You belong with me.

di marmelade
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** For you, I'll be drunk again, again and again ***
Capitolo 2: *** I'll never trust (I'll always trust) your eyes ***
Capitolo 3: *** Now, I can make you mine ***
Capitolo 4: *** I want all of you, forever ***
Capitolo 5: *** My inner peace has your name ***
Capitolo 6: *** Stop all, this is a robbery! ***



Capitolo 1
*** For you, I'll be drunk again, again and again ***


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For you, I'll be drunk again, again and again



Nicole.
 

La musica della discoteca rimbombava assordante nelle mie orecchie, ma sembrava che solo a me desse fastidio.
Jenny e Zayn continuavano a sbaciucchiarsi e ballare al centro della pista, mentre lei scrollava i suoi lunghi capelli biondi, e lui fumava lentamente una sigaretta, quando non la baciava.
D’un tratto, il Blackberry nero tra le mie mani vibrò, segno di un messaggio.
Rigirai il telefono tra le mani, mentre le luci psichedeliche cominciavano a darmi più fastidio della musica assordante.
Perché diavolo avevo accettato quell’invito, se tutto mi dava fastidio?!
Sbuffai, mentre decisi che, forse, leggere quel messaggio mi avrebbe fatto ridestare da tutti i pensieri.
Ma quando mai io indovinavo qualcosa?!
“Ti stai divertendo piccola? Fai la brava, mi raccomando! xx”
Ma xx di cosa? Non lo voglio un tuo bacio, Alan, non l’ho mai voluto e mai lo vorrò!
Perché non lo capisci? Perché non capisci attraverso il luccichio dei miei occhi che io non voglio stare con te, che forse non ho mai voluto e che non vorrò mai?
Armeggiai velocemente con le dita sulla tastiera del Blackberry, rispondendo un semplice “Certo!” con tanto di faccina felice, che tutto poteva essere, tranne che felice.
Ci mancava solo quel messaggio ad irritarmi ancora di più, quella sera.
Non bastava soltanto la musica alta, gli sbaciucchiamenti vari, Maya che non si trovava e…
“Compratemi un pony! Voglio un pony tutto rosa da coccolare mattina e sera!”
…e Louis ubriaco?!
Scossi il capo rassegnata, mentre mi avvicinavo al tavolino dove Liam era appoggiato, con Louis di fronte steso su un divanetto, che diceva ancora più cazzate.
“Certo Louis, ti compreremo un pony…” rispose Liam, cercando di alzarlo, ma l’idiota continuava ad opporre resistenza, buttandosi nuovamente sul divanetto di pelle nera, incrociando le braccia al petto e mettendo su un musino imbronciato che avrebbe fatto invidia a tutti i bambini capricciosi esistenti sulla faccia della terra.
“Perché non mi prendete mai sul serio?! Io lo voglio davvero un pony rosa, come quelli di My Little Pony, che sono tutti buoni amici! Voi non siete buoni amici, ecco perché voglio un pony rosa… PERCHE’ LORO SANNO COS’E’ L’AMICIZIA!”
Liam scosse il capo, ormai rassegnato, sedendosi nuovamente sulla sedia e poggiando il viso tra le mani, mentre Niall per poco non si affogava con la vodka per le risate.
Sbuffai, aggiustandomi lo chignon che, ormai, si era completamente rovinato, e mi avvicinai a Louis, scrollandolo con poca grazia.
“Forza Louis, andiamo a casa” dissi decisa, mentre lui apriva gli occhi stanchi e ubriachi e mi guardava stordito. Cosa non avrei fatto per quei suoi occhi azzurri…
“Nicole… sei sicura di volerlo riportare a casa?” domandò Liam, alzando improvvisamente il viso e guardandomi stranito.
Mi voltai verso di lui e annuii decisa, ma Louis ancora non si alzava.
Cosa pensava, che l’avrei ucciso? Certo, ne avevo l’intenzione, ma non mi sarei presa la soddisfazione di ucciderlo mentre era ubriaco.
Al massimo sobrio, così avrebbe ricordato.
“Non lo ammazzerò. Ce la posso fare da sola, sai quante volte ho scarrozzato gente ubriaca?!” esclamai, voltandomi nuovamente verso Louis e tirandolo su per le mani.
“Sei sicura?” domandò ancora Liam, con un’espressione preoccupata sul volto.
Gli sorrisi, mentre portavo un braccio di Louis intorno alla mia spalla, e il mio intorno alla sua vita.
“Sicurissima. Sta’ tranquillo, paparino, Louis è in buone mani!”
“NO, vi prego, non lasciatemi con lei! LEI MI UCCIDERA’!” urlò l’idiota in questione, con una voce strascicata.
“Sta’ zitto, e ringrazia che ti aiuti!” risposi, fulminandolo letteralmente con uno sguardo.
Louis serrò immediatamente le labbra, mentre Liam scosse il capo, e continuò a guardarci preoccupato.
Feci un cenno di saluto a Zayn, Jenny e Niall con la mano libera e dissi a Liam di avvertire Maya che ero tornata a casa a fare da crocerossina ad un idiota.
Aggiustai il braccio di Louis intorno alle mie spalle e mi avviai verso l’uscita, con lui che continuava a dire cose senza senso e salutare in giro persone che nemmeno conosceva.
“Oh, quella tipa è venuta a letto con me, una volta! No, aspetta, forse no… sicuramente no… ciao barista! Come va la vita? E’ bello fare tutti quei drink che poi le persone bevono, eh? Peccato che tu non possa farlo… o lo fai? Oooh, Nicole, guarda questo bestione!” esclamò, indicando il tizio della security, che lo guardava stranito.
Sapevo che saremmo andati a finire nei guai. Ma perché era impossibile farlo stare zitto?!
“Wooow, sei enorme, amico! Sei più forte e muscoloso di John Cena! Ricordi, Nicole? Quello di SmackDown! Mi ricordo che io e il mio amico Stanley, non ci perdevamo una puntata! Si, e poi mi ricordo che provavamo anche noi a lottare come facevano loro… ed eravamo anche bravi! Poi però, un giorno sono andato a sbattere contro un mobile, e ho messo i punti. Aaah, che bei tempi, ragazzi!”
Il buttafuori lo guardò ancora più stranito, e io cercai di portarlo fuori prima che lo mangiasse vivo.
Cercai di farmi spazio fra tutta quella gente, che ancora doveva entrare, e che sembrava essersi conciata per andare al circo.
Louis, intanto, faceva il cretino con quelle quattro galline conciate a festa, facendole ridere come delle gazze in calore. Scossi il capo e lo tirai via bruscamente, ricevendo uno sguardo scioccato da parte di Louis e leggere imprecazioni da parte delle galline. Patetiche.
“Ma..ma… ma io stavo facendo amicizia!” boccheggiò Lou, indicando le ragazze.
Sbuffai, roteando gli occhi al cielo con fare esasperato.
“Tu non stavi facendo amicizia, Louis. Tu stavi facendo il coglione ubriaco e con gli occhi dicevi ‘ehi bellezza, vuoi vedere il mio pistolino?’. Sei ridicolo… e ubriaco fradicio!” esclamai con un po’ di fatica, aprendo la portiera della macchina e aiutandolo a stendersi nei sediolini posteriori.
Sbattei la portiera e mi andai a sedere davanti, infilando le chiavi della macchina nella toppa in modo brusco, e partendo nello stesso modo.
Mi faceva incazzare il fatto che quel coglione, facesse ancora di più il coglione con delle ragazze che nemmeno conosceva e quelle ci stavano; mi faceva incazzare il fatto che lui avesse appena lasciato Eleonor per un oscuro motivo, senza curarsi minimamente del fatto che quella poverina, in quel momento, potesse essere a casa, distesa su un letto a piangere e versare lacrime per quell’idiota, davanti un pacco di patatine, popcorn, cioccolata e film strappalacrime e vomitevolmente romantici, quasi da portare al diabete, e lui era lì ad ubriacarsi senza rendersi conto della situazione che aveva appena creato.
Ma soprattutto, mi faceva incazzare il fatto che lui non si rendesse minimamente conto di tutto quello che stavo facendo per lui!
Lo stavo portando a casa mia per prendermi cura di lui, stavo ascoltando tutte le cazzate che fuoriuscivano dalle sue labbra – nonostante ne uscissero sempre –, ero accanto a lui mentre tutti lo prendevano in giro.
E non si era reso minimamente conto, di tutte le lacrime che avevo versato per lui sul cuscino, durante la notte,e nemmeno di quelle che versavo ancora.
E nemmeno di quelle che stavo versando in quel preciso istante.
 

 
 
Louis.
 
 

“Forza, Louis, tirati su e scendi dalla macchina”.
La voce sembrava quasi lontana, e i miei occhi non ne volevano sapere di aprirsi. Maledetto alcool.
Mugugnai qualcosa, forse una lamentela, e la persona che aveva aperto la portiera della macchina, sbuffò spazientita.
“Avanti Louis, non ho tutta la notte per farti da crocerossina! Alza il culo e muoviti!” esclamò ancora, con un tono di voce irritato.
Finalmente, riconobbi quella voce. Era strano come non avessi fatto in tempo a riconoscerla, dato che era la voce che ascoltavo praticamente tutti i giorni, e che mi mancava quando non la sentivo.
Aprii lentamente gli occhi ed alzai leggermente il capo, per ritrovarmi davanti la proprietaria della voce, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo rivolto verso un punto indefinito alla sua sinistra, sbuffando spazientita e con i capelli in disordine.
Disordinata, spazientita, incazzata. Ma sempre bellissima.
Si voltò verso di me, che mi stropicciavo gli occhi, e si avvicinò alla portiera della macchina, scrollandomi una gamba.
“Ti muovi?” esclamò, facendomi alzare la schiena di scatto.
“Si, Nicole, un attimo! Un po’ di pazienza, sono ubriaco!” dissi in risposta, porgendole una mano.
Lei sbuffò ancora una volta, e afferrò la mia presa, facendomi alzare completamente dai sediolini.
“Ne ho fin troppa di pazienza con te. Ed è bello che tu ammetta di essere ubriaco! E’ quasi commovente!” esclamò con fatica, mentre mi prendeva come fossi un sacco di patate e poggiava il mio braccio intorno la sua spalla, e il suo intorno la mia vita.
Appoggiai il mio viso nel suo collo pallido, e subito l’odore fruttato della sua pelle m’invase le narici.
Era dolce, al contrario della sua personalità, ma le stava d’incanto.
Era un misto di contraddizioni, quel profumo sulla sua pelle, ma la rendevano più bella di quanto non lo fosse già.
“Louis? Per caso stai dormendo?” domandò all’improvviso, facendomi ridestare da ogni pensiero rivolto a lei.
“No. Pensavo che, se fossi stato zitto, tu saresti stata più contenta…” risposi sussurrando, e la sentii ridere, mentre salivamo con fatica gli scalini che conducevano al portoncino nero del suo palazzo.
“In effetti, hai ragione. Continua a stare zitto, forse è meglio!” rispose, ridendo ancora, e infilando le chiavi nella toppa del portoncino.
Lo aprii con delicatezza, senza farlo cigolare, per poi togliersi i tacchi e salire lentamente le scale, con me appoggiato ancora a lei.
Era strano come Nicole mi stesse aiutando in quel momento. Eppure, stare con lei era l’unica cosa che volevo.
Arrivammo sul suo pianerottolo, stranamente in silenzio, e Nicole infilò le chiavi nella toppa girandole piano, per poi aprirla.
Entrammo ancora faticosamente, avvicinandoci piano al divano, dove lei mi scaraventò quasi bruscamente, come fossi davvero un sacco di patate.
“Un po’ più di dolcezza la prossima volta, mi raccomando!” esclamai, buttando le braccia sul bracciolo del divano di pelle beige.
“E tu la prossima volta non ubriacarti così tanto!” rispose lei, poggiando le mani sui fianchi, per poi allontanarsi verso la cucina.
Persi lo sguardo verso il soffitto, immaginando Nicole, anche se era lì, nella mia stessa stanza, ma ormai quella di guardare verso il soffitto e immaginarla, era diventata un’abitudine.
Da quando avevo preso la decisione di dichiararmi a lei, non c’era stata l’occasione per poterle dire quanto l’amassi e quanto la volessi insieme a me.
Erano due anni, due fottutissimi anni che mi tenevo tutto dentro e che non lo rivelavo a nessuno.
L’ammiravo solo da lontano, immaginando di averla con me, tra le mie mani, tra le mie braccia.
Ma lei non mi amava. Ero sicuro che non mi amasse.
Nonostante Harry mi avesse detto che Nicole provava le stesse cose per me, e anche Maya l’avesse ribadito, io non riuscivo comunque a farmene una ragione.
Perché mi sembrava impossibile, che una ragazza come Nicole, potesse essere innamorata di un coglione come me.
“Tieni. In caso dovessi vomitare” disse improvvisamente, avvicinandosi a me con una piccola bacinella.
Aveva sciolto i capelli dallo chignon, e adesso erano ancora più ricci del solito.
Risi leggermente, guardando la sua figura così buffa e scombinata, in quel momento.
“Perché ridi?” domandò, poggiando nuovamente le mani sui fianchi e guardandomi scettica.
Scossi il capo, ridendo ancora leggermente e chiudendo gli occhi, beandomi del suo profumo.
“Nulla. Sembri un pulcino arruffato, con quei capelli” dissi, ma subito me ne pentii.
Allora era vero che lo stato di ubriachezza, portava a dire la verità che uno non pensa di dire.
Aprii gli occhi di scatto, per poi trovare la sua figura ancora di fronte a me, con un’espressione incazzata sul volto. Stavolta l’avevo combinata davvero grossa…
“Beh, non è che tu sia messo meglio di me, in queste condizioni!” esclamò, per poi darmi uno schiaffetto leggero sulla gamba e sedersi sul pavimento, poggiando la testa sul cuscino del divano.
Guardai il suo viso stravolto rilassarsi e chiudere gli occhi dolcemente, facendomi sorridere.
Istintivamente, le posai una mano tra i capelli ricci, e lei subito si voltò verso di me, con un’espressione confusa sul volto.
Tolsi immediatamente la mano dai suoi capelli, facendo sparire così anche il sorriso sul mio volto, tossicchiando imbarazzato.
“Vuoi… devi vomitare?” domandò, voltandosi nuovamente e fissando la televisione di fronte a se.
“No” risposi, scuotendo il capo “sono solo un po’ stanco. E mi gira forte la testa”.
“Ci credo, dopo tutto quello che hai bevuto. E’ un bene che tu non sia già con la testa dentro il gabinetto!” esclamò, mantenendo sempre lo sguardo fisso verso il televisore.
Risi leggermente, portandomi una mano sulla fronte. Il suo umorismo era schiacciante anche in situazioni del genere.
“Sai che quando si è ubriachi, si dice sempre la verità?” domandai, e la sentii alzarsi e puntare lo sguardo scettico di nuovo nei miei occhi.
“Su avanti, allora dì che sei un idiota!” disse, posando le mani sui fianchi e aspettando impaziente.
“Io mi riferivo al fatto che somigli ad un pulcino arruffato. Era la verità” risposi, alzando leggermente le spalle, per quanto quella posizione me lo permettesse.
Nicole sbuffò, roteando gli occhi al cielo con fare esasperato, battendo leggermente il piede a terra.
“Nemmeno ubriaco riesci ad essere serio, Louis, sei veramente impossibile! Io vado di sopra, a dormire. Buonanotte”.
Si voltò verso le scale, lanciandomi un’ultima occhiata minacciosa, e salii i gradini pian piano.
“Ma porca putt…!” imprecò, dopo essere inciampata delicatamente in uno di essi, facendomi scoppiare a ridere.
Si voltò ancora una volta verso di me, fulminandomi con uno sguardo, e io alzai le mani in segno di scuse.
“Buonanotte!” ripeté, scandendo per bene ogni sillaba, e salendo furiosamente le scale, cosa che mi fece ridere ancor di più.
Scossi il capo, smettendo di ridere, chiudendo gli occhi per cadere tra le braccia di Morfeo ed addormentarmi beato, anche se lei non sarebbe stata accanto a me, quella notte.
Hai ragione, Nicole, non riesco ad essere serio nemmeno quando sono ubriaco, pensai.
Ma, se avessi il coraggio di dirti tutta la verità, per te sarei ubriaco ancora, ancora ed ancora.



