Kill my Soul, Kill my Name, Kill my Pain... di _YeongWonhi_ (/viewuser.php?uid=106393)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: I'm in a hurry! ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Another meeting ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Division ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Could I dance with you? ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Rehearsals ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: An important exibition ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: All together... ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Time is going to bring something special ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Beach Rivelations ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Saranghae ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Start without End? ***
Capitolo 12: *** Kill my Soul, Kill my Name, Kill my Pain... ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1: I'm in a hurry! ***
"KILL MY SOUL, KILL MY NAME, KILL
MY PAIN..."
Capitolo
1: “I’m in a hurry!”
Hay-Lin era
appena uscita dalle
prove generali di danza, e, ancora con il fiatone e il borsone in
spalla, si
era precipitata sul marciapiede, senza prestare troppa attenzione ai
passanti.
Vedeva
il bus già pericolosamente vicino alla
fermata, il che significava che doveva darsi una mossa. Il vento le
stava
smuovendo i capelli, dandole fastidio ed impedendole di vedere davanti
a sé.
Fu questa la
causa di ciò che
avvenne dopo. Chiamiamolo pure destino, se ci credete.
Hay-Lin
inciampò nei suoi
stessi piedi, finendo addosso a cinque ragazzi.
Quando
alzò lo sguardo su di
loro per scusarsi, il bus era appena ripartito. Perfetto, avrebbe
dovuto
camminare fino a casa sua, e la distanza non era poi così
poca. Non si sarebbe
affatto trattato di una passeggiata di piacere.
-“S-scusate.”
disse, un po’
imbarazzata.
-“Oh,
tranquilla. Siamo ancora
interi, come puoi ben vedere.” a parlare fu un ragazzo
biondo, abbastanza alto.
Poi un altro di
loro notò la
scritta sul borsone della ragazza, che riportava il nome della sua
scuola di
danza.
-“Balli?”
domandò poi,
guardandola da capo a piedi, con lo sguardo acceso. Anche lui era
biondo, e
portava i capelli raccolti in una piccola coda.
-“C-come?”
domandò, non
riuscendo ad afferrare al volo la sua domanda, poi però
comprese “Ah! Ehm, si.”
-“Cosa
balli?” un terzo del
quintetto si era unito alla conversazione. A differenza degli altri
due,
quest’ultimo era moro, con i capelli corti ed un ciuffo che
gli ricopriva quasi
completamente gli occhi.
-“Hip-Hop,
ma faccio anche un
po’ di danza moderna.” Hay-Lin non riusciva a
capire perché mai dovesse
interessarli.
-“Sai,
eravamo nella tua scuola
di danza fino a poco fa.” con questa frase si
presentò il quarto ragazzo, anche
lui con i capelli scuri, ma più corti del precedente.
Inoltre, sembrava il più
grande.
Ecco
perché agli occhi della
ragazza non erano poi così sconosciuti. Molto probabilmente
li aveva già visti
aggirarsi per i corridoi.
L’ultimo
di loro non si
pronunciò. Se ne stava lì, con lo sguardo perso
nei suoi pensieri. Era moro,
come gli ultimi due, con i capelli leggermente più lunghi ad
incorniciargli il
volto.
Hay-Lin si
ritrovò a pensare
che erano tutti dei bellissimi ragazzi, ognuno aveva dei lineamenti
magnifici e
particolari. Chi più delicati, chi più decisi, ma
in entrambi i casi non si
poteva non apprezzarli.
-“Cosa
ci facevate lì?” chiese
poi spontaneamente. Tanto, ormai il bus lo aveva perso, quindi poteva
anche
intrattenersi un po’ con dei ragazzi, che a quanto pareva,
condividevano la sua
stessa passione per il ballo.
-“Siamo
alla ricerca di una
scuola per iscriverci a dei corsi di hip-hop. Così siamo
passati qui a vedere
il metodo di insegnamento.” riprese la parola il primo che
aveva parlato.
-“E
cosa ne pensate?” magari
poteva anche fare un po’ di pubblicità. Dei
ballerini in più non facevano mai
male.
-“Ci
è sembrata abbastanza
valida. Probabilmente torneremo a vedere un’altra
lezione.” continuò lui.
-“Beh,
forse la prossima volta
riuscirete a trovarci anche me. Ora, però, devo andare,
altrimenti non arrivo
più a casa.” detto ciò, non si
preoccupò neanche di rivolgergli un minimo cenno
di saluto, e si voltò dall’altra parte,
già intenta a camminare.
Stava
cominciando a fare buio,
e non poteva certo permettersi di aspettare ancora. Ma una voce
richiamò la sua
attenzione, e fu costretta a voltarsi per educazione.
-“Ehi,
almeno potresti dirci il
tuo nome. Dato che ci hai “investito”, nel caso
accadesse di nuovo, sappiamo
chi denunciare.” Hay-Lin non si offese solo per il semplice
motivo che colui
che aveva pronunciato quelle parole lo aveva fatto con tono scherzoso.
-“Hay-Lin.”
disse la ragazza,
sforzandosi di sorridere, nonostante stesse cominciando a preoccuparsi
per
l’ora.
-“Io
sono Young-Min.” replicò
allora il più grande dei cinque ragazzi. “E loro
sono Min-Ki, Jong-Hyun,
Dong-Ho e Min-Hyun.”
Li
identificò con un cenno
della mano, andando in ordine di posizione.
Min-Ki era il
ragazzo biondo
platino, con i capelli raccolti in una coda ed una frangetta che gli
ricadeva
appena sugli occhi; dai lineamenti si poteva facilmente scambiare per
una
ragazza.
Poi
c’era Jong-Hyun, il cui
nome le riportava alla mente uno dei cantanti degli SHINee, quindi per
lei era
facile da ricordare. Ed era il ragazzo con i capelli scuri e corti, i
cui occhi
erano appena visibili sotto il suo ciuffo.
Alla sua destra
c’era Dong-Ho,
il primo ragazzo che le aveva rivolto la parola dopo che li aveva
travolti con
la sua corsa, ed era colui che aveva i capelli corti e biondi.
Infine Min-Hyun,
del quale non
aveva ancora avuto il piacere, o dispiacere a seconda dei punti di
vista, di
udirne la voce. Quest’ultimo era il ragazzo con i capelli
castano scuro,
abbastanza lunghi da incorniciargli il volto delicato.
-“Mi
piacerebbe poter parlare
ancora con voi, ma devo proprio scappare. Altrimenti non
arriverò più a casa.”
la sua voce era un po’ incrinata, e da essa trapelava la sua
preoccupazione.
Cosa che i magnifici cinque non si lasciarono sfuggire.
-“Sei
a piedi?” domandò Min-Hyun,
parlando per la prima volta.
La ragazza lo
guardò stupita,
aveva addirittura pensato che forse poteva essere muto.
-“Ehm,
si. Ho perso il bus
venendovi addosso.” arrossì visibilmente sotto lo
sguardo curioso di loro.
-“Se
vuoi possiamo
accompagnarti fino a dove vuoi tu.” si offrì
stavolta Jong-Hyun.
-“Beh,
ecco,io… non credo sia
il caso.” rispose Lin.
Sin da bambina
le
raccomandavano di non accettare mai un passaggio da degli sconosciuti,
nemmeno
a piedi. Soprattutto se si trattava di un gruppo abbastanza numeroso di
soli
ragazzi. Anche se coloro che si trovava davanti non sembravano affatto
pericolosi, o perlomeno non sotto quell’aspetto.
Si accorse della
gomitata che
il biondino rifilò al suo amico, e riuscì ad
udire le parole che gli rivolse a
bassa voce: “Così la spaventi, stupido!
Penserà che siamo dei maniaci.”
-“Ti
chiedo scusa, non volevo
sembrarti inopportuno.” si corresse allora.
La ragazza non
riuscì a
trattenere un sorriso divertito, mettendo in imbarazzo il ragazzo di
fronte a
lei, che continuò a balbettare delle scuse.
Avrebbero potuto
farle del male
lungo il tragitto? Le sembrava impossibile, e l’istinto le
diceva che poteva
fidarsi. Di solito non si sbagliava mai, si rendeva sempre conto di
quando era
o non era il caso di fare qualcosa. Era abituata alla presenza di
persone non
propriamente brave, e sapeva riconoscerle.
-“No,
tranquillo. In fin dei
conti un po’ di compagnia non mi dispiacerebbe, specialmente
con questo buio.”
le parole le uscirono spontanee dalla bocca.
I cinque ragazzi
le sorrisero
con gentilezza e rispetto. Poi si incamminarono tutti insieme lungo il
marciapiede.
Il primo a
rompere il silenzio
fu colui che prima lo manteneva scrupolosamente.
-“Da
quanto tempo balli?” le
domandò, con una nota di curiosità.
-“Mm…”
Hay-Lin dovette
rifletterci un po’, prima di rispondere “Con questo
sono cinque anni, ma
ballavo sin da piccola nella mia stanza, fingendomi una ballerina
famosa.” solo
dopo aver parlato si rese conto di ciò che aveva appena
detto, ed arrossì ancora
una volta.
-“Chi
è il tuo idolo? Segui
l’esempio di qualcuno?” stavolta a parlare fu
Dong-Ho.
-“Sinceramente
non ho un
esempio da seguire. Diciamo che ammiro molto Harry Shum Jr per la sua
bravura.”
I cinque ragazzi
la guardarono
confusi, non sapendo a chi si stava rivolgendo.
-“Oh,
scusate, non lo
conoscete, vero?” loro annuirono contemporaneamente
“Beh, lui sarebbe un
attore/ballerino, ha partecipato anche a ‘Step Up’,
sia il secondo che il
terzo, e, se non sbaglio, mi sembra di averlo visto anche nelle vesti
di un
personaggio di Glee. Balla benissimo, sembra quasi non possedere le
ossa, fa
delle cose allucinanti.” mentre ne parlava gli occhi le si
illuminarono,
facendo sorridere i nuovi conosciuti.
Ormai erano
vicini a casa della
ragazza, così lei si fermò per ringraziarli.
-“Grazie
mille. Ora posso anche
proseguire da sola, tanto sono quasi arrivata.” disse Hay-Lin
riconoscente.
-“È
stato un piacere esserti
d’aiuto.” replicò Young-Min, accennando
un inchino.
-“ Se
venite di lunedì,
mercoledì o venerdì nel tardo pomeriggio mi
troverete sicuramente lì, così
potrei mostrarvi meglio la scuola.” propose Hay-Lin.
-“Sarebbe
bello!” esclamò
Min-Ki euforico.
Quel ragazzo era
introverso
all’apparenza, ma sprizzava energia da tutti i pori.
-“Ok,
allora alla prossima!”
con questa frase la ragazza salutò i nuovi conoscenti e
proseguì sulla sua
strada.
Fu questione di
un paio di
minuti appena e raggiunse l’inferriata della propria casa.
Così suonò il
campanello, e quando le fu aperto il cancello, entrò di
corsa in casa.
Sapeva che era
tardi, e ne
conosceva anche le conseguenze. Così si preparò
mentalmente alla sfuriata che
le avrebbe fatto suo padre.
Il signor Yang
se ne stava
seduto sulla solita poltrona dell’ampio salone, con in mano
un bicchiere di
vino che stava annusando proprio nel momento in cui la ragazza si
richiuse la
porta alle spalle.
-“Ti
rendi conto di che ore
sono?” le disse, mantenendo un tono di voce fin troppo
pacato.
-“Si,
lo so. Scusami.” si
limitò a dire lei.
-“Come
mai sei arrivata così
tardi?”
-“Ho
perso l’autobus, così sono
dovuta venire a casa a piedi.”
-“Mi
hai fatto preoccupare!” il
tono stava già aumentando.
Lei strinse i
manici del
borsone tra le mani, inspirando profondamente e contando i secondi che
passavano.
-“È
già buio. Poteva succederti
qualcosa.” suo padre soffiò dalle narici, cercando
di auto controllarsi, ma non
gli era così facile.
In fondo, sua
figlia era
l’unica cosa che gli era rimasta e gli dava la forza di
andare avanti. Forse
era troppo apprensivo, ma non si sarebbe mai perdonato se le fosse
successo
qualcosa.
-“Scusa
Appa.” Hay-Lin abbassò
il capo, consapevole della preoccupazione che gli aveva procurato.
-“Vai
in camera a prepararti.
Ti aspetto in cucina per la cena.” con queste poche parole si
alzò da dove era
seduto e si avviò a passo lento nell’altra stanza,
portando con sé il
bicchiere.
Hay-Lin
salì le poche scale che
la separavano ancora dalla sua stanza, ed una volta dentro si
cambiò in fretta,
indossando la solita tuta comoda che tanto adorava. Poi
tornò al pian terreno e
raggiunse il padre in cucina.
-“Ti
ho preparato la cena.”
disse il signor Yang, nel caso in cui i piatti contenenti il cibo caldo
non
fossero stati abbastanza chiari.
Ovviamente, come
sempre, era
apparecchiato per tre, nonostante fossero solamente in due a sedere a
quel
tavolo.
Il posto vuoto
portava con sé
un velo di tristezza e malinconia straziante.
Suo padre non
voleva ancora
accettare la morte della moglie, nonostante fosse passato
già un anno, il
dolore era ancora vivo e fresco in entrambi.
Il modo in cui
il tumore
l’aveva portata via, li aveva lasciati soli e abbandonati a
sé stessi.
Il signor Yang
aveva fatto
tutto il possibile per stare vicino alla figlia, ma la sofferenza
glielo
rendeva difficile.
E Hay-Lin
pensava che era
fortunata ad avere un padre come lui. L’unica cosa che
avrebbe voluto
rimproverargli era la sua eccessiva apprensione, e i suoi momenti di
debolezza
in cui cercava conforto nell’alcol.
La cena fu
consumata nel più
totale dei silenzi, con il posto vuoto che gravava ancora pesantemente
su di
loro.
Terminati i
pasti la ragazza
sparecchiò, volendo farsi perdonare, e lavò i
piatti.
-“Padre.
Io vado a letto.”
disse quando ebbe finito di riporre tutto nella dispensa.
Poi si
avvicinò all’uomo con lo
sguardo perso nel nulla, e gli diede un bacio sulla fronte.
-“Buonanotte.”
le disse allora
lui, come se si fosse appena risvegliato dal torpore, e la strinse in
un
abbraccio. “Non farmi più preoccupare, per
favore.”
-“Te
lo prometto.” sussurrò
Hay-Lin, prima di tornare in camera sua.
Una volta che fu
avvolta dalle
coperte accoglienti, si rigirò nel letto per diversi minuti,
non riuscendo a
prendere sonno.
L’unica
cosa a cui riusciva a
pensare erano quei cinque ragazzi.
Le stavano
simpatici e sperava
di rivederli ancora una volta.
Ed eccomi qui a postare questa
mia nuova storia! Sinceramente, sono abbastanza felice di come sta
venendo fuori, ma spero che possiate apprezzarla anche voi! Soprattutto
colei che mi ha costretto a pubblicarla u.U Beh, carissima Valentine,
cosa ne pensi??! Per chi non mi conoscesse ancora, sappiate
che dovrete sopportare i miei scleri ad ogni fine capitolo, ahahah...
Le
recensione sono ben gradite, anche se sono critiche negative, dato che
mi aiutano a crescere nel mio piccolo! Quindi, grazie per
l'attenzione (no, tranquilli, non sono sempre così
professionale se ve lo state chiedendo, anzi...) Alla prossima!!
Kisses, Alice...
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Capitolo 2 *** Capitolo 2: Another meeting ***
Capitolo
2: “Another meeting”
Il
mercoledì successivo Hay-Lin
si recò, come al solito, agli allenamenti di danza.
Prese il borsone
con dentro
tutto il necessario per affrontare due ore di lezione, e se lo
caricò sulle
spalle. Poi scese le scale di corsa, rischiando più volte di
inciampare.
-“Appa,
io vado!” esclamò prima
di aprire la porta di casa ed inoltrarsi nel venticello primaverile.
Una volta fuori,
inspirò con
piacere l’aria circostante, come di consuetudine,
perché le dava un senso di
libertà che poche cose erano in grado di farle provare. Poi
si incamminò verso
la fermata del bus a passo lento, tanto il suo problema non era mai
l’andata,
ma bensì il ritorno.
Quando il mezzo
di trasporto
arrivò, salì immediatamente salutando
l’autista che ormai la conosceva da
quando era piccola, poi andò a sedersi in fondo, lontano da
occhi indiscreti.
Il tragitto fu
molto breve, e,
giunta alla sua destinazione, scese di filata quei tre scalini che la
separavano dal marciapiede, per poi gettarsi tra la folla e raggiungere
la sua
amata scuola di danza.
Aprì
di scatto il portone di
ingresso e, dopo aver rivolto un inchino alla segretaria, si
fiondò negli
spogliatoi del suo corso.
Anche quel
pomeriggio vi erano
già solo due ragazze, le quali, a pelle, non nutrivano molta
simpatia nei suoi
confronti, ma la cosa era alquanto reciproca. Hay-Lin le aveva
soprannominate
la rossa e la bionda, per il colore dei loro capelli tinti.
Così,
lei posò il borsone su
una delle panchine e si cambiò in fretta, senza prestare
loro la minima
attenzione. Poi, proprio mentre stava per uscire, una la
chiamò, costringendola
a voltarsi.
-“Ehi,
so che non andiamo molto
d’accordo, ma abbiamo bisogno di te per lavorare ad un nuovo
progetto vista la
tua bravura.”
La nostra
ragazza guardò colei
che aveva parlato con gli occhi del tutto spalancati, non riuscendo a
credere
alle sue orecchie.
-“Stai
parlando con me?” chiese
allora.
-“Certo!
Con chi se no!!? Che
ne dici, ci stai?”
-“Di
cosa si tratterebbe?”
-“Vorremmo
provare a formare
una Crew, e stiamo cercando persone. Te sei una di queste.
Chissà, forse con il
tempo potremmo addirittura cominciare a starci simpatiche a
vicenda.” Stavolta
a parlare fu l’altra ragazza.
-“Mm,
penso che si possa fare.
Poi ne parliamo meglio, ora ci conviene andare, altrimenti chi lo sente
quello…” il riferimento di Hay-Lin era,
ovviamente, rivolto al loro insegnante.
Senza perdere
altro tempo, le
tre ragazze raggiunsero la sala di ballo riservata al loro corso. Una
volta dentro,
salutarono con un inchino l’uomo di fronte allo specchio, il
quale le osservò
sospettoso.
-“Ci
siete solo voi tre oggi?” non amava
fare lezione con poche persone, in quanto ciò significava
che non
potevano proseguire
con le coreografie.
-“Per
ora si, ma dovrebbero
arrivare anche Claire e Chanel” la rossa non fece in tempo a
finire la frase
che le due nominate entrarono di corsa nella stanza.
-“Ci
scusi per il ritardo.”
dissero contemporaneamente.
-“Tranquille,
tanto oggi si
tratta di una lezione speciale.”
Le ragazze si
guardarono tra
loro, sorprese e curiose. Ma, Hay-Lin aveva già una vaga
idea del perché
l’aveva definita “speciale”.
L’insegnante, compiaciuto per aver suscitato
curiosità, spiegò loro la situazione.
-“In
poche parole ci sono
cinque ragazzi che vorrebbero cominciare a prendere lezioni di hip-hop,
così
oggi sono venuti ad assistere ad un paio di lezioni, compresa la
vostra. È già
la seconda volta che vengono, quindi hanno più o meno chiara
l’idea di ballo
fatto bene, detto ciò vi conviene fare bella
figura.”
Il messaggio era
più chiaro di
quello che sembrava: ballate bene, altrimenti ne pagherete le
conseguenze con
un intenso allenamento extra.
-“Hay-Lin
và pure a chiamarli,
dovrebbero essere all’ingresso.”
La ragazza non
se lo fece
ripetere due volte e li raggiunse a passo svelto con un sorriso sulle
labbra.
-“Buongiorno.
Seguitemi pure…
da questa parte.” finse volontariamente di non riconoscerli,
mentre gli stava
facendo strada.
-“Ehi,
Hay-Lin, giusto?”
domandò il biondino.
La ragazza si
voltò verso di
loro, felice di essere stata riconosciuta. Le faceva davvero piacere.
-“Esattamente.
E tu, se non
ricordo male, dovresti essere Min-Ki.”
Il ragazzino
annuì,
sorridendole dolcemente. Poi Lin salutò anche gli altri.
-“A
quanto pare, oggi dovrete
assistere alla mia lezione.” era talmente abituata a ballare
davanti alle
persone che la cosa non le faceva né caldo né
freddo. Si, certo, era un po’
emozionata, ma finiva lì.
-“Non
vediamo l’ora di vedere
cosa sai fare.” disse Jong-Hyun. Dal suo tono di voce
sembrava quasi una sfida,
ma lei gli avrebbe dato del filo da torcere.
Entrarono tutti
insieme nella
sala, e il suo insegnante li fece accomodare seduti davanti allo
specchio,
rivolti però verso le ragazze.
-“Spero
che queste fanciulle
siano in grado di convincervi a venire qui.” disse poi il
maestro Lee.
Hay-Lin
notò gli sguardi accesi
che la rossa e la bionda stavano già rivolgendo al gruppo
dei ragazzi e le
venne da sorridere. A quanto pareva il loro fascino non colpiva solo
lei.
-“Che
la lezione abbia inizio!”
esclamò l’uomo, accendendo lo stereo.
Poi prese
posizione davanti
alle ragazze e cominciò una breve sequenza di passi che loro
dovevano ripetere
subito dopo, a mo’ di riscaldamento. C’erano delle
onde, dei blocchi, e un
top-rock alla fine, che precedeva pochi passi di break. Facile!
Jong-Hyun
seguiva rapito i
movimenti di Hay-Lin.
Anche le altre
erano molto
brave, ma lei attirava tutta l’attenzione su di
sé, non tanto per la precisione
tecnica, ma bensì per la passione che metteva in ogni
singolo passo. Sembrava
ballare non solo con il corpo, ma anche con il cuore e con
l’anima. E lui non
era l’unico a pensarla così, infatti anche gli
altri ragazzi la stavano
letteralmente fissando.
-“Con
il riscaldamento abbiamo
finito. Ora passiamo alla coreografia che vi riesce meglio e dopo
facciamo
quella del saggio di fine anno, anche se siamo praticamente ancora
all’inizio.”
Sull’ultima frase il suo sguardo si incupì.
Hay-Lin era
emozionata, amava
fare la coreografia che, a detta del maestro Lee, era quella che
riusciva
meglio a tutte.
La musica
partì, e le ragazze
cominciarono a ballare sulle note di “Special” dei
Beast. Spesso, il loro
insegnate, faceva imparare loro qualche coreografia di gruppi famosi.
Riuscire
a portarle a termine era, per ognuna, un enorme trionfo.
Una volta
terminata la lezione,
l’uomo le congedò con un inchino.
-“A
venerdì. E, mi raccomando,
dite alle altre che la loro presenza è obbligatoria,
altrimenti non riusciremo
più a finire i pezzi.” mai dimenticare le sue
raccomandazioni.
