Il nastro del nostro destino

di lena21
(/viewuser.php?uid=173435)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto iniziò così... ***
Capitolo 2: *** The secret place ***
Capitolo 3: *** the endless night ***
Capitolo 4: *** Lo strano risveglio ***
Capitolo 5: *** Stupida curiosità ***
Capitolo 6: *** La caccia ***



Capitolo 1
*** Tutto iniziò così... ***


Ciao, sono lena21 e come a molti non mi è piaciuto molto il finale di questo film quindi ho deciso di scrivere una storia sulla mia coppia preferita: Robin e Maria!! Vi chiedo solo di non essere crudeli nelle recensioni perché questa è la mia prima ff, grazie!!!!

Tutto inizio così…

Era passato circa un anno da quando avevo salvato la valle di Moonacre, ma ogni singolo istante di quel fantastico giorno era marchiato nella mia memoria, non avrei mai potuto dimenticare come cominciò tutto… Un mese fa avevo deciso di passeggiare per la foresta, ma alcuni impegni mi avevano costretto a rimandare il mio incontro. Ero veramente stanca quando finii di farli, così decisi di rimandare al giorno seguente. Come al solito cenai con mio zio Ser Benjamin Merryweather e la sua fidanzata Loveday, stranamente vidi che mancava la signorina Heliotrope, ma mi fu detto che era dovuta andare a Parigi per un motivo familiare.
”Non credevo avesse dei parenti”, pensai, d’altronde aveva passato tutta la sua vita vicino a me,
-“per proteggerti”- ripeteva sempre; ma nell’ultimo periodo mi lasciava fare quasi tutto quello che volevo, e stranamente non mi rimproverava più se quando tornavo a casa avevo l’orlo del vestito sporco d’erba o un po’ strappato, aveva imparato a fidarsi di me ed io ne era contenta. Finita la cena corsi in camera mia e decisi di farmi un bagno per rilassarmi un po’; ultimamente ero così piena di impegni che mi risultava difficile trovare del tempo per me e per i miei amici o sarebbe meglio dire amico. Non lo vidi più molto spesso da quel giorno, diceva che doveva uscire con quella sua banda di amici o che doveva fare delle cose molto importanti che suo padre gli chiedeva di risolvere al suo posto.
-“Sarà anche vero”- mormorai mentre m’immergevo nella vasca piena d’acqua calda
-“ ma perché ho come l’impressione che lui voglia evitarmi?”- aggiunsi, con un po’ di ironia nella voce.
– “eppure non so cosa gli devo aver fatto, se si dimostra così freddo nei miei confronti… magari mi considera infantile o chissà cos’altro” pensai tristemente. Dopo essermi lavata i capelli ed essermi asciugata indossai la mia vestaglia bianca e andai a letto, purtroppo però quella notte non riuscivo a prendere sonno, così mi girai e rigirai nel letto, finché finalmente esausta, mi addormentai. Quando mi svegliai, mi accorsi che doveva essere già mattina inoltrata, così mi vestii velocemente con il mio vestito rosso e corsi giù dalle scale per andare in sala da pranzo, ma non vi trovai nessuno. Al loro posto però vi era, come al solito, il bicchiere di latte con i biscotti, che mangiai di fretta per vedere se tutti si trovavano in giardino. Una volta uscita con gran sollievo li vidi e in effetti loro erano usciti all’ aperto per godersi quella meravigliosa giornata di sole.
-“Buongiorno zio, buongiorno Loveday”- li salutai gentilmente,
-“Buongiorno Maria, ma cos’hai questa mattina? Mi sembri stanca.”- disse lei con un velo di preoccupazione nella voce.
–“oh, non ho nulla di preoccupante”- dissi per tranquillizzarla -“non ho dormito molto questa notte”- finii di dire
–“se lo dici tu mi fido, ma attenta a non affaticarti troppo, ultimamente sei piena di impegni, e non vorrei che con tutto questo tuo lavoro, finissi per ammalarti”- concluse lei.
“se solo sapesse perché mi riempio così di impegni” pensai “credo che capirebbe, ma non ho il coraggio di dirle che mi comporto così solo per evitare di pensare a suo fratello Robin, purtroppo questo metodo non funziona sempre… ”mentre però io ero persa nei miei pensieri mio zio aveva detto
–“Maria, ti ricordi che oggi cominciano le vacanze estive vero? Non vorrai passarle chiuse in casa spero:”- mentre stavo per rispondere Loveday mi precedette e continuò
-“ D’ora in poi ti chiedo di non occuparti di così tante cose, anzi te lo proibisco”- e mi guardò con uno sguardo furbo -“ perché non vai a passeggiare nella foresta? È da molto che non ci vai.” continuò cercando di mascherare un sorriso. Capendo di non aver altra scelta, annuii rassegnata.
“ed ora come farò ad evitarti Robin? Tu praticamente ci vivi nella foresta! Ehi, ora capisco cosa intendeva Loveday con quello sguardo e quando tentava di trattenere un sorriso, mi ha incastrata!! Vorrei poter tornare indietro ma se mi vedono, capiranno che c’è veramente qualcosa che non va in me, e allora mi riempiranno di domande e attenzioni. No meglio camminare qui piuttosto, cercherò di non allontanarmi troppo.”
Così si trovo a camminare nella foresta sperando di non incontrare l’oggetto di tutte le sue preoccupazioni. Mentre camminava Maria osservava tutto ciò che la circondava, sia perché era incuriosita da ogni cosa presente in quel posto, sia per cercare di ricordarsi meglio la via del ritorno. Stava pensando a quanto le era mancato quel posto fantastico.
“non ricordavo fosse così bella e maestosa questa foresta, è veramente da tantissimo che non ci vengo…”
all’improvviso lei sentì provenire un rumore dalle sue spalle e resasene conto, pregò che non fosse lui con tutto il suo cuore finché non vi fu silenzio e solo allora si voltò per vedere chi mai la avesse raggiunta. Qualcuno probabilmente doveva aver ascoltato le sue parole perché voltandosi, vide chi meno si aspettava:
-“ Rolf, che ci fai qui!!”disse felicemente sorpresa vedendo il suo cane, -“credevo che oggi volessi rimanere un po’ a casa con lo zio, ma sono contenta che tu sia qui!! Dai vieni, andiamo a fare una passeggiata.”- disse al cane che, dopo un attimo di esitazione guardando un punto preciso della foresta, la seguì allegro. Purtroppo però Maria non si era accorta che Rolf non era stato l’unico a seguirla, infatti dietro un albero qualcuno osservandola pensò

