With or without you

di itsfedej
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Maggie & Josh ***
Capitolo 3: *** Nick & Maggie ***
Capitolo 4: *** Maggie & Nick ***
Capitolo 5: *** Maggie, Josh & Nick ***
Capitolo 6: *** Nick ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Il giorno più bello della mia vita era arrivato.
Aprii gli occhi e vidi che i raggi del sole entravano nella camera da letto dove stavo dormendo. Ecco forse “dormire” non è proprio il termine da usare visto che non avevo chiuso occhio per tutta la notte. Ero troppo felice, troppo eccitata, troppo tutto. Mamma bussò alla porta e senza che le dicessi di entrare aprì la porta e corse a sedersi vicino a me. «Pronta?» esclamò mettendomi una mano sulla gamba destra e mi accorsi che involontariamente stavo tramando. «Credo di sì» «Come credi? Devi esserne sicura!» disse e le feci un sorriso per rassicurarla anche se ero io quella che aveva bisogno di sicurezza.
Il matrimonio non è una cosa che fai tutti i giorni ed è un passo importante della vita quindi non si possono fare sbagli. E io ero certa che sarebbe andato tutto bene.
«Sta arrivando la parrucchiera, fatti la doccia e poi prepara il vestito che è nell’armadio. Passerà Jennifer più tardi per vedere se va tutto bene!» esclamò e le stampai un bacio sulla guancia. «Mamma, sto per sposarmi e ho ventiquattro anni. So cosa devo fare!» scoppiammo a ridere e qualche minuto dopo mi misi sotto la doccia.
 
Sentii bussare di nuovo alla porta. Quella casa, quel giorno, era un via vai di persone e non si capiva più niente. Quella mattina avevo già visto troppe persone e, a parte mia mamma, nessuno mi aveva trasmesso sicurezza. Tutti che continuavano a chiedermi se ero sicura di quello che stavo facendo. Sì, lo ero. Fortunatamente entrò Jennifer che mi abbracciò stringendomi forte, «La mia migliore amica si sta per sposare. Non ci posso credere!» disse emozionata. Quasi mi fece scendere una lacrima, ma dovetti fermarla perché senò il trucco si sarebbe squagliato e la truccatrice mi avrebbe fatto sicuramente andare all’altare così visto che non c’era più tempo. «Ti voglio bene» dissi stringendola ancora di più a me. Si staccò e mi allontanò per guardarmi da testa a piedi, «Hai intenzione di andare così a sposarti?» domandò vedendo che ero ancora in pigiama. Dissi di no con la testa «Allora andiamo a prepararti che manca poco!» fece un urletto di felicità prima di entrare in camera da letto per aiutarmi ad indossare il vestito bianco.
 
L’emozione mi stava completamente mangiando viva. Sapevo di essere in ritardo ma a chi importava? Tanto se non c’è la sposa il matrimonio non può iniziare, giusto? Quando salii in macchina con papà lo vidi asciugarsi una lacrima con il suo adorato fazzoletto di stoffa. Mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia, «Tutto bene papà?» «Sì piccola mia. È solo che…non ci posso credere che stai per sposarti. Mi sembra ieri che imparavi a camminare, a parlare e -» non riuscì a concludere la frase che scoppiò di nuovo a piangere e lo abbracciai finchè non arrivammo in chiesa.
 