Hay-Lin sorrise
ai ragazzi, poi
uscì anche lei dalla sala e raggiunse lo spogliatoio per
cambiarsi.
Le altre stavano
già
spettegolando su quale fosse il più carino e sembravano
essere tutte d’accordo
su Dong-Ho.
-“Secondo
me Jong-Hyun e
Min-Hyun hanno dei lineamenti più delicati.”
pensò Lin ad alta voce. “Anche, e
soprattutto, Min-Ki.”
Non
era da lei parlare con la rossa e la
bionda, ma se dovevano formare una Crew, tanto valeva cominciare.
-“Come
fai a sapere i loro
nomi?” chiese a quel punto Chanel.
-“Li
ho sentiti parlare quando
sono andata a chiamarli all’ingresso.”
mentì. “Min-Hyun sarebbe quello moro con
i capelli abbastanza lunghi, per così dire, mentre Jong-Hyun
è quello castano
con il ciuffo e Min-Ki è il biondino con la frangetta.
Invece, il ragazzo di
cui state parlando voi si chiama Dong-Ho. Poi c’è
Young-Min, che credo sia il
più grande, ed è quello con i capelli scuri e
corti.”
Con quella
risposta il discorso
cadde lì. Anche perché Hay-Lin era già
pronta per uscire.
-“A
venerdì!” disse.
-“A
venerdì! Ah! Ricorda la
nostra proposta!” aggiunse poi la bionda.
La ragazza si
richiuse la porta
alle spalle e raggiunse l’uscita della scuola, dove, con sua
grande sorpresa, trovò
i fantastici cinque ad aspettarla. Perché la stavano
aspettando vero?
-“Ciao!!”
esclamò Young-Min,
richiamando la sua attenzione. “Complimenti, balli
benissimo!”
Hay-Lin
arrossì visibilmente ai
suoi complimenti. Non che non ne avesse mai ricevuti, ma la sua
modestia la
faceva reagire in quel modo.
-“Allora,
cosa ne pensate?
Avete deciso se vi iscriverete qui?” chiese, cercando di
deviare le attenzioni.
-“Credo
proprio di si.” rispose
Jong-Hyun già eccitato all’idea.
-“Davvero?”
insistette la ragazza.
-“Certo!
Abbiamo già compilato
i moduli di iscrizione, manca solo la firma dei nostri genitori e siamo
a
posto.” aggiunse Min-Ki raggiante.
-“Perfetto!
E sapete già in che
corso vi metteranno?”
-“Hanno
detto che ci
divideranno in base al nostro livello di bravura. Quindi, prima, penso
che ci
dovranno vedere ballare.” disse Dong-Ho.
-“Ah,
capisco. Speriamo che
riuscirete a venire nel mio corso! Siamo tutte femmine, e
l’atmosfera a volte è
a dir poco pesante. Ogni tanto ci vuole un po’ di umorismo
maschile.”
-“È
quello che speriamo anche
noi, almeno conosciamo già qualcuno.” Min-Hyun le
rivolse uno sguardo
sorridente, stupendola, dato che aveva ripreso a pensare che forse
aveva
davvero difficoltà a parlare.
-“Ragazzi,
vi dispiace
accompagnarmi alla fermata del bus?” domandò
allora, così avrebbero potuto
continuare un po’ a chiacchierare senza farglielo perdere.
-“Figurati!”
esclamò Young-Min.
Lungo il breve
percorso, la
ragazza sentì uno sguardo pesarle più degli
altri, ma non riuscì a capire a chi
apparteneva, così fece finta di niente.
Una volta giunti
alla fermata,
Hay-Lin si ricordò dei discorsi che avevano fatto le sue
compagne negli
spogliatoi.
-“Ah!
Dong-Ho hai fatto colpo
sulle altre ragazze!” gli fece un occhiolino divertita
“Però, saresti pregato
di non farne parola con loro se le vedessi. Non vorrei finire nei
casini.”
Lui rise
sommessamente, anche
un po’ compiaciuto, ma c’era qualcosa nel suo
sguardo che le diceva che non gli
importava molto.
-“Tranquilla,
non glielo dirò.
Però, ti voglio svelare un segreto… anche tu hai
fatto colpo su qualcuno.”
Hay-Lin divenne
bordeaux,
mentre sentiva il sangue affluirle velocemente lungo le guance. Chi era
questo
“qualcuno”? Non poteva fare a meno di essere
curiosa.
Non si accorse
degli sguardi
omicida che due ragazzi del gruppo avevano rivolto a colui che aveva
appena
parlato, e fu un peccato, perché avrebbe potuto benissimo
capire di chi si
trattava.
Ad interrompere
l’imbarazzo
generale venutosi a creare fu l’arrivo
dell’autobus. Così la ragazza li salutò
uno per uno, felice. Infatti voleva esserli amica, c’era
qualcosa in ognuno di
loro che la attraeva.
-“Ci
vediamo venerdì allora!”
esclamò poi, mentre saliva sul mezzo di trasporto.
Vide i ragazzi
annuire
debolmente, con un sorriso stampato sui volti, mentre la salutavano con
un
cenno della mano.
Poi, il bus
cominciò a
muoversi, allontanandosi da loro e facendoli sembrare via via sempre
più
piccoli e deformati.
Hay-Lin non
riusciva a
distogliere lo sguardo da due di loro in particolare. Se solo avesse
saputo che
la cosa era ricambiata…
Hola!! Annyeong!! Come state?? Ed
eccomi qui a postare già il secondo capitolo, sinceramente
avrei voluto aspettare un pò di più, ma non
riesco mai a resistere, anche perchè ho visto che il primo
è piaciuto, e quindi non sono riuscita a fermarmi, xD. Non
potete immaginare quanto mi fa piacere che apprezziate la storia *-* Ho
un autostima molto scarsa, quindi sono davvero contenta! Cosa ne pensate di come
procede?? Chi saranno i due ragazzi che la adocchiano un pò
di più? (Vale, te non puoi rispondere
perchè già lo sai, u.U) . Spero vivacemente che
anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento, e ci tengo a
ringraziare chi segue la mia ff, chi ha messo mi piace (in sette...wow!
*si emoziona* si, mi accontento di poco) e soprattutto Fabiola_TOP, Emma
Min Ki Tomlinson, e ValeFrance (senza della quale, forse,
questa storia non esisterebbe) per avere avuto la pazienza di
recensirmi!! Non abbiate paura eh, non ho mai ucciso nessuno per una
recensione ^-^ Alla prossima!! Kisses, Alice...
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Capitolo 3 *** Capitolo 3: Division ***
Capitolo
3: “Division”
Nei giorni
successivi Hay-Lin
non riuscì a pensare a nient’altro se non a quei
ragazzi. Li conosceva appena,
certo, ma c’era qualcosa di particolare in loro che la
incuriosiva. Entrambe le
volte in cui ci aveva passato del tempo si era trovata stranamente a
suo agio e
spensierata, cosa che non le accadeva da tanto ormai.
Sentiva che se
fosse diventata
loro amica, forse avrebbe ricominciato a sorridere davvero, e non si
sarebbe
trattato più di sorrisi falsi, i quali era costretta ad
indossare quasi sempre
per non far trasparire la sofferenza che dentro la soffocava.
Così,
venerdì, uscì di casa più
raggiante che mai. Infatti sapeva che i ragazzi avevano le cosiddette
“prove di
bravura”, e da lì sarebbero stati divisi nei vari
corsi. Inutile dire che lei
era a dir poco speranzosa.
Una volta
arrivata a scuola di
danza, li trovò nell’atrio principale intenti a
chiacchierare tra loro. Appena
la videro le rivolsero un inchino un po’ rigido, dovuto
all’emozione.
-“State
tranquilli, il signor
Lee non vi mangia. Può sembrare un po’ severo, ma
in realtà ha il cuore tenero
nascosto dietro quella faccia un po’ burbera.”
quelle furono le sue parole di
incoraggiamento.
-“La
fai facile te…” sbuffò
Jong-Hyun, ansioso.
-“Ehi,
ti conviene calmarti un
po’. L’ansia può giocare brutti scherzi,
ed io ne so qualcosa.” Insistette lei,
posandogli una mano sul braccio, come se quel gesto avesse potuto
tranquillizzarlo in qualche modo.
Lo sguardo che
lui le rivolse
la mandò un po’ fuori strada, facendole
dimenticare per un attimo il motivo per
cui era lì. Era indecisa se ritenere quella sensazione
piacevole o fastidiosa,
e alla fine optò per un’equa parità.
Poi lui
posò lo sguardo sulla
mano della ragazza, ancora stretta al suo braccio, al che Hay-Lin la
ritrasse
all’istante, senza indugiare più del dovuto.
-“Cercherò
di seguire il tuo
consiglio, ma non so quanto ci riuscirò.” rispose
finalmente, dopo qualche
minuto di pausa.
Gli altri
ragazzi avevano
osservato quella scena imbarazzante in silenzio, senza interessarsi
più di
tanto. Ma, Hay-Lin avrebbe giurato di sentire uno sguardo
più insistente su di
loro.
Infatti, quando
alzò il volto
per cercare di distrarsi, incrociò gli occhi di Min-Hyun che
la stavano
scrutando. Lei riabbassò immediatamente il viso, cercando di
nascondere il suo
imbarazzo dietro i capelli
neri come la
pece.
In quel momento
venne a
salvarla il suo insegnante.
-“Ragazzi,
venite pure, tocca a
voi.” ovviamente si stava rivolgendo ai maschi che le stavano
accanto. Quando,
però, si accorse della presenza di Lin, le chiese se voleva
assistere alla
“prova”, e lei accettò di buon grado.
Era molto
curiosa di vedere
cosa erano in grado di fare, ma
non si
aspettava certo di rimanere ammaliata da ognuno.
Min-Ki sembrava
terrorizzato,
teneva la testa bassa e si guardava le scarpe.
Dong-Ho, invece,
pareva
stranamente a suo agio e teneva le mani nelle tasche dei pantaloni.
Young-Min,
nonostante avrebbe
dovuto mantenere la calma ed infonderla anche ai più
piccoli, si stava
guardando intorno agitato.
Jong-Hyun
molleggiava sulle
gambe, spostando il peso da un piede ad un altro.
Infine, Min-Hyun
era immobile,
e il suo volto non lasciava trasparire nessuna emozione,
però, se lo si
guardava attentamente, era facile scorgere uno strano luccichio nel suo
sguardo.
-“Bene
ragazzi, ora vi mostrerò
delle brevi sequenze che voi dovrete riprodurre. Partiremo dal livello
base e
aumenteremo via via di difficoltà. In base al livello a cui
riuscirete ad
arrivare vi dividerò nei vari corsi.” semplice e
conciso.
Hay-Lin, nel
frattempo, si era
seduta a gambe incrociate per terra e stava aspettando pazientemente
l’inizio
della prova. Quest’ultima non tardò comunque ad
arrivare.
La ragazza
seguì i movimenti di
ciascuno, con occhi ben attenti ad ogni minimo particolare. Quando si
fu
stufata di guardare solo con gli occhi, si lasciò andare e
si fece travolgere
dalle emozioni che quei ragazzi suscitavano in lei ballando.
Se guardava
Min-Ki provava un
senso di spensieratezza innato, ma allo stesso tempo misto a una
maturità quasi
incomprensibile per l’età giovane che aveva.
Sembrava un bambino cresciuto
troppo in fretta, e quel miscuglio di sensazioni che veniva fuori lo
rendevano
davvero unico.
Se, poi,
spostava lo sguardo su
Dong-Ho, beh, la padronanza del palcoscenico faceva da padrona,
appunto. Era
come guardare una cosa di cui già sapevi la fine,
perché in ogni passo ci
metteva sicurezza. E non era affatto spiacevole come si può
pensare, anzi…
poteva facilmente sentirsi a suo agio perché sapeva che non
ci sarebbero state
brutte sorprese.
Subito dopo
rivolse
l’attenzione su Young-Min. L’agitazione che lo
aveva colpito poco prima
sembrava non essere mai esistita, anche se ogni tanto le parve di
scorgere una
punta di indecisione nei suoi passi. Era strano, perché
guardarlo ballare la faceva
sentire un po’ preoccupata, ma soprattutto leggera, il che
era una
contraddizione bella e buona.
Dopodiché
si dedicò a Min-Hyun.
Quest’ultimo procedeva senza difficoltà nel suo
“percorso personale”, ed
eseguiva ogni singolo movimento con fluidità. A differenza
di prima, quando ad
esempio dal suo viso non traspariva nulla, adesso sembrava aver preso
improvvisamente vita. Vederlo ballare con così tanta
passione era uno
spettacolo più unico che raro e aveva il giusto
atteggiamento da portare di
fronte ad un pubblico. Hay-Lin si ritrovò a pensare che la
sua fosse quel
genere di bellezza dannata, nonostante
i
suoi lineamenti richiamassero una fisionomia più angelica.
Alla fine, la
sua attenzione fu
richiamata da Jong-Hyun, il quale non sbagliava neanche un passo. Il
suo corpo
sembrava brillare di luce propria, ed era inutile dire che lui era nato
per
ballare. La ragazza seguì ogni suo movimento, completamente
rapita. Quando
spostava appena lo sguardo, non riusciva a resistere e veniva subito
catturata
ancora una volta da lui, neanche fosse stato una calamita.
In poche parole
coloro che la
colpirono di più furono gli ultimi due, in quanto erano
riusciti a farle
battere il cuore. Cosa per niente facile, se si teneva conto del fatto
che gli
unici che le facevano battere il cuore ballando erano il suo insegnante
e pochi
personaggi famosi.
Detto
ciò, la “prova” finì
quando meno se lo aspettava. Infatti si ritrovò con
l’amaro in bocca,
desiderava vederli ballare ancora e ancora…
-“Può
bastare, credo di avere
già le idee abbastanza chiare su ognuno di voi.”
Li fece uscire
un attimo dalla
sala, e poi volle consultarsi con la ragazza, senza che lei ne
comprendesse il
motivo.
-“Cosa
ne pensi?” le chiese
allora il suo insegnante.
-“Sinceramente
mi sono piaciuti
molto Jong-Hyun, Min-Ki e Min-Hyun. Senza togliere nulla agli
altri.” rispose.
-“È
quello che ho pensato anche
io.” replicò il maestro Lee. “Va bene ho
deciso.”
Congedò
la propria “allieva”
con un inchino, dicendole di avvertire i ragazzi che di lì a
qualche minuto
avrebbero saputo il verdetto. Lei sorrise appena, sembrava quasi un
audizione,
poi uscì dalla stanza.
-“Ha
detto che tra qualche
minuto saprete in che corso siete.” annunciò una
volta fuori.
-“Secondo
te come siamo
andati?” le domandò Min-Ki esausto.
-“Molto
bene! Siete stati tutti
quanti bravissimi!” non li informò delle sue
preferenze, perché era più una
cosa soggettiva.
Parlarono un
po’ in generale
durante l’attesa, e vennero fuori tutti i soprannomi che si
erano dati tra di
loro i ragazzi. Dong-Ho si faceva chiamare
“Baek-Ho” che significava “tigre
bianca”, poi c’era Jong-Hyun che era soprannominato
“JR”, acronimo che stava
per Junior Royal, Young-Min che si faceva chiamare Aron e, infine,
Min-Ki detto
“Ren”, termine che in giapponese significava
“lotus”. Fu con quest’ultimo
termine che scoprì del loro desiderio di sfondare nel mondo
della musica, in
quanto “lotus” riprendeva un po’ la
speranza di crescere e lavorare duro nel
campo musicale.
-“Scusa
la domanda, so
benissimo che sta male chiedere l’età ad una
ragazza, ma quanti anni hai?”
chiese Aron, senza nascondere la propria curiosità.
-“Sedici
appena compiuti.”
disse lei un po’ imbarazzata. Loro sembravano molto
più grandi, li avrebbe dato
si e no intorno ai venti anni, escluso Ren che sembrava più
o meno un suo
coetaneo.
-“Sembri
più grande.” constatò
Min-Hyun, l’unico a non avere nessun soprannome.
Lei non sapeva
se prenderlo
come un complimento oppure no, così lasciò
perdere.
-“Voi
quanti anni avete?” domandò
allora Hay-Lin.
-“Tutti
sedicenni, anche se ne
dobbiamo compiere diciassette quest’anno, tranne Aron che ne
deve fare
diciannove tra poco.”
La ragazza
spalancò la bocca
stupita, non credeva che avessero solo un anno più di lei,
piuttosto pensava che
avessero più o meno la stessa età di Young-Min,
eccetto Min-Ki ovviamente.
Fatto sta che
non ebbe modo di
manifestare il suo stupore, dato che il signor Lee li aveva appena
raggiunti
per decretare i risultati.
-“Allora,
sono giunto alle
seguenti decisioni: Min-Ki, Jong-Hyun e Min-Hyun saranno nello stesso
corso di
Hay-Lin tutti e tre i giorni di lezione, ovvero lunedì,
mercoledì e venerdì.
Mentre Dong-Ho e Young-Min faranno due lezioni insieme a voi il
lunedì e il
venerdì, mentre il mercoledì sarete soli con me,
subito dopo i loro
allenamenti, per il semplice motivo che vi manca pochissimo per essere
al pari
loro. In questo modo spero presto di mettervi tutti insieme. Oggi,
essendo
venerdì, abbiamo la lezione di gruppo, quindi…
cosa state aspettando? Andatevi
a cambiare, su, veloci.”
Nonostante il
suo tono di voce
fosse quello tipico di chi dava ordini, era facile percepire una risata
spontanea in sottofondo. Con l’arrivo di quei ragazzi stava
ricominciando a
sperare in qualcosa di buono e sarebbero stati anche un ottimo appoggio
per
Hay-Lin, la sua allieva migliore.
L’allenamento
procedette
benissimo, a parte il fatto che la rossa e la bionda, non appena ne
avevano
l’occasione, ci provavano spudoratamente con tutti.
-“Ragazze,
siete pregate di
sbavare meno e ballare di più!” le riprese ad un
certo punto il maestro,
scatenando una risata generale.
Loro,
però, continuarono
imperterrite. Ma nonostante ciò nessuno dei cinque ragazzi
sembrava minimamente
interessato.
Alla
fine dell’allenamento, l’insegnante trattenne Lin e
i ragazzi più del
dovuto.
-“Hay-Lin,
avrei un enorme favore da chiederti.” le disse. “Ti
dispiacerebbe insegnargli le coreografie del saggio? Ti affido le
chiavi della
scuola così potete venire a provare il
finesettimana.”
Le
porse le chiavi, facendole scivolare sul palmo della sua mano.
-“Ma..io
non so se ne sono in grado.”
-“Mi
fido di te.” le bastarono quelle poche parole dette dal suo
maestro
per darle la giusta autostima per affrontare di buon slancio la cosa.
-“Ok.
Lo farò!” disse più decisa.
I
ragazzi la guardarono, felici della sua scelta. L’unica cosa
che volevano
fare era ballare e migliorarsi quanto potevano.
Così,
una volta pronti, uscirono dalla scuola di ballo tutti insieme,
intenti ad organizzarsi per il fine settimana imminente e per quelli
successivi. Si scambiarono anche i numeri di telefono, nel caso uno di
loro non
avesse potuto partecipare o avesse voluto una lezione in più
singolarmente.
Poi,
come le volte precedenti, accompagnarono Hay-Lin alla fermata
dell’autobus, quando quest’ultima si rese conto di
aver perso le chiavi della
scuola.
-“Merda!”
esclamò, senza riuscire a trattenere
quell’esclamazione poco
carina.
-“Cosa
c’è?” le chiese JR preoccupato.
-“Non
trovo più le chiavi che mi ha dato
l’insegnante.” si lamentò lei,
coprendosi il volto con una mano.
Nel
mentre, il bus arrivò, e fu costretta a perderlo
volontariamente.
-“Tranquilla,
ora le cerchiamo e vedrai che le troveremo subito.”
Così
si misero a ripercorrere il percorso appena fatto a piedi, alla
ricerca delle chiavi, ma di esse non c’era nessuna traccia.
-“Ehm,Lin…
non per dirti ma… non sono quelle lì?”
chiese poi Min-ki, un po’
tintinnante.
La
ragazza seguì il dito del ragazzo che stava indicando il
manico del suo
borsone, al quale erano appese le chiavi che avevano cercato fino ad
ora.
-“Oh,
eccole…” poi cominciò a ridere, senza
riuscire a controllarsi.
Senza
troppi problemi abbracciò Ren, che l’aveva
letteralmente salvata.
Il
ragazzino si ritrovò a ricambiare la stretta un
po’ imbarazzato, poiché
era stato colto alla sprovvista.
-“Grazie!”
gli disse poi. “Ora, però, avrei un altro
problema. Qualcuno di
voi mi potrebbe accompagnare a casa?”
Le
scocciava chiederlo ogni volta, ma non si fidava ad andare a piedi da
sola.
-“Ti
dispiace se viene solo Min-Hyun? Noi abbiamo da fare.” disse
Aron,
sinceramente dispiaciuto.
-“Ehm..
no, no, non è un problema. Va bene.”
acconsentì.
Non
si era accorta dell’espressione scocciata che non aveva
ancora
abbandonato il viso di Jong-Hyun.
Così
si salutarono, e lei si incamminò in compagnia del suo
accompagnatore.
L’inizio
del tragitto fu occupato da un’atmosfera silenziosa, rotta
solo
dal rumore dei loro respiri. Poi, stufo di quel silenzio opprimente,
Min-Hyun
decise di rompere il ghiaccio.
-“E
così ci insegnerai le coreografie eh?” ovviamente,
non sapeva cos’altro
dire.
-“A
quanto pare… spero solo di esserne davvero in
grado.”
-“Ti
ho vista ballare, e penso proprio che ce le farai alla
perfezione.”
Hay-Lin
si ritrovò ad arrossire per l’ennesima volta.
-“Grazie.”
sussurrò.
-“Di
niente, ho detto solo la verità.”
-“Anche
tu non sei affatto male.” replicò lei.
Solo
dopo si accorse che quella frase poteva essere interpretata in tanti
modi differenti.
-“Cioè…
intendevo dire che anche tu non sei male a
ballare.” cercò di mettere in evidenza
l’ultima parola,
pronunciandola con più enfasi.
Ma
ciò non le risparmiò la figuraccia, infatti
Min-Hyun sorrise divertito.
-“Anche
tu non sei per niente male.” La sua allusione si riferiva a
tutt’altra cosa, non di certo al ballo, visto che il suo
giudizio al riguardo
lo aveva già espresso.
La
ragazza abbassò lo sguardo, fissando la strada di fronte a
sé, non
sapendo come replicare a quel complimento.
Poi,
finalmente, giunsero di fronte a casa sua.
-“Io
sono arrivata.” disse, indicando la casa alle sue spalle.
-“Bene,
allora alla prossima.” sussurrò lui, per poi
accarezzarle delicatamente
una guancia e voltarsi per ripercorrere la strada che avevano appena
fatto.
Hay-Lin
oltrepassò il cancello con una mano posata sulla guancia
ancora in
fiamme. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era il tocco
delicato di Min-Hyun
e la sua reazione a quel contatto.
