But memories remains.. if you want.

di MoreThanThis_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Cap 1 ***
Capitolo 3: *** Cap 2 ***
Capitolo 4: *** Cap 3 ***
Capitolo 5: *** Cap 4 ***
Capitolo 6: *** Cap 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


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_______________________________

Prologo.

Era ottobre inoltrato, e tirava un vento freddo che ti colorava di rosso il naso e le guance. In un parco, sedute una di fianco all’altra, a parlare dei vecchi tempi, su di una panchina vi erano sedute tue amiche, ormai mamme. La signora Tricia, e la signora Daisy si erano date appuntamento quel giorno, per incontrarsi di nuovo come sempre, e chiacchierare delle loro giornate. Più in là, seduti a giocare con la sabbia, vi erano un bambino e una bambina che ridevano e parlavano, spensierati. Il bambino aveva 6 anni, e il suo nome era Zayn Jawaad Malik. La sua pelle era di color cioccolato, dovuto alle sue origini pakistane, e i suoi occhi erano nocciola con un taglio particolare, quasi a mandorla, con sfumature dorate ogni qualvolta venivano esposti alla luce. Aveva i capelli scuri, neri come la pece, ma un sorriso che aveva la stessa potenza del sole. La bambina invece aveva solamente 4 anni, e il suo nome era Ronnie White Davies. Il suo secondo nome le era stato donato in quanto la sua pelle era bianca come la neve, ma allo stesso tempo morbida e calda, e i suoi non erano dei semplici occhi celesti, ma erano di un blu che ricordava i fondali marini, ed erano grandi con delle belle ciglia lunghe.  Aveva anch’ella i capelli neri, lunghi e lisci e delle labbra rosse a cuoricino.
Le loro famiglie risiedevano da sempre a Bradford, una cittadina dell’Inghilterra, e le loro madri si conoscevano dal college. Abitavano nella stessa strada e molto spesso si incontravano nel parco lì vicino, per far giocare i loro figli, ma allo stesso tempo per scambiare due chiacchiere tra amiche.
-Giochiamo a nascondino?- chiese Ronnie, cacciando fuori i suoi occhioni blu e un sorriso perfetto, tenero.
-Si però non ti allontanare, conto io!- Zayn, essendo il più grande, voleva sempre proteggere Ronnie, voleva sentirsi adulto. E la madre gli diceva sempre che le donne dovevano essere trattare con rispetto e con amore.
Il bambino si avvicinò a delle giostrine che si trovavano lì e, una volta appoggiatosi a un muretto, iniziò a contare. La bambina si alzò di scatto e, con un sorriso enorme, cominciò a guardarsi intorno per cercare un bel nascondiglio. Iniziò a correre, per quanto riusciva, verso un cespuglio. I suoi capelli, lunghi com’erano e anche a causa del vento, le finirono davanti agli occhi e inciampò.
-5,6.. – Zayn era intento a contare, quando sentì la bambina piangere. Si bloccò, e corse a vedere cosa si era fatta, e vide che si era sbucciata un ginocchio e rotta anche le calze colorate bianche che aveva sotto il vestito blu.
-Zayn, mi b-brucia- disse Ronnie, tra i singhiozzi e le lacrime.
-Shh.. vieni, dammi la mano che andiamo da tua mamma- le sorrise e lei smise di piangere e annuì stringendo la mano del bambino – ce la fai a camminare?-
-Si. Grazie! – E gli diede un piccolo bacio sulla guancia. Zayn le sorrise e tornarono entrambi dalle loro mamme.
Questa amicizia, però, fu interrotta da qualcosa, che cambiò le loro vite, per sempre. 






Look at me! -
Ma buooooooooonasera care. Mbè, che si dice? 
Ecco si, una nuova FF, che ve ne pare? Ho cambiato un pò stile diciamo.. bhò (?)
Ditemi se vi piace, perchè se no penso sia inutile continuare! 
Reeeeeeecensite D:
Bye bye xx

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Capitolo 2
*** Cap 1 ***


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-Tanti auguri a te, tanti auguri a te.. Tanti auguri a Ronnie, tanti auguri a te!- era il 24 dicembre e la piccola bambina, che poi così piccola non era, stava lì, seduta dietro al tavolino, con tutti gli amici attorno che soffiava le candeline rosa sulla torta per il suo undicesimo compleanno. Era felice e sorrideva, sua madre le stava di fronte che scattava tutte le foto, che poi avrebbe tenuto come ricordo.
-Zayn, vieni qui! Facciamoci la foto!- il ragazzo, con una smorfia sul viso, fu convinto dal sorriso implorante della ragazza a farsi fotografare da solo con lei. Non amava essere al centro dell’attenzione, ma per la sua amica lo avrebbe fatto.
-Ragazzi, voi scartate i regali, io e Daisy andiamo un attimo fuori a parlare. Non fate casino!- la madre di Zayn e quella di Ronnie, uscirono nel piccolo giardino che stava sul retro della casa bianca, e si sedettero sotto il porticato.
-Daisy, devo parlarti di una cosa importante. Ci conosciamo da sempre, siamo amiche, i nostri figli sono amici da tempo e questa è una delle cose più belle che mi potessero mai capitare.. –
-Ma.. ?- ovviamente la signora aveva capito che c’era qualcosa che non andava, e quindi incitò Tricia a continuare.
-Ma.. purtroppo mio marito, per motivi di lavoro, è stato trasferito a New York. E noi non possiamo restare qui.. mi capisci vero?- Tricia ora, aveva preso le mani di Daisy ed era sul punto di piangere. Il tempo non era ottimo, come sempre e rispecchiava esattamente la tensione in quel momento.
-Quindi, quando dovresti partire?- Daisy era forte, ma semplicemente non se l’aspettava che sarebbe cambiato tutto così all’improvviso.
-Tra 2 giorni. Il tempo di sistemare tutto.. –
Silenzio. Passarono 2 minuti, forse 10.
-E non hai pensato ai ragazzi? Come faranno? – il suo tono non era arrabbiato, era solo comprensivo, preoccupato. Triste.
-Non lo so.. Io, non so. Purtroppo è andata così. Mi dispiace tanto.. – le due donne si abbracciarono e si strinsero così forte da ricordarsi per sempre di quel momento.
 Nel frattempo, all’interno della casa, Ronnie stava vedendo i regali e aveva appena scartato quello di Zayn. Stava aprendo la scatola, che prima era avvolta da una carta blu con un fiocco gigante rosso, e conteneva un bracciale semplice, con un fiocco di neve bianco grande ed altri più piccoli argentati.
-Ma è bellissimo! Grazie Zayn! – e gli saltò al collo, soffocandolo quasi, e il ragazzo contento, rise e le accarezzò la testa.
-Ti voglio bene, Ronnie... per sempre amici, vero? – lui le sorrise e lei ricambiò il sorriso annuendo, chiudendo il tutto con un abbraccio.
 