Mi sistemai il velo, poi il vestito e cercai un’espressione adatta per quella situazione. Di solito ho sempre un sorriso a trentadue denti stampato in faccia ma magari ad un matrimonio dove io sono la sposa non è elegante, oppure sì? In ogni caso entrai a braccetto con mio padre che ancora non si era ripreso dal pianto in macchina. Lo guardai e gli feci l’occhiolino, poi entrammo in chiesa e partì la solita canzoncina che viene suonata ad ogni matrimonio al momento in cui entra la sposa. Tutti gli occhi sono puntati su di me: vidi tutti i miei parenti, vidi i miei amici di infanzia tra cui la famiglia Jonas e altre persone che conoscevo solo di vista che erano amici dello sposo. Ma io guardo l’uomo davanti a me che mi aspetta impazientemente. La passerella sembra infinita ma quando arrivo il mio ragazzo, quasi marito, mi sorride e mi toglie delicatamente il velo per baciarmi. Il prete inizia la cerimonia ma allo scambio delle fedi succede l’inimmaginabile. Josh si avvicina a me e mi sussurra nell’orecchio, «Non posso farlo.» «Che dici? Stai tranquillo.» lui mi fissa cercando di attirare l’attenzione ma io cerco di far finta di nulla. «Maggie mi dispiace, non posso. Non posso sposarti e poi mentirti.» disse a bassa voce fortunatamente. Ma cosa stava dicendo? Non si sentiva bene forse? Oppure era l’ansia? «Josh cosa stai dicendo?» «Mi dispiace, non ti posso sposare.» mi lasciò un bacio sulla guancia e corse fuori dalla chiesa, si mise in macchina e sgommò facendo sentire un frastuono dentro la chiesa. Prima un secondo di silenzio poi iniziarono tutti a blaterale, forse su come ero stata stronza ad essere lasciata sull’altare dal mio ragazzo, dopo tre anni di fidanzamento, mentre lui scappava da un’altra sicuramente. Feci per svenire ma mi accasciai all’altare aspettando che qualche forza naturale venisse ad aiutarmi.

Salve salvino! Sono qui con una nuova fanfiction, spero vi piaccia *-*
Buona lettura, non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni :D

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Capitolo 2
*** Maggie & Josh ***


Flashback
Mi svegliai e mi accorsi che la temperatura si era decisamente abbassata rispetto a qualche giorno prima. New York d’inverno era un igloo ed era quasi impossibile viverci. Ma cosa dovevo farci? Josh aveva deciso di passare un po’ di tempo insieme, da soli, lontani dalla California. Non aveva certo azzeccato il periodo giusto, ma non faceva nulla. La cosa importante eravamo io e lui.
Mi voltai e trovai la parte del letto vuota. Dov’era finito? Trovai un bigliettino che diceva: “vestiti, ci vediamo fra mezz’ora nella 5th avenue” così mi alzai e mi vestii velocemente.
Quando scesi il ragazzo alla reception mi salutò poi continuò a fare quello che era il suo lavoro. Aprii la porta e maledetti il momento in cui decisi di non mettere la sciarpa. Se fossi stata una decina di chili in meno sicuramente il vento mi avrebbe portato via.
In ogni caso, arrivai nella più famosa via di New York ma non sapevo precisamente dove mi stava aspettando. Mi guardai un po’ intorno ma niente traccia finchè non sentii dei cavalli dietro di me. «Sali tesoro?» domandò Josh sorridendo. Rimasi a bocca aperta e gli chiesi aiuto per salire, così lui allungò la mano e mi fece sedere accanto a lui in carrozza. «Cosa sta succedendo?» domandai ancora sbalordita. «Sorpresa! Anzi, questa è parte della sorpresa. Ti va di fare un giro a Central Park?» non ci pensai su neanche un secondo ed annuii immediatamente. Mi avvicinai ancora di più a lui e gli stampai un bacio sulle labbra, dopodiché mi strinse forte a se per proteggermi dal freddo. Che cosa romantica, pensai.
Una volta arrivati nel parco camminammo mano nella mano senza parlare. Io non sapevo cosa dire e lui stava escogitando qualcosa, me lo sentivo. Ad un certo punto, in un posto carinissimo e super romantico, si ferma e mi guarda negli occhi. «Sto per chiederti una cosa» esclamò con gli occhi lucidi. Le alternative potevano essere due: o stava per piangere dall’emozione oppure il freddo gli faceva lacrimare gli occhi. Anche se speravo fosse la prima opzione.
«Cosa?» domandai a mia volta. Si allontanò di poco e iniziò a frugare nella giacca finchè non tirò fuori una scatoletta rossa. Una di quelle che, di solito, contengono qualcosa di prezioso come un anello. Senza che lo aprisse il cuore iniziò a battermi forte, così tanto che forse anche Josh riuscì a sentirlo. Gli sorrisi appena i nostri occhi si incontrarono e poi finalmente aprì la scatoletta. Neanche il tempo di guardare cosa c’era dentro che si inginocchiò, «Maggie, vuoi sposarmi?» chiese. Un tuffo al cuore. Mi portai le mani vicino al cuore perché ero stupita. Non pensavo…non immaginavo niente di simile. Pensavo che avremmo preso questa decisione più avanti e insieme. «Io sposare te?» lui annuì e gli saltai addosso per abbracciarlo. Lui mi strinse forte, poi mi prese il viso e iniziò a baciarmi romanticamente e sentì un brivido attraversarmi la schiena. Ero  felice, tanto felice.
Quando mi mise giù, mi prese la mano sinistra e infilò l’anello al dito. Non l’avevo ancora visto bene: aveva due diamanti sopra che brillavano più del sole. «Non mi hai ancora risposto però!» disse. «Hai dubbi? Certo che ti sposo, anche ora, qui.» gli stampai un altro bacio sulla bocca e poi lo abbracciai forte. «Ti piace?» «Da pazzi!» «I due diamanti siamo io e te. E brillano come i tuoi occhi azzurro cielo.» «Ti amo!» esclamai cercando di non far scendere nessuna lacrima. «Ti amo anche io!» «Non pensavo avessi questo buon gusto, sinceramente!» dissi scherzando e lui fece un sorrisetto. «Devi sapere che mi hanno aiutato…però ovviamente mi hanno consigliato solo il posto!» mi fece l’occhiolino e gli chiesi chi era stato. «Nick! Solo io e lui sapevamo di questa cosa!» gli sorrisi e ci baciamo a lungo.
 