“non sei cambiata affatto principessa, anzi sei ogni giorno più bella, come farò a starti ancora lontano? Non credo di poterti resistere ancora a lungo.”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** The secret place ***


Ecco il nuovo capitolo della mia ff!!!! ringrazio tutti coloro che la hanno semplicemente letta e soprattutto Lady S per averla recensita, spero vi piaccia!!! =)

The secret place

“non sei cambiata affatto principessa, anzi sei ogni giorno più bella, come farò a starti ancora lontano? Non credo di poterti resistere ancora a lungo.”disse un’ombra  da dietro un albero.

Passarono i giorni e Maria, obbligata sia da suo zio che da Loveday, trascorreva sempre più tempo all’aperto e nella foresta. Cavalcava molto di più ora, soprattutto Pervinca, la sua dolce cavallina, visitava spesso i villaggi vicino alla casa di suo zio, tanto che tutti gli abitanti la salutavano se la vedevano passare, e lei felice ricambiava quei loro saluti gentilmente, non solo ma amava anche fare le lunghe passeggiate con Rolf,  nonostante tutto,purtroppo per lei, non sempre riusciva a tenere lontani i suoi pensieri. Durante una delle passeggiate si accorse di essersi spinta sino ad un luogo a lei sconosciuto, e cercando di tornare indietro,vi si perse. Scocciata per il fatto che probabilmente, se avesse continuato a camminare senza pensare dove stesse andando, si sarebbe persa ancora di più, si fermò e pensò:                                                                                          
”se continuo così non troverò mai la strada di casa , tanto vale che mi fermi e mi riposi per poi ricominciare a trovare un’ uscita da questa foresta, caspita sembra infinita!!!”.
Si sedette così sotto una grande quercia e disse:
-“certo che oggi è proprio un bellissima giornata, mi dispiace sprecarla così…”-
Si rilassò e chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi solamente sui suoni che la circondavano, sentiva il fruscio delle foglie causato dalla brezza fresca che in quel momento le stava accarezzando la pelle, più in alto, tra i rami immensi di quella quercia sentiva cinguettare allegramente dei passerotti, e più lontano sentì un mormorio sommesso, probabilmente causato dallo scorrere dell’acqua sui ciottoli, “un ruscello!” pensò aprendo gli occhi:
-“forse se lo seguo mi riporta a casa!”-
Subito si diresse verso la fonte di quel rumore. Mentre correva verso il ruscello le sembrava di non riuscire a raggiungerlo mai finché, dopo alcuni cespugli si accorse di trovarsi in una radura al cui centro si trovava un bellissimo laghetto contornato da maestosi alberi che lo contornavano fino alla parete rocciosa e voltandosi, capì che il rumore non era causato da un ruscello, ma da una cascata!                                              
 –“wow, che bel posto ho trovato, è così tranquillo, ho deciso, se riuscirò mai ad uscire di qui, questo diventerà il mio rifugio quando vorrò stare da sola.”-
 Si tolse le scarpe e immerse i piedi nell’acqua fresca.
“Come si sta bene, vorrei rimanerci per sempre!!! Ehi, ma cosa c’è dietro la cascata? Una grotta!! ora sì che questo posto è perfetto!!”- disse, ma vedendo che ormai era tardo pomeriggio decise di cercare nuovamente la strada. Dopo svariate ore di cammino, Maria riuscì finalmente a ritrovare la via di casa ed esausta, e raggiuntala salì direttamente in camera sua, chiudendo la porta a chiave, per evitare così che qualcuno la venisse a disturbare. Quella sera, dopo essersi messa la sua vestaglia bianca, decise di sedersi sul bordo della sua finestra per vedere la luna e le stelle. Stette lì a lungo, ad osservare il paesaggio notturno accarezzando la sua coniglietta Serena che si era appena addormentata sulle sue gambe.
-“Che tristezza, mi sento veramente sola, come vorrei che ci fossi Tu a farmi ridere, con quel sorriso furbo e quelle battute che solo tu sai fare…”-
mormorò, fino a che la sua voce si ridusse ad un flebile sussurro:
-“mi manchi così tanto Robin, perché non mi vuoi più? E io che credevo ci potesse essere qualcosa di più tra noi, sono solo una sciocca.”- lentamente la prima lacrima le scese sulla guancia, seguita poi da molte altre, finché, troppo stanca per versarne ancora, diede un ultimo sguardo alla foresta, di giorno così allegra, ma ora di notte sembrava così cupa e triste che quasi rispecchiava il suo stato d’animo. Fu solo allora che vide un’ombra muoversi furtivamente fra i cespugli…
“non può essere!!! Non può essere tornato!!!”
pensò e subito, posando delicatamente Serena sul suo letto che nel frattempo stava sonnecchiando e si diresse correndo verso l’uscita della casa.
“aspetta” si disse mentalmente:
“e se mi fossi sognata tutto? se mi fossi sbagliata e non fosse lui? Meglio che svegli Rolf così in caso mi perdessi o mi succedesse qualcos’altro potrei difendermi con lui…” 
Andò verso il cane che stava riposando vicino al camino, di cui le fiamme erano orai spente e avevano lasciato loro il posto alla cenere grigia.          
-“su svegliato Rolf, devo andare fuori, mi accompagneresti per favore?”- il cane mugolò il suo assenso ed insieme uscirono nella notte. Essendo giugno, fortunatamente non faceva freddo ed uscì senza prendersi il mantello. Camminando verso la foresta era sempre più convinta di essersi sognata tutto e man mano che procedeva era sempre più tentata di abbandonare ogni cosa e tornare indietro. Raggiunta la radura in cui di solito si incontravano, si arrese all’evidenza di essere sola, così mentre stava per voltarsi e tornare in casa, sentì un rumore provenire dalle sue spalle e di colpo il suo cane corse lontano da lei fino a sparire nel buio della notte.
-“Rolf, dove sei? Vieni qui ti prego!”
Maria continuò a chiamarlo finché non sentì nuovamente un rumore, credendo fosse il suo cane si voltò in quella direzione ma non vedendo nessuno, indietreggiò spaventata fino a quando non sbatté la propria schiena contro qualcosa di morbido. Prima che se ne rendesse conto, venne abbracciata da dietro e al suo orecchio sentì mormorare dolcemente:

-“Ti sono mancato principessa?”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** the endless night ***


 Ecco il nuovo chappy, spero che gli altri vi siano piaciuti, scusatemi per il spaventoso ritardo ma mi si era rotto il caricabatterie del mio pc, quindi non potevo più postare, spero che vi piaccia e che sia valso l’attesa, ciao!!!

The endless night

-“Ti sono mancato principessa?”
Ero terrorizzata, ma non per la paura,no,ero terrorizzata per il fatto che lui fosse vicino a me, anzi peggio abbracciato a me!! Ci doveva essere una spiegazione, non poteva essere lui, doveva essere per forza qualcun altro, ma lui no.
-“ti prego lasciami andare!”- urlai divincolandomi dalla sua presa, purtroppo mi teneva saldamente, quindi non riuscii a liberarmi.
-“dove vorresti andare?”- chiese lui ridacchiando, quella voce, ormai ero sicura fosse lui.
“Robin ti ho detto di lasciarmi andare!” ripetei cercando di mantenere un tono di voce fermo e sicuro, purtroppo alla fine della frase la mia voce tremò, fino a diventare un debole sussurro.
-“oh, hai paura di me per caso principessa?”- crudelmente lui me lo fece notare, cercai almeno di non darlo a vedere ancora di più e allora gli risposi a tono:
“e perché mai dovrei aver paura di te?”- risposi cercando di sembrare il più sicura possibile,  riuscii a liberarmi  e  mi allontanai di qualche metro, lo osservai, mi stava guardando divertito, anche al buio si potevano vedere i suoi bellissimi occhi neri coperti da qualche ciuffo di capelli disordinato, indossava come al solito la sua bombetta e i suoi vestiti neri. Non potei proibirmi di continuare ad osservarlo, gli zigomi perfetti,le guance pallide seppur un po’ rosate e le labbra, oh quelle labbra che io tanto amavo, ora erano piegate in un sorrisetto malizioso.
 –“allora, mi vuoi rispondere?- continuò imperterrito.
–“ No, non ho paura di te, se è questo che vuoi sentirti dire!!” dissi arrabbiata.
-“ma davvero? A me sembrava il contrario, se non era di paura perché stavi tremando?”-
 -“ti ripeto che non stavo tremando dalla paura, era per un altro motivo.”dissi sicura, troppo tardi mi accorsi di essermi messa in trappola da sola.
“che stupida sono, mi sono lasciata sfuggire una parola di troppo, ora sono costretta a dirgli che mi sono innamorata di lui, ma non potevo stare zitta? tutta colpa del mio stupidissimo orgoglio!”pensai.
-“ah si certo, e se mi è permesso chiederlo per cosa stavi tremando??”-ormai non riusciva più mascherare un sorriso. Sembrava divertirsi a mettermi a disagio.
Rassegnata feci un respiro profondo, ormai non aveva più senso nasconderglielo:-“ stavo tremando perché è da molto che non ti vedo, mi sei mancato tanto, sono così felice di vederti, ma probabilmente a te non importa”- dissi debolmente, anche per paura di sentire la sua risposta. Improvvisamente cominciò ad avvicinarsi a me ed io spaventata indietreggiai fino a che mi ritrovai con la schiena appoggiata contro un albero, lui mi raggiunse e mi circondò con le sue braccia, come per impedirmi di fuggire e avvicinò ancora di più il suo viso al mio e disse:
-“ti sono mancato davvero?” arrossii violentemente e abbassai lo sguardo quando notai la poca o meglio inesistente distanza tra i nostri due visi,non riuscivo a rispondergli, ero  bloccata dalla paura che fosse solamente un sogno, lui capendo la mia difficoltà nel parlare mi alzò il mento con una mano, costringendomi così a guardarlo. Rimasi incantata osservando quegli occhi così profondi che ora mostravano furbizia, sorpresa e …speranza??  Annuii, non volevo fargli capire che ero rimasta spiazzata.
-“ So che per te non è la stessa cos…”- non riuscii a finire la frase perché mi diede un bacio a fior di labbra, un bacio dolce e tenero che però esprimeva tutti sentimenti che non c’eravamo mai confessati… Si staccò subito, ma io rimasi immobile, tra la sorpresa e la confusione, non riuscivo a capire perché lo avesse fatto, lui intanto si era voltato e stava guardando un punto indefinito della foresta.
Lentamente mi mossi, fino a staccarmi dall’albero e mi avvicinai un po’, sembrava indeciso su cosa fare finché si voltò verso di me e con un sorrisetto divertito disse:
-“sai, ho scommesso con i miei amici che questa sera ti avrei rapita…” disse avvicinandosi ancora di più e continuò:-“stai tranquilla, non ti farò nulla”- ma più velocemente io mi scansai dalla sua presa e dissi:- “prima devi prendermi”- e corsi via il più velocemente e lontano possibile.
 
