DEMONVILLE

di FANTASYLANDIA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1: L'EREDITA' DI PLUTONEE IL DEMONE ZANACRAD ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2: LA RICOSTRUZIONE DI DEMONVILLE E IL LIBRO NECROMANTIS ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3: LA PROFEZIA DI KILIAN E L'AMBIZIONE DI PROMETEO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


E' la storia di un mezzodemone chiamato Kilian, frutto dell'amore del dio Plutone e un demone donna chiamata Sagondra. 
Egli inizia il suo viaggio per cercare tracce sul suo passato e sulle sue origini dato che dopo la nascita viene abbandonato e lui non è a conoscenza dei suoi genitori. Sarà un demone a metterlo sulla giusta strada, ma lungo il cammino Kilian scoprirà molto di più di ciò che cercava e affronterà la sua più grande avventura.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1: L'EREDITA' DI PLUTONEE IL DEMONE ZANACRAD ***


Capitolo 1: L’eredità di Plutone e il Demone Zanacrad
 
Sull’ombelico dell’Inferno era eretta una città chiamata Demonville, essa era abitata da: vampiri, demoni, streghe e altri esseri.
Fra queste creature ve n’era una in particolare; un giovane mezzo demone di nome Kilian: egli aveva il corpo e la testa umana, la forza e la corporatura di un demone e delle bellissime ali d’angelo dorate.
Una notte, un essere sconosciuto si presentò alla porta della sua casa e bussò.
Kilian corse alla porta per vedere chi fosse e dopo averla aperta disse: “Chi sei tu che osi bussare alla soglia della mia casa”?
Lo straniero rispose: “Il mio nome non ha alcuna importanza, sono venuto per chiederti un favore”.
Kilian aggiunse: “Per quale cagione dovrei esaudire la tua richiesta”?
Lo straniero continuò: “Perché se farai quanto ti dico riceverai in premio uno dei libri degli spiriti”.
Quella ricompensa convinse il mezzodemone e accettò di esaudire il desiderio dello straniero e per questo gli chiese: “Che cosa devo fare? Qual è la tua richiesta”?
Lo straniero concluse: “Un ladro è entrato nella grotta del drago per rubare un antico e prezioso oggetto; il tuo compito consiste nel fermarlo”.
Dopo aver finito di parlare lo straniero sparì e Kilian si mise in viaggio per raggiungere la meta designata dallo sconosciuto.
Il tragitto fu molto breve, perché la grotta era situata a pochi passi da casa.
Dopo essere giunto, Kilian entrò nella grotta, ma egli non vide niuno e per tanto pensava di aver fatto un viaggio a vuoto e di essere stato raggirato.
Poi però accadde qualcosa che lo smentì; nel ventre della grotta vi era il custode che non appena lo vide disse: “Vedo con sommo piacere che il mio servo è riuscito a convincerti a venire da me”.
Kilian non capiva che cosa volessero dire le sue parole e per questo gli chiese: “Tu chi sei? Perché volevi che venissi qui”?
Il custode rispose: “Io sono Kalor, sono il custode di questa grotta. Ho voluto vederti perché da molti secoli un’antica storia è rimasta sepolta ed ora è giunto il momento che tu rimuovi le macerie del tempo per guardare la verità”.
Il mezzodemone continuava a non capire e per questo aggiunse: “Come posso fare quanto mi chiedi”?
Kalor rispose: “In questa grotta vi è un portale simile ad un vortice, se tu l’oltrepasserai giungerai nel mondo dei vivi. Lì è racchiuso il primo tassello che ti condurrà alla verità”.
Kilian curioso di scoprirla, si avviò verso il vortice e l’oltrepassò.
Dopo un’ora di discesa, egli si ritrovò dinanzi ai piedi di una  sfinge.
La quale non appena vide il mezzodemone disse: “Finalmente è giunto colui che racchiude nel proprio corpo la chiave per aprire la porta che conduce alla verità degli eventi”.
Kilian dopo essersi rialzato disse: “Chi sei? Quale significato hanno le tue parole”.
La sfinge rispose: “Se supererai la prova potrai avere le risposte che cerchi”.
Kilian aggiunse: “In che cosa consiste la prova che devo superare”?
In preciso istante comparve un mago di nome Kelnor che posò sulla bestia mitologica una pietra rombale di color viola.
La sfinge improvvisamente perse il suo colore dorato e divenne nera.
In seguito assalì il mezzodemone.
Egli si difese egregiamente, ma la sua forza non era neanche la metà di quella della sua avversaria e fu allora che Kilian mostrò la sua seconda natura.
Egli si trasformò in un grifone e in breve tempo distrusse la sfinge.
Quest’ultima prima di morire rivelò a Kilian: “A poche miglia da qui vi è la casa del mio padrone, raggiungila e lui ti darà le risposte che cerchi”.
Il mezzodemone seguì il sentiero indicato dalla creatura mitologica e in un attimo trovò l’abitazione di Kelnor, lì Kilian riprese le sue sembianze demoniache.
Egli dopo essere entrato trovò dinanzi un piedistallo con sopra un libro degli spiriti. Kilian si avvicinò e lo toccò.
Improvvisamente, il libro iniziò a narrare una storia: “24 maggio 1998, in questo giorno io Kanor, ho visto la fine della mia stirpe con la mia morte. La mia gente ebbe la sfortuna di essere graziata da Plutone, il Dio custode dell’Inferno, per questo tutte le tribù di demoni e di vampiri si allearono per dare la caccia a noi Grifoniani, la nostra colpa però non fu solo quella. Infatti noi possediamo il potere di aprire la soglia che conduce al mondo dei vivi e di oltrepassarla. Per queste cagioni ci hanno odiato e disprezzato, dato che solo noi potevano beneficiare di quel portale, perché se le altre creature infernali l’avessero usato sarebbero state incenerite dal portale mistico.