-2 giorni dopo
-Zaaaaaaayn! Dobbiamo andare.- il ragazzo si affrettò a sistemare le ultime cose in valigia, la chiuse e la portò al piano di sotto. Prima di scendere, si voltò a osservare per un ultima volta quella casa che non avrebbe visto più. Era ora di andare, e lasciava lì un infanzia bellissima, ma soprattutto Ronnie. Cosa avrebbe fatto ora?
-Si, sto scendendo!- aveva deciso di non salutare Ronnie, di non dirle nulla, Daisy le avrebbe spiegato tutto ma lui no, pensava fosse meglio non farsi sentire ne vedere più. Sarebbe stato più semplice, almeno è quello che lui pensava. Avrebbe dovuto ricominciare tutto d’accapo, da solo. Era quella la cosa più brutta, era da solo.
 
 
7 anni dopo.
Erano le 7 del mattino, il 13 settembre precisamente. Era il primo giorno di scuola, e Ronnie si era appena alzata per prepararsi e fare colazione. Il braccialetto era ancora lì, non lo aveva mai tolto, neanche quel giorno in cui Zayn sparì senza farsi mai più ne sentire, ne vedere. Aveva pianto, pur se fosse piccola, aveva pianto non immaginate quanto. Forse se avesse stritolato quel cuscino, ne sarebbe uscito un oceano di lacrime e sentimenti. Ora aveva 17 anni, a dicembre ne avrebbe compiti 18. Doveva affrontare l’ultimo anno di scuola, gli ultimi sforzi e finalmente sarebbe potuta andare all’università di lettere. Amava scrivere, amava leggere e anche disegnare.
-Ronnie sono le 8 meno venti, vai se no farai tardi!- Daisy non era cambiata per nulla, era sempre una bella donna. 
-Si ora vado a vestirmi e poi scendo!-  Ronnie salì subito le scale e prese un pantalone nero, degli stivali e una camicia bianca con un giubbino di jeans leggero, lasciò i capelli lisci neri sciolti e scese. Era settembre e a Londra non faceva così tanto freddo. Prese la borsa e corse fuori, verso la scuola. Non recando attenzione alle persone che le stavano avanti, urtò per sbaglio un ragazzo, lo guardò per un secondo, e le parve di aver visto Zayn.
-Z..zayn?- sussurrò, ma il ragazzo era già lontano, e lei scuotendo la testa tornò sui suoi passi. Impossibile, pensava.. avrà visto male. Lei ancora ci pensava, al suo primo migliore amico, e ogni tanto si perdeva in quei pochi ricordi che le rimanevano.
-Ehy occhi di ghiaccio!- senza accorgersene, persa tra i suoi pensieri, era arrivata a scuola e, come al solito, c’era il suo attuale migliore amico, Louis che l’aspettava, insieme alla sua migliore amica Rose. Aveva dei bellissimi capelli castani riccissimi e degli occhi marroni a mandorla da cerbiatta. Lui invece aveva degli occhi celesti, chiarissimi e dei capelli lisci messi “ a come vengono”.
-Ehy bellissimi- li abbracciò entrambi e si diressero nell’edificio, pronti per iniziare il loro ultimo “primo giorno di scuola”.
 
 -Si, tutto bene.. ma a te? Come sta? Niente di nuovo?- Daisy, era seduta sul divano marrone scuro del salone e parlava al telefono con una donna, dal viso si vedeva che era abbastanza nervosa, o preoccupata.
-Niente di nuovo purtroppo.. Dicono che dovrebbe trovare “la scintilla” per ritornare come prima. Ma niente.. –
-Mi dispiace, non immagini quanto.. eppure ormai sono anni che sta così.-
-Già.. scusami, ora devo andare! Ciao, e ti farò sapere!-
-Ciao! Si, fammi sapere se ci sono novità.. !- Daisy chiuse la chiamata, un po’ amareggiata, delusa ma dentro di sé aveva una speranza ancora accesa.
Ma chi era quella donna?.




-Look at me!
Bene, bene, bene.. Si, insomma non è passato mica tanto tempo eh.
I'm very very, ma proprio veeeeeery sorry.
Per implorare il vostro perdono (?), già sto scrivendo il terzo capitolo.
Siete felici? si? Braaaave piccine :3
Ora continuo a scrivere e fatemi sapere com'è. 
Bye bye xx
-Niky

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Capitolo 3
*** Cap 2 ***


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-Mamma io vado da Rose, torno stasera, andiamo in centro!- Ronnie si stava preparando per uscire insieme all’amica, indossava un pantalone grigio, la camicia di jeans con un maglioncino largo nero e blu e i suoi amati stivali neri. Prese la borsa, e uscì.
-Vabbene, stai attenta! –
-Si si mamma, a dopo!-
Uscì di casa, mise le cuffie del suo i-pod bianco e si incamminò verso la casa dell’amica. Il tempo non era nuvoloso, era metà settembre e questo la metteva di buon umore. Amava la pioggia, la rilassava, ma odiava solo il fatto di non poter uscire e divertirsi tra i negozi. If you ever come back-The Script, la canzone che amava di più e che stava riascoltando da ore. Le ricordava tanto Zayn, e ogni tanto si soffermava se mai lui l’avesse pensata, qualche volta, anche solo una.
Era arrivata al vialetto di Rose, bussò al campanello e attese l’amica, che non tardò a scendere.
-Ciao Daaaaaaaavies! Andiamo?-
-Sai, aspettavo te eh. No ma, fai con comodo!- risero insieme e si incamminarono. Parlavano del più e del meno, dei soliti pettegolezzi a scuola, delle nuove canzoni.. Insomma, delle cose normali. Improvvisamente Ronnie si bloccò, e strinse la mano di Rose.
-Z..zayn. ZAYN!- cominciò a correre, e Rose le doveva stare dietro. La ragazza dai capelli neri aveva visto da lontano un ragazzo che, a quanto pare le ricordava Zayn. Corse tra la folla, sbattendo tra le persone che le si ponevano davanti, e improvvisamente non lo vide più. Puff, era sparito.
-Ma.. ma io l’ho visto. – si accovacciò per riprendere fiato e l’amica la raggiunse, imitandola.
-Tu mi farai venire qualche infarto, cos’hai oggi ah?-
-Stamattina, mentre stavo venendo a scuola, ho avuto uno “scontro” con un ragazzo, e anche se l’ho visto per un millesimo di secondo, avevo pensato fosse lui.. Ora di nuovo, ma stavolta ero sicura!-
-Ronnie… ne abbiamo parlato tantissime volte, lo sai che Zayn sono anni che non si fa sentire e non abita più qui. E se fosse ritornato, tua madre non te lo avrebbe detto?!- Mentre parlavano, si andarono a sedere in un bar, per parlarne con calma, e non in mezzo alla strada.
-Si, lo so. Ma allora sto impazzendo o cosa? Bho… - Continuava a guardare il suo braccialetto, e non sapeva cosa pensare. Sua madre l’avrebbe avvisata giusto?...
 
