Strike my heart.

di ourloveislikeasong
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hope to see you again. ***
Capitolo 2: *** Sorry,I'm gay. ***
Capitolo 3: *** Damn Jonas! ***
Capitolo 4: *** Who says I'm not your type? ***
Capitolo 5: *** The beginning of the end. ***
Capitolo 6: *** I'm glad you came. ***
Capitolo 7: *** She doesn't know. ***
Capitolo 8: *** I don't want it. ***
Capitolo 9: *** I promise you. ***
Capitolo 10: *** Will you marry me? ***
Capitolo 11: *** All mine. All yours. ***
Capitolo 12: *** I want his darkest secret. ***
Capitolo 13: *** Is this really happening? ***
Capitolo 14: *** Let's do it again. ***
Capitolo 15: *** You must stay away from her. ***
Capitolo 16: *** It's all for you. ***
Capitolo 17: *** He's a dad. ***
Capitolo 18: *** Better than revenge. ***
Capitolo 19: *** I'd like to meet her. ***
Capitolo 20: *** I don't know if I can keep this promise. ***
Capitolo 21: *** Thank you,dad. ***
Capitolo 22: *** There's something you don't know. ***
Capitolo 23: *** I'll always be there with you. ***
Capitolo 24: *** Like a family. ***
Capitolo 25: *** Happily ever after. ***



Capitolo 1
*** Hope to see you again. ***


Strike my heart. 

 

1.

Alla Lucky Strike Lane,un piccolo edificio per il bowling a New York,ogni sera era una gran sera. Amici,turisti,amanti e altri ancora si fermavano per giocare e per passare un ottimo tempo di compagnia con le persone che amavano. Quella sera,il 9 Luglio,Nicholas con i suoi amici,dopo aver finito di studiare, si era recato proprio alla LSL per divertirsi un po’.
Il locale riprendeva i colori della bandiera americana: aveva le pareti di un blu acceso che si abbinavano perfettamente con il rosso del pavimento e il bianco delle piste. Era davvero una gran bella sala,e per Nicholas che adorava giocare a bowling fu amore a prima vista.

Si avvicinarono al banco delle iscrizioni dove una ragazza dai capelli corvini lavorava. «Quanti siete?» chiese gentilmente. «Siamo 5. C’è una pista disponibile?»
«Certamente,la 4. Deve firmare qui così vi posso consegnare le scarpe»
Nick Jonas scrisse veloce lui per poi allontanarsi con gli amici.
A metà serata,i ragazzi furono nuovamente interrotti dalla stessa ragazza di prima. «Posso portarvi qualcosa da bere?» chiese sempre con quella voce angelica che si ritrovava. «5 Coche,una light se è possibile». Una manciata di minuti dopo le bibite erano arrivate. Ne vennero consegnate 4,«puoi portare la light a quel ragazzo laggiù per favore?» chiese un biondino amico di Nicholas.
La ragazza annuì e si diresse verso il riccio che era dall’altra parte della sala.
«Scusami,la tua coca light» disse porgendogli la bibita.
«Oh,grazie.» Nicholas fece una piccola pausa,ma poi si fece coraggio a parlare. «Posso sapere il tuo nome?»
«Sono Aria,Aria Richardson. Piacere»
«Nick Jonas,piacere mio. È un bel nome,Aria,sai?» Istintivamente la ragazza arrossì a quel complimento,non ne sentiva molti di solito. Soprattutto sul posto di lavoro.
«G-grazie» balbettò velocemente.
«Però non sei di qui vero? Il tuo cognome non è americano» incalzò Nick cercando di fare la conoscenza della ragazza.
«Un punto per te,Jonas. Vengo da Birmingham, vicino Londra»
«Ecco,lo sapevo»


Si era fatta mezzanotte quando Nick e i suoi amici decisero di tornare a casa,anche perché il locale si era svuotato e non c’era più niente da fare. Così raccolsero tutte le loro cose e si recarono verso l’uscita. Nicholas,come sempre,era rimasto indietro per consegnare le scarpe. Ma al bancone non c’era nessuno.
Qualche minuto dopo si precipitò Aria per finire il suo lavoro.
«Tieni,sono esatte. 5 paia e grazie!»
«Prego» sorrise lei mettendole a posto e andando via.
«Aria!» urlò Nicholas investito da un’ondata di coraggio. «Si?» disse la ragazza voltandosi.
«Ci rivedremo?»
«Forse»
sorrise lei prima di sparire al di là della porta. 


Questa è la prima FF che posto sola su FF e ammetto che sono davvero tanto in ansia. 
Mi sono sentita bloccata in questi giorni,ma oggi mi è venuta questa idea e spero con tutto il cuore che vi piaccia. 
Dipende tutto da voi come sempre. 
Grazie se qualcuno leggerà e mi dirà cosa ne pensa,vale tanto per me. 
Ross. <3

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Capitolo 2
*** Sorry,I'm gay. ***


2.

Il mercoledì era indubbiamente uno dei giorni preferiti di Aria. La sua giornata libera,nella quale poteva fare quello che voleva: uscire con gli amici,farsi una passeggiata al parco,andare a ballare. Tutto.
Quel pomeriggio doveva uscire con Ella,la sua migliore amica,dato che era appena tornata dalla sua lunga vacanza ai Caraibi. Delle volte immaginava di poter vivere la sua vita: una ragazza bellissima dai capelli biondo cenere ed occhi celesti,figlia di due genitori agiati e amorevoli. Ella aveva tutto ma,non per questo,era una brutta persona. Tutt’altro: era amichevole,dolce e una migliore amica perfetta.
«Allora come è andata ai Caraibi,eh?»
«Splendidamente» rispose El con una gran sorrisone.
«Hai fatto stragi di cuori,eh?»
«Mmh,ho conosciuto qualcuno.»

«E cosa aspettavi a dirmelo?» urlò Aria tanto che tutti,nel bar dov’erano,si girarono per guardarle.
In un secondo Aria era passata dalla sua solita carnagione olivastra a quella da peperone.
Joseph si chiamava il ragazzo che Ella aveva conosciuto. Capelli scuri,occhi marroni ed uno sguardo tremendamente sexy,da quanto diceva lei. Peccato però che non si sarebbero più rivisti. Lui viveva a Los Angeles.

«Aria?» chiese qualcuno avvicinandosi al loro tavolo. Un volto già noto: capelli ricci e castani,occhi dello stesso colore e braccia sorprendentemente muscolose (queste non se le ricordava però).
«Ciao!» esclamò lei cercando di capire chi fosse il tipo davanti a sé. «Sono Nick,quello dell’altra sera. Ti ricordi?» rispose lui velocemente notando la strana espressione di Aria.
«Nick! Si ciao. Jonas vero?» rispose sorridendo.
«Proprio io. Niente lavoro oggi?»
«Giornata libera» disse sorridendogli ancora. Nello stesso momento si girò verso Ella che la guardava con fare interrogativo con quella faccia da hai-intenzione-di-presentarmelo?. Aria scoppiò a ridere.
«Nick questa è Ella,la mia migliore amica. Ella questo è Nick» I due si scambiarono una veloce stretta di mano. Subito dopo El invitò il ragazzo a sedersi e lui,molto volentieri,accettò. Passarono il tempo chiacchierando e facendosi qualche domanda per conoscersi. Ma più passavano i minuti,più Aria si sentiva terribilmente in imbarazzo. Non voleva che Nick fosse lì con loro,né che la fermasse altre volte per strada o al bar o in qualsiasi altro posto.
Lo squillo del telefono di Ella interruppe lo scorrere dei pensieri di Aria che riportò lo sguardo e l’attenzione sull’amica. Stava raccogliendo tutte le sue cose velocemente, «È mio fratello,poi ti spiego tutto. Scusa» disse stampandogli un bacio sulla guancia per poi scappare via.
E così rimasero soli Aria e Nick,Nick e Aria. La situazione diventava sempre più imbarazzante.
«È meglio che vada,è tardi anche per me» disse cercando di scaricare il ragazzo.
«Ti accompagno a casa,ti va?»
‘Cazzo’. «Ehm,okay»
I due si incamminarono lungo le affollate strade di New York. Destinazione: casa Richardson.
Nick continuava a parlare e parlare e parlare. Alla fine Aria aveva scoperto che aveva tre fratelli: due più grandi ed uno più piccolo. La sua famiglia viveva a Los Angeles,eccetto suo fratello più grande che era in New Jersey per lavoro.
«Ti va se qualche volta prendiamo,che ne so,un caffè insieme?»
‘Non l’ha detto davvero. Merda. L’ha fatto.”
«Mi dispiace Nick,sono gay»
   

Non credevo che avrei postato così in fretta ahah 
Grazie per tutti quelli che hanno letto il primo e magari si sono interessati. 
A presto,
Ross. <3

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Capitolo 3
*** Damn Jonas! ***


3.

«Ti ha detto che è gay?» Joseph dall’altra parte della cornetta iniziò a ridere più forte che poteva,mentre il povero Nick si sentiva sempre più in imbarazzo.
«Non avrei dovuto chiamarti Joe,sei sempre il solito»
«Dai fratellino scusa! Non penserai mica che è veramente gay?»
«Perché no?»
«Oh Nicholas,Nicholas,Nicholas. L’ha detto solo perché non gli piaci. Vuoi un consiglio? Non le stare troppo addosso.»
«Tu dici?»
«Assolutamente. Ehi devo andare,fammi sapere. Ciao Nick!»

Il riccio chiuse velocemente la cornetta e si sdraiò sul divano per riflettere. Perché non piaceva a quella ragazza? Eppure era un bel tipo,o almeno così avevano sempre detto. Le ragazze lo trovavano bello al punto giusto,simpatico al punto giusto,dolce al punto giusto. Lui era il ragazzo al punto giusto.
E invece Aria aveva mandato tutto all’aria. Lei con quegli occhi grandi e quella voce che lo mandavano nel pallone. Possibile che una ragazza poteva fare quest’effetto?
‘Non le stare troppo addosso ’,si ripeteva Nick nella sua testa ma non ci riusciva. Voleva vederla,aveva bisogno di vederla. Così si infilò velocemente le scarpe e si diresse verso la Lucky Strike Lane.
Quando arrivò lei era lì,bella come sempre. Corse verso di lei e Aria,girandosi,si rovesciò tutte le bibite addosso. «Dannazione Jonas!» urlò verso il ragazzo. Questo era troppo.
Andava bene incontrarlo al bar e farsi accompagnare a casa ma venire di nuovo al locale dove lavorava no. In quanti modi avrebbe dovuto dirgli che non era interessata?
«Mi dispiace. Vieni,ti porto a casa a cambiarti. Abito qui vicino»
«Non voglio venire a casa tua. Non voglio andare da nessuna parte con te!»
«Posso essere più testardo di te,lo sai Richardson?»

Nick la prese sulle spalle e la condusse a casa sua nonostante le urla di Aria. Ci mise esattamente 8 minuti per arrivare. Fece scendere la ragazza e la condusse verso il suo appartamento.
Abitava in un grande condominio sulla 45esima strada. L’esterno dell’edificio era ben curato e da dentro la casa era ancora più bella: lo stile era decisamente moderno e più Aria guardava quella casa più riteneva fosse davvero splendida.
«Il bagno è la seconda porta a sinistra. È tutto tuo» esclamò Nicholas. Lui nel frattempo era andato in cucina a prendere qualcosa da bere. Due coche light.
«Jonas?»,lo chiamava Aria dal bagno,«hai  per caso una maglietta pulita?»
«Te la porto subito»
Prese una delle magliette  degli AC/DC che aveva e la porse alla ragazza che se la infilò velocemente ed uscì dal bagno. Le andava un po’ lunga però le piaceva e poi anche lei adorava gli AC/DC. E in quel momento,Aria si trovò a rivalutare Nick Jonas. Era un ragazzo carino: alto,con un gran fisico scolpito e dei capelli così dolci e teneri. Aveva voglia di toccarli,ma cancellò subito quell’idea dalla sua mente.
‘Chissà come sarà di carattere’.
Rimuginava e rimuginava finché Nick non la distolse dai suoi pensieri porgendole la sua coca.
«Perché bevi solo coca cola light? Non ti piace quella normale?» chiese,con un filo d’innocenza nella voce,Aria. «Ho il diabete» rispose lui con molta nonchalance.
«Hai il diabete e vivi da solo? Senza nessuno che possa prendersi cura di te? Sei pazzo?» sbottò lei. Le nacque in quel preciso momento un istinto di protezione nei confronti del riccio e non sapeva neanche il perché. Ma doveva allontanarlo,lui non era decisamente il suo tipo. E lei,bè lei non poteva e basta.
«Devo andare. Non cercarmi più ti prego. Ti farò riavere la maglia»
‘Non posso essere quella che tu vuoi Nick,mi dispiace’ disse scappando via. Le strade di New York non le erano mai sembrate così buie e così difficili da percorrere. Eppure doveva farlo,doveva andare via da lì.
‘Addio Jonas’ pensò appena fu arrivata al locale.
 

Sono pienamente consapevole che questo capitolo fa schifo,scusate ç_ç
Vi prometto che mi rifarò al prossimo! 
E per quanto riguarda Aria... bè scoprirete tutto più in là c:
xoxo,
Ross. <3

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Capitolo 4
*** Who says I'm not your type? ***


Boom,vi dico solo questo. 

4.

Quella  mattina Aria si svegliò con addosso la maglia di Nicholas, in realtà non sapeva bene perché l’aveva tenuta ma le piaceva così tanto ed indossandola si sentiva più protetta. Anche se sapeva che con Nick non avrebbe potuto far niente. Gliel’avrebbe restituita,prima o poi.
Si girò dall’altra parte del letto ma lo trovò vuoto. Sul cuscino però vi era stato lasciato un bigliettino, “Ho dovuto prendere il primo aereo per Seattle. Ti spiego tutto quando torno. Ti amo,Christian”
Istintivamente Aria sorrise e si portò su, alzandosi.
A metà mattinata ricevette una chiamata dal suo capo alla LSL che le diceva che per alcuni giorni il locale restava chiuso per lutto (da quanto aveva capito Aria,era morta la mamma di una carissima amica del proprietario del locale) . Le dispiaceva si, ma non riusciva a non essere felice pensando che avrebbe avuto qualche giorno tutto per sé. Prese velocemente il telefono e compose il numero di Ella.
«Sei la mia migliore amica e ti voglio bene,ma per me questa è ancora l’alba!» sbottò El a telefono, facendo ridere Aria.
«Scusa. Ma ho una notizia molto bella e tu esulterai appena te la dirò»
«Che aspetti? Parla,parla,parla!»
«Il locale è chiuso per alcuni giorni. Sono libera,siamo libere!» urlò la ragazza con tutta la forza e la felicità che aveva dentro. Finalmente poteva passare un po’ di tempo con la sua migliore amica e potevano divertirsi insieme dato che nell’ultimo periodo non accadeva molto spesso.
«Allora stasera facciamo le ore piccole,andiamo a ballare. Passo da te alle dieci,non accetto un no come risposta» disse Ella tutta contenta al telefono. «Perfetto, a dopo».


Era da tanto tempo che Aria desiderava mettersi il suo vestitino nero preferito e questa era decisamente l’occasione giusta. Non indossava qualcosa di femminile da tanto: tra il lavoro, le faccende domestiche e Christian non aveva mai tempo per divertirsi. Ma ora era arrivata il momento.
Si guardò allo specchio e si sentì decisamente bella: si sciolse i suoi lunghi capelli e li fece scendere morbidi sulla scollatura del vestito. Prese un po’ dei suoi trucchi e si fece ancora più bella e, in men che non si dica, era pronta. Ella suonò qualche minuto dopo ed insieme si diressero verso il 21, un famoso club in città.

