'Torn clothes'

di ShimizuBookman_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In Ikebukuro. ***
Capitolo 2: *** Izaya..kun? ***
Capitolo 3: *** 'Turn me on' ***
Capitolo 4: *** 'You're Toxic.' ***
Capitolo 5: *** 'Confusion' ***
Capitolo 6: *** "Stronger." ***



Capitolo 1
*** In Ikebukuro. ***


// Ikebukuro. Il quartiere più pericoloso di Tokyo. Per lei, che non aveva  sperimentato sulla sua pelle i guai che una città così caotica poteva portare ad una piccola ragazza come Amane, la quale stava girando le vie con una pila di libri in mano, si era appena iscritta alla Raira School, insieme alla sua amica Shimizu che ora era tornata nel suo appartamento e stava sistemando le sue cose in quello accanto al proprio.
Tirò un sospiro di sollievo nel sentire l'aria fresca soffiarle sul collo, smuovendo i corti capelli castani che ondeggiavano nel vento tiepido che soffiava quella sera, in quel quartiere malfamato. 
Si inoltrò nel vialetto che conduceva verso casa sua e affrettò il passo, spaventata dalle ombre dei gatti che si muovevano furtivi fra i cassoni dell'immondizia, guardandosi ogni tanto alle spalle, inquieta.
Non si accorse della gang che la pedinava da molto tempo, e che notò solo quando si trovò su un vicolo cieco e si appoggiò contro di esso di spalle, stringendo i libri fra le braccia. Erano circa una decina di ragazzi, e indossavano tutti delle bandane blu in diversi posti del corpo.
I Blue Square?
Si premette contro la parete e osservò i volti dei ragazzi, che si avvicinavano sempre di più alla sua figura.
- Cosa volete da me?
- Non sai, passerotta, chi siamo noi? Non si passeggia così facilmente nei nostri quartieri, nessuno te l'ha spiegato?
Amane continuava ad essere sempre più spaventata.
- Io, non sapevo che questo era il vostro quartiere..
Il ragazzo passò la lama sul suo collo, provocandole un piccolo brivido di paura lungo la spina dorsale.
- Non fatemi del male, me ne vado subito..
Il ragazzo si girò, cercando l'approvazione dei compagni che lo guardavano confuso.
- Penso che debba avere una piccola lezione di come si soppravvive qui ad Ikebukuro, eh ragazzi?
La fermarono per i polsi, mentre lei si divincolava sempre più convinta.
- Oh, che noia.. non sapete che altro fare se non disturbare le ragazze a quest'ora della notte?
Un altro ragazzo, non appartenente al gruppo si avvicinò, saltellando allegramente, come se la questione non lo riguardasse in prima persona, sfilando un coltello.
- Fare i bulletti con chi è debole non vi rende molto fighi..
- Che vuoi tu, eh? 
- Ca..capo, lui non è Izaya Orihara? 
- E' proprio lui.. 
- Tsk è solo un pivellino.. prendete anche lui.
Due dei ragazzi della gang si avvicinarono a lui, che li evitò facendo un'agile piroetta su se stesso e lasciando il ragazzo con minuscoli ma numerosi graffi sulle braccia, che cominciarono a sanguinare, mentre quest'ultimo tentava di tirare pugni che andarono a vuoto, Izaya tagliò i pantaloni di uno di loro, lasciandolo in mutande e tirando un calcio fra le costole di un secondo che gli si era avvicinato.
- Non ne avete abbastanza, eh? Siete così noiosi.
La maggior parte dei ragazzi battè in ritirata.
- Non è finita qui, Izaya orihara!
- Oh, Kohaai! battè le mani sorridendo.
- Non mi fate paura, ragazzini. 
Si chinò verso la ragazza tremolante, inginocchiandosi al suo livello.
- Stai bene? Sembri nuova di qui, non ti ho mai vista..
- Io sono Amane, piacere di conoscerti..
- Io sono Izaya Orihara, piacere di conoscerti. 
Poggiò la propria mano sul petto, inchinandosi appena e girandosi di profilo sorrise, chiudendo gli occhi.
Una piccola vampata di rossore passò sulle guance della ragazza, scrutandolo.
- Che ci fa una ragazza come te a quest'ora per i quartieri di Tokyo?
- Ecco, cercavo di tornare a casa e mi sono persa.. E poi quei ragazzi mi hanno aggredita..
- Allora torniamo a casa, qui non è sicuro stare. 
Prese a camminare, incrociando le mani dietro la nuca con aria pensierosa e divertita, ridacchiando per chissà che cosa.
- Ehi, aspetta, non ti ho nemmeno ringraziato!
Ma izaya aveva svoltato l'angolo ed era già sparito di vista, lo rincorse ma non riuscì a vederlo fra le persone che si muovevano ancora agitate nelle stradine, e non si accorse nemmeno di essere esattamente davanti all'hotel di partenza, si guardò ancora una volta intorno alla ricerca di quel ragazzo ma aveva fatto sparire ogni sua traccia.
Invece lui la stava guardando, dall'alto di un terrazzo vicino, con un paio di binocoli mentre sorrideva divertito dietro ad essi.
- Amane, sei riuscita a catturare la mia attenzione..
Amane avrebbe scoprito a sue spese la fama di Izaya, l'informatore più esperto di Tokyo.

