UNA NOTTE DIFFICILE

di Tittili
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una sera come tante ***
Capitolo 2: *** Il buio e la luce ***
Capitolo 3: *** Freddo ***
Capitolo 4: *** Come chi sono? ***
Capitolo 5: *** Guida piano Kate. ***
Capitolo 6: *** Dott.ssa Beckett ***
Capitolo 7: *** Tutto il tempo del mondo. ***



Capitolo 1
*** Una sera come tante ***


Dalle finestre del 12 Distretto ormai si vedevano solo le luci della città che sembravano come delle lucciole impazzite alla ricerca di qualcosa di non ben definito.
Il caso era stato finalmente risolto, anche se scoprire che un bambino di soli 7 anni era stato ucciso per una misera eredità rendeva tutto comunque più triste.
Naturalmente Rayan e Esposito se l’erano svignata di soppiatto approfittando della riunione serale con la Gates alla quale Beckett doveva partecipare ogni venerdì e nel grande ufficio erano rimasti soli.
B. “Castle!!!!! La vuoi finire di giocare con quel maledetto cellulare!!! Possibile che quando si tratta di redigere il verbale tu non fai più parte della squadra? E anche i tuoi due compari, bravi, darsela a gambe lasciandomi da sola a sbrigare tutte ste scartoffie!”
Castle alzò gli occhi dal piccolo schermo con lo sguardo colpevole  e replicò:
C.”Non è mica colpa mia se la Gates non vuole che mi occupi assolutamente dei rapporti.”
B:”Veramente la Gates ha detto che non devi occuparti della correzione stilistica dei rapporti, scrittore dei miei stivali!!”
La detective sorrise divertita mentre pronunciava le ultime parole guardando negli occhi l’uomo che la osservava un po’ intimorito.
Amava quel suo modo di essere sempre ironico e infantile, amava il modo in cui riusciva a farla sorridere sempre e comunque, amava il suo sguardo attento e protettivo, amava tutto di lui.
Questo pensiero la fece arrossire violentemente, tanto da sorprendere anche Castle che intanto continuava a guardarla intensamente.
C:”Detective!? Ti vedo un po’ accaldata! Non è che stai entrando in menopausa vero?..Sai mia madre ha iniziato prestissimo e ci son….”
B:”Ma ti sei per caso  fumato qualcosa stasera???!!!! Come in menopausa!!! Vedi di smetterla di dire stupidaggini e almeno mettimi in ordine cronologico questi documenti!! Cosi finalmente possiamo andare a casa!”
Lo scrittore si mise immediatamente al lavoro ma con un sorriso sul volto da sembrare lo stregatto di Alice nel paese delle meraviglie; amava quella donna con tutto sè stesso e adorava prenderla in giro per vedere le sue reazioni da ragazzina permalosa. Mentre riordinava i documenti alzò lo sguardo verso di lei; era tutta intenta a scrivere le ultime righe del rapporto con uno sguardo così attento e composto, da bambina intenta a fare i compiti. Per un momento ebbe l’impulso di prenderle il viso tra le mani e baciarla, ma conoscendo la donna che aveva davanti sicuramente si sarebbe ritrovato spiaccicato sul muro prima ancora di averci solo pensato.
Mentre questi pensieri si rigiravano nella testa si rese conto che anche la donna lo stava fissando. Era strano, come se il tempo si fosse fermato, uno negli occhi dell’altra quasi in sospeso, timorosi che qualsiasi movimento o parola potesse turbare quello strano incantesimo.
La detective sentì che se non avesse distolto lo sguardo non avrebbe potuto più controllarsi.
Guarda i suoi occhi Kate. Non sono i più belli che hai mai visto? E il suo sorriso? Ma come puoi non saltargli addosso!!
Smettila di dire sciocchezze!! Controllati e torna in te!! Coraggio Kate, non sei una ragazzina alla prima cotta!
Prima cotta?? Ma cosa stai dicendo!! Lo ami, Kate!! Lo ami alla follia!! E sai bene che anche lui ti ama!!! Lui te l’ha detto!! TE L’HA DETTO!! E tu non hai avuto il coraggio neanche di dirgli che ricordi tutto!! Ma guardalo, ma cosa stai aspettando!!
No! Non ora, non adesso! Devo prima cacciare tutti i fantasmi della mia vita! Devo prima risolvere il mistero della morte di mia madre! Poi potrò ritrovare la mia vita!! E amarlo con tutta me stessa!

Con questa confusione in testa Kate riprese a guardare lo schermo e quasi senza fiato disse:
B. “Ok! Finito!! E adesso possiamo anche andarcene a casa!..Che ne dici Castle?”
Lo scrittore continuava a guardarla affascinato e alle parole della detective scattò in piedi quasi  lei gli avesse impartito un ordine militare.
C.”Va bene Beckett!! Andiamo..ormai si è fatto tardi anche per mangiare qualcosa…Ti accompagno alla macchina va bene?”
B.”Non ti preoccupare. L’ho lasciata qui vicino. Posso andare da sola. So difendermi sai!” disse sorridendo.
C.” Lo so!! Lo so!! Veramente sono io che ho un po’ paura…per quello ho messo la mia auto dietro la tua…così mi fai da scorta!”replicò con un sorriso furbo prendendo la giacca sottobraccio.
Risero insieme e si avviarono verso l’ascensore in fondo al corridoio.
Ma la serata non era ancora finita

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Capitolo 2
*** Il buio e la luce ***