-Ehy ciao! Allora come va?- Daisy era, ancora una volta,  al telefono… ma stavolta, con un uomo.
-Tutto bene, Daisy. A te? Ronnie come sta?-
-Si, sta bene. Ormai è cresciuta.. E con lui?-
-Dicono che se in 3-4 mesi, o qualcosa di più, non cambia qualcosa, vedranno cosa fare. Dicono sempre che ci vuole quella scintilla per far scattare il meccanismo-
-Ah.. – bussano alla porta e Daisy sussulta –ora devo andare, Ronnie è tornata! Ci sentiamo, ciao!-
-Ciao! Ti faremo sapere!- La donna chiude la telefonata e si alza di fretta dal divano per aprire la porta.
-Oh, ma ciao Rose, Louis! Come state?-
-Bene signora Davies!- rispondono in coro e Ronnie alle loro spalle ride.
-Ehm si, ma se mi fate passare è meglio che devo posare le borse!-
-Con calma eh!- avevano incontrato Louis sulla strada del ritorno, e avevano deciso di mangiare una pizza tutti e tre insieme. Salirono le scale, si sistemarono per terra seduti uno accanto all’altro, tra una montagna di cuscini, come facevano sempre e parlavano di tutto.
-Mbè allora? Che mi dovevate dire?- Louis, non sapeva nulla di ciò che era successo quel giorno ed era curioso.
-Zayn.- Rose pronunciò quel nome ormai rassegnata, non contando, ormai, più il numero delle volte in cui avessero parlato di lui.
-Ehm.. in effetti credo di averlo visto 2 volte. La prima non ne sono sicura, l’ho “scontrato” stamattina per sbaglio.. non guardavo avanti, e allora … sbam. –
-E la seconda?- chiese Louis.
-.. Oggi in centro, credeva di averlo visto e mi ha fatto correre per 5 minuti tra persone che mi buttavano a destra e a sinistra! Sembravo una pallina da ping-pong!- ribattè Rose.
-.. Ma ero sicura fosse lui, poi all’improvviso non l’ho visto più!. – Ronnie sbuffò, e si prese la testa tra le mani.
-Ronnie non fare così, ormai sono 7 anni che non vi vedete più, sarà cambiato, non può essere sempre lo stesso bambino…-
-Avrà avuto anche lui il suo sviluppo, spero!- disse Louis, serio per poi finire a ridere tutti e tre. Questo era il bello di Louis, riusciva sempre a farti ridere anche quando sei sul punto di piangere.
-Avete ragione, forse sono io troppo pazza. –
-Non sei pazza, semplicemente ti manca, e ci credi che un giorno lui potesse ritornare. Chi lo sa!-
-Si, forse avete ragione.. Ma ora basta, la pizza ci aspetta!-
-Ecco, questa cosa mi piace ad esempio!- il ragazzo, come al solito, non se lo fece ripetere due volte, che si tuffò nella pizza, seguito dalle due ragazze.
Ma, in tutto ciò, dov’è Zayn?
 
 
-Ma potrà mai tornare un giorno come prima? Con tutti i suoi ricordi?-
-Signora, lo spero. Ha solo bisogno di quel qualcosa per far succedere ciò. Fin quando non succede, non possiamo fare nulla. La mente è un qualcosa di troppo grande da poter controllare. Mi dispiace-
-Grazie di tutto lo stesso. Arrivederci. - 




-Look at me!
Detto, fatto! muhauhauha
Non siete curiose di sapere che minchia di fine ha fatto Zayn?! 
Si? e allora dovete attendere ancora e.e 
HAHAHAHAHAHAHA ok no. 
Solo recensite eh. 
Bye bye xx
-Niky

