Ragazzi vivaci? Nooo, per nulla

di Black Fullmoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Andiamo Rufy ***
Capitolo 2: *** Gara di caccia ***
Capitolo 3: *** Quindi, se mi morde... ***
Capitolo 4: *** Gas tossici ***
Capitolo 5: *** Non respira! ***
Capitolo 6: *** Questione di esperienza ***
Capitolo 7: *** Migrazioni di freddo ***
Capitolo 8: *** Gli elastici di gomma ***
Capitolo 9: *** Stavolta le hai prese ***
Capitolo 10: *** No! ***
Capitolo 11: *** La gomma bruciata puzza ***
Capitolo 12: *** Legati ***
Capitolo 13: *** Voglio imparare a leggere ***
Capitolo 14: *** Erba ***
Capitolo 15: *** Nessuno mi può comandare! ***
Capitolo 16: *** Non è possibile ***



Capitolo 1
*** Andiamo Rufy ***


ANDIAMO RUFY

– Ridammelo! – sbuffò Rufy con un'espressione secondo lui arrabbiata e inquietante inseguendo il fratello maggiore Ace.

– Ah, e perchè? – lo prese in giro l'altro facendogli la linguaccia. Rufy cercò di allungarsi al massimo per arrivare a lui, risultando un po' molliccio a dire il vero. Ace puntualmente lanciò il cappello di paglia a Sabo.

– Andiamo Rufy, devi svegliarti! – lo incitò il biondo con un sorriso sdentato.

– Non siete divertenti! – piagnucolò Rufy – Quel cappello me l'ha dato Shanks e se non me lo ridate finiamo tutti nei guai! – Ace e Sabo risero.

– Andiamo Rufy, chi sarà mai questo Shanks di così potente? – chiese Ace. Intanto Sabo aveva lanciato il cappello sopra ad un albero.

– Andiamo Rufy, puoi allungarti no? Prendilo! – rise mentre il fratellino cercava di arrivare fino in cima alla pianta. Ce l'aveva quasi fatta, quando Ace che si era arrampicato di nascosto lo rilanciò a Sabo.

– Andiamo Rufy, vai a prenderlo! – ghignò mentre parava il pugno del bambino furibondo, che risaltò giù. Intanto Sabo aveva iniziato a correre velocissimo, e Rufy faticava a stargli dietro. Non che non fosse abituato agli scherzi dei fratelli, ma quando si trattava del suo cappello andava proprio fuori.

– Ridammi subito il cappello di Shanks! – urlò inseguendo il biondo. Erano praticamente a casa, quando Sabo lanciò il cappello dritto in un laghetto con dentro una serie di animali molto poco raccomandabili. A Rufy scappò una lacrima.

– Siete cattivi! – sbottò, sedendosi in un angolo. Ace arrivò col fiatone.

– Andiamo Rufy, non puoi piangere come una femminuccia per un vecchio cappello di paglia come quello! – disse squadrandolo.

– Ho promesso a Shanks che me ne sarei preso cura, e non posso andare a prenderlo nell'acqua e se Shanks viene e si arrabbia gli dico che è colpa vostra! – frignò Rufy.

– Femminuccia, femminuccia – lo prese in giro Ace. Insieme a Sabo fissò il bambino che frignava.

– Cosa facciamo ora? Lo sai come ci tiene al suo cappello – fece presente Sabo.

– Sì, lo so. Però così si esagera – commentò Ace.

– In effetti... – in quel momento una voce risunò per l'isola.

– DOVE SIETE, TRIO DI MATTI? –

– Dadan è incavolata oggi – ghignò Sabo. Infatti la banditessa apparve in tutto il suo furente splendore (sai che roba).

– Allora, piccole pesti... –

– Dadan – proruppe Rufy – Vero che Shanks il Rosso è un grande pirata? –

– Beh, so che è in giro dai tempi di Roger... e che sembra sia uno dei pirati più forti e ricercati in circolazione, al livello di Barbabianca e gente del genere –

– E Dadan – continuò Rufy, mentre i fratelli iniziavano a impallidire – Vero che se io perdessi il mio cappello lui si arrabbierebbe molto? –

– Credo di sì, marmocchio. Perchè tutte queste domande? – Ace e Sabo intanto fissavano il laghetto lercio su cui galleggiava il cappello.

– Andiamo ragazzi, io non so nuotare, quindi potete prenderlo voi il mio cappello così Shanks non si arrabbierà? Per favooore... – Rufy fece qualcosa che doveva essere tipo occhi dolci. Ace e Sabo si fissarono.

– Se muoio avvelenato o perchè mi mangia qualcosa, è colpa tua – ringhiò Ace prima di tuffarsi.





Salve! Spero che qualcuno abbia gradito questo capitolo d'inizio!
Tutti: sìììì, credici.
Anche se è deprimente, lasciate una recensioncina per favore *occhi dolci*

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Capitolo 2
*** Gara di caccia ***


GARA DI CACCIA

– Ehi ragazzi, che dite di fare una gara? – propose Sabo.

– Che tipo di gara? –

– Dobbiamo tutti metterci a cercare un animale grosso e pericoloso, lo prendiamo e vince chi ha il più grosso! Quello vincente, ce lo mangiamo stasera a cena. Che dite? –

– Ci sto – fece Ace.

– Anch'io! – esclamò Rufy, eccitato all'idea di qualcosa di grosso e soprattutto buono da mangiare. Subito i tre ragazzi si separarono per cercare la bestia che faceva al caso loro, tra le tante assurdità possibili in quella foresta.

Sabo fu il primo a beccare qualcosa che gli interessasse. Un bell'orso bruno di quattro metri almeno, con dei denti e degli artigli da paura. Il grosso animale era intento a schiacciare un pisolino in un angolo, percui Sabo era avvantaggiato. Si avvicinò in silenzio al bestione, aggirandolo e prendendo un grosso bastone da terra gli mollò un colpo alla nuca. L'orso si alzò ruggendo.

– Nervosetto, eh? – disse il ragazzino mentre schivava gli artigli di quindici centimetri. Il colpo doveva aver intontito l'animale, che non sembrava granchè veloce. Per Sabo fu un giochetto saltargli sulla schiena e dargli un'altra bastonata formidabile per un bambino di dieci anni, facendo andare in coma profondo l'orso.

– Eheh preso! – legò il bestione con delle liane e iniziò a tirarlo come poteva verso il loro punto di ritrovo.

Ace intanto aveva addocchiato un meraviglioso gattone gigante con le corna e gli spuntoni sulla schiena. Il felino non sospettava nulla e si leccava con calma una zampa per pulirla da chissà che cosa. Ace aveva creato con una liana un cappio come di quelli per gli impiccati, e lo faceva penzolare da un ramo.

– Qui, micio, qui – il gattone vide la corda che dondolava sopra di lui, e come aveva previsto Ace fece due occhioni da gattino e si mise a saltare e giocare con la corda lì appesa. Ace aspettò il momento giusto, quando una delle zampe del gatto era appoggiata all'interno del cappio. In quell'istante, fece sì che il nodo si stringesse, intrappolando l'animale. Il micio iniziò a dibattersi senza risultati.

Ace saltò giù dall'albero e con un'altra liana iniziò a stringere il collo del gatto, fino a che quello, mezzo asfissiato, non cadde a terra per poter essere facilmente legato e portato via.

