La vita adolescenziale!

di _ScRiTtRiCe_
(/viewuser.php?uid=213810)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Tu!? Proprio tu qui!? ***
Capitolo 3: *** 2. Sempre più confusa ***
Capitolo 4: *** 3. Non è mai stato un errore ***
Capitolo 5: *** 4. Ecco la felicità! ***
Capitolo 6: *** 5. Ultimo anno! ***
Capitolo 7: *** 6. Un bacio al tramonto ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 

Il liceo... I miei ultimi due anni di scuola media sono passati davvero in fretta! E quante ne ho passate! Da quel giorno in cui lasciai l'ultima pagina del diario
in mare mi sento davvero molto meglio. Io e Makoto non abbiamo ancora fatto pace. Sono mesi che non parliamo ma chi se ne importa. Si,
certo ricordo con una certa nostalgia i momenti passati insieme ma sono passata oltre e posso giurarlo davanti il mondo intero. Per chi non
si ricordasse mi chiamo Tomoko sto per iniziare il Liceo Kamoto insieme alla mia amica Nana. Ho 14 anni compiuti da pochi mesi. Ho dei profondi
occhi color nocciola e dei lisci capelli color castano con sfumature rossastre. Non vedo l'ora di iniziare il Liceo! Mi sono impegnata al massimo per
riuscire a passare gli esami! E tutto per mantenere il giuramente io cambierò la mia vita! Ormai Makoto è passato come gli ultimi anni che ho passato da stupida a stare
appresso uno stupido. Ho saputo che Ayaka non ce l'ha fatta più e l'ha proprio lasciato perdere mi ha detto: "E ora si attacca al tram! Ha devvero rotto gli ho detto di no mille volte!"  Ayaka ha davvero ragione anche a me manda un sms al giorno con scritto di aiutarlo ma io non ci penso nemmeno! Dopo tutto quello che mi ha fatto ma cosa pretende?
Mi dice "Non ti parlo più se non mi aiuti!" E io gli dico "Ma perchè scusa prima mi parlavi?" E lui si arrabbia ancora di più. Ma non mi interessa affatto. Ci sono
altri milioni di ragazzi che da quando ho chiuso con Makoto mi chiedono di uscire con loro anche solo per una sera. Non accetto mai l'invito di nessuno per non
farli illudere e nessuno ci rimane male, capiscono perchè lo faccio. Ho ancora bisogno di tempo. Ma dal Liceo... eh si cari miei... dal Liceo cambierà tutto!
Perchè IO Tomoko ho deciso cosi! E da questa decisione inizierà la mia vita adolescenziale!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1. Tu!? Proprio tu qui!? ***


1. Tu!? Proprio tu qui!?
 

15 settembre. Primo giorno di scuola al Liceo Kamoto. Oggi mi sono dovuta alzare al sei per poter prendere il bus delle sette e arrivare a scuola alle 7.30. 
Il preside divise i nuovi arrivati nelle sezioni e per fortuna io e Nanako capitammo nella sezione "E" insieme, la stessa sezione di Akito. In classe con noi c'era anche Ayaka. Ma l'unica cosa, anzi persona, che non mi sarei mai aspettata di vedere e dico MAI era lui... Proprio lui, il ragazzino infantile che esattamente l'anno scorso aveva sconvolto me e tutta la mia vita. Rivedendolo, nel mio stesso Liceo, nella mia stessa sezione non provai nulla. Meglio cosi, lasciando la pagina di diario in mare mi sentivo molto meglio e l'avevo dimenticato perchè io avevo capito il vero senso dell'amore grazie a Makoto, lui no. Io non ero stata capace di farglielo capire. Ma che dico? Non è stata mia la colpa. In parte si perchè forse non gli ero stata abbastanza vicina ma il fatto che lui mi abbia lasciato per il mio bene io... Ancora non l'ho ringraziato...
Hei Makoto... Ti ringrazio molto... Gli dirò così

-Moki, vieni!
Nanako mi chiamò per andare a prendere posto vicino a lei. Non mi aveva detto nulla del fatto che Makoto era in classe con noi e le fui molto grata per questo. Se solo avessi pensato al passato... Io sarei ceduta. Le ore di lezione, al Liceo ne avevamo sei, furono molto noiose. Mi mancava moltissimo la mia vecchia classe. Ognuno aveva preso strade diverse. Chi aveva scelto il linguistico, chi il classico ma quelli che avevano scelto loro erano tutti fuori città. Io avevo scelto il Kamoto non solo per la vicinanza, non solo per Nana ma anche perchè l'inglese mi piaceva molto ed ero particolarmente dotata per i calcoli. Per tutte le ore di lezione non feci altro che pensare al motivo della scelta di Makoto di aver scelto il Liceo Kamoto. Infondo quando eravamo amici lui mi chiedeva sempre di aiutarlo in matematica... Riguardo l'inglese... Bè non ne parliamo. A un certo capii. Era venuto per Ayaka non c'era nessun'altra spiegazione. Era veramente testardo quel ragazzo. Ma a me cosa interessava? Se non sbaglio mancano pochi giorni al suo 15esimo compleanno. Non gli farò gli auguri. Due giorni prima del mio 14esimo compleanno noi ci lasciammo. Lui mi lasciò una bustina nel contenitore della posta di casa mia. Dentro c'era un misero biglietto con scritto auguri. Dietro il biglietto c'era una frase: Volevo regalarti qualcosa di più...
Non ho mai capito il senso della frase, forse intendeva con il regalarmi il suo amore ma non l'ha mai fatto non è mai stato capace. All'uscita da scuola trovai un bellissimo prato verde.
-Caspita!! Nanako non mi avevi detto che c'era questo bellissimo prato!
Esclamai a bocca aperta.
-In estate si esce fuori a ricreazione.
Una voce fin troppo familiare. Era lui. Mi girai e lo vidi. Non era cambiato per niente. Mi sorrideva.
-Volevo darti un invito per il mio compleanno.
Rimasi perplessa, mi parlava come se niente fosse. Ricorda: dal Liceo cambia tutto. E' solo una festa di un "amico".
-Ti ringrazio. Per tutto.
Gli sorrisi.