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Capitolo 4
*** Cap 3 ***


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Era passato un altro mese, e Ronnie continuava la sua vita monotona, tra studio amici e cose varie. Era l’ultimo anno, e doveva studiare al massimo per riuscire a ottenere buoni risultati per il diploma. Proprio per questo motivo aveva cominciato a frequentare sempre più spesso una biblioteca, dove trovava uno spazio tranquillo, senza distrazioni di ogni genere, e soprattutto avevo trovato silenzio. Casa sua era un vero e proprio casino quando la madre puliva, oppure venivano sue amiche di quartiere o il padre guardava le partite. Un altro motivo che la spinse a frequentare la biblioteca, era per un ragazzo. Era abbastanza alto, degli occhi chiari, non come il colore del cielo, ma come quello di uno smeraldo. Aveva dei buffi capelli ricci, e delle bellissime fossette che si formavano ai lati della bocca quando sorrideva. Lavorava lì, come “segretario”, e a Ronnie piaceva, come biasimarla? Forse, poteva avere 1, massimo 2 anni di differenza perché prima lei ,a lavorare in biblioteca , non lo aveva mai visto.
Aveva cominciato a fare più freddo, e Ronnie si era racchiusa nel suo giubbino beje con la sua sciarpa gigante, con il suo caffè altrettanto gigante in mano ed era diretta in biblioteca pronta per un altro pomeriggio di studio. Era appena entrata, e sentì il solito profumo di libri, di pagine vecchie, riempirle le narici. Amava quel posto, era meravigliata da quanti libri ci potessero essere, e di quante cose lei non sapeva. Amava davvero perdersi in un libro, anche se, quando lo finiva, sentiva come se le mancasse qualcosa. A volte rileggeva un libro più volte, perché le mancavano i personaggi, o perché voleva estraniarsi da tutti… o solo perché le mancavano le sensazioni che provava leggendo quel libro. Era fatta così, a modo suo.
Una volta entrata, passò dinanzi al bancone salutando il ragazzo, di cui lei non conosceva neanche il nome, proprio perché lavorava da poco lì e quindi, spinta dalla curiosità, si fermò davanti a lui con la scusa di volere un libro, mentre intravide il ragazzo impegnato al pc, con un’aria un po’ annoiata.
-Salve, buonasera..- la ragazza salutò educatamente - .. vorrei un libro, ma non lo trovo-
-Salve! Mi dica il titolo, per piacere. Vedo se lo abbiamo. –
-Ehm.. – non aveva pensato al titolo, era solo una scusa, e non sapeva cosa fare- veramente non me lo ricordo, però riguarda la letteratura nel periodo del Romanticismo!.. L’autore è.. ehm, George Byron, si!-
-Ehm si, ma sa.. non ha scritto un solo libro. Non ricorda proprio il titolo?-
-Va bene qualsiasi libro. Non ne ho bisogno di uno in particolare- mise una ciocca di capelli dietro all’orecchio e abbassò lo sguardo, essendo un po’ timida.
-Ok, come vuole. I suoi libri sono nel quarto scaffale sulla sinistra! Lì, sulla destra! – e il ragazzo le indico con la mano lo scaffale di cui parlava e le sorrise educatamente. Ronnie, dopo aver ringraziato, intravide sulla maglietta, il nome scritto del ragazzo. “Harry” pensò. Bel nome!
-Byron, Byron.. Dove minchia sei?- disse tra se e se, convinta che non la sentisse nessuno. Ma si sbagliava. Era più di 10 minuti che cercava in quello scaffale, ma nulla. Sentì una mano che la toccò una spalla, e sussultò dallo spavento. Si girò, con una mano sul cuore e vide Harry ridere per la faccia buffa che aveva assunto.
-Serve aiuto?- chiese il riccio
-Mi hai fatto spaventare!- respirò lentamente e continuò – comunque si. Non trovo l’autore, ho sbagliato scaffale?-
-Uhm.. Byron giusto?- gli occhi di Harry si spostavano da uno scaffale all’altro, fin quando non scorse lo scaffale giusto. – Eccolo, è lì sopra, forse è per questo che non lo hai visto. –
-Oh grazie! – Ronnie era intenta a prendere un libro, si alzò sulle punte ma non ci arrivava per poco, così Harry si accostò a lei, e l’aiutò a prenderlo, le loro mani si sfiorarono, e la ragazza tirò subito via la sua.
-Oh, ehm.. sai, non sono così alta…-
-Non ti preoccupare, tieni. Comunque piacere, io sono Harry- le allungò la mano e sorrise di nuovo.
-Piacere, sono Ronnie- ricambiò il sorriso e strinse la mano al ragazzo. – Sai, non ti ho mai visto da queste parti… -
-Infatti non sono di qui.. Sono di Holmes Chapel, mi sono trasferito qui con mia madre e mia sorella- nel frattempo i due ragazzi si dirigevano al tavolo dove Ronnie avrebbe dovuto studiare.
-E da quando?-
-In estate, verso la metà di Luglio. I miei si sono separati, e quindi mia madre ha voluto cambiare “aria”- mimò con le virgolette il termine, per far capire alla ragazza il senso della frase.
-Ah capisco, mi dispiace..Bhè e come ti trovi? Amici nuovi?-
-E’ abbastanza tranquillo come paesino, mi piace. In effetti si. Quando sono arrivato qui, mi sono accorto che nel mio stesso quartiere è arrivato un ragazzo anche lui nuovo. E quindi diciamo che ci siamo trovati subito – Si sedettero e continuarono a parlare del più e del meno per conoscersi. Ormai era abbastanza tardi, e anche se Ronnie non avesse studiato per niente, ritornò a casa salutando, a malincuore, Harry.
-Ci vediamo in giro!- salutò la ragazza, mentre stava uscendo dalla biblioteca. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte che la fermò per un polso e le diede un fogliettino con su scritto qualcosa.
-Ehy, questo è il mio numero. Quando ti va, ci andiamo a prendere un caffè insieme.- era timido, si vedeva dal fatto che non riusciva a tenere lo sguardo della ragazza e teneva una mano dietro la nuca. – ti va? Se no, lascia stare, non mi offendo- sbuffò quasi il ragazzo, cercando di aver convinto la ragazza.
-Si, certo!- forse Ronnie rispose con troppa euforia, ma gli piaceva quel ragazzo, cosa mai poteva farci?- allora, ci vediamo! – sorrise e uscì dall’edificio e il ragazzo la salutò con un cenno della mano.
Era sulla strada del ritorno e lesse il foglietto con il numero del ragazzo, lo stava memorizzando nella rubrica quando le venne la magnifica idea di organizzare un’uscita a quattro. Harry aveva detto che aveva un amico no? E Rose non era fidanzata da un bel po’.. Così cominciò a velocizzare il passo, ritornando in biblioteca per dirlo a Harry.
-Harry!- entrò quasi con il fiatone la ragazza – Senti devo dir..-
Il cuore di Ronnie cominciò a battere così forte, che stava per scoppiare quasi. Non sapeva cosa provava. Rabbia, paura, odio. Era un miscuglio di emozioni che le impallava tutto. Era rimasta bloccata sulla soglia della porta, una mano poggiata sulla porta e l’altra nella tasca del giubbino. Gli occhi le bruciavano. Si sentì una morsa allo stomaco, che stracciava tutto. Le parole non uscivano, e fortunatamente Harry non si era accorto del suo ritorno, così uscì e corse più veloce che poteva verso casa, incurante delle persone che spingeva. Non aveva ancora pianto, ancora doveva realizzare cosa era appena successo.
Questa volta non si sbagliava.
 
 
-Ehy ciao!- la madre di Ronnie era di nuovo al telefono con una donna. –Allora?-
-Niente di nuovo.. – questa signora sembrava rassegnata a qualcosa, ma cosa?
-Sai, non mi hai mai spiegato cosa è realmente successo. Mi dicesti solo “Lui ora è così” ma poi zero. Posso sapere com’è successo?-
-E’ stato tre o forse quattro anni dopo che arrivammo qui. Lui era uscito, avevamo litigato per.. per lei. E dopo ho ricevuto solo una chiamata dall’ospedale che lui non ricordava molto. Solo questo. – la signora singhiozzava – mi sento così in colpa. –
-Non dire così, non è colpa tua. Lo sai benissimo. Prima o poi dovremmo dirglielo, no?-
-Si, però non ora.. ti prego. –
-Certo, non preoccuparti-
...Ma lui chi?!