Scossi la testa. Avevo tutte le persone intorno che continuavano a chiedermi di alzarmi da terra, di reagire! Ma non ne avevo la forza. Mi aveva lasciata lì, sull’altare, da sola. Eppure era stato lui a decidere di sposarci, perché aveva cambiato idea?

       

Buongiorno! Già posto? Lo so, sono una rompi palle!
Non siete in molte a recensire questa fanfiction quindi spero che aumenter
(come avrete notato, i capitoli verranno chiamati con i nomi dei personaggi in modo da farvi capire chi sta parlando, cioè da che punto di vista
ete!

Grazie comunque a quelle che hanno recensito e hanno già messo questa storia tra le preferite *-*

)
Al prossimo capitolo xx
       

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Capitolo 3
*** Nick & Maggie ***


La vidi lì, accasciata per terra, che non voleva dare retta a nessuno. Che cazzo gli era venuto in mente a Josh? Eravamo amici da tanto e non pensavo sarebbe arrivato a questo punto. Lasciare la sua ragazza sull’altare al momento dello scambio delle fedi. Un pazzo.
«Joe!» dissi richiamando l’attenzione di mio fratello. Lui mi fece segno con la testa di parlare. «A te aveva detto qualcosa?» «Chi?» «Come chi? Josh, imbecille!» lui riordinò le idee che aveva in testa e alla fine fece di no con la testa. Josh era nostro amico da tanto, tanto tempo. Avevamo condiviso tutto, e quando nella sua vita era entrata a far parte Maggie un po’ eravamo spaventati ma alla fine capimmo che era una brava ragazza e che stavano benissimo insieme. Ma evidentemente ci eravamo sbagliati…sulla seconda affermazione ovviamente.
Dissi sottovoce ai miei fratelli che mi stavo allontanando e andai verso l’altare dove c’era ancora Maggie con le ginocchia vicino al mento che singhiozzava. Mi avvicinai cercando di farmi spazio tra le persone che le stavano addosso e trovai la madre che le parlava nell’orecchio. Quando mi vide mi fece segno di starle vicino e di rassicurarla. Mi sedetti accanto a lei e iniziai ad accarezzarle i capelli. «Maggie, sono Nicholas.» dissi sperando di farla rilassare ma niente. Mi avvicinai ancora di più, «Non ci sono parole per quello che è appena accaduto, ma ti va di fare due passi fuori? Qui non hai privacy, ti stanno tutti addosso.» esclamai. Lei si mosse, si voltò e mi ritrovai il suo viso a dieci centimetri dal mio. Aveva tutto il trucco sbavato: la matita, o il mascara o comunque quello che era, le arrivava quasi alle labbra. Cercai un fazzoletto nelle tasche dei pantaloni e glielo porsi. Lei soffocò un grazie tra le lacrime e l’aiutai ad alzarsi. Anche il vestito si era sporcato di nero per la matita e macchie rosse a causa del lucidalabbra. La presi sottobraccio in modo da non farle perdere l’equilibrio. La potevo capire anche se non riuscivo proprio a mettersi nei suoi panni.
Appena fuori dalla chiesa la feci camminare per qualche metro e, arrivati ad un prato, la feci sedere. «Vuoi che ti lasci sola?» domandai. Lei aveva lo sguardo fisso su un punto, mi spaventava. «No, non lasciarmi sola.» rispose e scoppiò di nuovo a piangere.
Sinceramente? Non sapevo che fare. Volevo dirle che sarebbe andato tutto bene ma non ne avevo la certezza. Andiamo, il suo ragazzo l’aveva lasciata sull’altare, era ovvio che non poteva andare bene. Però volevo anche farle capire che ci sarei stato nel caso avesse avuto bisogno. Non sapevo che dire.
Mi avvicinai ancora una volta e l’abbracciai mentre lei tirava fuori tutto il suo odio, il nervosismo, lo stress, la tristezza attraverso il pianto. Vedevo le lacrime che le rigavano il viso e mi veniva una stretta al cuore.
