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Una ragazza dai capelli
nerissimi si muoveva volteggiando nella camera da letto. Gli occhi color
nocciola si aprivano e si chiudevano seguendo il ritmo della danza.
“Penso che vada bene.
Proviamo con la musica.” Sussurrò tra sé e sé allungando la mano e accendendo
la radio. Da questa parti una melodia lenta e dolce…ma
soprattutto lenta! Non le piacevano molto gli esercizi di danza classica, ma
lei avrebbe ballato comunque e in qualsiasi situazione. Avrebbe danzato anche se come sottofondo ci fosse l’Ave Maria…no
forse in quel caso non avrebbe ballato.
La ragazza sorrise a quei
pensieri ma poi tornò seria a volteggiare sulle punte. Il tutù nero e rosa che
indossava la rendeva estremamente bella ed elegante. Danzava talmente bene e in
modo così leggiadro che sembrava che si sollevasse da terra.
Il suono del citofono la
distrasse dalla sua concentrazione.
Rispose di malavoglia con la
bocca un po’ storta: già sapeva chi era.
“Dai, Sango! Devo esercitarmi
ancora un po’! Non posso presentarmi al saggio impreparata!”
disse Kagome scocciata.
“Ma dai! Finirai di
prepararti lì. È meglio arrivare impreparata che in ritardo! Sai che la
professoressa non accetta i ritardi…” rispose l’amica dall’altra parte del
citofono.
“E’ facile parlare per te! Tu
canti! Io invece ballo!”
“Dai, deficiente muoviti!”
Kagome Higurashi
aveva 17 anni e frequentava una scuola di danza e di canto con la sua migliore
amica(per così dire) Sango Hiraikotsu. Kaggy era una delle ballerine più brave
della scuola e molti la stimavano ma alcune ragazze
invidiose la disprezzavano.
“Arrivo.” Concluse stanca
Kagome. Aveva ballato per più di due ore. Per fortuna la scuola non era
lontanissima da casa sua.
Si rimise i vestiti in fretta
coprendo il tutù e si mise il borsone in spalla. L’attendeva un giorno duro: il
saggio di danza classica. Anche se era una delle più brave, Kaggy aveva sempre
paura di non essere all’altezza e di non riuscire a superare l’esame.
Prima di uscire, diede
un’occhiata alla foto sul tavolino: ritraeva suo padre che mostrava un gran
sorriso.
“Quanto mi manchi…” sussurrò
la ragazza. I suoi genitori si erano separati e il padre si era trasferito a
Parigi da più di due anni. Kagome cercò di non pensarci e scese in fretta le
scale incontrandosi con Sango che sbuffava.
“Oh finalmente! Dai scricciola, andiamo!”
Kagome non fece caso al
soprannome che le aveva appena dato. Ormai era da più di 4 anni che si
conoscevano e lei l’aveva sempre chiamata in quel modo.
“Oggi, voi del corso di
canto, cosa farete oltre a sgolarvi?” chiese Kagome.
“Oggi proviamo le note alte.”
“Ecco, appunto!” camminarono
un po’ più svelte.
“E dimmi, ce ne sono ragazzi
che non stonano?” continuò Kaggy.
“Ce n’è uno che, oltre ad
avere una bella voce, è anche stupendo!” affermò Sango tenendosi il viso fra le
mani. Gli occhi le brillavano di gioia:”E oggi lo
rivedrò!”
“Non dirmi che ti sei presa
un’altra cotta!” chiese Kagome stupita all’amica dai capelli color ebano.
“Questa volta è una cotta
vera, però!”
Kagome sospirò.
“E chi sarebbe costui?”
“No, non ci tengo a dirtelo!
Non vorrei che poi andassi a sperperare tutto!” disse Sango incrociando le
braccia. Certo che a volte si comportava proprio da bambina e non da una di 17
anni.
“Umpft!
Fa come vuoi! Ma è davvero così bello?” Kaggy sorrise.
“Non sai quanto! Aspetta e
vedrai!” esclamò Sango che, prendendo la mano dell’amica, la condusse davanti
all’entrata dell’istituto.
Vicino alla porta troneggiava
una grande scritta rossa:”SCUOLA DI BALLO <DANCE&LOVE>”.
Inizialmente la scuola era
stata costruita con lo scopo di mandare avanti la passione per il ballo di
alcuni ragazzi. Poi però,in lamentela di qualcuno, si
è allargata diventando la più rinomata sede di insegnamento al canto.
In alcune aule vengono anche
fatti dei corsi intensivi di musica per chi volesse
imparare a suonare un certo strumento.
Anche Kagome aveva provato i
corsi di musica ed era riuscita ad imparare molto bene a suonare il flauto
traverso. Ma poi realizzò che la sua passione era il
ballo, specialmente quello moderno.
Le ragazze entrarono e
raggiunsero l’ultimo piano dove c’erano le classi del quinto anno. I ragazzini
di 13 anni erano del primo anno, quelli di 14 del secondo e così via fino ad
arrivare alla gente di vent’anni che frequentava l’ottavo anno.
“Se mi accompagni nella mia
classe te lo faccio vedere…” disse Sango entusiasta.
“Hai dimenticato il mio
saggio??”
“Ma che vada a farsi fottere, il saggio! Quando vedrai il ragazzo resterai così
sconvolta dalla sua bellezza che non ti verrà più voglia di ballare!”
“Allora non ci vengo…e poi
l’aula è in fondo al corridoio! Dai, non mi va” disse Kagome svogliata. Ma
intanto Sango l’aveva già trascinata con sé e le indicò un ragazzo.
Dietro di loro, una ragazza
bellissima di nome Kagura, osservava Sango muovere il
dito verso il suo ragazzo, il suo fidanzato!
“Eccolo, è lui! Visto quant’è
bello?”
“E…come si chiama?” chiese
Kaggy. In effetti era proprio un bel tipo.
“Takemaru…sono
troppo eccitata!!”
La voce di Kagura sussurrò tra se e se:”Brutta
puttana! Non lascerò che tu faccia la gatta morta con il mio ragazzo! Farò in
modo che tutta la scuola sappia di questa tua cotta. Tu te la prenderai con la
tua amichetta e succederanno casini per te…adoro fare zizzania e questa occasione
non me la lascio scappare!” ridacchiando la ragazza si allontanò pronta al suo
intento.
Eccomi tornata! Lo so ho due fic
in proseguimento ma questa idea mi frullava in testa e
avevo deciso di metterla in atto. Spero di avervi incuriosito
con il primo capitolo! Aspetto tanti commenti! Baci kia-chan***KISSSSSSSSSSS
Attenzione: alcuni
personaggi sono molto OOC quindi non stupitevi dell’atteggiamento di sesshomaru
o di kikyo in seguito…
Lo scopo di Kagura era proprio quello di far arrivare la voce a Takemaru in modo che lui potesse respingere Sango, quella
stupida ragazzina che aveva osato innamorarsi di lui.
Kagura era entusiasta a quel pensiero. I capelli neri
raccolti con una molletta in alto la rendevano davvero attraente.
Con la chitarra in mano, la
ragazza si diresse alla lezione di musica.
Il professore stava facendo
un lungo discorso sul classicismo e Kagura, annoiata,
si rivolse alla compagna di banco.
“La sai la novità? Sango, la
cantante del quinto anno, si è presa una cotta per TakemaruSetsuna…”
“Ma che cazzo dici?? Quel Takemaru??”
“Esatto, proprio lui…ah! Fa
in modo che tutta la scuola lo sappia. Bisogna insegnare alle bambine di non
innamorarsi del ragazzo sbagliato…” Kagura fece una
risata maligna. Era arrivato il momento di farla pagare a quella insolente. Era
da ormai troppi anni che Sango si innamorava dei ragazzi che piacevano a lei.
-Dopo il rifiuto di Takemaru le passerà la voglia di innamorarsi- pensò la
ragazza. Infatti andò tutto come previsto.
Appena fuori
dalla classe Mirta, la ragazza a cui le era stato rivelato tutto, prese
a correre per i corridoi informando amiche e amici ma anche persone che non
conosceva.
Così in poco tempo la notizia
si propagò per tutto l’istituto.
Sango si congedò da Kagome e
si diresse a testa alta all’interno della sua classe, dopo aver dato
un’occhiata al bellissimo ragazzo castano che tanto le piaceva. Ma Takemaru non la degnò di uno sguardo e si precipitò giù per
le scale, in ritardo alla sua lezione di canto.
Sango entrò e i suoi due
amici più fidati la salutarono con la mano. Il ragazzo dai capelli scuri
raccolti in un piccolo codino si avvicinò. Evidentemente si era accorto
dell’aria entusiasta dell’amica.
“Che ti prende, Sango? Sei
completamente con la testa fra le nuvole!”
Disse Miroku. Il compagno vicino tese l’orecchio guardando la ragazza un
po’ perplesso.
“Oh, niente! Non sono cose
che possano interessarvi! E tu, cos’hai da guardare, Kouga?” rispose la ragazza cacciando la lingua di fuori
divertita.
Kouga si legò i lunghi capelli in una coda alta e si
stropicciò i bellissimi occhi azzurro cielo.
“Non so perché, ma oggi non
ho voglia di cantare!”
“Kouga!
Non è da te!” sorrise Sango. “Vedrai che appena partirà la musica, non
riuscirai a resistere alla voglia di sgolarti”
La bella ragazza si avvicinò
alla radio preparando il cd di Gianna Nannini prima
dell’arrivo della professoressa.
“Vedi? Gianna Nannini! La tua cantante preferita!” disse Sango
ironicamente. Sapeva che Kouga odiava le sue canzoni.
Il ragazzo alzò il sopracciglio con disappunto.
Kagome si era appena divisa
dalla sua migliore amica e si stava evolvendo in una folle corsa per il
corridoio, così folle che chiunque voltava il capo, sorpreso. Anche Naraku, da
lontano, la fissava per l’ennesima volta, meravigliato.
Kagome odiava
quando lui la guardava in quel modo. Ormai la loro storia d’amore era
finita ma possibile che Naraku fosse ancora innamorato di lei?
Era da quasi un anno che si
erano lasciati. Si erano messi insieme l’estate scorsa e Kagome era quasi
felice della loro relazione.
Ma nonostante la sua
bellezza, Naraku aveva un difetto: era terribilmente appiccicoso! Kaggy non
aveva avuto un attimo di tregua durante la loro relazione.
Fu così che Kagome decise di
prendersi una pausa che durò mesi e mesi, fino a quando Naraku capì che era
finita tra loro. La cosa era peggiorata quando Kagome
scoprì che il ragazzo faceva uso di stupefacenti. Ciò la mandò in tilt
decidendo che era meglio dare un taglio a tutto.
Non ci pensò più e aumentò la
velocità della corsa.
In un nano secondo comparve
sulla porta dell’aula.
Molte ragazze stavano
provando ognuna il rispettivo balletto, mentre i ragazzi se ne fregavano
ridendo e indicando le compagne che danzavano.
“Sono nei guai!” disse
ansimando e gettando la cartella di lato.
“Calma! Respira! Sei cieca o
cosa? Non vedi che la prof non c’è ancora?” rise un ragazzo dai capelli lunghi
e argentati e due iridi del colore dell’ambra. Un tatuaggio a forma di luna troneggiava
sulla fronte, come i due segni violetti su entrambe le guance. Era stravaccato
sul pavimento di legno e scherzava con un amico, uno di quelli che sanno solo ridere come pecore e che poi non fanno niente di
concreto.
La ragazza non rispose e incominciò
a spogliarsi mostrando il tutù.
“Piano con lo streeptease! Devo godermi lo
spettacolo!” disse Sesshomaru, il ragazzo dai capelli d’argento. Il compagno
vicino rise come uno scemo.
Kagome ancora non rispose ma lanciò i pantaloni della tuta addosso a
Sesshomaru.
Lui, si alzò e afferrò Kaggy
spingendola contro il muro.
“Sei molto
provocante oggi con questo vestitino! Che ne diresti
di darmela?” disse il ragazzo con evidenti allusioni.
“Sei solo un illuso! E’
inutile che continui a chiedermelo! Lasciami passare che devo provare il
balletto!” esclamò Kaggy liberandosi dalla stretta del giovane.
La ragazza frugò nel borsone.
Stava evidentemente cercando qualcosa.
“Ma dove ho messo il…”
“Cercavi questo?” chiese
Sesshomaru mostrando un cd giallastro.
“Ma quando l’hai preso? Dai
dammelo!” esclamò Kagome allungando il braccio. Sesshomaru indietreggiò appena.
“Sei sicura di volerlo? Te lo
do?” Il ragazzo sorrise al compagno vicino che, con una mano sulla bocca,
tratteneva le risate.
“Si, dammelo!” rispose Kaggy.
Si stava agitando.
“Ok,
ok! Quanta fretta!” Sesshomaru abbassò il braccio e
si sbottonò la cerniera dei jeans.
“Cretino!” rise Kagome
afferrando il cd e allontanandosi.
“Pero…sono sicuro che lo
volevi!” disse Sesshomaru. Il discorso fra lui e Kagome, fu interrotto dallo
squillo del suo cellulare.
BIIIP BIIIP!
“Pronto” disse il ragazzo
annoiato. Poi la sua espressione cambiò diventando stupita.
“Come mai mi telefoni? Non è
da te! Che è successo?”
“Vengo a Tokio. Starò lì per
un po’, non so quanto. Senti, nella scuola di ballo che frequenti tu, c’è
qualche posto libero per insegnare?” disse l’individuo all’altro capo del
telefono.
“Devo chiedere…comunque,
quand’è che arrivi?”
“Domani pomeriggio…”
“Oh! No! Già domani? Uff…vabbè ci sentiamo!” detto questo Sesshomaru chiuse la comunicazione.
“Chi era?” chiese l’amico.
Kagome era curiosa, così ascoltò senza farsi scoprire.
“Umpft!
Mio fratello…verrà domani a Tokio.”
“E insegnerà qui?”
“Può darsi, dipende dai posti
liberi!”
-Il fratello di Sesshomaru?
Insegnerà qui? Ma d’altronde non sono affari miei…ora devo concentrarmi sul
saggio!- riflettè Kaggy.
Ecco scoperto il perché della reazione di Kagura nei confronti di Sango: si era innamorata troppe
volte dei ragazzi che piacevano a lei.
Anch’io sarei un po’ incazzatella…chi
sarà mai il misterioso fratello di Sesshomaru(Ma che
domande fai, cretina!_nd_inu) (Faccio quello che mi pare e piace nelle mie fic…e tu non ti intromettere, chiaro?_nd_me) (trasparente!_nd_inu).
Ringrazio
Yulinghan: eeee! Inuyasha
arriva nel proxcap(forse!).
Seguimi e grazie!
Darkgiu93: chissa perché ma hai visto giusto! Ma non lo farò simile
anzi…completamente diverso! Grazie 1000! Tvb.
Sesshydil: Kagura lo è sempre stata una poco raccomandabile! Grazie!
Seikochan: inu arriverà presto! Merci beaucoup!
Giulia_88: grazie
tante!!
Kag89: non credo che Takemaru
si innamorerà di Sango…mi dispiace! Grazie!
Elychan: comunque Kagura ha proprio sentito le parole di Sango, perciò si è
arrabbiata! Tenchiu!
La ragazza si era appena
legata le scarpette di danza lungo il polpaccio e sistemata la gonna nera per
iniziare a provare.
“Non combinerai proprio
niente! La prof sta entrando.” Le disse Sesshomaru divertito.
Kagome diede un’occhiata alla
porta che si stava aprendo. Sperava con tutto il cuore che su quella soglia comparisse sua sorella, che con lei era sicuramente più
comprensiva delle altre professoresse.
Sua sorella Kikyo era la
fotocopia di Kagome, ma il carattere era praticamente l’opposto. Kikyo era una
persona sognatrice sempre con la testa tra le nuvole, mentre a Kaggy piaceva
stare con i piedi per terra. Era sicuramente più matura di
sua sorella anche se si toglievano otto anni di differenza.
Kikyo ballava da quando era piccina e non aveva più smesso. La sua
passione per la danza classica era tale da portarla a diventare insegnante di
questa materia nella prestigiosa scuola di ballo”Dance&Love”.
Era una delle prof più giovani e più stimate.
Ma purtroppo, invece di
Kikyo, fece il suo ingresso la professoressa Aruna,
una di quelle severe e malvagie, e fu ancora peggio quando
entrò la direttrice della scuola che era curiosa di assistere allo svolgimento
del saggio.
La prof spostò la cattedra in
centro all’aula e si sedette chiamando uno per volta i nomi degli alunni.
Kagome apriva e chiudeva le mani nervosa mentre aspettava la pronuncia del suo
cognome.
Si sentì stringere la mano da
qualcuno. Era Sesshomaru.
“Non preoccuparti! Andrà bene
come sempre!”
“Io sono tranquillissima!”
disse Kaggy ma si lasciò scappare un gemito quando
sentì il suo nome rimbombare nell’aria”Higurashi!”
“Perché è così agitata?”
chiese una ragazza a Sesshomaru.
“La danza classica non le va
a genio…”
Kagome fece due passi in
avanti. La musica fu azionata dalla preside.
La ragazza si calmò, chiuse
gli occhi e si fece guidare dalla musica mettendo in atto la coreografia che
aveva preparato.
…Braccia in avanti, in alto…gamba in su…Pas de boulè…piroetta e stop!
Kagome terminò con un piccolo
inchino.
La direttrice fu talmente
affascinata dalla bravura della ragazza che battè le
mani rumorosamente.
“Brava!Brava! Questa ragazza
lo ha superato l’esame no?” disse la preside abbracciando Kaggy.
“Bè…io
direi di sì…” rispose la prof Aruna.
Kagome si voltò felice e si
buttò addosso a Sesshomaru aggrappandosi al busto con le gambe.
Un gruppo di ragazzi vagava
per la scuola nullafacente. Uno in particolare guidava il gruppetto. Alcune
ragazze che passarono accanto salutarono sdolcinate.
“Ciao Takemaru!”
Il ragazzo in questione
sbuffò rivolgendo uno sguardo d’odio.
“Sembra che in questo periodo
tu faccia successo con le ragazze!” rivelò un amico con il lecca
lecca in bocca.
“Che intendi dire?” chiese Takemaru
confuso.
“Dovresti fare più attenzione
a ciò che succede e alle persone che ti ronzano intorno…scoprirai che alcune di
queste sono veramente bone!”
“Di chi stai parlando?”
“Della cantante del quinto
anno, Sango! Non lo sapevi che anche lei è una delle
mosche che ronza attorno al miele?”
“No! Ti prego non lei! Non la
sopporto!” disse Takemaru demoralizzato. Pensava che l’amico parlasse di
qualcuno di più consistente.
“Devi ammettere però che è bona!” disse un altro d’accordo con il primo.
“E che mi frega! Per me
esiste solo Kagura!”
“Allora perché non te la
togli di mezzo? Almeno non darà più fastidio!” suggerì l’amico con il ciupaciupa.
“Lo farò. Di quello non
dovete preoccuparvi! Dovrei pensare a Kagura e a come
ha reagito quando l’ha saputo. E’ in conflitto con
Sango da sempre…”
“Ma Kagura
è una put…” incominciò un ragazzo piccolo e magrolino
con aria di sufficienza.
“Ti consiglio di non
scherzare su certi argomenti!” infuriò Takemaru prendendolo dal colletto della
maglia. Poi lo lasciò guardandolo arrabbiato.
Mentre continuavano a
camminare per la scuola, incrociarono Sesshomaru che stava andando nell’ufficio
della preside.
“Ci sono posti liberi per
insegnare?” chiese davanti alla direttrice.
“Fammi controllare…” la donna
tirò fuori un paio di occhiali spessi e prese un foglio con i nomi dei
professori dei rispettivi anni.
“C’è un posto per insegnante
di musica per il terzo e il settimo anno, uno per danza moderna per il quinto
anno…” elencò la preside. Ma venne fermata.
“Ecco sì, il ballo moderno.
Quello sarebbe l’ideale. Può tenere il posto per mio fratello? Viene domani…”
“D’accordo, nessun problema!
D’altronde ci servono molti insegnanti”
“Grazie!” Sesshomaru si
allontanò e, una volta fuori dall’ufficiò, fece una
telefonata al fratello.
Matematica. La solita odiosa
matematica. Perché esiste la scuola? Non potevano solo inventare la scuola di
ballo?
Kagome scarabocchiava
svogliatamente sul libro di algebra mentre pensava al
saggio ben riuscito, come tutti d’altronde.
Anche se la sua vita era troppo monotona…voleva che succedesse qualcosa di
grandioso, qualcosa di anomalo, che avrebbe cambiato la sua vita per sempre.
Possibile che quel “qualcosa”
arrivasse proprio in quell’istante con un forte rumore di motore? Ebbene sì…
Kagome non si voltò nemmeno a
quel rumore, già sapeva chi era: il motorino da strapazzo di Sesshomaru. Ma
perché ci abitava vicino?? Certe volte non sopportava
la sua vicinanza.
Sentì delle voci diverse dal
solito. Così si convinse e, lasciando i compiti incompleti, sbirciò in strada
dalla finestra: non c’erano motorini, ma c’era la macchina dei genitori di
Sesshomaru che era stata parcheggiata da poco.
Kagome diede un’occhiata alla
finestra di fronte che corrispondeva alla camera da letto di Sesshomaru e…vide
un volto nuovo…qualcun altro…una persona terribilmente somigliante a
Sesshomaru…che fosse…il famoso fratello?
Dio, com’era bello! Sembrava
che un angelo del cielo avesse appena abbandonato il paradiso per venire sulla
terra a sconvolgere la sua vita.
Occhi dorati come il sole,
lunghi capelli d’argento, espressione fiera e sicura di sé, poteva avere sui
venticinque anni.
Kagome venne
catturata dai suoi gesti. Quando chiuse la porta della camera, quando si
sedette sul letto, quando si rialzò, quando si tolse la maglia…cosa??? La maglia!
Kaggy si tappò per un attimo
gli occhi ma poi li riaprì subito. Ogni linea del
corpo del ragazzo era perfetto.
Che strana sensazione…per un
momento, Kagome era diventata come sua sorella: sognante. Avrebbe
voluto restare lì a guardarlo per anni senza mai stancarsi. Percorse con
gli occhi ancora una volta quel bellissimo individuo.
Sentiva di volerlo per sé… ma
a cosa stava pensando? Come poteva desiderare un ragazzo solo guardandolo?
Eppure era successo così. Non sapeva perché, ma Kaggy sentì crescere il
desiderio in sé.
Il ragazzo si sentì
osservato. Si girò e, per la prima volta, i suoi occhi si incontrarono con
quelli di Kaggy, fondendosi in un’unica emozione.
“Ghghgh!
Mi ha scoperto!” Kagome arrossì violentemente e tirò la cordina
della serranda. In un attimo, questa, rotolò giù interrompendo il contatto tra
gli sguardi dei due ragazzi.
Nell’altra finestra, il
ragazzo alzò le spalle sorridendo.
Ecco il primo scambio di sguardi tra i due. Come vi è
sembrato il cappy? Spero piacerà alla maggior parte delle persone che lo leggeranno,
magari non a tutte…se la storia non vi piace ditemelo pure e io cercherò di
migliorare. Se invece vi piace…non può fare altro che farmi piacere!
(Chi è lo scemo che scriverà commenti
positivi?_nd_inu) (Ma posso aver fatto Inuyasha così bello nella fic mentre in realtà è un vecchio bacucco aspro come il
limone? Senza offesa a chi piacciono i limoni…_nd_me)(A
si? E tu sei come…la mela…_nd_inu)
(ma almeno sai cos’è??_nd_inu) (No…però so che mangi 5 mele al
giorno!_nd_inu) (Si questo è vero…vado pazza per le mele!_nd_me) tralasciando i
fatti miei…lasciate un commentino!
RINGRAZIAMENTI:
Yulinghan: grazie!! Adoro i commenti
lunghi! Lo so i personaggi sono OOC. Anche Kikyo lo è…moooolto!
Non penso sia sognatrice nell’anime, eheheh! Con Naraku ne vedremo delle belle! Grazie1000!
Seikochan: lo ssssoooo chi ti ricorda! Però Scamy
non è innocua come Sango…Thenchiu!
Capitolo 4 *** Un ritardo con l'insegnante sbagliato ***
Dance&love
Dance&love
Un ritardo con
l’insegnante sbagliato
-Calma, calma, Kagome! Perché
sei così agitata? Non stavi facendo nulla di male. Stavi solo spiando un
ragazzo mezzo nudo dalla finestra…argh! L’ho fatta
grossa!- Kagome stava parlando a sé stessa confusamente.
Kikyo entrò in camera e
guardò Kaggy interrogativa.
“Che ti succede? Non ti ho
mai vista così pensierosa.”
“Ah davvero?” rise Kagome.
Poi ascoltò il consiglio della sorella.
“Stai ancora studiando?
Forza, vai a dormire. Io sto uscendo e torno tardi.”
Kikyo le faceva da seconda
mamma, visto che quella vera e propria non si preoccupava minimamente di loro.
Da quando loro padre aveva lasciato la casa, in essa
albergava indifferenza e tristezza, che portò le due figlie ad essere autonome
e sicure.
“E lei…cioè la mamma, dov’è?” chiese Kaggy. Non
riusciva neanche a pronunciare il suo nome talmente era distante da lei.
“Ah, la mamma…non so quando torna…”
“Ecco…come al
solito è uscita…”
Kikyo le sorrise cercando di
tirarla su di morale e uscì dalla camera raggiungendo la strada.
Kagome sbirciò dalla serranda
e vide la sorella che…stava parlando con quel ragazzo tanto bello che poco
prima aveva visto attraverso la finestra.
Cosa si staranno dicendo?
Staranno facendo conoscenza.
Kagome si stese sul letto con
le braccia incrociate sotto alla testa. In quel momento avrebbe voluto essere
al posto di Kikyo…ma perché quei pensieri stupidi? Stava delirando! Ma
comunque, sentiva di voler davvero conoscere quella persona…
“Ah! Per fortuna, oggi non mi
attendono saggi ed esami terribili! Mi godrò questi attimi di tranquillit…..” sospirò
Kagome incrociando i piedi sul divano con un pacchetto di patatine in mano. Ma venne interrotta.
“àààà!
Forza Kagome! Oggi si va in anticipo alla Dance&love”
disse Kikyo urlando come un’ochetta.
“Ma perché???”
“Devo avere delle lezioni
private con alcune ragazze. Dai vieni con me, sennò dovrai incamminarti da
sola!”
“Mi incamminerò da sola! Qual
è il problema?” rispose Kaggy prepotente.
“Non fare i capricci! Seduta
lì sul divano sembri una vecchia di ottant’anni. Su
un po’ di vita!” dicendo questo, Kikyo afferrò la sorella per un braccio e le
porse una tuta blu.
“Forza, metti questa”
Sbuffando, Kagome infilò i
pantaloni di malavoglia per poi uscire con la sorella sottobraccio.
“Ciao…mamma!” salutò Kikyo.
“mmm…sì
ciao…” rispose la madre distratta mentre sfogliava un
giornale.
“Ma perché sei così allegra?”
chiese Kagome mentre percorrevano la strada.
“Ieri ho conosciuto una
persona fantastica…oh, guarda eccola là. Vieni, te la presento.” Kikyo si
diresse spedita verso una figura alta e muscolosa dai capelli…d’argento.
Il personaggio si girò
mostrando il suo volto.
I suoi occhi d’oro…il viso
angelico…
“Kaggy, questo è
Inuyasha…Inuyasha questa è…” Kikyo non riuscì a finire la frase che si accorse
di non avere più nessuno al suo fianco.
La sorella se l’era svignata,
e anche molto velocemente.
“Cosa le è saltato in mente?
Presentarmi il fratello di Sesshomaru, come se lo conoscesse da tempo. Si sono
incontrati solo ieri!” raccontò stupita Kagome alla sua migliore amica. Sango
rise di gusto.
“Certo che tua sorella è
proprio un bel tipo” e rise ancora.
“mmm!
La prima ora ho ballo moderno. Spero proprio di non incontrare più quel
tipo…quell’Inuyasha”
“E perché no? Mi hai appena
detto che è talmente bello che è impossibile descriverlo!” incalzò Sango.
“Si…ma quando lo vedo mi fa
uno strano effetto…”
“Io lo so cos’è
quell’effetto…oh! Devo andare in classe. Ci vediamo tra un’ora.”
“O-ok.”
Kagome si congedò dall’amica e percorse il corridoio che, stranamente, era
vuoto.
Diede un’occhiata al grande
orologio in alto, al centro del corridoio.
Segnava le 16.10!
Kagome guardò il suo orologio
da polso con le mani nei capelli!
“Cazzo! L’orologio va
indietro! Perché tutte a me???” urlò Kaggy
raggiungendo la porta della sua aula. Si era persa dieci minuti di lezione e
chissà cosa avrebbe detto il professore!
Entrò senza preavviso
accennando un”Scusate il ritardo”. Ma le parole le morirono sulle labbra quando i suoi occhi videro quello che non si
aspettava di vedere.
Inuyasha era appoggiato alla
finestra con le braccia incrociate e spostò lo sguardo dai suoi allievi a
Kaggy. Quest’ultima si scusò ancora e, con le gambe che tremavano
dall’imbarazzo del ritardo, si sedette accanto a Sesshomaru nascondendo la
testa fra le gambe. Ancora quella strana sensazione. Ma perché?
“Come stavo dicendo, prima
che la vostra compagna mi interrompesse…”
Il professore parlò. A quel
suono Kagome alzò la testa, stupita.
Quel ragazzo aveva una voce
talmente bella e profonda… si voltò e vide che quasi tutte le ragazze nell’aula
avevano la stessa espressione affascinata che aveva Kagome in quel momento. Bè, con un professore del genere!
“…io sono il professor
Inuyasha Uzumaki e insegnerò ballo moderno. Voglio
che i miei allievi siano sempre preparati e soprattutto puntuali!” aggiunse lanciando uno sguardo a Kaggy.
“Ma, visto che non mi
conoscevate ancora, chiuderò un occhio sul ritardo di alcuni di voi…inoltre
pretendo impegno costante!”
I ragazzi sbuffarono
annoiati. Ne avevano abbastanza dei professori esigenti.
“Con questo prof alle
calcagna, ballare non sarà più così semplice…” bisbigliò Sesshomaru. Kagome non
rispose. Si limitò ad annuire ascoltando Inuyasha che parlò ancora.
“Per conoscere meglio le
capacità di ognuno di voi, vi valuterò individualmente. Quindi, quando farò i
vostri nomi, mi presenterete una coreografia che avete montato in passato…”
continuò Inuyasha.
Gli alunni guardarono
perplessi il professore. Questo voleva farli lavorare sodo già da subito. Che
pazzo! Kagome si infastidì un po’ a causa del suo modo di fare.
Il professore si mise dietro
alla cattedra e fece scorrere il dito sull’elenco. Voleva trovare il cognome di
quella ragazza…quella che era arrivata in ritardo…quella che il giorno prima
l’aveva osservato dalla finestra…la sorella di Kikyo…Poi, ecco, lo trovò.
“Higurashi!”
disse Inuyasha.
Kagome si guardò intorno come
per dire”Da quando sono la prima dell’elenco?” , ma
poi si alzò e si diresse sicura davanti all’insegnante. Decise di presentare la
coreografia che aveva studiato meglio negli ultimi tempi.
“Metti il cd delle Miss-Teeq” sussurrò Kagome a Sesshomaru.
Questo si alzò e fece come
aveva detto la ragazza.
“Che numero è la canzone?”
chiese lui muovendo le labbra il più silenziosamente possibile.
Kaggy mostrò tre dita. Così
Sesshomaru premette il pulsante dello stereo fino a raggiungere la terza
canzone.
“Sai ballare?” chiese
Inuyasha prima che partisse la canzone.
Kagome si innervosì non poco.
“Certo! Per chi mi hai
presa?”
“Guarda che sono esigente!”
“Cosa…?” che intendeva dire
quel ragazzo?
“Devi farmi innamorare dei
tuoi passi…vediamo cosa sai fare…”
Questa affermazione
scombussolò un po’ Kagome che, però, non si perse d’animo e, quando Sesshomaru
premette play e partì “Scandalous” delle Miss-Teeq, la ragazza prese a danzare scatenata come non
mai.
Dio come ballava bene.
Inuyasha si innamorò sul serio dei passi di Kagome. Le braccia che si alzavano,
la testa che si girava al ritmo della musica, le piroette perfette…nella danza
Kagome stava esprimendo tutte le emozioni che provava in quel momento:
imbarazzo, terrore o forse rabbia.
Tanto sta che fece una
prestazione eccellente. Inuyasha non aveva mai visto nessuno che si esprimeva
in modo così elegante nel ballo moderno.
La ragazza stava per finire
il ballo. Si piegò a terra e aprì le gambe muovendole a ritmo della musica. Poi
fece strisciare i capelli a terra e aprì ancora di più le gambe evolvendosi in
una spaccata frontale.
Diavolo, quelle gambe le
voleva sue…il modo in cui le faceva roteare…che strana sensazione…Inuyasha non
aveva mai provato nulla di tutto ciò vedendo una ragazza ballare. Eppure adesso
era diverso…
Chi ha visto notte prima degli esami oggi??? E’ bellissimo! Per chi non l’ha ancora visto consiglio
di correre subito!! Soprattutto per poter osservare il
bellissimo protagonista Nicolas Vaporidis!!
E prossimo mese…”Ho voglia di te” con l’adorabile Scamarcio!! I love Scamarcio!!
Dopo aver fatto la mia pubblicità passiamo al cappy.
Ebbene tra i due c’è stato un vero colpo di fulmine! Nel prossimo capitolo
Sango avrà i suoi problemi di cuore e Inuyasha…bè non
vi anticipo troppo…seguitemi e lo scoprirete!
RINGRAZIO:
Susisango: spero che, seguendo la storia, la tua curiosità sarà
saziata. Grazie!
Ale_ffFan: mi piace
come descrivi la fic…carusha!
Merci!
Seikochan: i due non
hanno ancora parlato seriamente. Mi disp ma non farò
mai togliere la maglia a Sesshy, chiaro?? Solo Inu può regalare emozioni simili quando si spoglia! Nono! Kikyo non si può mettere con
Sesshy! Hanno un bel po’ di anni di differenza!ù_ù Grazie mille!
Sesshydil: anche tu
come Seikochan? Per favore non alleatevi contro di
me! Inu è meglio di Sesshy
capito?? Grazie comunque!
Athenachan: commentini più lunghi? Ti pregooooooo!
Tenchiu!
Yulinghan: Mammamia!
Fai dei commenti chilometrici…che mi fanno tanto piacere! Continua a scriverli
che mi divertono! Grazie!
Inuyasha cercò di rimanere
impassibile. Osservò il balletto alzando il sopracciglio e fingendo
un’espressione disgustata.
“Sembra che la prestazione
non gli sia piaciuta per niente.”Commentò London.
“Non è una novità…” sospirò
Sesshomaru con le braccia incrociate.
“Lo conosci??”
chiese stupita la ragazza.
“E’ mio fratello!”
“Ma dai! Ecco perché lo
stesso parrucchino. Comunque, lasciatelo dire: tuo fratello è molto più figo!”
Sesshomaru la guardò
fingendosi arrabbiato ma poi dedicò i suoi pensieri a
Kagome che aveva finito di ballare. E se anche lei pensava come London? E se
anche lei credeva che Inuyasha fosse migliore di lui? Decise di sbrigarsi a
conquistarla prima che si mettesse in mezzo suo fratello. Ma poi perché doveva
pensare una cosa del genere? Sapeva che Inuyasha preferiva stare con le donne
più grandi di lui. Tutte le sue ex lo superavano di almeno 3 o 4 anni.
Davanti al professore,
immobile, Kagome aspettava una risposta, ma questa non venne. Inuyasha si
limitò a scrivere, annoiato, un appunto sul registro. Sembrava che l’esibizione
di Kagome non gli avesse fatto né caldo, né freddo. Ma in realtà, il suo modo
di ballare lo aveva colpito, tanto da indurlo ad avvicinarla. Si, voleva
conoscerla ma in che modo? Che stupida mente che aveva! Insomma, era venuto in
quella scuola solo per insegnare e non per rimorchiare…in più lui e la ragazza
si toglievano dieci anni o più…no, forse non era il caso…
Kagome fece dietrofront innervosita.
“Che c’è ti scoccio?” chiese
Inuyasha. Le parole gli erano uscite dalla bocca involontarie.
“Si vede tanto?” rispose
Kaggy senza voltarsi.
L’insegnante non rispose e
chiamò un altro alunno.
“Uzumaki”
Sesshomaru fece per alzarsi,
ma il fratello lo invitò a risedersi.
“Non c’è bisogno che tu ti esibisca. Conosco bene le tue capacità.”
“Ma guarda che aria da
superiore! Prima mi chiama e poi…tsk!” commentò il ragazzo stendendosi
nuovamente sul pavimento.
Quando tutti i ragazzi ebbero
fatto il “provino” finalmente la campanella squillò.
Dall’altra parte del
corridoio, anche per Sango la campanella era suonata. Era scesa al piano terra
e aveva appena preso una cioccolata fumante dal distributore automatico con
Miroku e Kouga. Questi ultimi, poi presero la direzione opposta a quella di
Sango che si stava dirigendo nella classe di Kagome. Canticchiava a voce alta
la canzone di Gianna Nannini.
“Sei nell’animaaaaa e lì ti
lascio per seeeempre”
Immersa come non mai nei suoi
pensieri felici, svoltò l’angolo sbattendo contro qualcuno.
Questo fu completamente bagnato dalla cioccolata di Sango e i fogli che teneva
in mano erano sparsi per terra.
“Scusa, scusa, scusa, mille
volte scusa! Ero distratta!” iniziò a confabulare la ragazza. Ma la sua bocca
si fermò quando vide davanti a lei Takemaru più
arrabbiato che mai. Lui cercò di trattenersi piegandosi pazientemente per il
recupero dei fogli sparsi.
Sango, vedendo il ragazzo in
difficoltà, decise di dargli una mano.
“Dai, ti aiuto. Non ce la
farai mai a raccogliere tutto…”
“E non ce la farò mai a
smacchiare la maglia dal tuo dannato cioccolato! Ma con tutte le persone di
questa scuola, proprio la più scema mi doveva venire addosso?” rispose Takemaru
infuriato.
“Ti ho già detto che mi
dispiace…perché reagisci così?”
“Le scuse non servono a un
cazzo! Togliti dai piedi e mi fai già un favore. Ah! Mettiti bene in testa
quello che ti dico: SMETTILA DI PERSEGUITARMI! SEI SENZA SPERANZE! NON PUOI
AVERMI PERCIO’ E’ MEGLIO SE TI RASSEGNI!” quest’ultima frase la disse con un
tono di voce estremamente alto, che spaventò Sango stessa.
“Chi ti ha detto ciò?” chiese
Sango iniziando a singhiozzare. Gli occhi le divennero lucidi.
“Bo non lo so! Forse me lo
sono inventato? Nikolai, Luanda, Uri…vuoi che vada avanti? Oramai lo sa tutta
la scuola!” aggiunse il ragazzo con arroganza. Sango era sul punto di scoppiare
in un pianto a dirotto.
“Primo. Non vedo perché tu
debba giudicare le persone se nemmeno le conosci. Secondo. Non capisco perché
mi abbia solo sfiorata l’idea di innamorarmi di una persona come te. Terzo. Non
mi meriti…” dicendo le ultime parole, Sango scappò via con le mani sul volto.
“SI SCAPPA, VATTENE! MI FAI
SCHIFO, RIBREZZO!” urlò Takemaru guardandosi la maglia sporca.
Molte persone si erano
fermate a guardare la scena. Tra queste c’erano Kagura, Kagome e Miroku, che
aveva seguito le urla dei due ragazzi.
Kagura si avvicinò a passo di
modella a Takemaru indicando la maglia.
“Questa te la lavo io.” Disse
orgogliosa.
Il ragazzo le mise una mano
intorno alla spalla parlottando tra sé e sé.
Nella sua corsa intrisa di
tristezza, Sango era finita nel bagno delle ragazze.
Senza pensare, si chiuse a
chiave in un cubicolo piangendo rumorosamente. Questa volta aveva davvero
creduto in un amore impossibile.
Kagome la seguì per prima
seguita da Miroku seriamente preoccupato.
Ma lui si trattenne
quando vide l’ingresso del bagno.
“Aspetta qui fuori. Provo a
parlarle.” Disse Kaggy.
Miroku fece di sì con la
testa.
Kagome bussò alla porta verde
dal quale provenivano i rumori di singhiozzi. Ma non ci fu alcuna reazione.
“Apri Sango-chan. Sono io…”
“Che vuoi?”
“Provare a consolarti.”
Sorrise Kagome.
“L’hai detto anche tu! Quello
stronzo non ti meritava…”
Kagome cercò di dire
qualunque cavolata che potesse tirar su di morale
l’amica.
“Il fatto è che ti innamori
troppo facilmente…e poi delle persone sbagliate…” iniziò la ragazza.
“Adesso non te la prendere
con me! Se sei venuta per rimproverarmi, allora è meglio se te ne vai e mi
lasci sola!” Sango sembrava disperata e arrabbiata allo stesso tempo.
“Sei sicura di non volerne
parlare?” Kagome fece la sua domanda come tutte le amichette che si rispettino, ma già conosceva la risposta, Sango era talmente
testarda…
“NO!”
La ragazza dai capelli
corvini lasciò il bagno e fece a Miroku il segno con il pollice.
“Prova a parlarci tu…io ci
rinuncio…non vuole ascoltarmi…”
Miroku accettò subito la
proposta della ragazza ed entrò con decisione iniziando a sbattere i pugni
sulla porta.
“Sei ancora qua? Non hai
capito che te ne devi andare??” strillò Sango ormai
all’orlo della sopportazione. Ma quando sentì la voce di Miroku dire un”Sono
io”, la ragazza aprì la porta del cubicolo senza discutere e lo fece entrare.
Sango era seduta sul gabinetto, con la frangetta bagnata dalle lacrime e il
trucco sbavato sulle guance rosee. Non aveva neanche il coraggio di alzare la
testa per guardarlo negli occhi. Riuscì solo ad abbracciarlo più forte che
poteva. Con lui accanto si sentiva più sicura.
“Perché hai reagito così?…Takemaru
non è una persona che merita reazioni del genere.”
Disse Miroku quando la ragazza si fu calmata.
Lei non rispose, ma dopo
alcuni minuti si strinse nelle spalle.
“Io…non posso più andare
avanti…non me la sento dopo quello che è successo. Non
avrò più il coraggio di guardarlo in faccia.” Sospirò.
Le tracce delle lacrime erano ben marcate sul viso.
“Dicendo questo, cosa
vorresti insinuare?” Miroku aveva un brutto presentimento.