Anche Nicholas, quella sera, si stava preparando per una serata con gli amici: sarebbero andati in discoteca e lui avrebbe sicuramente trovato qualcuna che gli avrebbe fatto dimenticare Aria. Questi erano i piani, (o almeno così pensava).
Passò ore davanti allo specchio solo per scegliere quale camicia mettere e alla fine optò per la semplice, sempre figa, camicia bianca abbinata con dei pantaloni neri super aderenti. ‘Troverò qualcuna. Guardatemi,sono bellissimo’ si diceva mentre si preparava. Ce la doveva fare, ce la voleva fare. Chi era Aria per rifiutarlo così? Basta, neanche lui ce la faceva più.
«Dove andiamo allora?» chiese appena arrivato dai suoi amici, «C’è una serata al 21 – rispose Alex – andremo lì».


Il 21 quella sera era decisamente affollato: c’erano un sacco di ragazze in tiro pronte per scatenarsi sulla pista da ballo e altrettanti ragazzi pronti a fare colpo su qualcuna di loro.
Ella e Aria, appena arrivate, si buttarono nella mischia. Volevano ballare,divertirsi. Volevano essere due ragazze della loro età. Alla fine, non era un reato andare a ballare a 18 anni.
Alla metà della serata Aria fu avvicinata da un ragazzo che sembrava un adone sceso in terra. Capelli biondi e occhi neri come la notte, e un fisico che non lasciava scampo alla tua immaginazione.
‘Dannazione se sei bello’.
Iniziarono a ballare insieme e a scatenarsi sulla pista da ballo e a poco a poco una certa elettricità nasceva tra di loro. Ormai non stavano ballando solo, ma si strusciavano ed erano decisamente appiccicati.
Dall’altra parte della pista Nicholas vide qualcuno che conosceva: vide lei che ballava attaccata ad un tipo senza alcuna preoccupazione. Questa era la prova che non era gay. Ma non l’avrebbe vinta, in fondo che aveva quel tipo in più di lui? ‘Tutto’ pensò Nick. Ma l’alcol faceva sempre il suo sporco effetto sulle persone così finì il suo bicchiere di whisky e si avvicinò a lei. L’adone era andato a prendere da bere, era il momento perfetto.
Corpo a corpo, faccia a faccia Nicholas e Aria ballavano insieme in mezzo alla pista. Erano decisamente in sincronia e nessuno osava staccarsi dall’altro. Fin quando Aria non alzò gli occhi verso di lui.
«Jonas!» esclamò spaventata guardandolo.
«Richardson» gli sorrise Nick. Quel sorriso era decisamente sexy anzi Nicholas era decisamente sexy quella sera tanto che Aria si stava mordendo il labbro per cacciare quegli assurdi pensieri dalla sua mente.
«Me ne vado!» esclamò di punto in bianco, dirigendosi verso l’uscita del locale.
«Mi spieghi perché diavolo non mi vuoi dare una chance?» le urlò contro Nicholas.
«NON SEI IL MIO TIPO!» urlò lei ancora più forte. E nel frattempo erano usciti fuori dal club in modo tale che potessero sentirsi mentre parlavano.
«Ah si? Non sono il tipo che ti prende così, – disse il riccio bloccandola per i polsi e facendola appoggiare al muro – e ti bacia?» disse tutto d’un fiato prima di far aderire i loro corpi e baciarla appassionatamente.
Aria era decisamente sconvolta: Nicholas sembrava così innocente e buono, e invece quello che aveva fatto ora era così eccitante. ‘Non ti fermare Jonas, ti prego’, pensava in continuazione la ragazza mentre le loro lingue si studiavano a vicenda. Da uno, i baci diventarono mille o anche più. Aria era inebriata dal sapore del ragazzo e non voleva staccarsi più, ma alla fine fu Nick a farlo.
«Contenta ora?» le chiese con quel sorrisetto sexy che Aria adorava. «Decisamente» disse baciandolo ancora una volta.

 

 


Ho fatto un capitolo lunghissimo,ma vi ho dato tante informazioni utili o no? 
Forse no ahahah 
Allora che ne pensate di tutto quello che è successo eh? :)
xoxo,
Ross. <3

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Capitolo 5
*** The beginning of the end. ***


5. 

«Piccola sono tornato» urlò Christian entrando in casa quella mattina. Aria era ancora nel letto, infondo erano solamente le 7 del mattino, e quando sentì arrivare Christian mugugnò qualcosa per fargli capire che era in camera da letto.  «Ciao dormigliona» disse il ragazzo dandogli un casto bacio sulle labbra, «mmh, buongiorno» rispose Aria sorridendo. Christian le si stese accanto, come soleva fare quando tornava dopo un lungo viaggio, e iniziò a raccontarle delle sue giornate a Seattle. Il suo lavoro (Christian era un rappresentante di vendita) lo portava molto spesso a viaggiare e Aria era ormai abituata a passare 5 giorni su 7 sola in quell’enorme casa dove vivevano. Forse era per questo che non provava più nessun tipo di attrazione per Christian. Gli voleva bene, tantissimo, ma erano sempre troppo distanti, troppo occupati, troppo tutto. Non era come aveva sognato.

«Vieni a vivere con me» le chiese sorridendo Christian un giorno mentre erano insieme in barca. «Passeremo un sacco di tempo insieme e potremmo essere una vera e propria coppia. Cucinare insieme, dormire insieme. Voglio vivere la mia vita con te Aria, dimmi di si ti prego»
Aria, con le lacrime agli occhi, gli saltò addosso portandogli le braccia al collo e gli accennò un debole ma sentito ‘Si’. Il giorno dopo erano già in cerca di un appartamento (che trovarono poche settimane dopo) e dei mobili (quel compito spettava ad Aria, voleva arredarla lei casa sua!).
Esattamente un mese dopo avevano portato nella nuova casa tutte le loro cose e si erano ufficialmente trasferiti.”

Aria sorrise nel ripensare a quel giorno, un sorriso che però a poco a poco diventava sempre più triste. Ormai lei e Christian non funzionavano più come coppia, lei l’aveva capito da tempo. Christian ancora no.
Ad interrompere i suoi pensieri fu lo squillo del suo telefonino, qualcuno la stava chiamando. «Rispondo io tesoro!» esclamò il ragazzo dall’altra parte della stanza, ma Aria si precipitò lo stesso nel caso fosse Ella e potesse spifferargli qualcosa. «C’è un certo Nicholas per te, chi è?»‘Cazzo!’, fu l’unica cosa che Aria riuscì a pensare prima di inventare una piccola bugia del tipo «È un tizio che lavora con me, passamelo».
Si spostò nell’altra stanza per evitare che Christian sentisse qualcosa e per parlare tranquillamente con Nick. Dalla sera del bacio si erano sentiti un paio di volte per fare due chiacchiere o cose del genere.
«Jonas?» rispose Aria con la voce tremante, sapeva già cosa stava per chiedergli il riccio dall’altra parte della cornetta. E aveva paura di sentire quelle parole. «Perché al tuo telefono ha risposto un ragazzo?»
«Perché io ero troppo lontana per rispondere»
«C’è qualcosa che mi devi dire per caso?»

«Chi io? No!» esclamò in preda al panico Aria. Perché Christian aveva risposto? Perché Nicholas aveva chiamato? Perché era così brava a ficcarsi nei guai? Aveva provato a stare lontana da quel ragazzo ( e anche da tutti quelli che la corteggiavano) , ma non c’era riuscita. Nick l’aveva stregata, se così si può dire, e lei non era riuscita a evitare quell’incantesimo. Era semplicemente attratta da lui: le piacevano quei suoi riccioli che gli coprivano gli occhi, i suoi occhi marroni e intesti, i suoi muscoli, il suo modo di fare. Le piaceva tutto, tutto di lui. E questo era un gran bel problema.
«Aria per favore mi vuoi dire che cazzo succede?» urlò il riccio al telefono.
«Nick, io… »
«Vediamoci stasera da me. Mi dirai tutto o vuoi o no, chiaro?»
«Si, okay, chiaro. Stasera da te. Ti dirò tutto. Okay.»

Questo era l’inizio della fine.



Buona seeeeera donneh ;)
Avete sentito il nuovo singolo della Swift? Io lo sto tipo ascoltando da stanotte. E' PERFETTO. 
Per non parlare del titolo del nuovo album "Red", lo amo! 
Ad ogni modo, scusate per il capitolo schifoso ç_ç
Buon ferragosto a tutti voi,
Ross. <3

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Capitolo 6
*** I'm glad you came. ***


6. 

“La verità, Nicholas, è che io sono fidanzata. Si, fidanzata da tre anni. E viviamo insieme. Ma le cose non vanno bene anzi, tutto il contrario. Io e Christian non siamo più fatti per stare insieme, solo che lui ancora non lo sa”, Aria continuava a ripetersi il discorso che si era preparata per quella sera. Era davanti il portone di casa di Nick e non riusciva neppure a muoversi. Doveva e voleva dirgli la verità ma sapeva che lui poi l’avrebbe respinta e non si sarebbero visti più. E Aria non voleva: Nicholas era stato un fulmine a ciel sereno e per quanto l’avesse messa nei guai, era contenta di averlo conosciuto.
Fece un respiro profondo, prese tutto il coraggio che aveva e suonò il campanello. Ad aprirle fu un Nicholas bellissimo: aveva il pantalone della tuta ed una semplice maglia bianca, era uno schianto.
«Ehi»  riuscì a dire Aria con quel poco di fiato che le era rimasto. «Vieni, entra» disse il riccio prendendola per i fianchi e in quel momento la ragazza si sentì protetta anche se ancora per poco. Magari dopo la lunga chiacchierata che avrebbero fatto a momenti, lui avrebbe usato quelle mani per respingerla o peggio picchiarla. E diciamo che non aveva tutti i torti.
«Come stai Richardson?» disse Nick lasciandole un bacio sulla guancia. Aria sorrise, «bene Mr Jonas, grazie. Lei?» «Mi dai del lei adesso?» disse attirandola a sé e facendola sedere sulle sue ginocchia. La guardò intensamente: era tutto quello che aveva desiderato ed ora era in braccio a lui, un po’ sorridente ed un po’ imbarazzata. Eppure, era sempre perfetta. Con quei capelli legati velocemente e  con quella maglietta che le lasciava scoperta una spalla. Era davvero la cosa più bella che Nicholas avesse mai visto in vita sua.
«Allora, cosa mi devi dire eh? Non credere che mi sia dimenticato» sbottò lui ad un certo punto.
«Nicholas io….» tentò di dire Aria, ma senza alcun risultato. «Posso fare una cosa prima?» chiese poi di punto in bianco. Nicholas accennò un si con la testa e lei mosse la sua mano verso la guancia del ragazzo, accarezzandolo per poi baciarlo. “Il nostro ultimo bacio” pensò lei, triste.
Quando si staccò da lui era pronta a dirgli tutta la verità. «La verità, Nicholas, è che io sono fidanzata. Si, fidanzata da tre anni. E viviamo insieme. Ma le cose non vanno bene anzi, tutto il contrario. Io e Christian non siamo più fatti per stare insieme, solo che lui ancora non lo sa» disse guardandolo dritto negli occhi. La sua espressione era indecifrabile. Passava dalla felicità alla tristezza, dalla tristezza alla rabbia. Le sue guance erano diventate rosse e la sua bocca fece uno strano grugnito. Alla fine però si calmò, e riprese a parlare normalmente. «Aria tu lo ami? Ho bisogno della verità!», disse guardandola anche lui dritta negli occhi. «No Nick, gli voglio bene ma ho smesso di amarlo», e in quel momento Nicholas capì: diceva davvero la verità. I suoi occhi non mentivano. «Sono contento che tu mi abbia detto la verità,Aria» disse prima di baciarla appassionatamente. Aria fu decisamente sorpresa dalla sua reazione ma non esitò a baciarlo perché era tutto quello che voleva in quel momento.
Nicholas la sollevò velocemente (Aria era rimasta seduta in braccio a lui per tutto il tempo) e la portò nella sua camera facendola sedere sul letto. Si mise di fronte a lei e continuò a baciarla, studiando la sua reazione. Aria, dal canto suo, non voleva fare altro. Voleva che Nicholas diventasse parte di lei. Si avvicinò a lui e baciandogli il collo gli tolse velocemente la maglietta mentre lui slacciava i suoi pantaloncini. In pochi momenti erano nudi, l’uno di fronte all’altra, e stavano unendo i loro universi. Stavano diventando una cosa sola ed entrambi erano felici di quello che stavano facendo.
Nicholas, che era steso come in una flessione su di lei, si fermò un attimo a guardarla e sorridendo, si avvicinò al suo orecchio sussurrandole «Sei bellissima». Aria divenne rossa dall’imbarazzo ma riuscì a rispondere «Anche tu sei bellissimo, Nicholas» prima di attirarlo di nuovo a sé e baciarlo.
Lei e Christian ormai non riuscivano ad avere una tale connessione, neanche a letto e questo era uno dei motivi che aveva fatto capire ad Aria che ormai le cose non andavano più bene. Allo stesso modo, in quel momento stava capendo quanto potesse essere forte e profondo quello che stava nascendo tra lei e Nicholas. E ne aveva paura.
E se finisse nuovamente come con Christian? Non ce l’avrebbe fatta a sopportare un’altra grande rottura.
Nicholas la faceva sentire così vulnerabile eppure riusciva anche a renderla felicissima e non sapeva come tutto questo era possibile. Non aveva mai provato niente del genere.
Si girò verso il ragazzo che ormai era steso accanto a lei e si posizionò tra le sue braccia. Erano faccia a faccia, occhi negli occhi ed Aria riusciva a sentire il respiro del ragazzo che a poco a poco tornava regolare. Gli lasciò un bacio sulle labbra mentre con una mano gli accarezzava i capelli, con l’altra disegnava dei piccoli cerchi sui suoi pettorali scolpiti.
«Sono felice che tu sia venuto quella sera al locale. E sono felice che mi hai rincorso il giorno dopo e l’altro ancora e l’altro ancora Nicholas»


Buon pomeriggio bellezze! c:
Questo capitolo l'ho scritto in pochissimo tempo, sarà che mi è piaciuto davvero.
E spero che piaccia tanto anche a voi, come piace a me.
Fatemelo sapere, sono pronta a tutto!
xoxo,
Ross. <3 

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Capitolo 7
*** She doesn't know. ***


7.

Un raggio di sole riuscì a penetrarsi oltre le finestre di casa Jonas e raggiunse proprio Aria che stava dormendo tranquillamente tra le braccia di Nicholas. Lei gli dava le spalle e lui l’abbracciava da dietro, “una sensazione fantastica” pensò lei. Si girò verso il ragazzo e iniziò a contemplarlo in tutta la sua bellezza: sembrava un bambino nel sonno. Aveva i capelli ricci tutti arruffati e quelle labbra a cuoricino che sembravano ancora più dolci ora che dormiva. Sorrise pensando a tutto quello che era successo anche se la reazione di Nicholas l’aveva un po’ stranita. Era così strano che lui l’avesse presa in quel modo.
Continuando a riflettere su tutto ciò, Aria si alzò, indossò la maglietta bianca di Nicholas e si diresse verso la cucina per preparare la colazione. Prese il caffè e lo mise a fare per poi iniziare a preparare l’impasto dei pancakes. In quel preciso istante, mentre era ai fornelli, le squillò il telefono. Si catapultò nel salotto per prenderlo in modo tale da non svegliare Nicholas e rispose velocemente alla chiamata. Era Christian. “Merda. Ho dimenticato di avvisarlo!” pensò lei, sentendosi un po’ in colpa.
«Pronto?» esclamò a bassa voce dirigendosi verso il balcone in modo tale da non fare chiasso.
«Amore che fine hai fatto? Dove hai dormito ieri sera?»
«Ho dormito da Ella, scusami ma mi sono dimenticata di avvisarti. Torno tra un po’, il tempo di fare colazione okay?»
«Fai con calma piccola, io sto andando a lavoro. Ci vediamo a pranzo okay? Ti amo.»