«Josh aveva un’altra?» domandò ad un certo punto. Sobbalzai, un po’ per la sorpresa che stava parlando un po’ per la domanda. «Cosa ti viene in mente?» «Tu dimmi la verità!» «Non che io sappia!» risposi nervoso. Il fatto era proprio quello: non lo sapevo. Lei si appoggiò alla mia spalla, «E allora sai perché mi ha fatto questo?» «No, neanche questo.». Cinque minuti di silenzio. Si sentivano solo i nostri respiri. «Mi dici la verità?» chiese Maggie. Stava peggiorando le cose. Annuii. «Me lo sono meritata? Intendo…essere lasciata sull’altare dal mio ragazzo!» fece una risata nervosa e poi tornò di nuovo seria. «No, non te lo meriti. E non se lo meriterebbe nessuno. Ha fatto una cosa…imperdonabile.» «Lo so. Eppure è successa, a me.» rispose mettendosi le mani tra i capelli e rovinando anche l’acconciatura perfetta che la parrucchiera aveva fatto con tanto amore. «Senti…ti va di venire da me? Tanto sono sicura che i miei resteranno con i tuoi e i miei fratelli…bhe…li butto fuori di casa nel caso!» proposi cercando di farla sorridere e ci riuscii. Ci alzammo e l’accompagnai alla macchina. 



Eccomi di nuovo a rompervi :3
Ringrazio tutte quelle che stanno recensendo, spero aumenterete :D
xx e buona lettura!

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Capitolo 4
*** Maggie & Nick ***


Passarono un paio d’ore e stavo sempre peggio. Non me ne facevo una ragione! Solo nei film si era vista una cosa del genere. E io sfigata, l’avevo provata sulla mia pelle.
Casa Jonas mi faceva sempre bene, comunque. I miei genitori erano i migliori amici di quelli di Nick, Joe e Kevin e il più piccolo, Frankie. Io e i ragazzi eravamo cresciuti insieme, infatti per me erano come dei fratelli maggiori anche se Nick aveva la mia stessa età. Ricordo ancora i picnic che facevamo in giardino, i natali passati insieme, le feste di compleanno…era tutto perfetto. D’altronde lo è sempre stato, fino a quel giorno.
«Vuoi qualcosa da bere?» domandò Nick facendomi tornare al presente. Scossi la testa anche se avevo bisogno di acqua perché avevo la gola secca. Ma non volevo bere o mangiare niente. Volevo solo tornare indietro nel tempo per non fare lo sbaglio di accettare di sposarmi.
Nick prese un bicchiere e versò un po’ di the freddo, poi si sedette sullo sgabello della cucina di fronte a me. Mi fissava e mi sentivo un po’ in imbarazzo ma non avevo neanche la forza di dirglielo. Ritornai alla posizione che avevo in chiesa: ginocchia vicino al petto e testa in giù. Era l’unico modo per proteggere me stessa. «Maggie» Nick esclamò il mio nome ma non volevo muovermi da lì. «Maggie, cosa posso fare per farti star bene?» «Nulla» «Però non posso vederti così. Avanti, reagisci! Non te ne stare lì a piangere e prosciugarti. Così ti fai ancora più male!» non so perché ma questa frase mi mandò fuori di testa. Mi alzai dalla sedia e la tirai per terra. «Tu cosa ne sai? Non sai cosa c’è in questo fottuto corpo, non sai il male che mi ha fatto Josh. Non riesco a reagire, questo lo capisci Nicholas?» gli urlai in faccia anche se non era mia intenzione. Vidi la sua faccia cambiare espressione, poi dopo qualche minuto raccolsi la sedia e presi un sospiro. «Scusami. I-io cercavo di aiurtarti.» esclamò e iniziai di nuovo a piangere. «Scusami tu. Scusami, non volevo. Tu stai cercando solo di aiutarmi e…scusami.» dissi mettendomi le mani davanti agli occhi. Non volevo essere debole, giuro. Volevo andare da Josh e staccargli la testa a morsi oppure prenderlo a pugni ma non ce la facevo proprio. Alla fine mi buttai tra le braccia del mio migliore amico e restammo così per un po’ finchè non ripresi a respirare regolarmente.
 