“Penso che tu l’abbia capito
perfettamente.” Intuì Sango. “E’ molto semplice…me ne
vado da qui. Lascio la Dance&Love……..non
canterò…MAI PIU’!” la ragazza fece per uscire dal bagno, ma venne fermata da
miroku che la guardava incredulo.
“Tu stai delirando! Cosa ti salta in mente?” il ragazzo non credeva alle proprie
orecchie. Sango non poteva farlo…e la sua passione per il canto? E tutti gli
sforzi che aveva compiuto negli ultimi anni? E lui? Cosa avrebbe fatto senza di
lei? Forse allora anche lui avrebbe lasciato la scuola? No, non poteva
permettere che succedesse.
Sniff sniff! Direi che non potrebbe andare peggio di
così…no non intendo la fic, scusate sono i miei
problemini…cioè proprio miei non sono(oh! Ma ti vuoi decidere??_nd_inu)
(smettila! Non lo vedi che sono depressa?_nd_me che lacrima) (oh, scusa non
pensavo fosse così grave, però ti prego non frignare come ha fatto Sango nel
cappy che io non ti reggo! Non sono paziente come Miroku!_nd_inu) (lo
so…sarebbe un vero miracolo se diventassi come lui_nd_me) (vuoi dire che non
sono perfetto??_nd_inu) (T_____T_nd_me che tossisce).
Ringrazio
Ale_ffFan: ti ringrazio
per i tuoi bellissimi commenti! Ma gli occhi a cuore…di fuori???
Eheh sei molto divertente! Grazie!
Seikochan: non credo
che io possa farti entrare nelle fic eheheh! Già madre schifosa! Grazie 1000!
XD
Athenachan: mi bastano
anche i commenti corti, apprezzo comunque che riesci sempre a recensire. La
madre non è quello che credi…sapevo che qualcuno l’avrebbe pensato. Thank
you(l’ho scritto giusto x la prima volta!)!!
Kikka_hachi: alleluia!
Anche tu fan di Scamarcio? Ho trovato la mia gemellina! Ci chiamiamo anche
nello stesso modo! Chiara 4ever! Baci!
Sesshydil: per fortuna
Kikyo non ci darà alcun fastidio in questa ficcy…o sì? (io
vi dico di sì, conoscendo la mente pervertita di kia-chan…_nd_inu) (zitto
mezzocane!_nd_me che dà un colpo di martello in testa ad inu-chan)
(Ohio!_nd_inu dolorante). Merci!
Miroku
afferrò deciso la ragazza e la sedette nuovamente sul gabinetto fissandola
negli occhi.
“Che fine
ha fatto il tuo coraggio? Che fine ha fatto il tuo sorriso che trasmetteva
serenità? Che fine ha fatto il tuo sangue freddo che ti permetteva di andare
avanti e di superare qualsiasi ostacolo? Un amore non corrisposto è il più
piccolo degli ostacoli e tu ti stai arrendendo troppo facilmente! Quasi non ti
riconosco…”
“Come fai a
parlarmi così? Non mi conosci abbastanza! Forse avrei dovuto ascoltare la
scricciola (si riferisce a Kagome)…” rispose Sango abbassando la testa
pentita di come aveva trattato l’amica.
“Bè, credo
che 3 anni bastino per riuscire a capire ciò che provi” disse Miroku
accarezzando il viso della ragazza.
“So bene
come ti senti in questo momento, ma vedi, non puoi abbandonare adesso il tuo
percorso…non puoi dimenticare di avere una passione” continuò il ragazzo.
Sango
rimase un attimo a riflettere, poi Miroku riprese.
“Una volta
mi hai detto che il canto era la tu ragione di vita e che se non saresti
diventata una cantante professionista la tua vita non avrebbe più senso…allora
è del canto che ti devi preoccupare, è di lui che ti devi innamorare, sarà lui
il tuo unico amante”
Sango rimase
stupita dalle parole dell’amico, e lei sapeva che aveva pienamente ragione.
Fino ad allora aveva pensato solo alla sua passione, mentre ora era caduta
davvero in basso arrivando a piangere per il rifiuto di una persona spregevole.
“Quindi,
ora voglio che tu ti asciuga quelle lacrime e che consegui a portare avanti
quel desiderio che tanto ti sta a cuore: diventare una cantante. Se tu adesso
ti alzi e vai a cantare mostrandomi tutta la tua bravura, io ti aiuterò nella
realizzazione del tuo sogno. Altrimenti puoi anche restare qui a frignare per
tutto il pomeriggio, tanto non realizzerai nulla con il tuo pianto. Ma io non
voglio che rinunci…” Miroku era diventato aggressivo, ma poi cercò di
tranquillizzare la ragazza che aveva uno sguardo triste.
In quel momento,
sulla soglia del bagno, comparì Kouga che aveva saputo della litigata tra Sango
e Takemaru.
Miroku,
sentendo la presenza di qualcuno, aprì appena la porta vedendo l’amico con
un’espressione preoccupata. Il ragazzo con il codino venne travolto da un’idea.
Lasciò un attimo il cubicolo e raggiunse Kouga bisbigliandogli una cosa
all’orecchio.
“Prendi il
cd di Grease e mettilo nella radio dell’aula qui accanto” sussurrò indicando
un’aula dai vetri trasparenti adiacente al bagno.
“Poi
seleziona la nona canzone…sai quella che piace a lei…”
“Okey”
Kouga accettò facendo l’occhiolino.
Poi Miroku
tornò da Sango, provando a tirarla su di morale.
Dopo alcuni
minuti si sentì arrivare della musica dalla classe accanto. Sango la riconobbe
subito. Alzò lo sguardo incrociando quello di Miroku che sorrideva.
“Allora che
aspetti? Và a scatenarti! Fallo per me…anzi, fallo per il canto!” disse il
ragazzo.
“Lo farò
per te! Grazie!” Sango adesso era veramente felice. Come poteva preoccuparsi
per un amore andato male quando aveva vicino un amico così? Lo baciò
frettolosamente sulle labbra e corse nella stanza da dove proveniva la musica.
Miroku,
inizialmente, ci rimase un po’ di stucco, ma poi seguì la ragazza.
Nell’aula
Kouga li aspettava con tre microfoni in mano.
“Ringrazio
anche te! Ti voglio bene!” disse Sango abbracciando l’amico. Miroku la guardò e
afferrò un microfono cantando per primo.
I got chills
They’re multiplyin’
And I’m losin’ control…
Poi anche
la ragazza dai capelli color ebano intonò le prime parole.
You better shape up,
cause I need a man
and my heart is set on you…
“Ehi! Ci
sono anch’io!” urlò Kouga e si inserì anche lui.
You’re the one that I want(UUUUUUU)
You’re the one that
I want(UUUUUUU)
You’re the one that
I want(UUUUUUU)
E si misero
a cantare accanitamente, con passione. Sango, mentre cantava, era in un mondo
tutto suo, dove tutto era perfetto.
Kagome li
guardava incollata al vetro.
“Ma come
diavolo ha fatto?” si chiese riferendosi a Miroku. Era incredibile il modo in
cui aveva curato Sango dalla sua depressione.
In un
batter d’occhio, fuori della classe, si formò una folla di ragazzini che
guardavano, incantati dalla voce splendida dei tre cantanti.
“Sono
bravissimi!” disse Sesshomaru esterrefatto.
“Bravi!”
“Che voce
potente!”
“Quello con
gli occhi azzurri è fichissimo!” Commentò London pensando a tutt’altro. Kagome
la guardò e alzò un sopracciglio.
Si udirono
nel corridoio dei passetti veloci.
Era la
preside, bassa e cicciotella, che si stava avvicinando agitata ai ragazzi.
Questi smisero di borbottare quasi subito e alcuni di loro si allontanarono.
Dietro di lei, c’era Inuyasha che era accorso curioso.
Ma appena
vide Kagome fece dietrofront, si appoggiò al muro e si accese una sigaretta.
“Che cos’è
questo trambusto?? Spiegatemi perché siete tutti qui!.....Signor Uzumaki! Non
si fuma nell’istituto” strillò la direttrice.
Inuyasha
nascose il mozzicone, ma quando la donna si fu girata, fece ancora un paio di
tiri.
Kagome, a
quel gesto, sorrise di gusto. Addirittura prendere in giro la preside! Quello
doveva essere matto.
Finalmente
la donna grassottella si accorse delle voci e della musica che proveniva
dall’aula vicina. Riconobbe la musica di Grease.
Rimase lei
stessa affascinata da quei tre ragazzi che cantavano con così tanta passione.
Si emozionò. Era orgogliosa di poter dirigere una scuola che aveva portato
avanti e appassionato quei ragazzi, tanto da renderli impeccabili.
Inuyasha si
rivolse alla preside.
“Sono bravi
eh?”
Lei annuì emozionata.
Quando i
tre ebbero finito la loro improvvisazione, furono ringraziati da una marea di
applausi. CLAP CLAP CLAP!
“Spettacolari………dico………magnifici………quanto
vi vedrei insieme……in un vero gruppo!” disse la direttrice.
Sango
guardò Miroku, che a sua volta guardò Kouga. Un vero gruppo? Un trio di
cantanti? Non sarebbe stata una cattiva idea! Loro tre erano sempre andati
d’accordo e le loro canzoni li avrebbero uniti ancora di più. E poi, quella
scuola era così monotona! Non che esistesse un gruppo, non che esistesse un
trio…ma nemmeno un duo! Loro avrebbero fatto scandalo! Sarebbero stati i primi
a riunirsi nella loro passione.
“Allora,
che ne dite?? Sarei davvero contenta se accettaste la mia proposta”
Ci fu un
minuto di silenzio. Poi Sango lo ruppe.
“Allora?”
“Io dico
che si può fare” affermò Miroku.
“Se è
d’accordo anche Sango, per me sarà un vero piacere!” aggiunse Kouga.
“Yuppiiii!
A comporre canzoni!” urlò Sango abbracciando Miroku. Poi gli sussurrò qualcosa
nell’orecchio.
“E’
successo tutto grazie a te! Ti ringrazio per avermi fatto uscire da questa
situazione difficile…”
“Non ci
penserai più vero?” chiese il ragazzo con il codino.
“Ho già
dimenticato tutto!”
“Quindi…come
si chiamerà il nostro gruppo?” azzardò Kouga.
“Io direi
di far riferimento alla canzone che ci ha portato a tale successo…che ne dite?
Grease suona bene!” disse Sango eccitata.
……………si lo so, sono un po’ in
ritardo…ma che ci volete fare…con gli esami alle porte sono più impegnata che
mai!
Coooomunque, questo capitolo era dedicato per lo
più al gruppetto dei tre cantanti, nel prox Inuyasha
si avvicinerà a Kagome……
(posso raccontarvi una barzelletta?_nd_inu)
(ma cosa c’entra adesso? Sto facendo le anticipazioni!_nd_me alterata) (Dai, ci
metto un secondo_nd_inu) (Vai…spara!_nd_me) (ti giuro che non ho armi con
me…_nd_inu) (spara è un modo di dire!_nd_me) (lo so…era una battuta no?_nd_inu)
(T_____T_nd_me)
(Allora ecco la barzelletta: sai cosa fa una
coccinella in farmacia?_nd_inu) (NO, cosa fa?_nd_me) (compra una crema per i
punti neri!! Ahahahaha!_nd_inu che si scompiscia) (T____T
si vede la tipica palla di fieno che rotola e me con una goccia dietro alla
testa)
Faccio un appello a quelli che commenteranno.
Vorrei che voi rispondeste alla mia domanda.
Tra le tre canzoni che elenco, qual è la più
romantica?
Gli ostacoli del cuore (Elisa+Ligabue)
Ti regalerei una stella (Studio 3)
Sei parte di me (Zero Assoluto)
Vi prego rispondete! E’ fondamentale per il prox capitolo! Grazie!!
RINGRAZIO:
Yulinghan: cara Yulinghan…devo dire che
tu sei quella che più mi stupisce nello scrivere i commenti! E ti ringrazio
tantissimo! Ma vedo che anche nelle altre ficcy lasci le tue impronte scrivendo
commenti lunghissimi…ti distingui dagli altri! Grazie e 1000 volte grazie! Seguimi!
Athenachan: devo dire che
Miroku si è svegliato abbastanza in fretta. Visto che caruccio?? Ha fatto anche cantare la sua Sango per tirarla su di
morale! eheh Grazie!
Susisango: sisi! Inuyasha è
diverso in questa fic. Praticamente lui e Sesshysi “scambiano” ossia inu è il
fratello maggiore e Sesshy il minore. Thanks!
Taty88: come
vedi…tutto si è aggiustato! Evviva Miroku(e questa da dove ti è saltata
fuori?_nd_inu) (lascia che kia-chan mi lodi…che ci possiamo fare se preferisce
me a te_nd_miroku) (grrrrr_nd_inu) (ihihihi_nd_me)! Merci!
Ale_ffFan: lo so inu è crudele!!!(ehi!_nd_inu)! Grazieeeee!
Kikka_hachi: ciao
chiara! Ho fatto in modo che Takemaru, nella fic, sia
st*****o, ma almeno d’ora in poi non ci darà più
fastidio! Danke(grazie in tedesco)!
Sesshydil: per fortuna
tra noi è andato tutto per il meglio! Grazie 1000!
AL PROX CAPPY! KISSSSSSSS P.S. RISPONDETE ALLA DOMANDA
PLEASE!
Capitolo 7 *** Sguardi sulle note della stessa musica ***
DANCE&LOVE
DANCE&LOVE
Sguardi sulle note
della stessa musica
“Allora…?
Da quant’è che non vi vedete?” chiese curiosa la ragazza.
“Da un po’
di anni” rispose Sesshomaru distratto e un po’ scocciato.
“E non ti
tocca minimamente il fatto che tuo fratello sia venuto a trovarti dopo non so
quanto tempo?”
“No,
affatto”
Kagome
guardò l’amico, sbigottita.
“Il nostro
non è mai stato un rapporto…come dire…quel rapporto che si ha ‘tra fratelli’.
Fin da piccoli litigavamo per sciocchezze arrivando ad odiarci nell’età adulta.
Quando è arrivato, ci siamo detti a malapena ciao…tu mi capisci vero?” chiese
Sesshomaru.
Kagome
annuì, ma in realtà non poteva capire la situazione di Sesshomaru. Lei aveva
vissuto bene la sua infanzia. La sorella Kikyo era stata sempre buona e paziente
con lei e sua madre affettuosa almeno finché…suo padre…non decise di andarsene…
Kagome fu presa dalla malinconia al pensiero
di suo padre, così cercò di sviare il discorso.
“E dove ha
alloggiato nel periodo in cui è stato fuori casa?” chiese Kaggy.
“Dappertutto,
nel vero senso della parola! E’ stato a Londra, a Berlino, a Vienna, a Madrid,
a Dublino………è giovane ma ha viaggiato davvero tanto. In ogni città rimaneva
pochi mesi e riusciva a trovare sempre lavoro. Ha fatto questi viaggi soprattutto
per fare esperienze sul ballo nelle città più celebri…ma non solo sul ballo…ho
saputo che, da ogni città che visitava, si portava dietro un ricordino…”
“Che male
c’è?” lo interruppe la ragazza.
“Non era un
souvenir qualsiasi, bensì una donna. Già. In ogni paese ha legato con una donna
di solito più grande di lui di alcuni anni. E, molto probabilmente, anche qui a
Tokio farà la sua preda. Lui non è il tipo che ama stare particolarmente con le
donne, ma purtroppo queste, cadono ai suoi piedi. Quindi Inuyasha non può fare
altro che assecondarle” concluse Sesshomaru.
“Cosa ci
trovano di bello in quel tipo?” disse Kaggy mostrando un’ espressione
disgustata. Ma stava mentendo. Anche lei avrebbe potuto sciogliersi davanti ad
un uomo così……che stupida che era! Non lo conosceva nemmeno! Certo che se uno
scherzo del destino li avrebbe fatti incontrare lei sarebbe stata più che
felice…ma perché stava fantasticando su cose che non sarebbero mai successe?
“Meno male
che non sei come le altre…ma d’altronde l’avevo capito fin dall’inizio…”
azzardò il ragazzo cercando di abbracciare Kaggy.
“Non
pensare di cavartela te, che sei suo fratello!”
Sesshomaru
la guardò indignato, mentre l’altra rise tenendosi la pancia. London si
avvicinò.
“Che è
successo di tanto divertente?”
“Nulla,
nulla………… Ma tu sei del mio corso? Perdonami ma non ho mai avuto l’occasione di
fare una chiacchierata…” si scusò Kagome riconoscendo nella ragazza una sua
compagna di corso.
“E’
naturale…frequento questa scuola da poco e non conosco molta gente…giusto
qualcuno…” disse London in modo spontaneo.
“Bè, io mi
aggiungerò a quel qualcuno…piacere, sono Kagome”
“K-Ka-Kagome??”
rispose l’altra boccheggiando.
“Sì, che
c’è di strano?...è tutto a posto?” chiese Kagome vedendo la ragazza in
difficoltà.
“Sì, sì, scusami.
Io sono…London” continuò riprendendo a sorridere, anche se c’era qualcosa di
strano.
Sesshomaru
le guardò mentre dialogavano. Il modo in cui si esprimevano…il modo in cui si
muovevano…le loro facce stupite mentre parlavano…erano simili in qualunque
gesto. Sembravano sorelle e lui non se ne era mai accorto. Forse perché
l’aspetto fisico di London era un tantino diverso da quello di Kagome.
Mentre
Kaggy aveva lunghi capelli neri e occhi nocciola, London aveva i capelli
leggermente più chiari e due iridi del colore del ghiaccio. In più la ragazza
era un po’ più bassa e più magrolina di Kagome. Ma a parte questo, i lineamenti
del viso erano quasi gli stessi.
Kagome tirò
fuori dalla tasca un sacchetto con delle mentine e ne
offrì un paio alla sua nuova amica. Poi insieme si allontanarono verso l’uscita
della scuola.
“Ehi!
Anch’io vorrei una mentina!” urlò Sesshomaru quando si accorse della partenza
delle due ragazze.
“Troppo
tardi! Bye bye!” gridò Kagome di rimando salutando con la mano.
Fuori della
scuola, Kaggy e London si divisero.
La ragazza
dai capelli corvini, che continuava a succhiare le sue mentine, si infilò l’mp3
nelle orecchie e selezionò la canzone che preferiva. Quando l’ascoltava, i suoi
nervi si rilassavano e la sua mente lavorava freneticamente…insomma sognava ad
occhi aperti. Canticchiando a bocca chiusa raggiunse la sua abitazione.
Kagome
canticchiava la stessa canzone nella doccia mentre risciacquava il suo corpo
dalla schiuma.
Uscì
accaldata e si avvolse nel morbido accappatoio azzurro.
Uscì dal
bagno appena in tempo per sentir la voce squillante della sorella che era
rientrata a casa.
“Sono
tornata!” Kikyo aveva un bel sorriso stampato sulla faccia e saltellava per la
casa agitando la borsetta in una mano e le scarpette di danza nell’altra.
Era da un
po’ di giorni che Kagome non andava alla scuola di danza a causa dei suoi
numerosi compiti scolastici…e ciò avrebbe sicuramente compromesso i suoi saggi,
soprattutto quelli di danza classica.
“Hai finito
di fare la doccia? Giacchè me la faccio anche io” disse Kikyo sempre
sorridendo. La causa di tale felicità non si spiegava.
Senza
aspettare una risposta della sorella Kikyo entrò in bagno saltellando.
“Boh??”
disse Kaggy dirigendosi in camera ed iniziando a rivestirsi.
Aveva
lasciato la serranda aperta e, dando un’occhiata al di là di questa, vide
Inuyasha nella sua camera che trafficava con il cellulare. E lo vide anche
quando lasciò perdere il telefono per poter spostare lo sguardo su di lei.
Kagome si guardò…era ancora in biancheria intima! Cacciò un urlo e chiuse la
serranda velocemente. Che imbarazzo!
Tornò in
soggiorno, ancora rossa per la vergogna e si sedette sul divano
quando un cellulare squillò.
Bip bip bip
bip. Era arrivato un messaggio al cellulare di Kikyo.
Era proprio
davanti a lei, sul tavolino.
Non avrebbe
dovuto farlo, ma la curiosità era tale da condurla ad afferrare il telefono per
leggere il contenuto del messaggio.
Controllò
che non ci fosse nessuno che la guardasse e premette”leggi”.
§ DOMANI
TI ANDREBBE UN GELATO? §
Il
messaggio era semplice e molto corto. Kaggy andò giù con le freccette per poi
scoprire che il mittente era…Inuyasha??
Era forse
lui la causa della felicità di Kikyo? Posò il cellulare pentita di aver rotto
la privacy della sorella e venne invasa da un’ondata di…cos’era quel fuoco che
le ribolliva dentro? Gelosia?
Kagome era
tornata da poco da scuola. Sebbene fosse stanca, decise comunque di andare alla
scuola di ballo.
Si mise le
cuffie dell’mp3 nelle orecchie e prese il pullman dato che non aveva molta
voglia di fare la strada a piedi. Con lei uscì anche Kikyo che però decise di
farsi una passeggiata fino alla scuola.
Quando salì
sul veicolo, Kagome vide che la sorella agitava una mano in segno di saluto, ma
non stava salutando lei…
Kaggy seguì
lo sguardo della sorella e vide Inuyasha poco distante da lei che fece un cenno
con il capo. Non si era accorto di lei, ma era meglio così…non voleva certo
imbarazzarsi di nuovo!
Ma le sue
speranze svanirono quasi subito, perché il ragazzo si voltò a guardarla. La
fissò per alcuni attimi, attimi così intensi che le parvero ore intere…partì
una canzone dall’mp3…la sua canzone…la loro canzone…Kagome non si era accorta
che anche Inuyasha aveva le cuffie e che anche lui stava ascoltando la sua
stessa identica canzone nello stesso momento, nello stesso istante……SEi PARTE Di ME……
“Gamba in
alto! Braccia indietro! Forza con quel bacino!” urlava Inuyasha agli alunni mentre provavano un balletto. Kagome era stremata ma cercava comunque di dare il meglio di sé.
Inuyasha la
vide mettercela tutta. Si ingegnò per pensare a un piano per portarsela via per
un po’, per avvicinarla a lui…decise di improvvisare…d’altra parte, tutta la
sua vita era un’improvvisazione…
“No! Non ci
siamo Higurashi! Non soddisfi le mie aspettative!”
disse l’insegnante con tono severo. Lo sapeva era una bugia, ma era l’unico
modo per attirare la sua attenzione, anche se era già stata attirata da tempo.
“Non le va
bene come ballo?” Kagome era decisa a fare l’arrogante per riuscire a
nascondere il suo imbarazzo.
“Non
proprio, ma i tuoi movimenti dovrebbero essere perfezionati…da me…ti ci
vorrebbe una lezione privata…”
“Che cosa
intende?”
“Che ne
dici per dopodomani sera? Verso le 8. Quello è l’orario delle prove in questa
scuola no?” chiese Inuyasha.
“Si ma…”
“In aula 5. Sii puntuale.” Ribattè
Inuyasha.
La
campanella squillò e Kagome non ebbe il tempo di chiedere altro.
Lo so questo capitolo mi è uscito piuttosto lungo e lo
proseguivo da un bel po’ di giorni, così alla fine ho perso il conto delle
pagine. Di solito li faccio molto più corti. Forse sono anche un po’ in
ritardo, ma c’è stato un trambusto a causa di una gita in Francia con la
scuola.
Vi ringrazio tantissimo per le risposte alla domanda
delle canzoni. Naturalmente ho preso la più votata…Allora…
Inuyasha ha diciamo “invitato” Kagome ad una lezione
privata per poterla allenare sui passi che non le riescono bene…ma
sarà davvero così?
Come sempre, lo spazio ai miei carissimi lettori che
nello scorso capitolo sono stati davvero molti, grazie!
RINGRAZIO:
Ale_ffFan: già, Inu è l’eccellenza in persona(vero!_nd_inu). Grazie per il
complimento del trio di cantanti! Un baux!
Seikochan: a me Miroku
garberebbe averlo come fidanzato più che come un amico…grazie per il voto!XD
Yulinghan: eccoti
ritrovata! Bene sono contenta che le mie idee nella fic ti piacciano. Certo,
puoi contattarmi quando vuoi sei troppo simpatica! Ah!
Già che ci sono…come dici in alcune fic…lode a te yulinghan!
Eheheh grazie per il voto!XD
Kagura_san:Grazie
1000!
Athenachan: bonsoir! Ecco il cap con le
risposte alle tue domande.Grazie!
Elychan: Grazie del
voto!XD
Sesshydil: mi spiace
per gli errori, eppure non vado male di italiano…essì
che ne vedremo delle belle stanne certa! Grazie per il
voto! Tvb XD
Kikka_hachi: la canzone
non serve per cantare ma comunque grazie per aver votato!XD
Katia_h: sono
contenta che ti piaccia! Grazie del voto anche se non posso accontentarti…un
bacio! XD
Kik91: grazie di tutto e del voto!XD
Akitohayama4ever: un po’ lunghino il tuo nicknameehehe!Thenchiu per il voto!XD
Taty88: ho scelto la tua canzone visto? Grazie
for the vote!XD
Byrba: Grazie
1000! Anche del voto! XD
Michi88: grazie del
voto e comunque…ci sarà il capitolo che aspetti tu…quello su inu e Kaggy…seguimi!
AYRILL: Aggiornato!
Grazie per il voto! 1 bacio! XD
Il sole picchiava attraverso
le finestre dell’aula. Creava forti ombre sul pavimento e accaldava
gli alunni che cercavano di superare il caldo: a causa dell’afa, la melodia
veniva strozzata in gola anche se Sango riuscì comunque a cantare divinamente.
Dopo la sua piccola avventura amorosa con Takemaru, adesso nessuno sarebbe
riuscito a fermarla.
Non appena suonò la
campanella, Miroku prese lo zainetto e andò nello spogliatoio riservato ai
ballerini. Sango lo seguì.
“Non pensavo fossi dietro di
me! Mi hai fatto venire un colpo!” esclamò il ragazzo quando
si accorse dell’amica. Questa si avvicinò al lavandino e si sciacquò la faccia
senza parlare.
“Qui si scoppia dal caldo…e
non è neppure iniziata l’estate!” aggiunse Miroku. Intanto si era tolto la
maglia e, con un asciugamano preso dallo zaino, si tamponò il petto e il viso.
Sango si sedette sulla panchina e decise di dedicare alcuni minuti nella
contemplazione del corpo dell’”amico”. Rimase piacevolmente stupita dai suoi
lineamenti quasi perfetti. Possibile che non si era mai accorta di questi
particolari? Eppure lo conosceva da tre anni!
Sembrava strano, ma la
ragazza provò un’improvvisa attrazione quando Miroku
si voltò a guardarla con un sorriso malcelato sulle labbra.
Adesso che ci pensava meglio,
quel tipo aveva anche una bocca bellissima, quasi invitante. Poi il sorriso che
mostrava in ogni situazione era il particolare che metteva in risalto quel suo
viso dolce come quello di un bambino. Senza accorgersene arrossì.
“Anche tu hai caldo, veh!”
commentò il ragazzo avvicinatosi e sedutosi accanto a Sango.
“Da cosa l’hai capito?”
“Dalla faccia. E’ più rossa
di un pomodoro! Credevi che non me ne sarei accorto
eh?” le disse. Poi aggiunse.
“Per dinci! Oggi sei
serissima! Facciamo un gioco. Il primo che ride, ha perso!Penso che oggi
perderò io…” Poi le prese le mani e si mise di fronte a lei costringendola a
guardarlo. Era un gioco stupido, quello che facevano da bambini, ma sempre di
grande effetto.
Alcune ragazze e ragazzi si
avvicinarono per vedere chi dei due avrebbe vinto. Intanto, Miroku, non faceva
che persuadere la persona che le stava di fronte.
“Posso dirti che oggi sei
veramente bellissima? Anche sudata…”
“Lo dici solo perché vuoi
farmi ridere.”
“Ma cosa stai blaterando! Io
ti sto parlando seriamente non mi vedi?” E Miroku fece l’espressione più seria
che ci si potesse immaginare.
“Va bene ok
ok. Ti credo……dimmi, ti è piaciuta la musica
di oggi?Quella che ci hanno fatto cantare..” Sango
disse la prima cosa che le era venuta in mente per il troppo imbarazzo. Cercò
di non fissare il ragazzo troppo a lungo. Sapeva che prima o poi si sarebbe
spinta, diciamo “per sbaglio”, sulle labbra di Miroku se non avesse
distolto lo sguardo.
“Oggi non riuscivo a
cantare…perché pensavo a te…e della musica non mi importa…perché l’unica musica
che riempie la mia mente sei tu…già, tu sei la mia musica…”
rispose Miroku. Sango rimase stupita dalla schiettezza che aveva adottato
l’amico.
“ma cosa stai dicendo? Mi
metti in imbarazzo!” sussurrò Sango girando completamente il viso.
“Eh! No! Però se non mi guardi, il gioco non vale più…” ribattè il ragazzo afferrando
l’amica dal mento e riprendendo il loro contatto di sguardi.
La ragazza era attratta
terribilmente dalla bellezza di Miroku, così azzardò ad avvicinarsi di più al
suo viso. Lo stesso fece anche lui e quando le loro labbra erano a pochi
millimetri di distanza, si accorsero che adesso il gioco era fatto, non più di
sguardi, ma di respiri leggeri e provocanti.
Per una manciata di secondi rimasero
così, legati dai loro respiri caldi.
Ma..vennero interrotti dal
suono di un cellulare, quello di Sango.
Miroku, accorgendosi della
gente che li osservava curiosi, decise di staccarsi da Sango prima ancora di
baciarla, per evitare che la sua infatuazione per lei diventasse pubblica.
Sango ne rimase un po’ delusa…ma poi ripensò a ciò che aveva appena fatto…
-forse è ancora troppo presto
per innamorarti di nuovo, non credi? E poi del tuo migliore amico..no!
Non è affatto una buona idea..-pensò parlando a sé stessa. Poi guardò il cellulare e vide
che era stata Kagome a farle uno squillo.
“Non mi chiama mai e proprio
adesso doveva farlo?” imprecò la ragazza a bassa voce.
“Ti ho detto che vuole una
lezione privata!” disse agitata Kagome quando rivide
Sango.
“E allora tu vacci! E’ stato
anche gentile se ha detto di voler perfezionare i tuoi passi…scricciola..è
un’occasione da prendere al volo!” rispose l’amica ancora infastidita dello
squillo di poco prima.
“Ma pensaci un attimo…io e
lui soli…in un’aula…di sera…”
Sango sbuffò ribattendo con
un “cosa potrebbe mai succedere?”. Kaggy capì che la ragazza aveva ragione:
perché preoccuparsi tanto? Lei avrebbe fatto l’arrogante come sempre e sarebbe
andato tutto liscio.
“E va bene, Sango-chan! Mi
hai convinta!”
“Brava sociaaa!” le disse
Sango dandole una pacca sulla schiena.
Ma quando Kagome uscì dallo
spogliatoio dove lei e Sango stavano parlando, e vide Kikyo che stava
abbracciando Inuyasha, il morale le tornò a zero e dalle sue labbra scappò un
debole”Che stronza, mia sorella!”
Erano le 8 meno cinque e
Kagome stava salendo le scale della scuola di ballo in cerca dell’aula n°5.
Ebbene sì, aveva deciso di andare alla lezione di Inuyasha. Certo era un po’
preoccupata, ma non si poteva dire che non fosse decisa.
Finalmente trovò l’aula con
il 5 stampato sopra. Bussò, ma dall’internò non arrivò
alcuna risposta. Così, pensando di essere in anticipo, Kaggy entrò senza
indugi. Un odore forte e quasi nauseabondo le entrò nelle narici, un odore
forte e aspro,sembrava l’odore del limone. Inuyasha
era arrivato prima di lei ed era appoggiato alla finestra che fumava una
sigaretta. Indossava una canottiera bianca aderente e dei jeans strappati sulle
ginocchia. Una collana scura decorava il collo possente. Era terribilmente
sexy!
“Cos’è questo odore?” chiese
Kagome sempre con discrezione. L’odore del tabacco era completamente coperto da
quello del limone. Ora che ci ripensava, aveva sentito lo stesso odore in tutte
le lezioni di Inuyasha, anche se più debolmente.
“E’ il mio profumo…allora,
iniziamo?” disse lui arrivando subito al sodo. Mentre Kagome alzava le spalle e
si accinse a spogliarsi della sua giacca, Inuyasha si distrasse per poter
osservare i magnifici lineamenti del corpo della ragazza. I capelli neri erano
tenuti da una fascia e cadevano sciolti sulla schiena, coperta da una maglia a
maniche corte scollata sulle spalle. I pantaloni erano neri e attillati e le
scarpe molto grandi, con i lacci colorati.
-Voglio quelle gambe- pensò
Inuyasha, esattamente come la prima volta che l’aveva vista ballare.
“Allora, io pretendo che tu
faccia alla perfezione i seguenti passi……” E Inuyasha iniziò a pronunciare in
modo incredibilmente veloce una serie di passi in francese e concluse con:”Hai qualche predisposizione per uno di questi passi?”
“Eh ???”
rispose Kaggy inclinando la testa di lato.
“Mostrami un PAS DE BOULE’”
Kagome ubbidì, anche se non
ne aveva molta voglia. L’insegnante annuì, poi continuò.
“Adesso un ROND DE JAMBE”
Inuyasha osservò i movimenti
della ragazza e poi scosse la testa.
“Ecco è proprio questo il
passo che non ti esce. Ascoltami bene. Devi inclinare appena il bacino, alzare
la gamba e fare un piccolo cerchio con essa…ecco
così…” il ragazzo si era spostato alle spalle della ragazza e aveva posato le
mani sui suoi fianchi. Intanto dava le istruzioni sempre con lo stesso tono di
voce.
Kagome si lasciò guidare,
continuando a pensare alle parole dell’amica ‘cosa potrebbe mai succedere?’
Inuyasha l’aiutò dolcemente
ad alzare la gamba destra. I loro corpi erano attaccati e Kagome sentiva
distintamente gli addominali del ragazzo appoggiarsi sulla sua schiena. L’odore
del profumo al limone era sempre più intenso e quasi insopportabile. La ragazza
rabbrividì.
“hai capito ora?” chiese
Inuyasha sensualmente all’orecchio della giovane. Lei annuì deglutendo.
“Fammi vedere se hai davvero
capito” insistette l’insegnante. Kagome rifece il passo alla perfezione.
“Bene, ora proviamo la
coreografia che abbiamo messo su oggi…con la musica…” Inuyasha si diresse verso
la radio inserendo un cd. Kagome rimase un attimo a riflettere…aspetta un
attimo…la coreografia di oggi si ballava a coppie…pensò agitata.
La radio era pronta… e la
musica che ne uscì colpì la ragazza. Quella canzone…no……la sua canzone……la loro
canzone……SEI PARTE DI ME……
“Proviamo a ballare sulle
note di questa musica…” disse Inuyasha prendendo di nuovo la ragazza per i
fianchi.
“E’ la mia canzone preferita”
pensò Kagome ad alta voce.
Eccomi, sono tornata. Innanzitutto vi dico che ho
cambiato la scrittura perché, avendola rimpicciolita,
l’altro formato era illeggibile e non volevo torturare i lettori!Poi vi chiedo
scusa per il ritardo! Causa: vacanze di Pasqua! I miei parenti non hanno il
computer.
r.s.(vuol dire RIASSUNTO…ho molta fantasia
vero??) Il rapporto fra Sango e Miroku ha una risvolta. Non sono più i soliti
amici(e lo sono stati per tre anni), ma diventeranno
qualcosa di più. Vediamo già che il nostro Miroku è schietto nel dire le
cose…§…Kagome ha deciso di andare alla lezione di Inuyasha che si dimostra
molto provocante. In più il ragazzo mette il cd degli Zero Assoluto che farà
sciogliere la ragazza…come andrà avanti? Seguitemi e lo saprete!
Dato che nell’r.s. inu-chan non si è fatto sentire come fa di
solito(miracolo!) sarà lui a rispondere ai vostri commenti(nooooo!_nd_voi)!!
RINGRAZIO:
Nady: Ciao bella!
Anch’io ti trovo ultra simpaticissimaa(ma non hai detto che dovevo rispondere io??_nd_inu) (Ops! Scusa!_nd_me) Grazie!!tsk!
Seikochan: Tsk! Non ha
speranze contro di me quello stupido depravato del cavolo!(come osi parlare
così del mio Miroku!_nd_me) (tu stanne fuori_nd_inu) (Non iniziare a trattarmi
come tratti Kagome…perché sai cosa succede quando mi
infurio vero?_nd_me) (T________T_nd_inu impaurito). Comunque grazie!tsk!
Ale_ffFan: Buona la
scusa della lezione eh? Sono un genio! Non come qualcuno che conosco…(ma quante
arie!_nd_me). Grazie,Tsk!
Yulinghan: anch’io sono andato in gita con lei eh! Mi sono messo
nella valigia! Sapessi che porcherie facevano!(Non è
vero!_nd_me)! Grazie dei complimenti(anche se li ha fatti a me_nd_me) tsk!
Gre: Grazie gre!...ma ti chiami proprio gre??(Non
infastidire i lettori!_nd_me che sta per mollare un ceffone ad inu-chan)!!tsk!
Kikka_hachi: talento!tsk!
Mica tanto talentuosa Kagome! Comunque grazie..tsk!(e
ci mancava il tsk!_nd_me)
Sesshydil: ma perché dite
sciupafemmine a me quando avete Miroku lì piazzato
davanti! Vabbè grazie! Tsk!
Michi88: e falla
crescere quella dannata curiosità che Kia è contenta(Sisisi!!_nd_me)!Merci(da
quando parli francese?_nd_me)TSK!
Taty88: siete tutti
dell’88??(Zitto!_nd_me) Grazie!tsk!
Athenachan: hai proprio
ragione! Per Kikyo intendo…la sto illudendo! Come sono bravo(tsk! Ora lo dico
io!) Merci, tsk!
Katia_h: Sono contequoquetepiaqque!
Grazie, ciao tsk!
Elychan: già, sono un vero demone(MEZZOdemone_nd_me) (non
ricordarmelo ti prego!_nd_inu) Grazie tsk!
AYRILL:Grazie GrazieGrazieeeeee!
Sei stata la prima a commentare! Tsk!
Kagome era statafino a poco prima
estremamente tesa. Ma quando Inuyasha inserì nella radio il cd degli Zero
Assoluto, la ragazza si afflosciò appena. Amava quella canzone…di
più…l’adorava.
L’insegnante
si avvicinò ancora inondando nuovamente la ragazza del suo profumo,
nauseante…ma desiderabile.
La
ragazza riprese ad agitarsi.
“Aspetti…io…”
“Penso
che, ora che siamo entrati in confidenza, possa darmi del tu.”
La interruppe l’insegnante.
Certo
che aveva proprio una bella faccia tosta. Come poteva chiamarla confidenza
quella?
Kagome
si divise in due parti. Una parte di lei voleva liberarsi della stretta del
ragazzo, mentre l’altra parte voleva fare esattamente l’opposto: rimanere
attaccata a lui finché ne fosse stato necessario.
Alla
fine l’istinto le disse di seguire la seconda parte e lasciar perdere la prima.
Cercò di ignorare i capelli di Inuyasha che le facevano il solletico sul collo
e si concentrò sui passi..ma era quasi impossibile in
quelle condizioni.
Accortosene,
Inuyasha la guidò nei movimenti senza mai parlare. Le alzò la gamba con la
stessa dolcezza che aveva adottato poco prima e le fece fare una mezza
piroetta.
Si
succedettero altri passi, tutti perfetti grazie all’aiuto dell’esperto
professore di ballo.
Il
balletto prevedeva che i due ballerini si staccassero per un momento per poi
riavvicinarsi e fare un lento ‘caschè’(si scrive così??
AIUTO!), e così avvenne.
Inuyasha
si muoveva lentamente al ritmo della musica e in modo altrettanto sensuale.
Quando lui e Kaggy si divisero, la ragazza sentì la mancanza del profumo
intenso al limone, che ricomparse poco dopo quando i due si ritrovarono con i
visi talmente vicini che i respiri si unirono in uno solo. Le fronti erano una
contro l’altra e i nasi si sfioravano. Ci fu uno scambio di sguardi
intensissimo. L’oro e il nero…il nero e l’oro…
Kagome
riuscì a perdersi nelle iridi dorate del giovane. Incredibile quanto fosse
bello e attraente. La ragazza sentì dei brividi corrergli lungo la schiena e lo
stomaco in subbuglio quando Inuyasha le mise una mano dietro la schiena
facendola piegare in un caschè quasi perfetto.
E
se ti fermassi soltanto un momento
potresti
capire davvero che è questo
che
cerco di dirti da circa una vita
lo
tengo per me..
..SEI
PARTE DI ME..
Kagome
cacciò la testa indietro anche se molto lentamente. Inuyasha, con la mano
libera, ne approfittò per accarezzare i lineamenti della ragazza. Le passò un
dito sul corpo, partendo dal collo, sfiorando i seni e scendendo fino
all’addome.
Kaggy
sentì mancare il respiro a quel tocco. Si rialzò all’improvviso ignorando la
musica che continuava a scorrere. Prese la sua giacca e si diresse verso la
porta d’ingresso.
“Credo
che possa bastare…” disse Kagome con fermezza.
Inuyasha
incrociò le braccia guardandola malizioso e, prima che la ragazza ebbe
attraversato la porta, le disse.
“Sabato
avete l’esame di ballo moderno, voi del quinto anno…non dimenticarlo…”
Kaggy
non rispose e se ne andò sbattendo la porta. E’ vero si era scordata dell’esame
alle porte. Quella settimana avrebbe dovuto allenarsi molto per non fare una
brutta figura.
Per
quell’esame Kaggy decise che si sarebbe alleata con la sua nuova amica,London; sarebbe stata anche un’occasione per conoscerla
meglio.
Si
diedero appuntamento un po’ a casa di una e un po’ a casa dell’altra provando
il balletto sulla canzone delle SpiceGirls.
La
casa di London era grande e straordinariamente lussuosa, c’era perfino una
stanza completamente dedicata al ballo. Alle pareti erano appesi molti quadri
di pittori inglesi e un enorme poster raffigurava il Big Ben in tutto il suo
splendore.
“Ti
piace l’Inghilterra eh?” azzardò Kagome un paio di volte, ma l’altra non aveva
mai risposto.
Le
ragazze si allenarono quasi tutti i giorni e diventarono grandi amiche
riscoprendosi molto simili in tanti punti dei loro caratteri. Le loro
conversazioni erano lunghe e piacevoli fino a che non si toccò il tasto
dolente: i ragazzi.