Correvo senza sapere dove stessi andando, ma questo non era importante, no la cosa importante era che lui non riuscisse a prendermi. Non lo sentivo, probabilmente era rimasto indietro, spiazzato dalla mia reazione, ma sapevo che se mi fossi fermata lui mi avrebbe raggiunta senza nessuna difficoltà,d'altronde conosceva la foresta come le sue tasche. Caddi un paio di volte, finendo con il ferirmi i palmi delle mani, certo che correre con la mia vestaglia non era per niente facile!  Mi appoggiai ad un albero per riprendere fiato, ero esausta, perché non ero rimasta in casa? Osservai il paesaggio intorno a me, per vedere se magari la riconoscevo e potevo nascondermi e con gran stupore vidi che era la stessa quercia su cui mi ero seduta quel pomeriggio.
“Se non ricordo male qui da queste parti ci dovrebbe essere il mio rifugio!” mi rilassai, cercando si sentire il rumore dell’acqua che scorreva per raggiungerlo.
-“si lo sento, devo andare da questa parte.” Mi incamminai con un passo spedito, cercando di fare meno rumore possibile per paura di essere scoperta. Finalmente lo raggiunsi, di notte era ancora più bello quel posto. La luna illuminava l’acqua creando fantastici giochi di luce che la facevano risplendere, mentre la cascata, anch’essa illuminata, dava un senso di pace e tranquillità che non avevo mai sentito. Cercando di non bagnarmi, o almeno di farlo il meno possibile, riuscii a raggiungere la grotta nascosta, era una cavità abbastanza grande, formata da pareti rocciose stranamente lisce. Credo che vada abbastanza bene questo posto per trascorrere la notte, così mi accoccolai in un angolo e mi lasciai andare ad un pianto liberatorio,  causato soprattutto da quello che mi aveva detto Robin, perché mi faceva questo? Io ne ero perdutamente innamorata, ma purtroppo per me, lui non ne sembrava interessato. Piansi, finché esausta, mi addormentai.
 
 
L’ANGOLO DEI RINGRAZIAMENTI

Ringrazio per aver recensito:

Lady S

Luna_09

roncatella


ringrazio le ragazze che hanno messa la mia ff tra le preferite o tra le seguite, siete veramente fantastiche!!! Spero che continuerete a seguirmi.

Cuore_Angelo

Lady S

GiulyIchigo

Luna_09

Sere_96

Tylorine


Ringrazio inoltre anche coloro che la hanno semplicemente letta.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Lo strano risveglio ***


Scusatemi per il tremendo ritardo, ma ultimamente sono stata impegnatissima, inoltre ho avuto un paio di problemi da risolvere, quindi non sono riuscita a postarlo prima. Mi dispiace tanto, spero che continuerete a seguirmi, ringrazio moltissimo tutti quelli che hanno recensito fino ad ora, non so cosa avrei fatto senza di voi!! Spero che vi piaccia il mio nuovo chappy, ciao alla prossima! =)



Lo strano risveglio
 



Aprii gli occhi.

Non era la mia stanza  quella che vedevo davanti a me.

Confusa continuai a guardarmi intorno, ero disorientata. Mentre cercavo di muovermi leggermente per alzarmi dal letto, non ci riuscii, perché appena tentai di spostarmi,mi accorsi di non essere la sola nella stanza e di avvertire un dolce tepore. Riuscendo finalmente a voltarmi, capii da dove proveniva quel calore, e subito avvertii un braccio avvolgermi la vita e stringermi possessivamente.

Ero ancora abbastanza assonnata e ci misi un po’ a capire quello che era appena successo, o meglio quello che prima era accaduto, e come un fulmine a ciel sereno, i ricordi mi assalirono.

Mi aveva fatta svenire, e poi mi aveva portata nel suo cupo castello.