Look at me now!
Saaaaaaaaaaaalve babies! como estas?
Ok basta. Bene, bene, bene... che ve ne pare? na schifezz eh?! buahuahuah
No seriamente, non so se continuare o meno, perchè non recensisce quasi nessuno, tranne quelle 2-3 persone. 
Uhm, e questo mi fa pensare che faccia alquanto schifo, ma ok. 
Alla prossima girls. 
Baci xx
-Niky

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Capitolo 5
*** Cap 4 ***


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Ronnie correva, stava andando dalla sua migliore amica. Aveva una tremenda paura che sovrastava qualsiasi altra emozione. E se si fosse sbagliata di nuovo? E se aveva ragione Louis? Sarà cambiato. Allora, la parte più razionale del suo cervello cominciò a riprendere il sopravvento, e pian piano rallentò. Si prese il viso tra le mani e sussurrò “Ma che sto facendo?”. Si appoggiò ad una panchina nelle vicinanze e cominciò a pensare.  Lui l’aveva lasciati lì, molto tempo fa, 7 anni precisamente, e non s’era mai fatto vivo. A lui non importava nulla, e invece a lei mancava da morire. Era questo che pensava lei, ma la verità qual era?!.
Ronnie si alzò, e prese di nuovo a camminare a passo svelto. Le era venuta la brillante idea di andare da Rose e trascinarla di peso alla biblioteca per mostrarle cosa aveva visto, in modo da non passare per la pazza di sempre.  Una volta raggiunta la casa dell’amica, bussò insistentemente il campanello fino a quando la ragazza non aprì la porta.
-Tu. Ora. Con me. SUBITO!- quasi urlò Ronnie puntando i piedi a terra, e trascinando Rose per tutto il vialetto.
-CAZZO RONNIE, SONO IN TUTA!- si liberò dalla presa della ragazza dagli occhi blu e la guardò con aria furente. – Che è successo?! Sei impazzita?!-
-No, devi venire con me, ora. Se aspettiamo, potrebbe non esserci più e tu non mi crederesti di nuovo!- sbraitò Ronnie, mentre cercava di riprendere l’amica e correre verso la biblioteca.
- ALT! Un momento!... “Non esserci “ chi?! Oh, ma hai bevuto?! – Rose la guardò e poi le venne un lampo di genio. – Stai parlando di Zayn?!-
-Oh ma ti muovi?! L’ho visto con i miei occhi, era lui. Stavo in biblioteca e.. oooh, ma dopo ti spiego, tu corri culona! –
Rose sbuffò, e presero a correre verso la biblioteca. Quando Ronnie si impuntava su qualcosa c’era ben poco da parlare, o da fare. Doveva sbatterci contro i muri lei, doveva farsi quel bernoccolo in fronte. Ma non sapete quanti muri ha abbattuto, aveva una forza di volontà inimmaginabile, un’immaginazione che superava ogni limite, e la speranza di una bambina. Sperava tanto di avere ragione, che lo avesse visto quel ragazzino dai capelli neri e gli occhi nocciola. Ci sperava davvero perché, anche se aveva due migliori amici fantastici, voleva capire perché lui se n’era andato.
Erano di fronte alla biblioteca e si appoggiarono su una panchina per prendere fiato prima di entrare.
-Ci siamo eh.. – Rose prese la mano di Ronnie, che era insicura. Si vedeva dal fatto che si toccasse continuamente i capelli, che si mordesse il labbro interno e che gli tremassero le mani. E Rose questo lo sapeva, perché la conosceva da tanto ormai.
-E se lui non c’è? No dai, per piacere torniamo indietro, ho fatto una grande cazzata. – stava per andarsene ma l’amica la bloccò.
-Che cosa?! Tu ora porti il culo dentro la biblioteca e mi fai vedere chi è sto Zayn! Non sono scesa in tuta inutilmente!-
Ronnie con un sbuffo, entrò piano in biblioteca cercando di non farsi notare da Harry. Ed ecco che, come aveva pensato e forse un po’ anche sperato, il ragazzo non ci fosse.
-Visto non c’è! Ora poss.. – non finì di parlare che una voce la bloccò.
-Ehy Ronnie, come mai di nuovo qui? – Harry, con la sua voce calda, si stava avvicinando a loro.
-Ehy.. no, volevo chiederti se va bene di andare a prenderci qualcosa tutti insieme, con la mia amica e il tuo amico.. – Ronnie non riusciva a tenere lo sguardo del ragazzo, e infatti guardava da tutt’altra parte e teneva stretta la mano dell’amica, mentre Harry aveva uno sguardo confuso – si, insomma.. mi hai parlato del tuo amico lì.. E lei e Rose, la mia migliore amica. Cosa ne dici? –
Ad Harry comparì subito un sorriso e annuì –Oh, si si va benissimo. Comunque.. –
-TU COSA?! – sbraitò Rose dopo aver capito bene le parole dell’amica – mi hai fatto venire qui, in tuta, per arpionarmi un ragazzo che neanche conosco?! –  urlava, mentre si avvicinava all’amica assottigliando gli occhi, con sguardo furioso.
-Rose, ricordati che mi vuoi bene e che sei la mia migliore amica.. – Ronnie indietreggiava e pose le mani in avanti come per proteggersi, mentre il ragazzo osservava la scena e rideva.
-Ruffiana tsk. – e Rose si girò di spalle, facendo una smorfia.
-Lo sai che ti voglio bene?- Ronnie l’abbracciò e rise, per farsi perdonare. Faceva sempre così, organizzava tutto, ma Rose era sempre l’ultima a sapere le cose.  –E allora, cosa ne dici? – sporse il labbro inferiore di fuori, tentando di convincerla, e con le mani intrecciate a mo’ di preghiera, a cui si aggiunse anche Harry, e Ronnie pensò che fosse adorabile.
-Pfff.. e va bene, basta che non mi guardate più così – sbuffò e fece un gesto svogliato con la mano mentre veniva stritolata in un abbraccio dall’amica – Se continui così, mi soffochi, e col cavolo che vengo con voi!-
-Grazie, grazie, grazie!- Ronnie si staccò e schioccò un bacio sulla guancia a Rose. –Mmm, Harry ti posso chiedere una cosa?- finalmente, tornò a parlare con il ragazzo che era stato lì a seguire attentamente la questione.
