Raim's Fox di Axia (/viewuser.php?uid=18864)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Raim ***
Capitolo 2: *** Problemi in vista su una moto da corsa ***
Capitolo 3: *** Liceo Shikuda ***
Capitolo 4: *** Il Bacio della Volpe ***
Capitolo 5: *** Al Palaghiaccio ***
Capitolo 6: *** Un Fratello coi Fiocchi ***
Capitolo 7: *** L'Uragano Oni ***
Capitolo 8: *** Lo Shikuda all'Attacco ***
Capitolo 9: *** Una Squadra di Tipe Strane ***
Capitolo 10: *** Una Volpe in Palla ***
Capitolo 11: *** La Resa dei Conti ***
Capitolo 12: *** Quando mi Manca il Do'aho ***
Capitolo 13: *** Le Ali dello Shohoku ***
Capitolo 14: *** Con o Senza di Te ***
Capitolo 15: *** Ma perchè Tutte a Noi?! ***
Capitolo 16: *** Quando Pregare Non Serve ***
Capitolo 17: *** Il Rogo della Vanità ***
Capitolo 18: *** Il Demone del Campo ***
Capitolo 19: *** Come Regolare un Conto in Sospeso ***
Capitolo 20: *** Vecchi Fantasmi ***
Capitolo 21: *** Uno a Zero ***
Capitolo 22: *** Orge e Ritiro ***
Capitolo 23: *** Vince chi Resiste! ***
Capitolo 24: *** Quella Notte, sotto la Luna ***
Capitolo 25: *** Terapia d'Urto ***
Capitolo 26: *** La Volpe di Raim ***
Capitolo 27: *** E Vendetta Sia! ***
Capitolo 28: *** Prima della Finale ***
Capitolo 29: *** Campioni e Destino ***
Capitolo 30: *** Shohoku's 5° Winners ***
Capitolo 1 *** Raim ***
Salve gente, piccola premessa. Avendo sempre
scritto solo di One Piece, ho considerato questa fic una specie di
esperimento che ho finito a gennaio di quest'anno. Inoltre devo avvisare di
un'incongruenza col bellissimo manga di Takehiko Inoue: essendo questa fic
ambientata al terzo anno di Hanamichi, avrei dovuto perdere quasi tutti i
personaggi della storia e aborrendo una cosa del genere, visto che adoro Mitsui,
Akagi e il mitico Miyagi, ho completamente scardinato l'ordinamento scolastico
giapponese, rendendolo all'occidentale come nel caso di un nostro comunissimo
liceo. Quindi, mentre Hanamichi sta al terzo anno, gli altri staranno in un
ipotetico quinto anno e tutto questo solo per riaverli tranquilli in squadra,
visto che senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa. Dopo di che vi lascio
alla lettura. Fatemi sapere!
Axia.
Raim's Fox
- Che palle...- Questa era la classica frase che ogni studente
sano di mente sparava all'inizio di ogni nuovo anno scolastico. Uno in
particolare, quella mattina calda e abbastanza afosa, era di umore tetro
nonostante dentro di sé nascondesse un insano desiderio di rivedere i
rompiscatole che considerava, in fondo, suo amici. Yohei Mito sogghignò,
sollevando appena un'occhiata sul gigante di quasi due metri che gli camminava a
fianco borbottando come una teiera. Certo che Hana era sempre il solito, pensò
scuotendo il capo. Arrivati al terzo anno la sua autonomia era ormai giunta
al limite. E dire che avrebbero dovuto farsi altri due anni lì dentro a quella
scuola di teppisti che era lo Shohoku. - Eddai, Hana.- sorrise mentre
raggiungevano i cancelli con passo tranquillo visto che per una volta in vita
loro non erano in ritardo. Più si avvicinavano e più venivano circondati da
senpai e matricole, per non parlare di tutte le ammiratrici di cui ora godeva
Sakuragi. La tigre dai capelli rossi, dicevano tutti. - Non sei contento?-
continuò Mito, mentre lo vedeva levarsi gli auricolari dalle orecchie -
Vincerete il titolo anche quest'anno, non temere. E poi sarà divertente...ormai
tu e Haruko uscite insieme e...- - ...E il Gori mi uccide visto che prima o
poi verrà a saperlo!- sbuffò il rosso, con una smorfia, ripensando orgoglioso
alla loro vittoria ai campionati nazionali dell'anno prima, battendo il Kainan e
l'Aiwa - Hai visto Noma piuttosto? Ho voglia di un tiro visto che non c'è ancora
in giro il capitano.- - Se ti prende Haruko ti massacra.- - Non parlare
così della mia Harukina!- sbraitò Hanamichi Sakuragi facendo una delle sue
solite piazzate in pubblico, spaventando metà degli studenti davanti al cancello
- Lei è il mio angelo capito??? Solo lei mi capisce!- - Hana...- -
Ahahahah! Lei si che ama il Tensai! E dopo due anni finalmente posso dichiararle
tutto il mio amore!- - Hana sta arrivando...- - E vedrai! Una volta che
avrò portato la squadra di nuovo alla vittoria, lei sarà solo...- ma non finì di
parlare perché venne letteralmente preso in pieno da una bicicletta, come da
tradizione. - Cazzo che male...- sibilò a terra, con l'osso sacro dolorante -
Rukawaaaaa...pezzo di cretino...- aggiunse poi, facendosi pericolosamente
minaccioso. Si mise in piedi attorniato da fiamme ma naturalmente insulti e
bestemmie andarono sprecate. Kaede Rukawa, diciassette anni, gli stava di
fronte. Un uomo, un perché. Numero 11 dello Shohoku, sua Boriosità per tutta
la scuola, la kitsune per i compagni, Kaede Rukawa con gli anni non era
cambiato, se non per chi lo conosceva bene per potersi accorgere dei suoi lievi
cambiamenti di umore. Scese dalla bici con aria pacifica, mollando a terra il
borsone del basket e levandosi gli occhiali da sole dalla faccia. Da qualche
giorno il sole lo irritava terribilmente e uscendo quella mattina era stato
costretto a mettersi le lenti scure, o non avrebbe potuto dormire mentre
pedalava verso la scuola. E come volevasi dimostrare, aveva subito centrato
la scimmia rossa, come se avesse avuto un radar. - Do'aho.- lo salutò
assonnato, dopo tutte le vacanze estive che erano stati senza vedersi. -
Vaffanculo Kit! Sei sempre in mezzo!- sbraitò Sakuragi rabbioso, pronto a
prenderlo a cazzotti. - A dire la verità sei tu che sei sempre sulla sua
strada.- rise Mito. - E sta zitto!- ringhiò il rosso, ficcandogli una testata
per zittirlo - E' la volpe che lo fa apposta a venirmi addosso! E adesso andate
a quel paese tutti e due...perché il Tensai deve andare a trovare la sua quasi
ragazza! Voi sfigati state pure qua a farvi le seghe da soli!!- e ghignando come
un babbuino se ne andò alla porta, lasciando Yohei e Rukawa a guardarlo con le
sopracciglia alzate. E chi era tanto deficiente da dargliela al do'aho?, si
chiese Kaede sconvolto ma non dovette pensarci poi molto. Poteva essere solo
la Babba quella perfetta deficiente. Quella era proprio una Piattola! -
Passato bene l'estate?- gli chiese Mito con un sorriso, poco dopo. - Hn.-
mugugnò l'algida kitsune, mettendo la catena alla sua bici. Mito era l'unico
fra gli amici della scimmia a stargli moderatamente simpatico e a non dargli
fastidio con la sua sola presenza, come a differenza faceva il Tensai dei
dementi da quasi tre anni. Quella mattina con l'inizio del nuovo anno si era
svegliato con uno strano sentore. Tipo presagio funesto. E guarda caso quando
andò a cercare sui tabelloni la sua classe e il suo posto, si sentì quasi
morire. E lo stesso grido apocalittico arrivò quando Sakuragi guardò a sua
volta la sua postazione. - NOOOOOOOOOOOOOOO!!!! CHI CAZZO E' IL DEFICIENTE
CHE HA POTUTO CONCEPIRE UNA COSA DEL GENERE????- Stessa classe, III D,
armadietti vicini e bianchi spiaccicati. Sakuragi e Rukawa. Una
garanzia. - Oddio...- Hisashi Mitsui si fece largo fra la folla che si
aprì come il Mar Rosso al suo passaggio e sogghignò diabolicamente, osservando
le loro espressione, praticamente pietrificati sul posto - Ragazzi, la scuola ha
retto con le mura intere fino a oggi...- e attaccò a ridere sommessamente -
Vedete di non farcela crollare addosso eh?- - E sta zitto anche tu, cazzo!-
ululò Hanamichi riprendendosi - Questo è un segno del destino!- - Ma che
destino mezza sega.- sbuffò il tiratore da tre punti dello Shohoku - Si chiama
iella.- - O rivalsa.- rise Miyagi raggiungendo Mitsui con borsone appoggiato
per i manici sulla testa- Akagi ci vuole all'allenamento subito dopo le lezioni,
non perdete tempo alla cerimonia di presentazione, capito? E cercate di arrivare
tutti interi, senza possibilmente esservi fatti sbattere in punizione.- -
Hn.- sbuffò Rukawa in crisi mistica. - No...no...no...- piagnucolò Sakuragi
per tutto il tempo, strisciando come un lombrico fino in classe. Ma perchè?
Quella era un'altra beffa del destino. Ma perché proprio la kitsune? E dire che
se non altro una volta arrivati in fondo alla classe lo vide mettersi seduto,
sprofondare nella sedia e addormentarsi subito. Eccolo lì...ma come faceva?
Lui non riusciva ad addormentarsi in quel modo. Mah...comunque avevano
ragione quei dementi dei suoi senpai. Quell'anno lui e la kitsune si sarebbero
spaccati la faccia anche in classe e il Gori gli avrebbe sfondato la testa a
suon di pugni. Ma bene...s'iniziava alla grande proprio! Inoltre quella
mattina aveva di nuovo incontrato quel carciofo del club di judo per i corridoi.
Che barba, quello proprio non lo lasciava in pace. Da quando aveva cominciato
poi a uscire con Haruko non c'era stato verso di levarselo di torno. Quella
mattina si era anche avvicinato con i suoi scagnozzi, forse con l'intento di
attaccare briga ma quando aveva visto anche Rukawa si era trattenuto, visto come
già al primo anno la kitsune avesse conciato male quei tre
dementi. Ridacchiò, guardando di striscio il numero 11 dormire con quella sua
faccia da volpe. Sembrava tanto angelico il bastardo e invece menava alla
grande. In fondo non se la sarebbero cavata male, pensò Hanamichi calmando i
nervi. Certo, era facile che coi loro caratteri s'irritassero a vicenda ma ormai
lui aveva quasi raggiunto il suo livello e la kitsune gli aveva insegnato tanto
negli anni trascorsi insieme al club...anche quando avevano vinto il titolo
nazionale in fondo aveva visto una luce orgogliosa nei suoi occhi. In fondo
il ghiacciolo non era male...se lo si prendeva coi guanti. Tornò alla
realtà, lasciando perdere il volpino, si dette una rapida occhiata in giro. A
parte le ragazze che giravano attorno a loro due come mosche, in quella classe
c'era un unico buon elemento, visto che Mito era stato spedito della sezione C e
quando Sakuragi la vide, non poté fare a meno di sogghignare. Arrivata in
ritardo, la "mezza americana" come la chiamavano tutti, entrò come un tornado
anticipando di poco il professore di matematica. Sorrise a tutti, facendo
arrossire un po' di studenti timidi e sbavare i play boy della classe ma quando
vide Hanamichi il suo sorriso si fece più solare. - Ciao Hana!- gli disse la
ragazza con una notevole confidenza, levandosi dalle mani i guanti e le polsiere
di protezione dei pattini che si portava dietro - Tutto bene? Passato una bella
estate?- - Ciao Raim!- la salutò cordiale, visto che si stava sedendo davanti
a lui - E così quest'anno avrò una bella ragazza di fronte. Meglio di
Mito!- La ragazza sorrise divertita e...si tolse il caschetto dalla testa,
rivelando una nuvola di crini color rame. Aveva i capelli lisci raccolti in una
coda di cavallo da cui uscivano due ciocche impossibili da trattenere. Gli
occhi erano verde chiaro e in tutta la scuola era nota come
"Faccio-tutto-Kotobuki". Si chiamava Kirara Kotobuki ma era col nome Raim che
tutti gli amici la conoscevano, anche se nessuno che sapeva il motivo o
provenienza di tale nomignolo. Di madre americana, i suoi tratti l'avevano
resa popolare ma anche piuttosto ambigua... Andava e veniva dalla scuola in
più club ma non era mai stata vista con nessuna compagnia in particolare. -
Come va Hana?- gli chiese la ragazza, sedendosi e dondolando indietro con la
sedia - Puntate di nuovo al titolo anche quest'anno vero?- - Già. E tu sei di
nuovo nel club delle majorette?- - Quello, ginnastica ritmica e il club di
basket femminile.- cinguettò, sbadigliando con fare sornione - Mi sa che
quest'anno mi farò quattro ghignate se non mi buttano fuori o non mi sfinisco
prima.- - Ah si? Perché invece non vieni ad aiutare Ayako a farci da
manager?- le propose, strizzandole l'occhio. - Per stare appresso a voi
matti? Neanche morta.- rise, tirando fuori i libri - Ho già visto Mitchy
stamattina, davanti alla macchinetta del caffè. C'ha provato e gli è andata
male. Piuttosto, quando venite a cena?- - Anche domani se vuoi!- le rispose
allegro - Mi mancano i ritrovi alla casa sulla spiaggia.- e poi tacque, quando
l'odioso prof di matematica iniziò la sue lezione. - Notizie da Shiro?- le
chiese a bassa voce, a metà dell'ora. - Se la spassa, niente da dire.-
rispose lei con lo stesso tono e un'alzata di spalle. Fortunatamente l'ora di
pranzo arrivò presto e Sakuragi riuscì a far strisciare Rukawa fino in terrazzo
come faceva dal secondo anno, per farlo dormire lontano dalle oche del suo fan
club. Svaccati sul terrazzo, Mito e gli altri quasi si strozzarono col bento
quando Sakuragi disse loro della novità. - E così Raim è in classe con te.-
disse Yohei sorpreso - E sta bene? Sai...dopo che Shiro è partito...- - Lei è
forte, sta benissimo.- rispose il rosso, sdraiato a terra - Piuttosto...kitsune
della malora, sei sveglio? La conosci la Kotobuki?- - Guarda che ti riempie
di botte.- l'avvisò Noma, dandogli una sigaretta e andando alla porta - Ci
vediamo Hana, abbiamo lezione fra due minuti.- - Che barba.- rognò Sakuragi,
accendendosi una sigaretta e restando solo con Rukawa che si faceva la
pennichella poco più in là. Certo che quel terzo anno si prospettava una mazzata
anche sul fronte compiti e doveva impegnarsi se voleva mantenere alta la media
per la borsa di studio. Rukawa invece dello studio se ne fregava abbastanza. Era
il classico tipo bravino in tutto, specialmente in inglese e storia ma ad
Hanamichi non sembrava che apprezzasse qualche materia in particolare,
anzi...sclerava alla grande specialmente nell'ora di matematica, dando i numeri
e picchiando il prof per niente quando quello, incautamente, cercava di
svegliarlo a suon di ventagliate. Per non parlare poi del fatto che detestava
il fumo e che per fargli buttare via la sigaretta quasi gli spezzò la giugulare,
svegliatosi a causa dell'odore acre che gli era arrivato al suo sensibilissimo
nasino. Tornarono in classe borbottandosi dietro a vicenda come due
vecchiette, poi giunti in palestra prendendosi a calci più o meno a scatti,
rimasero impalati sulla soglia. - Ma porca...- sbottò Rukawa,
imprecando. - Me n'ero dimenticato.- sbuffò anche Sakuragi, vedendo una
decina di matricole intente a parlare col capitano Akagi, durante la
presentazione. Eccoli lì i nuovi arrivati. Ce n'erano tre sul metro e ottanta,
due con delle facce da galera e tutti gli altri fissavano il Gori come se fosse
stato il boia, per non parlare delle loro espressioni quando Mitsui era passato
loro a fianco per ficcarsi negli spogliatoi, senza degnarli di uno sguardo. -
Oh, era ora!- sentenziò Kogure quando li vide sulla porta - Dov'eravate?- - A
limonare dietro un angolo forse!- urlò Hisashi ridacchiando dagli
spogliatoi. - E sta zitto, demente.- lo rintuzzò Miyagi vedendo subito
Hanamichi prendere fuoco. Quei due erano capacissimi di scatenare rissa per
niente. Comunque si sorbirono le presentazioni delle nuove reclute che
sinceramente né Rukawa né il rossino osservarono con particolare
attenzione. Erano ragazzi tutti abbastanza intimiditi, a parte un paio che
sembravano sicuri di loro stessi. - Nobu Yaoto, prima classe, sezione J. Alto
1.88, peso 77 chili. Nella vecchia squadra giocavo come guardia.- - Rei
Manabe.- saltò su a molla il ragazzino in mezzo e dall'aria per bene che fissava
i giocatori dello Shohoku con occhi letteralmente adoranti - Prima classe,
sezione A. Alto 1.82, peso 75 chili. Giocavo nel ruolo di ala piccola e faccio
parte del giornale dell'istituto.- e via con un casino d'informazioni che
ascoltava solo Kogure, perché Akagi era troppo preso dal fare la paternale per
l'ennesima volta in tre anni ai soliti quattro imbecilli che erano titolari con
lui e poi finalmente ci fu la partitella per tastare "la mercanzia" e...non fu
un successo, questo dovette ammetterlo anche Anzai visto che quasi nessuno
riuscì a toccare il pallone arancio. - Volete passare quella cazzo di
palla???- sbraitò Mitsui in mezzo al campo sull'orlo di una crisi isterica,
un'ora più tardi. Praticamente per tutta l'amichevole quei due animali che altri
non erano che la volpe e la scimmia non avevano fatto altro che rubarsi la palla
a vicenda, impedendo al resto della squadra di fare qualcosa, tanto che Miyagi
era andato anche a sedersi in panchina dalla sua Ayako che continuava a non
filarselo. - E sta zitto, teppista!- urlò il rosso avvolto dalle fiamme -
Devo sistemare questa volpe una volta per tutte!- - Do'aho.- sentenziò
Rukawa, placcandolo a uomo - Sei il solito imbranato!- e gli fregò la sfera
arancione, scattando verso il canestro ma il suo insulto arrivò al bersaglio e
Hanamichi, ormai al limite della sopportazione, invece di sbarrargli normalmente
la strada, gli volò proprio addosso e rotolarono a terra prendendosi a
pugni. - ADESSO BASTA IMBECILLI!- Grazie al cielo arrivò la punizione
divina, la classica che da tre anni massacrava il cranio di quei due. Akagi
arrivò a prenderli per la collottola, anche ora che avevano diciassette anni
suonati. Li scrollò come micini, rimandandoli a calci da Kogure per continuare
la partita. Takenori rimase piacevolmente soddisfatto comunque da quello che
vide, tornato in panchina. E anche Ayako e Anzai. Osservarono la partita
contro i nuovi arrivati e...bhè, anche se non c'erano teste troppo calde, alcuni
dei nuovi arrivati erano bravini...ma anche un po' intimoriti dai
titolari. Quel beota di Mitsui si divertiva a tormentarli e il nanetto non
era da meno. Per non parlare di Sakuragi e Rukawa che se le davano senza notare
gli altri, come se stessero facendo un one on one in un campo vuoto. Notare poi
che giocavano con la maglia dello stesso colore... Erano da manicomio... -
Ma da quando Hanamichi è diventato così bravo?- bofonchiò Ayako sorridente. -
In tre anni vorrei vedere.- sbottò il capitano, secco ma orgoglioso. Yasuda e
Shiozaki, Kakuta e Ishii stavano quasi sfigurando ma a parte quello il
pomeriggio andò avanti come doveva almeno fino a quando non si scatenò la solita
rissa anche negli spogliatoi. - Ahahahah!- ridacchiò Hanamichi uscendo dalla
doccia con l'asciugamano legato in vita mentre le matricole continuavano a
temere di essere stese da una sua testata - Quest'anno l'ammazzo la Nobu-scimmia
in campo! Il tensai ormai è pronto!- - Si, a buttarsi giù dal terrazzo.-
rognò Mitsui passandogli a fianco disgustato - Coglione, dammi
d'accendere!- - Ho scritto "distributore di accendini" in fronte per caso?-
sbraitò il rosso furente - Va' a dare il tormento a qualcun altro! E tu muoviti
Kit! Non ti addormentare sotto l'acqua!- - Do'aho.- sbuffò Rukawa come da
copione, restando per dispetto sotto il getto della doccia. - Deficiente!
Allora Gori?- andò avanti Sakuragi cambiando discorso quando rimasero solo loro
titolari - Che ne pensi dei nuovi arrivi? A me non sembravano male.- - Li
schiaccio sotto le scarpe.- ghignò subito Hisashi - Ma possono reggere.- -
Dici? A me sembrano degli impediti.- rise anche Miyagi, ficcando i vestiti nella
borsa. - Non saprei...quattr'occhi, che ne pensi?- - Poveretti, gli avete
dato il tormento! Sono ancora giovani ma impareranno.- disse Kogure - E poi
erano spaventati solo che Hanamichi li prendesse a calci.- - Appunto
cretino.- sbottò Akagi, guardandolo storto - D'ora in avanti vedi di lasciarli
in pace ok?- - Ma se non li guardavo neanche!- - No, ne hai solo spalmato
uno a terra dopo che Rukawa t'ha tirato una pallonata in faccia.- frecciò il
playmaker della squadra - Possibile che non te ne sei accorto? Eppure sei
atterrato sul morbido.- - Piuttosto, ci serve una mano ragazzi!- urlò Ayako
fuori dagli spogliatoi - Qua mi serve un aiuto sapete?- - Un'altra manager?-
borbottò Akagi - E dove la troviamo?- - Raim?- propose Mitsui - Stamattina
l'ho presa ai cancelli. A momenti investiva Megane-kun coi pattini!- - Lei
sarebbe perfetta.- annuì anche Kogure, che aveva rischiato l'osso del collo -
Conosce già le regole e i fondamentali per aiutare le matricole.- - Ma ha
tempo?- chiese di nuovo Takenori - In quanti club è quest'anno quella
disgraziata?- - Tre.- rise Sakuragi - Ma se vuoi possiamo sempre chiedere
alla mia Harukina e ...AHI! MI HAI FATTO MALE!- sbraitò, prendendosi l'ennesima
cartella sulla testa - Che palle, non si può mai scherzare! Figurati se trascino
quel fiorellino di tua sorella in questo covo di porci!- - Ha parlato.- lo
schernì Ryota con un'occhiataccia - Comunque possiamo davvero chiedere a
Raim.- - Si può provare ma è parecchio impegnata. Ehi Rukawa...tu che ne
dici?- La volpe che si stava strofinando i capelli parve cadere dalle nuvole.
"Cosa volete? Chi siete voi?" diceva la sua espressione vacua e allora Akagi
dovette rispiegargli tutto, per vederlo più in palla di prima. E chi era
quella Raim? Che razza di nome era?, pensò stranito. - No, non la conosce.-
si ricordò poi Kogure - Lui conosce solo Shiro. Ti ricordi quel tizio che ha
preso il diploma in anticipo e che veniva sempre qui l'anno scorso a parlare con
Takenori? ...Ma si, quello sempre sorridente con l'orecchino all'orecchio
sinistro. Shiro Sota.- Si, vagamente si ricordava di quel tizio. Un tipo
strano che lo salutava sempre allegro, che veniva spesso a vederli agli
allenamenti e che era molto popolare fra le ragazze. Che c'entrava lui comunque
con la nuova manager? - Cazzo ma stai a pezzi.- si schifò Mitsui - Mamma mia
Ru, fatti una cura al fosforo.- Una padellata di cazzi suoi mai quel
teppista, vero? - Fate quello che vi pare.- riuscì a dire Rukawa, usando già
troppo fiato. Una cretina valeva l'altra. - Ma non è in classe con voi
Kotobuki quest'anno?- s'intromise Kogure - Rukawa, dovresti sapere chi è.- -
Come no! Dorme!- frecciò Hanamichi - Dai volpe, muoviti che devo chiudere
tutto!- - Hn.- fu la solita risposta. Era il tramonto ormai quando il club
di basket si svuotò. I ragazzi e le matricole andarono via per lasciare il
compito di chiudere tutto ad Hanamichi, che sbraitando dietro alla lentezza
della kitsune riuscì finalmente a uscire dalla scuola. - In tre anni sei
sempre più lento.- gli ringhiò, mentre lo vedeva già addormentarsi sulla
bicicletta per tornare a casa - Non ci pensare neanche che quest'anno stia
ancora ad aspettarti, razza di volpe surgelata.- Ma che palle...perché quel
do'aho non taceva? Stupido essere senza cervello. - Ammazzati sulla strada
del ritorno.- gli augurò Sakuragi ficcandosi le mani in tasca. - Grazie
altrettanto.- sibilò il moro, andando per la sua strada. - E domani mattina
se provi a venirmi addosso ti massacro!- Se, se...sempre lo stesso. Eppure
com'è che nell'estate quelle frasi gli erano mancate? Mah. Kaede,
idiota...riprenditi, si disse. Senza accorgersene piegò un angolo della
bocca, sospirando. E così era iniziato un altro anno. Altre botte, di nuovo il
do'aho alle costole anche in classe ma il peggio era che la loro popolarità
aumentava. Perfino quel primo giorno all'uscita aveva già trovato
nell'armadietto una trentina di lettere. Cestinandole, si era chiesto per quanto
quell'idiozia sarebbe andata ancora avanti...fino al quinto anno, da
scommetterci le palle in tutti i sensi! Quanto erano stupide quelle, pensò
infastidito mentre ne incrociava qualcuna per la strada. Badavano solo
all'aspetto fisico e alla sua fama nel basket. A loro non importava che le
disprezzasse per tutta la loro leggerezza. Erano proprio tutte uguali...la
Piattola compresa, che però aveva messo del sale in zucca accettando di uscire
con la scimmia. Quella era una scelta che poteva capire decisamente di più.
Anche se megalomane e deficiente, il do'aho era sempre stato gentile con le
ragazze, a differenza sua che le ignorava sfacciatamente. Chissà cosa
pretendeva la gente da lui. Cosa pretendevano tutti? Che fosse sorridente e
sempre allegro. Il do'aho era l'unico che sembrava aver smesso di chiedersi
sempre perché parlasse poco e socializzasse ancora meno. In fondo avevano
quasi imparato ad accettarsi. Forse potevano definirsi amici. - Amico del
do'aho...- ghignò fra sé. Meglio quello che una stupida donna a invadergli la
vita, no? Peccato che Kaede Rukawa quel giorno fece un incontro-scontro con
un altro esemplare di testa rossa alquanto turbolento. Forse lui con quel colore
proprio non ci andava d'accordo, avrebbe capito in seguito. Tornando a casa,
alla sua villetta solitaria nel centro della città dove non lo aspettava
nessuno, trovò dei lavori in corso sulla via che seguiva solitamente. Se ne
accorse perché andò a sbattere contro uno dei lavoratori e così dovette prendere
un'altra strada che non aveva mai fatto, sbuffando e cercando di rimettersi a
dormire. Facendolo però per una volta rischiò davvero l'osso del
collo. Qualcuno, spuntato da dietro l'angolo, arrivò su di lui a tutta
velocità e Kaede se ne accorse tardi. Riuscì a malapena a vedere una furia
rossa schizzare verso di lui, che cadde dalla bicicletta insieme alla persona
che aveva i minuti contati. Crollarono a terra a peso morto e il numero 11 della
squadra dello Shohoku picchiò leggermente la testa. Quando riaprì gli affilati
occhi blu, vide qualcuno sopra di lui. - Sta fermo.- gli disse una voce di
ragazza - Hai preso un colpo alla testa. Quante sono?- Aveva tre dita
davanti, ma non aprì bocca. Una ragazza dagli incredibili occhi verdi dal taglio
stranamente occidentale lo fissava intensamente - Allora? Quante sono?- Lui
si mise a sedere, infastidito. Accidenti! Non si era fatto male e lei nemmeno
visto che era bardata con le protezioni dei maledetti pattini a rotelle che
aveva ai piedi. Ma a quanto andava quella matta? - Certo che sei proprio un
incosciente!- Restò di sasso, sentendola parlare in quel modo. Cosa? - Ma
si può sapere dove guardavi?- andò avanti la ragazza del suo stesso liceo, vista
la divisa - Allora? Che cavolo facevi, dormivi sulla sella? Ringrazia che non
sia stata una macchina!- Dio, ci mancava anche la paternale, pensò irritato.
E poi quei capelli rossi...quella era come il do'aho! - Sto bene.- sibilò
irritato. - Ma tu guarda...- la sentì borbottare, rimettendosi in piedi -
Però ti sei fatto male alla mano.- Rukawa si guardò il polso sinistro,
leggermente escoriato. Se lo portò alla bocca per leccare via il sangue ma la
ragazza gli prese la mano. Quando lui cercò di tirarla indietro, detestando il
contatto con una di quelle che credeva come le oche del suo fan club, però
rimase ancora di stucco. Lei sollevò lo sguardo imperioso e non gli permise di
sottrarsi alla presa. Gli levò un fazzoletto sul polso e poi fece un nodo. -
Non è necessario.- disse, gelido. - Lo so.- replicò lei altrettanto
indifferente - Ma mi hanno insegnato l'educazione.- - Hn.- replicò Rukawa,
cominciando a infastidirsi sempre di più. Ma chi era quella squinternata? Senza
salutarlo poi riprese la sua strada rimettendosi a sfrecciare su quei pattini
come un fulmine, neanche chiedendogli chi fosse. Ma che città d'imbecilli,
rognò rimettendosi in sella. Quella poi...a fargli la predica in quel
modo... Era meglio tornare a casa, prima di far altri danni. Almeno lì da
solo non avrebbe subito altri assalti. Arrivato alla sua villetta, oltrepassò
il cancello bianco e si chiuse la porta alle spalle, lasciando cadere a terra la
cartella e il borsone. Posò le chiavi e gli occhiali sul tavolo d'ingresso e
raggiunse la cucina, dove accese subito la radio. C'erano giorni in cui non
sopportava proprio quel dannato silenzio. Nella casa si propagò una vecchia
canzone dei Pistols e nonostante fosse un punk sfrenato, Kaede l'ascoltò
tranquillo, quasi rilassandosi sdraiato sul divano. Si portò la mano sugli
occhi, socchiudendoli...ma poi il fazzoletto bianco annodato al suo polso
catturò la sua attenzione. Che strano...quella ragazza era la prima che non
lo aveva guardato con occhi adoranti. Gli aveva fatto quella fasciatura non
perché era Rukawa, una delle due stelle dello Shohoku...ma solo perché si era
fatto male. Per gentilezza. Un altro essere umano, a parte Sakuragi che ogni
tanto lo picchiava per ricordagli la sua presenza, aveva avuto un gesto gentile
nei suoi confronti, nonostante la sue freddezza. Che strana ragazza...pensò,
prima di addormentarsi.
Peccato che la mattina dopo verso un quarto alle
otto accadde di nuovo. Occhiali da sole sul naso e sonno incipiente, Kaede
non aveva più pensato all'incidente della sera prima anche se al polso aveva
sempre il fazzoletto legato alla perfezione. Ritrovandosi di nuovo in quella
via a causa dei lavori in corso, arrivò all'angolo che gli aveva fatto rischiare
il collo e... - Spostatiiii!- Stavolta la vide e la sentì, senza quasi
crederci, ma non riuscì ad evitarla e lei non riuscì a frenare. Gli volò di
nuovo addosso e quando caddero malamente a terra, Rukawa trattenne a stento una
delle fini espressioni di Sakuragi solo perché si ritrovò in una posizione
alquanto...morbida. Col viso affondato fra i seni della ragazza, provò il
presentimento che stavolta non se la sarebbe cavata con una paternale. Non
ricevette uno schiaffo però, vista la posizione un po' indecente...ma la ragazza
lo guardò truce. - Stai comodo?- gli sibilò rabbiosa. Il numero 11 si
rimise in piedi e prima che il suo cervello potesse pensare di far allungare una
mano al suo corpo per aiutarla, la ragazza si era già rialzata da
sola. Aggiustandosi la gonna e la giacca, lo guardò di sottecchi. - Ma che
fai la notte eh?- frecciò a quel punto - Dormi che è meglio!- Questo era
troppo! Rukawa le sibilò fra i denti di pensare agli affari suoi. Dannata
ragazzina. Come aveva fatto a finire in quella posizione assurda con quella lì
poi? Al diavolo. Raccolse la sua cartella e gli occhiali, ma quando lo fece il
suo sguardo gli cadde su uno dei quaderni della ragazza che nella caduta si
erano sparsi in giro. III D, Kotobuki. Quella squinternata era nella sua
classe...dove l'aveva già sentito il suo nome? - Bhè, che t'è preso?- gli
disse la ragazza, passandogli una mano davanti agli occhi - Stai bene?- -
Hn.- - Sai dire solo quello?- sbuffò irritata - Un giorno o l'altro
investirai qualche bambino!- Certo, però ora sulla lista c'era solo il Tensai
dei deficienti, pensò Kaede sornione. Senza una parola si riprese la bici e
ricominciò a pedalare, accorgendosi poi che la ragazza gli si era messa a
fianco, pattinando tranquilla. Era la prima volta che faceva la strada con
qualcuno che non fosse un teppista che voleva pestarlo. Ma una ragazza poi...lei
però non sembrava sapere chi fosse. Strano...tutta la scuola gli moriva dietro.
Che facesse finta? - Ti do fastidio?- gli chiese all'improvviso. Rukawa le
rivolse un'occhiata vacua. Cosa voleva? Che le dicesse di no per essere
gentile? - Se vuoi andare da solo aumento la velocità.- gli disse
semplicemente la rossa con uno sguardo strano. - Hn.- borbottò, incurante
della sua presenza. - Hn? Che vuol dire? Si o no?- - Fa come ti pare.-
disse allora, sperando che la finisse di parlare. E infatti lei tacque,
cominciando a chiedersi che razza di tipo fosse quello. Ma che ragazzo
ombroso. Cafone e cupo ma alquanto strano. Comunque rimase al suo fianco,
tenendo la sua stessa andatura...e cominciando a chiedersi dove l'avesse già
visto. Era della sua scuola ma non ricordava di che club fosse
membro! Arrivati nei pressi dello Shohoku, Rukawa si svegliò leggermente dal
suo stato catatonico: si sentiva il solito baccano causato dal Tensai e Kaede
assunse una vaga espressione perversa che sapeva tanto di diavolo vestito da
angelo. Ok, lo ammetteva. Era un vizio quello. Lo faceva per dispetto...e ci
godeva! Aumentò leggermente la velocità e passati i cancelli.... -
STRONZOOOOOO!- Quell'urlo apocalittico arrivò da Hanamichi quando Rukawa gli
arrivò addosso e lo stese a terra. - Un giorno o l'altro ti disintegro!-
ululò il rosso, sbandierando l'oltraggio ai quattro venti - Stavi per ammazzare
il grande Genio del basket! Questa non te la perdonerò mai!- - Do'aho.- disse
la volpe, tranquillo. - Ma questo è proprio un vizio allora.- disse alle loro
spalle la voce di quella ragazza. Per un attimo la scuola di fermò. Rukawa
era arrivato...con una ragazza! Le studentesse quasi svennero tutte e
Hanamichi allargò gli occhi. - Ma...ma...kitsune, era ora. Cominciavo a
crederti dell'altra sponda!- e appena detto quello si prese addosso l'intera
bicicletta del suo compagno di squadra, sempre sotto lo sguardo angelico della
rossa. - Hana, tutto ok?- - Kitsune deficiente!- sbraitò rimettendosi in
sesto - Che cazzo t'è preso?! E tu Raim...attenta a questo
ghiacciolo!- Naturalmente l'ala piccola già non li ascoltava più perché si
era diretto alla porta della scuola, ma qualcosa gli era tornato alla mente
quando si era finalmente buttato a dormire sul banco. Raim?, pensò Rukawa
prima di addormentarsi. Raim...anche quel nome l'aveva già sentito. Lo capì
poco più tardi quando sentì suonare la campanella dell'intervallo. Aprì gli
occhi svogliatamente, al gracchiare delle sue adoranti compagne di classe, ma
ciò che vide non fu lo stuolo delle sue odiate ammiratrici ma...due occhi verdi
sorridenti della sua assalitrice. Era seduta alla sua destra, davanti ad
Hanamichi. Parlava, sorrideva...gesticolava. E per un attimo il tempo si
fermò. Non seppe bene dire come ma quando la vide alzarsi per uscire dalla
classe, le lancette tornarono a scorrere. - Kitsune, ben svegliato.- rognò
Sakuragi con uno sbuffo - Allora beota? Che fai?- - Hn.- sentenziò, deciso ad
andare in terrazza peccato che sulla porta quasi travolse qualcuno. A volte
vista la sua altezza quasi non vedeva chi era più basso ma di lei si accorse
perfettamente, visto che aveva già sperimentato due volte quanto...morbido fosse
il corpo di quella rossa impertinente. Quella Raim traballò pericolosamente
sulle gambe ma si aggrappò a lui, alle sue mani, e riuscì a tenersi in
piedi. Quando le fece, le fans di Rukawa si lasciarono andare in
gridolini. - Accidenti!- sbraitò la rossa incurante di chi fosse in realtà la
volpe, ovvero il ragazzo più desiderato della scuola - Ma tu la gente non la
calcoli proprio eh?- Ecco che s'irritava di nuovo! Quella ragazzina aveva il
dono di fargli saltare i nervi con due parole! - Raim, lascialo perdere.-
disse Hana sogghignando, alle loro spalle - Allo zotico ci penso io!- -
Do'aho...che vorresti farmi eh?- insinuò la volpe ironica. - Stracciarti in
campo.- - Sogni come al solito.- - In campo?- s'intromise Raim tranquilla
- Giochi a basket anche tu?- A quella frase nella classe ci fu uno scoppio di
reazioni contrastanti. Le ragazze la guardarono scandalizzate e imbestialite,
Rukawa per una volta in vita sua rimase stupito da tanto candore mentre Sakuragi
si mise quasi a piangere, abbracciandola forte. - Raim...pucci pucci!
Tesoro...tu si che sei una brava ragazza! Sta lontano da questa volpaccia,
ok?- - Volpe?- la rossa sembrava non capire - Come volpe?- - Si, lui è la
kitsune.- scandì il Tensai fiero - Non vedi che faccia?- - Sta zitto do'aho.
Guardati la tua da scimmia.- rimbrottò Kaede. - Aspetta.- Raim parve
illuminarsi, come colpita dall'idea geniale per eccellenza - Ma allora sei
Rukawa! Ecco perché non ti ho riconosciuto! Io conosco gli altri membri della
squadra, mi mancavi solo tu!- - Visto sfigato?- frecciò il rosso con un
ghigno perverso - Per una volta ce n'è una furba che non ti conosce!- Tutte
quelle chiacchiere lo stavano già uccidendo. Subite le presentazioni e capito
che quella Raim era quella di cui avevano parlato il giorno prima negli
spogliatoi, se ne andò dritto in terrazza senza salutare come al
solito. Pregando di non subire altri incidenti da parte di quel tornado rosso
formato femmina, Kaede si mise a dormire beato con solo però un vago pensiero
nella testa. Risentiva un profumo insolito...quello di quella peste dagli occhi
verdi. Che strano...sapeva di fiori di campo. E adesso come gli era uscita
quella?, allibì corrucciando la fronte. Ci mancava anche che si mettesse a
pensare a quella squinternata ragazzina dalla lingua lunga! Eppure
stranamente le cose continuarono ad andare in tutti i modi tranne come voleva
lui. Quando le lezioni finirono, lui e Hanamichi decisero di andare subito in
palestra, per un one on one lontano dai pugni di Akagi così da essere liberi di
farsi falli su falli. In anticipo di circa mezz'ora raggiunse la sua meta,
tampinato da Sakuragi che faceva palloni con la gomma da masticare tanto grandi
da farselo scoppiare in faccia come un bambino di cinque anni, ma fu lì che
Kaede capì che forse gli avevano fatto una fattura. Sulla porta della loro
palestra c'era uno spettacolo assai strano. Un branco di maschi allupati del
secondo, terzo, quarto e quinto anno. - Sono diventati tutti finocchi di
colpo?- fece Hana sconvolto. Si scambiarono un'occhiata stranita, poi
facendosi largo capirono cosa stava succedendo. Le ragazze del club di
ginnastica ritmica stavano finendo gli allenamenti nella loro palestra perché
quella femminile era stata invasa degli operai della disinfestazione. E così
tutti gli studenti erano andati a godersi le ragazze in body. Trovarono
naturalmente Hisashi che guardava con la sua aria da maniaco, ma anche Akagi,
Kogure e Miyagi che però erano stati trascinati a forza, saltando il pranzo.
Saputa la faccenda, i due nemici di sempre si misero tranquilli ad aspettare. In
fondo erano in netto anticipo e la loro sfida poteva attendere le sei, finiti
gli allenamenti. - Quanto durerà questa pagliacciata?- bofonchiò Akagi
seccato, quindici minuti più tardi. - Pagliacciata?- ghignò Mitsui - Spero il
più a lungo possibile!- - Mollala di fare il porco!- lo zittì Ayako,
menandogli il ventaglio in testa - Piuttosto, avete trovato la Kotobuki o
no?- A quel nome Rukawa si sentì male e quasi perse il lettore cd dalle mani,
realizzando la dura realtà. Cosaaa??? Lei??? La testa rossa??? La pazza
investitrice? Lei era la nuova manager??? - Non mi ha ancora detto niente.-
disse Ryota tranquillo - Ma si sta allenando con le altre. Appena finiscono
possiamo entrare per parlarle. Non credo che rifiuterà. Ha mille energie!- -
Si e due gambe di granito.- disse Mitsui spiando dalla porta - Cazzo però se è
brava con il nastro.- - E da quando ci capisci qualcosa di ginnastica ritmica
coglione?- le prese in giro Sakuragi. - Da come se l'attorciglia addosso devo
dire che è una gnocca da paura!- - Lo sapevo che sei un porco.- sbuffò il
rosso, gettando però delle occhiate ogni tanto e infatti si prese dell'idiota
come suo solito da Rukawa, scatenando l'ennesima lite che finì in
rissa. Chissà perché ma ora gli apprezzamenti di Mitchy lo facevano
imbestialire...mah! - Ehi Ru...- lo bloccò Miyagi - Che hai fatto al
polso?- - Sono caduto.- si limitò a dire. Mi hanno investito, avrebbe voluto
aggiungere rabbioso, quando del deficiente del do'aho attaccò una serie di
cazzate sul fatto di non dormire sulla sella. Ben presto tutte quelle
chiacchiere cominciarono seriamente a infastidirlo e per sicurezza Akagi, visto
che aveva notato la sua aria bellicosa, lo fece spostare da accanto a Sakuragi
che sghignazzando si limitò a sedersi accanto al loro tiratore da tre punti che
quasi ci stava perdendo gli occhi. Nel frattempo arrivarono anche le nuove
matricole. Uno in particolare fra i nanetti sembrava il più eccitato e il più
determinato. Gli brillavano gli occhi ogni qual volta posava lo sguardo su
Hanamichi o Kaede e la cosa al volpino non piaceva poi tanto. Un conto erano le
donne...ma gli uomini! - Senpai Sakuragi! Ti trovo in forma, hai passato una
buona mattinata?- se ne uscì subito il ragazzo. Kaede, senza ridere, per un
attimo studiò l'espressione del do'aho...e si volse altrove, per permettersi di
ghignare leggermente. Forse si erano guadagnati un'altra piattola forma
maschile, stavolta... - Tutto ok...- rispose il rosso dello Shohoku, alzando
un sopracciglio - Come hai detto che ti chiami?- - Rei Manabe! I anno,
sezione A! Seguo la vostra squadra da quando andavo alle medie, venivo a tutte
le partite e praticamente ho deciso di venire allo Shohoku proprio per giocare
con voi!- - Oddio...- alitò Mitsui, poggiando il capo contro la parete della
palestra - Questi poveretti non sanno in che guai si stanno cacciando...ehi no!
Un attimo! Stai dicendo che vuoi giocare davvero con Sakuragi??- - Certo, io
lo trovo eccezionale!- Ecco, era fatta. Ora non ne uscivano più. E cosa fece
quell'idiota? Si alzò in piedi ed eruttò come un vulcano. Attorniato dalle
fiamme della vittoria cominciò a strombazzare ai quattro venti la grandezza del
Tensai, ridendo come un invasato mentre quella dannata matricola non faceva
altro che sobillarlo. - Siamo davvero nei guai.- ringhiò Akagi a bassa voce,
passandosi una mano fra i capelli. Fortunatamente il provvidenziale evento di
Rukawa riuscì a zittire Hanamichi al momento opportuno. La volpe si limitò a
fargli lo sgambetto e a mandarlo gambe all'aria proprio quando fortunatamente
gli allenamenti della squadra femminile di ginnastica ritmica ebbero fine e Hana
fu troppo occupato a guardare le ragazze in body che se ne andavano per
prendersela con Kaede che invece senza fare una piega s'infilò in palestra
e...rimase immobile sulla soglia. Non era il body, assolutamente. Era forse
il colore...bianco, che contrastava coi suoi capelli rossi e i suoi occhi
verdi. E forse era come muoveva il nastro...non lo sapeva dire, ma per un
secondo il tempo si fermò di nuovo. Della musica classica si stava lentamente
spegnendo in sottofondo e quando terminò del tutto, Raim posò l'attrezzo e prese
con un sorriso l'asciugamano che Ayako le porse. - Oh, ragazzi!- cinguettò la
loro manager quando li vide - Ben arrivati! Che fate lì fermi eh?- -
Apprezzavamo le doti delle atlete.- si limitò a dire Mitsui con un ghigno,
passando a fianco di Rukawa con la sua falcata quasi sprezzante - Ciao Raim!- e
stupendo non poco la volpe che non li aveva mai visti insieme, Hisashi le
depositò un bacio sulla tempia - Sei sempre bravissima.- - Si e tu sei il
solito maniaco!- replicò Ayako mollandogli una ventagliata - Forza, datevi una
mossa a cambiarvi!- - Un attimo!- s'intromise Kogure - Allora Kotobuki? Hai
parlato con Ayako?- - Oh si...- rispose sorridendo e facendo arrossire il
vice capitano - Ho sentito che avete bisogno di una mano.- - Già.- annuì
Akagi - Ho pensato che fossi la più adatta perché sai quali sono i nostri
schemi, inoltre facendo parte della squadra di basket femminile potresti
allenare le reclute. Cosa dici?- La ragazza si mise l'asciugamano in spalla,
cercando di riprendere fiato - Lo farei davvero volentieri, lo sai Takenori.- e
Kaede che non si perdeva una parola si stupì parecchio di come quella ragazza
sembrava davvero in confidenza con tutta la squadra - Oggi ho parlato con la
senpai Mihazawa e per lei non c'è problema se salto gli allenamenti. In fondo
non ero neanche nella squadra delle majorette, mi teneva solo perché è
vanitosa...- e sogghignò, insieme a tutti gli altri - Il problema è solo per gli
allenamenti di basket.- - Dio Raim, ma come fai a reggere?- le chiese Ryota -
Ti verrà un collasso prima o poi!- - Figurati.- replicò tranquilla - Ho gli
allenamenti di ginnastica ritmica sempre prima che inizino i vostri, quindi
faccio in tempo. Devo solo cercare di conciliarli con quelli della mia squadra
di basket e poi sarò a cavallo.- - Sei sicura che non ti stancherai troppo?-
le chiese Sakuragi gentilmente. - Tanto non ho niente altro da fare.- replicò
lei con un sorriso birichino - Che c'è Hana? Non mi vuoi?- - Cosa? Non dirlo
neanche per scherzo!- sbottò - Peccato che ormai io non abbia più bisogno
d'imparare i fondamentali, accidenti!- - Un ripasso non ti farebbe male,
do'aho.- sibilò Rukawa a bassa voce. - Ti ho sentito sai!? Ti aspetto in
campo!- - Vedete di non cominciare, vuoi due imbecilli!- sbraitò Akagi
ficcando subito un pugno in testa a entrambi per avvisarli - Oggi non voglio
sentire volare una mosca! Vedete di far giocare le riserve e di mettere alla
prova i nuovi arrivati, grazie! E possibilmente senza frantumare loro nessun
osso!- - E allora il divertimento dov'è?- si mise in mezzo anche Mitsui,
filando dritto agli spogliatoi. - Avanti, avanti...dai, andiamo a cambiarci
così intanto Kotobuki tu puoi prendere fiato.- disse Kogure spingendo Miyagi e i
nanetti verso la porta - Hanamichi, muoviti anche tu! E lascia in pace
Rukawa!- - Ha cominciato lui!- - Se, se...è sempre colpa degli
altri!- - Comunque non ti preoccupare Takenori.- finì Raim mentre gli altri
sparivano negli spogliatoi - Stasera parlo con la senpai Mihazawa e vedrò di
sistemare tutto così da domani potrò darvi una mano a tempo pieno.- -
Grazie, non sai l'aiuto che ci dai Kirara.- sorrise il Gorilla, sciogliendosi
finalmente un po' e anche Ayako parve parecchio più sollevata, almeno fino a
quando non le tornò in mente una cosa. Se ne ricordò di colpo, proprio mentre i
ragazzi stavano facendo alcuni giri di corsa. Raim si era infilata un paio di
pantaloni di una tuta nera sopra il body bianco e ora seguiva i giocatori tutta
attenta, quando Ayako la riportò alla realtà. - Scusa un secondo...hai detto
Mihazawa?- - Si, perché?- - Intendi la stessa psicotica che sta in classe
con me e che è la capo gruppo di tutte le ammiratrici di Rukawa?- La rossa
inclinò il capo, facendo mente locale. - Oh, è vero adesso che ci penso! Ecco
chi è il Kaede di cui lei e quelle matte parlano sempre agli allenamenti. Non
avevo ricollegato il nome alla persona!- e guardò la volpe sorridendo - Adesso
capisco questa fissa.- - Mamma mia, ma lo sai che rischio corri?- fece la
prima manager preoccupata - Harumi Mihazawa è una svitata davvero! L'hanno
scorso hanno picchiato una ragazza in dieci che ha parlato con Rukawa per i
compiti!- Raim in risposta agitò la mano svogliatamente, come per scacciare
una mosca noiosa. Altro che uomini! Lei aveva altro da fare ormai. E la sua
senpai avrebbe dovuto farsene una ragione, affari suoi! Non c'era più tempo
ormai per nessuno nella sua vita. Aveva detto basta tre mesi prima...e ora non
le restava altro in mano che un mucchio di cenere. Avrebbe studiato, preso il
diploma e lavorato sodo...avrebbe finalmente preso una boccata d'aria fresca
dopo essere uscita da quella scuola che non le portava altro alla mente che
Shiro. Tutto fra quelle mura le ricordava lui. Il primo incontro, il suo
sorriso, la sua aria buffa verso qualcosa che non capiva, il suo gesticolare
quando si arrabbiava...i suoi occhi così caldi. La sua dolcezza, la sua
spontaneità. Ora lui non c'era più. Se n'era andato...e niente l'avrebbe
fatto tornare. Sua madre era tornata negli Stati Uniti, suo padre si era
risposato e la sua matrigna l'aveva detestata cordialmente fin dall'inizio,
esattamente come il suo fratellastro acquisito che fin dalla prima volta le
aveva fatto intendere chiaramente quale fosse la sua idea del loro "rapporto".
Ormai era davvero sola. Doveva contare solo su se stessa. Non poteva
permettere che piccoli incidenti la distogliessero dal suo vero
obiettivo. Ovvero...stordirsi e non pensare. E lei ora già pensava
troppo...guardando una persona che era entrata nella sua vita il giorno prima,
travolgendola. Anche in campo per una volta il numero 11 dello Shohoku aveva
la testa un po' fra le nuvole. Il ciarlare dei suoi compagni gli arrivava
lontano, compreso il chiacchiericcio delle matricole che erano fastidiose da
matti. Ogni tanto lanciava un'occhiata alla loro nuova manager, chiedendosi
come avesse fatto a non notarla gli anni prima. Una testa rossa simile per uno
come lui spiccava fra le tante facce incolore...e poi sembrava davvero molto
popolare in tutta la squadra, strano...non ne sapeva il motivo ma aveva chiamato
per nome tutti quanti, anche il capitano e il teppista, quindi dovevano
conoscersi molto bene. Il teppista poi l'aveva anche baciata... Che tipa
strana, continuò a rimuginare fra sé. Una che non sapeva chi era, né il suo
nome. Decisamente un bel cambiamento...e anche in meglio. Finalmente fu il
momento di giocare di nuovo per l'ultima cernita fra i nuovi arrivati. Per
cercare di agevolare le cose Akagi mise di nuovo lui e il do'aho insieme e le
matricole...bhè, se la cavarono veramente per poco. L'unico a riuscire a fare
un canestro perché Mitsui decise di lasciarlo passare per vedere come se la
cavasse su quel Manabe, sul metro e ottantadue. Mingherlino ma abbastanza furbo,
pensò Akagi scambiando un'occhiata veloce con gli altri titolari. Terminata la
partita e decisi i nuovi acquisti, Kogure fece appena in tempo a mandare Manabe
e altri quattro ragazzi a sedersi che Hanamichi e la volpe sua nemica per la
pelle erano già schizzati alla lunetta. - Ragazzi, che resistenza.- disse
Raim, stupita. - Finitela di darvele idioti!- sbraitò Akagi - Questo non è un
locale da rissa, capito? Andate fuori!- - Che rottura di palle, dai!-
borbottò Hanamichi lasciando la testa di Rukawa a cui stava per ficcare una
testata - Io e la volpaccia ci stiamo solo allenando!- - Se ti vuoi allenare
raccogli tutti i palloni che hai rovesciato!- Certo, certo...pensò il rosso
con uno sfavillio perfido nello sguardo. Non prima di aver ficcato la rete dei
palloni in testa alla kitsune però. Facendolo si guadagnarono il turno di
pulizia e così dovettero restare di nuovo, per l'ennesima volta, tanto per
cambiare, a sistemare il loro campo di battaglia. - Qua va trovata una
soluzione!- sbuffò Hanamichi mentre Rukawa sonnecchiava sotto la doccia - Non si
può dover sempre rimettere a posto questo casino! Forse ha ragione il Gori!
Dovremmo picchiarci in strada! Ehi Kit! Datti una mossa!- ma poi si zittì,
quando un altro paio di braccia lo aiutarono a sistemare quel disastro. Era quel
Manabe. - Tutto bene senpai Sakuragi? Il senpai Rukawa ti ha fatto
male?- La volpe? La volpe gli aveva fatto male? Attaccò a ridere come un
forsennato senza neanche accorgersene, ridendo ancora di più poi alla faccia
della matricola. - No, no!- sputacchiò, dando delle pacche al ragazzo sulla
schiena - Tranquillo, la kitsune non mi ha fatto niente.- - Sei sicuro?- gli
chiese Manabe - Anche ieri sembravate un po' agguerriti...- A tutto aveva
sempre pensato tranne che qualcuno potesse preoccuparsi che lui e Ru si
prendessero a pugni durante le ore di allenamenti. Quel piccoletto ne aveva
ancora da imparare! Gli sorrise, alzando le spalle - Non è il caso che mi
aiuti, me la sbrigo da solo.- - Mi fa piacere senpai.- - Si, ok...ma Kit
ha la sua parte da fare.- rognò il rosso, vedendo l'ala piccola arrivare sulla
porta della palestra coi capelli tutti bagnati - Forza volpe della malora! Datti
una mossa, ho una ragazza da cui andare io sai?- - Ah bhè, se la metti così
senpai...- Rei Manabe scoccò un'occhiata stranita a Rukawa, poi salutò allegro e
se ne andò, lasciando i due a guardarlo leggermente pensosi. - Ti sei fatto
un ammiratore do'aho.- disse il moretto, cominciando a raccattare i
palloni. - E' un tipo un po' strano.- borbottò - Ma se non altro capisce che
sono il Tensai!- In risposta gli arrivò un pallone in faccia e per
trattenersi dal ributtare tutto all'aria, Hanamichi dovette contare fino a
cento, poi ringhiando si rimise all'opera ed entro quindici minuti poterono
finalmente andarsene, chiudendo tutto. - Secondo te è bravo quel Rei?-
mugugnò Sakuragi mentre s'incamminavano ai cancelli - Ha fatto un bel canestro
oggi, anche se Mitchy l'ha fatto passare apposta.- - Si vedrà.- disse Rukawa,
alzando le spalle. E ti pareva. Fare un discorso con qualche parola in più
mai eh? - Vai dall'Akagi?- - Si. Per che ora domani? Sei e mezza?- -
Hn.- annuì il moro - ...ao do'aho...- e si mise in sella, addormentandosi subito
automaticamente. Stavolta però non si fece fregare. Arrivato al vicolo
incriminato, si appostò all'angolo e dette una sbirciata ma non era stato
l'unico ad avere quell'idea. Si ritrovò davanti alla faccia di quella ragazza e
lei, dopo un attimo e a differenza sua che rimase impassibile, scoppiò a ridere.
Aveva una risata cristallina, non una di quelle risate sguaiate che sentiva in
classe quando le sue compagne facevano delle battute. - Ciao.- gli disse
tranquilla, girandogli attorno sui pattini - Vai a casa?- - Hn.- rispose.
- E' stata una fortuna non scontrarsi anche stasera. Ti fa male il
polso?- - No.- - Sono contenta.- replicò, evidentemente senza seccarsi per
la sua ennesima dimostrazione di cafonaggine a rispondere a monosillabi - Allora
ci vediamo. Attento alle macchine! Ciao!- e sfrecciò via agilissima, lasciando
la volpe con l'ennesima vacua sensazione fastidiosa della giornata. Quella
ragazza...lo infastidiva. Ma non come le altre. Lo infastidiva in un altro
modo. Si mise le cuffie del lettore nelle orecchie, deciso a smetterla di
pensare ad altro che non fosse il letto e la partita dei Lakers che lo aspettava
a casa eppure c'era sempre qualche a dargli il tormento. Lo capì quando arrivato
in casa, davanti allo specchio dell'entrata, vide il fazzoletto bianco legato al
suo polso. Se lo tolse e decise di lavarlo, poi finalmente si mise l'animo in
pace e riuscì a guardarsi la partita, tranquillo. Ma la mattina dopo, al suo
risveglio e al pensiero di ritrovarsi di nuovo a quell'angolo con la sua
bicicletta, si sentì leggermente ansioso.
Hanamichi Sakuragi
palleggiò seccamente, al limite della lunetta di tiro...sollevò le braccia, poi
lanciò la palla e cercò perfettamente il canestro senza toccare nemmeno il
ferro. Sorrise, riprendendo il rimbalzo e facendo poi una schiacciata
altrettanto spettacolare. Si passò una mano sulla fronte, dove ora spiccava
una bandana con su scritto "BANZAI" che gli teneva indietro i capelli rossi come
il sole dell'alba. Guardò l'orologio che indicava le sei e venticinque. Si
sedette su una panca, sbadigliando e portandosi una bottiglietta d'acqua alle
labbra. Ed eccolo che arrivava...lo sentì frenare e schivare per un pelo un
cassonetto dell'immondizia, poi mettere la sua testa bacata nel campo deserto.
Con la sua faccia assonnata faceva davvero ridere! Ed era strano, la kitsune non
era il tipo di persona che scatenava chissà che ilarità nella gente. La loro
idea comunque avrebbe potuto rivelarsi utile, pensò Hanamichi soddisfatto.
Allenandosi insieme anche al di fuori della scuola, considerato il livello di
rivalità e antagonismo che ancora li univa, avrebbero potuto migliorarsi a
vicenda. Ormai erano quasi allora stesso livello, anche se Rukawa era sempre una
garanzia, mentre lui, così impulsivo, non sempre dimostrava tutta la sua
abilità. Comunque migliorava giorno dopo giorno...e maturava. Questo era
l'importante. Dopo tanto tempo dalla morte di suo padre cominciava veramente
a sentirsi un po' più sereno. Il basket l'aveva aiutato a concentrare la sua
rabbia in qualcosa che non fossero le risse. Akagi era stato il suo maestro...e
la volpe un nemico, poi un valido esempio. Allenarsi con lui non avrebbe potuto
fargli altro che bene. - Kitsune.- disse, alzando la mano in saluto. -
Do'aho.- disse Rukawa con voce impastata andando a sedersi al suo fianco. Prese
la bottiglietta al volo e dette un sorso, poi si misero in piedi e iniziarono ad
allenarsi. Lì in quel campo si passavano normalmente la palla, senza rubarsela a
o pestandosi come pallida imitazione di un placcaggio. Quando uno andava a
canestro, era l'altro a servirgli il tiro e viceversa. Niente botte, niente
insulti. Solo qualche commento per migliorare la loro azione. Dopo circa
un'ora, alle sette e mezza, tornarono a riposarsi abbastanza soddisfatti. -
E' andata bene.- disse il rossino, stiracchiandosi - Non sei male come playmaker
volpaccia.- Rukawa fece un gesto annoiato con la mano, continuando a bere
avidamente e rovesciandosi l'acqua anche sui capelli. Dopo una bella
scrollata, trovò finalmente la voglia e la forza per affrontare un
discorso. - Do'aho...- - E basta darmi dell'idiota!- rimbrottò Sakuragi,
ficcandogli un leggero calcio nella gamba. Kaede sollevò lo sguardo,
appoggiandosi indietro, contro il muro - Che mi dici della Kotobuki?- -
Raim?- fece Hana stranito - Che vuoi sapere?- - Sembra che la conosciate
tutti bene.- Il rosso sogghignò, levandosi la bandana divertito - Fossi stato
meno asociale l'anno scorso forse ora la conosceresti anche tu. Ti ricordi di
Shiro Sota? Bhè, lei era la sua ragazza. Lui era il migliore amico del Gori ma
non poteva giocare a basket, aveva problemi al cuore. Così ci ha sempre dato una
mano nelle trasferte e nelle tattiche. Possibile che non ti ricordi? È venuto
con noi l'anno scorso al mare, rintronato!- Ah, era vero...quindi il tizio
con l'orecchino era il migliore amico del capitano. - Quest'anno è partito
per l'America. I problemi al cuore si erano fatti troppo complessi e così ha
colto l'occasione di fare un anno a Los Angeles. Quando vincevamo le partite
poi, ti ricordi cosa facevi?- - Andavo a casa a dormire.- - Ecco...noi
invece andavano a casa sua a festeggiare kitsune.- gli spiegò paziente il rosso
- Lì c'era anche Raim. Ora lei abita nella sua casa sulla spiaggia tutta da sola
e siamo diventati amici, per questo siamo in confidenza. Capito?- - Hn.- Ecco
spiegato il mistero. - Perché me l'hai chiesto volpe?- chiese a quel punto
Hanamichi faticando a non alzare un sopracciglio con aria maliziosa. L'altro
alzò le spalle, senza guardarlo o dargli la soddisfazione di una risposta, anche
perché come minimo non ne sarebbero più usciti se si fossero messi a discutere.
Guardando l'ora, si cambiarono velocemente e partirono a razzo verso la scuola
sulla bicicletta della volpe. Hana si rifiutò categoricamente di sedersi
dietro di lui, visto che dormiva ancora prima di mettersi in sella e così fu il
rosso a stare al manubrio, mentre finalmente Rukawa poté concedersi il lusso di
farsi una pennichella in santa pace. Peccato che arrivando allo Shohoku,
qualcuno ebbe qualche dubbio di essere ancora in una dimensione di sani di
mente. Mito per primo quasi dovette tenersi la mascella, prima che gli
cadesse mentre Mitsui e Miyagi si limitarono a sogghignare. - Vai che la
mezza sega ha trovato il modo per non farsi investire!- ghignò Hisashi quando li
raggiunsero. - Attento a come parli al Tensai del basket!- sbraitò il
rosso. - Com'è che siete arrivati insieme?- chiese Ryota stranito. - L'ho
pescato per la strada.- si limitò a dire Sakuragi, deciso a tenere nascosto il
suo allenamento con la volpe - E poi rischiava di ammazzare qualcuno, così mi
sono fatto dare uno strappo. Harukina mia!- cinguettò poi, vedendo oltre spalle
dei compagni l'Akagi che lo salutava allegra. Quasi saltando in testa al loro
playmaker, Hanamichi veleggiò verso di lei a un metro da terra, lasciando gli
altri tre con un'aria totalmente disgustata. - Povero idiota.- rognò
Mitsui. - E' proprio un do'aho, ha ragione Rukawa.- rise Miyagi - Dai,
andiamo in classe!- Fu l'ennesima mattina pallosa, su tutti i fronti, tranne
che per l'ora di inglese. Quell'anno il professore di madre lingua era
addirittura americano. Un biondino abbronzato con l'aria del surfista. Uno che
probabilmente era venuto allo Shohoku con l'intenzione di farsi qualche
studentessa. A parere di Hanamichi, che sfogliava annoiato il libro troppo
teorico, quello sarebbe durato poco. Ciarlò con fare giulivo a tutti gli
studenti, poi attaccò a parlare del programma...infine si mise a parlare in
inglese, cercando di dialogare un po' con tutti quanti. Arrivato a Raim però,
rimase molto sorpreso...piacevolmente sorpreso. E quando lei iniziò a parlare
a ruota libera, con lo stesso spiccato accento americano del prof, Rukawa si
destò leggermente dal suo sonno, riconoscendo quella voce dal tono
solare. Quando focalizzò il professore così vicino a lui s'irritò. Quello
parlava e gesticolava troppo per i suoi gusti. Comunque la loro seconda
manager sembrava davvero un'ottima linguista. - Che fortuna che hai,
Kirara!- Sentì quel verso gracchiante quando suonò la fine dell'ora. Era
stata una loro compagnia a usare quel tono melenso. - Sei piaciuta al prof,
visto?- Hn. Piacere a uno come quello non era un'impresa. Era il classico
maniaco. - Solo perché sono di madre lingua come lui.- la sentì rispondere
quasi incurante. Allora era mezza americana! Ecco perché aveva quell'accento
perfetto. Non sentì il resto della conversazione perché purtroppo accadde ciò
che accadeva di solito a turbare il suo riposo. - SAKURAGI!- Qualcuno
tuonò quel nome incriminante e Kaede aprì appena gli occhi, osservando prima
l'espressione apatica del do'aho, poi il demente sulla porta. Aoka. Di nuovo.
Maledetto judoka! Che cazzo voleva quella volta? - Vieni fuori! Ti voglio in
terrazza adesso!- e se ne andò sbattendo la porta, con la bella pretesa che il
rossino lo seguisse. Perfino Raim alzò un sopracciglio senza capire, mentre Hana
usciva con aria depressa. - Ma che succede?- fece, stranita. -
Tranquilla.- Si volse verso la volpe, sentendolo parlare. - Ma qual è il
problema?- - L'Akagi.- - Ah.- la rossa sorrise - Non gli dai una
mano?- Rukawa la guardò un attimo, impassibile, poi tornò a chiudere le
palpebre. - Se avesse avuto bisogno mi l'avrebbe chiesto.- Raim non
replicò, quasi rasserenata da quella risposta un po' ambigua e dopo averlo
salutato prese la sua borsa e se ne andò agli allenamenti del club di ginnastica
ritmica, ciondolando sui pattini anche in mezzo al corridoio, facendosi urlare
dietro dai professori. Accidenti se era chiassosa anche lei! E quel cretino
di una scimmia che fine aveva fatto? Di certo avrebbe rotto la testa a quei
dementi in pochi minuti però. E infatti tornò indietro poco prima che uscisse
dall'aula per gli allenamenti, però con il Gorilla che lo teneva per la
collottola. - Insomma, ma come te lo devo dire!?- piagnucolava sgambettando -
E' stato quello yankee ad attaccare briga!- - Fa silenzio, imbecille! Rukawa,
sveglia! È ora di andare!- Una volta in palestra poterono di nuovo assistere
alla fine degli esercizi delle ginnaste. La loro allenatrice aveva chiuso fuori
parecchi guardoni ma non poté impedire a quelli basket di appostarsi sulla
porta. E lì, di nuovo, la volpe dello Shohoku vide qualcosa che non aveva mai
neanche preso in considerazione. La vedeva muoversi, quasi danzare, avvolta
in un nastro bianco...la musica era ipnotica, come i suoi movimenti. La cosa
che più lo impressionò fu l'agitare sinuoso delle sue dita, passando fra la seta
del nastro. Lo lanciò in aria, mentre la sua allenatrice le girava attorno
dandole consigli, incoraggiandola...e con una piroetta, lei si volse verso di
loro. Per un attimo incrociò i suoi occhi e...il manico del nastro le finì sulla
testa, con un tonfo sordo. - Ahi...- la sentì piagnucolare, dopo cinque
secondi di silenzio. Subito dopo tutte le sue compagne attaccarono a ridere
divertite, mentre la manager sembrava molto meno propensa ad unirsi alle
spiritosaggini. Imbestialita, sembrò quasi di vedere Akagi sbraitare contro
Sakuragi. Ad allenamento terminato, Raim aveva ancora un bernoccolo in mezzo
alla zucca. - Accidenti a quella vipera!- borbottò, infilandosi un paio di
pantaloncini - E che diamine, ho solo mancato la presa!- - E' la prima volta
che ti vedo sbagliare.- ridacchiò Miyagi - Ma a che pensavi?- Rukawa non
sentì la risposta ma sentì distintamente gli occhi verdi di quella peste su di
lui. Accidenti. Avvertì un brivido e ne fu parecchio infastidito, quindi
infilò lo spogliatoio come un treno. Che diavolo gli stava succedendo eh?
Durante la partita e l'allenamento corse come un pazzo da una parte del
campo all'altra, soffiando numerose volte la palla a tutti i membri della
squadra, senza andare per il sottile con le matricole e usando il do'aho come
una specie di cuscinetto per scaricare i nervi senza però stavolta ottenere
alcuna risposta in botte o insulti. La cosa strabiliò un po' tutti ma quando
Kogure cercò di chiedere cosa diavolo stesse succedendo, Mitsui gli fece un
cenno negativo con la testa. Era meglio lasciar perdere. Se la sarebbero
sbrigata da soli. Ma quando Sakuragi finì a terra, dopo un fallo un po'
troppo forte, finalmente Rukawa si fermò. - Senpai!- Rei Manabe apparve al
fianco di Hanamichi, preoccupato - Tutto ok? Ti sei fatto male?- Il rosso non
rispose nemmeno. Rimase a fissare il viso affilato del numero 11 che dopo aver
inspirato a fondo fece qualcosa che non aveva mai fatto prima. Allungò la
mano...e Hanamichi la prese, senza dire nulla ma premurandosi di rompergli tutti
gli ossicini e la volpe accettò la penitenza con una lieve smorfia. - Avanti,
riprendiamo!- sbraitò poi il rosso - Miyagi, passa la palla avanti!- - Ehi
mezza sega, non è che hai battuto la testa?- frecciò Hisashi. - Non stare in
pena, tesoro. Il Tensai è a prova di volpe!- replicò sarcastico. - Do'aho.-
borbottò Rukawa, asciugandosi la fronte con la sua fascetta. La cosa si
concluse lì ma alle sei Hana spedì di nuovo a casa tutti, dicendo che avrebbe
sistemato lui la palestra, anche se era il turino di Ryota e Hisashi. I due
presero la cosa come una manna e se ne andarono non molto convinti. - Qui
gatta ci cova.- disse il playmaker davanti ai cancelli - Ma che aveva oggi
Rukawa?- - Non saprei.- disse Mitsui - Se ha qualche problema comunque non è
tipo da esporlo, non credi?- Però c'era qualcuno che aveva tutta l'intenzione
di fargli sputare l'osso...e poi anche il fegato, visto come l'aveva buttato
gambe all'aria. Hanamichi Sakuragi aveva un'aria assolutamente troppo pacifica
mentre ripuliva il pavimento quella sera. L'aveva fatto apposta. La kitsune ci
metteva degli anni e in quel modo avrebbe potuto sistemare la questione...almeno
fino a quando una voce un po' brusca non lo colse alle spalle. - Senpai
Sakuragi...- - Rei.- disse Hana stranito - Che fai ancora qua? Non dirmi che
mi vuoi aiutare di nuovo!- - Io...ecco io...- il ragazzo sembrò tentennare -
Io non riesco a credere a quello che ho visto!- sbottò allora, con voce un po'
alterata con occhi ingenui - Sapevo che Rukawa aveva un gioco abbastanza
solitario e prevaricatore ma non credevo che anticipasse il suo ego ai bisogni
delle squadra!- La goccia sulla testa di Sakuragi lasciò la matricola ancora
più fremente - Nel senso...anche tu hai un gioco prevaricatore ma lui sembra
giocare solo per se stesso! A volte sembra non vedere i compagni, non passa la
palla...è altero e troppo sicuro di sé!- A quell'uscita Hanamichi rise sul
serio, lasciandosi andare seduto a terra. - Posso parlare in tutta
sincerità?- - Ma certo senpai.- rispose Manabe confuso. - E' troppo sicuro
di sé perché può permetterselo, prima cosa.- disse il rosso con tono
inflessibile che fece tremolare il suo kohai - Seconda cosa, quand'è stata ora
di passare la palla ti assicuro che l'ha fatto. E per terzo...- Hana sollevò gli
occhi nocciola e li piantò in quelli della matricola tanto da trapassarlo -...e
per terzo la kitsune ama davvero questo sport. Io ero e sono tuttora troppo
sicuro di me, quindi questa ramanzina avresti dovuta farla a me e non a lui,
Rei.- - Ma...ma senpai...- - No, tappati la boccaccia.- gli disse
scoccandogli la classica occhiata che precede una testata colossale - Rukawa è
fatto a modo suo ma non c'è critica che tu possa muovergli in campo. Questo non
lo accetto.- - E il fallo di prima?- Manabe deglutì - Quello come lo
spieghi?- - Non devo spiegarlo.- rispose Hanamichi quasi sorridendo - Fossi
in te mi scioglierei sai? Il volpino può insegnarti molto, credimi, quindi passa
sul suo carattere altero, come dici tu, e concentrati solo su come gioca. Vedrai
che lo vedrai sotto un'altra luce. E adesso fila a casa, avanti!- scandì,
cambiando tono - E' un ordine del Tensai!- - D'accordo, d'accordo!- disse il
ragazzo, riuscendo a sorridere - Farò come dici...in fondo lo conosci meglio di
me! Ciao, a domani senpai!- - Ma tu guarda che ragazzino pestifero...-
fischiò, restando seduto a terra - Tu che dici Kit?- Kaede uscì dalla porta
dello spogliatoio, restando però appoggiato al muro. Aveva sentito tutto e quel
rosso demente se n'era anche accorto. Incredibile, il do'aho che prendeva le sue
parti...roba da matti. Il mondo stava proprio girando al contrario quel
giorno. - Ehi volpe, vieni qua un attimo.- disse il rosso all'improvviso,
piegando il dito indice più volte. Quel tono gli piaceva poco ma sapeva anche
di sfida, quindi il moro non poteva rifiutare. Sapeva a cosa andava incontro ma
non era un vigliacco e gli andò a un passo dal naso...poi si fece prendere il
capo fra le mani e subì in silenzio una serie di testate che avrebbero sistemato
anche un pachiderma. Intontito e pronto a rendergli gli interessi, caricò un
pugno ma andò a vuoto perché Hana gli afferrò il polso, fissandolo incazzoso - E
allora???- sbraitò, quasi assordandolo - Che cavolo avevi eh???- - Affari
miei, do'aho.- sentenziò il moro. - Deficiente...- ringhiò l'altro,
attorniato da fiamme - Quando mi fai un fallo e mi butti a terra come un sacco
di patate facendomi fare la figura del cretino sono affari miei!- Tagliando
corto non gliene fregava un cazzo del motivo per cui gli aveva fatto fallo ma
solo della figura in sé, pensò Rukawa con un sospiro. Ecco, ora tutto tornava.
Ma tu guarda che imbecille! Non fece in tempo a mandarlo al diavolo che si
ritrovò sotto la rete dei palloni, con quell'imbecille testa rossa seduto sopra
la sua testa per impedirgli di uscire. - Che cazzo fai?! Scendi da lì,
do'aho!- - Sta zitta volpe, questa è la vendetta del Tensai!- ghignò il
rosso. Dio, quando usciva da lì lo massacrava! Gli stava facendo perdere ore
preziose di sonno quel demente! E dire che prima non aveva fatto altro che
difenderlo con quella seccante matricola. Mah, forse si era fatto un cicchetto a
pranzo... - Avevi un'aria strana prima.- Kaede rialzò appena il capo,
vedendo Sakuragi restare seduto a gambe incrociate sulla rete. - Strana in
che senso?- bofonchiò, esausto. - Strana e basta.- replicò il numero 10 -
Allora? Mi dici cos'è successo all'improvviso? T'è venuto un calo di zuccheri di
colpo razza di volpaccia inappetente?- Inappetente...Kaede sperò vivamente
che quell'imbecille parlasse di cibo e non di altre amministrazioni. - Pensa
agli affari tuoi.- gli disse ancora ma non finì di parlare che Hanamichi infilò
una mano nelle rete e gli tirò un pugno in testa, con una vena pulsante sulla
fronte - Giuro che ti tengo lì dentro fino a domani! Chi cavolo me l'ha fatto
fare di difendere una volpe come te da Manabe!- - Non te l'ha chiesto
nessuno, do'aho!- - Bhè, era solo la verità.- rispose il rosso a tono - In
fondo si parlava solo di basket. Per il resto saresti da prendere a cartelle
tutto il giorno!- Dio...era snervante sul serio. Si sentiva la testa
fumare...tutte quelle chiacchiere gli avevano fatto venire il mal di gola. Al
diavolo il do'aho testa rossa, al diavolo la matricola piattola e al diavolo
anche... Gelò, pensando a lei. E adesso perché la pestifera ragazzina dei
pattini gli era venuta in mente? Kaede, non fare il vigliacco almeno con te
stesso...ti ha fatto venire la pelle d'oca con uno sguardo! Questa come la
spieghi eh? Spiegala al do'aho! Diglielo che l'hai buttato gambe all'aria per
una donna! L'avrebbe tenuto alla fame sotto quella rete per una
settimana! - Ebbene? Hai trovato un motivo per cui hai rovinato la
reputazione al Tensai del basket o no?- L'unica cosa che gli avrebbe rovinato
era la faccia e la schiena non appena si fosse liberato da quella rete, ringhiò
Rukawa minaccioso e a quel punto non li tenne più nessuno. Scalciando e
sbraitando alla fine la trappola venne rovesciata e scattò la caccia alla
scimmia, tanto che per qualche giorno quei due imbecilli dovettero presentarsi
agli allenamenti pieni di cerotti. Ma se non altro ora Akagi si sentiva
meglio. Quella mano in campo era stato solo uno sprazzo di follia... Altro
che migliorare...quei due cretini andavano in peggiorando! Adesso anche Rukawa
ci si metteva a dare i numeri poi...e Takenori non capiva bene da che cosa
dipendesse. Restava il fatto però che da quando era iniziato l'anno la sua ala
piccola aveva cominciato a dare strani segni di sclero...e chissà che non fosse
tutta colpa di quell'idiota di un Tensai! Alla fine era riuscito a tarare anche
Rukawa, dannazione! Quell'anno se ne sarebbero viste delle belle, ne era
sicuro.
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Capitolo 2 *** Problemi in vista su una moto da corsa ***
Era una bella mattina di sole, decisamente troppo bella
per correre come dei pazzi scatenati per le strade di Kanagawa pensando che
tanto non sarebbe servito a nulla, visto lo spaventoso ritardo che Hanamichi
Sakuragi aveva accumulato aiutando una vecchietta parecchio mattiniera con la
sua spesa. Erano le sette e un quarto…tre quarti d’ora di ritardo! Lo
ammazzava! Si, Rukawa lo uccideva! Quando entrò al campetto, pronto a una
trafila di do’aho che gli sarebbero bastati per tutto l’anno, rimase abbastanza
basito nel vedere la volpe seduta sulla panca, ancora ansante per l’allenamento
che doveva aver fatto da solo, ma con le cuffie nelle orecchie e…meraviglia, un
giornale in mano! Sembrava piuttosto concentrato ed era strano per Hanamichi
che non l’aveva mai visto a leggere riviste che non fossero esclusivamente di
basket. Invece arrivandogli alle spalle si accorse che era un settimanale di
moto. Era la pagina delle vendite e Rukawa scrutava attento delle moto di
grossa cilindrata almeno fino a quando non sentì la presenza di quel deficiente
alle spalle. Non si volse nemmeno, tanto sapeva benissimo che era lui e si
limitò a dargli dell’idiota, levandosi gli auricolari. - Che t’è successo?
Non mi dirai che ti sei addormento.- lo prese in giro, sarcastico. - Ti
piacerebbe kitsune.- rispose Hana sogghignando, restando sempre alle sue spalle
e spiando le inserzioni di vendita – Ma ho aiutato una signora del mio
condominio con la spesa, poi ho preso la strada sbagliata, dei teppisti mi hanno
rincorso e ho rischiato il collo a causa di una cretina in macchina.- - Hn…-
Kaede alzò le spalle, del tutto incurante dei suoi guai, fino a quando il rosso
non puntò l’indice sul suo giornale, su una Honda, più precisamente su una Honda
VRF 800 blu petrolio – Questa è buona volpino. Da quando t’interessi di moto
eh?- Il moro fece una leggera smorfia che l’altro non vide – Ogni anno
ricordo a quell’ipocrita di mio zio che esisto sputtanandogli il conto in banca
che ha messo a disposizione per l’università e quest’anno mi è sembrato
d’obbligo ricordarglielo in maniera un pelo più pesante.- Mamma mia, che
discorso lungo…Hanamichi si sedette sulla spalliera della panca, restando a
gufare sopra il numero 11 dello Shohoku, leggermente incuriosito. E così Rukawa
anche se viveva da solo aveva dei parenti, in questo caso degli zii. Sembrava
non andare particolarmente d’accordo con suo zio però…ipocrita…gli aveva dato
dell’ipocrita. Chissà perché. La kitsune non era tipo da sprecare insulti per
chi disprezzava cordialmente, quindi quell’uomo doveva essere un vero stronzo
per attirarsi la sua rabbia. Comunque non voleva essere inopportuno e farsi
dare di nuovo del do’aho, così rimando le domande personali a un altro momento,
tornando a ciarlare di moto. - Quindi la compri?- - Cosa?- - La figa
seduta sulla Honda. La moto no?- - Hn.- Rukawa sbuffò – Non potrei anche
volendo. Costa decisamente troppo e poi il mio è solo un capriccio. La userei
solo ogni tanto, non mi muovo mai fuori da Kanagawa.- Hana tacque per un
secondo, ponderando un’idea abbastanza balzana…poi però non poté impedirsi di
parlare. - Kit…quanto hai?- - Cosa?- - Quanto hai per la
moto?- Kaede stavolta alzò un sopracciglio, poi rovesciò la testa
all’indietro per vedere Sakuragi seduto sopra di lui. - Metà della cifra.-
bofonchiò, sentendo le rotelle del do’aho che giravano vorticose. - L’altra
metà la metto io.- Dopo un attimo di silenzio, il moro lo fissò con uno
strano lampo negli occhi – Doppie chiavi. Io i giorni pari.- - Io i
dispari.- - Fatto.- sentenziò la volpe, evidentemente soddisfatta. -
Evvai.- Hanamichi fu decisamente più plateale nel dimostrare la sua gioia.
Afferrò la palla della volpe e anche da quella posizione lanciò a canestro,
centrandolo perfettamente. Da lì a mettersi a ridacchiare come un deficiente,
proclamando la grandezza del Tensai, fu cosa da poco. - Ehi! Quando andiamo a
comprarla eh?- cinguettò Sakuragi tutto allegro, mentre pedalava sulla bici
della volpe verso lo Shohoku – Rintronato, sei sveglio? Dai, quando andiamo a
comprarla?- - Hn…che ne so…- biascicò il moro con voce impastata, che
sonnecchiava beato contro la sua schiena. - Come sarebbe che ne so?! Eddai,
dovresti essere contento…ehi ma…non ti azzardare a sbavarmi sulla
divisa!- Fiato sprecato, Rukawa già dormiva e svegliarlo avrebbe significato
prendersi un pugno in faccia, quindi tanto valeva continuare a insultarlo fra i
denti fino ai cancelli e poi in classe. Le lezioni si protrassero tutta la
mattina in un clima di noia di mortale. A quanto pareva il tempo che si stava
leggermente incupendo aveva ridotto il morale sotto i tacchi anche ai professori
e al tirocinante di fisica. A tutti, tranne al gigolò americano. La sua voce
squillante salutò tutta la III D e le ragazze subito tornarono a sorridere,
tutte tranne Raim che, come notò Hana, sonnecchiava sul banco. Accidenti, era
circondato da ghiri. La kitsune da una parte e Raim davanti. Da uscirci
pazzi. Comunque la loro manager si risvegliò quando venne interpellata dal
loro prof d’inglese. Sembrava parecchio stanca e praticamente gli sbadigliò
quasi in faccia, ma subito ripresero a parlare col loro accento che faceva
sempre sospirare tutte le studentesse. Hana ghignò, pensando a quanto avrebbero
voluto buttasi tra le braccia di quel surfista. E poi, sfidando il suicidio,
quell’imbecille del professor Hansen andò a piazzarsi proprio davanti a
Rukawa. Hana incrociò le dita, sperando non lo prendesse a pugni ma il numero
11 doveva essere sveglio già da prima, più o meno da quando il prof aveva
iniziato a chiacchierare con Raim e stupendo non poco il rossino, la volpe
rispose con calma e cortesia alle domande in inglese del prof, anche se
sinceramente Sakuragi si sarebbe aspettato solo tre parole da parte del suo
compagno di squadra, ovvero "Fuck you teacher!" Finita la lezione col
surfista, Hana si trovò a non dover svegliare Rukawa. Accidenti, era rimasto
sveglio! Da non credersi! - Ecco perché c’è questo tempo infame.- frecciò il
rosso, sarcastico. - Hn.- Sakuragi lo lasciò perdere e mentre riordinava i
libri per buttarli alla rinfusa nella tracolla, si volse verso la Kotobuki.
- Raim, noi andiamo a cercare i ragazzi per mangiare in santa pace! Vieni
con noi?- La bella rossa era ancora sotto l’assedio dell’insegnante che si
era fermato a scambiare due parole con lei, praticamente bloccandola al banco e
la ragazza rivolse al giocatore dello Shohoku un sorriso di ringraziamento. -
Certo, vengo volentieri.- e tornò a girarsi verso Hansen, facendogli un cenno e
terminando la loro conversazione in inglese. Quando finalmente il casanova se ne
fu andato, la ragazza tirò un sospiro di sollievo. - Mamma mia, che polipo!-
ghignò Hana divertito – E dire che pensavo che gente come lui fosse interessata
a ragazzine sceme che non capiscono un tubo della lingua! Ehi Raim…l’hai fatto
innamorare!- - Cosa??- Perfino Rukawa parve spiazzato quando la ragazza
sbottò in quel modo. - Un corno!- si calmò Raim – Non ci pensare neanche
Hana! È assurdo!- Essendosi accorta di aver esagerato, la bella rossa riprese
subito il suo buon umore e riuscì a trascinarli fuori entrambi per mano dalla
loro aula. Visto il messaggio di Mitsui, si ritrovarono tutti dietro alla
scuola, sotto il padiglione che dava sul campetto di pallavolo all’aperto.
C’erano già tutti: Mitsui, Miyagi, Akagi, Kogure, Ayako e Haruko su cui Hana si
fiondò a pesce, Mito che parlava con Hisashi e Ryota delle matricole e infine
proprio loro, Rei Manabe e Nobu Yaoto, due dei più bravi quattro reclutati.
Ma perché si era fatto trascinare lì?, pensò Kaede svaccandosi subito su una
panchina intera e mettendosi a nanna. Accidenti a quella giornataccia. Le
lezioni non erano state neanche tanto pesanti ma l’ultima ora gli aveva fatto
perdere la calma: quel demente dell’Hansen proprio non aveva pudore. Ogni
volta che parlava con la loro seconda manager ne uscivano sempre dei numeri
indecenti! - Ti è arrivato il calendario, Takenori?- sentì cinguettare quella
Babbuina della sorella del capitano. Il calendario delle partite…bhè, era ora
arrivasse! A parte le amichevoli, erano rimasti tutti con i punti interrogativi
sulla testa quando il segretario nazionale aveva detto che le date non erano
ancora state stabilite. E che cazzo aspettava? Lui già aveva voglia di
tornare in campo, altro che allenamenti con matricole troppo sollecite! - Si,
è arrivato.- disse Akagi poco dopo, finendo il suo bento. - Allora Gori?-
attaccò subito il do’aho, facendo sogghignare mentalmente Rukawa – Quando e con
chi si comincia?- - Fra due settimane.- disse Akagi – Venerdì 13, partita col
Fujen ma Anzai ha tutto il nostro girone nel suo studio. Ce lo darà oggi agli
allenamenti. Piuttosto, prima di preoccuparti del campionato comincia a giocare
bene l’amichevole contro il Ryonan!- - Quando mai ho giocato male contro il
porcospino eh?- sbraitò Sakuragi rabbioso – Pensa al tuo amico gorilla tu!- -
Porcospino, gorilla, scimmia, volpe…- Raim mandò giù una sorsata di una strana
lattina energetica che Rukawa aveva visto bere una volta a un suo conoscente
delle medie appena rientrato da una convalescenza – Per voi tutto il mondo è uno
zoo ragazzi?- - Questo qua dovrebbe stare allo zoo!- sbraitò Akagi ficcando
un pugno in testa al numero 10 che stava già sbandierando di nuovo le prodezze
del Tensai alle matricole – Dunque, l’amichevole stavolta la giochiamo da noi.
Anzai s’è già messo d’accordo con Taoka.- Taoka. Al solo pensiero le facce di
Miyagi, Mitsui, Hana e Rukawa divennero delle maschere d’incazzatura. Quello
stupido essere arboricolo! - E vediamo di non far più figure di merda come
gli scorsi anni, ok?- continuò Akagi ad alta voce – Basta scherzi alle spalle,
basta botte e basta righe sulla sua macchina, hai capito Hisashi?- Mitsui si
sentì gli occhi della squadra puntati addosso ma fece finta di nulla, incurante
delle loro fecce sconvolte. - Bene ragazzi.- disse Raim alzandosi dopo una
ventina di minuti – Scusate ma devo andare agli allenamenti.- - Possiamo
venire a vedere?- chiese Miyagi – O la tua mister s’incazza?- - Oggi li salto
quelli di ginnastica ritmica.- spiegò la rossa con un sorrisino malizioso – Sto
andando dalla senpai Mihazawa, devo ancora sistemare alcune faccende con
lei.- - Allora forse può venire a vedere la kitsune.- malignò Hana ghignando
– Chissà che al suo club possa finalmente vedere qualcosa d’interessante! Vero
baka?- e appena finito di dirlo si prese un calcio in faccia, scatenando
l’ennesima lite che il Gorilla placò solo a suon di altre botte. Mamma mia
quanto erano rissosi quei ragazzi, pensò divertita Raim, rientrando
nell’edificio della scuola. Li aveva conosciuti l’anno precedente e le erano
subito piaciuti tutti quanti, a partire dal calmo Kogure che arrossiva sempre
quando la vedeva, al povero Ryota che era sempre e perennemente innamorato della
sua Ayako. Un rapporto più confidenziale l’aveva intrecciato con Hisashi che
sotto la sua aria dura con lei era sempre stato protettivo e affettuoso, anche
molto sensibile…esattamente come con Hanamichi che in coppia con lei aveva
sempre fatto scintille. Caratteri come quello del do’aho, come lo chiamava
Rukawa, era un vero dono del cielo. Essendo molto simili insieme avevano
sempre fatto impazzire la compagnia l’anno precedente e Shiro aveva sempre detto
che Hana era la sua copia al maschile. Shiro… Raim si bloccò nel
corridoio, guardando fuori dalla finestra. Puntò i suoi occhi verdi sul
gruppo…per poi scivolare senza che lei neanche se ne accorgesse sulla persona
che da qualche tempo aveva occupato i suoi pensieri. Non sapeva capacitarsene ma
c’erano volte in cui Raim si scopriva a pensarlo, a rivederlo…addormentato in
aula, a saltare a canestro con quella sua grazia e quella sua tecnica micidiali,
a borbottare dietro ad Hanamichi… Quel pensiero sarebbe diventato
un’ossessione?, si chiese, continuando a guardarlo dormire sulla panca. Ammirò i
suoi capelli neri lucidi, lisci come ali di un corvo. La sua pelle bianca…quella
bocca tremendamente sensuale e invitante. Ogni tanto lo prendeva a dormire
con le labbra dischiuse e …si sentiva come invasa da lava bollente. Inspirò a
fondo, ridendo amaramente di se stessa. Dio. Da una trappola in
un’altra. Kaede Rukawa, pensò andandosene. Accidenti a te! Il club delle
majorette che non comprendeva solo (e fortunatamente) il Rukawa’s Shinetai, ma
anche tutte le majorette dello Shohoku che avevano il compito di sostenerlo in
ogni avvenimento sportivo, si trovava al secondo piano dell’istituto ed era
guardato da tutte le studentesse della scuola un po’ come la terra promessa.
Direttore indiscusso era Harumi Mihazawa, quarto anno, yankee nascosta dalle sue
buone maniere e dalla sua infatuazione per Rukawa. Considerata una delle più
belle e più facili ragazze dello Shohoku, la signorina era una che sapeva quando
parlare e …quando alzare le mani. E quel giorno, quando Raim andò a presentarsi
da lei mentre sbraitava alle sue compagne come agitare i pon-pon, non sembrava
di ottimo umore. - Senpai che succede?- le chiese la rossa – Tutto
bene?- - Ah, sei tu.- borbottò la ragazza, agitando la massa di capelli scuri
che le arrivava poco sopra la vita – Non va bene per niente, non vedi?
Matricole! Guardale! Non sanno far girare neanche i bastoni!- Raim in effetti
notò che le timide ragazzine del primo anno messe a confronto con quelle del
secondo o del quarto erano parecchio impedite…forse però con un po’ più di
dolcezza e sicurezza avrebbero potuto diventare brave, no? - Volevi qualcosa
Kotobuki?- Raim alzò un sopracciglio, stranita. Chissà che non le fossero
arrivate voci…la sua senpai l’aveva sempre chiamata per nome o con il suo
nomignolo. Comunque se ne fregò, chiedendole se aveva un attimo per lei. Subito
la Mihazawa acconsentì, lasciando la squadra di venti majorette nelle mani della
sua leccapiedi, Yukino Takei, quarto anno rimandata, una stanga di un metro e
ottanta che aveva mandato all’ospedale più di una ragazza che aveva cercato di
lisciarsi gli artigli sul bel fondoschiena di Rukawa. Bhè, in effetti bastava
avere gli occhi per accorgersi di quanto fosse bello, no? Con quel corpo
poi… Raim si morse la lingua, mentre salivano sul terrazzo. Eccola! Stava di
nuovo pensando a Rukawa! Una volta all’aria aperta, la Mihazawa si accese una
sigaretta e ne offrì una alla rossa che, pensando a cosa stava per dirle, capì
che forse doveva armarsi. Se la fece accendere, poi dette un rapido tiro. -
Ho sentito che anche voi del terzo anno avete Hansen.- disse all’improvviso la
ragazza del quarto. - Già.- disse Raim senza interesse. - Mi dicono che
gli sei piaciuta.- continuò l’altra, fissandola attentamente. - Solo perché
sono nata a Los Angels come lui.- disse Raim con aria pacifica, decisa a
trattenere il sangue freddo. - Può darsi.- La sua senpai continuò a
scrutarla, poi ciccò a terra appoggiandosi al muro – Fossi in te ci starei
attenta a quello. Yukino ha sentito gl’insegnanti dire che è stato cacciato
dalle due scuole in cui ha insegnato. Ha messo incinta una studentessa di
quattordici anni. Pare le sia saltato addosso.- - Oh, mi so difendere
senpai.- l’assicurò la rossa senza un filo di paura nelle vene. - Questo lo
so.- ghignò la Mihazawa – Ma prima che metta le grinfie su di te, vorrei
provarci io.- Raim stavolta tacque, senza alcun commento in proposito.
Facesse quello che voleva. - Allora…immagino sarai tornata per parlarmi del
tuo lavoro di manager alla squadra di basket.- disse finalmente la ragazza –
Quasi rimpiango di non averti presa a tempo pieno nel gruppo. In fondo dopo di
me sei la migliore.- - Sai che puoi chiamarmi quando vuoi. Ma Akagi me l’ha
chiesto come un favore personale.- - Per Sota immagino.- disse l’altra,
andando dritta al punto. - Già.- disse Raim, stavolta con un notevole sforzo
pensando di nuovo alla figura labile di Shiro che sembrava sparire dalla sua
memoria senza che lei potesse fare nulla per trattenere i ricordi felici che li
avevano accomunati – Ti crea problemi quindi che non venga ad allenarmi? Ho
tutto il programma delle partite dell’istituto e se mai avrai bisogno di una
sostituta sarò pronta.- - Se, certo…- la Mihazawa scosse il capo, incurante –
Non c’è problema. Se vuoi finire di nuovo all’ospedale sono cazzi tuoi, Kirara.
Lo sai bene. Ti ho coperta l’anno scorso ma quest’anno ho altro da fare.- -
Lo so e ti ringrazio. Non ti avrei mai chiesto di farlo una seconda volta.-
replicò la rossa digrignando i denti – E poi è stato solo un caso sporadico. Non
mi è più successo di svenire.- - Buon per te. Comunque ho un’ultima cosa da
chiarire allora.- - E di che cosa si tratta?- - L’anno scorso Rukawa non è
mai stato presente alle riunioni del gruppo, vero?- Eccola. Raim se l’era
aspettato. Era ora di fingere. - Esatto.- - Spero che anche quest’anno tu
faccia la scelta di tenertene alla larga.- - Senpai, faccio solo la manager.
E sai perfettamente bene che per ora gli uomini sono l’ultima cosa che
m’interessa.- - E fai bene.- replicò la Mihazawa spegnendo la sigaretta con
rabbia – Anche perché se fosse il contrario ti ritroveresti in un bel po’ di
guai.- andò alla porta, per poi voltarsi un attimo a fissarla – Lo sai che ho
sempre fatto di tutto per te, Kirara. Stabilito che non avevamo nulla a che
spartire, ci siamo date una mano in zona neutra…ma non farmi pentire di averti
salvato dalle autorità l’anno scorso.- Raim tacque per un secondo, per poi
parlare con voce gelida. - Come te lo devo dire che non assumevo droghe eh?-
sibilò rabbiosa – Era stanchezza fisica!- - Perdonami ma ti sfinivi anche
l’anno scorso con quattro club e se volevi vincere le gare forse hai dovuto
prendere degli steroidi o delle anfetamine. Non guardarmi così…credi che io non
l’abbia mai fatto per caso?- - Non m’importa. Puoi fare quello che vuoi
senpai…ma io sono svenuta solo per un calo di zuccheri, perché avevo chiesto
troppo a me stessa, non per aver mescolato delle droghe di troppo, chiaro?- -
D’accordo, fa come vuoi!- sbottò l’altra già annoiata – Ci vediamo in giro ma
ricorda le mie parole. Sta lontana da lui…o avrai solo un mare di guai, te
l’assicuro e non ci sarà la Kanzaki come l’anno scorso a tenermi ferma! Ti
saluto!- Una volta sola, la sigaretta le cadde di mano…e si lasciò andare a
sedere, stanca, stanca, stanca… La Kanzaki. Raim sorrise, ricordando le
parole di quell’importante persona che un anno prima guardandola con disprezzo e
gelo le aveva fatto capire quanto in realtà fosse debole. Junko Kanzaki, la
sua senpai. La nemica giurata di Harumi Mihazawa. Era da tempo che non andava
a trovarla…forse sarebbe stato tempo di parlare di nuovo con lei.
-
Avanti passa quella palla!- - Più gioco di gambe! Corri, non hai le ginocchia
di cemento!- - Insomma quello era fallo!- Quando Raim rientrò in palestra
dove i ragazzi già si allenavano, a nessuno sfuggì la sua espressione cupa,
tantomeno ad Ayako che la guardò di sottecchi, fino a chiederle se l’incontro
con quella svitata della Mihazawa, con cui Ayako era stata sfortunatamente in
classe al secondo anno, era andato bene. - Si, alla grande.- disse serafica
– Allora, come se la cavano i ragazzi?- - Ah? Oh, bene direi…- disse l’altra,
guardandola un po’ scettica – Ma tu sei sicura di stare bene?- - Si,
benissimo.- Raim afferrò un pallone e cominciò a palleggiare da seduta, coi
pensieri che vagavano – Ti spiace se faccio anch’io i passaggi con le reclute?
Ho bisogno di sgranchirmi le gambe.- - Certo, certo.- Ayako annuì,
richiamando le matricole – Avanti ragazzi! Venite qua!- Il gruppo si fermò e
finalmente i titolari si presero una paura, mentre le matricole rimasero in
campo. - Ehi!- borbottò Mitsui prima di andare a bere qualcosa – Andateci
piano!- - Tranquillo senpai!- disse accorato Yaoto – Sono ragazze, staremo
attenti!- Per tutta risposta sia Hisashi che Hana risero divertiti. -
Veramente parlavo con Raim.- ghignò il tiratore da tre punti – Comunque
d’accordo. Lei è una ragazza…se le fate un graffio vi appendo dal terrazzo per
il collo, sono stato chiaro?- Deglutendo per la minaccia, le matricole
guardarono verso Akagi, speranzosi, ma il Gori aveva altro a cui pensare, ovvero
impedire che Sakuragi continuasse a dare il tormento a Rukawa ma Kaede appena
seduto in panchina per riprendere fiato, lo perse di nuovo…quando un passaggio
che aveva la velocità di un lampo attraversò il campo da basket. Vide un turbine
rosso passare veloce fra le matricole e poi…un canestro pulito. Dio che
salto… Raim era alta sul metro e sessantotto, niente di eccezionale…ma come
saltava! E quanto restava in sospensione. - Porca puttana…- alitò Miyagi un
attimo dopo – Fa progressi alla velocità della luce. È incredibile.- - Non la
vedo giocare da tre mesi e guarda…- disse Akagi, veramente ammirato. - Ah,
fosse un uomo.- disse Yasuda. - Fosse un uomo un cazzo.- ghignò Mitsui,
seguito da Hanamichi – Ma li hai gli occhi?- Kaede lo guardò storto. Ecco che
se la prendeva di nuovo…ma perché? Riportò lo sguardo su quella ragazza…non
aveva mai visto una ragazza giocare così! Era talmente veloce che per un attimo
desiderò di potersi confrontare con lei. Nella tecnica non sembrava essere al
top della forma ma aveva classe, questo era palese. Messi a canestro la
bellezza di dieci tiri, finalmente la loro manager si fermò. Accaldata e con
la canottiera incollata addosso, Rukawa fece un sforzo immane per tornare ad
ascoltare Akagi che parlava dell’amichevole. L’avrebbero disputata quel venerdì
e il pensiero tornò a dargli la carica. Ma non era solo… A quanto pareva
anche Mitsui non vedeva l’ora di tornare ad affrontare il porcospino
maniaco. Per non parlare del do’aho…quello già non stava più
fermo. Ripresero ad allenarsi con foga qualche minuto più tardi, riprendendo
con le nuove tattiche e se Kogure aveva ragione, cosa di cui anche lui era
convinto, quella volta lui e Hana avrebbero lasciato Sendoh con un bello smacco
sulla sua immacolata impalcatura che altro non era che i suoi capelli. -
Direi che ve la siete cavata.- disse Akagi, dopo che Rukawa ebbe segnato
l’ultimo punto. - Certo, non ci fossi io la kitsune a quest’ora starebbe a
dormire per terra.- frecciò Sakuragi ridacchiando come un demente. Dopo il
classico pugno dal Gorilla e anche un calcio in culo della parte insultata,
finalmente si fecero le sei…ma non era ancora finita. Stavano andando tutti
negli spogliatoi quando una tizia stravolta spalancò la porta della palestra,
cercando freneticamente qualcuno. - Si?- chiese Ayako perplessa – Cerchi
qualcuno?- Raim invece inclinò il capo – Asuka!- esclamò – Che ci fai
qua?- La ragazza del secondo anno per tutta risposta scoppiò a piangere come
una fontana e si catapultò ai piedi della rossa, abbracciandola per la vita
tanto da romperle le costole – Senpaiiii!- piagnucolò disperata – Senpai,
abbiamo un problema! Siamo nei guaiii! Nei guai fino al collo!- - Si ho
capito…ma così non respiro!- alitò Raim cercando di liberarsi. Dovettero
intervenire anche Kogure e Ayako per liberarla, poi la studentessa, che portava
l’uniforme della squadra di pallavolo dello Shohoku, spiegò tutto in lacrime. Si
era fatta male il loro capitano, una tizia di nome Naomi Kurata, una vera sagoma
per chi la conosceva, del quinto anno, che si era slogata un polso e nessuna era
in grado di prendere il suo posto. Quel sabato avrebbero dovuto giocare una
partita importantissima contro una squadra della loro prefettura e…guardando
Raim con insistenza, le fece capire le sue intenzioni. - Cosa??- sbottò
l’altra sconvolta – Asuka, non tocco palla da cinque mesi! Non saprei più alzare
per la Kanzaki!- - Si ma le matricole non possono sostituirti! Solo con te
avremo una possibilità!- - Ma non posso…ho perso il giro ormai Asuka!- -
Ti prego, ti prego! Senza di te verremo sbattute subito fuori dal campionato
senpai! La senpai Kanzaki ha detto che se non ti convincevo ci mandava me
all’ospedale, insieme al capitano!! È stata categorica!!! O te o niente!! Ti
prego!!!- e gracchiò tanto che perfino la gente fuori la sentì. Quindi dovevano
trovare il modo di zittirla. Il metodo di Hisashi, che le stava alle spalle con
l’asciugamano tirato in modo da strozzarla era un po’ esagerato, anche una delle
testate di Hanamichi sarebbe stata un pelino troppo aggressiva come
tecnica…perciò non restò che accettare anche perché la senpai Kanzaki, ovvero
Junko Kanzaki del quarto anno, era una a cui non bisognava mai pestare i piedi e
questo Raim l’aveva imparato a sue spese l’anno prima, giocando insieme a
lei. - D’accordo, d’accordo.- bofonchiò alla fine la rossa, sfinita – Ma non
aspettatevi granché!- Quella Asuka saltò in piedi, senza più una lacrima e un
sorriso a trentadue denti – Senpai Kotobuki sei un amore! Ti ringrazio! Se
passeremo sarà solo grazie a te! La partita si terrà qui! Sabato pomeriggio dopo
le lezioni!- - Al campetto all’aperto?- chiese Hana di colpo. - Si!-
cinguettò la ragazzina arrossendo. - Allora verremo a fare il tifo!- ghignò
Miyagi. - Che cosa? Oh, dai ragazzi!- l’implorò Raim viola di vergogna – Non
ci pensate neanche!- - Perché no?- la blandì Ayako – Dai, sarà divertente!
Noi abbiamo l’amichevole col Ryonan venerdì sera e così sabato lo dedicheremo
tutto a te!- - Avete bisogno di tifo no?- cinguettò anche Hanamichi, mentre
la pressione della loro seconda manager visto il suo pallore stava notevolmente
calando, a livelli critici anche – E poi non potrai aver perso tutta la tua
abilità nei tre mesi di vacanze più nel quarto dove hai fatto , no? Sono sicuro
che troverai un modo. Tu te la cavi sempre in fondo!- - Grazie ancora senpai!
Ci vediamo sabato! E cerca di arrivare puntuale!- trillò quella Asuka,
strizzandola di nuovo in un abbraccio e poi scappando via veloce com’era
arrivata. Quel che restava di Raim invece era uno specie di catorcio. - Ma
perché tutte a me…- si disperava più tardi, negli spogliatoi coi ragazzi, mentre
Akagi rifaceva l’assegnazione delle maglie. Stava ridistribuendo i numeri ma per
il terzo anno di fila riscoppiarono i soliti problemi, chissà con chi poi… -
Ehi, io il mio numero 10 me lo tengo chiaro?- sbraitò Hanamichi per l’ennesima
volta, tenendosi stretta la sua maglietta – Un corno! L’ho fregata alla kitsune
due anni fa e adesso me la tengo Gori! È un trofeo!- - Do’aho.- replicò
Rukawa – Comunque anche a me l’11 sta sempre bene.- - E alle matricole allora
cosa diamo eh?- sibilò Ayako devastata da quei casini a oltranza. - Ma che ne
so! Mettigli un sacco, ma non avranno mai la mia maglia!- finì Hana perentorio
come un deficiente – E adesso se avete finito vado a farmi una doccia!- - Si,
esatto.- disse anche Mitsui – Sta faccenda dei numeri è una stronzata.- -
Fate come vi pare, mi avete rotto le balle.- disse Akagi lasciando perdere e
andando a cambiarsi con Kogure e Miyagi. - Ok, ok…- Ayako alzò gli occhi al
cielo – Allora daremo i numeri piccole alle matricole, anche se spetterebbero ai
veterani. Ma fate come vi pare! E aspettate un attimo a cambiarvi, maniaci!-
sbottò, tirando il ventaglio in testa a Ryota che si stava già spogliando per la
gioia dei suoi occhi – Insomma, ma non avete un po’ di decenza?!- - Ehi
Raim!- urlò Hisashi già da sotto il getto dell’acqua – Perché non vieni a farti
la doccia con me?- - Nei tuoi sogni magari.- ironizzò Hana perfido, mentre
sotto l’ultima doccia Rukawa si scopriva a toccarsi la vena che stava per
scoppiargli sulla fronte. Forse doveva farsi vedere da un dottore…si,
decisamente aveva qualche rotella andata ormai. Il do’aho doveva averlo pestato
troppo forte di recente! - Magari un’altra volta.- borbottò la rossa
veramente disperata – Ci vediamo domani ragazzi. Me ne torno a casa.- - Non
vuoi che ti accompagni?- le chiese Mitsui, appoggiandosi con le braccia allo
sportello della doccia. - No, no tranquillo.- gli disse la ragazza, per nulla
imbarazzata visto che vedeva solo il suo torace. - Sei sicura senpai
Kotobuki?- disse anche Rei Manabe – Si sta facendo buio.- - E’ vero Raim.-
borbottò il Gori, che si era già rivestito – Diventerà sempre più buio e con
quei pattini potresti ammazzare qualcuno, senza offesa.- - Non sono io a
stare con la testa fra le nuvole.- le sfuggì e subito dopo la ragazza si accorse
di avere due fanali, che altro non erano che gli occhi spocchiosi di Rukawa,
puntati addosso. Forse era meglio sorvolare. - E poi non sono venuta coi
pattini oggi, sono a piedi.- andò avanti, tranquilla. - Ma piove. Finirai per
bagnarti tutta.- - Ehi, cosa sono tutte queste menate eh?- se ne uscì ridendo
– Sono capace a usare un ombrello e a tornare a casa mia!- - Ma con tutti i
pericoli che nascondono le strade…- frecciò Miyagi divertito – Potresti trovare
Hisashi nascosto dietro un vicolo pronto a saltarti addosso sai?- - Tappati
la bocca, nano!- - Ok, diamoci un taglio.- disse esasperata – Se mi lascio
accompagnare da qualcuno la finirete?- Tutto il gruppo fece automaticamente
si con la testa, manco fossero stati sincronizzati…tranne Rukawa che cominciò a
sentire uno strano nodo in gola. Spiò fra tutti, cercando di capire chi sarebbe
andato con lei…e l’assurdo quanto incomprensibile desiderio di essere lui stesso
a fare la strada accanto a quella rossa lo avvolse in pieno. Rabbioso,
scacciò quell’idea e si chiuse in un forzato mutismo fino a quando Raim e Mitsui
non se ne furono andati e tornando a casa con la sua bicicletta sembrava come
una scheggia. Non riuscì a dormire, perché aveva solo una cosa nelle testa…e
la cosa non gli piaceva per niente. Continuò a girarsi nel letto,
stropicciando le lenzuola come un forsennato…fino a quando alle due di notte non
si mise in piedi, infuriato con se stesso e contro ciò che stava
succedendo. Dannazione, ma quando mai una stupida e insipida ragazzina era
mai riuscita a fargli perdere il sonno eh? Tantopiù una con simili capelli
rossi! Si versò del latte caldo, sedendosi sul divano e accendendo
svogliatamente la tv, senza però vedere realmente lo schermo. Le immagini gli
scorrevano davanti e niente gli suscitava qualche emozione, solo i pensieri
vorticosi che si agitavano nella sua testa. Che razza di persona poteva
essere quella Raim per averlo ridotto a tal punto? Non sapeva niente di lei,
solo che era una stacanovista brava in quasi tutti gli sport e che era mezza
americana. Ah, aveva dimenticato di segnare sul suo taccuino mentale che era
anche un’assalitrice in pattini a rotelle…che non aveva mai sentito parlare di
lui e che non l’aveva mai giudicato in base alla sua fama. Era una che non si
spaventava a dire le cose in faccia alle persone, a lui specialmente. Non gli
era mai morta ai piedi, sbavando come una cretina e nonostante le sue amicizie
alquanto strane con esseri meglio identificati come il do’aho e il teppista (che
per i suoi gusti se la baciava e la stringeva un po’ troppo), in fondo doveva
trattarsi di una ragazza abbastanza fuori dal comune. Infatti, da come conosceva
Mitsui, lui le donne le aveva sempre tenute un mese al massimo e poi allontanate
e il fatto che avesse un rapporto di amicizia con una ragazza stava a
significare due cose: o quella Raim era una che pestava più di lui e si era
guadagnata il suo rispetto rompendogli tutte le ossa, o come credeva Kaede, Raim
era una di quelle ragazze che non si potevano toccare senza avere un irritante
batticuore a ogni tocco. Di colpo ricordò quella volta che l’aveva vista
esercitarsi col nastro. Aveva un fisico veramente incredibile, era un uomo e lo
ammise almeno con se stesso. Era bella…si, poteva essere tranquillamente
definita bella. Non l’aveva mai sfiorata ma la sua pelle sembrava liscia e
soffice, le labbra erano rosee e sottili mentre quei suoi maledetti capelli
rossi in cui avrebbe voluto affondare le mani sembravano seta. Ok…Kaede, si
disse con pazienza, ammettilo. Che ti costa? Ti piace. Hai schifo ad
ammettere che ti piaccia una ragazza della tua età? E non era solo una cosa
del livello "si, mi piace!" Era…diverso. Tutto il lei emanava qualcosa che lo
attirava come una falena con la fiamma. E se n’era accorto quando Raim aveva
perso di vista i suoi esercizi, giorni prima. Quando si era fatta cadere il
nastro sulla testa, lei aveva incontrato il suo sguardo. Che l’avesse capito?
Che avesse intuito qualcosa?
Naturalmente non riuscì più a chiudere
occhio e quando fu ora di andare all’appuntamento col do’aho per la prima volta
dopo tre anni gli fu un po’ grato. Sakuragi era una di quelle persone che
impegnavano totalmente chi li attorniava, quindi per almeno due non avrebbe
pensato a quella rossa molesta. Arrivato al campetto, lo trovò intento a
parlare al cellulare e quando si avvicinò sentì il suo tono. Sembrava parecchio
infastidito. Ma con chi parlava? La Babbuina gli dava buca per un’uscita
forse? - Cazzo!- Chiusa la comunicazione, Hana si volse verso la kitsune
con la solita bandana con sopra scritto BANZAI e la sua aria bellicosa non
preannunciava nulla di buono. - Chi era?- bofonchiò il moro, non molto
interessato. - Aida.- Aida? Il Coso Prendiappunti del Ryonan? E che
voleva? - Bella notizia in arrivo.- disse Hanamichi con un sospiro,
lasciandosi andare a sedere sulla panca – Oggi vengono a parlare col Gori Uozumi
e il nostro amico porcospino.- Il maniaco! Ci mancava anche Sendoh! Hana
fece una smorfia, già distrutto dalla notizia. Non che in quei tre anni non
fosse diventato amico di Aki, come lo chiamava ora per sfotterlo, ma sapeva
anche bene che la kitsune proprio non riusciva a mandarlo giù quello
lì. Chissà perché poi…ma in fondo Rukawa non mandava giù un sacco di gente,
Sendoh non centrava. - Aida ti ha detto perché vengono?- sibilò infatti
Kaede, sedendosi al suo fianco. - Ha detto che Aki deve parlarci ci una
faccenda importante. Dice che ci sono problemi con una sua vecchia
conoscenza.- - Aki?- lo sfidò Rukawa fissandolo da dietro le lenti
scure. - Si, Aki.- ghignò Hanamichi alzandosi e afferrando la palla – Sei
geloso Kit? Vuoi che ti chiami Kacchan per caso?- Naturalmente gli arrivò una
scarpata sulla testa e la rissa finì in un one on one che però non seguiva
alcuna regola in caso di falli. Giocando si bestemmiavano dietro, si saltavano
in spalla per fermarsi sotto canestro e a momenti si ficcavano anche le dita
negli occhi, quindi la cosa non fu considerata regolare. Erano tanto presi da
quello scontro corpo a corpo poi, che non si accorsero che qualcuno li stava
fissando da oltre la rete. Hana colse la sua presenza solo con la coda
dell’occhio e quando si volse completamente verso l’uscita, non c’era più
nessuno. Che strano…eppure non se l’era immaginato… Aveva sentito
distintamente due fastidiosissimi paia di sguardi puntati addosso. - Ehi
Ru…che facciamo con la moto?- pedalando verso lo Shohoku, Sakuragi aveva
dimenticato gli spettatori di poco prima, anche perché la kitsune addormentata
gli sbavava sulla divisa e qualsiasi tentativo di attirare la sua boriosa
attenzione andava quasi sempre a vuoto. Sperava però che quella Honda lo
svegliasse un poco. - Hn.- bofonchiò infatti, continuando a sonnecchiare
sulla sua schiena. - Non cominciare a rispondere con questi versi!- sbraitò
furibondo il rosso – Allora, oggi abbiamo subito gli allenamenti alle due! Le
ragazze della ritmica passano dopo di noi, così alle cinque partiamo e andiamo
in banca a prendere i soldi, capito? Non farmi parlare come se fossi tua moglie,
Dio santo! Hai sentito o no? Con noi viene anche Mitchy, ci porta da un suo
amico a farle la revisione.- Ci mancava anche il teppista! - Se viene lui
ci verrà anche Miyagi.- sbuffò, distrutto dal sonno. - Infatti ci facciamo
scarrozzare in macchina.- ghignò Hanamichi perfido. Però, comoda così.
Infatti appena arrivati davanti a scuola videro l’inconfondibile parcheggio di
Hisashi Mitsui. Solo lui poteva mettere la macchina ad occupare per orizzontale
tre posti degli insegnanti. - Roba da matti,- rise Kogure raggiungendoli –
come mai Hisashi è venuto in macchina?- - Oh, deve accompagnarci in un posto
stasera.- ghignò Hana – Piuttosto, l’hai visto in giro?- - E’ venuto in
macchina con Kotobuki.- disse il loro vice capitano, arrossendo come suo solito
– Sono già dentro.- In macchina con Raim. Rukawa non finì di sentire quello
che l’occhialuto stava dicendo. Le palle erano tornate a girargli in maniera
vorticosa e la situazione andò in peggiorando per tutta la giornata, prima
nell’ora di matematica in cui venne svegliato e poi messo in punizione e infine
prima di pranzo, quando pescò il surfista a parlare con la "sua" rossa in mezzo
al corridoio. Sua…e adesso che novità era quella? Ci mancava solo che
pensasse che Raim era proprietà privata! La giornata andò definitivamente a
puttane quando entrò in palestra verso le due e un quarto. Aveva ritardato
apposta, restando seduto in bagno ad ascoltare i Metallica che aveva nel
lettore, sperando così di scampare a Sendoh e il re delle scimmie ma quella non
era proprio la sua giornata fortunata. Varcata la soglia, mentre le matricole
e le riserve facevano esercizio in campo, trovò il Porcky e Uozumi intenti a
parlare con Akagi. Accanto all’hentai c’era anche Hana. Gli fece appena un
cenno e filò dritto negli spogliatoi, dove trovò Mitsui intento a sonnecchiare
su una panchina. Ne rimase un po’ stupito, visto che il teppista era sempre
stato uno pieno di energie…ma si bloccò di colpo, quando vide che a terra aveva
il borsone aperto. Dentro c’era una maglietta da ragazza. La sera prima era
tornato a casa con Raim e quella mattina Kogure aveva detto che erano arrivati
insieme…e nella tracolla aveva una maglietta femminile e forse l’aveva già vista
addosso a Raim. Era una di quelle in dotazione alle ragazze della squadra di
ginnastica ritmica. Lo uccideva…com’è che aveva voglia di mettergli le mani
al collo e strozzarlo? - Volpe.- Rialzò lo sguardo sul teppista quando
Mitsui, sbadigliando, si mise a sedere. - Ciao. Non ti avevo sentito.- gli
disse tranquillo, passandosi una mano fra i capelli – Sendoh è ancora in
giro?- - Hn.- si limitò a sibilare. - Che palle…non mi va di
vederlo.- E già. Aveva ancora il dente avvelenato per caso?, pensò acido
Rukawa. Miseria. Ma che cazzo gli prendeva? E tutto per colpa di quella… -
Ehi ve la date una mossa o no?- Raim apparve sulla soglia tutta allegra,
scoccando un sorriso solare a tutti e due – Perché siete chiusi qui
ragazzi?- …maledetta rossa, finì mentalmente Kaede infilandosi una maglietta
visto che quella non faceva una piega a vederlo a torso nudo. Che tipa
strana…un’altra si sarebbe disidrata sbavandogli addosso! - Non hai visto
fuori? Ci sono due tizi del Ryonan.- disse Mitsui seccato. - Oh, quel tipo
alto più di Takenori e l’altro bel ragazzo.- disse Raim tranquilla. Bello????
Gli occhi dei due divennero fanali e la manager li guardò preoccupata. - Che
c’è?- - Bello Sendoh?- si schifò il tiratore da tre punti – Sono molto più
bello io!- Seee…Kaede lasciò perdere, sentendosi però addosso gli occhi verdi
di Raim e s’impuntò anche lui a guardarla, fino a quando lei non sorrise,
scuotendo le spalle – Hisa, ti ho detto mille volte che la bellezza è
soggettiva.- - Certo, come essere delle mezze seghe a letto. Anche quello è
soggettivo, no?- replicò l’altro sarcastico. - Dai, non fare il bambino! Vai
a salutarli.- - Piuttosto li avveleno.- disse, andando alla porta e uscendo
in campo. Rimasti soli, Rukawa tornò alle sue faccende giusto per non dare
la soddisfazione alla ragazzina di darle troppa corda. Lei comunque non se ne
curò minimamente. Andò alla panchina dov’era stato sdraiato Mitsui e si mise a
trafficare nella sua borsa. Ne estrasse il suo cellulare…e Kaede se ne accorse.
Allora quella maglietta era davvero la sua! Digrignò i denti ma quando parlò
la sua voce uscì pacifica e piatta come sempre. - Non dovresti lasciare
gl’indumenti del club di ritmica in giro.- le disse, chiudendo
l’armadietto. - Cosa?- Raim sbatté gli occhioni, senza capire, poi seguì
in linea d’aria lo sguardo della volpe e vide una maglietta della squadra di
ginnastica ritmica dentro al borsone di Mitsui. Ma, lasciando Rukawa perplesso,
lei non batté ciglio. - Non è mia.- disse, sfacciatamente. - Non è tua?-
riecheggiò il moro, senza volerlo. - Già.- Raim alzò lo sguardo dal suo
cellulare – Perché dovrebbe esserlo?- Rukawa tacque, non trovando una
risposta. La vide alzarsi, rimettere il cellulare nella tracolla abbandonata
sulla panchina e guardarlo storto. Ora sembrava leggermente irritata. -
Dovresti smetterla di giudicare la gente troppo in fretta.- Lui in risposta
s’infilò la fascetta al braccio, senza guardarla – Io non giudico proprio
nessuno.- - Però lo fai con me.- disse Raim gelida. - Può darsi.- -
Perché?- gli chiese, andandogli a un passo dal naso. Eccola, era troppo
vicina. Accidenti, a guardarla così sembrava fragile e indifesa. In effetti era
molto slanciata e molto magra. Forse erano stati tanti anni di esercizio a
renderla tanto gracile. - Kitsune, ti ho fatto una domanda!- Ehi, calma!
Come sarebbe kitsune? Ma era approvato che tutta la gente coi capelli rossi
avesse quel neurone in meno che li portava a chiamarlo in quella maniera
deficiente??? - D’accordo, fa come ti pare.- sentenziò Raim con un sospiro –
Non posso certo obbligarti…ma non iniziare discorsi che non vuoi finire,
Rukawa.- - Cos’è, un avvertimento?- bofonchiò. - Dio, sei insopportabile!-
s’infuriò la bella rossa allungando una mano per chiuderlo inconsciamente contro
l’armadietto – Ma fai così con chiunque o solo con me?- Bella domanda. Perché
si divertiva tanto a provocare quella peste? Perché se ne stava fermo fra lei e
l’armadietto, senza fare un passo? Perché adesso aveva voglia di sbattere lei
contro la parete e inchiodarla al muro per tre giorni di fila? - Hai dormito
nel tuo letto?- le chiese finalmente, senza cambiare tono. - Cosa?- allibì
Raim, senza capire. - Hai dormito nel tuo letto?- replicò di nuovo la volpe,
spazientendosi. - Bhè, certo.- balbettò la ragazza, senza capire – Come ti
salta in mente di fare domande del genere? Ehi!- sbraitò, quando Kaede fu già
alla porta, soddisfatto dalla sua risposta – Sto parlando con te, accidenti!
Rukawa!- Fu come parlare al muro. Tornati in palestra andarono per forza di
cose a sentire cosa stava succedendo, vista l’espressione fosca che aveva Akagi
in viso. Sembrava particolarmente nervoso…e anche Hana, almeno a quanto vide
Rukawa, non sembrava dell’ottimo umore della mattina. Forse il porcospino
aveva portato cattive notizie. - Allora?- bofonchiò, quando Sakuragi lo
raggiunse seguito a poca distanza da Sendoh. - Allora quest’anno c’è in gara
anche il liceo Shikuda.- s’intromise Akira Sendoh col suo solito fare gentile e
svagato – E se fossi in voi mi blinderei in casa. Ciao Rukawa, ti trovo
bene.- - Hn.- rispose la volpe da copione, guardandolo di sottecchi –
Shikuda?- - Già o come lo chiamo io "la Oni’s School".- rise il porcospino ma
in un modo però diverso dal solito. Sembrava…leggermente preoccupato. E molto
cosciente della situazione. - Qual è il problema di questo Shikuda?- sibilò
la volpe, incrociando le braccia al petto. - Quando ero matricola io finii
all’ospedale per due settimane. Un braccio rotto.- disse Sendoh, pacato – Quando
siete arrivati tu e Hana la squadra dello Shikuda è finita in questura. Uno dei
componenti spacciava grazie ai suoi compagni e l’anno scorso hanno pestato un
arbitro in un vicolo, quindi li hanno sbattuti fuori di nuovo. Ora hanno passato
i test ed è caduta la denuncia. Li vedremo al torneo nazionale.- Però. Rukawa
e Sakuragi si scambiarono una veloce occhiata. - Chi è che ti ha mandato
all’ospedale Aki?- chiese Hana di colpo. - Aspetta…com’è che lo chiamavano le
infermiere? …Mi pare Eikichi Takeru, esterno.- - Le infermiere?- - Si,
gli avevo rotto il naso, era sulla barella vicino alla mia.- rispose il
porcospino con aria angelica – Comunque ho già ricevuto una visita stamattina
davanti casa, per questo volevo parlarvi. Quelli sono dei bastardi.
Arriverebbero a spedirvi nel reparto rianimazione dell’ospedale o a darvi fuoco
dentro alla vostra stessa macchina.- - Calma, ma sono teppisti o giocatori?-
sbottò Hanamichi mezzo sconvolto. - Mai visti con dei teppisti. Ma sembrano
più quello che altro.- rise l’altro alzando le spalle, mandando Rukawa in
bestia. Ma come poteva ridere così quando stavano per farsi bruciare flambé da
quei deficienti dello Shikuda?? Ad un tratto però gli occhi di quel maniaco
si puntarono oltre le spalle di Rukawa…e quando Kaede si volse, vide che stava
puntando Raim come un cane da caccia. Altro che flambé, praticamente la volpe si
dette fuoco da sola, cominciando ad ardere rabbiosa quando al gruppo si unirono
appunto Mitsui e la loro seconda manager. - E così siamo attorniati dalla
Yakuza, eh?- sibilò il tiratore da tre punti dello Shohoku. - A quanto pare.
Davvero non ti ricordi di Takeru, Mitsui?- ghignò Sendoh, senza guardare però
Hisashi ma Raim. - No. Non posso certo conoscere tutti i tagliagola di
Kanagawa amico.- - Ma davvero?- s'intromise Hana, perfido. - Sta zitto
mezza sega!- Mentre quelli litigavano fra loro però, c’era il marpione che si
stava dando da fare…e Kaede se ne accorse. Vide Sendoh sorridere illuminando
tutta la palestra ed allungare la mano verso la "sua" rossa. - Non ci hanno
presentati ma ho la vaga impressione di averti già visto. Io sono Akira
Sendoh.- Raim senza fare una piega allungò la mano a sua volta e gliela
strinse, mentre il porcospino intrecciava un po’ troppo le dita e gli sguardi –
Kirara Kotobuki.- - Kotobuki?- Akira la fissò per un attimo, poi parve
riprendersi – Ah si! Ecco dove ti ho già visto. Tu sei la ragazza di Shiro!
L’anno scorso sei venuta con lui alla festa del Ryonan a casa di
Koshino.- Raim sorrise a sua volta ma qualcosa in lei parve incresparsi e
Kaede colse di nuovo quello strano particolare. Ma da quando era diventato così
suscettibile al suo umore? - Si, so che eravate amici.- rispose Raim, a mezza
voce. - Shiro era un grande amico.- le disse Sendoh – So che è partito.- -
Si. È andato a Los Angels per l’ultimo anno.- - Sta bene immagino.- - Non
lo so.- disse Raim, annaspando – L’ultima sua lettera mi è arrivata un mese fa
ma a quanto mi ha detto sua madre per telefono sta benissimo.- Calò un
leggero silenzio e oltre gli sguardi quasi compassionevole dei ragazzi, che la
rossa non poteva sopportare, sentì di colpo una mano sulla spalla e sollevò gli
occhi verdi su Akira che dopo un attimo le sorrise di nuovo. - E’ un bene che
sia andato a curarsi.- Raim lo guardò a lungo…poi gli sorrise di
rimando. - E meglio per me visto che ha lasciato una così bella ragazza a
Kanagawa, no?- aggiunse, cinguettando e facendo calare una goccia spropositata
sulla testa di tutti quanti – Senti, ti va di uscire con me? Eh?- E poi
accadde una cosa che lasciò Hisashi e Hana senza fiato. - E’ lesbica.- scandì
Rukawa di punto in bianco, con fare minaccioso. Dopo quella sparata a Raim
vennero i capelli bianchi e Sendoh inclinò il capo. - Cosa? Ma se stava con
Shiro!- - E’ lesbica lo stesso.- Akira guardò stranito la volpe, un po’
perplesso – Rukawa ma stai bene oggi?- - Benissimo.- sentenziò l’altro con
fare incazzoso – Do’aho in campo!- - Come sarebbe do’aho in campo?! Cosa
sono, la tua fottuta schiava personale?- - FILA CAZZO!- - Vabbè…- Sendoh
sorrise di nuovo, incrociando le braccia dietro alla testa mentre la kitsune e
la scimmia tornavano ad allenarsi prendendosi a calci – Allora io e Uozumi
togliamo le tende. Mi raccomando, state attenti ok? Specialmente tu
Mitsui.- - La tua preoccupazione per me mi scalda il cuore.- frecciò il
tiratore da tre, sarcastico – Ci vediamo venerdì Sendoh.- - Contaci.- rispose
la stella del Ryonan, per poi abbassarsi su Raim – Nel caso tu abbia voglia di
uscire devi solo chiamare ok? Per te ci sono sempre!- e tirando fuori una penna
dalla tasca le scrisse il suo numero sulla mano, facendola ridacchiare divertita
– Ciao Kotobuki, spero di rivederti venerdì!- e se ne andò strizzandole l’occhio
ma anche prendendosi una pallonata sulla testa che "accidentalmente" era
sfuggita di mano a una delle due belve in campo. Un’oretta più tardi, quattro
ritardati stavano in macchina a blaterare uno sull’altro della novità
dell’anno. - Ci mancavano anche quel Takeru!- bofonchiò Miyagi, svaccato nel
sedile davanti mentre Mitsui guidava come un pazzo per le vie del centro di
Kanagawa – Ehi Mitchy, ma davvero non ti viene in mente chi sia?- - Ma che
cazzo ne so io. Perché dovrei sapere chi è eh?- borbottò il numero 14, aprendo i
finestrini – Comunque Sendoh non è mai stato uno da preoccuparsi per stronzate,
quindi bisognerà tenere gli occhi aperti.- - Chi è l’arbitro che hanno
pestato poi?- chiese Hana, stravaccato dietro con la kitsune imbronciata. -
Hugami.- ghignò Mitsui. - Sai che perdita.- disse Ryota – Ma se sono andati a
prendere il porcospino davanti a casa allora sarà una cosa seria. Sarà il caso
d’informarsi su questi deficienti.- - Chiederò a Mito.- disse Hana – Ma se me
ne capita uno a tiro lo disintegro.- - Che ci provino a buttarci fuori dal
torneo.- ringhiò Hisashi, fermandosi finalmente davanti alla concessionaria –
Gente ci siamo. Dai scendere! Rukawa sei sveglio?- - Hn.- sibilò, scendendo
dalla macchina con aria lugubre. Ma che giornata di merda…si, era stata
proprio una vera giornata di merda sotto tutti i punti di vista. Ed erano solo
le cinque di pomeriggio. Che palle…sembrava non finire mai quella tortura! Prima
era stato sul punto di saltare addosso alla loro manager in bagno, strappandole
i vestiti a morsi, poi Sendoh che ci provava con la "sua" rossa… Se non altro
l’acquisto della moto gli avrebbe risollevato l’umore. E poi entro un’ora suo
zio gli avrebbe telefonato in preda a una crisi isterica, dopo l’avviso della
banca del prelievo che la kitsune aveva fatto poco prima. Chissà che
finalmente l’avesse preso un infarto! Comunque l’acquisto alla fine si
dimostrò davvero un toccasana. A parte la catastrofe economica e le battute di
Miyagi sul fatto che ora Hanamichi la mattina sarebbe stato stirato da una moto
e non da una bici, i due nemici per la pelle si ritrovarono a essere piuttosto
soddisfatti della loro Honda. Sdoppiate le chiavi e pagata la moto con un
doppio assegno, il gruppo si ritrovò nella piazzola della concessionaria per
permettere ai due di sistemare le ultime cose prima di partire verso il
meccanico amico di Mitsui. - Come andrà a finire questa storia secondo te?-
borbottò Hisashi, vedendo volpe e scimmia accapigliarsi su chi doveva guidare la
prima volta. Miyagi in effetti aveva le sue perplessità: non avrebbe mai
immaginato che quei due, che conosceva da quando avevano 15 anni, sarebbero mai
arrivati a comprarsi una moto ma in fondo le vie del signore erano infinite no?
Sperava solo che non finissero per ammazzarsi…prima del torneo! Alla fine
Hana, magnanimo, lasciò che guidasse Kaede e si misero dietro di lui borbottando
mentre la kitsune metteva in modo. Accidenti, sembrava ruggisse! Era fantastica,
se ne erano già innamorati tutti e due. - Ci siete?- chiese Mitsui già in
macchina – Avanti, veniteci dietro!- - Ok.- disse Sakuragi, mettendosi il
casco – Dai Kit, fammi vedere che sai fare.- - Do’aho.- ghignò Rukawa
sinistramente, nascosto dal casco. Adesso avrebbe fatto una bella sorpresa al
Tensai. Il giro migliore della sua vita. E lo fu in tutti i sensi. Stretto alla
maglia della tuta della kitsune, Hanamichi dovette stupirsi alla grande della
sua guida: filava nel traffico come un professionista, era sciolto, come se non
avesse fatto altro che guidare moto da quando era piccolo. Così la volpe sapeva
anche guidare le moto…però! L’importante era che non si addormentasse sotto i
semafori, no? - Miseria schifa!- Kaede nascose un sorrisino arrogante
quando si levò il casco, mentre la scimmia dietro di lui lo fissava tutto
stupito. Erano arrivati dal meccanico, in un’officina imboscata vicino alla
casa di Mitsui. Il tipo dava venticinque anni, un ragazzo dall’aria
stranamente troppo gentile e calorosa per essere amico del teppista e li accolse
sorridendo, complimentandosi per la loro nuova moto. Poco più tardi stavano
fuori, nell’entrata, al sole del tramonto e mentre il meccanico che si chiamava
Tatsuya stava seduto a terra a controllare la trasmissione della Honda e magari
sistemava in sordina il motore con qualche pezzo non proprio legale, gli altri
se ne stavano svaccati lì attorno, seduti su barili di benzina o vecchie
gomme. - Così sta per iniziare di nuovo il campionato eh?- ghignò il
meccanico – Ehi Hisa, non vorrai scatenare di nuovo rissa in campo come l’anno
scorso spero. Cazzo, l’unica partita che vengo a vedere e ti trovo a strozzare
quel ragazzino.- - La Nobu-scimmia.- rise anche Hana, accendendosi una
sigaretta in santa pace – Quello merita questo e altro.- - Do’aho.- sibilò
Rukawa – Vai lontano da me a fumare.- - Che palle! Piuttosto gente…dopo la
partita di Raim, sabato…ce ne andiamo a cena da qualche parte?- Al nome della
ragazza Kaede avvertì di nuovo un brivido. Cazzo…così era come spingere un uomo
all’alcolismo! - Si, non sarebbe una cattiva idea!- rise Ryota contento –
Così riprendiamo le sane vecchie abitudini!- - Dove andiamo? A casa di
Raim?- - Ma sarà stanca morta, poveretta.- disse Mitsui. E già. Se
stramazzava per la strada ci sarebbe stato il teppista a metterla a letto…mamma
mia, Rukawa si passò una mano fra i capelli. Stava dando i numeri! Ma da quando
era diventato così deficiente eh? Lì ci voleva qualcosa per svegliarsi, così
accettò una delle birre che passò loro Tatsuya e quasi la mandò giù tutta in due
sorsi, continuando a pensare alla "sua" rossa. Chissà…forse un giorno avrebbe
potuto portarla a fare un giro sulla moto…e quella da dove gli era uscita???
Accidenti! Merda, merda e di nuovo merda! Ma non fece in tempo a chiedere a
Sakuragi di prenderlo a testate che gli squillò il cellulare. Guardò sul
display e sogghignò perfidamente, cosa che non aveva mai fatto…e gli altri ci
rimasero secchi. - Pronto?- fece, tranquillo rispondendo alla chiamata. -
Ma chi è?- bofonchiò Miyagi in sottofondo. - E che ne so…- disse Hana –
Aspetta…dev’essere suo zio…- e infatti. Un attimo dopo sentirono una voce
gracchiante perfino a qualche metro di distanza ma Rukawa non faceva una piega.
Sembrava del tutto indifferente al cazziatone che lo stronzo fratello di suo
padre gli stava menando e non bastando appoggiò anche il cellulare a terra,
tornando ad ascoltare i discorsi del meccanico, senza notare gli sguardi
stralunati degli altri. Solo quando la voce di suo zio parve placarsi,
parecchi minuti più tardi, riprese il cellulare e lo salutò beato, chiudendogli
la comunicazione in faccia. - Altra birra?- chiese Tatsuya, divertito. -
No, grazie.- rispose la volpe – Come siamo messi?- - Bene direi.- rise
l’altro – Qua è tutto più che in regola e se alla concessionaria vi hanno già
registrato la targa e tutto il resto siete a posto. Vi ho fatto il pieno e se
avrete mai problemi tornate a qualsiasi ora!- - Fatti una vita Tatsuya!-
ghignò Mitsui, mettendosi in piedi – Ti fa male toccare solo il metallo.- - E
a te fa male trattare da bastardo le ragazzine.- lo prese in giro l’altro –
Metti la testa a posto, Hisa.- - Contaci.- rispose il tiratore da tre punti –
Allora se siamo a posto io me ne torno a casa.- - Dammi un passaggio prima.-
borbottò Ryota, sbadigliando – Sono davvero a pezzi. Noi ci vediamo domani
gente. E vedete di non uccidervi con quella moto, ok?- - Tranquillo nano, al
massimo la kitsune si ammazzerà da solo addormentandosi alla guida.- -
Do’aho…ti piacerebbe.- rispose Rukawa, rimettendosi il casco – Riportami a
scuola. Ho lasciato là la bici. Per stanotte te la prendi tu.- - Oh, ma come
siamo magnanimi.- cinguettò il Tensai con aria libidinosa – Bene Kit, è ora che
ti scompigli tutti i capelli. Tieniti forte! E grazie amico, ci hai fatto un
favore!- - Figurati!- rise Tatsuya salutandoli – Ci si vede!- In effetti
neanche il do’aho se la cavava male, pensò Rukawa mentre sfrecciavano verso lo
Shohoku. Ma in fondo non poteva aspettarsi altro. A un tipo del genere, la
velocità doveva sembrare un modo per mettere le ali. Passati i cancelli dello
Shohoku, la volpe scese dalla Honda e si levò il casco, guardandosi attorno.
Bene, non c’era nessuno…e lui aveva le chiavi della palestra. Che goduria,
poteva stare a farsi due tiri in santa pace! - Ci si vede al campetto.- gli
disse Hana, facendo retromarcia – Anzi no…vengo a prenderti a casa.- -
Perché?- bofonchiò Kaede, spiazzato dalla cosa. - Così non vieni in bici e
poi ti riprendi la moto per tornare domani sera, rintronato.- Hn. Il do’aho
pensava. Però…che sorpresa! - Fa come ti pare.- disse il moro, agitando una
mano con noia e rimettendosi il borsone in spalla – Ma non suonare il
campanello, non ho voglia di sentire baccano di prima mattina do’aho.- -
Anche io non avrei voglia di vedere la tua faccia di prima mattina ma ci sono
costretto kitsune! Attento in bici quando torni a casa!- cincischiò il rosso,
cacciandogli la lingua e sparandosi fuori dallo Shohoku. Ma porca miseria.
Aveva fatto bene a mollare a un demente metà di una moto? Mah… Diretto alla
palestra con la prospettiva di rilassarsi finalmente, vide le luci accese…e
imprecò contro quelle cretine del club di ginnastica ritmica. Possibile che non
erano capaci di chiudere tutto spegnendo dei semplici interruttori? Che
manica di deficienti! Arrivato alla porta però rimase immobile…sentendo
delle voci. Spiò dallo spiraglio fra una porta e l’altra e rimase di ghiaccio,
sentendo l’inconfondibile voce di Raim. Stava parlando in inglese col suo
accento americano…e poi finalmente inquadrò il suo interlocutore. Hansen! Il
surfista! Erano in mezzo al campo, lei in body con degli attrezzi in mano,
Hansen le stava davanti e le teneva un polso. Parlava concitato, quasi non
capiva cosa diceva ma sembrava piuttosto suadente…ma la sua rossa invece
sembrava come pietrificata. Stava ferma ad ascoltarlo, eppure i suoi occhi erano
come infuocati. Kaede si sentì male quando quel bastardo le prese il mento
fra le mani…se l’avesse baciata e Raim gliel’avesse permesso probabilmente
sarebbe entrato e avrebbe spaccato tutto…ma poi la vide alzare il braccio che
teneva in mano una clavetta. Stava per colpirlo! Decise in pochi
secondi. Facendo più chiasso possibile, entrò in palestra e quel bastardo di
Hansen sobbalzò, mollando la ragazza di scatto. Quando Raim lo vide, quasi
gli sorrise con gioia. - Kirara.- disse Rukawa, improvvisando – Amore, quanto
ci metti ancora? Si sta facendo buio.- - Rukawa.- disse il loro professore
arrossendo mentre a Raim quasi scendeva una spallina del body, sentendo l’artica
volpe dello Shohoku rivolgersi a lei in quel modo – Non sapevo fossi qua.- Il
numero 11 lo fissò appena…ma facendolo quel tizio si sentì gelare il sangue
nelle vene. - Aspettavo la mia ragazza, prof.- si limitò a dire tranquillo,
trattenendo la voglia di massacrarlo. - Oh…oh, bene!- farfugliò il surfista,
scoccando alla "sua" rossa un’occhiata lasciva – Bene, ora che so che Kotobuki
non è sola sono più tranquillo. Buona serata allora, ragazzi.- e dicendo quello
scappò via con la coda fra le gambe, guardandosi bene dall’alzare gli occhi su
Kaede che l’avrebbe preso a pugni, se solo avesse osato farlo. Con lontano il
maniaco, Rukawa chiuse la porta e tornò a guardare Raim che si era portata le
mani sui fianchi. - Grazie.- disse pacata, per nulla impaurita da ciò che era
successo. - Che ci fai qua a quest’ora?- le sibilò fissandola storto. Lei
in risposta sollevò le clavette – Mi allenavo.- - Che volevi fare prima?
Colpirlo?- mollò il borsone e la raggiunse – Avresti passato dei guai.- -
Meglio che farsi mettere incinta da quello no?- rispose acida, disincantata –
Hansen è un porco.- - Se lo sai non stare sola di sera in palestra.- le
rispose, brusco – Poteva non andarti così bene.- - Mi so difendere.- - Ah
si?- Rukawa levò un sopracciglio. - Si.- lo assicurò la ragazza, senza
scomporsi – Ma scusa…eri venuto qua per allenarti da solo vero? Se mi dai un
attimo levo le tende…- - No…- Raim si bloccò, fissandolo incuriosita –
No?- Cazzo. E adesso? Kaede Rukawa sei un deficiente di prima categoria! -
No…finisci. Tanto ho tempo. Sono appena le sei.- bofonchiò, desiderando restare
a guardarla. - Ok…- la rossa parve tentennare ad allenarsi di fronte a lui –
Allora rimetto la musica.- - Ti da fastidio se resto?- Lei scosse il capo
e alla volpe parve quasi di vederla arrossire ma forse se l’era solo immaginato
perché quando la sua manager rimise un cd da capo di musica classica, parve
dimenticare tutto. Seduto in panchina, ascoltò solo vagamente la sinfonia
della Morte del Cigno per ascoltare la musica più intensa che produceva il corpo
fantastico di Raim, muovendosi dolcemente a tratti, con passione in
altri. Sembrava danzasse…e lo ammagliava, muovendo le mani e le braccia quasi
verso di lui. Si, sembrava danzasse solo per lui. Dolcemente, il nastro le
scivolava sulla pelle, l’accarezzava…sembrava un’appendice stessa di Raim, che
lo comandava con un silente imperativo. Ogni singolo movimento sembrava
studiato per incantarlo…per renderlo schiavo. L’agilità dei suoi salti, la curva
sinuosa dei suoi fianchi, quella piccola e perfetta del suo seno… Il suo viso
poi…dannazione, sembrava tanto concentrata nella musica che pareva essere in
punto di piangere. Come addolorata, volava da una parte all’altra del campetto…e
volava, volava sempre più in alto. Dannazione. Avvertì un brivido lungo la
schiena quando lei posò gli occhi lucidi su di lui. Un altro brivido, poi un
altro ancora…e se solo non avesse sentito il corpo tanto pesante, si sarebbe
alzato sul serio, le avrebbe strappato quel nastro di mano e l’avrebbe baciata
fino a farle mancare il fiato. L’avrebbe rovesciata a terra, baciato quel
collo meraviglioso…morso le labbra…la pelle soffice… Quasi non si accorse
quando terminò la sinfonia. Vide solo Raim con espressione che poteva sembrare
soddisfatta, con le guance arrossate e madida di sudore. Se solo avesse
capito qualcosa di più di ginnastica ritmica le avrebbe battuto le mani…ma non
era da lui. E poi aveva apprezzato l’esecuzione solo perché desiderava la sua
rossa. - Ho finito per stasera.- gli sorrise la ragazza, raggiungendolo e
passandosi un asciugamano sulle spalle nude – Certo che per te dev’essere stato
noioso starmi a vedere…- aggiunse, come per scusarsi. Noioso? Non era il
termine adatto. Libidinoso forse. - Senti, visto che stai ad allenarti ti
spiace se faccio una doccia?- gli chiese poi, dandogli la mazzata finale – Così
quando finisci possiamo chiudere, ok?- - Hn.- si limitò a dire, mettendosi in
piedi e andando a prendere il pallone, mentre lei scappava negli spogliatoi.
Cavolo. Lei sotto la doccia era l’ultima mazzata sulle palle che si era mai
immaginato. Qualcuno in cielo doveva odiarlo davvero. O volergli bene perché il
pensiero dell’acqua su Raim nuda lo stese definitivamente. Per sfinirsi e
quindi non correre il rischio di entrare nella doccia e sbatterla al muro, corse
come pazzo e fece un canestro dietro l’altro ma forse aveva solo bisogno di un
esorcista. Ma perché tante storie per una ragazza eh?, si chiese. Dai Kaede, non
fare il coglione. Non fare come il do’aho…tu non sei il tipo da sbavare davanti
alla Piattola, non sei né gentile né solare con le donne come il Tensai dei
mentecatti, anzi…probabilmente dopo essertela fatta magari poi non la vedresti
più neanche di striscio. Si. Forse era quello. Forse andandoci a letto
finalmente se la sarebbe tolta dalla mente. Ma il solo pensiero di fare sesso
con Raim prendeva una dimensione diversa. Non sarebbe stato sesso… Si ritrovò
così seduto davanti alla porta della palestra, a guardare le stelle e a bere
avidamente dalla bottiglietta quando lei lo raggiunse alle spalle, buttandogli
dolcemente un asciugamano sulla testa. Si sedette accanto a lui, con la
camicia dell’uniforme annodata sotto il seno e un paio di pantaloni di una tuta
nera. Era bellissima…e per la prima volta la vide coi capelli sciolti. Le
arrivavano poco sotto le spalle. - Hana mi ha detto che oggi sareste andati a
comprare una moto, vero?- gli chiese, trafficando nella sua tracolla. - Hn.-
rispose. - Ho visto la foto sul giornale. Quella Honda è molto bella.- ed
estrasse un paio di pastiglie più una bottiglietta d’acqua ma quando fece per
portarle alla bocca, Rukawa le afferrò il polso saldamente. Non per farle
male…ma le aprì la mano e scrutò quelle pastiglie. - Sono integratori.- gli
disse la rossa, tranquilla – Vitamine e sali minerali.- - Hn.- borbottò di
nuovo la volpe, mollandole la mano che ora sembrava bruciargli la pelle. Così la
domanda gli sorse spontanea – Perché ti riduci a prendere quelle
schifezze?- - Cosa?- - Non basterebbe stancarsi di meno?- Raim sorrise
con aria malinconica e Kaede se ne accorse, vedendola piegare le ginocchia al
petto e cingerle con le braccia, appoggiando il mento sulle rotule – A te piace
solo il basket vero? Non ti stancheresti mai di giocare.- Il moro si limitò
ad annuire e la rossa sogghignò – Siete tutti così. Guardarvi mi fa stare bene.
V’invidio.- Che strano. Si stava aprendo con un’estranea…in fondo sapeva poco
di lei, ma parlarle non lo metteva a disagio come di solito invece accadeva con
il resto dell’umanità. - Specialmente te e Hana invidio.- aggiunse Raim,
ridendo – Amate così tanto il basket da non vedere altro. Purtroppo io non sono
così…- guardò le stelle, sospirando – Non ho ancora trovato qualcosa che non mi
faccia pensare a nient’altro al di fuori di questa passione. Ma la sto cercando
questa cosa…- - Ti piace la ginnastica ritmica?- le chiese finalmente. -
Non più del resto.- - E allora perché lo fai?- - Bella domanda.- rispose,
alzando le spalle – Per ora lo faccio perché è un modo per tornare a casa alla
sera e cadere a letto già addormentati. Ma mi sono ripromessa di salire sul
palco, quest’anno. Ho i numeri per farlo. Sono brava con gli attrezzi e potrei
vincere…per ora…si, per ora desidero solo salire sul palco e sentire il fiato
sospeso. Per ora mi farò bastare questo.- concluse, abbassando sempre di più la
voce. Il fiato sospeso. Rukawa la fissò a lungo, stentando a credere ciò che
aveva sentito. Era l’adrenalina che cercava quella ragazza. Cercava…un
battito del cuore che ti faceva sentire vivo. Come lui. Come lui quando andava a
canestro e segnava, come quando si sentiva addosso gli occhi di tutti. Si, la
capiva. - Secondo te esagero?- gli domandò la rossa di colpo. - Si.-
disse, senza esitare. Portò lo sguardo su di lei e vide che sembrava più magra,
dentro ai pantaloni larghi della tuta. Forse toccandola avrebbe anche potuto
sentirle le costole. Quello non era puro allenamento. Quella era la fatica
vera e propria che la debilitava. Perché lo faceva? Perché si stremava
tanto? Per non pensare…aveva detto così. Per arrivare a casa e assopirsi
subito, in un sonno senza sogni. - A proposito!- Si risvegliò, sentendola
cambiare tono di punto in bianco – Ehi, mi spieghi perché hai detto a Sendoh che
sono lesbica?- sbraitò, assomigliando per un attimo a Sakuragi – Ma sei matto?!
Non sono lesbica per niente!- E parlando di Sendoh! Spiò sul palmo della sua
mano se era rimasto il numero ma era andato via, cancellato dalla doccia. Hn,
bene o avrebbe avuto un porcospino maniaco in più da uccidere. - Ehi Rukawa!
Mi ascolti o no?- - No.- - Dio, che cosa impossibile!- sospirò Raim
mettendosi in piedi – Bene, si è fatto tardi.- In effetti erano le sette e
mezza. Era meglio andare, prima che il custode arrivasse a metterli nei casini.
Sbaraccarono tutto chiacchierando, anche se parlava solo la rossa mentre il
volpino rispondeva a monosillabi e finalmente uscirono dai cancelli. Mentre lui
trafficava con le chiavi che Mitsui aveva rubato l’anno prima e che poi aveva
regalato alla squadra, Raim s’infilò i pattini e le protezioni, sbadigliando
allegramente. - Un giorno o l’altro ucciderai qualcuno con quei cosi.- gli
scappò detto, raggiungendola con la bici in mano. - Senti chi parla.- frecciò
la rossa in risposta, andandogli sotto il naso – Com’è che ci siamo conosciuti
eh? La prima volta che ti sono venuta addosso non guardavi neanche dove
andavi.- Già. Si erano conosciuti e scontrati…e lei si era portata via il suo
cervello. E adesso la guardava dall’alto in basso. Sarebbe bastato poco. Bastava
prenderla fra le braccia, schiacciarsela addosso e baciarla, senza ascoltare
proteste. Ma poi? Cosa sarebbe successo dopo? Il suo silenzio dovette
farle intuire qualcosa perché dopo qualche istante vide i suoi occhi verdi
incendiarsi. Di nuovo…era già accaduto quella volta, quando lei non aveva
preso l’attrezzo perché era rimasta imbambolata a fissarlo. Forse anche lei…si,
lo riconosceva quel lampo nei suoi occhi. Fece per abbassarsi e Raim parve
quasi posargli una mano sul torace ma davanti allo Shohoku passò una macchina,
che l’illuminò coi suoi fari e all’improvviso la ragazza si svegliò,
rabbrividendo. Si fece indietro e Kaede ebbe la netta sensazione che si fosse
come…spaventata. - E’ meglio andare ora!- disse con voce fintamente allegra –
Ci vediamo Ru! Ciao!- e senza aspettare una risposta girò sui pattini e scappò
letteralmente via, lasciandolo in mezzo alla via…con l’assurda sensazione di non
poter più tornare indietro.
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Capitolo 3 *** Liceo Shikuda ***
Liceo Shikuda, ore ventitré della notte di giovedì. Sala
proiezioni. - Quanto tempo abbiamo prima che rientri il custode?- bofonchiò
una voce annoiata. - Che cazzo ne so...se ti arriva a tiro stendilo. Ne ho
basta di pagarlo per levarcelo di torno.- sibilò Eikichi Takeru, quinto anno,
play della squadra di basket dello Shikuda. Il ragazzo si lasciò andare a sedere
accanto all'impianto di proiezione e al video, accendendosi una sigaretta. Si
volse verso la porta, dove la guardia del club, quinto anno Soichiro Shoji,
faceva da palo. - Dove cazzo stanno Takeshi e Yuto?- - Con Kikuji giù al
primo piano. Adesso arrivano, non dare di testa.- Il play sollevò gli occhi
scuri, scoccandogli un'occhiata storta ma il suo migliore amico Shoji, "il muro
biondo platino" visti i suoi lunghi capelli tinti, si limitò a ghignargli in
faccia. - Che ti prende Eikichi?- gli chiese la guardia, svaccandosi su una
sedia e allungando le gambe sul banco che gli stava davanti - Non mi darai che
ti preoccupano davvero quei due deficienti che mi hai mandato a spiare.- -
Ehi, coglione!- sbottò Takeru ciccando a terra - I deficienti dello Shohoku
l'anno scorso hanno vinto il campionato e quattro di loro sono stati chiamati in
nazionale juniores, quindi finiscila di dire stronzate e vedi di rimetterti in
carreggiata. Se non ci starai tu appresso a quelli saremo nella merda.- -
Secondo me ti preoccupi troppo, senpai.- ridacchiò Yuya Takeshi arrivando sulla
porta, ala piccola secondo anno, capelli rasati sulla nuca e un teschio tatuato
sul collo - Basterà avvisarli.- - Certo, si vede. Sendoh infatti se l'è fatta
sotto.- ironizzò Takeru sarcastico - A quanto mi hanno detto non sono tizi che
si spaventano facilmente.- - Te l'ho detto mille volte, Eikichi.- ghignò
ancora Shoji, perfidamente - Basta essere chiari nello spiegarsi.- - Come
sempre vedi tutto facile tu.- aggiunse Ken Yuto, ala grande quarto anno con una
leggera cicatrice sul sopracciglio - Io aspetto di sentire ciò che ha da dire
Takeru. Lo Shohoku m'interessa.- - E poi hanno messo in un angolo il Ryonan
l'anno scorso...- considerò l'ultimo arrivato chiudendo la porta, Kyosuke
Kikuji, centro dello Shikuda, quinto anno -...dai Take, datti una mossa con le
informazioni.- - D'accordo.- Takeru spense la sigaretta sulla cattedra,
mettendo delle foto sotto la macchina dei lucidi - Allora gente, il quintetto
base è formato da Akagi Takenori n°4, Miyagi Ryota n°7, Sakuragi Hanamichi n°10,
Rukawa Kaede n°11, Mitsui Hisashi n°14. Partiamo dall'inizio.- e dicendolo
indicò la prima foto, quella che mostrava Akagi. - È il pilastro dello
Shohoku, capitano dal terzo anno. Takenori Akagi è un fuori classe. Alla base
del buon centro c'è un grande carisma, e in quello Akagi non è secondo a
nessuno. Riesce infatti a tenere sotto controllo la squadra che a quanto dicono
sia alquanto prevaricativa. Tutti quelli con cui ho parlato me l'hanno descritto
come il miglior centro della prefettura. E' molto potente e con un'ottima
elevazione. Ha anche una grande predisposizione naturale nel segnare da sotto
canestro ma questo è anche il suo più grande difetto. La sua area di tiro è
limitata ma questo non gl'impedisce di piazzare dei dunk spettacolari. Quinto
anno, alto 1.97.- - Bello grosso.- sibilò Shoji con aria sprezzante. - Un
muro.- lo corresse Takeru gelido - Non lo passi sotto canestro a meno che non
gli spezzi la spina dorsale.- - Provvederemo allora.- ridacchiò Yuya Takeshi,
per nulla intimorito. - Cazzo quanto sei idiota ragazzino.- sentenziò Ken
Yuto, sbuffando - Va avanti Takeru.- - Ok...ma se vi sembra particolare quel
gorilla, guardate qua.- e la foto di Akagi venne sostituita con quella di Miyagi
- Questo è il playmaker. È alto 1.70.- - Cosa?- sbottò Shoji, sbarrando gli
occhi - Cos'è, uno scherzo?- - Te la tappi quella cazzo di bocca?- rognò
Kikuji - Soichiro, aspetta! Io l'ho già visto giocare quello!- - Ah si?- -
Si.- andò avanti Takeru - Il playmaker dello Shohoku si chiama Ryota Miyagi,
quarto anno. Ti posso giurare che è la personificazione del fulmine, se vuoi
vedere uno veloce, tenta di vedere quello. È il faro da cui partono l'80% degli
attacchi, possiede un ottima visione di gioco ed è il secondo centro della
prefettura, superato solo da Maki del Kainan. Inoltre il fatto di essere
indiscutibilmente un nano lo ha abituato alla pressione psicologica in maniera
molto dura, infatti a meno che non sia provocato, non sente mai il peso di una
partita. Mentre tutti gli altri danno di testa questo bastardo riesce a creare
dei contropiedi impressionanti. Se ci passa sotto il naso è finita,
capito?- - Ok.- disse la guardia alzando le mani - Ok, ho capito. Dovremo
starci attenti.- - Parecchio attenti.- disse di nuovo Kikuji con aria
minacciosa - Miyagi è tanto veloce che batte anche Take.- - Stai scherzando
spero!- rognò Ken Yuto, seccato. - No se non torno a giocare come prima.-
ghignò Takeru tranquillo - Ma andiamo avanti. Adesso c'è quello che io chiamo il
Cecchino: Hisashi Mitsui, quinto anno, guardia. È il secondo realizzatore dello
Shohoku dopo il nano e saprebbe infilare una tripla anche da un canestro
all'altro, se gli girasse. Il suo è un dono di natura, inoltre ha una tenacia
impressionante. Era un teppista, quindi sappiatevi regolare.- - Ha avuto
problemi al ginocchio, no?- l'anticipò Kikuji, interessato - Come sta
adesso?- - La lesione che si è procurato al primo anno non è mai guarita del
tutto ma gioca sempre tutta la durata delle partite. A volte basta una piccola
spinta...non preoccupatevi sul piano fisico. Lì potremo farlo cedere.- - Ma
non dobbiamo sottovalutarlo, no?- disse Shoji, poggiandosi su un gomito - Se
infila triple in questo modo quel bastardo è un vero osso duro.- - Per adesso
questi tre sembrano davvero tosti.- bofonchiò Yuya Takeshi, leggermente meno
baldanzoso di prima. - Adesso viene il bello.- e Takeru mise sotto il
proiettore due foto. Quella di Sakuragi e quella di Rukawa. - Il moro l'ho
già visto.- borbottò Shoji. - Ci credo Soichiro. Kaede Rukawa, diciassette
anni, ala piccola dello Shohoku, richiamato agli juniores dell'anno scorso. Che
possa morire qui, sembra tanto tranquillo ma in campo è un tornado. Sa fare
tutto, in qualsiasi posizione. La sua media punti è la più alta dello Shohoku, e
la seconda di Kanagawa. Lo chiamavano il super rookie quando era matricola. Ho
studiato le partite dell'anno scorso e sono giunto alla conclusione che il suo
unico obiettivo è vincere, lui gioca solo per vincere. Non ci sono altre
scappatoie. È sicuro di sé e del suo talento, anche peggio di Sendoh e punta
sempre allo one on one col suo diretto marcatore, riuscendo sempre a spuntarla,
anche con quel bastardo dai capelli a punta. Se escludiamo la sua incapacità
totale nei passaggi perché gioca solo per se stesso, ha un gioco talmente pulito
che lo definirei imbattibile.- - Infortuni?- chiese Yuto. - Nessuno.- -
Ok...- ridacchiò Shoji - Che mi dici della testa rossa invece?- - Oh, il
numero 10.- disse Takeru, accendendosi un'altra sigaretta come innervosito -
Hanamichi Sakuragi, ala grande, terzo anno. Si autoproclama il Genio del Basket
e ha un record di espulsioni che supera il tuo, Soichiro.- - Visto senpai?-
frecciò Yuya Takeshi - T'hanno fregato.- - Sta zitto, seghetta.- rispose il
muro biondo mostrandogli il dito medio - Genio del Basket eh? Secondo me è un
coglione.- - Si, ne ha la faccia.- gli andò dietro Yuto, fregando una
sigaretta al suo capitano. - Finitela di cazzeggiare, porca vacca!- li zittì
Kikuji - Dai Eikichi, finisci.- Takeru dette un lungo tiro, sedendosi
svogliatamente sulla cattedra - Sakuragi gioca da ala grande sfruttando le sue
enormi potenzialità nel salto e nella velocità, creando non pochi disagi ai
centri avversari. La sua cifra di rimbalzi per partita è pari a quella di Akagi,
se non superiore. Ha inoltre una predisposizione naturale per i dunk, dovuta
alle sue caratteristiche fisiche, non dimentichiamoci le due schiacciate finali
contro Shoyo e Ryonan al suo primo anno. Fra i cinque comunque, è il punto forte
e il punto debole.- - Cosa? Che cazzo vuol dire Eikichi?- sbuffò Shoji
annoiato. - Voglio dire che è il più debole perché pianta casino in campo,
perché dà retta solo all'istinto e non segue tattiche. È un fottuto casinista.
Inoltre si impegna solo se l'avversario che lo marca è forte, se no non lo
considera nemmeno.- - L'aveva detto io che era un coglione.- ribadì la
guardia bionda dello Shikuda. - Hai detto anche che è un punto forte però.-
disse Kikuji acuto. - Già...il fatto che non segua tattiche o schemi lo rende
del tutto imprevedibile. Sa prendere qualsiasi rimbalzo, si ammazzerebbe per
fottere la palla all'avversario. Non gli si può leggere niente in faccia fino a
quando non va a canestro e non piazza un dunk che sfonda anche il ferro, come
nella partita dell'anno scorso contro il Kainan, che ha fruttato allo Shohoku la
vittoria. Ha spaccato il quadrante e piegato l'anello.- Finita la descrizione
dello Shohoku, Takeru spense il video e il proiettore, mentre gli altri si
rilassavano...almeno per modo di dire. - Ok, senpai.- disse Yuya Takeshi,
seriamente impensierito - Dimmi un solo punto debole.- - Non credo ne basterà
uno.- abbozzò Ken Yuto, alzando un sopracciglio. - Non importa.- disse
testardamente l'ala piccola, massaggiandosi il collo tatuato - Se trovo un punto
nella loro difesa io la sfondo.- - Basterebbe sfondare le ossa a quei
deficienti.- ghignò Shoji. - Si, si potrebbe.- borbottò Kikuji - Ma prima
bisogna vederli in azione.- - E fare tutto discretamente anche.- ringhiò
Takeru - All'ennesima denuncia finiremo fuori anche quest'anno. Comunque ho io
il punto debole di questi cinque. Anzi, hanno due punti deboli. Il primo è che
non sanno fare gioco di squadra. Sono talmente egocentrici che non sanno fare
passaggi, a meno che non ci siano matricole o reclute in campo.- - E l'altro
punto debole?- - Rukawa e Sakuragi.- disse allora Shoji, ridendo - Li ho
spiati. Si pestano dalla mattina alla sera.- - Si certo.- disse Takeshi,
senza crederci. - Ehi, guarda che è vero.- lo rassicurò Yuto - In campo quei
due non riescono a fare neanche un passo senza scatenare rissa. Lo fanno da
quando erano matricole, mi hanno detto.- - In ogni caso è una squadra dal
potenziale altissimo.- li zittì Takeru, mentre si scatenavano le risa fra il
gruppo - Lo Shohoku punta tutto sulla velocità e sulle caratteristiche dei suoi
giocatori. Spesso a salvarli dalle grane saranno le triple di Mitsui o il gioco
del loro dannatissimo playmaker, quindi occhio. E tenete sotto controllo il
rosso e Rukawa.- - Ad Akagi ci penso io.- bofonchiò Kikuji, che era alto
1.99. - Perfetto, siamo d'accordo.- sibilò Takeru - Allora ci si vede domani
allo Shohoku alle tre.- e dicendolo scese dalla cattedra, per infilarsi la
giacca - E vedete di non far casino in presenza del mister. E poi i loro
avversari sono quelli del Ryonan.- - Ah, Sendoh.- rise Soichiro Shoji mentre
se ne andavano tranquilli e beati - T'ha rotto il naso se non sbaglio,
vero?- - Si e gli devo gl'interessi.- - E parlando d'interessi Eikichi...-
ridacchiò il biondo, legandosi i capelli in un codino mentre uscivano sotto il
cielo stellato della loro scuola - ...Fossi in te mi terrei lontano dalla mia
sorellastra.- - E da quando è diventata tua eh Soichiro?- il play lo scrutò
attento, leccandosi le labbra con aria libidinosa - Non dirmi che alla fine sei
riuscito a mettere le mani addosso alla mia Kirara.- - Vaffanculo.- rise
l'altro, senza il minimo sentimento in viso - Quella graffia. Stai attento,
capito?- - Capito...ma vedremo domani, no? Io sono convinto che sarà
istruttivo, non credi?- - Si. Sono sicuro che lo sarà per
tutti...-
Kaede Rukawa si svegliò di umore stranamente svagato quella
mattina. Cosa che non succedeva mai quando doveva disputare anche una semplice
amichevole come quella che toccava quel giorno allo Shohoku. Mah, forse era
tutta colpa del tempo, si disse mentre si lavava i denti. Con la faccia del
vampiro sull'orlo del collasso si vestì e si mise le cuffie nelle orecchie.
Prese le chiavi della Honda che coccolava come non avrebbe fatto neanche con una
sua futura fidanzata e andò in garage, sempre sbadigliando. Accidenti, doveva
restare sveglio...che barba il venerdì mattina. Il giorno più schifoso della
settimana! E dire che quando si trattava di giocare contro il Porcky lui era
sempre scattante e lucido! Mise in moto e finalmente partì verso il centro di
Kanagawa, per andare a prendere un deficiente. Ma tu guarda...chi avrebbe mai
pensato che alla fine, dopo i loro inizi, si sarebbe mai ritrovato un giorno a
passare a prendere il do'aho nella sua tana. In cinque minuti raggiunse il
condominio di Sakuragi che a differenza di casa sua aveva un'aria estremamente
più calorosa. I vicini si conoscevano tutti e si salutavano allegri anche a
quell'ora infame di mattina, quando lui invece ancora non riconosceva la
famiglia che abitava nella villa al fianco della sua. Scese dalla Honda e si
levò il casco, pronto ad andare a citofonare per far muovere quel mentecatto
quando vide sopraggiungere una donna sulla quarantina dall'aria insolitamente
famigliare. Sbadigliava a più non posso e dalla borsetta Kaede vide spuntare
un camice bianco. La tizia si fermò avanti alla porta e cominciò a trafficare
sbadatamente, cercando forse le chiavi...ma poi si accorse di lui e con due
occhi nocciola inconfondibili lo scrutò attenta. Senza fare una piega lo
guardò dai capelli alle scarpe...poi citofonò sul nome Sakuragi. Il do'aho
rispose subito. - Dammi tempo Kit, cazzo!- disse subito il rossino, senza
tante storie. - Hana...scemo sono io! E lavati la bocca!- replicò la donna
seccamente. - Oh ciao ma'...- Rukawa sentì il do'aho impappinarsi
imbarazzato, cosa mai successa fra l'altro - Mamma...hai dimenticato di nuovo le
chiavi?- - No. Volevo solo dirti che qui sotto c'è un tipo alto come te. Se
devi fare a botte vai da un'altra parte, capito?- Si, era sua madre
senz'altro. Ma tu guarda che tipa tosta. - Un tipo alto come me? Dì mamma...-
ridacchiò il deficiente - Ha la faccia da volpe?- - Non saprei.- rispose la
donna sorridendo - Però è più carino di te!- Oh, la baciava! Quella si che
aveva capito tutto dalla vita! - COSAAA????- sbraitò Sakuragi attaccato al
citofono come un forsennato - E LA VOLPE SAREBBE MEGLIO DI ME? NEANCHE IN CAMPO
LO SARÀ MAI!! CHE RAZZA DI MADRE SEI EH?!- - Do'aho.- si lasciò scappare la
kitsune divertita, levandosi gli occhiali da sole. Un secondo più tardi e il
tornado rosso dello Shohoku si era precipitato a rotta di collo giù dalle scale
fin dal terzo piano, dove lui e sua madre avevano l'appartamento. Fra
imprecazioni e altro Hanamichi fece le presentazioni e Rukawa fu insolitamente
un po' più loquace del solito mentre la signora Kana lo trattava nello stesso
modo allegro e solare con cui la scimmia solitamente trattava tutti...bhè,
tranne la volpe ovviamente. - Allora non torni a cena, vero?- chiese alla
fine la madre del do'aho - Ci vediamo domani sera allora. Ho di nuovo il turno
di notte e il mattino. Se vinci mandami un messaggio ok?- - Tranquilla,
vinceremo!- le disse, gongolando. - Sarà meglio.- rispose serissima -
Altrimenti non tornare più a casa!- - Ah, grazie tante!- ghignò Hanamichi -
Comunque domani sto a scuola fino a tardi. C'è la partita di Raim.- - Mi
raccomando, falle gli auguri da parte mia.- disse la signora Kana, cominciando a
salire i gradini - E dì anche a Yohei che mi deve riportare i coltelli che si è
fregato all'ultima vostra uscita, chiaro testa vuota?- Testa vuota. A Rukawa
scappò un leggerissimo gemito divertito che però a Sakuragi non sfuggì. Si
limitò a ficcargli in sordina un calcio in un posto preciso ma sua madre se ne
accorse e gli tirò per punizione una borsata sulla testa. - Insomma, razza di
zotico!- sentenziò agitando la borsetta come una professionista - Finiscila di
picchiarti sempre con la gente, capito? E lascialo in pace, già ti deve
sopportare tutto il giorno!- - Semmai è il contrario!- piagnucolò il rosso -
Sono io che lo devo sopportare!- Ma la donna non lo ascoltava più. Gli
sventolò la mano sotto la faccia, poi la ristrinse a Kaede che la sentì
piacevolmente calda e forte - Non dare troppo retta ad Hana. Ha l'acqua nel
cervello...- - Si e la volpe il ghiaccio.- ringhiò Sakuragi tetro. -
Perché domani sera non vieni a cena anche tu Kaede, con Yohei e gli altri?-
sbottò di colpo la signora Kana, lasciando allibiti tutti e due i ragazzi - Se
non altro avrò a tavola qualcuno che non sembra un teppista.- - Ohhh....-
riecheggiò Hanamichi veramente oltraggiato, ficcandosi in testa il casco con
stizza - Questa è veramente fortissima mamma! Parli con uno che se lo prendo a
testate non casca comunque!- - Vorrà dire che hai trovato qualcuno che ti ha
dato pane per i tuoi denti.- sentenziò lei, sogghignando - E adesso scusate
ragazzi ma me ne vado a letto, sono stanchissima! Ciao Kaede, è stato un
piacere.- - Il piacere è stato mio, signora.- disse Rukawa, facendole un
cenno. - E attenti con quella moto! Non voglio vedervi in ospedale stanotte
sono stata chiara?- - Chiarissima.- Ridacchiando fra sé, il numero 11
dello Shohoku tornò alla moto sentendo Sakuragi borbottare come una teiera.
Accidenti, che mamma però! Quella si che era una madre coi fiocchi per il
do'aho. Secondo il modesto parere di Rukawa comunque quella era stata una
yankee...ne aveva conservato lo sguardo e gli occhi ardenti di sfida. Però
aveva anche...uno sguardo da mamma. Uno sguardo che lui aveva dimenticato da un
pezzo. Al campetto l'orologio segnava appena le sei e mezza quando la Honda
si fermò davanti all'ingresso. - Pronto a prenderle kitsune?- ridacchiò il
Tensai, scroccandosi le nocche - Stavolta ti straccio.- - Neanche fra un
milione di anni.- si limitò a bofonchiare il moro, levando la palla dalla
sacca... e un secondo dopo già correvano in campo come dei fulmini, schivandosi
e rincorrendosi, infilando canestri, carichi e pronti. Hanamichi seguiva il
gioco ormai con occhi attenti. In tre anni, aveva imparato che osservare la
kitsune era il modo quanto più duro ma efficace per allenarsi contro gli
avversari più pericolosi. E poi...si e poi Rukawa era veramente impressionante.
Mai un cedimento, mai una sbavatura. Un one on one col volpino era quanto di
più esaltante Hana avesse mai provato. Anche perché ormai l'aveva quasi
raggiunto. E giocare alla pari era esaltante anche per il ghiacciolo, anche se
non l'avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura. Finirono diciannove a venti
per la volpe ma Sakuragi per una volta non mise il broncio. Anzi...sogghignò
come un maniaco, facendo presagire a Rukawa un'altra pallosa tirata sulla forza
del Tensai ma il deficiente non disse una sola parola, andando a svaccarsi in
panchina per bere. Porcaccia...il do'aho si era fatto davvero forte. E
sveglio anche, cosa in cui Kaede non aveva mai sperato troppo. Quando lo
raggiunse alla panchina cercò di riprendere fiato, bevendo avidamente mentre il
rossino trafficava col suo lettore per vedere cosa ascoltava. - Non mi dirai
che gli Aerosmith ti danno la carica.- rise il rosso, lasciandosi andare contro
lo schienale. - Hn.- replicò tirando un sospiro - Ascoltavo Rag Doll.- - E
chi l'avrebbe mai detto che la volpe avesse buon gusto.- ironizzò ancora il
numero 10 - Dai, che ne pensi della partita di oggi?- Quel suo saltare di
palo in frasca ogni tanto gli faceva dare i numeri. Era proprio vero che il
do'aho non aveva un minimo filo logico in quella zucca piena di acqua, cazzate,
la Babba e aria fritta. - Ci sarà da tenere fermo Sendoh come al
solito.- - Ci sarà da sputare sangue per tenerlo buono,- lo corresse Hana -
ma si può fare.- - Io lo farò.- scandì secca la volpe - Tu sei buono solo a
scombinargli le idee al porcospino!- - E sta zitto baka! Anche tu fai fatica
a stargli dietro! Non tirartela tanto!- - Tsk.- - Al diavolo kitsune.
Metti lì la testa e fatti una dormita!- si stufò Hana, riprendendo la
palla. - Ecco bravo, allenati nei tiri liberi.- frecciò il moro,
perfido. - Fra poco vedrai invece un pugno libero!- e stavano davvero per
attaccare briga di nuovo quando squillò il cellulare di Sakuragi che salvò
entrambi dalla solita dose di lividi. Era la sua dolce Harukina e
naturalmente la cosa degenerò in maniera tale che Rukawa quasi si ficcò due dita
in gola, sentendo un tale fiume di smancerie. Accidenti, ma come si faceva ad
essere così rintronati? Stronzate romantiche a parte, rimase stupito a un
certo punto quando il tono di Hana divenne più dolce e meno megalomane. Era
proprio andato per la Piattola...ma in fondo essere innamorati era quello no?
Perdere totalmente la testa e non vedere altro che la persona amata. Ci
pensava ancora mentre, risaliti in moto, correvano veloci verso lo
Shohoku. Non vedere altro che lei...non pensare a nient'altro che a
lei... Raim... Sorpassarono i cancelli scatenando i gridolini generali di
tutte le oche della scuola, per non parlare dello stupore che non si attenuava
neanche dopo tutte le volte che lui e il do'aho erano già arrivati insieme. Ok
che la loro fama era quella di nemici per la pelle ma fissarli come due alieni
era davvero esagerato! - Diamoci un mossa, kitsune.- sbuffò Sakuragi
levandosi il casco - C'è il test scritto di matematica.- - Hn.- bofonchiò
lugubre e schifato. Che odiosa materia! - Ehi, voi due!- Si girarono,
richiamati da Akagi che avanzava con la sua solita falcata sicura. - Ciao
Gori.- disse Hana - Tutto a posto?- - Si, tutto ok. Vedete di arrivare
puntuali alla palestra. Non fatevi inseguire come Miyagi come ogni volta.- -
Tranquillo, il Tensai salverà la situazione come ogni volta!- - Che
imbecille...- - Do'aho.- - Se, se...ridete, ma tanto in campo sono il
migliore!- Si prese un pugno, come al solito, poi Akagi ricordò a entrambi le
due regole fondamentali per sopravvivere. - Niente risse Sakuragi, ok? E tu
Rukawa vedi di non addormentarti in bagno!- - D'accordo.- sbuffarono i due in
coro. - Bene e adesso filate!- - Gorilla tiranno.- sibilò il rosso
andandosene incazzoso, seguito dalla volpe assonnata e poi come due condannati
s'infilarono in classe, pronti a quel test di matematica che sarebbe stato un
vero massacro. E in effetti lo fu su tutti i fronti. Su ventisette ragazzi,
in tre presero la sufficienza fra cui Hana che ci arrivò al pelo. Aveva studiato
la notte come un pazzo per tenere alta la media e dette un sospiro, quando
l'odioso professore nano corresse il test a crocette in cinque minuti. Per
Raim e Rukawa invece fu una specie di campo di battaglia ma per motivi del tutto
differenti. Per la volpe era stata solo una ripicca, visto che dal primo anno
aveva deciso puntualmente di ignorare quell'essere dispotico del loro prof che
tra l'altro era anche il vice direttore, mentre la rossa...la rossa quella
mattina aveva delle profonde occhiaie ed era entrata in classe bevendo caffè
come una spugna. Fu durante l'intervallo che Raim filò in bagno, decisa a
farsi un impacco alle borse e lì trovò un bel po' di artiste del settore, fra
cui la Mihazawa che fumava seduta sulla finestra, alcune del quinto anno che
stavano andando in palla per gli esami finali, delle matricole che cinguettavano
come delle cretine, e Haruko Akagi con le sue amiche rintronate. - Salve a
tutte.- disse, entrando. - Kotobuki.- la salutò Haruko sorridente - Ciao! È
vero che domani hai la partita di pallavolo col liceo Masuda?- - Già.- si
limitò a dire la rossa, cominciando a sciacquarsi la faccia con l'acqua
gelida. - Giornata pesante Raim?- le chiese invece la Mihazawa, con uno
strano sorriso - La Kanzaki ci va giù duro?- - Non ho dormito molto, senpai.-
si limitò a dirle, mentre Haruko gentilmente le prestava del correttore - Domani
ci sarete voi a fare il tifo per la squadra?- - Si.- annuì la capo banda del
Rukawa's Shinetai - Siete pronte? Mi hanno detto che Naomi Kurata s'è rotta
addirittura il polso ma non hanno trovato una sostituta.- - E' vero.- annuì
la seconda manager dello Shohoku - Per questo me l'hanno chiesto all'ultimo
momento.- - Vedi di non strapazzarti troppo, eh?- le disse Harumi Mihazawa,
gettando la sigaretta nella tazza del bagno - Comunque ci vediamo oggi alle tre
in palestra. Verrò a vedere come se la cava la squadra di basket.- - Certo,
ci vediamo senpai.- - Ciao Raim.- e appena la studentessa del quarto se ne fu
andata, le amiche di Haruko attaccarono a bisbigliarne di tutti i colori, mentre
la sorella del Gori si avvicinò un po' preoccupata alla rossa. - Kotobuki
senti...- - Dimmi Akagi...ah, tieni e grazie per il correttore!- le disse
Raim tranquilla - Mi serviva davvero.- - Di niente, figurati...senti...volevo
dirti di stare attenta alla Mihazawa.- Raim tornò a sistemarsi le occhiaie
allo specchio, annuendo - Si, lo so. La conosco bene.- - E' pericolosa
davvero, credimi.- continuò Haruko accorata, rimettendo lo stick del correttore
dentro alla tasca della divisa - L'hanno scorso lei e le sue amiche hanno
picchiato una mia compagna di classe all'uscita degli allenamenti. Era maggio e
ha finito l'anno a casa. Ha avuto troppa paura di tornare.- - Era quella che
ha passato i compiti a Rukawa vero?- - Si.- - Ti ringrazio molto Akagi. Ma
non c'è davvero bisogno che ti preoccupi.- Raim le sorrise tranquilla, cercando
di farle capire che non c'era assolutamente niente per cui farsi pensieri - Ah,
senti...vuoi che ti tenga un posto in panchina? So che tuo fratello se ne
dimentica sempre!- - Cosa? Lo faresti davvero?- cinguettò Haruko quasi
abbracciandola - Sarebbe fantastico! Ti ringrazio molto Kotobuki! Avrei tanto
voluto chiederlo anche ad Ayako ma lei è sempre impegnata a tenere buoni
Hana-chan e Rukawa così...- arrossì, parlando del suo quasi ragazzo - Non vedo
l'ora di stare seduta con voi!- - E' un piacere. A Takenori non dispiacerà.-
Raim uscì insieme a lei, mentre quelle due sceme dietro di loro ciarlavano come
galline - Il Ryonan arriva per le due e mezza, noi saremo lì da mezz'ora
prima.- - Davvero, non so come ringraziarti!- Haruko Akagi le camminava a
fianco quasi a un metro da terra, e sprizzava gioia da tutti i pori. A quanto
pareva a quella bastava poco per farla felice. Anche a lei il basket doveva
piacere molto. Oppure vedere Hanamichi giocare. Chissà...pensò continuando
a sentirla chiacchierare come solo una ragazza innamorata poteva fare. Chissà se
anche lei quando guardava giocare la volpe in campo aveva quegli occhi lucenti.
Scosse il capo, dandosi della sciocca. Accidenti, ma perché metteva sempre
Kaede Rukawa in mezzo eh? In fondo Haruko Akagi e Hanamichi stavano insieme!
Lei e il volpino invece si erano solo andati addosso due volte, avevano mezzo
litigato negli spogliatoi, parlato civilmente sotto le stelle per un'oretta
e...si erano quasi baciati. Avvertì un brivido, ricordando i suoi occhi blu
quando si erano avvicinati col preciso intento di non separarsi più se non per
prendere aria e ricominciare da capo. No...no, doveva essersi sbagliata. In
fondo Rukawa non aveva mai prestato interesse a nessuna, perché mai a lei? Non
facevano altro che punzecchiarsi...e poi l'aveva tranquillamente accusata di
andare a letto con Hisashi, vista la maglietta, non sua tra l'altro, che quel
demente di Mitchy aveva dimenticato di ridare alla sua legittima proprietaria e
si era tenuto nel borsone. - Questa è la mia classe!- La sorella del capitano
all'improvviso la risvegliò dai suoi pensieri, fermandosi davanti alla sezione F
del terzo anno - Allora vengo nella vostra classe per le due, va bene?- -
Certo benissimo Akagi.- sorrise la rossa, pronta ad andarsene. - Ah, ancora
una cosa...ormai penso sia il caso di chiamarmi per nome.- tubò la Babba
giuliva. - D'accordo...Haruko. Lo stesso vale per me allora.- disse Raim,
sforzandosi di lasciar perdere il pensiero di Rukawa e concentrarsi su chi le
stava attorno. - Sono felicissima sai? Era da un pezzo che volevo scambiare
quattro chiacchiere con te ma quando ci trovavamo c'era sempre Ayako con te o il
tuo ragazzo. Poi sembravi molto in confidenza con gli altri quindi ho sempre
lasciato perdere...- - No, ma cosa dici!- si schernì la rossa - Mi fa
piacere!- - Allora posso chiamarti Raim? O preferisci Kirara?- - Fai tu.-
le concesse la ragazza scherzosa - Adesso scusa ma devo proprio andare. Ho un
test di inglese!- - Buona fortuna! Ci vediamo oggi!- e senza indugiare oltre
Haruko sparì oltre la porta mentre Raim inspirando a fondo tornò al secondo
piano, salendo le scale di malavoglia e con la testa per aria. E chi aveva
più voglia di vedere Hansen-Il-Porco?- Forse aveva ragione Hana. Quella
scuola era uno zoo... E parlando di Hanamichi... - KITSUNEEEEE!!!!
BASTARDO QUANDO PARLO CON TE ASCOLTAMIIII!- Raim alzò gli occhi, spaventata
da quel grido feroce ma come una sorta di dejà vu molto frequente ormai, si
ritrovò con Kaede Rukawa a pochi centimetri dalla faccia. Forse aveva accelerato
scendendo le scale e scappando da Sakuragi che sbraitava al vento come se fosse
stato il giorno del giudizio, non si era accorto di lei. Si scontrarono...e
agli occhi sgranati della volpe, Raim riuscì a malapena a tenersi in piedi.
Traballò e sarebbe caduta all'indietro, rischiando di farsi davvero male se
Kaede, prontamente, non l'avesse afferrata per la vita con un braccio e non se
la fosse riportata contro, tenendosi alla ringhiera delle scale con la mano
libera. - Porca miseria...- Raim lo sentì sussurrare quell'imprecazione
con voce bassa e roca, letteralmente spalmata contro il suo ampio torace e per
un attimo si sentì le gambe tremare. Cavolo...quella voce! C'era da liquefarsi a
sentirlo parlare. Rukawa poi non stava messo meglio. Tenendola per la vita e
dopo aver rischiato di farla cadere, quasi non riusciva a lasciarla andare...e
ad ammettere che sentirla contro di lui era talmente invitante da fargli
dimenticare tutto. Non l'aveva mai sentita così tremante però...abbassò lo
sguardo, ben sapendo che non avrebbe dovuto farlo...e incontrando i suoi occhi
verdi, ebbe di nuovo la folle idea di baciarla lì, in mezzo alla scuola. Si
riscossero entrambi da quello stato ipnotico quando sentirono delle voci
femminili avvicinarsi. Raim fu di nuovo la prima a farsi indietro, di nuovo con
quell'espressione spaventata che cominciava a dargli pensiero ma arrivò Hana a
salvarli entrambi dall'imbarazzo. Li riportò in classe a suon di pedate per la
kitsune e a smancerie per la rossa che dopo quell'ennesimo scontro non riuscì a
concentrarsi granché sul test del maniaco surfista anche se, fortunatamente per
lei, un test in inglese era quanto di più facile al mondo. Rukawa da parte
sua passò l'ora del test a rispondere velocemente ma in maniera pulita, per poi
potersi dedicare a qualcosa che negli ultimi gli lasciava un piacevole calore.
Fu uno dei primi a consegnare il test e quando lo fece, Hansen fece in modo di
non guardarlo. Bene. Non doveva neanche provarci quel porco! Tornato a sedere
si mise a nanna, facendo ridacchiare Sakuragi che gli stava a fianco anche se in
verità...bhè, Rukawa faceva altro. Portò lo sguardo alla persona seduta davanti
al do'aho...e rimase in contemplazione. Ne seguì il profilo, la linea
delicata del collo che avrebbe voluto baciare, quella dolce della mascella su
cui avrebbe voluto passare le dita, la guancia rosea, le labbra che quando si
schiudevano potevano fargli venire la pelle d'oca. Si, ammise. Purtroppo si
era preso addosso uno di quegli inaffidabili quanto odiosi colpi di
fulmine. Prima, quando l'aveva trattenuta prima che cadesse, aveva quasi
colto sul suo viso una sensazione di attesa. Come se anche lei non avesse voluto
altro che potergli stare vicino. Ma c'era un problema che lui purtroppo,
possessivo com'era con ciò che era suo, non poteva ignorare. Prima di tutto
le parole del do'aho che l'avevano avvisato sul fatto che la loro seconda
manager fosse probabilmente ancora innamorata del suo ex ragazzo e poi quella
maglietta del club di ritmica nella borsa di Mitsui. Quella cosa andava
approfondita e anche se gli occhi di Raim erano stati sinceri quando lei gli
aveva detto chiaramente che non era roba sua, Rukawa era uno che non si
accontentava facilmente. Andava fatta luce su quel casino di storia...e poi
bisognava far capire a Mitsui, Miyagi, al do'aho e a tutti quanti che era ora la
finissero di stare sempre ad abbracciarla, portarla a casa e usare tanta
confidenza. D'ora in avanti andava messo un bel cartello sulla schiena della
"sua" rossa. Di quello se ne sarebbe occupato più tardi però. In quel momento
suonò la campanella della fine delle lezioni e lui e Sakuragi si scambiarono una
veloce occhiata. Aveva un'ora per mangiare qualcosa...poi un'altra prima
dell'inizio della partita amichevole col Ryonan e da come avevano perso l'anno
prima, dovevano essere più agguerriti che mai. E sul più bello, mentre tirava
fuori una mela che era l'unica cosa che gli andava giù prima di una partita,
arrivò la Piattola e naturalmente quel cretino che altro non era che il Tensai
dei Mentecatti si mise a ululare verso la sua Harukina adorata, facendogli quasi
passare la poca fame che aveva. - Do'aho.- sibilò, allungando le gambe sul
banco. - Ciao Haruko!- disse invece Raim - Hai già mangiato?- - No, non
ancora.- disse l'Akagi - Allora ragazzi? Siete pronti?- - Discretamente.-
mugugnò la volpe, cercando di non essere scortese come suo solito. -
Tranquilla!- cinguettò invece Hana, gasatissimo - Vedrai che oggi sistemerò
tutto io come al solito! Fidati di me!- Seee...le ultime parole famose.
Mangiarono fra starnazzi e proclamazioni di vittoria, riuscendo a non farsi
cacciare fuori dai bidelli, poi finalmente si fecero le due...e il gruppetto si
avviò alla palestra. Stranamente però trovarono Miyagi già sulla porta,
seduto sull'ingresso in tuta e dalla faccia che aveva non sembrava molto
allegro. Al suo fianco c'era Mitsui che ascoltava il walkman serratissimo, a
tutto volume. - Ohi, tappo! Che succede?- chiese Sakuragi, sentendo la voce
di Ayako strillare per tutta la palestra. - Succede che le matricole ieri
sera hanno dato la cera rinforzata sul parquet.- disse il play...e dopo un
attimo a tutti e quattro schizzarono gli occhi fuori dalle orbite. - Cera
rinforzata?- alitò Rukawa, mentre a Sakuragi quasi cadevano i pantaloni. - Ma
si scivolerà da matti!- disse ingenuamente Haruko. - Si, direi anche io.-
frecciò Miyagi - Ayakuccia se n'è accorta nell'intervallo. Li ha prelevati dalle
classi con una scusa e li ha messi sotto a passare tutto il campo con l'acqua.
Adesso va un po' meglio.- - Un po' meglio?- ringhiò Akagi, apparendo sulla
porta visto che per tutto il tempo era stato dentro, in piedi attaccato al muro
per non uccidersi - Un po' meglio Ryota? Ci ammezzeremo!- - E Anzai che
dice?- chiese Raim, dando una sbirciatina dentro. - Oh...il Buddha non dice
niente. Ride.- disse Miyagi sarcastico. - L'ho sempre detto che Anzai non ha
tutte le rotelle che girano.- sbuffò Hana - Comunque in un'ora lo rimetteremo a
posto!- e detto quello cominciò a togliersi la giacca della divisa, poi a
arrotolarsi le maniche della camicia. - Come sarebbe?- lo bloccò Akagi - Che
vuoi fare?- - Dare una mano a quei dementi.- rognò il rossino - Da soli non
ce la faranno mai e poi è anche colpa nostra. Avremmo dovuto istruirli meglio su
cosa usare per lucidare la palestra.- - Si può fare.- disse anche il
playmaker dello Shohoku - Così non dovremmo riscaldarci.- - Già.- concluse
Hana con un ghigno - Allora Gori? Che ne dici?- - Hanno ragione Takenori.-
sorrise Kogure, che stava sempre dentro alla palestra al suo fianco - In fondo
se ci mettiamo tutti quanti finiremo in mezz'ora e non dovremo neanche fare
esercizi di riscaldamento.- - D'accordo, mi arrendo!- sbottò il capitano -
Attenti solo a non rompervi un dito! Ryota, stacca quel demente dalla musica e
venite dentro, forza! E attenti a non scivolare perché se vi rompere l'osso
sacro poi io vi romperò la testa.- concluse minaccioso, cercando di muoversi il
più delicatamente possibile sulla scivolosità del parquet. In effetti
arrivare agli spogliatoi e agli sgabuzzini mentre Ayako strillava come un'aquila
sull'orlo di una crisi isterica quasi frustando le matricole, fu una vera
impresa. Quasi si attaccarono tutti in fila indiana, con Mitsui in testa che
temeva per il suo ginocchio, mentre Rukawa e Sakuragi bestemmiavano a tutto
spiano. Presi stracci e acqua, spazzoloni e pazienza, tutto lo Shohoku si
mise sotto, Raim per prima, con olio di gomito. - Io li ammazzo quei
dementi!- sibilò Miyagi, andando su e giù per tutta la lunetta con il panno
sotto le mani, piegato a terra - Io li uccido! Come si farà a passare un doppio
strato di cera su un campo da basket mi piacerebbe saperlo!- - Lascia perdere
e muovi il culo!- sbuffò Mitsui, che invece ci dava dentro con gli spazzoloni
sulla linee di campo. - Sono veramente mortificato senpai!- continuavano poi
a ripetere Rei Manabe, Nobu Yaoto e gli altri due rintronati del primo anno che
venivano presi continuamente a ventagliate da Ayako. - Da quando sei
diventato così magnanimo?- lo prese in giro Hana, passandogli a fianco. - Che
ne sai mezza sega...ci sono parecchi modi per regolare i conti, no?- ghignò il
numero 14, perverso. - Sei sempre il solito Hisa.- rognò Miyagi - Passami
l'acqua!- - Dai che ci siamo quasi!- li richiamò Raim dall'altro canestro con
Kogure, Rukawa e le matricole - Manca solo sotto canestro e ce l'abbiamo
fatta!- - Vedete di pulirci bene lì sotto!- tuonò Akagi - Non voglio sentire
lamentele da Taoka!- - Ehi Mitchy...- ghignò Sakuragi a bassa voce - Davvero
non ti sei inventato niente stavolta?- - Per ora no.- rise il tiratore da tre
- Comunque se la testa di cazzo tira su obiezioni non potremmo disputarla nel
campetto all'aperto gente?- - Tira troppa aria oggi.- disse Ayako, tutta
spettinata per il nervoso - E poi se cadete lì come fate di solito vi fareste
male davvero. Fossi in te curerei di più il tuo bel ginocchio tesoro!- -
Divertente, molto divertente!- - Ayakuccia, ma cos'è sta storia? Perché a me
non mi chiami mai tesoro?- piagnucolò Miyagi. Alle due e mezza era fatta.
Caldi e pronti a correre e a vincere, lo Shohoku fece una prova. Hana e Rukawa
si offrirono per fare uno scatto in corsa e ne uscirono integri. Bene, ora era
sparita ogni traccia di cera! Nel frattempo era entrato Mito, seguito
dall'Armata e da metà liceo, compreso tutto il Rukawa's Shinetai e la squadra
delle majorette, più naturalmente i soliti curiosi. Cominciarono a sparpagliarsi
sugli spalti, provocando un fracasso infernale ma a Mito, che era sempre stato
di occhio lungo e attento, non sfuggì lo strano gruppo di persone che era
rimasto verso l'uscita di sicurezza, imboscato fra gli studenti dello Shohoku e
gli arrivi del Ryonan. C'erano un tizio biondo tinto, coi capelli raccolti in
un codino che spiccava molto, un ragazzino probabilmente del secondo anno, con
sul collo tatuato un teschio, un colosso di quasi due metri buoni coi capelli
rasta, uno dall'aria pacifica e un taglietto che gli spezzava un
sopracciglio...e poi forse il capo gruppo. Un tizio con una maglia del liceo
Shikuda, capelli scarmigliati a regola d'arte e catena d'argento al collo. Un
fighetto. Raggiunto Hana non ebbe il tempo di indicarglieli perché si limitò
a fargli gli auguri, a lui e a tutti gli altri, poi entrò il Ryonan e non ci fu
più tempo per gingillarsi. Sendoh e Uozumi aprivano la fila dopo Taoka che andò
subito a stringere la mano ad Anzai, ben attento però ad evitare Hana e Hisashi,
che ridacchiavano in sordina come due deficienti. Mentre i due Gorilla in
campo si salutavano stritolandosi la mano, Fukuda andava a dare il tormento a
Mitsui per il gusto di prenderle e Aida si lanciava a chiedere informazioni
sulle matricole, Sakuragi scoccò uno sguardo intenso a Sendoh che lo raggiunse
con un sorriso. - Ciao Hana. Carico?- - Abbastanza Aki.- rispose
stringendogli la mano e ghignando. - Giochi dall'inizio?- - Anzai non ci
ha ancora dato le disposizioni.- disse il rosso col fuoco negli occhi - Gli
spogliatoi sono di là.- - Grazie, torno fra un attimo...e Rukawa?- - Farà
l'asociale in panchina...e infatti.- rise Sakuragi - Attento Aki...è più
volitivo del solito oggi.- - Non è da te fargli i complimenti, sai?- - Non
era un complimento. Era un avviso.- Sendoh scoppiò a ridere, senza arroganza
o altro. Si limitò a dargli una pacca sulla spalla e a dirigersi coi compagni di
squadra a cambiarsi negli spogliatoi dello Shohoku, mentre quelli di casa lo
facevano in panchina. E fu lì che Rei Manabe prese al volo la maglia numero 8
che Ayako gli lanciò con un sorriso. - In campo abbiamo Akagi,- iniziò Anzai
facendo venire ad Hana un brutto presentimento - Miyagi, Mitsui, Rukawa e
Manabe, ala piccola.- - Io in campo mister?- alitò la matricola - Ma è
sicuro?- - Un attimo Babbo Natale, ma perché me ne devo stare sempre fuori
eh?- sbottò Hana seccato. - Calma ragazzi, calma...- rise il coach,
tranquillo e beato come al solito - Adesso statemi a sentire. Come ben sapete
Taoka predilige un'ottima difesa, lasciando l'intero attacco in mano Sendoh. Già
due anni fa ci hanno fatto faticare parecchio, inoltre Fukuda e Ikegami faranno
perno su di te, Hisashi, e non voglio che ti affatichi troppo. L'anno scorso ha
rischiato grosso con il loro numero 11.- - Ma...coach...- borbottò Mitsui -
Ormai il ginocchio è guarito.- - Si ma preferisco non rischiare mai.- disse
il mister, pacifico - Sei troppo importante.- - Mi raccomando.- intervenne
Ayako - La loro difesa è fortissima ma in attacco c'è solo Sendoh che serve
Uozumi, quindi Rukawa...se fermi lui, fermi tutto il resto! Rei, tu cerca di
stare tranquillo e imparare il più possibile ok? Gioca come hai sempre fatto,
negli allenamenti eri molto bravo.- - Si, Ayako ha ragione.- gli disse anche
Kogure - Stai calmo e non perdere la concentrazione.- - Si senpai!- disse
secco - Ce la metterò tutta per non deludervi.- - Oh poveri noi.-
bofonchiarono Mitsui e Rukawa in coro, a bassa voce. - A un'altra cosa,
Kaede.- lo bloccò Anzai - Sbizzarrisciti pure per tutto il primo tempo, non
risparmiare energie perché al secondo al tuo posto faccio entrare
Sakuragi.- La volpe non disse nulla, limitandosi a scoccare una strana
occhiata al coach...a cui luccicò una lente. - Non vi farò giocare insieme.
Non voglio che vedano cos'avete imparato tu e Hanamichi durante gli
allenamenti.- - Ah...- rise Ayako dopo un attimo - Parla della tecnica
sublime e inaccessibile del passare la palla l'uno all'altro vero? Si, in
effetti è stata difficile insegnare una tale strategia a quei due!- e dopo
quella sparata tutto lo Shohoku si sganasciò alla faccia dei due nemici giurati
che in compenso si mandarono al diavolo con un sottofondo di ringhi. - Buona
fortuna ragazzi!- urlarono poi Ayako, Raim e Mito quando le due squadre
entrarono in campo. Rukawa naturalmente non si filò Sendoh neanche per
sbaglio ma quando vide quel demente salutare Raim in panchina con quel sorriso
da dentifricio avrebbe avuto voglia di passare la riga e andare a prenderlo sul
serio a calci. Mentre Uozumi e Akagi si posizionavo, ebbe modo di scrutare il
viso di Anzai ma come sempre il loro mister aveva piena fiducia in loro e in lui
specialmente, visto il cenno d'assenso che gli aveva fatto. Portò poi
casualmente lo sguardo sul Tensai in panchina e Hana, svaccato con le braccia
dietro allo schienale e la testa rovesciata indietro contro la pancia di Mito
che stava in piedi dietro di lui, gli fece una smorfia bella e buona, più il
classico dito medio che si riprese indietro insieme al solito do'aho, neanche
detto poi a voce tanto bassa. Fu quando però Kaede guardò Raim per l'ultima
volta prima di concentrarsi solo sulla partita che le vide in faccia una strana
espressione. La sua rossa stava guardando, anzi puntando qualcuno fra la folla
alla sua sinistra, verso l'uscita di servizio. Lì c'era tanta gente e non
riconobbe nessuno...ma Sendoh, che gli stava davanti senza smettere di guardarlo
negli occhi gli venne in soccorso. - Li hai visti?- gli chiese, a bassa
voce. - Chi?- sibilò la volpe. - I cinque dello Shikuda. Porta di
servizio, la guardia è quello biondo tinto, Soichiro Shoji.- Hn.
Però...sembrava più un modello o un gangster che un giocatore. - L'altro,
quello vicino a lui sul metro e ottantacinque con l'aria da santarellino è
quello che mi ha rotto il braccio. Il capitano e il playmaker Eikichi
Takeru.- - In effetti ha un naso spaventoso.- replicò Rukawa acido, finendo
di spiare quei bastardi. Sendoh rise divertito, aspettando l'inizio della
gara. - Come mai Hana non gioca?- - Non potevi farle a lui queste
domande?- - Non cambi proprio mai, eh kitsune?- Perché invece di rompergli
il braccio a quello lì da matricola non gli avevano rotto l'atlante? Sendoh dopo
il do'aho era l'unico che riusciva veramente a irritarlo. Finalmente ci fu il
fischio d'inizio e la palla finì allo Shohoku, dritta nelle fide mani di
Miyagi...e per il Ryonan fu subito una serie di guai. Nel primo minuto vennero
infilati un canestro dietro l'altro, tutto grazie a Ryota che zigzagava fra gli
avversari senza che nessuno riuscisse a fermarlo, Sendoh meno che mai perché era
tampinato da un'agguerritissima volpe di pessimo umore. Scattò presto il
contrattacco comunque e Uozumi come sempre si ritrovò ad affrontare Akagi. I due
colossi non si lasciavano spazio per passaggi e l'unico modo che il Gori trovò
per liberare la palla fu passarla a Manabe. Quando la matricola ebbe fra le
mani il pallone passò un secondo d'immobilità...poi lo scatto. - Non sei male
davvero, sai seghetta?- ridacchiò Mitsui correndogli a fianco. Rei in
risposta gli sorrise tutto orgoglioso del commento di Mitchy per poi trovandosi
di fronte a Koshino e incredibilmente, anche se quello non era tanto forte,
riuscì a smarcarsi, passandogli fra la palla fra le gambe. Fermo alla lunetta
però si trovò di fronte a Fukuda che come sempre, facendo sollevare a Sendoh gli
occhi al cielo, quasi fece fallo. - Ehi arbitro!- tuonò Hana con tutta
l'Armata dalla panchina dello Shohoku - Ma non lo vede cosa fa il
labbrone?!- - Insomma Hanamichi, basta!- lo zittì Ayako - Non ha toccato
Rei!- - Ci mancava poco però.- disse Kogure, tranquillo - Vediamo come se la
cava Manabe contro di lui.- Nonostante la tensione psicologica che Fukuda
metteva sugli avversari, visto il suo insopportabile carattere irrequieto,
Manabe parve tenere la giusta concentrazione. Hana e Raim, seduti vicini,
osservarono attenti ogni sua mossa...e anche il suo cedimento, quando capì che
con Fukuda non si passava. Si guardò rapidamente attorno...e poi il passaggio.
Rapido, veloce, pulito. Mitsui infilò tre punti e la tifoseria esultò. -
Mica male.- disse Akagi indietro, con Ryota. - Si, hai ragione.- rispose il
play - Te ne piazzo una sotto canestro, ti va bene?- - Non vedo l'ora.- rise
il Gorilla. Passarono altri minuti e dopo una rimonta del Ryonan dovuta a
Sendoh e ai suoi passaggi, Hana cominciò lievemente a spazientirsi. Che cazzo
faceva la volpe? - Che ha in mente quel demonio?- borbottò a bassa voce,
fissando gli stranamente lenti movimenti del loro n 11. - Forse ho un'idea.-
sussurrò Raim al suo fianco - Ma è solo un'idea. Non so se hai notato ma sta
facendo stancare parecchio Sendoh. Lo pressa ma poi lo lascia libero, dopo
avergli fatto fare degli scatti dispendiosi in energie.- - Ma Sendoh è furbo
gente.- disse Mito - Se ne accorgerà presto.- - Si ma quando lo farà la volpe
andrà a segno. Brutto bastardo...- ghignò allora Hana, ridendo. Poi senza fare
una piega saltò sulla sedia e con un giornale arrotolato a megafono, si decise a
stuzzicare la vanità del suo nemico. - Ehi volpe!- gracchiò in mezzo al
campo, facendo quasi perdere la palla ad Akagi per lo spavento. Rukawa e
Sendoh stavano sotto canestro, con il Gori pronto a passare ed entrambi
sentirono la presa in giro di Sakuragi, che urlava ai quattro venti al moro suo
compagno di darsi una mossa, altrimenti il suo buon nome sarebbe andato
letteralmente a quel paese. - Ha ragione sai...- gli disse Akira, mentre
sgomitavano per prendere il passaggio - E dire che mi aveva detto che eri molto
agguerrito oggi!- - Sta zitto!- gli sibilò, riuscendo a sgusciare via al
momento opportuno e poi, conservate le energie, fece ciò che adorava di più
fare. Prese il passaggio di Akagi e partì il one on one con Sendoh...lo superò
come aveva già fatto in passato, godendo finalmente nel dimostrarli il migliore
e andò a canestro. Un dunk perfetto. Nel boato generale di applausi, Rukawa
fece una cosa che in tre anni si era sempre ben guardato dal fare. Si volse
verso Sakuragi, che un po' ribolliva e un po' era gasato a causa della
volpaccia, e gli fece il segno della vittoria. - Che stronzo.- rise il
rossino mentre lui, Raim, Kogure ed Ayako si sgolavano col tifo. E lo stesso
più o meno stavano pensando sia quelli dello Shikuda, che non si erano aspettati
una cosa del genere, sia Sendoh che però più la volpe era combattiva e
bellicosa, più lui si divertiva e s'impegnava. Dopo quel one on one e il
relativo dunk, la tifoseria dello Shohoku sembrava essere partita del tutto.
Dalla panchina le reclute capeggiate da Hana e Mito stavano facendo un tifo da
stadio, mentre da parte del Ryonan si era sollevato un polverone. Taoka
sbraitava come un pazzo contro Akira che quasi si nascondeva dietro a Kaede, per
evitare gli strilli del suo coach a mala pena trattenuto da Aida. Da quel
momento in poi allora fu guerra aperta. Fra Akagi e Uozumi era corpo a corpo,
Miyagi era l'unico che ancora riusciva a sgusciare fra le maglie di Sendoh che
era sempre e costantemente placcato da Rukawa. Il risultato a nove minuti
dalla fine del primo tempo era di 53 a 49 per lo Shohoku. - Ehi seghetta,
tutto ok?- cincischiò Hisashi, mentre Koshino attaccava col contropiede. -
Si, certo senpai!- annaspò Rei Manabe, seguendolo come un'ombra. -
Perfetto...allora devi provare ad andare a canestro, capito? È la tua prima
partita e devi farne almeno uno!- - Hisa, qua!- Mitsui si voltò in tempo
per stoppare la palla ma si ritrovò addosso Ikegami e la sua difesa fortissima.
Palleggiando e rigirandosi, cercando uno spiraglio d'uscita, vide Rukawa
troppo lontano, Akagi coperto dal re delle scimmie...e il tappo era già stato
coperto. Quindi, ghignando, capì che era arrivato il momento buono. In fondo
Anzai aveva detto di non strafare...e di tentare, tentare sempre. Questa era la
prima cosa che il coach gli aveva insegnato. - Rei!- e rilanciò la palla
all'ala piccola, che stoppò con prontezza...e guardò il canestro. Era bravo
nei tiri liberi ma ora gli tremavano le gambe. - Avanti Rei!- tuonò Hana
dalla panchina, saltando in testa a Mito - TIRA!- La palla filò a un
centimetro dalla mano alta di Sendoh che sfortunatamente la deviò. Toccò il
ferro, poi Akagi fu sotto per prendere il rimbalzo. Ripassata a Mitsui, fu un
tiro da tre a filare liscio nella rete. - Bravo Hisa.- ghignò Miyagi - Dai
Rei, ci possiamo riprovare più tardi ma quel tiro sarebbe entrato se il
porcospino non ci avesse messo mano, sai?- - Forza, forza gente!- rognò
Uozumi, incazzato a morte con Akagi - Datevi una mossa! Koshino, ferma quella
maledetta ala piccola! Sendoh, se ne fai passare un'altra ti spacco le ossa,
chiaro?- - Povero Aki.- cinguettò Hana, dalla sedia. - Poveretto
davvero...a parte l'amico di Takenori e quel tizio con le labbra grosse gli
altri non fanno altro che farsi trascinare. Però avevate ragione,- disse Raim -
la loro difesa è impressionante. Ci passa solo Hisa con le triple.- - Se la
volpe si muovesse magari...- borbottò Sakuragi. - Tranquillo, ha ancora
parecchie pallottole in canna.- ghignò Ayako - Dagli tempo.- A tre minuti
dalla fine del primo tempo, fu una lotta corpo a corpo fra Rukawa e Sendoh.
Kaede, ben deciso a giocarsi alla grande gli ultimi minuti concessi dal mister,
sembrava un vero tornado. Trattenute le energie fino a quel momento, divenne una
specie di secondo Sakuragi. S'infilava in ogni passaggio, creava scompiglio,
sfondava le file, infilava uno slam dunk dietro l'altro. E poi gli one on one
con Akira... - Se la gioca alla grande.- rise Anzai, soddisfatto. - E'
sempre il migliore, non c'è che dire.- scandì Ayako serafica -...ma naturalmente
con te Hana!- aggiunse poi, sentendo il rosso avvolgersi di fiamme e
fulmini. Intanto in campo il ciclone Rukawa aveva quasi finito ed era quasi
arrivato alla soddisfazione più totale. Fermi a 67 su 60, Kaede fece l'ultimo
numero della giornata, per poi andare a svaccarsi pacioso in
panchina. Arrivato alla lunetta si preparò al tiro in sospensione, ma con
Sendoh davanti si trattava di una cosa praticamente impossibile...però tanto
valeva cominciare a lasciare al porcospino maniaco un accenno di ciò che aveva
imparato. Riabbassò il braccio, lasciò scivolare la palla e...arrivata fra le
mani di Akagi, ci fu la schiacciata che concluse il set. Al fischio
dell'arbitro, le due squadre tornarono dai rispettivi mister anche se Sendoh
venne ripetutamente bacchettato e fustigato da Taoka che rischiava una crisi di
nervi. In panchina dallo Shohoku Anzai invece se ne stava beatamente
sprofondato sulla sedia, complimentandosi con Rukawa e anche con Rei, che aveva
saputo costruire delle buone azioni sia con Ryota che con Hisashi. - Bene,
perfetto Kaede.- disse ancora il Buddha, dandogli una pacca sulle spalle - Ora
Sendoh si metterà a fare sul serio. Tu gli hai fatto tirare fuori le
unghie...- - Già e ora se le affilerà sul sedere della mezza sega!-
sghignazzò Mitsui, scatenando l'ilarità generale mentre Hana continua a
borbottare come una teiera verso il volpino. - A te sempre la parte più
facile!- gli sibilava, incazzoso. - Do'aho. Vedi di non farci perdere punti.-
sentenziò il moro, passandosi l'asciugamano sulla faccia e bevendo avidamente
dalla bottiglietta. - Se, se!- sbuffò Sakuragi, agitando la mano con aria
annoiata - Tanto qua tocca sempre fare tutto al Tensai.- - Dai Hana-chan,
fatti onore!- cinguettò Haruko. - Già sfigato, dacci dentro!- urlò
l'Armata. - Tu siediti pure Rukawa, sei stato grande.- gli disse Ayako -
Ehi...ma che hai al braccio? Crampo?- - Hn, mi sa di si.- borbottò,
massaggiandosi dal gomito sinistro in su. - Mitchy a te come va il
ginocchio?- - Bene, è tutto a posto.- s'intromise Raim, che stava
controllando la situazione generale. I muscoli non si erano irrigiditi,
rilassandosi, quindi tutto era sotto controllo. Decisamente il loro numero 14
aveva ormai recuperato alla grande. Peccato che quel ginocchio ora
gliel'avrebbe frantumato Rukawa. Furibondo il volpino si lasciò andare a
sedere nella sedia occupata prima di Sakuragi, con un diavolo per capello e una
pippa lunghissima. Al diavolo, adesso quel crampo era anche aumentato. Il
formicolio era tanto fastidioso che le sue dita si artigliavano. - Ehi, tutto
a posto Ru? Che è successo?- Alzò appena gli occhi incendiati e si trovò
davanti alla "sua" rossa. - Crampo.- rognò a bassa voce. - Davvero?-
sorrise lei, sedendosi al suo fianco - Bhè, dopo come ti ho visto giocare non mi
stupisco più di niente.- La guardò di sottecchi, nervoso come un serpente,
ma conosceva quell'occhiata ormai. Quanto era testarda... Sbuffando allungò
il braccio verso di lei e Raim fece un sorrisone zuccheroso, da vera
ruffiana. - Vedo che capisci tutto.- ironizzò, cominciando a passargli i
polpastrelli dal gomito sui tendini. Poi arrivò al palmo e con delicatezza
riuscì a fargli aprire le dita, frizionando con forza e dolcezza al tempo
stesso. Cavolo...adesso la trascinava nei bagni con una scusa e le faceva
vedere come fosse passato bene il crampo. - Forza, dai ragazzi in piedi!-
tuonò Akagi cinque minuti dopo mentre Hana finiva di bisbigliare qualcosa con
Anzai - Si riprende!- - Avanti gente, mettetecela tutta!- urlarono i tifosi
dello Shohoku dalla prima curva. - Ehi do'aho...- Hana si bloccò, prima di
entrare in campo e si voltò verso la volpe. - Che c'è?- borbottò,
minaccioso. - Non fare puttanate.- l'avvisò solo il moretto. - Pensa a non
farti venire il gomito del tennista, segaiolo.- - Hn...cazzone.- - Forza,
spacchiamoli ragazzi!- urlò Mitsui, tirandosi dietro il numero 10. Dal
Ryonan, anche Sendoh tornava in campo ma rimase un attimo confuso, come Taoka e
gli altri, quando videro Rukawa seduto in panchina. Al suo posto ora c'era
Sakuragi. - Che avranno in mente?- sibilò Fukuda, stizzoso. - Chissene
frega.- disse Uozumi - Tenete a freno quel deficiente!- - Ad Hana ci penso,
stai tranquillo.- l'assicurò Sendoh pacato - E per favore non fare quella
faccia, dai.- Messi di fronte, la scimmia e il porcospino si scambiarono un
risolino baldanzoso. - Allora Tensai...che hai in mente?- frecciò la stella
del Ryonan. - Tranquillo Aki, lo vedrai. Ma tu invece? Non sembri in
forma...- - Te lo sarai immaginato.- Il secondo tempo ricominciò in pieno
fulgore grazie come sempre allo scompiglio che l'ala grande dello Shohoku creava
con ogni sua mossa. Quando c'era lui in campo, Miyagi faceva il doppio della
fatica per coordinare un solo stronzissimo attacco e quando il nanetto
s'arrabbiava erano guai. Attaccarono come matti e su tutti i fronti ma Sendoh
sembrava essersi svegliato e creava azioni per Fukuda che rasentavano la
velocità del fulmine. - Quel coglione io lo ammazzo.- sibilò Rukawa velenoso,
fissando Hana correre in campo senza una tattica precisa. Non capiva cosa stesse
facendo, esattamente come prima Sakuragi non aveva capito cos'avesse avuto in
mente lui. Quando si allenavano insieme al campo di mattina quel do'aho aveva
più gioco e tecnica...ora sembrava che...li stessi studiando. No!, pensò
sgranando gli occhi. Quel demente aveva imparato ad osservare la griglia della
squadra avversaria per poi muovercisi dentro agilmente come da loro sapeva fare
solo Miyagi. Fukuda infilò un canestro dietro l'altro nei minuti che
seguirono, facilitato dalla pressione che faceva a Manabe, ancora troppo
inesperto per battersi con quello zotico, ma anche Mitsui e Akagi in postazioni
diverse riuscivano a imbroccare numerosi punti. Il secondo tempo andò avanti per
un pezzo con come unici protagonisti per lo Shohoku il numero 4 e il 14, mentre
dal Ryonan Sendoh e Uozumi...quando Raim notò degli strani sguardi fra Ryota e
Hana. Quei due se ne inventavano sempre qualcuna... E in effetti la
studiarono bene. Mandarono avanti Manabe che superò con facilità Koshino, poi
passarono avanti a Mitsui che stoppato malamente da Ikegami lanciò male. Akagi
si buttò sul rimbalzo insieme a Uozumi e ci fu fallo da parte del capitano del
Ryonan. Due tiri liberi e due canestri perfetti, tornarono a lottare sotto il
canestro. - Rei a me!- urlò Sakuragi, in posizione perfetta. - Non
passerai facilmente, mettiti l'animo in pace!- ridacchiò Sendoh, pressandolo a
forza. - E sta fermo Aki...dai, dai Rei!- Manabe era totalmente in palla.
C'erano muri ovunque, Miyagi era rimasto indietro con quella pulce di Koshino e
il suo senpai Mitsui era tartassato da Ikegami. Restava Fukuda...e si avvicinava
velocissimo. Non ci pensò su due volte. Lanciò a tutta velocità la palla
arancione verso Hana che saltando insieme ad Akira la prese al volo,
portandosela contro il petto per proteggerla...ma quando si rimise ritto per
lanciare...i suoi piedi scivolarono letteralmente sul parquet. Si sbilanciò e
volò addosso a Sendoh, che non potendo supporre una caduta, se lo ritrovò
addosso e franarono a terra insieme come due sacchi di patate. -
DEFICIENTE!!!- tuonò Akagi quando l'arbitro fischiò la contesa - Non sei più
capace neanche a stare in piedi adesso??? Cos'è, sei ubriaco per caso?!- -
Deficiente a me?- sbraitò Hana di rimando, con un bernoccolo pulsante sul cranio
seduto in braccio al porcospino - Non è colpa mia! È colpa di quella testa di
cazzo là!- e dicendolo lanciò la palla come un missile verso Rukawa, che si
limitò a scostare appena la testa per evitare il bolide - Era lui che puliva in
questo punto! L'ha fatto apposta! Si scivola!- - E non dare sempre la colpa a
lui, razza di stupido essere caprino!- riecheggiò di nuovo il Gori, per tutta la
palestra - Hai quasi ammazzato Sendoh, deficiente!- - Oh, che palle!- sbuffò
Hana, tirando in piedi Sendoh che non ci aveva capito niente - Dai Aki...ti sei
fatto male?- - No, no...- borbottò, allucinato - Ma sei scivolato?- -
Seee...ed è tutta colpa sua!- sibilò il rosso di nuovo, puntando i fari che
aveva al posto degli occhi verso la volpe. - Insomma, è contesa!- sbuffò alla
fine Miyagi - Dai scemo, falla finita!- - E già, tanto il culo me lo sono
rotto io!- - Dammi retta mezza sega!- ridacchiò Mitsui dal fondo campo - Non
tirare mai in ballo il tuo culo, è meglio!- - Oh, ma quanto siamo spiritosi
oggi...giuro che ti stiro con la moto un giorno o l'altro!- rognò, andando a
rimettere la palla in campo - Branco di bastarde da combattimento, non capiscono
la bravura del Tensai!- Alla rimessa, la palla passò nelle mani di Uozumi.
Dal corpo a corpo col Gori ne uscì un rapido contropiede diretto a Fukuda.
Manabe non riuscì a stargli dietro e quello infilò l'ennesimo canestro da
due. - Mi spiace!- alitò Rei, contrito. - Tranquillo, non è niente.- gli
disse Miyagi per nulla preoccupato, passandogli a fianco e dandogli una pacca -
Ci pensa Hisa a risolvere queste cose.- - Si ma bisogna passare la palla alla
seghetta. Voglio vederlo all'opera.- borbottò Mitsui con un ghigno perfido. -
Ehi tappo!- strillò invece Hana - Passa la palla a me, intesi?!- - Allora,
porca vacca...il play sono io e faccio quel cazzo che mi pare, chiaro?- -
Mamma mia!- ridacchiarono Mitsui e Sakuragi, attaccando con i loro numeri da
circo - Ecco il tappo che si mette a ruggire! Dai leone, facci vedere,
dai!- - Imbecilli!- gracchiò Akagi, che intercettò la palla. La partita
continuò con alti e bassi per un altro quarto d'ora. Infine ci fu l'ultimo e
decisivo minuto. Erano arrivati pari. 88 a 88. Mai successo. E Taoka
sclerava mentre Kaede, dalla panchina, cominciava ad aspettare impaziente di
vedere uno dei numeri di quel do'aho. Se lo conosceva bene ne avrebbe fatta una
delle sue. E la fece proprio quando Sendoh tirò fuori gli artigli. Il
bastardo scattò come un forsennato sotto gli occhi di metà Shohoku e a
trentaquattro secondi dalla fine segnò un tiro da due, facendo incazzare
Hana...anzi, provocandolo. E il do'aho, come Rukawa sapeva bene, adorava le
provocazioni. Recuperata la palla Hana si ritrovò ad affrontare Akira faccia
a faccia. Continuarono a fissarsi negli occhi fra palleggi e finte ma
sembrava che Sakuragi volesse proprio lo scontro diretto. Al ventesimo,
riuscì a fare una cosa che aveva dell'incredibile. Si girò la palla oltre la
schiena e la lasciò verso Rei che, preso dalle grida di Miyagi e dagli altri,
sfrecciò come un fulmine a centro campo. Hana lo seguiva a poca distanza,
tampinato dalla stella del Ryonan che però non fece in tempo a fare
nulla. Con una forza e una velocità ancora maggiore di quelle che Sendoh
ricordava, Hanamichi riprese la palla lanciata dalla matricola dello Shohoku ed
evitati Fukuda e Uozumi, con la stessa tecnica di Rukawa, saltò...saltò
altissimo. - AVANTI! METTILA DENTRO!- urlò Rukawa, alzandosi letteralmente
dalla panchina con Raim, Ayako, Kogure e gli altri. E fu uno slam dunk da
manuale. Un bolide, una cannonata. Dopo aver fatto canestro rimase appeso al
ferro solo per un secondo, fra urla e ovazioni generali della palestra,
ricordando bene che quell'essere diabolico di Akira Sendoh era famoso per non
mollare mai. A dieci secondi era riscattato il contro piede. Erano di nuovo
pari...e questo a Miyagi non era andato giù perché soffiò facilmente la palla a
Koshino, deciso a mettere fine a quella partita una volta per tutte. Dovevano
batterli ormai. - Ultimo tentativo, forza!- urlò, passando la palla
avanti...e finì dritta da Mitsui. Era alla linea dei tre punti. Era
fatta...ma sotto lo sguardo sconvolto di metà Shohoku il loro tiratore da tre si
limitò ad avanzare ancora, anche se avrebbe potuto infilare facilmente la
tripla. - Rei!- - Dannazione! Attenti al numero 8!- tuonò Sendoh, bloccato
magistralmente da Hana ma era tardi. Il Ryonan non se l'era aspettato. Uozumi
meno che mai. Infatti non si accorse del ragazzino che gli era sgusciato a
fianco. Manabe prese la palla e fece un tiro in sospensione. Canestro. E
l'arbitro fischiò. 92 a 90. - EVVAI!!!!!! Abbiamo vinto!- urlò l'intera
Armata Sakuragi, anticipando il boato colossale che invase la palestra dello
Shohoku a quella vittoria. Fra abbracci e baci fu una specie di orgia generale
perché Rukawa si trovò incollato addosso delle matricole, metà dei dementi amici
di Sakuragi e pure la Babbuina. Ayako quasi gli ruppe delle costole ma in
effetti festeggiare era d'obbligo, anche se non era mai stato il tipo. Accidenti
a quel do'aho, a Mitsui che faceva perdere vent'anni di vita e anche a quella
matricola! Dette un sospiro, passandosi le mani fra i capelli. Evvai...era
fatta. - AHA HAHA AHAHAH! CHI SONO IO?? SONO IL TENSAI DEL BASKET!- Gli
passò la gioia quando sentì quella ghignata demenziale. Eccolo lì, il cretino.
In mezzo al campo come una scimmia, con Manabe attaccato al braccio che
sprizzava gioia da tutti i pori e a momenti piangeva per la commozione. -
Poveri noi.- disse ancora. Sentì Anzai ridere al suo fianco, battendo le
mani. Ma si, il do'aho era stato bravo. Un dunk eccezionale. - Avanti gente!
Adesso venite qua e baciatemi i piedi! Sono il Genio io!- - Sei un coglione,
se non c'era Manabe a passarti la palla eri fottuto!- ghignò Mitsui passandogli
a fianco. - Senpai, grazie mille per il passaggio!- cinguettò subito Rei,
tutto rispettoso - Non fosse stato per te non ce l'avrei mai fatta. Grazie per
la possibilità che mi hai dato!- - Mamma mia che fraseggio.- disse Ryota
serafico - Un paio di mesi con te Hisa e sarà tutta un'altra cosa.- - Ehi
lava scale, aspettate un attimo!- continuò a strombazzare Hana strepitando come
una ragazzina - Qua dovete fare le congratulazioni a me, non alla seghetta,
chiaro?- - E insomma, basta!- Akagi concluse la giornata stendendo
definitivamente con un pugno lui, Mitsui e pure Ryota che per una volta non
centrava nulla - Avanti, filate a salutare gli avversari! E attento dove metti i
piedi, intesi Sakuragi?!- - Razza di Gorilla...- sibilò, andando da Akira
massaggiandosi la testa - Quello è un tiranno!- Sendoh rise seriamente
divertito, intento a massaggiarsi il fondoschiena che aveva battuto quando Hana
gli era caduto addosso - Davvero Hana, mi hai stupito sai? Era da un po' che non
giocavamo contro e ho notato in te...non so, degli strani atteggiamenti che
prima aveva visto solo in Rukawa.- - Come scusa?- - Ma si...anche lui
aveva qualcosa di diverso.- - Mah...se non altro non si è addormentato in
panchina. Vero kitsune?- - Do'aho.- rognò Kaede, che salutava Uozumi vicino a
loro con Akagi. - Veramente un'amichevole eccezionale.- disse Sendoh ad
entrambi - Non so cos'abbiate fatto quest'estate ma è stata davvero dura. Vorrà
dire che nelle partite vere dovrò impegnarmi sul serio.- - Non fare il figo,
razza di bestia!- sentenziò il rossino fissandolo storto - Piuttosto...che mi
dicevi prima riguardo a domani? Se vuoi che ci vediamo devi aspettare la sera.
Domani Raim ha la partita e...AHI! Cazzo! Ma che ti prende deficiente di una
volpe!?- sbraitò, dopo che Rukawa era scattato a molla a ficcargli un calcio nel
fondo schiena. - Oh, Kotobuki ha una partita?- cinguettò infatti subito Akira
accendendosi come una lampadina, conquistandosi mille maledizioni da parte del
volpino - E la fa qua? Cosa gioca?- - Pallavolo. Non è della squadra, fa da
sostituta.- lo informò il rosso, non sapendo che Rukawa l'avrebbe aspettato
fuori per cambiargli i connotati una volta per tutte - Se vuoi ci vediamo
dopo.- - Ehi, di che parlate?- Ed eccola che arrivava. Kaede aveva capito
subito che Raim aveva il brutto vizio di apparire sempre quando era meno
necessaria. Miseria e adesso come ne usciva? - Kotobuki ho sentito che domani
hai una partita!- disse Sendoh con la sua faccia migliore. - Si, è vero.- gli
sorrise lei, tranquilla - Ma non sono più parte del club di pallavolo.- -
Sono sicuro che sei bravissima comunque!- continuò il porcospino, facendo
svenare Rukawa. Mamma mia, non metteva in dubbio che ci sapesse fare con le
donne ma Raim era la "sua" rossa, poche storie! Ci stava deliberatamente
provando! Era incredibile la sua faccia tosta! - Stavo dicendo che noi
veniamo qua domani a vederla giocare.- s'intromise Hana, dopo aver scoccato una
strana occhiata a Kaede che ribolliva silenziosamente - Perché non vieni? Poi
potremo parlare tranquilli in un bar o a cena.- - Perfetto. Ammesso che a
Kotobuki non dia fastidio.- tubò Akira e naturalmente la loro seconda manager
disse che non era assolutamente un problema e che le avrebbe fatto piacere. Ma
porca miseria! Prima strozzava lei e poi l'hentai! - Noi veniamo tutti per
l'una.- lo informò Sakuragi, mentre il numero sette del Ryonan si rivestiva
rapidamente e tutto libidinoso - Se vuoi ti vengo ad aspettare fuori. Ti
confesso che mi hai incuriosito.- - Bene, l'importante è che ci siate
comunque tutti.- replicò Akira serio - E' importante.- - Per Raim questo ed
altro.- rise Hana - Bhè...tutti tranne la volpe che se ne sta a casa a
dormire.- - No.- Il gruppetto si zittì, Raim compresa. - No?-
riecheggiò Hana - Domani è sabato. Tu dormi fino alle due di pomeriggio di
solito.- Col cazzo! Dormire e lasciare la sua merce nelle mani del maniaco?
Neanche per sogno! Piuttosto si sarebbe sorbito una maledetta partita di
pallavolo ma la sua Raim non l'avrebbe lasciata nelle grinfie di Akira Sendoh,
tantomeno poi in quelle di Mitsui. Le palle! Ormai era guerra! - Sendoh ha
detto che ci deve parlare no?- continuò, strascicando le parole - Mi
interessa.- - Ti interessa?- Hana era sempre più sconvolto - Che c'era
nell'acqua che hai bevuto kitsune?- - La stricnina che metterò nella tua se
non taci.- gli soffiò addosso il moro, irritato - E adesso scusate ma vado a
farmi una doccia. Ci si vede.- e senza aggiungere altro se la squagliò prima di
mettere in piazza altro davanti a Raim che cominciava a non capire più niente di
quel suo strano modo di fare. Mah...che fonte di sorprese che era la
volpe. Un sorriso le curvò le labbra ma subito si spense quando colse su di
sé un'occhiata minacciosa. Sapeva chi era. Ma non si volse. Non fiatò. Li
lasciò andare via esattamente com'erano arrivati...ma avrebbe dovuto stare
attenta a tornare a casa quella notte. Non doveva farsi seguire...o per lei
sarebbe finita male. Continuò a sentirsi gli occhi puntati addosso per tutto
il tempo in cui Anzai e Taoka si salutarono, poi quando si svuotò la palestra
cercò di calmarsi...ma non ci riuscì. Sapeva che erano lì fuori. Erano solo
in due ma Soichiro era tre volte lei e Eikichi non aveva mai accettato un no
come risposta. Presa seriamente dal panico, perché sapeva esattamente di cosa
erano capaci il suo fratellastro e il suo migliore amico, Raim si fiondò negli
spogliatoi dei vittoriosi festanti, incurante di ciò che non avrebbe dovuto
vedere. - Ragazzi, ho bisogno di un passaggio a casa!- disse subito, andando
dritta al punto - Qualcuno di voi è in macchina?- I ragazzi la guardarono
straniti. Sembrava preoccupata. - E' successo qualcosa Raim?- le chiese Ryota
dal box della doccia. - No, no...- si affrettò a tranquillizzarli - Ma fuori
fa più buio del solito.- - Tranquilla Kotobuki, ti porto io se vuoi.- le
disse Kogure, che si era già rivestito. - Oh, grazie senpai!- sorrise,
sollevata - Allora ti aspetto fuori e scusa tanto il disturbo.- - Ma
figurati, è un piacere!- rispose l'altro, arrossendo come al solito. - Ehi,
marpione...- lo stuzzicò Ryota una volta che fu uscita - Non allungare le mani
sai?- - Oh, ma finitela una buona volta, razza di maniaci!- Mentre il
fracasso e la gioia della vittoria invadevano lo spogliatoio, c'era però
qualcuno che non si era bevuto l'aria strana della loro tostissima manager.
Rukawa si stava asciugando i capelli, ripensando alla sua
espressione. Sembrava...spaventata. In ansia. E Raim non era ragazza che
stesse in ansia per nulla. Certamente nascondeva qualcosa...e ora stava solo
a lui capire cosa.
raim3
Salve ragazzi, piccola
specificazione: la descrizione dei personaggi, in termini tecnici fatta da
Takeru, arriva dal sito slamdunk.it, The Genie of Basket. Un bacio.
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Capitolo 4 *** Il Bacio della Volpe ***
Grazie a Dio finalmente il Ryonan se n'era andato. Erano le sei
e mezza e cominciava a fare buio ormai quando Rukawa uscì dagli spogliatoi con
il do'aho, il tappo, il teppista, il Gori e la matricola "sollecita" attaccati
alle costole. Era abbastanza stanco ma niente gl'impediva di continuare a
pensare alla loro vittoria e a Raim, che se n'era andata con Kogure in macchina
con uno sguardo che non le aveva mai visto. Chissà che passava per la testa
di quella stramaledetta peste dai capelli rossi? Si fece scappare uno sbuffo,
cosa che non sfuggì a Mitsui mentre aspettavano che Akagi fosse andato al
parcheggio a prendere la macchina. - Da qualche tempo sei un po' strano
Rukawa.- gli disse la guardia serafica, accendendosi una sigaretta. Evitando
ti prendergliela e romperla in due, cosa che avrebbe scatenato una rissa che
Kaede non sapeva bene come sarebbe andata a finire, ascoltò stranito le sue
parole. - In che senso?- chiese, con la sua parlata roca e
assonnata. Mitsui alzò le spalle, divertito - Non so spiegartelo bene...ma la
tua mimica facciale è diversa.- Voleva litigare o cosa?, pensò
incazzoso. Chissà se riusciva ad irritarlo a sua volta, per vendicarsi delle
sue frecciate filosofiche! - Con chi è che te la fai?- Hisashi, che non si
era aspettato una risposta e tantomeno una tale domanda, rischiò di strozzarsi
col fumo. Dopo aver dato un paio di colpi di tosse, rialzò lo sguardo
sinceramente confuso. - Come scusa?- - Hn...- Rukawa lo guardò di traverso
- Con chi te la fai del club di ginnastica ritmica?- gli richiese, già seccato
di dover sprecare troppo fiato per quel teppista che tanto aveva capito
benissimo di cosa parlava. E infatti vide il loro numero 14 allargare gli occhi,
sconvolto. - Chi ha cantato?- gli sibilò. - Nessuno.- sbuffò Rukawa.