 
Writer's Corner! :)
Holaa chicos! Si, l'ho detto e lo ripeto, mi sto Mayzzando u.u
Vi avevo chiesto se volevate lo spin-off e... TADAAAAN! Eccolo qua! :D
Così potete capire meglio il rapporto intricato e complicato che c'è tra questi due! (nemmeno io riesco a capirlo, oibò u.u)
Era da un po' che mi ronzava in testa quest'idea, così ho aperto il foglio di Word ieri sera e ho iniziato a scrivere! 
Qui si parte dalla famosa scena della discoteca, dove Louis si ubriaca e intanto Maya e Harry... beh si, avete capito, insomma u.u
Ho pensato di crearlo perchè alla fine Louis e Nicole, hanno un ruolo fondamentale nella FF e nella vita di Maya e di Harry, e poi perchè insomma... IO LI AMO! *-*
Cioè, come si fa a non amarli? Sono una delle mie coppie preferite, basta v.v 
CCCComunque, il volto di Nicole è quello di Jennifer Lawrence, l'attrice che fa Katniss in The Hunger Games
(che io devo ancora leggere e vedere, in tutto ciò u.u) 
E il volto di Louis... beh, è quello di Louis!
Quanto sono pessima, mi seppellirei da sola.
Anyway, un enorme grazie alla mia meravigliosa omonima extraordinharry per lo splendido banner (non è fantastico? *-*) e per l'aiuto nella scelta del nome di questa mini FF, che è il titolo della canzone di Taylor Swift (ma nnnò?) e rappresenta al massimo il rapporto tra Louis e Nicole!
E pppoi, ringraziatela anche per la scelta del nome della coppia, LOLE! HAHAHAH :D

By the way, io credo di aver concluso qui :)
Se qualcuno non avesse letto la FF da dove è tratto questo spin-off, ecco il link: 

I would love you better now.
Basta cliccare sul nome! :D

Soo, io vado via! 
Grazie mille per essere passate e per aver sprecato il vostro tempo! :)

CCCiao bellezze! 

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Capitolo 2
*** I'll never trust (I'll always trust) your eyes ***


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I'll never trust (I'll always trust) your eyes



Due anni prima..
 

Nicole.

 
“Fammi capire…” dissi, facendo un lungo sospiro “perché diavolo Styles avrebbe scelto questo posto, per incontrarci?” conclusi, guardandola torva, e May sbuffò ancora una volta a quella domanda che continuavo a porle.
Si aggiustò la coda laterale da sotto il suo basco nero e sospirò, facendo uscire una nuvoletta di freddo dalle sue labbra.
“Non lo so, Nicole. Domandamelo un’altra volta, e ti uccido!”
Sbuffai anche io, per poi continuare a camminare al suo fianco in totale silenzio.
Era strano che Harry avesse voluto organizzare quell’incontro proprio in quel posto, poiché di solito non potevano muoversi dagli studi.
Era il primo ottobre e i ragazzi non potevano muoversi spesso a causa delle prove, dato che il nove sarebbe andata in onda finalmente la prima puntata, e loro avrebbero dovuto esibirsi.
Sapevo quanto fossero emozionati. Harry lo lasciava scorgere nel suo tono di voce quando parlavamo al telefono, o tramite i suoi occhi quelle rare volte che ci vedevamo.
Stavano per realizzare il loro sogno, ed io ero contenta che uno dei miei più cari amici lo stesse vivendo.
Pian piano, ci avvicinammo sempre di più al Parlamento, situato accanto alla ruota panoramica, luogo in cui dovevamo incontrarci.
D’un tratto, scorsi una figura da lontano, che agitava le braccia al cielo, come per farsi notare da qualcuno. Saltellava sempre di più sul posto, mentre un’altra figura con i ricci rideva accanto a lui e un’altra dai capelli più scuri gli dava dei leggeri colpetti come per farlo smettere, ma quello continuò a saltare.
Scossi il capo, sorridendo, riconoscendo tutte le figure, una in particolare.
“Eccoli” annunciai a Maya, ancora con lo sguardo puntato verso il basso, mentre io ridacchiavo.
Maya alzò lo sguardo, alzandosi sulle punte e cercando di scorgerli anche lei da lontano.
“Non li vedo, Nicole. Dove sono?” domandò, mentre continuava ancora a cercarli con lo sguardo.
Sospirai, per poi ridacchiare ancora. Era impossibile non vederli.
“Lo vedi quell’idiota che si sta sbracciando?” dissi, indicandoli.
Maya puntò lo sguardo dove le avevo detto e probabilmente li notò, poiché ridacchiò anche lei.
“Come non notarlo…” rispose, scuotendo il capo.
Annuii, per poi lasciarmi cadere il braccio sulla gamba, e sorrisi.
“Ecco, quell’idiota è Louis”.
 
“Maya!” urlò Harry, non appena fummo più vicine a loro.
Maya lo salutò con un cenno della mano, più entusiasta di lui, rossa come un peperone.
“Dio May, l’hai visto da lontano e già ti fa quest’effetto?!” esclamai, scuotendo il capo e roteando gli occhi al cielo.
Lei si voltò verso di me, e tentò di nascondere il viso rosso nella sciarpa.
“E’ solo il freddo, Nicole…” rispose, con la voce ovattata dalla sciarpa.
Le rivolsi uno sguardo scettico, per poi cominciare a ridere.
“No, lui non ti fa nessun’effetto, hai ragione. Ecco perché non mi hai domandato ‘quale effetto, Nicole?’ e mi hai risposto direttamente che era il freddo. Perché già sapevi a chi mi stessi riferendo!” esclamai ancora, puntandole contro l’indice.
Maya si fece ancora più rossa in viso, scuotendo il capo e abbassando lo sguardo.
“Tu sei tutta matta, Nicole…” disse ancora.
“Tutti i migliori sono matti!” le risposi, citando la frase del Cappellaio Matto.
Maya sospirò, scuotendo nuovamente il capo, mentre ormai eravamo sempre più vicini a Styles e alla sua gang.
‘Seh, la gang del bosco’pensai, tra me e me, scuotendo il capo. Dio, che squallida che sono.
“May! Oddio, quanto mi sei mancata!” esclamò improvvisamente la voce di Harry, segno che ci eravamo definitivamente avvicinati a loro.
“Anche tu, Harry!” esclamò lei in risposta, mentre Harry le saltava letteralmente addosso, e May ricambiò l’abbraccio.
Il fatto che mi faceva incazzare maggiormente, era che Maya non ammettesse di essere innamorata  di Harry, e lui faceva lo stesso! Erano entrambi così pateticamente e stupidamente dolci, che facevano tenerezza anche a me. Solo un po’, ovviamente.
“Si, si, si, adesso basta con le smancerie, su!” dissi, cercandoli di separare.
Harry rimase leggermente di stucco dopo quel mio gesto, per poi sorridere beffardo.
“Immaginavo che fossi tu a rovinare un momento del genere!” disse, facendo ridacchiare qualche idiota dei suoi amici.
Poggiai le mani sui fianchi, guardandolo con un’espressione scettica dalla testa ai piedi.
“E immagini anche il dolore del calcio nelle palle che sta per arrivarti?!” risposi, facendo ridere ancor di più i suoi amici.
Harry scosse il capo, per poi avvicinarsi a me e abbracciarmi con meno entusiasmo.
“Anche tu mi sei mancata, dopo tutto” disse, cercando di non farsi sentire da nessuno.
“A me sono mancate le cacchiate che sparavi. Dì un po’, XFactor te ne ha fatte inventare di nuove, o sono rimaste le stesse?” risposi, staccandomi dal suo abbraccio.
“Sei sempre così acidamente acida” constatò lui, e io alzai le spalle.
“Un po’ di limone la mattina nel caffè non fa mai male!” risposi, facendo ridacchiare Maya.
“Cavolo amico, questa ragazza fa davvero paura!” esclamò uno degli amici della gang del bosco, quello che faceva mozzare il fiato con un solo sguardo. Zaino. No, accidenti, Zayn!
“E cosa sono, Samara, per caso?” domandai, guardando scettica anche lui.
Cacchio, se è bello. Potrebbe darmi anche della pazza sclerotica, ma se sarà lui a curarmi, allora non mi faccio problemi!
“No, però ti ci avvicini molto!” disse un altro della gang – sempre del bosco- cingendo le spalle di Zayn.
Questo me lo ricordo, è quello intelligente. Quello con il ciuffo alla Bieber, ma a lui sta molto meglio. Liam, ecco! Lui potrei paragonarlo alla tartaruga della gang del bosco, Verne.
Intelligente, saggio, serio, che si accorge dei problemi già da subito.
Mentre Zayn invece, lo potrei paragonare al gatto che s’innamora della puzzola, Tigre.
Non so perché, però ce lo vedo a fare il cascamorto con una ragazza.
Scossi il capo, facendo muovere ancor di più i capelli.
Perché sto paragonando gli amici di Harry ai personaggi della gang del bosco?!
“Siete gentilissimi, davvero. E’ con questi complimenti che conquistate una donna? Oh, adesso capisco perché siete single!” esclamai, scuotendo il capo e voltandomi verso May.
“Allora, dove andiamo?” domandò lei, sotto il braccio di Harry.
Pateticamente e stupidamente dolc… frena, Nicole. A te loro non fanno nessunissimo effetto, pensai.
“Oh beh, noi sulla ruota panoramica!” rispose Harry, indicando se stesso e May, entusiasta della sua scelta.
Sul volto di Maya, vidi farsi largo un’espressione di terrore.
Ecco, Harry forse aveva dimenticato che Maya soffriva di vertigini!
“S-sulla ruota panoramica?” gli fece eco Maya, balbettando.
Harry annuì, come fosse la cosa più naturale del mondo, e lei sbiancò ancor di più.
“Perché?” domandò innocentemente. Povero bambino.
“Perché Maya soffre di vertigini, Harry!” risposi al posto suo, dato che lei non aveva nemmeno la forza di aprire la bocca ed emettere un suono.
Harry si voltò vero Maya, che annuì abbassando lo sguardo. Lui sorrise, e la tirò per la mano.
“Dai, sei con me, non avere paura!” esclamò lui, e lei fece un mezzo sorriso, anche se terrorizzato.
Roteai gli occhi al cielo, sospirando. Maya avrebbe accettato anche di andare in capo al mondo, con Harry al suo fianco.
“Bene, allora noi andiamo a comprare lo zucchero filato!” esclamò l’irlandese biondo.
Niall! Questo subito l’ho ricordato.
“Io mi unisco a te!” esclamò Vern… Liam!
Maledetta gang del bosco.
Vidi Harry e Maya allontanarsi verso la ruota panoramica, mentre lei puntava i piedi a terra come una bambina e lui la trascinava, ridendo.
Voltai il capo - perché se avessi continuato a guardarli mi sarebbe venuto sicuramente il diabete – e vidi che Niall, Liam e Zayn si stavano dirigendo verso delle bancarelle non troppo lontane, sicuramente verso lo zucchero filato.
“Ehi! Ma dove sono finiti i ragazzi?”
Mi voltai, trovandomi alle spalle l’unico idiota sulla faccia della terra che si era perso gli amici.
Louis.
“No, scusa, ma dov’eri finito tu?!” domandai, poggiando le mani sui fianchi.
“Io… io ero andato un attimo al bagno!” boccheggiò, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Al bagno?!” domandai incredula. Dove l’aveva trovato un bagno in una zona pubblica.
“Mi scappava…” rispose lui, quasi sussurrandolo.
Roteai gli occhi al cielo con fare esasperato.
Ecco, se avessi dovuto paragonare Louis a qualcuno della gang del bosco, l’avrei sicuramente paragonato ad Hammy lo scoiattolo.
Idiota anche lui, che non capisce nulla di tutto quello che gli capita attorno, che rutta l’alfabeto – anche se non ero proprio sicura che Louis sapesse farlo e se avesse saputo farlo davvero, l’avrei sotterrato con le mie stesse mani – e che è così bacato mentalmente che non si rende conto di guai che combina.
Basta paragonare chiunque a quelli della gang del bosco.
Anche se per Louis, avrei fatto un’eccezione. Lui somigliava davvero ad Hammy, e non solo caratterialmente.
“Allora… facciamo un giro?” domandò improvvisamente, tenendo le mani in tasca.
Lo fissai per un po’, incredula per quello che mi aveva appena chiesto.
Guardandolo meglio, notai che era diverso rispetto all’ultima volta che l’avevo incontrato. Cioè, la prima volta che l’avevo conosciuto.
I capelli non erano più lunghi come in estate, ma erano corti e ricoprivano gran parte della fronte, lasciando però intravedere i suoi occhi azzurri.
Belli, intensi, azzurri. Avevo sempre avuto un debole per quel colore di occhi.
Ma lui era Louis, l’amico idiota di Harry. Ed era un idiota. E io non mi sarei mai fidata di un idiota.
“Va bene…” sospirai, come se quella fosse la mia unica scelta “andiamo a fare un giro”.
E, per quanto potessero essere belli, non mi sarei mai fidata dei suoi occhi. Mai.
 