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Capitolo 2
*** Izaya..kun? ***


// La mattina seguente, Amane non era molto motivata.
La lieve brezza che si alzava dalla finestra la rinfrescava, e i raggi del sole cominciavano a far capolino fra le tende di tessuto verde.

Una volta alzata si diede una manciata di minuti per sistemarsi i corti capelli castani, afferrò una giacca e uscì, senza nemmeno degnarsi di mettersi un pò di trucco su quel visino aggraziato.
Girava per le vie di Ikebukuro, con una cartina stradale in mano e l'ipod nell'altra, mentre sparava nelle orecchie una canzone del suo gruppo preferito. Nonostante la confusione che regnava in quel quartiere di Tokyo che la stordiva, amane non poteva fare a meno di pensare a quel ragazzo che il giorno prima l'aveva salvata. Izaya Orihara.
L'avrebbe più rivisto?
Domandandosi questo, andò a sbattere contro un ragazzo biondo che non aveva mai visto in città, con degli insoliti abiti da Barman. Con mille farneticazioni si scusò, superandolo e sentendo lo sguardo di lui batterle sulla schiena, mentre si allontanava velocemente. Perchè c'erano tutte quelle persone strane, in una sola città?
Avrebbe voluto fare visita alla sua migliore amica, Shimizu, ma da settimane non l'aveva più trovata nel suo appartamento, e così aveva pensato ad un possibile trasloco. Strano che non l'avesse avvertita, però..
Passò il ponte e si fermò, posando la borsa a terra e godendosi il panorama della splendida cittadina che era già in pieno fermento alle luci dell'alba.
Non ebbe il tempo di girarsi a rincorrerlo, che un ladro le prese la borsetta, e scappò a gambe levate. Mentre quest'ultimo correva andò inconsapevolmente a sbattere contro un ragazzo dai corti capelli neri e felpa con il pelo. L'aveva già visto da qualche parte..
- Oh? Non sai nemmeno scappare senza andare a sbattere? Con un movimento quasi impeccertibile tagliò i vestiti dell'uomo che se ne andò urlando, sotto gli sguardi allibiti delle persone. Izaya alzò la borsetta e lesse il nome, prima di guardare nella sua direzione con un sorriso decisamente divertito. Si avvicinò, correndo, anzi, sarebbe meglio dire saltellando e salutandola alzando una mano.
Amane lo salutò sconcertata, sorridendo timidamente.
- Credo questa sia tua, cerca di stare attenta..
- G-grazie, in effetti.. mi hai salvata due volte in due giorni, ti ringrazio infinitamente.
Si inchinò, mordendosi un labbro mentre chiuse gli occhi.
- Allora, Amane.. cosa ti porta qui ad Ikebukuro?
- Mi sono trasferita qui da poco con la mia amica Shimizu, così sto cercando di ambientarmi..
- Oh, la fidanzata di Shizuo chan!
- Come prego?
- Si, è fidanzata con una testa di cavolo. Shizuo Heiwajima, credo tu ne abbia sentito parlare..
- Beh, si, e allora?
- Stacci assolutamente lontana, quello lì ha seri problemi di autocontrollo..
- Ti ringrazio, ci starò alla larga.. e tu invece, che ci fai qui?
- Ah, dovevo incontrare una persona.. ma a quanto pare l'ho già trovata.
Arrossì.
- Ah, e cosa vuoi da me?
- Innanzitutto..
Mormorò, tirandola a sè per un polso e facendole cadere la borsetta a terra.
- Non mi hai ringraziato come si deve per averti salvata. E per la borsa.
- Ti ho già ringraziato..
- Non in modo adeguato..
La fece sbilanciare oltre alla sporgenza del ponte, tenendola stretta per un polso senza il minimo sforzo.
- I-izaya! cado!
La fece tornare dritta, guardandola negl'occhi mentre lei gonfiava le guance e gli batteva i pugni chiusi sul petto.
- Stronzo,ho preso una paura assurda!
- Così impari a non ascoltarmi.
Sorrise, ritirandola nuovamente a sè. La stava facendo innervosire parecchio.
- come dovrei ringraziarti?
- Con un bacio..
Mormorò, avvicinando il viso al suo mentre accarezzava il rossore della ragazza con il pollice e le alzava il mento con l'altra mano.
- P-perchè proprio io? che ho fatto per conquistarti tanto?
- Ecco, Amane. Io amo gli esseri umani. E tu.. tu mi hai conquistata parecchio. Ho un debole per le persone come te, timide, che non sanno fare le cose da sole e hanno sempre bisogno dell'aiuto degli altri, dipendenti..
Gli tirò uno schiaffo, mordendosi a sangue il labbro inferiore.
- Come ti permetti! guarda che me la so cavare benissimo da sola!
scoppiò a ridere, toccandosi la guancia arrossata per poi cambiare espressione in pochi secondi e stringerle il polso.
- I-izaya kun, mi fai male..
Mormorò con un tono innocente, chiudendo un occhio e rimordendosi il labbro.
- Allora, me lo dai questo bacio? Non vorrai mica dare spettacolo a tutte quelle persone che ci guardano.. sono abbastanza temuto in questa città.
- Non ti do nessun bacio.
Sussurrò cercando di liberarsi, quando sentì il proprio petto premuto contro il suo e le labbra premute le une contro le altre.
Arrossì, ma non si scostò da lui, anzi. Ci andò ancora più incontro, trovando il suo profumo invitante e dolce, si concesse di mordergli il labbro inferiore.
- Non mi piaci per niente, Izaya.
- Lo dicono tutti, ma alla fine verrò pur amato da qualcuno.
Amane arrossì, sviando a tutti i costi il discorso e recuperando la borsetta da terra, girandosi.
- B-beh, io devo proprio scappare ora. Hai ottenuto ciò che volevi, no? Ora posso andare?
- Mh si. Ma mettiti in mente questo, Amane. Io ti troverò. So sempre dove trovare le mie prede.
Deglutì, avviandosi per strada, mentre Izaya si lasciò ciondolare dalla ringhiera del ponte, sorridendo in modo divertito.
- Amo le persone..
Scoppiò a ridere.
- I love people! e loro dovrebbero amare me!