“L’altro
giorno mi sono fatta una storia con quel ragazzo…come si chiama? Quello che canta nei Grease…quello con gli occhi azzurri…” disse London
accarezzandosi il mento e sforzandosi di ricordare.
“Kouga?”
optò Kagome.
“Si,
proprio lui!”
“Ma
come? Avete avuto una relazione e non ti ricordi manco il nome?”
“Massì, è stata una storia temporanea...come quella con
Takemaru. Quella è durata una settimana, ma poi lui a perso la testa per Kagura
e io l’ho mandato a quel paese.”
“Ah….”
Rispose Kaggy perplessa. Certo non si sarebbe mai aspettata che saltasse fuori
una parte del carattere di London a lei ancora sconosciuto. Si poteva dire che
fosse una…”sciupa maschi”…
London
continuò a parlare a ruota nominando altri nomi di ragazzi e facendo un
commento su ognuno di loro. Poi terminò con una frase che le fece sparire il
sorriso.
“Però…non
ho ancora conosciuto l’amore…no ora che ci penso…forse da piccola mi sono
innamorata di quel bambino all’orfanotrofio…” poi si tappò la bocca con una
mano, convinta di aver parlato troppo.
“Orfanotrofio??
Quale orfanotrofio???” chiese Kaggy con gli occhi
sbarrati.
London
le rispose con un’altra domanda, cercando di sviare il discorso.
“E
tu…ti sei mai innamorata?” le disse riprendendo a sorridere. Kaggy stava per
rispondere con un “no” secco quando qualcosa la colpì
allo stomaco. Stava pensando al profumo di Inuyasha, a come avevano ballato
pochi giorni prima, a come lui le parlava, a come si muoveva nella danza, al
suo corpo…Kagome venne presa da una scossa, poi si
tranquillizzò e si rivolse di nuovo all’amica cercando di sembrare normale.
“No,
non ho ancora provato il brivido di amare”
“Siamo
proprio identiche! Avremo dovuto avere la stessa mamma!” esultò London
abbracciando la ragazza.
“Ti
avviso, mia mamma è intoccabile, quasi
insopportabile!”
“Sarebbe
andata bene lo stesso…” borbottò London. Gli occhi persero la luce che avevano
fino a poco prima e si spensero. Kagome rimase stupita parecchio dal
comportamento dell’amica.
Arrivò
il giorno dell’esame. Kagome entrò nella classe con London chiacchierando
animatamente. Inuyasha era già arrivato ma decise di
dare un po’ di tregua agli alunni prima di iniziare. Fumava distrattamente una sigaretta affacciato alla finestra.
Kagome
appoggiò lo zaino a terra ma, quando lo aprì per prendere il cd delle SpiceGirls, fondamentale per
l’esame, non lo trovò. Poco dopo comparse Sesshomaru con il SUO cd in mano!
“Dai
Sesshomaru dammelo! Ne ho abbastanza dei tuoi scherzetti!” disse Kagome. La
rabbia le ribolliva dentro. Sesshomaru, in tutta risposta, si mise l’oggetto
dietro la schiena e guardò la ragazza con gli occhi socchiusi.
“Te
lo restituisco solo se, come ricompensa, mi darai un bacio…un bacio vero!”
Inuyasha
ascoltò il fratello senza mai voltarsi.
“Non
ti sopporto quando fai i ricatti!” questa volta Kagome
era davvero infuriata. Sesshomaru a sentire quel “non ti sopporto” decise di
restituire il cd continuando però a provocare la ragazza.
“Sto
ancora aspettando il bacio”
“Non
ti bacerò mai e poi mai, chiaro??”
“E’
ridicolo! Hai baciato quel…come si chiama…quell’Osaki(è il cognome di
Naraku) e
poi non vuoi saperne di baciare me?” chiese Sesshomaru mettendosi una mano sul
petto.
“Così
è la vita!” disse Kaggy fredda.
-Ora
la pagherai! Anche solo per averci provato, la pagherai- pensò Inuyasha deciso mentre rivolgeva sguardi d’odio al fratello.
“Ora
vedrai…”borbottò a mezza voce. Poi si sedette alla cattedra e cominciò a
chiamare i nomi.
“Non
puoi farti accompagnare dalla tua nuova amica?” rispose Sango riferendosi a
London.
“No
perché, se l’esame è andato male, posso strozzarti senza rimpianti” affermò
Kaggy e poi scoppiò a ridere. Trascinò l’amica davanti alla bacheca vicino
all’entrata della scuola. Poi mise un dito su un foglio appeso e lo fece
scorrere fino a che non trovò il suo cognome e quello di London. Erano state
promosse entrambe!
Kagome
cercò di contenere la gioia e fece scorrere ancora il dito fermandosi al
cognome ‘Uzumaki’. Di fianco ad esso c’era un bel ‘bocciato’ scritto in rosso.
“Com’è
possibile che Sesshomaru è stato bocciato??” urlò
Kagome. Tutti si voltarono verso di lei compreso Sesshomaru e Inuyasha.
Sesshomaru
rimase pietrificato all’affermazione della ragazza mentre
il fratello maggiore lo guardava compiaciuto, quasi ridendo. Kagome notò questo
particolare: perché Inuyasha avrebbe dovuto bocciare suo fratello?
Un
po’ perplessa, Kagome andò a cercare London per riferirle la notizia della
promozione. Decise di cercare in bagno, magari l’avrebbe trovata lì.
Ma
appena entrò le si fece un groppo in gola.
Sull’enorme
specchio sopra ai lavandini c’era una spaventosa scritta in rosso, i bordi
delle lettere leggermente sbavati:
Kagome del quinto, non provare a sfidarmi e guardati le
spalle…perché io ti tengo d’occhio!
Quella
Kagome di cui parlava il messaggio era proprio lei! La ragazza cercò di non
cadere nel panico e provò a toccare la scritta: era stata scritta con un
pennarello rosso sangue. Avrebbe potuto decodificare la scrittura e provare a
capire chi fosse stato ad aver scritto un messaggio tanto minaccioso, ma le
lettere erano sbavate, per di più scritte in stampatello.
Il
primo responsabile che le era venuto in mente era Sesshomaru.
Poteva averlo scritto per mettere paura a Kagome e per vendicarsi per averlo
trattato male poco prima. Ma l’idea la convinse poco.
Staccò
gli occhi dallo specchio e si rimise a cercare la sua amica anche per chiederle
se lei sapesse qualcosa di questo strano fatto.
Aprì
tutti i cubicoli senza mai bussare. Giunse all’ultimo e quando lo aprì,
incrociò le braccia e alzò gli occhi al cielo.
-Oh
grande Demone Celeste!- pensò la ragazza sbuffando.
Un
ragazzo di colore, che poteva essere il doppio di London in altezza e
robustezza, spinse quest’ultima contro il muro. Erano entrambi intenti in un
abbraccio mozzafiato e si baciavano con furia, come se fossero incollati.
“Ok,
io vi lascio alle vostre porcherie!” borbottò Kagome accingendosi ad uscire.
Ma
London, sentendo la sua voce, si fermò.
“Kaggy…è
successo qualcosa?” chiese un po’ imbarazzata.
“Dovrei
parlarti!” rispose l’altra con le braccia sempre conserte lanciando occhiate al
ragazzone di colore.
“ehm…si
dimmi!” disse la ragazza dagli occhi azzurri sorridendo e intanto spingeva il
tipo fuori dal bagno delle ragazze.
Ciauu! Eccomi con un altro capitolo(e che
palle ‘sti capitoli_nd_inu) (sento un ronzio…chi è
che sta parlando?_nd_me) (IO idiota!_nd_inu) (Chi??_nd_me)
(Sei sorda o cosa? IOOO! Nd_inu urlando) (Tanto non
ti sento pappappero!_nd_me
con la mani sulle orecchie cantando la canzoncina
dell’asilo) ma si può essere tanto scemi?? Comunque, torniamo a noi.
r.s. Inuyasha ha
terminato il balletto di coppia in modo “elegante” ma sembra che Kaggy non
abbia gradito molto la “toccatina”. Si scopre un lato
di London molto strano…ah! Vi avviso che London avrà un ruolo molto importante
nella storia, la sentiremo nominare dall’inizio alla fine(ma
a me sta antipatica!_nd_inu) (Tanto non ti sento!_nd_me). Kagome ha trovato un
messaggio minaccioso rivolto proprio a lei! Chi sarà stato a scrivere una cosa
del genere?(Boh???_nd_tutti).
Una sola domanda:
Come si scrive il nome del fratello di
Sango? Potete aggiungerlo nei commenti che farete? Perché li farete vero???
RINGRAZIO:
Seikochan: Brava
Sara! Fagli vedere cosa sai fare a quell’infimo
mezzocane(non lo permetterò! Io..io...sfodererò la mia Tessaiga e..e..)
(sesese! Buona notte_nd_me) (Ciccia, guarda che sono
appena le 7 di sera_nd_inu). Grazie mille!!tvb!
Kikka_hachi: dai qualcosa è successo…o no? Grazie!
Michi88: cresci
curiosità cresci, cresci! Spero che sia riuscita anche questa volta a tenerti
incollata al pc! Thank you!
Sesshydil: non
preoccuparti per Miro e Sango…qualcosa succederà te lo prometto!Grazie tvb!
Black_angel:una new entry! Evviva! Il
tuo nickname mi garba davvero moltissimo e anche il
tuo commento! Grazie!
Arumi_chan: new entry n°2! Anche tu tifi per Sango e Miroku?
Allora ti mando i ringraziamenti doppi! Grazie GrazieGrazie(guarda che
sono tre i grazie!_nd_inu)(che pignolo!_nd_me)
AYRILL: Wow!E
strawow! Grazie dei complimenti, li apprezzo tantissimo!...Sarà
meglio che aggiorni presto se non voglio essere accusata di tentato omicidio
verso una lettrice di fanfiction…O.O…eheh!
Grassssieee!
Akitohayama4ever:grazieee!! Di tutto! Ma
soprattutto per i complimenti!! Merci beaucoup!!!
Katia_h: sono contenta ti sia piaciuto il giochetto di Miroku ma non ci sarà solo il suo…qualcuno che io conosco ne
combinerà una delle sue(stai parlando di me forse?_nd_inu) (noooooo!
Assolutamente noooo!_nd_me).
Grazie!
Athenachan:ciaubilla! Ti ringraziooo! Baci^X^
Taty88: ciao!! Lo so Miroku si è spinto troppo poco ma pensaci un
po’…cosa faresti tra gli sguardi generali di parecchi ragazzi curiosi?Comunque
ci saranno delle svolte importanti tra lui e Sango. Grazie del commento!!
ARRIVEDERCI AL PROX CAPPY(ricordate il nome del fratello di Sango! Isveryimportant!)KISSSSSSSSS
“Avevi
notato questa?” chiese Kagome con il dito puntato sullo specchio.
“Ehm…no,
non l’ho proprio vista” rispose London sorridendo in modo birichino.
“Certo,
perché eri intenta a fare altre cose, giusto? Comunque, tu pensi di sapere chi sia stato a scrivere una cosa del genere?” disse Kaggy
mantenendo la calma.
“Potrebbe
essere stato Sesshomaru”
“Anch’io
l’ho pensato, ma non penso che lui abbia il coraggio di scrivere una scritta
tanto grande sugli specchi dei bagni. Per di più in quelli delle ragazze. No,
non può essere stato lui!” affermò Kagome pensierosa e intanto continuava a
fissare l’enorme scritta.
“Non
scervellarti per certe cose! Sono stupidi giochetti da bambini dell’asilo.
Lascia perdere e la smetteranno di fare i buffoni” sbuffò London, poi aggiunse.
“Andiamo
a controllare la bacheca..magari siamo state…” ma London non riuscì a finire la frase
che venne interrotta dall’amica.
“PROMOSSE!”
esultò Kaggy. Le due si abbracciarono.
“No!
Voglio controllare di persona!” disse London ancora incredula.
Raggiunsero
a passo svelto la bacheca e un attimo dopo si sentì l’urlo felice di London per
tutto l’istituto. Kagome sorrise ma poi la sua attenzione fu attirata da un
foglio grande e azzurro attaccato alla bacheca proprio vicino
alla scheda dei voti.
Per i ballerini migliori, un’enorme occasione per riscuotere
successo in uno dei teatri più famosi del mondo!
Recentemente
è stato ufficializzato il concorso DANSE AVEC NOUS indetto da alcuni dei più
famosi artisti francesi. I ballerini della maggior parte del mondo si
confronteranno e, alla scuola di danza vincitrice, verrà
consegnato un premio e l’onore di aver partecipato all’Opèra di Parigi.
Le
selezioni per poter partecipare al concorso verranno
eseguite nell’aula magna nei seguenti giorni ai seguenti orari:
Lunedì 23 aprileore 14.00-15.30
Mercoledì 25 aprileore 18.00-19.30
Sabato 28 aprileore 9.00-11.00
Il
mezzo di trasporto previsto è l’aereo e il costo previsto è 880.00 euro a
persona, trasporto, hotel e entrata in teatro compresi -andata e ritorno-
La
partenza è prevista per il 20 maggio alle ore 7.00. L’arrivo è previsto per il
27 maggio verso le ore 22.00.
Gli
accompagnatori saranno scelti accuratamente dalla sottoscritta.
Kagome
fece cenno all’amica di leggere il manifesto, poi lo rilesse attentamente e,
involontariamente, le si spalancò la bocca.
“Che
bello! Un concorso! Devo assolutamente partecipare!!!
Che ti succede Kaggy?” chiese London notando la faccia stupita di Kagome.
“E’
a Parigi……” boccheggiò la
ragazza.
“E
quindi?”
“E’
a Parigi! A Parigi, lo capisci??! E’ la città in cui
vive mio padre! Avrò la possibilità di vederlo! Devo essere selezionata! E poi,
non voglio neanche perdermi un concorso tanto importante in uno dei teatri più
famosi del mondo!......ma
dove li trovo tutti quei soldi? Argh! Dovrò chiederli
a mia madre anche se mi scoccia chiederle un
favore…bisogna vedere però se mia mamma mi presta così tanto denaro! Se poi
capita che viene scelta mia sorella per fare
l’accompagnatrice, mia madre dovrebbe spendere il doppio! A meno che Kikyo non
si procuri i soldi da sola, magari facendo un lavoro part-time…” cominciò a
dire Kagome parlando in modo velocissimo, tanto che sembrava non si dovesse
fermare mai. Ma poi fu London a interromperla.
“Ehi!
Stai calma, stai delirando! C’è ancora tanto tempo prima
della partenza e poi non è ancora detto che verrai selezionata…non per
offenderti, ma calmati!”
“Si,
però voglio fare un tentativo. Andrò ai provini lunedì. Vieni con me?” riprese
Kaggy ora più calma.
“Certo!
Non ti abbandonerò al tuo triste destino. Almeno avrai una spalla su cui piangere quando non verrai selezionata!”
Kagome
era nervosa, anzi nervosissima. Sango le stringeva la mano cercando di
tranquillizzarla. Era venuta apposta per lei, per vederla trionfare e per fare
il tifo. London era poco lontana da loro e stava parlando tranquillamente con
Sesshomaru, anche lui intenzionato a superare le selezioni.
A
un cenno del giudice, i ragazzi uscirono da dietro le quinte e si posizionarono
in modo sparso per tutto il palco dell’aula magna. Anche per quell’occasione,
Kagome aveva preparato una coreografia e, a un secondo cenno dei giudici,
iniziò a muovere qualche passo come fecero gli altri ragazzi poco dopo.
I
giudici osservarono con attenzione le prestazioni di ogni alunno, uno per uno, anche se erano davvero molti i ragazzi che stavano
ballando e intanto prendevano nota su alcuni taccuini che tenevano in mano. Il
cuore di Kaggy batteva a mille, come se avesse appena fatto una lunga corsa. Il
fiato era corto e le mani sudate. Chissà se l’avrebbero presa…
La
musica terminò e gli allievi si fermarono sistemandosi in posizione neutra.
Un
giudice si alzò in piedi prendendo un foglietto estratto dal taccuino e
annunciò.
“Adesso
dirò alcuni nomi dell’elenco. Questi saranno i nomi degli alunni che sono stati
selezionati. Chi viene nominato, per favore, scenda
dal palco” poi si schiarì la voce e iniziò.
“Allora…Mitoki…Ayame…Ille…”
Due
ragazze e un ragazzo lasciarono il palco entusiaste e
con le lacrime agli occhi.
“Osaki…”
Kagome,
a sentire quel nome, si voltò di scatto e vide Naraku con un sorrisetto stampato sulla faccia che scendeva dal palco.
Strano, dietro le quinte non l’aveva notato. Possibile che anche lui fosse
interessato a quel concorso?
“Komatsu…Uzumaki…Smith…”
“Smith?” ripetè London a bassa
voce.
“Ha
davvero detto Smith??” ripetè per poi lanciare un urlo acuto e abbracciare
Sesshomaru che stava già lasciando il palco.
“Complimenti!”
commentò Kagome malinconica.
“Sono
sicuro che ce la farai anche tu. Ti aspetto di là, buona fortuna!” le disse
Sesshomaru sorridendole. Kaggy si convinse che non era stato lui a scrivere
quel messaggio in bagno. Altrimenti non l’avrebbe trattata così gentilmente.
Il giudice riprese mostrando un’espressione di
fastidio verso l’urlo di London.
“Ferreira…Higurashi…”
Kagome
mise una mano alla bocca mentre dentro ribolliva dalla
voglia di urlare. Ma se ne andò silenziosa con un sorriso che andava da una
parte all’altra della faccia. Scese con lei anche il ragazzo di colore che
alcuni giorni prima stava baciando London.
“Hai
saputo del concorso?” chiese Kagome osservando sua sorella.
“Si…e
io ho sentito dire che sei stata presa! Bravissima! Comunque ne ho già parlato con la mamma” disse l’altra sistemandosi i
capelli.
“E
che ha detto?” sussurrò kaggy sporgendosi dal divano e rischiando di cadere.
“Ha
detto che per lei va bene, ma che ti devo tenere d’occhio” rispose Kikyo.
“Quindi
sei stata scelta per accompagnarci?”
“Proprio
così”
“E
dove li trovi tutti quei soldi?”
“Facendo
l’insegnante di ballo classico riesco a guadagnare un bel po’. Ho già
racimolato una buona parte dei soldi che servono…basta che faccia qualche
straordinario e raggiungo la quota necessaria. Piuttosto sei tu che non ne hai
e io proprio non posso prestartene perché non mi bastano neanche i miei.
Dovresti chiedere alla mamma, penso che lei ne abbia un po’ in banca…”
“Certo,
con 50 euro ogni sera in via del Manganello…”disse
Kagome facendo un’espressione annoiata e cercando di parlare a bassa voce.
“Kagome!
Nostra madre non è una puttana, portale rispetto!” infuriò Kikyo.
Tra
le due sorelle si era creata un po’ di tensione che si spezzò
subito dopo quando la sorella maggiore, col viso smorto, commentò.
“Proprio
adesso che ho il ragazzo dovevo ingrassare?” disse massaggiandosi la pancia.
“In effetti sei ingrassata un po’…ma chi è il tuo ragazzo?”
chiese Kaggy con un sorriso da ebete sulla faccia.
“E’
un’insegnante di ballo moderno…………il professor Uzumaki…sbaglio o insegna da voi?” disse
Kikyo inconsapevole che facendo ciò stesse calpestando i sentimenti della
sorella.
Kagome
rimase ferma e con gli occhi sbarrati e all’improvviso le rientrò nelle narici
quel nauseante profumo al limone. Ma come? Inuyasha e Kikyo stavano insieme?
Non che le importasse, però……
Ciao! Sì, sapevo che il fratello di Sango si chiamasse
Kohaku, ma non ricordavo bene come si scriveva…comunque grazie mille!
r.s. Kagome e
London notano un foglio sulla bacheca e scoprono che è stato indetto un
concorso. Decidono di fare le selezioni ed entrambe vengono
prese assieme a Sesshomaru e Naraku Kagome non sa ancora come farà a procurarsi
tutti i soldi necessari alla partenza per Parigi e la sorella, dopo averle
consigliato di chiederli alla madre, le rivela di stare insieme ad Inuyasha.
Come andrà avanti? Kagome riuscirà a farsi prestare tutto quel denaro? E Kikyo
andrà davvero al concorso oppure le succederà qualcosa?(ma dai! Stai rivelando
tutto il prossimo capitolo!_nd_inu)
RINGRAZIO:
Laura Sparrow: ti ringrazio
del commento, ma non mi sono per niente ispirata al film “save
the last dance” anche perché l’ho visto solo un paio
di volte e un po’ di tempo fa…sinceramente non me lo ricordo neanche. Sono
consapevole che i personaggi di Inuyasha non vadano bene nella mia fic, ma
proprio per questo è un’idea abbastanza originale. Poi, se ti riferisci al
carattere dei protagonisti, la mia ff è OOC, ma non penso parlassi
di questo. Io andrò avanti con la mia fic perché non posso lasciarla a metà, ma
comunque ti ringrazio per avermi esposto il tuo parere! Ciauz!
Black_angel: grazie mille! Bacini!
Kikka_hachi: forse sarà
stata Kikyo…o forse no! Chi lo sa?(Baccalà_nd_inu) (che rabbia quando fai le
rime assurde!_nd_me)Grazie!
Sesshydil: penso
proprio che sia stata la gelosia a spingere Inu alla
bocciatura di Sesshy, ma comunque sono contenta che
ti piaccia la versione di Sesshomaru nella fic(creata appositamente da me!)!
Grazie, ciauz! Tvb!
Nady: Ciauz Nady
de Nady! E così hai commentato anche questo capitolo ora che sai come si fa eh??Grazieeee!! Bacini baciottibaciuzzi(tutto tranne”baci”_nd_inu)(-_-nd
me)
Ale_ffFan: nuuu! L’unico povero cucciolo è inu(non
trattarmi come un cane_nd_inu) (Perché…non è quello che sei?_nd_me)Grazie!!
Michi88: attenta al
naso!!Grazie tanto! Baciux!
SHARINGAN: ti
ringrazio per il complimento, anche se forse non era un complimento e ti dico
solo che non puoi giudicare una ff solo dal primo capitolo. Ah, poi cerca di
utilizzare termini meno scurrili e io potrò consideare
il tuo commento! Un bacione!
Taty88: va bene non
vuoi dirmi chi pensi sia stato a scrivere il
messaggio…ma già a sentire che ti sta sulle scatole, forse ho già capito…ma
tutti con lei dovete prendervela?Poverina! Thenchiu!!!
Athenachan: chissà se è
stata London..boh??(non lo sospetterete mai!_nd_inu) (ssshhhtttt!_nd_me con un dito sulla bocca)Merci!(Basta con ‘ste lingue!_nd_inu)
AYRILL: prima di
tutto puoi contattarmi tranquillamente su msn! Io ti
aspetto perché già mi stai simpatica…e ti aspetta anche inu
(sese_nd_inu). Comunque non mi sono per niente offesa per il “contorto” anzi mi
è venuto da ridere perché hai ragione! In questo capitolo si è pure messo con
Kikyo continuando a provarci con Kaggy, ma chissà come andrà avanti! Baci!!
Katia_h: concordo
con te…a morte inu (ahhhh_nd_inu) e a morte la mia
prof di matematica!(?__? Ma che c’entra adesso?_nd_inu) (è un diversivo per
salvarti la pelle idiota!_nd_me bisbigliando)(°_°_nd_inu) Grazie!
Akitohayama4ever: mi spiace ma per saperechi ha scritto
il messaggi bisognerebbe aspettare più o meno la fine…sorry.
La scenetta mi è piaciuta(avoja_nd_inu) eheh! Grazie!
Miroku
entrò con Kouga nell’aula. Avevano deciso di fare le prove di canto e iniziare
a comporre delle canzoni, nonostante fosse già sera. Il ragazzo con il codino
aveva un libro sotto il braccio e si diresse spedito verso una sedia. Poi si
sedette e aprì sbuffando il libro.
“Mi
hai costretto a venire nonostante avessi tutta ‘sta roba da studiare!” commentò
arrabbiato.
“Massì,
hai ancora tempo. Dobbiamo aspettare Sango no?” rispose Kouga.
Miroku
scosse la testa e iniziò a leggere ad alta voce le prime righe del paragrafo di
storia che aveva da studiare.
“Nel
corso della seconda guerra mondiale, i Tedeschi riuscirono a penetrare senza
problemi nel territorio russo…” ma venne interrotto.
“Almeno,
loro penetrano qualcosa! E senza problemi!” disse Kouga trattenendo a fatica le
risate.
“Questo
scoppio di ilarità mi ha dato parecchio fastidio” disse a sua volta Miroku
cercando di essere serio, ma poco dopo scoppiò anche lui in una lunga risata.
La
porta si aprì all’improvviso e sulla soglia comparve Sango con i capelli
leggermente umidi.
“Fuori
sta piovigginando. Dobbiamo fare in fretta se non vogliamo bagnarci di brutto.
Io e kagome siamo state fortunate…Kohaku è riuscito ad accompagnarci, ma al
ritorno devo andare a piedi…e per di più senza ombrello” disse frettolosa.
“Cavoli,
anch’io sono senza ombrello!” esclamò Miroku.
“Ma
sì, vedrete che durerà poco…magari ha già smesso di piovere!” disse Kouga
calmando Miroku.
“Parli
proprio tu che non hai bisogno di ombrelli… con quel mostro di motorino che ti
ritrovi!” concluse Sango prendendo un foglietto con sopra scritto il testo di
una canzone da lei inventata.
“Allora,
avevo pensato di intitolarla “GOODBYE” ed ho provato a scrivere il ritornello,
che ve ne pare?”
Per
il giorno dopo Kagome non aveva compiti, così aveva deciso di fare un po’ di
esercizio alla sbarra. La scuola di ballo era abbastanza affollata, sebbene fossero le 7.00 di sera…beh almeno non
avrebbe avuto problemi di solitudine.
Aveva
gli occhi fissi al pavimento e stava pensando ancora a che razza di storia
poteva esserci fra Kikyo e Inuyasha. Ma perché si sarebbe dovuta impicciare?
Era ovvio che un professore di ballo moderno e un’insegnante di danza classica si
piacessero. Era tutto come un film già visto e rivisto mille volte.
Avrebbe
voluto urlare a tutti che in quel momento odiava sua sorella, ma purtroppo
anche Kikyo era nella scuola e l’avrebbe sentita…ma che razza di pensieri erano
quelli?
Mentre
era con la testa fra le nuvole, fuori della scuola rimbombò un assordante
suono, insistente e continuo. Kagome si distrasse per poter sentire meglio quel
rumore. Era il suono di una sirena…la sirena di un’ambulanza.
Una
gran parte delle ragazze che era nella classe con lei si precipitò giù per le
scale, verso l’entrata per scoprire che cosa fosse successo di tanto grave da
aver condotto un’ambulanza fino a lì.
La
scuola si svuotò in poco tempo.
Kagome
decise di seguire la folla e, insieme ad essa, si ritrovò al di fuori
dell’istituto, sotto alla pioggia, davanti ad un’auto dell’ambulanza.
La
ragazza chiese a destra e a manca cosa fosse successo e solo una sua compagna
riuscì a risponderle.
“Una
professoressa di danza classica ha avuto un incidente e la stanno portando al
pronto soccorso”
“Quale
professoressa?” insistette Kagome.
“Non
ricordo il cognome…se non sbaglio insegna nel terzo corso…”
Kagome
ebbe un terribile presentimento che si realizzò poco dopo, quando Sango si fece
largo tra la gente andandole incontro.
“Scricciola!
Tua sorella ha avuto un incidente. L’hanno fatta salire in questo momento
sull’ambulanza!”
Kagome
sbarrò gli occhi preoccupata. Voltò lo sguardo e vide che l’auto con la sirena
si era messa in moto e stava scomparendo sotto la pioggia.
“Forza,
vai da lei!” la incitò Sango.
“Ma
come faccio, cazzo! Non ho un mezzo di trasporto abbastanza veloce per arrivare
all’ospedale in fretta. E’ troppo lontano da qui! Se non sbaglio si deve anche
prendere l’autostrada e…” ma Kaggy venne interrotta da una mano che le strinse
il braccio. Si girò e incontrò le iridi dorate di Inuyasha che la tirava con
forza.
“Vieni
con me! Ti accompagno io!” limitandosi a dire ciò, trascinò la ragazza in una
macchina blu scura. E partì sgommando.
Quando
l’atmosfera si fu calmata, Sango decise di tornare a casa con Miroku,
nonostante la sua amica fosse stata trascinata in macchina da uno sconosciuto.
L’abitazione di Sango, come quella di Miroku, era un tantino distante dalla
scuola di ballo. I due ragazzi corsero per la maggior parte del tragitto sotto
la pioggia, ma poi decisero di fermarsi sotto una pensilina…almeno non si
sarebbero bagnati ulteriormente, anche se ormai…
Sango
fece una serie di starnuti, uno dopo l’altro.
Miroku
guardò divertito l’amica e poi scoppiò a ridere.
“Cos’hai
da ridere?” chiese Sango cercando di asciugarsi al meglio il viso.
“In
questo momento ti scatterei una foto! Dovresti vederti!” rispose il ragazzo
accarezzando i capelli fradici di Sango. Lei finse un’espressione offesa e si
sedette sull’asfalto. E così fece anche Miroku.
“
Oddio, mi sono presa anche il raffreddore!......” Esclamò Sango stringendosi
nelle spalle.
“Ho
paura che dovremo aspettare che la pioggia smetta di cadere, qui sotto” rispose
Miroku indicando la pensilina, l’unico posto riparato.
“Davvero
hai paura?” lo provocò la ragazza.
“No,
in realtà no, anzi! Sono felice di rimanere un po’ da solo con te…”
“Mi
stupisci ogni giorno di più! Possibile che tu sia diventato così schietto?”
“Quando
una persona mi piace, non ho paura di mostrare i miei veri sentimenti” Miroku
parlò con tranquillità, come se stesse discutendo di calcio con un amico…anzi,
se stesse discutendo di sport sarebbe più teso!
“E
adesso che sentimenti stai provando?” nonostante facesse freddo, Sango iniziò
pian piano ad avvampare e le guance umide si colorirono di rosso pastello.
Miroku
non riusciva a trovare le parole esatte per rispondere alle domande della
ragazza, così provò a parlare attraverso i gesti.
Si
avvicinò al viso di Sango respirando piano, deciso a baciarla, ma l’altra si
allontanò imbarazzata, cercando di trovare una scusa al gesto appena fatto.
“Non
avvicinarti troppo…….potrei attaccarti
il raffreddore e non mi sembra giusto, dato che sei in perfetta salute…” iniziò
sempre più accaldata.
Miroku
si accorse del suo imbarazzo, ma ciononostante continuò ad adularla fino a che
lei si arrese.
“Anche
se mi venisse il raffreddore non mi importerebbe…perché so che sei stata tu ad
attaccarmelo.” Disse Miroku avvicinandosi con più decisione alle labbra della
ragazza. Quest’ultima si lasciò finalmente baciare e poi parlò, mentre le loro
labbra erano ancora unite.
“Non
eri stato tu a dirmi che il mio unico amante doveva essere il canto?” domandò a
fior di labbra.
“Per
me potresti fare un’eccezione no?” rise Miroku. Sorrise anche lei, lasciandosi
andare e cadendo nelle mani della passione.
“Dove
stiamo andando?” chiese Kaggy preoccupata un istante dopo essere entrata
nell’auto di Inuyasha.
“All’ospedale!
Non avevi detto che non disponevi di un veicolo abbastanza veloce? Eccoti
accontentata!” rispose l’altro bruscamente.
Kagome
si allacciò frenetica la cintura e cercò di rilassarci, ma non ci riusciva…era
estremamente tesa!
Inuyasha
non parlò per quasi tutto il tragitto.
Prese
l’autostrada e accelerò.
Kagome
accennò timidi “Potresti andare più piano?”, ma
Inuyasha non rispondeva: era troppo occupato a tenere gli occhi fissi sulla strada.
Possibile
fosse tanto preoccupato per Kikyo? O era una sua abitudine andare a 160 km orari?
Arrivati
ad un certo punto dell’autostrada, non molto lontani da un benzinaio, la
macchina iniziò a rallentare sempre più, sempre più finchè
non si fermò con un botto.
Inuyasha
spinse nervoso il piede sull’acceleratore e poi verificò il livello della
benzina della spia nel cruscotto dell’automobile.
Arrabbiato,
tirò un pugno sul finestrino e commentò.
“Cazzo!
Siamo rimasti senza benzina”
Kagome
rabbrividì al pensiero di passare un’intera notte in macchina…per di più con
Inuyasha! No, no! Se la sarebbe data a gambe, anche sotto la pioggia
scrosciante…o forse no?
“Io
vado a fare l’autostop!” disse Kagome agitata aprendo lo sportello dell’auto.
“Ferma!”
disse Inuyasha tirando la ragazza per un braccio.
“Non
vedi che fuori piove? Vuoi bagnarti e prenderti un accidente?”
“Sempre
meglio che stare in macchina con te!” rispose Kaggy fredda.
“Va
bene, allora, vai!” Inuyasha mollò la presa e si appoggiò con il braccio al
finestrino osservando la pioggia insistente che cadeva al di fuori del veicolo.
In un primo momento, Kagome volle davvero uscire dalla macchina per dimostrare
che non aveva paura di nulla. Ma poi decise di calmarsi.
Chiuse
lo sportello e si afflosciò nuovamente sul sedile.
Cadde
un silenzio di tomba fino a quando Kagome si fece
coraggio ed iniziò un discorso.
“Allora,
come va con mia sorella?”
“Cosa?”
chiese distratto il ragazzo continuando a guardare fuori.
“Ho
saputo che tu e mia sorella Kikyo…insomma….avete una relazione…lei sembra molto
contenta…”
“Ah,
si…beh, tra me e Kikyo non c’è stata mai una relazione seria, tua sorella mi
attrae solo fisicamente.” Disse Inuyasha.
Kagome
si alterò.
“Ma
non capisci che la stai solo illudendo?”
“E
lascia che si illudi” rispose il ragazzo freddo come non mai.
“Sei…sei…sei
davvero senza cuore!” esplose Kagome ormai al colmo della collera.
Inuyasha
si girò posando gli occhi su di lei. Sembrava che il suo sguardo, da sempre
freddo e duro, si stesse addolcendo per poi risponderle.
“Lo
so, sono senza cuore…ma solo perché il mio ce l’hai
tu…”
Kaggy
si sentì sprofondare. -Oh Kami!- pensò turbata.
Lo
sguardo di Inuyasha sembrava sincero e anche le parole lo erano…ma allora
perché Kagome continuava a dubitare della sincerità del ragazzo? La ragazza
decise di non dargli corda, così ribattè con una frase dura.
Ciauz! Volevo assicurare che Kikyo NON E’ INCINTA! Ci mancava solo il figlio di Inuyasha eheh! Ha
solo mangiato qualche schifezza in più.
Allooora vi è piaciuto il capitolo? (no!_nd_inu) (la domanda non era rivolta a te!_nd_me)
r.s. Kikyo ha
avuto un incidente mentre ballava ed è stata portata via in ambulanza(poverina_nd_me)
quindi, penso che abbiate capito, non potrà più fare l’accompagnatrice e verrà
sostituita da un altro insegnante…
Tornando a casa, Miroku e Sango si fermano sotto una
pensilina e sboccia l’amore…ma scopriremo che nella
notte sotto la pioggia non c’è stato solo un innocuo bacio…(ehehe_nd_me che ha
un’idea) (quando fai così mi fai paura_nd_inu) io faccio sempre paura buahhhhh!_nd_me)!
Inuyasha ha trascinato Kagome in macchina per portarla
in ospedale da sua sorella ma finisce la benzina(a
pochi metri dal benzinaio! C’è da ricordarlo!_nd_inu) (Stavolta ha
ragione_nd_me)e i due si trovano soli in macchina sotto la pioggia…cosa
succederà?
RINGRAZIO:
athenachan: Si, Inu è meschino e si
vedrà anche nel prossimo cappy! Ciauz!
akitohayama4ever: grazie
100000 dei complimenti! Ma sono sicura che tu sei altrettanto brava!Ne sono
certa! Un baciuz!
sesshydil: Poriccia Kikyo, tutti contro di lei!Hai proprio colto nel
segno ma non ti dico su cosa! Grazie!
susisango: infatti la
sorellastra Kikyo ha avuto un incidente e non si sa se ce la farà ad
accompagnare i ragazzi al concorso (ma intendiamoci, chi è che pensa il
contrario?_nd_me)Grazie!!
katia_h: hai fatto
centro, ma non ti dico su cosa(ù_ù me perfida)! Thank
you!
kikka_hachi: zaza! Ha mangiato troppi dolci la golosona!Merci!
taty88: ehhsisi ci saranno tutti i
nostri protagonisti a parte Sango e Miroku( e il lupo rognoso) che cantano e
quindi non possono andare ad un concorso di ballo. Grasssiee!
pillo: eh brava
pillo! Grazie! XD
AYRILL: ciau carissima! Anche a me dispiace per Kikyo…sempre
disprezzata ma alla fine anche lei è un essere umano (nella mia fic!!! Nel cartone è un’anima vagante o qualcosa del genere se
non erro)! Penso che Inu si deciderà a fare
qualcosa(sese_nd_inu)! Baci8! Grazie!Ah, ti anche Inu
ti saluta(ma non è vero_nd_inu) (zitttttoooo!_nd_me + colpo di martello)
ARRIVEDERCI AL PROX CAPPY (se ci sarà_nd_inu) (certo
che ci sarà idiota!_nd_me) KISSSSSSSSS
Inuyasha
sbuffò e si voltò nuovamente verso la finestra; la pioggia stava lentamente
finendo di cadere.
-Non
ci è cascata…ha capito il mio giochetto. Perspicace la ragazza- pensò Inuyasha,
crudele. Nonostante avesse mentito pronunciando la frase di poco prima, il
ragazzo si sentiva debole e…forse anche umiliato per il rifiuto di Kagome.
Accanto a lei si sentiva inerme. Sapeva che, se lei gli sarebbe saltata addosso
in quel momento, lui non avrebbe fatto niente per fermarla, anzi! Si sarebbe
lasciato andare ai voleri della ragazza.
Nel
veicolo cadde un silenzio indescrivibile. L’unico rumore erano i picchietti
deboli della pioggia all’esterno.
Inuyasha
decise di mettere fine a quel silenzio, era troppo snervante per lui.
Un
po’ scocciato, allungò la mano verso la radio e premette il pulsante
d’accensione…………
...in
macchina non tornano...
...chilometri
che scorrono...
...discorsi
che ti cambiano...
...immagini
che passano e restano...
...qua...
...se
ho bisogno lo so...
...di
sentire che dentro c'è voglia di vivere...
...qualche
cosa in cui credere...
Sentendo
quella canzone, la sua canzone, Inuyasha si voltò lentamente, dapprima verso la
radio e poi guardò Kagome. Quest’ultima si era accoccolata e aveva chiuso gli
occhi ascoltando la dolce melodia e inalando il forte profumo al limone del
ragazzo. Ma non resistette a lungo così.
Sentendosi
osservata riaprì immediatamente gli occhi e li posò su Inuyasha. Entrambi si
stavano guardando con dolcezza.
Sarà
stata la foga…sarà stato il desiderio…tanto sta che Kagome si avventò contro
Inuyasha e poi…
Bacio.
Bacio
morbido. Bacio lento.
Bacio
non irruente.
Bacio
leggero.
Bacio
di lingue in lotta.
Bacio
surf. Bacio sull’onda.
Bacio
con morso, bacio.
Vorrei
andare avanti ma non posso.
Bacio.
Inuyasha
si portò dapprima le mani sulla difensiva, ma poi accettò il bacio con passione.
Si piegò in avanti e mise subito una mano sulla gamba sinistra di Kagome
accarezzandola voluttuosamente. Kaggy lo lasciò fare. Dopo aver fatto una pausa
per prendere il respiro, lo afferrò per i capelli e lo avvicinò di nuovo a sé
per poterlo baciare ancora, ma con più foga. Si mise con le gambe aperte sopra
al ragazzo che la ricambiò accarezzandole la schiena. Inuyasha le baciò il
collo, quasi mordendolo. Kaggy sentì un dolore acuto, ma che la eccitava ancora
di più.
...sei
parte di me...
Quando
ci fu una seconda pausa, i due ragazzi sentirono bussare alla finestra
dell’auto. Si fermarono un po’ turbati e si rimisero ognuno sul proprio sedile.
Ad
aver bussato era un uomo con un impermeabile giallo senza cappuccio.
Faceva
segno di abbassare il finestrino. Inuyasha diede un’occhiata fuori: la pioggia
era finita senza che loro se ne fossero accorti.
Abbassò
il finestrino e poi ascoltò l’uomo che gentilmente si offrì di dare una mano.
“Avete
bisogno di un aiuto? Ho notato la vostra macchina da lontano e mi è sembrato
che non fosse del tutto accostata. Così ho pensato che aveste avuto dei
problemi…”
“Ha
pensato bene! Abbiamo terminato la benzina e siamo solo in due, quindi non
crediamo di riuscire a spingere l’automobile fino al benzinaio…” iniziò Inuyasha
con tono incredibilmente gentile.
“Beh,
vi aiuto io. In tre ce la faremo e poi sono abbastanza robusto e anche lei non
è da meno” si offrì l’uomo indicando il ragazzo che aveva di fronte.
“D’accordo
allora. Forza usciamo” disse Inuyasha a Kagome ancora turbata per quello che
aveva appena fatto: aveva baciato Inuyasha! Ma come le era saltato in mente?
Spense la radio che ancora trasmetteva la canzone che aveva scatenato tutto e
scese dall’auto.
I
due uomini e Kagome si allinearono dietro alla macchina ed iniziarono a
spingere. Il benzinaio era a pochi metri di distanza e i tre lo raggiunsero
senza tanta fatica.
Un
leggero solletichino svegliò Sango che quella notte aveva fatto dei sogni splendidi.
Aprì gli occhi e si guardò intorno, stordita dalla luce del sole che inondava
la stanza. Le sue gambe nude intrecciavano quelle di un'altra persona mentre
questa le accarezzava dolcemente i capelli.
Sango
alzò lo sguardo e incontrò gli occhi blu del suo uomo, il suo Miroku.
Anche
lui la guardò e poi la baciò sulla fronte. Le lenzuola erano sotto i loro
corpi, accartocciate, e i cuscini erano storti e leggermente bagnati di sudore
e di acqua piovana.
“Non
sai da quanto aspettavo questo momento!” mormorò Miroku accarezzando ancora più
dolcemente le guance della ragazza.
Lei
sorrise e fece un resoconto della serata precedente.