 
 

Louis.

 
Fra tutte le ragazze che Harry poteva scegliere come amica, lui aveva scelto la più strana di tutte.
Avevo sempre pensato che Harry fosse un po’ cretino, ma arrivare ad avere lei come amica, me l’aveva proprio confermato!
Nicole non era una persona che poteva definirsi normale. No, per niente.
Se l’avessero definita normale, sarebbe stato come dire che Kim Kardashian non è completamente rifatta. Sarebbe come negare un’evidenza.
“Allooora…” dissi, cercando di introdurre un discorso.
Nicole si voltò verso di me, socchiudendo quei suoi occhi verdi in due piccole fessure, che avrebbero potuto spaventare anche il più grande dei serial killer.
“C’è bisogno di enfatizzare questo allora?! Sai che è grammaticalmente scorretto?” sbottò, incrociando le braccia al petto.
Insopportabilmente insopportabile.
“Scusami tanto, signorina maestrina sotuttoio, se stavo cercando di avere una conversazione con te per perdere il tempo!” risposi, aprendo le braccia.
Lei boccheggiò come un pesce fuor d’acqua, per poi contrarre i muscoli del viso e imbronciare le labbra.
“Scusami tanto, se tu non sai parlare la tua stessa lingua!” esclamò, per poi puntare nuovamente lo sguardo incazzato davanti a se, e stare miracolosamente zitta.
La fissai per un po’, cercando di non farmi scoprire perché – anche se la conoscevo da poco – potevo tranquillamente dire che se mi avesse visto, non avrebbe perso tempo a fucilarmi.
Era strano quanto somigliasse ad Harry. Solo fisicamente, ovviamente.
I capelli riccissimi e scompigliati, corti e castani che fuoriuscivano a ciuffetti dal cappello nero di lana che portava; la bocca abbastanza larga e screpolata dal freddo, dalle labbra colorate di un rosa naturale, senza che avesse bisogno di nessun rossetto.
E poi, gli occhi.
I suoi occhi, erano stati la prima cosa che mi avevano colpito.
“Perché Harry ha scelto di incontrarci qui?” chiese improvvisamente, facendomi ridestare dal pensiero dei suoi occhi, puntandomeli contro.
Mi rinchiusi un po’ nelle spalle, come se volessi ripararmi ancor di più dal freddo, nonostante quel lavoro lo stesse già facendo il mio giubbino.
“Perché voleva un posto speciale per dichiararsi a Maya” risposi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, continuando a guardare dritto di fronte a me e a camminare.
“Frena, frena, frena…!” esclamò Nicole, fermandosi di botto fra tutte quelle bancarelle.
“Harry vuole dichiararsi a Maya?” chiese, non appena mi fui voltato verso di lei.
Annuii col capo, guardando il suo viso dall’espressione incredula.
“Perché, Harry non te l’aveva detto?”
“Lui… io… insomma, no!” esclamò, avvicinandosi di più a me “quando l’avrebbe deciso, tutto questo?”
“Diciamo che lo progetta da mesi, ormai. Solo che non ha mai trovato il coraggio di farlo” risposi, alzando le spalle e continuando a camminare.
“Ehi! Che fai, non mi aspetti?” urlò, aprendo le braccia.
“Se tu non ti muovi!” esclamai, voltandomi nuovamente.
Sentii Nicole imprecare qualcosa, per poi raggiungermi correndo. Ridacchiai, al solo pensiero di quanto fosse buffa quando correva o imprecava.
“Perché non me ne ha parlato?” disse, forse a se stessa, ma in modo che potessi sentirlo anche io.
“Forse perché sapeva che ti sarebbe scappato e l’avresti detto a Maya, rovinandole tutta la sorpresa…” ipotizzai. Che poi era vero. Harry aveva deciso di non dirlo a nessuno ad Holmes Chapel, per paura che potesse arrivare qualche voce a Maya.
“Io non mi faccio scappare mai nulla! Sono sempre stata muta come una tomba!” rispose, alzando il tono di voce e battendo un piede a terra, furiosa.
Ridacchiai leggermente, scuotendo il capo. Era veramente strana.
“E tu, sei fidanzata?” domandai di getto.
Nicole abbassò lo sguardo, puntandolo sulle sue scarpe.
“No… e tu?” chiese, guardandomi di sottecchi.
“Si, da un po’ ormai…” risposi, infilando meglio le mani nelle tasche dei jeans.
“Povera ragazza!” esclamò lei, alzando lo sguardo e puntandolo verso di me.
“Guarda che stiamo benissimo, insieme! E stare con me, è un privilegio!” risposi, facendola ridere.
“Certo, come no! Io continuo a pensare che sia una povera vittima… e così tutte quelle che hai avuto e che avrai in futuro! Sempre che tu non voglia sposare…”
“Hannah” dissi, concludendo il suo discorso.
“Hannah” mi fece eco, per poi voltarsi verso le bancarelle.
“Guarda, una bancarella di libri. Aspettami qui, torno subito” disse, camminando verso quella bancarella.
“Perché, hai vergogna se vengo con te?” domandai, facendo un sorrisino beffardo.
Sorrise anche lei, per poi allontanarsi ancora.
“Certo! Immagina se vedessero un idiota accanto a me! Che figura ci farei?” esclamò, avvicinandosi alla bancarella, e io sorrisi.
Nicole era la persona più stramba, insopportabile, lunatica, testarda, orgogliosa, puntigliosa che io avessi mai conosciuto.
Era permalosa, e prendeva tutto quello che le si diceva sul serio.
Era acida, e non sopportava che le venisse fatto un minimo complimento.
Era strana, perché cambiava umore a seconda delle persone che le stavano accanto.
Ma erano tutti quei suoi difetti, che mi facevano voglia di stare con lei tutto il tempo.
Era come se volessi cercare di capire come fosse fatta sul serio, come se volessi scoprirla sempre e non stancarmi mai, come se fosse un arcano da svelare.
E lei era tutto un arcano.
A partire dai suoi occhi meravigliosi.
La prima cosa che mi aveva colpito, e che continuava a colpirmi ogni volta che la vedevo.
Verdi, brillanti, infinitamente misteriosi, come fossero due pozzi profondi in cui si perdeva l’anima.
E io forse, l’avevo persa davvero l’anima, nei suoi occhi.
Avrei cercato sempre di capirla e di svelare ogni misterioso segreto che nascondevano.
E mi sarei sempre fidato dei suoi occhi verdi, nonostante tutto. Sempre.



Writer's Corner! :) 
Buuuonaseera! :D
Si, lo so che sono in ritardissimo nel postare questo capitolo, però non avevo tantissime idee! :S
E infatti sono abbastanza sicura che faccia schifo, questo capitolo.
Diciamo che l'ho appena finito, si u.u cioè, l'ho finito tipo un'oretta fa...
vabbè, basta, sto divagando!
mmmh, che diiire su questo capitolo? NOTHING! :D
hahah, no davvero, non so che dire, sinceramente u.u mi fa un po' schifo, però mi piace il fatto che i LOLE siano in continuo contrasto tra di loro *-* cioè, non si trovano su nulla, nemmeno per il fatto degli occhi!
Uno si fida, l'altra no... insomma, SI AMANO! *u*
hahahah, no vabbè il titolo del capitolo non ha senso u.u però era per far capire il contrasto tra loro e... vabbè, sto zitta.
PPPPoi, il fatto della gang del bosco... HAHAHAH, sinceramente non so come mi sia uscito u.u 
Lo stavo scrivendo ieri notte, tipo all'una, quindi perdonatemi u.u era puro sclero notturno! 
Ve lo immaginate un piccolo Hammy/Louis? aaaww, io si *-*
E un'altra cosa...
Nicole dice di essere muta come una tomba... mmmh, sbaglio o si è fatta scappare che Maya e Ryan erano usciti insieme?!
Fai pace col cervello, Nicole u.u 
Sto parlando con un personaggio che non esiste e che ho creato io... mmmh, quanto sto messa male? Dovrei fare io pace col cervello, altro che Nicole.
E adesso sto ascoltando la musica e indovinate che canzone mi è uscita? TORN. 
Ne vogliamo parlare?! *-* è destino.
DOMANI SONO DUE ANNI! *-*
Aaaaaaaaaaaawww, boh, cioè sto sclerando! Non lo so, sono più emozionata io che loro, credo HAHAHAH
E sto anche parlando troppo, quindi è meglio che vada via :)

Se qualcuno non avesse letto la FF da dove è tratto questo spin-off, eccovi il link:

I would love you better now.

Ringrazio la mia meravigliosa omonima, extraordinharry, per lo splendido banner *-* e per avermi aiutato nella scelta del titolo dello spin-off! :D

SSSSSo, vado via adesso! 

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Salvami Superman, SALVAMII! HAHAHAHA :D

ps. ne vogliamo parlare che adesso mi è uscita Chasing Cars?! Lacrime ed emozioni, emozioni e lacrime! Sono un misto tra ç_ç/*-*
Ricoveratemi.


pps. per chi volesse seguirmi su twittah, sono @Marypuuff :)

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Capitolo 3
*** Now, I can make you mine ***


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Now, I can make you mine
 

 

  
Louis.

