se allevassimo degli uomini come fecero loro, quanto impiegheremmo? >> aveva riflettuto l’altro a voce alta. << Almeno altri cento anni con i Martense, con altri nuovi esemplari, normali, qualcosa come trecento anni, ma abbiamo tutto il tempo che ci serve >> aveva replicato Sebastian mentre si preparava a pronunciare le parole. << Non posso permetterti questo Sebastian, tutto ma non questo, vi ho seguito fedelmente per tutto il tempo, è stato bello, è stato divertente, ma questo significa oltrepassare il limite >> aveva detto, era ora di finirla, poi avrebbe chiamato Kurt e si sarebbero fatto quattro risate cercando il lato comico della cosa.

<< Non mi sfidare ragazzino >> aveva risposto l’altro. << Guarda un po’ lo sto facendo, Og … >> poi non era riuscito a dire altro. << Mi deludi, mai sfidarmi giovane Blaine. Per adonai Eloim … >> e poi non sentì più nulla.

 

 

Aveva fatto un errore fin dal momento in cui aveva trovato quel libro, ora ne era cosciente pensò mentre osservava Sebastian e l’altro ridacchiare dopo aver eseguito un altro dei “ controlli “.  << Fame giovane Blaine? >> chiese Sebastian mentre si puliva le mani sul grembiule. << Un po’, ma se vuoi darmi da mangiare quella roba … >> << E’ sana, nutriente e ricca di vitamine >> ribatte Sebastian prima di toccarsi il braccio. << Maledizione, se mi fa male vuol dire che il momento è vicino >> aveva detto mentre l’altro iniziava a tagliare la carne. << Non avresti dovuto servirti di quella cosa amico Simon >> << Non avevo alternative, o quello o rovistare per ore ad Exham Priory, e finché i de la Poer erano vivi era meglio non farlo >> era stata la risposta mentre l’altro si sedeva con grazia sull’altare. << La cosa dell’88 per caso? >> chiese lui, Sebastian ne parlava sempre.

<< Esatto giovane Blaine, guarda qui che mi ha fatto >> e detto questo si era slacciato la camicia. Il braccio era quasi tagliato in due e il torace era squarciato da quelli che sembravano artigli. << Di solito lo nascondo con la magia, ma è da molto che non ho compagni di letto >> aveva risposto mentre serviva la carne. << Dovrai mangiarla, tra una settimana sarà tutto pronto, e forse è il momento di chiamare i topi, che ne pensi giovane Blaine? >> Pazzi, erano completamente pazzi, se solo se ne fosse accorto prima invece di prendere tutto quello per un gioco.

<< Pensavo amico Simon, e se eseguissimo lo stesso rituale del vecchio di Dunwich? >> << Perché no? Che ne pensi giovane Blaine? Potremmo scegliere una delle tue amiche, la scelta è tra la nanetta ebrea e la stupida bionda, ma sono per la seconda >> aveva risposto Sebastian, << Ci condannerai tutti? Lo sia vero? >> aveva tentato di farli ragionare. << Non noi, noi saremmo premiati e potremmo vivere per sempre, al massimo sogneremo e sai quel che succede quando si sogna >> e lui lo sapeva, lo sapeva anche troppo bene.

 

NOTE

Rieccomi in lieve ritardo. Come vedete i nsotri si stanno lentamente organizzando, per ora fanno il punto della situazione ma è un apsso avanti. La scena nella seconda parte è precedente a quella del prologo, immediatamente precedente. Per la terza parte ... beh, credo che i piani dei due psicopatici siano chiari, e c'è un quarto crossover con The Dunwich Horror, per i progetti dei due leggete la trama e vi sarà chiaro, spero. Se ci fate caso Seb lo si vede sempre o con la divisa scolastica o in maniche lunghe, pertanto mi sono servita della cosa.

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Capitolo 9
*** Chap eight ***


Chap eight: A Search and an Evocation

 

Si stava dirigendo verso l’aula canto dove tra le altre cose avrebbero discusso dello strano comportamento di Blaine che li aveva ignorati dall’inizio della scuola e dei suoi comportamenti stravaganti quando ad Artie sembrò di sentire un ronzio fastidioso nella sua testa, stava per portarsi le mani alle tempi quando udì una voce: “ Artie? Sei tu giusto? “. Era pazzo, ora sentiva la voce di Blaine nella sua testa, era impossibile. Stava per dire qualcosa che la sentì nuovamente. “ Non dire niente, pensa e basta. Non ho abbastanza tempo ed energie per mantenere il contatto a lungo, ma devi andare a casa di Finn e prendere il libro che ho lasciato in camera di Kurt la volta scorsa, spero che non l’abbia portato con sé a New York. Mi raccomando, se mi incontri, e porto gli occhiali, non parlarmi, evitami e fai presto, ti scongiuro “; poi quello strano ronzio cessò.