Erano
rimasti sotto la pensilina ad amoreggiare fino a quando
la pioggia non aveva smesso di cadere.
Poi
lui l’aveva condotta a casa sua,dove abitava da solo,
e l’aveva portata in camera da letto e poi…era successo. Per entrambi era stata
la prima volta…la prima di tante altre, si convinse Sango.
La
ragazza si mise a sedere e baciò Miroku. Poi si ricordò di Kagome e di ciò che
era successo la sera prima. Cavolo! Perché se n’era scordata? Mentre lei si era
divertita tutta la notte, probabilmente Kaggy era stata violentata da quel
maniaco del professor Uzumaki!
Velocemente
si infilò la canottiera e gli slip e poi compose un numero telefonico col
cellulare.
“Che
succede?” chiese Miroku mettendosi anche lui i boxer.
“Ti
spiego dopo!” rispose Sango. Mise il cellulare all’orecchio. Sentì squillare e
poco dopo risposero.
Kagome
ed Inuyasha erano seduti in silenzio nella sala d’aspetto dell’ospedale. La
ragazza aveva legato un foulard al collo. Aveva scoperto la presenza di un
succhiotto fatto poco prima da Inuyasha in auto e non voleva certo mostrarlo
alla sorella: si sarebbe insospettita e avrebbe chiesto il perché di quel segno
sul collo.
Inuyasha
non accennò più a ciò che c’era stato tra loro in macchina, così Kaggy si
convinse che era stato solo un bacio innocuo…beh, certo, con tanto di
succhiotto! Ma comunque era stata solo attrazione fisica e nient’altro. Doveva
dimenticare quell’episodio futile.
I
pensieri furono interrotti dallo squillo del cellulare.
Era
Sango.
“Pronto”
“Scricciola,
sono io! Che è successo alla fine? Ho visto che quel tipo ti ha trascinata in
macchina e poi…” disse l’amica agitata.
“Ma
scusa, ti sei accorta solo stamattina della mia scomparsa? Che hai fatto ieri
sera?” chiese Kaggy un po’ infastidita.
“Ieri
sera…..? Ah beh…..scusa me ne sono scordata! Ma comunque, ora dove sei? Che ti
ha fatto quel maniaco?”
“Non
mi ha fatto niente, stai tranquilla” mentì Kagome.
“Adesso
sono in ospedale e sto per entrare nella stanza dove è stata portata mia
sorella”
“Ahh,
ok! Allora poi fammi sapere!”
“D’accordo…e
tu mi dici che hai fatto ieri sera, o per meglio dire stanotte! E sarà meglio
che tu mi dica la verità” disse Kaggy avendo sentito la voce di Miroku che
aveva chiesto chi fosse al cellulare.
“Ah,
colta in flagrante! Vabbè poi ti racconto! Salutami tua sorella! Baci!” Sango
chiuse la comunicazione e Kagome si accinse ad entrare nella stanza
ospedaliera.
Kikyo
era stesa in un lettino con il piede e il polso fasciato. Accolse sua sorella
con un gran sorriso, ma quando dietro di lei comparve Inuyasha rimase un po’
sorpresa, anche se rivolse un sorriso pure a lui.
I
due si sedettero su due sgabelli vicino al letto e Kaggy prese la mano non
fasciata della sorella scaldandola con il suo calore.
“Kikyo!
Si può sapere che hai combinato questa volta? Che ti è successo?”chiese Kagome
in tono scherzoso.
“Stavo
provando alcuni passi complicati di danza classica e, siccome il pavimento è
sempre scivoloso, sono inciampata e mi sono rotta la caviglia. Volendo fermare
la caduta ho anche appoggiato malamente il polso a terra e mi si è slogato”
disse Kikyo malinconica.
“Ma
questa è proprio sfiga!” esclamò la sorella. Poi aggiunse.
“E
come la mettiamo con il concorso? Per quanto devi restare immobilizzata nel
letto?”
“Per
più di un mese…non penso verrò…l’avrai già capito da sola…dato che manca un
accompagnatore, chiederò al preside di essere sostituita, magari da
Inuyasha…per te andrebbe bene?” chiese Kikyo rivolgendosi ad Inuyasha.
“Penso
di sì”
“Bene, allora la faccenda è risolta! Ah
dato che io non vengo potrei prestarti dei soldi, ma dovresti comunque impegnarti
a trovare in fretta un lavoro perché i miei non bastano e comunque non potrei
darteli tutti. Hai già pensato a come procurarteli?” Kikyo si rivolse
nuovamente alla sorella.
“Veramente…no! Ma spero che Sango abbia una
vaga idea di un lavoro che possa essere adatto a me. Se non sbaglio suo
fratello Kohaku lavora in un bar non lontano da casa, quindi potrebbe
informarsi.”
“Bene, sono contenta che hai le idee
chiare! Sono stata felice della vostra visita, ma credo che il tempo delle
visite sia scaduto”
In effetti, un’infermiera li stava
chiamando invitandoli ad uscire.
“Vengo a trovarti anche domani” sussurrò
Inuyasha baciando Kikyo delicatamente sulle labbra.
Kagome sentì la gelosia crescere sempre di
più, ma si calmò e anche lei baciò la sorella.
Uscendo dalla stanza, Kaggy si imbatté
nella madre che, furiosa e preoccupata allo stesso tempo, voleva vedere Kikyo.
“Perché non mi hai avvisata?? Non siete
tornate a casa, nemmeno una telefonata, alla vostra dannata scuola di danza non
c’eravate, finché una ragazzina mi ha detto che Kikyo aveva avuto un
incidente!! Possibile che tu sia così sbadata??? Quando torno a casa facciamo i
conti!” urlò la madre. Era strano come si era preoccupata delle figlie. Non
aveva mai mostrato interesse per loro, eppure aveva dimostrato che, forse,
erano proprio loro il suo punto debole.
Ciaooo! Ultimamente mi sto dando da fare
con gli aggiornamenti nonostante gli esami alle porte!! In quest’ultimo periodo
sto anche riempiendo la bacheca di mtv di miei messaggi…vabi, riassunto.
r.s.
Inuyasha e Kagome hanno avuto una “piccola” avventura in macchina e
Miroku e Sango…insomma…sono una vera coppia adesso.
Kikyo ha una sfiga paurosa(voluta
esclusivamente dalla perfida mente dell’autrice_nd_inu) (giàX)_nd_me) perciò
non potrà andare al concorso e sembra che al suo posto ci vada Inuyasha (guarda
caso!_nd_inu). Kagome deve ancora pensare a procurarsi i soldi,in più c’è il problema di sua madre, che probabilmente
vorrà punire Kaggy. Che succederà?
RINGRAZIO:
ale93: ciauz Ale!! Devo dire che mi sono
davvero affezionata a te e a…ehm…Gigio? No, lui non lo conosco ancora bene,
comunque grazie dei complimenti! ^_^
black_angel: Grassssie!
Kikka_hachi: penso che
ad Inu importi di Kikyo…anche se in piccola parte. Eheh! Grazie!
Hermione_harry4ever: new entry!
Ma sei un computer che scannerizzi l’immagine di Inu nudo? (era
una battuta?_nd_inu) (ehm, si…non l’hai capita?_nd_me) (no…_nd_inu)
(T___T_nd_me con la goccia dietro alla testa) (sei tu che non sai fare le
battute!_nd_inu)
Seikochan
X 3(dato che mi hai recensito i
tre scorsi capitoli): Grazie, grazie, grazie!!!!Baciottinitvtb!
Akitohayama4ever
allora…ho realizzato il tuo desiderio??? Forse
sì, no? Ma le cose miglioreranno non preoccuparti!Grazie!XD
Sesshydil: brava per
la recensione!! Sai penso che Inu abbia detto quella
frase per portarsi a letto Kagome…INIZIALMENTE! Poi…può darsi che si addolcisca, chi lo sa? Merci!!!
Gre: penso che non dicesse
sul serio…peccato no? Grazzzzie!!!
Pillo: nuuu! Povera Kikyo! Penso che tra Inu e Kaggy sia scappato qualcosina-ina-ina! Grazie baci!XD
Michi88: già Inu è
stato schietto, anche se ha mentito(piccolo particolare_nd_inu)Grazie mille dei
complimenti!!
Taty88: Grazie tantiximo!!!
Susisango: lo so che era scontato l’incidente di Kikyo…ma mi sembrava l’unico modo per tenerla alla larga per
un po’…ehe sono cattiva! Grazie mille ci sentiamo su msn! Baci^^
AYRILL: già Miroku
e Sango sono Miroku e Sango e Miroku…è il MIO Miroku!(piccolo
cambiamento_nd_inu). Grazie10000! Ci sentiamo su chat!
Athenachan: già Inu è
stato posseduto da Miroku!!Meglio così non
credi?Ehm…veramente è stata Kagome a provarci…strano vero? Thanks!!!Bazitvb
^X^
Ale_ffFan: Kaggy
sapeva che Inu stava mentendo, per questo è stata dura con lui! Grazie mille!
Katia_h: su chi hai fatto centro? Ehhhhhh…io lo so(ma dai! Non lo pensavamo nemmeno!_nd_voi)!
Grazie!!!
Il viaggio di ritorno era stato tranquillo, sebbene Kaggy
fosse molto nervosa di cosa sarebbe successo, quando si fosse imbattuta di
nuovo nella madre.
Inuyasha
rimase in silenzio se non per chiedere il perché del nervosismo della ragazza,
ma lei rispose ripetutamente con un “no niente, niente”
I
due non si salutarono, quando arrivarono all’abitazione di Kagome.
Lei
scese dall’auto entrando cauta in casa.
Sua
madre era ancora in ospedale…per fortuna!
Tutto
ciò che le rimaneva da fare era aspettarla buona buona.
Ma
per ammazzare il tempo decise di raccogliere un po’ di soldi, quelli che aveva
nel salvadanaio,così forse ce l’avrebbe fatta a raggiungere la somma necessaria,
senza il bisogno di lavorare. Poi Kikyo aveva promesso di prestarle dei
soldi…sì ce l’avrebbe fatta senza problemi, si convinse la ragazza.
Così
corse in camera da letto e frugò nel cassetto fino a che non trovò un piccolo
salvadanaio a forma di porcellino con inciso il suo nome. Era stato suo padre a
farle quel piccolo animaletto di porcellana. Kagome lo ricordava come se fosse
successo il giorno prima. Il padre aveva fatto un’apertura sotto la pancia del
maialino proprio per evitare che venisse distrutto nell’intento di recuperare i
soldi depositati all’interno.
Così
Kaggy prese i soldi senza problemi e, dopo averli contati accuratamente ne
rimase delusa: c’erano solo 250 euro! Possibile che in tutto quel tempo era
riuscita a racimolare solo 250 euro?
Stava
per rimettersi a frugare nel cassetto, quando sentì due giri di chiave che
provenivano dalla porta. Kagome si infilò i soldi in tasca e aspettò nervosa.
“Basta!
Mi sono stufata! Sono stanca della vita!” borbottò la madre scaraventando la
borsa da un lato, scura di rabbia.
“Vorrei
non essere mai nata! Così non avrei messo al mondo figlie come voi!” parlottò
ancora avvicinandosi pericolosamente a Kagome.
“Spiegami
ciò che è successo se non vuoi che deduca tutto da sola e passi al sodo!”
“Cosa
vuoi che sia successo?”
“Tua
sorella si è rotta la caviglia! Non è successo niente vero?”
“Non
è stata colpa mia! Non so perché te la prendi con me! Ero già abbastanza sconvolta,
quando l’ho saputo! Ero nell’aula al secondo piano e ho sentito l’ambulanza.
Sono uscita e, quando mi hanno detto che Kikyo aveva avuto un incidente,
l’ambulanza era già partita. Spaventata ho raggiunto più presto che potevo l’ospedale,
ma…” cercò di spiegare Kaggy.
“E come ci sei arrivata? A piedi? E se è
come dici tu, perché sei arrivata con quasi un’ora di ritardo?” urlò la madre.
“Un
professore della Dance&Love mi ha offerto gentilmente un passaggio, ma la
macchina si è fermata a metà strada: era finita la benzina. Un uomo si è
accorto dell’auto ferma e ci ha aiutato a spingerla fino al benzinaio…e ti
sembra che in tutto questo trambusto mi venga in mente di chiamarti?” Kagome
alzò la voce.
“E’
la prima cosa a cui devi pensare! Ormai sei grande e vaccinata e devi saperle
queste cose! Non hai neanche immaginato a cosa avrei potuto pensare, quando non
vi avrei visto tornare all’ora abituale?”
“No
che non l’ho immaginato! In tutta la nostra esistenza, tu non ci hai
lontanamente degnato di uno sguardo…”
“Come
osi insultarmi così?? Chi è stata a darti una casa? Chi è stata a darti un
letto? Chi è stata a darti da mangiare? Chi è stata l’idiota che ti ha
cresciuto per l’amor del cielo?”
“Papà!”
fu la risposta secca della figlia.
“Per
caso tuo padre ti ha mai chiesto di andare a Parigi con lui? Questo è amore
paterno secondo te?” domandò la donna sempre più alterata.
Kagome
non rispose.
“Hai
ragione, non è colpa tua…è colpa della vostra stupida scuola! Da quando la
frequentate non fanno che succedere casini! Non ricordi, due anni fa? Quando
hanno scoperto che sniffavano droga nei bagni? E alcuni mesi fa? Quando quel
ragazzo, ballando, ha battuto la testa e ha perso la memoria a breve termine? E
non ricordi quel fatto del professore che picchiava i ragazzi per spronarli al
ballo? Io sono stufa se non l’hai già capito. Le cose cambieranno!” disse la
madre tenendo un tono di voce molto alto.
A
queste parole Kagome sentì battere il cuore a mille sperando che sua madre non
dicesse quello che pensava.
“Sarò
chiara: non voglio più sentir parlare di balli, danze e audizioni! Tanto meno
di concorsi! E per far sì che ciò accada dovrò vietarvi di frequentare quella
dannata scuola una volta per tutte! Controllerò ogni vostra uscita da casa per
fare in modo che non vediate quell’edificio manco di striscio” affermò la
donna.
“Non…non…non
puoi…impedirmelo!!” urlò Kagome con le mani sul petto.
“Certo
che posso! E non vi sognate di fare piroette e saltelli in casa! Sono stufa!
S-T-U-F-A! E puoi scordarti il tuo maledetto concorso!”
“Tu
vuoi solo impedirmi di vedere papà!”
“Non
mi importa un accidente di tuo padre!”
Kagome
restò a guardare la madre con gli occhi lucidi sussurrando:
“Hai
rovinato tutto!” le chiuse la porta in
faccia e si buttò sul letto abbracciando il cuscino e bagnandolo di lacrime.
Non poteva vietarle di seguire il suo sogno. Alzò lo sguardo umido guardando
oltre la finestra. Nel palazzo di fronte Inuyasha la guardava con il suo solito
sguardo freddo: non avvertiva la disperazione della ragazza. Era davvero troppo
per lei! Era un affronto, una sorte di sfida. In quel momento odiava sua madre
più di qualunque altra cosa. Avrebbe potuto ucciderla nel sonno quella notte se
Inuyasha non avesse appoggiato un foglio al vetro della sua finestra con
scritto a caratteri enormi:
smettila di piangere e combatti
Kagome rimase un attimo a
riflettere poi si alzò di scatto dal letto asciugandosi le lacrime con la
manica. No! Non avrebbe rinunciato alla sua passione! Non l’avrebbe fatto!
Avrebbe combattuto, anche se le sarebbe costato caro! Sorrise ad Inuyasha che
le aveva dato un aiuto prezioso, ma lui non ricambiò. Poi prese il cellulare
con l’intenzione di chiamare Sango.
Era decisa a trovare un
lavoro per racimolare i soldi per il concorso. Al diavolo sua madre! Presto
sarebbe andata a Parigi!
“Allora, cosa volevi
dirmi?” chiese Sango sedendosi comoda sul suo letto assieme a Kagome.
“Prima di tormentarti con
i miei problemi, vorrei sapere cosa è successo la scorsa notte con Miroku”
disse l’altra lanciando un’occhiata maliziosa all’amica.
“Niente di che…mi ha
accompagnata a casa e poi ci siamo baciati…”
“Tu non me la racconti
giusta!” commentò Kaggy.
“… … E va bene! Siamo
andati a letto…”
“Era qui che ti volevo!
Grande sociaaaa!”
“Si, si ok! Ma tu che
dovevi dirmi?”
Kagome tornò seria e
raccontò tutto all’amica.
… …
“Brutta cosa” commentò
Sango alla fine del discorso.
“E tu intendi comunque
andare al concorso e alla Dance&Love nonostante tua madre ti abbia vietato
di ballare?”
“Sì…ma i miei soldi e
quelli di mia sorella non mi bastano! Avrei bisogno di un lavoro sperando che
riesca a lavorare fino a fine mese”
“mmm…un lavoro? Bè come
sai mio fratello lavora in un bar non lontano da casa
tua. E’ un bar abbastanza grande, quindi credo che abbiano bisogno di qualche
persona in più per gestirlo. Ma non sono sicura che ci siano dei posti. Per
toglierci ogni dubbio sarà meglio chiederlo a Kohaku” disse Sango. Poi uscì
dalla camera e tornò poco dopo con suo fratello per un braccio. Certo, aveva
solo 16 anni, ma era un gran bel ragazzo.
Sango gli spiegò la
situazione.
“Allora, che dici? Si può
fare?”
“Se non sbaglio, ci sono
un paio di posti…ma per fare la cameriera. Ti andrebbe bene?” chiese Kohaku
mostrandosi disponibile.
“Sì sì certo!”
“Va bene! Allora farò il
tuo nome al proprietario. Però ti avverto: è molto esigente!”
“Sarò in grado, non preoccuparti!”
affermò Kagome.
Poi uscì con Sango
diretta alla Dance&Love pregando che sua madre non la stesse seguendo.
Aveva nascosto le
scarpette nella borsa sotto le varie cianfrusaglie che portava sempre con sé.
Passando dalla bacheca, vide che Inuyasha era stato confermato come
accompagnatore al posto di Kikyo.
Kagome accompagnò Sango
nella sua classe. Questa, appena vide Miroku, gli saltò letteralmente addosso
baciandolo intensamente.
-Wow, hanno fatto un bel
passo avanti quei due!- pensò Kagome.
L’amica la invitò ad
ascoltare un pezzo della loro nuova canzone.
Miroku afferrò la
chitarra (la suonava fin da bambino) e cominciò a pizzicare le corde. Sango si
sedette a gambe incrociate sulla sedia e intonò le prime note, seguita a ruota
da Kouga. Il motivetto era orecchiabile e il trio era affiatato. Ma la musica
della chitarra fu sovrastata dallo squillo del cellulare di Sango. Era Kohaku.
“Sì che c’è? Stavo
provando!” rispose la ragazza irritata.
“Ho detto al capo di
Kagome. E’ disposto a cedere un posto! Può iniziare a lavorare mercoledì…”
“Bene, benissimo! Le
riferisco! Ciao!” Sango chiuse la comunicazione mozzando le parole del
fratello.
“Ehi scricciola! Adesso
hai un lavoro! Cominci mercoledì!”
“Bene!” disse Kagome.
“Mamma…prendi questo! Chi
vincerà adesso? Io o tu?”
Ehilà!!
Ritardo stratosferico, lo so! Ma capitemi ragazzi! Sono stata impegnatissima! Spero di avervi soddisfatto comunque con
questo capitolo! Yum! Sto mangiando una mela se vi
interessa! Io mi nutro esclusivamente di mele (Anch’io mi nutro……ma……se io mi
nutro…e tu ti nutri…perché Frank sinatra?_nd_inu) (ahahahah! Devo
ammettere che questa mi ha fatto davvero
ridere!_nd_me) (guarda che non era una battuta!_nd_inu) (-_______- bisogna
compatirlo! E’ un povero mezzodemone sfigato!_nd_me) (Vai piano con le parole!
Ho una dignità io!_nd_inu) (TT____TT_nd_tutti).
r.s. i problemi si moltiplicano!
La madre di Kagome si è incacchiata di brutto e ha
vietato di ballare alla figlia, anche se questa non si vuole arrendere ed è
riuscita a trovare un lavoro grazie al fratello di Sango. Come andrà il primo
giorno di lavoro di Kaggy? Chi vincerà, la madre o la figlia? E
soprattutto…cosa succederà a Miroku?(Cosa vuoi fargli????_Nd_fan
di Miroku) (top secret ^_- _nd_me)
RINGRAZIO:
DylSilvy: WOW! New entry! Sono contenta che ti piaccia! Grasssieee!
Ale93: ciau bella! Grazie grazie!! Mi spiace
ma purtroppo ci sarò di meno su msn…causa->genitori!
Grazzie! XD
Ale_ffFan: Grazie 1000000!
Akitohayama4ever: beeeeneeee
sono contenta!!! Grazie duemila!
Michi88: ehhhh
già…l’amore è nell’aria!!!
Seikochan: ci sei quasi sarina…quasi quasi…grazie!
AYRILL: Ciauuu!
Grazie graziegrazie dei tuoi commenti sono i
più graditi! Baci!
Kikka_hachi: già…che demoni! Grazie ^X^
Athenachan: Grazie athy!!Tvb XD
Katia_h: si sembra strano che la
madre si preoccupi ^^ kiss!
Gre: Ti ringrazio! Comunque non
si dice cacchetta ma…escremento! Scusa sono scema! A
presto!
“Allontanati
dal letto! Basta, che ti succede? BASTA!”
…
… …
“ANF ANF!” ansimò Kagome sbarrando
gli occhi e mettendosi a sedere.
Si
tastò la fronte sudata e poi ricadette sul cuscino
tirando un sospiro di sollievo. Era stato solo un sogno, un sogno movimentato.
Ma perché aveva proprio sognato Inuyasha?
Si
alzò cauta dal letto e se ne andò ciabattando in bagno. Mentre si lavava
tranquillamente la faccia, diede un’occhiata all’orologio sulla mensola.
Le
9.00! Era mercoledì! Avrebbe dovuto essere al bar di Kohaku alle 8.30! E lei
stava lì beata a sognarsi Inuyasha nudo! Non bastava dover saltare scuola per
cominciare a lavorare, sarebbe arrivata anche in ritardo!
Oh
no!
I
suoi soliti ritardi! Accese il cellulare e vide che Kohaku le aveva fatto si e no una decina di squilli.
“Non
va affatto bene che lei arrivi in ritardo il primo giorno di lavoro, signorina……scusi non ho
afferrato il nome…” si interruppe il padrone del locale.
“Ehm…Higurashi…Kagome Higurashi…”
rispose Kaggy.
“Si…signorina
Higurashi…io non ammetto assolutamente i ritardi! Che
sia chiaro! Io potrei anche assumerla perché è carina e fareste bella figura.
Poi per fare la cameriera non ci vuole una scienza…”
“Scusi
se la interrompo. Prima di iniziare vorrei chiederle se posso
lavorare di pomeriggio. Sa…la scuola…”
“Sisi va bene. Farà gli stessi
turni di Kohaku e di Seiya” disse l’uomo calvo.
“La
ringrazio! Mi metto subito al lavoro” sorrise Kagome dirigendosi all’interno
del bar.
Kohaku
si avvicinò all’orecchio di lei.
“Non
deluderlo più…te l’ho detto è molto esigente!”
“Non
preoccuparti! Ho già avuto a che fare con persone esigenti” disse
Kaggy pensando ad Inuyasha, poi scomparì nel locale.
“Mamma,
vado a casa di London! Torno stasera!” urlò Kagome aprendo la porta decisa a
squagliarsela il prima possibile.
“Aspetta…fammi
controllare la borsa” disse la madre avvicinandosi e strattonando la borsetta
della figlia.
“Cosa
vuoi fare?”
“Voglio
assicurarmi che tu abbia smesso di frequentare quella scuola!”
“Non
voglio che tu frughi nella mia borsa!” sbottò Kaggy cercando di trattenere
l’oggetto.
La
madre non la ascoltò e aprì velocemente la cerniera della borsa. Uno sguardo
deluso si dipinse sulla sua faccia quando tirò fuori un
paio di scarpette rosa chiaro leggermente consumate con i lacci attorcigliati.
“Sai
cosa significa questo?” sussurrò la madre sventolando le scarpette da ballo
davanti al naso di Kagome.
“No,
cosa?” la sfidò Kagome.
“Che
mi hai deluso profondamente!”
“Non
puoi impedirmi di realizzare un sogno, te l’ho già detto!” Kaggy alzò la voce.
“Certo
che posso! Sono tua madre!”
“Avrei
qualche dubbio in proposito, dato il modo in cui mi tratti!” subito dopo aver
detto questa frase Kagome si tappò la bocca con una mano convinta di essersi
spinta troppo.
Kaede, la madre di Kagome, abbassò la testa e i
capelli neri le caddero davanti agli occhi.
“Esci
da qui” sussurrò con la voce rotta dal pianto.
“Vattene,
esci! Non voglio vederti più! Mi hai sentito? Sparisci dalla mia vista e non
tornare più!” Kaede pronunciò quest’ultime
parole con una rabbia impressionante che spaventarono Kagome. Quest’ultima sifiondò fuori dalla
porta piangendo anche lei.
Era
da un intero pomeriggio che Kagome girava il quartiere in cerca di un
appartamento da affittare. Aveva quasi perso le speranze
quando vide, appiccicato su un portone, un foglietto verde con su
scritto “AFFITTASI”.
Sperando
che fosse la volta buona, Kaggy lesse velocemente il foglio e poi salì le scale diretta all’ultimo piano.
“Non
potevano metterci l’ascensore?? E questo è un punto in
meno!” borbottò.
Quando
finalmente fu arrivata, Kaggy spinse la porta marroncina
ed entrò cauta.
L’appartamento
era abbastanza grande, spazioso e illuminato. Poi era ammobiliato, proprio ciò
che faceva al caso suo. Forse non era stata una cattiva idea farsi tutte quelle
scale a piedi. I muri erano tinti di un rosa chiaro e la cucina era
semplicemente deliziosa.
-La
prendo! E’ mia!- pensò Kagome entusiasta tuffandosi sulla poltrona.
Poi,
però… si accorse di non essere sola. L’appartamento era diviso da una porta e,
dall’altra parte di essa, provenivano delle voci
maschili.
“Quindi,
come vede, l’ambiente è illuminato e i letti, le posso garantire, sono molto
comodi!” disse una voce.
“Come
mai, oltre al letto matrimoniale, ce n’è un altro singolo?” disse un’altra voce
profonda e terribilmente familiare.
“Perchè
sono venute ad abitare diverse famiglie…”
“Capisco…va
bene…la prendo” mentre venivano pronunciate queste
parole la porta si aprì e ne uscì un omino basso e grassottello, seguito
da…Inuyasha! Inuyasha? Di colpo Kagome pensò alla nottaccia
passata per uno stupido sogno. L’omino grassottello squadrò Kagome dall’alto in
basso.
“E
lei che ci fa qui?”
“Beh,
sono venuta per affittare l’appartamento…” cercò di giustificarsi la ragazza.
“Mi
dispiace, ma il posto è stato già preso”
“Sì…io
sarei disposta anche a cederlo ma avrei voluto affittarne uno nel quartiere e
per adesso ho trovato solo questo…”
“Non
so cosa dirle…l’unico rimedio sarebbe di condividere l’appartamento e di usare
la cucina e la camera da letto come due camere separate…”
Kagome
guardò l’uomo un po’ perplessa. Inuyasha guardava fuori dalla
finestra come se il fatto non gli interessasse minimamente.
“Va
bè non fa niente troverò alloggio da qualche parte”
provò a dire Kaggy ma l’omino grasso continuò come se
non avesse sentito.
“La
condivisione prevede anche che le spese complessive di tutti i bisogni vengano dimezzate…”
“Le
spese dimezzate?” Kagome spalancò gli occhi. Anche Inuyasha si girò sentendo la
notizia.
“Se
la mette così, io potrei anche restare…a meno che lui non abbia qualcosa in
contrario” Kaggy fece un cenno ad Inuyasha.
“Io
pensavo che fossi tu quella contraria, Kagome” rispose il ragazzo.
“Bene,
vedo che già vi conoscete………dai allora basta
una firma” l’ometto porse ai due ragazzi un foglio.
Kagome
guardò il suo futuro coinquilino con diffidenza e poi firmò. Lo stesso fece
Inuyasha.
“Ehi,
Miroku anche tu qui?......cos’è quella faccia?” disse
Kouga sorridente sedendosi di fronte a Miroku nel bar. Ma l’altro non rispose e
continuava a guardare il tavolo con gli occhi vuoti.
“Ohi…sei
morto?” riprese Kouga scuotendo l’amico.
“Ho
fatto uno sbaglio…” sussurrò Miroku.
“Cosa?
Dai che è successo? Hai voglia di parlarmene?” borbottò Kouga bevendo piccoli
sorsi di aranciata.
“…posso
fidarmi di te?”
“Certo!
Sai che puoi sempre contare su di me!”
“Va
bene…………….Kouga, tu hai mai
tradito una ragazza?” iniziò Miroku con tono di uno
offeso a vita.
“…Miroku…hai
tradito Sango?”
“………”
“Non
è neanche un mese che state insieme! Come mai è successo?”
“………”
“E
va bene…chi è lei?”
“Lei
chi?”
“La
ragazza con cui hai una storia…”
Miroku
restò qualche minuto in silenzio e poi rispose.
Scusate ancora per il ritardo! Il capitolo è un po’
corto rispetto agli altri, ma sono riuscita a fare solo questo.
Vorrei chiedere anche a quelli che leggono soltanto,
di commentare, perché vorrei leggere il parere di ognuno di voi e quindi vedere
se ne varrà la pena continuare la storia ^___^
r.s.Kagome ha iniziato
a lavorare anche se è arrivata un tantino in ritardo. Inuyasha e Kagome sono
diventati coinquilini ( cosa voluta esclusivamente dal caso! T__T _nd_ inu), contenti? Poi…a Miroku
è successo uno strano fatto e sono sicura che l’avete già
capito…penserete che sono pazza ma mi piaceva questa versione di Miroku ehehe (perversa_nd_inu)!
RINGRAZIO:
Valerinuccia: ciao Vale! Grazie del commento sono contenta che ti
piaccia! Baci88
Seikochan: ciao bella! Ecco cosa succede a Miroku…scioccata?
Conoscendoti direi di si ( come poteva non esserla con
un’amica come te?_nd_inu) (Chiudi quel dannato forno!_nd_me) Grazie!
Nady: ciaoooo! Non
preoccuparti tu sei altrettanto brava!! Grazie!
Akitohayama4ever: hai visto?
Accontentata! Ho fatto andare a vivere insieme Inu e
Kaggy ihih! Sono stracontenta che la storia ti piace!!!Thanks!XD
Sesshydil: grazie graziegrazietvb!
Taty88: penso che
per ora abbia vinto la madre…comunque, si Miroku è in un bel guaio! Un po’ scemotto il ragazzo eh! (Cosa di
grazia?_nd_miro) (belloooooo sei belloooo!_nd_me) (ah ecco mi sembrava di aver sentito
qualcos’altro!_nd_miro) grazie!
Ale93: Carissimaaaa!
Ciao! Grassieeeeee! Buona fortuna con M!!tvb!
Pillo: si concordo l’avrei uccisa anch’io!
Merci!
Katia_h: eheeh! Madre puzzona! Grasssie!
XD
DylSilvy: Grazie sì-chan! Baci!
AYRILL: ti
ringrazio tanto per i tuoi commenti ultra bellissimi! Sono contenta di poter
contare su qualcuno! Tvttb!!
Kouga
sputò l’aranciata che aveva in bocca sul tavolo.
“Cosa
hai detto?!”
Miroku,
con la testa bassa, scoppiò a piangere, proprio come un bambino.
Le
lacrime scendevano amare una dopo l’altra e i singhiozzi erano talmente
rumorosi che il barista si voltò preoccupato a guardare i ragazzi.
Kouga
si alzò e prese Miroku di peso portandolo fuori dal
locale. Lo condusse in un vicolo cieco e lo spinse contro il muro, poi gli alzò
il viso prendendolo dal mento e lo guardò negli occhi, pieni di lacrime.
“Miroku…ascoltami!
E rispondimi! Sei andato a letto con un uomo?”
“No!”
urlò Miroku singhiozzando.
“Non
ho fatto niente del genere! Non sono stato io a prendere l’iniziativa!”
Kouga
tolse le mani di dosso all’amico e si sedette per terra. Se non era colpa di
Miroku, allora perché si stava alterando tanto?
“Dai,
dimmi come è successo” disse Kouga calmo.
Miroku
si sedette e raccontò.
“Vedi,
ero al bar dove lavora Kohaku con un mio amico, Keisuke,
peraltro conosciuto da poco, ed ero sbronzo…”
“Come
al solito…”
“No,
questa volta avevo bevuto davvero tanto…insomma, non capivo più niente!”
“Poi…?”
“Poi…non
ricordo bene, avevo lo sguardo appannato, lui mi disse che voleva trovare un
luogo più appartato per parlare. Mi ha trascinato in bagno, mi ha spinto contro
il muro e……ho paura che Kohaku
abbia sospettato qualcosa………cosa ho fatto??”
Miroku
rimise la testa tra le gambe con le guance rosse dal pianto.
“Beh?
Ora perché ti disperi così tanto? Piangi come un dannato!” disse Kouga.
“Perché…non
posso accettarlo!”
“Cos’è
che non puoi accettare? Il fatto di essere gay?”
“Io
non lo sono! Io amo Sango”
“Più
lo dici e meno mi convinci”
Una
smorfia arrabbiata si dipinse sul volto di Miroku, che si alzò di scatto.
“Non
capisco cosa mi ha spinto a confidarmi con te, che non riesci e non riuscirai
mai a capirmi!” detto questo, si incamminò con passo deciso verso casa.
Kouga
si afflosciò mettendosi una mano sulla fronte.
-Che
stupido che sono! Ha ragione lui! Bell’amico che sei,
Kouga! Complimenti!” pensò rivolgendosi a sé stesso.
-Non
è mica colpa sua se è….quello che è!”
Poi
si alzò e si incamminò anche lui, sopra pensiero.
Dopo
aver consegnato i soldi per l’affitto della casa, Inuyasha era uscito a
comprare qualcosa da mangiare e Kagome si era stesa sul letto. La spesa, per
fortuna era stata dimezzata e i soldi le bastavano per sfamarsi.
Stava
per alzarsi per andare a fare la spesa, quando Inuyasha rientrò con un panino
in mano.
“Quella
è la tua cena?” chiese Kagome alzando la testa.
“Sì,
problemi? Tu piuttosto non ceni? Sei stesa là con la testa tra le nuvole da più
di mezz’ora!”
“Questo
vuol dire che mi degni di uno sguardo” disse Kagome maliziosa.
Inuyasha
non rispose e andò in cucina.
Kagome
uscì da casa e tornò con una busta. Si mise ai fornelli e, mentre metteva
l’acqua a bollire, Inuyasha si chiuse nella camera da letto.
Dopo
aver cenato, Kagome entrò nella camera.
Le
luci erano spente. Inuyasha era sotto le coperte del letto matrimoniale e respirava
pesantemente.
Sbuffando,
la ragazza si sedette sul letto e accese la luce sul comodino scuotendo il
ragazzo. Lui si stropicciò gli occhi con fare stanco.
“Ma
che vuoi?” borbottò.
“Che
stai facendo?” chiese l’altra.
“Aspetto
l’autobus” ironizzò Inuyasha.
“Cosa
vuoi che faccia? Sto cercando di prendere sonno!”
“Ma
se non abbiamo ancora deciso a chi spetta questa camera e a chi l’altra!”
“Tutte
e due le camere spettano a tutti e due”
“Vuoi
dire che io devo dormire qui, con te?” chiese Kagome.
“Beh,
se non vuoi dormire nel bagno…”
Kagome
scosse il capo, si alzò e prese a trascinare il letto singolo verso la porta
che divideva la camera dalla cucina.
Inuyasha
si drizzò a sedere rivelando il torace nudo.
“Che
stai facendo?” chiese.
“Aspetto
l’autobus” rispose Kaggy con un sorrisetto.
“Smettila!
Il letto non ci passa dalla porta!”
“Certo
che ci passa! Lo costringerò io!”
“Stai
facendo un casino solo per un tuo capriccio!”
“E
con questo?” dicendo ciò, Kagome spinse il letto attraverso la porta che per
fortuna era abbastanza larga. Lo posizionò accanto al tavolo e poi filò in
bagno a cambiarsi per la notte.
Inuyasha
si alzò e diede un’occhiata in cucina. Sorrise. Quella ragazzina era proprio testarda!
Poi tornò a dormire.
-La
mia prima notte nella nuova casa non è stata molto piacevole! Non è molto
carino dormire in cucina con la puzza di pesce…beh sempre meglio che stare con quello
lì- pensò Kagome mentre veniva accompagnata da Kohaku
all’ospedale. Voleva far visita alla sorella e consegnarle una cosa molto
importante.
Quando
Kagome fu entrata nella camera e Kohaku fu uscito, la ragazza
prese la mano della sorella e le mise una chiave in mano.
“Che
significa?” chiese Kikyo sbigottita.
Kagome
le raccontò che era fuggita di casa e che, fortunatamente, aveva trovato un
appartamento ben curato a basso costo.
“E
questa?” Kikyo accennò alla chiave.
“Beh…è
la copia della chiave del mio appartamento. La do a te perché sei l’unica
persona di cui mi posso fidare…quando sarai guarita
potrai venire a trovarmi quando vorrai.
Kikyo
chiuse la mano commossa.
“Ti
ringrazio, scricciola!”
“No,
ti prego! Non iniziare anche tu con questo nomignolo!”
“D’accordo…non
so come ringraziarti…ah…prendi la mia borsa sul comodino…dentro dovrebbero
esserci le chiavi del mio motorino…prendile…così non avrai bisogno di essere
sempre accompagnata, se vuoi andare da qualche parte”
Kaggy
fece come le aveva detto la sorella, frugò nella borsetta blu e trovò delle
chiavi con un piccolo ciondolo a forma di K.
“Non
perderle, però! Quelle non sono una copia!” raccomandò Kikyo.
“Grazie!”
Kaggy baciò la sorella ed uscì dalla camera.
“Kagome,
porta la brioche con la crema al tavolo 3”
“Sì,
eccomi!”
“Kagome!
Il tavolo 2 sta aspettando!”
“Lo
so, sto arrivando”
“Cameriera!!
Il mio caffè?”
Kagome
aveva il cervello fuso, ormai non riusciva più a ragionare! Altro che lavoro
rilassante! Sarebbe dimagrita di 10 chili in un mese facendo sempre avanti e
indietro! Prese un caffè dal bancone e si diresse al tavolo 3.
“Signorina!
Io avevo ordinato la brioche!” gracchiò un ragazzino.
“Il
caffè è di qua” una signora abbastanza giovane alzò la mano.
Kagome
la raggiunse e, proprio quando stava per appoggiare la bevanda sul tavolino,
scivolò sul pavimento bagnato e rovesciò il caffè addosso alla donna.
“Oh!
Signorina mi dispiace tantissimo! Mi creda non l’ho fatto apposta! Io…io…io…”
balbettò Kaggy mortificata. Non riuscì neanche a finire di parlare, che un
ceffone le arrivò dritto sul viso.
Era
stato il proprietario del locale.
“Fai
attenzione! Sei solo unacombinaguai!”
urlò attirando l’attenzione di tutto il bar.
“La
smetti, non la picchi!” si intromisero Kohaku e Seiya
da dietro il bancone.
“Ma
che sta facendo?! Non è stata colpa sua! La lasci in
pace, diamine!” stavolta fu la donna a parlare. Kagome la guardò grata. Aveva
lunghi capelli biondi e due occhi color del ghiaccio che le ricordavano
qualcuno di molto familiare…
Il
padrone del locale lasciò la ragazza.
“Spero
che non si sia macchiata troppo!” fece poi rivolto alla donna.
“Ma
non fa nulla, gliel’assicuro! Non credo sia necessario picchiare una ragazza
per una sciocchezza simile!”
L’uomo
si allontanò e la donna tese una mano a Kagome.
“Come
ti senti?”
“Bene,
la ringrazio moltissimo!”
Quando
Kagome alzò il viso, la donna notò in lei qualcosa di strano…come se l’avesse
già vista da qualche parte.
“Mah…quel
bruto ti ha lasciato il segno delle dita sulla guancia!” affermò gentile.
“…non
si preoccupi.”
“Io
sono Anya” si presentò la donna.
“Piacere!
Io sono Kagome!”
“K-Ka-Kagome??...E’…è un bel nome…Il
piacere è tutto mio!”
“Mi
scusi tanto, ma adesso devo scappare se non voglio prendermi un’altra sgridata
dal capo! Arrivederci!”
Ciao a tutti! Vi sono mancata eh? (silenzio
generale)
Dai, non è da tanto che non aggiorno (silenzio
generale)
Chiedo perdono per come è degenerata la fic (sguardi di disapprovazione)
Non intendevo far diventare Miroku…quello che è
diventato (sguardi indemoniati)
Volevo solo modificare un po’ la storia…cioè…è sempre
la solita pappardella…Sango&Miroku 4ever…Inu&Kaggy 4ever…volevo solo cambiare un po’ ecco…non
uccidetemi (centinaia di asce che si avventano su di me)
Inu ti prego salvami tu (ciupa!_nd_inu)
Ah è così? Kagome!!!(OSUWARI!_nd_kaggy) (Sdong!_nd_inu)
Ecco fatto! (crudele autrice
da quattro soldi!...Sankontess……_nd_inu)
(IAAAA!_nd_me che blocca l’attacco di Inu) (Wa! Da quando sei così
forte?_nd_inu)
(Eredità materna!_nd_me)
(Ti sembra il momento adatto per
palparmi?_nd_sango rivolta al monaco)
(Eredità paterna!_nd_miro)
(Bella scusa, idiota!_nd_shippo)
Ecco, adesso che ho fatto la felice scenetta (mica tanto felice_nd_voi)passerei all’r.s.
r.s.ok,vediamo che Miroku non è in realtà quello che
è…almeno, lui dice così……Kagome e Inuyasha “litigano” già la prima notte di
convivenza. Kagome, al lavoro, combina uno dei suoi soliti pasticci e fa una
strana conoscenza: una donna molto vispa e dall’aspetto famigliare che, al nome
di Kagome, ha spalancato gli occhi incredula……perché
mai??
RINGRAZIO:
seikochan: purtroppo lo è sarina…o no?ehhhh so che aspetti che entra in scena Sesshy…ma
vedi…purtroppo lui non è tra i personaggi principali della storia che poi
sarebbero: Inuyasha, Kagome, London e Naraku. Scusaaa il tuo amore
dovrà aspettare! Un bacio enorme tvb!