Mi squillò il telefono. Guardai la schermata del mio nuovo iPhone e vidi il nome della mia migliore amica che si illuminava. Presi un respiro e risposi: «Pronto?» «Tesoro dove sei finita?» domandò tutto d’un fiato. Aspettai prima di risponderle, non sapevo se dirle la verità o una bugia. «Jennifer sono a casa Jonas, con Nick. Però non dirlo a nessuno, neanche ai miei. Soprattutto a loro.» esclamai. «Io sono qui con Joe, Kevin e Danielle. Volevamo venire a casa…però dimmi tu se ti va di vederci!» domandò. Nelle ultime due ore mi ero ripresa. Avevo parlato con Nick, mi ero sfogata e mi ero perfino addormentata con lui sul divano. Ora ero pronta per socializzare con altre persone. Però il nodo alla gola restava.
«Certo, venite. E poi è casa loro, non posso certo buttarli fuori!» dissi con un po’ di ironia nella voce. Strano, riuscivo ancora a scherzare. Dopodiché, Jennifer chiuse la telefonata e tornai sul divano.
 
Ero seriamente grata. Grata delle persone che mi stavano accanto. Dove avrei trovato un’amica come Jennifer? Da nessuna parte. E amici come la famiglia Jonas? Stessa cosa. In momenti come quelli solo gli amici potevano tirarti su di morale e anche se la forza di andare avanti dopo essere stata scaricata dal mio quasi marito era proprio poca, loro riuscivano a strapparmi un sorriso.


Scusatemi veramente tanto per questo capitolo schifoso e noioso ç_ç giuro che mi rifarò con i prossimi!
Grazie a chi sta recensendo, vi adoro <3
Buona lettura xx

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Capitolo 5
*** Maggie, Josh & Nick ***


“Lo guardai negli occhi, alla luce del sole si vedeva che aveva pianto, e gli dissi che l’amavo. L’amavo come non avevo mai fatto prima e gli dissi anche che quell’amore mi stava mangiando viva. Senza di lui non potevo stare. «Josh, ti amo.»
 
Mi svegliai di colpo. Ero sudata e a vedere il mio letto si poteva dire che mi ero anche girata parecchio quella notte. Guardai l’orologio appeso alla parete di fronte a me che segnava le sette del mattino. Mi alzai e corsi in bagno per farmi una doccia. Il sogno, anzi, l’incubo più brutto che avessi mai fatto.
Era già passata una settimana da quel brutto evento eppure questo episodio mi tornava in sogno quasi ogni notte, come qualcosa che mi perseguitava. E la cosa più brutta di quella mattina era che dovevo andare in chiesa per ritirare tutte le pratiche del matrimonio non fatto. Ci sarebbe stato anche lui? Chi poteva dirlo. Indossai un paio di jeans e una maglia comoda, entrai in macchina e accelerai.
 