Aveva passato al riunione a decidere la scaletta e i vari assoli, poi si era recato dagli Hummel –Hudson ed era stata Carole ad aprirgli la porta. Per sua fortuna non c’erano state domande, così a casa esaminò il libro. Per prima cosa i segnalibri indicavano tre racconti, “ The Case of Charles Dexter Ward “, “ The Lurking Fear “ e per ultimo “ The Rats in the Wall “. Quello che lo sorprese fu leggere alcune annotazione in diversi passaggi, la calligrafia era quella di Blaine, chiara e precisa sebbene in alcuni punti cedesse alla frenesia. In special modo erano evidenziati i nomi di Joseph Curwen, un intero paragrafo del travestimento di questi era evidenziato da una parentesi rossa, e di Simon Orne; il titolo addirittura recava una linea e sopra vi era la correzione “ Me “. I nomi dei de la Poer erano tutti evidenziati e quelli dei Martense cerchiati.

Quello che lo sorprese furono i segnalibri. Uno era la locandina di “ Bleeders “, un altro era la foto di un castello diroccato in Inghilterra e l’ultimo rappresentava una montagna. Qualcosa di grave stava succedendo si disse, e forse doveva avvertire tutti, compreso Puck che si trovava in California. Ma come aveva fatto Blaine a mettersi in contatto con lui?

 

 

Quella volta li aveva accompagnati al cimitero, prima che l’altro li abbandonasse e iniziasse a correre sui tetti di Lima. << ha fame >> aveva risposto Sebastian mentre apriva la tomba. << E dove va? >> << Al momento deve andare in ospedale, gli serve del sangue fresco e userà quello per le trasfusioni >> gli aveva spiegato Sebastian mentre lentamente iniziava a rompere le ossa fino a ridurle in polvere << come mai? >> aveva chiesto lui, era la prima volta che sentiva quella cosa. << il suo organismo si sta lentamente riformando e ora tocca al suo sistema circolatorio, prima era sufficiente attendere, ora ha bisogno di sangue >> rispose l’altro mentre sistemava in una boccetta la polvere che era derivata dalle ossa. In effetti aveva notato che l’altro non mangiava, per fortuna grazie al suo lavoro estivo aveva la casa tutta per sé, e Cooper era a Los Angeles, lontanissimo da lì.<> chiese mentre Sebastian sistemava la boccetta all’interno della valigetta che si portava durante quelle sere. << E ora torniamo a casa mia e speriamo che non abbiano cambiato le lapidi >>.

Era andato tutto come al solito, anche se tutto cominciava a sembrargli sempre più strano. << Ora dobbiamo sognare, primo sogno giovane Blaine? >> chiese Sebastian mentre era intento nella lettura di quel libro, quel maledetto libro che lui aveva ritrovato. << Sogno ogni notte >> aveva risposto lui. << Non quel genere di sogni, ma altri sogni: i sogni >> rispose l’altro mentre si sdraiava sul divano. << Di quali sogni parli? >> il discorso stava diventando interessante. << Noi che siamo più esperti saliremo sul Kadath a ricevere istruzioni, tu resterai a valle, sei libero di visitare i sogni degli altri, ma attento, quando ti diremo di svegliarti svegliati: ti assicuro che quel mondo non è piacevole >> e detto questo l’altro chiuse gli occhi, imitato da lui, Sebastian già dormiva.

 

 

Doveva ammettere che col tempo la sua abilità nei sogni era migliorata, si chiese se Artie avesse fatto quel che gli aveva chiesto e se doveva ricontattarlo, meglio farlo con la telepatia ché con i sogni, non era ancora esperto e dove si trovava era troppo pericoloso. I Martense erano inquieti da quando l’altro e Sebastian avevano portato via Howard e stavano anche diventando aggressivi, per fortuna c’erano le catene a proteggerlo. In quelle settimane li aveva osservati a lungo e la loro vista non lo terrorizzava più e quella era la prova vivente che il cervello umano si abitua a tutto. Avrebbe potuto scrivere un libro sui Martense, e poi un musical: aveva già in mente le prime canzoni.