Valerinuccia: ciao socccccciaaaa! Non si sa ancora bene se Miroku è dell’altra
sponda o no ma farò di tutto per accontentare le lettrici…bah…non so che fareeee! Grazie un bacio!tvb!
Wans: wow new
entry! Sono contenta che ti piaccia! E non preoccuparti ho aggiornato
abbastanza in fretta…ho già ucciso troppi demoni non posso rischiare di fare
morire anche un umano (senti,tu! Non vantarti troppo
eh!_nd_inu)
DylSilvy: ciaooo! Uff, sbaglio sempre a
scrivere il tuo nick! Massì
dai! Sono convinta che tu arriverai a convivere con uno
altrettanto figo *o* Baci e grazie!
Ale93: Ciaooooale-ssandra! Mmmmm…non credo che
sarei gradita nella fic…soprattutto da alcuni
individui di cui non faccio il nome (Fai bene!_nd_inu)…GrasssieeetvbXDXD
Katia_h: ma noooo! Inu non può fare la parte
del monaco pervertito! Quella parte è già stata presa da Sesshomaru…T__T
cosa molto brutta! Dil e sarina
mi uccideranno! Grazie comunque!!
Michi88: Eh sì…nella
mia fic ci sono solo coincidenze…anche il fatto di
Miroku, naturalmente (ç____ç questa mi vuole vedere morto! E’ inaccettabile per
un donnaiolo come me!_nd_miro). Thankyou!
Sesshydil: ehhhcaaaraaDil…questa
non te l’aspettavi ehh? Dì la
verità ehh? Vabbè
dai…comunque è vero! Tutte sadiche! Te compresa! >o< Grazie un bacionetvb!
Athenachan: non
preoccuparti per il commento!!Grazzie lostessoooo! Tvb baci!
Akitohayama4ever: fiuuuu! E’ andata! Ho scritto bene il nick?
Spero di sì…pregooo spero di averti accontentata! Baci
baciotti! XD
Taty88: sisi hai detto bene…”il nostro BEL Miroku”…sbavvvvvvv! Cosa mi ha spinto a ridurlo così???Nooooo! Uffa! Beh grazie di
tutto!
Alex93: non è
affatto noiosa la tua recensione anzi! Mi ha fatto davvero tanto piacere! Era
da tanto che non ne leggevo una così bella! Ti ringrazio e se sarai anche solo
tu a seguire la mia fic, io mi impegnerò a
continuarla! Mi faresti un grande piacere se continuassi a commentare anche per
sapere se il cap ti è piaciuto…sono contenta di avere
un lettore così accanito! In poche parole grassssieeee
(pregooooo_nd_inu) (ti ho chiesto qualcosa?_nd_me) (T__T no niente!_nd_inu) XDXD
Nady: ibooooo! Beh
può darsi che hai ragione ihih! Me sadica! Certo ti
trillerò sicuramente! Baciiitvb!
AYRILL: ciaoooo bella! Evvai ho visto le
tue fotine sul blog!
>__< Spero di aver capito chi sei…ma sei andata
alla fiera del libro? Boh, te lo chiederò poi su msn…grazie tantissime dei tuoi commenti bellissimi!! E se avrai qualche problema o se vorrai sfogarti io sarò
pronta ad ascoltarti! TVTTTB bacioni!
Pretty: grasssie mille del commento! A risentirci ciao!
Il
tempo che la separava dal concorso era sempre più corto e purtroppo Kagome
continuava a combinare guai nel bar in cui lavorava.
Aveva
quasi smesso di frequentare la scuola di danza per quanto era impegnata tra
scuola e lavoro. Per fortuna il suo sforzo aveva dato i primi frutti.
Kaggy
aveva ricevuto un piccolo anticipo, ma non bastavano ancora!
Al
solo pensiero che doveva lavorare ancora, per di più il giorno del suo
compleanno, le veniva la nausea.
Così
chiese un giorno di riposo e andò a casa di London per riposarsi in compagnia.
“Sei
proprio stremata!” commentò London, quando la vide arrivare.
“Non
me ne parlare!” disse l’altra buttandosi a peso morto sul letto. Dopo poco si
mise a sedere e guardò ammirata London, che nuotava nella spensieratezza…beh,
era ricca sfondata!
Il
suo look total black le incuteva quasi terrore e si chiese con quale coraggio quella
ragazza osasse vestirsi così: indossava una maglia aderente di colore nero e
con un grande teschio all’altezza del seno, dei jeans che arrivavano al
ginocchio, sostenuti da una cintura borchiata e luccicante. I polsi erano
occupati da polsini neri e il collo era decorato da una moltitudine di collane
al cui cordino erano appesi molti teschi che scintillavano. I capelli erano
scompigliati e induriti da un chilo di lacca. Il trucco era abbastanza pesante
e gli occhi azzurri spiccavano circondati dalla matita nera. Insomma somigliava
la leader di una band rock o punk. Kagome strabuzzò gli occhi a quell’idea. Poi
venne distratta da qualcosa.
“Che
cos’è quella cosa?” chiese Kaggy notando un brillantino sul viso dell’amica.
London
si tastò il naso e poi sorrise.
“Un
piercing, ti piace? Mi hanno concesso di farlo in occasione del mio compleanno”
“Anche
tu hai fatto gli anni in questi giorni?”
“Sì…beh
circa una settimana fa…”
“Auguri!
Io lo faccio oggi.”
“Wa!
Auguri anche a te! Ma, cavolo, non ho un regalo! Potevi dirmelo! Vediamo…….Cosa
potrei regalarti?” riflettè London facendo un giretto nella camera in cerca di
qualcosa di sostanzioso da regalare.
“Ma
no! Figurati! Non fa niente!”
“No,
ecco trovato! Questo fa apposta per te!” esclamò la ragazza.
Poi
raggiunse Kagome e le mise qualcosa in mano.
Questa
aprì la mano e ne guardò il palmo stupito.
“……..due
dadi……..?”
“No!
Sbagliato! Non sono due dadi qualsiasi! Sono dadi truccati! Ho fatto faville
con questi!” sorrise London.
“E…che
cosa me ne faccio?” chiese Kaggy confusa.
“Come
puoi farmi certe domande?? A volte sembri più stupida di Sesshomaru! Puoi fare
molto con quei due pezzi di plastica!”
“Tipo?”
“Non
so…potresti guadagnare un po’ di soldi scommettendo su un numero e mettendo in
ballo del denaro”
“Non
capisco, spiegati meglio”
London
sbuffò.
“Allora,
ti dico già da subito che i dadi, comunque cadranno, daranno sempre il numero
7…”
Kagome,
incuriosita dall’affermazione dell’amica, gettò gli oggettini sul comodino. Il
primo dado dava il numero 3 e l’altro il numero 4………sette! Riprovò con il
lancio e comparve nuovamente 7. E così furono le volte successive.
“E’
incredibile!” esclamò Kaggy incredula.
“Puoi
scommettere con qualcuno dei soldi…e puntare sul numero 7! Così quando esce il
numero su cui hai scommesso ti pigli il bottino! Capito adesso?”
“Sì……ma…….in
questo modo giocherei sporco!”
“Non
c’è gloria a giocare pulito, mia cara Kagome!” ribattè London con il dito
alzato.
Kagome
riflettè. In effetti in quel modo avrebbe potuto guadagnarsi qualcosa…ma in che
modo? Insomma era confusa! Però un’idea si faceva largo nella sua mente
sovrastando tutti gli altri pensieri.
Kagome
stava lavando i piatti e Inuyasha era seduto al tavolo, mentre sorseggiava un
bicchiere di sakè.
Dopo
aver finito, il ragazzo si alzò, appoggiò il bicchiere nel lavandino e si
diresse nella camera da letto sbadigliando.
“Sono
solo le 9.00…vai già a dormire?” chiese Kagome asciugandosi le mani con uno
straccio. Inuyasha si girò.
“E’
tutto così monotono che mi viene sonno in anticipo!”
“Beh…scusa…perché
non ci troviamo qualcosa da fare? Così forse ti sembrerà meno noiosa la vita…”
“Cosa
vorresti fare? Vuoi dormire con me?” chiese il ragazzo trattenendo il sorriso.
“Neanche
morta!......non hai un passatempo? Un gioco da tavolo…qualunque cosa che serva
per distrarsi!”
“mhm…direi
di no…non mi porto delle cazzate da casa! E tu, piuttosto?”
“Beh…io
ho solo……questi…” e Kagome prese qualcosa dalla tasca dei jeans mostrando due
dadi. Inuyasha la guardò interrogativo. In effetti non si poteva fare molto con
quei due pezzi di plastica.
Il
silenzio era imbarazzante, così Kaggy improvvisò qualcosa ricordando le parole
di London.
“
Hai voglia di giocare? Conosco un gioco molto carino da fare con questi due
dadi…” iniziò fermamente.
“…E
quale?...”
A
questo punto, Kagome prese Inuyasha dal braccio e lo portò in camera da letto.
“Che
vuoi fare?” borbottò Inuyasha pensando a cose sconcie.
“Nulla!
Però forse è meglio se giochiamo qui dentro. Allora……il gioco prevede la messa
in gioco dei soldi…si punta su un certo numero dei dadi…e se questo numero
esce…il giocatore si prende i soldi puntati…lo stesso per l’avversario…si fanno
una serie di dieci tiri e poi chi ha la somma più grande di denaro vince” disse
Kaggy. Si era completamente inventata le regole del gioco, che poi non aveva
neanche tanto senso.
“E’
un gioco un po’ scemo, non credi?”
Kagome
non rispose.
“Vabbè…comunque…giochiamo
lo stesso…mi stuzzica…aspettami un momento…” inuyasha si alzò e si diresse in
cucina. Tornò poco dopo con una bottiglia di birra e un pacchetto di sigarette.
“C’è
solo un piccolo problema……non ho spicci da mettere in ballo…tu hai qualcosa o
sei al verde anche tu?” sbuffò Kaggy accortasi di non avere soldi.
Inuyasha
si tasto le tasche dei pantaloni e del gilet ma poi sospirò anche lui.
“Anch’io,
in questo momento, non ho nulla in tasca…”
Kagome
alzò gli occhi al cielo. Le era andata male. Aveva potuto avere una possiblità
per accaparrarsi del denaro…ma…niente da fare…
“Va
bene. Era destino che non dovessimo giocare…”
“Ma
devono essere usati i soldi? Per forza i soldi? Non potremmo mettere in ballo
qualcos’altro di valore?” propose Inuyasha vedendo la ragazza sconsolata…poi
stranamente non aveva più sonno.
“Perché….esiste
qualcosa di valore in questa stanza?” domandò quasi alterata.
“……………i vestiti?............”
Kagome
si bloccò e per un attimo smise di respirare. Cosa voleva dire con quel –i
vestiti-?
“C-cosa?”
“Ma
sì…se non abbiamo altri oggetti da inserire nel gioco mettiamo in ballo i
vestiti…a meno che tu non voglia arrenderti prima di aver iniziato a giocare…”
disse il ragazzo spavaldo ma sempre serio e dallo sguardo freddo.
“Io
non mi arrendo e non lo farò prima della fine del gioco! Penso che sarai tu
quello che si squalificherà per primo” decise Kaggy mettendosi a sedere a gambe
incrociate e impugnando i dadi.
“Vedremo…”
“Va
bene! Io scommetto sul numero 7…” sorrise malefica.
“Io
sul numero….6”
…
…
Kagome
lanciò sicura i dadini sul pavimento facendoli rotolare.
Il
primo dado si fermò sul numero 5 e il secondo sul numero 2.
Kaggy
esultò silenziosamente.
Inuyasha
la guardò freddo. Poi si tolse le scarpe e le calze e porse il tutto alla
ragazza.
Venne
il turno di Inuyasha. Egli lanciò i dadi,ma sul loro dorso comparve nuovamente
il numero 7. Iniziò ad insospettirsi, ma decise comunque di darla vinta alla
ragazza. Si levò il gilet e lo appoggiò sul pavimento. Poi si stravaccò e si
accese una sigaretta osservando ogni minimo movimento della persona che aveva
di fronte. Quando sentiva di avere i suoi occhi addosso, rabbrividiva…ma era
fondamentale apparire duro e glaciale, come la luna che splendeva quella sera,
fuori dalla finestra.
Inuyasha
si perse un istante nei suoi pensieri. Paragonò Kagome alla luna…beh per quanto
potesse essere bella la luna, Kagome era sicuramente migliore…con i suoi occhi neri
come la notte e le sue labbra che sembravano fuoco…di certo desiderava con
tutto sé stesso che su quei dadi comparisse il numero 6!
Sempre
sorridendo, Kaggy face un altro lancio… …
Ancora
7!
Eh
no! Questa volta si era tradita da sola! Era impossibile che uscisse 7 per tre
volte di seguito! La ragazza stava per forza usando dei dadi truccati! Non
poteva avere così tanta fortuna!
Pazientemente,
il ragazzo si alzò in piedi togliendosi la sigaretta di bocca e si sbottonò
lentamente la camicia bianca, la accartocciò e la buttò ai piedi di Kagome che
si era accorta di tutto; Inuyasha l’aveva scoperta.
Infatti, quest’ultimo tirò fuori altri due
oggetti.
“E’
ora di cambiare un po’ le regole del gioco! Non hai nulla in contrario se
usiamo i miei dadi, vero?” disse il ragazzo porgendole
due dadi identici a quelli di Kagome. Naturalmente anche i suoi erano truccati.
“C-certo
che no!” borbottò distratta dai pettorali di colui che aveva a pochi centimetri
di distanza.
“Va
bene…mhm…questa volta punto sul 9…e tu?” Inuyasha fece
uno sguardo malizioso, poi si versò la birra in un bicchiere.
“Io…sempre
sul…7” rispose Kagome mordicchiandosi il labbro.
Inuyasha
lanciò i dadi.
Rotolarono
su tutto il tappeto e poi si fermarono.
9.
Kagome
guardò di sbieco i dadi…era troppo strano…che stesse usando anche lui dei dadi
truccati? Ma decise comunque di stare al gioco. Non voleva certo passare per
quella fifona e decisa ad arrendersi!
Si
tolse gli stivaletti e li porse al ragazzo.
Questo
prese i suoi dadi e quelli della ragazza senza che l’altra se ne accorgesse e fece un piccolo scambio, in modo che non
uscisse fuori né il numero 9, né il numero 7, così non si sarebbe insospettita.
Fece
lanciare i dadi a Kagome. Gli oggetti rotolarono nuovamente sul tappeto.
Kaggy
allungò gli occhi curiosa. 4.
-mhm…strano…se
i dadi fossero stati truccati, sul loro dorso dovrebbe comparire solo il numero
nove…e invece…può darsi che mi sia sbagliata.”
Constatò la ragazza.
Inuyasha
prese i dadi e fece di nuovo un cambio. Lanciò e comparve ancora il numero 9.
Kagome
spalancò gli occhi, si guardò la maglietta e poi rivolse lo sguardo ad
Inuyasha, che annuì, avendo percepito i pensieri della ragazza.
Questa,
con un pizzico di determinazione, si sfilò la maglietta tirando le maniche e
guardò l’altro con uno sguardo di sfida.
Era
rimasta in reggiseno, che le risaltava le forme.
Inuyasha
alzò le sopracciglia guardandola dall’alto in basso.
“Beh?
Che c’è?” chiese la ragazza quasi scocciata.
“Nulla,
nulla……”
“Allora
fammi lanciare quei dannati dadi!”
“Prego!”
disse Inuyasha, ma prima di darle i dadi, li scambiò, in modo che potesse
vincere lei per una volta.
7!.
-Ben
ti sta!- pensò Kagome entusiasta.
Senza
discutere, Inuyasha si tolse la canottiera e la appoggiò sulle gambe di Kagome.
L’odore al limone si stava propagando in tutta la stanza ed era davvero
insopportabile.
Inuyasha
fece il suo ultimo tiro, naturalmente dopo aver scambiato i dadi.
9!
Kagome
sbuffò senza farsi sentire. Si alzò in piedi e, continuando a tormentarsi il
labbro con i denti, si sbottonò i pantaloni. Li lasciò cadere a terra e poi
cercò di coprirsi come meglio poteva, le mutandine di pizzo non erano poi così
belle da vedere.
Era
a disagio. Lì, in piedi, seminuda, davanti ad un
ragazzo che non sembrava avere buone intenzioni.
Inuyasha
ammirò quel bellissimo spettacolo mentre finiva di
bere la birra.
Poi,
però, provò a mettersi nei panni della ragazza…si sarebbe sentito un tantino in
imbarazzo e infatti…la ragazzina non sembrava essere a
proprio agio…
Forse
la cosa migliore era bloccare quello stupido gioco, che non aveva nemmeno un
senso.
“Direi che può bastare” disse Inuyasha raccogliendo i dadi e
le sigarette.
“Non
so tu, ma io ho un gran sonno e vorrei andare a letto.
Se fossi in te farei lo stesso………e copriti!” aggiunse
lanciandole gli abiti.
Kagome
li prese prontamente al volo. Poi osservò il ragazzo che percorse tutta la
stanza, poi spense la luce e si infilò sotto le
coperte del letto matrimoniale, incurante di Kagome che, nuda e infreddolita,
era rimasta immobile.
Fece
per rimettersi la maglia, quando si fermò ancora ad osservare il viso
tranquillo di Inuyasha nella penombra.
Il
respiro si era fatto pesante…probabilmente si era già
addormentato…
Con
i vestiti accartocciati in mano, Kagome aprì la porta della cucina ma, mentre
si accingeva ad entrare, qualcosa la bloccò.
Si
girò quasi meccanicamente.
Lasciò
cadere gli abiti.
La
cosa fu spontanea.
Salì
sul letto cercando di fare meno rumore possibile.
Ma ciao! (T____T)
si è vero sono un po’ in ritardo…eheh scusatemi!
Per farmi perdonare ho cercato di fare il capitolo più
lungo e spero vi sia piaciuto ^^
Dunque…io lunedì parto (io vado con
lei_nd_inu)…e…non torno più! Mi dispiace un saccoooo!
Ma non potrò aggiornare fino alla fine di agosto…non
mi scannate…perché dispiace molto anche a me…sigh
ç_____ç vabbè dai…spero mi perdoniate (seeee…loro perdonarti! Tsk!_nd_inu)!!
r.s.London regala dei dadi truccati a Kagome per il suo
compleanno (che bel regalo T__T_nd_inu) e lei decide di usarli per guadagnarsi
un po di soldi. Come prima preda sceglie Inuyasha, ma
lui non è stupido come sembra (Ehi!!!!_nd_inu) e il
“gioco” degenera. Ma, avendo capito l’imbarazzo della
ragazza, Inuyasha blocca il gioco e fa finta di dormire. Kagome è presa da
un’irresistibile voglia di “coccole” (e che coccole!_nd_inu)(ti
piacerebbe eh? Ammettilo _nd_me) (ù___ù_nd _inu) e si mette con lui nel letto abbracciandolo. Il bello
è che lui se ne accorge e la mattina dopo decide di
ringraziare Kagome per le “coccole” con uno sguardo freddo (io l’avrei mandato
a quel paese T_T_nd_me)…
RINGRAZIO:
DylSilvy: concordo in pieno! E non solo
quando si cambia (sbav!) ciauuu
grazie!
Ale93: figlioletto????Ale ma sei più perversa di me e Mikele
messi insieme! Ihihih (noooo!
Penso che diventerò pazzo!_nd_inu) (merito tutto mio ^_- _nd_me)Grazzietvb buone vacanze!! E W TOKIO HOTEL!!!!!!!
Alex93: scusa ho aggiornato un po’ in ritardo ^^’! Ti ringrazio e spero
davvero che mi seguirai fino alla fine! Grazie mille! Ciauciau!
Athenachan: Grazie
mille buone vacanzucce! Tvb!
Seikochan: beh…penso
che abbiano già fatto pace, non credi??Comunque hai ragione, hai sempre ragione! Un baciottogrande grande!
Tvb!
Akitohayama4ever: spero che
ti abbia accontentato almeno un pochino! Ihih! Mi spiace ma per il prossimo cap
penso dovrai aspettare…lo so l’attesa è snervante anche per me! Ma che posso dire? Vacanza anche agli scrittori! ^_^ Bacini!
XD
Michi88: ragione!
Sempre i migliori! E Miroku è il migliore…però io sono
crudele con il mio personaggio preferito!(Cattiva!_nd_miro). Per sapere chi è
la donna ci vorranno ancora un po’ di capitoli…comunque
ti do un consiglio…riguardati bene la descrizione della donna e capirai
sicuramente qualcosa in più…ahhh ho detto troppo!
Vabbè alla prossima Baci e grazie!
Daygum: grazie di
tutto! Ma non penso che Sango venga a sapere di
Miroku…mhm…molto difficile la cosa! Grazie ciau!
Valerinuccia: la mamma di
Sesshy????Mhmhmhnaaaaa! Ma comunque ora, se non sbaglio lo sai no? Te l’ha detto Mery?
Lei ci ha azzeccato subito ^^ Sisi ci sentiamo!!Baciottonitvb!
Katia_h: si scusa
per Sesshy, ma purtroppo non l’ho messo tra i
“personaggi principali” ma più avanti lo vedremo…come
nel viaggio a Parigi^^ Thanks!!
Fast: Grazie
tantissimo! XD
AYRILL: sisi l’hai già scritto eheheh ^^
Già, cattivo lupastro! L’ho sempre odiato sto Kouga!
Ok messaggio ricevuto! E’ stato un peccato che tu non sia venuta alla fiera
ç__ç va bè dai, grassie del
commento e dell’amicizia che mi offri! TV1KDB ricordalo! Baci kiss!
Wans: ma grazie!
Si devo dire che hai azzeccato…ma solo una metà delle
cose! IHIH! Ci salutiamo su msn che poi parto…sigh…baciotttoni grazie di tutto!
Tvb!
Sesshydil: ma ciao cara! Si lo so…adoro Miroku…ed
è per questo che ho fatto attirare l’attenzione su di lui…proprio perché lo
adoro…capito? Ehehe furba io! (mica
tanto!_nd_inu) (U_U _nd_me)
bacionibacetti! Tvbene!
Pretty: e che idea hai?...posso saperlo? °_° *_* grazie graziegrazie a presto!
ARRIVEDERCI AL PROX CAPPY (e dovrete aspettare…sigh…) KISSSSSS
Inuyasha
venne svegliato dalla leggera brezza che proveniva
dalla finestra semi aperta. Aprì gli occhi e scoprì con grande
piacere che le braccia di Kagome erano ancora avvinghiate alla sua schiena,
mentre lei dormiva dolcemente.
Facendo attenzione, il ragazzo si alzò dal letto
voltando Kaggy a pancia in su.
Poi
si mise a guardarla. Forse non era proprio il massimo della bellezza,
ma quella ragazza aveva qualcosa di speciale, qualcosa di suo, che la
stava rendendo irresistibile.
L’addome
si alzava e si appiattiva dolcemente, mentre il respiro si faceva più leggero.
Le
mutandine di pizzo erano ben in vista.
Molte
volte Inuyasha aveva fatto sesso con le donne addormentate, cogliendole di sorpresa…anzi, forse la maggior parte delle volte erano loro
che lo coglievano di sorpresa nel sonno, e lui non faceva altro che
accontentarle, sempre e comunque. Non si era mai imposto il proprio rispetto
nel letto di una signora. E ciò non sapeva se
considerarlo un bene o un male.
Pur sapendo questo, Inuyasha decise di non mettere le
mani sulla ragazza, anche perché pensò che lei ne sarebbe stata contrariata. Ma volle concedersi lo stesso un piccolo sfizio: un piccolo
“grazie” alla cara Kagome che quella notte aveva dormito con lui.
Si protese verso il bel viso, facendo ben
attenzione a non toccarla e proprio quando le labbra stavano per unirsi in un
bacio, la radio-sveglia scattò.
Buongiorno! Sono le ore 7 e 30
Iniziamo con la nostra rotazione musicale…
“
Ma al diavolo la rotazione musicale!” sbottò Inuyasha
allontanandosi dalla ragazza e spegnendo al volo la radio.
Kagome
si svegliò con un sussulto e si mise a sedere, ancora con gli occhi chiusi.
“Cosa? Le 7 e 30?? No! Di nuovo in
ritardo! E’ un classico per me!”
Poi
si alzò di corsa e iniziò a vestirsi con furia.
“Dove vai?” chiese Inuyasha freddo, senza muovere un muscolo.
“Non
sono cose che possano interessarti!” rispose l’altra infilandosi la prima
maglia a tiro.
Si
mise una giacchetta leggera, passò davanti allo specchio sistemandosi i capelli
e uscì con una borsetta sotto il braccio.
Kagome
entrò nel locale e il capo la seguì con uno sguardo furioso.
“Sei
di nuovo in ritardo…” le disse cercando di trattenersi.
“M-mi dispiace…le giuro che domani arriverò un’ora in
anticipo!!”
“Non
ci sarà nessun domani!”
“C-cosa?
I-in che senso?”
“C’è
bisogno che ti spieghi tutto, parola per parola? Hai
capito benissimo! Non voglio avere una sfaticata che arriva in ritardo solo
perché ha voglia di dormire!”
“Ma signore…non è così…la prego non mi faccia andar via…le
prometto che…”
“Sono stanco delle tue scuse e promesse…sei sollevata
dall’incarico! Ora potrai dormire fino a tardi se vorrai!”
Kagome
non replicò. Se ne andò con la coda tra le gambe
trattenendo i singhiozzi. E adesso come avrebbe fatto?
Era proprio vero il detto ‘i soldi fanno la felicità’…e
lei non ne aveva abbastanza! Che
cosa avrebbe fatto? Purtroppo non riuscì a darsi delle risposte alle sue
domande.
Intanto
nel piccolo appartamento, Inuyasha aveva appena finito di fare colazione,
quando un telefono squillò.
Era quello di Kagome…se l’era dimenticato.
Senza
pensarci su, lo prese e lesse il messaggio:
SCRICCIOLA MI DEVI
SCUSARE!
PURTROPPO NON è UN
BELLISSIMO PERIODO PER ME E COSì
HO DIMENTICATO DI FARTI GLI AUGURI PER IERI…
FINALMENTE 18 ANNI!
ADESSO SEI LIBERA!
VABBE’ FAMMI UNO SQUILLO
QUANDO RICEVI IL MESS.
SIAU!!! J
-Mhm...interessante…e
così, Kagome ieri ha compiuto 18 anni! Nessuna festa
pazza…nessun amico con cui trascorrerla…nessun avviso…niente di niente…
Questa
riservatezza è tipica di Kagome.
Mi
sembra di conoscerla da sempre, eppure…-
Kagome
entrò sbattendo la porta e barcollando. Le guance erano leggermente rosse e gli
occhi socchiusi. Dalla sua bocca uscì un sonoro ‘hic!’.
Inuyasha
capì subito dello stato di ubriachezza della ragazza,
ma non reagì quando questa scappò in bagno e si mise sotto una doccia fredda.
Solo
poco dopo il ragazzo si alzò dalla sedia ed entrò in bagno senza bussare. Si
appoggiò al lavandino guardando i vari profumi sparsi su una mensola. Prese il
suo preferito e se lo spruzzò sul collo.
Attese
qualche minuto e poi vide la mano di Kagome che afferrava un asciugamano
poggiato sul bordo della doccia.
Quando
uscì dalla doccia, Inuyasha le si parò davanti e la
mise al muro. Lei, con uno sguardo impaurito, si tenne stretta l’asciugamano.
“Allora
bella mia…che cosa hai bevuto di buono?” le disse Inuyasha con il viso vicino a
quello della giovane.
“Di
cosa stai parlando?” rispose lei.
“Sento
odore di alcol uscire dalla tua bocca! Che motivo avevi per ubriacarti?”
“Lasciami
in pace!” Kaggy iniziò a dimenarsi.
“Eh
no, cara, questo no!” Inuyasha le prese le mani e le sbattè al muro.
“Basta!
Mi fai male, lasciami!!” gridò, ma poi si calmò,
guardò il ragazzo negli occhi dorati e inspirò a fondo il suo solito profumo.
Anche lui la osservò attentamente e desiderò
improvvisamente di avere le sue labbra.
“Cosa vuoi fare, ora? Vuoi baciarmi?” lo
provocò Kagome.
Inuyasha
annuì, le prese il viso e la baciò teneramente. Lei si lasciò andare e lo
abbracciò, facendo cadere l’asciugamano che portava sul corpo. Ma non se ne curò più di tanto. Inuyasha le strinse i
fianchi e le sfiorò il seno, mentre brividi di piacere si fecero spazio sulla
sua schiena.
…Ma…
All’improvviso,
il ragazzo interruppe quello che stava facendo e la guardò sorridendo appena.
“Questo
era il mio regalo di compleanno” disse, per poi andarsene e lasciare la stanza.
“L’unico
e il più bello…” sussurrò Kagome fra sé e sé…Poi, però i pensieri tornarono ai
suoi problemi.
“Allora?
Hai ricevuto i miei messaggi? Come no? Vabbè…allora andiamo?”
strillò Sango dal cellulare.
“Ma dove?” rispose Kagome annoiata.
“In
culo a Giove! Scricciola ma ci sei?? Ce la fai?? Sei connessa?? Ti ho già
ripetuto due volte se vuoi venire a bere qualcosa con me, Miroku e London!”
“Ah……no, non mi va”
“Come
non ti va? Ma hai la febbre?”
“Ti
ho detto che non mi va! Non è proprio il caso nella
condizione in cui sto!”
“Dai,
passo alle 7…fatti trovare pronta! Ciao!”
Kagome
spense il cellulare sbuffando. Svogliata si recò in camera e iniziò a vestirsi
per uscire. Dopodichè andò davanti allo specchio e si tamponò il viso con la
cipria. Cercò di truccarsi il meglio possibile per non sembrare distrutta e
avvilita, poi si tastò il collo: purtroppo il succhiotto di Inuyasha
non se n’era ancora andato e le creava un brutto difetto sulla pelle.
“Che brutta macchia!” commentò la ragazza. In quel momento
Inuyasha era entrato in bagno e stava osservando curioso
lo strano segno sul collo di Kaggy.
“Chi
ti ha fatto quella roba?” chiese Inuyasha con un pizzico di gelosia negli
occhi.
“TU!
Sei stato tu!”
“Io?
E quando?”
“Va
bèlascia perdere!”
“Dove stai andando?”
“Sto
andando con degli amici al bar qui vicino…”
“Quello
di Via del Manganello?”
“Sì,
esatto…”
“Non
è un bel quartiere quello là…spacciano droga e molte
ragazzine si prostituiscono…sei sicura di andarci da sola?”
“cos’è…adesso fai il premuroso con me? No grazie me la so cavare!
Poi comunque c’è Sango con me…”
Il
citofono squillò.
“Ecco…parli
del diavolo…” sdrammatizzò Kagome. Rispose al citofono e scese le scale.
Il
bar “Lone” era situato al centro di Via del
Manganello ed era decorato da una moltitudine di neon rossi e bianchi. I pali
della luce erano occupati da alcune prostitute.
Un
uomo non molto raccomandabile chiamò Kagome e la invitò a passare la notte con
lui, ma Sango la tirò per un braccio e la fece entrare nel locale.
London
sprizzava felicità da tutti i pori e si mise a parlare velocemente di tutto
quello che avrebbe fatto quando sarebbe partita a
Parigi per il concorso.
E invece Kaggy non avrebbe fatto nulla…
Insieme,
i 4 amici si sedettero davanti al bancone e ordinarono da bere. London offrì a
Kagome una bibita molto alcolica, mentre lei bevve un gin lemon.
Miroku
era stranamente taciturno e si ingozzava di alcolici.
Sembrava il ritratto della disperazione…
Nonostante le chiacchierate allegre di London e
Sango, Kagome non riusciva a tirarsi su di morale.
“Allora
niente musica in questo insulso locale? Io voglio la musica!” strillò London, già ubriaca, al barista.
“IlJuke Box è da quella parte…”
Indicò l’uomo mentre asciugava un bicchiere.
“Dai
Ka-chan vieni a scegliere le canzoncine con me!”
detto questo London si allontanò dal gruppetto con Kagome sotto braccio.
L’effetto dell’alcol si faceva già sentire. Gli occhi della ragazza erano
offuscati e le dolevano leggermente.
“Allora…vediamo
che cd ci sono qua dentro…hic…uh
guarda il festivalbar…uh guarda Hit mania dance…uh…”
London era letteralmente sbronza e riusciva a malapena a maneggiare le monete
da mettere nel juke box.
“Dai
Kagome, scegli una canzoncina bella bella”
“No…forse
è meglio se io torni a casa…”
“Ma che dici? Resta con me!! Dai
allora cosa scegli? BiagggioAntonaccci?
Nono non mi piace! Zuccheroooo? No mi fa schifo!”
“………”
Kaggy fece due o tre singhiozzi mentre ascoltava a fatica l’amica.
“Nelly
Furtado? Oppure i Finley? Oppure gli Zero assoluto? Oppure mia zia? Sbrigati a scegliere o potrei addormentarmi!” ma non fece in tempo a finire la frase, che
London si addormentò con la testa appoggiata al muro.
Intanto
Kagome si alzò e andò fuori dal locale per prendere un
po’ di aria fresca…ma…poi…
Si
ricordò del tanto fantomatico concorso e di coloro che
avrebbero partecipato, che sarebbero partiti due giorni dopo.
Ormai
la ragazza era senza speranze, ma una luce si fece largo nei suoi pensieri da
donna ubriaca.
-Forse
c’è un modo per guadagnarmi i soldi che servono per il concorso- pensò la
ragazza guardando triste alcune prostitute appostate
agli angoli della strada. Deglutì senza farsi sentire.
Ciao a tutti! Sono tornata dopo
tanto tempo (io volevo ancora stare al mare!_nd_inu)…la scuola purtroppo
è iniziata e quest’anno farò il primo superiore…non aggiornerò più così spesso,
seppiatelo. Cooomunqueeee!
Spero che il capitoluccio vi
sia piaciuto…forse la storia sta diventando un po’
pesante…ma continuando diventerà sempre più intricata…e in mezzo ci sarà sempre
la povera Kagome (mentre io resto a guardare e faccio il palo ihih_nd_inu)
(T___T_nd_me).
Ci sono stati tanti eventi
quest’estate vero? Incominciando dal festivalbar…chi l’ha visto alzi la mano (c’è di nuovo la
palla di fieno che rotola)…
Hanno vinto i mitici negramaro…sono
della mia terra…in più sono andata al loro concerto e anche a quello di Tiziano
Ferro…mavabbè basta parlare
dei fatti miei…piuttosto chiedo un parere ai miei lettori…
Chi avreste
voluto far vincere al festivalbar?
Mi raccomando aspetto tante risposte…io avrei voluto vincesse un gruppo…Vediamo se lo indovinate…mi
basta dire una cosa…Il cantante è un maschio, ma tutti lo scambiano per una
ragazza!(è un frocio!_nd_inu)
(zitto! Mi offendi!_nd_me) Avete capito chi è?
r.s.Kaggy ha perso il
lavoro e per “consolarsi” va a bere qualcosa in un bar con gli amici, ma poi le
viene la stupida idea di guadagnarsi i soldi in un modo molto brutto (ma non
può chiederli in prestito?_nd_inu)…
RINGRAZIO
Sfigatalcubo: wow una new entry! E le new
entry mi fanno sempre molto piacere!!! Grazie!!
seikochan: chi ti ricorda London? Ma
Inuyasha è sempre strano!(ù_ù pensa per te_nd_inu)
grazie per il commento! Tvb!
Scott@:Ciao!! Sono
contenta ti sia piaciuta!! Commenta ancora grasssie!
Rossana: Grazie per
tutto! Baci.
Marty: addirittura
sognartelo di notte! Wow allora è veramente bella! (non
è la fic che è bella! Sono io che lo sono!_nd_inu) (che modesto_nd_me). Grazie 1000!
Valerinuccia: sn tornata!! E finalmente ti ho sentita! Ero curiosa di sapere come stavi! Spero di beccarti
presto! Grazie! Tvb
Wans: purtroppo
Miroku è ancora nel suo baratro e non sa che fare eheh!
Come mai non ci sei più su msn??
Uffa! Spero di sentirti presto! Baci.
Ale_ffFan: penso che
per entrambi sia solo attrazione fisica eheh…comunque grazie per aver recensito!!
DylSilvy: anch’io
vorrei essere al posto di Kaggy (wow tutte che fanno la fila per stare a letto con me!_nd_inu)! Ci sentiamo! Ciauz!
Athenachan: sono troppo
contanta che ti sia piaciuta ^-__^ anch’io tvb! Kiss
Katia_h: sisi è proprio Sesshy quello
pervertito…vedrai nei prossimi capitoli!! Ti stupirai
del bel demone dal cuore di ghiaccio! Thanks!
Sesshydil: non so neanch’io come si scrive streaptees…boh…ma poi cos’è che hai fatto anche tu? Lo streptees? Oddio! Kaggy si è accoccolata ad Inu perché prova attrazione fisica verso di lui…Sono contenta che ti trovi bene nella nuova scuola…baci.
Pillo: hihi hai un
debole per il caro Sesshy eh? Grazie del commento!
Michi88: grazie
mille dei complimenti! Thanks for the add!^^
Daygum: ecco il
capitolo…sperò sia riuscita a soddisfarti! Kiss!
Akitohayama4ever: Grazie 1000
dei tuoi commenti sempre graditissimi!!
Alex93: Wow da
Edimburgo? Ma dov’è Edimburgo? Non sarà mica in
Germania? Scusa la mia ignoranza in geografia…comunque
grazie ancora di tutto! Ciao!
Pretty: Grazie dei
tuoi commenti! Seguimi!
AYRILL: noooo! Mi manchi!!! Perché non ti
attacchi più a msn?? La cartolina è strabella! Volevo
mandartene una anch’io ma alla fine non ho più saputo il tuo cognome…sorry! Voglio sentirti!!! ç____ç tvtrpb!
ARRIVEDERCI AL PROX CAPITOLO! NON CAMBIATE CANALE!!!
Kagome
guardava con occhi languidi le numerose donne che occupavano i pali di quella
via.
Incredibile…fino
a poco tempo fa accusava sua madre di essere una puttana, mentre lei…lei… lei
era ancora peggio!
L’alcol
le mandò in corto il cervello, tanto da non capire più niente di quello che
stava facendo. Aveva bisogno di soldi! Doveva vedere suo padre! Doveva
partecipare a quel concorso! Fosse l’ultima cosa che avrebbe fatto!
Si
appostò al palo più vicino al bar, si tolse la giacchetta e se la mise ai
piedi. Faceva un gran freddo, ma l’alcol che aveva bevuto poco prima riusciva a
riscaldarla. Una ragazza sui 20 anni la squadrò dall’alto in basso. Le si avvicinò all’orecchio e le disse qualcosa che, però,
Kagome non riuscì ad udire.
Di
lì a poco sarebbe svenuta, ma si fece forza, si tirò i capelli indietro e provò
ad assumere una posizione abbastanza provocante…non ce l’avrebbe
fatta per molto, non era abituata a reggere l’alcol.
Comunque, era decisa! Secondo lei stava facendo la
cosa giusta!
Ma mentre lo pensava, un’auto con i vetri
scuri si fermò davanti a lei, e si fece prendere dal panico. Adesso non aveva
più scampo! Non poteva tornare indietro! Avrebbe dovuto per forza entrare in
quella macchina. La macchina di uno sconosciuto…magari anche troppo grande per
lei…30 anni, 40…60…un colo di vomito le salì per la gola, ma era convinta di
riuscire nell’ “impresa”.
Kagome,
a quel punto, si fece avanti e aprì titubante lo sportello dell’auto. Si
sedette sul sedile accanto al guidatore e, dopo alcuni istanti, lo guardò in
faccia.
Gli
effetti dell’alcol erano ancora molto forti e Kaggy riuscì a vedere ben poco…in
più era molto buio. Si sforzò e lentamente riuscì a mettere a fuoco
l’immagine……
Viso
magro, espressione seria, occhi grandi e chiari, capelli d’argento…
No,
non poteva essere lui…ma quando Kagome riuscì a distinguere perfettamente la
persona che aveva di fronte, sobbalzò.
“Inuyasha,
cosa ci fai qui?” chiese kaggy tremando.
“Stavo
per farti la stessa domanda!” replicò Inuyasha tranquillo come sempre.
“Bè
se vuoi portarmi a letto devi darmi dei soldi, se invece vuoi solo guardarmi
con la tua faccia da ebete, me ne vado, se non ti dispiace!” Kagome fece per
uscire dalla macchina, ma il ragazzo la fermò.
“Invece
mi dispiace! Adesso ti porto a casa e mi spieghi che
ti sta succedendo!”
“Ma
cosa vuoi da me?! Eh?! Mi vuoi lasciare? Non credi di
aver già sconvolto abbastanza la mia vita? Cosa altro vuoi
da me??” Kagome si dimenò come una disperata , ma la presa del giovane era
solida e non voleva saperne di allentarsi.
“Senti…guardami! Guardami ho detto!”
gridò Inuyasha con brutalità.
Kagome
si voltò e, quasi con sfida, lo guardò negli occhi dorati, con le sopracciglia
abbassate e le lacrime agli occhi. Poi il ragazzo le parlò.
“Io
voglio vedere il tuo corpo muoversi…ma non nel letto di uno sconosciuto! Su un
palco! Il palco del teatro più famoso di Parigi, con i fari luminosi tutti
puntati sulla tua figura! E’ solo questo che voglio! Capito? E
ora smettila di fare la bambina! Entra in macchina!”
Kagome
non disse una parola. Si stupì delle parole pronunciate, ma non riuscì neanche
a chiudere lo sportello della macchina che si addormentò sul sedile, ubriaca e
spossata.
Arrivato
a casa (se così si può definire), Inuyasha prese in braccio Kagome e l’appoggiò sul letto.
La
luce della luna che filtravano dalla finestra le illuminavano il viso e i
capelli neri come la pece. Dio, com’era bella. La
tentazione di metterle le mani addosso era forte, ma si trattenne. Era messa
già abbastanza male senza che lui la molestasse nel sonno.
Le
diede un leggero bacio sulla fronte e poi se ne andò
in cucina.
Quella
notte Inuyasha dormì sulla sedia, con la testa appoggiata al tavolo.
Come
tutti gli ubriaconi che si rispettino, Kagome, il
mattino dopo, si svegliò con una forte emicrania. Per il forte dolore, non
riusciva neanche ad aprire gli occhi o a muovere un muscolo.
“Tieni, bevi questo…risolverà tutto…”
Era
la voce di Inuyasha.
Dopo
aver ripreso almeno un po’ i sensi, Kagome aprì gli occhi e si mise a sedere,
prese il bicchiere che Inuyasha aveva lasciato sul comodino e lo bevette tutto d’un fiato. Anche la gola le faceva
tremendamente male.