«Salve signorina!» disse il pastore della nostra parrocchia. Era il padre di Nick, ovvero il capofamiglia dei Jonas. Era un uomo fantastico e aveva una moglie altrettanto meravigliosa. Invidiavo tantissimo la sua famiglia.
Mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia, «Salve!» mi fece accomodare di fronte alla sua scrivania e si sedette facendo un sospiro. Solo io sapevo cosa significava. Neanche il tempo di accorgermi che di fianco a me c’era un’altra sedia che entrò il mio incubo peggiore. Josh. Non riuscii neanche ad alzarmi e andarmene, proprio non ne avevo la forza. Lui mi sorrise e il desiderio di spaccargli i denti con un pugno diventava sempre più grande. «Perché lui è qui?» domandai nel modo più acido che poteva esistere. Il parroco si alzò e camminò per la stanza, «Perché dovevate sposarvi.» «Ah bhe!» risposi. «Però qualcuno ha deciso di ripensarci lasciandoti sull’altare. Ma questo lo riprenderemo più tardi.» «Più tardi io sarò fuori da qui. Sbrighiamoci con queste pratiche, ho da fare!» esclamai cercando di trattenere la rabbia. Josh si alzò e venne di fianco a me, «Mi dispiace.» disse a bassa voce, per sembrare più dolce. «Josh, io non ci casco di nuovo. Firma quel maledetto foglio e sparisci dalla mia vista.» «Ma non mi hai dato neanche il modo di spiegare!» «Cosa c’è da spiegare?» ringhiai, stavo per tirargli dietro la sedia. «Non ero pronto. Ho fatto una grande cazzata e ora ti rivoglio indietro.» «Non sono un giocattolo, nel caso te lo fossi scordato.» mi alzai dalla sedia e presi in mano la penna nera che era nel porta-penne del pastore. Cercai lo spazio dove dovevo firmare e una volta trovato ci scrissi il mio nome e cognome. «Se io decidessi di non firmare?» «Fai come ti pare, io ho firmato e questo significa che non abbiamo più niente a che fare.» feci per andarmene e lui mi bloccò prendendomi per un braccio. «Tu mi sposerai di nuovo.» disse stringendo la stretta. «Io non ti voglio mai più rivedere.» gli tirai un pugno sulla mano per lasciar andare il mio braccio e senza neanche salutare il parroco corsi in macchina e mi chiusi dentro. Piangere era l’unico modo per sfogarsi, giusto? Mi rannicchiai come facevo ormai dal giorno del “matrimonio” in poi. Le lacrime rigavano tranquillamente le mie guance fino ad arrivare alla bocca. Forse me lo meritavo tutto questo dolore, forse in una vita precedente avevo fatto soffrire qualcuno e questa è la punizione.

Sobbalzai sentendo bussare al finestrino della macchina, mi asciugai le lacrime con la manica della maglietta e guardai fuori mettendo a fuoco la persona che avevo davanti. Abbassai il finestrino e tirai su col naso, «Che ci fai qui?» domandai. Neanche il sole era dalla mia parte. Batteva fisso sui miei occhi e li faceva lacrimare…come se non lo stessero facendo già prima. «Che ci fai tu qui? Io sono venuto perché mio padre mi ha chiamato…» disse Nick che ancora non capiva quello che era successo. Gli dissi di spostarsi e aprii la portiera. La chiusi facendo rumore e corsi ad abbracciarlo. Non volevo liberarmi da quella stretta, mi resi conto che tra quelle braccia mi sentivo al sicuro. «Maggie, cosa succede?» bisbigliò nel mio orecchio. Mi staccai, «Josh. Me lo sono trovato davanti nello studio di tuo padre. Dovevamo firmare delle pratiche per il matrimonio non fatto e mi ha bloccato il braccio dicendomi che lo dovevo obbligatoriamente sposare. Io non posso vivere così…» nel momento in cui finii la frase scoppiai di nuovo a piangere. Ero un caso perso, non riuscivo a non piangere per più di dieci minuti di fila. E non volevo far pena a nessuno, tantomeno a Nicholas. Lui mi strinse ancora in un abbraccio, «Andrà tutto bene.» mi rassicurò. 


Mi avevate chiesto un capitolo più lungo ed eccomi qui (:
Spero vi piaccia e spero non sia troppo noioso ç___ç Maggie piange sempre ma okay ahaha scusate D:
Buona lettura e grazie per le recensioni xx

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Capitolo 6
*** Nick ***


Maggie appoggiò la testa sulla mia spalla e io alzai lo sguardo: c’era mio padre sulla porta del suo ufficio che mi faceva l’occhiolino. Sì, perché effettivamente non ero di passaggio ma mi aveva chiamato appositamente lui. Gli sorrisi e accompagnai Maggie a casa.
 