Castle si avvicinò all’ascensore e schiacciò il pulsante di chiamata mentre Beckett lo seguiva lentamente con una strana espressione.
B.”Che dici di andare a piedi? Magari un po’ di movimento potrebbe farti bene!”
C.”Ma perché mi prendi sempre in giro? Non sono così male dai!! E poi stasera sono veramente stanco…Ti pregooo!!”
Dicendo queste parole fece la sua solita espressione  da cucciolo abbandonato e Beckett non riuscì a dirgli altro se non sorridere e arrendersi.
Il problema però era un altro. Beckett sin da bambina odiava gli ascensori. Non che soffrisse proprio di claustrofobia ma la sensazione di non avere via d’uscita la rendeva estremamente nervosa. Dentro gli ascensori poi si sentiva a disagio soprattutto quando erano affollati di estranei; dividere uno spazio così ristretto, dividere l’aria, e condividere invece rumori e odori era una cosa che sopportava a fatica.
Ultimamente però le cose erano un po’ diverse. Al suo disagio si era aggiunta una nuova “sensazione”. Capitava ormai spesso che si trovasse in ascensore da sola, con Castle. E questo non era bene per il suo autocontrollo. Stare così vicino a lui, sentire il suo profumo. Era una tortura. Non poteva rischiare di cedere.
Mentre questi pensieri le giravano nella mentre, Castle, felice di averla avuta vinta anche questa volta, fece spazio alla donna per farla entrare seguendola immediatamente come un cagnolino.
Beckett si avvicinò alla pulsantiera e schiacciò il tasto di discesa più volte con fare nervoso.
Voltandosi di scatto preda del suo “disagio da ascensore” si trovò praticamente addosso allo scrittore che si era avvicinato per dirle qualcosa.
C.”Beckett forse dovr….”
L’uomo rimase senza fiato sentendo la donna appoggiata a lui; il cuore gli balzò nel petto come se volesse esplodere e non riuscì neanche a muovere un muscolo per l’emozione.
Avrebbe tanto voluto che quel momento non finisse mai, sentire il suo profumo, le sue mani sul petto. Abbassò lo sguardo e si trovò davanti i meravigliosi occhi della donna che lo guardavano quasi spaventati.
Sentiva distintamente il respiro di lei sulle labbra, erano così vicini che quasi…
B:”C-Castle..ma che diavolo fai???”
L’incantesimo si era dissolto e la donna era di nuovo lontana.
Quasi in un sussurro lo scrittore replicò:
C”S-scusa…volevo solo dire che….”
Non riuscì a finire la frase che l’ascensore piombò nel buio più assoluto.
Forse un black-out o un guasto; ma tutto era fermo e nelle tenebre.
B.”Castle!?...Castle???!!!”
Silenzio.
B.”CASTLE!!!????? Dove diavolo sei!!!???”
Kate era ormai in preda alla paura quando nel mezzo dell’oscurità comparve una…
B” ..UNA CANDELA!? Una candela Castle???”
C.”..Ti piace? È una nuova app che ho scaricato pochi giorni fa. Non pensavo che sarebbe stata utile. Mi piaceva, la trovavo carina e romant….”
B.” Ma la finisci di dire stupidaggini??Ti rendi conto che siamo chiusi qui dentro!! E SENZA LUCE!!”
C.”Lo so Beckett! Ci sono anch’io qui dentro. A proposito..perchè ha urlato tanto prima..dove pensavi che fossi andato? Non sono mica il mago Hudini! E comuque non ti avrei mai lasciata sola”
A quelle parole la detective arrossì violentemente e per una volta fu felice del buio che li avvolgeva.
Castle cominciò a muovere il cellulare per far luce un po’ in giro e forse cercare un qualche allarme da attivare.
B”..ma vuoi stare fermo!! Non riesco a vedere niente se ti sposti così”
Kate parlava in modo concitato e traspariva chiaramente che non riusciva a controllare le sue emozioni.
Ad un tratto “la candela” fu vicinissima al suo viso, come il volto del suo proprietario.
Nonostante la luce fioca gli occhi azzurri dell’uomo sembravano splendere mentre la scrutavano con una strana espressione.
C”Detective Beckett!! Non avrai mica paura del buio vero??”
Con il cuore che batteva all’impazzata si allontanò bruscamente e replicò:
B.”Ma per chi mi hai preso!!! Non sono mica una bambina! Cerca invece di renderti utile e cerc…”
In quel momento la luce invase improvvisamente la cabina e l’ascensore continuò tranquillamente la sua corsa.
C.” meno male!! La batteria si stava per scaricare e saremmo rimasti totalmente al buio..ma tanto TU non hai paura quindi…”
B.”Castle!!! Smettila!!...e poi…anche se fosse??? Che male c’è ad aver paura del buio??
C.” Nessuna nessuna! Anzi…trovo che chi non ha paura del buio è solo un bugiardo. Tutti odiamo l’oscurità e le tenebre, sono solo un materializzarsi dell’ignoto, delle nostre speranze deluse, dei nostri sogni infranti, delle nostre preghiere non ascoltate, dei nostri dolori..”
A quelle parole la donna rimase come stordita. Quell’uomo sapeva trasformare in parole ciò che lei sentiva e nessuno come lui conosceva così profondamente il suo dolore.
Per un momento avrebbe voluto stringerlo forte a lei e dirgli quanto lo amava e quanto aveva bisogno di lui. Ma non poteva, non ora.
B”E va bene..Ho paura del buio..” ammise”e tu Castle? Di cosa hai paura? ..di non porter giocare con Angry Birds a causa della batteria scarica??” disse sorridendo.
L’uomo sorrise a sua volta ma mentre le porte si aprivano uscendo prima della donna voltandosi verso di lei sussurò:
“Io ho una grande paura Kate…quella di rimanere solo…”
 