La
sfuriata che le avrebbe fatto stavolta il padre non la sfiorava
minimamente.
Ma ciao!!!!!
Sono qui ancora una volta a rompervi le scatole! Oh Yeah! *sclera* Sto
già lavorando al quarto capitolo e premetto che ci saranno
degli sviluppi interessanti, almeno credo... Per quanto riguarda,
invece, questo capitolo cosa
ne pensate?? Spero che vi sia
piaciuto! Come avrete sicuramente notato, c'è stato un breve
avvicinamento tra la ragazza e due di loro (JR e MinHyun)... per ora chi fate
"vincere"? Secondo me
è presto per dirlo, ma ipotizzare non uccide nessuno u.U
Credo di aver sproloquiato abbastanza!! Alla prossima!! Kisses, Alice...
PS: Voglio
ringraziare ancora una volta Fabiola_TOP,
Emma Min Ki Tomlinson e ValeFrance per avermi recensito anche il
secondo capitolo! Non potete immaginare quanto mi faccia piacere! *-*
Spero che con i capitoli successivi riuscirò ad
essere in grado di farvi continuare a seguirmi! ^-^
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: Could I dance with you? ***
Capitolo
4: “Could I
dance with you?”
Era
già passato un mese dal giorno in cui si erano conosciuti,
eppure il
tempo trascorso sembrava
molto di più.
Inoltre,
il saggio si stava avvicinando minacciosamente, e i ragazzi erano
quasi sempre impegnati con le prove e i ritrovi di fine settimana.
Fino
ad ora avevano usufruito anche delle lezioni
“singole” con la ragazza
solo Ren e Aron, dato che gli altri tre erano fin troppo orgogliosi per
ammettere di aver bisogno di più tempo.
Ma,
quella sera,
Jong-Hyun aveva deciso di mettere da parte l’orgoglio una
volta per tutte.
Si
era ripetuto più
volte che lo avrebbe fatto per migliorarsi ancora di più,
ma, in realtà, il
motivo per cui voleva quella benedetta lezione singola, era un altro.
Solo che
non lo avrebbe mai ammesso nemmeno a sé stesso.
Hay-Lin
era intenta a leggere nel salone, in compagnia del padre, quando il
suo cellulare cominciò a squillare insistentemente.
Così piegò l’angolo di una
pagina del libro per segnarsi il punto in cui era arrivata ed
afferrò il
telefono.
-“Pronto?”
disse, sotto lo sguardo incuriosito del signor Yang.
-“Ciao
Lin, sono JR. Stavo pensando che, forse, mi farebbe bene
intensificare un po’ gli allenamenti, quindi non è
che potresti aiutarmi?”
-“Si,
certo. A che ora?” domandò la ragazza.
-“Tra
mezz’ora è troppo presto?”
-“No,
va benissimo. Allora alle 17.30 fatti trovare fuori dalla
scuola!”
Si
salutarono e riattaccarono contemporaneamente la chiamata.
-“Devi
andare?” le chiese allora il padre.
-“Si,
devo aiutare uno di quei ragazzi di cui ti ho parlato con le
coreografie.”
-“Mi
raccomando! Fai attenzione e non fare tardi, in tal caso fatti
accompagnare da qualcuno.”
-“Come
sempre, Appa!” esclamò la ragazza, baciando il
signor Yang sulla
fronte per poi dirigersi in camera a cambiarsi.
Si
vestì in tutta fretta, temendo di non arrivare in tempo; non
voleva
farlo aspettare.
In
quel mese era riuscita a fare amicizia con tutti loro, infatti erano
quasi sempre insieme, e lei, finalmente, aveva ripreso a sorridere.
L’arrivo
di quei ragazzi le aveva completamente stravolto la vita, sia in
meglio che in peggio.
In
meglio perché riuscivano a farla star bene con un semplice
gesto o una
singola parola,e poteva davvero considerarli amici.
In
peggio perché aveva cominciato a provare un sentimento che
ancora non
era in grado di identificare, ma intuiva che si trattava di un
sentimento che
poteva portare
ulteriore sofferenza
nella sua vita. Come se quella che già provava non fosse
stata abbastanza.
Con
chi provava queste emozioni? Purtroppo, era proprio questa domanda che
la faceva preoccupare.
Non
riusciva a trovarvi una risposta, e la cosa la mandava in paranoia. Era
confusa, molto confusa, forse troppo…
In
alcuni momenti era sicura che fosse lui
che le faceva battere forte il cuore, ma, quando si ritrovava di fronte
l’altro, le sue certezze
si frantumavano
e lei doveva ricostruirle cautamente. Però non
ci era ancora riuscita.
Il
motivo per cui si stava cominciando ad agitare era che uno dei due era
proprio Kim Jong-Hyun.
Mentre
lo stava finalmente raggiungendo tentò di non pensarci, o
almeno di
farlo il meno possibile, ma con scarsissimi risultati.
Era
giunta di fronte all’entrata principale della scuola di
danza, quando
lui la salutò.
-“Ehilà!”
le disse.
Hay-Lin
fu costretta a voltarsi, dato che la sua voce proveniva esattamente
da dietro di lei, e si ritrovò quasi appiccicata a lui.
-“S-
scusa.” si ritrovò a balbettare, quasi come la
prima volta che lo
aveva incontrato in compagnia degli altri, poi si allontanò
velocemente,
cercando di riprendere fiato.
-“Tranquilla,
è colpa mia.” si sforzò di sorriderle,
mentre si sentiva
sopraffare dall’emozione dovuta da quel brevissimo contatto.
-“Allora,
sei pronto?” gli domandò lei, mentre inseriva la
chiave nella
serratura e la faceva scattare per aprire il portone
d’ingresso.
-“Mai
stato più pronto di così!” forse ci
mise un po’ troppo entusiasmo nel
dirlo, ma, ogni volta che si sentiva in imbarazzo, era da lui fingersi
sicuro
di sé ed entusiasta.
Entrarono
insieme in quell’edificio che, in quel momento, sembrava
enorme,
e si diressero nella sala da ballo dove
provavano sempre.
Hay-Lin
si avvicinò allo stereo e vi inserì il cd
contenente tutte le basi
delle loro coreografie, poi si mise al centro della stanza, invitando
JR a
raggiungerla al suo fianco.
-“Quale
coreografia necessiti di ripassare?”
-“Mm…”
ci pensò su qualche istante, non ci aveva proprio riflettuto
“Hai
presente quella che facciamo subito dopo la prima?”
-“Ma
non era quella che ti veniva meglio fino a un paio di giorni
fa?” Lin
alzò un sopracciglio, a dir poco sorpresa da
quell’affermazione.
-“Oh,
già, ehm…” si portò una mano
dietro il collo, in evidente difficoltà
“Volevo dire la penultima.”
-“JR…
mi sa che ti stai confondendo alla grande.”
replicò la ragazza,
confondendosi a sua volta. “Anche quella ti riusciva
benissimo!”
Jong-Hyun
sbiancò, non sapendo a quale altra coreografia aggrapparsi,
fino
a che non si
ricordò di quella con cui
aveva avuto più difficoltà.
-“Ma
che scemo che sono! Non ricordo bene l’ordine, scusa, io
intendevo
quella di dance- hall.”
-“Ah,
si! Beh, effettivamente quella viene un po’ difficile a voi
ragazzi
in generale, non per altro è uno stile più
femminile che maschile.” gli fece
una linguaccia, cercando di ignorare il battito cardiaco che stava
aumentando.
Il
ragazzo arrossì violentemente, sentendosi un po’
deriso.
-“Eh
eh…” la risatina isterica di JR non poteva certo
mancare.
Così,
tra un imbarazzo e l’altro, cominciarono una volta per tutte
a
ballare.
Hay-Lin
gli pulì ogni singolo movimento, aiutandolo nel perfezionare
tutto
il pezzo.
Il
risultato finale era quasi perfetto, mancava solo il classico movimento
di bacino.
La
ragazza glielo fece provare fino allo sfinimento, ma il corpo del
ragazzo sembrava non volerne sapere. A quanto pareva, alla fine aveva
davvero
bisogno di quella lezione extra.
-“Dai,
tranquillo, non è poi così difficile.”
insistette lei. “Guarda, devi
fare così.” glielo mostrò per
l’ennesima volta. “Piega appena le gambe, poi
inclina il bacino a destra o a sinistra, a seconda della direzione che
gli vuoi
dare, e dopo compi un movimento circolare.”
Lui
cercò di imitarla, e, senza rendersene conto, ci
riuscì perfettamente.
-“Ecco,
bravo! Ci sei riuscito!” esclamò contenta.
Jong-Hyun
le rivolse un sorriso magnifico, mandandola letteralmente in
iperventilazione.
-“Sono
stato bravo?” chiese emozionato.
-“Certo
che lo sei stato!”
La
ragazza si gettò di slancio tra le sue braccia, stringendolo
con forza.
Ovviamente fu l’euforia del momento a spingerla a fare quel
gesto sconsiderato.
JR
ricambiò l’abbraccio, non sapendo bene cosa fare,
poi lasciò ricadere le
braccia lungo i fianchi, confuso,
mentre
sentiva il corpo esile di lei ancora premuto contro il suo.
Hay-Lin,
accortasi di ciò che aveva appena fatto, si ritrasse
immediatamente, abbassando lo sguardo.
Il
silenzio che seguì subito dopo era calato su di loro come
una secchiata
d’acqua gelida, destinato a congelare lentamente la
sensazione di calore che
avevano appena provato.
Lui
non
riusciva ancora a credere a quella breve
dimostrazione di affetto appena ricevuta. Non sapeva bene come
interpretarla.
Poteva trattarsi di un semplice gesto di soddisfazione per essere
riuscita a
fargli fare quel benedetto passo, così come poteva trattarsi
di un gesto di
affetto, appunto. L’unica cosa che sapeva era che lui non era
rimasto affatto
indifferente, anzi… nel preciso istante in cui si era
sentito stringere dalle
sue braccia era stato attraversato da una scarica elettrica che lo
aveva
penetrato come mille aghi. E quel silenzio successivo gli faceva
pensare che,
forse, era successa la stessa identica cosa anche a Lin, altrimenti non
sarebbe
sembrata così… imbarazzata?
Lei
stava cercando di capire per quale motivo si era spinta
a tanto. Certo, un abbraccio non era chissà poi quale gesto,
ma era la persona
a cui esso era diretto a fare la differenza, eccome se la faceva. Si
maledisse
mentalmente per essersi lasciata andare all’emozione. Quella
del passo ben
riuscito era solo una scusa per poterlo sentire più
vicino… per capire cosa
provava davvero per quel ragazzo. Ed il risultato era che le piaceva, e
anche
tanto. Il problema era che le piacevano entrambi. Come doveva fare per
capire
quale dei due la attraeva irrimediabilmente?
Era
solo questione di
tempo, lo sapeva. La risposta sarebbe arrivata da sola quando meno se
lo
sarebbe aspettato.
-“Bene,
per oggi credo sia abbastanza. Se hai bisogno di altre lezioni in
più…” Hay-Lin esitò qualche
secondo prima di proseguire “Beh, chiamami e ti
aiuterò volentieri.”
Jong-Hyun
non si lasciò sfuggire quella punta di imbarazzo ancora
presente
nel suo tono di voce, ma cercò di non dargli troppo peso,
non voleva illudersi.
-“Ok,
grazie mille per oggi!” replicò allora.
-“Di
niente, l’ho fatto con piacere.”
Detto
ciò, cominciarono a dirigersi verso l’uscita,
quando la ragazza si
accorse di che ora si era fatta.
-“Oddio!”
esclamò “Ma è tardissimo!”
infatti erano già le sette passate.
“Mio padre si arrabbierà di sicuro.”
-“Chiamalo.”
propose con nonchalance JR “Digli che ritarderai un
po’, che
deve stare tranquillo perché sei in mia compagnia e che ti
riaccompagnerò io a
casa.”
Non
riusciva a credere a ciò che aveva appena detto, e lei non
sembrava
dare segno di aver captato il messaggio.
-“Ti
va di prendere un gelato prima di andare a casa?” le chiese,
specificando a cosa alludeva il suo“ritarderai un
po’ ”.
-“Ma
è l’ora di cena!” protestò.
-“E
allora? Non mi dire che non ti andrebbe un bel gelato rinfrescante dopo
più di un’ora di allenamento!?” da dove
gli era venuto fuori tutto quel
coraggio e spirito di iniziativa?
La
ragazza era combattuta, non sapeva proprio cosa fare. Avrebbe voluto
accettare, ma la preoccupavano le conseguenze possibili…
sarebbe riuscita a
resistergli?
-“Ok,
hai vinto.” si dichiarò ufficialmente sconfitta.
Al diavolo le sue
paranoie!
Lui
le sorrise dolcemente, con uno strano luccichio negli occhi; si sentiva
decisamente soddisfatto.
Così
Hay-Lin chiamò il padre per avvertirlo, e, con sua sorpresa,
accettò
di buon grado la cosa.
-“Perfetto,
tutto risolto! Possiamo andare.” annunciò tutta
felice.
Jong-Hyun
le porse il braccio, invitandola ad appoggiarvi sopra la mano,
come era usanza nei tempi passati.
Lei
cominciò a ridere divertita, ma posò la propria
mano sul suo
avambraccio, cercando di ignorare la sensazione di calore che la stava
avvolgendo lentamente.
Camminarono
un po’, prima di fermarsi di fronte ad un chiosco che vendeva
i
gelati.
-“Eccoci
qui. Scegli tutti i gusti che vuoi, offro io.”
Hay-Lin
cominciò ad osservare il bancone del gelato, soffermandosi
minuziosamente su ogni singolo gusto, sembrava quasi che li stesse
analizzando;
non si era accorta di ciò che le aveva appena detto lui.
-“Buonasera!
Posso esservi utile?” domandò il proprietario del
chiosco.
-“Oh,
salve…” cominciò la ragazza
“Posso avere un cono tutto cioccolato e
con sopra un po’ di panna?”
-“Certo!”
cominciò a prepararle il gelato, sempre sotto il suo sguardo
attento. Poi glielo porse e lei ringraziò soddisfatta.
Senza
che se ne rendesse conto, JR stava pagando al posto suo.
-“Ehi!
Ma che fai?!” esclamò una volta che se ne accorse.
-“Sto
pagando… anzi, già fatto.” rispose,
voltandosi verso di lei dopo aver
dato i soldi all’uomo.
-“Ma
dovevo pagarlo io!” ribadì.
-“Ti
avevo già detto che te l’avrei offerto
io!”
-“Ah…ehm,
quando?” alzò un sopracciglio, come faceva ogni
volta che
qualcosa non le tornava.
-“Lascia
perdere.” JR rise divertito, accarezzandole dolcemente i
capelli
lisci.
Lei
cercò di non badarci troppo, ma le guance si erano
già tinte di rosso,
a suo tradimento.
-“E
così vai matta per il gelato al cioccolato eh?” le
chiese, mentre lei
si stava gustando quella prelibatezza.
-“Si,
mia mamma me lo comprava sempre.” rispose noncurante.
Glielo
comprava? JR non poté
fare a meno di
chiederselo. Poi, come un lampo a ciel sereno, gli venne in mente che,
forse,
aveva sentito proprio bene. Non per altro la ragazza nominava sempre e
solo il
padre; della madre non ne aveva mai parlato. Forse lei era…
rabbrividì, non
voleva pensarci e non voleva nemmeno sollevare
quell’argomento così delicato.
Allora decise di cambiare velocemente discorso, e, quando si
voltò, notò un
elemento che avrebbe potuto aiutarlo in ciò.
-“Lin…
hai il cioccolato sul naso!” esclamò, cercando di
trattenere una
risata.
La
ragazza sbiancò di colpo, maledicendosi per non essere stata
più attenta
nel mangiare il gelato.
-“Ehm…
ce l’hai un fazzoletto, per favore?”
domandò, rossa per la vergogna.
Senza
risponderle, JR ne estrasse uno pulito dalla tasca dei pantaloni,
così
lei allungò una mano per afferrarlo, ma il fazzoletto non
toccò mai il suo
palmo. Infatti Jong-Hyun si era avvicinato ad Hay-Lin per pulirle
quella
macchietta di cioccolato; la quale venne via subito, sotto lo sguardo
sconcertato della ragazza.
Quest’ultima
era rimasta immobile dov’era, non riuscendo a muovere un
muscolo, e si era lasciata trattare come una bambina. La cosa era
alquanto
grave, perché si lasciava trattare così solo da
suo padre.
-“Ecco
fatto! Ora il tuo naso è perfetto.”
Dopo
aver parlato, Jong-Hyun non accennava neanche minimamente ad
allontanarsi da lei. E, in meno che non si dica, i loro volti si
ritrovarono a
dir poco vicini.
I
loro sguardi erano
incatenati, e nessuno dei due riusciva a distogliere il proprio.
I
loro nasi quasi si
sfioravano con la punta.
Le
loro bocche erano a
pochi centimetri di distanza.
I
loro respiri danzavano
già insieme.
Ad
interrompere quell’atmosfera fu il cellulare della ragazza,
che stava
squillando fastidiosamente.
Hay-Lin
fece un passo indietro, per riacquisire un po’ di colore, poi
rispose al telefono.
-“Pronto?”
-“Ehi,
a che punto sei? Posso cominciare a cucinare?” ovviamente,
era il
signor Yang.
-“Si,
si, comincia pure. Io mi incammino proprio in questo
momento.”
-“Ok,
allora a dopo piccolina.”
-“A
dopo, Appa!” riagganciò. “D- dobbiamo
andare.” disse poi, rivolta al
ragazzo che le stava di fronte.
-“Ok.”
Il
tragitto fino a casa sua fu silenzioso come non mai.
JR
fu tentato più volte di prenderla per mano, giusto per
vedere come
avrebbe reagito, ma il timore di un rifiuto glielo impediva.
Così
raggiunsero la loro destinazione con gli sguardi fissi sulla strada,
sbirciando ai lati di tanto in tanto.
-“Grazie
ancora, Lin.” disse Jong-Hyun, poco prima di salutarla.
-“E
di cosa?” replicò lei, scrollando le spalle.
“Ti ho già detto che lo
faccio con piacere.”
-“Lo
so, lo so…” sussurrò lui, non sapendo
cos’altro dire. “Va beh, allora
ciao.”
In
quell’istante la mano del ragazzo si posò
delicatamente su una sua
guancia, per lasciarvi una carezza.
Hay-Lin
sgranò gli occhi, mentre le venne in mente Min-Hyun e il suo
tocco
delicato.
-“C-
ciao.” balbettò lei, per poi voltarsi ed
oltrepassare il cancello.
Mentre
rientrava in casa
i pensieri le si stavano affollando numerosi nella testa. Era riuscita
a non
pensare a Min-Hyun per parecchio tempo, mentre si allenava con JR. Ma,
alla
fine, aveva ceduto ancora una volta. Se mentre veniva accarezzata da
Jong-Hyun
le veniva in mente Min-Hyun, voleva dire che doveva ancora fare
chiarezza su
ciò che provava. Il problema, come sempre, era…
come?
Nel
frattempo, JR si
stava chiedendo cosa avesse mai fatto di sbagliato. Aveva visto lo
sguardo
sconvolto di lei mentre la accarezzava… cosa stava a
significare? Le aveva dato
fastidio? Con questi “tormenti” si
incamminò sulla via del ritorno.
Ma salve!!! Cavolo, solo ora mi
rendo conto di quanto vi ho fatto aspettare, spero mi perdonerete, ma
è stata una settimana intensa, ho avuto il saggio di danza e
le prove mi hanno impegnato parecchio. Allora... che ne pensate di
questo capitolo? Sinceramente
non so come abbia fatto a venirmi fuori così...
sdolcinato??! Mm, diciamo che è una via di mezzo. Riuscirà Hay-Lin a
fare chiarezza?? Ma
perchè non se li può tenere entrambi??
ç__ç (si, sono scema) Va beh, spero che anche
questo capitolo vi sia piaciuto *-* Un ultima domanda e poi smetto di
rompere : voi, al
suo posto, chi scegliereste?? Questa
cosa mi incuriosisce molto! Alla prossima! Kisses, Alice...
RINGRAZIAMENTI: Ringrazio ancora una volta chi
ha aggiunto la mia storia nei preferiti, ecc, chi continua a leggerla
con pazienza, e soprattutto Fabiola_TOP,
macky_love, ValeFrance e lovelovemary
per avermi recensito! Grazie ragazze *-* Spero di avervi fatte felici
con questo nuovo capitolo ^-^
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Capitolo 5 *** Capitolo 5: Rehearsals ***
Capitolo
5: “Rehearsals”
Il
giorno tanto atteso era finalmente
arrivato, anche se i ragazzi avrebbero usato volentieri un altro
avverbio per
accompagnarlo, ovvero sfortunatamente
era giunto il giorno del saggio.
Erano
tutti agitati, nessuno escluso, compresa Hay-Lin, la quale doveva
essere la più tranquilla, dato che aveva fatto tante di
quelle esibizioni che
ne aveva addirittura perso il conto, e, invece, se ne stava in angolo a
torturarsi le mani a forza di intrecciarle tra di loro. Sentiva che
quella sera
ci sarebbe stato qualcosa di diverso dal solito, era un po’
come un sesto
senso.
L’atmosfera
si era già fatta pesante, nonostante quelle fossero solo le
prove pomeridiane prima della grande serata. Nei camerini del teatro
c’era un
via vai di gente quasi fastidioso, per non parlare delle bambine dei
corsi di
propedeutica che schiamazzavano continuamente, i rimproveri degli
insegnanti
sembravano calmarle solo a tempo breve e determinato.
JR
si voltò verso la ragazza, vedendola in
difficoltà, ma non osò
avvicinarsi. Da quel giorno in cui
aveva provato ad accarezzarla non si era più avvicinato
tanto, non ne aveva
avuto il coraggio. Così distolse lo sguardo, cercando di
combattere l’impulso
che lo spingeva a confortarla.
Nello
stesso istante anche Min-Hyun aveva gli occhi puntati su di lei, e, a differenza del primo, le si
avvicinò lentamente con l’intento di provare a
tranquillizzarla, nonostante
neanche lui riuscisse a calmarsi.
-“Tutto
ok?” le chiese quando le fu di fronte.
Hay-Lin
alzò lo sguardo nel momento esatto in cui lui
pronunciò la prima
lettera. Avevano legato molto e si volevano bene, ma c’era
quel famoso punto
interrogativo che ancora la assillava: cosa provava davvero? Ancora
non era
riuscita a scoprirlo.
L’unica
cosa di cui era certa era che con Jong-Hyun si sentiva più
in
imbarazzo, come se temesse di fare qualcosa di sbagliato in sua
presenza,
mentre con Min-Hyun le cose venivano spontanee, anche se i momenti di
imbarazzo
non mancavano nemmeno con lui.
Dopo
le sue accurate riflessioni fatte in silenzio, si ricordò
che doveva
ancora rispondergli.
-“Insomma,
non è ok per niente. Sono già agitata.”
sussurrò.
