I won't forget.

di theybelieve
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** it's summertime. ***
Capitolo 2: *** have you seen my dog? ***



Capitolo 1
*** it's summertime. ***


- Pronte? Uno, due, tre! –
La spinta che mi do da sopra lo scivolo del parco acquatico di Genova mi fa quasi rotolare come una palla fino alla piscina sottostante. E, come se non bastasse, per l’impatto contro l’acqua, il pezzo di sopra del mio costume si alza, lasciandomi mezza nuda. Imprecando, mi sistemo, esco dalla piscina e raggiungo le mie due migliori amiche che si stanno già dirigendo verso un altro tipo di scivolo. Odio gli acquapark, non ci trovo niente di divertente. Avrei preferito passare questa calda domenica d’agosto al mare a prendere il sole, magari leggendo un libro; però ho voluto far compagnia a Felicia e Martina. Sempre il mio solito problema: non so dire di no a nessuno, sento sempre il bisogno di far felici tutti.

Quando mi avvicino, sento che stanno facendo commenti inadeguati su tutti i ragazzi in costume che gli capitano sotto gli occhi. Sono incredibili, lo fanno sempre e dovunque.
- Hey Felicia, devo ricordarti che sei già impegnata? – dico alla ragazza bionda dagli occhi grigi accanto a me, dandole una gomitata sul fianco.
- Hey Jessie, devo ricordarti che il mio tipo non è qui in questo momento? – mi fa l’occhiolino e ridacchia.
- Fels, smetti di fare la prostituta e aiutami a decidere dove andare. Non abbiamo girato nemmeno metà parco. Questo posto è immenso. – Martina (o Mars, come preferisce essere chiamata) si è fermata davanti ad un cartello con la mappa del parco illustrata sopra e ci sta fissando con sguardo interrogativo. I suoi lunghi capelli lisci sono perfetti anche da bagnati.
- Io opterei per le vasche ad idromassaggio, per rilassarci un po’. – propongo soffocando uno sbadiglio mentre mi stiracchio. – Tutto questo sole mi sta facendo venire sonno. –
Le due annuiscono. - Okay pigrona, ma prima andiamo al bar, sto morendo di fame. –

Raggiungiamo le nostre sdraio per prendere i soldi e ci avviamo verso il bar. Dobbiamo fare la fila (una lunghissima fila composta per lo più da bambini affamati) per lo scontrino.
- Voi che prendete? – chiedo indicando il cartello che mostra tutti i gelati confezionati disponibili.
- Uhm…io un magnum white. – dice Mars.
- Io un cafè zero passion fruits. – annuncia Felicia, facendomi scoppiare in una risata che non faccio in tempo a trattenere.
- Si dice “ziro pesshion fruts”! – le dico ridendo.
Mi guarda male. Odia quando la correggo in inglese. – Oh, mi scusi miss. America. – sbuffa.
- Sono italo-canadese… - replico con aria di sfida.
- Mi perdoni, non farò più errori sulle sue origini. A patto che lei ci faccia trovare qualche bel ragazzo inglese. – mi dice con aria sognante.
- Solo quando avrai imparato a pronunciare il nome di quel gelato in modo impeccabile. –
Mi tira un pugno sul braccio.
- Hey! – mi allontano da lei e mi massaggio il punto in cui mi ha colpita.
Mars ridacchia. – Io preferisco gli americani o i canadesi….Hanno un non-so-che di misterioso. Prendete il padre di Jessie come esempio. Oppure suo fratello…-
Felicia la interrompe. – Ma guarda un po’! Non hai ancora smesso di pensare a Derek, eh? E poi lui è canadese solo per metà. –
Mars avvampa. Ha un cotta per mio fratello dalla prima volta in cui l’ha visto. Purtroppo nessuno di noi ha l’occasione di vederlo spesso. Ha finito il liceo ed è subito partito per Ottawa, dai nostri nonni paterni. Mio padre, John, è nato ed ha vissuto in Canada fino ai venticinque anni, dopo di che, per questioni di lavoro, è sceso in Italia, dove ha conosciuto e sposato mia madre, Anna, ex-insegnante di inglese al liceo linguistico. Ecco perché parlo l’inglese come se fosse la mia lingua madre. Nonostante questo, sono stata ad Ottawa solo quattro o cinque volte, ma programmo già di trasferirmi lì dopo il miei diciannove anni, quindi tra circa due anni. Non vedo l’ora. L’Italia mi piace, ma è come se sentissi che il mio posto è lì, qui mi sento come una straniera.