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Capitolo 3
*** Freddo ***


 “Io ho una grande paura Kate…quella di rimanere solo…”
Le parole dello scrittore l’avevano gelata. Non era solo quello che aveva detto ma come aveva pronunciato ogni singola sillaba. Il dolore che traspariva era così profondo da sembrare insormontabile.
In un attimo la detective si rese conto che il giorno del funerale di Mongomery non era la sola ad essere rimasta ferita.
Quello che Castle aveva provato aveva lasciato nell’animo dell’uomo una ferita forse ancora più dolorosa di quella che aveva lei sul petto.
Nel tempo di un pensiero provò ad immaginare cosa sarebbe successo se quel giorno Castle fosse stato sufficientemente veloce da rimanere colpito al suo posto.
Come si sarebbe sentita se i ruoli fossero stati invertiti, se avesse pensato di aver perso per sempre Castle, se l’avesse visto quasi morire tra le sue braccia, impotente.
Il cuore quasi si fermò, sentì mancare l’aria, una disperazione indicibile cominciò a farsi strada nell’anima…
Ecco cosa aveva provato Castle…e lei gli aveva mentito dicendo di non ricordare niente.
Si sentì morire, come se le avvessero sparato nuovamente, ma faceva molto più male di un proiettile.
C:” Beckett! Allora…che ti succede? E’ tardi, e meglio che andiamo alle macchine prima che torni a sorgere il sole! So che non ti piace la notte ma non mi sembra il caso di diventare dei vampiri al contrario!”
Kate guardò l’uomo che le stava tenendo aperto il portone d’uscita quasi fosse la prima volta che lo vedeva.
Aveva nel cuore una voglia fortissima di corrergli incontro e di abbracciarlo con tutta se stessa ma il suo muro purtroppo era ancora lì a impedirgli di vivere come voleva.
B.”Arrivo Castle! Quanto ai vampiri mi ti ci vedo proprio con il mantello e tutto il resto!”
Attraversando la porta si voltò verso il suo scrittore e i loro occhi si incrociarono come ormai troppo spesso capitava.
I sorrisi che entrambi avevano sul volto si spensero in uno sguardo ben più intenso e carico di significato. Kate si fermò sulla soglia e si rese conto che sarebbe bastato un attimo di esitazione e il suo muro sarebbe caduto senza rumore.
Castle capì in quel momento che le parole che gli erano sfuggite in ascensore non erano cadute nel vuoto e il suo cuore stava battendo all’impazzata dall’emozione.
Con un filo di voce azzardò:
C” Kate…io..so che non ricordi…ma….”
B.”C-come non ricordo..certo che ricordo..”
Castle era pietrificato.
Un attimo e il muro ritornò violentemente tra loro
“ Ricordo perfettamente…” Castle ormai non riusciva a respirare “..dove ho parcheggiato l’auto…e visto che la tua è dietro la mia basta che mi segui, bambinone smemorato!”
Era riuscita anche stavolta a sfuggire a sé stessa, e con il cuore che ormai cercava di uscire dal petto si girò di scatto dirigendosi verso la macchina.
Castle intanto rimase come di sale, per un attimo aveva sperato che Kate si fosse ricordata le sue parole, ma aveva anche paura. Paura che se veramente si fosse ricordata l’avrebbe respinto facendo così morire tutte le sue speranze.
B.”Allora Conte Dracula…vieni? Guarda che fa freddino sai?”lo prese in giro Beckett che ormai aveva recuperato il suo autocontrollo.
Castle si scosse e in un attimo fu vicino alla detective sorridendo. Si rese conto che la donna stava tremando anche perché era uscita senza giacca.
C”Beckett..so che sei invulnerabile..ma temo che anche tu con questo freddo rischi di prenderti un raffreddore con i fiocchi”
Mentre diceva queste parole si sfilò il cappotto e lo appoggiò con delicatezza sulle spalle della sua musa infreddolita.
A quel tocco gentile Kate chiuse gli occhi per assaporare meglio quel momento. Sentì il calore dell’uomo che era rimasto sull’indumento che adesso la scaldava, il profumo di lui che la avvolgeva e sentì anche le braccia di Castle che la stringevano per scaldarla meglio. Arrossì di colpo  aprendo gli occhi.
E lui era li. I suoi profondi occhi blu erano li. E la guardavano rapiti quasi aspettando un cenno, un indizio di qualsiasi tipo che gli facesse capire che il muro non c’era più, che anche se no ricordava le sue parole di quel giorno provava per lui lo stesso sentimento.
Erano così vicini che il “fumo” che usciva dalle loro labbra era ormai uno solo, potevano sentire distintamente i cuori che battevano quasi impazziti; tremavano, più per l’emozione che per il gelo.
B”Castle..io…”
C”Kate...”
XX”Se non volete finire nella pagina dei necrologi di domani mattina è meglio che mi diate subito tutto quello che avete in tasca e nella borsa!!! Avanti…venite subito qui dietro!!!”