   
“Eleonor, ti devo parlare”.
Lei si voltò verso di me, lasciando passare il suo sguardo dal televisore al mio, puntandomi i suoi occhi da cerbiatta nei miei.
Mi guardò confusa, stoppando il litigio tra Noah ed Allie, quello dove lui le dice di essere una gran rompicoglioni.
Ecco, è stato proprio quel discorso di Noah, a farmi prendere coraggio e dire tutto ad Eleonor.
“Cosa c’è, amore?” chiese, con un’espressione preoccupata sul volto.
Sospirai, chiudendo gli occhi. Improvvisamente, l’unica rompicoglioni che avrei voluto accanto a me, la ritrovai proprio davanti ai miei occhi.
E forse, è stata proprio lei a farmi parlare.
“Eleonor, io devo dirti la verità. Non riesco più a mentirti ogni giorno, non è giusto per te...” le dissi, aprendo gli occhi.
Lei corrugò la fronte, aggrottando leggermente le sopracciglia e poggiando il telecomando sul mobiletto lì vicino. Improvvisamente, il suo viso si rilassò, e lei sospirò scuotendo il capo.
“Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato...” disse, e io sgranai gli occhi.
Come aveva fatto a capire che volevo lasciarla e che ero innamorato di un’altra?!
“T-tu... tu come hai...?”
“Beh, è evidente Louis... non fate altro che stare insieme, scherzare, ridere, stuzzicarvi a vicenda... e poi, da come lo guardi, insomma...”
“Aspetta, frena Eleonor...!” dissi, bloccando il suo discorso con un gesto della mano. “Comelo guardo?”
Lei annuì col capo, con uno sguardo confuso sul volto, peggio del mio.
“Come guardi Harry, no?” disse, alzando le spalle.
Scoppiai a ridere fragorosamente, e lei mi guardò ancora più stranita. Pensava davvero che io fossi gay e che la stessi lasciando per Harry?!
“Cosa ho detto di male?” chiese lei, alterando leggermente il tono di voce.
Cercai di recuperare fiato e smisi di ridere, asciugandomi le lacrime e guardandola negli occhi.
“Eleonor, io non sono gay” dissi, facendole un mezzo sorriso. Mi veniva ancora da ridere.
Lei aggrottò nuovamente le sopracciglia, guardandomi ancora più confusa di quanto non lo fosse già.
“No?! Beh, io pensavo...”
“Pensavi male. Io non sono gay e non sono innamorato di Harry... e non voglio lasciarti per questo...”.
Quelle ultime parole mi uscirono tutto d’un fiato, senza che io me ne rendessi conto. Eppure, l’avevo detto davvero.
Gli occhi di Eleonor si spalancarono immediatamente, così come la sua bocca.
“Tu... tu vorresti... tu...?”
“Si, El, io voglio lasciarti. Ma non voglio passare per il bastardo, dicendotelo così e andandomene via, perché quello che dovevo fare l’ho fatto. No, tu hai il diritto di ricevere delle motivazioni valide, e io ce le ho. Non voglio poggiare la testa sul cuscino stanotte e addormentarmi con i sensi di colpa perché ti ho lasciata senza dirti nulla...”
Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime, ma le trattenne, strizzando gli occhi e annuendo col capo.
“Bene, allora... dimmi tutto quello che c’è da sapere...” disse con un filo di voce, quasi rotto dal pianto.
Mi faceva male vederla così. Non volevo farla soffrire, eppure ci stavo riuscendo. Ma dovevo dirle la verità, continuare a mentire l’avrebbe fatta soffrire ancor di più.
Sospirai, come per prendere coraggio, e poi la guardai negli occhi lucidi.
“El, sono due anni che io sono innamorato di un’altra ragazza. Ero invaghito di te quando ci siamo messi insieme, ma quello che provo per questa ragazza è amore... sono due anni che cerco di farla mia, due anni che cerco di capire tutti i suoi stati d’animo tramite i suoi occhi, due anni che la amo da lontano...”
Eleonor aprì gli occhi e abbassò lo sguardo, ma potei notare una lacrima che scese tenera e dolorosa dai suoi occhi.
“Continua...” sussurrò con un filo di voce.
“Io... mi dispiace, El, ma dovevo dirtelo...” sussurrai anche io, cercando di prenderle una mano, ma lei si scansò.
“E’ Nicole, vero?” disse improvvisamente, e ormai le lacrime non furono più un segreto.
Abbassai lo sguardo, troppo debole per guardarla negli occhi pieni di lacrime che scorrevano sul suo viso, e annuii col capo.
“Si, è Nicole...” sussurrai, e lei sospirò.
“Dovevo immaginarlo...” disse, tirando su col naso, e io alzai lo sguardo per guardarla.
Eleonor si voltò verso di me e fece un mezzo sorriso tra le lacrime.
“Forse sarebbe stato meglio se mi avessi rivelato di essere gay…” disse, facendo una piccola risatina, che si trasformò in un singhiozzo.
Ridacchiai anche io, per poi poggiarle una mano sulla spalla, e lei non si scansò.
Tirò nuovamente su col naso, guardandomi negli occhi e facendo un altro piccolo sorriso, che però si trasformò in una buffa smorfia.
“Che aspetti, allora? Vai a prendertela!” disse, e io le accarezzai una guancia.
“Eleonor...”
“Louis...” disse decisa, guardandomi negli occhi e prendendomi le mani “va da lei e dille tutto. Sono due anni che la desideri, e i sogni vanno inseguiti. Non preoccuparti per me, io... andrò avanti...”
Le lasciai le mani e le accarezzai un’ultima volta la guancia, ormai bagnata dalle lacrime, asciugandogliene qualcuna.
“Grazie” le dissi, alzandomi dal divano, e lei si limitò ad inclinare il capo verso destra, senza dirmi nulla.
Aprii la porta di casa sua e uscii, chiudendola dietro le mie spalle, e scendendo velocemente le scale. Mi sembrava quasi impossibile di avercela fatta.
Forse era stato davvero tutto merito di quel film, di quel discorso, di lei che gli da dell’arrogante, figlio di puttana e di lui che le da della gran rompicoglioni e poi le dice di voler tutto di lei, per sempre.
Ed è questo che voglio io di Nicole.
E’ una gran rompicoglioni e – citando le parole di Noah, che sono perfette per Nicole – le bastano due secondi di recupero per passare alla rottura di coglioni successiva.
Nicole è fatta così.
Rompicoglioni, testarda, orgogliosa, permalosa... ma come avrei fatto a vivere senza le sue rotture di coglioni, senza la sua testardaggine, il suo orgoglio, il suo essere permalosa?!
Aprii la portiera della macchina, sedendomi sul sediolino e mettendo in moto velocemente.
Adesso, potevo finalmente farla mia.
Adesso, dovevo conquistare la mia Allie.

 
 
 
 

Nicole.

 
“Hai preso la mostarda?”
Sbuffai nuovamente all’ennesima domanda di Alan che, mentre io ero seduta sul divano, metteva a posto la spesa che avevo appena fatto nei vari mobiletti.
Feci mente locale, tornando indietro di una mezz’oretta, per ricordarmi se avevo preso o no l’adorata mostarda di Alan.
Mi rividi prendere i sottaceti e avviarmi verso il reparto dei vari bagnoschiumi, e prendere quello alla vaniglia. Morale della favola? Avevo dimenticato la mostarda.
“No” risposi, torturandomi le punte ricce dei miei capelli.
Sentii Alan chiudere di scatto l’anta del mobiletto, facendo rumore, e poggiarsi allo stipite della porta.
“Ma come non l’hai presa? Te l’avevo anche scritto!” esclamò lui, sbuffando.
Ed ecco che perdevo la pazienza. S’incazzava sempre per le cose più impossibili, che lui credeva futili. Come la mostarda.
“Metti la maionese sull’hamburger, no?” dissi, guardandolo e alzando le spalle.
Insomma, poteva accontentarsi per una volta.
Alan sgranò gli occhi e spalancò la bocca, alzando le braccia al cielo per poi battere le mani sulle gambe, tutto con fare incredulo e quasi sarcastico.
“Nicole! Se ti avevo chiesto di comprarlo, ci sarà un motivo, no?!” esclamò, scuotendo il capo ancora incredulo.
Sapevo che la mia pazienza non avrebbe retto per troppo tempo. Quando mai io avevo avuto tanta pazienza?!
“Si, ma se io me lo sono dimenticato, me lo sarò dimenticato, no?!” risposi, facendogli lo stesso verso e assumendo la sua stessa espressione.
“Beh, non avresti dovuto!” esclamò lui, aprendo nuovamente le braccia.
Ed ecco che non ci vidi più.
“Certo! Non avrei dovuto perché io ho una memoria di ferro, vero Alan?! Tu non credi che io possa avere altro da fare, che comprarti quella cavolo di mostarda, che a me fa anche schifo?!” urlai, alzandomi dal divano e puntando i piedi a terra.
“Non avresti dovuto perché te l’ho scritto, Nicole! Ma tu sei talmente distratta, che non ti accorgeresti nemmeno che il mondo sotto i tuoi piedi, sta finendo!” urlò lui in risposta.
E tu sei talmente deficiente, che non ti sei nemmeno accorto che non ti amo!”.
Portai le mani alla bocca dopo che quella frase fuoriuscì dalle mie labbra. Spalancai gli occhi, e mi ritrovai dinnanzi l’espressione confusa e sconcertata di Alan.
“Che cosai hai detto?” sibilò confuso.
Lasciai che le mie mani abbandonassero le mie labbra e chiusi gli occhi, sospirando.
Ormai, avevo combinato un bel casino.
‘Bella merda, Nicole!’ disse quella stupida me coscienziosa dentro la mia anima.
Cercai di spegnerla mentalmente, ma quella continuava a ripetermi di quanto fossi nella merda, aggravando la situazione.
Sospirai ancora, aprendo gli occhi e incontrando nuovamente il viso di Alan, che attendeva una mia risposta.
“Alan, io...”
“Ho capito che non mi ami” disse, chiudendo le mani in due pugni “dimmi almeno il perché...”
‘Perché ami un altro, Nicole, diglielo!’ continuò la vocina alterata di una piccola e minuscola me.
Sempre a dirmi cosa devo fare o non fare. Tanto, mica sono problemi suoi? Lei sta dentro di me, mica affronta lei la situazione che devo affrontare io, eh no! Sta semplicemente lì, a dare ordini e consigli insensati.
“Perché... perché...” tentennai, e lui incrociò le braccia al petto.
‘Diglielo, avanti! Sei una codarda, se non glielo dici, una che non sa affrontare le situazioni, una che...’
Perché sono innamorata di un altro! Contenta, adesso?!” urlai, rivolgendomi sia ad Alan che alla vocina fastidiosa.
‘Molto di più, grazie’
“Oh, ma prego!” risposi, e Alan mi guardò ancora più confuso.
Cosa poteva capirne lui, di quello che stava accadendo nel mio contorto cervello?
Scossi il capo, per togliermi dalla mente la vocina e quello che avevo appena detto ad alta voce.
“E... io lo conosco?” chiese lui, avvicinandosi più a me.
‘Oh, certo che vi siete apparati tutti e due, eh! Certo che lo conosci, idiota, ti è anche simpatico!’
Davvero, in quel momento stava dando prova di quanto fosse idiota. Ma non se n’era mai accorto?
Nsi” dissi, tutto d’un fiato, mordendomi il labbro inferiore.
“Si o no?” domandò ancora, appoggiando una mano sul tavolo del salotto.
Torturai nuovamente il labbro inferiore, per poi abbassare lo sguardo e puntarlo sulle dita dei miei piedi nudi, fermi sul pavimento.
“Si, lo conosci...” dissi con un filo di voce.
Sentii lo sguardo di Alan puntato su di me, ma finalmente avevo tolto un peso enorme dalla mia coscienza.
Avevo detto ad Alan di non amarlo. E, finalmente, mi sentivo più libera e meno in colpa con me stessa.
“E... adesso cosa dovrei fare, io?” domandò, e io alzai lo sguardo.
Era dispiaciuto, lo vedevo dai suoi occhi, ma non potevo continuare a fingere.
Ormai, avevo iniziato a dirgli tutta la verità, e adesso dovevo continuare.
Feci un lungo sospiro, immaginando davanti gli occhi azzurri che mi avrebbero dato tutto il coraggio di questo mondo.
“E adesso, devi andare via...” dissi, con una sicurezza che pensavo mi sarebbe mancata in quel momento.
Alan sospirò, allontanandosi dal tavolo e andando in cucina, prendendo le chiavi della sua macchina e il giubbino di pelle dal salotto.
Aprì la porta d’ingresso, ma mentre stava per uscire, si voltò nuovamente verso di me.
“E’ Louis, vero?” domandò, e io deglutii.
Allora non era così stupido come pensavo.
Sorrisi, mentre la figura di quel coglione dagli occhi azzurri appariva davanti ai miei.
“Si, è Louis...” dissi, e lui fece un mezzo sorriso.
“Avrei dovuto immaginarlo...” rispose, per poi chiudersi la porta dietro le sue spalle e uscire definitivamente dalla mia vita.
Mi sentii finalmente libera da ogni complicazione.
Adesso, avrei potuto finalmente farlo mio.
Adesso, avrei avuto tutto lo spazio possibile nel mio cuore per fare entrare solo quei due occhi azzurri.
Anche se, quegli occhi azzurri, avevano già occupato completamente il mio cuore.



Writer's Corner! :)
Hii people! 
Avete visto, sto diventando puntuale anche con lo spin-off! asdfg *-*
più o meno so anche cosa succederà nei prossimi capitoli, quiiindi.. spero di essere ancora più veloce! :D
anyway, non ho molto da dire, sinceramente u.u
il capitolo l'ho appena finito e... *-*
HAHAHAH, so che molte di voi si sono chieste che fine abbia fatto Alan, perchè nella FF non lo dico, ma avevo già in mente di metterla nello spin-off, questa parte, soo... adesso sapete che fine fa Alan! :D
Mi è dispiaciuto un po', sinceramente... cioè, più per Eleonor, però anche per Alan... popeeeeri! ç_ç
Ma i LOLE sono i LOLE! E ai LOLE tutto è concesso, anche lasciare i loro fidanzati! u.u 
SSSSo, credo di aver finito... credo...

Mmmh, ppoi.. ho avuto un dubbio, mentre scrivevo... non sapevo se mettere apparare perchè pensavo fosse solo una cosa dialettale, e invece sono andata a controllare ed esiste sul serio! 
Quiiindi, apparare esiste come verbo e significa anche accoppiare, che deriva da paro u.u 
Okaaaaaaaay, stop.

Chi volesse passare dalla mia FF, perchè è passato qui senza sapere nulla di questa coppia, allora eccovi il link! :D
I would love you better now.

AAAAAAAAH, e guardate qua... 


picasion
picasion

Indovinate chi l'ha fatta? *rulloditamburitamburidirullo* IO! :D
aww, mi sento abbastanza soddisfatta u.u 

Okaaay, io credo di aver finito davvero!
Se volete seguirmi su twittah sono: @Marypuuff :)

besitooooss! *u* 
(alla Maya proprio, insomma v.v)

 

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Capitolo 4
*** I want all of you, forever ***


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I want all of you, forever



Nicole.
 