Ace iniziò a camminare tenendo il felino per la coda fino ad arrivare al punto di ritrovo, dove Sabo stava già aspettando seduto comodamente sul suo orso, il quale aveva iniziato a svegliarsi ma non reagiva molto a ciò che accadeva.

– Bel cucciolo – commentò vedendo il felino.

– Anche il tuo non è male. Aspettiamo Rufy, voglio vedere la sua idea di “animale grosso e pericoloso” – rise Ace.

– Già, sperando che non si sia perso come al solito – rispose Sabo.

– Oggi è il tuo turno di andarlo a prendere se si perde – gli ricordò Ace.

– Sì, lo so –

Un urlo isterico squarciò la foresta. Seguito da una serie di rumori di distruzione. Sabo e Ace si voltarono a vedere. Videro Rufy che a tutta velocità si dirigeva verso di loro.

– VIAAAA! – urlò scappando con faccia sconvolta. I due più grandi rimasero a fissarlo un attimo, e sentirono degli sgradevoli versi dietro di loro. Si voltarono per vedere un grosso animale tipo rinoceronte, che però aveva le zanne, una serie di spuntoni di un colore rosso che non presagiva nulla di buono e soprattutto alto una ventina di metri al garrese. Ace e Sabo ebbero una specie di infarto.

– CHE DIAMINE È QUESTO? – urlarono, correndo anche loro dietro a Rufy, a loro volta seguiti dal rinoceronte. I tre ragazzini si infilarono in un passaggio in una parete di roccia. Il rinoceronte picchiò con forza contro il muro di roccia, probabilmente rimanendo ucciso sul colpo.

– Ahahah! Cero che è stupido questo rino-coso! – rise Rufy, non notando gli sguardi assassini dei fratelli.

– E comunque ho vinto io! Secondo voi è buono il rino-coso? –





Ehilà sono tornata subito! Vabbè non che ci voglia chissà che mente geniale per creare questo capitolo. Spero che a qualcuno piaccia! Bye!

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Capitolo 3
*** Quindi, se mi morde... ***


QUINDI, SE MI MORDE...

La prima volta che Ace sentì il termine “frutto del diavolo” aveva otto anni, e nessuno si prese la briga di spiegarglielo. Nonostante lo avesse chiesto almeno trecento volte a Dadan e banditi vari, tutti si erano rifiutati di rispondergli. Dicevano di essere arrabbiati con lui, e che se lo meritava. Quante storie, solo perchè per sbaglio aveva portato a casa un ragno gigante che aveva morso diverse persone e fatto chissà quante ragnatele appicciocosissime e abbastanza schifose.

– Ehilà Ace! – lo salutò Sabo vedendolo.

– Sabo! Che si fa? –

– Vieni, oggi andiamo a caccia! – Ace e Sabo si incamminarono tranquilli per la foresta alla ricerca di una preda adatta a loro. Avevano appena addocchiato una specie di cavallo con due teste che sembrava piuttosto combattivo (nonchè appetibile), quando sentirono un verso strano.

– Cos'era? – chiese Sabo.

– Ah boh – gli rispose Ace perplesso. Intanto, la loro preda se l'era data a gambe.

– Ehi! – tutti e due si misero ad inseguirla, a tutta la velocità permessa dalle loro gambe di ottoenni (?), solo che erano leggermente più lenti. Non molto, ma vennero seminati e lasciati lì ad ansimare.

– Che palle – commentarono in coro, e sentirono di nuovo quello strano verso. Si girarono entrambi. Ora videro con chiarezza un grosso animale che li fissava, di cui distinsero chiaramente i denti e i fiumi di bava. Non aveva uno sguardo molto furbo, in compenso sembrava alquanto affamato.

– Corri – disse Ace, e Sabo non se lo fece ripetere. Tutti e due scattarono lontano, mentre l'animale li inseguiva.

– È idrofobo! – urlò Ace sentendo chiaramente gli schizzi di bava.

– Non farti mordere, o lo diventi pure tu! – i bambini si tuffarono in una provvidenziale piccola grotta, nella quale il coso bavoso e incazzato non li poteva seguire.

– C'è mancato poco – ansimò Sabo, e tutti e due scoppiarono a ridere. Rimasero lì un po', ad aspettare che una bocca si levasse dall'entrata.

– Senti Sabo –

– Uh? –

– In giro ho sentito il termine “frutto del diavolo” e Dadan non me lo vuole spiegare. Tu sai che roba è per caso? – chiese il moro stiracchiandosi.

– Mi pare di averlo già sentito... Sono delle robe che se le mangi ti vengono dei poteri fighissimi, ma in compenso poi hai dei problemi con l'acqua o cose simili – spiegò Sabo con estrema accuratezza.

– Che poteri? – chiese Ace.

– Non saprei... – gli rispose il biondo. Fissando l'amico, poteva vedere le rotelline di un angolo del suo cervello che giravano mettendosi in moto con un po' di fatica.

– Ace, cosa c'è? –

– Problemi con l'acqua dici? –

– Beh sì... non so cosa però... – Ace aveva preso un'espressione trionfante che Sabo sospettava significasse qualcosa di male.

– E se fosse paura dell'acqua? –

– Ace, cosa stai... –

– Se ora – disse il moro trionfante – Io vengo morso da quel coso idrofobo, divento idrofobo anch'io no? E se l'idrofobia ci fosse perchè ha i poteri di uno di queste robe, prenderei anche quello! –

– Ace non credo che funzioni così... ACE FERMATI! – il biondo si dovette lanciare sulle gambe di Ace e placcarlo a terra, prima che quello facesse una delle più grandi idiozie di cui Sabo potesse ritenerlo capace.






E reiccomi col primo capitolo Ace e Sabo only! È da un sacco di tempo che avevo in mente questa cosa di uno che vuole farsi mordere dal cane con la rabbia perchè ha un'idea del genere, e finalmente eccola! Beh, finalmente più o meno... non so voi ma io Ace da piccolo che fa cose del genere ce lo vedo ^^. Per il prossimo aggiornamento credo che sarò un po' lunga, perchè ho gli esami lunedì e non so bene quanto dovrò ripassare. Bye!

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Capitolo 4
*** Gas tossici ***


GAS TOSSICI

– Certo che è buono questo bisonte di palude! – disse Rufy sgagnando un pezzo della coscia di suddetto bisonte.

– Già, ne è valsa proprio la pena di fare tutta quella fatica a prenderlo! – confermò Sabo litigandosi un pezzo con Ace.

– Dobbiamo ricordarci di andare a prenderlo più spesso – urlò Rufy sputacchiando in giro addosso a tutti.

– Sì, sì, buonissimo, ora voi tre ve ne andate in letargo! – disse Dadan pulendosi la faccia dagli sputi di Rufy.

– Perchééé? –

– Perchè è tardi e perchè lo dico io! Raus! –

– Sì Dadan – dissero svogliati i tre bambini infilandosi in camera loro.

– Uffa, come si fa a dormire ora? – fece Sabo.

– A me lo chiedi? – rispose Ace. Stavano per dire qualcos'altro, quando il sonoro russare di Rufy li interruppe.

Rufysi svegliò in piena notte con dei forti dolori alla pancia. Fece per alzarsi e correre fuori, ma si rese conto che il suo fratellone Ace gli stava dormendo sopra, facendogli da leggerissimo peso morto sul petto.

– Ace... per favore, puoi spostarti... – Ace non diede segni di vita.