- Allora mi hai visto...- - No.- - E allora come cazzo fai a saperlo
kitsune?- sbottò di nuovo Mitsui, cominciando ad alterarsi. - Ho visto una
maglietta di quelle del loro club fuori dal tuo borsone.- - Ah.- Mitsui
continuò a guardarlo di sottecchi - Potrei anche dirtelo ma la cosa che non mi è
chiara è come mai a uno come te è saltato in testa di farmi questa
domanda.- Ci mancava anche che pensasse che era gay!, pensò esasperato. Però
si era fregato da solo, cazzarola! E adesso che gli diceva? Forse, in maniera
contorta, poteva farsi dire cosa c'era fra lui e Raim! Kaede Rukawa, il do'aho
non ti deve chiamare volpe al vento, cerchiamo di cimentare il tuo soprannome,
forza! Peccato che fra tutti i suoi compagni, Hisashi Mitsui fosse quello più
sveglio di tutti, specialmente il più sensibile ai cambiamenti d'umore altrui e
soprattutto alle espressioni degli amici. Incastrarlo non sarebbe stato
facile. - Vorrei solo che la mania di farsi le manager non si allargasse
anche a te.- bofonchiò apatico, deciso a giocarsi le sue carte da attore e
indicando Ryota che camminava alle loro spalle attaccato ad Ayako. Hisashi lo
ascoltava tranquillo ma chissà perché il volpino non gli sembrava come al
solito. Fare domande simili, allusioni...no, non era da lui. Non è che...voleva
sapere se andava a letto con Raim? Si, in effetti l'aveva visto molto sciolto
con lei, cosa assurda visto che in tre anni che lo conosceva il ghiacciolo non
aveva mai dato confidenza a nessuna ragazza di quella scuola. Con Raim
invece...si faceva massaggiare il braccio col crampo, la guarda agli
allenamenti, quando lei parlava l'ascoltava quasi... - Ci ho provato con Raim
quest'estate.- cincischiò, deciso a tenerlo un po' sulla corda e a valutare per
bene se la sua idea fosse vera - Ma fra noi l'intesa era solo su un
piano.- Un attimo e vide la mascella di Rukawa contrarsi, così scoppiò a
ridere ma si fermò prima di farlo arrabbiare sul serio. - Non vado a letto
con Raim.- Bene, primo punto. Non erano ancora andati a letto insieme. -
Non m'interessa quello.- mentì, falso come Giuda. - E non ci andremo mai. Non
è lei del club di ginnastica ritmica che mi sono fatto e comunque con quella è
stata solo un'avventura.- continuò Mitsui, abbassando il tono di voce come se si
sentisse spiato. Kaede ne rimase un po' stupito. Mamma mia...non è che quel
cretino si faceva una minorenne con qualche minaccia?? Da Mitsui ormai si
aspettava di tutto. - Perché me l'hai chiesto? Non è da te.- gli disse l'ex
teppista, scrutandolo sornione. - Te l'ho detto. Era per non avere altri
idioti che sbavano in palestra.- replicò la kitsune gelida. - Ok...- concesse
Hisashi, per nulla convinto - E tu Ru? Quando ti decidi a trovarti la ragazza
eh?- - Però...da uno come te mi sarei aspettato inviti a trovarmi più
ragazze.- considerò con sarcasmo. - Si...ma non mi sembri il tipo da orge. Ma
l'apparenza inganna.- - Hn.- - Ehi di che parlate lì davanti? Sconcezze?-
ridacchiò Ryota dalle retrovie. - Come no...Rukawa non è mica come Mitsui!-
sbottò Ayako. - Che ne sai...magari sotto quella faccia da angelo c'è
tutt'altro!- - Cosa sarebbe la kitsune?- s'intromise come al solito Hana - Ma
per favore...è un teppista!- - Aspetta che me la segno questa.- ghignò Miyagi
sarcastico - Ha parlato quello che ha cominciato la sua onorata carriera alle
medie! L'unico che ti tiene a freno è Mito!- - Eh, ci va una pazienza...-
sbuffò Sakuragi con aria teatrale - Avanti ragazzi...per che ora ci troviamo
domani?- - Ma che ne so...- Mitsui dette un tiro, passandogli la sigaretta -
Guarda te se quei cretini degli arbitri di pallavolo devono dare il tormento per
la loro disponibilità anche al sabato. Io arrivo per l'una e mezza.- -
Perfetto. Kit, riaccompagnami a casa.- - Come sarebbe?- rognò Rukawa - Tocca
a te oggi.- - Nel mio condominio stanno risistemando i box.- lo corresse il
rossino - Quindi devi tenerti la mia adorata Hondina per tutto il fine
settimana! Capito? Trattamela bene!- - Hondina?- fece Rei Manabe sconvolto -
Hai un dato un nome a una moto senpai?- - Quello dà il nome a qualsiasi
cosa.- rise Ayako - Allora ci vediamo qua domani per il tifo gente. Vedete di
non arrivare in ritardo come al solito capito?- - Ma come? Non vieni in
macchina col Gori?- si stupì Hisashi. - No, faccio due passi.- rispose la
loro manager. - E io l'accompagno!- cinguettò Ryota con aria libidinosa
mentre la povera Ayako roteava gli occhi al cielo. - Tanto non te la molla,
cerca di ficcartelo in testa!- gli cantilenarono dietro Hana e Mitsui, mentre i
due se ne andavano per la loro strada - Continuerai ad andare in bianco fino
all'università!- Prendendosi dietro bestemmie a tutto spiano finalmente tornò
il Gorilla con la macchina che caricò Mitsui e Manabe. - Voi due vedete di
non uccidervi con quella moto, intesi?- sbraitò il capitano prima di sgommare
via a tutto gas. La cosa detta da lui faceva davvero ridere visto che perfino
Hisashi guidava meglio di Akagi. Rimasti soli, volpe e scimmia
s'incamminarono al parcheggio dei mezzi piccoli, stremati dalla
partita. Necessitava una bella dormita...dopo una bella mangiata, questo era
chiaro! - Questa me la devi proprio spiegare Kit.- Rukawa, che si stava
infilando il casco, portò lo sguardo minaccioso sul do'aho. - Che cosa?-
sibilò, già sapendo dove voleva andare a parare. - Domani avresti passato la
giornata a dormire. Mi spieghi perché vuoi venire con noi?- disse Hana, salendo
dietro di lui e infilandosi il casco a sua volta - Non è da te essere tanto
socievole, sai?- - Hn.- - Hn cosa?- riecheggiò il rosso - Allora? Cos'è
sta smania di sentire quello che dice Aki?- Andasse al diavolo Sendoh, sai a lui che gliene
fregava di vederlo! Il problema era che allungava troppo gli occhi sulla
sua
proprietà, anche se non ancora dichiarata, che altri non era
che Raim. - Mi hai anche preso a calci quando l'ho invitato! Possibile che
proprio tu non riesca a essere gentile con la gente?- E possibile che quel
maledetto do'aho non fosse capace a tacere? Per tutta risposta Rukawa mise
fine alla conversazione mettendo in moto e partendo a razzo, rischiando di far
volare via Hana che si aggrappò a lui per un soffio. Lo sentì sbraitare per
tutto il tragitto cose che assolutamente non gli passò neanche per l'anticamera
del cervello di stare a sentire e arrivato sotto a casa sua quasi lo buttò giù a
calci di nuovo. - Ehi, voi due non vi smentite mai eh?- ridacchiò una voce
alle loro spalle. Si voltarono, trovando Mito e Okuso sulla porta
dell'edificio. - Ragazzi...oh no! Non ditemi che siete a cena anche stasera!-
ringhiò Sakuragi distrutto. - Pare di si!- rise Okuso - Hai la casa libera
no?- - Razza di parassiti!- - Bella partita, complimenti.- aggiunse Mito,
rivolto anche a Rukawa - Siete stati bravissimi.- - E certo...il Tensai è una
garanzia, cosa credi!?- - Ma quanto cazzo sei deficiente.- gli disse Okuso,
sbuffando. - Do'aho.- rincarò anche Kaede, rimettendosi in sella. - E sta
zitto kitsune polare! Domani vedi di non arrivare davanti ai cancelli sparato
per uccidere Aki, capito? O è la volta buona che ci sbattono in galera tutti
quanti! Capito Kit?...E non ignorarmi quando ti parlo!- Rukawa non si sprecò
neanche a salutarlo, anche se fece un breve cenno a Mito che lo ricambiò con un
sorriso. Sfrecciando per le strade di Kanagawa per un attimo Kaede ripensò
alla madre e agli amici del do'aho. Gli stavano sempre vicino, anche quando
era solo aveva la casa invasa da gente...certo, lui non l'avrebbe sopportato
ma...l'idea di tornare alla sua villetta solitaria e fredda quella sera non gli
piaceva per niente. Era buio e correre a tutta velocità sotto i lampioni
della sua via non l'aiutò a sentirsi meglio. Non sapeva perché...ma sembrava che
la strada si stesse chiudendo su di lui. Gli sembrava di non riuscire a
respirare. Si sentiva in gabbia...e pensò che ora Hana era a casa sua,
attorniato da risate. Appena arrivato accese tutte le luci della villetta,
sparando la radio a palla. Non poteva sopportare il silenzio ora come ora. Non
riusciva a resistere. Mangiò svogliatamente e verso le nove si mise davanti
alla finestra, mentre dal suo stereo la voce fantastica di Bon Jovi gli
riportava le parole di una canzone che ora gli calzava a pennello. You give love a bad name
. Anche lui se n'era sempre tenuto alla larga...dall'amore. Lo
considerava un impiccio, un dolore. Almeno da quando i suoi erano morti e
l'avevano lasciato da solo. L'amore. L'amicizia. Niente, cenere e fumo. Una
pia illusione. Da qualche anno però non era più solo. Il basket l'aveva
tirato fuori dalla tana. Il do'aho, a suon di botte e testate, gli aveva
riportato il suono delle risate. E Raim? Quella domanda gli fece abbassare
lo sguardo dalle stelle di un cielo che si stava velocemente coprendo. Chissà
dov'era Raim? Chissà com'era stato per lei amare quel tizio che se n'era
andato. Chissà come sarebbe stato farsi avvolgere da quel sorriso bellissimo,
da quelle sue braccia esili. Com'era strana la vita. Uno scontro e una rossa
dispotica gli aveva fatto perdere la testa...e forse anche il cuore. In preda
al soffocamento e all'orribile silenzio che aleggiava intorno a lui andò in
camera sua. Prese un paio di jeans, s'infilò una maglietta dalle maniche lunghe,
sopra una dalle maniche corte, prese il bomber e uscì da casa. Risalì sulla
Honda e senza una meta precisa cominciò a girovagare come un'anima in pena, ma
non gl'importava. Non quella notte. Voleva solo sentire l'aria sul viso e
sentirsi libero di andare dove voleva. La città era piena di vita, vedeva
gente per le strade che chiacchierava, sorrideva, ragazzini che urlavano,
teppisti che si nascondevano nei vicoli bui, luci al neon... Il tempo passava
veloce...mentre lui era rimasto fermo, immobile come un oggetto per troppo a
lungo. E totalmente preso dai suoi pensieri, come se fosse stato il suo cuore
a condurlo in quel luogo, passò davanti all'angolo in cui per ben due volte si
era scontrato con Raim. E il caso volle che accadesse di nuovo... Sfrecciando
come un forsennato sulla Honda quasi rischiò di ucciderla. Se la vide spuntare a
fianco all'improvviso e la scartò per un soffio, facendo stridere i freni della
moto. Si fermò imprecando e si levò il casco. - Cazzo! Ma cosa accidenti
credevi di...- la sua rabbia si smorzò quando la vide pallida come un cencio.
Ansante, doveva aver corso al buio...perché lo guardò come se fosse stato la sua
unica salvezza. Rapidamente registrò il fatto che aveva una mano dalle nocche
arrossate e la camicia bianca, sotto uno scalda cuore rosa, con alcuni bottoni
saltati. In quel momento delle voci giunsero dal vicolo in cui aveva corso a
perdifiato la ragazza e lei si girò, tremando. Qualcuno la inseguiva. Si
volse di nuovo verso di lui e Kaede non ci pensò su neanche un secondo. -
Sali!- le ordinò e un attimo dopo Raim fu da lui. Cavalcò la moto, gli strinse
alla vita con tutta la forza che aveva e Rukawa rimise in moto, vedendo appena i
due tizi che erano comparsi alla luce dei lampioni. Un tizio coi rasta, l'altro
con una catenella argentata al collo. Sebbene avesse voluto fermarsi per
prendere quei due bastardi a pugni capì che non poteva. Raim, dietro di lui,
probabilmente non gliel'avrebbe permesso. Appiccicata alla sua schiena poteva
quasi sentire il suo cuore scoppiarle nel petto. Doveva essersi veramente
spaventata. Fu sotto un semaforo rosso, lontano dall'angolo dei loro scontri,
che la sentì tirare il fiato senza però smettere di stringerlo forte per la
vita. E Kaede fece una cosa che desiderava fare da un pezzo, anche se non
l'avrebbe mai ammesso. Levò la mano dalla frizione e la portò a quelle di Raim,
che lo abbracciavano in vita. Tentennante, gliele strinse e lei fece lo
stesso. - Dove vuoi che ti porti?- le sussurrò, mentre il semaforo tornava
verde. - Dove vuoi...ma andiamo via.- alitò sulla sua spalla. E così fece,
con uno strano stato di eccitazione e ansia che gli chiudeva la bocca dello
stomaco.
Verso le undici di quella stessa sera Mito e Okuso uscirono
dalla casa di Hana dopo aver fatto un macello in cucina e averlo lasciato solo a
rimettere a posto quella baraonda, bestemmiando come un dannato. Dopo essersi
separati però visto che Okuso abitava lontano, Yohei si accorse che qualcosa non
andava. Si guardò attorno: il condominio dove abitava Hanamichi era a fianco
quello dove abitava lui. Era circondato da altri stabili famigliari dove tutti
si conoscevano e lì davanti c'era un piccolo parco di alberi alti
che...nascondevano alla perfezione chi non voleva essere visto. Si accorse
perfettamente che qualcuno lo fissava e che fissava la casa di Sakuragi ma fece
finta di non essersi accorto di nulla, per aver qualche minuto per
pensare. Nessuno lo seguì, quindi questo significava che chiunque fosse
nascosto e appartato negli angoli dello stabile stava controllando Hana. Doveva
allontanarsi e dargli un colpo di telefono ma una volta nelle vie del centro gli
capitò un'altra grana. Era davanti a uno dei classici negozietti mobili di
yakisoba e ramen col cellulare all'orecchio quando, dall'altra parte del corso
centrale di Kanagawa, vide una faccia conosciuta. Hisashi Mitsui era davanti
a un distributore di sigarette e con aria vaga stava ascoltando quello che un
tizio dai capelli biondo platino, tinti alla grande e raccolti in una coda, gli
stava dicendo. Per un attimo gli occhi di Mitsui incontrarono quelli di Mito
e non ci fu espressione che Yohei avesse potuto intendere più di quella. Li vide
imboscarsi in una via, dopo che il biondo ebbe acceso la sigaretta al tiratore
da tre punti dello Shohoku. Gesto strano, che poteva essere inteso in più modi.
Attese qualche secondo, poi li seguì. Intanto Hisashi fumava tranquillo,
in piedi in mezzo a un vicolo fra un Love Hotel e un pub dall'aria
fatiscente. Accidenti, pensava annoiato. Ci mancava incontrare quello a
quell'ora infame. Aveva una fretta pazzesca e una persona speciale che
l'aspettava a letto. Era uscito per comprare le sigarette e invece ora si
ritrovava invischiato con quel platinato. - Mi stai ascoltando
bello?- Mitsui risollevò lo sguardo troppo limpido sul fatto che si stava
rompendo le palle ma il suo interlocutore, alto qualche centimetro più di lui,
continuava a sorridere sicuro di sé. - Si.- bofonchiò Mitsui - Ti
ascolto.- - Non fare il figo.- lo avvertì Soichiro Shoji, avvicinandosi
appena - Questo era solo un avvertimento.- - Ho capito.- Ma perché tutti a
lui? Quegli idioti dello Shikuda, perché quello era palesemente uno dello
Shikuda visto la faccia da galera che aveva, non potevano dare il tormento a
Rukawa o ad Hanamichi che tanto il sabato sera si facevano le seghe da soli?
Mah...forse Hana no, perché ora stava con quella piattola della sorella del
capitano. E probabilmente neanche Rukawa, visto che faceva domande strane di
recente... - Pensaci e avvisa gli altri, mezza sega.- continuò Shoji con tono
di chi ti fa un favore - Non vorremmo dover arrivare alla partita con voi che
ancora non avete capito come stanno le cose.- - Ti posso assicurare che sei
stato chiaro.- sbottò Mitsui, guardando l'orologio. Merda! Se non si sbrigava
Jun l'avrebbe lasciato in bianco! - Hai finito? Avrei altro da fare.- ma non
finì di dirlo che Shoji scattò contro di lui con un ghigno perverso sulla
faccia. Se l'era aspettato e così quando ricevette una ginocchiata nello stomaco
fu abbastanza forte da non piegarsi a terra anche se non aveva previsto una tale
forza. - Adesso ti è entrato in testa?- gli sibilò Shoji all'orecchio - Dillo
agli altri coglioni che stanno con te... o a partire dal tuo ginocchio verremo a
spezzarvi le ossa uno a uno.- Si scostò da lui e sputando a terra fece per
andarsene ma sull'entrata del vicolo trovò Mito. Gli ghignò in faccia, gli
dette una spallata senza ricevere risposta e finalmente sparì. Yohei non lo
degnò di una seconda occhiata, portando lo sguardo su Mitsui che si teneva lo
stomaco. Passò qualche minuto, il fiato del numero 14 tornò e quando sollevò
il viso, vide Mito ridere. - Ma che vergogna...- soffiò Yohei sagace - Te le
sei fatte dare Mitchy!- - E già.- Mitsui si rimise tranquillamente eretto,
massaggiandosi appena lo stomaco - Sai, anni fa ho deciso di fare a botte con
una sola persona. Un tizio che m'ha gonfiato a suon di pugni. Una fottuta
matricola.- - Era forte quello!- ridacchiò il migliore amico di Hanamichi,
andando a dargli una mano - Dai, andiamo via da qua.- Di nuovo in mezzo al
corso illuminato di negozio e colmo del baccano che procurava la gente, si
fermarono a una macchinetta a prendere del caffè istantaneo, tanto ormai
l'appuntamento della guardia dello Shohoku era sicuramente saltato ma quando
sentì da Mito che c'era qualcuno appostato sotto alla casa del Tensai cominciò a
presagire il peggio. - Conoscendo quel demente, se l'attaccano credo che non
starà fermo senza replicare.- sbuffò Mitsui, portandosi la lattina calda alle
labbra. - Mi stupisci sai? Sei stato tanto controllato da non reagire.
Incredibile.- rise Mito, camminandogli a fianco - Non sei più quello di due anni
fa.- - Te l'ho detto. Ho cambiato idea su certe cose a suon di pugni.-
ammise, divertito - Ma il fatto che lo Shikuda si sia permesso di venirmi ad
avvisare non mi piace per niente.- Già, pensò Yohei mentre si fermavano in
una piazzetta. Né Hana, né Miyagi e tantomeno Rukawa come Mitsui non erano mai
stati tipi da subire passivamente. E stavolta rischiavano davvero. Lo vedeva
dagli occhi di Hisashi che vibravano, incendiati. Quel tizio l'aveva fatto
incazzare davvero, insieme alla rete che stavano tessendo attorno allo
Shohoku. - Li ho visti in palestra oggi. C'erano tutti e cinque allora. Sono
dello Shikuda.- disse, cominciando a capire dopo ciò che gli raccontò il
tiratore da tre - E Hana a cena mi ha detto che hanno rotto un braccio a
Sendoh.- - Si, ma quello ha rotto il naso a Takeru.- sbuffò l'altro,
accendendosi un'altra sigaretta dopo aver perso la prima nel vicolo dopo il
calcio di Shoji - Non so tu ma di quel cretino di Hanamichi non mi fido
molto.- - Infatti, volevo tornare a casa sua a controllare.- gli disse
Mito. - Ok, allora vengo con te visto che attorno a casa sua ne hai contati
più di uno. Ma prima facciamo un paio di telefonate, per vedere come stanno gli
altri.- - Perfetto.- e intanto s'incamminarono di nuovo verso la tana del
Tensai.
Rukawa si accostò alla fontanella, tirando fuori dalla tasca
il fazzoletto bianco che Raim settimane prima gli aveva legato al polso. Lo mise
sotto l'acqua fino a inzupparlo, poi lo strizzò e tornò sui suoi passi. Erano
al campetto dove lui e il do'aho si allenavano tutte le mattine da circa
mezz'ora, vicino alla spiaggia. Raim stava seduta sulla collinetta d'erba
alla sinistra del campo, dove c'era il parcheggio. Le gambe lunghe stese
davanti a lei, aveva l'aria persa nei suoi pensieri e non aveva detto una parola
da quando erano scesi dalla moto. Quando la raggiunse, sollevò gli occhi verdi e
lui si sentì rimescolare tutto ma non lasciò trapelare alcune emozione che non
fosse una sorda rabbia. Guardò la sua mano destra dalle nocche arrossate e
gonfie e i bottoni che mancavano dalla sua camicia bianca. Se prendeva i
bastardi che l'avevano seguita per saltarle addosso li ammazzava. - Dammi la
mano.- le ordinò. La rossa lo fece senza protestare ma sorrise quando vide il
suo fazzoletto. Rukawa glielo legò dolcemente sulle nocche, poi fece un nodo e
finalmente le si sedette accanto. Stava solo cercando un modo per iniziare la
strigliata che stava per darle senza un insulto ma quando la sentì sogghignare
divertita perse tutti i suoi buoni propositi. Ma come cavolo faceva a stare
così tranquilla? Non aveva proprio paura di niente?? - Non c'è niente da
ridere.- scandì serio - Sai cosa potevano farti?- - E io ti ripeto per la
millesima volta che mi so difendere.- rispose Raim tranquilla. - S'è visto.
Quando sei salita sulla moto tremavi come una foglia.- le ricordò duro. -
Vorrei vedere te...- Raim lo inchiodò con gli occhi verdi di nuovo tristi - Non
è bello non poter girare da sola la notte perché dietro a qualsiasi angolo c'è
pronto un manico a violentarti sai? Ma tu non puoi capire. Qualsiasi teppista o
maniaco ci penserebbe due volte a metterti un dito addosso alto come
sei.- Si, in effetti non aveva tutti i torti. Non era una ragazza, non poteva
capire cosa volesse dire camminare nel buio di un vicolo e sentire dei passi
alle spalle, delle risate libidinose e cattive. Non poteva capire l'angoscia che
aveva provato. Comunque se non altro si era difesa a suon di pugno. Quella
ragazza non finiva mai di stupirlo. - Cosa ci facevi in giro a quest'ora?-
bofonchiò, deciso a mettere da parte la pigrizia e a chiacchierare un po' con
lei, ora che non c'erano i giro scimmie cretine che gli mettevano i bastoni fra
le ruote e porcospini bavosi. - A casa soffocavo.- gli confidò Raim,
stupendolo visto che le era parso il tipo che stava bene e serena ovunque -
Domani c'è la partita ed ero un po' in agitazione. Ho pensato che fare due passi
mi avrebbe disteso i nervi.- - Hn.- fece, guardandola storto - Non potevi
stare in centro?- - Che barba, è successo ormai Ru!- sbottò esasperata - Non
stare a rinfacciarmelo ogni cinque secondi!- - Ragazzina incosciente!- le
sibilò, mettendosi in piedi stizzito. Raim per tutta risposta tenne un po' il
muso ma poi, mentre lo vedeva in piedi contro la luce dei lampioni, si scoprì a
pensare che erano soli. E la cosa la rendeva felice. Ed eccitata. Era la
prima volta che lo vedeva in veste normale, senza la divisa scolastica o la
tenuta dello Shohoku. Era bellissimo, non c'era niente da fare. I jeans
chiari gli stavano perfetti e gli fasciavano le gambe e...tutto il resto, cosa
che Raim aveva subito notato dall'inizio e poi la cosa buffa era che senza le
scarpe da basket quasi non sembrava lo stesso. Aveva un paio di All Star blu
nere...chissà perché ma aveva sempre creduto che andasse in giro solo con le
Nike! Gli guardò la schiena larga, le spalle forti...e il torace che aveva
stretto fino a poco prima. Quando sotto al semaforo Rukawa aveva intrecciato
le dita con le sue, come per confortarla, aveva toccato il cielo con un dito.
Sorrise con amarezza, abbassando il capo. Quanto sei scema Raim, si
disse. Doveva smetterla di pensare a lui. Doveva farla finita o si sarebbe
conclusa male quella storia. Non si accorgeva però che anche Kaede la fissava
in modo del tutto particolare. Lì, nascosto dai chiaro scuri dei lampioni
sembrava più bella del solito. Saperla in pericolo gli aveva mandato il
sangue alla testa e se solo lei avesse saputo a cosa realmente pensava sarebbe
scappata a gambe levate. In fondo...si, i maniaci del vicolo erano diversi solo
nell'approccio. Perché anche lui non voleva altro che... Già, cosa vuoi
Kaede?, si chiese. Ti basterebbe davvero una volta sola? Una notte di sesso
per togliertela dalla testa di basterebbe? Lei non ci starebbe mai. Lei
non era come le altre. Qualsiasi altra ragazza del suo liceo non avrebbe mai
sperato in una tale proposta ma non Raim. Ma ora lei nella sua testa era
diventata un pensiero fisso. Più le stava accanto, giorno dopo giorno, e più
voleva vederla. Stava forse impazzendo? Si risvegliarono entrambi dai loro
pensieri quando sentirono una leggera vibrazione. La rossa guardò dentro al
casco che Rukawa aveva lasciato fra loro due, come per mettersi un muro. Dentro
ci aveva lasciato il suo cellulare. - Ma chi è a quest'ora?- chiese,
stranita. Anche Kaede non ci credeva. Il cellulare lo aveva comprato
unicamente per farsi avvisare da Kogure su eventuali cambiamenti degli orari
delle partite e l'unico a chiamarlo oltre al quattrocchi era suo zio, per
rompere. - A quest'ora sarà una ragazza.- rise Raim. - Hn.- bofonchiò,
afferrando l'infernale aggeggio. Ma figurarsi! Prima di dare il suo numero a una
di quelle deficienti della scuola si sarebbe fatto tagliare le mani ai polsi.
Comunque rispose e... - MA DOVE CAZZOOOOO
SEEEEEEEEEEEEIIIIIIIIII?????????- Investito da una bora e dalla voce tonante
che lo perseguitava da anni, Kaede Rukawa scostò il cellulare dall'orecchio
mentre Raim, allibita, lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite. Era
Hanamichi. - Dove cazzo sei, stupida volpe deficiente eh?????- tuonò ancora
il rosso dall'altra parte della città - Sono ore che ti telefono a casa ma non
risponde nessuno!! Ma lo sai che ore sono???- Ma cos'era, deficiente sul
serio allora!? - Sei ubriaco?- rispose Rukawa, senza badare alle sue
follie. - NON FARE LO SPIRITOSO!!!- sbraitò di nuovo Hana da casa sua,
agitando la cornetta come un forsennato mentre Mito cercava di calmarlo - E
allora? E' un pezzo che chiamo!- - Mi sono fatto un giro in moto, mamma.-
rognò a quel punto il volpino, sarcastico - Cosa vuoi do'aho?- - Sapere se
stavi bene!- Ecco, si, era ubriaco o strafatto. Sentì in sottofondo un po'
di baccano e rimase senza parole quando gli rispose Mitsui. - Ciao Rukawa!- gli
disse Hisashi sbadigliando - Scusa l'ora ma visto che non rispondevi a casa ci
siamo fatti dare il tuo numero da Megane-kun. Vedi, è successo un piccolo
casino.- e senza indugi gli raccontò che erano assediati nella casa del Tensai,
dell'avvertimento di Shoji nel vicolo e del fatto che stavano facendo un giro di
chiamate per vedere se andava tutto bene. Visto che non l'aveva trovato in casa
si erano un po' preoccupati. - Sto benissimo.- ribatté di nuovo, mentre Raim
gli stava terribilmente vicina per sentire a sua volta. - Infatti ci
preoccupavamo per i poveretti che avresti picchiato a sangue!- urlò Hana in
sottofondo. - Insomma, sta zitto demente!- sbraitò Mitsui, ficcandogli un
calcio - Allora se stai bene e non hai visto nessuno attorno a casa tua è tutto
a posto. Si vede che non sono riusciti a starti dietro in moto. Adesso avviso
Raim, poi chiamiamo anche il tappo e Ayako.- - Va bene.- sbuffò alla
fine. - Notte. Ci vediamo domani.- e Mitsui chiuse la comunicazione. - Ti
sta per chiamare il teppista.- l'avvisò, ficcandosi il cellulare in
tasca. Tempo qualche secondo di sconvolto da parte della rossa che ci aveva
capito poco e niente e squillò anche a lei il telefono. Rispose scambiandosi
un'occhiata vaga con la kitsune e Hana, maledicendo Rukawa e raccontandole tutto
quando con in sottofondo Mitsui e Mito che sbuffavano per la sua testardaggine,
la ragguagliò sugli ultimi fatti. - Non hai un posto dove andare stasera?- le
chiese il rossino - Non mi va di saperti a casa da sola.- - Hisa non ti ha
detto chi era quel tipo?- richiese lei. - Uno dello Shikuda coi capelli
tinti. Del quinto anno credo.- Rukawa la vide impallidire per un attimo ma
fu solo un istante, tanto che credette di esserselo immaginato. - Allora?
Puoi chiedere a un'amica di ospitarti?- la incalzò Sakuragi - Lo so che è tardi
Raim ma non mi va davvero di saperti da sola nella casa sulla spiaggia. Se ci
sono problemi puoi venire qua.- Piuttosto l'affogava nel fiume, pensò Kaede,
sentendo nitidamente quella proposta visto che la voce del do'aho per telefono
era proporzionale a quella che aveva quando strombazzava la grandezza del Tensai
ai quattro venti. Un corno, non ce la mandava a dormire nella casa col
demente dai capelli rossi! In più c'era anche Mitsui! No, no! Neanche a
parlarne! - Tranquillo, adesso chiederò a un'amica.- disse fortunatamente la
loro seconda manager - Proverò con Ayako o la senpai Kanzaki. Lei prima della
partita è sempre sveglia.- - Bene, allora noi cerchiamo Ryota.- -
Perfetto. Buona notte Hana. Ciao.- Chiusa la comunicazione, la ragazza
inspirò profondamente. Accidenti...era nei guai sul serio! Soichiro e Takeru
avevano iniziato a tampinare lo Shohoku! E adesso? - Vai a dormire da Ayako?-
le chiese Rukawa, risvegliandola. - Eh? Ah...si, adesso la chiamo. Spero solo
di non svegliarla.- e borbottando sulle rotture di palle del sabato sera Kaede
s'infilò nel campetto da basket, per lasciarla comporre il numero e ciarlare con
la loro amica in santa pace. C'era un pallone in un angolo del campo. Lo
prese e sentì che era abbastanza gonfio. Se lo rigirò fra le mani, pensando a
quella seccatura che era piombata addosso allo Shohoku fra capo e
collo. Avvisare Hisashi Mitsui, niente meno. Quel tizio dai capelli biondi
che Sendoh gli aveva mostrato in palestra quel giorno doveva essere lo stesso
suicida che aveva rischiato l'osso del collo quella sera con Mitsui nel
vicolo. Quello proprio era un graziato. Doveva essere un deficiente per
attaccarsi con uno come la loro guardia. La cosa che più lo stupiva però era
la pacatezza con cui Mitsui l'aveva avvisato. Mentre Hana come al solito aveva
dato in escandescenze, e chi non l'avrebbe fatto con la casa assediata?, Hisashi
era stato calmo. Si era preso un calcio e non aveva detto nulla. Però...il
teppista era proprio diventato un cucciolo. Continui a credere a Babbo Natale
Kaede? Ma non prenderti per il culo da solo! Come minimo la prossima volta
che Mitsui trovava quel platinato l'avrebbe spedito all'ospedale con
gl'interessi di quel calcio. Altro che far finta di niente. La sola cosa che
lo infastidiva era il fatto che quei bastardi dello Shikuda si permettevano di
andare a prenderli sotto casa. Allora Sendoh non aveva esagerato,
dopotutto. Si levò il bomber e lo legò in vita. Voleva fare qualche canestro
già che c'era ma rimase con le braccia a mezz'aria, con la palla ancora in mano.
Raim era entrata nel campetto...col cellulare in mano e l'aria sconvolta. Si
allarmò, credendo che fosse accaduto qualcosa ad Ayako ma quando sentì ciò che
era successo capì che forse Ayako era davvero da portare all'ospedale. Ma non in
uno qualunque. Al manicomio. - Ho...ho chiamato Ayako.- alitò Raim,
avvicinandosi pallida - E...e mi ha risposto...mi ha risposto
Ryota.- Miyagi? Rukawa lasciò cadere il pallone. Cosa???? - Era...era
un po' assonnato anche.- - Ma...hai fatto il numero giusto?- le chiese,
senza crederci. - Si, sono sicura.- disse con l'espressione ancora basita -
In sottofondo ho anche sentito Ayako che lo insultava ed è caduta la
comunicazione.- Bhè...quand'è che uno sbagliava a rispondere al suo cellulare
a quell'ora di notte? Quando una coppia...condivideva un letto e uno si
sbagliava a prendere uno dei due cellulari sul comodino. - Ce l'ha
fatta...roba da non credersi...- mormorò Raim, fissando il cellulare. E bravo
il tappo! Finalmente era riuscito a battere chiodo! E dire che neanche cinque
ore prima Hana e Mitsui l'avevano sfottuto sul fatto che Ayako era di cemento e
che non gliel'avrebbe data neanche se la pregava in arabo! - Non ci avrei
scommesso uno yen.- disse, ficcandosi le mani in tasca. Raim alzò le spalle,
tutta sorridente - Io sono contenta per lui. È innamorato cotto di lei da una
vita. Praticamente gioca bene e s'impegna per renderla felice.- - E' troppo
espansivo.- rimbrottò Kaede, guardandola mentre prendeva la palla da basket fra
le mani. - Si. Certe persone non sono capaci di non farti vedere quanto ti
vogliono bene.- sindacò, dandogli le spalle per girarsi al canestro - Ringrazio
sempre che ci siano persone come Ryota e Hana in giro.- - Hn?- fece Rukawa
alzando un sopracciglio. - Si.- rise, voltandosi appena sopra la spalla - Non
ti fa piacere quando qualcuno ti fa vedere e sentire chiaramente quanto tiene a
te?- - No.- sbottò seccato. - Dai, non parlo di quelle squinternate.-
cinguettò la rossa - Loro ti ammirano. Ma non ti conoscono. Parlo...che so, di
Hana per esempio!- - Di quale droga ti sei fatta?- Raim infilò il
canestro, attirandosi uno sguardo ammirato dalla volpe che però continuava a
fissarla come se fosse stata un'aliena. Hanamichi Sakuragi? - Ti piaceva
quando tua madre ti diceva che ti voleva bene?- Rukawa ascoltò la frase ma
era il suono della palla arancione che rotolava a terra che sentì
nitidamente. Sua madre...e suo padre... Quanto tempo era passato? Quanto
tempo da quando era morto con loro, in quell'incidente stradale? Cinque anni.
E da allora era vissuto nel gelo. Però certe notti...si, certe notti di pioggia,
quando neanche le coperte riuscivano a scaldarlo, c'era il ricordo di sua madre
a tenerlo al sicuro. Una carezza, un sorriso...i suoi occhi blu e le sue mani
lisce e dolci... E suo padre. Il giorno prima che morissero aveva giocato a
basket con lui. Andò a prendere la palla, senza rispondere, senza
fiatare. Fuori dalla lunetta alzò le braccia e fece canestro...proprio come
l'ultimo che aveva fatto suo padre, cinque anni prima. Sotto al ferro però
non c'era lui a riprendere la sfera...ma Raim, che lo guardò dritto. Negli
occhi uno strano miscuglio di dolore, comprensione...e stima. - I miei hanno
divorziato un anno dopo che ci siamo trasferiti in Giappone, da Los Angels.- gli
disse la rossa, rigirandosi verso di lui - Sembravano felici...ma poi qua tutto
è cominciato ad andare male. Avevo solo tredici anni... e mia madre è tornata in
America. Io la sento tutti i giorni...le voglio bene...ma se n'è andata. Mi
resta mio padre...- sorrise appena, intenerendosi - E' una brava persona...ma si
sentiva solo senza una donna. E fra tutte quelle che poteva scegliere, scelse
l'unica che mi rese la vita un inferno a casa nostra. Ho un fratellastro e anche
lui ce la mette tutta. Così l'anno scorso ho colto al volo la richiesta di Shiro
di andare a vivere con lui...- - E adesso sei sola.- - No...- Raim scosse
il capo, continuando a sorridere - Cioè...si, in effetti lo sono. A volte mi
sento mancare l'aria al pensiero che Shiro se n'è andato, che vivo in una casa
vuota. Mi sfinisco con lo studio e con la ginnastica ma non basta sempre. A
volte la notte fa freddo.- - Hn...gli uomini servono a questo no?- frecciò,
pensando all'ambiguità del suo rapporto con Mitsui. - Bhè, non tutti gli
uomini sono coperte decenti.- replicò sarcastica, poggiandosi la mano sul fianco
- E tu dovresti saperlo bene visto che non fili una ragazza neanche per
sbaglio.- - Hanno l'encefalogramma piatto.- - Ma guarda...sei anche di
gusti difficili col tuo brutto carattere.- e rigirandosi la palla sull'indice,
lo sfidò a negare. Quella sua brutta abitudine di sbattere le cose in faccia
alla gente non la perdeva mai vero? La sentì ridere e non poté arrabbiarsi,
non ce la faceva ad arrabbiarsi con quella peste dai capelli rossi. Gli
piaceva...si, gli piaceva stare con lei. Gli piaceva anche vederla
palleggiare, vederla tirare a canestro. Era brava. Forse se fosse stata un
ragazzo sarebbe stata un suo avversario. Com'è che invece adesso gli veniva solo
voglia di placcarla? - Senti un po' kitsune...- riattaccò dopo qualche
passaggio, andandogli di fronte e calcolando velocemente la sua altezza con
un'aria terribilmente ingenua -...c'è una tizia del club di basket femminile
della prefettura che è alta come te! Sembra un gorilla però, un vero armadio!
Quando ti arriva addosso ti uccide!- Ci mancava anche che si mettessero a
consigliarsi sulle tattiche ora... - Non riesci a schivarla?- borbottò,
guardandola palleggiare velocissima, quasi come Miyagi. - Ce l'ho fatta una
volta. La seconda mi ha fatto fallo e mi sono quasi rotta l'atlante.- -
Ah...- - Ah? Tutto qui?- lo incalzò la ragazza, passandogli la palla fra le
gambe e andando a canestro. - Perché non molli con tutto e non continui solo
con la ritmica, eh?- - Ma a me il basket piace!- - Hn. Voi ragazze
dovreste essere meno manesche. Comunque non mi hai risposto.- - Perché avrei
troppo tempo libero per pensare.- gli disse allora con una sincerità
impressionante. - Dormi.- - Certo, sulla bicicletta per investire la gente
che passa.- - O sui pattini per causare un trauma cranico ai disgraziati che
ti finiscono sotto le rotelle.- e senza aspettare altro le sfrecciò accanto, le
rubò la palla e andò a tirare. Al canestro pulito, Raim lo guardò con gli occhi
assottigliati. Era guerra. Si levò lo scalda cuore, buttandolo sulla panca e
si arrotolò le maniche della camicetta. - Che vuoi fare?- le chiese,
scioccando la lingua quasi divertito. - Che nessuno possa mai dire che io mi
tiro indietro.- sentenziò. Oh, quella si che era una bella serata!, pensava
Rukawa qualche minuto più tardi. Non aveva mai giocato contro una ragazza e in
effetti non gli era mai passata per la testa neanche l'ipotesi di una cosa
simile ma Raim era un'altra cosa. Lei era brava. Era veloce. Sapeva andare
all'attacco, sapeva studiarlo, sapeva schivare e fare le finte. E il suo
profumo ogni volta che si avvicinava lo mandava in delirio. La tortura vera
poi era sotto canestro. Trattenerla, anche solo farle da scudo con la schiena
era diventata più una lotta corpo a corpo. Ed era inebriante. Ansante e con
le ciocche di capelli che le sfuggivano dalla coda, era incantevole. Il modo
di muoversi, l'essere leggera e agile, l'agitarsi sinuoso dei fianchi, la curva
morbida del seno appena intravisto nella scollatura. Stava rasentando la follia
ormai e continuare a stopparla e a strusciarsi serviva solo a far comprendere
meglio anche a lei a che livello la scarica elettrica e l'attrazione sessuale
fra loro due fosse forte. Quando fu troppo pesante, schiacciati l'uno contro
l'altro, Raim dovette per forza staccarsi. Lo fece in maniera quasi brusca,
emettendo un gemito e allontanandosi. Le cadde la palla ma non se ne curò,
passandosi le mani sulla faccia. Era chiaro, ormai era palese. Talmente tanto
che per una volta anche gl'impenetrabili occhi di Rukawa le dicevano esattamente
quello che anche lei provava. Uno specchio. E nel riflesso dello specchio c'era
quello che lei voleva. Doveva dire qualcosa...e scappare in fretta, prima di
fare a pezzi tutto quanto ma non fece in tempo. Lui non glielo permise. -
Senti...io...noi non...- - Zitta .- Una mano sulla sua guancia, una debole
carezza...ed ecco l'inizio della fine. Deciso a commettere la follia più
grande della sua vita le passò velocemente una mano dietro alla nuca, un braccio
l'avvinghiò per la vita e fu contro di lui. A malapena Kaede riuscì a pensare
che non avrebbe potuto fermarsi neanche se il mondo fosse finito in quel preciso
istante. Era ipnotizzato letteralmente dai suoi occhi verdi che lo guardavano
come se lui fosse stato l'unico uomo sulla faccia della terra... Un
attimo...e le sfiorò velocemente le labbra, assaporandone il gusto. E si sentì
perso. E fu come perdersi davvero perché come entrambi terrorizzati che uno o
l'altra fuggissero, si strinsero tanto da fondersi. Raim si sollevò sulle punte,
gettandogli le braccia al collo nello stesso istante in cui lui s'impossessò
della sua bocca. Tempo dopo forse Kaede si sarebbe ricordato della sua
espressione quasi addolorata, mentre la baciava...ma in quel momento tutto aveva
perso di significato. La sentì gemere sofficemente contro le sue labbra e
allora spinse per scivolarle dentro. Mosse la lingua assecondando il proprio
istinto che cercava un contatto e che lo lasciò senza fiato mentre il suo cuore,
dopo tanto tempo, tornava a battere forte, fortissimo. Lentamente Rukawa prese
ad accarezzare la lingua della rossa, esplorando, invadendo, cercando, mentre le
mani di Raim gli accarezzavano dolcemente i capelli e il collo, schiacciandosi
sempre di più contro di lui. Sentirlo vicino ora era l'unica cosa che le
importasse davvero. Non immaginava di poter provare un tale senso di
appartenenza...con lui. I loro corpi sembravano essere stati fatti per unirsi.
Si separarono per riprendere a respirare prima di cercarsi di nuovo. Raim
sentiva quasi le farfalle nello stomaco. L'aveva dimenticata quella
sensazione...i crampi, il batticuore... - Raim...- Lei sollevò il capo
fissando su di lui due occhi resi incandescenti dalla passione in cui si poteva
leggere un desiderio così profondo da essere intossicante. La baciò di nuovo,
quasi sollevandola e facendola girare leggermente fra le sue braccia. Era
leggera...e fragile. Nessuno dei due seppe dire per quanto restarono a
baciarsi nel campetto, alla sola luce dei lampioni, ma verso l'una erano di
nuovo in moto, stretti l'una all'altro verso la villetta di Rukawa. Mise la
moto in garage, poi le prese la mano e la condusse dentro. Raim si guardò
attorno attentamente, studiando la casa della volpe. Non c'era niente che
v'indicasse una presenza femminile, c'era solo un po' di caos in soggiorno,
giornali sparsi in giro, una lattina di birra aperta sulla finestra. C'erano
solo due foto e stavano su caminetto di quelli nuovi e ultramoderni coperto dal
vetro ignifugo. Una ritraeva Rukawa con suo padre e sua madre. L'altra
ritraeva la squadra dello Shohoku dopo una partita. Sorrise guardandola ma
sentì presto lo sguardo blu di Kaede su di sé. - E' tardi.- le disse. - Lo
so.- annuì - Io dormo sul divano.- - Non serve.- borbottò facendole cenno di
seguirlo - C'è la stanza degli ospiti.- Lo seguì al piano superiore,
continuando a tenere la mano stretta nella sua. Arrivati di sopra le mostrò una
stanza con poca mobilia ma accogliente, con un letto da una piazza e mezza,
all'occidentale. - Sta qua.- le disse poi, sparendo in camera sua. Raim si
guardò attorno ma andò subito alla finestra, spalancandola. Il tempo era
peggiorato. Non si vedeva più neanche una stella ed era aumentata
l'umidità. - Pioverà.- mormorò a bassa voce, quando Kaede rientrò. La
raggiunse con in mano un paio di suoi pantaloni e una maglietta, appoggiandosi
accanto a lei. - Giocherete in palestra allora.- - Già.- inspirò l'aria
della notte, faticando a trattenere il cuore che le galoppava nel petto ma
sorridendo del pigiama improvvisato che le aveva consegnato il volpino. La sua
maglia a lei avrebbe fatto una scollatura indecente... - Grazie.- gli disse,
guardandolo. Rukawa non disse nulla, restando a scrutarla. Poi si chinò e la
baciò di nuovo, tenendole il viso fra le mani. E scottava. Ogni volta che la
toccava si sentiva scottare...la pelle di Raim era incandescente sotto le sue
dita. Ma qualcosa aveva fermato entrambi. Andare a letto insieme...fare
l'amore...sarebbe stato fantastico...ma c'erano ancora troppe cose che Kaede
ignorava. A partire dall'amore che forse lei nutriva ancora per il suo ex. E
non l'avrebbe toccata, anche se si sentiva impazzire, fino a quando non fosse
stata lei a chiederglielo. - Metto la sveglia per mezzogiorno.- le disse,
scostandosi appena e sfregando il naso contro il suo. - D'accordo.- mormorò
Raim sorridendogli a mezze labbra - Buona notte.- - 'Notte...- e dopo il
bacio che gli rubò, insieme a un battito del cuore, si chiuse con estrema fatica
la porta alle spalle. Una volta fuori si appoggiò alla parete...e si passò le
mani sulla faccia. Bravo Kaede, si incitò da solo. Continua così! Se riesci a
non entrare nella sua stanza stanotte e a violentarla puoi candidarti come
prossimo papa. E come ben sapeva, una volta a letto sotto le coperte non
servì a nulla contare le pecore, le scimmie e i gorilla. Cazzo, LUI CHE NON
DORMIVA! Hana l'avrebbe preso per il culo per un anno di seguito se mai fosse
venuto a sapere quella storia. Si rigirò come un dannato nelle lenzuola,
coprendosi il cuscino con la testa, cercando di mettersi in mille posizioni...ma
l'unica che gl'interessava era quella che presentava l'opzione di Raim sotto di
lui nuda a gemere come una pazza. No, no! Non doveva pensarci! Una doccia
fredda! Ecco cosa gli serviva! Detto fatto saltò giù dal letto e si fiondò in
bagno, ficcandosi immediatamente sotto il getto ghiacciato...e intanto la bella
rossa dalla sua stanza si addormentava ridacchiando, contenta di non essere la
sola a non riuscire a dormire. Ma a parte il desiderio reciproco, la giornata
era stata colma di emozioni per entrambi e finirono per addormentarsi di botto e
profondamente verso le due, esausti. La stanchezza portò via ogni pensiero
che però puntualmente si ripresentò la mattina dopo al loro
risveglio.
Raim aprì gli occhi verdi ancora prima del suo della sveglia,
convinta di aver vissuto un sogno...ma quando non riconobbe la stanza, i suoi
ricordi tornarono alla notte prima...alle labbra di Rukawa che l'avevano baciata
come la cosa più preziosa del mondo. Si mise a sedere nel letto, mentre una
spalla della maglia di Kaede le scivolava via. Lo sentì già sotto in cucina e
si chiese cosa fare. Chissà...chissà se aveva pensato a quello che era
successo. Lei non aveva molta esperienza coi ragazzi. Aveva avuto solo Shiro
e lui era una persona molto diversa da Rukawa. La volpe era quasi
impenetrabile e l'idea di essere respinta e trattata con freddezza le attanagliò
lo stomaco ma inghiottendo la paura andò il corridoio e scese al piano
terra. Lo trovò di spalle, in cucina, a trafficare con davanti alla tv con in
mano una tazza di caffè. - Ciao.- gli disse. Rukawa si volse subito e solo
la sua incredibile faccia tosta gl'impedì di sbrodolarsi come un
ragazzino. Raim era bellissima coi suoi vestiti addosso. La maglia che le
scivolava sulla spalla poi metteva in mostra un lembo di pelle che avrebbe
voluto mordere e coprire di baci. - Ciao.- rispose assonnato - Caffè o
latte?- - Caffè.- la rossa lo guardò timidamente, indecisa sul da farsi. -
Se vuoi farti una doccia ti aspetto.- le propose a bassa voce, mettendole i
brividi. - Va bene. Ah...per gli asciugamani come...- - C'è il mio
accappatoio.- la bloccò, fissandola attento - E' quello bianco.- Stavolta
riuscì a farla sorridere impercettibilmente e ne fu sollevato. Non sapeva come
comportarsi e aveva temuto che Raim avesse voluto ritrattare la questione...la
questione...si, il fatto che la sera prima avessero perso circa un'ora incollati
l'uno all'altro a baciarsi come se fosse stato l'ultimo desiderio di due
condannati a morte. Se ci pensava gli veniva ancora la pelle d'oca. Ci
mise poco e la vide tornare dopo circa dieci minuti, coi capelli umidi e avvolta
nel suo accappatoio che profumava di lui. Raim ci aveva annegato la faccia prima
di tornare a condividere con lui quella strana parentesi d'intimità che Rukawa
non aveva mai diviso con nessuna. Poco più tardi stavano seduti a tavola,
davanti a una colazione piuttosto robusta specialmente per la rossa che mangiò
con più appetito di quanto si fosse mai aspettata. Era tempo che non mangiava
con tale gusto. La kitsune si limitò ad osservarla e ad ascoltare il
telegiornale locale, spezzando ogni tanto la voce del cronista per chiederle
qualcosa sulla partita che doveva disputare quel giorno. Non sembrava
particolarmente eccitata o nervosa, quindi ne dedusse o che fosse sicura di sé o
che non gliene fregasse assolutamente una mazza di perdere o
vincere. Uscirono di casa all'una e un quarto dopo che Rukawa fu riuscito
nell'intento di convincere Raim a mangiare almeno un tramezzino leggero e delle
uova strapazzate ma una volta vicini allo Shohoku, la "sua quasi" rossa gli
chiese di lasciarla davanti ai cancelli che stavano sul retro della scuola. Non
voleva entrare dai cancelli principali... Se ne chiese il motivo e il fatto
che non volesse farsi vedere con lui gli passò veloce per il cervello...ma lo
scacciò. Forse era il fatto che non era sicura di ciò che era successo fra
loro. Si, sempre la solita vecchia storia con quel Shiro che lui a malapena
ricordava. Scesa dal sellino della Honda, Raim raccattò la tracolla con le
sue cose. - Che seccatura!- borbottò, levandosi il casco e passandolo a
Rukawa che se lo infilò nel braccio. Quello senza dubbio, visto che se non ci
fosse stata quella dannata partita forse sarebbero potuti stare ancora a letto.
La cosa però ora gli sembrava strana e...inusuale per lui. Raim aveva una
partita e lui era andato a vederla. In fondo, non fosse stato tanto asociale
e non ci fosse stato Sendoh, gli piaceva l'idea di essere andato a vederla
giocare. - Allora ci vediamo dopo!- gli disse la ragazza, fermandosi
finalmente a guardarlo. - Hn.- disse solo. - Se avrai voglia di dormire
appoggia la testa e dormi, ok?- lo prese in giro allegra - Non mi offendo! E poi
ci sarà poca gente! Tranquillo!- e senza aggiungere altro se ne andò correndo
verso l'entrata di servizio dei custodi proprio quando le prime gocce di pioggia
cominciarono a cadere. Rimise in moto per fare il giro dell'angolo e trovarsi
davanti ai cancelli quando...si, la vecchia mania tornò a galla. Vedeva quei
capelli indecentemente impalcati col gel anche da quella distanza e ci
scommetteva la sua carriera che c'era anche il do'aho con porcospino. E
infatti. Arrivato di fronte a loro impennò e...si spostarono al pelo,
rischiando un infarto. Inseguito da una trafila di bestemmie, Kaede andò a
mettere la moto sotto al pergolato, sospirando. - Mancati.- bofonchiò, quando
Hanamichi lo raggiunse con la Piattola attaccata al braccio e Sendoh alle
spalle. - Oh, sua maestà finalmente si è presentata!- sbraitò il rosso,
rovesciandogli addosso una marea d'insulti - Credevo quasi fossi finito contro
un cassonetto con la mia moto!- - Complimenti ragazzi...è davvero
bellissima.- cinguettò Akira mentre quei due se le davano e Haruko cercava di
fermarli. Parlarono per qualche minuto di motori, giusto perché Rukawa sembrava
in vena solo di linciare il giocatore del Ryonan con gli occhi, poi finalmente
arrivò il resto del gruppo. Arrivarono Akagi e Kogure con alcune matricole
trovate per strada e Yasuda, poi Mitsui che sembrava aver passato una mattinata
alquanto...come dire, alquanto divertente, viste le labbra gonfie e la leggera
fragranza femminile che emanava la sua camicia. - Buon giorno a
tutti!- cinguettò, raggiungendoli. - Ma tu guarda...- ghignò Mito, a fianco di
Hana - E dire che ieri sera sembravi tanto nervoso.- - Basta poco per farsi
passare i nervi.- replicò sagace - Allora, chi manca? Ayako e Ryota dove
stanno?- Sentendo quella frase, Rukawa che stava bevendo beato dalla
bottiglietta quasi sputò tutta l'acqua in faccia a Sakuragi. - Cazzo...-
tossì, pulendosi la bocca e il mento. - Ma che t'è preso?- gli chiese Akagi
stranito. - E' da ieri che sei proprio strano sai Rukawa?- continuò testardo
Kogure - Ma stai bene?- - Hn.- rognò seccato da tutte quelle domande. Al
diavolo! Era tutta colpa di Raim che aveva scoperto gli altarini di Ayako! E
adesso chi lo trovava il coraggio di guardarli? Non era da lui ma avrebbe
riso in faccia a Miyagi! E poi quei cretini sembravano accorgersi fin troppo, di
recente, dei suoi cambiamenti espressivi! Porca miseria! - Hanno deciso dove
cazzo fare 'sta partita alla fine?- borbottò Mitsui mentre si riparavano dalla
pioggia sotto al pergolato delle moto e delle bici. - Con tutta probabilità
staranno allestendo la rete da noi, senpai.- gli disse Rei Manabe - Una mia
compagna di classe gioca nella squadra e mi ha avvisato per messaggio che la
loro ultima spiaggia era la nostra palestra.- - Chissene frega, basta che
puliscano poi.- ringhiò Hana, che faceva stava seduto sulla Honda con Sendoh
appoggiato a fianco solo col bacino - E che non lo facciano con la cera!- -
Ma dov'è il tappo?- sbuffò di nuovo Hisashi - Ieri ho provato a chiamarlo per
tutta la notte e m'ha risposto solo stamattina. E che cavolo, avrà dormito sotto
i ponti?- - Ma lascialo stare, dai!- ridacchiò Kogure, dandogli una pacca -
Piuttosto, qualcuno sa qualcosa del liceo Masuda? È una squadra forte? Perché la
nostra squadra di pallavolo vince il torneo nazionale da sette anni di
fila!- - Il Masuda è quarto in classica.- se ne uscì Kaede distrattamente,
dopo un secondo, ricordando le parole di Raim. Gli altri si volsero verso di lui, sconvolti e stupiti, ma fortunatamente arrivò
Ayako dall'interno della scuola per richiamarli. Lei era arrivata prima
di tutti ed era andata a controllare la situazione...e la partita di pallavolo
si sarebbe svolta proprio nella loro palestra.
- E meno
male che doveva esserci poca gente.- sibilava il volpino circa mezz'ora più
tardi, seduto in tribuna niente meno che fra il do'aho e Mitsui. Dall'altro
fianco di Sakuragi c'era la Babba, sotto di loro Sendoh che non faceva altro che
chiedere continuamente dove fosse Raim, anche se non sapeva che così rischiava
lo scalpo, Akagi e Kogure. Sopra di loro Mito e l'armata di Hanamichi. Al fianco
libero di Mitsui c'erano Ayako, sorridente e dal tifo sfegatato, e uno
stranissimo quanto mai silenzioso Ryota che sembrava avere la testa da
tutt'altra parte. La loro palestra comunque non era mai stata tanto piena. Un
casino bestiale aleggiava per aria, seguito dal baccano che la tifoseria stava
già facendo ancora prima che le sue squadre entrassero in campo. Il Masuda
aveva la divisa dal colore giallo e blu e tutte le giocatrici erano abbastanza
alte e anche parecchio carine. - Sarà il caso di scendere negli spogliatoi
più tardi.- cinguettò Mitsui come al solito, vedendole scaldarsi in campo. - Sarà
il caso davvero, Mitsui.- lo seguì anche quel porcospino maniaco - Ma non vedo la
vostra squadra.- Cavolo, Rukawa ce l'aveva proprio seduto sotto di lui e quel
demente ogni tanto si prendeva anche la confidenza di buttargli le braccia sulle
ginocchia per stare comodo! Non avesse scatenato rissa e non li avessero di
sicuro buttati fuori lo avrebbero strozzato! Fortunatamente lui si sopra aveva
Mito, l'unico un po' silenzioso fra quei quattro matti dell'Armata. Perché gli
altri due che lo circondavano, Hisashi e Hana, ormai stavano già urlando come
aquile. - Porca miseria...- se ne uscì qualche minuto più tardi Akagi,
vedendo una tizia alta più di un metro e ottanta del Masuda che saltava a muro e
faceva rapidi passaggi con le compagne - E' un armadio!- - Ha parlato il
Gori!- ridacchiò Hana, prima di prendersi un fantastico pugno in testa che gli
fece passare la voglia di fare lo spiritoso. Lì accanto Haruko controllava la
tabella di marcia della squadra di pallavolo. Lo Shohoku era sempre stato forte, con
ottime ricevitrici fra cui il capitano infortunato, Naomi Kurata del quinto anno
e un'attaccante fantastica, Junko Kanzaki del quarto, ma da quando la Kurata si
era rotta il braccio erano andate un po' a rilento. - In che ruolo giocava
Kotobuki l'anno scorso?- chiese Akira di colpo. - Alzatrice.- gli disse Ayako
- Era davvero brava, me ne ricordo bene.- - Bhè, speriamo che una settimana
di allenamenti l'abbiano aiutata almeno un po' a rimettersi in carreggiata.-
sospirò Haruko, passando a Mito il calendario - Ma quando entrano?- -
Piuttosto, quand'è la finiranno di far cagnara?- rognò il capitano della squadra
di basket stizzito. - Harumi Mihazawa è sempre la solita.- sospirò Miyagi a
quel punto, appoggiato su un gomito, fissando le majorette del loro liceo con
aria di compatimento. - Senpai...ma non è in classe con te?- si stupì Rei -
Dev'essere una persona incredibile!- - Se, un'incredibile manesca con la
faccia d'angelo.- replicò il play dello Shohoku, apatico. - Hai una faccia
strana tappo!- s'intromise Hana che della Mihazawa e di quelle cretine del
Rukawa's Shinetai che ora però facevano il tifo per la squadra di pallavolo se
ne fregava - Tutto ok?- - Già, sembri un po' sbattuto.- rincarò Mitsui e a
quella frase lo videro arrossire leggermente e cambiare poi subito discorso,
facendo il finto tonto - Allora? Che è successo ieri sera si può sapere? Mi
avete tempestato di telefonate!- - Hanno assediato la casa di Hanamichi.- gli
disse Kogure, aprendosi distrattamente una lattina di aranciata. L'abilità di
Ryota nel fare l'ingenuo era impressionante, pensò Rukawa visto che sapeva
benissimo che in realtà era stato con Ayako. Gli raccontarono tutto per la
centesima volta, anche dell'incontro della loro guardia col maniaco platinato
nel vicolo, però c'era qualcuno che come lui non si era scordato della sera
prima. - Adesso mi dici dove sei stato ieri notte?- lo incalzò Hana, mentre
gli altri ciarlavano fra loro. - Da nessuna parte do'aho.- sbuffò, avaro di
parole. - Dopo una partita crolli a nanna di solito kitsune.- - Hn.- -
E com'è che ieri non è successo?- Il volpino lo guardò truce - Pensa agli
stramaledetti affaracci tuoi.- - Ti farò volare in campo prima della fine
della partita, ricordatelo.- lo minacciò il rossino seccato. - Sto già
tremando.- - Voi due vedete di non attaccare briga anche qua eh?- sbottò
Akagi seduto sotto Hana e a fianco di Sendoh. - Oh fermi!- li bloccò Ayako
sorridente - Ecco che arrivano le nostre!- Finalmente. Rukawa già non ne poteva più di
tutto quel chiasso quando l'apparizione della squadra dello Shohoku vestita di
nero e rosso ne scatenò altro. Tutti i tifosi della loro scuola andarono in
delirio vero e proprio, mettendosi a urlare slogan fortissimi. Raim era
la seconda in fila col vice capitano col numero 7, l'attaccante Junko
Kanzaki che aveva fatto vincere alla squadra quasi tutte le partite. I ragazzi
l'avevano già vista a scuola ma lì in campo era tutta un'altra cosa. La tifoseria le urlava "Bambolina
della 1C" nonostante fosse del quarto anno e anche se nessuno di loro
sapeva cosa significasse, per lo Shohoku era quasi una tradizione incitare la
loro micidiale attaccante in quel modo. Quelli del basket ne avevano sentito
solo parlare, perchè trovare quella nei corridoi della scuola era cosa alquanto
impossibile ma ora a guardare meglio, le voci erano proprio veritiere: era
davvero bella la Kanzaki, dai corti capelli castano chiaro, parecchio
affascinante ma con la classica tendenza, come tutti gli spiriti impavidi e
infuocati, ad essere un tipetto davvero esplosivo e pericoloso. Introvabile se
non in classe, a lezione, solo i compagni sapevano che faccia avesse. Famosa per
i suoi occhi e il suo atteggiamento a volte passionale, a volte scostante,
era una delle ragazze più ambite della scuola proprio perchè, appunto, quasi
irrintracciabile. - Che sguardo ragazzi.- fischiò Akira - La numero 7 è una
bomba!- - Si...- annuì anche Mitsui fissandola dopo un lungo silenzio - E'
bellissima.- - A Kirara invece hanno dato il numero 0!- rise Haruko. -
Numero 0?- le chiese Hana stupito - Che vuol dire Harukina?- - Ha sempre avuto
quello.- lo informò la sua ragazza sorridendo - Deve aver piantato una grana per
farsi ridare quella maglia! Comunque non vedo l'ora di vederla giocare di nuovo
con la senpai Kanzaki.- - E' in classe con me anche lei.- disse Miyagi,
aprendo in sordina un pacchetto di salatini - E' una squinternata ma è simpatica
a differenza della Mihazawa. È più alla mano.- - Fammi indovinare, non te
l'ha mai data.- ironizzò Hana perfido. - Macché!- ghignò il play scuotendo il
capo - Junko è una persona molto particolare. E' un po' complicata.- -
Kotobuki sta davvero bene con quei colori.- se ne uscì invece Sendoh, facendo
venire a Rukawa un pericoloso tic al sopracciglio - Peccato che non l'abbia mai
vista ai suoi veri allenamenti di ginnastica ritmica.- - La finirete mai di
fare i porci?- li zittì Ayako, mentre le due squadre si disponevano in
campo. Finalmente la tifoseria cominciò a far meno baccano, in attesa del
fischio dell'arbitro...e poi s'iniziò. Nessuno dello Shohoku era mai stato un
patito d'altro sport che non fosse il basket ma vedere quella partita fu
comunque parecchio esaltante. Come disse Mito, quella ragazze col loro gioco
"prendevano"! Bastarono pochi minuti per far ricordare subito al liceo Masuda
chi fosse davvero lo Shohoku. I ragazzi del basket non avevano mai visto una
cosa simile. Le loro ricevitrici erano fortissime, non se ne perdevano una, si
ammazzavano per raccogliere ogni palla e la Kanzaki era una specie di cannone.
Andava all'attacco con una forza impressionante nella schiacciata. Quando poi
andava al servizio, tutti i tifosi dello Shohoku andavano in un crescendo i
grida che facevano ribollire il sangue di eccitazione. Rukawa, Hana e gli
altri poi rimasero sorpresi dalla capacità fisica di Raim. Anche se un po'
arrugginita quando le veniva passata la palla per il servizio alla Kanzaki lei
aveva già bene in testa una tattica precisa, guardava il punto debole del Masuda
che era la difesa e serviva la loro attaccante in maniera perfetta e
velocissima. Il primo set andò a loro vantaggio con uno stacco di ben dieci
punti e la tifoseria era in delirio. Mentre cambiavano campo però, accadde
qualcosa che infiammò subito gli animi. L'armadio del Masuda, la loro
attaccante di punta, una tizia di nome Toshigawa, dette una brutta spallata alla
Kanzaki quando passarono da sotto la rete e subito la ragazza dello Shohoku si
volse a rimetterla al suo posto. Dalle tribune naturalmente non si sentiva ma
dalle loro espressioni sembravano sul piede di guerra. Raim e quella Asuka
che era venuta a cercarla in palestra bloccarono la cagnara sul nascere ma
l'armadio a quanto sembrava non era una che mollava. - Vai che ci
scappa la rissa!- ridacchiò Mitsui perverso - Mamma mia che tipetto!-
- Non vorrai andare a picchiarti con le donne spero Hisa.- sbuffò
Ryota. - Poverino, cerca di capirlo...- frecciò Hana - Dopo averle prese ieri
sera è normale no?- Fortunatamente Rukawa che stava seduto fra il numero 10 e
il numero 14 riuscì a zittirli in tempo, al secondo fischio dell'arbitro.
Riprese la partita e Kaede dovette cominciare ad ammettere con se stesso che non
si stava annoiando troppo. Pensava che saremmo morto in catalessi, invece Raim e
le sue compagne erano scattanti, veloce e fulminee in ogni attacco, anche in
difesa. Sapevano tener viva l'attenzione e poi...bhè, guardare la "sua" rossa
era un piacere. Non che fosse un maniaco come il porcospino che sbavava nel
vederla in pantaloncini ma poteva capire la sua libidine. Era bella...bella e
sexy. Quando saltava e richiamava la palla sembrava che volasse, non si perdeva
mai d'animo e anche se essendo fuori forma ansava più delle altre, ribatteva
colpo su colpo. Non sapeva come spiegarlo ma essere lì a guardarla proprio
come lei guardava lui alle partite gli dava un senso di legame che non aveva mai
provato. Come tutti gli altri però scattò come un serpente quando quella
maledetta Toshigawa-l'Armadia, come l'aveva ribattezzata quel cretino di Hana,
saltò a schiacciare e sfondò il muro di Raim e dalla Kanzaki prendendo in faccia
la sua rossa. E l'aveva fatto apposta, s'era visto benissimo! Tutto lo
Shohoku emise un grido unico di protesta, l'armata di Sakuragi già gridava
vendetta a gran voce ed erano abbastanza preoccupati. Raim era caduta a terra e
ora stava seduta, con a fianco la Kanzaki, a massaggiarsi la guancia arrossata.
Kaede l'ammazzava quella! Se gli altri notarono che era balzato in piedi a
molla con loro insultando l'arbitro che aveva fatto finta di nulla non lo
mostrarono. Le majorette dello Shohoku stavano ancora strillando furibonde
quando la Kanzaki, dalla rete, alzò il dito medio verso l'avversaria senza farsi
vedere. Di lì scoppiò un altro casino e allora i mister chiesero cinque
minuti. - Maledetto Masuda!- rognò perfino Kogure, agguerrito. - Mamma mia
ragazzi!- rise invece Ayako - Non posso crederci! Non mi sembrate voi! Ci ho
messo degli anni per cercare di capire se in testa avevate altro oltre al basket
e adesso scopro che bastava portarvi a vedere i pantaloncini del club di
pallavolo!- - Si ma l'hai vista quell'Armadia?- si lagnò Hana - Ti pare
giusto?!- - No. Ma l'arbitro è passato anche sul gestaccio della senpai
Kanzaki, Hana-chan.- lo tranquillizzò Haruko. - Junko è stata anche troppo
elegante.- ringhiò Miyagi. Riprese il gioco e quella maledetta continuava ad
attaccare come una forsennata a muro ma ora la Kanzaki doveva averla presa come
un fatto personale perché non permise più a Raim di saltare a muro con lei. Non
ne fece passare più una e quando toccava a lei attaccare era una scheggia. Era
tanto veloce e tanto potente che le ricevitrici del Masuda praticamente si
scansavano, terrorizzate a morte ad ogni schiacciata. Raim poi era così
veloce che fare finte era diventato uno spreco di tempo con quelle. Le
avversarie erano state totalmente surclassate e il loro umore era troppo calato
per potersi riprendere. La vittoria andò con tre set netti per lo Shohoku,
anche se con non più così tanto distacco come nel primo e la scuola esplose in
un'ovazione generale. I ragazzi si unirono al tifo che nelle curve si era
fatto veramente sfegatato e una volta usciti anche quella pioggerella fastidiosa
non lo sembrava più tanto. - Stranamente devo dire che mi è piaciuto.-
sentenziò Mitsui, appoggiato al muro della palestra per ripararsi dalla pioggia.
Miyagi, che gli stava accanto annuì, dicendo che non credeva che la loro squadra
di pallavolo fosse poi così forte. Sembrava che non avessero fatto neanche tanta
fatica a vincere. - Indubbiamente sono molto preparate.- disse anche Sendoh,
nascosto sotto l'ombrello verde pallido - Anche Kotobuki sembrava molto a suo
agio in campo, sebbene non giochi da parecchio.- - Ha ragione lui.- concordò
Ayako - Sapevo che fossero brave dopo sette anni di vittorie ma devo ammettere
che non mi ero mai informata molto. E invece, cavolo...sono bravissime! Mi
sarebbe piaciuto vedere anche la Kurata ma solo Raim e la Kanzaki bastavano a
sfondare ogni muro!- - Mi sa che verrò a vederne ancora!- cinguettò Hana a
quel punto - E a te volpe? Piaciuta la partita?- Kaede lo guardò di striscio,
di pessimo umore. La partita gli era piaciuta, anzi...l'aveva seguita
interessato e per la prima volta in vita sua si era ritrovato a fare il tifo
anche con uno sport che non fosse il basket ma...perché Akira Sendoh, detto il
Porcky, doveva per forza mettere sempre di mezzo Raim in ogni sua
frase? Ormai andava in palla quando lo sentiva parlare di Raim! Il fatto che
si fossero baciati la sera prima gli dava quasi il permesso di considerarla
proprietà sua e questo, per quanto poco gli piacesse, lo autorizzava ancora di
più a incazzarsi! - Kit? Che fai, dormi?- - Do'aho. No.- ringhiò fra i
denti. - Allora Rukawa?- gli sorrise Ayako - Ti è piaciuta o no la
partita?- - Hn.- - Non ci si poteva aspettare altro.- ridacchiò mezza
squadra e tutti insieme si diressero all'uscita secondaria degli spogliatoi che
era stata aperta per quelle del Masuda ma una volta lì davanti rimasero bloccati
davanti a una furia scatenata che altri non era che Junko Kanzaki. Fissava
battagliera le sei della squadra del Masuda che la circondavano e niente
sembrava intimorirla, nemmeno la Toshigawa che da come ansimava, doveva aver già
provato a colpirla un paio di volte. - E rissa sia.- disse Mito con
pazienza. - Ah, non mi piacciono gl'incontri fra donne.- disse Miyagi -
Andiamo a fermarle prima che ci finisca di mezzo qualche matricola o Raim.- ma
non finì di dirlo che un bastone bianco, di quelli delle majorette, finì dritto
sulla testa dell'Armadia e che si ritrasse, rabbiosa. - Chi è stato?- urlò la
tizia, isterica. Junko Kanzaki invece non assunse nessuna espressione,
limitandosi a far passare le sue compagne che uscirono dal cerchio di quelle del
Masuda, tranne Raim che rimase con lei. - Sei stata tu stronza?- urlò la
Toshigawa, quando Harumi Mihazawa arrivò col suo passo felino. - Già.- si
limitò a dire lei, tranquilla. - Ma vuoi che ti frantumi le ossa??-
- Fallo...se ci riesci, razza di scherzo della natura.- le rise in
faccia, facendola arrossire di rabbia - Ma non riuscirai a far casino nella
nostra squadra. In fondo sono solo una supporter.- - Ehi, guarda che non ho
bisogno di una mano.- le disse la Kanzaki gelida, coi corti capelli al
vento. - Sta zitta Junko. Che vuoi fare?- la zittì la capo del Rukawa's
Shinetai - Farti sbattere fuori? E poi non ti conviene fare a botte in piazza
come una yankee. Coinvolgeresti Kirara che fa parte del club di ritmica.- -
Finitela di parlare fra voi, mi avete stufato!- sibilò la Toshigawa, tornando a
fronteggiare la Kanzaki al colmo della collera - E adesso ascoltami bene!- le
ringhiò, puntandole il dito addosso - Ci rivediamo in campo! Tu e pel di
carota!- - Come no.- sbuffò l'altra, fissandola storto - In campo servi solo
come raccattapalle.- - Ragazze!- si lanciò Ayako ad alta voce - Basta,
dai!- - E anche tu avrai le tue!- finì la Toshigawa verso la Mihazawa, che
sospirava con aria arrogante e ondeggiava i lunghi capelli castani, fissando più
Rukawa di sottecchi che l'Armadia che urlava vendetta. Alla fine comunque il
liceo Masuda si levò dalle scatole e quel fine settimana distruttivo giunse
finalmente al termine. O almeno così sembrava. - Junko, sei sempre la
solita!- la rimproverò Ayako, quando il club di basket andò a congratularsi con
quello di pallavolo - Possibile che non sei capace d'ignorare le
provocazioni?- - No.- scandì lapidaria la Kanzaki - E voi cosa fate qua? Non
vi avevo mai visto alle nostre partite.- - Siamo venuti per Raim, Jun.- le
spiegò Miyagi. - Ah, ecco tutto si spiega.- rise la ragazza che Mitsui, al
fianco del playmaker, fissava intensamente. Lei fece finta di nulla, continuando
a chiacchierare con loro del più e del meno, poi raggiunse Raim che stava
ringraziando la Mihazawa, cosa che Junko trovava del tutto inutile. - Entrata
spettacolare.- le disse, raggiungendola. - Di cosa parli?- fece la Mihazawa
angelica. - Fammi il favore, Harumi.- le disse la moretta dai capelli corti,
glaciale e indifferente - Il tuo candore risparmialo per il pollo che non ti
conosce. Da quand'è che ti preoccupati tanto per la salute di Kirara poi?- -
Senpai...- s'intromise leggermente la rossa ma la capo delle majorette non fece
una piega, continuando a fissare solamente Rukawa che però la ricambiava con
l'occhiata più gelida mai riservata a qualcuno. - Jun, tesoro, dovresti
saperlo. Raim è manager del club di basket ora.- - E dunque?-
riprese la Kanzaki con tono duro - Non ho bisogno di aiuto quando faccio parole con
la gente, sono stata chiara? Ed ero capacissima di cavarmela da sola, come sa
fare esattamente anche Kirara. Quindi girami allargo. Non impicciarti negli
affari miei e continueremo ad andare d'accordo.- - Tempo fa la pensavi
diversamente.- le ricordò, soave. La schiacciatrice non cedette di un passo,
granitica - Anni fa ancora non sapevo com'eri.- - Tu invece credi di essere
diversa?- sibilò la cheerleader - Eh? Tu sei una santa "Bambolina della
1C"?- - No. Ma non mi spaccio per ciò che non sono.- ringhiò allora, dandole
le spalle - Perciò non ti azzardare mai più a rivolgermi la parola, sono stata
chiara?- - D'accordo, d'accordo..- sbuffò la bella majorette, irritata ma
senza dare a vederlo - Mamma mia, come sei permalosa. Fa come ti pare Jun. Fatti
mandare anche all'ospedale, non sono più affari miei ormai. Ti saluto!- e senza
aggiungere altro fece un cenno a Raim e se ne andò com'era arrivata, ovvero
ancheggiando provocante. - Il vostro liceo è decisamente un campo militare.-
borbottò Sendoh con una risatina in gola. - Si, l'hai detto Aki.- disse Hana
sbracciandosi - Ehi Raim! Bella partita! Sei grande!- Finalmente era passata
la tempesta, almeno fra le giocatrici, e la loro rossa tornò dal gruppo a farsi
fare i complimenti. Era visibilmente stanca, di questo se ne accorsero tutti
e Kaede se ne preoccupò anche, ma lei insistette per stare con loro visto che
ora sarebbero andati tutti con Sendoh in un pub del centro per
parlare. Salutò le compagne di squadra che la ringraziarono quasi con le
lacrime agli occhi, tranne la Kanzaki naturalmente che le strizzò l'occhio e in
si diressero in gruppo al parcheggio, meno Mitsui che a quanto pareva li avrebbe
raggiunti dopo: doveva passare un attimo a casa perché credeva di aver lasciato
acceso il forno... - Potrebbe almeno sbattersi a trovare scuse più decenti.-
sentenziò Miyagi mentre se ne andavano sulla macchina di Akagi. Lui era col
Gorilla, Ayako e Kogure. Visto che Rei se n'era tornato a casa perché il lunedì
aveva un test mentre Hana e Rukawa erano in moto, furono costretti a mandare con
espressione omicida Haruko, Raim e Mito sulla macchina di Akira cosa che non
piacque molto a nessuna delle due ali dello Shohoku. - Ma tu guarda se Aki
deve sempre approfittarne.- brontolava Sakuragi mettendo in moto, per permettere
così alla kitsune di fare la nanna sulla sua schiena, anche se pioveva ancora -
Quello è proprio il maniaco dei bagni della stazione, ci faccio andare quello
che vuoi! Se mi tocca la mia Harukina lo rovino!- e continuando a borbottare
sfrecciò dietro alle macchine con la loro Honda che riluceva di pioggia. Ciò che
non sapeva però era che quella serata, visto che erano solo le quattro e mezza
di pomeriggio, non sarebbe finita con una bella bevuta alla vittoria di Raim e
quattro risate. No. Per niente. E se ne sarebbe accorto tardi, anche se
fortunatamente per lui era corazzato su più punti...e da amici che non si
facevano fermare da nulla.
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Capitolo 5 *** Al Palaghiaccio ***
Erano le sei e mezza e continuava a piovere a
dirotto su Kanagawa. I lampi ogni tanto squarciavano il cielo color piombo ma
la squadra dello Shohoku era al sicuro e all’asciutto, dentro a un
incasinatissimo pub poco lontano dalla casa di Mitsui. Se ne stavano tutti
seduti a tavola, in fondo al locale, e stavano ancora festeggiando la vittoria
di Raim ma tutti sapevano bene che erano andati lì per discutere anche di altro.
Sendoh a dimostrarlo. Fra tutti che erano abbastanza di buon umore,
nonostante il tempo infame, c’era Rukawa che se ne stava appoggiato al tavolo
col gomito, desideroso, più che di festeggiare, di uccidere la scimmia e il
porcospino ma per motivi diversi. Il do’aho doveva morire per il semplice
fatto che da qualche tempo si portava sempre dietro Akira Sendoh a qualsiasi
uscita, mentre il porcospino doveva morire per il semplice fatto che
esisteva. Ok, e poi perché ci provava con Raim ma quelle erano un altro paio
di maniche. Lui era seduto al fianco di Hanamichi e cercare di stare
tranquilli con a fianco quel cretino era impossibile. Fortunatamente alla sua
sinistra c’era Akagi e davanti aveva Raim, altrimenti si sarebbe
sparato. Peccato che incollato alla "sua" rossa ci fosse il giocatore del
Ryonan che stava per tirare gli ultimi aliti di vita se non la smetteva di fare
battute cretine e di sorridere come se fosse stato il modello del dentifricio.
L’unico che mancava era Mitsui che tanto per cambiare doveva aver
rimorchiato la prima che passava e poi essersi dimenticato dell’incontro. -
Tranquillo capitano.- lo rassicurò Ayako, davanti ai salatini, alle tartine che
Miyagi e Hana stavano finendo alla velocità della luce e alle loro birre – Mi ha
mandato un messaggio adesso. Sta arrivando.- - Non possiamo aspettarlo a
vita, dai! Io sto morendo di curiosità.- fece Sakuragi sarcastico – Anche se ho
una vaga idea di quello che tu abbia da dire, Aki, visto che ieri sera il mio
condominio è stato letteralmente accerchiato.- - Cosa?- Sendoh distolse per
un attimo lo sguardo da Raim, allibito – Sono davvero venuti sotto casa
tua?- - Si, li ha visti Mito.- sbuffò il rossino – Erano dello Shikuda. Uno
di loro ieri sera ha avvisato Mitsui in un vicolo.- - Oh…- fece Sendoh, mezzo
divertito – …e come sta?- - Mitchy sta benissimo.- - Parlavo del suicida.-
lo corresse Akira ridacchiando. - Non si sa.- fece Kogure tranquillo –
Hisashi non ha risposto alle minacce grazie al cielo.- - Non so se ve ne
siete accorti ma verranno a prendere ognuno di voi, uno alla volta.- iniziò
Akira pacato, portandosi la bottiglia di birra alla bocca – Se hanno avvisato
solo Mitsui vuol dire che presto verranno anche da voi, comunque. Se li conosco
bene stanno prendendo informazioni su di voi.- - Il capo banda chi è
davvero?- s’informò Hana serio. - Takeru se non sbaglio.- rispose Akagi per
Sendoh – Il play dello Shikuda, ha la mia età ed era molto forte. Molto veloce
anche e furbo. Ma hanno sempre giocato sporco.- - Ma Gori…sono venuti anche
da te?- si sconvolse Hana. - No…idiota…- sibilò Akagi trattenendo il pugno
che stava già per arrivargli sui denti – Da me non sono mai venuti ma fra una
settimana inizia il campionato e se quello che Sendoh ha detto è vero, allora
potremmo anche ritrovarceli tutti addosso.- - Da noi sono già passati ieri
pomeriggio, prima che venissimo da voi allo Shohoku. Non ve l’ho detto per non
fasciarci la testa prima di essercela rotta.- annuì infatti il porcospino –
Hanno attaccato al muro Koshino e parlato con Uozumi ma il capitano li ha
spediti fuori quando è arrivato Taoka. Non volevano farsi vedere di nuovo e poi
era pieno giorno.- - Vuoi dire che di solito ti prendono di notte?- Ayako e
Haruko quasi non ci credevano. - Esatto.- annuì Akira – A me è successo
mentre tornavo a casa e la cosa è finita lì ma alcuni dello Shoyo hanno avuto
avventure peggiori con quelli. Quel Takeru è forte, molto forte e quello biondo
che mi avete descritto come quello che ha fermato Mitsui si chiama Shoji, è la
guardia della squadra. Lo Shikuda è famoso per gli studenti pericolosi che lo
bazzicano, quindi se fossi in voi farei allenamento a porte chiuse d’ora in
avanti.- - Si ma il problema è che vengono sotto casa.- alitò Haruko
preoccupata – Takenori, che facciamo?- - Spero tu non voglia star zitto e
subire.- sbuffò Miyagi, apatico. - Tu vedi di startene buono!- lo zittì Ayako
più dolcemente del solito, tornando a fissare Sendoh – Non avete trovato un modo
per tenerli alla larga? In fondo non possono entrare in palestra o a scuola
indisturbati!- - Ah no?- ghignò una voce alle loro spalle – Io c’ero entrato
quasi in moto in palestra!- - Ah, ci mancavi solo tu idiota!- sbuffò Akagi,
mentre Mitsui si sedeva accanto a Ryota tutto tranquillo. - Era ora mezza
tacca, ma dov’eri?- gli ringhiò Hana. - Il forno era effettivamente acceso.-
rispose vago a malizioso, accendendosi una sigaretta in santa pace – Ho sentito
che parlavate dello Shikuda. Non c’è modo di tenerli lontano dalla palestra
Ayako.- - E allora che facciamo? Le prendiamo e stiamo zitti?- rise Hana
incrociando le braccia dietro alla testa. - Qua bisogna trovare una soluzione
o ci faremo sbattere fuori dal campionato!- sentenziò Kogure. - Sinceramente
non mi piacerebbe ritrovarmi neanche con un braccio rotto, questo è certo.-
piagnucolò Haruko. - Gli unici consigli che posso darvi sono quelli di
riunirvi in un posto isolato tutti insieme qualche giorno prima di ogni partita.
Lo so, è folle, ma è l’unico modo per sfuggirgli e poi di fare un lungo ritiro
verso maggio, quando ci saranno le finali del campionato. Solitamente lo Shikuda
ha sempre agito nello stesso modo: il giorno prima della partita avvisano e
minacciano, poi in campo ci vanno giù pesante e se li rincontri una seconda
volta…bhè, ti mandano all’ospedale.- - Allora perché sono venuti da me ieri
sera? Non abbiamo fatto neanche un’amichevole con loro.- disse Mitsui, aspirando
una boccata di fumo e soffiandola fuori. - Magari il biondone ti conosceva di
fama e voleva scaricarsi i nervi.- frecciò Sakuragi. - Se cercava la fama
doveva venire da te o da Rukawa, mezza sega.- ironizzò la guardia serafico. -
Questa è davvero una bella gatta da pelare, dannazione.- sospirò Akagi poco più
tardi, quando un cameriere tornò da solo con altre tartine e altri salatini – Se
rispondiamo ci cacciano, se subiamo finiamo all’ospedale…- - Come cazzo fanno
a sapere dove abitiamo poi?- mugugnò Hana, con mezza tartina in bocca. - Non
ci va tanto a sapere dove abiti sai do’aho?- sibilò allora Rukawa a quel punto,
ricordando a tutti che era vivo. - Bhè, la volpe non ha tutti i torti.-
ammise per una volta il rossino – Hanno preso me e Mitchy perché chiedendo in
giro chiunque ci conosce. Tappo, mi sa che il prossimo sei tu!- - Ahah…-
Ryota guardò Akagi non molto convinto – Mi stai davvero chiedendo di prendere le
cartelle e tacere?- - Ti sto chiedendo di non accendere nessuna miccia.- lo
corresse il Gorilla – Capito?- - Dillo anche agli altri! Perché solo a me
scusa?- - In fondo Mitsui ha già dimostrato di sapersela cavare no?- abbozzò
Kogure calmo. - Cavare?- saltò su Miyagi sdegnato – Ma ci sei o ti fai
quattrocchi? E’ stato buono solo perché doveva tornare a casa a scopare, ecco
perché!- - E ti pare poco?- ghignò Hisashi perverso. - Tu si che hai la
tua lista di priorità Hisa.- lo prese in giro Raim, divertita e mezza
addormentata. - La volete finire di dare spettacolo?- gracchiò Akagi mentre
Sendoh se la rideva – Comunque è vero! La cosa vale per tutti quanti. Non dico
di subire un pestaggio, vi chiedo solo di essere UMILI…- e dicendo quello puntò
gli occhi lampeggiando sulle due facce angeliche di Hana e Kaede che se n’erano
stati saggiamente zitti. E così avrebbero dovuto tapparsi tutti quanti da
qualche parte due giorni prima delle partite eh? E fare un ritiro per tutte le
vacanze di primavera prima degli esami…ma fantastico! Hana già pensava di
passarsi un bell’anno di appuntamenti e week end con la sua Harukina cara e
invece avrebbe dovuto passarsi l’esistenza con quei quattro squinternati! -
Kami aiutaci…- sospirò, appoggiandosi contro lo schienale imbottito. - E dove
pensate di andare i giorni prima delle partite? Sui monti con le capre?- frecciò
Ayako esasperata. - Bhè…Raim!- sbottò Mitsui attento – La casa sulla
spiaggia!- - A casa mia?- la rossa riaprì un occhio, visto che stava
letteralmente appoggiata alla tavola e dormiva della grossa, o almeno così
sembrava – Ecco…mi piacerebbe e c’è anche il posto ma…c’è un problema…- - Dai
Hisa, non possiamo invaderle così la casa scusa!- lo blandì Ryota. - Ma no,
non è per quello!- sbadigliò la rossa, distrutta – Non sarebbe sicuro…- - Non
sarebbe sicuro?- si stupì Haruko – Cosa significa?- - Hai una casa sulla
spiaggia?- cinguettò invece Sendoh come un deficiente – Dev’essere bellissimo
vivere sul mare.- - Si, c’è molta pace.- - E hai fratelli? Sorelle?- -
No, vivo da sola.- Rukawa cominciò lentamente a fumare col cervello. Ma
perché gli stava raccontando tutte quelle cose? Ci mancava solo che le
chiedesse l’indirizzo e il numero di telefono ed era fatta! Al diavolo, ma
perché doveva stare a sentire quel demente baccagliare eh? Non poteva andare
a flirtare in un bar per rimorchi? All’improvviso però, mentre vagava con
pensieri omicidi, accadde che il loro tavolo si zittisse di
colpo. All’improvviso tutto lo Shohoku sollevò lo sguardo…uno sguardo a dir
poco minaccioso, sulla persona che si era presentata accanto a loro. Era apparso
dal nulla, mani in tasca…e faccia da schiaffi. Yuya Takeshi, liceo Shikuda, 2
anno. Ala piccola. Il tatuaggio che aveva sul collo ora spiccava come un
pugno in un occhio. - Signori, salve.- disse serafico – Una parola con uno di
voi.- Ecco che si cominciava. - Takeshi.- fece Sendoh guardandolo di
sottecchi. - Non volevo disturbare la vostra riunione, state sciolti.- sibilò
il ragazzo guardandoli uno a uno – Ci metto poco.- e senza indugiare oltre girò
le spalle al gruppo…e Raim, facendo sgranare gli occhi, si alzò e lo seguì senza
una parola. Usciti dal locale, i ragazzi si guardarono nelle orbite, mezzi
sconvolti. - Che storia è?- sibilò Kaede, allucinato. - Non lo so…- alitò
Hana, guardando Hisashi e Miyagi cercando nei loro sguardi una spiegazione ma
nemmeno Akagi sapeva assolutamente dire cosa stesse capitando. Nel casino e
nell’anarchia generale, si girarono tutti quanti a gufare verso l’entrata
d’ingresso del pub. - Chi è quello?- chiese Ayako interessata. - Si chiama
Yuya Takeshi, è l’ala piccola dello Shikuda. In campo è una vera spina nel
fianco. Fra lui e Takeru sono i massimi realizzatori della squadra.- - Bel
tatuaggio…- fischiò Mitsui – Dovrei farmene uno anche io.- - Se, ti manca
giusto anche quello.- frecciò Ryota. - A me non spiace come idea, sai?- Hana
si mise in piedi, tutto divertito, andandosene dritto in bagno con aria annoiata
ma tempo due secondi e il cellulare di Kaede si mise a squillare. - E adesso
chi è che rompe?- borbottò. - Non ti conviene stare qua dentro. Non c’è
campo.- gli consigliò Kogure. Che rottura di palle. Rukawa andò alla porta,
sbuffando come una teiera e una volta fuori gettò appena un’occhiata al display.
Numero sconosciuto. - Si?- - Dov’è? La vedi?- Il do’aho? Kaede
corrucciò la fronte – Ma dove sei?- - Nel bagno no?- fece Hanamichi
tranquillo, mentre si lavava le mani e si sistemava il ciuffo – La vedi
Raim?- Ma tu guarda. Non era poi così pirla come sembrava. Discretamente si
buttò un’occhiata in giro e vide Raim e il nano del secondo anno della scuola
per teppisti qualche metro alla sua sinistra. La "sua" rossa stava
tranquillamente in piedi, l’altro appoggiato al muro…e sembrava piuttosto sicuro
di se stesso. Forse si conoscevano. Aveva un ghigno sulla faccia terribilmente
insopportabile. - Ehi kitsune…non attaccare briga eh?- La voce pigra di
Hanamichi lo risvegliò. - E perché dovrei?- sibilò secco. - Perché da
qualche giorno sei strano, ecco perché.- concluse il rossino – Che fanno?- -
Parlano.- - Com’è che si conoscono?- - Do’aho, come vuoi che faccia a
saperlo? Siete voi a conoscerla meglio.- …e io a farmela, aggiunse fra sé ma poi
tacque, quando vide Raim tornare verso l’entrata del pub con il bastardello alle
spalle. Non fece in tempo a chiudere la conversazione che vide l’idiota
afferrarla per un polso e allora non ci fu più nulla che lo tenne
fermo. Marciò dritto verso la "sua" rossa e prima che Raim potesse rifilare
un ceffone a quel tizio, l’afferrò per il gomito e se la schiacciò addosso.
Takeshi assottigliò gli occhi, fissandolo bellicoso. - Che cazzo vuoi?- gli
sibilò rabbioso. - Sparisci formica.- gli disse Rukawa e senza aggiungere
altro spinse Raim verso l’ingresso ed entrò con lei, lasciandosi alle spalle una
specie di vulcano in eruzione. - Questa poi me la spieghi.- sussurrò alla
ragazza in un orecchio prima di tornare a sedersi con gli altri. A tavola
tutti tirarono un sospiro di sollievo quando Raim si rimise al suo posto ma
naturalmente fra quelli seduti non ce n’era uno che non volesse sapere come mai
si conoscevano. - Il figlio della seconda moglie di mio padre frequenta lo
Shikuda.- si limitò a dire la rossa, tornando a sonnecchiare – Non lasciatevi
impressionare dal linguaggio forbito che ha usato per chiedermi di parlare. Sono
una manica d’idioti.- - Quindi hai un fratellastro.- se ne uscì Mitsui,
guardandola in modo strano – Ecco, ora i conti tornano…mi sembrava che il
platinato avesse una faccia nota. Ti avevo già vista con lui…- - Cosa? Come?
Quando? Dove?- fecero tutti senza capire un accidenti. - Shoji…il suicida!-
si svegliò Sendoh – Il muro biondo dello Shikuda è il tuo fratellastro??- -
Purtroppo si.- sbuffò la rossa. - E perché non ce l’hai detto prima?- alitò
Ayako sconvolta. - Speravo di restare fuori dalla questione.- sentenziò Raim
le cui speranze erano andate miserabilmente infrante – Ma mi hanno visto alla
vostra amichevole ieri e…Soichiro naturalmente ha dovuto fare il primo uomo
mandandomi uno dei suoi galoppini. Non siamo in buoni rapporti. Anzi, siamo in
pessimi rapporti.- e guardò Mitsui con aria abbacchiata – Scusa Hisa.- -
Tranquilla.- disse pacato – Io e te facciamo i conti un’altra volta.- - Oh,
che palle dai lasciala in pace!- Kogure gli dette un paio di pacche sulla spalla
– L’unica cosa che ora mi preoccupa è che tu possa finire nei guai! Loro sanno
dove abiti!- - No, non verranno mai da me.- - Come fai ad esserne sicura?-
gli chiese allora Rukawa, spezzando il gelo che era scivolato fra loro. -
Perché lo sono.- asserì Raim fissandolo – Lui sa che non si deve avvicinare a
me.- - E’ per questo che ha mandato il nanetto?- chiese Ryota. -
Esatto.- Senza indagare oltre visto che non sembrava particolarmente in vena,
i ragazzi finirono col cambiare discorso e fecero arrivare le sette e mezza, ora
di tornare a casa per cena quando Haruko se ne uscì con l’ultima trovata. Tirò
fuori una locandina dalla borsa e la diede a Raim….che saltò su tutta felice,
con gli occhioni che brillavano. - Dio Haruko! Ma dove l’hai trovato?- -
Ti piace vero? Lo sapevo!- sorrise la Akagi mentre tutti gli altri si
affollavano alle spalle della loro seconda manager per guardare la locandina.
L’apertura di un nuovo palaghiaccio. E accadde ciò che più Kaede temeva. -
Davvero sai pattinare Kotobuki?- cinguettò Sendoh con la sua solita aria da
marpione – Anche io me la cavo! Se vuoi possiamo andarci insieme!- - Dio, è
da un sacco di tempo che non metto i pattini da ghiaccio!- sorrise la rossa –
L’ultima volta che ci sono andata sarà stato l’anno scorso! Prima facevo
esercizio tre volte al mese! Sarebbe bello andarci!- ma poi, con sommo sollievo
della volpe, si rivolse anche agli altri – Ragazzi, voi venite vero?- - Sui
pattini da ghiaccio?- Mitsui la guardò come se avesse detto un’eresia – Meglio
morire cocca.- - Non puoi continuare a trattare quel ginocchio come se fosse
di vetro, sai?- - Forse pensava al suo delicato culo, no?- frecciò Hana. -
Perché mezza sega, tu ci sai andare?- replicò Hisashi secco – Mi piacerebbe
vederti!- - Il Tensai sa fare tutto!- - Come no, questa è fortissima.-
rise tutta la squadra. - Comunque possiamo andarci lunedì sera. Così cambiamo
un po’ aria no?- disse Haruko tranquilla – Allora ragazzi? Venite sul
serio?- - Se è così porto la macchina fotografica!- cinguettò Ayako
perfida. - Che rottura di palle…d’accordo!- rognò Mitsui – Ehi tappo, tu
vieni vero?- - Si, ma non è detto che metta piede sul ghiaccio.- ironizzò
Miyagi – Non sono così deficiente! Akagi? Kogure?- - Se, se!- sbuffò il
capitano. - Ma va? Anche il Gori vai!- ululò Hana rischiando una cartella sui
denti – Kit tu vai a nanna vero?- - No.- - Di nuovo???- urlò Sakuragi
sbiancando. Un attimo dopo era lì a provargli la febbre e si scatenò l’ennesima
rissa anche se ormai due cose erano chiare, almeno ad Hana. Rukawa stava andando
in palla perché accettare due uscite con Sendoh, trascurando il sonno, era cosa
impensabile per lui. A pattinare poi! Ma che gli prendeva alla kitsune? Dava
i numeri! E la seconda cosa era altrettanto palese: aveva un problema molto
serio con la gente dai capelli rossi… Anche Kaede comunque non faceva altro
che maledirsi, mentre se ne andavano al parcheggio a riprendersi macchine e
moto. Pattinaggio sul ghiaccio! Niente che lo stomacasse di più! Non si era mai
messo quei cosi in vita sua, che idea bislacca quella di seguire il porcospino
maniaco al palaghiaccio! Anche perché avrebbe dovuto restare seduto a guardare
Sendoh baccagliare e provarci con Raim senza poter fare nulla! Dio, che
frustrazione! Per il resto del week end si augurarono di non trovare rompi
scatole sotto casa, di non attaccare briga, di non finire all’ospedale e di non
morire, tanto per essere chiari, poi finalmente si salutarono anche se Raim,
invece che andare in macchina col Porcky del Ryonan, andò via con Ayako e
avrebbe dormito da lei…ma non prima di avergli fatto un cenno con la mano che
ora, dopo quanto accaduto la sera prima, aveva tutto un altro significato. -
Domani verrà giù la tormenta.- Si girò verso Hana, che stava mettendo in
moto. Tormenta? - Queste uscite secondo me hanno un loro secondo fine.-
sentenziò Sakuragi testardo, guardandolo appena sopra la spalla – Allora
kitsune? Non vuoi proprio dirmi che ti passa per la zucca vuota che ti
ritrovi?- - Do’aho…sono affari miei.- - Non se ne stai combinando una
delle tue, stupida volpe!- e chiudendo la conversazione, dette un’impennata che
quasi rischiò di catapultare indietro Rukawa. Andò a finire che si bestemmiarono
dietro per ogni metro fino al condominio di Hana che una volta sotto casa si
guardò attorno. - Niente pagliacci stasera?- sibilò Kaede, levandosi il
casco. - A quanto pare…- il rosso gli lanciò le chiavi e scese, scrollando i
capelli rossi quando la porta d’ingresso del condominio si aprì e scese la
signora Kana. - Ciao ma’!- rise Hana – Scusa il ritardo ma abbiamo perso la
cognizione del tempo!- - Oh, ciao ragazzi!- fece la donna di rimando,
buttando nella spazzatura alcune bottiglie vuote – Allora? Com’è andata la
partita di Raim?- - Bene, hanno vinto tre set a zero!- - Perfetto. Ehi,
Kaede hai già mangiato?- Rukawa cascò dalle nuvole e scosse il capo, pensando
che doveva andare a comprarsi qualcosa visto che quella mattina con Raim aveva
svuotato il frigo ma non aveva fatto i conti con la dispotica madre del do’aho
che gli sequestrò le chiavi della moto e lo costrinse a salire di sopra con
loro, sotto lo sguardo demoralizzato di Hana che con una madre simile non sapeva
più che fare. Comunque per precauzione chiesero al portinaio di poter mettere la
moto nel suo box privato e quello accettò volentieri dopo che la signora Kana
gli ebbe fatto qualche smanceria. - Ruffiana di una donna.- borbottò Hana
mentre salivano in ascensore al quarto piano. - Non volevi mica lasciarla
fuori al freddo no? Con tutti i nemici che ti fai poi…- - Puoi non parlare
solo con me?- sbottò additando la volpe sconcertata – Guarda che non è mica un
santo lui!- - Si, si…- sua madre agitò nuovamente la mano, come per scacciare
una mosca noiosa e poi finalmente si ritrovarono davanti all’appartamento.
Rukawa era un po’ perplesso a dire il vero, anzi…diciamo un po’ intimidito,
anche se non l’avrebbe mai dato a vedere, perché in tre anni era la prima volta
che entrava nella tana della scimmia. Sulla porta però capì che non erano soli.
Infatti… - Oh no! Ancora voi!- gracchiò Hanamichi facendogli strada dentro a
uno spazioso salotto, diviso dalla cucina da un grande bancone totalmente invaso
da piatti e cibarie, dietro a cui c’era…Mito in grembiule e maglietta a maniche
corte! - Oh, era ora! Ciao Hana! Ciao Rukawa!- aggiunse Yohei, senza fare una
piega – Avete fame?- - Dipende da quello che hai combinato mentre io non
c’ero!- rispose serafica la signora Kana, mentre Takamiya, Okuso e Noma
apparecchiavano la tavola e spaccavano qualcosa, specialmente dopo aver guardato
il volpino come se fosse stato un extraterrestre ma l’unica donna di casa non
fece caso alle loro facce e tornò in cucina. – Com’è la carne Yohei?- -
Ormai è cotta!- - Hana, porta Kaede a fare un giro eh?- gli ordinò sua madre
– Intanto io e Yohei sistemiamo tutto!- - Ehi, e noi che stiamo facendo eh?-
si lamentò Okuso con una smorfia da bambino. - Per ora rompete solo piatti!-
fece la donna con aria fintamente severa. - Signora, guardi che se lascia
andare in giro quei due per casa sua il casino sarà doppio!- ghignò invece Noma,
indicando il Tensai e la volpe che ancora non credevano a quel disastro. -
Per portarlo a fare un giro…Hana lo porterà sulla terrazza all’ultimo piano e lo
butta giù.- rincarò Takamiya. - Che palle voi quattro, ma non ce l’avete una
casa?!- rognò il rossino afferrando letteralmente Rukawa per il bomber e
trascinandolo in camera. Lo mollò in bagno a rinfrescarsi mentre lui si cambiava
con un coro in sottofondo dell’Armata che come al solito lo sfotteva a tutto
andare e mentre lui replicava imprecando ai quattro venti, Kaede studiava
l’habitat della scimmia con occhio attento. Era proprio diversa da casa sua,
proprio come se l’era sempre immaginata. Calda, caotica ma in ordine, con
tante foto…e tanta gente. Si sentì stranamente bene al pensiero di non dover
tornare a casa sua. La camera del do’aho poi lo rispecchiava in pieno. Un
macello di vestiti, fumetti, cd, dvd e libri che non finiva più. Quasi non gli
vedeva il letto sotto quella montagna di roba! Senza una parola accettò una
delle magliette del do’aho e si cambiò e poi...bhè, la battaglia a
tavola. Kaede non aveva mai visto in vita sua una tale lotta per il cibo come
fra quella di Hana e del suo amico grasso! Un casino! A momenti usavano le
bacchette per accecarsi pur di non far prendere la carne all’altro ma a parte la
rissa per la sopravvivenza, il cibo era buono. La madre di Sakuragi, lavorando
in ospedale, per fortuna cucinava in maniera sana o lui non sarebbe riuscito a
mangiare niente visto le salse che il rosso e i suoi amici spalmavano
ovunque. - Andate a pattinare?- Quella domanda squarciò la conversazione
quando arrivarono più o meno alla fine dello yakisoba, e sia la signora Kana che
Mito e l’Armata guardavano Hanamichi sull’orlo di una crisi di risate che
sarebbe durata una vita. - Non ci provate!- li avvisò ma era tardi. Seguì una
presa in giro dietro l’altra con conseguente incazzatura del do’aho che sbraitò
al vento qualcosa sul fatto che il Tensai era un campione di eleganza e altre
cazzate che la volpe non aveva nessuna voglia di stare a sentire. Comunque fu
piacevole…molto piacevole. Anche perché lì nessuno si lamentava che fosse poco
loquace, la madre del do’aho poi era quel tipo di persona che non bada mai alle
apparenze e a parte quegli squinternati, Mito riusciva sempre a far sbollire gli
animi. - Allora ragazzi? Quand’è che inizia il campionato?- chiese la signora
Sakuragi, andando a fare il caffè. - La prossima settimana.- disse Hana
incrociando le braccia dietro alla testa, sazio. - Contro chi?- s’informò
Okuso. - Ecco…Kit, contro chi?- - Do’aho…il Fujen.- - Il Fujen. L’anno
scorso li abbiamo battuti subito. Non sarà difficile.- - Speriamo.- fece sua
madre dalla cucina – L’anno scorso avete vinto per miracolo o sbaglio? Con tutti
i canestri che sbagliavi…- e scatenò altre risate a tavola, cosa che invece
faceva incavolare da matti il Tensai che stava per strozzare letteralmente
Rukawa, l’unico che non fiatava ma che con lo sguardo faceva più o meno lo
stesso, quando suonò il cellulare di Hana. Fu Mito a rispondere, visto che il
rossino era impegnato nella caccia alla volpe, ma la faccia di Yohei mutò
rapidamente quando sentì la voce preoccupata di Sendoh al telefono. -
Gente…basta, fermi un attimo!- li zittì Mito – C’è Sendoh al telefono. Dice di
accendere la tv e mettere sul canale 7.- - Aki?- allibì Hana – Che gli è
successo?- - Zitto e accendi la tele, cazzo!- sbottò Yohei una volta per
tutte e dopo un attimo nell’appartamento regnò il silenzio nell’ascoltare
sconvolti e senza parole ciò che un telecronista locale di Kanagawa stava
raccontando con tanto di immagini. "..arrestato alle diciassette di oggi
pomeriggio giocatore di basket della prefettura, della squadra dello Shoyo. Dopo
un’amichevole una soffiata ha avvisato gli agenti della polizia dello spaccio di
cocaina che il giocatore, Kenji Fujima, copriva attraverso la rete delle
partite. Per ora non c’è ancora nulla di certo e il giocatore nega tutto
quanto…" Hana e Kaede fissarono allibiti la faccia del play dello Shoyo in
primo piano, in televisione e credettero di avere le traveggole. Droga? Quello
lì? Nel giro di dieci minuti vennero tempestati da altre telefonate, da Akagi
e Ryota. Poi la crisi isterica di Ayako per telefono, con Raim in sottofondo che
diceva a tutti di stare attenti e tapparsi in casa…e infine la
chicca. Trovare Mitsui fu un’impresa. Come lo era sempre di sabato
sera.
- Hisa…il cellulare…- Mitsui fece una smorfia, affondando di più
il viso nel collo della ragazza che gli dormiva a fianco, facendosi fare il
solletico dai suoi corti capelli ma il trillo incessante del suo telefonino alla
fine gli tolse il sonno e si appoggiò su un gomito, sbadigliando. - Ma che
cazzo vuole Hana a quest’ora?- sbuffò – Pronto? Mezza sega, è sabato sera che…-
si zittì di colpo, strizzando gli occhi e stentando a credere alle sue orecchie.
La ragazza che gli stava accanto lo guardava interessata alle sue espressioni
buffe, poi fece ciò che la guardia le chiedeva a bassa voce, ovvero di accendere
il televisore e… Anche Mitsui rimase più o meno pietrificato davanti al
telegiornale della sera. - Oh cazzo…- sussurrò, col cellulare all’orecchio e
seduto nudo nel letto. - Droga?- fece la sua compagna, avvolta nel lenzuolo –
Quello lì? Con quella faccia da santarellino?- - Oh merda…- disse ancora
Mitsui, afferrando le sigarette sul comodino. - Ma va???- gli rispose Hana
per telefono, strillando isterico – Siamo proprio nella merda e sta arrivando al
soffitto, nel caso non te ne fossi accorto! Ho parlato adesso col Gori. Ha detto
a tutti quanti di blindarci in casa e di non uscire per nessun motivo. Ryota è a
casa sua, Raim è con Ayako e tu vedi di restare dove sei adesso!- - Restare
qua?- Mitsui fissò la ragazza che sogghignò perfida – Ecco…veramente…- -
Senti, non me ne frega di cosa fai ma non tornare a casa stanotte! Trovati un
Love Hotel e dormi da solo piuttosto, ma stattene fuori dalle palle fino a
quando non fa giorno intesi? Ti saluto!- e senza aggiungere altro gli chiuse la
comunicazione in faccia, lasciando la guardia dello Shohoku un attimo spiazzata.
E adesso? - Siete nelle grane o sbaglio?- cinguettò la ragazza, mentre la
sola luce del televisore illuminava la stanza e la sua pelle nuda sotto le
lenzuola – Che combinate eh? Dai, fammi ridere.- - C’è poco da ridere Jun.-
replicò lui, buttandosi di nuovo contro i cuscini – Ci sono dei tizi che vanno
in giro a pestare le ossa agli altri giocatori. Sono dello Shikuda.- Junko
Kanzaki dello Shohoku fece mente locale, mettendosi a pancia in sotto –
Shikuda…si, quel liceo per matti. So che l’hanno scorso alcuni ragazzi hanno
picchiato quell’arbitro nel parcheggio, no? Ne conosco un paio che vanno a
scuola lì.- - Tutta gente per bene frequenti…- la prese in giro. -
Contando te senz’altro.- Lui rise divertito – Buona questa…comunque non posso
tornare a casa mia.- - No?- - No. Hanno assediato la casa di Sakuragi ieri
notte.- - Parli della Tigre Rossa? Ho sentito delle mocciose chiamarlo così
per i corridoi.- disse Junko tranquilla, non sapendo quando Mitsui stava
lottando per contenere l’ilarità visto che Hana di solito se ne prendeva di
tutti i colori – Comunque cos’hai intenzione di fare?- - Dipende.- rispose,
voltandosi verso di lei con aria maliziosa – Posso andarmene o stare qua e
guadagnarmi il tuo letto.- - Come sempre sei molto sicuro di te.- sorrise la
ragazza, mentre lui si chinava a baciarle il collo – Vediamo che sai fare…- -
Sono mesi che te lo faccio vedere, mi pare.- le soffiò sulla pelle. - Si, mi
hai anche fatto vedere che te ne andavi con quella matricola del club di
ritmica.- rispose irritata. - Ma se te ne sei andata prima di me col tuo
compagno di classe!- rinfacciò con aria stranamente gelosa. - Chi? Subaru
Ito? Ma sei scemo? È gay dichiarato! Lo sanno tutti.- - Che vuol dire, sempre
uomo è!- - Ma vattene va!- rise allora la schiacciatrice della squadra di
pallavolo dello Shohoku, dandogli le spalle e lasciandosi abbracciare – Sono
stanca morta. La partita di oggi mi ha stremata.- - Avete giocato bene.-
sindacò la guardia, finendo la sigaretta – Fra te e Raim eravate una buona
squadra d’attacco.- - Già. Quando se n’è andata l’anno scorso mi è
dispiaciuto…ma ne andava della sua salute.- - Salute?- Junko, sentendo il
suo tono preoccupato, si voltò a guardarlo rigirandosi nel suo abbraccio. -
Hisa, non lo sapevi? Credevo foste amici, credevo te l’avesse detto.- - Detto
cosa?- - Bhè…io sono in classe con la Mihazawa, sai chi è no?- e quando lo
vide annuire, proseguì seria – A quanto pare l’anno scorso durante una gara di
ginnastica ritmica pare che Raim sia svenuta negli spogliatoi. Le malelingue
dicevano che prendeva anfetamine, sai…anche allora praticava molto sport e non
sapevano come riuscisse a stare in piedi. E quest’anno continua ancora di più.
Alcune matricole della squadra mi hanno detto che l’hanno vista piuttosto debole
agli allenamenti di basket con la squadra femminile…è anche dimagrita
molto…- - Si, di questo me ne sono accorto anche io.- disse lui a bassa
voce. - Ma la faccenda delle anfetamine è una puttanata, credimi.- lo
assicurò Junko, decisa – Solo che a volte si sfinisce troppo e rischia di finire
all’ospedale. Io ho provato a parlarle oggi ma non ha voluto darmi retta.- -
Posso provarci io…ora che me l’hai detto.- Mitsui serrò le mascelle, ora davvero
in bestia. Quindi non se l’era inventato lo strano pallore di Raim e la sua
fiacchezza recente. Era proprio arrivata al limite. Si stava stremando
troppo. Lo faceva senza neanche accorgersene. Ma ora d parlare seriamente con
lei, una volta per tutte. E già che c’era avrebbe chiarito anche la questione
del suo fratellastro. Il fatto che fosse stata troppo evasiva sul suo conto non
gli piaceva per niente… Si, Raim di certo nascondeva
qualcosa.
Intanto a casa Sakuragi alle undici di sera si stava
scatenando l’ennesima rissa. - Giuro che ti soffoco nel sonno! È la volta
buona che lo faccio cazzo!- - Do’aho…dovevi solo lasciarmi andare a
casa!- - Se, certo…come no! Così poi se ti capitava qualcosa come sempre la
colpa me la sarei presa io e il Gori non me l’avrebbe fatta passare liscia per
il resto dei miei giorni! Conoscendoti avresti mandato qualcuno
all’ospedale!- - Oh e lo farò credimi!- - Ma cosa vuoi fare? Con un pugno
ti butto steso lungo per terra!- - S’è visto. Sono tre anni che lo minacci e
ancora sono qua con tutte le ossa intere.- - Mhhh….- Hana svaccato sul suo
letto a gambe incrociate cominciò lentamente a sfrigolare come una noce di burro
in padella. Lo uccideva! Uccideva la kitsune, era la volta buona! Reggerlo per
così tante ore di fila era impossibile e più o meno doveva pensarlo anche Rukawa
visto che si stava tamponando i capelli dopo essersi fatto il bagno come un
indemoniato. Ok, lo capiva che avrebbe voluto andare a casa ma non poteva
mandarcelo da solo! Non dopo quello che era successo quel pomeriggio e dopo
che Fujima-me-la-tiro-fino-a-Tokyo era stato arrestato per presunto uso e
spaccio di droga! - Io volevo anche uscire con Haruko, accidenti!- sbraitò
infine fra sè, tirandogli dietro un cuscino che Rukawa glielo rispedì in faccia
con il doppio della forza – Invece devo tenermi la volpe nel letto! Bel salto di
qualità!- - Neanche io faccio i salti di gioia, quindi cuciti la bocca
do’aho!- sibilò Kaede incazzoso. - MALEDIZIONE TI STRANGOLO!!!- - INSOMMA
HANA, SMETTILA!- I due ragazzi sobbalzarono, quando dalla stanza da letto
accanto alla loro si mise a urlare anche la signora Kana che non era riuscita
assolutamente a prendere sonno neanche ficcandosi i tappi delle orecchie. -
FINISCILA DI BORBOTTARE E LASCIALO DORMIRE! SARÀ STANCO DOPO TUTTA LA BARAONDA
CHE HA DOVUTO SUBIRE!- - Santa donna…- si lasciò sfuggire Kaede mentre madre
e figlio ingaggiavano la sfida a chi urlava di più. Tempo due secondi e tutti i
telefoni dell’appartamento si misero a squillare impazziti, probabilmente degli
altri condomini che richiedevano un po’ di pace e finalmente dopo un quarto
d’ora si misero a letto. Quello di Sakuragi era largo abbastanza per farci
stare comodi entrambi ma probabilmente ognuno dei due aveva delle armi sotto il
cuscino per uccidere l’altro a metà nottata. - Che questa cosa non esca da
qua!- sibilò il moretto spegnendo la luce. - Tranquillo! Non è una cosa che
andrei ad attaccare sui manifesti!- frecciò Hana sarcastico – Guarda che roba…
quel bastardo di Mitchy ci starà dando dentro come un dannato e io che potevo
uscire con Haruko sono infognato nel letto con la volpe…se prendo quei coglioni
dello Shikuda li sventro!- - Ma la finisci di borbottare?- - Ma se dormi
anche in classe col prof che urla!- - Ma non con mentecatto che fa dondolare
il materasso!- sbottò Rukawa, ficcandogli un pugno per l’esasperazione. E lì fu
la fine. Decisi a non farsi più sbraitare dietro dalla signora Kana fecero tutto
in silenzio, attaccandosi quasi a morsi e quando rotolarono entrambi giù dalle
sponde si mandarono al diavolo. Un secondo ed erano di nuovo sotto le
coperte…in un perpetuo e snervante brontolio che però non placò, poco più tardi,
il rumore di alcune moto. Hana era ancora sveglio e anche Kaede riaprì
immediatamente gli occhi blu, sollevandosi su un gomito. Andarono alla
finestra guardinghi e videro che nel parco davanti al condominio si erano
fermati alcuni scooter e alcune moto di grossa cilindrata. - Pensano che tu
sia uscito.- sussurrò Rukawa. - Già, aspettano di prendermi al buio quando
torno a casa da quella parte e non li vedo.- sorrise Hana con uno strano e
pericoloso luccichio negli occhi nocciola – Quanto sono fessi.- - Questa
puttanata non può andare avanti ancora.- la volpe tornò a letto mentre il
rossino restava seduto alla finestra coperto dalle provvidenziali tapparelle –
Mi stanno stancando.- - Anche a me e a quanto pare stanno adottando la
tattica dello sfinimento.- - Do’aho…è una cosa seria.- - Lo so.- rispose
Hana fissando attento moto e proprietari – Ma non voglio finire come Fujima. Il
Gori ha dato ordine di chiudere a doppia mandata tutti gli armadietti anche a
scuola ma penso sia meglio non tenerci più niente lì dentro.- - Un modo per
incastrarti quelli lo trovano.- sussurrò Kaede mezzo addormentato. - A chi si
può chiedere per tenerli d’occhio?- - Al segretario del torneo nazionale.-
Rukawa parve illuminarsi di colpo, di nuovo sveglio e lucido – Ma ci vogliono
delle prove.- - Quali prove? Sono tre anni che si fanno buttare fuori.- -
Hn. Può darsi.- - D’accordo, perfetto!- cinguettò Hanamichi, buttandosi sul
letto a pesce e quasi spaccando le costole alla volpe che lo ringraziò con un
bacio-pugno sui denti – Lunedì ne parlo col Gori e poi chiederò a Yohei di darci
una mano!- - Mito non è un’impresa a delinquere, demente.- gli ricordò il
moro, ficcando il braccio sotto al cuscino. - O lui o un ritiro di due
settimane e incontro in un Love Hotel due giorni prima di ogni partita! A
proposito, quant’è la tariffa per due giorni e due notti? Tu la sai?- Ma era
proprio deficiente allora? - Faccio sesso a casa mia.- si limitò a dirgli –
E adesso chiudi quella bocca!- - Che palle kitsune…sei seccante! Aspetta…con
chi fai sesso?- - Affari miei.- - Eddai, dimmelo! La conosco?- -
Crepa.- - Antipatico! Notte!- - Hn…- e dopo un attimo tutti e due erano
nel mondo dei sogni.
La mattina dopo, che Kami benedica le domeniche,
quei due si svegliarono che era l’una del pomeriggio. Non si sa bene come,
non si sa perché, ma erano andati avanti a imprecarsi dietro e pestarsi fino a
fare le ore piccole e quindi non avevano sentito neanche la signora Kana andare
a lavoro all’ospedale. A svegliarli però fu la psicotica suoneria del
cellulare di Hana che irruppe nella stanza come un tornado. Con quel casino
il rosso si mise a sedere nel letto come una molla, spalancando gli occhi di
scatto mentre Rukawa aprì i suoi lentamente…per poi mettersi a sedere
altrettanto lentamente nel grande letto del do’aho, guardandosi attorno ancora
mezzo rintronato e non capendo dove fosse. Il cellulare intanto continuava a
suonare impazzito e quando Sakuragi ce l’ebbe fra le mani, non riuscì neanche a
pensare di arrabbiarsi. - Pronto?- mugugnò, dondolando leggermente con la
testa. - Oh, mezza sega!- Era Mitsui che dopo una bella notte di sesso e aver pranzato
con Junko, che, udite udite, anche se non voleva ammetterlo era da considerarsi
più o meno come la sua ragazza da circa due mesi e mezzo, se ne stava tornando a
casa sotto la pioggia scrosciante e un bell’ombrello scuro – Ehi Hanamichi,
tutto ok?- - Hn…- il rossino non capiva niente. Era Mitchy? - Non metterti
a parlare come Rukawa.- rise il teppista al telefono – Dì bello…ma dormivi
ancora?- - Si…- Hana si passò una mano fra i capelli mentre il volpino, dopo
avergli scoccato un’occhiata che sapeva tanto di: "Non posso essere nel letto del
do’aho, questo dev’essere un sogno perverso! Torno a nanna che è meglio!" si
ributtava sotto le lenzuola – Ieri sera abbiamo fatto tardi.- - Abbiamo?-
- Io e la kitsune.- Mitsui si bloccò in mezzo alla via, allibito – Come
prego? Che avete fatto?- - Si…la solita cosa…- Fra sbadigli e tutto il
resto Hisashi sperò di aver capito male, così un pochino perplesso chiese ciò
che gli serviva. - Ieri sera mi hai detto che Raim restava da Ayako giusto?
Non ho capito male…- - No, no…dormiva davvero da lei.- - Bene,
perfetto.- - Perché? Le devi parlare?- - Si.- annuì il numero 14,
fermandosi davanti alla porta di casa e mettendosi ad armeggiare con le chiavi –
Ma non voglio andare a rompere a quest’ora, quindi le parlerò domani a scuola.
Un’altra cosa…- aggiunse, imprecando fra i denti perché nel suo portachiavi ce
n’era circa una ventina e tutte uguali – Le chiavi della palestra le hai tu?
Volevo fare due tiri.- - Non puoi andare al campetto vicino alla
spiaggia?- - No, diluvia demente!- - Oh…- Hana portò lo sguardo vuoto alla
finestra – Non me n’ero accorto.- - Allora? Le hai tu le chiavi o no?- - No…- sbadigliò
l’altro di rimando – Ce le ha la kitsune…aspetta che te lo passo…Kit... tieni,
il teppista.- - Come sarebbe?- Mitsui intanto spalancava gli occhi,
allibito. In sottofondo sentì dei mugugni e…cazzo, Rukawa nel letto di
Hanamichi? Oddio, sapeva che sarebbe successo prima o poi ma…ma non così! Dopo
un tonfo di un pugno probabilmente, sentì la voce strascicata della volpe al
telefono. - Hn?- - Rukawa?- - Si…- Mitsui fece una smorfia –
Scusa…non volevo svegliarti…- - Hn…- Dio, fra sveglio e addormentato non
c’era differenza a parlare con lui. - Ecco…le chiavi della palestra. Il
duplicato ce l’hai tu?- - Si…ma Akagi me ne ha fatte nascondere un paio di
riserva nell’armadio del custode.- sussurrò assonnata la kitsune che aveva
ficcato un cartone ad Hanamichi quando gli aveva passato il cellulare – Nello
spazio di quelle della stanza del coro ci sono due chiavi. Quella d’ottone è
della stanza degli strumenti. L’altra argentata è della palestra…- - Ah,
grazie!- rise il tiratore da tre, scrollando l’ombrello e salutando suo fratello
maggiore che tornava anche lui in quel momento tutto bagnato – Bhè…allora…bhò,
divertitevi e tornate a fare quello che facevate prima!- - Hn…- ovvero
dormire visto che non appena si chiuse la comunicazione quei due tornarono in
catalessi, lasciando però la guardia dello Shohoku intento a farsi un sacco di
domande. Ma che cavolo stava succedendo? Prima Rukawa che accettava di uscire
con loro, poi Raim che aveva le sue grane di salute, Sendoh che ci provava
spudoratamente, Ryota che per un giorno aveva la testa ovunque tranne che su
Ayako e Ayako stessa che lo guardava adorante…e Rukawa nel letto di Hana! Ma che
cazzo stava succedendo? Il mondo andava proprio al contrario! - Allora
piccolo pervertito? Dove sei stato tutta la notte eh?- Mitsui entrò in cucina
dove suo fratello si stava versando del caffè e sorrise, scuotendo il capo. -
Non fare la mamma chioccia, Kay.- Kay Mitsui che assomigliava moltissimo al
fratello minore anche se aveva uno sguardo leggermente più dolce, continuò a
scrutarlo attentamente, con un asciugamano sui capelli bagnati – Mi dici chi è
questa ragazza o no?- - E chi ti dice che erano con una ragazza?- - E’ un
uomo allora?- chiese il maggiore tranquillo. - Ma neanche per idea!- replicò
Hisashi, sedendosi davanti a lui – E tu dov’eri piuttosto?- - Al locale a
ripulire. Ieri sera due cretini si sono rotti una mascella per una donna.-
sbadigliò Kay, dandogli una pacca sulla spalla – Adesso scusa moccioso ma me ne
vado a letto! E quando avrai messo la testa a posto fammi conoscere la tua
ragazza eh?- - Ma mi spieghi perché ti prendono queste
fisse?- sbuffò la guardia. - Come si chiama?- gli urlò suo fratello
salendo le scale. - Se te lo dico poi la smetti?- - Promesso!- - Junko
Kanzaki.- - Uno dei miei nomi preferiti. È bella?- Mitsui fece una
smorfia, paziente – Si, è molto carina.- - Lo sa che sei un porco?-
cincischiò Kay dalla porta aperta del bagno - E che ti fai tutte quelle che ti
capitano perché non sei capace di tenerti una donna a causa del tuo brutto
carattere? E lo sa che è il tuo modo per nutrire il tuo povero ego perverso
fratellino?- - E tu lo sai che sei un grandissimo rompi coglioni?- sbottò
Hisashi a tono, afferrando la palla e l’ombrello – Me ne vado, deficiente! Ci
vediamo a cena Kay!- - Vai di nuovo da lei?- - No!- sbraitò sclerato –
Insomma, lo sapevo che non dovevo dirti niente ! Me ne vado, mi hai rotto le
palle! Pensa alla tua ti vita sessuale, razza di chiavica e lascia in pace me!-
e continuando a smadonnare finì per andarsene via come un treno mentre suo
fratello al piano di sopra non faceva altro che prenderlo in giro come solo lui
sapeva fare.
Il lunedì fu una mazzata sulle palle per tutti
quanti. Perfino Hana che era sempre pieno di energie strisciò in classe come
un lombrico, forse a causa del tempo. Per tutta la domenica infatti aveva
piovuto a dirotto e a parte Mitsui che si era ritrovato Miyagi in palestra con
una faccia da sonnambulo, gli altri erano rimasti chiusi nelle loro
tane. Rukawa invece si era svegliato di colpo con l’arrivo di Raim in classe,
tutta bagnata e coi capelli incollati al viso e con i fedelissimi pattini in
spalla. Solo una matta sarebbe andata coi pattini con un tempo del
genere! Salutò tutti e i loro compagni si complimentarono con lei per come
aveva giocato sabato ma quando andò a sedersi al banco sembrava già con la testa
altrove. A mala pena salutò lui e Hanamichi e la cosa, anche se non voleva
ammetterlo, lo infastidì leggermente. Lui non aveva fatto altro che pensare
al bacio di quella sera al campetto, sotto i lampioni…non desiderava altro che
poterla avere di nuovo fra le grinfie ma la "sua" rossa aveva un’espressione
tutt’altro che allegra o sognante. Doveva esserle successo qualcosa ma
l’arrivo di quel bastardo maniaco di Hansen frenò i suoi pensieri. Il
surfista irretitore fece uno dei suoi soliti luminosi sorrisi, a Raim per prima,
ma quando posò lo sguardo su Rukawa perse tutta la sua verve e si affrettò a
cominciare la lezione. Chissà se quel maledetto porco l’aveva capito che
doveva starle lontano? Non molto sicuro si rimise a dormire sul banco, non
prima di aver riso però perché anche il do’aho sonnecchiava appoggiato su un
gomito e dalla posizione precaria, di certo sarebbe presto caduto come una
pera. All’intervallo delle dieci e mezza finalmente il biondo surfista si
levò dalle palle e Rukawa, che dopo tre ore di lezione già non ne poteva più
perché il desiderio di parlare e chiarirsi con Raim era diventato un’ossessione,
rimase nuovamente a bocca asciutta: Mitsui mise la testa nella loro classe e
dopo aver fatto scoppiare le oche sue compagne in gridolini lussuriosi, chiese
alla rossa se poteva parlarle un attimo, senza tanti giri di parole. Cosa che
avrebbe dovuto fare Kaede già il sabato, dopo la partita…e invece era stato
zitto come un cretino. La vide alzarsi con un bastoncino di dango ancora
infilato in bocca e seguire docilmente la loro guardia che però non le sorrise
come suo solito. Sembrava come …irritato. Ma che cavolo stava succedendo
eh? Non riuscì a saperlo comunque, perché Raim stette fuori per tutto
l’intervallo e quando tornò aveva una maschera impassibile sulla faccia che
rasentava molto la sua. Alla fine delle lezioni lei salutò frettolosamente e
afferrò il suo borsone per andare agli allenamenti di ginnastica. - Ragazzi,
ci vediamo stasera alle cinque allora?- chiese poi, fermandosi alla porta. -
Si, al palaghiaccio.- annuì Hana sorridente – Ci vediamo là o dobbiamo passare a
prenderti?- - Tranquilli, vengo da sola.- replicò con un mezzo sorriso – E
portate guanti e sciarpe, mi raccomando! Ciao!- e senza aggiungere altro
sfrecciò via, anche se Kaede era sicuro che gli avesse scoccato uno sguardo
particolare, prima di andarsene. Loro non avevano gli allenamenti quel giorno e
quindi poterono passare a casa tranquilli a pranzare e a prepararsi a quella che
si prospettava una gran brutta idea. Pattinaggio sul
ghiaccio! Ma che razza di deficienti erano per farsi convincere a seguire un'idea simile? Rukawa comunque passò le prime ore a
casa a cezzaggiare. Si era guardato qualche partita sul satellite, sbattendosene dei
compiti e all'ora della riunione stava ancora trafficando nell’armadio alla ricerca dei
guanti e della sciarpa quando sentì squillare il campanello. Stranito e sicuro
che non fosse il do’aho visto che Hana gli urlava come un pazzo di muoversi
dalla strada svegliando tutto il vicinato, Kaede si sporse dalla finestra e vide
solo Miyagi davanti al cancello. In strada la macchina di Mitsui e il teppista
al volante, a parlare al cellulare. - Ciao Ru!- lo salutò Ryota quando scese
e chiuse la porta di casa – Siamo venuti a prenderti noi. Sendoh ha rotto così
tanto le palle ad Hanamichi che l’ha convinto a portarlo in moto al
palaghiaccio.- Dalla faccia schifata che aveva il play dello Shohoku, i due s’intesero sul fatto che
il porcospino doveva morire e senza aggiungere altro s’infilarono in macchina,
dove Hisashi artigliava le mani sul volante e imprecava al telefono. Sbatté
giù la conversazione non appena i due ragazzi si sedettero e riprese la sua
consueta aria apatica e menefreghista. Chiacchierarono del più e del meno per
tutto il viaggio, poi Miyagi non poté trattenersi. - Hisa…mi sembri un po’
arrabbiato…- - Cosa te lo fa credere?- sibilò la guardia, sterzando ad un
incrocio – Sono calmissimo non vedi? Merda!- picchiò con forza sul clacson,
facendo venire a Kaede i capelli bianchi visto che si era trovato davanti al
cruscotto il muso di un camion – Coglione!- tuonò Mitsui – Avevo la precedenza!
Deficiente, stattene a casa!- - Guarda dove vai, idiota!- urlò il
proprietario del camion. - Ma devo scendere dalla macchina?!- ringhiò la
guardia pronto con la mano sullo sportello. - Hisa…perché non ti rilassi e
guido io?- propose Ryota, sentendosi il cuore sotto le scarpe dopo averlo dovuto
tenere nell’abitacolo quasi a forza. - E falla finita…sto benissimo!- scandì
di nuovo l’altro – Dio, non sopporto questi dementi che guidano come delle
lumache! Vanno ai venti quando c’è il limite dei cinquanta!- e detto fatto
inchiodò davanti alle strisce, facendo perdere tre righe di vita alle decine di
persone che ci stavano passando sopra. - Sul serio sai? Se sei stanco
guido io…- continuò Miyagi, letteralmente attaccato al braccio di Rukawa. -
Non sono stanco. Da dove cazzo ti vengono certe idee eh?- - Non so…hai
quasi ucciso una vecchietta per esempio.- mugugnò Miyagi, tremolando. - Appunto,
era vecchia.- - Perché non bombardi le case di riposo allora eh?- rise il
tappo, blandendolo – E’ successo qualcosa di grave?- - Niente, sono solo
giorni che Kay non mi toglie il fiato dal collo.- Kay? Rukawa ricordava
vagamente che Mitsui avesse un fratello maggiore ma dalle chiacchiere negli
spogliatoi sembrava che questo tipo fosse un genere di persona più civile del
loro tiratore. - Per cosa ti fa le paranoie?- Ecco, adesso s’incazzava,
pensò Kaede guardando fuori dal finestrino. Mitsui non era tipo da amare troppe
domande ma stupendolo si limitò a borbottare, astioso, che suo fratello gli dava
il tormento per una ragazza. Miyagi si stupì – Se ti dà il tormento da un
pezzo vuol dire che ne hai una fissa…- - Cos’è tutto sto’ interesse per la
mia vita sessuale adesso?- rognò Hisashi – E tu nano? Vogliamo parlare di
te?- - Io?- Ryota fece finta di nulla, arrossendo appena – Io cosa?- - Hai
l’aria beata da qualche giorno.- chiarì la guardia ghignando – Non hai niente da
dirci?- - NO.- scandì l’altro seccato. - A no? E com’è che non fai più il
deficiente con Ayako?- - Non so di cosa parli…- - Se, come no.- - A
me sembra di comportarmi come al solito.- - Guarda che gli occhi e le
orecchie li abbiamo tutti. A fare i cori allupati durante l’allenamento siete
solo tu e Hanamichi e ora la sua voce da sola stona!- concluse la guardia
serafica. - E Rukawa allora?- esclamò Miyagi dirottando l’attenzione sulla
volpe che sbatté gli occhioni senza capire. - Lasciatemi fuori.- sibilò
Kaede, minaccioso. - Mah, le donne rimbambiscono! Meglio starne alla larga.-
dopo quella saggia frase Mitsui svoltò l’angolo e finalmente di trovarono di
fronte a una rotonda che dava sul grande e nuovissimo edificio fiammante del
palaghiaccio. C’erano già parecchie macchine nel parcheggio e numerosi scooter e
moto, fra cui la Honda di Hana e Kaede spiccava di più. Appena entrati,
furono investiti da un profondo chiacchiericcio rimbombante, dall’ultima canzone
uscita in classica che aleggiava dagli altoparlanti e dai tanti colori delle
persone che giravano nell’immensa zona ristoro. La pista era bella grande e
si apriva su una zona bar dove i tavolini davano direttamente sull’area
pattinaggio. - Eccoli! Sono là.- disse Miyagi, indicando Akagi, Kogure e Rei
Manabe seduti a un grande tavolino rotondo proprio accanto alle ringhiere dalla
pista. Li raggiunsero giusto in tempo per sentire un tonfo colossale e beccarsi
lo sfracello di Hana sul ghiaccio. Attorno a lui c’erano Haruko che cercava di
tirarlo su per le mani, Ayako che ridacchiava, Sendoh che invece se la cavava
benissimo e …naturalmente Raim, su cui Rukawa lasciò gli occhi. Era
bellissima. I jeans scuri le fasciavano le gambe, la felpa azzurra sportiva le
dava un tocco delicato e la sciarpa nera le nascondeva il naso e la bocca, ma
guardandola negli occhi anche un cieco avrebbe intuito il suo sorriso. - Quel
deficiente finirà per uccidersi.- borbottò Akagi, furibondo. - Hanamichi
proprio non sta in piedi eh?- rise Ryota, sedendosi accanto a Manabe. - A
dire il vero il senpai non è male.- lo salvò la matricola – Ma pretende di
andarci sopra come un professionista quando sarà la seconda volta che mette i
pattini. Non si attacca neanche alla ringhiera…- - E’ la storia della sua
vita.- ghignò Mitsui serafico – Gente io vado a prendermi qualcosa per
scaldarmi.- - Un caffè.- gli chiese il Gorilla. - Anche per me.- aggiunse
Kaede, che vedeva il suo respiro condensarsi. Se non altro con qualcosa a
scaldargli le mani non gli sarebbe venuta la tentazione di spaccare il tavolo
visto come Sendoh si aggirava attorno a Raim con quel sorriso da demente e
l’aria da conquistatore. Accidenti…ma perché non sapeva andare sui
pattini? Lui adorava il pattinaggio no? Cazzo, cazzo! Mangiandosi le mani
continuava a guardare le prodezze del do’aho che stava in piedi solo perché la
Babbuina lo teneva ma specialmente la sua rossa che era elegante sul ghiaccio
come quando volava col nastro in mano. E il porcospino sempre fra i maroni a
bloccargli la visuale. Se la prendeva per mano andava in pista e anche senza
pattini l’avrebbe raggiunto e preso per il collo. Ma perché quel porcospino
maniaco oltre che in campo doveva essere il suo rivale anche in amore? -
Allora ragazzi?- cinguettò Ayako quando uscì dalla pista e li raggiunse, visto
che erano vicinissimi – Voi non provate? Guardate che è divertente!- li
assicurò, viste le loro facce – Anche Hanamichi sta imparando!- ma non finì di
dirlo che si sfracellò di nuovo e dovette andare Akira a rimetterlo in piedi,
visto che il rosso era caduto addirittura addosso ad Haruko. - Dai!- continuò
la manager, andando a prendere la mano Ryota, che arrossì subito, e Akagi –
Giuro che non rido!- - Lo sapevo io che ero meglio stare a casa!- mugugnò
Takenori sbuffando come una teiera mentre lui, Kogure, Miyagi che già vedeva
solo Ayako e Rei si sistemavano i pattini. Al tavolo rimasero solo Mitsui e
Rukawa che saggiamente preferivano continuare a godersi lo spettacolo. -
Tanto riuscirò a tirarvi via da quelle sedie!- li minacciò la loro bella
manager, sogghignando – Torno fra poco!- - Sto’ cazzo…- sibilò Hisashi,
sorseggiando il caffè – Non ho voglia di fottermi di nuovo qualche arto.- -
Tesoro…- frecciò la mora – Perché non ti leghi un cuscino al sedere eh?- Alla
fine Ayako riuscì a convincere Ryota a darle una mano e con l’altra ad
attaccarsi alla ringhiera. Fu divertente vedere le reazioni di Miyagi, anche
perché ormai dalla sua faccia si capiva che era davvero successo
qualcosa. Come gli aveva detto Raim, era bello avere attorno persone limpide
come il tappo. Fra gli altri in pista però, in pochi stavano in piedi. Akagi
era letteralmente aggrappato alla sbarra, coi bambini che passavano e gli
ridevano dietro, Kogure stava in piedi per chissà quale grazia mentre Rei si era
già fatto dall’entrata fino ad Hana e Sendoh, che stavano più o meno in mezzo
alla pista, con la faccia. - Poveri noi.- alitò Mitsui, vedendo cascare anche
Miyagi qualche minuto dopo, fortunatamente non troppo male. Kaede invece
ormai era sul piede di guerra. Sendoh aveva la dote della perseveranza, perché
continuava a pattinare e a baccagliare con Raim, uscendosene con gesti del tutto
casuali…del tipo aggiustarle la sciarpa tutto sorridente e prenderle la mano per
raggiungere il do’aho quando cadeva come un pollo…e la cosa cominciava a sfinire
la poca pazienza che gli era rimasta. La sua rossa invece non sembrava
accorgersi di nulla. Gli sorrideva ma non sembrava stargli attaccata per
nulla. Anzi, spesso si allontanava per pattinare in santa pace tutta da sola,
affiancata dagli altri esperti…e poi, bhè, Raim perdeva anche del tempo a
guardare lui, una cosa che lo faceva sentire decisamente meglio. La fissava
ancora imbambolato quando una voce irritante lo riscosse dai suoi pensieri. -
Voi non venite ragazzi?- Rukawa e
Mitsui caddero dalle nuvole dei loro affari, entrambi per una volta pensavano alla stessa
cosa, per osservare Sendoh, appoggiato alla ringhiera tutto sorridente. - No.-
rognò Kaede gelido. - Io neanche.- scandì la guardia dello Shohoku. -
Eddai Mitsui!- ghignò Akira in modo che sapeva tanto di angelica sfida – Non
dirmi che hai paura!- - Cosa?- sussurrò Hisashi, infiammandosi subito. -
Che vuoi che ti succeda?- rise ancora il giocatore dei Ryonan – Dai, se non sei
capace t’insegno io. Anche tu Rukawa! Non dirmi che hai paura di cadere!
Guardate che è facile!- Che cosa infida e pericolosa che è l’orgoglio,
meditava qualche secondo più tardi Kaede Rukawa mentre lui e Mitsui si
chiudevano i pattini e sibilavano bestemmie sommesse in sincrono. L’unica cosa a
loro discolpa era che Sendoh li aveva provocati, praticamente accusandoli di
essere dei fifoni e due come loro non avevano mai promesso a nessuno di
insinuare una cosa del genere. Quindi all’inferno! Misero piede sul ghiaccio
e subito il volpino si aggrappò alla sbarra, sentendosi pericolosamente
scivolare all’indietro. Quella precarietà non era per niente una bella
sensazione…e lo stesso valse per Hisashi che però venne saldamente sostenuto da
Akira. Un attimo per orientarsi e cominciarono a mettere un piede davanti
all’altro… - Che idea del cazzo…- ringhiava Mitsui dietro di lui,
praticamente spalmato su Sendoh. - Guarda che ti tengo!- sbuffò Akira
divertito. - Le ultime parole famose…- ringhiò la guardia, ancora piuttosto
incerto ma dalla pattinata già sciolta. La kitsune invece doveva contare solo
sulla sbarra e non era facile per niente, anche perché prima di chiedere aiuto a
Sendoh si sarebbe fatto surgelare, quando finalmente arrivarono Ayako e Haruko,
tutte sorridenti. Hana invece strisciava più indietro… - Ehi Mitchy, Akira
ce l’ha fatta a convincerti!- rise la loro prima manager. - Zitta che mi
sconcentri!- - Senpai, sai che hai la postura dei professionisti?- gli
sorrise anche Haruko, tanto che Hisashi ebbe la voglia repentina di buttarsi
a terra e urlare – Sul serio, non sei rigido come Hana e gli altri!- - E
parlando degli altri…dov’è Akagi?- si stupì Sendoh. Si venne a scoprire che lui
e Kogure erano stati investiti in pieno da Sakuragi e che stavano scatenando
rissa a fondo pista, per la gioia di tutti quanti. - Capito Hisa?- ghignò
Ryota che incespicando e rigido come una scopa provava a pattinare da solo, al
fianco di Ayako che però era sempre vigile – Hai le gambe della pattinatrice,
contento?- - Ma vaffanculo.- sibilò il numero 14 seccato – Che sport per
dementi! E poi non sopporto questi bambini odiosi!- aggiunse, quando un altro
paio di teppistelli passarono a fianco del gruppo ridacchiando e prendendo in
giro a manetta. - Che pretendi, scusa?- rise Akira – Grande e grosso come sei
dovresti almeno stare in piedi da solo!- - Si e grande e grosso come sono li
mando all’ospedale se mi ripassano sotto le grinfie!- Intanto Rukawa era
andato avanti per conto suo, sempre attaccato alla sbarra ma lui a differenza di
Mitsui non aveva la pattinata sciolta, come diceva la Piattola e con Hana che
gli andava e veniva sotto il naso continuando a cadere, stava quasi per gettare
la spugna. - Ahah…sai Kit, è la prima volta che ti vedo in difficoltà!-
borbottò il rossino, con tutta la faccia ridotta a un livido. -
Hn…do’aho!- - Dì la verità…ti secca che Aki sia più bravo di te!- cinguettò
Hana, letteralmente attaccato alla sua cintura, per evitare altri incidenti di
percorso ma dopo quella sparata su Sendoh la volpe non gliela fece passare
liscia ma sfortunatamente per lui il troppo agitarsi li portò a franare sul
ghiaccio insieme, con una voglia matta di tornare a casa. - Ehi bei fusti…vi
serve una mano?- Volpe e scimmia sollevarono uno sguardo assente sulla
biondina che si era presentata davanti a loro, provocante. - Grazie, ce la
facciamo.- l’assicurò Hana aggrappandosi alla sbarra come una scimmia alla liana
ma biondina non mollò facilmente – Sul serio…- celiò con un sorriso malizioso –
Vi posso aiutare io! Quando sul ghiaccio fa così freddo bisogna stare molto
vicini…- Seee… Kaede le lanciò un’occhiata che avrebbe pietrificato anche
l’acqua e mentre Hana tornava faticosamente da Haruko, lui si rimise in testa di
fare almeno un giro della pista senza farsi abbordare da una delle tante
maniache che bazzicavano lì attorno a lui come api sul miele ma non era facile
per niente. Stava di nuovo per cadere quando un corpo morbido e un profumo
che aveva imparato a riconoscere gli si schiacciarono addosso, impedendogli di
sbilanciarsi. La strinse per la vita e Raim immerse il viso nel suo maglione,
giusto in tempo per sollevare lo sguardo verde. Si staccò quasi subito,
strappandogli un lieve gemito di diniego quando sfuggì alle sue labbra, ma lei
gli sorrise e gli si mise alle spalle anche notando la sua aria cupa. -
Schiena dritta.- e gli pigiò la mano fra le scapole, poi gl’indicò come lasciar
scorrere la lama sul ghiaccio, passo dopo passo, e lasciarsi scivolare
dolcemente, senza agitarsi. Sembrò andare meglio e Rukawa tirò un sospiro di
sollievo. - Tutto ok? Ti sei fatto male prima?- gli chiese Raim, che
pattinava all’indietro per guardarlo in viso con sorprendente semplicità. -
Hn. Sono caduto sul do’aho.- - Comoda allora.- sorrise la rossa – Senza
offesa Ru…ma non hai l’anima del pattinatore.- - E Sendoh si?- gli sfuggì
pungente. Raim per tutta risposta piegò il capo di lato, continuando a
sogghignare a mezze labbra e trincerandosi dietro a quella sua aria dannatamente
sensuale che gli fece venire voglia di riprovare a cadere, per ritrovarsela
schiacciata addosso ma erano quasi tornati all’ingresso della pista e gli altri
erano vicini. Senza fare una piega Raim iniziò a tenerlo per il gomito e
riuscì a staccarlo dalla sbarra. Qualche passo e rischiò il collo, ma lei era
sempre lì pronta a sostenerlo…e alla faccia di Sendoh, ne
approfittò. Stettero in pista per circa un quarto d’ora e quando tornarono al
tavolo, Hana era tutto un livido, per non parlare del bozzo che cresceva sulla
testa di Miyagi e dell’espressione omicida di Mitsui ogni qual volta Akira si
azzardava a menarla sulla sua pattinata sciolta che ormai gli aveva stracciato
le palle. Alle sette la compagnia cominciò a dare segni di fame e così i
ragazzi cominciarono ad alzarsi. - Tieni Kit!- Hana si levò chiavi della
Honda dalla tasca e le lanciò alla kitsune che le prese al volo, visto che era
il suo turno dopo di che cominciarono a rimettersi a posto per tornare tutti a
casa nei posti in macchina e non nel bagagliaio, come quell’estate aveva fatto
Ryota visto che la macchina di Mitsui era troppo piena. - Raim, tu non
vieni?- le chiese Ayako. La rossa scosse il capo, sorseggiando la sua
cioccolata – Faccio ancora un paio di piste e tanto sono venuta coi pattini
dalla scuola a qua.- - Sicura che non vuoi un passaggio?- fece Kogure
premuroso, mentre Sakuragi si strusciava come un deficiente alla sua Harukina e
il Gorilla in sottofondo lo insultava a sangue. - No, davvero grazie.- sorrise
lei – Mangerò qualcosa al bar e poi andrò a casa. Se vi farà sentire meglio
posso fare uno squillo ad Ayako appena arrivata. Così da mettervi l’animo in
pace.- aggiunse scherzosa. Finalmente la marmaglia se ne andò ma Rukawa,
volpe di nome e di fatto, mandato al diavolo il do’aho e il porcospino, salutati
il teppista, l’occhialuto, la matricola, Ayako, la Babba, il tappo e il Gori (il
mondo, aveva ragione Hana, era davvero uno zoo!) fece solo finta di mettere in
moto e tornarsene a casa. Fece solo il giro dell’isolato e tornò davanti al
palaghiaccio. Parcheggiò, sentì le risatine libidinose delle oche che gli erano
gironzolate prima attorno sulla pista e filò dentro. Investito dalla solita
musica da discoteca del bar, tornò al tavolo e lei non c’era… Sollevando lo
sguardo, la vide girare sulla pista insieme a pochi altri professionisti,
qualche bambino con la sua famiglia e delle ragazze delle superiori. Se
rimase stupita nel vederlo non lo dette a vedere, anche se per un attimo rimase
immobile a fissarlo. Poi scivolando leggera e veloce gli andò incontro,
all’entrata della pista…e quando gli fu vicino gli gettò le braccia al collo,
nello stesso istante in cui Kaede le cinse la vita, divorandole la bocca in un
lento ed erotico massaggio che toglieva il pensiero e il respiro. Quando si
staccarono, stavolta fu Raim a traballare sulle gambe. Lui le prese il viso
fra le mani, obbligandola a guardarlo, come per avere risposta a ogni sua
domanda, a ogni sua incertezza, ma facendolo la rossa si lasciò andare contro di
lui, col seno premuto contro il suo torace…e lo stesso spossante spasmo di
desiderio che avevano sperimentato pochi giorni prima al campetto, al loro primo
bacio, si ripresentò più forte di prima. Quel desiderio minacciava di
togliere loro ogni pudore e si separarono, consci del fatto che le loro labbra
erano diventate come tizzoni ardenti. Kaede la lasciò sedersi e si diresse al
bar, pensando che un caffè forte sarebbe servito a calmargli il sangue ma
tornato da lei, la stessa sensazione si presentò più forte di prima. -
Dobbiamo parlare.- le disse a bassa voce. Lei annuì, ora un po’
imbarazzata. - Come…come la mettiamo?- gli chiese, intimidita e confusa al
tempo stesso. Bella domanda. Come la mettevano? Stava per dirle "ti prego,
facciamo l’amore e vieni a stare da me!" ma si scosse prima di aprire la bocca e
guadagnarsi da lei quattro ceffoni. Allora la guardò, fino a imparare a memoria
ogni cosa di lei, ogni sfumatura delle sue iridi bellissime…e facendole
scoppiare il cuore, le prese saldamente il polso e se la fa fece sedere in
braccio. Dolcemente lui tracciò con la propria bocca i contorni di quelle
labbra, quelle stesse labbra che solo pochi secondi prima aveva esplorato con le
dita, e ora doveva sentirle, voleva sentirle, contro le sue, più forte, sempre
di più. Schiuse la bocca, leccandolo dolcemente, chiedendo quasi il permesso,
passandole una mano dietro la vita, per schiacciare le sue deliziose forme a sé,
attendendo fra le carezze leggere che stava riservando agli angoli di quella
bocca una risposta. E nel momento in cui quel permesso venne concesso, nel
momento in cui ogni altro senso si perse in quel bacio completo, mentre lui
affondava la lingua nella sua bocca dapprima con delicatezza e sentimento e poi
con una passionalità che sfociava in una brama simile alla sete, Raim gli chiuse
le mani sul viso…carezzandogli le gote, ansimando col suo fiato caldo contro il
suo viso. Si strinsero, incuranti di chi li circondava, immersi in un
sogno. Lentamente, proprio come stavano facendo le loro lingue, anche quelle
dita cominciarono ad intrecciarsi, trovando sicurezza e il loro vero posto tra
gli spazi vuoti delle dita dell’altra. - Così non risolviamo niente…- alitò
Raim, staccandosi appena dalla sua bocca, mentre lui la teneva ferma, per non
lasciarla fuggire. - Chissene frega.- rispose, cercandole ancora le
labbra. Per tutta risposta la sentì ridacchiare e finì che non parlarono per
niente. A mala pena respirarono forse. E poi il resto sarebbe venuto da sé.
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Capitolo 6 *** Un Fratello coi Fiocchi ***
C'erano poche cose di
cui Hana era assolutamente sicuro nella sua vita, pochi pilastri fondamentali
per spiegarla meglio, sicurezze che non sarebbero mai cambiate, ovvero che il
Gorilla era un tiranno, che Miyagi era cotto di Ayako, che la sua Harukina era
la donna della sua vita e che Yohei Mito era il suo migliore amico...ma l'ultima
cosa di cui credeva essere sicuro al cento per cento, da qualche giorno stava un
po' vacillando. Kaede Rukawa, detto Kit, la
kitsune, volpino malefico, il ghiacciolo, il super rookie, Sua Boriosità...da qualche
tempo sembrava del tutto fuori di testa. Hanamichi lo conosceva da tre
anni ormai e credeva, modestamente, di conoscerlo anche abbastanza bene
tralasciando i loro piccoli diverbi, eppure nonostante questo il Tensai del
basket si era accorto che la kitsune aveva cominciato a stare leggermente più
sulle nuvole del solito. Insomma, sapeva bene che per la volpe il basket era tutto.
Al secondo posto il pisolino e al terzo forse la loro Honda ma... il problema si
poneva quando, agli allenamenti per esempio, Rukawa mancava una palla, oppure ne
riceveva una faccia perché pensava ad altro. Il problema si poneva anche quando
Rukawa in classe non
dormiva più. Il problema si poneva
quando si accodava alla squadra in ogni uscita. E questo cambiamento si stava
ripercuotendo su Hana a macchia d'olio. Quel giovedì, entrato in palestra un
pochino titubante, sperando di non trovare la kitsune che camminava posseduta al
contrario, trovò il solito gruppo di matricole intente a far capannello da una
parte con Ayako, Akagi che parlava con Miyagi e Mitsui che allenava Kogure in
difesa. Quel giorno, giovedì 12, iniziava il campionato e si erano messi
d'accordo per andare a vedere tutti insieme, quella sera, la partita del Meiho
contro il Miuradai. A parere di parecchi era uno spreco di tempo, ma Akagi aveva
minacciato tutti di morte cruenta se solo avessero osato far sega e poi
avrebbero potuto incontrare di nuovo un po' di gente, del tipo quelli del Kainan
che essendo stati battuti l'anno prima avevano il dente avvelenato. E poi
c'era anche la possibilità di incontrare quelli dello Shikuda che Hana non
vedeva l'ora di guardare bene in faccia. - Ciao a tutti.- disse una volta
messo piede sul famoso parquet, chiudendosi la porta alle spalle. - Era ora.-
sbuffò il capitano - Datti una mossa, cominciamo fra cinque minuti...e Rukawa
dov'è?- Il rossino sbatté le palpebre - Perché? Non è qua?- - No che non
è qua!- sibilò il Gorilla, cominciando a sprizzare fiamme da tutti i pori - Già
ieri, mentre tu brutto imbecille eri in presidenza per quello scherzo nei bagni,
non è venuto!- - Cosa??- Hana si bloccò sulla porta degli spogliatoi,
sconvolto - La kitsune non è venuta agli allenamenti??- - Cosa sei, sordo?-
rimbrottò Ayako - C'era a lezione?- - Certo che c'era! Chiedilo a Raim!- -
Non c'è.- lo informò Mitsui, infilando un canestro - E' agli allenamenti di
pallavolo anche oggi. A quanto pare l'hanno praticamente costretta a sostituire
la Kurata fino a quando non si sarà ripresa.- - Finirà all'ospedale prima a
poi.- mugugnò Ryota mesto. - Ok, ok!- Hana mollò a terra la borsa - Adesso
vado a cercarlo e lo porto qua a suon di calci!- - Deficiente, non attaccare
briga!- urlò il Gorilla ma non fu necessario scatenare rissa, infatti la gelida
volpe apparve sulla porta della palestra già in tuta. Guardò i presenti con aria
un po' svagata, poi si scusò per il ritardo. Che strano. Akagi e gli altri
rimasero un pochino basiti da tutta quella sottomissione. - Stai bene?- gli
chiese infatti Kogure - Ieri non sei venuto.- - Prelievo del sangue.- si limitò
a dire, levandosi la maglia della tuta e gettando il resto in panchina - Volevo
avvisare qualcuno ma il do'aho era in punizione e non ho visto la
Kotobuki.- Gli altri non dissero assolutamente nulla, anche se ormai Akagi
cominciava a chiedersi se Hanamichi non avesse ragione a dire che era cambiato
di colpo, di punto in bianco. - Forza!- ordinò, deciso a spiare la sua ala
piccola durante tutto l'allenamento per cercare di carpire qualcosa dalla sua
impassibile espressione - Dai ragazzi, diamoci una mossa! Domani abbiamo la
partita col Fujen e non voglio vedere gente che va fuori di testa, chiaro? Dopo
il riscaldamento faremo una partita mista e matricole si alleneranno di nuovo
nei fondamentali appena ritorna Raim. Intanto trenta giri di campo!
Muoversi!- E così fecero. Cominciarono a correre tutti in fila, con Ryota
davanti, dietro Mitsui che continuava a pungolarlo per sapere come mai non
facesse più il deficiente con la sua Ayakuccia, in mezzo il Gori che incitava
tutti a darsi una mossa, poi Hana affiancato a Rukawa. Più il rossino lo
guardava però, e più capiva che stava di nuovo pensando ad altro. Infatti
Kaede pensava ad altro sul serio. Correva a testa bassa, non rispondeva alle
battute delle matricole e quasi non sentiva gli schiamazzi all'inizio della
fila. Non era lui, se n'era reso conto quando il giorno prima aveva tagliato gli
allenamenti per andare a fare un lungo giro in moto da solo, ma non sapeva cosa
farci. Il basket per lui restava l'unica ragione di vita ma non poteva fare a
meno di pensare a Raim. All'ultimo bacio che si erano scambiati al palaghiaccio
e quella era stata anche l'ultima volta che avevano parlato visto che in classe
lei non gli si rivolgeva mai direttamente e subito dopo le lezioni correva agli
allenamenti. Si era accorto che quasi non riusciva a vederla, se non per la
scusa del basket e nell'edificio scolastico si teneva a debita distanza,
trattandolo quasi come se fosse trasparente. Ci aveva pensato sopra a lungo,
arrivando a pensare che volesse tenere tutto nascosto ma poi gli era venuta in
aiuto la sorella del Gorilla. L'anno prima una sua compagna di classe era
stata picchiata per avergli passato dei compiti e la cosa, oltre ad averlo
sconvolto, l'aveva anche disgustato oltre ogni limite, rendendolo ancora più
schifo e gelido con le ragazze dello Shohoku, e anche se dubitava che Raim
avesse avuto paura delle cretine che facevano parte del Rukawa's Shinetai,
poteva capire che volesse vivere con un minimo di tranquillità. Casini a
parte, aveva comunque bisogno di uno sfogo e la partita contro il Fujen era
l'occasione adatta anche se non avrebbe avuto davanti dei degni avversari.
Durante l'ultima settimana, in allenamento, aveva preso in faccia troppi palloni
per il suo continuo pensare a Raim. Il giorno prima poi aveva anche perso gli
allenamenti e Akagi stava per sclerare, lo sentiva. Quindi doveva rimettersi in
quadro, e alla svelta anche. - Ok, fermi!- disse Takenori, fermando i
compagni dopo i trenta giri - Avanti, riprendete fiato...- ma sfortunatamente
per lui, ad avvallare le sue preoccupazioni, non tutti avevano sentito. Infatti
Rukawa, concentrato nelle sue elucubrazioni, non aveva sentito niente di
niente...e continuò a correre. Facendolo però, innescò una pericolosa
reazione a catena che coinvolse tutti i titolari e il povero Kogure. Cosa fece?
Sorpassando le matricole che colsero i suoi movimenti con la coda dell'occhio,
continuò a correre a capo chino fino a quando...non andò a sbattere contro Hana
che blaterava al vento col Gorilla sul fatto che avrebbe spaccato quelli del
Fujen con un dito solo. Essendo a testa bassa, Kaede lo colpì sulla nuca con una
bella testata...e Sakuragi, imprecando per il colpo, venne sospinto verso Akagi.
Lo colpì al mento con la fronte. Come una serie dei pezzi del domino, Akagi
scivolò all'indietro vedendo le stelle per il male e col testone colpì la testa
di Mitsui, che gli stava subito dietro. Hisashi, che non si aspettava un
bombardamento simile, traballò sulle gambe e finì addosso a Miyagi, scavandogli
un buco in fronte. Di seguito, tutti e cinque volarono ai piedi di Kogure
e... - COGLIONIIIIIIIIIII!!!!!- Ammonticchiati uno sull'altro come una
montagna e ognuno con un bernoccolo in un posto ben preciso, i titolari dello
Shohoku cominciarono ad accapigliarsi con chi l'aveva colpito e visto che
nessuno invece ascoltava il compagno che aveva ferito di rimando, si scatenò
subito un'accesa lite. Miyagi saltò in testa a Mitsui che invece sbraitava
contro Akagi e si misero a darsele di santa ragione, coinvolgendo il Gorilla che
ci trascinò in mezzo Hana, quasi strozzandolo mentre Rukawa ne rimase
miracolosamente fuori, limitandosi a massaggiarsi la zucca dolente. In quel
pestaggio vennero coinvolte anche le matricole che poverini, essendo quasi tutti
ragazzi abbastanza innocenti e per bene, vennero legnati da tutte le parti e
Ayako c'impiegò quasi mezz'ora per separarli e mettere fine a quella
cagnara. Quando arrivò Raim alle quattro di pomeriggio, dopo un
bell'allenamento già abbastanza sfiaccante con la squadra di pallavolo, li trovò
tutti pesti e coi musi anche abbastanza lunghi. Insieme a lei però c'era
qualcuno. Non era sola. - E' il
club di basket o di box?- bofonchiò Junko Kanzaki, appoggiata alla porta. Si era
fatta convincere da Raim a seguirla per vedere gli allenamenti, "quei" famosi allenamenti,
come li chiamavano tutti a scuola e dove, si diceva, accadessero cose che
nessuno aveva mai osato vedere. E ora la Kanzaki veniva a sapere che tutto quello che si
diceva di quei dementi era vero. - Oh, ragazze meno male!- alitò Ayako che
stava ficcando cerotti in faccia a Rei Manabe a tutto spiano - Raim, è successo
un problemino! Questi deficienti si sono pestati!- - Ho notato...- la rossa
si fece avanti, stranita - Ragazzi ma che è successo?- - E' colpa di Mitchy,
tanto per cambiare!- sbraitò Miyagi furente. - E' colpa del Gorilla!- disse
invece Mitsui, sarcastico. - Va a quel paese Mitsui. E' colpa di questo deficiente di Sakuragi!- tuonò Akagi che
fumava come un vulcano. - Un cazzo, è colpa della kitsune Raim!- ululò Hana
avvolto dalle fiamme. Rukawa la guardò appena, con la sua solita aria di
sufficienza...e alzò le spalle, col bernoccolo che gli pulsava fra i capelli
neri. - Oh Jun ciao!- Ayako sorrise alla Kanzaki, mentre Mitsui la guardava
stranito della sua presenza - Meno male che ci sei anche tu! Senti, sai
disinfettare e mettere bende e cerotti vero?- - Perché parti dal presupposto
che lo sappia fare?- rise l'altra suo malgrado - Ok, ok. Che ti serve?- -
Perfetto!- la manager sospirò di sollievo - Raim, sistema Hanamichi e Rukawa per
favore. Io rimetto in quadro il capitano e Miyagi.- - E a Junko lasci questo
porco?- sibilò Ryota verso Mitsui, avendo ancora il suo ricordino in
fronte. - Porco a chi, nano?- - E sta zitto, scopatutto.- - Oh,
basta insomma!- sbraitò Ayako, menando ad entrambi l'ennesima ventaglia - Jun,
vieni. Tranquilla, Mitchy non muoverà un dito per provarci vero?- - Sentite,
non sono mica un animale!- sbottò la guardia, mentre quella che era la sua
ragazza praticamente si avvicinava a lui, gli faceva la testa e faceva anche
finta di non conoscerlo, ridendo a mezze labbra. - Come sono andati gli
allenamenti, Raim?- le chiese Hana poco più tardi, mentre la ragazza si occupava
dolcemente della testa bacata di Rukawa, che se ne stava muto e gongolante a
farsi accarezzare. - Bene. La senpai Kurata è stata dimessa stamattina ma ne
avrà per un mese intero.- - Quindi dovrai giocare tu al suo posto?- si stupì
Ryota - Raim, non dirmi che hai accettato davvero!- - Non potevo rifiutarmi.-
si difese. - Junko!- il play allora si rivolse alla sua compagna di classe,
che finiva la fasciatura a Mitsui - Insomma, non puoi cercarti qualcun altro? Lo
sai che è già piena d'impegni.- - Guarda che se fosse per me le avrei già
rifilato due schiaffi.- disse la bella moretta, stupendo tutti e facendo
sogghignare Hisashi - Ovviamente sono contenta che sia in campo con me ma l'ho
avvisata che al primo cedimento la butto fuori. In fondo per due mesi il capo
sono io.- - Bella goduria eh?- frecciò Raim. - Non sai quanto.- rispose la
Kanzaki - Comunque stai tranquillo Ryo-chan!- aggiunse con tono melenso,
prendendolo in giro - Appena strafa infrangerò la mia promessa alla senpai
Kurata.- - E sarebbe?- chiese Ayako curiosa. - Niente risse.- - Non so
bene perché ma questa storia mi sembra di averla già sentita.- ironizzò la
manager - Avanti idioti! Adesso andate in campo e vedete di fare questa
benedetta partita! Ehi capitano!- allibì, vedendo Akagi andarsene dritto alla
porta della palestra - Ma dove vai?- - A cercarmi del ghiaccio per la testa
in infermeria!- rognò il Gorilla con un'emicrania pazzesca. - E allora come
facciamo con la partita scusa?- mugugnò Mitsui con aria da cucciolo - Siamo
dispari!- - Arrangiatevi!- sbraitò come un forsennato chiudendosi i battenti
alle spalle - Fate giocare Raim!- Raim? Rukawa si svegliò improvvisamente dal
coma, pensando alla bella partita che sarebbe stata se fosse stato suo
avversario. Se non altro avrebbe potuto strusciarsela un po'... Kaede, pezzo
d'idiota!, si disse mentre Ayako li divideva per squadre, come fai a essere così
imbecille? Andò a finire che la rossa giocò davvero e ci fu da ridere un
sacco! Nella squadra rossa Ayako mise, onde evitare altre risse, Rukawa e
Sakuragi, Rei Manabe che doveva starsene un po' lontano dalle gambe di Mitsui,
Yasuda e Shiozaki. Nella squadra blu invece mise Ryota, Mitsui, Kogure, Nobu
Yaoto che stava diventando davvero bravo sotto canestro e Raim...e quando diede
il via con fischietto, si scatenò la partita più divertente che avesse mai
visto. Come aveva immaginato, in fondo i giocatori dello Shohoku nel
profondo e nonostante l'aria dei teppisti, con le donne erano tutti dal cuore
tenero e quando si trattava di placcare Raim ci andavano leggerissimi. Quasi
avevano paura di toccarla, visto il suo fisico dall'aspetto fragile e Rukawa
soprattutto non cercava, miracolo!, quasi mai il one on one anche se come aveva
già sperimentato era molto difficile tenere ferma una come Raim in campo. Era
molto veloce e giocando da ala piccola nella sua squadra s'intendeva alla
perfezione con Miyagi. - No...non c'è proprio storia.- disse Hana alla fine
del primo tempo, scuotendo il campo davanti al disastroso risultato, ovvero 55
per i blu e loro solo 29. - Do'aho. Ecco perché ci sono le squadre miste.-
sentenziò Rukawa, passandogli a fianco. - Ma guarda un po'! Non potrei mai
spintonare Raim come se fosse lo scimmione di turno!- - Peccato che sono in
squadra con lei.- ghignò invece Mitsui, prendendosi addosso un'occhiata al
veleno dalla volpe. - E secondo te perché l'ho fatto eh?- frecciò Ayako
sarcastica, seduta tranquillamente in panchina con Junko Kanzaki - Perché sapevo
che ne avresti approfittato per allungare i tentacoli!- La cosa strana è che
stavolta Mitsui parve leggermente arrossire, infastidito. - Non è vero che
salto addosso a tutte.- borbottò secco. - No ma sei un maniaco lo
stesso.- Raim sorrise, bevendo avidamente dalla bottiglia - Dai Ayako...gli
stai rovinando l'immagine.- - Ma che immagine?- rise sottovoce tutta la
squadra. Fra un casino e l'altro finalmente tornò il Gorilla con del ghiaccio
per tutti e quando vide il risultato cominciò seriamente a preoccuparsi. Rukawa
e Hanamichi che si facevano dare un tale stacco? Non era normale. Non era per
niente normale. - Non voglio sapere cosa diavolo sta succedendo qua.- sibilò
quando raggiunse la squadra rossa - Specialmente da voi due...- aggiunse,
trucidando con un'occhiataccia la volpe e la scimmia - Me se non vi rimettete in
quadro per domani mattina giuro che vi spacco tutte le ossa! Chiaro?- - Che
palle, domani è anche venerdì tredici...- sbuffò Miyagi, mentre si cambiavano
negli spogliatoio. - Dai, non essere superstizioso.- lo blandì Kogure - Il
Fujen ha degli elementi validi ma sono poco esperti.- - Si, i nostri elementi
validi invece dormono!- rognò Akagi scazzato. - Che palle!- sbuffò Hana
infilandosi la maglietta - Eddai Gori! Che potevo fare scusa? Investire
Raim?- - Ehi, la squadra blu non era composto da un plotone di ragazze sai??-
- Si ma quell'infame del nano la passava sempre a lei.- si difese il
rossino. - E certo. Mica sono ritardato come te!- ridacchiò il play ancora
sotto la doccia. - Andate tutti a quel paese, mi avete rotto le palle!-
scandì alla fine il capitano - Ci troviamo al palazzo dello sport fra un'ora.
Vedete di non arrivare in ritardo, capito?- - Certo, stai tranquillo
Takenori.- lo assicurò Kogure - Senti, un'altra cosa...come facciamo con quelli
dello Shikuda?- - Se ci saranno evitateli.- ordinò il numero 4, ficcandosi il
giubbotto in spalla - Intesi?- - Ok, tranquillo.- annuì Ryota, uscendo dalla
doccia con un asciugamano attorno ai fianchi. - Si, in fondo non possono
scatenare rissa là dentro.- annuì anche Hana. - Tutto a posto
allora...ma...dov'è Mitsui?- chiese il Gori guardandosi attorno.
- E' già uscito capitano.- l'avvisò Rei Manabe - Ha detto che aveva una
cosa da sbrigare ma che si sarebbe trovato puntuale per la partita del
Miuradai.- - Seee...quello s'è fatto dare un calcio una volta, figurati cosa
sta meditando! Porca miseria!- E in effetti Hisashi aveva davvero una cosa da
fare, una cosa che praticamente non aveva mai fatto in vita sua. Junko
Kanzaki lo guardò come un alieno per quasi tutto il tragitto verso casa sua.
Inutile dire che era rimasta parecchio stupita quando si era offerto di
accompagnarla a casa, ancora di più quando le aveva chiesto se il giorno dopo
sarebbe andata a vederli giocare contro il Fujen. - Senti un po' Mitchy...-
gli chiese, a pochi isolati da casa sua. - Oddio, non chiamarmi anche tu in
quel modo deficiente!- sbuffò demoralizzato. Camminavano fianco a fianco e la
cosa, uscendo dalla scuola, aveva attirato un po' tutta l'attenzione degli
studenti dello Shohoku ma la Kanzaki non era tipo da alzare gli occhi sulle
persone che non conosceva, quindi se n'era infischiata dei commenti di tutte le
oche che sbavavano dietro a Mitsui, ma ora una cosa le frullava per la
testa. - ...non è che ti sei offerto di accompagnarmi perché ti senti in
colpa?- continuò, sogghignando. Hisashi alzò un sopracciglio, centrato in
pieno - In colpa per cosa?- - Hn, non saprei...forse perché tutta la tua
squadra mi ha fatto capire che sei il puttaniere che pensavo e che ho conosciuto
rovesciandogli in faccia un bicchiere di tequila. No?- Per tutta risposta
Mitsui scoppiò a ridere come un matto, divertito da quella ragazza
eccezionale. Ricordava la prima volta che le aveva parlato. Due mesi e mezzo
prima, in estate. La conosceva di nome e di fama, non era facile incontrare
qualcuno nel loro liceo se non lo si cercava e lui, anche se tutti spesso gli
avevano nominato quella certa Junko Kanzaki, non aveva mai provato il desiderio di
andare a vedere se fosse davvero bella e con due occhi pericolosi come tutti
dicevano. Almeno fino a quando, in una notte d'estate in un pub del centro non
l'aveva trovata a un tavolo con la sua squadra, a festeggiare un
compleanno. Un suo amico gliel'aveva indicata e...bhè, Hisashi non era più
riuscito a staccarle gli occhi di dosso. L'aveva vista palesemente annoiata per
tutta la festa, buttando giù un cocktail dietro l'altro e quando uno del gruppo
con cui era uscito era riuscito ad attaccare bottone con la festeggiata, si era
unito alle ragazze. Se solo avesse saputo di più sul suo carattere ci sarebbe
andato più piano ma lui non era mai stato bravo a frenare la sua lingua
sferzante. Quando trovava qualcuno d'interessante doveva provocarlo e Junko, col
suo sguardo fiero e il suo animo infuocato l'aveva subito rimesso a suo posto.
La notte era stata lunga e una parola tira l'altra, la ragazza esasperata gli
aveva rovesciato in faccia il suo bicchiere, andandosene via ma lui l'aveva
seguita fino all'uscita del pub. Era sorto il sole da poco e senza pensarci due
volte l'aveva baciata. In risposta aveva ottenuto un ceffone...e poi un
altro bacio. Così era iniziata con Junko. In quei due mesi e mezzo non erano
mai usciti in luoghi molto frequentati. Solitamente stavano in casa di lui e o
di lei e passavano il tempo a letto ma ora...ora le parole di suo fratello
forse, o il discorso che Raim gli aveva fatto quando era andato a chiederle
spiegazioni sulla sua salute, gli avevano fatto aprire gli occhi. - Allora?-
le chiese, cambiando argomento - Domani vieni a vedermi giocare?- La Kanzaki
si fermò, fissandolo attentamente. - Hisa...cosa dici di mettere subito le
cose in chiaro?- Lui le rimase impalato davanti, mani in tasca, in attesa di
sentire le sue condizioni. - La pallavolo per me è importante come il basket
lo è per te.- disse sincera e diretta, come di sua natura - E come ben sai non
abbiamo bisogno di distrazioni.- - Pensi di essere una distrazione?- replicò
a bassa voce. - No. Ma se devo dirla tutta non mi va neanche di essere presa
in giro.- - Secondo te con una qualunque mi sarei comportato così?- obiettò,
un po' imbarazzato. Lei parve ponderare la cosa, poi la sua espressione si
schiarì leggermente. - D'accordo. Possiamo provare.- - Si?- Mitsui
sorrise, quasi illuminandosi. - Si.- accettò, sorridendo in maniera poco
sicura - Ma una cosa sola ti chiedo. Quando sarai stufo dimmelo subito. Non
voglio venire a sapere da terzi che vai in giro a sbatterti le matricole, sono
stata chiara?- - Potrei dire lo stesso a te.- sottolineò avvicinandosi a lei
fino a sfiorarle le labbra - Io sono geloso e possessivo con le mie cose.- e
senza darle tempo di replicare le infilò una mano fra i corti capelli per
spingerle contro di lui. Si baciarono a lungo per la strada, incuranti nel dare
spettacolo e quando si staccarono, la Kanzaki acconsentì ad andare a vedere
quella benedetta partita.
Alle sette e mezza di sera, il palazzo
dello sport era stato preso d'assedio da un po' di giornalisti curiosi e dalle
squadre di tutta la prefettura che erano andate a buttare in occhio in
giro. Nelle tribune c'era un brusio snervante di attesa ma Shinichi Maki non
badava a nessuno. Si limitava a starsene seduto il poltrona, attorniato dai suoi
compagni e a tenere gli occhi puntati sulle entrate. Naturalmente aspettava
chi l'anno scorso gli aveva soffiato il titolo ma era anche parecchio
interessato a una squadra che aveva incontrato in campo quasi quattro anni
prima, lo Shikuda. - Dici che verrà?- Soichiro Jin, seduto al suo fianco,
stava in attesa esattamente con lui ma a differenza degli altri la sua
espressione non mutava la sua reale trepidazione. - Parli di Eikichi
Takeru?- fece Maki, guardandolo con la coda dell'occhio. - Si.- annuì la
guardia pacata - Ti confesso che non vedo l'ora di vederlo giocare di nuovo. Se
quello che mi hai detto poi è vero...- lo guardò con un blando sorriso
-...allora dev'essere stato una bomba per metterti in secondo piano.- - Parli
del numero 3 dello Shikuda, vero?- s'intromise Takasago. - Già.- Maki riportò
lo sguardo sul campo, dove arbitri e giudici confabulavano fra loro - Quando era
la primo anno Eikichi Takeru era il migliore playmaker che avessi mai
visto.- - Ma che dici capo?- rise il solito megalomane che tutti conoscevano
bene - Nessuno è meglio di te! Forse solo io!- e Kyota Nobunaga attaccò a ridere
come un deficiente, facendo calare la classica goccia in testa a tutti i
compagni di squadra. Si sfregò le mani, svaccandosi meglio in poltrona e
allungando le gambe su quella davanti - Ah, non vedo l'ora che s'inizi
quest'anno! Quella maledetta testa rossa me la pagherà cara!- - Vediamo di
non ricominciare.- soffiò Miyamasu, detto il pigmeo, aggiustandosi gli
occhialetti sul naso. - E sta zitto, ragazza di lillipuziano!- ridacchiò di
nuovo la scimmia - Gliela farò vedere io!- Lo lasciarono dare i numeri e
blaterare al vento, tanto nessuno l'ascoltava più quando Maki vide entrare un
bel po' di facce note. - Ecco il Ryonan.- disse a bassa voce, vedendo la squadra
capitanata da Uozumi entrare nella curva opposta alla loro. Mancava Sendoh
però...non vide la sua testa acuminata fra le file dei suoi compagni. -
Non vedo
il maniaco.- ironizzò infatti Kyota, rivolgendosi proprio ad Akira. - Sarà
in ritardo come al solito.- sorrise Jin tranquillo - Là c'è il Sannoh.- -
Alla nostra sinistra invece sta arrivando il Fujen e guarda guarda...lo Shoyo.
Allora le accuse su Fujima sono cadute.- - Erano un cumulo di assurdità.-
Maki non degnò la forte squadra bianco verde nemmeno di un'occhiata - Era
prevedibile che sarebbe accaduta una cosa del genere. Questi sono vecchi trucchi
che lo Shikuda usa da anni ormai. Fujima è stato uno stupido.- - Stupido o
meno dovremmo essere liberi di respirare, non credi capitano?- lo blandì Jin col
suo fare cortese. - Siamo tutti sotto pressione, questo ricordatelo.- -
Certo.- continuò la guardia - Ma questo non significa che debba starmene zitto
quando quei tizi cercano di affondarmi la carriera. Dico bene?- - Benissimo!-
ululò la scimmietta esasperando di nuovo gli animi. - Comunque, pericolosità
dello Shikuda a parte, sono interessato a vedere cosa s'inventerà il Fujen.-
aggiunse Miyamasu - Non avranno vita facile domani.- - A quanto pare siete
tutti ansiosi di rivedere quella squadra di dementi eh?- frecciò Nobunaga
sarcastico, mettendosi a giocare con una pallina antistress - Dio, che rottura
di palle! Il solo pensiero di trovarmi di fronte a Rukawa mi fa ribollire il
sangue!- - Tanto ti batterà di nuovo.- fece Takasago serafico. - Che hai
detto???- - Fermi, aspettate.- li bloccò Jin, mentre la scimmia del Kainan
stava quasi per balzare in testa al suo compagno più anziano. La guardia indicò
al gruppo qualcuno col dito...e Maki sogghignò appena. Da uno degli ingressi
alle tribune, appoggiato a una ringhiera, c'era qualcuno di molto
interessante. - Mitsui.- sibilò Kyota, ricordando bene quanto il Cecchino
l'anno scorso avesse contribuito a farli perdere. In molti riconobbero il
giocatore dello Shohoku, specialmente i giornalisti ma un decreto dei giudici
aveva loro praticamente impedito di andare a disturbare i giocatori seduti in
tribuna, quindi dovettero stargli lontano e scattargli qualche foto. Hisashi
comunque se ne accorse appena. Buttò l'occhio in giro, vedendo un po' di
vecchi avversari fino a quando non lo raggiunsero gli altri. Akagi uscì per
primo e fra gli altri giocatori e spettatori cadde un silenzio ammirato.
Entravano i campioni. Di seguito al Gori arrivarono Ayako, Miyagi e Kogure,
le matricole e infine Hana e Kaede. - Ma tu guarda che bel ritrovo di
imbecilli.- bofonchiò Hanamichi, buttandosi a sedere in poltrona e beccandosi
occhiate d'odio puro da Nobunaga, Uozumi dall'altra parte della curva, quelli
dello Shoyo e pure quelli del Fujen. - Vedi di non far casino, ok?- scandì
subito Akagi facendo sedere tutte le matricole. - Ok, ok...- e mentre tutti i
ragazzini del primo anno, diligenti e angelici, si mettevano in postazione a
guardare ogni singolo istante di gioco mentre il Meiho e il Miuradai entravano
in campo, quattro tizi a caso si misero in posizione di combattimento: Hana e
Kaede si divisero gli auricolari del lettore cd sparando a palla i Metallica,
Miyagi tirò fuori il game-boy e Mitsui si mise a giocare col cellulare, facendo
imbestialire il Gorilla che venne a malapena trattenuto da Ayako e Kogure, prima
di fare una strage. Calmatosi dopo che Ayako gli ebbe fatto annusare un po'
di cloroformio, si rimise tranquillo e si guardò attorno mentre l'arbitro
fischiava l'inizio della partita. C'erano davvero tutti quanti. Ryonan, Kainan,
Shoyo, Fujen... Tutti combattivi e velenosi. Accidenti, non avrebbero avuto
vita facile quell'anno. Per vincere di nuovo ai campionati nazionali avrebbero
dovuto sputare sangue. - Hai notato Takenori?- bisbigliò Kogure suo orecchio,
mentre il Miuradai andava a canestro - Con lo Shoyo c'è anche Fujima. L'hanno
rilasciato.- - Si saranno accorti che la faccenda degli steroidi era una
puttanata.- sbottò irritato - Al solo pensiero che possa succederci una cosa
simile mi viene voglia di rompere la testa a quei bastardi dello Shikuda!- -
Allora sei umano!- rise l'occhialuto. - Già...ma ho l'impressione che questa
faccenda non finirà qua.- disse il Gorilla meditabondo - I giudici di gara si
saranno fatti più attenti. Forse richiederanno esami del sangue ed ispezioni
d'ora in avanti.- - Oh...e allora dove metterò la mia fiaschetta di whisky
io?- si lagnò Mitsui sarcastico. - Non fa ridere, sai?- rimbrottò Ayako -
Domani mi occuperò personalmente di chiudere a doppia mandata il nostro
spogliatoio e prima di entrare in campo controllerete tre volte in ogni angolo,
intesi?- - Si mamma.- acconsentì la guardia. - Io mi sono rotto.- disse
colpo Rukawa, alzandosi in piedi e lasciando di nuovo tutti perplessi - Vado a
prendermi qualcosa da bere.- - Qualcuno di voi tre imbecilli sa dirmi che gli
prende?- rognò Akagi quando la volpe sparì all'interno del palazzo dello sport.
I tre imbecilli però, offesi da tale insulto come se non ne avessero mai presi
di peggio, misero il muso e tacquero spingendo sempre di più il loro capitano
sull'orlo di una crisi isterica. Intanto la volpe passava nei corridoi dove
c'erano giocatori e inservienti. Alcune squadre che si erano classificate per il
torneo prefetturale che lo vedevano per la prima volta lo guardavano con tanto
d'occhi, ma lui a dire il vero se ne infischiava di tutti, tanto per cambiare.
Arrivato nella zona delle macchinette si mise a frugare nelle tasche della tuta,
per cercare delle monete. Gli serviva un caffè bello forte o rischiava di
addormentarsi come una pera. La macchinetta stava borbottando i suoi rumorini
da preparazione quando il cellulare gli vibrò in tasca. Lo estrasse e non
poté impedirsi di sperare. Bhè, alla fine Raim ce l'aveva fatta dove solo il
do'aho era riuscito. Era riuscito a farlo rilassare. Il messaggio era
suo. "Non dormire troppo e guarda un pezzo della partita
kitsune. Ci vediamo domani in metropolitana. Buona notte, R."
Certo, avrebbe preferito qualcosa di più romantico ma erano
ancora in rodaggio e anche lui si muoveva un po' goffamente in quello strambo
rapporto. Le rispose con un semplice "Hn" a cui Raim seguì con "Ci
avrei giurato
!" Rimise il cellulare in tasca e si mise a
centellinare il caffè, pensando alla sua bella rossa che in quel momento
probabilmente era già andata a letto per recuperare le energie perdute...quando
delle grida lo fecero sobbalzare. Ma chi era che sbraitava in quel
modo? Un uomo maturo e...una voce altrettanto conosciuta. - Non te lo
permetterò mai capito?- tuonava l'uomo che Rukawa riconobbe come Taoka, il
mister del Ryonan - Non ti permetterò di buttare tutto al vento per un
capriccio!- E poi Kaede, sconvolto, sentì per la prima volta in vita sua
Sendoh urlare...e dal suo tono sembrava quasi sul piede di guerra. - Possibile
che non capisce? Eh? Non mi sembra di averle chiesto la luna!- - Al diavolo
ragazzo! Mi ringrazierai un giorno!- - L'unica cosa di cui ringrazio è di non
essere ancora finito al manicomio!- - Per l'amor del cielo! Passerà, non
farti prendere dall'isterismo!- La volpe sentì una porta sbattere e poi vide
Sendoh nel corridoio a fianco - Sa che cosa le dico? Vorrei tanto che fosse
successo a lei! Vorrei vederla al mio posto! Vada all'inferno!- e si richiuse il
battente alle spalle, fuori di sé. Senza aggiungere altro marciò al passo di
carica verso le macchinette, quando si accorse di Rukawa. Si bloccò,
sbiancando. - Rukawa...- Kaede lo guardò a lungo, con aria truce,
stentando a credere ciò che aveva sentito. - Vuoi mollare?- gli chiese
gelido. Akira perse ancora altro colore dal viso ma indurì le mascelle e
assunse la stessa espressione decisamente inquietante. Strinse il pugno
e...scattò veloce come il vento contro la volpe, ma non colpì lui. Sbatté con
pugno contro la parete al fianco del volpino, ferendosi le nocche...e restando
immobile, iracondo, pieno di odio. Con gli occhi inchiodati in quelli di
Rukawa, Sendoh ribolliva, faticava quasi a respirare. Però. Allora la perla
del Ryonan era di carne e peccati come tutti gli altri, pensò Kaede, senza
muovere un passo. Ora però si chiedeva davvero cosa stesse accadendo. Voleva
davvero mollare? Voleva abbandonare il basket? Se n'era accorto nell'amichevole
che non aveva giocato come suo solito, ma stentava a credere che un tipo come il
porcospino avesse gettato la spugna. Lui era uno dei suoi più acerrimi
nemici. - Non ti azzardare a farmi la predica.- gli ringhiò Akira a bassa
voce, come un sibilo. - Hn...quindi molli davvero.- - Sta zitto!- e il
giocatore del Ryonan fece per caricare un altro pugno, stavolta per colpirlo
davvero quando qualcuno alle sue spalle l'afferrò saldamente per il collo della
maglia, tirandolo indietro. - Ehi Aki...te l'ho detto mille volte. Kit è
proprietà privata.- Rukawa roteò gli occhi, vedendo Hana dare una leggera
scrollata a Sendoh. - Sono forse il tuo giocattolo do'aho?- Il rossino lo ignorò,
tirando via il
fantasista del Ryonan che si era come placato, e controllò velocemente la
mano al ferito. Senza fare una piega lo spinse lontano da Rukawa, andò alla
macchinetta, gli prese un caffè e poi lo costrinse a seguirlo fuori all'aperto,
su un terrazzo per i fumatori. Così il do'aho sapeva qualcosa, pensò Kaede
tornandosene alle tribune. Chissà che cavolo stava succedendo al Porcky? Non
l'aveva mai sentito urlare contro nessuno, figurarsi contro il suo mister. Era
assurdo. Tornato a sedersi, trovò il Miuradai in netto vantaggio. - Usano
di nuovo il pelatino.- gli disse Miyagi, svaccato addosso ad Ayako che
stranamente non faceva una grinza. - Senpai scusa...- Rei sembrava un pelino
sconvolto davanti a quel mostro di Naito - Ma è regolare fare dei placcaggi del
genere?- - Veramente no.- disse il play grattandosi la testa - Ma dipende da
arbitro ad arbitro.- - Si ma se quello mi prende in pieno mi uccide!-
continuò Yaoto, terrorizzato. - E capirai...- sbuffò Mitsui. - Senpai
scusa...ma se prendesse in pieno te?- gli chiese Rei con aria angelica - Non ti
farebbe male al ginocchio?- - Mamma mia, ma questi proprio vivono nel mondo
delle favole.- rise Ryota - Rei, tranquillo. Hisa è una roccia.- - Come no.-
Kogure dette una leggera pacca sulla schiena alla loro guardia - Comunque hanno
ragione le matricole, sai Mitsui? Il problema si porrà anche contro quelli dello
Shikuda. Dovremo trattarti coi guanti d'ora in avanti.- - Seee...- il numero
14 si rimise comodo, incrociando le braccia dietro alla testa - Ha ragione il
tappo. Questi qua proprio sono cresciuti nella bambagia. Ehi seghetta,- così si
rivolgeva sempre molto affettuosamente a Rei - hai mai fatto a botte in vita
tua?- - Deficiente!- tuonò Akagi ficcandogli un pugno in testa - Non metterli
sulla cattiva strada!- - Ma che cattiva strada...è di tradizione per entrare
allo Shohoku, no?- cinguettò Ryota divertito, evitando a sua volta una cartella
in mezzo agli occhi. - Davvero senpai?- chiese Nobu Yaoto - Che
intendi?- - Dunque...come spiegarla...- Ayako cercò di farla più semplice
possibile - Allora, tutti i titolari hanno praticamente iniziato a giocare in
squadra litigando con un altro compagno. Ma di brutto intendo.- - Come?- Rei
sbatté gli occhioni - Come sarebbe?- - Semplice.- rise Ryota - Io e Mitsui ci
siamo mandati all'ospedale per esempio.- Le matricole allargarono le bocche a
palla. - All'ospedale?- riecheggiò Manabe - Ma...ma...perché?- Mitsui e
Miyagi sollevarono le spalle. - Così.- fu la spettacolare risposta. - Già.-
rise Kogure - Poi il capitano e Hanamichi si sono sfidati al primo anno di
Sakuragi, mentre...- il quattrocchi guardò la volpe di striscio -...mentre,
bhè...Hanamichi e Rukawa se le danno da una vita.- - Si ma pensate anche che
Rei e gli altri sono ragazzi per bene.- li zittì Ayako - Non sono mica esemplari
di una non ancora specificata specie di testa di cazzo come voi.- -
Dio...quando usi le parolacce sei ancora più arrapante.- ironizzò Mitsui,
prendendosi una ventagliata. - Piuttosto, dov'è quel cretino?- s'intromise
Akagi - Rukawa...dov'è Sakuragi?- - Sta parlando col porcospino.- si limitò a
dire il volpino, imbronciato. - Sendoh?- fece Kogure stranito - Ma parlano o
lo sta picchiando?- - Figurati, sono amici.- lo placò Miyagi, sbadigliando
dalla noia, mentre il Miuradai si portava in vantaggio. - Si, due animali e
una capanna.- frecciò acidamente Rukawa. Era finito il primo tempo quando
alcuni dello Shohoku, i soliti a caso, si alzarono per sgranchirsi le gambe.
Tornati davanti alle macchinette, trovarono solo Hanamichi sul balcone, intento
a fumarsi una sigaretta e a parlare al cellulare. Vista la sua faccia allupata
parlava di sicuro con Haruko ma di Sendoh neanche l'ombra. - Ma tu guarda che
faccia da deficiente.- disse Ayako, scuotendo il capo alla faccia bavosa di
Hana. - Ma lascialo perdere.- rise Miyagi, sorseggiando una lattina di
limonata seduto in poltrona - Dio, che razza di perdita di tempo. Potevamo
starcene a casa a nanna. Non per peccare di arroganza ma domani col Fujen non ci
sarà da faticare troppo. Si, alcuni sono bravi ma hanno poca esperienza.- -
Vedremo.- rise Mitsui, mandando giù un sorso di aranciata - Ehi Gori...hai visto
Uozumi?- - Mamma mia, t'ha lanciato un'occhiata che t'avrebbe ucciso!-
ridacchiò il playmaker, mentre il capitano sbuffava e agitava la mano, incurante
della cosa. Più che altro il Gori si preoccupava di quella cerebrolesa di sua
sorella che fra tutti quanti era andata a scegliere il peggior rintronato sulla
faccia della terra. Quando ritornò dentro, Hana era ormai in completa
beatitudine visto che era riuscito a strappare alla sua Harukina un appuntamento
per sabato. Era tanto tranquilli che quando qualcuno aprì la porta del
corridoio per raggiungere le tribune quasi non degnarono i nuovi arrivati di
nessuna occhiata...ma Eikichi Takeru e Ken Yuto li avevano visti
benissimo. Il primo a notarli fu Akagi che indurì la mascella e di rimando,
tutto lo Shohoku vide quei due. Con la tuta grigia e nera dello Shikuda,
Eikichi Takeru posò gli occhi affilati sul gruppo...e appena sogghignò. La
cosa non piacque a nessuno dei diavoli rossi ma ricordando le parole del Gori
cercarono di tornare a pensare agli affari loro, almeno fino a quando Takeru non
dimostrò di essere più tosto di quello che avevano loro detto. - E' da un
pezzo che non ci vediamo, Akagi.- soffiò soave. - Si, qualche anno.- rispose
il Gorilla senza nascondere una punta di sarcasmo nella voce - Ti vedo
bene.- - Sto da favola infatti.- Takeru venne avanti, mani in tasca,
affiancato da Ken Yuto che con gli occhiali dalle lenti colorate sembrava fuori
posto, ma spavaldo anche con quella cicatrice che gli spezzava il sopracciglio -
E così da quando non ci vediamo hai messo su un'ottima marmaglia, eh?- -
Marmaglia?- il Gorilla sollevò la mano dietro alla schiena, per bloccare Miyagi
che si stava già alzando in piedi, deciso a non stare a sentire le puttanate di
un verme come quello - Si, direi di si.- - Già. Me l'hanno detto che i tuoi
hanno il sangue caldo.- - Ti consiglio di andartene.- s'intromise Hana, che
aveva trattenuto la lingua anche troppo. - Perché? Mi mandi via senza una
dimostrazione Sakuragi?- Hana alzò un sopracciglio - Oh, non sapevo di essere
famoso.- - Dai Take.- Yuto posò una mano sulla spalla al suo capitano - Sono
pagliacci.- - Pagliacci?- sibilò Miyagi, mettendosi in piedi - Ehi,
coglione...prendi il volo.- - Ohhh, ma guarda..- il capitano dello Shikuda
vide Akagi fermare i suoi amici, un po' dispiaciuto - A quanto pare sei sempre
lo stesso Akagi. Quando è ora di fare sul serio ti tiri sempre indietro.- -
Faremo sul serio in campo, Takeru.- gli promise il Gorilla - E adesso
vattene.- - Eikichi...da quando lasci che le mosche ti rispondano così eh?-
ringhiò una voce alle loro spalle. Tutti si voltarono, tranne Takeru e Yuto che
godettero nel vedere anche Hanamichi allargarono gli occhi, strabiliato. Un
tizio alto due metri e che probabilmente ne pesava centotrenta stava sulla
porta. Un colosso, un muro, un bulldozer. -
Arai, ben arrivato.- sghignazzò Takeru
gelido - Lascia che ti presenti i campioni nazionali dell'anno scorso. Signori,
questo è Hideki Arai, la mia ala grande in sostituzione.- - Campioni
nazionali eh?- gongolò il bestione, raggiungendo lo Shohoku e facendo quasi
tremare il pavimento sotto i suoi passi. Li scrutò tutti, uno per uno, fissando
Ayako un momento di troppo e Ryota non al prese bene ma fortunatamente Mitsui e
Akagi lo trattennero, facendo ridere di nuovo in maniera odiosa i tre dello
Shikuda. - Vi aspetto in campo, campioni...ma non ne uscirete con le
vostre gambe.- ironizzò Arai, andandosene dopo averli guardati come formiche. Rimasti
Takeru e Yuto, il primo tornò a fronteggiare Akagi che vibrava per la collera.
- Tranquillo...per ora non ho voglia di sporcarmi le mani.- ghignò,
avvisandolo - E a quanto pare il divertimento è assicurato. E tu saresti il
famoso Mitsui eh?- aggiunse, girandosi verso la guardia - Come va lo
stomaco?- - A guardarti va molto meglio.- l'assicurò Hisashi, continuando a
mantenere una calma storica. - Divertente. Sta attento al tuo bel ginocchio,
eh Mitsui?- l'avvisò quel bastardo, andandosene dritto all'entrata per le
tribune dove l'aspettava quel mostro di due metri - Non si sa mai. A volte
gl'incidenti capitano.- Quando furono soli e il silenzio aleggiava su di loro
come un macigno, Ayako aveva ancora la bocca a palla. - Ditemi che non ha
detto quello che ho sentito!- sbottò sconvolta. - Credevi che esagerassi
quando te li ho descritti?- sibilò Akagi coi pugni serrati, furibondo - E ancora
non hai visto niente!- - Ma...ha minacciato apertamente Mitchy!- ringhiò Hana
- E che cazzo, l'avete visto quell'armadio?!- - Porca puttana...- Hisashi
contava le ore che lo separavano dalla rottura della rotula - Quello ci massacra
se ci prende in pieno. È quello che fanno fallo sul giocatore migliore di turno
e si fanno sbattere fuori soddisfatti!- - Il cervello del gruppo è Takeru.-
ricordò loro Akagi - Stateci attenti. È un playmaker eccezionale.- - A quello
qualcuno dovrebbe spaccare la faccia.- sibilò Ryota rabbioso. - Bhè, Aki gli
ha spaccato il naso.- bofonchiò il rossino. - La finite di dire cazzate?-
sbraitò Ayako - Qua la faccenda è seria, porco cane!- - Che rottura di
balle.- si schifò Rukawa, di sottofondo. Proprio mentre stavano per mettersi
allegramente a litigare, com'era d'uso comune nella squadra dei diavoli rossi,
il cellulare di Mitsui si mise a squillare e la guardia osservò il numero di un
vecchio amico sul display. - Pronto?- Era Tetsuo e informò Hisashi di
qualcosa che lo fece sbiancare. Non era mai successo e sia Akagi che gli
altri si preoccuparono. - Quando li hai visti?- alitò al telefono - Ed erano
davanti a casa mia???- urlò poi, alzando la voce - Dannazione, ma che cazzo
aspettavi a dirmelo?!- e senza aggiungere altro afferrò letteralmente Hana per
il collo, strattonandolo - Hana, portami a casa! Subito!- - Cosa? Insomma si
può sapere che succede Mitchy?- si sconvolse Sakuragi. - Lascia perdere, devi
portarmi a casa mia! Il tizio dello Shikuda col tatuaggio sul collo era davanti
a casa mia!- - Insomma Hisa, calmati!- cercò di blandirlo Miyagi ma il numero
14 scostò la sua mano bruscamente, fuori di sé - Non dirmi di calmarmi! Kay è a
casa in questo momento!- - Kay?- Akagi alzò le sopracciglia...e vedendolo in
quello stato capì che anche se fosse stata una trappola, la preoccupazione per
suo fratello era troppo grande. Così dette ad Hanamichi il permesso per portarlo
subito in moto, mandò Ayako ad avvisare gli altri mentre lui, Rukawa e Miyagi
correvano a razzo in macchina. Facendosi quasi rincorrere dalla polizia, moto
e macchina guidate dai ragazzi dello Shohoku attraversarono Kanagawa con limiti
che avrebbe causato il sequestro della patente e del mezzo, ma Mitsui non era in
vena di badare a simili piccolezze. Dietro a Sakuragi stava letteralmente
tremando per la collera. Se solo avessero fatto qualcosa a suo fratello li
avrebbe ammazzati tutti! E fu peggio quando, facendo un testa coda nella via
della guardia, si ritrovarono davanti alla casa di Mitsui e trovarono il
cancello aperto, alcuni vasi che ornavano l'ingresso rovesciati, terra e orme
sparse. - Cazzo!- alitò Hisashi, fiondandosi dentro seguito dagli altri
quattro dopo aver visto a terra delle macchie di sangue - Kay!- urlò entrando di
volata, quasi sfondando la porta di casa - Kay! Kay dove sei?- - Mitchy
aspetta!- Hana l'afferrò per la spalle e allibito, come Rukawa e Miyagi del
resto, gl'indicò una cosa strana sulla scala che portava al secondo piano,
davanti a loro nell'ingresso. Sui gradini c'erano...due tizi ridotti molto
male, sui diciotto e vent'anni, pieni di lividi in faccia, senza parecchi denti
e con l'aria di chi sta chiedendo pietà. Erano legati dentro un futon, stretti
in una corda per scalate. - Ma che cazzo è successo?- disse Akagi, senza
parole. - Kay!- tornò a urlare Mitsui, facendo di corsa il giro della casa -
Kay!- ed entrò in cucina. Lì quasi il cuore gli balzò in gola per il sollievo.
Eccolo suo fratello. Kay Mitsui sollevò gli occhioni angelici dalla
televisione, con un asciugamano sulla testa e un cerotto sulla fronte. -
Fratellino.- gli sorrise - Che faccia hai! È successo qualcosa?- - Kay!-
Hisashi stentava a crederci - ...Ci sono...ci sono due tizi sulle scale...li hai
visti?- - Si.- rispose l'altro ironico, continuando a mangiare cereali a
quell'ora indegna - Avevano scavalcato il cancello e stavano dietro il muretto,
armati di spranghe e credo cercassero te perché hanno mirato basso...alle
ginocchia. E loro sono i tuoi compagni di squadra vero?- sorrise, vedendolo lo
Shohoku alle spalle del fratellino - Ciao ragazzi.- - Salve...- cinguettarono
gli altri in sottofondo, un pelino intimiditi. Stentavano a credere che due
persone di aspetto così somigliante fossero tanto diverse. Il fratello maggiore
della loro guardia era parecchio più grande, sui ventisei anni ma avevano stessi
occhi, stessi capelli e stessi lineamenti, anche se l'espressione del maggiore
era decisamente più dolce e meno truce di quella di Hisashi. Era vestito di
tutto punto e forse doveva andare a lavoro... - Ma chissene frega di loro!-
tuonò il numero 14, quando si fu ripreso dallo spavento - Mi hanno venire un
colpo quando mi hanno avvisato che c'erano questi cretini in giro per la via!
Poi ho visto tutto quel casino e...ma chi è?- si bloccò quando vide qualcuno
steso per terra...sotto la sedia di suo fratello, col collo quasi serrato sotto
l'appoggia piedi. Era Yuya Takeshi, il bastardo col tatuaggio sul collo.
Ansimava per respirare e con la faccia pesta, ne aveva prese parecchie. -
Porca di quella miseria!- fece Miyagi - E' quello dello Shikuda!- - Kay ma si
può sapere che succede?- - Niente fratellino.- il maggiore agitò la mano, con
uno sguardo particolare che Hana sapeva riconoscere - Io e il moccioso stavamo
chiacchierando vero?- abbassò lo sguardo sull'ala piccola che era al colmo
dell'umiliazione, anche se i suoi occhi impauriti tradivano il suo nervosismo -
Mi stava giusto dicendo che non sarebbe mai più tornato.- - Kay...- alitò
Mitsui. - Vero?- continuò l'altro tranquillo, con il capo basso rivolto al
prigioniero - Vero che non verrai mai più qui e che starai alla larga da mio
fratello?- Fu di nuovo un lungo silenzio e tutto lo Shohoku rimase spiazzato
quando videro il tizio del secondo anno mordersi le labbra e annuire
vigorosamente. Dalla sua faccia, di certo non stava mentendo. Kay Mitsui dopo
un'ultima occhiata penetrante che per un attimo fece venire un po' di brividi
anche ad Hana e Kaede, si alzò dalla sedia e gliela tolse dal collo. Takeshi
iniziò a tossire, riprendendo il fiato perso ma in quel momento fu il turno di
Hisashi che senza sentire le parole di Akagi afferrò il bastardello per la nuca
e lo strascinò fuori dalla cucina. Una volta al cancello lo buttò a terra,
colpendolo con un forte calcio alla stomaco. - Hisa, adesso basta.- gli disse
Kay sulla porta, appoggiato allo stipite - L'ho già sistemata io la
faccenda.- - Non me ne frega niente!- sibilò la guardia, colpendo di nuovo
quello del secondo anno e poi inginocchiandosi di fronte a lui. L'afferrò per la
gola e si fece guardare bene in faccia. - Adesso ascoltami bene, stupida
testa di cazzo.- ringhiò - L'avvertimento ora lo mando io al tuo amico Takeru.
Se solo vi azzardate di nuovo ad avvicinarvi a casa mia o a mio fratello giuro
che vi ammazzo! Mi hai sentito? Vi ammazzo!- - Mitsui basta!- tuonò alla
Akagi. - Basta un accidenti!- continuò il numero 14, senza staccare gli occhi
da quelli di Takeshi, che piegato e ferito era stato surclassato su tutti i
fronti - Mi hai sentito bene? Fuori il fiato!- - Si!- balbettò il giocatore
dello Shikuda. - Ottimo. E dillo ai tuoi amici.- concluse, mollandolo di
colpo e facendogli sbattere la testa sul cemento della strada - Se provate di
nuovo a venirci a disturbare non ne uscirete puliti come le altre volte. E
adesso vattene e portati via la tua spazzatura.- ringhiò, mentre Kay gli
parcheggiava davanti al naso il futon in cui erano legati i suoi due
scagnozzi. Scapparono a gambe levate e furono tanto veloci che sparirono
presto nel buio della via ma una volta tornati dentro Mitsui non sembrava
dell'umore adatto per rilassarsi. Seduti tutti e cinque in cucina, i
giocatori dello Shohoku non sapevano più dove sbattere la testa. - Ti serve
un caffè Hisa.- gli disse Miyagi - Dove stanno i bicchieri? Te ne verso un
po'.- - Al diavolo. Non mi calmerebbe neanche una bottiglia di gin.- sibilò
velenoso. - Comunque se avete notato stanno venendo a prenderci tutti a casa
ormai.- ponderò Akagi paziente, appoggiato col gomito al bracciolo della sedia,
mentre sulla tavola cominciavano ad affastellarsi posacenere e accendini del
numero 10 e 14 - Da me ancora non sono venuti e Takeru sa dove abito. Il
prossimo potresti anche essere tu Miyagi.- - Vedrò di organizzarmi.- scandì
Ryota pacato - Eviterò di tornare troppo tardi.- - Tanto quelli stanno lì
tutta la notte.- l'assicurò Hana, dando un rapido tiro da una delle Malboro di
Mitsui - Te lo dico perché Mito li ha visti a casa mia ancora alle sei della
domenica mattina, quando la volpe è stata da me.- - E' probabile che invece
da te Rukawa non vengano.- disse il Gorilla - A parte noi nessuno sa dove
abiti.- - Basta che lo seguano.- fece Hana. - Do'aho. Se ci seguissero,
cosa che dubito visto che siamo in moto tutti i giorni, ce ne accorgeremmo.-
Rukawa stava cominciando a provare il desiderio di mettersi a fumare. Era
nervoso non per la paura di ritrovarsi quei bastardi davanti a casa, visto che
solo ci avessero provato avrebbe fatto passare loro la voglia, ma per il fatto
che non potevano difendersi. Impegolati nella promessa ad Anzai Sensei, era
impensabile gustarsi una meritata rissa con quelli dello Shikuda. Mitsui
all'improvviso sollevò lo sguardo sulla porta della cucina, che dava sul
corridoio. - Ehi, dove pensi di andare Kay?- sbraitò, vedendolo scendere con
un giubbotto di pelle addosso. - A lavorare?- rispose angelico il maggiore -
Dai moccioso, che vuoi che mi capiti?- - Non puoi inventare una scusa col tuo
capo?- gli richiese la guardia irritata. - Sono io il mio capo.- gli ricordò
Kay - E se non vado a controllare il locale prima dell'apertura mi perdo una
festa privata che m'è costata una rottura di palle di un mese. Piuttosto,
vattene tu di casa per stasera.- - E dove vado!?- - E che ne so, vai sotto
i ponti.- rise il fratello di Mitsui, ricordando tanto ai ragazzi la loro
dispotica guardia - Cercati un albergo a ore. O vai dalla tua ragazza.- -
Senti non ricominciare!- abbaiò il più piccolo dei due vulcanici fratelli ma Kay
se ne stava già fregando delle sue preoccupazioni, visto che erano le dieci e
doveva proprio andare ma non prima di aver conosciuto i compagni di squadra del
suo fratellino, ridendo come un matto quando capì che Miyagi era quello che gli
aveva spaccato la dentiera. Con quello lì proprio non c'era niente da fare,
pensò Hisashi quando se ne andò di casa giulivo come pochi, dopo avergli dato un
paio di pacche sulla testa e dopo aver conciato per le feste tre teppisti di
prima categoria. - Tuo fratello è più simpatico di te, Mitchy.- sentì infatti
Sakuragi in sottofondo. Si scatenò così la vendetta del teppista offeso ma alla
fine fu Miyagi ad aggiudicarsi la presenza di Mitsui a casa sua. Tornati
all'auto di Akagi, i cinque telefonarono ad Ayako per rassicurare lei e Kogure,
poi il Gori ordinò praticamente a tutti di tenere il cellulare vicino, a portata
di mano e a chiamare in qualsiasi caso di bisogno e a qualsiasi ora, ma
specialmente di stare attenti fino alle dieci della mattina dopo, quando
avrebbero avuto la partita col Fujen. - Ci vediamo alla stazione centrale
della metro.- ricordò infine - Domani c'è lo sciopero ecologico.- - Bella
stronzata.- rognò Hana, salendo a cavallo della moto con Rukawa che già cadeva
dal sonno - Porto la kitsune alla sua tana e quando torno a casa mia ti chiamo
Gori, così potrai dormire tranquillo e assicurarti che non abbia ammazzato
nessuno. A parte la volpe...- - Lo stesso vale per voi due.- concluse Akagi,
facendo salire in macchina il teppista imbronciato e il nano - Adesso andate!
Vedete di farvi trovare puntuali, intesi? Capito Rukawa??- - Hn...- - Ma
perché spreco il fiato con dei deficienti?- - Oh vaffanculo Gori! Guarda è
stata una notte traumatica!- fu l'ultima cosa che Hana e Kaede sentirono
sbraitare da Mitsui e Miyagi in coro, prima di sgommare via a tutta velocità con
la loro Honda. Durante il tragitto in moto, sia il rossino che la volpe però
pensavano a come levarsi di torno una grana del genere. Quelli non erano tipi
che mollavano...e per quanto Sakuragi fosse sicuro che, dopo l'intervento di
Kay, quelli dello Shikuda non si sarebbero più azzardati ad andare a infastidire
i fratelli Mitsui sotto casa, lo era altrettanto sul fatto che sarebbero andati
avanti ancora per molto tempo, fino a quando una delle due fazioni non avesse
ceduto. Akira quella sera gli aveva detto dei fatti avvenuti quando lui era
stato matricola e aveva sentito cose assurde, al limite dell'immaginabile.
Incidenti palesemente non accidentali, risse, violenze agli arbitri e ai giudici
di gara, droga... Un macello. Quello Shikuda sembrava la scuola di lottatori
d'Inferno e Paradiso! E che cazzo! Mollata la volpe sulla porta di casa visto
che dovette trascinarla dentro alla villetta, considerato che gli si era
addormentata sulla schiena, Hana tornò alla Honda ma prima di rimettere in moto
chiamò Mito. Lui e Yohei abitavano vicini e il suo migliore amico il giorno
prima, perché credeva nella regola del prevenire, aveva grattato a scuola uno
dei telescopi dal laboratorio di fisica e astronomia, un nuovo ritrovato del
loro preside megalomane. Col telescopio ora Mito controllava perfettamente la
situazione, tanto da poter dire ad Hana quanti mentecatti fossero davanti al suo
condominio...ma quella sera non c'erano gufi, per fortuna. Così poté tornare
a casa in santa pace...e dormire, visto che la mattina dopo avrebbe dovuto
svegliarsi alle otto, per la partita contro il Fujen.
La mattina dopo
per Kanagawa brillava un sole molto caldo per essere ormai metà
ottobre. Tutti i mezzi erano fermi, tranne quelli elettrici e parecchia gente
immusonita se ne andava nevrotica per i marciapiedi, bestemmiando contro le
iniziative ecologiche. Fra questi c'erano anche i giocatori dello Shohoku che
avevano dovuto alzarsi alle otto, quando per arrivare al palazzo dello sport in
macchina sarebbero bastati venti minuti. Con la metro ci andavano invece tre
quarti d'ora...e con quel caldo, a quell'ora di punta, il tragitto si pregustava
un inferno. Kaede era perfino in maglietta bianca della Nike dalle maniche
corte e bestemmiava fra sé, contro tutti i fottuti buchi dell'ozono nel mondo.
Se pensava di aver perso quasi un'ora di sonno gli veniva una crisi isterica.
Seduto su una panchina ad aspettare alla maledetta linea verde, sorseggiava
assetato una lattina di aranciata mentre al suo fianco un devastato Mitsui che
l'unica cosa che proprio non reggeva era il caldo se ne stava a farsi aria con
un giornale, coi pantaloni della tuta arrotolati sulle ginocchia e un cappellino
con la visiera calato sugli occhi. Dalla sera prima però aveva mantenuto
l'umore nero e sinceramente Rukawa non poteva biasimarlo. Attorno a loro
invece gli altri sembravano tranquilli e su di giri, nonostante le matricole
fossero quasi uscite di casa in costume da bagno e che quel maledetto di Manabe
non riuscisse a stare cinque minuti senza proclamare la grandezza dello Shohoku,
cosa ovvia per la kitsune ma il fatto di avere un altro megalomane alle costole
non gli piaceva per nulla. Fra i più docili, Miyagi faceva lo stoccafisso
con Ayako, tanto per cambiare, essendo più carina del solito con una mini di
jeans e una felpa rossa legata in vita. Il Gorilla invece stava istruendo i
pochi che l'ascoltavano, ovvero Kogure e le matricole, sulle tattiche del Fujen,
mentre il do'aho...bhè, il do'aho leggeva seduto alla sua sinistra un libro
pesantissimo di letteratura giapponese. - Ma come fai a leggere quel mattone
a quest'ora?- borbottò Mitsui, appoggiato con la testa indietro, sullo
schienale. - Già, non te la tirare.- rise Miyagi, dandogli una pacca sulla
spalla. - Ma chi se la tira...è per un test.- spiegò il rosso, rimettendosi
gli occhiali da sole sul naso visto che gli dava un fastidio pazzesco - Quello
stronzo di Yoshikawa quest'anno ci va giù pesante da matti.- - Yoshikawa? Il
pelato con un solo capello in testa?- chiese Mitsui ghignando. - Si, quello.-
annuì Hana - Come lo conosci? Ha sempre insegnato solo nelle sezioni
dispari.- - Una volta infatti c'era anche lui.- raccontò Kogure,
appoggiandosi alla loro panca - Solo che s'è fatto buttare fuori perché ha
litigato col prof di matematica e fisica. Gli ha fatto esplodere un
laboratorio.- - E ho fregato a Yoshikawa i test sempre uguali che propina al
terzo anno.- aggiunse la guardia serafica, facendo quasi sputare tutta
l'aranciata a Rukawa e facendo cascare la mascella al rossino a terra. Dopo
quella sparata naturalmente Hana stava facendo la hola al suo adoratissimo
senpai Mitsui, arrufianandoselo in ogni modo, ma Kaede che era superiore a
quelle manifestazioni, meditava di fare qualcosa di meno plateale...del tipo
entrargli in casa di notte, soffocarlo e fregargli quei test. Troppo accaldato e
seccato da quelle chiacchiere, tornò ai distributori, facendo lo slalom fra un
gruppetto di cretine delle medie che gli sbavarono dietro, delle vecchiette
arcigne e alcuni uomini d'affari che sbraitavano al cellulare. Infilando un
paio di monete, dette un'occhiata all'orologio. Le 8.30. Anzai abitava vicino
al palazzo dello sport, quindi si sarebbe presentato lì da solo ma...dov'era
lei??? Come se fosse stata chiamata, dalla galleria che portava alla metro,
sentì urlare un bel po' di persone...e poi udì l'inconfondibile rumore delle
terribili rotelle assassine di un paio di pattini che gli avevano causato un
trauma cranico non da poco. Si volse col cuore in gola e vide Raim saltare di
volata i gradini della prima gradinata, incurante della gente che la
sgridava. Era una dea, una vera dea, pensò tenendo forte la lattina fra le
mani. Indossava una tuta rosa di ciniglia, dell'adidas, con le strisce
bianche che le fasciava quel fondoschiena da porto d'armi. Un top che le
scopriva il ventre piatto, bianco. Sopra la giacca aperta della tuta. Capelli
raccolti in una coda e occhiali da sole sugli occhi. Era tanto bella che
avrebbe scatenato la libidine anche in un prete morente. E il sorriso che
regalava solo a lui lo riempiva di gioia, anche se non riusciva a dirglielo a
parole. Lo raggiunse allegra e sorridente, togliendosi le polsiere. - Ciao
Ru! Come va? Sonno?- Che faceva? Lo prendeva per il culo? - Hn.- rognò
incazzoso, facendola ridere come una matta. - Dai, oggi cominciano le
eliminatorie. Dovresti essere contento. Hana mi ha detto che è il periodo
dell'anno in cui ti vede di umore migliore, vero?- Chissà perché quel demente
del do'aho non si faceva i fattacci suoi. Comunque l'osservava parecchio per
sapere che in effetti quello era davvero un buon momento per una volpe come
lui. - Ucciso qualcuno?- replicò sarcastico, gettando via la lattina vuota
con un canestro perfetto nel cestino. - No. Ancora no.- Raim si tolse gli
occhiali, cominciando a seguirlo verso il gruppo che la salutava sbracciandosi -
Ma sto cominciando a pensare di farlo come lavoro stabile, sai?- - Spostata.-
si limitò a mugugnare, quando le voci irritanti degli altri si frapposero fra
lui e la "sua" rossa. Salutata e abbracciata da tutti, Kaede avrebbe fatto
una strage ma, placando i bollori, si lasciò andare seduto al suo posto con
do'aho che continuava a fare l'intellettuale (che in fondo era visto che leggeva
come un matto!) e Hisashi che si liquefaceva come un gelato sul fuoco e
probabilmente avrebbe tentato di suicidarsi se il treno in quel momento non si
fosse fermato davanti a loro. Salirono in massa e il vagone era ancora
abbastanza vuoto, tanto che Akagi, Kogure e Hanamichi riuscirono a sedersi.
Ryota, stranamente visto che da giorno faceva il pudico e il timido, si prese
Ayako in mezzo alle gambe, facendole abbastanza posto. Le matricole erano sparse
in giro, Rukawa invece era appiccicato in piedi alla grata che separava la porta
dai sedili, così se non altro non sarebbe caduto ad ogni sobbalzo di quella
maledettissima metro. - Siete carichi ragazzi?- chiese Kogure alle
matricole. - Si!- cinguettarono in coro, facendo venire i nervi a Mitsui che
continuava a tenersi il cappellino sugli occhi e Rukawa che cercava di andare in
coma come suo solito. Ora il brusio era diventato ancora più forte. Le prime
due fermate furono tranquille, anche la terza...ma alla quarta accadde il
disastro. Una fiumana di gente si riversò nel loro scompartimento, sgomitando
e costringendo i presenti a schiacciarsi gli uni contro gli altri. Era pieno di
studenti delle medie, alcuni dei licei che facevano taglia, famiglie e
lavoratori. Tutti desiderosi di farsi pressare come in una scatola di
sardine. - Ma che cazz...- alitò Miyagi, quando una vecchia gli spalmò
letteralmente addosso Ayako. Non che facesse storie, anzi, ma così davanti a
tutti continuava a sentirsi di un imbarazzo cronico anche perché Mitsui cominciò
subito a sfotterlo, seguito da Hana che dovette lasciar perdere lo studio. In
quella bolgia, Kaede riusciva a malapena a respirare...e perso del tutto il
fiato quando spintoni e gomitate portarono Raim da lui. Che Dio benedica la
metro! - Ma perché questi rompiscatole non se ne stanno a casa loro?- sbuffò
la rossa, che come per il perverso desiderio della kitsune si ritrovava sempre
di più vicina a lui. Un tizio in giacca e cravatta in quel momento ricevette una
spinta e per riflesso si fece indietro, andando a colpire la rossa...e un attimo
dopo arrivò letteralmente addosso a Rukawa. "Qualcuno lassù mi vuole bene..."
pensò, sentendo tutte le dolci forme di Raim contro di lui. Dolci... dolci
mica tanto...le contava le costole! - Se non la pianti di allenarti in questo
modo dovrò legarti al letto.- le sibilò all'orecchio, mentre le passava le mani
sui fianchi e se la schiacciava ancora di più addosso. Era incurante degli
altri, per una volta si lasciò andare e non fece nulla per scostarsi da lei. Era
palese che fossero molto in intimità ma gli altri dello Shohoku, allibiti perché
non avevano mai visto Rukawa in tre anni accanto a una ragazza, non osarono
fiatare. In fondo...stavano appiccicati per causa avversa. - Non posso
mollare i club.- gli rispose, appoggiando appena le mani sul torace del numero
11. Quella vicinanza era intossicante: il suo profumo gli stuzzicava le
narici, il calore del suo corpo perfetto trapassava i vestiti bruciandogli la
pelle. - Hn...- mugugnò, serrando un po' la mascella per tanta ostinazione,
continuando a stringerla per la vita - Siete proprio uguali...- la metro curvò
improvvisamente sballottandolo contro la ragazza -...diavolo...- concluse contro
il collo profumato di Raim. Sapeva piacevolmente di fiori e gli fece girare la
testa. Si scostò dal suo collo e la guardò appena, tornando a farsi indietro
contro la grata. Porco miseria. Stava per morderle il collo e la gola! Ma che
cavolo si era messo in testa? Erano in metro! - Siamo uguali?- gli chiese
Raim stranita - Io e chi?- Lei e un cretino dai capelli rossi che non
ascoltava consigli e al primo anno si era distrutto la schiena per fare
canestro! Lentamente, senza fretta, risalì con la mano sulla schiena della
sua manager, cominciando a carezzarla con tocco insolitamente dolce che fece la
fece sorridere a mezze labbra. Per Raim era insolito pensarlo ma si stupiva
sempre, da quando si erano baciati la prima volta, di come una persona che
apparisse tanto gelida fosse in realtà capace di gesti tanto teneri. A
malincuore di staccarono quando scesero alla loro fermata, alle nove e un
quarto. Raggiunsero il palazzo dello sport dove già c'erano cronisti e
fotografi ma fortunatamente Anzai con la sua fama attirava più sguardi, cosa che
dette ai ragazzi il tempo per chiudersi negli spogliatoi. - Ok, guardiamo
ovunque intesi?- ordinò Ayako - In ogni angolo, anche nelle grate sul soffitto.
Quando avete finito datemi le chiavi. Io intanto blindo la finestra.- - Si
può sapere cosa cerchiamo?- borbottò Miyagi cercando sotto le panche. - Coca,
anfetamine, steroidi...- scandì Kogure. - E noi che ne sappiamo come sono
fatte?- ghignò Hana - Potrei prendere delle pillole anti concezionali per
caramelle!- - Cosa da non dire mai davanti al fratello della tua ragazza!-
frecciò Mitsui mentre il Gori prendeva fuoco e distruggeva la testa di Sakuragi
con una scarica di pugni. - Io ho guardato in bagno.- disse Kogure poco dopo,
tornando dall'ispezione - Niente di niente.- - Niente neanche negli
armadietti.- fece Rei tutto eccitato per la partita. - Allora basta chiudere
a chiave, spero.- rognò Hana, massaggiandosi la testa - Non possono mica
scardinare la porta, ficcarci delle pasticche di ecstasy nel borsone e andarsene
tranquilli e beati.- - Do'aho.- bofonchiò Rukawa, mentre Mitsui in sottofondo
blaterava ridacchiando che se trovavano del crack era roba sua - Credi non
troveranno un altro dannato modo per ficcarci nei guai? Usa quella testa di
cazzo.- - Testa di cazzo??? Testa di cazzo a chi mezza sega?- - A te,
mentecatto.- - Per favore vedete di non cominciare.- sbuffò Raim - Avanti,
cambiatevi che poi chiudiamo tutto.- E Ayako chiuse tutto a doppia mandata,
controllando più volte in giro e poi incrociò le dita. In campo, quando entrò
lo Shohoku si scatenò subito il tifo del pubblico. Nonostante fossero ancora
alle eliminatorie, le tribune erano quasi piene e numerose squadre fissavano
bramose i diavolo bianco rossi. Per non parlare poi di come Nobunaga,
aggrappato alla testa di Jin, stesse ululando al vento vendetta, insultando Hana
e sfidando Rukawa, gridando come se in gola avesse avuto un megafono. -
Deficiente di fama mondiale!- tuonò Sakuragi furibondo, mentre Akagi lo
trascinava viva per la collottola. - Dio che chiasso.- bofonchiò Raim,
guardando divertita sugli spalti - Là c'è il Ryonan!- Kaede alzò appena il
viso e sbirciando fra le file, tra il Re dei Gorilla e Fukuda il Labbrone, non
trovò Sendoh. - Do'aho.- Hana lo linciò con un'occhiataccia, visto che
Anzai aveva appena sbattuto in panchina lui e Mitsui, essendosi accorto che la
guardia era ancora terribilmente nervosa, nonostante la sua aria noncurante -
Che vuoi baka?- - Dov'è il Porcky?- - Chi?- Sakuragi sbatté gli occhi, non
avendo mai sentito la volpaccia parlare in quel modo. - Sendoh. Dove
sta?- - Ti do un consiglio, Rukawa.- disse Hanamichi serafico, dandogli le
spalle per andare a sedersi accanto a Hisashi e alle matricole - Prova a pensare
alle persone perché sono esseri umani, non perché sono giocatori di
basket.- Se gli avesse dato un pugno, l'avrebbe infastidito di meno. Erano
solo parole, le stesse che gli ripeteva da anni ma allora perché in quel momento
gli sembrava di essere stato colpito in pieno? Hana gli aveva sempre detto
che era un essere rigido, freddo, altero e disinteressato agli altri e a
qualsiasi cosa che non fosse se stesso ma ora in riferimento a Sendoh, con
qualcuno di reale, la cosa gli sembrava sotto una prospettiva diversa. Entrò
in campo col solito coro di cretine del Rukawa's Shinetai che l'avrebbero
seguito anche all'inferno. Una volta in posizione con Rei Manabe che tremava,
Kogure, l'inimitabile Miyagi e il Gorilla, scoccò rapidamente un'occhiata in
giro. Aveva ragione Raim: c'erano tutti. Dal Kainan, allo Shoyo. E lo
Shikuda. Eccoli, in sette, con la tuta verde e arancione proprio sopra la loro
panchina. Brutti bastardi...mancava solo il coglione che si era fatto pestare
da Kay Mitsui. Dimenticò tutto e tutti però, quando il fischio dell'arbitro
segnò l'inizio della partita. Kainan, Ryonan e Shoyo, i più grandi avversari
dello Shohoku poterono ammirare di nuovo uno spettacolo che non si vedeva tutti
i giorni. Rukawa e Miyagi in attacco, veloci come fulmini, rapidi e
astuti. Le schiacciate del gorilla, i tiri di Kogure e a quanto pareva anche
una matricola piuttosto promettente. Colpo su colpo, canestro dietro
canestro, lo Shohoku passò a 49 punti, contro i 17 del Fujen. Dagli spalti
qualcuno si metteva le mani nei capelli. - Cazzo, li massacrano.- rise Jin
accanto a Maki. - Già.- sibilò Nobunaga - Rukawa sembra arrabbiato.- -
Hanamichi l'avrà fatto arrabbiare.- rise la guardia del Kainan. - Non li
fanno giocare insieme.- sentenziò Takasago - Anche nell'amichevole del Ryonan
Rukawa e Sakuragi non hanno giocato nello stesso set. Anzai ha in mente
qualcosa.- - Lo credo anche io.- disse Maki, tranquillo e attento come una
falco - Ne vedremo delle belle.- - Già. Contando i coglioni seduti là a
sinistra.- ringhiò Kyota, bellicoso, fissando quello dello Shikuda. Anche
Uozumi si era accorto di loro e la faccenda non gli piaceva per nulla, contando
anche Hideki Arai, il Bulldozer, che se solo avesse preso in pieno qualcuno dei
giocatori che gli sarebbero passati sotto tiro, li avrebbe mandati all'ospedale
in coma a vita. Alla fine del primo tempo, Rukawa aveva sistemato la sua
percentuale di punti e se ne tornò in panchina abbastanza soddisfatto anche se
la partita non era stata molto esaltante. - Potevamo farla giocare alla
matricole.- bofonchiò Mitsui, mezzo addormentato. - Sempre il solito
sfaticato.- lo zittì Akagi - Dai, scaldati. Entri tu.- - Io?- Hisashi sollevò
lo sguardo ironico - Non hai paura che possa esplodere in campo come una
bomba?- - Tutti e quattro siete bombe a orologeria!- sentenziò il Gorilla - E
adesso fila a scaldarti, se non vuoi che ti spacchi la dentiera cazzo!- -
Razza di negriero dalla faccia di Gorilla.- borbottò la guardia cominciando a
stiracchiarsi. Hanamichi stranamente non aveva fatto una piega alla
possibilità di non giocare. Sembrava più tranquillo del solito, a malapena aveva
fatto il tifo e la cosa puzzava, specialmente alla kitsune ma il rosso non
rivolse la parola a nessuno durante la pausa e a un certo punto pure sparì.
Ritornò al fischio dell'arbitro, per il secondo tempo. - Do'aho. Dove sei
stato?- - A controllare gli spogliatoi.- disse roco, risedendosi al suo
fianco - Mister, tutto a posto.- - Molto bene.- fece Anzai pacato - Adesso
rilassatevi e godetevi la partita.- Godersi la partita...una parola. Mitsui
si mise a infilare una tripla dietro l'altra, mandando in palla i poveretti del
Fujen. Sembrava una furia e stava scaricando i nervi che aveva accumulato la
notte prima. Miyagi non riusciva a creare un'azione che Hisashi era già a
canestro. - Ehi...- bofonchiò Akagi - Lo lasciamo in campo e andiamo a
sederci?- - Potrebbe essere un'idea.- disse Kogure, grattandosi il capo. -
Ah, il senpai Mitsui è veramente un genio!- cinguettava invece Manabe, che lo
seguiva docile come un cucciolo. Bhè, genio era un'esagerazione e un marchio
di fabbrica Sakuragi ma...c'era qualcuno, in tribuna, che comunque la pensava
più o meno in questo modo. Junko Kanzaki stava appoggiata alla ringhiera
della seconda curva, con un sopracciglio alzato e un'espressione divertiva e
serafica sul volto. Ma allora non faceva il gradasso al vento. Tutta la scuola
aveva ragione a dire che era un cecchino! Che megalomane... Vinse lo Shohoku,
con uno stacco di duecento punti netti ma naturalmente nessuno se ne stupì
troppo. Kainan, Ryonan, Shoyo e Shikuda si alzarono ancora prima che la
partita fosse finita. Tanto ormai ognuno di loro aveva visto ciò che
gl'interessava, specialmente quelli dello Shikuda. Tornati negli spogliatoi
tutti era normale. Se non altro non avevano intenzione di fregarli davanti ai
giornalisti. Eppure tutti quanti sentivano che presto quei bastardi avrebbero
dato la loro prima stoccata. Se non altro due giorni dopo sarebbe toccata la
prima partita dello Shikuda e avrebbero potuto vederli all'opera...ma per ora
dovevano blindarsi in casa o in palestra...e aspettare un primo accenno di
guerra.
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Capitolo 7 *** L'Uragano Oni ***
Accidenti a tutte
le domeniche della terra, pensava Kaede Rukawa correndo veloce sulla Honda,
lunga la strada della litoranea. Il sole
quel pomeriggio era fortissimo come lo era stato per quasi tutta la settimana.
Sembrava di essere tornati in piena estate e il riverbero lo infastidiva agli
occhi. Aveva lui la moto quel giorno, il do’aho gliel’aveva lasciata, anima
buona, perché a quanto pareva doveva andare a trovare una persona. Ora, Kaede
credeva fermamente che fosse uscito con la Babbuina ma Hana non aveva fatto
alcun libidinoso accenno a una sua uscita con la Piattola, quindi l’unica
soluzione possibile era che fosse andato da Sendoh. La
cosa che gli faceva girare le palle poi
non era il fatto che scimmia e porcospino andassero in giro fuori dallo zoo senza
catene e collare, no. Era il fatto che Sendoh avrebbe potuto mollare la
squadra a dargli in testa. Non ne capiva il motivo e le parole di Hanamichi
alla partita del Fujen quando gli aveva detto chiaramente di essere un bastardo
perché vedeva Sendoh solo come una macchina del basket gli erano rimaste
scolpite in testa. E la sua irritazione cresceva, cresceva a
dismisura. Quella sferzata gli era crollata addosso…ricordando a Kaede che in
fondo Hana aveva ragione. Aveva spento il cellulare quella mattina e staccato
anche il telefono, si era anche sfinito nel suo giardino tirando a canestro
quando il troppo silenzio l’aveva di nuovo spinto a uscire di casa, correndo in
moto come un pazzo lungo le strade di Kanagawa. Si era ritrovato a pensare
al mare e inconsciamente si era spinto fino alla litoranea. Le spiagge erano
deserte, tranne qualche bambino coi genitori. Si fermò sulla piazzola di sosta,
scendendo dalla Honda e infilandosi gli occhiali scuri sugli occhi. La luce a
volte per lui era accecante. Lui viveva troppo al buio. Scese i gradini fino
a toccare la sabbia con la suola delle All Star e cominciò a camminare fino a
raggiungere il bagnasciuga, con le mani in tasca e lo sguardo perso. Non
capiva cosa gli stesse accadendo ma da quando era iniziata la scuola, da due
mesi quindi, si sentiva profondamente confuso, tranne quando giocava, questo era
chiaro. Si sentiva come se le fondamenta su cui aveva basato la sua vita da
quando i suoi erano morti si stessero come sgretolando. Aveva imparato a
vivere solo, a dormire solo in una casa piena di silenzi. Aveva imparato a non
sorridere, a non parlare con gli altri ragazzi. Aveva imparato a lasciarsi
vivere…ma ora tutto andava in polvere. Ora aveva imparato a sopportare le
risate di coloro che gli stavano attorno. Aveva imparato ad apprezzare l’ironia
dei suoi compagni di squadra, a uscire con loro, a stare insieme a quei matti
senza il desiderio di fuggire. Hanamichi l’aveva tirato fuori a forza dal suo
guscio. L’aveva riempito di botte per tre anni e alla fine l’aveva riportato
alla realtà. E poi era arrivata Raim. Aveva avuto qualche esperienza estiva,
in vacanza e lontano da Kanagawa, ma non aveva mai saputo stare con le ragazze
che lo fissavano adoranti, chiedendogli il mondo o solo il suo cuore. Lei invece sembrava non chiedergli nulla…e per
questo voleva darle tutto
. Inspirò
a fondo l’aria salmastra, continuando a camminare a testa china. Cosa gli stava
succedendo? Cosa? E perché? A volte, la notte, si scopriva a pensare che
forse Hana e Raim avevano operato un miracolo su uno che non meritava una tale
grazia. Forse avrebbe dovuto restare per sempre l’essere gelido che
era. Solo, abbandonato. Ma in quella solitudine lui si sentiva avvolto in
un bozzolo caldo, che lo proteggeva dal resto del mondo. Ma
proteggere da cosa?,
pensò amaro. Voleva davvero difendersi da Raim? Se con Raim fosse
andata male…di certo non l’avrebbe presa bene. Anzi. Per lui sarebbe stato
il colpo letale. Se avesse perso anche lei… Si bloccò, dopo aver visto con la
coda dell’occhio qualcosa di rosso rame…e voltandosi con gli occhi quasi
sgranati, vide qualcuno sdraiato comodamente su una sdraia. Era una ragazza. In
pantaloncini di jeans stracciati che facevano risaltare due gambe da gazzella,
un top verde smeraldo striminzito, un lettore mp3 nelle orecchie e un grande
cappello di paglia dalla tesa larga sul viso…ma intravedeva dei capelli rossi
che non poteva confondere. Si avvicinò cauto, poi si piegò leggermente e come
se lei avesse sentito la sua presenza, Raim sollevò lo sguardo. Fu in
quell’attimo, quando gli regalò un sorriso sorpreso e radioso, che Kaede si
sentì perduto. Senza neanche salutarlo Raim gli passò le braccia al collo,
per farlo chinare e potergli sfiorare la bocca con la sua. Era quello il
paradiso? Se non lo era, Rukawa sperava ci assomigliasse. - Come mai sei
qui?- Poco più tardi camminavano sul bagnasciuga e la tiepida mano di Kaede
stretta alla sua fece sentire Raim al settimo cielo. Era tanto che non si
sentiva così. Lui si limitò ad alzare le spalle. La domenica di solito andava
al campetto a giocare ma si era già sfinito quella mattina. - Te l’hanno
detto gli altri che ero in questa spiaggia?- continuò la rossa
sorridendo. Lui levò un sopracciglio, senza capire, e allora lei gli spiegò –
Io sono sempre qui.- e si fermò, avvicinandosi a lui e puntando il dito verso le
villette a schiera che davano sul mare – La vedi quella casetta bianca? Quella
con la mansarda sporgente? Coi fiori rossi sul balcone?- - Si. È casa
tua?- - Ahah.- sorrise lei. Era una bella casa, pensò Rukawa. Svegliarsi
col suono del mare nelle orecchie doveva essere rilassante. In quel momento
passarono al loro fianco dei bambini in costume da bagno, con braccioli e
salvagente. - L’acqua dev’essere calda.- bofonchiò, osservando i mocciosi
intenti a schizzarsi – Non fai il bagno?- La vide scuotere il capo
vigorosamente, stranito e confuso. - Io e l’acqua non abbiamo un buon
rapporto.- scandì perentoria. No eh? - Non sai nuotare.- se ne uscì
lapidario. Raim gli scoccò un’occhiataccia e non rispose, ma era chiaro che
la signorina Faccio-tutto-Kotobuki non era in grado di stare a galla. Mah…la
cosa si faceva interessante. Avrebbe potuto tornargli utile una simile
informazione. - Che stai macchinando?- gli sibilò acuta. -
Hn…niente.- - Sicuro?- la rossa lo guardò scettica – Non è che con quel tuo
cervellino perverso te ne stai inventando qualcuna kitsune? Ha ragione Hana, sei
diabolico.- Ma perché il do’aho lo chiamava Hana tutta confidente e lui lo chiamava kitsune?
Che storia era? - E’ il do’aho che ha l’intelligenza di una capra.- - E
allora non andargli dietro.- replicò sbuffando – La verità è che ti piace
punzecchiarlo.- - Il livello spropositato d’intelligenza che ci separa è
evidente.- - In compenso avete l’umiltà che vi scorre nelle vene insieme al
sangue e al basket.- frecciò di rimando, riprendendogli la mano per trascinarlo
via – Piuttosto, vuoi un caffè, qualcosa?- Bene, si entrava nella tana della
rossa stavolta! Molto beneeee… La villetta era veramente impressionante.
C’erano molte superfici in vetro che davano una luminosità tutta particolare
alla casa. Una grande porta finestra nel soggiorno piccolo e colorato dava sulla
spiaggia, mentre un mazzo di girasoli spiccava nel vaso sul basso tavolino fra i
divani. In cucina non l’aveva seguita perché aveva trovato di meglio da fare.