Alla fine riusciamo a prendere i gelati e andiamo a mangiarli sotto il nostro ombrellone. Fa davvero troppo caldo per stare sotto il sole. Le nostre sdraio sono proprio davanti alla piscina grande nella quale ogni due ore fanno partire delle piccole onde per simulare il mare. Forse è l’unica cosa che mi piace in tutto il parco. Mentre guardiamo dei bambini schizzarsi a vicenda nell’acqua, una palla rimbalza fino a noi, seguita da una voce maschile.
– I’m so sorry! Can you please throw us that ball? –
Il mio cuore salta un battito. Conosco quella voce.
Mentre Mars prende la palla e gliela lancia sorridendo timidamente, io mi volto.
È davvero lui. Sono davvero loro.
- Thank you! – il biondo ci fa l’occhiolino e passa il pallone agli altri quattro ragazzi che ha davanti.
Continuo a fissarli con occhi sgranati, chiedendomi cosa ci facciano gli R5, una delle ragioni per cui trovo la forza di alzarmi dal letto la mattina, in un parco acquatico in Italia.






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- my space.
ciao a tutti. *saluta con la manina*
sono Serena (o wegottabelieve su twittah) e questa è la mia seconda FF
(la prima si è fermata ad un capitolo perchè non sapevo come andare avanti, ma dettagli...). 
okay, so che questo primo capitolo fa a dir poco pena, però è come una specie di introduzione. ç_ç siete obbligati  se vi va recensite, lo apprezzerei tanto. c:
ho già un'idea su cosa scrivere nel prossimo capitolo, quindi non ci metterò molto a postarlo. uu
se hai letto e non hai idea di chi siano gli R5, mi dispiace tanto per te. cerca i canali OfficialR5 o RikerLynch su youtube, non te ne pentirai.
ora vado a mangiare la pizza. \o/
much love,
Serena.

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Capitolo 2
*** have you seen my dog? ***