(Makoto)

Mi ha ringraziato. Allora ha capito. Ha capito perchè l'ho fatto. E' davvero cambiata. Sono contento per lei. Non credevo che ce l'avesse fatta.
-Posso parlarti?
Mi chiese. Io annuì. Devo togliermi questo stupido sorriso finto dalla faccia. Io la voglio ancora perchè continuo a negarlo a me stesso? Per il suo bene, scemo. Mi rispose la mia voce interiore. 
-Dimmi tutto.
Le dissi.
-Credo che tu abbia capito perchè ti ho ringraziato. Insomma sai benissimo che non era per l'invito. Io c'ho pensato molto e ho capito che in parte è stata colpa mia. Tu sei stato capace di farmi capire il vero amore e io cercato di dartene il più possibile, lo sai? Invece io non sono stata per niente capace di fartelo capire a te. Per questo voglio prendermi un pò di colpa e per questo voglio levarti un pò di peso sulle spalle. Se solo ti interessa ancora la mia amicizia...
Credimi... Mi interessa eccome... Ma io... Ho sempre trovato una scusa per litigare per non starti vicina ma non riesco a non amarti. Avrei tanto voluto dirle questo e invece dissi
-Se ti ho dato l'invito mi interessa non credi? E tu sei stata capace eccome di farmi capire l'amore. Come hai detto tu me ne hai dato il più possibile sono stato io lo scemo a...

(Tomoko)

Ci sei quasi... dimmi ciò che pensi...
-A lasciarmi andare? 
Conclusi io per lui.
-Io ho capito che tu l'hai fatto per il mio bene ma ora abbiamo preso due strade diverse no? Io ho giurato a me stessa che dal Liceo sarei cambiata. Si, le ferite ci sono ancora certo che ci sono. Ma sono sicura che diventeranno cicatrici. Ormai tra noi è tutto finito e ora che abbiamo chiarito le cicatrici scompariranno.
Se solo riuscissi a farle scomparire. Il mio cuore è ancora a pezzi.

(Makoto)

Anche tu menti a te stessa... 
-Sono felice, molto. Ora è tutto a posto.
Non so come riusciamo a mantenere le lacrime. La forza dei nostri cuori è davvero aumentata. Ti ho lasciata andare per il tuo bene ma in realtà, nel mio cuore... Ci sei ancora e ci sarei sempre è solo che... non riesco a dirtelo... Vorrei tanto che ti arrivasse il mio pensiero...
-Amici?
Mi chiese lei con un sorriso meraviglioso tendendomi la mano. Quella mano che un tempo in inverno io l'avevo riscaldata con la forza dell'amore, quella forza che non è mai stata abbastanza e per questo maledico me stesso. Perchè io avevo paura e ho paura. Paura di amarla, paura di farle del male avevo paura di lasciarla andare...
-Certo.
Le strinsi la mano. Stavamo per abbracciarci ma lei andò via.

(Tomoko)

Stava per abbracciarmi... Maledico me stessa per il fatto che il mio cuore non sia abbastanza forte. Perchè io avevo e ho paura. 
Paura di amarlo, paura di fargli del male avevo paura di lasciarlo andare... 
Vorrei tanto che ti arrivasse il mio pensiero...

________________________________________________

Angolo autrice! E cosi abbiamo scoperto che i due si amano ancora ma l'uno non conosce i sentimenti dell'altra! 
Makoto e Tomoko troveranno pace nel loro amore reciproco? Oppure succederanno cose del tutto inaspettate?
Continuate a leggere e recensite vi prego è molto importante!!!