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Capitolo 4
*** Come chi sono? ***


Sembrava veramente che qualcuno si fosse accanito su di loro.
XX:” Muovetevi!! Ho detto di venire subito qui”
Il ladro di strada era piuttosto alto e robusto e aveva il volto coperto da un passamontagna.
Teneva una mano dentro la tasca del giubbotto di pelle che indossava e dava proprio l’impressione di nascondere qualcosa di pericoloso.
Era molto agitato e non sembrava un veterano delle rapine, anzi, forse era più spaventato delle sue stesse vittime.
C.” Ok ok, non ti agitare”
B.” Senti amico..credo che stasera ti sia andata proprio…”
C”BENE!..Ma è chiaro tesoro..tranquilla…mi ha riconosciuto e quindi sa che stasera non avrà bisogno di altri clienti!”
Beckett guardò Castle come se fosse impazzito di colpo…altri clienti…mi ha riconosciuto…TESORO!!..
B” Castle? Ma sei impazzito per caso…”
XX” BASTA CON QUESTO CASINO!!! Chi diavolo saresti tu buffone!! Non mi prendere per il c…”
C” Come chi sono?? Richard Castle!! Il famoso scrittore..ma non hai letto il mio ultimo roman…”
XX” STAI ZITTO HO DETTO!!! Non mi frega niente chi sei..tira fuori tutto quello che hai nel portafoglio e in tasca…muoviti”
C:”Certo certo! Ecco..qui c’è anche l’orologio e il cellulare..”
XX” E bravo lo scrittore.. e tu…cosa mi dai?”  disse rivolto a Kate.
B” Se vuoi di do un...”
C” Dai tesoro…dagli pure la borsa…domani te ne compero un’altra..”
B” Castle…ma cosa diavolo…”
C”Ok Ok te ne compero due..va bene?? “
B”Tu non mi comperi niente brutto idiota!!” e girandosi verso il farabutto” e tu invece..adesso..”
YY”..allora Clay…non hai ancora fatto??? Muoviti..potrebbero esserci degli sbirri in giro!!”
Alle spalle dei due rapinati comparve un secondo uomo, molto più grosso del suo compare, ma soprattutto con una voce molto più sicura del fatto suo. Doveva essere il capo della mini banda, anzi lo era sicuramente.
Non appena vide la donna esclamò” Ecco perché ci mettevi tanto!! Perché non mi hai chiamato…volevi goderti da solo questa bellezza vero?”
Mentre pronunciava queste parole il suo sguardo non dava possibilità di interpretazioni errate. Era piuttosto evidente che il suo curriculum non si limitava alle rapine.
Si avvicinò lentamente alla detective e con la punta delle dita le sfiorò il viso.
Kate stava per reagire quando Castle prese con forza il polso dell’uomo  bloccandolo a mezz’aria.
C”Hai già avuto ciò che volevi! Adesso sparisci!”
Beckett rimase di sale; non aveva mai sentito il suo scrittore esprimersi con voce così ferma e intimidatoria.
Il capobanda non si girò nemmeno a guardare Castle che lo sfidava apertamente con lo sguardo. Sul viso del malvivente  si materializzò un sorriso malvagio e con una velocità spaventosa colpì lo scrittore con una violenza inaudita.
Castle cadde a terra rimanendo immobile per qualche secondo.
B” Rick!!…brutto bastardo…io ti…
La voce di Kate si bloccò in gola, una pistola era a pochi centimetri dal suo naso, il complice la teneva ferma per un braccio e le puntava la pistola alla testa.
YY” E così volevi difendere la tua donna??”
Come un cacciatore con la sua preda ormai sfinita il capobanda girava intorno al povero scrittore ancora a terra.
Non appena Castle cercò di alzarsi venne raggiunto da un violento calcio nello stomaco che gli bloccò il respiro. Un dolore lancinante gli fece capire che forse qualche costola non era più integra.
YY”Allora..campione di scrittura…cosa mi dici ora?”
C”..Sei un bastar..”
Un altro calcio lo raggiunse con forza impedendogli di finire la frase.
B” Castle!!! Ti prego…”
YY” Sta zitta!! Vediamo se ne vuole ancora…!”
Beckett stava letteralmente impazzendo. Non poteva fare niente. Il complice di quell’animale rideva compiaciuto e continuava a tenerla sotto tiro.
Ad un tratto un rumore in fondo al vicolo mise in allarme i due farabutti.
XX”Danny!! Andiamo…ti sei divertito abbastanza..abbiamo già il suo portafoglio…andiamo prima che arrivi qualche poliziotto!”
YY”Stai zitto Clay!! Ora voglio il mio premio di fine serata…”
Cosi dicendo si avvicinò velocemente alla donna e la baciò con violenza.
Beckett disgustata di divincolò con decisione ma l’uomo era troppo forte.
Castle cercò di intervenire ma appena provò al alzarsi per difendere Kate venne colpito di nuovo dal tirapiedi armato.
Un altro rumore fece sobbalzare i quattro.
XX”Danny! Maledizione!! Andiamo!!”
YY”Ok! Va bene!! …a presto…tesoro”
I due si allontanarono tenendo sotto tiro le proprie vittime e solo alla fine del vicolo si voltarono per correre velocemente. Beckett rimase immobile ma appena i due si voltarono partì all’inseguimento.
Una voce però la raggiunse:
C.”BECKETT!!! FERMATI!!! SEI DISARMATA…MALEDIZIONE!!”
Come se fosse stata colpita da un fulmine Kate si bloccò di colpo. E ricordò. E capì.
Quella mattina, alla fine di una settimana d’inferno, era riuscita a bloccare l’assassino del piccolo Josh ma aveva dovuto sparare all’uomo per evitare che fuggisse.
Come da protocollo aveva dovuto lasciare la sua pistola alla balistica per la redazione del rapporto.
E Castle, conoscendola più di se stesso, sapeva che alla rapina avrebbe reagito da poliziotto!! Ma purtroppo sarebbe stata un’azione suicida.Lei era disarmata.
Ecco il perché della commedia, ecco perché non voleva farla parlare. Lei si sarebbe dichiarata come poliziotto e avrebbe estratto una pistola che in realtà non c’era.
L’aveva protetta ancora una volta.
Quando si rese conto della situazione gli occhi si riempirono di lacrime.
C” Kate!! ..io avrei bisogno di una mano..”
Sembrava un sospiro. La voce dell’uomo la raggiunse come una lama.
Corse immediatamente indietro e si inginocchio vicino a lui.
B”Santo cielo Rick!..devo portarti subito in ospedale!”
C:”NO!! Ti prego!! Se mia madre e Alexis vengono a sapere cos’è successo rinunceranno sicuramente a partire per lo stage alla Columbia!”
Beckett non credeva alle sue orecchie. L’uomo che aveva davanti e che probabilmente oltre al labbro spaccato aveva minimo qualche costola incrinata stava pensando a non far preoccupare sua madre e sua figlia.
B”Ma Castle..come facciamo..non sei proprio una meraviglia sai??” disse sorridendo per cercare di mandare indietro le lacrime di commozione.
C”Ti prego Kate!..ti prego..!”
Mentre diceva queste parole quasi perse i sensi; evidentemente il dolore doveva essere quasi insopportabile.
B”Va bene! Va bene Rick!...adesso ti porto a casa mia! Dovrei avere qualche fascia elastica per le costole e cercheremo di medicarti al meglio! Ma domani facciamo un salto all’ospedale dopo che le tue donne saranno a distanza di sicurezza! Ok??!!o
Ormai senza fiato Castle annuì e poi sorrise pensando che prendere tutte quelle botte poi non era stato così male. In fondo avrebbe passato la notte con la sua Kate.
 
