Tuailait.

di feelinglucky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One. ***
Capitolo 2: *** Chapter Two. ***



Capitolo 1
*** Chapter One. ***


Nella penisola di Olympia, nel nord-ovest dello stato di Washington, nascosta da una perpetua coltre di nubi, sul terzo parallelo partendo da sud-est, ad altitudine, longitudine e latitudine a noi fortunatamente sconosciute, esiste Forcs, un sobborgo di città con quattro gatti scarsi. Le giornate di sole mancavano ormai da parecchi anni addietro, forse è per questo che mia madre fuggì, le precipitazioni nuocevano gravemente alla sua tintarella, che si stava via via sbiadendo. Mi portò con sé a Poenics quando ero ancora una pargoletta dolce e delicata, sperando invano che prendessi un po’ di colore.
Detestavo Forcs ma il mio cervello, sempre più pacato a forza di stare al sole, mi spinse a trasferirmici.
Mia madre è la mia copia sputata, se non fosse per i capelli diversamente lunghi, il numero di scarpe, la statura, il colore degli occhi e, ormai ne sono abbastanza certa, il DNA.
«Salutami Charlie» ma anche no.
«Certo» col cazzo che lo faccio.
«Ci vediamo presto» insistette «puoi tornare quando vuoi» ma ‘sta minchia che torno da te.
«Non preoccuparti per me» don’t worry, be happy, shalala «andrà benone! Ti voglio bene mamma.» brutta baldracca che mi ha partorito.
Salii sull’aereo e lei non c’era più, era ora che si dissolvesse. Il viaggio in aereo non mi disturbava, era quello in auto con Charlie a turbarmi, non gradivo molto le sue puzzette.
Ormai avevo già detto addio al sole, non che io l’avessi mai conosciuto, ovviamente.
Passammo il viaggio in silenzio, troppo imbarazzante per spiccicare parola.
Arrivai a casa e salendo le scale, inciampai tra le valigie, rifacendo al contrario gli scalini e invece che andare di sopra, scesi la rampa di gradini tutta di culo.
Decisi di non farmi sottomettere dalla scala e arrancai in camera mia con il respiro corto e affannato.
Mentre tentavo di riordinare quegli stracci che avevo appresso, che venivano comunemente chiamati vestiti, sentii mio padre ululare il mio nome dal giardino.
Col terrore delle scale, decisi di calarmi dalla finestra utilizzando delle lenzuola annodate alla scrivania, ma qualcosa non dev’essere andato per il verso giusto dato che mi accorsi, solo dopo aver raggiunto mio padre, del tonfo che si era generato nel punto in cui io mi ero calata.
Mi voltai lentamente stile Esorcista e intravidi le assi di legno sparpagliate sull’erba, non mi preoccupai dell’incolumità della scrivania, ma piuttosto mi misi ad osservare quell’hippie che percorreva la mia strada con un pick-up risalente all’era paleolitica, di un color rosso mattone, o forse era ruggine, ma poco importava.


Angolo autrici

Ma buon salve! Come procede la vostra vita?
Premettiamo che è la prima FF che scriviamo quindi se la trovate poco interessante verrà cancellata.
Questa idea ci è venuta in quattro e quattr'otto, come del resto tutte le nostre minchiate.
Lo sappiamo che è corto però è solo l'inizio e prima di scrivere papiri vorremmo assicurarci che qualcuno si interessi. Sono bene accette le recensioni :)

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Capitolo 2
*** Chapter Two. ***


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