Sfruttando questa mia capacità sono riuscito a mettermi in salvo prima che i miei nemici mi uccidessero. Qui ho incontrato un mago di nome Kelnor, egli mi giurò che custodirà il mio dono finché non giungerà l’ultimo della mia stirpe. Dopo aver trasferito il mio potere nel suo corpo io morì”.
Dopo che il libro smise di narrare, si trasformò in una piccola fiammella bianca ed entrò nel corpo di Kilian.
Il mezzodemone svenne per un paio di ore e al suo risveglio si ritrovò incatenato e aveva dinanzi a se il mago. Il quale gli disse: “Ti è piaciuta la storia che hai letto”?
Kilian rispose: “Perché mi hai incatenato? Quali sono le tue intenzioni”?
Kelnor rispose: “Voglio esaudire l’ultima volontà di un essere che pur di impedire al suo dono di perdersi per sempre si è sacrificato, utilizzando le sue ultime forze per trasferirlo nel mio corpo.
Per poter attuare il mio piano devo sacrificare la mia vita e temo che non avrei accettato le mie condizioni se ti avessi lasciato libero”.
Dopo aver finito di parlare, il mago utilizzò i suoi poteri mentali per controllare la spada del mezzodemone.
Egli con essa si tolse la vita e il dono che era custodito nel suo corpo fuoriuscì e si trasferì in quello di Kilian dondogli nuove capacità e una nuova forza.
Il mezzodemone sfruttò i suoi nuovi poteri per liberarsi dalle catene e aprì un portale per fare ritorno all’Inferno.
Due ore più tardi, Kilian si ritrovò dinanzi al Gorgo delle anime, lì depositò l’anima di Kanor.
Successivamente un’immagine comparve dinanzi ai suoi occhi; l’antica biblioteca di Demonville.
Egli capì che in quel luogo avrebbe trovato un secondo libro degli spiriti e per questo si avviò verso il luogo indicato dal Gorgo.
Il viaggio durò un’ora circa, il mezzodemone dopo essere giunto, aprì il grande portone ed entrò nella biblioteca, qui trovò uno spirito ostile che gli disse: “Chi osa turbare il riposo di Senora”?
Kilian rispose: “Non avevo alcuna intenzione di disturbare il tuo sonno, sono venuto per prendere il libro degli spiriti”.
Quella risposta fece infuriare lo spettro, e con un forte vento gettò il mezzodemone su una pila di libri.
Sulla fronte di Kilian comparve il segno di XIII, in seguito si aprì un vortice, il mezzodemone l’oltrepassò e giunse nel passato di Demonville.
Nella stessa biblioteca, qui trovò Senora, nelle sue vesti mortali che gli disse: “Kilian sei giunto dove gli eventi hanno voluto inviarti”.
Il mezzodemone non capiva come un essere del passato poteva conoscerlo e per questo le chiese: “Chi sei tu? Come fai a conoscermi”?
Senora rispose: “Il mio nome è Senora, sono la custode della conoscenza, ti conosco perché grazie al mio dono posso vedere gli eventi che devono ancora accadere. Tu sei qui per portare la pace al mio spettro ucciso in questo tempo per evitare che rovinassi la tragedia ardita da alcuni cospiratori ai danni di Plutone”.
Kilian continuò: “Come posso eliminare il tuo spettro? Perché non hai impedito il tuo assassinio”?
Senora rispose: “Nel cuore di Kalor è racchiuso il potere di cacciare gli spettri da questo mondo, tutto quello che dovrai fare e trafiggergli il cuore con la tua spada per acquisirne la capacità.
Se non ho impedito il mio assassinio è perché io oltre ad avere la possibilità di vedere gli eventi futuri ho anche la responsabilità di salvare il corso della storia. Se avessi cambiato anche un solo evento avrei creato un paradosso che avrebbe riscritto la storia di tutti”.
Dopo aver finito di parlare Senora salutò Kilian, il quale si affrettò a tornare nella sua epoca.
Due ore dopo, il mezzodemone si ritrovò dinanzi ail’entrata della grotta del drago.
Egli dopo essere entrato cercò Kalor. Quest’ultimo lo attendeva e gli disse: “Sei venuto per reclamare il mio dono non è vero”?
Kilian aggiunse: “Era questa la verità che volevi che io scoprissi”?
Kalor rispose: “Ciò che sei venuto a conoscenza è solo una piccola parte, sulla tua storia vi è molto di più da scoprire. Tu sei l’ultimo dei Grifoniani, il tuo compito è quello di recuperare i cinque libri degli spiriti e di incanalare nel tuo corpo la loro essenza per poi condurla nel Gorgo della nime affinché possano loro trovare la pace che gli è stata negata”.
Kilian frenò la sua mano e Kalor disse: “Che cos’è che ti trattiene? Perché non vuoi stroncare la mia vita”?
Kilian rispose: “Non me la sento di rubare la vita di un innocente, per ottenere una vittoria”.
Kalor concluse: “Se questa è la tua decisione, vorrà dire che ti darò io un pretesto per uccidermi”.
Dopo aver detto ciò Kalor attaccò Kilian, il quale fu costretto a difendersi e infine uccise il custode della grotta.
Subito dopo, una luce rossa fuoriuscì dal cuore di Kalor e si trasferì nella spada del suo assassino.
Il mezzodemono dopo essere uscito dalla grotta si diresse verso la biblioteca e dopo aver aperto nuovamente il portone entrò.
Qui trovò lo spettro di Senora che gli disse: “Non so come hai fatto a salvarti, ma avresti fatto meglio a restare dov’eri”.