Scesi di casa in fretta e furia, aggiustandomi i capelli alla ben’e meglio, infilando giusto una maglia dalle maniche a tre quarti, incerta del tempo che potesse fare fuori.
Non m’interessavano le condizioni climatiche, le persone che mi sarebbero venute contro non appena sarei arrivata in strada, i cani che cercavano di elemosinare un po’ di cibo saltellando qua e la.
Avevo messo da parte l’orgoglio, la testardaggine, i vari pensieri idioti che da un po’ di tempo a questa parte, si fermavano a giocare a ping pong con il mio cervello, scambiando quattro chiacchiere.
No. Quel pomeriggio non avrei permesso a nessun pensiero idiota di affollarmi il cervello e occuparlo con pensieri ancora più idioti.
Avevo solo un obbiettivo da raggiungere, quel pomeriggio.
Erano due anni che, ormai, il pensiero dei suoi occhi azzurri mi tormentava ogni santo minuto di ogni santissima giornata. Era come se me lo ritrovassi di fronte in ogni situazione, in ogni singola azione che compissi.
Non potevo più andare avanti così, ormai l’avevo capito.
Non potevo più piangere e versare lacrime la notte perché l’unico che avrei voluto sul serio, non era al mio fianco.
Dovevo farmi coraggio e aprirmi totalmente a lui, dovevo mostrargli il mio cuore e cosa voleva davvero.
Perché il mio cuore voleva lui. E sarebbe appartenuto solo a lui, se l’avesse accettato.
Camminai velocemente per le strade di Londra, stranamente calda quel giorno, passando tra la gente che nemmeno si accorgeva di cosa stessi provando io in quel momento.
Perché la gente che passa per strada, è fatta così.
Non si accorge minimamente di chi sei o cosa sei, a cosa stai pensando e se stai pensando, se sei triste, felice, malinconica, innamorata.
Perché è così che sono io, in questo preciso istante.
Un misto di emozioni, ma alla fine l’unica cosa che posso dire con certezza, è che sono innamorata.
Come potrei spiegarlo allora, quel battito del cuore che accelera sempre di più non appena i suoi occhi mi guardano?
Camminai sempre più velocemente verso casa di Harry e Louis, perché sapevo che si trovasse lì, in quell’istante.
Voltai lo sguardo verso la mia destra, per poi scorgere una figura di spalle, vestita con dei jeans scuri e stretti a sigaretta e una maglia dalle maniche blu e il davanti completamente bianco, che parlava con una bella ragazza dai capelli lunghi e rossicci.
Lei sembrava davvero molto bella, e il ragazzo al suo fianco aveva un qualcosa di troppo familiare.
D’un tratto, il ragazzo si voltò sorridente, e allora capii davvero cos’aveva di familiare.
Il suo sorriso, i suoi capelli, i suoi splendidi occhi. Lui.
E, in un attimo, tutto quello che pensavo di aver tenuto da parte, rimontò all’impazzata dentro di me.
Vidi Louis scambiarsi qualcosa con la ragazza, che scrollò i suoi lunghi capelli e risalì sulle scale di quello che doveva essere il suo palazzo, salutandolo con un cenno della mano, che lui ricambiò come inebetito.
Sentii un misto di rabbia e delusione ribollire in me, tanto che strinsi le mani in due pugni, infilando le unghie corte nel palmo della mano, e avviarmi verso la strada di fronte.
Sembravo un toro imbufalito che aveva appena visto del rosso, ma io – invece del rosso – avevo davvero qualcuno da colpire e prendere a botte.
“Che stavi facendo?!” sibilai a denti stretti, tanto da farlo sobbalzare e voltare verso di me.
Louis fece un mezzo sorriso, ma non appena vide la mia espressione super incazzata, la sua espressione si trasformò improvvisamente in una preoccupata.
E faceva bene ad essere preoccupato per le sue palle, che da un momento all’altro, avrei riempito di calci.
“Io... niente! Ho aiutato quella ragazza con le buste della spesa!” spiegò, alzando le spalle, come se per lui fosse la cosa più naturale del mondo aiutare una ragazza a portare la spesa.
Col cuore grande che si ritrovava, lui l’avrebbe fatto volentieri tutti i giorni!
Chiusi gli occhi, facendo un enorme sospiro per calmarmi e alzando il dito indice a mo di maestrina.
“Spiegami perché una ragazza giovane e bella come quella, avrebbe avuto bisogno di aiuto con le buste della spesa...” mormorai, con un tono di voce basso.
“Perché... pesavano?” rispose, come se fosse quasi una domanda.
Aprii di scatto gli occhi dopo quella che lui avrebbe considerato una risposta normale, ma che per me era solo un’enorme presa per il culo.
Le buste della spesa pesano per le vecchiette, Louis, non per le ragazze giovani e forti!” urlai, e lui sobbalzò per quella mia improvvisa reazione.
“Ma...” provò a dire, ma io lo interruppi.
“Ma un corno, Louis! Lasci la tua ragazza non si sa perché, ti ubriachi e poi...? Baci la prima ragazza che incontri e che sappia sculettare?! Sei patetico...”
Sputai quasi quelle parole che a me sembravano vere, talmente tanto da offuscare tutto quello che avevo dentro prima di assistere a quella scena.
Gli voltai le spalle e camminai ancor più furiosa verso la strada che stavo percorrendo precedentemente, sentendo improvvisamente la voce di Louis dietro di me.
“Nicole, aspetta un secondo, io non l’ho baciata!” urlò, mentre arrancava dietro di me.
“Inventati una scusa più credibile, idiota!” urlai a mia volta, guardando dritto davanti a me, cercando di evitare il suo sguardo.
“Dai, Nicole, aspetta!” urlò ancora, e io presi a camminare più velocemente.
“Lasciami in pace!”
“Nicole, ma...”
“Ti ho detto lasciami in pace, coglione!” urlai, voltandomi di scatto verso di lui - che ancora cercava di raggiungermi - e non mi resi conto di essermi fermata sotto casa sua con tutte le vecchiette che intanto, si voltavano a guardare stupite quella scena.
“Ma... ti ho detto aspettami un secondo!” esclamò ancora, arrivando lentamente sotto il palazzo.
“E io ti ho detto... lasciami in pace!” esclamai a mia volta, scandendo per bene le ultime tre parole, in modo che afferrasse il concetto.
“No che non ti lascio in pace!” ribatté lui, battendo un piede per terra, mentre il mio viso si contraeva ancor di più dalla rabbia.
“E sentiamo, perché non dovresti?!” esclamai, alzando le spalle e guardandolo negli occhi.
Lui aprì la bocca per ribattere nuovamente, ma gli uscivano solo dei suono strozzati.
“Beh, perché... beh, insomma, io... io, tu... devo darti delle spiegaz...”
“Louis, Nicole... ma che diavolo succede?” chiese improvvisamente la voce di Maya, ed entrambi ci voltammo verso di lei ed Harry, che ci guardavano sconvolti da sopra gli scalini del palazzo.
Mi voltai nuovamente verso Louis, poggiando le mani sui fianchi e guardandolo con uno sguardo minaccioso.
“Oh, non lo so May, domandalo a quest’idiota che mi ritrovo di fronte! Ha appena lasciato la sua ragazza per dei motivi oscuri a tutti noi, e che fa?! Bacia la prima ragazza che gli capita sotto tiro!”.
Louis si voltò verso Maya ed Harry, con gli occhi azzurri completamente sgranati.
“Non la stavo baciando, la stavo solo aiutando a portare la spesa! Poi lei mi ha chiesto il numero e io gliel’ho dato. Sei paranoica Nicole, e poi che t’interessa di quello che faccio io della mia vita sentimentale?” disse, guardandomi negli occhi.
Ed ecco che la rabbia prese il sopravvento su di me. Questa volta, però, mista alla verità... e ad un pizzico d’amore.
“M’interessa invece! M’interessa eccome, perché io sono innamorata di te da due lunghissimi e fottutissimi anni!!” urlai, per poi portarmi le mani alla bocca.
Non potevo credere di averlo detto sul serio. Non era possibile.
Maledetta boccaccia, maledetta me, maledetto cuore innamorato!
Vidi Louis guardarmi scioccato, per poi continuare a boccheggiare qualcosa e farsi sempre più vicino a me.
“Nicole... io...” provò a dire, ma bloccai tutti i suoi tentativi di formulare la frase con uno schiaffo in pieno viso, facendo sussultare tutte le vecchiette presenti a quella scena.
“Zitto! Tu devi stare solo zitto! Perché non ti sei mai accorto in questi due anni che io sono innamorata di te, che faccio di tutto per starti accanto, che piango la notte sul mio cuscino perché so che non posso averti, che cerco di fare la dura con te ma in realtà non ci riesco, perché l’unica cosa che vorrei fare davvero è stringerti tra le mie braccia e baciarti!” urlai ancora, mentre sentivo gli occhi riempirsi di lacrime che volevano solo scivolare via.
Louis continuava a guardarmi e a stare zitto, massaggiandosi la guancia che gli avevo colpito.
Feci un lungo sospiro, per recuperare tutte le parole che, in quei due anni, mi ero sempre tenuta per me stessa.
“Non ti sei mai accorto che, quando stavi con Eleonor, andavo via, chiudendomi in un’altra stanza?! Forse l’avrai notato, ma non hai mai davvero notato il dolore che avevo dentro, la rabbia che mi divorava viva e la voglia di saltarle addosso e strapparle tutti i capelli da testa, perché stava abbracciando praticamente tutta la mia felicità, senza rendersi conto di cosa sei sul serio, l’unica cosa che ho sempre voluto, l’unico che io abbia sempre amato... no, Louis... tu di queste cose non te ne sei mai reso conto...” sussurrai, mentre ormai le lacrime bagnavano il mio volto pallido.
Volevo solo scappare via e rinchiudermi in casa per sempre, perché il silenzio che si era creato tra me e Louis, era diventato troppo pesante oramai.
D’un tratto, sì aprì in un enorme sorriso,forse il più bello che potesse mai rivolgermi, mentre si avvicinava ancor di più a me, che ormai ero quasi in preda ai singhiozzi.
“Sono le stesse, identiche cose che provo io quando tu sei con Alan... sei stata così cieca da non accorgerti che sono due lunghissimi e fottutissimi anni che sono innamorato di te”.
Alzai ancor di più lo sguardo dopo quelle sue parole, e lo guardai sorridente, mentre lui prendeva il mio viso tra le sue mani e asciugava le mie lacrime con il suo pollice.
“Tu appartieni a me... solo e soltanto a me...” sussurrò Louis, con la voce piena d’amore, e non potei fare a meno di sorridergli ancora e perdermi nell’immenso dei suoi occhi azzurri.
Si avvicinò lentamente alle mie labbra, sfiorandole dolcemente, per poi posarvi un bacio.
Ma non un bacio. Quello era il bacio. Quello che desideravo tutte le notti da due anni a questa parte, quello che mi avrebbe fatto amare sul serio.
Volevo solo quel bacio da quelle sue labbra e solo da lui. Louis.
Allacciai le mie braccia alla sua vita, e lui fece lo stesso con le sue intorno al mio collo.
Lo amavo. Lo amavo da sempre, e lo avrei amato per sempre.
Gli applausi delle vecchiette rimbombavano intorno a noi, e sorridemmo entrambi durante quel bacio lungo e morbido, che attendevo da due anni.
Lo guardai negli occhi non appena ci staccammo, e appoggiai la mia fronte alla sua, sorridendo ancora.
“Davvero non ti eri accorta che ero innamorato di te?” domandò, e io scossi il capo.
“E tu davvero non ti eri accorto che ero innamorata di te?” chiesi a mia volta, facendolo sorridere, per poi scuotere il capo anche lui.
“Beh, allora siamo veramente due idioti!” constatai, facendolo ridere sonoramente e ricevendo un buffetto sulla guancia dalla sua calda mano.
“Due idioti che hanno aspettato troppo tempo per dirsi la verità...” sussurrò, sempre più vicino alle mie labbra.
Poggiai una mano sulla sua bocca, guardandolo scettica.
“E quale sarebbe la verità?” domandai, e vidi Louis sorridere, per poi togliere la mia mano dalle sue labbra.
Fece un lungo sospiro chiudendo gli occhi, per poi aprirli e sorridermi.
“La verità, Nicole Miller... è che io ti amo”.
Sorrisi anche io dopo quelle sue parole, stringendolo forte a me e continuare a guardarlo nei suoi occhi immensi come il mare.
“Anche io ti amo, Louis Tomlinson... anche io”.

 
 
 
Louis.
 