-Devo preoccuparmi per la domanda?- chiese a Rose che rise e dissentì con il capo.
-Harry è una domanda seria eh. –
-Come le tue solite?- interruppe Rose beccandosi un’occhiataccia da Ronnie. – Scherzavo! – e rise.
-Comunque.. quel tuo amico che è venuto prima, come si chiama?-  chiese speranzosa Ronnie.
-Si chiama Liam, ma adesso che c’entra?!-
-Oh.. no niente, l’avevo scambiato per qualche altra persona.. – si girò delusa, ma poi ci pensò su – ma, questo tuo amico, ha i capelli neri?-
-No, veramente castani. Ronnie stai bene?-
-Ero sicura che fossero neri.. – abbassò lo sguardo e guardò Rose che le poggiò una mano sulla schiena accarezzandogliela.
-Ehy, forse non hai visto bene.. – le disse l’amica, che l’abbracciò lievemente.
-Mmm ora che mi ci fai pensare, è venuto un tizio con i capelli neri, ma non so chi sia sinceramente. – Harry sputò fuori tutto ciò dopo aver riflettuto al tempo in cui Ronnie era andata via e poi era tornata. Nel giro di una mezz’oretta erano venute 3-4 persone e lui non ricordava perfettamente tutto.
-Mica ti ha detto il nome? – Ronnie saltò sul posto e si staccò immediatamente dall’abbraccio, e si potevano vedere i suoi occhi riempirsi di speranza.
-No, mi dispiace.. – chiese Harry visibilmente dispiaciuto
-Oh.. Grazie lo stesso.. – Ronnie si sentì sfiduciata, non sapeva come fare, e quindi decise di rassegnarsi, non l’avrebbe più rivisto. Il destino aveva voluto quello, e lei doveva abituarsi, tutto qua.
-Scusami, se lo rivedo cerco di informarmi ok? – le accarezzò un braccio come per farle sentire che lui c’era, qualsiasi cosa fosse.
-No, lascia stare.. Era una scemenza- disse lei, mentre Rose guardava attenta la libreria – Comunque ora andiamo, ci sentiamo per organizzarci ok? –
-Certo, io ritorno al lavoro! – e sbuffò, roteando gli occhi, cosa che fece ridere le ragazze, e schioccò un bacio alla ragazza e salutò con un cenno della mano Rose.
Le ragazze uscirono dalla libreria, e Ronnie non parlò per tutto il tragitto. Era stanca, stanca di credere in qualcosa che sia impossibile, stanca di sperare in nulla, stanca di sentirsi impotente.  Perché continuava? Era inutile continuare, e quindi decise di smettere di pensarci, smettere di crederci, smettere di sperare che un giorno lui possa tornare. Aveva appena accompagnato Rose a casa, a piedi ovviamente, tra le strade fredde di Bradford, e stava tornando a casa, volendo solo farsi una bella doccia, una cioccolata calda e mettersi sotto le coperte a vedere un film o con il suo portatile a perdere tempo. Entrò in casa e trovò sua madre che stava seduta sul divano, a vedere la tv sotto le coperte. Improvvisamente pensò a quanto anche per lei dovesse essere stato difficile allontanarsi dalla sua amica Tricia, e che forse sapeva qualcosa più di lei.
-Ciao mamma.. – sbuffò e si buttò a capofitto sul divano, sotto le coperte e con la testa sulle gambe della madre.
-A cosa devo questo momento di affetto? Già ne abbiamo parlato, la macc.. –
-Mamma! Non è per quello! Sono solo stanca.. – si sistemò per bene mentre la madre prese ad accarezzarle i capelli, lentamente. – Ma volevo chiederti una cosa.. –
- Basta che non sia qualcosa da comprare.. –  rise.
-Mamma smettila – e rise anche lei. –comunque.. si tratta di Zayn.. ti ricordi di lui?-
La madre sussultò leggermente, e cominciò ad accarezzare poco più velocemente i capelli della ragazza, cominciando a guardare da svariate parti come per cercare qualche aiuto da fuori.
-C.. certo che lo ricordo. La madre mi era molto amica… - sospirò in ricordo dell’amica e non aveva pensato, fino ad ora a quanto le mancasse. –Perché me lo chiedi?-
-Perché quando se ne sono andati, Zayn non si è fatto più sentire… e volevo sapere che fine avesse fatto.. se tu sapessi qualcosa… - sbuffò la ragazza, mettendosi una mano sul volto.
-Ma chi?! Io?! Io non so proprio niente! – disse la madre smettendo di accarezzare i capelli della figlia, agitandosi e fece una risata nervosa, cosa che Ronnie percepì subito.
-Mamma?! Cosa sai tu che io non so?! – la ragazza si alzò immediatamente e guardò la madre, preoccupata e innervosita.
-Ma… ma non so nulla! – sbraitò la madre, sempre più nervosa
In quel momento squillò il telefono, e le due si guardarono per un attimo quando Ronnie subito balzò sul telefono mentre la madre cercava di fermarla.
-Pr.. pronto?! –
-Ehy Daisy, ci sei? Sono Tricia!- a Ronnie mancò il fiato e si paralizzò letteralmente facendo cadere il telefono da cui si poteva sentire ancora la donna che chiedeva se ci fosse qualcuno.
-Tu.. mi hai mentito. – la ragazza guardò la madre delusa, si alzò lentamente e salì sopra. La madre non sapeva cosa dire, si limitò a guardare la figlia andarsene sopra e si diresse a prendere il telefono.
-S.. sono qui. – aveva la voce quasi smorzata dal pianto, era dispiaciuta da ciò che aveva fatto ma tutto ciò era solo per sua figlia.
-Stai bene Daisy? Ho sentito un tonfo.. – disse la donna preoccupata
- Sto bene, solo che ho avuto una discussione con mia figlia su.. su tuo figlio, e purtroppo ha risposto lei prima al telefono.. – disse tutto d’un fiato, quasi preoccupandosi del fatto che non avesse avuto la forza di dire nulla. – penso che dovremmo parlarle ora, di tutto. –
-Penso di si, per forza. Mi dispiace.. scusami se hai dovuto tenere tutto nascosto a causa mia, non dovevo. –
E la madre della ragazza scoppiò in un pianto silenzioso. Era giunto il momento della verità. 