<< Animo giovane Blaine, siamo tornati >> disse l’altro entrando. << Ti abbiamo portato da mangiare, pensa un po’: un po’ di frutta e verdura, di carne ne hai in abbondanza >> disse Sebastian mentre si avvicinava ai Martense. << Bene, molto bene: purtroppo i nostri adorati olandesi sono lenti nel riprodursi, solo otto nuove nascite questa settimana e tre sono già morti, se solo non mangiassero così tanto >> e detto questo preparò il tavolo operatorio. << Un’autopsia a un morto? Ne sono sorpreso >> disse sarcastico. << Per una volta si, anche perché non ho sonniferi e detesto sentirli urlare, perché non canti qualcosa? >> lo apostrofò Sebastian mentre iniziava il suo lavoro. << I will survive andrebbe benissimo >> motteggiò l’altro. << Spiritoso Joseph, veramente spiritoso >>

<< Sai la novità: avrai visite a breve: la nanetta ebrea sarà la prescelta >>. << Ti rendi conto che così ci condannerai tutti?  >> << La tua mente è ancora ancorata a queste bassezze materiali, noi non stiamo condannando nessuno, me vi stiamo salvando, prima o poi sarebbe avvenuto e il tempo scelto è a dir poco perfetto. E in quanto alla tua amica: sarà la madre di qualcosa di unico e meraviglioso, adorata e osannata da tutti quando la terra sarà consacrata e noi sogneremo il mitico Kadath e quello che vi è sulla sua cima. Avverrà il giorno di Yule, non prima, non dopo >>, ed era ufficiale: quelli erano i vaneggiamenti di un pazzo: erano due pazzi e avrebbero distrutto tutto, e pensare che era tutta colpa sua.

 

NOTE

Ebbene si, si sta lentamente passando all'azione, ho scelto Artie perchè in quanto nerd ( tra lui e Sam non so chi sia più nerd ) era l'unico che poteva comprendere il messaggio. Come sempre il crossover più importante è con i tre, ma ora a apri emrito c'è The Dunwich Horro: Leggetelo e avrete una chiara idea di quel che vogliono i due psicopatici e perchè vogliono Rachel. L'altro riferimento è invece a un altro crossover dello stesso Lovecraft, ossia al celebre Randolph Carte e a The Dream-Quest of the Unknown Kadath, l'unico dei racconti su Carter che adori. Il riferimento a Yule ( sarebbe Natale ) è The Festival, dove c'è l'ennesimo crossover con The Case of Charles Dexter Ward. Nel mentre vi dò un piccolo spoiler della mia prossima creazione, che purtroppo non è la male!versionc he state tutti aspettando, ma ... l'ennesimo delirio onirico di Finn: Tuilleries ... e aquile, tante aquile XD 

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Capitolo 10
*** Chap nine ***


Chap nine:  a Mutation and a Madness

Artie aveva radunato tutti, quando sentì di nuovo quel ronzio “ Artie, hai trovato il libro? Non rispondere a voce: pensa e basta “ di nuovo la voce di Blaine. “ Si, e allora? “ chiese pensando quelle parole. “ E’ tutto vero quel che è in quei libri. Ho fatto sapere a Sam e a Tina cosa dovete fare, tra un’ora arriverà il treno da New York, dovete impedire che l’altro, quello con gli occhiali, si avvicini a Rachel. Tenetela d’occhio, portatela a cena con Finn, al cinema, al bar ma non perdetela mai d’occhio, e  fate togliere all’altro gli occhiali “ e detto questo il contatto s’interruppe. Guardò Sam e Tina.

<< Anche voi, vero? >> chiese mentre Tina si vestiva e Sam si alzava dalla sedia. << Il ronzio in testa e la voce di Blaine? >> chiese Tina mentre si avvicinava a lui e iniziava a spingere la sua sedia. << per te è vero? >> gli chiese Sam. << Non lo so, ma da quel che sta accadendo … >> era meglio lasciare tutte le ipotesi. Erano arrivati appena in tempo, c’erano tutti, e Blaine portava gli occhiali. Mentre erano in macchina Artie aveva riassunto per sommi capi le tre storie a Tina ma non avevano ancora un piano preciso, anche perché Blaine non si era più messo in contatto con loro. Rachel stava conversando piacevolmente con Blaine quando arrivarono.