-“Tranquilla,
sono sicuro che ballerai benissimo. Quando mai non lo fai?”
la abbracciò teneramente, come era solito fare quando voleva
confortarla.
La
ragazza, in quel momento, comprese tutto
quanto.
Quando
abbracciava
Min-Hyun, e succedeva sempre più spesso, non provava le
stesse sensazioni che
aveva provato con JR in un solo abbraccio.
Certo,
le faceva piacere
stare accoccolata tra quelle braccia confortanti che ormai erano il suo
tranquillizzante personale, ma la sensazione di calore che
l’aveva invasa
quella volta con Jong-Hyun non si era più ripetuta con
nessuno.
Come
aveva fatto ad
essere così cieca? La risposta a tutti i suoi problemi era
così palese che si
prese in giro da sola per essere stata così…
ingenua. Quell’abbraccio le aveva
aperto la mente, liberandola da tutte quelle domande, e le aveva aperto
anche
il cuore, rendendolo improvvisamente consapevole di ciò che
provava.
Era
anche vero che,
spesso e volentieri, si ritrovava a pensare a Min-Hyun anche quando era
in
compagnia di JR, ma comprese che ciò era dovuto al fatto che
lei credeva di trovarsi di fronte
ad una
scelta da fare; si era sempre posta il problema “chi dei
due?”, quando esso non
era mai esistito. Era stato solo frutto della sua mente.
Soltanto
in un momento
aveva vacillato sul serio, cadendo oltre la linea della confusione
più totale,
ovvero quando Min-Hyun l’aveva accarezzata poco dopo che si
erano conosciuti.
Ma anche lì riuscì improvvisamente a fare
chiarezza, l’imbarazzo e il lieve
calore che aveva avvertito in quel momento era dovuto ai complimenti
che le
aveva rivolto prima di accarezzarla, in quanto non era abituata a
ricevere
tante attenzioni da un ragazzo.
In
conclusione Min-Hyun
si era sempre comportato da amico, perché era ciò
che era…un amico speciale con
il quale poteva confidarsi e sul quale poteva contare. Ora lo
sapeva…
Ma,
anche il ragazzo
aveva avuto delle incertezze all’inizio, non subito aveva
capito cosa provava
per Hay-Lin. Però era stato più veloce di lei a
comprendere che loro erano amici e
niente di più.
-“Te,
invece, tutto a posto?” gli chiese la ragazza.
-“Ti
sembra che sia tutto a posto?” si indicò con un
dito, soffermandosi
più del dovuto sui capelli spettinati, cosa a dir poco
insolita per uno come
lui.
-“Ehm,
no.” rispose lei, scoppiando a ridere subito dopo.
A
qualche metro da loro JR osservava la scena un po’
sconsolato.
Era
geloso della loro
confidenza.
Voleva essere lui
a confortarla, desiderava poterle parlare come se nulla fosse e
riuscire a farla calmare.
Voleva
essere lui a farla divertire,
desiderava che
il suo splendido sorriso fosse rivolto a lui.
Lui
voleva
far parte della sua vita come nessun ragazzo prima
d’ora.
In
quel momento Hay-Lin incrociò il suo sguardo, per
distoglierlo subito
dopo, mentre JR faceva esattamente la stessa cosa.
La
ragazza sentì la necessità di parlarne con
qualcuno, ma era indecisa su
chi dovesse essere il suo confessore. Per un attimo pensò a
Min-Hyun, il quale
era momentaneamente impegnato a darsi una sistemata ai capelli, visto
che tra
amici le cose venivano sempre raccontante, ma la decisione ricadde
infine su
Aron.
Era
il più grande e sarebbe stato in grado di consigliarle
qualcosa, o
almeno così sperava. Così gli si
avvicinò, mentre era intento a scambiare due
parole con BaekHo e Ren.
-“Hyung,
posso parlarti?” gli chiese, un po’ intimorita.
-“Certo!”
replicò lui, allontanandosi un po’ dagli altri due
dopo aver
rivolto loro un cenno di scuse. “Dimmi tutto.”
-“Beh,
ecco… forse ciò che sto per dirti è
una cosa banale sotto il tuo
punto di vista, e non credo sia il momento opportuno, dato che tra un
po’ tocca
a noi provare, però…” cercava
involontariamente di girarci intorno.
-“Però…?”
la incalzò gentilmente Aron,
notando il suo imbarazzo. “Tranquilla, non ti
mangio.”
-“Ok,
ok.” trasse un respiro “Ho paura che mi piaccia
Jong-Hyun.”
Dopo
aver parlato tenne lo sguardo fisso sui suoi piedi, non volendo vedere
la reazione del suo interlocutore.
-“Davvero?!”
esclamò Aron.
Inutile
dire che Lin non si aspettava certo tutto quell’entusiasmo,
anzi,
per un secondo aveva addirittura pensato che avesse appena fatto una
grande
cavolata nel confidarsi.
-“Davvero.”
replicò allora lei, alzando lentamente lo sguardo.
-“Oh,
ehm…” cercò di ricomporsi
dall’entusiasmo precedente, ma con scarsi risultati.
In realtà era felice di ciò che gli era stato
appena detto, perché sapeva che
anche Jong-Hyun nutriva un certo interesse nei confronti della ragazza,
si
vedeva lontano un miglio. “Sei sicura?” le chiese
poi, mostrandosi un po’ più
oggettivo.
-“Sicurissima,
purtroppo.”
-“Perché
purtroppo, scusa? Guarda che JR è un bravo ragazzo
eh!”
-“Si,
lo so Ron.” Lin sapeva che gli dava fastidio essere chiamato
così, ma
si divertiva a vedere le sue facce. “Dico purtroppo
per il semplice fatto che sono più che sicura che il mio
interesse è a senso
unico.”
-“Io
non so proprio cosa dirti al riguardo, ti consiglio solo di non
giurarci più di tanto e di provare a parlarci, non si sa
mai…” rimase sul vago,
non voleva illuderla troppo, anche se era sicuro che la cosa fosse
reciproca.
Hay-Lin
pensò che aveva fatto bene a parlare con lui, dato che un
consiglio
le era stato dato, proprio come aveva sperato. Il problema, ora, era
riuscire a
seguirlo.
-“Aron,
Lin, tocca a noi!” la voce squillante di Min-Ki li distrasse
dalla
conversazione.
I
due si guardarono e si scambiarono un sorriso, poi si incamminarono
insieme dietro le quinte, pronti a salire sul palcoscenico.
-“Grazie.”
gli sussurrò la ragazza, prima che la musica partisse. In
risposta Young-Min scrollò le spalle.
In
quel momento JR si era posto al fianco di Hay-Lin, visto che dovevano
entrare in scena nello stesso istante. Le loro mani si sfiorarono
appena, ma il
calore che li invase entrambi fu fin troppo scottante.
Fecero
finta di niente e la prima canzone della loro coreografia invase lo
spazio circostante, salvandoli da una possibile bruciatura.
Le
prove andarono abbastanza bene, a parte qualche incertezza sulle
posizioni di ognuno, ma, complessivamente, non vi erano grandi lacune.
Quando
scesero dal palco erano già le sette passate, il che voleva
dire che
era l’ora di andare a mangiare qualcosa. Così
uscirono tutti insieme dal
teatro, diretti alla pizzeria più vicina.
Aron
stava letteralmente fissando la ragazza e JR, sperando di notare una
qualche scintilla aleggiare intorno a loro, ma l’atmosfera
era carica di
imbarazzo. Se avessero continuato così non si sarebbero mai
dichiarati. Doveva
provare a fare qualcosa, ma cosa? Non appena se lo chiese gli venne in
mente
un’idea. Forse, scherzarci un
po’ sopra
li avrebbe aiutati.
-“Ehi!”
esclamò, mettendosi in mezzo ai due e circondandoli le
spalle con
le braccia. “Sapete una cosa? Stareste proprio bene
insieme.”
Sentì
i loro corpi irrigidirsi contemporaneamente sotto la sua stretta, e
fu costretto a rallentare, in quanto si erano quasi immobilizzati sul
posto.
-“M-
ma cosa stai dicendo?” Lin quasi urlò, paonazza
dalla vergogna, mentre
fissava incredula colui che aveva appena parlato.
Jong-Hyun,
invece, rimase in silenzio, nascondendo il volto dietro il
ciuffo.
La
ragazza si liberò della presa del più grande per
allontanarsi di poco,
ancora imbarazzata. Così Aron ne approfittò per
dire una cosa al più piccolo.
-“Jong
apri gli occhi. Non vedi che le piaci?!”
L’interpellato
spalancò la bocca sbalordito, non riuscendo a credere a
ciò
che le sue orecchie avevano appena udito.
-“Non
è vero.” sussurrò poi.
-“Stai
scherzando, spero! Se non gli piacessi pensi che arrossirebbe ogni
volta che si trova accanto a te? Credi che si sentirebbe sempre in
imbarazzo
quando ci sei tu nei paraggi? Beh, io non credo proprio! Quindi,
ripeto,
svegliati per una buona volta!” lo guardò
insistentemente negli occhi, come se
ciò potesse aumentare il senso delle sue parole.
-“F-
forse hai ragione.” ci pensò su, acquisendo un
po’ di consapevolezza e
autostima.
-“Ora
cominci a ragionare.” constatò Young-Min.
“Via, andiamo a mangiare
questa benedetta pizza, sempre se riuscirò a ingoiare
qualcosa di solido prima
del saggio.”
Così
cadde l’argomento “Hay-Lin”. Ma,
nonostante cominciasse a crederci di più, ce
l’avrebbe fatta JR a fare il primo
passo?
Annyeong! Eccomi
tornata con il nuovo capitolo *-* Sinceramente non saprei dire se
è venuto bene o no, perchè ci sono alcune parti
che forse non tornano, dato che l'ho finito di scrivere ieri dopo
mezzanotte e il mio cervello cominciava a fumare. In tal caso ditemelo
pure se ci sono degli errori o delle ripetizioni, non abbiate paura u.U
Coomunque, Hay-Lin si è finalmente "decisa". So... angolo domande (ormai
c'ho preso gusto): 1. Vi aspettavate questa
scelta? O puntavate su Min-Hyun? Io, sinceramente,
puntavo proprio su di lui ç_ç 2. JR
riuscirà, appunto, a fare questo primo passo? Mi farebbe
piacere sapere cosa ne pensate ^-^ Alla prossima! Kisses, Alice...
AVVERTENZE:
Nel prossimo capitolo ci sarà (finalmente) un accenno sulla
Baek/Ren u.U *si emoziona*
RINGRAZIAMENTI:
Come ogni splendida
volta ringrazio chi segue questa FF che, ahimè, credo stia
per volgere al termine, forse si tratta di massimo altri cinque
capitoli o forse meno...o forse di più. Si va beh, lasciate
perdere ciò che ho detto prima. Tornando ai ringraziamenti,
un grazie speciale va, ancora una volta, a chi ha recensito *-* ,
taaanto looove: Fabiola_TOP,
macky_love e lovelovemary!
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Capitolo 6 *** Capitolo 6: An important exibition ***
Capitolo
6: “An
important exibition”
Appena
avevano finito di mangiare, si erano subito recati al teatro, alle
prese con tutti i costumi. Hay-Lin era nel camerino insieme alle altre
ragazze
del suo corso, e i ragazzi erano in quello accanto.
Mentre
si stavano preparando, parlavano concitate di quanto fosse bello
BaekHo, anche se una di loro affermava convinta che fosse meglio Aron.
Lin se
ne stava in silenzio, preferendo non parlare al riguardo.
Nella
stanza accanto, i ragazzi, invece, non riuscivano proprio a pensare.
L’unica cosa che li preoccupava al momento era solo
l’esibizione che avrebbero
dovuto fare di lì a un’oretta circa.
Una
volta indossati gli abiti di scena si riversarono nei corridoi delle
quinte.
Ren,
come era solito fare nei momenti più stressanti, rimase da
solo nel
camerino, sforzandosi di non pensare all'esibizione.
Amava
passare del tempo
da solo con i suoi pensieri, era un modo per conoscersi meglio. Se
poteva,
trovava sempre una sedia, un divano, o un letto per sedersi e chiudere
gli
occhi, lasciandosi andare a una moltitudine di pensieri che, talvolta,
lo
lasciavano senza fiato da tanti che erano.
Anche
in quel momento si
era abbandonato contro la parete fredda del camerino, socchiudendo gli
occhi
per vedere solo ciò che voleva vedere nella sua mente. Ma,
proprio mentre
raggiungeva le sue osservazioni più remote,
percepì un leggero spostamento
d’aria accanto a sé.
Quando
aprì gli occhi di
scatto, al suo fianco c’era l’ultima persona che
desiderava trovarci.
Baek-Ho
lo stava guardando, inclinando leggermente la testa di lato.
-“Sei
agitato?” chiese al più piccolo.
Min-Ki
abbassò ritmicamente il capo e cercò di evitare
il suo sguardo.
-“Andrà
bene, dai.” sembrava auto convincersi.
Poi,
anche lui socchiuse gli occhi, imitando Ren. Non si accorse dello
sguardo incantato con cui il minore lo stava letteralmente fissando.
Sin
dalla prima volta
che l’aveva visto ne era rimasto affascinato. La cosa che
più lo aveva colpito
erano stati i suoi lineamenti delicati ma al contempo decisi, per non
parlare
dello sguardo caldo che sembrava trapassarlo da parte a parte ogni
volta che lo
guardava negli occhi.
Si
costrinse a
distogliere l’attenzione dal suo volto statuario, non voleva
certo essere colto
sul fatto. Temeva un suo giudizio, nessuno dei suoi quattro amici
sapeva del
suo orientamento sessuale, e non voleva rivelarlo in quel momento.
Forse, non
ci sarebbe mai riuscito.
Ma,
mentre Min-Ki si
stava fasciando la testa ancor prima di pensare alle conseguenze
positive che
poteva avere, Baek-Ho aprì lentamente gli occhi, facendo
ciò che prima aveva
fatto Ren.
Ovvero
lo osservò in
silenzio, sperando che non riaprisse gli occhi smascherandolo. I suoi
occhi si
posarono peccaminosamente sulle sue labbra a forma di cuore, facendolo
fremere
di desiderio.
Doveva
controllarsi,
così si costrinse a distogliere lo sguardo.
In
fondo, provavano esattamente la stessa cosa, ma, come accadeva quasi
sempre, la paura frenava il desiderio.
Rimasero
così per svariati minuti, con le schiene abbandonate contro
la
parete fredda e gli occhi semichiusi. La tensione che precedeva la loro
entrata
in scena era a dir poco tangibile.
Senza
pensare, Dong-Ho
allungò una mano lungo la superficie del muro fino a
raggiungere quella di
Min-Ki e chiuderla nella sua. Sentiva le sue dita tremare appena al
contatto
con la sua pelle, e provò un piacere inspiegabile nel
percepire la reazione di Ren,
ma cercò comunque di non illudersi troppo.
Il
più piccolo spalancò
istintivamente gli occhi, ancora scosso, e cercò quelli di
Baek-Ho, un po’
intimorito di ciò che vi avrebbe potuto leggere.
-“Va
un po’ meglio?” domandò poi il maggiore,
senza lasciare andare la
stretta.
-“S-
si.” annuì Ren, sempre più imbarazzato.
Non
sapeva come
interpretare quel gesto. Di sicuro non doveva farsi i filmini mentali,
a suo
parere Dong-Ho non poteva essere…si, insomma… non
poteva certo essere
omosessuale. Sembrava così etero che sarebbe rimasto a dir
poco sorpreso se
avesse scoperto il contrario.
Voleva
avvertirlo,
voleva chiedergli di essere più distaccato con lui,
altrimenti non sapeva come
sarebbe andata a finire. Ma cosa avrebbe dovuto dirgli? Che era
dell’altra
sponda?
-“Hyung
io…” provò a dire qualcosa, ma non
sapeva come continuare, non ne
aveva il coraggio.
In
quel momento furono distratti da una possibile nuova conversazione
dalla
voce di Min-Hyun, che li avvisava del poco tempo restante.
Così,
entrambi imbarazzati, uscirono dal camerino e raggiunsero gli altri
dietro le quinte.
-“Quanto
manca ancora?” chiese Baek-Ho.
-“Dopo
la coreografia che stanno ballando ora tocca a noi.” lo
informò la
rossa, sbattendo più volte le ciglia. Forse la sua
intenzione era quella di
ammaliarlo, peccato che l’interesse di Dong-Ho fosse
riservato a colui che gli
stava dietro.
Ad
un paio di metri di distanza, Aron li osservava incuriosito. Sembrava
l’unico che sapeva più o meno tutto. Sicuramente
il suo sguardo esterno vedeva
molto di più di quanto vedessero loro stessi.
Non
per altro era il loro Hyung, e, come tale, doveva aiutarli nella
crescita, ma anche nella scelta della strada giusta da intraprendere.
Secondo i
suoi calcoli due coppie stavano per nascere, poi mancavano solo
Min-Hyun e lui.
A
quel pensiero un sorriso amaro gli increspò appena le
labbra. Lui, a
differenza degli altri, era uscito da una storia abbastanza importante
da quasi
un anno, ma non era ancora riuscito a dimenticarsi di lei.
Gli
applausi che provenivano dalla platea lo riscossero dai suoi pensieri,
costringendo tutti loro a raggiungere le posizioni di partenza appena
dietro le
tende delle quinte.
I
nervi di ognuno di loro erano tesi al massimo, l’ansia
cresceva al ritmo
dei battiti dei loro cuori, rendendo i respiri quasi affannati.
La
musica invase il teatro e loro salirono sul palcoscenico, mentre i
riflettori venivano puntati nei punti esatti dove si posizionarono.
Le
luci accompagnarono ogni singolo movimento, rendendo
l’effetto ancora
più unico.
L’intera
coreografia venne ballata con il massimo impegno e una passione
infinita. L’applauso finale che ricevettero fu meritatissimo,
per non parlare
del fatto che fu una delle esibizioni meglio accolte
dell’intero spettacolo.
Alla
fine del saggio raggiunsero tutti i propri genitori.
Hay-Lin
si precipitò dal padre, il quale la abbracciò
calorosamente.
-“Sei
stata magnifica.” disse il signor Yang, ancora emozionato.
“Tua madre
sarebbe orgogliosa di te.”
-“Lo
so appa, lo so.” sussurrò lei, ricambiando la
stretta. “Vado a
cambiarmi. Aspettami pure fuori.” aggiunse.
Quando
tornò dietro le quinte, il suo insegnante di hip-hop stava
parlando
con dei ragazzi a lei già noti, e, mentre li
passò accanto, il maestro Lee
richiamò la sua attenzione con un cenno della mano,
invitandola ad avvicinarsi.
Non
se lo fece ripetere due volte e li raggiunse a passo veloce,
riconoscendo quei ragazzi come una delle crew migliori della Corea.
Inutile
dire che era a dir poco emozionata.
-“Lin,
stavamo giusto parlando di te.” la informò
l’insegnante.
-“Di
me?” chiese incredula.
-“Si,
stiamo cercando un nuovo membro per la crew, e il tuo insegnante ci
aveva invitato a questo spettacolo dicendo che non ce ne saremmo
pentiti.
Infatti, beh, ci stavamo chiedendo se potresti farne parte tu. Ci ha
colpito
molto la tua bravura.” a parlare fu il leader, se
così possiamo definirlo.
La
“Simple Crew” era composta da sei persone, quattro
maschi e due femmine,
e, se si fosse aggiunta anche Hay-Lin, le ragazze sarebbero salite a
quota tre.
-“Io
non so che dire…” cominciò lei, quasi
intimorita da tale proposta.
-“Tranquilla.
Prenditi tutto il tempo necessario per rifletterci. Rimarremo
in contatto con il tuo insegnante così ci farai sapere
tramite lui. Ah! Ti do
qualche informazione pratica, giusto per farti un’idea: gli
allenamenti ci sono
tutti i giorni, esclusa la domenica, la mattina dalle nove alle dodici
e il
pomeriggio dalle quattro alle otto. E le competizioni alle quali
partecipiamo,
talvolta ci portano anche all’estero, quindi dovresti essere
pronta a lasciare
la Corea di tanto in tanto.”
Questo
era proprio ciò che la preoccupava, altrimenti avrebbe
accettato
subito su due piedi.
-“Ripeto
di rifletterci bene. È una proposta che non capita tutti i
giorni,
ma posso anche capire che può essere difficile da
affrontare, quindi non abbiamo
fretta.” aggiunse ancora una volta il leader.
-“Beh,
allora grazie mille! Vi farò sapere il prima
possibile.”
Si
congedò con un inchino, ringraziando ancora, poi, un
po’ scossa,
raggiunse i ragazzi che si trovavano lì accanto.
-“Ehi!
Abbiamo sentito tutto!” esclamò euforico Min-Hyun,
prima di
abbracciarla con tale forza da sollevarla da terra. “Cosa hai
intenzione di
fare?” le chiese poi, permettendole di toccare nuovamente il
pavimento.
-“Io…
non lo so.” scosse la testa sconsolata più che mai.
-“Perché
mai dovresti rifiutare, scusa?” si intromise Min-Ki, anche
lui
emozionato per lei.
-“Dovrei
lasciare spesso il Paese.”
-“Esatto!
E ciò vuol dire viaggiare e visitarne altri!”
esclamò ancora Ren.
-“Ma
lascerei mio padre da solo.”
Dopo
quella frase piombò il silenzio, non avevano mai osato
toccare
l’argomento “famiglia” con lei,
perché avevano intuito che dietro c’era una
situazione un po’… difficile.
A
salvarli da quel momento di imbarazzo fu un uomo che si
avvicinò a loro,
con passo svelto, come se temesse che sarebbero fuggiti da un momento
all’altro.
-“Buonasera.”
disse “Io sono il dirigente della Pledis, una casa
discografica.” già a quelle parole, gli sguardi
dei ragazzi si illuminarono.
“Mi chiedevo se vi andrebbe di partecipare a dei provini che
si terranno la
prossima settimana nella sede dell’azienda, da essi
sceglieremo i membri di un
nuovo gruppo. Ovviamente, dovete anche saper cantare.”
-“Parteciperemo
di sicuro!” esclamò Dong-Ho eccitato.
-“Bene,
i provini cominceranno martedì prossimo alle 8.30 del
mattino. Ci
conto!” il discografico sfoderò un sorriso a
trentadue denti. “Ah! Non mi sono
ancora presentato. Io sono Joon-Chan.” strinse la mano ad
ognuno di loro, poi
li salutò con un inchino.
I
ragazzi erano al settimo cielo, vedevano quei provini come la migliore
delle speranze per poter sfondare nel mondo della musica. Quella era la
loro
grande occasione.
Si
abbracciarono felici, solo il fatto di partecipare su richiesta del
direttore era un traguardo che non si erano ancora sognati di passare.
Hay-Lin
abbracciò di slancio JR, proprio come aveva fatto quella
volta in
cui era riuscito a muovere il bacino correttamente, rivivendo una
specie di
dejà-vu. Ma questa volta l’emozione fu triplicata,
perché c’era la
consapevolezza a rincarare la dose.