// Ok, è decisamente corta D: Sumimasen, il prossimo capitolo sarà più lungo.
Premetto anche che la nostra Amane nel capitolo 3 sarà molto meno diffidente nei confronti di Izaya.. chissà cosa avrà in mente?



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Capitolo 3
*** 'Turn me on' ***


In una mattinata assolata e noiosa, un altrettanto noioso ma spensierato Izaya, si stava dondolando sulla sedia girevole dell'ufficio, in attesa che la sua segretaria, Namie, entrasse con qualche buona notizia.
Buttò a terra una pedina con l'indice, girando l'anello argentato sul dito e ammirando i riflessi del sole su quest'ultimo, con apatia.
Lui, che trovava sempre emozione, in una giornata apatica come quella.
- Izaya.
Quando una voce femminile lo distrasse dai suoi pensieri buttò a terra la scacchiera facendo cadere e rompere alcuni pezzi di quest'ultima, liberò una risatina isterica e divertita, ammirando l'unico pezzo, il cavallo, che era rimasto intatto sulla scrivania.
- Cosa vuoi Namie?
- Credo di aver risolto quello che mi hai chiesto su Amane. A quanto ne so.. vive al quinto palazzo del quartiere numero 12, altro non so. Ti ho procurato anche un paio di chiavi come mi avevi ordinato..
- Perfetto, perfetto!
Girò velocemente sulla sedia, ridendo a pieni polmoni e osservando il cavallo fra le dita, lo riposò e lo guardò da molto vicino, con un sorriso divertito.
- A quanto pare, Amane, siamo solo all'inizio.
Prese tutto quello che gli occorreva, infilando il proprio giubbotto con il pelo e un paio di morbide scarpe da ginnastica scure, le stesse di sempre, non si degnò nemmeno di ringraziare Namie e di salutarla, uscendo in tutta fretta.
- Se non riuscirò a farmi amare da tutti, vorrà dire che farò innamorare di me Amane alla follia!
Con brevi saltelli sulle strisce pedonali, giunse al quartiere che si era annotato su un foglietto, aprendo la porta con la copia delle chiavi e salendo le rampe degli scalini a due a due, senza sentire lo sforzo dei cinque piani di scale che gli frapponevano.
Entrò nell'appartamento, anzi, sarebbe meglio dire che sfondò direttamente la porta, guardandosi intorno.
- Shimizu? sei tu?
La voce della piccola Amane lo catturò da subito, allargando un sorriso poco raccomandabile e chiudendo la porta a chiave, oltre alle proprie spalle, salì le scale e andò incontro al suono.
- No, non sono Shimizu.
Entrò in camera e la guardò, stesa sul letto con l'accappatoio, i capelli ricci e corti erano arruffati intorno al viso incorniciato da essi.
- Tu! Che ci fai qui?! come fai ad avere le chiavi del mio appartamento?!
- Ho i miei metodi, Amane.
- Maniaco! Sei un vecchio maniaco!
Afferrò la prima cosa che trovarono le sue mani, ossia il cuscino, e glielo tirò in pieno viso, facendolo ridacchiare, nervoso.
- Strano il fatto che mi chiami maniaco visto che l'unica svestita qui sei tu e il fatto che mi chiami vecchietto nonostante abbia solo ventitrè anni.
Le bloccò il polso, appoggiandosi al letto con un ginocchio e, senza che la ragazza se ne fosse accorta in tempo, l'asciugamano era già strappato via dal coltello di lui, che però era ancora nella sua tasca.
- Co-come hai fatto?!