Kilian sguainò la sua spada, Senora la vide e si spaventò.
Il mezzodemone notò il terrore dello spettro e aggiunse: “Ora non fai più la spavalda, sai dunque che cosa ti attende”.
Dopo aver finito di parlare, il mezzodemone utilizzò la sua spada per cacciare via lo spirito.
Dopo di che, dinanzi agli occhi di Kilian comparve un secondo libro degli spiriti, il quale narrò la storia di Senora: “12 ottobre 1269, in questo giorno, io Senora la custode della conoscenza sono stata uccisa per impedirmi di rivelare i piani oscuri di coloro che tramavano alle spalle di Plutone. Come se ciò non bastasse, il mio spirito verrà catturato in questo luogo, perché senza nessuno che vegli sulla storia non potrà lasciare questo luogo. Dal futuro giungerà l’ultimo Grifoniano che mi chiederà come sconfiggerlo ed io dopo averglielo rivelato potrò riposare in pace”.
Anche questo come il suo predecessore divenne fiammella bianca dopo aver finito di narrare la storia di Senora.
Esso si trasferì nel corpo di Kilian e attese che egli lo condusse verso il Gorgo delle anime, per ottenere la pace che cercava.
Il mezzodemone raggiunse il luogo e deposito lo spirito nel Gorgo, in seguito vide due immagini: un castello e una foresta.
Egli sapeva che non esistevano foreste in quel luogo e per tanto si diresse verso il castello in rovina del clan dei Knorfon.
Questo luogo era abitato da vampiri, al servizio di un conte chiamato Kranius.
Il viaggio di Kilian fu molto breve e dopo aver oltrepassato il ponte levatoglio, si ritrovò dinanzi a una legione di vampiri che lo attaccarono.
Egli però li uccise in breve tempo. In seguito sulla sua fronte comparve un altro segno XIV. Un nuovo portale si aprì ed egli si tuffò al suo interno.
Due ore dopo si ritrovò in una foresta, dinanzi ad una donna di nome Fianara, la quale gli disse: “Sei stato mandato dalle tre sorelle ombre per punirmi per non aver obbidito al loro comando”?
Kilian rispose: “Non so chi siano questi esseri di cui tu parli, io vengo dal futuro e ho intrapreso questo viaggio per cercare il libro degli spiriti”.
Fianara non credeva alle sue parole e per tanto lo attaccò, lui si difese, ma lei era molto abile.
In seguito lei si trasformò in una gigantesca fenice e lui invece in un grifone.
Lo scontro fra le due bestie mitologiche durò ben poco e Kilian in poco tempo ebbe la meglio.
In seguito alla morte di Fianora comparve un libro degli spiriti, il quale narrava le sue vicende: “15 maggio 1363 in questo giorno, Plutone mi salvò da alcuni vampiri mandati da Kranius per uccidermi, ma il Dio li uccise tutti con un solo fendente e poi mi portò nel suo palazzo. Qui ricevetti la visita della sorella Grandeombra, la quale mi chiese di uccidere il Dio per punirlo di aver salvato una tribù di demoni chiamata Grifoniani. Io mi rifiutai di esaudire il suo volere, perché avevo un debito di gratitudine nei confronti di Plutone, ma lei con il suo potere di condizionare le menti mi obligò a fare quanto voleva, tuttavia il Dio sapeva del complotto e mi cacciò via dal palazzo.
Per punirmi del mio insuccesso, la Grandeombra mandò il suo sicario Kranius ad assassinarmi, ma io ero più forte di lui e per tanto lo sconfissi”.
Dopo aver finito di raccontare la storia di Fianora, il libro degli spiriti divenne fiammella bianca ed entrò nel corpo di Kilian. In seguito si aprì nuovamente il portale, egli l’oltrepassò e si ritrovò nel castello del vampiro.
Quest’ultimo non appena lo vide disse: “Sei stato abile a eliminare i miei sicari, sappi che con me le cose cambieranno”.
Kilian aggiunse: “Sono stato nel passato e ho visto quel che hai fatto, ora è giunto il momento che paghi”.
Kranius continuò: “E’ vero hai visto il passato, ma in realtà non sai nulla di quanto è accaduto quel giorno”.
In seguito i due si affrontarono in un epico duello a colpi di spade. Il mezzodemone stava avendo la meglio, ma Kranius non volle arrendersi e per tanto si trasformò in un gigantesco pipistrello.
Kilian divenne un grifone e i due ripresero il duello volteggiando in aria.
Lo scontro durò poco, e vide come vincitore Kilian.
Dopo che il nemico del vampiro trafisse il suo freddo cuore con la sua spada, apparì un libro degli spiriti che narrò la storia di Kranius: “13 maggio 1363, la sorella delle tre ombre conosciuta con il nome di Divinaombra venne a farmi visita dicendomi che una strega di nome Fionora aveva ucciso i miei genitori. Accecato dalla rabbia e dal desiderio di vendetta le chiesi dove l’avrei trovata e lei mi risposi che nelle mie attuali condizioni non avevo alcuna possibilità di sconfiggerla, così mi trasformò in un vampiro per darmi la forza necessaria per eliminare la mia nemica.
Dopo aver ricevuto il dono andai a stanare la strega, lo scontro fu arduo, ma alla fine lei mi sconfisse. Così tornai al mio castello e presi alcuni vampiri che non avevano un maestro e attesi il giorno in cui mi sarei potuto vendicare”.
Dopo aver finito di parlare, la fiammella bianca del libro degli spiriti di Kranius entrò nel corpo di Kilian e si unì a quello di Fianora. Il mezzodemone si avviò verso il Gorgo delle anime con la tristezza nel cuore per quanto era accaduto a quei due.