– Per favore Ace... –

– Sta zitto Rufy, voglio dormire – biascicò Ace. Rufy cercò di spostarsi, ma non ci riusciva con l'altro addosso.

– Andiamo Ace... Per favore ti prego... – non si sa se lo fece apposta o meno, sta di fatto che Ace piantò una gomitata nella pancia del fratello minore. Ora, se fosse stato un ragazzino normale avrebbe sentito male, ma essendo fatto di gomma Rufy non avvertì il ben che minimo dolore. Solo che comprimendo della gomma piena di gas che può uscire da un'apertura, il gas esce.

Tutta la casa venne svegliata da una serie di scoppiettii come di proiettili che fecero tremare i muri, e in poco tempo uno sgradevole gas verde iniziò ad aggirarsi alla ricerca delle sue vittime.

La fonte di tutto ciò (Rufy) non solo non soffrì minimamente per ciò che era successo, ma con un sorrisone a novantasette denti si rimise a ronfare come se niente fosse accaduto e soprattutto per colpa sua.

Al contrario, Sabo intuì subito la fonte del problema e, diventato verde-giallognolo, si tappò il naso e trascinò fuori Ace, che essendo così vicino al punto di origine della fuga di gas era entrato in uno stato simile al coma. Spalancò la porta e si allontanò il più possibile tenendo il fratello per i piedi. Appena fu lontano abbastanza dalla casa, il biondo fece un respiro profondo e cercò di svegliare Ace.

– Ace! Ace ci sei? Sei ancora vivo? –

– ...aaagh – fu la risposta del moro ancora semisvenuto.

– Dobbiamo ricordarci di non far più mangiare a Rufy il bisonte di palude, se questi sono gli effetti – commentò Sabo fissando la casa da cui uscivano una serie di banditi con le lacrime agli occhi, inseguiti da nuvolette del malsano gas.

– Io là non ci entro per i prossimi due mesi – mormorò Ace.












Ehilà! Se questo capitolo non rasenta l'inutile e banale fatemelo sapere e portatemi delle prove concrete, perchè io non ci credo. Se lo è, lo so già. Ma che ci volete fare, il mio cervello ormai ha deciso che dopo gli esami era ora di andare in ferie (definitivamente).  Consolatevi che il prossimo sarà un po' meglio. Bye!

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Capitolo 5
*** Non respira! ***


NON RESPIRA!

– Ti ho preso! – urlò Rufy.

– Come no – disse Ace scansandosi e facendo volare per terra il fratello di undici anni.

– Stavolta c'ero quasi! –

– Sono quattro anni che dici “stavolta c'ero quasi” e non mi hai mai preso! – rise Ace. Rufy gli fece la linguaccia.

– Solo perchè... perchè ho fame! – protestò.

– Tu hai sempre fame –

– E tu no? – Ace non rispose e si mise a fischiettare con aria innocente.

– Muoviti, andiamo a prendere qualcosa da mangiare – Rufy si tirò in piedi e seguì il fratellone nel bosco.

– Cosa vuoi mangiare oggi? –

– Ma, non saprei. Tu? –

– Io avrei voglia di serpente gigante – disse Ace.

– Cavoli, da quanto non lo mangiamo! – sbavò Rufy al solo pensiero.

– Allora muoviti a cercarne! – urlò Ace mettendosi a correre, seguito dal fratellino. Il primo serpente gigante che videro era un bel bestione nero-bluastro che strisciava calmo tra le piante.

– Allora, Rufy, lo prendiamo? – disse Ace.

– Certo... sarà almeno sedici metri... –

– Per me sono anche diciotto... – i due risero e decisero di smettere di pensare alle misure e iniziare a muoversi.

– Ci metteremo un attimo – sussurrò Ace.

– Sempre che tu non dorma! – rise Rufy. Ace sbuffò. E va bene, nell'ultimo periodo era un po' assonnato e ogni tanto si faceva una dormitina, e allora?

I due ragazzi saltarono addosso al serpente in contemporane. Rufy gli prese la coda per fermarlo, e Ace invece lo attaccò verso metà del corpo. Il serpente sibilò furente e iniziò ad avvolgrsi intorno ad Ace. Solo che Ace proprio in quel momento ebbe un impulso illogico e irresistibile: farsi una dormita. Così cadde all'istante in un sonno profondo, non spostandosi dalle spire del serpente. Solo che Rufy non poteva sapere che il fratello dormiva, e si preoccupò non poco quando lo vide mezzo avvolto dall'animale.

– ACE!!! – scattò in avanti e tirò un pugno al serpente. Il serpente cadde agonizzante, allentando la presa.

– Ace, come va? – Ace dormiva, ma a Rufy quel sonno improvviso sembrava fosse stato provocato dal serpente stesso.

– Ace sveglia sveglia sveglia! – lo scosse il minore. Cavoli, non respirava! O meglio, respirava, ma pianissimo. Cosa doveva fare? Se uno non respira... Certo! Ricordandosi quello che aveva sentito in giro, riempì i polmoni d'aria (ovvero la sua cassa toracica aumentò di circa cinquanta centimetri), si chinò sul fratello e gli fece quello che per lui doveva essere una respirazione bocca a bocca. In quel momento, Ace si svegliò.

– Ace! Stai bene, meno male! Quel bestione ti stava soffocando per caso? – disse Rufy con un sorriso tirandosi su. Purtroppo per lui, Ace aveva realizzato appieno la procedua usata dal fratellino per “salvarlo”. Quel giorno, Ruy vide per la prima volta Ace avere un attacco di narcolessia cronico. E vide sempre per la prima volta Ace che improvvisamente “prendeva fuoco”. Quindi iniziò a correre molto velocemente e un po' confuso mentre il fratellone lo inseguiva con le fiamme che uscivano dalla bocca e l'aria da aspirante fratricida.









Hihihi lo sto proprio trattando male Ace in questo periodo. Prima i gas, ora la respirazione bocca a bocca. Non so come Rufy sia sopravvissuto così a lungo xD Solo che quella di Ace che aveva attacchi di narcolessia e succedeva chissà cosa perchè Rufy non lo sapeva era troppo un'idea interessante per resistere, e visto che ho letto che inizia a manifestarsi nell'adolescenza... Bye!

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Capitolo 6
*** Questione di esperienza ***


QUESTIONE DI ESPERIENZA

Ace aveva passato anni della sua vita a tirare Rufy fuori da fiumi, laghi, stagni, mari e pozzanghere nei quali il ragazzo di gomma stava annegando. All'inizio gli rompeva parecchio, poi col passare del tempo era diventata una cosa normale, come le sfuriate di Dadan o l'essere aggredito dagli animali più improponibili.

– Uffa, Ace posso venire con te quando parti? – chiese Rufy al fratello.

– No. Prima compi diciassette anni, e poi puoi prendere il mare – ripetè Ace per l'ennesima volta. Ormai mancavano meno di sei mesi alla sua partenza e Rufy lo stava torturando con questa storia.

– Allora mi aspetti! –

– Ma neanche per sogno –

– Non è giusto! –

– Non è colpa mia se sei piccolo –

– Non sono piccolo, sei tu che sei nato troppo presto! – protestò Rufy. Ace sbuffò, pensando che nascere dopo una gravidanza di venti mesi non è esattamente troppo presto. Scacciò subito quei pensieri, o si sarebbe depresso per il resto della giornata.