“Da quanto porti gli occhiali?”.
Voltai lo sguardo verso Nicole dopo aver infilato le lenti, trovandomi di fronte la sua espressione scioccata.
“Da qualche anno, perché?” risposi, e lei sgranò ancor di più gli occhi.
“E perché io non te li ho mai visti?!” esclamò, per poi buttarsi sul letto accanto a me, con la pancia rivolta verso il materasso.
“Beh... perché forse non li ho mai messi in tua presenza” constatai, iniziando ad accarezzare la schiena coperta da una maglia lunga e vecchia.
Posò lo sguardo su di me, con un’espressione scettica sul volto.
“Perché, volevi fare il figo in mia presenza e quindi non li hai mai messi?” domandò, facendomi scoppiare in una risata fragorosa.
Smisi di accarezzarle la schiena e mi feci più vicino al suo viso, incontrando i suoi occhi verdi.
“Forse perché li indosso solo quando mi sento gli occhi stanchi” dissi, per poi lasciarle un bacio sulla fronte.
Nicole corrugò la fronte, storcendo le labbra.
“Mmmh, sarà pure così, ma per me rimane il fatto che volevi fare il figo!” disse, lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra e rigirandosi con la pancia all’aria.
Scoppiai nuovamente a ridere, per poi posizionarmi sul fianco sinistro per ammirarla.
Mi sembrava impossibile che, adesso, lei fosse mia. Adesso che potevo considerarla la mia ragazza.
“E comunque, stai bene con gli occhiali. Non so, ti donano un’aria più... intelligente, ecco...” disse all’improvviso, guardando il soffitto della sua stanza.
Le rivolsi uno sguardo scettico, che però lei non notò.
“Stai dicendo che sono stupido?” domandai, e Nicole annuì col capo, tenendo sempre lo sguardo rivolto verso il soffitto.
“Proprio così. Infatti, credo che quando usciremo insieme dovrai portare gli occhiali... sai, non vorrei fare brutte figure!”.
Aprii la bocca come sconvolto, e lei si voltò verso di me, scoppiando a ridere.
“Adesso me la paghi, Miller, ma per davvero!” esclamai, scaraventandomi su di lei e prendendo a muovere le mie mani sui suoi fianchi, facendola agitare e ridere allo stesso tempo.
“Lasciami stare, coglione! Ti tiro un calcio in bocca se non la smetti!” urlò tra le varie risate, mentre le mie mani continuavano a farle il solletico.
“E tu allora non dire che sono uno stupido!” esclamai, e lei scosse il capo.
“Non p-posso! Non riesco a d-dire le bugie...!”
Scoppiai a ridere anche io, mentre continuavo il mio lavoro sui suoi fianchi. Era bella anche quando sparava cazzate su cazzate, quando imprecava, quando si contorceva dalle risate.
Era bella sempre. E adesso, potevo finalmente dire che fosse mia.
Smisi di torturarla e mi rimisi sul fianco, mentre lei faceva un sospiro di sollievo.
“Comunque, sembri un nerd con questi occhiali, però sei carino!” disse con il respiro affannato, guardandomi negli occhi.
“Oh, grazie” risposi, fintamente offeso.
Nicole ridacchiò, per poi mettersi seduta tra le lenzuola e darmi un pizzico sulla guancia.
“Già è tanto che ti ho detto carino, di solito sei un cesso!” esclamò, e io sbuffai.
“Quanto sei dolce, Nicole...!” risposi, e lei ridacchiò ancora.
Si alzò nuovamente dal materasso, che cigolò leggermente, per poi mettersi in piedi e stiracchiarsi, alzandosi sulle punte e guardandosi allo specchio.
L’ammirai per un po’, poi sorrisi. Ero stato davvero fortunato ad innamorarmi di lei.
“Tu non sei una ragazza dolce” dissi improvvisamente, e vidi il suo riflesso assumere un’espressione stranita.
“Come, scusa?” domandò, guardandomi dallo specchio.
Le feci un sorriso, alzando le spalle.
“Ho detto che non sei una ragazza dolce. Insomma, sei la prima ragazza che ho che, appena le rivolgo un complimento, mi minaccia di darmi un calcio in bocca e castrarmi contemporaneamente. Le altre ragazze, volevano sempre coccole, fiori, frasi romantiche... tu no. Preferisci che ti dia della rompicoglioni, che altro. Sei strana e... diversa... però è proprio questo che mi ha fatto innamorare di te...”.
Nicole si voltò lentamente verso di me, guardandomi negli occhi per poi sorridere.
“Beh, non mi piace che la gente mi dica le stronzate, ecco perché preferisco essere chiamata rompicoglioni che ricevere un complimento. So di non essere una bellezza, e so di essere una rompicoglioni!” disse, per poi scaraventarsi nuovamente sul letto, buttandosi sul mio sterno, facendomi piegare in due.
Nicole si portò le mani sulle labbra come preoccupata, poi scoppiò a ridere, e io insieme a lei.
“Sei una rompicoglioni... però sei bellissima...” sussurrai, accarezzandole i capelli.
Nicole si voltò verso di me e sorrise, lasciandomi una carezza sulla guancia, per poi avvicinarsi di più al mio viso e lasciarmi un bacio nell’angolo delle labbra.
“Anche tu non sei male... a rottura di coglioni, intendo!” esclamò, facendomi ridere ancor di più.
L’abbracciai, tenendola stretta per la vita, mentre lei muoveva delicatamente le sue dita sul mio petto scoperto.
“Sai... certe volte credo che io e te siamo come Noah ed Allie...” dissi improvvisamente, e lei grugnò qualcosa.
“E chi sono, due amici tuoi?” domandò, e io scoppiai a ridere.
“No... i protagonisti de Le pagine della nostra vita...”  
Vidi Nicole roteare gli occhi al cielo, per poi sbuffare qualcosa.
“Oddio no ti prego, anche tu con quel film?  Vogliono costringermi tutti a vedere quel film, ma io mi rifiuto! Non mi dire che adesso sei diventato una checca che vede i film romantici e piange davanti allo schermo del televisore!” esclamò, facendomi ridere ancor di più.
Le diedi un buffetto sulla guancia e lei sbuffò ancora.
“No, cretina, non sono una checca! Lo stavo vedendo ieri  con Eleonor e...”
“Oh, la cara e dolce Eleonor! L’avevo quasi dimenticata...” m’interruppe, e notai una nota di acidità nel suo tono di voce.
“Ssh, sta zitta e fammi finire!” esclamai, e lei sbuffò ancora, dicendo qualcosa di indefinito.
“Dicevo... Allie da dell’arrogante figlio di puttana a Noah, e lui le da della gran rompicoglioni...”
“Si, fino a qui trovo molte somiglianze...” disse, interrompendomi ancora.
“Ecco. Però, lui l’accetta così e la ama, anche se rompe i coglioni da morire... perché lui vuole tutto di lei, per sempre...”
Nicole rimase in silenzio per qualche minuto, per poi alzarsi nuovamente e mettersi seduta tra le lenzuola scombinate, guardandomi negli occhi.
“E tu?” disse, indicandomi con un cenno del capo.
Le rivolsi uno sguardo curioso e stranito, mettendomi a sedere tra le lenzuola come lei.
“E io, cosa?” le feci eco, e lei imbronciò leggermente le labbra.
“Tu vuoi tutto di me, per sempre?” domandò, guardandomi con quei suoi occhi grandi.
Sorrisi, facendole una carezza leggera, per poi attirarla a me e darle un bacio.
“Io voglio tutto di te, per sempre...”
Nicole sorrise dopo quel mio sussurro veritiero, e mi baciò ancora, infilando le sue mani tra i miei capelli.
Ero felice, perché finalmente la ragazza che amavo da due anni, era con me.
E io, non potevo chiedere di meglio.
“Nicole?” esclamò improvvisamente una voce dal salotto.
Nicole si staccò da me, guardandomi con gli occhi sgranati ed un’espressione incredula e preoccupata sul volto.
“E’ May?” sussurrai, con la sua stessa espressione preoccupata.
Lei annuì col capo lentamente, guardando per un po’ la porta della sua stanza, per poi guardare nuovamente me.
“Adesso siamo veramente nella merda!”.



Writer's Corner! :)
Buuuonasera, dolci pulzelle! :D
Ecco a voi il quarto capitolo di questa mini FF, non che spin off della FF I would love you better now.
Okay, non so perchè ho fatto tutto questo mini sproloquio, però vabbè u.u 
CCCComunque, dovete sapere che questo capitolo l'ho finito tipo oggi pomeriggio, però poi dovevo vedere Glee e quindi non l'ho pubblicato!
Si dichiarano *-*
Owww, ma quanto sono teneramente stupidi e diabetici! *u*
Anyway, la parte di Nicole, come ben sapete, è il giorno dopo l'ubriacatura di Louis u.u 
e la parte di Louis, è il giorno dopo la dichiarazione, quando Maya entra in casa e li sgama! HAHAHAH
pppoi, come avrete notato, mi sono ispirata molto a Le pagine della nostra vita...
Sinceramente, non l'ho mai visto HAHAHAHHA
però ho visto un video su youtube e mi ha ispirato molto per questi due :)
il video è questo: Noah & Allie - Per sempre.
boh, credo che gli si addica tantissimo!

bbbene, io credo aver finito qui, anche perchè devo andare a vedere la cerimonia di apertura delle olimpiadi *-*
eeeh, vi lascio con questa gif, fatta da me, che esprime proprio il momento della dichiarazione, secondo me :)


picasion
picasion

aaaawwww, i miei LOLE! *-*

per chi volesse seguirmi su twittah, sono @Marypuuff :)

CCCCCCCCCCCCCCCCiao Belleeee! :D 

 

 

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Capitolo 5
*** My inner peace has your name ***


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My inner peace has your name



Nicole.

 
Le cose non quadravano.
Avevo perso di vista la situazione per un giorno e... puff! Adesso mi ritrovavo che non capivo più nulla. Maledetto Louis Tomlinson!
Era lui che mi aveva fatto distrarre con i suoi occhi maledettamente azzurri e il tempo che trascorrevo con lui.
Forse non era stata una buona idea, fidanzarmi.
Scossi il capo, ridestandomi dal pensiero inutile di Louis – in quel momento, lo era davvero – e mi concentrai nuovamente sullo sguardo di Maya.
Era una situazione strana. Molto strana.
Sorrideva, ma non era felice.
Parlava, ma non trasmetteva quello che voleva dire sul serio.
Amava, ma non la persona che stava al suo fianco.
Non le brillavano gli occhi come al solito, e il suo sorriso sembrava stanco. Stanco di nascondere qualcosa che nessuno avrebbe mai capito e compreso davvero a fondo.
Passai lo sguardo da May – che continuava a chiacchierare con Anne e Ryan al suo fianco – a Harry, che parlava con delle zie e Caroline al suo fianco.
Sorrideva, ma non era felice.
Parlava, ma non trasmetteva quello che voleva dire sul serio.
Amava, ma non la persona che stava al suo fianco.
Era tutto così dannatamente chiaro. Perché non c’ero arrivata prima?! Maledetto Louis Tomlinson.
Continuavo a guardare Harry che sorseggiava del vino bianco dal suo bicchiere di cristallo, che si guardava intorno mentre Caroline starnazzava con le zie, e casualmente il suo sguardo andava a finire su May.
E cosa poteva fare May, se non guardarsi intorno mentre gli altri parlavano al posto suo, mentre sorseggiava del vino bianco dal suo bicchiere di cristallo, se non guardare Harry?
E cosa potevano fare i due, se non sorridersi imbarazzati e continuare a parlare con persone inutili, ma il loro intento era un altro?
E cosa potevo essere io, se non un genio?
Anche se avevo perso di vista la situazione per qualche giorno – sempre colpa di Louis – ero riuscita a far combaciare tutti i pezzi, come fosse un puzzle. Bingo.
Poggiai il bicchiere sopra un tavolino situato nel giardino, facendomi spazio tra la gente e raggiungendo Maya, lontana dagli occhi indiscreti di Anne e Ryan.
Un po’ di sana conversazione alla Nicole non le avrebbe fatto certo del male.
“Tu, in bagno con me, adesso”.
Lei si voltò per controbattere, ma io l’avevo già afferrata per un braccio trascinandola di sopra.
Era il momento che mi dicesse tutto, altrimenti gliel’avrei estrapolata fuori con la forza.
Più o meno come fanno i dentisti con i denti di quei poveri bambini o di qualsiasi essere umano.
Ti si avvicinano con quella faccia da non ti farò niente, e poi... bum! Dolore immenso.
Brutta razza, quella dei dentisti.
“Piano, Nicole, guarda che mi fai male!” esclamò May, mentre la scaraventavo con poca grazia nel bagno.
“Perché dovrei farti bene, secondo te!” risposi, chiudendo la porta alle mie spalle per poi voltarmi verso di lei e notare la sua espressione confusa.
“Cosa vorresti dire, scusa?” domandò, e io contrassi ancor di più il viso dalla rabbia.
“Ci vuole pazienza con gli idioti, Nicole”pensai, facendo un lungo sospiro.
“Vorrei dire che tu mi hai nascosto qualcosa! E che me lo nascondi da Maggio, e riguarda anche Harry!” esclamai, battendo un piede a terra.
No, con Maya non ci voleva assolutamente la pazienza. Poteva anche andare a farsi fottere, quando si parlava con lei.
May abbassò lo sguardo sui suoi sandali incrociati, mordendosi il labbro inferiore, senza dire più nulla e lasciando che il silenzio s’impossessasse di noi.
“Allora?” domandai ancora, poggiando le mani sui fianchi.
Lei alzò nuovamente lo sguardo, posandolo sulla mia figura incazzata senza però scomporsi.
Sapeva com’ero fatta, quando m’incazzavo.
“Allora cosa?” domandò anche lei, con l’espressione di una che davvero non sta capendo niente.
“Signore, dammi la forza”pensai, per poi guardarla ancora più incazzata.
“Allora voglio sapere cosa mi nascondi, cazzo!” urlai, facendola sobbalzare per lo spavento.
May fece un ultimo sospiro, per poi roteare gli occhi al cielo guardarmi.
“Okay, Nicole, ti dico tutto, ma tu non dire ad Harry che te l’ho detto” disse decisa, e io annuii.
Doveva per forza dirmi tutto!
“Muta come una tomba” giurai, portandomi la mano destra sul cuore.
Poggiò le mani sui fianchi, inclinando il capo e guardandomi scettica.
“Muta come quando hai detto a tutti che ero uscita con Ryan, nonostante ti avessi detto di non farlo?!” domandò, con lo stesso tono di voce della sua espressione.
Feci un mezzo sorrisino imbarazzato, ricordandomi di quella situazione, alzando le spalle.
“Mi è scappato, non è stata colpa mia!” dissi in mia discolpa, e lei sbuffò, roteando ancora una volta gli occhi al cielo.
“Si va bene, adesso siediti lì e stammi a sentire...” disse, indicandomi il posto su cui dovevo ipoteticamente sedermi.
Mi voltai scioccata verso di lei, indicando il trono sul quale dovevo poggiare il mio adorato sedere.
“Sulla tazza?! Sei per caso impazzita?!” esclamai, e lei scosse il capo.
“Vedete per caso poltrone qui dentro, vostra altezza?!” rispose sarcastica.
Le rivolsi una smorfia, per poi mugugnare un qualcosa di incomprensibile anche al mio udito, e mi sedetti con poca grazia sul gabinetto.
Forse non era stata proprio una buona idea portarla in bagno.
Ma, finalmente, la verità stava per venire a galla.
 