Inuyasha
era nella stanza con lei, appoggiato alla finestra, mentre guardava con aria
assorta il sorgere del sole.
“Allora…che
è successo ieri sera…?” chiese distogliendo lo sguardo dalla città.
Kaggy,
inizialmente, non capì di cosa stesse parlando, ma poi
ricordò alcuni dettagli della notte prima.
Stette
zitta.
“Cosa ti ha spinto a comportarti così?”
“Senti,
ora non farmi la predica, non sei mia madre!” rispose la ragazza.
“ma sono sempre “un po’” più vecchio di te e credo di avere
molta più esperienza in certe cose!”
“Non
rompere…”
“Va bene, me ne vado! Ma poi non lamentarti se non avrai più
supporti da me!” detto questo, Inuyasha fece per uscire dalla stanza, ma Kagome lo fermò.
“Aspetta……io……avevo
bisogno di soldi…è questo il motivo del mio comportamento…poi…avevo bevuto…non
era neanche mia intenzione farlo…” si pentì con la testa bassa.
“A
cosa ti servono i soldi?”
“Sono…sono per quel dannato concorso di Parigi! Laggiù c’è
mio padre…e non lo vedo da due anni! E’ questo il vero motivo! E voglio assolutamente partecipare al concorso! Sarebbe un bellissimo sogno poter salire su uno dei palchi più
famosi del mondo…!” confessò quasi in lacrime.
“Sei
un’idiota…” borbottò Inuyasha.
“……”
“Sei
un’idiota! Se avevi bisogno di soldi non dovevi fare
altro che chiedermeli! Stupida ragazzina! Cos’è? Sei troppo orgogliosa per chiedermi in prestito qualcosa? Ti aiuto io, diamine!
Dimmi la somma che ti serve e io te la do!”
Kagome
rimase a bocca aperta. Non avrebbe mai pensato che Inuyasha le avrebbe parlato
in modo così brutale, ma anche estremamente dolce.
Sorrise.
“E adesso cosa c’è da ridere? Pensavo ti avessi
parlato seriamente!”
“Sì,
scusa…è ancora valido il prestito…?”
“Beh
ora non ti montare troppo la testa! Io i soldi te li presto, ma poi me li devi
ridare, sia chiaro!”
Per
la prima volta i due scoppiarono a ridere all’unisono.
Inuyasha
non aveva mai riso così…sembrava diverso…anche se
subito dopo riprese la sua solita serietà.
Prestò
a Kagome i soldi che le servivano e quest’ultima si sentì invadere da una
ventata di felicità improvvisa.
“io…ti
ringrazio…non so cos’avrei fatto senza di te…”
“…senza
i soldi, vorrai dire…” ironizzò Inuyasha.
Kagome
annuì e cominciò già a sognare il suo meraviglioso soggiorno a Parigi. Ma non sa ancora che il “meraviglioso” soggiorno, si
trasformerà in un “catastrofico” soggiorno…
Scusate per il capitolo extra corto, ma ho avuto poco
tempo per scrivere…
E scusate anche per il ritardo…
E scusate se ho sempre scuse per tutto
E scusate… (ohhh sempre la
stessa pappardella non ne posso più! Quasi quasi mi
dimetto! Però…è da un sacco di tempo che non rompo le
scatole agli scrittori…quasi quasi resto qui ancora
per qualche capitolo…_nd_inu) (noooooooo!_nd_me che piange disperatamente)
r.s. per chi non
abbia ancora capito (*vedi commenti*), R.S. significa
riassunto. E’ il mio modo stupido di accorciare la parola.
Kagome stava per fare una cosa mooolto orribile (stava
per prostituirsi, per i duri di comprendonia_nd_inu) (come te…_nd_inu) (-_-‘’’’_nd_inu) ma
sopraggiunge Inuyasha e la “salva” (signore! Acclamatemi!_nd_inu) (di nuovo la
palla di fieno che rotola), la porta a casa e, quando la mattina dopo si
sveglia, le chiede il perché del suo comportamento. Lei decide di confessare
tutto e riesce ad ottenere i soldi che le servono per partecipare al suo
benedetto concorso!
RINGRAZIO:
Miky: Amore mioooooo! (lesbicona che non sei altra!_nd_inu) (T__T’’’_nd_me)
Mekki amore!!! Che bello sono contentissima che ti
piace la fic! Certo sei una pazza a voler leggere 101
pagine!!! Sei comunque la migliore! Tvb!!!
Bchan: ok chiarito il fatto dell’ r.s.
e per il fatto dei verbi, mi spiace molto…cerco sempre di ricontrollare tutto,
ma evidentemente mi sfugge qualcosa…l’importante è che ti piaccia e che
continui a seguirmi! Un bacio!
Alex93: sì
lo so faccio sempre capitoli molto felici! Un altro cap
corto scusaaa! Grazie di tutto kiss!
Wans: ma ciau! Anch’io sto molto di meno al pc…perciò non so quando ci
risentiremo…che tristezza…vabbè dai a presto spero! Kiss!
Valerinuccia: ciao sociaaa! Sì brava
gruppo indovinato…ma era troooppo semplice!
Non c’è nessun gruppo che ha un cantante maschio che sembra femmina a parte gli
ScissorsSisters… Grazie
1000 baci!
Fra007: grazie
di avermi lasciato un commento! Vuol dire che tenete a
me! Snif che emozione (oh no! Adesso comincia di
nuovo a piangere! Madò chi la ferma più! Dannata!_nd_inu che con un ombrello si ripara dalle mie lacrime).Mi fa piacere!Seguimikiss!
Katia_h: già Kaggy dovrebbe proprio usare il cervello (ma se ha solo segatura
bagnata in quella testolina!_nd_inu) (meglio se non urli…Kagome potrebbe
sentirti…sai benissimo che ha l’orecchio fine…_nd_me)
(uh, vero!_nd_inu cucendosi la bocca). Grazie mille!
AYRILL: il
tuo nome sempre il più importante! (senza trascurare
gli altri, però!!). Mhm…ancora non riesco a farmi un’idea di Inuyasha
come principe azzurro………molto difficile da immaginare! Comunque
per il fatto di msn, per fortuna si è sistemato tutto
e finalmente ci risentiamo! Che bella cosa!!! Grazie
del commento lunghissimo! Sai che li adoro! Un bacio grande grande alla mia Silvia ^X^
Athenachan: ciau
bella! Grazie del commento, a presto! Kisskiss
Kaggi_inu91: grazie
per il conforto, cercherò di impegnarmi! Ti ringrazio bacionissimi!
Sesshydil: Dil…da
quanto tempoooo (inu che si
prepara di nuovo con l’ombrellino) mi manchi tanto! Un giorno di questi
dobbiamo vederci! Ç_çComunque
brava! Hai indovinato il gruppo (e come potevi non indovinarlo?). Sono contenta
che la storia ti piaccia ancora! Tvttb!
Daygum: certo! Arriva Inuyasha a salvare la situazione! Una specie di
superchicca (parte la sigla delle superchicche) “e
così, anche oggi la giornata è salva grazie a SuperInu!”
ihih! A presto!
Pillo: sì
anche a me London sta super simpatica! E anche Sesshy
(ma solo nella mia fic!! Da
specificare!) baci bacibaci (come la ragazza dell’eredità che sta con Amadeus, che non mi ricordo come si chiama)!
Michi88: brava gruppo indovinato! Non ci si sbaglia! Spero che anche a te stia andando
tutto bene con l’università…fammi sapere ok? Kiss!
Pretty: brava risposta esatta (Tokio va senza Y!_nd_inu) (ma che ne sai
tu?_nd_me) (mi sono innamorato della ragazza che canta…_nd_inu
arrossendo) (guarda che è un uomo…! -__-’’’’_nd_me)
(O.O_nd_inu). Grazie 100000!
Capitolo 19 *** La partenza e la consapevolezza di Miroku ***
Dance&love
Dance&love
La partenza e la
consapevolezza di Miroku
Kagome
si fermò e appoggiò i bagagli a terra. Ammirò il maestoso aereo che, di lì a
poco, l’avrebbe portata in Francia. Tastò la tasca dei
pantaloni e tirò fuori un foglietto: era l’indirizzo dell’abitazione di suo
padre! Avrebbe fatto di tutto per vederlo, una volta arrivata a Parigi.
Kaggy
stava salendo sulla scaletta dell’aereo, quando si accorse di aver dimenticato
indietro London. Si voltò e vide l’amica che agitava una mano.
“Vai
avanti, ti raggiungo subito!” urlò.
Alzando
le spalle Kagome si addentrò nel velivolo e prese posto
su uno dei due sedili in fondo. Sistemò la valigia più grande e poi si rilassò
guardando fuori dal finestrino. Era una mattina fresca
e la nebbia le impediva di vedere al di là dell’aereoporto. In Francia avrebbe fatto freddo? Con sé si era
portata solo abiti leggeri, non immaginava che il freddo sarebbe calato così
improvviso. Si preoccupò un po’, ma poi venne
distratta da qualcuno che si era seduto sul sedile di fianco al suo.
“Finalmente! Dov’eri?” sospirò Kaggy
convinta che fosse la sua amica, ma quando si voltò si
trovò di fronte Sesshomaru.
“Uh?
Mi stavi aspettando?” disse Sesshomaru fingendosi
stupito.
“uff! E tu che ci fai qui?”
“Beh…dovrei partecipare ad un concorso, un certo DanseAvecNous…lo
conosci? Sembra che si vada solo con questo aereo!”
“Ah
ah ah divertente…nel
senso…che ci fai al posto della mia
amica?” chiese Kagome serissima.
“Oh,
era il posto di London?...”
“Si!”
“Beh…sembra
che lei se ne sia dimenticata…” replicò Sesshomaru indicando una ragazza che si
era appena accomodata accanto ad un giovane dai capelli castani. Sesshomaru
sorrise beffardo e le mise una mano intorno alle spalle. Kagome si scostò
infastidita.
“Non
toccarmi per piacere!” esclamò la
ragazza. Poi si girò verso il finestrino e si mise una cuffietta dell’mp3 nell’orecchio. Partì la stessa, solita canzone…non
riusciva a farne a meno, era come la nutella per lei.
Col passare del tempo, la nebbia stava iniziando a diradarsi lasciando intravedere
il sole che stava lentamente sorgendo.
Sesshomaru,
stanco di aspettare, scattò in piedi appoggiandosi con le braccia al sedile
davanti.
“Aho! Ma quando parte ‘sto cesso?”
urlò.
“Quando si riempie di stronzi!” gridò
di risposta qualcun altro.
“Questa
battuta è vecchia quanto mio zio!” commentò Sesshomaru.
“Intanto,
te l’hanno fatta” intervenne Kaggy che con un orecchio sentiva tutto.
L’aereo
era quasi pieno, quando entrò anche Inuyasha. Diede
un’occhiata vaga in giro e fece per sedersi nei posti avanti, quando una
voce lo costrinse a girarsi.
“Ehi,
Inuyasha…perché non vieni qui dietro con noi?” lo
chiamò il fratello. Inuyasha lo ignorò.
“ah,
no…è vero che soffri l’aereo! Stavo quasi per scordarmelo!” aggiunse Sesshomaru
provocandolo.
A
quel punto il giovane non potè più ignorarlo.
Lo
raggiunse con passo lento e calmo e, quando gli fu davanti, lo afferrò dalla
maglia.
“Vedi
di non farmi arrabbiare. Adesso sono
un tuo insegnante e devi trattarmi come tale.”Bastarono poche, forti parole a
far calmare Sesshomaru, che si risedette al proprio posto tossendo piano.
Kagome
girò il capo e vide Inuyasha che la guardò di sfuggita. La ragazza non si
stupì.
Dopo
un quarto d’ora, l’aereo si decise a partire. Il velivolo si inclinò
verso l’alto prendendo quota e Kaggy si tenne forte a qualunque appiglio,
comprese le mani di Sesshomaru. Chiuse gli occhi deglutendo.
Il
ragazzo dai capelli d’argento le prese la mano finchè l’aereo non prese stabilità.
“Va
meglio adesso?” disse lasciandole il braccio.
“Sì,
grazie” rispose Kaggy facendo un respiro.
Poi
si tese in avanti chiamando una ragazza sul sedile di fronte a lei. Incominciarono a chiacchierare abbastanza animatamente, mentro Sesshomaru, cullato dagli ondeggiamenti dell’aereo,
stava prendendo sonno. Si era anche svegliato fin troppo presto quella
mattina. Provò a chiudere gli occhi e si addormentò di colpo.
*°*
L’immagine
si fece sfocata. Era su un letto. Con un accappatoio addosso. Sotto nudo.
Scosse la testa due volte provando a ricordare cos’era successo. Come mai
si trovava in quel luogo? Dov’era? Le tende erano
chiuse; nella camera c’era una bella penombra. Un rumore di acqua
che scorreva proveniva da quello che doveva essere il bagno.
Prima
che potesse alzarsi per capire bene da dove proveniva
il rumore, quest’ultimo cessò.
La
porta del bagno si aprì e ne uscì una ragazza avvolta da un asciugamano rosa
chiaro. Sesshomaru sbarrò gli occhi. E quella chi era?
Che ci faceva nella sua stessa stanza?
La
giovane dai capelli neri si avvicinò alla lampadina sul comodino e la accese.
La luce le illuminò il viso.
“Ka-Ka-Kagome…?”
balbettò Sesshomaru deglutendo.
“Sì…chi
pensavi che fossi, stupidino?” rispose Kagome
prendendogli il naso.
Sesshomaru
deglutì di nuovo.
“Che ci facciamo qui?”
“Sai
benissimo cosa dobbiamo fare……” disse Kagome facendosi
scivolare l’accappatoio da dosso. Le forme sinuose del suo corpo vennero messe in risalto dalla luce opaca.
Sesshy aggrottò le sopracciglia facendo attenzione a non perdere la bava.
“Forza,
tesoro, non vedo l’ora di fare un po’ di ginnastica…” sussurrò Kaggy
stendendosi sopra il ragazzo. A quel punto il giovane perse la bava pensando
che veramente Kagome avesse deciso di concedersi a lui.
Ma
proprio quando stava per metterle le mani addosso, l’immagine divenne di nuovo sfocata…
*°*
Sesshomaru
si svegliò sudando e urlò.
“Kagome,
sei una gran porca!”
Mezzo
aereo si voltò verso di loro e Kaggy sobbalzò. Subito arrossì imbarazzata e si
girò di scatto verso il compagno, questa volta arrabbiata.
“Mi
spieghi cosa cazzo ti viene in mente??!” sbottò
cercando di parlare piano.
Ormai
gli occhi di quasi tutto l’aereo erano puntati su di
loro.
Sesshomaru
era ancora mezzo addormentato e, per svegliarlo dalla trance,
la ragazza gli mollò un paio di schiaffi. Il giovane si svegliò di soprassalto
del tutto incontrando gli occhi neri di Kagome, che contenevano un misto di
confusione e rabbia.
Nello
stesso momento, Miroku faceva sogni irrequieti, girandosi e rigirandosi tra le
lenzuola del grande letto. Brividi di freddo gli penetravano la pelle, aveva l’abitudine di dormire a petto
nudo. Si stava raggomitolando sperando di riuscire a scaldarsi
quando qualcuno entrò nella stanza quatto quatto.
Il
personaggio misterioso non si accorse del letto di ferro e lo urtò lanciando un
gemito di dolore.
Miroku
si svegliò di soprassalto come se fosse scoppiata una bomba e si mise a sedere
spalancando gli occhi.
Davanti
a sé, non molto lontano dal letto, vide un ragazzo che sapeva di conoscere
bene. Gli venne improvvisamente un groppo in gola e lo stomaco si contorse costringendolo a deglutire.
“E…tu che ci fai qui…?” chiese Miroku coprendosi con le
lenzuola.
“Ehh…pensavo che mi accogliessi con un tono più felice…”
rispose Keisuke sorridendo strafottente.
“Come se fossi felice di vederti…”
borbottò Miroku senza farsi sentire. Poi parlò a voce un po’ più alta.
“Come
hai fatto a entrare?”
“Per
una qualche ragione, la porta d’entrata era socchiusa” rivelò il ragazzo
passeggiando per la camera. Ecco spiegato la causa del gelo assurdo di quella
notte. Ma come poteva essersi scordato la porta aperta
per tutta la notte? In quei giorni proprio non connetteva, e la colpa era solo di quell’individuo che ora era davanti ai
suoi occhi.
“Non
hai ancora risposto alla mia domanda! Che ci fai qui? Cosa vuoi ancora
da me?” riprese Miroku adirandosi un po’.
“Il
replay di quella sera al pub…” lo provocò Keisuke
avvicinandosi malizioso.
Il
ragazzo col codino sentì il cuore battergli forsennatamente
quando vide il viso dell’amico avvicinarsi pericolosamente.
“Ti
prego, finiscila!
Quella sera ero ubriaco da far schifo e tu ne hai approfittato! Se fossi stato
sobrio non avrei mai fatto quello che ho fatto!”
sbottò Miroku allontanandosi.
“Ne sei sicuro?” la domanda messe in difficoltà il moro, che decise di non rispondere.
“Vedi?
Adesso sei sobrio, però mi sembri molto vulnerabile…” Keisuke era prossimo alle labbra di Miroku, quando
quest’ultimo si alzò dal letto e si diresse in bagno con una sola parola: “Sciocchezze!”
Si
chiuse la porta alle spalle, si chinò sul lavandino e si sciacquò la faccia.
Dopodichè prese il rasoio e cominciò a radersi il mento, senza una parola.
“Ehi,
dai scherzavo…con te non si può scherzare!” rise Keisuke entrando in bagno.
“Non
sai leggere?” chiese Miroku senza neanche voltarsi.
“eh?”
Il
biondo diede un’occhiata alla porta sulla quale era
stato infisso un biglietto: BUSSARE PRIMA DI ENTRARE.
“Ohhh ma per favore! Certe volte mi sembri
un bambino di 2 anni!” disse
fregandosene della scritta e cingendo i fianchi di Miroku.
In
un attacco difensivo, quest’ultimo si voltò di scatto urtando con il rasoio il
viso dell’amico. Le labbra di Keisuke iniziarono a
sanguinare.
“AHIA,
CAZZO!” urlò portandosi le mani alla bocca. Miroku si maledisse
a bassa voce alzando gli occhi al cielo e poi prese velocemente un pezzo di
cotone e fece per tamponare le labbra del ragazzo, ma questo con uno scatto, si
allontanò.
“Cosa vuoi farmi ancora, eh? Non credi di aver già fatto
abbastanza, cazzo??
Io me ne vado!”
Keisuke stava raggiungendo la porta
quando Miroku lo tirò dal braccio.
“Fermo,
idiota! Ho fatto
il danno e adesso devo rimediare!”
“Adesso
hai anche il coraggio di chiamarmi idiota?
Senti, se ogni volta che vengo qui devo tornarmene a
casa moribondo, io con te chiudo!” sbraitò il biondo alzando un dito.
“Cazzo
urli? Stai esagerando come al solito! Siediti che ti
medico!”
“Io non prendo ordini da nessuno!” dopo questo
sfogo, Keisuke cominciò a calmarsi e il moro ne approfittò per tamponargli il labbro inferiore.
“dai,
siediti…” Con grande stupore di Miroku, l’amico gli obbedì
sedendosi su una sedia un po’ inquieto.
“Scusa…non
so cosa mi sia preso…” si scusò Miroku continuando a tamponare con il cotone le
labbra sanguinanti di Keisuke. L’altro non parlò e si
lasciò medicare osservando le mani del ragazzo che tremavano e sentendolo
deglutire. Fece un risolino ironico.
“Cos’è…adesso
sei imbarazzato?”
“Non sono affattoimbarazzato!”
rispose Miroku alzando la voce.
“Non
dire cazzate…sai mentire…ma
non con me!” disse Keisuke prendendolo dal mento.
Il cuore di Miroku sembrava stesse per scoppiare nella
gabbia toracica quando guardò gli occhi dell’amico. Cercò di abbassare lo sguardo, ma ogni suo sforzo fu inutile: era attirato in modo
irresistibile da quegli occhi così verdi. I muscoli della bocca erano
intorpiditi, la saliva era amara, il groppo in gola gli mozzava il respiro. E adesso che avrebbe fatto? Sarebbe caduto
un’altra volta nella sua rete? Avrebbe fatto il suo gioco? O sarebbe scappato da quella situazione per tornare da Sango
con la coscienza pulita e il cuore leggero? Ma se non lo baciava
adesso avrebbe potuto pentirsene per tutta la vita. Prima che riuscisse a
prendere una decisione, Keisuke si avvicinò senza
preavviso e, tenendo stretto Miroku per timore che fuggisse ancora, lo baciò.
Miroku
capì che ormai era fatta…quella volta non si sarebbero dati
solo un innocente bacio…quella volta avrebbero sconvolto gli schemi, avrebbero
scavalcato le leggi della natura…quella volta sarebbero andati fino in fondo
senza pensare alle conseguenze…quella volta sarebbe stata molto speciale,
sconvolgente per Miroku, fantastica per Keisuke, ma
per entrambi di grande impatto. Quando Miroku si ritrovò sul bordo del letto,
avvinghiato con Keisuke, riuscì ad essere sicuro
soltanto di una cosa: Kouga aveva ragione…era gay…stava per avere un rapporto
omosessuale…e ne era quasi fiero…sì…era gay……
Un
occhio indiscreto, fuori della porta, aveva osservato la scena trattenendo il
fiato e scuotendo in continuazione la testa…
“Tsk…lo sapevo…” bisbigliò tra sé e sè
per poi scendere nuovamente le scale.
Dopo
aver fatto il terzo grado all’amico, Kagome si tolse la cintura di sicurezza,
si alzò e si diresse in bagno. Si mantenne a qualche sedile per non perdere
l’equilibrio. Gli sguardi curiosi erano quasi finiti.
La
giovane raggiunse la porta bianca con sopra stampato il tipico omino con la
gonnellina. Prima di entrare diede un’occhiata al
bagno degli uomini e vide un foglio appiccicato sopra con su scritto:
INAGIBILE; GUASTO.
Beh
a lei che importava? Fino a prova contraria non era un uomo.
Spinse
la porta e la richiuse dietro di sé. E chi doveva trovarsi davanti?
“Io
dovrei andare in bagno…” disse Kagome innervosendosi.
“Sei
già in bagno.” Rispose tranquillamente Inuyasha prendendo una boccata dalla
sigaretta.
“Senti…non sono dell’umore giusto…potresti uscire?”
“Devo
fumare…” si giustificò il ragazzo guardandola.
“Vai
nell’altro bagno!” esclamò Kaggy, ma poi si ricordò che era inagibile.
“E’
guasto. Se vuoi puoi aspettare che finisca la sigaretta.”
Inuyasha stette appoggiato al muro espellendo una grossa nuvola di fumo.
“No!
Mi dà fastidio questo odore. Me ne vado.” Ma kagome fu fermata da una mano che le afferrò il braccio.
“Il mio non era un invito, era un ordine.”
La
ragazza sbuffò di proposito e si sedette sulla tavoletta del water con i gomiti
appoggiati alle ginocchia.
Stettero per qualche minuto in silenzio, poi Kaggy aprì la bocca.
“Si
può sapere perché prima non mi hai rivolto la parola? Insomma non credo di aver
fatto qualcosa per non meritarmi un tuo saluto…beh alla fine non
è che me ne importi tanto, però…” disse con la testa bassa. Inuyasha
gliela alzò con un dito. I loro visi si ritrovarono vicinissimi.
“Basta, stai parlando troppo…” poi la
baciò senza lasciarle il tempo di rispondere. Lei non reagì di sua spontanea
volontà, ma quando finirono di baciarsi, lo guardò interrogativo come per
volere una spiegazione.
“Io
e te dobbiamo stare lontani in questo periodo…almeno
davanti al pubblico. Non posso rischiare che scoprano che tra me e te ci sia
qualcosa. Potrei perdere il lavoro.” Inuyasha fu breve e conciso.
“Capisco…”
“Non
davanti al pubblico…ma sembra che qui in questo bagno non ci sia nessuno, a meno che non abbiano nascosto una telecamera da qualche
parte…” rise Inuyasha per poi chinarsi e baciarla di nuovo. Le piaceva. Kagome
era come estasiata da quelle labbra così dolci…ma nonostante questo continuava
a pensare che Inuyasha la stesse prendendo in giro,
che la stesse usando solo per portarsela a letto. Avvolta da questi dubbi,
fermò il ragazzo e con un debole “scusa”
uscì dal bagno.
Sono consapevole del mio non enorme, non
gigantesco…STRATOSFERICO ritardo! Questa volta non sono gli impegni che contano
tanto, ma la mancanza di ispirazione che, se qualcuno
di voi è scrittore/scrittrice, potrà benissimo capire!
Spero comunque che questo
capitolo sia piaciuto tanto! ^_^
Ringrazio tutti coloro che
hanno commentato! Mi raccomando continuate a farlo! ^^
Miroku aprì gli occhi frastornato.
Era stato svegliato dal suo cellulare che vibrava sul comodino. Un messaggio di
Sango.
BUONGIORNO
AMORE MIO…SONO QUASI SOTTO CASA TUA, QUANDO SUONO FAMMI SALIRE COSI’ ANDIAMO
INSIEME A SCUOLA…BACIO…TI AMO.
Il ragazzo lanciò
scocciato il cellulare per terra e si mise una mano tra i capelli,
spettinandoli un po’. Si mise a sedere nonostante le gambe gli facessero un
male atroce; anche le braccia erano doloranti e facevano fatica a muoversi.
Aveva dormito in una posizione particolarmente scomoda, con il braccio di Keisuke sotto la sua testa e le gambe intrecciate con
quelle del ragazzo…aspetta un attimo…KEISUKE?? E’
vero…Keisuke…
Miroku si alzò in piedi e voltò il capo quasi con timore, per
poi vedere colui che quella notte era stato il suo amante. Il moro aveva voglia
di urlare per quello che aveva fatto, ma era stufo di pentirsi e di piangere
sul latte versato! Ormai era successo…sì, si era innamorato di un ragazzo…e non
riusciva più a sopportare l’idea di essere fidanzato con Sango.
Non si faceva sentire per tutto il giorno e poi saltava fuori proprio nei
momenti meno opportuni. Stava arrivando, l’aveva detto, era quasi sotto casa,
poi sarebbe salita senza preavviso e avrebbe assistito alla scena in cui Miroku cercava di spiegarle che non era come pensava e lei
sarebbe scappata in lacrime…sì forse era questo che sarebbe successo…ma
a lui non importava…possibile che fosse diventato così insensibile? Per di più
verso la ragazza che non molto tempo prima avrebbe anche
sposato, senza pensarci due volte!
Ma eccolo lì
l’inconveniente. Colui che aveva davvero rovinato tutto. Eccolo lì che si
rigirava fra le lenzuola sbadigliando e riprendendo sonno.
Miroku non sapeva più che pensare. Si buttò a peso morto sul
letto a pancia in giù, facendo sussultare il compagno.
“Ma fai sempre così
tanto casino quando ti alzi la mattina?” borbottò Keisuke affondando la testa nel cuscino.
“Zitto! Sto
pensando!” lo zittì Miroku.
“Ma perché, tu
pensi?” il ragazzo con il codino si voltò di scatto a guardarlo male.
“Eddai, che scherzo! E a che stavi pensando?” chiese Keisuke sbadigliando sommessamente e mettendosi anche lui a
sedere.
“A che cosa fare
con la mia ragazza”
“La lasci…” disse
semplicemente il biondo.
“Sì, come se fosse
semplice!”
“Se vuoi ci parlo
io!”
“Tu non parli con
nessuno…te ne stai buono buono
qui nel lettuccio…anzi vestiti và!” fece Miroku
alzandosi, ma fu tirato indietro per il braccio.
“Mi vesti tu? Non son capace…!”
“Ma finiscila…Hanno
suonato…minchia adesso che faccio?” chiese Mirokuagitato quando sentì il
citofono squillare. Era sul punto di rispondere, quando il ragazzo biondo lo
raggiunse completamente nudo e prese il citofono.
“Ci parlo io…tu
stai lì buono buono sul
lettuccio…”
Il moro non fece in
tempo a fermarlo che l’altro aveva già risposto.
“Chi è?......ah…….sì lo so che non sono Miroku. Certo che sei perspicace! Come hai fatto a capirlo?.......Chi sono io?........ma come non lo sai? Sono il
ragazzo di Miroku………ah lui sta con te?...Com’è che ti chiami?...Sango?...mhm…no, non mi sembra di aver sentito questo nome ieri
sera, né tanto meno stanotte! A parte che Miroku era
più occupato a fare degli ansimi convincenti, piuttosto che parlarmi di
te………cosa? Non ci credi a cosa? Al fatto che stanotte il tuo ragazzo ti abbia
tradita? Se vuoi te lo faccio dire da lui! Guarda, è
qui vicino a me che non si è ancora rivestito…ha pure dei bei boxer. Puma,
giusto? Ho indovinato la marca?.........ehi
ragazzina?? Ci sei? Yuuuu? Ops,
forse si è offesa, io non la sento più!” così dicendo, Keisuke
rimise al suo posto il citofono e poi si rigettò sul letto, non facendo caso
alla faccia sbalordita e drammatica di Miroku.
In seguito se ne
accorse.
“Beh, che c’è? Che
fai lì impalato? Lo so che sono troppo bello, ma addirittura fissarmi così! Lo
so che mi mangi con gli occhi!”
Miroku dovette ammetterlo. E dovette anche ammettere che Keisuke l’aveva liberato di un bel
peso, anche se in modo un po’…beh in modo un po’…un po’. Il moro si diresse
verso il letto fingendosi arrabbiato. Keisuke si
nascose sotto le lenzuola urlando come un idiota.
“No, non mi
picchiare, non mi fare la bua!”
Mirokusbuffò –Ma può essere tanto
stupido?”-
“Dai, esci di lì!
Conto fino a 3…” lo intimò il giovane.
“Non sapevo che
avessi imparato a contare!”
“Questo è troppo!”
esclamò Miroku alzando le lenzuola e facendo il
solletico al ragazzo, che per poco non cadeva dal letto. Risero entrambi per un
bel po’, finchèKeisuke non
fece segno di fermarsi.
“Lo sai che
sembriamo due femminucce, vero?” disse.
“TU sembri una
femminuccia!”
“Vuoi vedere che ti
faccio cambiare idea?”
“Ne dubito…”
commentò Miroku alzando le sopracciglia. L’altro rise
beffardo, gettò le lenzuola da un lato e si mise a cavalcioni
sul busto del moro. Quest’ultimo si eccitò all’istante e, senza rendersene
conto, iniziò a fremere per poi stringere tra le braccia il suo amante. Keisuke lo guardò sognante e poi prese a baciarlo
violentemente, accarezzandogli il torace, con movimenti da far girare la testa.
“Allora…pensi ancora
che sia una femminuccia?”
“Sì…non mi hai
ancora mostrato del tutto la tua virilità…”
“Ah…vuoi che vada
fino in fondo eh?” queste furono le ultime parole di Keisuke,
perché subito dopo venne aggredito da un lungo bacio,
seguito da un rapporto indimenticabile. E mentre i due ragazzi si stavano
godendo in pieno la mattinata, Sango correva in
lacrime, disperata e senza una meta. Si sentiva persa, abbandonata, inutile,
idiota. Aveva perso tutto! Non aveva più nessuno che stesse
dalla sua parte: Kagome era partita, Miroku l’aveva tradita e Koga era
in crisi perché aveva litigato con Miroku e non
voleva parlare con nessuno, se non con la sua stessa coscienza. La ragazza non
sapeva più che fare. Se piangere, arrabbiarsi, ridere per quanto sia stata
stupida a fidarsi di un ragazzo……Perché tutti gli uomini erano uguali? Perché?
Basta, Sango aveva deciso…sarebbe passata anche lei
sull’altra sponda…tanto non aveva niente da perdere…niente…
Due occhi spenti e
neri correvano oltre il finestrino. Il cielo era diventato limpido, l’aereo
stava scendendo di quota e i palazzi si riuscivano a intravedere.
Pochi minuti dopo,
il velivolo aveva già toccato terra e poi si fermò quasi di botto. Kagome uscì dall’aereo senza aspettare London,
fingendosi offesa. Ma poi forse lo era davvero…cioè insomma! L’aveva lasciata
da sola in balia di quel mostro di Sesshomaru…che per
di più faceva anche sogni erotici su di lei! Ma che aveva fatto per meritarsi
tutto questo? E non era ancora finita lì!
… …
I ragazzi entrarono
con cautela, uno per uno, nella halle dell’albergo,
trascinando ognuno i propri bagagli. Kagome si fermò appoggiando la valigia e sgranchendosi le gambe: poi
guardò la sala: non ne aveva mai viste di così grandi! I lampadari erano
enormi e le pareti erano decorate da affreschi stupendi. Stare lì dentro le dava un non so che di importante. Mentre la fila di ragazzi procedeva verso le camere, London raggiunse l’amica.
“ma dov’eri finita??” chiese London trascinando a
fatica il suo bagaglio, che era tre volte più grande di lei.
“Io con te non ci
parlo!”
“L’hai appena
fatto!” rise London.
“No, parlavo con
quella dietro”
“Anche adesso parli
con quella dietro?”
“C’è una mosca
fastidiosa che continua a ronzarmi intorno, non la sopporto più!” disse Kagome fingendo di scacciare una mosca.
“Dai…parlami finchè stiamo insieme… non possiamo scegliere la persona
con cui condividere la camera…” commentò la ragazza malinconicamente.
“Come no?? Che fanno, ci smistano?” esclamò di scatto Kaggy.
“Già……oh…ti stanno
chiamando! Mi sa che devi già andare! Se capiti con un bel fighetto,
avvisami e io verrò subito da te!” sorrise London e
poi spinse l’amica in avanti, che si ritrovò davanti ad un’insegnante di ballo
classico che teneva in mano una lista.
“Higurashi…camera numero 17…con Lakuni”
disse quello.
Kaggy sbuffò. Già il cognome non le presagiva niente di
buono…per non parlare del numero della camera! Inuyasha
si offrì di accompagnare i ragazzi alle camere. Arrivati davanti alla numero 17, Inuyasha si
accostò all’orecchio di Kagome.
“Io dormo proprio
nella stanza di fronte…non provare a fare la furba…perchè ti controllo…”
La ragazza scosse
la testa sorridendo ed entrò seguita da una ragazza. E così la sua “compagna”
era una ragazza. Tanto meglio…
Una volta chiusa la
porta, Kaggy si sedette sul letto e incominciò a
togliere la roba dalla valigia, osservando l’altra ragazza che, invece, aveva
lanciato la sua borsa sul pavimento e si era chiusa in bagno sbattendo la
porta. Mah…
I ragazzi avevano
due giorni per esercitarsi prima dell’esibizione ma,
prima di quel giorno, Kagome voleva vedere il padre.
La voglia era troppo forte, la curiosità di dove viveva, dove lavorava, come
passava il tempo, era troppa!
Così, quando ne
ebbe l’occasione, chiese al “capogita” il permesso di
poter uscire dall’albergo per raggiungere il luogo dove abitava il padre e gli
mostrò il biglietto su cui era scritto l’indirizzo. L’uomo fece un cenno di
permissione, ma poi aggiunse:
“Però,sicuramente non ti lascerò andare da sola…Sarai
accompagnata da un insegnante…e magari anche da un altro ballerino”
“Ok…” annuì Kaggy.
Quel pomeriggio la
ragazza si fece trovare sulla soglia dell’uscita dell’hotel.
Ciao
Gente…che ve ne è sembrato di questo capitolo?? Ha
saziato un pochetto la vostra fame di capitoli? Eheh…
Lo
so, aggiorno molto lentamente, ma ormai questo è il mio ritmo…poi ora arriva
l’estate e diventa difficilissimo riuscire a scrivere qualcosa…ma
abbiate buona fede, perché io non sparisco mai del tutto!!
Ringrazio
tutti coloro che continuano a commentare! GRAZIE!! E se avete qualche consiglio
da darmi riguardo alla piega che sta prendendo la storia, fate pure!!J
Era distratta.
Pensava al padre, a come poteva essere cambiato in quei due anni, se l’avrebbe
riconosciuta, che cosa gli avrebbe detto. Forse “ciao, papà, sono
tua figlia Kagome, lieta di rivederti” Naa, troppo formale e spedita.
Magari un “ciao,
papi!” con tanto di abbraccio fino a spezzargli le ossa. No, questo era decisamente
drammatico. Si diede un pugnetto in testa per
schiarirsi le idee e non fece nemmeno in tempo a metterle in ordine, che venne raggiunta dai suoi due accompagnatori.
“Ma non è possibile..” si ritrovò a predicare a bassa voce alzando gli occhi al
soffitto.
Davanti a lei si
trovavano i due individui con cui avrebbe voluto non avere nessun tipo di
contatto.
Il primo era
ovviamente Inuyasha. Chi potevano scegliere come
accompagnatore se non lui? Aveva una giacca di pelle nera sopra una maglia
bianca e dei jeans stinti. Proprio azzeccato l’abbinamento.
L’altra persona,
invece, non avrebbe voluto neanche guardarla.
Con una felpa verde
scuro e dei pantaloni neri a vita bassa, Naraku stava
lì, con il suo solito sguardo da drogato.
“Cosa c’è? Non mi vuoi?” Era Inuyasha ad aver parlato, dopo aver notato con piacere
l’espressione sconsolata della ragazza.
“Io non ho aperto
bocca. Vogliamo andare?” tagliò corto Kagome
uscendo dall’hotel. Naraku fulminò
l’insegnante con gli occhi, prima di uscire anche lui.
Utilizzarono i
mezzi pubblici. Inuyasha si fece ripetere più volte
l’indirizzo da Kagome e poi chiedeva informazioni,
con una disinvoltura incredibile, ai conducenti dei mezzi. Dove aveva imparato
il francese così bene, non si seppe mai. Naraku
stette in silenzio per tutto il tragitto e teneva gli occhi fissi a terra,
quasi gli facesse male alzarli appena.
Finalmente
raggiunsero la destinazione prefissata.
Non fu difficile
trovare la palazzina dove abitava l’uomo, maKagome pensò immediatamente di aver sbagliato strada.
Eppure la via era giusta e il numero dell’abitazione anche.
Non potevano esserci stati errori.
E allora perché si
sentiva così fuori luogo? Inuyasha rispose ai suoi
pensieri mentre si accendeva una sigaretta.
“Non vive certo nel
lusso, tuo padre.”
La palazzina era
piuttosto mal messa. C’erano crepe dappertutto e il portone era vecchio e
scolorito. Di certo non una delle più belle case di Parigi.
Kagome si accostò alla porta ma…non c’erano citofoni! Come
avrebbe fatto?
Sconsolata, si
voltò per chiedere aiuto agli altri due: lo sguardo di Naraku
era assente, mentre Inuyasha si era già allontanato e
aveva preso aria nei polmoni, pronto a mettersi a gridare.
“Ehi, voi della
palazzina! Siete morti
assieme alla casa o è sopravvissuto qualcuno?...Allora?”
urlò con potenza e sembrò che volesse svegliare anche le vie accanto dal
sonnellino pomeridiano.
Kagome si vergognò quando un uomo si affacciò al balcone,
urlando un “chi è che fa casino a quest’ora?!”
chiaramente alterato.
“E’ tutto tuo.” Le
disse Inuyasha lasciandole la parola. Che bastardo.
“Ehm…mi
scusi…Vorrei sapere se qui vive un certo KristophHigurashi…” chiese la ragazza più silenziosamente che
poteva.
“Higurashi? Sì,
stava qui.” Rispose l’altro.
“Stava??Perché, ora dove si trova?”
“Ma
tu chi sei, scusa?” domandò l’uomo grattandosi la pancia.
“Sua figlia.”
“Sei sua figlia e
non sai che cosa gli è successo?” a quella domanda, Kagome
si fece più seria che mai ed iniziò a preoccuparsi.
Non riuscì neanche a rispondergli per lo spavento, così l’uomo continuò.
“E’ in ospedale. Sembra che sia grave.”
Una pugnalata colpì
in pieno stomaco la povera ragazza. No, non avrebbe retto anche questo. La
mente le si fece annebbiata e, inconsapevolmente,
perse l’equilibrio e svenne. Narakula soccorse per primo e Kagome
riuscì a intravedere il suo viso da drogato prima che la vista la abbandonasse
e attorno a lei diventasse tutto buio.
§§§
“Oh, ma guarda. Si
è svegliata.”
Kagome fu destata da una voce calda e profonda. Aprì gli
occhi e il suo sguardo incontrò quello di Inuyasha.
Quegli strani occhi dorati le mettevano lo stomaco in subbuglio. Si accorse di
avere la testa appoggiata sulle gambe del ragazzo.
“Dove…Dove siamo?”
chiese alzandosi in fretta e tenendosi tra le mani la testa che le girava
ancora.
“In ospedale. Da tuo padre.” Rispose Inuyasha.
“Mio padre?? Dove??” si agitò Kaggy.
“Tranquillizzati.
Stavamo aspettando che ti svegliassi per chiedere a qualcuno di potergli fare
una visita.”
Kagome era troppo confusa per ragionare
e si fece trascinare dai due accompagnatori, che si avvicinarono ad una
infermiera e le chiesero qualcosa che lei non avrebbe mai capito. Magari quando
sarebbe tornata a casa, avrebbe fatto un corso intensivo di francese…
L’infermiera annuì
più volte e li accompagnò alla porta desiderata.
Kaggy ebbe quasi timore di aprire quella porta, ma si fece
coraggio e la spalancò.
Sul letto
d’ospedale vi era un uomo. Era circondato da fili e una
flebo con del liquido verdastro troneggiava sulla sua testa. Si guardarono
entrambi.
Kagome fece un singhiozzo. Si era ripromessa di non piangere,
ma non ce la fece e lasciò cadere qualche goccia sulle sue guance.
“Sei proprio tu, Kagome?” chiese suo padre guardandola con stupore.
“Aha!” fece l’altra, e corse verso il suo letto
abbracciandolo delicatamente.
Prima che potessero
entrare anche Naraku e Inuyasha,
si presentò un’altra infermiera, che disse che le visite erano riservate ai
soli parenti.
“Io sono il
fratello maggiore. E lei è mia
sorella.” Fece Inuyasha in un francese perfetto,
indicando Kagome. Naraku
non seppe cosa dire e fu costretto a lasciare la stanza.
“Fai il bravo, là
fuori.” Gli disse Inuyasha con un sorrisetto prima di
entrare.
“Vedremo chi riderà
per ultimo, professore.” Sussurrò di rimando il moro.
Kagome e Inuyasha presero una sedia
ciascuno e si sedettero accanto al letto dell’uomo.
“Che ti è successo,
papà? Come mai sei in queste condizioni?”