Seduto sul divano guardava le varie foto sparse ovunque e rimase stupito, anche
se ormai gli era entrato bene in testa, quante foto raffigurassero la sua rossa
con gli altri dello Shohoku. In un paio c’era solo Raim con il do’aho, Mitsui e
Miyagi. Sembravano in spiaggia, tutti in costume da bagno. Altre erano state
scattate alle partite di pallavolo, con la squadra di ginnastica ritmica, altre
di sera, a qualche festa. Una anche al compleanno del Gorilla. Ma quella che
più attirò la sua attenzione era quella più nascosta nel mucchio. Raim coi
capelli sciolti, abbracciata a un ragazzo. Shiro Sota. Lui l’abbracciava
teneramente e le baciava la tempia, guardando verso l’obbiettivo. Così era
lui. Ora si faceva un’idea di com’erano state insieme. Sembravano molto
affiatati. - Ecco.- La ragazza riapparve in quel momento, posandogli una
birra ghiacciata davanti al naso e non disse nulla quando vide la foto di Shiro,
l’unica che aveva conservato. Si accoccolò sulla poltrona alla destra di Rukawa,
incrociando le gambe…e poi sorridendo amaramente. Vi lesse del rimpianto nei
suoi occhi. - Ti manca?- le chiese, deciso a sapere la verità. Raim lo
fissò a lungo, poi gli prese la foto e guardò se stessa, di un tempo passato.
Anche Shiro… Socchiuse le palpebre, chinando il capo contro l’imbottitura
della poltrona di pelle bianca. - Se mi manca non lo sento troppo. La cosa è
attutita dal fatto che se n’è andato avvisandomi il giorno prima della sua
partenza.- e sogghignò, vedendo l’aria allibita della volpe – Non ha avuto il
coraggio e la forza di prendere la decisione coinvolgendomi. Ha fatto tutto da
solo. Non mi ha dato possibilità di discuterne.- Già, pensò Kaede. Ma come
avrebbe potuto lasciare una ragazza come lei a cuor leggero? Forse l’aveva
fatto per un semplice motivo. Non voleva andarsene e aveva cercato di
convincersi del contrario. Bevve un sorso di birra, tornando a
guardarla. - Vuoi sapere se lo amo ancora?- l’anticipò, sollevandolo da un
peso – No.- A quel punto trattenne a stento un sospiro ma l’espressione di
Raim era ancora amara e malinconica – Ma una storia di un anno e mezzo non si
dimentica facilmente. Forse più che mancarmi, sono molto arrabbiata.- - Mi
spieghi perché vivi qua da sola?- Raim sollevò un sopracciglio, stranita da
quel tono. - Te l’ho detto quella sera in palestra. La nuova donna di mio
padre non mi vuole in casa.- - E tuo padre?- proseguì senza staccarle gli
occhi di dosso. - Mio padre cosa?- - Scommetto che viene a trovarti tutti
i giorni.- - Bhè…si…- - Non voleva che te ne andassi forse.- - Non
potevo certo stare in quella casa con quella donna orribile e quell’idiota di
Soichiro.- replicò rabbiosa. - Se avessi insistito di più tuo padre non
l’avrebbe sposata.- Kaede finì la birra, abbassando lo sguardo – Da come lo
descrivi sembra una persona intelligente che tiene molto a te. Non è che invece
eri tu a volertene andare?- Ma bene. La rossa sorrise mestamente, passandosi
una mano fra i capelli. Possibile che proprio lui avesse dovuto arrivarci?
Possibile che dopo tanto tempo passato a negare anche a se stessa, doveva
arrivare una volpe che viveva nel suo mondo senza fare entrare nessuno a darle
il colpo di grazia? Dopo la partenza di sua madre per tornare in America,
Raim era rimasta in Giappone…provando una collera che spesso la notte rasentava
il delirio. Tutto era andato a pezzi, tutto quanto…la sua famiglia, sua madre
l’aveva abbandonata. E suo padre, l’uomo migliore del mondo, che seppur
quanti sforzi facesse, doveva avere una presenza a fianco e aveva trovato nella
madre dispotica, arida e gretta di Soichiro la donna perfetta. Ormai sola,
Raim aveva deciso di fare a pezzi anche gli ultimi ricordi della sua famiglia
felice…e aveva scelto la solitudine. - Osservi le persone più di quanto vuoi
far credere, Ru.- gli disse, ostentando un tono tranquillo. Lui in risposta
alzò le spalle, poggiandosi su un gomito col mento – Ti basterebbe poco per
riprenderti tuo padre.- - Si ma…ora sto bene qui da sola.- - E’ la cazzata
più grande che abbia sentito.- bofonchiò – Dopo il fatto che Sakuragi sia in
grado di battermi.- Lei ridacchiò, rannicchiando le gambe al petto – Ti
avevo detto di non addentrarti in discorsi che non vuoi finire.- - Ma io
voglio finirlo.- Si guardarono per un attimo e Kaede capì di essere finito su
un campo minato. - Tu stai bene da solo?- gli sussurrò, fissandolo
attentamente. Tacque e allora Raim si sporse dalla poltrona, afferrandogli
una mano – Non tutte le storie sono uguali.- - Si ma tu puoi riavere tuo
padre.- sibilò, quasi astioso. - E’ vero. Ma non puoi paragonarmi a te.- -
No.- ammise - Quindi preferisci stare qua a fare l’eremita?- - Ma che
eremita.- borbottò alzandosi, prendendo le birre vuote e andando in cucina,
seguita dalla volpe che la tampinava. Kaede vide a malapena un grande acquario
pieno di pesci piccoli e colorati, mentre la sua rossa buttava via le
bottigliette e ne tirava fuori un’altra dal frigo – Io non faccio l’eremita.-
- No, hai ragione. Fai la stacanovista e rischi di finire
all’ospedale.- - Sai che hai una faccia tosta impressionante?- lo zittì con
un ghigno perfido – Tu passi metà della tua giornata a giocare a basket, un
trenta per cento a dormire, un dieci per cento a picchiarti con Hana e l’altro
dieci a dare il tormento a me. Sei davvero forte kitsune! Maledetto tappo!-
aggiunse, cercando di stappare dalla birra. - E tu invece che fai eh?- la
rimbeccò, prendendole la bottiglietta e aprendogliela facilmente – Metà della
giornata sui pattini e l’altra metà in palestra e fai finta che niente ti
urti.- - Mi urti tu per esempio.- soffiò, con un’occhiataccia – Tu e la tua
lingua tagliente.- Sentendosi addosso i suoi occhi blu, Raim inspirò a fondo
e cercò di riprendere la calma. Accidenti! Non ne aveva mai parlato con
nessuno e la sua rabbia era esplosa subito. Tempo un altro mese a disquisirne
con Rukawa e sarebbe finita al manicomio. Non si sorprese però, né lo cacciò
via, quando sentì la mano tiepida della volpe intenta ad accarezzargli la
nuca. - Ruffiano.- sentenziò, a bassa voce passandogli dolcemente le braccia
attorno ai fianchi. - Hn…- e si chinò a baciarle la fronte, continuando a
carezzarle i capelli ma appena cercò di approfondire il contatto quella piccola
vipera sgusciò via, cacciandogli la lingua e dicendogli chiaramente che doveva
tornare nelle sue grazie, visto che l’aveva fatta arrabbiare. Donne
psicopatiche! Nel complesso comunque il non saltarle addosso servì a calmare
i bollori ad entrambi. Dopo che si fece seguire in giardino, attraverso
la portafinestra, lo scaricò praticamente su una sdraia, gli si mise accanto e
questo placò la marea in tempesta di sentimenti che si erano scatenati, dopo un
discorso tanto pesante per entrambi. Il sole accarezzava la pelle, ora che si
era fatto un po’ più tardi, e Raim era sempre bellissima…sdraiata accanto a lui,
con la testa sulla sua spalla e le dita intrecciate nella sua mano. - Lo sai
dell’avviso di uragano della prossima settimana?- bisbigliò poco dopo. Kaede
sollevò appena il capo, guardandola con la coda dell’occhio – Si, avevo
sentito.- - I ragazzi verranno qua ad aiutarmi a proteggere i muri della
casa, coi sacchi di sabbia. Si tratta di una tempesta poco violenta, quindi non
c’è bisogno che torni da mio padre.- la rossa poggiò il viso contro il suo
collo, stringendoglisi un poco di più – Verrai con gli altri?- Domanda
stupida. – Hn.- mugugnò, facendo un cenno affermativo. La sentì sorridere e
capì non poté più trattenersi. Si chinò e la baciò, passandole un braccio
attorno ai fianchi ma proprio quando furono sul più bello, il campanello di casa
squillò frenetico. Imprecando fra sé, Rukawa la lasciò andare mentre Raim,
stranita, si chiedeva chi potesse essere. - Hisa!- Dal giardino, la volpe
quasi si sfracellò giù dalla poltrona quando sentì Raim cinguettare allegra quel
nome. Merda! E adesso che faceva!? Si mise in piedi e cominciò a cercare
fra gli alberi del giardino che comunicavano con quello dei vicini un buon posto
per imbucarsi ma mentre cercava e mentre sentiva la voce di Mitsui sempre più
vicina, si bloccò sul ciglio della gradinata che portava i residenti lungo un
piccolo sentiero in spiaggia. C’era una ragazza sulla battigia e Rukawa
l’avrebbe riconosciuta fra mille. Capelli corti neri e un corpo da
infarto avvolto in un insolito vestitino rosso corto, su un paio di jeans
stracciati qua e là, per non parlare del suo focoso carattere. Junko
Kanzaki.
Cosa ci faceva
lì? Anche lei lo notò e sgranò letteralmente gli occhi. Forse lei sapeva che
quella era casa di Raim…cazzo! La ragazza comunque, dopo un attimo di
sbalordimento, gli fece un gesto appena accennato con la mano, che lui rispose
con un movimento leggero del capo, quando accadde il disastro. -
Rukawa?- Si volse e sulla porta finestra del soggiorno trovò Mitsui. Sembrava
così allibito che per un attimo anche la volpe credette di non poter dire nulla
per mentire…quando Raim, giuliva e falsa come solo una donna poteva essere, se
ne uscì con la sparata. - A Ru s’è fermata la moto cinque minuti fa.- spiegò
con un sorrisone – Mi ha vista in spiaggia ed è venuto a chiedermi una mano.
Fortunatamente in garage avevo ancora delle taniche di benzina della moto di
Shiro e così gliele ho date.- - Oh…- Mitsui, che non aveva sentito una parola
perché sapeva riconoscere le situazioni equivoche ancora prima di vederle, fece
un sorriso stentato – Bel casino quando ti si ferma la moto in mezzo alla
strada. Comunque…- e tornò a girarsi verso la padrona di casa, evitando alla
kitsune una svenevole messa in scena - …parliamo domani per l’attrezzatura che
ci servirà con l’arrivo dell’uragano. Ero solo passato per vedere se ti serviva
qualcosa ma ora che ci penso devo aver di nuovo lasciato il forno acceso…- Ma
era una mania! Kaede gli scoccò un’occhiata serafica, che Hisashi interpretò
come un invito a schiodarsi e così se ne andò tranquillo e beato com’era venuto,
anche se Raim non aveva capito i motivi dell’improvvisata. - Dici che l’ha
bevuta?- gli urlò, mentre andava in cucina a prendersi qualcosa da
piluccare. Seee…era Mitsui la volpe, altro che lui! Porcaccia e adesso come
la sistemava quella faccenda? Come minimo il teppista avrebbe chiesto un
risarcimento in denaro o roba simile! Curioso com’era poi si sarebbe tenuto
davvero la cosa per sé ma avrebbe cominciato un via vai d’informazioni e
pettegolezzi che gli sarebbe costata la vita. Stava progettando di
strangolarlo sul serio negli spogliatoi, magari sotto la doccia alla Psyco,
quando il destino per una volta gli dette una carta da giocare. - Ma tu
guarda che porco…- bofonchiò fra sé, a bassa voce, quando lo vide tornarsene
sulla litoranea, dove aveva lasciato la macchina, appiccicato alla Kanzaki. Da
non credersi! Era riuscito a farsi pure lei! Quello non era un uomo, era un
trapano! - Non lo sapevi?- si stupì Raim poco dopo, tornata sulla
portafinestra con un tramezzino diviso in due – Dura da tre mesi questa
storia.- - Tre mesi?- si sconvolse. Mitsui...tre mesi...e
la stessa tizia? Ma dai! - Già. La senpai Kanzaki deve
piacergli molto.- - Oppure è la tigre del ribaltabile.- frecciò
sarcastico. - La senpai è una persona molto particolare.- gli spiegò, sedendosi in braccio a lui
– E’ una persona un po’ complicata, ma come lui del resto. Non si capisce bene
quando dice davvero ciò che pensa oppure no ma da che la conosco ho sempre visto
in lei un’amica. È molto leale, anche se evita di farsi mettere in mezzo ai
problemi degli altri. Se sta con lui e ha accettato di uscire in pieno giorno,
vuol dire che la cosa si fa seria.- - Uscire di giorno?- Raim ridacchiò –
Di solito passavano la serata in casa.- E bravo Mitsui. Lui si che capiva
tutto! Adesso però la volpe doveva trovare un modo per sistemare la linguaccia
serpentina del loro cecchino o lui e Raim non sarebbero più stati liberi di fare
un tubo… Urgeva una soluzione! E in fretta anche!
Lunedì mattina
lo Shohoku si riempì di nuovo di studenti vocianti ma il tempo cominciava già a
raffreddarsi leggermente. Hana e Kaede avevano fatto la loro oretta di
allenamenti con le felpe addosso ma quell’idiota del rosso se n’era inventata
un’altra, anche se Rukawa ci aveva trovato lo zampino di qualcun altro. Sulla
bandana che Sakuragi portava legata sui capelli durante l’allenamento, c’era
sempre stato scritto BANZAI. Ora invece le prime quattro lettere erano state
cancellate e soppiantate con "TENS"…quindi Tensai. Già sentirglielo urlare
era una tortura sufficiente, ma anche leggerlo era il colmo della
bestialità. Arrivati a scuola in moto però, si accorsero che qualcosa non
andava. Una folla bestiale e vociante stava metà
fuori e metà dentro ai cancelli. Sul muretto di cinta, una scritta
fantasmagorica in blu scuro e verde che diceva "Vita e Morte, oggi
Shohoku avrai la seconda!
" L’intero ingresso
era un’unica pozzanghera, ma non pioveva da giorni e i professori sembravano al
limite di una crisi isterica…quindi qualcuno l’aveva allagato con le
pompe. Scesi dalla Honda, Rukawa si mise gli auricolari e andò dritto in
aula, sconvolgendo Hanamichi che si chiese come poteva sbattersene dopo un
putiferio del genere, così si fermò a chiedere informazioni ai presenti. Fra
questi c’era Rei Manabe che dopo averlo salutato giulivo e cinguettante come suo
solito, gli spiegò la situazione. - E’ una sicura opera dell’Oni dello
Shohoku!- - Ma che ti sei fumato stamattina?- fece Sakuragi, guardandolo
scettico. - Ma no senpai!- Rei scosse le mani, trascinandolo via dalla bolgia
– L’Oni! Io faccio parte del giornale scolastico, ti ricordi? Bhè, io e i miei
compagni stiamo investigando su di lui. È dall’inizio dell’anno che accadono
cose strane, c’è questo tizio che fa pesanti scherzi ai prof e ai rappresentanti
di classe. Il redattore pensa sia un inserviente, io invece penso sia una
matricola. Yase Tomigaoka, I anno, sezione G.- Oddio. Hana se ne tornò in
classe piantando lì un Rei piagnucolante senza neanche voler sentire il resto.
Oni eh? Lui aveva altro a cui pensare, altro che Oni! Quando salì al secondo
piano però si accorse che la situazione nelle aule peggiorava. Alcune erano
totalmente zuppe d’acqua, altre d’olio per motori, altre imbrattate di terra e
vernice. - Certo che questo demente se l’è studiata bene.- sentenziò Miyagi,
arrivandogli a fianco. - Oh, tappo ciao.- lo salutò il rosso – Hai ragione.
Deve averci messo un sacco per fare questo disastro. Strano che i custodi non se
ne siano accorti. Ma forse ha fatto tutto di domenica, anche se stento a
crederci. Sembra ci sia passato un tornado…bhè, se non altro prima che rimettano
a posto questo casino ci vorranno giorni.- - Sai che bello.- rognò il play –
Poteva almeno mettere i manifesti, almeno non mi sarei alzato dal letto. Odio il
lunedì mattina. Vado a cercare il Gorilla e Kogure e poi facciamo una scappata
in palestra, per verificare i danni, tanto qua stamattina non si farà un bel
niente.- - A quanto pare…- Hana si ficcò le mani in tasca – Io vado a
prendere la volpe e Raim. Ci vediamo dopo!- Davanti alla terza classe si erano
raccolti tutti i suoi compagni e tutti, nonostante lo schifo a cui era stato
ridotto lo Shohoku, sembravano contenti di essersi guadagnati tre o quattro
giorni di vacanza per ripulire il liceo. Le ragazze facevano gruppetti
sparsi, i compagni maschi progettavano di scoprire chi fosse quel maledetto Oni,
mentre Rukawa si era trovato un angolo, si era seduto…aveva appoggiato la testa
al muro e si era addormentato. - Ehi! Ehi Kit!- gli dette un calcio leggero
nel fianco, pronto a scattare indietro per evitare un pugno. - Hn…che
c’è?- - Ho trovato Ryo-chan per strada. Qua non si farà niente per giorni.
Andiamo in palestra a controllare.- - Hn…- fece di nuovo e si mise in piedi,
ciondolando. - Kaori, scusa!- prima di andarsene Sakuragi si rivolse alla
loro capo classe – Se arrivano i prof e dicono qualcosa riguardo ai giorni che
ci toccherà stare a casa, potresti venire in palestra ad avvisarci?- La
ragazza, in gridolini di sottofondo delle altre, arrossì come una cretina – Ma
certo Hana-chan!- Dio che sesso stupido quello delle donne, pensò Rukawa
furibondo mentre cercava di riprendersi dal sonno. Chissà perché quel fottuto
cretino a cui era venuta in mente quella pagliacciata non l’aveva avvisato?
Almeno avrebbe poltrito a letto! Che nervi! Si era sbattuto per
niente! S’imbatterono in Mito al primo piano. Stava ascoltando il presidente
del consiglio studentesco che ululava vendetta ma poi li seguì in palestra,
divertito da quel casino. – Pare che abbia fatto altri danni, non solo alle
aule. Noma mi ha detto che ha spaccato i vetri in sala professori, ha distrutto
la presidenza e rotto un po’ di attrezzature.- - Psicotico il moccioso eh?-
frecciò il rossino – Non è che invece sono quelli dello Shikuda?- - Do’aho.
Sto’ casino l’avrebbero fatto a casa tua o sulla tua faccia. Non qua.- - E
sta zitto, kitsune!- lo rimbeccò il Tensai del basket – Nessuno da solo potrebbe
fare un macello simile!- - Tu si, Hana.- rise Mito. - Io un corno! Ieri
sono stato tutto il giorno con te e Haruko!- - Solo il pomeriggio.- lo
corresse l’altro. - La mattina avevo da fare.- si limitò a dire il rossino.
Rukawa gli scoccò una breve occhiata di striscio, tornando poi a fissare la
strada davanti a sé. E così andava davvero da Sendoh. Chissà se era riuscito
a rimettere la testa del Porcky a posto. Davanti alla palestra però, capirono
che era tempo perso. A venti metri, la terra sotto i loro piedi cominciò a
tremare e poi una tirata storica del Gorilla, simile a una scarica di tuoni,
invase tutto il liceo facendogli tremare le fondamenta. - Akagi è
arrabbiato…- fece Mito placido, mentre Hana e Kaede cominciavano a sentirsi
male. Nel polverone sollevato davanti alle porte della loro palestra, Akagi
stava scatenando il giorno del giudizio, a malapena trattenuto da Kogure e dalle
matricole. I professori erano sconvolti dal casino provocato: il parquet era
pieno di terra, il legno graffiato e scritte ovunque. Insomma, gli giravano che
era un piacere. Coi professori e i custodi, c’erano anche la squadra di
pallavolo e quella di ginnastica ritmica. Haruko fu la prima a raggiungerli
con Miyagi e Ayako. - Ragazzi, mio fratello è imbestialito!- disse la Babba,
preoccupata – La palestra è un vero disastro!- - Niente che non possa essere
sistemato in una settimana.- aggiunse Ayako scazzata – Meno male che la prossima
partita è contro quelle seghe del liceo Hoto.- - Si ma dove cazzo andiamo ad
allenarci adesso?- rognò Mitsui, dopo che si era rotto le balle nel tentativo di
fermare la furia omicida del capitano – Sotto i ponti? Sapete quanto costa
affittare una palestra tre ore al giorno?- - Se ci mettiamo anche noi a
pulire senpai?- gli chiese una matricola – Non ce la sbrigheremo in meno
tempo?- - Inutile.- disse Kogure – Il lavoro è davvero troppo. Ci metteranno
di meno le imprese che chiamerà la scuola!- - E ancora non avete sentito il
casino che hanno piantato le compagne di Raim.- sospirò Haruko. - Già…e non
ho visto Junko.- fece Miyagi stranito – Dov’è andata? A bestemmiare dal
preside?- - Conoscendola gli starà piantando una grana tremenda insieme alla
senpai Kurata!- sorrise Raim, arrivando con la borsa delle pallavoliste in
spalla – Ciao gente! Come facciamo per gli allenamenti?- - Prima di tutto
cerchiamo di tenerci vivo il Gorilla.- grugnì Hana, mentre Rukawa si era già
rimesso a dormire appoggiato alla sua spalla – E poi vedremo di ficcarci in un
bar e cercare di trovare una soluzione. Ma porca puttana, la sfiga non viene mai
sola!- - E tra un po’ si metterà a piovere anche.- bofonchiò Rei Manabe,
sollevando il capo al cielo. - Oggi dava solo nuvolo credo.- lo seguì Yaoto,
altra matricola. Tempo a parte, ci misero degli anni per riuscire a calmare i
nervi ad Akagi che sembrava diventato King Kong, anche nel formato. Urlando e
sbraitando, menando pugni anche ai professori, aveva minacciato gl’inservienti
di morte cruenta se entro venerdì non avessero messo tutto a posto visto che gli
studenti da quel momento in poi non avrebbero più potuto avere accesso. In
coppia con lui c’erano la mister della squadra di ritmica, mentre le ragazze
della pallavolo se ne stavano abbastanza in disparte. Non c’erano né la Kurata,
ovvero il loro capitano infortunato, né la Kanzaki, quindi gli elementi focosi
erano lontani per il momento. Per limitare i danni fisici si erano spostati
sotto al padiglione dell’ala esterne della scuola, proprio davanti alla
palestra, dove potevano osservare il casino che provocava il Gorilla. - Se
continua così gli verrà un collasso.- disse Mitsui, seduto a terra contro il
muro, insieme a Rukawa che dormiva, Ayako, Miyagi, le matricole e alcune della
squadra di pallavolo. - Povero fratellone.- mugugnò anche Haruko, in piedi
accanto ad Hanamichi. - Povero fratellone sul serio…- Mito annuì serio – Mi
sa che per giorni sarà intrattabile.- Al diavolo il Gori, pensò Rukawa visto
che continuava a sentirlo strillare come un’aquila. Non riusciva a farsi la
pennichella in santa pace, era una fottuta tortura. Ma perché non potevano
tornarsene a casa e fare un giro di messaggi poi per avvisarsi sulla nuova
ubicazione degli allenamenti? Inoltre il numero 14, che se ne stava seduto
tranquillo accanto a lui, non aveva ancora fatto parola di ciò che aveva visto
il giorno prima. Ovvero lui e casa di Raim. Forse con gli occhi gli aveva fatto
tacitamente capire che se lui stava zitto sulla Kanzaki, allora Mitsui sarebbe
stato zitto sulla sua rossa. Mah. Certo che era bello strano quello lì. In
fondo che lui uscisse con una ragazza era un pettegolezzo bello succulento
no? Stava ancora bestemmiando fra sé, pensando ai vari motivi per cui quello
spostato non avrebbe dovuto fargli domande e mettersi a punzecchiarlo quando
qualcosa di ovattato, una strana sensazione labile e soffice, gli sfiorò il
viso. Si volse sulla sua spalla sinistra e vi vide della polvere bianca…polvere
calcarea. Sembrava vernice sbriciolata…poi dei piccoli pezzi di vetro e mattone.
Alzò il capo e…sbiancò. - Do’aho!- Hanamichi non riuscì neanche a capire
cosa stesse succedendo che si ritrovò addosso la kitsune. Fra urla e stupore
volarono in terra prima uno sull’altro che un grosso vaso si schiantasse addosso
a entrambi. Il vaso andò in pezzi a terra e le ragazze delle varie squadre di
misero a strillare isteriche, pensando che Rukawa potesse essersi fatto male ma
non ci fu tempo per gracchiare troppo. Infatti Hana e Kaede, rigirandosi un
attimo per guardare che diavolo fosse successo videro qualcosa di ancora più
pericoloso. - Oddio!- alitò Ayako portandosi le mani alla bocca – Guardate!
Al secondo piano!- A cinque metri su di loro, dalla stessa finestra da cui era
caduto il vaso, stava pendendo ora qualcuno che era attaccato alla mensola
esterna della finestra di un’aula solo per una mano. Col cuore in gola, in
parecchi videro Junko Kanzaki ballonzolare in aria. Qualcuno doveva averla
spinta fuori, era impossibile che fosse caduta e si fosse ritrovata in quella
posizione. Guardava in basso e cercava di farsi forza, per aggrapparsi con
l’altra mano mentre quelle urla indisponenti non facevano altro che
innervosirla. Mitsui
poi sembrava quasi un lenzuolo tanto era pallido. - Presto!- ordinò a
tutti quanti – Correte in palestra e prendete i materassini! Muovetevi!- -
Junko!- urlò Miyagi – Tieniti forte! Hai capito? Non mollare!- - Senpai
Kanzaki! Stai attenta!- strillarono tutte le sue compagne. - Ma come cazzo c’è
finita in quella posizione eh?- ringhiò
Hana, mentre lui e gli altri sistemavano una decina di materassini uno sull’altro,
per attutirle la caduta. Erano passati pochi secondi e lei continuava
a rischiare di cadere. La mensola traballava, era stata spezzata e anche se
i ragazzi avessero cercato di salire fino al primo piano sarebbe stato
inutile. I bidelli avevano già chiuso le porte interne. I professori stavano per
mettersi le mani nei capelli… E là sopra, la Kanzaki non faceva altro che
imprecare. - Cazzo…- sibilò, quando arrancando col piede sulla parete ricadde
malamente, spelandosi un fianco. Qualcuno rise sopra di lei e la ragazza
serrò i denti. - Spera che non ti prenda mai fra le mani, bastardo!-
ringhiò. - Junko!- Si bloccò di colpo e abbassò il viso. - Hisashi…-
sussurrò. Mitsui stava là sotto, a cinque metri da lei ed era terreo per lo
spavento come gli altri. - Junko non possiamo salire! E quella mensola sta
cedendo! Devi lasciarti andare!- - Cosa??- tuonò la ragazza, sconvolta – Ma
sei impazzito? Mai e poi mai!- - Devi farlo! Tanto cadrai comunque! Ci sono i
materassini!- - Non ci penso neanche! Mi romperò qualcosa!- - Insomma,
meglio un braccio che l’osso del collo!- sbraitò Mitsui furibondo. - Tu ti sei bevuto
il cervello, mai e poi mai!- Cominciando a ringhiare come un cane che deve
lottare per l’osso, la guardia stava letteralmente sfrigolando. - Inventatevi
qualcos’altro no?- urlò la ragazza, dal secondo piano – Che vuoi fare? Prendermi
al volo?!- - Ma ci sono i materassini senpai!- le disse Raim. - E se li
manco???- - Allora ti prenderò al volo!- concluse Mitsui isterico – Datti una
mossa o tutta la scuola ti guarderà sotto la gonna, cosa che vorrei
evitare!- - Al diavolo!- sibilò la ragazza. Accidenti a lui e a quella divisa
che si sollevava a ogni alito di vento. - Mhhh…e così hai il ragazzo,
senpai.- ghignò la stessa voce di prima. - E sta zitto! Fammi salire!- ringhiò la
Kanzaki, risollevando il viso – Fammi salire immediatamente o giuro che…ehi, ma
cosa fai!?- e cacciò un grido che rimase a lungo nelle orecchie di Mitsui.
Qualcuno, dalla finestra, stava usando un idrante. Aprì l’acqua e dalla lunga
pompa che puntava dritta su Junko, uscì una cascata d’acqua che la
soffocò. Perse la presa e cadde a peso morto. Di nuovo tutti quanti
gridarono. Gridarono fortissimo perché il getto dell’acqua aveva spinto la
ragazza a deviare leggermente dalla traiettoria dei materassini. Prenderla
per Mitsui non fu facile. Da una tale altezza, il contraccolpo fu molto forte ma
con dietro Miyagi e Hana riuscirono a cadere indietro tutti e quattro sui
materassini senza farsi nulla. - Merda…- ringhiò Hisashi, piegato sulla sua
ragazza – Ehi, Jun…tutto ok?- - Senpai Kanzaki!- Raim le dette un paio di
colpi sulla schiena, per farlo tossire e farle espellere l’acqua ingoiata ma
appena le dettero un attimo di spazio lei buttò gambe all’aria Mitsui, Ryota e
anche la rossa, mettendosi a correre bagnata fradicia verso l’entrata della
scuola. - Junko! Ma dove vai?- urlò Ayako. - Fermati!- sbraitò Mitsui,
mettendosi in piedi e scattandole dietro – Che diavolo hai in mente?!- Lei
neanche si
sprecò a rispondere. Veloce come una gazzella e inseguita da metà
istituto, la Kanzaki si bloccò davanti alla porta d’ingresso, presidiata dai
bidelli. Sbarellando tutti, sfondò la porta come una mandria di animali e volò
lungo le scale per raggiungere il primo piano. Guardandosi attorno non trovò
quel maledetto, quindi corse al secondo piano…niente nemmeno lì. - Ma dov’è?-
sibilò, guardandosi attorno. Dov’era andato? Non poteva essere uscito! Corse
fino al terzo piano e lì, all’uscita delle scale, venne presa in pieno da
qualcuno che le corse a fianco. Prese una dura spallata, si trattenne per un
soffio alla ringhiera, mentre un tipo in passamontagna si lanciava giù dalle
scale su uno skate-board. Quasi ammazzò gli altri che salivano, ma alla fine
riuscì a scappare.
Un’ora dopo, in infermeria… - Maledetta deficiente!
Testarda di una donna…- Junko Kanzaki, aria apatica, un cerotto sul fianco e
del tutto incurante della brutta avventura, stava seduta a gambe incrociate sul
letto e fissava Mitsui fare su e giù davanti a lei, tutta la squadra di
pallavolo, quella di basket e pure l’infermiera che aveva appena minacciato di
morte quando le aveva proposto di mandarla all’ospedale per un controllo. -
La molli?- bofonchiò, guardando il numero 14 – Mi stai facendo venire mal di
testa.- - E sta zitta! Potevi morire!- - E invece sono ancora qua.-
replicò seccata – Non darmi il tormento!- - Scusate un attimo…- s’intromise
Ryota con uno strano sguardo – Non per farmi gli affari vostri ma vi
conoscete?- - Già…- fece anche Ayako – Jun, ma che gente frequenti eh?- -
Me lo chiedo anche io.- sibilò la ragazza, sbuffando. Mitsui per tutta
risposta le rifilò l’ultima occhiataccia al veleno, per poi mettersi a sedere
sbuffando. - Glielo dico io o glielo dici tu?- - Dirci cosa?- cinguettò
Hana trattenendo a stento l’impulso di sfregarsi le mani. - Ma tuo fratello
non ti rompeva su una certa ragazza?- rincarò Miyagi – Nooo…non ci credo!- -
Dai!- pigolò una delle ragazze della squadra di pallavolo – Senpai hai il
ragazzo! Ma perché non ce l’hai detto?- La Kanzaki sospirò snervata. Doveva
andarsene a casa…e subito anche! - Volete lasciar perdere?- s’intromise
Hisashi dopo aver defenestrato Miyagi e Sakuragi che come due deficienti si
erano messi a spettegolare, così tornò a rivolgersi alla sua ragazza – Mi
spieghi che cazzo ci facevi là sopra?- - Semplice tesoro. Mi hanno spinta
giù.- rispose – E’ colpa di quel bastardello!- - Senpai…- s’intromise Raim –
Parli del tipo in passamontagna?- - Già. Ero in classe a prendere i dizionari
quando l’ho pescato a finire il suo lavoro nel locale delle caldaie. Stava
alzando la pressione per far esplodere il piano e…- - COSA?????- la
interruppe Mitsui rimettendosi a urlare – E tu stavi lì tranquilla e beata
quando potevi volare in orbita??? Ma allora sei completamente cretina!- -
Mitchy…trattale meglio le donne dai…- risero in sottofondo Hana e Ryota,
risaliti dalla finestra. Si presero un cazzotto a testa, poi la Kanzaki continuò
col racconto – L’ho pescato, mi è saltato addosso…poi gli ho spaccato in testa
il dizionario ed è scappato in corridoio. Solo che è tornato indietro e mi ha
spinta fuori dalla finestra insieme a tutto quello che c’era sopra…chi s’è preso
il vaso in testa?- - Sfortunatamente nessuno.- rognò Akagi. -
Ahah…divertente Gori.- bofonchiò Hana, scoccando un’occhiata stranita alla
volpe, che sembrava dormire. - Aspettate un attimo!- Rei Manabe fece venire
un colpo a tutti, saltando letteralmente in testa a Mitsui e sporgendosi con gli
occhioni scintillanti verso la Kanzaki – Senpai, molto piacere! Io sono Rei
Manabe, del giornale della scuola!- - Incantata.- sibilò la ragazza. - Non
è che per caso puoi dirmi qualcosa di più su quel tipo?- - Era coperto dal
passamontagna. Ho sentito solo la sua voce. Sembrava giovane e mi ha chiamata
senpai.- - Matricola.- sentenziò Kogure. - Fottute teste calde.- rognò
Hana. - Matricola per forza. Sta nella prima classe, sezione G.- concluse
angelica la Kanzaki. - Cosa?- Mitsui alzò un sopracciglio, senza levarsi Rei
dal capo – E come fai a saperlo?- - Quando mi ha spinta mi sono aggrappata al
suo maglione…e gli ho staccato questo.- sporse la mano e sopra vi stava
un’etichetta delle divise scolastiche. Il nome non si vedeva, era stato
cancellato, ma c’era la classe di appartenenza. - SIIIIII!- urlò Rei di punto
in bianco, facendo di nuovo venire un colpo a tutti – Lo sapevo!!! Avevo ragione
io! È una matricola! Era l’Oni della sezione G!- - Oddio, ancora con sta
storia?- sbuffarono Hana e gli altri. - Oni?- chiesero Raim e Haruko – Che
Oni? Che roba è?- Dopo un’altra lunga tirata sul teppista dello Shohoku,
Manabe era ormai andato in brodo di giuggiole. Avrebbe dato un bacio alla
Kanzaki se Mitsui non l’avesse mandato via a calci, quando accadde
l’impensato. Junko
stava di nuovo litigando con l’infermiera, decisa ad andarsene a casa senza nessun controllo quando la porta dell’infermeria si
spalancò di scatto e apparve sulla soglia una tizia parecchio alta,
con due buffe codine ai lati del capo che mitigavano un'avvenenza davvero prorompente. Era
una dell'ultimo anno. Aveva un braccio ingessato legato al collo e il cipiglio di
una parecchio incazzata. - Oh oh…- alitarono le ragazze della pallavolo –
Capitano Kurata…- Non fecero in tempo a finire che Junko si beccò il braccio di
gesso sulla testa almeno una ventina di volte, con quella furia scatenata che
urlava ai quattro venti la sua deficienza. Sembrava la sosia isterica del
Gorilla, solo che aveva forme del tutto diverse. - RAZZA DI MALEDETTA
YANKEEE!!!! Vuoi che ti uccida vero???- gracchiò Naomi Kurata, quinto anno,
quasi sputando fuoco mentre ululava addosso alla Kanzaki – Ne combini sempre
una! Non faccio in tempo a girarti le spalle che vengono a dirmi che stavi per
schiantarti dalla terrazza!- - Dal secondo piano senpai.- la corresse
timidamente Raim. - SILENZIOOOO!!!!- strillò ancora, facendo arrampicare la
squadra di basket contro il muro. - Ne ho piene le scatole di te, Kanzaki!-
ringhiò, attorniata dalle fiamme – Un giorno di questi verrò a strangolarti nel
sonno! E adesso fila in ospedale!- - Un momento Miss Ghestapo!- si rialzò
Junko, con la testa dolorante – Io non vado da nessuna parte! Tanto sotto
c’erano i cani da riporto che mi hanno presa al volo!- - Ehi, cani da riporto
a chi?- si lamentarono gli altri in sottofondo. - Ringrazia i cani da
riporto allora!- sbraitò l’altra, quasi spaccando i vetri – Abbiamo una partita
domani! Se ti capitava qualcosa che avremmo fatto eh?- -
Grazie per la considerazione. Fammi un favore, va’! Vai a giocare in
autostrada e lasciami in pace!- - Un momento…- le sibilò Naomi Kurata, arrivandole a un passo
dal naso con espressione omicida che la fece deglutire leggermente – Ti avverto,
razza di maledetta piantagrane! Sgarra di nuovo e diventerò il tuo incubo
peggiore! E un’altra cosa…- aggiunse, sibilando con un fraseggio che sconvolse un
po’ anche Rukawa – Vedi di non fare ginnastica notturna, stasera, perché se
becco quel demente che ti ripassi giuro che vi faccio deportare insieme in mezzo
al Pacifico! Sono stata chiara?!- - Il demente è lui!- cinguettarono
Hana e Miyagi, facendo sbiancare Mitsui che dopo un attimo si ritrovò la Kurata
addosso. Lo squadrò a lungo, come per soppesare che lui andasse bene per la sua
schiacciatrice, quindi l’avvisò senza mezzi termini – Toccala prima di domani e
ti eviro! Spero di essere stata cristallina!- - Che fisse con questa storia
del sesso prima della partita…- si lamentò Junko, sbuffando. - Non
me ne frega niente!- sbraitò la Kurata, andandosene alla porta come un uragano –
Io ti ho avvisata! Combina qualche altro casino e
manderò un plotone della Yakuza sotto casa a farti spezzare le dita! Idem per
te chiunque tu sia!- ringhiò, verso Mitsui – E tu Kotobuki vedi
non investire l’arbitro all’ingresso come l’anno scorso! Vi saluto, devo andare a spiagare al
mister che stavi solo facendo esercitazioni di volo acrobatico per l'esame di
fisica di metà semestre!- e tempo un secondo se n’era andata, facendo
traballare la porta e tutto il piano. Su tutti i presenti calò una goccia
stratosferica. Dio…ma che gente bazzicava per lo Shohoku? Le uniche a non
fare una piega erano Raim, che se la rideva leggermente, e Junko che scesa dal
lettino si stava rivestendo. Si mise la felpa della tuta di Mitsui, seccata da
tutto quel baccano. - Senpai Kanzaki…sicura di star bene allora?- le chiese
la rossa. - Se, se…- sospirò – Mi basterà dormire un po’. In fondo ho solo
fatto una doccia fuori programma.- - Chiamala così…- rise Ryota – Forse ti
servirebbe un caffè Jun.- - O un cervello di ricambio.- soffiò Hisashi
ironico. - Sapete una bella cosa?- disse con aria melensa – Mi avete rotto
tutti quanti. Me ne vado a casa! Miyagi, Hisa e tu coi capelli rossi…grazie per
avermi preso al volo. Ragazze noi ci vediamo domani alla partita.- - Aspetta
senpai!- la bloccò Raim in mezzo al corridoio, mentre se ne andava con Mitsui –
Non mi hai detto se ti vedo giovedì, in spiaggia per l’uragano. Devo farti il
letto?- - Si, certo.- sorrise la Kanzaki e senza aggiungere altro se ne
andarono ma subito dietro l’angolo si misero a sbraitarsi dietro, rivelando a
tutti una trafila di parolacce da manuale. - Mamma mia…- Kogure era allibito
mentre se ne andava con gli altri verso l’uscita – Non credevo che quella Kurata
fosse una tale furia.- - Per gestire la senpai Kanzaki ci vuole una pazienza
incredibile.- sorrise Raim divertita. - Ma
lasciate perdere quella! Mitchy ha la ragazza! Direi che si sono trovati quei due.-
ghignò Hana. - Già.- Ayako era ancora confusa – Anche se non riesco a
capacitarmi che Mitsui abbia la ragazza fissa.- - L’unica cosa di cui non mi
capacito io è del casino che è successo in due ore.- rognò Akagi, che ancora
ribolliva per il casino in palestra – E adesso dove cazzo andiamo ad
allenarci?- - Potreste andare al campetto sulla spiaggia.- disse Haruko – Ma
pioverà in questi giorni.- - Dai Gori…l’Hoto è una squadra della fava.-
piagnucolò Hanamichi – Mica avremo problemi!- - Meglio che stai zitto…chissà
perché Rukawa non ha lasciato che quel vaso ti arrivasse in testa!- - Cosaaa?
È questo il modo di trattare il Tensai?- Anche Rukawa ora stava cominciando a
chiedersi perché non aveva lasciato che quel vaso gli sfondasse il cranio.
Accidenti. Era stato un riflesso incondizionato ma aveva perso l’opportunità di
levarsi quel coso molesto dalle balle. Ma poi Kaede lasciò perdere,
sentendolo strombazzare la sua grandezza ai quattro venti. Forse non era
proprio destino.
Passarono due giorni di ozio e al telegiornale
quella mattina di mercoledì si preannunciava il famoso uragano per il giorno
dopo. Una bazzecola a dire il vero, infatti avrebbe appena sfiorato la loro
costa ma i ragazzi dello Shohoku si erano messi in testa di non far allagare la
casa alla loro manager e così si sarebbero diretti tutti quanti in spiaggia, ad
aiutare Raim ad imbottire le pareti della sua villetta con sacchi di
sabbia. Hana stava ficcando il sacco a pelo nello zaino quando sua madre lo
chiamò, avvisandolo che Rukawa era arrivato a prenderlo sotto casa. Salutò
rapidamente e scese dalle scale, onde evitare che la kitsune si
addormentasse. - Tempo infame…- sibilò, vedendo cupi e tetri nembi neri
spuntare all’orizzonte. - Hn.- bofonchiò Kaede, passandogli il casco – Datti
una mossa do’aho.- - Di ottimo umore come sempre eh?- frecciò, salendogli
alle spalle. L’altro non gli rispose neanche e mise in moto, sfrecciando
lungo la via. Sinceramente non vedeva l’ora di arrivare alla spiaggia. Non
sapeva bene perché ma quello stacco dalla realtà di tutti i giorni forse avrebbe
fatto bene alla sua anima irrequieta. Inoltre sarebbe potuto stare con Raim e
questo gli risollevava il morale. Raggiunta la litoranea, si fermarono alla
piazzola giusto per vedere che gli altri erano già arrivati. C’erano la macchina
di Mitsui, quella del Gorilla, di Ayako e…imprecando, Rukawa vide quella di
Sendoh. Era una persecuzione quella! Seguendo una via laterale,
raggiunsero il retro delle villette dove avrebbero potuto mettere la moto nel
garage di Raim. Lì trovarono la rossa intenta a chiudere le persiane a doppia
mandata, in compagnia di Haruko. - Ragazzi!- sorrise la padrona di casa –
Ciao! Vi credevamo dispersi!- - La volpe s’è svegliata tardi.- - Il do’aho
è lento.- Dopo le scuse e quattro pugni in faccia, Hana volò addosso alla sua
Haruko, tutto contento perché avrebbe passato la notte fuori con lei, mentre
Raim sorridendo raggiunse la kitsune e gli fece mettere la moto nel box. Al
buio, dopo essere sceso la spinse contro il sellino e le chiuse la bocca con un
bacio. - Non per essere poco romantica…- gli sussurrò a fior di labbra – Ma
se non lavoriamo mi ritroverò senza casa.- La baciò ancora, zittendo ogni
replica e pensando che allagandole la casa forse sarebbe stato un po’ esagerato
per costringerla ad andare da lui. Si staccarono di malavoglia e i due
giocatori dello Shohoku entrarono in casa portando dentro le borse con le
provviste che Haruko aveva loro affidato e una volta in cucina videro i loro
amici dalla portafinestra in soggiorno. Miyagi trafficava riempiendo i sacchi
di sabbia, mentre il Gori che era un uomo da lavoro duro se li caricava in
spalla e li passava a Mito e Kogure che stavano già sistemando il primo angolo
della villetta. - Spiedini e yakitori?- fece Rukawa, mentre levava la spesa
dalle borse. - Già, sono il Tensai della griglia io!- - Hn…do’aho,
cucinerai tu?- chiese l’altro un pelo preoccupato. - Lo so che non sembra ma
sono bravo in cucina!- sibilò il rossino. - Hn…spero di più che a
basket.- - Ma vuoi che ti spacchi in due?- e mentre si
prendevano per il collo, entrò qualcuno che si limitò a fissarli con aria vaga.
La Kanzaki. - Salve.- le disse Hana, mollando il collo di Rukawa e
complimentandosi coi gusti di Mitchy visto che ogni volta che la vedeva, quella
era sempre più bella. - Salve.- rispose tranquilla – Il senpai Akagi mi ha
chiesto di mandarvi fuori i calci.- - Il Gorilla sta diventando un negriero, cazzo!-
sbuffò il Tensai, finendo di mettere birre e bibite gasate in frigo – Tu stai
bene senpai? Niente ossa rotte a scoppio ritardato?- - Fortunatamente no.-
disse la ragazza, pacifica. - Mitchy dov’è?- - In bagno con un tizio che
ha chiamato porcospino. Chi di voi due è la volpe invece?- - Lui.- sogghignò
Hana, additando Rukawa con un pollice – Il porcospino si chiama Akira Sendoh.
Che fanno in bagno? Inchiodano gl’infissi della finestra?- - Alla perfezione
direi!- scandì Mitsui, entrando in quel momento dal corridoio laterale alla
cucina, seguito dal Porcky – Dove cavolo eravate voi due? Il Gori sta sclerando,
non ho voglia di farmi usare come un sacco!- - Ancora per sta storia degli
allenamenti?- sbuffò Sakuragi – Per l’amor di Dio, l’Hoto ha passato solo per
culo.- - Vaglielo a spiegare. Ru, mi dai una birra?- La kitsune
infilò la testa nel frigo giusto in tempo per scoccare uno sguardo stranito a
Sendoh ma il giocatore del Ryonan sembrava alla solita forma. Sorrideva coi suoi
denti bianchi da dentifricio e chiacchierava giulivo con la guardia. Ma allora perché il do’aho
sembrava stare sempre lì a coccolarlo? Che cavolo succedeva? - Aki, ho il cd
che mi hai chiesto.- - Oh, grazie Hana. Adesso torno fuori…sarà meglio
cominciare con la parte a destra che dà sulla spiaggia.- - Si, è meglio.-
annuì Mitsui – Raim!- urlò – Noi andiamo fuori e cominciamo col lato
destro!- - Ok!- gli rispose, ancora da fuori nel cortile – Quando torna
Ayako mandatemela giù nel seminterrato! Io e Haruko cominceremo a chiudere
tutto!- - Io vado con loro.- sbuffò Junko, passando a fianco della truppa –
Non si sa mai che Raim faccia qualche disastro.- - E noi andiamo a lavorare…-
concluse Hana, ficcandosi in testa la sua bandana e tirandosi dietro
Rukawa. Se gli allenamenti col Gori erano sembrati stancanti, mettersi a
caricare e scaricare sacchi di sabbia era anche peggio, specialmente con Akagi
che sbraitava al vento. Il mare s’ingrossava e il cielo s’incupiva ora dopo
ora. - Sono un po’ preoccupata…- Raim sollevò il viso verso Haruko, che
stava appoggiata alla finestra. - Ma no.- la rassicurò – E’ già successa una
cosa del genere e la casa, come quelle dei vicini, se l’è sempre cavata.- -
Si, peccato che stavolta debbano dormirci dentro un branco di capre.- sbuffò
Ayako serafica, che le stava vicino per pulire le verdure, sul bancone della
cucina. - Mica hai tutti i torti.- fece la Babba – Con tutto oggi, tutto
domani e venerdì mattina, i ragazzi staranno insieme per quasi tre giorni
interi. Ti confesso che ho paura che Hana e gli altri combinino qualche
guaio.- - Del tipo che Sakuragi e Rukawa si affoghino in spiaggia?- rise la
prima manager. - Dio, ne parlate come se fossero degli animali.- sindacò la
Kanzaki, seduta a tavola a guardare visto che non era mai stato in grado di
sbucciare una patata – Se la cavano là fuori…- - Jun, non conosci Hana! Non
sai cosa può fare in coppia con quell’idiota di Miyagi e Mitsui.- le spiegò
Ayako, passando sotto l’acqua pomodori e sedani – Lui e Rukawa poi si prendono a
cazzotti continuamente.- - Vuoi dire che in tre anni non sei riuscita a
fermarli?- ghignò la Kanzaki – Ayako, mi stupisci.- - Tu mi
stupisci, ragazza.- chiarì Ayako – Mi spieghi come hai fatto a impelagarti con quel
cretino?- - Oh, dai!- rise Raim, blandendola. - No, sul serio!- continuò la
menager ridendo – Non che metta in dubbio l’avvenenza di quello spostato ma Mitchy
è chiamato Anima Ardente per un motivo sai?- - Se non altro riesce a starmi
dietro.- disse Junko serafica. - TI AMMAZZZZZZZOOOOOO!!!!- Le quattro si
voltarono verso la portafinestra giusto in tempo per vedere il Gorilla saltare
addosso a Sakuragi, pronto a fargli lo scalpo, con Mito e Kogure attaccati alle
gambe che cercavano di fermarlo mentre quei due imbecilli di Ryota e Hisashi
incitavano alla lotta. Sendoh rideva…e Rukawa dormiva. - Sarà più difficile
del previsto.- brontolò Raim. Più tardi il caro Tensai del basket che aveva
rischiato la vita già dieci volte nel giro di tre ore, se ne stava dietro ai
fornelli e davanti alla griglia decidendo saggiamente di stare lontano dal Gori,
prima di morire. - E che cazzo, sarà mica colpa mia se quel teppista ci ha
distrutto la palestra! Perché ce l’ha sempre con me?- - Do’aho.- Hana si
volse furibondo verso la volpe, che stava appoggiato al mobile della cucina con
la sua solita aria apatica. - Che cazzo fai? Controlli che non ti metta il
veleno nella carne?- gli chiese stralunato. - Hn.- - Che palle…passami il
pepe.- e prese la volo la boccetta, dando una spolverata sugli spiedini che
grigliavano da pochi minuti soltanto – Hai visto Aki?- Eccolo che
ricominciava! - Cosa sei, la sua balia?- sibilò seccato. - E tu cosa sei,
un fottuto cyborg?- replicò Hana sulla difensiva – Non c’è niente di male a
preoccuparsi per gli altri.- - Mica ho detto niente.- - Si, come no! Sono
giorni che mi fissi come se aspettassi di vedermi spuntare le antenne da
alieno.- - Puoi fare quello che ti pare do’aho. Io se non altro non ti faccio
la predica.- - Scusami,- gli fece eco sarcastico – dimenticavo che tu sei
perfetto. Ti fai i cazzi tuoi e non ti fili gli altri di striscio.- - Perché
dopo tre anni finisci sempre per battere sullo stesso chiodo eh?- sibilò a quel
punto Kaede, serrando le mascelle – Mi stai facendo storie solo perché ti ho
chiesto di Sendoh?- - Ti sto facendo storie perché ti frega solo che
non smetta di giocare a basket!- sibilò il rossino in risposta,
vedendolo irrigidirsi alle sue parole – Tutto ciò che ti chiedo è di essere un minimo più
propenso a guardare le persone come esseri umani, mi sembrava di avertelo già
detto. E che cazzo, se un giorno mi spaccassi di nuovo la schiena, e facciamo le
corna, gradirei almeno essere trattato da poveraccio sofferente, invece che come
una scarpa inutile!- Di nuovo. Kaede sentì di nuovo una fitta fastidiosa
all’altezza del petto e si chiuse a riccio sotto gli occhi nocciola di Hana che
sondavano in lui troppo in profondità ormai. - Finiscila di fissarmi.- gli ordinò
la volpe. - E tu finiscila di fare lo stronzo.- - Sarà meglio che vada
a farmi un giro.- concluse snervato – Fa’ come ti pare do’aho.- e senza
aspettare la risposta prese e tornò fuori, dove il vento batteva la spiaggia e
spumeggiava le onde. Al diavolo! Perché le parole del do’aho e di Raim con
lui arrivavano tanto in profondità? - Hai voglia di prenderti qualcosa qua
fuori?- Si volse appena sopra la spalla e vide la pietra dello scandalo.
Sendoh era appena tornato dalla macchina e aveva in spalla lo zaino. Lo fissava
stranito anche, come se lo vedesse per la prima volta. - Hai una faccia
strana Rukawa.- - Hn.- rognò, tornando a guardare la spiaggia. - Tutto
bene? Hai litigato con Hana?- Adesso s’incazzava! Gli scoccò un’occhiata
assassina ma il giocatore del Ryonan non fece una piega, affiancandolo. -
Scusa per quella sera al palazzo dello sport.- gli disse all’improvviso – Era
arrabbiato e non avrei dovuto prendermela con te. Per fortuna Hanamichi mi ha
dato una svegliata.- Come se con un pugno avesse potuto fargli qualcosa. Ok,
pensò incazzoso. Il do’aho voleva che fosse umano eh? Va bene, si disse.
Facciamoci una sana vagonata di cazzi altrui. - Qual è il problema?- sibilò,
stanco e nervoso. - Problema?- allibì Sendoh. - Si, il problema che ti
fa dare i numeri!- sbottò – Dimmelo e facciamola finita.- Akira allargò
gli occhi, veramente confuso. Non era un comportamento da Rukawa! Si grattò il
mento, cercando di capire se le sue liti con Sakuragi non gli avessero mandato
in palla il cervello ma poi vedendo i suoi occhi per una volta limpidi decise di
fidarsi. Hana su di lui non poteva avere torto, in fondo. - Mia madre sta
male.- disse semplicemente – I dottori non sanno ancora dirci se la malattia può
metterla a rischio di vita e quindi avevo deciso di saltare gli allenamenti per
stare con lei…- la sua voce si fece più debole e malinconica -…nel caso
potessero essere i suoi ultimi giorni. So che non è così ma le sue condizioni
sono molto gravi comunque e i medici tentennano troppo coi responsi. Quella sera
con Taoka stavamo litigando per il mio desiderio di saltare gli allenamenti. Lui
ha capito che la mia era una paura infondata e mi ha detto senza mezzi termini
che stavo scappando…al che l’ho mandato al diavolo, come hai sentito. Tutto
qua.- Tutto qua. Kaede tornò a fissare il mare, sentendosi vuoto e cavo come
una bambola. Se solo avesse potuto riavere indietro sua madre, avrebbe
buttato all’inferno tutto. - Tua madre è più importante.- mormorò, senza
mezzi termini. - Lo so.- annuì dolcemente Akira – Ma la mia paura non deve
bloccarmi la vita. Lei vuole che io vada avanti come se nulla fosse. Detta così
è esagerata ma sono sicura che starà bene. Ci vorrà un po’ perché guarisca ma
starà bene.- - Si.- Sendoh sorrise, corrugando appena le sopracciglia –
Sai che non l’avrei mai detto?- - Cosa?- - Che sapessi ascoltare.- Ma
tu guarda che stronzo! Sendoh gli rise in faccia e se ne tornò dentro, dopo
avergli dato una pacca sulla spalla come ringraziamento. Accidenti! Erano tutti
uguali quelli! E al diavolo anche il do’aho! Era colpa sua! A tavola
fortunatamente si parlò di argomenti più leggeri ma il rossino ci sapeva fare
davvero in cucina. I piatti erano ottimi e la carne cotta a puntino, cosa che
strabiliò un po’ tutta la squadra di basket. - Sono pieno di qualità segrete
io!- scandì orgoglioso, quando Ayako e Haruko gli fecero i complimenti. -
Segretissime! Le sbandieri ai quattro venti.- ghignò Mito – Dimentichi i casini
le prime volte che cucinavi!- - Mah, palle!- - Palle cosa? Hai mandato
Okuso all’ospedale per un’infezione alimentare!- - Ecco, grazie per avermelo
detto Yohei.- disse Raim sospirando – Ai primi segni chiamate
un’ambulanza.- - Raim non dargli retta!- sbottò Hana, attaccato alla birra –
E’ geloso perché non sa farsi neanche un uovo.- - Allora siamo in due.-
ghignò Mitsui, svaccato sulla sedia. - Ci sono i surgelati apposta, dai!-
ridacchiò Ryota. - E i baracchini di ramen.- aggiunse Kogure ridendo – Facile
così la vita!- - E parlando di baracchini di ramen…- ghignò il play con aria
perversa, indicando Hisashi – Vi ho raccontato di cos’ha fatto quest’animale una
settimana prima che ritornassimo a scuola? Nooo?- - Eddai, mollala!- -
Possibile che non sei in grado di uscire di casa senza fare qualche fottuto
casino?- rognò Akagi. - Ma che casino!- ridacchiò Miyagi, piegato sulla
tavola – Adesso…adesso te la racconto bene!- e prese fiato, visto che a forza di
ridere quasi si stava strozzando – Dunque…ero uscito a farmi un giro, ho bevuto
qualcosa con dei miei compagni di classe al Pop’s e verso le tre me ne stavo
tornando a casa. Ok…- mandò giù un sorso di birra, come per darsi la carica per
dire una cavolata pazzesca – Me ne stavo all’angolo sull’undicesima,
sapete…davanti al distributore no? Bene, c’era il semaforo rosso e sento la
musica più tamarra mai uscita dalla mente bacata di qualche cretino, mi giro e
chi vedo in macchina? Il signore qua…- e Mitsui faceva di tutto per non ridere
con gli altri, visto che ricordava bene quella sera indecorosa – Lo chiamo e mi
avvicino. Da lontano avevo visto che stava a torso nudo ma quando mi attacco al
finestrino… Sapete cosa faceva? Ah ah...l’ho pescato nudo al volante! Nudo!- e
tutta la congrega fissò sconvolta quel deficiente della guardia – Capito? Era
tutto bagnato, ubriaco a cantare a squarcia gola Hotel California con dell’house
come cornice e totalmente perso! Cioè…ha guidato nudo per tutta Kanagawa, vi
rendete conto?- - E che palle…ero sbronzo!- - Al che
sono salito in macchina e visto
che sui sedili aveva un asciugamano e un costume fradici, glieli ho fatti
rimettere addosso mentre guidavo verso casa sua. Morale? Il coglione ha scavalcato
le reti della piscina della scuola, s’è sbronzato in acqua con chissà
quali altri imbecilli della sua classe, ha guidato nudo come un verme per tutta
la città cantando come un cretino e poi ho anche dovuto metterlo a letto! Ma il
bello però è che prima di portarlo a casa mi ha detto che aveva fame. Così ho
dovuto anche portarlo a mangiare qualcosa…a un baracchino di ramen. Ha mangiato
come un maiale e mi sembrava che si fosse ripreso un po’…- Miyagi scosse il capo
– Così quando ci rimettiamo in macchina insiste per guidare…e cosa fa? Invece di
mettere la prima ha messo la retro e ha preso in pieno il baracchino!- Dopo
quella nessuno li tenne più. - Io non ho mai conosciuto un tale deficiente.-
si schifò il Gorilla mentre in sottofondo tutti si spaccavano dal ridere. -
Non avresti dovuto metterti in macchina così ubriaco, cretino!- sentenziò anche
Hana, ridendo comunque come un matto – E se ti beccava la polizia? Ti avrebbero
arrestato!- - Eddai.- lo blandì Sendoh – Se non le fai ora queste cose quando
le rifarai eh? A quarant’anni?- - Hisashi, sei da mettere in gabbia.- disse
Kogure, abbandonando il suo solito contegno dopo una tale scoperta. - Ma che
gabbia…al manicomio!- disse Ayako, aiutando Raim a mettere i piatti in cucina –
Questa mi mancava davvero…guidare nudo per tutta Kanagawa…prendere in pieno un
ristorante di ramen ambulante…- - E cantavi Hotel California?- s’intromise
Junko serafica verso il suo ragazzo – Però, che cultura musicale.- - E si è
anche incazzato quando l’ho portato a casa.- rise Ryota – Meno male che tuo
fratello era fuori a lavorare.- - Tu ci scherzi…una volta mi ha portato a
casa due travestiti. Ha detto che avevano bisogno di un posto per dormire…- -
Tuo fratello non mi sembra tipo da aver bisogno dei travestiti, sai?- ghignò
Hana. - A differenza tua, signor 50 rifiuti?- lo prese in giro Mito. - Ma
vuoi morire per caso?!- La faccenda con relative altre cavolate commesse
durante le vacanze estive si concluse dopo il pranzo. Tornati tutti fuori a
lavorare di olio di gomito e schiena come schiavi, si accorsero che il tempo
peggiorava velocemente. - Che palle sti’ uragani!- bofonchiò Hana, sistemando
l’ultimo sacco sul retro della casa – E dire che siamo praticamente a inizio
novembre! È follia! Qua va tutto a scoppio ritardato.- - Le prese per il culo
le tiri proprio fuori a forza alla gente eh?- frecciò Akagi diabolico. - Che
vorresti dire Gori? Che sono un ritardato??- - Nooo…- fece Ryota
scandalizzato – Ma come ti viene in mente una cosa del genere?- - Devo
seppellirvi sotto la sabbia?- - Do’aho…- Rukawa gli lanciò quasi addosso un
sacco – Parla di meno e lavora di più.- - E sta zitto Kit…com’è che non dormi
ancora?!- replicò il rossino – Stasera fortunatamente crollerai secco nel letto,
se Kami vuole! Se poi per la stanchezza o una dose fatale di cianuro che ti avrò
messo nella cena non si sa…- - Se non la finite di rompere voi due giuro che
vi butto a mare!- sbraitò il Gorilla. Alle sei era ormai quasi buio e il
lavoro era quasi terminato. Ormai il vento si manifestava con un ululato feroce
e le piante attorno erano sbattute con forza contro le case, quasi
piegandosi. - Ragazzi, abbiamo finito!- urlò Raim, dal garage – Chiudo qua ed
è fatta!- - Ok!- le rispose Ayako, spingendo tutti in casa – Allora
cominciamo a sistemarci!- - Si, fate con comodo! E fai fare una doccia a quei
deficienti che si sono buttati in acqua!- Mitsui e Sendoh, tanto per
cambiare, avevano deciso che farsi un bagno con un uragano in arrivo era una
cosa da non perdersi e anche Akagi non si era perso l’occasione di andare a
riprenderli per cercare di affogarli con le sue mani. In garage intanto Raim
cercava delle torce, nel caso fosse partita la luce e delle candele. - Tutto
a posto?- Non imprecò perché si morse la lingua in tempo ma Kaede aveva la
brutta abitudine di comparire sempre alle spalle e le era venuto un colpo,
rischiando quasi di ficcargli un pugno. - Si, tutto bene.- e gli passò un
paio di torce – Avete già deciso come sistemarvi per la notte?- Rukawa alzò
le spalle – Per ora il do’aho urla ai quattro venti di voler dormire con la
Piattola.- - Ma povera Haruko…- ridacchiò la rossa - Fra te e la senpai le
date un sacco di nomi.- - La Kanzaki come la chiama?- - Babbuina come te
e Hisa.- gli disse pacata. - Hn. Sarà vero allora.- - Dai!- rise,
prendendolo per il braccio – Torniamo in casa che ho freddo.- La cena fu la
replica del pranzo, con un sottofondo di temporale però decisamente più
studiato. Cominciarono a partire lampi, ma per ora ancora nulla di serio
visto che la tempesta vera e propria era stata prevista per il giorno dopo.
Mangiarono beati e sazi, stanchi morti, poi davanti al caffè si misero in
salotto e con aria ben poco civile decisero la distribuzione. - Le ragazze
nella stanza di Raim…- - MA NOOOOO!!!!- piagnucolarono Hana e Ryota,
prendendosi quattro calci da tutti – Mentre ci sono altre tre stanze
disponibili.- - La mansarda è vuota.- chiarì la padrona di casa, sorbendosi
il caffè – Deve andarci chi ha i sacchi a pelo!- - Ecco, confiniamoci sopra
la scimmia.- ghignò Mitsui – Il letto di Shiro me lo prendo io!- - Quel letto
lo dovrai dividere cocco.- gli ricordò Mito, ironico – Quindi mani a
posto!- - Allora, nella camera di Shiro ci stanno…- e Akagi lo disse
con notevole difficoltà – Mitsui, Miyagi e Mito e se pensate di far volare
anche solo una mosca vengo a spaccarvi le rotule! Io e Kogure dormiamo in quella
degli ospiti. In mansarda invece ci andate voi tre…- e con sommo orrore di Rukawa
che per poco non sputò via tutta il caffèlatte che gli conciliava il sonno, il Gori
indicò lui, il do’aho e il Porcky. - E vedete di non far casino! Non siamo
all’asilo!- abbaiò per finire, ignorando lo sguardo terreo della volpe. -
Povero Ru…mi sa che non lo lasceranno dormire quei due.- ridacchiò Ayako. -
Al massimo domani mattina troveremo qualche facchino in meno.- frecciò la
Kanzaki. - E niente incursioni notturne punitive, grazie!- chiarì Kogure –
Sono morto di stanchezza!- - Tanto anche volendo non potrei fare nulla, te
l’assicuro.- sbuffò Hana, sbadigliando – Ho la schiena a pezzi.- - Almeno una
mano a poker ce la facciamo?- propose quel bontempone di Akira. - A soldi?-
fece Mitchy interessato. - Non chiedo di meglio.- rise Sendoh. Era
piuttosto tardi quando, ricontrollata ogni imposta e ogni porta della casa, i
ragazzi finalmente andarono a dormire. La tempesta si stava scatenando
ormai. Era pronta per rovesciare pioggia e frustate ma quel dolce rollio non
fece altro che cullare il loro sonno. Specialmente in mansarda, dove una
scimmia, una volpe e un porcospino rimasero a guardare il cielo da sotto una
spessa finestra dai vetri doppi. Lampi e fulmini brulicavano in cielo come le
stesse stelle… Fu uno spettacolo emozionante…e lo seguì un altro gratificante
sonno, anche se un po’ scomposto visto che si abbarbicarono l’uno addosso
all’altro, con la bella pretesta di prendersi a botte nella fase REM e di non
ricevere vendette in cambio da un volpino alquanto suscettibile…che però prima
di chiudere finalmente gli occhi pensò ancora a Raim, che dormiva a pochi passi
da lui. Una tortura e un auspicio di un buon risveglio. Averla vicina
prima di andare a letto la sera, ultima ad essere vista. E la prima, al
risveglio alla mattina. Quello era decisamente uno dei sogni migliori che si
sarebbe potuto concedere.
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Capitolo 8 *** Lo Shikuda all'Attacco ***
Fu
un lampo fortissimo che fece tremare i vetri a svegliare Raim. Si girò
lentamente nel suo grande letto a due piazze, che per tanto tempo aveva
condiviso con Shiro, e guardando la sveglia sul comodino vide che erano appena
le sette e mezza. Si rimise esausta sui cuscini ma mentre Ayako e Haruko
erano ancora addormentate nei futon stesi a terra, la rossa si accorse che al
suo fianco c’era uno spazio vuoto. Toccò le lenzuola e le sentì tiepide. La
senpai Kanzaki doveva essersi alzata da poco. Non riuscendo più a chiudere
occhio, a causa anche della pioggia incessante, decise di alzarsi e scese in
cucina, dove trovò la ragazza seduta sulla mensola della finestra, con una tazza
fumante fra le mani. - Senpai…- l’apostrofò – Come mai già in
piedi?- Junko Kanzaki si volse appena e alzò le spalle – Non riuscivo a
dormire. C’è altra cioccolata se la vuoi.- - Grazie.- sorrise Raim, andando
in cucina a versarsene un po’. In silenzio, capì che non avrebbe potuto evitare
ancora la discussione così dopo essersi versata un’abbondante tazza di
cioccolata calda con un goccio di latte, si avvolse meglio nel maglione e la
raggiunse, sedendosi però su una poltrona. Non sapeva spiegarlo bene ma gli
occhi della Kanzaki, anche se le avevano sempre ispirato fiducia e affetto, a
volte l’avevano anche messa in soggezione. In quegli occhi Raim si rispecchiava
per quello che era. - State insieme?- Junko era andata subito al
dunque. Raim però non sapeva cosa rispondere. Fece una leggera smorfia
contrita. - Ecco…non lo so bene…sono un po’ confusa su di lui.- - Ti
piace?- Stavolta sorrise, arrossendo – Si, molto.- La Kanzaki posò la
tazza, puntandole addosso il suo sguardo profondo – Lo sai a cosa vai incontro,
vero?- - Non è necessario che si venga a sapere, senpai.- - Prima o poi lo
verranno a sapere comunque.- replicò l’altra rapidamente – Raim, ti stai
cacciando in un mare di guai, te ne rendi conto? Tempo un mese questa storia con
lui potrebbe finire come potrebbe diventare veramente seria e se si avvererà mai
la seconda ipotesi ti ritroverai quel branco di maledette attaccate al collo
armate di spranga per romperti tutte le ossa e sai bene che non scherzo!- -
Senpai…- la rossa cercò di fermarla – Lo so, non c’è bisogno di…- - No, non
lo sai!- la zittì l’altra, stizzosa – Non lo sai che cos’è capace di fare
davvero la Mihazawa!- - Tu si invece.- e solo quando ebbe finito di dirlo,
Raim si accorse di aver esagerato. Notò un lieve pallore sul viso della ragazza,
ma le fece subito le sue scuse. - Mi spiace.- alitò Raim – Non volevo.- -
Non scusarti di ciò che non sai.- le disse Junko. - Potresti sempre
raccontarmi ciò che è successo.- - Non è successo niente Raim.- ringhiò la
Kanzaki, tornando a guardare fuori con la mascella contratta – Ma io non avevo
tutta la scuola contro, solo la Mihazawa. La cosa si è risolta fra noi due! Tu
invece rischi di finire all’ospedale dopo un pestaggio di una ventina di
psicopatiche!- - Senpai…non so neanche cosa c’è davvero in ballo…- -
Invece credo che tu lo sappia, Kirara.- Junko la fissò dura, mettendole a nudo
l’anima – Io lo dico per te. Rischi di perdere tutto quanto, lui compreso.- -
E io ti dico che non verranno mai a saperlo. A scuola sto sempre attenta.- -
Chi altro lo sa?- - Tu e Mitsui.- - E basta?- - Si. Non credo che
Rukawa l’abbia ancora detto ad Hanamichi.- - Non credi?- sbottò l’altra. - Per
l’amor di Dio senpai, anche volendo sai benissimo che so difendermi!- - Anche
da sola contro venti o trenta isteriche?- sibilò la Kanzaki – Non penso
davvero.- - E io ripeto che se non esce né da te, né da Hisashi la cosa non
si verrà mai a sapere!- - Hisashi cosa?- Si voltarono quasi sobbalzando e
trovarono Mitsui sulla porta, sbadigliando come un dannato. - Che cavolo ci
fai già in piedi?- lo inquisì Junko. Lui per tutta risposta sorrise sornione
– Grazie amore, buona giornata anche a te.- - Buon giorno.- lo salutò
la padrona di casa, mentre la Kanzaki sbuffava – Dormito bene?- - Il letto di
Shiro è di pietra.- si lamentò – Ma come cavolo facevate a…- e lasciò la frase
in sospeso, anche se Raim rispose altrettanto maliziosa – E’ duro perché non ha
mai dormito lì da che sono arrivata qua.- - Bella cosa la convivenza.- ghignò
la guardia – Di che parlavate?- - Gli affaracci tuoi mai eh?- lo rimbeccò la
sua ragazza – Perché non torni a dormire? È presto.- - Perché ho
scarabocchiato col pennarello la faccia del tappo.- disse serafico – E vorrei
godermi l’urlo al sicuro. Comunque non rigirare la frittata…quando sono arrivato
stavate parlando anche di me.- e senza stare a sentire scuse andò a svaccarsi
sul divano, fregando la cioccolata alla Kanzaki – Allora?- - Allora niente.-
sorrise Raim, mentendo spudoratamente – Stavamo solo discutendo del fatto che se
non foste usciti allo scoperto nessuno sarebbe mai venuto a sapere della vostra
tresca.- e lasciando senza parole Junko per quanto fosse abile a intortare la
gente, si mise comoda per far dimenticare la faccenda al tiratore dello Shohoku
– Ho ragione no?- - Usciti allo scoperto…- fece Mitsui pacifico – Siamo
ancora in rodaggio.- - Certo che sei proprio strano.- ridacchiò la rossa – Ne
parli come se foste sempre in lotta aperta.- - Infatti è vero.- sibilò la
Kanzaki. - Ecco, lo vedi com’è?- rise la guardia – E’ dispotica.- - E tu
un esaltato.- lo rimbeccò – Vuoi sempre fare come ti pare.- - Ha parlato la
parte sottomessa!- frecciò di rimando, con aria fintamente desolata – Mi
maltratti sempre!- - Ma quanto sei fesso!- Sentendoli litigare in quel
modo Raim si ritrovò a ridacchiare silenziosa, seriamente felice per quei due.
Stavano davvero bene insieme, sul serio. Certo, avevano un carattere focoso
entrambi ma forse avrebbero finito per tranquillizzarsi, una volta che fossero
stati più sicuro l’uno dell’altra. Passarono due orette e poco a poco tutta
la casa cominciò a svegliarsi, man mano che i boati dell’uragano si facevano
sempre più forti. Tutti certo, tranne uno in particolare. - Mi piacerebbe
sapere come cazzo fa a dormire quel demente di Rukawa con sto’ concerto!- rognò
Akagi, seduto al bancone della cucina davanti al caffè mentre Hana, dall’altra
parte, faceva le frittelle per tutti. - Parli di uno che dorme in
bicicletta.- gli disse il rossino, rompendo altre uova – Harukina amore! Ne vuoi
altre???- - Si, grazie Hana-chan!- cinguettò la Babbuina seduta a tavola con
tutti gli altri, compreso Miyagi che era sceso come un tornado dal bagno con la
faccia di un panda. Dopo aver preso a calci Mitsui si era sentito meglio ma
continuava a borbottare, affogando la rabbia nel caffè e nelle frittelle. -
Senti Hana… ho bisogno di una tata.- se ne uscì Sendoh, coi capelli appena
scombinati dalla loro impalcatura proprio quando esplose l’ennesimo tuono sulle
loro teste – Vieni a vivere da me?- - Se devo solo farti da
mangiare…- rise il numero 10 dello Shohoku – Ma per il resto ti attacchi!- - Sul
serio Hanamichi, sei da sposare.- disse Ayako, facendo saltare l’impianto a
Ryota – Ma dove hai imparato?- - Mia madre fa sempre i turni e non posso
certo andare a comprarmi la cena tutte le sere!- - Fossi così normale in
tutto il resto…- ironizzò Mito, seduto fra Kogure e Mitsui. - Fammi una bella
pippa eh? Chi mi ha fregato il piatto?- sbraitò poi, guardandosi attorno fra i
fornelli – Oi bastardi! Il piatto che c’era qua che fine ha fatto?- -
Intendi…quello con le frittelle e lo sciroppo di ciliegia?- alitò Akira
angelico. Hana guardò le sue labbra impiastricciate di un leggero strato di
sciroppo rosso e i suoi occhi divennero due fanali. - Porcospino deficiente!
Ma ci devo scrivere il mio nome sulle mie cose?? E che cazzo!- - Scrivici
sopra do’aho.- bofonchiò Mitsui – Così Rukawa capisce di sicuro dove non mettere
le mani.- - E parlando della volpe…qualcuno vada a svegliarlo. Non posso mica
stare ai fornelli tutta la mattina!- - Ma sto’ gran cazzo!- disse Miyagi
sconvolto – Vacci tu a svegliarlo!- - Già, non ho voglia di prendermi un
pugno sui denti.- sibilò anche Yohei. - Ayako, perché non ci vai tu?- la
invitò Kogure. - Cosaaa??- la manager li mandò al diavolo – Non ci penso
neanche!- - Eddai! Sei una donna!- la blandì Mitsui ghignando perfido – A te
non farà niente.- - E allora travestiti e vacci tu!- - Raim ha le mani
d’oro…- se ne uscì di colpo Hisashi, senza pensarci – Perché non vai tu?- ma non
finì di dirlo che Junko prese la forchetta e gliela piantò nella gamba. Dovette
trattenersi per non urlare ma in fondo se l’era cercata, così tornò a mangiare
con un dolore atroce pronto a uscirgli dalla giugulare, ma la rossa, per non
destare sospetti, fece ciò che aveva detto il povero Mitsui (che se non stava
attento si sarebbe ritrovato sul fondo del fiume con un paio di scarpe di
cemento!) e tutta soddisfatta colse al volo l’occasione di andare a vedere la
volpe addormentata. Lo trovò in mansarda, fatto su dentro alla coperta di
Hana e Akira, nel sacco a pelo. Addormentato era ancora più bello, pensò
inginocchiandosi al suo fianco. Bellissimo. Un angelo. Sembrava sereno,
tranquillo…a differenza della solita espressione comatosa che aveva quando era
sveglio. Si carezzò leggermente la testa, memore di tutte le volte in cui
Hanamichi e gli altri l’avevano avvisata che appena sveglio prendeva a pugni
tutti, ma quando aprì appena le palpebre e scattò come un serpente, non fu per
colpirla. Si ritrovò schiacciata sotto di lui, contro il sacco a pelo e non
fiatò quando Kaede abbassò la bocca sulla sua, avvinghiandogli le braccia al
collo. Decisamente una sveglia migliore di tutte le altre… Intanto, in
bagno, Mitsui si stava mettendo un cerotto poco sopra il ginocchio dove
spiccavano i segni della forchetta che la sua “dolcissima” ragazza gli aveva
lasciato qualche minuto prima. - Potevi anche andarci più piano!- borbottò
incazzoso contro Jun che stava seduta sul bordo della vasca. Lei, con la sua
solita aria serafica, lo sfidò con un’occhiataccia – Cosa devo fare per farti
capire che è una cosa seria eh? Se la cosa si sparge Raim potrebbe finire
male.- - Voi ragazze dovreste essere meno manesche.- sentenziò, pulendo i
buchi con del cotone e dell’acqua – Comunque secondo me esageri.- - Tu la
conosci bene la Mihazawa?- - No ma…- - E allora stai zitto!- gli sibilò,
facendosi di colpo di pietra, come ogni volta in cui si nominava quella ragazza
– Te lo chiedo per piacere. Tieniti la cosa per te, niente battute e niente
cazzate.- Hisashi la guardò a lungo, cercando di capire qualcosa, ma poi
lasciò perdere e scartò il cerotto, scuotendo il capo. - E’ inutile che ti
chieda che problema hai con quella, vero?- - Non ho nessun problema con
quella.- rispose gelida. - D’accordo...- concesse, spazientendosi perché a
volte Junko era peggio di una cassaforte – Ma d’ora in avanti, se mi scappa
qualcosa di bocca involontariamente, cerca di farmi stare zitto in un modo più
carino eh?- - Un ceffone ti andrebbe bene?- frecciò, ma prima che potesse
replicare piccato, la Kanzaki lo raggiunse, gli prese il cerotto e
inginocchiandosi davanti a lui glielo mise su quei buchi da carne di agnello,
scuotendo il capo. - Mi hai fatto male.- borbottò, con aria da cucciolo. -
Se, certo.- disse, dandogli un bacio leggero sul ginocchio – Dai,
andiamo!- Hisashi sorrise, prendendole la mano e andando fuori. A volte Junko
era tremendamente sfuggente. Altre ancora invece era così dolce che gli veniva
voglia di abbracciarla e basta, cosa mai accaduta con nessuna delle sue ex
fiamme. Il pomeriggio e il pieno uragano passò lento e ozioso, ma molto
stimolante. Vista l’impossibilità di vedersi l’NBA sul satellite perché
l’uragano era ormai al suo culmine, i ragazzi passarono la giornata nel
cazzeggio e nel divertimento totale. Naturalmente non mancarono risse e le
solite cazzate di Hanamichi ma anche uno come Rukawa alla fine riuscì a
rilassarsi in quella chiassosa compagnia anche se tenersi alla larga da Raim
ormai si era fatto difficile. A volte si prendeva ad avere strani slanci
verso di lei, come il desiderio di abbracciarla, prenderle la mano e baciarla…e
questo in mezzo a quei matti non era possibile. Almeno per il momento, chiaro,
perché si stava stufando di fare l’amante segreto. Fra le altre coppie invece
aveva notato oscillazioni contrastanti. Se quel balengo di Miyagi era
diventato la riservatezza e la delicatezza in persona verso la sua relazione non
ancora ufficiale con Ayako, il do’aho sbandierava come al solito il suo amore ai
quattro venti per la Piattola in maniera vergognosa. Quello proprio non aveva
cervello… Una persona invece che lo incuriosiva era la ragazza del
teppista. Cioè…come gli aveva detto la sua rossa, la Kanzaki non era una
ragazza comune. Sembrava un tipo ombroso, abbastanza riservato, dalla lingua
sferzante...ma con Raim era molto amichevole, anche con Ryota visto che era in
classe con lui. A volte la vedeva anche lanciare degli sguardi languidi
inequivocabili a Mitsui, quando lui però non la guardava e questo gli faceva
pensare che Junko Kanzaki non fosse particolarmente incline alle smancerie
dirette. E poi c’era Sendoh, che ci provava un po’ con tutte…e rischiava
sempre un fracco di botte. Il mattino dopo, passata una nottata di spedizioni
punitive da parte di quei cretini di Mito, Mitsui e Miyagi che si divertivano da
matti a farsi urlare dietro dal Gorilla per tutta la casa, la tempesta era ormai
scemata. Spuntava un debole sole e nonostante il casino nel giardino di Raim
e i detriti portati dal vento sulla entrata della villetta, il gruppo uscì e
prendere aria. - Fantastica giornata!- disse Kogure, sulla porta finestra in
veranda – Ci voleva davvero dopo tutto questo casino!- - Il mare però è
ancora grosso.- fece notare Ayako – Che dite? Togliamo i sacchi oggi o
aspettiamo di tornare domani?- - Ragazzi, per quello possa farcela da sola.-
li blandì la padrona di casa, sorridendo – Davvero, avete fatto già tanto.- -
Certo, così ti spacchi la schiena!- la zittì Junko, scuotendo il capo – Guarda
che abbiamo la partita domani...- - Già.- sorrise la rossa – Com’è che la
senpai Kurata ancora non chiamo piuttosto?- e non finì di dirlo che il cellulare
della Kanzaki si mise a squillare. Quella la fissò truce, imprecando ai quattro
venti. Uscita in giardino, i ragazzi guardarono Raim stupiti. - Ma perché
quella vi chiama sempre?- chiese Mito stupito. - Non chiama tutte.- spiegò la
rossa, facendo ridacchiare Haruko e Ayako che sapevano tutta la storia – Chiama
solo la senpai Kanzaki. È dal primo anno in cui ha subito preso il posto da
titolare che a ogni partita importante lei il giorno prima combina qualcosa.
L’anno scorso per esempio è arrivata a giocare la finale dopo i postumi di una
sbronza.- - Alle semifinali con il Masuda di due anni fa non è arrivata coi
capelli viola?- riecheggiò Ryota. - Capelli viola?- allibì Mitsui, che non
ne sapeva nulla. - Già. Aveva perso una scommessa.- rise Raim – Aveva
scommesso con una nostra compagna che sarebbe riuscita a stare per tutta
un’amichevole senza insultare un’avversaria che non faceva altro che provocarla.
È finita alle mani.- - Avete finito di sparlare lì dentro?- sbraitò Junko dal
giardino – Guardate che vi sento!- - E ho dimenticato la volta che la sera
prima di una partita contro le nostre maggiori avversarie, quelle del liceo
Yamado con cui giochiamo anche domani, è finita a fare la lap dance in un locale
di spogliarello!- concluse la rossa, facendo perdere a Mitsui tre righe di vita
– E’ stato una spettacolo vederla!- - Cazzo, posso immaginarlo.- sfuggì a
Sendoh, prendendosi un calcio in culo da parte della guardia dello
Shohoku. Finito quel bel scoprimento di altarini, i ragazzi poterono
finalmente levare le tende dalla casa della seconda manager, rimettendo a posto
il casino che avevano fatto nelle stanze ma lasciando ancora i sacchi di sabbia
a protezione, nel caso ci fosse stata un’altra invasione di acqua o il vento
avesse ricominciato a soffiare. Si salutarono verso mezzogiorno al parcheggio
dove le loro macchine si erano salvate miracolosamente dalla furia dell’uragano,
con la promessa di andare a dare un’occhiata alla loro scuola e di rivedersi
alla partita delle ragazze. - Ci passiamo noi a scuola.- disse Hana,
accedendo la moto e caricando Rukawa, che già dormiva in piedi. Sgommando
via, volpe e scimmia erano entrambi immersi nelle loro elucubrazioni prodotte
naturalmente dallo scompiglio ormonale ma una volta davanti allo Shohoku videro
un bel po’ di fermento. Il preside aveva smobilitato tutte le imprese di
Kanagawa per rimettere in sesto il liceo e a quanto pare ce l’aveva fatta nei
tempi previsti. Erano stati cancellati i murales, risistemati i vetri e anche se
non potevano entrare, c’erano parecchie imprese di pulizia al lavoro dentro alle
aule e nella loro palestra. Sakuragi andò a chiedere ai bidelli per quando
era prevista la riapertura, ma lasciato solo Kaede si perse una particolare
importante. Rukawa se ne stava a dormicchiare sulla sella della Honda, quando
però si sentì fissato. Aprì lentamente gli occhi, infastidito…ma attorno a
lui non vide nessuno. Eppure ne era sicuro. Continuò a cercare la presenza
fastidiosa senza esporsi troppo e poi alla fine trovò l’idiota. C’era
qualcuno nascosto dietro al cancello. Non lo vedeva bene…ma era basso. E portavo
con sé uno skate-board! Eccolo il bastardo che aveva quasi ammazzato la
ragazza a Mitsui! Appena tentò di scendere dalla Honda però quello sparì
veloce come il vento e Rukawa era troppo lontano per averlo visto bene in
faccia. Di certo, se se lo fosse mai ritrovato davanti, non l’avrebbe
riconosciuto. - Che c’è kitsune?- Raccontò rapidamente ad Hanamichi della
cosa, così quando se ne andarono fecero un veloce giro dell’isolato per vedere
se pescavano ancora quell’imbecille ma in giro non c’erano studenti, né ragazzi
sui quindici, sedici anni e così se ne tornarono a casa, lasciando perdere e
decidendo di dire tutto al curiosissimo Rei alla loro partita di domenica
mattina.
Il giorno dopo alla partita di pallavolo fra lo Shohoku e il
liceo Yamado c’era una folla bestiale. Quando entrarono al palazzo dello
sport, nell’ala delle gare femminili, i ragazzi rimasero sconvolti non avendo
mai visto così tanta gente neanche alle loro partite. - Miseria schifa…-
bofonchiò Miyagi, facendosi largo nei corridoi – Certo che le nostre sono famose
davvero!- - Ci credo. Sono sette anni di fila che vincono!- rise Ayako
orgogliosa. - Dite quello che vi pare ma la metà della gente che è qui
secondo me sono pervertiti…- frecciò Mito, sentendo i commenti allupati di tutti
gli uomini e dei ragazzi che passavano loro accanto, decantando questa e quella
giocatrici. - No, dai!- lo blandì Haruko, aggrappata al braccio di Hana – Lo
Shohoku è fortissimo e sono anni che attira tutto questo pubblico! Quando
tornerà a giocare anche la senpai Kurata torneremo a essere invincibili!- -
In effetti una media di sette anni di fila è davvero spettacolare.- considerò
Akagi, lanciando ogni tanto occhiate di ammonimento a Sakuragi, che faceva
l’idiota con sua sorella – Confesso che vorrei vederla giocare questa
Kurata.- - Dalle un mese e torna!- rise Kogure – Kotobuki mi ha detto che non
si riesce a tenerla ferma.- - Speriamo piuttosto che Junko non ne abbia
combinata qualcuna delle sue!- ridacchiò Ryota, indicando ai ragazzi il
corridoio delle tribune – Anche perché se dobbiamo sedare rissa anche oggi,
dopodomani ci scordiamo noi la nostra partita!- e finalmente raggiunsero la
palestra già gremita e illuminata al massimo. Il casino era a livelli
indecenti, che spaccarono i delicati timpani di Rukawa ed esaltarono tutti gli
altri. Le cheerleaders dello Shohoku erano già al lavoro sugli spalti più
alti, incitando la squadra a dare il meglio capeggiate dalla Mihazawa che non si
lasciò sfuggire la presenza della volpe. Andati a sedersi sui sedili
prenotati da Haruko, aspettarono Sendoh che come sempre era in ritardo e gli
ultimi elementi dell’armata Sakuragi, poi carichi per fare il tifo e urlare
contro l’arbitro, il gruppo osservò le avversarie dello Yamado. In uniforme
arancione e azzurra, erano quasi tutte molto alte e sembravano parecchio
agguerrite. - Qualcuno sa qualcosa delle avversarie?- chiese Hana
interessato. - Raim mi ha detto che sono una delle tre squadre loro nemiche
numero uno.- disse Ayako con fare teatrale – Ogni volta che hanno una partita ne
vengono sempre fuori dei numeri spettacolari. Il Yamado conta su una difesa
eccezionale.- - Per Junko non sarà facile stavolta, allora.- considerò
Mitsui. - Non credo.- rise Haruko – La senpai riesce sempre a trovare un buco
o a sfondare i muri.- - Già.- annuì Ayako – E se passano anche qui,
passeranno il girone tranquille. Le altre avversarie dopo questa squadra non
avranno più scampo.- In quel momento arrivò Akira trafelato e finalmente si
sedette con gli altri, scusandosi a vanvera per il solito ritardo anche se
naturalmente Rukawa avrebbe preferito bloccarlo all’uscita e fargli passare la
voglia di andare lì a sbavare per Raim. Dopo qualche chiacchiera finalmente le
squadre entrarono in campo. La Kurata era rimasta in panchina e aveva un’aria
particolarmente battagliera. - Non vi sembra che sia di cattivo umore?-
bofonchiò Kogure. - Si, hai ragione.- annuì Yohei – Com’è che è così
arrabbiata?- - Non è che Raim ha investito l’arbitro coi pattini?- ipotizzò
il Gorilla. - Probabile…- ghignò Hana, quando il fischio d’inizio riecheggiò
nella palestra. E fu guerra, altro che partita. Fin dai primi colpi si vide
perfettamente che la difesa del Yamado era impenetrabile per le altre attaccanti
dello Shohoku e così tutto il lavoro ripiombò addosso alla Kanzaki. A lungo
andare però cominciò a dare i primi segni di stanchezza. Essendosi sobbarcata
tutto il lavoro di attacco, dovendo usare il doppio nella forza in quelle che
non erano schiacciate ma bolidi che sfondavano anche il muro della ragazza più
alta dello Yamado, si ritrovò ben presto col fiatone. Raim le agevolava di molto
il lavoro ma quando Junko cominciò a perdere forza e slancio in un salto che
faceva invidia anche ai giocatori di basket, le cose cominciarono ad andare a
rilento. Inoltre la Kanzaki era una di quelle che non mollava neanche
sbattendo la testa al muro e si ostinava a schiacciare diretta sui muri. Solo le
finte di Raim ogni tanto regalavano loro punti. Vedendo che stavano perdendo
il set, la Kurata chiese un time break. - Che testona.- borbottò Mitsui,
vedendola massaggiarsi la spalla dolente e subire le sfuriate della Kurata con
aria scocciata. Certo che Junko non accettava consigli di sorta. Se si ficcava
in testa di rompere tutti i muri per orgoglio con la sua sola potenza di
braccio, niente avrebbe potuto farle cambiare idea. Era troppo orgogliosa. Si
chiese come avrebbero fatto in futuro ad attraversare indenni i problemi di ogni
coppia normale… Tornate in campo, le rosso nere dello Shohoku sembravano
essersi ricaricate. Raim tornò a dirigere la partita e gli schemi a suo
piacimento, ma ogni alzata era comunque per Junko. Che non cedeva. Non cedeva di
un millimetro. Continuava ad attaccare, ad attaccare. Sembrava non avere più
limiti. Il pubblico era in delirio. Ogni volta che Raim alzava si creava
un’ovazione vera e propria, che culminava con un grido tonante ad ogni punto. Fu
nel secondo tempo, dopo il primo vinto purtroppo dallo Yamado per un solo punto
di vantaggio, che la Kanzaki si decise a mollare un po’. Iniziò ad andare giù
con pallonetti, a schiacciare solo quando proprio non poteva evitarlo,
rimandando gli altri passaggi lampo a Raim che quando schiacciava, anche se meno
potente, era più sfuggente e colpiva raso le linee. Vinsero il secondo set e
anche il terzo, dove Junko riprese col bombardamento e la vittoria fu
schiacciante. Lo stacco di punti era tanto alto che tutta la palestra
sembrava non voler più smettere di applaudire. Concluso il rito del saluto,
lo Shohoku sparì subito negli spogliatoi e i ragazzi fecero tutto il giro della
palestra per raggiungere la squadra di pallavolo migliore del loro
liceo. Arrivati sulla porta, furono Ayako e Haruko ad entrare, mentre gli
altri rimasero fuori a commentare entusiasti partite simili. Cavolo, erano
davvero eccezionali! Da dentro però si sentiva il solito baccano procurato
dalla Kurata…che come al solito sbraitava e la frase ripetuta più volte era
sempre “Kanzaki sei una maledetta deficiente di prima categoria!!” o roba simile
se non peggiore, cosa che naturalmente la diretta interessata non si sognava mai
di stare a sentire. Uscita la Kurata, si fermò a fissare il club di basket
per qualche secondo. - Se volete entrare dovreste aspettare ancora qualche
minuto.- li avvisò. - No, no, tranquilla.- le disse Akagi – Aspettiamo solo
Raim.- - Si,- replicò quella – bhè portatela a casa e mettetela a
nanna.- Rukawa alzò un sopracciglio ma non fece commenti, pensando solo che
quella cretina di una rossa fosse a pezzi come suo solito. In quanto alla
Kanzaki venne fuori dagli spogliatoi coi capelli tutti bagnati, dopo essersi
presa addosso una secchiellata da quella psicopatica del suo capitano, ma non
sembrava farci caso visto che aveva il braccio destro praticamente a pezzettini
minuscoli. - Complimenti Bambolina della 1C.- la rimbeccò la Kurata,
fissandola velenosa – T’è venuta una paresi per caso?- - Venisse a te alla
bocca!- sibilò Junko – Lasciami in pace e finiscila di chiamarmi in quel modo,
demente!- Il suo capitano non fece una piega, limitandosi a sogghignare in
modo strano – Da qualche tempo sei proprio intrattabile. Non sarà per tutte
quelle cheerleaders che vengono a fare il tifo per caso?- e appena ebbe finito
di dirlo, la Kanzaki sollevò gli occhi praticamente incendiati. Si vedeva che
era furente ma Naomi Kurata non ne fu minimamente spaventata. Salutò tutti e se
ne andò, prima di scatenare la furia della sua schiacciatrice. Uscita anche
Raim dagli spogliatoi, rossa anche in faccia, esausta e soddisfatta, il gruppo
decise di uscire per andare a festeggiare quando Sendoh si bloccò di colpo
davanti all’entrata del palazzetto. Gli era suonato il cellulare e trovò un
messaggio di Koshino. - Aki?- lo richiamò Hana – Che succede? Tutto ok?- -
Come no!- sbuffò il porcospino – Guarda!- e gli lanciò il cellulare dove il
rosso lesse il messaggio. “Hanno anticipato la partita
dello Shikuda per le cinque di oggi. La squadra di Shibuya s’è ritirata
inspiegabilmente, come minimo quei bastardi li avranno minacciati, e ora
andranno contro il Sannoh. Cerca di essere puntuale, ci troviamo tutti al
palazzo dello sport. Uozumi è furente.”
- Lo Shibuya s’è ritirato?- allibirono gli altri quando vennero a
saperlo. - Ma perché?- si sconvolse Haruko – Quelli dello Shikuda non avranno
ricominciato!- - Ci scommetto le palle.- sibilò Mitsui, rivolgendosi ad
Akagi – A questo punto dobbiamo fermarci.- - Già.- annuì il Gorilla – Questa
non possiamo perderla.- - Allora io avviso Manabe e gli altri.- esclamò
Kogure, tirando fuori il cellulare. - Bene.- Akagi guardò l’orologio. Avevano
un’ora prima che cominciasse la partita dello Shikuda – Ci rivediamo qua fra tre
quarti d’ora. Non passate dalle porte di servizio e state sempre in mezzo alla
gente, intesi?- - Ok.- sbuffò Hana mentre Rukawa già andava nell’area
ristoro, per schiacciare una pennichella sui divanetti – Sono curioso di vedere
che combineranno contro il Sannoh.- - Si, anche io.- mugugnò Miyagi – Sarà
interessante vedere il gioco di Takeru.- - Già, meglio prendere appunti.-
concordò Ayako. Si separarono giusto il tempo di fare ognuno le sue cose: la
volpe si fece una pennichella pomeridiana, Hana e Akira si fecero due
chiacchiere, Miyagi s’imboscò in un bar con Ayako a parlare di chissà cosa, il
Gori era tornato a casa del tutto a finire dei compiti e Mitsui riuscì a
trascinare la sua ragazza in infermeria, per metterle un impacco di ghiaccio
sulla mano che lampeggiava come un semaforo arancione.
Arrivate le
cinque, il gruppo si ritrovò finalmente e a quanto pareva lo Shohoku non era
stato l’unico a ricevere la soffiata che lo Shibuya si fosse inspiegabilmente
ritirato. Akagi, che era arrivato per ultimo perché non era più riuscito a
trovare parcheggio se non in culo ai lupi, fu costretto ad assistere alla
sfilata del Kainan che entrava a dir poco imbufalito, specialmente Nobunaga che
forse doveva aver rinunciato ad un impegno con la ragazza. Maki lo salutò
senza fare commenti, eppure si vedeva perfettamente che anche al vegliardo
cominciavano a girargli allegramente le palle, per non parlare poi di quando
entrò Uozumi come un razzo. - Ciao a tutti!- sbraitò, tirando dritto e
andando a prendere Sendoh per un orecchio per trascinarlo dai loro compagni del
Ryonan, già fermi nei corridoi. Il Sannoh era entrato negli spogliatoi poco
prima e a quanto aveva sentito Kogure, lo Shikuda era arrivato prestissimo,
senza neanche tentare di nascondere che sapevano benissimo del ritiro dell’altra
squadra visto che ne avevano provocato loro stessi la causa. - Che ne
pensi?- Akagi si voltò appena verso Maki, mentre Ayako richiamava a raccolta
tutti quei beota dello Shohoku. Che ne pensava…che erano nei guai, ecco cosa!
Lo Shibuya era una buona squadra davvero, che aveva dato qualche problema l’anno
prima perfino a Sendoh e ora il loro ritiro non era da prendere alla
leggera. - Si sa perché si sono ritirati?- richiese, senza rispondere alla
domanda precedente. Maki alzò le spalle – Pare che la maggior parte dei
giocatori abbia improvvisamente scoperto altri interessi.- - Se, del tipo
come salvarsi dal finire in ospedale.- ringhiò Nobunaga alle loro spalle,
furibondo. - Dai, dai!- ridacchiò Jin cercando di placarlo come una
scimmietta – Stai buono!- In men che non si dica però quel corridoio divenne
un campo di lotta. Né Akagi, né Maki, né Uozumi avevano pensato che mettere
Nobunaga, Hanamichi e Fukuda tutti insieme sarebbe stato un disastro e quando
Rukawa venne svegliato per sbaglio fu la fine. L’ammucchiata terminò con una
cascata di pugni ben piazzati e mentre il Gorilla si portava via scimmia e volpe
per la collottola, strisciandoli sul pavimento, Maki si portò via quell’esaltato
della sua ala piccola, senza notare gli sguardi allibiti di tutti i poveri
presenti che avevano dovuto assistere a un tale sfoggio di deficienza. Seduti
o meglio svaccati in tribuna, lo Shohoku cercò di mettersi nello stato d’anima
di non dover lanciare bombe a mano in campo, anche se Akagi non era
perfettamente sicuro che Mitsui, dall’alto della sua esperienza, non avesse
qualche molotov ficcato in tasca. A parte quello Ayako e Rei Manabe, che oltre a
essere una buona promessa in campo era anche un ottimo osservatore, erano pronti
a scartabellare appunti su appunti anche se la pestifera matricola lasciò tutti
a bocca aperta, tirando fuori del materiale impressionante. - Ho le schede
dello Shikuda se v’interessano.- bofonchiò soprappensiero, facendo schizzare a
tutti gli occhi dalle orbite. Il poveretto, pensando di aver fatto qualcosa che
non andava disse che aveva solo preso qualche informazione e quando gli chiesero
come avesse fatto, lasciò di nuovo tutti a bocca aperta. - Mi sono infilato
allo Shikuda con Nobu.- e indicò Yaoto, seduto sopra di lui, che avrebbe voluto
strangolarlo – Ci siamo nascosti e senza dare nell’occhio abbiamo guardato gli
allenamenti.- Dopo quella Akagi stava prendendo fuoco, mentre Mitsui tutto
ammirato stava facendo i complimenti a quei due mentecatti, non sapendo che i
due mentecatti non erano stati gli unici sclerotici ad andare a spiare i
giocatori della Oni’s School. Anche Aida, sprezzante del pericolo e sfidando il
suicidio, aveva infilato direttamente una microcamera sul bordo della finestra
ed era andato a riprenderla ad allenamenti finiti. Sull’orlo del collasso,
Kogure cercava di fare aria al Gorilla che ormai era troppo vecchio per sentire
certe cose, così il pestifero Rei si mise tranquillo, ad elencare il gruppo
dello Shikuda. - Dunque…allora, i titolari sono Eikichi Takeru, playmaker, n
3, del quinto anno.- iniziò, quando le due squadre entrarono in campo indicando
i membri uno a uno con qualche piccola descrizione di base - Il n 7, quello là
biondo col codino che è anche il fratellastro della senpai…- e guardò Raim che
sonnecchiava fra Rukawa e la Kanzaki -…è Soichiro Shoji, quinto anno, gioca nel
ruolo di guardia ed è alto 1.90. Ha una media alta di espulsioni e in coppia con
Takeru è eccezionale.- - La media sarà più alta di quella di Hana, presumo.-
se ne uscì Ayako. - A dire il vero no…- - Ehi, ehi!- sbraitò il rossino –
Non mi starete mica mettendo sul piano di quel deficiente, vero?- - Vacca
bastarda…- bofonchiò Ryota, ignorando quell’esaltato – A parte il nano che le ha
prese dal fratello di Mitchy e Takeru che comunque è alto 1.86 sono tutti dei
fottuti vatussi!- - Rei, dimmi del centro.- s’intromise Akagi. - Si
capitano!- e Rei gl’indicò il n 4, il tizio coi rasta sostenuti da una fascia
nera – Kyosuke Kikuji, quinto anno, 1.97.- - Porca miseria.- bofonchiò
Mitsui, passandosi le mani sugli occhi – Ci sarà di nuovo da rompersi la
schiena.- - Lo credo anche io.- rognò Hana. - Kikuji è molto forte,
capitano.- continuò Rei serio – Perde pochissime palle e in allenamento ho visto
solo Shoji riuscire a passargli da sotto il naso. In questo caso mi sa che solo
il senpai Miyagi potrebbe farcela. Poi c’è quello del secondo anno, il più basso
sull’1.79. Ala piccola, Yuya Takeshi, n 12. È molto scaltro e passa in qualunque
difesa ma l’arbitro ogni tanto lo becca a fare Trash Talking.- - E
dell’ultimo?- Kogure indicò il n 9 – Quello non è il tipo che accompagnava
Takeru l’altra volta?- - Si, quello col sopracciglio spaccato.- annuì Mitsui
– Chi è quello?- - Ken Yuto, quarto anno, ala grande. Micidiale in attacco
sotto canestro. Il resto ve lo dico quando inizieranno a giocare.- e scattò a
molla quando vide il Sannoh e lo Shikuda già pronti alla linea di metà campo,
per la conquista della palla. Rukawa vide appena Sawakita fra quelli del Sannoh,
l’unico che al primo anno fosse riuscito a fargli entrare in testa che il gioco
di squadra non era poi la puttanata che credeva, mentre la sua attenzione era
del tutto spostata verso i grigio neri. Al salto c’era quel Shoji, il
fratellastro di Raim mentre il capitano, Takeru, se ne stava indietro. -
Avete visto in panchina?- alitò Haruko in quel momento – Takenori, quello là
altissimo…- - Hideki Arai.- annuì Akagi. - E’ quella l’ala di
sfondamento?- allibì Kogure che non l’aveva mai visto – Ma…ma è enorme!- - E’
un bastardo.- chiarì Yaoto. - L’avete visto giocare?- s’informò Ryota. -
Non proprio…- piagnucolò Rei – L’ho visto dare solo spallate contro un muro
imbottito…- - SPALLATE????- urlò quasi tutto lo Shohoku, facendosi
riconoscere per tutta la palestra. - Il mio povero ginocchio…- si disperò
Mitsui poco dopo, con una finta faccia lacrimosa. - Quello come minimo peserà
centotrenta chili.- se ne uscì la Kanzaki. - Si senpai.- annuì Rei – Per il
resto l’ho visto andare a canestro qualche volta. È buono da sotto l’anello ma
nei tiri liberi non ci sa fare. Ah, ultima cosa!- disse, prima che l’arbitro di
mettere il fischietto in bocca – Fingono il fallo molto spesso tutti
quanti!- - Sai che novità…- rognò Hanamichi e da quel momento sul gruppo
cadde un silenzio attento e carico di tensione. Al salto d’inizio partita,
Soichiro Shoji sembrò quasi volare e la sfera arancione volò dritta nelle mani
di Takeru, con una perfetta parabola che doveva essere costata al “muro biondo
dello Shikuda” un sacco di ore di prove. Una volta che la palla fu finita al
capitano dei grigio neri per il Sannoh fu praticamente subito la fine. Il
problema vero, come nel Ryonan stava facendo notare Sendoh, era che anche dopo
tre anni d’inattività forzata, quella squadra era rimasta una delle migliori a
livello fisico. La tattica era tutta nelle mani di Eikichi Takeru, un playmaker
veramente eccezionale. Ryota fu il primo a rimanerne stupito, non avendolo mai
visto all’opera ma anche Maki ora, e Fujima, non erano più tanto sicuro di
loro. Takeru era di una velocità impressionante, sapeva sgusciare da ogni
placcaggio e nel one on one, stimolando la voglia di sfida di Rukawa, non era
davvero niente male. La sua visione del gioco perfetta aiutava tutto lo Shikuda
che infilò il primo canestro dopo uno spettacolare passaggio del capitano
all’ala piccola, Yuya Takeshi, che infilò un canestro passando sotto al naso
della difesa con qualche spintone non proprio regolare. L’arbitro non ci fece
caso e passarono subito 2 a 0. - Brutto figlio di puttana…- Kaede e tutti
gli altri si girarono verso Hanamichi, senza capire. - Che c’è do’aho?- gli
chiese la volpe. - Non hai visto cos’ha fatto?- alitò il rosso, attirando
l’attenzione di tutti. - Chi?- richiese Rukawa. - Takeru! Parlo del
passaggio che ha fatto al piccoletto!- - Non ha fatto fallo.- disse Kogure
ingenuamente. - No, non parlo di quello!- sbottò il rossino – Guardate
meglio, lo rifarà!- Se ne accorsero più tardi effettivamente, quando il
Sannoh andò all’attacco ma Kikuji prese un rimbalzo sotto canestro e passò
avanti a Shoji. In coppia, il biondo e Takeru andarono in contropiede e fu lì
che il capitano dello Shikuda si ritrovò davanti a tre difensori. Scartò il
primo a destra…il secondo con una facilità impressionante a sinistra, facendo
stupire tutti per una tale scioltezza anche con l’altra mano, ma quando saltò
sotto canestro e trovandosi di fronte Sawakita non poté lanciare con la destra,
fece l’incredibile. Parve sbilanciarsi, invece fece sbattere coscientemente la
palla sulla mano dell’avversario. Tornatagli nel palmo, quello sinistro, fece
canestro con la visuale libera una volta che Sawakita ebbe toccato terra. Nel
tifo generale, quelli dello Shohoku rimasero a bocca aperta. - Va a canestro
diretto con entrambe le mani!- allibì Ryota trasecolando. - Non ho mai visto
una cosa del genere! Come hai fatto ad accorgertene Hana?!- lo seguì Ayako. -
Quel maledetto non ha perso la mano davvero.- sibilò Akagi – Lo sapeva già fare
al primo anno.- - Porca di quella miseria schifa…- - Gente ci sarà da
ridere.- bofonchiò Mitsui, appoggiato su un gomito. - Lo credo anche io.-
sibilò Rukawa ma proprio in quel momento gli venne dichiarata guerra. Takeru
stava rientrando affiancato dalla sua guardia bionda ma si fermò, alzando lo
sguardo su di loro. Sogghignò con perfidia, facendo subito infiammare gli
animi, e poi alzò il braccio puntandolo addosso a uno di loro in particolare.
Rukawa pensò che stesse sfidando lui ma quando ritrasse il braccio, quel
maledetto si portò la mano sul cuore e si accorse solo allora che aveva puntato
Raim. - Razza di bastardo.- sibilò Hanamichi – Ma che cazzo vuole?- -
Lascia stare Hana.- lo calmò la rossa, restando gelida di fronte a quello
stupido gesto che rimase sporadico visto che il suo fratellastro, ridacchiando,
afferrò per la maglia il capitano e lo trascinò via per riprendere la
partita. La cosa però non piacque a molti, fra questi Kaede che aveva sempre
più la sensazione che Raim conoscesse perfettamente quel maledetto. Essendo
amico del suo fratellastro poteva averlo conosciuto…e poteva essere successo
qualcosa. Chiedendole spiegazioni però avrebbe fatto un buco nell’acqua, ne era
sicuro. Ogni cosa riguardasse quell’idiota dai capelli biondi stratinti e la sua
famiglia era praticamente un tabù. Ma non era il silenzio di Raim a
irritarlo. Era comunque un uomo e parecchio possessivo, anche se non dava a
vederlo, e quella presa di posizione di Takeru gli aveva fatto montare la rabbia
alle mani. La partita continuò fra alti e bassi. In Sannoh stava subendo alla
grande l’effetto sorpresa che lo Shikuda usava, dopo tre anni d’inattività, ma
nel contempo Sawakita e i suoi stavano mettendo in luce alcuni punti deboli
parecchio interessanti. In squadra non avevano un buon tiratore da tre punti
e questo li fregava, perché quelli del Sannoh si erano fatti furbi, chiudendosi
in difesa e rendendo difficoltosa l’entrata all’ala piccola, Yuya
Takeshi. Inoltre ogni tanto Takeru altalenava bravura e semplice
trascinamento, come se non fosse ancora rientrato pienamente nei ritmi di gioco.
La cosa che però spaventava di più Akagi era il gioco pesante che
facevano. Erano talmente abili a commettere falli invisibili che cominciò a
chiedersi come sarebbero usciti dopo una partita del genere. Lui non li temeva,
essendo molto alto e ben piazzato, ma Hanamichi si era già infortunato alla
schiena due anni prima, Mitsui era da trattare come il cristallo per il suo
ginocchio, Miyagi in fondo anche se velocissimo era comunque piccoletto e
gracile e Rukawa…quello era capacissimo di girarsi dopo una gomitata e
ringraziare l’avversario con un pugno sui denti, esattamente come gli altri
tre! Far giocare Kogure sarebbe stato saggio per far sbollire gli animi, in
caso di presunta rissa in campo, e anche Rei Manabe era pronto ma…diciamocelo,
non era particolarmente agguerrito contro avversari simili. Era probabile che a
scontro diretto si sarebbe nascosto intimorito dietro alle spalle di
Mitsui. - Qua urge una soluzione.- disse Ayako, leggendogli quasi nel
pensiero. - Ha ragione lei, fratellone.- alitò anche Haruko, preoccupata –
Giocano troppo sporco!- - E quell’Arai in panchina poi!- le seguì Kogure –
Takenori, ti confesso che ora sono seriamente in pensiero.- - E io vi
confesso che se si azzardano a toccarmi con un dito in campo mi giro e hanno
finito di vivere!- sibilò Hisashi. - Senti, vedi di non cominciare anche tu,
per favore!- sbraitò il capitano dello Shohoku – Vuoi farci buttare fuori?- -
Ma vaffanculo Gorilla, hai visto cosa cazzo fanno? Roba così è da
espulsione!- - Ha ragione, dai!- lo blandì anche Miyagi – Nemmeno io ho
voglia di farmi sbattere fuori per quelli ma stare fermi a subire secondo me è
da folli.- - E poi scusa Gori…- s’intromise anche Hana – Se fanno seriamente
male a qualcuno che facciamo?- - Oddio, non voglio neanche pensarci!- disse
Haruko con vocetta stucchevole. - E allora che volete fare?- sbuffò Akagi, la
cui risposta sarebbe stata sempre categoricamente NO – Andare davanti allo
Shikuda e sfidarli a duello?- - Io pensavo di procurarmi un missile anti
carro.- propose Mitsui, ridacchiando. - Ma certo, oppure puoi incendiargli
la scuola.- frecciò Junko guardandolo male. - Tanto quelli se l’aspettano una
risposta.- sibilò Rukawa a quel punto, decidendo di usare la voce. - Ma parli
proprio tu?- bofonchiò Hana svaccato accanto a lui – Saranno giorni che mediti
qualcosa.- - Do’aho.- - Comunque la risposta è no!- sindacò infine Akagi -
Dobbiamo ignorarli e stargli allargo!- - Ma se ti vengono a prendere sotto
casa!- si lamentò Miyagi. - Non me ne frega un tubo! Abbiamo promesso ad
Anzai basta con le risse già due anni fa!- - Guarda che aveva cominciato
Rukawa!- ricordò Hanamichi seccato. - E già…ho cominciato io…- sibilò la
volpe. - Che palle!- sbuffò il numero 14 – Gracchiate come i pescivendoli ma
non concludete una mazza.- - Sempre meglio di come concludi tu, imbecille!-
lo zittì Akagi. Si rimisero a guardare la partita ma ormai era chiaro come il
sole che forza di ricevere gomitate e subire falli quelli del Sannoh si stavano
innervosendo e per liberarsi da quella morsa commisero un paio di passi falsi,
fra cui quello di lasciare troppo spazio a quel piccolo vermiciattolo di
Takeshi. Comunque aveva ragione Rei, pensarono più o meno tutti i ragazzi
dello Shohoku. Fra di loro non c’era nessuno che fosse in grado di piazzare
delle triple. Un punto a loro favore. Terminato il primo tempo con uno
stacco di 24 punti di vantaggio per lo Shikuda, tutti presenti poterono vedere
la panchina del Sannoh parecchio in fermento. Addirittura il mister sembrava in
completo travaso di bile perpetuo, visti i lividi che si erano trovati sulle
costole i suoi giocatori. Il mister dello Shikuda invece sembrava tranquillo.
Dava quarant’anni, con la barba e gli occhi incavati. Ai suoi ragazzi non disse
praticamente una parola, sembrava che fosse lì solo per controllare che non
entrassero in campo armati di coltelli a serramanico. - Bel soggetto quello.-
bofonchiò Mitsui, cominciando ad annoiarsi – Ehi gente…io direi che abbiamo
visto abbastanza.- - Io direi che se ti alzi ti rompo le gambe.- lo minacciò
Akagi. - Tanto la faccenda è chiara!- riassunse Hisashi – Dobbiamo andare in
palestra, portarci dentro un toro da corrida e allenarci a scansare le cariche,
ecco il mio bel piano.- - Cazzo che stratega Hisa.- frecciò Miyagi. - Un
genio davvero.- rincarò Junko – Prima di andare a rubare il toro però portami a
casa ok?- - Un toro…- mugugnò Hana – Non sarebbe meglio andare dal Miuradai a
chiedere in prestito Naito?- - Perché non vai dritto in autostrada e non ti
metti davanti ai camion do’aho?- gli sibilò Rukawa, roteando gli occhi. -
Baciamelo Kit.- fu l’allegra risposta. A dieci minuti dalla fine, era ormai
chiaro che lo Shikuda aveva praticamente vinto. Per 98 a 76, imperversavano
in campo come un tornado. Inoltre quelli del Sannoh stavano esplodendo. Ad ogni
colpo subito sbraitavano contro l’arbitro che però sembrava stranamente
reticente. - Non è che siamo arrivati a comprare le partite?- sibilò Hana a
bassa voce. - Non pensarci neanche do’aho.- rispose Kaede, l’unico che era
riuscito a sentirlo. - Perché no?- - Perché se non è così siamo fottuti.-
disse la volpe – Ma quell’arbitro mi piace poco.- - Quanto costa comprarsi
l’arbitro Mitchy?- s’informò Ayako. - E io che ne so…- - Il triplo del suo
normale stipendio…- se ne uscì la Kanzaki, poi vedendo le loro facce aggiunse: –
Ho sentito dire.- - Io comunque sono a pezzi.- disse Raim, stropicciandosi
gli occhi – Me ne vado prima che finisca la partita. Non ho voglia di vedere
Soichiro all’uscita. Ci vediamo!- - Ehi, aspetta!- Haruko la bloccò appena si
fu messa in piedi – Raim, come fai a tornare alla spiaggia?- - Prenderò la
metro.- si limitò a dire, più stanca di quanto sembrasse – State tranquilli. Ci
vediamo qua domenica mattina. Ciao a tutti!- e prima che potessero fermarla di
nuovo era già sparita fra le tribune, lasciando a Rukawa la brutta sensazione
che non era tanto saggio lasciarla andare in giro da sola. Fortunatamente a
fine partita chiamò Haruko sul cellulare per avvisarli che era appena scesa
dalla metro e che era viva, così la volpe si mise almeno per metà l’animo in
pace. All’ultimo minuto il Sannoh fu costretto a fare un cambio. Uno dei
giocatori non riusciva a stare più in piedi e la cosa non stupiva nessuno, anche
se a quanto pareva neanche i giudici di gara sembravano voler dire
qualcosa. Poi il fischio dell’arbitro e lo Shikuda vinse per 124 a
87. Decisamente una partita interessante. Questo furono in parecchi a
pensarlo uscendo dal palazzo dello sport e fra questi c’era tutto il Kainan con
Nobunaga che ponderava di bardarsi da guerra per entrare in campo se mai fosse
toccato a loro confrontarsi con quei deficienti. - La palestra è agibile
adesso.- li avvisò Kogure mentre andavano ognuno alle loro macchine – Ci vediamo
domani pomeriggio alle due per riprendere gli allenamenti.- - E chi se lo
scorda.- borbottò Hana, salendo sulla Honda dietro a Rukawa – Ci vediamo domani
gente! Ciao Harukina!- - Ciao Hana-chan!- lo salutò lei allegra – Mi
raccomando ragazzi, attenti per la strada!- Con l’umore nero che avevano era
possibile che quei due fossero andati a ficcarsi dentro una corsa clandestina ma
non erano gli unici decisi a calmarsi un po’ i nervi. Ayako, Miyagi, Rei
Manabe e anche Akagi decisero di andare a bere qualcosa prima di cena, per
discutere su come aggirare quell’immane ostacolo che si prospettava ora davanti
alla loro squadra e mentre volpe e scimmia se ne andarono invece ognuno alla
loro tana, senza più neanche la forza di bestemmiarsi dietro a vicenda, Mitsui
salì dritto in macchina con la Kanzaki. Junko era stanca, così decise di
riportarla subito a casa ma in macchina il discorso saltò fuori comunque. -
Ayako mi ha detto che quelli ci vanno giù pesanti sul serio.- sussurrò la
ragazza, continuando a guardare fuori dal finestrino. Lui annuì appena, alzando
le spalle – Si…ma non sono i primi a giocare sporco.- - E se qualcuno di voi
si fa male?- - Saremo nelle grane.- le rispose – Ma se ci provano e fanno
davvero male a qualcuno, gli altri non staranno zitti come il Gori cerca di
autoconvincersi. Se cercano rogna con noi la troveranno.- - E se ti fai di
nuovo male al ginocchio?- gli chiese, portando finalmente lo sguardo su di
lui. - Giocherò lo stesso. È l’ultimo anno.- - Vuoi rompertela quella
gamba?- - Se devo si.- scandì serio – Ma non ti devi preoccupare.- La
sentì sospirare lievemente e quando furono sotto al semaforo rosso si volse a
guardarla, sorridendo. - Sei preoccupata?- - Direi.- rispose. - Non
sono così scemo da cercarmele…- - Scusa ma riesce difficile crederlo
Hisa.- - Senti chi parla!- - Mordo solo se provocata.- gli ricordò
serafica – Non ho mai attaccato briga con nessuno io. E poi non so se te ne sei
accorto…- aggiunse, guardando nello specchietto - …ma c’è qualcuno che ci
segue.- - Si, ho notato.- disse Mitsui scoccando una rapida occhiata alle sue
spalle – Hai fretta di tornare a casa?- - A questo punto no.- rispose calma –
Dove vuoi andare?- - In posto dove non potranno romperci le scatole.- e
facendo una rapida manovra a sinistra s’infilò in una via laterale, infilandosi
in un largo corso di bar e pub notturni, non ancora aperti. Si fermò dentro a
un parcheggio secondario di un pub chiamato “Golden” e la fece scendere
velocemente. La macchina che li seguiva era una monovolume verde petrolio e
si bloccò, vedendoli entrare dalla porta di servizio. Junko non era mai
entrata in quel locale ma ne aveva sentito parlare molto bene, anche se
cominciava a chiedersi come mai l’avesse portata proprio lì. Non era ancora
l’ora di apertura ed era semi deserto. C’erano solo i baristi, le luci erano
soffuse e una musica lenta invadeva l’area d’ingresso. Per mano a Hisashi, si
bloccò davanti al buttafuori. Quello, confondendola, sorrise al suo
ragazzo. - Ciao Hisa!- ridacchiò il colosso – Che ci fai qua eh? Non dovresti
essere a casa a cena?- - Ciao Ito!- rise Mitsui – Kay dov’è?- - Su nel
privè!- gli disse l’uomo, sistemandosi l’auricolare – Come va a scuola?- -
Tutto bene per ora. Ah, lei è Junko Kanzaki. Junko, lui è Ito.- - Piacere.-
disse lei. - Piacere mio!- sentenziò il buttafuori, stritolandole la mano con
sorriso stranito – Però! Non ti avevo mai visto in compagnia! Ti sei fatto
fregare eh?- - Capita anche ai migliori!- ridacchiò Mitsui trascinandola via.
Passando attraverso il pub salutò un po’ tutti che lo fermavano a chiacchierare.
Sembrava quasi di casa. - Allora?- le chiese, trascinandola su per una scala
a chiocciola – Che te ne pare?- - Mi pare che sono vestita nella maniera
sbagliata.- replicò, visto che era in jeans stracciati e maglietta – Com’è che
ti conoscono tutti? Non bisogna avere ventun’anni per entrare qui dentro
poi?- - Oh, per me non vale!- - Perché?- gli chiese scettica. -
Semplice.- ridacchiò, fermandosi davanti a una porta scura – Io dormo col
padrone del pub!- Lei sgranò gli occhi pensando che andasse a letto con una
biondona tutta rifatta, ma quando la trascinò dentro ci arrivò subito. Alla
finestra della stanza arredata essenzialmente ma con gusto, una specie di
ufficio privato, c’era un tizio sui ventisei anni che era la copia sputata del
suo ragazzo. Kay Mitsui si accorse però a malapena del fratellino, tornando a
guardare fuori dalla finestra. - Hisa…che cavolo è successo stavolta?-
bofonchiò il maggiore dei due fratelli Mitsui – Di chi è quella macchina?- -
Vallo a sapere.- rispose la guardia sospirando – Siamo venuti qua a chiedere
asilo per qualche ora.- A quella frase, Kay si volse completamente e spalancò
interessato gli occhi blu, vedendo Junko per mano a Hisashi. - Ah…- fece,
sorridendo appena – Ecco perché sei venuto qua allora.- - Non cominciare.-
gli disse Mitsui – Junko…lui è mio fratello Kay. Kay, lei è Junko Kanzaki.- -
Molto piacere.- Kay li raggiunse, facendo il giro del divanetto davanti alla sua
scrivania – Era da un pezzo che volevo conoscerti.- - Il piacere è mio.-
rispose la ragazza, arrossendo vagamente – Mi spiace per il disturbo.- - Ma
che disturbo.- sorrise Kay – Basta che siate al sicuro.- - Il problema si
pone se non se ne vanno.- bofonchiò Hisashi. - Tu non ti preoccupare di
quello.- ridacchiò suo fratello maggiore – Dai, sedetevi. Avete già
cenato?- - A dire il vero no.- - Cosa ordino?- - Non so.- Mitsui si
volse verso la sua ragazza – Cinese ti va bene?- - Ahah.- annuì Junko – Vi
spiace solo se avviso a casa?- - Figurati. Il telefono è lì.- sorrise Kay
disinvolto – Scendo un attimo ad ordinare la cena allora. Voi intanto mettetevi
comodi…ah, se entra qualcuno dite che sono uscito per un’oretta.- - Seccatori
in vista?- gli chiese il fratellino svaccandosi sul divanetto. - Il mio
commercialista.- ghignò l’altro, chiudendosi la porta alle spalle. Una volta
soli, Junko chiamò a casa sua e trovando solo quella squinternata della sua
sorellina le disse che cenava fuori ma poi, vedendo lo sguardo di Hisashi,
aggiunse che dormiva da un’amica. Posata la cornetta, lo fissò un po’ sospettosa
– E così dormi col proprietario del pub eh?- - Gelosa?- frecciò ironico. -
Al diavolo.- sbuffò, andando a sedersi accanto a lui e cercando di rilassarsi.
Poi però le tornò alla mente Kay e cercando di rendergli la pariglia, sghignazzò
sottilmente. - Carino tuo fratello.- - Eh?- - Si, è proprio bello.-
disse melensa – Spera di diventare come lui fra qualche anno.- - Vuoi vedere
che stanotte ti faccio dormire sul balcone della mia camera?- - Geloso?- lo
rimbeccò. - Touché.- Mitsui rise, passandole un braccio sulle spalle e
stringendosela contro – Comunque non ti ho chiesto di restare da me per chissà
cosa.- - A no?- - No. Anche perché al solo guardarti si capisce che
stasera ti addormenteresti di botto.- Junko sollevò un sopracciglio,
veramente stupida – Quindi ti serve un orsetto nel letto, dico bene?- - O una
borsa dell’acqua calda.- rispose a tono. - Sei terribile.- gli disse,
abbassando la voce. - Terribile?- riecheggiò Mitsui, stranito. - Si. A
volte non ti capisco.- - Perché? Solo perché non ti salterò addosso
stanotte?- - Già.- - Non sei mica una macchina del sesso, scusa.- Non
ci arrivava proprio quello lì, pensò esasperata. Era un imbecille e basta. -
Sicuro che posso venire da te?- gli chiese più tardi, mentre si dividevano una
ventina di portate cinesi – E tuo fratello?- - Kay torna sempre la mattina
verso le undici, mezzogiorno. E poi è mio fratello, mica mio padre.- - Si ma
un minimo di decenza non ce l’hai vero?- Hisashi sogghignò in risposta, come
se l’allusione fosse del tutto ovvia, addentando un involtino primavera –
Piuttosto…chissà gli altri se sono arrivati a casa sani e salvi…-
Le
preoccupazioni della guardia dello Shohoku non potevano essere più fondate.
Tornando a casa sua dopo aver riaccompagnato Ayako, anche Miyagi si trovò a
dover passare sui muretti di tutti i suoi vicini perché aveva la porta
d’ingresso guardata a vista da una decina d’idioti su delle moto sgangherate.
Entrato in camera sua scavalcando il balcone e rischiando di rompersi l’osso del
collo perché la ringhiera era scivolosa di rugiada serale, si attaccò al
telefono facendo un rapido giro di chiamate. La casa del Gori era nel pieno
di una retata quando gli rispose al cellulare. Era incazzatissimo e sembrava sul
punto di esplodere ma una semplice chiamata alla polizia da parte vicini servì a
sistemare la questione. Mitsui gli disse che stava alla grande, visto che era a
mollo nella vasca con Junko; Kogure pure non aveva problemi, abitando in un
centro residenziale nuovo di zecca che era pattugliato dai custodi. Rukawa
era già a nanna e quando rispose al telefono non disse neanche pronto, ma subito
un “Vaffanculo!” e gli ributtò giù la linea come pure Raim che, mezza
addormentata davanti alla televisione, sbadigliò qualcosa sul fatto che stava
benissimo e che in spiaggia non ci fosse nessuno animato di brutte intenzioni.
Hana invece che era sempre accerchiato su tutti i fronti, si era attrezzato
insieme all’Armata uscendosene con una di quelle cazzate che per lo meno fece
andare a letto Ryota contento. Infatti quando lo chiamò sul cellulare, Hanamichi
e Mito erano sulla terrazza del suo condominio insieme ad Okuso, Noma e Takamiya
…armati di fucili con proiettili a salve e a vernice. Miyagi si beccò tutta la
cronaca in diretta mentre quei cinque deficienti svegliavano tutto il vicinato
alle dieci di sera sparando come dei forsennati agli amici teppisti dello
Shikuda, amici di quei cinque della squadra di basket, che onde evitare quel
bombardamento scapparono via bestemmiando e urlando vendetta. Peccato che il
pomeriggio dopo alla palestra dello Shohoku le notizie non fossero delle
migliori. Pioveva a dirotto e il riscaldamento interno sembrava essere stato
fermato per le riparazioni che l’Oni aveva ordinato col suo comportamento da
vandalo, così i ragazzi stavano facendo allenamento direttamente in
tuta. Scaldarsi le mani era stato difficile ma ora andava meglio,
specialmente dopo che il negriero Gorilla aveva ordinato una cinquantina di giri
di corsa che gli avevano regalato in cambio una caterva di maledizioni dagli
altri titolari. Stavano facendo dei rapidi passaggi, cosa che naturalmente
riusciva alle matricole ma non ai quattro a cui veramente serviva, quando Ayako
e Raim entrarono in palestra di volata, tutte bagnate di pioggia ma col giornale
sotto mano. - Gente, guai in vista!- urlò quasi la prima manager, mentre la
rossa si chiudeva le porte alle spalle. - Ayako…- Akagi fermò i passaggi,
stranito – Che succede?- La ragazza sventolò un quotidiano, radunandoli tutti
– Ieri sera! È successo un disastro!- e cercò di riprendere fiato mentre il
cuore quasi le scoppiava nel petto – Pare che quelli del Sannoh abbiano fatto
ricorso appena finita la partita!- - Era la cosa più saggia da fare.-
borbottò Kogure. - Un accidenti!- sbraitò Ayako – Non hai sentito tutta la
storia! I giudici sembra che abbiano decretato nullo il loro appello visto che
l’arbitro Kirishima si è rifiutato e allora la vittoria è rimasta allo
Shikuda!- - Dite quello che vi pare ma secondo me gli arbitri hanno paura che
possano finire come Hugami.- bofonchiò Ryota, massaggiandosi la spalla
indolenzita per i troppi palleggi – Quello all’ospedale ci ha passato tre
mesi!- - Non è finita gente.- sospirò Raim – Appena usciti dalla palestra
quelli del Sannoh se ne sono tornati a casa loro ma tre di loro non hanno fatto
molta strada. Sawakita è all’ospedale adesso.- Lo Shohoku si zittì di colpo e
l’unico rumore che regnava nella palestra era il suono della pioggia sui
vetri. - Come sta?- sussurrò Hana, quando si fu ripreso. - Due costole
rotte, un polso slogato e dei tagli in faccia.- disse Ayako seria – Gli altri
due hanno le gambe rotte.- - Cazzo…- Akagi si passò le mani sulla faccia,
mentre gli altri ormai cominciavano seriamente a preoccuparsi. Era come
sentirsi presi in un mirino. E se solo avessero provato a difendersi
sarebbero stati sbattuti fuori dal campionato. - E’ ora di spiegare meglio la
situazione ad Anzai.- Mitsui risvegliò gli altri dal trans – Non intendo stare
tranquillo a subire mentre quelli entrano in casa mia e provano a rompermi un
ginocchio.- e sfidò Akagi a contraddirlo – E sono sicuro che anche tu la pensi
come me. Detesto anche io l’idea di poter essere sbattuto fuori per colpa di
quei bastardi ma non possiamo fare altrimenti. È ora di mettere le cose in
chiaro.- - E…avvisare la polizia senpai?- gli propose Rei – Magari possono
fare qualcosa.- - Ci hanno già provato gli altri anni.- lo bloccò il Gorilla
– Non serve a niente.- - E allora che facciamo?- sibilò Miyagi – Ci mettiamo
seduti e giochiamo a carte fino a quando non verranno da noi? Ieri sera mi sono
quasi ammazzato passando sui muretti e Hanamichi non può certo giocare al tiro a
segno ogni notte.- - E poi non dimentichiamo che non viviamo certo da soli.-
disse Kogure accorato. - Infatti. Con mio fratello gli è andata male ma…-
iniziò Mitsui -…non so voi ma blinderei la casa.- - Un’altra cosa che non mi
va è che tu stia solo, Rukawa.- s’intromise Akagi serio, fissando il volpino –
Se ti capitasse qualcosa di notte lo verrebbe a sapere solo Sakuragi il mattino
dopo.- - E che facciamo? Mi porto a casa la kitsune per un po’?- se ne uscì
Hana. - Un corno do’aho.- sibilò Kaede – Io non mi faccio cacciare da casa
mia.- - Ragiona Rukawa!- cercò di placarlo Ayako – E se ti capitasse
qualcosa?- - C’è l’allarme.- sentenziò – E poi la mattina e la sera esco e
torno con il do’aho.- - Si ma Hanamichi non c’è anche di notte!- sbottò il
capitano spazientito – Non fare il testardo!- - Tanto non sanno dove
abito.- - Non puoi andare dai tuoi zii?- propose Kogure timidamente. -
Piuttosto l’inferno.- - Non ci vorrà ancora molto prima che lo scoprano.- lo
zittì questa volta Hana, serio – Non ti sto dicendo di prendere baracca e
burattini e trasferirti da me ma almeno pensa al fatto che potresti ritrovarteli
in casa la notte! E tu dormi come un bambino, non li sentiresti mai!- - Dov’è
finita l’idea di Mitsui di comprare un missile anti carro?- rognò a quel punto
la volpe esasperata. - Oh, adesso basta!- sbottò Raim – Sentite, stasera
andremo tutti a casa del signor Anzai e discuteremo con lui della situazione e
decideremo cosa fare tutti insieme. Stare qua a discutere non serve a nulla.
L’unico ormai che può darci un consiglio è lui. Quindi adesso finite
l’allenamento e cercate di mettervi l’animo in pace. Fasciarsi la testa prima di
essersela rotta è totalmente inutile.- - Ben detto.- sbuffò Ayako, distrutta
– Forza, rimettetevi ad allenarvi. Io intanto avviso il signor Anzai che ci
presenteremo in squadrone da lui fra un’oretta e mezza.- Ma anche volendo
tutta la squadra dopo qualche minuto di palleggi a vuoto non fu più in vena di
fare un tubo. Con Sawakita all’ospedale, Sendoh che aveva chiamato Hana la
sera prima dicendo che se la squagliava a vivere a casa di quella squinternata
di sua cugina e lo Shikuda che sembrava diventato il padrone di Kanagawa, urgeva
correre ai ripari. E in fretta anche. Tutti in macchina però verso la casa
del coach Anzai nessuno aveva voglia di parlare. Nessuno di loro si sarebbe
mai aspettato di dover scappare come un coniglio e i più arditi dello Shohoku
stavano bollendo di frustrazione e impotenza, costretti in una situazione che
non potevano ribaltare. Certo, si sentivano ribollire il sangue ma a mentre
fredda, prima Hana e poi Mitsui ricordarono perfettamente bene il motivo per cui
avevano detto basta alle risse e chi più chi meno alla fine smontò la sua
collera, anche se non riuscì a smussarla del tutto. Dopo mezz’ora di traffico
intenso le quattro macchine dello Shohoku si fermarono davanti a una vecchia
villa in ottime condizioni con un grande giardino sul davanti. Sotto il patio
d’ingresso c’era la moglie del signor Anzai, come sempre in kimono, dolce e
sorridente. Li fece entrare tutti velocemente, per non farli bagnare come
pulcini e poi li fece accomodare in un salotto con quattro piccoli divani,
attorno a un basso tavolino. - Ragazzi, desiderate qualcosa da bere? Vi va
del the caldo?- Annuirono tutti ma Ayako si offrì di aiutarla e anche Raim le
seguì in cucina, mentre i ragazzi si lasciarono andare esausti sui divani. Kaede
poi aveva subito arraffato un micio grasso e pacioso, dal pelo lungo,
acciambellato su un cuscino. Il gattone si mise subito a fare le fusa, quando
finalmente arrivò Anzai. - Salve ragazzi.- sorrise il loro coach. - Salve
mister.- gli disse Akagi – Perdoni l’irruzione.- - Già.- annuì anche Mitsui –
Non volevamo invaderle la casa.- - Tranquilli, tranquilli.- sorrise ancora il
vecchio Anzai – Avanti, state comodi. Allora, com’è la situazione a
scuola?- - La palestra è a posto.- gli disse Hisashi – La scuola tornerà
agibile per lunedì invece.- - Bene, molto bene. Ti piace il mio gatto Kaede?-
cincischiò poi il vecchietto. La volpe annuì, continuando a fare grattini al
micio che gongolava sulle sue ginocchia. - Caro, eccoti.- La moglie di
Anzai tornò in sala con un vassoio, insieme ad Ayako e Raim, piene di tazzine di
the fumanti. I giocatori dello Shohoku si passarono le tazze, poi quando la
moglie si ritirò, il vecchio coach si mise a correggersi la bevanda col cognac e
vedendo le facce di tutti fece uno strappo alla regola, facendo passare la
bottiglia. Quando ebbero finito, la bottiglia era vuota. - Ha letto il
giornale mister?- gli chiese Hana, mandando giù tutto in un sorso. - Si, ho
visto ragazzi.- mormorò a quel punto, sistemandosi meglio gli occhiali –
Immaginavo che sarebbe venuto il momento di parlarne prima o poi, anche se
speravo che la situazione non si sarebbe aggravata fino a questo punto.- -
Ecco…- iniziò Akagi – Il problema è che vengono sotto casa di notte. Miyagi ieri
sera ha dovuto fare il gatto sui muretti per saltare sul suo balcone e Sakuragi
è assediato da più di un mese ormai.- - Hisashi, sono venuti anche da te?-
gli chiese il mister. - Si.- annuì la guardia – Ero fuori e hanno trovato mio
fratello.- - Come sta Kay?- - Bene, mi ha chiesto di salutarla.- sorrise
Mitsui – Ma è preoccupato anche lui. Il problema è che torna il pomeriggio e va
a lavorare di sera, quindi non può mai sapere se sono vivo o se mi hanno stirato
sotto una macchina.- - Già.- concordò Hanamichi – Inoltre la kitsune abita da
sola.- - Questo è vero.- Anzai fissò Rukawa attentamente – Kaede, dimmi la
verità. Ti senti davvero sicuro a casa tua?- Il volpino mantenne il suo
solito contegno gelido – Nessuno è mai venuto a disturbarmi.- - Si ma non ti
sentiresti più tranquillo con qualcuno?- E alla faccia di Rukawa, che sapeva
tanto di “Tranquillo con chi? Uno di quei quattro dementi? Ma è fuori?!”, Anzai
cercò di modificare la domanda – Cioè…non credi di poter cercare di mediare un
po’ questa situazione?- - Sinceramente mister…- sussurrò –…non credo che la
soluzione sia infilarmi nella grotta del do’aho.- - Do’aho a chi?- sibilò
Hana, infiammandosi. - Rukawa, non ricominciare!- s’intromise Akagi – Non
possiamo affrontare questa situazione come se fosse una rissa da strada!- -
Su, tranquilli ragazzi.- li bloccò il Buddha del Basket, alzando le mani
grassocce per sedare i loro bollori – Dunque, è bene ragionarci su questa
situazione. Ora voglio sapere l’opinione di ognuno di voi.- - Mister, ci sono
poche opinioni!- sentenziò il Gorilla – Se rispondiamo alle provocazioni
finiremo fuori dalle gare!- - Ma d’altra parte se non rispondiamo finiremo
all’ospedale.- sospirò Kogure – Coach, cosa possiamo fare?- - Cosa volete
fare voi?- chiese Anzai. - Rispondere alle provocazione.- scandirono Mitsui e
Miyagi, mentre Hana e Kaede annuivano vigorosamente. - Si ma si sa che idea
avete del rispondere voi quattro.- li zittì Ayako. - In fondo i senpai hanno
ragione.- se ne uscì timidamente Rei, attirando l’attenzione del coach – Io e
Nobu li abbiamo visti…quelli dello Shikuda giocano davvero sporco, anche in
campo pensano solo a far infortunare l’avversario e…bhè, io sono spaventato lo
ammetto…ma se me li ritrovassi davanti non credo che riuscirei a stare fermo a
subire mister.- I ragazzi sorrisero appena, mentre Kogure dava un paio di
pacche in testa a Manabe. - Direi che è tempo di porre fine alla promessa di
tre anni fa, ragazzi.- bofonchiò Anzai, portandosi di nuovo alle labbra il the.
Akagi, sentendo quello, si sentì male davvero, lasciandosi andare contro
l’imbottitura del divano. - Quindi…possiamo rispondere!?- chiese Miyagi
sollevato. - Sul serio nonnetto?- cinguettò Hana facendo stelline con gli
occhi. - Si, sul serio.- bofonchiò il diavolo dai capelli bianchi –
Però…- - Lo sapevo che c’era il però…- mugugnò Mitsui in sottofondo. -
Però pretendo moderazione.- scandì il mister dello Shohoku. - Come sarebbe?-
chiese Kogure confuso. - Sarebbe che non mi fido ciecamente di voi.- chiarì,
creando lo sdegno generale – Ovvero…Akagi, Kogure…di voi mi fido perfettamente e
confido che se attaccati saprete capire come gestire la situazione. La stessa
cosa per voi ragazzi.- sentenziò, rivolto alle matricole, a Rei, a Yasuda e gli
altri – Invece…- bofonchiò poi sarcastico, senza indicare nessuno in particolare
anche se era palese a chi si riferisse – …su voi quattro ho qualche riserva. Non
voglio dire che siate inaffidabili, sia chiaro, solo che a volte siete
particolarmente focosi.- - In questo caso direi che è anche un bene no?-
borbottò Sakuragi imbronciato. - Voglio solo che sappiate fermarvi, ecco
tutto.- concluse Anzai – Sono convinto che lo Shikuda saprà mirare ai nostri
punti deboli ma dovete conservare il sangue freddo, se non volete che riescano a
buttarci fuori. Ma d’altra parte desidero che vi difendiate, non intendo venire
a sapere che siete finiti all’ospedale senza fiatare. Va bene?- - Va bene…-
mugugnarono i ragazzi. - Chiaro a tutti? Hanamichi?- - Si coach!- -
Rukawa?- - Hn.- - Miyagi?- - Stia tranquillo. Si fidi!- -
Mitsui?- Hisashi annuì serio – Non si preoccupi.- - Ci penso io mister.-
confermò Akagi, alle spalle dei quattro mentecatti – Non li farò sgarrare!- -
Non faranno casino, controlleremo anche noi!- cinguettarono Raim e Ayako. -
Perfetto, siamo tutti d’accordo.- fece Anzai pacioso – Possiamo anche brindarci
sopra allora!- e facendo scoppiare a ridere tutti i suoi ragazzi, risollevando
il loro tenebroso umore con altre due bottiglie di liquore e la benedizione a
qualunque cosa li aspettasse. In fondo, nel bene o nel male, Anzai era più
che sicuro che se la sarebbero cavata. Erano i suoi campioni…ed erano i
migliori.
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Capitolo 9 *** Una Squadra di Tipe Strane ***
Era ormai metà novembre ma
Hisashi Mitsui da qualche tempo aveva recuperato il buon umore che lo Shikuda e
le sue retate gli avevano fatto perdere. C'era bel tempo quel giorno, nonostante
tirasse un'aria più gelida del solito, e lui senza riuscire a smettersi di
sfregarsi le mani per la soddisfazione era pronto a farsi
"l'Inventario". Il magico, l'unico, il solo e
mitico Inventario. Ovvero tutto l'occorrente (in armi) che gli sarebbe
servito per difendersi da quelli dello Shikuda. Ok, aveva promesso al Gori e
ad Anzai di andarci piano, di sapersi frenare...ma lui detestava quella
parola. Moderazione. Un concentrato di noia e boria allo stato puro. E poi
lui amava gli eccessi, li adorava! La mattinata a scuola era stata la solita
palla, anche perché lui quell'anno si era ritrovato la classe a fianco a quella
di Akagi. La guardia era in classe con Kogure, mentre il Gori si era ritrovato
Aota e tutti i giorni era guerra aperta. Li sentivano urlare e maledirsi
attraverso quei maledetti muri di carta velina e ormai ad ogni momento libero
scappava via, anche perché Aota era un super fissato con il judo che continuava
a cercare reclute più sceme di lui. Era suonata la campanella della paura e
la cara guardia dello Shohoku salì baldanzoso in terrazza, dove c'era un
fantastico sgabuzzino dove certi suoi amici degli anni precedenti avevano
lasciato tanti bei ricordini. Aprì la piccola porta a fianco di quella della
terrazza, dando una rapida occhiata...e sogghignò ancora di più. -
Bene...vediamo...- bofonchiò, mettendosi a sfrucugliare dentro allo sgabuzzino.
Dunque, c'erano un paio di belle spranghe coi manici di gomma, fatti da chissà
che genio del teppismo, dei bastoni, catene...si, c'era di che
divertirsi. Però ci mancava della roba da lì dentro. Che fosse già passato
Miyagi? Mah, avrebbe dovuto farsi una chiacchierata col tappo agli allenamenti.
Prese le spranghe, due manette pelose che di certo però potevano essere
considerate armi solo in un letto e delle catene, poi cercò in tasca le
sigarette ed uscì in terrazza, con una sigaretta ancora spenta in bocca. Lì
fuori però trovò, come sempre, l'inimitabile Rukawa steso a terra addormentato
su un fianco. Lo scavalcò senza fare una piega, mugugnando un saluto che la
kitsune non sentì e poi cercò l'accendino...quando uno strano suono cigolante
gli fece alzare lo sguardo lungo la ringhiera della terrazza. Ok, si disse.
Ormai allo Shohoku la follia regnava sovrana. Davanti a lui c'era Naomi
Kurata, riconoscibilissima a causa dei suoi buffi codini, che con una sega
manuale sembrava che stesse cercando di segarsi il braccio ingessato. A
momenti gli cascò la cicca dalle labbra e quando la studentessa si avvide di
lui, sospirò sollevata. - Oh, meno male! Ehi tu!- e gli puntò la sega addosso
- Dammi una mano per favore!- - Ma cosa stai facendo?- le chiese sconvolto,
con gli occhi a palla. - Mi stavo grattando e mi è rimasto dentro al gesso il
tappo della biro!!!- piagnucolò la ragazza. - Si ma così ti segherai un dito!
Ma sei scema?!- Qualche minuto più tardi Mitsui cominciava a chiedersi se le
stramberie di Junko non fossero da ricollegare alle sue amicizie, ma a parte
quello si mise seduto tranquillo davanti alla Kurata, armato di sega e pazienza.
Lei gli aveva chiesto di tagliarle almeno la parte di gesso che stava sul
pollice e anche se l'operazione era delicata, Hisashi non se l'era sentita di
filarsela anche perché quella aveva l'aria di una che non mollava l'osso. -
Ma da quanto tempo sei qua eh?- le chiese, segando lentamente il gesso per non
amputarle davvero un dito. - Dalla seconda ora.- bofonchiò al ragazza
imbronciata - Non sopporto questo prurito!- - Non te l'hanno mai detto di non
usare le penne per grattarti?- bofonchiò con un sospiro - Qua con questa sega
non riesco! Ci andrebbe un coltellino...- -...un coltellino come?- fece Naomi
Kurata - Questo ti va bene?- e tirò fuori dalla tracolla un temperino che,
insomma, non si addiceva molto a una ragazza. Mitsui continuò a non commentare,
lavorando ora di lama. Ecco, ce l'aveva quasi fatta...un colpo ancora
e...eccolo, ora vedeva il tappo di quella penna. - In borsa hai anche una
pinzetta per le sopracciglia per caso?- le chiese. - Un pinza ospedaliera ti
va bene lo stesso?- replicò l'altra, sorridendo angelica. Una pinza
ospedaliera? Confuso guardò il contenuto della sua borsa e rimase un attimo
perplesso. Lì dentro c'era uno stetoscopio, coltellino svizzero, taglierini
per il vetro, scotch adesivo e altro ancora. - Ma che cacchio hai lì dentro?-
borbottò, usando la pinza lunga da medici per tirare fuori quel tappo di
biro. - Oh, mi servono per lavorare.- - Ah, lavori...- - Si.- annuì la
Kurata tranquilla - Io lo chiamo lavoro.- Lo chiamava lavoro? Hisashi sollevò
di nuovo lo sguardo...e per un attimo un'idea assurda gli sfrecciò nella
mente. Doveva avercela scritta in faccia perché la capo squadra di Junko
annuì. - Già, hai capito vedo.- - Ma...ma...- aveva il mento a terra - Tu
...tu fai...sei una...- - Ladra? Si.- - Oh.- La Kurata inclinò il capo
- Ti ho sconvolto?- A dire il vero no. - E rende come lavoro?- le chiese,
incuriosito. - Abbastanza. In realtà è una specie di hobby.- - Ah, ok.
Ecco, ce l'ho quasi fatta.- - Tu piuttosto...dove vai con quelle
spranghe?- - Mi servono per difesa personale.- - Si, la Bambolina e la
Kotobuki devono avermi detto qualcosa...ho sentito che avete
problemi.- Mitsui colse l'occasione al volo, accedendosi la sigaretta e dando
una boccata, continuando a trafficare sul gesso. - Senti Kurata...me la togli
una curiosità?- - Vuoi sapere perché la tua ragazza è così fuori di
testa?- - No...oh, bhè...a quello non c'è rimedio.- disse ridendo - Però
magari tu puoi dirmi perché la chiamano la "Bambolina della 1C".- - Tieni!- e
dopo aver cercato dentro al portafoglio, gli porse una vecchia foto
ingiallita. Hisashi lo guardò allibito. Era Junko quella! Junko al primo
anno! Con dei fantastici capelli lunghi e un sorriso radioso sulla
bocca! - Eccola lì!- gli disse Naomi - Junko al primo anno stava nella prima
classe, sezione C. Era così bella che tutti la chiamavano la Bambolina della 1C
e già durante il primo trimestre era bravissima a pallavolo, così quando alle
partite faceva dei punti tutti hanno cominciato a chiamarla in quel modo. Ecco
risolto il mistero. Da allora è rimasta la Bambolina della 1C e questo
soprannome non se l'è più scollato anche se ormai devo dire che non è più così
dolce e angelica come al primo anno. La tua ragazza con gli anni si è inacidita
un po' e l'ha dimostrato tagliandosi i capelli.- - Ah si? E perché?- -
Per colpa del bastardo.- - Bastardo?- allibì - Che bastardo?- - Ma allora
non ti ha detto proprio niente.- la Kurata sorrise appena, scuotendo il capo -
La piccola Jun a quanto pare ha ancora il dente avvelenato. Ma chi può
biasimarla. Sarà meglio che ne parli con lei, comunque.- - Hn...si, penso
anche io.- disse, estraendo il tappo finalmente - Fatto!- - Ahhhh!- cinguettò
esultante - Grazie mille coso!- - Coso a chi?- sbuffò, tirandola in piedi -
Hisashi Mitsui.- - Si, si...grazie mille comunque!- la ragazza raccattò la
sua borsa, facendoli ciao ciao con la mano - Sei stato gentilissimo! Prometto
che non verrò mai a rubare a casa tua! Ci vediamoooo!- e sparì veloce come il
vento, lasciando la guardia dello Shohoku con quella pinza in mano e un mal di
testa bestiale. Meno male...se non altro si era guadagnato la casa salva dai
ladri. Ma che città di idioti! - Ehi...ehi Rukawa!- Si avvicinò alla
kitsune addormentata, dandogli qualche pungolata con la punta della scarpa - Non
dormire qua fuori!- - Hn...- Kaede aprì gli occhi svogliatamente,
scostandogli la gamba infastidito. Si mise a sedere poi, grattandosi la testa e
guardandolo con aria svagata - ...Questa scuola è un'agenzia a
delinquere.- Mitsui sollevò un sopracciglio, mettendosi poi a ridacchiare -
Ma allora hai sentito tutto...- - Hn...- bofonchiò ancora, intontito - Spero
scherzasse comunque.- - Aveva uno stetoscopio nella borsa e non credo sia
medico.- frecciò la guardia, riprendendosi i suoi attrezzi da lavoro come aveva
fatto la Kurata - Ma cambiando discorso...ho qualche gingillo utile. Ti serve
qualcosa?- Rukawa finalmente gli prestò la dovuta attenzione e lo vide carico
di spranghe, bastoni, catene e un paio di manette. Per quanto avesse preferito
le manette per mettersi a giocare con una certa rossa, guardò i bastoni e le
catene. - Non vuoi una spranga?- cinguettò Hisashi mettendogliele sotto il
naso - Hanno anche il manico imbottito, visto?- - Hn.- annuì. - Manico
verde, bianco o manico blu?- - Blu.- e senza fare una piega se la mise in
spalla, dirigendosi alla porta per tornare in classe. - Ehi, aspetta un
attimo...ma vuoi tornare in aula con quella?- - Tanto c'è Yoshikawa.- sibilò
il volpino - Ci vediamo agli allenamenti.- e se ne andò davvero quel balengo,
sotto lo sguardo stralunato di Mitchy che però non se la sentì di dire nulla
visto che tanto sarebbe stato fiato sprecato. Ora doveva solo scendere in
sordina al piano terra, infilarsi nel parcheggio e ficcare baracca e burattini
dentro al bagagliaio della macchina di quell'anima buona di Kogure, unico posto
in cui quel despota del Gorilla non sarebbe andato a controllare.
Il
pomeriggio stesso dopo la pausa pranzo c'era qualcuno che si era sentito
ispirato esattamente come Mitsui. Solo che però sembrava in vena di fare
scherzi e non di armarsi. La squadra di rugby venne presa di mira da una
serie di gavettoni di vernice, mentre quella di atletica leggera dovette passare
tutto il pomeriggio a pulire il loro campo, cosparso di vetri e cocci
affilati. Mentre se ne andava in palestra, Rei Manabe teneva le orecchie bene
aperte. A quanto pareva l'Oni si era rimesso all'opera dopo due settimane
d'inattività. Nobu Yaoto, che gli camminava accanto, cercò di farlo desistere
dalla sua ricerca del famoso Oni ma la matricola non ne aveva la minima
intenzione. L'Oni della sezione G avrebbe dovuto pagarle tutte...e in quei
giorni anche tenuto d'occhio Yase Tomigaoka ma il maledetto non aveva sgarrato
di una virgola. - Magari ti sbagli, che ne sai...- gli disse Yaoto. - No,
non mi sbaglio! Inoltre la senpai Kanzaki ha preso quella targhetta al tizio che
ha cercato di farla cadere dal primo piano! Ora devo solo capire se sa andare in
skate-board!- decretò baldanzoso, ma arrivato davanti alla palestra maschile
dello Shohoku perse tutta la sua verve. Kogure, Yasuda e Ishii erano stati
presi in pieno da un pazzo che era corso nel cortile con un motorino con dei
secchielli di vernice...tanto che ora sembravano dei puffi. - Questa scuola
sta diventando un campo di recupero mentale.- si lamentò Akagi, lanciando a
tutti e tre degli asciugamani - Se quel deficiente ripassa di qua con lo scooter
giuro che lo disintegro!- - Ragazzi!- Yasuda salutò le due matricole,
sconsolato - Ehi, tutto ok?- - Si, noi non l'abbiamo visto.- gli disse Yaoto
- I senpai dove sono capitano?- - Spero il più lontano possibile da qua anche
se non mi stupirei di venire a sapere che quel cretino in moto possa essere uno
di quei quattro dannati! Si può sapere dove stanno accidenti?!- - Oh,
aspetta!- lo placò Kogure - Ecco, arriva Rukawa!- La volpe infatti stava
ciondolando verso di loro come sempre mezzo addormentato, borsone e armi in
spalla. Quando lo vide il Gorilla, lo fissò come se avesse visto un alieno. -
Ciao.- bofonchiò la kitsune ma quando fece per sorpassarli ed entrare il
palestra, Akagi l'afferrò per la collottola, attorniato dalle fiamme -
Rukawaaaaa...- - Hn?- fece, scazzato. - Cos'hai in spalla?- - La mia
borsa?- replicò Kaede serafico. - Sull'altra spalla.- sibilò Akagi pronto a
ucciderlo. La volpe lo fissò come se non fosse chiaro. Era cieco? - Una
spranga.- - Ma guarda...che bravo. E ti sembra normale andare in giro con una
spranga in spalla?- - Ciaoooo genteeeee!!!- Il saluto cinguettante era
arrivo da Miyagi che dette il colpo di grazia al Gorilla. Lui arrivò addirittura
con delle reti e dei tirapugni. Dopo quella scena Takenori decise che non ne
voleva più sapere niente e preoccupando Kogure per quella sua arrendevolezza se
ne tornò dentro, deciso a farsi un goccio per tirarsi su la pressione. Oppure a
suicidarsi. Nessuno lo capì bene, anche perché il play dello Shohoku e la
volpe erano intente a parlare di massacri e le matricole erano troppo occupate a
cercare di calmare i bollori di quei due deficienti di titolari per accorgersi
della nuova retata del teppista in motorino. Lo sentirono appena
arrivare...sterzò e sgommò sul terriccio del cortile, facendo cadere addosso a
Rei una cascata di terra, e poi lasciò l'ennesimo barile di vernice che prese in
pieno Rukawa e Ryota. Scappò di nuovo via alla velocità della luce e di
seguito a lui ci fu anche una parata di professori inferociti. Naturalmente i
più belli arrivarono dopo. Mitsui e Hana fissarono gli esseri tinti di viola
prugna da capo a piedi che un tempo erano stati i loro compagni. - Cosa ci
siamo persi?- chiese Hanamichi, stranito - Ehi Kit...hai una spranga in spalla?
Che forte, dove l'hai presa?- - Ehi Kogure...perché tu sei tutto sporco di
blu invece?- chiese Hisashi cadendo dalle nuvole. Dopo una doverosa mano di
botte, passarono il resto del pomeriggio tutti quanti tappati nelle docce della
palestra, a cercare di scrostare la vernice da addosso ai loro tre compagni
sfortunati con ogni mezzo, con spugne e carta vetrata, e fu un lavoraccio
tremendo, anche perché l'idea di Rei era stata quella di usare il solvente che
avrebbe reso Rukawa, Miyagi e Kogure del tutto biondi. Ucciso a suon di pugni
anche la matricola, l'allenamento andò a farsi benedire, insieme alla sanità
mentale di Akagi che non ne poteva davvero più. - Bisognerebbe fare qualcosa
contro quel teppistello!- sbraitò Hana, continuando a sfregare energicamente la
testa al loro playmaker, rischiando di renderlo calvo - Se lo prendo lo
massacro, è la volta buona!- - Se lo prendi lascialo vivo!- rognò Mitsui,
passando per l'ennesima volta la spugna sulla fronte arrossata di Kogure - Così
viene lui a lavare questi tre dementi! Dio, faccio meno fatica a lavare il cane
dei miei! Ayakooo!- urlò poi, richiamando la manager che stava usando del latte
struccante senza molto risultato sulla faccia delicata del volpino - Insomma,
sei una donna no? Avrai un'idea di come far tornare normali questi tre!- -
Ehi, sarò anche una donna ma mica mi trucco con la vernice!- replicò la ragazza
- Aveva ragione Rei!- - Si, così li facciamo diventare biondi!- sbuffò Hana -
Ma non c'è un altro modo? Del limone non va bene?- - Do'aho.- Kaede
cominciava a grattarsi, con la pelle irritata da quella porcheria. - Ehi
kitsune, se hai una soluzione allora dilla!- sbraitò il rossino, gettando
all'aria spugne e asciugamani. - Ammazziamo il teppistello.- - Non ti farà
tornare pulito.- scandì Ayako secca. - Ma mi farà sentire meglio.- sibilò
Rukawa. Andarono avanti ancora per un po', riuscendo a ripulire almeno in
gran parte i tre puffi, di cui due viola tipo cadaveri, quando arrivò anche
Raim...e pure lei si fiondò nella doccia, direttamente vestita. - Non una
parola!- ringhiò, mentre si lavava i capelli dalla secchiellata di caffè che si
era presa addosso. - Ehi gente...qua siamo finiti in un girone infernale.-
bofonchiò Hana - Quel bastardo mi ha rotto!- - Pensa che quel cretino si era
nascosto nei nostri spogliatoi.- sibilò la rossa, poco più tardi, mentre si
asciugava come poteva - Io non so come faccia! È da solo e riesce a fare tutto
questo macello!- - Quello ha problemi di iperattivismo, datemi retta.- se ne
uscì Ryota - Dovrebbe incanalare le sue energie in qualcos'altro.- - Tipo
cosa?- rognò Mitsui - Il taglio e cucito? Piuttosto Raim...da voi si è salvata
qualcuna?- - Se mi stai chiedendo della senpai Kanzaki ti consiglio di non
andare a parlarle per qualche giorno.- - Oh no...- Ayako emise un gemito -
Che le ha fatto?- Raim nicchiò un po', non sapendo bene cosa dire -
Ecco...lei è entrata per ultima in palestra, proprio mentre lui stava scappando
dalla senpai Kurata. L'ha presa in pieno con un gavettone di sakè...- La
squadra di basket fece una leggera smorfia. Sakè? Però, il bastardello aveva
gusto almeno. Peccato che Junko non doveva averla presa bene. Conoscendola
sarebbe stata intrattabile per giorni. Ripuliti alla meno peggio, tornarono
in palestra e anche se ormai non potevano più fare un tubo, controllarono la
tabella di marcia. Dieci giorni dopo avrebbero dovuto gareggiare contro il
Miuradai. Il Ryonan era già passato tranquillo, idem per il Kainan e lo Shoyo.
Lo Shikuda poi non si era ancora preso denunce, quindi il problema continuava a
sussistere, almeno in quel frangente anche se nelle ultime settimane non c'erano
stati attacchi a sorpresa o altro. Niente più appostamenti e retate notturne,
anche se quella ad Akagi sembrava la classica quiete prima della
tempesta. Usciti dalla palestra alla fine degli allenamenti, i ragazzi
assistettero a una parata indecorosa di gente che era stata conciata anche
peggio della kitsune e di Ryota. Indubbiamente l'Oni ce la stava mettendo tutta
per far incazzare chi di dovere ma Mitsui pensò comunque di andare a controllare
l'umore della sua ragazza. Salutò il gruppo e si diresse all'altra palestra
delle pallavoliste. Le luci erano ancora accese e quando entrò non la vide
immediatamente. La prima cosa che notò fu un muro completamente pieno di segni
dei palloni e con l'intonaco scrostato...come se sopra ci avesse sbattuto
qualcosa di pesantissimo. Junko Kanzaki invece se ne stava sdraiata a terra,
in mezzo al campo, con le braccia dietro alla testa e una gamba accavallata
sull'altra, con gli occhi chiusi e una buona dose d'irritazione a fior di
pelle. Trattenne un gemito però quando sentì due labbra premere sulla sua
gola e riempirle il collo di baci leggeri. Aprì appena gli occhi, sentendo
Hisashi ridacchiare. - Adoro il sakè...te l'ho mai detto?- - Com'è che ti
sei salvato?- gli chiese, mettendosi a sedere e guardandolo attenta. -
Fortuna.- si limitò a dire Mitsui - Cosa fai ancora qua?- - Riprendo fiato.-
gli disse - Ho schiacciato per tre ore di fila.- - Però...su quel muro?- -
Quello è il MIO muro.- lo corresse ridacchiando - Ogni anno mi costringono a
riverniciarlo.- - E vorrei vedere. Senti, hai da fare prima di cena? Ho
voglia di fare un giro.- e senza tante storie riuscì finalmente a farla cambiare
e farla uscire dalla palestra, anche se nessuno dei due si era accorto,
sfortunatamente, che l'Oni li fissava. Col passamontagna e lo skate-board
stava seduto sul muretto di cinta e li fissò andarsene via, sempre più
interessato. - Ci sarà da divertirsi...- sghignazzò, afferrando il cellulare
e componendo velocemente un numero. Dopo un paio di squilli, il suo sorriso
si triplicò. - Ehi, sono io...si, senti...ho delle belle novità per
te.-
Pochi giorni più tardi, lo Shohoku tornò al palazzo dello sport
per vedere un'interessante partita. Kainan contro il liceo Hontako. Non
che l'Hontako con gli anni si fosse rafforzato ma erano arrivati negli ultimi
gironi e poi Akagi era sempre dell'idea che osservare Maki all'opera era un buon
ripasso, quindi trascinò per l'ennesima volta tutta la squadra alle tribune,
cercando di ignorare il borbottio confuso e perpetuo dei titolari che avrebbero
preferito passare la giornata in palestra a spaccarsi le ossa. Inoltre Hana
non aveva neanche voglia di stare a sentire le sparate della Nobu-scimmia, così
appena seduto si ficcò un auricolare nell'orecchio e si accapigliò con la
kitsune su quale cd mettere. A differenza dell'anno prima però, l'Hontako
riservò qualche sorpresa, anche se Maki e il suo gioco perfetto non ne
risentirono particolarmente. Come sempre giocava solo per andare a canestro e
anche Jin sembrava giocare solo per farsi vedere da Mitsui. Decisamente i
bastardi erano parecchio agguerriti...per non parlare poi del casino che fece
Kyota quando si accorse dello Shohoku nelle tribune: si piazzò in mezzo al
parquet, durante il primo tempo, e ululando come un'aquila scandì a chiare
lettere che quell'anno LUI, il grande Nobunaga, avrebbe battuto il Re dei
Rimbalzi e il volpino. Se Hana gli rispose per le rime, balzando sulla ringhiera
della tribuna come un vulcano in eruzione, Rukawa sentì a malapena le sue follie
perchè era in completa catalessi. - Ma stattene calmo!- sbraitò Ryota,
riportandolo seduto - Ogni anno siamo qua! Tanto lo sai che è un
deficiente!- - Cazzo quanto mi sta sulle palle! Quella scimmia fa sembrare la
kitsune sopportabile!- - Do'aho.- - Fatela finita.- li zittì Akagi - Ecco
che Maki torna all'attacco...- Altro che attacco. Il rinomato contropiede del
Kainan anche quel giorno dette bella mostra di sé, quando alla fine del primo
tempo il punteggio era già di 54 a 19. Un massacro! - Andiamocene a casa!-
piagnucolò Mitsui distrutto. - Eddai Gori...ha ragione Mitchy!- lo pregò
anche Hana - C'è poco da vedere come ogni volta.- - Voi siete sempre i soliti
deficienti! Quando lo capirete che col tempo i giocatori cambiano eh? Nel caso
del Kainan si affinano! Nel caso vostro invece direi che andate solo a
ramengo!- - Questa me la lego al dito!- rognò Miyagi. - Affanculo
Gorilla.- borbottò anche Mitsui. - Se non la molli ti rompo il ginocchio
stavolta!- - Su, su...Takenori, dai!- cercò di placarlo Kogure, per altro
fallendo miseramente visto che oltre ai casino che procuravano i titolari, le
matricole erano diventate quasi ingestibili, a causa del loro tifo sfegatato per
quei cretini del Kainan. Bene, se non altro Rei e quegli altri cretini erano
presi dal gioco! Per Ayako fu dura rimettersi a sedere ma finalmente si passò
al secondo tempo, con l'Hontako letteralmente a pezzi. - Sembra la battaglia
di Guadalcanal...- rognò Hisashi, allungando le gambe - E' a senso unico.- -
E' inutile che frigni.- lo zittì Akagi - Guarda piuttosto quante ne infila
Jin.- - Hn...- colpito sul vivo, la guardia sollevò il dito meglio - Guarda
quant'è carino questo, Gorilla!- - Hai la codina di paglia per caso?- -
Ehi, pescivendolo...alla prossima partita vuoi vedere ti porto a cinquanta da
solo?- Sparata quella, lo Shohoku stava già prendendo le scommesse. - Ci
sto.- frecciò Takenori. - Secondo me non ce la fai.- ridacchiò Ayako - La
prossima partita è contro una squadretta. Dovrei aspettare lo Shoyo.- -
Meglio ancora!- scandì Mitsui - E il primo che fiata lo butto in campo con
Nobunaga.- - Lasciando perdere queste forate...- s'intromise la loro manager
- Dunque, una delle riserve della squadra di pallavolo mi ha mandato un
messaggio adesso. Raim ha appena finito. Prima di andare via andiamo a
riprenderla.- - Hanno vinto?- s'informò Rukawa, senza aprire gli occhi. -
Alla grande.- rise Ayako orgogliosa - I soliti tre set puliti.- - Già. Non
credo che Junko si sia divertita abbastanza.- insinuò Miyagi. - Avete finito
di provocarmi?- borbottò Mitsui - Pensa ai tuoi di problemi, tappo.- -
Senpai!- s'intromise Rei - E' vero che la senpai Kanzaki ha la media più alta di
tutto il torneo?- - Così si dice in giro.- ghignò Hisashi. - E tra un po'
anche la Kurata sarà di nuovo attiva.- disse Kogure - Sinceramente mi piacerebbe
vedere una loro partita tutte insieme. Ho anche sentito il presidente del
comitato studentesco che pensava di mandarle in ritiro, col benestare del
preside, su un'isoletta allargo delle nostre coste. A quanto pare tutto il liceo
punta si di loro.- - Bhè, non li deluderemo neanche noi.- scandì Hana
serissimo. - Già.- annuì Miyagi - Piuttosto, chi gioca dopo questo branco di
scimmie?- - Non c'è il Miuradai?- - Già.- annuì Ayako - Si, il Miuradai
contro un'altra squadretta della fava.- - E questa non me la vedo neanche se
mi paghi!- sbottò Mitsui, sempre scazzatissimo verso il capitano - Vado a
prendere Raim e Junko direttamente dentro agli spogliatoi femminili
piuttosto!- - Sai che sforzo.- ironizzò Hana secco - Tanto qua è finita
comunque. Ti seguo.- - D'accordo.- acconsentì finalmente il gorilla
schiavista e i ragazzi si alzarono in piedi in massa, finalmente felici di
potersi levare da quelle scomodissime tribune. Peccato però che incontrarono
sulla loro strada niente meno che i rintronati del Miuradai. Il tempo di
ripulire la palestra e ormai si era fatto tardi.
Raim sbadigliò
leggermente, massaggiandosi le spalle doloranti. - Stanca senpai
Kotobuki?- Sorrise ad Asuka, scuotendo appena il capo e restando subita sul
divanetto davanti al macchinette delle bibite. Non aveva più neanche la forza
di bere. Accidenti! Era esausta. Alzare per la Kanzaki era distruttivo. Ed
esaltante al tempo stesso. Vide arrivare Junko in quel momento, in jeans e
una bella maglietta nera, scollata, che le stava benissimo. - Che c'è?- le
chiese la Kanzaki, sbattendo gli occhioni. - Niente.- rise la rossa - La
senpai Kurata?- - Se ha seguito i miei consigli è andata al diavolo.-
cincischiò la schiacciatrice, cercando nella tracolla delle monete per prendersi
una bottiglietta d'acqua - Comunque è ancora in giro. Le altre?- - Le riserve
sono tutte di là sui divani, mentre le senpai Kinoshita, Noda e Aizawa sono
ancora nel bagno.- - Che seccatura...- sbuffò la Kanzaki - Da quando è
cominciata questa storia passano la loro vita in bagno.- - La storia fra te e
Mitchy?- - Non solo dolcezza.- le rinfacciò, continuando nella sua ricerca
delle monete - Da quando hanno saputo che sei l'allenatrice della squadra di
basket praticamente aspettano solo di veder spuntare fuori Rukawa e la testa
rossa.- - E Mitchy.- - Si...che ci provino...- sibilò a bassa voce. -
Senpai...- - Cosa?- Raim la guardò attentamente - Quando toglierai i
pesi?- - Fra due settimane. Se faccio un buco nell'acqua porterò il peso a
tre.- le disse la Kanzaki, e ignorando la sua aria tesa, infilò un paio di
monete nella macchinetta. Era stanca anche lei...veramente a pezzi e le
gambe a malapena la reggevano ma Junko non poteva permettersi di cedere. Era
vicina ormai...vicina a rompere "il muro" una volta per tutte. Fu in quel
momento che da altri spogliatoi dello stesso corridoio cominciarono a uscire un
bel po' di ragazzi. E uno di loro, beata deficienza, rimase incantato a fissare
la Kanzaki che beveva lentamente dalla sua bottiglietta. Senza lasciarsi
scappare l'occasione, quel demente di Nobunaga si sfregò le mani e la
raggiunse. - Ciao.- Junko sollevò appena il solito sguardo vacuo sul nuovo
venuto. - Ciao.- replicò apatica. - Sei sola?- - Sfortunatamente no.-
bofonchiò vaga, scoccandogli appena una rapida occhiata. Hn, un altro giocatore
di basket. Roba da non crederci! Ma li attirava tutti lei quegli sfonda cestini?
Mah! Anche Raim però l'aveva notato e rimase secca quando vide che era del
Kainan! - Accidenti...uno del Kainan!- se ne uscì, attirando la libidinosa
attenzione di Kyota - Avete vinto?- Nobunaga rimase un attimo spiazzato e
stranito - Bhè si...sei una patita di basket?- - Sono la manager di una
squadra di basket.- gli disse sorridendo. - Piacere.- sogghignò allora la
scimmia con aria guduriosa, tutto gongolante - Kyota Nobunaga, l'asso del
Kainan.- - Nobunaga?- Raim cercò di non ridere. Cacchio, era lui il nemico
giurato di Hana? - Kirara Kotobuki.- si presentò - E lei è la mia senpai,
Junko Kanzaki.- - Hn...ho sentito parlare di voi due...i miei compagni hanno
detto che lo Shohoku vince da sette anni. Siete della squadra di pallavolo
vero?- - Esatto.- - Bhè, se non altro lo Shohoku vince con la pallavolo!-
ridacchiò esaltato, facendo sollevare un sopracciglio alla Kanzaki che si
chiedeva perché tutti i malati mentali costantemente arrivassero a rotearle
attorno. Che rottura! - Allora ragazze? Cosa fate qua? Aspettate quei
deficienti?- Raim si sforzò di nuovo di non ridere. Le sarebbe piaciuto
vedere Hana e Rukawa davanti a lui, in quel momento. - Avanti, perché non
mollate quegli sfigati e non uscite con me e i miei amici?- cinguettò ancora
Kyota. - A dire il vero sono impegnata.- ironizzò la rossa - E anche la
senpai.- - E i vostri ragazzi sono meglio di me?- - No...ma direi che
l'esaltazione è comunque comune a voi sfonda cestini.- sentenziò Junko. - Ehi
bellezza...non è colpa mia se i tuoi compagni dello Shohoku sono dei poveri
ritardati.- le disse con aria invitante - Però se esci con me ti prometto che
non ne rimarrai delusa.- - Si...- Junko si portò di nuovo la bottiglietta
alle labbra - Lo farei...ma stai per essere pestato a sangue.- - Mitchy!
Ciao!- cinguettò Raim e Nobunaga non fece in tempo a girarsi che si ritrovò con
una scarpa da basket infilata fra le gengive, con Mitsui formato flambé che
sembrava la controfigura di Gatsu di Berserk. - Stupida testa di cazzooo....-
sibilò sovrastando la scimmia che cercava di levarsi la sua scarpa dalla faccia
- Sta lontano dalla mia ragazza, è chiaro? Se hai tanta voglia di rimorchiare
vai per la strada! Anche se non credo che nemmeno quelle te la darebbero!- -
E levati dalle palle, idiota!- sbraitò Nobunaga rimettendosi in piedi di volata
- Per essertene trovata una così devi averla minacciata in qualche modo!- -
Cosa???- ululò la guardia sdegnato - Ma vuoi che ti spacchi tutte le
ossa?!- - Insomma Hisa!- arrivò Ryota a riprenderlo per il collo, cercando di
calmarlo - Eddai, basta!- - Ma uccidete quel cretino!!- li incitò Hana dal
fondo del corridoio, arrivando insieme alla kitsune. - Ci mancava solo il
signor 2 di picche!- lo prese in giro Kyota. - Ma vuoi vedere che ti massacro
di botte?!- s'infiammò subito Hanamichi - Ti aspetto in campo, ricordatelo bene
razza di seghetta perché tutte quelle che ti ho suonato l'anno scorso saranno
una bella canzoncina in confronto al concerto che ti farò in campo nei prossimi
mesi! Hai capito bene? Il Tensai sono io!- - Tu sei solo un cazzone! Tu e
anche Rukawa!- ridacchiò al vento, facendo vomitare più di una persona -
Vedrete, vi faremo abbassare la cresta! È il Kainan che vincerà
quest'anno!- - Nei tuoi sogni!- - Oddio! ABBATTETELI!- ringhiò Junko
esasperata - E basta! Fate a botte e smettetela, oppure fate silenzio!- - Si
può sapere cos'è tutto questo casino?- Tanto per cambiare arrivarono i
"domatori" a sistemare le teste calde: Akagi uccise a suon di pugni Hana e
Mitsui, Maki arrivò a riprendersi la sua scimmia ammaestrata, chiedendo scusa
per il macello causato da quel deficiente della sua ala piccola e pure la Kurata
menò il gesso in testa alla sua schiacciatrice, imponendole silenzio. - Mi
spieghi perché devi sempre far casino?- la rimbeccò la Kurata furiosa - Non
basta il casino che fai in campo, no! Devi anche fare queste piazzate nei
corridoi!- - Piazzate io? Sono stati questi maledetti sfonda cestini!- -
Senpai, dai...- cercò di calmarle Raim - Non è successo niente.- - Si, ha
ragione Kotobuki.- aggiunse un'altra titolare del quinto anno - Naomi, Junko è
solo nervosa per i pesi, dai!- - Se è così cretina da aver giocato coi pesi
la colpa non è mica mia!- rognò la Kurata - Va bene però! D'accordo...facciamo
come vi pare! Avanti, andiamo tutte al Maya!- - Andiamo dove?- bofonchiò
Junko - Non ci penso neanche. Ogni volta che andiamo lì mi fai sbronzare.- -
Già, la sbronza è l'unica cosa che ti rende più digeribile.- frecciò la Kurata -
Ehi, voi acchiappapalle venite?- cinguettò poi, rivolta al club di basket - Eh?
Andiamo a festeggiare la vittoria di oggi!- - Al Maya?- Hana sollevò un
sopracciglio - Ma è quel locale privè dove si balla sui tavoli?- - Si balla
sui tavoli?- allibì Kogure. - Si, è divertente!- annuì Raim - Allora ragazzi?
Venite?- - Avanti, domani è sabato!- l'incalzò la Kurata - Beviamo, ci
scateniamo un po'...- -...vomitiamo nel bagno...- aggiunse Junko a bassa
voce, disgustata. - E poi ce ne torniamo a casa!- concluse Naomi - Prometto
che non ruberò portafogli!- - Cosa?- riecheggiò Miyagi, sconvolto. -
Niente, te lo spiego dopo.- sospirò Mitsui - D'accordo, io vengo.- - Ok, mi
avete convinto!- annuì Hana - Tappo, Ayako...voi venite?- - D'accordo. E tu
Rukawa?- La sua faccia disgustata diceva a chiare lettere "MEGLIO MORIRE!" ma
poi al pensiero di Raim che ballava da sola su un tavolo gli ribolliva il
sangue. Ma porca miseria! Era rimasto inguaiato nella classica situazione fra
fidanzato geloso e ragazza scatenata. Cazzarola! - Hn.- borbottò, maledicendo
il giorno in cui si era preso una cotta per Raim. - Ok, perfetto!- ululò
mezzo club di pallavolo, adorando la sola idea di poter avere Rukawa e tutto il
club di basket con loro per una serata in compagnia - Allora ci vediamo lì alle
undici ragazzi!-
Qualche ora più tardi Rukawa entrò già distrutto
psichicamente dentro a quel famoso locale. E avrebbe voluto
sotterrarsi. Era un locale davvero appartato, con tante stanze separate le
une dalle altre, chieste a prenotazione, e da ognuna di esse proveniva un
baccano allucinante, con la musica più sgangherata che avesse mai sentito. E
tutto per cosa?, si richiese per l'ennesima volta. Per Raim! Perché doveva
controllarla eh? Perché si stava trasformando in uno di quegli uomini deficienti
che devono per forza uscire sempre con la loro ragazza, altrimenti non stavano
tranquilli? Che vergogna, era diventato il prototipo del maschio medio! E
poi la cosa che lo scazzava da matti era il fatto che, a parte la Kanzaki e la
Kurata, quelle sceme del club di pallavolo non facevano altro che spogliarlo con
gli occhi. Se non stava attento quella sera sarebbe tornato a casa senza
boxer! - Ansioso kitsune?- rise Hana, camminandogli a fianco. - Do'aho.
No.- sibilò seccato, mentre davanti a loro Mitsui faceva strada con Mito e
Kogure. Akagi stava dietro di loro con Ayako e Ryota e doveva ammettere che
in fondo se mandava giù un paio di alcolici sarebbe riuscito a sopportare meglio
quella pallosa serata. Ma come volevasi dimostrare, visto che la sfiga nei
confronti del volpino sembrava avere un lanternino magico nel beccarlo a
fagiolo, nella stanza Blu prenotata dalla Kurata c'era, guarda un po', il
compleanno di un tizio che compiva diciotto anni. E nel loro buio privè chi
cazzo c'era?????? - Aki!- cinguettò Hana quando vide Sendoh ballare su un
tavolo stretto a panino fra due ragazze del Ryonan. - Hana-chan!- rise il
deficiente, mentre Mitsui osservava divertito la ricerca di Rukawa di un
qualcosa sparso nella stanza con cui potersi impiccare magari - Mitsui,
Miyagi...Rukawa! Gente ma che ci fate qua?- - Ci siamo fatti trascinare.- si
limitò a dire Hisashi - La nostra squadra di pallavolo sa essere
convincente.- - La squadra o la tua bellissima ragazza?- - Vuoi già che ti
ammazzi Sendoh?- - Lascialo stare Aki!- intervenne Hana divertito - Oggi la
Nobu-scimmia ha cercato di rimorchiargli la fidanzata!- - Però...ed è ancora
vivo?- fece Sendoh malizioso. - Per poco.- l'assicurò la guardia, trovando
sul fondo della sala quelle squinternate che già ballavano come matte su un
lungo tavolo - E tu perché sei qua?- - Un mio compagno di classe compie gli
anni.- rispose sorridendo - Il solito. Sesso, droga e rock n' roll. Comunque i
miei compagni ci hanno già provato con le vostre amiche e vi avverto...picchiano
duro!- - Ma quand'è che la finirai di fare il maniaco eh?- sbuffò Hana. -
E che ne sai, magari la ragazza giusta l'ho già trovata!- e dicendolo sentì
quasi due fanali puntati addosso che altro non erano che gli occhi infuocati
della kitsune. Si divertiva da matti a provocarlo, niente da dire...ma Raim
piaceva anche a lui, non poteva negarlo e sfidare Rukawa era uno dei passatempi
preferiti di Akira. A quanto pareva però erano tutti tanto allegri che la
Kurata e Sendoh che avevano fatto amicizia in due secondi riuscirono a riunire
l'allegra e demenziale compagnia. Unirono le due lunghe tavolate e poi...bhè,
poi fu degrado! Fra la Kurata che senza codini era proprio carina, Raim che
(Rukawa avrebbe voluto farsi all'istante e pure uccidere) aveva addosso due
pantaloni di pelle nera che sembravano una seconda pelle e la Kanzaki in
minigonna di jeans e anfibi...c'era da morire su quelle sedie! Ben presto col
girare delle birre e del fumo gli animi si scaldarono. Hana aveva fatto in
fretta a farsi trascinare sui tavoli e Junko sembrava molto esperta nei passi,
così glieli insegnò in quel fracasso bestiale, mentre Mitsui in realtà si godeva
lo spettacolo dal basso, viste le sue bellissime gambe in mostra...altro che
ballare! Lui era meglio che non ci saliva là sopra... Peccato anche quando
riuscirono a tirarci sopra pure Ayako, anche Miyagi cominciò a stare un pelino
in ansia. Se non altro si fecero quattro risate quando videro arrossire
Hanamichi fino alla radice dei capelli quando Raim e la Kurata lo chiusero fra
loro due. Era più imbarazzato di quanto sembrasse, infatti venne preso in giro a
manetta da tutti i presenti mentre quelle squinternate della pallavolo si misero
a brindare di nuovo con una tale quantità di birra che nemmeno Mitsui e Ryota
insieme avevano mai avuto il coraggio di mandare giù. Alle due comunque
Rukawa ne aveva già basta. Si alzò senza farsi notare, tanto col casino che
c'era tutti erano mezzi andati, e andò a infilarsi in bagno dove quella
maledetta musica non era poi così forte. Si lasciò così andare seduto contro
la parete, allungando le gambe e tirando fuori il lettore cd dalla tasca del
bomber. Lì se non altro avrebbe potuto starsene in pace e poi il freddo delle
piastrelle avrebbe potuto dargli un po' di sollievo: gli martellavano le tempie
per tutto quel fumo e quel casino, per non parlare del colpo di grazia che la
sua carissima Raim gli aveva dato ballando col suo dolce sorriso innocente,
senza guardare altri che lui. Ma se lo sognava che lui sarebbe mai salito su
quel tavolo a ballare come un deficiente! Neanche morto! Un conto erano
Sendoh-ho-ancora-due-secondi-di-vita-perché-sto-per-essere-scuoiato e Hanamichi,
ma lui mai! Ci andava della sua dignità! Se ne stava lì tranquillo ad
ascoltare gli Aerosmith da circa mezz'oretta quando all'improvviso un paio di
gambe da favola che spuntavano da una mini di jeans gli passavano davanti al
naso. Junko Kanzaki era entrata nel bagno degli uomini, ma non sembrava
essersene accorta...e se era ubriaca, Kaede non riuscì a capirlo dalla sua
faccia. La ragazza aprì semplicemente l'acqua di uno degli eleganti lavandini e
si bagnò il viso un paio di volte. Sembrava a pezzi. Poi finalmente parve
accorgersi di lui. Lo guardò per un attimo, senza capire, poi si volse alla sua
sinistra dove c'erano i bagni. Tutti per uomini. Non fece una piega e si
riprese la bottiglietta di birra che si era portata dietro, lasciandosi poi
andare a sedere accanto a lui. Socchiuse gli occhi, inspirando a fondo ma rimase
per parecchio tempo in silenzio, senza asfissiarlo come avevano fatto tutte le
altre cretine della combriccola. - A te non piacciono le persone, vero?- A
quella domanda, fatta a cd finito, Rukawa si girò appena a
osservarla. Continuava a tenere gli occhi chiusi. - Hn.- bofonchiò. La
sentì sorridere appena, poi cominciò a cercare di stapparsi la birra. - Non
hai torto.- mormorò Junko. Che strana persona. Raim gliel'aveva detto che era
complicata ma...non sapeva capirla forse. Ecco, non riusciva a capire bene che
tipo di persona fosse davvero. Era strana, scostante, indifferente e
battagliera. Capiva perché Mitsui le stava incollato però. Era bella
davvero. - Come fai?- andò avanti la ragazza poco dopo. - Cosa?- si sforzò
di dire allora, lievemente interessato. - Come fai a stare fra persone che
non fanno che chiedersi perché tu sia così freddo?- - Hn. Chissene frega di
quello che pensa la gente.- - Già.- Junko aprì finalmente gli occhi,
portandosi la birra alla bocca e staccando il tappo coi denti - Ma non ti dà mai
fastidio il loro giudizio? Non c'è nessuno la cui opinione t'importi
particolarmente?- Bella domanda. Era da tempo che non aveva più nessuno da
deludere. O qualcuno da rendere orgoglioso. Viveva per se stesso. Solo per se
stesso. - La vita fa schifo.- ridacchiò la Kanzaki, bevendo un altro goccio e
poi lasciando cadere le braccia sul pavimento, ai suoi fianchi. Quando lo fece
però, Kaede avvertì un rumore stranissimo. Come di metallo! Stranito fissò le
strane polsiere nere della ragazza...che buffe, non sembravano braccialetti da
ragazza. E poi guardando meglio lungo quelle belle gambe, vide che aveva due
cavigliere simili a quelle dei polsi infilate negli anfibi. Ma...non erano
cavigliere normali! Junko, vedendo cosa fissava, gli risparmiò la fatica e
alzò la gamba, mettendogli direttamente la caviglia sotto al naso. Dopo che la
volpe ebbe sgranato gli occhi blu, gli mise anche la polsiera davanti al viso
e...lui le mise la mano sotto la sua, soppesandola. Quella della ragazza era
piena di lividi e capillari rotti attorno alla fascetta. E pesava...cazzo!
Erano...erano... - Da quanto sono questi pesi?- le chiese roco. - Due per
ogni fascetta.- lo informò, richiudendo gli occhi e allungando di nuovo la
gamba. Cazzo! Super cazzo! Quella giocava con otto chili in più una partita??
Andava in giro tranquilla come nulla fosse! E se se li fosse tolti? Fino a che
punto avrebbe potuto saltare? - Non pensare male.- gli disse, bevendo ancora
dalla bottiglietta - Non sono una fissata con la forza fisica. Ma mi serve più
forza nella schiacciata e nel salto...devo rompere "il muro".- - Il
muro?- - Si...dell'unica maledetta che mi ha mai fermato.- - Da quanto li
porti?- - Ho cominciato coi pesi da un chilo. Li ho portati per tutta
l'estate. Questi li potrò togliere fra due settimane. E poi volerò...- sorrise
con aria vacua, la tipica di chi ha bevuto troppo. - Funzionano quei
pesi?- - Si. Parecchio anche. Ma ti spaccano i primi giorni.- mormorò - Ho
rischiato degli strappi micidiali ai muscoli delle spalle e delle braccia. Vuoi
provare Rukawa?- - Hn.- si, forse. Anzi...di sicuro. - Ehi, voi
due!- Si girarono appena, trovando Mitsui e Raim sulla porta del bagno.
Hisashi li raggiunse scuotendo il capo, inginocchiandosi davanti alla sua
ragazza. - Ma che fate qua?- - Pontifichiamo sul suicidio.- replicò
serafica - Mi sono scheggiata un dente aprendo la birra e ho saltato la sbronza.
Sono già ai postumi.- - Eh, che disgrazia.- sorrise Raim sedendosi sull'altro
fianco della kitsune - Uno non ha più neanche la possibilità di vomitare dietro
l'angolo del locale, vero senpai?- - Oddio...- Junko si passò una mano sulla
fronte - Giuro che smetto di bere!- - Questa l'ho già sentita.- rise Hisashi
- Vuoi che andiamo a casa?- - No, stai tranquillo.- lo assicurò la moretta -
Sto bene.- - Come no, sei cadaverica Jun. Dai che ti prendo in braccio,
su.- - Ti romperesti la schiena.- l'avvisò Raim - Ma se riesci a farle lavare
la fascette ti faccio una statua.- - Non ricominciate a rompere.- li minacciò
la Kanzaki - Kirara...dov'è la Kurata?- - Si sta facendo scarabocchiare il
gesso da Sendoh, perché?- - Tienila d'occhio e controlla la borsetta prima di
andartene.- - Oh no...ancora con questa fissa?- alitò la rossa - Dai
senpai...non può mica scippare tutto il locale!- - Vuoi che ti dica quanto ha
tirato su quella cleptomane all'ultima uscita?- la rimbeccò la ragazza di Mitsui
- Quella arraffa tutto quello che trova. Ha perfino rubato i ficus d'ingresso a
scuola.- - Tanto facevano pena.- ghignò Mitsui - Dai Jun...ti porto a casa.
Sei a pezzi e devo anche metterti del ghiaccio sui polsi o per lunedì arriverai
in barella! Ru, tu che fai? Resti qua nel bagno?- - No.- rognò esausto -
Adesso me ne vado anche io.- - Ecco bravo. Porta a casa Raim!- e prima di
chiudersi la bocca Junko si mise in piedi da sola, pestandogli un piede con
l'anfibio chiodato e strappandogli un'imprecazione colossale. Quando quei due
matti se ne furono andati, Raim scoccò un sorriso dolce alla volpe che ebbe
subito il potere di scioglierlo. - Mi dispiace che ti abbiamo coinvolto così.
So che non ti piacciono questi posti.- gli disse, incrociando le gambe. -
Hn.- - Dai kitsune...non ti fa male stare un po' fuori dalla palestra e dal
letto.- - Forse dal letto, ma non dalla palestra.- - Che strano...- ghignò
la rossa maliziosa - Credevo il contrario.- - Ahah...- la guardò storto - Che
spiritosa.- - Hai sonno?- gli chiese, levando le mani, dicendogli che
l'avrebbe smessa di provocarlo. - Secondo te?- - Va bene.- Raim gli
strizzò l'occhio, incuriosendolo - La vedi quella finestrella?- Rukawa alzò
il viso verso la parete opposta del bagno. C'era una finestra aperta, da cui
tirava l'aria fredda di novembre. Che gli stava proponendo?, pensò soddisfatto.
Una fuga? - Aspetta qua.- gli ordinò perentoria, poi scappò fuori lasciandolo
solo a chiedersi che diavolo avesse in mente quella spostata. Si stava infilando
il bomber quando Raim tornò con la giacca e la borsa, sorridente. Gli porse
le chiavi della Honda...ma le aveva Hana! - Gliele hai prese al do'aho?-
sussurrò - Che gli hai detto?- - Niente. Ho chiesto alla senpai Kurata di
rubargliele ma tanto Hana sta ballando sui tavoli e non si ricorderà niente fra
un mezz'oretta. Sendoh continua a riempirgli il bicchiere e tu sparisci sempre,
non ci farà caso nessuno.- Furba la rossa. Una vera vipera. - Allora?- lo
incalzò, passandogli davanti con un ghignetto di sfida - Vieni o no?- Non
c'era neanche da chiederlo. Senza una parola la raggiunse e facendole perdere il
respiro per un attimo le passò le mani dietro alla schiena e dietro alle
ginocchia, prendendola in braccio. Resistendo all'impulso di baciarla e saltarle
addosso in un bagno, l'aiutò a raggiungere la finestra, da cui lei si issò fuori
agilmente anche coi tacchi altissimi. Da lì aiutò Rukawa e poco dopo erano fuori
all'aperto. Certo, non era il clima ideale per andarsene in giro in moto ma le
risate radiose della sua rossa fecero sentire meno freddo alla volpe. Lo
prese per mano e lo trascinò al parcheggio, senza perdere il sorriso. -
Divertenti queste uscite. Dovremo farle più spesso.- insinuò, beccandosi
un'occhiataccia. Raggiunta la moto lei si sedette, trafficando col casco ma dopo
un attimo in cui alzò gli occhi verdi su Rukawa, lasciò perdere. Prese lei
l'iniziativa e a Kaede non dispiacque. Raim gli prese la mano, avvicinandolo,
poi lo strinse per i fianchi. Un attimo dopo si baciavano, stretti al gelo
della notte, abbracciati come naufraghi. Le passò un dito sulla guancia
gelida, arrossata, mordicchiandole appena le labbra. Aprì il bomber e la strinse
dentro, con lui, sentendola sorridere dolcemente contro la sua bocca,
bisbigliandogli qualcosa che non capì. Voleva andare a casa. Voleva averla
nel letto a tutti i costi. Voleva averla sotto di sé, essere in lei, voleva
sentirla gridare...voleva sentirsi chiamare per nome. Voleva svegliarsi e
trovarla abbracciata a lui. Si staccò appena, cercando di riprendere il
controllo...ma Raim gli era troppo vicina. Non riusciva più a trattenersi. -
Andiamo.- gli disse solamente, guardandolo negli occhi. Annuì...e salì in
moto, non pensando più a nulla. Corse lento però. Kanagawa era piena di rumori,
di luci...e lui correva sinuoso, senza affanno, per quelle strade che ora non
gli parevano più tanto grigie. Arrivato alla sua villetta, il cuore sembrava
fosse andato in vacanza ormai. Non se lo sentiva più...sembrava che
scoppiasse...e che non ci fosse più al tempo stesso. E il suo desiderio venne
realizzato, almeno in parte per quella sera. Quando si volse per cercare di
nuovo la deliziosa bocca di Raim, la scoprì addormentata sulla sua spalla...e
qualcosa che non era rabbia, tantomeno frustrazione, gli esplose dentro. Era
bellissimo vederla dormire...era bellissimo che dormisse contro di lui. Per
una volta riuscì a sorridere, perdendo di colpo la libidine che gli scorreva
nelle vene. La prese di nuovo in braccio, troppo leggera e troppo fragile, ed
entrato in casa non accese neanche le luci. Andò subito sopra in camera sua e
lì l'adagiò sul letto. La spogliò senza svegliarla, con dita gentili e dopo
essersi liberato anche lui dei vestiti si mise sotto al piumone con lei...e fu
la gioia pura. Di colpo quel letto non era più così grande e vuoto. Di colpo
quella casa non era più una prigione... Ed era solo grazie a Raim...che
lentamente si avvicinò a lui, aderendogli col suo corpo liscio e profumato,
stringendolo nel sonno, mormorando il suo nome. - Kaede...- -
Shhh...dormi.- La vide sorridere, illuminata dalla vaga luce della finestra
aperta e la baciò assonnato, dolce, innamorato. Scivolò nel sonno con lei e
dopo tanto, tanto tempo, fece un bel sogno.
Raim si svegliò la mattina
dopo verso le undici, sentendosi piacevolmente intontita. Quel calore...che
strano...quel calore soffice, avvolgente, tenero e appassionato... Qualcosa
le premeva addosso, qualcosa di troppo forte e magico per scacciarlo
via. Avvertì un fiato caldo sulla fronte, un battito del cuore contro
l'orecchio...ma non aprì gli occhi. Stava certamente sognando. Lo stava
sognando ancora... Poi però la realtà prese lentamente il sopravvento. Una
mano estranea fra i suoi capelli, un'altra posata delicatamente sul suo
seno...un torace scolpito, un profumo conosciuto. Aprì un occhio...e trovò
alla sua altezza la bocca socchiusa più invitante che mente divina avesse mai
potuto creare. Aperto l'altro occhio, Raim tornò finalmente sulla
terra. Rukawa. Era nel letto di Rukawa. Rimase immobile abbracciata a lui,
guardandosi vagamente attorno. Sbirciò anche sotto alle coperte ma lui aveva i
pantaloni di una tuta bianca, anche se a torso nudo e lei una sua maglia
addosso. Lo toccò appena col dito, quasi per assicurarsi che non fosse il
finale di uno dei suoi sogni a luci rosse e quando finalmente capì che la volpe
era vera e non stava sognando, si pentì quasi che non fossero totalmente
nudi. Miseria, ma che fine avevano fatto i ragazzi senza scrupoli eh?, pensò
divertita. Che scema. Doveva essersi addormentata. Che cretina! Come
poteva essere così stronza da addormentarsi dopo che la sera prima lei e il
volpino si erano divorati con un'occhiata? Probabilmente era la più grande
deficiente di Kanagawa. Un'altra al suo posto l'avrebbe sbattuto al muro e
violentato, altro che addormentarsi! Deficiente, deficiente! Kirara sei una
deficiente! Dov'era finita tutta la sua resistenza eh? Accidenti alla partita
che l'aveva lasciata esausta! - Ecco brava...insultati...- Quasi gridò
quando lo sentì sussurrarle all'orecchio. Fortunatamente le tappò la bocca col
miglior saluto mattutino che avesse mai ricevuto e quel bacio fra le coperte la
illanguidì, facendoglielo stringere ancora di più. Non voleva più lasciarlo
andare. Avrebbe voluto stare abbracciata a lui per tutto il giorno. E di
colpo le fu chiaro come il sole di giorno. Il modo in cui le batteva il cuore
ogni volta che le vedeva, ogni volta che giocava, ogni volta che la
sfiorava. Aveva preso il suo posto in lei. - Mi sono addormentata...-
disse contrita, apparendogli tenerissima tanto che le riempì il viso di
baci. - Hn.- - Mi spiace.- mormorò di nuovo, con faccino deluso. -
Vorrà dire che si prenderanno provvedimenti.- scandì tranquillo, tornando a
sprofondare nel cuscino. - Provvedimenti?- Raim alzò il viso, senza
capire. - Si. Devi finirla con tutti quei club.- - Cosa? Neanche per
sogno!- - Scegline uno e basta.- - No.- scandì di nuovo la rossa - Non ci
penso neanche!- - Oh...lo farai invece.- rispose, sicuro di sé e senza
perdere minimamente la sua flemma. - Ehi cosa ti rende tanto sicuro eh?-
- Basta legarti al letto.- Dal suo tono stranamente Raim non riuscì a
capire se scherzava o meno. - Non fa ridere.- gli disse. - Ti assicuro che
invece a me farebbe ridere davvero.- rispose lui serafico - E ti assicuro che lo
farei.- - Ma davvero?- la rossa gli pizzicottò il braccio - E credi davvero
che me ne starei lì buona?- - Se vuoi rendermi le cose più
divertenti...- - Volpe maniaca.- - Hn.- Stettero qualche minuto il
silenzio, con Raim che continuava a pensare. Gli carezzò piano il torace,
sospirando - Ehi, Kit...- - Cosa?- bofonchiò, mezzo addormentato. - Ieri
sera...- - Hn...- - Ecco...no...no, niente. Lascia stare.- - Non
iniziare discorsi che non vuoi finire.- le rinfacciò sadico, prendendosi un
altro pizzicotto. - Non ce la facevi proprio a trattenerla, vero?- lo prese
in giro. - Già.- - Al diavolo, baka.- sbuffò la ragazza, intrecciando le
gambe con le sue. - Parla.- - No, non mi va più.- - Raim non fare la
bambina. Parla o ti faccio parlare io.- - Undici parole. Complimenti.- -
Raim...- - La mattina sei sempre così in vena di chiacchiere? Però, devo
dirlo agli al...ehi!- sbottò, prima che Rukawa le salisse sopra e la
schiacciasse al materasso. Un attimo dopo le stava divorando la bocca,
passandole le mani fra i capelli, lisciandole indietro la frangia. Finalmente si
arrivava al sodo quando il fantastico telefono sul comodino del padrone di casa
si mise a squillare. Ancora incollato alla bocca di Raim emise un gemito di
pura incazzatura, facendola ridacchiare. - Non è giornata kitsune.- gli
disse, carezzandogli gli zigomi. - All'inferno.- sibilò, spostandosi appena
per prendere la cornetta, per poi rimettersi steso su di lei. - Pronto!-
ringhiò e con quel tono avrebbe diffidato chiunque dal proseguire ma la rossa
dopo un attimo lo vide sbiancare ancora di più, se possibile. Lo conosceva
ormai: Rukawa non era tipo da agitarsi ma ora i suoi occhi blu si erano fatti
febbrili, quasi spaventati. - Come sta?- lo sentì chiedere roco - E si può
sapere come cazzo è successo!?- - Ru...- lo richiamò spaventata. Che diavolo
sta succedendo? - Maledizione!- ringhiò lui di nuovo - In che ospedale siete?
...ok, arrivo!- e si catapultò letteralmente giù dal letto, aiutandola a saltare
giù dalla sponda a sua volta. - Ru cos'è successo? Vuoi farmi morire?- -
Il do'aho è finito fuori strada con la moto da cross di Mito.- spiegò vestendosi
frettolosamente, con voce ricolma di una strana ansia - Non so cos'è
successo...Kogure è stato vago...adesso sono tutti e due al Seirin, l'ospedale
sulla seconda.- - Oddio!- Raim aveva gli occhi sgranati - Com'è possibile?
Hana è un guidatore esperto!- - Non lo so, non lo so!- urlò quasi,
afferrandola per la mano e trascinandola giù. In un lampo infilarono i giacconi
e un attimo dopo erano di nuovo in strada, con la kitsune che sfrecciava come un
forsennata per le strade, facendo poco attenzione alla gente che si trovava
quasi a un palmo dalle ruote. Era incazzato nero! Come minimo quell'idiota
stava benissimo ma lui e un tipo attento come Mito erano caduti dalla moto c'era
sotto qualcosa. Qualcosa che cominciava sul serio a fargli girare le
balle! Dannazione ad Hana! Era appena mezzogiorno! Non lo vedeva da otto ore
e si era quasi ammazzato! Non avrebbe dovuto prendergli la moto la sera
prima! Se avesse avuto la loto Honda non sarebbe successo nulla. Dannazione,
dannazione! Al telefono comunque Kogure gli era parso davvero preoccupato. E
se era qualcosa di grave? Arrivarono al Seirin in un quarto d'ora e Rukawa
lasciò Raim davanti all'ingresso, dicendole di andare avanti al pronto soccorso
mentre lui parcheggiava come un disperato in seconda fila. Entrò nel pronto
soccorso poco dopo e fermò la prima infermiera che passava, chiedendole di un
deficiente coi capelli rossi che si era schiantato con la moto, insieme a un
altro ragazzo coi capelli neri. La donna gl'indicò subito l'ambulatorio che
stava nel corridoio alla loro destra e dopo averlo percorso la kitsune si
ritrovò all'ennesimo ritrovo all'ospedale della squadra dello Shohoku. -
Rukawa!- Akagi che camminava avanti e indietro come un bufalo sembrò abbastanza
perplesso di averlo visto arrivare così presto ma non fece commenti, anche
perché la faccia della sua ala piccola era di uno che non aveva voglia di
scherzare. - Come sta? Cos'è successo?- chiese subito Kaede - Si può sapere cosa
cazzo ha combinato stavolta?- - Rukawa, adesso calmati.- cercò di placarlo
Kogure, seduto su una scomoda panchina insieme a Ryota, Ayako, Mitsui e Raim -
Hanamichi è dentro con Mito e Haruko. Sono caduti dalla moto più o meno davanti
al condominio di Mito. Fortunatamente sono riusciti a deviare e a finire nel
parco che hanno di fronte a casa loro ma...- - In poche parole non sappiamo
ancora cosa cazzo sia successo.- riassunse Mitsui secco. - Anche se ne
abbiamo una vaga idea.- sentenziò Miyagi rabbioso, alla fine. - State calmi,
non andate subito in paranoia.- li bloccò Ayako - Quando sono arrivata ho visto
Mito. Si era solo sbucciato un ginocchio ma aveva bisogno di qualche punto. Fra
un attimo uscirà a ci faremo dire tutto.- In quel mentre arrivarono anche le
matricole, trascinate da un piangente Rei che si attaccò quasi alle gambe del
Gorilla, disperato, facendo un casino della malora e pregando per il povero
senpai Sakuragi che rischiava la vita. Calmati quei deficienti ma coi bollori
dei titolari che aumentavano, uscì finalmente Mito appoggiato a una
stampella...ma quando aprì la porta insieme alle risate di Haruko si sentirono
anche le grida isteriche di quel deficiente che sembrava urla - FAI PIANO MAMMA,
CAZZOOOOO!!- Mito rise, chiudendosi la porta alle spalle e poi fu
letteralmente assalito dalla squadra di basket. - Insomma si può sapere cos'è
successo??- - Voi due deficienti siete sempre i soliti!- - Che cazzo ha
Hana, eh? S'è rotto qualcosa?- - E come avete fatto a farvi male?!- - Se
non siete in grado di stare in moto statevene a casa, idioti!- Ok, dopo
quella fantastica tirata per altro non meritata, Mito li fece calmare tutti col
suo solito self control e dopo essersi messo a sedere e aver tirato fuori il
cellulare, raccontò finalmente l'accaduto. - Ci siamo svegliati presto
stamattina.- iniziò - Io e Hana volevamo andare a fare un giro in spiaggia, così
abbiamo preso la mia vecchia moto da cross e siamo partiti. Non eravamo neanche
fuori dalla piazzola che per girare e uscire in strada ho dovuto frenare...ma
non è successo niente.- Gli altri sgranarono gli occhi. - Non...non
andavano i freni?- alitò Ayako. - Già.- annuì Yohei - Nel giro di un secondo
io e Hana abbiamo capito che qualcosa non andava, così abbiamo curvato contro il
muro, quasi ammazzandoci e visto che non potevamo frenare, ho pensato che
l'unico modo per attutirci la caduta era andare a sbattere contro qualcosa di
meno duro di un muro di cemento. Ci siamo infilati nel parco davanti a casa sua
e siamo finiti fra i cespugli, cadendo.- - Come va il ginocchio?- gli chiese
Miyagi - E Hanamichi?- - Io sto bene, solo sei punti. Hana è caduto di
schiena, è solo tutto pieno di graffi sulle spalle e sulle braccia.- Lo
Shohoku tirò un sospiro di sollievo, quando Mito che si era portato il cellulare
all'orecchio sembrò mettersi a parlare con qualcuno. Noma in quel caso. -
Allora?- lo sentirono bofonchiare - Cos'ha?- La sua espressione si fece
gelida, ma un ghigno gl'increspò le labbra - Va bene, grazie. Si, si...stiamo
bene. Ah, senti...Noma, fammi un favore. Chiudimi la moto in garage, si...sai
dove sono le chiavi...ok, ci vediamo a casa. Ciao.- e chiuse la comunicazione,
continuando a ghignare. - Allora?- Mitsui sembrava sui carboni ardenti. -
Ho fatto controllare la moto da Noma.- disse Yohei, fissando il gruppo con aria
eloquente - Qualcuno ha manomesso le pastiglie dei freni.- Calò il silenzio e
sinceramente più nessuno ebbe voglia di parlare, tantomeno Akagi che ormai non
poteva più neanche pensare a un rapporto civile con quelli dello Shikuda. Perché
erano stati loro. Prima che Hana uscisse dall'ambulatorio arrivò anche Sendoh
che chiese preoccupato come gli altri delle condizioni del loro amico ma da come
quel deficiente ululava dall'interno della stanza, doveva stare
benissimo. Raccontarono ad Akira della faccenda che per altro non ne rimase
minimamente stupito, poi finalmente quella testa rossa uscì dalla stanzetta,
sorretto da Haruko e seguito da una dispotica donna in camicie che gli
borbottava dietro furibonda. - Oh Hanamichi!- Ayako corse subito a chiedere
alla madre del Tensai delle sue condizioni - Come sta?- - Benissimo.- sibilò
la donna, che nessuno sapeva essere sua madre a parte Kaede e Mitsui - E' piano
di graffi questo imbecille senza cervello ma a parte questo si riprenderà in
pochi giorni!- - Visto idiota! Ti fai insultare perfino dai dottori!- rognò
Akagi. - E piantala Gori! È mia madre!- Un attimo di silenzio tombale...e
poi quasi tutta la squadra aveva le mascelle a terra, con Ryota che si chiedeva
sconvolto come una così bella donna potesse essere la madre di un tale
ritardato. Comunque si assomigliavano...si, poteva essere solo sua madre. Aveva
la sua stessa aria infuocata. La signora Kana strinse le mani a tutti,
autorizzando pure al Gori di continuare a pestare Hana come e quanto voleva, poi
fece la conoscenza di Ayako, Kogure, Rei e Miyagi e così andò a finire che le
raccontarono cosa stava succedendo. Certo, non che lei non se ne fosse già
accorta che suo figlio fosse diventato un po' paranoico, appostandosi dietro
alla porta di casa, spiando dalle finestre e tutto il resto, ma aveva la cosa
come una delle sue follie... Ora però la cosa aveva un suo perché. - Se
non altro siete stati in gamba a pensare di infilarvi nel parco.- li consolò
Haruko, attaccata dolcemente al suo braccio sano - Secondo me bisogna vedere il
lato positivo della cosa.- - Certo...considerato che non riesco neanche a
sedermi.- frecciò il rosso, con tutto il sedere spelato - L'unica cosa che mi
consola è che non ero sulla Honda...- - Do'aho.- gli rinfacciò Kaede
stizzito. - E sta zitto kitsune...oh...come mai sei qua? È solo
mezzogiorno!- - Mentecatto.- gli ridisse di nuovo il volpino - Dai, prendi la
tua roba che ti riporto a casa.- - Grazie mille Kaede.- sorrise la signora
Kana - Tanto io stacco fra due ore.- - Signora, quanto ci vorrà perché si
rimarginino i graffi?- le chiese Raim. - Oh, basteranno dieci giorni. Non
dovete preoccuparvi.- - Dieci giorni?- sbraitò Hana - Ma ...mamma! E come
faccio ad allenarmi?- - Semplice. Non lo fai.- replicò serafica - Fili dritto
a Okinawa dai nonni.- - Cosa???- ululò di nuovo, spaventando tutto l'ospedale
- Ma non posso andarmene adesso!- - Eddai Hana, non fare lo scemo! Sono solo
dieci giorni!- lo zittì Ayako agitando il ventaglio - In fondo la partita contro
lo Shoyo è fra un mese quasi! A Okinawa, anche se non potrai correre, potrai
sempre allenarti nei tiri liberi.- - Ecco, ottima idea.- ghignò Mitsui. -
Ha ragione Ayakuccia.- rincarò Miyagi - Chissà che te ne riesca uno
finalmente!- - E poi Okinawa è bella in questo periodo, sai?- cinguettò anche
Akira. - E basta, mi avete rotto tutti!- sbuffò - Ok, ok! Il Tensai starà
fuori dai piedi per dieci giorni!- - Tensai...- ironizzò sua madre sarcastica
- Fila a casa e mettiti a letto, chiaro? Anzi, Kaede legacelo e basta.- -
Sarà fatto.- disse la volpe con tono roco ma sicuro. - Grr...- Hana ormai era
un ringhio unico. Perfino la sua Harukina non riusciva a calmarlo così senza
poter dire niente si fece portare a casa dal gruppo, gl'invasero la casa e lo
misero a letto, mentre Ayako gli preparava qualcosa da mangiare. Quando poi il
Tensai sentì da Mito che quei bastardi dello Shikuda avevano manomesso le
pastiglie dei freni, lo videro praticamente eruttare come un vulcano. Il suo
strombazzare vendetta ai quattro venti per una volta non parve al gruppo così
insensato. Avevano davvero rischiato di far ammazzare Sakuragi. Quelli
dello Shikuda ci stavano davvero andando giù pesanti...ora miravano dritti alle
loro bare. - Stanno solo cercando di spaventarvi.- mormorò Sendoh più tardi,
attirando l'attenzione di Rukawa che trafficava nello sgabuzzino di casa
Sakuragi per cercare delle corde con cui legare il do'aho alla testata del
letto. - Più che altro ci stanno facendo incazzare.- sibilò la volpe. -
Sendoh, una domanda.- Mitsui tornò nella camera di Hana, con un caffè in mano e
una sigaretta in bocca - Nessuno ha mai risposto a quei dementi? Cioè...nessuno
gli ha mai dato fuoco alla macchina? Scassinato la casa?- - A dire il vero
no.- rispose angelico Akira - Io mi sono limitato a rompere il naso a Takeru, lo
sai.- - Hn...- borbottò Hisashi pensoso - E' così eh?- - Mitchy...che ti
passa in quella testa bacata?- insinuò Hana - Non vorrai fare qualcosa mentre io
non ci sono, vero?- - Oh, tesoro che se vuoi ti aspetto!- lo prese in giro,
serafico. - Ma vai va! Che hai in mente?- - Mitsui, niente puttanate!-
soffiò Akagi ficcandogli un calcio nel fondo schiena. - E sta zitto Gorilla,
ci hanno quasi ammazzato questa mezza sega, dai! Lasciami divertire!- - Vai a
divertirti giocando in autostrada, falla finita!- - Ok, ok...ne riparliamo
fra dieci giorni.- e strizzando l'occhio a tutti, quelli dello Shohoku
cominciarono a chiedersi che diavolo passasse per la testa a quel diabolico
essere. Se non altro avrebbero reso allo Shikuda pan per focaccia. E la cosa
era molto allettante!
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Capitolo 10 *** Una Volpe in Palla ***
Stava succedendo qualcosa di strano a una delle punte di
diamante dello Shohoku e tutta la squadra se ne stava chiedendo il motivo visto
che la cosa era alquanto preoccupante, specialmente se questa preoccupazione era
data da un tipo che non si era mai sognato di far casino…se non in
coppia. Erano appena passati tre giorni da quando Hanamichi Sakuragi era
stato imbarcato su un aereo per Okinawa e il suo compare di battaglie di sempre,
Kaede Rukawa…stava ormai finendo al manicomio. Il primo giorno senza il
do’aho la cosa era passata abbastanza normalmente anche se si era rotto un po’
le balle, questo lo aveva ammesso la sera tornando a casa. Il secondo giorno, di
pessimo umore, aveva passato l’allenamento placcando Mitsui dalle due alle
cinque, trovando in lui un’altra anima seccante come quella del rossino anche se
il Cecchino certamente non era uno che lo insultava a ogni passo. Anzi, fra lui
e Mitsui, i due corvi del gruppo, il rapporto era sempre stato basato su un
reciproco accordo di non rompersi l'anima a vicenda. Il terzo giorno però,
senza poter più sviare, Rukawa era ormai diventato incontrollabile. Akagi
c’era rimasto secco, vedendolo correre da una parte all’altra della palestra,
scaricando una caterva di energie che non sapeva dove prendesse e maledicendo
tutti quanti con una tale quantità di parole che il volpino non usava mai
neanche in un anno intero. Il bello poi era che quando le matricole perdevano
la palla s’incazzava come una iena, prendeva fuoco e quasi si mangiava vivo il
povero Rei che correva via a nascondersi dietro alle gambe di Miyagi, piangendo
a fontanella. Nemmeno Ayako riusciva a calmarlo un pochino e sembrava
incazzato col mondo intero. Quel giorno per esempio aveva quasi strangolato
Yaoto per aver mancato un canestro e solo un pugno in testa del capitano gli
aveva impedito di massacrare anche Kogure che aveva cercato di
fermarlo. Insomma, era diventato ingestibile. Nel mezzo di una partitella
aveva preso la palla e fatto una schiacciata e poi praticamente non aveva più
passato a nessuno, giocando da solo contro gli altri cinque. Miyagi si
grattava la testa, cercando di capire che avesse ma parlarci era
impossibile. Rispondeva a bestemmie! Per esempio: - Rukawa…sicuro di
star bene?- - Vaffanculo.- - Rukawa, passa la palla ogni tanto.- -
Crepa.- e via dicendo. Il massimo era stato all’uscita dagli allenamenti.
Kaede neanche se ne accorgeva…o almeno, sapeva che c’era qualcosa che non andava
in lui ma non riuscendo a capire da dove venisse tutta quella sua aggressività
repressa se la prendeva un po’ con tutti. Sotto le docce aveva persino preso a
lanciare dispettosamente i flaconi con lo shampoo, lasciando perfino se stesso
un po’ confuso. Da quando era diventato così? Che cavolo gli stava
succedendo? - Kitsune…tutto ok?- - Un cazz…- ma si prese un calcio,
proprio davanti alla porta della palestra. Non si era accorto che era stata Raim
a porgergli quella domanda e la rossa non era stata zitta a farsi mandare al
diavolo. Con un sorriso melenso e falso sulle labbra gli aveva ficcato un calcio
nel fondo schiena, guardandolo storto. - E allora? Datti una calmata
idiota!- Idiota. Quella parola…sembrava una specie di mantra. - Ma si può
sapere cos’hai?- continuò la ragazza studiandolo con aria scettica – Sembri
iperattivo! In classe hai fatto un casino della malora, NON HAI
DORMITO e hai terrorizzato a morte le matricole. Ma cos’è, ti serve un
esorcista per caso?- No, era solo nervoso! Era nervoso da matti e non capiva
perché! - Ti serve un calmante, lo sai?- - Meglio l’esorcista.- ghignò
Mitsui fuori dalla porta, appoggiato alla parete con Miyagi. - E voi due che
fate ancora qua?- cinguettò Raim, chiudendo la palestra. - Aspetto Ayako.-
disse sorridente Ryota. - Aspetto Junko.- disse invece Mitsui, che fumava
beato – Ma fa un freddo porco stasera…- - Tornando al calmante,- riprese la
rossa verso l’ala piccola – secondo me ti serve un sedativo.- - Magari è solo
il tempo, che ne sai?- ipotizzò il play dello Shohoku – Sarà sensibile ai
cambiamenti climatici.- - Bella stronzata.- sibilò il volpino con un
ringhio. Gli altri tre ridacchiarono silenziosamente, facendolo incazzare
ancora di più e vibrare come una corda di violino. In quel momento arrivarono
Ayako e la Kanzaki insieme e rimasto indietro per un attimo con Hisashi, si
ritrovò a fissare la sigaretta fra le labbra della guardia. Oh no… Mitsui
alzò un sopracciglio stranito, non capendo che avesse da guardare ma poi
seguendo i suoi occhi ci arrivò. - Ma non ti dava fastidio il fumo?- -
Dammene una.- - Cosa?! Ma Rukawa…- - Dammene una e sta zitto, Cristo!-
rognò con dei bei dentini da squalo in bella mostra. Porca miseria! Era
proprio andato! Oh mamma mia! Dubbioso tirò fuori il pacchetto di Malboro e
gliene diede una, poi avvicinò la fiammella dell’accendino, visto il vento che
tirava, e gliel’accese. Tempo due secondi e l’aveva consumata tutta. - Ma
cosa fa?- Ayako si era girata un attimo e le era caduta la mascella a
terra. - Oddio…lo sapevo che prima o poi sarebbe impazzito…- alitò la
manager. - Che faccia strana.- se ne uscì anche Junko – Che cos’ha la
volpe?- - Gli manca la scimmia.- sibilò Raim scuotendo il capo. Il quarto
giorno erano arrivati all’apoteosi. Kaede entrò alle otto di mattina dentro
allo Shohoku sgommando come un dannato e rischiando di prendere in pieno
qualcuno. Non andò neanche in classe, no. Filò dritto nella classe di Mitsui,
gli smontò metà pacchetto di sigarette sotto lo sguardo allucinato di Kogure e
dei senpai e se ne andò in terrazza, dove rimase a fumare tutta la mattina
avvolto in una nube grigia che diffidava chiunque dall’andarci a parlare. Sparì
nella pausa pranzo, andando a fare un paio di tiri in palestra e così Mitchy
colse la palla al balzo, salendo in terrazza insieme a Miyagi. - Ma tu guarda
che casino…- borbottò Ryota, vedendo un cumulo di cicche ammonticchiate – Mi sa
che ha ragione Raim. Non gli serve uno psichiatra ma un esorcista. Cosa fai?-
chiese poi, vedendo Hisashi trafficare col cellulare – Chi chiami?- Mitsui
gli fece segno di abbassare la voce, poi finalmente rispose la loro
salvezza. - Ehi, mezzasega!- Ah, parlava con Hanamichi. - Allora? Come
va la schiena?…Ahah…bhè, te ne stai al sole svaccato in spiaggia…sputaci sopra…-
rise Mitsui - Senti…quando torni? Dieci giorni davvero? Non è che…puoi fare uno
strappo e tornare prima?- Miyagi sogghignò, troppo divertito da quella
faccenda. S’immaginava la faccia di Hanamichi se fosse venuto a sapere di come
si stava comportando quello squilibrato di Rukawa. - No, no! Non è successo
niente di grave…- gli spiegò la guardia – E’ solo…si, è solo Rukawa…- Rukawa
che necessitava di una camicia di forza, ecco il problema! La cosa sarebbe
diventata grave comunque, una volta che la volpe avesse strozzato qualcuno! -
Ma niente Hana, lo sai..- Mitsui la stava prendendo alla larga – Ma si…è un po’
strano…ma si, dai…- - INSOMMA, MI HAI CHIAMATO PER ROMPERMI I COGLINI MITCHY?
CHE CAZZO C’E’?- Quella bora era uscita dal cellulare di Mitsui e ormai non è
che si potesse davvero non dire niente a Sakuragi. - Ok!- Hisashi sbuffò
sonoramente, accedendosi una sigaretta a sua volta mentre qualcuno entrava in
terrazza con passo sinuoso – E’ semplicemente successo che sta dando i numeri,
ecco cosa c’è! …No, no! Non al solito! Peggio! Stamattina ha quasi ammazzato
Yoshikawa con la moto, ieri ha fatto piangere tutte le matricole, bestemmia come
un dannato, non dorme più e fa filippiche con frasi di venti parole, di cui
diciannove sono imprecazioni.- La nuova arrivata guardò i due a lungo…e poi
sogghignò. Harumi Mihazawa scosse i lunghi capelli, salutando Ryota con
cenno, visto che stavano in classe insieme e poi sorridendo in maniera
provocando a Hisashi con cui non aveva mai neanche scambiato una parola.
Facendogli un chiaro gesto gli chiese l’accendino che lui le porse, mentre
continuava a parlare con Hana. - Insomma, non ti avrei chiamato se fosse il
solito deficiente no?- rimbrottò la guardia, notando appena la bella arrivata –
Senti, sta fumando come un turco, così ti è più palese la situazione adesso
cazzo?- - STA FUMANDO COSA???- - Ma deve per forza urlare così?- bofonchiò
Ryota, appoggiandosi alla ringhiera. - Si, s’è messo a fumare!- continuò
Hisashi – Mi sta finendo tutte le sigarette e mi sta mandando sul lastrico ok?
Io gliele posso anche dare, sai cosa me ne frega, ma se si mette a farmi fuori
delle stecche intere e Akagi viene a sapere che le prende da me posso anche dire
addio alle mie ossa craniche, chiaro il concetto adesso?- Ci fu un attimo di
silenzio da entrambe le parti, poi Miyagi sentì mugugnare un po’ Sakuragi in
sottofondo, quindi si salutarono. Apparentemente non avevano risolto un bel
nulla. - Porca vacca.- sbuffò Mitsui, ficcandosi il cellulare in tasca. -
Risolto niente?- - No.- - Siamo proprio nelle grane allora. Raim non può
mica prenderlo a cartelle tutto il giorno.- - Già…- Hisashi inspirò, notando
poi finalmente la Mihazawa. Lei gli sorrise ancora, ringraziandolo per
l’accendino e con apparente casualità si rivolse a Ryota – Miyagi, non mi
presenti il senpai?- - Eh?- il play nascose a stento un sogghigno – Oh,
certo. Hisa, lei è Harumi Mihazawa. È in classe con me. Mihazawa, immagino
saprai già chi è lui. Hisashi Mitsui, è la guardia della squadra.- -
Piacere.- mugugnò lui stringendole la mano. - Il piacere è mio. Essendo la
capo delle cheerleaders seguo tutte le vostre partite.- - Ah…sei la capo
gruppo.- ironizzò Mitsui. - Si, purtroppo si.- rispose con tono soave,
guardandolo senza staccare gli occhi dai suoi ma dovette farlo quando la porta
della terrazza sbatté di nuovo e la ragazza incontrò uno sguardo che di civile
aveva ben poco. Junko Kanzaki la fissava con un’espressione che ebbe il
potere di spiazzare anche Mitsui, ma non disse una parola, raggiungendoli. La
Mihazawa invece ringraziò ancora per l’accendino e s’incamminò verso l’uscita.
Le due s’incontrarono a metà strada, abbastanza lontane per non essere
sentite. - Sbaglio o sei arrabbiata Jun?- le sussurrò all’orecchio,
perfida. - Sta attenta.- le sibilò solo la Kanzaki. - Perché? È tuo per
caso?- e la Mihazawa, conoscendola, si sarebbe aspettata silenzio invece quella
volta la spiazzò. La Kanzaki si volse verso di lei e inchiodandola con
un’occhiata infuocata riuscì a farla indietreggiare. - Lui è mio.- ringhiò a
bassa voce – Mettitelo bene in testa.- - Com’era tuo anche quell’idiota?-
fece l’altra, tentennando un po’ – Non mi ricordo neanche il suo nome.- -
Bhè, ricordati il suo di nome!- e l’afferrò quasi per la giacca dell’uniforme,
spiazzando Miyagi e Mitsui che da lontano non riuscivano a capire cosa stesse
accadendo – Lui è mio! Prova solo a guardarlo in un modo che non mi piace e
stavolta non mi limiterò alle parole! Tre anni fa ti sei già presa quello che
volevi! Adesso stammi lontana!- - Credi che mi diverta a spaccare i tuoi
giochi Jun?- le chiese. - Non intrometterti nella mia vita.- - Io facevo
parte della tua vita.- - Non più da quando ti sei scopata quell’idiota come
l’hai chiamato e ti sei anche premurata di farmi assistere!- e si scostò da lei,
con espressione disgustata che l’altra incassò senza fiatare. - Non volevo
farti del male.- - Ma sta zitta.- Junko non riusciva più neanche a guardarla
– Mi fai schifo…vattene!- E la Mihazawa l’accontentò davvero. Dopo una
sguardo pieno di pena, se ne andò via lasciando la Kanzaki a vibrare per la
rabbia e la frustrazione, inondata dai ricordi di tre anni prima. Un pugno in
pieno stomaco l’avrebbe stordita di meno. Perché Harumi era andata lì? Quello
sguardo…lo ricordava… Che avesse… Fissò Hisashi e la guardia la fissò
stupito. - Jun…è successo qualcosa?- - Non è che state litigando di
nuovo, vero?- s’intromise Miyagi – Junko, lasciala stare quella. È fiato
sprecato.- - Niente.- sibilò zittendoli – Non è successo niente.- - E tu
quello lo chiami niente? Io e il tuo ragazzo ci siamo mandati all’ospedale per
quel niente.- ridacchiò Ryota. - Bei tempi quelli.- cincischiò anche
Mitsui. Si presero un’occhiata al veleno dalla ragazza che di colpo sembrava
aver perso tutto il suo buon umore. Ecco, le veniva di nuovo quella voglia
incredibile…quella voglia di fare qualcosa di matto. - Io non mi fermo oggi.-
disse di punto in bianco. - Perché?- Mitsui assunse un’aria da cucciolo –
Dovevamo uscire insieme…- - Bhè, non posso.- sentenziò – Ho una cosa
importante da fare. Ci vediamo domani. Ciao ragazzi.- e senza dargli nemmeno un
bacio, girò le spalle e li piantò in asso, lasciando i due ragazzi abbastanza
perplessi. - Dì tappo…ho detto qualcosa che non andava per caso?- Miyagi
alzò le spalle, meno confuso della guardia – La conosco meglio di te. È
complicato capirla.- Complicato sul serio. La Kanzaki quel giorno sentiva
risvegliato in lei quello spirito dispettoso che aveva sopito negli ultimi
anni. Quella maledetta aveva fatto male a provocarla. Voleva portarle via
Hisashi? Bhè, doveva solo provarci. Bloccò una sua kohai, una compagna
di squadra, nei corridoi e le disse chiaro e tondo, sconvolgendola, che quel
giorno saltava gli allenamenti. A quanto pareva però non fu l’unica a far
sega. Pescò Rukawa filare dritto al parcheggio delle moto alla fine delle
lezioni …e la sua diabolica idea prese forma. Mihazawa preparati alla prima
stoccata! - Ehi, Rukawa…me lo fai un favore?- Kaede si volse appena sopra
la spalla, sentendo un voce femminile che non fosse quella di Raim o di
Ayako. Era la Kanzaki. L’ultima parte del trio che reggesse. - Ciao.- le
disse appena, buttando via il mozzicone consumato della sigaretta. - Ciao.-
lo salutò la ragazza – Vai via?- - Hn.- - Me lo faresti un favore? Poi
prometto che non ti disturbo più.- lo incalzò senza essere asfissiante – Dovrei
andare in centro, ma devo fare in fretta. Mi puoi accompagnare?- La volpe
soppesò la domanda. Quella che saltava gli allenamenti? Anche lui però…quel
giorno non aveva voglia di vedere proprio nessuno, che andasse a farsi benedire
il Gorilla e le sue sgridate! - Dove devi andare?- le chiese, alzando la
sella a passandole il casco rosso alato di Hanamichi. Junko gli rivolse un
breve sorriso, infilandosi il casco e sedendosi dietro di lui – Tatoo
Club.- Rukawa si volse stranito a fissarla, col cascò a metà testa – Tatoo
Club?- - Già.- Lo conosceva quello sguardo. Era lo sguardo di una che
vuole fare qualche pazzia. Bene, la cosa cominciava a interessargli. Dette
un po’ di gas, avvisandola di tenersi forte e sgommò via esattamente com’era
entrato in quei giorni, alzando le gonne delle studentesse e investendo i
professori, che quando si riprendevano gli correvano dietro con gli
spazzoloni. Ma c’era una cosa che però di cui la volpe, incurante com’era,
non si era accorto. Ovvero che tutte le cretine del suo club morivano al suo
passaggio, perché se ne stava andando via con la Kanzaki. La Mihazawa la vide
bene, perché le passarono proprio sotto il naso e illividì di
rabbia. Dannazione, non si era aspettata una tale risposta…
Erano
arrivati finalmente. In una via secondaria del centro, Rukawa fermò la moto
dove la Kanzaki gli aveva indicato, sul retro di un negozietto all’apparenza
piccolo e angusto, con una scritta luminescente al neon blu. - Grazie mille.-
gli disse Junko, levandosi il casco e liberando i capelli – Scusa il disturbo
Rukawa.- - Hn.- lui rimase a fissare la scritta, poi l’interno della
vetrina. L’irritazione di quei giorni gli stava facendo venire strane
voglie. - Cosa vuoi fare?- le chiese apatico come suo solito. - Piercing.-
rispose tranquilla, sapendo bene che invece avrebbe fatto prendere un colpo alla
Kurata, ai suoi genitori, al mister della squadra e pure a Mitsui – Ma non so
ancora se alla lingua o all’ombelico.- - Come mai quest’idea?- - Voglia
improvvisa.- - Capisco.- e rimase immobile, continuando a fissare quella
vetrina. La sua perversa idea stava prendendo forma e Junko se ne accorse,
perché inclinò il capo, per guardarlo incuriosita. - Vuoi venire
dentro?- - Hn.- bofonchiò, spegnendo la moto e ficcandosi il casco nel
braccio. - Se ti viene voglia di fare qualcosa…- e la Kanzaki sapeva bene che
sarebbe successo ma per il momento mise la questione solo in ipotesi -…dì che
sei del quinto anno. Gli darò solo il mio libretto, tanto ho già compiuto gli
anni e poi guardando te non penserebbero mai che ne hai diciassette.
Andiamo?- Non l’aspettò ma la volpe la seguì docilmente e una volta dentro
capì che era nel posto giusto. Venne loro incontro un tizio sulla trentina
con sulle braccia due grandi dragoni che sembravano due opere d’arte. Li
salutò cordiale e chiese cosa volevano. Visto che la Kanzaki voleva il piercing
li fece accomodare sui divanetti in una stanza a parte, mentre l’uomo
controllava la sua carta d’identità. - Hai deciso dove farlo?- le chiese poi,
sorridente – Lingua o ombelico?- - Se lo facessi sulla lingua non
sopravvivrei due giorni.- sospirò la ragazza – Direi all’ombelico. È l’unico
posto dove i responsabili delle gare potrebbero non darmi fastidio. Per quanto
dovrò stare ferma poi? Per lasciar cicatrizzare il buco intendo.- - A dire il
vero puoi fare tutti i movimenti che vuoi ma devi tenere il buco morbido e
sempre ben disinfettato.- le spiegò, passandole una piccola teca dove c’era
dentro dei brillantini – Ci andrà appena un minuto, stai tranquilla. Adesso
scegli l’anello, poi appena si libera la camera possiamo iniziare.- - Hn…-
Junko guardava i brillanti di vari colori – Non so…Rukawa, consigli?- La
kitsune lanciò un’occhiata di sbieco a quei piercing che a lui sembravano tutti
uguali. - Il diamante normale.- bofonchiò, accendendosi un’altra sigaretta
mentre sfogliava un giornale di tatuaggi. - Si, hai ragione. Starà meglio
degli altri.- annuì la Kanzaki – Tu hai deciso? Vuoi fare qualcosa?- - Non so
ancora.- - Prenditi il tempo che ti serve.- gli disse il proprietario del
negozio – Intanto se vuoi venire ragazza…- - Vieni ad assistere alla causa
del mio futuro linciaggio?- lo invitò Junko, alzandosi perfettamente
tranquilla. Kaede la seguì senza fare storie, parecchio interessato. Non
aveva mai visto nessuno farsi il piercing e anche se lui aveva già deciso per il
tatuaggio (cazzo, se Hana l’avesse visto in quel momento!) che avrebbe fatto
saltare le coronarie ad Akagi, voleva proprio vedere la ragazza di Mitsui a
farsi bucare la pancia. Si chiusero in una stanza asettica, tutta bianca, con
delle foto appese alle pareti di tatuaggi pressoché perfetti e il tizio, forse
credendolo il ragazzo della Kanzaki, gli dette un alto sgabello e lo fece sedere
accanto alla sdraia dove Junko si sedette. L’uomo le fece sollevare la camicia e
Kaede si ritrovò a pensare con un addome simile che sembrava di granito quel
piercing avrebbe fatto un figurone. - Mi piacerebbe sapere che dirà Mitsui.-
borbottò, mentre il tizio le metteva dello spray gelido sull’ombelico. - Può
dire quello che gli pare. È un colpo di testa in fondo.- replicò la Kanzaki,
senza fare una piega anche se ora davanti all’ago per il foro non era più tanto
baldanzosa. Fu questione di pochi secondi e se Rukawa trattenne a stento una
smorfia, quando la cannula del buco venne sostituita dal piercing, la ragazza
stranamente non sentì nulla. Non era stato poi così brutto! Fastidioso ma
sopportabile! Tempo cinque secondi ed era già tutto finito. Venne spalmata di
vaselina abbondantemente sull’ombelico, le fu applicato un cerotto quadrato per
tenere tutto chiuso e dopo essere stata riempita di consigli e precauzioni, poté
ritenersi soddisfatta. - Tante storie per niente.- rise Junko, una volta di
nuovo seduta in sala di aspetto. - Già.- - Allora?- gli chiese curiosa –
Hai deciso?- ma prima che rispondesse la kitsune, una ragazza bionda tinta
sempre sulla trentina e con una sirena tatuata sul collo li raggiunse, con un
foglio in mano scarabocchiato a carboncino. - Ecco fatto.- disse sorridente,
porgendo il foglietto a Rukawa – Ti piace?- Junko si sporse verso di lui e
vedendo il disegno non poté trattenere un ghignetto. - Che gusto c’è a fare i
megalomani a metà eh?- frecciò. L’occhiata che le rivolse Rukawa era tutto un
assenso perché la volpina addormentata con la coda vaporosa avvolta su se stessa
era davvero bellissima. - Dove?- gli chiese la donna. E Kaede, che non
era proprio un suicida, le indicò sotto al polso sinistro. Un punto in cui
avrebbe potuto nascondere sempre il tatuaggio con uno spesso orologio e con le
polsiere in palestra. - Lì la pelle è sensibile, farà un po’ male.- l’avvisò
la tizia, facendo cenno di seguirla dentro un’altra stanza che si era appena
liberata da un ragazzo che si era fatto tatuare il nome della fidanzata sul
fondo schiena. - Non importa.- si limitò a dire l’ala piccola, levandosi la
giacca della divisa e arrotolando la manica della maglia bianca. Lo stava per
fare davvero, pensò. Porcaccia, non che ora volesse tirarsi indietro: l’idea
della volpe gli piaceva, anche perché quel nomignolo gli sarebbe stato incollato
per sempre. Il disegno era appena sagomato e molto sottile, quindi niente di
troppo esagerato…e poi gli andava e basta! Al diavolo. Era nervoso e si
faceva fare un tatuaggio, nessuno aveva diritto di rompergli. - Di che liceo
siete ragazzi?- chiese loro la tizia, togliendo dai pacchetti usa e getta un ago
monouso. - Shohoku.- rispose Junko, seduta a gambe incrociate vicino alla
poltrona di Rukawa, curiosa come prima lo era stata la volpe dell’operazione in
corso. - Shohoku eh? Anche io sono stata studentessa lì. C’è ancora il
vecchio vice preside Yoshikawa?- - Si.- rognò Rukawa, pensando al prof di
matematica che odiava con tutte le sue forze. La donna rise, armando
letteralmente di ago la pistola ad inchiostro – Ok, adesso cerca di stare fermo
il più possibile. Non fare movimenti bruschi. Dalla grandezza del disegno ci
vorrà un’oretta e mezza. Pronto?- e senza dargli il tempo di rispondere accese
la pistola. Quel rumore di trapano per la prima volta in vita sua riuscì a far
sbiancare di terrore l’algida kitsune. Si abbarbicò letteralmente alla poltrona,
vedendo andare su e giù freneticamente quell’ago… Che idea di
MERDA!!! Mezz’ora più tardi stava sotto tortura, col polso
in trazione e la pelle pallida come la neve. La Kanzaki continuava a stargli
seduta vicino, sfogliando interessata altre riviste mentre quella maledetta
tatuatrice non stava zitta un secondo. Li stava riempiendo di chiacchiere ma
visto che erano parecchio refrattari entrambi al chiacchiericcio, quella faceva
praticamente dei monologhi senza fine. - Fa male?- gli chiese Junko qualche
minuto dopo, mentre la tizia gli tamponava un po’ di sangue dal polso. -
Secondo te semp…- si zittì, mordendosi la lingua e imprecando – Tutto ok.- -
State insieme ragazzi?- - No,- Junko sorrise melensa alla donna, invitandola
forse a farsi i cazzi suoi – lui gioca in squadra col mio ragazzo.- - Squadra
di basket vero? Sei molto alto.- cinguettò la bionda – Il tatuaggio viene
benissimo, manca solo la coda che è la parte più difficile. Direi che ne abbiamo
ancora per mezz’ora, poi un quarto d’ora per le rifiniture e sei
fuori.- Grazie a Dio! Quel bucherellare lo stava uccidendo! Per non
parlare del rumore di quel fottuto trapano! Prima e ultima volta! Se lo giurò
quando la tizia ebbe finito anche la coda. Ripulì il polso dall’inchiostro
schizzato e quando vide il lavoro finito…bhè, rimase piacevolmente
sorpreso. Ne era valsa la pena. Non avrebbe mai creduto di essere tipo da
fare questo genere di follie ma la mancanza dell’elemento di disturbo nella sua
vita gli aveva sballato il bioritmo. Si lasciò imbrattare il polso di
vaselina, ascoltò gli ennesimi consigli della tizia su come dover sempre
ammorbidire la pelle e furono finalmente fuori che erano ormai le sette di
sera. - Senti Rukawa…te lo lasci offrire un caffè?- gli propose Junko – Sei
più cadaverico del solito.- - Hn.- bofonchiò. La simpatia si sprecava
cazzo… - Guarda che non lo faccio per fare la ruffiana.- gli ricordò – Volevo
solo ringraziarti del passaggio. La tua venerazione di gruppo la lascio a quelle
deficienti del tuo club.- - Grazie, troppo buona senpai.- sibilò – Dai,
sali.- - Bene, c’è un bar dietro l’angolo.- gl’indicò – Ti basterà un caffè e
una dormita.- Dopo aver bevuto una tanica di caffè quasi a testa, aver
rimirato le loro follie pomeridiane e aver sbadigliato a più non posso, i due si
salutarono davanti a casa della Kanzaki che fece appena in tempo a scendere
dalla moto e ringraziarlo ancora una volta perché il suo cellulare si mettesse a
suonare impazzito. Come minimo era Mitsui, così Kaede le dette la buona notte
e se ne andò beato a casa sua. Lì trovò dei messaggi in segreteria, che
ascoltò svaccato sul divano con la l'insolita sigaretta in bocca. Il primo
era di Akagi, ovvero una serie inconsulta di bestemmie per aver segato
l’allenamento. Il secondo messaggio, che lo risvegliò un po’, era di Raim che
dal tono dolce e preoccupato lo pregava di richiamarla per parlare del casino
che stava combinando. Il terzo invece fu del tutto inaspettato e quella voce
irritante risvegliò subito i suoi bollori. - Ciao Kit! Ehi sfigato, come te
la passi?- era Hanamichi da Okinawa e la volpe se ne stupì un po’ – Qua sto
benissimo, ti ho trovato un bel souvenir, se fai il bravo giuro che te lo porto.