«Si, ci vediamo a pranzo. A dopo» disse chiudendo velocemente la chiamata. Prima di rientrare mandò un messaggio a Ella dicendole che Christian sapeva che aveva dormito da lei e doveva tenerle il gioco.
Quando rientrò in cucina Nicholas era già sveglio. Le venne un tuffo al cuore guardandolo mezzo nudo. Era così dannatamente bello!
«Perché ti sei svegliato? Volevo farti una sorpresa!» esclamò Aria un po’ triste.
«Mmh, buongiorno anche a te piccola» disse  Nicholas baciandole la guancia. La ragazza sorrise e tornò a preparare la colazione. «Che ci vuoi sui pancakes, Jonas?»
«C’è dello sciroppo d’acero in cucina, prendi quello». Aria annuì e poco dopo erano entrambi a tavola a fare colazione. Era da tanto che non faceva colazione con qualcuno. Solitamente quando si svegliava a casa la mattina, Christian era già andato via e le toccava mangiare da sola. Tranne le volte in cui implorava Ella di andare al bar.
«Chi era al telefono prima?» chiese Nick, distogliendo Aria da tutti i suoi pensieri.
«Christian. Voleva sapere che fine avessi fatto»
«E che gli hai detto?»

«Che ero da Ella» disse Aria con un piccolo sorriso. Nicholas la guardò ricambiando per poi prenderle la mano. «Stai bene?» le chiese poi. Aria scosse un po’ il capo, «Sei sicuro che questa situazione ti vada bene?» Nicholas stava per rispondere quando suonò il campanello. Aria si alzò da tavola, lasciando che il riccio finisse di mangiare, e andò da aprire la porta.
Un ragazzo bruno, muscoloso e discretamente alto stava aspettando sull’uscio della porta. Aria non l’aveva mai visto prima e si sentì in imbarazzo sapendo che lei indossava solamente la maglietta di Nicholas.
«Non sapevo che il mio fratellino avesse una ragazza altrimenti non sarei piombato qui» esclamò il moro. «Piacere io sono Joe, tu sei?»
«Ehm, sono Aria. Entra» disse la ragazza scostandosi.
Quando Nicholas vide il fratello, sorrise all’istante e si alzò per abbracciarlo. Guardandoli meglio, i due si assomigliavano molto. Quindi Joe era il fratello di Nicholas, quale dei due però? Aria sapeva che uno era sposato e l’altro no. Ad ogni modo, decise di lasciarli da soli; sicuramente avevano tantissime cose da raccontarsi. Tornò in camera da letto e si vestì velocemente. «Vado a casa. È stato un piacere conoscerti Joe!» esclamò Aria dirigendosi verso la porta. Nicholas si alzò e l’accompagnò, «Ti chiamo dopo» disse dandole un bacio sulla guancia.

* * *


«È bella sai?»
«Non è solo bella Joe, è stupenda!»
esclamò Nicholas con quel sorriso ebete che si insinua sulla faccia di tutti gli innamorati. Joe lo guardò sorridendo, «Allora avete risolto tutti i vostri problemi? Sbaglio o lei non ne voleva sapere di te?»
«È una storia lunga»
«Abbiamo tempo»

«Joe lei è, ehm fidanzata. Fidanzata da tre anni e loro convivono» sbottò Nicholas tutto d’un fiato. Joe lo guardò con gli occhi sgranati, non capendo come mai avesse accettato tutto ciò. «Quindi hai deciso di stare con lei nonostante tutto?» Nicholas annuì, «Joe lo sai benissimo che neanche io sono un santo» disse guardando il fratello negli occhi.
«Vuoi dire che lei non sa perché ti sei trasferito a New York?»
  

Buuuongiorno dolcezze, come state? 
Scusate se ci ho messo tanto tempo a postare ma in questi giorni sono stata molto impegnata! Mi perdonate?
Btw, avete visto la live dei Jonas? sdfjposjdkfojodi quanto erano belli? Per non parlare della nuova canzone *-*
Va bene, vi lascio alla lettura. Fatemi sapere cosa ne pensate eh :)
Ross. <3

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Capitolo 8
*** I don't want it. ***


Non ammazzatemi dopo aver letto questo capitolo,vi prego çç

8.

Los Angeles, 2010.
«Amore mi ami?»chiese Violet mentre si sedeva accanto al suo bellissimo fidanzato. Nicholas, senza pensarci un attimo, rispose che l’amava. «E quanto mi ami?» chiese ancora la ragazza. «Ti amo come non ho mai amato nessuno – rispose di nuovo il riccio – Ti amo come il sole ama sorgere al mattino e come la luna ama risplendere durante la notte», la ragazza sorrise, felice. «Bene, perché ti devo dire una cosa tesoro». E in quel momento Violet provò un po’ di paura: sapeva che Nicholas l’amava ma quanto poteva essere forte quell’amore? Sarebbe davvero stato felice dopo quello che lei gli avrebbe detto? Lo sperava, lo sperava con tutto il cuore.
«Tu passeresti il resto della vita con me, Nick?», per un momento il ragazzo rise, poi aggiunse: «Mi stai chiedendo di sposarti? No perché solitamente è il ragazzo che lo chiede» disse togliendole una ciocca di capelli davanti agli occhi. «No, non ti sto chiedendo di sposarmi. Ti sto chiedendo se passeresti la vita con me, lo faresti?», ancora una volta Nicholas, senza pensarci, rispose di si.
«E mi amerai anche quando sarò grossa e brutta?», il riccio rise di nuovo, «Non sarai mai grassa e brutta amore»; ma Violet continuò: «Si che lo sarò, mi amerai?»«Si ti amerò piccola».
E in quel momento la ragazza si sentì pronta a dirglielo, lui l’amava e l’avrebbe amata per sempre.
«Perfetto, perché sai in questi mesi ingrosserò tantissimo. Specialmente tra nove mesi Nicholas»
«Cosa stai cercando di dirmi Violet?»
«Sono incinta Nick, avremo un bambino, capisci?»

E poi boom, Nicholas non capì più niente. Un bambino? Avrebbe dovuto gestire un bambino a 18? Non ce l’avrebbe fatta, non voleva farlo. Aveva ancora tutta una vita davanti, la gioventù, gli amici. Perché “rovinare” tutto con un bambino?
«M-ma come è possibile?»
«Vuoi davvero che ti spieghi come è successo?»
disse sorridendo Violet. «Violet ci sono stato attento,cazzo! Non è possibile, davvero non è possibile!» sbottò tutto d’un tratto il ragazzo. E Violet capì.
«Mi stai dicendo che non sei felice?»
«Abbiamo 18 cazzo! Come potrei essere felice Violet? Abbiamo tutta una vita davanti. Per i bambini verrà il momento, ma sicuramente non è ora!»
disse accasciandosi sul divano. La ragazza si avvicinò a lui e gli baciò la guancia, «Impareremo a fare i genitori Nick, anche io ho paura. Ma ti amo e questo bambino è frutto del nostro amore e voglio tenerlo» esclamò convinta la ragazza. «V-vuoi tenerlo?»
Nicholas ad un tratto si era impallidito e a stento gli uscivano le parole di bocca, non credeva possibile che stava accadendo davvero. «Certo che lo terrò! Ci aiuteranno i miei genitori ed i tuoi, andrà tutto bene credimi!». Per Nicholas non era così facile come per Violet, forse perché non era un ragazzo e ai bambini non ci aveva mai pensato, e invece le ragazze sanno che è quello che vogliono. Ma lui, no.
«Violet io non lo voglio questo bambino»


So che il capitolo è un pò cortino,scusate cwc
Per chi non l'avesse capito è tutto un flashback :) Vi ripeto: NON UCCIDETEMI, VI PREGO!
Vi amo tanto,
Ross. <3

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Capitolo 9
*** I promise you. ***


Mi scuso per l'obrobrio (?) che posto qui sotto ç_ç

9.

La Lucky Strake Lane dopo 5 giorni aveva riaperto e quella sera Aria era sul posto di lavoro. In quei giorni aveva sentito spesso Nicholas ed aveva raccontato tutto ad Ella. Però non era riuscita a parlare con Christian. Andava sempre di fretta, era sempre al lavoro, insomma non c’era mai. E questo non facilitava le cose. Avrebbe voluto dirgli tutto e poter vivere Nicholas all’aria aperta, senza più nascondersi.
Era di spalle quando qualcuno appoggiò la mano sulla sua spalla, «E così lavori qui eh?» chiese il ragazzo che le si presentò di fronte. Aria si fermò per un secondo, poi rispose: «Oh ciao Joe! Che ci fai da queste parti?». Il ragazzo sorrise, «Che si fa in una sala da bowling?» ed immediatamente Aria scoppiò a ridere. «Giusto. Ma sei solo, a Los Angeles giocate soli al bowling?»
«Ottima osservazione. In verità sono passato per te, sai non abbiamo avuto un’ottima presentazione. Eri mezza nuda in casa di mio fratello» disse ancora una volta ridendo Joe. Aria si colorò di rosso prima di rispondere e questo fece ridere il ragazzo ancora di più, «Hai ragione ed ecco, ehm, mi dispiace. Non volevo farmi vedere mezza nuda. Sono cose che riservo ad altre persone» disse ironicamente facendogli l’occhiolino.
Joe la guardò e capì che quella ragazza andava bene per Nicholas: era simpatica, bella, alla mano. Proprio il tipo di cui Nicholas aveva bisogno. Però i due avevano delle questioni da risolvere altrimenti avrebbero mandato tutto all’aria. «Nicholas mi ha detto che sei fidanzata…» esclamò Joe sorprendendo Aria.
«Oh, te l’ha detto?» rispose la ragazza con fare dispiaciuto. «È il mio fratellino, mi dice tutto. E mi sento in dovere di proteggerlo»
«Hai perfettamente ragione» rispose Aria sapendo già dove voleva arriva Joe. «Puoi prenderti una pausa così parliamo?», la ragazza annuì e poco dopo si spostarono in una pizzeria lì vicino. La 42nd Street Pizza era uno dei locali che Aria e Ella frequentavano spesso. Il posto era davvero molto accogliente e la pizza molto buona. Così dopo essere entrati, Joe scelse un tavolo in fondo e si sedettero insieme. Ordinarono due birre e una pizza a testa. «Vai dritto al sodo, per favore» esclamò Aria tutto d’un tratto. Voleva togliersi subito quel dente. Sapeva dove sarebbe andato a parare Joe.
«È quello che volevo fare. Allora, ci tieni davvero a mio fratello?»
«Tantissimo»
«E allora perché all’inizio non volevi uscire con lui? Mi ha detto che l’hai respinto più volte»
«Penso che la risposta la sai già. Sono fidanzata Joe e non volevo, come poi ho fatto, incasinare tutto»

Non stavano facendo un vero discorso, una chiacchierata. Era più che altro un interrogatorio, un terzo grado. Joe era il poliziotto e Aria la sospettata che era tenuta a rispondere sinceramente e velocemente. Questa cosa la spaventava un po’, ma capiva perfettamente Joe. Nicholas era il suo fratello più piccolo, il suo migliore amico e voleva proteggerlo. Magari in passato aveva avuto qualche brutta storia, chissà.
«Come ti senti quando stai con lui, Aria?», la ragazza scoppiò a ridere, «Me lo stai chiedendo davvero?». Joseph annuì e ancora una volta la ragazza dovette rispondere con grande sincerità. «Viva, mi sento viva con lui. Ed era da molto che non mi capitava, te lo giuro. Io e Christian ormai non abbiamo più quella connessione che sento ogni volta che Nick mi guarda negli occhi. E lo so ti sembrerò stupida, ma è così. Nicholas mi fa sentire una ragazza di 18 anni, quella che dovrei essere».
Joe sorrise, aveva capito tutto. Aria ci teneva davvero a lui e sapeva che prima o poi (lui sperava prima) avrebbe parlato con Christian. In fondo era solo una ragazza che aveva creduto troppo presto all’amore, senza pensare che quello che aveva scelto non per forza doveva essere l’uomo della sua vita. Però se Aria doveva fare questo sacrificio per Nicholas, anche Nick avrebbe dovuto mettere tutto in chiaro con Aria. Doveva raccontargli di Violet, del bambino, di tutto.
«Ci parlerai con Christian?»
«Lo farò il prima possibile, te lo prometto Joe»


Come vi avevo promesso ho postato presto presto, siete contenti? :)
Anche se questo capitolo è brutto e noioso e mi scuso per questo ç__ç
Non vedo l'ora di leggere quello che pensate c:
xoxo,
Ross. <3

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Capitolo 10
*** Will you marry me? ***


10. 

«Sono a casa!» esclamò Aria sventolando la borsa a terra e buttandosi, stanca morta, sul divano del salotto. Quella settimana per lei era stata davvero stressante; tra il lavoro, Nicholas, Christian, Ella e tutto il resto davvero non ce la faceva a stare in piedi. «Ciao amore mio! – esclamò Christian dirigendosi verso di lei – stanca? Ti ho preparato la cena. Devo parlarti di una cosa importantissima» disse tutto sorridente. Aria lo guardò male.
Una cosa importantissima? Cosa? No, nessuna cosa importante. Era lei che doveva parlare con lui. A tutti i costi.
Christian la prese per mano e la condusse verso la cucina: la stanza era tutta buia, illuminata solamente da qualche candela al centro del tavolo che era stato perfettamente decorato.
“Wow” riuscì solo a pensare Aria guardando tutto quello che aveva fatto. Doveva essere davvero una cosa tanto importante.
La fece accomodare ed insieme mangiarono le portate che Christian con tanto amore aveva preparato. Maccheroni al formaggio (i preferiti di Aria) per primo, anatra all’arancia (la preferita di Christian) per secondo e cheesecake come dolce. Era davvero una serata perfetta, se non fosse che Aria non era più innamorata di Christian e che era troppo fifona per dirglielo.
«Allora cosa devi dirmi?» incalzò la ragazza. «Sei impaziente eh?» disse sorridendo lui. Sembrava davvero felice quella sera, come Aria non lo vedeva da tempo. Aveva gli occhi che brillavano, come quando i bambini ricevono un giocattolo nuovo, ed era sempre sorridente e solare. Aria avrebbe voluto vederlo sempre così, magari avrebbe continuato ad amarlo.
«Siamo insieme da 3 anni amore e conviviamo da altrettanti anni. E io ho un ottimo lavoro e la nostra casa è bellissima e la vita insieme ancora di più. Stavo pensando – in quel momento si alzò dalla sedia e si inginocchiò proprio davanti ad Aria aprendo un cofanetto contenente un bellissimo brillante – mi vuoi sposare?» disse poi con tutto il fiato che aveva.
Fu un momento solo e Aria cadde inerme sul pavimento della cucina. Era svenuta. Probabilmente era stato lo shock. L’ultima cosa che avrebbe voluto sentire da Christian era una proposta di matrimonio.
Al suo risveglio, era stesa sul letto e Christian le teneva la mano. «S-stai bene?» chiese incerto, il suo volto era passato da felicissimo a super preoccupato in un solo istante. «Si, scusa» disse Aria cercando di sedersi meglio sul letto. «È solo che non me l’aspettavo» disse con quel poco di voce che si ritrovava, «Allora che mi dici amore? Mi sposi?»
Non poteva accettare quel matrimonio, non poteva davvero. Era giunto il momento di parargli, magari gli avrebbe spezzato il cuore ma almeno non gli avrebbe permesso di compiere il più grande errore della sua vita. «Vieni qui – disse la ragazza facendogli spazio sul letto – Christian tu sei una persona fantastica, una delle più belle che io abbia conosciuto nella mia vita. Ma io non posso sposarti»; quelle parole le uscirono come una boccata d’aria pulita, come un vero sollievo. Il problema era che Christian era tutto tranne sollevato. «C-cosa?» esclamò il ragazzo con quel poco di voce che gli era rimasta. Era shockato, glielo si leggeva in faccia. Ma almeno se ne sarebbe fatto una ragione, prima o poi.
«Io non volevo che accadesse Chri, ma è successo. Tu non c’eri mai, eri sempre a lavoro ed in viaggio ed io, bè io, mi sono innamorata di un’altra persona».
«Ero a lavoro per noi, Aria lo capisci? Per comprarti un diavolo d’anello e per poter pagare un matrimonio. Cazzo!»
«Ci siamo fidanzati a 15 anni ed io credevo che saresti stato l’uomo della mia vita e avrei tanto voluto davvero. Mi dispiace» disse prima di alzarsi dal letto. «Ti lascerò l’appartamento, faccio le valige e vado via subito.»
«È così è finita Aria, davvero?»
«Mi dispiace Chri, è finita davvero. Spero che un giorno potrai perdonarmi»
 

Tre capitoli in una sola settimana, mi sembra un record! 
Ci credete che siamo già al decimo capitolo? Io no e volevo RINGRAZIARVI per tutto quello che fate per me. 
SIETE SPLENDIDE DAVVERO. 
Ross. <3

Recensita da 48 → Preferita da 6 → Seguita da 5. 
GRAZIE! :)

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Capitolo 11
*** All mine. All yours. ***


11. 