“Ahh tesoro! Tuo
padre è un uomo sfortunato, gliene capitano di tutti i colori! Sembra che mi
sia venuto uno strano tipo di influenza…non so nemmeno
io cos’è!” rispose con il suo solito tono di voce caloroso.
I due parlarono ancora
per un po’ e Inuyasha ascoltava ogni singola parola,
invidiando un po’ quel rapporto padre-figlia che lui non aveva mai avuto.
Ad un tratto però…Kristoph si
fece serio. Gli occhi gli divennero lucidi e fece un lungo respiro prima di
iniziare di nuovo a parlare.
“Kagome, tesoro mio, ora che ci sei, ho deciso…ecco, ho
deciso di dirti finalmente alcune cose…delle cose di cui non ti ho mai
parlato…e me ne pento…”
Anche la figlia
divenne seria d’un colpo.
“Di che si tratta
papà? Sono pronta ad ascoltarti, per tutto il tempo che vuoi.”
“Bene.” L’uomo fece
nuovamente un respiro profondo.
“Tu conosci il vero
motivo per il quale io e tua madre ci siamo separati?”
“…Era perché lei ti
tradiva.” Disse convinta.
“No, tesoro. Era l’esatto contrario.”
Già a quell’affermazione,
Kagome si alterò, ma il padre cercò di
tranquillizzarla.
“Stai calma, non è
solo questo che volevo dirti. Vedi, io tradivo tua
madre. L’ho tradita con una donna più giovane e bella di lei. Era bionda e
aveva dei grandi occhi azzurri come il ghiaccio. Ci siamo messi insieme, e io vivevo una doppia vita. Dal lunedì al venerdì stavo con
te, tua madre e tua sorella, mentre nel week end mi vedevo con l’altra donna…”
“Allora non erano
viaggi di lavoro…” Kagome si stupì di non aver mai
capito niente.
“No, non lo erano. Vorrei parlarti seriamente, Kagome, e
finalmente confidarti tutto quello che mi sono tenuto dentro. Io e
quella donna ci siamo amati spesso. Il nostro amore
era incontrollabile, era qualcosa di eccezionale. Ma questa passione è sfociata
in qualcosa che non doveva accadere…”
Kagome aveva già un presentimento e Inuyasha
se ne accorse solo dandole un’occhiata.
“Lei è rimasta
incinta. E io non lo sapevo. Quel periodo era un po’ critico per noi.
Litigavamo sempre più spesso e lei era così nervosa…Non potevo sapere. Così ho
pensato che, in fondo, tra noi non potesse funzionare e sono tornato da tua
madre, come afflitto dalle mie responsabilità.” Fece
una pausa per far riprendere la figlia. Lei era
stranamente lucida, e lo guardava in faccia senza mai distogliere lo sguardo.
“Continua.” Disse.
“Dopo un anno,
quella che era stata la mia amante, mi mancava. Decisi di andarla a trovare,
almeno come un buon amico. Ma quando sono arrivato a
casa sua, era tutto diverso da come lo ricordavo. La sua abitazione
sembrava cadere a pezzi…”
-Come la tua,
d’altronde.- pensò Kagome istintivamente.
“…bussai alla sua
porta. Lei mi aprì. La sua casa era un disastro, ma
ora non sto a dirti. Appena mi vide, mi urlò contro tutta la rabbia che provava
per me. Era talmente furiosa che mi raccontò della sua dolorosa gravidanza, di
come aveva partorito tutta sola e di come aveva iniziato a perdere soldi per
prendersi cura della bambina. Perché era una femmina, sai? Mi ha raccontato di
come non riusciva a nutrirla, perché era troppo povera. E infine mi ha
raccontato di averla lasciata in un orfanotrofio, all’età di un anno e mezzo,
perché lì si sarebbe sicuramente trovata meglio e non avrebbe sofferto la fame.
E ha detto che quando si sarebbe arricchita, sarebbe tornata a prenderla e
avrebbero vissuto felici. Senza di me. Io restai basito e mi sentii morire. Lei
mi sbattè la porta in faccia e
io piansi molto.”
Nella stanza cadde
un silenzio disumano, rotto solo dal ticchettio dei macchinari dell’ospedale.
Inuyasha, che non si era perso una
sola vocale, si azzardò a parlare.
“Che fine ha fatto
adesso la bambina?”
Kristoph lo guardò a lungo, poi scosse la testa.
“Non lo so.”
“Papà io…ho
un’altra sorella?” chiese la ragazza, incredula che tutto questo stesse
realmente accadendo. Il padre annuì.
“Cosa
sai dirmi di lei? Voglio sapere. Voglio sapere tutto
di lei.”
“Anya mi ha lasciato una sua foto. Non l’ho mai vista dal vivo.” Kristoph
prese il portafoglio dal comodino e ne estrasse una foto, che mostrò a Kaggy. Lei osservò la dolce bambina con le lacrime agli
occhi: era bellissima. Due occhioni azzurri e delle
labbra piccole a forme di rosa. Le braccine
sembravano piccoli salsicciotti.
“Che bella…”
“Già…” fece Inuyasha dietro di lei.
“Papà, chi è Anya?” all’improvviso quel nome si fece largo tra i suoi
ricordi, ma erano ricordi offuscati e non sapeva
rimetterli in ordine.
“Anya era la mia amante.”
“Ah…Come si chiama
la bimba?”
Il padre fece un
sorriso sforzato.
“Anya l’ha voluta chiamare con il nome che io adoravo tanto.
La chiamò Kagome.”
“K-Kagome?? Si chiama come me??KagomeHigurashi??” la figlia aveva gli occhi stralunati.
“Sì. Ma…Ho saputo che alla fine Anya
non è riuscita nel suo intento. Non è riuscita a riprendersi
la bambina.”
“Perché?”
“Perché era già stata adottata da qualcun altro. Una famiglia inglese, se
non erro. Quando è stata adottata, Kagome aveva circa
7 anni e, per ringraziare la famiglia che l’aveva
presa con sé, aveva deciso di cambiare nome e diventare a tutti gli effetti la
loro figlia.” Kagome stava iniziando a ricollegare
tutto e ogni pezzo del puzzle stava tornando al suo posto.
“E come ha deciso
di chiamarsi?”
“……London Smith.”
Kagome si sentì cadere in un baratro senza fondo.
E non sapeva se
avrebbe più rivisto la luce.
Ma una piccola candela accesa c’era.
Sì, c’era, ed era
dietro di lei e le appoggiava una mano sulla spalla.
“Non disperare. Ci sono io qui con te.” Le sussurrò Inuyasha.
Dopo queste parole,
la ragazza svenne per la seconda volta consecutiva.
Eh, già, chi si aspettava la mia ricomparsa?
(ennesimo silenzio generale e palla di fieno che rotola nel deserto)
Nessuno! Allora avevo ragione ^^.
Mi sono presa il mio bell’anno di pausa (non so se è
davvero un anno, ma approssimo sempre per eccesso xD).
Come va con questo capitolo? Ricordate ancora qualcosina di questa ff? O avete
già gettato tutto nell’angolo della dimenticanza? ^^.
Volevo ringraziare Silvia, che mi ha fatto capire quanto piaceva questa storia e quanto sia stata
egoista a non farla finire. Ma le idee svaniscono col
tempo e la fantasia con esse. Anche se spero che questo capitolo sia stato
abbastanza fantasioso ^^.
Ringrazio di cuore anche chi continua a seguirmi e a
recensire, quindi grazie a mistica88, jessy101, tomikkbill,
prettyeFlyingSquirrel.
Naturalmente il grazie è
rivolto anche a colore che hanno messo la mia ff tra
i preferiti, ovvero:
Per la seconda
volta, Kagome si risvegliò frastornata e per la
seconda volta, la testa le girava come una trottola. Era appoggiata ad un muro di piastrelle fredde e Inuyasha
le tamponava la fronte con un fazzoletto bagnato e freddo anche quello. Si alzò
di scatto. Era in un bagno.
Il ragazzo non fece
alcuna mossa e attese che lei si rendesse conto della
situazione in cui si trovava.
Quando ebbe
realizzato il tutto, Kagome chiuse forte gli occhi,
quasi frustrata, poi li aprì e li rivolse verso Inuyasha.
“Dimmi…Dimmi se può
andare peggio di…” Kagomevenne
zittita da un dolce bacio. Il carattere duro e freddo del ragazzo dai capelli
d’argento si era addolcito e aveva sentito il bisogno di consolare.
Come fosse il
rimedio a tutte le sue preoccupazioni, Inuyasha fece
tranquillizzare Kagome e la riportò nella stanza del
padre che, pietrificato dalla reazione della figlia, riuscì a dirle solo un
misero “ciao” e i due si congedarono.
Nel corridoio, Naraku aspettava, con gli occhi rossi da satanasso.
Quando vide
professore e alunna abbracciati, iniziò a sbuffare come un matto, si alzò di
scatto e uscì dall’ospedale, infischiandosene dei richiami dell’insegnante.
“E ora dove crede
di andare quel matto??”
“Forse torna in
albergo…” optò Kaggy con voce flebile.
“Bah…” commentò
l’altro. Dopodichè uscirono anche loro per tornare in
hotel.
§§§§
Miroku non riusciva ancora a crederci.
Stava camminando
per strada mano per mano con un ragazzo.
Era tutto così
diverso per lui.
I baci, le carezze,
le parole dolci…Ma che gli era successo? Non sembrava più lui!
Lui e Keisuke stavano facendo una delle loro lunghe passeggiate e
decisero di fare una sosta in un parco. Si fecero prestare una palla e si
misero a giocare a calcio come dei gagni, con tanto
di pallonate in mezzo alle gambe.
“Non provarci mai
più! O non sarò più in
grado di procreare!” esclamò Mirokuad un certo punto.
“Procreare?? Ma come parli?? E poi, adesso
che stai con me, non hai più bisogno di procreare!”
“E se avessi
intenzione di lasciarti?”
Keisuke si fece serio, credendo alle parole del ragazzo.
“Scherzavo,
scemo! Sarei un pazzo se pensassi di mollarti!” e gli tirò il
pallone in faccia. Risero entrambi di gusto. Dopo aver fatto gli scemi
correndo come pazzi, si sedettero all’ombra si un
albero e Keisuke si stese con la testa sulle gambe di
Miroku. Quest’ultimo tirò fuori dalla tasca una mela
e si mise a sgranocchiarla.
“Dai! Ti sei portato la mela??”
rise Keisuke.
“Aha”
“Bah…Sei un
salutista del cazzo…”
“Il salutista del
cazzo è abbastanza forte e può spaccarti quella bella faccia che ti ritrovi in
pochi istanti.” Disse tranquillamente l’altro.
“Gnègnègnè”
lo canzonò il biondo, poi si ficcò una cuffia dell’mp3 nelle orecchie. Con un
“No, ma estraniati pure!” Miroku gli prese una cuffia
per ascoltare della musica. In riproduzione a volume massimo c’era “A te” di
Jovanotti. Alzandosi, Keisuke si mise a cantare come
un idiota nell’orecchio libero del moro:
“A te che sei………… Semplicementeeeegay!”
Miroku lo guardò male, ma non riusciva a resistere a quel
sorriso innocente e a quell’espressione che aveva sul viso. Gli accarezzò i
capelli e lo baciò con tenerezza. Una bambina che giocava con la palla, si
fermò con la bocca spalancata.
“Mammaaa! Due signori maschi stanno
facendo sesso!” urlò quasi piangendo.
I due si bloccarono
subito e si divisero posizionandosi a enorme distanza
l’uno dall’altro e fingendo di non conoscersi.
“Tesoro! La mamma non ti ha insegnato a dire
le bugie! Non si offendono le persone più grandi!”
disse una donna, rimproverando la piccola. Quella si fece trascinare
dalla madre, ma stette ancora a guardarli per un bel pezzo.
Miroku fece un respiro profondo e raggiunse la strada
principale del parco, seguito dall’amico.
Il moro aveva
un’espressione che da divertita era diventata malinconica.
“Che c’è?............Ti manca Sango,
vero?”
Miroku si voltò stupito. Aveva indovinato.
“C-Comehai fatto a capirlo? Sembra che tu mi conosca da sempre…”
“Beh, in un certo
senso è così…” fece Keisuke con le braccia dietro la
testa.
“Ma
che dici? Se ci siamo conosciuti un mese fa!”
“TU mi hai
conosciuto un mese fa…Io ti osservavo da molto tempo. Sei un cliente abituale
del bar di Kohaku e company, no? Loro sono anche miei
amici. Ti presentavi nel bar in orari precisi e in giorni precisi: il lunedì,
il mercoledì e il giovedì ci fai un salto veloce di pomeriggio presto per
prenderti un caffè, di martedì e venerdi
vai per far colazione la mattina e nel weekend passi la serata a chiacchierare
con amici e amiche E ho visto spesso Sango Avevi
fatto una buona scelta, non c’è che dire…”
Mirokusi incupì.
“Ehi,
ma ora ne hai fatta una migliore! Comunque ti vedevo sempre. Eri tu che non vedevi me, o sbaglio?” chiese il biondo sorridendo.
“Ehm…già! Scusami!”
“Perdonato! Almeno adesso sai perché ti conosco
così bene…So anche come prendi il caffè!” esclamò il ragazzo con entusiasmo.
“Seriamente??? E come??”
“Lungo! Anche
inconsciamente, ti piacciono le cose lunghe, ammettilo!”
Un altro pugnetto amichevole raggiunse il volto di Keisuke ed entrambi risero per tutto il pomeriggio.
§§§§
Ma c’era qualcun altro che non se la passava tanto bene.
Kagome tornò in albergo ancora scioccata e Inuyasha dovette accompagnarla fino in camera per
assicurarsi che non si accasciasse ancora al suolo.
La fece stendere
sul letto e le baciò la fronte.
“Sei stata proprio
un’ingenua a non accorgerti di nulla.” Le disse sorridendo.
“Stà zitto, professore dei miei
stivali!” gli rispose Kagome acida.
“Ehi, guarda che ti
metto una nota di demerito!”
MaKaggy non rise. Si stropicciò gli occhi e guardò negli occhi dorati il ragazzo.
“Che stupida che
sono. Me la sto
prendendo con te, mentre dovrei ringraziarti per quello che stai facendo per
me…Davvero, scusami…” le sue scuse erano sincere e il tono di voce era triste e
pacato.
“Non fare la
vittima adesso. Però dovresti considerarti fortunata: non aiuto quasi mai la
gente, e questo vuol dire che non mi sei così indifferente.”
Kagome accennò al suo primo sorriso di quel giorno e lo
ringraziò gettandogli le braccia al collo e inspirando a fondo il suo dolce, ma aspro profumo al limone.
Proprio in quel
momento, la porta si spalancò e sulla soglia apparve London, che però non
rimase così stupita di vedere quei due abbracciati, come se già se l’aspettasse.
“AHHH-EM” si
schiarì più forte che poté la gola e Inuyasha si
separò da Kagome per poi accingersi a lasciare la
stanza con un “a domani” distratto.
London si buttò di
peso sul letto di Kaggy.
“We! Fate sul serio voialtri! Che carini!!”
esultò.
Kagome la guardò, ma questa volta con occhi diversi. Diamine.
Quella che aveva davanti era sua sorella! Solo Dio sapeva come si sentiva in
quel momento.
“Uhm…Ho detto
qualcosa che non andava? E’ successo qualcosa Ka-chan?”
L’altra la fissò
con decisione.
“Dimmelo tu……KagomeHigurashi.”
London deglutì
subito e si sentì come la colpevole di un grave reato. Ci mise qualche minuto
prima di connettere e poter rispondere.
“E tu…come fai a
sapere che…?” ma fu interrotta.
“Non importa come
faccio. Resta il fatto che tu me l’hai nascosto per tutto questo
tempo!” esclamò Kagome indignata.
“Cosa?? Che cosa ti ho nascosto?! Il
fatto che abbia vissuto fino a 7 anni in un
orfanotrofio, che non so che fine abbiano fatto i miei veri genitori e che ho
il tuo stesso nome?? Era così fondamentale saperlo?” si
alterò l’altra.
“Come? Vuol dire che…non sai altro?”
La ragazza la
guardò spalancando i suoi occhi color del ghiaccio.
“Perché, c’è
dell’altro?”
Kaggy annuì solennemente e fu subito spronata dall’amica a
raccontarle tutto quello che aveva saputo, dalla prima a l’ultima
parola.
Seppur con
esitazione, Kagomele parlò
dell’incontro con suo padre e del suo racconto intricato e del quale,
inizialmente, aveva capito ben poco. London restò ad ascoltarla col fiato
sospeso, poi…un fatto inatteso. Alla fine del racconto, sul suo viso apparve un
grande sorriso e iniziò ad esultare.
“Non posso crederci! Sei mia sorella! Oh, che gioiaaa!” urlò abbracciandola e riempiendola di baci.
Non era rimasta di stucco, anzi! Sembrava davvero felice e Kagome
gliene fu quasi grata. Grazie alla sua amica, o sua
sorella, il suo umore migliorò e insieme si misero a canticchiare canzoncine
felici fino a notte fonda.
Poi si ricordarono
che la sera dopo si sarebbe svolto il concorso ed
andarono subito a letto, per recuperare le forze e non accumulare sonno.
Kaggy ritrovò il sorriso: presto si sarebbe esibita nel
famoso Opèra de Paris!
§§§§
Era notte fonda e
una ragazza dai lunghi capelli color ebano beveva grandi dosi di caffè per
tenersi sveglia. Vagava per la camera, con una voglia matta di dormire, ma con
la paura di farlo: aveva il timore di sognare Miroku,
e quel bastardo non voleva vederlo mai più, nemmeno nei sogni!
Erano due notti che
non dormiva e versava in uno stato pietoso.
Aveva tentato più
volte di chiamare Kagome, ma il cellulare non
prendeva mai.
Sconsolata, si
buttò sul letto e afferrò il telefonino. Compose un messaggio e lo inviò a
qualcuno che sapeva avrebbe risposto.
“sei sveglio?”
Infatti la risposta di Kouga arrivò
in un batter d’occhio.
“Certo,
come al solito. Devi dirmi
qualcosa?”
Sango riprese a scrivere.
“Sì…sono
stata fregata un’altra volta”
Kouga sapeva già a chi si riferiva la ragazza, ma fece finta
di nulla.
“Da
chi?”
“Dal
tuo migliore amico”
“Mi
dispiace…”
“Grazie”
I due smisero di messaggiare e, dopo un quarto d’ora, arrivò un altro
messaggio di Kouga.
“Stai
dormendo?”
“No,
non ci riesco…”
“Vieni
da me, allora”
“In
che senso?”
“Prendi
la tua roba e vieni a dormire da me. Non ci riuscirai mai da sola…”
Sango pensò che aveva assolutamente
bisogno di qualcuno a cui scaricare i problemi, in mancanza di Kagome. Così prese qualche vestito, lo infilò in una borsa
capiente e, senza pensarci due volte, in punta di piedi, uscì
di casa.
(E tu da dove spunti fuori?? Ti eri perso nei meandri della mia testa?_nd_me)
(Eh sì…mi sentivo così sperduto in
un posto così cupo e vuoto…_nd_inu)
(Scusa???Guarda
che ci metto poco a farti uscire di scena!_nd_me)
(E va bene, ci do un taglio…tsk…_nd_inu)
Boh, dopo le scenette spastiche che
mi mancavano tanto, passerei ai ringraziamenti per gli ultimi commenti:
fmi89:
spero di aver aggiornato abbastanza in fretta e sono contenta che ti sia
appassionata alla mia storia! ^^. Ho un finale in mente, anche se non sono
sicura che piacerà a tutti…Alla prossima, ciao!
Mistica88:
scusami! Anche io me la sono dovuta rileggere tutta! (come ogni scrittrice che si rispetti T_T
_nd_inu). Grazie del commento!
Bellatrix_Indomita:
ma ciao cara! Eccoti il tuo capitolo. Letto per bene?
Spero ti sia piaciuto ^^.
Un raggio di sole che filtrava dalle serrande svegliò Kagome e la sua
compagna di stanza
Dance&love
Altre minacce
Un raggio di sole
che filtrava dalle serrande svegliò Kagome e la sua
compagna di stanza. Si era scordata di non essere in camera con London.
Ma chi era quella tizia?
Dormivano insieme e
non si erano ancora scambiate mezza parola.
Comunque non
sembrava una tipa molto simpatica: se ne stava sempre sulle sue, ascoltava in
continuazione la sua musica stramba con due enormi cuffie e se ne stava chiusa
in bagno per la maggior parte del tempo. Come si chiamava?
Boh…
Kaggy cercò di attaccare bottone.
“Buongiorno…”
L’altra rispose con
un grugnito e si mise il cuscino sulla testa.
Che caratterino!
“Ehi..Scusa se ieri non ti ho degnata di uno sguardo, ma c’è
stato trambusto e..beh, come ti chiami?” provò ancora.
Inizialmente, la
ragazza dai capelli neri fece finta di non aver sentito, ma poi comprese che forse quello non era l’atteggiamento da
adottare con qualcuno che le rivolgeva una parola gentile. Così si voltò da un
lato rivelando due grandi occhi scuri.
“Ema.”
“Ciao Ema. Io sono Kagome, piacere.” La stava trattando come una bambina…
Ema sorrise appena, poi si voltò di nuovo e sprofondò nel
sonno.
Bah, almeno era un
inizio.
Kagome d’altro canto, decise di mettersi al lavoro. Avrebbe
raggiunto la sala prove, dove London e Sesshomaru la
aspettavano da un pezzo.
Diede un’occhiata
al comodino e vide il
cellulare spento dal giorno prima.
Con tutto quel caos
se l’era completamente scordato.
Appena lo accese,
comparve subito l’icona del messaggio. Lo aprì per leggerne il contenuto, che
la stupì non poco.
“Non ne hai abbastanza di brutte sorprese, eh?
Vorrà
dire che dovrò rigirare il coltello nella piaga, allora.
Stasera
chi ti ha fatto piangere tratterrà il respiro per tutta la notte.”
Fece scorrere il
messaggio, ma vide che non c’era alcun numero.
Chiunque
gliel’avesse mandato, l’aveva fatto alle 21 della sera
prima.
Ma chi diavolo era? E che senso avevano quelle frasi?
Accantonò l’idea di
una qualche minaccia e pensò a uno scherzo di cattivo gusto.
Si preparò in
fretta e furia e raggiunse la sala prove.
§§§
Sango arrivò sgambettando davanti alla porta di casa di Kouga che, come per magia, si aprì
non appena lei raggiunse la soglia. Allora alzò il viso e vide che il ragazzo
era affacciato al balcone e la guardava. Evidentemente la aspettava già da un
pezzo. Sango fu contenta di avere ancora qualcuno
dalla sua parte.
Attenta a non far
rumore, salì le scale ed entrò in casa, notando però tutte le luci accese.
“Ehi, entra, non
preoccuparti. I miei sono fuori
per lavoro.” Le sorrise il moro. Poi la accompagnò nella sala da pranzo e la
fece accomodare.
“Hai fame?”
Lei annuì
nervosamente.
-Lo sapevo.- pensò Kouga ridendo sotto i baffi. Le mise davanti un piatto di frittelle.
“Sono di ieri
mattina, non so se ti vanno bene, però…” non riuscì a finire la frase, quando
vide la voracità con cui mangiava l’amica. Sembrava fosse a digiuno da tempo!
“Eheh..Mi sa che ti sono piaciute
lo stesso!”
“Dicono che quando
ti molli con qualcuno hai sempre fame.” Sussurrò Sango.
“Chi lo dice?”
“Boh. Me lo sono inventato.” Disse alzando le spalle.
“Ah, ecco.”
Nella stanza calò
un profondo silenzio, rotto solo dal ticchettio dell’orologio a pendolo.
“Ti senti meglio
adesso?” chiese il ragazzo.
L’altra annuì per
la seconda volta, poi fece uno sbadiglio.
“Dai, adesso sarà
meglio che tu ti riposi. Andiamo a letto.”
A quell’invito, Sango deglutì rumorosamente.
“A letto?? A letto insieme??” chiese quasi
urlando.
“No, no, no, stai
tranquilla. Tu dormirai nel letto dei miei e io nel
mio. Non devi farti di questi problemi.”
MaSango rimase un po’ delusa.
Dentro di lei sentiva che in realtà avrebbe voluto che Kouga
rispondesse in modo diverso. Lentamente si alzò e così fece anche l’amico. Gli
gettò le braccia pesanti al collo e lo strinse a sé.
“Non voglio…dormire
sola. Farei incubi, lo
so già.” Gli sussurrò all’orecchio.
“Vuoi il mio
peluche Mr. Monkey?” disse lui ridendo.
“Voglio te.”
Kouga spalancò gli occhi.
“Non mi
fraintendere. Voglio solo la
tua compagnia.” Concluse e insieme si avviarono in camera da
letto.
Si infilarono cauti sotto le coperte del letto grande e si
avvicinarono per scaldarsi.
“Kouga, mi fai le carezze?” chiese Sangoad un certo punto, con gli occhi già chiusi. Come se
fosse comandato a bacchetta, Kouga ubbidì
accarezzandogli la fronte e i capelli. Provava una sincera tenerezza nei suoi
confronti, che aumentò quando lei gli pose una semplice domanda, ma sempre di
grande effetto.
“Kouga… mi vuoi bene?”
“Sì” si limitò il
ragazzo e si addormentò poco dopo accanto alla giovane.
§§§
Le prove del mattino
andarono abbastanza bene.
Avevano provato il
ballo a coppia e Kagome era stata appaiata a Sesshomaru che, inaspettatamente, si rivelò professionale ed educato e non fece nemmeno una battutina. Che volesse
imitare suo fratello maggiore?
Finite le prove, Kaggy chiese adInuyasha se potesse accompagnarla un’ultima volta a vedere
il padre.
L’altro accettò
subito e in pochi minuti furono nuovamente in autobus.
“Bella prova oggi.”
Le disse Inuyasha mettendole il braccio sulle spalle.
“Già. Sesshomaru è stato proprio
bravo.” Lo provocò la ragazza.
“Bah, a me non è
sembrato. Ovviamente, io e te, prima della gara, ne faremo una da soli…” e le
sfiorò la guancia con le labbra. Lei si voltò e lo guardò in faccia: ancora non
riusciva a credere che aveva un uomo tanto bello, dall’aspetto rude, ma dagli
atteggiamenti dolci quando vi era bisogno.
E pensare che uno o
due mesi prima l’avrebbe solo sognato un tipo così. O l’avrebbe guardato in
eterno dalla finestra mentre si toglieva la maglia. Invece era lì di fronte a
lei e con lo sguardo le chiedeva un bacio.
Un bacio!
Kagome stava baciando Inuyasha!
Da non credere…
Finalmente
raggiunsero l’ospedale e la camera del padre che, stranamente, era circondato
da più fili e da una flebo diversa dal giorno prima.
Oltretutto nei suoi occhi era dipinta la paura.
Kagome la avvertì all’istante e andò a sedersi vicino a lui,
chiamandolo a voce alta.
“Papà! E’ successo qualcosa?”
“Ah, meno male che
sei tornata…Pensavo di non rivederti più…che brutti pensieri…” disse Kristoph con voce rauca.
“Di non rivedermi
più? Che è successo?” ripetè la ragazza.
“E’ stato ieri
sera…appena dopo che tu e il ragazzo ve ne siete andati…Sembra che la macchina
che mi consente di respirare sia stata sabotata…”
“Sabotata?? E da chi??” chiese Kaggy ansiosa.
“Non lo so! Mi ero
assopito quando è successo. Fortunatamente le infermiere sono state pronte e mi
hanno soccorso…Altrimenti avrei dovuto trattenere il respiro tutta la
notte…sarei morto, insomma!”
“Morto!” ripetè la figlia sbalordita. Poi ripensò un secondo alle
parole del padre: trattenere il
respiro tutta la notte? Le tornò subito
in mente il messaggio che aveva ricevuto quella mattina. Che si riferisse al
sabotaggio della macchina respiratoria?
Con uno scatto,
prese il cellulare dalla tasca e riaprì il messaggio. Da dietro le sue spalle Inuyasha lesse tutto e si mise una mano sulla fronte.
“Che bambinate! Che bambinate!” sospirò il ragazzo
capendo quello che stava succedendo.
“Ma
chi è il bambino che ti fa queste minacce e ha pure il coraggio di metterle in
atto?”
“Non ne ho idea.”
Ammise Kagome. E proprio mentre cercava di pensarci,
le arrivò un altro messaggio. Anche quello anonimo.
“Fra
poco la luna argentata dovrà guardarsi continuamente le spalle.”
“La luna argentata? Che significa?? Non vorrà
provare ad uccidere qualcun altro, questo pazzo!”
esclamò la giovane.
“Dubito che ci
riesca. I bambini non
uccidono la gente. Comunque è possibile che con ‘luna
argentata’ si riferisca a Sesshomaru, per il
tatuaggio a forma di luna sulla fronte e per i capelli argentati.” Disse Inuyasha con calma.
“Vuole mettere le
mani addosso a tuo fratello? E la cosa non ti tocca nemmeno?”
“Dai, su. Sai com’è antipatico…”
“L’unico bambino
qui sembri tu! Io vado da lui.”
Affermò Kagome con decisione. Baciò il padre ed uscì a passo veloce dalla stanza.
Ho aggiornato ancora,
un bell’applauso a me!! (CLAP CLAP)
Che ve ne pare del capitolo?
Bello o bello?
^___^
Ringrazio tutti coloro
che leggono, preferiscono e seguono la ff, in
particolare:
KryPotterCullen: Che
belle le new entry! ^^ Davvero mi preghi in
giapponese?? Guarda che poi io lo esigo
U__U Grazie!
Fra007:
anche io adoro Keisukeee! Miroku-Keisuke è la coppia migliore della storia
(AHH-EEM_nd_miro). Dici che Naraku architetta
qualcosa? Mmm…chissà ^^ Grazie a presto!
Mew_Paddy:un’altra new entry! Che voglia che hai per leggerti tutta la ff! Ce
ne vuole di coraggio O___O Grazie mille!
Fmi89:
visto? Adesso aggiorno più in fretta. Mi sono risvegliata dal letargo ^^’ Seguimi, grazie!
Bellatrix_Indomita:
ciao cara! Tu mi riempi sempre di complimenti e io sono contentissima, lo sai bene ^___^ Graziee!
Qualcuno
aveva attentato alla vita di suo padre, e questo non doveva essere considerato
uno scherzo infantile. E se stava per succedere qualcosa a uno dei suoi amici
più cari, beh lei lo avrebbe fermato, questo era certo.
Si
diresse a passo svelto fuori dalla clinica, mentre Inuyasha
le stava dietro senza fatica. Quando presero il pullman, lui cercò di parlarle,
ma Kaggy non ne voleva sapere di rivolgergli la
parola.
Arrivarono
più velocemente del previsto in albergo e la ragazza si diresse subito ai piani
superiori senza usare l’ascensore. Arrivò nella sala prove con il fiatone
interrompendo improvvisamente la lezione in corso. Fortunatamente stava
giungendo al termine e la professoressa Aruna decise
di farla finire in anticipo.
Sesshomaru era lì davanti a
lei, perfettamente in forma, anche più del solito,esfoggiò uno dei suoi soliti sorrisetti.
“Beh?
Eri talmente impaziente di vedermi che ti sei presentata in
anticipo?” disse presuntuoso. Kagome lo ignorò
e diede un’occhiata a tutta la stanza. Il clima era
sereno: qualcuno stava finendo di esercitarsi, altri parlavano in gruppetti,
altri ancora si erano già diretti agli spogliatoi. C’era anche Naraku, che guardava assorto il sole fuori dalla finestra.
Kaggy si sentì
un’idiota.
“Allora? Ti sei imbambolata?” insistette Sesshomaru.
“No…Lascia perdere…” borbottò l’altra. Inuyasha
doveva essersi sbagliato: forse non era Sesshomaru il
bersaglio…o forse aveva ragione…Qualcuno voleva prendersi gioco di lei?
“Boh…Sei
strana in questi giorni.” Asserì il ragazzo entrando anche lui nello
spogliatoio maschile, che sembrava essersi svuotato.
Kagome uscì dalla sala
prove e andò a sbattere contro Inuyasha.
“Allora? Chi è il killer?”
chiese ironico.
“Che ne so. Forse mi immagino le cose…” rispose lei. Inuyasha
le prese il mento con una mano.
“Ehi…Non
sforzarti troppo…Sennò ti vengono le guance rosse…”
“E
con ciò?”
“Non
riuscirei a trattenermi e ti bacerei davanti a tutti. “
“Ma che stai dic…” non riuscì a
finire la frase che Inuyasha la prese e premette le
labbra sul suo collo, passando poi a baciarle le guance colorite.
“N-no! Inuya..Inuyasha!
Se ci vede qualcuno? Fermati!” ma si rese conto che quel tipo
non avrebbe mai obbedito ai suoi ordini. Si sciolse come neve al sole
quando lui le mise una mano sotto la maglietta e le accarezzò la zona intorno
all’ombelico, facendola fremere. Chiunque avrebbe potuto vederli in quel
momento, ma sembrava che a nessuno dei due importasse.
Kagome era arrabbiata con
Inuyasha. Ma con quel gesto,
il litigio sembrava una cosa lontana e dimenticata.
Proprio
quando il ragazzo si decise a baciarle le labbra, si udì un urlo maschile
provenire dagli spogliatoi.
Kagome ebbe subito uno
dei suoi brutti presentimenti.
“Vado
a vedere” disse, e in un attimo fu nello spogliatoio maschile. Qualcuno era già
accorso e la poca folla era posizionata intorno a un
individuo. Kagome sbirciò tra i capelli di una
ragazza e si accorse che si trattava di Sesshomaru
che, dolorante, si stringeva la spalla destra.
“Sesshomaru! Cos’è successo?” chiese facendosi largo e inginocchiandosi davanti
a lui.
“Cos’è,
la grande Kagome si accorge di me solo quando mi
faccio male?” chiese sorridendo e poi tornando serio. Lei non lo ascoltò e gli
scostò i capelli scoprendo le spalle: erano entrambe trapassate da due profondi
tagli. Il sangue gli sporcava i capelli argentati e colava sulla canottiera
bianca. Qualcuno gridò disgustato.
“Chiamate
qualcuno, presto!” ordinò Kagome e subito qualcuno
avvisò la professoressa Aruna, che arrivò di corsa a
controllare la situazione. Mentre tutti erano agitati e in preda al panico,
l’insegnante seppe mantenere la calma e, con le prime due magliette che le
capitarono a tiro, fasciò le spalle di Sesshomaru,
facendo un grosso nodo così da fermare il sangue.
“Vieni con me. Credo ci sia
un’infermeria o qualcosa del genere qui dentro.” Gli
disse.
Lui
obbedì senza opporsi.
“Aspetta! Come ti sei fatto quei tagli?” gli chiese Kagome
prima che se ne andasse.
“Sono
stato aggredito prima di entrare in doccia.”
“E
chi era il tuo aggressore? L’hai visto in faccia?”
“Mi dispiace, ma no. Mi ha preso alla sprovvista.” Detto questo, lasciò la stanza, nella quale calò un silenzio di stupore e orrore.
§§§
“Kagome? Sono Sango. Ti ricordi di me, vero?” una voce
familiare le parlò.
“No.
Chi sei?”
“…”
“Scherzavo. Da quanto
tempo…Perdonami se non ti ho più richiamata, ma tu non
hai nemmeno idea di cosa sta succedendo qui!” si scusò Kaggy.
“Neanche
tu, credimi!”
“Cosa è successo?” la ragazza si sedette con pazienza sul
letto.
“AmicO?” chiese Kagome incredula
accentuando la O
finale.
“Proprio.”
Sango tirò su col naso.
“Mi
spiace… se ti consola, io me la passo anche peggio. Senti qua…” e si mise a raccontarle quei primi giorni d’inferno a
Parigi. Sango annuiva dopo ogni frase e iniziò
ad essere seriamente preoccupata, soprattutto quando
l’amica le parlò di quei messaggi che riceveva.
“Ehi
scricciola…Non prendere sotto gamba queste
minacce…Faresti meglio a stare attenta…”
“Tranquilla,
c’è Inuyasha con me, che…” ma subito si accorse di
aver parlato troppo.
“Inuyasha?? Sarebbe…il tuo
professore di ballo??”
“Ehm,
sì, ma…”
“Ok, va bene. Niente domande,
ok? So quanto posso essere rompiscatole! Beh, ora ti devo lasciare, che pago un
sacco telefonando da qui. Stammi bene Kaggy e…fai
attenzione.” La ammonì ancora l’amica. Poi si salutarono e riattaccarono.
Kagome stava decidendo se
spegnere o no il cellulare, ma quando stava per farlo, un messaggio illuminò il
display.
Sentì
battere il cuore a mille quando lo aprì e lo lesse.
“Alle 11 e 5, 1 persona
brucerà d’invidia.”
-Brucerà
d’invidia? Non vorrà prendere la cosa sulla parola! Non può dar
fuoco a qualcuno!- pensò immediatamente la ragazza. Guardò l’orologio: erano le undici meno un quarto.
§§§
Intanto,
in Giappone sembrava che tutto fosse tranquillo. Almeno per Miroku
e il suo nuovo compagno. Era anche quella una delle loro dolci uscite,
pacifiche e senza disturbatori, ma…quest’ultimo punto era da rivedere.
Keisuke stava leccando uno
dei suoi soliti gelati al pistacchio e Miroku gli
chiese se potesse assaggiarlo, ma quando si attaccò alla pallina verdastra, una
vocina squillante lo bloccò:
“Maaamma! Due signori fanno
sesso con lo stesso gelato!”
Diamine,
era la stessa bimbetta dei giardinetti! Ma che faceva,
li seguiva?
Keisuke scoppiò a ridere.
La
mamma della bambina non la degnò di uno sguardo e continuò a conversare col
gelataio, come fosse abituata a quelle uscite della figlia.
Quando
il moro vide che la piccola si era allontanata, diede un morso frettoloso al
gelato e poi lo passò all’altro, che fece una smorfia infastidita.
“Che c’è? Solo perché ne ho mangiato un po’ più del solito?” chiese Miroku.
Ma non sembrava
essere quello il motivo della faccia del biondo.
“Ti
vergogni?” rispose con un’altra domanda.
“Di
cosa?”
“Di me, idiota! Non è la prima
volta che se qualcuno si avvicina, tu ti fai subito da parte, come se ti
vergognassi di stare con uno come me. E non dire che non è vero, perché lo fai
e lo sai bene.”
Miroku stette zitto.
Aveva ragione.
“A quanto pare ho fatto cilecca. Beh, sai che ti
dico? Visto che rovino la tua ‘immagine’, vado a
cercarmi qualche altro posto dove sentirmi meno umiliato.” Si alzò, incavolato
nero, e gettò il gelato rimasto nel cestino. In gelateria tutti si erano
zittiti e avevano osservato curiosi la scena, compreso Miroku,
che non poteva credere a quello che stava succedendo: Keisuke
si era arrabbiato di brutto, e succedeva poche,
pochissime volte…No, non poteva assolutamente permettere che accadesse. Insomma..La faccia imbronciata e le sopracciglia aggrottate non gli
donavano!
“Keisuke, aspetta!”
Il
biondo aveva già aperto la porta e fatto scattare i campanellini che
segnalavano l’entrata e l’uscita di qualcuno, ma Miroku
lo bloccò sulla soglia.
“Se
vuoi iniziare con le tue scuse, io non ti ascolto…” disse subito Keisuke, ma l’altro lo interruppe.
“Non userò scuse. Per un verso hai
ragione, per un altro no. E’ vero che io mi scosto spesso, ma non perché mi
vergogno di te, ma perché ho un senso del pudore che…”
“Eh! Ora se ne esce
col senso del pudore! Se vuoi stare con me, supera il tuo
‘pudore’ o come lo chiami tu, perché io…” fu costretto a fermarsi.
-E
va bene.- si era detto Miroku. –Se è questo che
vuole, non mi costa nulla.-
Lo
tirò a sé e premette le labbra sulle sue, baciandolo dolcemente, davanti alla
gente. Keisuke si lasciò baciare e sorrise a fior di
labbra, mentre i clienti li guardavano stupiti e disgustati e si accingevano a
lasciare il bar.
Solo
la bambina rimase ad osservarli e quando si
staccarono, li guardò con i suoi occhi grandi.
“Signori. Voi vi amate tanto, vero?”
“Già.”
Asserì Keisuke. “Siamo una bella coppia?”
“Sì, bellissima. La più bella del mondo!” sorrise e uscì raggiungendo la madre.
§§§
La
prima cosa che fece Kagome fu di mostrare il nuovo
messaggio adInuyasha. Lui
lo lesse e sembrò pensarci un po’ prima di dire la sua.
“Vuole
bruciare qualcuno, questo tizio?”
“E’
la stessa cosa che ho pensato anch’io…Ma può fare davvero una cosa del genere?”
chiese la ragazza preoccupata.
“Questo
lo scopriremo tra circa dieci minuti.” E le indicò l’orologio: undici meno cinque.
“Ma…cosa succederà? Come facciamo a
sapere chi sarà ad essere aggredito? Non parla né di
lune argentate, né d’altro. Non ha dato nessuna indicazione. Vuole
farci correre per l’hotel come matti?” chiese ancora Kaggy
guardando e riguardando l’orologio da polso.
“Non
saprei…Anche se, in realtà, ho notato qualcosa di strano…” ammise Inuyasha rileggendo il contenuto del messaggio.
“Cosa? Qualunque indizio andrebbe bene.”
“Beh…dal messaggio precedente, ho notato
che il tipo che scrive è uno abbastanza preciso. Quindi non
abbrevia mai le parole, come spesso fate voi giovani.”
Fece una pausa. “Perciò mi sembra strano che quell’1
sia stato scritto in cifre e non in lettere.”
Kagome annuì, sicura che Inuyasha non si stesse sbagliando. Poi però le venne un
dubbio.
“E
questo cosa cambierebbe?”
“Mmm…qualcosa dovrebbe cambiare. Vuol dire che il
mittente ha scritto di proposito quell’uno in cifre, forse per darci un
indizio…Poi quell’orario così preciso…Perché proprio le undici e cinque?”
“Pensa
in fretta, per favore.” Intervenne Kaggy.
“Senti, qua sembra esserci un solo cervello
funzionante e quello è il mio. Dammi tempo.” La rimproverò.
“Ma non c’è tempo!”
“Il tempo…ma certo! Perché un orario
così preciso? Perché quel numero in cifre? Quei tre numeri
vicini…” stava iniziando a capire.
“Sì…vediamo…11,5,1.”
Controllò Kagome.
“Ecco. Se per esempio
prendiamo la lettera dell’alfabeto corrispondente ad
ogni numero, forse…”
“Quindi…M,E,A…Mea? Ma
non ha senso.”