– Comunque è no –

– Perchè? –

– Perchè sono tuo fratello maggiore e tu mi obbedisci! –

– Se obbedissi a te perchè sei più grande dovrei obbedire anche a Dadan, nonno Garp e un sacco di altra gente! Però non lo faccio! – Ace ridacchiò. Allora anche il suo fratellino era capace di ragionare a volte.

– E comunque cosa c'entra che sei vecchio? –

– Primo, non sono vecchio. Secondo ho più esperienza di te! –

– Ah, sì? E in cosa? –

– Tutto! Ci sarà un motivo se non mi hai mai battuto una volta in sei anni! –

– Potrei farlo se volessi! –

– Che dici se invece di discutere andiamo a fare una gara di corsa? –

– SÌÌÌÌÌ! Fino a dove? –

– Facciamo fino all'albero fulminato vicino a casa –

– Ci sto – i due partirono subito in velocità. Rufy correva più che poteva, ma Ace era comunque in vantaggio. Il minore cercava di procedere lanciandosi con le braccia per superare l'altro, ma rimaneva sempre indietro.

Ad un tratto prese male la mira e plunf! cadde in acqua. Subito Ace, sentito il rumore e realizzato subito cosa fosse, si voltò e si tuffò per recuperarlo. Un attimo prima di toccare l'acqua pensò “Un attimo! Ma se ho mangiato quel frutto col potere del fuoco, allora non dovrei nuotare giusto?” L'attimo dopo perse conoscenza.

– Coppia di deficenti! Ringraziate che passavo di lì, idioti, o a quest'ora eravate morti tutti e due! Ma cos'avete, merda in quelle teste di rapa? – urlò Dadan, strizzandosi l'acqua dai capelli fradici e fissando con odio i due ragazzi fradici di fronte a lei.

– 'Azie – gorgogliò Ace, ancora traumatizzato.

– Quando si mangia? – esclamò Rufy tirandosi in piedi di colpo. Però, pensò Ace, si vede che è più abituato di me ad annegare...











Saaaaalve! Ops, credo che a volte Ace abbia piccoli problemini di memoria xD Spero che vi abbia fatto un pochino ridere questo capitolo. Bye!

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Capitolo 7
*** Migrazioni di freddo ***


MIGRAZIONI DI FREDDO

– Ho freeeddo! –

– Ho freeeddo! –

– Ho freeeddo! –

– Ho freeeddo! –

– E CHE PALLE CHE SEI RUFY! – sbottò Ace dopo che per l'ennesima volta il fratellino si lamentava che aveva freddo. Va bene, era inverno, c'era un vento gelido, c'era la neve, ma era ora di piantarla con questa cosa del freddo.

– Sto congelando! – protestò Rufy tremando.

– Ti conviene muoverti, così ti riscaldi – gli urlò Sabo vedendolo immobile.

– Non possiamo fare un'altra volta? – chiese Rufy.

– No! Te l'abbiamo già detto che o oggi o non si fa niente! – gli disse Ace.

– Va bene – Rufy prese a correre fino a superare gli altri.

– Com'è che ora è così allegro? – chiese Sabo.

– Lo sai che è strano – disse Ace scuotendo la testa. I due si incamminarono verso dove era andato il più piccolo. Seguendo le impronte lo trovarono immobile che tremava come una foglia e batteva i denti.

– Freddo, freddo, freddo, freddo... – si lamentava.

– Scemo, non stare fermo – lo rimproverò Sabo.

– Ma io... –

– Andiamo – disse Ace, prendendolo per un braccio e iniziando a tirarlo per farlo camminare, cosa che Rufy sembrava non volesse fare.

– Ci siamo quasi – disse Sabo a un certo punto. Quello era una di quelle volte in cui passavano sull'isola degli uccelli migratori estremamente rari. I tre fratelli avevano deciso di vederli e catturarne uno da fare arrosto.

– OK, ricordatevi di non farvi congelare – disse Ace guardando in particolare Rufy.

I tre si nascosero dietro ad un sasso. Davanti a loro c'erano un gruppo di strani uccelli bianco-argentei.

– Ricordatevi il piano: al mio tre, ci buttiamo su uno di loro e evitiamo le ali, quindi Rufy gliele blocca attorcigliandosi intorno e noi due lo stendiamo! – disse Sabo.

– Uno... due... tre! – uno sfortunato uccello si trovò addosso due ragazzini che gli tenevano ferme le zampe.

– Rufy, muoviti! – urlarono. Dal minore nessuna risposta. I due si dovettero arrangiare a bloccare da soli l'uccello e stenderlo, mentre gli altri volavano via. Solo allora tornarono dove avevano lasciato Rufy, che era rimasto stranamente perfettamente immobile. Ace gli mollò un pugno in testa.

– Com'era il piano Rufy? –

– Anche noi abbiamo freddo, ma non facciamo queste storie – disse Sabo.

– S-s-s-scusa-ate, m-ma fac-c-cio f-f-f-atica a muo-over-r-rmi – balbettò Rufy.

– Come fai fatica a muoverti? – chiese Ace. Sabo prese un braccio del fratellino e gli fece piegare il gomito.

– È vero, faccio fatica a piegarlo! – disse.

– Cavolo! – esclamò Ace – Lo so io che problema ha! La gomma col freddo diventa rigida, ecco perchè soffre il freddo più di noi! –

– OK, quanto dovrebbe durare questo freddo? – chiese Sabo.

– Una mesetto, forse due. Quindi per questo periodo... –

– E-e-eh? – chiese Rufy mentre gli altri due lo fissavano.

– In questo periodo Rufy farà uno speciale allenamento per imparare a sopportare il freddo! – gli risposero in coro Ace e Sabo.










Saaaalve a tutti! Spero che a qualcuno abbia fatto ridere questo capitolo (io lo trovo niente di che sinceramente). Lasciate un arecensione, anche piccola o iper-negativa pleeease!

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Capitolo 8
*** Gli elastici di gomma ***


GLI ELASTICI DI GOMMA

– Uffa, voglio uscire – disse Rufy.

– Come ti ho già detto venti volte, se ora voi uscite annegate, tu in primis! – ringhiò Dadan. Rufy guardò sconsolato fuori dalla finestra mentre un acquazzone in piena regola rendeva tutto bagnato fradicio. Sembrava quasi che le gocce potessero rompere il vetro, tanto forte cadevano.

– Ma è noioso stare qui in casa! – protestò Rufy.

– Trovati qualcosa da fare! Ace e Sabo non rompono come te! – disse Dadan bevendo una bottiglia di sake.

Rufy si girò. Sabo stava sdraiato a guardare il soffitto con aria annoiata.

– Cosa fai? – chiese il più piccolo.

– Conto i ragni che passano – rispose laconico Sabo. Rufy guardò il soffitto.

– Io non ne vedo –

– Nemmeno io – Rufy decise di lasciare Sabo ai suoi conti e vedere cosa faceva Ace. Lo trovò seduto con davanti a sè dei piccoli oggetti rotondi.

– Ace, cosa stai facendo? – chiese Rufy.

– Rompo gli elastici di Dadan –

– Aaah – disse Rufy capendo cos'erano quei cosi lì per terra. Erano quegli elasticini che Dadan usava a volte per chiudere i sacchetti o cose del genere.

Osservò Ace che ne prendeva uno in mano. Ci metteva dentro due dita e iniziava a tirare in direzioni opposte. L'elastico si tendeva e si allungava, si allungava, si allungava finchè con uno schiccò secco non si rompeva e le due metà cadevano per terra vicino a quelli già rotti.