Non è possibile.
Non possono essere davvero loro.
Strizzo gli occhi e li riapro, magari è un’allucinazione.
Eppure Riker, Rydel, Ross, Rocky ed Ellington sono ancora in quella piccola parte erbosa del parco a giocare a pallone. E Riker ci ha appena parlato.
Certo, ho letto qualche tweet su una certa vacanza in famiglia, ma non potevo immaginare che sarebbero venuti in Italia. E poi perché a Genova? Perché non a Milano o Roma?
Prima ancora di riuscire a realizzare quello che i miei occhi stanno vedendo, Fels butta un’imprecazione e inizia a strattonarmi così forte che quasi mi fa cadere dalla sdraio. – Tu. Muoviti. Vai a parlargli. Adesso. Dio santissimo, sono uno meglio dell’altro. –
Quasi la vedo sbavare.
- Scordatelo. E il tuo ragazzo pensa davvero che tu sia una compagna fedele? Povero illuso. –
E poi non riuscirei a spicciare parola. Il massimo che potrei fare è rimanere lì imbambolata a fissarli a bocca aperta.
- Ma smettila. Tanto Luca sta meglio senza di me. Quando non ci sono se la fa con le sue amichette. – ribatte lei.
- Mi sfugge il motivo per cui state ancora insieme, allora. –
- Semplicemente…mi piace passare del tempo con lui e la cosa è reciproca. –
Mars si intromette. – Giusto, ma faresti meglio a definirlo “trombamico”. –
Felicia la fulmina con lo sguardo. Si volta verso di me e mi fissa per qualche secondo. Poi mi prende di forza per le braccia e mi trascina verso i ragazzi.
Mi dimeno come una dannata, ma evito di urlare per non attirare ulteriormente l’attenzione di tutto l’acquapark su di noi. Martina ci segue a qualche passo di distanza, quasi divertita.
- Te ne pentirai amaramente. – sussurro a denti stretti a Felicia. – Lasciami! –
Più ci avviciniamo al campetto, più il mio stomaco si contorce. – Mi fai male! – mi sta stringendo i polsi come se fossi insensibile al dolore.
Prima che possa rendermene conto, sono a praticamente due passi di distanza dalla schiena di Riker. È più alto di quanto sembri in foto. Rydel ed Ellington mi notano e iniziano a lanciarmi occhiate curiose. Presto anche gli occhi di Rocky e Ross sono su di me. Porca miseria. Mi guardo intorno, ma Felicia e Mars sembrano essersi volatilizzate. Me la pagheranno cara. Scommetto che i miei occhi in questo momento stiano trasmettendo un messaggio ben preciso, del tipo: “Sotterratemi viva. Adesso.”
Riker si gira. Perfetto. È la situazione più imbarazzante in cui mi sia mai ritrovata in tutta la mia vita, giuro.
Mi guardano con aria interrogativa. Qualcuno si schiarisce la voce.
- ehm.. – comincio. Che cosa gli dico adesso?!
- mi chiedevo se…sì, insomma…avete mica visto il mio…cane? –
Oh Jessie, che splendida trovata. Un cane. Sì, certo.
- È più o meno alto così. – abbasso il braccio all’altezza del mio ginocchio. – E ha il pelo corto..e nero, sì. – balbetto alla fine.
Riker mi guarda divertito. – Non credevo che si potessero far entrare cani qua dentro. –
- io..bhe, ho fatto tutto di nascosto. Non potevo…insomma…non potevo mica lasciarlo a casa da solo, con tutto questo ca…-
- Senti, abbiamo prenotato il campo da pallavolo per le 17, cioè tra mezz’ora. Siamo in sette e ci mancano dei giocatori. Non è che tu e le tue due amiche che ci stanno fissando da dietro quel muretto volete farci compagnia? – dice indicando un punto non poco lontano.
Immagino di essere rossa come un pomodoro e non è colpa del caldo. Un po’ è perché ho fatto la figura di merda più colossale della storia, un po’ perché Riker in costume mi ha parlato e mi ha invitata a giocare a pallavolo con gli altri, anche loro in costume. Sbaglio o si è alzata la temperatura?
- Oh. Okay…ci saremo, sì. –  rispondo.
- Perfetto. Comunque, io sono Riker. – mi dice tendendomi la mano. Senza pensarci due volte, gliela stringo. – e questi sono Rocky e Ross, i miei fratelli. Lei è Rydel, mia sorella, e questo è il nostro migliore amico o fratello adottivo, Ellington.-
Come se non lo sapessi.
Mi salutano tutti e mi stringono la mano anche loro. Penso che non me la laverò più. – Piacere, io sono Jessie. – dico sorridendo.
Intanto Mars e Felicia sono uscite dal loro fallito nascondiglio e si sono avvicinate.
- Mars, Felicia, questi sono…ehm… - fingo di sforzarmi per ricordare i loro nomi, anche se di solito escono dalla mia bocca con così tanta facilità. - …Ross…Rocky, Rydel, Riker e Rat…Ellington. Sì, Ellington. –
Noto che sul volto dei ragazzi è comparsa una traccia di stupore, che però scompare subito. Ci è mancato poco. La mia copertura da "non-sono-una-fan-che-sclera-sui-vostri-video-giorno-e-notte” stava per saltare.