Ultima cosa…fuma di meno e tromba di più, è un consiglio da amico. Ciao!- e con
quell’ultima frase quasi fece cascare dal divano il volpino, incazzato
nero. Qualche deficiente della squadra non sapeva proprio farsi i cazzi
suoi!
Quinto giorno, venerdì. - RUKAWA!!!! Smettila di fare falli,
cazzo!- La volpe incassò il collo nelle spalle, con la coda e le orecchie
basse, la solita aria serafica davanti al Gorilla che stava pensando seriamente
di ucciderlo. Aveva buttato gambe all’aria Kakuta con un placcaggio non molto
ortodosso e per ultimo aveva terrorizzato a morte Rei, rubandogli la
palla. Ormai non se ne poteva più. Akagi uscì dal campo mentre la partita fra
quelli del primo fino al terzo anno continuava in un circolo continuo di falli e
piagnistei delle matricole. E la loro volpe era ormai andata fuori di
testa. - Mi piacerebbe sapere che s’è fatto al polso.- gli disse Kogure,
appoggiato alla porta della palestra a prendere aria con Miyagi e Mitsui, che
fumava tranquillo. - E’ vero. Ho notato anche io che è fasciato.- annuì Ryota
– Dite che ha incontrato quegli idioti per strada?- - In effetti non ce lo
direbbe, conoscendolo.- Kogure lo guardò di nuovo preoccupato – Tu che dici
Takenori?- - Dico che è da manicomio, ecco cosa!- sbottò il Gorilla,
fulminando Mitsui con un’occhiata atomica – E tu, pezzo di deficiente! Non ti ho
dato una pausa per venire qui fuori a sputtanarti i polmoni!- - Dio, che
rottura di palle.- sbuffò la guardia – Lasciami vivere. Sto anche smettendo.
Sono fermo a due sigarette al giorno ormai. Tempo un mese e ne sono fuori.- -
Che voglia che ho di romperti le ossa…- - Dai, dai…ragazzi, calma.- li placò
il quattrocchi – Rukawa ha bisogno di una mano. Si vede che è molto nervoso,
dobbiamo cercare di capire cos’ha senza urtargli i nervi e dargli una
mano.- - Quello che gli serve è una fucilata nella schiena!- - Ma allora
siete proprio ritardati…- se ne uscì Hisashi, attirando l’attenzione di tutti e
tre – Non avete ancora capito cos’ha?- - No, sapientone. Cos’ha?- gli
rinfacciò Akagi. - Plebei, non avete capito che si rompe senza
Hanamichi?- Miyagi e Akagi allargarono le bocche a palla, mezzi sconvolti,
mentre Kogure inclinò il capo, illuminato. - Non ci credete?- ridacchiò la
guardia, dando un tiro lento e pigro – Ok, fateci caso: è da quando Hana è
partito che ha cominciato ad annoiarsi, non so se ve ne siete accorti ma in
campo placca solo me. Inoltre ha dei comportamenti molto simili a quelli di quel
cretino, fra cui terrorizzare a morte l’avversario con delle occhiate di fuoco.
Il bestemmiare poi è tutto dato dal surplus di energie che si ritrova ora. Prima
le scaricava facendo a botte con Hana o semplicemente standogli dietro dalla
mattina quando si andavano ad allenare, alla sera, quando facevano insieme il
ritorno verso casa. È in pieno iperattivismo e non sa come convogliare queste
energie. Probabilmente non capisce nemmeno lui perché gli girano così tanto le
palle e diventa ancora più aggressivo. Claro il concetto?- Dopo un attimo di
silenzio, i tre fecero un lungo fischio. - Sti cazzi…- fece Miyagi – Hai
pensato di andare lo psicologo una volta fuori di qua, Hisa?- - Sul serio
Hisashi.- aggiunse anche Kogure – Sei sbalorditivo.- - O forse solo un pazzo
può capire gli altri pazzi.- disse Akagi sarcastico, compresa però perfettamente
la situazione della sua ala piccola – Visto che hai capito tutto comunque, fai
qualcosa no?- - Ah si? E cosa dovrei fare?- sbuffò Mitsui, levandosi la
sigaretta dalle labbra – Mi tingo i capelli di rosso e mi metto una bandana in
testa con sopra scritto Tensai?- - Bhè, non si può mica lasciarlo alla
sbaraglio così.- disse Miyagi – Anche se non credo che sarebbe d’accordo col tuo
responso medico, sai?- - Già, Sakuragi dipendente.- borbottò il capitano – Se
lo viene a sapere ci investe tutti con la moto.- - Sentite, che si dia una
bella scaricata da solo!- disse Mitsui esasperato – Non sono sua madre né suo
fratello!- - Scaricata? Vuoi mandarlo a letto con la prima che passa?-
s’illuminò Ryota. - Scemo, non ha bisogno di trovarsene un’altra.- -
Un’altra?- allibirono gli altri tre e solo allora Hisashi capì la gaffe, così
deviando allegramente il discorso si ributtò in campo, anche se quel testardo di
Miyagi non lo mollò per tutta la sera, continuando a tampinarlo e facendogli
domande a sorpresa, per beccarlo soprappensiero, affinché gli dicesse la
verità. Ma la bocca del caro Mitsui per una volta era saldamente sigillata.
Non aveva voglia di farsi uccidere dalla sua ragazza che tra l’altro era stata
piuttosto sfuggente con lui. A quanto gli aveva detto aveva pure lei saltato gli
allenamenti per andare in un posto…mah, stavano dando tutti di matto! Finiti
gli allenamenti e rimasto illeso dal casino negli spogliatoi, Mitsui scambiò due
parole con Ayako sulla nevrosi della volpe, poi si prese qualche minuto di
tranquillità e si spostò nell’altra ala dello Shohoku, dove c’era la palestra
coperta delle squadre femminili. Gli allenamenti di pallavolo finivano sempre
qualche minuto più tardi dei loro e così avrebbe potuto vedere Junko giocare.
Arrivato davanti alle porte della palestra non si stupì dello stuolo di maschi
che fissavano bavosi la squadra in pieno allenamento e si appoggiò con loro alla
parete. Ogni volta che la vedeva s’incantava sempre… Non dovette aspettare
neanche un secondo per vedere la sua ragazza saltare a rete e rompere il muro
con facilità. La schiacciata andò perfettamente a segno sulla linea di campo e
in quel momento le matricole che le facevano d’avversarie sembravano piuttosto
avvilite. Alcune quasi scappavano quando schiacciava Junko. - Cacchio, la
Kanzaki è sempre fortissima!- disse all’improvviso un tizio accanto a Mitsui,
del quarto anno. - Con lei e la Kurata non avremo problemi neanche
quest’anno!- annuì un altro tizio del quinto, che Hisashi conosceva di vista –
Avete notato che è tornata in squadra anche la Kotobuki?- - Si, credevo fosse
arrugginita ma gli esercizi con la Bambolina devono averla rimessa in
carreggiata!- Un altro boato richiamò l’attenzione della guardia. Junko era
alla battuta. Un colpo…e fu punto subito. Dritto e pulito. I commenti di
quei maniaci si sprecarono e quando l’allenamento finì, si azzardarono ad andare
tutti addosso alle ragazze della squadra, ma Junko non degnò di un’occhiata
nessuno di loro. Infatti notò Mitsui e lo raggiunse, lasciando i pretendenti a
bocca aperta. - Bella partita.- ironizzò la guardia, ricevendo un bacio sulle
labbra. Lei alzò le spalle, con un asciugamano sulla testa – Mezze tacche le
matricole. Non vedo l’ora che la Kurata si tolga quel dannato gesso. Lei era
l’unica che prendeva le mie schiacciate.- - Ti annoi?- le chiese divertito,
passandole la braccia alla vita. - Abbastanza. Ah, senti…devo dirti una
cosa.- - Cosa?- mugugnò, iniziando a baciarle il collo. - Ho fatto un
piercing.- Lapidaria. Una legnata sulla nuca. - Cos’hai fatto?- riecheggiò
lui, sbattendo le ciglia. - Un piercing. E non fare quella faccia, è
sull’ombelico.- - Ma nooooo!!!- attaccò a piagnucolare distrutto, con aria
teatrale – Hai un anellaccio proprio lì?- - Senti, non fare il maniaco. Due
settimane e non dovrò più metterci la vaselina.- - Uffa…- Mitsui la guardò
storto, smettendola di fare il pagliaccio – Potevi dirmelo sai? Ti avrei
accompagnato.- - Veramente mi è venuta la voglia ieri mattina. E poi ci sono
andata con Rukawa.- Rukawa? Ah si, eh? La guardia schioccò la lingua,
lasciando perdere anche se con la volpe avrebbe dovuto farci presto una sana e
bella chiacchierata - Ti è venuta voglia dopo che hai attaccato al muro la tua
amica?- Junko perse subito il buon umore e lui se ne accorse,
sospirando. - Perché non me ne parli?- - Perché non mi va e non c’è niente
di cui parlare. Io non sono mai venuta a darti il tormento su quello che facevi
quando eri un teppista, no?- - Bhè, potresti anche farlo. Io non ho più
niente a che fare con quella vita ormai.- - E io invece avrei ancora a che
fare con la Mihazawa secondo te?- - Da come ti comporti direi di si.- -
Sciocchezze.- sibilò, dandogli le spalle per andare a cambiarsi quando lui la
bloccò ancora. - Chi è il bastardo?- chiese, tranquillo, afferrandole la
mano. Lei si volse lentamente, tanto da sembrare innaturale. - Cosa?-
alitò. - Chi è il bastardo?- richiese, facendosi serio. - Chi ti ha detto
di lui?- Stavolta Hisashi la vide letteralmente irrigidirsi. Quel discorso la
feriva, lo capì dai suoi occhi che non erano più duri e impenetrabili. Stava
male davvero. Senza una parola le passò una mano fra i capelli e glieli
baciò. - Se non ne vuoi parlare, d’accordo…- le sussurrò sulla fronte – Ma io
sono qua. Va bene?- Lei non rispose, stringendo le mani sulle sue
braccia. - Junko?- - Dammi un minuto. Mi cambio e ritorno.- gli disse
sgomenta. La lasciò andare ma questa volta non avrebbe ceduto. Si sarebbe
fatto raccontare tutto, in un modo o nell’altro.
Il week end passò in
fretta e non ci furono incidenti di sorta, anche se qualcuno del Kainan arrivato
a casa sua trovò di nuovo degli chaperon appostati alla sua porta. Shikuda,
tanto per cambiare. Sendoh si era infrattato a fare Sanpei in un qualche lago
del cavolo e così si era levato dalla balle, ma Nobunaga finì in questura per
aver lanciato bottiglie di vetro in mezzo alla strada in testa ai teppisti che
avevano scavato delle trincee di fronte a casa sua mentre Jin dovette
chiudersi nella mansarda dei suoi vicini. Allo Shohoku si erano fatti saggi e
svegli, così Mitsui non uscì di casa sua e anche Miyagi che ormai era diventato
un esperto nel camminare sui muretti aveva preferito chiudersi nella sua stanza,
onde evitare di perdere la pazienza con qualche deficiente in vena di prenderle
di santa ragione. Si era fatto così lunedì mattina e Rukawa si svegliò per
andare da solo al campetto. Senza il do’aho. Accidenti, ma quando tornava?
Solo giovedì. Era troppo tardi…si rompeva, si rompeva! Ma entrato nel
campetto di pessimo umore, anche se un tenue sole stava uscendo dalle nubi scure
di fine novembre, trovò un piacevole diversivo al Tensai. Un’altra testa rossa
lo aspettava seduta sulla panchina. Raim si volse verso di lui quando sentì i
suoi passi alle spalle e gli sorrise, mentre Kaede si chinava a baciarla. -
Ciao.- lo salutò, staccandosi appena. - Hn. Cosa fai qua?- - Volevo
parlare.- Lui sbuffò, lasciando andare la palla, il lettore, i guanti e
preparandosi a un’altra tirata anche da lei si mise seduto al suo fianco, ma il
tono di Raim fu insolitamente gentile. - I ragazzi sono preoccupati.- -
Hn.- - Non sto scherzando scemo.- lo rimbeccò sistemandosi al suo fianco di
tre quarti – Forse te lo fanno capire con sgridate e pugni, ma si stanno davvero
preoccupando. Poi Mitchy ha spiegato perché stai andando in palla e…- -
Mitchy cosa?- riecheggiò cavernoso – Che ha detto quello svarionato?- -
Niente, solo che non sai più dove mettere le energie che prima sprecavi con
Hana.- La guardò per un attimo sbattendo le palpebre, poi si chiese che
metodo usare per ammazzare Mitsui. Il missile anti carro lo usava per
uccidere lui, non i cretini dello Shikuda. - Io sarei nervoso per Sakuragi?-
sibilò. - E poi ha ipotizzato un po’ di stress sessuale ma…- - MA COSA?-
sbraitò alzando la voce e prendendo fuoco come di recente gli capitava spesso,
sotto gli occhi esasperati della sua rossa. – Tesoro, calma.- lo placò lei,
carezzandogli la testolina fumante – Come ti ho detto sono in pensiero.- -
Che vadano al diavolo.- - Proprio hai le fette di salame sugli occhi.- Raim
scosse il capo – Cos’è, ti infastidisce che qualcuno pensi a te?- - Hn.- e si
chiuse a riccio, stizzoso. - Dai, non fare il bambino Ru! Ok, sei nervoso ma
devi cercare di controllarti. Non puoi continuare a far piangere Rei e Nobu
perché ti gira! Hana torna fra quattro giorni, vedrai che andrà meglio.- - Ma
allora sei fissata anche tu.- - Non vedo altra soluzione.- - Non mi girano
per il do’aho.- - No, infatti. Ti girano perché non usi le energie che
scaricavi con lui.- Grr…adesso aveva voglia di mangiarsela viva. Chissà
perché ma quel rosso dei suoi capelli gli faceva pericolosamente tornate alla
memoria quell’idiota. Si, forse avevano ragione tutti quanti. In una settimana
aveva accumulate troppe energie che prima aveva sempre scaricato facendo a botte
e pungolando il do’aho. - Fanculo.- rognò a bassa voce, imbronciato come un
bambino. Raim rise divertita, carezzandogli la nuca delicatamente. - Vuoi
allenarti?- - M’è passata la voglia.- berciò velenoso. - Mamma mia, sei
grave allora. Senti, mi dici dove sei andato giovedì pomeriggio?- - Eh?-
giovedì pomeriggio? Ah, adesso si faceva due ghignate. - Sono uscito con la
senpai Kanzaki.- Raim, che stava bevendo dalla bottiglietta, quasi si
sbrodolò tutta, tornando a fissarlo sconvolta. - Come prego?- - L’ho
portata in un posto.- le spiegò, intenerendosi nel vederla intristirsi –
Sciocca.- aggiunse poi, passandole un braccio sulle spalle – Siamo andati al
Tatoo Club.- - Al Tatoo Club?- Raim ricollegò tutto – Ma allora eri con lei
quando quella matta s’è fatta fare il piercing!- - Già.- La sua rossa era
allibita…e poi, illuminandosi, abbassò il viso sul suo polso fasciato. - Oh
no…Rukawa che hai fatto?- - Il simbolo della fertilità indiana. Ed è bello
lungo.- sibilò sarcastico. - Dai stupido volpino, non fa ridere! Sono giorni
che scleri, che ti sei fatto? Proprio tu poi…mi sarei aspettata una botta di
testa simile da Hana ma non…- ma si bloccò, sospirando. Mitsui era un genio.
Aveva capito proprio tutto. - Allora?- riprese – Mi fai vedere o no?- Lui
nicchiò un po’ ma alla fine cedette e si sciolse la fasciatura, piazzando il
polso sotto il naso arricciato della sua rossa. Dapprima non fece commenti
davanti alla volpina, poi rialzò gli occhi verdi che brillavano divertiti. -
Bella.- disse solo, sporgendosi a baciarlo. Rispose subito con entusiasmo al
suo bacio, infilandole le dita nei capelli e spingendola più verso di lui,
forzandola ad aprire le labbra. Mentre le loro lingue lottavano, riuscì a
sdraiarla sulla panca, mettendosi sopra di lei e iniziando ad accarezzarla
lentamente. Dannazione, stava diventando un’impresa
resistere. All’improvviso lei si staccò, sospirando forte, rossa in viso…e
carezzandogli le guancia. - Sai…sono giunta alla conclusione che dobbiamo
proprio fare l’amore, volpe.- Come faceva a non desiderarla tanto? Sentì
il cuore saltargli letteralmente in gola, mentre con le dita intrecciate in
quelle di Raim la fissava senza riuscire a staccare gli occhi da quella
visione. Si chinò a baciarla di nuovo, stavolta con un tocco leggero e poi si
rimise seduto, tirandola su con lui. - Non qua.- le disse, con la bocca fra i
suoi capelli meravigliosi. - Oh, riesco a controllarmi senza saltarti
addosso.- l’assicurò, infilandogli al contrario le mani sotto alla felpa. -
Getti benzina sul fuoco.- - Hn…forse.- rise, baciandogli il naso dopo di che
si alzò e gli dette la mano. Era ora di andare ormai. Si diressero a scuola
in moto ma Raim gli chiese di nuovo di lasciarla davanti ai cancelli sul retro
dello Shohoku. Ok, ora si preoccupava davvero. Di cosa aveva paura? Non
fece in tempo a chiederglielo che era già filata via, così, confuso e
letteralmente stralunato su queste stranezze veramente senza senso, andò dritto
ai cancelli principali. La mattina passò lenta e oziosa. Una vera
palla. Prima Hansen che faceva il marpione con tutte le ragazze, poi quel
grandissimo rompi balle di Yoshikawa che gli dette il tormento per due ore di
fila, alludendo agli studenti scansafatiche che dormivano e venivano solo per
scaldare il banco. Insomma, una pizza senza fine. Fortunatamente le ore di
lezione finirono e venne il momento di andare in palestra. Sulla strada trovò
Rei e Nobu. I due sobbalzarono, vedendolo arrivare e quasi gli fecero un
inchino. - Senpai Rukawa!- dissero in coro – Bella giornata vero? Va tutto
bene?- Ecco che cominciavano subito a girargli come eliche di una barca. -
Hn.- si limitò a ringhiare, riprendendo la sua strada per non perdere preziosi
minuti di allenamento. In palestra, ancora abbastanza vuota, trovò solo
Ayako, Miyagi, Akagi e…Mitsui, che stava seduto proprio fuori dalla linea dei
tre punti. Aveva una palla in mano e fissava il canestro. - Senpai ma che
succede?- cinguettò Rei raggiungendoli. - Che succede…- rise Ayako – Quella
capra del tuo adorato senpai Mitchy ha appena scommesso con Akagi 10.000 yen che
riesce a fare una tripla seduto per terra.- - Cosa???- si sconvolsero le due
matricole – Ma senpai! È troppa la differenza di altezza!- - Si ma se la
imbuca davvero ti giuro che gli colo un bronzo.- sentenziò Miyagi. - E state
zitti…- bofonchiò Hisashi, che soppesava la palla e sembrava calcolare la forza
da imprimere nel tiro. - Comunque Akagi non è da te scommettere soldi, sai?-
cincischiò Ayako. - Ha rotto così tanto che mi ha fatto perdere la pazienza.-
sibilò il Gorilla – Quando non c’è quel cretino deve per forza rompere le palle
qualcun altro.- insinuò, mettendo in mezzo direttamente Rukawa. Il volpino
guardò altrove ma per una volta era seriamente interessato a uno degli
esperimenti del teppista. Se ci riusciva davvero non l’avrebbe strozzato per
la sua tesi dell’iperattività. E ci riuscì. Il bastardo ci riuscì
davvero! Sconvolgendo tutti quanti e lasciando a bocca aperta perfino Kaede,
alzò le braccia e con una spinta maggiore di quella che aveva sempre usato creò
una parabola altissima. E fu canestro. Alle sue grida esultanti, Akagi
ringhiando come un dannato buttò le banconote in mano ad Ayako, che faceva da
arbitro, poi finito lo spettacolino rimise tutti sotto a lavoro comandando come
un generale. Peccato che la calma durò poco. Finiti i giri di corsa e il
ripasso dei fondamentali per le matricole, all’ennesima partitella scoppiò di
nuovo il putiferio. Forse quell’ibrido di Mitsui doveva aver pensato che per
far sentire meglio Rukawa bisognava adeguarsi alle sue follie, perché altrimenti
come si spiegava il fatto che anche quell’idiota si stesse mettendo a mangiare
le matricole? Erano sotto canestro quando Rei, presa la palla, stava per
tirare ma Ryota veloce come sempre gli fregò la sfera rossa facilmente e…il
povero Manabe si girò già piangendo verso Kaede, che attorniato da un’aura di
fuoco stava letteralmente per ucciderlo. - Senpai…scusaaaa…- - Ti pesa
così tanto vivere???- gli sibilò in faccia, facendolo piagnucolare ancora di
più. - Insomma Rukawa, lascialo in pace!- sbraitò Akagi dal fondo della
palestra – Ha solo perso la palla, sta bravo!- - Perdila un’altra volta e ti
faccio deportare.- minacciò il volpino, tornando al suo posto. Rei,
distrutto, andò a nascondersi dietro alle gambe di Mitsui che cercò di tirarlo
su come poteva ma quando vennero presi in contropiede e Miyagi passò al Gorilla,
che piazzò una schiacciata bestiale, l’irritazione salì alle stelle. - Adesso
scoppia.- borbottò Ayako in panchina, con un sospiro. - Dio, qualcuno faccia
tornare Hana.- aggiunse Raim. E fu come un’apparizione chiamata dal
cielo. Si aprì la porta della palestra, cadde una grosso borsone dello
Shohoku sul parquet e prima che qualcuno avesse potuto capire qualcosa di quello
che stava succedendo, un tornado rosso con una bandana si fiondò in mezzo al
campo e saltò letteralmente sulle spalle di Rukawa, che non essendosi accorto di
nulla, vacillò ma riuscì a tenersi in piedi. - Che diavolo…- sibilò
furibondo. - Ehi kitsune…non ignorarmi…- Si volse sconvolto, trovandosi
Hanamichi letteralmente in braccio. - Do’aho…- - ODDIO, GRAZIEEEE!!!-
ululò mezza palestra. - Senpai, sei tornatoooo!!!- pianse disperatamente Rei,
buttandosi anche lui addosso a Rukawa per stringere più che altro Sakuragi – Ci
sei mancato tantooo!!! Non vedevamo l’ora che tornassi!!!- - Cristo, era
ora.- sospirò Mitsui sollevato. - Meno male.- Akagi stava ringraziando tutti
gli dei del mondo, pure quelli pagani – Meno male!- - Speriamo che adesso
vada meglio.- gli disse Kogure dandogli una pacca sulla schiena – E non si
uccidano subito come al sol…- - LEVATI DALLE BALLE, DO’AHO!- - EHI
KITSUNE! NON TRATTARE MALE IL TENSAI!- - E BASTA FINITELA! NON COMINCIATE DI
NUOVO!- tuonò il Gorilla, facendo tremare tutta la palestra. Bene, a quanto
pareva neanche quel giorno avrebbero potuto allenarsi in santa pace. Col
ritorno della scimmia, la volpe aveva ormai di nuovo il suo bel modo
d’incanalare le sue energie…e ora le incanalava alla grande, visto come si
stavano pestando le ossa sulla linea di metà campo. Dopo che Mitsui, tanto
non si accorsero nemmeno della sua presenza, li prese per la collottola e li
trascinò dolcemente fuori, buttandoli dentro agli spogliatoi, più nessuno ci
fece caso anche se ogni tanto il rumore di una testa sbattuta contro gli
armadietti non era proprio il massimo. - Non è che si stanno spellando sul
serio?- bofonchiò Kogure preoccupato. - Ti giuro che non me ne frega davvero
più un cazzo.- disse angelico Akagi – Se si ammazzano andrò a ballare sulla loro
tomba, te l’assicuro. Avanti, riprendiamo la partita. Yasuda, entra al posto di
Rukawa.- - Si capitano!- Alla fine andò tutto a posto. Dopo una bella
sfogata, ovvero in una mano di botte storica, il caro volpino era ormai tornato
a essere il dolce angioletto incazzoso di sempre, ovvero sua Boriosità con la
paresi in faccia e il sonno incipiente. Figurarsi che schiacciò perfino un
pisolino da in piedi. - Hana grazie!- Ayako quasi lo baciò quando ebbero un
attimo di pausa – Ma come mai sei già qua? Ti aspettavamo per giovedì,
sai?- - Si ma poi mi rompevo…- ghignò Sakuragi, più abbronzato e già pieno di
lividi - ..e qua c’era bisogno del Tensai! Non potevate farcela senza di
me!- - Per una volta non mi sento di contraddirlo.- sibilò Miyagi, staccando
la sua Ayakuccia dal rossino. - Come va la schiena Hana? Tutto bene?-
s’informò Raim. - Tutto ok! Ho solo più qualche arrossamento qua e là.-
cinguettò allegro – Voi? Tutto a posto?- - E’ stata una settimana d’inferno.-
gli chiarì Ayako – Rukawa ha fatto piangere le matricole tutti i giorni, l’Oni
ha ricominciato a far scherzi, la moglie del prof di letteratura cinese è
incinta e Mitsui ha infilato una tripla seduto sul parquet.- - Mitchy ha
infilato una tripla da seduto? Wow!- - Ma hai sentito che ti ho detto razza
di idiota?- - Comunque adesso che il Tensai è tornato non dovete più
preoccuparvi di niente!- riecheggiò di nuovo Sakuragi, battendosi un pugno sul
petto e afferrando Kaede per il collo della camicia, trascinandoselo fuori – Mi
porto via questo rottame, lo faccio disintossicare a suon di calci. Ci vediamo
domani eh? Domenica dobbiamo spaccare lo Shoyo! Ciaoooo!- E se ne andarono
come due furie, lasciando finalmente quella povera palestra che dei loro casini
era ormai satura. Bene, finalmente il Tensai era tornato a
casa!
Due giorni dopo, domenica verso le sette di sera, il palazzo
dello sport era di nuovo gremito. Sendoh era tornato dal lago ed era arrivato
giusto in tempo per assistere al fischio d’inizio. Shohoku e Shoyo. Di nuovo
gli uni di fronte agli altri. Una sfida imperdibile. - Era ora arrivassi
hentai.- Akira ridacchiò, trovandosi accanto Nobunaga e Jin. - Salve
ragazzi. Tutto bene?- - Come no…ho ancora la casa assediata.- cinguettò il
tiratore da tre del Kainan. - Sono schedato in questura per atti vandalici a
causa loro.- sibilò invece la Nobu-scimmia. - Ah, che bella la gioventù.-
disse Sendoh soave – Piuttosto, sembra che Fujima e Hanagata siano molto
agguerriti.- - Già.- sorrise Jin, appoggiandosi accanto a lui – Ma non c’è in
campo il tuo amico Mitsui.- Akira riportò l’attenzione sul mitico parquet,
osservando la formazione dei diavoli rossi. Alla formazione solita dei
titolari mancavano Hana e Hisashi che il porcospino vide svaccati mollemente in
panchina. In campo quella matricola promettente e Kogure al posto loro. -
Non capisco perché Anzai continua a far giocare Rukawa e Sakuragi in set
diversi.- bofonchiò Kyota, appoggiandosi con lui sulla ringhiera – Forse si sarà
rotto le balle di vederli sempre litigare e pestarsi.- - Oppure hanno in
mente qualcosa.- ghignò Jin. - Dubito che un cervello limitato come quello di
Sakuragi possa servire in un qualche piano strategico.- Akira sogghignò alla
battuta, del tutto interessato però a scoprire se le parole di Jin fossero
veritiere. Il campionato era iniziato da un pezzo e non aveva mai visto
giocare insieme quei due…però, forse c’era davvero qualcosa sotto. E poi a
quanto gli aveva detto Hana la mattina si svegliava presto e andava a giocare al
campetto. Che con lui ci fosse andato anche il volpino? Almeno così spiegava
la nuova attenzione di Hana verso gli one on one e il suo stile leggermente più
fluido. In campo intanto Miyagi aveva già alternato il contropiede a quello
di Fujima. Dal secondo anno Ryota era migliorato enormemente e ormai il
capitano e mister dello Shoyo lo batteva solo quando il nanetto non aveva ancora
ingranato la seconda…ma quel giorno Miyagi era caricatissimo. Scartava le
pertiche dello Shoyo con una tale facilità che in campo perfino Rukawa faticava
a stargli dietro per capire che cavolo stesse facendo. L’amore faceva proprio
male, pensò Kaede stoppando un passaggio che rasentava la perfezione e andando a
canestro. Si sentì il solito boato dalle tribune ma anche gli spalti interi
occupati da quelli dello Shoyo non fecero sentire la loro mancanza. Sempre
armati di bottiglie, facevano un fracasso infernale. - Se non la smettono
vedono che fine fanno quelle bottiglie…- sibilò Mitsui seduto in panchina,
seccato. - Lascia stare.- bofonchiò Hana svaccato con la testa all’indietro –
Viene voglia di fucilarli tutti, cazzo.- - Gli hanno fatto fare i prelievi
del sangue a quello dello Shoyo?- ironizzò di nuovo la guardia mettendosi la
maglia della tuta addosso – Sai, con tutte le paste che Fujima mandava giù come
caramelle…- - Già!- lo seguì Sakuragi sempre più divertito – Mi fa ridere
pensare a quello come a un drogato sai?- - Sai come si dice…l’abito non fa il
monaco.- - Si ma Fujima e Hanagata proprio non mi sanno di tossici, c’è
niente da fare Mitchy…- - Bene, bravi ragazzi!- urlarono Raim e Ayako in quel
momento – Dai che siamo in vantaggio! Dateci sotto!- - Ehi volpe!- urlò
Sakuragi per non annoiarsi troppo – Non è che ti sei sfondato i polmoni? Sembri
fiacco!- - Vaffanculo.- fu la gentile risposta, detta neanche a voce tanto
bassa dalla metà campo. Mitsui attaccò a ridere, contento però che Rukawa
fosse tornato alla sua vita da salutista e non gli finisse più le sigarette.
Inoltre sembrava stare al passo col loro scatenatissimo playmaker e insieme
stavano letteralmente facendo faville. Il problema si presentò quando Hanagata
mise la quarta sotto canestro. Infilò una serie di canestri tutti di fila,
passando davanti all’ancora troppo inesperto Manabe e ad Akagi, che doveva
controllare anche quel deficiente di Hasegawa, che voleva solo il suo eterno e
troppo forte rivale Hisashi in campo, così andò a finire che al primo tempo lo
Shoyo era sotto solo di tre punti. - Mi spiace coach.- si scusò Kogure – Io e
Manabe da soli non ce la facciamo.- - Già, servono i rimbalzi.- s’intromise
Akagi, bevendo dalla sua lattina. - Ok!- cinguettò Hana mettendosi in piedi –
Volpe fuori dalle balle, entro io!- - Do’aho.- mugugnò Kaede, asciugandosi la
fronte. - Non per romperti le uova nel paniere Hana ma secondo me ce la
possiamo cavare con Mitchy.- disse Miyagi, seduto accanto alla sua Ayakuccia –
Tu hai ancora la schiena che tira per i graffi e io e Rukawa per ora siamo
andati più che bene. Hisa in difesa è forte e Fujima sente già il peso della
partita. Ancora qualche minuto di gioco e sarà spompato.- - Non c’è da
scherzare con quello.- gli ricordò Ayako – Sei sicuro Ryota?- - Secondo me ha
ragione il tappo.- disse Mitsui – E’ bastato palleggiare basso e ha dovuto
spaccarsi la schiena per stargli dietro. Inoltre è ancora sotto pressione per la
faccenda degli stupefacenti.- - Ahah.- sindacò il play – Come ho detto, me lo
gestisco bene da solo.- - Qua serve solo qualche tripla.- annuì anche
Kogure. - Allora mi scaldo.- disse Hisashi alzandosi in piedi. - Quindi
tu, scimmia spelacchiata e inutile, tornatene a cuccia.- ghignò Akagi
perfido. - Andate tutti a spararvi, branco di bastardi.- piagnucolò Hana
imbronciato. - Eddai, ti tira la pelle dappertutto!- lo prese in giro Mitsui
– Pensa se cadi di culo che male!- - Pensa se prendo una di quelle bottiglie
dello Shoyo dove te la ficco!- - Voi capre volete parlare con un minimo di
decenza!?- li rimbeccò Ayako – Hanamichi, invece di lamentarti pensa a
rimetterti i cerotti sulla schiena e ad incitare la squadra!- - Prima ho
incitato la kitsune, non ti ricordi?- chiese angelico. - Si e s’è sentito
anche a Tokyo come ti ha risposto!- - Tanto è da una settimana che bestemmia
dietro a tutti, dai.- la placò Raim divertita – Adesso concentriamoci ok?- -
Kirara ha ragione!- ruggì Akagi – In venti minuti potremo batterli alla
grande!- - Ammesso che Fujima non rifaccia il lavaggio del cervello a quella
manica di pertiche.- sibilò Rukawa. Infatti lo Shoyo tornò in campo ancora
più agguerrito e stavolta il mitico play dello Shohoku dovette faticare un po’
più del previsto. Fujima riuscì ad andare a canestro parecchie volte ma Akagi
prese alcuni rimbalzi che lasciarono ampio spazio a Mitsui, insieme a un tifo da
stadio ogni qual volta saltava la linea dei tre punti, per infilare triple
micidiali. Il punteggio era di 79 a 70 quando a tre secondi dalla fine
Hisashi infilò l’ultima tripla. Il fischio dell’arbitro e la partita fu
vinta. - Porca miseria.- sibilò Nobunaga – Senza neanche tanti sforzi
ormai.- - Quelli si fanno sempre più pericolosi.- disse anche Jin, sorridendo
come suo solito – Non hanno vinto a caso l’anno scorso. Non credi anche tu
Sendoh?- - Già.- ridacchiò Akira ficcandosi le mani in tasca, pronto a
tornarsene a casa – Contate che Hanamichi non ha giocato, che in campo c’erano
due che non sono titolari, che Miyagi è una dannata faina, che Rukawa e Mitsui
non hanno neanche il fiatone e che quest’anno è l’ultimo per Akagi. Secondo me
hanno ancora parecchie pallottole in canna. Vi saluto ragazzi, ci vediamo.
Attenti quando tornate a casa eh?- - Molto divertente hentai! Mi fai morire!-
gli ringhiò dietro Kyota – Accidenti a lui e allo Shohoku!-
La sera
stessa, Hana se ne stava tornando dal market aperto tutto la notte con la sua
cena. Sua madre era all’ospedale, Mito e gli altri gli aveva proposto una
cena tutti insieme per festeggiare la vittoria ma si era stancato troppo durante
il viaggio in metro, il tifo e la rissa col volpino nel spogliatoi. Non
desiderava altro che una serata tranquilla davanti alla tv ma una volta davanti
alla porta di casa capì che non se ne parlava neanche. - Cosa vuoi?- sibilò,
senza neanche girarsi. Una risatina gli arrivò all’orecchio, mentre Eikichi
Takeru veniva fuori dal parco. Sembrava averlo aspettato apposta. - Come ti
sei accorto di me?- gli chiese senza perdere il ghigno. - Sotto vento la
puzza di voi dello Shikuda è pestilenziale.- gli disse Sakuragi freddo – Allora?
Cosa vuoi?- - Tranquillo, sono solo.- - Non è quello che ti ho chiesto.-
gli disse Hana voltandosi finalmente. - Bella partita contro lo Shoyo.
Almeno ce lo siamo levato di torno.- - Ti è andata bene non averli trovati in
campo. Ripeto: cosa cazzo vuoi?- - Non sei molto amichevole.- -
Vaffanculo.- rise il rossino, maligno – Io e te dobbiamo ancora parlare delle
pastiglie della moto, sai?- - Ah già. Tutto bene fratello?- - Si. Ma in
moto con me c’era qualcun altro.- - Ma davvero? Mi spiace.- - Oh, ti
spiacerà te l’assicuro. C’era il mio migliore amico con me.- Takeru sogghignò
– Spero stia bene.- Hana tacque, fissandolo rabbioso. Dio, che voglia aveva
di spaccargli la faccia. Non sarebbe stato contento fino a quando non avesse
sentito le ossa di quel bastardo rompersi sotto le sue dita. Ma ricordava le
parole di Anzai. Non avrebbe dovuto rispondere a nessuna provocazione e neanche
attaccare per primo. E poi da come si stavano mettendo le cose, quello era
venuto solo per parlare. Bene, avrebbe sentito le sue stronzate. - Cosa
vuoi?- gli richiese per la terza volta. - Parlare fratello, niente di
più.- - E allora parla. Ho fame.- ringhiò Sakuragi – Datti una mossa.- -
Bene, ok.- Takeru tirò fuori una sigaretta e se l’accese, serafico – Sono venuto
a parlare personalmente con te perché penso che faccia a faccia potremo
intenderci meglio.- - Niente squadrone oggi?- lo provocò Hana sarcastico,
desiderando ardentemente poter accendere la miccia che gli serviva – Non hai
paura a venire qua da solo?- - Ti do un consiglio…non tirartela troppo. Io ho
iniziato quando tu ancora andavi alle elementari.- - Ohhh…- Hana alzò le
sopracciglia falsamente colpito – Allora devo tremare.- Il capo dello Shikuda
continuò a ridere, ficcandosi le mani in tasca – Ok, non tiriamola per le
lunghe. Sono qua perché tu dica ai tuoi compagni di ritirarvi.- - Guarda che
strano…ci avrei scommesso.- - Si, capisco. Ritiratevi. È un consiglio da
amico.- - Altrimenti?- Takeru fissò negli occhi Hanamichi, come sondando
il suo animo. - Altrimenti dovrò passare alle maniere forti con voi
idioti.- - Maniere forti…però, quindi le gambe rotte e l’ospedale per te sono
gentilezze, giusto?- - Hai fatto centro.- rispose l’altro soave – Quindi mi
aspetto che domani vi ritiriate, ok?- L’arroganza di quel tizio era
spettacolare. Una tale sicurezza di sé non l’aveva mai neanche vista in Rukawa.
Quello si aspettava davvero che si ritirassero…da dove la tirava fuori quella
sicurezza? - Tu vuoi davvero che io vada dai ragazzi…- iniziò Hana con le
dita sulle tempie - …e che dica a tutti che sua maestà Takeru ordina il nostro
ritiro, giusto?- - No, non voglio. Io PRETENDO.- replicò l’altro con tono
assolutamente dolciastro. - Ma certo, certo.- Hana tornò a dargli le spalle
– Abbiamo finito giusto?- - Mi raccomando.- Takeru tornò per la sua strada –
Non fatemi arrabbiare.- - Si, stanne certo. Ci vediamo!- - Hn…prima di
quanto credi…- Hana lo vide andarsene via tranquillo com’era arrivato ma
quella frase… Quella frase non gli era piaciuta per niente. Quella
minaccia…era rimasta nell’aria.
La mattina dopo, di lunedì alla buon’ora,
si diresse al campetto di umore particolarmente plumbeo. La volpe era già lì
ad allenarsi e quando entrò lo raggiunse legandosi la bandana sulla testa. -
Ciao.- gli disse, senza neanche guardarlo. Rukawa gli scoccò un’occhiata
mentre lanciava a canestro e capì subito che qualcosa non andava. - Do’aho.
Che c’è?- - Cosa? …No, niente.- - T’ha scaricato.- - No, cazzone!
Haruko non mi ha scaricato.- rispose sbuffando. - Allora hai fatto
cilecca.- - Neanche. Io a differenza tua non sono frigido.- - Do’aho.
Allora cosa c’è?- - Niente…- sospirò, andando a prendere la palla e
mettendosi a palleggiare – Ieri sera ho avuto un’interessante conversazione col
capitano dello Shikuda sotto casa mia.- Kaede si bloccò di colpo,
interessato. - Che ti ha detto?- - Di ritirarci. Anzi, l’ha preteso.- -
Era solo?- - Si.- annuì Hana, lasciando a canestro e infilando la palla
facilmente – Sembrava molto sicuro di sé. Ha minacciato di passare alle maniere
forti se non ci ritiriamo entro stasera.- - Hn.- Rukawa riprese la palla,
poggiandosela sul fianco – Niente altro?- - No.- - Mi chiedo cosa possano
fare per farci cambiare idea.- - Anche io. Gli ho fatto capire di andare al
diavolo comunque.- - Appunto.- Kaede lo fissò attento – Mi chiedo cosa possa
fare OGGI per ribaltare la situazione.- Hana si fermò, preoccupato. - Dici
che…- - Non fasciamoci la testa do’aho. Probabilmente è un pallone gonfiato.-
- Non lo credi davvero kitsune.- - Forse.- - Grazie Kit, parlare con
te mi solleva sempre.- frecciò Hana sarcastico – Forza, diamoci una mossa. E’ da
una settimana che non mi alleno!- Terminato il corpo a corpo, altro che
allenamento, Sakuragi ruppe così tanto le palle (Raim aveva fatto la spia!) che
alla fine Kaede acconsentì a fargli vedere il suo benedetto tatuaggio. Ormai era
in via di guarigione e non doveva più spalmarsi di vaselina facendosi ridere
dietro da quella deficiente della sua rossa e la volpina era un vero
capolavoro. - Visto che ti piace il nome che ti ho dato?- frecciò Hana dopo
aver esaminato bene il polso del nemico. - Do’aho.- - Meno male che sono
stato via solo una settimana.- insinuò di nuovo, facendogli perdere il lume
della ragione – Se fossi stato via un mese sarei tornato e ti avrei trovato
donna magari.- - Vuoi già che ti ammazzi?- - Ma vai va!- ghignò l’ala
grande, salendo sulla loro Honda – Forza, muoviti! È tardi!- Arrivarono allo
Shohoku quando cominciò a cadere una lieve pioggerellina e corsero subito dentro
all’edificio. Le lezioni andarono avanti tranquille, niente lasciò presagire
il casino che stava per capitare ma durante l’ultima ora, quella di Yoshikawa,
fra equazioni e algoritmi, il povero Hana venne sbattuto allegramente fuori e
mandato dal preside perché aveva solo cercato di svegliare la kitsune, prima che
il prof eruttasse. In cambio dalla volpe si era preso un pugno e così con un
occhio nero e il dente avvelenato invece di andarsene in palestra dovette filare
in presidenza. Kaede, andandosene via, pensò che quella volta Hana
gliel’avrebbe fatta pagare cara sul serio ma una volta arrivato in palestra
perse il filo della questione visto che Raim, quella cretina, era andata di
nuovo ad allenarsi col club di ritmica. Voleva proprio farsi legare a un
letto e seviziare allora! Aveva appena finito e stava chiacchierando allegra
con Ayako e la Babbuina, nel suo body bianco. Quando lo vide, fece uno sforzo
grandissimo per non volargli fra le braccia. - Mi hanno presa! Mi hanno
presa!- gli sussurrò quando lo raggiunse vicino alla porta. - Dove? Al
manicomio?- sibilò sarcastico. Lei ignorò il suo tono, abbracciandolo forte
per la vita – Ho passato le semifinali! Sono arrivati stamattina i risultati
delle gare di sabato pomeriggio! Mi sono classificata seconda!- Con uno
sbuffo le carezzò la testa, felice per lei. Si vedeva che era al settimo
cielo. E ricordava le sue parole di tanto tempo prima. "Voglio stare
sotto gli occhi di tutti…voglio sentirmi il cuore battere a
mille!" L’adrenalina. Ciò che cercava ognuno di loro in fondo… -
Raim…- la bloccò, prima che tornasse dalle altre. - Si?- gli chiese con gli
occhi lucidi di emozione. - Stasera ti fermi da me?- La ragazza rimase col
nastro stretto al petto e ora l’espressione nei suoi occhi si era
illanguidita. Incurante dei presenti gli si avvicinò molto, si alzò sulle
punte e gli sussurrò all’orecchio un flebile "si" che gli fece venire voglia di
portarsela via all’istante. Le strinse la mano e si guardarono per un attimo…poi
lui se ne andò dritto agli spogliatoi, prima di fare qualcosa
d’irreparabile. - Sono contento per te Kotobuki, davvero.- stava dicendo
Kogure pochi minuti più tardi, negli spogliatoi. - Quando cominciano le gare
nazionali?- le chiese Mitsui, arrivandole alle spalle, baciandole la fronte,
facendo incazzare a morte Rukawa e andando al suo armadietto. - A fine
gennaio.- rispose la rossa tutta sorridente dalla porta, visto che si stavano
cambiando. - Ma va? Allora hai tempo per diventare la prima, no?- cinguettò
Ayako accanto a lei. - Si, certo.- bofonchiò Miyagi, entrando in quel momento
– Ammesso che non si uccida prima!- - Sto benissimo Ryo-chan.- rinfacciò la
rossa. - Chi è che soffriva di iperattivismo?- riecheggiò Mitsui sarcastico –
La mezza sega o Rukawa?- - Non so, anche la senpai Kotobuki va inclusa nella
lista.- ridacchiò Nobu Yaoto. - Ehi Nobu…- lo bloccò Akagi – Dov’è Rei?- -
Oh, arriva subito capitano.- lo rassicurò la matricola – Appena usciti
dall’aula, Rei ha visto Yase Tomigaoka attorno alla sala caldaie e visto che
crede sia lui l’Oni, ha pensato che abbia combinato qualche scherzo. Adesso
arriva.- - E’ davvero fissato il moccioso.- disse Miyagi, levandosi la giacca
della divisa. - Già, ma in fondo Junko ha detto che era una matricola della
sezione G no?- ricordò Ayako – Forse Rei ha ragione.- - Mah…secondo me sono
cazz…- Ryota si bloccò di colpo, fissando pietrificato dentro al suo
armadietto. Un attimo dopo lo richiuse con un botto sordo, spaventando tutti
e facendosi indietro. - Ma che t’è preso?!- sbottò Akagi – Dai i
numeri?- Ma Miyagi sembrava sul serio scosso. Alzò le mani…e le ributtò lungo
i fianchi dopo un’imprecazione. - C’è…c’è un fottuto cane morto nel mio
armadietto!- ringhiò – Cazzo, cazzo!- Scoppiò un putiferio e mentre il play
usciva, furibondo, ed entrava Rei sconvolto da quel macello, Hisashi e Kaede si
scambiarono appena un’occhiata. Mitsui controllò, poi richiuse l’anta
dell’armadietto, con una smorfia. - E’ il cane del custode.- sussurrò. -
Che diavolo ci fa lì dentro?- alitò Ayako sgomenta. - Questi scherzi ormai
non fanno più ridere nessuno…- ringhiò Akagi. - Un attimo gente.- li bloccò
Rukawa, con tono roco e basso. - Cosa c’è?- - Ieri sera…il do’aho è stato
minacciato dal capitano dello Shikuda. Non è successo niente ma quella gli ha
ordinato di dirci di ritirarci entro stasera o avremmo passato dei guai.- - E
adesso me lo dici?- lo fece sobbalzare Mitsui – Voi due cretini credete davvero
che sia una fottuta minaccia a vuoto? Se ci hanno dato fino a stasera stai
tranquillo che prima di ora ce li troveremo tutti addosso!- e senza una parola
corse fuori ancora coi pantaloni della tuta e la maglietta, andando a cercare
Ryota ma si fermò sulla porta degli spogliatoi. Miyagi era in mezzo alla
palestra e fissava un punto preciso davanti a lui. All’ingresso, una ventina
di ragazzi. Sette, otto di loro con la tuta nera e grigia dello Shikuda. -
Cazzo…- sibilò Akagi, uscendo insieme a Hisashi. - Salve signori.- sibilò la
voce flautata di Eikichi Takeru – Siamo venuti a trovarvi.- E detto quello le
porte della palestra dello Shohoku vennero chiuse, affinché nessun avesse potuto
entrare…o uscire.
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Capitolo 11 *** La Resa dei Conti ***
Venti. Dopo averli contati rapidamente,
Hisashi Mitsui osservò uno a uno i loro nuovi avventori, imparando subito a
memoria le armi che si erano portati dietro, ritrovando così una delle sue
vecchie abitudini da teppista che aveva perso da tempo ma che in un'occasione
simile era davvero molto utile. Bastardi. Erano in venti. Venti dannati
bastardi dello Shikuda. Eikichi Takeru, dopo aver fatto chiudere le porte da
due tizi alti sul metro e novanta che non dovevano essere della sua squadra di
basket, lanciò loro un mazzo chiavi...e questi chiusero le due porte. Vedendo
quel movimento, Akagi si sentì male. Avevano le loro chiavi? - Però...-
Takeru si fece avanti a qualche metro da Miyagi, che era rimasto fermo in mezzo
alla palestra, e si mise a guardarsi attorno passando lo sguardo maligno su
tutta l'ampiezza del loro campo - Bene, bene...e così è qua che si allenano i
famosi campioni nazionali.- - Gli ex campioni nazionali, vorrai dire.- Lo
Shohoku volse lo sguardo sul "muro biondo" dello Shikuda, Soichiro Shoji che si
affiancò al suo capitano, portando una catena e una bastone in spalla. I due
gruppi si fissarono a lungo per un immane attimo di silenzio, poi i nuovi venuti
attaccarono a ridere sommessamente vedendo molti dei diavoli rossi
indietreggiare non del tutto sicuri. In pochi stavano sostenendo il loro
sguardo e si contavano sulle dita di una mano quelli veramente pericolosi. -
Non vedo la testa rossa.- ghignò Takeru - Ieri sera ci siamo fatti una
chiacchierata. È stato illuminante.- - Se hai parlato con Sakuragi conosci
già la risposta Takeru.- gli disse Akagi, avvicinandosi saldo per parlare faccia
a faccia - Cosa sei venuto a fare?- - Non vi ha detto che dovevate ritirarvi
entro stasera?- continuò il play dello Shikuda. - Si, qualcosa del genere.-
annuì Takenori, scoccando una rapida occhiata a Shoji che puntava dritto
su Mitsui - Ma se fossi furbo come vuoi far credere di essere te ne
andresti adesso. Sai cosa rischi.- - Ooohhhh...- riecheggiò Yuya Takeshi, ala
piccola del secondo anno con sprezzo - Sentito capitano?- - Non fateci
perdere la pazienza.- sibilò Shoji con occhi assottigliati dal desiderio di
battersi - Allora? Siete tutti qui?- - Dove le avete prese le chiavi?- gli
chiese Akagi, ignorandoli. - Chissene fotte delle chiavi!- lo interruppe
Ryota, vedendo i tirapugni che la metà dei loro avversari si stava infilando
sulle nocche. Se andava avanti così sarebbero finiti tutti all'ospedale! -
Dov'è Sakuragi?- chiese ancora Takeru - Non fatemi incazzare bastardi o la
pagherete cara oggi.- Tutto lo Shohoku tacque...mentre Haruko, Ayako e Raim,
rimaste sulla porta degli spogliatoi, tremavano al pensiero del casino che
sarebbe potuto succedere. Dannazione, dovevano avvisare qualcuno! Hana! Dov'era
Hana? - Dobbiamo avvisarlo.- sussurrò Haruko - Ma se ne accorgeranno!- -
Un tentativo dobbiamo darlo!- la rimbeccò Ayako - Questi è la volta buona che si
ammazzano!- - Ehi ehi...- Uno del gruppo di Takeru, Ken Yuto del quarto
anno, quello col sopracciglio sfregiato, si accorse di loro e sghignazzò,
esattamente come fecero il suo capitano e gli altri suoi compagni. - Abbiamo
pubblico oggi ragazzi.- rise Takeshi, grattandosi indolente il tatuaggio sul
collo. - Ciao sorellina.- disse invece Shoji, scoccando una lunga occhiata a
Raim - Tutto bene?- - Ehi, la riccia me la prendo io...- ghignò qualcuno in
sottofondo e fu la fine. Prima anche che Rukawa potesse mettersi in mezzo
insieme a Mitsui, Miyagi che era già davanti inchiodò Takeru con un'occhiata che
Hisashi conosceva bene. Era tempo di smettere di giocare. - Se qualcuno di
voi fa un passo verso di loro non uscirà da qua sulle sue gambe.- E non
scherzava. I loro avversari se ne accorsero perché per un attimo smisero di
giocare coi loro giocattolini. Prima di andare a pescarli, Takeru si era
informato meglio su di loro e sapeva con chi poteva o non poteva scherzare. -
Te lo dico nuovo Takeru.- disse allora Akagi, sentendo che gli animi si
scaldavano - Vattene via.- - Ehi capo...- rise uno dei giganti dello Shikuda
- Ma non hai detto che erano tosti questi qua?- - Sembrano più delle mezze
seghe.- ghignò di nuovo Yuya Takeshi - O forse sono bravi solo coi fratelli alle
spalle.- insinuò verso Hisashi, che però non fece una piega, ricordando anche
piuttosto divertito come Kay avesse segato le gambe a quel pivellino. La sua
aria ilare fece alterare subito il ragazzo del secondo anno che serrò la mano
sulla spranga. Appena la ebbe alzata per buttarsi addosso alla guardia dello
Shohoku, non finì nemmeno la sua corsa. La mano di Miyagi si frappose fra
Mitsui e Takeshi, bloccò il bastone con facilità e mentre l'ala piccola,
sgomenta, capiva che sarebbe finita a terra, Ryota con un calcio sullo sterno lo
spedì con una rapidità impressionante sul parquet. Si girò poi la spranga fra
le dita, fissando prima Takeshi, poi Takeru. - Chi è il prossimo?- sibilò -
Ora mi avete davvero rotto.- - Miyagi...- lo richiamò il Gorilla ma quelli
dello Shikuda probabilmente non avevano aspettato altro. Takeru ridacchiò,
scoccando una rapida occhiata a tutti i restanti dello Shohoku. - Ne conto
quattro di voi in grado di fare qualcosa.- ironizzò - Volete proprio farvi
mandare all'ospedale eh?- - Sei tu che ti sei portato uno squadrone.- lo
rimbeccò Miyagi con la voce sempre bassa e roca - Cos'è, hai paura?- L'altro
stavolta serrò la mascella, ma non abbassò lo sguardo. - Richiedo...dove sta
Sakuragi?- - Vaffanculo.- s'intromise allora Rukawa. - Simpatico. Capo, ce
ne occupiamo noi di lui...- Kaede registrò appena i due tizi dai capelli
rasati, alti sempre sul metro e novanta, che in mano avevano catene e...un
coltello. Riportò lo sguardo su Takeru, fregandosene. Quel verme però
sembrava essere interessato ad altro e la volpe, quando se ne accorse, si sentì
veramente male per la prima volta in vita sua. - Ciao Kirara.- disse il capo
dello Shikuda, accendendosi una sigaretta e fissando avidamente la rossa sulla
porta degli spogliatoi - Se mi dai un secondo vengo subito a parlare con
te.- Kaede per tutti risposta si piazzò in mezzo alla loro visuale e dalla
sua faccia, Takeru capì subito che forse il pivello aveva qualcosa da ridire. La
cosa lo divertì ampiamente e ciccò a terra, sprezzante. - Eikichi...va via.-
s'intromise allora Raim, facendosi leggermente avanti, con le mani nascoste
dietro alla schiena - Non fare lo stupido! Se adesso scatenate rissa verrete
tutti quanti sbattuti fuori!- - Tesoro...non noi. Loro.- - Non ti andrà
sempre bene, Takeru.- sibilò Takenori duro. - Oh, stavolta andrà bene,
credimi.- rise quello che sembrava il gatto pronto a mangiare il topo - Vedi
Akagi, come tu hai fatto perfettamente notare prima...ho le chiavi della vostra
palestra. Strano eh?- - Chi te le ha date?- sibilò Rukawa. - Un uccellino
che è pronto a giurare di avervi visti attaccarci, con foto in mano.- -
Foto?- Miyagi emise un gemito sarcastico - Oddio...ma l'avete sentito questo
qua? Ehi fratello,- aggiunse dopo aver perso ormai ogni briciolo di pazienza che
gli era rimasto - se hai tanta paura di giocare a basket sul campo in una sfida
regolare forse è meglio che ti dai all'ippica, sai?- A quell'uscita Mitsui
ghignò leggermente, facendo finta di nulla ma i grigio neri non la presero
bene. Takeshi si era ormai rialzato in piedi, il naso che colava sangue e il
dente avvelenato, ma i suoi compagni non erano da meno. Erano troppi, erano
davvero troppi. Non potevano farcela. Gli restava un'unica soluzione. -
Prima di prenderci a mazzate...- s'intromise Hisashi, catalizzando l'attenzione
di tutti -...che ne dite di risolvere la cosa più facilmente? Uno a uno
intendo.- - Col basket?- ghignò Ken Yuto - Che pacifista.- - No, non fino
a questo punto.- lo zittì Mitsui serafico - Qualcuno di voi gentiluomini
immagino che conosca le regole del galateo della strada.- Soichiro Shoji per
un attimo credette stesse scherzando...poi i suoi occhi brillarono. -
Bracciolino.- gli disse, roco. - Esatto.- ghignò Hisashi, mentre
Miyagi, l'unico che avesse capito, stentava a credere alle sue orecchie. -
Bracciolino?- Takeru scoccò un'occhiata piacevolmente stupita alla guardia dei
diavoli rossi - Mitsui, non hai smesso di fare il teppista due anni fa? Non ce
la farai mai.- - Un attimo Mitsui!- Kogure era impallidito - Si può sapere
cosa vuoi fare?!- - Che storia è senpai?- sussurrò anche Rei, accanto al vice
capitano. - Accetti?- chiese Mitsui, ignorando i compagni di squadra. - Mi
sfidi?- ghignò Shoji mentre Raim tremava - Se reggi i tuoi compagni non li
tocchiamo neanche con un dito.- - Un momento, porca puttana!- sbraitò Akagi
andando a prendere Hisashi per il collo della maglia sbracciata - Mitsui, che
diavolo vuoi fare eh? Cos'è che avete in mente?- - Bracciolino.- ghignò
Takeru, illuminandolo - La tua preziosa guardia ha sfidato il mio vice. Ha
appena accettato di farsi tirare legato a una moto. Se finito un giro di
cinquanta metri si rimette in piedi, ha vinto.- Rukawa, Akagi, Kogure, Raim,
Ayako e tutti gli altri trasecolarono. - Cosa?- riecheggiò il gorilla -
Mitsui, sei completamente fatto?!- - Se non altro in mezz'ora me la sbrigo.-
rise la guardia, sicura di sé - Non ci credi?- - Hai idea di cosa sono
cinquanta metri trascinato da una moto??- urlò anche Kogure - Hisashi
ragiona!- - Ci ho già pensato.- replicò, fissandoli - E siamo troppo pochi.
Inoltre ci sono le ragazze. Come vogliamo fare?- - Si ma così ti farai
ammazzare!- gli sibilò Akagi. - Tranquillo Gorilla. L'ho già fatto.- e senza
dire nulla del loro sconvolto, portò lo sguardo su Ryota e Kaede.
Silenziosamente affidò tutto a loro due, poi riassumendo la sua aria arrogante
andò di fronte a Shoji, sollevò il polso e si fece ammanettare senza
lamentarsi. - Mezz'ora.- disse Takeru verso quel bastardo biondo platino -
Fra trenta minuti vi telefono.- - Nel frattempo non alzare un dito su di
loro. Ok?- aggiunse Mitsui con vocetta stucchevole. - Su questo hai la mia
parola.- - Che vale tanto quanto la mia.- ghignò Hisashi, mentre alcuni
teppisti riaprivano le porte per far passare Shoji. Sarebbero andati via in moto
ma ovunque l'avrebbe portato, Akagi stavolta temeva sul serio che
gliel'avrebbero riportato a brandelli. Dannazione! Che idiota! - Adesso sei
tutto mio, bello.- ghignò Shoji, tirandolo con forza per il polso. - Oh, ci
puoi scommettere.- - Ciao Hisa. Io mi metto comodo.- bofonchiò invece
Miyagi, stupendo tutti e sedendosi a terra tranquillo. - Senpai...- alitò Rei
- Come fai a stare così calmo?- - Perché gliel'ho già visto fare.- rispose
Ryota - Dategli tempo.- - Sicuro?- chiese anche Rukawa, senza staccare gli
occhi da Mitsui fino a quando non sparì oltre la porta chiusa della loro
palestra - Ne uscirà in uno stato pietoso.- - Quando l'ho conosciuto
rimediava pochi graffi. Ora è arrugginito...ma ce la può fare.- C'era però
chi dubitava fortemente delle intenzioni dello Shikuda. Infatti Raim se ne
accorse subito. Lo conosceva Takeru...avrebbe finito per scatenare la sua
maledetta rissa, in un modo o nell'altro. Anche se alcuni si erano svaccati a
terra, girandosi fra le mani catene e tirapugni, i titolari della squadra erano
rimasti in piedi e solo il pensiero che Mitsui era ammanettato a quel bastardo
poteva far sentire un po' meglio Akagi. Gli costava dirlo ma la guardia aveva
avuto ragione. Loro erano troppo pochi. Osservò gl'invasori che si
scambiavano scommesse su come Mitsui sarebbe tornato a brandelli e intanto il
gorilla vide anche che la volpe non sembrava perfettamente gelida come suo
solito. Takeru continuava a fissare le ragazze sulla porta degli
spogliatoi...lo ammazzava! - Toglimi una curiosità Takeru.- cominciò Akagi,
cercando di prendere tempo - Il tizio che ti ha dato le chiavi è quello che ha
messo quel cane morto nell'armadietto?- - Però, che perspicacia.- rispose
l'altro caustico - Dovreste stare più attenti alle vostre cose.- - Già,
entrare qui è stato facilissimo.- rise Yuto, palleggiando svogliatamente seduto
accanto a Kikuji. - Per non parlare di come sarà facile per Shoji far passare
quel ghigno dalla faccia del vostro bastardo.- aggiunse Takeshi gelido - Faceva
tanto il figo ma secondo me dovrete raccoglierlo con la spugna.- -
Esattamente come te un mese fa, vero imbecille?- rise Miyagi. - E sta zitto!-
sbraitò quello del secondo anno, balzando in piedi furibondo. - Sta buono.
Non fartele dare di nuovo.- - Vedrai che non avrai più tanto da ridere fra un
po'?!- - Hai degli amici focosi Kirara.- rise di colpo Takeru, buttando a
terra il mozzicone della sigaretta - Ma io e te dobbiamo ancora parlare di una
certa cosetta. In privato.- Raim serrò i denti ma quando il migliore amico
del suo fratellastro fece per avvicinarsi di nuovo a lei, si trovò di fronte
alla barriera fisica di Rukawa. La ragazza si portò le mani alla bocca.
Oddio...Kaede stava rischiando moltissimo! E non lo sapeva! - Spostati.- gli
sibilò il capo dello Shikuda. - Fai un passo e sei finito.- replicò Rukawa
roco. - Che cazzo vuoi eh?- Eikichi sogghignò maligno - Se vuoi rogna ti
faccio giocare con qualcun altro.- - Mi hai stufato...mandi sempre avanti gli
altri...- Kaede assottigliò pericolosamente gli occhi. - E tu fai troppo
l'eroe per i miei gusti.- e senza il minimo preavviso caricò un pugno fortissimo
che prese la kitsune in pieno stomaco. Alla risposta di Rukawa, arrivata
altrettanto in fretta, Takeru cadde pesantemente a terra...e si scatenò
l'inferno. In un attimo una decina di teppisti balzò addosso al gruppo dello
Shohoku e Kaede venne preso e buttato a terra da due colossi armati di catena.
Fra le grida delle matricole e delle riserve, vennero letteralmente accerchiati
su tutti i fronti e a fermare quell'avanzata fu impossibile. - Maledetto
bastardo!- ringhiò Miyagi, spedendo a terra Yuto con un calcio micidiale nel
basso ventre - Avevi promesso che avresti aspettato la loro chiamata!- - No,
veramente hai capito male.- ghignò Takeru fissando Kaede a terra con le mani in
tasca - Veramente gli aveva promesso che i ragazzi non avrebbero alzato un
dito...- - Già...infatti stiamo alzando le spranghe, coglione!- urlò Takeshi
avventandosi alle spalle del play dello Shohoku. - Eikichi basta!- Raim
dovette urlare per farsi sentire, terrorizzata dal coltello che uno di quelli
che teneva fermo Rukawa aveva in mano - Non è necessario tutto questo!- - I
tuoi amici mi hanno rotto, Kirara.- ghignò quello, volgendosi verso di lei e
cominciando a raggiungerla, mentre la ragazza di rimando indietreggiava - Devono
ritirarsi. Per volontà loro o dovessi anche mandarli tutti in ospedale lo
faranno!- - Ayako...- sussurrò la rossa un attimo prima che il capitano dello
Shikuda le volasse addosso - Ti prego...chiama Hana...chiamalo!- e un attimo
dopo la spinse via, proprio quando Takeru l'ebbe presa per mano e trascinata
dentro agli spogliatoi. - Raim!- urlò Rukawa da terra, caricando un potente
manrovescio che piegò a terra uno dei due colossi che lo schiacciavano a terra -
Raim!- Non fece in tempo a raggiungerla che venne di nuovo gettato a terra.
Lì ricevette una serie di pugni nello stomaco e a nulla valsero i suoi richiami.
Se non altro Ayako era riuscita ad attaccarsi al cellulare...ma dovette
lasciarlo cadere quando altri tizi arrivarono addosso a lei e a Haruko.
Sbiancando cercarono di levarseli di torno, sfuggendogli, ma alla fine solo
Ryota riuscì a sistemarli, già stanco e ansante per i numerosi colpi inferti e
subiti. Dannazione! Erano sempre troppi! Andato agli spogliatoi trovò la
porta chiusa e sbiancò. Raim... Dentro intanto Takeru fissava la sua
preda con aria divertita. - Non sei cambiata.- le disse, sorridendo appena
mentre la rossa si fermava contro un armadietto, sempre con una mano ben
nascosta dietro alla schiena - Non dimostri mai la tua paura...- - Il fatto
che tu me ne incuta dimostra a che punto stiamo bene insieme no?- replicò lei
sarcastica. Lui rise di più, guardandola da capo a piedi - Ti sta bene il
bianco.- - Cosa vuoi Eikichi?- - Lo sai cosa voglio.- disse tranquillo,
avvicinandosi lento come un felino - Ma non mi piace sentirti urlare.- - In
compenso rompere le ossa agli altri ti risulta più orecchiabile?- Raim
digrignò i denti. Aveva in testa solo Kaede...solo lui. Al solo pensiero di quel
coltello si sentiva morire. - A cosa pensi?- - Al fatto che ti stai
giocando di nuovo la nazionale.- - Non dirmi balle.- le disse, piantando di
colpo la mano contro l'armadietto, facendola sobbalzare lievemente - Kirara,
Kirara...sei sempre bellissima. Eppure c'è qualcosa di diverso.- - Lasciami
Eikichi.- - Perché? Adesso non c'è più il tuo ragazzo. A proposito, come
sta?- - Bene.- rispose lei, piatta. - Peccato. Speravo gli fosse esploso
il cuore...- e a quell'uscita Raim non si contenne più. Alzò il braccio e gli
dette un violento ceffone, che gli fece girare il volto arrossato. Lei lo vide
ghignare, col sangue alla bocca. Takeru se lo pulì appena col pollice,
leccandosi il dito. - Mi fai venire una voglia tremenda così...- sussurrò e
un attimo dopo la incollò all'armadietto col suo corpo, divorandole
letteralmente le labbra. La ragazza attese un solo secondo, il tempo di sentire
la sua lingua violarle la bocca e poi agì. Alzò il braccio nascosto dietro alla
schiena e Takeru urlò forte, sentendo un dolore atroce alla testa. Cadde a
terra, tenendosi la tempia sanguinante e Raim fuggì via, tenendo stretta la
clavetta che le aveva regalato un tempo minimo per correre dagli altri. Ma
una volta fuori, in palestra, vide che le cose peggioravano. Kaede era ancora
a terra, che rischiava di farsi strozzare da Takeshi e un altro gigante, Akagi
che ne teneva a bada sei, Rei e le matricole che si difendevano in gruppo.
Miyagi stava ancora cercando di proteggere Ayako e Haruko... Con le labbra
sporche del sangue di Takeru, cercò di aiutare almeno la kitsune. Takeshi non
se ne accorse neanche fino a quando non sentì un dolore atroce alla
fronte. Si prese una delle due clavette di Raim in testa e s'inginocchiò,
distrutto. Questo dette a Rukawa la spinta per rimettersi in piedi, spaccando
quasi la mascella al colosso che lo strozzava con un calcio. Si rialzò, col
collo candido pieno di lividi, fissando Raim come impazzito. Stava
bene...stava bene... Non fece in tempo a dirle di andarsi a nascondere che
però venne di nuovo assalito...e la rissa entrò nel suo vivo.
Intanto
Hana stava uscendo sospirando dalla presidenza. Mamma mia, aveva ancora la
testa piena dei rimbrotti del vice preside. Yoshikawa proprio odiava sia lui che
Rukawa. Non li poteva vedere. E dire che comunque lui s'impegnava abbastanza
nella sua materia. Mah, che andasse al diavolo. Sbadigliando come un
dannato si preparò ad andare in palestra e a farsi spaccare la testa dal
Gorilla, visto il ritardo di più di un'ora, ma negli spogliatoi interni se la
prese comoda comunque. Infilandosi la tuta nera e rossa dello Shohoku guardò
anche svogliatamente il cellulare. C'era una chiamata persa da parte di
Ayako... Uscì nei corridoi con la sacca in spalla e fuori in cortile non
trovò quasi un'anima ma arrivato a pochi metri della palestra sentì che qualcosa
non andava. Non sentiva...rumore di palleggi. Corrucciò la fronte ma uno
strano gelo gli s'insinuò nelle vene. Raggiunte le porte e abbassata la
maniglia trovò tutto chiuso. Poi le grida, i passi veloci, i colpi. -
Merda...- batté forte un pugno contro la porta, sconvolto - Aprite! EHI
APRITE!!!- Dall'interno Rukawa sentì la sua voce, esattamente come tutti gli
altri. - Cazzo, cazzo!- sbraitò Ken Yuto - Ehi Take! Ce n'è uno fuori!- -
Allora diamoci una mossa.- sibilò il capitano dello Shikuda - E non aprite
quella fottuta porta, chiaro?- - HANAMICHI! HANA!- urlò Miyagi. - Ragazzi
aprite! Aprite questa porta!- gridò il rosso da fuori, continuando a picchiare
forte ma a nulla valse l'uso della forza bruta. Continuò a sentire urlare tutti
i suoi compagni e si mise le mani nei capelli. Dio, non sapeva cosa fare. Non
sapeva come entrare! Aveva paura che si stessero veramente ammazzando! Poi,
di colpo, gli tornarono alla mente le parole di Mitchy. La Kurata... Corse
come un matto verso l'altra ala dello Shohoku, verso la palestra femminile,
parlando al telefono con Yohei accorato e pregandolo di raggiungerlo
subito. La squadra di pallavolo si stava allenando in quel momento e il
fracasso procurato dalle schiacciate della Kanzaki era fortissimo, ma non riuscì
a coprire le porte sbattute all'ingresso turbolento di Hana. Le ragazze lo
guardarono sconvolse, mentre si piegava sulle ginocchia, col fiatone. -
Hanamichi.- Junko bloccò la partitella, fissandolo stranita - Che succede?- -
Senpai...- alitò il rosso, riprendendo fiato - La Kurata...la senpai Kurata!
Dimmi dov'è! Ho bisogno di lei!- - Ma si può sapere che succede?- -
Aiutami, per favore!- urlò quasi, stavolta facendola sbiancare - Lo Shikuda ha
chiuso i ragazzi in palestra! Si stanno massacrando, ma le porte sono chiuse,
non riesco ad entrare!- - Merda! - sibilò Junko, buttando a terra la palla e
correndo agli spogliatoi. Lì si mise a urlare e ne uscì con Naomi Kurata, in
tuta, stupita da tutto quel baccano. Hana le ripeté tutto sempre più in fretta,
quasi si mise in ginocchio perché l'aiutasse e la ragazza non ci mise molto a
pensarci. Fermò gli allenamenti, ordinò a tutte le compagne di seguirla e dopo
aver preso la sua tracolla si tirò dietro Hana e Junko. Ritornati davanti
alla palestra trovarono Yohei e gli altri e la Kurata si mise subito al lavoro,
accucciata davanti alla serratura delle due porte. Le sue compagne invece
facevano da palo, preoccupate e spaventate si, ma anche molto vigili. -
Cristo...si stanno ammazzando!- sibilò Mito, sentendo continui colpi e
grida. - Quelli ci vanno giù pesante sul serio.- ringhiò anche Noma - Hana,
una volta aperte le porte dovremo fare tutto in fretta.- - Senpai, quanto ti
ci va ancora?- la incalzò Junko frenetica - Muoviti!- - Faccio quello che
posso, dammi tempo.- replicò la Kurata, armeggiando con una rudimentale forcina
- Non ho neanche dietro gli attrezzi giusti!-
Dentro invece erano
arrivati alla fine delle loro energie. Miyagi era trattenuto da ben tre tizi
per le spalle, con Takeshi che continuava a colpirlo allo stomaco e direttamente
sulle costole con un bastone. Akagi era chiuso in un angolo, gli altri o a terra
gonfiati di pugni o trattenuti. E Rukawa...stava ancora steso sul parquet,
stretto per le braccia dai due colossi che Takeru si era portato dietro. Quel
bastardo stava proprio dietro di lui, a guardare i suoi amici pestarlo, col
ghigno sulle labbra. - Adesso la finite di fare i duri eh?- ridacchiò perfido
- Allora? Rinunciate o no?- - Vaffanculo!- ringhiò Kaede. Gli arrivò un
pugno in faccia e sputò del sangue, ma tornò a fissarlo. - Allora? Te lo
richiedo. Mollate o no?- - Vai-a-farti-fottere.- scandì Rukawa, parola per
parola. Gli arrivò un colpo dritto allo sterno che fece scoppiare a ridere
tutti quei maledetti, poi il cellulare di Takeru si mise a squillare. Eikichi si
volse vero Raim, che era tenuta stretta fra le braccia di Kikuji, continuando a
ridere, senza perdere mai la sua aria sicura. - Il tuo fratellino ha
sistemato Mitsui.- sibilò e si portò il cellulare all'orecchio, accedendosi
l'ennesima sigaretta. - Soichiro? Però, ci hai messo poco. Venti
minuti.- Dall'altra parte sentì lo schiocco di un altro accendino e sorrise,
divertito. - Come sta? A pezzi vero?- - Si...- sibilò una voce a lui
sconosciuta, che lo fece pietrificare - Sta proprio a pezzi.- Tutti presenti
si fermarono quando lo sentirono silenzioso...e poi la risata di Miyagi spezzò
quell'atmosfera innaturale, facendo rabbrividire i titolari grigio neri. -
Allora Takeru?- lo schernì Ryota - Dì un po'...chi ha vinto eh? Salutamelo già
che ci sei.- - Bastardo.- gli ringhiò per telefono - Se ti prendo sei finito
Mitsui.- Hisashi, seduto su un gradone di cemento davanti al mare, dette un
breve tiro di sigaretta, cercando di non svenire per il dolore. Rise al
cellulare, poi lo spense, dicendogli chiara e tonda un'ultima cosa. - Ehi
Takeru...attento alla porta.- mormorò a bassa voce, mentre il sangue gli colava
dalla schiena e dai graffi sulla tempia sinistra - L'uragano potrebbe portarti
via.- e gettò il cellulare ai piedi di Soichiro Shoji che giaceva privo di
conoscenza con il volto riverso nella sabbia, accanto alla sua moto
ribaltata. - Porca puttana!- sbraitò Takeru, richiudendo il telefono con uno
scatto brusco e sputando a terra - Voi teste di cazzo mi avete davvero
esasperato! Vediamo se così vi convinco! Tada, fai vedere al nostro amico che
ormai non scherziamo più!- A quell'ordine, uno dei due giganti col piercing
al naso che stava tenendosi a terra Rukawa, seduto praticamente sul suo torace,
estrasse il coltellino come Raim aveva temuto. - No, fermo!- urlò Akagi -
Takeru ma che cazzo fai?!- - Adesso ve lo richiedo per l'ultima volta.-
sibilò il capitano dello Shikuda, ormai al limite della pazienza mentre la lama
del coltello si avvicinava all'occhio sinistro di Rukawa - Vi ritirate si o
no?- - EIKICHI NO!- strillò letteralmente Raim, agitandosi come un pazza -
NON LO TOCCARE!- - Sei impazzito!?- urlò anche Miyagi. - Allora?- tuonò
Takeru, fissando gli occhi blu di Rukawa senza sentire i lamenti degli altri -
Vi ritirate? Se non lo fate giuro che gli faccio cavare un occhio! Non scherzo
cazzo!- Quella lama. Kaede se la sentiva premere sotto l'orbita, vedeva i
suoi aguzzini...e sentiva Raim, le sue urla, le sue preghiere. Ma
rinunciare...alcuni colpi alla porta e l'immagine di Hanamichi gli si parò
davanti, nella mente. - Adesso basta, smettetela!- - Takeru cosa
facciamo?- gli chiese il colosso. - Akagi...- ringhiò il play dello Shikuda -
Vi ritirate? Mollerete?- Il gorilla lo fissò fra le tante facce presenti, fra
i lamenti dei feriti, il sangue che sporcava il parquet... - Ehi
bastardo...- Tutti quanti, col cuore il gola, portarono lo sguardo su Kaede.
E fu la fine. - Vai all'inferno!- - Tada...- sibilò Takeru. Un grido
lacerante e Raim si coprì il viso, scoppiando a piangere, disperata. Fra le
altre grida terrorizzate, Miyagi non riuscì più a trattenersi. Si divincolò e
riuscì a liberarsi, afferrando finalmente Takeshi per il collo e sbattendolo al
muro. Lì l'ala piccola si afflosciò, poi toccò agli altri. Akagi e Kogure
fecero lo stesso, animati da una rabbia incontrollabile...mentre Takeru fissò
impassibile il sangue colare a terra, la lama sporca di rossa e il ghigno dei
suoi amici. Rukawa stava a terra...girato a faccia in giù, con una mano sul
volto... - Tada...la spranga.- ordinò. Il suo amico gli passò il bastone
di ferro e Takeru, facendo il giro, si trovò di fronte al gruppetto che teneva
ancora fermo Kaede. Sorrise, alzando il viso su Raim...poi puntò gli occhi
freddi sul ginocchio della volpe. - Dì addio alla tua carriera campione.- e
levò in alto l'arma. Tutto il resto fu visto dagli altri come al
rallentatore. In un attimo, Kikuji ricevette una fortissima gomitata in viso,
che lo stordì quel tanto che bastava per permetterle di liberarsi. Poi, senza
pensarci, Raim si parò di fronte a lui, a scudo...e Kaede sentì distintamente il
suo gemito di dolore, il suo grido sottomesso, quando la sua ragazza ricevette
il colpo sul braccio sinistro, incrociato con l'altro. Fu così veloce che
nemmeno la prontezza di riflessi di Takeru riuscì a salvarla. Con gli occhi
sgranati, il ragazzo la vide sobbalzare indietro...e finire direttamente fra le
gambe di Rukawa. La volpe la prese al volo...e da quel momento non sentì, non
capì e non volle più vedere nulla. Un profondo taglio sopra al suo
sopracciglio gli stava inondando l'occhio di sangue ma gli sembrava di vedere
tutto rosso comunque. Con Raim stretta al suo petto...la sentiva fremere,
piangere...il polso sinistro stretto nella mano destra. Tutto a pezzi...era
andato tutto in pezzi.
"Voglio stare su quel palco...voglio sentirmi
addosso gli occhi di tutti..."
"Tu pensi sempre al basket vero? Io sto
ancora cercando quella cosa che non mi faccia pensare a
nient'altro..."
"Voglio sentire il cuore che mi scoppia, mentre tutti
applaudono...mi capisci?"
Lentamente, quasi in maniera innaturale,
Rukawa le posò le mani sulle spalle e le baciò appena una tempia, sussurrandole
qualcosa e poi si mise in piedi. Col sangue che gli colava su tutta la parte
sinistra del bellissimo volto, si tolse la fascetta nera dall'avambraccio e se
l'attorcigliò stretta sulle nocche. Poi si stracciò la maglietta e con le bende
ottenute si legò strette anche quelle sulle nocche della mano destra. E poi
non ci fu più il verso di fermarlo. Si avventò come un predatore addosso a
Takeru che, ancora sconvolto per quello che aveva fatto colpendo Raim, non
riuscì a sostenere una forza del genere. Sconvolto e terrorizzato a morte da
quegli occhi che non aveva mai neanche potuto pensare potessero trasformarsi
così, picchiò violentemente la testa a terra ma quello fu solo l'inizio. Pugno
dopo pugno, dolore e stordimento si alternarono ma non si placarono mai, come
non si placò la forza e la rabbia sorda con cui Kaede iniziò a colpirlo
freneticamente in pieno viso, macchiandosi di sangue la fascetta e le nocche.
Non gl'importava dove colpiva, non gl'importava di chi gli urlava di fermarsi,
né chi cercava di farlo smettere. Si levò di dosso amici e nemici, infierendo in
maniera quasi disumana contro un avversario che ormai non poteva più neanche
muovere un muscolo. Avvertì a malapena Raim in lacrime, aggrappata alla sua
schiena che gli urlava, lo supplicava di fermarsi. E non sentì neanche la porta
della palestra che si apriva di scatto, non sentì gli altri entrare, non vide la
fine che fecero i teppisti dello Shikuda...poi qualcuno, più forte di lui,
riuscì a strapparlo appena in tempo dall'oggetto del suo odio più
feroce. Kaede si sentì afferrato e sollevato di peso, poi spinto via. Fece
per colpire anche quell'intruso ma il suo pugno venne fermato da
Hanamichi... Si riprese dopo molti secondi, rivedendo negli occhi del do'aho
la realtà in cui erano piombati. Aveva le mani sporche di sangue...la
fascetta nera quasi irriconoscibile... - Basta.- gli sussurrò Hana
implacabile - Basta, finiscila.- - Lasciami.- gli ringhiò Kaede -
Lasciami!- - La stai spaventando, smettila!- sibilò allora il rossino - Non
te ne accorgi?- Tutto riprese forma, consistenza. Il suo obiettivo era ormai
a terra, ridotto a una poltiglia mugolante. Il cuore tornò a battere e quando
si volse, trovò Raim a un passo da lui. Gli occhi inondati di lacrime,
tremante. Un secondo dopo la stringeva forte fra le braccia, distrutto,
disperato. Intanto Mito raggiunse Hana. I primi teppisti avevano
cominciato a filare via e così anche Yuto e Kikuji avevano raccolto Takeshi e
Takeru, imprecando ma sulla porta Sakuragi li fermò col tono più gelido che
qualcuno gli avesse mai sentito. Takeru stava appena in piedi ma quando si
ritrovò incollato al muro con lo stesso coltello che aveva ferito Rukawa lo
riconobbe bene. Ad impugnarlo era Hana...e glielo stava puntando dritto sulla
pupilla. - Sakuragi!- urlò Takenori - Che diavolo fai?!- - Insegno a
questo idiota le buone maniere. Ora mi hanno davvero rotto!- sibilò il rosso, a
un dito dal viso tumefatto di quel verme - Ora ascoltami bene, bastardo schifoso
che non sei altro. Lo vedi questo coltello? Lo vedi? A differenza vostra io ti
giuro che saprò usarlo come si conviene la prossima volta che trovo un solo
graffio su uno dei miei compagni, sono stato chiaro? Mi hai sentito??
Rispondimi!- - Si!- alitò quello, faticando a parlare e sputando sangue
contemporaneamente. - Se trovo ancora te o uno dei tuoi amici qua attorno
giuro che me la pagherete cara! Avete passato il limite stavolta! Tu prega che
quel taglio non gl'impedisca di giocare...o di vedere!- aggiunse, rivolgendosi
alla ferita di Rukawa - Perché se si presenterà una di queste due possibilità, a
te invece ne rimarrà solo una! Se succede...prendi e scappa. Scappa, capito?
Perché se ti ritrovo ti ricambierò con la testa moneta moltiplicata dieci volte!
Hai capito?- Takeru non rispose, continuando a sfidarlo ma ormai quasi
svenuto. - Ora andatevene!- urlò Hana, ormai fuori di sé, gettando il corpo
martoriato di capo branco ai piedi di Kikuji - Portatelo via e non fatevi mai
più vedere! Se solo provate a tornare giuro che non vi andrà più così bene,
intesi? E adesso fuori!- Quando tornò il silenzio, un silenzio pesante come
il piombo, Hana si appoggiò con la mano alla parete...faticando a trovare il
respiro. Attorno a lui c'erano le ragazze del club di pallavolo, i suoi
amici...alcuni pieni di lividi, altri a terra svenuti. Miyagi gli si avvicinò
lentamente, tenendosi le costole. Gli posò una mano sulla spalla...e
finalmente il rossino si calmò. Scoccando una rapida occhiata ai presenti,
decise che doveva prendere la situazione in mano. - Ok,- scandì lapidario
prendendo in mano il cellulare - Ayako se ci riesci fai un rapido controllo
generale e dimmi chi deve andare subito al pronto soccorso. Ryo-chan, mettiti
sdraiato su una panchina e non fare storie, subito ho detto! Tu, Gori...si, devi
farti vedere quel taglio sulla testa. Kogure, quella mano va fasciata... Yohei,
rimettimi in piedi Rei e Nobu...Haruko, tesoro tutto a posto? Bene, meno male.
Kit!- aggiunse poi, visto che stava ancora abbracciato a Raim - Vai a sederti e
subito anche! Stai perdendo sangue a fiumi.- - Dov'è Hisashi?- alitò Junko
guardandosi attorno. - Merda, è vero! Hana, ha fatto bracciolino contro
Shoji!- lo informò subito Ryota - E' di sicuro in spiaggia!- - Cosa?- si
sconvolse la Kanzaki - Oddio, ma è impazzito?!- - Va bene!- Hanamichi pensò
rapidamente e infilando la mano libera in tasca prese le chiavi della Honda e le
lanciò a Mito - Yohei, prendi la senpai e andate in spiaggia. Per fare
bracciolino l'unico posto buono è davanti al campetto. Se non è lì, è per il
quartiere di Harashi, alla piazza della fontana. Muovetevi!- - Io intanto
prendo la macchina!- gli disse la Kurata, fissando lo stato pietoso in cui si
erano ridotti - Vi ci porto io all'ospedale, facciamo prima! Voi ragazze!-
ordinò poi alle sue compagne - State qua e ripulite tutto prima che arrivino i
prof o verranno sbattuti tutti fuori!- - Si capitano!- annuirono quelle,
diligenti. - Hana, noi andiamo a far casino davanti alla sala professori!-
gli disse Noma rapidamente - Così non verranno qua e daremo tempo a voi di
andarvene e a loro di ripulire.- - Perfetto, veloci!- disse Sakuragi battendo
le mani e parlando velocemente al cellulare con qualcuno - Io aspetto la senpai
Kurata! Ci vediamo tutti in ospedale, ok? Yohei fai in fretta! Mitchy potrebbe
aver bisogno di una mano!- e dopo che tutti furono scattati via veloci, per
Hanamichi iniziò un'altra lotta. Dopo aver spento la comunicazione mandò
Ayako e Haruko a prendere il kit di pronto soccorso negli spogliatoi e si mise a
guardare terrorizzato a morte, senza darlo a vedere però, la ferita sulla fronte
della volpe. A mala pena stava seduto e il sangue scorreva a fiumi. -
Aspetta...piano Rukawa...- mormorò Ayako preoccupatissima, mentre gli puliva la
ferita - Dio, qua continua a uscire sangue! Servono dei punti!- - Si ma prima
bisogna tamponare tutto!- proruppe il Gorilla - Bisogna mettergli qualcosa di
provvisorio.- - Ok, aspetta.- Hana si fece largo e s'inginocchiò davanti
all'ala piccola e mentre Ayako gli appoggiava un quadrato di garza sulla ferita,
il rossino gli legò in testa la sua bandana per tenere ferma quella rudimentale
fasciatura. - Bene, ora possiamo andare! Rei, ce la fai ad aiutare
Miyagi?- - Si senpai!- annuì la matricola che si era difesa con le unghie e
coi denti. - Perfetto...andiamo...kitsune che fai?- sbottò vedendolo mettersi
in piedi e traballare - Non ce la fai da solo!- - Rukawa, ascoltaci!- gli
disse anche Kogure - Se cadi andrà ancora peggio!- - Ce la posso fare da
solo...- sibilò con un occhio chiuso, pallidissimo - Non mi
serve...aiuto...- - Smettila idiota!- tuonò Akagi, conciato male come gli
altri - Vuoi crepare dissanguato per caso?- - Ho detto che ce la faccio!-
ringhiò il volpino fra i denti - Sto in piedi...camminerò da solo...- ma si
bloccò, quando Sakuragi l'afferrò imbestialito per il collo della maglia, quasi
sollevandolo alla sua altezza. Era furibondo e stava per esplodere. -
Kaede adesso basta!- ringhiò Hana chiamandolo direttamente per nome, fissandolo
tanto da trapassarlo - Se crepi qua giuro che farò un brutto scherzo al tuo
cadavere, chiaro? E adesso smettila di farmi girare le palle! Avanti!- scandì
poi lapidario, dandogli la schiena e mettendosi nella posizione per prenderlo
sulle spalle - Muoviti, non abbiamo tutto il pomeriggio.- Manco a
dirlo...Rukawa non replicò più nulla...e docile come un cucciolo si lasciò
portare in spalla, cingendo il collo di quel testardo di un do'aho per poi quasi
addormentarsi. Pochi minuti più tardi erano tutti a bordo della monovolume di
uno dei professori che teneva sei posti, anche se sopra erano direttamente in
otto. La Kurata doveva aver rubato anche la macchina... Davanti con lei Akagi
e Kogure, più Ayako che era stretta nell'angolo. Nei sedili posteriori c'erano
Miyagi, con la cassa toracica fatta a pezzettini, Raim che si teneva il braccio,
Hana appoggiato alla portiera e Kaede steso quasi sul suo torace, con la testa
rovesciata sulla sua spalla e il rossino che gli teneva premuto delicatamente il
taglio con una mano. Haruko e gli altri infortunati erano in un'altra
macchina, guidata da una delle compagne della Kurata, la Noda. - Ci siamo
quasi.- l'informò Naomi - Hanamichi, hai avvisato che arrivavamo?- - Si, c'è
mia madre di turno.- - Fantastico.- borbottò Miyagi, faticando anche a
respirare - E adesso che le diciamo?- - Tanto lo sapeva che avevamo
problemi.- si limitò a dire il rossino, continuando a premere sulla ferita alla
testa della kitsune - E poi credo che farà domande quando avremo tutti il fiato
per rispondere.- - E se chiamano la polizia?- sussurrò Kogure. -
Occupiamoci di un problema per volta.- l'incoraggiò Ayako - Hanamichi, come sta
Rukawa?- - Oh, sopravvivrà.- sorrise il Tensai, scompigliando i capelli scuri
del volpino - Kit...sei vivo?- - Do'aho...- - E' vivo.- ghignò Hana - Mi
piacerebbe solo sapere come sta Mitchy.- - Quell'idiota si sarà davvero fatto
fare a pezzettini microscopici!- ringhiò il Gorilla - Io non so come si possano
concepire tali puttanate! Bracciolino! Solo lui poteva fare una cosa così!- -
Ehi, tappo...- Sakuragi fissò Miyagi preoccupato - Davvero lo sa fare senza
uscirne tritato vivo?- - Si.- Ryota serrò i denti per il male, ogni qual
volta respirava sentire un dolore atroce alle costole - Quando...quando l'ho
conosciuto era molto bravo...una sera gliel'ho visto fare...per circa settanta
metri. Ma sono due anni che...che...ha promesso a suo fratello di
smetterla...non so come ne sarà uscito...comunque Takeru ci ha parlato al
telefono...- - Merda, merda!- sbottò Akagi - Se lo prendo lo rovino!- -
Takenori fai un favore, stattene buono!- lo zittì Kogure - Hai preso un sacco di
botte sulla schiena e sulle spalle, quindi per favore cercare di calmarti. Quel
livido sullo zigomo poi non mi piace per niente.- - Già, rilassati, o
potresti svenire.- infierì Ayako - Raim...tu invece come stai?- sussurrò,
fissando la rossa che stava chiusa fra la volpe e Ryota - Come va il
braccio?- La Kotobuki cercò di sorridere ma le uscì solo una smorfia. -
Non...non credo sia rotto.- sussurrò a fatica. - Forse te la cavi con un
tutore.- le disse la Kurata, guardandola nello specchietto - Oppure è solo un
livido.- - Non credo...quel colpo è stato fortissimo...- sibilò Miyagi
rabbioso - Quel bastardo...se lo riprendo giuro che...- - Ehi, adesso
finitela!- sbottò Hana - Non riuscite neanche a stare in piedi, vedete di
calmare i bollori!- - Hai chiamato Anzai Sensei?- gli chiese Kogure. -
Appena vi mettono tutti in barella lo faccio.- assicurò - Non voglio farlo
preoccupare prima del tempo.- Finalmente arrivarono al Seirin, l'ospedale
dove lavorava la madre di Hana e chi poté scendere e andare sulle sue gambe fino
all'interno dell'ambulatorio lo fece, Miyagi, Rukawa e Akagi invece vennero
fatti stendere sulle barelle. Una volta posata la testa su qualcosa di
morbido che non fosse più la spalla del do'aho, Kaede chiuse gli occhi. L'ultima
persona che vide fu Raim, in piedi accanto alla sua barella. Gli teneva la
mano...ma lui non la stringeva. Aveva sonno...troppo sonno.
Due ore
più tardi, Hana stava davanti al primario del pronto soccorso a sentire la
diagnosi dei suoi compagni. E sua madre, sbuffando, cercò di spiegargliela
chiaramente. - La vuoi addolcita o nuda e cruda, tesoro?- - Mamma, non
scherziamo per favore!- sbottò secco - Se devo ammazzare qualcuno che lo faccia
almeno per qualcosa di serio! Avanti, come stanno? Non farmi penare!- Accanto
a lui erano arrivati anche Haruko, Junko Kanzaki, Kogure a cui era stata
fasciata solo la mano e Ayako. E tutti pendevano dalle labbra della signora
Kana. - Ok, dunque...iniziamo da Ryota. Non ha costole rotte ma ha contusioni
peggiori di un giocatore di football alle prime armi. Gl'impediranno di
respirare bene per almeno una settimana e ce ne vorrà un'altra prima che quei
lividi si riassorbano. Gli abbiamo sistemato le mani e fasciato la testa. Ha un
bernoccolo, ma niente di serio in confronto al torace.- - Meno male.-
sussurrò Ayako - La ringrazio molto anche per quello che ha detto ai suoi
genitori.- - Si ma sia chiaro che non vi coprirò un'altra volta.- sibilò la
donna, fissandoli seria - Spero davvero che questa sia l'ultima volta che vi
trovo qua ragazzi.- - Va avanti mamma.- la pregò Sakuragi. - Ok...il tuo
capitano ha una brutta contusione sulla tempia, gli abbiamo messo un paio di
punti. Lividi sulle braccia e sulla schiena, dovrà metterci il ghiaccio per
almeno tre giorni di fila per far sparire quel gonfiore...e ha uno zigomo
ridotto molto male. Dovrà andarci piano ma si riprenderà.- - Oh no!- sussurrò
Haruko, stringendosi ad Hana - Ma starà bene vero?- - Si, stai tranquilla
Haruko-chan. Presto tuo fratello potrà rimettersi in piedi.- In quel momento
dalla stanza occupata dai giocatori dello Shohoku uscì Kay Mitsui, che
sospirando con pazienza ringraziò ancora la madre del Tensai. Le chiese poi
notizie di suo fratello...visto lo stato in cui era stato portato lì. Hana al
solo pensiero si sentiva di nuovo fremere. Yohei e la Kanzaki avevano trovato
Mitsui in spiaggia, seduto su un gradone di cemento. Il polso escoriato da una
manetta di ferro, i vestiti laceri, escoriazioni e abrasioni su tutta la schiena
e sulla parte sinistra del volto. Ma stava bene...quel maledetto stava bene!
Era perfino andato a letto sulle sue gambe che non avevano subito nemmeno un
piccolo graffietto. - Hisashi e Kaede dovranno stare sotto flebo per qualche
giorno.- spiegò la signora Kana con un blando sorriso - Ho rifatto loro
l'antitetanica e se la caveranno perfettamente ma dovranno stare attenti. I
graffi di Hisashi non sono una bazzecola e Kaede ha perso molto sangue da quel
taglio. Avranno bisogno di due settimane abbondanti per riprendersi, tutti
quanti. Dovranno passare qua in ospedale almeno tre giorni in osservazione, poi
potranno tornare a casa.- - Oh Dio...- Kay si passò le mani sul viso - Ma tu
guarda che razza di idioti!- - E Kirara mamma?- le chiese di nuovo Hana -
Come sta il suo braccio?- La donna assunse un'espressione triste. - Il
braccio non è rotto, ma ha quattro micro fratture sparse nell'osso del polso. Le
ho messo un tutore semovibile che le permetterà di fare tutto tranquillamente ma
dovrà portarlo per due mesi. O quello, o un gesso per un mese.- - Ci manca
altro a questa bella presentazione?- sibilò Kay - Così, giusto per sapere!- -
Mi spiace, Mitsui-san.- sospirò Sakuragi - Ma è successo. Non è colpa
loro.- - Bhè, che non succeda più!- rognò sua madre - E adesso filate tutti
nella loro camera. Io ho un giro da fare, torno fra mezz'ora. E vedete di non
fare casino prima del mio ritorno. Ah, un'altra cosa Hana...c'è il tuo mister in
sala d'aspetto, sta parlando con l'altro mio collega. Se vuoi andare adesso,
perché poi l'orario delle visite finirà presto.- - Si mamma, grazie.- E
mentre lui se ne andava, arrivarono Mito e l'Armata con le borse dei ragazzi che
avevano dovuto lasciare in palestra per forza avversa, con tutte le loro cose,
portafogli e chiavi. Si fermarono a parlare con Haruko, che spiegò tutto
quanto, mentre Kay abbassò lo sguardo su Junko. Aveva gli occhi rossi e
doveva aver pianto parecchio ma ora sembrava solo furibonda. - E' proprio un
deficiente.- le disse, sorridendo. - E' il re dei deficienti!- sbottò la
ragazza, rimettendosi quasi a frignare. - Bhè consolati...hanno dovuto
estrargli due schegge di legno lunghe tre centimetri dal fondo schiena...- Kay
trattenne una risatina - Se non altro con questa gli passerà la voglia.- La
Kanzaki a sua volta faticò a restare seria e si asciugò di nuovo il viso -
Grazie Mitsui-san.- - Ci hai già parlato?- - No, lo ucciderei.- - Prima
o poi qualcuno dovrà pur assumersi questo piacere no?- rise Ayako dandole una
pacca sulla spalla - Io adesso vado con Hana a parlare col coach Anzai.- - Io
vado da Kirara.- le disse Junko, imprecando fra sé - Vedo come sta...e poi
chiamo suo padre.- - Lei può tornare a casa?- sussurrò Haruko
preoccupata. - Si...ma non la porto in spiaggia.- disse la Kanzaki - La farò
stare da me fra qualche giorno. Mia sorella Sae è in gita scolastica e ho tutto
lo spazio che mi serve.- - Salutamela la piccola Saeko.- rise Ayako
raggiungendo Hana di corsa. Da quel momento in poi fu un via vai di parenti.
I genitori di Miyagi entrarono praticamente armati di bastoni, forse per
sopprimerlo una volta per tutte; i genitori di Akagi furono più tranquilli ma
praticamente lo misero agli arresti domiciliari fino all'età di quarant'anni. I
parenti di Rukawa invece non si fecero vedere ma tanto lui era addormentato,
attaccato alla flebo, come in un altro mondo. Una volta soli, i ricoverati in
quella camera tirarono un lungo sospiro di sollievo. Poi... - Ehi Hisa...-
Miyagi stava nel primo letto a destra, vicino ad Akagi - E' vero che non ti puoi
sedere?- - Vaffanculo tappo.- rimbrottò la guardia sdraiata sulla pancia
dall'altra parte della sala e allora scoppiarono tutti a ridere, Kogure e Haruko
con loro, mentre Mito scuotendo il capo passava a portare le borse. - Dì
Mitchy...che ti ha detto tuo fratello?- gli chiese Hana, entrando in quel
momento e chiudendosi la porta alle spalle. - Niente di particolare.- rispose
il teppista, tutto bendato dal collo fino al sedere - S'è consolato sapendo che
non potrò sedermi fino a quando non mi sarà ricresciuta la pelle sulle
chiappe.- - Ahah...- il rosso quasi non ci credeva, troppo divertito - Sei un
grande, lasciatelo dire Mitchy.- - Devo prenderlo come un complimento?- -
Si.- annuì Hana serio, sedendosi sulla sponda del letto di Rukawa e sistemando
le sue cose vicino al comodino - In fondo se non ti fossi portato via Shoji non
so se vi avrei trovati tutti interi. Non ho mai conosciuto nessuno in grado di
fare bracciolino dopo due anni di inattività e rimediare solo il culo spellato.
Teppista, tanto di cappello alla tua bravura ma l'importante è che siate tutti
sani e salvi.- - Ti sembro sano?- sbuffò Miyagi - Ho la cassa toracica a
pezzi!- - Il capitano ha anche uno zigomo quasi rotto!- se ne uscì
Kogure. - Già Gori...chissà che la tua faccia ne subisca miglioramenti.- -
E sta zitto idiota!- sbraitò Akagi, cercando di tirargli dietro qualcosa ma
essendo tutto indolenzito dovette lasciar perdere, anche perché erano in un
ospedale e dovevano tranquillizzarsi. Da lì a pochi minuti entrò Anzai, con
Ayako. I ragazzi lo guardarono pronti a una sgridata...ma il loro vecchio e
fantastico mister non disse una solo parola contro di loro. Chiese se stavano
tutti bene, augurò loro una pronta guarigione, rise bonaccione come suo solito
alla manetta ancora stretta al polso di Mitsui e se ne andò, promettendo di
tornare il giorno dopo. I ragazzi erano allibiti. - Ma era ubriaco?- alitò
Ryota. - Io credevo che ci avrebbe seppelliti!- mormorò anche Kogure - Invece
non se l'è presa.- - Forse ha capito che non è stata colpa vostra.- li blandì
Mito - Hana, ci hai parlato tu?- - Si, gli ho spiegato tutto. Domani mattina
quando starete meglio vi racconto tutto...- borbottò il rossino, scoccando una
breve occhiata alla sua kitsune. Era proprio cadaverico. - Ragazzi, spero che
vi piaccia la gelatina.- frecciò intanto Ayako - Per tre giorni non mangerete
altro!- - Oh no! Di nuovo!- sbuffò Mitsui lasciandosi andare sui cuscini -
Che palle! Qualcuno mi chiami Kay, gli dico passarmi qualcosa in sordina. Non
sopporto il cibo degli ospedali!- - Forse perché ci passi troppo tempo!-
ironizzò Hana sarcastico, balzando giù dal letto di Rukawa e andando alla porta
ma quando l'aprì al gruppo giunse una porzione di dialogo che lasciò tutti
perplessi. - E' sempre colpa tua!- stava urlando un uomo in mezzo al
corridoio neanche tanto sottilmente - Ti avevo chiesto di tenerlo d'occhio ma tu
non mi ascolti mai vero?!- Hana sbirciò e vide un uomo in giacca e cravatta,
di bell'aspetto che doveva aver superato i cinquanta da poco, fronteggiare
furibondo Kay Mitsui. - Mitchy...c'è un tizio che urla contro tuo
fratello...ehi ma che cazzo fai?- urlò poi il Tensai, volgendosi verso Mitsui e
trovandolo che cercava di mettersi in piedi, tenendosi saldo alla flebo -
Mitchy, non puoi andare in giro così!- - Ma si può sapere che succede?- gli
chiese Ryota - Chi c'è fuori?- - Mio padre!- sbuffò Mitsui, riuscendo a
mettersi in piedi a fatica, tirandosi dietro la flebo - Hana, fammi passare.
Torno subito, promesso.- e senza stare a sentire né Akagi né Ayako, s'infilò in
corridoio con la tenuta ospedaliera e trovò suo padre intento ad urlare
minaccioso contro Kay, seduto in poltrona. Quella scena l'aveva già vista in
passato...e vedendo l'espressione di suo fratello si sentì stringere il
cuore. - Papà!- lo richiamò. L'uomo si volse e sgranò gli occhi
scuri. - Hisashi! Cosa fai in piedi? Dovresti stare a letto!- - Papà, per
favore.- sospirò la guardia paziente, mentre Hana e Ayako spiavano dalla porta -
Non è colpa di Kay. Lui non centra niente in questa storia.- - Smettila di
difenderlo sempre!- sbottò l'uomo, gettando a terra la ventiquattrore - Quando
sei andato a vivere con lui l'unico nostro patto era quello che ti seguisse!
Invece come sempre se n'è infischiato delle mie parole!- - Papà per la
miseria, non sono un bambino! Non può farmi da guardia del corpo! Non è colpa
sua, mi sono ficcato io in un casino!- - Avrebbe dovuto stare più
attento!- - Non mi ha mica spinto lui a farmi trascinare da una moto!- -
TU COSA?- urlò allora suo padre, arrossendo di rabbia - Kay, non finisce
qua!- - Vuoi lasciarlo in pace accidenti?!- si mise in mezzo Hisashi,
traballando - Perché dai sempre la colpa a lui, si può sapere? Da quando vivo
con Kay sto benissimo, non ho più combinato niente di male! Questa è stata solo
una casualità!- - Stai rovinando la tua vita Hisashi!- - Invece sto
benissimo.- ribatté cocciuto la guardia - Ed è anche grazie a Kay!- - Certo.-
sibilò l'uomo fissando gelidamente il suo primogenito - Immagino che ne abbia di
tempo per starti dietro, visto che lavora lontano da suo padre.- - Papà...-
alitò Kay esasperato - Non è il momento adatto per parlare di queste cose.- -
No? E quando sarà il momento? Quando Hisashi sarà finito sotto una macchina per
caso?- - Adesso smettila, ne ho abbastanza!- sbottò il minore dei fratelli -
Non devi incolparlo solo perché non ha voluto lavorare con te e non lo farò mai
neanche io, mettitelo in testa! Io e Kay stiamo bene per conto nostro!- -
Hisa, lascia stare.- lo placò suo fratello - La faccenda è fra me e papà.- -
Non quando ti accusa di colpe che non sono tue.- - Hisashi...finirai come tuo
fratello se non la smetti! Lascia perdere il basket e rimetti la testa a posto!-
lo rimproverò di nuovo l'uomo, serrando le mascelle - Tua madre di permetterà di
fare come vuoi ma io no! Tuo fratello ha buttato via tutto quanto ma non
permetterò che anche tu getti la tua vita alle ortiche!- Era inutile parlare
con lui. Kay l'aveva capito da un pezzo, pensò Hisashi osservando la sua
espressione indifferente. Non aveva mai visto suo fratello gelido con
nessuno, tranne che col loro facoltosissimo padre avvocato che aveva sempre
cercato di convincere i suoi figli a lavorare con lui. - Tornerò domani
mattina!- sentenziò l'uomo, puntando il dito addosso ad entrambi - Vostra madre
sarà con me e parleremo di te Hisashi. In quanto a te Kay spero che questo ti
serva da lezione!- e senza aggiungere altro dopo quella durissima accusa, se ne
andò piantandoli in asso in corridoio. Distrutto, Hisashi abbassò lo sguardo
malinconico. - Mi dispiace Kay.- Suo fratello tacque, osservandolo. -
Di cosa?- - Non mi piace procurarti guai. Specialmente con lui. Ma io sto
bene con te...non me ne voglio andare.- L'altro finalmente sorrise, dandogli
un pugno in testa - Ma quanto sei scemo, piccolo pervertito. Ho bisogno di
qualcuno che mi faccia il pranzo gratis. Credi davvero che ti butterei fuori per
così poco?- - Ma va a quel paese...- rise l'altro malinconico - Comunque, per
quello che vale...secondo me non c'è nessuno meglio di te. Se fossi un avvocato
saresti una palla.- Kay tacque ancora, poi sogghignò sommessamente, scuotendo
il capo. - Vattene via con quella flebo Hisa, mi fai senso.- - Ah, grazie
tante! Ho il culo spelato e mi tratti così?- - Non farti rompere qualcosa
anche, avanti evapora.- - Ok...del mio povero culetto non te ne frega niente
insomma...- - Torno domani mattina.- riuscì a dire il maggiore, mettendosi la
giacca - Ti porto dei vestiti e i tuoi dannati U2.- - Meno male che capisci
tutto.- gli sorrise Mitsui, addolcendosi - Sono contento di vedere la mamma
comunque.- - Si, anche io.- annuì Kay - Fossi in te però mi leverei quella
manetta prima di domani. Non vorrei che si mettesse in testa strane idee...del
tipo che faccio fare dei turni in un club sadomaso.- - Eh...sarei la maggior
fonte di guadagno del club.- ironizzò Hisashi vedendolo andarsene - Notte
Kay.- - Notte piccolo pervertito. Ah, ultima cosa.- gli disse, girandosi
davanti alla porta - Hai fatto piangere Junko, pezzo di cretino. Guarda se
continui così prima o poi ti molla. A domani!- Rimase qualche secondo nel
corridoio, attaccato come un cretino alla sua flebo, pensando sconvolto a Junko
Kanzaki che piangeva per lui. Gli sembrava assurdo! L'aveva fatta piangere
però...l'aveva capito quando lei e Mito erano andati a prenderlo in spiaggia.
Che idiota! Il giorno dopo avrebbe dovuto scusarsi! Fece per girarsi e tornare
dentro ma trovò metà squadra a spiarlo dalla porta. Ma tu guarda che
imbecilli... - Bhè? Che avete da guardare?- sbuffò. - Ma sai che tuo
fratello è veramente carino?- cinguettò Ayako. - Ma sai che tuo padre e tuo
fratello sembrano davvero due persone del tutto diverse da te?- fece invece
Kogure. - Come sarebbe?- rognò Mitsui. - Nel senso...senpai...- alitò Rei
- ...che loro sembrano brave persone...cioè, non che tu non lo sia ma...- -
Insomma, tu sembri una animale Mitchy!- cinguettò Hana. - Andate tutti quanti
al diavolo, ok?- scattò rabbioso, trascinandosi dietro la flebo - E' stata una
giornataccia, vedete di lasciarmi in pace! Ho anche campato nel cesso un pacco
di yen in scarpe! Merda!- - Cazzo...- Miyagi lo capiva, le adorava le sue
Asics - Hai ragione. Sono inutilizzabili vero?- - Purtroppo si.- alitò,
rimettendosi a letto a pancia in sotto - Che male...tira tutto!- - Proprio
tutto?- ghignò Sakuragi. - Vaffanculo mezza sega.- - Ma non è che ti sei
spelato anche lì? Pensa che disastro per la tua vita sessuale!- - Hana, vai a
quel paese! Mi hai rotto! Quando mi riprendo ti massacro!- - Certo, ci
conto!- rise il rossino - Ora scusate ma il Tensai deve privarvi della sua
augusta presenza per qualche minuto. Vado a prendervi la cena e vado anche a
vedere come sta Raim.- - Quando hai finito mi raccomando torna qua!- gli
disse Akagi. - Certo Gori. Lo so come diventi triste quando non ci
sono!- - PEZZO DI CRETINO! E' per Raim!- Il Gorilla non era di buon umore
quando faceva a botte, questo Hana se l'annotò sul suo taccuino
mentale. Anzi, sembrava pure più incazzoso del solito. Miyagi e Mitsui invece
se ne stavano belli tranquilli, avvezzi a finire all'ospedale a causa di qualche
discussione un po' troppo focosa. Certo che per aver subito un tale attacco
erano tutti tranquilli. Rukawa poi dormiva... Solo lui si sentiva fremere di
rabbia? Solo lui che era rimasto fuori dal gioco? - Hana.- Si volse appena
sopra la spalla, trovando Mito a sorridergli a un metro di distanza in mezzo al
corridoio. Gli sorrideva comprensivo. - Non avresti potuto fare di
più.- - Che ne sai?- sibilò - Se non fossi finito dal preside...- - Hana,
era destino.- - Destino, destino...- si ribellò capriccioso - Al diavolo
Yohei! Era destino per mio padre, era destino per loro! Per quanto ancora
reggerà questa scusa?- - Non è una scusa e tu lo sai bene.- replicò Mito
calmo e tranquillo, facendolo irritare ancora di più - Se vuoi ricominciare a
tormentarti, fallo pure. Ma se non fossi arrivato tu e non avessi preso in mano
la situazione, forse qualcuno non se la sarebbe cavata solo con una flebo e un
cerotto.- - Hn.- fece il rossino sprezzante. Yohei invece rise, prendendo
la strada opposta per uscire dal Seirin e tornare a casa - Parli proprio come
lui adesso. Ci vediamo domani dopo la scuola. Passerò nella tua classe a
prendervi i compiti. Ti saluto.- La serata in ospedale passò piuttosto in
fretta. Era ormai calato il buio quando Raim uscì dall'ambulatorio con un
tutore blu scuro sul polso sinistro, che le liberava le dita e il pollice. Le
lasciava molta libertà di movimento ma era comunque come una fasciatura rigida.
Avrebbe dovuto portarlo per due mesi! Due mesi! Sentì le lacrime agli occhi,
fissandosi il braccio malandato. - Kirara.- Si volse alla sua sinistra,
vendendo la Kurata e la Kanzaki. Non aspettò un minuto di più e scoppiò a
piangere silenziosamente, distrutta. Non avrebbe più potuto disputare la finale!
Col braccio ridotto in quello stato non avrebbe più potuto gareggiare entro
gennaio! Naomi la strinse forte, carezzandole i capelli e cercando di
consolarla ma sapeva bene che non c'era consolazione per certi dolori. Alzò lo
sguardo su Junko ma la Kanzaki aveva uno sguardo totalmente assente. Sapeva a
cosa pensava. Due anni prima Junko era stata investita da una macchina davanti
allo Shohoku e aveva dovuto mettersi a riposo, perdendosi la finale. Non
immaginava neanche cos'avesse provato. Raim pianse a lungo, poi le due
riuscirono a convincerla ad andare a dormire. Nemmeno lei se la sentiva di
andare a vedere i ragazzi. Vedere Kaede a letto, pallido e in quello stato le
sarebbe stato in possibile in quel momento. Non ce la faceva. Inconsciamente
se ne dava la colpa. Se avesse saputo trattenere Takeru, a Kaede non sarebbe
successo nulla. Anche lui ora non avrebbe potuto giocare...si sentiva un
verme! Prima di andarsene con un taxi (la Kurata aveva abbandonato la
macchina rubata in un qualche isolato lontano dal Seirin), Raim vide Hana
raggiungerle. Gli corse praticamente incontro e lo abbracciò forte. Lui fece lo
stesso, baciandole la fronte e consolandola come meglio poteva sulla situazione
degli altri. - E...Rukawa?- - Non avrà problemi di vista.- le disse pacato
- Ma deve stare a riposo per due settimane.- La rossa si pulì di nuovo gli
occhi, distrutta. - Mi dispiace.- - Di cosa?- sussurrò lui, triste - Sono
io che non c'ero. Tu sei stata grande. Non fosse per te ora la volpe non
potrebbe giocare mai più probabilmente.- Le sfuggì un gemito e lo abbracciò
di nuovo, affondandogli il viso nel torace. - Dispiace a me, Raim.- le disse,
carezzandole i capelli - Non so cosa dirti per il braccio. So come ti senti e
non ci sono parole che ti possano far sentire meglio.- Vedendola andare via
dietro al finestrino di quel taxi, Hana non poté fare a meno di ricordare anche
il viso stravolto e inumano di Rukawa mentre pestava a sangue il suo
nemico. Non l'aveva mai visto così...ma ora capiva finalmente tante
cose. Rimase fuori dal pronto soccorso per un tempo che gli parve
infinito. Chiese a un infermiere una sigaretta e se la fece accendere,
cercando di riprendere il pieno controllo di se stesso. Non poteva
rimproverare nulla alla kitsune in fondo. Niente di niente. -
Hana-chan.- Haruko gli apparve a fianco, stringendolo forte per il braccio e
guardando il cielo come lui. - Stai bene?- gli chiese, a bassa voce. Il
rossino scosse la testa, incassando il collo nelle spalle. - E tu stai bene
Haruko?- La ragazza annuì appena, stringendosi di più nel cappotto a causa
del gelido vento di novembre. - Ero molto spaventata. I ragazzi erano in
netto svantaggio...e poi...e poi quello era un pazzo!- alitò, sgomenta. Hana le
passò un braccio attorno alla vita, stringendola forte. - Promettimi che non
andrai a cercarlo.- gli disse allora la ragazza, sollevando il viso verso di
lui. L'aveva capito, pensò Sakuragi sospirando. Haruko aveva capito subito
che per lui la situazione non si era chiusa così facilmente. Sentendosi un
codardo, distolse gli occhi da quelli della sua ragazza e li puntò su un punto
imprecisato del cielo, non sentendosi di promettere davvero un bel
niente. Sapeva che così l'avrebbe solo fatta preoccupare maggiormente...ma se
ripensava a ciò che aveva visto quando la Kurata gli aveva aperto le porte, si
sentiva il veleno scorrergli nelle vene insieme al sangue. Quei maledetti
dello Shikuda...quei maledetti... Prendere così i ragazzi e chiuderli in
palestra armati di coltelli... Rabbrividiva al pensiero di ciò che sarebbe
successo che Raim non avesse protetto il volpino. Ma non poteva finire così.
No, ormai non se ne sarebbe lavato le mani con quella promessa ottenuta il
pomeriggio. Quelli sarebbero tornati, ne era sicuro. Uno che si disturbava ad
usare un coltello, poteva disturbarsi a riprendere le forze e ad attaccare di
nuovo. Strinse la mano ad Haruko, socchiudendo gli occhi e girandosi ad
abbracciarla. Era stanco anche lui, doveva riposare se voleva essere pronto
per quelle due settimane che l'aspettavano. Ormai con tutti i ragazzi,
sarebbe toccato a lui salvare la squadra nella partita contro il Miuradai. A
quel pensiero, per un attimo si accantonò la sua vendetta. Era rimasto solo.
Mitchy, il Gorilla, Ryota e la kitsune erano fuori per due settimane ed entro
questo lasso di tempo avrebbero dovuto incontrare il Miuradai. Sarebbe stato il
solo titolare. Se si faceva mettere fuori gioco anche lui, sarebbero stati
finiti. - Dovrò sputare sangue in queste settimane.- sussurrò. Haruko
annuì, seria - Si, anche mio fratello l'ha capito. Ma si fida di te.- Che il
Gori si fidasse di lui...bhè, Hana non ci metteva le mani sul fuoco ma si
sarebbe impegnato al massimo. Lo doveva ai ragazzi per non essere stato con
loro.
-
So che non è il capitolo buono, visto il contenuto, per fare i
ringraziamenti ma io non sono più abituata da molto tempo a fare nomi e
cognomi dei lettori e ringraziarli uno per uno. Forse perchè scrivendo una
trilogia di One Piece non ho più avuto il tempo di dedicare il giusto
spazio...mah, comunque questa volta non mi limito a schiaffarvi il capitolo,
ma vorrei ringraziare tutti i nuovi lettori di Raim's Fox, specialmente
Kitcool, Jusie, Francie, Anakinpadmè, Sara Woig e Seika che ringrazio
infinitamente per le loro recensioni. Siate buoni e ditemi che ne pensate di
questa bella rissa allo stato brado.
-
A presto e al prossimo capitolo.
-
Axia
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Capitolo 12 *** Quando mi Manca il Do'aho ***
Kiminobu Kogure uscì in strada dallo
Shohoku che erano le sette di sera. Era tutto buio ma le luci in palestra
erano ancora accese. E c'era solo una persona...solo una. Lui era rimasto
lì...lui era sempre lì da dieci giorni a quella parte. Inspirò a fondo l'aria
gelida di inizio dicembre, sentendosi mancare il terreno da sotto i
piedi. Non era tranquillo. Inutile nasconderle. Ma non per sfiducia. Era
qualcos'altro a preoccuparlo. Lentamente si avviò verso la casa di Akagi, per
aggiornarlo sui loro ultimi allenamenti e ripensò ai giorni passati,
dall'incidente con lo Shikuda, allo strano comportamento di
Hanamichi. Pensando a lui però sorrise...e nella mente del vice capitano
sfrecciò l'immagine della solenne schiacciata con cui il rosso aveva concluso
quell'allenamento. Tre giorni. Tre giorni e si sarebbero battuti contro il
Miuradai da soli, senza Akagi, Mitsui, Miyagi e Rukawa. A quel nome quasi si
fermò in mezzo alla strada. Rukawa...Rukawa e Hanamichi. Ma
cos'era successo? Non lo sapeva, nessuno sembrava saperlo. Dal giorno
dell'incidente, Hanamichi si era chiuso in palestra ad allenarsi con lui e le
matricole ma era cambiato di colpo, perdendo la sua gioia e il suo brio, dopo un
qualche avvenimento accaduto dopo la fine del ricovero dei ragazzi. Kogure lo
ricordava bene perché Rukawa, a tre giorni dall'incidente, appena rilasciato dai
dottori, aveva preso la sua roba ed era come scappato verso l'uscita con uno
sguardo minaccioso che sembrava aver perso dall'ultima volta in cui aveva
pestato a sangue Takeru. Sakuragi gli era corso dietro...nessuno sapeva cosa si
erano detti, ma quando Hana era tornato da loro, il suo sguardo aveva totalmente
perso la sua anima rovente. Qualunque cosa fosse accaduta fra lui e Rukawa,
l'aveva cambiato. Ma cosa fosse realmente successo, davvero non lo
sapeva. Hana comunque, nonostante avesse perso la sua baldanza a parole, nei
fatti si era dimostrato qualcosa di eccezionale. Studiava come un matto e non
mancava un allenamento. Era il primo ad andare dopo le lezioni e l'ultimo a
tornarsene a casa, come quella sera. Insieme a lui si era messo al comando
della squadra, incitando, aiutando le matricole, stupendo perfino Akagi che
andava sempre a seguire i loro allenamenti per la sua strana tranquillità
d'animo. In campo invece aveva dimostrato una precisione impressionante. Mai un
cedimento, non aveva mai perso una palla. Agli errori degli altri, cercava di
aiutarli a correggersi. E questo sotto lo sguardo sinceramente un po'
preoccupato di Ayako e Kogure. Quella sua docilità aveva impressionato
soprattutto il coach. Niente più grida, niente più risate, niente più scherzi
con gli altri titolari ammaccati che andavano sempre ad assistere. Il peggio
era che ignorava Rukawa in maniera così gelida e sottomessa, indifferente e
malinconica da far star male tutti gli altri. Se il volpino ne risentisse non
era palese ma anche Kaede sembrava tenersi alla larga da lui. Kogure aveva
notato degli strani sguardi tristi della loro ala piccola, sempre rivolti al
rossino...ma non si erano più scambiati una parola da quel giorno. Né uno
sguardo. E quel crudele disinteresse faceva stare in apprensione tutti gli
altri. Nessuno però aveva osato discuterne con loro. Mitsui aveva
praticamente ordinato a tutti di lasciarli in pace. Il loro rapporto andava
preso con le pinze e non essendo loro in grado di capirlo avrebbero solo
peggiorato la situazione. Arrivato davanti a casa Akagi, venne Haruko ad
aprirgli e lei fu molto sollevata di sapere che tutto stava procedendo bene.
Anche Takenori, che stava sistemandosi il gel per i lividi sul braccio, lo
accolse con un sorriso. - Ciao.- gli disse, facendogli posto alla scrivania -
Allora? Come andiamo?- - In campo bene.- rispose Kogure sforzandosi di essere
ottimista - Ho scoperto una cosa eccezionale oggi. Nobu Yaoto è un buon
playmaker. Ha passato la rete di Kakuta e Ishii e ha mandato a canestro Rei
molto facilmente, seguendo i consigli di Miyagi. Anche Manabe sta diventando
davvero bravino. All'ultimo set della partita di prova ha fatto delle finte che
hanno mandato nel panico tutte le riserve del quinto anno, da non credersi
davvero. Ormai la squadra ha assunto un certo equilibrio e Hanamichi è pronto.
Ce la possiamo fare.- - Si...- Takenori abbassò il capo, continuando il suo
lavoro in apparente tranquillità - Lui come sta però?- Kogure allora sorrise
mesto - Non lo so...non lo so davvero. Ho lasciato Hanamichi in palestra con
Hisashi. Non so cosa stessero facendo ma credo che Hisashi lo stesse allenando
coi tiri da tre.- - Coi tiri da tre? Mitsui lo sta allenando con le triple?-
allibì il Gorilla - Ma ha intenzione di ammazzarsi? Ogni volta che vengo lo
trovo intento a sfinirsi!- - Ha fatto dei progressi giganteschi, Takenori.-
lo blandì il vice - Credimi. Non so cos'abbia ma non riesce a stare fermo. E'
come sentisse tutto il peso della squadra.- - Si...anche Ayako me l'ha detto
per telefono. E...Rukawa è passato?- - E' venuto ieri.- sussurrò Kogure - E'
stato con noi per tutto l'allenamento.- - E allora?- - Niente.- Kogure lo
fissò quasi disperato - Niente di niente. Non si sono guardati in faccia, non si
sono rivolti la parola, non è volato un maledetto insulto. Io non so davvero
cosa si siano detti ma sono davvero preoccupato stavolta.- - Ho chiesto anche
a mia sorella...- Akagi inspirò depresso, ricordando bene il modo in cui
Haruko lo aveva prima fissato, in silenzio, poi la sua voce bassa che gli
chiedeva di avere pazienza. E di non perdere mai le speranze col suo
ragazzo - Ma lei mi ha detto solo che Hanamichi tergiversa sempre quando
gli chiede spiegazioni. Comunque, secondo lei, lui sente tanto il peso della
partita e cerca di darsi così tanto da fare perché non era con noi quando è
arrivato lo Shikuda. Pensa si senta in colpa.- - E tu che pensi?- sorrise
Kiminobu. - Penso che lui sia questo tipo di persona.- mormorò il Gorilla -
Penso che si senta davvero in colpa ed è per questo che ora si sta facendo in
quattro per farci vincere e non farci pesare il fatto che noi titolari siamo
tutti in panchina.- - Siete quasi guariti.- - Si. Ma si sente in colpa
comunque, quel babbeo.- Akagi sorrise, intenerito da quell'idiota. - E allora
cos'è successo con Rukawa?- - Non lo so... non lo so davvero.- Akagi si
rimise le bende sul braccio, non sentendo più dolore - Ma ha ragione Mitsui, per
una volta. In questa cosa non possiamo metterci becco. Devono risolvere i loro
problemi da soli.- Detto quello Kogure non replicò più. Si limitò a spostare
lo sguardo sulla finestra. La notte era più cupa del solito e vide alcuni lampi
illuminare il cielo in lontananza. - Sai una cosa?- disse con gli occhi
ancora più tristi. - Cosa?- - Sono dieci giorni che entro in palestra...e
non sento le sue risate. Non l'ho più neanche visto sorridere.- Takenori alzò
il volto verso il soffitto, come in piena crisi esistenziale. - E'
incredibile come possa mancarmi il casino che provocavano quei due.- andò avanti
il vice, passandosi una mano fra i capelli - Ma non si guardano più neanche in
faccia...ed è tremendo perché non so davvero cosa possano essersi detti di tanto
grave per mandare all'aria un rapporto come il loro. Non ho mai pensato che la
loro amicizia fosse civile e normale come quella di tutti gli altri, ma ho
sempre comunque creduto che provassero molto rispetto l'uno verso l'altro.
Rukawa poi dal primo anno è così cambiato...adesso invece ha di nuovo quello
sguardo feroce e freddo di un tempo.- - Non possiamo fare niente.- Akagi gli
dette una pacca sulla spalla, alzandosi per andare a guardare direttamente fuori
dalla finestra della sua stanza - Senti...avete ancora due giorni di allenamento
e i miei lividi sono quasi spariti. Verrò domani mattina a fare un giro, così
vedo come vanno le cose. Parlerò anche col mister di eventuali cambi. Conoscendo
il Miuradai non ci andranno giù leggeri.- - D'accordo.- Kogure si alzò per
tornarsene a casa sua - Avviserò anche Hisashi e Miyagi di presentarsi per le
due.- - Perfetto e grazie di essere passato. Ci vediamo domani.- E il suo
vice si chiuse la porta alle spalle, lasciando il capitano dello Shohoku a
chiedersi se davvero non poteva fare niente per risolvere quella situazione.
Ma cos'era successo? Possibile che le ali dello Shohoku si fossero
irrimediabilmente spezzate?
La palla andò a canestro e scivolò fluida
nella rete, cadendo a terra. Ryota Miyagi la raccolse e si rigirò fra le mani
la sfera arancione. La sua espressione era triste esattamente come lo era
quella di tutti i suoi compagni, ma in quel momento era solo con Mitsui, seduto
su una panca accanto al campetto all'aperto vicino alla spiaggia. Erano le
nove di sera e faceva freddissimo ma non sembravano sentirlo. Forse avrebbe
nevicato molto presto. - Non ti vedo quella faccia da un pezzo, sai?- gli
disse Hisashi, accendendosi una sigaretta. - Ah si? E da quando?- - Da
quando sei finito all'ospedale al secondo anno.- sorrise la guardia,
stringendosi meglio nel giaccone. - Grazie tante.- ghignò il playmaker,
andando di nuovo a canestro - Adesso che mi ricordo però pure tu non avevi
un'aria tanto allegra. Ma forse era solo per i denti.- - Ma quanto siamo
spiritosi.- sbuffò Mitsui - Dì tappo...la smetterete tutti con i vostri
piagnistei?- - Scusa tanto se mi preoccupo.- lo rimbeccò Ryota, lanciandogli
la palla e tornando verso le panchine - Ma hai allenato Hanamichi fino ad adesso
e la situazione dopo dieci giorni non migliora.- - A dire il vero sta
diventando piuttosto bravino.- chiarì Mitsui. - Lo sai che non parlavo di
quello, beota.- Miyagi lo guardò storto, rimettendosi i guanti - Dì un po',
signor Freud, come lo chiameresti tu il casino che è successo fra quei
due?- - Non sono un indovino.- Hisashi si lasciò andare di schiena contro la
rete metallica, senza sentire più tanto fastidio alle abrasioni che gli erano
rimaste - Ma secondo me ha ragione la Babbuina. Hanamichi si sente in colpa per
non esserci stato. Per quanto riguarda invece l'ammutinamento verso Rukawa non
saprei che dirti. Mi sembrano sinceramente dispiaciuti ma non mi sembrava
neanche che avessero voglia di parlarsi.- - E allora che facciamo? La
risolviamo con una mano di botte?- Ryota era sempre più seccato - Non mi piace
l'atmosfera che si è creata in palestra. Si danno tutti da fare ma avvicinarsi
ad Hana sembra diventata un'impresa. Ti guarda e sembra sempre volerti chiedere
scusa. Ok, sarà diventato bravissimo ma chissene frega! Non si sente più volare
una mosca e Rukawa sembrava tornato il cavernicolo dei ghiaccioli cazzo!- -
Ti ho già detto che la risolveranno da soli.- - E io ti ho già detto che
secondo me è una gran puttanata.- rognò il play, allungando le gambe stanco
morto - Non che me ne sbatta della partita contro il Miuradai ma secondo me è
più importante rimettere in quadro quei due.- - Tanto non sono mai andati
d'accordo.- ghignò Hisashi, gettando via la cicca. - Si ma negli ultimi
tempi, anche se non hanno mai giocato insieme una partita, secondo me se la
cavavano bene agli allenamenti. Io quasi non riuscivo a seguirli...e anche tu
che stai in difesa te ne sarai accorto no?- - Si...quel canestro di un mese
fa mi ha lasciato col dente avvelenato.- rispose Mitsui ridacchiando - Ma sono
sempre convinto che è meglio non immischiarsi in questo genere di affari. Anche
perché ci sono un sacco di varianti che non abbiamo preso in considerazione. La
prima è cosa si siano detti per scatenare questo macello, poi ci sono i problemi
di Hanamichi con la rissa di due settimane fa e infine il comportamento di
Rukawa verso Raim.- Ryota sbatté gli occhioni per un attimo, senza
capire. - Cosa centra Raim?- - Oddio...ma davvero non ti eri accorto di
niente? Ma dove cazzo vivi?- - Non tirartela, che centra Raim?- La guardia
dello Shohoku non fece in tempo a rispondere che un fischiettio poco lontano
catalizzò la sua attenzione. Dalla rete vide anche un'inconfondibile
capigliatura incementata di gel avvicinarsi...e Sendoh rimase un attimo impalato
sull'entrata del campetto. - Ma tu guarda...- rise subito - I due uomini
più rotti di Kanagawa intenti ad allenarsi a quest'ora infame.- - Ciao
Sanpei.- frecciò Mitsui, scuotendo il capo - E tu che fai qua?- - Ero da
Hana.- disse l'asso del Ryonan - Non sono riuscito a schiodarlo dalla palestra.-
cinguettò raggiungendolo e salutando Miyagi sventolando la mano - Ah,
Hisa-chan...lo sai che Rukawa era lì?- - Hisa-chan?- riecheggiò Ryota,
allargando gli occhi come se Mitsui fosse diventato un alieno. - Rukawa era
lì?- allibì invece Hisashi - Bhè...speriamo che parlino un po'.- - E cosa
facevano?- gli chiese Miyagi, alzandosi dalla panchina tutto curioso. - Bhè,
ecco...Hana stava alla linea dei tre punti. Era lì che continuava a tirare come
un dannato e io me ne stavo in panchina, supplicandolo praticamente con tutto il
mio repertorio di venire a svagarsi e a bere qualcosa. Mi ha risposto picche e
in quel momento è entrato Rukawa. Si sono scambiati appena un'occhiata, così ho
levato le tende.- Sendoh sorrise angelico - Speriamo che la smettano con la
guerra fredda perché c'era una tensione che si tagliava col coltello. E poi sono
una palla. Vabbè...e tu Hisa-chan? Ti fa ancora male il fondo
schiena?- Mitsui ignorò la domanda, grattandosi il capo - Senti, Aki...non è
che se le stavano dando vero?- - Non saprei. Quando me ne sono andato non
stava scorrendo sangue.- - E poi Rukawa non è ancora perfettamente guarito.-
lo blandì il play dello Shohoku - Figurati se Hanamichi è così deficiente da
pestarlo. Comunque...- il tappo portò lo sguardo su Akira - Non è che tu sai
perché hanno litigato?- - Veramente speravo poteste dirmelo voi.- Sendoh alzò
le spalle - Ma a quanto pare è segreto di stato.- - Che barba...- Miyagi si
incrociò le braccia dietro alla testa - Questa menata non finirà più. Io me ne
torno a casa gente e intanto passo anche da Ayako. Ciao Sendoh, ciao Hisa-chan!-
frecciò, squagliandosela. - Volete finirla tutti di chiamarmi con quel nome
deficiente?- sbottò Mitsui - Che stress, non se ne può più.- - Allora? Prima
non mi hai risposto.- rise Akira - Ti tira ancora la schiena?- - Un pochino
si.- annuì Hisashi, rimettendosi la palla nel retino - Ma sopporto. Qualche
giorno ancora e saranno abbastanza morbide per permettermi di riprendere a
correre normalmente.- - Quindi ti sei comunque allenato coi tiri in barba
alle raccomandazioni dei medici.- I due s'incamminarono per la strada buia,
scaldandosi le mani fredde. - Mi secca solo dover lasciare Hana da solo con
le matricole.- sbuffò Hisashi mentre passavano sotto i lampioni e il tempo
andava rapidamente peggiorando - Si è spaccato in questi giorni, inoltre soffre
di sensi di colpa inutili.- - Si, questo l'ho notato anche io.- annuì Akira,
pensoso - Ma in fondo lui è fatto così. Però anche il volpino ha due occhi molto
strani...non glieli ho mai visti così. Sembrava sinceramente dispiaciuto...credo
che abbia detto qualche parola di troppo e non sappia come scusarsi con
Hana.- - Quindi secondo te hanno la codina di paglia tutti e due.- ridacchiò
Mitsui - Dio, che macello...senti, ho voglia di un caffè. Mi segui o te ne vai a
casa?- - Credo che verrò.- rise Sendoh - Sono praticamente un pezzo di
ghiaccio! E poi io e te dobbiamo ancora finire la nostra sfida dell'altro mese.-
e così dicendo si tapparono dentro al primo pub sulla loro strada, non sapendo
che invece allo Shohoku si stava consumando un problema ben più grosso del
freddo.
Hana fissò la linea bianca ai suoi piedi per l'ennesima volta
nella lunga giornata trascorsa, cominciando a sentirsi veramente un imbecille.
Ripensò anche a Mitsui, a tutte le loro partite. Cercava di rivedere la sua
posizione, le sue mosse, ogni suo movimento dei polsi e delle braccia...ma in
cento tiri da tre ne aveva azzeccati appena una cinquantina. Dannazione, era
impossibile, ora lo capiva. Aveva sempre pensato che Mitsui fosse bravo,
davvero. Ma ora capiva che la sua era una dote innata. E non aveva nemmeno il
tempo che Jin aveva impiegato per raggiungere il livello del teppista. Come
temeva purtroppo non sarebbe mai stato in grado di aiutare seriamente da fuori
area. Così tornò a palleggiare, inspirando a fondo e cercando di scordarsi
della presenza che lo seguiva vigile. Rukawa era seduto in panchina e non si
perdeva una sua mossa. Erano soli ormai. Soli da due settimane. L'ultimo
loro incontro che li aveva visti faccia e faccia non era stato particolarmente
piacevole e sebbene ormai la sua rabbia fosse sbollita, gli occhi blu della
volpe avevano sempre avuto il potere di metterlo a disagio, di farlo sentire
piccolo e incapace. E ora temeva di leggere negli occhi di Kaede la sua
sconfitta contro il Miuradai. Se davvero avessero perso di lì a due giorno,
sarebbe stata solo colpa sua... Se solo avesse saputo cosa pensava davvero la
kitsune. Kaede, seduto a pochi metri da lui gelido come una statua di marmo,
era invece rimasto letteralmente ipnotizzato a guardarlo. Poche volte gli era
successo ma quel giorno si era accorto, fissando quegli occhi nocciola che
l'avevano sempre messo in una condizione di precarietà, che il do'aho era
cambiato. Era cambiato molto. La sua tecnica in dieci giorni si era
trasformata. La sua corsa, il suo scatto...il suo sguardo. Se n'era accorto
durante i pochi allenamenti a cui aveva assistito. Niente più risate, via il
brio, via il fuoco nei suoi occhi. Sono un bastardo, pensò per l'ennesima
volta. Un maledetto, dannato, bastardo egoista senza cuore. Non si meritava
niente. Se non il pugno che Hana gli aveva tirato alla fine del loro colloquio
dieci giorni prima. Perché? Perché non riusciva a scusarsi? Perché non
riusciva ad andare in campo a chiedergli perdono? Perché non riusciva a
comprendere fino in fondo il motivo per cui l'aveva ferito così tanto con le
parole che gli erano uscite di bocca, dettate dalla rabbia? Perché si sentiva
così solo... Niente più kitsune, niente corse al campetto la mattina, niente
insulti, niente strilli...niente risate. Hana non lo guardava più neanche in
faccia. Hn, avrebbe dovuto sputargli addosso invece che ignorarlo. Sarebbe
stato contento anche di essere di nuovo picchiato a sangue, invece che subire la
sua indifferenza. Aveva perso un amico. Ora lo capiva. Ora
poteva capirlo. E mentre il do'aho se ne stava davanti a quel
dannato canestro a cercare di infilare delle maledette triple, lui se ne stava
lì col cuore in mano e l'orgoglio fatto a pezzi. Non riusciva a dirgli niente
ma per la prima volta in vita sua avrebbe davvero voluto parlargli, dirgli tante
cose. Sentiva il bisogno d'incoraggiarlo, di dirgli che era bravo,
eccezionale. Ma non sarebbero valse a nulla quelle stupide parole senza le
sue scuse. Eppure il timore di essere respinto lo frenava...a tal punto che
la sua speranza svaniva ogni giorno di più. Ma sarebbe rimasto anche lì in
palestra tutta la notte con lui, pur di fargli capire che gli era
vicino. Invece dopo mezz'ora, Hana sistemò l'ultimo pallone nella rete e
marciò dritto agli spogliatoi per farsi una doccia quando la porta della
palestra si aprì di nuovo...e Rukawa si sentì morire sul serio. - Hana...-
Raim, con la tuta della squadra di pallavolo, non si era accorta di lui,
troppo concentrata sul rossino - Hana, sei ancora qui?- la sua voce era roca,
tesa e preoccupata - Devi andare a riposarti. Sono giorni che ti alleni il
doppio degli altri.- - Stai tranquilla.- le disse calmo, mentre la volpe si
rimetteva il giaccone, irrigidendosi - Stavo giusto andando a fare una doccia. E
tu? Come mai sei ancora qui? Sono le nove e mezza.- - Ero a vedere gli
allenamenti di pallavolo.- gli rispose e solo in quel momento si accorse di
Rukawa, sgranando gli occhi verdi - Ti aspetto?- - Si, d'accordo.- annuì
Hana, dopo di che senza più alzare il viso filò dritto alle docce...ma la
ragazza rimase ferma sulla porta, fissando attentamente il volto pietrificato
dell'ala piccola dello Shohoku. Se si aspettava qualcosa, sarebbe rimasta
delusa. Rukawa fece per passarle davanti ma Raim lo fermò, piazzandosi
davanti alla porta. - Dobbiamo parlare.- - Non abbiamo niente da dirci.-
disse duro, sgusciandosi via dalla sua presa e uscendo all'aperto. - Rukawa
aspetta!- Raim gli corse dietro, col cuore che batteva a mille - Sono due
settimane che m'ignori, ma si può sapere cos'è successo? Che cos'hai?- e lo
afferrò per il braccio, riuscendo a fermarlo ma fu solo per poco. Lui dette un
violento strattone, gelandola con un'occhiata. - Non toccarmi!- ringhiò roco,
facendosi indietro. Non vide neanche i suoi occhi verdi farsi lucidi. Vedeva
solo...quel tutore. Quello stupido tutore che le stringeva il braccio sinistro,
lo stesso che le avrebbe impedito di gareggiare. Rivedeva lentamente ogni
singolo istante, la vedeva proteggerlo, ricevere quel colpo al braccio.
Risentiva il suo rantolo di dolore, il suo tremare contro il suo torace...le
lacrime che le scorrevano sulle guance... Basta. Basta. Basta. Quella parola continuava a
ronzargli nella mente. Basta. Non voleva più perdere nessuno. I suoi se
n'erano andati morendo. Non avrebbe permesso di nuovo a qualcuno di farlo a
pezzi lasciandolo da solo. Raim aveva perso qualcosa per colpa sua, per
proteggerlo...e lui non poteva sopportarlo. Non se la sentiva. Era un
vigliacco ma non se la sentiva di portare un tale peso. - Perché?- la sentì
sussurrare - Perché fai così?- Lo guardava come davanti avesse avuto un'altra
persona. E forse era così. Serrò la mascella, rabbioso. Perché si era
trasformato tanto con lei? Come aveva potuto permettersi di diventare tanto
fragile? Soffriva nel vederla soffrire. Dannazione! - Rukawa, qual è il
problema?- gli chiese Raim a quel punto, spiando quegli occhi blu che si erano
fatti così lontani - Cos'è che ti urta? Sono due settimane che scappi, che non
mi guardi, che non mi rivolgi la parola! Avanti, parlami almeno! Una spiegazione
me la devi!- - Io non ti devo un bel niente!- sibilò a quel punto, gelandola
con l'ennesima occhiata priva di qualsiasi sentimento. - Una spiegazione si!-
replicò lei testarda - E' solo per quella dannata rissa? È per Takeru? Insomma
parlami! Dimmi qual è il problema!- E a quel punto esplose. All'apice del
suo masochismo, decise di fare tutto a pezzi da solo. Tanto ormai non avrebbe
più fatto differenza...l'aveva già ferita abbastanza. - Vuoi sapere qual è il
problema?- le si avvicinò minaccioso, ribollendo nella sua stessa rabbia, nel
suo stesso dolore che gli strillava di scappare via, di non continuare - Sei tu
il problema! Sei tu!- urlò quasi, alzando la voce dopo tanto tempo,
mentre gli occhi di Raim si svuotavano, sentendo quelle parole - Sei tu il mio
problema! Sei tu che mi urti! Io me ne stavo in pace prima che arrivassi tu!
Vivevo tranquillo senza dover rendere conto a nessuno e adesso arrivi...-
aggiunse sarcastico, quasi velenoso -...e hai la pretesa che io ti debba una
spiegazione. Scordatelo! Io non ti devo niente! Fra noi non c'era niente, non è
successo un bel niente! Io non ho nessun problema!- Lo schiaffo risuonò forte
e secco nella notte, rimbombando per lo Shohoku con un'eco sinistro. Fu come
una doccia fredda. Una sveglia. Si, si stava svegliando da un
sogno. Cos'aveva detto? Oddio, cos'aveva fatto? Rukawa fece appena in
tempo a girarsi, con la gota rossa per il colpo, per vedere l'odio sul viso che
amava. Raim non gli dette il tempo di fare nulla. Gli sibilò un insulto e
senza dargli la soddisfazione di vedere le sue lacrime corse via, lasciandogli
ora più che mai un gelo nel cuore che si era riconquistato da
solo. Solo. Era di nuovo solo. In fondo ciò che voleva,
l'aveva ottenuto.
Il palazzo dello sport tremava quel giorno. Hana
dagli spogliatoi poteva sentire i passi, il suo rimbombante delle mille voci sul
campo di gioco. Dannazione, non si sentiva così agitato dalla sua prima
partita quando era matricola. Con un asciugamano sulla testa, a torso nudo e
con gli avambracci posati mollemente sulle ginocchia, era un fascio di nervi.
Sentiva appena i ragazzi attorno a lui, la voce cinguettante di Ayako che li
spronava, l'ingombrante presenza di Akagi che lo sovrastava, quella di Anzai e
degli altri. Rukawa era arrivato per ultimo. Hana se lo sentì passare a
fianco, portando una ventata gelida ma non alzò il capo, restando a fissare
ostinatamente il pavimento. Rimase impassibile anche quando sentì la
formazione. Erano senza centro e la cosa sarebbe pesata ma...stavolta Anzai
aveva qualche sorpresa. - In campo Kogure, Sakuragi, Manabe come ala piccola,
Yaoto come playmaker e Kakuta, giocherai nel ruolo di guardia. Hanamichi, dovrai
prendere il posto di Akagi per oggi. Sei l'unico che ce la può fare. Gioca sotto
canestro e cerca di occuparti come meglio puoi di Sasa, il capitano del
Miuradai.- - Si coach.- sussurrò. - Kogure e Yaoto, occupatevi
dell'ordinamento degli schemi. Rei, per il resto devi pensarci tu.- Manabe
stava attaccato ad Hana e anche se sembrava di nuovo sulla graticola, serrò i
pugni e annuì con forza. - Si signore! Ce la metterò tutta.- - Perfetto.-
Ayako batté una mano sulla spalla alla matricola - Ma state attenti a Naito
intesi? Se lo fanno rientrare, non cercate la sfida a faccia aperta o ne
uscirete male. Chiaro?- - Chiaro.- scandì la squadra. - E se capita
qualcosa mi scaldo io.- intervenne Takenori. - Ma capitano...- Nobu Yaoto lo
guardò preoccupato - E le tue braccia?- - Ci sono solo pochi lividi ormai.-
lo rassicurò - Avanti, abbiamo ancora qualche minuto prima di scendere in campo.
Rilassatevi!- Rilassarsi. Hana avrebbe voluto dare una testata al
muro, quello era l'unico modo in cui avrebbe potuto riprendersi ma dubitava che
sarebbe servito a qualcosa, se non a sfondarsi il cranio. Rimase nascosto sotto
l'asciugamano, come per difendersi dagli sguardi di disapprovazione che solo lui
credeva di vedere. E se avessero perso? Sarebbe stata solo colpa
sua... Aveva cercato di fare tutto il possibile in quelle due settimane ma il
terrore che quella sarebbe stata la partita che li avrebbe visti sbattuti fuori
per colpa della sua incompetenza lo faceva stare male. Aveva quasi la
nausea. - Ehi...cretino...- Il rossino sgranò gli occhi, stranito, vedendo
una scarpa da basket appoggiata alla panchina vicina alla sua coscia. Sollevò
il viso e trovò Miyagi, a fissarlo con aria accusatoria. - Cos'è quella
faccia da funerale?- gli chiese Ryota serio - Ti avverto che mi stai
stufando.- Sul momento non riuscì a ribattere nulla, sbattendo le palpebre
come un vero imbecille, così il play titolare dello Shohoku scosse il capo,
sbuffando, ed estrasse dalla tasca le sue polsiere bianche che portava sempre in
partita. - Tieni.- e gliele lasciò in mano, stupendolo sempre di più - Così
non potrai dire che non ci sono in campo.- - Appunto.- ridacchiò Mitsui,
apparendo a fianco del tappo con la sua ginocchiera fra le grinfie - Ecco, metti
anche questa. Fa conto che ti stia alle costole in partita, anche se non mi
vedi.- Hana abbassò gli occhi, osservando le polsiere e la ginocchiera dei
suoi amici. Avvertì un groppo in gola ma di nuovo si limitò a ringraziare a
bassa voce, tenendo il capo chino per non farsi vedere con gli occhi lucidi.
Sentì Hisashi arruffargli i capelli e mentre s'infilava lentamente le polsiere
bianche, sorrise per la prima volta dopo due settimane. Quei due in fondo
erano proprio due uomini di burro. - E' ora.- Si tolse l'asciugamano dalla
testa, strinse forte i denti e si alzò, infilandosi di volata la
maglietta. Il numero 10 gli ricadde sulla schiena e in quel momento sentì
un'altra grossa mano posarsi sulla sua testa. Si girò, riconoscendo il timbro
del Gorilla. Lo guardò, del tutto dimentico dell'allegria passata ma si
sforzò di sembrargli al massimo della forma. Akagi soppesò per un attimo la
sua espressione falsa, cosciente del fatto che stava solo fingendo per farlo
stare meglio. - Senti...- iniziò ma Hana lo bloccò sul momento, alzando le mani
con un sorriso stentato - Stai tranquillo Gori. Cercherò di non
deluderti.- Takenori sgranò appena gli occhi, incredulo. Gli alieni
gliel'avevano davvero rapito. - Idiota.- gli disse, continuando a tenergli la
mano sulla testa - Non volevo minacciarti di morte.- Il rosso non rispose,
incalzandolo quasi ad andare avanti ma stavolta fu il capitano a stupirlo. -
Vai in campo e distruggili.- gli disse, allibendolo - E fatti onore
campione.- Hana, dopo che il gorilla se ne fu andato alla porta con tutti gli
altri, si chiese se quelli dello Shikuda non gli avessero dato una botta in
testa troppo forte. Campione! L'aveva chiamato campione. Il mesto sorriso di
prima gli piegò di nuovo le labbra, sentendosi quasi sollevato. Ma in fondo
era ora di giocare. Doveva salvare la squadra, doveva farlo per tutti i suoi
amici. Stava per uscire anche lui quando venne bloccato di nuovo. Rukawa
gl'impediva di passare, appoggiato a un armadietto con la schiena e una gamba
lunga, di traverso per la sua strada. Hana immaginava che lui l'avrebbe fermato,
probabilmente per ricordargli di non fare cazzate ma il fatto che non riuscisse
a guardarlo direttamente in viso non poteva dargli la chiara idea di come
stessero realmente le cose. - Devo muovermi.- gli disse roco. -
...Aspetta...- Indecisione? Hana l'aveva notata in quei giorni in alcuni dei
suoi gesti abituali ma non credeva che il volpino potesse esserlo anche con lui.
Finalmente lo guardò in faccia, stupito e confuso. - Cosa c'è?- gli chiese -
Non farò stronzate.- Kaede lo fissò a lungo, continuando a chiedersi dove
fosse finito il do'aho ma di questo poteva dare la colpa solo a se stesso.
Sapeva di essere inutile in quel momento, di non poter fare niente per aiutarlo
e che le parole non sarebbero servite a niente. Non voleva scaricarsi la
coscienza...ma non poteva più neanche tacere. - Tu...sei forte. Ce la farai
sicuramente.- disse a fatica, dopo di che notando il suo stupore gli dette le
spalle e andò dritto a seguire la squadra, lasciando il rossino con l'ormai
sicura idea di essere finito in una dimensione parallela dove tutto girava al
contrario. Pochi minuti più tardi, erano faccia a faccia. Miuradai contro
Shohoku, si poteva sentire il fermento nell'aria, la sorpresa...lo
sconvolto. Tutti si chiedevano il perché di quella formazione, tutti si
chiedevano cosa facessero i titolari in panchina. Gli avversari la presero
come un'offesa. Sasa principalmente sembrava già sul piede di guerra quando
lui e Hana si piazzarono alla linea di metà campo, per il lancio d'inizio. -
Ehi...- gli sibilò - Che cazzo ci fai solo tu eh?- Il rossino non gli
rispose, guardandosi bene attorno. Rei stava alla sua sinistra, Kogure
nell'altra metà campo. - Problemi al ginocchio?- gli chiese ancora Sasa,
guardandogli la ginocchiera - Vai a fare compagnia a Mitsui, dammi retta.- Di
nuovo silenzio e il Miuradai cominciò a guardarsi sorpreso. - Cazzo, non
reagisce proprio.- sussurrò Ayako, seduta in panchina accanto ad Anzai e a Raim,
che osservava la situazione nella più totale attenzione, ostinandosi a tenere
gli occhi verdi fissi sul campo. - Per ora va bene così.- le disse Akagi -
Vediamo che succede.- Anche sugli spalti c'era gente piuttosto
stranita. Il Kainan non credeva ai suoi occhi, specialmente Kyota. - Ma
che cazzo fa lo Shohoku? Hanno lasciato quel pirla da solo in campo? Si vogliono
suicidare?- - E' strano.- disse anche Jin - Avete notato in panchina? Mitsui
ha dei cerotti sulla faccia e una mano bendata, Rukawa ha la testa
fasciata e hanno tutti le facce un po' tirate.- - Hai ragione.- annuì
Takasago serio - Che sia successo qualcosa?- - Vuoi dire che lo Shikuda abbia
fatto succedere qualcosa, semmai.- rognò Nobunaga - Merda, lo sapevo!- - Dici
che si sono pestati?- bofonchiò Jin - In effetti non vedo Takeru e i suoi
amici.- - Forse Sendoh saprà qualcosa...- cincischiò la Nobu-scimmia,
cercandolo in giro - Eccoli, il Ryonan è là!- - Stai buono.- lo bloccò Maki,
perfettamente padrone della situazione - Se vuoi potrai parlargli dopo ma per
ora resta qua e osserva. Sono sicuro che Sakuragi ci mostrerà qualcosa
d'interessante oggi.- Erano pronti. Lo Shohoku in panchina incrociò le dita e
l'arbitro, fischiando, lanciò in aria la sfera arancione. - Vai.- sussurrò
Rukawa a bassa voce. E Hana volò. Saltò tanto in alto che anche Akagi non
avrebbe potuto fare di meglio. Il seguente passaggio a Kogure fu preciso e
scattò subito l'attacco dei diavoli rossi. Penetrarono anche se con
difficoltà, vista la stazza dei compagni di Sasa ma la velocità di Rei e Nobu
riuscì a compensare la possente morsa del Miuradai. Sfondarono la difesa...e
Manabe andò subito a canestro, conquistando i primi due punti. Dagli spalti
scoppiò un delirio di urla e tornati indietro le due matricole sembrarono molto
soddisfatte. - Bravi ragazzi!- si complimentò Kogure - Ottimo lavoro. Avete
iniziato bene!- - Grazie senpai! Ma è tutto merito del tuo passaggio.- gli
disse Yaoto. - Hana, tutto ok?- gli chiese poi il quattrocchi - Sei stato
bravissimo.- Il rossino annuì vagamente, del tutto concentrato in
qualcos'altro che sfuggiva agli occhi di tutti gli altri. C'era con la testa,
ma non con la sua solita passione. Per i primi minuti sembrò andare tutto
liscio, fin troppo e la cosa ad Hanamichi piaceva poco. Il Miuradai sembrò non
riuscire ad arrestare l'avanzata di Kogure, Nobu e Rei che sebbene tutti e tre
molto affiatati, erano decisamente inferiori a livello fisico. La cosa peggiorò
dopo i primi dieci minuti in cui lo Shohoku vinceva per 49 a 40. Capita la
griglia di attacco, il Miuradai prese e andò dritto a colpire dov'era più palese
la debolezza delle matricole, ovvero l'inesperienza. Iniziarono le finte e
quando venne finto un fallo, Hana cominciò a spazientirsi. - Dai, dai!- li
richiamò - Non è successo niente ragazzi! Riprendetevi! Kakuta, più attento in
difesa!- - Ha ragione Hanamichi!- lo seguì Kogure - Rei, stai tranquillo!
Anche se non riesci sempre ad andare a canestro non fa nulla! Quelli sono il
doppio di te, è normale che succeda!- - Si.- annuì la matricola, mesta - Ce
la faccio, state tranquilli!- A cinque minuti dalla fine del primo tempo, il
punteggio era fermo su 54 a 52 per lo Shohoku. - Allora bello?- Hana
aveva Sasa attaccato alla schiena come una pulce irritante che non lo lasciava
passare di un millimetro - Credi sempre di potercela fare da solo? Non dovevate
snobbarci così! Tornerete a casa con la coda fra le gambe!- -
Senpai!- Hana si volse in tempo per stoppare la palla che Rei gli aveva
lanciato come un missile. Con una finta che fece sorridere Miyagi dalla panchina
si liberò del capitano del Miuradai e filò dritto a canestro ma lì venne
bloccato da ben tre avversari. Non riusciva a passare a nessuno, a momenti non
riusciva neanche a vedere oltre le facce ingrugnite del Miuradai...finché non
gli fu più necessario vedere. In quella ressa uno dei compagni di Sasa gli
arrivò addosso e gli ficcò una gomitata accidentale che lo piegò a terra e gli
mozzò il fiato. L'arbitro fischiò mentre dalla panchina dello Shohoku si
scatenò il putiferio. - Arbitro!- urlarono tutti, vedendolo tentennare a dare
il fallo - Cazzo ma sei cieco?!- - Porca miseria, gli ha rotto una costola!-
sbraitò Miyagi. - Dannazione se non ci vedi vai a metterti gli occhiali!-
gridò persino Akagi, furibondo. - Merda...- anche Rukawa era direttamente
balzato in piedi - Tu guarda quello stronzo...- L'arbitro alla fine fischiò
quel maledetto fallo, dando ad Hana due tiri liberi ed entrarono perfetti,
puliti. Al che finì il primo tempo e le due squadre se ne tornarono in
panchina. - Bravi ragazzi.- disse Anzai complimentandosi - Siete stati molto
bravi.- - Dice?- bofonchiò Kakuta - Negli ultimi minuti abbiamo subito
troppo.- - Ma no!- Ayako batté loro una mano manata sulla spalla
d'incoraggiamento - Siete stati grandi invece! Piuttosto, Hanamichi come va lo
stomaco? Tutto ok?- Il rossino era seduto in panchina, ma della gomitata
probabilmente non si ricordava neanche. Stava solo bevendo come un dannato e
sembrava il più provato di tutti. - Grande, belli i canestri.- gli disse
Mitsui, buttandogli un asciugamano in testa. - Grazie.- - Che palle...ma
sai dire più solo quello?- sbuffò Miyagi buttandosi accanto a lui - Dai, come ti
senti?- - Bene.- Hana alzò le spalle - Devo solo darmi una mossa.- - Fino
adesso hai giocato bene.- gli disse Raim, passandogli un'altra lattina evitando
accuratamente di guardare la persona che invece insisteva nel fissarla - Il
fallo degli avversari è stato provvidenziale.- - Si.- Sakuragi risollevò gli
occhi solo per vedere dall'altra parte della palestra la testa pelata e lucente
di Naito. - Entra il pelatino.- bofonchiò Akagi - Merda.- - Mamma quanto è
grosso...- alitò Kakuta preoccupato. - Ragazzi, ricordatevi cosa vi ho
detto.- disse Kogure - E' forte solo in sfondamento quindi Manabe, guardati bene
in attacco ok? Stai attento, se ti prende ti lancia davvero in orbita.- - Si
senpai.- annuì Rei, serissimo. - Accidenti.- Mitsui guardò la formazione
parecchio stranito - Ragazzi, siete rigidi come scope. Scioglietevi un
po'.- - Parli bene tu.- sbuffò il quattrocchi - Mi sento un peso addosso che
mi sta sfondando i nervi.- - E io vi ripeto che ve la state cavando bene.- lo
blandì Akagi. - Si ma non è abbastanza.- sindacò Hana, rimettendosi in piedi
- Forza, abbiamo ancora venti minuti gente!- Si riunirono tutti di nuovo di
fronte ad Anzai, mentre i titolari rimasero indietro. - Chi chiama la Neuro?-
borbottò Miyagi, senza scherzare per niente. - Ho cancellato il numero giorni
fa.- Hisashi fece una smorfia - Cazzo, lo sapevo che dovevo tenerlo...- - Non
fa ridere!- rimbrottò il capitano - Ma che gli prende a quel deficiente
eh?- - A me lo chiedi Gori?- insinuò Mitsui, guardando finalmente Rukawa -
Allora? Cos'è successo?- Kaede, benché irritato, sapeva che non poteva
permetterselo e abbassò il viso quasi con vergogna. - E' colpa mia.- si
limitò a dire. - E' colpa tua?- Miyagi lo guardò allucinato - Oh no! È’
andato pure lui!- - Sta zitto idiota!- lo prese a calci il Gorilla, tornando
al volpino - Ma insomma che gli hai fatto Rukawa?- - Ma non è che ti sei
ripassato Haruko vero?- se ne uscì Mitsui e dopo essersi fatto sfondare il
cranio dal fratello della suddetta bertuccia non ci fu più tempo per
approfondire la questione. Iniziava il secondo tempo. Dagli spalti Sendoh
osservava il gioco di un suo grande amico con occhi stranamente
preoccupati. Sospirò, appoggiato alla ringhiera con entrambe le braccia. -
Che hai?- gli chiese Koshino - Ti annoi? E dire che la partita mi sembra
interessante comunque, anche senza gli altri quattro matti. Allora? Perché
quella faccia Akira?- - Hana.- si limitò a bofonchiare il porcospino. -
Come? Che centra quel pazzo?- - E' lui. Non gioca come al solito. Mi
rompo.- - Niente risse e cazzate intendi?- - Si, sembra che abbia perso la
sua verve.- - Ma no!- Koshino tornò a guardare l'ennesimo canestro del
Miuradai - E' solo e non c'è Rukawa. Con chi vuoi che attacchi briga? Non può
mica picchiare le matricole!- - Che barba.- - E ma è una fissa! Dai Akira!
Perché sei così preoccupato?- Sendoh non rispose più, continuando a osservare
quella partita giocata dal fantasma di un amico. Perché si sentiva così in
colpa?, si chiese. In fondo era grazie ad Hanamichi se Rukawa non ci aveva
rimesso un occhio. Ok, non era stato presente alla rissa ma se non fosse
arrivato in tempo qualcuno in quella palestra sarebbe morto, Takeru per
primo. Eppure continuava a sentirsi in colpa e giocava come se tutto il peso
fosse suo. Giocava molto bene, niente da dire...ma gli mancava quella
fiammella, quella scintilla...chissà dov'era finita. Intanto in campo il
Miuradai era passato in vantaggio di ben sette punti. - No, no! Non ci
siamo!- sbottò Ayako - Ragazzi svegliatevi! State subendo troppo!- - Nobu fa
quello che può.- le disse Raim - Ma è ancora troppo inesperto. Inoltre quel
tizio sta terrorizzando tutti!- In effetti Naito stava facendo il suo
dovere. Anche se Rukawa due anni prima aveva pescato il suo punto debole, che
tra l'altro era sempre lo stesso, le matricole e Kakuta erano molto in
soggezione di quell'ex giocatore di rugby che sapeva terrorizzare tutti con la
sola altezza. Buttò un paio di volte a terra sia Rei che Nobu ma se l'ultimo
riusciva a sfuggirgli organizzando l'operazione d'attacco nelle retrovie, Rei ce
l'aveva sempre addosso, essendo ala piccola. - Cavolo, non ce la fanno.-
sussurrò Kogure, a fianco di Hana - Che facciamo?- - Adesso ci provo io.-
disse il rossino a bassa voce - Nobu...- - Si senpai?- - Voglio la
palla.- scandì serio, senza staccare gli occhi dal canestro - La voglio
capito?- Yaoto dopo un attimo sorrise, annuendo. - L'avrai senpai.- -
Bene. E adesso diamoci sotto!- In un attimo tutto lo Shohoku si accorse che
Hana aveva deciso d'ingranare la seconda. Da centro scattò rapidamente in avanti
seguito a breve distanza da Nobu ed evitando tutti gli avversari arrivarono in
area. Lì sotto però l'aspettava Naito. - Ci si rivede, coglione!- gli sibilò,
placcandolo durante - Dove pensi di andare eh?- Accorgendosi che non poteva
passare a Sakuragi, Yaoto si ritrovò costretto a ripiegare. Traccheggiò alla
linea dei tre punti con Sasa che era rientrato ma si liberò Rei e allora la
palla gli venne lanciata come un fulmine. Il Miuradai doveva averlo previsto
perché in un attimo Hana non si vide più Naito vicino. Sconvolto lo trovò
praticamente quando Rei stava saltando a canestro...e venne scaraventato a terra
brutalmente dal pelatone che tornò a terra con un fallo...ma anche con un punto
in meno per lo Shohoku. - Ah ah...attento pulce.- ridacchiò Naito - Ti
schiaccio la prossima volta!- Rei rimase seduto a terra mentre l'arbitro dava
il fallo. I compagni raggiunsero la loro ala piccola preoccupati ma una
volta inginocchiato davanti a lui, Hana ci restò secco. Rei piantò un
violentissimo pugno a terra, furibondo. - Vaffanculo!- sbraitò forte,
perdendo quel suo contegno da ragazzino per bene - E' tutta colpa mia
accidenti!- Lo sentirono anche dalla panchina e i titolari quasi cascarono
per terra. - L'avevo detto io che un paio di mesi con Hisa e sarebbe cambiato
il registro.- si stupì Miyagi. In campo erano tutti altrettanto
allibiti. - Rei dai...- Hana lo guardava sorridente ma mezzo svestito per lo
sconvolto - Su, non è niente!- - Non è vero che non è niente!- ringhiò ancora
più forte - Tu ti sei impegnato tanto senpai e io non riesco a darti una mano!
Perfino due settimane fa non sono riuscito a fare niente!- e il rossino sgranò
gli occhi, colpito. - Ma cosa dici?- Rei abbassò il capo, stringendo il
pugno - Non ho fatto altro che evitare i colpi di quelli dello Shikuda e non
sono riuscito a dare una mano...e adesso non riesco più neanche ad andare a
canestro!- - Dai Manabe...- Kogure scuoteva il capo, scoppiando
silenziosamente di gioia - Cosa credi? Io neanche sono riuscito a fare nulla.
Credi che mi senta in pace con me stesso? Mitsui e gli altri sono stati
fortissimi ma è solo grazie a Sakuragi se stiamo tutti bene. Non fosse arrivato
ora forse saremo tutti in ospedale in come e con le ossa rotte.- Hana non
disse nulla, limitandosi a farsi guarire le ferite da quelle parole che erano
come un balsamo. - Si ma...- Rei era sempre nervoso, con l'espressione di chi
si sente inutile ma vuole ancora lottare - Non voglio perdere! Non voglio
perdere! Io voglio darvi una mano e vincere questa maledetta partita per il
capitano e gli altri!- - Ah si?- Kogure sogghignò speranzoso - Allora fai
vedere a queste pertiche di che pasta sei fatto!- Dopo un lungo silenzio, Rei
guardò Hana negli occhi...e inspirando a fondo, dette un altro colpo a terra.
Poi finalmente si rialzò. - Ok!- scandì - Mi sono ripreso.- - Ecco, bravo!-
Il vice capitano gli strizzò l'occhio - Affianca sempre Hanamichi e non avere
paura di nulla, intesi? Sei forte Rei, sul serio. L'hai già dimostrato e anche
se siamo in svantaggio possiamo recuperare. Abbiamo ancora nove minuti! Possiamo
fare miracoli!- - E li faremo!- ridacchiò Nobu, dandogli una pacca - Dai, non
fare il cretino!- - Ci sono.- Rei annuì di nuovo, più determinato di prima -
Non farò più l'idiota senpai e ti prometto che infilerò un canestro dietro
l'altro!- giurò rivolto ad Hana - Tu ti stai impegnando a fondo e lo farò anche
io!- Il rossino tacque, non trovando niente con cui ribattere. Porca miseria.
Che carattere! - Dacci sotto.- gli disse allora, roco - Spaccami le
difese!- Dopo un urlo di assenso di tutta la squadra, Hana si rialzò posando
istintivamente lo sguardo sull'unica persona che di solito lo faceva sentire
perfettamente al sicuro. Oh si, lui era bravo...ma c'era qualcuno che per lui
era sempre stato il simbolo della sicurezza vera e propria. Kaede se ne stava
seduto...e lo fissava. Non gli aveva mai staccato gli occhi di dosso. "Tu
sei forte...ce la farai sicuramente." - Dai do'aho.- sussurrò il moro -
Muoviti. Ce la puoi fare...- Subito il fallo, a Rei vennero assegnati due
tiri liberi che risollevarono appena il risultato. Erano sempre sotto di
parecchi punti ma ora la matricola sembrava di nuovo molto carica. Ci fu un
leggero recupero e si passò a 69 per il Miuradai, contro i 63 dello Shohoku. Il
tempo scorreva in fretta ma ben presto Naito ricominciò a buttarsi addosso ad
Hana e Rei. Se l'ala piccola aveva imparato a sfuggirgli, passando velocemente
la palla indietro, Sakuragi stava subendo parecchio. Sasa non gli lasciava
spazio e continuava a trovarsene addosso tre per volta ogni volta in cui si
trovava sotto canestro. Piazzò una schiacciata a due minuti dalla fine della
partita ma tornato a terra, dopo essere rimasto appeso al canestro, continuò a
sentirsi sulla graticola. - Cazzo.- sibilò, sentendo le risate di
Naito. Gli arrivò una spallata ma continuò a tacere, serrando le mani ma
dalla panchina ormai c'era qualcuno che ne aveva basta di vederlo subire. Rukawa
di punto in bianco tirò un pugno sulla panca e sbalordendo metà squadra filò
dritto da Anzai, piazzandosi davanti a lui in tutta la sua altezza. - Mister,
mi faccia entrare!- - Cosa?- allibirono Akagi e Ayako - Ma sei matto? Non ti
sei ancora ripreso del tutto!- - Io voglio entrare!- scandì di nuovo il
volpino serio, fissando solo il coach - Mi permetta di giocare!- Anzai
tacque, osservando la sua espressione oltre le lenti spesse. - Perché?- gli
chiese a quel punto. Kaede trasecolò - Come?- - Perché vuoi
entrare?- Perché voglio dargli una mano. Perché non voglio
perdere! Deglutì, sapendo bene che il coach già sapeva la verità. - Voglio
aiutarlo.- gli disse allora, sincero. Ma Anzai non si scompose minimamente,
anche se dentro esultava per una piccola rivincita che aspettava da tre
anni. - Ora come ora non lo accetterebbe il tuo aiuto.- - Non m'importa!-
sbottò il volpino - Voglio dargli una mano! Non può fare tutto da solo!- -
Credi che sia un debole?- Rukawa sgranò di nuovo gli occhi blu -
...No...ma...- - Se tu entrassi ora lui la prenderebbe come una mancanza di
fiducia nei suoi confronti. Ora l'unico aiuto che puoi dargli e stare seduto e
sgolarti col tifo.- frecciò il mister, sorridendo sotto i baffi - Lo capisci
Kaede?- No, non lo capiva! Non gl'interessava capire un bell'accidente! Al
diavolo, mancava un fottuto minuto e Naito si stava divertendo a spaccare le
ossa al do'aho! Erano 65 a 69 e quella maledetta difesa non riuscivano più a
spaccarla! Furibondo e frustato come non mai si rigirò in tempo verso il
campo quando sentì il boato del pubblico. Si volse proprio mentre tutta la
panchina dei diavoli rossi esultò... Preso il rimbalzo, Hana aveva passato la
palla a Kogure che stava fuori dalla linea dei tre punti. Avesse potuto,
Kaede e Mitsui l'avrebbero baciato. Una tripla dettata dalla fortuna o dalla
bravura, non lo sapevano...ma una tripla fantastica! - Ok, ora siamo sotto
solo di un punto!- urlò Ayako balzando letteralmente sul suo tavolo - Ragazzi,
un canestro solo!- - Avanti, mancano quaranta secondi!- tuonò Akagi - Dai
Hanamichi! Forza!!- Avesse potuto contarsi i battiti del cuore, Hana avrebbe
stentato a crederlo. Aveva il cuore praticamente in gola...o nelle gambe, che in
quel momento sembravano muoversi da sole. Correva, correva...passava, contava i
secondi che mancano. Un canestro. Solo un altro dannato canestro. Non poteva,
non poteva perdere. Grida, incoraggiamenti, i pesanti passi degli
avversari...non passava. Non riusciva più a passare. Rei era marcato, Kogure
anche. L'area del Miuradai era impenetrabile...se si fossero impadroniti di
nuovo della palla se la sarebbero girata fra le mani fino allo scadere del
tempo. E non poteva permetterlo. Gli restava solo una cosa da fare. Sollevò
il capo. Era davanti al canestro. - AVANTI! TIRA!- Cinque secondi Sentì
nitida la voce di Rukawa alle sue spalle, saltando. Naito gli si parò
davanti con le braccia alzate ma non poteva permettergli di ostacolarlo. Hana
si sbilanciò all'indietro, poi lanciò. Una parabola perfetta, né Naito né Sasa
riuscirono a deviare la traiettoria. A due secondi, fu canestro. Pulito,
perfetto. 70 a 69. Il tiro in sospensione all'indietro finì per farlo
atterrare malamente ma quando l'arbitro fischiò e Hana si ritrovò seduto a
terra, non ci fu mai sollievo più grande. - SIIIIII!!!!!- Quell'urlo di
vittoria invase tutta la panchina del diavoli rossi che un secondo più tardi si
catapultarono festanti in campo, mentre tutte le tribune impazzivano
letteralmente. Col fiato mozzo fino all'ultimo secondo, avevano perso degli anni
di vita preziosi ma erano stati ricompensati da quel tiro fantastico. Hana
ancora mezzo incosciente venne letteralmente sommerso, tipo squadra di football,
da tutti i suoi compagni che gli si buttarono addosso in massa, abbracciandolo e
urlandogli nelle orecchie che era un campione. Quasi non capiva più niente ma
dopo tanto finalmente si permise di esultare. Era fatta! Avevano vinto! -
Vai senpai, sei un genio!- Rei quasi lo strozzava, insieme a Nobu e Kogure - Sei
il migliore!!!- Anche in panchina, Anzai sorrise bonariamente, soddisfatto
più che mai. - Dimmi Kaede.- sussurrò al volpino, che gli era rimasto a
fianco con quel canestro fantastico nel cuore - Cosa ne dici di questa
partita?- La kitsune tacque a lungo, vedendolo seduto per terra, attorniato
di persone festanti, sempre più fuori di sé dalla gioia. - Hn.- bofonchiò,
ficcandosi le mani in tasca - Deve allenarsi coi tiri in sospensione
all'indietro.- Per tutta risposta Anzai scoppiò finalmente in una fragorosa
risata, dandogli una leggera pacca sulla spalla. - Vai a festeggiare.- gli
consigliò - Ve lo meritate!- Proprio in quel momento un applauso generale
ricordò il miracolo di quel campione di basket che in campo sollevò il viso...e
si ritrovò la mano del suo capitano fra i corti capelli rossi. Hana rovesciò
la testa all'indietro, trovando il Gorilla a sovrastarlo. - Bravo mezza
tacca.- - Grazie Gori.- rispose sogghignando - Allora? Sono bravo eh?- -
SEI UN GENIO SENPAI!- continuava a urlare poco più tardi Rei Manabe per gli
spogliatoi, che era saltato praticamente in testa a Kogure per farsi sentire
meglio - E' TUTTO MERITO TUO!- - Si, si...abbiamo capito ma adesso calmati
eh?- lo blandì il quattrocchi - Rei mi sembri un po' sovreccitato.- - Non è
mica l'unico.- frecciò Ayako, visto che Nobu, Kakuta e le riserve stavano
praticamente ricreando la danza della pioggia attorno alla panca dove Hana si
era sdraiato, con le braccia sopra alla testa come per nascondere la
faccia. - Allora, la finiamo con questo macello?- rognò Akagi, anche se non
aveva cuore per picchiarli - Ok, ok, abbiamo vinto! Ma andate fuori a far
casino, porca vacca! Qua ci sentono tutti! C'è gente per bene in giro!- Manco
a dirlo... - PERMESSO!!!- cinguettò Sendoh, apparendo sulla soglia con Mito,
Haruko e l'Armata proprio in quel momento - Siamo venuti a baciare la terra dove
camminano i campioni!- - Oddio, ci mancava solo lui.- bofonchiò Mitsui. -
Hana sei spettacolare, sul serio!- ridacchiarono Takamiya, Okuso e Noma,
saltando quasi addosso al loro amico - Grande campione, promettiamo che non ti
chiameremo più mezza sega!- - Ehi, ehi...- Mito rise, mettendosi a fianco
della panca - Come mai te ne stai lì? Non è che piangi commosso vero?- - Ma
no che non piango!- sbraitò Sakuragi alzando le braccia furibondo - Ma sei
scemo!?- - Oh e dire che hai sempre avuto il cuore tenero.- ridacchiò Miyagi
- Non mi stupirei davvero.- - Sul serio Hana, non sto scherzando...erano
tutti in delirio sai?- Sendoh andò a battergli una mano sulla spalla - Quando
hai fatto l'ultimo canestro ho visto Nobunaga strozzarsi con la lattina di
aranciata e credo che abbia buttata un po' addosso anche a Maki!- - Fosse
morto soffocato.- sibilò Hana, secco. - Evvai si festeggia, niente storie!-
sentenziò Akira, sedendosi a gambe larghe al suo fianco - Dove vuoi
andare?- - Ti portiamo ovunque tu voglia.- gli promise anche Mito - Qualcuno
si accoda?- - Basta che ci siano sedie imbottite.- ghignò Mitsui, appoggiato
all'armadietto. - Allora per la gioia del tuo povero fondoschiena spelato
Hisa-chan vi porto al Paradise!- cinguettò Akira. Kaede roteò gli occhi,
riprendendosi il borsone. Porca miseria! Se lo portavano via sul serio. Non
avrebbe potuto parlarci così! Dannazione, dannazione! - Al Paradise?- Ayako
li guardò maliziosa - Ma non è una specie di bordello?- - Non sia mai che io
mi compri una donna!- cincischiò la punta di diamante del Ryonan - No, no! È uno
strip club!- - Viva il rimorchio eh?- rise Mitsui - Ma si, guardare non fa
male.- - Guarda che lo dico alla senpai!- lo minacciò Raim scherzando - Anche
se non credo che possa farti tante storie visto quello che ha combinato ieri
sera alla festa di compleanno della Kurata.- - Ecco, ottima cosa. Poi mi devi
raccontare tutto!- le disse la guardia, strizzandole l'occhio - Così posso fare
il fidanzato tradito per qualche giorno. Allora gente? Si va o no? Tappo
vieni?- - Ecco io...- - Gli cavo gli occhi, poi può venire.- rise Ayako
minacciosa. - Dai ragazzi...- Hana bloccò i festeggiamenti sul nascere - Non
possiamo rimandare a venerdì? Sono un po' a pezzi.- - Tu che disdegni uno
strip?- Takamiya gli mise una mano sulla fronte - Avvisate sua madre che s'è
preso qualcosa.- - Si, il rincoglionimento cronico.- frecciò Noma. - Eddai
Hana!- lo supplicò anche Akira, esibendosi in una delle sue migliori facce da
cucciolo - Balliamo, beviamo, ci scateniamo un po'...è da un sacco di tempo che
non ci facciamo due risate! Devi anche aiutarmi a far sbronzare Hisa-chan così
si farà una ballerina, si molla con la ragazza e poi la consolo io!- - Senti
Aki ma vuoi che ti uccida sul serio?- rognò Mitsui incazzoso, ficcandogli un
piede in testa. - Oh, se è bella è bella!- - Si ma è roba mia!- - Dio,
che cavernicoli.- sbuffò Ayako - Io me ne vado, branco di porci. Ci vediamo a
scuola!- - Vengo anche io.- sorrise Raim in quel modo vago e distante come le
capitava da qualche tempo - Buona notte ragazzi, vedete di non finire a dormire
dentro un cassonetto eh? Ciao!- e senza degnare di uno sguardo Rukawa seguì
Ayako verso l'uscita, sapendo bene però di avere gli occhi del volpino puntati
nella schiena. Comunque non ci fu verso di trascinare Hana a far festa quella
sera. Promise che sarebbe uscito con loro venerdì sera ma dopo di che se ne
tornò a casa sua senza sentire storie. Al che Akira schioccò la lingua. -
I casi sono tre: o è gay, o quella culata in campo l'ha reso impotente,
o...- - O?- ghignò Miyagi. - O la volpe gli ha mangiato la lingua.- sbuffò
Sendoh, incurante dell'occhiata gelida che gli scoccò Rukawa - Bene gente, a
questo punto me ne andrò a rimorchiare da solo. Hisa-chan vieni con me o
no?- - Vengo, vengo.- sbuffò Mitsui mettendosi il borsone in spalla - Ma
finiscila di chiamarmi così.- - D'accordo Hisa-chan.- - Avanti, levate le
tende.- li incoraggiò Akagi - Mi avete rotto tutti stasera. Ci vediamo a scuola
e agli allenamenti e vedete di non tardare! Dobbiamo ricominciare col solito
ritmo! E prima che tu dica qualcosa Mitsui, me ne sbatto altamente le palle se
ti fa male il culo, ok? Così impari a farti tirare da una moto in corsa!- -
Che stress, mi sembra di sentire mio padre.- - Peccato che non c'ero.- rise
Miyagi, chiudendosi la porta alle spalle - Sarebbe stato un gran
spettacolo!- - Oh, te l'assicuro!-
Passò rapidamente una settimana
e la prima parte del campionato venne sospesa per i mesi invernali, quando poi
avrebbe ricominciato a primavera con le sessioni finali, agli inizi di
marzo. Questo dava allo Shohoku la possibilità di rimettersi in forma e
decisamente se lo meritavano tutti davvero, perché a parte le storie che si
raccontavano, Miyagi aveva ancora doloretti sparsi un po' per tutto il torace e
i fianchi, esattamente come Mitsui che si ritrovava il corpo ancora cosparso di
graffi e abrasioni in più punti. Akagi era quello che si era ripreso più in
fretta e Kaede, nonostante i lividi sul viso fossero ormai guariti come quelli
del fisico, si ritrovava con una piccola cicatrice sulla fronte e l'anima di uno
pronto alla fucilazione. In quei sette giorni nessuno l'aveva più sentito
dire una parola. Sembrava di essere tornati al primo anno e solo il Gorilla ogni
tanto gli strappava qualche assenso, per il resto la kitsune sembrava
interamente concentrata a recuperare il tempo perso durante la sua
convalescenza. Con Hanamichi poi si andava sempre più degenerando. Si
allenava scrupolosamente, era diventato di una precisione disarmante, nelle
partitelle era insostituibile ma come si era già notato in precedenza, la sua
verve era sparita nel nulla. Ora aveva ripreso a chiacchierare più volentieri
ma le sue esplosioni di gioia ad ogni punto e il suo esultare sembravano storia
passata. L'unica cosa diversa era che lui e Rukawa in campo, se avversari in
allenamento, evitavano accuratamente one on one anche se Ayako di recente, che
li osservava dal giorno della rissa con lo Shikuda, aveva notato un sensibile
cambiamento da parte della loro volpe. Ayako si era accorta che Rukawa non
perdeva mai di vista il rossino, attentissimo a ogni suo leggero sbalzo di umore
o a ogni suo progresso. Era fermamente convinta che il loro numero 11 avesse una
voglia matta di parlare col Tensai ma c'era qualcosa che glielo impediva, forse
a priori credeva di essere respinto. - Tu che ne pensi?- Raim sollevò
appena lo sguardo dal calendario primaverile, seguendo gli occhi di Ayako in
campo. Riabbassò il capo, apparentemente incurante. - Di cosa parli?- -
Di Hana e Rukawa.- - Non sono più bambini.- disse la rossa gelida - Se hanno
dei problemi che se li risolvano.- Ayako si volse a fissarla, stranita. -
Raim, che cos'hai? Non mi sembri più la stessa dalla rissa. Non è che ti sei
spaventata troppo?- L'altra stavolta sorrise, addolcendosi - Ma no. Non mi
sono spaventata.- - E' per il tuo braccio allora, vero?- la mora le carezzò
la schiena, tristemente - Ci saranno altre occasioni.- - Si.- mentì Raim,
sapendo benissimo che in fondo di quel mancato torneo non gliene fregava poi
nulla - Lo so, basta aspettare. In fondo posso sempre occuparmi del club di
pallavolo ormai.- - Sei sicura che sia tutto?- - Certo.- Ayako
corrucciò la fronte - Senti...se hai dei problemi puoi parlarmene, lo sai
vero?- Problemi. Raim non riuscì a non sentirsi invadere di nuovo dalla
rabbia. Il problema era lei. Così le aveva detto. Lei era solo una seccatura
per lui. Fra loro non c'era niente. Bhè, si era espresso in maniera chiara
quella sera. Ora non le importava che la cercasse continuamente con lo sguardo
in classe, non le importava dei suoi maledetti occhi supplichevoli, non le
importava che volesse parlarle. Andasse al diavolo. Sia lui che Shiro avevano
sempre preteso di gestirle la vita. Avevano fatto tutto da soli. Avevano
preso e smontato quello che lei provava senza neanche ascoltarla. - Raim?
Raim mi senti?- Ritornò alla realtà, trovandosi di fronte l'espressione
impensierita di Ayako. - Tutto ok?- - Si, tutto benissimo.- le sorrise in
maniera stentata, mettendosi in piedi - Mi scusi un secondo? Devo andare dalla
senpai Kurata per qualche minuto. So che oggi le hanno tolto il gesso e vorrei
tanto vedere come se la cava.- - Ah si? Junko starà facendo i salti di
gioia.- cinguettò Ayako che conosceva bene la Kanzaki. - Sicuro.- rise la
rossa andando all'uscita - Ci vediamo fra poco!- Una volta finiti gli
allenamenti, si erano ormai fatte le sei. Il cielo era buio e l'aria secca,
che permetteva di vedere numerose stelle ma il vento che spazzava lo spiazzale
dello Shohoku era comunque gelido, che penetrava nelle ossa. - Ragazzi, ci
voleva proprio.- mugugnò Miyagi dopo la doccia, infilandosi la divisa - Mi
sentivo tutto incriccato.- - Parli bene tu, non sei spellato come un pollo!-
sbuffò Mitsui, che faticava come un matto per vestirsi, vista la parte sinistra
della sua schiena ricoperta di grossi cerotti di garza bianca rettangolari -
Dio, ma quanto ci andrà ancora però guariscano? Mi stanno facendo diventare
matto!- - E già, dev'essere un bel problema a letto.- - Ahah, molto
spiritoso tappo. Pensa per te!- - Così la prossima volta impari a fare
bracciolino, deficiente.- scandì Akagi, passando a fianco di quei due con la
sacca in spalla - Farsi trascinare da una moto...Puah! Che idea balorda!- -
Hai finito di martellare su questa storia Gorilla? Mi hai quasi rotto!- -
Eddai Takenori.- lo blandì Kogure, prima che uccidesse Mitsui a suon di cartelle
- In fondo è stato bravo e se l'è cavata davvero con poco. Non mi stupirei la
storia circolasse e Aota domani si presentasse qua!- - Zitto, non lo
nominare!- sibilò Akagi, facendo ridacchiare silenziosamente Hana che cercava di
chiudere il suo dannato armadietto senza spaccarlo - Magari si aggira qua
attorno!- - Aota?- Rei alzò gli occhioni scintillante - Parli del capitano
della squadra di judo senpai?- - Esatto.- annuì il quattrocchi - Ogni anno
viene qua e cerca di portare i ragazzi al suo club.- - Bhè, i senpai sono
molto forti.- Manabe alzò le spalle, capendo la situazione - E' normale
no?- - Si ma a me la rissa piace allo stato brado.- sentenziò Miyagi. -
Come senpai?- allibirono Nobu e Rei. - Senza regole e arbitri.- gli chiarì
Hisashi, sorridendo - Sana vecchia rissa da strada.- - Forse un giorno
capirete!- disse Ryota con aria saggia. - Preghiamo perché non vengano su
come voi quattro deficienti.- rognò Akagi, tirando direttamente in mezzo anche
Sakuragi e Rukawa, che si stavano facendo i fatti loro - Avanti, muovete le
chiappe che devo chiudere!- - Ragazzi, vi spiace se scappo ora?- s'intromise
Hana, ficcandosi una sciarpa al collo - Devo passare a comprarmi la cena e se
non mi sbrigo mi chiudono il market sotto casa.- - D'accordo.- annuì il
capitano - E sta attento a dove cammini, rintronato.- - Tranquillo Gori.-
sorrise il rossino - Ci si vede domani gente!- e senza indugiare oltre infilò la
porta, rapidissimo. Gli altri stavano ancora parlando fra loro e non si
accorsero che pochi secondi più tardi anche la kitsune prese il volo,
all'inseguimento della scimmia. Una volta fuori però rimase con un palmo di
naso. Nel cortile non c'era! Guardò ovunque, sapendo bene che non era venuto con
la moto visto il freddo, ma non riusciva a vederlo da nessuna parte. Si
precipitò anche ai cancelli ma fu inutile. Era già andato
via. Incredibile. Si passò una mano sul viso, maledicendosi. Tre
settimane. Tre fottute settimane e non era riuscito a inchiodarlo al muro per
scusarsi. Kaede, sei un deficiente. Sei un povero imbecille. Come cazzo
poteva essere così bastardo e vigliacco eh? Non riusciva a credere di essere
arrivato al punto di non saper chiedere scusa. Doveva farlo, doveva scusarsi una
volta per tutte o non ne sarebbe uscito vivo. Perdere il rapporto con Raim e
Hana nello stesso periodo era stato troppo. Ma si sarebbe occupato di un caso
per volta. Prima doveva sistemare la situazione col do'aho, pensare alla sua
rossa gli faceva troppo male per il momento. Ciò che non capiva però era
cos'avesse potuto ferire il do'aho a tal punto. Ok, quel giorno aveva esagerato,
se ne vergognava e si sarebbe picchiato da solo, ma tempo prima fra loro erano
volate parole ben peggiori. Non riusciva a capire perché gli avesse visto
quello sguardo addolorato negli occhi e non voleva scusarsi solo per quietarsi
la coscienza. No, voleva farlo davvero per una volta. Così prese una
decisione al volo. C'era una sola persona che potesse dargli una
mano. Correndo come un matto senza quasi sentire il freddo, girò per tutti i
bar e i pub già aperti verso il quartiere in cui abitava Hanamichi e finalmente,
dopo un'oretta circa di ricerche, trovò la persona che gl'interessava. Mito
stava guardando svogliatamente fuori dalla finestra del locale impregnato di
fumo e musica rock, mentre gli altri facevano casino al biliardo quando sentì
un'alta presenza accanto al suo tavolo. Credendo fosse Hana si girò col sorriso
sulle labbra ma quando vide Rukawa, ansante e parecchio provato, rimase
spiazzato. - Rukawa.- Mito riprese il sorriso - Ciao. Come mai qui?- Noma,
Okuso e Takamiya allargarono le bocche a palla lasciando cadere le stecche a
momenti ma Yohei scoccò loro un'occhiata eloquente e tornarono a farsi la loro
maledetta partita, anche se con l'orecchio ben teso. - Ti devo parlare se hai
un momento.- gli disse la volpe, con la voce arrochita dal freddo. - Va
bene.- Dalla faccia che Mito aveva, Kaede capì che forse sapeva di cos'era
accaduto con Hana. Si stupì allora che non l'avesse mandato direttamente al
diavolo anche lui, ma il migliore amico del rossino ascoltò tranquillo la sua
richiesta. - Immagino saprai perché sono qua.- iniziò Rukawa. Yohei
inclinò il capo, portandosi la birra alla bocca - Diciamo che so vagamente cos'è
successo. Hanamichi per una volta è stato davvero avaro di
particolari.- Kaede abbassò il capo, stringendo i pugni. Si sentiva al colmo
della vergogna. - Avete litigato per qualcosa di serio?- gli chiese allora
Mito. - Veramente...non lo so.- - Non lo sai?- l'altro alzò un
sopracciglio, incuriosito - In che senso? E per favore sii sincero, sono tre
settimane che lo vedo cambiato e se devo dirti la verità la cosa non mi piace
per niente.- Non ebbe la forza per replicare a niente. In fondo Mito aveva
ragione. Hana sembrava un altro da quanto accaduto quel giorno. Fosse stato al
suo posto gli avrebbe spaccato la faccia ma era lì ormai e voleva andare fino in
fondo. - Quel giorno...- iniziò, cercando di ricordare ogni più piccolo
particolare -...ero uscito dall'ospedale con l'idea di andare dritto allo
Shikuda.- - Comprensibile.- disse Mito. - Sakuragi mi è venuto dietro.-
andò avanti Kaede sospirando - E mi ha bloccato al muro. Da lì abbiamo
cominciato a litigare...e sono volate parole grosse da tutte e due le parti, ma
specialmente da parte mia, questo non lo nego. È solo che...da una parte so cosa
l'ha fatto star male ma...c'è dell'altro.- sollevò gli occhi su Mito, speranzoso
- Non ne sono sicuro ma mi ha picchiato solo dopo che gli ho detto una cosa che
per me non aveva significato. Ma forse per lui si. Se è così...vorrei che mi
dicessi la verità per sapere di cosa e in che proporzione devo scusarmi
realmente con lui.- Ora la cosa prendeva forma. Yohei bevve un ultimo sorso,
poi mentre la musica veniva alzata e invadeva il locale impedendo quasi di
sentirsi da un metro all'altro, disse a Rukawa di ripetergli parola per parola
ciò che si erano detti.
...Maledizione, ti ho detto di lasciarmi andare! Tu neanche
c'eri! Tu non c'eri! Non sai cos'è successo!
Si forse non c'ero ma almeno
non ho rischiato di ammazzare qualcuno perché ho perso la testa!
E sta
zitto! Non l'hai sentito il medico? Non potrà più partecipare al torneo! Se
non si fosse messa in mezzo ora potrebbe gareggiare! Fammi il favore di
toglierti dai piedi! Se non altro nessuno ci ha mai quasi rimesso la pelle
per colpa tua!
Il pugno, il lampo di dolore negli occhi
nocciola del do'aho. Poi Rukawa era caduto a terra, con un dolore fortissimo
allo zigomo. E da quel giorno era cambiato tutto. Mito ascoltò ogni sua
singola parola, ma fu solo all'ultima frase che capì realmente com'erano andate
le cose. Inspirò a fondo, lasciandosi andare contro lo schienale del
divanetto. - Puoi aiutarmi?- gli chiese Kaede, aspettando la sentenza come un
condannato. - Si.- - Perché ha reagito così?- Yohei sorrise mesto,
ricordando l'Hanamichi di tanto tempo prima. Quella frase, oh quella
frase. Gli ricordava suo padre. Ecco perché aveva reagito in quel modo. Fu
quando Kaede si mise in piedi, ormai al corrente di tutto che decise di dargli
l'ultima dritta. - Rukawa?- - Hn?- Mito ridacchiò sottilmente - Gli
arancini di riso.- - Come?- Kaede si bloccò, con la sciarpa mal messa -
Cos'hai detto?- - Gli arancini di riso.- ridisse Yohei, troppo divertito
dalla sua faccia spiazzata - Ti serviranno.- Arancini di riso? La volpe
stentava a credere che una conversazione di tale importanza si fosse conclusa
con un finale tanto assurdo. Arancini di riso. Proprio non capiva. Che se ne
faceva degli arancini di riso? Lui ora voleva solo andare dal do'aho e se non
strisciare, almeno usare tutta l'umiltà di cui era capace per chiedergli
perdono. Alzò il viso al cielo e proprio in quel momento cadde una goccia gelida
dalle pesanti nubi che si stavano avvicinando da ovest. Se non si sbrigava
sarebbe arrivato a casa fradicio. Sulla strada però si fermò davanti a un
negozietto ancora aperto...e che piovesse o meno, fece la cosa più stramba che
avesse mai fatto, dopo quel tatuaggio s'intende. La mattina dopo nella sua
cucina c'era un pacco di arancini, pronti a fare il loro dovere anche se Kaede
non sapeva bene quale fosse.
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Capitolo 13 *** Le Ali dello Shohoku ***
Pioveva a dirotto. Era il 14 dicembre e il tempo si era
notevolmente raffreddato anche se ancora non era caduta una bella tormenta di
neve come si auspicavano gli animi più romantici dello Shohoku, ammesso che ce
ne fossero in quella scuola. Kaede guardava fuori dalla finestra. Era tempo
che non dormiva in classe...gli sembrava passata una vita dall'ultima dormita
tranquilla schiacciata sul banco, con in sottofondo la voce seccante del do'aho
e le risate di Raim. Si, sembrava passata una vita. Il giorno prima però
Mito gli aveva aperto gli occhi e finalmente poteva dire di vedere le cose con
un minimo di chiarezza in più. Ricordava il primo anno, quando Anzai era finito
all'ospedale e finalmente lo sguardo che aveva avuto Sakuragi per lui assunse un
senso. Suo padre... Anche il do'aho aveva perso suo padre allora. Altro
che separazione. I suoi non erano separati come si era sempre limitato a
dire. Suo padre era morto stroncato da un infarto. Lo guardò con la coda
dell'occhio, trovandolo al suo fianco intento a leggere letteratura cinese.
Neanche lui seguiva ciò che stava sbraitando Yoshikawa sui suoi dannati
algoritmi ma ora Rukawa si chiedeva come avesse fatto a vivere fino a quel
giorno...in quel modo. Come aveva potuto mantenere quell'allegria
innata? Perché era sempre così felice, entusiasta della vita? Hn, normale.
Hana non era come lui, ecco tutto. Invece di chiudersi a riccio in una casa
gelida e attorniarsi di silenzio e freddezza, lui aveva reagito crescendo,
capendo che la morte era parte integrante della vita delle persone, senza
rassegnarsi a vivere un'esistenza priva di calore. Gli doveva le sue scuse ma
più di ogni altra cosa gli doveva il suo rispetto
. Ma non era l'unico a cui
doveva delle scuse, anche se dubitava che Raim l'avrebbe perdonato, giunti a
quel punto. Ogni volta che per sbaglio incrociavano gli sguardi, i suoi occhi
verdi si accendevano di una rabbia e di un rancore che non riusciva a
sopportare. Ma non poteva parlarle, lei non glielo permetteva. Tutto il suo
essere sembrava respingerlo. Alle due iniziarono gli allenamenti e Kaede era
più che mai convinto, mentre si cambiava negli spogliatoi, che era giunto il
momento di mettere le cose il chiaro almeno con Hana. Doveva farlo quel giorno
stesso. Glielo doveva. - Ragazzi, ma dov'è Mitsui?- Ah, domanda storica. Dove cazzo era
Hisashi Mitsui? Perchè lui era l'uomo del mistero. Lui, il fantasma degli
allenamenti, lui...l'uomo più spellato di Kanagawa. Hana e gli altri si
guardarono attorno, non vedendo il loro teppista preferito ma in
fondo pochi si stupivano dei suoi continui ritardi. - Avrà trovato
qualcun altro per fare bracciolino
.- frecciò Miyagi, prendendosi subito un pugno
micidiale sulla testa dal Gorilla che già fumava come una teiera ogni volta che
si nominava quella parola. - Non scherziamo idioti!- sbottò Akagi - Dove
cazzo sta quell'imbecille?- - E io che ne so capo, ci sei tu vicino di classe no?-
sbuffò Ryota, massaggiandosi la testa. - Kogure, di solito non viene con te?-
se ne uscì Hana, infilandosi la maglia bello carico. - Veramente...- il
quattrocchi sembrava pensieroso - ...questa mattina è entrato in classe con un
sorriso a trentadue denti che faceva spavento. Non l'ho mai visto così
palesemente felice ma non sono riuscito a chiedergliene il motivo.- - Ahhh.-
fece il rossino con un ghigno - Avrà smesso di tirargli la pelle del
fondoschiena e ieri ci avrà dato dentro!- - La finiamo di dire porcate?-
sbottò Ayako fuori dagli spogliatoi - Forza, muovetevi!- - Sul serio.- disse
ancora Hana sicuro - Sai, dopo tre settimane di castità uno come lui sarà andato
in palla!- - Hn.- annuì anche la volpe, con una smorfia. - Mah, secondo me
non era quello.- disse Kogure pensoso - Sembrava al settimo cielo...e come
rideva!- - Magari il senpai ha già avuto qualche richiesta per l'università.-
disse Rei - Non è possibile?- - Già, gli devono essere andati bene i test.-
sentenziò Miyagi ma Akagi scosse il capo, sbuffando - Ma figurati! Lo sai com'è
fatto! Si sbattesse un minimo avrebbe una media altissima, invece si accontenta
delle sufficienze...se non fosse per i suoi che gli rompono a quest'ora andrebbe
a vendere ramen!- - Ma va? Il senpai è così bravo?- borbottò Yaoto, stupito. - Diciamo
che con niente arriva tranquillo alla sufficienza stiracchiata.- gli chiarì il
vice capitano quando finalmente entrò il diretto interessato. E volava a tre
metri da terra. - Ciao a tutti!- cinguettò con lo stesso sorriso di Sendoh
che lasciò la squadra un po' spiazzata. Lo guardarono mezzi svestiti, allibiti
da quel sorriso demenziale che Mitsui non aveva mai avuto sul grugno ma era
proprio felice. Indecentemente felice. - Ma che t'è
successo?- mugugnò Akagi,
diffidente - Ti sei calato qualcosa?- - No, Gori!- cincischiò allegrissimo, buttando a
terra il borsone - Di meglio!- - Meglio di una pasta?- Miyagi alzò un
sopracciglio - Puoi di nuovo fare sesso allora!- - Ancora meglio tappo!- -
Hai ucciso Yoshikawa con la macchina?- abbozzò Hana. - Nooo, di
più!- Rukawa si grattò il mento - Hai ammazzato uno dello Shikuda.- - Di
più, di più ragazzi!- ridacchiò con le stelline negli occhi - Ok, vi do un
indizio! 31 dicembre, all'anfiteatro di Shibuya a Tokyo!- - Eh?- Hana ora lo
fissava come un alieno - Bhè? Che ci sarà mai? Un ritrovo di yankee?- -
Aspetta...- Kaede di colpo lo guardò meglio. 31 dicembre, all'anfiteatro di
Shibuya a Tokyo...Oddio! - Il concerto...- alitò la volpe. - SIIIII!!!-
gracchiò la guardia, saltando direttamente in testa al Gorilla e terrorizzando a
morte le matricole - Gli U2 cominciano la turneè! La prima tappa la fanno in
Florida, poi filano a New York, dritti a Los Angels e a capodanno sono a Tokyo!
E ho i biglietti!!!!- e attaccò a fare delle gran feste sempre sulla testa di
Akagi che oltre a cominciare a incazzarsi stava anche per strozzarlo. Ma
chissene fregava degli U2! Ok che erano il gruppo preferito di quel deficiente
ma così tante storie! In campo durante i giri di corsa quel disgraziato era
ancora eccitato come pochi. Sembrava quasi sotto anfetamine. - Tante
storie per un concerto!- sbuffò Kogure. - Tu non ci capisci una mazza!-
rimbrottò la guardia - Ma li hai mai sentiti almeno?! Non puoi dirmi che Bono
non ha un'estensione vocale da paura! Cazzo, non vedo l'ora di sentirli!- -
Ma proprio il 31? E che fai, ti passi il capodanno a Tokyo Hisa?- gli chiese
Miyagi, stranito. - Si, esatto!- ridacchiò Mitsui - E che nessuno mi rompa le
palle. Giuro che mi devasto cazzo!- - Certo, ti vedremo in via satellite
mezzo nudo sul palco magari.- frecciò Akagi - Ma sta zitto!- - Hai già
trovato un posto dove stare?- s'informò Hana - Devi sbrigarti, ormai mancano
pochi giorni.- - Ah, per quello non c'è problema. Kay ha abitato per due anni
a Tokyo e ha comprato un appartamento lì. Lui deve restare al club e quindi mi
ha lasciato le chiavi.- - Junko viene con te?- gli chiese Miyagi. - Si,
l'ho supplicata in ginocchio e a momenti ho dovuto pagarla ma credo che verrà
davvero. Doveva venire anche mio fratello ma poi gli è uscita questa grana che
non può lasciare tutto nelle mani del suo socio...che palle...adesso ha dei
biglietti in più. Ce lo vedevo ad urlare come un dannato sotto al palco,
sai?- L'allenamento continuò in tutta calma ma durante una pausa in cui Akagi
colse la palla al balzo per mettere sotto le matricole a prendere i rimbalzi,
Ayako sembrava pensierosa. - Che ti succede?- Si volse verso Ryota, che si
stava asciugando la fronte con un asciugamano - Qualche problema?- - No, no.-
la ragazza scosse il capo, raggiungendolo - Stavo solo pensando a Capodanno.
Insomma, oggi è il quattordici, il venti iniziano le vacanze e le lezioni
riprenderanno verso il dieci a gennaio. Sono preoccupata per quello che potrà
accadere durante le feste.- - Parli dello Shikuda?- Miyagi annuì, mandando
giù un sorso d'acqua - Ci avevo pensato anche io.- - Cioè, Mitchy se ne va a
Tokyo e questo un po' mi rincuora ma gli altri?- - Si, sarebbe meglio
organizzarsi...ehi, Hanamichi!- urlò il play, richiamandolo - Cosa fai a
capodanno?- - Perché?- gracchiò, mollando la palla a Nobu e raggiungendolo -
Veramente me ne sto qua a Kanagawa. La mia Harukina va col Gorilla a festeggiare
dai parenti di sua madre a Osaka.- - Però, fin là!- Ayako gli dette una
leggera pacca sulla spalla - Dai tesoro, ti rifarai!- - Come no.- borbottò -
E voi ragazzi?- - Festa di una nostra compagna di classe.- rise Miyagi - Casa
gigante possibilmente lontana da risse.- - Ah, siete preoccupati per i
bastardi allora.- capì subito il rossino, incupendosi - Dovremmo tenerci sempre
aggiornati con una rete di messaggi magari. E tu Raim?- Sakuragi si volse verso
la loro seconda manager, che seguiva le matricole sotto canestro - Cosa fai il
31?- La ragazza alzò le spalle, ben sapendo che Rukawa la osservava con la
coda dell'occhio. - Forse andrò a trovare mia madre a Los Angels, anche se
non credo che sia fattibile. Avrà molto da fare e non ho voglia di fare un
viaggio simile.- poi si sforzò di sorridere - La senpai Kurata di solito fa
festa con tutto il club, invitando mezzo liceo e forse andrò con lei.- -
Però...tutti belli sparsi.- considerò Kogure. - Pensate davvero a un altro
scherzetto?- chiese Rei preoccupato - In fondo anche quelli dello Shikuda ne
sono usciti conciati molto male!- - Già, come possono tornare e rischiare di
prenderle di nuovo?- si unì anche Nobu. - Non li conoscete.- disse Raim
seria, a capo chino - Non mollano facilmente.- - La mia pazienza però ha un
limite.- sibilò Hana all'improvviso, riprendendo in mano la sfera rossa -
Lasciamo perdere per il momento, parliamone più tardi. Forza Rei, ti rivoglio al
rimbalzo, capito?- La faccenda non si poteva chiudere così facilmente e
questo la sapevano tutti, senza contare poi che le parole di Takeru quel giorno
erano state chiare. Avevano qualcuno dentro allo Shohoku che li aveva dotati
delle chiavi della loro palestra ma quel qualcuno poteva essere chiunque, anche
un allegro bidello a cui servivano dei soldi per arrotondare lo stipendio. A
quel punto poteva essere davvero anche Yoshikawa che li odiava a
morte! Inoltre le preoccupazioni di Raim non potevano essere più
fondate. Secondo chi li conosceva bene quelli dello Shikuda non ne avevano
mai prese tante come con loro ma di certo non si sarebbero fermati. In fondo
erano teppisti belli e buoni: avevano preso una bella una mano di botte ma si
sarebbero ripresi e poi sarebbero tornati più agguerriti di prima. Arrivate
le sei, negli spogliatoi i commenti sul capodanno fioccarono a mille. Le
matricole erano elettrizzate dalla festa organizzata in palestra dal comitato
studentesco, cosa che invece faceva letteralmente vomitare quelli degli anni più
avanzati, ma Rukawa aveva la testa altrove. Le feste. Di nuovo. Il periodo
dell'anno più brutto per lui, dopo il giorno dell'anniversario della morte dei
suoi. Non che con il tempo non avesse imparato a non pensare a ciò che le
feste rappresentavano ma a volte la malinconia era dura da scacciare.
Specialmente dopo che per qualche breve tempo aveva assaporato una boccata
d'aria pura con Raim. Chiuse l'armadietto, socchiudendo le palpebre.
Dannazione, ci stava ricascando di nuovo. - Ragazzi, io vado.- Si
risvegliò quando il do'aho era già alla porta. Quando se ne fu andato sentì gli
altri quasi sospirare. - Sembra che stia un po' meglio no?- stava dicendo
Kogure. Meno male che arrivò Mitsui a ricordargli di farsi gli affari suoi
perché altrimenti la volpe sarebbe esplosa sul serio quella volta. Volevano
giocare al massacro? Se non altro gli avevano ricordato che era ora di
riaggiustare i cocci! Senza una parola si ficcò il giaccone, la borsa in
spalla, prese l'ombrello e finalmente filò via, sotto la pioggia scrosciante che
quel giorno sembrava non voler lasciare un po' di fiato a Kanagawa. Come
sempre nel cortile già non lo trovò più ma stavolta non perse tempo. Corse fuori
dai cancelli con l'ombrello che rischiava di ribaltarsi a ogni maledetta raffica
di vento che mandava la pioggia in trasversale e finalmente lo trovò nella
grande via alla sinistra dello Shohoku, a circa dieci metri davanti a
lui. L'idiota si stava anche bagnando tutto, visto che camminava con la
cartella sopra la testa per ripararsi dall'acqua che cadeva a
secchiellate. Stava per urlargli dietro una caterva d'insulti, preso da
un'incontenibile rabbia quando il volpino si zittì, mordendosi la lingua. Hana
aveva appena passato un incrocio con una viuzza laterale che alle sue spalle si
accodarono un gruppo di cinque tizi. Vide perfettamente che stavano ghignando e
che lo indicavano. Senza pensarci due volte prese il cellulare. Hana, a
qualche metro di fronte, stava camminando ignaro visto il baccano procurato
dalla pioggia e dal freddo terribile che gli stava invadendo le ossa, che aprì
il cellulare del tutto svagato. - Pronto?- bofonchiò. - Sono io. Non chiudere
e non girarti per favore. Continua a camminare.- Il rossino per un attimo
rimase interdetto ma sentito quel tono decise di fare come gli veniva
detto. - Non ti voltare.- - Qual è il problema?- chiese. - Hai cinque
tizi che ti seguono.- l'avvisò Rukawa che li seguiva senza essere visto. -
Shikuda?- - Non lo so. Ma hanno delle catene.- Hana controllò la strada e
di colpo il freddo non gli pareva più così insopportabile. - Ascoltami...-
mormorò a bassa voce - Adesso giro l'angolo e poi me li levo di torno.- - Un
attimo e arrivo.- - Non sei obbligato.- gli ricordò Hana. - Sta zitto
do'aho.- Tempo pochi secondi e Rukawa li vide sparire tutti dietro l'angolo.
A quel punto chiuse il cellulare e gettando l'ombrello a terra, che volò via
spazzato dal vento, corse in soccorso del Tensai. Arrivato vide che uno era già
stato spedito vicino ai cassonetti dell'immondizia e così, spedendo un secondo
con un pugno contro il muro si appoggiò alla schiena di Hana, per pararsi l'un
con l'altro. Inutile chiedere chi fossero e cosa volessero. I tre rimasti non
si sprecarono a urlare altro che insulti, usando i bastoni come ragazzine a dire
il vero e per i due fu facile levarseli di torno senza macchiarsi neanche in
vestiti anche se ormai erano irrimediabilmente fradici. Hana si tolse di dosso
l'ultimo idiota che gli sembrava di aver visto in palestra da loro, il giorno
della rissa, quando dei passi in avvicinamento non gli fecero presagire nulla di
buono. Si sporse leggermente dal vicolo con la kitsune e sgranando gli occhi
videro un'altra decina di tizi con la divisa del liceo degli Oni. - Merda.-
imprecò il rossino - E adesso?- Rukawa ormai era stufo. Si stava congelando e
stare lì a pestare altri incapaci non era ciò che voleva, così senza fare un
fiato afferrò Hana per il braccio e se lo trascinò dietro. Voleva andarsene a
casa ma prima avrebbero dovuto stare un bel po' attenti per non farsi beccare.
Ci mancava solo che capissero dove abitava! Erano inseguiti comunque e per
questo dovettero fare il doppio dell'attenzione. La pioggia confondeva i rumori
ma se non altro la casa di Rukawa era abbastanza lontana per permettere alle due
ali dello Shohoku di deviare un po' e cercare di depistarli. Alla fine, dopo
aver girato mezzo quartiere ed essersi infradiciati fin nei boxer, riuscirono ad
arrivare nella via delle piccole villette in cui abitava il volpino. Mentre
Kaede si attacca al cancelletto d'ingresso con le mani intorpidite a cercare di
litigare con le chiavi, Hana schiacciato contro la sua schiena guardava
freneticamente indietro. - Arrivano?- Sakuragi scosse il capo - No, per
il momento no...ma staranno girando qua attorno.- - Una volta in casa non
accendiamo la luce.- scandì Rukawa e poi finalmente il cancelletto scattò. Si
fiondarono nel giardino e arrancando come due matti finalmente si chiusero la
porta di casa alle spalle. Si lasciarono andare con la schiena contro lo
stipite, senza togliersi neanche le scarpe, a riprendere fiato. Neanche un
minuto e sentirono un gran trambusto in strada. Alzandosi e guardando appena
fuori dalla finestra facendo bene attenzione a non spostare troppo la tenda, il
padrone di casa si accorse che erano aumentati di numero. Stavano proprio
cercando loro. Dovevano blindarsi in casa e specialmente lui non doveva
lasciar uscire il do'aho per nessun motivo. Lo sentì accostarsi a lui e
guardare a sua volta fuori dai vetri. - Però. Dei cuor di leone.- Rukawa
lasciò andare la tenda con una smorfia di rabbia. - Muoviti.- gli disse - Vai
a farti un bagno.- Hana sbatté gli occhi e il moro lo guardò storto - Non
penserai di andartene a casa.- - Bhè...- - Bhè niente. Quei bastardi sono
dovunque, quindi resti qua. Se vuoi avvisare tua madre sai dov'è il telefono e
sai anche dov'è il bagno, quindi muoviti prima che ti venga qualcosa.- e senza
dargli il tempo di replicare se ne andò in cucina dove si mise sul fuoco del
the. Il Tensai continuò a non fare commenti, anche se era piuttosto stranito, ma
fece comunque come aveva ordinato Rukawa. In fondo aveva ragione. Uscire in quel
momento o più tardi avrebbe significato una rissa sicura e non poteva
permetterselo. Visto che però non doveva neanche avvisare sua madre, che
lavorava tutta la notte, decise di seguire i dolci consigli della kitsune e di
andare a farsi un bagno. Conosceva la sua casa perché nei primi giorni di
convalescenza in ospedale quando ancora non avevano litigato, Rukawa gli aveva
dato le chiavi per andare a prendergli il ricambio, così aveva potuto fare un
sopralluogo nella tana del volpino. Rivide, come più di tre settimane prima,
l'unica foto in cui Kaede era coi suoi genitori e non poté impedirsi di
sorridere blandamente visto che era vicina a quella che avevano scattato al
secondo anno, quando avevano vinto i nazionali. Si appoggiò alla cucina,
trovandolo di spalle. - Non ti scoccia che vada prima io?- gli chiese. -
No.- borbottò il moro, secco - Sbrigati che ho freddo.- -...azie...- riuscì a
rispondere e se ne andò dritto al primo piano, spaccandosi le ossa un po'
ovunque visto che non riusciva a vedere una mina e ancora non avevano deciso di
accendere le luci. Dopo un po' però Kaede ne ebbe abbastanza. Non potevano
stare a luci spente, era ridicolo! Così si attaccò agli interruttori e come un
forsennato li pigiò tutti, incazzato più che mai. Possibile che quei bastardi
non avessero imparato la lezione? Hana aveva messo il terrore addosso a tutti e
lui aveva quasi ridotto la faccia Takeru a una poltiglia! Che cazzo dovevano
fare ancora? Andare in giro armati di colt e revolver? Mitsui l'avrebbe anche
fatto! Imprecando se ne andò in camera sua sentendo un piacevole calore
mentre passava davanti alla porta semi chiusa del bagno, da cui usciva tutto il
vapore procurato dalla scimmia sotto la doccia. Senza fare una piega si tolse
i vestiti bagnati e si cambiò con la prima tutta che gli arrivò a tiro,
aspettando il suo turno, poi frugò nell'armadio per cercare il ricambio al
do'aho. Gli mollò un paio di jeans e una maglia rosso scuro che lui non aveva
quasi mai messo dentro al mobile del bagno, quindi uscì e tornò in cucina per
appoggiare le sue povere membra intorpidite contro il termosifone, bevendo il
the. Casualmente gli cadde l'occhio sugli arancini comprati appena la sera
prima. Chissà cos'aveva voluto dirgli Mito...mah! Se non altro era contento,
aveva la scimmia a portata di mano chiusa in casa e se il tempo avesse
continuato l'avrebbe anche costretto a dormire lì, quindi poteva finalmente
parlargli. Aveva notato che sembrava non aver molta voglia di stare con lui e
non poteva dargliene torto ma finalmente ora l'aveva guardato in faccia! E che
cavolo, l'avrebbe incollato al muro ma l'avrebbe ascoltato cazzarola! Gli ci
volle un quarto d'ora ma alla fine Hana scese le scale con passo lento, quasi
timoroso...ma prima che il volpino potesse finalmente fargli piovere addosso la
sua valanga di scuse, il telefono del rosso si mise a squillare. Il Tensai
rispose subito, sbirciando di nuovo dalla finestra. - Oh, ciao...no, non
vengo a casa...sono da Rukawa...ci hanno inseguiti...no, no! Yohei sto bene!- e
si mise a gesticolare, un po' schizzato, mentre il volpino sbuffando se ne
andava di sopra al farsi il bagno con l'asciugamano in spalla - Ma si...erano
una ventina...no, niente rissa...ok, ci vediamo a scuola...si, ciao.- Era
rimasto da solo. Hana si guardò attorno, cercando di pensare a cosa
fare. Porca miseria...era in trappola! E adesso che faceva con Rukawa tutta
la sera??? Porco cane... non riuscivano neanche a guardarsi a momenti. Non si
era mai sentito tanto a disagio in vita sua. Mogio, sprofondò sul divano con
la maglia rossa lunga quasi fin sulle nocche e l'aria di uno pronto al massacro.
Per ammazzare il tempo prima dell'esecuzione si mise a fare una carrellata su
tutti i canali in rete. Sull'antenna c'era anche una partita dei Bulls. Meno
male, almeno avrebbero potuto stare con gli occhi incollati al televisore senza
doversi per forza scambiare patetiche parole di commiato. E poi era più che
sicuro che non avesse voglia di parlargli, di questo Hana era
convinto. Doveva ancora scusarsi con lui per quel pugno...per le sue
parole... Stava ancora rimuginando sull'accaduto quando la porta di casa si
spalancò all'improvviso. Preoccupato ma pronto alla lotta se qualche bastardo
dello Shikuda fosse entrato per sistemare la faccenda, fece per alzarsi in piedi
quando un tizio fece irruzione nel salotto...e dopo essersi guardato attorno con
aria superiore, buttò un occhio in cucina. Sembrò sollevato eppure appena si
volse verso Hana che era rimasto zitto, cacciò un urlo. Il rossino corrucciò
la fronte, ora per nulla ansioso. Doveva essere un ladruncolo! - Ma chi
cazzo sei?- sbraitò il ragazzo, furibondo e spaventato, incollato alla parete
della cucina. - Chi cazzo sono io? Chi cazzo sei tu!- rognò Sakuragi serio,
scrutandolo, appoggiando un braccio sullo schienale del divano per girarsi di
tre quarti verso di lui. Jeans costosi, cappotto pesante, capelli neri e occhi
scuri il cui taglio affilato gli ricordava qualcuno. - E tu che ci fai
qua?- I due si volsero, trovando Rukawa sulle scale. A torso nudo, stava
scendendo i gradini con passo che Hana non avrebbe definito prettamente allegro.
Anzi, sprizzava rabbia da tutti i pori. - Kaede!- gracchiò il ragazzo - Ma
chi è questo?- - Affari miei. Chi diavolo ti ha dato il permesso di entrare a
casa mia maledizione?- urlò quasi il volpino, spaventandolo visto come
indietreggiò - Vi ho detto mille volte che qua dentro non ci dovete entrare! È
casa mia questa, ficcatelo in testa per Dio! E adesso fuori!- - Ah, questo ci
sta in casa e butti fuori me eh?- replicò di nuovo il ragazzo. - Lui ce l'ho
portato io quindi se non vuoi che ti cambi i connotati Kenjin ti conviene
andartene subito!- Hana a quel punto dovette mettersi in mezzo per forza.
Afferrò delicatamente Kaede per un braccio, cercando di placarlo - Su
ragazzi...- borbottò, non sapendo neanche bene perché il volpino era così
arrabbiato - ..magari se vi sedete un attimo e ne parlate...- - Parlare di
cosa?- ringhiò Rukawa - Io questo ce lo voglio fuori di casa, ok? E un'altra
cosa!- sibilò, terrorizzando ancora di più il ragazzo - Se tu o tuo padre
riprovate a mettere il naso qua dentro giuro che vi denuncio, sono stato chiaro?
Diglielo pure! E adesso vattene!- - Kaede io...- - No, non voglio
sentire!- sbraitò di nuovo il volpino, spingendolo malamente verso la porta - Ti
saluto Kenjin!- e senza dargli più possibilità di rispondere lo buttò
letteralmente fuori casa, sotto la pioggia e anche senza ombrello. Quando si
volse, praticamente attorniato da fiamme, Hana era un po' preoccupato. -
Ehi...caspita, ma va tutto bene Kit?- - No.- sibilò il moro, passandosi una
mano fra i capelli - No...- - Ti verso dell'altro the.- disse allora il
rossino - Dai, vatti a mettere una maglia...ti aspetto...- Fece come voleva,
anche perché doveva sbollire un attimo da solo se non voleva spaccare tutto e
quando tornò in cucina, trovò il Tensai intanto a versare del the in due
tazze. - Chi era?- gli chiese, passandogli la tazza blu. - Mio cugino.- si
limitò a dirgli, a bassa voce. - E perché l'hai trattato così male? È
giovane...se non vai d'accordo con tuo zio magari con lui potresti...- Hana si
bloccò di colpo, vedendo la sua espressione. Arrossì vagamente, bofonchiando
qualcosa che il volpino non sentì e per qualche minuto stettero immersi in un
silenzio totale. - Mio padre...e mio zio gestivano un'azienda piuttosto
piccola.- Hana sollevò gli occhi, stupito da quella rivelazione ma lo esortò
a continuare con uno sguardo. - Mano a mano negli anni è cresciuta tanto da
permetterci di vivere tranquillamente, senza problemi economici. Poi c'è stato
quell'incidente in macchina.- il rosso si accorse del cambiamento del tono ma
fece finta di nulla, cercando di rendergli le cose ancora più difficili - I miei
avevano stipulato un'assicurazione sulla vita a mio nome...e un dieci per cento
dell'azienda è mio, per il mio mantenimento. Mio zio vuole metterci le mani
sopra, finita la storia.- Finita la storia. Ecco perché odiava tanto suo
zio. - E...tuo cugino?- - Che vada al diavolo.- - Ma kitsune...dava la
nostra età. Cosa se ne farebbe lui di quella polizza?- - Lo manda suo
padre.- - Ma dai...magari vorrebbe solo parlarti.- A quell'uscita Kaede lo
guardò con aria scettica. Chi avrebbe mai avuto voglia di chiacchierare con
lui? Lasciò perdere, già stanco di quell'argomento e senza sentire storie si
mise ai fornelli. -...Vuoi una mano?- borbottò timidamente Hana, ora che si
sentiva imbarazzato da quella schiena. - No.- fu la secca
risposta. Incassate le spalle, il Tensai si guardò in giro sempre più
spiazzato...poi prese il coraggio a quattro mani. Insomma, era stufo! Doveva
scusarsi e smetterla una volta per tutte! Tre settimane erano anche troppo! -
Senti Kit...- - Senti do'aho...- Si bloccarono, con Rukawa che si volse a
fissarlo stranito. - Si?- dissero di nuovo in sincrono. Cavolo, era comica
davvero, pensò Hana grattandosi la testa. - Senti,- alzò le mani come per
arrendersi visibilmente stanco - io volevo parlare un attimo di...di quello che
è successo tre settimane fa. Ecco io...volevo scusarmi.- e vedendo lo sguardo
allucinato di Rukawa che certamente non si sarebbe mai aspettato di sentire il
grande Tensai del Basket scusarsi con lui, andò avanti accorato - Io...non avevo
il diritto di picchiarti quella volta. Avevi ragione...non c'ero neanche con voi
e non avevo nessun diritto d'impedirti di vendicarti. Perciò...scusa per quel
pugno.- Kaede era sempre più sconvolto. Lui...lui si scusava??? Lui?! -
Bhè, non guardarmi così!- sbottò il rossino sempre più imbarazzato - E' la prima
e l'ultima volta che ti chiedo scusa per qualcosa, sia bene chiaro!- ma ebbe
appena finito di dirlo che si ritrovò la spugna per i piatti sulla faccia. -
Ma che cazzo fai?- sbraitò incazzoso - Sei diventato matto kitsune??- - Tu ti
scusi brutto imbecille?!- tuonò Rukawa alzando sproporzionatamente la voce e
facendo arrampicare la scimmia sulla tavola - Ma sei totalmente idiota? Eh? Ma
ci sei o ti fai?- - Insomma, si può sapere che ti prende?- replicò l'ala
grande - Uno ti fa le sue scuse e tu rispondi come se avessi insultato tua
madre! E che cazzo, riprenditi! Ti ho detto che mi dispiace per averti colpito
quel giorno!- - E io ti ho detto che sei un imbecille!- Rukawa non si
conteneva più - Ma di cosa cazzo ti scusi eh? Sei impazzito?- riprese fiato,
scandalizzato da quanto una semplice parola gli aveva scatenato nelle vene -
Sono io...- disse poi, abbassando notevolmente il volume all'impercettibile -
Sono io che mi devo scusare Hana.- Il rossino inclinò il capo e alzò un
sopracciglio...credendo di non aver capito bene, anche perché Rukawa gli dette
di nuovo le spalle, tornando a trafficare sui fornelli. Bhè, quindi? Com'era
la storia? Potevano tornare a comportarsi da persone quasi normali? - Il
fatto che non c'eri non centra niente.- lo sentì mugugnare dopo un minuto buono,
come se gli fosse servito del tempo per elaborare la cosa - Se non fossi
arrivato in quel momento probabilmente saremmo rimasti in ospedale tutti quanti
per due mesi e io avrei la faccia sbucciata come una mela oppure sarei finito in
galera. Ero incazzato quel giorno...solo perché Raim s'è fatta male per colpa
mia e me la sono presa con te.- Però, pensò Hana. Quindi non gli giravano le palle perché
gli aveva cacciato la sua bandana con sopra scritto TENSAI
sulla
testa! Meno male! E dire che Mitsui gli aveva anche fatto una foto col
cellulare...chissà se lo sapeva...mah! Comunque gli aveva chiesto scusa.
Rukawa gli aveva fatto le sue scuse...roba da matti! - E' per quello che mi
dispiace.- gli rispose con una smorfia leggera - So che stavi male, che quei
bastardi ti avevano fatto passare una brutta giornata e ...bhè, avrei dovuto
farti meno paternali.- - E io non avrei dovuto rinfacciarti quelle
puttanate.- Rukawa alzò le spalle - Siamo pari. E scendi dalla tavola,
idiota.- Pari eh? Allora perché continuava a non guardarlo? Hana continuò
a scrutarlo un po' scettico ma alla fine lasciò perdere, scendendo dalla tavola
già molto più sollevato. Meno male, si erano spiegati almeno! Se non altro ora
poteva smetterla di farsi le paranoie...quando di colpo qualcosa attirò la sua
attenzione. Sul mobile della cucina c'era una scatola di arancini di riso. Li
guardò con gli occhi sgranati...e di colpo vide tutto sfocato. Gli arancini...
- Senti Hana...- Kaede si girò in quel momento e quasi gli cadde
il mestolo di mano. Vide il rossino allargare la bocca come un ippopotamo,
rovesciarci dentro i quindici arancini e richiudere le fauci. Mandò giù e si
dette un colpo sullo sterno. Ebbe anche il coraggio di chiedergli
dell'acqua. - Ma...- Rukawa ormai non sapeva più cosa dire, così sospirò
- Erano buoni almeno?- Non gli arrivò risposta. Tornò a guardarlo e gli vide
tremare le spalle...aveva anche gli occhi lucidi. Ma che cazzo gli aveva
detto Mito, per la miseria? - Buoni.- - Hn.- tornò ai fornelli, capendo
che non gli andava di farsi vedere in quello stato. - Chi te l'ha
detto?- - Detto cosa?- Hana mise il broncio, sedendosi sulla sedia - No,
niente.- Mah, il volpino continuò a cucinare col pensiero fisso di quegli
arancini. Aveva quasi capito che centravano col padre del do'aho ma non capiva
in che contesto. Se non altro sperava che fossero riusciti a combinare
qualcosa. E infatti. - Hai parlato con Yohei.- Merda. Super
merda. Rukawa si volse, alzando le sopracciglia con l'aria più falsa del
mondo. - Hn?- Il rossino era appoggiato al tavolo su un gomito e lo
fissava tanto da trapassarlo. - Hai parlato con Yohei.- ribatté sicuro. -
Perché dovrei aver parlato con Mito?- gli chiese Giuda in persona. Hana piegò
le labbra in un ghigno leggero - Lo sapeva solo lui che mi piacciono gli
arancini.- - Piacciono anche me.- sibilò la volpe - E grazie per avermeli
mangiati tutti.- - Figurati, non mangi mai queste cose.- Ma farsi un pacco
di cazzi suoi mai eh? - Allora? Hai parlato con Yohei o no?- - No.-
neanche morto andava a confessargli certe cose! - E allora come facevi a
sapere degli arancini baka?- - Sta zitto do'aho, ho mal di testa.- - Senti
kitsune deficiente, non prendermi in giro! Non potete pensare sempre tutti
d'intortarmi con gli arancini sai?- - Non ci va niente a intortarti se è per
quello.- frecciò. - Porca miseria, se non la pianti te la faccio ingoiare
quella padella!- e stava già in piedi attorniato di fuoco e fiamme, sprizzando
fulmini da tutti i pori quando gli squillò di nuovo il cellulare. Rispose con un
ringhio da cavernicolo, lasciando così a Rukawa il tempo di maledire Mito e le
sue idee balorde per poi capire che il do'aho parlava con sua madre. In un nano
secondo gli strappò il cellulare, ficcandogli il mestolo fra le gengive per
zittirlo, e dopo aver salutato la signora Kana gli disse che se lo teneva a
dormire a casa sua. La madre del Tensai non fece una piega, anzi sembrò
felice visto che era all'ospedale e non gli piaceva sapere suo figlio da solo,
chissà a combinare che disastri, così salutò anche Kaede e augurò ad entrambi
una buona serata. Buona serata...se, che serata! Alla fine riuscirono a
mangiare con un minimo di decoro, con in sottofondo l'inizio della partita dei
Bulls ma fu alla fine del primo tempo che attaccarono con una serie di
espressioni da tifo da stadio che solo gli uomini e in particolare i giocatori
sapevano elaborare. Birra alla mano e sigarette, riuscirono anche a godersi la
pausa dopo il primo tempo. - Che guardi?- Rukawa stava semi sdraiato sul suo
divano e fissava Hana che ogni tanto sbirciava dalla finestra - Tanto ormai è
tardi. Figurati se gente come quella va in giro sotto quella pioggia e con
questo freddo.- - Per spaccare le ossa a chi ha ridotto la faccia del loro
capo a una torta direi che farebbero questo e altro.- lo rimbeccò Sakuragi,
sedendosi sulla mensola - Comunque ti si sta abbassando la voce, domani ce
l'avrai conciata come un travestito.- Ecco, ci mancava anche che si fosse
preso qualcosa! Andò a prendersi una pastiglia effervescente e la buttò giù con
un bicchiere d'acqua, poi il volpino tornò a svaccarsi davanti alla tv. Era a
pezzi e in effetti il freddo gli aveva intirizzito un po' le membra. Porcaccia,
se gli veniva la febbre avrebbe spedito lo Shikuda e anche quella scimmia a fare
una passeggiata a vita nel decimo girone infernale! - Kaede.- Spostò solo
gli occhi blu sulla schiena del do'aho che continuava a guardare fuori dai
vetri. Se voleva chiamarlo per nome che facesse pure. Non gli dispiaceva. -
Hn?- - La faccenda è finita, giusto?- Si, lo sperava davvero...ammesso che
insinuasse sulla loro guerra fredda di quelle tre settimane. - Hn.- - Hn
si o hn no?- - Si.- sbuffò, deciso ad usare il fiato - Si, si, si. Ok?- -
Non te la tirare.- ridacchiò il rossino, portandosi la birra alle labbra - E'
più sfibrante non sentirti parlare che sentire le tue cazzate, sai?- - Ma fa
silenzio.- sbottò - Muoviti, inizia di nuovo.- - Arrivo, arrivo.- -
Hana...- - Cosa?- - E' vero, ho parlato con Mito.- Il rossino sbuffò,
roteando gli occhi. Accidenti a Yohei e alla sua lingua lunga. - Ma non mi ha
parlato del motivo per cui ti piacciono gli arancini.- gli spiegò la volpe
alzando le spalle. Tornato a sedersi sul divano, il rosso appoggiò il capo
all'indietro, ricordando quando suo padre era ancora vivo. Sorrise, felice
ogni volta che pensava a lui anche se quella felicità aveva un sapore un po'
amaro. - Quando litigavamo mio padre me li comprava sempre per farsi
perdonare.- sussurrò - Non li mangiavo da qualche anno. Nessuno me li aveva più
comprati. Grazie Kit.- Ebbe la strana impressione di averlo visto sorridere
ma forse su solo un effetto della sua immaginazione. Si, doveva essere
quello, pensò Hana ghignando e tornando a sbraitare contro la
partita.