Si coprì, imbarazzata e cacciando un piccolo urlo, tirandogli una serie di cuscini, tutti quelli che aveva e che lui evitò senza difficoltà.
- Non fare così, o mi fai pentire di essere venuto.
- Non usare quel tono con me, Izaya!
- Quale tono?
Finse un tono innocente, prima di chinarsi e strofinare le ciocche sul suo collo, baciandolo con più dolcezza del solito, addolcendo lo sguardo.
- N-non fare così..
Sentì la ragazza sciogliersi sotto il calore del proprio corpo, arrendendosi piano sul letto, lasciando che le labbra di lui premessero sulle sue prima con delicatezza e poi con decisione, stringendo il polso fra le dita.
- M-mi fai male, Izaya..
- Non ho poi così tanta forza, eppure sei così fragile.. non vorrei che ti rompessi in piccoli pezzi mentre lo facciamo..
- Frena, fare cosa?!
- Amane.. sei vergine?
Senza nemmeno rendersi conto di ciò che le aveva chiesto, gli tirò un breve schiaffo sulla guancia, con poca forza.
- Che domande fai, pervertito!
- è solo una domanda.
Concluse calmo, e vedendolo così tranquillo, Amane trasse un lungo respiro e annuì, stringendo il lenzuolo fra le dita e sgualcendolo.
- Si vede. Non un graffio, un segno di morso, niente. 
Mentre parlò si tolse la giacca e i pantaloni, rivelando che sotto di essi non indossava biancheria intima.
Le mani esperte di lui si mossero velocemente sulle curve di lei ad occhi chiusi e timidamente, strinse ogni tanto il pugno sull'angolo del cuscino, stropicciandolo. Scorse la lingua sul collo e poi sempre più giù facendole venire i brividi lungo la schiena e facendogliela inarcare appena; tracciò l'ombelico con la punta di essa, per poi risalire fino alle labbra. 
La baciò con la lingua, ritraendosi e lasciando un piccolo rigolo di salive fra di esse, posizionandosi correttamente.
Mentre sentì il corpo freddo di Izaya entrare nel proprio caldo, strinse maggiormente le unghie sulle lenzuola, accettandolo dentro di sè ed alzando il bacino, andando incontro ad ogni movimento che lui le proponeva.
Implorante, con tono languido, gli pregò di fermarsi.
Lui non lo fece.
Dopo altre e poche delicate spinte venne in lei, inarcando la schiena e strozzando il suo nome sulle labbra, mentre lei liberò quello di lui con un sospiro contento, graffiandogli a più riprese la schiena, mentre si accasciava su di lei.
- Scusami, Amane.
Mormorò, rompendo il silenzio che si era creato fra i due.
- Perdonami, Amane, ma voglio a tutti i costi farti innamorare di me. Io ottengo sempre ciò che voglio.
Lei intanto finse di dormire, sorridendo a quelle parole.
Non lo odiava, almeno non più. Provava un grande sentimento per lui nonostante si conoscessero ormai da soli pochi giorni, non l'avrebbe mai ammesso.
Non lo ammetteva nemmeno a se stessa, tanto era chiusa in sè.
Si limitò a sorridergli, stringendo in un pugno la maglietta nera scollata di lui abbandonata sul guanciale, respirando il suo profumo.
Le baciò la guancia, indossando la giacca e chiudendola, lasciandola addormentata con quel piccolo regalo da parte sua.
- Se mi perdonerai, sai dove trovarmi. Saprai sempre dove trovarmi.
Mormorò accanto alle sue labbra, prima di ritirarsi e uscire dalla porta.
Avrebbe mai, scavato un posto nel cuore di Amane?
E Amane, sarebbe stata capace di farsi amare da Izaya?