Ace ne prese su un altro e ricominciò a tirarlo alla stessa maniera. Rufy Scoppiò a ridere, mentre il fratello lo fissava con aria di dire “ma come fa a ridere per questa cosa idiota?”.

– È divertente! – esclamò Rufy.

– Se lo dici tu, gommino – commentò Ace chiamandolo con uno dei nomignoli che usava ogni tanto per prenderlo in giro. Rufy continuò a ridere. Si stiracchiò le mani, allungandosi le dita. Rimase un attimo a guardarle, poi le lasciò e ritornarono come dovevano essere.

Rufy continuò a guardare l'operazione di distruzione di Ace. L'elastico si allungava, si allungava, si allungava e poi si rompeva. Si allungava, si allungava, si allungava e poi si rompeva. Si allungava, si allungava, si allungava e poi si rompeva.

– Rufy, qual'è il problema? – chiese Ace fissando il fratello che aveva iniziato ad avere un'espressione strana.

– Ace... ma a te piace fare a pezzi gli elastici di gomma? – chiese esitante Rufy.

– Uh... un pochino, perchè? – appena rispose vide gli occhi di Rufy che si allargavano e diventavano lucidi e il fratellino correre via come un fulmine. Ace rimase lì perplesso.

– SABOOOOO! – il biondo stava sbadigliando quando Rufy gli si scaraventò addosso.

– Cosa c'è? – chiese mettendosi a sedere. In quel momento arrivò Ace che si mise a fissarli sempre più perplesso. Rufy si calò il cappello sugli occhi e si nascose dietro a Sabo tutto rannicchiato.

– Rufy... – iniziò Sabo perplesso.

– Ace mi fa paura... – frignò Rufy – Dice che si diverte a rompere le cose di gomma! –














Mwahahahahah Ace sta traumaztizzando Rufy! Spero che questo capitolo vi abbia fatto ridere (personalomente mi sono rotolata dalle risate quando ho avuto l'idea). Bye!

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Capitolo 9
*** Stavolta le hai prese ***


STAVOLTA LE HAI PRESE

– Wow, davvero vivi con dei banditi? – chiese Sabo al suo nuovo amico.

– Certo che sì! – rispose Ace.

– Ma non hai paura? –

– Certo che no, cosa mi potrebbero fare? – domandò Ace con un sorrisone.

– Ah, non lo so... Potrebbero picchiarti –

– La vecchia Dadan non riuscirebbe nemmeno a farmi un livido – si vantò Ace.

 

– Dobbiamo prendere quel toro! – esclamò Sabo.

– Non ci saranno problemi! – rispose Ace.

– Ma, sai ha le corna e gli zoccoli, vedi tu... – disse il biondo. Il moro era già scattato in direzione dell'animale.

– Ace! Non abbiamo un piano! – le proteste di Sabo furono inutili. Il bambino tanto era più che in grado di cavarsela. Si mise praticamente a cavalcioni dell'animale e gli afferrò le corna.

– Ju-huuuu! Andiamo bello, corri! – urlò Ace, mentre la bestia da rodeo inizava ad agitarsi e sgroppare per levarselo di torno. Sabo gli mollò una bastonata sul muso e Ace saltò giù al volo, tirandogliene una a sua volta. Il bestione muggì e si lamentò, prendendo un'altra bastonata di Ace in mezzo agli occhi e rimanendoci tanto forte gliel'aveva tirata.

– Sei forte, amico! – disse Sabo dando il cinque ad Ace.

 

– Attento! – urlò Sabo mentre Ace correva. Parte della parete rocciosa di fianco a lui aveva iniziato a franare e cadeva verso il moro. Il bambino si voltò e schivò tutti i massi che poteva. Sabo corse in suo aiuto prendendo a calci quelli che riusciva per deviarli. Ace a sua volta ne aveva spostati un paio con la sua sola forza.

– Hai rischiato, eh? – ansimò Sabo appena furono fuori.

– Non molto a dire il vero, lo sia che sono duro di pellaccia! – sorrise Ace.

 

– Ce l'abbiamo fatta! – urlò Sabo tenendo in mano il bottino che avevano rubato ad un tipo al Grey Terminal.

– Quanto abbiamo preso? – chiese Ace.

– 1000 berry e uno zaffiro! – gli rispose Sabo esultante.

– Mi sa che questo era un ladro a sua volta –

– E certo, chi c'è di onesto al Grey Terminal? – rise Sabo – E comunque hai visto com'era grosso? –

– Me lo sono beccato un pugno se non te ne sei accorto! – rise Ace indicando un piccolo livido sulla guancia – Ma non faceva così male! –

 

Col tempo, Sabo aveva imparato che Ace era uno con la pellaccia dura, ma davvero dura. Certo, anche lui era duro, ma quando l'aveva incontrato Ace era molto più duro di lui. Era grazie al moro che Sabo era così forte ed esperto, e quando lottavano a volte riusciva a batterlo, mentre all'inizio le prendeva di brutto. Per questo gli venne un colpo quando vide Ace arrivare con una serie interminabile di lividi e bernoccoli.

– Ace! Stai bene? –

– Più o meno sì, dai –

– Sembra che tu le abbia prese – gli fece presente Sabo.

– O, le ho prese – rispose Ace – Credo che a qualcuno non piaccia molto il mio, come dire, stile di vita –

– Come sarebbe a dire? – chiese Sabo che iniziava a preoccuparsi.

– Niente, è solo che è passato a trovarmi mio nonno e il vecchiaccio è un Vice Ammiraglio della Marina, quindi coi pugni non ci va giù leggero –











Saaaalve! Eccomi col nuovo capitolo in tempo record >.> In teoria sarebbe andato a domani, solo che non so se ci sarò domani e poi vado in vacanza, quindi per due settimane non credo di esserci con gli aggiornamenti. Ringrazio in anticipo tutti quelli che recensiranno nel lasso di tempo in cui sarò assente ^^ Bye!

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Capitolo 10
*** No! ***


NO!

– NO! – urlò Ace.

– Dai fratellone, non fare così – lo supplicò Rufy.

– Ho detto no ed è no! –

– Sei infantile – commentò Sabo.

– A 10 anni posso ancora esserlo! –

– Per favooooore Ace... –

– NO! – ribadì il moro, abbarbicandosi ad un albero. Sabo si massaggiò l'attacatura del naso. Era da quando aveva incontrato Ace che a volte soffriva di acutissime emicranie, e quella era una di quelle volte.

– Portuguese D. Ace, lascia quell'albero! ORA! – Ace fissò Sabo. Certo che a volte sapeva essere davvero inquietante. Ma Ace non desistette.

– Non m'importa niente, io ho detto no e no rimane, quindi no! – ripetè Ace per l'ennesima volta.

– Senti Ace, piantala di fare così e comportati seriamente –

– Vuoi che dica no seriamente? OK, no seriamente – Ace si attaccò di più al tronco. Sabo lo guardava con un misto di rabbia e compassione.

– Nemmeno io vorrei, ma lo faccio! –

– Buon per te! Allora vai, sparisci, e fallo, ma non contare su di ME! – urlò Ace per l'ennesima volta.