Il campanello di casa di Ella suonò alle sette del mattino, mentre lei stava ancora dormendo. Piena di rabbia, si alzò per vedere chi fosse quel pazzo (o in questo caso quella pazza) che disturbava a quell’ora del mattino. Appena aperta la porta si ritrovò davanti la sua migliore amica, Aria, con il volto pieno di lacrime. «Ho lasciato Christian» esclamò prima di buttarsi tre le braccia di Ella che ricambiò prontamente l’abbraccio. «E non sei felice?» chiese poco dopo, Aria annuì e le sorrise anche, aggiungendo: «Si, però l’ho fatto soffrire. Voleva sposarmi ed ora mi odia!». Ella sorrise guardandola così: era da tempo che non vedeva in lei quella ragazza di 18 anni che doveva essere. Ed ora lì, come se fosse tornata da un lungo viaggio durato anni. Era di nuovo la ragazza che piangeva, sorrideva, che faceva cavolate per seguire il cuore… era di nuovo la sua Aria. E ne era contentissima. «Entra, asciugati queste lacrime e mangiamo qualcosa. E poi andiamo a dare la bella notizia a Nicholas, ti va?», Aria annuì seguendola per tutta la casa e facendo quello che le aveva detto l’amica. In quel momento le era veramente riconoscente. Nessuno  avrebbe aperto la propria casa alle sette del mattino ad un ragazza disperata che piangeva e con le valigie. Nessuno tranne Ella.

Erano all’incirca le dieci del mattino quando le due ragazze avevano finito di sistemare i bagagli di Aria e di raccontarsi tutto quello che era successo. Aria finalmente si sentiva bene e sollevata. Certo le dispiaceva lo stesso per Christian, ma in cuor suo sapeva che prima o poi avrebbe capito, e magari l’avrebbe anche perdonata. «Chiama Nicholas, su – le disse Ella – A quest’ora sarà sicuramente sveglio», Aria prese il telefono e compose il suo numero. Uno squillo, due, tre e poi la dolce voce di Nick che diceva: «Pronto?»; Aria istintivamente sorrise, «Sono io, Aria. Che fai? Vorrei vederti, devo dirti una cosa». Nicholas aspettò qualche secondo e poi disse: «Caccio Joe e ti aspetto a casa, okay?» «Okay»rispose altrettanto allegramente Aria.
Mezz’ora dopo Aria era davanti il portone di casa di Nicholas e non vedeva l’ora di dargli la bella notizia. Si era persino fatta bella per dirglielo: indossava un vestitino turchese che le scendeva dritto con un contorno di merletto tutto intorno, dei sandali ed una borsa bianca abbinati e aveva sciolto i capelli. Si sentiva bella e solo grazie a Nicholas. Suonò il campanello e se lo ritrovò davanti in tutta la sua splendida semplicità: indossava dei jeans chiari aderenti che gli stavano divinamente (e che non lasciavano spazio all’immaginazione) e una canotta grigia a giro.
«Finalmente! Pensavo non arrivassi più!» esclamò prendendola per i fianchi e avvicinandola a sé per poi baciarla. «Oh, anche io sono contenta di vederti Jonas» esclamò la ragazza mentre prendeva fiato tra un bacio e l’altro. Quel ragazzo l’aveva incantata, non riusciva a pensare più a niente se non a lui. E questa cosa era strana, ma bellissima. «Dove hai mandato quel povero Joe?» chiese ridendo Aria che nel frattempo si era sistemata accanto a Nick sul divano. «In giro, gli ho detto che ci serviva casa libera e si è subito messo a ridere», anche Aria scoppiò a ridere immaginando la faccia di Joe quando il riccio gli aveva detto quelle parole.
«Allora che mi devi dire? Una cosa bella?» chiese guardandola con quegli occhioni così grandi che Aria adorava così tanto. Erano così belli ed espressivi.
«Vuoi una notizia bella?»,chiese cercando di fare la seria, «Si tesoro, voglio una notizia bellissima». Aria gli regalò un grandissimo sorriso, prima di dirgli: «E allora l’avrai – face un lungo minuto di pausa nel quale Nicholas si sentiva di morire – Ho lasciato Christian!» disse poi guardandolo dritto negli occhi. «Davvero?» esclamò tutto sorridente lui. Non le diede neanche il tempo di rispondergli che prese a baciarla nel modo più dolce e passionale che potesse esistere. Si era steso sopra di lei e a poco a poco le toglieva i vestiti restando sempre più sbalordito dalla bellezza di quella ragazza. Anche Aria provava le stesse ed identiche emozioni mentre spogliava il riccio per poi fare l’amore con lui.
«Allora sei tutta mia?»
«Tutta tua»
le fece eco Aria, mentre ancora una volta fondevano i loro mondi.
 


Buongiorno bellissime,come state? :)
Volevo solamente dirvi che in questa settimana cercherò di postare un altro capitolo se ce la faccio. 
Altrimenti ci rivediamo ad Ottobre quando torno da Parigi. 
Ma sicuramente ve ne posterò un altro, o anche due dai :)
Grazie per essere sempre così osfmipojmdsofijiosjfiojdiof *-*
VI AMO,
Ross. <3

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Capitolo 12
*** I want his darkest secret. ***


12. 

Quella sera Christian si era messo un paio di jeans ed una maglietta bianca (vestiti che non era solito utilizzare) ed aveva indossato anche un cappello per essere poco riconoscibile. Uscì da casa e si diresse verso la Lucky Strike Lane, la pista da bowling dove lavorava la sua ormai ex ragazza, Aria. Voleva proprio vedere per chi aveva lasciato un ragazzo bello e talentuoso come lui. Chi altro avrebbe potuto garantirle una casa, uno stipendio fisso, del cibo a soli 18 anni? Nessuno.
Entrò dentro il locale verso le dieci e si diresse verso una delle piste vuote. Era da molto che non entrava lì dentro ed era cambiato tutto: per prima cosa, il locale era stato completamente rinnovato ed era molto più bello ed accogliente; per seconda cosa, c’era davvero tantissima gente (non come l’ultima volta che ci mise piede quando il locale aveva appena aperto); e per terza cosa: era davvero davvero bello stare lì,sembrava di essere a casa. Guardandosi intorno Christian si fermò un momento a riflettere: aveva rinunciato a tutto quello per poter avere un futuro con Aria e adesso si sentiva vuoto. Non aveva più Aria, né un futuro secondo lei né tempo per recuperare quello che ormai aveva perso. Non era più un ragazzino che poteva giocare a bowling il sabato sera. Era più che altro un uomo che il sabato sera, se andava tutto bene, passava il tempo a guardare qualcosa alla televisione perché troppo stanco dal lavoro di un’intera settimana.
“Ecco perché Aria mi ha lasciato” riuscì solamente a pensare. Ora capiva: lei aveva bisogno di qualcuno che le stesse accanto e che la facesse uscire e divertire il sabato sera. Non qualcuno che le faceva fare la perfetta mogliettina.  Non lui, insomma.
Voltò lo sguardo e vide Aria al bancone all’entrata parlare con qualcuno, allora si avvicinò per sentire meglio quello che si stessero dicendo.

«Ehi bella ragazza, c’è un posto per me?» disse Nicholas facendo finta di flirtare con lei. Aria sorrise e decise di stare al gioco. «Siamo pieni, mi dispiace» rispose cercando di essere il più seria possibile. «Oh, capisco – Nick fece una piccola pausa, per poi sfoggiare un sorrisetto malizioso – neanche se le do un bacio mi trova un posticino?», «Dovrebbe essere un bravo baciatore per corrompermi, sa?» disse Aria sporgendosi dal bancone per baciarlo. Nicholas la prese per il mento e la baciò molto appassionatamente, come se intorno a loro non ci fosse nessuno. Tutta la gente più adulta che era vicino li guardava come per dire “Questi giovani d’oggi sono senza alcun pudore”, ma questo era il bello di Nick: non gli importava quello che l’altra gente potesse dire. Ed Aria quando era con lui si sentiva di fare quello che voleva.
«Oh signor Jonas, lei si che sa come conquistare un ragazza»
«Aspetti che la porti a letto stasera, signorina Richardson»
disse ancora una volta il ragazzo, avvicinandosi a lei e passandogli la lingua sulle labbra. Aria avrebbe voluto saltargli addosso e fare l’amore lì sul bancone, ma purtroppo non poteva.
«Vai via Nicholas, mi distrai ed io devo lavorare» disse spingendolo via Aria, «Ti passo a prendere dopo amore, ciao!» rispose il riccio andando via.

Nick Jonas. Nick Jonas.
Chrstian si stava letteralmente mangiando la testa. Conosceva quasi tutta New York ed era certo che non c’era nessuna famiglia Jonas. Questo significava che il ragazzo non era della città, si era soltanto trasferito. Ma di dove poteva essere? Se voleva conquistare Aria, aveva bisogno di giocare ad armi pari.
Prese il suo telefono e chiamò un suo amico, Sean, che lavorava con lui e che era molto esperto nell’addentrarsi nell’archivio statale per cercare informazioni utili.
«C’è qualcosa che non va, Christian?» chiese Sean appena aprì la chiamata. Christian non era solito disturbare la sera, a dire il vero non disturbava mai e se lo faceva era davvero importante.
«Ho bisogno di sapere tutto su un certo Nick Jonas al più presto. E con tutto intendo dire tutto: trova il suo più intimo segreto, i dati della sua famiglia, tutto quello che puoi» rispose Christian con il tono più autorevole che avesse mai avuto.
Avrebbe rovinato Nick Jonas una volta per tutte e si sarebbe ripreso quello che gli spettava, Aria.
 

Questo è l'ultimo capitolo che (come vi avevo promesso) vi posto prima di partire. 
Tranquilli,quando torno ricomincerò a postare. :)
Nel frattempo vi saluto Parigi! 
SIETE FANTASTICHE ED IO VI AMO. 
Mi mancherete,
Ross. <3

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Capitolo 13
*** Is this really happening? ***


Gueeeeess who's back :)

13. 

«Andiamo a cena stasera, piccola?» chiese Nicholas al telefono col tono più dolce che aveva. Dall’altro capo del telefono Aria sorrise,ma un sorriso un po’ triste. «Veramente avevo promesso ad Ella di stare insieme stasera, Jonas», mentre lo diceva si mordeva le labbra: solo lei sapeva quanta voglia aveva di stare con Nicholas. Ormai passavano praticamente tutto il giorno insieme,24 ore su 24. Era Nick a portarla a lavoro e ad andarla a prendere. Era Nick ad accompagnarla fino al portone di casa di Ella la sera dandole anche il bacio della buona notte (i due non potevano dormire insieme a causa della presenza di Joe). Era Nick, sempre Nick, solo Nick.
«E se facessimo venire anche Ella?» chiese poi timidamente. «Lo sai che odia fare la candela, Nick.»
«Non hai capito, Richardson. Faccio venire anche Joe, magari si piacciono, chissà»
«Delle volte sei proprio un genio Jonas! Io avviso Ella, tu Joe. Ci vediamo stasera!» esclamò tutta contenta lei. Si infilò velocemente un jeans ed una maglietta e chiamò la ragazza al telefono per capire dove si trovasse. Appena appresa l’informazione si catapultò da lei.
Ella era andata a trovare sua mamma, lo faceva almeno due volte alla settimana. Era un gesto  così carino secondo lei.
Mezz’ora dopo era sotto casa dei genitori di Ella e la stava aspettando. Quando scese le rivolse un sorriso gigantesco uno di quelli del tipo sto-per-fare-qualcosa-che-non-ti-piacerà.
«Che c’è questa volta? Odio quando mi rivolgi quel sorriso, sembri un’assassina. Su parla!» esclamò Ella prendendo Aria sottobraccio e incamminandosi insieme. «Ho una grande proposta per te, o meglio ho deciso cosa faremo stasera» «Perché questa cosa mi fa molta paura?» «Ma sta zitta! – disse scoppiando a ridere Aria – allora, io e Nicholas abbiamo prenotato un tavolo da Luigi’s»
«IO NON VERRO’ A FARE LA CANDELA, LO SAI BENISSIMO RICHARDSON!» sbottò d’un tratto l’amica. Aria, che già sapeva come avrebbe reagito, scoppiò a ridere ancora più forte. «Ormai ti conosco proprio bene mia cara, ecco perché verrà anche il fratello di Joe! È un bellissimo ragazzo ed è simpatico, ti piacerà da morire, già lo so»
Ella istintivamente sbuffò, «Quando la smetterai di organizzarmi appuntamenti?»
«Mmh, mai?»