No, non poteva essere vero, io di certo non mi facevo catturare così facilmente, era un sogno, anzi doveva essere un sogno, un orribile incubo.

Purtroppo per me era tutto vero, il letto su cui ero distesa, i mobili che arredavano quella stanza, le pareti che mi tenevano rinchiusa e persino lo sguardo divertito di Robin, disteso in fianco a me. Arrossii quando notai la vicinanza e soprattutto come ero costretta a rimanere a causa del suo “abbraccio”, cioè praticamente spalmata addosso a lui.

Con quello stesso sguardo lui continuò ad osservare ogni mia mossa, trattenendo un sorrisino divertito, e anche se io non gli avrei mai dato la soddisfazione di sentirselo dire da me, era veramente bellissimo.
I suoi riccioli castani, solitamente coperti dalla bombetta, ora ricadevano disordinati  sulla sua fronte, inoltre i suoi occhi scuri erano fantastici, avrei potuto annegare in essi.

-“Buongiorno mia piccola principessa”-sussurrò dolcemente. Era così bello e tenero allo stesso tempo, che non resistetti, e sebbene sapessi come mi aveva trattata e quanto dovrei essere furiosa con lui, riuscii a rispondere solamente uno stupidissimo:

-“buongiorno”-

Ma dico, si può sapere cosa cavolo mi stesse passando per la mente? Lui mi tormenta, mi rapisce facendomi svenire e portandomi nel suo castello, anzi meglio nella sua stanza, ovvero nel suo letto e tutto quello che riesco a dire, dopo essermi ripresa ed averlo trovato abbracciato a me, è solo “buongiorno”!! ma si può essere più scemi?! E nel frattempo che io mi maledivo mentalmente mentre arrossivo di nuovo , lui continuava a ghignare, perché sapeva di aver vinto contro di me, sapeva che ora poteva farmi qualsiasi cosa, e per questo io mi sentivo una vera stupida.

-“perché mi hai portato qui?”-gli chiesi, sperando finalmente di capire cosa volesse da me.

Per risposta ottenni un semplice: -“lo vedrai”- perché poi lui si alzò con disinvoltura dal letto e uscì dalla stanza, lasciandomi lì, con un’espressione tra lo stupore e la rabbia che finalmente si era risvegliata.

Furente cercai di raggiungerlo per ottenere spiegazioni, ma trovai la porta chiusa a chiave, così sconsolata girovagai per la stanza finché non notai la porta adiacente e come pensavo, si trattava del bagno comunicante alla stanza. Entrai curiosa e devo ammetterlo, la stanza era veramente bella: era tutta bianca e sulle tonalità del blu, al centro aveva un’enorme vasca con in fianco un mobile con sopra delle bottiglie, probabilmente oggetti per il bagno e vari asciugamani, altri mobili di cui non ho accertato l’uso, uno specchio e una finestra che dava direttamente sulla foresta. Decisi di farmi un bagno caldo, giusto per tranquillizzarmi e riordinare le mie idee.

-“come si sta bene qui”- sospirai mentre mi lavavo con un bagnoschiuma alla rosa che avevo trovato affianco alla vasca.

In seguito, quando finalmente decisi di uscire poiché l’acqua era divenuta fredda, mi avvolsi in un asciugamano che avevo trovato e andai in camera per cercare qualcosa da indossare che non fosse la mia vestaglia, visto che non la consideravo appropriata per girare in un castello. Notai che qualcuno, mentre ero in bagno mi aveva lasciato un vassoio pieno di cose squisite, e in fianco un bellissimo abito rosso con i ricami neri, a quanto  pare volevano farmi sembrare a tutti i costi un de Noir.

Finito di far colazione, decido finalmente di vestirmi, ma appena mi volto per andare in bagno per cambiarmi, mi sento afferrare per i fianchi e tirare in dietro, finché non sbatto la schiena contro qualcosa, o meglio qualcuno. Mi volto e vedo Robin che mi osserva con uno sguardo malizioso, e ovviamente avvampo.

-“lasciami andare Robin, mi devo cambiare”- urlo cercando di divincolarmi dalla sua presa.

-“perché dovresti, io ti preferisco così’”- sussurra al mio orecchio con voce suadente. Poi con le labbra scende e comincia a lasciarmi dei piccoli baci sulla mia spalla e sul collo, creando un scia rovente.

Beh, che dire, se prima ero rossa, ora sono letteralmente viola. Gli mollo un pestone sul piede e finalmente riesco a scappare chiudendomi in bagno. Lo sento ridacchiare, ma certo lui si sta divertendo mentre io ho il cuore che batte talmente veloce che sembra mi voglia uscire dal petto.

-“stupido”- gli urlo da dietro la porta.

Mi vesto in fretta e furia per paura che possa entrare di nuovo, e dandomi una controllata allo specchio decido di lasciare i capelli sciolti che ricadono in dolci boccoli sulle spalle che il vestito lascia scoperte. Sono veramente fantastica, ora si che mi vendico Robin. L’abito non è niente di eccessivo, ha una piccola scollatura sul davanti e poi viene fermato da un nastro nero appena sotto il seno che finisce in un fiocco. Per il resto scende dolcemente, mettendo in mostra le mie curve. La gonna poi, verso la fine si allarga un po’ ed è ornato tutto in pizzo nero. Essendo un abito estivo (per mia fortuna) è leggero e permette facilmente ogni mio movimento.