 
 

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Capitolo 5
*** Guida piano Kate. ***


Il vento freddo fece rabbrividire sia la detective che il povero scrittore.
Kate aiutò l’uomo a sedersi pian piano contro il muro.
Il dolore era forte ma Castle cercò di non far capire alla sua musa quanto soffriva.
Sul volto della donna infatti era evidente la preoccupazione ma soprattutto il senso di colpa che provava e non voleva certo peggiorare la situazione con lamenti o altro.
Lentamente si misero in piedi e si avviarono pian piano verso la macchina.
Castle aveva il braccio attorno alle spalle della detective che lo sosteneva stringendolo alla vita.
Per un attimo Kate ebbe un deja vue..sembrava quasi la stessa situazione in cui Castle l’aveva baciata sotto copertura quando si avvicinarono abbracciati a dove erano rinchiusi Esposito e Rayan.
Arrossì violentemente al pensiero e spostò lo sguardo sul povero ferito. Stava male, si vedeva, ma nello stesso tempo sembrava sorridere. Chissà per quale motivo, si chiese incuriosita la donna.
Se avesse potuto leggere nella mente di Castle! Avrebbe visto lo stesso splendido ricordo.
Arrivarono con fatica alla macchina e Beckett aiutò Castle a sedersi.
Nel momento in cui si appoggiò al sedile Castle cercò di trattenere un lamento ma il tentativo andò a vuoto.
B:”Castle…io ti porto all’ospedale..non credo sia una buona idea andare a cas…”
C”T-ti prego Kate! Non fa poi così male..credimi..sai che mi piace farmi coccolare..è una sciocc..HAAAAA!!”
Beckett l’aveva inconsapevolmente sfiorato per aiutarlo a sedersi meglio e quell’urlo soffocato le tolse il fiato.
Sapeva però che lui non avrebbe ceduto quindi avvicinandosi sussurrò all’orecchio dell’uomo
B”Non sei molto bravo come bugiardo sai?..senti..va bene..andiamo a casa..ma se continui a stare così male una volta medicato ti porto al Pronto Soccorso!”
C.”Va bene! …ma guida piano Kate…il contrario di quello che fai di solito..ok?”
Riusciva sempre a farla sorridere anche nelle situazioni più assurde.
Chiuse lentamente la portiera dalla parte del passeggero e velocemente girò intorno all’auto per salire dalla parte del conducente.
Sistemò per bene gli specchietti dell’auto di Castle  poi si rese conto che non aveva le chiavi.
O meglio, le chiavi le aveva ancora Castle nella tasca della giacca quando aveva aperto le portiere con i telecomando.
B:”Castle, riesci a passarmi le chiavi?”
Lo scrittore mise la mano nella tasca destra ma il suo volto diventò una maschera di dolore.
C”Mmmm..in questo momento ho un piccolo problema di movimentazione…”
B.”Lascia stare…ci penso io..”
Nel dire queste parole allungò il braccio sinistro e praticamente si trovò abbracciata all’uomo con iI viso pericolosamente vicino.
Le labbra a un soffio le une dalle altre.
C”..So che sono irresistibile…ma ti prego…fai presto..qualunque cosa tu voglia fare…perché mi stai facendo malissimo…” sussurò l’uomo.
Imbarazzatissima la donna prese velocemente le chiavi ma invece di spostarsi subito esitò fissandolo negli occhi e gli posò un lieve bacio sulla guancia lasciandolo senza fiato, e certo non solo per il dolore.
Accese il motore velocemente e partì verso casa sentendo lo sguardo sorpreso dello scrittore addosso.
B” ..era per ringraziarti di quello che hai fatto…Rick..mi hai salvato la vita..”
C.”..Always.. Kate..”

 
 
 
Scusate…capitolo breve..ma è per arrivare meglio al prossimo…
Spero comunque che vi piaccia lo stesso!!