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Capitolo 4
*** 'You're Toxic.' ***


Amane si svegliò tardi, quel giorno.
Il profumo di Izaya era ancora impresso e marchiato sulle lenzuola, e la sua maglia scollata a v giaceva sperduta fra le candide coperte di seta.
Si mise a sedere, riflettendo su ciò che era accaduta la sera precedente, prima che lui la baciasse e se ne andasse.
Solo sporadici ricordi; Il suo profumo, le sue ciocche scure che oscillavano a contatto con il proprio corpo, il calore che le entrava così dentro da non poterla lasciare respirare, le lenzuola sgualcite sotto il tocco delle sue mani.
Con una breve scossa si riprese dai suoi pensieri, indossando la biancheria intima e la sua maglia sopra di essa; Le stava larga sui fianchi e stretta sul seno, pensò, Izaya sarebbe stato soddisfatto di quella visione.
Prese una giacca leggera e indossò dei pantaloncini neri, senza nemmeno degnarsi di rifare il letto e chiudere la porta dell'appartamento a chiave.
Sarebbe stata a salutarlo prima di andare a scuola, e si era portata il cambio direttamente nella sua tracolla.
Con il foglietto che le aveva dato al loro primo incontro, si diresse presso il suo ufficio e venne accolta dalla sua segretaria, Namie, che la scortò direttamente da lui.
Un salottino decorato in modo povero ma spazioso e formale, con due divani in pelle e un tavolino, e la sua scrivania.
Una scacchiera con pezzi neri e bianchi erano disordinatamente disposti, e alcuni di essi giacevano sotto il divano.
- Izaya, c'è qui Mrs. Hasegawa per parlarle.
- Oh, Amane! Quasi non ci speravo..
- Perchè mai? mi hai detto tu di venire a trovarti ieri sera...
- Lo so, ma forse eri arrabbiata con me.
Fece una finta espressione imbronciata in modo teatrale, per poi cambiarla in una manciata di secondi; Al suo posto, un ghigno e un sorriso divertito.
Sulle guance di Amane cominciò a crescere una sfumatura rossastra che dipinse le guance abbronzate dal sole.
- Non lo sono! Come potrei esserlo?
Come una bambina, piantò i piedi per terra e incrociò le braccia sul petto.
- Vieni qui, avvicinati..
Si avvicinò di qualche passo, prima che lui la tirasse a sè e si sporgesse oltre alla scrivania, baciandola in modo veloce e casto.
Amane indietreggiò per rivedere quell'espressione che fino a poco tempo prima era dipinta sul volto di Izaya, ma che ora era serio e composto.
- Ehi, quella non è la mia maglia?
- Nono, sbagli! è uguale alla tua!
- Non sbaglio. E' impregnata del mio profumo.
- Non è vero!
Di nuovo, si allontanò di qualche passo da lui, mentre si alzava velocemente dalla sedia in pelle e si avvicinava a lei.
Arrivò contro la porta, constatando che la segretaria l'aveva chiusa dall'esterno; Sicuramente un'esplicita richiesta di Izaya.
- Dannato Izaya, hai chiuso la porta a chiave.
- Io? Non credo proprio..
- c'è il 99% delle possibilità che sia stato tu.
- Davvero? Non potresti credere a quell'1 %?
- No!
- Così mi ferisci.
Finse un'espressione teatrale, la stessa di pochi istanti prima, per poi sbattere un pugno accanto alla sua testa, tornando serio.
- Volevo che rimanessimo soli, ed ero sicuro che saresti scappata.
- Non sarei scappata!
- E cosa stavi facendo? 
Prese il bordo della sua maglietta, arrotolandola e strappandola via con un colpo secco.
- Izaya kun!
- Si, Amane chan? 
- S-se la volevi, bastava chiedere eh..
- Ma è più figo fare così. 
Allargò un sorriso sghembo, rimuovendosi la sua maglia e gettandola in aria insieme ai brandelli di quella che aveva stracciato miseramente.
- Prima di cominciare, vuoi qualcosa da bere?
- Oh si! Hai della birra?
Storse il naso, inclinando il viso.
- Mi dispiace, non bevo alcolici. Mi fanno vomitare.. Ti do una coca.
- Va bene lo stesso.
Si tolse da lei, lasciandole il tempo di pigiare costantemente la maniglia e smise, vedendolo avvicinarsi con una coca fresca.
- Tieni.
- Grazie, Orihara san. Sei gentile.
Aprì la propria, schizzandosi quello che rimaneva dei vestiti, mentre Izaya scoppiò in una risata divertita, coprendosi le labbra con il dorso della mano.
- Ah si? Prendi questo!
Diresse il getto verso di lui, bagnandolo completamente; 
Peccato che si sera scordata che entrambi erano privi della maglia.
Osservò le gocce della bibita scivolare lungo il torso nudo di lui, non muscoloso, ma sviluppato quanto bastava per farle distogliere lo sguardo;
Si spiaccicò contro la porta, riprovando ad aprirla, con la falsa speranza che si aprisse.
- Dove scappi? ora pulisci tutto questo macello. E sappi che non ho spugne ed asciugamani qui, al momento.
- E-eh? Scordatelo!
- Veloce, prima che si appiccichi! 
- Dannazione, ok ok!
Scorse le labbra sul petto di lui, successivamente la lingua, pulendo la bevanda appiccicosa.
Un piccolo mugolio dalle labbra di lui le fece capire che sì, doveva piacergli.
Gli morse il capezzolo, facendogli esalare un piccolo verso compiaciuto, guardandola.
- Mugoli come una ragazza.
La sua espressione cambiò, bloccandole i polsi contro la parete, oltre alla sua testa, e premendo le labbra contro le sue con violenza.
Le strusciò più volte, finchè non le dischiuse e potè assaporarle appieno, girando la lingua attorno alla sua.
- I-izaya.
Pigolò lei, con un mugolio di piacere che uscì dalle sue labbra.
Quel ragazzo riusciva a prenderla appieno, riusciva a riempire gli spazi nel suo cuore.
Mentre continuarono a baciarsi, più volte lui strusciò il ginocchio fra le gambe di lei, in cerca di maggior contatto da parte sua,
prese ed accolse la richiesta implorante di Amane, di renderla sua, ancora una volta.
E mentre si trovavano lì, i respiri ansimanti e le labbra che lasciavano intravedere un piccolo rigolo di bava fra di esse, cominciarono a credere, 
a cedere ai sentimenti più forti di quel momento.