<< Allontanati subito da lui >> iniziò Sam. << Ciao ragazzi, tutto bene? >> chiese Rachel sorpresa mentre anche Finn e Kurt sembravano averli notati.<< so che è compilato, ma devi stare lontana da lui perché … lui non è Blaine >> disse Tina. << Ma cosa stai dicendo Tina? certo che è Blaine >> intervenne Finn sorpreso. << E allora togliti gli occhiali Blaine. È quasi Natale e tu porti gli occhiali da sole? >> lo provocò Artie sperando che funzionasse. << Complimenti Abrams, complimenti, e ora amico Joseph togliti gli occhiali e finiamola qui >> disse una voce, e videro Sebastian che li osservava da un muretto, ormai erano quasi alla macchina. Con un sorriso che a Tina parve oltremodo sadico baie si tolse gli occhi, rivelando due occhi celesti che sembravano eterni. << E ora … una bella dormita >>.

 

 

Aveva trovato quel libro in soffitta, impolverato e sepolto sotto altri libri, eppure aveva preso quello, come se una voce l’avesse chiamato e l’aveva portato nella sua stanza. Aveva cominciato a leggerlo e sebbene il libro fosse in latino e lui non conoscesse quella lingua le parole gli sembravano chiare, come se la sua mente traducesse istantaneamente. Il titolo del libro era “ Necronomicon “ e sembrava pieno di formule strane. Magia nera forse, o occultismo e sembrava una lettura divertente. Un rito in particolare l’aveva interessato, ossia quello della resurrezione tramite i Sali. Bisognava ripetere delle strane parole e disporre di una bottiglietta di Sali, che lui non aveva, peccato si disse prima di chiudere il libro. Sentì qualcosa che vi scivolava via e vide una fialetta da laboratorio sulla sua scrivania, piena di una polvere bianca.

Veloce scrisse un sms a Kurt: “ sto per imitare David Copperfield, ti spiegherò tutto domani “ e riaprì il libro. Lentamente fece cadere la polvere per terra e ripete quella formula, tanto era solo un gioco, cosa mai poteva capitargli? Eppure … cosa diamine stava succedendo? E perché la polvere aveva iniziato a girare? Doveva essere un’illusione, per forza, e quello non poteva essere il suo sosia

 

 

Quando Rachel aprì gli occhi le parve come di vedere quel rumore incessante che sentiva, sembravano dei lamenti in sottofondo, poi vide Blaine seduto  per terra mentre canticchiava. << Cosa … cosa sta succedendo? >> chiese, se era uno scherzo non era divertente. << Finalmente ti sei svegliata, cominciavo a preoccuparmi che l’incantesimo su di te avesse avuto troppo effetto, mi dispiace, è tutta colpa mia >> le rispose Blaine mentre le si avvicinava. << Che incantesimo, e di cosa ti dispiace? >> chiese lei mentre cercava di mettere a fuoco l’ambiente. <<  L’incantesimo con cui vi hanno storditi. Ho sbagliato con tutto: a trovare quel libro, a evocare l’altro e a seguire lui e Sebastian finché … >>

<< Ah, vi siete svegliata miss Rachel, molto bene >> e nel vederli rimase sorpresa. Uno era sicuramente Sebastian, l’altro invece era una copia perfetta di Blaine, tranne che i suoi occhi erano azzurri. << Scusate il mio amico Joseph miss Rachel, mi presento, mi chiamo Simon Orne, e anche Jebadiah Orne, Oliver Sang, Owen Orton ma credo che tu mi conosca come Sebastian Smythe >> e detto questo Sebastian fece una specie d’inchino. << Joseph? >> << Joseph Curwen di Salem madame, l’unico e solo >> << Ma cosa volete da me? >> non era famosa e già aveva i suoi stalker.