Dopo aver depositato le due anime, il mezzodemone vide comparire l’immagine dell’antico mausoleo di Demonville.
Egli si recò immediatamente in quel luogo, lì trovò sei statue di Dei: Cronos, Prometeo, Nettuno, Marte, Cupido e infine Plutone.
La statua di quest’ultimo Dio riprese a muoversi e disse: “Chi osa venire in questo luogo sacro per disturbare il nostro riposo”?
Kilian spaventato rispose: “Il mio nome è Kilian e sono venuto per prendere l’ultimo libro degli spiriti”.
La statua di Plutone aggiunse: “Vattene finché sei in tempo, ciò che cerchi è andato perduto”.
Kilian continuò: “Non ti credo”.
A quel punto Plutone decise di attaccare Kilian egli si difese, ma il Dio era molto più forte di lui. Poi il mezzodemone si trasformò in grifone e con quella forza distrusse la statua. In seguito comparve dinanzi ai suoi occhi l’ultimo libro degli spiriti che narrò la tragedia del Dio: “26 aprile 1980, in questo giorno tre sorelle ombre ardirono un complotto ai miei danni, rapirono la mia moglie Sagondra per farmi uscire allo scoperto. Una di loro la teneva in ostaggio e con un pugnale puntato sulla sua gola mi impedirono di reagire. I vampiri e i demoni che per l’occasione avevano unito le forze approfittarono della situazione e mi uccisero.
In seguito gettarono il corpo di Sagondra sul mio cadavere. In quella stessa notte lei partorì un bambino di nome Kilian e poi morì anche lei.
Cupido che giunse in ritardo prese quel pargoletto e lo affidò a una famiglia di demoni che non potevano avere figli”.
Quelle rivelazioni scossero molto Kilian, il quale si pensò che tutti i suoi viaggi erano stati organizzati per fargli scoprire la sua vera natura, discendenza e fu allora che apprese di aver ereditato la responsabilità di difendere l’Inferno in nome dei suoi genitori che sono caduti per aver commesso l’unica colpa di essersi amati.
Tuttavia non era questo il motivo che lo muoveva, egli desiderava ardentemente vendicarli e dopo aver depositato l’anima di suo padre nel Gorgo delle anime gridò: “Uscite fuori allo scoperto, e venite ad affrontare la mia collera. Io il figlio di Plutone vi chiede udienza”.
La sua supplica fu accolta e si presentarono dinanzi a se tre donne oscure demoni conosciute come le tre sorelle ombra: Grandeombra, Divinaombra e Supremaombra.
La sorella Supreombra disse a Kilian: “Abbiamo seguito i tuoi viaggi e sappiamo quanto hai appreso”.
Kilian aggiunse: “Era proprio necessario ucciderlo? Che male vi aveva fatto”?
La Divinaombra rispose: “Egli aveva commesso tre colpe imperdonabili e per questo doveva morire: aveva salvato una stirpe di demoni dall’oblio, ne aveva amato una di loro e infine aveva generato un figlio con lei”.
Kilian ancora più furioso continuò: “Chi credete di essere per poter giudicare un Dio”?
La Supremaombra rispose: “Il suo compito era quello di tutelare l’Inferno dagli attacchi demoniaci e no di salvare razze e di innamorarsi di una di loro. I suoi gesti sono stati inconcepibili e per tanto andava punito”.
Dopo aver finito di parlare essi si affrontarono.
Stranamente però le tre sorelle d’ombra non si difesero e si lasciarono in balia del loro aggressore.
Kilian era riuscito a sconfiggerle, ma non dette loro il colpo di grazia.
Le tre sorelle se ne accorsero e una di loro disse: “Che cos’è che trattiene la tua mano? Non vuoi più vendicare la morte dei tuoi genitori”?
Kilian rispose: “Ho percepito in voi una grande forza, eppure non vi siete difese ed ora mi chiedete di uccidervi perché”?
La Supremaombra rispose: “Con la nostra morte il nostro piano sarà completo e il nostro Signore Zanacrad potrà tornare libero, da quell’abisso che tuo padre lo ha condannato”.
Kilian continuò: “Dunque questo è il vero motivo che vi ha spinto ad uccidere mio padre, ma sappiate che io non esaudirò mai la vostra richiesta”.
La Divinaombra concluse: “Eravamo preparate anche a questo, per tanto tu farai quello che ti abbiamo chiesto volente, oppure no”.
Dopo aver detto ciò, la Grandeombra entrò nella mente del mezzodemone e controllò la sua volontà.
Egli non riuscì a sottrarsi al suo volere e le uccise.
Successivamente i loro tre spiriti si fusero divenendo un libro degli spiriti oscuri e iniziò a narrare l’intera vicenda: “10 giugno 1095, in questo giorno Plutone salva dall’oblio una razza di demoni conosciuta con il nome di Grifoniani. Questo suo gesto scatenò l’ira di tutti i demoni e il più potente fra loro conosciuto con il nome di Zanacrad, radunò un esercito e cercò di combattere il Dio traditore.
Plutone era più forte di tutti i demoni messi insieme per questo li sconfisse con molta facilità.
Tuttavia, anche se era riuscito ad uccidere Zanacrad non aveva risolto il problema, perché la sua anima era troppo potente per essere rinchiusa nel Gorgo delle anime, così la sigillò nell’ombelico dell’Inferno e creò una città per la sua gente; Demonville.
Per oltre un secolo regnò la pace, finché Zanacrad con i suoi enormi poteri dette vita a noi dandoci il compito di punire il suo carceriere.
Per sette secoli non abbiamo fatto altro che cercare di uccidere Plutone e nel giorno della tua nascita ci siamo riuscite”.