Ok, è finito anche il terzo cappy! Ringrazio infinitamente tutti quelli che seguono questa storiella buttata a caso, infatti le idee non sorgono molto frequentemente.. vabbè, ci si vede al 5!

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Capitolo 5
*** 'Confusion' ***


Era una giornata bella, assolata e soleggiata, dopotutto.
Le finestre erano comple
tamente aperte, le tende svolazzavano nell'aria estiva, gli squarci rossi di esse si frastagliavano nel cielo azzurro e limpido.
Amane aprì un occhio, venendo investita dal raggio del sole e si mise a sedere, venendo attirata da un profumino di bacon proveniente dalla cucina.
Si alzò, indossando una delle sue maglie larghe, le arrivava fino a metà gambe, e camminò placidamente verso la stanza, annusando l'aria.
- Buongiorno, Amane.
Mormorò Izaya, salutandola e agitando la spatolina per rigirare le uova strapazzate.
Immerse un dito nel vasetto della marmellata e se lo portò alle labbra, degustandone il sapore.
- Stai preparando la colazione?
- Non capiterà mai più.
Le concesse un sorriso breve e conciso, mettendo sul piatto il bacon, le uova strapazzate, il toast, la marmellata con del pane imburrato.
Cominciò a degustare il tutto, tenendo gli occhi fissi sul moro che la stava guardando con lo stesso interesse.
- E' tutto buonissimo! La marmellata..
- Mairu, mia sorella, ama molto pasticciare in cucina. E ha fatto questa marmellata..
- Non vorrei morire di diabete, sai?
- E' un eccezione, da domani cominceremo ad uscire e a comprare le brioche al cioccolato, scaldandole nel microonde.
La ragazza storse le labbra, visibilmente corrucciata.
- Questo è già meno allettante!
Sorrise nuovamente in modo breve, buttando i piatti nel secchiaio senza curarsi di lavarli.
- Se vuoi ti aiuto a lavare i piatti..
- No, non serve.. preparati, dobbiamo uscire fra poco.
- Oh, non sapevo uscissimo.
- Già, veloce!
Con una breve pacca sul fondoschiena la diresse verso la camera, andando in bagno.
Amane indossò un vestito nero semplice fino all'ombelico, degli shorts bianchi, e degli stivali con un paio di tacchi, il necessario per essere alta come lui.
Quando si girò, notò che Izaya la stava fissando, appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte.
"
Sbaglio o.. il suo sguardo era mutato, in qualcosa simile all'eccitazione? "
- Izaya-kun? Cosa stai guardando di così interessante?
- No è che.. è difficile prepararmi con una visione così davanti agl'occhi. Sto resistendo all'impulso di rimanere a casa e fare l'amore con te.Ora.in questo momento.qui.
Una vampata di rossore passò sulle guance di Amane, che lo scostò dalla porta con una lieve pacchetta scherzosa e uscì, andando verso la porta.
La seguì, con un finto sorriso stampato sulle labbra, quello che era solito fare quando aveva l'umore a terra.
Infilò le mani in tasca e la seguì per strada, camminando accanto a lei.
- Allora, Izaya..dove stiamo andando?
- A prendere il pranzo per oggi. Ti ho detto che non avrei mai più cucinato in tutta la mia vita, no? Rispetto la parola data.
- Prendiamo cinese da asporto?
Mormorò con un filo di entusiasmo in più, tirandogli un angolo della giacca.
- Pensavo più al sushi. C'è il sushi bar qui all'angolo..
-Quello gestito da quello strano individuo? Lo conosci?
- Diciamo che è un amico di vecchia annata.
Sogghignò lievemente, continuando a camminarle accanto, fino ad arrivare al ristorante.
Un uomo giovane, ma alto e molto robusto, da un paio di spalle larghe e occhi vivaci, distribuiva volantini relativi alle offerte per il sushi.
- Oh, Izaya-kun! Sei venuto a mangiare del sushi?
- Stavolta sì Simon, ora che non sono di fretta..
"
Di fretta? Che intende dire?"
- Prendiamo due Meganigiri misti.
- Per te e per la tua amica?
- Ovviamente, per due.
Pagò e prese le buste, saltellando accanto a lei verso casa.