– Sei peggio di Rufy! –

– Ovvio, lui ha la testa di gomma è normale che la sua sia più molle della mia! –

– Come scusa è patetica –

– Come te lo devo dire che è no? –

– È inutile che tu dica no! –

– Ma piantala, chi sei tu? La mia balia? –

– No, ma sono anni che ricopro questo ruolo ormai –

– E in tutti questi anni ancora non ci arrivi che se ti dico no vuol dire no? –

– Muoviti –

– Non ci penso nemmeno! –

– E perchè? –

– Perchè no! –

– Scusate ragazzi – si intromise Rufy – Ma io mi sono scordato di cosa stavamo parlando – Ace e Sabo sbatterono le palpebre un paio di volte.

– Anch'io – disse Ace.

– Anch'io – confermò Sabo.

– Quindi qualsiasi cosa fosse rimane il mio no? –

– Per forza. Non so se te l'ho mai detto, ma la tua fortuna fa schifo –

– Sì, grazie –









Salve a tutti! Scusate se non ho aggiornato per così tanto, è che non mi potevo connettere col computer. Spero che questo piccolo capitolo sulla meravigliosa memoria dei nostri ragazzi vi sia piaciuto! Bye!

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Capitolo 11
*** La gomma bruciata puzza ***


LA GOMMA BRUCIATA PUZZA

– Allora Ace, me li fai vedere questi nuovi poteri? – chiese Rufy. Ace sospirò.

– Ti ho detto che finchè non imparo a controllarli è meglio se stai lontano –

– Ma perchè? –

– Perchè la gomma bruciata puzza un sacco! – Ace sospirò. Ne aveva di testa dura Rufy. Il ragazzo iniziò a tirargli dei pizzicotti.

– Cosa stai facendo? – chiese Ace bloccandolo.

– Voglio vedere se reagisci usando i tuoi poteri! – Rufy gli fece la linguaccia e gli mollò una ginocchiata.

– Vieni con me – sbuffò Ace alla fine.

– Davvero mi fai vedere cosa sai fare? Davverodavverodavvero? – chiese Rufy.

– Sì, muoviti – Ace aveva ancora qualche problema con il fuoco e preferiva non mettere nei guai suo fratello, che intanto aveva preso a saltellare per l'allegria. Quindi voleva fare in modo che quello si accontentasse di vedere qualche fiammata e poi basta.

– Però è forte che tu abbia mangiato questo Roga, eh? –

– Si dice “Rogia” –

– Uffa – Ace sorrise.

– Comunque sì, è figo. E tu ti devi arrendere al fatto che non riuscirai mai a diventare più forte di me –

– Però io non dormo sempre! – disse Rufy facendogli la linguaccia.

– Non l'avrei mai detto – lo prese in giro Ace.

– Ho gli occhi aperti, per te dormo? –

– Lascia perdere. Siamo arrivati – disse Ace fermandosi. Erano in un posto circondato da rocce, senza piante o legna che si potessero infiammare facilmente. Ace si voltò verso il fratellino.

– Allora Rufy, ora io farò delle fiammate, ma se succede qualcosa tu ti allontani subito, OK? – Ace aveva programmato di far crollare di nascosto parte delle rocce friabili dietro di sè, così a Rufy sarebbe venuto un colpo.

– Allora... – Ace si bloccò, preso da una sonnolenza improvvisa. Piegò la testa di lato e si mise a dormire. Rufy sbuffò.

– Proprio ora dovevi fare un pisolino? – protestò – Ora ci penso io a svegliarti. Gom Gom no... – iniziò tendendo un braccio. Un colpo svegliò Ace, insieme ad una puzza abominevole. Si guardò il fianco, dove c'erano delle fiamme che si affrettò a spegnere. Rufy si teneva un braccio.

– Ehi cosa...? – Rufy aveva il braccio e la mano coperti di scottature.

– Avevi ragione! –

– Eh? –

– La gomma bruciata ha un pessimo odore! – esclamò Rufy mettendo il braccio sotto al naso di Ace. Il maggiore sospirò. Possibile che quello scemo non capisse che era più importante se si era fatto male che se gli puzzava un braccio?










Salve people! E come al solito Rufy fa disperare suo fratello. Non mi piace poi molto questo capitolo, ma spero vi soddisfi! Bye!

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Capitolo 12
*** Legati ***


LEGATI

– Oggi ragazzi, pulite – disse soddisfatta Dadan, con un ghigno che le andava da un orecchio all'altro.

– Sei cattiva! – esclamarono in coro Ace, Rufy e Sabo, fissando furibondi la donna di fronte a loro. Nel sonno li aveva legati con delle catene di algamatolite prese non si sa dove per bloccare definitivamente qualsiasi tentativo di fuga anche da Rufy e ora li fissava decisamente allegra.

– O, certo. Però se volete che vi liberi voi dovete fare quello che vi dico io! – i tre la fissarono con odio.

– Ma neanche per sogno! – disse Ace.

– Invece sì! Tu ti metti a lavare i pavimenti, Sabo i vetri e Rufy i mobili. D'accordo? –

– NO! –

– Invece io dico di sì. O preferite rimanere lì legati a tempo indeterminato? –

– Legato a tempo indeterminato! –

– Legato a tempo indeterminato! –

– Legato a tempo inede... indtere... inetere... –

– Lascia perdere, Rufy – Dadan fissò i tre che aveva di fronte. Sapeva benissimo che quando si mettevano in testa una cosa non gliela levavi. Ed essendo teste dure quasi come lei, il bieco ricatto non era sufficente. Doveva trovare una maniera per girare la frittata a suo favore.

– E davvero rimarrete qui a immobili invece di uscire? –

– Sì! –

– E se dovrete andare in bagno? –

– Ce la teniamo! –

– …Se vi facessi il solletico? –

– Non cediamo alle torture! – Dadan li fissò. Cavoli se erano cocciuti. Li fissò uno ad uno. Ace avrebbe tranquillamente potuto prendere a testate un rinoceronte senza farsi male. La carta del ricatto con lui era completamente inutile. Sabo era un po' più morbido, ma anche lui non era male. Rufy poi non gli toglievi una convinzione nemmeno con le cannonate, probabilmente perchè il solo elaborarne una impediva alla sua mente di funzionare per il resto della settimana. Quindi... A Dadan venne un colpo di genio. Ma certo, come aveva fatto a non pensarci?

– Già, immagino dovrò lasciarvi lì a fare la muffa... peccato però, chi andrà a prendere da mangiare? Io no di certo –

– Eh? – Rufy la fissò stranito.

– Merda... – borbottò Sabo che aveva capito tutto.

– Eh già, e se prenderemo da mangiare poi mangerà solo chi ha lavorato per prenderlo, di certo non tre statuette immobili... –

– Dadan! – piagnucolò Rufy – Stai scherzando? –

– No –

– Allora senti, cosa dovevo fare io? – chiese Rufy.

– I mobili, grazie – disse Dadan serafica levandogli alcune catene. Il bambino si precipitò a prendere un secchio e una spugna.

– Cosa ci potevao aspettare da quello che ragiona con lo stomaco? – sospirò Sabo.

– ...Già – disse Ace, al quale la questione “cibo” stava iniziando a fare un certo effetto e non era più così fermo nelle sue convinzioni.

– Eccomi – disse Rufy carico.

– Beeeene, inizia da lì – disse Dadan.

– Tranquillo, credo che ci libererà tra poco – disse Sabo. Difatti...

– MONKEY D. RUFY! Come hai fatto a spaccare il tavolo? E quell'armadio, gli hai staccato un'anta! Via, via, vattene e portati quei due! – esclamò Dadan mollando un calcio a Rufy e scaraventandolo fuori con Ace e Sabo.