Jong-Hyun,
colto alla sprovvista, barcollò appena, afferrandola
delicatamente per i fianchi.
I
loro sguardi si incatenarono, mentre i loro volti erano tremendamente
vicini l’uno all’altro.
Forse
per la felicità del momento, o, forse, semplicemente
perché li
andava… avvenne l’inevitabile.
Respiro
dopo respiro,
centimetro dopo centimetro, secondo dopo secondo… le loro
labbra si
incontrarono dolcemente in quel gesto d’amore chiamato bacio.
Fu
appena dato, a fior
di labbra, ma tanto bastò a mandarli letteralmente fuori di
testa.
Gli
sguardi erano tutti
puntati su di loro, sia quelli degli amici che dei compagni di danza,
ma loro
sembravano non accorgersene minimamente.
Erano
nel loro mondo,
fatto di sogni mai avverati, se non in quel momento… di
pensieri mai detti ad
alta voce… di desideri messi a tacere. Ma quel momento
compensava tutto quanto
e non c’era certo bisogno di parole…sarebbero
state superflue.
Era
bastato poco perché
si rendessero conto che si piacevano. Per JR era bastato uno sguardo,
il primo
che lei gli aveva rivolto… per Hay-Lin, invece, era stato
necessario più tempo,
ma dopo un semplice abbraccio aveva fatto chiarezza su ciò
che provava. Ed ora
erano lì, uniti in un abbraccio che sembrava non avere fine.
Quando
si separarono,
ancora non riuscivano a credere a ciò che era appena
successo.
Si
sorrisero dolcemente,
ormai del tutto convinti dei loro sentimenti, e non servirono parole
ufficiali
né altro per confermarlo.
Annyeong!! Devo dire che scrivere
questo capitolo è stato a dir poco piacevole *-*
Sarà per il fatto che ho scritto finalmente qualcosa sulla
Baek/Ren o forse per il bacio... spero sia piaciuto anche a voi!
Angolo
domande: 1. Al posto di Ren, avreste
detto subito la verità a BaekHo? Io, gli sarei semplicimente
saltata addosso u.U
2. Hay-Lin accetterà
la proposta della Crew?
3. Vi
è piaciuta le scena del bacio? O era troppo casto? xD
Ah! Prima che
me ne dimentichi, non so quale sia il nome del loro produttore, io l'ho
inventato, quindi non fateci affidamento :) Alla prossima! Kisses,
Alice..
RINGRAZIAMENTI: Questa è la mia
parte preferita *-* Oltre a ringraziare (per la milionesima volta *-*)
chi legge questa fan fiction con pazienza, dico grazie per continuare a
supportarmi con le recensioni a Fabiola_TOP,
macky_love e lovelovemary! <3
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7: All together... ***
Capitolo
7: “All
together…”
Il
giorno dei provini arrivò, lasciando appena il tempo ai
ragazzi di
prepararsi, non solo fisicamente, ma soprattutto mentalmente.
La
mattina presto si ritrovarono con Hay-Lin di fronte alla loro scuola di
danza. Lei li avrebbe accompagnati, facendo da supporto morale.
Appena
la vide, JR non riuscì a trattenersi e le corse
letteralmente
incontro, per poi sollevarla in un abbraccio mozzafiato.
Dal
giorno del saggio erano quasi sempre stati insieme, e niente e nessuno
poteva anche solo interferire quando quei due erano l’uno di
fianco all’altro.
-“Buongiorno
anche a te.” sussurrò lei al suo orecchio, prima
di dargli un
bacio appena accennato.
Gli
altri rimasero in disparte quel tanto che bastava per concedergli un
momento di intimità. Poi, però, temendo di fare
tardi, uno di loro dovette
intervenire.
-“Non
vorrei disturbarvi, ma dovremmo andare. Altrimenti rischiamo di non
arrivare in tempo.” la voce intimidita di Ren ruppe il
silenzio appena
creatosi.
I
due piccioncini si riscossero dal loro mondo, rientrando a far parte di
quello comune, balbettando parole di scuse e nascondendo il loro
rossore sotto
i capelli svolazzanti.
Quella
scena sarebbe stata quasi comica, se non fosse stato per la tensione
che aleggiava nell’aria circostante.
Così,
i sei amici si incamminarono verso la fermata dell’autobus.
Quest’ultimo li avrebbe portati direttamente davanti alla
Pledis, dove,
appunto, quella mattina vi erano i tanto attesi provini.
Il
viaggio fu più breve del previsto, cosa che non li
aiutò affatto a
calmarsi.
Infatti,
quando scesero dal mezzo di trasporto, dovettero ricorrere a tutta
la forza di volontà che possedevano per alzarsi dai sedili e
scendere una volta
per tutte.
Min-Ki
inciampò nei suoi stessi piedi appena toccò
terra, finendo letteralmente
addosso a Dong-Ho, il quale si voltò appena in tempo per
afferrarlo da sotto le
braccia e mantenerlo in equilibrio, salvandolo così da una
possibile caduta.
Quel
breve contatto fu
abbastanza inaspettato da mandare Ren in tilt. I suoi pensieri gli
vorticavano
in testa, quasi furiosi, mentre avvertiva uno strano calore nel punto
esatto in
cui le mani di Baek-Ho erano ancora ben salde.
Il più grande non
voleva abbandonare la presa
da quelle braccia esili. Voleva solo mantenere quel contatto ancora per
un po’.
Anzi… avrebbe addirittura voluto approfondirlo. Ma si impose
mentalmente di
resistere. Ancora una volta doveva frenare i suoi istinti, altrimenti
temeva di
poterlo spaventare facendo qualcosa di troppo avventato.
Così,
nonostante il suo
desiderio fosse stato quello di abbracciarlo e tirarlo a sé,
lasciò lentamente
andare la presa, fino ad abbandonare del tutto la sua pelle calda.
Ovviamente,
il breve scambio di emozioni che era appena avvenuto tra i due
ragazzi, sfuggì a tutti. Ma non ad Aron, che, senza malizia,
aveva osservato
l’intera scena con sguardo quasi divertito.
Possibile
che nessuno si accorgesse di niente senza un aiuto esterno?
Si
misero pazientemente in fila. A quanto pareva non erano affatto pochi
coloro che volevano partecipare a questo casting, ovviamente il sogno
di
diventare un idol era ancora ben diffuso tra i giovani ragazzi.
Ren
mantenne attentamente le distanze da Dong-Ho, temendo un altro
contatto.
Accanto
a loro, invece, JR e Hay-Lin si tenevano felicemente per mano.
Min-Hyun,
che era rimasto dietro, osservava le loro mani intrecciate
felice, ma anche stranamente infastidito. Eppure erano solo amici no?
Lo aveva
detto anche lui.
Ma,
nonostante ciò,
quell’immagine non gli andava molto a genio. Probabilmente
temeva che o lui o
lei avrebbero potuto soffrire, e non voleva che accadesse, visto il
bene che
voleva a entrambi.
Si,
si convinse che era
quello il motivo del suo fastidio improvviso.
Poi,
spostò lo sguardo sulla calca di ragazzi che stavano in fila
proprio
come loro. Voltò la testa quel tanto che gli bastava per
osservare
l’espressione di Aron, ed entrambi pensarono esattamente la
stessa cosa.
“Ce
l’avrebbero fatta a
superare tutta quella gente con i loro talenti?”
Molti
di loro si sarebbero presentati singolarmente, sperando in una
formazione scelta dagli esaminatori. Mentre loro cinque si sarebbero
presentati
insieme, come un gruppo già formato.
L’unica
cosa da fare era
sperare e confidare nel loro potenziale.
Il
tempo scorreva inesorabile, e la fila diminuiva sempre di
più,
portandoli tremendamente vicini all’entrata.
Ogni
persona che entrava, ogni passo accennato verso l’ingresso,
sembrava
un’avanzata verso il futuro, che in quel momento sembrava
completamente sfumato
e privo di contorni.
Osservavano
coloro che uscivano dai provini, cercando di coglierne il
risultato. Alcuni sorridevano soddisfatti, altri, invece, uscivano con
la testa
rivolta verso il basso e le spalle ricurve.
Poi
arrivò il loro turno, mandandoli momentaneamente nel panico.
La
ragazza, accortasi del loro timore, li abbracciò ad uno ad
uno,
incoraggiandoli con parole di circostanza, che però
racchiudevano a pieno la
pura verità.
Erano
bravi, sapevano quello che facevano. Anche se non avrebbero passato i
casting dovevano essere fieri di ciò che erano in grado di
fare.
Prima
di entrare nella sala dei provini, JR si voltò verso
Hay-Lin,
attirandola a sé e facendo aderire il corpo al suo.
-“Sai,
dovresti darmi un bacio della fortuna.” le disse, sorridendo.
La
ragazza rise appena, invadendo l’aria di gioia spontanea.
Poi, si alzò
sulla punta dei piedi e posò le labbra su quelle di
Jong-Hyun, facendole
dischiudere appena, permettendo così alla loro saliva di
unirsi.
Non
fu uno di quei baci approfonditi, perché, purtroppo, JR
doveva entrare.
Niente di cui preoccuparsi, comunque, avrebbero rimediato in un altro
momento.
Una
volta dentro li chiesero i nomi, i cognomi e i recapiti telefonici nel
caso fossero stati presi. Poi, li fecero esibire sulla canzone che
avevano
preparato a loro piacimento.
Quando
ebbero finito di ballare e cantare, si ricomposero di fronte agli
esaminatori, mettendosi ordinatamente uno di fianco all’altro.
Le
persone che avevano di fronte si stavano consultando a bassa voce, poi
lo stesso che li aveva invitati ai provini, parlò a nome di
tutti.
-“Grazie
per essere venuti! Vi faremo sapere.”
Probabilmente
quella era la frase con cui congedavano tutti, ma non si
lasciarono sfuggire il sorriso che rivolse loro, donandoli ulteriore
speranza.
La
stessa sera decisero di festeggiare indipendentemente dal verdetto.
Così
si ritrovarono tutti nell’appartamento di Aron.
Quest’ultimo
viveva da solo, in quanto si era trasferito da poco lì a
Seul,
dopo esser cresciuto a Los Angeles, nonostante le sue origine fossero
Coreane.
Hay-Lin
aveva detto a suo padre che sarebbe rimasta a dormire da una sua
amica di danza, anche se in realtà non aveva più
amiche, ma il signor Yang non
ne era a conoscenza. Avrebbero dormito tutti da Young-Min nei sacchi a
pelo
sparsi in qua e là per il salone.
Avevano
appena finito di mangiare e si erano seduti sul divano a guardare
un film che davano in televisione, anche se non tutti lo stavano
seguendo.
Hay-Lin
stava
accoccolata al petto di JR, lasciandosi accarezzare dolcemente i
capelli.
Entrambi non prestavano minimamente attenzione agli attori che
comparivano a
intervalli nello schermo davanti a loro. Erano troppo impegnati a
gustarsi il
momento, invasi dal calore reciproco dei loro corpi emozionati.
Dall’altra
parte del
divano, per una sfortunata coincidenza, il più piccolo si
era ritrovato seduto
al fianco di Dong-Ho, non immaginava certo che fosse stato Aron ad
accertarsi
che sarebbero finiti accanto in mancanza di altro spazio.
Così,
dovette stare in
allerta durante tutta l’intera trasmissione del film. Quando
voleva spostarsi
per trovare una posizione più comoda, stava ben attento a
non urtarlo con
nessuna parte del corpo, nemmeno con un dito, quindi, alla fin fine,
non era
mai in grado di stare davvero comodo. Studiava ogni minimo gesto,
perfino ogni
minimo respiro, cercando di non attirare la sua attenzione su di
sé.
Baek-Ho,
però, si era
accorto dello strano comportamento dell’amico, e non sapeva
come interpretarlo,
anche se una qualche vaga idea, in realtà, ce
l’aveva, visto che anche lui si
comportava nella stessa identica maniera per un motivo
preciso… il solo
sfiorarlo lo faceva andare fuori di testa e non poteva permetterselo.
“Forse”
pensò il
maggiore “Anche lui si sta imponendo
l’autocontrollo per non saltarmi addosso.”
Sull’ultima frase pensata non riuscì a
trattenersi, ed un sorriso spuntò sulle
sue labbra.
Era
un sorriso misto tra
il divertito, il felice e l’imbarazzato.
Divertito
perché si rendeva conto di quanto assurdo fosse stato
quel suo pensiero.
Felice
perché, se fosse stato vero che anche lui desiderava
stargli vicino, non poteva fare altro che esserne contento.
Imbarazzato
perché, dopotutto, si era ritrovato a pensare, ancora
una volta, a come sarebbe stato aumentare il contatto.
-“Perché
sorridi Hyung?” la domanda sorse spontanea dalla bocca di
Ren,
nonostante non volesse parlargli in quel momento, dato che avrebbe
attirato l’attenzione.
Baek-Ho
arrossì visibilmente, non poteva certo rispondergli
sinceramente,
così cercò un’altra risposta plausibile
nel minor tempo possibile.
-“Oh,
ehm… stavo pensando a quanto sono carini Jong-Hyun e
Hay-Lin.”
-“Ah,
capisco.” il più piccolo sembrò quasi
deluso, forse si aspettava qualcosa riguardante
lui.
Si
sentiva un illuso, ma
sapeva che non lo era, perché Dong-Ho non gli aveva mai dato
motivo di pensare
il contrario. O forse si? Beh, sicuramente qualche giorno prima, quando
aveva
cercato la sua mano per stringerla dolcemente, gli era venuto un
po’ da
pensare, ma ora quel momento gli sembrava tremendamente lontano.
In
altre parole, il film non se lo filava proprio nessuno.
Nemmeno
Young-Min, il quale era troppo impegnato ad osservare le
“coppiette”
con sguardo indiscreto.
Per
non parlare di Min-Hyun che si stava addormentando poco alla volta,
mentre i suoi occhi si socchiudevano dalla stanchezza.
Così,
Aron decise di porre fine a quella visione mai iniziata realmente.
-“Io
direi che possiamo anche andarcene a dormire. Che ne dite?”
propose.
Obbedirono
tutti, come se fosse stato un ordine, tra mugugni generali e
sospiri di sollievo. È necessario che vi dica di chi erano i
mugugni e di chi i
sospiri?
Quest’ultimi,
ovviamente, erano di Ren e di Baek-Ho, i quali credevano che
la loro silenziosa tortura era finalmente giunta al termine.
Non
immaginavano di
quanto si sbagliavano…la tortura era appena cominciata.
Aron
aveva calcolato tutto, perfino la posizione dei sacchi a pelo. Poteva
sembrare un impiccione sotto tanti aspetti, ma la verità era
che teneva a quei
ragazzi più di quanto credesse e avrebbe fatto di tutto per
aiutarli a
raggiungere la felicità.
Così
si sistemarono tutti quanti, sotto la supervisione del più
grande.
Fortunatamente
i ragazzi si sdraiarono proprio dove aveva previsto, dopo
aver scelto il sacco a pelo del loro colore preferito. Le speranze di
Young-Min
furono esaudite, infatti aveva disposto il tutto proprio in base ai
colori,
sapendo che, inconsapevolmente, sarebbero finiti accanto.
Forse,
l’unica cosa che gli era sfuggita di mano era una
sola… Hay-Lin era
tra JR e Min-Hyun, cosa che, sotto i suoi occhi, non pareva molto
promettente,
ma non vi badò più di tanto.
Per
ora, il suo scopo, era riuscire a fare “accoppiare”
Ren e Baek-Ho.
Andò
a spengere la luce del salone, poi si posizionò anche lui,
accanto a
Min-Hyun. Chiuse gli occhi, quasi senza rendersene conto. Voleva
dormire… gli
altri sarebbero riusciti a cavarsela da soli da lì in poi.
Ren
si era sdraiato,
ignaro di tutto. Non si era reso conto di chi aveva preso posto nel
sacco a
pelo vicino, ma non gli ci sarebbe voluto molto ad accorgersene.
Infatti…
sentì un
leggero movimento al suo fianco, e si accorse che si trattava di
Baek-Ho,
riconoscendolo dal respiro rumoroso che gli giunse sopra la testa
mentre si
stava sdraiando.
Il
suo respiro…lo
avrebbe riconosciuto tra mille. Era lieve, sembrava una carezza, e si
contraddistingueva per il suo rumore
deciso e dolce al contempo. Per non parlare delle reazione che riusciva
a
stimolare in lui.
Min-Ki
rabbrividì
appena, cercando di contenersi, poi chiuse gli occhi facendo finta di
dormire.
Se si fosse girato di poco,
probabilmente non avrebbe trovato la forza di resistergli.
Baek-Ho,
invece, era
rivolto verso di lui per osservarlo anche solo da dietro. Avrebbe
passato
l’intera notte a guardarlo, se non fosse stato per la
pesantezza che portava i
suoi occhi a chiudersi lentamente. Così si
addormentò nel giro di un paio di
minuti.
Poco
più tardi, Ren, il
quale non riusciva a dormire, si sentì circondare la vita da
un braccio. Non
doveva nemmeno riflettere su chi potesse essere, era così
evidente che
sarebbero state riflessioni inutili.
Si
era dimenticato che
Dong-Ho, quando dormiva, tendeva sempre ad abbracciare la prima cosa
che avesse
trovato nelle vicinanze, che si trattasse di un cuscino o di una
persona. E,
quella sera, era toccato al povero Ren.
Quest’ultimo
rimase
immobile, non riuscendo più a connettere la testa al resto
del corpo, mentre un
sospiro quasi doloroso gli uscì dalle labbra. Sapeva solo
una cosa… non doveva
girarsi, doveva restare in quella posizione senza accennare neanche un
minimo
movimento.
Non
si era nemmeno reso
conto che aveva cominciato a trattenere il respiro, finché
non gli venne meno
l’aria e fu costretto a spalancare la bocca per inspirare al
meglio. Purtroppo,
non riuscì a fare il tutto in silenzio, e fece svegliare il
più grande, visto
che si era addormentato da poco e aveva il sonno leggero.
D’istinto
Min-Ki si
voltò quel tanto che gli bastava per osservare se si era
svegliato o no, e fu
l’errore più grande che potesse mai fare.
Il
suo sguardo incontrò
quello di Baek-Ho per rimanervi incatenato, mentre
quest’ultimo lo stava
guardando un po’ confuso dopo essersi accorto della posizione
in cui erano.
Dong-Ho
sapeva che
avrebbe dovuto ritrarre il braccio, ma l’unica cosa che
riuscì a fare fu quella
di aumentare la stretta, ovvero una contraddizione vera e propria.
Nessuno
dei due riusciva
a distogliere lo sguardo, ormai erano intrecciati tra loro e non
volevano più
separarsi.
Lo
sguardo di Baek-Ho
cadde, per la seconda volta, sulle labbra soffici del più
piccolo,ed un brivido
gli percorse la schiena, facendolo eccitare più del lecito.
Sapeva che quello
che stava per fare era rischioso, ma non riusciva più a
trattenersi.
Così,
senza nessuna
logica, fece voltare del tutto Ren, e lo attirò a
sé, stringendolo in un
abbraccio quasi protettivo.
Quest’ultimo
nascose la
testa nel suo petto, cercando di mantenere il respiro regolare. Ma la
verità
era che, in quel momento, si era dimenticato ogni cosa, persino come
far
entrare l’ossigeno.
Non
si dissero niente,
avevano troppa paura entrambi. Non era ancora arrivato il momento di
confessarsi, ma, piano piano, ci sarebbero riusciti. Intanto avevano
già fatto
un passo avanti, lo avevano ammesso a loro stessi una volta per tutte.
Così
si addormentarono,
stretti in un abbraccio quasi rivelatore
dei loro sentimenti.
Annyeong!! Solo ora mi
rendo conto che questo capitolo è abbastanza lungo o.O,
menomale, perchè gli ultimi di due scarseggiavano un
pò a mio parere, xD. Allora... che ve ne pare? Angolo domande (ormai
non può mancare): 1. Secondo voi li
prenderanno quelli della Pledis? Risposta ovvia,xD. 2.
Aron
si sta intromettendo troppo? 3. HayLin e JR sono
dolciosi, ma Min-Hyun cosa prova davvero per lei? 4. E BaekHo e Ren? Si è visto
che ci ho preso gusto a scrivere di loro due eh??!! xD In poche parole
è già il secondo capitolo dove le loro scene sono
meglio di tutte le altre, ahahah.... Beh, dopo tutte queste domande,
posso congedarmi! Alla prossima! Kisses, Alice...
RINGRAZIAMENTI:
Anche stavolta non
posso non ringraziare chi segue questa storia, e chi la recensisce *-*
: Fabiola_TOP,
lovelovemary e macky_love.
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 8: Time is going to bring something special ***
Capitolo
8: “Time is
going to bring something special”
La
mattina successiva si risvegliarono uno alla volta, sembrava quasi che
lo avessero fatto a canone.
Il
primo a tornare alla realtà fu Aron, il quale decise di
andare in bagno
per rinfrescarsi un po’, prima però, diede
un’occhiata alla situazione
circostante.
Hay-Lin
dormiva tra le braccia di lui, quindi era tutto nella norma…
così
il più grande spostò lo sguardo sugli altri due,
e notò con piacere che anche
loro dormivano abbracciati come se nulla fosse.
No…aspettate
un attimo! Aron tornò a guardare Hay-Lin, un po’
frastornato.
Colui che la stringeva tra le braccia non era affatto chi pensava,
infatti si
trattava di Min-Hyun.
Quest’ultimo,
nello stesso istante in cui lui pensò il suo nome,
aprì gli
occhi di scatto ed il suo sguardo colpevole incontrò quello
di Young-Min,
implorandolo tacitamente di non farne parola con nessuno.
Allora
Aron lo tranquillizzò con un cenno del capo e si diresse in
bagno,
riflettendo su ciò che aveva appena visto. Se le cose
stavano così… tutto si
sarebbe potuto complicare.
Nel
salone attiguo, invece, stava avvenendo il risveglio della ragazza, e
Min-Hyun si ritrovò costretto ad abbandonare la presa prima
che lei se ne
potesse rendere conto.
-“Buongiorno.”
le sussurrò lui, ricevendo in cambio un sorriso un
po’
stiracchiato.
-“Buongiorno
anche a te Min.”
Al
sentire la sua voce, anche JR si svegliò, come se fosse
stato un richiamo
per tornare a far parte del mondo reale. Quella scena vista da occhi
esterni
poteva sembrare una reazione a catena.
Jong-Hyun
abbracciò Hay-Lin, prima di darle un lieve bacio a fior di
labbra
sotto lo sguardo imbarazzato dell’amico.
A
qualche metro di distanza, Ren si stava lentamente destando dal sonno,
assaporando con la pelle la lieve sensazione di calore che gli
provocavano le
braccia di Baek-Ho strette sui suoi fianchi.
Si crogiolò
ancora un po’ in quel
torpore piacevole, prima che anche Dong-Ho si risvegliasse, scostandosi
appena
dalla sua schiena esile. Aveva dovuto
farlo, perché quella posizione lo portava a pensare
peccaminosamente.