«Sveglia dormiglione!» urlò Nicholas dando una cuscinata a Joe. Erano le cinque del pomeriggio e dormiva ancora. Quel ragazzo non sapeva proprio che cosa significasse vivere e divertirsi. Bastava dargli un letto che si addormentava, e chissà quando si sarebbe svegliato.
«Se continui così, caro il mio Jerry, me ne torno a Los Angeles!» mugugnò Joe, rigirandosi nel letto.
«Oh, allora non vuoi conoscere la bellissima ragazza che ho scelto per te, vero Adam?»
Appena sentì il termine ragazza, Joseph si svegliò tutto d’un colpo. Era sempre il solito: due cose amava soltanto, il letto e le ragazze. «Ma bravo il mio fratellino. A che ora ci devo uscire? Dove la passo a prendere? Che mi metto?», Nicholas scoppiò a ridere, una di quelle risate che solamente suo fratello maggiore avrebbe potuto procuragli. «Stai calmo, ci usciamo insieme. Io, tu, Aria e la sua amica»


Erano le nove e mezza e Aria ed Ella non erano ancora pronte.
Tutte e due erano bellissime quella sera, più del solito. Aria indossava dei pantaloni neri aderenti ed una maglietta argentata piena di paillettes con delle scarpe nere con un super tacco. Ella invece indossava un vestitino grigio semplice che le lasciava scoperte le spalle e le sue scarpe viola preferite.
Arrivarono al locale che erano le dieci e qualche minuto. Nicholas e Joe erano lì da almeno mezz’ora; ma si sa, le belle ragazze si fanno aspettare.
Aria si avvicinò al suo Nick e lo guardò quasi sbalordita: indossava un pantalone beige quasi più aderente del suo (che avrebbe voluto strappargli a morsi) ed una camicia celeste chiaro con qualche bottone sbottonato che lasciava intravedere i suoi muscoli. Nicholas la prese per i fianchi e la baciò, aggiungendo: «Sei da stupro stasera, lo sai?» «Volevo dirti la stessa cosa» rispose Aria con un sorriso malizioso stampato sulle labbra.
Quando i due si staccarono, Aria prese per mano Ella e la portò di fronte a Nicholas, dicendo: «Ella, ti presento Joe Jonas, il fratello di Nick». In quel preciso istante Nick si spostò e dietro di lui quel ragazzo con i capelli scuri e gli occhi marroni che lei conosceva benissimo. Lo guardò attentamente: si era fatto crescere un po’ i capelli e aveva anche un po’ di barbetta, nel complesso era sempre dannatamente sexy.
Anche Joe la guardava imbambolato, come se non riuscisse a credere che lei era davvero lì, davanti ai suoi occhi. «E-ella?» chiese sbalordito. «Ciao Joe, ti trovo bene» rispose lei un po’ imbarazzata.
«Aspettate un momento – li interruppe Aria – voi due vi conoscete?»
«È il tipo dei Caraibi, Aria»


Finalmente sono di nuovo con voi, siete contenti? Io tantissimo, mi siete mancati un sacco. 
Parigi era bellissima comunque! 
Scusate per il ritardo e lo schifo di questo capitolo, aspetto lo stesso i vostri commenti. 
Vi amo,
Ross. <3

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Capitolo 14
*** Let's do it again. ***


 

 

 

14. 

Aria si fermò un secondo per riflettere. Fissava Ella,poi Joe. Joe e poi Ella. E poi, come per ricevere aiuto, volgeva lo sguardo verso di Nick. Si ricordava del tipo dei Caraibi,ma faticava a credere che fosse Joe.
Da un altro lato però era felice: adesso era sicura che i due si piacessero.
«Benissimo allora! – esclamò ad un certo punto – mangiamo?» disse voltandosi verso Nicholas.
«Oh si, ti mangerei tutta» rispose il riccio purtroppo ad alta voce. «Non l’ha detto davvero,vero Aria?» chiese Ella mentre ormai tutti stavano ridendo a crepa pelle. Solo il povero Nick era diventato tutto rosso e avrebbe voluto nascondere la sua faccia sotto un sacchetto di plastica.
«Ti ho educato proprio bene, fratellino» continuò Joe per prenderlo in giro. Ma ormai la vergogna gli era passata. Tutti e quattro i ragazzi si erano seduti al tavolo: Aria di fronte a Joe ed accanto ad Ella, e Nicholas accanto a Joe e di fronte ad Ella. Gli sguardi si incrociavano, in particolar modo quelli di Ella e Joseph. Era come stare in un sogno, molte volte Ella aveva sperato di rivederlo (ed anche Joe), ma mai era successo. E invece poi, puff, eccolo lì, in tutto il suo splendore, di fronte a lei. Se Aria avesse saputo quello che sentiva la sua migliore amica in quel momento, le avrebbe sicuramente detto che era in preda ad un colpo di fulmine e ne era assolutamente felice. Se Joe era meraviglioso quanto Nicholas, i due sarebbero stati felici insieme ed Ella se la meritava proprio un po’ di felicità.
A metà della serata il cellulare di Aria emise il solito suono dei messaggi e lei con molta delicatezza lo estrasse dalla borsa per vedere di cosa si trattava. Aprì il messaggio, -Bagno?- c’era scritto. Era Nicholas.
Le scappò un sorriso, poi annuì con la testa. «Mi scusate un attimo? Devo andare in bagno» disse prima di andarsene e dirigersi verso il bagno delle donne in fondo al locale. Una manciata di minuti anche Nicholas si allontanò dal tavolo, fingendo di aver ricevuto una telefonata e si catapultò verso Aria.
Quando la vide la prese per i fianchi e la baciò appassionatamente, «Non ce la facevo più, avevo bisogno di baciarti» disse prima di prenderla con sé e chiudersi insieme in un bagno. «Non ti facevo tipo da sveltine, lo sai Jonas?» «È tutta colpa tua, Richardson. Che cosa mi hai fatto eh?» chiese mentre ormai i due non avevano più fiato per parlare.

Nel frattempo, Ella e Joe erano rimasti soli al tavolo ed erano rimasti in silenzio perché imbarazzati. Il ragazzo decise di rompere il ghiaccio, «Allora che cosa hai fatto di bello in tutto questo tempo?» chiese con un filo di voce. «Le solite cose: lavoro, casa, Aria. Aria, lavoro, casa. E tu?» «Anche» le disse sorridendo. Il silenzio calò di nuovo, questa volta perché Joseph si era incantato a fissarla. Era rimasta sempre bellissima, magra, simpatica. Era come l’aveva sempre ricordata: perfetta.
Fissò gli occhi sulle sue labbra, che si stava mordendo per il nervosismo, e sembrò incantato. «Ti ho pensata molto, sai?» «Davvero?» esclamò Ella con tutta la speranza che aveva dentro. «Si» rispose Joseph prendendole la mano. Ella diventò subito rossa in viso, ma non fece nulla per impedirgli di fare quello che aveva fatto. «Ti va se ci andiamo a fare un giro, io e tu, soli?» chiese sfacciatamente lui.
«Non si arrabbieranno Aria e Nick?» «Sono convinto che approveranno; allora ti va?» Ella annuì e Joe le prese la mano per portarla via dal locale. Ma la ragazza lo fermò un attimo per scrivere un biglietto.
Subito dopo averlo fatto, si avvicinò a lui ed insieme andarono via da lì. Lo scopo era recuperare tutti i giorni persi.

“Non ve la prendete con noi, volevamo solo farci una passeggiata. Vi vogliamo bene!”
Leggendo il biglietto Aria scoppiò a ridere, alla fine se lo aspettava. Si voltò verso Nicholas e i suoi occhi non erano tanto divertiti quanto provocatori.
«Pronta per il secondo round, piccola?» 

Scusate se sono stata assente così tanto tempo, ma l'ultima volta mi hanno cancellato il capitolo :( (spero che non riaccada!)
Ditemi cosa ne pensate di questa cacchetta,okay? 
VI AMO. 
Ross. <3

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Capitolo 15
*** You must stay away from her. ***


15. 

«Ci siete andati proprio piano, eh? Solo ieri vi siete rivisti ed oggi mi dici che avete passato la notte insieme! Ho un solo commento: Wow!» Ella scoppiò a ridere tutto d’un tratto, ma infondo se lo aspettava un commento così dalla sua migliore amica. Anche se sapeva che Aria era contenta per lei e per Joseph.
«Come se tu e Nicholas avete fatto tutto lentamente!»
«Touché!» esclamò Aria sorridendo. Ora più che mai era contenta di avere un fidanzato, una migliore amica ed un fidanzato della migliore amica nonché fratello del suo fidanzato nonché cognato al suo fianco. Sembrava tutto così perfetto, proprio come uno scenario da favola.
O almeno così sembrava…

*   *   * 

Nicholas stava camminando tranquillamente per le strade di New York: doveva vedere Joe per fare colazione insieme e poi aveva intenzione di fare la spesa in modo tale da preparare una bella cenetta per la sua Aria. Ma le cose non andarono come si aspettava. Quella tranquillità che aveva addosso, non sarebbe durata per lungo.
Mentre girovagava per la 33esima, Nick fu tirato da un braccio e chiuso in una macchina nera a vetri scuri. Degli uomini davanti a lui gli tenevano bloccate le mani ed i piedi e lo tenevano fermo.

«C-chi siete voi? Che volete?» riuscì a dire con quel poco di fiato che aveva; il terrore gli impediva di parlare o di fare qualsiasi altra cosa. «Potremmo essere degli amici, se solo tu ci dai retta», esclamò uno dei tanti uomini che erano in quella macchina. Li guardò con aria interrogativa e aspettò che parlassero.
«Devi lasciar stare Aria. Non è cosa per te!» sentì dire poi. E in quel momento gli si offuscò la vista, non capì più niente. Avrebbero potuto chiedergli tutto quello che volevano ma lasciare Aria era l’unica cosa che mai avrebbe fatto.
«Ve lo potete scordare!» urlò con tutta la voce che aveva e, nello stesso momento, si dimenava per liberarsi ma fu subito messo KO con un pugno. Ed un altro ancora, e schiaffi, ed altri pugni finchè non lo lasciarono sulla strada sanguinante, pieno di lividi, tanto che a stento riusciva a reggersi in piedi.
Aveva entrambi gli occhi neri, il naso e le labbra sanguinanti, la maglietta strappata. Insomma, era ridotto proprio male.
Una signora che passava di lì, si piegò per aiutarlo e gli chiamò un taxi. In esso, Nick chiamò Joe e gli chiese di raggiungerlo a casa; non voleva che Aria lo vedesse conciato in quel modo né in quel momento né mai.
Appena arrivato sotto casa trovò Joe ad aspettarlo ed appena dopo averlo visto si catapultò al suo fianco per aiutarlo. Con tanti sforzi e un sacco di lamenti riuscirono ad entrare in case e Joseph lo fece stendere sul divano del salotto. «Si può sapere che cosa diavolo ti è successo?» chiese preoccupatissimo, «M-mi hanno detto di lasciar stare Aria ed io, ecco io non c’ho visto più» rispose guardandolo negli occhi.
«Chi te l’ha chiesto? Lo sai questo?»
«Degli uomini in una specie di furgone»
«Nicholas devi avvertire Aria, ORA!»
«No! Joe promettimelo che non lo dirai a nessuno, ti prego. Promettimelo!»

«Te lo prometto ma non sono d’accordo con te, sappilo – disse guardandolo attentamente negli occhi – adesso permettimi di medicarti, vado a prendere il disinfettante»
Quando si diresse nel bagno per prendere l’occorrente per la medicazione si morse il labbro, non era giusto che infrangesse una promessa ma Aria doveva sapere. Compose velocemente il suo numero e appena rispose esclamò: «Aria ti prego vieni immediatamente qui, è urgente!»


Buon pomeriggio donzelle :) 
Vi avevo detto che avrei postato presto e così ho fatto! Non mi uccidete per questo capitolo, vi prego ç_ç
Grazie per t
utti i commenti e per avermi aspettare,
SIETE LE MIGLIORI. 
xoxo,

Ross. <3

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Capitolo 16
*** It's all for you. ***


 16.

«Aria ti prego vieni immediatamente qui, è urgente!», ascoltando quelle parole Aria si sentiva morire. Passo dopo passo verso casa di Nicholas, le mancava sempre più il fiato. Aveva sentito il tono di voce di Joe e sapeva che era successo qualcosa di grave, e aveva paura di ciò che avrebbe potuto vedere.
Appena arrivata di fronte la porta di casa Jonas, Joseph le si mostrò dietro la porta, dicendole: «Hanno picchiato Nick! Vieni, è nella sua stanza»
“Hanno picchiato Nick. Hanno picchiato Nick. Hanno picchiato di Nick”. Ogni volta che Aria se lo ripeteva nella testa, si sentiva di svenire e quando poi lo vide steso sul letto coperto di lividi e con le bende ancora piene di sangue a terra, stava per svenire davvero. Che cosa era potuto accadere?
«Nicholas!» riuscì a dire prima di buttarsi attorno al suo collo, piangendo. Le lacrime erano l’unica cosa che aveva per sfogarsi. Se gli fosse successo qualcosa, non avrebbe saputo come andare avanti.
«Giuro che ti ammazzo Joe! Perché sei qui? Non dovevi vedermi così!» urlò mentre cercava di mettersi seduto senza lamentarsi per i dolori. «Tu mi devi spiegare tutto quello che è successo Nick, ti prego! Che ti hanno fatto? Chi è stato? Perché?» «Non lo so, erano in 4 o 5 credo. Mi hanno portato in un furgone e mi hanno chiesto di lasciarti in pace ed io mi sono rifiutato e mi hanno ridotto così…» esclamò guardandosi i pugni chiusi, si sentiva così in imbarazzo a raccontarle l’accaduto; era come se non fosse stato abbastanza forte da difendersi, da battersi per lei. «Ti hanno detto di lasciar stare… me?» chiese la ragazza con l’aria di qualcuno che aveva già capito tutto. «A che stai pensando?» «Davvero non ci sei arrivato Nick? È stato Christian, cazzo! Ma ora mi sente! Lo picchio io adesso quanto è vero che mi chiamo Aria Richardson!» disse prima di stampargli un bacio sulle labbra e dirigersi velocemente verso la porta.
«Aria?»  la chiamò Nicholas con un filo di voce. «Si?»
«Ti amo»
«Anche io ti amo, Nicholas Jerry Jonas»


Correndo Aria si diresse verso quella casa che conosceva troppo bene e prima di salire da Christian si fermò un attimo pensando a tutto quello che era cambiato in quei mesi. Da essere fidanzata con l’uomo che pensava fosse quello della sua vita, adesso si ritrovava ad odiarlo perché aveva picchiato il più grande amore della sua vita.
Quando suonò il campanello, Christian le si piombò davanti in accappatoio. Oh bè, nessuno aveva mai detto che era brutto come ragazzo. Quando lui la vide sorrise, sapeva che sarebbe arrivata alla sua porta ma tutto quello che ricevette fu uno schiaffo dritto su quelle sue guance perfette.
«Come diavolo ti sei permesso eh? L’hai fatto addirittura picchiare! Dio Christian non ti riconosco più!»
«Tu non mi riconosci più eh? Ti sei innamorata del prima che è passato, cazzo Aria!»
«Non sono fatti tuoi okay? Ti ho chiesto mille volte scusa per come mi sono comportata con te ma lui non c’entra niente e tu lo sai. Non è stata colpa sua, non prendertela con lui ti prego!»
«Si che è colpa sua! Se lui non si fosse avvicinato a te, non ci avesse provato, adesso io e te staremmo pianificando il nostro matrimonio!»
disse con un velo di tristezza negli occhi. E per un minuto Aria si sentì colpevole di avergli rovinato la vita. Ma lui non poteva rovinare la loro, né la sua né quella di Nicholas. O meglio, poteva rovinare la sua ma quella di Nicholas proprio no. Non gliel’avrebbe permesso.
«Torna con me, ti prego» le disse Christian prendendola per la mano e facendola entrare in casa, «Guardala, è casa nostra. È così che deve essere. Io e te insieme, per sempre» continuò abbracciandola. «Possibile che hai dimenticato tutto eh?» le disse stringendola sempre di più a sé. «Adesso guarda me – Aria alzò gli occhi per guardarlo: era sempre bellissimo ed in quel momento le sembrò sincero – Sono sempre io e ti amo come sempre. Ti prego non lasciarmi» le disse prendendole entrambe le mani e poggiandole sul suo cuore. «Senti come batte? È per te, è sempre stato tutto per te.»
«C-christian ti prego, io non, sono cambiate tante cose, ti prego…»
«Ti amo»
le disse poco prima di prenderla per i fianchi e baciarla.
 