_ScRiTtRiCe_

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2. Sempre più confusa ***


2. Sempre più confusa


Domani è il compleanno di Makoto. Meno male che io e Nanako compreremo insieme il regalo. Altrimenti non avrei proprio saputo cosa fare. Oggi usciremo a comprare qualcosa. Io avevo pensato a una felpa ma Nanako ha voluto scegliere un negozio di sport per andare a comprare il regalo. Però in fondo ha ragione perchè a Mako piace molto il calcio. Cosi credo che gli compreremo dei pantaloncini. Sono le 16.56. Tra un pò Nana dovrebbe essere qui. Io in realtà non ho molta voglia di andare al party. Nanako si farà accompagnare sicuramente da Akito e io rimarrò sola perchè Ayaka non ha intenzione di venire. Rimarrò la solita scema appesa. 
-Mokiiii!! C'è Nanako!!
-Ecco, ora scendo. 
Mi infilai la mia felpa calda calda e scesi. 
-Ciao Nana! Andiamo?
-Certo, quando vuoi!
-Allora andiamo!
Uscite di casa Nanako mi chiese
-Allora... Non mi hai detto cosa vi siete detti ieri dopo la scuola.
-Ah bè...
Le spiegai tutto e lei mi sembrava davvero molto soddisfatta della mia scelta. Ero finalmente riuscita a lasciarlo andare.
Entrate nel negozio vidi delle scarpette da calcio che a Makoto sarebbero piaciute sicuramente. Vidi il prezzo. Divenni bianca come un cencio. Io e Nanako non potevamo permetterci certe spese. E poi solo per un compleanno!
-Vada per i pantoloncini...
Dissi delusa. Comprammo i pantaloncini e un biglietto d'auguri. Poi mi venne un'idea.
Era il giorno del compleanno ed era sabato quindi niente scuola. Mi feci dare la paghetta e andai nel negozio di sport. Vidi le scarpette. Erano ancora li. Le comprai e tornata a casa feci un bellissimo pacco regalo. Non so perchè mi era venuto in mente di spendere tutti i miei risparmi cosi ma Makoto era un amico ed era stato importante.
Il compleanno era a casa sua alle 18.30
Alle 18.27 ero sotto casa di Makoto. Ero sola perchè Nanako si era presa una bella febbre. Bussai al campanello e la mamma di Makoto mi aprì.
-Ah, tu devi essere Tomoko giusto?
-Si, piacere di conoscerla signora.
-Ah non c'è bisogno di tutte queste formalità. Su, entra.
Entrai in casa. Era davvero molto grande. 
-Makoto è in camera sua. Vieni ti accompagno.
-Non c'è bisogno posso aspettare qui...
Ma la signora aveva già iniziato a salire le scale e cosi dovetti seguirla. Bussò alla porta e si sentì la voce di Makoto che diceva di entrare.
Entrai piuttosto titubante. Dov'erano tutti gli altri invitati? Quando Makoto mi vide aveva una faccia stralunata.
-S...sei bellissima.
Disse arrossendo. In fondo indossavo solo dei jeans molto stretti e una maglia lunga con una scollatura a v. I capelli li avevo lasciati sciolti e avevo accennato con la piastra qualche boccolo lasciando la frangia liscia che quasi mi copriva gli occhi.
-Grazie... dove sono gli altri?
-Arriveranno tra un pò credo... E Nanako?
-Ha preso la febbre.
Questa situazione è a dir poco imbarazzante. Continua a fissarmi dall'alto in basso.
-Puoi sederti li sulla sedia se vuoi...
-Ah, si.. Grazie...
Qualcuno bussò alla porta e ringraziai il cielo invece quando la portà si aprì comparve un ragazzo riccioluto molto simile a Makoto. Era molto bello e aveva un sorriso splendido.
-Ciao... Io sono il fratello di Makoto. Mi chiamo Sora. Ho 16 anni e se non sbaglio frequenti il mio stesso Liceo, giusto?
Ero rimasta un pò imbambolata poi ritornai in me.
-Ah... bè, ecco non lo so io frequento il Liceo Kamoto.
-Bene, che sezione?
-Nella mia stessa sezione.
Rispose Makoto con un tono di voce un pò seccato.
-Comunque io sono Tomoko e ho 14 anni.
Dissi alzandomi in piedi. Sora prese a fissarmi anche lui come aveva fatto suo fratello. Anche questa era una situazione piuttosto imbarazzante.
-Piacere di conoscerti. Comunque... Gli altri invitati sono giù in sala che aspettano. Venite?
Sora uscì e io lo seguii. Era davvero un bel ragazzo. Cavoli se era bello.
Durante la festa Sora non faceva altro che guardarmi. Io facevo finta di niente e me ne restavo in disparte. Non mi piaceva ballare. Poi partì un lento e Sora mi si avvicinò chiedendomi di ballare. Io accettai. Makoto mi guardò per un secondo. Forse voleva invitarmi a ballare...
Quando Sora mi mise le mani sui fianchi ebbi un sussulto. Io gli misi le braccia sul petto e appoggiai anche la testa. Stavo per mettermi a piangere, non so perchè. Stavo commettendo un altro errore. Mi stavo innamorando del fratello di Makoto. Sora mi sussurrò all'orecchio:
-Sei davvero una ragazza meravigliosa. 
Io lo guardai e solo ora mi resi conto che aveva gli stessi occhi color smeraldo, lo stesso tocco dolce di suo fratello. Quanti ricordi mi tornavano alla mente. Sora avvicinò sempre il suo volto al mio e quando le nostre labbra stavano a meno di un centimentro di distanza, io iniziai a piangere come una scema. Mi misi in ginocchio per terra e mi coprii il viso con le mani. Io ero ancora innamorata di Makoto, dannazione lo ero ancora. Vedere suo fratello a un nulla dalle mie labbra mi aveva ferito moltissimo e tutta la resistenza dentro di me si spezzò. Makoto mi si avvicinò e mi disse di andare fuori. Per una buona oretta rimanemmo io e lui sugli scalini di casa sua. Io non riuscivo a fermare le lacrime e solo quando lui mi tenne stretta a sè, smisi di singhiozzare. Senza bisogno che io gli spiegassi nulla lui avevo capito quanto io fossi confusa.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3. Non è mai stato un errore ***