Min-Ki
si ritrovò a protestare a bassa voce, mugolando qualche
insulto per
essere stato abbandonato così facendogli venire quasi
freddo, benché fossero
stati in piena estate.
Allora
il più grande scoppiò in una risata fragorosa,
mentre si sdraiava
con la pancia rivolta verso l’alto e le braccia dietro la
testa, rappresentando
così un’immagine di assoluto relax.
Gli
altri tre si voltarono verso di lui, e Aron fece capolino dalla porta
del bagno per vedere cosa era appena successo.
-“Ehi,
che avete tutti da guardare?” sbottò Baek-Ho.
-“Scusaci
tanto se tu scoppi a ridere di prima mattina attirando
l’attenzione!” la risposta sarcastica di Hay-Lin
non faceva una piega.
Senza
alcuna previsione, il protagonista del recente avvenuto
arrossì
appena, rimanendo silenzio. Non si accorsero che non era
l’unico ad aver
assunto un colorito un po’ più vivace, infatti Ren
aveva letteralmente nascosto
la testa sotto il cuscino, fingendosi disinteressato.
-“Allora,
che avevi da ridere?” gli chiese JR.
-“No,
niente, niente.” con quella frase si guadagnò
varie occhiate
stralunate.
Da
parte sua era alquanto insolito ignorare una domanda. Aveva sempre
risposto a tutto, anche quando si trovava di fronte a domande
imbarazzanti. Ma non quella volta…
Quando
compresero tutti che non avrebbe rivelato niente, tornarono a farsi
gli affari loro, fingendo indifferenza sulla questione appena
sollevata.
Sarebbero sopravvissuti anche senza sapere la causa della sua risata.
Indipendentemente
da
tutto, quel risveglio nascondeva più cose di quanto
potessero immaginare.
Qualche
giorno più tardi, i ragazzi vennero contattati dalla Pledis,
portando un ulteriore motivo di felicità nelle loro vite.
Mentre
Hay-Lin si ritrovò a rifiutare la proposta che le era stata
offerta
dalla Simple Crew, per il semplice fatto che non avrebbe potuto
lasciare il
padre solo con sé stesso più di quanto
già lo fosse. Rinunciare al suo sogno
era la prova evidente dell’amore che provava nei suoi
confronti.
Il
pomeriggio si ritrovarono tutti insieme nella loro scuola di danza.
Volevano festeggiare ballando il più possibile,
così sarebbero stati più che
pronti per il prossimo incontro con i membri della casa discografica.
Hay-Lin,
però, non poté partecipare, in quanto doveva
andare fuori città con il signor
Yang.
Si
allenarono come non mai, faticando sempre di più.
Il
tempo scorreva
inesorabile, al ritmo con le gocce di sudore che scendevano dai loro
capelli
fino a raggiungere tutto il resto del corpo.
Come
scena non era affatto spiacevole, se non fosse stato per le
espressioni stanche e sfinite che impossessavano i loro volti.
-“Direi
che per oggi è abbastanza.” annunciò
Aron, ricoprendo il ruolo di
fratello maggiore che tanto amava.
Come
ogni volta, i ragazzi annuirono con dei cenni del capo. Era davvero
raro che uno di loro si trovasse in disaccordo con Young-Min, anche
perché era
praticamente impossibile non dargli sempre ragione. Non avrebbero mai
smesso di
stupirsi di quanto sapesse il fatto suo.
Così
raggiunsero lo spogliatoio a loro riservato per le lezioni.
Dong-Ho
si era lasciato ricadere su una panchina, incapace di muovere un
singolo muscolo, con l’intento di regolarizzare il respiro.
Tutti gli altri,
invece, cominciarono a cambiarsi velocemente, dopo essersi asciugati
appena il
sudore con un asciugamano, tanto a casa avrebbero fatto una doccia con
i
fiocchi.
Se
ne andarono uno alla volta, salutando gli amici e “dandosi
appuntamento”
al giorno successivo. Alla fine rimasero solo loro
due. A quanto pareva anche il destino voleva dargli una mano.
Baek-Ho
si alzò in piedi e cominciò a togliersi la
t-shirt bagnata che
aveva usato per ballare, cercando di ignorare lo sguardo che sentiva
puntato su
di sè.
Min-Ki,
appunto, era rimasto stordito da quella visione. I suoi occhi erano
fissi sulla schiena del più grande, ed al minimo movimento
erano ben visibili i
suoi muscoli che si flettevano.
Avrebbe
voluto
avvicinarsi e posare una mano sulla sua pelle ancora sudata.
Così non
si accorse che era ciò che aveva appena
fatto. Elaborò la cosa solo una volta che percepì
un’ondata di calore invaderlo
completamente, mentre fissava spaventato la propria mano posata sulla
sua
schiena.
In
quel momento voleva
solo sparire e ritrarsi da quel contatto, ma le sue dita sembravano non
volerne
sapere di separarsi dalla sua pelle infuocata.
Dong-Ho
si voltò quel
tanto che gli bastava per osservare l’espressione del
più piccolo, rimanendone
affascinato: aveva le labbra imbronciate e il suo volto sembrava concentrato su un pensiero
a lui sconosciuto.
L’intera immagine trasudava di imbarazzo e timore.
Allora
Baek-Ho si girò
del tutto, afferrandogli dolcemente entrambe le mani per intrecciare le
dita
alle sue. Non voleva pensare a ciò che stava facendo, lo
voleva fare e basta.
-“Che
c’è?” gli chiese poi, con altrettanta
dolcezza.
-“I-
io… io non lo so.” sussurrò allora Ren,
mentre il sangue affluiva
velocemente concentrandosi sulle sue guance.
Teneva
la testa bassa, per evitare di guardarlo negli occhi. Altrimenti
non sarebbe più stato in grado di
tornare indietro.
Ma,
che lo volesse o no,
non ce l’avrebbe fatta comunque. Ormai la situazione stava
prendendo proprio quella piega.
-“A
me puoi dirlo.” Insisté il maggiore. Voleva sapere la verità e, se non avesse
insistito in quel momento,
probabilmente non sarebbe più riuscito ad intraprendere quel
discorso.
-“No…non
posso. Non capiresti.”
Ren
aveva paura e non
poteva negarlo. Temeva davvero che non avrebbe capito, non sapeva come
l’avrebbe potuta prendere.
Dong-Ho,
invece, stava
cominciando già a capire, perché sapeva
perfettamente cosa lo stava spingendo a
dire quelle cose. Anche lui si sarebbe sentito in difficoltà.
-“Credimi
se ti dico che posso capire.”
Qualcosa
nello sguardo
che gli rivolse, convinse Min-Ki a provare a confessarsi.
Indipendentemente
dall’esito, ci avrebbe almeno provato.
-“A
me piacciono i ragazzi.” disse tutto d’un fiato.
Il
primo passo lo aveva fatto, ora gli restava solo da dirgli chi gli piaceva più
specificamente.
A
quelle parole Baek-Ho
si immobilizzò sul posto, trattenendo il respiro per
l’emozione. Se era così,
ciò voleva dire che forse aveva una possibilità.
Decise così di confessarsi a
sua volta.
-“Capisco…siamo
sulla stessa barca.”
A
Ren si gelò il sangue
nelle vene. Non riusciva a credere alle proprie orecchie. Il cuore
cominciò ad
accelerare, in preda ad un emozione nuova e sconvolgente.
Alzò lo sguardo,
incontrando finalmente quello di Baek-Ho.
Rimasero
a fissarsi per
un paio di minuti, incapaci di proferire parola.
-“C’è
dell’altro, vero?”
chiese Dong-Ho, dopo aver notato ancora qualcosa nello sguardo sempre
intimorito del minore.
-“Mi
piaci tu.” in risposta soffiò fuori quelle tre
parole, rabbrividendo
mentre le diceva.
Dopo
aver udito quella
frase, l’altro perse la ragione. Non c’era molto da
pensare, sapeva
perfettamente cosa doveva fare. Così abbassò
lentamente il volto, avvicinandolo
a quello di lui, mentre la distanza che li separava si faceva sempre
più
sottile.
Min-Ki
aveva capito cosa
stava per accadere e rimase pazientemente in attesa. Era stufo di
nascondersi
da ciò che era.
Mentre
le loro
silenziose riflessioni avevano luogo nelle loro menti, Dong-Ho
posò le labbra
sulle sue, fremendo appena.
Contro
ogni previsione,
Ren dal volto angelico, dischiuse prontamente le proprie, accogliendo
la lingua
del maggiore, in un gesto che di angelico aveva ben poco. Ora che i
loro
respiri erano uniti, niente poteva fermare quel desiderio irrefrenabile
che li
stava investendo, se non la necessità di ossigeno.
Ma,
subito dopo,
ripresero a baciarsi, senza più timori. Poco importava di
ciò che avrebbe
pensato la gente di loro da quel momento in poi.
Le
mani del più piccolo
si posarono tremanti sul torace dell’altro,
l’emozione lo rendeva quasi
instabile, ma ce l’avrebbe fatta comunque. Lottare per
reggersi in piedi era il
minimo che poteva fare per vivere quella sensazione stupenda.
Al
contatto di quelle
dita delicate sul suo petto nudo, Baek-Ho rabbrividì di
piacere, portando le
mani sui fianchi di Ren, e spingendolo verso gli armadietti dello
spogliatoio.
Erano entrambi senza fiato, ma se ne fregavano altamente. Per quanto li
riguardava, avrebbero ripreso a respirare con regolarità in
un altro momento.
Stavolta
furono le mani
di Dong-Ho a cercare un contatto più reale, intrufolandosi
sotto la maglietta
di Min-Ki, per poi afferrarne i lembi e togliergliela con un gesto
deciso. Non
sapevano che si sarebbero spinti a tanto già
all’inizio, ma la bramosia li
stava invadendo con sempre più trasporto.
I
loro pantaloni si
erano fatti più stretti del previsto, e dovettero sforzarsi
entrambi di
rallentare le cose. Ma, senza accorgersene, Ren aveva portato una mano
sull’elastico dei pantaloni del maggiore, cominciando a
giocarci.
Baek-Ho
dovette
reprimere l’istinto di lasciarlo fare ed un sospiro
sofferente si riversò sul
volto di Min-Ki, mentre gli afferrava la mano e la allontanava dai suoi
pantaloni.
Si
guardarono un
istante, per poi sorridersi a vicenda ed abbracciarsi dolcemente.
Per
quel giorno avevano
già fatto abbastanza.
Il
resto sarebbe
arrivato con il tempo.
Annyeong!! Stavolta, purtroppo,
vi ho fatto aspettare ben nove giorni o.O, colpa dei miei che hanno
deciso di andare al mare questo fine settimana, e la cosa ha rallentato
il mio lavoro ç__ç Perdonatemi! Spero che con
questo capitolo riuscirete a scusarmi un pò più
facilmente, xD *spera non ci siano errori madornali* So... angolo domande: 1. Mmm, qui gatta
ci cova, vero?? MinHyun ve la racconta giusta? A me no u.U
2.
Siete d'accordo con la scelta di HayLin di rifiutare la proposta?
3.
Hanno fatto bene a confessarsi quei due??!! Ma che ve lo chiedo a fare! xD
4. Secondo voi sto
trascurando troppo il rapporto tra la ragazza e JR? Sincere eh!
Alla prossima! Kisses, Alice...
RINGRAZIAMENTI: Thanks to the readers (?)...
and a special thanks, like ever, to: Fabiola_TOP, lovelovemary,
macky_love, e Beast_fan *-*
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 9: Beach Rivelations ***
Capitolo
9: “Beach
Rivelations”
Avevano
deciso di andare in spiaggia tutti insieme, per prendersi una pausa
dallo stress che avevano provato nell’ultimo periodo.
Fortunatamente, c’era
pochissima gente, così si sarebbero potuti godere meglio la
giornata.
Min-Hyun
stava osservando la coppietta felice dall’asciugamano, con un
sorriso amaro ad increspargli le labbra. Che
volesse ammetterlo o no, dovette ricredersi su ciò che
provava. Da parte sua
non era la sola e semplice amicizia che lo portava a stare
così.
In
riva al mare, ignari dello sguardo indiscreto che li stava seguendo, i
due si stavano comportando come due perfetti fidanzatini.
Hay-Lin
schizzò accidentalmente Jong-Hyun con un movimento eccessivo
del
piede, facendolo rabbrividire a causa dell’acqua fredda.
Quest’ultimo le si
avvicinò pericolosamente, sovrastandola con il suo corpo.
Solo
allora, la ragazza si rese veramente conto di quanto fosse bello,
soffermandosi più del dovuto sui suoi addominali e sul resto
dei suoi muscoli.
Non erano eccessivi, diciamo che erano proporzionati al resto. In poche
parole,
la vista che le si presentò davanti bastò a
mozzarle il fiato.
JR
l’afferrò con forza per i fianchi, attirandola a
sé, e facendo così
aderire il corpo al suo.
-“Come
hai osato schizzarmi?” domandò, fingendosi
minaccioso.
In
risposta Hay-Lin rise divertita per l’espressione che lui
aveva appena
assunto.
-“Mi
scusi signore, non era mia intenzione bagnarla.”
-“Per
punizione, signorina, non posso lasciarla andare.”
replicò il
ragazzo.
-“Mm,
direi che come punizione è più che
piacevole.” disse lei, prima di
posare le labbra sulle sue e permettere alle loro lingue di incontrarsi
per
l’ennesima volta.
La
mano di JR scivolò inconsapevolmente sul fondoschiena della
ragazza, in
una specie di lenta carezza. Quando si accorse di ciò che
aveva appena fatto
arrossì in preda all’imbarazzo più
totale.
-“S-
scusami, io… io non volevo, mi sono lasciato prendere dal
momento,
ecco.” si ritrovò a balbettare qualche parola di
scusa.
-“N-
non importa.” cercò così di
tranquillizzarlo. Ma anche lei era
imbarazzata tanto quanto lui.
In
fondo quella era la sua prima esperienza con un ragazzo e non sapeva
mai
cosa fare e in quale occasione, quindi comprendeva a pieno la
difficoltà di JR
sul piano di autocontrollo.
Si
sorrisero, ancora intimiditi, poi si separarono da quella specie di
abbraccio. Successivamente, per porre fine a quel momento di vergogna,
Hay-Lin
riprese a schizzarlo, e subito dopo cominciò a fuggire da
lui correndo in riva
al mare.
Quando
stava per raggiungerla fu costretto a fermarsi un attimo sul posto
per ammirarla. Indossava un bikini color panna, che metteva in risalto
le sue
forme femminili. Tutto in lei richiamava la sua attenzione.
Il
suo fisico quasi
impeccabile. Dico “quasi” perché,
nonostante nel complesso fosse fatta bene,
aveva quel poco di pancetta in più, ma le donava.
I
suoi lunghi capelli
neri, color dell’ebano, che le incorniciavano perfettamente
il volto,
sottolineandone i lineamenti delicati e tipici di una bambola senza
imperfezioni.
Le
sue labbra sottili ma
allo stesso tempo ben disegnate, che ricordavano tanto la forma di un
cuore.
Per
non parlare dei suoi
occhi e del suo sorriso, che lo attraevano irrimediabilmente verso di
lei, come
se fossero stati calamite.
Tutto
in lei suscitava
un’attrazione incontrollabile sul ragazzo.
Quando
fu a un passo da Hay-Lin, l’afferrò nuovamente,
per poi ricadere
insieme sulla sabbia a causa della presa un po’ avventata.
La
ragazza si ritrovò sdraiata sulla schiena, con il corpo di
JR premuto
sopra il suo e il fiato corto. I loro sguardi erano incatenati fra loro
e
sembravano urlare il loro amore.
Così,
fregandosene dei pochi presenti sulla spiaggia, ripresero a baciarsi
in quella posizione scomoda ma al contempo piacevole.
Visto
che di lì a poco i ragazzi sarebbero diventati degli idols
famosi,
tanto valeva svagarsi in quel momento in presenza di sconosciuti.
Altrimenti,
se avessero aspettato, non avrebbero più avuto la
possibilità di stare insieme
in luoghi pubblici senza suscitare curiosità o interesse.
Non
troppo distante da loro, Min-Hyun decise di distogliere lo sguardo una
volta per tutte. Se avesse continuato imperterrito a fissarli, si
sarebbe auto
inflitto una sofferenza che poteva risparmiarsi con un po’ di
buona volontà.
Così
lasciò che gli occhi vagassero sul resto della spiaggia, per
poi
soffermarsi sul mare di fronte a lui.
In
quel momento esatto
desiderava far parte di quell’immensa distesa di acqua
salata. Voleva sentirsi
una piccola particella che, insieme ad altre, componeva qualcosa di
unico e
sensazionale. Voleva sentirsi libero e parte di qualcosa di grande.
Aron,
che fino a quel momento era rimasto in disparte, si sentì in
dovere
di consolare l’amico, anche perché non sopportava
di vederlo soffrire in quel
modo, gli creava una sensazione indescrivibile di malessere.
-“Min,
non intestardirti su lei. Sono sicuro che sei più che capace
di
posare il tuo interesse altrove. Così ti fai solo del male,
quindi fallo ora,
prima che sia troppo tardi.”
-“Hyung,
non è lei il problema.” sospirò allora.
Il
più grande strabuzzò gli occhi, non riuscendo a
credere alle proprie
orecchie. Cosa si era lasciato sfuggire? C’era
qualcosa che non tornava in tutto quello.
-“Cosa
vorresti dire?” gli domandò, cercando di non
sembrare sorpreso e
spronandolo a parlare fino in fondo.
-“Che
tra me e lei c’è solo amicizia ormai è
risaputo.”
-“Vorresti
farmi capire che il tuo motivo di sofferenza è lui?” stavolta non
riuscì a nascondere
un cipiglio di stupefazione che trasparì dal tono di voce
con cui lo chiese.
Min-Hyun,
prima di spiegarsi, sospirò sonoramente, continuando a
tenere lo
sguardo fisso sul mare.
-“Esattamente.
In questo periodo mi sono reso conto di essere attratto da
lui, in qualche modo. Non puoi immaginare quanto sia stato difficile
ammetterlo
a me stesso, e quanto lo sia dirtelo. Prima di conoscerlo non avrei mai
immaginato che il mio interesse sarebbe potuto ricadere su un
ragazzo.”
Aron
meditò qualche attimo, prima di trovare le parole giuste per
replicare
qualcosa di sensato.
-“Sai,
a mio parere l’ amore non ha sesso. Nel senso che di chi ti
innamori
ti innamori, che sia un ragazzo o una ragazza non ha importanza,
ciò che conta
è il sentimento che si prova. Io, per ora, sono stato in
grado di amare una
ragazza, ma ciò non toglie il fatto che potrei anche
innamorarmi di un ragazzo.
Non ci vedo niente di male.”
-“Nemmeno
io, se non per il fatto che lui ama lei.
Quindi non ho speranze.”
-“Non
voglio farti illudere, quindi mi tocca confermare la tua ultima
frase. Ora, però, avrei una domanda da farti: se a te
interessa lui, come mai
l’altra mattina stavi abbracciando lei e quando io ti ho
guardato hai
ricambiato lo sguardo in modo colpevole?”
Min-Hyun
sorrise debolmente a quella constatazione.
-“Allora
non te n’eri accorto?” bisbigliò.
“Abbraccio sempre Hay-Lin,
quindi non avrei avuto motivo di essermi sentito colto sul fatto. Il
mio
“peccato”, se così vogliamo definirlo,
era la mia mano che stava accarezzando i
capelli di lui.”
-“No,
allora non ci avevo proprio fatto caso. Wow! Sei riuscito a
sorprendermi, solitamente mi accorgo di tutto.”
cercò così di sdrammatizzare un
po’.
-“Comunque
non ho intenzione di intromettermi, voglio troppo bene ad
entrambi. Sono certo che è solo questione di tempo e poi
riuscirò a togliermelo
dalla testa.”
I
due amici si guardarono negli occhi, consci di quanto complicata fosse
diventata la situazione.
In
quel momento, poi,
Young-Min si accorse di una cosa che avrebbe preferibilmente non voluto
conoscere, perché era solo una complicazione in
più.
Ovvero,
proprio mentre
fissava il più piccolo, una lieve scarica elettrica si
impossessò di lui.
Questo spiegava molte cose, compreso il suo discorso precedente
riguardo
all’amore, quando aveva affermato che si sarebbe potuto
innamorare di un
ragazzo.
Lo
avevo ammesso perché,
forse, era ciò che gli stava veramente succedendo.
Quando
si era ritrovato
a guardarlo, ed ultimamente succedeva con maggiore frequenza, non vi
aveva mai
dato peso, perché gli sembrava normale, dato che li teneva
tutti sott’occhio.
Ma
non aveva considerato
il fatto che gli altri li osservava per studiare la situazione, mentre
Min-Hyun
lo guardava semplicemente per il gusto di farlo.
Chissà!
Magari sarebbe
stato proprio lui la chiave per la felicità di Min-Hyun,
nonché la sua cura
personale.
-“Si,
ce la farai.” affermò il maggiore, risvegliandosi
dai suoi pensieri
improvvisi e del tutto inaspettati, per poi sorridergli dolcemente.
Ora,
Young-Min aveva un nuovo scopo.
Avrebbe
fatto di tutto
per far tornare il sorriso sulle labbra del più piccolo, e
lui voleva esserne
la causa spontanea. Voleva che tutti loro fossero felici.
Invece,
in acqua, c’erano Baek-Ho e Ren, intenti a fare il bagno e a
giocare a palla insieme.
Dopo
quella volta nello spogliatoio, avevano cercato di contenersi un
po’,
almeno di fronte agli altri nonostante ormai lo sapessero anche loro,
ma non
sempre risultava una cosa fattibile.
In
quel momento, Min-Ki si rifiutava di passare la palla
all’altro,
tenendola stretta al petto. Ma era solo una scusa per farsi avvicinare
da
Baek-Ho.
Infatti,
quest’ultimo lo raggiunse in meno di un secondo,
abbracciandolo
con forza da dietro.
-“Dammi
la palla.” gli sussurrò all’orecchio,
mentre aumentava la stretta.
Il
più piccolo rabbrividì di piacere contro il suo
petto.
-“Devi
prendertela.” replicò, per poi rivolgergli un
sorriso malizioso.
Allora
Dong-Ho cominciò a fare forza sulle sue braccia, cercando di
dischiuderle per permettergli di prendere quella benedetta palla. Ma,
nonostante il fisico di Min-Ki fosse stato gracile, non gli mancava
certo la
forza, e ciò rendeva quel compito più arduo.
Così,
Baek-Ho si ritrovò ad usare l’altro suo punto di
forza, sapendo che
avrebbe ceduto all’istante.
Cominciò
a lasciargli dei brevi baci sul collo e sulle spalle, prima di
cominciare a prolungare il tempo per lasciare delle chiazze rosse ben
evidenti
sulla sua pelle, facendolo gemere appena.
-“Ok,
mi arrendo!” esclamò il più piccolo,
temendo per ciò che avrebbe
potuto fare se non si fosse fermato in tempo.
