L'inizio della fine

di Capitan Weezy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nessuno immaginava... ***
Capitolo 2: *** ... Nessuno immaginava ***
Capitolo 3: *** Dormito bene? ***
Capitolo 4: *** Olivander ***



Capitolo 1
*** Nessuno immaginava... ***


Mi svegliai su un letto. Ero stanco, ma quello era il mio primo giorno senza scuola, e volevo che tutto fosse perfetto. A malincuore, mi alzai dal letto. Andai in cucina, feci colazione e poi ritornai in camera per vestirmi. 19 anni fa non vedevo l’ora di entrare ad Hogwarts, ma dopo 7 anni non volevo che essere un mago libero. Mio padre era stato insegnante di Difesa contro le arti oscure per un anno, precisamente nel 1993, quando Harry Potter, il prescelto, era al terzo anno. Salutai nonna Andromeda e poi uscii di casa. Volevo girare tutta Londra, da una parte all’altra. Volevo vedere tutto il mondo, senza che nessuno me lo potesse impedire. Quella sera io, Victoria e la nonna saremmo dovuti andare a casa di zio Harry e di zia Ginny. Andai dai Tiri Vispi Weasley, salutai George e gli chiesi se sapeva dove era Victoria. Scosse la testa, così uscì dal negozio e mi incamminai verso Diagon Alley. Ero spensierato, felice. Ma quella mia felicità sarebbe durata ben poco. Arrivai davanti a Olivander, e notai che c’era Hagrid seduto per terra con le mani sopra le ginocchia e la testa che guardava il pavimento. Entrai nel negozio, mi avvicinai a lui e prima che potessi dire qualcosa lui bisbigliò qualche parola -Scusa…Ted…Scusa.-. Lo guardaiperplesso ma poi un'altra voce attirò la mia attenzione –Stupeficum!- urlo qualcuno. La maledizione mi prese in pieno petto, e caddi per terra. Fortunatamente feci in tempo a prendere la mia bacchetta, e mi rialzai confuso. Vidi una sagoma che si dirigeva verso di me a passi lenti. Quanò si avvicinò a me, la riconobbi, e un brivido mi attraverso la schiena: Bellatrix Lestarnge. “Come faceva ad essere li, non era morta?”, mi domandavo impaurito. Mi scrutò attentamente, sogghignò e poi si diresse verso il povero Hagrid, lo puntò con la bacchetta e urlò -Stupido ciccione, hai preso il ragazzo sbagliato!- -Mi dispiace...- replicò impaurito lui. -Mi dispiace, tutto qui? Crucio!- urlo Bellatrix. Vidi Hagrid sobbalzare, e poi urlò dal dolore. Poi lei si girò verso di me e mi riconobbe, d'altronde, ero suo nipote -Ted, come stai?- mi disse ridendo -Come sta la mamma?-. Attese qualche secondo e poi scagliò contro di me un altro Stupeficium. Caddi sopra a degli scatoloni pieni di bacchette, e ne vidi uno con scritto 'Privato. Da consegnare al signor Tom Riddle'. Bellatrix provò a scagliarmi un altro schiantesimo, ma glielo respinsi con un Expellarmus. La sua bacchetta cadde vicino al braccio di Hagrid. Mi avvicinai a lei con la bacchetta puntata, ma lei non esitò a strapparla dalle mani di Hagrid e a puntarmela contro. Ci guardammo, e poi incominciammo a lanciarci uno schiantesimo dopo l'altro. Ad un certo punto qualcuno entrò nel negozio con la bacchetta in mano. Era Harry. Bellatrix ci guardò entrambi e non provò nemmeno a parlare. faceva piccoli passi indietro e quando si accorse di aver toccato il muro, sogghignò. Si scagliò contro di me e poi urlò -Avada Kedavra!- e si smaterializzò. Harry mi guardò, ma io non avevo subito nessun incantesimo, ne ero certo. Anche Harry stava bene. Ma allora... Hagrid!