Imbucò dei vialetti, verso casa.
- Stammi vicina. Non si sa mai.
Infatti, poco dopo nell'oscurità, Izaya riuscì a distinguere delle forme muoversi attorno a loro, rimase vigile e sfilò il coltellino dalla manica della giacca, fermandosi.
- Bene bene, Izaya Orihara.. noi non ci siamo ancora chiariti per quella volta. Ah, e c'è anche la tua ragazza, quella che quel giorno dovevamo prendere, e tu ti sei messo in mezzo alle palle..
- Sfortunatamente per voi, ragazzi, non posso concedervela. Dobbiamo proprio togliere il disturbo.
Avanzò di un passo, ferendo la guancia di Izaya, che si portò la mano sulla guancia.
- Questo non dovevate farlo!
Si lanciò contro alcuni ragazzi, lasciando Amane indifesa, in mezzo agl'altri.
Proprio in quel momento alcuni la trascinarono via, bendandola sulal bocca e sugl'occhi, mentre lei si dimenava, cercando di ribellarsi.
- Amane!
Corse verso di lei, ferendo un ragazzo che gli si parava davanti, quando sentì un grosso colpo alla nuca, e cadde a terra, sputando del sangue.
Una sbarra di ferro, ma certo.
Al secondo colpo, Izaya cominciò a vedere tutto buio. Il suo mondo si stava annerendo.
Era davvero.. così debole da non saper proteggere la persona a cui teneva di più al mondo?
-Izaya!


// Alè! Scoprite cosa accadrà a Izaya e Amane nel prossimo cappy :3 Al 6 dunque!
Eccoci qui con il 5^ cappy! Eh già, sono già arrivata qui D': Incredibile.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito, a presto con il prossimo!
Ringrazio infinitamente Kuro Ai che mi segue sempre, Glo_myfairlady a cui ho dedicato q


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Capitolo 6
*** "Stronger." ***


"Come ho potuto essere così stupido?"
Izaya rigirò fra le dita la cornetta, giocherellando con il filo intrecciato di essa, tamburellando la scarpa a terra, mentre Namie gli fasciava la spalla ferita.
- Dove diavolo è!
Sbattè a terra con violenza lo stesso telefono che andò in minuscoli frammenti di plastica, e buttò a terra anche la scacchiera, prendendosi il naso fra il
pollice e l'indice.
- Izaya, calmati.. la polizia la troverà presto, quel camion grigio che mi hai detto di aver visto non andrà molto lontano, sai la targa..
- Grazie a dio che l'ho notata prima di svenire! 

"Sei proprio un pisciasotto, Izaya Orihara. Non riuscire a difendere la persona più importante per te."
Pensò questo, mentre sfilava il cellulare e componeva il numero del capo della polizia.
Non era nel suo stile. 
Lui avrebbe preso la giacca e sarebbe uscito di corsa, andandola a cercare. Allora come mai i piedi si rifiutavano di muoversi e si appiccicava alla polizia?
Perchè forse aveva paura di fare qualche passo falso? Il grande e onnipotente Izaya ora aveva paura?
Prese la giacca e raccolse tutte le forze che lo bloccavano, ignorando il dolore alla spalla e il sangue che gocciolava lungo la sua schiena, appiccicandogli la maglia alla giacca.
rigirò le chiavi della sua camera nella tasca, accellerando il passo ed entrando nel quartier generale della polizia di Ikebukuro, senza nemmeno sforzarsi di scostare la gente dal suo tragitto.
- Oh,! Abbiamo..
- Non avete un cazzo! Signore, ho bisogno di sapere dov'è..
Prese un respiro.
- Dov'è andata a finire la mia ragazza!