“In
effetti…Ma se proviamo a cambiare l’ordine delle lettere, può saltare fuori un
anagramma.” Quando parlava in modo così colto, sembrava ancora più attraente
del solito.
“Anagramma..giusto…A-m-e…m-a-e…e-m-a…!!” e si fermò all’improvviso.
“Cos’è? Scoperto qualcosa?”
“Ema! Ecco chi è
l’obiettivo! La mia compagna di camera!”
“Sei
sicura?” Inuyasha era indeciso.
“Ehi,
sei tu che mi hai parlato di anagrammi e robe del genere, quindi se è
sbagliato, darò la colpa a te.” E gli fece la
linguaccia.
Mancavano
tre minuti alle undici e cinque. E Kagome non aveva
idea di dove fosse la sua compagna. In camera non c’era, aveva guardato
prima…Forse avrebbe dovuto guardare in sala prove, ma
quella mattina le aveva detto che non si sarebbe allenata.
Dove
poteva essere?
“Muoviamoci. Cerchiamola
dappertutto. Io guardo su questo piano.” Decise il ragazzo.
“D’accordo,
io vado sopra.” Concluse l’altra e si mise a salire le
scale velocemente. Quanto mancava? Un minuto scarso? Ah, non ce
l’avrebbe mai fatta!
Se
solo l’avesse conosciuta meglio…a quest’ora saprebbe dove
trovarla…
Poi
un lampo di genio la colse. Quando si erano incontrate la prima volta, Ema era stata chiusa in bagno quasi tutto il giorno e a
quanto ne sapeva lei, quella era il posto in cui amava rifugiarsi.
Con
fare deciso, si diresse verso i bagni e, prima che potesse intrufolarsi, le
entrò nelle narici un odore molto sgradevole: un orrendo odore
di capelli. Capelli bruciati.
Tappandosi
il naso, entrò affannata nel bagno e vide tutti i cubicoli aperti, fuorché uno,
da cui usciva una leggera nuvola di fumo. Si guardò in fretta l’orologio: le
undici e dieci!
Si
maledisse a bassa voce.
Per
fortuna il cubicolo non era chiuso a chiave e bastò spingere la porta per
vedere un’Ema seduta sul
water, con la testa ciondolante di lato e i capelli che ardevano emanando un
odore insopportabile.
Eccomi
qua! (mille asce mi si avventano contro) (ç___ç Che
v’ho fatto di male? Vi regalo così tante emozioni con le mie storie U__U)
(cos’è oggi sei in vena di manie di protagonismo?_nd_inu) (Ehm ehm, senti chi parla_nd_me
borbottando a denti stretti) (Pardon?_nd_inu) (Come non detto. Sordo come sempre T__T)
Che
bellino, le recensioni aumentano, sono contenta che ci
sia qualcuno che segue ancora la mia ff! Vi ringrazio
di cuore ^^.
KryPotterCullen:Muahah, è
la mia specialità lasciare i lettori in attesa (ç___ç). Purtroppo il Sesshomaru non è ancora crepato, ma devo ingegnarmi a farlo
fuori (O___o??? _nd_Sessh) E
peccato che tu non sappia il giapponese…cioè…saresti la mia prima fan che mi
prega in un’altra lingua affinchè io aggiorni, buahaha ^^.
Fra007:Uhmm in realtà a me piace di più l’Inuyasha
bambinone e BAKA (Pardon?_nd_inu)
(Oggi è francese..vabbè..),
però i personaggi sono tutti OOC, perciò…boh ho cambiato tutto quanto ^^’ Io
rompo tutti gli schemi! Yes, I can! XD
Nimi_chan: wow in un giorno solo?? Che razzo! Altro che superman, qui si parla
di MIE lettrici (ok, manie di protagonismo T_T)
Grazie seguimi ^^
Robylee:Yee!
Tutti allegramente con la faccia spiaccicata al pc :D Sperò ti si sia attaccata anche per questo capitolo ^^.
Bacio.
Fmi89: Tu mi segui
sempre e lasci sempre un commento..ti ringrazioo!!
Bellatrix_Indomita:ciao carissima
(niente Honey stavolta ^^) Grazie per i complimenti
e…AUGURI!!! Questo capitolo è il mio regalo di compleanno! (cioè…proprio
sa sballo…T_T _nd_inu) (I
miei capitoli sono come oro per lei, capito?? U__U) (Bah, povera Silvia.._nd_inu). Ci sentiamo bella!
Alla
prossima!
Mirokia
Ah, stavo per scordarmi…non aggiornerò fino alla fine delle vacanze
estive…ovvero…piu’ o meno fino agli inizi di
settembre…perdonatemi, ma, sapete…anche le scrittrici in voga come me vanno in vacanza (protagonismo……_nd_inu)
Possibile
che quel tizio che si accaniva contro di lei avesse avuto il tempo di chiudere
in bagno una ragazza e appiccare il fuoco ai suoi capelli in due minuti o anche
meno?
Kagome cercò
di non agitarsi, ma vedere la sua compagna così inerme, quella testa piegata di
lato, il fumo che le ricopriva il viso…E va bene, diciamo che cadde nel panico.
Entrò
nel cubicolo tossendo rumorosamente e si avventò sulla ragazza prendendola di
peso: era bollente. Schiacciò l’orecchio sul suo petto e, agitata com’era, era
convinta di non aver sentito il minimo rumore.
“Oh
mio Dio, è morta, è morta?!” strillò convulsamente.
Il
fumo proveniente dai capelli percorse tutto il bagno e sbucò nel corridoio,
dove intercettò immediatamente il segnale antincendio, che scattò.
Subito,
la testa di Kagome e i corridoi furono bagnati da una
pioggia d’acqua. La ragazza alzò gli occhi al soffitto guardando il piccolo
oggetto di ferro che scaricava acqua.
“Grazie
al cielo!” sospirò e vide che i capelli di Ema si
erano spenti di botto.
Inuyasha
comparve subito dopo sulla soglia del bagno accennando un “L’hai trovata?” Per
poi accorgersi del corpo esanime che Kagome cercava
di stendere sul pavimento. Si guardarono un istante: erano entrambi bagnati
fradici.
Poi
Kagome dedicò nuovamente l’attenzione all’amica.
“Ema! Ema! Svegliati, coraggio,
apri gli occhi!”
Inuyasha si
inginocchiò accanto a lei e le tastò il polso; un sospiro di sollievo uscì
dalle sue labbra.
“E’
viva.” Dichiarò. “Dorme come una bambina.”
Kaggy sorrise
sollevata.
“Allora,
portiamola in camera e permettiamole di riprendersi.” Disse toccandole i
capelli, gran parte dei quali era stata bruciata.
Fece
per prenderla in braccio, ma il ragazzo la frenò.
“Lascia
fare a me..o potresti incriccarti la schiena.” Disse
guardandola di sottecchi. Cos’è, prima la trattava come una “giovane che scrive
messaggi abbreviati” e poi come una “vecchia dalla schiena incriccata”?
Kaggy fece
il finto broncio e non fece in tempo a replicare, che il bagno fu affollato da
alberganti e alcuni dei loro professori.
“Cosa
è successo?!” chiese il professor Myoga con una mano
sulla fronte. Aveva avvertito da lontano lo sgradevole odore di capelli
bruciati.
“Niente,
non si preoccupi.” Si affrettò a dire Kagome: non
voleva che altra gente rimanesse coinvolta in quegli strani avvenimenti. “Deve
aver avuto un calo di zuccheri..Le succede spesso..”
“E
perché è scattato l’allarme antincendio?” intervenne una signora sui
sessant’anni.
“E’
colpa mia.” Disse Inuyasha e tutti si voltarono verso
di lui. “Ho la brutta abitudine di fumare, ovunque mi trovo. Vogliate
scusarmi.” E mostrò il pacchetto di Lucky Strike. Con
sonori “Bah, i ragazzi di oggi” la gente cominciò ad affluire fuori dal bagno.
Solo Myoga rimase a guardarli preoccupato.
“Vi
do una mano.” Disse e insieme ad Inuyasha, portò la
povera Ema, addormentata forse da un sonnifero, sul
suo letto e aspettarono accanto a lei che si svegliasse.
§§§
“Beh,
come sta?” chiese Kouga riferendosi a Kagome mentre accordava la sua nuova chitarra. Lui stesso
si era scordato che era capace di suonarla.
“Dire
male è poco…Sta peggio di male!” rispose Sango con
enfasi.
“Peggio
di male? Che le è capitato? Anche lei ha problemi di cuore?”
“Naa. Lei non è il tipo. E’ peggio di quel che immagini.”
“Sì
ho capito che è peggio! Ma vuoi spiegarmi perché?” si alterò il moro.
“Beh…No,
sono affari suoi.” E gli sorrise. “Allora, abbiamo deciso! Miroku
è fuori dai Grease!”
“Ma…Veramente
hai deciso tutto tu. Lui, fino a prova contraria, è ancora il mio migliore
amico, e…” fu interrotto.
“Oh
sciocchezze. Ora io e te facciamo una canzone, e vedrai come schiatterà di
invidia!” esclamò Sango sbattendo i pugni sulle
proprie ginocchia.
Kouga le
sorrise divertito.
“Non
ci credo. Hai subito preso la voglia di vivere e di scherzare dopo una misera
notte. Ti invidio, sai?” confessò sconsolato.
“Tutto
merito tuo, caro.” Sorrise, poi si afflosciò all’improvviso. “Spero solo che
anche tu non sparisca come ha fatto quel cane del mio ex…”
e fece cadere di botto la testa sulle braccia che aveva incrociato sul tavolo.
Un singhiozzo le pervenne dalla bocca e una lacrima le rigò il viso ancora
fresco di pianto. “…Però mi manca.”
Non
fece neanche in tempo a finire di parlare, che già Kouga
l’aveva raggiunta da dietro, dopo aver gettato da una parte, fortunatamente sul
divano, la chitarra nuova di zecca. Le raccolse i capelli e accostò il suo viso
a quello di lei.
“Smettila
di piangere. So che sei venuta qui per sfogarti, ma non sono così paziente da
sorbirmi tutti i tuoi lamenti” le
sussurrò in un orecchio. Le sue parole erano due, ma il tono di voce che stava
adottando era morbido e dolce.
“Vuoi
che me ne vada?” fece lei trattenendo il singhiozzo. Kouga
sembrò pensarci un po’, poi si allontanò, fece il giro del tavolo e le si
sedette di fronte. La guardò intensamente, come non aveva mai fatto e Sangocredette di essersi persa
in quegli occhi azzurri come l’oceano.
“Possibile
che tu non abbia ancora capito?”
Sango alzò
di più la testa. La stava fissando da troppo tempo! E in che modo, poi! Si
sentiva quegli occhi addosso e non riusciva a distogliere lo sguardo da essi.
Dopo suoni che assomigliavano a boccheggia menti, Sango
chiese:
“C-capito cosa?” poi finalmente capì quello sguardo. Vi era
la stessa sfumatura che aveva Miroku quando aveva
cercato di baciarla la prima volta, la stessa che aveva quando stavano per fare
l’amore. Lo stesso, identico sguardo.
La
ragazza sorrise leggermente e finalmente riuscì a chinare la testa in basso.
“Kouga.” Lo chiamò con voce ferma. “Tu e Miroku
eravate i miei migliori amici. Con Miroku c’è stato
di più e adesso il rapporto è andato in frantumi. Mi rimani solo tu, ormai.
Credimi, se ti dico che mi piaci tanto…ma come amico.
Ti vogliobene e vorrei che rimanesse
così. Per favore.” E lo guardò di nuovo, stavolta quasi supplichevole. Kouga fece un sospiro deluso e i suoi occhi persero la
strana sfumatura. Stettero un attimo zitti, poi il morò
disse la sua.
“Hai
ragione.” Acconsentì. “Altrimenti…come faresti a
cantare senza una chitarra che ti accompagna?”
Sorrisero
entrambi ed entrambi sussurrarono un grazie appena udibile.
§§§
Quando
sentì le coperte che sfregavano sulla sua mano, Kagome
si voltò di scatto e dedicò la sua attenzione alla compagna di stanza.
“Ooouuuu…” brontolò Ema appena sveglia.
“Ema! Stai meglio?”
“Nhn…Nonmolto…Mi rimbomba la testa…”
“E’
comprensibile…Devi averla sbattuta da qualche parte,
tranquilla.” Fece Kagome, ma Inuyasha
le rivolse un’occhiataccia della serie “guarda che così non tranquillizzi
proprio nessuno”.
“Che
mi è successo, dannazione?” chiese insistente Ema
tastandosi la testa e accorgendosi che mancava una buona parte dei capelli.
Fece per mettersi ad urlare, ma subito Kaggy le fece
segno di stare zitta e le disse che le avrebbe raccontato come erano andate le
cose.
“Non
credo che tu sia in una situazione di cui vantarsi.” Commentò Inuyasha dopo che lei ebbe finito.
“Grazie
tante.” Ribattè l’altra con una mano sulla fronte.
“Se
continueranno a succedere questi fatti, probabilmente annulleranno la partecipazione
della nostra scuola al concorso. Alla fine, a loro non fa né caldo né freddo se
una misera squadretta come noi si ritira dal palco…”
si dovette interrompere a causa dello sbraitare di Ema.
“Come,
come? Ho sentito bene, professore di merda? Tu vuoi dirmi che sono arrivata fin
qua per farmi bruciare i capelli, sbattere la testa contro un water e perdere
l’occasione della mia vita?! Qui altro che tagliarsi le vene! Me le strappo
direttamente!” e si mosse in modo convulso nel letto, tanto che Inuyasha dovette alzarsi e prenderla dalle spalle perché
non si facesse male. Con una velocità assurda, raggiunse un punto tra la spalla
e il collo con le due dita e premette forte, per poi far accasciare Ema sulle lenzuola. Lì per lì sembrava che l’avesse uccisa
con un metodo veloce e letale, invece si era solo riaddormentata.
Inuyasha si
voltò verso Kagome è fece schioccare la lingua.
“Trucchi
del mestiere.” Disse, modesto come sempre.
§§§
Passò
qualche ora e Kaggy non ricevette messaggi.
Pensò
che finalmente fosse finito tutto, ma evidentemente si sbagliava.
Erano
le 10 di sera e tutti gli alunni erano stati invitati a rientrare nelle proprie
camere per la notte. Kagome aveva appena chiuso la
sua porta, quando il cellulare, che ormai teneva sempre in mano, le fece
vibrare la pelle.
Si
affrettò a leggere.
“Alle 10 e mezza la tua anima gemella sarà in un
mare di guai”
Gli occhi le si spalancarono e tentarono di uscire
fuori dalle orbite. Questa volta aveva capito da sola, non c’era bisogno di Inuyasha.
In qualche modo quel tipo misterioso aveva scoperto
la relazione tra lei ed Inuyasha e adesso voleva
toglierlo di mezzo. Insomma, chi altro poteva chiamare con l’appellativo “anima
gemella”?
Senza perder tempo, uscì dalla porta che aveva
appena chiuso, mentre Ema dormiva tormentata da
incubi che la facevano emettere lamenti soffocati nel sonno.
Bussò insistentemente alla porta di fronte alla sua
e, quasi subito, aprì un Inuyasha che forse si era
già appisolato.
“Che succe…?”
“Fammi entrare, presto!” fece Kagome
frettolosa, e subito si chiuse la porta alle spalle. Inuyasha
la guardò stranito.
“Che c’è? Hai gli incubi? Vuoi dormire con me
stanotte?” e fece un sorrisetto poco rassicurante.
“Sì” disse Kagome
inaspettatamente e l’altro dovette farselo ripetere.
“Cosa?”
“Ho detto di sì. Dobbiamo stare insieme…almeno
fino alle 10 e mezza…” farfugliò lei aggrappandosi al
suo braccio.
“Un altro di quei messaggi?” Inuyasha
aveva già capito.
“Sì..sì..Questa volta vogliono te, ne sono sicura!”
“Sicura?”
“Ti ho detto di sì!” e lo disse quasi urlando, non
si sa se per rabbia perchè lui le dava poco retta o
per la paura che all’improvviso qualcuno potesse sfondare la porta all’improvviso.
“Quindi…abbiamo mezz’ora
di tempo?” il ragazzo la abbracciò da dietro.
“Per cosa?”
“Questo potrebbe essere l’ultimo momento in cui
posso stare con te. Chi può dirlo, magari hai fatto i conti sbagliati e
vogliono farmi fuori in un altro orario…” disse,
anche se si accorse che stava fantasticando troppo.
“No, no, NO! Non ti azzardare neanche a pensarlo!”
e si fiondò tra le sue braccia, con la testa sul petto e il profumo al limone
che la circondava. “Non ti porteranno via da me…Cazzo,
per una volta che mi innamoro!” e quell’ultima frase la disse debolmente, quasi
sperasse di non essere udita.
Ma Inuyasha aveva sentito
benissimo.
E quelle parole erano come musica per le sue
orecchie, eppure così incredibili.
Lei innamorata di
uno come…lui?
Impossibile. Pensò subito il ragazzo. Sta
scherzando.
Ma quelle sue braccia esili ancora strette al suo
busto e gli occhi chiusi quasi volesse trattenere le lacrime, gli fecero venire
dei dubbi.
Holaamigos.
Stasera mi diletto nello spagnolo, volete? (No, grazie_nd_inu) (che c’entri
tu?_nd_me)
Rieccomi tornata, bella fresca
dalle vacanze, che peraltro sono state le più belle della mia vita, non
immaginate! (e non ce ne può fregar di meno.._nd_tutti)
Sono
tornata giusto l’altro ieri e il mio primo pensiero è stato “Ahhhhhh! I miei lettori!” (l’urlo c’è stato davvero) E
allora ecco il capitolo, che oi è l’introduzione a
quello clou…Quello che tutti si aspettano da 25 capitoli…quello che preferisce Miroku
(insulto diretto ç___ç_nd_miro)…insomma spero che lo
aspettiate con ansia!
RINGRAZIO TUTTI COLORO
CHE HANNO RECENSITO E CHE SEGUONO LA FF, GRAZIE
MILLE!
-…E quest’ultima notte… voglio passarla…con lei.-
Questo era il pensiero di Inuyasha che, mentre
accarezzava lentamente i capelli di Kagome, si
accorse di voler passare la notte con lei, sì, ma non lo sfiorò minimamente
l’idea del sesso. Questo, inizialmente, lo preoccupò un po’: insomma, che gli
era successo? Gli avevano fatto il lavaggio del cervello durante il sonno?
Quando aveva a che fare con una donna, automaticamente doveva andare a letto con lei.
Eppure, quella volta era
stranamente diverso.
Non c’era nessuna
perversione in lui, solo un senso di tenerezza che lo spingeva ad accarezzarla
convulsamente, quasi fosse spaventato di quello che sarebbe successo dopo.
-…Inuyasha?-
La voce cristallina di Kagome lo fece svegliare dalla sua trance improvvisa.
-Mh?-
-Stai bene?-
-…Non preoccuparti. Non mi
hanno ancora lanciato un pugnale dalla finestra.- e riuscì a fare l’ironico,
anche se un momento più serio di quello non avrebbe potuto trovarlo.
-Hai ragione! La
finestra!- Kaggy scappò dall’altra parte della camera
e, con uno scatto, chiuse la finestra tirando poi un sospiro di sollievo.
-Ehi…si può sapere perché sei
tanto agitata?- chiese Inuyasha riavvicinandosi.
-Come perché? Perché non voglio che quel pazzo
ti faccia del male, ecco perché!- balbettò lei.
-Hai detto tre volte perché, sai?- fece lui sorridendo.
-E perché me lo fai
notare?!-
-Siamo a quattro!-
sembrava che Inuyasha ci stesse prendendo gusto. Kaggy sbuffò rumorosamente e si sedette sul letto, con la
faccia imbronciata. Inuyasha si mise al suo fianco
con una faccia da cane bastonato.
-Dai. Perdonami.- e sbattè le ciglia di proposito.
-E tu vorresti farti
perdonare con quella faccia da ebete? Ma fammi il piac…-Kagome venne interrotta da un soffice bacio. Pensò
che non era possibile che Inuyasha la interrompesse
sempre in quel modo.
-Così va bene?-
E la ragazza, alla vista
di quegli occhi dorati così sinceri, si sciolse tanto da riuscire soltanto ad
annuire. Non baciava Inuyasha da poche ore e già ne
aveva astinenza. Ma, mentre le loro labbra si incontravano di nuovo in una
danza lenta ed elegante, pensò che ormai i baci non le bastavano.
Voleva di più.
Aveva desiderio di lui
dalla prima volta che lo aveva intravisto dalla finestra.
Ma credeva che sarebbe
stato solo un bellissimo sogno ad occhi aperti, niente di più. Un sogno
irrealizzabile.
E invece adesso ce l’aveva
lì, tra le sue braccia, steso su di lei.
Adesso poteva toccarlo,
poteva sentire il suo profumo, poteva accarezzargli i capelli argentati.
Poteva parlargli,
guardalo negli occhi, sentirgli dire che la amava…
Un momento.
Cosa aveva appena detto?!
Kagome cercò di drizzare le
orecchie più che poteva per ascoltare anche il minimo rumore. Tutto ciò che
sentiva era il respiro di Inuyasha accelerare e lo
schiocco dei suoi baci lungo tutto il collo.
Eppure lei aveva sentito qualcosa…Inuyasha aveva parlato! Ma cosa aveva detto
esattamente? Ah, era così confusa. Confusa e stanca.
Ma lo stesso, ebbe la
forza per stendersi sul letto e trascinare il ragazzo con lei. Poi gli appese
le braccia al collo e continuò ad assaporare il sapore delle sue labbra. Era
come se fosse incollata: non riusciva a staccarsi da quei baci così sensuali.
Di tanto in tanto
schiudeva gli occhi e vedeva che anche Inuyasha li
teneva socchiusi, forse per fare attenzione ad ogni piccola smorfia di piacere
che avrebbe fatto lei. Si guardarono a lungo, ognuno intento nella
contemplazione delle pupille dell’altro, con la speranza di poter scoprire che
razza di sentimenti galleggiavano in quegli occhi.
Improvvisamente, mentre accarezzava delicatamente la pelle della
ragazza sotto la sua maglietta, Inuyasha ebbe di
nuovo quell’impulso, quella piacevole carezza interna che gli faceva correre
brividi lungo tutta la schiena. Lo disse una volta, forte e chiaro, in modo che
Kagome non potesse mal capire:
-Voglio fare l’amore con te.-
Inuyasha si aspettava che Kagome lo spingesse lontano da sé e cercasse di scappare, o
che gli rispondesse male e che cercasse di scappare comunque.
-Anch’io.-
fece lei, con nessun segno di incertezza nella sua espressione. L’altro si ripetè la risposta due volte prima di rendersi conto che Kagome aveva davvero detto quelle parole.
Per non sembrare
incredulo, si abbassò di nuovo a baciarla, stavolta con più violenza, tanto che
per un attimo la ragazza non riuscì a tenere il suo ritmo.
Prese a baciargli le guance
e il collo meravigliandosi di quanto fosse dolce la sua pelle. Le mordicchiò il
lobo dell’orecchio, mentre una mano le carezzava l’addome sotto la maglia.
Lei fece un verso strano
quando quella mano andò a sfiorarle l’ombelico e poi le toccò il ferro del
reggiseno. Inuyasha si mise a cavalcioni su di lei e
iniziò ad armeggiare con due mani sul reggiseno, mentre Kagome,
senza troppa audacia, gli accarezzava le natiche e sospirava ogni volta che le
si staccava un gancio.
Inuyasha sentiva la voglia
ribollirgli nello stomaco e, con una velocità insolita, prese a tormentarle un
seno, mentre con l’altra mano era già pronto a toglierle i pantaloni attillati.
Proprio in quel momento, il cellulare di Inuyasha,
sul suo comodino, squillò, e una musica fin troppo familiare si sprigionò nell’aria.
-Ci mancava solo questa.-
disse Inuyasha, ma non in modo ironico, anzi
sorrideva dolcemente. In effetti era proprio l’unica cosa che mancava a quel
momento così surreale. Le note di “Sei
parte di me” fecero fare un balzo al cuore di Kagome
e le diedero più coraggio di quello che mostrava già.
Aprì la camicia del
ragazzo e passò le labbra sui suoi pettorali, poi, sentendo il respiro di Inuyasha farsi più affannato, un piacevole formicolìo si espanse in mezzo alle sue gambe, tanto che fu
costretta ad aprirle.
Vista l’occasione, Inuyasha si posizionò immediatamente tra le sue gambe e
prese a sbottonarle i pantaloni, nel mentre che lei era impegnata a baciargli
il petto. Anche lui iniziava a sentirsi i jeans stretti, così fece prima ad
abbassarsi i suoi, poi prese nuovamente il viso di Kagome
e la riempì di baci.
Lei,a sua volta, gli
prese una mano e lo aiutò a toglierle i pantaloni. Finalmente entrambi li
abbassarono fino alle ginocchia, così che Inuyashapotè toccarle l’interno coscia. A quel punto Kagome prese a respirare convulsamente, sussurrando un
debole “aspetta”, ma l’altro aveva la mente troppo annebbiata e avrebbe sentito
solo ciò che voleva lui.
Prese a tirarle l’elastico
delle mutande, avanti e indietro, in un movimento snervante.
-Ti prego…Inuyasha…-
mormorò, indurendo poi la schiena quando un dito di lui si introdusse nei suoi
slip.
-Shhh…- fece l’altro e la baciò
ancora, ricevendo come risposta degli ansimi trattenuti: musica per le sue
orecchie.
-Inu…Inuyasha…- ormai si mordeva le
labbra da sola per convincersi a stare zitta e muoveva una mano verso i suoi
boxer grigi, cercando di non sembrare tanto provata per quello che le stava
succedendo. Ma Inuyasha lo capì subito e non potè non farle la fatidica domanda.
-Kagome. E’ la prima volta per
te?-
Lei fece un sorriso
sforzato, quasi volesse sdrammatizzare. Senza vergogna rispose che sì, era la
prima volta. Ma lo pregò di andare avanti lo stesso. Disse che non gliene
importava e che era dalla prima volta che l’aveva visto che avrebbe sognato
fare tutto questo con lui. Inuyasha lesse la
sincerità nei suoi occhi.
-Allora ti accontento.-
sorrise, poi mise il secondo dito negli slip, osservando soddisfatto la smorfia
di piacere disegnata sul suo viso. Poi, sentì che anche lei aveva appena messo
la mano nel suo intimo e avvampò subito di caldo. Avrebbe voluto alzarsi e
aprire la finestra perché facesse entrare un po’ di fresco, ma cause di forze
maggiore lo tenevano inchiodato al letto.
Anche lui fece piccoli
ansimi, un gemito dopo un tot di sospiri, e, quando si sentì davvero
pronto,finalmente ripetè
quello che aveva già detto in precedenza, ma che non era sicuro fosse stato
sentito da Kagome.
-Ti amo.-
Non aspettò una risposta.
Le tolse in fretta gli slip ed entrò in lei in un colpo solo.
-Ahhhn…Anche…ah…ancheio…- fece Kagome e sentì
come se si stesse sciogliendo sul letto. Il sudore le imperlava la fronte,
avrebbe volentieri preso una boccata d’aria. Eppure, tutto ciò che voleva veramente era di rimanere distesa su
quel letto, con l’uomo che amava avvinghiato a lei, con quei “ti amo” che
aleggiavano nell’aria calda, con la loro
musica che continuava a suonare…
Ma…com’è che quel cellulare squillava
ancora? Chi è che lo chiamava in modo così insistente?
§§§
Dopo che ebbero finito di
far l’amore, erano già le dieci e mezza passate.
Kagome si accoccolò al cuscino,
ritenendo di aver fatto scampare al suo ragazzo il pericolo. Inuyasha andò subito ad aprire leggermente la finestra, poi
si rimise mutande e pantaloni, sedendosi accanto alla ragazza.
Le accarezzò per qualche
minuto i capelli, poi gli venne in mente qualcosa. Kaggy
pensò di aver visto addirittura una lampadina che gli si accendeva sulla testa.
-Mi mostreresti l’ultimo
messaggio che ti è arrivato?- chiese.
Kagome annuì e gli porse il
cellulare, che era rimasto nei pantaloni ai piedi del letto. Dopo che ebbe
letto, il ragazzo storse il naso, e se Kaggy non gli
avesse chiesto cosa c’era che non andava, forse non si sarebbe azzardato a
esporre i suoi pensieri.
-Sei sicura che per “anima
gemella” si riferisca a me?-
Ed ecco che il dubbio di Kagome tornò a galla.
-B-beh…credo di sì…-
-Credi? Rifletti un attimo…chi è che sa della nostra relazione?- fece lui. Kagome si mise a contare sulla punta delle dita.
-London e Sango.-
-Chi è questa Sango?- domandò, ma poi decise di lasciar perdere da
subito. –Beh, allora, se per “anima gemella” intende
me, significa che l’autore (in questo caso, autrice) di questi fatti è una
delle persone che hai detto…-
-Ma…l’unica ad essere in Francia
è London…- disse Kaggy
titubante, sapendo già come avrebbe ribattuto Inuyasha.
-Allora dev’essere lei…-
-Ma è mia sorella!! E da
quando ci siamo conosciute, siamo andate sempre d’accordo, siamo state sempre insieme…Sembravamo gemelle per quanto eravamo attaccate e…-
-Che cosa hai detto?-
-Oh.-
In quel momento, il
cellulare si mise a squillare per l’ennesima volta. I due si lanciarono un’occhiata
fugace, quasi avessero avuto un presentimento. Inuyasha
attraversò il letto e rispose. Non fece neanche in tempo a dire “pronto” che
una voce squillante rischiò di farlo diventare sordo.
-Professor Uzumaki! Ma che ha fatto in tutto questo tempo, me lo
spiega? E’ da dieci minuti che la chiamo senza sosta!- era la professoressa Aruna. Inuyasha guardò l’orologio:
erano le undici meno venti.
-Che è successo? Mi dica…-
-Che è successo, mi dice?
Che è successo??! Ma dove vive lei, sulle nuvole? C’è che una ragazza ha
rischiato di morire e adesso c’è il caos…Ma…Chi c’è
lì con lei?- strillò l’insegnante, dopo aver sentito l’urlo mozzato di Kagome, che aveva ascoltato la conversazione. Quest’ultima
sentì un senso di colpa attanagliarle la gola. Si rivestì alla velocità della
luce.
-Dov’è successo questo
fatto?- chiese Inuyasha tenendo d’occhio i movimenti
di Kaggy.
-Nel bagno della mia camera…Erano le dieci e mezza, ero appena rientrata e…-
-Va benissimo così,
professoressa. La raggiungiamo subito.- e allontanò il telefono per poter
chiudere la chiamata.
-Raggiungiamo?? Ma in quanti siete, scu…-
e la chiamata fu interrotta.
Non riusciva a credere di essere caduta in
trappola.
Non voleva pensare al fatto che, mentre lei
se la spassava con Inuyasha nel suo letto, sarebbe
potuta succedere qualsiasi cosa.
E, a grandi linee, aveva già capito cos’era
successo e…achi.
Aveva corso troppe volte in quei pochi giorni…minimo sarebbe dimagrita di 3 chili.
Eppure non le sembrava un buon motivo per
fermarsi, anzi, il rimorso la faceva correre più veloce, incurante degli alberganti
contro cui andava a sbattere ogni tanto.
Non si curava neanche di controllare se Inuyasha le stava dietro, e quello fu un altro dei suoi
errori.
Finalmente, arrivò davanti alla camera
della professoressa Aruna, dove la folla di persone
curiose aveva iniziato ad allontanarsi. Kaggy si fece
spazio ed entrò nella camera che, però, era deserta. Dov’era andata
l’insegnante?
La ragazza chiese informazioni ad uno degli
uomini fuori dalla porta, che le disse testuali parole:
-Ho visto una donna correre via accanto ad
una barella con sopra il corpo di una ragazza…-
A quelle parole, Kagome
impallidì. Il corpo?? Un corpo esanime? Detto così sembrava proprio
esanime!
-Mi dica dov’è andata!- si affrettò Kaggy, anche urlando un po’.
-Non gridare, che ci sento benissimo! Credo
sia andata verso l’infermeria…- rispose lui,
sturandosi l’orecchio col mignolo destro.
-Bene, grazie.- ringraziò di sfuggita e si
mosse in direzione dell’infermeria, anche se non sapeva dov’era esattamente, ma
le bastò seguire l’orda di gente ammassata su una sola porta. Per fortuna era
sullo stesso piano e non avrebbe dovuto farsi anche le scale.
Finalmente raggiunse la folla e si mise a
spintonare senza neanche più parlare e fortunatamente nessuno le disse parole
cattive perché immaginavano come dovesse sentirsi dopo aver perso una cara
amica. Peccato che loro non sapessero che Kagome e
London erano sorelle.
Non appena entrò nella stanza, Kaggy udì distintamente dei brevi respiri affannati,
rumorosi e spaventosi.
-Riusciamo a farla tranquillizzare?- chiese
una voce maschile.
-Non credo che sia agitata…-
rispose una donna.
-Non riesce proprio a respirare!! Chiamate
qualcuno, un dottore, un’ambulanza!-urlò la professoressa Aruna, che non riusciva
a mantenere la calma.
-Non ce ne sarà bisogno.- gridò di rimando
un albergante tra la gente. –Sono un medico.-
Quando tutti si diedero da fare per
scostarsi affinchè il medico potesse passare, Kagome riuscì a intravedere il fisico della sorellastra
distesa sul lettino, mentre si agitava e respirava a fatica. Aveva i capelli e
i vestiti fradici e accanto a lei vi era una spessa corda bagnata.
-L-London!- chiamò Kaggy sperando che
l’amica potesse sentirla.
-Fuori, Higurashi,
fuori.- il professor Myoga la spinse nuovamente fuori
dalla stanza, allontanandola più che poteva.
-Ma, signore, io…-
-Tu niente. Stanne fuori per favore.- disse
l’altro serio. –E vai a chiamarmi quell’incosciente di Uzumaki,
che qui manca solo lui.- aggiunse con un’ultima spinta, e la ragazza si ricordò
improvvisamente di Inuyasha. Non era con lei..? E
allora dove se n’era andato? Si voltò e percorse la strada a ritroso,
afferrando nel mentre il cellulare che si era infilata frettolosamente in
tasca. C’era un messaggio da leggere.
“Hai perso l’uomo dei tuoi sogni? Non preoccuparti…Lo tengo d’occhio io.”
Kagome lo lesse inconsapevolmente ad alta voce e, quando
distolse gli occhi dal telefonino, aveva gli occhi più infuocati del diavolo.
Se si azzardava a toccare Inuyasha, chiunque fosse,
avrebbe passato dei guai enormi.
A grandi falcate raggiunse la stanza
dell’insegnante e spalancò la porta con un piede. Dentro era buio e non si
percepiva alcun rumore. Ne dedusse che non c’era nessuno. Fece ancora qualche
metro e, con un altro colpo deciso, aprì la porta della sua camera e, chissà
perché, quando si ritrovò l’inconfondibile schiena di Naraku
che lottava con Inuyasha, non si stupì affatto. In
fondo, aveva sempre avuto la sensazione che l’autore di tutti quei misfatti
fosse qualcuno di vicino a lei, qualcuno che avesse occupato un posto
importante nella sua vita. Ma perché tanto accanimento? Solo per il fatto che
si erano lasciati? Ma era un’esagerazione, anche per un tipo eccentrico come
lui. Aveva tanto altre domande che avrebbe voluto fargli, ma era talmente
arrabbiata che tutto quello che riuscì a fare fu di urlare rabbiosamente il suo
nome.
-Bastardo! Allora sei stato tu, eh?- chiese
Kaggy con tono di sfida.
A quella voce, Naraku
smise di attaccare Inuyasha e si voltò lentamente,
mostrando di proposito un coltello a serramanico.
-Kagome, ben arrivata. Ormai non ci speravo più. Pensavo
riuscissi a scoprirmi prima…Mi sei davvero caduta in
basso. Dov’è finita la tua perspicacia?- chiese l’altro di rimando, con una
faccia da pazzo.
-Non parlarmi così, idiota!- Kagome era furiosa.
-Come? Eppure una volta ero il tuo ragazzo
o sbaglio?- fece ancora.
-Cosa..?- intervenne Inuyasha,
che si era già messo in piedi. Kaggy lo ignorò.
-Esatto, hai detto bene. Una volta. Ora non
più, quindi ti sarei grata se mi lasciassi in pace una volta per tutte!- Dopo
aver urlato, la ragazza si accorse di averlo sfidato fin troppo. Conosceva Naraku, e sapeva che non si sarebbe mai arreso così
facilmente. Toccato nell’orgoglio, l’ex ragazzo si mosse velocemente verso di
lei e la inchiodò sulla porta, spingendola con violenza. Lei emise un lamento e
strinse gli occhi.
-Dai, prova a ripeterlo adesso..- la istigò
Naraku, alitandole in faccia. Inuyasha,
ormai dimenticato, se ne stava in fondo alla camera e osservava la scena per
decidere il momento adatto in cui intervenire.
-Tu.Non.Sei.Più.Il.Mio.Ragazzo.-Kaggy scandì
coraggiosamente le parole e, quando vide che Naraku
digrignava i denti per la rabbia gli sputò in faccia mormorandogli un diretto “Vaffanculo”.
Naraku provò ancora a non alzare le mani.
-Kagome, non capisci che io ti amo? Ho fatto tutto questo per
te, per farti capire che non puoi fuggire da me, che non puoi rifiutarmi.- il
ragazzo aveva i lati della bocca che gli tremavano, i capelli lunghi e neri
sulla fronte e davanti agli occhi. Sembrava un demone.
-E tu non capisci che in questo modo mi hai
fatto solo soffrire e arrabbiare?- ribattèKaggy dimenandosi. –Hai quasi ucciso due componenti
fondamentali della mia famiglia, ti rendi conto?- cercò di assestargli dei
calci in mezzo alle gambe, ma senza successo.
-No, no, no. Loro non sono fondamentali. Io
sono fondamentale. L’unica persona che devi guardare sono io, capisci? Gli
altri non hanno importanza..- gli occhi spalancati avevano una sfumatura di
rosso e la sua mano fece scattare il coltello a serramanico. –Solo così potremo
vivere felici, io e te.-
-Tu sei pazzo! Lasciami stare, merda!- ora Kagome era quasi disperata. Riusciva a vedere la pazzia
negli occhi del ragazzo e sentiva che se non si fosse liberata subito, si
sarebbe fatta male. Quel coltello le faceva paura e non poteva fare altro che
tremare.
-Vedi? Tremi d’amore.- Naraku
non pensava ad altro; era ancora convinto di poter riuscire a far passare l’ex
dalla sua parte. –Allora? Mi ami..?- fece poi.
-Nhn…No!- urlò Kaggy e vide l’ombra
minacciosa del coltello su di lei.
-E adesso?-
-No!- non voleva mollare, anche se ormai le
tremavano anche le gambe per il terrore. L’arma affilata le si avvicinò alla
guancia.
-E adesso?-
-N…- con la bocca impastata, Kaggy
faceva fatica a rispondere ma, fortunatamente, arrivò qualcuno a salvarla dalla
situazione. Inuyasha afferrò Naraku
dalle spalle e lo trascinò indietro, verso il centro della stanza. Finalmente
libera, Kagome poté finalmente respirare e aprì gli
occhi per poi assistere impotente alla scena.
Inuyasha cercava di bloccargli le braccia, ma Naraku sembrava volerle tenere saldamente alzate,
dimostrando la sua forza paragonabile a quella dell’insegnante. Gli occhi gli
si colorarono completamente di rosso e Kaggy intuì
che anche quella sera avesse preso una delle sue strane droghe: aveva
decisamente l’aspetto di un malato.
Naraku iniziò a tirare gomitate nello stomaco di Inuyasha, che si contorceva per il dolore, pur non mollando
mai la presa, e gli tirava i capelli per farlo stare fermo. Vedendo il suo uomo
in difficoltà, Kagome si fiondò in avanti e si mise a
tirar pugni all’impazzata all’ex che, con qualche calcio, la spinse di nuovo
contro la porta. Inuyasha la vide mentre faceva
smorfie di dolore e, distraendosi, allentò la presa sulle braccia di Naraku, che ne approfittò e portò la mano col coltello
all’indietro, centrando in pieno l’occhio destro di Inuyasha.
Questo cadde a terra tra lamenti strazianti e Kagome,
alla vista di tutto quel sangue che si spargeva sul pavimento, strillò più
forte che poteva. Urlò come una matta, tanto che persino Naraku
dovette tapparsi le orecchie. Le urla furono udite in tutto il piano e subito
qualcuno accorse per vedere cos’altro stava accadendo. Una parte degli
insegnanti abbandonò London e si spostò nella camera da letto dalla quale
provenivano le urla. Kaggy lasciò che aprissero la
porta e che vedessero coi loro occhi il responsabile del caos degli ultimi
giorni. Con sorpresa di Kagome, entrò anche Sesshomaru che, con le spalle ancora sotto medicazione,
fece di tutto per aiutare il professor Myoga a
fermare Naraku. Questo si vide in trappola, senza
alcuna via d’uscita e, ingenuamente, o forse per un attacco di paura, lasciò
cadere il coltello a serramanico al suo fianco e i due ne approfittarono per afferrarlo
da destra e da sinistra e per poi stenderlo a terra, bloccandogli braccia e
gambe.
-Qualcuno chiami la polizia.- ordinò Myoga a quelli sulla soglia della porta.
-E un’ambulanza!- aggiunse Sesshomaru, non appena vide il fratello rannicchiato per
terra, col sangue che lo circondava e gli impregnava i vestiti.
Kagome piangeva a dirotto e non riusciva a muoversi, né aveva
il coraggio di aprire gli occhi.
“Aiuto, qualcuno lo aiuti.” Continuava a
urlare nella sua testa.
Eccomi durante le vacanze di Natale, il giorno della
vigilia.
Che dire? Sono in ritardo perché non avevo più tempo
per scrivere :( Sapete com’è la scuola appena prima di qualsiasi vacanza: un po’
hanno bisogno di voti, un po’ vogliono confermarci un voto, un po’ devono farci
recuperare i compiti in classe, eccetera eccetera.
Che noia!
Così, ora che non sono costretta a studiare tutto il
giorno e che mi hannoconcesso l’uso del
pc portatile, ho concluso il mio capitoletto ^^.
Come avrete capito, non manca molto alla fine della ff…Finalmente!, direte voi XD Perché chissà da quanto la
tirò avanti…un anno? Due anni? O di più? Chissà
quanti lettori si sono persi, chissà se ce ne sono stati di nuovi…Comunque,
se la mia storia vi è piaciuta, leggetela fino alla fine, tanto manca poco ^__^