Lentamente apro la porta, cercando di fare il meno rumore avanzo, e lo trovo con gli occhi chiusi disteso sul letto. Sembra che dormi, ma per esserne sicuri mi avvicino, forse troppo al letto.

Accade tutto in un secondo, tanto che non mi rendo conto di essere nuovamente a letto. Con lui che mi imprigiona da sopra, mentre ride divertito.
 


ANGOLO DELL'AUTRICE 


Lo so, sono cattiva perché interrompo sempre sul più bello, e spero sempre di non trovare sotto casa mia una folla inferocita pronta a linciarmi, ma ora passiamo ai ringraziamenti:


Per quelli che hanno recensito:

 Lady S [Contatta]
 
roncatella [Contatta]
 
luna_09 [Contatta]
 
red_moon98 [Contatta]

 pazza3000 [Contatta]

 krystal86 [Contatta]

 Babilovesfood [Contatta]

siete tutti fantastici vi ringrazio, non credevo che la storia piacesse così tanto, wow persino 7 commenti per l’ultimo capitolo, il mio nuovo record!

Per tutti quelli che hanno messo la mia storia fra le seguite, preferite, o ricordate:

sono commossa, grazie!! Spero che continuiate a seguirla!! =)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Stupida curiosità ***


Ecco il mio nuovo chappy!!! Spero tanto che vi piaccia almeno quanto io mi sono divertita a scriverlo!! Grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi, ciao alla prossima!!
 
Stupida curiosità
 
Mi svegliai con un fortissimo mal di testa, causato soprattutto dalla notte trascorsa praticamente insonne e dagli avvenimenti della sera precedente. Ero distrutta sia psicologicamente che fisicamente. Involontariamente ripensai alla notte precedente, a quello che era successo fra me e Robin. Ero così felice quando lui mi aveva baciato, poi però mi era crollato tutto quando sentii che lui mi voleva rapire, credevo che anche lui fosse innamorato di me, ma mi sbagliavo. Ero solo un giocattolo, un trofeo da esibire davanti ai suoi amici, niente di più…
Guardandomi intorno ricordai come ero arrivata lì invece che essere nel mio morbidissimo letto. Ero terribilmente indolenzita, insomma non è che potevo pretendere molto da una superficie fredda e fatta di roccia… mi alzai e mi diressi barcollando verso l’uscita, aggrappandomi alle pareti se ogni tanto un fastidioso capogiro mi voleva far cadere. Dopo quella che a me parve un’ eternità riuscii a raggiungere l’uscita, non credevo di aver camminato così tanto la scorsa notte.
Era praticamente l’alba, i raggi deboli del sole illuminavano e tingevano il cielo di un delicato rosa, c’era solo qualche nuvola solitaria che a tratti copriva il sole. Abbassando lo sguardo, notai lo spettacolo che avevo davanti gli occhi: era stupendo! Il lago di solito così azzurro e limpido, ora sembrava un immenso specchio, anch’esso dalle tonalità del cielo. Il prato era stranamente silenzioso, rotto ogni tanto dall’allegro canto di un pettirosso. Adoravo quel posto. Era così rilassante , mi serviva decisamente un posto così.. con tutti i pensieri che ultimamente mi stavano torturando, avevo bisogno di un po’ di tranquillità. Approfittai della superficie laghetto per osservare come ero messa: avevo i capelli tutti spettinati e annodati, lasciati ricadere dolcemente sulle mie spalle lasciate scoperte dalla vestaglia, avevo perso il nastrino bianco con cui la sera prima me li ero legati. “Fa niente” pensai. Cercai almeno di sistemarli nel migliore dei modi, ottenendo un risultato abbastanza soddisfacente. Passai poi ad osservarmi il viso, ero un po’ più pallida del solito e sotto gli occhi notai due leggere occhiaie, e i miei occhi erano un po’ arrossati per colpa delle lacrime che avevo versato. Dopo essermi completamente controllata e risistemata, mi incamminai per tornare a casa.

 –“probabilmente lui sarà tornato a casa questa notte, è impensabile che lui sia rimasto qui a cercarmi per tutto questo tempo;”- così camminando senza riflettere su dove stessi andando successe l’inevitabile, mi persi nuovamente.

 –“ok, ora ho ufficialmente creato un nuovo record, possibile che solo io riesca a perdermi in questa foresta?!?” uffa ora come faccio a tornare indietro?”-  pensando a come risolvere il problema, ebbi un’idea strana e probabilmente stupida, non trovandone altre decisi di metterla in pratica.

-“ devo solo trovare un albero abbastanza alto su cui arrampicarmi, così forse riuscirò a vedere dov’è la casa di mio zio!”- guardandomi intorno trovai proprio quello che mi serviva:un enorme abete bianco svettava in mezzo agli altri.
Con un po’ di difficoltà riuscii a salirci, causata soprattutto dalla mia incapacità di muovermi per colpa della vestaglia. Dopo un po’, essendo stanca di salire, mi guardai intorno cercando di vedere qualcosa, purtroppo ero ancora troppo in basso, ma guardando giù mi accorsi di essere salita un bel po’ invece, così mi arresi e mentre riscendevo lentamente per evitare di cadere, sentii uno strano verso, assomigliava ad un richiamo;cercando chi lo avesse fatto mi accorsi che proveniva da un falchetto comodamente appoggiato sul ramo dell’albero di fronte a quello su cui ero io.  