" E così allora, Izaya Orihara cominciava a provare amore? Era forse questo il sentimento che gli stava martellando il cuore?"
Prese la mappa che il generale gli stava mostrando, anzi, sarebbe meglio dire che gliela strappò di mano ed uscì, ignorando le prediche e le urla che tutti 
i poliziotti gli rivolgevano contro.
Al centro della mappa c'era il centro commerciale più grande di Tokyo, e accanto una X rossa. Il camion era stato avvistato lì, dunque..
Corse a perdifiato verso quel punto, fermandosi e appoggiando le mani sulle ginocchia, piegato in due dal dolore e dalla fatica, quando intravide il camion.
Raccolse una sbarra di ferro dalla rete metallica alla propria sinistra e si avvicinò, verso i due uomini che erano appoggiati alle portiere della vettura.
Con un colpo secco, quasi non si ricordasse chi era, abbattè la sbarra sulla testa del primo prima che potessero accorgersi di lui.
il Secondo raccolse la pistola ma gli fù addosso il ragazzo, più atletico ed elastico di lui, e gliela calò sulla spalla, con un suono disgustoso di ossa rotte, mentre il sangue gocciolava lungo la finestra e i due si ammucchiavano a terra, svenuti, o forse morti.
Lasciò cadere a terra la sbarra e spalancò le porte, trovando Amane legata dietro la schiena e imbavagliata.
Se la caricò sulla spalla con delicatezza, aveva i polsi rossi e tracciati dai graffi; Ma non aveva niente di rotto a vista d'occhio.
- Non preoccuparti Amane.
Corse via con la ragazza ciondolante sulla spalla, stando attento a non farla sbattere e piegandosi ogni tanto, constatando che la fasciatura sulla spalla
aveva ceduto e si era slacciata.
Una volta all'appartamento la posò sul letto e passò le dita sulla sua fronte cercando di svegliarla.
- Amane? Amane mi senti?
Un piccolo mugolio da parte sua gli fece capire che si era svegliata; Il pericolo era passato.
- Fiù..
- Izaya? sei tu?
- Si piccola.. ehm,.. si Amane, sono io.
- Dove.. dove sono?
- Sei a casa mia, ti ho salvata.
- Che cosa è.. Outch.
Si portò la mano sul polso, per poi guardarsi la pancia imbrattata di sangue.
- Perdi sangue, Izaya!
- Non è niente, davvero..
Cominciò a girargli la testa, effettivamente, si sedette accanto a lei e sfilando le bende la lasciò lavorare sulla propria schiena, rifacendole.
- Hai preso un brutto colpo, con quel tubo di ferro..
- Alcune scheggie si sono conficcate in superficie, Namie me le ha estratte; Diciamo che non è stata esattamente la mia giornata tipo.
- Mi.. mi dispiace, dovevo reagire, dovevo dibattermi e invece ho lasciato che ti facessero questo..
Scorse le dita fredde sulle cicatrici risalenti la spalla.
Fremette lievemente, nel sentire quel contatto che gli era mancato in solo un giorno, inarcò lievemente la schiena e scrocchiò la spalla.
Accolse con un piccolo mugolio la lingua di Amane che stava andando a tracciare la stessa cicatrice con la punta, passando le mani sul petto.
- Non ti perdi mai d'animo, eh Amane? Anche se sono ferito, posso farti tante belle cose.
La fece cadere sul letto, mettendosi piano su di lei ma senza schiacciarla e senza bloccarle i polsi.
- Izaya? potresti promettermi una cosa?
- Certo, dimmi pure..
- Mi prometti che se anche non mi amerai alla follia, rimarrai sempre con me? 
Le prese una mano e se la portò al proprio cuore, che in quel momento batteva più velocemente.
- Che questa cicatrice sigilli la mia promessa, di essere tuo per sempre.


Izaya Orihara era davvero capace di amare.
Aveva dei sentimenti, delle emozioni.
Il suo cuore apparteneva a lei. 
Amane e Izaya.
Izaya e Amane.
Entrambi avevano messo da parte le loro ragioni, e avevano lasciato che questa nuova emozione, chiamata amore, li conquistasse.



// NOTE DELL'AUTRICE:
Lo so che Izaya non si batterebbe mai probabilmente, e che preferirebbe scappare piuttosto che sbattere una sbarra di ferro in testa a qualcuno ma xD
Ci andava il combattimento. Ho cercato di mantenere il carattere completo del personaggio e spero di esserci riuscita, per il resto non so che dire!
Grazie a tutti che hanno seguito questa storiella, credo che ne farò un'altra simile perchè il pairing con la mia best e Izaya mi ha preso parecchio 
ultimamente. Grazie a tutti! 
Kissu ~
ShimizuJackline_ 

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