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Capitolo 2
*** ... Nessuno immaginava ***


Non ci fu nulla da fare. Dopo pochi secondi aveva già chiuso gli occhi, per sempre. Ci girammo verso l’uscita e davanti a noi trovammo il panico. Tutta la gente correva, come disperata, come se stesse per morire. Io e Harry uscimmo da Olivander e la gente ci travolse. Non capivamo. Poi guardammo il cielo, e un brivido attraversò me e probabilmente anche lo zio. Il marchio nero si estendeva sul cielo ormai tenebroso. Eravamo come pietrificati, davanti a quel simbolo, che probabilmente non si vedeva da quasi vent’anni. Mi girai verso Harry, ma lui non c’era più. Girai un paio di volte intorno a me stesso e poi lo vidi dentro a Olivander. Rientrai dentro e  mi Avvicinai a lui. Mettemmo la mano di Hagrid sopra le nostre e ci smaterializzammo  alla tana.
 
Lì trovammo Ron, Hermione, zia Ginny, Lily, la signora e il signor Weasley, Bill, Fleur, Victoria e George. Erano tutti davanti a noi, con le teste basse. Poi si girarono verso di noi e trovarono davnti a loro il corpo senza vita del povero Hagrid. Evidentemente sapevano del marchio nero. Lasciai delicatamente il corpo di Hagrid e mi diressi su da Victoria.
 
La trovai seduta sul letto, con la bacchetta in mano, mentre evocava il suo Patronus. -Victoria- farfugliai io -Oh, grazie al cielo Ted. Hai visto il mio Patronus? Non è bellissimo?- disse lei, con il sorriso stampato in faccia. Probabilmente non sapeva nulla di ciò che era successo. Mi sedetti sul letto e provai di nuovo a parlarle -Victoria, Hagrid è…- non riuscì nemmeno a finire la frase che lei mi interruppe di nuovo -Oh, a proposito di Hagrid, sai che è stato insegnante di Cura delle Creature magiche ad Hogwarts? L’ho letto su un libro…- continuò lei -Victoria…- non c’era verso di fermarla -Un’anno è stato anche espuls…- -Basta!- urlai.    -Hagrid è morto!-. Lei mi guardò negli occhi per qualche secondo e poi mi disse -Credi che non lo sappia? Credi che non sapia del ritorno del ritorno di Bellatrix? Del marchio nero a Diagon Alley? Credi che non lo sappia? Luì è tornato Ted… Voldemort è tornato!- urlò lei piangendo. Se ne andò dalla stanza sbattendo la porta.
 
Non poteva essere vero. Lui era morto sotto gli occhi di tutti, non poteva essere tornato! L’aveva già fatto una volta, però. E poi, se Victoria era così impaurita da cercare di pensare a tutto purchè non a quello, allora qualcosa stava davvero succedendo. Se i maghi erano davvero così spaventati, c’era un motivo. Se tutto questo era successo, c’era un motivo.
 
 
 

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Capitolo 3
*** Dormito bene? ***


 Ehilà! Scrivo questo messaggio per dirvi che da ora in poi Victoria non si chiamerà più così ma si chiamerà Victoire