“ti prego fa che non sia il suo!!” pensai, così cercai di nascondermi il meglio possibile sul ramo in cui ero rimasta, che era più o meno a 2-3 metri da terra. Accovacciata vicino al tronco improvvisamente sentii dei passi e poco dopo vidi Robin sbuffare frustrato che diceva al falchetto:

-“sicuro che sia qui? Io non la vedo…” quest’ultimo sembrò capire quello che lui gli aveva detto ed emise nuovamente quel fastidioso verso per confermare. Intanto io, qualche metro più in alto osservavo la scena e cercavo di non farmi scoprire; purtroppo quando mi spostai curiosa per vedere meglio persi l’equilibrio e caddi giù.

Quando dopo un momento che parve interminabile aprii gli occhi; mi ritrovai completamente distesa sopra Robin che mi stava fissando con uno sguardo tra il divertito e il sorpreso. Si stava letteralmente trattenendo dal ridermi in faccia. Io arrossii violentemente sia per la rabbia che per la vergogna della figuraccia appena commessa, cercai allora di alzarmi, ma due braccia mi costrinsero a rimanere in quella posizione, anzi mi avvicinarono ancora di più. Sembrava farlo apposta, più io volevo spostarmi, più lui mi teneva stretta a sé.

-“mi potresti lasciar andare?”- chiesi leggermente imbarazzata.

-“certo che posso ma non lo farò”- rispose per poi fare un sorriso che avrei dovuto ritenere illegale, era terribilmente sexy. Io naturalmente arrossii, e quando tentai di divincolarmi infastidita dalla sua presa, lui con un agile scatto invertì le posizioni.

-“cosa credi di fare?”- gli chiesi diventando sempre più rossa.

-“voglio solo divertirmi…” disse lui, con un tono di voce seducente.
Poi lentamente si abbassò su di me, ma invece di baciarmi sulle labbra, cominciò a torturarmi il collo, inutile dire che ero sia tremendamente imbarazzata, sia completamente innamorata di lui e dei suoi modi di fare, tanto che alla fine smisi di agitarmi e mi rilassai sotto l’effetto delle sue coccole.
Intanto lui continuava a lasciarmi una scia bollenti di baci sul collo, finchè improvvisamente si alzò da sopra di me e non feci nemmeno in tempo a capire quello che era successo perché mi ritrovai tra le sua braccia.

-“comunque principessa si è fatto tardi, è ora di andare.”-disse lui con un sorrisetto divertito stampato in faccia.

-“io non vado da nessuna parte con te, per di più tra le tue braccia!”- affermai arrabbiata, cercai nuovamente di divincolarmi dalla sua presa forte e possessiva.

-“questo è tutto da vedere!”- lo sentii dire ridacchiando.


Poi non sentii più nulla.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La caccia ***


Ed ecco qua il mio nuovo chappy!! Chiedo nuovamente scusa per il ritardo, cercherò di essere più veloce ad aggiornare… comunque spero che vi piaccia e che continuiate a seguire la mia storia! Vi volevo avvertire inoltre che questo capitolo è fatto dal punto di vista sia di Maria che quello di Robin, inoltre verso la fine, in contemporanea ai fatti si svolge un’altra scena scritta in maniera impersonale, ma che comunque capirete perché l’iniziale sarà in grassetto!!ciao =)
 

La caccia
 


Pov. Maria


Non ci posso credere, era riuscito a fregarmi di nuovo, ed ora se la stava ridendo alla grande naturalmente! Stanca di essere presa in giro gli dico:

-“Ne hai ancora per molto Robin?”-

-“ma certo principessa, sei troppo divertente! È così facile imbrogliarti!!”- mi risponde ridendo.

E poi si avvicina ancora di più chinandosi su di me e mi sussurra all’ orecchio:

-“perché, tu invece no?” beffardo, come sempre ultimamente. Ma ora sono stanca di subire sempre, quindi sposto il viso avvicinando le mie labbra alle sue e quando manca solo un soffio a dividerle sussurro a mia volta con voce suadente:

-“Robin te lo ho già detto una volta, ed ora lo ribadisco… PRIMA DEVI PRENDERMI!”- e all’improvviso gli mollo una cuscinata
in faccia che gli fa perdere l’equilibrio e cadere sul pavimento.

-“Ahi!”- lo sento dire, ma velocissima mi sono alzata dal letto, correndo verso la porta e più veloce di un fulmine lo chiudo dentro a mia volta.

Ho poco tempo prima che lui si riprenda e che chiami qualcuno che lo venga ad aprire, quindi dove diavolo mi posso nascondere prima che lui mi trovi nuovamente?? In giardino no. È troppo scontato e nemmeno nella foresta, mi troverebbe subito quindi, dove posso andare?
Un lampo di genio e finalmente capisco, ma certo quello è l’ultimo posto dove penserebbe io sia andata. Corro cercando di orientarmi in quell’immenso castello e finalmente, dopo svariati minuti di ricerca trovo il posto adatto. Sembra che questa volta la fortuna  giri a mio favore. Chiudo la porta sapendo che sono andata a finire di proposito nella tana del lupo.
 