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Capitolo 6
*** Dott.ssa Beckett ***


Il viaggio sembrò un’autentica tortura per entrambi.
Kate cercava di evitare qualsiasi sobbalzo o frenata brusca ma non era certo facile e ogni volta che non ci riusciva inevitabilmente a Castle sfuggiva un lamento.
Maledizione! Non avrei dovuto promettergli di portarlo a casa mia! Sta troppo male! E se ha qualche lesione interna?
Mentre pensava questo si girò verso lo scrittore e vide che stranamente lui sorrideva.
Certo, si vedeva che soffriva, ma aveva gli occhi, quegli splendidi occhi, che brillavano.
Mi ha dato un bacio..certo non del tipo che sogno ogni notte…ma l’ha fatto spontaneamente, non perché era sotto copertura o per farmi gli auguri…sento ancora il calore delle sue labbra sul viso..
Arrivarono finalmente sotto l’appartamento della detective e la donna parcheggiò il più vicino possibile al portoncino d’entrata.
Scese dall’auto e girandogli attorno andò ad aprire lo sportello del passeggero.
Castle era molto pallido e sofferente.
Si piegò su di lui e praticamente lo abbracciò per aiutarlo ad alzarsi.
Lentamente l’uomo riuscì ad alzarsi cercando di non far sentire alla sua musa i lamenti che gli sfuggivano inevitabilmente.
Con un ultimo sforzo riuscirono a mettersi in piedi completamente ma si trovavano in una situazione piuttosto imbarazzante.
Kate aveva le braccia che passavano sotto quelle di Castle e con il viso praticamente appoggiato guancia a guancia con lo scrittore; e siccome per sostenerlo meglio lo aveva fatto appoggiare contro l’auto era rimasta praticamente bloccata con le mani dietro la schiena dell’uomo.
Sentiva il respiro dello scrittore che le sfiorava il collo e il suo profumo che la inebriava.
Percepiva il calore del corpo dell’uomo e il suo cuore che batteva forte.
Le mancava il fiato per l’emozione e aveva quasi paura a muoversi, ma doveva fare qualcosa assolutamente.
Non potevano mica rimanere così per sempre.
Castle intanto non riusciva a credere a ciò che gli stava succedendo.
Era così vicina, chiuse gli occhi per un attimo e inspirò lentamente il profumo della donna sentendo distintamente che il cuore di lei batteva quando il suo.
Nonostante il dolore lancinante al costato non si era mai sentito così bene in vita sua.
Il volto della donna era praticamente appoggiato al suo e avrebbe voluto che il tempo non passasse mai.
Lentamente la donna scostò il viso e il loro occhi si incontrarono di nuovo perdendosi l’uno nell’altro.
Nessuno dei due riusciva a respirare.
D’un tratto Castle si avvicinò ancora e ancora…e posò le labbra delicatamente come un soffio di vento su quelle della donna scostandosi immediatamente per sospirare:
C.”..è per ringraziarti di non avermi portato in ospedale…”
Un brivido percorse la schiena di Kate ma riuscì a mantenere il controllo ancora una volta.
B:”…andiamo….vediamo di medicarti al più presto…”
Castle non sapeva se essere felice o deluso.
Era felice perché nonostante il bacio rubato era ancora vivo ma deluso per la mancanza di qualsiasi reazione della donna.
Se avesse potuto sentire cosa provava Kate i suoi dubbi sarebbero svaniti.
Mentre aiutava l’uomo ad entrare nello stabile quasi non riusciva a pensare.
Sentiva solo le labbra morbide di Castle sulle sue, voleva solo sentirle di nuovo e ancora e ancora.
Desiderava ardentemente di rispondere ai suo baci con tutta sé stessa. Ma non poteva, non ora, non adesso.
Arrivati nell’androne Castle cominciò a lamentarsi.
C” Dannazione… dovrò fare tre piani a piedi..qui non hai l’ascensore…sarà una tortura!”
B”..Veramente l’ascensore c’è…..”disse la detective tra l’imbarazzato e il divertito.
C” COME C’E’!!!! MA SE MI HAI SEMPRE FATTO FARE LE SCALE!!”
B”E’ qui dietro…vieni…era per il tuo bene Castle..un po’ di moto ti fa bene credimi!!”
C” ..sei una donna crudele Beckett!!..non hai pietà neanche per il tuo partner…”
B”..Sono anche piena di sorprese però caro il mio scrittore..”rispose provocandolo la donna.
Di nuovo in un ascensore, ma stavolta molto più angusto e poco invitante.
Appena dentro Kate sentì il solito disagio attanagliarle lo stomaco soprattutto perché continuava a dover sostenere Castle che sembrava sempre più sofferente.
C:”…Tranquilla Kate!..la candela è sempre pronta…niente buio!!...e io non scappo di certo!!”
Pronunciò queste parole con un sorriso smagliante sforzandosi di non far trasparire quando il dolore lo stesse martoriando.
Kate si rese conto in quel momento quanto amasse profondamente quell’uomo.
Arrivarono velocemente al piano  e finalmente entrarono nell’appartamento della detective.
La donna fece entrare lo scrittore.
Castle si stava dirigendo verso il divano ma la detective lo fermò decisa e fissandolo negli occhi disse piano arrossendo violentemente:
“Meglio in camera da letto….”
Castle deglutì rimanendo poi con la bocca semiaperta dallo stupore.
Lentamente i due entrarono nella stanza con Kate che continuava a sorreggere un Castle sempre più stupito.
Kate accese la luce delicata di un abajour e aiutò Castle a sedersi sul letto.
B” Cerca di non fare movimento bruschi, adesso vado a prendere l’occorrente per medicarti..”disse con fare materno.
C:” ..obbedisco…”rispose Castle in modo canzonatorio per stemperare un po’ la tensione che si sentiva nell’aria.