Look at me!
Ehy ragaSSuole, come va? Avete visto il video di Kiss You? bfjkbasdfjkbwr
Alla fine sono morta quando Zayn ha dato il bacio ad Harry :')
Ma cooooomunque, io sono un pò stressata T___T Sono al 5° anno, e i prof rompono i cosiddetti attributi (una o due "b"? bho) per l'esame. 
Poi ci si mette anche la scuola guida.. e i compiti, la pallavolo. Ma ok, se non muoio ora, non muoio più e.e 
Avete avuto la calza? Io no HAHAHAH yea, sono a dieta. Si. 
Comunque questo è un capitolo un pò schifoso, ma penso che il prossimo verrà meglio. Sorry!
Bye Bye xx
-Niky

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Capitolo 6
*** Cap 5 ***


 


Ronnie, era lì, nella sua stanzetta, sul suo letto, con il mascara nero colato sulle guance per le lacrime e gli occhi rossi. Le labbra erano rosse per i morsi che si infliggeva per trattenere gli urli. Era stata tutti questi anni, questi lunghi 7 anni a chiedersi il perché l’avesse abbandonata, perché ci avesse messo così poco a dimenticarsi di lei da non salutarla neppure quel giorno. Il perché non si fosse fatto sentire, perché non gli mancava mentre lei lo continuava ad aspettare e credeva che ogni giorno fosse quello buono per svegliarsi e ritrovarselo qui. E, mentre tutto ciò accadeva, la madre sapeva. E non le ha detto nulla, la vedeva stare male, e restava in silenzio. Come poteva? Come poteva una madre fare questo ad una figlia? Guardava quel braccialetto e non sapeva se essere arrabbiata e stracciarselo dal braccio, o scendere giù e buttare fuori tutto il dolore in faccia alla madre e chiedere spiegazioni.
Ronnie si era sempre giudicata come una ragazza di (quasi) 18 anni forte, determinata in ciò che vuole, intelligente e coraggiosa. Quando si alzò dal letto,  si guardò allo specchio, vide solo una ragazzina impaurita, con il trucco sciolto e le guance rosse come gli occhi, e lei non voleva questo. Così si asciugò le lacrime, si sciacquò la faccia e scese giù. Voleva solo sapere perché. Tremava, perché aveva paura di sentirsi dire che lui si era dimenticato di lei, che non la voleva bene più, che ormai la distanza aveva fatto il suo dovere. Mentre scendeva quelle scale, il coraggio gli mancava poco a poco, ma lei voleva sapere. Appena sceso l’ultimo gradino, vide oltre il vetro della porta la madre seduta al tavolo della cucina, con una camomilla avanti e un mano sulla tempia. Deglutì, sospirò ed entrò in cucina. La madre, forse troppo presa dai pensieri, non si accorse di nulla e per ottenere attenzione Ronnie fece strisciare di proposito la sedia e le si sedette di fronte. La signora alzò la testa ed aveva il viso stanco, e rassegnato dal sapere già cosa fosse venuta a chiedere la figlia.
-Dimmi solo perché.- la ragazzina fu diretta, schietta. Senza metti termini. E la madre sobbalzò e ci pensò vari minuti su, non sapendo bene da dove iniziare..
-7 anni fa, 2-3 anni dopo che i Malik partirono, Zayn subì un incidente.. . Era uscito a comprare qualcosa per la madre, a fare qualche commissione…-  la madre prese un respiro.
-E?-
-E.. c’era una macchina che correva, forse troppo perché anche quando ha visto Zayn attraversare non si è riuscito a fermare in tempo.. -  gli occhi della donna si fecero lucidi ed alzò la testa che aveva tenuto fin ora abbassata, per guardare la figlia. Ronnie era diventata rigida, si poteva vedere benissimo dai muscoli della sua mascella. I suoi occhi erano spalancati. Era spiazzata. Si aspettava di tutto, ma non quello.
-… Lo hanno portato in ospedale, ha ricevuto una forte botta alla testa. Hanno fatto il possibile ma.. –
-Ma?! Ma cosa?! – La ragazza si aspettava di tutto. Aveva paura che fosse morto, e che lei non avesse avuto neanche l’occasione di salutarlo. Sentì gli occhi inumidirsi, ma guardò in alto, fece un respirò per trattenere tutto e tornò a guardare la madre. –Mamma ti prego.. cos’è successo?-
-Ha perso la memoria. Non ricorda più nulla, né di me, né di te.. di nessuno. I dottori dicono che ha bisogno di quella scintilla, di qualcosa. Sono tornati ad abitare qui.. Ma nulla e cer.. –
-CHE COSA!? Loro sono qui?! Dove?! Mamma, dimmi immediatamente dove sono, ti supplico. Sono stata anni a piangere a causa della distanza, della sua mancanza, del suo non farsi sentire, mentre il giorno prima mi aveva detto “amici per sempre?”. Io.. – Ronnie prese fiato, e si rese conto solo in quel momento che le lacrime andavano da sole, sembravano bruciare. -.. non ce la faccio, non posso pensare che lui sia stato qui e io non lo sapevo, mentre tu si! E mi hai nascosto tutto, come ci sei riuscita? Insegnamelo ti prego, perché io proprio non lo capisco!-
La madre nel frattempo si era alzata, e voleva abbracciare la figlia e dirle che tutto sarebbe andato bene, ma così non era. –Piccola, io non sapevo cosa fare.. ti avrebbe fatto stare peggio e non sape.. –
-Ah perché tu sai cosa ho provato in questi anni? Che ne sai se il peggio io non l’abbia già provato ?! Cosa sai?! Dimmi l’indirizzo, o giuro che mi giro tutte le case di questa città!- e scoppiò finalmente a piangere e tremava. Decise di chiamare la sua migliore amica e il suo migliore amico, non voleva essere sola quando lo avrebbe visto. Era quasi l’ora di cena, e così Ronnie si affrettò a chiamare i due, che non attesero ad arrivare.
-Questo.. questo è l’indirizzo.. ho chiamato già Tricia, comportati bene, e guarda che Zayn è cambiato,  ormai ha 20 anni è un uomo.. non ti aspettare il solito bambino esile e timido. – così la mamma porse un foglio ai ragazzi, dopo aver raccontato da capo tutto anche agli amici della figlia, per convincerli che fosse tutto vero.
-Ma.. ma allora può essere che avevi ragione riguardo il ragazzo che vedevi ogni tanto in città! Poteva essere lui! Scusami, scusami, scusami!-
-Ehy, non ti preoccupare, che ne potevi sapere tu? Tutti avrebbero detto così. – Ronnie tranquillizzò l’amica nel frattempo che indossava il giubbotto per uscire e raggiungere l’indirizzo.
-Ora però stai calma, e ragiona prima di parlare una volta arrivati lì.. Sai, sono il tuo migliore amico, e non vorrei prendere nessuno a cazzotti- Louis, come sempre cercò di rallegrare un po’ l’amica, vista la sua condizione, e ci riuscì scatenando una risata comune.
-Mamma noi andiamo.. a dopo. – la ragazza fece uscire tutti e poi salutò con un cenno del capo la madre, che era lì appoggiata allo stipite della porta della cucina, che salutava anch’essa la figlia.
-Stai attenta, e non fare tardi. Ti voglio bene.. – appena sentì il tonfo della porta, si lasciò sfuggire una cosa, che forse avrebbe dovuto dire prima.. –mi dispiace.. –
 