Dopo aver finito di narrare la storia, il libro divenne una fiammella oscura e a differenza degli altri non si recò nel Gorgo delle anime, ma nel ventre della città fino a raggiungere il luogo in cui era rinchiuso Zanacrad, liberandolo da quella sua tetra prigione.
Egli dopo essere uscito si diresse nel luogo in cui vi era Kilian per ucciderlo, dato che era la testimonianza dell’errore di Plutone.
Il mezzodemone percepì la città fremere come se fosse scossa da un terremoto e poi vide il demone che aveva causato tanta sofferenza.
Quest’ultimo disse a Kilian: “Tu sei tutto ciò che resta di quel vile che ha osato imprigionarmi in quell’abbisso”.
Il mezzodemone aggiunse: “Taci, non sei degno di pronunciare il suo nome”.
Dopo di che i due si affrontarono in un epico e cruento duello che durò oltre tre ore.
Alla fine però Kilian riuscì a sconfiggerlo e con il potere della sua spada riuscì a scacciare quell’immonda creatura.
Ma prima di fare ciò egli gli disse: “Se credi che con la mia morte sei giunto all’epilogo della tua storia ti sbagli, altri verranno dopo di me e uno di loro riuscirà a fare ciò che io non sono stato in grado di fare”.
Dopo di che l’anima di Zanacrad sparì per sempre, ma la città di Demonville purtroppo non esisteva più.
Nei cieli comparve un vortice simile a quello che Kilian usava per viaggiare nel tempo e assorbì il suo potere.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2: LA RICOSTRUZIONE DI DEMONVILLE E IL LIBRO NECROMANTIS ***


Capitolo 2:La ricostruzione di Demonville e il libro Necromantis
Il mezzodemone si mise alla ricerca di un modo per far risorgere la sua città, finché un giorno non giunse in una città chiamata Vulcania.
Essa era tutta ricoperta dalle fiamme. Kilian si avvicinò verso una fontana di fuoco e lì vide una donna alla quale chiese: “Saprei indicarmi la via per ricostruire Demonville”?
La donna nella fontana rispose: “L’unico modo che hai per farla risorgere è quello di trovare l’antico fuoco di Prometeo”.
Dopo aver dato questa informazione, ella sparì. Kilian riprese il suo viaggio fino a giungere davanti a una seconda fontana di fuoco. Qui a differenza della prima trovò un cavaliere di fuoco, ostile che gli disse: “Vattene da questa città, tu che hai riportato un demone fra noi non sei il benvenuto qui”.
Kilian sguainò la sua spada e disse: “Me ne andrò, ma non prima di aver ottenuto il fuoco di Prometeo”.
Il cavaliere di fuoco aggiunse: “A che cosa ti serve quell’oggetto divino? Non sei abbastanza soddisfatto dei disastri che hai causato”?
Il mezzodemone rispose: “Esso mi serve per far risorgere una città che ha avuto la sfortuna di vedere una tragedia. Perciò ti chiedo, dimmi quel che voglio sapere oppure togliti dalla mia strada e lasciami proseguire la mia ricerca”.
Il cavaliere uscì dalla fontana e dopo aver sguainato una spada fiammeggiante disse: “Battiti con me, se mi sconfiggerai avrai le risposte che cerchi”.
I due si affrontarono in un epico duello, ma la forza del cavaliere di fuoco non era neanche un terzo di quella di Kilian, per tanto egli lo sconfisse con molta facilità e in breve tempo.
In seguito, il mezzodemone puntò la sua spada alla gola del suo avversario e disse: “Ora che ti ho sconfitto mi devi dire ciò che voglio sapere”.
Il cavaliere di fuoco rispose: “Proseguendo verso nord, incontrerai il castello del Dio Prometeo, egli è l’unico a sapere l’obicazione del suo fuoco”.
Dopo aver finito di parlare, il cavaliere di fuoco eseguì un balzo all’indietro e ritornò all’interno della sua fontana.
Kilian seguendo le sue indicazioni giunse dinanzi al portone del castello di Prometeo. Qui trovò due guardie che gli dissero: “Fermo dove sei straniero, questo è il territorio di Prometeo, non osare fare un altro passo, oppure subirai la sua collera”.
Kilian aggiunse: “Sono venuto per discutere di un importante questione con il vostro Dio, per tanto non ho tempo da perdere con voi, ma se per poterlo incontrare sarò costretto a passare sopra le vostre carcasse, sappiate che siete stati a volerlo, perché io ero solo venuto a parlare con lui e non avevo alcune intenzioni di mietere vittime, ma voi mi avete costretto”.
Dopo aver detto ciò, Kilian sguainò la sua spada e si preparò a combattere le guardie di fuoco.
Una voce proveniente dal castello intervenne: “Fermi, lasciate passare il mio ospite”.
Le guardie di fuoco, abassorono le loro armi e lasciarono entrare il mezzodemone e lo accompagnarono dal loro Signore.
Quest’ultimo non appena lo vide disse: “So chi sei e perché sei qui, il fuoco che tu cerchi si trova all’interno di una caverna”.
Il figlio di Plutone ringraziò Prometeo e si avviò verso il luogo indicatogli dal Dio.
Il viaggio durò molto poco, ed egli ben presto raggiunse la sua meta.
Tuttavia, una sgradita sorpresa l’attendeva, la caverna era protetta da un custode, il quale gli disse: “Sei qui per rubarmi il fuoco di Prometeo, non è vero? Sei qui per ricostruire quella città maledetta forgiata per i dannati”?
Kilian rispose: “Si sono qui per i motivi che hai appena citato e non mi fermerà certo un custode”.
Dopo aver finito di parlare i due si affrontarono in un epico duello a colpi di: spade e di arti magiche.