Quando tornò a casa mi chiamò in salotto, «Buonasera figliolo, come stai?» «Grazie per avermi chiamato oggi.» dissi facendogli un sorriso. «La situazione stava precipitando, appena è entrato Josh io me ne sono andato, poi ho sentito Maggie lamentarsi e ti ho chiamato.» «Non deve toccarla.» esclamai stringendo i denti. Il pensiero che Josh poteva fare del male a Maggie mi spezzava il cuore. Prima di tutto ero il suo migliore amico, quindi, l’avrei sempre rispettata e difesa. «Ora cos’hai intenzione di fare?» domandò papà. «Credo che aspetterò» risposi facendo spallucce. «Che cosa?» «Che la situazione si sistemi.» mi diedi un bacio sulla fronte come quando ero piccolo e mi lasciò sul divano a pensare.
 
Io odiavo pensare. Facevo di tutto durante la giornata per non aver tempo di fermarmi e pensare eppure eccomi qui. Dunque, ah sì, bella la nuova macchina di mamma. Anche se avrebbe dovuto comprarla di un altro colore. Ah poi c’è l'anniversario di Danielle e Kevin, figo! Ho voglia di fragole. Maggie. Maggie. Uff, fra poco è il compleanno di Joe e non so che regalo fargli…
 
Sapete quando si dice “parli del diavolo e spuntano le corna?” ecco. Entrò Joe nella stanza e si buttò, nel vero senso della parola, sul divano di fianco a me. Restò per un momento in silenzio e poi iniziò a parlare di quanto la sua vita fosse noiosa. «Non hai nessun’amica single, figa, alla mia altezza insomma?» «No fratellone» dissi ridendo. Era sempre il solito, non cambiava mai. «Che noia! Non ti annoi?» «No, sto pensando.» «A cosa?» si mise seduto meglio visto che era completamente sdraiato e sorrise, come se veramente volesse sentire quello che avevo da dire. «Sono in una situazione di merda.» «Perché?» chiese ma non risposi. Non volevo dirlo, perché non volevo convincermi di quello che provavo. Così lui tagliò corto e fece direttamente la domanda che gli interessava, «Maggie?» sbuffai ed annuii. «Ne sei innamorato?» «No, assolutamente no. È mia amica da troppo tempo. Ho solo…una cotta.» «Che diventerà amore!» «Che ne sai?» «Stai parlando con Joe Jonas.» esclamò e scoppiai a ridere. Ma siamo sicuri che lui è davvero mio fratello? Siamo così diversi. «Ho paura che lei non ricambi.» dissi toccandomi i ricci, era segno di nervosismo. «Se non glielo chiedi…» «Me lo deve dimostrare come sto facendo io con lei. Non voglio sentirmelo dire, voglio che lei mi faccia vedere i suoi sentimenti.» risposi sincero. Ormai, al giorno d’oggi, il ti amo veniva usato per qualunque cosa. Era diventato il nuovo ciao e non ero d’accordo. Dov’era finito il romanticismo? Perciò non sopportavo il comportamento di Josh. Se non l’amava veramente, perché le ha chiesto di sposarlo e poi adesso la lascia soffrire nelle mie braccia?
«Tu stalle vicino, lei si accorgerà prima o poi di quanto sei stupendo» queste parole dette da mio fratello suonavano in modo diverso. Mi avvicinai e lo abbracciai come non facevo da tempo. «Grazie, ti prometto che troverò una ragazza adatta a te!» scoppiammo tutti e due a ridere e poi lo lasciai vegetare sul divano.
Mi diressi verso la mia camera ma incontrai un altro componente della famiglia, «Ciao fratellino, come stai?» era Kevin che, stranamente, ci era venuto a trovare da solo. Di solito, cioè quasi sempre, era con sua moglie. Si erano conosciuti parecchi anni prima, si erano innamorati e stavano per fare tre anni di matrimonio. Però qualcosa stava cambiando…«Nick, ti devo dire una cosa.» esclamò preoccupato. 


Mi scuso per il capitolo penoso, noioso e corto. Vi prometto che i prossimi saranno migliori, mi servono dei capitoli di passaggio per farvi capire meglio la storia ç___ç
Scusate ancora e buona lettura xx

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