<< Nulla di che, fidatevi, tra tre giorni ve ne andrete da sola, ma prima … tu diventerai parte di qualcosa che neppure sognavi, un onore per cui tante donne darebbero la vita, e noia abbiamo scelto te >> << Come se avesse potuto scegliere, e lo stesso vale per me >> << Tu potevi scegliere giovane Blaine, e ricorda questo quando a calendimaggio avverrà la nascita, senza di te non ce l’avrei mai fatta >> rispose Sebastian, o Simon. << Ora vi lasciamo soli, e tu giovane Blaine, comincia a raccontarle cosa l’aspetta >> e detto questo uscirono da lì. << Cosa dovresti raccontarmi? >> chiese Rachel, quei due l’avevano spaventata, c’era una sorta di follia nei loro occhi che non aveva mai visto. << Tutto, siediti che è una storia lunga >>

NOTE

Come potete vedere l'azioen è finalemnte entrata nel vivo. Da ora in poi la seconda aprte verrà soprressa e resteranno solo la prima e la terza, in quanto quest'ultima " seconda parte " è l'antefatto di tutto questo ambaradan. Come già detto nel prologo quando iniziai a pensare a questa storia la 3x17 doveva ancora essere girata, pertanto Kurt e Rachel qui sono entrambi alla NYADA e Finn è con loro a NY. Prevedo che la fic avrà due, max 3 capitoli compreso l'epilogo, che come sempre sarà alla Lovecraft

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Capitolo 11
*** Chap ten ***


Chap ten: A Nightmare and a Cataclysm

 

Si erano risvegliati nella macchina di Sam ed era bastato poco per accorgersi che Rachel era sparita. << Dove potrebbe? >> chiese Finn quando uscirono tutti dalla macchina. << E’ a casa di Sebastian, bisogna andare nella biblioteca, togliere il libro blu al centro e si aprirà un passaggio che vi condurrà da Blaine e Rachel >> spiegò Artie. << E tu come lo sai? >> << Semplice Kurt, Blaine me ne ha mandato un’immagine mentale. Dimenticavo: gli dispiace e ci rinnova il suo affetto >> rispose Artie. << E che ne faranno di Rachel? >> << L’Orrore di Dunwich >>, credo che la soluzione sia lì >> << Allora siamo rovinati >> << Non del tutto, se facciamo in fretta >> << Sei in grado di ritrovare la casa? >> chiese Finn sempre più preoccupato da quei discorsi che seguiva a stento.

<< Forse, Blaine non è riuscito a tenere il contatto a lungo ma credo di si >> << Ma perché non ha detto niente? >> << Per proteggerci, se quello che è scritto in questi libri è accaduto realmente allora … Sam guarda la strada! >>

 

 

<< E’ questo è tutto >> concluse Blaine appoggiandosi alla parete mentre Rachel lo osservava. << Cosa mi faranno? >> chiese la ragazza terrorizzata. << Non lo so, non conosco quel rituale, l’edizione spagnola è carente in alcuni punti; pensa che Sebastian si è fatto arrivare una delle prime edizioni direttamente dalla Cina ma ne ignoro il contenuto >> le rispose lui. << Quindi tu sei qui, in compagnia di quei cosi da … agosto? >> chiese lei, in effetti Kurt le aveva detto che da quando era partito per New York Blaine gli era sembrato diverso. << Esatto, e ti assicuro, per non impazzire le ho provate tutte, dall’inventare un musical sui Martense a dar loro un nome >> << Hanno dei nomi? >> chiese Rachel, Blaine le sembrava vicino alla pazzia sebbene apparisse estremamente lucido. << Era l’unico modo per poterli accettare, se sei qui vuol dire che gli esperimenti sono finiti >> << Quegli esperimenti che hanno fatto per … cosa? >> << Trovare una spiegazione biologica razionale e vedere se era possibile una sua replica >> << E non lo è stata, giusto? >> << No, Sebastian li ha fatti a pezzi quasi tutti, vivi, ma non è riuscito a trovarne le cause >> << E il progetto inglese? >> << Quello è riuscito leggermente meglio, ed erano sulla strada buona quando hanno ricevuto ordini di passare ad altro … >> << Me, giusto? >> << Esatto >> rispose lui prima di sentire un rumore.  << Vi consiglio di salire sui tavoli, o almeno sulla sedia, specialmente lei >> disse l’altro prima di sistemarsi abbastanza in alto. Fecero come era stato loro ordinato, appena prima di sentire un rumore. Veloce, immenso, quasi una moltitudine.