Ssssalve e buona Domenica a tutti! 
Sono stata tutto il giorno in giro per cercare il vestito per il mio 18esimo compleanno, ma niente.
In compenso,ho sentito finalmente Wonderstruck e lo amo! A breve me lo comprerò u.u
Spero che il capitolo vi piaccia, come sempre vi adoro
Ross. <3

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Capitolo 17
*** He's a dad. ***


17. 

Il sapore delle labbra di Christian non era cambiato, neanche per un momento. E questo riportò Aria ai vecchi tempi, ma subito pensò a quelli nuovi: al suo Nicholas, alla prima volta che avevano parlato e alla volta in cui avevano fatto l’amore. E furono proprio tutte quelle cose che la fecero staccare da Christian.
«Io non ti amo più, Christian. Pensavo l’avessi capito», gli disse allontanandolo da sé con le mani. «Guardati: sei bellissimo e puoi avere tutte le ragazze del mondo. Non vivere nel passato, ti prego»
«Io non voglio le altre Aria, io voglio te. E ti avrò fosse l’ultima cosa che faccio»
«Mi dispiace» disse prima di scappare via da quella casa e dai quei ricordi che di tanto in tanto la tormentavano. Sapeva di non aver agito correttamente con Christian, ma l’amore non è qualcosa che ti dice come e quando devi agire. Ed è giusto tutto quello che lo riguarda. Anche se ferisci una persona, anche se le spezzi mille volte il cuore, se è fatto per amore può essere giustificato.
Tornò lentamente a casa di Nicholas, assaporandosi ogni momento che avevano passato insieme. Non era cambiato nulla, neanche dopo il bacio di Christian e non sarebbe cambiato mai. Questa volta ne era sicura. Era lui, aveva sempre aspettato lui.


«Amore sono tornata!» esclamò Aria entrando dentro casa Jonas. Nicholas era steso sul letto a guardare la televisione; era così bello che non sembrava vero. «Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?» gli chiese sedendosi accanto a lui. «Questo cosa?» le rispose Nicholas un po’ preoccupato. «Questo: il tuo amore, le tue braccia che mi stringono forte, i tuoi baci. Cosa ho fatto per meritare te?». Il ragazzo la guardava come un bambino che, dopo aver ricevuto il regalo che tanto desiderava, ha gli occhi lucidi per l’emozione. «Ti amo Aria» «Oh Nicholas, ti amo anch’io e lo farò sempre» gli rispose baciandolo sulle labbra. Ah quelle labbra, erano loro che voleva. Non quelle di Christian, né quelle di nessun altro; solo le sue.
«Stiamo per fare sesso, vero?» chiese Nick con quella voce provocatoria che usava quando erano soli. «Riesci a rovinare ogni momento, Jonas! Puoi farlo in queste condizioni o piagnucolerai come un bambino?», disse Aria accarezzandogli il volto; «Oh mi sottoporrei a qualsiasi tortura pur di fare l’amore con te, Richardson». Detto questo le si stese sopra e iniziò a spogliarla lentamente, baciando ogni piccola parte del suo corpo. Ma fu Aria, questa volta, a ribaltare la situazione e mettersi sopra di lui. Gli tolse prima la canottiera, baciando ogni minimo livido che aveva sul corpo; poi gli sfilò i pantaloni, facendo la stessa identica cosa; fino ad arrivare ai boxer. E in quel momento si stavano nuovamente dimostrando quanto potesse essere forte l’amore che entrambi provavano l’uno per l’altra.
Entrambi sapevano che quel tipo di amore capita una sola volta nella vita, e non se lo sarebbero fatto scappare. Si sarebbero amati così, ogni secondo della loro vita.

«Sai Sean ho pensato che quella informazione mi potrebbe essere molto utile», disse Christian mentre si dirigeva a casa del suo fedele compagno, «Aprimi per favore. Voglio sapere tutto»
Salito nell’appartamento di Sean, i due si riempirono un bicchiere di whisky ed iniziarono a parlare. «Non ha funzionato?» chiese ingenuamente l’amico, «No. Ma se non l’avrò con le buone, tornerà da me con le cattive. Cosa hai scoperto a Los Angeles?»
Sean rise, quella notizia avrebbe sicuramente sconvolto Christian. Ma, ancora meglio, gli avrebbe permesso di riavere la sua Aria indietro. «Prima di trasferirsi qui a New York, il nostro caro amico Jonas era fidanzato con una ragazza chiamata Violet», «Vai al sodo, questo non m’interessa, Sean» rispose seccamente Christian. «Invece è proprio questo che ti interessa, perché adesso Violet è madre di una bellissima bambina. E indovina quanti anni ha?» «Gli stessi di quando Nicholas si è trasferito qui, vero?» «Esattamente!» rispose Sean sogghignando.
«Mi stai dicendo che Nicholas ha una figlia?»
«È esattamente quello che ti sto dicendo, Christian».
  

Buona sera fanciulle! 
Finalmente ho avuto il tempo di postare, ma non vi preoccupate il prossimo capitolo arriva presto :)
So che fa un pò schifo e vi chiedo scusa per questo ç_ç
SIETE FANTASTICHE! 
Ross. <3

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Capitolo 18
*** Better than revenge. ***


18.

I giorni erano passato e a Nicholas ed Aria non era più successo niente. Evidentemente Christian si era davvero arreso alla realtà.
Quella sera i due ragazzi insieme con Ella e Joseph erano stati invitati ad un galà di beneficienza: uno di quegli eventi che ti costringe a metterti un vestito lungo ed elegante; uno di quegli eventi che Aria ed Ella amavano. «Allora, fratelli Jonas, noi ci concediamo un intenso pomeriggio di shopping, ci vediamo stasera?», esclamò Ella ad  entrambi. I due fratelli annuirono ed ognuno passò a salutare la propria fidanzata. Nicholas, subito dopo aver baciato la sua, le sussurrò nell’orecchio: «Non spendere troppo per il vestito, lo sai che sarà ai miei del mio letto stasera» e sogghignando andò via con Joe.
Ella ed Aria erano davanti al negozio di Elie Saab, la stilista preferita di Ella e che Aria apprezzava molto, ma la sua preferita rimaneva sempre Chanel. Ad ogni modo, le due si provarono tutti i vestiti che l’atelier offriva loro e solo alla fine riuscirono a trovare quelli perfetti. L’abito di Aria era di un viola molto chiaro, tipo lilla, che scendeva lungo con un piccolo strascico ed era completamente ricoperto di pietre luccicanti dello stesso colore del vestito; Ella invece ne aveva scelto uno molto simile celeste che metteva in risalto i suoi bellissimi occhi.
E, al contrario di quanto aveva detto Nicholas, le due ragazze avevano speso un patrimonio. Ma non era finita lì, perché Loubotin le stava aspettando. Quale migliore negozio per comprare le scarpe se non il mitico Loubotin?

Nel frattempo, Nick e Joe erano andati a prendersi un caffè insieme in un bar vicino Times Square e anche loro avevano passato la mattinata a comprare i loro smoking per la sera. Entrambi avevano scelto il nero, colore sobrio ma allo stesso tempo elegante. Sarebbero stati perfetti.
Nel primo pomeriggio, Nicholas lasciò Joseph per andare a fare dei servizi: voleva comprare dei fiori ad Aria, ma come al solito le sorprese non sono mai tante. Passò proprio sotto casa di Christian e fermatosi per un momento a pensare, si allontanò subito; ma qualche passo più avanti delle facce a lui conosciute lo presero e rinchiusero dentro quel furgone. Le torture non erano finite, purtroppo.
«Ancora voi?» chiese, questa volta con più coraggio di prima.
«Ciao Nicholas, è un piacere conoscerti. Mi chiamo Christian»
«Ci sei anche tu questa volta eh? Non ti è bastato sentire quello che ti ha detto Aria?»

Ma Christian sembrava impassibile alle sue parole. Si girò per un momento e prese dalla tasca del suo giubbotto, una foto. E gliela mostrò.
Una bambina dai capelli scuri e riccioluti con degli occhi verdi bellissimi stava giocando in un parco. Era sorridente e nel suo volto vi erano alcuni tratti estremamente familiari. Continuò a guardare la foto, non capendo che cosa c’entrava quella bambina con Christian. «Come non la riconosci?» gli chiese con un grande sorriso stampato in faccia. «Questa bambina si chiama Ariel – continuò – ed è la figlia di una tua cara amica. Ti ricordi di Violet, Nicholas?»
Ed in un batter d’occhio, il ragazzo riuscì a collegare tutto. Violet era incinta quando si lasciarono e quella bambina le somigliava tantissimo; ma non solo a lei, anche a lui. Aveva gli stessi capelli, la sua stessa bocca.
Quella bambina era sua figlia.
«Ora ti dico cosa farai: – incalzò Christian togliendogli la foto dalle mani e guardandolo attentamente negli occhi -  Appena uscirai da qui andrai dalla tua bellissima fidanzata e la lascerai. Non vuoi che la piccola Aria si faccia del male vero?». Ed in quel momento Nicholas non poté dire né fare niente. Non poteva mettere a repentaglio la vita di una bambina, della sua bambina.
«Spero tu sia contento ora» disse uscendo velocemente dal furgone. «Non c’è niente che so fare meglio della vendetta»

Erano le dieci di sera ed Ella e Aria erano più belle che mai. Indossavano i loro vestiti e le loro scarpe nuove, si erano fatte delle bellissime acconciature e avevano abbellito tutto con trucco ed accessori. Quando suonò il campanello, però, trovarono solo Joe ad aspettarle dall’altra parte della porta. «Dov’è Nicholas?» chiese Aria un tantino preoccupata. Ma Joseph la rassicurò, «Non era ancora pronto, ci raggiunge direttamente là». Detto questo, i tre si diressero insieme verso la sala dove l’evento si stava svolgendo. Appena entrati, sembrava di trovarsi in un film: la sala era immensa tutta addobbata per l’evento, c’era tantissima gente ed una grandissima pista da ballo. Tutto quello che riuscirono a pensare fu “Wow”.
Si erano fatte le undici e Nick non era ancora arrivato, Aria iniziò a preoccuparsi sul serio. Si allontanò dagli altri per uscire e chiamarlo, ma proprio mentre si dirigeva verso l’uscita lo vide arrivare. Non indossava il suo smoking, ma jeans e maglietta e aveva tutti i capelli arruffati. «Si può sapere cosa ti è successo?» gli chiese subito la ragazza avvicinandosi. Nicholas la tirò a sé e la condusse nel parcheggio dove potevano restare da soli. «Ti devo parlare» le disse secco. Aria fece cenno con la testa di continuare e si fermò ad ascoltarlo attentamente. «Io e te non possiamo più stare insieme. Io ti ho presa in giro, avevo solo bisogno di andare a letto con qualcuno. E adesso di te mi sono proprio stancato, mi dispiace» esclamò tutto d’un fiato prima di andarsene.
La lasciò lì, tutta sola, nel suo vestito più bello a piangere perché l’amore della sua vita l’aveva lasciata.
  

Avete visto che postavo subito?
Non ho riletto il capitolo,quindi mi scuso se ci sono errori cwc
NON MI ODIATE DOPO AVER LETTO IL CAPITOLO,VI PREGO!
xoxo,
Ross. <3

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Capitolo 19
*** I'd like to meet her. ***


19. 

«Si può sapere che diavolo ti è passato per la testa Nicholas?»
«Lasciami in pace, Joe» gli rispose per l’ennesima volta il ragazzo che ormai passava le sue giornate chiuso in camera sua. Sembrava che ormai conoscesse solamente quelle parole ‘Lasciami stare’  e ‘Voglio stare da solo’. Joe non riusciva a parlargli, Nicholas aveva eretto un muro gigantesco tra di loro e non sapeva cosa pensare. Se aveva lasciato Aria solo perché si era stancato, perché ora si comportava in quel modo?
Era passata una lunga settimana e Aria e Nick ormai erano come due perfetti sconosciuti. Ella non voleva entrare in casa Jonas perché altrimenti avrebbe ammazzato il ragazzo e Joe, come al solito, si trovava sempre nel mezzo della situazione e non sapeva proprio come muoversi.
Dall’altra parte della città la situazione non era migliore. Aria non usciva,né mangiava,né parlava. Niente.
L’unica cosa che riusciva a fare era piangere. Piangeva quando aprendo l’armadio vedeva tutte le magliette di Nicholas che gli aveva rubato; piangeva quando doveva rispondere al cellulare perché c’era la loro immagine come sfondo; piangeva quando sentiva una qualsiasi canzone d’amore che le ricordasse lui; piangeva e basta. Ed Ella, dal canto suo (un po’ come Joe), non sapeva proprio cosa fare in una situazione così delicata.
Quel Martedì mattina, si sedette sul letto accanto ad Aria e cercò di parlarle. «Ascolta, – disse cercando di catturare la sua attenzione – non puoi andare avanti così, Aria! Lo so che ti manca, che lo ami ma per l’amore del cielo almeno mangia! Hai perso 5 chili in una settimana e non va bene. E poi vai a parlare con Nicholas, Joe ha detto che anche lui sta come te». Aria fece un grande respiro cercando di sembrare il più calma possibile, in fondo non era giusto prendersela con la sua migliore amica; «Mangerò, ma non mi chiedere di parlare con lui perché non lo farò.»
Ella sbuffò, ma almeno era riuscita a convincerla a mangiare, e diciamo che bastava al momento.


* * *

Joseph era uscito di casa per vedersi con Ella e Nicholas finalmente era rimasto solo. In quei giorni aveva pensato molto sia ad Aria (che gli mancava come non mai!) sia a Violet ed Ariel. Cosa avrebbe dovuto fare in questa situazione? Non poteva stare con Aria altrimenti la bambina sarebbe stata ferita, e non poteva presentarsi da loro con un sorriso e dire ‘Ciao Violet, ho deciso di prendermi cura di mia figlia’; come minimo la ragazza l’avrebbe cacciato a pedate.
Decise però di chiamarla e di tentare di parlare. Cercò il suo numero su internet e, con le mani che gli tremavano, compose il suo numero di telefono. «Pronto?» rispose Violet dall’altro capo del telefono. La sua voce non era cambiata per niente in quegli anni, sembrava quella della ragazza che tanto aveva amato anni fa. «Violet? Ciao, sono Nicholas», le disse lui con un filo di voce ed in quel momento vi fu un silenzio che sembrava infinito. «Cosa vuoi?» gli chiese infine lei con tono acido, «Parlarti – fece una pausa – di Ariel».
Nick sentì il respiro di Violet bloccarsi e accelerare velocemente. Non sapeva se era giusto parlare, o darle il tempo di inquadrare la situazione.
«Come l’hai saputo?»
«Non importa, perché non me l’hai detto?»
«Tu non lo volevi un figlio, perché avrei dovuto dirtelo?»