Il giorno dopo alle due e mezza, quei due impediti non si
erano ancora presentati in palestra. - Qualcuno mi sa dire dove CAZZO sono
finiti quegli stupidi esseri arboricoli?- sbraitò Akagi per tutto il
parquet. - E io che ne so...- bofonchiarono in sincrono i titolari, fregandosene della
scimmia e della volpe, continuando coi loro esercizi massacranti mentre riserve
e matricole facevano di tutto per non far saltare le coronarie al capitano. -
Dai fratellone, vedrai che arrivano!- lo placò Haruko dalla porta della palestra -
In fondo sono solo un po' in ritardo!- - E poi scusate...- Ayako si volse
verso Raim, stranita - Ma erano in classe almeno?- La rossa annuì e alzò le
spalle - C'erano fino alla terza ora. Poi Yoshikawa li ha sbattuti dal
preside.- - Per cosa stavolta?- rognò il Gorilla. - Hana temperava la
matita troppo rumorosamente secondo lui e Rukawa guardava fuori dalla
finestra.- A quella risposta i ragazzi ebbe reazioni contrastanti: alla
proposta di Mitsui di uccidere il vice preside stavolta neanche Kogure e Akagi
ebbero nulla da ridire, così dopo qualche altra minaccia di morte a Yoshikawa
tornarono a massacrarsi. Obiettivo dei prossimi mesi: battere il Kainan in
velocità in contropiede. Praticamente avrebbero fatto tanti di quegli scatti
che se li sarebbero sognati anche di notte. - Tuo fratello è seriamente
intenzionato a chiudere in bellezza eh?- Haruko si girò sorridendo, trovando
Mito e l'Armata alle loro spalle. - Già.- sorrise - L'ultima partita di
Hana-chan contro il Miuradai gli ha fatto capire che ormai può contare su di lui
al cento per cento e la voglia di vincere anche quest'anno gli ha riportato a
galla il desiderio di non mollare, nonostante lo Shikuda e tutti i casini che
sono successi negli ultimi giorni.- - E parlando di casini...- bofonchiò Noma
- Hanamichi dov'è?- - In punizione con Rukawa dal preside.- - Oh poveri
noi!- ridacchiò Okuso - Sono giorni che se ne stanno buoni, dovevano per forza
finire in presidenza?- - Vedrete che non è niente.- li tranquillizzò Mito -
Però Yoshikawa ce l'ha davvero con quei due poveretti.- - Già.- rognò anche
Ayako, seccatissima - Non capisco perché non li lascia in pace. Capisco Rukawa
che se ne frega della sua materia, ma Hana da un po' di tempo è così docile e
tranquillo! E poi ha una buona media di matematica, ce la mette tutta per
tenerla alta...quel vecchio pelatino è proprio un tiranno!- - La proposta del
senpai Mitsui non era male, a questo punto.- cinguettò una delle amiche di
Haruko. - Quale? Quella di deportarlo?- ironizzò Raim - Si, forse!- -
Speriamo solo che quei due si muovano!- concluse Ayako - Oggi Akagi è deciso a
fare partite su partite!- - Tanto creano solo scompiglio quei due!- disse
Takamiya sarcastico - Hana è un babbeo!- - Si ma sono stati tranquilli di
recente.- concluse la prima manager - Tanto basta!- Avevano appena finito di
fare i giri di corsa quando le ultime parole famose di Ayako si avverarono in
pieno. Due tornado arrivarono di corsa dal corridoio, correndo come pazzi e
già mezzi vestiti. Arrivati alla porta sbarellarono le oche del Rukawa's
Shinetai e anche l'Armata, facendo un casino bestiale. - Oh, era ora!- tuonò
Akagi furibondo. - Scusa, scusa Gori!- Hana, ansante, congiunse le mani,
inchinandosi disperato - E' tutta colpa di Yoshikawa, stavolta non sono storie,
sul serio! Ci ha tappati in presidenza a rimettere a posto i registri!- -
D'accordo, d'accordo!- il capitano parve stranamente magnanimo - Forza, finite
di cambiarvi e scaldatevi!- - Abbiamo già corso come matti, te l'assicuro.-
concluse il rossino, buttando insieme alla volpe la borsa sulla panca e
ficcandosi la bandana in testa, stringendosela forte mentre il numero 11 si
levava la felpa. - Ci siete?- chiese Kogure - Forza che dobbiamo fare le
squadre.- - Ok.- Nel frattempo arrivò anche Anzai che salutando i ragazzi
facendo ciao-ciao con la mano si svaccò beato in panchina. Il vecchio mister
aveva visto i suoi pupilli sfracellarsi in mezzo ai corridoi di tutto lo Shohoku
per non farsi sgridare e aveva notato in loro uno strano cambiamento. Era più
che sicuro che quel giorno ci sarebbe stata una sorpresa. - Avanti!- ordinò
il Gorilla - Nella squadra rossa con Kogure vadano Manabe, Sakuragi, Miyagi e
Shiozaki. Con me voglio Mitsui, Rukawa, Yaoto e Kakuta.- - Gori, aspetta un
secondo.- Akagi guardò Hana che agitava la mano dalla seconda fila,
stranamente allegro. - Che c'è?- - Posso chiederti una cosa?- -
Dipende, se è una cazzata giuro che ti rompo la testa e se sono soldi puoi
andare a spararti.- - Ahah!- ghignò Mitchy - A me invece li presti?- - Non ti
darei in mano neanche un soldo bucato e adesso chiudi il becco, ritardato! Allora, cosa
c'è Sakuragi?- - E' possibile fare una partita con le squadre divise dal
primo anno al terzo e dal quarto al quinto?- Kogure corrucciò la fronte, come
tutti gli altri. - Intendi che nella squadra rossa finiscano tutti quelli dal
quarto anno in su, mentre voi state con le matricole?- - Ma sei matto?-
ghignò Ryota - Vuoi proprio prenderle eh?- Il rossino ridacchiò, sentendo
salda la presenza di Rukawa al suo fianco - Tu non ti preoccupare tappo.- -
Bhè..- Akagi scrutò la sua espressione, come per capire che aveva in mente - Se
ci tieni tanto...- - Si, sul serio!- - E voi siete d'accordo?- chiese
allora il capitano - Ci state?- Le matricole annuirono vigorosamente e anche
il volpino, stranamente, bofonchiò un SI che sapeva tanto a Mitsui e Miyagi di
puzza di bruciato. Che cavolo avevano in mente i maledetti? Mentre si
mettevano le maglie, Hisashi scoccò uno sguardo penetrante all'altra metà
campo. Sbagliava o Hana e il volpino sembravano diversi dal solito? -
Ehi...- Miyagi lo guardò serio, curioso come lui. - Attento tappo. Mi sa
che oggi ne vediamo delle belle.- - Tranquillo.- Ryota annuì - So che possono
dare grane. Ma sotto canestro non hanno King Kong, Nobu è troppo poco esperto
per gestire quei due pazzi e Kakuta se lo mangia Kogure. Più che altro,-
aggiunse - m'interessa capire che diavolo abbia in mente quella scimmia.- -
Già,- disse Kogure dietro di loro - c'è un'atmosfera diversa.- - Diversa o
meno vediamo che ha in mente quello spostato.- ordinò Akagi - Ayako, Kirara, noi
siamo pronti!- - Ok!- la mora e Raim si misero alla linea di metà campo
pronte ad alzare la palla. Guardarono le sue formazioni senza nascondere un
certo divertimento. Erano parecchio sbilanciate e Hana e Kaede erano gli unici
con l'esperienza degna di quel nome per controbattere gente del calibro di
Akagi, Mitsui e Miyagi. Al salto Hana e il Gorilla. La cosa si faceva
interessante. - Secondo me questa partitella finirà con delle gran mazzate.-
ghignò Takamiya, trattenendo appena la risate. - Già,- ridacchiò anche Okuso
- Hana ne prenderà un sacco!- - Magari hanno qualcosa in serbo.- abbozzò
Yohei - Che dici Haruko?- - Speriamo.- annuì la Piattola - Ti confesso che
non so cos'abbia in mente Hana-chan e la cosa mi preoccupa!- In effetti in
mente sembravano non avere niente comunque. La squadra blu per tutto il primo
tempo rimase sotto di venti punti, contro i 43 della squadra rossa dei veterani.
Fermare il Gorilla sotto canestro era compito di Sakuragi mentre per le
matricole invece era impensabile rubare la palla a Mitsui e Miyagi, che si
divertivano come matti a sballare ogni sorta di schema per confondere le idee ai
più giovani. I punti fatti dalla squadra blu erano principalmente di Rukawa e
Rei. Per la volpe non era facile andare a canestro, visto che Yaoto e Manabe
perdevano la palla ancora prima di arrivare alla linea di metà campo ma a parte
i suoi occhi fiammeggianti e la testa che gli fumava, era abbastanza
civile. Non aveva ancora minacciato nessuno di morte. - Come va?- Kaede
alzò le spalle - Un fottuto massacro.- Hana dietro di lui ghignò appena -
Dagli tempo. Diventeranno bravi.- - Non mi va di perdere.- - Ricordati che
io e te ora siamo in prova.- - Saremo anche in prova ma non mi va di farmi
battere.- Il rossino scosse il capo, divertito. Che volpe orgogliosa! Sarebbe
stato capace di battersi da solo contro cinque! - Quando iniziamo?- gli chiese
il volpino, impaziente e anche sottilmente eccitato. - Appena mi arriva un
rimbalzo.- sussurrò il rosso - Smarcati, io corro a destra.- - Ci rivediamo
sotto canestro do'aho.- - Non stare in pena kitsune.- Hana tornò dagli altri,
incitandoli con forza - Dai, dai gente! Tirate fuori le palle, sono grossi ma
stupidi e vecchi!- - Ah ah, ha parlato il fratello il King Kong.- frecciò
Mitsui dall'altra parte del campo, palleggiando tranquillo. Uno scatto felino e
passò la palla in velocità tutta avanti. Bene, quello era il momento buono. Hana
filò dritto indietro mentre Rukawa sgusciò rapidamente in avanti. Era marcato a
uomo da Kogure e decise di starsene buono per aspettare il momento opportuno,
visto e considerato che il vice capitano aveva la priorità di mettersi a urlare
in mezzo al campo e d'incitare i compagni, invece di stare sempre attento alla
volpe che aveva davanti. Sotto canestro intanto c'era guerra. Hana e il
Gorilla si sfidavano a muso duro ed era anche abbastanza divertente, considerato
quello che aveva in mente il rossino. La palla da Miyagi passò a Kakuta che
lontano com'era e con Rei che gli deviò il tiro finì naturalmente per rimbalzare
sul ferro. Nonostante una lotta a livello animale, il Tensai riuscì a
prendere quella maledetta palla anche se non farsela prendere dal Gorilla e da
quella maledetta faina di Miyagi fu veramente un'impresa. Lì, con la sfera rossa
fra le grinfie, iniziò finalmente la sua bella trovata. Era ora che le ali dello
Shohoku giocassero insieme, una volta tanto. - Rei!- urlò. Manabe stoppò
la palla e anche se non aveva ben capito, gli ordini erano quelli di
traccheggiare a metà campo per poi ripassare la sfera arancione al suo senpai.
Così fece, limitandosi a giocare e a fare finte davanti a Kakuta, poi mentre la
squadra rossa rientrava, vide Hana correre veloce come un fulmine verso di
lui. Fece una finta e poi fece scivolare la palla all'indietro che venne
subito presa da Sakuragi. - State attenti ragazzi!- sbraitò Akagi - Andrà a
canestro!- - Tenta di nuovo con le schiacciate eh?- sibilò Mitsui. Vicino
all'area davanti ad Hana si parò prima Kogure, poi direttamente Miyagi. -
Dove vai eh?- rise Ryota - Dai, fatti sotto!- Il one on one fu veramente
divertente ma lui aveva una tattica da portare avanti e il suo bersaglio era il
canestro. Si guardò rapidamente attorno mentre duellava col play e trovò Rukawa
già pronto, al limite dell'area. Perfetto. Era ora di mettere in pratica le
finte che Ryota stesso gli aveva insegnato, anche perché il nano era comunque a
un gradino in più di lui sul controllo di palla e non poteva tenerlo buono
ancora per molto. Cominciò a muoversi a destra e a sinistra e dopo una serie
di tentativi andati in fumo, vide Nobu alle sue spalle. Eccolo! Fece per
passargliela e distolse l'attenzione di Miyagi quel che bastava per la sua fuga.
Sgusciò via, quando tutti credevano che la palla l'avesse la matricola e filò
dritto a canestro. - Fermo lì!- ghignò il Gorilla, saltando insieme a lui ma
Hana non perse il ghigno. Lanciò la palla con forza...e Mitsui subito si accorse
che sarebbe andata fuori di parecchio: la seguì con gli occhi, fino a
sbiancare. Un passaggio sopra al canestro! Rukawa si materializzò alle
spalle di Akagi, che ricadeva a terra in quel momento, e infilò la palla dritta
come un missile. Canestro. - EVVAI!- urlò l'intera squadra blu, mentre i
veterani restavano con le mascelle a terra, manco avessero visto un fantasma.
Avevano appena visto quei due giocare insieme! - Porca di quella gran
miseria...- alitarono tutti in sincrono i presenti in panchina. - Oddio...-
Haruko quasi non sapeva più su chi sbavare, se sul volpino o sul suo ragazzo -
Ma avete visto?- - Non ci posso credere...hanno...hanno giocato insieme!-
disse Ayako allibita, mentre Rukawa si staccava dal ferro e saltava a terra -
Hana gli ha passato la palla...e Rukawa era pronto a riceverla...come se...come
se...- -...si fossero messi d'accordo?- concluse Raim altrettanto
perplessa. - Porca puttana.- dissero invece Mitsui e Miyagi, con una spalla
della maglietta calata - Roba da non credere...- e perfino Akagi era senza
parole. Non aveva mai visto niente del genere! Che sincrono! Che manovra
perfetta! Era stata l'azione più pulita e perfetta che avesse mai visto in
tanti anni! - AH AHA AHAHA AHAHAHA AHAHA!- La risata arrivò naturalmente
da Hanamichi che in un nano secondo si ritrasformò nella vera versione di se
stesso, ovvero nel Tensai dei deficienti che per tre settimane sembrava essere
andato in vacanza. Se ne stava sotto canestro con attaccati alle gambe Nobu e
Rei che piangevano di gioia e lo veneravano, gongolando come un idiota, tronfio
come pochi - AVETE VISTO MEZZE SEGHE?- ridacchiò - QUESTA E' LA TECNICA DELLE
ALI DEL TENSAI, FICCATEVELO BENE IN TESTA! ORA SONO IMBATTIBILE! BACIATEMI TUTTI
I PIEDI! AH AHA AHAHA AHAHAHAHA!- - Oh poveri noi.- mugugnò Kogure - Bhè...se
non altro sembra guarito.- - Guarito, si...- Hisashi agitò la mano - Scusate
un secondo, prendo il cellulare e torno subito...- e mentre la guardia se ne
andava a prendere il telefonino senza dare spiegazioni, il rossino continuò
imperterrito il suo show, facendo incazzare a morte il Gorilla. - Pronto?
Ciao sono io!- Hisashi era ritornato a sia Miyagi che Kogure lo guardavano senza
capire. - Si lo so che ti stai allenando...anche io...si ma se aspetti un
attimo sentirai una bella cosa...- - Aspettare cosa scusa?- bofonchiò Raim
che gli era apparsa a fianco con Ayako. - AHAHA AHA AHAH AHAHA AH! SONO
INVINCIBILE! SONO IL RE DELLO SHOHOKU IO! Ahah, hai visto Gorilla?? Sono forte o
no eh? Questa è tutta opera mia! Sono il Tensai del basket!!!- E Akagi, pur
di farlo stare zitto e farlo smettere di stracciare le palle a tutta la
palestra, stava anche per dargli ragione quando una specie di guerriero Berserk
gli apparve alle spalle, attorniato di fuoco e fulmini. Un secondo dopo Sakuragi
era schiacciato a terra dalla rete metallica dei palloni, secco e con la bava
alla bocca. E Rukawa sembrava sul piede di guerra. - Brutto idiota...-
sibilò con le fiamme negli occhi - Mi hai quasi fatto spaccare la schiena per
prendere quella palla! Ma dove cazzo miri eh? Ma ci vedi?- - COME CAZZO TI
SEI PERMESSO????- ululò Hana, risorgendo da sotto la rete, furibondo - Il mio
passaggio era perfetto! Se sei una mezza sega e non sai tirare stattene a casa
kitsune!- - Vaffanculo do'aho! Mettiti gli occhiali!- - Vaffanculo tu! Se
hai fatto canestro è grazie a me!- Intanto da dietro Mitsui rideva come un
matto. Aveva allungato il cellulare verso i due litiganti e ora se lo riportò
all'orecchio, divertito - Sentito? Stasera paghi! Ho vinto io! Neanche un
mese!- - Ma con chi cazzo hai scommesso eh?- alitò Miyagi con una goccia in
testa - Hisa ma sei scemo?!- - No, no...non traccheggiare! Li hai sentiti
Aki! Ho vinto io!- - Aki?- Ayako sospirò - Akira? Hai scommesso con Sendoh su
quanto ci avrebbero messo a fare pace?- - Che imbecilli.- frecciò Raim. Là
davanti invece ormai erano arrivati al corpo a corpo. Tempo due secondi e si
erano già saltati al collo, non lasciando così spazio a dubbi sul fatto che
fossero tornati "amici per la pelle e per le botte" come una volta. - Dio
santo...- si schifò Akagi, mentre Mitsui e Miyagi mandavano avanti le matricole
per cercare di fermarli, mandandole così a morte certa - Comunque...- aggiunse,
verso Ayako, Raim e Kogure -...quell'azione era spettacolare. Non ho mai visto
niente di simile. Cosa ne dice coach?- Anzai sorrideva, sorbendosi il suo the
- Dico che con due punte tali in attacco, che finalmente hanno imparato a
giocare insieme, non abbiamo più rivali.- Si, era vero. Infatti c'era solo
una cosa che avrebbe potuto sconvolgere lo Shohoku e tutto il torneo regionale
più di vedere Rukawa e Sakuragi baciarsi appassionatamente: il vederli giocare
insieme con un'intesa come quella! - Perfetto gente, la follia è tornata a
regnare sovrana insieme alla deficienza.- scandì Raim - Avanti tornate ad
allenarvi.- - Ammesso che di quei due rimanga qualcosa dopo che avranno
finito di pestarsi!- rise l'intera Armata Sakuragi. Fermarli, dopo settimane
d'inattività punitiva, non fu semplice per Akagi ma alla fine dopo una mano di
pugni sulla testa a ciascuno riuscì a mandarli in coma e a raffreddare i loro
bollori. Il resto della partitella fu cosa fatta. Dopo essersi mandati al
diavolo le due ali non ripeterono più il loro numero ma non fregava molto a
nessuno anche perché ormai, finalmente, la faccenda era risolta. E poco
importava se cercarono di affogarsi sotto il getto della doccia, se coinvolsero
Mitsui e quello li lasciò con un occhio nero a testa, se si presero a calci e si
punzecchiarono ogni qual volta si faceva un discorso serio, se si lanciavano
maledizioni o se si ficcavano le dita negli occhi. Ormai era tutto come prima!
Anche meglio! - Ma cos'è successo qua dentro?- chiese Junko Kanzaki, quando
arrivò a prendere il suo ragazzo. - Niente, volpe e scimmia hanno finito di
fare lo sciopero.- frecciò Ayako, mentre si ficcava il piumino - Tu come stai
Junko? Fate ancora gli allenamenti fino ad ora tarda?- - Già.- la ragazza
scoccò un'occhiata a Rukawa - Stai bene kitsune?- - Benissimo senpai.- rognò,
fulminando il rossino. - Ciao Jun!- la salutò Hisashi sulla porta degli
spogliatoi - Un attimo e arrivo!- - Con comodo.- rispose - Tanto sono in
compagnia. Guarda chi ho trovato in cortile...- e Sendoh infilò la testa in
palestra, sorridente come suo solito - Salve gente! Come va?- - Oh ciao Aki!-
Hana gli scoccò un sorrisone, mettendo in evidenza i denti che gli mancavano -
Che fai qui?- Il Porcky mise il broncio - Ecco...diciamo che sono venuto a
pagare pegno.- - Pegno?- ghignò Miyagi - E' così che lo chiamate tu e quel
fenomeno da circo?- - Lascia stare!- sbuffò il numero 7 del Ryonan - Allora
Hisa-chan? Dai, muoviti!- - Giusto per sapere.- sussurrò Ryota a bassa voce -
Cos'avete scommesso?- - Schiavo per una settimana.- rognò Sendoh
incazzoso. - COSA?!- Akira saltò letteralmente in testa al playmaker per
zittirlo, mentre gli altri cominciavano a chiedersi se gli unici ad essere fuori
di testa fossero la volpe e la scimmia. - Tutti molto in quadro voi sfonda
cestini eh?- bofonchiò Junko. - Quello si mette troppo gel in testa.- le
disse Rukawa - Io me ne vado.- - Ehi, kitsune fermo là!- sbraitò Hana - Non
puoi andare a casa da solo!- Il moretto si volse furibondo per prenderlo di
nuovo a calci ma quando gli altri vennero a sapere che il giorno prima erano
stati tampinati e seguiti, ci si misero perfino il Gorilla e anche
Kogure. Così venne preso di peso e trascinato nella tana del do'aho...che
allegria. Vedendoli andarsene, Sendoh ridacchiò leggermente, in fondo
contento di aver perso la scommessa. - Ben ti sta.- frecciò Mitsui alle sue
spalle, piantandogli un immaginario coltello nella schiena - Dì un po' razza di
hentai...se avessi perso io che mi avresti chiesto eh? Fammi indovinare...- -
La tua bella Junko per un giorno intero!- cinguettò Akira, schivando per un pelo
un pugno in faccia. - Porca miseria, trovati la ragazza e stai lontano dalla
mia, cazzo!- - Eddai, sta buono!- ridacchiò il porcospino che si era
presumibilmente bevuto il cervello. - Ehi, si può sapere cosa fate voi
due?- I ragazzi si volsero, trovandosi la Kanzaki alle spalle - Vogliamo
andare o no? Fa freddo.- - Ma certo!- cinguettò di nuovo Akira - Kanzaki
però...pensavo, visto che io devo pagare la mia parte e mi porto Hisa-chan a
bere qualcosa, perché non vieni con noi eh?- - Ma quando mai ho detto che
venivo con te a bere qualcosa?- rognò la guardia. - Hisa-chan?- riecheggiò
invece la ragazza - Ma che fate agli allenamenti? Cosa vi calate?- -
Testosterone.- sibilò Mitchy prendendola per mano - Dai venite, ho la
macchina.-
Più tardi a casa Sakuragi mentre a tavola si disputava il
duello all'ultimo sangue su chi fosse più deficiente fra Hana e Kaede davanti a
un corposo piatto di yakitori, l'ennesimo telegiornale locale molto ben informato
rimandò ai due ragazzi la notizia del giorno. Il campionato era stato sospeso da
una settimana e gl'incidenti erano già ripresi. - L'arbitro Kinoshita, uno dei tre
responsabili del torneo regionale delle scuole di Kanagawa, stamattina nei
pressi dell'autostrada 23 ha avuto un incidente in macchina.- rimandò la
voce del cronista -
Coinvolte tre auto, nessun ferito. L'arbitro ne è uscito
illeso...- - Peccato.- rognò Rukawa, con le bacchette fra i denti - E' il
venduto che ha fatto passare lo Shikuda con Sawakita.- - Già, un altro
avvertimento.- sentenziò Hana, continuando a mandare giù spaghetti, senza
neanche guardare la tv - I nostri amici vogliono essere belli convinti eh? E
dire che non sono male.- - Ma che cazzo fai? I complimenti a quei bastardi?-
bofonchiò il volpino. - Adesso che siamo fra noi...- ghignò il rosso,
appoggiandosi su un gomito - Dimmi la verità. Abbiamo visto solo due partite,
non siamo degli esperti sul loro gioco...ma vuoi dirmi davvero che Takeru gioca
male? So che non ti va neanche di sentirlo nominare...- aggiunse, vedendo i suoi
occhi gelidi - Ma devi ammettere che ha un gioco di mano che nemmeno Maki se lo
sogna.- - Io si.- - Ti pareva.- Hana finì la sua terza porzione,
spazzolando via tutto - Non cambi mai.- - Sta zitto.- - Prima o poi ce li
ritroveremo in campo. E cosa farai? Li ammazzi?- - Hn, forse.- -
Controllati kitsune.- - Senti chi parla.- - Però la faccenda degli arbitri
mi preoccupa.- bofonchiò il padrone di casa, incupendosi, andando a mettere i
piatti nel lavello e cominciando a sistemare tutto prima del rientro di sua
madre - Kinoshita l'abbiamo visto. Ha fatto passare una marea di falli che erano
quasi tutti da espulsione. Ma possibile che si sono comprati anche i giudici di
gara?- - Fregatene.- sibilò la volpe, andando a sbattersi sul divano e
cominciando a girare sui canali sportivi - Se uno di quelli in campo ti fa fallo
buttalo a terra o prendilo a testate.- - Ti va giusto bene che abbiamo sempre
giocato nella stessa squadra kitsune.- sindacò il rosso, con un ghigno
perfido. - Stavo per dirti la stessa cosa do'aho.- fu la sarcastica
risposta. - Ah, Kaede a proposito...- Rukawa si voltò appena, guardandolo
con aria scettica. Gli piaceva poco quel tono. Precedeva sempre delle gran
sparate o dei guai a non finire. - A te piacciono molto gli U2 vero?- E
quella che domanda era? - Bhè? Hai perso la lingua volpe?- - Do'aho. Si mi
piacciono.- - Bene.- - Bene cosa?- - Niente.- - Allora perché mi hai
fatto quella domanda?- - Perché mi andava.- E adesso che aveva in mente
quello stupido essere caprino? Non fece in tempo a chiederglielo che squillò
il telefono di casa e Hana, veleggiando a un metro da terra andò a rispondere.
Dio, si schifò il volpino. Lui e la Piattola si chiamavano anche a un'ora
prestabilita. Che imbecilli! Si rimise a fissare la televisione senza però
vederla davvero. Chissà cosa stava facendo Raim. Guardò per l'ennesima volta
il cellulare, cercando il suo numero in rubrica. Quante volte aveva provato a
chiamarla per poi interrompere la comunicazione prima ancora di aver preso la
linea? Che idiota, era lui l'imbecille. Dubitava che Raim sarebbe stata
altrettanto dolce come Hana nel perdonarlo. In quelle settimane aveva
mantenuto un gelo, un distacco e un'indifferenza tale da pietrificare perfino un
tipo come lui. I suoi miseri tentativi erano stati vani. Si sentiva a pezzi
ogni qual volta la guardava, ogni qual volta ce l'aveva vicino. Ritornava
sempre al giorno della rissa. Il giorno in cui Raim sarebbe dovuta fermarsi da
lui. Invece per colpa sua si era fatta male e avrebbe dovuto rinunciare al
torneo di ginnastica ritmica. Stava talmente concentrato nei suoi cupi
pensieri che a momenti neanche si accorse della mano che gli sfiorò teneramente
i capelli. Sobbalzò e rovesciò la testa all'indietro, trovandosi alle spalle la
signora Kana. - Ciao tesoro. Come va?- - Buonasera.- rispose, realizzando
che da tantissimo tempo nessuno lo aveva più chiamato così con un atteggiamento
tanto materno - Va tutto bene, grazie.- - Sono contenta.- sorrise la madre di
Hana, mentre lanciava la borsa sulla poltrona e si toglieva la sciarpa e i
guanti - Ti fermi qua a dormire spero.- Lui annuì e finalmente il do'aho si
staccò dal telefono, salutando sua madre con mille moine sceme che la donna fece
passare con aria di sopportazione, anche se si vedeva bene che era felice di
vederlo allegro. La serata si consumò con un paio di chiacchiere con la
signora Kana, un appostamento in terrazza per controllare la situazione al
freddo e al gelo e una chiamata da parte di Ryota. Era stato costretto a
restare a casa di Ayako, con sua somma gioia anche se al telefono non l'aveva
palesato troppo, perché erano stati inseguiti da mezzo clan dello Shikuda. -
Che rottura di palle.- sibilò Rukawa, svaccato sul letto del rossino mentre il
viva voce spargeva la spiegazione del loro play. Miyagi aggiunse anche che non
si erano visti i titolari ma solo alcuni dei colossi presenti alla
rissa. Riprendevano con la tecnica dello sfinimento. - Staranno dando il
tempo a Takeru e compari di riprendersi dalla batosta.- sentenziò Hana,
infilandosi la maglia del pigiama - Tu stattene buono fino a domani tappo.- -
Tranquilli, ho già parlato col Gorilla. Passa a prenderci lui in macchina.- -
Perfetto.- annuì il rossino. - Da voi passa Mitchy, quindi aspettatelo sotto
casa. Kogure invece fila dalle matricole.- - E Raim?- venne spontaneo a
Kaede. - Passiamo noi.- l'assicurò Miyagi, ricordando che tempo prima Mitsui
gli aveva accennato qualcosa su lui e la loro rossa, anche se ancora non capiva
bene di che si trattava - Ci si vede nei corridoi ragazzi.- - Ok Ryo-chan!-
ghignò il Tensai - Salutaci Ayako e lasciala dormire!- - Ma quanto cazzo sei
deficiente! Vedete di non uccidervi! Notte ragazzi.- Al clic del fine
conversazione, si scambiarono appena una rapida occhiata. Da quand'è che faceva
così il puritano eh? - Non mi va che seguano le ragazze.- se ne uscì Hana ad
un certo punto, quando avevano già spento le luci. - Già.- bofonchiò il
volpino, senza neanche aprire gli occhi avvolto nel calore del piumone. - Ma
sono così idioti da rischiare di fare una cazzata simile?- - Li hai visti
all'opera.- disse Rukawa assonnato. - Si, è vero.- sospirò Hana, fissando il
soffitto e ricordando il coltello che aveva lasciato quella ferita sulla fronte
di Kaede. Quelli erano pericolosi sul serio. Dovevano fare qualcosa, visto che
l'avvertimento dell'ultima volta non era bastato. Ma cosa potevano fare? Non
sapeva più dove sbattere la testa, non sapeva che inventarsi! E intanto quelli
continuavano! - E andare allo Shikuda?- Kaede stavolta si girò, smettendo
di dargli le spalle, per guardarlo in faccia. - Abbiamo promesso ad Anzai di
non cercarcele.- - Si ma se fanno qualcosa ad Ayako, Haruko o a Raim io me ne frego
di ogni promessa.- sibilò Hana duro - E sta sicuro che non sarei l'unico.
Ryo-chan li ammazzerebbe sul serio.- - Dobbiamo riflettere bene prima di fare
una cosa simile do'aho.- - Si, lo so.- sbuffò come un bambino, rigirandosi
nel piumone - Ok, d'accordo. Notte Kit!- - Vedi di non agitarti come l'ultima
volta.- gli rinfacciò. - Non parlare come una moglie, fammi il
favore!- ma sparata quella il volpino lo buttò letteralmente giù dal letto con
un calcio e poi non è che dormirono molto...
La mattina dopo comunque alla kitsune dello
Shohoku fu chiaro il motivo della maledetta domanda del rossino fatta sugli U2.
La cosa gli era passata per la testa più o meno nell'intervallo, quando aveva
pescato Mitchy sulla porta della loro classe intento ad ascoltare con aria
apatica i vaneggiamenti del do'aho. Fra tutti gli squinternati della squadra,
Hana era uno dei pochi che aveva il pallino per le ricorrenze e lui e Ayako di
solito erano i primi a ricordarsi che lui compiva gli anni proprio il primo
gennaio...e ora vederlo confabulare col teppista non gli sembrava un buon
segno. Hisashi aveva detto che aveva dei biglietti in più per il concerto.
Ok, non ci sputava sopra e sinceramente gli sarebbe piaciuto davvero andare a
sentire Bono ma andare a Tokyo con Mitchy per capodanno significava devastarsi
l'organismo per l'avvenire. Inoltre come minimo si sarebbe accodato pure il
do'aho, sarebbe stato come morire! Prima di fare qualcosa che non andava
decise di salire in terrazza a prendere aria, anche perché se no avrebbe ucciso
uno di quei due dannati, ma a quanto pareva neanche al freddo sul tetto dello
Shohoku poteva liberarsi dei seccatori. Passò davanti a un paio di cretine
che si disidratavano al suo passaggio e andò ad appoggiarsi alla rete, stanco
morto. Cambiare aria però non gli avrebbe fatto male, pensò. Andare
a Tokyo e uccidersi con il guru della vita notturna che rispondeva al nome di Hisa-chan (ma che cazzo
di confidenza si prendeva Sendoh? Mah! Certo che Mitsui però stava proprio perdendo
colpi per farsi apostrofare in questo modo dal nemico!) avrebbe potuto fargli
passare meglio il giro infinito di boa che le feste rappresentavano per
lui. E poi compiva 18 anni...doveva farlo decentemente. Se non altro l'unica
cosa che lo consolava era che ci sarebbe stata la ragazza della loro guardia a
riportare il clima su un livello più sano. - Scappi dal mondo Rukawa?- Si
volse, trovandosi proprio a fianco la senpai Kanzaki. - Ciao.- le
disse. Lei gli sorrise appena, mentre s'infilava i guanti per tenersi al
caldo le mani. - Tutto bene?- - Hn.- - Senti, non sono una che gira
attorno al problema, quindi se vorrai puoi mandarmi al diavolo se non li
consideri affari miei fa come vuoi ma...da qualche tempo vedo Kirara con uno
sguardo particolarmente vuoto. Tu ne sai qualcosa?- Aveva ragione. Il suo
primo impulso era stato quello di rimetterla al suo posto ma dopo averla
guardata gli occhi scuri della Kanzaki lo fecero sentire minuscolo. Porca
miseria, nemmeno Hanamichi ci riusciva così bene! Tornò a volgere il capo
verso il cielo color piombo, serrando la mascella. - Non m'interessa che
problema avete. Né perché avete litigato. Volevo solo sapere a cosa era legato
il suo stato.- - Credevo fossi sua amica.- le rinfacciò. - Infatti. Ma
sono per il rispetto della privacy.- gli rispose soave - O tu usi questa scusa
solo quando ti fa comodo?- Porca miseria...ma sentitela! Accidenti a quella
sua lingua sferzante! - Credevo fossi un fautore
dell'ognuno per sé e Dio per tutti
...- continuò tranquilla, senza sarcasmo. - Hn.- bofonchiò ancora,
leggermente irritato per essere stato preso in contropiede - Lo credevo anche
io.- - Il brutto è quando ti accorgi che ti sei fatto imbrigliare senza
neanche accorgertene.- gli disse, come per consolarlo. Rukawa allora la
guardò interrogativo. A volte proprio non riusciva a inquadrarla quella lì. -
Mi dici una cosa? Perché ti piace Mitsui?- Junko alzò un sopracciglio - In
che senso?- - Che ci trovi in lui? È semplice come domanda.- - Ah, ho
capito.- la Kanzaki ridacchiò brevemente, lasciandolo sempre più spiazzato -
Vedi, per quanto sia un po' inaffidabile con l'altro sesso, mi piace perché sa
essere molto chiaro, tanto da essere crudele.- - Non lascia spazio a
equivoci?- - Esatto.- Rukawa la fissò sempre più perplesso. Era per quello
che stavano insieme? Sinceramente lui conosceva Mitsui da anni ed era la
prima volta che era così preso da una ragazza. - Non venire a chiedermi se
sono innamorata di lui adesso, basta smancerie.- ghignò la schiacciatrice,
leggendogli nel pensiero. - Ma non ti piace per nessun'altra ragione?- -
E' molto bravo a letto.- Rukawa tacque, pensoso. - E basta?- - Ogni
tanto è tenero. E poi mi fa ridere.- - Ti fa ridere?- - Si, di recente ci
si mette anche d'impegno.- Junko gli dette una pacca leggera sul braccio - Ti
assicuro che fa bene.- Ripensò alle parole della Kanzaki per tutto il tempo
degli allenamenti. Sincerità e risate. Stava tutto lì il segreto?, continuava
a chiedersi mentre osservava Mitsui allenarsi coi tiri da tre. - Rukawa
sveglia! È arrivata la Befana!- - Vaffanculo do'aho.- e stoppò la palla,
infilando un canestro tranquillo dopo il passaggio del rossino. - Bravi
ragazzi.- li raggiunse la voce di Kogure - Siete eccezionali!- - Si, io
forse.- cinguettò Hana in sottofondo. - Sei proprio una pippa.- gli rinfacciò
Kaede. - Continuate a darci sotto forza!- gracchiò Akagi che sovrintendeva
dal fuori campo - Voglio vedervi sputare sangue intesi? Dovremo battere il
Ryonan e il Kainan, quindi muovete le gambe!!- Bhè, l'anno prima li avevano
battuti, spedendo il Kainan in panchina dopo una vita di successi. Stavolta
avrebbero dovuto triplicare le loro energie...ma con un tale team d'attacco
Akagi era più che sicuro che stavolta avevano di nuovo la vittoria in pugno.
Aspettava da tre anni di veder giocare quei due insieme...finalmente ci erano
riusciti. E ora niente li separava di nuovo dal titolo.
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Capitolo 14 *** Con o Senza di Te ***
Natale. Quel pomeriggio nevicava
tantissimo. I fiocchi cadevano fitti fitti, in una cantilena lenta e
costante. Ma al cimitero il tempo era rimasto immobile. Un silenzio
innaturale copriva le tombe del tempio, l'acqua cristallizzata giaceva immutata
e cadente dalle fontane. I fiori per i defunti erano pallidi e gelati. Rukawa
stava col capo rivolto al cielo bianco, sentendo appena il freddo che lo
avvolgeva. Entrò nel tempio a capo chino, conoscendo perfettamente la strada
imparata a memoria dopo tanti anni passati a percorrerla sempre solo. Quel
giorno, come spesso in passato, non c'era in giro nessuno. Tutti erano stati
dimenticati. Passò davanti alla tomba della sua famiglia, vedendovi i pomposi
mazzi di fiori dei suoi parenti. Disgustato passò oltre, andando prima alla
tomba dei suoi nonni materni. Non voleva vedere quel tripudio d'ipocrisia.
Non voleva vedere la tomba di suo padre e sua madre di nuovo coperta dai fiori
di quell'uomo avido che infangava la memoria di suo fratello ogni qual volta si
presentava alla sua porta. Infame, maledetto infame... La sua figura alta
e nera, avvolta nel cappotto, si stagliava come un corvo fra mille colombe.
Rimase a fissare la lapide dei suoi nonni, senza fiato né forze per pregare, per
dire qualcosa. Solo i ricordi gli attanagliavano la mente, portandogli via le
ultime energie. Era stato solo quel giorno, esattamente come il giorno prima
ancora. E quasi non se n'era accorto. Stava ripiombando nel suo limbo e faceva
pochi tentativi per liberarsene, tentativi vani quanto inutili. Voleva
solo...la pace, il silenzio, la solitudine accogliente e calda che qualcuno gli
aveva portato via. Di colpo però una chiazza colorata in mezzo a tanto
candore attirò brevemente la sua attenzione. C'era qualcuno. E aggirandosi
fra le tombe, affondando nella neve fino a bagnarsi i jeans, vide qualcuno che
non si era aspettato di trovare. Qualcuno che parlava, che chiacchierava, che
rideva...qualcuno che parlava davanti a una tomba. Qualcuno che non era un
debole come lui. -...siamo di nuovo in pieno campionato sai? Vinceremo anche
quest'anno, ne sono sicuro e non per vantarmi ma mi sono inventato una strategia
che lascerà tutti senza fiato! Vedrai!- Come faceva a parlargli così? Come?
Non era una cosa che poteva essere insegnata purtroppo, capì il
volpino. Hanamichi stava inginocchiato davanti a una tomba pulita dalla neve,
su cui era inciso il nome di suo padre. L'incenso bruciava lento, la sua voce
invece sembrava correre...fino a raggiungere il cielo. Rimase a distanza
mentre salutava di nuovo suo padre e quando il rossino si alzò e lo vide, sgranò
appena gli occhi. - Kaede.- Non gli disse nulla, si limitò
semplicemente a seguirlo a distanza, come a distanza era rimasto il moro per
tutto il tempo in cui aveva parlato con suo padre. Lo seguì fra le altre tombe,
senza chiedersi il motivo per cui in un giorno simile anche lui si trovasse lì e
quando furono di nuovo davanti alla lapide della famiglia di Rukawa, rimase a
guardarlo mentre restava immobile, rigido come il marmo davanti a quella
tomba. Non fiatò, non disse una sola parola. Appoggiò solo due gigli fra
gli altri fiori presenti, rimettendosi subito in piedi. Ma lui non riusciva a
parlare, non riusciva a essere sereno. Ricordava l'incidente in cui era rimasto
coinvolto anche lui, ricordava i giorni seguenti in cui i parenti gli avevano
sbattuto in faccia con dura crudeltà il fatto che era rimasto solo,
indesiderato, senza i suoi genitori. Ricordava i quattro anni, fino ai sedici,
vissuti coi suoi zii. Ma in tutto quel tempo non c'era niente che l'avesse
tenuto lontano dal giorno in cui aveva perso tutto. Non c'erano lacrime
ormai. Non più. Un braccio attorno al collo e lasciò andare per un attimo la
sua maschera, per appoggiare il capo alla spalla di Hana. - Andiamo via.- gli
disse il rossino dopo alcuni lunghi minuti - Qua non c'è più niente da
fare.- Uscirono insieme dal tempio e insieme scesero nella galleria della
metro. Attorno a loro pochissime persone, che correvano, correvano per tornare
ai loro cari. Seduti nel vagone, Rukawa teneva lo sguardo alto verso il
soffitto, mentre Hana restava seduto girato verso il finestrino, guardando fuori
il tramonto di una Kanagawa ricoperta di neve. Il sole era una chiazza vacua
e aranciata, nascosta dalle nubi di panna. Il silenzio era ancora troppo
forte...poi ad una fermata salì un ragazzo molto più grande di loro. Aveva le
cuffie nelle orecchie ma la musica invase ugualmente il solitario vagone e Hana
sogghignò appena, sentendo una canzone degli U2. Era proprio destino,
pensò. Scesero alla fermata a pochi passi dalla casa di Hanamichi e si
chiusero insieme in casa. La madre del do'aho non c'era e Rukawa non se ne
stupì troppo. Doveva essere di nuovo in ospedale. Si stava levando il
cappotto quando sentì il fischio della segreteria telefonica. Hana schiacciò con
aria svagata il pulsante, per nulla preparato alla marea di bestemmie che lo
colpirono un minuto dopo. - MA DOVE CAZZO SEIIII?????- I due ragazzi
sobbalzarono, sentendo così nitida la voce del Gorilla. - PEZZO DI
DEFICIENTE, E' TUTTO IL GIORNO CHE CHIAMO! SPERO VIVAMENTE CHE QUEL CRETINO DI
RUKAWA SIA CON TE PERCHE' NEMMENO LUI RISPONDE AL TELEFONO DI CASA NE' AL
CELLULARE! MA CHE CAZZO VE LI SIETE COMPRATI A FARE EH, RAZZA DI SVALVOLATI?
SPARATEVI!- - Auguri anche a te Gorilla.- bofonchiò il Tensai ridendo. Il
secondo era in stile molto uguale, anche se Hisashi usava una flemma che
mascherava perfettamente tutte le sue parolacce. - Mezza sega, ciao...senti,
ovunque tu sia fammi il santo favore di andare a controllare il volpino. A casa
non risponde e visto che non credo che sia andato in un bordello a festeggiare
il Natale, non vorrei si fosse messo nei casini. E poi Akagi continua a rompermi
le palle per telefono quindi vedi di accendere il tuo, chiaro? Ti saluto!- -
Bordello eh?- sibilò Kaede a bassa voce. Miyagi uguale. - Spero che tu
sappia spiegarmi più avanti dove diavolo sei andato a infrattarti il giorno di
Natale! Qua mi sembrate tutti pazzi, Akagi strilla come una nonnetta da tutta la
mattina per sapere dove siete finiti tu e Rukawa! Non sono la vostra cazzo di
segretaria! E accendi quel cellulare balengo!- I seguenti messaggi registrati
erano di tutta la squadra: Kogure, Ayako, Ishii, Yasuda, Rei che piangeva
disperato perché non aveva trovato Rukawa a casa e anche un messaggio di auguri
più tranquilli da parte di Anzai e da Sendoh. Sentendo quella trafila di
bestemmie sparse per tredici messaggi, Kaede accese il cellulare controllando la
sua segreteria. Anche lì una decina di messaggi. Li cancellò senza ascoltarne
neanche uno, mentre Hana sogghignando faceva un rapido giro di telefonate per
avvisare tutti che stavano bene. Dopo essersi fatti insultare da tutta la
squadra, si permisero finalmente di scaldarsi dal freddo della giornata. -
Tua madre ha di nuovo il turno di notte?- Hana annuì, sedendosi sul divano
con la kitsune - Già, purtroppo ha il turno lungo. Non è riuscita a
cambiarlo.- Kaede inspirò silenziosamente. Sapeva quanto era brutto trovarsi
soli durante le feste. Stavano pensando su come organizzarsi la cena quando
Mitsui telefonò di nuovo e finalmente li trovò in casa. Contento che fossero
vivi e non fossero andati a picchiare i Babbo Natale che chiedevano gli
spiccioli per la strada, si limitò a fare quattro chiacchiere col viva voce,
mentre loro spadellavano sul bancone della cucina. - Ma cos'è questo casino?-
gli chiese Hana dopo i convenevoli - Mitchy, ma dove sei scusa?- - Al pub.-
sorrise la guardia per telefono, mentre una delle cubiste del Golden gli
shakerava davanti al naso una ventina di martini - I miei sono andati in
crociera, hanno lavorato troppo di recente e visto che tornano a gennaio ho
deciso di restare qua con Kay. Festino privato con tutti i dipendenti.- -
Immagino.- frecciò Rukawa a bassa voce. - E voi com'è che vi siete
trovati?- - Ho trovato la kitsune a picchiare una vecchietta dietro
l'angolo.- sentenziò il padrone di casa. - Senza la Babba il do'aho si stava
facendo una passeggiata sulle rotaie.- - Babba a chi???- tuonò Hana - Stupida
volpe senza cervello!- - Che palle, mi avete rotto.- sbuffò Hisashi,
sbadigliando al cellulare - Ragazzi, prima che mi scordi, la partenza è per il
27. Passo da voi alle dieci di mattina, poi andiamo da Junko.- - Quanto ci
andrà di macchina?- gli chiese il Tensai, curioso. - Ho dato un'occhiata alle
previsioni. Continuerà a nevicare, quindi in autostrada si andrà a rilento.
Direi sette, otto ore al massimo.- - Portiamo il cuscino per la volpe
allora.- ironizzò il rossino. - Tranquillo, non sarà l'unico. Allora ci si
vede fra due giorni gente.- - Si e tu vedi di non metterti in macchina ancora
strafatto di alcool dai festeggiamenti eh?- - Contaci. Vi saluto.- - Ciao
Mitchy, auguri.- - Anche a voi!-
Due giorni più tardi, Hana salutò
sua madre e scese baldanzoso dalle scale del suo condominio, proprio quando
arrivò la kitsune con la moto. - Ma col freddo che fa tu ti muovi con la
Honda?- bofonchiò il rosso, quando lo vide scendere dal loro bolide. -
Hn.- - Viva la loquacità.- cinguettò Sakuragi, andando ad aprirgli il box -
Dai, muoviti prima che arrivi lo yankee.- E lo yankee arrivò giusto cinque
minuto dopo, sgommando come un dannato. Mitchy era di ottimo umore, si vedeva
solo dai vetri che quando vennero abbassati lasciarono uscire gli U2 messi a
palla. Mamma mia, si cominciava bene. - Ciao cosetto.- ghignò Hana, mentre
buttavano i bagagli sul retro - Sei su di giri eh?- - Come non immagini
neanche.- cinguettò Mitsui - Avanti, muovetevi che devo andare a prendere Junko.
Ah, Rukawa, i cuscini li ha lei.- Santa donna, pensò il volpino
andando a svaccarsi sui sedili posteriori, mentre il Tensai si buttava
davanti. Attraversata mezza Kanagawa con quei due davanti che facevano un
casino da paura, arrivarono finalmente davanti a casa della Kanzaki. Sembrava
non ci fosse nessuno, perché dopo aver suonato un paio di volte, ancora non
arrivava nessun membro della famiglia ad aprire. - Che strano.- borbottò
Mitsui, facendosi indietro - Non è che si è addormentata?- - Magari non sente
il campanello.- ipotizzò Hana - Se ci mettiamo a urlare ci tirano dietro
qualcosa?- - Do'aho. Lascia in pace la brava gente.- sindacò la volpe, chiusa
in macchina a dormicchiare. Mentre naturalmente gl'idioti litigavano, Mitsui
grattandosi il capo cercava di capire come sistemare la faccenda quando si sentì
tirare per i jeans. Stranito abbassò il capo e trovò un ragazzino di otto anni a
guardarlo dal basso all'alto, i grossi occhioni spalancati e un berretto enorme
sul capo. - Signore, chi cerchi?- - Signore?- Hana lasciò il collo di
Rukawa per mettersi a ridere - Sentito Mitchy? Ti ha chiamato signore!- -
Tappati la bocca o ti uccido, demente.- rognò Hisashi, tornando a guardare il
bambino - Ehi tu...abiti da queste parti?- - Chi cerchi?- gli chiese
semplicemente il piccolo. - La ragazza che abita qui.- gli disse, indicando
col dito casa Kanzaki. - Ah...- il bambino sorrise, prendendogli la mano - Tu
sei Hisa-chan vero?- - Hisa-chan?- riecheggiarono Hana e Kaede. - Ma
perché mi chiamano tutti così?- sbuffò Mitsui - Ehi bimbo, come fai a sapere chi
sono?- - Cerchi Jun-chan vero?- - Jun-chan?- l'ex teppista continuava a
non capirci niente. Ma chi era quella peste? Stava per chiedergli le dovute
spiegazioni, sperando in risposte che non fossero altre domande, ma il bambino
fece una cosa che lo lasciò a bocca aperta. Si tolse il berretto, liberando una
cascata di capelli castani. Sorridendo aprì la porta della villetta,
fiondandosi dentro casa. - Jun!!- urlò - E' arrivato Hisa-chan! Ehi, ma mi
senti?- Ai tre ragazzi arrivò la voce scocciata della schiacciatrice dello
Shohoku. - Accidenti, ma chi ha staccato il campanello?! Sae, si può sapere
che ci fai in giro?- - Ero andata al parco con Momoka!- - A otto anni
dovresti startene a guardare i cartoni animati!- sbraitò la Kanzaki, arrivando
nella visuale della porta aperta con una grossa borsa - Stattene in casa,
accidenti! Fra un attimo torna la mamma. Salutamela ok?- - Aspetta!- la
bambina l'afferrò per la mano, costringendola a chinarsi. Le disse qualcosa
nell'orecchio, che fece ridere la sorella maggiore, poi la baciò sulla fronte e
se ne andò in giardino, salutando il gruppo con due cuscini sotto mano. -
Ciao gente.- sbadigliò - Scusate, i miei staccano il campanello e il telefono
durante le feste.- - Mica male come idea.- ghignò Hana. - Tutto bene?-
chiese la ragazza, caricando la borsa e passando un cuscino alla volpe
attraverso il finestrino della macchina - Niente ossa rotte e retate sotto
casa?- - Per ora no.- ghignò Mitsui, baciandole la guancia - A proposito...la
tua sorellina è sveglia sai?- - Sae è una piattola.- ghignò la Kanzaki - Mi
sta sempre alle costole.- - Ma che ti ha detto all'orecchio?- Junko rise
ancora - Che sei molto alto e che sei carino.- - Ecco vedi, tua sorella
capisce tutto!- - Mettiti al volante, idiota.- - Agli ordini.- Hisashi si
rimise in macchina, accedendo il riscaldamento mentre nei sedili posteriori la
Kanzaki e Rukawa si mettevano in posizione strategica per la pennichella -
Gente, vi avverto che ci sarà coda.- - E con questo tempo infame non so
quando arriveremo.- aggiunse il rossino pensoso. - Ah, un'altra cosa.-
mugugnò Hisashi mentre cominciavano a uscire da Kanagawa per ficcarsi in
autostrada - Ho visto Sendoh ieri sera. Ci siamo fatti due chiacchiere e mi ha
passato una cassetta. Ha detto che l'ha montata Aida e ha aggiunto di guardarla
una volta seduti.- - Una volta seduti?- Hana fece una smorfia - Ma che hanno
fatto quegli spostati?- - Non so bene, ma credo sia qualcosa che riguarda gli
allenamenti dello Shikuda.- - Si fottano.- rognò Rukawa da dietro. -
Completamente d'accordo.- sorrise Mitchy - Ma ha detto che era importante.- -
Ma da quand'è che tu e il porcospino andate così d'accordo eh?- cinguettò il
Tensai malizioso - Si può sapere che fate quando uscite insieme? Vi passate
tutti i locali alternativi della città?- - Una cosa del genere.- - Non è
che mettete su un piano d'attacco?- Hana era sempre scettico -
Conoscendovi...- - Akira è una persona tranquilla.- gli ricordò la guardia
immettendosi in autostrada - Non si cerca i guai.- - A differenza vostra?-
bofonchiò Junko, rannicchiata contro il finestrino. - Senti da che pulpito.
Sapete cos'è successo alla loro ultima partita? Raim non ve l'ha detto?- ghignò
Mitsui - La qui presente e quella ladra della Kurata hanno scatenato rissa con
l'arbitro e si sono fatte sbattere fuori a due minuti dalla fine. Meno male che
eravate in vantaggio di parecchio.- - Gli arbitri andrebbero bruciati a
rogo.- sentenziò la ragazza. - Neanche ha tutti i torti.- rognò Rukawa, nel
dormi veglia. - Oddio, non ricominciare kitsune.- - Do'aho. Il Sannoh
sarebbe ancora dentro se Kinoshita non avesse fatto l'infame.- - Tu volevi
solo giocare di nuovo contro Sawakita.- gli rinfacciò Mitsui - Pensa invece a
tutte le gomitate fra le costole che ci prenderemo quando troveremo Takeru e
compari sul campo.- - Ammesso che non li uccida prima negli spogliatoi
qualcun altro.- - Già,- Hana ridacchiò come un matto - Aki te l'ha detto che
Kyota è finito in questura per colpa loro?- - Vogliamo parlare di Maki?-
ghignò Hisashi - Vive dai suoi nonni ormai! E mette il naso fuori di casa solo
sotto scorta. Quelli sanno dove colpire, mica sono scemi.- - S'è visto.-
frecciò Junko - L'ultima volta se ben ricordo sono scappati con la coda fra le
gambe.- - Vedi amore...- fece Hisashi sarcastico - Il problema non è solo la
squadra di basket in sé. Quello è tutto un circolo vizioso, dove va uno vanno
tutti e se Takeru si mette in testa di rompere la faccia al ministro della
marina mercantile di Tokyo, mettici la mano sul fuoco che ci andranno tutti i
suoi amici con lui.- - Il vostro galateo è impressionante.- ironizzò con uno
sbuffo - Uomini.- - Teppisti.- rise Hana - Ma il bracciolino è stato
fantastico!- - Così fantastico che il signore è un rottame su tutti i
fronti.- rinfacciò perfida la Kanzaki. - Oh, grazie Jun...- rognò Mitsui
mentre Hana crepava dal ridere - Questa me la ricorderò.- - Ci
conto.- Tre ore e mezza più tardi erano fermi in un'area di ristoro, nel
parcheggio. Avevano appena finito di mangiare e Mitsui si stava fumando la sua
prima sigaretta della giornata in santa pace quando, manco a dirlo, squillò il
telefonino. Lo attaccò alla batteria della macchina e mise il vivavoce,
quando capì che era il caro Gorilla. - Ah, siete ancora vivi.- rognò,
salutandoli. - Ciao Gori!- cinguettò Hana - Come sta la mia Harukina?- -
Senti deficiente, ma vuoi star zitto?!- sbraitò il capitano rabbioso - Allora?
C'è casino?- - Un po' e la strada fa schifo.- gli disse Hisashi - Ma va tutto
bene.- - Ehi, ma gli avete fatto fare il test del palloncino prima di
metterlo al volante?- ironizzò di nuovo Takenori. - Che scemi, non ci abbiamo
pensato.- frecciò Junko appoggiata al cofano mentre si scolava il caffè. -
Senti Gorilla, hai chiamato per rompere?- cominciò a spazientirsi quell'anima
ardente di Mitsui - Novità? Gli altri come stanno messi?- - Le matricole sono
salve...- -..hn...- - Rukawa, t'ho sentito imbecille!- - Che
palle...- - Kogure è dai parenti, Raim passa tutto il tempo con la Kurata,
mentre Miyagi e Ayako sono da qualche parte da qui a Osaka e non chiedermi cosa
facciano, non ne ho la più pallida idea. Tornano per il 31.- concluse Akagi -
Voi vedete di non uccidervi prima di essere arrivati, chiaro? Mitsui se capita
qualcosa ti rompo i denti!- - Se capita davvero qualcosa sei morto, ti
avviso.- sbuffò la guardia - Quando arriviamo stasera ti chiamo, ok?- - Ok. E
tenete i cellulari accesi.- Era molto tardi, quasi le sette di sera, quando
arrivarono a Tokyo. Non era la prima volta per nessuno dei quattro, ma Hana
si stupì parecchio di come il caro Mitchy sapesse destreggiarsi benissimo anche
nell'incasinato traffico della capitale. C'era un macello bestiale e il caos
raggiungeva livelli acustici indecenti ma quando arrivarono sotto l'elegante
palazzina dove Kay aveva comprato casa, riuscirono a respirare un po' d'aria
fresca e a sgranchirsi le ossa. - Però.- Junko si mise il cappotto,
infreddolita, alzando lo sguardo sul condominio - Quanto guadagnava tuo
fratello?- - Parecchio.- le sorrise, chiudendo tutte le portiere e aprendo il
portabagagli - Appena presa la laurea in legge come voleva mio padre ha
cominciato a lavorare e guadagnava molto bene, il tempo libero invece lo passava
a suonare con un suo amico che abitava nell'appartamento davanti al suo. Un anno
di quella vita e s'è rotto le balle. Così è tornato a casa, ha mandato a spasso
papà, mi ha raccattato dall'ospedale dopo l'ennesima rissa e mi ha portato a
casa sua.- - Il Golden l'ha aperto da solo allora.- Hana era sbalordito -
Miseria!- - Ha un socio ma è sempre in giro.- rise Hisashi, mentre li
trascinava dentro e lì trovarono il primo ostacolo. Ascensore bloccato
all'ultimo piano. Proprio dove dovevano andare loro. - Merda.- rognò - Se
scopro che è quel cretino di Hiro ad averlo bloccato lo uccido. Sentite,-
mugugnò - io comincio a salire, vedo se riesco a sbloccarlo.- - Ti seguo, mi
devo svegliare.- mugugnò Rukawa, massaggiandosi il collo e mettendosi la borsa
in spalla. - Ok, noi stiamo qua invece.- cinguettarono Hana e Junko, contenti
di non doversi fare sette rampe di scale. Sette maledette rampe che furono
una rottura di palle in piena regola. Arrivati dopo dieci minuti buoni visto che
erano tutti incriccati dal viaggio, Hisashi e Kaede si fermarono sul
pianerottolo...e videro una ragazza bionda che si sbaciucchiava con un rasta
proprio in mezzo all'ascensore che non si poteva chiudere. - Nanaka!- sbraitò
Hisashi rabbioso, buttando tutto a terra - Lo sapevi che eri tu! Porca
miseria!- La ragazza, sui diciassette anni, sobbalzò letteralmente. Rukawa le
scoccò un'occhiata distratta: bionda, molto truccata e molto scollata. Sgranò
gli occhioni e con una manata spinse via il ragazzo che si era fatta fino a quel
momento, scoppiando in un gridolino di gioia. Un attimo dopo si era catapultata
addosso al suo caro "Hisashi tesoruccio!", scaraventandolo a terra malamente e
coprendogli la faccia di baci. Mitsui era sconvolto e cercava di levarsela di
dosso, quando davanti a Kaede apparve un altro tizio. Sulla ventina, con un
buffo grembiule addosso e il mestolo in mano. - Insomma Nanaka! Scema,
lascialo respirare! S'è fatto otto ore di macchina!- - Oh, Hiro non seccare!-
ridacchiò la ragazzina con vocetta melensa - Hisa-chan, mi sei mancato da
morire!- - Ma chi vi ha detto che arrivavo eh?- cercò di dire la
guardia. Hiro Tanaka ridacchiò, levandogli di dosso la sua sorellina -
Kay-san, questa mattina. Dai Hisashi, rimettiti in piedi e scusa questa
squinternata. Mi ha fatto una testa tanta tutto il giorno!- e abbracciò forte
Mitsui, ridendo - Però! Un anno che non ti vedo e sei sempre più brutto.- -
Senti chi parla...la donna di casa!- ridacchiò divertito Mitsui - Allora Hiro?
Come va?- - Una favola.- rognò stavolta il ragazzo, passandosi una mano nei
capelli chiari e scoccando un'occhiataccia alla sorella - Ti dico tutto più
tardi. Ma vedo che sei in compagnia.- - Ah, si...- Mitsui rise - Hiro e
Nanaka Tanaka, ragazzi lui è Kaede Rukawa.- - Ciao!- cinguettò la biondina,
mangiandoselo con gli occhi e stritolandogli la mano - E' un piacere!- -
Nanaka, lui lascialo perdere eh?- la bloccò Mitsui con un ghigno - Tieni gli
artigli ritratti.- - Amore, i miei artigli sono sempre e solo per te!-
replicò soave ma proprio in quel momento la porta del montacarichi di aprì,
lasciando passare Hana che tirava Junko seduta sul trolly, divertendosi come un
matto. - Oh, ma andate a quel paese.- rognò Mitsui - Non ci ho pensato.- -
E' questo il tuo problema Hisa.- ghignò Junko dopo uno sbadiglio - Non
pensi.- - E lei chi è?- se ne uscì Nanaka alzando un sopracciglio. Suo
fratello maggiore per tutta risposta te tirò il mestolo sulla testa, pregandola
di essere cortese, quando vennero di nuovo fatte le presentazioni. La
biondina non fece commenti sulla presenza della Kanzaki ma la sua espressione
non lasciava presagire a Mitsui nulla di buono. Conoscendo Junko però non
credeva che la sua ragazza si fosse accorta di qualcosa. Entrarono finalmente
nello spazioso appartamento di Kay l'ex avvocato, come lo chiamava la guardia, e
Rukawa ringraziò Dio del maga televisore e della parabola sul terrazzo. Avrebbe
ringraziato Kay-san in natura se fosse stato presente. La cucina era grande e
praticamente nuova, visto che Kay non sapeva cucinarsi neanche un uovo e solo la
debole mano casalinga di Hisashi lo sfamava. Il salotto era invece di una
comodità impressionante, con spazi larghi a differenza del resto della mobilia
che il maggiore dei fratelli Mitsui doveva aver comprato per rappresentanza. Due
camere da letto e due bagni. - Ricordami di ringraziare tuo fratello.- rise
Junko, andando a buttare i bagagli nella camera col letto a due piazze. -
Ahah.- fece Hisashi sarcastico - Tu non lo vedi neanche di striscio Kay.
Piuttosto, voi due...riuscirete a non ammazzarvi chiusi nella camera degli
ospiti?- - Tranquillo, se lo uccido lo farò il silenzio.- ironizzò Hana
perfido. - Do'aho.- sbuffò Rukawa, dandogli una spinta leggera per farlo
muovere. - Però.- Hiro Tanaka dette una pacca sulla spalla del vecchio amico
- Ehi Hisa, giocano con te quei due vero?- - Già. Sono le nostre ali.-
sentenziò mezzo serio - Ma non ti consiglio di mettermi mai in mezzo quando
discutono, credimi. È meglio per te.- - Ehi, Hisa-chan...- sibilò invece la
piccola Nanaka, fissandolo con gli occhi incendiati - E quella chi
sarebbe?- - Junko?- - Bella davvero.- se ne uscì Hiro ammirato. - E' la
mia ragazza.- le disse Mitsui con un sospiro. - La tua ragazza eh?- Nanaka
sogghignò di colpo - Sicuro? E da quanto? Due giorni?- - Bhè, ecco...- -
MALEDETTA KITSUNE TI UCCIDO!- Eccoli che cominciavano. Visto che la guardia
non si sognava neanche di andare a fermarli, volpe e scimmia si presero a sberle
fino a quando non ebbero dato la prima scaricata alle energie, poi si misero
finalmente comodi con un caffè sotto mano e quattro chiacchiere in
compagnia. - Avete qualcosa da mangiare ragazzi?- gli chiese Hiro, dopo che
si furono ambientati e si furono ripresi un po' dalla lunga traversata - Non
vorrete andare fuori a quest'ora, sarete stanchi.- - Ma va? C'inviti a cena?-
cinguettò Mitsui. - Sanguisuga.- cincischiò Hana - Ehi amico, vuoi una
mano?- - Meno male.- rise Hiro - Mia sorella è una schiappa!- - Oh, Hiro
come ti permetti?- borbottò Nanaka aggrappata al braccio di Hisashi - So fare
altro sai?- - Si, tipo picchiarti con le compagne e farti sbattere fuori
dalla scuola!- - Cosa?!- se ne uscì Mitsui sconvolto, sputando le ultime
gocce di caffè - Nanaka! Ti sei fatta sbattere fuori?- - E' colpa del
preside.- sibilò la biondina imbronciata - S'è fissato che io gli abbia rotto la
macchina, dopo avergliela rubata. Non sono stata io a buttargli la sua stupida
Volvo giù dal ponte di Takato, sai fratellino??- rinfacciò dura a suo fratello -
E comunque non sono stata l'unica ad essere stata buttata fuori.- - Si, altri
dieci piazzati come te.- aggiunse Hiro con un sospiro. - Viva gli yankee.-
fischiò Hanamichi divertito. - Senti chi parla!- - Do'aho.- - Ehi
kitsune...vai a quel paese eh?- - Kitsune?- Nanaka sembrava particolarmente
attratta dai modi maneschi della volpe e della scimmia. - Si, lui è la
kitsune.- cinguettò il rossino. - E tu un do'aho.- - E tutta la vostra
squadra insieme è un circo.- concluse Junko sarcastica - Mettetevi l'animo in
pace.- - Ha parlato quella che gioca con ladri e investitrici in pattini a
rotelle.- rognò Rukawa. - Lo vedi, non ci va molto...- insinuò al ragazza -
Per farlo parlare basta toccare i punti giusti.- - Basta prenderlo a
scarpate, dai senpai.- ridacchiò Hana come un matto - Avanti, mangiate e state
zitti!- - Grazie mamma.- scherzò ancora Mitsui. Cenarono in un clima di
casino generale che cominciò a essere troppo pesante da sopportare sia per la
Kanzaki che per Rukawa, così alla fine Hiro Tanaka capì l'antifona e si portò
via la sua sorellina che fece un sacco di capricci, pretendo da Mitsui il bacio
della buona notte. Lui gliene stampò uno sulla guancia, facendola lamentare
ancora di più ma alla fine la chiusero fuori...e la guardia alzò gli occhi al
soffitto, emettendo un gemito. - Dio...- Hana e Kaede si scambiarono
appena un'occhiata. - Ex ragazza Mitchy?- chiese il rosso. - Se.- disse
disperato, grattandosi la testa. - Certo che se c'è una cretina nel raggio di
un miglio sta sicuro che te la scopi tu.- gli rinfacciò l'ala piccola, più
loquace del solito. A quell'uscita poi sollevò gli occhioni stranamente angelici
sulla Kanzaki che stava in piedi, in mezzo al corridoio verso la sua stanza e
che si era fermata per guardarlo storto. - Tu naturalmente non sei nella
lista, senpai.- aggiunse, tranquillo. - Adesso capisci cosa devo sopportare
tutti i giorni?- sentenziò Mitsui voltandosi verso di lei. - Tranquillo...la
volpe ce l'ho in pugno, anche se non lo sa.- rise la ragazza, sparendo in camera
da letto. Merda. Rukawa abbassò la coda e le orecchie, imprecando. Ci mancava
solo farsi la nemica la Kanzaki e poi era a posto. Porcaccia miseria, quella era
capacissima di dargli il tormento per tutti i cinque giorni che avrebbero
passato insieme. - Ah, kitsune...- Hana gli batté una mano sulla spalla,
andando in camera per cambiarsi e mettersi comodo - Mi sa che ti sei ficcato in
un sacco di guai!- Altro che guai, pensarono circa un quarto d'ora più
tardi. Hisashi aveva trovato una bottiglia di sakè imboscata nell'armadietto
dei liquori e se n'erano versati un bicchierino a testa, nel salotto. Visto che
erano tutti seduti e svaccati ovunque, Hana su una poltrona per lungo, Kaede su
un divano e Mitsui e Junko seduti abbracciati su un altro, misero nel
registratore la cassetta di Akira. - Speriamo non sia un porno.- bofonchiò il
rossino - Mitchy, dov'è l'accendino?- - Provaci e ti strozzo.- gli sibilò la
volpe. - Ma che cazzo vuoi...ti sei sfondato i polmoni per una settimana
mentre non c'ero.- - Bhè, adesso ci sei do'aho.- - Siamo sicuri che Sendoh
non vi abbia dato veramente un porno?- ghignò Junko, sdraiata contro il torace
del suo ragazzo - Conoscendolo mi stupisco che non ci abbia dato una cartina di
tutti i locali a luci rosse di Tokyo.- - Tanto li conosco tutti.- rise
Hisashi. Allo sguardo scettico degli altri tre, si aggiunse di colpo la
barbosa voce di Aida. Nella tv apparve l'immagine di un parquet. -
Prova...prova...oh ma funziona quest'affare?- - Capra, tira su l'obiettivo
magari!- Quella era la voce di Fukuda e Hana fece una smorfia, quando si
ritrovò nella televisione dell'appartamento niente meno che la palestra del
Ryonan. Videro in sottofondo Uozumi che prendeva a calci Sendoh, bestemmiandogli
dietro per non si sa bene che motivo, poi Fukuda si rimise a gracchiare. -
L'hai visto lo zoom Aida?- - Si, si...ecco, preso! Ok, ci sono! Ragazzi...-
sospirò la matricola - Sono pronto!- - Ora puoi andare.- gli disse il
Labbrone serio - Fatti onore!- - Grazie...ehi Sendoh! Saluta l'uccellino!-
- Dio...e io che pensavo che la Kurata non fosse in quadro.- bofonchiò la
Kanzaki. Cambiò lo scenario all'improvviso e i tre giocatori dello Shohoku
videro semplicemente una bassa inquadratura un po' traballante, con in
sottofondo il respiro pesante del Prendi Appunti della squadra dei bianco
blu. - Oh...fermi, fermi.- Mitsui si accese una sigaretta, improvvisamente
serio - Quello è lo Shikuda!- - E' andato con una telecamera allo Shikuda?-
si sconvolse Hana - Ma è deficiente?- - Se aspetti un attimo ci vedrai Manabe
appeso ad un albero.- rognò Kaede. - E lascia in pace quella povera
matricola...- Tempo due secondi e la videocamera doveva essere stata
appostata su una finestra perché ora era inquadrato l'intero campo dello
Shikuda...e i tre giocatori dello Shohoku dopo neanche un attimo, avevano
dedicato la loro totale attenzione a quel video. Junko notò le loro
espressioni, silenziosa, capendo perfettamente che ora sapevano veramente contro
chi dovevano combattere. Passaggi, rimbalzi, canestri, attacchi di
sfondamento. Non aveva mai visto niente di simile neanche alle partite a cui
aveva assistito. Dannazione, Takeru sembrava una furia. Col Sannoh avevano
solo scherzato...non avevano mai visto una tale furie. Era velocissimo! Tutti
quanti...e che placcaggi! Assurdo! Si ammazzavano fra loro quasi. Poi il
fantomatico muro imbottito e Hideki Arai che lo prendeva a spallate... Si,
decisamente se mai li avessero incontrati, cosa che si sarebbe verificata molto
presto, avrebbero dovuto sopportare ben di più che la fatica di quaranta minuti
di partita.
La mattina dopo Hana stava guardando Tokyo illuminata dal
sole dalla finestra della cucina, con una tanica di caffè fra le grinfie.
Ridacchiò sentendo Mitchy scendere dal letto e ammazzarsi nel bagno, visto il
caos che ci avevano scatenato dentro la sera prima...ma tanto Rukawa non sentiva
neanche le atomiche, quindi potevano anche far entrare un gay pride
nell'appartamento che quello avrebbe continuato a dormire beato come un
angioletto. - Porca miseria...ma chi ha alzato il riscaldamento eh?-
l'apostrofò Hana, quando Hisashi entrò in cucina con una maglietta smanicata e i
pantaloni della tuta - Stanotte ho dormito in boxer, sai?- - Ah, lascia
perdere.- alitò la guardia distrutta, andando a versarsi del caffè - Sono a
pezzi. Era un secolo che non guidavo così tante ore di fila...e poi ho uno
strano ronzio in testa...- - La senpai?- - Dorme, è stanca.- gli disse
Mitsui, mandando giù il caffè nero e senza zucchero - La volpe a seguito
immagino.- - Lascia stare. Ieri sera ha messo la testa sul cuscino e da
quella posizione non s'è mosso.- - E' cotto eh?- Hana corrucciò la
fronte, tornando a guardare fuori dalla finestra - Dorme più del solito di
recente. Credo che sia preoccupato per qualcosa ma fargli sputare l'osso è stato
inutile.- Ah si?, pensò Hisashi sarcastico. Chissà che combinava davvero
quell'idiota con Raim! Alle dieci si svegliò finalmente anche Rukawa che dopo
essere inciampato in bagno ed essersi rotto la testa contro il bordo del
lavandino, arrivò a scolarsi il caffè con la stessa aria da zombie che aveva
avuto prima la loro guardia. Se ne stavano al tavolo tutti e tre, solo Hanamichi
con aria vagamente umana, quando la porta dell'appartamento si aprì di scatto
e... - HISA-CHAN! AMORE!- Ad Hisashi andò la colazione per traverso quando
Nanaka Tanaka si fiondò addosso a lui in una tenuta notturna tutta pizzo e seta,
schiacciandogli letteralmente in faccia il seno e buttandolo giù dalla
sedia. - Amore! Buon giorno, buon giorno!- cinguettò la biondina, melensa -
Non vedevo l'ora di vederti! Volevo venire a trovarti questa notte ma quel
cretino di Hiro mi ha chiusa in casa!- piagnucolò a regola d'arte, rimettendosi
poi in piedi - Ciao anche a voi ragazzi! Buon giorno Hanamichi, buon giorno
volpacchiotto!- Volpacchiotto? Rukawa quasi si strozzò con bacon, cominciando
a tossire. Accidenti a quella piattola! Era peggio dell'Akagi al primo
anno! Porca miseria, pensò annoiato. Ci mancava anche che quella andasse in
giro a gambe all'aria, mezza svestita. Ok, era carina ma...VOLPACCHIOTTO!?!?
Nessuno aveva mai osato chiamarlo così! Ma era del tutto deficiente?? E
che cazzo rideva anche il do'aho? Gli rovesciò addosso il caffè con nonchalance,
scatenando l'ennesimo putiferio che svegliò l'ultima parte del quartetto. Bene,
se la mocciosetta bionda tutta svestita era sexy, bhè...la Kanzaki con addosso
solo una camicia di Mitsui era una bomba. Bofonchiò a malapena dei saluti,
mettendosi a sedere tranquilla sull'ultima sedia libera senza alzare lo sguardo
su nessuno, aggrappandosi subito al giornale mattutino e al caffè. Nanaka lo
scoccò un'occhiata di sfida, continuando a stare abbracciata al collo di Hisashi
che era quasi cianotico. Chissà se Junko si era accorta che il suo ragazzo
era sotto assedio...quella biondina gli stava minacciando la virtù. Ammesso
che quello ne avesse mai avuta una! - Tesoro, ti va se andiamo un po' in giro
oggi?- cinguettò la Tanaka - Ti ricordi come ci siamo divertiti l'anno scorso
quando siamo stati insieme tutta l'estate? Dai, sarà divertente!- - Veramente
volavo andare a fare due tiri.- bofonchiò Mitsui cercando di respirare - E poi
te l'ho detto che...- - Oh!- miagolò di nuovo quella Nanaka, spaccando i
nervi a Rukawa che si chiedeva come mai quella maledetta della Kanzaki non
dimostrasse il suo animo yankee anche fuori dal campo di pallavolo - Si,
possiamo andare tutti al campetto qui dietro! Sono sicura che ad Hanamichi e al
volpacchiotto piacerebbe molto! Così mentre loro giocano io posso coccolarti un
po'! Daiiii!!!!- Mamma mia! Hana non ne poteva più dal ridere. La piccola era
focosa! E non mollava! Ce la stava mettendo tutta per mettere le cose in chiaro
davanti alla Kanzaki. Che strano, quella continuava a leggersi beata il
giornale, come se non sentisse nemmeno le sue provocazioni. Era di granito
davvero! Kaede si alzò neanche due secondi dopo. La voce di quella peste era
quanto di più deleterio per i suoi poveri timpani. Stava lavando le tazze
cercando di concentrarsi sulla televisione accesa quando Junko lo raggiunse,
portandogli gli ultimi piatti. La guardò seccato, incapace di credere che quella
ragazza non reagisse. - Ehi...- rognò a bassa voce - Ti si è atrofizzato il
destro senpai?- Junko non gli rispose. Continuò ad asciugare i patti,
apatica. Lo sguardo vuoto. - Ohi...pronto?- la rimbeccò - Senpai!- Le
passò una mano davanti alla faccia e finalmente quella squinternata gli prestò
la dovuta attenzione. - Mi hai sentito?- E poi Junko lo lasciò sbigottito.
Si portò le mani alle orecchie, levandosi due tappi di spugna. - Cos'hai
detto Rukawa?- I tappi. Si era messa i tappi! Roba da non
credersi! Junko sbatté gli occhioni senza capire, specialmente quando gli
sentì sfuggire uno strano gemito...divertito? Kaede si portò una mano sulla
faccia, più precisamente sulla bocca e le dette le spalle, appoggiandosi di peso
al bancone della cucina. - Kitsune? Che fai?...Oddio, ridi!- - Cosa?- Hana
si volse allucinato - Cosa fa?- - Ah! Sta ridendo!- sbottò Junko - Guardalo,
guardalo! Ride!- Pure Mitsui si volse per assistere strabiliato
all'avvenimento ma non si vedeva granché in verità. A Rukawa tremavano le spalle
e per quanto Junko lo tirasse non riusciva a girarlo, poi il volpino scappò
dritto in camera e non ci fu più verso di andare a riacchiapparlo, così
dovettero accontentarsi della fida parola della Kanzaki. - Ma che gli hai
detto?- si stupì Hana, che picchiava come un dannato sulla porta della loro
camera - Lo conosco da più di tre anni e io e Miyagi le abbiamo provate
tutte...ma niente, morto, un cadavere!- - A dire il vero non lo so, sai?-
replicò la schiacciatrice - Me ne stavo tranquilla e di colpo è partito
l'impulso...- - Speriamo che non gli parta altro così repentinamente.-
frecciò Hisashi. - Tipo istinto omicida?- - Che ne sai, tutti i serial
killer cominciano coi loro modi astrusi!- - Ma dì meno cazzate.- rimbrottò il
rossino - Vabbè, quando sua Maestà Sorridente esce e ci onora della sua presenza
andiamo al campetto, capito???- ululò per farsi sentire - Capito Kit?- - Jun,
tu che fai?- le chiese Mitsui - Vieni?- - Neanche morta.- sentenziò,
terrorizzata al solo pensiero di sentire la voce gracchiante di Nanaka per altre
ore - Io me ne torno a dormire. Mi sento gli elicotteri nella testa e ho fatto
un sogno strano pieno di nanetti...- - Ryo-chan? Che centra?- se ne uscì
Hana. - Idiota, nanetti!- sbuffò Hisashi - Dai, vatti a vestire!- - E come
faccio? Quel cretino di un volpino s'è chiuso in camera!- - Piuttosto, già
che siamo qua...- Mitsui tornò a voltarsi verso la cara piccola e pestifera
Nanaka, che lo guardava a metà fra l'adorante e il derisorio - Mi dici che
cavolo farai adesso che ti hanno buttato fuori?- - Semplice, mi trasferisco.-
rispose la ragazza, beata. - Ah si? E dove?- Nanaka stavolta sogghignò,
mettendogli la tachicardia - Ho avviato le pratiche di trasferimento prima
dell'inizio delle vacanze. Sai, non ti ho detto una cosa,
tesoruccio...- Oddio. Mitsui cominciava a sentirsi male davvero. Gli serviva
ossigeno. - Ti ho detto che i miei mi hanno preso un appartamento a
Kanagawa?- Se la pressione della Kanzaki scese stranamente sotto il minimo
storico, Hisashi divenne blu. - Ma davvero?- alitò - A Kanagawa? Ti
trasferisci lì?- - GIA'!!!- urlò buttandogli di nuovo le braccia al collo -
TESORO PENSA CHE BELLO! DI NUOVO INSIEME! I miei hanno parlato con Kay-san poche
settimane fa e visto che non volevano mandarmi da sola in un posto dove non
conoscevano nessuno, hanno pensato che a Kanagawa sotto la supervisione dei tuoi
sarei stata benissimo! Pensa che fantastica opportunità! Potremo stare di nuovo
insieme!- Ossignore. Hanamichi non aveva mai visto Mitsui tanto rincoglionito
davanti a una donna. Ma forse quella non poteva essere considerata una donna.
Gli sembrava più una sanguisuga molto allegra! Ci mancava anche che si
trasferisse a Kanagawa! Noooo! - Che...che bello...- riuscì a mormorare
Hisashi, distrutto - ...e che liceo frequenterai?- - Oh, mi sono informata!
Non ricordandomi dove andassi tu e non volendo per forza starti incollata tutto
il giorno, anche se so che mi adori, ho fatto delle brevi ricerche e sai cos'ho
scoperto? C'è un liceo a Kanagawa con un'eccezionale squadra di pallavolo che
vince da sette anni di fila i campionati nazionali! Ma ci credi?!- Dalla
camera da letto Rukawa in quel momento avvertì uno schianto di massa. Traballò
tutta la palazzina e quando mise il naso fuori trovò sia Mitsui che la Kanzaki
spiaccicati a terra con la bava alla bocca. Tutto gli venne spiegato più
tardi in un campetto ad appena un isolato dalla casa di Kay. Il do'aho gli
raccontò del trasferimento della piccola peste bionda, divertendosi a vederlo
esalare l'ultimo respiro, mentre lei e Mitsui se ne stavano in un angolo a
confabulare. - Fammi capire...- sibilò Kaede - Quella...quella viene da noi?
Viene da noi???- - Calma.- disse il rossino alzando le mani - Vedi, a quanto
ho capito è una patita di pallavolo e sentendo le prodezze di Kurata e
simpatiche compari ha fatto domanda allo Shohoku. Ormai è dentro.- Come si
poteva chiamare una simile fortuna? - Fanculo...- Hana ridacchiò,
infilando un canestro - Eddai, a me sembra simpatica a parte tutto.- - Tu
troveresti simpatico anche un serpente a sonagli do'aho.- - Se sopravvivo a
te, quella è un cucciolo a tuo confronto, credimi.- - Ehi, un attimo...-
Rukawa alzò un sopracciglio - Ma lo sa che la senpai è la numero uno della
squadra?- - Non saprei. La poverina s'è blindata in camera appena sentita la
notizia...- - Evviva.- Intanto nell'angolo, seduti in panchina, Mitsui
stava pensando a un modo per suicidarsi. Nanaka Tanaka era senz'altro
l'essere più appiccicoso, perverso, maniacale, assurdo, egocentrico e schizzato
sulla faccia della terra. Senza contare che continuava tranquilla a stargli
addosso anche dopo che le aveva spiegato tutto, fra lui e Junko. Non aveva detto
nulla ma dai suoi occhi castani era uscita una strana scintilla. E ora quella
matta si trasferiva da loro! Era follia, follia pura! Senza contare che
sarebbe entrata a far parte del club di pallavolo! Così a Junko sarebbe venuta
una crisi isterica prima della fine dell'anno, Nanaka avrebbe piagnucolato per
mesi capendo di non essere al suo livello e lui sarebbe rimasto fregato con un
cretino, in mezzo a quelle due! Merda, merda! Però quell'antipatica di Junko
avrebbe potuto fare anche un po' la gelosa, pensò. Mise il broncio, un po'
arrabbiato. Sempre la solita. Possibile che non c'era verso di farsi fare una
sana scenata di gelosia da quella lì? Che barba! - Senti...- Nanaka lo
richiamò all'ordine, capricciosa - Ma mi spieghi che ci trovi in quella? Dico,
sei mesi! State insieme da sei mesi! Sei cambiato tutto di
colpo?- Bhè...Hisashi sorrise appena, pensando alla sua Bambolina della
1C. Junko...gli piaceva e basta. Difetti, pregi, forza di volontà, arroganza,
dolcezza nei momenti d'intimità, i suoi gesti, la sua eleganza, il suo bel viso
e quei suoi occhi duri. Sei mesi con lei erano passati in un soffio. - Sei
cambiato.- - Si, forse.- borbottò - La gente cambia Nanaka.- La biondina
corrucciò la fronte - E lei è quella che fa per te? Ok, sarà bella ma non mi
sembra che ci tenga troppo. Fosse stata un'altra mi avrebbe appiccata al muro.
Per te questo ed altro.- Pensando che prima o poi Junko l'avrebbe appiccicata
al muro sul serio, ma al muro di una rete da pallavolo, preferì glissare e senza
aggiungere nulla andò ad allenarsi con la volpe e la scimmia, dicendo
semplicemente alla cara Nanaka che avrebbe dovuto scoprire da sola com'era fatta
la sua ragazza.
La sera stessa e i giorni seguenti, fino al 31, i quattro
rappresentanti del prestigioso liceo Shohoku vennero praticamente costretti e
trascinati in giro per tutti i pub di Tokyo, anche se ogni tanto e naturalmente
ce n'erano due che declinavano qualsiasi avvenimento mondano, ovvero Junko e
Kaede che mandavano allegramente a quel paese le suppliche di Mitsui e Hana, per
restarsene a casa lontani dalla voce squillante e dall'esuberanza di
Nanaka. Il pomeriggio del trenta per esempio, verso le sei e mezza quando il
sole stava tramontando, gli asociali se ne stavano al campetto lontano dal
chiasso della sanguisuga. Rukawa infilava canestri e Junko lo guardava seduta
in panchina, tranquilla e beata. Il volpino però era sempre più scettico. Ok,
lui era molto possessivo ma...non le spiaceva lasciare il suo ragazzo alla mercé
dell'allegra sanguisuga? Glielo chiese, borbottando come una teiera, e lei
scrollò le spalle, alzandosi dalla panchina per raggiungerlo sotto
canestro. - Ho imparato che fare storie e pestare i piedi non serve.- gli
confidò tranquilla. - Non è che non vuoi neanche lottare?- Junko stavolta
alzò gli occhi su di lui, come impietrita ma durò un attimo e Kaede capì di aver
toccato un brutto tasto. Stava per scusarsi quando la ragazza, che continuava a
fissarlo, gli chiese di saltare. - Hn?- - Puoi saltare per favore?- -
Perché?- - Salta e basta. Più alto che puoi.- Schiavista! Fece comunque
come voleva ma non saltò da solo. Junko saltò insieme a lui e alzando le mani,
sfiorò facilmente le sue dita, nonostante fosse più bassa di lui di ben quindici
centimetri. - Non male coi pesi.- pensò ad alta voce la Kanzaki - Ci foste
voi a farmi da muro mi divertirei di più.- Arrogante, pensò Kaede divertito.
Incredibile, gli aveva sfiorato così facilmente le mani... - Pensa quando ci
sarà l'allegra sanguisuga.- - Un altro animale?- gli rinfacciò sarcastica -
Non sapete appioppare altro che nomi da zoo?- - Traccheggi.- sibilò tornando
a canestro. - Forse.- sbuffò la moretta - Dio, quella mi snerva.- - La
Kurata sarà contenta.- - Come no. Chiunque mi smonti i nervi lei lo accoglie
e braccia aperte. Anche Raim farà i salti di gioia...- e sogghignando diabolica,
vide Kaede mancare il canestro. Ferro. Lui si volse, scoccandole
un'occhiataccia. - Non volevo.- fece angelica. Come no! Razza d'infida
donna dalla faccia troppo innocente! - Allora?- gli chiese continuando a
girargli attorno - Mi dici cos'è successo?- - Non eri per la privacy senpai?-
le rinfacciò. - Touché.- disse arguta - Ma devo tirarmi su in qualche
modo.- - Hn.- - Dai, non lo dirò a nessuno!- disse melensa, trasformandosi
nella bella copia di Nanaka - Su, su...volpacchiotto!- Ecco, fantastico! Ci
mancava solo quello! La palla andò fuori di nuovo e così mandò anche tutto il
resto all'aria, stufo e arcistufo di tutte quelle femmine insopportabili. Ci
mancava anche la Kanzaki ed era a posto. Junko decise di lasciarlo sbollire
con un sorriso benevolo, mettendosi a palleggiare alla rete da pallavolo nel
campetto vicino. Gli ultimi allenamenti le erano stati utili e lei dopo un po'
si annoiava se non poteva schiacciare al suo muro. - Passa.- Junko si
volse, vedendo di nuovo la kitsune arrivare a passo lento al suo fianco. -
Hai mai giocato a pallavolo?- - No.- - Alzato una palla?- - No. Ma non
ci vorrà una laurea.- Bhè, così facile non lo era poi tanto, pensò Rukawa più
tardi quando dopo averle lanciato la palla addosso un paio di volte ed essersi
preso tre calci nel culo riuscì ad alzarle decentemente quella stupida sfera
bianca. E poi, che schiacciata...cazzo, era imprendibile. Se le fosse stato a
muro davanti anche il Gorilla probabilmente non avrebbe saputo trattenerla.
Inoltre la Kanzaki portava ancora i pesi. Era impressionante quella
ragazza. Scattava e saltava come una gazzella, per non parlare del suo
movimento quasi invisibile del braccio nel vibrare il colpo. Ecco perché era la
stella della squadra. Ecco perché vincevano da così tanti anni. Tornati a
casa, trovarono la cena già a portata di mano. Mitsui e Hana si erano fermati a
comprare il ramen per strada dopo aver lasciato la vulcanica Nanaka al suo
amichetto rasta, della sera del loro arrivo. - Che avete fatto?- cinguettò
Hana mentre apparecchiava. - Niente di particolare.- mugugnò la Kanzaki - Ho
ammirato la mirabile precisione del volpino nei tiri anche sotto pressione...- e
Kaede si sentì un immaginario coltello piantato nella schiena - E poi gli ho
insegnato i fondamenti della pallavolo.- - Ah si? E gli sono entrati in
testa?- rise Hisashi. - Mica tanto. E voi?- - Pub, musica e casino.-
raccontò il Tensai - In metro siamo arrivati a Shibuya. Domani bisognerà
mettersi di buon'ora anche se certi matti si stavano già sdraiando sotto
l'entrata chiusa adesso.- - Con questo freddo?- - Il tetto dell'anfiteatro
è stato chiuso.- e spiegò Mitsui - Domani sera ce lo riaprono per i
fuochi!- - Guardatelo come gongola...- ridacchiò Hana, gustandosi il suo
ramen e mangiando a quattro palmenti - Secondo me domani sera bisognerà tenerlo
al guinzaglio!- - Guarda, il primo che mi rompe domani lo mando
all'ospedale!- - Tanto per cambiare.- Finita la cena, in via del tutto
eccezionale Mitsui si ritirò in camera, forse per fare yoga e raccogliere tutte
le energie che l'avrebbero portato a sgolarsi il giorno dopo, lasciando così
agli altri la casa libera. Hana e la Kanzaki si erano appena sfidato alla Play
attaccati a un picchiaduro, in cui ancora una volta la teppistella aveva fatto
vedere al Tensai che con lei non c'era da scherzare, così Rukawa colse al volo
l'occasione e mise sotto la doccia, coi muscoli tesi per la sforzo
dell'allenamento di quel pomeriggio. Si lasciò scivolare l'acqua addosso per
un tempo che parve lunghissimo, appoggiandosi di peso con entrambe le mani alla
parete, col rumore dell'appartamento che ora si faceva lontano e quasi
trasparente per lui. Con la mente, in fondo, continuava a vagare verso una
persona soltanto. Spense l'acqua, passandosi una mano fra i capelli
letteralmente più provato di prima. Appena uscito dalla doccia si chiuse
subito in camera, buttandosi di peso sul letto e restando a fissare il cielo
scuro fuori dalla finestra. Rimise lì per minuti interi, avvertendo finalmente
in pieno tutto il rimpianto che gli doveva, quando a poco a poco nel suo limbo
s'insinuò l'insistente trillo del suo cellulare. In un altro momento avrebbe
preso il telefonino e l'avrebbe scaraventato fuori dalla finestra, ma quella
volta se lo portò all'orecchio, come bisognoso di sentire una voce
qualsiasi. Invece non sentì nulla. - Pronto?- Silenzio. Kaede strizzò
gli occhi, guardando il display. Numero privato. - Pronto?-
richiese. Niente. Dall'altra parte non si sentiva, solo un lontanissimo
respiro. Si mise seduto, continuando ad aspettare, ad aspettare. Gli bastava
solo una parola...anzi, a dire il vero neanche quella. Gli sembrava quasi di
averla davanti. - Raim?- La comunicazione si chiuse all'istante e Raim,
così lontano da lui, si lasciò cadere seduta nella cabina telefonica in cui si
era chiusa, poco lontano dalla spiaggia. Rannicchiò le ginocchia al petto,
chiudendosi il giaccone rosato addosso. Cominciò a vedere anche tutto
offuscato e sorrise, sorrise fra le lacrime. - Stupida, Kirara sei una
stupida...- si disse, chiudendosi le mani sugli occhi. Dopo un attimo il suo
cellulare iniziò a squillare, nella sua tasca. Emise un gemito disperato,
vedendo il nome sul display. Kaede. Era lui. Lasciò che suonasse a vuoto,
permettendosi di piangere in santa pace. Non poteva parlargli così. Non
poteva. E neanche voleva. Non gli avrebbe permesso di farla stare male di
nuovo. Poi il messaggio: "Per favore, rispondimi." Sorrise di
nuovo continuando il suo pianto straziato e scosse il capo, come per scacciare
via anche quelle poche frasi. No, non gli avrebbe risposto. Spense
definitivamente il cellulare e se ne tornò a casa. Ormai aveva esaudito il
suo desiderio. Risentire la sua voce.
Anfiteatro di Shibuya, ore
ventitré del 31 dicembre. Diciassettemila persone sotto un tetto di stelle la
notte di Capodanno con lo sfondo della voce di Bono, eretto su un palco come un
dio e attorniato dalle immagini dei suoi video su mega schermi che le
proiettavano a cascata. I riflettori accecavano e presto l'atmosfera divenne
incandescente. Rukawa stranamente non pensava più a ciò che l'aveva
tormentato la notte precedente. Sentiva solo il tremore dell'anfiteatro, le
grida delle dannate diciassettemila e più persone che facevano vibrare quel
suolo...e i dannati rintronati che in quel momento stavano saltando come matti
al suo fianco. Ok, poteva capire Mitchy che era un vero e proprio accolito
con tanto di altarini dedicati agli U2 ma il do'aho invece era solo un
casinista. Lo era sempre stato! Ma a parte quelle che ora gli sembravano solo
sottigliezze, il concerto riuscì a riempirgli i sensi. Era tutto l'insieme
forse. Un insieme che lo inebriava. Grida, voci, canzoni...il tabellone che
segnava i minuti che mancavano all'anno nuovo. Stranamente si ritrovò a
pensare che in quegli ultimi mesi avesse vissuto molto di più di quanto avesse
mai fatto negli anni dopo la morte dei suoi. Prima non avrebbe mai immaginato di
poter stare in mezzo a quella folla, non avrebbe mai immaginato di trovarsi a
urlare come un dannato insieme a Mitsui ogni singola parola dei testi degli
U2. Non avrebbe mai pensato di stare con Hana così lontano da casa, non
avrebbe mai potuto credere di ritrovarsi innamorato...e tantomeno non avrebbe
mai potuto credere di poter cambiare, di poter andare in giro aggrappato alla
maglia del do'aho e tenersi per mano con la Kanzaki per non perdersi nella
marmaglia, di poter alzare gli accendini... Ma di chi era il merito?, si
chiese. Poi, a tre minuti dallo scoccare della mezzanotte, sul palco
illuminato di Shibuya si diffuse la canzone più azzeccata per l'avvenimento.
"All is quiet on
new year's day A world in white gets underway I want to be with you Be
with you night and day Nothing changes on new year's day On new year's
day
I will be with you again I will be with you
again..."
New Year's Day. Il volpino ascoltò ogni
parola, rispecchiandosi nel "voglio essere con te" che non gli faceva ricordare
altre che Raim. I fan stavano urlando fino a perderci il senso ogni singola
strofa, continuando a ballare e a saltare in una massa informe ma
straordinariamente compatta fino a quando, a dieci secondi dalle 24, si
bloccarono quasi. Fecero il conto alla rovescia e quando fu il primo
gennaio, tutto l'anfiteatro esplose in un'ovazione tale da far tremare di nuovo
il solo, come in un unico terremoto. E poi i fuochi d'artificio. Un
costosissimo spettacolo pirotecnico si propagò a macchia d'olio su tutto il
concerto, illuminando il cielo e ancor più le stelle, in cascate di fuoco e luci
colorate che facevano impallidire gli altri a Tokyo. - Vieni qua Kit!-
sbraitò Hana ridendo all'improvviso, prendendo la testa del volpino,
mettendosela sotto al braccio e cominciando a scarmigliarlo tutto - Diciotto
anni! Tanti auguri!- Praticamente poi non si capì come ma anche gli altri
attorno a loro dovevano aver inteso che compiva gli anni perché Kaede,
allucinato, dopo poco si ritrovò sommerso da altri abbracci, manate sulle
spalle, auguri, tirate d'orecchie e pure baci da metà della loro curva,
imprecando dietro ad Hana che se la rideva come un bastardo. Gli U2 stavano
attaccando con Sunday Bloody Sunday , la canzone preferita di Hisashi quando
Rukawa si fu liberato ma fortunatamente Mitsui si limitò a strizzargli l'occhio
e la Kanzaki gli dette un leggero bacio sulla guancia, più delicata delle tante
altre coi fidanzati che gli si erano spalmate addosso con la scusa di fargli gli
auguri.
"Sunday,
bloody sunday Sunday, bloody sunday Sunday, bloody sunday (sunday bloody
sunday...) (allright lets go!)
And the battle's just begun There's
many lost, but tell me who has won The trench is dug within our hearts And
mothers, children, brothers, sisters torn apart
Sunday, bloody
sunday Sunday, bloody sunday
How long... How long must we sing this
song? How long? how long..."
Ora Mitsui non lo teneva
più nessuno. Lui e altri sette squinternati mezzi punk mezzi capelloni con la
stessa montatura degli occhiali di Bono stavano urlando più di tutto
l'anfiteatro messo insieme e ben presto tutta la curva parve prendere esempio
perché il casino si triplicò quando, alle due di mattina verso la fine del
concerto dopo Heaven and Hell, The Unforgettable Fire, Silver and Gold, Stuck in
a Moment e The Ground Beneath Her Feet che illuminò tutto l'anfiteatro di
migliaia accendini e probabilmente di tutti i cuori innamorati di Tokyo, i primi
accordi di Desire invasero il palco. Ci fu di nuovo un'ovazione
scatenata.
"Lover,
i'm on the street Gonna go where the bright lights And the big city
meet With a red guitar...on fire Desire...
She's a candle burning
in my room Yeah i'm like the needle, needle and spoon Over the counter
with a shotgun Pretty soon everybody got one And the fever when i'm beside
her Desire, desire..."
A Kaede purtroppo scappò un
altro gemito divertito, non sentito da nessuno per fortuna, quando i sette pazzi
nuovi amici che avevano appena abbordato Mitchy e Hana si presero in spalla l'un
con l'altro, non riuscendo però a superare la loro preziosa guardia che cantava
così forte, e anche parecchio bene, che la sua voce almeno lì in quella piccola
curva sembrava spiccare fra tutte le altre. Che ricordasse non aveva mai visto
il n°14 così eccitato. Mai. Ma era piuttosto divertente, doveva
ammetterlo! Alle tre venne intonata City of Blinding Litghs, anche se i nuovi
singoli non avrebbero mai battuto i capolavori precedenti poi di nuovo alla
dolcezza delle parole delle canzoni più lente e melense, il pubblico preferì il
testo spettacolare ed esaltante di Elevation.
"High higher than the sun You shoot me from a
gun I need you to elevate me here
A corner of your lips Is the
orbit of your hips Eclipse You elevate my soul
I've got no self
control Been living like a mole now Going down excavation Higher now in
the sky You make me feel like i can fly So
high Elevation..."
Bhè, non che si sentissi
perfettamente in simbiosi anche con quella canzone ma se non altro dovette
ammettere che gli U2 avrebbero potuto resuscitare un morto e per una volta non
si sentì così dannatamente apatico come sempre. Ormai tardi, vennero fatti
due bis fra cui di nuovo Sunday Bloody Sunday e alla fine la leggendaria With or
Without You che Hisashi Mitsui detto Mitchy, Anima Ardente, il Cecchino, amava
come e più delle sue Asics da combattimento. Se non ci fosse stato in quel
momento, avrebbe veduto anche sua madre per poter stare sotto a quel palco a
distruggersi gli ultimi rimasugli di laringe che gli restavano. Quella era
anche la prima canzone che Kay gli aveva insegnato a suonare con la
chitarra.
"See the
stone set in your eyes See the thorn twist in your side I wait for
you
Sleight of hand and twist of fate On a bed of nails she makes me
wait And i wait without you
With or without you With or without
you
Through the storm we reach the shore You give it all but i want
more And i'm waiting for you
With or without you With or without
you I can't live With or without you
And you give yourself
away And you give yourself away And you give And you give And you
give yourself away
My hands are tied My body bruised, she's got me
with Nothing to win and Nothing left to lose
And you give yourself
away And you give yourself away And you give And you give And you
give yourself away
With or without you With or without you I can't
live With or without you
With or without you With or without
you I can't live With or without you With or without
you..."
Erano le quattro a Tokyo ormai, le
quattro di mattina del nuovo anno ma qualcuno faceva ancora i fuochi. Kaede
li osserva, seduto su un marciapiede della piazza centrale di Shibuya invasa da
numerosissimi ragazzi che sembravano venire anche dall'Hokkaido. Vide, col caffè
caldo stretto in mano, anche parecchi americani ma niente lo faceva stare meglio
che il fuoco del bivacco che i nuovi amici di Mitchy e del do'aho avevano acceso
abusivamente con l'intelligente idea di farsi buttare tutti in galera. Erano
tantissimi e non stavano zitti un minimo ma stranamente lui non aveva
sonno. Si riportò il caffè alle labbra quando qualcuno si sedette al suo
fianco e gli mise sotto il naso un muffin con una candelina assurdamente rosa da
ragazza accesa sopra. Fece una finta smorfia mentre Hana gli rompeva le
scatole perché la spegnesse ed esprimesse il desiderio. Era una vita che
qualcuno non gli accendeva la candela, una vita che qualcuno non lo
festeggiava. Ma si, un desiderio forse poteva esprimerlo davvero... - Che
tu possa farti furbo, do'aho.- - E che a te si secchi la lingua,
kitsune!- Un altro buon anno nuovo, pensò Kaede nascondendo un sorriso. In
fondo, chi litigava a Capodanno...
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Capitolo 15 *** Ma perchè Tutte a Noi?! ***
raim15
Dieci gennaio, una data da dimenticare. Kaede Rukawa camminava sonnolento
lungo le strade di Kanagawa, filando dritto a scuola naturalmente con gli occhi
chiusi e la bolla al naso. Odiava il rientro dalle vacanze. E odiava quel
fottuto freddo che lo costringeva ad andare in giro col naso arrossato e le dita
intorpidite. L'idea poi di ficcarsi in classe e trovarsi di nuovo circondato
da cretine poi, gli faceva venire voglia di andare a mettersi per lungo in
mezzo alla strada e farsi schiacciare da un pullman ma sfortunatamente per lui
c'era qualcosa che lo attirava come un magnete verso lo
Shohoku. Raim. Solo l'idea di rivederla ora lo metteva in
agitazione e odiava sentirsi così. Odiava il pensiero di venire di nuovo
ignorato da lei. E odiava le sue stesse parole, non passava giorno che non si
maledicesse per ciò che le aveva detto ma non poteva cambiare il passato. Poteva
solo cercare di farsi perdonare. Man mano che si avvicinava ai cancelli però
aveva come la vaga sensazione di aver dimenticato qualcosa d'importante.
Avrebbe dovuto ricordarsi di una cosa seria ma non riusciva davvero a
focalizzarla...cosa poteva essere? Varcò l'ingresso dello Shohoku con le
solite ragazzine che si disidratavano al suo passaggio quando il cellulare gli
vibrò in tasca. Guardò il mittente: Mitchy. Quel cretino del do'aho gli
aveva scardinato la rubrica mettendo un sacco di nomignoli deficienti, nel
soggiorno a Tokyo. Comunque il teppista gli stava dicendo qualcosa che non
capiva bene. "Occhio che arriva." Arriva chi? Rukawa alzò un
sopracciglio, confuso. Cosa stava succedendo? - Ciao Rukawa. Come
va?- Fece un cenno di saluto a Mito, sempre col pensiero rivolto a quel
messaggio e gli occhi rapidi nella ricerca disperata di una ragazza con la testa
rossa, quando di colpo una presenza gli arrivò alle spalle. Yohei fece in
tempo a sbattere gli occhioni e a fare i suoi commenti mentali che una voce
squillante e allegra che Kaede avrebbe riconosciuto fra mille non gli fece
venire la pelle d'oca. - Volpacchiotto ciao!- Si sentì abbracciare per la
vita e sbiancò, trovandosi niente di meno Nanaka Tanaka incollata addosso. -
Allora volpacchiotto? Come stai? Oh, sono contenta di vederti!- Kaede non
aveva più un briciolo di forza in corpo. Quella gli succhiava via le energie.
Ancora con quel volpacchiotto? Ecco cosa intendeva Mitsui, ecco cos'avrebbe
dovuto ricordare. L'arrivo di Attila! - Ciao, io sono Nanaka Tanaka.-
cinguettò la biondina, sorridendo a Mito tutta baldanzosa e stringendogli la
mano. - Ciao!- sorrise Yohei cordiale, non capendo bene però se quella lì era
tutta normale - Yohei Mito. Non ti ho mai visto a scuola, sei nuova?- -
Appena trasferita da Tokyo.- lo informò la Tanaka - Allora volpacchiotto? Hai
visto Hanamichi e il mio Hisa-chan?- - Hn.- Kaede aveva una nube nera sul
capo - Sono dentro.- - Allora io vado a salutarli, ok?- e gli fece ciao-ciao
con la mano, mandandogli un bacio volante che non sfuggì a tutta la fauna
femminile che svenne miseramente, credendo che il bel Rukawa fosse ormai
andato. Mito, vedendola correre via, si affiancò alla kitsune senza riuscire
a trattenersi. - Volpacchiotto?- - Non una parola col do'aho.- sibilò
gelido. - Bel soggetto quella.- ridacchiò Yohei sinceramente divertito - Come
mai la conosci?- - E' una delle tante che s'è fatto Mitsui.- - Ah, ecco. E
come mai è qua?- - Rissa. È stata espulsa.- - Però...mandare un qualsiasi
yankee allo Shohoku è come spedire un alcolista in una cantina.- ironizzò Mito
cominciando a dirigersi verso la porta - Brillante idea.- Non sapeva quanto,
frecciò mentalmente il n°11 dimenticando in fretta l'allegra sanguisuga e
tornando a cercare Raim in giro. Quello che non sapeva però era che i guai con
la vulcanica biondina erano appena cominciati. Perfino Miyagi venne
casualmente coinvolto prima del tempo. Ryota se ne andava tranquillo per i
corridoi del secondo piano per raggiungere la sua classe, con la fedele borsa
naturalmente trattenuta dai manici sulla testa, quando una voce mielosa lo fece
fermare. - Scusami! Cosetto!- Cosetto? Miyagi si girò credendo a
delle allucinazioni quando invece si trovò davanti al naso un metro e
settantadue di biondina con una sciarpa fucsia brillante e un rossetto quasi blu
sulle labbra. - Oh...ma sei un senpai!- cinguettò di nuovo la ragazza -
Senpai Cosetto, scusami...sai dirmi dov'è la presidenza?- Senpai
Cosetto? - In fondo il corridoio a destra.- mugugnò sempre più
sconvolto, senza riuscire neanche a protestare. Ma chi era quella matta? Non
l'aveva mai vista prima! - Grazie mille senpai!- e tempo un attimo il tornado
biondo era già sparito, lasciando a Miyagi la strana impressione di aver
esagerato un po' col sakè nelle feste. Si, forse avrebbe dovuto moderarsi un
po'! Intanto nella sezione D, III classe, Rukawa stava cercando di prendere
sonno visto che Raim ancora non si vedeva nel banco al suo fianco ma non c'era
proprio verso. I suoi compagni si stavano raccontando le vacanze, le oche invece
starnazzavano come un branco intero di galline per non parlare del fatto poi che
Rei e Nobu entrarono a salutarlo, ripetendogli gli auguri che gli avevano già
fatto per cellulare. Stava per uccidere qualcuno a caso, così da far capire
che non voleva più sentir volare una mosca, quando entrò Hanamichi e il suo
sogno di silenzio se ne andò definitivamente a ramengo. - Ciao a tutti
ragazzi!- salutò il rossino, buttando la cartella sul banco e facendosi
sommergere dai loro compagni, poi senza fare una piega volse la sedia al
contrario e si sedette al suo fianco, poggiando le braccia sullo schienale. -
Kitsune, non saprai mai cos'ho in cartella!- - Le tue dimissioni dalla
squadra.- - Ahah, molto spiritoso.- sibilò sarcastico - Sbagliato! Le foto di
Tokyo! Le ho ritirate ieri sera dopo che ti ho mollato a casa! Sono il Tensai
della macchina fotografica!- Kaede stavolta si mostrò moderatamente
interessato, anche se lo riempì d'insulti dopo quell'ultima sparata e pochi
minuti più tardi il moretto stava sfogliando una quarantina di foto con alle
spalle tutte le curiose delle classe e alcuni compagni che riusciva a trovare
passabili. - Ma va?- stava dicendo un certo Take strabiliato al rossino -
Siete stati col senpai Mitsui del quinto anno al concerto degli U2? Wow! E com'è
stato?- - Mitchy ancora non ha ritrovato del tutto la voce.- ghignò Sakuragi
- E' stato fantastico!- - Ed eravate solo voi tre?- chiese Kaori, la
rappresentante di classe, che sbavava per Mitsui come un cane affamato. - No,
c'era la senpai Kanzaki.- - La Bambolina della 1C?- ulularono i ragazzi - Ma
sta insieme al senpai Mitsui vero?- - Si, da un pezzo.- Hana aveva una
goccia in testa - Perché?- - Ma non lo sai Hanamichi?- sentenziò quel Take -
Lei è la trascinatrice della squadra insieme alla senpai Kurata! La Bambolina è
una sorta di mantra per lo Shohoku!- Mantra eh? Kaede e Hana si scambiarono
un'occhiata allibita, pensando a ciò che avrebbe detto Junko al riguardo ma a
parte quello la kitsune si rimise a guardare le foto. Il do'aho si era
divertito come un matto con la macchina digitale di Ayako e alcune erano
veramente molto belle, anche se altre avevano inquadrature così storte che
sembravano fatte da un bambino ubriaco di cinque anni! Ce n'erano un paio di
cui voleva la copia e una lo prendeva con il muffin che Hana gli aveva dato,
insieme alla candelina rosa. Come aveva fatto a scattagliela senza che se ne
accorgesse voleva saperlo ma si fermò di nuovo, trovandone un'altra che di certo
non si poteva ammirare tutti i giorni. Con la sua mania, il rossino aveva
preso la Kanzaki e Mitchy in uno dei loro rari momenti teneri in
pubblico. Hisashi stava seduto sul divano, lei in braccio a lui e la guardia
le baciava la tempia mentre le parlava. Non poterono vederle tutte perché col
suo dannato accento fastidioso Hansen fece il suo ingresso in classe facendo di
nuovo sbavare tutte le ragazze, ma sembrava anche più dannatamente allegro del
solito. Fece l'appello, ciarlando intanto sulle vacanze dei suoi allievi e
Raim ancora non era arrivata, quando sparò un paio di notizie. - Dunque
ragazzi...- sparò in inglese cercando di scandire bene le parole - Il vostro
compagno Yuji Usama da questo semestre in poi passerà nella sezione E a causa di
alcuni problemi avuti col professor Yoshikawa.- Kaede guardò vagamente il
posto vuoto davanti a lui. E così si chiamava Usama il tizio che gli era stato
davanti per una vita e che faceva pernacchie in continuazione nelle lezioni di
matematica. Buon per lui, si era levato un seccatore dalle scatole. - La
seconda notizia ragazzi, e questa è decisamente migliore, è che avete una nuova
compagna giunta direttamente da Tokyo. Mi raccomando, cercate subito di farla
sentire a proprio agio e datele una mano, d'accordo? Prego.- e finito di dire
quello varcò la soglia una biondina col rossetto blu e con le unghie dello
stesso colore. Hanamichi alzò vagamente gli occhi e poi li sgranò. Kaede
invece chiuse gli occhi, contando fino a dieci. No, non stava succedendo
davvero. - Sono Nanaka Tanaka, ho diciassette anni e vengo da Tokyo. Molto
piacere!- disse con un sorrisone che conquistò subito tutti i ragazzi. -
Benissimo.- le disse Hansen con un altrettanto libidinoso sorriso a trentadue
denti - Sono convinto che ti troverai benissimo qui con noi. Proprio oggi si è
liberato un posto, ecco là...davanti a Rukawa.- Ora si arrampica sulla
finestra e si butta giù, pensò Hana vedendo Rukawa impallidire. Si, ora
lo faceva sul serio. Nanaka comunque continuò a sorridere e strizzando
l'occhio al rossino andò a sedersi al suo posto, docile e stranamente
tranquilla, continuando a catalizzare tutta l'attenzione della classe. - Non
vedo Kirara.- se ne uscì improvvisamente Hansen - E' malata?- - Non
sappiamo...- rise la capo classe - Sarà in giro sui pattini professore!- Il
surfista parve stranito, poi sconvolgendo metà classe tornò a fissare il
volpino. - Rukawa, non sai dirmi nulla?- Kaede era già abbastanza provato,
così incurante degli sguardi altrui mugugnò un "No" secco e si rimise a nanna,
proprio quando l'oggetto del suo desiderio entrò in classe. - Oh, Kotobuki!-
cinguettò Hansen sempre col suo maledetto accento - Come stai? Tutto
bene?- La rossa sorrise appena, mugugnando qualche velocissima scusa in
inglese che gli altri non capirono, poi andò dritta a sedersi salutando solo
Hanamichi. Iniziò la lezione e non poterono più farsi tante paranoie ma durante
il cambio dell'ora la novità della classe, ovvero Nanaka, divenne subito la
principale attrazione. Le stavano tutti attorno e la riempivano di domande,
uccidendo così anche la fase REM del volpino che si trovò costretto a cacciare
la testa dentro al giaccone, rischiando così di soffocarsi. Seguirono un'ora
di fisica e due di filosofia e poi il meglio. Yoshikawa. Entrò con la sua
migliore aria boriosa, ripetendo l'appello e le stesse solite paranoie sul fatto
di tornare ad impegnarsi fino alla fine dell'anno. Scambiò quattro chiacchiere
veloci con Nanaka, storcendo il naso al suo rossetto, poi si mise a far lezione
come doveva. Finalmente arrivò l'ora di pranzo e mentre tutti se ne andavano,
in classe rimasero i ragazzi. - Ehi, Raim dove vai?- Hana rimase stranito
quando la vide filare dritta alla porta. La ragazza sorrise, mettendosi la
borsa in spalla - Al club di ritmica. La mister mi deve parlare.- - Peccato,
volevo farti vedere le foto di Mitchy in giro per Tokyo a torso nudo la notte di
capodanno.- mugugnò il rosso che mangiava a quattro palmenti sul banco di Rukawa
insieme alla Tanaka - Ci vediamo in palestra allora.- - Si, certo. Ci vediamo
dopo.- Rimasti soli, Nanaka tutta sorridente cominciò a interrogare il
Tensai su dove fosse la classe di Mitchy e altre forate, chiedendo se poteva
andare a vederli giocare. - Vi allenate molto vero?- - Il Gorilla è un
negriero, credimi. Lo vedrai fra un'ora.- - E quella ragazza?- chiese la
biondina - L'hai chiamata Raim, è una vostra amica?- - Si, è il suo
soprannome. La chiamiamo tutti così. Fa parte di un sacco di club, compreso
quello di pallavolo.- Nanaka alzò un sopracciglio - Ma aveva un tutore al
polso!- - Si, si è fatta male un mese fa.- si limitò a dire Sakuragi, per non
irritare la kitsune - Ma Raim è bravissima. Nella squadra gioca come alzatrice.
Se oggi vai a fare la prova d'ingresso è meglio che ti prepari, sai?- - E
perché?- chiese la biondina stranita - Ho sentito che sono le migliori, si
ammazzano con gli allenamenti?- - Non sai quanto.- ghignò Hanamichi - Dunque,
il capitano della squadra è una con le palle, davvero! Abbiamo una difesa
spettacolare ma la nostra punta di diamante è l'attacco.- - In effetti ho
sentito di una schiacciatrice che lancia bombe!- cinguettò Nanaka - Ma anche io
sono fortissima! Nella mia scuola ero la migliore.- - Allora quest'anno non
dovremo più neanche faticare!- rise il Tensai. Kaede invece stava per
ficcarsi due dita in gola. Quella sanguisuga allegra dovevano presentarla a
Kyota. Avrebbero fatto una coppia eccezionale! Due gasati di prima
categoria! Ma era mai possibile che quella fosse finita nella loro classe??
Davanti a lui poi?! Merda, super merda! Qualcuno là in cielo doveva proprio
odiarlo. Alle due filarono in palestra ma già da dieci metri videro che si
era presentato uno dei soliti divertenti giochini dell'Oni. Stavolta sul muro
esterno della palestra c'era scritto "Non
ce la farete mai!" - Ma che roba è?- chiese Nanaka,
sporgendosi dalle spalle del volpino. - Niente, un esaltato.- sbuffò Hana -
Un amico ti spiegherà tutto su questo tizio, te l'assicuro, in compenso il
Gorilla sarà incazzato nero. E adesso chi pulisce?- - Do'aho. Perché ti metti
tu a fare l'imbianchino?- - Kitsune, vuoi vedere che ti uso per dare il
bianco?- - Provaci.- - Ehi senpai!- Si girarono, trovandosi di fronte
proprio Rei che guardava estasiato quella scritta in rosso. - WOW! L'Oni è
tornato all'attacco! Fantastico!- - Ma fantastico cosa?- si schifò Hana - Rei
ma ti è andato il cervello in palla?- - Senpai Sakuragi, devi capirmi! Se
riesco a smascherare l'Oni il capo redattore la smetterà di spedirmi dal
presidente del comitato studentesco per tutte le sue nuove regole di vestiario!-
- Bella rottura di palle.- - Già.- fece Rei piagnucolante. - Vogliamo
andare dentro?- si schifò Rukawa che non gliene fregava una mazza
dell'oni - Forza do'aho.- All'interno della palestra però l'ambiente non
era tanto migliore. Akagi se ne stava in mezzo al campo con un diavolo per
capello, letteralmente attorniato dal fuoco e Kogure ce la stava mettendo tutta
per calmarlo ma dal bernoccolo che aveva in testa doveva già averle
prese! Miyagi invece si stava allacciando le scarpe quando lo
raggiunsero. - Luna storta eh?- gli chiese Hana. - Lascia perdere.- sbuffò
Ryota - Quel bastardo ce la sta mettendo tutta per farci incazzare e quello che
mi fa girare di più le palle è che secondo me questo Oni è anche l'uccellino
dello Shikuda.- ma subito finita la frase si zittì, trovando quella matta di una
bionda che l'aveva fermato quella mattina. - Ma sei tu!- sbottò
allibito. - Oh, ciao senpai Cosetto!- ciarlò la Tanaka - Anche tu fai parte
del club di basket?- - Cosetto?- Hana stava ridendo come un dannato - Oddio,
questa è fantastica! Ryo-chan...lei è Nanaka Tanaka. Nanaka, lui è Ryota Miyagi,
il nostro playmaker!- - Sta meglio senpai Cosetto.- rise la ragazza con fare
angelico, stringendogli la mano. - Ma chi è quella matta?- alitò il play,
quando Sakuragi la portò via per presentarla al resto del gruppo. - Ex di
Mitsui.- si limitò a dire la kitsune, come se fosse un marchio di fabbrica. -
Ah.- Ora Nanaka era direttamente sotto i quasi due metri del Gorilla e lo
guardava tutta attenta. Akagi invece continuava ad essere sul piede di
guerra, quando... - Non farò guai signor Gorilla. Me ne starò tranquilla e
non picchierò nessuno! Lo prometto!- Alla stratosferica goccia che cadde in
testa a tutti, Takenori la fissò allibito e di seguito rifece la stessa domanda
che già in tanti quella mattina avevano fatto, ovvero, ma chi era quella
squinternata? Signor Gorilla a chi poi? Capì che era un'altra grana
gigantesca quando la vide saltare al collo di Mitsui e da lì scoppiò il dannato
maledetto casino giornaliero. Ecco chi era, una sua ex! L'ennesima rintronata
arrivata a piantare rogna! - Preparati che dopo ti spacco le ossa.- gli
sibilò Takenori, mentre il povero Hisashi cercava di staccarsi di dosso la
scimmietta. Non aveva voce per rispondere a dire il vero, ce l'aveva ancora
bassissima tipo voce bianca da coro di chiesa ed era già stato preso abbastanza
per il culo da tutti i suoi compagni di classe, quindi esibì il dito medio e
tirò dritto negli spogliatoi, staccandosi dalle gambe la Tanaka e mettendola a
sedere in panchina con Ayako. Gli allenamenti iniziarono subito e la
vulcanica Nanaka sembrava affascinata. Nella sua scuola ce n'erano stati di
tipi tosti ma lei aveva subito adorato gli attaccabrighe della squadra! Andava
in delirio quando Hana e Kaede si picchiavano, per non parlare poi dei pugni del
Gorilla! Se ne stava incantata a osservarli, tanto che Ayako cominciava a
chiedersi se non aveva qualche squilibrio serio. - E così...ti sei appena
trasferita.- le disse. - Si!- cinguettò felice - Questa mattina quando sono
arriva mi è subito piaciuto questo liceo! È vero che è pieno di risse?- -
Ecco...- la manager la fissò con un tic al sopracciglio - Bhè, si. C'è gente
manesca in giro.- - Fantastico!- - Dovresti saperlo se conosci bene
Mitsui.- - Ah, adoro queste cose!- la biondina sembrava in estasi - Sono
sicura che mi troverò benissimo qui! Gli amici di Hisa-chan sono
fantastici!- - Quindi tu sei stata con lui?- - Si, ma solo per un mese
l'anno scorso.- la informò sorridente - Lui non era tipo da un legame più lungo.
Anche se però adesso ha la ragazza fissa...- si portò un dito alle labbra - Sono
rimasta sconvolta quando me l'ha presentata.- Ayako ghiacciò. E così Junko
sapeva di quella matta! Oh mamma mia! Prevedeva guai! - Allora? Come va
gente?- Nanaka e Ayako si voltarono, vedendo arrivare Raim con la tuta della
squadra di pallavolo. - Raim, ciao!- la salutò la prima manager - Come va?
Tutto bene?- - Benissimo.- l'assicurò. - Il tutore dove l'hai messo?- le
chiese la mora, stranita. - Oh, mi dava noia.- rispose Raim agitando la mano
con noncuranza - Piuttosto, i ragazzi sono in forma?- - Si, si stanno
pestando quelle capre.- fu il chiaro responso - Ma tu guarda...che idioti!
Insomma Ryota!- sbraitò Ayako estraendo il ventaglio - Passa quella palla! Non
sei da solo in campo sai?- - Col cavolo!- le urlò dalla linea dei tre punti -
Se la passo non la rivedo più!- - E il gioco di squadra che fine ha fatto
eh?- - Quando mai hanno capito cos'è. Qua è meglio che chiami il WWF!-
sentenziò Raim sarcastica. - A proposito!- Ayako inclinò il capo pensosa -
Hai visto Junko in giro per caso?- - Perché?- la rossa si fece di colpo
diffidente - Che ha combinato stavolta?- - Niente, niente. Solo che è uscita
l'ultima ora e non è più rientrata!- - Sarà da qualche parte a sfondare muri
a suon di pallonate, vedrai.- le disse la Kotobuki, non più così
tranquilla. - Ah, un'ultima cosa Raim...lei è Nanaka Tanaka, deve vedere la
senpai Kurata per l'entrata nella squadra. Ce la puoi portare tu più tardi,
vero? Ho paura che se mando i ragazzi non tornano più.- - Si,
tranquilla.- - Grazie mille Kotobuki.- la Tanaka le sorrise - Mi fai un
grande favore.- - Figurati.- fece la rossa soprappensiero - Forza, mettiamoci
sotto con quei bradipi!- Erano appena le quattro quando finalmente Akagi
lasciò una pausa aria ragazzi e mentre loro se ne stavano svaccati a terra,
cominciò a rimenarla sulla prossima partita, a fine gennaio, contro il
Keyko. - Mi raccomando, vedete di prestare attenzione!- sbottò serio - Questi
del Keyko non sono dei fessi, l'anno scorso è stato lo Shoyo a fermare la loro
corsa e Hanagata ha faticato a seguirli. Hanno un ottimo gioco di squadra e sono
perfidi in attacco, quindi è fondamentale il contropiede e il rimbalzo! Inoltre
PRETENDO che vi passiate quella maledetta palla, sono stato chiaro? Vedete di
non fare le prime donne come al solito!- - Ah, che stress.- mugugnarono quasi
tutti i titolari. - Sentite, non fatemi venire l'ulcera!- sbraitò il Gorilla
furibondo - Il basket è un gioco di squadra, credevo che contro il Sannoh voi
deficienti ve lo foste ficcato in testa ma a quanto pare io parlo al vento vero?
Miyagi, tu sei il playmaker quindi cerca di fare dei passaggi verso ogni punto
del campo! Tu, Mitsui...si parlo con te! La palestra non si limita fuori dalla
linea dei tre punti lo sai?- - Ma va? Allora sbaglio da una vita
Gori...- - Strozzatici con quell'acqua...e in quanto a voi due...- aggiunse
cavernoso, sovrastando Hana e Kaede - ...vedete di non farmi girare le palle in
piena partita cominciando a prendervi a pugni e a dita negli occhi perché vi
ributto in panchina con le riserve! Voglio passaggi, voglio altruismo e gioco di
squadra! Ce l'avete in testa questo concetto?- - Il gioco di squadra è un
concetto superato, dai Akagi!- bofonchiò Ryota angelico - Io sono il play e io
mi rigiro gli schemi come voglio.- - E' una perdita di tempo.- sentenziò
anche Kaede. - Io sono il Tensai, Gori! Faccio tutto da solo!- ridacchiò
invece Hana, tronfio come pochi. - E poi il gioco di squadra è un modo come
un altro per scaricare la colpa addosso agli altri!- concluse Hisashi allargando
le braccia con aria melodrammatica - E' difficile farlo quando si è onnipotenti,
sai?- Ecco, forse non si erano accorti che Akagi stava diventando il
guerriero di Berserk e non avevano neanche capito che stavano per essere presi e
scuoiati vivi sul serio, forse perché Kogure e Rei erano attaccati alle gambe
del Gorilla per trattenerlo ma quando stavano per essere massacrati, gli
altoparlanti dello Shohoku fischiarono. Tutta la scuola sollevò il capo,
sentendo un messaggio vocale in arrivo. - Prova...prova...- -
Ehi...ma questa voce...- Ayako corrucciò la fronte - Non è la Kurata?- - Si è
la Kurata.- fece Raim stranita - Ma cosa succede?- - A tutto lo
Shohoku!- disse la voce femminile che di altro non era che del capitano
della squadra di pallavolo - Avviso importante! A tutti gli studenti, le
lesbiche e i maniaci dell'istituto, Junko Kanzaki è dispersa nell'edificio e non
si è presentata agli allenamenti. In quanto capitano vi autorizzo a cercarla e a
portarmela in palestra con ogni mezzo, concedendovi anche il diritto ad
approfittare delle sue grazie come ricompensa! La sottoscritta però non si
prende responsabilità se il vincitore verrà massacrato dietro l'angolo dal suo
ragazzo! E' tanto alto, tanto figo e faceva il teppista, quindi affari
vostri. Saluti a tutti e buona ricerca! Mi raccomando impegnatevi!
Ciaoooo!- E si chiuse la comunicazione. Un attimo dopo su tutto il
liceo crollò una goccia madornale, che in palestra sui futuri cestisti arrivò
triplicata. Oddio, ma la Kurata non aveva niente di meglio da fare che far
arrabbiare la Kanzaki? Mitsui poi era sconvolto. E adesso che cavolo sarebbe
successo a Junko? No, no! Meglio andare a cercarla per primo! - Cavolo...-
Nanaka fu la prima a riprendersi, ridacchiando - Mi piace questa
scuola!- Tutti la guardavano già esasperati ma Hisashi era sul piede di
guerra. Senza una parola filò dritto alla porta come un treno, incazzato nero,
deciso ad andare a prendere Junko ovunque si fosse cacciata. Gli altri invece
ripresero l'allenamento. - Povero Mitchy.- sospirò Raim esausta - Certo che
la senpai Kurata questa volta ha esagerato.- - Non è da Junko segare gli
allenamenti comunque.- le disse Ayako. - Si, forse è meglio che vada a
controllare.- annuì la seconda manager - Ah, Tanaka...io vado agli allenamenti
di pallavolo. Se vieni con me ti presento alla squadra.- - Ok!- fece Nanaka
felicissima - Ma cos'è successo prima?- - Oh, niente.- la consolò Ayako - Una
prima dimostrazione di quanto il tuo futuro capitano abbia problemi al cervello
e di quanto la nostra punta di diamante sia un po' nervosa.- - La punta di
diamante è la ragazza che è scappata?- chiese la biondina, che non ricordava
minimamente il nome di Junko, né aveva ricollegato lei alla ragazza di Mitsui -
Va sempre in giro?- - No, di solito no.- le spiegò Raim, mentre
attraversavano il cortile invaso da studenti allupati che cercavano la Kanzaki
ovunque col chiaro intendo di morire per mano dell'ex teppista dello Shohoku -
Ma la senpai è una persona un po' lunatica. Ogni tanto il capitano la fa
arrabbiare e si prende della pause. Magari però è già in palestra.- - E'
molto forte questa tizia?- - Imbattibile.- le disse Raim - In che ruolo
giochi?- - Attacco.- - Allora avremo un vero tridente d'ora in avanti.-
sorrise la rossa sempre con la sua aria vuota e pensosa. - Scusami
Kotobuki...ma ti sei matta male vero? E giochi lo stesso?- - Si, non sento
dolore.- - E come hai fatto a farti male? In campo?- - Un tizio mi ha dato
una spranga sul polso.- Nanaka si bloccò, guardandola stupita. Che strano!
Quella rossa non aveva l'aria di una manesca! - Wow!- fece giuliva - Sono
sicura che andremo d'accordo!- cinguettò, mentre Raim sospirava continuando a
camminare - Ah, senti un'altra cosa! Tu conosci bene Hanamichi e il
volpacchiotto, vero?- Volpacchiotto? Raim si sentì gelare inconsapevolmente.
Perché lo chiamava così? Oddio, un'onda di gelosia le arrivò addosso e si
sentì un'idiota. Ma perché? Perché lo odiava e lo amava al tempo stesso? Non si
accorse nemmeno di aver raggiunto la palestra femminile fino a quando non ci
mise il piede dentro. Il rumore incessante di battute e schiacciate riempiva
l'aria, mentre ordini perentori delle componenti riecheggiavano nelle mura. Raim
salutò tutte, poi raggiunse la Kurata che stranamente a capelli sciolti stava
osservando attentamente il nuovo schema di attacco che avevano messo a
punto. Nanaka poi era impressionata e le scintillavano gli occhi. Che
squadra, pensò subito! - Senpai.- Raim si fermò davanti al capitano - Ciao,
ti ho portato una persona.- Naomi Kurata si volse, sperando di vedere Junko
che avrebbe preso volentieri a pugni, invece si trovò di fronte una biondina con
le labbra blu. Sbatté gli occhi, poi capì. - Oh, si!- fece - Tu sei la
ragazza che mi ha mandato la domanda d'iscrizione vero?- - Si, esatto
capitano!- fece la sanguisuga, tutta computa - Mi chiamo Nanaka Tanaka, terzo
anno, sezione D.- - D? Siete in classe insieme allora.- - Si,- annuì Raim
- prima che vi lasci parlare, sai dirmi qualcosa della senpai Kanzaki?- -
Posso solo dirti che l'ho vista andare via con la Mihazawa all'ultima ora e se
come penso io la Bambolina ha il dente avvelenato, stavolta l'avrà combinata
grossa. Per questo sono andata in presidenza e ho scatenato quel casino, spero
che si fermino.- - Magari poi è solo in terrazza.- sussurrò Kirara. - Se e
io sono una santa.- sbuffò la Kurata - Ok, lasciamo perdere quella piantagrane,
dimmi di te Tanaka. In che ruolo giocavi?- - Attaccante.- rispose Nanaka
sicura - Ero la migliore della mia squadra.- - Si, ho parlato col tuo ex
capitano per telefono. Ha detto che eri molto brava.- annuì Naomi - In
ricezione?- - Me la cavo.- disse l'altra - Ma posso migliorare.- - E lo
farai, te l'assicuro.- sogghignò la Kurata - Comunque se ti cambi fra un attimo
ti metto alla prova. Devo dire che la prova del fuoco sarebbe andare a muro con
la nostra Bambolina...peccato che quell'idiota non ci sia!- aggiunse seccata -
Vabbè, senti Raim...puoi alzarle qualche palla? Voglio vedere come schiaccia
e...un attimo! Che fine ha fatto il tutore?- - Mi dava fastidio.- Naomi
era allibita - Ma sei matta? Devi tenerlo per due mesi! Ti aggraverai!- -
Senpai, tranquilla.- l'assicurò la rossa - Conosco i miei limiti.- - Si
certo, limiti che non si fermano neanche davanti a una spranga eh?- rognò il
capitano - Accidenti a te, Kirara! Prima tu, poi quella matta della Kanzaki. Voi
due mi farete impazzire!- - Ehi Naomi!- urlò Kyoko Aizawa dal campo, quinto
anno - Te la dai una mossa? Dai, muoviti!- - Si, arriviamo! Avanti Tanaka,
fammi vedere come giochi.- - Subito!- disse Nanaka, sfregandosi le mani. Si
cambiò di volata e raggiunse il campo, desiderosa di far vedere a tutte che lei
non aveva nulla da invidiare a quella famosa Bambolina. Intanto per i
corridoi dello Shohoku Mitchy poté notare che la popolazione maschile aveva
preso la ricerca della sua ragazza molto sul serio: erano tutti su di giri e la
cosa lo faceva imbestialire ma quando lo vedevano passare tutti si scansavano,
cambiando idea. Se solo avesse trovato qualche porco intento a ronzare
attorno a Junko gli avrebbe cambiato i connotati, scoprendo proprio in quel
momento quanto lo infastidisse la sua relazione ancora un po' nascosta agli
occhi di tutti. L'idea di marcare il territorio cominciava a non sembrargli
più così borghese e insopportabile! Girò e girò come un dannato finché non
salì al terzo piano, sperando che fosse in terrazza ma sulla scala si fermò di
botto. Sentiva delle voci provenire dagli sgabuzzini vicino alla porta
antincendio. Prima che la raggiungesse dall'interno uscì qualcuno. Si bloccò
dietro all'angolo, osservando la scena. Harumi Mihazawa stava uscendo dalla
porta, tenendosi lo stomaco. Aveva la camicetta sporca di alcune macchie di
sangue e un labbro gonfio ma non spaccato. Uscita lei, non la seguì nessun
altro. Se Junko era là dentro stavolta l'avrebbe sentito! E infatti, appena
fu vicino allo sgabuzzino, sentì qualcuno imprecare violentemente. Mise la testa
dentro e stagliata nel buio trovò la Kanzaki, in piedi, con tre tizie stese a
terra. - E tu che ci fai qua?- Mitsui si riprese quando Junko si volse a
fissarlo, cupa. Accidenti, che occhi. Li conosceva ma aveva sempre sperato di
non farseli mai puntare addosso e invece ora la sua ragazza se ne stava lì a
fissarlo quasi minacciosa, con le nocche arrossate e un leggero taglietto sullo
zigomo sinistro. Una voce rauca e smozzicata interruppe il loro collegamento
visivo. - Non finisce qui puttana!- sibilò Yukino, la rimandata amica della
Mihazawa. - Non so neanche perché avete voluto suicidarvi, puttana.- le
sibilò Junko di rimando, sempre più fredda - Ma se riesci a tornare dalla tua
amica, dille che la prossima volta la mando all'ospedale, sono stata
chiara?- La tizia non rispose, sputando a terra con rabbia e la Kanzaki
lasciò perdere, stanca di quella storia. Uscì e si chiuse la porta alle
spalle, ma un attimo dopo si ritrovò schiacciata al muro. Hisashi le aveva
messo una mano al braccio, l'altra contro la parete e vicino alla sua
testa. Era furibondo ma a lei non importava. - Cosa c'è?- lo sfidò - Hai
voglia di giocare anche tu per caso?- Quella frase, se da una parte gli fece
venire voglia di qualcosa di poco corretto in un momento simile, dall'altra
riuscì a smontarlo leggermente. - Cos'è successo?- sibilò duro - Perché vi
siete picchiate?- - Non me l'hanno detto.- gli rispose la ragazza, apatica -
Mi hanno portato lì dentro e mi ci hanno tenuto per tutto il pomeriggio. Sono un
po' stanca e ancora parecchio incazzata perché non sono riuscita a mandare
all'inferno quella che veramente m'interessava, quindi se ora mi fai il favore
di farti da parte me ne andrei.- - No, non ti mollo!- sbottò la guardia -
Possibile che con te non si possa mai parlare? Porca miseria, ma quando la
finirai con questa storia eh? Lasciala perdere la Mihazawa!- - Senti, puoi
intrometterti nella mia vita come ti pare ma quel tasto è meglio che non lo
tocchi, fidati!- replicò irata - Te l'ho detto mille volte! In questa faccenda
non si può mettere in mezzo il primo che passa!- Hisashi si staccò
all'istante, mentre la Kanzaki capì all'improvviso di aver esagerato. - Il
primo che passa eh?- alitò Mitsui. Lei si chiuse a riccio, serrando le
labbra. Dannazione! Ma perché non era stata zitta? Non voleva dire quelle
cose! - Bhè, il primo che passa adesso se ne torna ai suoi allenamenti.-
disse Hisashi rimettendosi le mani in tasca e dandole le spalle - Ai tuoi c'è
anche Nanaka. Salutamela.- e dopo quella stoccata velenosa infilò l'angolo e
Junko non lo vide più. Lasciandosi andare seduta a terra, si passò le mani
fra i capelli, rabbiosa con se stessa e distrutta dalla fatica. Stupida,
stupida! Tornare agli allenamenti non fu semplice neanche per lei ma ora
l'unica cosa che poteva fare era schiacciare, schiacciare fino a non sentirsi
più la mano, né la testa. Doveva farlo o sarebbe impazzita. Ma cos'aveva
detto a Hisashi? Perché gli aveva parlato con così tanta cattiveria? Lui non
aveva colpa...non ne aveva mai avuta! Fin dal primo momento non aveva mai fatto
nulla per ferirla. Con lui non si era mai sentita sola, poco amata, o presa in
giro! Quando aprì la porta della palestra, quasi tutte le sue compagne si
bloccarono. Vedendola in faccia capirono che qualcosa non andava e alcune
cominciarono a presagire il peggio. Quando era di quell'umore, nessuno voleva
mai giocare contro di lei. La Kurata però non fece una piega. La guardò di
sottecchi mentre andava a cambiarsi, registrando il graffietto che aveva sulla
guancia, poi disse di riprendere il gioco ma ora cominciava sul serio ad
arrabbiarsi anche lei. Se prendeva la Mihazawa fra le mani e quelle cretine
che sbavavano dietro a Rukawa le mandava tutte dal becchino! Nanaka intanto
ci era rimasta secca. La ragazza di Hisashi! Era lei! Era lei la famosa e
imbattibile schiacciatrice? Lo chiese a Raim, che le alzava la palla e la
rossa annuì. - Immagino tu non debba scaldarti.- le disse la senpai Noda,
quando Junko arrivò in campo. - Esatto.- sussurrò roca, mentre sotto lo
sguardo allucinato di tutte si levava almeno i pesi dalle caviglie - Se non ve
la sentite ditemelo adesso, così vado a schiacciare contro il muro.- Quelle
del quinto anno sospirarono, Raim compresa ma la Kurata negò con forza. -
Avanti, tutte in campo. Kirara, passa di qua e alza per lei. Io alzerò per la
Tanaka.- - Perfetto.- annuì la rossa e mentre Junko non si guardava neanche
attorno, Nanaka la fissava pronta alla sfida. Bene, voleva proprio vedere cosa
sapeva fare. Il servizio andò alla squadra rossa dove stava il capitano. Dopo
una prima ricezione, la sfera bianca arrivò in prima linea. L'Aizawa alzò e
Junko fu subito alla schiacciata. Per la mancanza dei pesi però saltò tanto in
alto e rimase così a lungo sospesa che il muro fu inutile e con un semplice
pallonetto superò la ricezione della Noda. - Porca miseria!- sbraitò quella,
mentre Nanaka restava a bocca aperta da una tale elevazione - Quei pesi hanno
fatto miracoli.- - Oppure è lei che cerca di contenersi.- sibilò la Kurata -
Attenta, alla prossima schiaccia sul serio.- - Ok, andiamo a muro.- - Ti
vuoi suicidare? Non la vedi? È arrabbiata.- - Pazienza. La farò sbollire.
Tanaka, ce la fai?- Nanaka annuì seria. Certo che ce la faceva! Nessuno la
batteva a muro. Nuovo servizio e una schiacciata della Noda, presa un po' con
difficoltà da quella Asuka del secondo anno, poi Raim la ricevette e alzò,
lasciando nuovamente Nanaka di stucco, proprio mentre saltava. Era in seconda
linea! La Kanzaki era in seconda linea! Un salto e poi il colpo. Fu talmente
forte che nemmeno in due ce la fecero a trattenerlo. Nanaka e la Noda caddero
pesantemente a terra. La biondina ci mise molto a riprendersi e quando ebbe
il coraggio di sollevare gli occhi, vide uno sguardo che non aveva mai visto in
nessuna avversaria. Era...era fortissima! - Fatta male?- Nanaka scosse il
capo, un po' tremante, aiutata dalla Kurata a rimettersi in piedi. - Però...-
le disse Naomi quasi ammirata - Sei la prima che non piagnucola.
Complimenti.- - Ehi, un attimo...- la Noda fissò Junko che si toglieva anche
i pesi dai polsi - Ma che vuoi fare?- - Vedere a che punto sono.- sibilò la
Kanzaki - Se non volete farmi male spostatevi.- - La solita.- sussurrò il
capitano, sogghignando soddisfatta - Ha ragione. Toglietevi.- - Cosa?- Nanaka
era pallida ma sembrava volerci riprovare - No! Voglio ritentare! Ce la farò
stavolta!- - Non credo.- la Kurata scosse il capo - Ti faresti solo
male.- - Ma, senpai...- - Stai tranquilla.- le disse la ragazza, posandole
una mano sulla spalla - So che fai finta di niente ma è normale. Hai dei
formicolii alle mani e alle braccia vero?- le chiese, facendole sgranare gli
occhi - Succede a tutte quelle che cercano di mettersi a muro contro di lei. Ti
devi abituare ma non è con la testardaggine senza esercizio che potrai
farlo.- Nanaka abbassò il capo, sconvolta. Non credeva...non credeva che
esistesse qualcuno in grado di metterle paura con una schiacciata. - Forza!-
la Kurata fece sgombrare il campo - Raim, alzale la palla!- - Più veloce.-
aggiunse Junko, buttando i pesi di lato al campo - La voglio ancora più
veloce.- La rossa palleggiò un paio di volte, chiedendosi cosa poteva esserle
successo. Non era solo la Mihazawa a farle quell'effetto. Doveva essere successo
qualcos'altro. Qualcosa di grave. Mentre si effettuava quell'alzata, tutta la
palestra rimase in silenzio. Seguì solo il boato della schiacciata. La palla
la videro in poche. Un missile, una pallottola. E con una forza tale da
rimbalzare sulla linea di bordo campo, schiantarsi al muro e
afflosciarsi. L'aveva rotta. - Io non mi metto più a muro.- alitò la
Aizawa, a fianco della Kurata. - Porca miseria.- aggiunse la Noda, quasi
cianotica - Ha rotto la palla...- Le matricole e le riserve avevano le mani
sulla bocca e guardavano Junko come una specie di dea in terra. Era fatta.
Ormai avevano di nuovo le nazionali in pugno. Il silenzio si ruppe quando
Naomi Kurata batté lentamente le mani, a metà fra la presa in giro e l'orgoglio
più sconfinato - Ma brava...- le disse, con gli occhi assottigliati -
Complimenti, sei a metà del lavoro.- - Si, lo so.- rispose Junko gelida -
Adesso mi metto contro il muro. Voi continuate pure.- - Aspetta.- Naomi la
bloccò ancora - Prima vai a darti una rinfrescata.- le consigliò - E non un paio
di schizzi sulla faccia. Metti proprio tutta la testa sotto l'acqua, fammi
questo favore.- e ignorando gli occhi incupiti della sua schiacciatrice, fece
ricominciare la partitella poi seguì la Kanzaki negli spogliatoi dove rimase a
lungo alle sue spalle, appoggiata contro un armadietto mentre lei teneva la
testa sotto il lavandino. Quando si rialzò, la fissò nel riflesso dello
specchio. - E' stata la Mihazawa vero?- - Quattro pulci.- sussurrò,
pulendosi la bocca a capo chino - Niente di serio.- - E lei? Che ti ha detto
per farti arrabbiare così?- - La conosci.- Junko si mise l'asciugamano in
testa, continuando testarda ad evitare il suo sguardo - Lei e quelle fissate
sono venute a sapere che sono stata fuori con Hisashi, Hanamichi e Rukawa e
hanno pensato di farmela pagare. Tutte scuse...in verità Harumi l'ha fatto solo
per farmi intendere un'altra cosa.- - E sarebbe?- Junko scosse il capo -
Mi spiace per la rissa, ma dovevo difendermi.- - Non ti ho fatto storie,
rispondi alla mia domanda.- - Senti, lascia stare...- - Jun per la
miseria!- la Kurata alzò la voce, cominciando sul serio ad alterarsi - Te l'ho
detto mille volte! Ci conosciamo da quattro anni, falla finita di prendermi in
giro, cazzo, e dimmi cosa ti ha detto! Non credo centri Rukawa questa volta!
Allora? Ancora per quell'idiota del tuo ex che s'è portata a letto due anni
fa?- Sentì l'amaro in bocca ma la Kanzaki scosse il capo. - No...non è
per lui.- - E allora cos'è successo?- - Lei...- Junko si passò le mani
sulla faccia, sedendosi su una panca con le spalle che le tremavano -
Lei...Hisashi...- - Mitsui?- Naomi andò a sedersi accanto a lei,
prendendole il mento per farla girare - Cosa centra lui?- Junko tacque e le
divennero lucidi gli occhi, così l'altra capì. - Non vorrà provarci...- -
Non lo so, non lo so.- la mora si pulì il viso, cercando di ricacciare indietro
le lacrime - Ma ha alluso a lui e ho perso la testa. Poi l'ho trovato che mi
cercava e gli ho risposto male. Ho paura di aver fatto uno dei miei soliti
casini...- Ne ebbe la conferma silenziosa quando si ritrovò a tornare a casa,
sotto una pesante pioggia mista a nevischio. Non tornava sempre a casa con
Mitsui ma quel giorno avrebbe dato di tutto pur di vederlo di nuovo. Se l'era
cercata in fondo, pensò amara camminando lenta sotto l'ombrello, al buio delle
strade di Kanagawa. Così la prossima volta avrebbe imparato prima di ripetere
una cazzata simile.
La mattina dopo, a seguito di una notte insonne che
capitava poche volte nella vita, Junko Kanzaki si rimise sulla strada dello
Shohoku senza nemmeno accorgersi che aveva smesso di piovere, senza pensare a
niente che non fossero rimorsi o propositi di vendetta. Era talmente
concentrata nel mettere una gamba davanti all'altra che non si accorse di
passare a fianco di una ragazza appoggiata a un muro. Si volse quando si sentì
chiamare e rimase basita. - Tu?- fece la Kanzaki, riassumendo la sua
espressione cupa - Cosa vuoi?- Nanaka si spostò dalla parete, stringendo le
mani sulla cartella e raddrizzando le spalle. - Se sei in vena di rissa vai a
cercarti qualcun'altra.- le ringhiò la Kanzaki che ormai non ne poteva davvero
più - E se è per Hisashi vai a risolverteli con lui i tuoi problemi. Se non ti
sta bene vai all'inferno.- Nanaka scosse subito il capo, silenziosa. - Non
è per Hisa-chan.- - E' per Rukawa allora?- continuò la maggiore,
sarcastica. - No.- la biondina scosse la testa più vigorosamente, con alcune
ciocche che le uscivano da una cuffia nera - Questo non centra niente. Sono
venuta a dirti...- e prese fiato -...che da stasera mi alleno con te.- Junko
tacque, credendo di aver capito male. - Come prego?- riecheggiò, bellicosa -
Ma che significa?- - Voglio che mi alleni anche dopo le ore normali con il
capitano!- disse la Tanaka tutto d'un fiato - Ti ho osservato ieri sera e non
puoi schiacciare sempre da sola contro il muro! Hai bisogno di qualcuno che ti
alzi la palla o la riceva!- - Raim mi aiuta già e nessuno me la alza meglio
di lei.- sindacò la Kanzaki, non capendo che volesse. - Si ma sono entrata in
squadra e dovremo giocare comunque insieme. Io...- la vide mordersi le labbra,
contrita - Io ho avuto paura a rimettermi a muro ieri, a ricevere contro di te e
non mi piace.- - Ognuno ha le sue croci,- frecciò Junko facendola vagamente
arrossire - cosa posso farci?- - Fammi allenare con te!- sbottò Nanaka
accorata - Forse la paura mi passerà! Voglio diventare brava come te!- - Sei
già brava.- se ne uscì la Kanzaki riprendendo a camminare. - Oh...allora mi
hai guardato...- sospirò la biondina, seguendola docilmente. - Per forza. Mi
ha costretta il capitano.- - Si...ma non sono come te!- - E io non so
ricevere come la Kurata, altro grande problema.- replicò Junko guardandola di
striscio - Non vedo perché tu debba essere così fissata. Sei solo al terzo
anno.- - Ma tu eri già eccezionale al primo, me l'hanno detto tutti!-
rimbrottò la biondina seria - E poi ti assicuro che non è per romperti, non ti
sarò di peso te lo giuro! Per favore, lascia che stia con te in palestra!- -
Giusto per sapere...- ormai Junko non ne poteva più, compresa dell'allegra
sanguisuga - Ti ha mandato la Kurata a farmi questo scherzetto? Cos'è, una
scommessa su quanto andrai avanti a rompere prima che finisca in
psicanalisi?- - Assolutamente no! È una mia idea senpai! Prometto che farò
tutto quello che dici, che non mi lamenterò e che non aprirò bocca nemmeno su
Mitsui! Lo prometto!- - Ma che centra questo...- disse esasperata la Kanzaki
mentre entravano a scuola. Uffa, ma perché tutte a lei? Una credeva di aver
toccato il fondo e poi si scopriva che non c'era limite al peggio. Fecero
pochi passi però e si ritrovarono bloccate verso i parcheggi dei mezzi
piccoli. - E queste chi sono?- se ne uscì Nanaka, osservando la tizia
altissima con un vistoso livido sulla faccia che osservava Junko rabbiosa -
Senpai, amiche tue?- - Come no.- rognò la Kanzaki guardandosi rapidamente
attorno. Chissà, forse si sbagliava ma aveva l'impressione che non sarebbe
arrivata in classe tanto presto quella mattina.
A seguito, circa un'ora
dopo l'inizio delle lezioni di letteratura in cui Raim non si era fatta vedere e
tantomeno Nanaka, Naomi Kurata si presentò sulla porta della III D chiedendo
alla prof il permesso di portarsi via Sakuragi e Rukawa in quanto in palestra
era stata indetta all'ultimo momento una riunione sull'orario in cui club di
pallavolo e club di basket avrebbero dovuto scambiarsi i campi. Era una scusa
ridicola e la Kurata non si sforzò neanche di sembrare credibile, tanto la prof
se ne fregava, così quando i due attaccabrighe uscirono e si trovarono davanti a
Miyagi, Ayako e Mitsui, pensarono subito a qualcosa di grave. Gravissima non
era come faccenda ma arrivati nella palestra femminile dello Shohoku, trovarono
la vulcanica Nanaka un po' mal messa, tutta sporca ma sempre sorridente. Aveva
solo un graffietto sulla mano. Anzi, un morso. Raim stava benissimo, in piedi
davanti alla panchina dove invece la Kanzaki si teneva una borsa di ghiaccio in
testa. - Oh no!- Hana fu il primo a precipitarsi - Ragazze, ma di
nuovo?- - E' stato facile, tranquillo!- lo blandì Nanaka - E' stato solo un
po' d'esercizio.- - Tanaka, prima che ti chiuda dentro una cassaforte ti
conviene non finire la frase.- le sibilò la Kurata, sprizzando fulmini da tutti
i pori - Non solo tu e quella cretina avete scatenato la sesta guerra mondiale
di prima mattina, ma avete anche messo in mezzo Kirara!- - Ehi, non ho
chiesto io a queste due di mettersi in mezzo.- le ricordò Junko con una smorfia,
togliendo la borsa dell'acqua e vedendola leggermente macchiata di sangue. -
Oh, Jun...- sospirò Ayako - Per cosa stavolta?- - Ma che ne so.- - E
già...- le rinfacciò Hisashi senza riuscire a trattenersi - La gente si picchia
così tanto per fare.- - Non so, hai più esperienza di me, dimmelo tu.- se ne
uscì lei, sarcastica. - Ehi, voi due!- sbottò Ryota prima che la guardia
ricominciasse ad attaccare briga con la sua ragazza - Vediamo di calmarci un
attimo eh? Avanti, Raim come stai?- La rossa alzò le spalle, piuttosto
divertita - Io me ne stavo arrivando tranquilla in classe, solo che ho trovato
loro e così ho dato una mano alla senpai. Erano in parecchie.- - Mi sono
accollata un'altra rogna, lo sapevo!- sbraitò Naomi fumando di brutto - Dio, mi
fosse venuto qualcosa il giorno che ho voluto prendermi la briga di questa
squadra! Maledetta me!- - Ma, senpai..- la rossa cercò di non riderle in
faccia - Stavano picchiando in dieci la senpai Kanzaki...- - Come se non
sapessi chi le mandava poi.- ringhiò di nuovo Junko. - Dagli.- sibilò
Hisashi, acido. - Ok, ok...- Ayako andò a controllarle la testa - Vediamo
qua...hn, c'è un piccolo taglietto ma niente di grave.- - Raim, il braccio?-
le chiese Hanamichi preoccupato - Tutto ok?- - Si, tutto benissimo. Ma non
sono io che dovrei essere portata in infermeria. Ma queste due!- - Certo, ma
non prima che tu ti rimetta il tutore!- le ordinò la Kurata - E subito
anche!- - Schiavista.- Subita una bella ripassata, due ventagliate in
testa e un mare di raccomandazioni "anti-yankee" riuscirono finalmente a portare
la Kanzaki e la Tanaka in infermeria ma qualcuno invece andò dritto al
parcheggio. Raim teneva il capo chino e appena sentì lontane le voci dei
compagni, si portò il polso sinistro al petto e lo strinse forte. Dio, per un
attimo durante quella rissa aveva creduto che le si fosse spezzato. Quel
tutore, doveva rimetterlo subito...e doveva trovare un modo per comprimere quel
dolore. Si fermò per riprendere fiato, massaggiandosi il polso con quanta più
delicatezza avesse e lo fece fino a quando dei passi alle sue spalle non la
spaventarono. Si girò e ancora prima di vederlo seppe che era lui. Dagli
occhi di Rukawa, capì che lui se n'era accorto. Le stava davanti, mani in
tasca e non abbassò lo sguardo neanche quando lo fissò con una buona dose di
rabbia. - Vieni con me.- le disse. - Perché dovrei?- - Non farmi usare
le minacce.- Kaede la sorpassò - In questo caso sono ridicole.- Pochi minuti
più tardi erano nell'aula vuota di fisica e Raim tremava sotto il tocco di Kaede
che le ispezionava il polso. - Non è passato neanche un mese.- le disse,
mentre glielo fasciava stretto - Dovevi tenerlo per due mesi o sbaglio?- Lei
non rispose, impenetrabile. - Se vuoi rompertelo fai come credi...ma ci
rimetterai solo tu.- concluse il volpino, rimettendole il tutore sulle
bende. - Oh, grazie mille per l'accondiscendenza.- disse stavolta,
gelida. - Sei tu che la rendi difficile.- - Io la rendo difficile?- la
rossa stavolta si ritrasse bruscamente, rabbiosa - Non farmi ridere.- - Raim,
aspetta...- - No! Non voglio sentire.- sibilò sulla porta, girandosi piena di
collera - Perché dovrei ascoltarti eh? Sei stato abbastanza chiaro un mese fa mi
pare! Non vuoi problemi, ho capito! Quindi fammi il favore di starmi alla
larga!- Lui fece per aprire bocca ma la ragazza sollevò la mano di scatto,
agitatissima. Dio, Rukawa non poteva neanche immaginare quanto le costasse
farlo. - Questa è la prima e l'ultima volta che te lo dico!- sbottò lapidaria
- Mi hai spiegato più che chiaramente quello che ero per te e non me ne frega
niente se adesso non sai più sbatterti!- - Cosa?!- tuonò la kitsune alzando
la voce - Ma sei impazzita?- - Fammi il favore!- replicò Raim disgustata -
Dio, come ho potuto essere così stupida? Tu vivi tranquillo e beato nel tuo
mondo dove nessuno ti pungola, non vuoi problemi, non vuoi seccature! Bene,
perfetto! Non ne avrai! Non ti darò più il minimo fastidio, quindi risparmiati
quella faccia ogni qual volta guardi il mio braccio! Sono stata io a mettermi in
mezzo, è colpa mia se Takeru ti ha quasi ammazzato, perciò smettila e mettiti a
posto la coscienza, ammesso che tu ne abbia una! Sai una cosa?- aggiunse,
aprendo la porta con stizza - La mia vita è già abbastanza incasinata senza che
compia un altro madornale errore impegolandomi di nuovo con te! Hai
perfettamente ragione! Siamo un fatale errore l'uno per l'altra. Ti
saluto!- Il rumore della porta richiusa fu secco, proprio come un addio. Un
taglio netto. Kaede si lasciò andare contro un banco, appoggiandovisi coi
fianchi. Bene, aveva raccolto ciò che aveva seminato.
Gli allenamenti
da quel momento in poi furono durissimi. La squadra di basket fu sottoposta
ad un vero e proprio tour de force che lasciò secco perfino Hanamichi. Fra
quasi settanta giri di corsa al giorno, flessioni che avrebbero sedato i bollori
di un peso massimo e partitelle interminabili che sembravano incontri di lotta
greco romana dove i titolari si uccidevano a suon di legnate, la palestra si era
trasformata in un campo di battaglia. La partita contro il liceo Keyko era
alle porte e l'atmosfera era carica di aspettative, anche se a scuola le grane
continuavano a susseguirsi a livello impressionante. L'Oni ci dava dentro con
scherzi pesantissimi e sembrava che essere presi di mira ora non fossero più
solo i professori, ma anche numerosi studenti. L'intera classe di Yasuda per
esempio una mattina si ritrovò immersa nel fango, mentre Miyagi, Ayako e la
Kanzaki mentre passeggiavano per il cortile un giorno si presero in testa dal
primo piano una decina di vasi. A tirarli un tizio col passamontagna. Se
questo mandava Rei Manabe e il giornale scolastico in brodo di giuggiole, c'era
chi cominciava a spazientirsi. In tutto lo Shohoku era stata indetta la
caccia all'Oni ma non era l'unico problema da affrontare. Era fine gennaio e
il club di pallavolo rischiò una rissa in piena regola fuori dai cancelli della
scuola. Fortunatamente i bidelli la bloccarono sul nascere e Junko se ne andò
via immediatamente prima di discutere di nuovo con Mitsui ma stavolta Hisashi
sembrava letteralmente esasperato. Per quello infatti raggiunse la Kurata in
palestra, letteralmente fuori di sé. Neanche lei sembrava da meno, infatti
stava con le mani su una cassetta di sicurezza e armeggiava rabbiosa con un
piede di porco. - Possibile che tu non possa far niente?- ringhiò la guardia
incollerita, dopo ore di discussioni senza fine - Insomma, minacciala di
buttarla fuori dalla squadra, fa qualunque cosa!- - Tesoro bello, non sono
sua madre!- sbottò Naomi, cominciando a picchiare su quella cassetta con un
martello - Credi che io non sia preoccupata? Fra la tua ragazza e la Tanaka è
già tanto se riesco a tenere le redini senza finire all'ospedale con un travaso
di bile! Guarda qua come mi sono ridotta! Non riesco neanche più ad aprire una
dannata cassetta di sicurezza!- - Senti Lupin, vuoi lasciar perdere quella
roba cinque minuti?- rognò Hisashi avvolto dalle fiamme - Lo capisci o no che
Junko potrebbe farsi male?! È tutta colpa della Mihazawa! Fermala in qualche
modo!- - E io ti ho già detto che non posso fare nulla! E poi scusami...- lo
rimbeccò sarcastica - Ma proprio tu parli? Odio sottolineare l'ovvio ma tu sei
l'ultimo a dover parlare. Voi del basket siete nei casini fino al collo dalla
mattina alla sera, credi che lei non sia preoccupata per te?- Mitsui incassò,
infastidito. Si era vero, ma...lui... - E' una ragazza, è vero.- gli concesse
Naomi - Ma cerca di capire che i problemi che ha con la Mihazawa non si
risolveranno facilmente.- - Dio...tutto per un ragazzo..- sibilò,
inconsciamente geloso di quel tizio che continuava a tormentare Junko. - No,
non è solo per lui.- la Kurata sorrise, rimettendosi ad armeggiare col piede di
porco - Gli voleva bene, è vero. E lei e la Mihazawa erano
amiche ma ora se potessero si ucciderebbero. Insomma, sai bene che in
questo posto si arriva alle mani per molto meno di un uomo.- - Vuoi finirla
di battere su quel tizio? Basta, mi urta!- - Oh, ti urta?- gli rinfacciò -
Caro il mio bel maschilista! Tu fai a botte dalla mattina alla sera, ti metti
con la più bella e manesca della scuola a cui la sua più grande nemica le ha
dichiarato che riuscirà a portarti via da lei e fai anche l'oltraggiato?
Complimenti Mitsui, sei un vero uomo.- - Cos'hai detto? Ehi, aspetta un
attimo...- Hisashi si calmò di colpo, come se avesse ricevuto un pugno - Ripeti.
Hai appena detto che la Mihazawa vuole...- - Portarti a letto o sbatterti al
muro?- concluse per lui la Kurata, angelica - Si, qualcosa del genere.- Ok.
C'era una ragazza in quella scuola che avesse ancora un minimo di cervello?, si
chiese. Che storia era? La Mihazawa l'aveva minacciata di soffiarle l'uomo? E
Junko...Junko ci aveva creduto? - Ma cosa crede??- urlò esplodendo - Junko mi
prende per un idiota che va dietro alla prima sventola che passa?- - Perché,
non lo sei?- soffiò la ragazza tranquilla - Sai, la reputazione è quella che è
tesoro.- - Da quando sto con lei non m'è mai neanche passata per l'anticamera
del cervello di guardare un'altra!- urlò sempre più incazzato - Ma che razza di
opinione ha di me, porca miseria?! Adesso mi sente!- - Se, se certo...senti,
prima di andartene...non è che hai una fiamma ossidrica da qualche parte?- -
Cazzo Kurata, un giorno o l'altro verrà la polizia a prenderti, te l'assicuro!-
rognò, filando dritto alla porta come un treno - Voi matte mi avete rotto le
palle, me ne vado!- Se ne tornò ad allenarsi di nuovo anche se erano le sei
passate. Aveva una rabbia in corpo che avrebbe potuto scatenare solo facendo un
bel po' di tiri ma comunque, anche facendolo, continuava a pensare a
Junko. Che stupida, che stupida! Come aveva potuto pensare che lui sarebbe
caduto ai piedi di quella maledetta? Ma non aveva un briciolo di fiducia in
lui? Inoltre da quando c'era stata la rissa con lo Shikuda, quasi un mese
prima, il sesso fra loro era andato in calando a causa delle sue condizioni e
questo aveva contribuito a staccarli leggermente. Solo a letto lei era veramente
tranquilla e non essendo una persona particolarmente dolce o espansiva in
pubblico, lui sentiva la sua mancanza fisica. Alla duecentesima tripla capì
che non sarebbe servito a nulla. Era troppo teso, troppo deluso. - Che fai
qua?- Si volse leggermente, trovandosi Rukawa alle spalle. - Mi scarico.-
ringhiò tirando di nuovo - E tu?- - Uguale.- sibilò il volpino.
Donne, pensò Mitsui. Chi dice donna dice danno, no? Stettero ad
allenarsi per un po' in silenzio, per circa mezz'oretta, poi Hisashi lasciò
perdere per passare semplicemente la palla alla kitsune. - Come mai non sei
tornato a casa con Hanamichi?- Kaede tirò fluido, con gli occhi persi. -
Te l'ho detto. Devo scaricarmi.- - Motivo?- - Già lo sai, perché me lo
chiedi?- gli disse allora, serio - Perché tu lo sai, vero?- Mitsui rise,
passandosi una mano fra i capelli - Diciamo che l'ho intuito. Eri di umore
troppo buono tempo fa.- - Hn, tempo fa.- - Il motivo della
rottura?- Kaede tacque, rigirandosi la palla fra le mani. Non aveva voglia di
parlarne, non voleva più ripensare a Raim che l'aveva lasciato, dopo che lui si
era comportato come un idiota però la voce calda e pacata di Mitsui l'aveva
spesso invogliato a dire più di quattro parole. - Cosa seria?- - Si.- -
Irreparabile?- - Si.- - Sei sicuro?- Stavolta lo guardò storto - E tu?
Le rompi per motivi tanto futili?- - Futili?- sbuffò la guardia - Risse tutti
i giorni ti sembra un motivo futile?- - Ha parlato il santo.- - Senti
kitsune, non pretendo che la mia ragazza sia tutta zucchero e melassa ma che
almeno non debba andare in giro guardandosi continuamente alle spalle. Io ci
sono passato e non era piacevole per niente.- - Tutto qua?- gli disse Rukawa
serafico - Puttanate.- - Puttanate?- riecheggiò l'altro - Sentiamo la tua
motivazione allora.- L'ala allora si bloccò, chiudendosi a riccio. - Non
siamo in psicanalisi, fuori il fiato.- lo incalzò Mitsui - Guarda che tengo la
bocca chiusa.- - Non mi fido tanto dei tuoi responsi medici, ecco tutto.- gli
rinfacciò. - Sull'iperattivismo e l'Hanamichi Dipendenza ci avevo preso.-
rispose angelico. Si beccò un'occhiata di fuoco e ridacchiò levando le mani
in segno di resa - Ok, ok...tranquillo. Comunque dopo aver trovato una che ti
sopporta, che non va sbandierando in giro che ti ha accalappiato come un trofeo
e che non si disidrata sbavandoti dietro, io me la terrei stretta sai?- La
simpatia si sprecava come sempre... - E adesso dove vai?- bofonchiò Rukawa,
vedendolo filare dritto agli spogliatoi. Conoscendolo, quando Mitsui era di
umore strano era capace di andare a buttarsi dai ponti con l'elastico o finire
in questura. - A casa.- gli disse invece, insolitamente pacifico - Mi sa che
sto covando l'influenza. Manderò giù qualcosa di alcolico e me ne andrò a letto.
Tu invece parcheggiati davanti allo specchio e fatti una bell'analisi di
coscienza, eh?- - Ha parlato uno che se l'è venduta a sedici anni!- sibilò il
volpino una volta rimasto solo. Al diavolo, accidenti a Mitchy e al suo
centrare sempre i bersagli. Non aveva voglia di tornarsene a casa anche
perché sapeva come sarebbe finita. Avrebbe pensato a Raim e a quanto era
coglione per tutta la notte. Per una volta però il cielo che doveva tanto
odiarlo gli venne in aiuto. Un aiuto particolare certo, ma sempre un
aiuto. Stava chiudendo la palestra quando gli squillò il cellulare. Sul
display c'era scritto DO'AHO a caratteri cubitali. - Che vuoi Hana?-
l'apostrofò, senza neanche salutarlo. - Buona sera anche a te rognoso animale
da pelliccia!- cinguettò il Tensai dall'altra parte del telefono - Senti un po'
kitsune, sei ancora a scuola vero? Porta la tua malefica persona a casa mia, ci
vediamo i Lakers insieme! Dai che ci sono anche Yohei e Aki! Ci facciamo due
risate!- Ma che bellezza! Chi se la sarebbe mai persa una serata col
porcospino hentai! - Hn.- rispose, di malavoglia. - Muoviti, hai dieci
minuti prima che inizi.- - Hn.- ridisse e spense la comunicazione,
guadagnandosi se non altro un po' di stacco mentale da Raim. Niente era meglio
di quella coppia di pagliacci seccatori per togliersi dalla testa tutto il
resto...
Una settimana più tardi alle cinque di pomeriggio di venerdì, Kaede alzò lo
sguardo sul tabellone e vide un risultato che lo spiazzava un poco a tre minuti
dalla fine del secondo tempo. Shohoku 187, Keyko 72. Alla fine dopo tanto
parlare quei babbioni del Keyko si erano dimostrati delle piattole solo in
attacco in effetti, visto il risultato, ma in difesa erano delle seghe tali che
al posto di Miyagi era entrato Nobu Yaoto nel secondo tempo e il do'aho se n'era
rimasto in panchina, lasciando il posto a lui, come Mitsui aveva fatto con
Kogure. Una noia da morire. Perfino Akagi era abbastanza perplesso. Si
chiedeva se erano delle seghe questi del Keyko o se Hanamichi da solo in attacco
era diventato la punta del tridente Sakuragi-Miyagi-Rukawa come voleva far
credere. Aveva notato una buona dose di carica in tutta la squadra in
effetti, Mitsui era stato grande, Miyagi imprendibile e i due animali anche se
non avevano giocato insieme erano stati eccezionali, ma il Keyko aveva battuto
squadre come il Meiho in seconda gara...che i suoi diavoli fossero tanto bravi
ormai? - Ehi, se si continua così la prossima volta me ne sto direttamente a
casa, intesi?- bofonchiò Miyagi negli spogliatoi, sbadigliando come un dannato -
Ma che è successo a questi del Keyko eh?- - E' stato un surclasso
impressionante.- se ne uscì anche Kogure - Ma cosa cavolo facevano? Perdevano
dei passaggi assurdi, a volte mancavano dei canestri a un centimetro dal
ferro...- - In effetti la cosa puzza anche a me.- sibilò Akagi. - Io ve
l'ho detto.- cincischiò Mitsui, andando a cacciarsi sotto la doccia - Ma voi non
mi date mai retta...- - Ancora con questa fissa!- sbottò Ayako fra gli
armadietti - Ma sei perverso!- - Scusate ma di cosa state parlando?-
s'intromise Hana che come al solito non aveva capito una fava, staccandosi
giusto un secondo dal collo di Rukawa, visto che stavano cercando di strozzarsi
- Mitchy che vuoi dire?- - Vuole dire che lo Shikuda elimina i concorrenti
con le minacce anche senza necessariamente giocarci contro, capito?- lo istruì
Miyagi - Il Keyko non era una squadretta ma oggi sembravano in palla
totale.- - Hn, codardi.- sibilò Kaede. - Il Keyko o lo Shikuda?- gli
chiese Hana con un ghigno. - I primi.- - Mica sono tutti come te che si
fanno mandare all'ospedale.- frecciò Akagi - Avanti, muovetevi che ce ne
torniamo in tribuna. Il Ryonan va contro l'Isekuon.- L'Isekuon fu un'altra
squadra che quel giorno lasciò parecchio a desiderare. Non si sapeva bene come
ma a quanto pareva lo Shikuda era riuscito a far terra bruciata attorno alle
squadre che gl'interessavano maggiormente, quindi a rigor di logica quei
simpaticoni dovevano essersi rimessi in piedi alla grande. Sendoh e Fukuda se
ne stavano stravaccati in panchina e da quanto potevano vedere i ragazzi dello
Shohoku, i due giocatori non sembravano di particolare buon umore. Anche Taoka
poi lanciava sguardi ai giudici di gara con occhi un pelino irritati. La
faccenda si complicava davvero. Erano quasi a metà partita quando l'intero
palazzetto dello sport cominciò a sbraitare ad alta voce. L'arbitro Kinoshita
aveva appena segnato l'ennesimo fallo a favore del Ryonan senza che tra l'altro
Uozumi avesse subito alcuna scorrettezza. - Arbitro! È una puttanata bella è
buona!- urlarono Hana e Miyagi in piedi insieme a metà curva. - Ma che cazzo
fai? Non ci vedi?- strillavano gli altri. Perfino Maki che se ne stava insieme a
quelle scimmie della sua squadra che ululavano a coro da stadio di calcio, era
quasi sull'orlo di mettersi a gridare a sua volta. - Coglione!- ringhiò
Mitsui - Era un coglione l'anno scorso ed è rimasto un coglione di prima
categoria!- - Maledetti arbitri venduti.- sibilò Raim rabbiosa - Spero ne
avremo un altro quando toccherà a noi!- - Certo, scommettiamoci pure sopra.-
ironizzò Ayako - Con la fortuna che abbiamo finiremo con Hanamichi fuori nel
giro di cinque minuti!- - Cosa?!- sbottò il Tensai - Non faccio più tanti
falli come una volta!- - Tanto quello se l'inventa, non vedi?- rognò Ryota -
Ma tu guarda che bastardo! E possibile che nessuno dica niente? Che cazzo, il
Sannoh s'è ammazzato in partita!- - Mi piacerebbe quasi vedere quei bastardi
contro Calimero.- Hisashi si svaccò ridacchiando, pensando a Minami, il capo dei
negrieri del Toyotama d'Osaka - Gli farebbe passare la voglia!- - Oh,
tranquillo.- lo rimbeccò Miyagi con un ghigno - Non ce ne staremo fermi a subire
passivamente!- - Contaci.- aggiunse anche Rukawa, serissimo. - Piano voi
quattro.- li bloccò Akagi - Avanti, finiamo di vedere questa farsa, poi andrò a
farmi quattro chiacchiere con Uozumi. Voi cercate di restare nei paraggi,
possibilmente lontano da Fukuda e la scimmia ammaestrata di Maki.- - Ma che
ci vai a parlare a fare col vegliardo?- sbuffò Hana - Tanto quelli parlano,
parlano...e poi non fanno niente.- - Esatto.- sindacò anche Hisashi - Te l'ho
detto come si risolve!- - Spranghe e rissa? No grazie.- - Gori, un po' di
finezza...- lo prese in giro la guardia - Io pensavo a un'irruzione in piena
regola.- - Scusa se non sono al livello dei tuoi standard.- gli rinfacciò il
capitano trucemente - Ma l'ultima volta non è finita bene, quindi visto che non
ho voglia di finire all'ospedale per l'ennesima volta nel giro di pochi mesi
vediamo di risolvere la faccenda in maniera civile, chiaro?- Hn, pensavano
Rukawa e tutti gli altri mezz'ora più tardi. Un bel "hn" ci stava ed era
l'unica cosa che passava per le teste calde dei ragazzi quando videro Uozumi,
Maki e il Gorilla ciarlare fra loro nel parcheggio del palazzetto, in presenza
anche di Fujima che sembrava sotto sedativi. - Che perdita di tempo.-
sentenziò Hisashi sbadigliando, appoggiato contro il muro con Sendoh al suo
fianco. - Per una volta sono d'accordo.- ringhiò anche Nobunaga, che guardava
in cagnesco la scimmia e la volpe - Propongo di fare irruzione in quel liceo di
bastardi e sfondargli la baracca!- - Ah si? E con cosa?- disse Fukuda
sarcastico, seduto a terra tranquillo - Un camion?- - Possiamo sempre rubare
un mezzo cingolato.- propose Miyagi angelico. - Si, buona idea...volevo
giusto requisirne uno per venirci a scuola domani.- sbuffò Hanamichi - Dai
gente, qua ci vanno delle idee serie!- - Dalla tua testa non so cosa possa
uscire.- gli sibilò Kyota. - Se non taci ti sfondo il cranio, brutto bagonghi
del cazzo!- - Gente, non cominciamo eh?- li richiamò Raim - Avanti, fate i
bravi.- - Ehi bellezza!- ghignò il babbuino del Kainan - Ma non ti stanchi
mai di stare appresso a questi dementi?- - Ha parlato il più furbo di
Kanagawa.- borbottò la kitsune in sottofondo, geloso come pochi. - Sparati
Rukawa!- bofonchiò l'ala piccola di Maki - Piuttosto Mitsui...la tua ragazza
dov'è?- - Se non la smetti con questa storia ti spacco davvero l'osso del
collo, ricordatelo!- - Ah già!- sorrise il Porcky giulivo - Come sta la
Kanzaki? Tutto bene spero!- - Volete lasciare Junko fuori da questa cerchia?
Grazie.- - Mamma quanto sei geloso.- fischiò Hasegawa dello Shoyo. - Mi
state rompendo, vi avviso.- - Insomma ma quanto ci mettono?- sbottò a quel
punto Ryota, che già faticava a star fermo al freddo con Rei e Nobu che lo
imbottivano di chiacchiere - E che avranno mai da dirsi? Basta, Kinoshita è un
venduto. Chiuso il discorso!- - Ah, bella roba!- lo rimbeccò Ayako - Giocare
il torneo in questo stato è allettante tesoro, non credi anche tu?- -
Picchiamolo.- propose allora Fukuda. - Mi sembra una soluzione un po'
drastica.- cinguettò Sendoh, pacifico come sempre. - Non mi piacciono le
mezze misure.- rognò il suo compagno di squadra. - Si l'abbiamo sentito
dire.- lo prese in giro Jin, dandogli una pacca sulla spalla. -
Dai...su...Gori!!!- urlò Hana, disperato - Ho freddo! Muoviti!- - E sta zitto
idiota!- Akagi lo mandò a quel paese, continuando tranquillo la sua
conversazione almeno fino a quando un suono di vetri rotti nel parcheggio semi
deserto non fece sobbalzare tutti. I ragazzi si voltarono e una vampata di
fuoco l'incollò al muro. A pochi metri da loro qualcosa aveva sfondato il
parabrezza di una Volvo e aveva incendiato la macchina. Qualcuno stava
lanciando qualcosa...e anche in gran quantità perché in un attimo il parcheggio
fu invaso da un casino bestiale e per poco i giocatori non vennero investiti da
una pioggia di mattoni e sassi. Nel giro di pochi minuti una macchina saltò
per aria, incendiata da una bottiglia d'alcool, poi altre tre presero fuoco e
infine arrivarono le sirene della polizia... - Merda.- riecheggiò Hanamichi,
tutto sporco in faccia dopo essersi buttato a terra con gli altri. Pochi
secondi e furono circondati da poliziotti. Stavolta li avevano incastrati sul
serio.
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Capitolo 16 *** Quando Pregare Non Serve ***
raim16
Hanamichi Sakuragi, come tanti altri con lui quella notte, aveva sempre
pensato che finire nel luogo in cui si trovava in quel momento era un'esperienza
di vita che un uomo prima o poi doveva provare anche solo per una misera
ragazzata fra amici, ma non aveva mai pensato che una notte, qualche mese prima
di compiere diciotto anni, si sarebbe ritrovato all'alba dell'una del mattino in
una stazione di polizia a Kanagawa dietro le sbarre di una piccolissima
cella formato scatola per topolini da laboratorio con una kitsune addormentata
sulla spalla, i suoi compagni di basket, mezza squadra del Kainan, mezza del
Ryonan e per finire con Fujima, Hasegawa e Hanagata dello Shoyo. Senza
contare naturalmente Raim e Ayako...e una che probabilmente era una squillo
chiusa in cella con loro. Erano quasi in trenta e praticamente erano
schiacciati come sardine. Per non parlare poi di Fukuda e Kyota che se ne
stavano attaccati alle sbarre, urlando praticamente dietro ai poliziotti di
guardia da quando ce li avevano buttati dentro, cinque ore prima, dopo quella
retata da film d'azione davanti al palazzetto dello sport. Se ci ripensava
non poteva che fare i complimenti ai teppisti dello Shikuda. Mettendosi a
lanciare molotov e mattoni nel parcheggio e chiamando la polizia prima ancora di
iniziare li avevano incastrati così bene che ora non sarebbero più usciti da
lì... La sua pancia in quel momento emise un gorgoglio cavernoso e cui
seguirono altri boati simili dai poveracci che si tenevano lo stomaco con
vergogna. - Ho fameee...- piagnucolò Rei in un angolo, semi distrutto - Darei
un braccio anche solo per una gomma da masticare.- - Io darei un braccio per
tornarmene a casa.- sibilò Koshino del Ryonan, incazzatissimo e tutto sporco per
l'esplosione che li aveva quasi presi in pieno e buttati tutti a terra - Porca
miseria, questa volta hanno davvero esagerato!- - E lasciali perdere!- rognò
Uozumi lugubremente - Pensa a come uscire da qui piuttosto!- - E come cazzo
pretendi di fare?- rognò Akagi che era di umore quanto più nero si fosse mai
visto - Ci hanno dato una sola fottuta telefonata a squadra e i coach ancora non
si vedono!- - Questa storia deve aver fatto molto casino.- sospirò Sendoh che
fino a quel momento aveva chiacchierato gentilmente e tutto interessato con la
squillo seduta accanto a lui in mini e top lucente - E' già tanto se appena
usciti non ci diranno che siamo tutti fuori dai giochi.- - Cosa???- sbraitò
Kyota attaccato alle sbarre come una scimmia - Senti un po' hentai, ma dai i
numeri per caso? Abbiamo giocato fino a poco tempo prima che scoppiasse il
casino! Eravamo tutti dentro al palazzetto, dove credono che li tenessimo i
mattoni per rompere tutto eh? Nelle mutande?- - E poi state violando i nostri
diritti!- urlò Fukuda verso i poliziotti - Qui dentro non ci stiamo!- -
Maledizione te la sfondo questa baracca se non ci fai uscire!- lo seguì Nobunaga
agitandosi come un pazzo verso il sergente in comando, almeno fino a quando Maki
non andò a prenderlo per il collo e lo rimise seduto, rabbioso ma con la sua
solita flemma. - Non ci voleva.- disse serio, svaccandosi di fronte al
Gorilla. - No, per niente.- lo seguì Uozumi - Comunque capiranno che non
siamo stati noi.- - E poi se ci pensate non ho visto lo Shikuda in tribuna.-
disse Kogure - Forse erano davvero loro là fuori.- - Si, mi è capitato di
pensarlo quando i mattoni hanno cominciato ad arrivarci in testa.- sibilò Mitsui
sarcastico, con cappuccio tirato sul capo e seduto in un angolo della cella con
Hana e Rukawa - Sveglia gente! Volete finire di nuovo in ospedale?- - Certo
che no.- sentenziò tutto il gruppo. - Allora bisogna finirla!- concluse
freddo - Un mattone di quelle dimensioni in testa e lanciato a quella velocità
avrebbe potuto mandarci in coma o peggio farci secchi!- - Per non parlare di
quelle macchine che sono saltate per aria.- sospirò Ayako, seduta vicino al suo
Ryota. - Nessuno ha visto gente nel parcheggio?- chiese Fujima - Magari
c'erano dei testimoni.- - O magari potrebbero darci qualcosa da mangiare!!!-
ululò di nuovo Nobunaga, dando vita al desiderio di tutti. - E non urlare
così!- rimbrottò Jin - Ci sfondi i timpani e poi Rukawa dorme, su!- - Ah,
questo dorme anche in trincea.- sorrise Hana agitando la zampa con fare
noncurante - Piuttosto, non è che questa storia ci finisce sulla fedina
penale?- - Quanti sono ancora minorenni qua?- chiese Mitsui, che in certe
cose era più pratico. Contò rapidamente le loro matricole e i due del Ryonan, la
Nobu-scimmia che compiva gli anni a marzo, Raim a settembre e Hana ad aprile.
Gli altri, Rukawa compreso, avevano diciotto anni fatti e finiti. - Minorenni
a parte, noi ce lo ritroveremo sulla scheda.- spiegò - A meno che le accuse non
cadano subito. Se la cosa si protrae ce la ritroviamo in quel posto questa
storia.- - E' una fortuna avere qualcuno d'informato.- frecciò Kyota amaro -
Senza contare che ero già finito qua per vandalismo il mese scorso e sempre per
colpa loro.- - Ce la stanno mettendo tutta per farci incazzare.- sibilò
Fukuda - Non so voi ma sto perdendo la pazienza.- - Perché, credi che noi
invece siamo tranquilli?- sbottò Uozumi anche a nome di Akagi e Maki - Credi che
sia facile starsene qua dentro senza aver fatto nulla? Ma se tu li attacchi o
rispondi alle provocazioni quelli ci andranno a nozze.- - Non per rompere ma
qua è sempre la stessa storia di un mese fa.- si mise in mezzo Miyagi irritato -
Capisco benissimo che rispondere innesca una fottuta reazione a catena ma qua
c'è gente che è finita dalla polizia per accuse di spaccio, ci sono altri che
vivono chiusi in casa, lo Shikuda ha seguito me e Ayako e meno male che c'ero io
mentre quel bastardo di Shoji ha preso Hisa e l'ha trascinato dietro una moto,
quindi per favore...evitate di rompere le palle con questi sermoni del cazzo
perché ormai non reggono più! Ho perfettamente chiaro che è il vostro ultimo
anno e per questo spererei anche che non vogliate finirlo in bellezza
all'ospedale!- - Grande tappo, sei un leone.- sorrise Hana. - Grazie.-
rognò Ryota - Scusate ma ce l'avevo proprio in gola.- - Ti capisco.- annuì
Maki paziente - Ma non siamo proprio tutti dei campioni di lotta.- - Non si
tratta di essere campioni di boxe ma solo di non farci vedere pronti a mollare,
capo.- gli chiarì Kyota col broncio - E' la seconda volta che finisco qui dentro
per niente e mi sto rompendo le palle!- - Se non altro l'altra volta eri
solo.- bofonchiò Fukuda con un sospiro. - Dai gente, su...- cinguettò Akira
sempre di buon umore - E' bello stare tutti insieme no?- - Eh si, una grande
fottuta famiglia felice.- frecciò Mitsui mentre passava un poliziotto - Ehi
scusi...- Quello si fermò, guardandolo storto - Si?- - Abbiamo fatto una
telefonata a testa due ore fa...ci sa dire qualcosa?- - Il sergente sta
trattenendo i vostri allenatori, stanno parlando tutti insieme. Quando potranno
vedervi li faremo entrare ma per il momento dovete restare qua.- - Ehi, bello
noi abbiamo fame!- gli ricordò Hana - Sono ore che ci tenete qui senza ragione!
Non siamo stati noi a fare quel macello, lo volete capire si o no??- - E sta
zitto beota, se ti metti a urlare con quella faccia da galera non ti crederà mai
nessuno!- lo zittì Akagi, ficcandogli un pugno in testa e svegliando
accidentalmente Rukawa, che si ritrovò quasi steso per lungo per terra. Si
rimise seduto, grattandosi la zucca con aria vacua. Hn, ma dov'era? Guardò
prima i dementi che lo circondavano, poi le sbarre... - Buonaseraaaaa!- lo
presero in giro praticamente tutti - Ehi, bell'addormentato! Ti piace la
suite?- Ma porca! Erano ancora in galera. L'ultima cosa che ricordava era di
essere stato sbattuto in gabbia con quegli animali da circo e di aver appoggiato
la fronte sulla spalla di Hana. Guardò l'orologio. L'una e mezza. Cinque ore
di nanna non erano state male ma adesso aveva un po' fame e voleva anche darsi
una sciacquata alla faccia ma a quanto sentiva dai ragazzi, i poliziotti non li
lasciavano andare in bagno. Aguzzini. Così, senza fare una piega, strisciò
come uno zombie alle sbarre e vi appoggiò le braccia. - Ehi, lei...- Il
poliziotto di turno si volse di nuovo, seccato. - Che c'è?- - Rukawa che
fai?- lo richiamò Akagi - Attaccare briga adesso non serve.- - Cosa vuoi?-
gli chiese il poliziotto, mettendosi davanti alle sbarre. - Devo andare in
bagno.- gli disse il volpino pacato. - Non puoi.- - Sono diabetico.-
bofonchiò Kaede allibendo mezzo gruppo - Se non mi fa andare in bagno le svengo
qua dentro.- Il poliziotto sgranò gli occhi - Dove hai l'insulina?- -
Nella mia borsa. Se me la lascia prendere mi fa un favore.- Tempo due secondi
quel bastardo volpone di Rukawa se ne andava dritto in bagno con la borsa in
spalla. - E' diabetico?- allibì Kyota - Non lo sapevo! Vacca bastarda ma come
fa a stare in piedi per tutta una partita?- - Non l'avrei mai immaginato!- se
ne uscì anche Hasegawa. - Cretini, non ha il diabete! Ma vi bevete tutto
quello che il primo idiota vi dice? Come fa ad avere il diabete uno che mangia
stelle di zucchero a colazione eh?- li rimbeccò Hana scuotendo il capo - Voleva
solo andare in bagno.- - Ecco perché lo chiamate kitsune.- rise allora
Jin. - Ma tu guarda che cretino, per un attimo m'è venuto un colpo.- sbuffò
Raim a bassa voce. - Ehi, signor agente!- urlò allora Nobunaga - Devo andare
in bagno anche io, ho la sifilide!- - Cazzi tuoi, porco!- gli rise dietro il
poliziotto più giovane, facendo scoppiare l'ilarità di mezza stazione. Dopo
quattro bestemmie del babbuino e dopo il ritorno di Rukawa che doveva essersi
fatto un'iniezione di dinamite liquida visto che riuscì a non rimettersi a
dormire, erano le due quando finalmente nell'ala delle celle entrò un gruppetto
di quattro persone. Tre si piazzarono davanti alle sbarre, facendo piangere
di gioia i giocatori, uno invece si fermò a parlare con i furiosi poliziotti che
non avevano gradito l'intrusione. Mentre Hanamichi, Ryota, Rei e Nobu si
buttavano piangendo come fontane addosso ad Anzai, Takato menò il ventaglio in
testa al povero Maki e a Kyota, mentre Taoka era sull'orlo di una crisi
isterica, come al solito. Tutti quanti i giocatori vennero presi
ripetutamente a calci in culo, perfino quelli dello Shoyo che poveracci non
dovevano rendere conto a nessuno, mentre quel cretino di Sendoh si faceva
scrivere il numero della squillo in cella con loro, che si chiamava Faccio
Faville, sulla mano. I ragazzi si stavano ancora facendo pestare dai loro
rispettivi mister quando Hisashi si volse verso i poliziotti e...si sentì male.
- Nooo...- piagnucolò distrutto, rivolgendosi ad Anzai - Mister...ma perché ha
chiamato lui?- Il vecchio rise, agitando la mano - Hisashi, trovare un
avvocato a quest'ora di notte non è facile sai?- - Ma perché lui?- disse la
guardia, distrutto - Ma uffa...- Mentre Hisa si disperava, pensando alla
doppia dove di calci che stava per prendersi anche dal loro avvocato, i ragazzi
si sporsero per vedere chi dovevano ringraziare e trovarono Kay Mitsui intento a
far sclerare i poliziotti. Cinque minuti dopo erano fuori. E tutti, anche
chi non lo conosceva, stavano a strisciare come lombrichi attorno alle gambe del
fratello di Hisashi che si era passato dopo tanto tempo una serata in
questura. - Avanti, finitela di fare i ruffiani.- sbuffò Kay, scollandoseli
di dosso uno per uno - Vi hanno trattenuto anche troppo. Dopo aver interrogato
avrebbero dovuto rilasciarvi ma forse eravate in troppi e non avevano voglia di
accollarsi questa grana prima del cambio di turno.- - Come ha fatto a farli
uscire?- s'informò Taoka, che prendeva ancora a pugni Sendoh sulla testa. -
Ho semplicemente ricordato a quegli idioti che i ragazzi sono stati colpiti da
una pioggia di mattoni e che all'interno del palazzo dello sport non ci entrano
persone disarmate per poi uscirne armate di molotov.- - E i proprietari delle
macchine che hanno sporto denuncia?- gli chiese Ayako, venerandolo. - Si
arrangino con l'assicurazione.- ringhiò Kay attaccandosi al palmare che era
cominciato a suonargli come impazzito. - Grazie mille, Kay.- sorrise il
Buddha con un leggero cenno del capo - E' grazie a te se i ragazzi ne sono
usciti puliti.- - Ah, l'importante è che non si siano fatti male.- disse Kay
un sorriso stranamente troppo angelico perché Hisashi ci cascasse. - Cosa
possiamo fare per ringraziarla?- gli chiese Takato. - Non serve che mi
paghiate, in fondo uno di questi mentecatti è mio fratellino.- cinguettò il
maggiore dei due fratelli, passando un braccio al collo della guardia
chiudendoglielo in una morsa - Comunque se volete sdebitarvi potreste prestarmi
i ragazzi fino a domani mattina alle nove. Ho giusto dei lavoretti da fargli
fare...- - Oh no! Kay, aspetta! Non è stata colpa nostra!- s'impuntò Hisashi
- Non è giusto!- - Non me ne frega un cazzo, mi hai fatto perdere tutta la
serata piccolo pervertito e adesso tu porti il tuo futuro cadavere al pub e mi
dai una mano. Muoversi!- - Cavolo al Golden Kay-san?- Akira aveva le stelline
negli occhi e ormai conosceva bene il fratello di Hisa-chan - Posso venire anche
io? Ti prego, ti prego!- - Veniamo tutti!- sbottò Uozumi, duro come una
roccia - Dobbiamo sdebitarci.- - Appunto.- scandì anche Maki - Forza, gente
datevi una mossa!- - Ma io sono a pezzi...dai...Kacchan...- disse
melenso quel Giuda di Hisashi - Ti prego, fai il bravo!- - Un corno.-
cincischiò Kay risalendo in macchina - Vi voglio tutti fra un quarto d'ora al
Golden. Hisa ho già avvisato io Junko. Ci vediamo lì! Ciao!- e tempo due secondi
era già schizzato via, lasciando nella scia di polvere della sua macchina dei
giocatori di basket distrutti dallo stress emotivo. Prima in gattabuia e poi
in un pub privato. Fantastico, dalle stalle alle stelle...
- Dimmi che
non è vero...avanti, guardami in faccia e dimmelo!- sbraitò Hanamichi Sakuragi a
Kaede Rukawa all'alba delle quattro di mattina seduto sulla terrazza privata del
proprietario del Golden, sorseggiando un cocktail alla frutta dopo le tre ore
più frenetiche della sua vita - Tutta la giornata era cominciata troppo
male...prima mi sveglio e mi ammazzo in ascensore, in cui resto chiuso un'ora.
Poi arriva Yohei e mi dice che s'è innamorato e che magari arrivano gli alieni,
il Keyko perde, Kinoshita è un venduto, nel parcheggio veniamo quasi uccisi da
macchine incendiate e sassi in testa, poi finiamo tutti quanti in galera...e poi
finisco a fare da cameriere a Kay.- - Questa è stata in assoluto la giornata
più sballata della mia vita...- sospirò anche Ryota, distrutto - Se non altro ne
siamo usciti puliti senza sborsare un soldo, dai. E poi a lavorare qua mi
diverto.- - E' più divertente vedere Akagi, il capitano e Takasago insieme a
Ito a fare i buttafuori.- ridacchiò Sendoh facendo sganasciare gli altri
presenti - Dio...comunque dietro al bancone mi sono divertito da matti. Non
sapevo fare un margarita decente e avrò rotto una ventina di bicchieri da vodka
ma ho acchiappato un sacco!- - Ma non ti eri già fatto dare il numero dalla
squillo?- Kyota sbuffò, disgustato - Ma quanto cazzo sei maniaco...piuttosto,
dove sono finite le vostre sventole eh?- - La MIA sventola è andata a casa da
una vita.- ringhiò Miyagi - E lavati la bocca, babbuino.- - E la rossa?- -
La rossa è lesbica.- sibilò Rukawa, finendosi la birra. - Cosa?!- Akira
inclinò il capo - Ma ancora con questa storia?- - Ehi voi disgraziati.-
Hisashi apparve sulla soglia, mezzo svestito e con tutta la contabilità del club
che gli pesava sul cranio pesante come un macigno. Kay l'aveva messo a far conti
frustandolo se batteva la fiacca! Non aveva mai fatto tanto esercizio in vita
sua...grazie al cielo era svelto a far calcoli! Non se l'erano cavata meglio
chi aveva fatto su e giù dal bancone con il servizio, tantomeno quelli che se
n'erano stati sul retro a scaricare casse di alcolici. Jin e Rukawa si erano
spaccati la schiena! Kay era un negriero, accidenti a lui! E tutto per colpa
di quei bastardi dello Shikuda! Erano morti, erano già cadaveri! Se ne
stettero altri cinque minuti in pausa, bestemmiando contro il mondo intero e
specialmente contro gli avvocati schiavisti poi ognuno di loro se ne tornò ai
propri lavoretti. Alle sei il pub venne chiuso e dovettero ripulire tutto,
lavare cumuli di bicchieri, buttare le bottiglie, sistemare tavoli e divani e
alla fine alle nove e mezza di mattina furono liberi. Arrivarono a casa
strisciando, altri invece si addormentarono in macchina o davanti alla porta e i
genitori informati dai coach non ebbero cuore neanche di sgridarli. In fondo
avevano già avuto una punizione sufficiente. Più che sufficiente! Se non
altro si sarebbero sempre ricordati quella nottata passata dietro alle sbarre
tutti insieme a urlare come disperati. Decisamente era stata una buona
conclusione di un week end altrettanto divertente!
Passò velocemente
un mesetto e a fine febbraio gli animi si erano un po' sbolliti. Gl'incidenti
sembravano essersi fatti meno sporadici ma non per questo gli allenamenti si
erano fatti meno intensi. I ragazzi si uccidevano in palestra, spesso
arrivavano a casa e si buttavano sul letto, per addormentarsi vestiti. Quel
giorno sarebbe stato altrettanto pesante ma Rukawa varcò i cancelli con un
progetto ben saldo in testa: quel giorno per lui iniziava un allenamento ben più
pesante. Si fermò al parcheggio, dove aspettava qualcuno. Junko Kanzaki
arrivò qualche minuto più tardi, letteralmente tampinata dalla solita Nanaka che
ora, invece di farle scherzi perfidi perché era la ragazza del "suo" Hisashi,
l'adorava come atleta. - Ciao volpacchiotto!- cinguettò la biondina ancora
prima che la Kanzaki potesse aprire bocca - Come va?- Kaede sospirò depresso,
bofonchiando appena qualcosa. Ma perché quella ragazzina rompiscatole non lo
lasciava in pace? - Ciao.- gli disse Junko, molto meno teatrale, frugando
nella borsa della palestra - Te li ho portati da un chilo.- - Grazie.- le
disse, afferrando le fascette nere al volo. - Sono strette per i tuoi polsi,
per qualche giorno stringeranno un po'.- lo informò la ragazza di Mitsui seria -
Ma basta del ghiaccio la sera. L'importa è che non ci vai giù troppo pesante per
le prime settimane. Ti devi abituare.- - Grazie.- mugugnò, soppesando le
fascette. Due chili in più sulle braccia per ora potevano andare. - Le voglio
anche io!- se ne uscì Nanaka pensosa - Senpai, diventerò forte come te se le
metto? E romperò le palle?- - Le palle le sfracelli già da sola.- sibilò la
Kanzaki ironica mentre Rukawa allibiva. Squarciava i palloni? Miseria ladra!
Sarebbe stato meglio non ricevere mai un cartone in piena faccia da quella, o
uno si sarebbe spaccato una mandibola. Ecco perché Mitchy stava ben attento a
non metterle le corna, aveva strizza! Comunque stava per filare in classe con
la biondina di Tokyo aggrappata alla vita quando si sentì stranamente osservato.
Ma non come al solito. Aveva l'impressione che un centinaio di sguardi infuocati
fossero addosso a loro. Si guardò appena in giro e vide in effetti che tutte
le ragazze dello Shohoku fissavano loro. - Vogliono una foto?- sibilò
gelido. Junko stava per replicare, esasperata, quando arrivò Raim e Rukawa
perse il conto delle pulsazioni. - Ciao ragazzi.- salutò tranquilla, coi
guanti e la sciarpa verde come i suoi occhi - Tutto bene?- - No.- cinguettò
Nanaka divertita - Il volpacchiotto si stava chiedendo come mai ci fissano
tutti!- Raim si scoccò appena un'occhiata in giro e dopo sogghignò, scuotendo
la testa - Ridicolo.- - Ma si può sapere che succede?- chiese il volpino
irritato. - Niente, niente...- la Kanzaki agitò la mano con noia -
Semplicemente qualche idiota ha messo in giro la voce dopo Tokyo che io, te e
Mitsui siamo nel pieno di una tresca.- Descrivere la faccia della kitsune
sarebbe impossibile. Era ghiacciato. - Un menage a trois, hai
presente?- rise la Tanaka eccitatissima - Pensa che bello con
Hisa-chan!- Rukawa, mezzo svestito, non credeva alle sue orecchie così guardò
Raim disperato, come per avere una conferma e la rossa alzò le spalle,
incurante. - Ma...ma...- - Tutte storie, lascia perdere.- sbuffò Junko
annoiata - Bene, ci vediamo!- - Ehi aspetta!- - Cosa?- la Kanzaki roteò
gli occhi - Sono tutte palle, dai...ci vediamo! E piano con quei cosi!- e senza
aspettare la replica se ne andò, lasciandolo lì come un pollo. Un attimo di
silenzio e Nanaka gli si attaccò di nuovo al braccio. - Eddai volpacchiotto!
La senpai è così carina! Per non parlare di Hisa-chan!- Ma chissene fregava
di Mitsui, per l'amor di Dio! Ma tutte a lui capitavano? Ecco perché di recente
la Kanzaki era sempre in mezzo alle risse! Se prendeva il cretino che andava in
giro a sparare certe forate lo buttava giù dalla terrazza! - Comunque non è
vero!- sbottò a bassa voce, per farsi sentire solo da Raim. La ragazza
arrossì in risposta, notando il suo sguardo. - Cosa vuoi che m'importi?!-
sentenziò imbarazzata - Puoi fare quello che vuoi!- - E per la cronaca non mi
faccio neanche Mitsui!- La rossa quasi crollò per terra - Grazie per avermelo
detto!- - Senti un po' volpacchiotto...ma perché non hai la ragazza?- gli
chiese Nanaka mentre se ne andavano in classe. - Sono gay.- disse lapidario
mentre Raim ripensava a certe cose che avrebbero smentito alla grande. - Ma
va?- Nanaka non fece una piega - Ma non è che ti fai il mio Hisa-chan sul
serio?- Ok, la uccideva. Ora o mai più. Fece per metterle le mani al collo
ma la Tanaka era già partita in quarta a salutare Mito e l'Armata, lasciando la
kitsune sull'orlo di una sicura crisi di nervi. - Mamma che faccia.- disse
Hana quando lo vide - Ma che t'è successo?- - L'hanno appena accusato di
essere una specie di imperatore del sesso.- gli spiegò Raim ironica - E Nanaka
l'ha accusato di andare a letto con Mitchy.- Il Tensai strabuzzò gli occhi,
guardandola come una marziana. Cosa? - E' uno scherzo.- sentenziò, quando gli
venne chiarita la situazione. - No.- negò la rossa - Per niente.- - E' per
questo allora che la senpai Kanzaki viene sempre coinvolta in quelle risse!-
capì finalmente il rossino - Ma roba da matti! Voi ragazze dovreste essere
davvero meno manesche! Tante storie per questo ghiacciolo poi!- Rukawa, che
non era esattamente di buon umore quel giorno, reagì buttandolo giù con un
calcio dalla sedia e così la mattinata andò del tutto a quel paese, visto che
Yoshikawa entrò e li spedì in punizione, per il troppo chiasso. Dovettero
rimettere in ordine tutti i compiti classe dall'inizio dell'anno per ordine
alfabetico e data e se potessero si sarebbero attaccati a una flebo visto che la
giornata non avrebbe potuto essere più pesante. Gli allenamenti poi come al
solito furono massacranti. Quel giovedì sera avrebbero dovuto giocare contro
il Takezono che due anni prima avevano facilmente battuto anche senza Hanamichi
che si era impiombato dopo duecento tiri mattutini e poi...la settimana dopo, di
venerdì alle dieci si sarebbero battuti per la prima volta contro lo
Shikuda. A dire il vero era stata richiesta come amichevole dall'allenatore
degli Oni ma si sarebbe giocata al palazzetto come nuova regola in vigore da
qualche mese: ogni amichevole si sarebbe svolta coi giudici di gara
presenti. Follie giuridiche a parte, Akagi era molto preoccupato. Avevano
tredici giorni per prepararsi a una partitella senza valore che avrebbe fatto
uscire i ragazzi pieni di lividi e la cosa non gli piaceva per niente. Tutta
quella calma che regnava da un mese a lui sembrava la classica quiete prima
della tempesta ed era sempre più in tensione ma cercavano di sfinirsi
allenandosi il più possibile, senza però strafare. Era da un mese ormai che
si sottoponevano a degli esercizi massacranti e doveva ammettere che i risultati
si erano visti ma anche nel campo individuale i suoi compagni erano riusciti a
stupirlo: le matricole erano diventate agguerritissime e passavano tutto il loro
tempo a farsi insegnare trucchi di ogni sorta da Miyagi, finte e passaggi,
Kogure faceva ripassare schemi nuovi a tutti e ne metteva a punto altri mentre
Mitsui spesso stava fino a tardi in palestra a tirare a canestro da punti sempre
più difficili oltre la linea dei tre punti. Ayako gli aveva detto che una volta
era rimasta con lui e che dopo seicento tiri fatti a due metri dalla linea, ne
aveva imbroccati circa cinquecentosettantotto. Era una macchina da guerra
ormai, un cecchino. E poi c'erano loro due. La scimmia e la volpe. Che
dire di quei due? Erano diventati di un tale sincrono e di una tale sicurezza
nel giocare insieme che avrebbero potuto bendarli e sarebbero andati comunque a
canestro, sfondando qualsiasi difesa. Akagi aveva notato che Rukawa si era
messo i pesi e se dapprima si era preoccupato che potesse uscirne con stiramenti
o strappi, si era dovuto ricredere. Non esagerava mai, dimostrando di tenere più
alla sua salute ma non per questo cedeva. Li portava sempre e anche se notava
che era più stanco degli altri, i risultati si videro nelle sue
schiacciate. Ora rasentava la potenza di Hanamichi e Uozumi al dunk. Non
avrebbe potuto essere più soddisfatto. Li richiamò per la pausa e i ragazzi
si lasciarono andare distrutti sul parquet, cercando di riprendere
fiato. Ayako e Raim passarono da bere a tutti e Rukawa si attaccò come un
dannato alla lattina. - Piano campione.- gli sorrise la mora - O ti andrà per
traverso.- - Grazie.- alitò la kitsune, quando si fu dissetato. Ayako lo
guardò per un attimo, come curiosa...e poi scoppiò a ridere a bassa voce,
facendogli strabuzzare gli occhi. - Che c'è?- le chiese roco. - Sei
cambiato lo sai?- Kaede non capì e continuò a sbattere le palpebre. Ma era
ubriaca? - Sul serio, sei cambiato.- gli disse ancora la ragazza, sorridendo
eccitata - Ti conosco da più tempo degli altri e da quando abbiamo ricominciato
la scuola ho visto un sensibile cambiamento in te.- - Hn. E sarebbe?-
rognò. - Bhè, intanto non rispondi più a monosillabi e guardi in faccia le
persone quando ti parlano adesso e non solo quando qualcuno t'insulta per
prenderti a testate!- elencò Ayako divertita - Poi fai domande. Si, ogni tanto
ti vedo anche interessato a quello che dicono le persone...segui i fili del
discorso insomma.- Ma lo prendeva per deficiente o cosa? - Non guardarmi
così, è vero!- continuò testarda la manager - Poi per esempio ti sei fatto più
socievole, anche se parli sempre poco. La moto con Hanamichi è un esempio!
Adesso negli spogliatoi ti sento parlare anche con Ryota o Mitchy, inoltre ogni
tanto la mattina riesco pure a capire se sei di cattivo umore o meno. Hai dei
lievi cambiamenti di espressione che me lo fanno capire!- Ma le donne quel
giorno erano tutte impazzite? Prima la Tanaka, poi la Kanzaki...adesso Ayako...
- C'è altro?- sbuffò apatico. - Si! Ho notato che riesci a scambiare
quattro parole con Junko. Ti piace vero?- Bhè, la Kanzaki era sopportabile
nonostante tutto. Non pretendeva da lui frasi intere, tantomeno gli parlava in
continuazione. Gli piaceva il suo silenzio e il suo modo discreto di guardare le
persone, ecco tutto. - Hn.- mugugnò. - Prima non parlavi con nessuna
ragazza che non fossi io!- concluse la bella Ayako, sorridendogli felice - Da
quando è arrivata Raim invece sembri più incline a degnare le donne di
ascolto...non so spiegartelo bene. Ascolti perfino la sorella del capitano ogni
tanto! Per non parlare di Nanaka a cui lasci l'onore di chiamarti volpacchiotto!
Eddai...non puoi dirmi che non ti sei ammorbidito un po'...- lo stuzzicò - Quel
volpacchiotto ti sta bene sai?- Allora, sulla lista da uccidere in giornata
chi c'era? La Tanaka, l'Akagi, mezza scuola...si, poteva aggiungere anche Ayako
adesso. Scuotendo il capo e scacciando quei pensieri molesti sul suo cambiamento
da quando era arrivata Raim si rimise in campo, deciso a dare il massimo. Le
braccia gli pesavano ma dopo aver portato i pesi per qualche giorno aveva quasi
cominciato a abituarsi. In fondo come struttura lui era più forte della Kanzaki,
quindi aveva un livello di sopportazione un po' maggiore. Contro il Takezono,
anche se come diceva Hana erano una squadra della fava, voleva mettere a segno
metà dei punti che di solito facevano in partita. Verso le quattro e mezza si
divisero in squadre e cominciarono una tosta partitella che dopo i duri
allenamenti si fece più interessante del solito. Erano a squadre miste
stavolta e anche se le matricole erano un po' indietro, riuscirono a dare un
contributo veramente impressionante. Da una parte Miyagi e da una parte Nobu,
creavano azioni perfette. Hana era sempre e comunque l'elemento di disturbo e
questo aiutò a sballare la difesa che non sapeva più da che parte prenderlo,
mentre Mitsui cominciò a strabiliare tutti mostrando dei progressi che più
neanche Jin si sognava. - Quello a momenti segna dalla linea di metà campo.-
alitò Raim quando vide la sua ultima azione. - Oh, cara ragazza...- ridacchiò
Anzai tranquillo come un fringuello - Se Hisashi si metterà mai in testa di
farlo ti assicuro che lo farà prima o poi. Ayako, quanti tiri fa al
giorno?- - Seicento la sera mentre la mattina presto ne fa circa duecento.-
rispose orgogliosa la mora. - Impressionante.- disse la rossa - Che progressi
in così poco tempo.- - Sono ragazzi eccezionali.- annuì Anzai col suo the in
mano - Quest'anno è l'ultimo anno per Akagi, Mitsui e Kogure inoltre ed essendo
quelli che hanno sempre tirato la squadra, gli altri si sentono quasi come loro.
Ma non come se fosse la loro ultima occasione...diciamo che vogliono regalare ai
loro amici un ricordo indelebile.- - Sono sicura che ce la faranno.- sussurrò
Ayako tornando a sedersi e controllando il calendario - Già l'anno scorso li ho
visti vincere ed è stato eccezionale. Ricercheranno di nuovo quell'emozione, ne
sono certa.- - Hanno la testa troppo dura.- sorrise Raim. - Già.- annuì il
coach - Ora io vado ragazze. Mi raccomando, non fateli stancare troppo.- -
Certo mister.- La partitella finì dopo un dunk di Hana che ripiombò a terra
mezzo esausto ma con ancora la forza di esultare. Bene, erano pronti! -
Perfetto gente, siete stati in gamba.- li richiamò Akagi, più stanco di tutti -
Domani abbiamo l'ultimo allenamento prima di andare contro il Takezono.- -
Non mancheremo, tranquillo.- ridacchiò Miyagi, visto che conosceva le fughe
dell'ultimo momento. - Lo spero o qualcuno non vedrà l'alba del giorno dopo.-
li minacciò il Gorilla serissimo - Comunque domani non ci sarà il solito
allenamento.- - Oddio...- rognò Hana in seconda fila - Lo sapevo. Ci manda a
scaricare sacchi al porto.- - O a spaccare pietre.- insinuò Miyagi. -
Deficienti, state zitti.- disse il capitano, ficcando un pugno in testa a
ciascuno - Volevo semplicemente dirvi che domani giocheremo e basta.- Tutto
il gruppo sbarrò gli occhi. Come? Hana, Ryota e Hisashi gli si avvicinarono
circospetti, cominciando a toccarlo qua e là per vedere se era lui. Si presero
qualche altro pugno e vennero rispediti a cuccia, mentre Akagi spiegava che per
allentare la tensione avrebbero semplicemente giocato delle partitelle molto
sciolte, pure senz'arbitro. - Il senz'arbitro non vuole dire che potrete
investirvi come camion, capito?- chiarì subito il Gorilla, vedendo Hana e Kaede
guardarsi con le scintille negli occhi - Avanti, adesso andate pure!- - Ehi
Gori...non è da te, sai? Ti sei addolcito tutto di colpo?- lo prese in giro il
rossino. - Idiota, zitto prima che cambi idea e domani ti faccia saltare per
tutto il perimetro della scuola come un coniglio! Riposatevi stasera se
possibile e domani venite qua rilassati, niente allenamenti di troppo.- - Per
me è un alieno.- rimbrottò ancora Mitsui mentre filava negli spogliatoi. -
Non gli ho visto le antenne però.- disse Rei candidamente, alle sue
costole. - Magari non le avrà sulla testa...- frecciò quell'idiota di Hana e
da subito scatenò una rissa che si concluse solo con un Gorilla furibondo che
quasi li chiuse tutti negli armadietti. Furono Raim ed Ayako a liberarli e
dopo li rispedirono tutti a casa dove si addormentarono quasi con la testa
dentro alla ciotola di riso eppure stranamente il giorno dopo, all'allenamento
libero, tutti sembravano di ottimo umore. Certo, non spaccarsi con flessioni
e pesi contribuiva molto ad alleggerire le loro subdole membra ma le partitelle
senza arbitro si trasformarono presto nelle classiche partite da campetto da
oratorio anche se Akagi, sentendoli ridere come dei matti, non ebbe più cuore di
picchiarli. Vide delle scene vergognose, altre al limite dell'umana
concezione, tipo Mitsui che per fare canestro fece una scivolata di culo fra le
sue gambe e lanciò di nuovo da per terra. Fece centro e mezza palestra attaccò a
ridere come una dannata mentre quel cretino si rotolava sul parquet con Hana e
Miyagi. - Ma quanto sei deficiente.- gli disse il Gorilla, tirandolo in piedi
con un sorriso. - Oh, l'hai detto tu che dovevamo giocare per divertirci no?-
ghignò la guardia - In partita me lo passerebbero?- - No, non credo
proprio...forza Kogure! Passa!- Per divertimento anche gli altri cominciarono
a intendere che potevano fare qualunque fesseria, del tipo attaccarsi in quattro
al canestro, travolgere gli altri e saltarsi addosso come giocatori di rugby, a
cominciare da Hana e Kaede che avevano giocato tutto il tempo trattenendo a
stento la voglia di sfregarsi le manine. Andò a finire che comunque la sera
erano lo stesso a pezzi, visto che si erano travolti come locomotive ma tutti
quanti non avevano smesso di ridere un secondo e il morale era altissimo.
Riuscirono perfino ad andare a prendersi un caffè tutti insieme, facendosi
un'ultima partita a carambola in un pub poi si salutarono e se ne tornarono
tutti a casa.
Il giorno dopo sorse un debole il sole su Kanagawa e l'aria
non era più così fredda e pungente ma c'era comunque un vago sentore di qualcosa
che non andava. Hana si era svegliato quella mattina con quella perfetta
sensazione che continuò a prendere forma per tutta la giornata, poi anche a sera
durante tutto il tragitto verso il palazzetto dello sport, accompagnato da Yohei
e gli altri in moto alle nove in punto. Un'ora dopo avrebbero giocato. Trovò
Haruko nell'atrio col Gorilla e Kogure ed essendo ancora molto presto andarono a
dare un'occhiata alla precedente partita che vedeva lo Shikuda contro una
squadretta che venne massacrata in allegria. Tornati agli spogliatoi
trovarono il resto del gruppo e scambiarono quattro parole sbadigliando sugli
schemi del Takezono ma Hanamichi si bloccò di colpo, sentendosi stranamente
incompleto. Si guardò attorno e per la prima volta in tre anni non lo
vide. - Dov'è Kaede?- chiese. Lo Shohoku si bloccò all'improvviso, come
fulminati. I ragazzi, e specialmente chi lo conosceva da tempo, si guardarono
stupiti poi le loro espressioni cambiarono. - Sarà solo in ritardo.- abbozzò
Ayako, tirando fuori il cellulare - Voi cambiatevi, adesso lo cerco.- Hana
corrucciò la fronte ma dopo uno sguardo paziente di Mitsui cercò di tornare a
concentrarsi ma quando alle dieci l'arbitro lanciò la palla per la rimessa,
Kaede Rukawa non era presente neanche in panchina. Le sue centinaia di fan
urlavano e piangevano disperate, richiamando la sua presenza in campo a gran
voce. I ragazzi giocavano senza fretta, tanto il Takezono era diventato
ancora più debole degli anni precedenti per loro ma se Rukawa non c'era, allora
doveva essere successo qualcosa, qualcosa di veramente serio perché Ayako
continuava a controllare tutti i loro cellulari ma il volpino non aveva mandato
messaggi, tantomeno aveva risposto alle sue chiamate. Non era da lui,
continuava a pensare Hana mentre schiacciava verso la fine del primo tempo. Ma
dov'era? Dov'era finito? - Forza, diamoci una mossa.- gli disse Akagi
quando tornò da loro - State tranquilli, non agitatevi.- - Se lo dici tu.-
abbozzò Miyagi che non aveva neanche il fiatone - Ma non ha mai mancato una
partita, in tre anni ha segato sei allenamenti e non risponde né a casa né al
cellulare.- Mancava un minuto alla fine del primo tempo quando Raim rientrò
in palestra e i ragazzi si fermarono a fissarla. La videro scuotere il capo,
seriamente preoccupata. Hana serrò i denti. - Se quell'idiota s'è
addormentato in metro lo uccido.- sibilò incazzoso. - Non è uno che si
addormenta e lo sai.- gli disse Mitsui, scattando in avanti a recuperare la
palla per infilare una delle sue mitiche triple. Si, Mitchy aveva ragione.
Rukawa non era uno che dormiva prima di una partita. Ora cominciava
seriamente ad agitarsi e anche Raim che continuava a fare su e giù davanti ai
cancelli del palazzetto e a stare attaccata al cellulare era pallida per
l'ansia. Mito e l'Armata presero le moto e cominciarono a fare dei giri lì
attorno ma non ottennero risultati e quando finì il primo tempo, anche Anzai era
in piedi. Lo Shohoku e il Takezono tornarono alle panchine ma Hisashi,
sollevando lo sguardo per riflesso sulle tribune dove c'era Kyota che ululava al
vento insulti gratuiti a quei poveracci del loro avversari, vide qualcosa che
non gli piacque per niente. Lo Shikuda era appoggiato alle balconate e Takeru
stava ghignando, proprio sopra le loro teste. - Hana.- Il rosso si bloccò,
seguendo lo sguardo della guardia e trovando i loro nemici. - Non manca
qualcuno?- gli chiese Mitsui. Era vero. Mancava Hideki Arai alla
formazione. - Ridono troppo.- mormorò Ryota roco - Gente, non mi piace.- -
E non c'è la loro ala di sfondamento.- disse anche Kogure sgomento - Ragazzi,
che facciamo?- Hanamichi si volse rapidamente verso Akagi, poi fissò Anzai
quasi supplichevole. Non poteva stare lì. Erano in vantaggio di quasi
sessanta punti, avrebbero potuto farcela facilmente ma non poteva pensare a
Kaede contro quel colosso di due metri e dieci da solo. Non che temesse per la
kitsune ma poteva essere capace di tutto in momenti simili. Dagli spalti i
ragazzi preoccupati del Kainan e del Ryonan videro il numero 10 dello Shohoku
schizzare letteralmente via, infilandosi appena i pantaloni e la maglia della
tuta sulla tenuta della palestra. Anche Sendoh si alzò dalla sua postazione di
corsa e raggiunse Sakuragi all'ingresso proprio quando Raim stava per perdere le
speranze. - Andrò a casa sua!- disse Hana accorato mentre saliva sulla Honda
e s'infilava il casco - Raim, continua a chiamarlo ok? Quando torna Mito digli
di controllare a scuola in palestra, oppure al campetto vicino a casa tua!- -
Io posso fare qualcosa?- gli chiese Akira. - Si, prega che lui che non stia
dormendo sotto la doccia!- rognò Hana, sgommando via. - Oddio...- la stella
del Ryonan si grattò la testa veramente ansioso - Speriamo che stia
bene.- Raim annuì, quasi sull'orlo delle lacrime. Non poteva quasi pensarci.
Se gli era successo di nuovo qualcosa non sapeva come avrebbe reagito. Ogni
notte vedeva ancora quel coltello puntato all'occhio di Kaede e si svegliava
urlando. Intanto Hana correva per la città come un pazzo. Dov'era, dov'era
finito quel deficiente? L'aveva lasciato a casa sua dopo la scuola, com'era
possibile che non rispondesse nemmeno al cellulare? E se davvero avesse subito
un'imboscata dallo Shikuda? Ripensò ad Arai, alle spallate che gli aveva
visto dare al muro nel video di Aida. A quelle immagini aumentò la velocità,
usando la frizione come un forsennato violando ogni limite di velocità perfino
ai semafori. Arrivato nel quartiere di Rukawa si fermò davanti a casa sua e
vide tutte le luci spente. Controllò anche il cancello ma non c'era segno di
effrazione, tantomeno segni di lotta, quindi doveva essere uscito... Imprecò,
risalendo in moto per rispondere a una chiamata di Mito: niente, non era né allo
Shohoku né al campetto. Non potendo essere dai suoi parenti, i ragazzi avrebbero
continuato a girare lì attorno quando il rossino vide passare per la via accanto
un gruppo di ragazzi che aveva visto uscire dalle case dei vicini della kitsune
già un paio di volte. Li raggiunse, bloccandoli. - Ehi, gente scusate!-
disse ansimando e senza togliersi il casco - Avete presente il ragazzo che abita
in quella casa?- e indicò quella di Rukawa - Non è che per caso l'avete visto in
giro?- Uno dei due, che dava sedici anni, parve fare mente locale - Ah si,
parli di quello che abita da solo e che spara sempre a palla i Sex Pistols...si,
aspetta...mi pare di averlo visto uscire verso le nove.- - Si, l'ho visto
anche io quando sono venuto a prenderti.- affermò il suo amico - Stava uscendo
col borsone in spalla e gli auricolari nelle orecchie quando un tizio gigantesco
gli si è fermato davanti.- Hana sgranò gli occhi - Gigantesco? Intendi molto
alto? Sui due metri e passa?- - Si, esatto.- annuì il teppistello. - Ma
davanti a casa?- gli chiese il rossino, pensando che avevano capito dove abitava
la kitsune. - No, no...quando sono arrivato il tuo amico era già alla fine
della via. Mi ricordo che guardato malissimo, così ho pensato che fosse anche un
lui un giocatore di basket. Non hanno parlato mi sembra ma sono andati verso
quel vicolo.- e il moccioso puntò il dito verso il retro del quartiere - Lì e a
senso unico. C'è una piazzola dove di solito le coppiette vanno per stare
sole...non so se mi spiego.- disse malizioso. - Si, certo. Grazie!- sindacò
il Tensai e subito partì a tutto gas, imboccando la via a tutta velocità.
Kaede idiota che non sei altro! Solo un perfetto deficiente poteva andare
a infilarsi con Arai alle nove di sera in pieno buio in un fottuto vicolo a
senso unico dove non andava mai nessuno! Se era vivo l'avrebbe riconsegnato alla
squadra dentro a una bara! Quell'imbecille senza cervello l'avrebbe sentito
stavolta! Sterzò con forza quando si trovò in mezzo alla piazzola. C'erano
pochi lampioni ma vide subito che alcuni cassonetti erano stati rovesciati. Su
uno in particolare c'era un avvallamento da testata di parecchi
centimetri. Scese dalla Honda e si guardò attorno, furente. Se prendeva Arai
lo uccideva sul serio, era la volta buona. Fece dei passi lì attorno e
finalmente trovò quel verme dello Shikuda ma non poté scaricarsi i nervi,
infatti era riverso in un'aiuola con un bozzo sulla fronte provocato
dall'impatto col cassonetto e una rivolo di sangue alla bocca. Ma allora
dov'era Kaede? Cominciò a chiamarlo, seriamente preoccupato, e quando sentì
la sua debole voce quasi esultò. Lo trovò appoggiato a un marciapiede, quasi
sdraiato e con le braccia attorno allo stomaco. - Kitsune!- il rossino lo
raggiunse, inginocchiandosi preoccupatissimo - Ehi, ma che mi combini eh?- -
Perché sei qua?- alitò Rukawa stringendo i denti - Dovresti essere alla
partita.- - Ah, lascia perdere...- rise Hana, cominciando a guardargli la
faccia, mani e gambe - Aveva ragione Mitchy, sono delle mezze tacche. Siamo
sopra di sessanta punti...- e continuò a rigirarlo come un sacco, non trovando
segni evidenti di lotta, restandone molto sorpreso. Forse si erano fatti
furbi. Il volpino si teneva lo stomaco. Sta a vedere che quel colosso gli
aveva sfondato lo stomaco a pugni. - Sta fermo, adesso ti porto dove potremo
darti un'occhiata.- gli disse poi, attaccandosi al cellulare. Chiamò subito Raim
che esplose di gioia e lacrime nello stesso tempo, abbracciando Sendoh e urlando
tanto da farsi sentire perfino dal volpino. Le disse di avvisare tutti e di
prepararsi che entro pochi minuti le avrebbe portato una volpe spelacchiata da
rimettere in sesto. Sistemato quello, si mise un braccio di Rukawa su una
spalle e cercò di rimetterlo in piedi, strappandogli un gemito. - Quel
bastardo...adesso gli passo sopra con la moto.- sibilò Hana, sentendolo tanto
sofferente. - Lascia stare...voglio farlo io.- - Mi spieghi per quale
cazzo di motivo l'hai seguito?- ringhiò il rossino, facendolo sedere in sella -
Ma sei scemo? Pesa cinquanta fottuti chili più di te, porca vacca! Avrebbe
potuto farti in tanti pezzettini minuscoli!- - Non rompere do'aho...- alitò
Kaede che non ce la faceva proprio a sentirlo. - Un corno kitsune! Solo io
posso ridurti così! Dai, tieniti adesso...comunque ne riparliamo in infermeria,
sia chiaro!- rognò il genio del basket, ficcandogli il suo casco sulla zucca -
Non pensare di passarla liscia dopo questa bella puttanata!- Di nuovo immerso
nel traffico Hana guardava negli specchietti retrovisori per controllare Rukawa.
Aveva gli occhi chiusi, la testa completamente appoggiata sulla sua spalla e le
costole dovevano fargli un male terribile ma per pesare cinquanta chili di meno
aveva ridotto quel bue di Arai in uno stato pietoso. Comunque, anche se il
colosso dello Shikuda non l'aveva preso davanti a casa, lo Shikuda era ormai a
conoscenza del quartiere in cui abitava il volpino. Erano nei guai sul serio
adesso. Arrivati davanti al palazzetto dello sport proprio quando stava per
finire la partita, Raim smise immediatamente di fare su e giù gettando via il
mozzicone della sigaretta che stava fumando e li raggiunse terrorizzata a morte,
vedendo il volpino adagiato tanto mollemente addosso ad Hana. Con l'aiuto di
Akira riuscirono a trascinarlo in infermeria senza dare troppo nell'occhio anche
se si vedeva perfettamente che Rukawa faceva fatica a muovere anche solo
leggermente schiena e braccia. C'era Haruko ad aspettarli sulla porta
dell'infermeria con le chiavi in mano e appena entrati si richiuse la porta alle
spalle, inspirando. - Piano...fate piano...- stava dicendo Raim, mentre Hana
e Akira aiutavano Kaede a sedersi sulla branda. - Insomma si può sapere cos'è
successo?- chiese Sendoh - Rukawa chi è stato?- - Un toro che ora passerà sei
ore da un dentista.- rispose Sakuragi per lui - Arai dello Shikuda stava girando
nel suo quartiere e anche se non l'ha preso davanti a casa, ora sanno vagamente
dove abita. Questa stupida volpe l'ha seguito dopo che l'ha sfidato e s'è fatto
sfondare le costole.- - Non ho niente di rotto...- sibilò Rukawa - Non
rompere!- - E Arai?- chiese Haruko. - Ho chiamato la polizia, si passerà
la notte in cella.- ghignò il rossino - Adesso sistemiamo questa kitsune
ammaccata.- - La partita?- sbottò invece il numero 11. - Stavamo vincendo
145 a 63. Dovrebbero aver finito ora.- bofonchiò Haruko mentre tirava fuori
bende e creme lenitive, guardando l'orologio. - Lascia perdere la partita
imbecille!- sbottò Raim, afferrandogli il lembo della maglia e sollevandoglielo.
Sgranò gli occhi, imprecando - Guarda qua che roba...accidenti a te! Poteva
romperti davvero qualcosa lo sai?- - Ahi!- sbottò il volpino mentre la sua
rossa lo svestita in una situazione che non era quella che aveva sperato.
Abbassò anche lui gli occhi e vide una seria di lividi sui fianchi e sulle
ultime costole dal colore decisamente verdastro che si allargavano notevolmente.
Hana intanto gli controllava la schiena con Sendoh e non era messo meglio. -
Io lo ammazzo quel bastardo.- ringhiò il Tensai. - Più che altro dovrete
imburrare Rukawa come un toast perché questi lividi vadano via entro la prossima
settimana.- borbottò Akira pensoso - Non sono troppo gravi comunque. Devi averle
schivate bene le botte.- - Per tenere buono quello devi averlo fatto
stancare.- borbottò anche Hana. - E' bastato rompergli la testa contro un
cassonetto.- Raim gli scoccò un'occhiata dura ma tacque, mordendosi la
lingua, mentre gli massaggiava il fianco destro con quanta più dolcezza avesse.
Avrebbe voluto finire l'opera di Arai ma non le sembrava il momento, visto che
di lavoro da fare sulla volpe ce n'era davvero parecchio. Hana e Sendoh gli
stava mettendo dei cerotti con crema emolliente sulla schiena e lei gli fasciava
i fianchi quando picchiarono sulla porta. Haruko aprì e Nanaka Tanaka mise il
naso dentro, incuriosita. - Però...Ayako aveva ragione!- cinguettò la
biondina - Tutto bene volpacchiotto?- Kaede fece una smorfia proprio quando
Raim gli diede uno strattone. - No.- borbottò stringendo i denti. - Mamma
mia...ma chi ti ha ridotto così eh?- continuò Nanaka, toccandolo qua e là senza
riuscire a stare ferma, tutta sorridente - Immagino poi come sia ridotto il
pazzo suicida che ti ha messo le mani addosso! Posso dare una mano?- - Si,
chiudi la bocca.- sbuffò Raim. - Che hai Kirara? Sei di cattivo umore?- -
E da cosa lo deduci?- sibilò la rossa dando un altro strattone. - Raim cazzo
mi fai male!- - Chiedimi se me ne frega qualcosa, volpacchiotto...- lo sfidò
ironica. - Vabbè...- la Tanaka sorrise giuliva - Non so che fare per
aiutare... vuoi due coccole Rukawa?- - No, grazie.- bofonchiò Kaede mentre
quei bastardi di Hana e Akira se la ridevano come matti. - Nanaka, vieni che
ti presento qualcuno.- rise il Tensai indicandole il porcospino - Ecco, lui è
Akira Sendoh, gioca nel Ryonan ed è un nostro amico. Aki, lei è Nanaka Tanaka,
una ex amica di Mitchy. Gioca con la senpai Kanzaki e Raim.- - Caspita ma le
conosce tutte Hisa-chan!- rise Sendoh tutto allegro, stringendo la mano alla
biondina - Piacere!- - Piacere mio!- Nanaka era in visibilio - Tu sei quello
con cui il mio Hisashi parla sempre al telefono vero?- - Si può sapere che
combinate tu e il teppista?- bofonchiò Hanamichi serio - Secondo me v'inventate
qualcosa!- - Ma va!- rise Akira - Te l'ho detto. Usciamo insieme e ci
facciamo due risate.- - Non è che il menage a trois la Kanzaki se la fa con
loro due?- ringhiò Kaede a quel punto. - Ancora con questa storia?- Nanaka
scosse il capo - Dai volpacchiotto, in fondo la senpai è capacissima a difendere
il tuo e il suo onore da quelle matte senza problemi e poi Kirara mica si
arrabbia scusa!- Calò un innaturale silenzio nell'infermeria e prima che
tutto quanto esplodesse, Haruko prese il suo ragazzo, Sendoh e la biondina e
riuscì a chiuderli fuori prima che la rossa li prendesse tutti per il collo e li
strozzasse. Discretamente uscì anche la Babbuina qualche minuto dopo, lasciando
a Raim le ultime fasciature. Kaede capì perfettamente quanto fosse
arrabbiata, glielo si leggeva in faccia ma cos'avrebbe potuto fare? Quando si
era ritrovato Arai di fronte non aveva potuto certo fare il vigliacco e fuggire!
Mai! - Ho quasi finito.- gli disse Raim, gelida. - Hn.- La sentì ridere
amaramente. - Cosa c'è?- - C'è che sei un idiota!- urlò allora la ragazza,
esplodendo come una bomba - Hai rischiato di farti ammazzare neanche quasi tre
mesi fa ed è come se non fosse mai successo!- - Ma cosa potevo fare? M'è
arrivato davanti accidenti.- - Non me ne frega niente!- sbraitò la rossa
inferocita - Poteva farti male sul serio stavolta!- - Ma non me l'ha fatto.-
sussurrò a bassa voce, mentre le vedeva gli occhi riempirsi di lacrime -
Raim...- e alzò il braccio per stringerla ma lei si scostò, pulendosi la faccia
con stizza. - Vai al diavolo.- ringhiò a singhiozzi, con le spalle che
tremavano - Accidenti a te Rukawa!- Non la lasciò più allontanarsi. Le arrivò
alle spalle e anche sentendo un forte dolore se la strinse addosso,
accarezzandole piano i capelli mentre la sentiva piangere. Incassò anche i
deboli pugni che lei gli dava sul torace, troppo felice di averla di nuovo
vicino. - Sei un idiota.- Annuì, disposto a tutto pur di non farla
smettere di parlare. - Hai ragione.- e si chinò appena sul suo orecchio,
baciandole i capelli - Ho detto una marea d'idiozie.- A quella frase la sentì
irrigidirsi, smettere di piangere ma come previsto non la lasciò andare. -
Non è il momento per parlarne.- sindacò la ragazza, pulendosi il viso con la
manica della felpa. - Lo troverai un momento per me?- le chiese a bassa
voce. Raim assunse un'aria contrita. Non voleva...e nello stesso tempo non
desiderava altro che riprenderselo. Stava per dire qualcosa con Haruko bussò
alla porta, avvisandoli che stava arrivando la squadra e tutta la situazione si
ruppe irrimediabilmente. Raim tornò sicura e pratica, aiutandolo a rivestirsi
proprio quando arrivarono trafelati i ragazzi. Ci mancò poco che Rei e Nobu
volassero addosso a Kaede per abbracciarlo con le lacrime agli occhi,
preoccupatissimi, mentre i titolari scuotevano il capo a vedere come gli avevano
conciato lo stomaco. - Incosciente.- gli disse anche Akagi, quando vide i
suoi lividi. - Una settimana e passeranno.- lo assicurò sua sorella. - In
tempo per rompere le ossa a quei bastardi.- sibilò la kitsune. - Non vorrai
giocare venerdì prossimo!- sbottò Kogure - Rukawa ragiona! Guarda come ti ha
ridotto quel tizio! Che...a proposito, dov'è?- - In cella.- ghignò Hana - E
poi credo andrà dal dentista. Ha perso la metà dei denti.- - Ottima notizia.-
rise Mitsui come da copione - Grande kitsune. Però c'è anche Anzai che ti deve
parlare...e non credo che quello che avrà da dirti ti piacerà.- Kaede per un
attimo si sentì venire meno. Voleva buttarlo fuori dalla squadra? Tremò al
solo pensiero quando il vecchio Buddha del Basket gli arrivò sotto al naso,
controllò la sua salute generale e ridendo come al solito, tranquillo e pacioso
come sempre e mise fine alla sua serenità. - Kaede, non puoi più tornare a
casa tua.- Fu peggio di una mazzata. - Abbiamo fatto i turni!- cinguettò
Ryota mettendogli sotto al naso un calendario - Visto che non puoi stare da solo
perché non ti cureresti come si deve, abbiamo pensato di portarti a casa nostra!
Dunque, stasera e domani ti tiene Hana, poi fili da Hisa, mercoledì sei da me,
poi ti prende Kogure e infine dal Gorilla. Ok?- No, no e poi no! Non ci
pensava neanche! - Aspetti un attimo coach, non può impedirmi di tornare a
casa! Quelli non sanno qual è la mia casa ma conoscono solo il quartiere!- -
Si ma potrebbero ritrovarti di nuovo da solo.- sentenziò Anzai pacato - E visto
che non intendo vederti di nuovo in ospedale attaccato a una flebo e i ragazzi
non posso seguire i tuoi capricci, o vai a vivere dai tuoi zii o fino alla
prossima partita starai a casa dei tuoi compagni. Prendere o lasciare.- - E
non tentare di suicidarti perché ti fregheremmo in tempo.- concluse quella
sadica di Ayako - Cosa dici?- - Adesso sviene.- li avvisò Nanaka in
sottofondo, visto com'era pallido. - Ok, chi tace acconsente!- cinguettò il
Tensai dopo un mutismo tombale dell'interessato - Perfetto, me lo impacchetto e
me lo porto a casa. Ah, senti kitsune! Mi dai il numero dei tuoi zii? Così li
avverto che sarai fuori di casa per un po'...- Non parlò più per tutta la
sera. Non si capì bene se era troppo traumatizzato al pensiero di stare dai
ragazzi o se era troppo incazzato ma a parte il suo pallore terreo non ebbe
scatti violenti e non cercò di uccidere nessuno a scarpate, a parte di Anzai,
quindi pensarono che si fosse rassegnato. Quando Hana quella sera se lo portò
a casa e lo lasciò alle cure di sua madre a cui il caro volpino non osò
sottrarsi, cercò di chiamare gli zii del ghiacciolo ma gli rispose
fortunatamente solo quel Kenjin, suo cugino. Gli disse in due parole che
Kaede non sarebbe stato a casa per qualche giorno e alle domande piuttosto
intimidite del ragazzo, il rossino disse solo che dovevano studiare per un
compito molto importante.
La stessa notte, in un Love Hotel un po'
fuori mano, Harumi Mihazawa cambiava svogliatamente canale da una rete all'altra
della televisione della stanza presa a ore, avvolta in un lenzuolo e a pancia in
giù in un letto troppo soffice. La sua noia era palpabile, anche con l'uomo
che le carezzava debolmente la schiena con fare pigro e sensuale. - Dì un po'
professore...- sospirò la ragazza, scoccandogli una breve occhiata - Sei allo
Shohoku già da qualche mese e ancora non sono usciti scandali...come
mai?- Hansen rise divertito, ributtandosi supino contro i cuscini - Harumi,
sei più intelligente di quello che si dice.- - Già...com'è che fra le tante
sei venuto con una del quarto anno eh? Quelle del terzo sono più facili.-
sorrise la bella mora, passandosi le dita fra i capelli per pettinarli - Non mi
dirai che non ne hai trovata nessuna di tuo gusto.- - Mi piacevi solo tu.-
ghignò il biondo surfista. - Fammi il favore.- la Mihazawa esibì un ghigno
perfido - Credi che non abbia visto come sbavavi addosso alla mia amica Kanzaki?