<< I topi >> disse Blaine mentre osservarono una specie di massa nera che invadeva la stanza. << E che … che faranno? >> chiese Rachel che era salita sul tavolo << Guarda, o meglio, senti? >> le chiese di rimando Blaine. E infatti sentì qualcosa, un rumore esagitato, di puro terrore, poi delle urla e dei rumori convulsi. Le parve di vedere un braccio, se quello poteva dirsi braccio, poi sentì di nuovo il rumore di passi e infine più nulla. << Li … hanno … i topi? >> chiese spaventata mentre scendevano dal tavolo. << Si, e ora … >> non terminò la frase perché era sicuro che Rachel avesse compreso il significato di quelle parole. Poi uscirono da là e sentirono delle parole, e una di quelle voci non era né di Joseph Curwen né di Sebastian. << E’ già Natale? >> << Ma quanto tempo abbiamo passato là dentro? >> << Non lo so, ma ci hanno portato da mangiare, quindi almeno tre giorni >> rispose Blaine. << Aspetta, vuoi dire che è da agosto che tu mangi ogni tre giorni? >> << E’ il minimo, qui sottoterra diciamo che ho perso la cognizione del tempo, quando sono uscito per il Ringraziamento mi sembrava che fosse appena settembre >> rispose lui, la compagnia dei soli Martense non era certo la migliore e ignorava se anche loro avessero il concetto di tempo che passava.

<< Sono le loro ossa, vero? >> chiese Rachel quando passarono vicino a quella che era stata la prigione dei Martense. << Un biologo perderebbe la testa nel vederli >> le disse Blaine mentre osservavano gli scheletri. << Dovrei averne paura, ma se quello che mi hai detto è vero allora dovrei essere triste, erano umani >> rispose la ragazza. << Esatto, ce ne dovrebbero essere altri ancora vivi, ma non ne sono certo >> rispose lui. Era peggio di quanto avesse mai immaginato ma avrebbe dovuto prevederlo. Aveva sempre pensato che quel luogo sottoterra fosse enorme, ma mai come in quel momento. Vi erano tre gallerie e da tutte e tre venivano dei rumori.  Dalla prima veniva un lamento, quasi un pianto che li atterrì, mentre dalla seconda venivano gli strepiti dei Martense sopravvissuti e dalla terza veniva una sorta di bisbigliò. << Le parole per  far sparire almeno Joseph le ricordi ancora? >> << Le ho ripetute per settimane, potrei cantarti quella formula >> rispose lui cercando di divertirla. Stavano per uscire da lì, e lui stava per ringraziare i due che avevano istallato un montacarichi quando accaddero tre cose in rapida successione, e solo una era bella.

 

NOTE

Bene, ora non so quanto ci vorrà per l'epilogo ma siamo alla fine; volendo ci sarebbe anche un sequel, fatemi sapere se la storia vi sembra completa o meno. Qui come vediamo siamo alla notte del 24. L'azione della prima e terza parte del capitolo rpecedente si è svolta nel pomeriggio del 24 dicembre, a scanso di equivoci. E, l'ho detto ma lo ripeto, tutta la storia, più l'eventuale sequel, NON segue la quarta stagione. Mi dispiace per i Martense a cui dopo 3 anni, almeno 10 visioni di " Hemogoblin " e nove capitolo più prologo mi ero affezionata, ma dovevano sucire di scena. Finita la storia ho in cantiere l'ultimo (?) delirio onirico di Finn e un crossover con " Game of Throens " complice la 4x01, cmq, qui abbiamo tanta Anderchel friend!ship

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Capitolo 12
*** Epilogue ***


Epilogue

 

La cosa bella fu vedere Finn, Sam, Tina e Kurt che scendevano le scale, e Blaine sperò che non si accorgessero che i gradini erano stati scavati dal basso verso l’altro. La prima cosa brutta invece fu vedere Sebastian che veniva spinto da qualcosa contro il muro attraversando tutta la galleria producendo un rumore che a lui sembrò di ossa spezzate. Gli parve di vedere qualcosa ma non ne era così sicuro. La seconda cosa brutta fu vedere Joseph apparire nel buco nel buco del muro che aveva creato Sebastian. << Tutto bene amico Simon? >> chiese l’altro. << Maledetto traditore voltagabbana figli di buona donna, sei stato tu! >> urlò l’altro mentre Rachel si stringeva a lui.

<< Ora basta amico Simon … ho fatto quel che era necessario e … >> << la ricordi ancora la formula? >> << Si >> << Questo mi sembra il momento di usarla >> << Allora chiudi gli occhi e dì agli altri di imitarti, è meglio per tutti >> le suggerì lui mentre ripeteva le parole. Rachel aveva fatto segno a tutti di coprirsi gli occhi e tutti avevano obbedito, poi li chiuse anche lui mentre avvertiva distintamente ciò che stava accadendo.