La donna si infilò velocemente nel bagno e Castle tese le orecchie ascoltando tutti i rumori che provenivano dall’altro locale; sentì  l’acqua scorrere, rumore di cassetti sbattuti, di armadietti aperti.
Lentamente e con una fatica immane riuscì a togliersi la giacca ma il dolore era veramente intenso.
Mentre cercava di riprendere fiato  ad un tratto Kate ricomparve sulla soglia.
Si era cambiata velocemente mettendosi una maglietta bianca leggera e un paio di pantaloni della tuta neri piuttosto attillati. Era scalza e Castle rimase estasiato dalla visione; pensò che non l’aveva mai vista così bella.
Teneva in mano una bacinella d’acqua fumante e una piccola valigetta del pronto soccorso.
Lo sguardo di Castle la fece arrossire violentemente e abbassando la testa per non guardarlo negli occhi si avvicinò lentamente.
Si fermò in piedi davanti all’uomo che continuava a fissarla incredulo.
Sempre evitando il suo sguardo si inginocchiò davanti a lui.
B” Dobbiamo medicarti anche il labbro…ma ci occuperemo prima  delle costole…intanto vediamo di togliere la camicia…è tutta bagnata e sporca…”
La donna cercando di mantenere un certo controllo avvicinò le mani e con delicatezza estrema cominciò a lavorare lentamente su ogni bottone.
Castle non riusciva a togliere gli  occhi di dosso dalla sua musa.
La fissava stupito e ad ogni bottone che si apriva il suo cuore perdeva un colpo per l’emozione.
Era intenerito nel vedere la donna così imbarazzata da non riuscire neanche a guadarlo. Sembrava una bambina sperduta.
La camicia ormai era tutta aperta e Kate con lentezza la fece scivolare lungo le braccia dell’uomo per poterla sfilare. Il movimento però fece sfuggire a Castle un urlo soffocato di dolore.
B”…mi dispiace Castle!...”
La pena che provava era immensa ma riuscì comunque a togliere l’indumento per poi buttarlo a terra.
Castle era rimasto così a torso nudo seduto sul letto con Kate inginocchiata davanti a lui senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
La donna cominciò ad immergere una morbida spugna nella bacinella e dopo averla strizzata la avvicinò con le mani tremanti al corpo dell’uomo.
Con una dolcezza e delicatezza infinita lentamente appoggiò la spugna sul torace ed iniziò a pulire tutta la superficie della pelle martoriata dai calci del delinquente.
L’ematoma era molto esteso e c’erano anche delle piccole ferite da medicare assolutamente prima di applicare le garze elastiche.
Castle continuava a seguire le mani di Kate che si posavano sul suo corpo e nonostante il dolore fortissimo era felice.
Mentre proseguiva con il suo lavoro la donna indugiò con lo sguardo sul torace dell'uomo; era piuttosto evidente che si era dedicato alla palestra e si ritrovò con le mani sui pettorali dell'uomo arrossendo violentemente.
Appena finito appoggiò la spugna nella bacinella e aprì la cassettina del pronto soccorso. Prese un piccolo barattolino e dopo aver preso con le dita un po’ dell’unguento che c’era dentro alzò finalmente gli occhi verso quelli dello scrittore.
Erano velati dalle lacrime.
B.” …Castle…devo metterti della crema cicatrizzante e disinfettante sulle ferite…altrimenti la garza elastica che applicherò dopo potrebbe creare qualche infezione…ma farà male Rick…mi disp…”
Lo sguardo dell’uomo le fece morire le parole in gola. Non aveva parlato, ma era come se l’avesse fatto.
Le dita della donna si appoggiarono con esitazione sulla ferita che Castle aveva sul fianco.
Il volto dello scrittore diventò una maschera di dolore ma non un lamento uscì dalla sua bocca.
Kate fece più velocemente possibile ma sapeva bene quando soffriva l’uomo che aveva davanti.
Questo pensiero diede forza alle lacrime che ormai scendevano silenziose sul suo volto.
Si voltò per non farsi vedere ma Castle colse con la sguardo la situazione.
C”Kate…non è colpa tua…tranquilla..va tutto bene..chi potrebbe lamentarsi di un’infermiera così premurosa!!” disse con un sorriso.
La donna rispose al sorriso e prese dalla cassetta la fascia elastica.
B” Castle…ora devi trattenere il fiato il più possibile…così potrò stringere bene la fascia attorno al torace bloccando le costole…sarà doloroso ma..non c’è altro modo…”
C”Va bene…ma se mi lamento un po’ non ti arrabbiare ok?...sai che sono un bambinone viziato e pauroso…”
La donna sorrise e con la fascia in mano si avvicinò ancora all’uomo.
Lui seduto sul bordo del letto e lei inginocchiata  con il viso praticamente davanti a quello dell’uomo. Si guardarono negli occhi per alcuni secondi e poi Kate cominciò a fasciare con forza il corpo dell’uomo.
Il dolore era impressionante e più di qualche volta si lasciò sfuggire urla soffocate.
La donna non riusciva a trattenere le lacrime e quando finalmente finì la tortura cominciò a singhiozzare.
Aveva la testa appoggiata al petto dell’uomo e aveva le braccia avvinghiate sulla vita abbracciandolo.
Castle era stremato ma con delicatezza prese il viso della donna tra le mani obbligandola ad alzare lo sguardo su di lui.
Lentamente cercò di asciugare le lacrime della detective con le dita e sussurrò:
“Ottimo lavoro dott.ssa Beckett..secondo me ha un futuro come ortopedico sa!! Credo che la consiglierò a tutti quelli che vengono picchiati…”
Kate aprì gli occhi e con un sussurro disse:
B:”….Ti amo…”
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Tutto il tempo del mondo. ***