3. Non è mai stato un errore


-Due settimane.
Mi mormorò lui nell'orecchio. Alzai finalmente la mia testa dal suo petto.
-Dammi due settimane. Deciderai tutto tu. Deciderai tu se potrò baciarti, se potrò stringerti a me come un tempo. Lo deciderai tu. Ma ho bisogno... Io ho bisogno di proteggerti. Ho bisogno di starti affianco. Secondo te è stato un errore amarmi ma ti posso assicurare che possiamo ricominciare da zero io sono cambiato...
Stava per piangere e quando la prima lacrima gli scese io gliela asciugai con il dorso della mano.
-Io non ho mai pensato e sottolineo MAI che tu sia stato un errore per me. Anche io sono cambiata e lo sai quindi per favore...
Mi mise un dito sulle labbra.
-E' questo che adoro di te...
Gli dissi. Mi capiva sempre qualsiasi cosa io non riuscissi a esprimere lui capiva. Stavo per posare di nuovo la mia testa sul suo petto ma non lo feci. Fu lui a prendere l'iniziativa. Mi abbracciò. Adoravo sentire il suo cuore battere prima veloce per l'emozione che provava quando era con me, e poi tranquilizzarsi.
-Non è mai stato un errore.
Ripetemmo insieme. Mi staccai dall'abbraccio, gli diedi un bacio sulla guancia ma lui deviò e mi bacio sulle labbra. Gli misi le braccia intorno al collo e lui mi strinse forte i fianchi. Non riuscivo a staccarmi da quel bacio dolce e profondo. Perchè dovevo andare contro il mio cuore quando era tutto cosi chiaro? Perchè dargli due settimane di prova quando avrei voluto tornare con lui e restarci per sempre? Perchè mentivo a me stessa in questo modo? Solo quando stavo per scoppiare di nuovo il lacrime corsi al cancelletto e scappai via. Tornai a casa a piedi. Autobus a quell'ora non ne passavano e nemmeno taxi. Entrai in camera mia e mi buttai sul letto a pancia in giù. Tirai fuori il cellulare dalla tasca. Era tardissimo ma sperai con tutta me stessa che Nana fosse sveglia. Non riuscivo a levarmi l'immagine di lui che mi baciava delicatamente e mi stringeva a sè.
Nana mi rispose e le spiegai tutto a voce e tutto d'un fiato.
-Non provo niente per Sora, sia chiaro. Il fatto è che somiglia troppo a Makoto e io amo Makoto amo quel benedetissimo ragazzo da quegli occhi meravigliosi...
-Tomoko... Dio Santo hai detto questa frase 100 volte. Domani ne riparliamo, d'accordo?
-D'accordo. Ti ringrazio.
Per mia sfortuna non riuscivo ad addomentarmi. Guardavo fuori dalla finestra, le stelle. Mi venne in mente un ricordo: 
-Se ci fosse una stella cadente... Cosa desideresti?
-Stare con Moki, sempre. E anche se non sappiamo cosa significa... lo capiremo insieme te lo giuro.
Tornai al presente. Stupidi giuramenti. Io avevo giurato a me stessa che sarei andata avanti... Ma perchè andare avanti da sola se ho sempre avuto lui? Non è mai stato un errore.
Con quest'ultimo pensiero mi addormentai.

(Makoto)

Sono sicuro al mille per mille che si è addormentata poco fa... Quando mi ha detto che io non sono mai stato un errore per lei mi sono sentito al settimo cielo. Lei mi darà due settimane di prova, lo spero con tutto me stesso perchè io... Non sono mai stato un errore. Sentii la sua voce nella mia mente e poi mi addormentai.

(Tomoko)