Mentre aspettiamo l’orario definito per la partita, faccio la traduttrice senza sosta, riferendo cose che conosco meglio delle mie tasche sia ai ragazzi che alle mie due migliori amiche, che ancora non riescono a credere di star parlando con “quei figoni americani”, come li hanno definiti. Figuriamoci io. Sono convinta che mi sveglierò da questo sogno da un momento all’altro.  È assurdo. Loro sono la ragione per cui sorrido e non lo sanno nemmeno. Per loro sono solo una ragazza incontrata per caso in un parco acquatico durante una vacanza. Ormai è troppo tardi per uscirsene con un “hey, sono una R5er da più di un anno, sto aspettando impazientemente l’uscita del vostro primo album e vi amo da morire.”. Ho sempre creduto nei miei sogni; da quello di trasferirmi in Canada a quello di diventare famosa nel campo della musica. Incontrare le persone che più mi ispirano è uno di questi, ma non pensavo di riuscire a realizzarlo così facilmente. Quello che vorrei fare è abbracciarli tutti e cinque e ringraziarli, ma non posso. Mi limito a fissarli mentre sorridono a Felicia e Mars, che mi dicono in italiano cosa riferirgli. Noto le occhiate che Rocky dà a Mars, quelle che Mars dà a Ross, quelle che Ross dà a Felicia e quelle che Felicia dà a Riker. La situazione non promette bene. Io non vengo considerata da nessuno, come al solito.
Nel frattempo scopro che staranno a Genova, a meno di venti minuti da dove vivo io, per tre settimane, poi torneranno in California per iniziare il loro tour club.  Penso che quando Felicia ha scoperto che sono famosi, il suo amore per loro sia inaspettatamente aumentato. Io mi sono finta stupita, uscendomene con una frase del genere: "Oddio, davvero? non vi ho mai sentiti nominare! che cosa fate di preciso?". Martina e Fels non sanno nulla di loro, perché sono sempre stata un po’ gelosa. Li ho scoperti per conto mio e non voglio condividerli con nessuno, nemmeno con le mie migliori amiche, anche se ormai è tardi. Sono egoista, lo so.

Alle 16:50 raggiungiamo Ryland e Mark, gli altri due giocatori. Mark. Amo quest’uomo con tutto il mio cuore. A stento mi trattengo dal chiedergli se lui e Stormie possono adottarmi.
Facciamo due squadre da cinque: io, Mars, Ross, Ryland ed Ell contro Mark, Fels, Rocky, Riker e Rydel. Meglio non commentare la partita. Abbiamo vinto il primo set, per poi essere schifosamente battuti negli altri due. Nonostante la sconfitta, è stato bello. Ho parlato con Ross, anche se solo riguardo le azioni che avremmo dovuto fare durante la partita, ma questo è bastato per farmi rischiare di svenire ogni volta che mi guardava per rivolgermi la parola. Alle 18 andiamo tutti a cambiarci negli spogliatoi. Il sole è scomparso e il vento inizia a tirare forte, anche se fa ancora piuttosto caldo. Un sacco di gente sta aspettando che si liberino le cabine. Tutti sono riusciti a cambiarsi a parte me e Mars. Immagino che Felicia se la stia spassando coi ragazzi e il suo pessimo inglese.
Entro nella prima cabina che si libera e ringrazio Dio per lo specchio attaccato alla parete. Sono in condizioni critiche. Ho davvero passato il pomeriggio con gli R5 con questa faccia? Con un sospiro, mi tolgo il costume e metto una maglietta, un paio di shorts, le mie Vans blu e mi trucco appena appena. Mentre canticchio mi rendo conto di essermi ustionata un po’ le guance. Il rossore risalta di più i miei occhi verdi e mi dà l’aria da bambina innocente. Mi piace.
- The way that I tremble, the way that I shake it’s you, it’s you. – canto a bassa voce. Cantare mi rilassa e un po’ di relax è quello che mi serve dopo il trauma emotivo che ho affrontato oggi.
- The way that I feel, the way my heart breaks it’s you. –
Mi sistemo i capelli ricci alla bell’è meglio con una pinzetta che ho nella borsa. Odio i miei capelli. Si gonfiano sempre, facendomi assomigliare a un leone.
- The way that I’m brave, the way I’m afraid it’s you, it’s you. –
Quando mi vedo accettabile, raccolgo tutta la mia roba, apro la porta e mi maledico mentalmente per aver cantato.
Ross è davanti a me e mi fissa a bocca aperta.
 

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- my space.
ciaaao bella gente. penso che questo capitolo sia decisamente meglio di quello precedente, anche se non è nulla di speciale.
questo l'ho scritto tutto stanotte, dall'una alle tre. poi mi chiedo perchè io abbia sonno durante la giornata.
se tu, persona che sta leggendo queste inutili parole, hai intenzione di recensire, grazie, ti amo.
ho caricato una cover di wishing I was 23 su youtube (qui.), se avete voglia ascoltatela, mi farebbe piacere. c:
seguitemi su twittaah.
tanto love,
Serena.

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