Lo scontro esitò a favore di Kilian, ma stranamente l’individuo che affermava di essere il custode di quell’arcono oggetto, sparì misteriosamente come se ciò facesse parte di un suo misterioso piano.
Kilian era molto sospettoso nei suoi riguardi, ma aveva ottenuto ciò desiderava e per tanto non si dette la pena di carpire i misteri del suo avversario.
Egli dopo aver preso il fuoco di Prometeo corse fino a Demonville, per farla risorgere.
L’oggetto arcano volò fino alle sue profondità e con una luce rossa la fece risorgere.
In quell’istante comparve l’individuo che custodiva il fuoco di Prometeo, egli non appena rivide Kilian disse: “Finalmente ci si rivede mio giovane assistente, grazie a te ora posso realizzare i miei piani”.
Kilian aggiunse: “Ma tu chi sei in realtà? Quali sono i tuoi scopi? Perché hai finto di essere il custode del fuoco di Prometeo e hai duellato con me se i tuoi fini erano quelli di utilizzarlo fin dall’inizio? Che bisogna c’era di tanta messa in scena”?
Lo straniero rispose: “Io sono il Predatore di anime, da molti secoli attendo in quella caverna questo momento: l’attimo in cui il figlio del traditore avrebbe ricostruito la città per me permettendomi di prendere il libro Necromantis, l’unico strumento in grado di aprire la soglia fra questo mondo e quello dei vivi”.
Kilian aggiunse: “Vuoi forse dire che tutto questo è stato previsto da te? Come fai a sapere tutte queste cose”?
Il Predatore di anime: “Prima che io mettessi in atto il mio progetto ero stato confinato nel luogo che mi hai trovato a custodire quell’oggetto, affinché non cadesse in mani sbagliate. Un giorno però qualcuno scielse quel luogo come territorio per un duello e fu allora che venni a conoscenza del libro Necromantis, del suo incredibile potere. Tuo padre ha avuto la sfortuna di essere il custode di quell’inesurabile forza e per questo convinsi Zanacrad ad attaccarlo. Affinché lo uccidesse dandomi l’occasione di rubarlo. Per uno strano scherzo del destino, esso era custodito in un punto della sua città; l’antica biblioteca di Demonville così quando ho saputo che Zanacrad era fuggito e che aveva distrutto la città ho studiato questo piano in attesa il tuo arrivo e ti ho consegnato il fuoco di Prometeo. Ora basta pensare al passato è giunto il momento di finire quanto ho iniziato e tu sei l’ultimo ostacolo che pone fra me e il libro Necromantis”.
In seguito i due si affrontarono per la seconda volta in una furente lotta a colpi di spade e con spettacolari e acrobatiche mosse magiche.
Questa volta fu il Predatore di anime ad avere la meglio, ma Kilian non si arrese e si trasformò in grifone.
Ma l’avversario del figlio di Plutone riuscì ad avere la meglio ancora una volta, tuttavia non dette il colpo di grazia e prima di dirigersi verso la sua meta finale disse: “Ho deciso di lasciarti vivere, per darti la possiblità di quello che mi hai aiutato a realizzare”.
Subito dopo egli sparì, Kilian ci mise un bel po’ per riprendersi. Il desiderio di salvare l’Inferno gli dette la forza per rialzarsi e si diresse verso l’antica biblioteca di Demonville.
Intanto, al suo interno, il Predatore di anime aveva aperto una passaggio segreto che si trovava su uno scaffale di libri, egli scese le scale e con grande sorpresa trovò Cerberus, il cane di Plutone che faceva la guardia al libro.
Il mastino del Dio disse: “Se sei venuto per il libro, hai fatto un inutile viaggio”.
Il Predatore di anime aggiunse: “Non sono venuto per rubarti il libro, ma per metterti in guardia; un demone sta per arrivare a sottrartelo".
Cerberus con i suoi occhi guardò nel cuore del Predatore di anime e vide tutto quello che aveva fatto per ottenerlo. Ciò lo fece infuriare e disse: “Hai osato ingannarmi ed ora pagherai con la vita il tuo raggiro”.
Il cane si stava per aggredire il Predatore di anime, quest’ultimo riuscì a fermarlo con il suo potere di condizionamento mentale e lo plagiò affinché eseguisse i suoi comandi.
In quel fraggente Kilian entrò nell’antica biblioteca di Demonville, il Predatore di anime ordinò a Cerberus: “Va e uccidi l’invasore, egli ha assassinato il tuo padrone ed ora è venuto per il libro, il tuo nuovo padrone te lo comanda”.
Il figlio di Plutone vide comparirgli davanti a gran velocità l’animale e istintivamente sguainò la sua spada.
I due combatterono a colpi di spade, zampate, morsi e colpi di coda.
Ma alla fine però il mezzodemone riuscì ad avere la meglio e stava per uccidere il suo avversario e fu allora che udì la sua voce: “Grazie per avermi liberato dall’incatesimo di quel vile marrano. Non avevo alcune intenzioni di assalirti, ma lui mi ha costretto. Mentre noi parliamo lui si accinge ad aprire la soglia che collega i due mondi, ti prego fermalo”.
Kilian gli dette il colpo di grazia e disse: “Non temere ora è tutto finito, ti prometto che la tua morte non sarà stata invana, il Predatore di anime avrà la sua punizione per tutto il male che ha recato”.
Dopo di che, egli scese le scale e vide un gigantesco vortice che squarciava l’aria e l’oltrepassò.
Quando giunse dall’altra parte vide uno scenario simile a quello che aveva lasciato e seguendo le traccie di morte lasciate dal suo avversario non gli fu difficile trovarlo.