-Capisci, Nana? Ci amiamo eppure perchè....
-Non riuscite a capirvi la cosa è molto semplice, zuccona. Devi semplicemente spiegargli cosa hai sempre provato per lui.
Mi infilai un jeans e una maglia alla bell'è meglio e uscii di corsa da casa lasciando Nanako interdetta.
Presi il primo bus che passava e per mia fortuna si fermava nel paese. Corsi a perdifiato sotto casa di Makoto e lui era affacciato alla finestra, che mi fissava con gli occhi sbarrati. 
-Che fai? Qui?
Mi chiese.
-Mi lasci qui... oppure... scendi?!
Gli chiesi senza fiato. Lui scese senza pensarci nemmeno due volte. Andammo in spiaggia. Io mi sedetti sulla sabbia lui rimase in piedi.
-Chi ti aveva mai visto in prima media a te? Sei stato una vera e propria sorpresa. Eri una persona che odiavo completamente ma i tuoi sorrisi mi rendevano una giornata migliore. Riuscivano a trasmettermi di tutto: gioia felicità serenità. Quel giorno, all'uscita... sotto la pioggia ti guardai negli occhi e mi persi completamente. Allora capii. Quando tu mi baciasti senza dire una parola io capii tutto. Quello stesso pomeriggio eravamo qui e tu mi feci un giuramento. Che avremo capito insieme il senso dell'amore. Tu sei stato in grado di farmelo capire dandomi tutto l'amore possibile, lasciandomi libera per non farmi soffrire. Io come una stupida alla prima difficoltà mollai tutto e scrissi tutto su una pagina di diario che buttai in questo stesso mare. Negavo sempre a me stessa tutto quello che ho sempre provato per te. Mi dicevo perchè andare avanti da sola quando ho sempre avuto lui vicino? Perchè comportarsi da codarda cosi? Per la paura. Per la paura di questo nuovo sentimento che non ho mai provato per la fottutissima paura di perderti ancora e soffrire.
Lui ascoltò tutto in silenzio. Alla fine mi alzai e gli presi le mani. Gliele strinsi forte.
-Perchè darti due settimane di prova quando è tutto cosi chiaro? Perchè darti due settimane di prova se io voglio te per sempre?
-Perchè ti ho lasciata andare? Per la stessa paura che provi tu. Ma se staremo insieme sul serio io... La nostra non sarà più paura ma Amore.
Ci baciammo. E finalmente l'uno riusciva a vedere i sentimenti dell'altra. Stavolta ce l'avremmo fatta io ne ero certa. Il nostro amore non sarà mai un errore... Mai!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4. Ecco la felicità! ***


4. Ecco la felicità!


L'inverno passò in fretta. Non c'era giorno che non passassimo insieme. Avevamo trovato la nostra felicità. E' davvero una cosa meravigliosa. Arrivò l'estate. Andavamo a mare insieme, ridevamo e lui mi faceva fare un sacco di tuffi. Quando mi mettevo l'asciugamano addosso mi piaceva moltissimo vederlo fare quella faccia da cucciolo e cosi gli dicevo
-Dai, vieni qui.
Lui mi sorrideva e io lo andavo ad abbracciare. Tra noi erano davvero cambiate un sacco di cose. Il 15 luglio arrivò presto: il mio compleanno. Fu un giorno bellissimo. La mattina la passamo a mare insieme a Nanako, Akito e la mia famiglia. Il pomeriggio, supplicando i miei genitori, lo passammo da soli in giro per la città. Andammo a mangiare in pizzeria e ad un certo punto lui mi prese le mani.
-E' da 7 mesi, 4 giorni, 22 ore, 58 minuti e 18 secondi che stiamo insieme.
Risi.
-Caspita, preciso il ragazzino.
Vidi la sua faccia accennare un sorriso per poi tornare serio.
-Ogni secondo, minuto, ora o giorno che passa sento che il nostro amore e la nostra felicità crescono. Io sono contentissimo di questo. Sono solo un ragazzino di 15 anni e mezzo e già sento di aver avuto tutto dalla vita perchè il mio tutto... sei tu.
Mi stavo commuovendo. Sarei scoppiata in lacrime. Continuavo a sorridergli.
-Cosi devi fare, questo devi fare... continuare a sorridermi. 
Stavo seriamente a iniziare a piangere come una stupida.
-Se devi piangere, fa che le tue siano lacrime di gioia.
Le prime lacrime iniziarono a scendere. Come fa un ragazzo a dire cose cosi profonde? Prese qualcosa dal taschino dello smocking nero che indossava. Era una scatolina di legno.
Me la porse e mi disse di aprirla. Io l'aprii. Era un anello. Meraviglioso, unico nella sua semplicità. Era un'anello d'oro con quattro perle al centro e due foglioline all'estremità.
-E'... è stupendo...
-Vale poco, è solo un falso...
-Sai che non mi interessa...
-Tomoko?
Era tantissimo tempo che non mi chiamava con il mio vero nome. Tornai a guardare i suoi occhi verde smeraldo, accesi di una luce che mai avevo visto brillare.
-Vorrei che... Alla fine del Liceo... Noi ci sposassimo.
Ora si che le lacrime iniziarono a sgorgare. Sembravo un fiume in piena.
-Makoto... Certo...
Mi alzai e mi andai a sedere sulle sue gambe. Presi il suo viso tra le mani e lo baciai. In quel momento gli stavo dando tutto il mio amore cosa che tempo fa non ero riuscita a fare.
Quando mi staccai dal bacio lui mi guardò negli occhi, mi fece il suo solito sorriso. La prima volta che me lo fece fu quando lui perse la scommessa sull'interrogazione di matematica. Quel giorno mi accompagnò a casa tenendomi per mano.
-7 mesi, 4 giorni, 23 ore, 15 minuti e 37 secondi.
Mormorai. Lui mi baciò ancora. Purtroppo la serata finì. Era davvero molto tardi e lui mi accompagnò a casa. Prima di entrare vidi una stella cadente. La vide anche lui. Insieme dicemmo:
Vorrei che il Liceo finisse il più presto possibile.
Entrai in casa stando attenta a non fare rumore. Mi lasciai andare sul letto. Mancano 2 anni alla fine del Liceo. 2 anni.
7 mesi, 5 giorni, 1 ora, 30 minuti, 47 secondi.