Comunque non era l'unica pare. Del terzo anno io conosco la Kotobuki.- - Ah
si...- Hansen sospirò, come pensando a un sogno sfumato - Kirara, certo.- -
Dovrebbe piacerti. È mezza americana.- - Si ma non era
disponibile.- Harumi alzò un sopracciglio, confusa - Come sarebbe? Non ha più
un ragazzo.- - Bhè, non so quanto siate in confidenza ma quell'unica volta
che ci ho provato mi è bastata. Quello è troppo alto anche per uno come
me...sembrava pronto a colpirmi!- - Alto?- la ragazza mollò il telecomando,
fissandolo seria - Ma di cosa parli?- - Il suo ragazzo, Rukawa. Lui mi ha
detto che stanno insieme. È successo a ottobre.- La ragazza tacque, tornando
a posare gli occhi vacui sulla televisione... - Bene
bene...-
Nei giorni seguenti con la prima settimana di marzo, il
compito importante e anche gravoso di prendersi cura della volpe infortunata si
dimostrò più pesante e duro di quanto lo Shohoku avessero immaginato. A
tenere buono Kaede a letto, senza farlo muovere troppo e nel primo fine
settimana Hana ci riuscì anche, legandolo al divano con l'aiuto di Mito ma
lunedì mattina quando toccò a Mitsui tenerselo in custodia non ci fu verso di
farlo stare a casa a giocare col computer. Mitchy avrebbe voluto anche
provare coi suoi "metodi alternativi" ma onde evitare di peggiorare la
situazione dovette per forza acconsentire alle sue fisse e portarlo a scuola
come Kaede s'era impuntato. Kay che aveva dei giorni liberi aveva provato a
fargli cambiare idea ma Rukawa aveva la testa dura come il cemento armato e non
ne volle sapere di stare ancora a letto (miracolo!) anche perché se non si
sforzava troppo le costole non gli facevano male, inoltre quella furbastra di
Raim aveva spento il telefonino, pensando così di evitarlo ma stavolta sarebbe
andato dritto alla fonte, fregandosene se non voleva stare ad
ascoltarlo. Così quel lunedì mattina la baby sitter di turno fu costretta a
portarsi a scuola la kitsune al guinzaglio, scatenando così l'ira di Akagi che
si trattenne dallo sfondare il cranio a Kaede e non ci fu neanche verso di
fargli saltare gli allenamenti, appurato che non soffriva eccessivamente. Anzai
e gli altri erano preoccupati a farlo giocare ma sembrava seriamente ostinato a
disputare quella partitella e niente l'avrebbe dissuaso. Gli allenamenti
furono serratissimi e poi arrivò giovedì. Akagi si era dovuto fermare
in palestra con le matricole fino a tardi e così fu di nuovo Mitchy a prendersi
in consegna il volpino. Quel giorno che sembrava normale come tanti altri,
Hisashi prese la macchina e fece salire il carico per andare a prendere Junko,
onde evitare così altri spiacevoli incidenti tipo risse o stragi con
mitragliette. Tutto tranquillo dunque, peccato che davanti al cancello,
ancora prima di uscire dal garage, trovarono Nanaka a chiedere uno strappo.
Non stette zitta un attimo per tutto il tragitto, contribuendo così a
svegliare la guardia che la mattina ci metteva un po' a carburare e davanti a
casa della Kanzaki raccattarono una persona altrettanto assonnata. - Avete
intenzione di rinsaldare l'idea del menage a trois?- bofonchiò la schiacciatrice
dello Shohoku, salendo nei sedili posteriori - Ehi, non mi va di fare a parole
anche oggi con quelle cretine.- - Ci ho già pensato io senpai!- cinguettò la
Tanaka facendo esplodere l'emicrania a tutti - Puoi metterti in mezzo al cortile
e farti il mio Hisa-chan dove vedranno tutti, così sarai a posto!- - Ma
neanche morta.- borbottò Junko schifata - Non siamo al circo sai?- -
Bhè...allora per discolparti, qualcuna potrebbe saltare addosso al
volpacchiotto!- - Neanche morto.- sibilò Kaede con lo stesso tono e con una
smorfia schifata, appoggiato col gomito al finestrino. - Rukawa, l'unica
soluzione è quella scusa.- disse la biondina con aria da oca giuliva
assolutamente falsa - La senpai non può mica fare dei corpo a corpo tutti i
giorni.- - Su questo sono d'accordo.- sentenziò Hisashi infilando la terza
passato il semaforo - Piuttosto, vediamo di evitare grane fino a domani ok? Non
voglio sentir volare una mosca fino al fischio d'inizio dell'amichevole.- -
Amichevole? La chiami così?- frecciò la Kanzaki ironica - Massacro è la parola
più adatta.- - Si, forse.- - Perché l'hanno richiesta?- - Vallo a
sapere.- Mitsui infilò il quartiere dello Shohoku - Siamo d'accordo allora?
Niente casini stamattina Jun, fammi questo santo favore. Piuttosto stammi
incollata tutto il giorno.- - Cosa? Ma per chi mi hai preso?- sbuffò la
moretta. - Volpacchiotto come vanno la schiena e la costole?- s'intromise
intanto Nanaka - Tutto bene?- - Hn.- bofonchiò Rukawa. - Secondo me
dovresti svagarti un po' sai?- mugugnò la biondina, appoggiandosi al suo sedile
- Perché non vieni con me e Hisa-chan stasera? Usciamo col vostro amico
fighissimo coi capelli a punta.- - Oddio, mi ero scordata!- se ne uscì
Junko. - Cosa?- sbottò Hisashi seccato - No eh? Non ti azzardare a darmi il
pacco e a lasciarmi con quei due perché mi uccido! Sabato sera quando te ne sei
andata sono riusciti a farsi dare una trentina di numeri fra tutti quelli che
passavano ed erano soli, compresi i travestiti. Abbiamo perfino rincontrato
quella squillo della prigione e non c'è stato più verso di starsene in
pace!- - Sendoh è più frizzante del solito eh?- sorrise la Kanzaki - Ok,
ok...vengo, tranquillo.- - Grazie.- sbuffò, iniziando la manovra del
parcheggio - Avanti scendere, ci siamo.- Scesi dalla macchina vennero
investiti da una sorta di bieco chiacchiericcio ma nessuno dei quattro parvi
farci caso anche perché presto arrivarono le matricole e Rei sembrava in brodo
di giuggiole. Li portò tutti davanti al muro della palestra dove c'era
l'ennesimo graffito dell'Oni. -"Domani cederete
il trono. 200."- lesse Nanaka stupita - Cosa vuol dire quel 200?- -
Punti di stacco.- la istruì la Kanzaki - Però...quest'Oni è molto di
parte.- - Duecento punti?- ghignava intanto Miyagi, arrivato con Ayako e Raim
- Che assurdità.- - Bhè, in effetti sono forti.- gli fece notare Kogure. -
Si ma non sono svegli.- ridacchiò Hana alle loro spalle, divertito - Si fanno
scoprire troppo e poi fare tutto questo casino per un'amichevole mi denota
nervosismo. A voi no?- - E poi, sapete come si dice...- concluse Mitsui - Can
che abbaia non morde!- Peccato che quell'Oni non si facesse mai vedere.
Mordere non mordeva ma come fece notare Akagi rompeva le palle a più non posso,
il bastardello. E poi 200 punti! Che esagerazione! - Avanti, filate in aula!-
sbuffò il capitano - Ci rivediamo tutti per due precise in palestra. Daremo
un'occhiata alle cassette di Aida e rivedremo gli schemi dello Shikuda
utilizzati nelle ultime partite.- - Che schemi?- borbottò Ryota mentre se ne
andavano - L'ammazza e fuggi?- - Mica male.- Mito se la rideva - E così dovrò
prepararmi a saltare in campo eh?- - Per sedare rissa?- rise Ayako depressa -
Forse, ma spero vivamente di no anche se sono quasi sicura che questa amichevole
sia un modo come un altro per romperci le palle e innervosirci di più.- -
Certo, come no...- ghignò anche Yohei - Fossi in voi però mi stringerei bene il
sospensorio.- - Ahah, molto divertente.- Hana lo mandò letteralmente a quel
paese - Ci vediamo a pranzo.- - Ok, a dopo gente.- e si separarono tutti,
andando ognuno alla sua classe senza neanche la più vaga idea che quel giorno
non ci sarebbe stato nessun allenamento e per una volta non a causa dello
Shikuda. Le lezioni furono lente e barbose, nell'ora di laboratorio di fisica
Nanaka movimentò di parecchio la situazione facendo esplodere metà aula mentre
alle ultime due ore di matematica il vice preside Yoshikawa trovò qualche altra
diavoleria per alleggerirsi il fardello quotidiano e fece in modo di esasperare
così tanto gli animi e all'una Hanamichi e Kaede avevano un altro appuntamento
coi registri in presidenza. - Mi piacerebbe sapere perché Mitchy non l'ha
ucciso quando poteva!- sbraitò il rossino mentre la classe si svuotava per
andarsene a casa - Anche tu Kit! Devi sempre guardarlo come se fosse uno
scarafaggio?!- - Se non altro non l'ho chiamato Testa da palla da bowling!-
rimbrottò il volpino incazzoso - Se perdiamo gli allenamenti ti faccio stare qua
fino a domani do'aho!- li ringhiò addosso. - Dovreste farlo secco e basta il
pelatino...- Nanaka scosse il capo, prendendosi il borsone e andando dritta alla
porta - Ragazzi, io vado a pranzo con la senpai Kurata, deve farmi vedere come
si aprono gli armadietti anche senza combinazione! Ci vediamo più tardi!
Ah...quando torna Kirara ditele che sono già andata! Ciaoooo!- Kirara? Vero,
dov'era Raim?, si chiese Rukawa guardandosi attorno. Appena suonata la
campanella qualcuno a cui non aveva prestato attenzione era venuta a chiamarla e
se l'era portata via. Uffa, che barba. Non riusciva più a beccarla in un
momento in cui fosse sola! Li stessi problemi li aveva anche Mitsui che
salito in terrazza trovò solo la Kurata e l'Aizawa senza la sua ragazza. Gli
dissero che Junko non era ancora arrivata e sbuffando come un toro decise di
tornare da Kogure, per mangiare con lui, Ryota e Ayako. Più o meno mezz'ora
più tardi, a trenta minuti dall'inizio degli allenamenti di tutti i club, Haruko
stava camminando tranquilla nel cortile col bento fra le grinfie da portare ad
Hana, visto che mangiava come un bufalo, quando trovò le sue due amiche
decerebrate attaccate dietro un albero, con gli occhi tremolanti e piagnucolanti
verso il magazzino degli attrezzi, poco lontano dalla palestra femminile. Le
raggiunse stranita. - Ciao ragazze. Cosa fate?- Quelle due sobbalzarono,
trattenendo a stento un grido. - Oddio...Haruko!- piagnucolò Fuji,
aggrappandosi alla sua gonna - E' successo un casino! Mezz'ora...mezz'ora
fa...ecco, mezz'ora fa la Kotobuki è entrata con la senpai Mihazawa nel
magazzino! Dopo di loro sono entrate altre dieci tizie, fra cui quella stanga
del quarto anno che è stata rimandata!- Haruko ci mise un attimo a
ricollegare tutto, poi sbiancò letteralmente e le cadde il bento di mano. -
Mezz'ora?- esplose l'Akagi - Ma siete impazzite?! Dovevate chiamare qualcuno!-
- Si! Si!- piagnucolò quella deficiente - Ma avevamo paura che
uscissero!- La sorella del Gorilla mancò poco le strozzasse, così le lasciò a
controllare e corse come una disperata fuori dal cortile. Non sapeva dov'erano
Hanamichi e Rukawa e tantomeno sapeva dove si era cacciato suo fratello ma
doveva trovare qualcuno che potesse aiutarla e anche alla svelta. Stava per
correre dall'altra parte della scuola, alla palestra dei ragazzi, quando vide
uscire da una porte di servizio dello Shohoku niente meno che Junko. Stava
attaccata a una bottiglietta e quasi si strozzò con l'acqua quando la Piattola
le arrivò addosso. - Senpai Kanzaki!- sbraitò afferrandola per le spalle e
scuotendola impazzita - Senpai devi aiutarmi!- - Akagi...Akagi calmati!-
Junko se la scollò di dosso, riprendendo fiato - Dio...ma ti sei bevuta il
cervello?- Haruko ignorò le sue parole, sempre più ansiosa - Senpai devi
aiutare Raim! Delle mie amiche l'hanno vista entrare mezz'ora fa dentro il
deposito degli attrezzi con la senpai Mihazawa! Aiutala per favore, fa qualcosa!
Subito dopo hanno visto entrarci anche altre ragazze e non credo siano andate lì
per parlare!- Fu una fortuna se Junko non lasciò andare tutta la
bottiglietta. Raim con la Mihazawa... - Chiama Rukawa e gli altri. Muoviti!-
urlò quasi, prima di scattare via come una scheggia e anche Haruko, dopo un
istante di paura, si rimise a correre come una matta all'ingresso. Chiese di
volata a dei compagni di Hana se l'avessero visto in giro, poi Noma le urlò
dall'altra parte del corridoio che era finito nuovamente in presidenza. Nei
minuti che passarono nessuno seppe dire con esattezza cos'accadde in ordine ma
chi rimase a guardia del deposito degli attrezzi non poté fare altro che
scappare a gambe levate, dopo che una decina di studentesse fuggirono con gli
occhi pesti e i vestiti laceri. A quel punto scapparono anche le due amiche di
Haruko, visto come si stavano mettendo le cose e quando arrivarono gli altri era
troppo tardi. Il magazzino era vuoto. Kaede si guardava attorno ansioso,
proprio come Hisashi e gli altri. Arrivò anche la Kurata e quando furono
tutti presenti in quel deposito non videro altro che attrezzi rotti, accendini,
pesi e mozziconi di sigaretta sparsi ovunque. Tutto era stato buttato
all'aria e c'erano delle gocce di sangue sporadiche, qua e là. - Possibile
che nessuno le abbia viste uscire?- sbottò la Kurata rabbiosa - Accidenti ma
dove sono?- - Adesso provo sul cellulare, calma.- le ordinò Mitsui ma sia il
cellulare di Junko che quello di Raim squillarono a vuoto, quello della Kanzaki
in particolare che Hana trovò gettato per terra, vicino alla porta insieme alla
sua cartella. - Merda...- - D'accordo, dividiamoci e cerchiamole.- sbottò
la Kurata - Non possono essere lontane! Guardate anche nel bagno delle ragazze
se necessario!- - Si, va bene.- annuirono e scattò una ricerca bestiale.
Tutto lo Shohoku venne battuto a zona ma servì a ben poco anche perché dopo una
serie interminabili di corse il capitano della squadra di pallavolo perse quella
sua aria rassicurante e strabiliando Mitsui, Miyagi e gli altri che stavano con
lei varcò la porta della classe di Junko e afferrò l'amica della Mihazawa,
quella Yukino, per il collo e la sbatté al muro senza tante storie. Le fece
sputare il rospo in due secondi, lasciandole un altro occhio nero ma non prima
di una minaccia tale che riuscì a preoccupare perfino un ragazzo con la dovuta
esperienza alle spalle come Hisashi. Bene, a quanto la stronza aveva detto,
la Kanzaki era entrata e aveva fatto un massacro quando aveva visto Raim
sommersa da dieci vigliacche tutte insieme. Sentito quello Kaede dovette
uscire per forza da quell'aula o avrebbe alzato le mani su delle donne e non era
saggio, per quanto avesse voluto con tutto il cuore e se lo fossero anche
meritato. Sapeva che la Kanzaki aveva i suoi conti da sistemare e pregò per
lei che avesse finito la sua parte una volta arrivato lui perché se avesse preso
quella tizia fra le grinfie prima della fine della giornata non ne sarebbe
uscita viva. Fece per uscire da scuola, gli serviva dell'aria...gli serviva
respirare. Per un attimo rimase a capo chino, in mezzo al cortile del liceo
con una strana sensazione in testa. Possibile che quella matte arrivassero a
tanto per...lui? Lui che neanche conoscevano? Non le aveva mai degnate di uno
sguardo, era sempre stato gelido e scostante, quasi cattivo
nell'ignorarle. Avrebbe dovuto fare le sue scuse alla senpai ma prima doveva
trovare Raim. Stava per riattaccarsi al cellulare quando squillò prima che
potesse aprirlo. Vide il numero della sua rossa e rispose subito, quasi
investendola con rabbia. - Ma si può sapere dove sei?- le urlò sgomento -
Raim parla! Che diavolo t'è passato per la testa? Dove sei?- Non ricevette
risposta. Sentì solo un gemito e quel suono gli ghiacciò il sangue. -
Raim...- alitò tremando all'improvviso - Raim, dove sei?- Gli arrivò un altro
gemito, seguito poi da un singhiozzo appena percettibile e stavolta perse il
lume della ragione. Le era capitato qualcosa di grave. - Raim dimmi dove
sei!- la pregò allora, disperato. La voce della sua rossa gli giunse
spezzata, frammentata da gemiti, lacrime e singhiozzi straziati. - La...la
nostra palestra...- sussurrò Raim al telefono - Aiutami...- Non stette a
sentire altro e non chiamò nessuno, conscio che stavolta le ragazze non se
l'erano cavata con qualche livido ma lei...no, non Raim. Non le aveva mai
sentito quel tono, quella supplica nella voce. Era spaventata.
Terrorizzata. Quando aprì la palestra femminile la trovò vuota ma sul
pavimento c'erano segni di terriccio e delle piccole gocce di sangue. Le seguì
col cuore in gola fin dentro agli spogliatoi e fu lì che la trovò. Appoggiata
a un armadietto, coperta di graffi, lividi e ferite...e una gamba ridotta in
stato talmente pietoso che per un attimo e inconsciamente si ritrovò a pensare
che non l'avrebbe più vista camminare.
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Capitolo 17 *** Il Rogo della Vanità ***
Questo, a casa mia, viene definito un
trauma-capitolo. Voglio comunque ringraziare i nuovi recensori airis, scorpyon e
Kayra. E anche i vecchi, siete tutti gentilissimi. Un grosso bacione anche a
Claheaven. Leggete e cercate di non spararmi poi, grazie, perchè nel prossimo
avrete finalmente il sangue che volete!
Le quattro di pomeriggio. Due ore e nessuno gli aveva
ancora detto niente. Quell'attesa snervante lo uccideva...si sentiva quasi
come tanto tempo prima, quando nessuno osava dirgli ancora che i suoi genitori
erano morti, ma lui era riuscito a leggerlo negli occhi di tutti. E ora
nessuno gli stava dicendo niente di Raim. Avrebbe voluto gridare e piangere,
magari anche pestare i piedi come un bambino. Se ne stava lì impalato in
mezzo a quello stupido corridoio, fra gente che andava e veniva incurante degli
altri, in quel posto asettico che sapeva di disinfettante e di pianti. E Raim
stava in una stanza lontana da lui, probabilmente attorniata da medici che si
chiedevano cosa fosse successo a quella ragazza per ridurla in quello
stato. Sentì una presenza vicino ma non alzò neanche gli occhi, troppo perso
nel suo dolore. - Kaede?...Kaede?- Una piccola mano gli sfiorò la spalla e
si ritrasse debolmente, serrando i denti. - Tesoro, i medici hanno finito di
visitare Raim.- Sentendosi chiamare di nuovo così si volse e mise finalmente
a fuoco la madre del do'aho. - Stai bene?- La signora Kana gli passò le
mani sulla faccia, sentendogli poi la fronte. Non aveva la febbre ma era
addirittura troppo tiepido. Il riscaldamento in ospedale era alto e lui era
arrivato al Seirin correndo come un matto sulla moto, portando con sé Kirara
ridotta in quello stato. Riuscì a trovare la forza per annuire, anche se
avrebbe voluto buttarsi per terra e urlare. Si, voleva sparire. - Cosa sta
lei?- alitò a bassa voce, mentre la madre di Hanamichi lo faceva sedere quasi a
forza su una poltrona. Gli prese un caffè e solo dopo che l'ebbe bevuto gli
disse tutta la situazione e dentro di lui scatenò proprio ciò che aveva temuto.
Lo stesso dolore che aveva provato per i suoi, si stava insinuando di nuovo
nella sua testa. Nel suo cuore. - Ha riportato gravi lesioni alla gamba
sinistra.- gli disse la signora Kana - Qualunque cosa l'abbia colpita le ha
causato gravi danni. Non è stato toccato il menisco ma quel ginocchio dovrà
restare assolutamente immobile per un mese. Inoltre ha una ferita profonda da
lama sulla scapola...Kaede...ma chi è stato?- Lui tacque, serrando i
pugni. Chi...era stato a farle una cosa del genere? Se lo chiedeva anche
lui. La sua Raim aveva tagli di coltello sulla schiena... - Le abbiamo anche
ingessato il braccio dove portava il tutore.- continuò la donna - L'osso non è
rotto ma quelle micro fratture si sono triplicate e onde evitare altri guai
abbiamo preferito ingessarle il polso. Per il resto ha abrasioni sull'addome,
sulla schiena e dei graffi sul viso. In tutto ci vorranno più di quaranta giorni
perché i lividi e le ferite possano guarire.- Se non fosse stato seduto
probabilmente le sue gambe non l'avrebbero retto. Si lasciò andare la testa
fra le mani, cercando di riprendere il controllo. Doveva cercare di calmarsi o
avrebbe spaccato tutto. No, no non ce la faceva. - Devo chiamare qualcuno?-
sussurrò la signora Kana. - Avete avvisato i genitori di Raim?- alitò. -
Si, suo padre è in viaggio. Fra qualche minuto arriverà la sua
matrigna.- Arrivò dopo un'ora. Kaede stava fuori dalla porta vetro della
stanza di Raim. Se ne stava lì, stesa in quel letto, pallida come un
cadavere, incosciente. Dormiva e si lamentava, avvolta in tutte quelle
bende. Sul volto un'espressione di dolore che portò Rukawa a pregare di non
vedere mai più. E poi i tacchi a spillo di quella donna orrenda ticchettarono
fino a lui, che sollevò appena su di lei uno sguardo gelido. Alta, troppo bella
per la sua età e troppo altera. Coi suoi occhi crudi e arcigni fissò la sua
figliastra, scoccando poi un'occhiata incurante al volpino. - Non intendo
occuparmi di lei.- sentenziò senza neanche presentarsi, stringendosi la sua
borsa griffata sotto al braccio - Sei il suo ragazzo? Bene, te la lascio. Non ho
tempo da perdere con quella palla al piede.- Lui di certo non si aspettato
preamboli ma tanta indifferenza gli fece ribollire il sangue. Ma cosa si
aspettava? Niente. In fondo non si era aspettato proprio niente. - Dov'è suo
padre?- sibilò alzando la voce appena percettibilmente. - Via per lavoro.
Torna fra quattro giorni.- replicò quella acidamente - E mi deve portare in
viaggio con lui, quindi gradirei non subire intromissioni per questa ridicola
faccenda.- Ridicola? Kaede riportò gli occhi bluastri su Raim, senza
sentire più nulla. Non c'era un essere umano al suo fianco. Quella donna era
già diventata polvere. - Se ne vada.- La madre di Soichiro Shoji arricciò
il naso, sprezzante. - Se non altro ne ha trovato uno che dimostra di avere
la lingua.- ribatté sarcastica, dandogli le spalle - Spero che tu sappia usarla
bene ragazzo mio.- Si girò furibondo con la seria intenzione di attaccarla al
muro ma la madre di Hanamichi riapparve in corridoio e dovette di nuovo
contenere tutta la sua rabbia. Lasciò che quella serpe strisciasse via, poi il
buio lo riavvolse. Raim. C'era solo Raim. Non riusciva più a staccarsi da
quella porta. - Kaede...ho parlato col padre di Kirara. È terrorizzato,
sembra che voglia mollare tutto e tornare seduta stante.- gli disse la signora
Kana con sguardo triste - Le condizioni della tua amica ora sono stabili. In
teoria potrebbe andarsene appena si sveglia ma deve essere seguita giorno e
notte.- - Lei abita da sola.- sussurrò il volpino, come in trans. - Lo
so.- annuì la donna - Ma cercheremo di trovare una soluzione.- Si, lui
l'aveva già trovata la soluzione al problema. Guardò la madre di Hana, poi di
nuovo Raim...infine si avviò alla porta d'ingresso. Doveva tornare a scuola.
Prima che la sua rossa avesse riaperto gli occhi, c'era una cosa che andava
ancora sistemata.
Allo Shohoku in pochi giravano ancora nei corridoi
interni e regnava un silenzio quasi innaturale. La squadra di pallavolo era
raccolta al secondo piano, poco lontano dai bagni femminili. Con la Kurata,
Nanaka e le altre c'erano Mitsui e Hanamichi. Gli altri erano disperatamente
attaccati al telefono, per sapere di Raim. Quando Rukawa tornò a bordo della
moto, tutti si precipitarono alle finestre e quando li raggiunse al loro piano
lo sommersero di domande, per poi zittirsi. Quello sguardo fece capire a più
di una persona che non voleva sentire un fiato. Solo Hana si azzardò a
chiedergli come stava Raim. - E' in ospedale.- sibilò il moro - Non guarirà
prima di quaranta giorni.- e quello fu tutto quello che disse. Passò davanti
alla Kurata, osservando la porta del bagno. Capì che la responsabile di tutto
era là dentro. - Junko è lì.- gli sussurrò Ayako, seduta a terra con Miyagi e
gli altri. - Aspetta prima di entrare, è un consiglio.- mormorò anche la
Kurata. - Cos'è successo alle altre che erano con la Mihazawa?- Quella
domanda non era da lui ma Hana fissò Rukawa a lungo, per poi capire che non
sarebbe servito a niente questa volta cercare di fermarlo. - La Kanzaki ne ha
mandate cinque all'ospedale.- lo informò serio - Tre se la sono filata, due sono
in infermeria.- - E la Mihazawa è dentro con Junko.- finì Mitsui che non
riusciva a scollare gli occhi da quella porta, come se scrutandola potesse
capire come stesse la sua ragazza. Kaede non attese oltre. Andò dritto
alla porta, sentendosi addosso gli occhi di tutti, specialmente quelli di Hana e
Akagi. Avevano paura facesse un casino. Bene, erano saggi. Spinse
delicatamente quello stipite ed entrò nel bagno, guardandosi appena
attorno. Spostando lo sguardo alla sua sinistra, trovò Junko Kanzaki
appoggiata al muro con tutto il corpo. Anche lei lo guardò senza però vederlo
realmente... La gonna tagliata e macchiata di sangue come la giacca della
divisa, un taglio sulla fronte, le nocche escoriate, dei graffi sul collo, un
labbro spaccato. Ma ora sembrava libera. Libera da un demone. La ragazza
distolse subito il viso da lui, riportandolo dritto davanti a sé. Harumi
Mihazawa era inginocchiata in mezzo al bagno, fra le varie porte, col capo chino
da cui la volpe vide cadere alcune gocce di sangue. Non si reggeva in
piedi. - Hai finito?- chiese quasi retoricamente alla Kanzaki. Junko
tacque a lungo, continuando a fissare quella che un tempo aveva considerato
quasi una sorella. Anche la Mihazawa sollevò il volto coperto di lividi...e
con occhi vitrei, quasi irriconoscibili, vide Junko Kanzaki darle
definitivamente le spalle. Riabbassò la testa, sogghignando istericamente per
non vederla andar via. - Si, qua ho finito.- Junko andò alla porta, poggiando
la mano arrossata sulla maniglia - Sta attento.- e dopo di che
uscì. Silenzio. L'unico suono erano i gemiti frammentati della studentessa
del quarto anno, ancora inginocchiata a terra. Rukawa la guardava...e non
vedeva altro che qualcosa di totalmente estraneo alla sua vita. Eppure lei e
altre erano riuscite a porre un controllo sulla sua libertà. Avanzò lento,
fermandosi davanti a lei con le mani in tasca. - Guardami.- Harumi
Mihazawa sogghignò ancora, cominciando a ridere a bassa voce coi lunghi capelli
che le ricadevano addosso. - Guardami.- Stavolta l'ordine riecheggiò come
un sibilo e la ragazza sollevò il viso, ipnotizzata. Kaede si era abbassato,
inginocchiandosi per arrivare alla sua altezza. Più la scrutava e più non
capiva. Ma non gl'interessava farlo. Quella ragazza sembrava solo un
giocattolo rotto...senz'anima, senza vita. - Avvisa chi devi.- scandì roco,
molto lentamente, quasi per trattenere quella bestia che stava lottando per
uscire dalle stesse catene che si era imposto - Perché se accadrà una seconda
volta una cosa simile, tu sarai la prima che verrò a cercare e non mi chiederò
se sei o meno colpevole. Se accadrà una seconda volta tu hai finito di
vivere.- La Mihazawa non rispose. La situazione era surreale. Lei quasi
priva di vita, lui a minacciare seriamente di morte qualcuno che non aveva mai
neanche notato. Rukawa si rialzò, già lontano mille miglia. Voleva
tornare da Raim. - Ricordatelo.- le ridisse, arrivato alla porta - Se succede
ancora qualcosa a Kirara, tu sei finita.- La porta sbatté alle sue spalle e
tornò il silenzio.
Negli spogliatoi della palestra, Junko Kanzaki si pulì
il sangue dalla bocca e si bagnò il viso, nascondendo una smorfia leggera dopo
essersi toccata lo zigomo. Senza alzare gli occhi sullo specchio, dove si
rifletteva l'immagine di Naomi Kurata e di Mitsui, si guardò la mano destra. Il
dito indice si era ingrossato, rosso e gonfio. - Si è insaccato.- sibilò a
bassa voce. - E' un problema?- le chiese il suo capitano. - No.- rispose
vacua - Schiaccerò con la sinistra.- Naomi non intendeva quello ma sorrise
mestamente, abbassando la testa. Ce l'aveva fatta finalmente. Ora se la
guardava non le vedeva più quell'ombra negli occhi. Non c'era più quell'aria
cupa e triste al tempo stesso che l'abbracciava. - Vado a chiedere di Raim.-
aggiunse allora, riprendendosi - Vi lascio da soli.- Quando lo furono
davvero, Junko si appoggiò di peso al lavandino cercando di controllare la
situazione in generale. Le facevano male le costole e la schiena ma nel
complesso non avrebbe potuto lamentarsi. Non si era mai sentita tanto
leggera. Quel peso...quel peso finalmente era sparito. E non era stato per la
regolazione dei conti con la violenza. Ma per quell'aria totalmente vuota
della sua avversaria. Vuota e senz'anima. Quasi inumana. Un fazzoletto
inzuppato arrivò a tamponarle il sangue che le sgorgava dal labbro inferiore e
Hisashi cercò di essere più delicato possibile. Era finita finalmente. Quasi non
ci credeva. - Junko...- Lei puntò gli occhi dritti nei suoi. - Non ti
azzardare mai più a farmi preoccupare in questo modo.- La guardia le passò
una mano alla vita, tirandola contro di lui. - E non ti azzardare mai più a
farmi una cosa simile.- concluse, serio come mai lo era stato. Quando l'aveva
vista uscire da quel bagno si era sentito gelare...e lei l'aveva sorpassato,
evitando la sua presenza. Sapeva che non l'aveva fatto per ignorarlo, sapeva
quanto era orgogliosa, sapeva che sarebbe morta piuttosto che farsi vedere
debole in sua presenza ma lui questo non poteva più accettarlo. E lei l'aveva
capito solo leggendoglielo in volto. Ora poteva promettergli quello che
voleva, ora poteva permettersi di farlo. Si lasciò andare contro di lui,
appoggiando la fronte al suo mento e stringendogli forte le mani sulla
giacca. Avrebbe avuto voglia di sfogarsi ma ancora non se la sentiva anche se
non si era mai sentita tanto vicina a lui. Hisashi le prese la mano destra,
osservandole le dita e le nocche. Possibile che fosse andato a mettersi
insieme proprio all'unica donna che poteva farlo sentire tanto indifeso? -
Hisa...- Lui rimase con il viso affondato nei suoi capelli, stringendola più
forte. - Si?- Junko deglutì varie volte, prima di ritrovare il fiato. -
Credo...credo di amarti.-
- Per favore...- La voce di Hanamichi per
una volta non era venata di rabbia rivolta a quella particolare persona ma solo
di una pacata preoccupazione. - Per favore Kit, calmati...- Hana lo seguiva a
passo lento verso i parcheggi - Dove vai adesso?- - In ospedale.- ringhiò
Rukawa fra i denti, saltando sulla Honda e ficcandosi il casco sulla testa - Poi
torno a casa. E non dirmi che non è colpa mia perché ti rompo i denti!- Il
rossino stranamente all'insulto non fece una piega, cacciandosi le mani in
tasca. Anche la volpe lo guardò e sbollì immediatamente. Staccò le mani
dalla frizione, cercando di recuperare il controllo ma come già prima
all'ospedale proprio non ci riusciva. Non sapeva, non avrebbe mai potuto
immaginare che Raim fosse finita in una rissa per colpa sua. E ricordava il
giorno in cui le aveva detto che lei, entrando nella sua vita, gli aveva portato
via la sua pace. Era vero. Se non l'avesse mai conosciuta, se non fosse mai
entrato in contatto con lei, lui ora sarebbe stato quello di sempre, concentrato
sul suo unico amore che era il basket, senza problemi, senza un solo guaio al
mondo. Concentrato su se stesso, Kaede e basta. Ma non poteva cambiare le
cose. Quella responsabilità voleva prendersela, nonostante odiasse il solo
pensiero che la sua vita ormai stava cambiando. Stava per voltare pagina. Odiava
quel pensiero e insieme uno strano senso di eccitazione lo pervadeva. La
rabbia lentamente scemava, ululava di meno. C'era solo Raim ora. Doveva
pensare a lei quella notte. Il resto avrebbe aspettato. - Se hai bisogno
chiama.- gli disse Hanamichi, allontanandosi di qualche passo - E non fare
stronzate prima di domani sera capito? In campo sarai inutile ma non è giusto
che mi togli il divertimento.- Rukawa nascose un ghigno infilandosi il
casco. - Torna ad allenarti mezza sega.- - Altrettanto, impotente.- rise
il rossino - E chiamami appena ti diranno qualcosa di più su Raim. Io e i
ragazzi passiamo questa sera prima di cena.- Due minuti più tardi il volpino
correva di nuovo per le strade di Kanagawa, diretto al Seirin ma giunto in
ospedale verso le sei ebbe una brutta sorpresa. Trovò la camera di Raim vuota e
con un brutto presentimento corse verso gli uffici dei due primari del pronto
soccorso. La signora Kana stava parlando con un suo collega e quando lo vide
scattò subito in piedi, evidentemente sapendo che prima o poi sarebbe
tornato. - Si può sapere dov'è finita?- sbottò il numero 11 dello Shohoku
senza preamboli. - Kaede calmati.- la donna scoccò un'occhiataccia alle
infermiere che si voltavano a guardarli, intimando loro di pensare alle loro
grane, per poi tornare a Rukawa - Kirara si è svegliata quasi subito, dopo che
te ne sei andata. Ha avuto una specie di crisi e ha chiamato suo padre perché
voleva assolutamente andarsene da qui. Ho cercato di dissuaderlo a darle il
permesso ma lei ha continuato a urlare e alla fine è tornata quella donna...la
sua matrigna, che le ha firmato l'uscita e l'ha riportata a casa sua.- -
Quindi ora è sola?!- era sconvolto - E' sola a casa?- - No, c'è una sua
vicina con lei anche se non so cosa possa fare.- gli spiegò la madre del do'aho
- Ha bisogno di immobilità e di essere seguita costantemente, di qualcuno che le
cambi le medicazioni e che controlli un'eventuale febbre da infezione. Il suo
fisico è molto debilitato, avrebbe dovuto pensarci due volte prima quell'essere
odioso prima di firmarle il permesso di uscita ma non ha voluto darmi
retta.- Si fissarono un attimo e alla madre di Hana bastò un secondo per
capire cos'aveva in mente. Fortunatamente non gli fece domande imbarazzanti
ma lo trascinò di nuovo nel suo studio, gli scrisse una ricetta con una mezza
dozzina di medicine e integratori e lo lasciò andare. Ora aveva fretta, molto
fretta. Pensando che la vicina sarebbe rimasta almeno fin dopo cena, Rukawa
corse con un pazzo per due farmacie, poi tornò a casa che erano ormai quasi le
otto passate. Mandò giù qualcosa riuscendo quasi a non strozzarsi e mentre
saliva di sopra iniziò a squillargli anche il cellulare. In quel delirio,
parlando con un'Ayako disperata perché Raim non era in ospedale, Kaede riuscì a
tirare fuori un borsone e a ficcarci dentro un po' di vestiti e la sua divisa
per la partita, tutto questo svestendosi anche per fare una doccia. Sotto
l'acqua il telefono di casa gli squillò una ventina di volte e rispose solo
quando uscì dal box tutto bagnato come un pulcino e con l'incazzatura alle
stelle. Chi era? Suo cugino Kenjin. Lo mandò al diavolo senza neanche
farlo parlare, poi tornò ad asciugarsi velocemente e a imprecare contro Raim e
la sua testardaggine. L'avrebbe uccisa quella stupida ragazzina! Dopo che
l'aveva fatto morire di paura, che gli aveva fatto minacciare di morte una
perfetta sconosciuta e che gli aveva scatenato una sorta di tempesta ormonale,
si permetteva anche di andarsene dall'ospedale in quelle condizioni! Stavolta
lo sentiva davvero. Ma non si sarebbe fatto mandare via. Sarebbe andato da
lei...e poi ci avrebbe pensato. Non era particolarmente sicuro di ciò che
stava facendo, anzi...non si era mai sentito tanto in bilico in vita sua ma era
talmente in trans al solo pensiero della sua rossa che praticamente uscì di casa
lasciando una luce accesa. Non se ne accorse e uscì dal retro, ripescando la
Honda e chiudendo il garage. Andando via per una strada secondaria non ebbe
modo di guardarsi attorno...e neanche chi voleva braccarlo perché grazie a
quella luce rimasta accesa, quella notte Kaede Rukawa si salvò forse la
vita. Attraversando di nuovo mezza città non vedeva quasi i semafori, i
segnali stradali. Pensava solo ad arrivare alla spiaggia. Pensava solo ad
arrivare da lei.
Unghie quadrate, alcune spezzate, tamburellavano
lentamente sul bianco bancone di una cucina. Dalla finestra aperta entrava
un'aria troppo fredda ma Raim non sentiva, non vedeva. Giocava con le unghie,
ticchettando sul tavolo, mentre con braccio era stata su di esso, il capo sulla
spalla. E gli occhi, incredibilmente lontani e senza vita. Non ricordava
più neanche cos'aveva provato prima che subentrasse tutto quel dolore
fisico. Sapeva solo che l'orologio aveva battuto le dieci, che fuori c'erano
le stelle...e che il suo ginocchio era viola, coperto di tagli e abrasioni.
Sapeva che sulla sua schiena erano stati messi dei punti. Sapeva che non
muoveva bene le dita che suonava quasi sul tavolo, perché le avevano ingessato
il polso. Ricordava delle grida in ospedale, ricordava quell'odore orribile
di disinfettante... E se lo sentiva ancora addosso... Sentiva un forte
dolore al collo, al viso...alle costole, allo stomaco. Non c'era una parte di
lei non che la stesse divorando lentamente. "Ma brava...e così state insieme
eh?" Rise, anche se non piegò le labbra. Risentiva ancora quella
domanda...ridicola, così ridicola. Kaede Rukawa...lui, insieme a
lei. Ghignò ancora, con gli occhi che s'inumidivano. Si, si!, avrebbe
voluto gridare. Avrebbe voluto rispondere a quei colpi con quella consapevolezza
almeno. Invece dopo che le era stata imposta quella domanda, non era quasi
riuscita a muovere più un muscolo. Lui. Tutto di lui le era tornato in
mente. Aveva rivisto i suoi occhi blu, cupi e sempre così lontani a guardare
un qualcosa che gli altri non potevano vedere. Freddi, distanti, quasi
indifferenti. Occhi chiusi dentro una gabbia che non lasciavano trasparire
niente. I suoi capelli, così neri. Le sue mani...bianche e tiepide, eppure
forti. Aveva ricordato la sua stretta, quella notte al campetto sotto i
lampioni. Aveva ricordato com'era stato svegliarsi abbracciata a lui. Il
sapere dei suoi baci, delle sue carezze. Il desiderio e la voglia di fare
l'amore. "Lui non è tuo!" Era vero. Lui non apparteneva a nessuno. Lui
che amava solo il suo silenzio e il basket, lui che si animava solo giocando,
solo correndo, dimostrando di essere il migliore, spazzando via uno per uno
quelli che si mettevano sulla sua strada. Lui, che non guardava oltre chi gli
si piantava davanti. Lui, che prendeva in considerazione solo chi lo
provocava. Lui che l'aveva allontanata. "Lui non è tuo!" Si, era
vero. All'improvviso una lacrima le rigò una guancia. Quel pomeriggio
Kaede era arrivato a prenderla, nascosta in palestra. Non sapeva perché...ma
non ricordava più ciò che le aveva detto. A malapena sapeva che era stato lui a
portarla all'ospedale, rischiando di uccidersi con la moto. Quegli
occhi...erano sgranati. Era riuscita a farlo
preoccupare. Incredibile. "Lui non è tuo!" No, non lo era.
Perché lui sarebbe sempre appartenuto solo a se stesso. Non sarebbe mai stato
suo, né di nessun'altra. Girò il bicchiere su un fianco, cominciando a
giocarci in modo energico, dondolandolo. Tutto a pezzi...tutto era andato a
pezzi. Il bicchiere le scivolò, rotolando dritto fino al bordo del bancone.
Cadde. Andò in frantumi. Il suono cantilenante delle schegge sparse ovunque
la fece rannicchiare ancora di più su se stessa. Intanto, la porta di casa si
aprì proprio in quel momento. Raim neanche si voltò a vedere, pensando alla
vicina, ma quando i passi si fecero più nitidi capì che non erano di una donna.
Li conosceva quei passi e conosceva quel particolare rumore. La suola di
gomma delle scarpe da ginnastica sfregava contro il parquet di legno. Eikichi
Takeru entrò tranquillamente nel corridoio, avendo trovato la porta
aperta. Raggiunse il salotto ma trovò solo la televisione accesa. Fece il
giro e la trovò in cucina. Ci mise un attimo prima di accorgersi delle sue
condizioni. La vedeva solo appoggiata sul braccio, distesa sul bancone...e un
bicchiere a terra fatto a pezzi. Vide il suo gesso, i suoi mille lividi, i
tagli, quel ginocchio... Takeru ficcò le mani in tasca, appoggiandosi alla
parete. Schioccò leggermente la lingua, corrucciando anche la fronte. -
Cos'è successo?- Raim rimase immobile, estranea. - Hai fatto a botte
contro uno squadrone di yankee Kirara?- La rossa continuò a stare ferma e lui
non se la prese. Abbassò il capo con un ghigno, poggiando il piede contro il
muro. - Quel ginocchio è ridotto male. Entro quanto guarirai?- Di nuovo
non ottenne da lei nessuna reazione, così senza perdere la calma la raggiunse,
s'inginocchiò a terra e cominciò a raccogliere le schegge del bicchiere rotto,
buttandole tutte nella spazzatura. - Cosa sei venuto a fare?- Takeru
sorrise, chiudendo appena le finestre. - Per parlare e non solo quello. Ma a
quanto pare non sei nelle condizioni per sostenere una discussione con
me.- Raim roteò finalmente le pupille immobili su di lui. Lo fissò solo
per un istante, per tornare a ignorarlo. - Vattene Eikichi. Non abbiamo più
niente da dirci.- - No? Secondo me abbiamo parecchio di cui parlare.- rispose
il playmaker dello Shikuda, appoggiandosi coi fianchi al mobile della cucina,
per vederla seduta di schiena contro il bancone - A cominciare da ciò che è
successo mesi fa.- - Cosa vuoi farmi? Le tue scuse?- ironizzò la rossa,
ghignando amaramente - Non farmi ridere.- - Non era quello che volevo farti
del male.- - No, volevi solo spaccare il ginocchio a Rukawa.- sibilò allora,
mettendosi faticosamente dritta con la schiena, gemendo a più non posso - E
Soichiro...ha ridotto Mitsui in uno stato pietoso...- lo trapassò con
un'occhiata di fuoco e sprezzo - Voi siete pazzi...siete pazzi!- ringhiò - Ciò
che vi è successo dopo ve lo siete meritato! Hanamichi ci è andato ancora
leggero!- - E il tuo amichetto?- Takeru rise con altrettanta arroganza -
Rukawa era bello incazzato...- - Gli hai quasi cavato un occhio...- Raim
faticava a contenere la rabbia e la fatica che questo comportava, viste le sue
condizioni - Domani sera avete anche l'amichevole...Eikichi, che hai in mente?
Non ti azzardare a fare del male ai ragazzi!- - Mitsui ha spaccato la
mandibola a Soichiro, lo sapevi?- le chiese Takeru, pacato. - Devo
dispiacermi?- rispose serafica, soffrendo come un cane, visto che anche stare
seduta la uccideva. - C'è andato un mese e mezzo prima che si riprendesse.
Inoltre Rukawa e Sakuragi mi hanno fatto incazzare.- - Continuo a non capire
dove vuoi arrivare.- - Kirara...- il giocatore sogghignò - Ormai è una
questione personale con quelli.- - Solo perché sono gli unici che non
vogliono abbassare la testa davanti ai vostri pugni?- sibilò - Sei impazzito per
caso? Eikichi vuoi finire di nuovo nei guai? Avete di nuovo anche minacciato
Kinoshita, vero?- - E che ci va...- ridacchiò il ragazzo, passandosi una mano
fra i capelli - Quello va a puttane ogni notte e il comportamento che la lega
sportiva prevede non è proprio questo per un arbitro. Abbiamo le foto in mano,
quindi può aiutarci ad arrivare prima dove vogliamo.- - Si, la galera.-
ringhiò la padrona di casa - Non ve la caverete bene stavolta, credimi.- -
Invece domani sono sicuro che mi divertirò.- rise il playmaker, facendo il giro
del bancone per guardarla finalmente in faccia - Ma non sono qua per parlare di
quel branco di bastardi, Kirara.- - Smettila di chiamarmi così.- Takeru
sorrise sinistro, passando gli occhi sul suo volto arrossato in più
punti. Allungò una mano, sfiorandogli una guancia. Lì si fermò, anche se si
avvicinava sempre di più. - Non toccarmi.- - Lo sto già facendo.- -
Eikichi...- Raim si staccò bruscamente, emettendo un lamento per il colpo alla
schiena dato dalla sedia - Vattene, lasciami sola! Non lo vedi? Eh? Vatti a
divertire altrove, ne troverai di cretine che vogliono commettere un madornale
errore venendo a letto con te!- - Tu no però, vero?- insinuò malizioso,
sempre più vicino - Non mi hanno mai detto no.- - Non sarò la prima e neanche
l'ultima.- replicò distrutta - Vattene, non lo capisci che non serve a niente?
Dovrò restare immobile per quasi due mesi, sono ridotta in maniera pietosa e non
posso pensare di farmi neanche sfiorare da te, chiaro?- - E già.- lui incassò
tranquillo - Prima Sota...e adesso chi? Fammi indovinare...Rukawa!- Di nuovo.
Raim si appoggiò al gomito sano, cominciando a scuotere il capo. Le forze le
venivano meno, aveva la nausea, la schiena le faceva un male atroce e doveva
prendere degli antidolorifici. Credeva anche di avere la febbre. - Allora?-
la incalzò Takeru, facendosi collerico - Ti scopi quel bastardo o no?- -
No.- - Non dirmi balle!- urlò il playmaker ma poi tacque di botto, quando
Raim con uno scatto durissimo rovesciò a terra tutto ciò che c'era sulla tavola.
Un piatto e altri due bicchieri andarono in pezzi, giornali sparsi, un cellulare
si aprì in due, il telefono di casa cominciò a mandare il segnale di
occupato... La rossa rialzò piano il viso, fissandolo con gli occhi verdi
contratti. "Lui non è tuo!" Risentiva quella frase nella testa...la
risentiva come una dannata cantilena. Lo stava trapassando con quella sua
occhiata colma di odio e Takeru istintivamente la lasciò andare, mentre lei si
metteva in piedi, aggrappandosi con tutte le sue forze al tavolo. Sapeva che
avrebbe ceduto, che quell'unica gamba non l'avrebbe retta ma non le
importava. - Kirara...- il giocatore la osservava traballare, così allungò le
braccia per sorreggerla ma lei si fece di nuovo istintivamente indietro...e
stavolta cadde. Crollò seduta a terra, picchiando la schiena contro il mobile
della cucina e cacciò un grido terribile, col ginocchio malandato piegato contro
il petto. Digrignava i denti così forte che forse se li sarebbe
spezzati...intanto sulla schiena uno dei tagli cominciò di nuovo a sanguinare
sotto le fasciature. E cominciò a tremare, a tremare così forte che tutto di
oscurò per un attimo. Un attimo in cui non riuscì a sentire gli altri passi
che stavano invadendo casa sua. Poi la sua voce...la sua voce le ferì
l'orecchio. E pianse, pianse silenziosamente. Rukawa aveva varcato la cucina
con la sua falcata sprezzante e prima ancora che Takeru l'avesse sentito
arrivare, era stato afferrato per la nuca e sbattuto contro al muro. Picchiò
forte il cranio, vedendo la stanza di mille colori mentre il volpino si guardava
appena brevemente attorno. Vide Raim in quelle condizioni...poi tornò a
stringere le mani addosso a quel verme. - Ci rivediamo.- fece Takeru con voce
soave - Salve eroe...come va l'occhio eh?- Gli arrivò una violenta
ginocchiata nello stomaco che però non gli fece perdere il ghigno. Lì
schiacciato contro alla parete aveva una voglia tale di massacrarlo che Rukawa
temeva di esplodere. Quel giorno era la seconda volta che provava il
desiderio di far davvero del male a qualcuno. E voleva farlo a pezzi quel
bastardo, voleva massacrarlo. - Non avvicinarti più a lei.- gli sibilò a un
dito dalla bocca - Sono stato chiaro?- - Vaffanculo Rukawa!- rispose l'altro
ma si prese un altro pugno nello stomaco. Gli si mozzò il fiato, poi Kaede lo
risbatté al muro, trattenendolo per il bavero - Mi hai sentito? Non osare più
avvicinarti a lei!- Takeru stavolta ridacchiò, afferrandogli il polso -
Però...quanto siamo dispotici...mi spiace rovinarti la serata bello ma stasera
niente scopata. Ammesso che tu riesca a far qualcosa.- Fu la goccia che fece
traboccare il vaso. Kaede l'afferrò per la testa e gliela fece sbattere di
nuovo con forza contro il muro. Una, due, tre volte. Poi, di colpo, accadde
qualcosa in lui. Raim gli stava alle spalle...e non diceva niente. Non lo
sentiva neanche. Lo lasciò andare immediatamente, Takeru allibito da quella
sua arrendevolezza. - Ci vediamo domani.- gli disse Rukawa a bassa voce -
Vedi di non mancare.- Il capitano della Shikuda assottigliò gli occhi,
pulendosi del sangue dalla bocca. - Domani vi seghiamo le gambe campioni
nazionali.- ringhiò il suo avversario minaccioso - Non ce la farete più ad
andare avanti, credimi bastardo.- - Lo vedremo. E adesso fuori.- ordinò di
nuovo il volpino, sempre più gelido. Sapendo di tirare la corda e sapendo
anche riconoscere quando sfidare uno che difende la sua donna, Takeru gli scoccò
un'ultima occhiata di compatimento e se ne andò. Richiusa a chiave la porta alle
sue spalle, Rukawa tornò in cucina e la trovò esattamente dove l'aveva
lasciata. Con la schiena poggiata ad un mobile, le spalle curve, il capo
chino coi crini rossi che le coprivano gli occhi. Non sapeva cosa fare, era
in panico ma non poteva permettersi indecisioni, così scavalcò il massacro sul
pavimento, fra cocci e altro ancora, e le s'inginocchiò davanti. Dalla felpa
aperta vedeva delle bende spuntarle da una canottiera nera. Tagli, così tanti
tagli...e tutti di quei lividi. Le guardò di nuovo il ginocchio, provando una
rabbia e un dolore immensi. - Va via.- Kaede rialzò il viso su di
lei. - Va via.- ripeté di nuovo Raim a bassa voce - Vattene, lasciami
sola.- - Non puoi stare da sola.- mormorò, senza smettere di guardarla. -
Vattene.- ribatté la rossa di nuovo, senza alzare i toni. - No.- -
Rukawa...non ti voglio vedere. Non voglio sentirti.- Lo odiava. Ormai Kaede
ne era certo. Non voleva neanche sentire la sua presenza attorno a lei. Se
l'era aspettato ma fece comunque un male atroce, insondabile. Un rifiuto
totale, su tutta la linea. - Vai via...vai via, vai via, vai via ...- Raim
cominciò a singhiozzare sempre a testa bassa, cercando di spingerlo lontano con
la mani, ottenendo solo invece di toccarlo per stringerlo con forza - Vattene
via ...vattene via, vai via ...non ti voglio qui!- - Non puoi stare da sola
Raim!- le disse allora disperato, afferrandole con delicatezza il polso
ingessato e quello sano - Non vedi come sei ridotta? Starò qua e...- - E
cosa?!- lo sfidò, sollevando finalmente il viso e gli occhi infuocati, anche se
fradici di lacrime - E cosa Rukawa?!- sbottò con voce arrochita dal dolore - Non
sopporto più quell'aria che mi scarichi addosso solo per salvarti la coscienza!
Datti pace e lasciami stare! Non ti voglio qua e lasciami andare!- ma lui non la
mollò minimamente. Stava piangendo, continuava a piangere...e non sapeva come
fermarla. Veniva voglia di piangere anche a lui. - Raim...- -
No...no...- continuava a scuotere il capo - Vai via, vattene...- - Invece
resterò qua.- sussurrò testardo - Non me ne vado.- - Ah si? E per quanto?-
urlò lei, fuori di sé - Non ho bisogno di qualcun altro che stia un po' con me,
che giochi e poi se ne vada! Non ho bisogno del tuo aiuto Rukawa, non voglio la
tua compassione!- e cercò di nuovo di spingerlo via, dopo avergli aperto gli
occhi - Vattene adesso!- - Non vado da nessuna parte. Non me ne andrò via
neanche dopo che sarai guarita...- La sentì singhiozzare più forte,
scostargli bruscamente le mani dalle sue...e rannicchiarsi, troppo piccola e
troppo fragile. Scosse di nuovo il capo. Non gli credeva. Shiro se n'era
andato, lui l'aveva lasciata...tutti se ne andavano. - Per favore...per
favore Rukawa...vai via.- e si schiacciò le mani sul viso, per
nasconderlo. No, non se ne sarebbe andato. Non se ne sarebbe andato
più. Si protese verso di lei, afferrandole dolcemente le mani...e incontrando
i suoi occhi, capì che non la guardava in faccia da molto tempo. Che idiota.
Provò una nostalgia atroce, qualcosa che gli portò alla gola ciò che veramente
aveva dentro. No, non l'avrebbe più lasciata. - Ti amo
Raim.- Lei, come un automa, lo sentì...ma scosse di nuovo la testa,
agitando le mani che le teneva strette. - No, no...io non ti amo...non ti
voglio!- disse disperata - Vai via...- - Non m'interessa se non mi ami.-
Rukawa la fissò col suo a pezzi, ma comunque disposto a tutto - Starò qua fino a
quando non avrai di nuovo la forza per buttarmi fuori se vorrai...ma io non me
ne vado. Continua a urlare, puoi supplicarmi per tutta la notte anche...ma io
non andrò via da qui. Sto qua con te Raim.- Non seppe dire per quanto
rimasero lì seduti a terra, senza che lei riuscisse a guardarlo in faccia...ma
ricordò perfettamente per quanto pianse. Lui per primo sapeva che non c'era una
soglia per le lacrime. Poteva essere infinita...ma dopo che la si era
passata, non restava più niente. Lui non ne aveva più ma Raim lo faceva stare
male comunque, come mai in vita sua. - Kirara...- la chiamò allora,
riportandola alla realtà. Gli piaceva il suo nome. Lo adorava. Lei lo fissò,
gli occhi rossi, la testa pesante. - Non riesco ad alzarmi...- mormorò,
abbassando il mento e guardando a terra un punto imprecisato. - Ti aiuto io.-
le disse ma lei sollevò la mano, serrando anche le labbra - Non riesco più ad
alzarmi Kaede... non ci riesco più da sola... non riesco più a stare in
piedi...- Chiedeva aiuto alla persona sbagliato allora. Lui non si
rialzava da un sacco di tempo. Da quell'incidente in macchina dei suoi
genitori. Senza una parola si sedette al suo fianco, togliendo di torno tutti
i cocci bastardi che rischiavano di ferirla tempo un secondo ce l'aveva stretta
addosso, avvinghiata a lui, a bagnargli il giaccone... La mano sano gli
stringeva con forza la felpa, l'altro braccio ce l'aveva appoggiato sulla
gamba. E pianse ancora, per tante altre ore... Ma quando Rukawa si rialzò
finalmente, non era solo. Teneva in braccio Raim che dopo tanto tempo si
lasciò andare...e la notte sulla spiaggia passò così. In silenzio. Un
silenzio troppo carico di parole, ma unito in una promessa del mattino
dopo. La fece sdraiare a letto, dopo averle dato le medicine e anche se non
si era mai preso cura di nessuno in vita sua riuscì a farla addormentare. La
guardò a lungo, anche con gli incubi, anche col dolore al ginocchio e alla
schiena che la faceva star male. Ma era lì, era lì con lei. Sdraiato al suo
fianco. Per ora poteva bastare.
Invece, purtroppo, accadde qualcosa
che tolse il sonno a molti quella notte. Erano le cinque di mattina quando a
casa di Atsuishi Rukawa, lo zio di Kaede, squillò il telefono. L'uomo era
fuori città per lavoro, attirato a un convegno con la sua segretaria. La
moglie era dell'amante e Kenjin Rukawa era solo in quella grande villa borghese.
Si svegliò di soprassalto, intontito da quel trillo insistente. Si alzò
dal letto imprecando e grattandosi il capo, mezzo distrutto. Dormiva da
appena tre ore... Andò a rispondere a denti stretti e sempre mezzo
addormentato cercò di capire cosa gli stesse dicendo quella voce sconosciuta.
Gli ci vollero parecchi secondi, poi sgranò gli occhi...e buttò giù la cornetta,
sconvolto. Un secondo dopo era in camera sua, a vestirsi rapidamente e con le
prima cose che gli capitarono a tiro. Non aveva ancora preso la patente,
aveva solo il foglio rosa e anche se non avrebbe dovuto usare la macchina di sua
madre la prese lo stesso, infischiandosene. A bordo accese il cellulare e
cominciò a chiamare furiosamente suo cugino. Kaede non rispondeva. -
Merda!- imprecò il ragazzo, picchiando sul volante. Kanagawa era
addormentata, poche luci e tanti teppisti, ma Kenjin non li notava. Corse
come un matto bruciando tutti i semafori per arrivare al quartiere in cui
abitava suo cugino. C'era un posto di blocco, vicini e persone in
vestaglia...e già da lontano, vide le fiamme di un incendio che si levavano
alte. Divenne ancora più pallido, sgranando gli occhi scuri. Chiamò di nuovo
suo cugino ma per l'ennesima volta non gli rispose nessuno e lì, accostato ai
vigili del fuoco davanti alla villa di Kaede, continuava a chiedersi...se non
fosse rimasto dentro. Parlò a monosillabi coi vicini, col capo dei vigili del
fuoco che gli chiedeva quanti abitassero in quella casa ma nessuno seppe dirgli
se Kaede era stato trovato dentro a quelle lingue di fuoco. Il garage era già
stato spento e vide che mancava la moto. Forse...forse non era stato lì quella
notte. Ricordava che un amico di suo cugino l'aveva avvisato che non sarebbe
stato a casa sua per un po'! Pensando ad Hana non poté fare a meno di
chiamarlo, aveva il suo numero in memoria dopo che l'aveva contattato una decina
di giorni prima. E Hanamichi a casa sua si svegliò nello stesso modo. Di
soprassalto. Lo squillo del telefono a quell'ora di mattina non era mai un
buon presagio e corse a rispondere, sperando che non fosse nulla di grave.
Purtroppo per lui sperò invano. La voce di Kenjin Rukawa gli stava dicendo
qualcosa che non avrebbe potuto immaginare di sentire. La casa di Kaede era
andata a fuoco e lui non rispondeva al telefono. In un secondo gli sfrecciò
nella mente quel volpino che dormiva beato, senza sentire odore di
fumo... Tremò per un lungo momento, poi cercò di ritrovare l'autocontrollo.
Correndo in camera iniziò a vestirsi, buttò giù dal letto tutta la squadra, ben
sapendo che non era da Rukawa lasciare acceso il gas o il ferro da stiro, a
cominciare da Akagi e Ayako. La ragazza si dimostrò subito allarmatissima, idem
per il Gorilla che sembrò catapultarsi letteralmente fuori di casa insieme a sua
sorella. Poi passò subito da Mito, infine in moto con Yohei cominciò a
chiamare tutti gli altri. Mitsui stava chino sulla scrivania a quell'ora, con
Sendoh al suo fianco che guardava fuori dalla finestra mentre Hisashi finiva i
suoi test per l'università quando suonò il telefono. I due si guardarono per
un attimo, stanchi dopo la lunga notte insonne di studio e di frusta visto che
la stella del Ryonan controllava ormai da mesi che quell'incosciente ex teppista
mettesse la testa a posto, ma quando la guardia rispose Akira capì subito che
era successo qualcosa di grave. Quando si ritrovarono tutti alle sei e mezza,
era ormai l'alba. Akira e Hisashi mollarono la macchina praticamente in mezzo
alla strada, nell'ingresso della via di Rukawa e corsero a perdifiato, trovando
la casa della kitsune totalmente annerita. I pompieri stavano spegnendo le
ultime fiamme, i vicini agitavano le braccia preoccupati, gente che strillava
perché l'incendio era dilagato, persone che confabulavano e poi i compagni dello
Shohoku. Quando Mitsui li trovò, seduti in un angolo di un cancello poco
lontano dalla villa del volpino, vide Ayako in lacrime esattamente come Haruko.
Akagi, Miyagi e un altro tizio che non aveva mai visto stavano parlando
animatamente con un vigile, Kogure era con le riserve e Hanamichi era seduto su
un gradino, le mani fasciate e il viso fra le ginocchia. - Ehi gente!- la
guardia arrivò ansando - Dio ma si può sapere cos'è successo? Dov'è
Rukawa?- A quella domanda Haruko scoppiò a piangere più forte, Ayako invece
si ripulì gli occhi come poteva. - Non...non lo sappiamo.- sussurrò,
singhiozzando - I vigili non hanno ancora...trovato niente...- alitò, facendo
impallidire perfino Sendoh -...non sappiano neanche dov'è andato Rukawa. Il suo
cellulare è acceso, ma non risponde... e...- la mora si coprì la bocca -...i
pompieri dicono che una candela vicina a una tenda ha innescato l'incendio...ma
Rukawa non ne usa...inoltre hanno trovato una porta aperta con la
forza...Oddio!- pianse di nuovo, mentre Ryota tornava e l'abbracciava - Non
sappiamo dov'è! Non riusciamo a trovarlo!- - E nessuno ha visto niente?-
sbottò Hisashi furioso. - Verso le quattro uno dei ragazzi che tornava a casa
sua, quei due lì...- disse Kenjin raggiungendoli e indicando due ragazzini
-...ha visto delle moto parcheggiate qua nei dintorni. Non ci ha fatto caso ma
poi si è scatenato l'inferno. Ah, scusate!- aggiunse, vedendo le facce stranite
e confuse dei presenti - Io sono Kenjin Rukawa, il cugino di Kaede.- Lo
Shohoku si sforzò di annuire e ricambiare la cortesia ma gli animi era
terrorizzati. - Ehi...Hana!- Il rossino sollevò gli occhi rossissimi su
Sendoh, che lo guardava preoccupato. - Dio...guarda qua...- gli prese la
faccia fra i palmi - Ma cos'hai fatto? Sei stato troppo vicino al fuoco!- -
Anche le mani, se l'è leggermente ustionate.- lo informò Mito - Niente di grave
comunque.- - Ma che t'è saltato in mente?- sussurrò Akira - Hana, poteva
succederti qualcosa.- Il numero 10 non rispose, tornando a guardare quella
casa annerita. Non sembrava più la stessa. Era andata completamente bruciata.
Sembrava che l'avesse toccata il diavolo in persona. Passò circa un'oretta,
infine all'alba delle sette i pompieri finirono il loro lavoro. In casa non
c'era nessuno. Tutti quanti sospirarono, trattenendo a stento le lacrime.
Hana per primo. In quel momento cominciarono ad arrivare anche altri
giocatori, tutti informati dai compagni: arrivarono Uozumi e Koshino, poi Maki,
Jin e Kyota che erano stati informati direttamente da Sendoh. Tutti quanti
sapevano chi era stato. Tutti. Quella porta scassinata a dimostrarlo. - Mi
sono scordato...- Hana di colpo richiamò all'attenzione di tutti, portandosi
esasperato una mano sulla fronte. - Cosa ti sei scordato?- gli chiese
Kogure. - La kitsune...forse...forse può essere da Raim.- mormorò,
rimettendosi in piedi e tirando su col naso - Provate a chiamarlo da
lei...provate sul telefono di casa però, starà dormendo. Io vado a farmi due
passi..- - Hana.- lo richiamò Mito preoccupato. - Tranquillo.- lo
rassicurò il rosso, alzando una mano fasciata - Ho solo bisogno di
aria.- Akagi lo guardò andarsene con le spalle curve, ben sapendo che in
fondo quel ragazzo era molto sensibile. Non ebbe cuore di sgridarlo per essersi
dimenticato di dove fosse finito il volpino, anche perché si era ustionato le
mani per andare a cercarlo in casa, quasi picchiando i pompieri che avevano
cercato di fermarlo. - Dio, speriamo sia davvero da lei.- mugugnò il Gorilla,
attaccandosi al telefono. Alla casa sulla spiaggia filtrava un debole
sole. Raim aprì lentamente gli occhi, trovandosi a pochi centimetri dal viso
di Rukawa. Non disse nulla e non si mosse. Non ce l'avrebbe fatta
comunque. Ma stava squillando il telefono e a quell'ora non poteva essere
niente di buono. Nella sua camera il letto stava sotto la finestra e su
quella mensola c'era un cordless. Alzò il braccio destro, cercando di arrivarci,
avvertendo comunque delle fitte lancinanti ma alla fine riuscì a sollevare la
cornetta. - Pronto?- mormorò a bassa voce. - Raim!- Akagi trattenne il
fiato - Ti prego scusami, mi spiace per l'ora...ma è successo un casino! Ti
prego...dimmi che Rukawa è lì da te!- La rossa, imbarazzata, scoccò
un'occhiata al volpino che si stava stropicciando il viso. - Si, è qua.-
sussurrò, perplessa - Sta dormendo...sul divano.- aggiunse, come se dovesse
nascondere qualcosa - Ma perché mi hai chiamato a quest'ora? È successo
qualcosa?- Il Gorilla già non le rispose più. Fece un cenno affermativo a
tutti i presenti e la sua la squadra e i più sensibili scoppiarono
definitivamente o sollevati o in lacrime. Fra questi anche Hana, che tornato
dal giro, dette un lungo sospiro e si lasciò coccolare un po' da Mitchy che
sorridendo gli carezzò un po' quel carro armato che aveva al posto del cranio,
confortandolo con parole insolitamente dolci. La rossa intanto sentiva in
sottofondo quel casino e non capiva più nulla. - Takenori...- richiamò
all'ordine il Gorilla - Cosa succede si può sapere?- - Raim...- il capitano
prese tempo - Ecco, è una cosa un po' grave. Siamo tutti davanti alla casa di
Rukawa. O almeno...quello che ne resta.- - Non ti capisco...- la ragazza ora
era spaventata - Cos'è successo?- - Raim...stanotte hanno dato fuoco alla
casa di Rukawa.- La rossa tacque, impallidendo esattamente com'era accaduto a
tutti gli altri. Dopo un solo secondo passò il cordless alla kitsune che
continuando a stropicciarsi gli occhi rispose al telefono, tralasciando il suo
odio verso l'idiota che aveva osato svegliarlo alle sette di mattina. - Hn.-
bofonchiò. - Rukawa!- Akagi tirò un altro lungo sospiro - Dio, meno male stai
bene! Devo dirti una cosa!- - Si?- - Ecco...- non c'era modo per essere
dolci a dare una notizie simile, non gli si poteva indorare la pillola, quindi
non ci girò attorno - Stanotte qualcuno si è introdotto a casa tua e ha dato
fuoco a tutto.- Kaede non ci mise molto a capire. Erano le sette di mattina e
qualcuno gli aveva dato fuoco alla casa. Però. - Ah.- fece solo,
sbattendosene altamente. Il Gorilla, con le coronarie al limite e le arterie
che stavano per esplodergli, strinse forte il cellulare. - Senti...- sibilò
cavernoso - Resta dove sei, chiaro? Non ti muovere. Noi recuperiamo tutto il
salvabile, lo carichiamo da qualche e poi oggi pomeriggio veniamo da voi. Ok?
Capito?- - Hn.- mugugnò ancora - Posso andare?- - Si!- e ringhiando chiuse
la comunicazione. Ok, non doveva incazzarsi! Avevano rischiato di farlo
ammazzare lasciandolo solo ed era ancora sconvolto per quello successo a Raim.
Non doveva ucciderlo! Richiuse il cellulare, trovandosi a guardare uno
squadrone di persone mezze piagnucolanti, mezze incazzate, mezze assonnate e
mezze che non centravano un mazza, tipo quei deficienti del Kainan. - Allora?
Come la risolviamo la faccenda?- fece Kogure, prendendo la situazione in
mano. - Semplice. Appena ci danno l'ok raccattiamo quello che s'è salvato e
gli portiamo tutto da Raim.- Mitsui ora era più tranquillo - Anche se temo che
ci sia ben poco che si sia salvato.- - Bhè, in effetti credo che il
necessario però sia intero.- mugugnò Hana all'improvviso, con aria pensosa - Ha
una cassetta di sicurezza sotto il parquet della camera da letto. Lì ha i soldi
e tutto il resto. Per i vestiti gli passiamo qualcosa noi, idem per i libri e
tutto il resto.- - E scusate...- Kenjin Rukawa si mise in mezzo, attorniato
da quelle facce da galera - E dov'è che sta adesso?- - A casa della nostra
manager.- bofonchiò Miyagi, guardandolo attentamente - E non credo si scollerà
da lì per venire da te e dai tuoi.- - Si ma...- Kenjin sembrava un po'
angosciato - Qualcuno mi spiega perché è successo questo casino?- - Dunque,
come dirla in due parole...- rognò Akagi - Siamo in competizione contro una
squadra della Yakuza al cui capo tuo cugino ha ridotto la faccia a una torta
spiaccicata.- - Chiaro e conciso.- frecciò Uozumi - Forza, invece di perdere
tempo diamoci una mossa.- - Già, se devo segare che lo faccia per un buon
motivo.- aggiunse Kyota. - Ma sta zitto babbuino!- ringhiò Hana seccato - Non
vai a quella baracca della tua scuola perché non hai voglia!- - Chissà perché
vi siete intossicati tu e Rukawa in quella casa!- bofonchiò la
Nobu-scimmia. - Avanti, buoni ragazzi!- sorrise Sendoh, facendo concorrenza
per luminosità al sole che spuntava dalle nuvole bianche come panna - Ho un'idea
per caricare tutta la roba di Rukawa. Corro a casa e prendo il pick-up che uso
di solito per andare al lago. Mettiamo tutto nel cassettone, va bene?- - Già,
faremo prima.- annuì Maki - E poi voi dello Shohoku dovresti riposarvi. Lo
Shikuda l'avrà previsto.- - Lo fanno per spomparvi prima della partita.-
aggiunse Jin. - Si fottano, non possiamo piantare Rukawa in questo macello.-
borbottò Miyagi - Dormiremo oggi pomeriggio, tanto la partita è alle nove di
stasera. - Ok, allora siamo a posto.- Mitsui tornò indietro con Sendoh -
Accompagno lui a casa sua, voi intanto cominciate a entrare là dentro...e vedete
di non farvi cadere niente in testa, ok?- - Tranquillo!- annuì Mito -
Attenti solo a non trovare quei bastardi in giro.- - Faremo un giro
largo!- Pochi minuti più tardi i ragazzi si aggiravano per i resti di ciò che
restava della casa di Rukawa. Entrarono coi vigili del fuoco, con Kenjin a
capo e Hana che chiudeva la fila. Il rossino non aveva più detto una parola ma
si guardava attorno con occhi attenti. Quel posto era diventato irriconoscibile
ma spinto da un qualcosa di prepotente, lasciò andare gli altri al piano di
sopra e andò dritto a una mensola sopra al caminetto. Fra cenere e rovina,
cercò l'unica cosa che a Kaede stava veramente a cuore. E dette un sospiro di
gioia, quando sotto un quadro tutto bruciacchiato ma dalla cornice tosta, trovò
la foto di Rukawa con la sua famiglia ancora perfettamente intera. Certo, il
vetro era un po' affumicato ma la fotografia era intatta. Se la mise sotto la
felpa, mentre il sangue ricominciava a scorrergli normalmente e corse al piano
superiore. - Dunque, fammi capire bene...- Ryota, Koshino, Akagi e Jin quasi
non ci credevano, vedendolo spostare il letto sfasciato e annerito, per
sollevare una botola dal pavimento - Quello si tiene una cassetta di sicurezza
sotto al pavimento?- - E non avete visto niente.- rise Hana, sollevando altre
assi. Tirò fuori delle cassette molto più lunghe e strette. Dentro c'erano
impilati una quantità spropositata di cd. Tutti salvi, nessuno rovinato. -
Quello è paranoico.- bofonchiò Kyota, arrivando dal giardino con la faccia piena
di graffi. - O previdente.- rimbeccò Kenjin, con aria seria. - In che
senso?- gli chiese Haruko. - No, niente...- il ragazzo scrollò le spalle - Ma
il resto è andato. Tv, dvd e stereo. Vestiti e libri anche.- - Tanto se ne
fregava.- Ayako scosse la testa - E' uno che vive con poco lui.- - Nobunaga
ma che hai fatto alla faccia?- sbottò invece Maki. - Ho raccattato il
maledetto gatto a quell'idiota!- sbraitò la scimmia della Kainan, tirando fuori
dalla tasca una micina rossa che ancora soffiava come una dannata - Questa palla
di pelo era una iena!- - Rukawa ha un gatto?- Haruko inclinò il capo - Non lo
sapevo.- - Io neanche.- disse Miyagi - Non ha mai detto nulla.- -
Bhè...stava acciambellata su un albero, tutta sporca di cenere.- Kyota alzò le
spalle - Chissene frega.- - Una cosa sola...- la Babba guardò preoccupata
quella cassetta di sicurezza - Non credo che abbia le chiavi con sé. Come farà
ad aprirla? Trovarle qua sarà impossibile Hana-chan!- - Oh, chiederemo alla
Kurata!- concluse Ayako rapidamente - C'è tutto ragazzi?- - Un corno tutto.-
rognò Hanamichi - Quella stupida kitsune adesso dovrà stare parcheggiata a vita
in un posto sicuro!- - Un problema per volta.- cercò di placarlo Akagi - Sta
arrivando Sendoh...forza, scendiamo. Poi una volta tutto caricato possiamo
cominciare a trovargli dei vestiti. Rincoglionito com'è sarebbe capace di non
accorgersi neanche che gli è andata la casa in fumo!- - Certo che con voi uno
non si annoia mai!- ridacchiò Mito, mentre uscivano dalle macerie. - Come
no.- sbuffò Uozumi - Ehi Akagi...ma che avete fatto a quelli per farli incazzare
così?- - Rukawa ha spaccato letteralmente la faccia a Takeru.- ribatté il
Gorilla - E noi spaccato le ossa ai suoi amici.- - Vi colo un bronzo
ragazzi.- fischiò Jin divertito. - Io anche.- annuì Koshino - Ma a quanto
pare quel simpaticone non l'ha presa bene.- - Pare di no.- disse Hana
velenoso, mentre buttava la cassetta di sicurezza dentro al cassettone del
pick-up nero di Akira. Miyagi ci mise dentro due delle quattro cassette di
metallo coi cd, Kogure le ultime due, Kyota ci buttò la micina col pelo rosso
che soffiò per tutto il tragitto e infine si rimisero in
macchina. Destinazione? Golden. Kay se li vide arrivare tutti sporchi,
mezzi affumicati e con delle occhiaie da paura. Scosse il capo, posandosi le
mani sui fianchi. - Che cazzo è successo stavolta?- chiese esasperato, mentre
lui e i suoi amici si stavano dando da fare per risistemare il locale dopo la
chiusura - Eh Hisa? Che avete fatto?- - Noi niente.- gli rispose il
fratellino - Ma hanno bruciato la casa Rukawa stanotte.- Kay Mitsui era uno
che non si sconvolgeva con poco, pensarono tutti. Oppure era stato abituato a
vedere di peggio. Infatti alzò appena le sopracciglia, facendo largo al
gruppo. - Avanti, sedetevi e ditemi cos'è successo.- Akagi gli raccontò
brevemente la situazione della notte passata, mentre Hana e compari sistemavano
i rimasugli della kitsune nel retro del pub. Finita la faccenda Kay aveva già
mandato un suo amico a fare la colazione per tutti, visto che suo fratello e gli
altri usciti alle cinque di mattina sembravano degli zombie e guardandoli
mangiare cominciò a pensare seriamente a come risolvere il problema. -
Stasera avete una partita no?- chiese, seduto al bancone mentre gli altri erano
sparsi sui tavoli. - Già.- annuì Mitchy, finendo una mezza chilata di caffè
che divideva con Sendoh e Miyagi. - Quanto avete dormito?- richiese Kay,
osservando le loro facce. I titolari si scambiarono un'occhiata vaga. Non
molto a dire il vero. - Potrete restare qua oggi pomeriggio.- sospirò il
maggiore dei due fratelli Mitsui - Tanto apriamo alle undici. Vi fate una
dormita di sopra nei privè, poi per andare al palazzetto dello sport vediamo di
trovare un'altra soluzione. Basta che non torniate a casa o andiate in giro a
far casino.- - Se volete al palazzetto dello sport vi ci porto io.-
s'intromise Kenjin ancora un po' intimidito - Ma non ci stiamo tutti in macchina
purtroppo.- - Se le matricole non corrono problemi, quelli che non stanno con
lui posso portarli io.- disse Kay, cercandosi un posacenere nel casino che
regnava sul bancone del Golden. - Ma non devi lavorare stasera?- gli chiese
Hisashi. - Comincio alle undici ti ho detto e la baracca non crolla se arrivo
in ritardo di mezz'ora. Tu piuttosto...ma che hai fatto stanotte eh? Hai delle
valigie sotto agli occhi, altro che borse.- - Scusa Kay-san, è colpa mia!-
cinguettò quel maledetto di Akira - L'ho messo sotto coi test!- - Che figata,
fate un cervello in due allora.- frecciò Ryota perfidamente. - Sta zitto
tappo!- sbuffò Mitchy - Comunque se non sono problemi per te, Kay, va anche
bene...ma resta il problema di Raim. Che facciamo, la lasciamo a casa da
sola?- - La senpai Kanzaki viene a vedere la partita vero?- disse Haruko
pensosa - Se ci sono problemi vado io, mi fa piacere.- - E chiedere alla
Kurata?- propose invece Ayako - Così già che sta con Raim apre la cassetta di
Rukawa?- - Ma chi è questa tizia, una scassinatrice?- insinuò Kyota
sarcastico. - Anche meglio.- rise Kogure - Comunque già che possiamo stare
qui sarà meglio che avvisi Manabe e gli altri. Di certo loro non rischieranno la
pelle ma è meglio avvisarli.- - Si, che si facciano accompagnare alla partita
da qualcuno.- annuì il Gorilla - Non voglio altre storie fino a stasera.- -
Ma quei due a casa di Raim saranno al sicuro?- borbottò Haruko preoccupata. -
Come no, abbiamo lasciato il volpino con un malato...- sospirò Ayako esasperata
- Santo cielo, non oso immaginare cosa staranno combinando! Comunque appena
finisce la partita stasera io filo dritto a controllare Raim, non si sa mai che
Rukawa abbia combinato qualche casino!- - Non è mica un animale, cazzo.-
sbuffò Mitsui, sbadigliando e mettendosi in piedi - Oddio...gente scusate ma io
sono a pezzi. Kay filo di sopra.- - Si e fai vedere i divani agli altri e se
hai voglia aprili anche.- lo istruì suo fratello - Vi sveglio per le sei,
cercate di stare tranquilli.- - Noi invece ce ne torniamo a casa.- disse
Uozumi. - Si, anche noi.- mugugnò Maki, afferrando Kyota per la collottola -
Ci vediamo stasera gente. Vedete di arrivarci vivi.- - Anche voi.- ghignò
Akagi. - Kay-san, lasciamo tutte le cose di Rukawa nel retro. Domani mattina
passiamo a riprenderle e ti liberiamo tutto.- sorrise Sendoh solare, anche se un
po' affaticato. - Certo, con comodo. Piuttosto, la testa vuota come se la
cava?- - La testa vuota se la cava benissimo.- ringhiò Mitsui dalle scale -
Non ho bisogno della baby sitter!- - E' un po' nervoso perché non gli ho
fatto chiudere occhio.- cinguettò il porcospino - Se solo avesse più voglia
potrebbe entrare dove gli pare. Ho fatto una fatica enorme a non farlo uscire di
casa, aveva la testa un po' fra le nuvole.- - E' lo smacco!- lo prese in giro
Miyagi - Ha una ragazza che pesta più di lui!- - Cazzo se nomini ancora Junko
ti massacro brutto nano!- - Irascibile il piccoletto.- ghignò Kay - Ok,
lasciamo perdere...ci vediamo stasera ragazzi.- - Si.- sorrise Akira facendo
ciao-ciao con la mano ai ragazzi dello Shohoku - Attenti, mi raccomando.- - E
vedete di non scatenare rissa in campo!- ridacchiò Kyota come un deficiente -
Anche se credo sia improbabile!- La faccenda rissa in campo era diventata un
tabù, ma anche una specie di mantra. Dopo quello che era successo, la rabbia
accumulata sarebbe stata sufficiente per entrare sul parquet armati di fucili e
ammazzare tutti quelli dello Shikuda senza neanche salutare e Akagi conosceva
bene i suoi polli. Chiuso nel privè, sdraiato su un divano guardò Hanamichi,
Mitsui e Miyagi stravaccati su un divano letto aperto, tutti ammonticchiati gli
uni sugli altri. Quei tre erano ingestibili, senza contare che Rukawa, dopo
aver rimuginato bene sulla questione, avrebbe potuto diventare ancora più
pericoloso. Inoltre dopo l'incidente di Raim il giorno prima si era comportato
in maniera incredibilmente strana, andando perfino a parlare con la Mihazawa e
questo lo metteva in guardia sul modo in cui avrebbe potuto giocare. Avrebbe
potuto entrare in campo con una dose di nervosismo e aggressività tale da
accendere ogni miccia di una probabile scazzottata e la cosa non gli piaceva per
nulla. Quella volta per lui sarebbe stato davvero difficile tenere le briglie
di quei quattro cavalli imbizzarriti. - Non sarà facile stasera, eh?-
sussurrò Kogure, leggendogli nel pensiero, su una sedia sdraio. - No, per
niente.- mormorò il Gorilla. Speriamo solo che Rukawa sia nelle condizioni buone
per sopportare la tensione.- - E' un'amichevole...però sarà decisiva, credo.-
annuì il quattrocchi - Devono solo riposarsi per il momento. Al resto penseremo
stasera, anche se ti confesso che ho un brutto presentimento.- - Già.- Akagi
chiuse gli occhi, smettendola di guardare il soffitto - Anche io.-
- Ti
hanno dato fuoco alla casa, porca miseria! Possibile che non te ne freghi
niente?!- A mezzogiorno di quella stessa giornata incredibilmente fosca,
Kaede Rukawa spostò per l'ennesima volta lo sguardo apatico dai fornelli per
girarsi verso Raim, sdraiata sul divano della sua villa al mare. - Non c'ero
dentro, mi pare.- sentenziò a bassa voce - E poi non urlare che ti
stanchi.- La rossa, se solo avesse avuto anche solo un briciolo di forze per
alzare un braccio, avrebbe afferrato un vaso e glielo avrebbe rotto sulla testa,
lui e la sua boria, ma sfortunatamente per lei le sue ferite erano più gravi di
quanto credeva. Per spostarsi doveva farsi prendere in braccio e anche un
abbraccio delicato come quello del volpino riusciva a strapparle incredibili
gemiti di dolore, per non parlare di quel ginocchio... Si era guardata allo
specchio e avrebbe voluto sparire. Ma...non era quello che ora le aveva dato
la forza per discutere con Rukawa. La sera prima era andato da lei, era stato
a farsi insultare, le aveva asciugato le lacrime, le aveva promesso che sarebbe
stato con lei...e le aveva detto che l'amava. A quel pensiero alzò di nuovo
gli occhi verdi su di lui, fissi e indagatori. Non c'era traccia del Kaede
che aveva visto la sera prima nel tizio che ora le stava facendo il
pranzo. Ma in fondo lui era così. Teneva tutto dentro. Ogni suo gesto
però, dalla sera prima, sembrava cambiato. Sembrava tutto...più vero, più dolce
e denso. Anche più appassionato. Più tutto. Quando le mise davanti il
pranzo su un vassoio, Raim si ritrovò a pensare alla loro situazione
attuale. La kitsune era rimasta senza tana. E vabbè, se ne fregava, ma era
comunque casa sua. Ringraziò silenziosamente che fosse stato con lei,
ringraziò che fosse stato tanto testardo da non andarsene come gli aveva
ordinato. Voleva stringerli la mano, voleva abbracciarlo...ma non lo
fece. Prese solo il cucchiaio, osservando un punto imprecisato. - Tu resti
qui davvero.- gli disse all'improvviso, come se avesse appena accettato la sua
presenza. Kaede la guardò appena, riportando l'attenzione al suo tramezzino
che mangiava svogliatamente. - Se è solo per la casa puoi anche smetterla di
darti pena.- le disse roco. - Potevi morire là dentro, lo sai?- gli sibilò
bellicosa - Sei incredibile! Ma non te ne frega niente davvero?- - Non sono
morto, fine della storia.- replicò apatico - Non sei in debito con me, non è il
caso che mi segreghi qui dentro solo perché ti senti in colpa.- - Ma
cosa...- - E' più o meno quello che mi hai detto tu ieri sera.- le rinfacciò,
facendole capire tutto al volo - O sbaglio? Secondo te io mi sarei solo sentito
in colpa perché Takeru ha preso te con quella spranga e non me. Per te la
faccenda si chiudeva lì, giusto? Sul senso di colpa.- - Quando diventi più
loquace ti detesto.- ringhiò Raim, facendolo inspiegabilmente sorridere dentro
di sé. Mangiarono nel più totale silenzio, solo con la porta finestra che
dava sul mare totalmente aperta. Alle due chiamò una kohai, una delle
compagne di squadra di Raim, quella Asuka, per avvisare che sarebbe andata lei
quella sera a prendersi cura della rossa e se fu stupita di sapere che Rukawa
ora era in pianta stabile in quella casa era più che palpabile. Non si sa come
ma riuscì a riconoscerlo al telefono e s'impappinò una trentina di volte,
ciarlando a vanvera oppure stando in una sorta di trans demenziale. La
Kurata sarebbe venuta solo sul tardi la mattina dopo con tutti gli altri, per
aprirgli la cassetta di sicurezza. - Stasera...- mormorò Raim, mentre il
volpino rimetteva il telefono sulla forcella - vedi di stare attento.- e lo
guardò attentamente, leggendogli dentro - So che avete tutti voglia di fare un
casino, è inutile che neghi.- - Diciamo che mi è passata per la mente questa
idea.- ammise serafico. Raim sospirò, tendendo i muscoli della schiena e
dell'addome per il dolore ogni volta che fiatava. - Quando devi cambiare le
fasciature?- le chiese, ancora un po' stanco visto che avevano dormito
pochissimo. - Domani.- mormorò, indolenzita - Tu però adesso devi dormire.
Non ci pensare neanche ad andare al campetto.- - Sei l'ultima che può darmi
consigli su come mantenersi in forma.- la sfidò, deciso stranamente a farla
tornare la Raim di prima. Infatti lei lo guardò trucemente, per poi ignorarlo -
Fa come ti pare.- Il pomeriggio passò lento, ma in maniera utile. Rukawa
riportò la ragazza a letto, dove si addormentò quasi subito. Capì che per i
primi tempi lei avrebbe dormito gran parte della giornata, per recuperare
energie e questo lo sollevava ma doveva anche cercare qualcuno che si occupasse
di lei mentre lui la mattina andava a scuola e si passava gli allenamenti. Si
sdraiò al suo fianco, osservando per la prima volta la camera di Raim. Era
molto strana, almeno a livello di spazio, ma gli dava una sensazione di
tranquillità. Era molto spaziosa e ariosa, con veramente pochissimi mobili.
Un letto matrimoniale sotto una grande finestra, un armadio molto grande, sempre
formato per due, una tv con un tavolino e una mensola sola, con foto e
libri. Sui muri niente, non erano neanche presenti quelle strane cose da
ragazze che Kaede si era aspettato. Sembrava quasi che fosse la stanza di
qualcuno che la usava davvero solo per dormire, senza farci altro, come studiare
o stare con gli amici. In quel letto in compenso doveva averci dormito col
suo ex. Si alzò dopo qualche minuto, andando a esplorare le ultime parti
della casa. Tornò in mansarda, dove aveva dormito col sacco a pelo con quei due
animali della scimmia e del porcospino quando c'era stato l'uragano, poi si fece
un giro nell'unica stanza degli ospiti, sempre al primo piano. Un bagno, uno
scantinato. A lui quella casa era subito piaciuta la prima volta che l'aveva
vista e ora viverci non sarebbe stato difficile. Per ora però non poteva
gioire troppo, lo sapeva. Era lì solo per quaranta giorni. Doveva occuparsi
di Raim e anche se le aveva detto che l'amava, lei non era nel momento e nella
situazione adatta per rispondergli. Ancora si chiedeva come aveva fatto a
trovare il fiato per dirglielo. Non l'aveva programmato, gli era uscito e
basta. Era stato assurdo...e bello, quasi liberatorio. Ora però doveva
occuparsi anche di un'altra grana. Fra poche ore avrebbe dovuto entrare in
campo contro lo Shikuda e stavolta era ora di fare sul serio. Se volevano la
guerra, l'avrebbero avuta.
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Capitolo 18 *** Il Demone del Campo ***
Bene, ragazzi ecco il
capitolo che desideravate tanto leggere. Qui si spargerà sangue, perciò
godetevelo. Lo dedico ai ragazzi, che su manga.it sono stati quelli che l'hanno
apprezzato di più: Iceygaze, Shin e God of Thunder. Comunque spero lo
apprezzeranno anche le ragazze, io mi sono divertita un sacco a scriverlo! XD
Fatemi sapere.
Alle otto in punto di quel venerdì sera, lo Shohoku varcò l'ingresso del
palazzetto dello sport. Fra un'ora avrebbe avuto luogo l'amichevole con lo
Shikuda e non c'era persona in quel posto che non avesse notato gli sguardi
allucinanti della squadra del diavoli neri. Takenori Akagi apriva la fila con
la loro manager, a seguito Ryota Miyagi e Kogure di cui il primo aveva
un'espressione particolarmente attenta a qualsiasi movimento attorno a loro. In
mezzo Hisashi Mitsui che guardava dritto davanti a sé, senza notare nulla che
non fosse la porta degli spogliatoi che li aspettava. Di seguito le matricole,
le riserve, poi Kaede Rukawa. Gelido come e più del solito, filava come un treno
con la borsa in spalla. A chiudere Hanamichi Sakuragi che non aveva aperto
bocca per tutto il tragitto in macchina dal Golden al palazzetto. C'era
tensione nell'aria, il capitano lo sentiva. I suoi quattro diavoli erano molto
aggressivi quella sera, se ne rendeva conto ma non aveva idea di come calmarmi e
tanto meno ci sarebbe riuscito, lo sapeva. A cominciare da Miyagi, a finire
con Rukawa che negli ultimi giorni ne aveva passate di tutti i colori. Era
più che sicuro che quella partita non sarebbe andata a buon fine, se lo sentiva
nel sangue. Qualcosa sarebbe andato storto... Erano troppo tesi e nervosi,
avrebbero scatenato un pandemonio per una semplice amichevole ma far giocare le
matricole o le reclute era impensabile: Rei e Nobu erano bravi ma ancora troppo
inesperti, inoltre non erano ancora pronti ad affrontare a muso duro gente come
quella, anche se con Naito se l'erano cavata. Lo Shikuda li avrebbe messi
fuori combattimento uno a uno, fino a far giocare i titolari che a quel punto
sarebbero entrati in campo e li avrebbero massacrati a suon di
pugni. Desiderava più di ogni altra cosa ricaricarli in macchina e far
passare un po' di tempo ma era impossibile. Entrarono negli spogliatoi in
silenzio e lì cominciarono a cambiarsi, dopo aver guardato bene in ogni angolo,
circospetti e ben poco fiduciosi. - Aspettate un attimo, ragazzi.- Ayako li
fermò, proprio mentre cominciavano a svestirsi. La mora li guardò preoccupata,
senza riuscire a non dare adito alle sue paure - Non sarebbe meglio rimandarla
questa partita? Un modo per convincere i giudici lo troveremo, sul serio. Non
siete nelle condizioni per giocare. Siete stanchi, ieri è stata una giornataccia
e stamattina quel casino alle cinque per andare da Rukawa. Avete i nervi a
pezzi!- - Non possiamo girare le spalle e andarcene.- le disse Mitsui -
Sarebbe una vigliaccheria.- - Ma siete pronti ad esplodere!- continuò la
manager - Sembrate degli spiritati, ma vi siete visti? Avete dormito poco,
mangiato in fretta e siete incazzati. Credete che non vi capisca? Lo so che è
passare da codardi ma se ora andate in campo succederà un casino!- Detto
quello tutti tacquero e Akagi puntò gli occhi suoi titolari. Tutti e quattro
stavano dalla stessa parte degli armadietti e non ce n'era uno che non avesse
uno strano fuoco negli occhi. Si, aveva ragione Ayako. Volevano battersi sul
campo e innescare un incendio. - Io non posso fermarli.- se ne uscì,
abbassando lo sguardo e cominciando a tirare fuori le scarpe. - Ragazzi, sul
serio...- s'intromise anche Kogure, più pacato - Pensateci. Se succede un casino
finirete nei guai.- - Volete rischiare?- chiese Ayako - Lo volete
davvero?- Hana non rispose, continuando a trafficare con la borsa. Rukawa si
stava già levando la maglia, Hisashi invece spense in cellulare. Sembrava che
non avessero neanche sentito. Solo Miyagi la guardò in faccia, poi scosse il
capo come per dirle di lasciar perdere. Stavolta non li avrebbe fermati
niente. Volevano solo giocare.
Sugli spalti intanto, sebbene fosse stata
solo un'amichevole priva di valore tecnico e legale, si stava radunando una
discreta folla. Mito, Haruko, le sue amiche, Nanaka Tanaka, l'Armata Sakuragi e
perfino Kenjin Rukawa erano già seduti, Sendoh e tutto il Ryonan erano nella
stessa fila poco più sopra. Il Kainan alla loro sinistra, lo Shoyo alla
destra. Quando Junko Kanzaki entrò dalla porta di servizio, vide che stavano
iniziando i trenta minuti di riscaldamento prima della partita. Fra poco
sarebbero entrati. - Ci troviamo un posto?- le chiese Kay Mitsui, al suo
fianco. - Si.- annuì la ragazza, cercando di respirare - Ecco, guarda...gli
altri sono laggiù.- Per l'occasione, strano ma vero, le varie squadre
avversarie sembravano essersi messe tutte vicine per commentare e vedere insieme
ciò che si sarebbe rivelato secondo loro un gran casino. - Dite quello che vi
pare ma secondo me succede un macello.- mugugnò Kyota, svaccato con le gambe
lunghe sul sedile davanti a lui - Stasera si menano.- - No, Akagi non lo
permetterebbe mai.- gli disse Maki. - Dici Maki?- Akira stava svaccato più
sotto, le braccia larghe oltre il sedile - Non è facile contenere gente che ne
passa di tutti i colori da ottobre, sai? Senza contare il casino di
stamattina.- - Akagi dovrà tenerli imbavagliati.- rognò Uozumi,
imbronciato. - Non ce la farà.- ghignò Mito salutando Akira con un cenno -
Dieci a uno che scoppia rissa in campo.- - Ci sto.- confermò Nobunaga
serafico - La scimmia farà un bordello appena si trova Takeru sotto mano.- -
Non c'è di che lamentarsi.- frecciò anche Koshino - Almeno ce lo leveremo dalle
palle!- - Bhò, comunque preparatevi a saltare in campo e a sedare i
bollori.- consigliò Haruko che sapeva perfettamente come Mito quanto Hanamichi
in certe situazioni fosse decisivo. Se ci fosse stato un appiglio per fare a
botte, lui ci si sarebbe attaccato con tutte le sue forze. - Senpai credi
che Hisa-chan riuscirà a stare buono?- Nanaka guardava Junko molto ansiosa ed
eccitata. - Lo chiamano Anima Ardente per un motivo no?- sbuffò la Kanzaki -
Basta che non si facciano buttare fuori dal campionato. Dopo se ne
pentirebbero.- - Già,- annuì anche Kay - in preda alla rabbia farebbero
qualsiasi cosa e non posso dargli torto. Fossi stato in loro, alla loro età, mi
sarei vendicato seduta stante. Ma tengono troppo al titolo.- - Sinceramente
non m'importa, basta che non si facciano male.- sussurrò Haruko. - Già,
quelli dello Shikuda sono tutti sopra il 1.86, a parte Yuya Takeshi che comunque
è una gran anguilla.- ponderò Jin seduto composto fra Maki e Takasago - Ho paura
che Miyagi dovrà faticare.- - Hana e Rukawa giocano insieme stavolta?-
s'interessò Mito. - Credo di si.- annuì Haruko con un mezzo sorriso -
Finalmente torneranno a giocare nello stesso tempo.- - Già, è dall'inizio del
campionato che non li vedo massacrarsi in campo.- fece Kyota dispettoso - Che è
successo? Anzai s'è rotto le balle di sentire i loro starnazzi?- - Mah...-
ghignò Yohei - Sorpresa!- E parlando di sorprese, le porte d'ingresso al
campo si aprirono. Entrò prima lo Shikuda, in tuta nera e grigia, poi lo
Shohoku che aveva la divisa bianca. Le due squadre manco si guardarono,
grigio neri a parte che scoccavano occhiatine divertite ai loro avversari che
invece si rigiravano la palle fra le mani con aria non particolarmente
allegra. Anzi, a parte Kogure e le matricole, i titolari sembravano portarsi
dietro un vento gelido e nero che metteva tutti in soggezione. - L'arbitro è
Kinoshita.- mormorò Junko, guardando vicino al palco del giudici. - Ci avrei
giurato.- ringhiò Nanaka seccata - E' vero che è venduto?- - A quanto dicono
i ragazzi, si.- annuì la Kanzaki. - Ma sul serio sarebbero capaci di
picchiarsi?- mormorò Kenjin Rukawa, guardando allibito suo cugino - Cioè...Kaede
sa essere particolarmente manesco ma provocarlo non è mica facile.- - Ma non
sai niente di quegli altri tre?- rise Okuso che gli stava vicino - Insieme a tuo
cugino c'è quello con quella cicatrice sul mento, anche chiamato Mitsui Anima
Ardente, ex teppista. Il nanetto è Ryota Miyagi, altro bontempone e poi la testa
rossa. Il Tensai delle Testate!- - Se, il Tensai degli idioti!- frecciò
Fukuda sopra di loro. - Si farà espellere prima di cinque minuti quel
raccatta due di picche!- ridacchiò Takamiya. - Dai,- Noma era più buono
stranamente - secondo me arriva a sette, poi si pesta con Rukawa e alla fine al
Gorilla salteranno le coronarie.- - Oddio, ho già voglia di andare a casa.-
sospirò Haruko, crollando contro lo schienale. Intanto Kay osservava bene i
provocatori del casino in questione. Rivide il piccoletto che aveva quasi
strozzato mesi prima con la sedia, poi gli altri suoi amici colossi. Ce n'era
uno biondo, Soichiro Shoji, che guardava suo fratello come se avesse voluto
fulminarlo. Però, il suo fratellino pervertito come sempre si ficcava nei
guai e dubitava che se ne sarebbe stato buono a farsi bruciare la casa a sua
volta. Chissà da chi aveva preso, si chiese Kay. Non da suo padre e anche se la
loro adorata mammina era un bel tipetto, di certo non era stata una
yankee. Hn, mi sa che era colpa sua. Si, forse Hisa aveva preso proprio da
lui. Bhè, però lui a vent'anni aveva messo la testa a posto, porca miseria!
Suo fratello invece era sulla strada buona per sposarsi con una drug queen e
finire a fare lo spogliarellista su un cubo! - Ragazzi, avete notato?- chiese
Aida deglutendo - Là sotto sembra che gli animi si stiano riscaldando!- In
effetti non aveva tutti i torti. In campo, per riscaldamento, volavano una
serie di palloni che venivano accompagnati anche da bestemmie silenziose. Il
divertimento poi stava nel vedere le facce vendicative di Arai, finito a farsi
controllare i denti per colpa di Rukawa, e Shoji che avrebbe voluto mangiarsi
Mitsui per la faccenda del bracciolino. A un minuto dall'inizio tornarono
tutti in panchina. - Pronti ragazzi?- chiese Anzai, seduto con Ayako. I
titolari annuirono, senza guardare molto negli occhi il loro coach, manco avesse
letto loro nel pensiero. - Sentite...- disse Miyagi - Propongo di imporre
subito il nostro gioco. Prendiamoli subito di sorpresa, ormai non possiamo
rischiare di farci ammazzare già nel primo set.- - Ok, che vuoi fare?- fece
Akagi interessato. - Palla a tutti, marcatura a uomo.- spiegò semplicemente
il play - E Mitsui fuori dall'area.- - Si.- annuì anche Anzai - Su questo
sono pienamente d'accordo. Quando capiranno però che il pericolo è anche fuori
ve li ritroverete addosso, state attenti. E voi due...- aggiunse, rivolto ad
Hana e Kaede - Dateci subito sotto col vostro schema, va bene?- - Si, certo.-
dissero sicuri. - Quando entrerà Arai attenti.- sospirò Ayako - Cercheranno
di raddrizzarvi le ossa.- - Vorrà dire che faremo le anguille.- ghignò Miyagi
- Tranquilla Ayakuccia.- - Anguille?- Rei era allibito - Che roba è
senpai?- - Lascia perdere.- sospirò Kogure - Avanti ragazzi, fate del vostro
meglio!- Al fischio, vedendoli entrare in campo, tutta la palestra trattenne
il fiato. - Si comincia.- rognò Uozumi - Speriamo bene!- - Già, speriamo
ne escano vivi e con le ossa tutte intere.- aggiunse Kyota, secco. Eccoli, si
stavano allineando. Non ci fu verso di far fare un saluto decente alle squadre,
così Kinoshita li lisciò disporsi in campo. Al salto, Shoji e Akagi. - Bene,
bene...- Takeru si stava sistemando le polsiere, con un sogghigno - Oggi ci
faremo due risate.- - Quanto hai ragione, capo.- rise Takeshi dietro di lui -
Li spacchiamo.- Il Gorilla, lì davanti, scoccò un breve sguardo alle
retrovie. I suoi quattro cavalli da combattimento sembravano un po' tranquilli e
paciosi e la cosa gli piaceva poco: conosceva bene Miyagi per sapere che ne
avrebbe combinate di tutti i colori contro la difesa dello Shikuda ma guardando
meglio che Kikuji, il centro dei grigio neri, capì che sotto canestro lui e
Hanamichi avrebbero faticato. Per non parlare di Shoji, la guardia di quei
bastardi. Era 1.90. Chissà come se la sarebbero cavata. - Ci siete?-
chiese. Mitsui alzò le spalle, Miyagi idem mentre Hana e Rukawa stavano
confabulando indietro per i fatti loro. Mai visti parlare tranquillamente in
campo...assurdo! Ormai c'erano. Ecco, la palla era alta sulle loro teste.
Iniziava la guerra. Fra Shoji e Akagi ci fu una vera e propria lotta di
forza, ma la palla schizzò via senza che nessuno riuscisse a lanciarla davvero
verso qualcuno di preciso ma fortunatamente c'era chi era pronto ad andare a
prenderla anche negli spogliatoi. Takeru vide con la coda dell'occhio una specie
di fulmine afferrare la sfera rossa. Era Miyagi...quel maledetto aveva preso
in mano la partita. Lo vide ridere, coperto da Takeshi...e capì cos'aveva in
mente. Lo Shohoku scattò in avanti in attacco e quella velocità impressionò
un po' tutti. La palla volò dritta su tutte le mani protese e finì dritta da
Mitsui. L'urlo dalla platea era così forte che a momenti coprì anche il
palleggio della guardia. Si ritrovò davanti Shoji e infuriò un one on one
incredibile. Fra finte e scatti, Hisashi riuscì davvero a liberarsi per tornare
in attacco, velocissimo. Con il muro biondo dello Shikuda alle costole giocò
d'astuzia. Doveva fare come avevano deciso lui e il tappo. Ecco. Shoji era
riuscito a superarlo e il numero 14 di rimando si bloccò a un metro dalla linea
dei tre punti, sbarellandolo. Era in posizione giusta. Era ora di vedere se i
suoi esercizi alla fine erano serviti a qualcosa. Saltò...e lanciò. Fu una
parabola incredibile. - Ma come cazzo mira quel porco?- sbuffò Fukuda in
tribuna. Silenzio. Tutti tacquero quando la palla scivolò liscia a perfetta
dentro al cesto. Tre punti. - Si! Vai!- urlò tutta la panchina dello
Shohoku in un'ovazione totale - GRANDE MITSUI!- - Porca puttana...- Sendoh e
gli altri non avevano mai visto nulla di simile. - Quello non è un uomo...è
una macchina.- alitò Jin - Come cacchio ha fatto?- - Ok gente...possiamo
anche andare ora.- sussurrò Kyota che per la prima volta era stato zittito da
qualcuno. In campo c'era uno stupore ancora più pesante. Takeru non aveva mai
visto nulla del genere e lui e gli altri guardarono Mitsui che ghignava appena
leggermente, tornando indietro verso i suoi compagni. - Bravo tappo.- rise,
dando il cinque a Ryota - Ottimo passaggio.- - Ma che hai in quel braccio?-
gli disse Akagi serafico - Un fucile di precisione?- - Che ci vuoi fare, sono
un genio!- cincischiò la guardia ridacchiando, soffiandosi sulle dita e
sfregandosele sulla maglia con aria da super uomo. - Cos'è che saresti
scopatutto?- frecciò Hana più indietro - Non fregarmi le battute!- - Te le
sogni tu, certe cose.- - Porca vacca...- perfino Kay era allibito - Se
mettesse tutta questa energia in altre cose!- - Oh ma avete visto da dove ha
lanciato?- disse Mito angosciato - Non è mica normale!- - No, per niente.-
rise Nanaka - BRAVISSIMO AMORE, SEI UN GENIO!- - E che palle,
basta!- Intanto Takeru stava riguardando la sua scala di punta. Quel
bastardo di Mitsui...Dio, che voglia che aveva di sputtanargli il
ginocchio. - Ehi Shoji...- sibilò - Stagli addosso, capito?- - Tranquillo,
era la prima e l'ultima tripla che infilava.- - Lo spero, perché quello ormai
segna dovunque.- gli rinfacciò Yuto - Datti una mossa.- - Pensa a tenere
buono Rukawa, Ken, e anche a farti i cazzi tuoi.- - Nervosetto l'amico...-
rise Miyagi che palleggiava tranquillo senza essere disturbato. Però, bastava
spaventarli un po' e quelli battevano subito in difesa. Molti bravi, proprio
come nella rissa. Dei veri eroi. Allora era il momento buono per fargli
abbassare la cresta a quei bastardi, che capissero come giravano le
cose. Riandò subito in attacco mentre gli altri si disponevano. Si ritrovò di
nuovo quella sega di Takeshi addosso ma riuscì a sfuggirgli usando la sola
velocità e palleggiando basso. Si susseguirono una serie di passaggi al
limite dell'area di tiro e i trenta secondi stavano per suonare quando la palla
arrivò di nuovo a Mitsui. Smarcarsi non fu facile, anzi era praticamente
impossibile, Shoji lo spingeva tanto che stava per buttarlo a terra ma prima di
farlo Hisashi la lanciò dritta ad Hanamichi. Fu un passaggio fortissimo ma il
rosso, anche se con le mani bendate e gli occhi arrossati, la ricevette senza
problemi quasi raso terra. Era sotto canestro. Non c'era tempo per mettersi a
fare giochini con Rukawa, così trovandosi addosso Takeru provò l'unica carta
possibile: il tiro preferito di Sendoh. Fece una finta alta, riabbassandosi
di colpo e alzò il braccio al fianco del suo avversario, lanciando da quella
posizione. Non entrò, toccando ferro, ma una lotta all'ultimo sangue fra Akagi e
Kikuji la mandò dentro. 5 a 0. - Ottimo Gori!- rise il rosso, quando Akagi
tornò indietro. - Bel tiro,- gli disse invece il capitano - non sei così
rintronato come pensavo sai?- - Ahah, sono un Genio io!- - Do'aho.- gli
sibilò Rukawa, passandogli a fianco. - Va' a quel paese.- fu la gentile
risposta. - Vacci tu.- gli disse Kaede guardandolo dritto in faccia - Che
problema hai?- - Come che problema ho?- La kitsune lo guardò tutto serio
- Era un tiro facilissimo, non è da te sbagliarlo.- Hana alzò le spalle ma
il moro lo bloccò per il polso. - Non ci vedi bene?- Il rosso sbuffò.
Porca, se n'era accorto. Accidenti a quel fumo della malora. - Non fare
stronzate.- gli ordinò il volpino, mollandolo lì. Grazie mille Rukawa,
sei sempre così dolce! Un amore! Stronzo di un essere senza cuore! Si
susseguirono due o tre azioni buone dello Shohoku e da lì cominciarono i
guai. Al quinto minuto si cominciò a giocare sporco e Kinoshita sembrava
dormire. Takeshi iniziò a infilare gomitate nella schiena e Ryota perse la
palla, stringendo i pugni. Poi toccò ad Akagi sotto canestro che finì sbattuto a
terra. Anche lì niente fallo, anzi se lo prese Kikuji che andò ai due tiri
liberi. - Calma gente.- disse il Gorilla - Hanamichi, al rimbalzo.- Il
rasta gigante dello Shikuda infilò alla perfezione il primo canestro, poi al
secondo non si sa come ci si mise di mezzo il malocchio del Tensai che fece
toccare ferro. Saltarono in quattro a recuperare il rimbalzo e Hana ce l'aveva
fra le mani quando Takeru, saltando più di lui, gliela lanciò via con una
manata. Arrivò da Shoji che infilò il tiro dando una spallata a Mitsui, che finì
malamente a terra. Stavolta esplose un fischio collettivo e Kinoshita dette
il fallo con aria svagata. - E grazie tante.- rognò Rukawa, andando a tirare
in piedi la loro guardia. - Scusa fratello...- ridacchiò Shoji - Fatto
male?- - Crepa.- gli ringhiò il volpino mentre Mitchy si massaggiava il fondo
schiena. Ricominciò la corsa al canestro e in dieci minuti erano arrivati a
trenta per lo Shohoku contro i ventidue per lo Shikuda. Takeru ancora non
sembrava far niente e la cosa puzzava molto a Miyagi che anche se non lo marcava
non gli scollava gli occhi di dosso. Era bravo, molto bravo e Ryota se n'era
accorto. Aveva un gioco pulito e astuto, inoltre faceva falli veramente
invisibili. - In attacco ragazzi!- ordinò il numero sette - Forza! Hanamichi,
la palla!- Una parabola dritta e veloce arrivò addosso al rossino che però fu
stoppata. Imprecando Sakuragi vide Takeru mettersi in mezzo con una risatina. Il
passaggio era per Shoji ma non fece molta strada. Mitsui gli si parò davanti
e s'innescò l'ennesimo duello. - Ehi bastardo...- il biondo palleggiava
velocissimo - Attento a non farti male! E spostati!- Era un corpo a corpo
micidiale e anche un cieco avrebbe visto con che spallate e gomitate Hisashi
stava cercando di difendersi. Avere il sangue caldo stavolta lo aiutò ben poco.
Dopo l'ennesima spinta in avanti, il numero 14 imprecò fra sé e con un lieve
colpo di reni lo fece indietro...peccato che quel bastardo si buttò a terra da
solo e Kinoshita fischiò subito. - 14 bianco, carica!- - Cosa?- sbottò
Hanamichi - Ma si è buttato a terra da solo! L'avrebbe visto pure uno in
tribuna!- - Ma quale carica!- ringhiò anche Mitsui. Kinoshita non lo
stette a sentire - Carica! Fallo!- - Se, certo...vieni qua che te la faccio
vedere io la carica.- scappò detto ad Hisashi e quel bastardo di un arbitro
fischiò ancora - Fallo tecnico! 14 bianco!- Ecco, due falli in due secondi.
Fanculo! - Stronzo.- sbuffò anche Akagi mentre la loro guardia alzava la
mano, roteando gli occhi. Dopo aver capito quanto Kinoshita avesse voglia di
sbizzarrirsi, i maledetti grigio neri cominciarono a divertirsi a loro volta.
Takeru mise in atto uno schema a tre, che mandava avanti Yuto e poi Kikuji si
buttava sotto canestro, sbarellando Hana e Akagi. Con quel metodo presero sei
punti. - Attenti campioni, avrete vita difficile oggi.- sentenziò Yuto con un
ghigno. - Ma perché non ti spari?- sibilò Miyagi con noia, facendogli di
nascosto il gesto dell'ombrello. Seguì qualche altra azione al limite della
regolarità, poi Rukawa si stufò. - Do'aho.- chiamò la volpe. - Kitsune.-
rise Sakuragi, poco davanti a lui - E' ora?- Il moro annuì e così il Tensai
scoccò l'occhiata di segnale a Ryota. - Finiamola di giocare.- disse Miyagi
andando alla rimessa - Facciamo vedere a questi stronzi come si fa
ragazzi!- - Che hanno in mente?- mugugnò Maki osservando la strana posizione
delle ali dello Shohoku. - Non lo so.- disse anche Uozumi - Non li ho mai
visti così quei due...stanno sulla linea di fondo campo...- - Avranno qualche
pallottola buona in canna.- ghignò Akira - Stiamo a vedere.- - Si se non gli
arriva un'altra di quelle gomitate.- sbuffò Koshino. E per la prima volta in
quell'anno, Hanamichi Sakuragi e Kaede Rukawa fecero vedere il motivo per cui
non avevano ancora mai giocato insieme un solo set. Sfrecciando in mezzo al
campo quasi a zigzagando e depistando Yuto e Takeru che non capivano cosa
stessero facendo, Akagi prese tempo fuori dall'area duellando contro Kikuji.
Doveva aspettare...aspettare che Ryota si liberasse. Era l'unico che poteva
servirli bene. Alla fine arrivò il momento. Eccoli, uno da una parte del
canestro, l'altro dall'altra. E lo Shikuda non avrebbe capito chi avrebbe
tirato fino all'ultimo. Miyagi stoppò la palla, guardandosi attorno nella
frazione di un secondo. Sgusciò dalla presa di Takeshi, che era già sfiancato e
non riusciva a stargli dietro...ed ecco anche Rukawa. La palla finì dritta al
volpino e la palestra si scaldò. Poi il tiro sul canestro...sarebbe andata
fuori, nessuno si preoccupò subito ma Takeru vide tardi la sagoma del numero
dieci dello Shohoku alzarsi dritta sul tabellone. E fu un dunk che fece vibrare
tutto il quadrante. Canestro! Incredibile a dirsi, nel palazzetto dello
sport si alzò un grido tale che non si era mai sentito in tanti anni. Ryonan,
Kainan, Shoyo e tutte le altre squadre si alzarono direttamente in piedi, bocche
larghe, cuore in tumulto. Che azione! Hanamichi tornò a terra,
schiacciando il famoso cinque di due anni prima con Rukawa. Era fatta! -
Campioni nazionali.- sussurrò Maki, guardandoli. Si, lo erano davvero. Non li
aveva mai visti giocare insieme in quel modo da tre anni....ed erano
distruttivi. Avevano sfondato quelle difese impenetrabili con una facilità
impressionante. Che sincrono, che sicurezza! - Ecco perché non avevano mai
giocato insieme.- mormorò anche Sendoh che era rimasto in piedi. Dio, ma come
avevano fatto? Il loro incubo si era avverato. Le due punte avevano trovato
un'intesa perfetta. Ci erano riusciti dopo tre anni. - Bravi, ottimo
lavoro!- rise Mitsui quando tornarono indietro - Li avete lasciati a bocca
aperta.- - Fischia questo se ci riesci.- ghignò anche Miyagi, guardando di
striscio Kinoshita. In quel momento fu questo il time out dall'allenatore
silenzioso dello Shikuda. E Arai era in piedi. - Merda, eccolo.- sbuffò
Akagi, mentre tornavano da Anzai. Due minuti di stacco e bevute, imprecazioni
e minacce di morte, poi si rientrò in campo e guarda un po', al posto di Takeshi
che ci aveva lasciato la vita contro la velocità di Miyagi, chi c'era? Il
bastardo di 2.30 che pesa centocinquanta fottuti chili. Un suicidio. - Chi
se lo prende?- borbottò Akagi. - Io.- scandì Hana. Un'occhiata ad Anzai che
annuì e Rukawa lo fissò attentamente. Che cavolo voleva fare il do'aho? Il
teoria sarebbe toccato a lui prendersi quel tizio ma il Tensai non lo stette a
sentire quando glielo ricordò. Lo snobbò allegramente, facendogli girare le
palle come le eliche di un motoscafo e così tornarono in campo. Arai si stava
anche scroccando le nocche. - Ciao testa rossa.- ghignò, trovandosi Hana
sotto al naso. - Ridi adesso, è meglio.- gli sibilò il rossino. Rimessa.
Tutto tranquillo per qualcosa tipo dieci secondi. Poi iniziò il casino. Ci
fu il primo incidente sotto canestro che avrebbe portato poi alla disfatta
totale. Dopo un inizio interessante che vide il centro dello Shikuda, Kikuji,
infilare delle schiacciate veramente spettacolari, Rukawa e Takeru si misero a
giocare fra loro. Erano one on one che rompevano le palle un po' a tutte e due
le squadre, visto che non c'era verso di passare quella palla e fu lì che la
bravura del capitano del grigio neri venne fuori. Con mano destra e sinistra
faceva passaggi da un all'altra con velocità impressionante, mettendocela tutta
per far innervosire il volpino. Fece un altro paio di canestri, poi Ryota decise
d'infilare la quarta. Si guardò attorno: Akagi e Kikuji come sempre si
stavano spintonando come dannati e Mitsui era fuori dall'area, pronto a tirare.
Era già saltato quando Shoji gli arrivò alle spalle e gli deviò la tripla che
toccò il tabellone. Hana stava saltando per riprenderla quando Kaede e gli altri
videro qualcosa che li lasciò senza fiato. Hana aveva Hideki Arai alle spalle
che incrociata una gamba con la sua in una mossa che avrebbero osato definire
perfetta, lo buttò a terra...e poi rincarò bastardamente, ghiacciando le vene a
quelli dello Shohoku. Col piede incastrato fra le gambe di Sakuragi fece finta
di sbilanciarsi a sua volta e cadde dritto sulla schiena del rossino...col
gomito. Un grido allucinante invase la palestra mentre Mitsui e Miyagi
correvano a spingere via malamente quel colosso dalla loro ala grande. Era
rimasto a terra... Gli aveva colpito la schiena apposta. Rukawa era rimasto
bloccato. Alle sue spalle Takeru rideva. - Hana!! Hana come stai?- urlò
Miyagi che cercava di vedergli la faccia - Hana!- Dalle tribune si era alzato
un fortissimo grido di protesta mentre Arai si prendeva tranquillo e con un
ghigno perverso il suo fallo. Da lì Mitsui gli ficcò una spinta, vedendo tutto
rosso e cominciarono a urlarsi dietro insulti. Ci s'infilò di mezzo Kinoshita e
solo allora il volpino andò a controllare, col sangue a cubetti. -
Do'aho...- - Vaffanculo l'hai fatto apposta!- strillavano gli altri e in quel
casino la kitsune sentiva sempre di più quella rabbia repressa montargli dentro.
Quella rabbia...stava perdendo il controllo. Prima quella rissa, poi Raim, poi
Arai sotto casa, tutto in fiamme...si, stava per esplodere. E quello stupido
do'aho che si era preso addosso quel mastino per non caricarlo di altra
tensione! Era proprio un do'aho! In quel frangente Hana si rimise in piedi
come un vulcano. Zittendo la cagnara si scroccò la schiena e il collo,
beato. - Ehi Hana...tutto bene?- alitò Miyagi. - Si...- il rosso si grattò
la schiena, con voce annoiata - Un pulce mi è saltata addosso, tutto
qua.- Videro Arai sgranare gli occhi e illividire, serrando i denti. - Non
finisce qua mezza sega.- sibilò nella loro direzione. - Levati dalle palle!-
gli ringhiò Mitsui. - E tu stattene buono!- rise l'ala di sfondamento - Tanto
quel ginocchio te lo spacco prima di...- ma si morse la lingua quando la mano di
Sakuragi scattò a prenderlo per la maglia. Si scatenò di nuovo il panico in
tribuna. Ora si pestavano davvero. - Ehi bello...- ringhiò il rossino a bassa
voce, mentre Kinoshita starnazzava - Quando ti rivolgi a lui la parola
"ginocchio" deve restare fuori da ogni discorso, chiaro? Altrimenti preparati ad
uscire da qui e a farti fare un trapianto di rotule!- - Hanamichi, basta
adesso!- Akagi riuscì a staccarlo da quel verme, tirando via anche Mitsui -
Avanti, calmatevi! State facendo il loro gioco! Zitti e continuate a
giocare!- - Grazie mamma chioccia, mi hai tolto il divertimento.- bofonchiò
invece Hisashi. Tornati ai loro posti, c'era comunque qualcosa che non andava
ormai. Tutto lo Shohoku era rimasto ghiacciato quando Arai era finito sulla
schiena del loro numero 10. Ricordavano tutti quando si era fatto
male. Temevano che ora stesse facendo solo finta. E Rukawa era fra questi.
Quella marea in piena sembrava soffocarlo e togliergli l'aria. Arai stava
venendo verso di lui, recuperata la palla, quando Sakuragi si rimise di nuovo in
mezzo. Cosa voleva fare quell'idiota, cosa? L'ennesima risata alle sue spalle
glielo fece capire. Takeru lo stava placcando senza troppa enfasi, solo per
sibilargli veleno nell'orecchio. - Tranquillo eroe...dagli tempo e
sistemeremo il ginocchio a Mitsui e Hideki ridurrà in briciole la schiena di
quella testa di cazzo! Poi il prossimo sei tu!- Kaede sapeva che era vero.
Che non scherzava. Da quel momento in poi giocò come un furia. Infilò una
canestro dietro l'altro, sgomitando per arrivare sotto area di tiro e
prendendosi due falli ma non gl'importava. La goccia che fece traboccare il
vaso però arrivò alla metà del secondo tempo. Dopo mille gomitate, al terzo
fallo per Mitsui e Hana che era di nuovo finito a terra, Arai si era buttato su
di lui. Il volpino stava palleggiando per liberarsi quando l'ala di
sfondamento gli arrivò addosso di spalle. Spingeva e non gli lasciava spazio.
Era tanto grosso che poteva gambizzare l'avversario senza farsi vedere...e
parlava, parlava in continuazione. - Ehi bastardo...io e te dobbiamo ancora
parlare di quella sera!- rise, mentre Hana era bloccato da Yuto - Ma dove vai?!
Non ce la farai mai a passare!- e gli arrivò una gomitata nel fianco - Forza,
che aspetti campione?! Finisco con te e poi torno a spezzare la spina dorsale al
tuo amico!- Una spinta in avanti, gli urli di protesta delle tribune dove le
altre squadre ormai non riuscivano più a sedersi per la rabbia e lo sdegno e
Rukawa assunse uno sguardo che Ayako, anche dalla panchina, riconobbe
subito. Si alzò in piedi per fermarlo ma il fiato le morì in
gola. Kaede lasciò andare a terra la palla. Così, mollandola
semplicemente. Poi prima che qualcuno potesse capire qualcosa, si girò,
strinse un pugno e sferrò un cazzotto in pieno viso ad Arai. Crollò a terra,
sanguinante...e nel palazzetto un grido collettivo di gioia sovrastò il fischio
dell'arbitro. - Rukawa no!- Akagi corse a prenderlo per le spalle ma lui già
non si muoveva più. Quel pugno gli era bastato. Kinoshita era verde, i
giudici si erano pietrificati...e Anzai era rimasto seduto, senza muovere un
dito. Hana e gli altri non riuscivano ad aprire bocca mentre dalla curva
Mito, Sendoh, Kyota e tutti gli altri avevano intonato una specie di mantra
saltando sui parapetti e le ringhiere. Avessero potuto avrebbero seguito Rukawa
in campo per finire il suo lavoro. Ma ora erano nei guai. - Fallo da
espulsione!- tuonò Kinoshita furibondo - Numero 11 bianco, FUORI!- Eppure
Rukawa non si mosse. Con le nocche escoriate, si sciolse dalla presa di Akagi e
puntò dritto verso l'arbitro che si fece indietro, quasi tremando. - Il mio
fallo...- la sua voce era gelida, quasi spettrale - ...è più grave di quello che
ha commesso lui prima forse?- Kinoshita sbiancò ancora di più - Rukawa,
esci!- - Mi risponda!- I ragazzi lo sentirono urlare e tremare, vibrare
come una corda di violino. Non sapevano quanto fosse nervoso ma ora lo capivano.
Rukawa aveva perso i nervi saldi e anche il suo sangue freddo. Era andato
ormai. - Le ho chiesto se il mio fallo è più da espulsione di quello che ha
commesso Arai atterrando il mio compagno con quella gomitata nella schiena!-
ringhiò fuori di sé, con gli occhi sbarrati - Mi risponda! Non uscirò da qui
fino a quando non mi avrà risposto!- - Ho detto che devi andartene!- - Non
verrò a picchiarla nel parcheggio.- sibilò il volpino velenosamente - Voglio una
spiegazione!- - Se non esci subito farò annullare la partita!- strillò
Kinoshita con le gambe di gelatina. E infine la catastrofe. - SI
FOTTA LA PARTITA!- Era esploso. Rukawa on sembrava lo stesso...e a quel
punto non ci fu più nulla da fare. L'amichevole venne fermata, tutto fu
annullato ed nacque un tale caos che fra giudici, gente in platea e giornalisti
non ci fu più verso di riprendersi da quel disastro. Le squadre si
ritirarono su un parquet macchiato di sangue ma Rukawa era già sparito.
Entrò negli spogliatoi come una furia, colpendo a calci tutto ciò che gli
arrivava a tiro. Tirò anche un pugno al muro, segnandolo di rosso...e poi si
lasciò andare a sedere. Uno, due minuti...e capì cos'aveva fatto.
Capì cos'aveva scatenato. Non solo per se stesso...anche per tutti gli
altri. I passi fuori la porta risuonarono subito e Akagi apparve sulla
soglia. Dai suoi occhi capì subito come girava. Il Gorilla lo afferrò per la
maglia, sollevandolo. - Hai idea di cosa hai fatto?- gli gridò - Ne hai
un'idea??? Sai adesso cosa succederà Rukawa? LO SAI?- aveva lo sguardo stravolto
dalla rabbia - ADESSO I GIUDICI DI GARA DI SBATTERANNO FUORI DAL
CAMPIONATO!- - Takenori basta, lascialo...- Kaede sentiva appena le voci
degli altri. Aveva capito una sola cosa. Aveva fatto espellere tutti. Kogure
cercava di toglierglielo dalle grinfie ma il capitano continuava a scuoterlo,
fuori di sé. Gli aveva fatto a pezzi in un attimo il suo sogno. Quando lo
lasciò andare, il Gorilla si fece indietro vedendolo sedersi senza forze su una
panca. - A cosa pensavi?- gli sibilò - A cosa?! Rukawa rispondimi!- Le
mani fra i capelli, la schiena curva. Il volpino non sembrava se stesso. -
Mi dispiace.- Lo spogliatoio tacque. - Scusami.- sussurrò ancora
Kaede, a testa china. Akagi era sconvolto e quando la porta sbatté di nuovo
così forte, tanto da far traballare i cardini, si accorse appena della maschera
di pietra che aveva in faccia Mitsui. Hisashi guardava il Gorilla
incollerito. Da sempre, solo lui era stato l'unico a tenergli testa.
L'unico. - Lascialo in pace!- sbottò la guardia duramente - Lascialo stare!
Ha solo fatto bene!- - Fatto bene cosa?- tuonò il capitano - Ma sei impazzito
anche tu!? Ci sbatteranno sicuramente fuori!- - E vaffanculo, chissene
frega!- urlò in risposta l'ex teppista - Cristo ma ti senti quando parli? Sono
mesi che ti sento sparare puttanate e ancora adesso dopo tutto questo casino
continui a dirne! Hanno quasi ammazzato le matricole in palestra, rincorso Ryota
e Ayako la notte, Arai ha quasi spaccato la schiena ad Hanamichi e hanno
rischiato di ammazzare Rukawa dandogli fuoco alla casa! Ma sei fuori di testa?
Eh? Che cazzo aspetti a reagire?!- - Ma cosa credi, che non mi ribolla il
sangue?- ringhiò Akagi rosso di rabbia. - Io credo soltanto che tu non abbia
avuto le palle che invece ha dimostrato Rukawa spaccando ora i denti a quel
bastardo!- concluse Mitsui - Ecco cosa credo! Fossi stato al suo posto non mi
sarei fermato! Intesi? E affanculo il campionato! Anche io voglio vincere di
nuovo ma non voglio giocare sulla schiena rotta dei miei compagni!- Stavano
per scannarsi fra loro. Non li aveva mai visti così...il volpino vedeva tutto
quasi dall'esterno, come se non avesse fatto parte di quella gente. Non c'era
Anzai e neanche Hana. Dov'era il do'aho? Dov'era andato? Si alzò come uno
zombie, uscendo in corridoio. Non c'era nessuno. Girovagò senza meta, quasi
senza capire dove andasse, poi vide Ayako in piedi, appoggiata di spalle a una
porta. La targhetta diceva "Privato" e quando arrivò dalla mora la ragazza gli
fece solo cenno di stare in silenzio. Lui accostò impercettibilmente
l'orecchio e sentì ben distinta la voce di Anzai, di altri tre uomini e di
Hanamichi.
La stanza era asettica, quasi impersonale. Hana si sentiva
come al giorno di un esame. Il signor Matsumoto, il signor Ghenta e mister
Johnson lo avevano fatto accomodare di fianco al coach Anzai quando aveva
rispettosamente chiesto di poter parlare coi tre giudici di gara. Kinoshita
non c'era. Il rosso non sapeva perché ma ne era sollevato. Senza di lui sarebbe
stato più facile esporre i fatti. La presenza di Anzai al suo fianco gli
aveva fatto ritrovare un po' di coraggio e guardò i tre giudici uno per
uno. Matsumoto dava sulla cinquantina, brizzolato e con lo sguardo duro, con
una leggera barba. Il signor Ghenta era il più giovane, doveva avere appena
quarant'anni e sembrava molto interessato, mentre il signor Johnson, più o meno
anche lui verso i cinquanta, certamente americano visti i suoi capelli
biondissimi e gli occhi chiari, se ne stava seduto trafficando coi suoi
contratti. - Volevi parlarci Sakuragi?- lo incalzò Matsumoto a quel punto -
Avanti, siamo tutt'orecchi.- - Anche se immagino perché sarai venuto.-
bofonchiò Johnson - Per non farvi espellere, giusto?- - Si, esatto.- annuì
Hana deglutendo vacuamente. - Non era necessario.- sentenziò l'americano con
fare sbrigativo - Se eliminerete il problema della vostra squadra non dovrete
ritirarvi. Siete i nostri campioni nazionali, non vogliamo tarparvi le
ali.- Il Tensai tacque. Il problema. L'elemento problematico della
squadra. Non guardò Anzai ma quando lo sentì parlare poteva immaginarsi la
sua espressione. - Non intendo espellere Rukawa.- disse il Diavolo dai
capelli bianchi. - Signor Anzai...- Johnson sospirò come se avesse parlato a
un bambino capriccioso - Lei ha tutta la mia stima, il rispetto di ognuno di noi
ma a volte non posso fare a meno di chiedermi perché si fissi tanto sulle sue
idee.- - I ragazzi sono miei e me li gestisco io.- sibilò il coach - Non
ritengo che lei possa capire la situazione Mr Johnson.- - C'è ben poco da
capire.- disse Matsumoto intromettendosi con tono più neutro - Rukawa ha
aggredito un avversario in campo.- - E lo Shikuda ha cercato di infortunare
gravemente tutti e cinque i miei ragazzi.- continuò Anzai - Come la
mettiamo?- - Difende un giocatore violento Anzai?- gli chiese Johnson
serio. - Se posso permettermi...- Hana stava facendo leva su tutta la sua
buona educazione per cercare di essere più cortese possibile - Lo Shikuda non è
mai stata una squadra che gioca pulito, questo immagino sia chiaro anche a voi.
Almeno lo spero, altrimenti comincerei davvero a preoccuparmi. Ma ci sono dei
motivi se la kit...se Rukawa si è comportato così.- asserì, fissando i tre
giudici. - Non ci sono motivi per una tale aggressività!- sbottò
l'americano. - Con tutto il rispetto, lei non lo conosce.- sentenziò il
rossino - Il signor Ghenta e il signor Matsumoto invece si. Andiamo signori, lo
conoscete da tempo, da quando andava alle medie!- il tono di Hanamichi si era
fatto accorato - Sapete che è un giocatore eccezionale e non ha mai commesso più
di un fallo a partita! Non è un tipo aggressivo, ha sempre giocato pulito e
secondo le regole! Voi lo sapete bene! Come potete pensare di espellerlo?- -
Sakuragi, i fatti parlano.- - I fatti dimostrano che lo Shikuda ha cercato di
infortunare di nuovo Hisashi Mitsui.- disse allora Anzai - I fatti dimostrano
che Arai ha atterrato Sakuragi con una gomitata sulla schiena che anche un cieco
avrebbe definito un fallo da espulsione. Fatevi un esame di coscienza
signori.- Matsumoto s'irrigidì lievemente quando il signor Ghenta sorrise,
alzando le mani. - Dimmi Sakuragi...tu credi che sia stato solo un fatto
sporadico?- - Perché, lei no?- sussurrò il rosso - Ghenta-san, andiamo! Sa
che tipo è Rukawa! È un grande giocatore e l'unico con cui è aggressivo in campo
sono io, santo cielo! Posso essere sincero?- - Si.- annuì Ghenta - Dimmi la
verità.- - Hideki Arai ha cercato di ferirlo davanti a casa sua, mesi fa è
stato aggredito con un coltello e a momenti gli cavavano un occhio mentre alle
quattro di stamattina gli hanno dato fuoco alla casa. Lei crede siano
incidenti?- e fissò tutti e tre - Sappiamo tutti che non lo sono. Conoscete lo
Shikuda per sapere come vincono le partite. Kaede era troppo nervoso, questo non
lo nego, e ha commesso un grave errore. Non voglio certo scusarlo ma io ritengo
che espellerlo sia esagerato. In memoria di tutte le sue partite almeno! Sapete
che non è questo tipo di ragazzo!- I tre giudici tacquero, scambiandosi
appena delle vaghe occhiate. - Decidete secondo coscienza.- mormorò Hana,
alzandosi in piedi - Anche se spero che ci penserete bene prima fare qualcosa di
irreparabile. Vi ringrazio per avermi ascoltato.- Si alzò e fece un cenno di
saluto, ricambiato pienamente da Ghenta e Matsumoto, mentre Johnson sembrava
ancora parecchio sostenuto. - Ah, Sakuragi...- Ghenta lo richiamò sulla porta
- Fatti dare una controllata alla schiena e agli occhi.- - Già e fai entrare
Rukawa per favore.- aggiunse Anzai, beato come suo solito. Il rossino
sorrise, chiudendosi lo stipite alle spalle. Fuori lo aspettava il volpino.
Gli fece cenno di entrare e Kaede eseguì gli ordini in silenzio, mentre Hana si
ritrovò a spiegare tutto ad Ayako. Ora dovevano solo incrociare le dita e
sperare. Intanto stava arrivando un buon squadrone di saluto...che provocava
un macello incredibile. - Ok, è uno stronzo, un freezer, un ghiacciolo
borioso e insopportabile, in campo non lo reggo due minuti...- cincischiava
Kyota - Però Rukawa è il mio eroe! Porca vacca, ha steso quel bastardo con un
colpo solo!- - Gli faccio una statua!- rincarò anche Fukuda - Cos'avrei dato
per essere al suo posto!- - Eh, bella roba.- bofonchiò Jin - Speriamo non li
caccino tutti!- - Se non altro ora quelli dello Shikuda staranno al loro
posto.- sorrise Aida speranzoso. - Se, credi alle favole.- sbuffò
Uozumi. - Vedete di non far solo casino gente.- borbottò Mito - I ragazzi non
devono essere di buon umore.- - Già, conoscendo mio fratello probabilmente si
starà scaricando i nervi prendendo a pugni un muro.- sospirò Haruko - Senza
contare che saranno tutti molto demoralizzati!- Ma manco a parlarne. A venti
metri dagli spogliatoi si sentivano degli strilli abominevoli e di certo non
appartenevano a persone col morale sotto i tacchi. Dalla porta aperta volava di
tutto insieme alle bestemmie, fra cui armadietti e scarpate. Sendoh e compari ci
pensarono su un attimo prima di osare mettere la testa dentro, anche perché fra
tutte le voci di Mitsui e Akagi erano particolarmente alte. Si stavano scannando
quei due, tanto per cambiare... La cagnara si fermò quando entrò Hanamichi.
Occhi iniettati di sangue, non vedeva una mina ed era incazzatissimo. - STATE
ZITTI CAZZO!- tuonò, sbarellando anche gli altri giocatori nel corridoio, mentre
a Sendoh volava via tutto il gel dai capelli - GORILLA NON ROMPERE! NON SIAMO
STATI ESPULSI!- Akagi si era attaccato a una panchina per non volare via,
anche se altri non erano stati altrettanto fortunati. - Cosa? Che hai detto?-
chiese il capitano sgomento - Non ci hanno sbattuto fuori?- - No!- sbottò il
rossino - E adesso vedete di non stracciarmi più le palle perché non è giornata
chiaro?!- e senza aggiungere altro andò a cacciarsi sotto la doccia lasciando
dietro di sé una scia di gente sconvolta. - Oddio...ma non avrà preso a
testate i giudici vero?- alitò Rei distrutto. - Ormai mi aspetto di tutto.-
mugugnò Ryota schifato - E Rukawa dov'è?- - A parlare con Anzai.- mormorò
Ayako, entrando in quel momento - Forza ragazzi, è inutile restare. Datevi una
mossa, fatevi la doccia e poi andiamocene. Non voglio restare qui dentro un
minuto di più.- - Si ma...- Mitsui la guardava con aria interrogativa - La
faccenda come si è risolta?- - Ci dirà tutto Anzai domani. Intanto andate a
casa e riposatevi.- scandì la mora - Hana ti ho trovato il collirio!- - Si,
grazie!- urlò il rossino sotto l'acqua. Era chiaro come il sole che nessuno
aveva più voglia di parlare della questione e si ritirarono in fretta. A momenti
non volò più davvero una mosca e anche gli altri decisero che non era il momento
adatto per fare il commento di fine partita. Se non altro nessuno si era
fatto davvero male...o almeno era quello che tutti in cuor loro
speravano.
Un'ora più tardi Rukawa fissava il mare, sentendo la cantilena
della risacca. Era tornato a casa di Raim e non si decideva a entrare. Si
guardò la mano...le nocche escoriate. Dio, ma che gli era passato per la
testa? Non faceva che chiederselo, non faceva che pensare a come aveva potuto
perdere il controllo in quel modo. Proprio lui! Kaede Rukawa, Ice-man, il
freezer con le gambe, Sua Boriosità, era diventato un teppista a tutti gli
effetti. Aveva pestato in campo un avversario. E con che classe, cazzo. Ed
era stato sospeso dai giudici di gara per tre partite. Un'infinità di tempo. Un
mese senza toccare palla in campo ma era niente paragonato a quello che avevano
rischiato. Meglio lui fuori che tutta la squadra. Risentiva ancora la presa
del Gorilla alla sua maglia. Era la prima volta in vita sua, dopo quella notte
con Hana, che si era sentito veramente un verme...e aveva chiesto scusa. Gli era
uscito dalla bocca con tutto il cuore. Risalì lungo il vialetto con la moto e
poi la chiuse in garage. Si levò il casco e pensò che forse era meglio andare a
stendersi in mezzo alla strada e farsi fracassare da un camion piuttosto che
andare a spiegare a Raim cos'avesse combinato. Così almeno non avrebbe più
rischiato di mandare a puttane i sogni di nessuno. Entrò in casa, trovando la
porta aperta e maledicendo quella matta. Lei e la sua mania di lasciare tutto
aperto! Buttò le chiavi della Honda sul tavolino dell'ingresso e quando
arrivò in cucina si sentì puntare come una preda. E c'erano ben due cani da
caccia... - Senpai Rukawa!- Kaede posò lo sguardo su due kohai: una era
quella Asuka del secondo anno che stava ai fornelli con un grembiule addosso e
una era una matricola, una ragazzina piccola e coi capelli nerissimi a
caschetto. Tutte e due lo guardavano adoranti. - Buonasera!- cinguettò
Asuka - Senpai se hai fame ti abbiamo lasciato qualcosa.- Si, come no. Era di
umore così terreo che avrebbe mandato giù solo del veleno. Fece appena un
cenno del capo, levandosi la giacca, poi vide i capelli rossi di Raim che
pendevano dal bracciolo del divano. Andò subito da lei, trovandola con gli occhi
semichiusi davanti alla tv accesa. - Ciao.- sussurrò, inginocchiandolesi
vicino. Asuka e l'altra mocciosa trattennero il fiato, vedendo il famigerato
bello di ghiaccio della scuola in atteggiamenti teneri e umani con la loro
senpai. Non sapevano se essere invidiose e sciogliersi per lui e quello
spettacolo così inusuale. La rossa riaprì le palpebre proprio in quel
momento, scoccandogli un'occhiata strana. Poi guardò l'ora. Troppo presto. -
Perché sei già qua?- gli chiese a bassa voce. - E' andato tutto bene mentre
non c'ero?- Rukawa la ignorò, rivolgendosi a due orgogliosissime kohai. Asuka
annuì, rossissima - Si senpai. Le abbiamo dato le medicine e ha mangiato tutto
quello che le ha prescritto il medico.- - E' passata la madre di Hanamichi.-
gli spiegò Raim - Ha detto di salutarti.- Il volpino ringraziò di cuore che
la signora Kana avesse avuto il buon senso di non lasciarlo solo in quella
situazione, visto che non era capace di prendersi cura neanche di un pesciolino
da fiera. Chiese ancora alle due kohai se le avevano cambiato le fasciature e
Asuka lo assicurò di tutto, avvisandolo solo che il ginocchio si era
gonfiato. - Le stavamo preparando la borsa del ghiaccio.- gli disse la
ragazza trottando di nuovo in cucina. - Allora?- sussurrò intanto la malata -
Mi dici perché sei già qui? Cos'è andato storto?- - Te lo racconto a letto.-
le disse, mentre tornavano i due invasori in gonnella - Grazie dell'aiuto.-
borbottò riluttante, considerato che quelle piattole si stavano già sbrodolando.
- Di niente senpai Rukawa!- cinguettarono praticamente in sincrono,
facendogli temere per il suo povero udito. - Se avrai ancora bisogno devi
solo chiamarci. Non ti spiace, vero senpai Kotobuki?- Raim si sforzò di
sorridere, non sapendo bene se c'era riuscita. - Ma certo. E salutatemi le
altre a scuola domani.- - Stanne certa. Allora noi andiamo.- le disse Asuka,
arrossendo poi di nuovo verso il volpino - Buona notte anche a te senpai!- e
schizzarono fuori ridacchiando come delle oche, tutto gongolanti perché la
kitsune le aveva guardate in faccia per una specie di nano secondo. Però, che
traguardo! Più tardi verso mezzanotte Raim era a letto, il corpo travolto da
ondate di dolore che la colpivano a tradimento, come un singhiozzo. Il ghiaccio
sul ginocchio che credeva si sarebbe spaccato, mercuro cromo su ogni più piccolo
taglio, i punti sulla schiena che le tiravano, il braccio intorpidito, spalle e
addome che le dolevano. Non si era mai sentita peggio. Quando sentì i
passi di Rukawa nel corridoio però il dolore perse momentaneamente di forza,
superato da una certa curiosità. Se credeva che non si fosse accorta delle sue
nocche escoriate era proprio un ingenuo. Non ci doveva neanche provare a
raccontarle storie. Stavolta doveva vuotare il sacco quell'idiota e dirle per
filo e per segno che diavolo avevano combinato a quell'amichevole, o com'era
meglio definirla a quella rissa da bar. Lo sentì sdraiarsi vicino a lei,
girato su un fianco. Sorrise, sentendo il profumo del suo stesso shampoo ma
lasciò perdere immediatamente, cercando di guardarlo dritto negli occhi per
capire cosa fosse successo. Non sembrava del tutto lui. Se avessero perso
sarebbe stato furioso e di pessimo umore, se avessero vinto Kaede non avrebbe
avuto quello sguardo malinconico...ma cos'era successo allora? - Non si sarà
fatto male qualcuno?- alitò allora, scattando. Facendolo la schiena le tirò
enormemente, strappandole un gemito. Un attimo dopo Rukawa la stava aiutando a
riadagiarsi dolcemente sui cuscini. - Avanti parla...- lo pregò la rossa,
afferrandogli una mano - Dimmelo, si è fatto male qualcuno?- - Non dei
nostri.- ammise Kaede, abbastanza riluttante e infatti Raim fece tanto d'occhi,
inclinando il capo con quella sua aria scettica che faceva sentire tutti gli
uomini dei perfetti deficienti. - Come sarebbe nessuno di voi? Volpe parla
chiaro!- Come se fosse stato facile! "Tesoro, in questi giorni ho
minacciato due persone di morte e durante una partita ho rotto tutti i denti con
un pugno a un tizio che pesava cinquanta chili più di me e mi superava quasi
altrettanto in altezza. Sono o non sono un figo? Ah, dimenticavo...ho quasi
fatto sbattere fuori tutta la squadra!" Inutile perdere tempo, non era
un bambino! - Ho...reagito in partita. Ho dato un pugno in faccia ad Arai. È
svenuto...e dopo che mi sono rifiutato di uscire dal campo i giudici e Kinoshita
hanno sospeso l'amichevole.- La faccia di Raim ora era tutto un programma. Si
sfrecciavano sopra incredulità, esasperazione e tanta pazienza. - Non è uno
scherzo vero?- sospirò, chiudendo gli occhi. - No,- ammise serio - Hana e
Anzai hanno poi parlato coi giudici. Li hanno convinti a non espellere me e la
squadra ma per tre partite sono costretto in panchina. Inoltre domani dovrò
andare a scuola, ricevimento col preside. Credo che mi sospenderà anche dalle
lezioni.- La ragazza si portò la mano sana alla faccia. Non era possibile!
Proprio lui, Kaede Rukawa! - Sembra fantascienza.- bofonchiò - Il sedativo
serve a te, bello mio.- - Quel bastardo è saltato sulla schiena del do'aho
con un gomito.- le spiegò, facendola preoccupare di nuovo - L'idiota sta bene ma
non ci ho visto più. Inoltre Mitsui e Akagi si sono praticamente scannati negli
spogliatoi.- concluse, sapendo di averla fatta davvero grossa - Domani mattina
starò via qualche ora, poi torno subito. Se non altro potrò seguirti
tranquillamente, senza l'impedimento della scuola.- - Rukawa, stupido! E gli
allenamenti?- - C'è il campetto a neanche cinquanta metri da qui.- le ricordò
serafico. Raim sbuffò - Non fare l'imbecille, sai bene che allenarsi da solo
per uno come te è deleterio.- La guardò assottigliando i lineamenti. Cosa
voleva dire? Orgoglioso com'era non la prese bene per niente ma quando la rossa
gli carezzò la testa sbollì subito, trattenendo il fiato. Era il primo gesto
spontaneo e affettuoso dopo mesi interi. - Mi dispiace.- gli disse. Lui
annuì, sapendo bene che se l'era cercata. Era solo colpa sua ma gli era andata
anche bene, doveva continuare a ricordarselo: se Anzai non fosse intervenuto e
il do'aho non avesse spiegato il perché e il percome del suo attacco d'ira
probabilmente l'avrebbero cacciato al manicomio. Si accoccolò sul suo stesso
cuscino, mentre Raim si rimetteva faticosamente supina. - Sei esausto.- gli
disse, tirando a fatica le coperte verso di loro, mentre lui gliele drappeggiava
addosso - Domani forse le cose ti sembreranno meno nere.- - Hn, come no.-
rognò con una nuvola sulla testa - E tanto per la cronaca...ci dormo io a
sinistra da domani.- - Col cavolo, è il mio letto questo.- sbadigliò la
rossa, richiudendo dolcemente le palpebre - Comunque devo ammettere che mi
sarebbe tanto piaciuto esserci. Avrei voluto davvero vederti pestare quel bue!-
e rise, avvertendo altre fitte alle costole ma le ignorò - Guarda il lato
positivo.- - E sarebbe?- chiese distrutto. - Potrai riprenderti e
rimettere a posto un po' di cose. A cominciare con la tua casa...- gli rispose
mentre la sua voce si affievoliva nel sonno - ...a finire con qualche seduta
dallo psicanalista. Sei stressato.- Ma sentite che roba! Chissà grazie a chi
era stressato! Al diavolo, era tutto un grande ed enorme
fottuto complotto...però forse aveva ragione lei. Era a pezzi,
per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva veramente stanco. Quella
stanchezza infida che non ti faceva alzare dal letto, che non invogliava a
scoprire un nuovo giorno. E poi quella rabbia...l'aveva mandata giù finalmente
ma lo Shikuda si era preso lo stesso il suo premio. Per tre turni era
fuori. Fino a quel momento avrebbe dovuto rassegnarsi. E pensare a Raim,
concluse guardandola dormire. Si, per ora doveva concentrarsi solo su di
lei.
Allo Shohoku si contavano le dita di una mano le persone che in
cinque anni di frequenza avevano visto in faccia "Il Fuggitivo", meglio
conosciuto come il preside Naobuso o più amichevolmente "Buso". A parte il
personale docente, in tre studenti avevano visto in faccia quell'uomo che non si
sapeva bene cosa cazzo facesse, visto che a scuola non c'era mai entrato neanche
per sbaglio. Non era presente neanche alle riunioni del consiglio, figurarsi nei
giorni feriali! Chi aveva avuto l'onore di conoscerlo, ovvero due studenti del
quinto (fra cui ovviamente Mitchy) che una sera si erano ritrovati in uno
strip club al suo fianco e Naomi Kurata, la sua pupilla, potevano dire solo una
cosa di lui. Che era un uomo a cui l'aggettivo eccentrico non bastava. A
quel terzetto quella mattina di unì anche Kaede Rukawa che varcò le soglie del
suo liceo ben sapendo che ormai la notizia aveva fatto il giro. Quando passava
la strada e chi gli passava a fianco si apriva come il Mar Rosso mentre quelle
cretine del Rukawa's Shinetai piangevano disperate per la sua sorte avversa.
Fregandosene degli sguardi sconvolti di mezzo liceo che l'avevano sempre creduto
manesco e attacca brighe solo col do'aho, salì al secondo piano per andare a
sentire la sua sentenza niente meno che dal caro Buso, come lo prendevano in
giro quelli del comitato studentesco. Fuori dalla presidenza trovò Anzai con
cui aveva già discusso la sera prima. Si stava sciroppando il the seduto su
un divanetto davanti a un tizio con barba e baffi, trasandato come uno che ha
dormito in un cassonetto, aria di chi ha alzato troppo il gomito ma
un'espressione bonaria e svagata come quella del Buddha. - Oh, Kaede.-
l'apostrofò Anzai quando lo vide - Ben arrivato. Spero tu abbia dormito un
po'.- - Si coach.- sussurrò, sedendosi al suo fianco. Guardò verso la porta
di vetro della presidenza. Non c'era nessuno? Niente preside invisibile? E dire
che sarebbe stato quasi interessante vedere la faccia del Fuggitivo. - Voglio
presentarti il preside Naobuso.- lo strabiliò il suo vecchio mister,
indicandogli proprio quel tizio che sembrava un barbone - Non credo tu abbia mai
avuto il piacere di incontrarlo.- Mentre si faceva stritolare la mano in una
pressa, Rukawa pensò di averlo già visto da qualche parte. Ma dove? Poi di
colpo ricordò. Ma si! Alle loro partite! Quell'uomo era sempre in tribuna
d'onore con le famiglie! - E così posso stringere la mano a una delle nostre
punte di diamante.- sentenziò il preside, accavallando le gambe e mandando giù
una potente dose di caffè - Era una vita che volevo conoscerti ragazzo. Non
pensavo che avrei finito per farlo dopo una rissa..- Gli era sembrata troppo
facile! Kaede continuava a tacere come sempre, scrutando quel preside con aria
non molto convinta. Quello un preside? Yoshikawa lo sembrava di più! Aveva più
la faccia da stronzo...ma quello lì sembrava solo la replica più usata di
GTO! Il Fuggitivo sollevò un foglio di richiamo dei giudici di gara,
leggendolo con aria annoiata. Sotto anche la dichiarazione di Kinoshita. Poi
l'appallottolò, facendogli fare una parabola sulla testa fumante del
volpino. - Atto falloso eh?- sbuffò Naobuso - C'ero anche io a quella partita
ieri.- scattò assumendo un'espressione dura che fece presagire alla kitsune un
mese di sospensione - Ho visto come ti sei comportato Rukawa. Allora, mi dai una
spiegazione o devo espellerti dallo Shohoku?- Cosa poteva dire? L'ho colpito
perché sono giorni che scoppio di rabbia? - Non accadrà più.- si limitò a
rispondere con tono cupo - Glielo garantisco.- - Lo spero.- bofonchiò il suo
preside, versandosi altro caffè con la faccia giallognola - Ieri sera ho dovuto
pensarci io a calmare i giudici dopo che Sakuragi ha interferito. E fattelo
dire...se l'hai fatto per vendicare lui è tempo perso.- aggiunse con un ghigno -
Quel ragazzo è una roccia. Peccato che non sia qua anche lui.- - Oh, un
giorno ci sarà...- sfuggì al volpino con sarcasmo gelido, facendo tossire Anzai
rumorosamente. - Come ti ho detto c'ero anche io a quell'amichevole.- riprese
Naobuso fissandolo attentamente - E come amante del basket non posso tollerare
un tale comportamento. So che starai fuori per tre partite. La tua condotta va
giudicata anche in base scolastica...quindi ritieniti sospeso per due settimane
Rukawa. Non un giorno in meno.- Due settimane...senza allenamenti con la
squadra. Da spararsi! Non replicò, anche perché avrebbero potuto sbatterlo
anche fuori da scuola per quella faccenda, così si limitò a ringraziare e ad
alzarsi, dicendo ad Anzai che si sarebbero rivisti da lì a 14 giorni ma una
volta alla porta il Fuggitivo lo richiamò. Si stava rigirando la tazza fra le
mani, come pensoso. - Rukawa, vorrei farti una domanda...- Il preside
finalmente alzò gli occhi, scoccandogli uno sguardo quasi perverso. - Come ti
sei sentito quando hai colpito quel gran bastardo?- Mancò poco che cadesse
per terra. Ma che domanda era??? Quello non era un preside! - Dai, rispondi!-
gli ordinò Naobuso - Non mi dirai che hai perso la lingua.- Kaede sospirò,
rimettendosi in sesto. - Ci ho goduto.- sentenziò sincero, mentre il
Fuggitivo piegava le labbra in un ghigno. - Si, proprio quello che volevo
sentire.- annuì l'uomo - Bravo, vai pure. Ci si rivede ragazzo!- Ma perché
quella scuola era un covo di idioti? Perché? Perché calamitava gente del calibro
di quell'essere? Perché era una cloaca di teppisti, zoccole di prima categoria,
di gorilla maneschi, di presidi ubriaconi e scimmie rosse
squinternate? Basta, ne aveva basta! Gli stavano esplodendo di nuovo i nervi
e due settimane di relax con Raim sarebbero state quello che gli serviva. Al
diavolo tutto il resto, si sarebbe allenato da solo come i primi tempi. Non
ci pensava neanche a mollare per colpa di quel colosso che ora si ritrovava
senza più un dente sano in bocca. Fece per tornare alle scale e andarsene
quando, girato l'angolo, gli arrivò una risatina alle spalle. - Aveva ragione
quel ritardato di Mitsui e anche tu avevi ragione.- Il volpino si girò
stralunato, trovando Akagi appoggiato al muro. - Capitano.- Sgomento,
abbassò il viso anche se non di molto. Non era sua abitudine distogliere gli
occhi ma stavolta si sentiva di continuare a scusarsi col Gorilla. Il minimo che
poteva fare era non assumere la sua aria boriosa. - Vieni.- gli disse il
Gorilla, facendogli un cenno senza perdere un leggero sorriso. Scesero al
primo piano, andando a chiudersi negli spogliatoi interni ancora liberi vista
l'ora mattiniera. Kaede si sedette, aspettando di sentire cos'aveva da
dirgli. Non gli sembrava più incazzato ma come ben sapeva l'abito non faceva il
monaco...lì in giro era pieno di matti. - Quanto ti ha dato il preside?- gli
chiese Akagi, pacifico. - Due settimane di sospensione.- mormorò. - Niente
scuola quindi.- Il Gorilla sospirò, grattandosi il capo - Senti...ti ho portato
qua perché ieri sera ho veramente esagerato. In questi giorni ne hai passate di
tutti i colori, dovevo saperlo che eri troppo nervoso per giocare, avrei dovuto
accorgermene ma testardamente ho pensato come sempre a vincere.- - Lo volevo
anche io.- gli disse Kaede. - Si, lo so. Ma io sono il capitano, io dovevo
capire che non eri nelle condizioni migliori per giocare.- e sorrise ancora,
sempre più imbarazzato - Non sei una macchina in fondo. Lo sapevo ma ora con la
prova sotto gli occhi mi sento un po' meglio.- Grande capitano. Il volpino si
passò una mano fra i capelli, rimettendosi in piedi e ficcandosi le mani in
tasca - Mi dispiace comunque. Non dovevo perdere le staffe in quel modo.- -
Sarà...però è stato maledettamente divertente.- se ne uscì a quel punto,
sghignazzando fra i denti - Credevo di morire quando ti ho visto alzare il
pugno...mi ricordo perfino che ho sentito proprio Mitsui dire, cinque secondi
prima di quel casino, "Ecco, adesso lo ammazza!"- scosse il capo, contento e
triste al tempo stesso - Non posso negare che tu mi abbia fatto perdere
vent'anni di vita ieri sera...ma anche quando Arai ha atterrato quell'imbecille
ci sono quasi rimasto secco. Mitsui ha ragione Rukawa...- e sollevò lo sguardo,
fissandolo intensamente - Non ho avuto le tue stesse palle. Quei bastardi hanno
quasi infortunato di nuovo i miei compagni e l'unico a reagire sei stato
tu.- Com'è che ogni volta che combinava un casino erano gli altri a
scusarsi? Lo trovavano tutti così infantile o...senza rendersene conto, Kaede
Rukawa aveva trovato qualcuno che lo viziasse? - Dove ti allenerai ora?- -
Al campetto, vicino a casa di Raim.- Akagi aggrottò appena la fronte - Starai
da lei?- Il volpino annuì, facendo finta di non notare la sorpresa del
Gorilla - Questa sospensione è arrivata al momento buono.- - Si, ma
riposati.- gli mise una mano sulla spalla - Rukawa, davvero...ti serve riposo e
tranquillità.- - Con una malata l'avrò di certo.- bofonchiò ironico. - Ora
torna a casa.- gli consigliò il Gorilla, tornando sui suoi passi - Tra un po'
potresti essere sommerso di seccatori.- - Che intendi?- - Ah,
vedrai.-
- Dio! Mi piacerebbe sapere perché mi sono fatto incastrare in
questo modo! E tu come cazzo guidi Sendoh? Era sbronzo l'esaminatore che t'ha
dato la patente?!- Nobunaga Kyota saltò giù dal cassone del pick-up nero di
Akira, sbraitando ai quattro venti verso le tre di pomeriggio. Era stato
sballottato come un sacco di patate e insieme a lui anche Mito e gli altri che
scendevano in branco dall'auto del porcospino. Nelle altre macchine matricole e
riserve dello Shohoku, Kogure e Ayako, i titolari, mezzo Kainan, mezzo Ryonan,
mezza squadra di pallavolo e Haruko. Uno squadrone impressionante che si
dirigeva carico di roba verso la casa di Raim. - Che rottura di palle
babbuino! Sta un po' zitto!- rognò Mitsui, scendendo dalla sua macchina e
ficcandosi i suoi Byblos sul naso - Cos'è, la cura del gatto ti porta via
quel poco di materia grigia che hai?- - Sta zitto teppista, fai un favore
all'umanità!- replicò l'ala del Kainan che si agitava come una scimmia fra le
grinfie di Maki - Non vedo l'ora di ridare questa bestiaccia malefica al suo
padrone!- - Le donne vanno trattate bene,- cinguettò Sendoh, prendendo uno
scatole e seguendo gli altri lungo il vialetto. - Risparmiaci i tuoi consigli
da hentai, grazie.- gli sibilò il babbuino. - Avete preso tutto?- s'informò
Miyagi, a capo branco. - La cassetta di sicurezza dove sta?- borbottò la
Kurata dalle retrovie - Non è che mi avete fatto venire per niente, vero?- -
E che avevi da fare d'altro?- la rimbeccò Junko Kanzaki - Dovevi derubare
qualche anima buona capitano?- - O avevi un appuntamento galante senpai?-
fece Nanaka maliziosa. Intanto dentro casa Kotobuki, il volpino si stava
sparando il terzo caffè della giornata in preda a una sana crisi
isterica. Ok, poteva stare con Raim ventiquattro ore su ventiquattro ma
mancavano ben due ingredienti alla sua salsa preferita: allenamenti corpo a
corpo e la magica parola. DO'AHO. Forse Mitchy aveva ragione sull'Hanamichi
dipendenza. Raim lo osservava sdraiata sul divano, seriamente divertita. -
Ti manca un sigaretta e una bottiglia di whisky e poi sembri un vero uomo di
mondo.- frecciò. - Hn.- mugugnò seccato, raggiungendola in soggiorno. Si
lasciò andare in poltrona, arrotolandosi le maniche del cardigan azzurro sui
gomiti. Cominciava a tirare un'aria leggermente più tiepida e quel sole che
traspariva dalla porta finestra avrebbe messo di buon umore anche un boia...ma
non lui. Anche perché Raim faceva tanto la saputella ma si rifiutava anche di
farsi curare. Rompere per prendere le medicine, per coprirsi, per farsi cambiare
le fasciature, anche per mangiare! Una paziente tutt'altro che facile. -
Perché non vai a farti due tiri?- gli consigliò leggendogli in faccia la sua
paranoia - Se ti devo reggere per due settimane è meglio buttare giù un paio di
regole, sai?- - Ma certo, però comincio io.- le disse trucemente - Prendi le
tue medicine e sta zitta!- - Ecco e tu riprenditi la tua roba e squagliatela
in un Love Hotel!- - Hn.- sibilò e proprio in quel momento suonò il
campanello. Pensando a una delle kohai della sua rossa andò ad aprire carico di
pazienza ma non si sarebbe mai aspettato ciò che si trovò davanti. L'intera
fauna cestistica di Kanagawa davanti al naso. Con Mitsui e Miyagi in cima alla
carovana. - Oh, era ora!- Hisashi si levò appena gli occhiali, dando il via a
una sfilata che sarebbe durata ben dieci minuti buoni. In un nano secondo
scaraventò fra le braccia di Rukawa una pila di vestiti - Ecco, tieni! C'è un
po' di roba che ti servirà fino a quando non andrai a rifarti il guardaroba: i
jeans sono di Hana e le maglie sono mie. Sta attento che quel cretino ci ha
messo in mezzo anche una felpa demenziale con un maiale in atteggiamenti
porno...non farti vedere in giro con quella perché ti buttano in galera!- e
detto quello, senza lasciar tempo alla kitsune per rispondere, entrò. Dopo
di lui Ryota, in un tributo alla follia che avrebbe gareggiato con quella di un
manicomio. Il playmaker caricò sulla pila di vestiti un altrettanto
stratosferico malloppo di giochi per la Play Station. Poi Kogure che ci mise
sopra tutti libri usati del terzo anno, gli stessi andati persi nell'incendio.
Seguì Akagi con una delle tante cassette di metallo che contenevano i cd del
volpino. - Ecco qua! Mamma se pesano!- e filò dritto di seguito agli altri,
mentre a Rukawa cominciava a cadere tutto. Seguì Ayako con qualche libro, molti
fumetti e qualche altro indumento, poi Mito che gli mollò in mano la cassetta di
sicurezza. - Ci sono anche io!- cinguettò al Kurata, sorridendogli sotto al
naso - Così te la posso aprire anche senza chiavi e non resterai senza soldi!
Prometto di non chiedere niente in cambio del servizio reso! Raim, come
stai??- Di seguito mezzo Ryonan, che lasciò sempre più sconvolto Kaede che
ormai non sapeva più come tenere in mano tutto, l'Armata che gli mollò ai piedi
una cassa di birra e delle stecche di sigarette, poi Jin e Maki, quindi lo
spettacolare Sendoh. - Ciao!- tubò Akira, mettendogli fin sopra i capelli un
altro scatolone pieno di dvd che più porno non c'erano - Ecco qua! Ti ho portato
questi così non ti butterai troppo giù di morale!- - E riprenditi anche il
tuo gatto!- sbraitò Kyota a quel punto, lanciandogli in testa la micina rossa
che continuava a soffiare a lanciare unghiate - Ha il tuo stesso stronzissimo
carattere sai?!- Andati via loro, la faccenda non era mica finita. Kaede
stava cercando di capire da dove cavolo arrivasse quella gatta quando Nanaka gli
si mise sotto al viso con un sorriso a metà fra l'angelico e il malizioso che
avrebbe sciolto anche un ghiacciolo - Io ti sono andata a comprare questi!- e
gli lasciò ai piedi una fila di borse piene di boxer - Ho buon gusto sai? Mentre
le li compravo ti ho pensato tanto volpacchiotto!- Junko, penultima rimasta,
osservò quasi divertita la trafila di ghiaccioli che si era formata sulla
schiena del volpino, per non parlare di come gli si erano drizzati i capelli al
solo pensiero che la Tanaka fosse andata a comprargli la biancheria. Era
diventato uno straccio! - Io vengo in pace.- disse a quel punto, agitando
bandiera bianca - Tutto bene Rukawa?- TUTTO BENE?????? Gli avevano appena
invaso la nuova tana con una marea di roba! Cercò di rimettersi a posto i
nervi. Ma il Gorilla non gli aveva ordinato di calmare i bollori? E allora
perché si era portato dietro quella cloaca di dementi? Fece per chiudere
finalmente quella dannata porta quando però lo fece sulla faccia di qualcuno.
Ops...riaprì e si trovò davanti la persona più improbabile di tutte. Irrigidì i
lineamenti. - E tu che vuoi?- sibilò. Kenjin Rukawa arrossì vagamente,
indicandogli un altro po' di generi di prima necessità, tipo lo spazzolino. -
Ecco...io...- - Ci ha chiamato lui, non lo sapevi?- sorrise Ayako, tornando
indietro - Tuo cugino è stato molto gentile. L'hanno chiamato i tuoi vicini di
casa appena iniziato l'incendio, poi lui ha chiamato Hana e ha sparso la voce.
Ci ha aiutato a caricare tutta la tua roba! Forza Kenjin, vieni!- Kaede
stentò a credere alle sue orecchie, mantenendo il suo sguardo gelido. Non si
fidava e sinceramente non aveva voglia di vedere suo cugino ma prese quella
roba, mettendo in chiaro che gli avrebbe restituito subito i soldi e poi, anche
se di malavoglia, lo fece entrare. Sbaraccò un po' di roba dall'ingresso per
richiudere l'uscio ma rimase per un attimo impalato. Non aveva visto il
do'aho. Ma dov'era? Tornato in salotto venne coinvolto nel più casinista
raduno mai avvenuto negli ultimi anni a Kanagawa. Mentre le ragazze stavano con
Raim e più o meno tutti le firmavano il gesso con frasi che andavano dal
demenziale all'indecente, lui se ne andò in cucina con la micia rossa sotto
braccio. Continuava ad agitarsi ma quando capì che il volpino non era come Kyota
si tranquillizzò, specialmente grazie a qualche grattino sulla pancia e a un
piattino di latte. Sul bancone poi la Kurata stava armeggiando con attrezzi
da film sulla sua cassetta di sicurezza che i suoi compagni avevano recuperato
dalle macerie di casa sua. Il resto era tutta roba loro. Non si era salvato
proprio nulla. Non che ci fosse qualcosa a cui era particolarmente
attaccato...a parte quella foto... - Ce la farai a stare lontano dalla tua
tana Rukawa?- gli chiese Ayako, raggiungendolo per fare del the
all'ammalata. - Hn.- borbottò. Ce l'avrebbe fatta se non gli avessero più
invaso la vita! - Dov'è il do'aho?- chiese a un certo punto, dopo quasi
un'oretta di riunione allegra e spensierata. Lo Shohoku si guardò attorno.
Era vero. Hanamichi non c'era. - Aveva detto che sarebbe venuto qua da solo.-
mugugnò Mito, tirando fuori il cellulare - E' partito anche prima di noi.- -
Quella capra si sarà persa.- frecciò Kyota. - Non so...aveva un'aria strana
oggi.- sospirò Haruko. Si, in effetti anche Miyagi l'aveva notato e anche
l'Armata. Quel giorno si era presentato in classe con una strana aura cupa che
l'attorniava, come se...fosse arrabbiato. O stesse macchinando qualcosa. - Se
non è qua ed è partito prima di noi dev'essere successo qualcosa.- sussurrò
Mitsui a bassa voce, alzandosi dal divano - Vado fuori a fare una telefonata.
Torno subito.- Ma nonostante tutti i suoi tentativi, il numero di Hanamichi
squillò sempre a vuoto. Ma cosa stava succedendo?
Intanto, da un'altra
parte di Kanagawa, alcuni studenti osservarono incuriositi il tizio che portava
una maglia sportiva nera e rossa, con stampato il nome in bianco dello
Shohoku. Alcuni si chiesero come mai uno studente di quel liceo fosse entrato
proprio lì, allo Shikuda, ma il ragazzo non guardò attorno a lui, non guardava
neanche dove camminava. Aveva un incedere lento, le mani in tasca, gli occhi
riparati da quel sole pungente da un paio di occhiali dalle lenti scure. E
andava dritto alla palestra della scuola. Sul parquet, la squadra si allenava
a singhiozzo specialmente le matricole e le riserve, mentre Eikichi Takeru stava
svaccato in panchina lungo disteso, una sigaretta fra le labbra e lo sguardo
perso sul soffitto. - Non fumare qua, cretino.- sentenziò Soichiro Shoji,
sdraiato a terra con le gambe accavallate. - Perché non ti alleni invece di
rompermi i coglioni eh?- - Ehi Take...- Ken Yuto si rigirava la palla sul
dito, seduto dietro alla sua testa - Hai ancora le palle in giostra?- -
Dimenticati di quella ragazza!- sbuffò Yuya Takeshi, arrivando in quel momento
dalla corsa - Dai capitano, ce ne sono mille di ragazze che non aspettano che un
tuo fischio!- - Oh è il fatto che ora se la sbatta Rukawa a farti incazzare?-
ghignò Soichiro - Ah, povera la mia sorellina!- - State zitti.- sibilò Takeru
- Non ho voglia di sentire le vostre puttanate.- Kikuji era l'unico che non
aveva aperto anche perché non gliene fregava niente. A lui bastava che nessuno
di loro titolari avesse perso tutti i denti a causa della loro esagerazione.
Aver fatto esasperare gente dal sangue caldo come quelli dello Shohoku non aveva
portato ad altro che guai ultimamente. Stavano ancora confabulando fra loro
quando qualcuno mise piede nella loro palestra e gli allenamenti delle riserve
si fermarono. I cinque alzarono appena gli occhi...e non ce ne fu uno che poi
non li sgranò. Hanamichi Sakuragi era sulla porta. Solo. E dal suo
sguardo, non era venuto per parlare.
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Capitolo 19 *** Come Regolare un Conto in Sospeso ***
raim19
Hisashi Mitsui quel pomeriggio non era per niente
sicuro che la rissa in campo dell'amichevole contro lo Shikuda avesse lasciato
strascichi solo addosso alla loro kitsune. A quanto pareva infatti, secondo chi
l'aveva visto quella mattina, Hanamichi si era comportato in maniera alquanto
strana, al limite del mutismo, e la cosa gli piaceva molto poco. Sapeva per
esperienza, infatti, che quando uno così stava silenzioso e chiuso nei suoi
pensieri covava qualcosa. Fece l'ennesimo squillo all'indirizzo di Hana ma lui di
nuovo non gli rispose. Chiuse il cellulare, guardando dentro al salotto di
Raim, dalla porta finestra. Una breve occhiata a Mito e Miyagi si capirono
subito. Era meglio andare a cercarlo. Rientrò con la sua migliore aria
amichevole, non aveva intenzione di dare l'allarme generale visto che magari
quel cretino era solo andato a farsi due passi in compagnia di barboni e
travestiti ma almeno avrebbero controllato. E per bene, anche perché se era
andato dove loro temevano stavolta la faccenda poteva essere molto più grave
della loro rissa di novembre. E c'era un altro motivo per
cui era meglio andare a controllare in sordina: Rukawa
. A lui era meglio non dire
niente. Cercandolo lo trovò seduto fra Nanaka e suo cugino Kenjin, che
poveretto cercava di ambientarsi in quella marmaglia di gente non proprio per
bene, immerso in un'infervorata discussione all'ultima bestemmia con Kyota,
quindi per il momento sarebbe stato abbastanza occupato ma doveva comunque
assicurarsi che non sarebbe partito in quarta una volta fiutato qualcosa. Per
questo raggiunse la cucina dove Junko, Sendoh e Miyagi stavano parlando. Il
tappo doveva avergli già spiegato tutto, ma quando Akira sollevò lo sguardo sulla
guardia non sembrava particolarmente entusiasta della cosa. - Ne siete
sicuri?- bofonchiò il porcospino, seduto a fianco della Kanzaki a sorseggiare
birra. - No, per questo andiamo a controllare.- gli disse Mitsui, mentre
Akagi, Kogure e Mito erano corsi a prendere la macchina - Ma Rukawa è già
abbastanza in tensione per i fatti suoi, perciò se riesci a trattenerlo mi
faresti un favore.- - Trattenerlo...- Akira ghignò debolmente - Come vuoi che
faccia scusa?- - Dai Aki, sapresti rigirarti anche un sordo.- lo lusingò
Hisashi, sapendo bene perché che con quelle avrebbe ottenuto poco - Non ci
metteremo molto. Riprendiamo Hana e torniamo.- - Ah si?- Junko non sembrava
dello stesso parere - E se succede qualcos'altro?- - Non succederà
niente.- - No, ha ragione lei.- disse invece il porcospino - Se Hana è andato
allo Shikuda sarete attorniati da tutta una scuola di teppisti, non so se mi
spiego. Ma ci sei mandato andato in quel posto?- Mitsui alzò le spalle - Ho
un paio di vecchi amici lì..- - Fantastico.- rimbrottarono insieme la Kanzaki
e Sendoh. - Ehi ragazzi, non sono stato io a far venire dubbi ai miei amici
sulla mia sanità mentale ok?- li rimbeccò la guardia, rimettendosi gli occhiali
- Andiamo e torniamo. E cercate di non far sapere niente a Rukawa.- Detto questo si piegò su Junko, sfiorandole dolcemente le labbra dopo un lungo sguardo silenzioso e si avviò alla
porta. - Oh a me niente?- si lamentò Akira sarcastico, per nulla contento di
quell'azione punitiva. - Ma come, dopo tutto quello che abbiamo fatto l'altra
notte?- cinguettò Mitsui. - Finitela di fare i porci, muoviti Hisa!- scandì
Miyagi afferrandolo per un gomito, vedendo il Gorilla con la macchina nel
vialetto - Ci metteremo un'oretta al massimo! Ci vediamo dopo!- - Se, se...-
Sendoh agitò vagamente la mano - Fate come volete!- Usciti loro, Junko roteò
gli occhi aprendosi un'altra birra. - Senti Kanzaki...- - Si?- - Ma che
ci trovi in quello lì?- ridacchiò Akira, pensando che si sarebbero di nuovo
spaccati le ossa. - Non lo so proprio.- rispose lei con un sospiro. - In
compenso l'hai proprio steso, sai?- - Come?- Junko non capiva. - Vuoi
dirmi che non ti accorgi che cammina da un metro da terra?- il numero 7 del
Ryonan la guardava con aria maliziosa e ironica - Non fare la finta tonta, è
innamorato perso.- e le strizzò l'occhio, tornandosene di là dove l'aspettava
l'arduo compito di impedire a Rukawa di accorgersi dell'assenza di Hana e degli
altri. E farlo non era mica facile, visto e considerato che gli elementi di
disturbo se n'erano andati quasi tutti. Lui era un bravo ragazzo, non aveva
mai rotto i maroni alla gente...ok, a parte a Mitchy per i test! Forse era
meglio incrociare le dita...
- Porca miseria, vai più pianoooooooooooo!!!-
Miyagi si ribaltò con la faccia sul cruscotto, visto come il
Gorilla stava guidando in mezzo ai quartieri del cento - Akagi ci farai
ammazzare!! Attento...attento il semaforo!! E la vecchietta!! Arghhhhh!!!!-
- Cazzo!!- Mito, Kogure e Mitsui nei sedili posteriori finirono in groviglio
di gambe, spaccandosi il grugno sul sedile del guidatore - Takenori basta!-
sbraitò il vice capitano, esasperato - Finiremo spalmati contro un muro ancora
prima di averlo trovato!- ma non finì di urlare che si ritrovò con la bocca
sulla leva del cambio, rischiando di spaccarsi i denti. - Dio, giuro che se
lo trovo in un bar lo massacro!- sbraitò il loro fantastico guidatore, mentre
Mitsui cercava di mettersi in contatto con "qualche vecchio amico", come li
chiamava lui, che andavano allo Shikuda. Forse loro l'avrebbero notato un gigante
dai capelli rossi che si era infilato nella loro scuola armato di bombe a
mano! - Dite che è andato davvero in quel posto?- chiese Miyagi, che cercava
di tenersi seduto. - Sarebbe un idiota a rischiare tanto!- ringhiò Mito -
Quindi mettici pure la mano sul fuoco: è là!- - Ma perché scusate?- sbottò
Kogure, tenendosi gli occhiali - Che motivo avrebbe di andare da Takeru dopo
quello che è successo a Rukawa?!- - Secondo me è per la sua casa in fiamme!-
sibilò Mitsui, attaccato al cellulare. - E che sarebbe, una vendetta allo
stile Yakuza?- ringhiò Ryota - C'è pure andato da solo quell'imbecille!- -
Già, perché non ci ha chiamato?- sbuffò Mito poco contento. - Lasciate
perdere, state zitti e rimboccatevi le maniche!- ordinò il Gorilla - Se va come
penso io non dovremo raccogliere lui da terra, ma quegli altri!- Dopo essersi
fatti inseguire dalla polizia, aver messo sotto una colonia di gatti, aver
investito un camion che trasportava benzina e aver dato fuoco a mezza città
lasciando la scia dei copertoni per ogni via di Kanagawa, giunsero finalmente a
destinazione. Il liceo Shikuda era una costruzione anonima, bianca e con
parecchi graffiti sparsi un po' ovunque. Gli elementi da sbarco che lo
bazzicavano avevano un'aria veramente poco raccomandabile ma se fecero caso a
loro, li fecero anche passare senza rompere le scatole, forse vista
l'espressione di Mitsui e Miyagi. Si guardarono attorno cercando di capire
dove fosse la palestra, quando dietro di loro si fermò un gruppo di
studenti. - Ehilà capo...- Lo Shohoku si volse con gli occhi a palla
mentre un tizio sul metro e ottanta, con la divisa dello Shikuda, guardava
Hisashi con un lieve sorriso e con una sigaretta fra le labbra. Alle sue
spalle altri dieci ragazzi, da terzo al quinto anno, tutti con diversi anni di
onorata carriera alle spalle. - Capo?- mugugnò Ryota - Ehi Hisa...allora sono dei
Kin Ray
questi, vero?- Mitsui ridacchiò, andando a stringere varie mani
ma non la tirò per le lunghe. Chiese quello che gl'interessava a quel tipo che
doveva chiamarsi Yabe, poi gli venne indicata la palestra. - I ragazzi hanno
visto uno dello Shohoku entrare un'ora fa.- li avvisò il ragazzo, sui diciannove
anni - E' andato proprio dritto agli allenamenti di Takeru e compari. Fossi in
voi starei attento...sono pericolosi quelli.- - Conosciamo la razza,
tranquillo Yabe.- ghignò Mitchy - Grazie per l'aiuto!- - Ehi, aspetta un
po'...- lo richiamò il tizio, ridendo insieme a tutti gli altri - Non vorrete
divertirvi da soli spero.- - Perché farti dei nemici a scuola eh?- gli chiese
Miyagi. - Di recente ci annoiamo parecchio.- sentenziò un altro del gruppo,
con una cresta in mezzo alla testa - Specialmente da due anni, quando un certo
imbecille ha smesso di dare spettacolo la sera con le auto.- - E anche se
andaste in palestra da soli non riuscireste a fare un emerito cazzo.- rincarò
Yabe, ciccando a terra con aria svagata - Fanno allenamento al chiuso e sono
tutti tizi che sanno menare le mani, Mitsui. Che potere fare in cinque?- - Oh,
ma allora non conosci i miei amici!- ridacchiò la guardia con aria perversa, la
stessa del vecchio teppista - Dai, forza...portami da Takeru. Comunque l'amico
che è entrato un'ora fa vi offrirà una spettacolo una volta arrivati che non si
vede tutti i giorni. Fidati. Stai per scacciare la noia.- Nonostante la
tranquillità che Mito ostentava, visto che conosceva Hana meglio di tutti, Akagi
non era tranquillo. Ficcarsi lì dentro era stata una follia e gli avrebbe
fatto passare la voglia a suon di pugni, lo giurava sulla sua stessa testa rossa
e bacata ma mano a mano che si avvicinavano, il silenzio che aleggiava attorno a
quella palestra lo metteva sempre più in agitazione. Da pochi metri videro
che le porte erano aperte. Si fermarono un attimo, non udendo nulla...poi
misero piede sul parquet e ciò che videro fu un disastro. Sangue sul parquet,
attrezzi rotti, giocatori dello Shikuda a terra, svenuti e schiacciati contro il
muro per la paura. Takeshi era finito fra i palloni e lì era rimasto, con una
mascella viola. Yuto era a terra, in ginocchio e si teneva lo stomaco, la faccia
piena di lividi, il sangue al naso e alla bocca. Shoji era totalmente
svenuto. Aveva una catena stretta al collo ma da come alzava e abbassava il
torace era vivo e tentava di riprendere il fiato, rantolando e
gemendo. Kikuji stava sotto il canestro, un profondo taglio sul labbro
inferiore e gli zigomi pesti... Akagi fissò sgomento quella scena e anche gli
altri videro che solo uno era rimasto in piedi. Hanamichi stava sollevando
Takeru per la gola e stava di spalle. Da quello che videro però aveva un
profondo taglio nel braccio che gli aveva trapassato la felpa. - Hana!- urlò
Miyagi, entrando in campo - Hana mettilo giù!- Sakuragi volse appena lo
sguardo mentre Takeru, il viso di nuovo ridotto malissimo, rise con la stessa
perfidia con cui si era rivolto a Rukawa la notte in cui era entrato in casa di
Raim. - Sono arrivati i padroni amico...- gli ringhiò, portando le mani alla
presa sul suo collo - Levati dalle palle! Vattene!- Cercò di sferrargli
l'ennesimo calcio ma prima che andasse a segno, il rosso lo scaraventò malamente
a terra. I suoi occhi erano contratti, quasi come quelli di Rukawa. Erano
gelidi, senza pietà. Non stette a sentire il Gorilla che l'aveva afferrato
per le braccia, né le suppliche di Kogure. Guardò di nuovo Takeru, senza
ridere per niente. Poi fissò tutto gli altri. Aveva già chiarito la
situazione pestandoli fino a farli svenire ma si sentì in obbligo di replicare,
per chiarezza. - Ricordati quello che ho detto.- sibilò con voce spettrale -
Ricordatelo Takeru.- - Vaffanculo.- Hana assottigliò gli occhi - Devo
ricominciare?- - Mandarli all'ospedale non servirà a niente, adesso basta!-
sbottò il Gorilla, strattonandolo - Smettila!- L'ala non lo stette a sentire,
come se neanche lo vedesse e lo sentisse. - Guardami.- ordinò a Takeru, trapassandolo con lo sguardo -
E' l'ultima volta questa. È l'ultima volta che ti parlo. È l'ultima volta che ti
avvicinerai così tanto alla mia squadra. La prossima, mi vedrai prima che ti
uccida.- e facendo sgranare gli occhi ai tutti i suoi amici girò sui tacchi e se
ne andò, lasciandosi alle spalle una scia di gente conciata malissimo. Uno
contro venti
. Non c'era stata storia. Quando
rimasero soli, Takeru si mise seduto...e guardò a terra. Uno contro venti.
Uno solo. Come aveva potuto...un solo uomo batterli tutti? Quello sguardo
poi... Sembrava quello di un felino, di un animale aggressivo, maestro nella
lotta. Fuori in cortile, Sakuragi si piegò su una fontanella e sputando
dell'acqua sulla ghiaia fece notare a tutti il sangue che aveva in bocca. Dopo
aver eliminato il problema dell'amaro sapore, raddrizzò la schiena e si cacciò
le mani in tasca. - Non dovevi venire.- gli sibilò Akagi, coi pugni serrati -
Perché l'hai fatto?- Mito, Miyagi, Kogure e Mitsui tacquero...osservando
quell'espressione. La stessa di Rukawa la sera prima. - Perché mi
andava.- Il Gorilla strinse i denti, imponendosi la calma. - Potevi farti del
male.- - Invece all'ospedale ci andranno loro.- sentenziò il rosso, facendosi largo
fra il gruppo e incamminandosi all'uscita. - Ora dove vai?- gli chiese Yohei
- Hana, devi farti vedere quel braccio.- - Prendo aria.- rispose, con tono piatto.
Poi si fermò di nuovo, girandosi appena di tre quarti - Se a qualcuno di voi
esce una parola di questa faccenda davanti a Kaede è morto
.- Non attese
una risposta, non ce n'era bisogno. Andò via, lasciando gli altri in un muto
silenzio. Ora la faccenda
era anche peggiorata. Ma almeno Akagi era sicuro che dopo tanto girovagare,
Sakuragi sarebbe tornato da sua sorella. Se non altro, con Haruko quella
testa calda sarebbe stato in un porto sicuro.
- "Martha e Mina le
gemelle"?- Kyota Nobunaga fissò con un sopracciglio alzato uno dei tanti dvd
porno di Sendoh, seduto al bancone della cucina con Akira, Kaede, Kenjin Rukawa
e Junko Kanzaki - Porca miseria, sei un vero hentai porcospino! Ma che roba è
questa?- Sendoh alzò appena uno sguardo dal giornale, stranito - Eh? Oh, ma
quello che ci fa lì? Ho messo tutti i film con le lesbiche in fondo, come c'è
finito in cima con quelli sadomaso?- Kyota e la kitsune, anche senza vedersi,
fecero la stessa smorfia. - Se entrano i poliziotti qua dentro ci porteranno
tutti via per possesso di materiale pornografico e spaccio!- sbottò il babbuino,
finendosi la birra - Sei una cosa incredibile! Farlo ai tuoi ritmi fa male alla
carriera cestistica, sai?- - Bella scusa.- bofonchiò Jin ridendo, dal
salotto. - Sta zitto tu!- sbuffò l'ala del Kainan - Tanto Rukawa non sa che
farsene!- - Il sesso fa bene allo sviluppo!- cinguettò Akira, tornando a
leggere con aria svagata. - Sono queste le palle che ti racconti passando da
un letto a un altro?- rise Junko. - Tesoro...- rispose guardandola con aria
maliziosa - A te non racconterei mai palle. Lo giuro.- - Ecco, provaci con la
ragazza del teppista così quello ti sfonda la testa!- sbraitò la Nobu-scimmia
mentre cercava di far arrabbiare la gattina rossa che il volpino aveva adottato
- Maniaco come sei finirai per diventare bisessuale.- - Nella vita bisogna
provare tutto.- confermò la perla del Ryonan. - Stai scherzando!- fece Ayako
allibita, arrivata a prendere dell'acqua per Raim. - No, assolutamente.-
rispose Akira tranquillo, sfogliandosi la rivista - Non che ci abbia ancora
provato con un uomo, sia chiaro...ma prima o poi devo tastare
l'esperienza.- - Ehi, scimmione!- Kyota richiamò Uozumi, sempre svaccato in
salotto con Maki - Ma che si fuma questo la mattina?- - Piuttosto, non è che
ci provi con Mitsui vero?- se ne uscì Rukawa, mentre suo cugino Kenjin faticava
a trattenere le risate, vista la stranissima compagnia. - Hisa?- Akira
assunse un'aria angelica - Non saprei. Kanzaki ti arrabbi se ci provo?- -
Bah, decidete un po' voi due come gestirvi la cosa.- sospirò la schiacciatrice,
un po' scettica. - Parlate di sconcezze?- si mise in mezzo Nanaka,
aggrappandosi alla vita della kitsune - Anche io, anche io!- - Niente,
stavamo solo parlando dei futuri piani matrimoniali di Sendoh.- le spiegò
Junko. - E parlando di fesserie, già che siamo in tema...- sbadigliò la
Kurata, arrivando con la cassetta bell'e aperta per Rukawa -...c'era un articolo
questa mattina sul giornale riguardo alla partita di ieri sera. Non l'avete
letto?- I ragazzi tacquero. Leggere giornali? Loro? Ma va! - Visto
Rukawa?- frecciò Kyota, mentre Ayako andava di corsa a chiederlo in prestito
alla vicina di Raim - Sei finito per fare il teppista in seconda pagina. Adesso
andranno a cercare tutti i tuoi precedenti.- - Guarda che non si chiama
Hanamichi Sakuragi lui.- ironizzò Fukuda sarcastico. - Io non ci vedo tanta
differenza.- - Non è ora che vi leviate tutti dalle balle?- sfuggì a quel
punto a Kaede, che non ne poteva davvero più di tutto quel macello. -
Mi piacerebbe ma ho promesso a Hisa-chan di non andarmene senza di lui.-
se ne uscì il Porcky, mettendosi a inventare storie di sana pianta - Ha paura
che salti addosso a Kanzaki.- - Non ci faresti una bell'affare, credimi.-
ridacchiò Nanaka divertita - Se la senpai ti tira un ceffone ti rompe la
mascella. Gliene basta uno ben azzeccato e ti manda al pronto soccorso!- -
Purtroppo mi sono perso le ultime partite.- fece Akira malizioso - Così
brava?- - Perché non facciamo una prova?- ghignò Kyota, che invece l'aveva
già vista all'opera. - Già, così magari ti si raffreddano i bollori.- gli
disse anche Fukuda, dandogli una pacca sulla spalla. E così dicendo, andarono
avanti a sparare porcate per un'altra buona mezz'ora, poi finalmente arrivarono
le cinque e Akagi e gli altri rientrarono. Si scambiarono una veloce occhiata
con Ayako, facendole capire che era tutto a posto ma a Rukawa quella strana
puzza di bruciato non sfuggì, anche se evitò accuratamente di fare
domande. La folla cominciò un po' a defluire e parve tornare la calma quando
il Gorilla si portò via le matricole e il Kainan. In cucina rimasero lui,
Kenjin, Mitsui, Akira, Junko, Ayako e Miyagi che tornarono ben presto da
Raim. La rossa sembrava tranquilla e sorridente, felice della compagnia ma
aveva saltato la sua pennichella e Rukawa dopo qualche lotta all'ultima minaccia
riuscì a prenderla in braccio e a portarla a letto. Tornato di sotto, trovò i
ragazzi intenti a bisbigliare e si bloccarono quando si accorsero di lui. I
casi erano due: o era successo qualcosa, o spettegolavano su lui e Raim. Si misero comodi,
cercando finalmente l'articolo incriminante e fu allora che Kaede,
che era andato in cucina, sentì nitida la presenza di suo cugino alle spalle. Kenjin
si era guardato attorno per tutto il tempo, come a studiarlo in mezzo ai suoi
amici e compagni e l'aveva trovato così diverso...così...più umano! -...E'
molto carina la tua ragazza.- borbottò intimidito, per iniziare un discorso.
Rukawa tacque, alzando la testa sopra la spalle per scoccargli
un'occhiataccia. Comunque non negò. - Il suo nome qual è?- chiese ancora
Kenjin, sperando di farlo parlare un po'. - Kirara Kotobuki.- - Da quanto state
insieme?- Kaede stavolta emise un sospiro. Perché cercava a tutti i costi di
chiacchierare dannazione? - Dovresti essere a casa tua a quest'ora.- gli
sibilò, iniziando a lavare i bicchiere usati quel pomeriggio. - Papà è fuori
per lavoro. Almeno...con la segretaria.- rise amaro, ficcandosi le mani in
tasca. Però. Il volpino non staccò gli occhi dalla schiuma e dalla spugna.
Grande zio. Aveva sempre pensato che fosse un idiota ma ora gli sembrava
anche un vero verme. - Anche la mamma.- Di bene in meglio. Due zii idioti
e un cugino piagnone! "Perché l'hai trattato male? È così giovane...magari
vuole solo parlare con te..." Fermò la sua azione, ricordandosi le parole di
Hana. Che suo cugino volesse solo parlare con lui? Ma che gliene fregava in
fondo? Il tempo in cui avevano giocato insieme da bambini era finito da un
pezzo. - Mi è piaciuta la partita di ieri sera.- E continuava a ciarlare!
Gli scoccò un'altra occhiataccia, facendogli capire che non aveva la minima
voglia di rivangare quella stronzissima amichevole quando un urlo apocalittico
dal salotto gli fece quasi cadere un bicchiere di mano. A gridare era stata
Ayako, pallida come un cencio...alle sue spalle Mitsui e Miyagi, cadaverici come
lei. - Oh no! Lo sapevo!- piagnucolò la mora, trucidando Rukawa con
un'occhiata di fuoco - Lo sapevo che sarebbe successo! Lo sapevo! Guarda qua!- e
gli mollò la seconda pagina con la sua foto mentre stava in piedi con Arai a
terra la sera della partita - Questo giornalista ti ha chiamato "il
Diavolo"!- Il cosa? Kaede alzò un sopracciglio, scorrendo senza particolare
interesse le parole di quel giornalista che però erano anche abbastanza
lusinghiere nei suoi confronti. Forse i continui falli dello Shikuda avevano
rotto le palle a più di una persona. Continuando a leggere però trovò anche
un'altra cosa interessante: c'era un elogio generale al nuovo gioco suo e del
do'aho, una filippica allucinante al loro playmaker, ossequi al Gorilla
e... - Drazen ...- mormorò, osservando Mitsui - Ti ha definito Drazen.- -
Drazen?!- Ayako quello non l'aveva letto - Cosa??? Ha messo Mitchy e Petrovic
sullo stesso piano?! Ma cos'è, un drogato questo tizio? Chi è l'idiota che gli
ha permesso di scrivere una cosa del genere?- - Oh dai, quel tiro non era
mica roba da poco.- rise Sendoh - Non è mica alla portata di tutti.- - Chi è
Petrovic?- chiese Junko curiosa. - Un grande campione.- le spiegò Ryota,
seduto davanti a lei - Lo chiamavano il Mozart del Canestro. Aveva un carattere
impossibile in campo e se te lo trovavi davanti ti massacrava. Una grande
guardia e un grande playmaker.- - Un attimo, ma lo stronzo in campo non è
Rukawa?- fece Akira ironico, schivando un calcio in faccia. - Ci vedi tanta
differenza con questi due?- ridacchiò Ayako, indicando Mitchy e il volpino. -
Non mi sembra di essermi mai messo sotto alle tribune e aver preso a gesti il
pubblico.- rise Hisashi. - Un'altra esperienza da fare.- considerò per la
kitsune. - Ahah, spiritoso.- lo zittì Ayako, guardando l'ora - Dopo questa
bella frittata fai qualcos'altro e ti porto dall'esorcista. Comunque qua è ora
di levare le tende.- - Si, devo andare anche io.- cinguettò Akira - Domani ho
un test importante.- - D'accordo, allora noi ci vediamo Rukawa.- dissero
Miyagi e Mitsui una volta alla porta - Passeremo con gli altri a darti i compiti
e a vedere come sta Raim.- - Hn.- sbuffò il moretto. - Se capita qualcosa
chiama, chiaro?- lo rimbeccò la loro manager. - Cosa vuoi che succeda?- le
disse serafico - So stare da solo senza dar fuoco a niente.- - Bellissima
questa.- risero, già fuori sui gradini - Ciao bello,
riprenditi!- Riprendersi. Rukawa buttò fuori di casa anche suo cugino qualche
minuto più tardi e finalmente si lasciò sfrigolare come una noce di burro in
padella. Accidenti a tutti quanti! Branco di bastarde da
battaglia! Guardandosi attorno vide solo un grande fottutissimo casino! I
ragazzi l'avevano sommerso di roba, lui a casa sua era sempre sopravvissuto con
quattro cose! Gatti, fumetti, PORNO! Ma che se ne faceva? Si fece la cena,
cominciando a frugare con aria svogliata negli scatoloni. Se non altro gli
avevano portato i suoi cd e dei vestiti visto che si era preso dietro solo un
cambio e la tuta della palestra. Avrebbe dovuto andare comunque a rifarsi il guardaroba, non
poteva certo bazzicare a vita con addosso i vestiti del do'aho e di Mitchy,
anche se il teppista gli aveva dato una maglietta dell'Hard Rock Café di New York
spettacolare! Era ormai buio e lui e Raim avevano già cenato quando alle
nove suonò il campanello. La rossa dormiva di nuovo e il volpino scese in
salotto dopo una doccia, imprecando contro i seccatori. Aperta la porta con
una bestemmia in gola si trovò di fronte proprio il do'aho. Lo guardò un
attimo...lì cupo sulla soglia, una specie di corvo. E aveva uno zigomo
violaceo, il labbro un po' gonfio. - Che hai fatto?- gli chiese,
appoggiandosi allo stipite. Hana non gli rispose, tirando fuori dalla giacca
una cornice di legno. - Tieni.- si limitò a bofonchiare, consegnandogli la
foto dei suoi che lasciò Kaede senza fiato - L'ho trovata sana e salva sotto un
quadro. La cornice era rovinata, così te l'ho cambiata. Adesso vado.- e gli
dette le spalle, andandosene com'era arrivato, lasciando Rukawa con un punto
interrogativo al neon sulla testa. Ma che voleva anche lui? Spuntava come la
Befana e se ne andava come nulla fosse. Guardò di nuovo la foto che lo
ritraeva coi suoi, dopo aver tanto disperato di rivederla. Meno male che
l'aveva trovata il do'aho. Era salva. Sospirò, tornando in casa sempre più
confuso. Perché quell'idiota si era presentato da solo, con quel livido? Che
si fosse picchiato con...qualcuno dello Shikuda? In un attimo gli tornò alla
mente lo strano comportamento dei ragazzi, i loro bisbigli, poi la fuga di
un'ora dei titolari e di Mito. Dov'erano andati? Che quello scemo si fosse messo
nei guai? Lo richiamò al cellulare ma dopo uno squillo a vuoto Hana lo staccò
definitivamente, facendo inferocire la kitsune. Ma come si permetteva di
staccargli il telefono in faccia?! Incavolato nero filò a letto, sempre più
pensoso. Qui gatta ci covava. - Avete fatto amicizia vedo.- sentenziò,
trovando Raim sveglia con la micina che ronfava al suo fianco. - Già.-
sorrise la ragazza, a fatica - Mi spieghi da dove arriva?- - Ma che ne so.-
borbottò, sedendosi al suo fianco e passandole le medicine in pillola - Me l'ha
scaricata addosso quell'idiota di un babbuino.- - Oh, allora non ha un nome!-
rise la rossa - Vediamo, come possiamo chiamarla?- - Vicky.- Raim
strabuzzò gli occhi - Intendi il diminutivo di Victoria? Eh ma è una
fissa!- - Hn.- borbottò, riprendendo la gattina che fece subito le fusa al
suo tocco - Dai, adesso dormi.- - Parli tu. Crolli dal sonno.- - Infatti
se stai zitta magari chiudo occhi.- - Quanto sei insopportabile.- sbuffò,
tirandosi addosso le coperte - Buona notte!- Quello si che era un menage a
trois, pensava Rukawa qualche minuto più tardi a luci spente. Lui, Raim ridotta
a un catorcio e la gatta che gli dormiva sulla testa. Altro che dormire. Quasi
rimpiangeva il suo letto singolo...ma in fondo avere la presenza di Raim
a fianco lo rassicurava. Se non altro ora era al sicuro. E anche
Hana, più o meno alla stessa ora, nella solutidine del suo appartamento, dormiva col naso
ben nascosto nel collo di Haruko. In fondo bastava poco...un abbraccio speciale e
forse quella notte infame sarebbe passata in maniera quasi indolore...
Il giorno dopo nel
parcheggio dello Shohoku c'era uno strano movimento. Pochi ci fecero caso, anche perché
da sette anni a quella parte una marmaglia di giornalisti arrivava a intervistare
regolarmente le loro campionesse di pallavolo, ma quel giorno in particolare non
sembravano lì solo per le prodezze delle ragazze. Quando i cestisti entrarono in
palestra infatti, un discreto gruppo di troupe televisive stavano appollaiate
addosso ad Anzai come avvoltoi, chiedendogli a manetta informazioni su
Rukawa. Ayako fece filare i giocatori negli spogliatoi in sordina, per non
mandare all'aria il loro allenamento ma chiudere fuori quella massa di seccatori
non fu facile. Ci riuscirono dopo mezz'ora, comunque quel giorno si fece
poco. Fu Kogure a farli allenare, visto che Akagi sembrava intento in una strana
conversazione col loro coach. Mitsui si allenava tranquillo ai suoi tiri,
aiutando le matricole con gli schemi ma non gli sfuggì il Gorilla seduto a testa
china accanto al Buddha. Da quando si erano staccati il collo al palazzetto non
avevano più parlato della faccenda ma Akagi sembrava ancora particolarmente in
tensione. Forse per Rukawa, forse per Hanamichi, che quel giorno non si era fatto
ancora vedere. - Senpai...- Rei gli si mise a fianco, impensierito - Cosa
credi che succederà?- - Niente di grave. Al Gori scoppieranno le coronarie.-
abbozzò perfido. - Dai senpai...come faremo senza il senpai Rukawa?- - Già
e anche senza il senpai Sakuragi!- disse Nobu, al loro fianco - Ma dov'è?
Qualcuno l'ha visto?- - Io non l'ho ucciso.- frecciò Miyagi, palleggiando con
aria vaga - Tu Hisa?- - Ancora non ho avuto tempo.- ironizzò la guardia,
infilando una tripla - Kogure che succede al Gori piuttosto?- - Credo che
stiano discutendo dei prossimi allenamenti.- rispose il quattrocchi -
Tranquilli, il capitano deve avere in mente qualcosa che riguarda anche
Rukawa.- - Ma è fuori per due settimane e tre partite!- sussurrò Rei
dispiaciuto. - Tanto le prossime partite sono contro il Takezono, lo Tsukubu
e il liceo Kenta.- disse Kakuta agitando la mano - Nel Takezono ci gioca Oda e
sono bravi ma niente d'insuperabile.- - Nello Tsukubu però non c'è quella
matricola terribile?- fece Yasuda pensoso - Com'è che si chiama?- -
Sanzenin.- cinguettò Nobu - Lo conosco, veniva alle medie con me. Faceva la
Takeishi.- - Però, tutti da lì arrivano i deficienti.- rise il play. -
Vaffanculo tappo.- rognò Mitsui, infilando un'altra tripla perfetta. - Forza,
forza gente!- li spronò Ayako, arrivando col ventaglio sguainato - Non voglio
vedervi battere la fiacca o col morale sotto i tacchi per questo piccolo
incidente di percorso!- - Chiamalo piccolo incidente.- mugugnò Ryota - C'è
mancato poco che aiutassi Rukawa nella rissa.- - Lascia stare...s'è preso
tutta la gloria da solo.- ghignò anche Mitchy. - Siete proprio due capre.-
ringhiò la mora, ficcando loro una ventagliata sulla testa - Siete i più grandi,
dovreste dare il buon esempio a questi poveri ragazzi che s'ispirano a una
guida!- - Eh, belle guide.- rise Kogure con mezza squadra - Forza,
dividiamoci in squadre. Con una partitella ci scioglieremo un po' i nervi!
Hisashi, prenditi le matricole!- - D'accordo, d'accordo...- Intanto in
panchina Akagi stava piegato sulle ginocchia, poggiandovi i gomiti. Guardava
a terra ma la sua mente vagava altrove. L'assenza di volpe e scimmia si sentiva
davvero. Niente schiamazzi e bestemmie. - Te l'ho già detto.-
Anzai tornò a parlare, dopo una sorsata di the - Credimi, secondo me non è stata
poi un'azione così deleteria.- - Avrei dovuto lasciarlo in panchina.-
sussurrò il Gorilla - Ho fatto rischiare troppo a tutti.- - Non essere duro
con te stesso. A Kaede farà bene stare tranquillo per un po'...anche colpire
Arai in campo non è stato così folle. L'ha fatto sbollire, l'ha fatto reagire
per i suoi compagni. Secondo me sta già meglio.- - Si ma...- il centro tirò
un sospiro, passandosi la mano sulla faccia - Le confesso che continuo a
sentirmi in colpa per lui. Avrei dovuto stare più attento. Tenere lui e
Hanamichi più al sicuro...aveva ragione Mitsui l'altra sera. Non ho avuto il
fegato per mandare tutto all'aria.- Anzai sorrise vagamente, scuotendo il
capo - Ascolta. Hisashi ha il suo carattere, questo lo sai fin dal primo anno. È
impulsivo e collerico, dall'anima ardente, ma sai anche che sarebbe il primo a
incassare se questo bastasse a farvi vincere. Vive di orgoglio ma lo
calpesterebbe per il vostro titolo. L'altra sera è stata una goccia troppo
grande, credimi. Io sono fiero di come avete reagito. Certo, non posso dire che
vorrei rivedere quello spettacolo, il basket è uno sport e non una rissa da
strada ma i tuoi compagni in fondo sono bravi ragazzi. Mi è piaciuto vedere
Kaede difendere se stesso e voi altri. E anche Hanamichi, sebbene non ci sia,
ora starà cominciando a calmarsi.- Akagi annuì, depresso e mesto. - Crede
che abbia sbagliato a tenere i ranghi così serrati sul titolo?- - No.- Anzai
scosse il capo - Ma così sotto pressione forse hai scordato forse una delle cose
importanti.- - Cosa?- - E' una cosa che hai rivisto nell'allenamento
precedente alla partita contro al Takezato. Ricordi quando avete giocato tutti
insieme senza arbitro?- - Intende...per divertirci?- il Gorilla sogghignò -
Si, ricordo perfettamente.- - Anche Rukawa quel giorno era tranquillo,
sereno. È stato bello vedervi giocare quel pomeriggio. Sembravate dei ragazzi
normali che scoprono una passione nuova. Ecco...non ti sto dicendo che la vostra
testardaggine, la vostra ambizione e il vostro desiderio siano sbagliati, questo
mai. È con questa grinta che siete diventati campioni...ma a volte, quando ti
sembra di non farcela più, forse è meglio fermarsi e guardare
indietro.- Guardare indietro. Akagi fissò i suoi compagni, mordendosi le
labbra. - Come posso fare per aiutare Rukawa?- - Continua ad allenarti con
lui.- fu la semplice risposta del mister. - Ma come?- il capitano lo fissò
allibito - E' sospeso, non può venire.- - Bhè, se non può venire...andate voi
da lui.- cincischiò Anzai, ridendo come suo solito - Dove sta scritto che
dobbiate allenarvi in palestra eh? Accanto a casa di Kirara non c'è un campetto?
Trovo brutto sprecare delle così belle giornate di sole chiusi in
palestra!- Akagi era sconvolto, gli occhi a palla. Poi...lentamente iniziò a
sorridere. - Torna indietro.- gli consigliò ancora Anzai, mettendosi in piedi
- Fai divertire i ragazzi. Credimi, vi aiuterà!- Ma si, forse il mister aveva
ragione. Sprecare quelle giornate di sole era un vero delitto. - Forza, forza
marmaglia!- ordinò, tornando in campo - Tutti qua, vi devo parlare!- Lo
Shohoku si raccolse dopo aver mollato tutto, raggiungendolo con aria
interessata. Quei disgraziati fiutavano davvero le notizie eh? Bene, ora li
avrebbe lasciati a bocca aperta. - Le previsioni del tempo danno bello per
una settimana di fila.- bofonchiò. Silenzio. Davanti aveva una carrellata di
espressione che andavano dall'indifferente al "Ma che cazzo dice? È
ubriaco?" - Ah si?- fece Ayako dopo un attimo di mutismo - Ottimo...no?- -
Vuoi prenderti la tintarella?- frecciò allora Mitsui. - No, testa di cazzo.-
rispose il Gorilla, facendogli un chiaro gesto col dito - Ho solo due avvisi. Da
domani chi può venga in macchina. E voi matricole avvisate a casa. Ho deciso di
spostare gli allenamenti.- Miyagi e Mitsui di nuovo gli allungarono
un'occhiata obliqua. Si, era proprio andato! - Scusa Takenori...- lo
interruppe Kogure - Ma dove vorresti andare?- Il Gorilla allora sogghignò,
gelando più di una persona. A stento trattenne l'impulso di sfregarsi le
mani. Li sistemava lui i suoi polli ora! Una volta arrivate le sei Mitsui
se ne andò alla palestra femminile senza aver ancora capito per quale cavolo di
motivo Akagi aveva deciso di cambiare la sede degli allenamenti. Non aveva
neanche detto dove voleva andare a sbattersi per farli, ma se serviva la
macchina allora non era un posto vicino...mah! Per la strada trovò la solita
manica di arrapati che andavano a vedere le pallavoliste ma sulla porta ebbe una
brutta sorpresa. Altri giornalisti! Il mister delle ragazze stava cercando di
contenerli ma un paio avevano già acchiappato la Kurata e l'Aizawa, ficcando
alle due quasi il microfono fra le gengive. Si guardò attorno e vide Junko ben
lontana dalla folla, intenta ad allenare Nanaka. Senza esitare le raggiunse in
campo, mettendosi vicino alla rete. - Siete in buona compagnia.-
borbottò. - Come no!- rise la Tanaka, schioccandogli un bacio sulla guancia -
Visto come sono migliorata Hisa-chan?- - Già.- annuì, vedendo che saltava
notevolmente più in alto - Merito della Kurata.- - E della senpai Kanzaki.-
sorrise la biondina, facendo le fusa alla mora - E' un vero genio!- - Si,
certo, ma staccati dal mio braccio.- mugugnò la Kanzaki che aveva un'aria
notevolmente provata. - Ehi, che cos'hai?- le chiese Mitsui - Sembri a
pezzi.- - Ho cambiato i pesi.- fu la semplice risposta. - Oh no, ancora?-
la guardia scosse il capo - Ti stai strapazzando troppo.- - Tanto abbiamo finito.- li bloccò
Nanaka, spingendo Junko verso il suo Hisa-chan - Io vado a farmi una doccia e
poi filo a casa, ho un appuntamento con un ragazzo! Voi fatevi due coccole che
tirano su il morale. A
domani! Ciaoooo!- e filò via come il vento, lasciando la Kanzaki
praticamente senza più energie. - Stanca?- Mitsui, appoggiato al palo
della rete, la guardava in completa venerazione. Non sapeva bene come spiegarlo ma
da quando Junko gli av
eva detto che era innamorata di lui...aveva
completamente perso il cervello. Ogni volta che la vedeva il cuore cominciava a
battere come gli pareva, lasciandogli la piacevole sensazione di volerla avere
sempre accanto. Junko annuì, senza notare troppo il suo sguardo adorante.
Andò dritta negli spogliatoi a cambiarsi a sua volta e quando uscì era
praticamente incapace di tornarsene a casa da sola. - Da quanto sono quei
pesi?- le chiese, mentre uscivano dalla palestra. - Due e cinque.- -
Quindi fanno dieci chili in più.- - Già.- - E quando pensi di metterti
anche una camicia di forza?- Junko lo guardò male ma un attimo dopo lui
l'afferrò repentinamente per un braccio, schiacciandosela addosso. Le rubò un
bacio veloce, affondando poi il viso nei suoi capelli. - Non mi piace vederti
a pezzi.- le disse roco. Stava per rispondergli quando un flash li centrò in
pieno. Mezzi sconvolti si girarono e trovarono una specie di deficiente con una
ventina d'anni armato con una Nikon che al posto dell'obbiettivo aveva un
cannone. - Ehi!- sbottò la Kanzaki ma era tardi. Il tizio era corso via...e
che corsa! Una lepre. - Ma che cazz...- fece Mitsui, stralunato. - Merda!-
sbraitò la sua ragazza invece, attorniata di fuoco e fiamme, decisamente più
abituata a quei cretini di giornalisti. Oh no! Ora sarebbero finiti su tutti i
giornali! E c'era abbastanza luce, se ne sarebbero accorti che lui era la
guardia dello Shohoku! E adesso? - E questa come la sistemiamo ora?- si
lamentò, guardandolo preoccupata. - Bhè, se non altro non dovrò più spiegare
a nessuno che sei solo mia.- ghignò Mitsui facendo spallucce. - Non c'è da scherzare Hisa!
Queste notizie finiscono in prima pagina sai? Fai comunque parte della squadra
dei campioni nazionali, ti riconosceranno! L'anno scorso a momenti un cretino si
è infilato in camera mia!- ma notando che lui si stava già facendo i suoi
filmini mentali, preferì lasciar perdere. Era del tutto inutile perderci del
tempo. Erano fregati.
A Kanagawa il
g iorno dopo
più o meno tutti sapevano. Lo venne a sapere il preside, lo venne a
sapere il mister della squadra di Junko, Anzai ci rise sopra, Miyagi quasi si
strozzò col caffè mettendosi a sghignazzare sguaiatamente mentre Akagi quasi
schiattò per lo shock. Foto in prima pagina della Kanzaki e di Mitsui che si
baciavano e vai coi titoloni: "Le due stelle
innamorate dello Shohoku!" K ay
stava tornando a casa dal lavoro quando ricevette pure una chiamata dai suoi
genitori. Sua madre felicissima e suo padre incazzato nero, tanto per essere
originali, che chiedevano di sapere che cavolo combinava Hisashi. E ora anche
tutto lo Shohoku si guardava bene dal provare a fare pensieri sconci sulla
Bambolina della 1C vista la reputazione del caro Cecchino della squadra di
basket che se ne andava a testa alta per i corridoi, facendo piagnucolare le sue
fan e mordere le mani ai suoi rivali. Per il resto nessuno aveva subito
travasi di bile, eccetto quell'idiota del presidente del comitato studentesco
che se la prendeva per le regole dell'etichetta e Hana, tornato a scuola solo
grazie ad Haruko, che sfogliò il giornale in classe e si chiese quando i
giornalisti sarebbero tornati all'attacco. La mattina stessa verso le nove
anche Rukawa si ritrovò sotto al naso la rivista incriminata e dopo un secondo
di vaga e tetra depressione decise che era meglio lasciar perdere. Aveva tutta
l'intenzione di evitare lo stress e le grane del teppista erano l'ultimo dei
suoi pensieri, visto che per prima dell'ora di pranzo aveva in mente di fare una
piccola rivoluzione casalinga che sarebbe andata a vantaggio di Raim. Con una maglia del do'aho che diceva "Viva la Gangia!"
(
e si era fatto violenza per
indossarla) e un paio di jeans era pronto ad arrotolarsi le maniche, con Vicky
che gli si strofinava attorno alle gambe. Raim però, quando tornò in camera
con le casse dello stereo in mano, lo guardava seduta a letto con aria
stranita. - Mi spieghi che vuoi fare?- gli chiese almeno cento volte ma lui
taceva, barboso come sempre e continuava a fare su e giù per le scale con un
macello di roba - Perché stai spostando tutto kitsune?- - Sei costretta a
letto no?- le chiarì per l'ennesima volta, come a sottolineare il fatto che non
si doveva sognare di alzarsi da sola - E io non ci sono sempre, così ti porto
tutto vicino.- e senza aggiungere altro spostò verso di lei il tavolino con la
tv, le lanciò il telecomando, poi si mise a trafficare coi fili e le prese dello
stereo. Finì di collegare il dvd e le mise vicino alla sponda un carrello piano
di film, i libri e i manga che aveva portato Ayako. Raim, stupita, lo lasciò
fare. Non avrebbe mai pensato che a Rukawa passassero per la testa simili e
brillanti idee verso il prossimo ma se non altro ora aveva quasi tutto a portata
di mano, compresi i dvd di Akira. Per il bagno e i pasti era un'altra cosa ma
per il momento poteva andare bene. Alle undici aveva ormai finito il trasloco
ma praticamente aveva tralasciato un'altra cosa importante. - Ehi
volpe...- la rossa guardava tutti i pacchi e gli scatoloni fuori dalla stanza -
Quella è la tua roba no?- - Hn.- mugugnò, dando un lungo sorso a una
bottiglietta d'acqua. - Non avrai intenzione di lasciarla in corridoio.-
- Si, pensavo di disseminarla sui gradini.- Raim ignorò il suo sarcasmo,
mettendosi a sfrucugliare nei dvd di Sendoh - Metti tutto nel mio
armadio.- Kaede stavolta la guardò come un'aliena. - Nel tuo
armadio?- - Si. Problemi?- gli chiese, senza guardarlo in faccia. Al che
Rukawa stappò mentalmente una bottiglia di champagne, quasi senza rendersene
conto. Sul momento la cosa gli fece piacere, poi tornò uno strano senso di
sgomento davanti all'armadio. Era molto grande, composto da tre sezioni
diverse ma due erano occupate di coperte e dalla più indecorosa sfilata di
vestitini estivi che avesse mai pensato di vedere, mentre nell'ultimo c'era il
resto delle cose di Raim. Attaccare la sua roba accanto a quella di Raim gli
faceva uno strano effetto ma se non altro lei non fece commenti, attenta com'era
a osservare tutti i suoi cd nelle cassette buttate sul letto. - Ti fa male il
ginocchio?- le chiese, mentre trafficava con gli appendini. - Perché, c'è una
sensazione prima del dolore?- ironizzò lei, coi denti serrati per le fitte che
la coglievano di sorpresa. Rukawa dette un sospiro appena accennato, deciso a
non sbattere troppo il grugno contro quella testardaggine. Non aveva ancora
avuto l'occasione di cambiarle le fasciature e tantomeno si era fatta cambiare
miseri cerotti e spalmare le creme per i lividi...quindi non sapeva bene come
fosse messo il resto della "carrozzeria" ma quel ginocchio, abbastanza scoperto
dai pantaloni morbidi di maglina, era veramente uno spettacolo
desolante. Dovevano averglielo colpito ripetutamente con qualcosa perché
oltre alle abrasioni e alle escoriazioni, aveva dei lividi bluastri, verdi e
violacei veramente impressionanti. Non osava neanche immaginare come dovesse
sentirsi, lei sempre così indipendente e piena di vita, a stare a letto immobile
e a dover dipendere da lui in tutto e per tutto. - Sai una cosa?- Raim
interruppe i suoi pensieri. La osservò, aveva un'aria vaga adesso, quasi
lontana. - Cosa?- - Ti sembrerà
strano ma ora il campionato di pallavolo e le gare di ritmica non mi sembrano
più così importanti. E non è solo perché sono stanca e a pe
zzi...hanno perso totalmente di smalto, te l'assicuro.- Lui si
ritrovò involontariamente a esserne contento, lasciandosi andare sul materasso
con un gemito. - Ti sembro pazza?- - Sicuro.- - Kitsune...- - Te
l'ho sempre detto che esageravi.- ribatté allora, tornando serio - Dipende tutto
perché ora forse sei più tranquilla.- - Tranquilla.- riecheggiò - Come no.
Con una volpe che ha rischiato di finire abbrustolita e io che sono ridotta una
vegetale. Passare la giornata in braccio a te non è il massimo della mia
aspirazione, sai?- - Hn.- rognò, iniziando a scartabellare coi cd. -
Quanto sei prolisso...sarà una convivenza eccezionale!- e proprio in quel
momento squillò il telefono. La padrona di casa afferrò il cordless, sperando
che non fossero altre brutte notizie ma fortunatamente era solo suo
padre. Mezzo stravolto per la paura, visto che quella cretina della sua nuova
moglie aveva lasciato sua figlia alle cure di una vicina, le stava chiedendo
come stava e anche facendo domande a mitraglia quando Raim finalmente riuscì a
zittirlo con dolcezza e a spiegargli che c'era qualcuno che si occupava di
lei. - C'è...- Raim scoccò una lunga occhiata a Rukawa - Un amico. Si,
...no...no, ti dico di no...- poi rise, guardando l'orologio appeso al muro -
D'accordo, ti aspetto stasera.- - Viene a vedere come stai?- le chiese Kaede,
quando ebbe chiuso la comunicazione. - Ahah.- rispose la rossa, continuando a
sorridere - Se tutto va bene riuscirò ad averlo a cena solo per me.- - Ho
conosciuto quella donna.- - Intendi la madre di Soichiro?- - Hn.- - Non
l'avrai picchiata spero.- - C'è mancato poco.- La fece sogghignare - Un
po' mi spiace.- - Pensa a me.- replicò acido, iniziando a impilare i cd
accanto a quelli di Raim nelle custodie - Hai fame?- - Si, vagamente...senti,
ma l'hai visto il giornale? Quello con Hisa e la senpai Kanzaki.- - Hn.- -
Come hn? Non dici niente?- ridacchiò lei - Conoscendo la senpai sarà
furibonda!- - Chissà che ce lo levi di torno una volta per tutte.- frecciò
l'altro, mettendo fine alla discussione. Il pranzo e il primo pomeriggio
passarono tranquilli, quasi sonnolenti visto che i due si dedicarono a due
orette di pennichella, Raim perché era sempre stanca e Rukawa perché era fatto
male, ma verso le due il volpino sentì il richiamo della foresta o nel suo caso
del campo da basket. C'era un sole bellissimo e per giocare avrebbe dovuto
cacciarsi gli occhiali ma poco importava. - Finiscila di fare quella faccia.-
gli disse Raim, mentre si preparava per uscire - Non succederà niente se te ne
stai fuori due orette a neanche cento metri da casa sai?- - Ho dietro il
cellulare.- le ricordò, incurante della sua risposta. - Certo...perché non
usiamo quelle radioline per bambini già che ci siamo?- - Hn, come ti
pare.- - Vattene fuori dalle scatole.- sbuffò la rossa esasperata - Gioca
tranquillo e non fare a botte con nessuno!- - E tu guarda meno porno.- le
urlò dalle scale, evitando di farsi tirare dietro una scarpata. Nonostante
quei battibecchi uscì dalla casa sulla spiaggia stranamente più sollevato per
dirigersi al campetto che sperava vivamente fosse vuoto per allenarsi in santa
pace. Ma quando arrivò trovò una sorpresa. - Do'aho.- Hanamichi stava
tirando a canestro e non si volse a salutarlo, limitandosi a bofonchiare
qualcosa. Infilò una delle sue rare triple, soddisfatto. - Che fai qua?-
gli chiese Kaede, raggiungendolo. - Non avevo voglia di stare
a scuola.- fu
la semplice risposta. La kitsune lo guardò attentamente. A partire dagli
occhiali, alla bandana che si stava stringendo sui capelli...a quella spessa
fasciatura che aveva sull'avambraccio da cui filtrava qualche leggera goccia di
sangue. - Che hai fatto al braccio?- Hana tornò alla panca, dando un sorso
a una bottiglia. - Sono caduto con la moto di Yohei.- - Se fossi caduto ti
saresti graffiato anche in altri punti.- L'ala grande, ghignando, gli scoccò
un'occhiata maliziosa - Smettila di guardarmi, pervertito.- Naturalmente gli
arrivò una pallonata addosso e da lì si scatenò la solita cagnara che si fermò
quando... - SAKURAGI! RUKAWA!- I due in questione sollevarono appena lo
sguardo: Hana aveva nelle grinfie la testa del volpino, pronto a colpirlo con
una testata, Kaede stava per alzare il ginocchio che avrebbe fatto presto una
visitina allo stomaco del do'aho se non fosse apparso dal nulla il Gorilla. Mani
sui fianchi, aria battagliera, occhiali da sole sul naso e borsa in spalla. -
Gori...- Sakuragi lo guardò stupito - Che ci fai qua?- - Ci siamo anche noi!-
cinguettarono Nobu e Rei, spuntando fuori dalle spalle del capitano. -
Ma...ma...- - Se la montagna non va da Maometto, Maometto andrà dalla
montagna!- sorrise Kogure, arrivando nel campetto con tutti gli altri, matricole
e riserve. Per ultimo Mitsui e Miyagi, distrutti dal tragitto in
macchina. Eccolo lì il motivo degli allenamenti fuori dalla palestra! Andare
a raccattare la volpe! - Potevi anche dircelo cazzarola.- sbuffò Hisashi,
andando a buttare la borsa sulla panca - Dannato Akagi.- - Non rompere, per
due settimane di allenerai qua...lontano dai giornalisti.- aggiunse il Gorilla -
E poche storie.- - Già, così non dovrai limonarti di nuovo in mezzo alla
scuola con la tua ragazza.- ironizzò Ryota. - Tu vedi di andare ad
affogarti.- sbottò la guardia. - Cattivo umore ragazzi?- cinguettò Hana. -
Fa silenzio, proprio tu che seghi gli allenamenti...- il Gorilla gli ficcò uno
dei suoi classici pugni, mandandolo a prendere la palla - Dai, non ho intenzione
di farmi mettere i piedi in testa dai giudici, quindi fino a quando Rukawa sarà
fuori dalla scuola, staremo fuori anche noi.- Le facce di scimmia e volpe la
dicevano tutta ma nessuno dei due ebbe il coraggio di proferire parola, vista
l'aria risoluta del loro capitano che quel giorno sembrava anche più sbarellato
del solito. Li fece giocare di nuovo senza arbitro, non ruppe le palle davanti
alle loro scorrettezze, non s'incazzò se i titolari si buttarono sotto canestro
come in un incontro di rugby, stette zitto anche quando rotolarono per terra in
cinquanta per prendere una rimessa. Un'ora di quella tortura e già ne aveva
basta ma...i ragazzi no. Li vide ridacchiare, li vide divertirsi e anche
Rukawa, nonostante tutto, apparve più sereno. Si, due settimane sotto al sole
avrebbero fatto bene a tutti. Dopo un po' cominciarono ad arrivare mandrie di
guardoni, un po' di curiosi che riconobbero i campioni nazionali e attaccarono a
fare un tifo da stadio. Alcuni verso la fine chiesero anche di poter fare
quattro palleggi con loro e la giornata finì tranquilla, nella spossatezza e
anche dell'allegria generale. Alle sei erano tutti seduti a terra, attaccati
alla rete a rivangare quel divertente cambio di programma. - Devo ammettere
che non è stata poi la boiata che credevo.- cinguettò Miyagi, tirando il fiato
dopo l'ammucchiata. - L'importante è che la finiate di giocare a rugby voi
idioti.- sibilò il capitano irritato - Se volete spellarvi comunque fate
pure.- - Secondo me è stata una grande idea.- sentenziò invece Rei tutto
pimpante - Giocare qua vicino alla spiaggia è fantastico! E poi stanno venendo
su delle giornate così belle...- - Infatti qualche mozzarella è meglio che si
metta la protezione.- frecciò Hana ironico. - Do'aho.- - Baka
kitsune!- - Fatela finita voi due.- rognò Akagi, afferrando Sakuragi per la
collottola - Ora noi andiamo Rukawa, vedi di startene buono fino a domani! E tu
imbecille di una scimmia vedi di venire a scuola domattina! E non voglio
storie!- - Ciao senpai, ci vediamo!- - Attento alla dieta volpe,
bye!- Eccoli che se ne andavano...grazie al cielo! Ma possibile che
dovevano capitare tutte a lui? Era stato chiedere troppo di allenarsi da solo in
santa pace, e certo! Accidenti anche al Gorilla! Porca miseria, addio
settimane di allenamento solitario. Ce li aveva di nuovo fra i maroni, roba
da non credere!
La sera stessa a casa Mitsui, Hisashi si accorse che
qualcosa non andava appena mise piede davanti al cancello. C'erano un po'
troppe macchine nel vialetto o sbagliava? E quel pick-up nero l'avrebbe
riconosciuto fra mille. - AMORE!!! BENTORNATO!- Nanaka gli si sfracellò
addosso non appena ebbe aperto la porta. Franarono a terra, incuranti delle
ghignate di Kay che si era preso qualche giorno libero per riprendersi da una
piccola allergia. - Ciao Hisa.- lo accolse suo fratello - Datti una mossa che
abbiamo ospiti stasera.- - C'è Aki vero?- rognò la guardia. - Già e anche
io!- Junko apparve nel corridoio, allibendolo. - Oh ma cosa fate tutti qua?-
Mitsui si rimise in piedi, sempre più sgomento - C'è qualche avvenimento
particolare?- - Li ho chiamati io.- cinguettò Nanaka tutta sorridente - Vedi,
oggi è il giorno in cui i tuoi vengono a controllare a casa mia per vedere come
me la cavo, così ho pensato che potevamo cenare tutti insieme.- Hisashi,
sbiancando, posò lo sguardo su Kay che era lui era un pelino seccato dalla cosa,
ma comunque più sereno. - Mamma e papà...- il numero 14 balbettava quasi - No
eh? Ma siete matti?- - Ho fatto bene a chiamarli vero?- la biondina sogghignò
ancora - Ho pensato che la senpai Kanzaki e Sendoh avrebbero potuto sviare un
po' dal discorso centrale, ovvero tu che non fai una mina a scuola.- - Ma
come ti permetti?- rognò Mitsui con una smorfia - E Aki dov'è?- - In cucina!-
urlò Sendoh - Ciao Hisa!- - Ciao, ciao...- sbuffò raggiungendolo - Non dovevi
farti mettere in mezzo, maniaco.- - Non avevo niente da fare stasera.- rise
l'istrice - Come mai quella faccia? Tuo padre è così dispotico?- - Non ne hai
una più pallida idea.- ringhiò gelido. - E tua madre?- Mitsui si bloccò
sulle scale, dritto a farsi un'altra doccia. Sua madre...ecco, era una persona
una po' strana a dire il vero. Era una donna molto caparbia ma quella caparbietà
si leggeva solo in una dolcezza che rasentava quasi la totale mancanza di
praticità nella vita quotidiana. Era una persona molto vaga, fantasiosa, del
tutto incapace di pensare a cose comuni come i pasti, la spesa, l'andamento di
una casa. Viveva occupandosi del suo enorme giardino, persa in chissà quali
pensieri. Però nonostante queste mancanze era una persona veramente eccezionale,
una madre molto affettuosa anche se sempre persa in un mondo suo. Era stata
grande però con lui e Kay ed era grazie a lei se erano cresciuti senza troppi
strappi, a causa del loro tirannico padre. - Non capisco che centri Junko
però.- rognò irritato. - I tuoi hanno insistito dopo l'articolo.- gli spiegò
Nanaka, seduta al bancone mentre Kay e Sendoh finivano la cena - Almeno, tuo
padre...quando ci ho parlato oggi...come dire, era molto nervoso.- - Ecco,
adesso mi sento meglio.- borbottò la Kanzaki, ansiosa a sua volta. - Ma voi
siete matti!- sbottò Hisashi - Ficcarla in questo casino per una così ridicola
cosa!- - Ridicola...- cincischiò Kay - Sentissi che casino mi ha fatto il
vecchio al telefono! A momenti mi chiedeva anche le tue analisi del sangue. A
proposito, se ci costringe a farle come la mettiamo?- - Sparati
Kay!- Fatta la doccia e tornato di sotto con una maglietta con su
scritto "PARENTI SERPENTI
" a caratteri cubitali che avrebbe fatto morire dal ridere sua
madre, si mise ad apparecchiare di pessimo umore, inferocito. Quelle sorprese
serali non gli piacevano per niente! - Scusa per questo casino.- bofonchiò,
quando si affiancò alla sua ragazza. Junko sorrise vagamente, stringendosi
nelle spalle - In fondo è normale dopo quella storia della foto.- - Si ma non
conosci mio padre!- disse isterico, usando le posate come armi - Ti farà un
fottuto terzo grado, per non parlare di come romperà l'esistenza a Kay per
l'ennesima volta. E non ho voglia di farmi mandare per traverso la cena.- -
Infatti per distrarlo ci siamo noi!- cinguettarono Akira e Nanaka in coro. -
Voi due siete solo una fonte di problemi!- - Antipatico!- - Hisa, basta
dai!- Kay tornò con le bottiglie e il sakè, ridacchiando - Non potranno certo
mangiarci vivi.- - Al massimo Kay-san puoi sempre fingere uno shock
anafilattico per l'allergia.- rise Sendoh. - Ottima tattica.- ironizzò
Junko. Erano le otto in punto quando sentirono scattare il cancello e una
macchina di grande dimensioni entrò nel loro vialetto. I due fratelli sulla
porta, la guardia si lamentò col maggiore perché aveva dato la chiave di casa ai
loro genitori mentre Kay già si prospettava un'allegra rimpatriata. Scese
prima il loro adorato paparino, uscito in quel momento dal lavoro. Giacca e
cravatta, tanto per cambiare. La signora Mitsui invece apparve a Junko come
una creatura eterea. Aveva un sorriso bellissimo e abbracciò teneramente i due
figli, ridendo divertita della scritta sulla maglia del figlio minore...e da
quel momento iniziò la cena.
Anche sulla casa sulla spiaggia c'era
qualcuno che stava subendo una specie di esame. Kaede stava in cucina,
sentendo la voce allegra di Raim che nel salotto chiacchierava con suo
padre. Dopo che gliel'aveva presentato, il volpino si era ritirato anche
perché la questione dell'incidente della rossa era una cosa che andava trattata
privatamente col padre che sembrava un tipo particolarmente apprensivo. Era
un uomo normale, un tipo tranquillo, un gran lavoratore...ma una di quelle
persone che non sapevano stare sole, altrimenti non si sarebbe spiegato il
motivo per cui un uomo intelligente avesse potuto sposare una tale
vipera. Quando Raim li aveva presentati si erano stretti la mano, il signor
Kotobuki poi l'aveva quasi interrogato con lo sguardo per capire cosa fosse per
sua figlia e dopo Shiro di certo non doveva essersi aspettato un sorbetto come
il volpino. A tavola si discusse più che altro della condizione della sua
rossa che naturalmente raccontò un sacco di palle sul suo incidente, narrando al
padre l'epica storia di una caduta magistrale da una moto. C'era poco da
crederci e il tizio naturalmente la guardò con aria scettica ma sospirò,
comprendendo perfettamente che stando lontano da sua figlia poteva solo
ringraziare che fosse viva e non farle la paternale quando lui andava a trovarla
poche volte al mese. Se ne andò dopo aver ringraziato Rukawa per le cure che
prestava a sua figlia, promettendo che sarebbe tornato una settimana dopo, alla
fine del suo ennesimo viaggio d'affari con la moglie appresso. Una volta
soli, Raim dette un lungo sospiro. - E' andata.- - Si, le palle.-
sentenziò la kitsune. - E' andata credimi.- replicò la ragazza, cingendogli
il collo mentre la riportava in camera - Avrebbe potuto fare un giro per la casa
e vedere questo macello...- aggiunse, quando Kaede rimase ghiacciato davanti ai
porno di Sendoh sparsi ovunque. - Oggi pomeriggio mi annoiavo.- gli spiegò la
rossa, tutta divertita dalla sua faccia sconvolta. - E adesso stai meglio?-
frecciò lui sarcastico. - Non fare quella faccia!- rise Raim - Quelli
sadomaso fanno morire dalle ghignate!- - Se lo dici tu.- e la scaricò in
bagno. Lei riusciva a cambiarsi da sola, faticando in maniera disumana ma era
necessario lasciarle i suoi spazi...ma il bello veniva quando si lavavano i
denti insieme. Faceva uno stretto effetto al volpino vedere uno spazzolino
accanto al suo. Strano davvero. Tornato a letto la trovò a trafficare col
portatile e così accese la tv...peccato che toccò per sbaglio un tasto che fece
partire il dvd. Un attimo dopo la stanza era invasa da gemiti e schiocchi di
frusta. Poi la ghignata di Raim che non alzò neanche gli occhi dalla pc. -
Hentai.- brontolò Kaede. - Credevo che a voi uomini piacesse la stimolazione
visiva.- - A noi uomini piace fare e basta.- - Idem per le donne allora.-
la rossa inclinò il capo, scoccandogli uno sguardo strano - Ho sempre pensato
però che a uno come te non piacesse molto l'eccessivo contatto. Non so perché mi
sono ritrovata a pensarlo...ma poi il tempo mi ha dato torto.- La guardò
senza capire, alzando un sopracciglio. - Nel senso che i tuoi gesti non sono
di una persona fredda.- gli chiarì, leggendogli l'espressione curiosa. -
Hn.- - Lo spegni quel porno o no?- lo prese in giro, all'ennesima frustata -
E basta dai!-
Cominciarono a passare i giorni, scanditi da scuola,
allenamenti al limite dell'umana concezione, compiti e dalle visite di controllo
di Raim ma tutto sommato Kaede dovette accorgersi che la convivenza con lei si
stava lentamente sciogliendo a cominciare dalle piccolezze, tipo
l'impacchettarle il braccio ingessato in un sacchetto di plastica ogni volta che
lei voleva fare la doccia, ai pasti, alle sue piccole follie dei vestiti. La
sospensione era arrivata provvidenziale e gli allenamenti con la squadra si
erano fatti più liberi, anche se non meno duri e intensivi. Correvano in
spiaggia, fra le onde nonostante l'acqua ancora fredda, e ogni tanto ne
scattavano risse che si sfogavano in un tentativo di annegamento, facevano le
flessioni al sole, poi si distribuivano in squadre e giocavano sul campo di
cemento senza arbitro, cercando di migliorarsi tenendo d'occhio le azioni degli
altri compagni. Ora avevano un pubblico più vasto, specialmente i vari
ragazzi e appassionati che si fermavano a guardarli ammirati e grazie al cielo
non c'erano più le cretine del Rukawa's Shinetai che a quanto gli aveva
raccontato Ayako avevano tentato un suicidio di massa, quando erano venute a
sapere della sua sospensione. Quel giovedì sera per esempio avevano la
partita contro il Takezono. Il volpino entrò nel palazzo dello sport dopo la
fatidica sera dell'amichevole e lui e tutto lo Shohoku si ritrovarono subito
addosso tutti gli sguardi e tutti i giornalisti che però dopo una sua occhiata
non molto amichevole sembravano desistere dal dargli il tormento. Lo smacco
di starsene in panchina non fu facile da superare, anche perché gli fremevano un
po' le manine. Che avrebbe dato per entrare sul parquet! - Calma, calma
ragazzo.- gli sorrise Anzai, al fischio d'inizio. Era una parola. Se ne
stette buono con Miyagi, visto che quel giorno se ne stava in panchina per
lasciare un po' di spazio a Nobu che doveva fare esperienza, e dovette ammettere
che il Takezono non se la cavava male. Avevano molta resistenza e sapevano
dove andare a colpire, ovvero Rei e Nobu, care matricole, mentre Hana ingaggiò
una vera lotta corpo a corpo con Oda. Si vedeva però che qualcosa non andava.