– Sai, Rufy, a volte non sei così inutile – commentò Ace – Propongo di cercare qualcosa da mangiare –











Ma ciao! La povera Dadan ormai non sa più che pesci pigliare con quei tre xD Ricorrere a dei ricatti così crudeli con dei bambini dolci e innocenti (sì, come no). Bye!

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Capitolo 13
*** Voglio imparare a leggere ***


VOGLIO IMPARARE A LEGGERE

– Voglio imparare a leggere – Sabo inciampò e cadde per terra, Ace andò a sbattere contro un ramo.

– C-cosa? – chiesero in contemporanea.

– Voglio imparare a leggere – ripetè Rufy. I due maggiori lo fissarono con occhi stralunati, impallidendo vistosamente.

– Sei sicuro che stai bene? – chiese Sabo. Ace gli toccò la fronte.

– Non sei caldo – disse.

– Mi insegnate? – chiese Rufy con un sorriso. Sabo si voltò verso Ace, pallido come un cadavere e sudando freddo.

– A-Ace... –

– Mi spiace, non posso aiutarti e lo sai – disse Ace allontanandosi.

– Mi insegnate? – chiese di nuovo Rufy.

– Mi spiace Rufy, io non sono bravo. Chiedi a Sabo – un ricordo assai doloroso passò per la mente del biondo.

 

Flashback

Sabo, che fai? –

Leggo –

Mi insegni? –

Non sai leggere? Ma sai che sei scemo? –

Insegnami. Ora – Sabo sorrise ad Ace e gli diede il foglio.

Allora, questa lettera è la A –

E come si legge? –

A. Questa si legge “S”, questa “E”, questa “F” e questa “C” , questa “I”, questa “T” –

Uau –

Quindi ad esempio, il tuo nome si scrive così – Sabo tracciò la parola “Ace”.

– “Ace”? Non dovrebbe essere così? – “Eis”. Sabo scoppiò a ridere.

No, perchè si legge diverso –

Ma tu dicevi che si leggeva così! –

Sì, ma il tuo nome non è scritto come si legge –

Ma andiamo! –

È vero! –

Tre ore dopo...

Allora, hai capito? –

No! –

Come si legge qua? – “...è ricercato per...”

– “e... ric... richer... richercato... e richercato per” Ma che parola è “richercato”? –

Ricercato! –

Ah, lascia perdere! –

Fine flashback

 

Sabo sentì il principio di uno svenimento. Ace era molto più intelligente di Rufy, ma molto davvero. Ed avevano passato tre ore d'inferno solo per insegnargli come si legge e scrive il suo nome. Sabo non sapeva se Ace aveva imparato per conto suo, ma per quanto ne sapeva lui era analfabeta nella maniera più assoluta. Ora, Sabo dubitava che in sole tre ore Rufy avrebbe imparato che il suo nome si scrive “Rufy” e non “Rafi”. E di sicuro Ace non lo avrebbe aiutato.

– Allooooora? – disse Rufy fissandolo con un sorriso a trentadue denti. Sabo si girò supplicante verso Ace il quale lo fissava con espressione sadica.

– DADAAAAN! – urlò Sabo, pregando che la banditessa non avesse niente di meglio da fare che insegnare a Rufy qualcosa che non avrebbe imparato nemmeno in capo a vent'anni.









Piccolo classico ^^ Devio dire che mi sto divertendo da matti a far uscire di senno Sabo.
Sabo: ti odio
Rufy: fratellooooone!
Sabo: N-NO! Vai da Dadan!
Calma bambini! Recensite please. Bye!

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Capitolo 14
*** Erba ***


ERBA

– Allora? – chiese Rufy preoccupato.

– Lascia perdere Rufy – borbottò Sabo fissando Ace esanime davanti a lui.

– Ma cos'ha? Gli passerà? –

– Sì, Rufy, tra poco gli passa – sospirò il biondo. Come faceva Ace a volte ad essere così scemo? Per non si sa quale motivo, aveva deciso di emulare Rufy divornado qualcosa di cui non conosceva la natura. E Sabo si era accorto troppo tardi che era un'erba allucinogena. Ora dovevano aspettare che Ace si riprendesse dai sogni che stava facendo in quel momento e dargli una lavata di capo. Ottimo. Dieci anni e ancora faceva queste cose. Idiota, nemmeno Rufy mangiava cose del genere.

Intanto, nella mente delirante di Ace...

Ace si guardava intorno allegro. Si sentiva un po' confuso. Aveva la testa che girava all'impazzata e un caldo bestiale, anche se non capiva bene cosa succedesse. Davanti a lui c'era qualcuno.

Strizzando gli occhi, distinse una sagoma bionda e una mora. Chi erano? Boh. Non li riconosceva. Chissà. Vide la persona mora che si chianava verso di lui. La metteva a fuoco pian piano... No... cambiava di nuovo... Ah, ecco, aveva i capelli lunghi... e i baffi... sì, e gli ricordava... delle vecchie foto di taglia...

Ace – la voce del moro gli risuonò come deformata e cupa. Ace andò nel panico. No... non era Lui... Non poteva essere Roger quello che vedeva!

Si voltò verso la figuara bionda. Sembrava più alta... no, sottile... perchè vedeva tutto così dformato? Sembrava quasi una donna... OMG...

La figura di Roger si chinò di più verso di lui. Ace lanciò un urlo e lo colpì violentemente con un pugno sul mento, e poi uno in testa. Roger si allontanò. Ace fissò la donna... bionda...

Mamma! – singhiozzò. Si avvicinò e vide che la donna arretrava.

Mamma, stai qua! Per piacere, mamma! – il moro si abbarbicò alla donna, che iniziò a dargli dei colpetti della schiena.

Mamma! –

Ace... Ace ascoltami... – la voce della donna era strana – Ace, ci sei? Ace... – e poi ad Ace sembrava anche ci fosse qualcosa di strano nella donna... la sua figura iniziava a tremolare... Cambiava...

– Ace, temo tu abbia sbagliato persona – ridacchiò Sabo imbarazzato. Il moro si alzò lo sguardo e si accorse di aver abbracciato stretto il fratello. Divenne rosso pomodoro e lo lasciò subito. Dannazione che emicrania che aveva. Poco più in là, Rufy si massaggiava i bernoccoli e fissava Ace e Sabo stupefatto.

– C-che cosa... –

– Hai mangiato un'erba allucinogena. Però non ti facevo così tenero Ace – lo prese in giro Sabo con un ghigno.

– N-non so di cosa tu stia parlando! – strillò Ace.

– Mamma, mamma, stai qua! – gli fece il verso Sabo. Ace stava per picchiarlo di santa ragione quando Rufy li interruppe.

– Ace... ma... ma Sabo è tua mamma? – chiese il ragazzino con gli occhioni confusi. Ace e Sabo caddero a terra.

– Io questo lo ammazzo – sussurrò Ace.

– Colpa tua. Ora glielo spieghi tu – disse Sabo sconcertato dal vuoto mentale che riscontava in entrambi i suoi fratelli.












Saaaaaalve! Non so da dove mi sia uscita questa cosa e francamente non voglio saperlo. Potrei rimanerne traumatizzata xD Ditemi cosa ne pensate di questa totale demenzialità. Bye!

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Capitolo 15
*** Nessuno mi può comandare! ***


NESSUNO MI PUÒ COMANDARE!