Infatti,
spesso e volentieri, Ren non riusciva a frenare l’istinto,
per lui
la parola “autocontrollo” era ancora difficile da
comprendere, e, se non ci
fosse stato Baek-Ho a fermarlo ogni volta, avrebbero corso troppo, con
il
rischio di pentirsene.
Anche
per Dong-Ho non era affatto facile fermarsi, ma era lui il
più grande
tra i due, e toccava a lui assumere il controllo della situazione.
A
salvarli arrivarono Hay-Lin e JR, subito seguiti anche da Aron e
Min-Hyun.
Così
cominciarono a giocare tutti insieme in acqua, dimenticandosi
momentaneamente di tutti i piccoli problemi che tormentavano le loro
menti.
In
fondo gli amici
servivano proprio a questo. Dovevano essere in grado di rendere felici
i
compagni anche quando ciò sembrava impossibile.
Annyeong! Vi prego,
non uccidetemi! *mette le mani davanti a sè in segno di
difesa* Scusate per il ritardo e per questo colpo di scena che non
sapevo nemmeno di poter scrivere prima di oggi pomeriggio, u.U. Quindi,
non mi dilungo in chiacchiere inutili e vado alle domande: 1. Vi
aspettavate che MinHyun fosse interessato a JR e non alla ragazza? 2. E
che Aron potesse cominciare a nutrire qualcosa nei confronti di MinHyun? 3. Qual è la
vostra coppia preferita per ora?? Mamma mia, in questa
fan fiction ho stravolto tutto, xD. Non mi resta che
salutarvi... Alla prossima! Kisses, Alice...
Ringraziamenti: Questo è il
mio angolo preferito... grazie a chi legge e a chi recensisce :3,
ovvero: macky_love, Beast_fan,
__Lexy__ , e lovelovemary! <3
PS:
Avvertimento!
Purtroppo, non so quanti capitoli mancano alla fine, ma credo che ,al
massimo, saranno due, più l'epilogo. Mi dispiace
molto doverlo ammettere, ma la storia sta volgendo al termine!
*lacrimuccia*ç__ç
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10: Saranghae ***
Capitolo
10: “Saranghae”
Il
tempo era volato,
come ogni volta. I mesi si erano susseguiti inesorabilmente.
L’estate
era terminata
da quel dì.
L’autunno
era anch’esso
giunto alla sua fine.
L’inverno
stava per
terminare e avrebbe aperto le porte alla primavera.
Il
debutto dei ragazzi
si stava avvicinando pericolosamente. Era arrivato il loro momento.
I
NU’EST avrebbero
finalmente avuto
l’opportunità di far
conoscere alle persone il loro talento.
Quel
giorno dovevano portare a termine le riprese del video,
“Face.” Ognuno
di loro aveva dato il massimo sotto i riflettori e dietro quelle
telecamere che
sembravano sempre più vogliose di riprenderli.
Hay-Lin
aspettava pazientemente la fine nelle stanze a loro riservate.
Imparare la coreografia della canzone era stata una passeggiata, grazie
anche
all’aiuto della ragazza.
In
quell’istante, quest’ultima avvertì un
lieve rumore di passi farsi
sempre più vicino, segno che le riprese erano finalmente
finite. Quando
entrarono nella stanza avevano il volto stanco ma sorridente come non
mai.
-“Com’è
venuto?” domandò impaziente Hay-Lin, alzandosi di
scatto dal
divanetto.
-“A
noi sembra magnifico. Dobbiamo aspettare che lo revisionino e montino
bene le scene, poi potremmo dire ufficialmente cosa è venuto
fuori.” rispose
Dong-Ho, tenendo un braccio intorno alle spalle del maknae del gruppo.
-“Capisco.”
sussurrò lei. Era talmente emozionata ed agitata per loro,
che
non riusciva mai a controllare l’euforia. Sembrava che
toccasse a lei
debuttare.
-“Noi
andiamo a farci una doccia. Ci ritroviamo all’ingresso della
Pledis,
ok?” disse JR, dandole un bacio sulla fronte.
Hay-Lin
annuì con un cenno del capo, poi raggiunse
l’entrata e si sedette
su una delle sedie poste contro la parete dell’atrio.
Mentre
aspettava si lasciò prendere dal panico. Quella sera doveva
passarla
con Jong-Hyun, perché quest’ultimo doveva parlarle
urgentemente.
Glielo
aveva riferito solo il giorno prima, e lei non aveva smesso di
pensarci neanche un attimo, lasciandosi tormentare da mille domande e
dubbi.
Cosa
voleva dirle con
così tanta urgenza da non poterglielo dire su due piedi?
Perché doveva per
forza aspettare di cenare con lei quella sera?
Aveva
provato ad estorcergli qualche informazione, ma ogni suo tentativo
era stato vano. Era davvero determinato a mantenere il segreto fino al
momento
giusto.
E
se avesse voluto
lasciarla? E se le avesse detto che non potevano più stare
insieme perché
sarebbe diventato un idol con tanto di fan piene di aspettative per
lui?
Erano
i classici dubbi che spuntavano improvvisamente tra i pensieri delle
adolescenti innamorate, e lei lo sapeva. Ma ciò non
l’aiutava a non averli,
anzi, sembrava quasi scaturire l’effetto contrario.
Cominciò
a mordicchiarsi nervosamente il labbro inferiore, non riuscendo a
smettere. Poi si alzò dalla sedia, iniziando a camminare
avanti e indietro per l’ingresso.
Era
talmente assorta dai suoi pensieri che non si accorse di avere qualcuno
davanti, così gli andò addosso, inciampando sui
suoi stessi piedi.
Le
mani di JR la afferrarono dolcemente per le braccia, aiutandola a
tornare stabile. I loro occhi si incrociarono per un secondo appena,
poi lui
distolse il proprio, lasciandola perplessa.
Da
quando in qua cercava
di evitare il suo sguardo? Stava
andando completamente in paranoia.
-“G
– gli altri?” domandò allora lei,
vedendo che JR non sembrava minimamente
intenzionato a parlare.
-“Sono
ancora sotto la doccia. Io ho fatto il più veloce
possibile.”
mormorò a bassa voce. Era a dir poco agitato.
“Vuoi salutarli o possiamo
andare?”
La
ragazza alzò le spalle, così lui la prese per
mano, incamminandosi al suo
fianco.
-“Dove
andiamo?” domandò lei, cercando di non far
trasparire dal tono di
voce la sua ansia.
-“A
casa mia.” rispose tranquillamente.
Hay-Lin
per poco non si strozzò con la saliva, cominciando a tossire
e
costringendo anche Jong-Hyun a fermarsi in mezzo al marciapiede.
-“Ehi,
tutto a posto?” domandò preoccupato.
-“S-
si. Ma… perché a casa tua? Devo conoscere i tuoi
per caso?”
In
quel momento, JR capì a cosa era dovuta la sua reazione.
Aveva paura di
conoscere i suoi genitori, temeva un loro giudizio. Nonostante fossero
passati
mesi e mesi da quando stavano più o meno insieme, non si
erano ancora persi in
presentazioni familiari.
-“No,
tranquilla. I miei sono fuori città fino a
dopodomani.”
-“E
ti hanno lasciato a casa da solo?”
Il
ragazzo negò ancora una volta.
-“In
realtà dovrei essere da Young-Min, ma lui è
d’accordo con me.”
Hay-Lin
dovette lottare con tutta sé stessa per non rischiare
nuovamente di
affogare, e, per nascondere le sue paure, ricominciò a
camminare.
Non
si dissero altro, erano entrambi troppo imbarazzati per proferire
parola. Quando, però, si stavano avvicinando alla loro
destinazione, lei non
riuscì a trattenersi.
-“Perché
a casa tua?” si lasciò sfuggire.
Lui
si voltò a guardarla e aveva dipinta in faccia
un’espressione seria ed
agitata.
-“Lo
capirai. Posso comprendere il tuo disagio, ma sappi che non sono
intenzionato a violentarti.” cercò di fare
dell’ironia, ma non scarsi
risultati. “Ti prego di fidarti di me, per favore.”
aggiunse poi, tornando
serio.
-“Va
bene. Mi fido.”
Raggiunsero
il portone di un edificio moderno e dalle dimensioni abbastanza
importanti e vi entrarono. Una volta al suo interno, JR la condusse
verso
l’ascensore per raggiungere l’appartamento in cui
viveva il ragazzo con la
propria famiglia, all’ultimo piano.
Quando
furono di fronte alla porta, Hay-Lin trattenne il respiro.
Improvvisamente
cominciò
a sentirsi sempre più debole e le gambe cominciarono a
tremarle in modo
incontrollabile. Era un miracolo se riusciva a stare ancora in piedi.
Osservò
quella porta che
si stava aprendo lentamente, come se le permettesse l’entrata
in un luogo
oscuro e sconosciuto e non in una semplice casa.
JR
la stava guardando, aspettando che fosse lei la prima ad entrare, da
perfetto gentiluomo. Notò il suo sguardo intimorito ed
incerto, così le strinse
dolcemente la mano per infonderle coraggio. Allora Hay-Lin si
sforzò con tutta
se stessa e fece un passo in avanti, superando la soglia che la
separava
dall’interno.
Mentre
lo faceva,
rilasciò andare l’aria che aveva trattenuto fino a
quel momento, sospirando
rumorosamente. Una volta che fu dentro, il suo cuore perse un battito.
Il
suo sguardo si voltò
subito indietro, cercando quello di lui. E, quando lo trovò,
ricominciò a
rilassarsi.
JR
accese le luci dell’atrio che dava su di un salone abbastanza
ampio. Le
pareti erano beige e tutti i mobili che lo ornavano avevano
più o meno le loro
stesse tonalità. Poi accompagnò la ragazza sino
al divano, invitandola a
sedersi.
-“Potresti
aspettare un attimo qui? Devo controllare una cosa.” disse.
Lei
annuì con un cenno del capo e, una volta seduta,
seguì Jong-Hyun con lo
sguardo, fino a vederlo scomparire dietro una porta vetrata, coperta,
però, da
delle tende marroni scuro.
Fu
questione di un paio di minuti appena, e lui tornò a
prenderla, e
,tenendola sempre per mano, la condusse oltre quella porta a vetri. Al
suo
esterno, c’era un’ampia terrazza che dava
direttamente sulle luci della città
di Seoul.
Quel
panorama fece annebbiare la vista della ragazza per
l’emozione. Era
bello vedere dall’alto la sua
città,
poteva guardarla sotto un punto di vista differente dal
solito… più oggettivo,
ma allo stesso tempo più sentito,
perché poteva tenere sotto controllo l’intero
paesaggio.
Persa
tra quelli accorgimenti, si sentì abbracciare da dietro.
Infatti, JR
aveva portato entrambe le braccia a cingerla sotto il seno, lasciandole
un
bacio sulla guancia.
A
quel contatto Hay-Lin rabbrividì appena e
abbandonò la testa contro il
suo petto, lasciandosi cullare da quella stretta rassicurante.
Quell’abbraccio
le fece pensare che, forse, i suoi dubbi erano completamente privi di
fondo.
-“Non
te ne sei ancora accorta, vero?” le domandò vicino
all’orecchio
destro.
-“Di
cosa?” sgranò gli occhi, confusa.
In
risposta lui la voltò dolcemente verso di sé, poi
si spostò di lato,
permettendole di vedere a cosa stava alludendo.
Hay-Lin
si ritrovò
ancora una volta senza fiato.
Davanti
a loro c’era un tavolo rotondo, apparecchiato con tutte le
tonalità
del rosso. Intorno ad esso e alle sedie, erano sparse delle candele che
erano
state allineate affinché formassero un cuore. Al centro
della tovaglia, invece,
c’era un vaso di rose rosse.
Due
lacrime solitarie
abbandonarono gli occhi della ragazza, bagnandole le guance in una
sorta di
lenta carezza. Le paranoie di poco prima sembravano lontane anni luce.
Non
riusciva a credere
di aver pensato che lui, forse, avrebbe potuto lasciarla.
Jong-Hyun,
vedendola commossa, le asciugò le lacrime raccogliendole sui
polpastrelli per poi portarsele alle labbra. Lei sorrise, ancora
“toccata” da
quella sorpresa mozzafiato.
-“Ho
ordinato delle pizze ad asporto, sapendo che ami la cucina italiana,
anche perché io non so cucinare molto bene. Dovrebbero
arrivare a momenti.”
Si
misero a tavola, uno di fronte all’altra, spostando le rose
da una
parte. In quello stesso istante qualcuno suonò al citofono.
-“Appunto,
dovrebbe essere arrivato il cibo. Vado e torno.” come si era
seduto, si rialzò, rientrando in casa.
Ci
mise più tempo del previsto, e, quando tornò,
spiegò che era dovuto
scendere giù per prendere le pizze. Poi cominciarono a
mangiare in silenzio,
perdendosi spesso l’uno negli occhi dell’altra.
Finita
la cena, JR cominciò a sudare freddo per
l’agitazione, perché la
serata non era finita lì, anzi, il bello doveva ancora
venire. Così estrasse le
rose dal vaso per porgerle a Lin, la quale le prese con delicatezza,
poi mise
una mano dentro il vaso ed afferrò una piccola scatola nera.
Alla
sua vista, lei sbiancò di colpo, avendo una vaga idea di
ciò che
poteva contenere. JR, invece, si fece forza, e ,con le mani tremanti,
la aprì
in direzione della ragazza.
Al
suo interno c’era una collana con la catena
d’argento ed un ciondolo a
forma di cuore con su scritto “Saranghae”.
-“Vorresti-essere-ufficialmente-la-mia-ragazza?”
soffiò fuori quelle parole
con tanta velocità da renderne difficile la comprensione.
Hay-Lin,
che aveva ormai perso la capacità di parlare,
annuì con un cenno
del capo per l’ennesima volta in tutta la serata.
Dopo
quel brevissimo scambio, si alzarono entrambi dal tavolo,
avvicinandosi reciprocamente.
-“P
– posso mettertela?” domandò JR, in
evidente difficoltà.
-“Certo!”
esclamò felice lei, ritrovando la voce.
Così
si scostò leggermente i capelli dal collo, girandosi di
schiena,
mentre Jong-Hyun apriva il gancio della collana per poi mettergliela
delicatamente. Una volta fatto, le prese i capelli, lasciandoglieli
ricadere
sulle spalle.
Lei
si girò dalla sua parte, illuminata solo dalle luci soffuse
delle
candele e dalla luna che si stagliava alta nel cielo.
-“Sei
bellissima.” sussurrò, incapace di aggiungere
altro.
Senza
quasi rendersene conto, si era chinato verso il suo volto, pronto per
baciarla.
Le
loro labbra si
sfiorarono appena, come se si fosse trattato del primo bacio. Poi
approfondirono il contatto, dischiudendosi per permettere alle loro
lingue di
riunirsi ancora una volta.
Quei
movimenti delicati
cominciarono lentamente ad assumere un’urgenza più
viva. Le loro lingue si
muovevano freneticamente, danzando sulla musica dei battiti del loro
cuore.
Le
dita di lei andarono
ad intrecciarsi tra i capelli del ragazzo, spingendo il suo volto verso
il
proprio, come a volerlo sentire più vicino.
Le
mani di lui la
afferrarono con forza per i fianchi, facendo combaciare i loro bacini
con un
movimento repentino.
La
necessità di
approfondire le conoscenze di entrambi cominciò a farsi
sentire con sempre più
insistenza, assumendo la sfumatura di qualcosa di straziante e
incontrollabile.
JR
avvertì una
sensazione di calore nel basso ventre, che si impossessò
subito dell’inguine,
mandandolo in confusione.
Anche
Hay-Lin era invasa
dal calore, percependo anche il rigonfiamento dei pantaloni di lui.
Arrossirono
entrambi per
la perdita di autocontrollo, ma, subito dopo, si sorrisero emozionati e
ripresero a baciarsi come se fossero nati per stare in quel vortice di
dolci
sensazioni.
Senza
accorgersene,
entrarono in casa, continuando imperterriti ciò che stavano
facendo, e, in
breve tempo, raggiunsero la camera di lui.
Ogni
cosa intorno a loro
aveva perso senso, l’unica cosa che contava, in quel momento,
era il loro
amore.
Ormai
sdraiati sopra le
lenzuola del letto, cominciarono a spogliarsi lentamente, con le mani
tremanti
per l’emozione e l’imbarazzo tipico della prima
volta.
Rimasero
nudi e
iniziarono a conoscersi meglio, tra una carezza e un bacio. Le loro
mani
scoprirono il corpo dell’altro con la consapevolezza di
ciò che stavano
facendo, sapendo perfettamente quanto importante fosse per loro quel
passo.
Non
interruppero quasi
mai il contatto visivo, se non per rimanere estasiati di fronte alla
vista del
proprio amato/a.
L’imbarazzo
iniziale
aveva lasciato il posto all’istinto dell’amore, che
li guidava dolcemente in
quella nuova esperienza che li avrebbe cambiati.
Non
era una cosa che
andava presa alla leggera, e, per quel che li riguardava, era un
momento di cui
farne tesoro, ricordandolo sempre e per sempre come
l’incontro di due cuori che
battono l’uno per l’altro.
Quando
ritennero di
essere pronti, si scambiarono uno sguardo totalmente innamorato.
Gli
occhi di JR chiesero
tacitamente il permesso, un po’ timorosi.
Gli
occhi di Hay-Lin,
invece, acconsentirono alla sua richiesta, accompagnati con un cenno
del capo
fiducioso.
JR
entrò in lei
delicatamente, cercando di fare più attenzione possibile.
Non sapeva cosa fare…
era la sua prima volta; così si lasciò condurre
dal sentimento che provava nei
suoi confronti.
All’inizio,
Hay-Lin
chiuse gli occhi per impedirsi di piangere dal dolore, poi, dopo
qualche
attimo, li riaprì emozionata, senza riuscire,
però,a trattenere una lacrima.
-“T-
ti faccio male?” chiese preoccupato il ragazzo, con un lieve
affanno
nella voce. La ragazza scosse la testa energicamente e JR si
rilassò.
Poi
cominciò a muoversi
lentamente nel suo corpo, tenendola stretta a sé. Voleva
imprimersi nella mente
le sue forme, il calore del suo corpo, le sue labbra, l’odore
della sua pelle…
ogni minimo particolare.
Hay-Lin
si ritrovò a
gemere piano, stupita di quel nuovo suono che era in grado di produrre.
Con le
mani strinse fortemente le lenzuola, inarcando la schiena verso di lui.
Inizialmente
aveva percepito la sua entrata come una sorta di invasione dolorosa, ma
in quel
momento provava solo una sensazione di appagamento. Era felice di
sentirsi sua
in tutto e per tutto.
Mentre
le spinte del
ragazzo aumentavano di velocità, le mani di Hay-Lin si
posarono con forza sulla
schiena di JR, mentre le unghie affondavano nella sua pelle,
graffiandolo
appena.
Si
stavano dando con il
cuore e con l’anima, fondendosi in un’ unica ombra
della quale era impossibile
individuarne i contorni. Ormai gemevano entrambi, senza vergognarsi
delle
proprie urla.
Fu
così che raggiunsero
l’apice, invocando l’uno il nome
dell’altra, e viceversa.
-“Saranghae.”
le sussurrò lui ad un orecchio, prima di rotolare stremato
al
suo fianco, tenendola stretta in un abbraccio.
-“Anche
io ti amo.” disse lei ansimante, accoccolandosi al suo petto.
Non
erano mai stati
meglio di così. Mai.
Annyeong!! Mi dispiace
per avervi fatto aspettare tanto anche stavolta... Spero che con questo
capitolo, però, riuscirete a perdonarmi, :) Mi ci sono messa
d'impegno, e devo ammettere che non è stato affatto facile
descrivere determinate scene, ehm ehm *tossicchia imbarazzata* Non so
nemmeno com'è venuto, cambio idea a seconda del momento in
cui lo rileggo, quindi... xD Angolo domande: 1. Beh, innanzitutto,
che ne pensate? Contente che ho dedicato un intero capitolo a JR ed
Hay-Lin?? 2. Vi aspettavate una
sorpresa (come
poi è stato) o un'interruzione del
loro rapporto? 3.
Sono
stati dolciosi? Ok, questa domanda
è inutile, ma il "tre" è il numero perfetto, xD. Preannuncio: nel prossimo capitolo
ci sarà una mezza novità che
riguarderà due dei personaggi, e, forse, sarà il
penultimo. ç__ç *lacrimuccia* Detto
ciò, mi dileguo... Ciao Ciao! Alla prossima! Kisses, Alice...
RINGRAZIAMENTI:
Ringrazio
come al solito chi segue questa storia e chi mi ha recensito *-* : __Lexy__, Beast_fan
e lovelovemary.
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11: Start without End? ***
Capitolo
11: “Start
without End?”
Aron
era appena uscito dalla doccia e
si stava asciugando velocemente i capelli
con un asciugamano, quando Min-Hyun uscì a sua volta con un
accappatoio
addosso. Il suo sguardo si perse per un attimo ad ammirare il petto
nudo del
leader.
Era
già da un po’ di
tempo che si sorprendeva spesso a guardarlo sotto una luce diversa dal
solito.
Da quando si era ormai rassegnato a JR, aveva ripreso a guardarsi
intorno e,
inaspettatamente, ciò che cercava gli era parso
più vicino di quanto potesse
pensare.
-“Ehi
Min, mi stavo chiedendo se ti va di venire a casa mia stasera, visto
che gli altri ci hanno letteralmente abbandonato.” disse
Aron, fingendo
disinvoltura e facendo riferimento alle due coppie.
Il
più piccolo per poco non si strozzò con la sua
stessa saliva e cercò di
mascherare la cosa infilando la testa nel borsone. Una volta che fu
nuovamente
in grado di controllarsi, tirò fuori il volto per rispondere.
-“Va
bene Hyung. Chiamo i miei per avvertirli che non vado a
cena.”
In
quel momento Aron sorrise trionfante, cercando di non farsi vedere da
Min-Hyun. Quella sera aveva intenzione di dire al minore ciò
che provava nei
suoi confronti e doveva racimolare tutto il coraggio che aveva per
farlo.
Si
prepararono velocemente, poi si issarono le borse sulle spalle e si
diressero fuori dall’edificio insieme. Il tragitto a piedi
fino a casa del
leader fu abbastanza silenzioso, esclusa qualche battuta detta ogni
tanto.
Una
volta arrivati a casa cercarono di cacciar via il nervosismo e si
lasciarono andare alla loro tipica familiarità.
Il
più grande cucinò per entrambi, anche se non
dovette fare troppi sforzi,
dato che si limitò a preparare due panini al volo. Una volta
pronti, si
sedettero sul divano per mangiare davanti alla tv, infischiandosene
delle
briciole che avrebbero sparso ovunque.
-“Mm,
buoni. Complimenti.” disse Min-Hyun, prendendolo anche un
po’ in
giro.
-“Capirai…
per mettere un po’ di affettato e formaggio tra due fette di
pane non ci vuole una scienza.” replicò divertito
Young-Min, avendo intuito sin
da subito lo scopo dell’amico.