B:”….Ti amo…”
Quasi si fosse bruciata all’udire le parole che aveva pronunciato la donna scattò in piedi e cominciò a indietreggiare.
Non era riuscita a controllare con la mente quello che il cuore ormai gridava.
Tremava come un foglia, la testa gli girava e respirava a fatica.
Castle non riusciva neanche a pensare. Era tramortito.
Nella sua testa risuonavano solo quelle due parole e stentava a credere che fosse successo realmente.
Alzò lo sguardo verso donna che continuava lentamente ad allontanarsi e vide lo smarrimento nei suoi occhi
Non gli avrebbe permesso di allontanarsi ancora. Non ora  che sapeva lei lo amava.
Con uno sforzo immane si alzò e si diresse deciso verso la detective.
Arrivò  davanti a lei fissandola negli occhi.
B.”..Castle..io….” non riusciva a parlare e distolse lo sguardo cercando di sfuggire ancora.
Castle appoggiò immediatamente le mani bloccandole ogni via d’uscita.
Kate si ritrovò con le spalle al muro e l’uomo che amava ad un soffio da lei.
Dopo secondi che sembravano ore Castle sospirò:
C” Kate…ti amo Kate…ti prego…nessuno potrà mai impedirmi di amarti…solo tu!”
Pronunciate queste parole abbassò le braccia lasciandola libera di decidere.
E lei decise di andare.
Scivolò lungo il muro e si diresse verso la porta.
Castle rimase immobile.
Chiuse gli occhi e alzò la testa cercando di trattenere le lacrime che ormai scendevano sul suo volto.
Il suo amore non le bastava.
Era stato sconfitto. Il muro non aveva ceduto e un senso di vuoto lo invase.
Kate arrivò alla porta e appoggiò la mano sulla maniglia per poter fuggire di nuovo a sé stessa ma ebbe l’impulso irrefrenabile di girarsi verso l’uomo.
Lo vide immobile davanti alla parete, come se fosse stato pietrificato dal dolore, le lacrime silenziose che scendevano sul volto, i pugni chiusi e il respiro spezzato dai singhiozzi muti.
Tolse la mano dalla maniglia come folgorata.
Ma cosa stava facendo? Come poteva fare questo?
Per un attimo le sembrò di sentire la voce di sua madre.
Sii felice Katy! Io sarò sempre con te, qualunque cosa tu decida di fare! Ma sii felice!
Silenziosamente camminò lieve verso l’uom.
Si sistemò lentamente davanti al lui. Aveva ancora gli occhi chiusi e non si era reso conto del suo ripensamento.
Alzò la mano verso il suo volto ma rimase sospesa a mezz’aria.
Castle si sentiva morire dentro. Ormai l’aveva persa per sempre e questa sensazione di solitudine stava gelando il suo cuore.
…il suo profumo…era il suo profumo quello che sentiva…ne era certo..non poteva sbagliarsi…non poteva…
Rimase incantata a guardarlo quando improvvisamente lui aprì gli occhi…
La mano che era rimasta sospesa si posò delicatamente sul viso dell’uomo.
Nessuna paura nei suoi occhi, nessun passo indietro stavolta.
Lentamente si avvicinò e quasi intimorita da quale potesse essere la reazione appoggiò le labbra sulle sue.
Nel momento in cui aprì gli occhi gli sembrò di sognare. Era lì, davanti a lui. Nel momento in cui sentì il tocco della sua mano sul viso capì che niente li avrebbe più separati. Sentì il respiro della donna mescolarsi al suo  e poi le sue labbra morbide che lo baciavano.
Rispose con dolcezza al bacio. Le labbra di entrambi giocavano morbidamente con quelle dell’altro, senza forzature, quasi timorose che tutto poteva svanire come in un sogno.
Si divisero solo per un attimo per potersi perdere ancora una volta nei loro sguardi.
Kate si impossessò di nuovo della bocca dell’uomo che rispose stavolta con passione spingendola contro il muro. Le labbra si schiusero e entrambi capirono che nessuno avrebbe potuto fermarli.
Le mani dello scrittore scivolarono sotto la maglietta della donna sfiorandole la pelle continuando a baciarla sul viso, sul collo e di nuovo sulle labbra.
Kate posò le mani sul torace nudo dell’uomo abbracciandolo e…
C.”..HAAAAA…”
Una smorfia di dolore comparve sul viso dello scrittore.
B”…mio dio…Rick!! ..ti prego!...mi dispiace..non volevo…”
C” ..mi spiace Kate!!...aiutami a sedermi ti prego…”
Lentamente i due tornarono a sedersi sul letto. Castle aveva un’espressione mortificata.
C”..io….Kate…”
La detective lo baciò nuovamente con dolcezza infinita sorridendo.
B” Sono quattro anni che mi aspetti, quattro anni che mi proteggi, che mi ascolti, che mi consoli e mi ami…pensi che non possa aspettare anch’io?” disse con voce dolce e appassionata.
C”..Ti amo Kate…”
B”..lo so!!..chi potrebbe non amarmi??” scherzò.
Per un attimo il sorriso scomparve e un’espressione intensa comparve sul viso della donna.
B”..Ti amo Rick…con tutta me stessa..”
In quel momento entrambi capirono che avrebbero avuto tutto il tempo del mondo.
 
-      Fine -
 
 
 
Cari amici, sappiate che in questo breve racconto ho messo tutto il mio cuore e spero che nonostante tutto qualcosa di buono vi sia rimasto. Grazie a tutti quelli che mi hanno scritto e che hanno trovato il tempo di commentare. I vostri consigli sono stati preziosi. Alla prossima..sempre se vorrete leggermi ancora-
Un bacio a tutti
Tittili
 

 
 

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