Aveva ragione, eccome se aveva ragione. Eppure, a distanza di anni, Nicholas si sentiva più grande, più maturo e avrebbe voluto saperlo.
«M-mi piacerebbe conoscerla» esclamò poi con tutto il coraggio che aveva. Tutto quello che Violet poteva fare era: 1) chiudergli il telefono in faccia, 2) maledirlo in tutte le lingue del mondo e poi chiudergli il telefono in faccia. Ma la sua reazione fu totalmente diversa.
«Sono felice che vuoi conoscerla, mi piacerebbe che avesse un papà. Le ho parlato di te, spero che non ti dispiaccia». No, non gli dispiace. Anzi, gli si era riempito il cuore di gioia.
«Che ne dici se vengo a Los Angeles per qualche settimana?»
«Ne sarei molto felice, Nick»

 
* * *

Erano passati tre giorni ed Aria aveva finalmente deciso di alzarsi da quel maledettissimo letto e di andare a casa Jonas. Aveva bisogno di parlare con Nicholas, di capire perché l’aveva lasciata, di avere qualche stupida spiegazione. Così si fece una doccia veloce, indossò un jeans ed una maglietta e scese di casa.
Durante tutto il tragitto per arrivare da lui era tentata di tornare indietro e ributtarsi sul letto, ma chissà quale forza le dava coraggio e la faceva camminare ancora fino a quando non arrivò proprio sotto casa di Nicholas. Salì le scale contando uno per uno i gradini ed arrivata davanti la porta si sentì svenire per un momento, ma riuscì comunque a suonare. Ad aprirle fu Joe.
«Ho bisogno di parlare con Nicholas» gli disse soltanto, era impaziente di vederlo.
«Non c’è»
«Come non c’è? E dov’è?»
«A Los Angeles»


Buon pomeriggio e buona Domenica a tutti! 
Scusate se vi ho fatto aspettare tanto per il capitolo, ma sono stata impegnatissima cwc 
Ad ogni modo, ecco a voi la cacchetta del giorno. Spero che vi piaccia! 
Siete sempre uniche,
Ross. <3

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Capitolo 20
*** I don't know if I can keep this promise. ***


Recensita da 117. Preferita da 9. Ricordata da 1. Seguita da 12. 
GRAZIE <3

20. 

Joe porse un bicchiere d’ acqua ad Aria; l’aveva invitata ad entrare perché dalla notizia era rimasta un bel po’ shockata. Era impallidita e riusciva solo a spiaccicare monosillabi tipo ‘oh’ e ‘eh’ per poi rimanere zitta definitivamente. «Stai meglio ora?», chiese educatamente il ragazzo; Aria annuì aggiungendo: «Cosa ci fa tuo fratello in California, me lo spieghi per favore?». «Lo farò, ma prima è meglio se ti preparo una camomilla. E siediti comoda sul divano, è meglio», Aria inizialmente non capì cosa stesse dicendo Joseph, ma siccome stava capendo ben poco di tutto quello che era avvenuto in quei giorni, aveva deciso di fare come il ragazzo le aveva detto.


«Allora – iniziò Joe, sedendosi accanto ad Aria sul divano del salotto – questa storia non ti piacerà, ne sono sicuro per questo ti ho fatto la camomilla. Devi promettermi una cosa però»
«Cosa?»
«Dopo che avrò finito di parlare, non picchiare nessuno ma soprattutto non volare a Los Angeles per uccidere mio fratello»
le disse con un’espressione mista tra lo scherzo e la serietà. La ragazza accennò ad un si con la testa e, bevendo un sorso di camomilla, fece segno a Joe di iniziare a parlare e così fu.
«Quello che Nicholas non ti ha detto, e che avrebbe dovuto dirti se solo ne avesse avuto la certezza, è che lui prima di venire a New York era fidanzato. La sua ragazza si chiamava Violet ed era una sua amica da molto tempo prima; ma non voglio dilungarmi sulla loro storia perché non t’interessa.»
«E allora cosa m’interessa?»
«T’interessa il motivo per cui si sono lasciati. E preparati perché sarà un colpo.
– si fermò guardando l’espressione confusa di Aria e respirando il più forte possibile, continuò – Un giorno Violet disse a Nicholas che era incinta e lui, piccolo com’era, le disse che non voleva quel bambino perché erano troppo giovani. I due si lasciarono e Nick venne qui, ma non aveva idea che lei quel bambino l’avesse tenuto, l’ha scoperto solo qualche giorno fa»
Ad Aria era definitivamente crollato il mondo addosso. Nicholas aveva un figlio e lei non lo sapeva. Continuava a guardare Joe imperterrita, senza accennare ad una minima reazione: sbatteva solamente le palpebre ogni secondo, volgeva lo sguardo in un punto non preciso della casa e, per ultimo, prese il suo cellulare e vide sullo sfondo la loro foto.
Nicholas papà.
Era tutto quello che la sua mente  riusciva a pensare in quel momento. Papà, Nicholas papà.
«Aria? Ti prego dimmi che non stai per svenire»
«N-nicholas è papà. N-nicholas ha un figlio»
diceva la ragazza come se stesse blaterando. Joe non poteva non capirla, immaginava quale botta fosse stata quella notizia per lei.
Passarono all’incirca 10 minuti prima che Aria riuscisse a tornare in sé e mettere in chiaro le idee. L’aveva assimilato: Nicholas era fidanzato con Violet, lei è incinta, si lasciano e lui pensa lei abbia abortito e poi scopre che non è così e va a Los Angeles. ‘Ha un senso’ si disse tra sé e sé.
«Quindi mi ha lasciata per rimettersi con lei?» chiese la ragazza sperando che la risposta di Joe fosse negativa. ‘Dimmi di no’ si ripeteva in testa. «Questo non lo so. Mi ha solo detto che è andato a Los Angeles per questo motivo». «Non sai nemmeno chi gli ha detto del bambino?», ancora una volta la risposta fu negativa. Joe non sapeva chi fosse stato né perché gliel’avesse detto.
Aria finì la sua camomilla e lentamente si alzò dal divano dirigendosi verso la porta e fermandosi proprio prima di aprirla. Si voltò verso Joe e l’abbracciò, «Grazie» gli disse poi baciandolo su una guancia.
«Ma non so se riuscirò a mantenere la promessa» affermò prima di chiudersi la porta alle spalle.

 

 


Scusate se vi ho fatto aspettare tanto per questo capitolo che non è neanche un granché! 
Però mi serviva scriverlo per andare avanti con la narrazione. Vi prometto che il prossimo sarà migliore! 
Ah, BUON DICEMBRE A TUTTI *--*
Siete fantastici,
Ross. <3

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Capitolo 21
*** Thank you,dad. ***


21. 

Los Angeles aveva la capacità di affascinare chiunque vi metta piede, che sia uno straniero o meno. E Nicholas, riguardando la sua città, sentiva quelle sensazioni che ormai aveva quasi dimenticato. Amava quel venticello tranquillo che ti culla mentre cammini per la strada e quel sole che è sempre presente nella città. Ed era così bella, così verde, così perfetta. Gli sembrava che fosse passata una vita dall’ultima volta che aveva messo piede in quella città. E forse era vero.
Violet era accanto a lui che lo accompagnava a casa sua. Si era trasferita, non viveva più con i suoi genitori. Aveva un villino vicino al centro della città né molto grande, né molto piccolo, ma adatto per lei e la bambina.
Appena arrivati di fronte all’ingresso della casa, Nicholas sentì un po’ di paura e di agitazione. E se Ariel non avesse voluto vederlo? Aveva tutte le ragioni di non accettarlo come padre, non c’era mai stato. Nonostante ciò, si fece forza e varcò la soglia. All’interno la villa era calda ed accogliente, in pieno stile californiano. Ad ogni angolo v’erano giochi, peluches, barbie, tutto ciò che piaceva ad Ariel.
«Tesoro sono a casa! Vieni giù?» urlò Violet per farsi sentire dalla bambina che giocava nella sua cameretta con la babysitter. Qualche minuto dopo dalle scale velocemente scendeva quella bambina che Nicholas aveva visto una sola volto in foto e neanche in bellissime circostanze. «Ciao mamy!» esclamò la piccola sorridendo e stampando un piccolo bacino sulla guancia della madre. «Vieni qui, ti voglio presentare una persona». La bimba si sporse un po’ e vide Nicholas in piedi nel salotto guardandosi intorno. Gli si avvicinò con calma e gli tirò la manica della maglietta dicendogli: «Chi sei tu signore?». A Nick sorse un sorriso spontaneo guardandola così curiosa e così carina. Violet gli aveva detto che non era timida, ma solo ora lo capiva veramente. Ed era anche un po’ contento di questa cosa.
«Mi chiamo Nicholas, ciao Ariel» le disse dandole una mano che la bambina prontamente strinse, «Vuoi giocare con le mie bambole, signor Nicholas?»

Ci volle qualche giorno per spiegare alla bambina che Nicholas era il suo papà ma lo capì perfettamente. Era contenta di poterlo conoscere e di poter giocare con lui. Quel venerdì pomeriggio mentre giocavano nel cortile della villa, si sedette in braccio al ragazzo dicendogli: «Io l’avevo capito che tu eri il mio papà. Abbiamo gli stessi capelli. E poi la mamma non porta nessuno a casa, lo sai?»  «Sei una bambina molto intelligente, piccola» «Grazie papà».
Quella fu la prima volta che Ariel chiamò Nicholas papà, e appena udita quella parola, una piccola lacrima nacque sul volto del ragazzo.

*  *  *

“Sto davvero per suonare?”
Aria si stava tormentando le mani, i pensieri, tutto. Era di fronte quella casa e non sapeva cosa fare. Metà di lei avrebbe voluto scappare e tornare a New York, l’altra metà, invece, aveva un disperato bisogno di vedere Nicholas. Fu il destino (se si può chiamare così) che l’aiuto perché proprio mentre la ragazza si stava mangiando la testa, Violet aprì la porta con in mano la spazzatura da buttare.
«Cercavi qualcuno?» chiese dolcemente la padrona di casa. «No, cioè si. Nick è qui?», a quelle parole Violet spalancò gli occhi. Chi era la ragazza che si presentava davanti alla sua porta per chiedere di Nicholas?
«Chi sei?» le chiese cambiando totalmente espressione e modo di fare.«Sono Aria, un’amica. Posso vederlo per favore?»
Proprio in quel momento, Nick apparve da dietro le spalle di Violet, «Violet perché ci metti così tanto?» chiese prima di avvicinarsi alla porta e trovarsi davanti la ragazza che aveva abbandonato a New York.
«Aria che ci fai qui?»
«Davvero non lo sai? Grazie per non avermi detto niente eh!»


Forse questo capitolo non è venuto proprio come lo volevo io,mah mi sembra carino lo stesso :)
Spero che vi piaccia davvero! 
Ad ogni modo, vi volevo augurare un buon weekend e buona Immacolata a tutti! 
Siete sempre magnifici,
Ross. <3

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Capitolo 22
*** There's something you don't know. ***


22.

Nicholas ed Aria sedevano l’una di fronte all’altro sul divano di casa di Violet e quest’ultima era seduta accanto al ragazzo. Tutti e tre si guardavano senza spiaccicare parola: Aria fissava Nick e Nick fissava Aria. Violet spostava lo sguardo da uno all’altra per capire quando sarebbe arrivare il momento di parlare.
«Ci puoi lasciare soli per favore?» sbottò ad un certo punto Aria che non riusciva a mantenere più il silenzio.
«Se permetti questa è casa mia!» le rispose a tono Violet; ora più che mai era facile comprendere che le due ragazze non si piacevano molto. E non era difficile capire il perché. «Ti prego – le disse Nick – ti raggiungo dopo, okay?», a quelle parole Violet non poté fare nulla e decise di aspettarli nell’altra stanza.
Appena lasciò il salotto, la tensione cresceva sempre di più tra i due. Essa, unita a rabbia e risentimento, spinsero Aria ad iniziare la conversazione.
«Allora? Non hai niente da dirmi?» sbottò diventando tutta rossa in viso e cercando di trattenere la rabbia che era facilmente visibile dal tremolio delle sue mani. Il ragazzo guardandola nascose un sorriso, in fondo le era mancato tutto di lei anche le loro litigate, il modo in cui Aria non riusciva ad essere arrabbiata con lui, tutto. «Mi dispiace Aria, ma io ho una figlia!» esclamò come se tale affermazione fosse abbastanza per scusarsi. «E allora? Avresti potuto dirmelo! Avremmo trovato una soluzione come abbiamo sempre fatto. Che c’è, non ti fidavi di me?» «Non è come pensi Aria! Non potevo dirtelo!» «Bugiardo!» urlò la ragazza con le lacrime che ormai le sgorgavano dagli occhi. Non era stato facile arrivare a Los Angeles, andare a casa della sua ex a chiedere spiegazioni e cercare di tenergli testa nel discorso quando il mondo intorno a lei stava crollando.
«Amore ti prego calmati, ti posso spiegare tutto»
«NON MI CHIAMARE AMORE NICHOLAS.»
«Aria diamine ascoltami! Sai perché non ti ho detto niente? Sai perché quella sera al ballo ti ho lasciata così di punto in bianco? Chiedilo al tuo ex! Chiedigli come mi ha minacciato di fare male alla bambina!»

Al suono di quelle parole, Aria si sentì cadere. Si accasciò sul divano stremata, come se quelle ultime parole le avessero tolto tutta la vita che circolava nel suo corpo. Era stato Christian ancora una volta?
Adesso si sentiva una stupida per aver trattato Nicholas in quel mondo, ma non lo biasimava. Avrebbe dovuto dirle la verità ugualmente e non fare il suo sporco gioco.
«Stai bene?» le si avvicinò il ragazzo prendendole entrambe le mani. «Si, ma avresti dovuto dirmelo»
«Mi dispiace. Non so cos’altro dirti. E sono corso qui perché volevo conoscerla. È mia figlia e non voglio che cresca senza padre»
«Non ti avrei mai, e dico mai, impedito di conoscerla, di accudirla. Dovresti saperlo Nicholas»
«Lo so, ho avuto paura. Scusami»


Chiarita ogni cosa, Nicholas decise di parlare con Violet perché le era sembrata molto turbata dall’arrivo di Aria. La cercò in ogni stanza, e la trovò in camera della piccola Ariel, che in quel momento era al parco con la babysitter. «Ehi», le disse sedendosi accanto a lei sul letto. «Tu non sei venuto per creare una famiglia, vero? – gli chiese Violet con le lacrime agli occhi – Tu ci lascerai di nuovo, non è vero?»
«Io non sparirò. Ma la mia vita è a New York, non posso far finta che questi ultimi anni non siano esistiti»
«Nick io non ho mai smesso di amarti, ti prego resta qui. Saremo una famiglia normale: io, tu ed Ariel. Passeremo il Natale in famiglia e ogni estate andremo in vacanza. Sarà come è sempre dovuto essere. Ti prego non andare»
«Violet, ti prometto che mi prenderò cura di Ariel. Ma non posso amarti, la mia vita è con Aria, è di lei che sono innamorato e non posso far finta che non sia mai accaduto. Mi dispiace…»
le rispose con un nodo in gola; sapeva quanto facevano male a Violet quelle parole.
«Promettimi una cosa»
«Cosa?»
«Promettimi che amerai la bambina più di te stesso. Promettimi che ci verrai a trovare al meno due weekend al mese. Promettimi che le faremo visitare New York. Promettimi che Ariel avrà una mamma ed un papà»
«Non potrei mai lasciarvi sole, Violet. È vero non ti amo più, ma questo non significa che non possa prendermi cura di voi. E la bambina già la amo più di me stesso e lo farò sempre»
«Perfetto, perché Nicholas c’è una cosa che non sai»
    

La verità è che mi è piaciuto da morire scrivere questo capitolo! :) 
Ad ogni modo,volevo informarvi che non manca molto alla fine della FF,solo qualche capitolo. 
Siete tristi come me? 
VI AMO,
Ross. <3

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Capitolo 23
*** I'll always be there with you. ***


23. 