______________________________
Spazio autrice: Lo so è corto ma a me è piaciuto molto! Vedrete nei prossimi capitoli! Non vi anticipo nulla intanto continuo a consigliarvi di leggere qui 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1184090&i=1
e qui  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1185445&i=1

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5. Ultimo anno! ***


5. Ultimo anno!


Passarono due anni da quel giorno. Il giorno in cui lui mi chiese di sposarlo. Io accettai. I miei genitori erano fuori di loro. Non erano d'accordo ma io li ignoravo, ora che io e Makoto finalmente avevamo un rapporto stabile, loro non potevano rovinare tutto. Ora c'erano molti ragazzi che mi venivano dietro. Ero diventata una specie di ragazza popolare ma li ignoravo tutti. Quando raccontai a Nanako il giorno del mio compleanno passato con Makoto, lei era rimasta prima paralizzata, poi aveva iniziato a saltare per tutta la camera. Anche Akito le aveva chiesto di stare insieme per sempre, non di sposarsi. Nanako non avrebbe accettato di sicuro. Lei è una ragazza che non vuole che le cose accadano troppo di fretta.
Per non parlare di quando le ho chiesto di farmi da damigella!! Ha accettato senza che nemmeno le facessi la domanda.
Bè... Finalmente è arrivato: l'ultimo anno. Makoto ha già 18 anni, io li compierò a luglio. Quindi c'è da aspettare ancora un pò. Ci sposeremo proprio il 15 luglio. Il giorno del mio compleanno. Il matrimonio sarà sulla spiaggia. Sarà una cosa molto semplice. Spero che mio padre mi accompagnerà all'altare. Sarà davvero bellissimo.
-Hei Tomoko! A cosa stai pensando?
Mi chiese Makoto. Era il mio vicino di banco per fortuna! Potevamo stare vicini per altre sei ore ogni giorno. Quando lui non veniva a scuola e io vedevo che sulla sua sedia non c'era nessuno, mi sentivo davvero triste e sola. So che può essere una cosa stupida, ma io ci stavo male.
-Al matrimonio... e a quanto è brutto stare senza di te.
Sussurai. Nessuno in classe sapeva del matrimonio. Solo Nana ne era a conoscenza. Lui per tutta risposta mi sfiorò la mano. Adoravo quel suo tocco dolce. Lo potevo riconoscere senza bisogno di vedere chi fosse.
Arrivò l'inverno e come al solito lo passammo insieme. Se io mi ammalavo, lui veniva a casa mia e mi teneva la mano tutto il tempo. Io gli dicevo
-Poi ti ammali anche tu, scemo.
-Meglio stare male con te che stare male da solo, non credi? Scema.
Per noi chiamarci cosi era davvero una cosa affettiva. Per molti può essere un offesa ma a noi piaceva davvero molto. Tra febbre, raffreddori e uscite insieme l'inverno passò molto velocemente. Poi arrivò la primavera piena di fiori colorati. All'uscita da scuola ci fermavamo sempre un pò nel parco a divertirci, a scherzare. Facevamo di tutto per stare insieme, eravamo diventati inseparabili. Arrivò luglio. Il primo di luglio uscimmo insieme e comprammo un calendario tascabile. Lo avremo tenuto sempre con noi e avremo contato i giorni fino al 15 luglio. Intanto i giorni prima del matrimonio organizzammo tutto. Il mio vestito era davvero meraviglioso. Bianco pieno di ricami, stretto in vita e con un lunga e larga gonna. I miei genitori si erano finalmente fatti una ragione e avevano capito quanto io l'amassi. Il vestito di Nanako era a dir poco stupendo. Le arrivava fino alle ginocchia, stretto di un color azzurro chiaro: come i miei occhi, mi aveva detto lei. Le stava a meraviglia. La torta era molto semplice con tutta panna e una scritta di cioccolato: Makoto e Tomoko, e sotto c'era il segno dell'infinito.
Le fedi erano due semplici anelli d'oro con dentro incisi la data e i nomi. 

14 Luglio.

E' tutto pronto. E' davvero tutto pronto per il giorno più bello di tutta la mia vita. Faremo un viaggio di nozze di una settimana a Londra. Londra!!
Dopo non andremo a vivere insieme. I genitori di Makoto purtroppo non  sono d'accordo. Vogliono aspettare i 19 anni. Poco importa. Stando insieme il tempo vola.
Per quanto riguarda i figli... I nostri genitori vorrebbero, ma stavolta siamo noi a voler aspettare.
1 Che Makoto trovi un lavoro.
2 Che ci sistemiamo in una casa.
3 Che siamo un pò più grandi tipo intorno i 23 anni.
Sarà davvero una vita meravigliosa la nostra.