<< State tutti bene? >> chiese, era tutto finito si disse mentre osservava quella povere verdastra che un tempo era stata Joseph Curwen. << Si, ma cosa …? >> chiese Finn mentre Rachel lo raggiungeva, vi spiegherò tutto dopo, ora dobbiamo andare e … >> << Lui è … morto? Col volo che ha fatto? >> chiese Sam indicando Sebastian. Lui si chinò ad osservarlo, come aveva temuto il battito era minimo ma era certo che non avesse perso conoscenza. << No, e non è nemmeno svenuto >> << Prima mi ha presa. Mi ha presa per il braccio mentre avevo gli occhi chiusi e mi ha come graffiata >> intervenne Rachel. In effetti sul suo polso destro vi era un piccolo graffio che però si era quasi rimarginato. << Ma se non ha perso conoscenza perché non si muove? >> chiese Tina mentre dalla galleria dei Martense venivano rumori sempre più sinistri. << Perché sta dormendo >> rispose Blaine, e Rachel annuì con la testa. << Potrebbe svegliarsi da un momento all’altro, dobbiamo portarlo fuori >> disse, anche se dubitava di avere le forze per poterlo anche solo spostare di un millimetro.

 

 

<< Cosa dicono i dottori? >> chiese Finn sei giorni dopo all’ospedale. << Che dipende solo da lui svegliarsi, stranamente le fratture erano solo superficiali >> rispose Artie. << E tu invece, tutto bene? >> chiese Kurt osservando Blaine che aveva appena finito di mangiare. I medici si erano dichiarati sorpresi nel vedere un simile livello di denutrizione e soprattutto di come nessuno degli organi vitali ne fosse compromesso. Rachel era l’unica che non si era sottoposta ad esami, sostenendo che andava tutto bene e che non si era mai sentita meglio.

<< Si, devo solo riabituarmi alla luce diretta. In quanto a Simon … non credo si sveglierà, se è dove credo ora lo staranno punendo e vi assicuro che non è una semplice sgridata >> rispose. << Ma tu … insomma … li hai visti? >> chiese Sam e lui sapeva a chi si riferiva. << No, non sono mai salito su quel monte, ma ne ho percepito la presenza, e non solo quando sognavamo >> rispose, quella sensazione non lo abbandonava. << E tu Rachel, tutto bene? >> chiese Finn premuroso osservando Rachel che si era seduta a braccia conserte tra Artie e Tina. << si Finn, va tutto bene, tutto bene >> rispose la ragazza con aria annoiata.

 

 

Monte Kadath, regno del Sogno Profondo, sala del trono:

<< Simon Orne, hai fallito, avresti dovuto portare qui da noi la Madre per prepararla adeguatamente e invece gli Dei non vedono né lei né il tuo confratello Joseph Curwen, né avvertiamo la presenza del giovane Anderson. L’Uno in Tutto e il Tutto in Uno smania per vedere la Madre e darle la sua benedizione, dov’è lei? >>

<< Mio signore Nyarlathotep, ammetto qui di fronte a voi di aver fallito. Joseph Curwen è morto e il giovane Anderson ha tradito, ma la missione è riuscita perfettamente. La Madre è stata ingravidata come da programma e la nascita è prevista per Calendimaggio. Sarà lei a cercarmi mio signore e allora punirò il traditore Anderson >> << parli saggiamente Sebastian Smythe, pertanto gli Altri Dei non ti puniranno per il tuo fallimento, hai agito con debolezza ma quando la Terra verrà consacrata tu non morirai come gli altri umani. Il tuo destino è di vivere presso di noi e di ricevere la giusta ricompensa, il nome umano della Madre? >> << Rachel Barba Berry mio signore, a presto mi contatterà >>

 

NOTE

Ebbene si, la storia e finita, ora tutti a nanna. Come potete vadere il finale rimane aperto, e alla Lovecraft. Stanno tuti bene, beh, quasi tutti, fatemi sapere se ritenete possibile un eventuale sequel. Siccome lunedì riprendo le lezioni non so quanto impiegherò per il delirio onirico di Finn e la famosa ( e famigerata ) male!version. Ringrazio Lusio per averla sempre recensita e JupiterEj per averla inserita tra le seguite. Indizio sul delirio onirico: La France, l'armeé, Josephine... chi vuol capire capisca XD

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