 


Louis.

 
Quanto può condizionarti il matrimonio del tuo migliore amico?
Tanto, troppo. O almeno per me.
La notte prima del suo matrimonio, non riuscivo a prendere sonno. E sapevo che nemmeno lui stesse dormendo.
Lo sentivo sospirare, rigirarsi in continuazione nel suo letto, sbuffare, togliersi le lenzuola di dosso e rimettersele, continuando a sbuffare, senza trovare pace.
Ma il suo era un problema interno, e non con quella notte.
Lui doveva trovare la pace interiore, come dicevano quei maestri dei corsi di yoga dove aveva provato a portarmi Nicole, una volta.
Morale della favola? Lei era uscita di lì ancora più incazzata perché io non ero riuscito a fare niente, se non a dare fastidio all’insegnante.
Ma in quel momento, non ero io che dovevo trovare quella benedetta pace interiore.
Harry non era felice.
Non era felice di sposarsi, non era felice di se stesso e nemmeno della vita che avrebbe dovuto affrontare.
Lui era felice solo quando la sua pace interiore prendeva il nome di Maya.
Perché lo si leggeva tramite i suoi occhi, che era Maya a renderlo felice, e non Caroline.
Era palese che fosse innamorato di lei, e che non aveva mai smesso di farlo.
Ma Harry era orgoglioso, testardo, codardo, e non avrebbe mai ammesso niente di tutto ciò.
D’un tratto, lo sentii sospirare l’ennesima volta, per poi sentire i suoi piedi posarsi sul pavimento e scendere dal letto, stando attento a non fare rumore e uscire dalla stanza con cautela.
Sentii la porta chiudersi piano dietro le sue spalle, così mi misi seduto tra le lenzuola, convinto del fatto che non sarebbe tornato in stanza.
Liam, intanto, russava beatamente, stravaccato nella brandina.
Ero sicuro del fatto che Harry stesse andando in camera di Maya e godersi un’ultima notte con lei, prima dell’errore madornale che avrebbe commesso il giorno dopo.
Eppure, era come se condizionasse anche me, questo fatto.
Mi sentivo quasi in colpa di non poter bloccare le scelte azzardate del mio migliore amico, e ancor di più di non avergli fatto capire che la donna che amava non era quella che stava per sposare.
Mi alzai anche io dal letto, con la coscienza che quella notte non avrei preso sonno, e uscii dalla stanza, richiudendo piano la porta alle mie spalle e scendendo in cucina.
Aprii il frigo una volta nella stanza, prendendo un po’ d’acqua da una bottiglia e versandomela nel bicchiere, finché non sentii dei passi scendere le scale.
Chiusi il frigo, rimettendo dentro la bottiglia, per poi aspettare la persona che stava scendendo la scalinata mentre bevevo.
Si stropicciava gli occhi leggermente socchiusi e si passava una mano tra i capelli ricci, sbadigliando.
E la sola figura, mi fece accelerare il battito del cuore.
“Ehi...” sussurrai, una volta che arrivò in cucina.
Nicole sobbalzò leggermente poiché non si aspettava di trovarmi lì, e si portò una mano sul cuore quando vide che ero io.
“Sei impazzito?! Mi farai venire un infarto, prima o poi...” esclamò sussurrando, e io ridacchiai, posando il bicchiere ormai vuoto nel lavandino.
“Non riesci a dormire?” domandai, e lei alzò lo sguardo, storcendo il naso.
“No, sto aspettando che gli alieni scendano e mi portino con loro nella galassia...! Ovvio che non riesco a dormire, testolina bacata, se no cosa ci farei qui, nel bel mezzo della notte?!” esclamò ancora, scuotendo il capo.
“Ti va di uscire un po’ fuori?” domandai, avvicinandomi a lei.
Nicole alzò lo guardo e annuì col capo, per poi prendermi dolcemente la mano, in un modo che non mi sarei mai aspettato da lei.
Le sorrisi, per poi dirigerci verso la porta finestra nel salotto e uscire nel grande giardino di Harry, dove qualche ora prima era stata celebrata la festa di fidanzamento.
Ci sedemmo sulla grande altalena al centro del giardino, e Nicole poggiò la testa sul mio petto, così che io potessi accarezzarle i capelli.
“E’ tutto così strano...” disse improvvisamente, dopo che io le ebbi lasciato un bacio sulla nuca.
“Cosa?” domandai, poggiandole una mano sul ventre.
“Tutto. E’ tutto strano... insomma, guardaci... mesi fa avremmo potuto tirarci di tutto addosso senza fermarci mai, oddio in effetti lo farei anche adesso però forse con più dolcezza...” disse, facendomi ridacchiare leggermente.
“Però vedi... io non avrei mai creduto di poterti dire tutto, di tirare fuori i miei sentimenti... non ne sono mai stata in grado, non sono mai stata davvero tanto brava, e invece tu... tu sembra che sia nato, per amare le persone... e per amare una come me...” concluse sussurrando, prendendo la mia mano e stringendola alla sua.
Sorrisi tra i suoi capelli profumati, lasciandole un altro bacio.
“E’ che tu sei la ragazza perfetta per me. Sei cinica, acida, testarda e piena di difetti, che vanno a moltiplicarsi ogni giorno di più... però sai capirmi con uno sguardo... e nessuno c’era mai riuscito, prima di te...” sussurrai, e la sentii sorridere.
“Però adesso stiamo diventando troppo dolci, ho bisogno di qualcosa da dirti che non sia diabetico!” esclamò, facendomi ridere.
“Dimmi che sono uno stronzo, o davvero posso credere gli alieni siano venuti a prenderti e portarti con loro nella galassia!” risposi tra le risate, accarezzandole i capelli con una mano.
“Sei uno stronzo, tranquillo, sono ancora qui con te a sfracassarti le palle!” disse, accoccolandosi di più al mio petto.
Rimanemmo in silenzio per un po’, beandoci soltanto della tranquillità notturna che aleggiava intorno a noi, in quel giardino.
“Cos’altro ti sembra strano?” domandai all’improvviso, carezzandole ancora un po’ i capelli.
Nicole sospirò, e sentii il suo respiro farsi più tranquillo.
“L’amore. L’amore mi sembra la cosa più strana del mondo...” rispose, e io non le chiesi più nulla.
Rimasi in silenzio, e lei capì cosa volevo dire davvero.
“Guarda May ed Harry, ad esempio. Loro si amano ancora, eppure stanno mandando tutto il loro amore a puttane perché sono orgogliosi, e non vogliono ammettere la verità. E soffriranno da morire, e tutto gli provocherà dei dolori... allora non è meglio essere felici e dirsi tutto, invece di rimanere in silenzio per tutta la vita?” disse ancora.
Sospirai anche io, scuotendo il capo.
“Lo so... ma noi non possiamo farci nulla, Nicole...” dissi, e la sentii voltarsi verso di me.
Puntò i suoi occhi verdi e decisi nei miei, costringendomi a guardarla.
“Non è vero, Louis. Noi possiamo fare eccome. Possiamo fargli capire che stanno sbagliando, che se ne pentiranno per sempre e vivranno una vita tormentata, se continueranno così. Sono fatti per stare insieme, così come lo siamo noi due... e io non voglio che un giorno si rincontreranno e non riusciranno nemmeno a guardarsi negli occhi, per il dolore che portano dentro...”
Continuai a guardarla negli occhi per farmi trasmettere tutta quella decisione e forza che a me mancava.
“Si ma...”
“Ma un cazzo, Louis!” esclamò, interrompendomi “ricordi quando dovevamo andare a prendere May all’aeroporto e tu mi chiedesti cosa sarebbe successo, e io ti risposi che speravo il meglio?! Bene, il meglio è successo. Loro si sono accorti di amarsi ancora. Ma adesso sta a noi, rendere quel meglio possibile ancora una volta...”.
Le sorrisi, poggiando una mano sulla sua guancia morbida, e sorrise anche lei.
“Se più testarda di Harry e May...” sussurrai, e lei fece una smorfia.
“Lo prenderò come un complimento, allora...” sussurrò in risposta, avvicinandosi alle mie labbra e baciandole, come solo lei sapeva fare.
Perché, infondo, era inutile andare al corso di yoga per trovare la pace interiore.
Per quanto potesse essere una rompicoglioni con i fiocchi, la mia pace interiore portava il nome di Nicole.


Writer's Corner! :)
Oh yeeeeah, babies! ;D
No vabbè, niente.
Questi abbinamenti di colore fanno pure schifo, credo... cioè, boh, a me non piacciono tantissimo. Cioè, di solito l'arancione e il blu scuro mi piacciono insieme, però boh! In questo caso non mi piacciono tantissimo!
Però non ho tempo di cambiarli, anche perchè sono stata tre ore a cambiare colori perchè mi facevano tutti schifo, e questo è quello che mi fa un'antecchia meno schifo! :)
Okay, divago.
Avevo detto che volevo scrivere un altro capitolo LOLE prima di quello che ho già in mente e... eccolo qua! :D
Mi è venuto in mente stamattina appena sveglia e ho deciso di scriverlo! L'ho finito tipo qualche minuto fa, credo u.u
Forse è un po' troppo diabetico questo capitolo, però si capiscono varie intenzionii u.u eheheheh, Nicole paladine della giustizia! :D
Tipo c'è una mia compagna di classe che è un'idiota e che voleva ricercare la giustizia, e io e le mie amiche le abbiamo dato il nome di Sailor Puurp! :D HAHAHAH
Vabbè, sto dicendo troppe cose inutili stasera perchè ho fame. 

Un enorme grrrazie alla mia splendida omonima, extraordinharry, per avermi fatto un nuovo banner *-*
asdfghj, è meravigliossso :D

SSSSo, per chi è entrato qui senza conoscere da cosa derivi questo spin-off, qui c'è il link della FF! :)
I would love you better now.
E' quasi finiiita ç_ç

E, come al solito, vi lascio la gif di fine capitolo! :D

picasion.com
picasion.com

HAHAHAH, boh questa l'adoro *-*
sdramatizza un po' il diabete che c'è il questo capitolo! :D

Se volete prendermi a male parole e insultarmi (se volete, eh, non siete obbligate u.u) mi trovate su twittah come @Marypuuff :)

Adesso vado a finire di scrivere l'ultimo capitolo della FF ç_ç
E a mangiare, ovviamente.

CCCCCCCCCiao belle! :D

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Capitolo 6
*** Stop all, this is a robbery! ***


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Stop all, this is a robbery!
 


I hear the preacher say speak now or forever hold your peace
There’s the silence, there’s my last chance
I stand up with shaking hands, all eyes on me
{Speak Now - Taylor Swift}



Louis.