15 Luglio.

-Se qualcuno non mi da un calmante rischio un infarto!!
Dissi a Nanako mentre mi allacciava i fili del vestito.
-Calmati Tomoko capisco la tua agitazione, ma stai calma... Ecco fatto! Su vieni, devo truccarti.
-Sai che me ne devi mettere poco vero? Sai che non mi piacciono tutte quelle facce finte che si fanno le altre ragazze!!
-Si che lo so, tranquilla. Sono o non sono la tua migliore amica dall'asilo?
Le sorrisi. 
-Cerca di non piangere, ti prego.
-Ci proverò.
Ero pronta.
-Fai un bel giro!
Mi dissero mia madre e Nanako. Io lo feci.
-Sei stupenda, figlia mia.
Mi disse mia madre che stava per cominciare a piangere.
-Mamma non piangere o ti si scioglie il trucco. Sei bellissima anche tu.
Arrivò il momento. Mentre mio padre mi portava all'altare io guardavo lui. Bellissimo. Era davvero cambiato dalla prima volta che gli parlai. Caspita, sto sposando un ragazzo che prima odiavo e ritenevo uno stupido bambino. Quanto è cambiato. Quanto cambierà la nostra vita tra nemmeno un'ora. Lo raggiunsi. Lui mi prese le mani e ci guardammo negli occhi.
-Finalmente.

-Lo sposo può baciare la sposa.
Mi diede un bacio lieve. Sentii una sua lacrima bagnarmi le labbra e mi staccai dal bacio. Mi abbracciò e mi disse all'orecchio
-Ho sempre negato a me stesso tutto quello che provavo per te, sin da quando ti ho vista per la prima volta. Ti amavo dalla prima media sai?
Ora posso dirlo con certezza, senza più paure: Ti amo.


_______________________________________

Angolo autrice: Finalmente!!! Il momento è arrivato ma la storia non finisce qui!! Credo che ne farò un' altra riguardo
la loro vita insieme. C'è ancora molto da raccontare! Il viaggio di nozze, la ricerca di una casa e... signori e signore... 
I figli!! =P Sii farò un'altra storia ma questa non è ancora finita. Manca la festa del matrimonio!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6. Un bacio al tramonto ***


6. Un bacio al tramonto
 

Iniziò la festa e tutti si divertivano un mondo. Io ballavo. Io ballavo!? Si, lo facevo. Mi divertivo tantissimo. C'era anche Sora e per un attimo mi prese da parte.
-Scusa per quel giorno, al compleanno di Makoto. Non ho mai avuto l'occasione di scusarmi. Io l'ho fatto solo per farvi tornare insieme, te lo giuro.
Guardai quei suoi occhi verdi e come al solito ci vidi Makoto in quegli occhi.
-E' tutto a posto. Allora devo ringraziarti!
Mi buttai tra le sue braccia. Lui mi strinse e mi fece gli auguri, poi mi lasciò andare.
Rumi mi disse che Makoto mi stava aspettando all'entrata del lido. Lo raggiunsi e gli chiesi:
-Cosa c'è?
-Un'altra sorpresa per te!
Anche Nanako ci raggiunse, insieme ad Akito. Poi una marea di gente iniziò ad entrare nel cancello. Ragazzi, compagni di scuola media e superiore. C'erano tutti!
Urlai dalla gioia, ma anche dallo stupore.
-Un momento...
Sussurai vicino a Makoto, Nanako e Akito. Loro annuirono.
-Come fanno a sapere del matrimonio?
-Credevi che non ce lo dicessero? Non volevi i nostri auguri, eh simpaticona?
Mi urlò Ayaka che nel frattempo si faceva spazio tra la folla. L'abbracciai e cosi fu con tutti. Mi fecero tutti un sacco di auguri. Come se fossi tornata una ragazzina, LA ragazzina che ero poco tempo fa, urlai:
-Forza, gente! Tutti a divertirsi!!!!
-SIII!!!
Urlarono tutti. E cosi rifinimmo sulla pista da ballo. Venne il momento del taglio della torta. Fu davvero emozionante tagliare la torta tenendoci per mano.
-Per quanto riguarda i regali, li apriremo quando saremo a Londra in modo da avere ognuno di voi vicino a noi!
Disse Makoto a tutti.
La festa continuò e arrivò il tramonto. Mentre stavo raccontando un pò a tutti com'erano andate le cose, Makoto mi portò sulla spiaggia.
Camminavamo in silenzio, tenendoci per mano. Lui si avvicinò alla riva. Lo seguii e mi misi affianco a lui. Iniziò a schizzarmi come un bambino. 
-Daii finiscila!
Gli chiesi con un tono di pietà. Stavo per dargli una pacca sulla spalla, ma lui mi afferrò la mano e mi prese in braccio. Mi buttò in acqua e poi fece la stessa cosa anche lui.
Riemersi ridendo come una pazza.
-Ma... sei forse impazzito?
Gli chiesi ridendo. Lui si avvicinò e mi strinse.
-Forse per il troppo amore. 
Lo guardai negli occhi. La prima volta che li avevo visti mi avevano lasciata a bocca aperta. Lo baciai. Fu un bacio bellissimo, sotto la luce del tramonto.