-Cosa avrai intenzione di dirgli una volta arrivata lì?- Rose cercò di smorzare la tensione, dopo i 5 minuti di silenzio nel tragitto.
-E come lo saluterai? Potresti inventarti che eri una sua ex, e che non lo hai mai salutato per bene, che ti ha chiesto di sposarlo e.. – Louis fu fermato da un pugno sulla spalla e si girò verso la ragazza dai capelli neri – Ahia! Ma sei pazza?!-
-Louis! Aveva 13 anni, chi si sposa a 13 anni?! Non lo so ok?, non mi sono mai trovata in situazioni così.. una volta lì, vedrò. –
-Ehm, Ronnie, penso che siamo arrivati.. – Rose attirò l’attenzione dei due, indicando una villetta normale, bianca con un piccolo giardino avanti, e un dondolo sotto un grande albero. Aveva un vialetto, con delle pietre grosse a delinearlo, e una specie di veranda prima della porta di ingresso.
-Druly Lane, 65. Si, è questa. – si voltò verso gli amici che annuirono e tirò un lieve sospiro prima di bussare e dopo neanche 5 secondi sentirono il cancelletto aprirsi. Esitò prima di entrare ma poi si decise e, passo dopo passo, chiuse il portoncino e vide aprirsi la porta e una signora di bell’aspetto spuntare da dietro. Era rimasta uguale, anche se i segni della vecchiaia erano un po’ aumentati, era bella lo stesso, se non di più.
-Oh mio dio, Ronnie. Come sei cresciuta. – la donna l’abbracciò forte, come si fa con una figlia. E la ragazza ricambiò, anche se la maggior parte degli episodi belli non li ricordava vista la tenera età che aveva avuto,  in quei pochi che ricordava lei era sempre presente ed era importante. –Come stai? Ora hai 18 anni giusto? –
-Si ho 18 anni- sorrise per cortesia- loro sono i miei amici, Rose e Louis. –
-Piacere!- salutarono i due con un cenno di capo
-Entrate, chiamo subito Zayn.. sedetevi nel salone, arriva subito-
I ragazzi fecero come la signora disse, e si sedettero sui divani in pelle nera nel salone che aveva le pareti bianche, candide. Ronnie era tesa, non aveva la minima idea di quale potesse essere la sua reazione, aveva troppa, tanta paura. Si sentiva soffocare, come se mancasse l’aria tutt’intorno, come se l’ossigeno stesse diminuendo pian piano. Sentì improvvisamente dei passi dalle scale, e una voce profonda, calda che diceva “Mamma, io non ricordo nulla.. lo sai.”
Fu questione di un secondo, forse un attimo. La porta del salone si aprì, e dopo Tricia uscì un ragazzo scuro di pelle, con i lineamenti molto marcati, i muscoli evidenti e molto, troppo alto. Indossava un jeans scuro, con un maglioncino a V blu, come le converse. Ma il viso, oh. Il viso era quello di sempre, gli stessi occhi dolci al cioccolato e le stesse labbra fini. Ronnie non sapeva cosa pensare. Zayn era li davanti a lei, e l’unica cosa che pensava era “non ce la faccio”. Scattò in piedi, e riuscì a dire solo un flebile ciao.
Zayn, dal canto suo, non ricordava nulla della ragazza, ma quando la vide si sentì più sereno, tranquillo, ma sentì qualcosa che scattò, come se avesse sbagliato nei suoi confronti ma non ricordava cosa.
-Mamma mi ha detto che tu eri la mia migliore amica.. ma io non ricordo nulla, mi dispiace..- Zayn si passò la mano dietro la nuca, per l’imbarazzo e fece un sorriso che fece sorridere di botto anche la ragazza.
-Si, lo so.. posso, posso fare una cosa?- gli occhi erano già pieni di lacrime, si stava sfregando le mani da quando era entrata in quella casa. Era in preda al panico totale.
-Cosa vor..- Zayn la guarda un po’ confuso, ma neanche il tempo di finire la frase che si trova due braccia al collo, e la ragazza su di lui. Lo stava abbracciando e lui, non sa neanche perché, ma gli venne come d’abitudine di ricambiare e di toccare i capelli e arricciarglieli con il dito.
-Quanto mi sei mancato- strizzò gli occhi, per non piangere ma si staccò quando vide che lui l’aveva abbracciata e aveva arricciatole i capelli come faceva sempre e guardò d’impulso Tricia. – Lui.. lui, lo faceva sempre quando mi abbracciava. Mi arricciava i capelli con il dito, perché diceva che erano morbidi e lo rilassava…

Flashback
“-Zayn questo film canzone fa un pò schifo- Ronnie si sistemò sul letto tra i mille cuscini e Zayn le si sistemò a fianco.
-Ma come? Una bambina di 11 anni pensa già che Chris Brown fa schifo?! Come puoi!- ed ecco che i due cominciarono a fare la lotta come sempre, tra lotta di cuscini e spintono erano stanchissimi. Si sdraiarono, uno con la testa che toccava l’altro e respiravano affannosamente.
-Zayn la prossima volta forse vincerai!-
-Ti ho fatto vincere piccolo mostro!- e iniziò a toccarle i capelli, arricciandoli vicino al dito.
-Perché mi arricci i capelli? Non ti piacciono lisci?-
-Si, ma mi rilasso e sono morbidi, come la neve- i due scoppiarono a ridere convinti di avere altri infiniti giorni da passare così.”
 
-Io.. io non lo so perché l’ho fatto, ma mi è quasi venuto di istinto, come fosse abitudine abbracciarla e toccarle i capelli. Scusami ma.. ma io non mi ricordo chi sei, non ci riesco!- Zayn cominciò ad innervosirsi e si mise le mani nei capelli, sembrava disperato. Non ce la faceva più, era come se vivesse in una bolla di vetro. Era facile da distruggere ma le conseguenze avrebbero fatto male chiunque, come i cocci di vetro che si spargono ovunque. Si sentiva isolato e diverso. Anche se all’apparenza sembrava uguale a tutti. –Scusatemi.. – Il ragazzo corse sopra, e Ronnie potè vedere gli occhi lucidi e la rassegnazione nel suo volto.
-Tricia io.. io non volevo.. – scoppiò in lacrime anche lei, e i due amici le furono subito vicini.

-Lo so tesoro, lo so.. si risolverà tutto, me lo sento- la signora abbracciò la ragazza così come fa una mamma con una figlia, ringraziandola in parte, perché aveva riacceso una speranza ormai persa. 


Look at me!
uhm.. diciamo che posso solo giustificarmi con il fatto che ho preso 96 all'esame di stato :o?! 
E quindi voi, anime buone, capite tutto il mio impegno messo?! 
Si?.... no, occhey scusatemi T_____T ma davvero ci ho messo tanto per prendere 96.
Poi a settembre ho i test di ingresso per scienze infermieristiche, su materie che non ho mai studiato. MA OOOOOOOOOOOOOOCCHEY.
tra 5 giorni (perchè sono le due meno venti e.e) esce BEST SONG EVER, YEAH BABE. 
....e io avrei 19 anni, sisi è.è...
Cooooooomunque, che mi dite? ja sincere. 
susu! 
P.s. scusate se non c'è il banner, ma hanno formattato il mio pc -.-'' che gente.
xx -Niky

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