 
Louis! Muovi quel fantastico culo sodo che ti ritrovi e preparati, adesso!”.
Mi buttai nuovamente a peso morto sul letto dopo le splendide e calme parole che la mia dolce fidanzata aveva esclamato così gentilmente.
Scossi il capo, stropicciandomi furiosamente gli occhi come se volessi riprendermi.
Ma, da quella giornata, non mi sarei ripreso mai.
Non potevo credere ancora che Harry si sarebbe sposato sul serio. E con Caroline, poi.
Non sarei mai riuscito a fare da testimone del suo grande amore, quando sapevamo entrambi che non era lei il suo grande amore.
E io, avrei dovuto testimoniare il falso?
Improvvisamente, la porta della camera si spalancò, mostrando la figura di Nicole già in jeans e maglietta, pronta per tornare a Londra.
Aveva già assunto il cipiglio da “adesso te la meriti una bella ramanzina”, con le mani poggiate sui fianchi e lo sguardo scettico poggiato su di me.
“Ti alzi dal letto, bella statuina?! Guarda che dobbiamo muoverci, non possiamo arrivare a Londra con il teletrasporto!” esclamò, aprendo le braccia.
Scossi nuovamente il capo, portandomi il viso tra le mani e continuando a stropicciare gli occhi.
“Ti muovi?!” ordinò ancora, sbuffando.
Alzai lo sguardo, guardandola con occhi stanchi, per poi scuotere nuovamente il capo e ributtarmi a peso morto sul letto.
Nicole sbuffò ancora, più sonoramente del solito, per poi sedersi sul materasso accanto a me, dandomi uno schiaffo sulla pancia.
“Ahi!” esclamai, massaggiandomi il punto dove mi aveva colpito.
“Volevo vedere se eri vivo. Non mi rispondevi!” si giustificò, facendo un sospiro.
“Beh, lo sai perché sto così, Nicole...” risposi, portandomi una mano sulla fronte, continuando a guardare verso il soffitto.
La sentii avvicinarsi di più a me, per poi accoccolarsi al mio petto, cingendomi la vita con un braccio.
“Lo so, Lou... ma non dobbiamo darci per vinti!” esclamò, e io poggiai lo sguardo verso di lei.
La fissai scettico per un po’, poi Nicole si alzò dal mio petto, mettendosi seduta sul materasso e guardandomi con una luce negli occhi che non poteva definirsi normale.
Ma da quando Nicole poteva essere definita normale?
“Che cosa stai ingegnando, Nicole?” domandai con un filo di voce, mettendomi seduto sul materasso come lei.
Nicole alzò le spalle, assumendo l’espressione di una che non sapeva niente, ma che in realtà sapeva eccome.
Lo vedevo tramite i suoi occhi, che aveva un’idea malsana.
“Nulla...” rispose ingenuamente, alzando ancora una volta le spalle.
Continuai a guardarla scettico, incrociando le braccia al petto, mentre lei volgeva lo sguardo altrove.
“Nicole...” la richiamai, e lei si voltò verso di me.
Sapevo che non avrebbe resistito a lungo.
“E va bene, va bene, te lo dico!” esclamò d’un tratto, sbuffando e alzando le braccia al cielo, per poi battere le mani sulle proprie gambe.
Ridacchiai silenziosamente, in modo che lei non potesse sentirmi.
Non sarebbe mai riuscita a resistere.
“Noi dobbiamo fermare quel matrimonio, Louis!” esclamò, alzando le spalle. “Harry non può sposare Caroline, lui ama Maya!” concluse, alzando i pugni in aria, sventolando le braccia.
Sembrava una cheerleader.
Scossi il capo, passandomi una mano tra i capelli.
Non avrebbe mai smesso di avere idee malsane, che potevano compromettere un’amicizia e qualcosa di più.
Ora sapevo cosa avrei dovuto regalarle a Natale. Un cervello nuovo.
“E come intendi fare, scusa?” domandai, scrollando le spalle.
Nicole fece un sorrisino malizioso, per poi avvicinarsi al mio viso e lasciarmi un bacio sulle labbra, dandomi contemporaneamente un buffetto.
“Ho già un’idea in mente...”
 
 

Nicole.

 
I giornali l’avevano definito il matrimonio del secolo, manco fossero William e Kate.
Di secolare, Caroline aveva solo gli anni.
E Harry, avrebbe commesso uno sbaglio secolare.
Odiavo essere lì, odiavo quello stupido vestito che indossavo e odiavo il fatto di dover assistere a uno dei matrimoni più sbagliati del secolo.
Ecco appunto, era considerato il matrimonio del secolo solo per il semplice fatto che fosse sbagliato.
Continuavo a pensare a quello che avrei dovuto fare, dato che Maya si era categoricamente rifiutata.
Lei non era il tipo ragazza che avrebbe interrotto in maniera rude un matrimonio?!
Beh, io lo ero. E lo stavo facendo soprattutto per lei.
E Harry? Beh, vero che era un idiota, ma non tanto da essere il tipo di ragazzo che avrebbe sposato la donna sbagliata.
Mi toccava sempre fare da paladina della giustizia, in un modo o nell’altro.
Scossi il capo, guardando meglio le varie scene presenti in chiesa.
C’erano Niall, Zayn, Louis e Liam, che parlottavano tra loro sottovoce, quasi come se si stessero confessando.
D’un tratto, dalla sagrestia uscì Will velocemente, avvicinandosi ai ragazzi e poggiando le mani su una spalla di Lou e una di Niall, parlando di qualcosa e sorridendo soddisfatto.
Non mi andava nemmeno di andare lì a chiedere di cosa si trattasse.
Okay, si, m’interessava, ma non mi andava di entrare in chiesa e avvicinarmi a loro.
Sarebbe stato un tratto troppo lungo.   
Spostai lo sguardo verso destra, ammirando la famiglia di Caroline, tutti perfettamente in tiro, con la puzza sotto al naso e vomitevoli vestiti dai colori pastello.
Dio, da prendere solo a calci in culo.
Improvvisamente, un urlo disumano – peggio di quello di King Kong quando si fa la ceretta – provenne da una stanza nascosta in chiesa.
Ci voltammo tutti a vedere cosa fosse successo, ma subito dopo ci rendemmo conto che, probabilmente, era Caroline che stava urlano contro una povera damigella d’onore, costretta al supplizio del matrimonio e costretta a sopportare quella strega della sposa.
Fossi stata io, l’avrei tranquillamente scaraventata con la faccia contro il mur...
D’un tratto, Harry uscì dalla sagrestia, aggiustandosi la giacca dello smoking e passandosi una mano tra i capelli, con lo sguardo rivolto verso il basso.
Entrai in chiesa, avvicinandomi alla panchetta dove mi sarei dovuta sedere, cioè accanto a Liam, Zayn e Niall, con dietro Juliana, Elizabeth e Will.
Tutti contrari a quello stupido matrimonio.
Mi sedetti accanto a loro, guardando Harry negli occhi, mentre quella che doveva essere una marcia nuziale – ma che a me sembrava tanto una marcia funebre – iniziò a suonare.
Erano tristi, spenti, lucidi. Aveva pianto.
Erano visibilmente arrossati, e sul viso non aveva l’espressione felice di qualcuno che stava per sposarsi. Sembrava più quella di uno che doveva andare al patibolo.
Non mi alzai quando Caroline iniziò ad attraversare la navata felice, con il suo vestito a forma di pasticcino e il suo portamento da regina d’altri tempi.
Continuavo a guardare Harry, e fargli capire che, quello che stava per commettere, era il più grande degli errori.
Era come se volessi dirgli di non dire si, di scappare immediatamente, che Maya lo stava aspettando lì fuori e che lui aveva bisogno di sentire il suo no oppositore da lontano.
Perché May si sarebbe opposta, ma solo da lontano.
Continuava a guardarmi anche lui, ed entrambi non aprivamo bocca. Ci eravamo capiti.
“Sedetevi” disse improvvisamente il predicatore.
Tutti si sedettero, e immediatamente aleggiò in chiesa un singhiozzo da parte della madre di Caroline.
Roteai gli occhi al cielo, sbuffando. C’era da piangere di terrore e paura, non di gioia!
Il predicatore iniziò a parlare su quanto il matrimonio fosse un vincolo sacro e meraviglioso, ma fatto anche di sofferenze e gioie da affrontare insieme giorno per giorno.
Come avrebbe potuto Harry affrontare questo percorso, quando l’unico percorso che avrebbe dovuto prendere era quello rivolto verso l’aeroporto e verso Maya?!
“E vuoi tu, Harry Edward Styles prendere come tua legittima sposa la qui presente Caroline Louise Flack?” disse improvvisamente il predicatore, rivolgendosi ad Harry.
“Di no, di no...” sussurrò Niall accanto a me, con lo sguardo basso.
Guardai Liam, che si torturava le mani, e Zayn che si mordeva il labbro inferiore.
Posai lo sguardo verso Louis, che sembrava quasi annoiato di essere lì.
Eravamo tutti contrari, ma nessuno aveva il coraggio di agire.
“Io... io...”
“Fermi tutti, questa è una rapina!”.
Beh, tutti tranne me.
Tutta la chiesa si voltò verso di me, ormai in piedi ma con lo sguardo puntato solo verso di Harry.
“Beh, non è proprio una rapina, ma volevo fare scena...” mi giustificai, e Niall, Liam e Zayn accanto a me, risero.
“Signorina, se ha qualcosa di dire, può farlo dop...?”
“Stia zitto lei! Non vede che sta sposando uno che non è cosciente dell’azione che sta per compiere?!” esclamai, irrompendo il predicatore, e tutta la chiesa ebbe un sussulto.
Nessuno si sarebbe mai permesso di urlare contro un prete. Beh, nessuno tranne me.
“Signorina, ma...”
“Ma un corno, padre! Harry Styles non è nelle condizioni di sposare quella donna! E sa perché? Perché non è quella la donna che ama, accidenti!”.
Ci fu un brusio dal resto dei presenti in chiesa, ma io avevo occhi solo per Harry.
Dovevo o no salvargli la vita?
Vidi Louis sorridere soddisfatto dietro di Harry, facendomi l’occhiolino.
“Ma cosa stai dicendo?! Padre, non la stia a sentire e continui a celebrare il rito, per favore...” disse Caroline, stizzita.
Mi sarei avvicinata a lei e l’avrei presa a calci in culo, ma fortunatamente, Harry mi precedette.
“No padre, non continui nulla”.
Feci un sorrisino soddisfatto, mentre Caroline si voltò sconvolta verso Harry.
“Che cosa hai detto?!” gli domandò, scandendo per bene ogni singola parola.
Harry si voltò verso di lei, con un sorrisino stampato sul volto, mentre tutti attendevamo quello che voleva realmente dire.
“Ho detto che per me questo rito è concluso. Non voglio sposarti e forse non l’ho mai voluto. Io amo Maya”.
Qualcosa dentro di me esplose, come fossero fuochi d’artificio di felicità.
 Ma qualcos’altro esplose sul viso di Harry, e non erano certo fuochi d’artificio.
Vidi Louis trattenere una risata, e così anche Harry, mentre si massaggiava il punto in cui era stato colpito.
“Beh... almeno ha fatto scena!” disse, e Caroline scoppiò in un lamento, per poi alzarsi e avvicinarsi alla sua damigella d’onore, abbracciandola forte e scoppiando in un pianto isterico.
Harry si alzò, sbottonandosi la giacca e qualche bottone della camicia, levandosi il papillon.
Si avvicinò a me, per poi sorridermi e abbracciarmi forte, senza che io potessi dirgli nulla.
“Vai a conquistarla, Harry!” disse Zayn, dandogli una pacca sulla spalla.
“Sapevamo che te ne saresti reso conto da un momento all’altro!” aggiunse Liam, sorridente.
“Riprenditela!” esclamò Niall, alzando i pugni come segno di vittoria.
Harry si staccò da me, sorridendo a tutti e tre, e poi a me, guardandomi negli occhi.
“Grazie...” sussurrò, e gli sorrisi anche io.
“Corri idiota, e ringrazia che siamo in chiesa se no ti avrei chiamato in un altro modo! Lei sta aspettando solo te!” esclamai, mentre anche Louis gli dava una pacca sulla spalla, per poi abbracciarlo.
 Ammirai la scena, e per poco non mi commossi guardando Harry correre come un forsennato fuori la chiesa solo per raggiungere Maya.
“Nicole Miller che sta per commuoversi... questa si che è bella!”.
Mi voltai verso Louis, che aveva poggiato un braccio intorno al mio collo, e gli diedi una pacca sullo sterno.
“Non mi sto per commuovere, cogl... idiota...” dissi, ricordandomi di essere in una chiesa.
Louis rise dolorante, per poi abbracciarmi forte.
Mi persi nel suo ottimo profumo, quello che avevo sognato per anni di avere addosso sulla pelle la mattina, e che adesso era mio.
“Alla fine hai fatto la cosa giusta...” sussurrò al mio orecchio, e io sorrisi.
“Già... e tu che credevi che non avrei avuto il coraggio!” risposi, e lo sentii ridacchiare.
“Non ho mai dubitato di te, nemmeno per un secondo... sapevo che l’avresti fatto...” soffiò al mio orecchio, facendomi venire i brividi lungo tutta la schiena.
Sorrisi sulle sue labbra, per poi lasciargli un lungo e morbido bacio.
Alla fine, Louis mi avrebbe sempre indirizzato a fare la cosa giusta, semplicemente guardandomi negli occhi.


Writer's Corner! :)
CCCiao Gente!
So che avrei dovuto pubblicare qualche oretta fa, più o meno, ma stranamente ho tempo solo adesso!
Dovete sapere che ho degli ospiti milanesi a casa fino a sabato, e mi sa che questo sarà l'ultimo capitolo che pubblicherò per il momento! :S
Li dobbiamo portare un po' a spasso u.u
pppoi, oggi non ho avuto tempo tra Glee, twitcam con Agnese (lo so, facciamo pena HAHAH çç) e ceretta! ç_ç
ssso, adesso sono abusivamente nella mia cameretta a pubblicare, dato che sono stata anche cacciata da casa mia e mi tocca dormire da mia nonna insieme a mia sorella!
Che brutto mondo ç_ç

Adesso vi lascio, che vado di frettissssima!
Ringrazio la mia omonima mAry (u.u)/extraordinharry per il banner meraviglioso asdfghjk *-*
lo amo! :D

I milanesi stanno giocando con il mio biliardino...
non hanno capito chi comanda qui, tzè! u.u
vado a fargli mangiare un po' di polvere! ;D


su twittah sono @Marypuuff :)


maker gif
maker gif

So che Nicole è bionda in questa gif, e che quest'ultima faccia schifo (la gif, intendo u.u)
ma non ho proprio il tempo! :S
mi sa che uscirà anche un coso nero sotto, ma vi giuro che mi farò perdonare con la prossima!
soooooooooooorry! 


byeeee :D

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