Caro diario,
è dal giorno in cui lasciai i miei pensieri in mare che non ti scrivo.
Sono successe un sacco di cose tra me e Makoto. Le incomprensioni, i baci, l'amore e poi di nuovo incomprensioni.
Ma ce l'abbiamo fatta, sai? Ci siamo sposati! E' successo il 15 luglio, esattamente tre giorni fa. A quest'ora
lui mi aveva portata sulla spiaggia, mi aveva buttata in acqua e alla fine c'eravamo baciati sotto la luce del tramonto.
Ma ti ricordi com'eravamo? Io si e al solo pensarci mi viene da ridere!
Ci conoscemmo quel 15 settembre al secondo anno delle medie. Io 13 anni, lui 14.
Nana mi spiegò che non lo conoscevo perchè gli stavo antipatica e cosi mi ero avvicinata a lui. Mi diede solo secche risposte.
Poi, un giorno, io lo rincorsi fino la fermata dell'autobus confessandogli di non sapere niente sull'amore. E lui mi rispose "Mai 
provato in tutta la mia vita". Mi accompagnò a casa tenendomi per mano.
Qualche giorno dopo, io non riuscivo più a guardarlo in faccia. C'erano sempre quei meravigliosi occhi che mi facevano
perdere la testa. Lui mi prese e mi fece sedere su un muretto. Io, come una stupida, gli dissi "ti amo". Mi ero resa
ridicola, senza nemmeno sapere cosa fosse l'amore, avevo detto "ti amo". Lui per tutta risposta mi prese il viso tra le mani
e mi baciò. Quello stesso giorno, sotto un cielo stellato, lui mi giurò che avremo capito insieme l'amore.
Io 13, lui 14.
Mi lasciò. Per il mio bene, mi disse. Perchè lui non era riuscito a capire l'amore.
Io decisi che non avrei avuto più niente a che fare con lui.
Io 14, lui quasi 15.
Il Liceo. Lì lo rincontrai. Ci chiarimmo. Io gli spiegai che non l'avrei mai dimenticato ma che le ferite erano diventate
cicatrici. Lui mi invitò alla sua festa di compleanno.
Io 14, lui 15.
Suo fratello mi stava per baciare. Io caddi in ginocchio e iniziai a piangere. Solo quando lui mi portò fuori a tranquillizzarmi,
mi sentii meglio. Tornai a casa. Ero più confusa di prima. E le mie ferite si erano di nuovo aperte. Due settimane. Mi aveva
chiesto due settimane e poi mi aveva baciata. Ma io mi chiedevo... perchè mentire a me stessa? Perchè dargli due settimane
se l'avrei voluto sempre con me? Nana mi spiegò che dovevo semplicemente parlargli.
Corsi a casa sua, poi andammo in spiaggia. Gli dissi queste esatte parole, le ricordo ancora "
Chi ti aveva mai visto in prima
media a te? Sei stato una vera e propria sorpresa. Eri una persona che odiavo completamente ma i tuoi sorrisi mi rendevano
una giornata migliore. Riuscivano a trasmettermi di tutto: gioia felicità serenità. Quel giorno, all'uscita... sotto la pioggia ti guardai negli
occhi e mi persi completamente. Allora capii. Quando tu mi baciasti senza dire una parola io capii tutto. Quello stesso pomeriggio eravamo qui
e tu mi feci un giuramento. Che avremo capito insieme il senso dell'amore. Tu sei stato in grado di farmelo capire dandomi tutto l'amore possibile,
lasciandomi libera per non farmi soffrire. Io come una stupida alla prima difficoltà mollai tutto e scrissi tutto su una pagina di diario che
buttai in questo stesso mare. Negavo sempre a me stessa tutto quello che ho sempre provato per te. Mi dicevo perchè andare avanti da sola
quando ho sempre avuto lui vicino? Perchè comportarsi da codarda cosi? Per la paura. Per la paura di questo nuovo sentimento che non
ho mai provato per la fottutissima paura di perderti ancora e soffrire.

Lui ascoltò tutto in silenzio. Alla fine mi alzai e gli presi le mani. Gliele strinsi forte.
-Perchè darti due settimane di prova quando è tutto cosi chiaro? Perchè darti due settimane di prova se io voglio te per sempre?
-Perchè ti ho lasciata andare? Per la stessa paura che provi tu. Ma se staremo insieme sul serio io... La nostra non sarà più paura ma Amore."

Io 15, lui 16.

Il giorno del mio compleanno mi fece la proposta di sposarlo. Accettai andando contro i miei genitori.

Io 18, lui 19.

Il matrimonio. Tre giorni fa, il bacio sotto la luce del tramonto. Tra quattro giorni, Londra.


__________________________________________

Angolo autrice: Lo so l'inizio fa schifo ma non sapevo che scrivere!! Domani parto
per le vacanze e non so se avrò molto tempo per scrivere ma sicuramente
inizierò la prossima storia. Ho un'idea per il finale meravigliosa!! =P 
Ciao, ciaoooo!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1186109