Quest’ultimo appena lo vide disse: “Come ti avevo promesso ti mostro quello che mi hai aiutato a realizzare. Grazie a te sono riuscito a giungere in questo luogo dove scorre la vita, o per meglio dire dove la scorreva”.
Il mezzodemone non capiva il perché delle sue azioni e per questo disse: “Che bisogno avevi di ridurre il pianeta a queste condizioni? Che male ti aveva fatto quella creatura, perché l’hai dovuta sacrificare”?
Il Predatore di anime rispose: “Io sono un divoratore di spiriti, per questo tuo padre non mi ha mai ucciso pur sapendo le mie intenzioni. Se io fossi finito nel Gorgo delle anime avrei divorato gli spiriti di tutti coloro che giacevano lì in attesa che il risucchio li desse una nuova vita e una nuova forma.
L’esistenza che Plutone mi aveva preservato era peggiore di mille morti, perché siccome mi trovavo all’Inferno anche se non mi nutrivo potevo morire e per questo ho bramato il libro Necromantis, per giungere in questo regno per potermi finalmente nutrire. Cerberus, mi impediva di prenderlo e per questo l’utilizzato pur sapendo che non era in grado di sconfiggerti”.
Kilian aggiunse: “Provo pena per la tua condizione, ma non posso perdonare  il male che hai fatto, per questo anche se mi dispiace devo ucciderti”.
Il Predatore di anime rise e continuò: “Prima quando era debole e affamato non sei riuscito a sconfiggermi, che cosa ti fa pensare da avere una misera possibilità ora che sono a pieno delle forze”?
Kilian non disse niente e sguainò la sua spada per dare inizio al duello.
Quest’incontro fu molto più spettacolare e cruento dei precedenti, ma per qualche ragione i due erano pari.
A quel punto Kilian si trasformò in grifone e con una forza inaudita, mai vista finora riuscì ad ucciderlo.
Successivamente, il portale che lo aveva condotto in quel mondo si aprì, tutte gli spiriti che il Predatore di anime aveva divorato tornarono nei rispettivi corpi e le persone ritornarono a vivere.
Il portale che aveva condotto Kilian in quel mondo si riaprì, egli l’oltrepassò. In seguito esso si richiuse, il mezzodemone raccolse il libro Necromantis da terra e lo andò a gettare nel Gorgo delle anime.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3: LA PROFEZIA DI KILIAN E L'AMBIZIONE DI PROMETEO ***


Capitolo 3: La Profezia di Kilian e l’ambizione di Prometeo
Nella città di Vulcania, all’interno del castello di Prometeo, un servo corse fino ai piedi del suo Dio per annunciargli la vittoria di Kilian
Quest’ultimo disse: “Bene, tutto procede secondo i miei piani. Presto si avvererà la profezia ed io diventerò sovrano dell’Inferno”.
In quell’istante comparve un altro Dio, Nettuno sovrano dell’acqua. Egli aggiunse: “Pazzo, per soddisfare la tua brama di conquista, hai messo in pericolo due interi mondi”.
Prometeo riconobbe immediatamente il Dio e disse: “Nettuno, da quanto tempo che non ci incontriamo, che cosa ti ha portato da me”?
Nettuno rispose: “Sono venuto per fermarti, prima che sia troppo tardi”.
Prometeo continuò: “Non dovevi scomodarti, ora che Plutone è morto, nessuno potrà fermarmi. Questo regno mi spetta di diritto, come padrone del fuoco. Tutto ciò che ho fatto è stato anticipare gli eventi della profezia del figlio del Dio, quindi non ho nessuna colpa, ciò che è accuduto è scritto che doveva accadere e cosa importa se prima o dopo, e poi qualcuno doveva strappare l’Inferno dalle mani di colui che l’avrebbe condotto al collasso”.
Nettuno: “Vorresti farmi credere che hai fatto tutto ciò per preservare la vita all’Inferno e non per una tua sete di dominio”?
Prometeo rispose: “Credi pure quello che vuoi, ciò che è stato fatto non si può cambiare, quindi lasciamo il passato alle spalle e pensiamo al presente. Tu sei venuto per impedirmi di prendere ciò che mi spetta di diritto ed io non posso permetterlo”.
Dopo aver finito di parlare, il Dio del fuoco sguainò una spada fiammeggiante e duellò contrò il Dio dell’acqua. Lo scontro durò poco, Nettuno vinse Prometeo, ma non l’uccise e dopo aver riposto il suo tridente disse: “Ti lascio vivere per darti l’occasione di redimerti, pentiti di quanto hai fatto”.
In seguito se ne andò. Prometeo in seguito aggiunse: “Va pure, ma presto ti pentirai di avermi preservato la vita”.
Nel frattempo, un messaggero del Dio del fuoco raggiunse Demonville, alla ricerca di Kilian.
Quando lo trovò gli disse: “Finalmente ti ho trovato Kilian, il mio sovrano Prometeo mi manda per chiederti di aiutarlo”.
Kilian aggiunse: “Che cosa posso fare io per lui”?
Il messaggero rispose: “Vieni con me a Vulcania e lo scoprirai, perché a me non è stata rivelata tale informazione, il mio compito era quello di trovarti e di condurti dal mio sovrano”.
Il mezzodemone seguì il messaggero di Prometeo.
Dopo un giorno di marcia, i due raggiunsero Vulcania e il palazzo di Prometeo.
Kilian al cospetto del Dio del fuoco disse: “Qual è il problema? A che cosa ti serve il mio intervento”?
Prometeo rispose: “Nettuno, il Dio dell’acqua è venuto qui per uccidermi, egli vuole impadronirsi di tutte le città esistenti all’Inferno”.
Kilian aggiunse: “Come posso sconfiggere io un Dio? Io non sono altro che un mezzodemone”.