«C’è una cosa che non sai»
Perché c’è sempre qualcosa che non si conosce? Perché le belle conversazioni non posso concludersi con un abbraccio, con uno scambio reciproco d’affetto? Perché dev’esserci per forza qualcosa in più? Ma quello che più infastidiva Nicholas era il fatto di non sapere se questo qualcosa che non sapeva era qualcosa di positivo o negativo. Sperava vivamente nel primo, ma aveva il presentimento che fosse il secondo.
«È una storia molto lunga – iniziò Violet – e sei il primo che la conosce. A parte mia madre, ovviamente. E non è una cosa bella, se proprio vuoi saperlo»
Il sesto senso di Nicholas non sbagliava: era qualcosa di negativo. Ma quanto negativo?
«L’anno scorso feci una visita di routine dal dottore perché mi sentivo spesso molto stanca e con poche forze. Mi ha diagnosticato un cancro», si fermò un attimo e Nick stava per risponderle ma Violet riprese a parlare: «Non ci sono cure, se è questo che ti stai chiedendo. Cioè, ci sono, ma non funzionano. Ho provato con la chemio ed anche con un metodo in fase di sperimentazione, ma niente. Ho deciso io stessa di interrompere la cura»
«Mi stai dicendo che…» le parole gli morivano in bocca; Violet, la madre di sua figlia, stava per… insomma, stava per morire?!
«Si Nicholas, sto per morire. Ho ancora qualche mese da vivere.»
Questa era molto più che una cattiva notizia.
Il silenzio scese su di loro, entrambi stavano soppesando le parole che erano state dette.
Violet pensava che per la prima volta aveva detto a qualcuno che non avrebbe avuto molta altra vita da vivere e si sentiva un po’ più leggere, anche se il peso della malattia, ma soprattutto di non poter passare più tempo con Ariel, la opprimeva. Nicholas, invece, pensava a come avrebbe fatto la bambina, ed anche lui, senza Violet. Non erano stati in buoni rapporti, ma lei era sempre la madre di sua figlia e proprio quando avrebbero potuto donarle una famiglia, la piccola era costretta a soffrire.
Non era affatto giusto.
«Ti ho permesso di entrare in questa casa e di conoscere Ariel perché voglio che sia tu ad allevarla. Voglio che tu la veda crescere, diplomarsi, sposarsi. Voglio che ci sia tu al suo fianco. Mia madre è bravissima, ma non avrebbe mai potuto prendere il posto di un genitore. Ma tu si, perché tu lo sei Nicholas. Tu sei il suo papà e abbiamo ancora qualche mese per spiegarle che passerà il resto della vita con te.
Credo che le piacerà New York, è una città magnifica. E le piacerà anche Aria, è una bravissima ragazza»

A quelle parole, il volto di Nick era già rigato dalle lacrime. Non poteva essere vero. Perché sarebbe dovuta andare così?
Non era giusto.
Ma del resto, esiste davvero qualcosa di giusto?
«Vieni a New York, io conosco un buon medico. Possiamo chiedergli un consiglio e vedere che dice. Non è detto che tu debba m-morire per forza, Violet. Ti prego, proviamoci»
«Credi che non ci abbia già provato, Nick? Credi che mi piace il fatto di dover lasciare la mia bambina e te? Non è per niente bello, diamine! Ma ormai è tardi.»

Si accasciò sul divano per la stanchezza e la tristezza che quella conversazione le aveva dato. Ma era sicura, nonostante tutto, che Nicholas avrebbe fatto un buon lavoro.
«Io sarò con voi perennemente Nick, anche se non mi vedrete. Sarò a tutte le recite della bambina e quando si sentirà morire per un ragazzo. Ci sarò quando si sposerà e quando a sua volta darà vita ad un’altra splendida creatura.»
Nicholas la prese per i fianchi e la strinse a sé. Avrebbe fatto tutto quello che Violet le avrebbe chiesto.
Per lei, per lui, ma soprattutto per la piccola Ariel.


Lo so che questo capitolo è molto triste, ma lo trovo al contempo molto molto bello.
Non ho deciso se subito dopo questo scriverò l'epilogo oppure un altro capitolo e poi l'epilogo.
Forse la seconda!
Mi dispiace essere sparita, ma sono stata davvero impegnatissima. Prometto che tornerò presto:)
VI AMO,
Ross. <3


PS. Pensate a me Sabato che faccio 18 anni :') 


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Capitolo 24
*** Like a family. ***


Non so se ho pianto di più per il capitolo, o per la fine di questa FF.

24.

Nicholas e Aria erano seduti sul piccolo sofà del salone di casa di Violet e guardavano quest’ultima che giocava con la piccola Ariel con le Barbie. Vederle così spensierate procurava un senso di gioia in Nick che contrastava almeno un po’ quel senso di angoscia che ormai lo opprimeva. Quanti altri momenti come quello avrebbe potuto ammirare? Pochissimi.
Ma non era tutto: ciò che l’angosciava di più era il fatto di essere stato presente per Violet e per sua figlia solo nell’ultimo periodo. Insomma, si era perso tutti gli eventi più importanti: il parto, il primo compleanno di Ariel, la prima parolina… tutte quelle cose così semplici, eppure così piene di significato.
«Papà – la bambina lo distolse dai suoi pensieri – vuoi giocare con noi? Tieni, usa Ken». A Nicholas scappò un sorriso nel vedere la sua bambina così felice. Anche se era stato troppo assente doveva ammettere che Violet l’aveva davvero cresciuta benissimo.
Lasciò Aria sul divano e raggiunse la piccola per giocare con lei, senza mai distoglierle gli occhi di dosso. Quella bambina era la cosa più bella che mai avesse fatto nella sua vita. Oltre ad innamorarsi di Aria ovviamente.

La mattinata passò in fretta e quando Nicholas ebbe finito di giocare con la bambina, trovò Aria seduta nel giardino.  «Ehi», le disse lasciandole un bacio sulla spalla scoperta e sedendosi accanto a lei. «Ciao amore! – gli rispose sorridendo – Ti sei divertito?» «Non pensavo fosse  così divertente giocare con le bambole».
I due risero insieme e subito dopo Aria si appoggiò alle spalle possenti del suo ragazzo. Notava che c’era qualcosa che non andava, ma il ragazzo non aveva ancora provato a dirglielo. Aveva bisogno di tempo, ne era sicura. «Va tutto bene, Nick?» gli chiese prendendogli entrambe le mani, e lasciandogli un bacio sulla guancia.
«Si vede così tanto?»
«Ti conosco abbastanza per sapere che c’è qualcosa che non va, Nicholas. Ma so anche che hai bisogno del tuo tempo. Non voglio insistere. Quando sarai pronto, sarò qui per te»

Ci fu un lunghissimo, seppure molto breve, momento di silenzio. Nicholas osservò Aria e si rese conto di quanto era stato fortunato ad averla. Era giunta l’ora anche per lei di sapere la verità.
«L’altro giorno, parlando con Violet, ho saputo una cosa bruttissima» iniziò il ragazzo con la voce un po’ tremante, «Lei ha, ecco, insomma… Violet è malata. Ha il cancro e non ci sono cure che possano salvarla».
Aria rimase in silenzio. La sua reazione era uguale a quella che Nicholas aveva avuto qualche giorno prima.
Shock.
Come poteva essere possibile?
E la bambina?
Come avrebbero fatto con la bambina?
«Violet mi ha chiesto di prendermi cura di Ariel quando non ci sarà più»
«Sarai un bravo papà, Nick. Ne sono sicura!».
Aria esitò un attimo, poi continuò: «Se lo vorrai, potrò aiutarti a crescerla». Nicholas si fermò un attimo e quando si voltò verso Aria aveva gli occhi pieni di lacrime. Le lasciò un bacio sulle labbra e le sussurrò un “ti amo” che fu prontamente ricambiato dalla ragazza.
«La cresceremo come una famiglia?»
«Come una famiglia»
gli disse stringendogli forte le mani. Aria non sarebbe mai stata come Violet, né voleva prendere il suo posto. Ma si sarebbe presa cura della piccola Ariel perché tutti meritano un po’ di amore.

Qualche mese più tardi…

«Ariel, dove sei?»
«Sono qui mamma!»
le urlò la bambina dalla sua cameretta. I giorni erano passati molto velocemente e si affacciava già il bruttissimo momento tanto temuto.
Nicholas era rimasto con Violet ed Ariel a Los Angeles mentre Aria faceva il possibile per raggiungere il ragazzo quando poteva. Le mancava, ma sapeva benissimo che in quel momento quello era il suo posto.
Violet si appoggiò allo stipite della porta e si fermò ad osservare la sua piccola così spensierata e felice. Al solo pensiero di doverle dire la verità le scesero le lacrime. Tuttavia, si fece forza e si sedette accanto a lei sul lettino.
«Amore ti devo dire una cosa importantissima» iniziò Violet con quel poco di voce che ora si ritrovava. Aveva provato e riprovato quel momento, ma niente avrebbe potuto prepararla.
«Perché piangi, mamy?»
«Perché, tesoro, io sto per andare in un posto dove non potrò vederti»
«Vai in vacanza?»
le chiese ingenuamente la piccola. Violet sorrise e le accarezzò la guancia. «Una specie amore. Vado in cielo con Gesù», le disse ormai piangendo. «Tu starai col papà okay? Mi prometti che farai la brava?»
Ariel non rispondeva. Per quanto potesse essere piccola, aveva già capito tutto. Piangeva e annuiva.
Qualche istante dopo, si sedette in braccio alla sua mamma e l’abbracciò con le lacrime che le scendevano velocemente. «Ti voglio bene mamma. Io e te, per sempre»
Quelle parole Violet gliele ripeteva da quando erano nate e non si stancava mai di dirle. Sarebbero state sempre loro due, nel bene e nel male.
«IO E TE, PER SEMPRE»


Prepariamo i fazzoletti perchè ormai manca pochissimo! 
L'epilogo arriverà dopo Capodanno ed insieme ad esso anche tutti i ringraziamenti. 
Intanto, posso dirvi che SIETE SPECIALI E CHE VI AMO. 
Buon Anno Nuovo meraviglie! 
Ross. <3

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Capitolo 25
*** Happily ever after. ***


Vorrei ringraziare ognuno di voi per avermi sostenuto. 
Per aver reso possibile questa storia. 
Grazie per tutti coloro che hanno letto i miei capitoli.
Grazie per coloro che li hanno recensiti. 
Grazie perchè avete sopportato le mie mentions su twitter. 
Grazie per tutti gli splendidi complimenti,mi avete resa felice. 
Grazie perchè ci siete. 

Epilogo. 

Tre anni più tardi…


Il reparto maternità del Bellevue Hospital Center quella sera era molto silenzioso. Nicholas era seduto su una triste sedia blu infondo al corridoio e non sapeva cosa fare. Si alzava, faceva qualche passo e poi tornava a sedersi. Poi andava a prendersi un caffè (forse il quarto quella sera!) e tornava a sedersi di nuovo.
«Papà vuoi calmarti?» gli urlò Ariel catturando completamente la sua attenzione. «Ma quanto ci mettono?» chiese Nick ansioso. «Stai calmo! Vedrai che ora uscirà qualcuno e ti chiameranno per assistere al parto. Andrà tutto bene okay?» «Come farei io senza di te?» disse baciando la figlia sulla guancia e abbracciandola.
Qualche minuto dopo, come aveva detto Ariel, un infermiere uscì dalla stanza e lo chiamò per vestirsi.
C’era quasi.

Entrando nella sala parto e guardando sua moglie stesa sul lettino si ricordò la prima volta che si incontrarono, per caso per la strada. La sua mente andò poi al loro matrimonio.
Era una calda mattina di Aprile, il 13 per la precisione, e lui era già pronto alle dieci del mattino. La celebrazione si sarebbe tenuta in un’ampia distesa di prato tutta decorata per l’occasione alle undici. Quando Nicholas arrivò vide il luogo allestito perfettamente e si meravigliò di come la sua fidanzata, e anche lui, fossero riusciti a mettere su una cosa così bella. Ma era tutto merito di Aria, lo sapeva. Era lei quella che aveva scelto quell’ampia villa nel New Jersey con quel prato bellissimo.
Alle undici e un quarto, quando l’ansia l’aveva ormai divorato, la marcia nuziale iniziò a suonare e pochi minuti dopo Aria stava camminando, al lato di suo padre, sul tappeto rosso.
Indossava un vestito panna che le stringeva fin sotto il seno e poi scendeva leggero con uno strascico lunghissimo. Era quello che Aria aveva sempre voluto, lo sapeva.
Si perse nel suo sguardo e quel momento gli sembrò infinito. Così infinito che riuscì solo a svegliarsi quando gli chiesero: «Tu, Nicholas Jerry Jonas, vuoi sposare la qui presente Aria Richardson?»
«Si, lo voglio con tutto il mio cuore»
disse stringendole forte le mani.
«E tu, Aria Richardson, vuoi sposare il qui presente Nicholas Jerry Jonas?»
«Lo voglio. Ora. Sempre»


Ed ora si trovava lì, in quella sala che non sapeva di nulla a tenere nuovamente la mano a sua moglie che stava per partorire. Era una femminuccia, e entrambi erano contentissimi (più Aria, se dobbiamo dirla tutta). L’avrebbero chiamata Sophie, un nome che avevano scelto insieme qualche tempo prima.
Mentre la guardava urlare,spingere e stancarsi si ricordò del momento in cui gli disse che era incinta.

Quel pomeriggio erano stesi entrambi sul divano di casa Jonas a guardare un film. Erano abbracciati come sempre e ogni tanto si scambiavano qualche sguardo d’intesa o qualche coccola. Amavano passare del tempo da soli quando Ariel era a scuola. Era come entrare in un mondo tutto loro; lo facevano anche quando c’era Ariel ma da soli era un’altra cosa.
«Amore lo sai che ti amo?» lo interruppe lei ad un certo punto.
«Anche io ti amo, piccola» le rispose Nick posandole un bacio sulle labbra.
«Ti amo così tanto – continuò lei – che ti ho fatto una torta stamattina. Te la vado a prendere»
Quando posò la torta sul tavolo, una red velvet la sua preferita, notò una scritta su di essa. “Tra nove mesi saremo in quattro”, gli aveva scritto Aria e Nicholas, dopo aver letto, la prese in braccia facendola girare qua e là e la baciò passionalmente.
«Sono l’uomo più felice del mondo!» esclamò per poi baciarla ancora.

Le urla della piccola Sophie si sentivano per tutto il reparto. Era una bambina sana e pesava ben 3 chili e qualcosa. Durante la gravidanza, a dispetto di tutto quello che le dicevano, Aria aveva mangiato di tutto e questo era il risultato. Quando aprì gli occhi Sophie guardò la sua mamma e il suo papà e si aggrappò a loro, smettendo di piangere. Ma se la bambina non pianse, lo fece Nicholas.
Quel giorno era il più bello della sua vita. Aveva visto nascere sua figlia, ed era una cosa meravigliosa.
«Ciao sorellina, sei bellissima» esclamò Ariel accarezzandole la guancia.

Nicholas non sapeva se esisteva veramente il lieto fine, né se le favole potevano realizzarsi. Ma quel giorno ne era sicuro, lo sapeva. Quello era il suo “e vissero per sempre felici e contenti”. 


Non ci credo che è finita,davvero. 
Voi siete stati davvero splendidi ed io vi voglio tanto bene. 
Sappiate che siete speciali. 
Vostra,

Ross. <3

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