Pov. Robin


Non ci posso ancora credere, mi ha buttato giù del letto! Da lei me lo sarei dovuto aspettare e invece come un povero imbecille mi sono lasciato giocare a mia volta da una ragazzina, ma non una ragazzina qualsiasi, una Merryweather per giunta! Uffa, ed ora cosa faccio?!
Sorrido beffardo, chissà dove si sarà nascosta la mia principessa. Se crede che io non la trovi si sbaglia di grosso. Mi alzo da terra togliendomi il cuscino di dosso,  ma quando arrivo alla porta per cercare di aprirla ed uscire, non ci riesco! Quella piccola vipera mi ha chiuso dentro! Vi sbatto i pugni per cercare di farmi sentire da qualcuno, ma purtroppo nessuno mi sente, sono praticamente solo in un ala deserta del castello, qui non viene quasi mai nessuno, eccetto la servitù, per quello l’avevo portata qui, ma ora la situazione è finita a mio svantaggio.

 
                                                                                                                                                    ***
 
Sono chiuso qui dentro da un paio d’ore e ancora nessuno è passato da queste parti!! sono veramente furioso, se la prendo giuro che mi vendico, oh se mi vendico! E credo che la mia punizione non le piacerà così tanto! Ho un’ idea, provo a sfondare la porta, forse così riuscirò a liberarmi e uscire da questa stanza.
 Ci provo un paio di volte, spingendo con forza tutto il mio peso sulla porta e finalmente riesco a buttarla giù, caspita ce né voluto di tempo, mi sono quasi lussato la spalla!  Per quanto riguarda la porta, chiamerò qualcuno a ripararla, altrimenti chi lo sente mio padre! Ma ora il problema più grande è un altro, dove vado a cercarla? Nella foresta? Non credo sia così scema da scappare lì, perché sa che la troverei subito, e a piedi ci metterebbe troppo, non può già aver raggiunto la sua casa. E allora dove? Proverò a guardare in giardino, anche se non credo di trovarcela.
 



                                                                                                                                                      ***


Sono esausto, non era in nessuna delle stanze del castello in cui ho guardato, e nemmeno in giardino, dove cavolo si è andata a cacciare? Non era nemmeno nella sala principale, e non è nemmeno tornata nella stanza di prima. Ma io non mi arrendo così facilmente, se vuole la guerra l’avrà, e poi io lo ho sempre detto: adoro la caccia!
 
 


Nel frattempo in un’altra parte del castello, una donna camminava velocemente quasi avesse paura di farsi notare dagli altri. Arrivata finalmente a destinazione chiuse la porta della biblioteca, una sala veramente enorme, ricchissima di libri, sia nuovi volumi che antichi manoscritti ricoperti da vari strati di polvere. Al centro si trovavano due comodi divanetti di velluto verde e un po’ più in là, in fianco al camino, si trovava una poltrona, anch’essa di velluto verde, su cui vi era seduto un uomo. Al centro sopra uno splendido tappeto c’era un tavolino.

-“ti stavo aspettando, sei in ritardo comunque”- disse l’uomo.

-“scusatemi, è che sono dovuta venire in fretta e furia qui da voi e purtroppo, il mio fidanzato è molto sospettoso, e quindi mi ha trattenuta un po’ più del previsto, ma poi sono riuscita a convincerlo”- rispose la donna che nel frattempo si era accomodata su un dei divanetti.

-“beh, lasciando perdere questi futili discorsi, ho una cosa urgentissima da dirvi”- disse serio lui.

-“se è quel che sospetto è accaduto, non vedo perché noi dovremmo preoccuparcene!”- trillò felice lei.

-“no, purtroppo non è quello, o meglio non è ancora successo, quello di cui sto parlando è un altro fatto, alcuni nobili de Noir non sono d’accordo con noi, credono che questa pace sia solo momentanea e che presto i Merryweather ci attaccheranno, quindi stanno formando un esercito per contrattaccarli.”- disse infine, e poi aggiunse:

 –“cosa potremmo mai fare per evitare che tutto quello che è già successo si ripeta?”-

-“oh, ma è solo questo che vi disturba?”- rispose lei tutt’altro che preoccupata, naturalmente l’altro la stava guardando come fosse un’aliena; che aveva da sorridere e da stare calma quando si stava per scatenare un’altra guerra?

-“cosa volete dire con ‘solo’? non vi pare un motivo più che sufficiente per preoccuparvi?”-disse l’uomo un po’  irritato.

-“certo, lo trovo un motivo sufficiente da poter creare disagi, ma vedete io questa cosa già sapevo che sarebbe successa, quindi so già come risolverla definitivamente.”-

-“e se mi è permesso chiedere, come?”-

A quel punto la donna sorrise maliziosa e disse:


-“lo capirete presto…”-

 
 


ANGOLO DELL’AUTRICE


Capisco che ora vi ritroverò sotto casa mia armati di fucile, pistole, mitragliatrici e chi ne ha più ne metta, ma volevo solo avvertirvi che questo praticamente è un capitolo fondamentale nella storia, ed è anche uno a cui tengo molto. Mi è piaciuto tantissimo, ma è stato molto difficile scriverlo perché la storia vera comincia solo ora, e volevo che il capitolo fosse adeguato.
Ringrazio nuovamente tutti coloro che hanno recensito la mia storia, o che la hanno messa fra le segiute, le preferite e le ricordate! Vi adoro tutti quanti, grazie per il sostegno che mi date! Ringrazio anche coloro che la hanno letta solamente per il gusto di farlo! Ciao alla prossima =)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1013066