Prometeo continuò: “Nelle tue vene scorre il sangue di Plutone, quindi non hai nulla di cui temere, puoi sconfiggerlo”.
Kilian si convinse e aggiunse: “Dove posso trovarlo”?
Prometeo rispose: “Egli dimora in una città chiamata Acqualian”.
Il mezzodemone partì alla volta della città e in due giorni di marcia la raggiunse.
Quando egli ci arrivò, trovò subito il Dio che gli disse: “Sei stato mandato da Prometeo per uccidermi, non è vero”?
Kilian rispose: “Si, egli mi ha chiesto di venire, ma è stato il senso del dovere che mi ha spinto a cercarti”.
Nettuno aggiunse: “Sei stato ingannato, l’unico despota che esiste all’Inferno è lui”.
Kilian continuò: “Tu menti, io non ti credo, stai solo cercando di salvarti la pelle con queste tue sporche calugine”.
Nettuno concluse: “Credi a un Dio che ti ha sempre ingannato e usato e no a uno che vuole dirti la verità? Che cos’è che ti da tanta fiducia in lui”?
Kilian rispose: “Egli mi ha aiutato a ricostruire la mia città, lasciatami in eredità da mio padre Plutone”.
Nettuno aggiunse: “Egli non l’ha fatto per bontà d’animo, ma solo per spingere il Predatore di anime allo scoperto. Lui sapeva che tu l’avresti ucciso e pertanto te l’ha mandato in pasto. Ma questa non è l’unico motivo, egli voleva realizzare una profezia, la tua”.
Kilian sconvolto dalle rivelazioni aggiunse: “Di quale profezia parli”?
Nettuno rispose: “Su di un’antica pietra è scritto che il figlio di un Dio avrebbe forgiato l’arma che avrebbe distrutto l’Inferno”.
Kilian era spaventato da quelle parole e non disse nulla. A quel punto comparve Prometeo e disse: “Perché non l’hai ancora ucciso”?
Kilian rispose: “Egli mi ha rivelato che sei tu che vuoi conquistare l’Inferno e che io sono destinato a distruggerlo, forgiando un’arma”.
Prometeo aggiunse: “E tu gli hai creduto? Egli racconta fatti tristi sull’avversario per distrarlo”.
Dopo di che il Dio del fuoco sparì. Il mezzodemone incitato dalle sue parole e furioso di essere stato ingannato assalì Nettuno. Quest’ultimo si difese egregiamente, ma il figlio di Plutone era molto più forte di lui e in  breve tempo lo sconfisse. Tuttavia non lo uccise.
In quel preciso istante ricomparve Prometeo che con la sua spada fiammeggiante dette il colpo di grazia al Dio dell’acqua.
Successivamente tornò a Vulcania.
Kilian si inginocchiò a Nettuno e disse: “Che cosa ho fatto”.
Nettuno aggiunse: “Non angustiarti mio giovane amico, Prometeo è un abile serpente, ma prima che io muoia voglio farti una rivelazione: in questa città è nascosta un’arma, con la quale potrai sconfiggere Prometeo”.
Dopo aver detto ciò, egli morì. La sua energia si trasferì nella spada di Kilian dandogli la capacità di controllare l’acqua.
In seguito, il mezzodemone trovò una caverna in cui era incatenata un demone donna.
Quest’ultima lo vide e disse: “Sei stato mandato da Nettuno, per liberarmi da queste catene”.
Kilian aggiunse: “Sono alla ricerca di un’arma in grado di sconfiggere Prometeo, se mi dirai quanto voglio sapere ti libererò”.
La donna incatenata rispose: “Se supererai una prova ti dirò quanto vuoi sapere, dimmi sei pronto a fare quanto ti chiederò”?
Kilian rispose: “Si sono pronto a tutto, dimmi che cosa devo fare ed io lo farò”.
La donna incatenata continuò: “Uccidimi, ed avrai l’arma che cerchi”.
Kilian si rifiutò di eseguire la sua richiesta e aggiunse: “Non posso fare quanto mi chiedi, non me la sento di prendere la tua vita”.
La donna incatenata continuò: “Non ti devi preoccupare per la mia sorte, io non sono mai stata un essere vivente, pertanto non prenderai alcuna vita. Forse il racconto della mia storia ti convincerà; tanto tempo fa Nettuno con la sua legione di soldati combattè contro Zeus, perché egli voleva sottomettere tutti gli altri dei. Dopo la sua morte il Dio dell’acqua trasformò la sua spada elettrica in una donna e la incatenò in questo luogo affinché nessuno la potesse usare”.
Il racconto di quell’essere mise il cuore di Kilian in pace, il quale con decisione la uccise.
Dal suo ventre fuoriuscì una luce blu che ricoprì il suo corpo e la sua spada dandogli nuove capacità. Improvvisamente egli senza volerlo si trasformò in grifone, ma questa volta aveva il colore blu e la forza dei fulmini. Anche la sua spada acquisì il controllo di quell’elemento.
Dopo aver ripreso la sua forma demoniaca tornò a Vulcania in cerca di quel traditore.
Due giorni più tardi, egli lo trovò e disse: “Ora finalmente potrai pagare per i tuoi crimini”.
Prometeo aggiunse: “Quali sarebbero i miei crimini: aver cercato di prendermi ciò che mi spettava di diritto, o forse aver cercato di impedire la realizzazione di una profezia. Tutto questo ora non ha alcuna importanza, perché io ti ucciderò impedendoti di metterla in atto”.
I due si affrontarono in un epico scontro, ma alla fine Kilian ebbe la meglio e lo uccise, in seguito se ne tornò nella sua città pensando a quanto aveva fatto e a quanto aveva scoperto.
 

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