Quella sera nessuno osò parlare. Stavamo tutti con la faccia bassa, non ci guardavamo nemmeno negli occhi. L’unica cosa che vedevamo era il piatto preparato dalla signora Weasley, che quella sera aveva cucinato peggio del solito. Fui uno dei primi a finire di mangiare. Presi il piatto, lo portai in cucina e mi ritirai nella mia stanza.
 Mi stesi sul letto, con lo sguardo sul soffitto. Volevo solo dormire. Volevo lasciare quel mondo oramai popolato da panico e terrore per andarmene nel mondo dei sogni. Lì sicuramente non c’era nessuna forza oscura o roba del genere. Tutti quanti ci addormentammo co n difficoltà. Cercavamo di non pensarci, ma era più forte di noi. Sapevamo di essere in un grande pericolo. In un enorme pericolo.
 Mi risvegliai verso le dieci. Il sole era bello splendente e non si intravedeva nessun marchio nero. Bene. Ottimo inizio di giornata.
Mi alzai dal letto e mi diressi verso la cucina. Ero l’ultimo ad essersi alzato. Entrai in cucina e trovai tutti quanti seduti al tavolo. George si stava abbuffando di cornetti alla crema, mentre suo fratello Ron lo guardava ridendo. Presi una brioche calda alla marmellata. Il signor Weasley mi guardò sorridente e poi mi chiese -Dormito bene, Teddy?-. –Benissimo, signor Weasley.- dissi io, cercando di sorridere. -Come fa ad aver dormito bene con Tu-Sai-Chi che è tornato?- intervenne zia Ginny. Il signor Weasley sospirò, e poi guardò il suo piatto, pieno di frittelle.
 -Ieri, da Olivander, c’era uno scatolone con su scritto 'Privato. Da consegnare al signor Tom Riddle'.- dissi io guardando zio Harry. Con quella mia frase attirai l’attenzione di tutti quanti. -Quanto era grande lo scatolone, figliolo?- chiese la signora Weasley -Né troppo grande, né troppo piccolo.- risposi io.
 
 Venti minuti dopo io, zio Harry, George e Ron eravamo nel corridoio della Tana, pronti per andare da Olivander. -Uno, due…tre!- urlò zio Harry. Ci eravamo smaterializzati.


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Capitolo 4
*** Olivander ***


      - Miseriaccia!- esclamò Ron dopo aver vomitato.
-Dannazione Ronald, ci farai scoprire!- disse George con un tono secco.
Mi avvicinai alla pila di scatoloni disordinati e lo cercai. -Era qui.- dissi preoccupato -Ma ora non c’è più-.

-E’ buffo che entrambi siamo venuti qui per la stessa cosa.- una voce da dietro attirò la nostra attenzione. Tirammo fuori le bacchette e le puntammo verso una sagoma che avanzava verso di noi. Man mano che avanzava le sagome si moltiplicavano. Quando fu abbastanza vicina, alzò la bacchetta e ci venne incontro. Lo riconoscemmo subito: era Voldemort.
Le sagome dietro, invece, erano i Mangiamorte. Lui si avvicinò a noi e si rivolse a Harry -Oh, ciao Harry.-
Lo zio lo stava guardando pietrificato ma con la bacchetta pronta a colpire. Voldemort si girò verso i suoi seguaci e, dopo una risatina, farfugliò -Uccideteli tutti.-. Dopo quelle parole, lui si smaterializzò, lasciando noi ai Mangiamorte.

-Stupeficium!-. improvvisamente George cadde per terra, colpito da uno dei Mangiamorte.
Eravamo in tre contro sette. Io, zio Harry e Ron contro sette Mangiamorte. Facemmo una specie di cerchio e iniziammo a combattere con tutta la forza che ci rimaneva. Zio Harry mandò due di loro sopra un mobile con un Levicorpus, mentre Ron ne 
scaraventò uno sulla vetrina. Nel frattempo George si era rialzato, e si era messo in cerchio con noi. Quattro contro quattro. Bene.

Dopo cinque minuti io, zio Harry, Ron e George stavamo cercando qualcosa tra gli scatoloni impolverati. Non trovammo niente, a parte uno scatolone vuoto indirizzato a Hermione.

Improvvisamente Ron si girò verso i Mangiamorte e li indicò con la faccia quasi lacrimante. Riuscì solo a bisbigliare -Harry…loro…risorti!-.
Ci girammo verso di loro e li ritrovammo tutti quanti in piedi, con la bacchetta in mano. Eravamo ritornati ai sette contro quattro. Non bene. Non bene.Quella sera nessuno osò parlare. Stavamo tutti con la faccia bassa, non ci guardavamo nemmeno negli 
occhi. L’unica cosa che vedevamo era il piatto preparato dalla signora Weasley, che quella sera aveva cucinato peggio del solito. Fui uno dei primi a finire di mangiare. Presi il piatto, lo portai in cucina e mi ritirai nella mia stanza.

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