– Yaaaaaah! –

– Vieni qui! –

– Nemmno per sogno! –

– Ora ti... – Dadan finì con la faccia spalmata per terra. Ace si girò per farle una linguaccia e continuò a correre. Quando l'avrebbe imparata che nessuno poteva dirgli cosa fare. Arrivò in un lampo da Sabo.

– Ehi amico, ci hai messo più del solito – disse l'amico vedendolo.

– Scusa, ma la megera voleva che pulissi casa – rise il moro.

– E tu l'hai fatto? – chiese Sabo.

– Ovvio che no! Nessuno può dire a Portuguese D. Ace cosa deve fare! – esclamò lui allegro, facendo scoppiare a ridere anche Sabo.

– Avanti uomo duro, andiamo a caccia! – rise il biondo dandogli una pacca sulla spalla. I due si incamminarono verso dove potevano trovare da mangiare.

– Per te cosa prendiamo oggi? – chiese Ace.

– Ah, qualcosa di grosso! – disse Sabo.

– E anche buono possibilmente –

– Gruaaaar! – un verso feroce squarciò la quiete del bosco. I due si voltarono di scatto. Accanto a loro c'era un meraviglioso cinghiale formato gigante, con delle zanne lunghe mezzo metro.

– Allora, Ace, il piano... –

– Sei morto, bestione! – urlò il moro ignorando totalmente l'amico e fiondandosi addosso al cinghiale. Sabo cercò inutilmente di trattenerlo.

– Fermati! ACE! – Ace mollò una bastonata al suino in mezzo agli occhi. Il coso subito si girò gemendo e si allontanò.

– Ace! Ti ho detto “fermati” – disse Sabo mentre inseguivano il cinghiale.

– Te l'ho detto prima, no? Nessuno mi dice cosa fare! –

– Sì, ma... –

– E con nessuno intendo Dadan, nonno Garp e anche te! – rise Ace correndo. Il cinghiale continuava a correre come un matto. Di colpo Sabo si rese conto di dove andavano seguendo il bestione e si inchiodò sul posto.

– Ace! Fermati! –

– Nemmeno per idea! – rise Ace. Sabo sbuffò. Stavolta se la doveva cavare da solo, e lui l'avrebbe aiutato solo in caso di estrema necessità.

Ace continuò a correre bellamente ignaro di dove stesse andando e ignorando totalmente gli avvertimenti del biondo. Il cinghiale saltò. Ace lo imitò, rendendosi conto troppo tardi che sotto di lui c'era un buco di venti metri di altezza e dieci di larghezza. Che lui non poteva saltare.

– Aaaaaaaah Sabo! – ululò Ace cercadno di aggrapparsi all'aria. Il biondo sospirò e con una liana lo prese al lazo, bloccandogli la caduta.

– Uh... Sabo... – iniziò Ace con aria contrita.

– Sì? – chiese Sabo sorridendo.

– Ecco... credo che la prossima volta ti ascolterò... – borbottò Ace.

– Braaaaavo –









Ciao! Si nota molto che mi diverto a mettere nei guai Ace? Eccolo venire "domato" e capire che forse a volte ma non sempre può anche dare retta a qualcuno. Bye!

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Capitolo 16
*** Non è possibile ***


NON È POSSIBILE

Era tutto il santo giorno che Rufy aveva un'espressione strana. Aveva un sorriso sul viso, ma non il solito sorrisone allegro a ottocentosedici denti. Era un sorrisino strano, sognante, assente e un pochetto ebete. Sabo ed Ace erano seriamente preoccupati.

– Per te cos'ha? – sussurrò il biondo.

– Non ne ho idea – rispose Ace fissando il fratellino, che dondolava la testa.

– OK, ieri sera era già un po' strano, ma ora sta esagerando – disse Sabo. La sera prima, Rufy era sembrato vagamente distaccato. Certo, aveva divorato tutto come sempre, però sembrava un po' assente ed era andatoa dormire presto. Avevano pensato che fosse solo stanchezza, ma ora si erano accorti che c'era altro.

– Allora, cos'ha fatto ieri che lo possa rendere così? – domandò Ace.

– Beh... siamo andati nel bosco, abbiamo preso un bufalo, lo abbiamo mangiato, siamo andati in città, abbiamo fregato dei soldi a della gente, che ci ha attaccati e ci siamo separati, poi dopo mezz'oretta o poco più ci siamo ritrovati e siamo corsi a casa – ricapitolò Sabo.

– Quindi o nel bisonte c'era qualcosa di allucinogeno o gli è successo qualcosa mentre eravamo separati – disse Ace.

– Quindi, visto che qui lui è quello che meglio resiste a effetti collaterali di ciò che mangia, deve essergli successo qualcosa mentre noi non lo vedevamo – concluse Sabo grattandosi la testa.

– Ehi Rufy! – lo chiamò Sabo.

– Sveglia! – disse Ace tirandogli una guancia e facendogliela rimbalzare contro.

– Sì? – fece Rufy voltandosi.

– Ieri cos'hai combinato in città? – chiese Ace diretto.

– Quando? – chiese Rufy perplesso.

– Ieri, mentre eravamo seprati – sbuffò Ace. Rufy lo fissò.

– Ah... niente, non ho fatto guai! – rispose Rufy. Ace gli mollò un pugno in testa.

– Ace voleva dire proprio cos'hai fatto – fece Sabo.

– Io... allora... Ho corso, e poi... mi sono scontrato con una bambina con i capelli viola, e lei si è messa a piangere perché le avevo fatto male... E poi dopo un po' lei ha smesso e io me ne sono andato... e poi vi ho trovati – rispose Rufy.

– Mmmh – fece Ace. Si girò verso Sabo.

– Tu cosa pensi? – fece il biondo.

– Non so, e t... – Ace si interruppe vedendo Sabo che sbiancava di colpo.

– Non è possibile... Non è possibile... – mormorò Sabo.

– Cosa? – chiese Ace. Sabo si voltò verso Rufy, perplesso.

– Rufy... –

– Sì? –

– Senti... com'era quella bambina? – chiese Sabo.

– Ma... aveva i capelli viola con le treccine, e gli occhi azzurri... E non so come si chiama, però era più o meno alta come me... – Sabo divenne sempre più bianco.

– Sabo, che c'è? – chiese Ace.

– Non capisci? – chiese Sabo.

– No –

– Guarda: Rufy, che aspetto ha Dadan? –

– È brutta –

– E poi? – Rufy si grattò la testa imbronciato.

– Ha i capelli... gialli, è... alta e... e... – Ace sbiancò.

– Non è possibile... – sussurrò.

– Capito? – fece Sabo. Entrambi guardarono Rufy. Il bambino li fissava, ma nemmeno senza troppa curiosità. Assente di nuovo. I due maggiori si guardarono negli occhi di nuovo. Sabo era ancora pallido, ma sembrava non saper bene come comportarsi. Ace invece stava per scoppiare a ridere.

– Rufy è innamorato! Rufy è innamorato! – esclamò il moro.

– Uh? Cosa significa? – chiese Rufy. Come risposta, ebbe solo delle sonore risate dei fratelli e molte prese in giro.








Buonsalve! Per l'ennesima volta sono andata sul banale. Il povero Rufy ovviamente non ha idea di cosa i fratelli stiano cercando di dirgli e si prenderà le prese in giro senza capire. Tutto regolare insomma. Bye!

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