Aveva una pippa lunghissima. - Si annoia proprio.- bofonchiò Ayako,
appoggiata su un gomito. - E già.- ghignò Ryota, svaccatissimo - Gli manca
qualcuno da insultare o sbaglio?- - Sta a vedere che se la prende con Mitsui
adesso.- rise ancora la mora. E infatti. Quando mancava Rukawa, il bersaglio
di Sakuragi era l'ex teppista che in quanto a sangue caldo non era secondo a
nessuno. Passarono metà della partita a punzecchiarsi, scommettendo su chi
avrebbe fatto più punti. Naturalmente ne seguirono azioni bestiali, a malapena
fermate dal Gorilla che andava sempre a recuperare la scimmia per la collottola
visto che quasi non lasciava tirare la guardia. Oda poi era arrabbiato perché
il rosso se lo filava poco, l'arbitro stava dando i numeri, Rei non sapeva più
che fare per fermare i suoi senpai, Nobu era in palla perché gli stavano tutti
addosso e non era bravo come Miyagi a scartare gli avversari...insomma, fu un
macello. Alla fine del primo tempo erano comunque sopra di quasi trenta
punti. - Bravi ragazzi, grandissimi.- rise Ayako sollevata, distribuendo da
bere a tutti - Siete eccezionali. Continuate così.- - Bhè, non tutti magari.-
aggiunse Kogure - Hisashi, Hanamichi su... siete grandi per fare i
bambini.- - E' questo cretino dai capelli tinti che mi sta fra i piedi.-
sibilò la guardia, bevendo con noncuranza. - Ehi teppista!- sbraitò il
rossino - Vai a quel paese! Senza il Tensai non saremmo a questo
risultato!- - Rukawa levamelo di torno.- ringhiò Mitsui fra i denti. -
Cosa sono? La sua baby sitter?- rognò la volpe. - Andate a spararvi.- sbuffò
Hana, sedendosi in panchina. - Eddai senpai...perché invece di arrabbiarti
col senpai Mitsui non giochi contro Oda eh?- lo spronò Rei che si asciugava il
sudore, mezzo distrutto - Farebbe carte false per un po' di attenzione!- -
Bah!- fece il rosso, annoiato. - Do'aho.- - Baka kitsune!- - Su,
torniamo in campo!- ordinò il Gorilla, afferrando la scimmia per il collo - E ti
datti una mossa, razza di celebroleso! Ferma Oda hai capito? Metà dei punti li
ha messi a segno lui e tutto perché tu e quell'idiota di Mitsui fate i
bambini!- - Oh ma che cazzo volete da me? Io me ne starei tranquillo se quel
beota mi lasciasse tirare!- - E già, vuoi prenderti tutta la gloria eh?- ma
non finì d'imprecare che Rukawa gli arrivò alle spalle e gli rifilò un calcio,
mandandolo a gambe all'aria. - Do'aho.- fece sarcastico - Sei inutile in
campo. Non dar fastidio agli altri.- - Maledettooooo!!!- Hana si tirò in
piedi come un vulcano, imprecando ai quattro venti ma non finì di alzare un
destro che se lo stavano trascinando via di nuovo. Avrebbe dovuto rimandare la
rissa a dopo. La partita si concluse con una stacco di quarantun punti, con
il Takezono esausto e Oda che si era ritrovato davanti una furia. Hanamichi
infatti nel secondo tempo aveva totalizzato sei schiacciate, tre tiri in
sospensione, una ventina di rimbalzi e tre falli...ma a parte quello a momenti
neanche salutò gli avversari. Si lanciò subito in panchina dove Rukawa però fu
abile a schivarlo, facendosi rincorrere fin negli spogliatoi. Lì davanti alla
porta però c'era la Piattola, quindi il Tensai per un attimo perse la bussola
davanti alla sua ragazza. Il volpino, da parte sua, osservava disgustato la
scena quando si sentì osservato. Si volse e trovò un ragazzo a quasi cinque
metri da loro. In tuta gialla e rossa, era uno dello Tsukubu. Numero
17. Una matricola forse, dall'aria scanzonata e combattiva. Lo guardava
intensamente ma Rukawa dopo un solo secondo tornò a farsi gli affari suoi, non
sapendo di aver incontrato una grana con due gambe. Poco più tardi, da sotto
le docce... - AH AHA AH AHAH AHA AH!- Mitsui, Akagi e Miyagi rotearono gli
occhi contemporaneamente. Rieccolo! - Visto che ho fregato Oda? Sono il
Tensai del Basket! Anche senza Rukawa abbiamo vinto alla stragrande! Gorilla,
buttarlo fuori quella mezzasega, non serva a una mazza! È più rincoglionito di
mia nonna!- Gli arrivò un altro calcio nel fondoschiena, con Kaede che fumava
per la frustrazione. - Chi è che sarebbe rincoglionito do'aho? Fatti una cura
al bromuro.- - E basta adesso, avete rotto il
cazzo !- ringhiò il Gorilla, ficcando un
pugno ad entrambi e facendo crescere sulla testa del rossino un altro corno,
tipo cervo in primavera - Non voglio più sentir volare una mosca da voi due.
Sakuragi, lascia in pace Rukawa e tu non stare a raccogliere le sue frecciate!
Tanto è un imbecille!- - COME SAREBBE?! IO SONO IL TENSAI!-
- ZITTOOOOO!!!!- tuonò il capitano, afferrandolo per la gola - UN'ALTRA
PAROLA E TI MANDO A VIVERE IN UN MALEDETTO ZOO, CHIARO???- - Siete
insopportabili, io me ne vado.- sibilò Mitsui, snervato da quel chiasso - A chi
serve uno strappo?- - A me!- lo seguì Miyagi - Devo passare in centro a
comprare una certa cosetta...- ghignò e a seguire mezza squadra, visto che era
in arrivo la festa di compleanno del Gorilla che però era troppo intento a
minacciare di morte la scimmia e la volpe per accorgersi di qualcosa. Andò a
finire che riuscirono ad andarsene tutti dal palazzetto sani e salvi. Sulla
Honda quei due cretini non si ribaltarono, anche perché dovettero scervellarsi
un attimino per pensare al regalo del capitano. Haruko gli aveva organizzato
la festa come ogni anno in un locale e la cosa, a parte far vomitare Rukawa che
avrebbe preferito uccidersi, attirava molto gli altri componenti del
gruppo. Il problema era che si sarebbe imbucato anche Aota col suo gruppo di
judoka e ne sarebbero usciti numeri penosi. La festa si tenne quel sabato e
come da previsioni fu un dannato macello: casino ovunque, gente che si
bestemmiava dietro, brindisi e altro ancora. E fuori il cielo notturno era
terso di stelle. - Ma tu guarda che manica di cretini.- Kogure rise,
appoggiato tranquillamente al tavolino del locale invaso di musica e fumo. Akagi
al suo fianco scuoteva il capo, vedendo metà degli presenti comportarti
praticamente come ogni giorno, avvero da animali selvaggi. Per non parlare di
Aota che se ne usciva con pallose filippiche verso Mitsui, Miyagi, Hana e Kaede
strombazzando nelle orecchie del malcapitati addirittura con un megafono. -
Ma chi l'ha invitato quello?- cinguettò il quattrocchi. - S'è imbucato, tanto
per cambiare.- rognò il Gorilla, attaccandosi al bicchiere - Piuttosto, nei
prossimi giorni il coach andrà a parlare col preside per il ritiro di
quest'anno.- - Anzai è preoccupato.- bofonchiò Kogure - E' normale che voglia
farci prendere aria altrove.- - Avete una vaga idea di dove vi manderà?-
s'intromise Haruko curiosa. - Bhè, l'anno scorso ci hanno mandato a Kyoto.-
le disse suo fratello - Speriamo stavolta non ci sbattano sul monte Fuji. Al
massimo possiamo sempre spedirci Sakuragi chiuso in valigia.- - Dai
Takenori!- rise la Piattola - Ma che cattivo, quest'anno gioca così bene!- -
E rompe in maniera altrettanto esemplare!- frecciò Akagi, guardandolo mentre
faceva il fesso insieme ai loro compagni. Certo che mettere quei dementi tutti
quanti insieme in poche stanze era un vero delirio. Chissà in ritiro
poi! Ora dovevano solo aspettare di sapere dove avrebbero "svernato" quella
volta e che quei quattro idioti avessero messo la testa a posto prima
dell'inizio delle finali!
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Capitolo 20 *** Vecchi Fantasmi ***
raim20
Bhè, salve compari. Ho
deciso che aggiornerò più velocemente del previsto, in fondo non credo ve ne
lamenterete vero? Da qua in avanti ci saranno un po' di problemi anche per
un altro componente della squadra dello Shohoku, che credo si sia capito bene io
venero letteralmente. Si scoprirà tutto qui sotto, perciò leggete e
ringraziate che mi sia limitata a trenta capitoli con questa fic! XD Di
solito faccio di peggio! Grazie infinite dei commenti, non so come
ringraziarvi. Adesso vi lascio alla lettura. Un bacio,
Axia
E anche contro il Kenta avevano vinto! Fischiò in quel momento
la fine della partita, vinta dallo Shohoku con cento
cinquantasette
punti di vantaggio. I loro avversari stavano letteralmente strisciando fuori
dal campo e sembravano a pezzi, come a pezzi però erano i nervi di metà squadra
dei diavoli neri e rossi, visto l'esasperante comportamento tenuto da una certa
persona che, da quando aveva perso il suo compagno di giochi preferito, si
divertiva a dare il tormento a un altro soggetto particolarmente
permaloso. Le due settimane di sospensione di Rukawa stavano per finire,
mentre quella contro il Kenta era la seconda delle tre partite da cui doveva
restare fuori e così Hanamichi scaricava il suo nervoso sul suo adoratissimo
Mitchy che già negli spogliatoi gli aveva fatto un occhio nero,
inferocito. Akagi poi era arrivato al limite della sopportazione: avrebbe
fatto una strage se Rukawa non fosse tornato presto in campo! Possibile che quei
due imbecilli non fossero mai capaci di picchiarsi come due sani di mente fuori
dal parquet? Era chiedere troppo vero? - A quanto pare oltre che un
Hanamichi-dipendente abbiamo anche un kitsune-dipendente.- frecciò Ayako, mentre
uscivano dagli spogliatoi un'oretta dopo, freschi di doccia e stanchi
morti. - Un cosa?- rognò il rossino con voce cavernosa - Da quando le teorie
mediche di quel fesso del teppista stanno bene a tutti quanti eh?- - Per
l'amor di Dio, ma vuoi farti fare un altro occhio nero?- sbuffò Kogure - Dai
Hanamichi, lo sai com'è Hisashi quando di ci mette. Adesso sei anche fuori dalla
palestra, quindi puoi tormentare Rukawa no?- - Grazie mille senpai.- sibilò
il volpino incazzoso. - Basta, mi avete rotto tutti.- Hana andò dritto al
parcheggio del palazzetto, filando alla sua Honda con espressione a dir poco
bellicosa - Ci si vede domani a scuola branco di mentecatti.- - Do'aho,
portami a casa.- - E se ti lasciassi nel vicolo più bazzicato di magnaccia di
Kanagawa, Kit? Che faresti?- - Mica male come idea.- rise Miyagi, salendo in
macchina con Mitsui - Vendendolo ci faresti una barca di soldi.- - Molto di
più di quelli che darebbero a te, scimmia, per una scopata.- rincarò Hisashi
perfido. - Vaffanculo Mitchy, il Tensai è il Dio del sesso!- gli sbraitò
dietro con la forza della bora. - Si e io un bonzo.- ghignò la guardia
sarcastica, mettendo in moto - Ci si vede domani ragazzi.- - Se, se.- disse
anche Akagi - Andate piano su quella moto voi due!- Naturalmente il rossino
non stette a sentire una parola, troppo impegnato com'era a borbottare fra i
denti per la stizza. Da quando Rukawa non giocava tutto aveva perso di
attrattiva, c'era poco da fare. In quei giorni, proprio com'era capitato prima
al volpino, si era messo a fumare come un turco e l'unica sua scappatoia per
sfogarsi era attaccare briga con Mitchy che era la dolcezza fatta a
persona...specialmente quando lo pestava a sangue, esasperato. Si mise il
casco sulla testa, controllando l'ingresso al parcheggio visto che a volte
c'erano tizi che entravano a tutta velocità ma proprio guardandosi attorno con
lo specchietto, Hana vide che qualcuno li osservava. - Tsukubu.- Kaede,
alle sue spalle, era pronto a chiudere gli occhi e a sbavargli sulla schiena
come al solito ma riaprì un attimo le palpebre, trovandosi a qualche metro di
distanza lo stesso giocatore che aveva visto una settimana prima alla loro
partita contro il Takezono. Il giocatore dello Tsukubu, numero 17. Sulla
maglia della tuta c'era scritto il suo cognome. Sanzenin. - Matricola.-
borbottò il ghiacciolo con aria incurante. - Se lo dici tu.- Hana si abbassò
la visiera, dando un po' di gas - Rei dice che viene sempre a vederci.- -
Manabe è peggio di una zecca.- - E tu non ti accorgesti di avere una bella
donna nuda a letto neanche se ti saltasse addosso.- ringhiò il Tensai, partendo
in quarta e superando il giocatore dello Tsukubu, che non li perse di vista un
attimo. Chissà che voleva. Hana in effetti, ripensandoci, ricordò che quel
ragazzo era spesso nei corridoi quando toccava a loro andare in campo.
Sanzenin...non era quella matricola fortissima che aveva fatto vincere a una
squadretta come lo Tsukubu un sacco di partite? E che voleva da loro? Mah, forse
era meglio chiedere qualcosa informazione ad Aida. Intanto al parcheggio,
Ryuji Sanzenin, ala piccola del primo anno dell'istituto Tsukubu restava a
guardare i due giocatori che si allontanavano. E la rabbia lo stava invadendo
come una marea. Quell'idiota...quell'idiota si era fatto espellere prima di
potersi confrontare con lui! Dette un calcio a una lattina, imprecando al
vento. Maledetto Rukawa! Aveva fatto a pezzi il suo sogno di
sfida!
Quel giovedì mattina Hisashi Mitsui se ne stava a segare
l'ultima ora di fisica sul terrazzo, godendosi la tiepida aria di marzo e il
sole caldo che gli carezzava il sonno che stentava a venire. Si era
massacrato negli ultimi tempi con l'allenamento e doveva ammettere di avere
ormai quasi raggiunto il suo obiettivo ma la sua spossatezza si faceva sentire
parecchio nei fine settimana, quando si ritrovava sempre più spesso a non
desiderare altro che il suo letto. Lo stesso valeva per Junko e quasi sempre
andava a finire che passavano il week end fra le lenzuola, facendo l'amore,
ascoltando musica o guardando film. All'improvviso qualcuno gli fece ombra ma
lui riconobbe il passo sottile e felpato, così alzò il braccio sinistro e Junko
Kanzaki si sdraiò al suo fianco, poggiandogli la testa sulla spalla e
lasciandosi cingere dolcemente. La sentì sospirare, forse stanca quanto e più
di lui. - Sai cosa vorrei?- mormorò roco - Prendere la macchina e andare a
chiudermi in un qualche ryokan fra i boschi.- Junko sorrise appena,
stringendosi di più alla guardia - Da soli?- - Si, sarebbe fantastico. Anche
solo per tre giorni...ma devo staccare assolutamente.- - Prenoto per domani
pomeriggio?- Hisashi sollevò il capo, guardandola in faccia e cercando di
capire se scherzasse o meno. - Dici davvero?- le chiese. - E tu?- Junko
sorrise ancora - Dici davvero?- Mitsui annuì, ansioso ed eccitato al tempo
stesso. - Domani è venerdì. Possiamo inventare una scusa coi capitani e
starcene fuori fino a domenica sera.- - Ma tu guarda...la Bambolina che salta
gli allenamenti.- la prese in giro sogghignando - Sicura?- - Mai stata così
sicura in vita mia.- gli disse seria - Dobbiamo tirare il fiato o qua andrà
tutto a ramengo.- - Già, da quant'è che non lo facciamo?- bofonchiò
fintamente irritato. - Sarà una settimana.- - Dieci giorni.- - Però,
peggio di una donna. Che memoria.- - Non è colpa mia se arriviamo scoppiati
anche il sabato sera.- si lamentò depresso, iniziando ad accarezzarle i capelli
- Senza contare che qua si avvicinano le eliminatorie per le semifinali e il
Gorilla sta diventando peggio di un nazista!- - Vuoi fare cambio? La Kurata
ti sembrerà il diavolo in persona a suo confronto.- - Se non altro lei non ti
picchia sulla testa!- - No, mi prende solo a calci.- Hisashi ridacchiò e
poi tacque, godendosi quel momento di pace in silenzio. Stava bene lì a guardare il cielo, con
Junko abbracciata a lui. Non era proprio così che aveva immaginato il suo quinto
anno. Il suo quinto anno...
- E' l'ultima
volta che giocherò con loro
.- gli sfuggì. La Kanzaki riaprì gli occhi all'istante,
sollevandosi appena su un gomito. Lo fissò, senza che lui la guardasse in
faccia, studiandolo. - In piena crisi del quinto eh?- sussurrò. - Ho paura
di si.- ammise roco - A Kogure sta passando. Akagi se l'è presa nella vacanze di
Natale.- - E a te arriva a scoppio ritardato.- Mitsui sorrise, richiudendo
le palpebre - Ci avevo già pensato...ma solo verso la fine del trimestre mi sono
accorto sul serio che queste sono le ultime volte che potrò giocare con i
ragazzi. Se penso che fra pochi mesi dovrò decidere della mia vita mi viene il
volta stomaco.- - Ma continuerai a giocare vero?- - Ginocchio
permettendo.- le rispose con un bisbiglio - Le squadre universitarie sono molto
selettive in questo particolare frangente. Potrei ritrovarmi a fare da riserva
strategica ed entrare solo quando si ha seriamente bisogno dell'aiuto di un
tiratore da tre.- - E per l'università?- Junko si appoggiò al suo torace -
Niente d'interessante?- - Ho superato tutti i test.- La ragazza allargò
gli occhi - Tutti?- - Già.- - Che genio sfaticato.- - Sai che mi rompo
a studiare.- - E con tuo padre come la metti?- - Pensavo di fare
l'accompagnatore per un po'...- rise, prendendosi un leggero pugno sulla spalla
e bloccandole il polso - Ma non credo che lui apprezzerebbe. Vedrò alla fine del
campionato che comunque m'impegnerà fino a metà luglio e poi sarà quel che
sarà.- - Ottima filosofia.- frecciò la Kanzaki serafica - Intanto vedi di non
sfracellarti nel buco nero della depressione eh?- - Infatti se domani
partiamo credo che comincerò a tirarmi su.- cinguettò - Allora parli sul serio?
Verresti con me?- - Ti ho già detto di si. Devi solo dirmi a che ora vuoi
partire.- Mitsui tacque, puntando gli occhi su quella ragazza che scopriva
lentamente di adorare. Adorava il suo bel viso, la sua aria altera e
orgogliosa, i suoi occhi cupi...quel corpo da favola e quel carattere
impossibile. Si alzò leggermente, prendendole il viso fra le mani e
depositandole un bacio leggero sulle labbra. - Ti stanno ri crescendo i
capelli.- le sussurrò all'orecchio, giocando con le sue ciocche. - Si, a
quanto pare.- mugugnò Junko, alzando le spalle. Stava per baciarla di nuovo e
stavolta non si sarebbe accontentato di un lieve contatto quando la porta della
terrazza si spalancò e stavolta apparve niente meno che mezzo plotone di
rompiscatole. - Sempre qua a tagliare eh?!- - Andate a scaldarvi un
letto!- Riconosciuta quella voce e quel delicato passo da elefante
imbizzarrito, Mitsui si lasciò andare con la testa a terra, rovesciandola un po'
indietro e trovandosi il Gorilla al contrario. - Akagi buongiorno. Sei
splendente come un raggio di sole.- fece serafico - Ti serve qualcosa?- - A
voi due servirebbe una stanza, vero signor teppista?- s'intromise anche Naomi
Kurata, arrivando alle spalle del capitano della squadra di basket - Eccoti qua
Kanzaki, ti ho cercata per tutta la scuola.- - E' successo qualcosa?- chiese
Junko. - Il preside mi ha chiamato.- sorrise la Kurata con aria sbarazzina -
E' arrivato il solito preventivo per il ritiro. Stavolta ci ha dato ben ventun
giorni.- - Ventun giorni?- Mitsui era allibito - Voi maledette vi fate un
ritiro di tre settimane!?- - E neanche t'immagini dove.- sibilò Akagi
fumando. - Dove?- - Tutti gli anni da quando sono qui siamo sempre
andate...ad Okinawa.- fece la Kurata allegra, facendolo sbiancare. -
Co...cosa?- alla guardia si era seccata la favella - Voi vi fate ogni anno tre
settimane ad Okinawa?- - Esatto.- gli disse anche Junko, perfida come poche -
Sole, mare, allenamento in una palestra da favola e...- -...e una marea di
fighi stranieri che quest'anno non vedrai neanche col binocolo.- ghignò il
capitano della squadra femminile - Ecco il premio per far vincere da sette anni
alla scuola il titolo di campioni nazionali Mitsui. Il Fuggitivo sa essere
particolarmente altruista e generoso, devo ammetterlo. Dai Kanzaki, mi serve la
tua firma sul preventivo e il bonifico per martedì prossimo chiaro?- - Se, se
ma a proposito...e voi dove andate in ritiro?- chiese la schiacciatrice ai due
cestisti. - A dire il vero dovrei andare a parlarci adesso col preside.-
spiegò Akagi - Anzai è già con lui e stanno parlando insieme della situazione
con lo Shikuda. Andrà a finire male, me lo sento. Ci spediranno sul monte
Fuji!- - Basta che non vi lascino qua nelle grinfie degli Oni.- sospirò
Junko, mettendosi in piedi con un sospiro - Ah Kurata..- - Si?- - Domani
starò a casa, mi verrà la febbre.- - Però, hai la termoregolazione interna
veramente impressionante Kanzaki.- le sibilò la ragazza sarcastica - Sai già ora
di covare l'influenza. Di un po' Mitsui, non è che anche tu hai già qualche
linea?- - No ma ho la vaga impressione che Kay mi abbia attaccato la sua
allergia.- rispose la guardia cominciando a strizzare, naturalmente per finta,
gli occhi e ad arricciare il naso - Mah, uno non può più stare tranquillo.- -
Non c'erano dubbi.- gli ringhiò Akagi - Vattene a pranzo idiota, io vado dal
Fuggitivo.- - Ti aspettiamo davanti alla palestra, prima di metterci in
macchina.-
Kaede Rukawa alzò lo sguardo allibito verso il parcheggio,
smettendo per un attimo di palleggiare. Erano le due e mezza e quei
rintronati erano in ritardo. - Ma che hanno quei matti?- Lui scosse il
capo, tornando da Raim che aveva insistito per stare un po' al sole a guardarli
allenarsi. Andò a sederlesi accanto, controllando che stesse comoda sul
cuscino e che non sforzasse il ginocchio bendato, stretto in una delle super
collaudate ginocchiere di Mitchy e bevve un lungo sorso d'acqua dalla
bottiglietta, proprio mentre uno squadrone di gente con gli occhi luccicanti
pieni di stelline gli si rovesciasse addosso. - Avranno bevuto.- sorrise la
rossa, lasciandosi andare tranquilla sul guanciale. - Sicura di stare
bene?- - Si, benissimo. Quando mi vai a prendere le stampelle?- - E'
presto.- - Cosa? Non è vero!- - Hn.- - Hn che? Dai Rukawa, voglio
tornare a camminare da sola.- - Non devi sforzare il ginocchio.- - E tu te
ne approfitti eh?- sibilò ironica. - Se la vuoi mettere così...- rispose roco
e proprio in quel momento lo Shohoku entrò tutto urlante nel campetto. Nobu e
Rei sembravano camminare a due metri da terra e perfino Ayako sembrava
trasfigurata, in completo stato di beatitudine. - Chi è morto?- frecciò il
volpino, vedendo quelle espressioni. - Ahah, non immaginerai mai Ru!- gli
disse la loro bella manager - Abbiamo una notizia che lascerà a bocca aperta
anche te! Ne sarai felicissimo!- - Il do'aho si fa donna?- - No maledetto
baka, resto uomo.- ringhiò Hanamichi arrivando a scoccargli un'occhiataccia - E
che uomo, molto più di te!- - Questo è da appurare.- - Fatela finita su!-
cinguettò Kogure - Dai Rukawa, è una giornata bellissima. Akagi è andato a
parlare col preside stamattina, per il nostro ritiro!- - Ma va?- Kaede guardò
il Gorilla, quasi divertito - Visto che soggetto?- - Una sagoma.- bofonchiò
Takenori, cominciando subito a sentire un caldo pazzesco - Mi ha fatto una
tirata spettacolare sulle infinite possibilità che abbiamo come squadra di
basket. Non sapevo fosse lui, te lo giuro...anche se lo vedevo sempre in
tribuna. Mah...comunque conta molto su una nostra ennesima vittoria.- -
Vabbè, lascia perdere l'ubriacone e dì la figata dell'anno!- s'intromise Miyagi
che non stava più nella pelle - Non indovinerai mai! Sai dove ci manda in
ritiro? Eh?- - Sul monte Fuji.- - Sbagliato!- Hana puntò il dito sul naso
del volpino, esaltato come pochi - Noi e la squadra di pallavolo ce ne andremo
niente meno che a fine marzo a Okinawa per la bellezza di tre settimane! Capito?
Tre settimane di ritiro ad Okinawa!- Kaede lo guardò scettico, levando un
sopracciglio. Ma lo prendevano in giro? - Tre settimane ad Okinawa?- Raim
sogghignava - Vi manda con la squadra di pallavolo? Io ci ero andata l'anno
scorso con le ragazze. Il preside se le tiene come gioielli.- - Infatti.-
annuì Akagi - Anzai è preoccupato che lo Shikuda ci rompa le palle prima delle
semifinali, così il Fuggitivo ha pensato bene di allargare la spedizione anche a
noi.- - ANDREMO 21 GIORNI AD OKINAWA!- strillarono Hana, Rei, Nobu e Miyagi
come bambini. - Allora Ru?- rise Ayako - Contento? Un sacco di mare, dei
campi da favola e un po' di relax per i nervi lesi...- - Se qua qualcuno ha
qualcosa di leso mi sa che non è lui.- rognò Mitsui schifato, guardando quei
quattro fare la stessa danza propiziatoria che le matricole si sparavano negli
spogliatoi prima delle partite - Ma che razza di dementi!- - Okinawa eh?- la
kitsune sembrava ancora perplesso - Con quelle squinternate...- - Si e visto
che abbiamo ancora due settimane prima di partire,- sorrise Ayako - potrà venire
anche Raim. Le farà bene.- - Vuoi metterla su un aereo?- sbottò - Non se ne
parla.- - Un po' di mare e vacanza le faranno bene.- sentenziò la mora - E
non fare l'amante geloso.- - Hn.- ringhiò fra i denti. - Si ma forse al
senpai danno fastidio le ragazze della senpai Kurata.- disse Rei - Alcune sono
un po' appiccicose in effetti. Con lui almeno. Però credo che sarà divertente
stare con loro in ritiro...sono simpatiche.- - Si, come due dita in
gola.- - Sempre la solita kitsune.- - Sempre il solito do'aho.- lo
rimbeccò Kaede - E per le partite?- - Io e il preside abbiamo controllato il
calendario con Anzai.- gli disse Akagi, mentre iniziava a far correre un po' di
quegli sfaticati, Mitsui e Hana compresi - Dopo la nostra partita di lunedì sera
con lo Tsukubu si va alle semifinali. Se tutto va bene ci saranno Ryonan, Kainan
e Shikuda. Stessa linea di due anni fa.- - Quest'anno i giudici hanno messo
le squadre in tutta una serie staccata dalle altre, quindi mentre noi abbiamo
fatto tutte queste partite di seguito, gli altri sono rimasti fermi. Il Kainan
non scende in campo da due settimane infatti, idem per lo Shikuda.- - Che
tanto guerreggia già abbastanza.- sibilò Miyagi, passando di lì in corsa con
Kogure. - Si, comunque quando noi finiremo con lo Tsukubu lunedì e
attaccheranno a giocare gli altri. Anche il Ryonan deve ricominciare il ritiro
fra un po'.- - Già, non dovrebbero esserci proprio adesso loro?- bofonchiò
Raim. - No, partono qualche giorno prima di noi.- l'informò Hana - Ho sentito
Aki l'altra sera.- - Bhè, resta comunque il fatto che appena finiamo con lo
Tsukubu dovremo fare allegramente i bagagli!- disse Ayako gioiosa - Voi avrete
tre settimane per rimettersi in sesto e poi farete il mazzo agli
avversari!- - E tu intanto che farai?- frecciò Sakuragi perfido. -
Prenderò il sole con Raim alla faccia tua!- ridacchiò la manager. - Infatti,
non pensate neanche per un attimo di andare in vacanza!- gracchiò il Gorilla
mettendosi in mezzo al campo, tirandosi dietro la volpe - In queste tre
settimane che il preside e Anzai ci hanno dato dovrete dare il massimo di voi
stessi chiaro? Non andremo ad Okinawa a giocare o a divertirci! Dovremo lavorare
sodo per battere il Ryonan, il Kainan e lo Shikuda, intesi?- - Si
capitano...- La risposta non era stata convincente ma Akagi lasciò
perdere. - E un'altra cosa...vedete di non disturbare gli allenamenti
altrui.- - Tanto quelle della Kurata non si accorgono di niente mentre si
allenano Takenori, tranquillo.- sorrise Raim. - Potessi dire la stessa cosa
di questi deficienti.- sibilò il capitano depresso, vedendo infatti Hana e Kaede
prendersi a calci e pugni. Come li avrebbe tenuti buoni per tre settimane,
insieme 24 ore su 24? Forse avrebbe dovuto portarsi dietro un facile a canne
mozze con dei proiettili soporiferi. Per non parlare di Miyagi e Mitsui. Quei
due erano capacissimi di fare qualche scherzo alle matricole e alle riserve e di
uscirsene nel cuore della notte dall'albergo per andarsene a
donne! Miseriaccia...meno male che c'era Ayako a tenere buono il suo play...e
la Kanzaki per Mitsui. La cosa non era così nera come si era
immaginato... - Scusate solo una cosa.- Hana mollò di colpo la testa del
volpino, illuminandosi - Gori, scusa...ma chi è che ci accompagna?- - Già, ad
Anzai il medico non darà il permesso di farsi un viaggio da sbattimento del
genere.- borbottò Hisashi. - Infatti non verrà neanche il mister delle
ragazze della Kurata.- disse Akagi - Verrà un professore.- - E chi?- chiese
Miyagi. Stavolta Takenori serrò un po' le labbra, immaginandosi il finimondo
che sarebbe scoppiato. - ...Yoshikawa.- Nel campo tirò un gelido soffio di
vento da deserto, insieme a qualche pagliuzza che rotolò ai piedi dei
ragazzi. Dal terzo anno in su, i giocatori erano sbiancati. Perfino Rukawa
aveva perso il suo contegno altero. Mitsui poi...sembrava gli avessero appena
detto che Bono era morto per overdose. - MA
VAFFANCULOOOOOOO!!!! - Akagi
aveva fatto in tempo a tapparsi le orecchie, proprio quando si scatenò
quell'inferno. - MA SEI FUORI GORILLA?????- fu Hana il primo ad
inalberarsi - GIA' DEVO SOPPORTARE QUEL VECCHIO BASTARDO TUTTI I GIORNI E
SECONDO TE ME LO SCIROPPO ANCHE IN RITIRO?!? COL CAZZO
!- - TU SEI TUTTO MATTO!- ululò
Mitsui per secondo, pallido e livido al tempo stesso - L'ULTIMA VOLTA CHE CE
L'HO AVUTO IN CLASSE, DUE ANNI FA, GLI HO FATTO PERDERE GLI ULTIMI CAPELLI CHE
AVEVA E MI SONO RIMORCHIATO SUA FIGLIA!- - E POI LO SAI CHE HA MANDATO
LETTERALMENTE FUORI DI TESTA DIECI ALUNNI NEGLI ULTIMI TRE ANNI D'INSEGNAMENTO?!
SI, SONO FINITI DELLO PSICHIASTRA!- sbraitò persino Kogure, sconvolto anche
peggio degli altri. - SENZA CONTARE CHE NON CI LASCERÀ TIRARE IL FIATO
NEANCHE PER DORMIRE!!!- concluse Miyagi, ma non strillando meno degli altri -
SEI COMPLETAMENTE STRAFATTO SE PENSI CHE UNO COME YOSHIKAWA POSSA PORTARCI TUTTI
QUANTI IN RITIRO! MEGLIO MORIRE!- - Neanche morto.- sibilò lapidario Rukawa,
pietrificato. - Meglio sul monte Fuji.- rincarò Kakuta a voce leggermente più
bassa - Sul serio capitano...quello è più sbroccato di una brocca rotta. Oltre a
mandare gli studenti a farsi controllare degli psicologi è uno che alla mattina
beve succo di pomodoro. Ma dico, ti pare normale?- - Succo di pomodoro?- si
schifò Ayako - Ma va! Che orrore!- - Non l'hai mai visto per i corridoi?-
fece Yasuda - Se lo beve nel bicchiere del caffè!- - Avrà carenza di
vitamine.- ipotizzò Raim. - Quello ha carenza di umanità.- bofonchiò anche
Shiozaki. Chi aveva strillato istericamente ora li fissava con le orbite
piene di fiamme. Tornarono a girarsi verso il Gorilla che però dovette fare
orecchie da mercante. - O Yoshikawa o il monte Fuji a spaccare pietre.- Si
sollevò l'ennesima protesta di massa e non trovò rimedio migliore che mandarli
tutti a quel paese. Distribuì il preventivo e ignorando quel brusio di
sottofondo li fece tornare ad allenarsi, cercando di calmare i bollori. Anche a
lui l'idea di avere il nano, Testa di Palla da Biliardo, Yoshikawa lo Sconvolto
e ancora "Lo Schiacciapalle" in ritiro con loro a farsi controllare l'esistenza
non piaceva per nulla ma sempre meglio che starsene a Kanagawa ad attendere il
prossimo attacco dello Shikuda no? Peccato che quella manica di idioti,
stavolta nessuno escluso, neanche Rukawa e Kogure, continuassero a sputare lava
e fiamme al vento, maledicendo il vice preside. Che palle... Si misero a
giocare per sfogarsi e naturalmente cominciò a raccogliersi la solita marmaglia
di guardoni. Fra questi, Hana e Kaede rividero un tizio in particolare. La
matricola dello Tsukubu. - Ryuji!- Nobu Yaoto si staccò, durante la pausa,
dal gruppo. Agitò la mano e corse alla rete, andando proprio dal giocatore che
quasi tutti i giorni, capito che non si allenavano più nella loro palestra,
andava a osservarli allenarsi. - Si conoscono?- borbottò Akagi, asciugandosi
il viso con un asciugamano. - Si,
capitano. Nobu mi ha detto che andavano alle medie
insieme.- lo informò Rei. - La Takeishi?- Kogure inclinò il capo - Allora è
quel Sanzenin. La probabile matricola migliore dell'anno.- - Si, pare di si.-
annuì Ishii - Ho visto alcune sue partite. È spettacolare in attacco.- - Si e
una capra in difesa.- sentenziò Ayako - Le ho viste anche io quelle partite. Rei
è più bravo.- Manabe si accese come una lampadina - Wow, lo credi davvero
senpai?- a momenti se l'abbracciava. - La completezza di una matricola si vede
anche in quello.- gli spiegò la mora - Quel Sanzenin è un genio in attacco,
niente da dire. Fa canestro ovunque, a parte che oltre la linea dei tre punti,
ed è il maggior realizzatore della squadra con il loro playmaker ma in difesa è
scarso. Gli manca l'esperienza per prevedere le mosse dell'avversario. Cerca
sempre e solo il canestro.- - Mica tutti sono dei Tensai già a quell'età.-
cinguettò Hana gasatissimo. - Imbecille.- soffiò Miyagi. - Do'aho.- sibilò
la kitsune. - Ma perché viene sempre qua?- fece Kogure - Non ci va ai suoi di
allenamenti?- - Sarà venuto a spiare no?- disse incurante il Gorilla -
Lasciate perdere.- Lasciar perdere, pensò Rukawa irritato. Facile. Quella
matricola mica fissava Akagi! Da quando l'aveva preso in corridoio Kaede
aveva capito che quel Sanzenin in particolare puntava sempre e solo lui, proprio
come un cane da caccia. Odiava essere fissato in quel modo! Aveva voglia di
cambiargli i connotati ma per il momento aveva anche un altro imbecille da
sistemare. Guardò Hanamichi di striscio e specialmente il suo braccio. Le
fasciature erano sparite ma ora il volpino vedeva bene il segno di alcuni punti
nelle pelle ambrata del rossino. Infingardo. Adesso lo sistemava
lui! Mitsui intanto stava sdraiato a terra, cappellino tirato sugli occhi,
pronto a farsi i suoi tiri quando qualcuno, da in piedi, gli si piantò sopra
facendogli ombra. Alzò appena la visiera, trovandosi Rukawa inginocchiato sopra
di lui. - Ti serve qualcosa?- gli chiese serafico, tornando a
sonnecchiare. - Dimmi cos'è successo il giorno in cui mi avete portato la
roba a casa di Raim. E niente storie.- Hisashi rise appena, accavallando le
gambe. - E perché dirti i miei segreti scusa?- - Il do'aho ha un taglio
sul braccio ed era l'unico a mancare alla riunione. Dimmi cos'ha fatto.- La
guardia tacque ancora, facendolo innervosire. - Se te lo dico cosa fai?- -
Picchio il do'aho.- - Sicuro?- - Dipende perché s'è fatto male.- -
Allora ragioni come lui volpe.- cincischiò Mitsui - Mi spiace, ma se non mi
giuri sulla testa di Raim che te ne starai buono da me non saprai
niente.- Kaede si morse il labbro, trattenendo un istinto omicida. Anzai se
la sarebbe presa se avesse ucciso il suo Cecchino? Hn, forse si. -
Ok.- - Ok cosa?- - Giuro che non farò niente...a chi gli ha fatto quel
graffio.- Mitsui si divertì a tenerlo sulla corda ancora per qualche secondo,
non sapendo che stava rischiando la decapitazione a morsi, ma poi gli fece segno
di avvicinarsi di più e chiudendo le mani a coppa sull'orecchio del volpino,
proprio come due mocciosi, gli raccontò un'accurata descrizione dei
fatti. Tempo due minuti e Rukawa si rimise in piedi, ora incurante di
Yoshikawa, della matricola che lo fissava, delle arie stranite dei compagni e
anche di certe promesse da marinaio. Filò dritto da
Hana, che cinpava acqua dalla bottiglia e...gli
ficcò un calcio nel fondoschiena, buttandolo gambe all'aria. Tanto per
cambiare. - MA CHE CAZZO T'E' PRESO?!- sbraitò il rossino dolorante, con la
faccia ridotta a una frittella - Ti sei bevuto il cervello stupidissima
volpe?!- Kaede per tutta risposta l'afferrò per il bavero, tirandoselo a un
dito dal naso. - Ma che c'è, si può sapere?- ringhiò l'ala grande - Che
vuoi?- - Ti faccio una domanda do'aho, vediamo se col tuo limitato cervello
ci arrivi.- sibilò la kitsune, furibonda - Se io adesso decidessi di andare a
rompere le ossa ad Arai per avermi rotto le palle e avermi fatto saltare una
partita, cosa diresti?- Hana sorrise con aria angelica, goccia sulla testa -
Che non ci devi andare Kit. Ovvio.- - Bene. Lo sapevo.- Kaede si avvicinò di
più, la lingua ridotta alla sagoma biforcuta di quella di un serpente - Posso
farti notare una cosa nella tua giustissima visione delle cose? ...Ok, perché io
non posso picchiare Arai mentre tu invece puoi prenderti certe libertà, del tipo
farti affettare un braccio? Eh? Perché?- Sakuragi serrò i lineamenti
all'improvviso, guardandosi attorno. Chi aveva cantato fra quei cinque
bastardi? - Non fissare loro, guarda me.- lo rimbeccò il volpino - Allora?
Perché tu puoi picchiarti con altre persone mentre io sono costretto da te a
starmene buono?- Il Tensai, evidentemente irritato, si sottrasse alla sua
presa. - Avevo una faccenda in sospeso.- - Una faccenda tale da farti
andare da solo allo Shikuda?- insinuò l'ala piccola - Ma quanto sei fesso
cazzo.- - Senti ma si può sapere che hai da rompere?- sbottò Sakuragi - Non
darmi il tormento e torna a fare l'infermiera.- - E tu fatti un po' furbo,
do'aho che non sei altro.- replicò Rukawa con alterigia - Mi sono rotto di te e
delle tue puttanate!- - Tu ti sei rotto?!- riecheggiò il rossino palesemente
scandalizzato - Tu che spacchi la faccia agli avversari in campo!?- A quel
punto, con una tale testa di fava, Kaede si giocò l'ultima carta. In fondo era
pur sempre un ingenuo il do'aho, un ingenuo dal cuore buono e possessivo, quindi
tanto valeva provarci. Incrociò le braccia al petto e lo guardò con la coda
dell'occhio. - Cos'è, la regola della proprietà privata che fine a fatto?
Vale solo per te Hana?- - Ma sei fuori di testa?- - No ma se continui a
fare a botte altrove dovrò rivolgermi a qualcun altro.- La cosa suonava da
perfetti imbecilli ma con quello non si poteva fare altro. Infatti, come il
volpino immaginava, Hanamichi s'infiammò subito. - Ehi, no...un corno!- -
Un corno cosa?- Rukawa stette al gioco, incrociando mentalmente le dita - Se non
la pianti vado a chiudere i conti con Sendoh.- - Non ci posso credere che
stiamo facendo questo discorso kitsune!- - Bhè, ci crederai quando andrò a
pestare qualcuno nei vicoli visto che tu hai altro da fare.- - Insomma
basta!- Hana gli lanciò un'occhiata fulminante - Non ci provare!- Certo che
proprio non ci stava con la materia grigia quello. Però l'aveva incastrato. -
Allora? La finisci o no di fare l'oltraggiato?- lo schernì ancora - Se non righi
dritto do'aho...- ma tu guarda cosa doveva dire - ...filo dal porcospino e
chiudo la faccenda a modo mio!- - D'accordo, d'accordo!- tuonò Hanamichi
furibondo, alzando le braccia al cielo - Non farti saltare il bioritmo
kitsune!- - E che sia finita.- concluse il volpino stizzoso. - Ma
sparati.- - Avete finito voi due?- li richiamò Ayako - Insomma, cos'è
successo stavolta?- - Niente, Sua Boriosità sta facendo valere i suoi diritti
di anzianità di servizio.- borbottò Sakuragi come un indiavolato, tornandosene
in campo - Forza, Rei ti voglio sotto canestro.- - Si senpai! Subito!- -
Tornate in campo!- ordinò Akagi - Fate cinquanta tiri a testa in area, lasciate
l'altro canestro a Mitsui!- - Troppo gentile.- frecciò la guardia, ancora
svaccata sul cemento. - Hisa, alza le chiappe se non vuoi farti pestare.- lo
avvisò Miyagi - Hana non guarda neanche dove va.- - Però me ne accorgerò
quando ti schiaccerò come un rullo compressore tappo!- - Che
capre...- Mitsui inspirò a fondo, mettendosi a sedere con uno sbadiglio.
Accidenti, era davvero alla frutta. Gli serviva davvero quel week end, negli
ultimi tempi aveva proprio esagerato. Incrociò le gambe, ridacchiando e
afferrando una pallone lo lanciò a canestro, centrandolo perfettamente. Fece
esultare e fischiare mezza squadra, quando qualcuno però gli batté lentamente le
mani. Hisashi si volse, nascosto dagli occhiali da sole e dalla visiera del
cappello, e vide un tizio in camicia e pantaloni eleganti. Stava sull'ingresso
del campetto, appoggiato alla rete con una spalla. - Hisashi Mitsui,
vent'anni a giugno, seconda guardia, 1.86, ex miglior giocatore dell'anno,
diplomato alla Takeishi e ora membro titolare dello Shohoku, campioni nazionali.
Definito da tutti come il nuovo Drazen.- l'uomo si fece avanti, con le mani in
tasca ma quando gli fu davanti gli porse la stretta con aria sicura. La
guardia guardò quella mano, lasciandola in sospeso. - So chi sono.- disse
pacato - Chi è lei?- Il tizio gli sorrise con aria sorniona, divertito da
quella diffidenza. - Allora?- lo incalzò Hisashi - Con chi ho il piacere di
parlare?- - Ecco, tieni.- Gli porse un cartoncino bianco, con su scritto
un nome e un'altra sigla che il ragazzo riconobbe subito. - Ho visto il tuo
test.- scandì l'uomo, continuando a sorridere con quell'aria pigra e serafica.
Dava trentacinque anni al massimo, l'espressione scanzonata e libertina, quasi
troppo sicura di sé, evidentemente uno abituato ad ottenere ciò che voleva - Un
punteggio strano per un ragazzo che in cinque anni è sempre arrivato appena alla
sufficienza. Col tuo quoziente avresti dovuto farti entrare in testa molto prima
che i voti servono, sai?- La guardia ghignò, chiudendo il cartoncino nel
palmo. - Che ci vuole fare.- rispose con noia - I test sono più divertenti
dei compiti in classe, signor Ueda.- - L'università che rappresento è la più
famosa di Tokyo sai?- - Si, immagino dovrei sentirmi tremare le
ginocchia.- Ueda rise divertito, abbandonando la sua aria altezzosa. - Non
immaginavo, quando mi hanno detto di venire a controllarti, che ci fosse un
ragazzo del liceo capace di segnare seduto a terra, sai? Hai altri talenti
nascosti a parte la tua predisposizione per gl'infortuni?- - Vuole la
mia cartella medica?- Hisa lo guardò con evidente disinteresse - Perché non va
a farsi una chiacchierata col primario dell'ospedale? Le dirà vita morte e
miracoli sulla mia preziosa rotula.- - Già fatto.- Mitsui stavolta
assottigliò gli occhi blu. - Non volevo farlo di nascosto.- fece l'uomo
sarcastico - Ma un responso medico è meglio di qualche teoria fatta in casa.
Conosco la risma di voi giocatori di basket. Ne ho incontrati parecchi in questi
anni.- - Visto che siamo tutti uguali cos'è venuto a fare allora?- Ueda
spostò lo sguardo sul canestro - Ho sentito di un'amichevole in cui hai segnato
vicino alla linea di metà campo.- - E allora?- - E' vero?- - Perché non
si va a prendere la registrazione? Ho altro da fare come può notare anche
lei.- - Come sei scontroso ragazzo, non t'interessa entrare nella miglior
università del paese?- Hisashi roteò la sfera sul dito, sollevando gli occhi
al cielo. - Le è mai passato per la testa che fa un lavoro veramente
schifoso?- - Un sacco di volte.- ghignò il tizio - Poi incontro gente come te
e dimentico tutto.- Strappò un sorriso alla guardia, quasi sollevato. -
Ora ti lascio agli allenamenti. Dietro al biglietto da visita c'è il mio numero
di cellulare. Starò in città fino a sabato prossimo. Chiamami quando vuoi e per
qualsiasi cosa ti serva.- aggiunse, strizzandogli l'occhio. Chissà se
nel pacchetto erano compresi anche gli assalti a sfondo sessuale
, pensò Hisashi
vedendolo andarsene con l'aria del gatto che sta per mangiare il topo. Mah,
certo che ce n'era di gente matta in giro. Quando se ne fu andato aprì il
palmo, riguardando di striscio il cartoncino. L'università H.K di Tokyo. Un
sogno. In quel momento si sentì davvero tremare le gambe ma non di
gioia. Per un attimo gli si appannò anche la vista.
Oh no...di nuovo...
- Ehi...- una voce insolitamente preoccupata gli arrivò alle spalle -
Hisa, tutto bene?- - Si, si tutto ok tappo.- bofonchiò roco, evitando di
guardare Miyagi che scrutava attento la sua espressione. - Sicuro?- -
Certo, tranquillo. Torno a fare i miei tiri.- Tornato dagli altri, Ryota
cercò di capire cosa fosse successo. Era da un sacco di tempo che non sentiva
quel tono in Mitsui e l'ultima volta era stata una bella catastrofe. - E'
successo qualcosa Ryo-chan?- chiese Hana stranito, mentre allenava le matricole
su come rompere agli avversari sotto canestro. - Non so. Mitchy è molto
teso.- - E' stanco. Troppo direi.- s'intromise Akagi - Sono giorni che non fa
altro che imbucare palle dalla mattina alla sera e domani gli lascio saltare gli
allenamenti. Non lo voglio fra i piedi fino a lunedì.- - Ma quanto sei tenero
Gorilla.- cinguettò Hana. - Zitto idiota. Torna dalle matricole!-
Più
tardi, in quella che ormai considerava casa, Kaede si versò un abbondante tazza
di caffè per cercare di calmare i suoi bollenti spiriti. Ma tu guarda cos'aveva
fatto. Aveva dovuto minacciare il do'aho di picchiarsi con qualcun altro per
impedire a quell'idiota senza precedenti e successori di tornare a finire il
massacro dello Shikuda. Roba da non credersi. -
Meo !- Kaede abbassò lo
sguardo su Vicky che si strusciava fra le sue gambe, facendo le fusa. Le dette
da mangiare ma presto anche qualcun altro reclamò le sue attenzioni. -
Ahi...- Si girò di scatto, preoccupato. Da quando abitava con Raim, a ogni
suo minimo gemito, scattava come una molla. Si era scoperto apprensivo, quasi
isterico e la cosa lo faceva irritare da morire: in ospedale aveva quasi
mangiato vivi gl'infermieri quando le avevano tolto i punti dalla schiena, per
non parlare di come tremava quando doveva cambiarle le fasciature. Temeva sempre
di farle del male. La trovò seduta sul divano, la gamba sul tavolino e una
leggera smorfia di dolore sul bel viso. I graffi si erano cicatrizzati ma sul
corpo di Raim restavano moltissimi lividi e abrasioni. Erano passate solo due
settimane in fondo da quell'incidente...e lui lunedì sarebbe dovuto tornare a
scuola. In quei giorni...si, doveva ammetterlo. Era stato bene. Forse
troppo. Colazione, pranzo, cena. Erano sempre insieme. Cucinare con lei in
sottofondo che gli parlava era...bello, intimo. Mangiare con lei, aiutarla
con quel braccio ingessato e pieno di scritte...la mattina, aiutarla a
pettinarsi... Vederla ridere. Sentirla canticchiare...e saltellare sulla
gamba sana... I loro vestiti mescolati nell'armadio...i loro cd sparsi
insieme sul tappeto della loro camera. Dormire insieme. Sentirla respirare
sul suo collo. Stringerla nel sonno... Averle detto che l'amava... Era il
paradiso quello. Non poteva essere altrimenti. - Tutto bene?- le chiese,
raggiungendola con un'altra tazza di caffè. La sua rossa gli regalò un blando
sorriso, le guance arrossate dal sole e dal fisico ancora un po'
debilitato. - Si, tutto bene...ma il ginocchio fa male.- - Normale.- -
Già.- Raim bevve un lungo sorso - Senti...hai notato qualcosa di strano in
Hisashi per caso?- Rukawa alzò un sopracciglio e lei sogghignò - Ah già...se
la cosa non orbita attorno al pianeta Kitsune la cosa non ti riguarda eh?- -
Chissà perché non ho lasciato te e la tua boria nella palestra giorni fa.-
rispose irritato. - Da quando siamo così suscettibili volpacchiotto?- -
Non chiamarmi così.- sibilò. - Perché? Può farlo solo Nanaka?- rise Raim ma
il sorriso le scomparve quando Kaede annuì. Vedendole quell'espressione
esultò mentalmente. - Gelosa?- - Di cosa?- replicò seccata. Lui tacque,
bevendo per nascondere il suo ghigno. - Comunque si, ho notato che Mitsui era
stanco.- - E anche triste.- sussurrò la rossa mesta - Chissà se ha dei
problemi...- - Non è tipo da metterli in piazza.- risolse il volpino. -
Anche questo è vero. Ti assomiglia.- Lui ignorò l'ultima uscita - Credo
centri con il tizio che è venuto a parlargli.- - Si, forse...per un attimo ho
creduto che fosse uno del comitato studenti/professori.- - Di recente non ha
combinato casini che io sappia.- - E allora cosa può avere?- Raim si fece
pensosa - Non è che ha problemi con la senpai?- La kitsune scosse il capo,
tranquillo - No.- - E tu come lo sai?- - La Kanzaki non è una che lui si
lascerebbe scappare.- Raim fece una smorfia - La fai facile.- - E'
innamorato di lei.- sbuffò infine tornando in cucina - Non se n'è accorto ma ci
starebbe da cani se si mollassero.- - Dici?- la rossa si appoggiò al
bracciolo del divano, guardando senza vederle davvero tutte le scritte colorate
sul suo gesso - Quando ami una persona te ne accorgi.- - Non sempre.-
mormorò, a bassa voce. Lei non lo sentì e questo dette a Rukawa il tempo per
cercare di uscire da quel discorso. Era ancora presto...e anche se a volte
impazziva, non voleva mettere fretta al tempo. Per cena ordinarono qualcosa
dal cinese, la volpe era affaticata dall'allenamento e poi ad entrambi piaceva
la cucina cinese tanto che praticamente un giorno si e due no mangiavano con le
bacchette. C'era da tenersi lo stomaco per come la rossa teneva i bastoncini,
per non parlare poi di come concludevano la serata. O a urlare davanti a una
partita o davanti ai video di Akira. Se Rukawa non rideva come un matto
davanti a quelli sadomaso era solo per darsi un contegno perché c'erano volte
davvero in cui si sarebbe rotolato giù dal letto. Quella sera poi, durante
una pausa da una partita di basket sull'antenna, si ritrovò con lo sguardo fisso
al soffitto. - A che pensi?- Raim, appoggiata ai cuscini, era girata di tre
quarti verso di lui. - Che sto...bene.- rispose sincero. - In che senso?-
sussurrò lei, poggiandosi sulla sua spalla col mento. Lui si umettò le labbra
- La casa...non c'è silenzio.- Passarono alcuni minuti in cui nessuno dei due
parlò, poi Raim lentamente risalì con la mano a sfiorargli la guancia. I
capelli. Gli lisciò un zigomo, sporgendosi a deporgli un bacio sulla fronte
mentre Kaede chiudeva gli occhi, cingendole dolcemente la vita. - Hai
ragione.- gli disse a fior di labbra, a pochi millimetri dalla sua tempia - Da
quando ci sei tu in questa casa non mi sento più soffocare.- Oddio. Un altro
secondo e sarebbe esploso. Se non la baciava sarebbe morto. Si, sarebbe morto lì
in quel momento. Ma non fece in tempo a pensare di fare nulla. Raim si era
abbassata, andando a chiudergli la bocca con la sua. Fu solo un tocco breve,
veloce. Ma da tanto tempo non la sentiva così vicina. Non ebbe più la forza
di riaprire gli occhi. La sentì solo spegnere la tv, poi anche la lampada. Si
accoccolò contro di lui, stringendogli la mano. - Notte volpe.- - Notte
Raim.-
Erano le due di mattina quando davanti allo Shohoku arrivò
qualcuno che era di umore veramente pessimo. Uno arrivò da destra, l'altro
sulla sinistra. - E tu che cazzo ci fai qua?- - Eh no! Che rottura di
palle, mi avete buttato giù dal letto per cosa, si può sapere?- Hanamichi e
Ryota, occhiaie per essere stati bruscamente svegliati, si guardavano senza
capire. Poi buttarono un occhio alla loro scuola. Tutto spento. - Ma chi
ti ha chiamato?- chiese il play, mentre saltavano il cancello e si facevano due
passi in cortile. - A me? Rei.- rispose il rossino - Ha detto che era nei
guai.- - Anche a me.- rispose Miyagi, ficcandosi le mani in tasca - Avessi
saputo che ci venivi tu me ne sarei rimasto a letto con Aya...- si bloccò
arrossendo e Hana, con la bavetta alla bocca, lo guardò come un perfetto
maniaco. - Con chi scusa, Ryo-chan?- mugugnò, dandogli il gomito fra le
costole - E? Ripeti per favore, non ho sentito bene!- - E basta, smettila!-
sbuffò Miyagi viola per la vergogna - Troviamo Manabe e spacchiamogli l'osso del
collo, su.- - Se, così poi te ne torni a letto...- - Ma la molli, razza di
maniaco?- - Senti ma da quando sei diventato così pudico eh?- rise il Tensai,
seguendolo nel buio del loro liceo - Eddai tappo. Tutti i giorni entri in
palestra praticamente camminando a un metro da terra e anche Ayako sembra
contenta. Quando la finirai di fare il ritroso eh?- Il playmaker fece una
buffa smorfia - Seccatori. Fra te e quell'hentai di Hisa c'è da diventare matti.
Piuttosto tu...che fai con la sorella del capitano?- - Haruko?- Hana inclinò il
capo - Stiamo insieme, lo sai. In
che senso che faccio con lei?- - Hai capito in che senso.- rispose Ryota,
guardandosi attorno mentre si avvicinavano al parcheggio vuoto dei mezzi piccoli
- Non fare il finto tonto. Lo fate?- - Si.- disse il rosso con candore -
Perché? È normale.- Però. Era meno rintronato di quello che sembrava, pensò
Ryota divertito. - Ma insomma, dov'è quella dannata matricola?- rognò, dopo
minuti interi di attesa - Mi ha rotto!- - Basta che non sia morto, poi...-
fece Sakuragi - Ma secondo te era davvero in pericolo?- - No, era un modo
come un altro per farci venire qua.- - Si ma per cosa?- - E che ne so.-
Miyagi scoccò un'occhiata verso la palestra e solo allora si accorse di alcuni
deboli fasci di luce che sfrecciavano ogni tanto dai vetri. Qualcuno dentro ci
stava usando una torcia! - Sta a vedere che è Rei!- disse Ryota, indicando la
luce ad Hana - Ma che sta facendo?- - Quel matto sarà ancora alla ricerca
dell'Oni! Forza, andiamo!- Stavano camminando cercando di fare meno rumore
possibile, così tanto per far venire un colpo a Manabe, ma fu Rei stavolta a
terrorizzarli a morte. C'era un albero vicino alla palestra e quando ci
passarono sotto sentirono degli scricchiolii...poi una sagoma scura si parò di
fronte ai loro nasi, facendoli quasi morire di paura. Hana e Ryota,
abbracciati e mezzi pallidi come cadaveri, misero a fuoco il loro avversario che
girato al contrario sembrava un pipistrello gigante. Ma non lo era! Infatti
scattò loro una foto, ridendo. - Buona sera senpai!- Ora che si vedeva
meglio, in mano al pipistrello c'era una Nikon. Nell'altra una videocamera. E
stava appeso al contrario su un ramo. - Rei!- Sakuragi saltò in piedi
incazzatissimo - Ma sei diventato tutto scemo?! Scendi da lì idiota!- - Se,
scendi che ti uccido.- aggiunse anche Miyagi. Ma tu guarda quello! Lo svegliava
nel cuore della notte per farlo andare a scuola! Se lo prendeva fra le grinfie
lo faceva andare a casa senza capelli e senza denti! Rei però non sembrava
aver intenzione di scendere, anzi. Fece loro segno di tacere e li fece
arrampicare sull'albero, incassando bestemmie senza fiatare. Una volta a
cavalcioni sul tronco, Hana e Ryota avrebbe dovuto averci ormai fatto il callo
alle stramberie di Manabe ma evidentemente non era così: la matricola era
bardato in mimetica, anfibi, binocolo al collo, fascia rossa sulla fronte e
grasso nero di automobile sulla faccia. Sembrava Rambo! Brevemente e
incurante delle facce scandalizzate dei senpai, Rei spiegò che Nobu in quei
giorni aveva tenuto d'occhio Yase Tomigaoka, l'Oni secondo lui, e l'aveva
trovato più esaltato del solito. Quindi aveva pensato che ne stesse organizzando
qualcuno delle sue e si era arrampicato su quell'albero tre ore prima con la
videocamera apposta per prenderlo con le mani nel sacco. - E l'hai preso?-
sussurrò il rossino curioso. - Si ma ha il passamontagna.- sospirò il suo
kohai - Tra l'altro ha anche rubato tutta la carta igienica della
scuola.- Ryota si portò le mani alle tempie, stentando a credere di essere
davvero in quella posizione. - Carta igienica?- - Si.- annuì Rei - Ha
rubato tutta quella in palestra e al primo piano della scuola, poi ha caricato
tutto sulla carriola del custode e un furgone bianco è venuto a prenderla. Ha
fatto lo stesso col secondo e il terzo piano. Gli c'è andata un'ora.- Ma
perché quella città era così piena di imbecilli?, si chiesero Hana e Miyagi.
Perché? - Non dovremmo andare a fermarlo?- se ne uscì di punto in bianco
l'ala grande. - Perché scusa?- fece Rei stranito. - Bhè, se il Gorilla
viene a sapere che eravamo qua e non abbiamo fatto niente per fermare il vandalo
non credo la prenderà bene.- rispose il rosso con aria innocente - No?- - Non
ci avevo pensato...- bofonchiò il kohai - Ma fossi in voi non scenderei da lì e
non mi avvicinerei.- - Ma va, tutte storie!- disse Miyagi altezzoso, saltando
giù dall'acero - Adesso lo sistemiamo noi!- - Senpai, guarda che...- -
Tranquillo, tranquillo Rei!- sbuffò anche Hana, scroccandosi le nocche - Ora ha
finito di scherzare il maledetto!- - Ho capito ma non dovete...- ecco, era
fatta. Manabe non fece in tempo a fermare quelle due teste di fava che misero il
piede in fallo e una straordinaria scia di mini-ciccioli esplose sotto i loro
piedi, proprio davanti alla porta della palestra e mentre quei due furbastri di
titolari stavano sul fuoco ad abbrustolirsi, Rei dette un sospiro vedendo quel
maledetto di un Oni andarsene via dalla porta di servizio, dritto sul suo
skate-board e col dannato passamontagna sulla faccia. Bhè, se non altro
avevano il filmato! - REI ACCIDENTI A TE!- - Oh, insomma...io ve l'avevo
detto che non dovevate andarci no?- Pochi minuti più tardi Hana infilava con
noia alcune monetine dentro un distributore automatico di sigarette, con un paio
di corna da diavolo in testa e la coda forcuta che si agitava, decisamente
incazzato nero. Miyagi non era da meno, visto che a momenti un petardo gli
aveva mandato a fuoco i pantaloni e ustionato le chiappe, senza contare che poi
l'aria giuliva e la voce cinguettante di Manabe avrebbero leso i nervi di un
bonzo! - Finalmente, ora il redattore la smetterà di mandarmi in giro a
scrivere fesserie e mi darà il caso!- tubava la matricola, attaccata alla gamba
del play - Non vedo l'ora di fregare quel maledetto di Tomigaoka una volta per
tutte!- - Senti Rambo ma mi spieghi perché questa fissa?- gli chiese Ryota
con la sua aria apatica. - Ma scusa senpai...a te l'Oni non sta sulle
palle?- - Si ma non mi vesto da marines per andare a cercarlo alle due di
notte.- sibilò Miyagi incazzatissimo, mentre Hana dava dei tiri da tossico a
quella sigaretta, manco fosse stata una canna - La prossima volta stai più
attento, scemo! Poteva succederti qualcosa...quell'Oni dev'essere amico dello
Shikuda.- - Si, lo penso anche io. Infatti fa dei murales un po' di parte.-
rise Manabe - Ma ora con la cassetta potremo cominciare a tenerlo buono. A
quanto dice Nobu questo Tomigaoka è un po' permaloso. Se solleviamo un po' di
polvere la smetterà per qualche tempo, così potremo incastrarlo.- - Magari è
un amico di Takeru.- sibilò Hana seccato. - Si, può darsi.- concluse Miyagi -
Forza adesso, diamoci una mossa che sono stanco...non so voi ma io mi ricordo
che domani dobbiamo ancora andare a scuola!- - Eddai senpai, è stato un bel
diversivo no? A proposito, la volete la foto che vi ho scattato?- - Io me ne
vado prima di fare una strage!- sentenziò il Tensai quando però un rumore atroce
in lontananza lo fermò con gli altri. Lui e Ryota si volsero, vedendo all'inizio
della via una scia di luci impressionanti. - Teppisti...- alitò Rei
deglutendo. - Sono i Kin Ray della Porta Ovest .- sbuffò Miyagi - Porca miseria,
facciamoci da parte. Quelli sono pericolosi sul serio.- - Kin Ray?- Manabe
alzò le sopracciglia - Ma...ma...io credevo che fosse solo un gruppo di
pochi...- - No.- lo corresse Hana - Mitchy non stava in un gruppo di pochi,
anche se poteva sembrare.- - Vuoi dire che il senpai Mitsui era quasi uno dei
quattro capi di quei matti?- - Esatto.- sussurrò Ryota, che l'aveva
conosciuto proprio una notte in spiaggia ad una raccolta di gentaglia. Oh, come
la ricordava quella notte. Era stata la prima volta che l'aveva visto fare
bracciolino, la prima volta che aveva incontrato quell'aria selvaggia e crudele.
Il resto era storia. Eccoli, arrivavano. Fra i rombi dei motori, i fischi, le
sirene degli sbirri che l'inseguivano, Miyagi però si sentì gelare il sangue. Fu
una frazione di secondo, ma si sentì male. Tetsuo era il primo ad aprire la
fila. Naturalmente senza casco, correndo come un dannato, ridendo e
urlando. Ma seduto alle sue spalle c'era qualcuno. Jeans chiari, gambe
lunghe, giacca nera di pelle su una maglia bianca. Due occhi blu, nascosti
dalla visiera di un casco bianco impossibile da non riconoscere. Sfrecciarono via
come fulmini, inseguiti dalle volanti...e poi ne rimasero solo le luci dei loro
fanali di coda. Quel casco. Il tizio avvinghiato alla vita di Tetsuo con quel
casco... No, non poteva essere lui... Aveva promesso...aveva promesso che
non sarebbe mai più stato quello di un tempo...
Passò una dura nottata
fatta di dubbi e incertezze per più di una persona e anche la mattina dopo per
Miyagi non fu facile tornare al campetto sulla spiaggia. Come aveva già detto
Akagi, Mitsui quel giorno era partito con Junko e sarebbe stato via per tutto il
week end ma quel peso dal petto era diventato più duro di un macigno. Quel
casco...bianco, con un diavolo nero e violaceo che in mano teneva una falce,
nell'altra un flauto. La falce simboleggiava la morte, il flauto
l'oblio. Quello era il casco di Hisashi. Lo era sempre stato e non avrebbe
mai permesso a nessuno di indossarlo. Allora perché era salito con Tetsuo in
moto la sera prima? Ma cos'aveva quell'idiota? Che gli stava succedendo? -
Miyagi, la palla!- Ryota non si girò in tempo e si prese la sfera arancione
sulla faccia, sfracellandosi a terra. - Grande Hana, l'hai ammazzato.-
bofonchiò Kaede, arrivando a guardare il tappo steso a terra. - Ma io l'ho
chiamato Kit! Che ne sapevo che aveva la testa per aria!- - Ehi...ehi,
Miyagi...- Kogure lo scrollava dolcemente, per vedere se era vivo - Miyagi,
tutto a posto?- - Ma che fate la notte?- sbuffò Akagi scuotendo il capo -
Forza, tirate in piedi quel catorcio!- Peccato che per il resto degli
allenamenti Miyagi non riuscì a combinare proprio nulla. Perfino le matricole
gli soffiavano la palla e al Gorilla stava per venire una crisi isterica, quando
finalmente l'allenamento ebbe fine. Hana e Kaede rimasero per un attimo a
osservare la sua espressione pensosa e non sapendo bene dove sbattere la testa,
visto che intanto Rei e Akagi ciarlavano su quello stupido Oni che aveva
massacrato nuovamente la palestra dello Shohoku, attesero di vederlo uscire dal
campetto e poi come due imbecilli rimasero a spiarlo mentre se ne andava. -
Mi sento una di quelle cretine che ti sbavano dietro, sai?- borbottò Hana,
acquattato nell'angolo. - Idiota, cretina...stesso roba.- sibilò la kitsune,
acido. - Da quando ti sei fatto così curioso, eh Kaede?- - Hn. Zitto.-
mormorò il moro - Guarda...non torna a casa. Ma dove va?- - E che ne so...non
vorrai seguirlo.- rognò il Tensai - Magari ha litigato con Ayako. Ieri sera l'ha
piantata a letto mentre...- si bloccò, dopo un'occhiata maliziosa di Rukawa e
allora sospirò, alzando le spalle. - Ok. Me ne torno da Raim.- sentenziò il
volpino. - Ecco bravo, così mi offri da bere.- - Do'aho, manco per
idea!- - Dai, non fare lo spilorcio su!- Nel frattempo Ryota, dopo aver
accuratamente evitato di parlare a chiunque del dubbio che gli aleggiava nella
mente, aveva deciso di andare direttamente alla fonte. Era pericoloso ma doveva
comunque ottenere una risposta. Fu per questo motivo che raggiunse il
quartiere di Kida, popolato già a quell'ora di gente con aria ben poco
raccomandabile. Non si fece comunque intimorire da nessuno, passando a testa
alta fra motociclisti e teste calde che di nome già conosceva. Non dovette
girare a lungo. Trovò chi cercava seduto sulla sua Harley, sigaretta in bocca,
intento a ridere perfidamente davanti a due tipi dall'aria altrettanto maligna.
Quando sentirono la sua presenza si voltarono, quasi minacciosi. - E questa
mezza sega chi è?- sibilò uno. - E che ne so...Tetsuo, lo conosci?- Il
teppista più anziano sorrise vagamente, guardando alle spalle di Miyagi - Non
c'è Sakuragi?- - No.- rispose Ryota calmo. - Peccato.- Il play gli
scoccò una breve occhiata - Non sono qua per farti perdere tempo.- gli disse a
bassa voce, incurante degli altri due che lo guardavano sempre più diffidenti -
Ieri sera ti ho visto mentre scappavi dalla polizia. Eri in moto e dietro di te
c'era un tizio con un casco bianco.- Tetsuo si tolse la sigaretta dalle
labbra. Sorrise appena, alzandosi dalla moto e facendogli cenno di
seguirlo. - Meno male che sei venuto.- gli disse - Vieni, abbiamo qualcosa di
cui discutere.-
Il lunedì sera successivo si presentò la partita
finale che vide Rukawa ancora in panchina. Lo Tsukubu entrò in palestra con
un coro totale delle sua tifoseria giallo rossa, pari quasi a quello dello
Shohoku che incitava i suoi giocatori già carichi e pronti al
riscaldamento. - Allora, formazione ragazzi!- li richiamò Ayako - Akagi sotto
canestro, Rei giochi come ala piccola al posto di Rukawa, Miyagi, Hana e per
finire Mitsui alle solite posizione. Tutto chiaro?- - No, non è niente a
posto visto come frigge la volpe!- sghignazzò il Tensai, considerata l'aura nera
e tempestosa che emanava Rukawa, seduto in panchina con le matricole e le
riserve, in tuta e una pippa lunghissima. - Do'aho.- - Eddai, d'ora in
avanti potrai tornare a giocare su!- cercò di sollevarlo Kogure. - Già,
peccato che quella matricola non scolli gli occhi da lui per un secondo.- ghignò
Rei - Sanzenin è proprio fissato con te senpai. Mi sa che è arrabbiato, forse
voleva sfidarti.- - E' forte, attenti.- li avvisò Nobu - Io ero in classe con
Ryuji. È caparbio e ha un gioco molto pulito.- - Si e anche una gran bella
testa di cazzo.- frecciò Hanamichi, vedendo gli sguardi focosi del numero
17. - Chi se lo prende?- chiese Akagi, sistemandosi i lacci alle scarpe -
Mitsui, ci pensi tu?- La guardia annuì appena, seduto in panchina a mettersi
la ginocchiera - Come vuoi.- - Sicuro di farcela?- Miyagi non l'aveva perso
di vista un attimo da quando erano arrivati. - Perché me lo chiedi?- rise
Hisashi, del tutto indifferente. - Non so.- gli disse Ryota - Sai, dopo certe
vacanze che uno si prende non è facile rimettersi in carreggiata.- - Grazie
tappo, ma non ho esagerato con Junko. Credimi.- Il play attese che gli
passasse davanti, deciso a tenere la cosa per loro. - E giovedì
sera?- Mitsui si bloccò, restando di spalle - Che intendi?- - Ti chiedevo.
Che hai fatto giovedì sera?- - Niente, ho dormito.- Hisashi si volse appena
sopra la spalla - Cos'è questo terzo grado?- - Assolutamente nulla.- Miyagi
filò dritto dietro al Gorilla - Curiosità.- Il numero 14 naturalmente non si
sognò neanche di mettersi a far parole nel bel mezzo di una partita ma quelle
frasi gli erano piaciute poco e mostrò subito una certa aggressività in campo.
Era appena stato dato il fischio d'inizio che si era ritrovato addosso quel
Sanzenin. Lo studiò qualche secondo, quel che bastava per capire di avere
davanti uno con un certo talento. Aveva due occhi sicuri e appassionati, proprio
come quelli di Hanamichi. Ma una matricola mancava comunque di una cosa
importante. Esperienza e astuzia. Sanzenin non si era mai ritrovato a giocare
contro un vero lupo e Mitsui gli dimostrò subito con chi aveva a che
fare. Akagi aveva appena recuperato la palla e gliel'aveva lanciata che si
piazzò fuori dalla linea dei tre punti. Il numero 17 gli saltò davanti e fu un
errore. Una finta bastò a spiazzarlo e Hisashi infilò la prima
tripla. Seguito dalle ovazioni generali, Mitsui scoccò uno sguardo alla
matricola che serrò i denti. - Giochi subito duro eh?- gli sibilò. Hisashi
non rispose, tornandosene indietro. - Vacci piano.- gli disse il Gorilla -
Quello non è proprio un pivello.- - Non farmi la paternale. Mi basta mio
padre e ti garantisco che sa fare bene il suo lavoro.- - Ti ha morso una
tarantola?- gli chiese il capitano. - No.- la guardia sospirò - Lascia
perdere Gori, ho dormito male.- - Sicuro?- - Si.- La partita ricominciò
in un'altalena di buone azioni dello Tsukubu che però non trovavano facili
conclusioni. Infatti a parte Sanzenin che giocava come ala piccola e il
playmaker, un certo Shinju che ingaggiò subito una lotta senza quartiere contro
Miyagi, gli altri non combinavano nulla e stavolta la seconda guardia dello
Shohoku non aveva voglia di fare giochetti. Spazzò via ogni avversario e anche
Ryota era imprendibile, mandando a canestro Hana e Rei con una facilità
impressionante. - Mamma mia, ma hanno mandato giù la dinamite liquida oggi
quei due.- fece Ayako allibita - Complimenti.- - Già e Ryuji adesso sembra
del tutto interessato al senpai Mitsui.- sorrise Nobu. - Hn.- grazie a Dio!,
pensò Rukawa svaccandosi meglio. Ma era stata solo una blanda fantasia. A un
minuto dal primo tempo, quando lo Shohoku vinceva per 47 punti sui 23 dello
Tsukubu, parve quasi che Mitsui avesse lasciato passare intenzionalmente
Sanzenin che con uno scatto gli passò davanti e andò dritto a canestro,
lasciando Akagi con un palmo di naso. Ai due punti ottenuti, Hana si grattò
la testa senza capire. - Ma che è successo?- bofonchiò. - Sinceramente non
lo so senpai.- gli disse Rei stupito ma poi Sanzenin fece qualcosa che lasciò
Rukawa, per una volta, del tutto spiazzato. Si girò ansante verso la panchina
dello Shohoku e gli puntò il dito addosso. Lo stava sfidando. - Bella roba
sfidare uno che non può giocare.- fece Hana, scuotendo il capo. - Si fosse
comportato correttamente ora sarebbe qui.- gli disse la matricola dello Tsukubu,
passandogli accanto con tono bellicoso - Mi fa un rabbia tremenda!- Ma anche
nelle file dei diavoli bianchi c'era qualcuno che stava per perdere le
staffe. - Hisa ma che fai dormi?- ringhiò Ryota raggiungendolo. - Scusa,
ero soprappensiero.- - Soprappensiero?- il play assottigliò gli occhi - Se
non ce la fai tornatene in panchina.- - Senti, mi spieghi qual è il
problema?- sibilò allora la guardia con espressione gelida. - Vuoi che te lo
dica qui in mezzo?- ringhiò Ryota a bassa voce, fronteggiandolo - Qui, sul
parquet dove avevi giurato al coach e a tutti quanti di finirla di sputtanarti
la vita?- Un pugno nello stomaco gli avrebbe fatto meno effetto, infatti
Mitsui indietreggiò appena. Ora i suoi occhi erano tornati quelli di tanto
tempo prima. Serrò i pugni e i denti ma non replicò. Girò sui tacchi e tornò in
panchina, allo scadere del primo tempo. - Bravi, bravi ragazzi.- si
complimentarono Kogure e le riserve - Siete stati grandi. Conteneteli e andrà
tutto bene. In attacco sono bravini ma Sanzenin è una schiappa in difesa. Non
riesce a fare nulla per fermare Mitsui.- - Già, in compenso rompe le palle
agli sfigati in panchina.- disse Ayako perfidamente, facendosi quasi mangiare
viva da Kaede che, imbronciato, continuava a ribollire nel suo brodo tanto che
nemmeno le parole di Anzai riuscivano a farlo sentire meglio. Chissene fregava
se era l'ultima partita in cui era costretto in panchina! Avrebbe solo voluto
entrare in campo e segare le gambe a quella stupida matricola! Il secondo
tempo fu anche più snervante. Sanzenin continuava a giocare in maniera
altalenante. In attacco combinava di meno, forse perché Mitsui aveva deciso di
scaricarsi i nervi e in difesa non riusciva a fermare la guardia, tanto che a
ogni sua tripla perdeva molta della sua verve. A dieci minuti dalla fine poi
saltò insieme a Hisashi per fermarlo prima del tiro e finirono rovinosamente a
terra. L'arbitro fischiò il fallo e Sanzenin si ritrovò spalmato sulla
guardia, rosso per la vergogna e anche dispiaciuto. - Scusa.- bofonchiò,
dandogli la mano - Fatto male?- Il lupo dello Shohoku l'accettò senza neanche
guardarlo, dicendogli che non era successo nulla. - Ehi, tutto a posto
Mitchy?- gli chiese Hana, correndo da lui. - Si, tranquillo.- sospirò la
guardia - Non mi sono fatto niente.- - Bene. Tocca a te
tirare.- Naturalmente al tiro libero centrò di nuovo il canestro ma fu quando
la palla toccò terra che successe. Stava tornando indietro quando lentamente
cominciò a fermarsi. - Oh no...- Si portò una mano al petto, mentre la
partita riprendeva. Kaede si accorse che aveva qualcosa perché tutti si
muovevano, lui invece era rimasto fermo dov'era, come pietrificato. Ed era
diventato pallidissimo. Ansava...quasi tremava. - Ma cos'ha?- sussurrò. In
poco se ne accorsero anche Hana e Ryota, quando gli passò la palla e Mitsui
neanche la vide, finendo fuori dal campo, rimase impalato a chiedergli
cos'avesse. L'arbitro fischiò per la rimessa ma Hisashi non stette neanche a
sentirlo. Si portò una mano alla bocca, osservando l'uomo. - Devo uscire.-
si limitò a sussurrare e dopo un secondo scappò letteralmente fuori dal campo,
lasciando di ghiaccio i compagni e anche gli avversari mentre nella palestra si
scatenava un sottile serpeggiare dubbioso. - Ma cos'è successo?- alitò Kogure
senza capire. - Lascia faccio io!- ringhiò Rukawa mettendosi in piedi,
vedendo Mitsui correre come un pazzo verso gli spogliatoi - Entra in campo,
sostituiscilo...racconta una palla all'arbitro!- - Muoviti, corri!- gli
ordinò anche Anzai. Intanto nei corridoi i diversi giocatori che avrebbero
dovuto giocare nelle ore consecutive rimasero spiazzati vedendo arrivare quel
tornado verso di loro. Uozumi stava uscendo dal bagno insieme a Koshino quando
Mitsui gli arrivò addosso e lo prese a spallate, letteralmente sconvolto. -
Ma che cosa...?!- sbottò il capitano del Ryonan - Mitsui che cazzo fai?! Non
stavate giocando?- Non gli arrivò risposta. Hisashi aprì con forza una porta
dei bagni e ci si chiuse dentro. Poco dopo lì davanti si raccolse una
folla preoccupata e angosciata fra Kainan, Ryonan, Hoto e altre squadre,
compreso Akira che battendo delicatamente contro la porta cercava di capire cosa
fosse successo. - ANDATEVENE!- lo sentì urlare Kaede quando arrivò di volata,
aprendo la manica di guardoni quasi a spinte e calci. - Oh, meno male!-
sbottò Sendoh quando lo vide - Rukawa ma cos'è successo?- La volpe tacque,
fissando la porta dov'era chiusa la sua guardia e tendendo l'orecchio. Stava
vomitando l'anima. Attese che fosse passata la tempesta, poi dopo aver
mandato fuori dai piedi con parole poco gentili tutti gli avventori,
s'inginocchiò davanti allo stipite. - Sono io.- sussurrò. - Va via! Ora
sto bene!- ringhiò Mitsui dall'altra parte. Kaede ci mise un po' prima di
rispondere, mentre Sendoh lo guardava ansioso. -
Hisashi.- si arrischiò allora, serio
- Aprimi.- - Vattene!- urlò allora il numero 14, uscendo dalla porta come un
indiavolato - Ti ho detto di lasciarmi in pace!- e fece partire un pugno che la
kitsune evitò per un pelo. Lo colpì di striscio alla mascella ma Rukawa,
essendosi aspettato quella reazione che conosceva bene, gli afferrò il braccio e
si schiacciò addosso il senpai. Ingaggiarono una forte lotta in cui Mitsui
sembrava diventato una vera e propria furia ma con l'aiuto di Akira lentamente
riuscirono a tenerlo fermo. Qualche minuto dopo Rukawa crollò al muro, sempre
con Hisashi addosso e poi scivolarono a terra insieme. - Buono...sta buono.
Respira, adesso passa.- Kaede gli teneva stretto il collo ma con l'altra mano
gli carezzava il capo. - Lasciami!- protestò ancora debolmente la guardia,
quasi senza voce, ma il volpino non lo mollò. Ordinò a Sendoh di bagnarli un
fazzoletto che poi mise sulla fronte di Mitsui, continuando a carezzarlo
debolmente. Ora, a distanza di tempo, la rabbia e la paura si erano
placate. Mitsui riposava contro il torace di Rukawa, zitto e rosso in viso,
gli occhi febbrili, il fiato corto. - Ma cos'è successo?- sussurrò Akira,
inginocchiato davanti a quei due - Hisa...cos'hai?- - Crisi di panico.-
rispose Kaede per il loro amico. - Cosa? Come lo sai?- - Le avevo fino a
due anni fa.- si limitò a rispondere l'ala piccola, con aria gelida. -
Hisa...- Sendoh tornò a guardare il numero 14, distrutto dalla preoccupazione -
Ma com'è successo?- Mitsui non rispose, evitando anche solo di
guardarlo. - Parlami. E' la prima volta?- - Lasciatemi stare.- mormorò con
voce atona, serrando i denti - Lasciatemi in pace.- Quel giorno fu lo Shohoku
a vincere, per 104 a 56 ma ora c'era un problema serio che la squadra doveva
affrontare. Qualcosa che non era facile da sconfiggere, proprio come un
problema al ginocchio e la paura di ricaderci.
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Capitolo 21 *** Uno a Zero ***
Odio. Come lava che travolgeva ogni
cosa. Rabbia. Fredda come una tempesta di grandine. Paura. Dura come
una lama che trapassa la pelle.
Hisashi Mitsui stava seduto su un lettino
d'infermeria, attorniato da un bianco asettico e da odore di
disinfettante. Lo conosceva a memoria quell'odore. Aveva imparato a
sopportarlo, ad inalarlo insieme all'ossigeno e a infine ad ignorarlo, spostando
la propria attenzione su ciò che solitamente i medici tenevano in un
ambulatorio. Quello del palazzetto dello sport però era ironicamente
impersonale, senza vasi di fiori o fotografie alle pareti. Dondolò una gamba,
osservandosi la punta delle Asics. E così era diventato anche uno psicotico
alla fine della fiera. Incredibile. Attacchi di panico. Era panico
quello che lo colpiva da circa un mese allora. E dire che aveva sempre
pensato che gli attacchi di panico cogliessero solo le persone deboli e fragili,
che avevano problemi mentali... E lui? Che problemi aveva? Si alzò da quel
lettino, di nuovo col cuore in gola. No, non voleva restare lì in minuto di
più. Sentiva le membra irrigidirsi, contrarsi, il fiato mozzo...e si sentiva
impaurito. Ma perché? Perché gli erano venuti quegli stupidi attacchi di
panico? Cercò freneticamente i jeans nella borsa che gli avevano portato
l'infermiera qualche minuto prima, avvisandolo che presto sarebbe arrivato il
medico di turno al palazzetto ma Hisashi non aveva intenzione di
aspettarlo. Basta medici, basta referti inutili. Basta. Si tolse i
pantaloni della divisa, cacciandosi i jeans di volata proprio quando dietro alla
porta cominciarono a sentirsi delle voci. Le riconobbe...il Gorilla, Anzai e
forse un medico. No! Doveva andarsene. E subito anche! Prese la giacca e
se la buttò sulle spalle, restando con la maglietta bianca col numero 14 e aprì
di scatto le finestre. Stava cominciando a piovere. Guardò in basso. Erano
al secondo piano...freneticamente cominciò a vagare con lo sguardo lì attorno ma
non vide una grondaia da cui potersi calare. C'era un albero però, poco
distante... - Allora, caro ragazzo cos'è successo eh?- Il medico entrò
nella stanzetta, con gli occhi su una cartella ma quando sollevò il viso non
trovò nessuno. E le finestre erano aperte. - Ma qua non c'è nessuno.-
borbottò - Signor Anzai...- tornò fuori, stranito - Ma dov'è il suo
giocatore?- Lo Shohoku al completo rimase spiazzato. Erano tutti lì fuori in
quella dannata sala d'aspetto ma quando Akagi corse dentro veloce come un
fulmine per verificare personalmente mancò poco che bestemmiasse. - E'
scappato!- sbraitò, buttandosi sulla finestra. Guardò fuori rapidamente,
cercandolo...e lo vide che scappava via sotto la pioggia, correndo come un
forsennato. A nulla valsero i richiami dei suoi compagni e di Ayako. Uscì dal
palazzetto dello sport a piedi, forse dimenticando di essere venuto in
macchina. - Merda.- sibilò Miyagi dando un calcio al muro - Adesso vallo a
riprendere!- - Ma porca miseria, nessuno di voi sapeva niente di questa
storia?- ringhiò la loro manager. - E come pretendi che potessimo
accorgercene?- le sibilò Rukawa, rigido come il marmo - Gli attacchi di panico
possono venire a chiunque in un momento di particolare stress.- - Grazie per
l'analisi ma questo non ci aiuta.- sentenziò il Gorilla - Dove può essere
andato?- - Calmatevi ragazzi, non è il caso di agitarsi.- li blandì Anzai,
zittendoli tutti. - Ma coach...- Kogure era il più ansioso di tutti - Non è
una cosa semplice da superare.- - Come ha detto Kaede gli attacchi di panico
possono venire a chiunque.- disse pacato il loro mister, lisciandosi i baffetti
- Partendo dal presupposto che non credo che Hisashi abbia un problema soltanto,
posso solo immaginare che questi attacchi possano partire dal fatto che ha
inglobato troppa angoscia in questo periodo.- - Intende...con le finali, gli
esami e i test?- sussurrò Akagi, immalinconendosi - Si, ha ragione.- - Non ci
aveva pensato.- mormorò anche il vice capitano. - Qualcuno mi spiega che
succede?- sbottò allora Hanamichi - Che gli è preso a Mitchy?- - Niente, ha
dei problemi di cui non ci ha parlato.- gli chiarì il Gorilla, dandogli una
leggera pacca sulla testa rossa - Cosa normale per uno come lui ma devono essere
grane rilevanti se l'hanno portato ad avere queste crisi. Inoltre è il suo
ultimo anno qui...come me, del resto. È triste.- Hana, Kaede e Miyagi
portarono tutta la loro attenzione su Akagi. Stavano davvero così male al
pensiero di lasciare la squadra? - Non può essere che stavolta, non
scaricandosi diventando violento come anni fa, gli siano venute queste crisi?-
s'intromise Ayako pensosa. - Può darsi.- annuì Anzai - Ma non potrete saperne
di più fino a quando non sarà lui stesso a parlarne.- - Si ma...- Hana si
morse il labbro - Ha visto cos'è successo? Queste crisi gli vengono così, quando
capita! E adesso quello stupido teppista è anche sotto alla
pioggia!- Teppista. In un attimo i ragazzi si illuminarono. Ecco dove
potevano cercarlo! Dai Kin Ray!
A mezzanotte di quella piovosa
giornata, Tetsuo si alzò dal letto del suo sgangherato appartamento scroccandosi
il collo. Accidenti al tempo, gli aveva rovinato la corsa giornaliera! Andò
in cucina dove regnava il caos totale e fra le varie bottiglie di birra vuote ne
trovò ancora una mezza piena. La prese, andando ad accendere la tv mentre
cercava le sigarette sparse in giro. La pioggia continuava a picchiettare
furiosamente contro i vetri, in cielo mille lampi frammentavano la notte. Il
loro boato era quasi assordante. Sembrava una di quelle notti in cui era un
bene non uscire di casa. Dette un tiro, assaporando il gusto acre del fumo
poi qualcosa attirò la sua attenzione. Dei passi...qualcuno stava
correndo... Un attimo dopo cominciarono a battere ferocemente alla porta del
suo appartamento. Sembrava quasi che volessero buttarla giù. Il teppista ghignò.
Bene, chi era il suicida che osava disturbarlo? Chiunque fosse stato aveva
trovato la serata sbagliata per rompere. Poggiò la birra sul tavolo, accanto
a un prezioso casco bianco su cui si stagliava un diavolo nero e senza neanche
guardare dallo spioncino aprì il battente. Allargò appena gli occhi quando si
trovò davanti un fantasma del passato. Un pulcino bagnato che in un'altra
occasione avrebbe scatenato la tenerezza di chiunque gli si buttò letteralmente
addosso, stringendolo per la vita. - Hisashi.- Zuppo d'acqua, i capelli
grondanti, il fiato corto...Tetsuo poteva sentire il suo cuore battere a un
ritmo velocissimo. Gemeva, quasi singhiozzava. Non sembrava la stessa persona
che conosceva da sempre. E come lo stringeva...ricordava quella stretta.
Ricordava quel dolore. Anni prima, un ragazzino di sedici anni l'aveva
stretto a quel modo, dopo aver perso il suo sogno. In seguito, nei ricordi di
Mitsui tutto si svolse in maniera ovattata. Non avrebbe saputo dare a quei
ricordi un collegamento temporale ma in un modo o nell'altro si ritrovò sotto il
getto caldo di una doccia. Appoggiato di peso alle piastrelle del bagno con
le mani, l'acqua gli scivolava addosso massaggiandogli i muscoli intorpiditi...e
il suo cuore, lentamente, tornò a battere senza soffocarlo. Quando tornò in
cucina aveva un asciugamano legato attorno ai fianchi, un altro sul capo. Si
lasciò andare a sedere su una sedia, raccattando la prima birra che trovò sul
tavolo. La sorseggiò senza sentirne il gusto, tanto a mala pena sentiva anche
il fresco della notte. Tetsuo stava appoggiato al bancone ingombro del
fornello, fumando in silenzio. Vedendolo continuare a bere però serrò le
forte mascelle. - Non sono il tuo rifornitore Hisashi.- gli disse fra i denti
- Smettila di bere.- Mitsui non l'ascoltò, prendendogli anche una sigaretta
ma non fece in tempo ad accenderla che il maggiore gli volò addosso e gliela
ruppe, facendola in briciole. - Da quando sei un salutista eh?- mormorò la
guardia, quasi senza voce. - Sei in casa mia, faccio come mi pare.- scandì il
teppista tranquillamente, togliendogli anche la birra. - Come vuoi.- disse
Mitsui, alzando le spalle. Tetsuo lo fissò per un attimo. Perché non lo
guardava in faccia? - Giovedì mi arrivi senza ragione, mi dici che vuoi
correre e al chilometro rosso batti tutti.- iniziò il teppista, con aria sagace
- Non mi dai spiegazioni e mi molli il tuo casco. Adesso mi piombi qua nel cuore
della notte e ti metti a bere e fumare. Che c'è campione?- Hisashi lesse
negli occhi del vecchio amico una muta domanda e scosse il capo, come
leggendogli nel pensiero. - Il ginocchio è a posto.- - Ma non sei venuto
qua per una rimpatriata, o sbaglio?- Mitsui tacque di nuovo, chiudendosi a
riccio. Per un attimo rimase nascosto sotto l'asciugamano, poi sollevò il capo e
vagò nella stanza. Vide il letto sfatto e senza una parola lo raggiunse. Si
mise sotto le lenzuola e chiuse gli occhi. - Prego.- sospirò Tetsuo alzando
gli occhi al soffitto - Fa pure.- - C'è profumo di donna.- sussurrò la
guardia. - Da quando ti dà fastidio eh?- Hisashi sorrise, mentre
lentamente cominciava a cadere nel sonno - Da quando mi sono innamorato
forse.- - Ah già. Devi ancora parlarmi di lei.- - Hn...prima o poi lo
farò.- Tetsuo raggiunse la sponda del letto dove Mitsui aveva abbandonato un
braccio. Si era già addormentato. Gli toccò la fronte. Sembrava avere un
po' di febbre. Sbuffando lo coprì meglio, poi senza far rumore afferrò il
telefono e uscì fuori di casa, riparato dalla pioggia che cadeva a secchiellate
dal balcone del piano superiore. Compose velocemente un numero, buttando via
il mozzicone finito. - Pronto?- borbottò con voce roca - Sono io, Tetsuo...ti
interesserà sapere che tuo fratello è qua.- Il teppista non si stupì di
sentire un silenzio carico di tensione dall'altra parte delle linea e così
attese paziente che Kay Mitsui si riprendesse. - Come sta?- Si appoggiò al
muro con la schiena, abbassando un po' le palpebre - Non lo so.- ammise - Mi è
piombato in casa e sembrava uno straccio. Ti avviso che aveva uno sguardo che mi
piaceva poco. I suoi amici lo staranno cercando. Avvisali.- - Vengo da
te.- - Sicuro? Sai com'è fatto.- - Si.- - Se ci tieni.- Tetsuo inspirò,
prima di concludere - Ultima cosa. So che ti aveva promesso di non farlo più ma
giovedì sera ha corso. Sai che si sarebbe sfracellato piuttosto che fregarti
quindi deve esserci un buon motivo se si è comportato così.- - Ah Tetsuo.-
Kay schioccò la lingua - Il grande capo dei Kin Ray della porta ovest allora ha
un cuore.- - Senti chi parla. Il diavolo è diventato un angelo Mitsui?-
ghignò il teppista, passandosi una mano fra i lunghi capelli - Fa come ti pare,
tanto sta dormendo. Se vieni non far casino che qui in giro c'è gente
pericolosa.- - Lo sono anche io.- sibilò Kay con voce velenosa - Arrivo prima
che posso. Ti saluto.- Mezz'ora dopo aveva smesso di piovere e in cielo le
nubi si stavano lentamente aprendo, rivelando qualche timida stella. Kay Mitsui
scese dalla sua macchina proprio davanti al fatiscente edificio dove abitava
l'amico di suo fratello e inspirò a fondo, trovando Tetsuo seduto proprio sotto
il portico dell'ingresso. C'era voluta molta pazienza per convincere i
ragazzi dello Shohoku a non andare con lui e alla fine avevano acconsentito a
tornarsene a casa senza vedere Hisashi, anche se aveva dovuto promettere di
avvisarli e tenerli informati sulle condizioni della loro guardia. Tetsuo
piegò appena la bocca quando se lo trovò davanti. - Però...è da un pezzo che
non ti vedevo e sembri tutta un'altra persona.- Kay non poté impedirsi di
sogghignare, mentre si faceva accendere una sigaretta in memoria dei vecchi
tempi. - Tu invece sei sempre uguale.- gli disse Mitsui - Consola sapere che
certe sacre cose non cambiano mai.- Tetsuo ghignò con aria perfida, ma senza
cattive intenzioni. - Ti assomiglia ogni giorno che passa.- - Hisa è
migliore di me.- replicò Kay - S'è salvato in tempo.- - Grazie a te e al
basket a quanto ne so.- - Avrei dovuto chiamarti già anni fa.- ammise il
proprietario del Golden cacciandosi le mani in tasca - Se non altro avrei dovuto
dirti almeno un grazie.- - Per cosa? Aver insegnato a tuo fratello a fare a
pugni? A bere?- il teppista rise amaramente, alzandosi dalla sua postazione in
tutta la sua altezza - Risparmiatela Mitsui. Ci siamo pestati troppe volte io e
te, per usarci simili cortesie.- - Già, forse hai ragione.- Kay ciccò a
terra, impassibile - Ma quando non c'ero Hisa era con te. Al sicuro.- - Tuo
fratello è più maturo di quanto pensi.- sentenziò il teppista iniziando a salire
gli scalini ingombri di posta e carta straccia - Faceva cazzate solo perché
aveva il cuore a pezzi. E quello stronzo di tuo padre non gli ha certo
facilitato le cose.- - Lascia fuori il vecchio.- - Da quando lo difendi
eh?- - Non lo difendo.- sibilò Kay, seguendolo lungo due rampe di scale - Ma
non ho voglia di parlare di lui.- - Come ti pare.- rispose incurante il
teppista - Ma c'è qualcosa che vuoi chiedermi o sbaglio?- - Si, c'è una cosa
che non ho mai chiesto ad Hisashi.- Mitsui si fermò sulla porta, poggiando una
spalla alla parete scrostata, da cui cadeva l'intonaco - In quel periodo...cosa
faceva oltre a correre?- Tetsuo mise la mano sulla maniglia, scuotendo il
capo con aria saccente. - Vuoi davvero saperlo? No, io non credo.- Kay
tacque, serrando gli occhi. Dio... Quando lo vide dormire tranquillo stentò
quasi a credere che in una sola notte fosse venuto a galla un simile
problema. Crisi di panico. Non era da suo fratello lasciarsi andare alla
paura. Lui si era sempre sfogato, la sua rabbia l'aveva sempre espressa anche
con la violenza... Perché ora invece si era chiuso a tal punto da stare male?
Da venire colto da quei brividi? - Te lo lascio qua per stanotte.- mormorò,
carezzandogli la testa - Ti spiace?- - Tanto non ho sonno.- fece Tetsuo,
apparentemente incurante - Ma se domani non vuole tornare a casa?- -
Stordiscilo, caricalo in moto e mettimelo davanti alla porta.- sibilò allora Kay
e dal suo tono si capiva che non scherzava - Scusa ancora per la visita a
quest'ora.- - Tranquillo.- frecciò il teppista - Tanto la strada la conosci
vero?- - Sparati va'!- - Ah Mitsui...come cambia la gente eh?- lo schernì
il padrone di casa - Hisashi impegnerebbe le mente di chiunque.- - Già, è
vero.- sussurrò l'altro, alla porta - Ci vediamo allora.- - Contaci.- E la
porta si richiuse, proprio quando la guardia aprì lentamente gli occhi. Forse
era stato un sogno. Si...doveva aver solo sognato la sicura e gentile mano di
Kay sulla sua fronte.
Kaede cominciava a chiedersi cosa ci fosse che non
andava. Nelle ultime ore non aveva fatto nulla al do'aho però sentiva emanare
dalla sua persona una sorta d'irritazione rivolta a lui che non riusciva a
spiegarsi. Stavano seduti sotto il portico della casa di Raim. Hana l'aveva
appena accompagnato a casa dopo quella devastante serata e aveva a malapena
accettato di fermarsi per un caffè, brontolando qualcosa che il volpino non
capì. Sembrava davvero furioso ma forse era solo per Mitsui. - Bhè?- si risolse
a chiedergli, seccato - Ma che cazzo hai?- Il rossino gli scoccò
un'occhiata obliqua, restando zitto. - Non farti saltare l'impianto, Mitchy
starà bene.- bofonchiò Kaede, portandosi di nuovo la tazza alla bocca. - Lo
so benissimo.- ringhiò a quel punto il Tensai - Ha la testa dura.- - E allora
cos'hai?- - Te ne importa?- - No.- - Fanculo Rukawa.- - Che palle,
ma cosa c'è?- sbottò allora il moro esasperato - Mi guardi come se fosse colpa
mia!- - Sei bravo a parlare di crisi di panico kitsune.- se ne uscì a quel
punto Hanamichi, finendo il caffè con una sorsata. Merda. Se prendeva quel
bastardo di Sendoh era la volta buona che lo uccideva sul serio. Farsi i
cazzi suoi mai vero?! - Perché non me l'hai detto?- sibilò Hana nervoso,
senza guardarlo. - Non era importante.- - Puttanate.- la voce del rossino
uscì velenosa e bassa - Spari solo puttanate.- - Senti ma che vuoi? Avevo
degli sporadici attacchi di panico alle medie quando vivevo ancora con quei due
idioti dei miei zii. Poi una volta che ho cominciato a giocare nello Shohoku
sono passate, fine della fiera.- - E come hanno fatto a passarti eh?- ringhiò
Sakuragi alzandosi - Tu la fai sempre facile!- - Non vengono tutti i giorni,
capitano quando uno meno se l'aspetta, anche una sola volta al mese!- sbuffò il
volpino - Poi hanno smesso, ecco tutto! Si vede che ero troppo impegnato in
altro per pensare allo stress.- - Si a fare a botte magari.- - O magari a
capire quanto sei incapace!- - Te l'avrò fatte passare a testate!- sbraitò il
rossino inferocito, afferrando per il bavero. Stava per rifilargli la sua
dose serale di insulti e cazzotti quando Raim apparve sulla soglia di casa,
saltellando sulla gamba buona come un coniglio. - Ragazzi ma che fate?-
chiese, stroncando quel macello sul nascere. Hana si fermò di malavoglia,
buttando Rukawa a terra con un tonfo. - Niente. Mettevo un po' di sale in
zucca a quest'imbecille di un sorbetto muto.- ringhiò bellicoso. - Che ci fai
in piedi?- sbuffò invece il volpino, vedendola aggrappata alla porta. - Ho
sentito la ventesima guerra mondiale e sono venuta a vedere chi sta vincendo,
ecco tutto.- rispose serafica, saltellando ancora per andare a sedersi con loro,
sul dondolo - Allora? Qualcuno di voi due è tanto gentile da dirmi cos'è
successo stavolta?- - Fattelo raccontare da sua maestà, visto che sa sempre
tutto.- ironizzò Sakuragi incrociando le braccia al petto. - Ti avviso che mi
stai rompendo le palle.- gli sibilò Kaede con tono pericoloso - Ecco perché non
te l'ho detto.- - E secondo te di questa scusa me ne frega qualcosa?- La
volpe fece una smorfia - Vai a farti una bella doccia fredda.- - E tu un
trapianto di cervello, ammesso che ci sia posto sotto tutti quei capelli.- -
Hn. Senti chi parla di capelli.- - Che hai contro il rosso?- s'intromise Raim
scoccandogli uno sguardo inquisitore. - Ho una bella idea.- fece allora la
kitsune, alzandosi da dove il do'aho l'aveva buttato - Adesso io me ne vado a
dormire, voi due fate pure come vi pare. Andate anche a farvi due passi sulle
rotaie eh? Ciao!- E se ne andò davvero, filando come un treno in casa e
buttandosi a letto con un diavolo che gli ballava il tip tap sulla scatola
cranica. Di recente di guai ne aveva anche lui e arrivavano fino al soffitto, a
cominciare dalla sua casa e dai suoi zii che avevano chiesto a suo nome i soldi
dell'assicurazione, cercando di fregarlo. Quando li aveva mandati al diavolo
davanti al notaio e si era preso gli attestati per la sua eredità, aveva
definitivamente rotto i ponti non avvertendoli neanche che sarebbe rimasto a
casa della sua rossa. Fuori invece Raim e Hana, che erano due che
dimenticavano gli atteggiamenti strambi delle persone abbastanza in fretta,
chiacchierarono delle condizioni della ragazza per un po', poi il Tensai si
decise a raccontarle degli ultimi avvenimenti aspettando che la smettesse di
piovere. Inutile dirlo, la ragazza si dimostrò preoccupata esattamente come
gli altri componenti dello Shohoku ed esattamente come loro provò quasi subito
un senso di frustrazione. Avvicinarsi alla sfera intima di Hisashi Mitsui era
come cercare di passare un campo minato. Era praticamente
impossibile. Hisashi assomigliava a Kaede molto più di quanto si pensasse.
Poteva essere meno chiuso e musone, più pronto alla risata forse ma di certo
quando la cosa riguardava la parte più profonda del suo essere, era difficile
arrivarci senza che lui si difendesse con le unghie e coi denti. - Comunque
Hisa non è uno stupido.- sussurrò la ragazza, dopo che ebbe saputo tutto - E
soprattutto non è un codardo. Se ha paura, non farà ugualmente nulla che possa
compromettere le cose che ora ritiene più importanti. Il basket e la promessa
che ha fatto sul parquet due anni fa.- - Spero che tu abbia ragione.- - Lo
conosci...non farà nulla per ricadere nella sua vecchia vita.- - E' questo
che mi spaventa...che non lotti per muoversi da una parte o
dall'altra...-
Tetsuo aprì gli occhi di botto, infastidito dal rumore
senza campo della tv. Si guardò attorno, stordito. Le quattro e trentotto di
mattina. Fuori era buio...e voltandosi verso il letto vide che era vuoto. Si
alzò in piedi, imprecando fra i denti e grattandosi il capo, arruffandosi i
lunghi capelli. Dov'era andato quell'idiota? Guardò in giro, non trovò i suoi
vestiti, né le sue scarpe. L'asciugamano che Mitsui aveva sui fianchi ora era
a terra e in bagno non c'era. Toccò le lenzuola. Erano tiepide. Se n'era
andato. - Merda.- brontolò il teppista, ficcandosi una sigaretta in bocca con
calma. Se lo prendeva la leggenda di Hisashi Mitsui sarebbe finita quella notte.
Si era rotto le palle stavolta! Uscì in strada, andando a prendere la sua
moto. Hisashi aveva commesso una grande imprudenza quella volta, se Ryu e i suoi
l'avessero trovato in giro lo avrebbero mandato dal becchino stavolta! Alla
stessa ora, nel quartiere di Norio, la guardia dello Shohoku camminava nella
notte a testa bassa, attento solo a mettere un piede davanti all'altro. Lo
sguardo totalmente assente. Era attorniato di luci, pub e night
club. Donne e ragazze vistose stavano appoggiate un po' in ogni angolo,
chiamandolo e fischiandogli dietro commenti osceni che lui nemmeno
sentiva. Girovagò per un altro quarto d'ora, trovandosi alla fine davanti a
un parcheggio. Ci passò davanti ma fu costretto a fermarsi. Qualcuno si
schiantò a pochi metri da lui. Un tizio sulla ventina, ridotto male, con gli
occhi pesti e il sangue al naso. Gemeva, rantolava. Mitsui riconobbe
quell'espressione. Quante volte l'aveva vista in tutti quelli che aveva pestato
a sangue? - Guarda chi si vede...- Sollevò appena il viso. Ryu e il suo
secondo. Il pechinese gli si era piantato davanti con aria di sfida.
Evidentemente si era stancato anche lui di cazzeggiare coi perdenti che si
mettevano contro quelli della sua banda e ora aveva trovato il suo giocattolo
preferito. - Mitsui...da quando bazzichi qui attorno eh? Non sai che c'è
gente pericolosa qua in giro?- frecciò soave. In un attimo se li ritrovò
addosso. Un primo pugno lo spedì contro un muro, il secondo gli fece
picchiare la testa. Poi un calcio nello stomaco lo piegò a terra, in ginocchio.
Ryu, sopra di lui, ghignò in maniera quasi diabolica. - Ma guarda...uno dei
capi dei Kin Ray dell'ovest ridotto in ginocchio...ah, lo sapessero gli
altri...- - Già.- rise anche l'altro suo compagno, con disprezzo - E dire che
faceva tanto il figo eh?- - Vedi di volare basso, stronzo.- Ryu gli rifilò un
altro calcio che spedì la guardia schiena al muro. Non reagiva, quasi non
sentiva più niente. Ora le crisi di panico erano l'ultimo dei suoi
pensieri. Ricordava l'ultima volta che si era sentito così. Anni prima,
quando si era infortunato al ginocchio. Quando aveva iniziato a odiare il
mondo, quando la voci delle persone avevano cominciato a irritarlo, quando
uscire e vedere il sole lo stomacava, quando vivere lo uccideva. Ma non aveva
più sedici anni. Non riusciva più a urlare la sua rabbia spaccando la faccia
alle persone. La sua rabbia era come incatenata, dentro di lui. Al suo
posto era sopraggiunto quel panico che gli torceva le viscere e il cuore. Era
stato lui stesso! Sgranò gli occhi, capendolo. Era stato lui stesso a
impedirsi di esplodere di nuovo, come da ragazzino. Era quella rabbia
repressa che si trasformava in paura, in panico. - Allora?- Ryu fece un passo
avanti, fissandola la sua aria imbambolata - Che ti prende Mitsui?- - Sei già
stanco?- - Dov'è finita la tua famosa resistenza eh?- ghignò di nuovo il
pechinese - Dai bastardo, fammi divertire un po'!- Caricò l'ennesima
ginocchiata, che stavolta l'avrebbe preso in piena faccia ma un suono di vetri
rotti fermò quella rissa. Un attimo dopo i due teppisti erano a terra, il
cranio pieno di piccole schegge di vetro. Sopra di loro una sagoma troppo
sinuosa per essere quella di un uomo. Junko Kanzaki buttò a terra le due
bottiglie di birra rotte, fissando coi suoi occhi alteri Mitsui. - In piedi.-
gli disse, tirandolo per un braccio. Hisashi non aprì bocca e traballando per
i colpi subiti riuscì a tirarsi su, anche se a fatica. Stava per dire
qualcosa quando altri passi li raggiunsero alle spalle. - Però...ti fai
salvare dalle ragazze adesso?- Junko assottigliò gli occhi, senza
indietreggiare. - E questo che vuole?- La mole di Tetsuo non la
impressionava e il teppista ne rimase un po' allibito. Ne aveva viste tante di
donne di un certo tipo ma una così mai. Che occhi, che sguardo. Sorpassandola
si piazzò di fronte alla guardia, facendole quasi capire di non essere
pericoloso. Fissò Hisashi e vedendolo ridotto in quello stato schioccò la
lingua quasi con disgusto. - Ti servono due cazzotti? Hai solo da
chiedere.- Mitsui serrò le palpebre, massaggiandosi la faccia. - Allora?-
ringhiò Tetsuo, afferrandolo per il bavero - Che cazzo ti passa in quella
fottuta testa eh?- - Lasciami.- sussurrò il giocatore dello Shohoku. -
Imbecille, la prossima volta schiantati sulla moto invece che farti massacrare
le ossa!- gli sibilò il teppista che per la prima volta si rivolgeva a lui con
così tanta ira - Cosa credevi di fare venendo qui a quest'ora? Vuoi finire il
resto dei tuoi patetici giorni in un fottuto ospedale? Ora che il tuo ginocchio
è guarito?!- Junko restò ad ascoltare, con un sopracciglio un po'
alzato. Però...allora anche fra i Kin Ray c'erano eroi. - Forza, andiamo a
casa.- scandì la ragazza - E' meglio cambiare aria.- - Ma tu chi sei?- sbuffò
Tetsuo senza neanche guardarla - Via, fila ragazzina!- - Si ma...è la mia
ragazzina.- lo corresse Hisashi, tastandosi la testa dolente. - Ah.-
Tetsuo si voltò verso la Kanzaki, guardandola meglio. L'aveva sempre detto
che Mitsui aveva buon gusto. - Junko...lui è un amico, Tetsuo, il capo dei Kin Ray della porta ovest. Tetsuo, lei è
Junko, la mia ragazza.- li presentò la guardia. - Piacere.- biascicò il
teppista. - Vorrei poter dire lo stesso.- fece la Kanzaki, con
franchezza. Tetsuo ghignò, piegando le labbra sinistramente. - Però. Un
bel caratterino eh?- La schiacciatrice evitò di rispondergli, del tutto
infastidita da quella situazione. Il suo ragazzo l'aveva buttata giù dal letto
spaventandola a morte, aveva steso due a bottigliate e ora faceva anche la
conoscenza con quella specie di toro. Ne aveva basta, era decisamente
troppo. Lo trascinarono a bere un caffè ma non disse una parola, poi alla
fine riuscirono a portarlo fin davanti alla porta di casa. Lì Tetsuo se ne
andò, capendo che ormai non poteva più fare molto. - Ci vediamo campione.-
gli disse e se ne andò a piedi, silenzioso com'era arrivato. Davanti al
cancello i due ragazzi rimasero seduti a vedere l'alba. Hisashi aveva il
capo riverso contro la parete del cancelletto d'ingresso, Junko accoccolata
vicino a lui. - Non volevo metterti in mezzo.- Lei tacque, senza scollare
gli occhi dall'orizzonte. - Così non va.- Hisashi si volse appena verso di
lei. - Vuoi lasciarmi?- Nella sua voce non c'era disperazione, né
angoscia. Solo rassegnazione. La ragazza per tutta risposta gli scoccò
un'occhiata truce. - No idiota.- sibilò gelida - Non intendevo questo.- -
Allora cosa intendevi?- - Non va in questo modo...- sussurrò, cingendosi le
ginocchia e appoggiandovi sopra il mento - Se continuiamo a tenere fuori l'altro
dai nostri problemi non andremo da nessuna parte.- Mitsui abbassò lo sguardo,
sentendosi martellare le tempie. - Ho delle crisi di panico.- Junko doveva
essere brava perché nascose bene il suo stupore. - Da quanto?- - Un mese e
mezzo fa mi è successo la prima volta. Quando ho ritirato i risultati dei
test.- - Ma erano tutti perfetti.- - Si.- - Dovrai spiegarti meglio.-
gli disse dolcemente. Le prese la mano, facendo uno sforzo atroce. Non aveva
mai parlato con nessuno così sinceramente, neanche con Kay forse. Ed era
difficile da morire. - Non lo so bene neanche io...Ero con Akira, stavamo
festeggiando i risultati in un pub. Ho dovuto chiudermi in un bagno...è passata
in cinque minuti. Poi più niente, tanto che ho pensato fosse stato a causa del
caldo e del fumo in quel pub fino a giovedì sera, dopo che ho cenato con mio
padre. Quel giorno è anche venuto da me un tizio da Tokyo per una borsa di
studio.- - Hisa...sono tutte cose positive.- - Si, lo so. È per questo che
non capisco cosa diavolo mi succede.- ammise, tenendosi la testa distrutto - E
l'ultima è capitata in partita, poche ore fa. Ryota mi ha visto andare in giro
in moto coi Kin Ray...si, lo so, avevo promesso di non farlo più ma da giovedì
sera ho perso la testa. Il tappo mi ha sgamato e mi sono sentito mancare.- -
Cosa ci facevi di nuovo coi Kin Ray?- gli chiese roca. - Avevo intenzione di
mandare di nuovo tutto all'aria.- ammise, facendola sospirare esasperata - Lo
so, è stata una puttanata. Ha corso al chilometro rosso, ho vinto...poi sono
scoppiate le solite risse...e all'improvviso mi sono ricordato di due anni fa
alle finali, la partita contro il Ryonan. Sono svenuto in campo, senza più
forza...mi ero chiesto perché avevo perso tanto tempo. Allora me ne sono andato,
ho piantato tutto ma le cose non sono tornare come prima.- - Possibile che tu
non sappia dirmi cosa c'è davvero che non va?- Lui scosse il capo,
nascondendoselo sotto le braccia - Ti giuro che se lo sapessi urlerei di
gioia.- - Non vuoi andare all'università? Tuo padre spinge troppo?- - Non
lo so, non lo so...- sbottò alzandosi in piedi - E poi mi sento un maledetto
bastardo ogni volta che guardo in faccia i ragazzi. Sarei stato pronto a
sputtanare tutto, a tradire la fiducia di Anzai, tutto il lavoro che Kay ha
fatto con me in questi anni...ora ho anche te, vivo nell'angoscia di perdere
tutto quanto come cinque anni fa!- - Stupido.- Hisashi si voltò di scatto,
trovandosi suo fratello maggiore sul cancelletto aperto. Appoggiato alla
parete, Kay lo guardava attento ma con delle cupe occhiaie. Aveva passato la
notte in bianco. - Cosa fai qui?- gli chiese la guardia, deglutendo. -
Aspettavo un idiota.- rispose l'altro - Non hai imparato niente in questi anni
Hisa? Eh?- Mitsui serrò le labbra. - Non chiudere fuori le persone.- gli
disse Kay - Chiedere aiuto non è un sintomo di debolezza.- - E già, le crisi
di panico non sono sufficienti eh?- fece sarcastico. - Non ti hanno spiegato
che può succedere a chiunque?- - Non me ne frega nulla del chiunque.- rispose
distogliendo lo sguardo - Non sopporto di sentirmi così.- - Non sei di
roccia.- gli sibilò suo fratello snervato - E non dire che non sai qual è il
problema, perché non ti credo. Sai benissimo cosa c'è che non va. Hai detto a
Junko che hai paura di perdere di nuovo tutto no?- - Si ma...- - Non te ne
sei accorto? È come alla fine delle scuole medie. Tutto ti andava bene, eri un
campione nominato miglior giocatore dell'anno, tutti i licei ti volevano, gli
studi andavano bene, papà era contento, eri sul tetto del mondo. Anche adesso le
cose ti vanno bene. Hai vinto alle nazionali, i test per l'università sono
ottimi, ti hanno dato una borsa di studio...hai Junko.- Kay lo fissò dritto in
faccia - E' esattamente come alle medie. Quando ti sei fatto male al ginocchio.
Hai paura di combinare di nuovo qualcosa che ti faccia perdere tutto quello che
ti sei faticosamente riconquistato.- Eccolo il
bersaglio. Preso in pieno.
Hisashi inspirò a fondo, alzando il capo al cielo. - Cosa ti ha
detto tuo padre?- s'intromise Junko - Quando hai cenato con lui giovedì
sera?- - Hai cenato con papà?- gli chiese Kay - Oh no, Hisa...- - Si, ho
fatto una sciocchezza.- disse ammansito - Ma sembrava importante...e invece ha
cominciato a ridire le stesse cose di sempre. Che al liceo non ho combinato
nulla, che perdo tempo e basta col basket, che non approderò mai a niente se non
andrò a lavorare con lui, che ho commesso solo errori nella mia vita...ah si,
che potrei renderti zio visto che sono uno stupido incosciente...- aggiunse,
facendo arrossire Junko - Il solito, te l'ho detto. Alla fine ero così a pezzi
che sono andato all'albergo di Ueda, quello dell'università di Tokyo. Parlando
con lui mi sono accorto che avevo la strada spianata ma che avrei dovuto
trattare il mio ginocchio come cristallo. Da lì mi è venuto di nuovo il terrore
di farmi male...e mi sono ricordato cos'è successo al primo anno.- - Reazione
a catena eh?- sospirò Kay, sedendosi a fianco della Kanzaki e accendendosi una
sigaretta. - Una spirale tremenda.- disse anche lei - E anche i test perfetti
hanno contribuito, giusto?- - Si,- annuì il maggiore dei fratelli - ti hanno
ricordato che va tutto troppo bene. Vero?- Mitsui fece un cenno affermativo,
come alleggerito da un peso atroce. Dio...si sentiva libero. Ora riusciva
quasi a respirare normalmente...e il suo cuore si stava come sciogliendo. -
Che altro ha detto il vecchio?- gli chiese Kay, dando un altro tiro. -
Come?- - Non cercare di fregarmi.- gli disse serio - Non bastano quattro
parole a smontarti.- Hisashi si portò una mano al fianco, l'altra fra i
capelli. - Allora?- - Ha detto che non doveva perdere tempo a crescere due
mocciosi che forse non sono neanche figli suoi.- Junko trattenne il fiato,
Kay rimase zitto. La mascella però gli si era serrata. Gettò a terra il
mozzicone, rimettendosi in piedi e filando dritto in casa. - Kay...Kay no!
Aspetta un attimo!- la guardia gli corse dietro, faticando a raggiungerlo mentre
si attaccava al telefono - Dai, aspetta! Lo sai che non intendeva...- - Non
me ne frega un cazzo!- sbottò il maggiore, gelandolo - Sono stufo delle sue
puttanate chiaro? Pronto!- sbottò, appena suo padre gli rispose dall'altra parte
della linea - No, voglio proprio te!- ringhiò, facendo quasi tremare sia Hisashi
che Junko - Non ti azzardare mai più a rimettere piede qui in casa mia o ad
avvicinarti a noi, chiaro? No, no! Non voglio sentire niente! Provaci e ti
trascino dalla polizia e vedrai se non saprò inventarmi qualcosa che possa
sputtanarti la tua immacolata reputazione! Sono stato chiaro? Bene, ti
saluto!- Sbattuta giù la cornetta con rabbia, il fratello di Hisashi se ne
andò in cucina a sbollire, lasciando nel salotto due ragazzi un po' confusi.
Alla fine si lasciarono andare sul divano, stanchi per le poche ore di sonno che
si erano concessi e si appisolarono seduti vicini. Kay li coprì quando gli fu
passata la rabbia ma non si era mai sentito tanto indignato in vita sua. Non era
la prima volta che suo padre se ne usciva con quell'accusa ignobile ma davanti a
Hisashi non l'aveva mia fatto. Bastardo. Carezzò lievemente la testa di suo
fratello, ringraziando il cielo che stavolta non l'avesse tagliato fuori di
nuovo dalla sua vita. Chissà se non era anche grazie a Junko... Una cosa era
certa. Trattenendo la sua rabbia, forse Hisashi aveva dimostrato una maturità
nascosta che l'aveva salvato dalla vita che un tempo l'aveva quasi
rovinato.
Takenori Akagi alle nove e quaranta mise la testa dentro
alla V B, la classe di Kogure e Mitsui. Vide il suo vice capitano e il
quattrocchi scosse il capo con un'espressione triste. - Non è venuto.-
sussurrò Kogure, raggiungendolo sulla porta - Takenori, sono preoccupato.- -
Non s'è fatto neanche sentire per telefono?- - No. Ma ho visto Ayako dopo la
pausa della prima ora. Dice che la Kanzaki è assente. Forse è con lui.- -
Meno male. Almeno non è da solo.- sospirò il Gorilla - Ora devo tornare in
classe, ho un test di fisica. Ci vediamo alle dieci e mezza, tutti in
terrazza.- - Ok, va bene.- Anche nella III D, la classe di Hana e Kaede,
tornato a scuola dopo le due settimane di sospensione, perfino Nanaka non sapeva
nulla della loro guardia. Preoccupata, cominciò a tempestare l'ex teppista di
telefonate ma il suo cellulare era spento, muto. Ora erano tutti veramente
angosciati anche perché sapevano solo che aveva passato la notte da Tetsuo che
non era poi una garanzia di sicurezza ma Kay sembrava aver fiducia in quel re
del crimine quindi anche i giocatori dello Shohoku non avevano potuto far altro
che incrociare le dita, sperando che Tetsuo non avesse fatto rinsavire la loro
guardia a suon di cazzotti e calci sui denti. - Speriamo che quel bue non ce
l'abbia ridotto a pezzettini.- sentenziò infatti Ayako, appena si ritrovarono
tutti fuori in terrazza - Anche se non ho mai capito tanto bene che rapporto
avessero quei due.- - Le amicizie di Mitchy...valle a capire...- sbuffò Hana
alzando le spalle - Ma comunque è uno che se li sa scegliere gli amici,
tranquilla. E non poi non starebbe mica fermo a farsi riempire di cazzotti,
scusa.- - No?- sibilò Ryota, ancora furibondo con se stesso per averlo
attaccato in quel modo in campo senza prima aver ragionato su delle possibili
motivazioni - S'è visto anni fa.- - Su, ragazzi.- cercò di blandirli Kogure -
Facciamo passare qualche giorno e poi se non si decide andiamo a riprenderlo, ma
sappiamo tutti benissimo com'è fatto. Piuttosto che farsi vedere sanguinante
preferirebbe buttarsi sotto un autobus.- - Bhè, io ne ho le palle piene dei
suoi capricci!- sbottò Miyagi iracondo. - Ma che capricci scemo!- gli disse
Ayako dura - Lo sai bene che non lo sono.- - E allora che ogni tanto chieda
una mano, per la miseria.- le disse il play in risposta, passandosi le mani fra
i capelli - Io non sono un indovino e voi neanche. Se avesse detto che qualcosa
non andava l'avrei anche capito ma non se me lo vedo andare in giro coi Kin Ray
all'alba della due di notte.- - Sentite, calmiamoci ok?- Akagi bloccò la
cagnara sul nascere, rivolgendosi specialmente al suo playmaker - Sappiamo tutti
benissimo che è un'insopportabile testa di cazzo, che farebbe casini dalla
mattina alla sera e che sarebbe anche capace di raccogliere uno squadrone di
teppisti nudi e invadere in massa la città...si, sarebbe in grado di farlo. Ma
non lo farà. E uno dei motivi è suo fratello, il secondo è Anzai.- - Non è
che s'è fatto di nuovo male al ginocchio?- abbozzò allora Nanaka. I ragazzi
tacquero, ma Rukawa fu il primo a scuotere il capo. - Non è caduto di
recente...almeno sotto i miei occhi.- rispose il Gorilla. - Neanche in campo
durante le partite, è stato molto in panchina per aiutare le matricole.- ricordò
Kogure - Ma la mattina si allena da solo.- - Però fa solo dei tiri da tre.
Non può essere caduto.- bofonchiò Hana - A meno che non sia stato tanto impedito
da sfracellarsi giù per le scale. Oppure c'è anche un'altra soluzione...ehi
kitsune, non è che l'hai investito con la bicicletta e neanche te ne sei
accorto, vero?- - Do'aho. No.- - Stare qua a rompersi il cervello con
queste ipotesi non serve a niente.- scandì il capitano - Forza, tornatevene in
classe. Se qualcuno riceve un messaggio da Kay che lo giri agli altri intesi?
Bravi, rompete le righe.- - Il tuo sangue freddo è spettacolare scimmione.-
frecciò il rossino, affiancandolo. - Se, aspetta che il tuo caro Mitchy mi
capiti fra le mani...è la volta buona che gli faccio passare questa sua mania di
vivere sopra le righe! Si prenderà così tanti pugni che i Kin Ray li vedrà più
soltanto con una sfera di cristallo!- - Dì la verità Gori...Mitchy è l'unica
persona che ti manda davvero fuori dai gangheri eh?- - Perché do'aho, tu no?-
sibilò Kaede alle loro spalle. - Baka kitsune! Il Gorilla sa che sono un
genio!- - Se, il genio della rottura di palle.- ironizzò Ayako. Mentre i
vari componenti della squadra se ne tornavano alle loro classi, c'era qualcuno
che in quel momento entrava nella palestra deserta dello Shohoku. Aprì la
porta e gli si presentò davanti una scena surreale. Sorrise, rivedendo un
ragazzo di diciotto anni entrare in quel luogo seguito da un nugolo di teppisti
e spaccare la faccia a metà squadra. Sorrise malinconico, risentendo la voce di
quel ragazzino che a quel tempo odiava il mondo intero. Era stato disperato.
Si era sentito in gabbia, senza via d'uscita, senza nessuno che gli tendesse una
mano. Senza speranza. Ora non era più quella la situazione che lo
imbrigliava, pensò Hisashi. Aveva semplicemente paura di sentirsi di nuovo
così. Il panico lo coglieva perché tutto gli andava bene esattamente come prima
di sputtanarsi il ginocchio. Si richiuse la porta alle spalle, ficcandosi le
mani nelle tasche dei jeans mentre le suole delle scarpe da ginnastica
emettevano quell'adorabile e nel contempo fastidioso stridio, a contatto col
parquet tirato a lucido. Vedeva quasi il suo riflesso... Certo che ne era
passato di tempo. Si, era proprio il suo ultimo anno allo Shohoku, doveva
farsene una ragione. Non ci sarebbe più stato il Gorilla a spaccargli la
testa a suon di pugni, né il tappo a irritargli costantemente i nervi insieme a
quell'imbecille di Hana, né Rukawa a rischiare d'investirlo con la moto o la
bicicletta, oppure a dormirgli addosso. Non ci sarebbe più stato Kogure,
affettuosamente rinominato la mamma chioccia. Addio Shohoku. Abbassò il
viso, avvertendo subito una fitta in gola. Eccola che arrivava. Il panico lo
stava attanagliando di nuovo. Cercò di placarsi i nervi e di contare
mentalmente fino a cento, come gli aveva consigliato il medico da cui era stato
neanche un'ora prima e alla fine, dopo essersi dovuto sedere perché le gambe gli
tremavano troppo, riuscì a ritrovare un minimo di autocontrollo. È
incredibile come cambiano le persone, pensò ansando freneticamente. Un tempo
avrebbe fatto a botte e ridotto a un ammasso informe chiunque gli fosse capitato
davanti, avrebbe bevuto, fumato, rubato, si sarebbe comportato come peggio non
si poteva...per dimostrare la sua rabbia, il suo odio per il mondo intero. Quel
mondo che per lui era una gabbia. In quei due anni da teppista aveva fatto
cose indicibili e di certo non si era risparmiato bassezze di alcun tipo,
anestetizzando qualsiasi dolore. Ricordava una volta in seconda liceo. Una
sera Tetsuo aveva rimorchiato alcune tizie del Takezono, secondo lui tipe che si
facevano pagare. Si erano divertiti, niente da dire. Una scopata facile e
veloce, ma intensa. Vedendole andare via però le aveva odiate. Belle, ridenti,
senza un dannato capello fuori posto. Si prostituivano e riuscivano a
sembrare angeli del paradiso. Se a quel tempo lui fosse stato capace di certi
compromessi non si sarebbe ritrovato a diciassette anni con tutto quell'odio in
corpo, né alcuna cicatrice sulla pelle. E ora invece era lì, a diciannove
anni, piegato a terra da degli insulsi attacchi di panico. C'era da morire
dalle risate. Raccolse un pallone, abbandonato per sbaglio vicino alle
panchine e tornò in campo, rigirandoselo sul dito. Ma cos'aveva quella sfera
arancione per ridurlo in quel modo? Aveva dimostrato di avere il potere di
gettarlo nella disperazione più nera...o di farlo sentire il padrone del
mondo. Padrone del mondo. Si, la palla da basket un po' ci assomigliava al
mondo. Al suo mondo almeno. Con uno scatto la prese al volo e se la pose sul
palmo, poi anche da quella distanza si volse verso il canestro. Non
gl'importava centrarlo, non gl'importava se era troppo lontano, non gl'importava
se aveva il cuore in gola. Ma gettare la spugna in partenza significava
perdere. Saltò, le braccia tese, la schiena dritta, le mani che erano un
tutt'uno con la sua testa e la palla. La sfera arancione toccò ferro, roteò
un paio di volte sullo stesso e alla fine scivolò dentro. Ora ricordava
perché era tornato in squadra. Per risentirsi il padrone del campo, quando
infilava tiri simili. Perché solo così si sentiva vivo. Perché era l'unica
cosa che risvegliava il suo animo, perché bruciava fra le fiamme ad ogni
vittoria. All'improvviso sentì una presenza alle spalle ma non si
girò. Sapeva chi era e si vergognava da morire. - Sai Hisashi...fino a
dieci anni fa io allenavo i miei ragazzi con una spada da kendo in
mano.- Mitsui per forza rimase un po' spiazzato, voltandosi. Anzai gli
stava davanti, l'espressione eterea e paciosa di sempre, le mani chiuse dietro
alla schiena. - Una...spada da kendo?- riecheggiò la guardia - Intende quelle
di legno?- - Esatto.- Anzai lo affiancò, fissando il canestro - Mi chiamavano
il Diavolo, lo sai no?- - Bhè, si...ma non credevo che...- Mitsui s'impappinò
- Non vorrà dirmi che picchiava i giocatori?- - Questo no, ragazzo mio.- le
lenti del coach scintillarono - Ma un'arma sventolata e una buona dose di grida
e disprezzo possono fare due cose allo spirito di un giocatore. O spronarlo, o
ucciderlo.- Hisashi rabbrividì, con la strana sensazione che quel discorso
non fosse uno dei soliti fra coach e allenatore. Sembrava che fosse più un
discorso da uomo a uomo. Gli stava parlando di Yazawa, del giocatore che
militava nella squadra universitaria allenata da Anzai prima di mollare tutto e
cambiare. Yazawa, il ragazzo che si era suicidato. Deglutì, conscio del peso
che gravava sulle sue spalle. - Mister...senta...- sospirò - Mi spiace per
l'altra sera, davvero. Non so cosa dire, mi sono comportato come un idiota per
l'ennesima volta.- - A dire il vero hai fatto il necessario per non sollevare
dubbi davanti ai giudici di gara. L'infermiera che ti ha fatto il prelievo del
sangue, prima che arrivasse quel medico, l'ha portato ad analizzare e non ne è
venuto fuori niente. Abbiamo addotto all'allergia da polline che gira in questi
giorni. Ti è mancato il fiato e basta.- - Mi spiace che abbiate dovuto
coprirmi.- sussurrò desolato. Anzai lo guardò appena per un attimo,
osservando quell'espressione che troppe volte gli aveva visto in faccia. -
Che tipo di persona è tuo padre Hisashi?- La guardia sogghignò, grattandosi
il capo. - Ecco...è quello che si dice "un uomo tutto d'un pezzo".- -
Capisco. E immagino non approvi che giochi a basket.- - Infatti. Secondo lui
fino ad ora non ho combinato niente di niente.- rispose a bassa voce, tenendo le
mani ostinatamente ficcate in tasca, forse per impedire loro di tremare. -
Imboccare una strada sbagliata e uscirne non mi sembra niente di niente.- -
Mi spiega come fa a sopportare i miei colpi di testa?- se ne uscì a quel punto
il numero 14 con un mezzo ghigno mesto - E' impressionante, qualsiasi cosa io
faccia lei non batte ciglio. Sto quasi cominciando a pensare che più nessuna
delle mie cazz...cavolate possa stupirla.- bofonchiò imbarazzato, fissandolo - O
sbaglio?- - Sbagli solo nel considerare questa squadra come un plotone di
cinque macchine da guerra. Non siete macchine Hisashi.- rispose pacatamente
Anzai - Anche Kaede ce l'ha dimostrato due settimane fa, ricordi?- - Si
ma...se non altro lui non fa disastri da quando è entrato in questa squadra.-
- Caro ragazzo, ognuno di voi ha un carattere particolare, questo spero che
tu l'abbia notato. Il mio compito è quello d'insegnarvi questo sport e poi di
lasciarvi liberi di crescere le vostre doti come meglio potete. Non servono
briglie, né spade da kendo. Hanamichi è un fantasista, ha bisogno di essere
adulato e sfidato da un grande avversario perché dimostri il suo vero carisma.
Akagi è il vostro pilastro ma a volte anche lui ha bisogno della forza
necessaria in fiducia per spronare poi voi. Ryota è più sciolto e libero, in
campo non guarda in faccia a nessuno perché il suo unico scopo è far tremare
l'avversario col suo gioco. Kaede poi quasi non ha bisogno di stimoli, se non
quelli che gli vengono sul campo stesso. Un avversario fra i nemici e uno fra i
compagni. Kaede ha se stesso, basta e avanza. Vedi, siete tutti diversi. Tu sei
quello che riesce a salvarvi tutti quando ormai siete sul baratro. È alla fine,
quando senti di poter perdere, che avverti il fuoco, vero?- La guardia annuì,
mesta. - Quando ti ho visto giocare la prima volta, quasi cinque anni fa, mi
sei subito piaciuto.- - Mi spiace di aver perso tanto tempo.- mormorò
esausto. - Se ti ha fatto tornare qui non è tempo perso, non credi?- -
Insomma, qualsiasi cosa io faccia lei continua a giustificarmi.- Anzai quasi
sorrise - Vuoi che usi la mia spada da kendo?- - Magari mi sentirei meglio
dopo.- brontolò Mitsui sempre più contrito. - E' la crisi del quinto anno,
ragazzo. Solo che le insistenze di tuo padre e le richieste per l'università ti
hanno un po' angosciato, ecco tutto. Le crisi di panico sono passeggere, possono
capitare a chiunque.- - Me l'hanno ripetuto fino alla nausea.- rispose. -
Forse allora sarà vero no?- - E non le secca tutto il casino che ho piantato
in campo?- - Mi sarebbe seccato se ti fossi fatto male in campo, è diverso.
Il tuo ginocchio ora sta bene Hisashi. Certo, è trattare con maggior delicatezza
di un ginocchio che invece non ha mai subito infortuni ma se stai sempre a
preoccuparti che possa succedere qualcosa, non riuscirai più a giocare
serenamente.- - Se mi capita qualcosa perderò di nuovo tutto.- - Non è
detto.- - Perché? Perché ci sono già passato?- - Perché ormai sei
maturato.- gli disse Anzai, zittendo le sue repliche - Ora sai che c'è tuo
fratello, che anche se tuo padre non ti apprezza c'è sempre qualcuno che ti
accetterà così come sei.- - Certo, un piantagrane.- - Non ti ci vedo
proprio nelle vesti del bravo capoclasse. Non saresti tu.- Riuscì a
strappare un sorriso alla guardia che inspirò a fondo. Si
sentiva...sollevato. Non del tutto ripreso da quella botta, ma sollevato. -
Mister...le posso fare una domanda personale?- Anzai tacque, invitandolo poco
dopo a proseguire con un lieve cenno. Il numero 14 si morse leggermente le
labbra, non molto sicuro. - Come mai non ha avuto figli?- Attese una
risposta brusca, o un pesante silenzio che stava a indicare di farsi gli affari
suoi ma il Diavolo dai capelli bianchi non fece nessuna di queste cose. Si
limitò a scrutarlo con fare pensoso. - C'è stato un periodo in cui avrei
desiderato dei figli...ma ho sempre messo la mia carriera davanti a tutto,
quando è stato tempo per queste cose. Poi sono passati gli anni, sono
invecchiato e il basket era sempre al centro dei miei pensieri. Sai Hisashi, non
tutti gli uomini sono pronti per avere figli. Necessitano una cura e una
dedizione che porta a dimenticarti anche di te stesso.- - Non me lo dica.-
sogghignò la guardia - E...non rimpiange di non averne avuti?- - No, non
direi.- continuò il coach - Forse in passato, quando iniziai ad allenare e i
risultati non erano quelli che avrei voluto, ma i momenti di sconforto capitano
a tutti. E poi sono come puoi vedere sempre a contatto con ragazzi che spesso si
comportano come bambini.- e rise, facendolo arrossire. - Prenditi qualche
giorno, va bene?- gli disse il Buddha, cambiando discorso - In questi mesi ti
sei allenato tantissimo, il canestro di prima a dimostrarlo ma devi anche
riposarti, recuperare le energie che ti toglie la tua paura infondata. C'è solo
una cosa che ti chiedo.- - Qualsiasi cosa.- sussurrò Mitsui. - Vai in
ritiro coi ragazzi.- gli disse Anzai serio. - In ritiro?- Hisashi fece una
leggera smorfia - Non so...- - E' importante che tu stia con loro adesso. Tu
devi sentire che ci sono e anche loro hanno bisogno di te. Siete una squadra di
cinque grandi campioni ma quando manca un tassello, manca come una parte di un
puzzle.- - E se mi venissero altre crisi durante le partite?- - Studieremo
in segnale fra te e le riserve.- - E se commettessi degli errori, se
complicassi le cose in campo?- - Ragazzo mio, e se, e se, e se...- sbuffò
allora il coach, facendolo inspiegabilmente sorridere - Non sono da te questi
discorsi. C'è un'ultima partita la prossima settimana, prima che ad aprile
partiate per Okinawa, vedremo allora. Va bene?- - E' che...non voglio
deludere più nessuno.- Anzai l'osservò, quasi come per studiarlo - Solo
perché tuo padre spara sentenze a raffica non significa che siano la verità.
Anche io in passato ho detto troppo cose sbagliate, ho considerato i giocatori
come pedine, usando il disprezzo e l'amarezza per pungolarli a fare sempre
meglio. Non mi bastava mai nessuno sforzo, non accettavo i loro punti deboli,
vedendo debolezze in ogni lato del loro carattere. Solo da poco ho capito che le
debolezze sono anche quelle che spingono il giocatore a superarsi. Hanamichi ne
è un esempio.- - Non so come lottare contro questa cosa.- ammise Mitsui - Due
anni ho ripreso a giocare perché non sono più riuscito a reggere l'angoscia che
mi faceva stare male. Ma stavolta questa paura incontrollata mi toglie le forze
e il fiato. Non so da dove cominciare per combatterla.- - Prova a lasciarla
sfogare. Hai del tempo, per farlo. Stanno finendo i play off, a fine aprile
quando tornerete inizieranno le finali della prefettura e voglio che tu sia
fresco per allora.- - E se ne non sarà così?- - Te l'ho detto. Ci
penseremo allora.- - Ma...io non riesco a vivere bene con quest'insicurezza
addosso.- Anzai a quel punto rise di gusto, dandogli una pacca sulle spalle -
Lo so,- mugugnò, andandosene alla porta - il tuo talento e la tua bravura sono
pesanti da usare. Ma dammi retta ragazzo. Riposati per qualche giorno, poi vai
in ritiro con gli altri.- si girò, prima di uscire - Sei un grande campione
Hisashi Mitsui. E sei indispensabile alla squadra come gli altri lo sono per te.
Pensaci, mi raccomando. Ci vediamo fra un paio di giorni Hisashi.- La guardia
sorrise senza neanche accorgersene, restando di nuovo solo. Riprese la palla.
Tirò. Canestro. Uno a zero per
lui.
Akagi mollò la palla un
attimo, dando un lungo respiro di sollievo. - Meno male, stavo iniziando a
preoccuparmi.- Naomi Kurata, entrata in palestra durante i loro allenamenti,
gli scoccò uno sguardo divertito. - Fammi indovinare, hanno combinato qualche
altro guaio eh?- - No, in generale niente.- le disse il Gorilla, lasciando
gli altri ad allenarsi e seguendo il capitano della squadra di pallavolo sulla
porta - Ma se la Kanzaki ti ha detto che stava con Mitsui sono più
tranquillo.- - Ah, allora è lui il problema.- sorrise la Kurata - Stamattina
l'ho visto entrare in palestra, poi se n'è andato.- - Se non altro adesso so
che è vivo e cammina.- sibilò il Gorilla con voce cavernosa - Se lo
prendo...- - A proposito, entro sabato devo consegnare i bollettini. Se vuoi
darli a me, così ti risparmi un'altra tirata dal Fuggitivo.- - Si, grazie mi
faresti un favore.- bofonchiò, chiedendoli ad Ayako che li aveva già raccolti
tutti nella sua cartellina - Tieni. Ah, senti...Yoshikawa...- - Si?- - E'
proprio necessario portarcelo dietro vero?- - Purtroppo si.- sentenziò la
ragazza schifata - Nessun altro accetta questi incarichi.- - E dire che
Okinawa non è l'Hokkaido.- sbuffò anche Ayako. - Si ma se ci capitasse
qualcosa finirebbero nei guai. Noi siamo i fiori all'occhiello del preside.-
spiegò Naomi - E vista e considerata la notorietà degli sportivi in campo del
pericolo, in pochi accettano di portarci fuori e così lontano se non i nostri
stessi mister. Non so bene perché sia girata così al pelatino ma avrà qualcosa
in mente.- - Vorrà un aumento.- sbuffò la manager. - Se crediamo alle
favole.- sentenziò Akagi - Quello viene per segare i ragazzi agli esami di fine
anno.- - Ce l'avevo anche io, è una spina nel fianco ma so già come
sistemarlo.- ghignò perfidamente la ragazza, andandosene via - Tranquilli, ho la
situazione in pugno.- - Per me l'avvelena.- sentenziò Ayako, senza
distogliere l'attenzione dagli allenamenti. - Senti ma solo io ho
l'impressione che quelle siano un po' pericolose?- le chiese il capitano. -
Mah, guarda tu! Una fa la ladra, l'Aizawa la sera lavora come cubista, la Noda
la mattina impasta biscotti e l'altra metà sono una manica di yankee. Ah, si...e
Junko sta con Mitchy. Ti sembrano normali?- - Perché? Questi invece come ti
sembrano?- rognò andando fuori di testa, vedendo Hana, Miyagi e Kaede
ribaltandosi addosso alle matricole e innescando l'ennesima rissa. Perché doveva
sopportare quegli idioti? Perché? - Buone notizie, Mitsui è vivo.-
borbottò, appena riuscì a sedare i loro bollori. - Oh, grazie a Dio!- sbottò
il Tensai - Non si riusciva più a reggere il tappo!- - E che palle, sta
zitto!- ringhiò Miyagi seccatissimo. - Baciamelo Ryo-chan!- -
Do'aho.- - E tu che vuoi Kit?! Non parlavo con te!- - Insomma state zitti
tutti quanti, cazzo!- esplose Akagi, ficcando un pugno ad ognuno di quei tre e
prendendo per sbaglio anche Rei e Nobu - Non voglio più sentir volare una mosca
oggi, devo risparmiare le energie per uccidere Mitsui e nascondere il suo
cadavere, quindi vedete di non farmi girare le palle o lo seguirete sotto
terra!- - Non è meglio in mare con un paio di scarpe di cemento?- si lasciò
sfuggire Miyagi sarcastico, prendendosi un altro pugno. Da lì tacquero usando il
poco cervello che si era salvato da quei traumi, anche perché non potevano certo
permettersi di non arrivare a sera, vista l'aria di tempesta che tirava. Alla
fine dell'allenamento però c'era ancora qualcuno con i suoi dubbi. Hana e
Kaede stavano accedendo la moto...anzi, Hana guidava e il volpino dormiva,
quando Rei fermò il Tensai giusto per qualche minuto. Sakuragi lasciò la kitsune
a dormire sulla sella, tanto a quell'ora non sentiva più neanche le cannonate, e
se ne andarono a parlare sotto il pergolato del parcheggio. - Ecco...- Rei
era visibilmente ansioso - Senpai sei sicuro che il senpai Mitsui
tornerà?- Il rossino sorrise, un po' stupito, ma anche sicuro del fatto
suo. - Si, lo conosco bene, credimi. Mitchy tornerà presto.- - E come farà
per quelle crisi di panico?- - Gli daremo una mano noi in campo.- Hana gli
dette un paio di pacche sulla testa, come avrebbe fatto col suo cane -
Tranquillo, Mitchy è uno con le palle. Non muore neanche se lo ammazzi e poi lui
adora giocare a basket. Ha dimostrato che giocherebbe anche con un ginocchio
fatto a pezzettini microscopici.- - Si...va bene...- Manabe abbassò lo
sguardo, annuendo. Hana sorrise di nuovo, salutando il kohai - Tranquillo,
credimi. Un paio di giorni e lo vedrai tornare felice come un fringuello. Come
al solito farà finta di niente e litigherà col Gorilla, poi tornerà a essere
anche più forte di prima!- gli strizzò l'occhio, risalendo sulla Honda -
Credimi, al massimo giovedì e sarà di nuovo agli allenamenti. Ciao
Rei!- Manabe alla fine annuì vigorosamente, ringraziandolo poi se ne andò via
con Nobu e le altre matricole lasciando Hana alla sua corsa veloce verso la casa
sulla spiaggia. Si, Mitchy sarebbe sicuramente tornato. Perché era un campione.
E perché se non tornava sarebbero andati a prenderlo per fargli
cambiare idea a suon di testate!
Spazio
autore: ok, a quanto pare ho sbarellato parecchi con questa faccenda
delle bacchette. Ragazzi, è ovvio che so che in Giappone si usano le bacchette e
non le posate e i badili. Il fatto è che pensavo vi ricordaste che Raim è stata
pestata giusto cinque minuti prima, che ha il gesso al braccio destro, e non
essendo mancina, a usare la mano sinistra fa parecchia fatica. Ecco perchè fa
ridere a vederla usare le bacchette. Devo essermi spiegata male. Comunque,
finendola qui, spero che il capitolo vi sia piaciuto, Mitchy avrà ancora qualche
strascico ma andrà meglio. Grazie ai nuovi lettori e a presto, anche domani!
;)
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Capitolo 22 *** Orge e Ritiro ***
raim22
Bisogna dire una cosa su Hisashi Mitsui. Come
d'altronde per Kaede Rukawa. Almeno queste spiegazioni servirebbero a chiarire la
situazione in cui si ritrovò la guardia il lunedì mattina alle cinque, proprio
lo stesso giorno in cui lo Shohoku sarebbe dovuto partire per il ritiro.
Ma con ordine... Quando
gente della risma di Hisashi Mitsui o Kaede Rukawa combina
qualche guaio, solitamente cosa fa? Non essendo propria del loro carattere
quella molecola che spinge a chiedere scusa o a pentirsi con decenza, si
limitano ad assumere quell'espressione da cuccioli abbandonati totalmente
adorabile che da che mondo è mondo ha sempre fatto sciogliere sia donne che
uomini. E fu quella sua espressione delusa, confusa e amareggiata che salvò
Mitsui da un pestaggio sicuro quando si decise a farsi rivedere in palestra, il
giovedì come pattuito con Anzai, dieci giorni prima della partenza per
Okinawa. Quando mise piede nella palestra, Akagi praticamente lo appiccicò all'armadietto e
gliene disse di tutti i colori, poi arrivò Ayako e gli rifece la scatola cranica
a suon di ventagliate, Rukawa gli passò a fianco scoccandogli un'occhiata
assonnata e un grugnito che poteva significare "Bentornato" quanto "Vaffanculo,
ma dove cazzo eri?" Hana gli ficcò una testata per saluto, Rei e Nobu e gli saltarono al
collo piagnucolando, Kogure gli chiese cosa stava prendendo per rimettersi a
posto i nervi, tipo Prozac o Tavor, mentre Miyagi aveva bofonchiato qualche insulto
e si era cacciato sotto la doccia. Fine della fiera. In campo pure peggio. I
ragazzi cercavano di allenarsi nelle partitelle come sempre ma ogni volta che la
palla passava a Mitsui tutti lo fissavano come se avesse dovuto scoppiare da un
momento all'altro. Le cose andarono avanti in questo modo per le due
settimane in un'altalena di alti e bassi fino all'ultimo allenamento. Il sabato venne dedicato ai bagagli e all'ultima visita di controllo di Raim, che
ormai poteva camminare anche senza stampelle seppur senza affaticarsi troppo, in
cui le tolsero il gesso semovibile dal braccio. Poi arrivò la domenica sera. E
Akira Sendoh se ne uscì con una delle sue brillanti trovate: missione
impossibile.
Far divertire lo Shohoku prima del ritiro. Anche il Ryonan
avrebbe già dovuto essere in viaggio per loro destinazione ma purtroppo per loro
avrebbero dovuto partire con due giorni di ritardo a causa di alcuni problemi
che quel rintronato di Taoka aveva avuto all'ultimo momento e ora il porcospino
aveva deciso di salutare gli amici come si conveniva. In che modo? Festino
a casa sua. Quale modo migliore per farli divertire un po' se non far
sbronzare Hana e compari? Fu un macello vero e proprio, tanto che Rukawa si
pentì immediatamente di essersi fatto trascinare lì come un idiota da Hanamichi
e Ryota. C'era un casino allucinante, la musica sparata a palla, un fumo
assurdo, studentesse del Ryonan che ballavano sui tavoli, gente imboscata
ovunque e alcolici in ogni dove. Akira sarebbe stato capace di far bere anche
uno che era appena uscito dagli Alcolisti Anonimi con la lode e la laurea e fu
così che passò la notte. Fra gare di bevute e gran sboccate. E puntuale come
la morte, si presentarono la mattina dopo i postimi indelebili...e la
vergogna. Una grande e
profonda beffa. Hisashi Mitsui aprì gli occhi
la mattina di quel lunedì che erano le cinque. Un fascio di luce filtrava
dalle tapparelle della camera di Akira e la guardia avvertì subito un atroce mal
di testa. Come un fulmine che gli attraversava il cranio da tempia a
tempia. Dio...si sentiva a pezzi. Basta, era l'ultima volta che beveva
così! Poi però si accorse che non era solo in quel letto. Prima di
muoversi contò fino a dieci, poi venti...e infine trovò il coraggio per aprire
gli occhi di nuovo. Ok, Ryota era sul suo fianco destro. Torso nudo e
jeans...bocca spalancata tipo ippopotamo. Akira ce l'aveva letteralmente
addosso, a ronfare in maniera altrettanto scandalosa. Ma perché Sendoh era
nudo? Il meglio venne quando si accorse che Rukawa gli dormiva sulla pancia,
abbracciato ai suoi fianchi. Trovò la forza per spiare sotto le lenzuola solo
perché voleva sapere se la sua virtù se n'era volata via come una colomba a
Pasqua. Lui aveva i boxer addosso, idem Akira. Il volpino invece era
imbrigliato nel lenzuolo... Oddio, ma che avevano combinato? In quattro poi!
Oddio, questo numero superava di gran lunga ogni sua più perversa fantasia...con
delle donne però! Mica con dei maschi! Cercò di alzarsi in silenzio ma
levarsi Sendoh di dosso senza svegliarlo era impossibile...stava pure per urlare
per la frustrazione quando davanti alla porta aperta della stanza passò
qualcuno. Hana. Che ci faceva con tanga da donna in testa? Si grattava
la zucca, mezzo rincoglionito. Pure lui la sera prima aveva bevuto tanto da star
male! All'improvviso però il rossino si girò verso di lui...e facendo
sbiancare Mitsui, li mise tutti a fuoco. Un secondo dopo era già sparito,
incurante dei gesti frenetici che gli stava lanciando la guardia disperata.
Tornò col cellulare in mano e iniziò a scattare una trafila di foto, una dietro
l'altra, e allora Hisashi esplose. - BRUTTA BASTARDA DI UNA ROSSA!- -
ROSSA A CHI, TEPPISTA DELLA FAVA?!- Con quel boato Ryota e Akira finirono
malamente a terra, il volpino invece si strinse meglio al suo cuscino
semovibile. - Ma che cazz...- Miyagi sentiva il fiele in bocca - Ah...Dio,
che schifo!- - Ma perché sono per terra?- mugugnò invece Sendoh, guardandosi
attorno stranito - Ehi...dov'è la ragazza di ieri sera?- - Ragazza???
Ragazza???- urlò Mitsui - Sei sicuro che fosse una ragazza?!- - Ohhh...- Hana
lanciò un fischio - Tranquillo Mitchy, se fossi stato a letto con l'hentai te lo
ricorderesti!- - Porco.- sbraitò il numero 14 - Qualcuno vuole dirmi come cazzo ci
sono finito qui in mezzo?- - E che ne so...avrai fatto faville ieri notte...-
biascicò Ryota, mettendosi a sedere malamente - A proposito...che ore
sono?- - Le cinque.- borbottò Sakuragi...per poi sbiancare - Le cinque! CAZZO
E' LUNEDì!- A quel punto si svegliò anche Rukawa. Si mise a sedere dopo aver
ficcato un casuale pugno a Miyagi, Mitsui e pure a Sendoh, senza capire dove
fosse finito ma quando guardò pure lui l'orologio da polso lo videro fremere.
Un attimo dopo scattò in piedi, cercando freneticamente i suoi vestiti. -
Merda, abbiamo solo due ore per andare davanti a scuola!- tuonò Hanamichi
scatenando il panico - Datevi una mossa voi quattro, subito! Dobbiamo correre a
casa e ridarci una sistemata! Via, presto!- - Se, ammesso che riesca a
tenermi in piedi...- rognò il play dello Shohoku, strisciando fino al
bagno. Fu una corsa all'ultimo sangue. I ragazzi salutarono il giocatore del
Ryonan con una trafila di bestemmie che Akira sentì con un orecchio solo,
salutandoli tutto allegro come se non fosse accaduto nulla, poi ognuno di loro
corse alla propria casa. Si cacciarono sotto la doccia, scartavetrandosi la
faccia per darsi un tono ma ebbero un bel d'affare tutti e quattro, anche se
Rukawa personalmente si limitò a infilare la faccia in una bacinella piena di
ghiaccio sotto lo sguardo divertito di Raim che ora camminava tutta felice, solo
con più pochi graffi e lividi addosso. Raccattate le valigie poi, i ragazzi,
seguiti dai rispettivi genitori, corsero al luogo d'incontro. 28 marzo, una
data da ricordare.
Erano le sette in punto e davanti allo Shohoku si
era radunato il plotone di saluto. Insegnanti, genitori, curiosi, perfino il
Fuggitivo. Ma di certi quattro idioti neanche l'ombra e ad Akagi stava
scoppiando la vena pulsante che aveva sulla fronte. Sapeva che quei giorni
per lui avrebbero significato una cupa depressione ma non credeva che quei
quattro maledetti deficienti avrebbero cominciato subito a fargli venire i
capelli bianchi all'alba dei vent'anni. - Lo sapevo...lo sapevo che finiva
così!- sbottò furibondo, mentre Rei e gli altri caricavano i bagagli sul pulmino
che li avrebbe portati all'aeroporto - Quelli mi spingeranno all'alcolismo, ci
metto la mano sul fuoco!- Kogure, che gli stava a fianco con la classica
goccia sul capo, in fondo in fondo non sapeva bene che dirgli. - Su,
anche Yoshikawa è in ritardo. Vedrai che fra poco saranno qua!- - Si ma
perché sempre loro?!- ululò, spaventando anche le matricole della squadra di
pallavolo - Conoscendoli Miyagi sarà ancora sotto alla doccia, Rukawa starà
dormendo dentro un fosso, quell'idiota di una scimmia sarà di nuovo chiuso
nell'ascensore e poi LUI...oh, stavolta ce l'ho fra le grinfie per tre
settimane! Giuro che a Mitsui l'anima ardente gliela raddrizzo io
stavolta!- - Tutto bene ragazzi?- Capitano e vice si girarono, trovando
Anzai e sua moglie che si facevano largo fra le compagne della Kurata. I
cestisti si raccolsero tutti allegri a salutare il mister, dato che presto
sarebbe arrivato il maledetto vicepreside e allora non ci sarebbe più tanto da
ridere. Il coach dette qualche dritta al Gorilla, qualche raccomandazione alle
matricole ma stranamente non disse nulla riguardo a quei quattro idioti
mancanti. Sembrava quasi che se l'aspettasse. Anche Haruko non sembrava
fare una piega. - Come hai risolto poi il problema delle camere
fratellone?- E di nuovo Takenori assunse un'espressione funerea.
Sfortunatamente non c'era soluzione a quel maledetto casino. Avrebbe dovuto
dividerli in camere e bene o male avrebbe deciso una volta sul posto, anche se
sapeva perfettamente che nessuna soluzione li avrebbe salvati da qualche
disastro notturno. Sette e dieci... Arrivò Yoshikawa sulla sua BMW, tirato
come pochi e la testa più lucida del solito. Il Fuggitivo se ne tenne ben
alla larga, lasciando il vicepreside alle chiacchiere con Anzai e l'allenatore
delle ragazze che causa motivi famigliari non avrebbe potuto accompagnarle, così
scoccò un breve sguardo alla Kurata che gli stava praticamente sotto al naso. E
gli sorrideva. - Te li affido.- le disse, restituendole il sorriso. Naomi
sogghignò con aria birichina - Tranquillo, come al solito non avrai lamentele.
Mi spiace solo di averti costretto a venire qui a quest'ora. So che ami dormire
fino a tardi.- L'uomo distolse lo sguardo dalla studentessa, puntandole al
cielo limpido. - Non te l'ho detto ma...domani ho l'istanza per il divorzio.-
sussurrò. La Kurata sgranò gli occhi nocciola, incredula. - Vuoi dire
che...- - Che sarò libero.- concluse serio il preside che per l'occasione si
era almeno fatto la barba - Quindi...bhè, decidi tu, va bene? Io accetterò ogni
tua condizione.- - Naomi eccomi!- Kyoko Aizawa del quinto anno interruppe
quel discorso, arrivando allegra e sensuale come suo solito. A parte le due
valigie che mollò le mani delle matricole del basket con un sorrisone da cubista
qual era, raggiunse la Kurata a cui si affiancarono anche Akagi e Kogure. -
Tutto fatto.- disse l'Aizawa, scostando dalla fronte i ricci freschi di piastra.
Trafficò un po' con la sua tracolla, estraendone un beauty-case anonimo - Ecco,
non sai quanti giri ho dovuto fare fra l'altro ieri e ieri sera per comprarne
nella quantità giusta. Ho dovuto perfino mandarci mia sorella...ha detto che
erano per mia nonna!- - Però.- Kogure sbirciò stranito nell'astuccio,
beccandosi una trafila di boccette arancioni. Sonnifero. - Chi è che ha il
sonno così leggero?- bofonchiò il Gorilla. Naomi per tutta risposa
sghignazzò, indicando qualcuno con un segno del mento. Yoshikawa. - Ma sei
matta?!- sussurrò Akagi sconvolto - Vuoi farlo secco?- - Santo cielo, non è
mica Demerol!- sbuffò la ragazza agitando la mano - Piuttosto...dove cavolo è la
Kanzaki?- - E' vero...- l'Aizawa si guardò attorno stranita - Junko di solito
è sempre puntuale. Lascia, chiedo ad Akane.- - Come se sapesse qualcosa a
quest'ora, non ricorderà neanche come si chiama.- sbuffò la Kurata - Però già
che vai chiedile se mi ha portato i biscotti!- - Attenta capitano, finiscono
tutti nelle cosce.- ridacchiò Nanaka, arrivando in quel momento di corsa dal
parcheggio dove un taxi l'aveva mollata con la valigia - Buona giornata a
tutti!- cinguettò poi al resto della congrega. - Come tu faccia ad essere
sempre così di buon umore non so davvero.- rognò il Gorilla. La biondina alzò
le spalle, divertita - E' una bellissima giornata e partiamo per Okinawa. Non ci
vedo niente di meglio.- - Io si. Quei quattro idioti sotto terra.- sibilò il
capitano, cominciando ad incazzarsi. - Fai cinque, la Kanzaki compresa.-
aggiunse la Kurata - Sono le sette e un quarto. Manca anche Raim!- - Ayako!-
Kogure si volse verso la loro manager che stava a chiacchierare con le matricole
- Sai qualcosa di Ryota?- - E' vero!- tubò Nanaka - Dov'è il senpai
Cosetto?- Come chiamato, il senpai Cosetto arrivò proprio in quel momento e a
distanza di pochi secondi anche Kay, Hisashi e Junko. Le due auto fecero delle
sterzate poco ortodosse ma ci chiusero tutti un occhio, tanto era presente anche
Kay che ci pensava già da solo a sistemare quell'idiota del suo
fratellino. Raggiunsero il gruppo mezzi trafelati, la Kanzaki forse con
occhiaie peggiori di quelle di Ryota e Mitchy. - Io mi chiedo perché mi
stupisco ancora di queste vostre cazzate!- sibilò il Gorilla, guardandoli
attentamente - Si può sapere dove siete stati? E cos'avete fatto piuttosto
stanotte invece che dormire?- - Storia lunga, te la racconto in aeroporto.-
alitò il playmaker - C'era traffico dalle mie parti.- - Se, come no!- - E
che vuoi, è l'ora di punta! La gente lavora!- - Cosa che voi invece non vi
sognate neanche di fare.- li rintuzzò - Faremo i conti più tardi!- - Già,-
aggiunse Naomi verso la Kanzaki - pure con te. Quando ti metti gli occhiali da
sole vuol dire che ne hai combinata una. Forza, caricate i bagagli!- - E
Raim, Hanamichi e Rukawa?- chiese Ayako - Ancora non si vedono?- -
Oh, arriveranno.- ansimò Hisashi, attaccandosi alla bottiglietta d'acqua che
gli passò la manager - Erano dietro di noi, sono rimasti sotto un semaforo.-
Ayako intanto si affiancò a Ryota mentre sistemava i bagagli con le ossa a
pezzi. - Fammi indovinare...- rise paziente al suo orecchio - Sendoh c'è
andato pesante.- - Aspetta che arrivi Hana.- Miyagi quasi sentiva ancora i
conati di vomito dopo tre caffè - Ha delle foto sul cellulare che sono la fine
del mondo!- - Vedi quel cellulare dove glielo ficco se prova anche solo a
mandarle in giro!- ringhiò Mitsui raggiungendoli. - Tanto gliel'avrà già
sequestrato Rukawa, tranquillo.- - Ma se dormiva!- - Insomma, ma si può
sapere che avete fatto?- s'intromise Ayako. Play e guardia si scoccarono
un'occhiata - Diciamo...un'ammucchiata!- La mora non fece in tempo neanche a
chiedersi se non avessero davvero annegato i due soli neuroni che avevano nel
troppo sakè quando arrivarono Hana, Kaede e Raim in macchina, con la signora
Kana. Fu solo grazie alla presenza della madre del do'aho che Yoshikawa non
si mise subito a sbraitare come un ossesso, infatti il vice preside come tutti
gli snob aveva rispetto a priori per i genitori dei suoi studenti che avevano un
lavoro con un reddito al di sopra del suo e la signora Kana, in quanto primario
del Seirin, bastava a fargli chiudere la bocca. Lo stesso era successo con
Kay ma il fratello di Mitchy aveva subito cercato di scollarselo di dosso visto
che era allergico a qualsiasi tipo d'insegnante. Caricati gli ultimi bagagli
e prese le stampelle di Raim, salutarono la madre di Sakuragi e finalmente
salirono sul pulmino. Kaede era dietro alla rossa, moribondo, e tempo di
arrivare in mezzo al corridoio venne salutato dal più cinguettante e stridulo
"Buongiorno senpai Rukawa!"
mai ricevuto. Erano state le kohai della squadra
femminile e Rei e Nobu a fargli quel lavoro, tanto che dovette portarsi le mani
alle tempie. Dio...era l'ultima volta che beveva, era una promessa
solenne. Passò fra mocciose che si sbrodolavano al suo passaggio e quelle più
grandi che se lo mangiavano con gli occhi, poi riuscì a imbroccare uno dei posti
in fondo e ad allungarcisi. Fantastico, due sedili solo per lui. Aveva Akagi
e Kogure a fianco, Ayako dietro di lui mentre negli ultimi cinque posti c'erano
Mitsui che già dormiva probabilmente, vista la visiera del cappellino tirata
sugli occhi, Ryota e Raim che così poteva allungare la gamba sinistra e buttare
le stampelle dove voleva. Le matricole e le riserve sparse un po' ovunque, la
Kanzaki ancora giù dal pullman a salutare il preside con Nanaka alle costole...e
il do'aho naturalmente a piangere come una fontana attaccato alle gambe della
Piattola. - Ma quanto è imbecille...- si schifò Akagi. - Idiota,
aspettiamo tutti te!- gli ricordò Ryota, attaccandosi al finestrino - Haruko
dagli un calcio e fallo volare qua, forza! Oppure digli che ti racconti che ha
fatto ieri sera!- - Tappo sei un bastardo!- strepitò il rossino
inferocito. - Veramente dovreste raccontarla a tutti questa storia.- ghignò
Raim - La kitsune non s'è sprecata molto.- - Tranquilla Kirara, hanno tre
settimane per spiegarcelo.- sibilò sarcasticamente il Gorilla, lanciando
occhiate di fuoco a quei quattro deficienti - Muoviti Sakuragi!- - Arrivo,
arrivo!- sbuffò il Tensai salendo sul pulmino con passo strascicato - Uomo senza
cuore, non sai vuol dire lasciare quel fiorellino di tua sorella per tre
settimane!- - Già, il tanga di stamattina a dimostrarlo.- sussurrò acidamente
Mitsui. - E sta zitto teppista.- rognò Hana, lasciandosi andare sulle gambe
di Rukawa che cacciò una bestemmia, neanche a voce tanto bassa - Allora, si
parte o no?- - Sai che hai una bella faccia tosta?- rognò Ayako - Abbiamo il
volo fra due ore e siamo già in ritardo.- - Ma va? Niente appello come
all'asilo?- frecciò ancora Hisashi. Naturalmente, manco a dirlo, quel
bastardo di Yoshikawa si attaccò niente meno che a un microfono, sfondando il
cervello di quelli che la sera prima avevano alzato troppo il gomito, e si mise
a fare l'elenco dei presenti dal primo anno al quinto. I cestisti erano in
quindici, quella della pallavolo in una ventina. Arrivato ai nomi di Hana e
Kaede il suo tono era diventato una specie di roco mugugno e quando concluse con
Mitsui era diventato un sibilo animalesco. - Ma lo sa che ti sei fatto sua
figlia?- gli chiese Ryota. - Si...almeno credo.- bofonchiò la guardia,
tornando a calarsi la visiera sul naso e ficcandosi le cuffie nelle
orecchie. - Mi sa che non avrai vita facile.- - Credo anche io...ha
perfino chiesto a Kay se prendo delle medicine.- - Si, in effetti avete la
faccia di gente che s'è calata qualcosa.- ridacchiò Ayako davanti a loro. -
Quindi ieri sera brutti cattivi avete fatto festa!- se ne uscì Nanaka col
broncio - Perché Sendoh non me l'ha detto?- - Perché non può permettersi si
avere un figlio a quest'età, chiaro?- fece la guardia ironica. - Hisa sei
perfido!- - Prenditela con gli altri, eravamo solo noi sai? Non c'erano
neanche Raim, Ayako e Junko.- - Ehi volpacchiotto, perché non mi hai
avvisato?- Kaede fece finta di dormire, nascosto letteralmente sotto il
cappuccio della felpa e il resto del tragitto all'aeroporto fu un vero inferno.
Tutti erano ancora abbastanza sonnolenti anche se c'era gente che aveva dormito
qualche ora in più dei titolari della squadra di basket. Comunque gli unici a
far chiasso erano le matricole. Quelli proprio non c'era verso di tenerli
fermi, comprese le mocciose che si lanciavano cd da un sedile all'altro, per non
parlare di quel bastardo di Yoshikawa che gracchiava nel microfono e a momenti
faceva anche schiantare l'autista. Quando arrivarono mancò poco che Akagi,
Junko, l'Aizawa e la Kurata baciassero la terra. Dopo la coda delle faccende
per l'imbarco e tutto il resto, si misero in attesa nella sala d'aspetto e fu lì
che il grande potere di una donna si dimostrò nuovamente e di gran lunga molto
più utile di quattro pugni in faccia. Mitsui, Hana e Raim erano nella
piazzola a sfumazzare con la Kurata e da lì si godevano uno spettacolo non di
tutti i giorni. Kyoko Aizawa stava ampiamente intortando Yoshikawa con le sue
movenze e suo bel faccino. Era bastato spingersi un po' verso di lui con un po'
di seno in bella vista e già si era dimenticato di tutto. Senza contare che
la Kurata era stata una delle sue allieve più brave e che con lui aveva un
minimo di dialogo che, con l'aiuto di qualche colpo di ciglia e qualche moina,
sarebbe servito ai loro scopi. Ovvero la libertà di organizzarsi il ritiro come
volevano. - Già, hai ragione.- le disse Raim fissandolo attentamente -
L'albergo è grande e la tenuta attorno anche di più. Se avessimo sempre lui alle
costole non potremmo fare niente di niente.- - Ho sonniferi abbastanza per
stecchirlo quando voglio.- confabulò Naomi - E Kyoko se lo sta già rigirando per
bene. Spero solo che Hito mi abbia già chiamato il fabbro.- - Il fabbro?-
Hana la guardò senza capire - Cosa significa?- - Ve lo spiego una volta
arrivati.- sorrise la ragazza - E tu Raim? Riposo assoluto spero.- - Ho
ancora qualche graffio e alcuni lividi. Mi basterà un'altra settimana.- rispose
con un leggero ghignetto - Comunque chi si lamenta! Me ne starò a prendere il
sole mentre voi vi allenate in spiaggia. Non chiedo altro.- - Tranquilla, non
sarai sola visto che sua maestà Kanzaki deve cambiarsi i pesi fra qualche
giorno. La terrò buona per due o tre allenamenti, per darle il tempo di
rilassare i muscoli.- disse il capitano della squadra di pallavolo - Ma per
qualche giorno devo comunque occuparmi di sistemare Yoshikawa. Dalla sua stanza
alle nostre e tutto il resto.- - Dovremmo trovargli una donna.- ridacchiò
Mitsui svagatamente - Questo si che ce lo leverebbe dalle balle.- - Mica male
sai, come idea?- se ne uscì la Kurata. Hisashi quasi si strozzò col fumo -
Ehi, stavo scherzando!- - Io no.- sussurrò Naomi - E' vero, con una donna fra
le grinfie andrebbe fuori di testa!- - Ma non è sposato?- chiese Hana
schifatissimo. - Ma va, è divorziato.- - Chi se lo tiene uno così!-
rincarò anche Raim - E' asfissiante. E pure maligno e infido!- Un'ora e mezza
dopo erano all'imbarco, con Hana che come al solito perse il biglietto e lo
ritrovò all'ultimo momento infilato fra i boxer e i jeans. Se ne prese di tutti
i colori e due matricole della Kurata dovettero essere calmate perché avevano
paura di volare quando poi si venne a sapere che c'erano casini con le valigie e
che si sarebbe ritardato il volo di una mezz'oretta. Rukawa ne aveva già
basta. Asserragliato sul divano accanto ai bagni dove Mitsui aveva la testa
infilata sotto al lavandino, sapeva perfettamente che quegli sbattimenti gli
levavano le energie per giorni interi. Almeno fino a quando qualcuno non gli
carezzò dolcemente il viso. La conosceva quella carezza e quel tocco. Afferrò
la mano di Raim, stringendola dolcemente e riaprì gli occhi. - Stanco?-
sussurrò la rossa. - Hn.- La rossa gli toccò la fronte tiepida ma a ben
guardare era stupendo come sempre, anche se era in preda ai postumi della
sbornia. Aveva ancora la mano stretta nella sua quando Kaede dette un colpo
leggero, portandosela vicino. Non l'aveva più sfiorata da quando era stata
coinvolta in quella rissa un mese prima. Non sapeva come ma ce l'aveva fatta e
ora si sentiva tanto assatanato da fare schifo, cosa a lui mai successa. E
poi non era una cosa puramente fisica. Era anche un desiderio di sistemare le
cose. Lui le aveva detto chiaro e tondo cosa provava...ma Raim mai. Erano
ancora lì avvinghiati senza far nulla quando Mitsui aprì la porta,
cadaverico. Li guardò e stranamente non disse nulla. Fortunato Rukawa che
aveva le energie per baccagliare. Un quarto alle undici il volo per Okinawa
era sulle piste. L'aereo decollò dolcemente. - Miseria.- Kogure guardava
fuori dal finestrino, senza quasi crederci - Il preside se le tiene bene davvero
le ragazze se le spedisce sempre a Okinawa in prima classe.- - Bhè,
considerato che gli riempiamo tutti quanti compresi voi la presidenza di trofei
e titoli di campioni nazioni non credo che potrebbe far di meno.- rise l'Aizawa,
seduta nei sedili sul lato sinistro con la Noda, leggendo un giornale. - E
aspettate di vedere l'albergo.- rincarò la Kurata, svaccata comodamente con
Nanaka davanti al sedile di Akagi. - Sarà...ma il meglio sono le palestre.-
sentenziò l'Aizawa seria. - Il Fuggitivo è amico dei gestori dell'albergo.-
spiegò Naomi, sbadigliando - E il padrone è una bravissima persona, ci accoglie
sempre come figlie.- - Chissà se è preparato a trovarsi questa manica di
idioti.- sibilò Akagi, scoccando occhiatacce ai suoi titolari. - Figurati.-
rise il capitano della squadra femminile, divertita - Non te l'ha detto il
preside? Il padrone, Hito, è un ex giocatore di basket. Suo padre era americano
e lui giocava come riserva nei Raptors.- Chi non dormiva dei ragazzi, quasi
rimase senza fiato. Uno dei Raptors? Cazzo! - Dovete vedere che casino fa
ogni anno con le partite di stagione.- aggiunse la Noda, forse la più tranquilla
della squadra - Ha una parabola gigantesca e ci sono sere in cui tutto il paese
raggiunge l'albergo per urlare contro il televisore. Sono sicura che Hito vi
piacerà.- - A questo punto possiamo solo sperare in bene.- sospirò Ayako -
Dai capitano! Al massimo li piazziamo tutti davanti alla tv e vedrai che se ne
staranno buoni!- - Credi che basti quello?- rognò il Gorilla - Pensi in
positivo eh?- - Tanto sono dei rottami, non vedi?- - Due giorni e
scoppieranno di salute.- - Puoi sempre farli bere ogni sera no?- - Col
cazzo!- sbottò Hana più dietro - Io con l'alcool ho smesso!- - L'hai detto
anche al compleanno del Gorilla.- gli rinfacciò Ryota sarcastico. - Ehi
teppista sei vivo?- lo ignorò il Tensai - Te lo sei fregato tu il mio cd del
Coldplay?- - Dorme.- gli disse Junko. - Ce l'ho io Hana.- lo informò
Raim. - Allora tienilo. Lo facevo solo per rompergli le palle.- -
Stronzo.- bofonchiò Mitsui, sonnecchiando. Il volo durò tre ore e quando
atterrarono fu difficile svegliare certi soggetti. Sulla porta dell'aereo venne
investiti dal caldo clima di Okinawa e dovettero mettersi letteralmente in
maglietta. Il sole batteva a picco e infastidiva gli occhi ma il paesaggio
era fantastico. Hana aveva i nonni lì e ci era abituato ma la vista toglieva
comunque il fiato... Raccattate le valigie, Yoshikawa già comandava come un
duce e sbraitava perché chi doveva andare a prenderli ancora non si era
presentato. A dire il vero dovettero aspettare poco perché arrivò un pulmino
bianco tutto scassato a raccattarli con un gentilissimo signore sulla
cinquantina tutto abbronzato con una camicia colorata. Dette il benvenuto,
poi si misero tutti comodi per l'ennesima volta e attesero di arrivare
all'albergo. Le ragazze della Kurata ormai conoscevano bene il posto e
sfruttarono l'oretta di spostamento per riprendersi ma la matricole, di nuovo
allegre come fringuelli, dettero il via a un cicaleccio che avrebbe potuto
spingere qualcuno alla strage. Rukawa si chiedeva come avrebbe potuto sopportare
quel casino per ventun giorni. Un suicidio. Perché quei marmocchi non
tacevano? E perché quelle cretine continuavano a chiedergli cose inutili e a
disturbare il suo sonno eh? Forse era meglio chiedere alla Kurata qualcuno dei
suoi sonniferi. Mancavano pochi minuti all'arrivo e avevano passato alcune
villette bellissime, mille palmeti e la costa era sempre più vicina. Ecco, si
vedeva un albergo bianco con un sacco di vetrate e con tanti fiori rossi. -
E' quello?- chiese a Raim. La rossa distolse lo sguardo dal giornale che
leggeva, sorridendo. - Si, è quello. Fantastico vero?- - Hn.- mica male i
gusti del Fuggitivo! All'improvviso quel pelatino di Yoshikawa richiamò di
nuovo l'attenzione del gruppo, arcigno come sempre. - Colgo al volo
l'occasione per mettere subito in chiaro le cose.- sentenziò, storcendo il naso
- Allora, prima di tutto mi aspetto da voi il decoro richiesto a qualsiasi
studente. Prendete questo viaggio come una gita d'istruzione.- - E' un ritiro
sportivo, pezzo d'idiota.- sibilò Mitsui dal fondo - Piccolo
hobbit del cazzo che non sei altro.- - E per decoro intendo decenza nei
vostri rapporti interpersonali!- aggiunse il professore, alzando la voce - Non
voglio guai in queste settimane, quindi fate attenzione a ciò che fate! Poi
pretendo gentilezza e cortesia verso chi ci ospiterà e ogni settimana
controllerò personalmente l'andamento del carico di compiti e lezioni che i
vostri professori vi hanno affidato. Ma ciò che più ritengo importante è il
rapporto che instaurerete fra le vostre squadre. Tutto chiaro fin qui?- - In
poche parole usate il preservativo no?- La voce dell'Aizawa in sotto fondo
scatenò un coro di ghignate che fece arrossire il vice preside. Alla fine
dovettero dare una sorta di assenso, facendo tutti i bravi bambini e annuendo a
comando, così Yoshikawa riprese - E per concludere, sappiate che il primo che
sgarra dovrà risponderne al preside. Mi aspetto maturità e intelligenza...da
tutti voi.- e puntò i suoi fanali su Hana e Kaede. I due non fecero una piega ma
dentro alla testa avevano una mezza idea di buttarlo giù dal
promontorio. L'albergo si chiamava Summer Inn ed era una specie di
reggia. Di quattro piani, diviso in altre due sezioni oltre a quella
centrale. Tre piscine interne. Con un grande ingresso formato da ampie vetrate e
un giardino apocalittico colmo di palme e oleandri. Dava sul mare e c'era una
spiaggia privata con qualche ombrellone già sparso qua e là. Su una terrazza
qualche ospite e qualche turista. Matricole e i cestisti non poterono che
reprimere un fischio. - Seguitemi.- ordinò Yoshikawa mentre certi strani
soggetti raccoglievano i loro bagagli. Una volta nella hall del cinque
stelle, sembrava di stare al Ritz. - Ecco la nostra bella alcova di piacere.-
sorrise appena la Kanzaki, ferma davanti alla fontana. Mitsui, che le stava a
fianco, le scoccò una breve occhiata rovente. - Non provocarmi o ti ritrovi
stesa in orizzontale all'istante Junko.- Lei ridacchiò rocamente,
stringendogli la mano - Si, certo. Magari quando di sarai tolto quell'aria da
vampiro sull'orlo del collasso, eh?- - Non scherzo.- le sussurrò
nell'orecchio, stringendola forte - Ho intenzione di godermi questa
scampagnata.- - Allora siamo in due.- replicò, fissandolo negli
occhi. Peccato che ci fossero stati troppi occhi indiscreti in giro perché
ora nella testa della guardia frullavano un bel po' di idee che avrebbero fatto
arrossire anche Sendoh. Anche gli altri comunque non erano meno
impressionati. Hana, Rei e Nobu avevano il naso per aria e non stavano fermi un
attimo, Kaede invece aveva subito puntato il suo radar nel salone dove
troneggiava uno schermo piatto a cristalli liquidi grande quando la fiancata di
una Ferrari e sulla terrazza faceva bella mostra di sé il satellite più grosso
che avesse mai visto. Dio, allora quel ritiro non sarebbe stato così devastante
come pensava. - Ben arrivate ragazze!- La squadra di pallavolo si volse
quando una signora sulla quarantina in tailleur chiaro le raggiunse, proprio
mentre Yoshikawa parlava con un tizio altissimo, sui due metri e dieci. -
Signora Ikuko!- le ragazze le volarono addosso, abbracciandola stretta. Mancò
poco che la buttassero per terra ma la donna sembrava molto felice di rivederle
e anche molto espansiva. - Oh, guardate come siete cresciute!- sorrise - Le
mie bambine! Sono così contenta di rivedervi!- - Anche noi signora!- la
Kurata le fece un cenno di saluto - Qui non è cambiato nulla.- - Neanche tu
sei cambiata signorinella!- ridacchiò la proprietaria - Sei diventata una donna
Naomi!- - Oh e io no?- si mise in mezzo l'Aizawa giuliva. - Ma
guardatevi...di nuovo campionesse! Ero sicura che sareste tornate di nuovo col
vostro titolo! E Junko, tesoro!- la Kanzaki venne stretta in una specie di morsa
ma non fece storie, anzi, sorrise - La mia bambolina! Ancora con questi capelli
corti, figliola quando te li farai ricrescere eh?- - Già, ce lo chiediamo
tutti.- ghignò la Kurata. - Shige sarà felice di rivederti.- la signora
guardò maliziosamente la schiacciatrice - Non vedeva l'ora che
arrivaste!- Junko non replicò, limitandosi a stringere le spalle mentre le
sue compagne ridacchiavano. - Buon pomeriggio signora.- le disse anche Raim -
Come sta?- - Kirara.- la donna la guardò da capo a piedi - Speravo che
tornassi anche tu. Allora signorine, ditemi...- e scoccò un sorriso ai ragazzi -
Vedo che quest'anno siete in dolce compagnia.- - Già.- la Kurata indicò il
gruppo dei cestisti - Le presento il club di basket dello Shohoku, campiona
nazionali.- - Molto piacere!- scandirono tutti i coro, quasi facendole un
inchino. - Il piacere è mio ragazzi.- disse la signora Ikuko - E' bello avere
dei giovani qui, spero che vi troverete bene da noi.- - Oh, non c'è dubbio.-
le disse Ayako - E' un posto bellissimo.- - E anche un posto dove regna la
pace.- borbottò una voce alle loro spalle. Tutti si girarono, trovandosi il
gigante con cui aveva parlato Yoshikawa. Hito Ikuko era imponente, sui
quarantasette anni, con alcune rughe attorno al viso e l'aria severa. Due occhi
neri da far paura. Perfino Akagi ebbe la vaga impressione che era meglio non
farlo incazzare. - Buon pomeriggio Hito-san!- cinguettarono le ragazze della
pallavolo. - Buon pomeriggio.- le seguirono i ragazzi, un pelino
spiazzati. - E così quest'anno abbiamo anche esemplari del club di basket
eh?- fece il proprietario. - Già!- rognò Yoshikawa seccato - E le posso
assicurare che non sono docili come le ospiti che conosce da anni. La squadra di
basket del nostro liceo ha sempre dato guai.- A parte corna e coda che
spuntarono un po' a tutti i ragazzi insieme alle fiamme che li attorniavano,
Akagi si fece avanti e fece un rispettoso inchino all'ex giocatore. - Le
prometto che non avrà noie o problemi da noi.- L'uomo gli scoccò un'occhiata obliqua
- Lo spero. Vice preside, per le due squadre abbiamo riservato l'ala turistica.
Siamo fuori stagione e sarà ad intera disposizione dei suoi studenti.- - E'
quella che dà sulla spiaggia.- sorrise la signora Ikuko - C'è una vista
fantastica.- - Ottimo.- scandì Yoshikawa - Forza, prendete i vostri
bagagli!- Mentre passavano, la Kurata passò sotto il naso di Hito Ikuko e
Hana stranamente credette di averlo visto strizzarle l'occhio, ma forse se l'era
solo sognato. Quel tizio sembrava uno delle SS! Raggiunsero lo stabile a
destra di quello centrale dell'albergo e in effetti era una sistemazione
eccezionale. Le loro stanze erano divise su due piani, il primo e il secondo
che dovettero raggiungere con l'ascensore e avevano una specie di sala comune
dove potevano riunirsi davanti a una tv. Yoshikawa avrebbe dormito con loro,
al primo piano ma fuori dal loro corridoio, per controllarli. O almeno così
aveva detto. - Bene.- sentenziò il pelatino - Lascio ai capitani il compito
di dividervi...con intelligenza!- aggiunse poi, sempre più insopportabile - La
mia camera è qua vicino, appena vi sarete sistemati voglio avere le divisioni,
chiaro?- - Ma certo.- dissero la Kurata e Akagi. - Non si preoccupi.- gli
disse Hito Ikuko - Me ne occuperò io.- Appena il vice preside bastardo se ne
fu andato fuori dai piedi, ci fu una specie di cambio di personalità. Un
attimo di silenzio e...le ragazze saltarono letteralmente al collo del padrone
che perse la sua smorfia insofferente. Il suo grugno si piegò in un sorriso e le
abbracciò tutte. - Ma che è, ha la sindrome di Mister Hyde?- sussurrò
Hana. - Bhò,- mugugnò Ryota mezzo sconvolto - comunque è molto meglio
così!- Infatti il colosso salutò le ragazze una a una, poi si rivolse a
loro. - Scusate ma Naomi mi aveva avvisato che il vostro vice preside è
particolarmente rigido. Fate come se foste a casa vostra.- Ora lo baciavano
davvero. Hana e Miyagi avevano già le stelline negli occhi. Lo adoravano! -
Stia tranquillo, non daremo guai. Yoshikawa esagerava.- gli disse Akagi. - Si
ma siete comunque ragazzi.- ghignò il padrone con aria complice - Non suore, o
almeno spero!- - Già mi piace.- sussurrò Miyagi. - A chi lo dici senpai.-
tubò Rei. - Bene, ecco i pass.- Hito Ikuko mollò una ventina di schede
magnetiche alla Kurata e al Gorilla - Dividetevi come volete. Alcune camere
hanno dei letti matrimoniali, ma sono comunque camere con due letti, nessuna da
tre e se volete i futon sono nell'armadio. Riposatevi e fatevi due passi, ci
rivediamo a cena.- - Grazie mille Hito-san!- dissero tutti in coro. - Ah,
Naomi!- le disse, prima di andarsene - Yoshikawa ha una chiave universale che
entra in ognuna delle vostre serrature sotto la porta delle schede, l'ha
richiesta per controllarvi e chiudervi dentro la notte. Il fabbro ti aspetta
stasera verso le undici.- - Fantastico Hito!- replicò giuliva - Sei un amico!
Ci vediamo più tardi!- Un minuto per raccapezzarsi e svaccarsi seduti in
corridoio per aspettare le disposizioni e poi i capitano iniziarono a
rastrellare. Iniziò prima la Kurata, tirando fuori il figlio spiegazzato su cui
aveva appuntato i nomi. Partì dalle matricole per salire alle titolari. -
Watanabe e Asuka Asari nella 203, Endo e Sato nella 204, Oshima e Sawanoguchi
nella 207, Michiru e Morishita nella 208.- e lanciò le tessere alle interessate
- Al piano di sopra Kyoko e Akane nella 212,- sentenziò mentre la Noda e
l'Aizawa filavano sulle scale - Nanaka tu sei con Mizuha Maeda qua sotto nella
206.- - Ehi, un attimo.- Junko era rimasta gelata - E io dove vado?- - Con
me al piano di sopra.- le disse la Kurata con aria angelica - Non ti va
bene?- La Kanzaki a momenti svenne addosso a Mitsui. - Ma neanche
morta!- - Preferisci andare con Nanaka?- replicò Naomi perfidamente. -
Dammi quella tessera!- ringhiò, filando via come un treno, inferocita. -
Perfetto, noi abbiamo finito.- sorrise il capitano - Se avete bisogno sporgetevi
dal balcone, tanto siamo sopra di voi! Ci vediamo in giro o a cena, ok?- e se ne
andò lasciando a tutti la sicura sensazione che la Kanzaki avrebbe avuto pane
per i suoi denti per tutto il ritiro. - Bene.- Akagi si volse verso i suoi
allegrissimi compagni. Tutti dei moribondi. - Ayako e Raim nella 195.- e
facendo piangere Miyagi come una fontana spedì le due manager nella parte
sinistra del corridoio dove c'erano le altre ragazze della pallavolo -
Poi...Ishii e Kakuta qua nella 192, Yasuda e Shiozaki in quella a fianco. Rei e
Nobu nella 194 e vedete di non far subito casino!- li ammonì, visto come
schizzavano via - Se vi sento giocare coi videogiochi in piena notte arrivo e vi
sego le gambe, chiaro?- - Chiaro Gor...capitano!- si corressero, scappando a
gambe levate. - Cretini! ...Infine...Mahiro e Seiichi nella 193. E ora arriviamo a
noi.- appallottolò il foglio, incrociando le braccia e inquadrando i cinque
rimasti. Mitsui lo guardava svagato, Rukawa a momenti dormiva con gli occhi
aperti e le facce angeliche di quegli altri due gli facevano formicolare le
mani, ma doveva trattenersi. - Io non posso crederci...- iniziò - Io non
voglio e non posso pensare di dovervi mettere in camera insieme ma sono
costretto per forza di cose a fare una scelta.- Takenori storse la bocca - Mi
sono scervellato e non ho risolto un bel niente. Se metto Mitsui e Sakuragi
insieme rischio che l'albergo sprofondi mentre se metto nella stessa stanza voi
due...- e indicò sempre Hisashi ma stavolta con Kaede - ..rischio che vi caliate
chissà quale pasta e mi diventiate ancora più rincoglioniti di quello che già
siete. Quindi, onde evitare imprevisti, la soluzione è una sola.- La guardia
e l'ala piccola, non avendo capito nulla, si guardarono. - Hai dietro delle
paste?- bofonchiò Mitsui. La volpe alzò le spalle - Tu?- - Fate silenzio,
imbecilli!- sbottò il Gorilla. - Eddai Takenori, non sono mica animali in
fondo.- rise istericamente Kogure. - Grazie tante.- frecciò Hana - Allora
Gori? Dai che voglio farmi una doccia!- - Tenete!- sbraitò - Mitsui e Miyagi
nella 200, Rukawa e Sakuragi nella 201. Io e Kogure saremo qua davanti nella 199
con Raim e Ayako, quindi vedete di non far casino, chiaro? Specialmente voi
due!- ordinò cavernoso, fulminando con gli occhi Hana e Kaede - Se sento un
fiato vengo e vi faccio passare la voglia. Cercate di controllarvi!- -
Tranquillo capitano.- borbottò Ryota con un mezzo sorriso - Non abbiamo bombe
nelle valigie!- - Già.- ridacchiò anche Hana andandosene - Ehi Mitchy, il
fumo ce l'hai tu vero?- - SPARITE!- Se ne andarono tutti in un coro di
ghignatine, tanto ormai erano in quel posto da favola. Tanto valeva
approfittarne no? - Speriamo bene.- sbuffò il Gorilla, chiudendosi in camera
col quattrocchi. Quando Hana aprì la porta però, smise si ridacchiare.
Perfino Kaede si svegliò un tantinello. La stanza era spettacolare, luminosa,
con una grande porta finestra che dava su un bel balcone. La spiaggia era poco
lontana e c'era davvero una vista bellissima, come aveva detto loro la
proprietaria. Un letto matrimoniale gigante, minibar, una piccola tv e
lettore, bagno stratosferico e tutto lo spazio necessario per farci stare
comodamente tre baracchini di ramen coi loro clienti. - Vacca bastarda.-
alitò il rossino, mollando borsone e valigia in un angolo - Hai visto che roba
Kit?- - Ehi gente!- Qualcuno li richiamò da fuori e il Tensai corse sul
balcone. C'era Miyagi, mezzo sconvolto, oltre la balaustra che distava appena
mezzo metro dalla loro. - Oh ma avete visto?- ridacchiò il tappo - Questo
ritiro non sarà poi così massacrante sapete?- - A chi lo dici!- Sakuragi
guardò in su - Mamma mia! Questo posto è veramente una favola. Quando vengo dai
miei nonni ne vedo tanti di alberghi così ma questo è bestiale! Kitsune! Vieni a
...ma tu guarda!- Hana scosse il capo, vedendo che Rukawa si era appena svaccato
a letto. Appoggiata la testa, si era già impiombato. - Deficiente.-
sibilò. - Oh, non è l'unico.- fece Ryota con un sospiro - Hisa ha mollato le
valige, s'è lavato la faccia e messo sul materasso per lungo. Non hanno proprio
il fisico!- - Eh, mica sono dei geni come me!- - Ma vai va!- Per tutto
il pomeriggio, a differenza delle previsioni di Akagi, nessuno fece chiasso. Le
matricole se ne andarono a spasso senza far danni, mentre i suoi cavalli da
combattimento praticamente neanche uscirono dalla loro stanze. Dovevano
averci dato dentro parecchio per addormentarsi come pere alle due e svegliarsi
alle sette ma se non altro anche il Gorilla poté tirare il fiato. La cena era
alle otto e mezza e i primi cominciarono a trovarsi nella saletta o davanti agli
ascensori. Junko fu una delle prima a scendere, appunto per levarsi dalle
scatole la Kurata, e trovò anche Raim. La rossa le sorrise, vedendola
arrivare in jeans e maglietta smanicata. - Ehi...senpai ti sei
riposata?- - Si, abbastanza mentre sua maestà sistemava la sua armatura da
combattimento e disseminava le sue cose per tutta la camera.- rognò cupa - E tu?
Dormito?- - Due orette.- rispose Raim - Hai visto Shige in giro?- - No,
sarà a pescare.- borbottò la Kanzaki incurante. - Gliel'hai detto a
Mitchy?- - Non ancora.- Junko schiacciò il pulsante dell'ascensore - Ma non
gli ho mai promesso niente.- - Si, lo so.- - Credi dovrei
dirglielo?- Raim sogghignò - In fondo è Shige ad essere innamorato di te, no?
E poi è una persona gentile e riservata, non direbbe niente in sua
presenza.- - Si, è vero. Ci sono ancora uomini decenti al mondo.- frecciò la
schiacciatrice mentre le porte si aprivano - Andiamo.- Chiuse nell'ascensore,
Junko teneva lo sguardo basso, pensosa. - Ma non ti piaceva neanche un po'?-
le chiese Raim con un sorriso - In fondo è molto carino.- - Già.- la Kanzaki
però sembrava non curarsi della cosa - L'hanno scorso mi ha fatto promettere che
quest'anno gli avrei dato una risposta. Il problema è che è molto sensibile e
poi con queste cose non ci so fare.- - Figurati!- - Guarda che è
vero...- La rossa la guardò attentamente - Forse è meglio se gli dici subito
la verità.- - Già. Domani mattina andrò a cercarlo in spiaggia.- - Sempre
con la canna in spalla eh?- rise l'altra divertita. - Lascia stare.- si
aprirono le porte e cominciarono a bighellonare nei corridoi dell'hotel.
Guardandosi in giro si vedevano alcuni soggetti parecchio strani, tipo uomini
d'affari sulla sessantina con attaccate al braccio ragazze che a momenti avevano
quarant'anni meno di loro, compagnie di americani e delle donne sole. Per il
momento poche famiglie e pochi bambini. Salutarono la signora Ikuko e
andarono in terrazza, a sedersi a uno dei bianchi tavolini davanti ai
dondoli. C'erano dei matti che facevano il bagno al buio... - Allora? Come
sta il ginocchio?- Raim si massaggiò la rotula con un mesto sorriso, sentendo
qualche leggero dolorino. - A dire il vero posso camminare tranquilla ma dopo
un'oretta mi devo fermare. Non credo che potrò venire a fare molti giri con voi.
Per il resto va abbastanza bene...ho dei lividi sui fianchi e sulla gamba,
mentre i punti sulla scapola non si vedono più. Le cure hanno fatto il loro
effetto.- La Kanzaki la guardò un po' scettica - Diciamo che è Rukawa ad aver
fatto effetto. Ti conosco, non ti ricordi di prendere lo spray per la gola
neanche quando ce l'hai in fiamme.- - Bhè, in effetti mi ha aiutato molto.-
ammise la manager del club di basket, imbarazzata - Ho passato le prime due
settimane in braccio a lui, per spostarmi da una stanza all'altra.- Junko
alzò un sopracciglio. Ora la sua espressione stava mutando...in malizia. - Dì
un po'...quando la finirai di fare la dura eh?- - Senti chi parla senpai.- la
prese in giro Raim - Mitchy a momenti ha dovuto mettersi in ginocchio per
te!- - Che centra, s'è ripassato mezzo Shohoku!- - Resta comunque il fatto
che tu la corda l'hai tirata per mesi interi!- - Si ma Hisashi non è
Rukawa.- - No, questo è vero.- La schiacciatrice osservò attentamente la
sua kohai, pensosa. - Raim...che aspetti? Guarda che non sarà così in
eterno.- La rossa si morse le labbra, guardando altrove. Non ci voleva
pensare. Sapeva che Rukawa se ne sarebbe andato ma non poteva nemmeno
dimenticare quello che aveva fatto passare dicembre, gettandola nella
disperazione più nera con poche parole. - Non è il mio ragazzo.- si limitò a
dire - Può fare quello che vuole.- - Bella risposta. E adesso vorrei la
verità.- - E' quella verità.- - Le balle le racconto meglio di te.- Junko
tacque, mentre un cameriere di Hito portava loro due aperitivi da parte del
proprietario. Ringraziarono e Raim si portò il bicchiere di liquido fruttato
alle labbra. - Mi ha detto che mi ama.- sussurrò. - Terrificante.- frecciò
ironica la Kanzaki. - Non scherzare senpai. Lo conosci bene. Non è il tipo di
persona che sa stare con qualcun altro.- - Secondo me invece è il
contrario.- Raim sollevò lo sguardo, stupita. - Che intendi?- - Guarda
e pensa alla sua vita. Quando ama qualcosa, gli regala una dedizione totale.-
rispose la schiacciatrice, addentando un'oliva - Non ha mai filato di striscio
nessuna ragazza a scuola, praticamente vede solo te e ha quasi minacciato di
morte cruenta la Mihazawa. Che vuoi di più? Una dichiarazione scritta?- - Tu
la fai semplice.- - E' semplice.- rise Junko - Non lo vedi? Non lo capisci?
Io c'ero quel giorno in bagno, è mancato poco davvero che alzasse le mani su
quella deficiente per quello che ti aveva fatto.- - Senso di colpa.- -
Kirara vuoi un ceffone?- La rossa cominciò a ridere - Voi due non mi piacete.
Mitchy dice che fate sempre fronte comune.- - Solo perché sta zitto non
significa che non parli.- - E con questo che vuoi dire?- - Voglio dire che
ti guarda e non vedrebbe un treno che sta per schiacciarlo, ecco cosa!- sbuffò
la sua senpai esasperata - Insomma ma sei cieca? Che avete fatto in questo mese
di convivenza eh? Non vi siete mai più toccati?- Raim stavolta ebbe la
decenza di arrossire, grattandosi il capo. - Bhè...a parte tutti i porno di
Sendoh non è che abbiamo potuto fare granché.- - Oddio...- - Cioè...ce
l'avevo sempre vicino, sto quasi sempre abbracciata a lui ed è sempre premuroso,
senza naturalmente sprecarsi ad usare il fiato per dirmi due parole in croce
ma...ecco, sono ancora piena di lividi...diciamo che non mi sento molto a mio
agio a farmi toccare più del dovuto.- - Ma quanto sei scema. E queste cose
gliele hai detto almeno?- - E che gli dico? "Tesoro, scusa ma stasera ti
toccherà andare in bianco perché un clan di yankee mi ha ridotta peggio del
previsto?" Non è narcisismo...solo che non mi sento ancora guarita, ecco
tutto.- - Quante palle...tutte scuse per tenerlo sulla graticola.- - Bhè,
se lo merita.- - Quando ti ci metti sei veramente testarda. Comunque sta
attenta tesoro, scendendo dal secondo piano ho preso la senpai Aizawa ad
affilarsi gli artigli, per non parlare delle matricole e di Asuka. Non so come
farà a sopravvivere per tre settimane, poveretto.- - Fossi in te io mi
preoccuperei di più per Mitchy.- la rimbeccò la manager - La senpai Aizawa e lui
si sono presi e mollati per tutto il secondo anno, quando era ancora un
teppista. Lo sapevi no?- - Si...ma non credo abbiano mai parlato molto sai?-
ghignò la Kanzaki - Quando le ho detto con chi stavo a momenti neanche a capito
di chi parlavo. Penso che si ricorderebbe all'istante di lui però se si
abbassasse i boxer.- - Oh e adesso chi è la cattiva?- Scoppiarono a
ridere, poi cominciarono ad arrivare le loro compagne e la discussione si chiuse
lì ma Raim continuò a ripensare alle parole della sua senpai. Stava tirando la
corda, era vero. Kaede non l'avrebbe aspettata in eterno. Negli ultimi
tempi aveva cercato spesso il contatto ma lei l'aveva rifiutato Si era
dimostrato paziente, comprensivo. Ma ora non sapeva più cosa fare. - Ehi,
fusti a ore nove!- Kyoko Aizawa aveva appena indicato alle sue amiche una
mandria di cinque americani che tornavano dalla spiaggia, avvolti negli
asciugamani. Erano ben piazzati e attaccarono subito bottone, tra l'altro senza
sapere una parola di giapponese. Uno in particolare, biondo e con due occhi
azzurri da favola, si era subito appiccicato a loro come un cozza. - Ragazze
questo è mio.- scandì subito l'Aizawa, senza un minimo di pudore. - Ma
senpai!- sbottò Asuka, mezza sconvolta. - Ma che ti frega, tanto non capisce
niente!- ridacchiò l'altra e allora anche Junko, Nanaka e Raim si lasciarono
andare all'ilarità della situazione, anche se fu comunque la rossa alla fine a
dover parlare con quei cinque svampiti. Loro si dimostrarono stupiti e
contentissimi di trovare una ragazza di Los Angels e alla fine praticamente
ciarlarono del più e del meno, dicendo a Raim che arrivavano dalla Florida per
le onde di Okinawa che si sviluppavano in quella stagione insieme alle ultime
tempeste primaverili. Quando seppero che sarebbero rimaste lì per tre settimane
erano ormai in pieno giubilo. - Non so te ma ho l'impressione che mi
divertirò da matti.- cinguettò l'Aizawa, seduta accanto alla Kanzaki. - Fa
pure, te li cedo tutti.- bofonchiò Junko stanca - Uno mi tiene più che
occupata.- - A proposito...dov'è il tuo bell'uomo?- chiese Kyoko - Quando
sono scesa c'era Yoshikawa che stava sbandierando vendetta verso di lui ai
quattro venti. Ma che gli ha fatto?- - S'è rimorchiato sua figlia.- la
informò Nanaka con aria serafica. - Intendi Nojiko?- la Noda fece una mezza
smorfia - Quanto tempo fa?- - L'anno scorso credo, perché?- - Ah ecco,
l'anno scorso era ancora carina. Adesso s'è data al punk.- - Cresta viola?-
ghignò Junko. - Piercing. E non ti dico dove.- - Ahi...- l'Aizawa
rabbrividì - Quel posto è sacro e intoccabile.- - Oh, grazie per la dritta
senpai.- ironizzò la Kanzaki sarcastica - Questa mi mancava.- - Gente, ci
hanno chiesto se domani mattina vogliamo andare con loro in spiaggia.-
s'intromise momentaneamente Raim - Vogliono insegnarci a stare sulle
tavole.- - Domani?- Akane Noda fece mente locale - Di solito Naomi ci lascia
il giorno libero appena arrivate.- - Anche perché sono stanchissima, non
riuscirei a fare nulla.- disse Nanaka - Il viaggio è stato allucinante,
nonostante la dormita di oggi pomeriggio.- - Per me va bene!- cinguettò
l'Aizawa in inglese - Siamo a vostra disposizione!- I cinque porci
ridacchiarono e alla fine se ne andarono via nei loro asciugamani e con le loro
dannate tavole, peccato che sulla porta d'ingresso inciamparono su Akagi e il
signor Hito. Filarono via alla velocità della luce e così entrarono tutti per
cenare. - Avete già rimorchiato eh?- le apostrofò Ayako quando arrivarono
nella sala da pranzo che poteva contenere circa duecento per persone - Siete
incredibili ragazze.- - Già, senza contare che se vi pesco fiacche in campo
vi butto a mare senza tante storie.- sibilò la Kurata apparendo alle spalle
delle sue compagne - Capito Kyoko?- - Perché lo dici a me scusa?- ghignò
maliziosamente l'Aizawa - Io, così dolce e fragile!- - Se, come no.- la zittì
Naomi - Dei surfisti me ne parlate più tardi, adesso mettetevi a tavola. Akane,
le gocce?- La Noda si picchiò sulla tasca dei jeans, strizzandole l'occhio,
poi arrivarono anche i ragazzi. Le matricole erano chiassosissime, quindi i
capitani li sbatterono tutti nel fondo del tavolo mentre arrivava anche
Yoshikawa. Fortunatamente Hito e la signora Ikuko per quella sera avrebbero
cenato con loro o col vice preside fra i maroni non ne sarebbero usciti
vivi. Hana comunque, che stava a metà con Mitsui su un lato, Ryota dall'altro
e Kaede davanti, cominciò a notare movimenti sospetti verso il pelatino più o
meno a metà cena. L'Aizawa era carina, una bomba sexy, non poteva negarlo, e
stava particolarmente attenta a distogliere sempre l'attenzione di Yoshikawa dal
piatto e dall'acqua. Il porco naturalmente le sbirciava nella scollatura come un
marpione e questo dava tutto il tempo alla Kurata di mettere in atto le sue
manovre. Erano al caffè quando il Tensai capì che gli stavano infilando del
sonnifero in gocce nel sakè. - Quante gliene hanno già messe?- bofonchiò
Mitsui, senza alzare gli occhi dal dolce. - Ho provato a contare. Direi una
ventina.- replicò Sakuragi - Ma che roba è? Forte? - Non credo.
Se fosse Demerol intanto sarebbe già secco adesso con la faccia nella torta di
panna.- - Neanche hai tutti i torti.- considerò l'ala grande - Basterà
scoprire il dosaggio giusto comunque.- - E già, così finiremo sui giornali
come la comitiva sportiva che ha mandato il vice preside della loro scuola a
disintossicarsi in un centro per drogati dai sonniferi dell'erborista.- sibilò
il volpino acidamente. - Meglio a disintossicarsi che fra le palle Kit.-
- Do'aho. Basta che non ci resti secco perché poi lo rianimi tu
quello.- - Col cavolo, che schiatti!- - Volete lasciar perdere?- rise
Ayako, finendosi la sua tazza di caffè - Le ragazze ci sanno fare con queste
cose.- - E' questo che mi preoccupa.- le disse Miyagi. - Figurati, secondo
me ci faremo due risate in questo ritiro.- Terminata la cena, erano ormai le
dieci e Yoshikawa sembrava leggermente brillo anche se non aveva bevuto che un
goccio di sakè. Prese un attimo la parola la Kurata, in piedi insieme ad
Akagi. - Prima che inizi il coprifuoco...- bofonchiò sarcastica, visto che il
vice preside li avrebbe chiusi tutti dentro alle loro camera di lì a cinque
minuti -...ripeto un attimo il programma di questi ventun giorni. Dunque, domani
vi lascio un giorno libero per riprendervi dal viaggio ma verso le sei porteremo
la squadra di basket alla palestra della scuola superiore di Ikuwata, a pochi
passi dall'albergo e se avremo tempo faremo una partitella. Da mercoledì
l'orario sarà come quello degli anni passati. Colazione alle otto, due ore di
allenamento, poi farete i compiti scolastici che vi sono stati assegnati fino
all'una. Due ore per il pranzo, quindi di nuovo in palestra fino alle sette. Il
sabato e la domenica siete libere di andare dove vi pare ma che le matricole
stiano appresso alle senpai per qualche giorno, affinché non si perdano e poche
storie!- aggiunse, scoccando un'occhiataccia a Junko e Kyoko - Il vice preside
controllerà i nostri compiti ogni fine settimana. Se non saranno fatti non
potrete uscire, tutto chiaro?- Le ragazze non replicarono, ben sapendo che
aveva in mente il loro capitano. Toccò ad Akagi e il programma era più o meno
lo stesso. Due ore di allenamento in spiaggia la mattina, compiti, pranzo e poi
massacro fino alle sette di sera. - Sabato e domenica liberi. E niente cazzate.- concluse
minaccioso - Domande? Possibilmente intelligenti.- ma visto che nessuno dei suoi
provò ad aprire bocca, ritenne conclusa la faccenda. La signora Ikuko stava
intrattenendo il vice preside quando la Kurata li bloccò tutti nella saletta
riunioni del loro piano. - Per stasera fatevi chiudere tutti in camera,
d'accordo?- sussurrò a bassa voce - Yoshikawa userà la sua chiave, quindi
dovrete per forza restare in camera ma da domani sera potrete andare dove
vorrete, tranquilli.- - Senti ma mi spieghi che vuoi fare?- le chiese Mitsui
perplesso, spiando il pelatino con la coda dell'occhio - E' anche mezzo
barcollante...- - Già, tra un po' dovrebbe fare effetto il sonnifero.- ghignò
la ragazza - Datemi retta. Fatevi una dormita e lasciate tutto a me! Ah, se
sentite un tonfo dalla camera del vecchio non preoccupatevi! Crollerà dove gli
capita! Notte!- Era proprio quel "Non preoccupatevi!" che impensieriva di più
Akagi. Stava cominciando a temere che quelle matte l'avrebbero stecchito sul
serio il pelatino, non che gli dispiacesse visto che aveva subito dimostrato di
voler rendere quel ritiro una specie di viaggio all'inferno, ma un omicidio sul
suo curriculum sportivo non sarebbe stato proprio il massimo. Mah, poteva
solo sperare che la Kurata non avesse in mente nulla di troppo pericoloso! -
Ehi capitano...- Ayako lo richiamò a bassa voce prima di andarsene - Ti ricordi
che giorno è sabato, vero?- Il Gorilla sbatté gli occhi, senza capire. -
No, che giorno è?- - Il 1 aprile.- - E allora?- Ayako fece un cenno col
capo, indicando il Tensai - E' nata una scimmia quel giorno!- Oddio! Il
compleanno di quell'imbecille! Diciotto anni! E avrebbero anche dovuto
festeggiare! Quello si che era un altro problema!
- Oh
coso...- Kaede non alzò neanche la testa dal cuscino, sentendo Hana arrivare
vicino al letto. Yoshikawa li aveva chiusi dentro a chiave da circa un'ora,
manco fossero stati in un campo di concentramento e aveva appena avverato una
delle più grandi paure del Gorilla. Rukawa e Sakuragi, diciotto anni a testa,
un cervello in due, volpe e scimmia, chiusi in una stanza. Per tre settimane.
Un incubo. - Oh, coso parlo con te!- - Hn.- - Non penserai di dormire
sulla sinistra vero? La voglio io!- La kitsune cominciò ad irritarsi, senza
dimostrarlo come al solito. - Sparisci.- Hana serrò i denti - Non posso
credere di dover stare chiuso qua dentro con un sorbetto muto, io do di
matto!- - Datti fuoco invece.- - Senti...maledetto pezzo
dell'era glaciale rimasto indenne al disgelo...- attaccò il rossino - Non fare tanto la
prima donna perché potrò renderti le notti insopportabili, sappilo! Non ti farò
chiudere occhio!- Rukawa stavolta aprì una palpebra. Lo guardò di sbieco, poi
la richiuse. - Grazie per l'avance ma non sei il mio tipo do'aho.- - Ma
va' a...- Hana si zittì di colpo. La sua bocca assunse una forma
circolare. Rukawa riaprì gli occhi giusto in tempo per girarsi verso la
terrazza e...vedere una lunga corda fatta con delle lenzuola annodate cadere
oltre il loro parapetto. Scese qualcuno e due belle gambe sottili penzolarono
nell'aria. Un attimo dopo Naomi Kurata camminava sulla ringhiera della loro
terrazza. Pantaloncini di jeans sfilacciati, maglietta nera, scalza, guanti
di gomma. Una bandana nera a coprile i lunghi capelli. Si accorse di loro
e fece ciao-ciao con la mano, poi continuò a camminare sulla ringhiera. Saltò
sull'altro balcone a fianco del loro, dove Mitsui si stava fumando una sigaretta
sdraiato sul dondolo. Quando la vide, quasi non riuscì ad aprire bocca. Pure
Miyagi mise la testa fuori, allibito. La ragazza fece cenno loro di tacere,
sogghignando, poi proseguì per la sua strada. - Ma che fa?- sussurrò Hana,
rivolto alla guardia e al play. - E che ne so...non è che si ammazza? Siamo
al primo piano, può rompersi qualcosa!- disse Ryota. Tutti e quattro a
guardare come vecchiette pettegole, videro la Kurata camminare facilmente fino
all'ultimo terrazza del loro muro. Quello della camera del vice
preside. Tutto era buio e la ragazza sbirciò un paio di volte prima di
scendere sul balcone. Quando fu sicura saltò dentro, estraendo dai capelli
una lunga forcina. Trafficò un po' contro la porta finestra e alla fine, in
un silenzio quasi sacrale dei cestisti a cui si era unito anche Rukawa, entrò
nella stanza del pelatino. Uno, due minuti, poi riuscì all'aria aperta. I
ragazzi avevano perso anni di vita quando ce l'aveva vista entrare ma ora che
era uscita sembrava avere fra le grinfie qualcosa. Li salutò di nuovo, sempre
senza emettere suoni, e agitò qualcosa di lucente per aria. La chiave! Quella
che il vice preside aveva usato per chiuderli dentro! - Brava ragazza.-
sogghignò Hisashi. La videro attaccarsi a una grondaia e poi sgattaiolare nel
giardino facilmente. Era proprio un'ottima ladra. A gesti fece capire che
sarebbe tornata di lì a poco, quindi sparì nel buio. - Ecco perché le serviva
il fabbro.- bofonchiò Hana all'improvviso. - Fabbro?- Miyagi alzò un
sopracciglio - Va da un fabbro?- - Per farsi fare i duplicati.- gli chiarì
Hisashi - E' sveglia la Kurata!- - Se ci fa uscire davvero da questa gabbia è
una grande.- scandì il Tensai - Anche perché a stare qua dentro c'è da uscirci
scemi!- - Do'aho...chiuditi in gabbia.- - Sparati Kit! Ehi Mitchy, dammi
una siga, qua la kitsune si sta dimostrando priva di attrattive.- - Te l'ho
detto. Non sei il mio tipo.- sibilò Kaede, tornandosene dentro. - Pezzo di
deficiente!- gli urlò dietro Sakuragi - Il Tensai non ha bisogno di andare a
rimorchiare anche gli uomini!- - E già, sei già pieno di donne eh?- Miyagi
scosse il capo, andando via - Ma fammi il favore!- - Piuttosto ebete...-
Hisashi gli accese la sigaretta, facendo schioccare l'accendino - Mi fai vedere
quelle cazzo di foto di stamattina o no?- Il rossino esibì un ghigno
perverso, tirando fuori il cellulare dalla tasca dei jeans. Un attimo dopo e
la guardia guardava a distanza di sicurezza, visto che Hana era sicuro che
quello sarebbe stato capacissimo di gettargli il telefonino giù dalla terrazza,
la galleria di foto dell'ala grande. Quel bastardo aveva scattato una ventina
di foto e tutte a velocità supersonica. Certo che ora che guardava meglio
quelle pose erano davvero indecenti! Fra Rukawa che dormiva sulla sua pancia
e Akira che lo schiacciava sul cuscino, c'era ben poco da ridere! Che figura
di merda, Dio! - Tu comunque avevi un tanga in testa!- gli ricordò
velenoso. - E tu eri in un letto con quattro uomini, chi è il più pervertito
eh?- - Sendoh.- - Ma lascia in pace Aki.- ridacchiò il Tensai, dando una
boccata di fumo - Allora teppista, che te ne pare dell'albergo? Ti prego usa la
laringe, ho bisogno di sentire voci umane!- - Di che ti lamenti, io ho il
tappo che non sta fermo un secondo!- - Ehi Hisa, una vagonata di cazzi tuoi
mai eh?- borbottò Miyagi da dentro. - In compenso ha un orecchio da paura.-
frecciò la guardia, ridendo - No, scherzi a parte, il posto è molto bello.- -
Te la sei vista la palestra?- ghignò il rossino - E' una favola. Raim mi ha
detto che c'è una sauna e un bagno turco in questa parte dell'hotel.- - Già,
potremmo anche farci un giro domani, visto che il Gori ci ha lasciato il
giornata libera.- - Chissà che gli prende, si addolcisce tutto di
colpo...- - Ha solo capito che non deve farsi venire un esaurimento nervoso
prima del tempo.- concluse saggiamente Mitsui, spegnendo la sigaretta nel
portacenere - Che ore fai?- - Quasi mezzanotte.- disse Hana, guardandosi
l'orologio - Forse è meglio andare a nanna.- - Già, tanto la Kurata rientrerà
dalla porta stavolta.- la guardia si mise in piedi, la schiena a pezzi - Ormai
ha le chiavi e il pelatino è bello che addormentato! Se va avanti così sabato
potremo tornare direttamente la mattina!- - Già e il Gorilla dove lo metti?-
chiese Miyagi, intromettendosi momentaneamente. - Possiamo sempre
addormentarlo!- ridacchiò Hana, andandosene alla portafinestra. - Se, certo!
Così quando se ne accorge ci uccide tutti e quattro, Rukawa compreso!- - Sai
che perdita!- E la prima notte ad Okinawa si concluse così: asserragliati in
camera, con la Kurata a spasso per le officine dei fabbri, Takenori Akagi
attaccato al tubetto dei calmanti e volpe e scimmia a litigare per la sponda di
un letto. Decisamente sarebbe stato un ritiro moltooo divertente...
Volevo ringraziare Zena e
Saretta per la mega recensione in posta e, visto che non l'hanno chiesto solo
loro, vi lascio il mio indirizzo MSN denny-axia@hotmail.it così la batto
in gran carriera, lavorare stanca più del previsto. E dovrei anche dare un
bell'esame fra dieci giorni. La vita fa schifo ragazzi! A presto!
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Capitolo 23 *** Vince chi Resiste! ***
"Now i can't sing
a love song Like the way it's meant to be Well, i guess i'm not that good
anymore But baby, that's just me
And i will love you, baby…
always And i'll be there forever and a day… always I'll be there till the
stars don't shine Till the heavens burst and The words don't rhyme And
i know when i die, you'll be on my mind And i'll love you…
always…"
La canzone d’amore di Bon Jovi che aveva scaldato
il cuore di migliaia di fan scorreva limpida dagli auricolari di Junko Kanzaki.
La schiacciatrice dello Shohoku correva a perdifiato nella pista privata del
Summer Inn, in top e pantaloncini neri. Gli auricolari del lettore mp3
dondolavano ad ogni sua falcata elegante e incisiva, il suo fiato era regolare e
denso. Correva da mezz’ora, però era già stanca. Dovette fermarsi al suo
decimo giro, esausta. Si appoggiò con le mani alle cosce, piegandosi in
avanti. Dannati pesi. Rialzò lo sguardo, cercando una fontana nei
dintorni. Quando la raggiunse vi mise sotto anche la testa, scrollandola per
bene come un ragazzo. Le goccioline le scivolarono sul collo e sulle spalle,
mentre si dissetava. Toltasi anche gli occhiali, si asciugò il viso come
meglio poteva e guardò l’orologio. Le sei e mezza. Non c’era un’anima a
quell’ora della mattina ed era bellissimo. Però si accorse che qualcuno la
fissava. E conosceva bene quell’occhiata. Spense il lettore, piegando
brevemente le labbra e uscendo dalla pista da jogging dell’hotel raggiunse in
poco la spiaggia. C’era qualcuno seduto in sdraia e questo qualcuno l’afferrò
per un polso, chiudendole le labbra in un lungo bacio. - Buon giorno.-
sogghignò, sulla bocca di Mitsui – Hai dormito bene vedo.- - Si, a letto
Miyagi è una bomba.- frecciò perverso, prendendosela in braccio – Non ho mai
preso tanti pugni nella schiena in vita mia. Fottuti letti matrimoniali…- -
Io li trovo comodi.- disse lei soave, sfregando appena la punta del naso sulla
sua faccia. - Sarà…ma anche stretti in un letto di una piazza a me non
dispiace.- Junko rise, passandogli un braccio al collo mentre la guardia le
carezzava la pancia – A te non dispiace mai da nessuna parte.- - Altra cosa
molto vera.- e si chinò a baciarla di nuovo – Ma forse sei tu che
m’ispiri.- - Il viaggio in alta quota ti ha liberato il livello degli
zuccheri per caso, Hisa?- Lui tacque, fissandola. Dio quanto era
bella. Continuò ad accarezzarle il viso, lisciandole le ciocche di capelli
ancora umidi e allora anche Junko si fece seria. A un certo punto Hisashi
piegò ripetutamente l’indice, facendole segno di avvicinarsi ancora di più.
Quando si fu piegata, le accostò la bocca all’orecchio e le disse qualcosa,
abbracciandola forte per la vita. Un attimo dopo le guance della
schiacciatrice dello Shohoku si tinsero di un lieve color pesca. Mitsui si
scostò, guardandola in volto. Aveva avuto la stessa reazione che aveva
colpito lui circa un mese prima, quando gli aveva detto che l’amava. Ben le
stava. Sorrise, passandole un braccio dietro al collo e baciandola di nuovo,
zittendo ogni sua replica. Non voleva sentire niente, se non lei in quel
momento. Passò la lingua sulle sue labbra, chiedendole l’accesso che Junko
non stentò a dargli. Immediatamente s’incendiò qualcosa fra i due ma delle
voci lontane ruppero l’incanto. Si staccarono e la ragazza, sbirciando oltre
lo sdraio, vide il gruppo degli americani già con le loro tavole in spalla. -
Viva il fanatismo.- bofonchiò, alzandosi dalle gambe della guardia. - Sono i
ragazzi di cui parlavate a cena ieri sera?- - Si, tutti surfisti. Sono qua
per le onde.- Mitsui guardò il mare. Si, in effetti erano belle alte. - Io
vado a farmi una doccia. Ci vediamo a colazione.- si chinò e gli baciò la
fronte, lasciandogli il lettore mp3 – Non prendere troppa aria.- -
Tranquilla.- e le strizzò l’occhio, proprio mentre passavano gli americani. Un
tripudio di costumi scandalosi e mute che non finivano più ma Hisashi si limitò
a chiudere gli occhi e ad ascoltare la musica…almeno fino a quando non avvertì
di nuovo una presenza a fianco. Credeva fosse ancora la sua ragazza ma invece, a
un dito dal naso, si ritrovò due occhi azzurri e un viso indiscutibilmente
maschile. - Hi!- Mitsui corrucciò la fronte, rispondendo vagamente al
saluto. Un biondo di un metro e ottanta gli stava di fronte, abbronzato, un
drago gigantesco tatuato sul braccio sinistro, costume a pantaloncini lunghi e
arancioni a stampa hawaiana. Gli porse la mano, sorridente. A momenti
sorrideva come Akira. - Jeff.- si presentò. Mitsui, anche se era una
bestia, fece uno sforzo. - Hisashi.- mugugnò, stringendogli la mano. -
Beautiful.- La guardia sollevò un sopracciglio stavolta. - Beautiful
name.- disse subito il biondone, senza smetterla di ridere. Lo guardò da capo a
piedi, bloccando i suoi occhioni sul suo ginocchio. Aveva una gamba dei jeans
arrotolata sulla rotula sinistra, dove teneva la ginocchiera. Quel Jeff gli
chiese se si era fatto male e Mitsui alzò le spalle, guardando i suoi compagni
in spiaggia che si tuffavano in mare. Il biondo iniziò a parlargli a mitraglia,
andando con lentezza, anche se Mitchy non ne aveva particolarmente bisogno visto
che sua madre era bilingue, ma ciarlando col surfista si accorse che era un po’
arrugginito. Non riusciva sempre a capire tutto ma se la cavava ancora
bene. Jeff gli chiese, indicando la sua tavola, se sapeva fare surf. Al
segno di diniego della guardia, gli disse che se voleva, gli avrebbe insegnato
volentieri. Ok, qua si poneva una domanda essenziale. Non che non apprezzasse
la gente espansiva, era diventato amico di Akira perché gli piacevano i suoi
modi allegri e solari ma Sendoh era comunque un etero straconvinto, anche se
ogni tanto se ne usciva con le sue fisse sul "prima provare, poi credere"…invece
che ne sapeva di quel biondino? E che aveva scritto in fronte? Preda sessuale
per i gay? Lo seguì in spiaggia, giusto per tastare il terreno, anche se gli
stava venendo un mezza idea di presentargli Rukawa, così magari Jeff si sarebbe
incollato alla sua di cinta, ma non tentò nulla. Si limitava a non tacere un
attimo, a fargli domande personali e non e andare in visibilio quando gli disse
che giocava in una squadra di basket. Sembrava un appassionato. Alle
sette, Mitsui gli disse che doveva tornare nella sua stanza o il carceriere si
sarebbe incazzato, quindi salutò il nuovo amico e si avviò all’hotel anche se,
di tanto in tanto, scoccava degli sguardi indietro. Jeff restava a guardarlo,
agitando la mano. Mah! Entrò in albergo grattandosi la testa,
scombussolato. Urgeva cercare di organizzarsi o sarebbe potuto accadere di
tutto. Ma roba da matti, un attimo prima diceva alla sua ragazza che l’amava e
un attimo dopo veniva irretito da un surfista americano di diciannove anni! E
altra grana altrettanto incasinata, sabato Hana avrebbe compiuto diciotto anni,
da finire in galera la sera stessa! Il regalo lui e Miyagi gliel’avevano già
trovato, il problema era finire di organizzare tutto senza insospettire quel
deficiente che in quanto a regali e a feste a sorpresa aveva un fiuto da
segugio. Passò un’oretta e dopo alcuni disastri mattutini, tipo le bestemmie
che uscirono dalla camera del Tensai e del volpino appena svegli e Yoshikawa che
sembrava moribondo per il troppo sonnifero, fecero colazione tutti insieme in un
clima molto allegro. Avevano la giornata libera e questo mandava tutti su di
giri, specialmente le ragazze che erano già in costume da bagno, armate di crema
solare e occhiali. Si fiondarono tutti spiaggia, a parte qualcuno che rimase
sulla terrazza del Summer Inn, lontano dall’acqua. Fra questi Raim, che
sembrava evitarla come la peste, Rukawa che naturalmente dormiva, Akagi e niente
meno che l’Aizawa. Stranamente era attaccata a un cannocchiale, lo stesso che la
Kurata usava da anni per controllare le sue kohai anche da lontano mentre erano
in ritiro, a spasso per l’albergo. - Senpai…cos’è che fai di preciso?- le
chiese Raim, vedendola tutta concentrata. - Sto cercando una donna…- e
spostava la lente su tutti gli ombrelloni della spiaggia. - Una donna?-
Ayako, seduta al tavolo col Gorilla, la guardava stranita – Che donna?- - Una
da sbolognare al pelatino.- - Ti sei messa a cercare una donna per
Yoshikawa?- la Kanzaki, che passava di lì, scosse il capo – Non ci posso
credere, ma vuoi capirlo che tanto nessuna è così stupida da andare con
quello?- - E già Jun, e la sua ex moglie dove la metti?- sentenziò
Kyoko. - L’avrà messa incinta per farsi sposare.- fece la schiacciatrice,
agitando la mano con noncuranza. - Già, ha ragione la senpai.- cinguettò
anche Nanaka, scendendo di volata le scale per andarsene sulla battigia con un
micro bikini addosso – Senza offesa ma il vice preside è troppo pignolo e rigido
per farsi sopportare da una donna.- - Bhè, considerato che è mezzo calvo,
antipatico, cieco come una talpa, acido, sfigato e che prende parecchio al mese
riuscirò a trovargli una morta di fame qualunque!- s’impuntò l’Aizawa – Secondo
voi qual è il suo tipo?- - Una donna diversa dalla sua ex moglie.- borbottò
Hana, arrivando in quel momento, bagnato dalla testa ai piedi. - Ma che t’è
successo?- gli chiese Ayako. - Rei e Nobu mi hanno buttato in acqua.- disse
il rossino fra i denti. - E sono ancora vivi vero?- sibilò il Gorilla. -
Per il momento si.- - Mi dicevi Sakuragi?- cinguettò l’Aizawa – Credi che
dovrei cercare una donna diversa dalla sua ex?- - Esatto.- - Perché
scusa?- - Un uomo quando cerca l’amante la vuole diversa dalla moglie no?- se
ne uscì candidamente il rossino, mettendosi un asciugamano sulla testa – Per il
pelatino ci vuole un’oca tutta tette che non capisca le forate che spara e che
gli faccia capire poco, distraendolo con un po’ di curve.- - E da quando sei
così acido?- gli sorrise Raim. - Carenza di umanità.- frecciò Hanamichi
scoccando occhiatacce a una certa persona addormentata sulla sdraia – Ho passato
la notte a letto con un freezer, non so se mi spiego.- - Do’aho.- rognò
Kaede, sonnecchiando. - Ho capito.- l’Aizawa tornò a guardare più decisa –
Quindi devo cercare o una giovane oca di ventiquattro anni o una vecchia maiala,
giusto?- - Complimenti Kyoko, viva la finezza.- le disse la Kurata, uscendo
in terrazza in quel momento – Allora? Me l’hai trovata questa tizia o no? Non
posso fare tutto all’ultimo momento sai?- - Dammi tempo Naomi, non è facile.
Ce ne sono parecchie ma non so decidermi…piuttosto, le chiavi? Se devo passare
un’altra notte chiusa in gabbia do i numeri, ti avviso!- - Per non parlare
del casino che hanno fatto Asuka e Sumire.- frecciò Raim – Sono nella stanza
sopra alla nostra, che hanno fatto? La lap dance per tutta la notte?- - Non
chiedermi, io sono tornata che erano le due di mattina.- sghignazzò la Kurata,
sedendosi con Akagi e Ayako mentre arrivava il cameriere a chiedere se volevano
qualcosa da bere – E non so se te ne sei accorta ma Yoshikawa è in sala
d’aspetto con un pacco di ghiaccio sulla testa. Il cretino ha mandato giù una
pastiglia per la nausea da viaggio di troppo. Oppure ieri sera ho esagerato coi
sonniferi. Ops…- - Facciamolo secco quel derelitto, non piangerà nessuno.-
sibilò Hana perfidamente. - Sta zitto imbecille.- gli soffiò il Gorilla – Se
ti sente hai finito di vivere.- - Cosa che solleverebbe molti.- aggiunse
Rukawa a bassa voce. - Fanculo Kit.- - Coi bei surfisti invece come va?-
chiese la Kurata, avvicinandosi al cannocchiale – Ehi Raim, è vero che sono
belli da morire?- Rukawa, stranamente, rizzò le orecchie… - Si, alcuni
sono molto carini.- rispose la sua rossa senza fare una piega e senza neanche
gli occhi dal giornale locale – Ma non capiscono una mazza di giapponese.
Hito-san mi ha detto che sono qui da una settimana e hanno una prenotazione per
un mese. A quanto pare sono figli di papà qui per un anno sabbatico.- - In
pratica sono dei morti di fame.- chiarì l’Aizawa, prosaica come sempre – O di
un’altra cosa.- - Grazie Kyoko, sempre meglio.- sbuffò il capitano delle
ragazze – Dai, fammeli vedere!…Però! Guarda lì che roba!- - Ecco, adesso mi
avete incuriosita!- saltò su anche Ayako. - Miseria…- Naomi non si conteneva
più – Beccati che addominali!- - Guarda più in basso, idiota.- ironizzò
l’Aizawa – In più uno di loro è bisessuale, quindi a letto deve essere un
tornado!- Perfino Kaede stavolta si girò a guardarla, sconvolto. - E tu
come fai a saperlo che è bisessuale?- le chiese Raim ridacchiando – Di chi parli
poi?- - Il capo branco, quello biondo che ho prenotato ieri sera!- le disse
Kyoko – Si, come si chiama?- - Jeff.- le disse la rossa. - Ecco, quello!
S’è fatto una chiacchierata con Mitsui stamattina.- - E allora?- la Kurata la
fissò incredula – Che vuol dire?- - Tesoro, capiamoci.- Kyoko sembrava sicura
del fatto suo, visto come conosceva bene i maschi e la guardia dello Shohoku in
particolare – Quale ragazzo si sprecherebbe a parlare con uno come lui?
Dalla faccia con cui ti guarda, Mitsui farebbe scappare chiunque a meno che tu
non sia interessato ad altro.- - Bhè, in effetti è vero.- considerò Raim – Se
fossi un uomo e mi mettessi a parlare con Mitchy di certo non sarebbe per
chiedergli solo l’ora.- - Dio, che figata d’inizio giornata.- cinguettò Hana
sarcastico – Parlare delle grazie del teppista è esaltante.- - E parlando di
quel demente…dove sta?- l’inquisì il Gorilla – L’avete visto?- - Era con
Miyagi e Kogure.- rognò il volpino semi addormentato. - Quindi la sua virtù è
integra per il momento.- rise Ayako. - Se è stato con Kyoko io non ci
scommetterei.- insinuò la Kurata. - Senpai scusa…- Hana doveva proprio
chiederlo – Mi spieghi che ci trovavi nel teppista?- L’Aizawa sorrise,
alzando le spalle – Aveva l’aria del bello e dannato. Ce l’ha ancora ma adesso
Junko l’ha addomesticato, quindi mi dovrò accontentare del surfista.- - Ma
voi siete matte.- sbuffò il Tensai, alzandosi e stiracchiandosi al sole – Gente
ancora non mi sono ripreso dal volo, porco cane. E dire che dovrei esserci
abituato.- - Che avete in mente di fare oggi?- s’informò Raim. - Dormire.-
sbuffò Kaede. - Prendere il sole.- cinguettarono le ragazze. - Andare a
fare un giro nel centro qua attorno.- e Akagi le strizzò l’occhio, senza farsi
vedere. - Ah…capito!- la rossa si stiracchiò sulla sdraia – Quando avrete
deciso chiaro e tondo "come sistemare la faccenda" ditemelo, sono parecchio
curiosa.- - Curiosa di cosa?- s’intromise Hana. - Pensa ai fattacci tuoi
do’aho.- lo inquisì Kaede, aprendo gli occhi e scoccandogli un’occhiataccia –
Chiaro?- Il rossino stava per levarsi l’asciugamano dalla testa e legarglielo
attorno al collo ma fortunatamente lo squillo del suo cellulare lo fermò. Era
Mito con Haruko in sottofondo e questo bastò a squagliarlo come un cubetto di
ghiaccio al sole. - Imbecille.- sibilò la kitsune, mettendosi seduto. -
Prima o poi fiuterà qualcosa, è sveglio.- rise Ayako – Giusto per sapere, che
gli avete regalato?- - Un barattolo di cianuro.- ringhiò Rukawa, alzandosi –
Me ne torno in camera.- - Con la bella giornata che c’è te ne vai in
camera?- - Hn, almeno lì riuscirò a dormire.- e filò via, ficcando un leggero
calcio ad Hana nel fondo schiena, ma tanto il Tensai non se ne accorse
minimamente, troppo intento a parlare con la sua Harukina per capire che il
volpino l’aveva appena preso a calci nel culo. Kaede invece, andando come un
sonnambulo per i corridoi dell’albergo e bestemmiando mentalmente contro gli
americani che per i suoi gusti si stavano già prendendo troppe libertà, finì per
sbaglio un paio di volte nella piscina coperta, tre volte in palestra, una volta
nel seminterrato e alla fine ammise di essersi perso. Guardò una delle varie
piantine sparse qua e là che ritraevano il Summer Inn dall’alto ma non ci capiva
una benamata mazza. Stava quasi per attaccarsi al cellulare e a chiedere ad Hana
o al Gorilla di andarlo a prendere, quando sentì un suono che conosceva bene. Un
palleggio. Si guardò attorno e il suono arrivava dal piano superiore, da una
logora porta di servizio. Sbirciò in mezzo allo stipite e…vide un campetto di
cemento, proprio su quella terrazza a cielo aperto, attorniato da una rete di
protezione fatta di plastica. Ecco perché era lì dietro, stonava decisamente con
il resto dell’edificio. C’era Hito che palleggiava…insieme a un ragazzo che
doveva avere diciotto, diciannove anni, forse suo figlio visto come si
assomigliavano. Ma il ragazzo non era altissimo, sul metro e settantacinque,
moro, capelli corti e occhi scuri. Lui non era bravo, anzi…era molto
impacciato. Suo padre invece aveva conservato una tecnica
spettacolare. Rimase a fissarli fino a quando Hito non si accorse di
lui. - Ehi, abbiamo spettatori Shige.- Il ragazzo si volse, un po’ rosso
in viso. - E’ uno della squadra di basket vero?- chiese a suo padre. Hito
annuì, facendo cenno a Kaede di entrare. - Ti vanno due palleggi con un
vecchio o hai altro da fare?- Il volpino non aspettava altro. Senza una
parola lo raggiunse, arrotolandosi le maniche della maglietta sulle spalle.