Quest’ultimo
li fece una linguaccia, poi tornarono a guardare il reality
show, commentando ogni minimo particolare e ridendo a crepapelle ad
ogni gaffe
dei concorrenti.
Mentre
Aron stava constatando l’assurdità delle parole di
uno di loro, si
voltò per capire come la pensava l’altro, ma lo
spettacolo con cui dovette fare
i conti lo prese alla sprovvista. Min-Hyun si stava leccando lentamente
il
labbro inferiore, cercando di eliminare quelle poche briciole che vi si
erano
posate sopra.
Se,
in quel momento,
qualcuno avesse chiesto a Young-Min come si chiamava, probabilmente non
sarebbe
stato in grado di rispondere. Un desiderio improvviso si
impossessò di lui,
portandolo a pensare cose poco caste, ma non era colpa sua se il minore
azzardava mosse peccaminose, se pur inconsapevolmente. Il movimento
della sua
lingua se lo immaginò sulle proprie labbra, e fu un colpo
basso.
Nello
stesso istante in cui lo pensò, Min-Hyun alzò il
volto per incontrare
il suo sguardo bramoso. Il leader provò a rivolgere
l’attenzione altrove, ma
non ci riuscì e rimase incatenato ai suoi occhi. Forse quello era il momento giusto per dichiararsi.
Il
minore arrossì visibilmente, mantenendo comunque vivo il
contatto
visivo. Le emozioni che stava provando
non erano nuove, le aveva già provate per JR, ma
c’erano due differenze …
stavolta poteva essere libero di fare ciò che si sentiva di
fare senza ferire
nessuno, e l’altra differenza era la diversa
intensità di sentimento che
sentiva in quel momento, perché con Aron era amplificata.
Continuarono
a guardarsi per una quantità indeterminata di minuti, non
riuscendo a decidersi sul da farsi. Poi il maggiore prese le redini
della
situazione. Aveva immaginato una dichiarazione fatta di parole, ma
capì che i gesti
parlavano molto di più. Certo, in quel modo avrebbe
rischiato maggiormente, ma
gli occhi del più piccolo lo facevano sperare.
Senza
pensarci troppo,
avvicinò il volto al suo, per permettere alle loro labbra di
unirsi in un bacio
appena sfiorato. Non voleva esagerare, prima avrebbe dovuto capire se
Min-Hyun
era consenziente.
Così
si separò di malavoglia, mentre lo stomaco gli ribolliva in
modo
anormale. Lo stesso stava succedendo anche al minore, il quale sarebbe
voluto
ritornare a quel contatto. Ci fu un breve momento di imbarazzo, ma
Young-Min
fece il possibile per interromperlo subito.
-“Non
so se te l’aspettavi, e non so nemmeno se era ciò
che volevi, ma era
ciò che io ho aspettato da mesi. Tu mi
piaci Min, anche tanto. Non ho mai avuto il coraggio di
dirtelo fino ad
ora, e sappi che non voglio rovinare la nostra amicizia né
il futuro del
gruppo, quindi se non provi le stesse cose me ne farò una
ragione e cercherò di
fare in modo che tutto torni alla normalità. Non sentirti
obbligato di dovermi
ricambiare per…”
Min-Hyun
lo aveva fatto tacere con la pressione soffice delle proprie
labbra sulle sue, che si incontravano per la seconda volta.
I
loro respiri si
troncarono nell’esatto istante in cui il contatto aveva
ripreso vita. Ma stavolta
si trattò di un bacio più profondo.
Fu
Min-Hyun a prendere
l’iniziativa e a fare pressione sulle labbra del
più grande, costringendolo
così a dischiuderle. Le loro lingue si sfiorarono appena,
come se fossero state
timide, poi cominciarono a muoversi in sincrono, acquistando
più familiarità
l’una con l’altra.
In
quel momento Aron
capì che era lui che aveva aspettato da sempre e le
sensazioni che provava in
quel momento glielo confermavano più che mai.
Min-Hyun,
invece, si
sentiva completamente andare a fuoco e sentiva il bisogno di esternare
quella
passione improvvisa, altrimenti sarebbe esploso.
Così
attirò a sé il
maggiore, afferrandolo, quasi con forza, per i capelli. Quel gesto
portò Aron a
sovrastarlo con il proprio corpo fino a inchiodarlo letteralmente al
divano,
senza dargli possibile via di fuga (non che ne avesse bisogno
comunque).
Mentre
Min-Hyun
continuava a tirarlo verso di sé, nonostante fossero
completamente appiccicati
l’uno all’altro, Aron disegnò il
contorno delle sue labbra soffici con la punta
della lingua, facendo fremere il corpo di colui che stava sotto di
sé contro il
proprio petto.
Quest’ultimo
cominciò a
sentire il bisogno di riprendere fiato, mentre il calore lo stava
invadendo nel
basso ventre e la sua eccitazione cominciava a farsi sentire,
così come quella
del più grande.
-“Non
mi sento affatto in dovere di ricambiarti, il mio è un
volere. Io voglio ricambiarti,
Young-Min.” disse
poi, facendo riferimento alle parole che stava dicendo
l’altro prima che lui lo
interrompesse con un bacio.
-“Ed
io voglio amarti e farti
sorridere.” replicò Aron.
Il
sorriso che gli
rivolse il più piccolo lo mandò in estasi,
perché era ciò che si era promesso
da tanto tempo ormai. Cos’è che aveva pensato? Ah,
già… “Voleva esserne la
causa spontanea” e, finalmente, ci era riuscito. Era stato in
grado di farlo
sorridere davvero dopo tanto.
Non
ci furono altre
parole, sarebbero state completamente inutili. Così
lasciarono spazio ai fatti.
Tornarono
a baciarsi con
un agio quasi impressionante, come se avessero sempre saputo che quello
era il
posto giusto in cui rimanere, ovvero l’uno tra le braccia
dell’altro.
Min-Hyun
gli morse il
labbro inferiore, trattenendolo tra i denti più del dovuto,
e Aron si lasciò scappare
un sospiro contro la sua bocca, non riuscendo a trattenerlo.
Poi
quest’ultimo afferrò
la maglietta dell’altro, per tirarla verso l’alto e
privarlo così di
quell’indumento fastidioso e Min-Hyun fece altrettanto.
Subito
dopo il maggiore
portò le proprie labbra sul suo collo e le dischiuse
leggermente per permettere
alla sua lingua di percorrerlo con una lentezza degna di una tortura,
mentre le
sue mani percorrevano dolcemente il suo petto.
La
“vittima” di quel gesto provocante si
ritrovò a gemere piano, senza vergognarsene, e
allacciò le proprie gambe
intorno alla vita di Aron. Ma, con quel movimento, le loro
virilità si
sfiorarono dolorosamente, facendoli gemere entrambi più del
dovuto.
Ormai
i loro pantaloni
erano diventati troppo stretti e ci sarebbe stata una sola cosa da
fare…
peccato che fecero l’esatto contrario.
Aron
si spostò dolcemente dal corpo del più piccolo,
cercando di riprendere
fiato e mettere a tacere l’istinto, per quanto difficile
potesse essere.
-“Non
ora. Non oggi.” sussurrò poi, una volta
riacquistato il fiato
necessario per parlare.
-“Hai
ragione, è meglio non correre.” ammise Min-Hyun.
Così
si rimisero velocemente le magliette, nonostante il loro desiderio
fosse stato un altro e fosse ancora ben visibile dal rigonfiamento dei
pantaloni di entrambi.
Ma
dovevano fare le cose
con calma. Si erano appena dichiarati e, anche se entrambi se la
sentivano già,
volevano percorrere l’intero cammino passo per passo, senza
bruciare nessuna
tappa.
-“Che
ne dici di continuare a guardare un po’ di tv?” la
domanda del più
grande, seppur inusuale per un momento del genere, fu accolta con un
cenno
d’assenso dall’altra parte.
Aron
aprì le braccia in un segno evidente di tacito invito, e
Min-Hyun, che
non se lo fece ripetere due volte, si accoccolò al suo
petto, chiudendo per un
attimo gli occhi, così da gustarsi al meglio quella
sensazione piacevole dovuta
al fatto che stava proprio tra le sue
braccia.
Young-Min
lo strinse ancor di più a sé, inspirando
profondamente il suo
profumo e trattenendolo contro il proprio petto. Lo
aveva aspettato per parecchio tempo e ne era valsa veramente la
pena.
Stettero
così, abbracciati, a finire di vedere quella trasmissione
per la
quale, ormai, avevano perso l’interesse.
Si
trattava solo di un
inizio. Un inizio che speravano non potesse mai avere una fine.
OMG! Vi ho fatto
aspettare più di dieci giorni, avreste anche il diritto di
insultarmi per questo, xD. Che comportamento inaccettabile! *si
auto-insulta* Ok, credo di avervi già dato motivo di
odiarmi, quindi cerco di evitare di darvene altri con i miei scleri.
Allora, dopo i vari momenti di BaekHo e Ren e il fatidico
momento di JR e Hay-Lin, ho ritenuto opportuno dare spazio anche alla
nuova coppia, di cui c'erano accenni nel capitolo nove, se non sbaglio,
xD. E, mi dispiace dirlo, ma il prossimo è
l'ultimo capitolo, nonchè Epilogo. *lacrimuccia* Sono
riuscita ad accoppiargli tutti, giusto? Se mi fosse scappato qualcuno
ditemelo... ora che ci penso manchiamo tutte noi fan,
ç__ç.
Angolo domande: 1. Cos'avreste cucinato
al posto di Aron? Scusate
ma non saprei cos'altro chiedere x°°D
2.
Chi
toglierà tutte le briciole dal divano?? Secondo
me un topolino u.U Altra
domanda inutile, ma almeno riesco ad arrivare alla terza! Muahahah. 3.
Ha
fatto bene Aron a tirarsi indietro sul più bello?
Alla prossima,
nonchè ultima volta =( ! Kisses, Alice... ^^
Ringraziamenti:
Come di rituale,
ringrazio coloro che continuano a seguire questa storia, and a special
thanks to: __Lexy__
e lovelovemary per
avermi recensito!
|
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Capitolo 12 *** Kill my Soul, Kill my Name, Kill my Pain... ***
“Kill
my soul,
kill my name,
kill my pain…”
_Epilogo_
Erano
passati due anni ormai e le loro vite erano continuate
inesorabilmente. I NU’EST erano ancora un gruppo di nota
fama, e le fan
continuavano a sostenerli come avevano fatto sin dall’inizio,
supportandoli
anche nei periodi di scarso successo.
Poi
arrivò uno dei giorni più importanti delle loro
vite, era il cosiddetto
giorno delle dichiarazioni di ognuno. Ciò sarebbe avvenuto
durante un fan
meeting a Seoul.
I
membri del gruppo erano già sul palco da circa
mezz’ora, e nel backstage
Hay-Lin cominciava a sentire la tensione aleggiare nell’aria.
Era questione di
qualche altro minuto e sarebbe stata chiamata per raggiungere i
ragazzi, così
da poter fare il primo annuncio.
Si
stava dondolando
sulla sedia, non riuscendo a stare ferma un attimo. Le sue orecchie
erano in
estrema allerta, aspettando di sentire il proprio nome pronunciato al
microfono. E così avvenne.
-“Vorrei
invitare la mia ragazza Hay-Lin a salire un attimo sul
palco.” la
voce di JR invase lo spazio circostante, chiamandola a sé.
Si
alzò con le gambi molli, riusciva a stento a reggersi in
piedi, ma, con
qualche sforzo, riuscì a raggiungere le scalette poste sul
retro e a salire sul
palcoscenico.
Le
fan la accolsero con un caloroso applauso, dimostrando ancora una volta
il loro totale appoggio nei confronti di uno dei loro idol. Anche se,
ovviamente, non mancava un po’ d’invidia nei suoi
confronti.
Jong-Hyun
la prese per mano, portandola al centro del palco,dove erano
situati anche gli altri. I riflettori erano momentaneamente puntati
sulla
ragazza, la quale strizzò inevitabilmente gli occhi a causa
della loro luce
accecante.
-“L’ho
chiamata perché avrei una notizia da darvi,
perché mi sembra giusto
che anche voi fan lo sappiate.” cominciò JR, dato
che voleva che tutti lo
sapessero. “Ci siamo fidanzati ufficialmente. Le ho chiesto
di
sposarmi e lei mi ha detto di si.”
Mentre
lo disse, aumentò la presa sulla sua mano, stringendola
dolcemente. Hay-Lin,
invece, temette di svenire in quel momento, ricordandosi il giorno
della sua
proposta.
*Flashback*
Erano
a cena a casa di
lei, sotto la richiesta di suo padre. Infatti, il signor Yang nutriva
una certa
simpatia nei confronti del ragazzo e, qualche volta, gli faceva piacere
averlo
a cena. Quella sera non faceva eccezione.
Avevano
appena finito di
mangiare, e JR stava facendo degli strani giri di parole con il padre
della
ragazza. Quest’ultima, ovviamente, non capiva assolutamente
una parola della
loro conversazione. Probabilmente si trattava di un
“linguaggio” comprensibile
solo agli uomini.
Fu
questione di qualche
minuto, poi il ragazzo si alzò dalla sedia per avvicinarsi
elegantemente a lei,
sotto lo sguardo compiaciuto dell’uomo. Inutile dire che
Hay-Lin era sempre più
confusa e spostava nervosamente lo sguardo dall’uno
all’altro, cercando di
capire cosa sarebbe accaduto.
Aveva
immaginato di
tutto, tranne quello.
Quando
lo aveva visto
inginocchiarsi, i suoi occhi si erano fatti lucidi, intuendo
improvvisamente la
svolta che aveva preso la situazione.
Non
avrebbe mai dimenticato
le sue parole…
-“Hay-Lin
vuoi essere la
donna che mi starà accanto tutti i giorni, amandomi, fino
alla fine di essi?”
Lei
era stata incapace
di parlare e aveva semplicemente annuito con un cenno del capo, senza
starci a
pensare più di tanto.
Il
signor Yang si era
commosso, contento di essere lì in un momento di tale
felicità. Figuriamoci
cosa avrebbe fatto al matrimonio!?
*Fine
Flashback*
Le
fan urlavano ancora, emozionate per la nuova notizia. Alcune erano
felici, in quanto grandi sostenitrici della coppia, altre tristi ma
rassegnate.
Erano
giovani per il matrimonio, e lo sapeva bene entrambi, infatti ne
avevano discusso a lungo, ed erano giunti ad una conclusione.
-“Ovviamente
non ci sposeremo subito. Probabilmente avverrà tra un altro
paio di anni, ma ciò che conta è che siamo
felicemente fidanzati, no?” la gioia
di JR era incontenibile, e si poteva percepire dal suo tono di voce
allegro ed
emozionato, mentre la ragazza non riusciva a smettere di sorridere e
una
lacrima di felicità le rigava una guancia.
Altre
urla si alzarono dal pubblico, investendo i ragazzi come una sorta di
abbraccio virtuale. Non avrebbero mai smesso di ringraziare abbastanza
le loro
fan per il loro affetto.
-“Bene,
ora che io ho dato la mia notizia, credo sia il momento di passare il
testimone.” annunciò poi Jong-Hyun, facendo un
passo indietro e portando con sé
Hay-Lin.
A
sostituirlo fu Baek-Ho, nonché voce principale della band,
il quale prese
in mano la situazione.
Le
fan, ormai già su di giri per la novità appena
dichiarata, rimasero in
paziente attesa, chiedendosi cosa mai sarebbe stato detto in quel
momento.
-“So
già che molte di voi probabilmente lo sanno. O
meglio… lo hanno sempre
sperato e ne sono state convinte sin dalla nostra prima apparsa. Altre,
invece,
probabilmente non se lo aspettano, e ciò che dirò
potrebbe sconvolgervi sia in
meglio che in peggio, anche se spero più per la prima
opzione.” ci stava
andando piano con le parole, ed era giusto così, dato che il
peso che esse
portavano era più che importante.
Tra
la folla si potevano notare ragazze già consapevoli e
sorridenti, come
se non avessero fatto altro che aspettare tale notizia.
-“Il
fatto è che io sto con qualcuno.”
continuò, mentre la voce cominciava
a tremargli impercettibilmente. “E questo qualcuno
è…” si bloccò a
metà frase,
incapace di proseguire per l’emozione.
-“Sono
io.” disse Ren, facendosi avanti e accarezzando dolcemente il
braccio del più grande.
Stavolta
le urla che si sollevarono tra la folla furono più
assordanti
delle precedenti. Come reazione sembrava più che ben
promettente.
Fortunatamente si trattava di fan fin troppo attente ai dettagli,
quindi
avevano sicuramente già intuito tutto, o per lo meno la
maggior parte delle
cose.
I
due ragazzi avevano aspettato ben due anni prima di annunciarlo
ufficialmente, ed erano giunti a quella conclusione per il semplice
motivo che
erano stanchi di nascondersi, nonostante molte volte avessero ceduto ad
attimi
di dolcezza reciproca, cosa che né le telecamere
né le fan si erano lasciate
sfuggire.
Min-Ki
rivolse un
sorriso rassicurante a Baek-Ho. Ora che tutti lo sapevano erano
finalmente
liberi di amarsi alla luce del sole e niente poteva renderli
più felici in quel
preciso istante.
*Ora,
probabilmente, starete aspettando la dichiarazione “alla
stampa” da parte
di Aron e Min-Hyun, ma ciò non accadrà. La loro
è una situazione diversa, e
forse più complicata.*
Così
il fan meeting si concluse con i due annunci sensazionali, a detta
delle riviste che uscirono nei giorni successivi.
Ma
ora, torniamo ad Aron e Min-Hyun.
Quello
era un giorno importante anche per loro due e, anche nel loro caso,
si trattava di una dichiarazione, con la sola differenza che la loro
era
“personale”.
Avrebbero
dato la notizia della loro relazione ai genitori del più
piccolo.
Eh si, perché nonostante fossero passati già ben
due anni dall’inizio della
loro storia, il minore non aveva ancora avuto il coraggio di dirlo in
famiglia.
Aveva
paura di non essere accettato e di poter, in qualche modo, ripugnare
i propri genitori. Ma, con l’incoraggiamento di Aron, si era
deciso a voler
dare la notizia.
Il
maggiore gli ripeteva sempre: “Sono e saranno sempre i tuoi
genitori,
qualunque cosa accada. Sono sicuro che ti accetterebbero in ogni caso.
Sei loro
figlio e ti vogliono bene, lo vedo da come ti parlano, da come ti
guardano, da
come stanno attenti per tutto ciò che fai. Non devi aver
paura ad ammettere
anche a loro chi sei.”
Questa
era la frase che l’avevo spinto definitivamente verso la
scelta di
annunciarlo una volta per tutte.
Insieme
andarono a casa di
Min-Hyun, dove ad aspettarli c’erano, appunto, i suoi
genitori.
Erano
seduti sul divano a chiacchierare tranquillamente, quando, senza
troppi giri di parole, il più piccolo prese in mano il
discorso, con un
coraggio tale da sorprenderlo.
-“Omma…Appa…
ho una cosa importante da dirvi.” disse, guardandoli entrambi
in faccia, prima di proseguire.
-“Ti
ascoltiamo.” a parlare con pacatezza fu il padre, il quale
stava
aspettando la notizia al fianco della moglie. Quest’ultima lo
guardava affettuosamente,
guardando, di tanto in tanto, Aron di sottecchi.
Lei
già sapeva… era
l’istinto materno a suggerirglielo.
-“A
me piacciono i ragazzi.” annunciò, abbassando
lievemente il capo,
mentre un leggero rossore gli imporporava le guance.
Poi
sentì un lieve tossicchiare provenire dal ragazzo al proprio
fianco, il
quale ci teneva a sottolineare il proprio disappunto per la frase
appena detta.
-“Mi
correggo… a me piace un ragazzo,
ed è Young-Min.”
Stavolta
il maggiore sorrise compiaciuto. Così andava decisamente
meglio. Il suo cuore perse un battito, felice.
-“Perché
hai aspettato tanto a dircelo?” domandò il signor
Hwang.
“L’abbiamo sempre saputo e abbiamo aspettato
più di anno in attesa di questo momento.”
A
quelle parole la madre confermò la cosa con un cenno della
testa.
Il
modo in cui avevano appena accettato la situazione rincuorò
il ragazzo,
dandogli quel poco di coraggio restante per rispondere al padre.
-“Avevo
paura di non essere accettato.”
-“Non
deve passarti nemmeno per l’anticamera del
cervello!” esclamò la
madre, prendendogli un mano e tenendola dolcemente tra le proprie.
-“Noi
ti accettiamo così come sei, perché ti amiamo
più delle nostre stesse
vite.” continuò allora il padre.
Subito
dopo si rivolsero anche ad Aron, per dargli la loro approvazione.
-“Ci
sei sempre piaciuto, caro. Non possiamo fare altro che essere felici
per voi.” disse la donna, emozionata.
Avevano
tutti finalmente trovato la
felicità.
Hay-Lin
e JR erano ufficialmente
fidanzati e si sarebbero sposati di lì a qualche anno.
Baek-Ho
e Ren avevano
annunciato il loro amore alle fan, stabilendo così la fine
del periodo dei
nascondigli.
Aron
e Min-Hyun avevano
dato la notizia ai genitori del minore, ed erano stati accettati per
ciò che
erano.
Una
loro canzone citava:
“Kill my Soul, Kill my Name, Kill my
Pain…”
Beh,
questo era ciò che
aveva fatto l’amore.
Aveva
ucciso le loro
anime, rendendole vittime di quel sentimento devastante.
Aveva
ucciso i loro
nomi, perché non importava più come si chiamavano
quando erano insieme.
E,
soprattutto, aveva
ucciso il loro dolore, privandoli di ogni sofferenza e aprendo loro le
porte
della felicità.
_The
End_
*Annyeong!!
Eccomi qui per l'ultima volta, a postare l'Epilogo di questa fan
fiction. Quando ho cominciato a scriverla non sapevo dove mi avrebbe
portato, ero abbastanza indecisa se pubblicarla o no, poi, grazie ad
una mia cara amica ed amante come me del K-POP, ho detto "Al diavolo le
mie indecisioni! Io la posto, poi come
andrà...andrà!" E menomale che mi sono lasciata
prendere dal momento, perchè è stata
un'esperienza davvero piacevole. Spero vi sia piaciuta fino alla fine e
di essere riuscita a trasmettervi qualcosa tramite la mia scrittura,
perchè ci tengo davvero molto a far arrivare almeno un terzo
delle emozioni dei personaggi ai lettori. Se sono arrivata fino a qui
devo ringraziare tutti coloro che l'hanno aggiunta tra le preferite,
seguite e ricordate, per avere avuto la pazienza di seguirmi fino alla
fine. E, un grazie più che speciale a tutte coloro che mi
hanno recensito, facendomi sapere la loro opinione e dandomi
così l'opportunità di migliorare. Grazie davvero,
girls!! *-* Siete state fondamentali per il compimento di questa
storia, anche se inconsapevolmente!! Quindi, beh... non mi resta che
salutarvi e sperare di rivedervi presto!!! Gomawo! :3 Alla prossima!!
Kisses, your Alice...
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