Aveva i jeans e non era molto libero ma poco importava. Gareggiare con una
riserva dei Raptors era troppo invitante. E come immaginava, fu un one on one
esaltante, incredibile. Kaede da parte sua lo studiava, osservava il suo
palleggio, il lento incedere del polso…i suoi scatti. Cazzo, era ancora
velocissimo. E quello sguardo…alla volpe ricordava tanto quello di
Hana. Sembrava avesse le fiamme negli occhi. Da parte sua, Hito Ikuko si
accorse ben presto che quel titolo di campioni nazionali alla squadra dello
Shohoku non era stato dato così, tanto per fare. Quel ragazzo…cavolo, che
sguardo. Diciotto anni e già quell’espressione. Hito sapeva riconoscerli,
quelli della sua risma. I pochi almeno. Infatti in pochi erano come
lui. Quello era uno di quei giocatori che in campo non si faceva scrupolo di
niente pur di vincere, a parte le scorrettezze. Era abilissimo al tiro,
eccezionale in difesa, quasi non faceva respirare l’avversario. Una
distrazione e ti fregava. Perfino Shige Ikuko, in piedi attaccato alla rete,
osservava rapito quella scena. Non aveva mai visto nessuno mettere in
difficoltà suo padre. - Sei un’ala piccola vero?- gli chiese Hito, mentre
duellavano sotto canestra. - Si.- mugugnò la kitsune che faticava un po’ a
tenerlo buono nella lunetta, vista la sua altezza. Riuscì a segnare e Kaede
prese la palla, filando di nuovo in attacco. Non si arrendeva di certo! Un
altro paio di tiri e dovettero concludere la partita, purtroppo prima di
arrivare ai venti. Erano fermi pari ai sedici quando arrivò un inserviente a
richiedere aiuto al proprietario. Hito annuì, sorridendo verso il
volpino. - Finalmente qualcuno che sa come si fa.- rise – Abbiamo una
faccenda da concludere io e te.- Kaede annuì appena, ansimando. Niente da
dire, l’aveva fatto faticare il vecchietto, come si definiva lui stesso. Bhè,
almeno aveva trovato qualcosa da fare per tutto il pomeriggio!
L’ora di
pranzo e la seguente di pennichella passò sonnolenta e tranquilla. Yoshikawa
li teneva d’occhio da lontano, manco fossero membri della Yakuza e lui un
poliziotto in incognito, ma nessuno sembrava più farci molto caso ormai visto
che la Kurata aveva passato le chiavi di riserva a tutti, permettendo così ai
carcerati di uscire quando volevano. Era una bella responsabilità ma la
ragazza sembrava perfettamente fiduciosa nella maturità delle sue
compagne. Akagi forse non avrebbe potuto dire lo stesso per certi quattro
balenghi ma per il momento tutto andava bene. Si erano fatti un bagno e
avevano gironzolato per l’albergo. Alle due poi sarebbero scesi nel centro lì
attorno, dove a quanto dicevano la Noda e l’Aizawa c’erano parecchi negozi e
anche la discoteca migliore dell’isola. Il problema comunque era sempre
quello: che regaliamo alla scimmia? - Un collare e il guinzaglio.- aveva
proposto il Gorilla. Certo, Rukawa aveva proposto anche di fucilarlo ma
forse, come fece notare Kogure, servivano idee un po’ meno radicali. Passarono
tutto il dopo pranzo ad arrovellarsi il cervello, mentre Hana era stato spedito
a fare due passi con Raim ma non erano venuti a capo di niente. Forse, coi
negozi sotto gli occhi, avrebbero avuto un’illuminazione. Yoshikawa nicchiò
un po’ ma alla fine li lasciò andare, non senza minacce velate di ritorsioni se
avessero fatto casini. Mandatolo a quel paese fra i denti, scesero per
l’ingresso sterrato e mezz’ora dopo erano a girare fra casupole con un’amaca ad
ogni palma e i negozi per turisti che facevano affari ad ogni mese
dell’anno. Ma in mezzo a tutto quel macello, Mitsui e Kaede (che erano stati
trascinati con la forza e da qualche moina di Junko e Raim) avevano più che
altro voglia di sbattere la testa al muro. - Che gli ha preso Haruko?-
bofonchiò Ayako, che camminava tirandosi dietro Miyagi. - Aspetta…mi ha detto
la raccolta dei Cure. Lui le fa una testa tanta da mesi e mesi.- le disse
Raim. - Ad Hanamichi piacciono i Cure?- Ryota storse la bocca – Non ce lo
vedo farsi una flebo con quelli.- - Sai che ascolta un po’ di tutto.- mugugnò
Mitsui, guardandosi attorno senza demordere – Ma qua la faccenda si fa grave,
non possiamo riempirlo di cd, per quanto apprezzerebbe.- - Ma compriamogli
una bella bambola gonfiabile.- propose allora Nanaka, aggrappata come sempre
alla vita del volpino che ormai sopportava e taceva, visto che non c’era verso
di scollarsela di dosso. - Una bambola gonfiabile?- Ayako e Raim attaccarono
a ridere. - Non credo saprebbe che farsene.- ridacchiò anche il play dello
Shohoku – Forse però questo solleverebbe il Gorilla.- - Ma si, già che ci
siamo regaliamogli un rifornimento in un porno shop.- frecciò Hisashi
sarcastico. - Perché no Hisa-chan?- Nanaka lo guardava con aria da cucciolo –
Per il tuo compleanno avrei questa mezza idea!- - Fino a giugno c’è tempo.-
sospirò la guardia, agitando la mano. Si volse poi indietro dove la Kanzaki era
rimasta a guardare una vetrina con l’Aizawa – Ehi Jun…trovato qualcosa?- Le
due tornarono, scuotendo il capo. - Se gli compriamo un paio di boxer la sua
ragazza si arrabbia?- chiese Kyoko con aria da oca giuliva totalmente
falsa. - Lasciamo perdere la faccenda boxer.- sibilò Rukawa a bassa voce,
facendo sganasciare la Tanaka, ancora aggrappata ai suoi fianchi – Prendiamogli
davvero un collare e il guinzaglio e facciamola finita!- - Comunque voi due
non avevate già un’idea?- se ne uscì Raim, ignorando la kitsune e puntando
Mitsui e Miyagi – Se ce l’avete tiratela fuori davvero, perché Akagi e Kogure
non potranno trattenerlo tutto il giorno.- - A dire il vero la cosa era
fattibile solo a Kanagawa.- Ryota alzò le spalle – Volevamo portarlo
all’Histerya, sapete quel pub dove suonano dal vivo, nel quartiere di Kida?
Ecco, appena tornati dal ritiro dovrebbero suonare gli Skulls, lui li
adora.- - E avete i biglietti per gli Skulls?- Junko alzò un sopracciglio –
Come avete fatto a trovarli? E a comprarli, soprattutto.- - Meglio che non te
lo dica.- sorrise innocentemente Miyagi – Dammi retta.- - Ok, la faccenda si
risolve a Kanagawa ma siamo comunque nella merda.- sbuffò Nanaka – Dai,
spremetevi il cervello! Che gli avete regalato l’anno scorso?- - La prima
vittoria contro il Kainan, nelle semi finali. Giocavamo.- le disse Mitsui. -
Già, ci siamo ubriacati e poi addormentati davanti al cancello della casa di
Mitchy.- ricordò Miyagi. - Ci ha svegliato il tizio che lanciava i giornali.-
aggiunse Rukawa. - Ecco perché il giorno dopo non vi ho più visti!- sbottò
Ayako – E ma che porci! Sapete solo bere!- - Guarda che c’era anche il
Gorilla.- le rinfacciò Mitsui. - Alla fine della fiera c’è una sola cosa che
farebbe esultare Hana.- concluse la loro manager, incrociando le braccia al
petto – O la testa di Yoshikawa su un piatto d’argento o Rukawa stecchito
all’obitorio.- - Bella idea, uccidiamo la volpe.- ironizzò Mitsui, sbuffando
– Dio, che seccatura i regali di compleanno!- - Non possiamo chiamare Mito?-
propose allora Raim – Magari ce la dà qualche dritta.- - Il problema è che in
tre anni gli abbiamo già scaricato addosso di tutto.- considerò Ryota, andando
dritto verso una fontanella insieme agli altri assetati come lui, visto come
batteva il sole quel giorno – E lo stesso problema che s’è presentato al
compleanno del Gorilla e che si ripresenterà con gli anni di questo qui.- e
indicò Mitsui col mento, mentre si piegava sull’acqua – Meno male che abbiamo
ancora qualche giorno.- - E che possiamo uscire quando vogliamo.- Nanaka
sospirò – Per la discoteca siamo a posto vero?- - Si, tutto a posto.- annuì
Junko – Abbiamo già prenotato, conosciamo la direttrice.- - Almeno quello…-
Mitsui tornò a guardarsi in giro – Ma guarda…una sala giochi. Qualcuno si fa una
partita a carambola?- - Basta che ci sia l’aria condizionata!- lo seguirono
Miyagi e Rukawa. - Non avete
più la resistenza di una volta!- li pungolò l’Aizawa, seguendoli
divertita con le altre. Dentro c’erano pochi ragazzi ma tirava abbastanza
ossigeno per tutti. Così, con birre alla mano e giornali per farsi aria, le
ragazze si sedettero attorno al tavolo del biliardo dove Hisashi e Kaede si
lanciarono una mezza sfida. Ryota, troppo provato, colse la palla al balzo
per fare le fusa alla sua Ayako. - Spacco io?- bofonchiò il volpino,
girandosi la stecca fra le mani. Mitsui annuì, attaccandosi alla bottiglietta
della birra – Andare a comprargli un altro casco? Il suo rosso l’ha graffiato
parecchio quando lui e Mito sono caduti dalla sua moto da cross.- - E
uccidere direttamente quelli dello Shikuda?- cinguettò Miyagi acidamente. -
Altra ottima idea.- il volpino spaccò, spedendo le sfere ovunque. - Rukawa
devi smetterla con queste fisse.- lo zittì Ayako – Ormai li abbiamo sistemati,
basta.- - Credi troppo alle favole.- - Storie, Hana li ha rimessi a
posto.- la manager mandò giù un lungo sorso, mentre Hisashi si piegava sul
tavolo per guardare la situazione – E poi ce ne siamo andati da Kanagawa proprio
per giocarci bene le finali.- - Dì la verità.- ghignò Raim perfida – Ce ne
siamo andati perché a qualcuno stavano saltando i nervi.- Mitsui e Rukawa le
scoccarono un’occhiata truce, praticamente in sincrono, facendola ridere come
una matta. - Avete la coda di paglia ragazzi?- - Ehi Raim, tesoro…- la
guardia fece il suo peggior sorriso da teppista – Vuoi vedere che stanotte ti
porto a fare due passi in acqua? Eh, ti va l’idea?- Come volevasi dimostrare
la rossa assunse un’espressione bellicosa che ormai convinsero la kitsune di una
cosa che aveva già fiutato da tempo. La sua "quasi" ragazza non sapeva neanche
stare a galla. Passarono due orette buone di giri a vuoto e bottiglie di
birra scolate a goccia, quando si fecero le sei. Il sole era ancora caldo e
luminoso ma i ragazzi avevano un appuntamento importante. Si ritrovarono
tutti nella piazzetta circolare precedente alla rotonda che portava al Summer
Inn e la squadra di pallavolo fece strada verso il liceo Ikuwata, una
costruzione bianca e non molto alta, più estesa in lunghezza, che somigliava
vagamente allo Shohoku. Aveva tre campi di atletica decisamente ben tenuti e una
palestra che non trovarono altro modo per definirla se non "megagalattica". I
custodi li lasciarono passare senza fare storie, visto che conoscevano la Kurata
e compari e, quando entrarono, il club di basket non poté trattenere un ghigno di
soddisfazione. Due campi affiancati, uno dal pavimento lucidissimo in legno e uno
da pallavolo con una rete alta e tesa. Sembrava fosse stata costruita da poco
ma era semplicemente tenuta come un gioiello. C’era anche un tendone verde
scuro, che si poteva tirare in mezzo ai due campi, per separarli. - Allora?
Che ve ne sembra?- sorrise la Kurata. - Credo che andrà più che bene.-
rispose il Gorilla mentre matricole e compagni si sprecavano coi commenti - Qua
non si allena nessuno il pomeriggio? Siamo ancora in periodo scolastico
no?- - Questa è la seconda palestra.- gli spiegò Naomi – La usano solo quando
la loro principale ha dei guasti.- - Quindi hanno una palestra ancora più
grande di questa?- allibì Kogure. - Si, nell’ala sul retro della scuola.-
cinguettò Raim – Ma qua va più che bene.- - Già, per uccidersi non serve un
grande spazio.- frecciò Mitsui a bassa voce. Hana e Ryota risero a loro
volta, incuranti delle occhiatacce di Akagi. Speravano solo non venissero troppi
curiosi a rompere le palle durante i loro allenamenti ma le ragazze li
assicurarono che solitamente gli studenti dell’Ikuwata non erano autorizzati a
infastidire gli ospiti in arrivo. - Ehi cleptomane…- Junko Kanzaki richiamò
l’attenzione del suo capitano, sfidandola con una sola occhiata – Già che ci hai
scorrazzato qua, che ne dici di farmi fare due risate eh?- - Oddio, ma perché
vuoi farti legnare?- la Kurata si tolse gli occhiali dal naso, mettendo la
tracolla sulla panca – Sentito ragazze? La vostra senpai vuole fare una partita
e perdere. Qualcun altro si aggrega?- - Non se si toglie i pesi.- sibilò la
Noda – Non ho voglia di farmi rompere un braccio.- - Guarda che glieli faccio
togliere comunque fra due giorni.- - Col cavolo Naomi, quella squarcia i
palloni!- - Eddai Akane.- L’Aizawa si legò una bandana sui capelli, levandosi
le infradito e dando anche la borsa a Raim – Ha ragione Junko. Già che siamo qua
possiamo anche fare quattro palleggi.- - Vediamo se sarai ancora d’accordo
quando ti sarai presa una stecca in faccia, senpai.- sbuffò Nanaka – Comunque ci
sto. Come ci dividiamo?- - Ragazzi vi dispiace?- si bloccò un secondo la
Kurata. - Figurati, sarà interessante.- l’assicurarono Kogure e Akagi,
svaccandosi in panchina. - Si ma attenta dove miri Junko!- le urlò dietro
Ayako. - Forza, diamoci da fare.- Naomi tornò dal gruppo delle sue ragazze –
Con me voglio Akane, Asuka, Sumire, Mahiro e Endo. Sato, Kyoko, Nanaka, Yukino e
Sawanoguchi con Junko.- - Tornerai a casa con la coda fra le gambe, sei
avvisata.- le disse la Kanzaki, massaggiandosi i polsi. - Guarda che non c’è
Kirara ad alzartela come vuoi tu.- le sibilò il suo capitano, dalla seconda fila
– A proposito, mi serve un arbitro. Raim fai tu per favore?- - Si,
tranquille. Ma evitiamo falli per favore.- - Facciamo così.- continuò la
Kurata – Se vince la tua squadra nelle prossime partite ti faccio usare tutti
gli schemi che vuoi.- - E se vinci tu?- fece la Kanzaki scettica. - Se
vinco io, dopo domani ti togli i pesi e te ne stai buona per tre giorni.- -
Cosa? Un corno!- - Cos’è, hai paura? Hai cambiato idea tesoro?- - Se solo le tue gambe
fossero veloci come la tua lingua, cara la mia cleptomane.- sibilò Junko acidamente
– Ok, ok. Se perdiamo toglierò i pesi e me ne starò buona a prendere il sole per
tre giorni. Contenta?- - Perfetto. Non facciamo tante storie, a chi va la
rimessa? Preferite che ce la giochiamo?- - Vuoi anche un vantaggio Naomi?-
ridacchiò l’Aizawa. - Potresti anche darmelo visto che ogni volta che quella
schiaccia, qualcuno abbassa la testa e va a nascondersi no?- Alla fine Raim
fischiò l’inizio in un costante chiacchiericcio di fondo e la squadra di basket
aguzzò gli occhi. Decisamente vedere dei campioni giocare era sempre molto
interessante, vedere quelle poi…che erano veloci come fulmini e precise come
cecchini, era ancora più bello. Prima alzata, finta della Kanzaki per Nanaka.
Punto. - Ahah…- Junko allungò la lingua al suo capitano ma la Kurata non fece
una piega, ghignando. Adesso la sistemava lei! Seguì un gioco pulito, senza
la minima sbavatura. Akagi e gli altri di pallavolo non ci capivano molto ma
effettivamente il titolo se lo meritavano in pieno. Era
eccezionali. Avevano una difesa
spettacolare, impressionante. L’Aizawa e la Kurata non se ne perdevano una, per
prendere la palla quasi si ammazzavano, erano agilissime e se la Kurata era
veramente perfetta e precisa come un chirurgo, l'Aizawa compensava con una velocità impressionante
che salvavano molto punti sulle righe di fondo campo. Anche le alzatrici
erano molto buone, anche se non era come vedere Raim e l’attacco…bhè, vedere la
Kanzaki saltare a rete era un po’ come vedere un dunk ben fatto. E che forza in
quelle schiacciate. Era vero, le matricole non ci provavano neanche a
prendere quei bolidi. A volte si piegavano a terra, coprendosi la testa per
la paura. La Kanzaki attaccava spesso di sola forza, sfondando ogni
muro. - Ehi Akagi…- Mitsui lo richiamò pensoso – Dici che saresti capace di
fermarla a muro?- - Sai che non lo so?- replicò serio – Ha una forza in quel
braccio veramente spaventosa.- E anche se a muro riuscivano un po’ a deviare
la palla, la Kurata a fine partita si ritrovò con mani e polsi pieni di
capillari rotti. Idem per la Noda che si soffiava sull’epidermide in
fiamme. Stavano quasi a fine partita quando il cellulare di Akagi si mise a
trillare. Chi era? Yoshikawa. La tirò per le lunghe e alla fine,
sbraitando, li fece tornare tutti all’albergo. - Ma perché quello rompe
sempre sul più bello?- sbuffavano le ragazze, lasciando il campo. - Brutto
bastardo di un pelatino.- rognò l’Aizawa – Basta, stasera rimorchio un po’ di
donne e gliele presento tutte e poi vediamo se avrà ancora saliva per sbavare o
rompere le scatole a noi!- - Ecco, ci manca anche che ti metti a rimorchiare
le donne senpai.- cinguettò Nanaka, mentre uscivano in strada – Vuoi proprio
prenderti tutte le sponde eh?- - Parlando di sponde…quand’è che ci vediamo
con gli americani?- - Dio ma sei impossibile.- la Kurata chiuse la
palestra, sbadigliando – Ma dove la trovi la forza?- - Farebbe bene anche a
te un po’ di testosterone in giro, credimi.- le disse Kyoko – Ti vedo un po’
sbattuta.- - Saranno i colpi di Junko.- - Come la mettiamo con la partita
cleptomane?- le chiese la Kanzaki – Chi ha vinto?- - Io.- - E perché
scusa?- - Perché sono più grande, perché sono il capitano, perché sono più
bella e perché ho il coltello dalla parte del manico, ecco perché. E poche
storie!- - Però, tu si che sei sportiva.- - Zitta e fila!-
A cena
ne uscirono di tutte i colori. Il club di basket vide certi numeri veramente
impressionanti: le ragazze si erano messe a parlare con tutta la popolazione
femminile del Summer Inn per trovarne una giusta al vice preside ma non ce n’era
una delle donne scelte che non filasse via appena vista di sfuggita la faccia
ingrugnita di Yoshikawa. Dopo la sua dose di sonnifero, il vecchio li chiuse tutti in camera
alle dieci ma neanche un quarto d’ora dopo, quando Hana avvertì il tonfo del
crollo nella camera vicina, erano già di nuovo tutti fuori sulla terrazza
dell'albergo. Roba da farsi buttare fuori dalla squadra e dalla scuola. - Ecco
qua…- Nanaka, che sfogliava un giornale di moda femminile seduta a tavola con
gli altri che si scolavano cocktail rigorosamente analcolici, visto che il
giorno dopo avrebbero avuto inizio gli allenamenti, attirò l’attenzione di tutte
le compagne – Senpai, forse dovremmo fare certe domande a Yoshikawa o alla tizia
che vogliamo sbolognargli prima di farli presentare!- - Fa vedere.- Raim si
sporse e iniziò a ridere – Posizione preferita? Ma che test è?- - Posizione
preferita? Io sopra, lui sotto.- cinguettò subito l’Aizawa. - Troppa fatica.-
sbuffò Junko con un ghigno – Meglio il contrario.- - Come sarebbe?- le chiese
Hana ridendo. La Kanzaki alzò le spalle, portandosi il bicchiere alla bocca –
Sarebbe che a me piace solo stare sotto…e aspettare che Hisa si dia una
mossa.- - E questo la dice tutta.- rispose la guardia con un ghigno,
accendendosi una sigaretta. Risero tutti quanti, poi Nanaka continuò. -
Bella questa. La balla più grande che avete detto al partner.- - Ti amo anche
io, sei la donna della mia vita.- rispose pronto Mitsui, prendendosi un calcio e
altre ghignate. - Dai, guarda che sei perfido.- sbuffò Raim. - Perché? Non
hai mai detto palle a Shiro?- le chiese Ayako. - Si…forse sull’abbigliamento
o roba simile.- - Un tizio una volta mi ha chiesto che lavoro facevo di
notte.- rise l’Aizawa – Gli ho detto che andavo a impastare il pane dal fornaio
sotto casa.- - Ah bella roba, a mezzanotte impasti il pane?- frecciò Miyagi –
E c’è cascato?- - Non so, mi ha visto ballare una notte e non mi ha più posto
la domanda.- - Altre?- chiese la Kurata. - Aspetta…- Nanaka lesse
velocemente – Ecco, è buona anche questa. Siete mai stati con uno più grande di
voi di parecchi anni?- - Parecchi anni quanto?- - Dieci o venti.- -
Si.- disse la Kurata. - E chi sarebbe?- le chiese Kyoko curiosa. - Nessuno
che tu conosca.- - Ma è vecchio allora!- - Ma che vecchio! Uno a
trent’anni è vecchio?- bofonchiò Raim. - Non è che hai il complesso di Edipo
Kurata?- ironizzò Mitsui. - Perché, tu non sei mai stato con una più
grande?- - Si ma il mio massimo era…ventisette anni, credo.- - Ehi Mitchy,
c’è qualcuno al mondo che non ti sei ancora sbattuto?- gli sibilò Hana
sarcastico. - Ma senti chi parla, l’uomo tanga!- - E che palle, basta!
Nanaka, fai un’altra domanda!- la obbligò il rossino. - Ecco, è meglio
do’aho.- rognò Rukawa. - Sta zitto Kit.- - Dunque…ecco, cosa fareste se il
vostro compagno/a vi tradisse?- - Gli chiederei di presentarmi il traditore e
di fare una cosa a tre.- rispose pronta l’Aizawa. - Dio ma sei perversa.-
sbuffò la Kurata – Il bello è che non scherzi poi!- - Oh, le cose vanno prese
con filosofia sai?- - Bella filosofia la tua,- la prese in giro la Noda – un
letto vale l’altro per te.- - Continua a far biscotti va!- - Sul serio, tu
accetteresti le corna senpai?- le chiese Nanaka stupita. - Dipende.- Kyoko si
fece seria, finendo il suo cocktail – Non ho mai avuto storie lunghe, se fossi
affezionata al ragazzo con cui sto insieme immagino che avrei voglia di cavargli
gli occhi. Kirara…tu e Sota mai nessuna distrazione?- Kaede rizzò le
orecchie, anche se non si sognò di aprire bocca. La cosa si faceva
interessante, la sua rossa non parlava mai del suo ex. Raim comunque non
dette segni di sofferenza, anzi…sorrise, alzando le spalle. - Che io sappia
Shiro non mi ha mai tradito. Se l’avesse fatto me ne sarei andata.- - Senza
pensarci?- le chiese Ryota. - Si. Sul momento non l’avrei sopportata. Credo
che sia meglio parlare subito chiaro. Mi avesse detto che gl’interessava
un’altra avrei anche potuto capirlo ma se mi avesse fatto qualcosa alle spalle
non l’avrei presa bene per niente.- - Un mio ex una volta mi ha tradita,
portandosi un’oca in compagnia davanti a me.- ricordò la Tanaka pensosa – Mi
sono vendicata rigandogli la macchina a cui teneva di più che a sua madre!- -
Ecco perché non bisogna mai far arrabbiare le ragazze, si vendicano sulla tua
macchina.- ridacchiò Rei. - Sante parole. Mi toccassero la Honda mi
c’incazzerei a morte.- aggiunse Hana. - E già, ma tu sei un uomo retto e di
sani principi, eh testa rossa?- insinuò ancora Miyagi. - Ma parli tu che te
ne stavi a letto con tre uomini!- - Insomma ma mi spiegate che cazzo avete
fatto?- sbuffò Akagi – Prometto che non vi pesto…troppo.- I ragazzi si
scambiarono un’occhiata, poi il play della squadra si fece forza. - Diciamo
che domenica sera abbiamo esagerato un po’ tutti quanti con l’alcool.- - E
quando mai.- sorrise Kogure – E allora? Va avanti.- - Bhè…non è che abbiamo
deciso di metterci tutti a fare i deficienti…almeno, io speravo che qualcuno
restasse sobrio per portarmi a casa.- mugugnò Ryota – Che cazzo ne so, speravo
che almeno Hana e Ru restassero ludici!- - Le palle, stavano a scommettere su
chi reggeva di più.- sibilò Mitsui. - Cos’è, ti devi divertire solo tu?-
rognò Sakuragi. - S’è visto come s’è divertito…- aggiunse anche Kaede,
schioccando la lingua. - Oh, non spaccate le palle. Andate avanti!- ordinò il
Gorilla. - Vabbè,- il tappo alzò le mani – alla fine è andata che abbiamo
bevuto come spugne, c’era casino, un sacco di fumo e Sendoh sai com’è…un
bicchiere tira l’altro e si sono fatte le tre. Non so come ma ci siamo
addormentati…- - Il problema è che alle cinque di mattina mi sveglio e mi
ritrovo con Akira addosso, il tappo da una parte, la volpe sulla pancia e Hana
che va verso il bagno con un tanga in testa.- riassunse Mitsui, dando un tiro –
Ecco com’è la storia.- Un attimo di silenzio e poi le ragazze scoppiarono a
ridere mentre Kogure e Akagi si mettevano le mani in faccia. - Ho le foto
Gori…- cinguettò Hana. - Ma va senpai? Voglio vedere, voglio vedere!-
cinguettarono Rei e Nobu, fregandogli il telefono. - Eravate vestiti almeno?-
singhiozzò Junko, fra le risate. - Io i boxer li avevo.- sbuffò Miyagi. -
Non rompete le palle, non è successo niente.- chiarì la guardia – Avessi fiutato
qualcosa avrei fatto secchi tutti all’istante. Sesso libero va bene ma
l’attrezzatura maschile non mi attira in particolar modo!- - Ahah…e tu hai
dormito comodo Rukawa?- frecciò Ayako, prima che scoppiassero tutti a ridere
come deficienti. Ma tu guarda…roba da matti. Mai sentiti discorsi tanto
idioti. Se ne andarono a letto che era mezzanotte, dopo altre chiacchiere al
limite dell’umana concezione e l’arrivo dei surfisti che uscivano per andare da
qualche parte a cazzeggiare. Si misero a parlare con Raim e le altre e la
cosa a Kaede stava già sui maroni, così afferrò Hana e se ne tornarono in camera
ma qualcuno rimase comunque ancora all’aperto. La Kanzaki salutò Mitsui,
anche se dopo certe rivelazioni sarebbe stato bello parlare in santa pace e una
volta sola la ragazza scese in spiaggia. Da quelle parti c’era un piccolo
porticciolo di legno dove una certa persona era abituata a passare le notti, a
pensare. Era lì ad aspettarla e quando la vide contro le luci dell’albergo
balzò in piedi. - Ciao Shige.- Shige Ikuko le sorrise, imbarazzato. Era
sempre più bella. - Kanzaki.- l’abbracciò goffamente, facendola sedere – Sono
contento che siete tornate.- - Potevi venire a salutarci.- Lui arrossì
imbarazzato – Ho visto che eravate in compagnia. La squadra di basket,
vero?- - Si. Sono dei casinisti, ma sono simpatici.- - Ne ho conosciuto
uno oggi pomeriggio. Ha giocato con papà.- - Chi?- - Alto, capelli neri,
occhi blu scuro, espressione fredda. Non parlava molto.- - Ah, il
volpino.- - Come?- Junko rise della sua aria smarrita, dondolando le gambe
nel vuoto, sopra l’acqua. - Mi è mancato questo posto.- Shige Ikuko si
morse il labbro. - A me sei mancata tu.- La ragazza si volse a guardarlo,
cercando le parole adatte. - Sei venuta a dirmi di no, vero?- Lei annuì,
abbassando il capo. - Perché? Hai trovato qualcuno?- al suo silenzio capì che
era vero e sospirò pesantemente – Mi avevi detto che non c’era nessuno.- -
Infatti, non c’era nessuno. Almeno fino a quando non l’ho incontrato, alla fine
dell’estate.- - Chi è?- - E’ qui.- ammise – Gioca nella
squadra di basket.- Il ragazzo si portò le mani fra i capelli, deluso. -
Oh cavolo…- - Mi dispiace Shige.- - Ma lui…ti ama?- Junko stavolta
sorrise, sorrise veramente. - Si.- - Come lo sai?- - Me l’ha detto.
Stamattina.- - E…tu lo ami?- - Si, molto.- Era un gioco al massacro ma lui
doveva sapere. Fin dalla prima volta che l’aveva conosciuta, quattro anni prima,
aveva capito che le avrebbe sempre voluto bene. Che avrebbe fatto tutto per lei,
che l’avrebbe sempre aspettata. - Mi dispiace.- gli disse ancora. - No,-
sussurrò mesto – se sei felice non importa.- - Avrei voluto dirtelo prima. Ma
per telefono o per lettera non sarebbe stato come guardarti in faccia.- - Hai
fatto bene.- le prese la mano e gliela strinse forte – Non posso farti cambiare
idea vero?- Lei scosse il capo. - Dev’essere speciale questo tizio. E
fortunato anche. Non sarà mica quello di oggi?- La ragazza scoppiò a ridere,
scuotendo il capo. - No…io e Kaede siamo troppo simili. Ci
ammazzeremmo.- - E allora qual è?- - Te lo farò conoscere…se
vuoi.- Shige Ikuko annuì, anche se a fatica – D’accordo.- - Ora devo
andare.- Ben sapendo che ormai non potevano dirsi più nulla almeno per il
momento, la schiacciatrice dello Shohoku si rimise in piedi, per tornare
all’albergo. Inutile scusarsi, inutile stare a parlarne ancora. - Buona notte
Kanzaki.- - Buona notte.- gli disse, andandosene via.
La mattina dopo
iniziò il duro allenamento previsto dai capitani. Dopo la lauta colazione
andarono a correre in spiaggia. C’era pochissima gente e nessuno poteva rompere
loro le scatole, a parte Yoshikawa che se ne stava in piedi come un duce sulla
terrazza e spiava ogni loro mossa. - Che scocciatore.- sibilò Hanamichi,
correndo fra le onde dietro agli altri. - Quello va affogato e basta.- lo
seguì Ryota. Le ragazze della pallavolo stavano più avanti ma anche la Kurata
ogni tanto lanciava occhiate di fuoco a quel seccatore. Non ne potevano davvero
più ed erano passati appena due giorni! Già era una lotta controllare quelle
cretine delle sue compagne che più che correre seguivano il sedere di Rukawa e
quella rintronata della Kanzaki che correva ostinatamente coi pesi alle gambe e
alle braccia, figurarsi stare sempre a sentire le fisse di quell’uomo
insopportabile! Le uniche che sfuggivano alla sua boria erano Raim e Ayako
che passavano la mattina ad abbronzarsi e a leggere, beate loro. Comunque dopo
due ore buone di corsa e stretching in acqua nessuno degli atleti aveva più la
forza per lamentarsi, se non contro i capitani aguzzini e questo accadde anche
nei giorni successivi. Perfino Hana e Kaede per qualche tempo se ne stettero
buoni, stranamente. La mattina erano troppo stanchi per prendersi a botte, e
specialmente dopo, quando toccavano le ore dedite ai compiti. Era lì che era
dura per il Gorilla. Far tenere la testa sui libri a quei deficienti era
durissima! Le matricole ancora ancora, anche se ogni tanto con quella loro
testa vuota vagavano altrove, tipo sulle ragazze in bikini, ma con gli altri era
da panico. Meno male che molti di loro erano in classe insieme, quindi
facevano capannello e qualcosa combinavano. - Odio la fisica!- sibilò quel
venerdì Raim – Ehi Hana…me la fai tu?- Il rossino alzò gli occhi dal libro,
guardandosi attorno. Soffiò il libro della ragazza e le passò i suoi compiti
d’inglese. - Viva il mutuo soccorso.- rognò
Miyagi, accanto a loro, voltandosi allora verso la Kanzaki – Ehi
Jun…già che ci siamo…fammi letteratura va!- - Si? E che mi dai in
cambio?- - Ti faccio filosofia.- - E come? Ci sono solo temi.- - Ti
metto giù le bozze. Che ci va a sparare un po’ di cazzate esistenziali?- -
Sei campione in quello eh?- frecciò Mitsui, occhiali sul naso e aria vaga. -
Ma che vuoi, tu hai Kogure che ti soffia sul collo almeno.- gli rinfacciò il
tappo. - E sai che roba.- disse l’occhialuto – Avesse voglia avrebbe già
finito.- - Ho già dato per stamattina.- sbuffò la guardia, spingendo lontano
libri e quaderni. - Dai Hisashi, finisci almeno i bilanciamenti di
chimica.- - Già fatti.- Kogure corrucciò la fronte, prendendogli il
quaderno stupido. - Roba da matti.- sentenziò – Tutti giusti.- - Non sono
mica deficiente, scusa.- - Visto che non lo sei, perché arrivi sempre e solo
alla sufficienza eh?- ringhiò il Gorilla dietro di lui. - Perché i test in
classe mi annoiano.- fu la semplice risposta. - Ehi Mitchy, visto che sei
bravo fammi matematica!- lo pregò il Tensai. - Non faccio i miei di esercizi,
devo fare i tuoi adesso? Baciamelo.- - Teppista del cavolo, sei uno
sfaticato! Ehi kitsune a che punto sei?- Domanda retorica. Rukawa dormiva con
la bava alla bocca. - Ma tu
guarda questo pezzente...- sibilò Akagi pronto a
ucciderlo. Naturalmente dopo che l’ebbe svegliato si scatenò il finimondo ma
Kaede si riprendeva sempre in tempo per gli allenamenti pomeridiani in palestra.
Era lì che dava il meglio. Dalle due e mezza alle sette, diventava una specie
di tornado. E anche Sakuragi. Altra grana. Tipo quel giorno. - PORCA
MISERIA! FATELA FINITA VOI DUE IDIOTI!- Le ragazze della pallavolo,
dall’altra parte del campo e anche se protette dalla tenda divisoria, vennero
investite dalla potenza dell’ugola di Takenori Akagi. Sbirciarono e videro che
stava separando Hana e Kaede a suon di pugni. - BASTA, MI AVETE
ROTTO!- Hana incassò le spalle, rabbioso. Sulla testa la sua mitica
bandana. - Ma Rukawa mi ha detto…- - Do’aho.- sibilò Kaede a bassa
voce. Si presero un altro pugno e vennero rispediti ai loro tiri, distanti
l’uno dall’altro. - Mi verrà l’ulcera, lo so.- grugnì il capitano – Mi
faranno morire!- - Ma no, basta che ti prendi qualche bella pastiglia contro
la nausea.- gli consigliò dolcemente Mitsui. Dopo che si prese anche lui la sua
riga d’insolenze tornarono ad allenarsi tanto da uccidersi coi tiri in
sospensione e il contropiede. In quello vinceva sempre Miyagi e gli altri
faticavano ma si stavano velocizzando incredibilmente. - Se va avanti così
neanche il Kainan ci darà più pensiero in contrattacco.- disse Kogure,
asciugandosi il sudore dalla fronte. - Già.- annuì Akagi – Che ore
sono?- - Le cinque e mezza.- - Bene, perfetto. Ragazzi, dieci minuti di
pausa e poi partita.- - Senz’arbitro?- cinguettarono i titolari con gli
occhioni pieni di stelline. - No imbecilli, con l’arbitro.- - Oh ma che
palle Gori! Così non mi diverto.- sbuffò il Tensai. - Non me ne frega una
mazza, riposati o ti faccio fare trenta volte il giro dell’isola e non della
palestra!- - Aguzzino!- I ragazzi intanto tirarono finalmente il fiato,
lasciandosi quasi andare seduti per terra. - Ehi, come va?- chiese la Kurata,
andando dalla loro parte. - Come va? Strisciano, non vedi?- rise Ayako –
Scusa il casino. Ce la fate a concentrarvi?- - Si, tranquilla. Quelle non
sentono neanche i miei di strilli.- ridacchiò Naomi – Ma da voi si urla sempre
così?- - Per fermare questi beota non c’è altro da fare.- si lamentò il
Gorilla. - Fate una partita? Possiamo assistere?- - Se volete vedere una
rissa senpai.- ridacchiò Raim – Comunque accomodatevi, sarà istruttivo.- - Su
questo non ci sono dubbi.- Qualche minuto più tardi le accaldatissime ragazze
della squadra di pallavolo erano tutte sedute o in panchina o sulla linea di
bordo campo, tutte eccitate per vedere Rukawa e il ragazzo della Kanzaki. Le
matricole specialmente che sbavavano a ogni loro movimento. - Come ci
dividiamo?- iniziò Ayako. - Dal primo al terzo e dal quarto al quinto?- fece
Raim. - No, meglio miste per qualche tempo.- le disse Akagi – Le matricole
devono imparare a stare coi titolari.- e aggiunse, con un grugnito – Per quanto
sia difficile stare con certi deficienti! Forza, con me Yaoto come play, Rei
come ala piccola, Yasuda e Mitsui in difesa. Con Miyagi voglio Rukawa, Sakuragi
come centro, Shiozaki come ala grande e Kogure in ruolo di guardia. Gli altri
pronti a caldi, nel caso debba buttare fuori qualche testa di fava!- - Ehi
Gori, ma vuoi proprio prenderle!- ridacchiò Hana, legandosi meglio la bandana
sui capelli. - Guarda che t’ha messo di qua per bilanciare con le seghe
dell’altra squadra.- frecciò il volpino. - Vuoi vedere che ti sego le
ginocchia subito?- - Volete vedere che mi tengo la palla per tutta la partita
e a voi due non la faccio toccare?- s’intromise Miyagi. - E volete vedere che
vi rimetto su un aereo pieno di animali come voi?- li ammutolì Akagi fuori di sé
– Non voglio grane chiaro? Miyagi, passaggi! A tutti quanti! E voi due imbecilli
non fate le prime donne perché vi spedisco a casa sul serio! E tu!- sbottò,
puntando Mitsui che si stava facendo gli affari suoi – Muovi le gambe e non ti
azzardare a startene fermo sulla linea dei tre punti come fai sempre! Non
troverai sempre delle seghe che ti fanno tirare, ok?- - Cristallino.- dissero
tutti e quattro in coro, con incredibile faccia di bronzo. - Miseria.-
ridacchiò la Kurata, seduta con Raim, l’Aizawa e Junko – Credevo di averli io i
problemi!- - Vedrai che scene per fare i passaggi.- sorrise la rossa. -
Già, non sono molto civili i ragazzi.- le confermò anche Nanaka. - Ci siamo?-
urlò Ayako pronta con la palla – Guardate che fischio! Se avete finito…- - Ci
siamo, ci siamo.- sbuffò Akagi, al salto con Hana – Vai pure!- Fischio. La
sfera arancione volò alta. Fu Hanamichi a prenderla e attaccò subito a ridere
come un deficiente, peccato che lanciò chissà dove e per andare a prenderla
Kaede dovette quasi uccidersi, lanciando insulti a quel do’aho a
tutt’andare. - Guarda che cretino!- sbuffò Rukawa. Palla alla mano, si
ritrovò Rei davanti. Era facile evitarlo ma ora al posto del Rukawa’s
Shinetai c’erano le mocciose della pallavolo e la cosa iniziava già a rompergli.
Fece un paio di finte e si levò subito di torno la matricola ma fece appena in
tempo a girare gli occhi che quei due maledetti di Akagi e Mitsui gli fecero un
bel giochetto molto carino. Scambio di marcatura. Il gorilla si spostò su
Hana e Hisashi gli fu addosso…gli portò via la palla, facendolo imprecare. -
Cazzo!- - Torna in difesa Hana!- urlò Miyagi, correndo dietro alla guardia –
Muoviti che tira!- Detto fatto. Neanche a un metro della linea, la guardia
sollevò le sue belle braccine e …dentro. Tre punti. Nel coro delle
ragazze, Hana mise un grugno pazzesco. - Oh, teppista brutto bastardo…ma te
ne stessi un po’ in difesa che è il posto tuo cazzo!- Mitsui se ne tornò
indietro, ridacchiando velenosamente. - Oh do’aho…ti facessi un po’ più furbo
forse...- lo rimbeccò il volpino. - Senti chi parla, ha fregato pure
te!- - Hn. Almeno lancio la palla dove c’è qualcuno, talpa.- - Teme
kitsune! Io sono il Tensai, sapevo che lì qualcuno l’avrebbe presa!- - E chi?
Raim sulla faccia?- - E basta, che palle!- li zittì Miyagi – Marcate a uomo
porca vacca!- - D’accordo, d’accordo.- asserì il rossino – Io mi prendo il
Gori.- - Hisa chi se lo sciroppa?- fece Miyagi. - Io.- scandì Kaede
lapidario. - Ecco, così perdiamo kitsune.- Il
gioco riprese e per la squadra del capitano non fu più tanto facile
imbroccare punti. Specialmente perché Mitsui ora aveva addosso la volpe che
non si scollava da lui neanche per un secondo, tanto che camminavano quasi uno in
braccio all'altro. Nobu invece creò delle belle azioni, facendo quasi inorgoglire
Miyagi che per tanti mesi gliene aveva insegnate di cotte e di crude. Anche
Rei era diventato veramente bravo, meno astuto di Rukawa forse, ma sempre pronto
al tiro e mai impreparato. Sotto canestro poi era guerra aperta. Hana
raccattava ogni rimbalzo possibile e ben presto Kaede e Kogure segnarono la loro
dose di punti pomeridiana. - Certo che il corpo a corpo con questi non
manca.- fece l’Aizawa libidinosa. - Decisamente.- sogghignò anche Nanaka –
C’è da farsi partire gli estrogeni a vederli.- - Hentai.- sorrise Raim,
incitando a voce alta le matricole. - Certo che però Hanamichi è forte
davvero.- se ne uscì Junko dopo l’ennesimo rimbalzo – Salta altissimo e riesce
spesso a tenere buono il senpai Akagi che è quasi il doppio di lui.- Proprio
in quel momento erano di nuovo sotto canestro. Hana era in mezzo alla lunetta e
sembrava pronto al tiro. Ma poi, eccolo lì. - Attenti a Rukawa!- urlò
Mitsui che era stato bloccato da Miyagi apposta per permettere al volpino e al
Tensai di mettere in atto la loro tattica. Infatti fu un successo. Hana la
lanciò storta apposta, tanto da arrivare dritta fra le mani della kitsune che
era già saltata, spaccando il millisecondo. Un dunk perfetto. Fra le
ovazioni del rossino, Rukawa stavolta dovette ammettere che avevano rasentato la
perfezione. - Sono ingestibili.- mugugnò Akagi. - Già. Perfetti direi.-
annuì anche Mitsui, sogghignando sinistramente – E il tappo li ha serviti alla
grande, bloccando me. Si sono fatti furbi, cosa in cui sinceramente non speravo
più.- - Meno male che li abbiamo in squadra.- gli disse Kogure, passando loro
a fianco. - Su questo avrei qualcosina da replicare…ma se la mettiamo
così…- Andarono avanti in un’altalena terribile. Ogni punto di una squadra
corrispondeva alla riprese dell’altra. E poi arrivava Mitsui, quando uno meno
se l’aspettava, con le sue triple fatte dai punti più impensati. - Ma come
fa?- sussurrò la Kurata – E’ incredibile. Tu lo vedi saltare e sei sicuro che la
metterà dentro.- - Da così lontano poi.- mormorò anche Kyoko – Cacchio però…ehi Jun,
mi sta venendo di nuovo voglia di saltargli addosso sai?- - Provaci e ti
uccido.- - Mitchy è particolare.- sorrise Raim – Quando salta saprai che ha
fatto canestro ancora prima che tocchi il ferro o la rete perché lui chiude il
pugno, quando è sicuro. È eccezionale.- 79 a 73 per la squadra del Gorilla,
Rukawa cominciava a sentire la voglia di darci dentro. Fermare Mitsui era
diventato il mantra della partita e ci si mise di parecchio impegno. Gli one
on one erano esaltanti ma anche parecchio duri tanto che a pochi minuti dalla
fine si ritrovarono tutti e due col fiato corto. Fu grazie ad Hana e a un paio
delle sue genialate che spiazzarono il Gorilla a riportarli vicini agli
avversari. - Porca miseria, quello lì ha ancora energia da vendere.- rognò
Akagi. Mancavano cinque minuti quando si ritrovarono tutti ad attaccare
contro la squadra di Miyagi. Il tappo, più veloce nei contropiede, fermava
sempre molto bene Nobu ma anche Rei si stava dimostrando all’altezza della
situazione. Shiozaki gli soffiò la palla un paio di volte ma poi la matricole
non ci cascò più. Qualche finta e lo passava, anche se poi si scontrava con
Hana. E stavano proprio sotto canestro quando in un’ammucchiata bestiale,
Hana, Kaede e il Gorilla franarono tutti a terra addosso a Mitsui in un casino
di spintoni, proprio mentre la guardia tirava. - Oh no! Che casino!- sbuffò
Ayako, mentre tutti ridevano – E questo fallo di chi sarebbe eh??
Imbecilli!- - E levatevi cazzo!- sbraitava Hisashi, sul fondo – Mi state
rompendo le ossa!- - Porca vacca Gorilla, mettiti a dieta!- - Do’aho,
levami quella mano dalla faccia!- Tiratisi in piedi, erano mezzi ammaccati e
pure mezzi svestiti. - Tutto a posto?- chiese Kogure, premuroso come
sempre. - No, per niente.- piagnucolò Sakuragi, massaggiandosi il
sedere. - Che cazzo ti lamenti, mica ti sono caduti addosso trecento chili di
deficienza.- sibilò Mitsui rabbioso e ansante. - Ehi teppista…tutto bene?-
Hana lo guardò meglio, preoccupato. Era un po’ pallido. Mitsui fece per
annuire ma cominciava a sentire una certa angoscia addosso. Meglio
prevenire. - Akagi…prendo aria.- Il Gorilla lo
guardò attentamente, poi fece un mezzo sorriso. - Vai pure.- - Grazie,
torno fra un attimo.- - Ehi, tutto bene allora Mitchy?- gli richiese
Hana. Mitsui si volse appena sopra la spalla, osservando la sua espressione
seriamente tesa così sogghignò. Aveva bisogno di essere rassicurato, forse come
tutti gli altri. - Tranquillo mezzasega, non sarà il vostro dolce peso a
mettermi k.o. Torno subito.- La partita finì poco più tardi, con un vantaggio
della squadra del Gorilla di appena tre dannati punti. - Perfetto. Cosa vi ha
insegnato questa partita?- chiese Ayako, raggiungendoli con asciugamani e
acqua. - A segare le ginocchia a Mitchy non appena prende palla.- sentenziò
il Tensai. - Ad entrare in scivolata fra le gambe del senpai Sakuragi, tanto
non se ne accorge.- rise invece Nobu, prendendosi un pugno dal rossino. - A
non passare la palla a queste seghe, tanto non servono a niente.- concluse Ryota
in allegria. Quattro sberle a tutti, poi si fecero seri finalmente. Era
chiaro come il sole che ormai Mitsui si era fatto molto più che
indispensabile. Era fondamentale. Come lo erano le improvvisazioni di
Hanamichi che aveva spiazzato Akagi più di una volta, esattamente come lui e
Rukawa sotto canestro, con la tattica delle ali. - Però avete ancora da
lavorare parecchio.- disse anche Raim – Indovinate su cosa.- - Resistenza.-
le disse Yasuda. - E ancora più velocità nel contropiede.- aggiunse Rei –
Stare dietro al senpai Miyagi è impossibile.- - E?- li incalzò Ayako, pronta
col ventaglio alla mano. - Gioco di squadra.- concluse Kogure con un
sospiro. - Che palle.- bofonchiò qualcuno in sottofondo, chissà chi. - Le palle me le fate cascare
voi!- tuonò il Gorilla, fregandosene della decenza e delle ragazze della pallavolo che ridevano come delle oche – Forza, sono le sei e un
quarto. Pausa e poi ognuno ai suoi esercizi.- - Anche voi fanciulle, forza.-
le richiamò la Kurata – Avanti, avete sbrodolato abbastanza per oggi!- - Oh
ma dai…voglio stare ancora qua!- la pregò l’Aizawa ma alla fine venne trascinata
via con Nanaka e le matricole, senza sentir ragioni. Alle sette le due
squadre chiusero i battenti. Stanchi e accaldati se ne uscirono strisciando,
proprio mentre cominciavano a vedersi le prime stelle col cielo ancora
chiaro. - Meno male che domani è sabato!- dissero le ragazze contente. -
Già, sto' tour de force ci manderà al manicomio.- ringhiò Sakuragi fra i denti,
ficcandosi la borsa in spalla. - Già ci dovresti stare.- gli sibilò Kaede,
passandogli a fianco. - Senti chi parla, il sorbetto che se non vede la
partita tutte le sere va in paranoia.- - Dio ma non la smettono mai?- rise la
Kurata, chiudendo le porte. - Quei due?- Raim scosse il capo – Mai. È il loro
modo contorto per dimostrarsi affetto.- - Secondo me il loro è modo contorto
per dimostrarsi qualcos’altro.- ridacchiò Miyagi più avanti con le matricole –
Ma se lo dici tu Raim! Allora, che si fa stasera?- - Ci sono i Nets sul
satellite.- l’informò Mitsui. - Ecco, se non altro vedrò qualcuno che gioca
in maniera decente.- li schernì il Gorilla. E fra bestemmie e macello le due
squadre se ne tornarono al Summer Inn ben sapendo che il fine settimana sarebbe
stato altrettanto elettrizzante. Il giorno dopo sarebbe stato il 1 aprile, il
compleanno di Hanamichi. E se ne sarebbero viste delle belle...
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Capitolo 24 *** Quella Notte, sotto la Luna ***
Kaede Rukawa aveva sempre detestato gli ombrellini
colorati dentro ai cocktail. Non sapeva bene perché, ma da che aveva
cominciato a bere alcolici aveva sempre preso quegli ombrellini e li aveva rotti
in mille pezzi. Anche Hana aveva la sua stessa mania e quando si trovavano
insieme per un qualche motivo solitamente il rossino ne faceva legna da
ardere. Quella sera poi Kaede li trovava ancora più irritanti del
solito. Comunque al posto di rompere gambe, era meglio rompere ombrellini
no? Sollevò di nuovo gli occhi, giusto in tempo per vedere Raim parlare e
ridere con uno dei surfisti attaccato alle costole. Perché quello continuava
a piegarsi sul suo orecchio e a farla ridere? Eh? Perché? Odiava le
discoteche, odiava gli americani, odiava i compleanni e odiava anche
Raim! Anzi, odiava Hanamichi! Era tutta colpa sua e dei suoi maledetti
diciotto anni! Incazzato nero tornò a girarsi verso la balaustra,
appoggiandovisi. Il Blue Palm, la discoteca nel quale stavano festeggiando il
compleanno del do'aho, era sul mare e dalla balaustra all'aperto si poteva
vedere la spiaggia, anzi...c'erano quasi sopra. Aveva quasi voglia di
buttarsi in acqua e mettere la testa sotto la sabbia. Merda, merda! Super
merda! Mandò giù tutto il cocktail di botto, sentendoselo bruciare il
gola. Ma perché quei maledetti americani erano dovunque? Perché uno di loro,
l'amico del bisessuale, se ne stava sempre a girare attorno a Raim? Mattina,
pomeriggio e sera! Lei stava a prendere il sole e quello le girava attorno
come un'ape al miele. Mancava poco che la trascinasse in acqua e se la
portasse via a nuoto in tavola da surf! Cazzo, che voglia di affogarlo. Lo
guardò meglio, girandosi appena sopra la spalla e guardando verso l'interno del
locale. Ma che aveva di particolare? Moro, capelli corti, occhi libidinosi,
fisico da culturista. E rideva come un deficiente. - Ciao...sei
solo?- Furente, scoccò un'occhiataccia alla tizia che gli era venuta
vicino. La ventesima da quando erano entrati. Ma cosa doveva scriversi sulla
fronte? "SONO ASESSUATO "?? Porca miseria! - Kaede insomma!- Qualcuno
lo tirò per un braccio, facendo brontolare l'oca che gli si era avvicinata. -
Non puoi continuare a scappare così, dovremo parlare del bambino prima o
poi!- La ragazza sbiancò, scappando via alla velocità della luce mentre
quella attaccata al suo braccio lo lasciò subito, ridendo. - Grazie senpai.-
bofonchiò il volpino, togliendosi tanto di cappello di fronte alla perfidia
della Kanzaki. Junko non rispose, limitandosi a sogghignare e a sedersi sulla
balaustra. Non per sottolineare l'ovvio, ma dopo Raim la Kanzaki era la più
bella ragazza presente, quindi anche volendo nessun'altra avrebbe potuto
avvicinarsi. - Ti rompi vero?- gli chiese, portandosi alla bocca una
bottiglia di birra. - Hn.- Junko sentì una strana vena irosa nella sua
voce, così cercò gli altri in giro. Hana faceva capannello con il suo
ragazzo, Miyagi, la Kurata, il Gori e le altre vicino alla pista dove si stavano
scatenando una quantità industriale di folli ragazzi dai sedici ai trent'anni
ma...c'era qualcuno, tipo l'Aizawa e Raim che invece erano attorniate dagli
americani amici di Jeff. Ecco perché era arrabbiato. Sorrise, guardandolo
di striscio. - Ne parliamo o devo farti da specchio per le allodole?- -
C'è poco di cui parlare.- sibilò, guardando il cielo e niente altro. Lei rise
ancora, afferrandolo per un gomito e portandoselo vicino. Rukawa rimase
spiazzato ma poi vide l'ennesima che se ne andava con la coda fra le gambe. -
Adesso capisco perché limiti le uscite serali.- ridacchiò la schiacciatrice - Il
prossimo anno invece di portarti a sentire gli U2 ti compriamo una bella cintura
di castità eh? Di quelle di ferro, che non si spaccano.- dette un altro sorso,
lasciando perdere - Se mi permetti per un attimo di travalicare la nostra linea
immaginaria, ti direi di non lasciarle fare i suoi comodi ancora per
molto.- Kaede portò lo sguardo su di lei. Tacque, poi accettò la birra e
se la portò alle labbra. Lasciarle fare i suoi comodi. Ma che poteva dirle?
Eh? Cosa? Dopo come l'aveva trattata...no, non poteva metterle fretta. -
Gli altri dove sono?- le chiese, per sviare. - A bere attaccati o al bancone, a un imbuto o
vicini alla pista.- gli disse, dondolando le lunghe gambe - Hanamichi sembra
divertirsi.- - Il do'aho si divertirebbe anche in covo di vipere.- Junko
ridacchiò proprio mentre mettevano una canzone scatenata. Il neon e le luci
della pista infastidivano gli occhi di Rukawa ma non distolse lo sguardo da Raim
che ballava fra Hana e il surfista. Abbassò il grugno, malinconico. E avvelenato. Ma
si, cosa poteva dirle? Cosa? A un lento, emise anche una specie di sospiro
che alla Kanzaki non sfuggì. Guardò in giro e trovò Raim a ballare con
l'amico di Jeff. - Idiota.- sibilò. Finì la birra, lasciandola a un ragazzo
che passava e raccattava bottiglie e bicchieri. - Ehi bellezza...- Junko e Kaede
si girarono, trovandosi una specie di pompato sfigato a un passo dal naso. -
Balli?- La ragazza scosse il capo, ignorandolo. - Dai, non ti mordo mica.-
continuò quello, arrogante - Al tuo ragazzo non spiace vero?- Rukawa stavolta
lo fissò bellicoso. Non che volesse difendere la Kanzaki visto che con un pugno
avrebbe potuto rompere la mascella a quell'idiota, ma cominciava a incazzarsi nel
vedere che un po' tutti cercavano di soffiargli e la ragazza e la
psicologa. - Evapora.- rognò gelido, mettendosi ritto in piedi. Il
cretino, trovandosi di fronte quasi due metri di volpe incazzata, si fece un po'
indietro. Deglutì, rabbioso. - Sta calmo fratello...- - Via, sparisci.-
sbuffò la Kanzaki - Sono incinta.- Di nuovo una fuga da manuale. Tempo due
secondi e quello era pure scappato dalla discoteca. Però. E chi s'immaginava
che una scusa del genere fosse tanto essenziale in certe situazioni!
Rimasero lì alla balaustra a parlare lontani dal caos per qualche tempo
quando finalmente cominciarono a vedere un po' di facce note. Roba da non
credersi, Rei e Nobu erano riusciti a rimorchiare e Kaede ci restò secco,
vedendo le bambolone che se li erano accalappiati, poi videro l'Aizawa ballare
su un cubo con uno dei surfisti, infine Mitsui che parlava in un angolo con Hana
e quel Jeff. Non fecero commenti di sorta ma dopo un po' la guardia arrivò da
loro. Era accaldato e ma sorridente. - Festa riuscita. Il Tensai è quasi sbronzo e parla di un lavoro stabile come
pusher.- - Tanto per cambiare no?- frecciò Rukawa. Però, cattivo umore
sempre e solo alle feste. C'era d'aspettarselo. Junko andò via un attimo, per
andare a prendere altro da bere e Mitsui si appoggiò a fianco del volpino,
osservando quei deficienti dei loro compagni. - Tutto ok?- Hisashi
sogghignò, annuendo vagamente. - Per ora si.- - Questo posto è un
bordello.- bofonchiò la Kanzaki, tornando da loro con due birre e un bicchiere
colmo di liquido rosato - In più un deficiente al bancone, mezzo strafatto di
quello che fumava, ha cercato di rifilarmi un qualcosa di strano con dello
zucchero sul bordo del bicchiere.- - Zucchero?- fece la kitsune. Mitsui la
guardò storta - Non l'hai bevuto vero?- - No perché?- rise la sua ragazza -
Non era mica veleno.- - Non era zucchero.- sibilò la guardia, portandosi la
birra alla bocca - Erano cristalli di meta anfetamine.- Rukawa e la Kanzaki
sgranarono appena gli occhi. - E tu come lo sai?- Mitsui non rispose,
volgendo il capo altrove. - Ho bisogno di aria, vado a farmi due passi qui
sotto. Torno fra un po'...- Andato via lui, i due ragazzi si scoccarono una
vaga occhiata. C'era sempre qualcosa da imparare su Mitchy, senza ombra di
dubbio. - Ma tu guarda...- sibilò la schiacciatrice, lisciandosi il top
argentato - E così ce n'è un'altra eh?- - A quanto pare.- rognò Rukawa,
appoggiandosi col fianco alla ringhiera - E' confortante però notare quanto sia
sano di mente.- - In che senso?- - Fossi stato al suo posto non sarei così
normale.- - Si, probabile.- ironizzò la ragazza, ridendo - Tu non balli
vero?- - Hn.- - Hn cosa? Non sai ballare?- Kaede fece una smorfia. -
Guarda che basta dondolare certe volte.- - Bhè, dondola con qualcun altro
senpai.- - Eddai kitsune, come puoi parlare così alla ragazza che hai messo
incinta eh?- Avvertì un brivido lungo la schiena al solo pensiero. -
D'accordo, vado a cercare il mio pollo.- cincischiò la ragazza, sempre più
divertita dalla sua espressione - Se qualcuno ti salta addosso dì che sei gay o
che hai una qualche malattia infettiva. Funziona
sempre!- Fantastico. Solo, appestato e pure mezzo sbronzo! Era meglio
andare a cercare Hana...
Intanto, sotto in spiaggia sul bagnasciuga,
Junko camminava coi sandali in mano e l'aria persa. Il naso sempre puntato in
alto alle stelle, il pensiero rivolto al suo ragazzo. Ma porca miseria, Hisa
era sempre il solito. Si fermò di colpo, vedendo qualcuno seduto in spiaggia.
Aguzzò la vista. Non era Mitsui. Ma Shige Ikuko. - Ehi Shige!- lo richiamò
- Ciao, che ci fai qua?- Il ragazzo si volse con un sorriso luminoso, andando
a salutarla. - Ero qua con degli amici ma sai come sono...hanno rimorchiato e
mi hanno mollato da solo! E tu?- - Un nostro amico compie diciott'anni, siamo
tutti sopra.- - E...il tuo ragazzo?- le chiese Ikuko imbarazzato, guardandosi attorno. - Sono
venuta a cercarlo. È sceso prima, gli mancava il fiato. C'è troppa ressa.- -
A chi lo dici!- rise il ragazzo - Una tizia mi ha rovesciato addosso un Sex on
the Bitch. Ho la ciliegia che mi vaga nella camicia e non riesco a
trovarla!- Risero quando un gruppo di tizi scese dalle scale e venne loro
incontro. C'era il tizio che prima aveva cercato di ballare con la Kanzaki e
quando la vide tornò alla carica. - Ehi bambola...di nuovo qui eh? È il
destino che ci fa incontrare!- - Se, come no.- sibilò lei seccata. - Dai,
perché adesso non vieni a fare un giro? Il tuo ragazzo non c'è mi pare!- - Ti
ho detto di no.- sbuffò la ragazza, apaticamente. - Eddai.- - Ehi, perché
non la lasci in pace?- s'intromise Shige - Non senti per caso?- - Ma tu cosa
vuoi eh?- ringhiò il tizio che lì al buio sembrava più muscoloso e ubriaco di
prima, alla luci della discoteca - Sto parlando con lei!- - E ti ha detto che
non vuole venire con te!- - Shige, dai lascia stare...- sussurrò la mora ma
lui si era già messo in mezzo e, forse l'alcool, forse il tizio era proprio un
idiota, ma reagì immediatamente e con un manrovescio colpì Shige alla
faccia. Il ragazzo cadde a terra, una mano sull'occhio. - Ehi ma che ti è
preso?!- Junko spinse via, rabbiosa, il suo assalitore, inginocchiandosi accanto
all'amico. Quel maledetto doveva averlo colpito col dorso della mano dove
portava dei bracciali a catena perché ora dal sopracciglio di Shige usciva del
sangue. - E sai che roba!- rognò quello - Non l'ho neanche toccato! Quella
mezza sega s'è fatto male da solo!- - Vattene al diavolo! Avanti sparisci!-
gli disse la Kanzaki bellicosa. - Su bambola...lascialo e vieni via con
me!- - Allora non ci siamo capiti...- Il deficiente cacciò un'imprecazione
e un gridolino vergognoso quando qualcuno gli prese un braccio e glielo torse
dietro alla schiena. Gli arrivò anche un calcio e finì steso lungo per terra,
sputando sabbia. Si rialzò, inferocito. - Ma tu che vuoi? Perché non ti
fai i cazzi tuoi eh?- Hisashi Mitsui, anche detto il Flagello di Ruba Fidanzate,
sospirò, scuotendo il capo dopo aver sentito tutto quel macello. Il poveretto stava per farsi spezzare le rotule e
non lo sapeva. - Prima di tutto perché stai cercando di portarti via la
mia ragazza. E poi perché stavo dormendo e mi hai svegliato. E adesso, se non
vuoi che ti affoghi, ti conviene andartene. Capito?- Guardando l'espressione
di Mitsui, l'essere unicellulare capì sul serio che era meglio cambiare aria. E
in fretta. - Ma tu guarda che roba...- la guardia andò ad
inginocchiarsi accanto a Shige, mezzo allibito dalla facilità con cui si era levato di torno quell'idiota che era
corso via, quasi infilandosi in un immaginario Star Gate insieme alla sua banda di
molluschi - Hn...non vedo una mina. Bisogna tornare di sopra.- - Perché,
vuoi rammendarlo con ago e filo?- frecciò la sua ragazza - Ma dov'eri?- - A
dormire con una sirena.- ironizzò Mitsui, dando una mano ad Ikuko - Dai, in
piedi.- Poco più tardi, il figlio di Hito se ne stava un pelino spiazzato
davanti alle facce di quattro tizi un po' strani. I quattro tizi naturalmente
erano i teppisti dello Shohoku che osservavano ed esaminavano con perizia da
manuale la ferita di Shige. - Non ci vanno i punti.- sentenziò Miyagi,
dall'alto della sua esperienza. - Ma tu che ne sai.- sbuffò Ayako -
Portiamolo all'ospedale.- - No, ha ragione Ryo-chan. Ci va solo un cerotto.-
disse anche Hana - Uno di quelli piccoli.- - Le farfalle vanno bene?- chiese
Mitsui, tirando fuori il portafoglio e mettendosi a scartabellare. - Ti tieni
i cerotti nel portafoglio?- si schifò Akagi. - Meglio dei preservativi
no?- - Già, nel portafoglio si rompono.- cinguettò Rei. - Oh, grazie
Manabe.- sbuffò il Gorilla - Bella, questa mi mancava!- - Ehi Rei, piccolo
pervertito!- risero invece i titolari. - No, quelle sono troppo grandi.-
continuò intanto Sakuragi, vedendo i cerotti di Mitsui - Ci vanno quelle più
piccole, il taglio non deve aprirsi di più o avrà davvero bisogno di
punti.- - Nessuno ha del Cicatrene?- borbottò allora Rukawa. - Si me lo
porto sempre dietro insieme al Prozac kitsune.- frecciò Hana - Allora? Che si
fa?- - Si fa che gli metto queste, non stracciatemi i maroni.- celiò Hisashi
- Una volta in albergo lo sistemeremo meglio.- - Tranquillo Shige, sei in
buone mani.- gli sorrise Raim, vedendo la sua faccia smarrita - Sono
professionisti loro.- - Bhè...grazie mille.- bofonchiò il ragazzo - Quel tipo
mi ha preso alla sprovvista.- - Ma si può sapere che è successo?- s'informò
la Kurata, sbadigliando. - Niente, i soliti uomini che capiscono quello che
vogliono.- sbuffò Junko - Datemi da bere, affogherò i dispiaceri.- - Ecco
brava ragazza!- Miyagi portò altre cinque bottiglie sul loro tavolo,
allegrissimo - Hana brindo ai tuoi capelli!- - Che cazzo centrano i miei
capelli!- rise il Tensai - Dai idiota, dammi da bere!- - Al senpai e al suo
compleanno!- tubarono Rei e Nobu. - Ad Hana!- brindarono gli altri. -
Diciotto anni campati nel cesso.- sibilò Rukawa, seduto accanto al rossino. -
Prima di tornare in albergo ti vomiterò addosso, sappilo.- lo minacciò
Sakuragi. Fortunatamente non fu così. Tornarono al Summer Inn che erano le
sette di mattina, dopo essersi fermati a fare colazione nella sala dell'albergo
e aver sistemato la testa a Shige...e ognuno di loro passò la domenica un po'
come meglio credeva: a dormire, a rubare o nelle saune.
Passò qualche
giorno, sempre lineare secondo la scaletta di marcia degli atleti che sgarravano
sempre pochissimo alle loro rigide regole e alle undici di mercoledì mattina
della seconda settimana, i ragazzi se ne stavano in terrazza a fare la loro dose
di compiti. Si erano appena spaccati correndo in spiaggia e avevano ancora il
fiatone, cosa che di certo non l'invogliava a uccidersi sui libri. Raim era
su una sdraia, Junko Kanzaki sull'altra, senza pesi e con del ghiaccio sulle
caviglie. Aveva tolto i pesi a polsi e caviglie lunedì mattina e ora, dopo
che le si erano sciolti i muscoli, si erano un po' irrigiditi ma nel complesso
si sentiva leggerissima. Non vedeva l'ora di poter tornare a giocare. -
Qualcuno mi spiega perché dobbiamo farci i compiti a quest'ora infame?- sbuffò
l'Aizawa, stiracchiandosi. - Perché Yoshikawa ci guarda a vista.- rimbrottò
la Kurata - Hai finito i temi di filosofia?- - No, sono una palla. Qualcuno
ha qualche idea sul malessere esistenziale?- - Ehi non guardare me, cocca.- le disse Mitsui, calandosi il cappellino sulla
fronte mentre la sua ex ridacchiava. - Hisashi, hai finito chimica?- s'informò Kogure, interrompendo il suo
innocente flirt. - Se.- disse la guardia annoiata. - Ma com'è possibile?-
sbuffò Akagi, passandogli alle spalle e piegandosi sui suoi quaderni - Ma guarda
questo che roba! E fisica?- - Per quella mi affidavo al tuo buon cuore.- -
Te lo scordi. Già che ci sei aiuta quei due rintronati!- e indicò Hana e Kaede
che sonnecchiavano beatamente, nascosti dagli occhiali da sole. Un paio di pugni
e tornarono a lavoro, mezzi distrutti. No, proprio non ce la facevano. Un
conto era allenarsi e farsi massacrare dal Gorilla, ma un altro era stare sui
libri con quelle bellissime giornate e quei bastardi di surfisti che se ne
andavano sempre in giro con le loro tavole. - E' vero che ci sono i delfini?-
se ne uscì Rei all'improvviso. Cadde un silenzio carico di aspettativa.
Ovvero perdere tempo. - Si, oltre quel promontorio c'è una baia piccolissima,
una specie di canale.- gli raccontò Raim, continuando a farsi gli esercizi
d'inglese - L'anno scorso venivano molto vicino.- - E da quel promontorio?-
chiese Hisashi - Vi siete mai buttate?- - Se, per rompermi la testa.-
ironizzò la Kurata - Vuoi provare?- - Bhè, non è altissimo.- - Ma neanche
basso.- rognò Akagi - Attento a quello che fai, mentecatto.- - Abbiamo tempo
di farci una scampagnata sabato?- propose la Noda. - Dove vuoi andare?-
sorrise la Kanzaki - In mezzo alla giungla senpai? L'anno scorso qualcuno ci si
è perso o sbaglio?- - Si, Asuka e Sumire.- frecciò il loro capitano -
Comunque in effetti potremmo farci davvero due passi all'interno dell'isola,
sulla costa orientale. Lì la vegetazione è più fitta, bisogna stare
attenti.- - Vegetazione fitta?- chiese il Gorilla - Forse è meglio di
no.- - Già.- rise Ayako - Non vorremmo mai perderci di nuovo una certa
persona...- - Che palle con questa storia, andrete avanti a rinfacciarmela a
vita?- sbuffò Miyagi. - Perché senpai?- gli chiese Nobu - Che t'è
successo?- - L'imbecille s'è perso tre volte per la riserva naturale di
Kyoto.- raccontò Akagi, serafico - Ci eravamo divisi per farci due passi tranquilli
senza guida, altri invece sono rimasti al pullman. In poche parole Miyagi s'è
perso tre volte. La prima volta sono andato a prenderlo io e l'ho riportato al
raduno. Stavamo aspettando Sakuragi e Yasuda e lui cosa fa? Dice che va a
prendersi un caffè al bar vicino, nell'ingresso del parco. Tu l'hai più
visto?- - Naturalmente no.- sorrise Kogure - S'era perso di nuovo. Così siamo
andati a prenderlo per la seconda volta e di nuovo l'abbiamo messo sul pullman.
Solo che poi doveva andare in bagno e non è più tornato.- - E ma allora sei
proprio deficiente Ryota.- frecciò la Kanzaki. - Oh senti, io non riuscivo a
girarmi lì in mezzo!- borbottò il play imbarazzato - Alla fine mi è venuto cercare
Hisa e..- - Si sono persi in due.- concluse Ayako, scatenando l'ilarità
generale - La sera stessa non si sentivano più il cranio, credimi. Il capitano
li ha pestati tutti e due!- - Alla fine dov'erano?- - Nel recinto ad
accarezzare i Bambi.- sibilò Rukawa. Si sganasciarono di nuovo tutti quanti,
decidendo che forse per il momento le gite lì attorno era meglio
accantonarle. Nel pomeriggio però vennero a sapere che forse qualcuno poteva
davvero far vedere loro i delfini. Erano nella palestra del liceo ad
allenarsi come forsennati, sotto il naso della Kanzaki che invece non poteva
muovere un dito quando Shige Ikuko mise il naso sul campo, ancora in divisa
scolastica. Fece un cenno a Raim e Junko e loro lo invitarono ad entrare
anche se il poveretto come già la prima volta rimase spiazzato nel vedere il
Gorilla tuonare contro tutti a spron battuto. - Sicure che non disturbo?-
chiese, sedendosi accanto alle due ragazze. - Figurati, questi non sentono
neanche le atomiche.- sorrise la rossa - Hai finito adesso?- - Già.- - E
la fronte come va?- gli chiese Junko, osservando la sua cicatrice. - Oh,
tutto a posto. I vostri amici avevano ragione.- rispose Ikuko junior - Non sono
serviti punti.- - Vedi? A qualcosa servono senpai.- ridacchiò Raim, tornando
a osservare la partitella dei ragazzi - Ehi Ayako...Rei e Nobu oggi ci danno
dentro, non credi?- - Già.- la mora se ne stava in piedi, poco vicino alla
linea di campo - Gl'insegnamenti di Ryota su Nobu hanno avuto la loro presa.
Certo che se Ru e Hanamichi la finissero e dessero una mano a Rei sarebbe
meglio!- - Sono molti agguerriti.- bofonchiò Shige, vedendoli giocare - E
molto bravi. Papà ha detto che il ragazzo con cui ha giocato aveva la stoffa del
campione. E se lo dice lui...- - Per adesso quello lì ha la stoffa
dell'imbecille!- sibilò Ayako, per poi alzare la voce - INSOMMA VOI DUE! RU,
HANA FINITELA!- - Ma continua a darmi dell'idiota!- rognò il rossino. - Si
vede che ha ragione.- sbraitò il Gorilla ficcando un pugno a testa - Io ne ho
basta di voi, mi farete diventare matto! Smettetela di fare i bambini, non avete
più quindici anni!- - E parlando di mocciosi...- ironizzò Raim, indicando
Mitsui. Eccolo lì, di nuovo seduto per terra fuori dalla linea dei tre punti.
Certo che era proprio una fissa quella! - Ma tira anche da sdraiato?- chiese
Junko. - Si ma non centra sempre il canestro.- la informò Ayako - Dai
ragazzi, sono le cinque! Datevi una mossa!- - Appena le matricole finiscono
coi tiri in sospensione e la scimmia con quelli all'indietro...- iniziò il
Gorilla e Hana cadde proprio in quel momento di culo, facendo un chiasso assurdo
- ...sperando che non si uccida, dividiamoci in squadre. Ayako, Kogure, fate voi
le divisione per favore. Stamattina ho dimenticato di chiamare Anzai, vado a
fargli uno squillo adesso.- - Hana ti sei fatto male?- ridacchiò Raim,
raggiungendolo. Il Tensai si stava massaggiando il sedere. Niente! Si
allenava da giorni ma non riusciva a riprendere l'equilibrio dopo un tiro in
sospensione all'indietro. Il canestro lo centrava ma aveva le chiappe piene di
lividi ormai! - Non hai un briciolo di eleganza.- lo derise Miyagi. - Senti
chi parla!- - Do'aho.- rincarò la kitsune - Possibile che tu non riesca a
stare in equilibrio?- - Legati un cuscino addosso no?- frecciò invece
Mitsui. - Andate a spararvi tutti e tre, mi avete rotto.- sbuffò Sakuragi,
andando in panchina a prendere da bere. - Bhè, il canestro lo prende no?-
sorrise la Kanzaki - L'importante non è quello?- - Si ma sai le risate in
campo contro gli avversari?- Ryota si svaccò a terra, tirando il fiato - La
prossima partita che abbiamo una volta tornati a casa è contro il Kenshin, poi
andiamo alle finali e se la scimmia si spacca l'osso sacro non è mica una bella
cosa.- - Ahah...visto? Sono un Genio, non potete fare a meno del Re dei
Rimbalzi!- si gongolò il rossino. - Si, hai ragione regina dei falli.- sibilò
Rukawa, scolandosi una bottiglietta intera. - Ma vuoi che ti spacchi subito
impotente?- - One on one?- Kaede non si lasciò minimamente intimorire. -
Anche subito.- - Invece ve lo farete più tardi.- ordinò Ayako, tirando via
Mitsui dal campo e mettendolo a sedere con le riserve mentre le matricole
finivano i loro tiri - Dovete darvi una mossa con le matricole, razza di
ritardati! Mahiro è molto bravo in difesa, con una mano da uno di voi andrebbe
ancora meglio!- - Che rottura di palle, secondo me gli stiamo troppo addosso
a quei poveretti.- scandì Hisashi, attaccandosi alla bottiglietta che gli lanciò
Junko, mentre Shige Ikuko lo studiava attentamente - Io ho imparato molto prima
ma mi allenavo da solo per la maggior parte del tempo. Il gioco con gli altri e
l'affiatamento vengono dopo. Sono solo matricole. Non tutti sono già dei
campioni al primo anno.- - Intendi come te e Rukawa?- bofonchiò Kogure
pensoso. - Ehi! E io brutti bastardi?!- tuonò Hana. - Quello che voglio
dire è che secondo me dovremmo stargli meno col fiato sul collo.- continuò la
guardia, passandosi un asciugamano sulla fronte - Rei e Nobu sono veramente
bravi, questo l'ho sempre detto ma non possiamo metterli allo stesso piano del
volpino, c'è poco da fare. C'è chi è bravo subito e chi ha bisogno di
carburare.- - Si può sapere perché continuate a nominare questo freezer?-
sbraitò Hana incazzoso. - E che palle, basta!- Ayako gli menò una ventagliata
in testa - Si, il tuo ragionamento non fa una grinza...il problema è che una
volta finito l'anno, purtroppo non sarà facile sostituire te, Akagi e
Kogure.- - Impossibile direi.- borbottò Ryota serio - Ma per allora saranno
problemi miei credo.- - Diciamocela, saranno cavoli amari.- sospirò la prima
manager - Per questo vorrei che almeno Rei e Nobu cominciassero a imparare a
giocare alla vostra altezza.- In quel momento tornò Akagi, ancora attaccato
al telefono. Salutò e poi osservò le facce dei compagni. - Bhè? Che è
successo? Chi è morto?- - Pontifichiamo sui disastri irreversibili.- lo
informò Hana - Tipo te che te ne vai Gorilla.- - Vado dove scusa?- - Alla
fine dell'anno.- gli chiarì Kogure - Io, te e Hisashi.- Akagi scosse il capo,
sospirando. - Ma quanto siete deficienti. Vi sembra il momento di pensare a
queste cose? E poi state attenti o al teppista verrà una crisi nervosa.- frecciò
velenoso, mentre Mitsui gli parcheggiava in faccia il dito medio - Avanti, ne
parliamo un'altra volta di questa storia. Forza, tutti in campo!- - E già che
ci siete urlate di meno.- li avvisò Ayako - Quelle poverette non riusciranno a
giocare!- - Macché!- sbuffò la Kanzaki - La Kurata ti farebbe giocare su un
campo ghiacciato, credimi!- Durante la partitella di allenamento che sapeva
tanto di assalto di rugby, Shige Ikuko osservava incantato i giocatori dello
Shohoku. Quando era nato suo padre aveva smesso da circa un anno di giocare ma
fin da piccolo si era sempre divertito a vedere quel gigante che lui chiamava
papà infilare la sfera arancione nel canestro. Lui invece, purtroppo, non era
per nulla portato ma a Hito Ikuko non era mai interessato molto. Ora invece
Shige vedeva lo sguardo di suo padre in ognuno di quei ragazzi. Rise con un
matto quando, dopo una tripla perfetta di Mitsui, il Gorilla andò a prendere a
calci Sakuragi. - Cosa devo fare per farti fermare quel teppista eh?- ringhiò
Akagi - Sei un impedito!- - Do'aho.- rincarò anche Rukawa. - Ma insomma,
fermatelo voi se ci riuscite porca vacca!- esplose il rossino, isterico. La
guardia infatti continuava a passargli sotto al naso e quando cercava di
fermarlo commetteva fallo! C'era da diventare deficienti! - Lo Shohoku ha
un'ottima guardia.- sussurrò Shige - Non ho mai visto nessuno lanciare così,
neanche papà.- Junko sorrise, senza rispondere. -
E' lui vero?- le chiese il
ragazzo. - Si.- annuì la Kanzaki, semplicemente. - E' del quinto
anno?- - Già.- - Su, forza ragazzi! Passate la palla!- Ci furono un
altro paio di buone azioni, fra cui una schiacciata del Gorilla e qualche schema
tirato alla perfezione da Miyagi. Anche le matricole e le riserve erano molto
cariche e la partita, come accadeva da qualche tempo, si concluse con un
punteggio di pochissimo distacco delle due squadre. Finirono un quarto d'ora
prima e visto che il sole non stava ancora tramontando, Shige si offrì si
accompagnarli a vedere i delfini. Ottenne così l'amore eterno delle matricole
della Kurata e le ovazioni dei ragazzi.
Mezz'oretta più tardi erano in
spiaggia, in un piccolo canale di sabbia bianca e acqua cristallina. Shige
spiegò alle matricole che era necessario fare né troppo chiasso ma neanche
troppo poco. I delfini infatti erano soliti giocare coi turisti in acqua ma non
sempre apprezzavano il casino, tantomeno i gesti bruschi. Quindi, tutti in
costume da bagno, se ne stavano ammollo a sciogliersi i muscoli dopo il duro
allenamento. E quelle cretine del primo anno stavano sfondando il cervello a
Kaede coi loro strilli acuti, tanto che se ne stava sul bagnasciuga arrotolato
dentro un asciugamano. - Kitsune, niente bagno?- gli chiese Hana. - No.-
ringhiò inferocito. - Guarda che il sole qua picchia sempre forte.- lo ammonì
- Diventerai rosso come un'aragosta.- - Hn.- - Mah...fa' un po' tu!-
sbuffò il rossino - Ehi tappetto, vieni a fare due tuffi?- - Vengo.
Ayakuccia, tu non ci segui?- - Già, guarda che i delfini non mordono!-
rincarò il Tensai. - Ma quanto sei scemo. Si, arrivo!- la mora si alzò dalla
sabbia, scoccando un'occhiata a Raim e Junko - Voi due non venite?- - Neanche
morta.- sibilò la rossa, evitando anche di guardare le onde. - Io invece non
devo sforzare le gambe. Che fesseria.- sbuffò la Kanzaki. - E ma sei
stressante.- cinguettò la Kurata, intenta a spalmarsi di crema - Dopodomani
potrai giocare di nuovo.- - Tu guarda chi arriva...- bofonchiò invece Rei,
che si stava levando la maglietta - Senpai Kotobuki, quelli non sono i vostri
amici?- Ma porca! Rukawa appena sentita quella frase si chiuse ancora di
più dentro all'asciugamano. Un attimo dopo sentì due o tre voci maschile dallo
spiccato accento americano e imprecò fra i denti. Merda, merda! Ma erano
sempre fra i piedi? - Hi Hisashi!- Jeff e altri due suoi amici che si
chiamavano Andy e Billy salutarono il gruppo. Erano in muta e stavano
raggiungendo i loro amici nella spiaggia accanto dove non c'erano scogli ma
quando videro le ragazze immerse in acqua ad accarezzare i delfini, si fermarono
con loro. Sembravano molto interessati e tramite Raim fecero un sacco di domande
a Shige. Tempo due minuti ed erano quasi tutti con le onde alla vita a
tormentare la vita a quei poveri mammiferi e a parlare di basket. Che palle,
pure di basket ciarlavano quelli! Hn, che voglia che aveva di massacrarli! -
Quanto ammiro il tuo self control Rukawa.- frecciò al voce della
Kanzaki. Tirò fuori la testa dall'asciugamano, guardandola incazzoso.
Visto che non voleva darle la soddisfazione di sbavarle addosso, considerato
l'incredibile fisico dentro a quel bikini nero mimetico che sarebbe dovuto
essere illegale, fece finta di nulla, poi posò lo sguardo sul bagnasciuga.
Raim era lì in piedi con uno che si chiamava Billy mentre Mitsui aveva Jeff
incollato alla schiena. - Fossi in te starei attento, senpai.- ironizzò, per
prendersi la rivincita. - Però, allora la lingua ce l'hai ancora!- sindacò
Junko - Perché non vai a fare un bagno? Hana non ti affogherà, ora come ora è
troppo intento a grattare la pancia a un delfino.- - Hn.- - Dio ma che
uomo sei? Lasci che l'americano si faccia così i suoi comodi?- -
Senpai.- - Si?- - Perché non ci vieni tu in acqua con me?- sibilò
esasperato e minaccioso, deciso a strozzarla. La Kanzaki scoppiò a ridere,
lasciando finalmente cadere il discorso...comunque...bhè, un po' aveva ragione
lei. Passò qualche minuto e Kaede finalmente si decise ad andare a
rinfrescarsi. Erano le sette e mezza e il sole cominciava a tramontare, così
entrò in acqua e ben lontano dalle matricole che gli sbavavano dietro, si fece
quattro bracciate. - Kitsune!- Hana stava risalendo tutto gocciolante verso
il bagnasciuga, urlandogli dietro - E' quasi ora di cena! Muoviti!- - Non
rompere do'aho.- - Baka kitsune! Datti una mossa! Non voglio sentire il
pelatino che rompe come al solito perché tu ti sei addormentato in
ascensore!- - Kitsune?- Jeff si girò verso Raim, con un sopracciglio alzato -
What's kitsune?- La rossa sorrise, portando gli occhi verdi su Rukawa che le
passò a fianco in quel momento, osservandola di sottecchi. - Fox.- - Fox?-
anche Billy alzò un sopracciglio, guardando Kaede che si asciugava i
capelli. - Yes, fox.- ridisse la rossa, infilandosi la maglietta sul bikini -
My fox. We must go now, see you later guys! Bye!- e afferrando il numero 11
dello Shohoku scarpinarono via lungo il viattolo che li riportò al Summer
Inn. Gli americani invece si guardarono, senza capire. - Who is that?-
chiese Billy, l'unico che stava sempre appiccicato a Raim, indicando
Rukawa. Jeff ridacchiò sempre più confuso, prendendosi la tavola - Raim's
fox.-
- Gente, alle dieci e mezza ci sono i Bulls.- Hito passò a
fianco della tavola mentre i ragazzi finivano di cenare - Vi aspetto in
sala.- - Grande, hai capito tutto vecchiaccio.- cinguettò Hana, prendendosi
subito un pugno dal Gorilla. - Idiota porta rispetto!- Hito non nascose il
suo divertimento, dando una pacca alla spalla del rossino - Fatevi chiudere in
gabbia, poi ci vediamo in sala. Ah, ci sarà un po' di scompiglio ma non fateci
caso.- - Scompiglio?- bofonchiò Rukawa, mentre in camera si cambiavano e si
mettevano comodi in jeans stracciati da barboni - Do'aho, la Kurata non ha detto
che quello invita sempre tutto il paese?- - Ma figurati. Ok che quella tv è
un vagone di un treno ma tutto il paese...- E come volevasi
dimostrare. Sessanta e fischia uomini dai quattordici ai settant'anni
aggrappati a un televisore a urlare come hoolingans con birre alla mano, sigari
in bocca e bestemmie in gola contro l'arbitro. - Adoro questo posto e adoro
quell'uomo.- ghignò Mitsui, andando a svaccarsi sul divano accanto a un vecchio
marinaio che trincava birra come un camionista. Hana e Kaede si sedettero sul
bordo dello schienale, Ryota e le matricole direttamente sul tappetto mentre
Akagi se ne stava con Kogure e le riserve dietro al divano. Fu una partita
spettacolare ma il bello era il casino che facevano i commensali. Non avevano
mai sentito così tante bestemmie neanche a una partita dello Shikuda, per non
parlare della fumina dei sigari che aleggiava come nebbia sulle teste di tutti
quanti. Le donne dell'albergo passavano e scuotevano il capo, i camerieri
invece guardavano disperati il macello di bottiglie e portacenere che avrebbero
dovuto sistemare, per non parlare del chiasso... Mancava poco che i vicini, a chilometri
dall'albergo, chiamassero la polizia... Un'ora più tardi i Bulls vincevano con nove punti
di vantaggio sugli avversari e tutto il parentado di Hito si mise a commentare
la partita coi classici commenti da osteria che piacevano tanto a Miyagi e
Mitsui. Rukawa già strisciava per il sonno e se ne tornò in camera, Hana
invece prese una sigaretta e uscì in terrazza. Bella serata e bella
partita...almeno se non avesse avuto strani pensieri per la testa. Andò a
sedersi sull'ultimo gradino della scaletta di legno che portava in spiaggia,
accendendosi la sigaretta e col naso per aria cominciò a guardare le
stelle. Porcaccia miseria, perché adesso gli venivano quelle fisse? Forse
aveva ragione Mitchy a farsi venire le paranoie. - Ehi testa di fava...cosa
fai qua fuori?- Hana girò il capo all'indietro, trovandosi il Gorilla alle
spalle. - Ciao Gori.- - Non fumare babbeo.- Akagi si sedette al suo
fianco, rompendogli in due la sigaretta. - Grazie.- sbuffò il rossino,
tornando a guardare il cielo. Takenori lo guardò di sbieco, appoggiandosi su
un gomito. - Che c'è?- - Niente. Pensavo.- - Ah, tu
pensi.- Hanamichi trattenne un ringhio in gola, cominciando ad
alterarsi. - Si, ogni tanto lo faccio anche io. Per hobby, sai...- -
Bell'hobby. Allora?- - Bhè ecco...pensavo a quello che è successo oggi.- -
E cosa sarebbe successo? A parte le solite follie giornaliere intendo.- - Il
discorso che facevano Ayako e Mitchy, durante la pausa.- - Oh no...- ecco, lo
sapeva! Akagi si passò le mani sulla faccia, mettendosi comodo perché quello
come minimo sarebbe stato un discorso bello lungo - Lo sapevo. Dovrei mettervi
la museruola.- - Si ma...hanno ragione.- bofonchiò il rossino con una buffa
smorfia da cucciolo smarrito - In fondo fra qualche mese avremo finito la
scuola, poi a luglio finirà anche il torneo nazionale.- - Tutti prima o poi
crescono. E non solo in altezza.- frecciò il capitano - Comunque non credere di
essere il solo a pensare a queste cose. Kogure ci rimugina sopra all'inizio
dell'anno.- - E non ti spiace andartene?- - Si, un po' si...- Hana
sorrise - Cioè...lo so che non ti diamo fiato, che io, la volpe, Mitchy e
Ryo-chan ti rompiamo sempre le palle, che non stiamo mai bravi e che in campo
non facciamo mai come vuoi però...dai in fondo ti diverti!- ridacchiò. -
Moderatamente.- sentenziò il Gorilla - Ma devi cercare di capire che prima o poi
capiterà a tutti.- - Si, lo so...solo che...- il rossino sospirò di nuovo,
appoggiandosi all'indietro - Non so...Mitchy non l'ha presa bene e sono
preoccupato per lui ma al tempo stesso devo confessarti che il prossimo anno non
sarà la stessa cosa.- - Sarebbe a dire?- - Bhè...in fondo sono un genio ma
tu un po' mi hai insegnato a giocare...- - Un po' eh?- - Già. Senza te che
rompi non so se sarà più divertente.- Akagi stavolta riuscì a sogghignare,
dandogli un leggero pugno sulla testa. - Ma quanto sei fesso. Non è ancora
ora di stare a preoccuparsi...ma se proprio vuoi darti all'isterismo puoi sempre
scaricarlo in campo e farci vincere anche quest'anno.- - Visto che lo dici
anche tu? Vi ho sempre fatto vincere io!- - Se, nei tuoi sogni va! Dai,- e lo
afferrò per la maglietta - alza le chiappe e vai a dormire.- - A raccogliere
Rukawa addormentato nella doccia vorrai dire!- E in effetti Rukawa
sonnecchiava, ma non nella doccia. Era steso nel letto con l'accappatoio
addosso, la testa un po' pesante e le gote rosse. Si era preso un maledetto
colpo di sole sulle spalle e anche sulla faccia. Miseria! Stava per mettersi
della crema sulla faccia per sedare il bruciore quando bussarono alla
porta. Stava quasi per non andare ad aprire e ignorare il seccatore ma un
secondo colpo e la voce di Raim lo convinsero magicamente ad alzarsi dal letto.
Andò ad aprire e se la trovò di fronte. Sorridendo lievemente, inclinò il
capo e gli guardò il viso arrossato. - Insolazione?- - Hn.- - Mi fai
entrare?- Kaede si spostò di lato e la lasciò passare, proprio mentre la
Kanzaki se ne andava in camera. Junko gli scoccò un'occhiata eloquente, per
la serie "Fai l'uomo e saltale addosso!" ma lui sbuffò e le chiuse la porta sul
naso, sentendola ridere per tutto il corridoio. - Che ti serve?- le chiese,
girandosi per tornare in camera. - Niente in particolare.- rispose lei,
seduta sul letto - Solo che dopo un mese non averti sempre fra i piedi mi fa
strano.- Che tenera. Quasi quasi la buttava giù dal terrazza insieme al suo
amico americano. - Hai qualcosa da mettere sulla pelle?- gli chiese la
rossa. Lui alzò una crema di Hana e Raim gliela prese di mano, facendolo
sedere sul bordo del letto. - Com'era la partita?- - Hanno vinto i
Bulls.- Raim gli mise due ditate di crema bianca sulle gote e una per lungo
sul naso, cercando di non ridere troppo. - Il ginocchio?- - Va bene.- ma
dopo un attimo si accorse che Rukawa la fissava in modo strano. - Che
c'è?- - Non entri in acqua neanche col surfista eh?- La rossa schioccò la
lingua, massaggiandogli delicatamente gli zigomi - Non entrerei in acqua neanche
con un maestro di sub. E il surfista ha lo spessore mentale di una tortina di
mirtilli.- - Hn.- - Tesoro parla, usa la voce. Cosa c'è che non va?- -
Niente.- - Rukawa...- Kaede alzò un sopracciglio, deciso a fare lo
gnorri. - Si?- - Oh, fa come ti pare.- - Perché hai paura dell'acqua?-
tergiversò. - Io non ho paura dell'acqua!- sbottò la rossa. - E allora
perché non ci entri? Non sai nuotare.- - Affaracci miei.- - Hn. Allora c'è
qualcosa che non sai fare.- - So strozzare le volpi. T'interessa?- lo
rimbeccò. I suoi occhi verdi però dicevano qualcos'altro. Kaede se ne
accorse e le prese le mani che stavano lentamente scendendo sul suo collo. Un
attimo dopo Raim posò le labbra sulle sue e si ritrovarono stesi sul letto,
aggrovigliati nelle sensazioni di cui avevano fatto a meno forzatamente per
troppo tempo. In quel momento non si sarebbero accorti di nulla ma il volpino
poté giurare di aver sentito la porta aprirsi. Aprì gli occhi e si alzò da Raim,
per guardarsi alle spalle...ma non c'era nessuno. La rossa si alzò a sua
volta, con aria persa. - Scusa.- bofonchiò. - Di cosa?- le disse,
seccandosi subito. Raim lo guardò storto - Non ti arrabbiare, non sto mica
ritrattando. È solo che mi sono dimenticata di Hana.- Si mise in piedi,
rimettendosi a posto i capelli in cui Rukawa aveva affondato le dita,
spettinandola tutta. - Sarà meglio che vada.- - Già. Grazie e ci vediamo.-
frecciò sarcastico. Lei si volse di nuovo, poggiandosi le mani sui
fianchi. - Sei esasperante.- - Grazie altrettanto.- Raim per tutta
risposta si piegò di nuovo su di lui, baciandolo delicatamente per
rabbonirlo. - Notte.- e se ne andò, piantando il volpino sul baratro di una
crisi isterica. E ora un'altra doccia. Ma stavolta era meglio farla
fredda. Magari avrebbe dato qualche testata al muro, forse sarebbe servita di
più...e poi il do'aho dov'era finito? Mah...
Peccato che il mattino
dopo Mitsui e Miyagi si ritrovarono nel letto niente meno che il rossino. -
Oh no...di nuovo...- bofonchiò Hisashi, appena sveglio. Era una persecuzione
quella! Basta, pietà! - Ma che ci fa qua?- borbottò Ryota, quando se ne
accorse - Ce l'hai messo tu?- - Ehi, come devo dirtelo? Non me ne frega
niente delle orge, chiaro?- - E allora cosa ci fa qua in mezzo?- chiese il
play, sbadigliando - Secondo me fai le cose senza accorgertene. Ieri sera avrai
bevuto troppa birra e avrai tentato di rimorchiartelo.- - Per l'amor di Dio,
se volevo rimorchiare andavo dagli americani.- sbuffò la guardia - Ohi...Hana!
Hana sveglia!- e scrollò poco delicatamente Sakuragi, che emise un
grugnito. Quando aprì gli occhi il Tensai si guardò attorno senza fare una
piega. Si mise seduto, poi scavalcò il tappo e si chiuse in bagno, senza una
parola. - Ma allora è proprio deficiente.- sindacò il playmaker. - E che
ne so, avrà litigato con Rukawa.- - Di nuovo?- - Chissene frega, lasciami
in pace. Troppo uomini in un letto nel giro di neanche una settimana per me sono
una mazzata.- e Mitchy rimise la testa sotto al cuscino, mugolando. Quando
Sakuragi uscì dal bagno, guardia e play lo fissarono attenti mentre si metteva a
trafficare nell'armadio. - Teppista, ti prendo una maglietta e un paio di
jeans.- - Se...- Hisashi alzò un sopracciglio - Vuoi altro?- - Un coltello
a serramanico.- - Hana...- lo richiamò Miyagi - Perché eri qua?- -
Problemi con Rukawa?- - Diciamo che ha aperto fin troppo la bocca ieri
notte.- I due corrucciarono la fronte, senza capire. Kaede si era messo a
chiacchierare? Anche a colazione la cosa fu molto strana. Quando il volpino
scese in sala e vide il do'aho gli andò vicino per chiedergli dove diavolo fosse
stato tutta la notte ma Hana emise una specie di ruggito che spettinò Rukawa,
alzò la gonna ad Ayako e ribaltò il riporto a Yoshikawa. - Ma che gli è preso?-
allibì il Gorilla, mentre Sakuragi se ne andava via in gran carriera, lasciando
la kitsune con una goccia sul capo. - Ma che ne so...- il moro alzò le mani -
Stanotte è sparito e non l'ho più visto. Gli ho chiesto dov'era e s'è incazzato
a morte. Era da voi?- chiese rivolto a Ryota. - Già, me lo sono trovato nel
letto.- rispose Miyagi - Gli abbiamo chiesto anche noi che ci facesse nella
nostra stanza e mi pare abbia detto che tu ieri sera la bocca l'hai usata fin
troppo. Che voleva dire?- Cosa voleva dire? Catastrofe , ecco che voleva
dire. Merda, l'aveva visto con Raim. Ma porca... Pure in spiaggia,
mentre correvano nell'acqua, Hana se ne stava ingrugnito in seconda fila vicino
a Kogure e chiunque si azzardava a parlargli si prendeva una testata. Alle
frecciate di Rukawa, che cercava di provocarlo, rispondeva con un muto silenzio
e questo fece capire a Mitsui e Miyagi che potevano divertirsi a fare i
deficienti. Sbagliavano. Dopo due o tre prese in giro Hana cercò di affogarli
sotto lo sguardo depresso del volpino. Se l'era proprio presa. A pranzo
non volò una mosca, neanche all'allenamento in palestra e quella sua espressione
inferocita non faceva prevedere nulla di buono al Gorilla. La soluzione, dopo
una tale pallosa giornata, era solo una. - Rukawa dov'è finito?- borbottò
Kogure, non vedendolo con gli altri mentre se ne tornavano all'albergo. - Il
senpai è sceso un attimo in paese.- lo informò Nobu - Ha detto che tornava
subito.- - Già...doveva comprare qualcosa...ma non mi ha detto cosa.- gli
disse Mitsui, stiracchiandosi - Tranquillo Kiminobu, non è mica un ragazzino. Il
massimo che può fare è uccidere qualcuno investendolo perché dorme in
piedi.- - Si schiantasse contro il muro e si rompesse il naso.- sibilò Hana,
passando l'ingresso come un bufalo. - E' proprio incazzato.- fece Yasuda - Ma
cos'è successo?- - Beato chi lo sa.- disse Akagi - Forza, andate a farvi una
doccia. Ci vediamo a cena.- - E se il senpai non torna?- ridacchiò Rei -
Andiamo a cercarlo?- - Tornerà per un letto, non è così scemo da dormire in
un cassonetto.- brontolò il Gorilla - Comunque se non lo vediamo tornare manderò
quel deficiente a cercarlo, così si rimetteranno in sesto le ossa.- Come
previsto Kaede tornò un po' in ritardo ma non aveva ucciso nessuno lungo il
tragitto, fortunatamente. Peccato che il do'aho continuasse a fare lo sciopero e
a ringhiargli addosso. Dio, era proprio un ragazzino. Comunque avrebbe
dovuto dirglielo prima in fondo. Vabbè, aspettò che finisse la cena e che si
rifiutasse per l'ennesima volta di tornare in camera con lui e trattenendo la
voglia pazzesca di riempirlo di pugni che aveva afferrò l'acquisto del
pomeriggio e lo raggiunse in terrazza. Hana continuava a ringhiare, fumando
come un turco e con una coda forcuta che gli usciva dai jeans. C'era la luna
piena e il mare era calmo. - Che vuoi?- ringhiò seccato, quando andò a
sedersi poco lontano da lui. Poi tacque di brutto quando il volpino gli mise
sotto il naso una confezione di arancini. - Scusa.- brontolò Rukawa a bassa
voce, girato dall'altra parte. - Cos'hai detto Kit? Non ho sentito bene.-
sibilò il rossino, afferrando la scatola di volata. - Scusa!- ringhiò allora
Kaede, esasperato - Che palle, dammi fiato.- - Grr...va a quel paese! Non
saranno due arancini a farmi dimenticare la cosa chiaro?!- - Arancini? Chi ha
parlato di arancini?- cinguettarono Miyagi e Mitsui, apparendo sempre a
sproposito. - Filate voi due bastarde da battaglia!- ululò il Tensai - E giù
le mani dalla mia roba, spacca palle!- - Ehi ma chi te li ha comprati?-
cinguettò Ryota, infischiandosene - Cos'è sta storia?- - Buoni quelli salati.
Hana dai, dammeno uno!- cinguettò Hisashi ma si prese un morso sul dito dallo
squalo Sakuragi che senza tante palle li spedì fuori dalle scatole,
inferocito. Poi, onde evitare che qualcuno glieli mangiasse davvero, cominciò
a mandarseli giù tutti. - Guarda che ti strozzi.- l'avvisò la kitsune. - E
da quando pensi agli affari altrui eh?- sbottò il rossino - Continua a farti
tuoi. E a me non dire niente.- - T'ho già chiesto scusa.- Rukawa roteò gli
occhi, cominciando ad alterarsi - Che devo fare? Sotterrarmi? Che ne sapevo che
saresti entrato in quel momento...- -...mentre eri spalmato su Raim a
rotolarti sul nostro letto?- concluse l'altro velenoso - Già, non potevi
saperlo. Certo mi avresti evitato un infarto dicendomelo prima. Da quanto va
avanti?- Ecco, adesso lo picchiava. - Ottobre.- sussurrò indeciso. -
COSA?!- Hana l'afferrò per il collo, agitandolo come un birillo - E non me
l'hai mai detto?! Sta tresca va avanti da quasi sette mesi e tu fai finta di
niente??? Ma ti sei fumato il cervello???- Kaede mugolò di nuovo, mezzo
sull'imbarazzato e mezzo sull'infastidito. - La faccenda non mi era ben
chiara.- - Bhè, ieri sera ce l'avevi chiara eccome! Razza di mentecatto
cazzone che non sei altro!- Hana si girò appena verso l'ingresso della terrazza,
trovando guardia e play a puntargli gli arancini rimasti - Insomma vi levate
dalle balle voi due? Sono miei, punto e basta!- - Ingordo.- sbraitò Miyagi -
Eddai, dammene solo uno!- - Ho detto di no! Evaporate se non volete che vi
sfondi il cranio!- - La finisci di urlare do'aho? Mi fa male la testa.- -
Oh ti fa male la testa kitsune? Troppi ormoni in circolo?- - Ok, finiamola.
Mi ha investito un paio di volte sui pattini, abbiamo litigato, ci siamo
baciati, siamo quasi andati a letto insieme, abbiamo litigato di nuovo e poi mi
hanno bruciato la casa. Ecco tutto, fine della storia.- - Impotente.- -
Tua sorella.- - Ma sparati. Bhè, se non altro ora ho la sicurezza che hai gli
occhi.- - Come sarebbe?- - Che solo un cretino e un cieco non si sarebbe
accorto di come ti guarda Raim.- borbottò Hana, cacciandosi in bocca un
arancino. - Visto che sei così ricettivo, perché non me l'hai detto
prima?- - Perché non credevo che a sua maestà interessasse qualcosa oltre
alla palla, al letto e alle risse.- - Hn.- - Hn cosa? Non ti sei mai
filato nessuna ragazza di striscio. Credevo solo che Raim ti sembrasse un po'
meno deficiente di tutte quelle che ti sbavano dietro...anche se per venirti
dietro pure lei deve avere qualche tara.- fece pensoso - Ma tu guarda...chi se
lo sarebbe mai aspettato...ecco perché hai preso baracca e burattini e ti sei
trasferito da lei, brutto porco.- - Porco cosa? Non l'ho toccata con un
dito.- - Per ora.- - Già, per ora.- gli sfuggì. Hana ridacchiò,
scuotendo il capo - Meno male. Alla fine ti dimostri un essere umano.- -
Hn.- - Ti piace?- - Chi?- - Mia nonna. Raim imbecille, di chi vuoi che
parli?- Kaede sbuffò, ficcandosi il cappuccio della maglietta sulla
testa. - Lasciami in pace.- - Bhè? T'ha dato il due?- - No. Bhè...non
so.- - Come sarebbe che non sai? Perché avete litigato a proposito?- -
Perché le ho detto che mi ha sconvolto la vita e non la volevo più fra gli
affari miei.- - Gentile. Perché non ti ha tirato un ceffone?- - L'ha
fatto.- - Grande donna. L'ho sempre detto che ha cervello.- - Grazie
do'aho.- - Ma le hai chiesto scusa almeno?- - Si, un mese fa dopo
quell'incidente con la Mihazawa.- - E non ne avete più parlato?- -
Si.- - E? Cazzo non farti tirare fuori le parole di bocca con la
pinza!- Kaede rialzò la testa, scoccandogli un'occhiataccia truce. - Non
mi sei di aiuto.- - Ehi, sei tu che mi hai comprato gli arancini.- cinguettò
Hana perfidamente. - Hn.- gliene prese uno, sbuffando - Dammi qua!- - Ehi
ma allora lui lo dai!- sbottarono Mitsui e Miyagi alle loro spalle. - Ancora
qui?!- tuonò il rossino - Maledizione adesso vi massacro!- - E basta far
casino!- Akagi li aveva sentiti dalla sala e andò a prenderli per la collottola,
furibondo - Forza, in camera! E non voglio sentir volare una mosca! Di chi sono
gli arancini?- - Sono i miei!!!!!- - E basta, smettetela!- Kaede
riuscì a sfuggire alla presa del capitano per puro caso, cacciandosi l'ultimo
arancino di Hana fra le fauci, facendolo sbraitare come un dannato. Bhè, se non
altro non aveva buttato via i suoi soldi. Raccattò il pacchetto di sigarette
del do'aho e se ne andò a farsi due passi in spiaggia, tanto non aveva sonno per
il momento. Dopo quel casino gli era passata la piomba. Fece schioccare
l'accendino e dette una boccata, sospirando. Ma tu guarda...quel do'aho
scatenava in lui strani istinti chiaccherecci che nemmeno Raim gli provocava. E
parlando della sua rossa...c'era una strana chiazza colorata sulla spiaggia poco
illuminata. Aguzzò la vista e vide proprio una testa rossa che si aggirava
sul bagnasciuga. Si avvicinò di soppiatto e alla fine scosse il capo. Uno più
fuori di testa dell'altro! Raim in effetti era proprio lì, sulla battigia,
con una muta blu sul costume bianco a bikini e ammollo fra le onde appena fino
alle caviglie. E scappava indietro, indecisa sul da farsi. - Allora sei
proprio fuori di testa come sembri.- La ragazza sobbalzò, trattenendo a
stento un grido. - Rukawa!- esalò - Dio ma ti sei bevuto il cervello? Mi hai
fatto prendere un colpo!- - Ma cosa fai?- - Niente.- - A raccontare
balle fai pena.- Raim lo guardò con espressione omicida. - L'acqua fredda
ti fa male all'umore.- replicò allora, sferzante. - Hn.- colpito in pieno.
Kaede dette un ultimo tiro, levandosi la maglietta e restando col costume - Dai,
vieni.- - Vieni dove?- - In acqua.- - Cosa? No, neanche morta.- -
Paura?- la provocò. Ci fu uno scontro fatto di sguardi in piena regola. Gli
occhi verdi di Raim erano brillanti anche al buio e quelli di Kaede la
scrutavano attenti, sondandone le emozioni. Sapeva che stava decidendo se
fidarsi o meno di lui. E non solo per entrare in acqua. Le allungò la mano.
Raim la guardò a lungo, mordendosi un labbro. - Fidati.- le disse
roco. Lei l'osservò ancora per un secondo e si sentì quasi trapassare. Poi
gli strinse la mano, inspirando forte. Un minuto più tardi si teneva stretta
alle sue spalle, come già era successo spessissimo in quegli ultimi quaranta
giorni. La loro pelle lambita dall'acqua tiepida si stava adattando ma Raim si
agitava. Non era facile tranquillizzarla. - Com'è che non hai mai imparato
a nuotare?- le chiese. Quasi non l'aveva sentito. Era troppo presa
nell'avvinghiarsi a lui per capire qualcos'altro. Ed erano ancora dove si
toccava. Ad un certo punto il volpino le passò un braccio dietro alla
schiena, l'altro dietro alle ginocchia e la sollevò dolcemente sul pelo delle
onde. - Meglio?- Raim annuì vagamente. - Ok...prova a muovere un po' le
gambe...tranquilla, ti tengo...- Passarono minuti di totale silenzio. Raim si
teneva saldamente al suo collo, alle sue spalle...l'acqua le scorreva addosso
mentre muoveva delicatamente le gambe. Era una sensazione strana. Paura mista
a ...tranquillità. Era Kaede a farle quell'effetto. Sapeva che non l'avrebbe
lasciata. Il riverbero della luna sull'acqua illuminava appena il suo viso, i
suoi occhi blu. I suoi capelli gocciolavano ma non staccava mai lo sguardo da
lei. La sua presa non veniva mai meno. Sentiva le sue mani dietro alla
schiena, sulla vita, sul collo...la sorreggeva senza sforzo, attento,
presente. Poi le luci della terrazza si spensero. Era mezzanotte
passata. - Dobbiamo andare?- gli chiese, appoggiandosi a lui. Kaede
tacque, stringendola meglio. No, era lui a non volersene andare. I capelli
incollati al viso, Raim alzò il volto e incontrò il suo. Un attimo dopo si
unirono in un lungo bacio mentre con passo lento ed incerto risalivano lungo il
bagnasciuga, allontanandosi dalle onde. Ricaddero sull'asciugamano della rossa,
abbracciati. Nessuna parola, nessun suono quasi...se non quello di due cuori
quasi impazziti. Fu come uno di quei sogni estivi, fatti quando il caldo
impedisce di dormire. Le loro mani si congiungevano solo dopo aver esplorato
la pelle dell'altro, dopo aver spogliato l'altro di ogni inutile barriera. Un
bacio, poi un altro e un altro ancora. La pelle che sapeva di sale, le labbra
umide e tenere. Prima di chiudere gli occhi e averlo per sé, Raim sollevò una
mano e gliela portò al viso. Lo accarezzò, aspettando impaziente solo una sua
mossa. Kaede si piegò e le baciò il palmo, tenendole la mano nella sua. -
Ti amo.- le disse. Raim non rispose. Gli cinse le spalle, quasi piantandogli
le unghie nelle pelle e sollevò i fianchi in un esplicito invito. - Ti amo.-
le sussurrò ancora all'orecchio mentre con la fronte imperlata di acqua e
piccole gocce di sudore le dimostrava ogni singola parola. Gemiti e
singhiozzi si fusero, proprio come loro. Quando il turbine che li aveva
travolti ebbe fine, ricadde su di lei, poggiando il capo nell'incavo del suo
collo. Raim non lo lasciò andare, continuando a tenerlo stretto contro il suo
petto. Come ad impedirgli di fuggire. La sua mano, dalla sua schiena,
risalì fra i capelli neri di Rukawa. Lui sollevò la testa e la guardò negli
occhi. I palpiti di piacere si stavano placando ma non avrebbe mai più
scordato quella notte. Non si era mai sentito così... Accostò la fronte a
quella della rossa, sentendo il suo alito caldo sulla guancia. Lei gliela
baciò, tornando ad accarezzarlo. No. Non era ancora ora di
andarsene.
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Capitolo 25 *** Terapia d'Urto ***
raim25
Per favore, cercate di non lapidarmi prima della fine
del capitolo. Se mi uccidete, non arriverò a postare fino alla fine
della fic, ricordate solo questo. Grazie a tutti delle recensioni, un abbraccio
forte. Axia.
Pioveva. Kaede aprì gli occhi e una luce
pallida e fioca invase il suo mondo. Alzò il braccio, mettendosi supino e
guardò l’ora. Le cinque di mattina. Allungò la mano ma al suo fianco, nel
letto, sentì un vuoto desolante. Le lenzuola erano fredde. Raim se n’era
andata. Si chiuse la mano sugli occhi, imprecando leggermente fra i
denti. Se n’era andata. Avevano fatto l’amore sulla spiaggia, poi erano
corsi in camera, colpiti da quell’esigenza intossicante di aversi di nuovo e poi
lei era rimasta girata su un fianco, verso di lui, mentre le accarezzava la
schiena. A guardarlo. Ricordava quegli occhi verdi come fantasmi. Due
fantasmi crudeli. Si mise a sedere, appoggiando il capo all’indietro, contro
la testata del letto. Richiuse le palpebre, ricordando ogni singolo secondo
di quella notte che sembrava essere stata dettata dalla follia. I baci sulla
spiaggia, la sabbia che pizzicava la pelle che sapeva di sale. Ricordava
l’espressione di Raim, quando era entrato in lei…ricordava ogni suo gemito, ogni
sua carezza. Era stata selvaggia, tenera e appassionata. Ed esigente con
lui. Non l’aveva lasciato staccarsi dalla realtà, come invece faceva sempre.
L’aveva tenuto legato a lei… Ma ora non c’era più. Si rimise sotto le
lenzuola, avvertendo ancora il suo profumo sul cuscino accanto. Era meglio dormire. In fondo non poteva fare
altro…
- E tre.- Hisashi Mitsui cominciava a
chiedersi se davvero non cadesse in strani casi d’incoscienza durante i quali
non rimorchiasse davvero gli uomini. Altrimenti non si spiegava nuovamente la
presa del do’aho nel letto. Attaccato alla sua schiena tra l’altro. Forse
doveva farsi vedere da uno di quei matti che praticavano l’ipnosi. - Ehi
Hisa…- Miyagi si svegliò qualche minuto dopo, in seguito a una gomitata di
Hanamichi sul naso. - Qua bisogna fare qualcosa.- sentenziò il play,
tenendosi il setto con le dita – Se sei tu sei veramente un porco.- - Ti
giuro che non so perché sia qua.- - Bhè, per un motivo o per l’altro c’è.
Credevo che avesse fatto pace con Rukawa.- - Infatti.- - E allora te lo
sei rimorchiato davvero stavolta!- - Cazzo e basta con sta storia! Ti ho già
detto che non rimorchio nessuno senza accorgermene, chiaro?- - Temporanea
infermità mentale.- - Per rimorchiarsi questo qui l’infermità dev’essere
permanente.- frecciò Mitsui, sedendosi nel letto. Scosse un po’ il rossino,
riuscendo poi a destarlo con quattro pugni in faccia. Hana si riprese dal
dolce risveglio si guardò attorno, mezzo rimbambito. - Ehilà…ben svegliato.-
Miyagi andò a piazzarglisi sotto al naso – Ehi, Hana dimmi la verità! Mitsui ci
ha provato vero?- - Che tappo?- Sakuragi sbadigliò, rintronato come pochi –
Ma di cosa parli?- - Ti ci ha portato lui a letto vero?- - Nano se non la
smetti ti massacro!- berciò la guardia – Allora mezza sega? Perché eri di nuovo
qua?- Il rossino si guardò attorno per l’ennesima volta, grattandosi la testa
spettinata. Hn. Era di nuovo nel letto di quei due. Bhè, normale. La sera
prima dopo essere tornato in camera era stato un po’ sulla terrazza e aveva
visto tornare Rukawa all’entrata dell’albergo per mano con Raim quindi…bhè,
aveva semplicemente deciso di levare le tende. - Insomma, Hisa ci ha provato
o no?- lo incalzò Ryota. - Ma di che parli.- si schifò Sakuragi, mettendosi
in piedi – Quello può rimorchiare solo un triciclo!- - Si, tua sorella.-
sbuffò Mitsui – Ma allora che ci facevi qua?- - Rukawa aveva bisogno di
schiarirsi le idee.- fu la semplice risposta. - E poi Hisa ci ha
provato!- - Adesso ti mando all’ospedale!- lo minacciò l’ex teppista dando
un’occhiata fuori dalla finestra – Oh gente ma avete visto che tempo? Fuori c’è
l’uragano!- L’ala grande e il play dello Shohoku aggrottarono la
fronte. Sbirciando fuori quasi deglutirono. Sembrava fosse arrivato un
tifone! E dire che la sera prima c’erano tante di quelle stelle! Non era ancora
il periodo dei monsoni ma forse era una tempesta arrivata un po’ in
anticipo. - Mi sa che oggi ci aspetta una bella giornatina sui libri.-
bofonchiò Miyagi – Merda.- - Non vorrai uscire con questo macello.- sentenziò
Hana – Un filo di vento e ti ritrovi in mare!- - Bhè allora che facciamo?-
rise la guardia – Una partitina a carte?- - Oppure una bella orgia di
gruppo.- - Basta, io me ne vado.- sibilò Mitsui, chiudendosi in bagno come un
indemoniato mentre gli altri due ridacchiavano. Sakuragi colse la palla al balzo
per tornarsene in camera, in fondo erano le sette e sperava ardentemente che chi
doveva avesse sgombrato il campo. Davanti alla porta contò fino a dieci, ben
sapendo che gli si sarebbe bloccata definitivamente la crescita se avesse
beccato Rukawa in atteggiamenti "umani" con Raim ma quando mise il naso dentro
c’era un insolito silenzio. Si guardò attorno, per trovare alcuni segnali che
indicavano la presenza della rossa ma non vide nulla. C’era solo lo scroscio
dell’acqua nella bagno e così sospirò, andando a trafficare nell’armadio per
cercare qualcosa da mettersi addosso. Non sapeva bene di che umore fosse il
volpino dopo una notte brava ma di certo non si era aspettato una tale
espressione quando lo vide uscire dal bagno. Sembrava che gli avessero appena
detto che non poteva più giocare a basket. - Ciao.- gli disse Kaede. -
Ciao.- Hana lo scrutò per un secondo, preoccupato. Che fosse andata male? Non
era però neanche così indiscreto da chiedergli qualcosa, quindi si limitò ad
aspettare che la kitsune brontolasse qualcuno dei suoi commenti velenosi ma
quando Rukawa cominciò a vestirsi e rimase a torso nudo davanti a lui, il Tensai
dovette per forza aprire la bocca. - Kit…- borbottò, trattenendo un
risolino. - Cosa?- bofonchiò l’ala piccola, guardandolo appena. Hana si
morse un labbro, sorridendo e poi si toccò alla base del collo, sopra la
clavicola destra. - Hai…hai…- - Ho cosa?- si spazientì il moro. - Hai un succhiotto sul collo.-
Sgranati gli occhi, Kaede si mise la mano sulla
gola e corse in bagno. Tempo un attimo e… - MERDA!- Il rossino per tutta
risposta scoppiò a ridere, passandosi le mani fra i capelli. Roba da matti,
quel ritiro si stava dimostrando estremamente istruttivo! - E adesso come
faccio?- La faccia smarrita di Rukawa era buffissima, specialmente a causa
del piccolo segno rossastro che faceva bella mostra di sé sulla sua pelle chiara
ma Hana per una volta non ebbe cuore di prenderlo in giro. - Non t’è mai
successo?- gli chiese, trattenendo l’ilarità. - Do’aho, certo che no!-
sentenziò l’altro quasi oltraggiato. - Ti ci serve del trucco. Del fondotinta
credo. Haruko lo mette quando capita…- sorrise, alzando le spalle. E dove
andava a prenderlo lui del fondo tinta, porca miseria? Un quarto alle otto,
Kaede saliva come un forsennato al secondo piano, tenendosi la felpa allacciata
fin sul collo. Di certo non poteva andare da Ayako, altrimenti non ne sarebbe
uscito vivo da quell’interrogatorio e l’unica con cui era abbastanza in
confidenza delle matte della Kurata era solo una. Junko Kanzaki aprì la porta
inferocita, pronta ad uccidere l’idiota che stava cercando di buttarla giù e
quando si trovò di fronte il volpino non cambiò di cento umore. - Mi sto
vestendo, che vuoi?- borbottò, per nulla in imbarazzo anche se era in mini e
reggiseno nero. Anche Kaede non fece una piega e si chiuse la porta alle
spalle, sbattendola tanto da farla traballare sui cardini. - Ho un
problema.- - Io ne ho sei.- replicò la schiacciatrice, ficcando la testa
nell’armadio – Il tuo quale sarebbe?- - Questo.- Junko si volse giusto in
tempo per vederlo aprirsi la felpa. Un attimo dopo e si stava sganasciando
sotto la faccia imbestialita dell’ala piccola. - Non fa ridere senpai!- sbraitò
Rukawa – Dammi una mano!- - Oddio…ma com’è successo?- ridacchiò la Kanzaki,
infilandosi la prima maglietta che le venne a tiro. - Come vuoi che sia
successo cazzo?- frecciò sarcastico. - Ok, ok…come non detto.- sospirò –
Forza, siediti e dammi un attimo.- La Kanzaki gli prese una mano e cominciò a
mettergli sul dorso vari fondotinta diversi, per cercarne uno che non fosse
troppo scuro e poi alla fine gli mise sul collo quello più chiaro che aveva,
distendendolo con una spugnetta. Fortunatamente non fece domande, né commenti
serafici e gliene fu molto grato. Era stata discreta come il do’aho, cosa
insolita, ma Kaede era troppo stremato da quanto era successo per pensare ad
altro che non fosse alla notte trascorsa con Raim. Se ci pensava si sentiva
di nuovo il cuore in gola. Si lasciò andare la testa su una mano, esasperato.
Accidenti, ma perché se n’era andata senza una parola? Lo faceva diventare
matto! Anche mentre facevano l’amore non gli aveva detto assolutamente nulla.
Raim non gli aveva promesso nulla! Junko si accorse del suo stato ma tacque,
finendo il suo lavoro. Poi non resistette e gli passò una mano sulla testa,
sospirando. - Dai, lucida la corazza.- lo spronò con voce insolitamente
dolce. Già. Doveva farla brillare quella corazza. O almeno in
apparenza. Ma i guai di quella burrascosa giornata non erano ancora
cominciati.
Si sa, alle otto di mattina sono tutti molto poco allegri ed
energici senza aver ancora bevuto un caffè e Hisashi Mitsui non faceva
differenza dagli altri. Per questo erano in molti davanti all’ascensore,
piuttosto che sbattersi a fare due rampe di scale ma fu il loro scazzo a
metterli nei guai. Per non parlare dell’arrivo degli americani. A quanto
pareva Billy aveva deciso di andarci giù pesante con Raim perché le si attaccò
addosso come una ventosa, facendo sospirare Miyagi. Il play scoccò un’occhiata
alla rossa che filò giù per le scale di volata, poi a Mitsui. - Qualcuno
finirà male.- - Rukawa non è l’uomo delle caverne.- sibilò la guardia di
rimando, soprappensiero. - Ahah!- Ryota gli puntò il dito al naso, allibendo
gli americani – Lo sapevo che prima o poi ti saresti fatto scappare qualcosa!
Avanti, parla! Cosa combina la volpe con Raim eh?- Ma allora erano tutti
ciechi, oltre che deficienti. Meno male che gl’interessati non erano nei
paraggi perché altrimenti sarebbe successo un casino. Finalmente si aprirono
i tre ascensori e questo dette a Mitsui la possibilità di filarsela nell’ultimo,
lontano dal play che venne trascinato via dalle matricole. Peccato che, una
volta dentro con Jeff, un tuono allucinante della tempesta in pieno svolgimento
riecheggiò per tutto l’albergo. Un rombo, poi uno scossone all’interno
dell’ascensore e…la luce sparì. Ciò che disse Jeff riassunse perfettamente i
pensieri di Hisashi. - Fuck.- - Right.- sibilò Hisashi sarcastico, non
vedendo una mazza. Così si mise a urlare – Ehi gente! Ragazzi mi
sentite?- Dovevano essere sospesi poco sotto il primo piano perché i due
sentirono la voce di Hana e Akagi. - Ehi teppista!- era il rossino – Tutto
ok? E’ saltato l’impianto elettrico!- - Ma va?- sbraitò la guardia –
Sollecitate la faccenda, qua non vediamo una mina!- - Sono rimasti bloccati
anche gli altri, quanti siete lì dentro?- gli urlò il Gorilla. - In due.-
sbuffò Mitsui. - Consolati.- ridacchiò ancora il Tensai – Ryo-chan è chiuso
con Rei, Yasuda, Kogure e Nobu!- Passarono cinque minuti e l’impianto venne
riattivato ma gli ascensori non si mossero di un millimetro. Dopo una
mezz’ora arrivò un tecnico che aveva rischiato di uccidersi sotto il monsone e
da solo, perché non avevano trovato altri suicidi, iniziò a sistemare gli
ascensori uno per uno. Naturalmente quello di Mitsui, sfigato come pochi, era
ultimo nella lista. Così se ne stava seduto al buio con l’americano,
imprecando fra i denti e insegnandogli parolacce in giapponese fra una
chiacchiera e l’altra. Anche da fuori comunque ce la mettevano tutta per
distrarli. - Guardate che non manca l’aria.- sbuffò Hisashi, intontito da
tutte quelle chiacchiere. - Già ma va tutto bene?- frecciò Hana, seduto a
gambe incrociate davanti alle porte chiuse con Yoshikawa che imprecava ai
quattro venti contro quel povero tecnico – Il biondo ci prova?- - No.- rognò
la guardia fra i denti. - Ma cosa fa?- - Niente, non fa niente. Io non vi
sopporto più con questa storia! E adesso chi è?- tirò fuori il cellulare dalla
tasca, osservando il display mentre l’aggeggio trillava impazzito. Ecco, di bene
in meglio! - Pronto?- - Ciao guru delle mie notti brave, come
va?- Mitsui sospirò – Ciao Aki.- - Però, di buon umore eh?- - Lo
saresti anche tu se fossi chiuso in un ascensore con un americano bisessuale.-
frecciò sarcastico. - Cosa cosa?- Akira Sendoh quasi si sfracellò giù dal tapis
roulant di una palestra dell’albergo in cui si trovava in ritiro insieme al
Ryonan, allibito mentre i suoi compagni alzavano gli occhi al soffitto – Che hai
detto??- - Hai sentito.- - Eh no Hisa! Questa esperienza dovevamo farla
insieme dai!- - Te l’ho detto. Andare a letto con un uomo non rientra nei
miei interessi per il momento.- borbottò. - Si ma già che ci sei prova no?
Che ti costa? Così mi racconti com’è.- - E già. Così eviti di farti…- Mitsui
si morse la lingua – Dio, non farmi diventare volgare per favore. Ma cosa stai
facendo scusa?- - Sto correndo.- ridacchiò il porcospino – Ecco perché ho il
fiato corto.- - Sicuro?- rise l’altro. - Si, qua purtroppo Taoka ci guarda
a vista. E lì come va? Hana sta bene?- - Appena si rimette a urlare te lo
faccio sentire.- - E il volpino?- - Un raggio di sole.- ironizzò la
guardia – Comunque ti ricordi quando mi hai detto che secondo te Raim l’avrebbe
tenuto sulla corda per un pezzo? Bhè, forse siamo arrivati al sodo.- - Ma va?
Era ora, se non si muoveva ti giuro che ci avrei provato io al ritorno.- -
Porco.- - E Junko come sta?- - Benissimo.- la guardia si adagiò alla
parete metallica, sospirando – Le cose vanno alla grande.- - Meno male, per
te almeno.- - Dio ma non cambi mai? Sei un hentai! Anche con la ragazza del
tuo migliore amico!- - Appunto perché siamo così intimi dovremmo dividere
tanto cose, no?- - Sto per riattaccare.- - No, no!- Sendoh si mise a
ridere, scendendo dal macchinario e attaccandosi alla bottiglietta – Senti, ti
richiamo stasera quando sarai un po’ meno occupato. Mi raccomando, salutami Hana
e Nanaka. E vacci piano con l’americano.- - Contaci. Ti saluto.- -
Ciaooo!- Ma tu guarda che roba. Hisashi si rimise il cellulare in tasca,
depresso. Accidenti ma da quanto erano lì dentro? Quasi tre quarti
d’ora. - Hana! A che punto è il tecnico?- urlò. - Ha appena finito col
primo.- lo informò Sakuragi – Porta pazienza e tieniti le mani sul
pacco!- Arrossendo, Mitsui sentì una ventina di ghignatine delle compagne di
Raim e Junko e maledì quell’idiota. Rukawa aveva ragione a insultarlo ogni
due secondi accidenti! - Hisashi.- Si girò verso Jeff, vedendo appena che
gli porgeva un pacchetto di sigarette. Ma si, tanto valeva farsi due
tiri. Passò un altro quarto d’ora e si sbaraccò il secondo ascensore, poi
finalmente i due prigionieri sentirono qualcuno trafficare sopra di loro. Il
tecnico disse loro di stare calmi che al massimo quindici minuti e sarebbero
stati liberi. - Evvai.- borbottò il moro – Che seccatura accidenti!- -
Tutto ok?- gracchiò Akagi. - E’ la ventesima volta che lo chiedete!- ululò
seccato – E basta! Vi ho detto che sto bene!- - Non strillare che se no ti
viene una crisi isterica!- cinguettò Hanamichi, perfido. - Ehi Hana!- - Si
Mitchy?- - Vaffanculo.- - Grazie altrettanto!- rise l’ala grande – Dai,
sopporta ancora qualche minuto!- - Ehi Gorilla, ci sei ancora?- chiese
Mitsui. - Si, che c’è?- - Che facciamo oggi? Dove ci alleniamo?- -
Rukawa ha detto che Hito-san ha un campetto all’ultimo piano dell’ala deposito
dell’albergo. Quando piove è coperto da un padiglione di plastica. L’ho mandato
a chiedere il permesso di farcelo usare per giocare.- - Ammesso che tu esca
da lì.- rincarò Miyagi, salvo dalla gabbia – Come va lì dentro? Ci hai già
provato?- - Vattene affanculo anche tu!- - Nervosetto eh?- rise la
Kanzaki, arrivando in quel momento – Da quanto è lì dentro?- - Quasi un’ora.-
ironizzò il rossino – Così vedrai che da domani ci penserà due volte prima di
fare la muffa per aspettare l’ascensore senpai! È anche insieme all’americano
biondo, fossi in te mi preoccuperei per la sua virtù.- - Non ne ha mai avuta
una.- bofonchiò la ragazza, sorniona – Fidati.-
Alla fine della fiera
anche la guardia dello Shohoku venne liberata e gli ascensori rimessi a
posto. La tempesta comunque fuori imperversava allegramente e Yoshikawa disse
che avrebbe preferito rifiutare al suo incarico di vice preside piuttosto che
farli uscire con quel monsone, rischiando che si facessero del male, quindi
avrebbero dovuto starsene chiusi tutto il giorno in albergo. Ormai la
mattinata era andata, il loro programma era saltato e si misero sotto con i
compiti nella saletta dell’area turistica, tutti ammonticchiati o sui divani o a
terra. - Rukawa, che ha detto Hito-san?- gli chiese Akagi, quando vide
tornare il volpino dalla hall – Ci lascia il permesso?- - A patto che possa
venire a vedere con altri ficcanaso.- rispose l’altro a bassa voce. -
Perfetto allora.- disse Kogure – Kurata come vogliamo dividerci il tempo?- -
Hito non ha una rete decente per lasciarci giocare.- spiegò la ragazza con un
sorriso – Avevo intenzione di far fare alle ragazze solo una rapida partitella,
mettendo un nastro sulle aste, quindi allenatevi pure in tranquillità.- -
Tranquillità?- frecciò l’Aizawa in sottofondo – Qualcuno si ricorda che oggi
Junko è senza pesi?- - E chi se lo scorda.- ridacchiò la Noda – Junko mi
raccomando, non terrorizzare le matricole.- - Contateci.- sbuffò la
schiacciatrice – Qualcuno ha visto le previsioni del tempo comunque?- - Già,
per quanto andrà avanti il diluvio universale?- borbottò anche Miyagi – E’ una
palla starsene chiusi qua a fare i compiti.- - Ma piantala, ti sei solo fatto
un’ora in più di filosofia.- lo rimbeccò il Gorilla. - Che menata.- ringhiò
Hana fra i denti – Al diavolo Yoshikawa e i suoi compiti della fava!- Intanto Kaede
si sedette sul divano al suo fianco, quasi abbarbicandosi sul bracciolo e non
alzò più gli occhi dal libro di letteratura. Se si accorse che lo fissava, non
glielo fece notare e il rossino assunse un’espressione pensosa. Chissà che
era successo fra quei due. Bhè, non ci voleva un genio come lui a capire che
era andato a letto con Raim ma non capiva perché avesse quel muso lungo. Cercò
anche la ragazza fra i compagni e la vide seduta a tavola con Nanaka e la
Kanzaki, tutta sorridente. Che strano, lei sembrava di umore completamente
diverso. Mah! - Ehi scimmia! Fai i compiti, non tenere il grugno per
aria.- lo richiamò Akagi. - Senti chi parla Gorilla!- - E non fare
l’imbecille, a che punto sei?- - Ho quasi finito, il Genio colpisce
ancora!- - E tu Rukawa?- Il volpino non aprì bocca, restando a capo
chino. Takenori alzò un sopracciglio, sporgendosi verso di lui – Rukawa? Ehi
Rukawa?- - Kitsune!- sbottò Hanamichi, scuotendolo – Il Gori
chiama.- Kaede allora si scosse e sbattendo gli occhioni blu li puntò
vacuamente sul capitano. - Hn?- - Cos’è, la notte non dormi abbastanza?-
bofonchiò Akagi – Sembri stanco, tutto ok? Questo imbecille ti lascia dormire
spero.- e dicendolo, fissò trucemente Hana non accorgendosi così che le guance
pallide del volpino si erano leggermente tinte di rosso. Pessima uscita, pensò
il Tensai mentre cercava di distogliere l’attenzione del Gorilla dall’ala
piccola. Non fu facile ma alla fine, dopo qualche minaccia, tornarono ai loro
compiti. Kogure era perfino riuscito a sistemare quello scansafatiche di
Mitsui: per fargli fare qualcosa l’aveva messo a fare da insegnate di matematica
e fisica alle matricole e le ragazzine della Kurata lo intrattenevano alla
grande. Cinguettavano come una banda di fringuelli e Junko rideva
sommessamente, vedendolo nei guai con quelle piattole. Stavano quasi per
finire quando la Kanzaki li raggiunse, abbracciandolo di spalle per il
collo. - Tutto ok?- - Si senpai Kanzaki!- tubarono quasi tutte – Il senpai
Mitsui è bravissimo!- - Già, un ottimo insegnante.- frecciò Raim passando di
lì. - Un ottimo scansafatiche.- la corresse Nanaka con un leggero
sorriso. - Ah, grazie mille!- borbottò la guardia con un ghigno – Comunque
erano esercizi facili, tranquilla.- - Speriamo.- borbottò Junko divertita – E
tutti i lettori mp3 sparsi qua attorno?- - Niente, chiacchieravamo di musica.- le
spiegò Sumire Endo, del primo anno, che fino a due secondi prima si era
letta insieme a Mitsui l'ultimo volume di Bastard. - Già.
Queste qui non sanno chi sono gli U2.-
sospirò teatralmente la guardia. - Tragedia.- enfatizzò la schiacciatrice – Che eresia per
le tue orecchie.- - Se non altro leggono i fumetti.- concluse sarcastico,
indicando Asuka che nascondeva un manga dietro il libro. - La tua scala
metrica per le ragazze è veramente encomiabile tesoro.- Mitsui si stiracchiò e
si mise in piedi, dopo averle baciato la guancia – Ora scusate fanciulle, ma ho già dato
abbastanza per stamattina. Fra l’ascensore e questi cazzo di esercizi di algebra
ho il cervello in fumo. Vado in camera a prendere una felpa, qua tira troppa
aria.- - Ecco bravo!- Akagi gli lanciò la scheda della sua stanza – Prendine una anche a me!
E non fottermi soldi.- - Mitchy aspettami!- lo richiamò Raim – Devo venire a
sistemare i libri in valigia!- e lo seguì stavolta su per le scale, senza
tentare più di salire sul maledetto ascensore che li aveva imprigionati per
un’ora. Trafficato nella stanza semi ordinata del
Gorilla e del quattrocchi, cercando stupefacenti o attrezzi sessuali compromettenti e
raccolta una maglia da mettersi addosso, Mitsui scoccò una sguardo divertito
alla rossa. Ok, non che fosse poi l’instancabile imperatore del sesso come
Sendoh, non aveva avuto poi mille storie come quelle di Akira ma aveva una
discreta esperienza e sapeva riconoscere alcuni segnali che di solito passavano
incuranti agli occhi altrui. E Raim aveva la faccia di una che la notte prima
ha fatto qualche ora in bianco. - Te la fumi una sigaretta con me?- le
chiese, mentre le faceva strada verso la saletta dove c’era un permesso abusivo
e illegale per i fumatori. - Vuoi proprio tentarmi eh?- sorrise,
seguendolo. Si sedette al suo fianco su un divano e accostò la sigaretta alla
fiammella, dando un tiro leggero. - Dai, sentiamo.- Mitsui sorrise,
facendo il finto tonto. - Cosa?- Raim sorrise a sua volta, inclinando il
capo – Non è facile capire quello che ti passa per la testa ma non sei uno che
ama le chiacchiere e la compagnia a vuoto. Quindi se mi hai offerto una
sigaretta vorrai parlarmi. O sbaglio?- - Non sono proprio un animale, dai.-
bofonchiò mogio. - Con le ragazze sei stato molto bravo.- gli concesse – Sono
tutte pazze di te e Rukawa. E Hana.- aggiunse, ridacchiando – Ma tu non te le
fili, Hana pensa solo ad Haruko e la volpe vive sulla luna.- - Davvero?
Rukawa vive sulla luna?- disse di punto in bianco, sollevando gli occhi profondi
su di lei. - Ah…ecco dove volevi arrivare.- sospirò misteriosa, ciccando nel
portacenere e tornando ad accoccolarsi sui cuscini – Mi sembrava strano che uno
come te non avesse fiutato nulla in tutti questi mesi.- - Per quanto sia
ficcanaso, a modo mio amo la discrezione.- - S’è visto. Sapevi che ci
frequentavamo da quando l’hai beccato a casa mia quel pomeriggio e non ne hai
fatto parola.- - Già, Hana l’ha saputo l’altra sera e non l’ha presa bene.
Gli ha fatto una mezza scenata di gelosia!- Raim rise dolcemente, piegando la
testa di lato. - Meno male che con Kaede c’è qualcuno così.- disse, espirando
il fumo – Gli fa bene la vicinanza di Hana.- - E la tua?- la incalzò serio –
Gli fa bene?- La ragazza stavolta tacque, puntandogli gli occhi verdi addosso
ma Hisashi non era uno che abbassava lo sguardo. Mai. - Hai parlato con la
senpai Kanzaki?- - Io e Junko non trattiamo i fatti altrui quando stiamo
insieme.- le rispose tranquillo – La mia era solo una domanda.- - Lei mi ha
detto che tiro troppo la corda.- Mitsui sogghignò ancora, mettendosi la
sigaretta fra le labbra e lasciandosi andare contro lo schienale. - Raim…stai
cercando di punirlo o sbaglio?- La rossa serrò la mascella. - Capita di
farlo anche inconsciamente sai?- Lei emise un gemito divertito, quasi
sprezzante. - Se stai davvero cercando di punirlo allora si che tiri troppo
la corda.- mormorò, spegnando la sigaretta nel portacenere – Per quanto uno
possa sentirsi in colpa, c’è sempre un limite a tutto.- - Siamo andati a
letto insieme ieri sera.- Mitsui se l’era aspettato. - E l’hai piantato
nel letto da solo, vero?- Lei annuì, pensosa e triste – Non è solo…perché
voglio fargliela un po’ pagare per quello che mi ha detto tempo fa. È che quando
mi sono svegliata e ho visto lui…non so…per me non era normale…non era
Shiro.- - Sota ormai è andato, Kirara.- le disse serio, osservandola quasi
intenerito. - Si, lo so. E se devo essere sincera non è rimasto niente di
quello che provavo per lui. Ora m’interessa solo la volpe.- - Ma ti fa rabbia
il casino che è successo a Natale, giusto?- - Si.- ammise malinconica – E’
anche che non riesco ancora ad affrontarlo. Cioè…so che mi vuole bene, che ci
tiene a me, me l’ha fatto capire. Ma lui ogni tanto mi mette in soggezione. Ho
sempre paura che possa prendere il volo da un momento all’altro e prima di
mettermi di nuovo con uno così ci penserò su dieci volte, credimi.- - E
mentre tu ci pensi lui va in paranoia.- mugugnò sarcastico – Grande
tattica.- - Ehi, da che mondo è mondo la gente fa sesso insieme!- sbottò
esasperata – Resisterà per qualche giorno.- - Mentre tu ti fai i tuoi comodi
posso farti notare due cosette? Ok, la prima è che se aveste solo fatto sesso tu
ora non avresti quella faccia da pesce lesso!- e alla faccia sdegnata di Raim,
la guardia proseguì ridendo – La seconda è che Rukawa avrà pure tutti i suoi
difetti ma quando ama una cosa non la molla, fidati.- - Me l’ha detto anche
la senpai.- - Vedi?- tubò Hisashi – Siamo due corpi, un cuore e
un’anima!- - Ma da quando sei diventato così eh?- Raim riuscì a sorridere,
alzandosi insieme a lui. - Lascia perdere, ci sono mattine che mi guardo allo
specchio e ho schifo di me stesso per quanto Junko riesca a rigirarmi come
voglia. Comunque tornando a te, e ti giuro che la smetto di farti la paternale,
un ultimo consiglio.- - E sarebbe?- gli chiese mesta. Hisashi si girò sul
primo gradino, ghignando dolcemente – Decidi in fretta e poi smettila di farlo
star male.-
Il pomeriggio fu dedicato a un allenamento libero da
esercizio fisico ma consacrato al corpo a corpo sotto lo sguardo benevolo e
interessato di Hito e alcuni suoi amici. C’era anche Shige che si divertì un
mondo a vederli giocare di nuovo. - Ma è rugby o basket?- frecciò la Kurata a
cinque minuti dalla fine del primo tempo, quando Akagi, esasperato, ne mise ben
tre addosso a Mitsui. - Bhè, fermare quel ragazzo non è facile mia cara.- le
disse Hito Ikuko, serio – Ha una tecnica di tiro impressionante. Ti giuro che
all’NBA ho visto solo due giocatori lanciare in quel modo. È la precisione che
conta.- - Ah si?- borbottò Ayako con le mani fra i capelli – E la deficienza,
i falli e la testardaggine quanto valgono?- - Parecchio, credimi.- le sorrise
il proprietario del Summer Inn – Diciamo che il sessanta per cento all’NBA è
talento, il quaranta duro allenamento.- - Che tristezza.- borbottò Mitsui
filando in panchina per bersi un goccio d’acqua mentre lo sostituiva Mahiro – E
i favori sessuali non contano più?- Hito ridacchiò insieme ad altri suoi
amici, tra cui i vecchietti pescatori che bevevano come spugne e fecero un sacco
di complimenti alla guardia. Attaccarono di nuovo ad urlare come allo stadio
quando Hana e Kaede misero all’opera la loro tecnica delle ali e con qualche
schiacciata buona del Gorilla finirono il primo tempo. - Questo si che si
chiama giocare ragazzi.- disse loro Hito. - Grazie.- sorrise Akagi – Se lo
dice lei sarà vero.- - Visto Gori? Il vecchio ha capito che sono un
Genio!- - Deficiente, ma impara a portar rispetto a quelli più grandi.-
sbraitò Miyagi, dandogli un calcio e andando dalla sua Ayakuccia mentre il
rossino ululava imbestialito. - E’ una gioia per gli occhi guardarvi.-
continuò Ikuko – Sul serio. Certo, non giocate propriamente pulito ma spero che
non facciate così anche in partita.- - La verità è che i titolari hanno tutti
il sangue caldo, tranne il capitano.- gli disse Kogure, grattandosi il capo un
po’ imbarazzato – Due non vanno mai d’accordo e gli altri due fanno un po’ come
vogliono in campo.- - Diciamo che non sono capaci di passarsi la palla.-
frecciò il Gorilla, attaccandosi alla bottiglietta. - Bhè, con uno che tira
da quasi vicino la linea di metà campo che ti lamenti?- rise Hito – Anche se non
passa chissene frega!- - Mica ha tutti i torti.- frecciò Mitsui soave. -
Zitto tu.- bofonchiò il Gorilla – Il problema è che nessuno di loro passa. Per
farlo fare al playmaker a momenti dobbiamo corromperlo con i soldi. Sono
ingestibili, non fanno gioco di squadra e discutono anche in campo.- - Già e
il capitano è un aguzzino!- berciò Hana dalle retrovie. - Eppure come gruppo
mi sembrano affiatati.- Hito li guardò attentamente – Sono così rissosi?- -
Due sono ex teppisti.- - Ah…e gli altri due?- - Uno dorme sulla bicicletta
e l’altro guarda la sua ragazza invece che allenarsi.- - Non è vero! Ayako la
guardo poco!- replicò Miyagi – E non sbaglio mai!- - Si ma ti distrai
comunque!- - E poi Rukawa non dorme più sulla bici.- cinguettò Hana
perfidamente – Dorme sulla moto Gori.- - Do’aho.- Fra le risate e le
boiate generali, ripresero la partitella e fecero giocare di più le matricole
mettendo quella bomba ad orologeria che era Mitsui a fare l’arbitro. E
fischiava mai un fallo? Ma va! Per lui era tutto regolare! Hana e Kaede quasi
si staccavano le dita a morsi e non ci vedeva nulla di male… Andò a finire
che vinse di nuovo la squadra degli anziani e solo perché qualche idiota
scatenava sempre rissa e le matricole non riuscivano a fare nulla per fermarli
ma a parte quello lo stacco dei punti si riduceva sempre moltissimo. Erano
arrivati a un massimo di quindici con un minimo di sei. Alle cinque, Akagi
lasciò il campo a quelle della pallavolo e mise a riposo i suoi. - Attenzione
a dove mirate.- le avvisò comunque Raim – Qua lo spazio non è larghissimo!- -
Non dirlo a me, dillo alla senpai.- cinguettò Nanaka, mentre si
posizionavano. - Ok!- le richiamò la Kurata – Kyoko con me, Asuka, Sumire,
Momoka e Sawanoguchi. Con Akane Noda vadano Junko, Sakura, Yukino, Sato e
Watanabe. Le altre pronte nel caso a qualcuno arrivi una pallonata sulla
faccia.- - Grande.- borbottò Ayako, facendo un pallone con della gomma da
masticare. - Ehi Jun!- la richiamò Miyagi, stravaccato a terra fra Raim e
Kogure – Attenta per davvero, capito?- - E’ anche senza pesi.- rognò Hana –
Fossi in voi starei pronto a scappare.- - Eddai senpai.- rise Nobu – Non può
essere così pericolosa!- Come no! La prima palla messa a disposizione si
squarciò a metà partita dopo una mezzo dozzina di schiacciate della Kanzaki, la
seconda si sgonfiò come un palloncino e la terza resse fino alla fine. Ma in
poche tentavano di prendere le sue schiacciate. Sembravano dei missili veri e
propri e anche la Kurata, che era famosa per saper prendere qualsiasi bolide,
ritirate le mani dopo aver raccolto una schiacciata di Junko che aveva rotto un
muro, bloccò tutto per un attimo. Si teneva i palmi con una smorfia,
dolorante. - Dio…- sibilò, quando la raggiunse l’Aizawa – Mi sembra di aver
preso dei mattoni.- - Perché non le troviamo un bel muretto eh?- le propose
Kyoko serafica – Così la mettiamo lì davanti e vedrai che si divertirà lo
stesso.- - Guarda che t’ho sentito.- Junko osservava la scena dal suo campo –
Ehi cleptomane…tutto a posto?- - Hai la portata di un missile cruz.- sbottò
il capitano, agitando le mani e soffiandoci sopra – Porca miseria, mi hai fatto
male! Nanaka, schiacciale sul muso!- - Se, mica sono scema senpai.- sorrise
la biondina. - D’accordo, ci andrò più leggera.- concesse la Kanzaki,
magnanima – Ok?- - Ti credi imbattibile eh?- Naomi la fissò attentamente,
sfidandola con lo sguardo – Sai bene che a muro ormai non ti ferma più nessuno
ma se uno è abbastanza forte per frenare un po’ la corsa, io potrei raccoglierla
tranquillamente.- - Tranquillamente.- Junko rise, serafica – Come no…non la
raccatteresti neanche se la fermassero dei ragazzi.- - Dici?- Naomi si girò
verso la panchina – Ehi ragazzi…avete mai giocato a pallavolo?- - Si, come
no!- ridacchiarono più o meno tutti. - Si ma saltate alto…e avete parecchia
forza nelle braccia.- considerò ancora la Kurata, pensosa – Qualcuno ha voglia
di far abbassare le ali alla campionessa dello Shohoku?- Qualcuno
naturalmente rizzò le orecchie e aguzzò i sensi mentre Junko sogghignava. -
Dai capitano…non conoscono le basi. Si, saranno forti ma non sanno neanche come
muoversi.- - Cos’è? Paura che un principiante maschio ti fermi?- - Oh no,
eccole che ricominciano.- l’Aizawa sollevò gli occhi al soffitto – Per piacere
fermatele.- - E poi una pallonata della senpai non fa mica bene.- considerò
Nanaka – Potrebbe fare secchi i ragazzi.- - Fare secchi cosa, pesano il
doppio di lei.- disse Raim – Ma è troppo forte comunque.- - Vengo io.- La
cagnara si fermò quando Rukawa era già in piedi. E il fischio di Miyagi
interruppe lo stupore generale. - Junko ce l’avrai dura.- le disse
sogghignando. - Lo spero. Sarebbe il minimo.- sentenziò scoccando un’occhiata
obliqua al volpino. - Ehi vacci piano!- le urlò Hana – Guarda che è un
principiante!- - A questo punto due risate me le farei anche io.- irruppe
Mitsui – Posso?- - Ma bene, abbiamo due suicidi.- rise la Kurata allegra –
Prego signori, siete i benvenuti.- - Non rispondiamo di eventuali mazzate.-
le disse Hisashi, piazzandosi a muro con la kitsune. - Ma tu guarda, stavo
per dirvi la stessa cosa.- ironizzò la Kanzaki. - Gente, li massacra.- rise Akagi,
mettendosi comodo a vedere lo scatafascio a cui andavano incontro quei
due. E in effetti fu una bella mazzata per quei due galletti. Erano
troppo orgogliosi per starsene buoni e farsi battere da una ragazza ma anche
saltando a muro con lei, Junko li raggiungeva comunque in altezza. E poi quei
bolidi. Anche in due a bloccarla, sfondava la loro difesa e le prima volte
quasi caddero a terra, sbattendo i loro delicati fondoschiena. - Fatti
male?- cinguettò la Kanzaki, vedendoli massaggiarsi il sedere. - Ahah…ti
vorrei vedere a giocare con noi! Lì c’è corpo a corpo vero.- bofonchiò
Mitsui. - E non vedresti l’ora eh?- - Dai, un’altra!- la Kurata batté le
mani – Pronti? Dai Akane, batti!- Il servizio della Noda venne preso a
fatica da Asuka. La palla era quasi fuori quando la raccolse l’Aizawa e la servì
per Nanaka. La schiacciata venne subito raccolta e di nuovo Junko era a
muro. Si trovò davanti quei due e già sogghignava. Ok, aveva detto che ci
sarebbe andata piano ma in fondo era pur sempre un’anima ardente anche lei
no? Hisashi e Kaede vennero travolti in pieno, battendo l’osso sacro come due
bambini. - Che maleee…- - Oh, ma neanche loro la fermano?- sbuffò la
Kurata mentre andava a raccattarli ridendo con le matricole. - Dio Junko, sei
peggio di una carro armato!- Perfino il volpino si stava soffiando sulle sue
dolci manine e usava gli occhi come fanali, puntandoli addosso a quella belva di
donna che lo stava letteralmente lasciando in mutande. Porcaccia, aveva
voglia di saltarle alla gola e farla secca. Peccato che gli avesse sistemato il
collo. Non poteva mica uccidere la sua costumista! Alla fine vinse la
squadra della Kanzaki e con giubilo di Hana che cominciò a fare il deficiente,
prendendo in giro i due fessi che avevano provato a fermarla. Poi però venne
rigirata la frittata. - Junkooo…amore, vieni un po’ qua!- La Kanzaki
guardò stralunata quel deficiente del suo ragazzo che la chiamava di nuovo in
campo. - Tu sei tutto matto!- sindacò, quando le lanciò la sfera
arancione. - Paura?- le sibilò Rukawa passandole alle spalle. - Ehi, ho
visto come giocate!- disse allibita – Non ho voglia di farmi investire dai
vostri novanta chili!- -
Ci andremo leggeri, tranquilla.- riecheggiò Mitsui perfido come pochi - E poi ne
peso solo ottantadue.- - Se, come no.- Hisashi ridacchiò,
lanciando la palla da dove si trovava. Fece una parabola sulla testa della
ragazza e finì dritta a canestro. - Ahah, molto bravo.- Naturalmente fu
l’ennesimo disastro, l’ennesima dimostrazione di deficienza e quindi più nessuno
ci fece caso anche perché il corpo a corpo della guardia era più uno
strusciamento generale e l’allenamento dello Shohoku finì in tranquillità. -
Ehi, voi non venite?- Hana e la kitsuine erano rimasti in panchina, a cimpare acqua
come dannati. Raim li guardava stranita. - Sono le sette!- Rukawa
distolse lo sguardo, tornando sotto canestro e il rossino, alzando gli occhi al
cielo contro tanta testardaggine, emise un gemito disperato. - Ci facciamo
due tiri Raim. Arriveremo in tempo per la cena.- - Ok…- la ragazza guardò di
nuovo il moro ma lui non disse nulla, mettendosi a tirare quindi se ne andò
anche lei, pensosa. Rimasti soli, il Tensai capì che bisognava usare un bel
po’ di pazienza con quello lì. Fecero un one on one in un silenzio tombale,
cosa mai successa fino a quando Kaede non mancò un canestro. Eccolo lì, era
proprio andato. - Porca vacca.- sibilò il moretto, mandando tutto all’aria e
andando a svaccarsi in panchina. - Kit.- sospirò Sakuragi – Che testa di
cazzo che sei.- Kaede sollevò la faccia, incazzoso. - Che vuoi?- -
Possibile che dopo tutto questo casino non hai imparato a parlare con
lei?- L’ala piccola gli dette le spalle, imbronciato. - Ma che è successo
eh?- - Cosa vuoi che sia successo Hana?- sbraitò. L’altro si grattò la
testa, raggiungendolo – Non hai sentito cos’ha detto? Magari voleva
parlarti.- - Hai sentito "Rukawa ti devo parlare"? Eh? No, non mi pare.- -
Sai che hai una bella faccia tosta?- il rossino gli ficcò un pugno sulla testa –
Cosa vuoi che ti dica?- - Qualsiasi cosa!- - E allora vacci a
parlare!- - No.- - Come no?- - Ho detto no.- Il rossino schioccò la
lingua, guardando altrove. Quel tizio era deficiente. Un vero idiota. Altro
che volpino, altro che super giocatore di basket. Altro che arancini! Ora
lo sistemava lui.
Quando scesero a cena Akagi se li trovò davanti tutti
pieni di lividi e cerotti. - Fatemi indovinare.- sibilò il Gorilla,
cominciando a prendere fuoco – Un one on one tranquillo eh?- - Già.- frecciò
Kaede – Molto tranquillo. Do’aho.- - Cervello di gallina.- rispose Hana senza
scomporsi – Te lo sei meritato.- - Affanculo.- - Vaffanculo tu.- - ORA
BASTA!- Akagi li prese per le orecchie e li mandò a sedersi a tavola imprecando
fra i denti. Ne aveva abbastanza di quei due imbecilli, stavolta l’avevano fatta
grossa! - Ma che è successo?- allibì Rei, davanti a un piatto di ottimi
ramen. - Ma che ne so.- sbuffò Miyagi esasperato – Quelli sono proprio due
bambini.- - Ha parlato l’uomo vissuto.- frecciò Ayako – Comunque oggi Ru è di
cattivo umore.- - Già, l’ho notato quando a momenti mi uccideva a morsi in
campo.- disse Nobu – Che cos’avrà il senpai?- - Troppi ormoni in circolo.-
rispose la mora, sarcastica. Raim ascoltò ogni parola, restando a capo chino
sul piatto. Avrebbe dovuto parlare con lui ma per tutto il giorno l’aveva
evitato. Era normale che se la fosse presa. Provò anche ad avvicinarsi dopo
la cena ma lui filò subito via, chiudendosi addirittura in camera. Sembrava
che il suo umore fosse pari alla tempesta che continuava a imperversare fuori
dal Summer Inn. - Raim, tutto a posto?- La rossa alzò lo sguardo dal
giornale che leggeva seduta nella stanzetta di aspetto, insieme alle altre
ragazze. Era Nanaka che le porgeva una tazza di caffè. - Si, più o meno.-
borbottò, accettando la tazza fumante. La biondina le si sedette accanto,
divertita. Prima di parlare osservò il baccano che facevano le loro compagne,
tutte attaccate alle poche matricole della squadra di basket e a Mitsui. Il
poveretto ormai era assalito su ogni fronte. - Lo faranno diventare matto.-
sogghignò la Tanaka – Gli sta bene.- Raim rise ma era lontana mille miglia e
la compagna se ne accorse. La fissò per un attimo, poi si portò il caffè alle
labbra. Non si sentì di dirle nulla ma lei, come altri, aveva notato certi
atteggiamenti. Si limitò ad informarla che gli americani li avevano invitati
a cena per domenica sera, parlando con l’Aizawa e la rossa tirò un sospiro. Era
già esausta. Una volta tornata in camera faticò a prendere
sonno. Ricordava il tocco di Rukawa, le sue carezze, i suoi gemiti. Il suo
fiato caldo sulla pelle. Ficcò la testa sotto al cuscino,
rabbrividendo. Dio, non si era mai sentita così con Shiro. Che magia le
aveva fatto quel maledetto volpino? L’aveva fatta innamorare anche senza
volerlo. Già, ormai doveva ammetterlo. Se non con lui, almeno con se
stessa.
Il giorno dopo, venerdì, i ragazzi stavano nella palestra del
liceo. Ci erano arrivati anche se pioveva ancora ma stavolta era solo una
pioggerella passeggera. Il temporale ormai si era sfogato per bene. Nel
rumore pesante dei palloni che sfrecciavano sui due campi, Raim osservava
l’unico che in quel momento occupava interamente i suoi pensieri. Gelido,
perfetto, quasi un signore dei ghiacci. Kaede giocava con tutta la sua forza
e il suo talento, senza vedere altro. Se era nervoso, lo mostrava solo con
Hana. Evitava perfino di guardarla in faccia. Non sapeva più cosa fare con
lui. Non sapeva come prenderlo, non sapeva come lasciarsi andare. La
paura, il ricordo di come l’aveva fatta star male le bruciava ancora. E
faceva un male pazzesco. - Così domenica sera siamo a cena con gli americani
eh?- le chiese Ayako, tornando a sedersi con lei in panchina. - Già.- annuì
svagata, senza distogliere lo sguardo da Rukawa che piazzò in quel momento una
schiacciata bellissima. - Ehi tutto a posto? Da qualche giorno mi sembri
soprappensiero.- - Niente, è solo che siamo alla fine della seconda settimana
e sono un po’ triste. Non mi va di tornare a casa.- - A chi lo dici.- la mora
le strizzò l’occhio – Le coccole del Summer Inn sono
indimenticabili.- Risero, mentre Akagi richiamava i ragazzi per una
pausa. - Avete giocato benissimo.- disse Kogure alla matricole che era senza
fiato – Stare dietro a Miyagi non è roba da poco.- - Non dirlo a me senpai.-
alitò Nobu distrutto. - In compenso voi quattro state battendo la fiacca.-
rognò il Gorilla, fissando storto i titolari – Forza, sveglia.- - Scusa, ieri
sera abbiamo guardato porno fino a tardi.- sibilò Mitsui sarcastico. - Faccio finta di
non aver sentito brutto coglione.- - Ecco bravo, è meglio.- - Che facciamo
domani?- chiese intanto Ayako – Ce lo facciamo un giro per la giungla o
no?- - Così ci giochiamo Ryo-chan una volta per tutte.- rise Hana
perfidamente. - Non mi perderò, tranquillo.- sbuffò il play – A costo di
legarmi una manetta al polso.- - Tienile per altre occasioni.- ironizzò il
rossino. - D’accordo, chiederò alla Kurata se hanno voglia di trascinarci a
spasso.- disse Ayako – Voi riposatevi pure, vado a chiacchierare dall’altra
parte della tenda. E non fate casino!- - Si ma che non prenda tutta la
giornata questo giro!- sindacò Mitsui, con l’asciugamano in testa – Domani sera
ho una cosa da fare.- - Ah si?- Miyagi lo guardò di striscio – E sarebbe? Una
ricerca accurata per partecipanti a un’orgia?- - Terapia d’urto fatta in casa
contro le crisi di panico.- scandì la guardia. Perfino Rukawa lo fissò come
un marziano. Che aveva detto il teppista? - Ve lo spiego a cena.- borbottò
Mitsui agitando la mano con indolenza. - Fa un po’ come vuoi.- Quando
tornarono in albergo, strisciando per la stanchezza e sbadigliando per il sonno,
la pioggia aveva ormai finito di cadere. A cena la compagnia fu sempre allegra
ma un imprevisto impedì alla guardia dello Shohoku di mettere subito in pratica
i suoi propositi. Stavano parlando tutti insieme quando un cameriere arrivò a
chiamare Mitsui per dirgli che c’era qualcuno al telefono che lo
voleva. Hisashi corrucciò la fronte, guardando il suo cellulare. Strano, era
acceso. - Sarà Kay.- borbottò – Chissà che vuole.- - Sarà importante no?-
lo spinse Hana – Muoviti che poi devi dirmi che hai in quella mente
perversa.- - Si, vado.- Peccato che non lo videro tornare per almeno dieci
minuti e a quel punto cominciarono a preoccuparsi. Kaede era appena uscito
dal bagno quando da lontano lo vide ancora attaccato al telefono. E non
sembrava una conversazione allegra. Attese un momento prima di andarsene,
come colpito da uno strano presentimento e infatti Mitsui dopo qualche secondo
buttò giù malamente la cornetta, attaccandosi al muro. Era diventato
pallidissimo. Un secondo dopo corse verso di lui e andò a chiudersi in
bagno. Kaede lo seguì, preoccupato. Stava appoggiato al lavandino, quasi
non riusciva a respirare. Crisi di panico. Si avvicinò lentamente, poi gli
passò un braccio attorno alla vita per aiutarlo a stare in piedi. Gli
tremavano le gambe e le spalle. Era spaventato sul serio. In quel momento
squillò il suo cellulare e la guardia lo fissò sgranando gli occhi. Il
volpino allora glielo prese e chiuse subito la chiamata, notando appena che era
suo padre a cercarlo. Ecco il problema. Lo aiutò a sedersi a terra e gli
fece appoggiare la testa alla sua spalla, incitandolo a
respirare. Dannazione, come gli sembrava famigliare quella scena. Solo che
quando era toccato a lui, non c’era stato nessuno ad aiutarlo. - Adesso
passa.- gli sussurrò. Mitsui cercava di controllarsi, lo vedeva bene, ma
forse suo padre doveva esserci andato giù davvero pesante. In quel momento
anche Hana e Ryota misero la testa nel bagno, preoccupati. Kaede fece loro
segno di tacere e il rossino corse a bagnare un fazzoletto, mettendolo sulla
fronte umida della loro guardia. Le loro facce a momenti erano più spaventate
di quelle di Mitsui che divertito fece un leggero sorriso, continuando ad
ansimare. - Che facce da funerale.- alitò. - Vedessi la tua.- cercò di
sorridere anche Hanamichi, sedendosi davanti a lui. - Come va?- chiese Miyagi
tristemente. - Un attimo e mi passa.- sussurrò Hisashi, socchiudendo gli
occhi. Peccato che all’ennesimo squillo del cellulare riprese ad
agitarsi. - Merda, spegnete quel fottutissimo telefono!- sibilò Rukawa ma
Miyagi, vedendo il nome sul display, fece di meglio. Aprì in due il cellulare
e sotto lo sguardo ben attento di Mitsui prese la scheda e la buttò dentro la
tazza del primo water. Tirato lo sciacquone, sospirò. - Via un
problema.- Mitsui rise sollevato, cominciando a respirare meglio. - Grazie
tappo.- - Di niente, adoro sputtanare schede io.- - Grande idea.- cinguettò
anche Hana. Qualche minuto più tardi Mitsui riuscì a rialzarsi da solo. Si
lavò il viso e cercò di ricomporsi. Entrò anche il Gorilla, appoggiandosi
alla porta di schiena. Si fissarono, poi la guardia annuì faticosamente. -
Che voleva?- gli chiese Akagi. - Rompere.- - L’hai mandato al
diavolo?- Hisashi sorrise di nuovo, passandosi altra acqua sul viso e poi
mettendo i polsi sotto al rubinetto. - Miyagi mi ha buttato via la scheda.
Dici che va bene lo stesso?- - Gli hai scaricato la scheda nel cesso?- allibì
Takenori. Ryota alzò le spalle, tranquillissimo. - Esco un attimo.-
aggiunse, prima di uscire – Torno fra mezz’ora.- - Ehi ma dove vai?- lo
richiamò Hana. - Tranquillo. Mezz’ora e sarò di ritorno!- E trenta minuti
più tardi in effetti il playmaker dello Shohoku se ne tornò tranquillo e beato.
I titolari, Junko e Kogure erano chiusi nella camera di Mitchy e quando entrò
gli sventolò sotto al naso una scheda nuova. - Mi hai comprato la scheda di
un cellulare?- Hisashi rise, scuotendo il capo – Tu proprio non ci stai
più.- - Consideralo un regalo anticipato di compleanno.- - Sai che bella
roba, adesso dovrò rimettere a posto tutta la rubrica.- - Non rompere, ci
sarà solo dentro meno spazzatura.- - Comunque…- Kogure, che era seduto
davanti a Mitsui, lo fissava seriamente ansioso - …fossi in te io eviterei i
rapporti con tuo padre per qualche tempo. Se ti fa questo effetto…- - Non è
lui.- lo interruppe Hisashi, abbassando lo sguardo mentre trafficava con la
scheda nuova – Sono le sue fisse.- - Stessa cosa.- sibilò Akagi – Kay non
l’ha avvisato che non stai al massimo della forma?- - Si ma non ha capito
evidentemente.- - Tanto adesso non potrà più raggiungerti.- scandì Miyagi –
Diremo a tuo fratello di chiamarti solo al cellulare e se arriveranno altre
telefonate all’albergo non le prenderai.- - Oppure organizziamo uno squadrone
e picchiamo il padre di Mitchy.- frecciò Hana sarcastico. - Mica male come
idea do’aho.- rognò Rukawa a bassa voce. - Statevene buoni voi due.- li domò
subito Akagi – Adesso lasciamolo riposare.- - Basterà una sigaretta.- li
assicurò Mitsui – E poi l’attacco è venuto molto meno feroce del solito.- -
Allora va un po’ meglio?- Hana sembrava un bambino – Sicuro Mitchy?- - Ma si,
non devi preoccuparti.- - Meno male che c’era la kitsune.- disse di nuovo
Sakuragi – A qualcosa la volpe serve.- - A differenza tua che invece non
servi a niente.- frecciò Rukawa andandosene. - Ma vuoi che ti sfondi il
cranio!?- ululò il rosso seguendolo fuori inferocito. Quando se ne furono
andati tutti, Hisashi poté permettersi di sospirare e lasciarsi andare supino
sul letto. Dio, che razza di giornata! Si mise le mani fra i capelli. Si
sentiva veramente stremato. I genitori facevano quell’effetto a volte sui
figli ma lui esagerava davvero. - Ehi.- Si volse. Miyagi era seduto
accanto a lui, sulla sponda del letto. Lo fissava incupito. - Che c’è?-
gli chiese la guardia. - Perché non mandi al diavolo tutto?- - Come
sarebbe?- - Si. L’università intendo. Se non vuoi andarci, non ci
andare.- - Ci ho pensato.- annuì Hisashi, sollevandosi sui gomiti – Ma è
ancora presto. Mancano ancora dei mesi.- - E già che siamo in vena di
svenevolezze…- borbottò Ryota, mordendosi un labbro – Mi devo ancora scusare con
te per come ti ho attaccato in partita. Quella volta la crisi te l’ho causata
io.- - Non potevi sapere che ero andato fuori di testa.- - Si ma dovevo
andarci più piano comunque. In fondo sei libero di fare quello che vuoi.- -
Non quando coinvolge la squadra.- Mitsui si sollevò, andando a sedersi sulla
piccola scrivania dove metteva sopra qualsiasi cosa indefinita che non entrasse
nell’armadio – Tranquillo tappo, considera la scena di stasera come l’ultima
volta che mi vedi andare in palla.- - Come sarebbe?- - Ti ricordi della
terapia fatta in casa?- Hisashi frugò nelle tasche dei jeans, appoggiandosi coi
fianchi al bordo di legno – Bhè, parte della mia paranoia arriva dal fatto che
questo è il mio ultimo anno allo Shohoku. Esorcizziamo la faccenda alla radice.-
e gli lanciò un pezzetto di carta ripiegato. Miyagi lo aprì incuriosito…e
sgranò gli occhi. Quando li rialzò era serio come mai lo era stato. - Se
credi che te lo lasci fare da solo ti sbagli di grosso.- Hisashi attaccò a
ridere – D’accordo. Ma chiediamo al Gorilla e agli altri. Chissà se sono matti
abbastanza.- - Considerami pronto in ogni momento.- disse il play. Anche
gli altri comunque, Hana in particolare, quando vennero a "vedere" la terapia la
mattina dopo rimasero in silenzio. Erano in mezzo al corridoio e il rossino
osservò il foglietto con sguardo penetrante. E poi il verdetto. -
Quando?- - Te lo fai?- gli chiese Mitsui. - Anche subito.- Akagi da
parte sua sbirciò il foglietto poco convinto. Quindi osservò le facce dei suoi
cavalli da battaglia. Non era da lui ma in fondo era anche il suo quinto anno
e anche lui era triste, anche se non lo dava a vedere. Annuì e i tre
allibirono. - Ma va?- Miyagi era stupefatto – Dai, non ci credo. Proprio tu!
Credevo ti saresti incazzato da matti.- - Sia chiaro. E’ la prima e l’ultima
volta!- sentenziò. - Vengo anche io.- Perfino Kogure! - Tu?- Mitsui
allargò gli occhioni bluastri – Credevo avessi paura degli aghi!- - Si ma…è
l’ultimo anno anche per me. E non voglio scordarmelo.- Restava solo
Rukawa. Il volpino era ancora sotto i postumi della sua notte di sesso con
Raim. Era depresso e incazzato, proprio come gli era successo la prima volta.
Sbirciò il pezzo di carta con diffidenza, osservò le espressioni folli e decise
dei ragazzi, considerò l’esatta definizione di "gioco di squadra" e poi alzò gli
occhi al cielo. - Hn.- - Evvai!- Hana e Miyagi gli volarono addosso – Sei
un grande kitsune, adesso siamo pronti!- - Quindi appuntamento per sei.-
Hisashi si fece i suoi calcoli – Dunque, se prenoto per le nove di stasera ne
usciamo le tre di notte. Un’ora a testa.- - Si, un’ora dovrebbe starci.-
considerò Ryota – E acqua in bocca ok?- - Tanto ci vedranno marchiati prima o
poi.- sbuffò Akagi andando a far colazione – Forza, avete la giornata libera.
Vedete di non ammazzarvi e di farmi cambiare idea su quest’uscita della
fava!- - Viva il sabato.- sorrise Hana – Allora ragazzi? Che si fa in
preparazione di questo grande avvenimento?- - Perché non ti ciucci un
fusibile?- gli propose Kaede serafico. - Non riuscirai a smontare il mio buon
umore, ti avviso!- - Do’aho.- - Nanaka e le altre sono andate nella
piscina interna.- li avvisò Mitsui – Io vado a farmi i miei tiri al campetto di
Hito. Ci rivediamo a pranzo, va bene?- - Io vado da Ayako.- cinguettò Ryota –
Ci vediamo ragazzi!- - Io torno a dormire.- sibilò lugubremente il
volpino. - Ecco bravo, vai a fare la nanna.- sentenziò Hana – Io vado a telefonare
alla mia Harukina.- - A dopo.-
Man mano che le ore passavano, Ayako e
Raim notarono che qualcosa non andava nei titolari. Se ne accorsero anche le
matricole ma non osarono aprire bocca. Perfino Akagi sembrava sopportare i
battibecchi di Hana e Kaede e la cosa parve strana ma in fondo il Gorilla doveva
aver pensato che era meglio lasciarli perdere o sarebbe finito al manicomio
prima del previsto. - Ragazzi venite con noi in discoteca?- chiese loro la
Kurata, a cena. - Noi no, abbiamo una cosa da fare.- le disse Miyagi. - Si
può sapere che state macchinando?- sbottò allora Ayako, seguita da Raim – E’
tutto il giorno che siete strani. Io sento puzza di bruciato!- - Tranquilla,
non è niente di illecito. Te lo assicuro.- la placò Kogure imbarazzato. -
Cosa? Ci sei dentro anche tu?- allibì Raim – Ma di che si tratta?- - Arte
contemporanea.- le disse Hana angelicamente. Eh? Tutte le ragazze li
fissarono senza capire. Arte contemporanea? Ma che volevano dire? Se ne
andarono di corsa che erano le nove e nessuno ebbe più l’onore di vederli fino
alla mattina dopo. Cosa frullasse in quelle teste bacate preoccupava un po’
le manager ma essendoci Akagi con loro non avrebbero potuto far troppi disastri
no?
Ore nove. Il suono della pistola elettrica fece sbiancare Kogure,
deglutire Akagi e attaccare Miyagi alla sedia. - Che idea di merda.- alitò il
Gorilla, passandosi una mano sugli occhi. - E ancora non ha cominciato.-
sibilò Rukawa, comodamente seduto in poltrona nello studio di tatoo del
villaggio. E già. Visto che quello era l’ultimo anno e Mitsui non reggeva
molto bene l’idea di andarsene e cambiare vita, aveva deciso che per ricordarsi
tutti i giorni che avrebbe sempre fatto parte dello Shohoku non c’era modo
migliore che farsi fare un tatuaggio. E Asuka, la lettrice di manga, l’aveva
aiutato. Brava disegnatrice, aveva sentito a scuola che li chiamavano i
diavoli e per questo aveva disegnato, come schizzo, la testa di un diavolo dalle
corna ricurve, con espressione sinistra. Veramente perfetto, con dei chiaro
scuri da paura e due occhi rossi e sottili veramente spaventosi. In mezzo
alla fronte il numero in gotico. In questo caso diverso per ognuno di loro. I
primi suicidi furono proprio Mitsui e Akagi. Seduti sulla poltrona girata al
contrario, Hisashi si fece tatuare il diavolo poco sotto la nuca, sentendo le
stelline sulla spina dorsale, il Gorilla invece sulla scapola sinistra. E
nemmeno lui, grande e grosso, sembrava gradire quel trapano. - Dì la verità…-
Mitsui socchiudeva un occhio, per il male – Sono un genio o no?- - Te lo dirò
una volta che non sentirò più quest’ago per squali infilato nell’osso!- rognò
Takenori – E’ l’ultima volta che mi aggrego alle tue follie!- - La verità è
che ci adori e che non ti vuoi scordare di noi!- tubò Hana, seduto col
volpino. - Si, contaci!- Dopo di loro, che vennero abbondantemente
impastati di vaselina, toccò a Miyagi e Kogure. Il quattrocchi optò per la
scapola destra, Ryota invece, più fantasioso, se fece fare dietro al polpaccio
sinistro. - Mica male come idea.- Sakuragi gli girava attorno come un falco,
mentre il tatuatore stava distribuendo bicchierini di rum per rilassare gli
animi – Grande tappo!- - Si ma fa un male porco lo stesso!- berciò il play
steso di pancia – Porca vacca, sembra un trapano vero! Ma come hai fatto a
resistere sulla spina dorsale?- ringhiò verso Hisashi. L’altro alzò le spalle,
ridacchiando. Gli brillavano gli occhi, se ne accorse anche Kaede. Forse
era una ragazzata ma…forse avrebbe anche potuto essere utile. - Non oso
pensare a quello che dirà Anzai.- sentenziò Kogure preoccupato. - Non ha
fatto storie con la kitsune.- disse Hana. - Si ma il tatuaggio di Rukawa è
piccolo, lì sotto al polso. Basta nasconderlo con una fascetta.- - Tanto sa
che siamo dei beota.- cinguettò il rossino incurante – Ci adora per
questo.- - Do’aho. Chiudi la bocca.- - Te lo faccio ingoiare quel
trapano!- Quando toccò a loro due, come tacitamente d’accordo di fare una
specie di specchio, si fecero tatuare il diavolo sulle spalle. Hana sulla
destra, col suo bel numero 10, Kaede sulla sinistra, nello stesso braccio doveva
aveva già la volpina. Stavolta non gli fece così male e nonostante stentasse
a credere di aver seguito quei matti, pensò che in fondo aveva fatto così tante
cose in quell’anno che prima non avrebbe potuto concepire di fare. Avrebbe
sorriso se non avesse avuto il do’aho di fronte che lo sfidava proprio a
farlo. Quella soddisfazione ancora non voleva dargliela. Doveva
guadagnarsela. Finirono davvero alle tre e mezza e tutti incerottati, pieni
di vaselina e mezzi doloranti s’incamminarono per le strade del villaggio. -
Questa si che è vita!- Hanamichi si stiracchiava, sentendo a malapena un
pizzicore alla spalla destra – A mia madre verrà un colpo ma questa idea è
veramente degna del Tensai, Mitchy!- Hisashi sorrise, ficcandosi una sigaretta
in bocca. Follia o meno, ragazzata o no, era contento. Si, era da pazzi
pensare che un tatuaggio avesse potuto aiutarlo ma ogni volta, guardandolo, si
sarebbe sempre ricordato di quei giorni. Dei tempi dello Shohoku. Non era
molto ma per il momento poteva bastare. A lui bastava. E poi chi l’avrebbe
mai detto che quei matti l’avrebbero seguito? Guardò Akagi con la coda
dell’occhio e il Gorilla lo fissò a sua volta. Gli dette un leggero pugno in
testa, andando a richiamare Hanamichi che voleva fiondarsi in un bar. Ma
si… Presto tutto sarebbe finito. E non solo per lui. Anche per il Gorilla e
Kogure. Ma anche per Ryota, Hana e Kaede. Non avrebbero più giocato
insieme. Però lui sarebbe rimasto un numero 14. E anche gli
altri. Erano i diavoli dello Shohoku in fondo...
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Capitolo 26 *** La Volpe di Raim ***
Raim26
Nonostante la tempesta fosse ormai passata, per
tutta la domenica della seconda settimana il tempo fu molto cupo. Il cielo
assumeva tinte fosche all'orizzonte e il mare era gonfio e grosso ma qualcuno
sembrava apprezzare quelle onde che sembravano montagne... - You're crazy
guys.- Jeff, il capo dei surfisti, scoccò un sorriso a Raim e finì di
chiudersi la muta, osservandola con tenerezza come si fa coi bambini cocciuti,
che non vogliono capire. C'era vento sulla terrazza del Summer Inn e quella
sera sarebbe dovuti uscire a cena tutti insieme ma a quanto pareva volevano
sfidare il suicidio andando a cavalcare quelle onde indecenti. E i pazzi non
erano solo americani, in quel particolare frangente. - Hisashi?
Ready?- Mitsui si era fatto incastrare, ok. Era un idiota, ok. Ma era tornato
alle quattro del mattino dalla scampagnata nel mondo dei tatuaggi e quel
deficiente di Hanamichi li aveva quasi fatti ubriacare tutti così quando quella
mattina Jeff era andato a chiedergli se voleva andare in mare (dopo i primi
rudimenti che gli aveva già insegnato precedentemente), non aveva saputo
bofonchiare nulla di coerente. E adesso se ne stava lì, in muta, con un
quadrato di garza grande quanto un pugno sulla nuca tutta imburrata di vaselina,
chiedendosi perché non si chiudeva mai la bocca. L'unico lato buono in tutta
quella faccenda era che avevano comprato un bottiglione di vaselina formato
famiglia. Quando Ayako gliel'aveva visto in camera, venuta a prendere Ryota,
li aveva guardati come se la faccenda delle orge fosse vera sul serio. Magari
adesso quella matta pensava davvero che si facessero fra loro dei bei
festini. - Oh santo Dio...- mugugnò, osservando quelle onde. - Don't worry
Hisashi. I'll guard you.- cinguettò Jeff afferrandolo per il gomito sotto lo
sguardo malizioso di Raim che ci godeva troppo. E così l'avrebbe protetto lui
eh? Mah, lei aveva i suoi dubbi visto come quell'americano era così solerte con
la loro guardia ma la Kanzaki aveva fatto promettere a tutte di lasciarlo nelle
grane, così imparava ad arrangiarsi da solo. - Take care Mitchy.- tubò Raim
mentre se ne andavano in spiaggia. Mitsui a momenti avrebbe fatto marcia
indietro e subito dopo arrivarono anche i primi curiosi. Hana fu uno di
questi. Spettinato e assonnato, tazza di caffè in mano e braccio destro con una
benda sul tatuaggio, strizzò gli occhi un paio di volte per mettere a fuoco la
faccenda che gli si presentava davanti. - Povero imbecille.- si limitò a
bofonchiare, scazzato, sorseggiando il suo caffè. - L'hai detto.- sorrise
Raim - Sapevo che di mattina aveva istinti suicidi ma non di questa
portata...- - Finirà per saltare in mezzo al fosso così.- - Intendi che
comincerà ad andare a letto anche con gli uomini? Ma va.- la rossa ridacchiò -
Non ce lo vedo davvero.- - Mah, non si può mai sapere.- - Senti Hana, ma
mi dici che è successo? Hisa ha il collo con un cerotto, Miyagi la gamba
fasciata. Ho visto anche il capitano con una garza sulla spalla. Ma che avete
fatto ieri sera?- - Te l'ho detto.- le strizzò l'occhio - Arte
contemporanea.- - Con Akagi? Vi siete dati ai murales?- -
Diciamo...terapia di gruppo.- rispose pacato. - Terapia di gruppo eh?- -
Già.- Raim lasciò perdere. In fondo che poteva dire a certi trogloditi? -
Buongiorno.- Miyagi arrivò saltellando verso di loro, una ciambella fra le
gengive - Ehilà, tutto bene?- - Si e tu?- cinguettò la rossa - Male a una
gamba?- - Direi più un prurito fastidioso.- - Un prurito...- Raim sbuffò,
tornandosene dentro - Fate come vi pare. Io me ne lavo le mani.- Rimasti
soli, ala grande e play si guardarono di striscio, ridacchiando. - Ayako ha
visto l'opera d'arte?- gli chiese il rossino. - Lascia stare. A momenti mi
spogliava.- sbuffò Ryota - Credeva mi fossi fatto chissà cosa sulle
chiappe.- - Bel posto anche quello.- - Se, come no. Rukawa?- - Nel
letto. Quando beve poi è intrattabile.- - Ci hai quasi fatto sbronzare,
deficiente.- - Oh, l'opera d'arte andava innaffiata e battezzata.- sogghignò
il Tensai - Il Gori?- - Con Kogure a fare colazione. Sembrano due cadaveri ma
il capo regge bene l'alcool.- - Ci credo, con la mole che ha.- Hana sbadigliò
di nuovo, finendosi il caffè - Allora? Che facciamo oggi?- - Che ne dici di
salvare Mitchy da un annegamento sicuro?- I due spostarono la loro attenzione
sul mare. Eccoli lì quell'imbecille. Seduto su una tavola, rideva insieme a
Jeff che gli stava nuotando vicino. Ma Hisashi proprio non capiva una mazza
del baccagliamento maschile. Era deficiente. Deficiente al cubo. Comunque
vederlo cercare di stare in piedi sulla tavola faceva davvero piegare dal
ridere. E cadeva come una pera ogni qual volta cercava di cavalcare
un'onda. Bhè, se non altro sembrava divertirsi. Anche verso l'ora di
pranzo, dopo aver capito che era meglio dedicarsi solo al basket, al cazzeggio e
alle risse, Mitsui sembrava essere tornato del suo consueto tetro buon
umore. - Ma bravo...- Ayako, seduta in terrazza con quei fessi, osservava con
pazienza la guardia - E così non ti sei accorto minimamente che quello ci prova
eh?- - Lo sa che ho la ragazza.- bofonchiò Hisashi, passandosi l'asciugamano
fra i capelli. - Senza offesa ma credi che a certa gente freghi qualcosa?-
bofonchiò Hana - Pensa ad Aki!- - Certo che no.- rispose l'altro con fare
angelico - Ma se solo ci prova gli rompo la faccia.- - Rompi la faccia a
chi?- rognò Akagi, arrivando in quel momento con le occhiaie. - Oh Gori...-
il rossino gli scoccò un sorrisone - Certo che tu l'alcool lo reggi proprio bene
sai?- - Ma sparati...ho un mal di testa atroce. Ed è tutta colpa tua,
idiota!- Takenori si sedette con loro, massaggiandosi la scapola - E queste
bende sono una tortura.- Ayako stavolta strabuzzò gli occhi...e poi
sbiancò. - Nooo! Te lo sei fatto fare anche tu!- allibì - Oddio non ci
credo!- - Credici, a momenti bestemmiava mentre glielo facevano!- rise
Miyagi. La mora non credeva alle sue orecchie! Tutti quanti! Perfino il
capitano e Kogure. - Ma l'avete drogato per farvi seguire!- sbottò. -
Veramente no.- Mitsui alzò le spalle, ancora in muta - Ho chiesto e mi hanno
detto si.- - Quindi l'idea è partita da te.- - Infatti. Io pensavo di
farmelo per conto mio ma poi loro hanno deciso di seguirmi...- - Ma...perfino
Rukawa?- - Si, si!- Hana era felice come un fringuello - A quanto pare per
queste cose è molto propenso!- Sembrava fantascienza! Ayako non riusciva a
credere che persone serie come Akagi e Kogure avessero seguito quei tre matti di
Hana, Ryota e Hisashi in quell'impresa! Anche Rukawa poi! A quel punto la
ragazza chiese di vedere ogni tatuaggio e alla fine stava per mettersi le mani
nei capelli. - Santo cielo...e adesso che dirà Anzai?- - Che abbiamo
capito cos'è lo spirito di squadra!- rispose pronto Miyagi con un ghigno
bestiale. - Si va...- Akagi scosse il capo - Lascia stare Ayako. Col coach me
la sbrigo io!- - Anche perché adesso siete tatuati come animali!- Ayako si
era sporta sulla nuca di Mitsui, tutta curiosa - Ora si che siete davvero dei
cavalli tutti numerati!- - Cavalli da battaglia.- la corresse Sakuragi. -
Se, cavalli da monta.- ghignò Mitsui serafico, prendendosi un pugno dalla
manager. Nanaka arrivò all'improvviso, tirandosi dietro la Kanzaki - Ehilà
ragazzi! Che succede?- - Hai presente le opere d'arte?- frecciò Ryota - Ecco,
pontificavamo di questo.- - Di cosa?- fece Junko senza capire. - Come la
prendi alla larga.- sbuffò Mitsui - Amore ci siamo fatti tutti un
tatuaggio!- Nanaka e Junko spalancarono la bocca e un attimo dopo si era
gettate a pesce sui ragazzi per ammirare. Andò a finire che richiamarono mezzo
circondario e quando arrivarono Rei e Nobu si scatenò il putiferio perché non
erano stati chiamati pure loro. Peccato che fossero minorenni e quando Akagi lo
fece notare mancò poco che scoppiassero a piangere come fontane, continuando a
frignare al vento. - Anche il volpacchiotto se l'è fatto?- chiese la Tanaka
tutta eccitata dalla faccenda. - Si.- annuì Hana. - Un altro?- Junko
sogghignò di striscio - Altro colpo di testa eh?- - A quanto pare.- Mitsui si
mise in piedi, buttandosi l'asciugamano sulla spalla - Gente io vado a farmi una
doccia.- - Ehi Hisa, dopo te lo fai un giro al campo da golf?- gli chiese
Miyagi. - Al campo da golf?- interloquì Akagi scettico - Sapete
giocare?- - Per chi ci hai preso?- rise il play. - Per dei teppisti.- -
Che però sanno giocare a golf!- - Io verrò a farmi due risate.- ironizzò il
Tensai - Già che ci sono provo a svegliare Rukawa.- - Se non torni mando il
becchino.- sentenziò Mitsui sparendo all'interno della hall. Ma se c'era
bisogno di un beccamorto non era per il rossino. Bensì per la
kitsune...
Tre orette più tardi, finito un lauto pranzo, Hana e Kaede si
giravano sotto le loro fosche pupille quelle mazze da golf che per loro erano
buone solo da spaccare in testa alla gente. Inoltre l'ala piccola continuava
a restare del suo umore più funereo e di questo ormai se n'erano accorti
tutti. - E' tutto un gioco di concentrazione.- bofonchiava Miyagi in quel
momento, dopo aver spedito la pallina sul green. - Per me è una puttanata.-
ringhiò il volpino, chiaro e conciso. - Centro.- ghignò Mitsui - Ma ti fa
passare la voglia di spaccarti la testa su altre cose.- - Oh grazie.- rincarò
Rukawa - Ora si che sto meglio.- - Ma insomma qualcuno di voi tre mi spiega
che succede?- s'intromise Ryota, poggiandosi la mazza sulla spalla - Prima
quelle sceneggiate dei giorni scorsi, adesso queste frecciate...insomma ma che
succede?- Hisashi si calò il cappellino sul naso, lavandosene le mani e Hana
guardò il volpino. Stava letteralmente ribollendo. - Allora?- - Allora
Rukawa se la fa con Raim.- disse Junko arrivando alle loro spalle tutta
tranquilla. Mancò poco che il playmaker svenisse, mezzo svestito. - Che
cosa???- saltò su sconvolto - Cosa fai Rukawa???- - Grazie senpai, arrivi
sempre al momento opportuno tu.- sentenziò Kaede, cupo come un vampiro, rivolto
alla Kanzaki. - Ti fai Raim?- Ryota lo fissava come un marziano, a lui del
tutto inconcepibile una cosa del genere - Cioè...mi sembrava che qualcosa non
andasse ma non credevo che...- - Non credevi cosa?- lo rimbeccò la
kitsune. - Semplicemente non credevo che avessi degli impulsi sessuali.-
ammise Miyagi con candore, facendo sfracellare a terra Hana e Mitsui. -
Grazie di nuovo.- sibilò Kaede fra i denti - Qualcun altro vuole dire la
sua?- - Si, come ve la siete cavata a letto insieme?- tubò la schiacciatrice
dello Shohoku. - Io me ne vado.- - No, no dai!- Junko lo prese per il
bordo della maglietta, trattenendo le risate - Dai, facciamo i bravi!- - Si,
crediamo alle favole.- Rukawa inforcò gli occhiali da sole - Al diavolo,
lasciatemi in pace.- - Quindi a letto hai dato forfait.- constatò Hana. -
Do'aho...pensa ai cazzi tuoi.- - Ma figurati...Rukawa non mi sembra uno che
prende buca a fare sesso!- - E poi mica ci va una laurea per scopare no? Lo
fa anche Hanamichi!- Ecco, dopo le brillanti uscite degli ultimi due e la
seguente incazzatura del rossino, Kaede aveva davvero voglia di ficcare la testa
nel buco della pallina, sul green. Da quando in qua era uso e costume fra di
loro non farsi mai i cazzi propri? Dov'erano finiti i bei tempi in cui si
davano una mano solo nelle risse e in campo e fuori s'insultavano dalla mattina
alla sera? Mah, bei tempi davvero quelli. Ormai passati purtroppo. - Il
succhiotto è sparito a proposito?- Ma naturalmente non c'era limite al
peggio! Scoccò un'occhiata di fuoco alla Kanzaki troppo tardi, perché Miyagi
e Mitsui gli erano saltati al collo e l'avevano quasi spogliato pur di vedergli
"le ferite di guerra". Per uno come Kaede era già troppo. Basta. Era
troppo da reggere. Perfino i ricordi della notte passata con Raim. Non che se
ne pentisse ma...avrebbe almeno voluto essere preso in considerazione da
lei. Invece la crudele noncuranza di Raim lo faceva stare ancora peggio di
quei mesi passati dopo il loro litigio. Perché per una notte l'aveva
avuta...e poi l'aveva persa. E lei neanche sembrava accorgersene. - Scusa
un attimo... Rukawa ma non eri mica vergine vero?!- E poi la cruda realtà.
Sentire pure le vaccate di quei tre deficienti e la Kanzaki che se la ghignava
sotto i baffi. Era troppo da sopportare senza un fiato. Anche per un
bonzo! E quella sera dovevano anche andare a cena con gli americani. No,
non sarebbe andato. Non intendeva stare a vedere quel tizio che ci provava
con Raim ma...la gelosia lo attraversava a fiotti e quasi lo soffocava. Il solo
pensiero di lei fra le braccia di quello lo faceva letteralmente
imbestialire. Se fosse rimasto in albergo si sarebbe torturato
nell'ignoto. Con i fatti sotto al naso non sarebbe stato meglio ma accettava
quella perversa e morbosa curiosità... Non poteva fare altro. Anche quando
tornarono in albergo e si chiusero in camera per rimettersi in sesto dalla notte
precedente in cui si erano dati ai bagordi, Kaede non riusciva a stare
tranquillo. Raim quasi gli aveva tolto il sonno da quando avevano fatto
l'amore e si sentiva a pezzi. Un vero cadavere. Non aveva neanche la forza
e la voglia di vestirsi. Se ne stava semplicemente a letto, lo sguardo perso
sul soffitto, senza guardare un punto preciso. E quel piccolo mostriciattolo
verde che era la gelosia lo stava lentamente divorando. Fino a quando Hana,
mani in tasca e aria paziente, non si piegò su di lui. Kaede lo guardò
appena, spostando di poco le pupille. - Vuoi andare a parlarle o no?- Per
farsi dire che era stata una scopata senza importanza? No,
grazie. Sentirsi dire che era stato tutto un errore e che lei non se la
sentiva di mettersi con lui, un freezer, era anche peggio del peggio. Meglio
stare lì a crogiolarsi. Ma Hana continuava a guardarlo come si fa coi bambini
cocciuti. - Hai mai pensato che potrebbe credere che non te ne freghi
niente?- Stavolta Rukawa emise un gemito divertito, senza esserlo
realmente. - No.- - E perché di grazia?- - Perché mentre scopavamo le
ho detto quello che provavo, ti è chiaro così?- sbottò acidamente. Il rossino
scosse il capo, facendosi indietro. - Almeno quando parli con me ti
spiacerebbe non essere così brutale?- Già, lo era stato decisamente troppo e
Hana era uno con le orecchie delicate, nonostante tutto. - Scusa.- - Però.
Due scuse nel giro di pochi giorni. Da quando ti droghi Kaede?- - Hana è
unitile che stiamo qua a menarcelo.- sibilò mettendosi a sedere e passandosi una
mano fra i capelli - Se gliene fosse fregato qualcosa mi avrebbe detto almeno
una parola in queste ore, avrebbe cercato di chiarire la situazione ma visto che
non ho voglia di farmi sbattere in faccia il fatto che di me non gliene frega
poi molto, lascio perdere. Non posso costringerla a fare niente, non dopo come
l'ho trattata.- - D'accordo.- il Tensai si appoggiò coi fianchi alla
scrivania, accendendosi una sigaretta e lanciandogli il pacchetto che Rukawa
guardò con debole interesse. - Quindi...- continuò il rossino, dopo aver dato
un tiro e avergli lanciato anche l'accendino -...quindi mi stai dicendo che
farai il vigliacco e te ne starai tranquillo a crogiolarti come una ragazzina
mentre lei si fa i suoi comodi?- - Ma che vuoi che faccia?- sbraitò a quel
punto, alzando la voce avvolto nella nuvola di fumo della sua stessa sigaretta -
Dovrei mettermi a fare scenate di gelosia? Per chi mi hai pres...oh ma cosa
cazzo c'è qui dentro?- Kaede smise di parlare di botto e si tolse la cicca di
bocca, allucinato. Lì dentro c'era tutto tranne che tabacco! Puntò gli
occhi incendiati su Hana che, ridendo un pelino istericamente, si strinse nelle
spalle. - Me l'ha data Mitchy...a cui l'ha data l'americano bisessuale. E
scusa dai, mi sembrava ne avessi bisogno!- - Oh bella roba! Una canna era
proprio quello che mi serviva do'aho!- tuonò alzandosi in piedi come un vulcano
in eruzione, dritto in bagno - Grazie mille, parlare con te è stato
stupefacente, in tutti i sensi!- e si chiuse la porta alle spalle di botto,
lasciando Hana a sospirare. Però, bella battuta... Quando si degnò di
uscire dal cesso comunque, guarda caso, aveva gli occhi rossi e gli era rimasto
fra le dita solo il filtro. - Non una parola.- ringhiò la volpe fra i
denti. Il Tensai alzò le mani, senza nascondere un blando sorriso. -
Aspe...non una parola sulla canna o su Raim?- - Cristo sta zitto!- - Ok,
ok...però non so...fossi in te le parlerei sai?- Ma voleva morire? Dopo che
gli aveva fatto fumare la prima canna della sua vita ora gli dava anche consigli
su come gestirsi la sua vita sentimentale e sessuale? Al diavolo! Mancava
poco alle sette quando iniziarono a vestirsi in un via vai d'insulti e bestemmie
borbottate a mezza voce. E fu lì che Rukawa, davanti all'armadio e pochi
minuti dopo la prima canna (e vi assicuro non ultima) della sua esistenza,
cominciò a sentirsi un pelino euforico. Gli veniva stranamente da ridere, di
dire cazzate... Chissà perché... - Che hai kitsune?- Hana si stava
allacciando la cintura sui jeans quando colse quella sua stramba
espressione. - Bhò...non so...- - Come non sai?- il rossino si passò di
nuovo la vaselina sul braccio e si rifece la fasciatura, prima di infilarsi una
maglietta azzurra senza maniche addosso. - Mi sta venendo da ridere.- Kaede
fece una smorfia, cercando di contenersi - Accidenti a te, mentecatto che non
sei altro.- - Però...se basta una canna dovrò rifarmi il pacchetto allora!-
ghignò Sakuragi, lanciandogli la camicia bianca sul bordo del letto - Forza,
finisci di vestirti che fra pochi minuti arriveranno a chiamarci. Ah, metti
anche questa.- e gli lanciò una catena da mettere al collo con le maglie
abbastanza grosse che avrebbero coperto gli ultimi arrossamenti dati dal
succhiotto. Peccato che gli occhi del volpino fossero ancora rossi come i suoi
capelli... Era meglio correre ai ripari. Si fiondò da Kogure e gli soffiò
il collirio ma la vera lotta avvenne quando cercò di tenere fermo l'ala piccola
per cercare di cacciarglielo nelle palle degli occhi. C'era da uscirci
matti! Erano ancora tutti e due in bagno, intenti a tenere aperte le
delicatissime palpebre di Rukawa quando Ayako bussò alla porta e mise il naso
dentro. - Ehi ragazzi...ci siete?- - Siamo in bagno!- le urlò il rossino
da oltre alla porta, stringendo la testa del moro in una morsa - Un
attimo!- - Sono peggio di una donna.- sorrise la ragazza, girandosi
indietro. Raim era alle sue spalle. Bellissima, in un vestitino rosa a fiori
e i capelli sciolti. - Ma cosa state facendo lì dentro?- sbraitò la mora,
contando i minuti che passavano e i tonfi che sentiva. - Seghe di gruppo.-
sentì mugugnare Mitsui, che passava in corridoio con la porta aperta. - Oh,
grande! Ci mancavi solo tu.- rimbrottò Ayako, picchiando ancora sullo stipite
dietro cui Hana lottava contro i mulini a vento - Avanti, sono quasi le
otto!- Intanto in sottofondo si sentivano i mugugni delle due ali e stare a
sentirle da fuori non era molto divertente perché delle frasi tipo "Dai, apri di
più kitsune!" e "Piano che mi fai male do'aho! Quella roba è enorme!" con un
certo concerto di gemiti e imprecazioni non era poi molto normale. Alla fine
comunque ne uscirono sani e salvi, sotto lo sguardo allucinato di Ayako che
cercava segni di un'eventuale ultima follia ma sembravano stare benissimo. A
parte Rukawa che aveva gli occhi un po' rossi. - Tutto bene?- bofonchiò,
intanto che il moro si sfregava il viso come un micetto. - Si, tutto
benissimo.- cinguettò Sakuragi con troppa enfasi - La volpe aveva un principio
di congiuntivite.- - Sicuri?- li sfidò la manager, diffidente - Non è che
state prendendo tutti quanti strane abitudini?- - Eh? Ma no, che vai a
pensare! Forza!- Hana l'afferrò per il polso, tirandosela dietro totalmente
fuori di testa - Ho una fame da lupo, non vedo l'ora di andare a cena! Dai Kit,
muoviti!- - Si, si...- Kaede continuava a strizzare le palpebre, non vedendo
una benamata mazza. E chissà perché ma continuavano a venirgli in mente un sacco
di cazzate che lo facevano ridere...almeno dentro di sé. Il fastidioso
prurito comunque cominciò a calare e quando riaprì gli occhi mise a fuoco
qualcosa che lo incollò al muro. Gli occhi di Raim. In un nano secondo
capì che erano rimasti soli. Hana era morto, solo che ancora non lo
sapeva. La guardò e in un attimo tutti i suoi propositi se ne andarono a
puttane. Dio...se era bella. Qualcosa di incontenibile stava per fargli
allungare una mano, per sfiorarle quella pelle liscia a dolce come zucchero
quando lei lo prevenne. Si fece più vicina, sempre in silenzio, poi gli prese la
mano che penzolava lungo il suo fianco. Gliela strinse, fissandolo
attentamente. - Dopo cena...- bisbigliò a un dito dalle sue labbra - Lo trovi
un minuto per me?- Kaede sentì un forte calore a livello della gola. E anche
altrove ma non era quello il momento... Non avendo voglia di usare la voce si
limitò ad annuire, ma strinse le dita della rossa e non si scostò quando lei si
alzò sulle punte e gli dette un umido bacio sulle labbra. Sarebbe stata una
serata fin troppo lunga...lo sapeva...
Il ristorante era illuminato
all'esterno da alcune piccole torce colorate e come se non bastasse, era di uno
degli amici di Hito che i sabato sera andavano a sbraitargli nell'albergo,
davanti alla tv. Li accolse calorosamente, specialmente Naomi e l'Aizawa e
dopo aver scambiato due parole con gli americani li fece accomodare tutti
quanti. Fortunatamente matricole e altri se n'erano rimasti in albergo a
cazzeggiare per conto loro, visto che seduti erano già in una ventina. Manco
a dirlo, Billy si aggrappò subito a Raim come un polipo ma stranamente, e
lasciando piuttosto perplesso Kaede, la rossa stavolta non gli dava molto corda.
Anche se ce l'aveva sempre a fianco, Raim chiacchierava principalmente con Ayako
e la Kanzaki e a volte gli scoccava degli sguardi languidi e dolci che lo
lasciavano sempre più spiazzato. A tavola poi se la ritrovò seduta vicina,
anche se con l'americano proprio davanti. E non taceva un secondo. Al suo
fianco la volpe aveva Miyagi, davanti Hana. Poco più in là quell'anima buona di
Junko che ogni tanto gli strizzava l'occhio, come per cercare d'invogliarlo a
non avere quella faccia da funerale. Anche Raim lo guardava. Lo fissava e
spesso si posava su un gomito per studiarlo, incurante degli altri. Il
cicaleccio degli altri era assordante ma lui non sentiva altro che il fiato
della sua rossa. Da metà cena in poi le cose precipitarono. Gli americani
attaccarono a chiacchierare con l'Aizawa e le raccontarono di dove vivevano, a
Palm Springs, con l'aiuto di Raim che ogni tanto doveva tradurre per loro.
Faceva domande, chiacchierava e Billy la fece ridere un sacco di volte. Ora
la sentiva lontana. E fece male. Fece male sentirla ridere per un altro. Fece
male vederla prendere un bicchiere con quello che va d'intrecciare le dita con
le sue. Fece male vederlo che cercava di sfiorarla. - Kit... mi passi
l'acqua?- Rukawa eseguì la richiesta come un automa, evitando accuratamente
di guardare in faccia Hanamichi che da parte sua non faceva altro che chiedersi
cosa diavolo stesse aspettando. Anche Mitsui, da poco più lontano, osservava la
scena quando le chiacchiere di Jeff glielo permettevano e sinceramente gli stava
venendo voglia di strangolare Raim. Stavolta non se ne accorgeva, non lo
stava facendo assolutamente apposta perché parlare di casa sua la faceva stare
bene ma anche tutto quello sfiorare era compreso nel pacchetto? Ne
dubitava. - Hisa? Ti spiace se sveglio una certa persona?- Si volse verso
la sua ragazza, un poco incerto. - Dipende che intendi.- - Non gli salterò
addosso.- la Kanzaki si alzò in piedi, quasi la più bella del locale - Stai
tranquillo.- - D'accordo...- fece, perplesso - Basta che non scateni
rissa.- Lei sorrise e andò via, facendo il giro della tavola. Un attimo dopo
era piegata su Kaede, braccia attorno al suo collo e gli sussurrava qualcosa
all'orecchio. Raim si girò in quel momento e li vide andare via, fuori dal
locale. - Ma dove vanno?- bofonchiò Miyagi - Arriva il secondo adesso.- -
Andranno a fumare, calma tappo.- rise Hana, scoccando uno sguardo d'intesa alla
guardia. - E da quando Junko fuma?- Ryota parve capire qualcosa in quel
momento e abbassando la voce disse:- Siete diabolici.- - Si, può darsi.-
ghignò Mitsui. Anche Nanaka, che aveva osservato quelle manovre, cominciò a
congratularsi mentalmente con la sua senpai. Però, se volevano far arrabbiare
Raim forse ci stavano riuscendo. Infatti la rossa fece per andare fuori e
seguirli ma Mitsui la fermò, dicendole qualcosa di vago sul fatto che quei due
avevano qualcosa di privato di cui discutere. Ok, erano mezzucci bassi e
schifosi e Hisashi era per le maniere forti e limpide ma in fondo non erano
affari suoi. Sbirciava oltre Miyagi e li vedeva parlare fuori dalla
vetrata. Rukawa stava fumando. - Ma da quando quel mentecatto fuma eh?-
sibilò Akagi a capo tavola - Il mio unico salutista se n'è andato a ramengo
ormai! E sarà tutta colpa vostra!- - E già...se si facesse le canne sarebbe
sempre colpa nostra vero?- sentenziò il rossino, con una faccia tosta
incredibile. - Ma sta' zitto!- ridacchiò Ryota - Ehi, che si fa più
tardi?- - Tornate all'albergo.- li rimbeccò il Gorilla - Domani è
lunedì!- - Peccato, ci rimane solo una settimana accidenti.- borbottò Ayako -
Mi stavo quasi abituando a questo posto.- - Io no. Voglio tornare a dormire
nel mio letto da solo, senza un sorbetto muto a fianco!- Il sorbetto muto
tornò qualche minuto più tardi. Apparentemente non sembrava successo nulla ma
Raim osservò con la coda dell'occhio la Kanzaki. Da lei, esattamente come
Rukawa, non riuscì a captare assolutamente nulla. - Tutto ok?- - Hn.-
Kaede annuì, tornando a sedersi e senza dire nulla si rimise ad ascoltare i
discorsi dei suoi compagni. E Raim, come colta da un impellente bisogno di
sapere e di sentirlo, cominciò a parlargli. A chiedergli qualcosa, qualunque
cosa...pur di sentire la sua voce. Ora era lei a sentirsi male. Era lei ad
avvertire la debolezza del terreno sotto i piedi, senza sapere perchè. In
quel momento Billy richiamò la sua attenzione. Lui e Andy le stavano chiedendo
se non volesse seguirli in un pub più tardi, visto che lei non doveva allenarsi.
Era una chiara domanda, con secondi fini. Quasi non aveva sentito le loro
voci, quasi non aveva capito la loro richiesta...ma una mano tiepida afferrò la
sua, sotto al tavolo. Alzò lo sguardo e si volse verso Rukawa. Lui guardava
dritto davanti a sé ma in quella presa poteva quasi sentire una potente
disperazione. Basta. - Ragazzi scusate.- Era balzata in piedi, con un
sorriso stampato in faccia. - Che c'è?- le chiese Hana, senza capire cosa
facesse. - Io e Rukawa abbiamo altro da fare. Per noi la cena finisce qui.- e
facendo quasi sbrodolare il volpino che stava bevendo dal bicchiere, lo afferrò
stretto per mano, lo fece alzare e se lo trascinò via. Fra i tanti allibiti e
i pochi che sospiravano di sollievo, Hanamichi ridacchiò della faccia confusa
della kitsune. Stavolta era stato preso letteralmente in
contropiede! Brava ragazza! - Ma che è successo?- chiese Kogure mezzo
sconvolto. - Te lo racconto domani.- frecciò Sakuragi con uno sbuffo -
Mitchy, vengo a dormire da te stasera.- - Tanto per cambiare.- rognò Miyagi -
Fantastico!- - Vedi che non sono io che gli salto addosso?- rincarò la
guardia. - Ma vai va'...-
Fuori intanto Kaede stava seguendo la
macchia rossa nel buio che sembrava indicargli la via. Lei lo teneva per
mano, lei lo conduceva... Lei aveva fatto tutto. Raim si girò in quel
momento, trascinandolo verso la spiaggia. Gli sorrise, poi si voltò di nuovo
e continuò a camminare. Lo vedeva?, si chiese. Si, doveva vederlo e anche
desiderarlo perché appena misero piede in spiaggia Raim gli gettò le braccia al
collo, aderendo col corpo al suo. Un attimo dopo poggiò le labbra sulle sue e si
unirono in un lungo bacio. Il cervello di Kaede era andato in tilt ma quando
avvertì le mani di Raim alla sua cintura rinsavì immediatamente. Si staccò e
si tolse le sue mani di dosso, lasciandola senza parole. Il suo sguardo si
era fatto di ghiaccio. - Che ti prende?- gli chiese la rossa, allibita. La
volpe non rispose, facendo un passo indietro. No, non aveva alcuna intenzione
di passare altre notti con lei e svegliarsi solo al mattino. - Rukawa?- lo
richiamò - Cos'hai?- Lo vide nascondersi le mani in tasca, forse per
nasconderle un fremito ma la sua espressione era comunque risoluta e Raim ebbe
la brutta impressione che stesse per dirle qualcosa di poco piacevole. - Se
hai voglia di scopare puoi trovarne mille altri.- disse a bassa voce, senza
neanche sprecarsi a guardarla in faccia - Ma non intendo farti da passatempo
Raim, tantomeno intendo sopportare oltre i tuoi giochetti.- Quelle parole da
una parte la divertirono, dall'altro le ricordarono ciò che aveva provato quando
l'aveva estromessa dalla sua vita. Ora invece voleva stare con lei...ma per
quanto? Era bello notare poi come tentennasse lui stesso. Avrebbe sorriso
se il pensiero di perderlo, di essere lasciata anche da lui non l'avesse
bloccata. Quel silenzio dovette essere chiaro per Kaede perché emise un
gemito amaro, scuotendo il capo. - Al ritorno farò i bagagli.- E
spaccandole il cuore in un istante se ne andò via, tornando in albergo. Lei
invece rimase lì, vuota. Quasi inerme.
Due ore più tardi Hana e
gli altri tornarono in albergo ma il rossino trovò un messaggio sul cellulare
che gli diceva di tornare tranquillamente in camera. Imprecò fra i denti. Non
era andata bene. Salutò Mitsui e Miyagi dando poche spiegazioni, che tra
l'altro i due non chiesero, e poi filò dritto all'ala turistica. C'erano le
matricole in giro e perse poco tempo a raccontare della serata, quindi estrasse
la tessera e una volta dentro constatò che Raim non era presente. C'era solo
Kaede e se ne stava sdraiato a letto, le braccia incrociate dietro alla testa,
lo sguardo fisso sul soffitto. - Ciao.- gli disse tristemente. Il volpino
rispose con voce atona, almeno prima di fargli una richiesta specifica. -
Hana...appena tornati posso stare da te qualche giorno? Giusto il tempo
necessario a trovare un appartamento.- Idiota. Il rossino si avvicinò,
sospirando. - Mi spiace kitsune.- - Allora? Posso?- Non aveva voglia di
parlarne e Hana lo capì ma passò una mano sulla spalla, sospirando. - Do'aho,
meglio che ti spieghi un paio di cosette.- Faceva uno strano effetto chiamare
Rukawa in quel modo ma Hana ci godeva da matti e anche Kaede rimase allibito. Si
girò e lo fissò a metà fra lo sdegno e il quasi divertito. - Come mi hai
chiamato scusa?- - Do'aho.- fece di nuovo Sakuragi con aria teatrale e
delicatamente si abbassò sul viso della kitsune, gli prese la faccia fra le mani
e...con due occhioni teneri teneri gli ficcò una testata da Guinnes dei Primati
che stavolta mise seriamente a rischio i neuroni dell'ala piccola. Stava per
dargli un'altra ripassata mentre il volpino era ancora spiaccicato sul letto
quando bussarono alla porta. Hana andò ad aprire lasciando l'altro in coma e
tra l'altro senza preoccuparsene troppo ma stavolta di fronte a lui trovò Raim.
Occhi gonfi e umidi, non sembrava stare bene per niente. - Ciao...- lo salutò
con voce tremante - Ru...Kaede è qui?- Il Tensai sinceramente non avrebbe
voluto vederla né farla entrare ma di certo non poteva neanche pensare di
passarla liscia per tutta la notte dopo quello che aveva fatto alla kitsune.
Probabilmente la volpe l'avrebbe soffocato nel sonno, quindi era meglio
sloggiare. Prese un paio di pantaloni leggeri appoggiati sulla scrivania e levò
le tende. Un attimo dopo era a battere sulla porta di Mitsui, dimostrando
finalmente a tutta la squadra di basket che la guardia non aveva impulsi
particolari e Raim chiuse la porta, cercando di mettere a fuoco la stanza oltre
il velo delle lacrime. Si erano separati solo un'ora prima e per lei era
stato un vero inferno ma non si aspettava di trovarlo semi sdraiato sul letto,
con una mano sulla testa e a lanciare maledizioni fra i denti che avrebbero
fatto impallidire anche uno come Tetsuo. - Cristo...lo uccido...- sibilò,
tirando indietro la mano per vedere se sanguinava ma facendolo inquadrò
Raim. Non cacciò un urlo solo perché la sua faccia di bronzo non glielo
permise. Rimase seduto a fissarla, incurante ora del dolore che la terapia di
Hana gli aveva causato. Vederla piangere non gli piaceva. Anzi, stava male a
vederle gli occhi rossi e gonfi ma non avrebbe mosso un dito stavolta. Non dopo
quelle scene di quei giorni, non dopo quella cena e come gli era saltata addosso
senza neanche premurarsi di parlare di quello che era accaduto fra
loro. Eppure se ne stava lì in piedi davanti a lui, in quel vestitino a fiori
che gliela faceva apparire eterea come non mai. E non diceva nulla.
Assolutamente nulla. Ma lo fissava con quegli occhi che avrebbero potuto fargli
fare quello che voleva. Non riusciva neanche a guardarla e distolse lo
sguardo da lei, trovando il pacchetto di sigarette di Hana sul tappeto. Si
chinò e dopo aver controllato per bene cosa si ficcava in bocca se l'accese, non
sentendo odori strani, si concesse un lungo tiro. - Sei venuta a dirmi
qualcosa?- le chiese, deciso a spezzare quel silenzio - Non vorrei darti altri
spunti per darmi del bastardo insensibile ma prima in spiaggia sei stata chiara.
La faccenda non t'interessa.- Ma lei non parlava. Lo fissava tremante, con i
suoi occhi verdi sgranati e umidi, torturandosi le mani. Sembrava
supplicarlo...e nel frattempo cercare di trovare la forza per parlargli. E
poi finalmente ritrovò il fiato...e il desiderio di parlargli. - Non
andartene...- singhiozzò, con gli occhi che si riempivano di nuovo di lacrime e
quasi le impedivano di vederlo - Quando torneremo a casa...non voglio che te ne
vai...- - Non posso restare.- disse, sforzandosi di non accontentare ogni sua
richiesta ma un attimo dopo Raim si buttò fra le sue braccia e quasi lo rovesciò
sul letto, piangendo disperata. - Ti prego, non andare via!- mormorò di
nuovo, inzuppandogli la camicia di lacrime e stringendola forte, serrandovi
sopra i pugni - Voglio tornare a casa con te...voglio averti nel mio letto,
voglio addormentarmi e sapere che sei con me! Ho mentito...quando ho detto che
sei solo un madornale errore...è che...il pensiero che tu te ne vada, il
pensiero di non vederti più mi ha spinto a cercare di mandarti via. Anche
...anche l'altra mattina...quando mi sono svegliata ed ero con te mi sono
sentita felice. Ma poi...- - Poi?- la incalzò, carezzandole la schiena con
riverenza. - Poi mi sono spaventata della stessa intensità che provava verso
di te. Quando Shiro se n'è andato ho creduto di morire...e quando ho capito che
quello che provavo per lui era niente in confronto a quello che sento per te
sono scappata. Ci ho provato in questi mesi a dimenticarti...ci ho provato
tanto...- emise un gemito quasi disperato, nascondendo il viso nel suo collo -
Ma non ci riesco...- Le braccia di Rukawa risalirono alle sue spalle,
schiacciandosela addosso. Un passo ancora, si ritrovò a pregare. Un passo.
Una briciola soltanto. Desiderava quell'amore più di qualunque altra
cosa. E lei era lì. - Ti prego...Kaede non andare via.- la sentì
sussurrare di nuovo. Una ragione. Una ragione soltanto... Le passò le dita
sul viso, mentre lei rialzava lo sguardo...colmo d'amore. Spettinata e rossa
in volto era quanto di più bello avesse mai visto. - Ti amo anche
io.- Fosse stato un sogno non sarebbe stato altrettanto magnifico. Raim
avvertì il cuore quasi spaccarsi per poi tornare a battere all'impazzata quando
vide lentamente la meravigliosa bocca di Kaede piegarsi in un sorriso. Ma non
poté innamorarsi di quella bocca sorridente per molto. Presto la baciò
dolcemente, continuando a carezzarla. Gioia. Eccola com'era veramente. Pura
gioia. Ora se la ricordava. Era brillante. Lucente. Simile al volo di tante
farfalle. Era un sorriso nascosto. E aveva due occhi blu che aveva imparato
di nuovo a essere felici.
Il sole filtrava oltre le tende...e Kaede
Rukawa non aveva quasi chiuso occhio quella notte. Niente l'avrebbe fatto
dormire. Niente. Un respiro dolce, cullante e zuccherato l'aveva tenuto
inchiodato a quel materasso, a carezzare una bocca e un viso che non avrebbe
potuto immaginare di amare di più. Aveva dimenticato com'era sentirsi amati.
Aveva dimenticato com'era amare qualcuno. Aveva dimenticato le carezze
gentili, gli occhi pieni di amore e affetto che lo scrutavano solo per vederlo
felice. Per vederlo sorridere. E per tutta la notte si era perso a
guardare Raim, che dormendo cercava solo il contatto col suo corpo. Averla,
amarla, sentire la sua voce dolce pronunciare frasi tenere al suo
orecchio... Gli sembrava ancora inverosimile. Eppure lei era lì. Non se
n'era andata. Cercò le sue labbra e le baciò un'ultima volta, prima di
cominciare a vestirsi. Doveva andare. Le scrisse due righe con frasi che non
avrebbe mai neanche potuto pensare di poter scrivere e poi uscì in
corridoio. Doveva fare una cosa prima di affrontare quella giornata senza
aver dormito neanche un'ora. Doveva sistemare una certa faccenda. Il suo
livido viola in piena fronte a dimostrarlo. Alle sette e mezza precise la
porta della camera 201 si spalancò di scatto. Hisashi Mitsui balzò a sedere
nel letto, svegliato da quel boato e terrorizzato a morte, manco fosse scoppiata
la quattordicesima guerra mondiale. Si grattò il capo, vedendo a malapena
Rukawa armato di bottiglia d'acqua ghiacciata a un passo dal letto. -
Buongiorno.- mugugnò retoricamente. La volpe non rispose. Forse per il
bernoccolo in fronte, forse per Hana che dormiva abbracciato al cuscino,
decisamente era meglio sloggiare. Afferrò così Ryota per la collottola, ancora
addormentato, e se lo trascinò in bagno. Tappato lì dentro contò fino a dieci
e poi sentì l'ululato più assordante a cui il mondo avesse mai assistito. Si
udì una "leggera" baruffa, una trafila di bestemmie senza pari lanciate dal
rossino, colpi di spranga e altro ancora, poi la porta d'ingresso alla camera
venne richiusa con così tanta forza che i cardini traballarono. Hisashi mise
prudentemente il naso fuori...e come volevasi dimostrare trovò Hanamichi secco
per terra, un occhio nero e una quantità indefinita di lividi sparsi
ovunque. Bene, la volpe aveva regolato i conti. - Che è successo?-
sbadigliò Miyagi, grattandosi il capo. - Non chiederlo a me. Ehi mezza sega?
Sei vivo?- Alla guardia e al play arrivò un borbottio indistinto in cui
capirono solo "Quella volpe bastarda...guarda che roba...questa me la
paga...affanculo i miei consigli..." e nulla più. Bene. L'ultima settimana
cominciava proprio alla grande! - Sbaglio o Rukawa aveva un altro
succhiotto?- Ryota aveva ragione, pensò l'ex teppista
ghignando. Accidenti...si era PROPRIO dimenticato di dirglielo! L'intera
giornata fu alquanto strana a dire il vero. Hana era ridotto a un catorcio
malconcio e il Gorilla rimase un po' spiazzato nel vedere il volpino totalmente
privo di energie. A correre aveva il fiato corto già dopo pochi minuti, di
fargli fare i compiti non se ne parlò neanche visto che dormì come un bambino e
il pomeriggio fu un disastro. Perfino le matricole gli rubavano la
palla! - Oddio...non si sarà ammalato!- borbottò mentre i suoi compagni erano
nel bel mezzo di una partitella. Ayako, che gli stava a fianco, gli scoccò
un'occhiata penosa. - Capitano ma ci vedi?- replicò sarcastica - Guardagli il
collo!- Akagi ci fece caso solo in quel momento. Che erano quei lividi? Un
attimo e s'illuminò. Poi venne colpito in pieno da quella rivelazione. -
Ma...ma...- allibì, a bocca spalancata - Rukawa...lui...- - Si, LUI!- sorrise
la mora tutta divertita - Sarà un misantropo ma di contatti umani stanotte ne ha
avuti parecchi!- - Oh santa pace...e con...con chi?- il Gorilla davvero non
ci credeva! Proprio lui, Sua Boriosità! Non l'aveva mai visto interessato ad
altro che alla pennichella, al basket e al massimo alle risse in tre anni! Per
lui era inconcepibile che la sua ala piccola si fosse data al sesso! E quanto
cazzo ne aveva fatto per ridursi in quello stato? Se lo chiedeva anche Kaede
che aveva veramente voglia di buttarsi per terra. Dio, non ce la faceva
proprio! Ma in fondo Raim era arrivata a mezzanotte, si era svegliato alle sette
e l'avevano fatto per quasi...cinque ore... Cazzo, cinque ore! Si dette
quasi del morto di fame se non fosse stata la sua stessa ragazza (Evvai!) a
dimostrargli tutto il suo desiderio! Certo che aveva scoperto un intesa sul
piano sessuale con Raim veramente impressionante. Bhè, erano ancora agli
inizi e mancava una conoscenza profonda ma cavolo...la faccenda prometteva
bene! Peccato che quella maledetta avesse dormito tutta la mattina e a pranzo
si fosse limitata a sorridergli da lontano, due occhi lucidi e un sorriso che
non finiva più! Non fosse stato sotto gli occhi di tutti l'avrebbe sbattuta
al muro e ricoperta di baci. Dio...ma c'era un limite a quello che provava
per lei? No. Se c'era lui non lo intravedeva. E se da una parte era
spaventato a morte, consapevole di stare per iniziare un nuovo capitolo della
sua vita, dall'altro era eccitato da morire, anche senza darlo a
vedere. Finiti gli allenamenti però non aveva più neanche la forza per
mangiare. Voleva solo dormire, dormire, dormire!
Il giorno dopo,
martedì, fortunatamente stava decisamente meglio...e con un umore da ragazzino
innamorato che lo faceva vergognare come un ladro, specialmente perché Hana al
loro risveglio gli aveva scoccato un'occhiata maliziosa che anche senza volerlo
era riuscito a imbarazzarlo. E ora se ne stava in terrazza. Erano solo le
sette ma aveva dormito circa undici ore e gli erano bastate per rimettersi in
piedi e per andare a godersi il caldo sole mattutino. Seduto al tavolino si
scolava un caffè, osservando gli americani già in spiaggia a cavalcare le loro
onde. Non era l'unico a essere mattiniero comunque. - Ehi.- Si sentì
sfiorare il capo e sollevò gli occhioni blu. - ..ao.- si sforzò di mugugnare,
mentre la Kanzaki si sedeva davanti a lui, ansante per la lunga corsa. -
Buongiorno.- fece lei più loquace e chiedendo al cameriere una doppia dose di
caffè nero - Tutto bene volpe?- Kaede annuì e chissà perché gli venne subito
in mente Raim. Accidenti, ormai era diventato un pensiero fisso! Ventiquattro
ore su ventiquattro! Tranne agli allenamenti, certo... Scoprì però che Junko
l'osservava attenta e come sempre, oltre a non fare parole del suo ennesimo
succhiotto per cui aveva già sbraitato dietro alla sua rossa che si divertiva un
mondo a metterlo in situazioni veramente scandalose, la Kanzaki gli fece appena
un sorriso accennato. - Si vede che stai meglio.- - Grazie.- Non gli
chiese com'era finita, tantomeno se ora stava con Raim e forse, in un impeto di
umanità, glielo disse per primo, limitandosi a spiegarle che ora le cose si
erano definitivamente sistemate. Junko sorrise di nuovo, stavolta
illuminandosi per lui. - Sono contenta per te.- poi cambiò argomento, per non
tartassarlo oltre - Come sta il marchio di fabbrica?- Si riferiva al
tatuaggio e istintivamente la kitsune si portò la mano alla spalla
sinistra. - Dovrà stare coperto ancora per qualche giorno. Le piccole croste
cominciano a sparire.- - Ha fatto meno male?- - Hn.- annuì, portandosi la
tazza alle labbra e finendosi il caffè. Cominciarono ad arrivare tutti gli
altri poco più tardi e quella mattina fecero colazione in terrazza. Il tempo era
così tiepido e ventilato che stare dentro era un delitto. In quella grande
tavolata di trentacinque esseri naturalmente c'era un casino folle ma quella
mattina lui non ci prestava troppa attenzione. Se ne stava seduto, ascoltava
appena le chiacchiere delle mocciosette, rispondeva alle imprecazioni di Hana
e...sentiva Raim al suo fianco. L'aveva raggiunto, sedendosi alla sua sinistra e
dopo aver fatto colazione era rimasta a chiacchierare con la Kurata e
Nanaka...dopo avergli stretto dolcemente la mano, sotto al tavolo. Se
qualcuno se n'era accorto ne era rimasto totalmente sbalordito, senza azzardarsi
a fiatare ma ben presto tutte le matricole e le fan di Rukawa dovettero
arrendersi alla dura realtà... - Sei strafatto.- Ecco, era questo che
scandì Hana mercoledì sera quando Kaede tornò alle undici in stanza, dopo
essersi fatto un giro in spiaggia, senza dire con chi o per quanto sarebbe stato
fuori. - Do'aho.- rispose la volpe svaccandosi tranquillamente sul
letto. - Perché?- rimbrottò il rossino, uscendo dal balcone e tornando
dentro, per piegarsi e annusargli leggermente i vestiti - Vuoi dire che non è
vero? Hai addosso un profumo da donna e non dirmi che è il tuo perché ti vendo
agli americani seduta stante.- - Ma penserai mai ai cazzi tuoi?- sbuffò il
moretto, levandosi la maglietta e ficcandosi in bagno, lasciando la porta mezza
aperta - Tu che hai fatto fino ad adesso?- gli urlò. - Ho parlato con
Haruko.- - Ci avrei giurato.- sibilò Rukawa, facendosi sentire
perfettamente. - Ehi teme kitsune! Non sai cosa significa aver lasciato il
mio fiorellino in quel manicomio di scuola! Aota ha cercato di fregarmela sai?
Meno male che Mito è sempre nei paraggi!- Kaede uscì dal bagno con i
pantaloni bianchi di una tuta, arrotolati un paio di volte sui fianchi asciutti
- Fammi il favore. Aota non riuscirebbe a farsi la Piattola neanche se se la
trovasse nuda nel letto.- Lo sguardo omicida di Hana riuscì a zittire il
sarcasmo di Kaede e da bravi bambini si fecero mezzino, seduti nel lettone e con
la tv a basso volume, in sottofondo. - Novità da scuola.- gli disse il
rossino - L'Oni ha colpito ancora. Ha ricoperto la macchina della prof di
letteratura giapponese dei primi anni di scritte oscene, fatte con la bomboletta
spray...poi ha incendiato i cassonetti davanti alla scuola, ha spaccato metà
presidenza che tanto il Fuggitivo non usa mai e...ah si, ha allagato il piano
terra di melma.- - Melma?- Kaede si levò la sigaretta di bocca, un
sopracciglio alzato. - Si. Sta diventando davvero nevrotico il piccoletto.-
borbottò il tensai, facendosi passare la cicca - Comunque pare sia davvero
questo Tomigaoka come crede Rei.- - E le partite? La Piat...l'Akagi le ha
seguite?- si corresse la volpe, cominciando a grattarsi la spalla
bendata. Hana annuì, facendogliela passare liscia ma afferrandogli il polso
per farlo smettere. - Già. Il Kainan ha travolto tutti, idem lo Shikuda. Te
l'ho detto. Le teste di serie siamo noi, compreso il Ryonan.- si alzò e andò a
prendere altra vaselina. Sbirciando, mentre continuava a ciarlare, il rossino
guardò tutto inorgoglito quel capolavoro! Il suo bel numero 10... Mitchy come
sempre aveva avuto ragione. Quel tatuaggio non faceva stare meglio solo
lui...ma tutti quanti. - Takeru e bastardi hanno combinato
qualcosa?- Sakuragi scosse il capo, ciccò nel portacenere e gli passò la
sigaretta quasi finita, tentando di bendarsi il braccio. - Non so ma ho
parlato con Aki. L'ho chiamato, loro sono già tornati e a quanto pare Jin se li
è trovati nel parcheggio della scuola. S'è salvato solo perché è arrivato la
Nobu-scimmia in scooter e sono scappati veloce come il vento.- - Hn.- -
Non vedi l'ora di beccarli di nuovo in campo, dì la verità.- - Do'aho. Tu
no?- gli rinfacciò l'ala piccola, con aria improvvisamente gelida. - No.
Visto come reagisci.- - Ero nervoso per altro.- - Si ma a momenti ti
facevi buttare fuori, baka.- In effetti non aveva tutti i torti... -
Comunque sono contento di tornare a casa.- concluse il Tensai soddisfatto della
sua fasciatura - Cioè, questo posto è un paradiso ma casa è sempre casa. Mi
manca la mia Harukina e il mio letto. E poi parlare con te è come parlare al
muro.- Kaede sbuffò, gettando il mozzicone dentro al
portacene. Rompiscatole, si sapeva solo lamentare! Però doveva
ammetterlo...tornare a casa avrebbe significato starsene in intimità con Raim e
la cosa era più che allentante. - Immagino non avrò l'onore di averti a casa
mia, Kit.- - Immagini bene.- brontolò sarcastico. - Non sai quanto mi
spiace.- cinguettò l'altro ironico, andando in bagno a lavarsi i denti - Raim è
una santa.- - E tu un impotente.- rognò il moro buttandosi sotto le
lenzuola. - Che hai detto?!- sbraitò il rossino inferocito - Parla quello che
si fa segare dopo una notte di sesso!- Merda. Ma perché non taceva? Perché ci
provava così gusto a stuzzicarlo, ben sapendo che poi non l'avrebbe fatto
dormire coi suoi dannati piagnistei? Accidenti Kaede, sei un vero
do'aho!
Passarono i giorni e il ritiro dello Shohoku volse al
termine. Sarebbero partiti la domenica mattina verso le sette, il loro aereo
era due ore dopo e il sabato il gruppo decise che avrebbe passato l'ultima notte
in spiaggia, davanti a un falò dove avrebbero anche cenato facendo la carne alla
griglia. L'idea era partita dalle ragazze ma i cestisti non avevano avuto
nulla da obiettare, così steso come sempre Yoshikawa con una dose letale che lo
fece crollare a nanna già alle otto di sera, le due squadre scesero in spiaggia
con viveri e rifornimento di super alcolici e non. In fondo erano partiti
per quel ritiro sotto i postumi, perché non farlo anche nel viaggio di
rientro? Tutte ottime argomentazioni che non fecero altro che deperire ancora
di più la fragile salute mentale di Akagi, messa a durissima prova in quelle tre
settimane. Alle due squadre si unirono naturalmente anche il gruppo dei
cinque americani, diventati ormai molto amici delle giocatrici di pallavolo più
anziane e sembrarono contenti anche della presenza dei ragazzi del basket. Da
quello che si era capito, certe gente voleva anche farsi il bagno di
mezzanotte. Se nudi o meno però nessuno aveva osato chiedere. Avevano
scelto un posto molto carino e la Kurata era riuscita a trascinare anche Shige
Ikuko che consigliò di andare ad accamparsi nello stesso canale dove avevano
visto i delfini, però in una piccola duna di sabbia attorniata da scogli, molto
protetta e riparata dagli sguardi dei maniaci. Fra gli ultimi ad arrivare ci
furono naturalmente Hana e Kaede. Akagi li aveva spediti in paese alle sette e
mezza per andare a comprare delle birre, visto che Mitsui aveva preso solo super
alcolici. Scimmia e volpe arrivarono scendendo dal sentiero sabbioso con la
bicicletta di Shige. Il rossino al manubrio e fortunatamente l'ala piccola sul
porta pacchi, in braccio un bel po' di birre che quasi li facevano ribaltare,
tanto il loro peso. - Oh, era ora!- urlò Miyagi - Dove diavolo siete andati a
comprare quelle birre? Oltre oceano?- - E dammi fiato tappo!- sbraitò Hana di
rimando - Stavano chiudendo i negozi, per trovare un market aperto ho dovuto
girare tutto il villaggio!- - Se non altro non guidava Rukawa...- rise Ayako
in sottofondo, che aiutava le ragazze a scartare gli spiedini e la carne -
Forza, muovetevi! Hanamichi, non avevi detto che ci pensavi tu a grigliare per
tutti quanti?- - Davvero senpai?- cinguettarono tutte le matricole della
Kurata - Come sei gentile!!- - Moriremo tutti avvelenati.- frecciò
Akagi. - Si, lo credo anche io.- bofonchiò Mitsui, momentaneamente attaccato
al cellulare perché non trovava suo fratello da nessuna parte - Dai, sbrigatevi!
Ho una fame da lupi!- I due arrivarono sbuffando come mantici, ringraziando
Shige per la bicicletta e chiedendogli scusa per eventuali danni. Mentre Hana
andava avanti e veniva subito messo a fianco degli americani al barbecue
improvvisato, Kaede si guardò attorno e cominciò a maledire l'ascendente che
Raim stava sviluppando su di lui. Fossero stati in pochi avrebbe anche potuto
resistere ma non così in tanti... La Kurata, l'Aizawa e la Noda stava già
passando gli spiedini e gli yakitori a Jeff e Hana che ridevano come deficienti,
utilizzando le carbonelle come bombe a mano, Miyagi era con Ayako e naturalmente
erano intenti a fare altro, il Gorilla invece chiacchierava con Kogure, Nanaka e
Rei mentre cominciavano a scartare i piatti di plastica e a lanciare bicchieri
all'allegra compagnia. Però mancava qualcuno. - Ehi,
bell'addormentato!- Qualcuno gli arrivò di spalle e Kaede vide una nuvola
rosa formato foulard al collo della Kanzaki. Lo sorpassò con un sorriso che lo
fece distrarre il tempo necessario a qualcun altro per abbracciarlo alla
vita. Si girò appena e ricevette un bacio leggero sulle labbra da Raim,
scatenando i soliti gridolini idioti da parte delle mocciosette. Ignorò quella
manica di oche e carezzò i capelli rossi alla sua ragazza. - Dov'eri?- le
chiese. - In albergo a finire la valigia con la senpai.- ma tirò anche fuori
dalla schiena altre due bottiglie di ottimo sakè - Ragazzi! È un regalo di
Hito-san!- - Grande uomo, gli colerò un bronzo prima o poi.- sentenziò
Hisashi, osservando gradazione ed etichetta. - Papà ama particolarmente
bere.- sospirò Shige. - E' tutta salute.- cinguettò l'Aizawa con un sorriso,
intromettendosi allegramente fra i due - Ehi Mitsui, dammene un goccio!- - Ma
così a stomaco vuoto?- borbottò quel tirchio di una guardia - Non puoi
aspettare?- - Aspettare cosa? Che giriamo tutti gli occhi un attimo e te le
scoli da solo?- frecciò Kyoko - Scordatelo, sei peggio di una spugna!- - La
senpai ti conosce bene Hisa-chan!- ironizzò Nanaka, passando alle loro spalle
con un ghigno sarcastico. - Che rottura...sono già stanco.- - Invece di
stare a chiacchierare perché non vi muovete?- li richiamò Hana - Non ho
intenzione di stare ad affumicarmi mentre voi porci vi mangiate e vi bevete
tutto!- - Ma sta zitto,- Miyagi cominciò ad addentare un onigiri - cambiando
discorso invece...ehi, niente arancini?- - No, stasera niente.- rincarò
Sakuragi secco. - Ma perché non li avete comprati?- borbottò Yasuda - Quelli
salati li fanno così bene qui...- - Figurarsi, gli arancini sono miei punto e
basta.- - Do'aho.- - Sta zitto kitsune! E vieni a muovere le mani invece
che baccagliare!- Si prese di nuovo dell'idiota mentre tutti gli altri
ridevano alla faccia incazzata di Rukawa ma finalmente fecero i seri e si misero
tutti all'opera. Fra il Tensai degli spiedini e gli americani, la brace era
sempre coperta di yakitori e carne intanto che Mitsui, Rukawa, Akagi e gli altri
preparavano il falò vero e proprio. Hana dalla sua postazione sorrideva
vagamente. Era contento che tutti si fossero convinti a fare quell'ultima
uscita. Era stato un bel ritiro, le amiche di Raim e della senpai Kanzaki si
erano dimostrate davvero poco invadenti, anche se molto interessate alle grazie
di Mitchy e della kitsune e le senpai erano molto simpatiche, ognuna di loro con
qualche fissa certo, ma davvero simpatiche. Senza contare che una serata
tranquilla se la meritava anche Akagi che in ventun giorni aveva faticato come
un dannato a tenerli buoni e fuori dai guai. Le loro matricole erano allegre,
Ryo-chan attaccato ad Ayako, Mitsui alla Kanzaki e al sakè e Rukawa... Il
rossino ridacchiò ancora, in silenzio, vedendolo seduto attorno al fuoco con gli
altri su un roccia e Raim fra le sue gambe, poco più in basso. Accidenti, gli
faceva strano davvero, proprio come a tutti gli altri ma ora gli occhi della
volpe erano...più tranquilli. Non erano più solo freddi e
spietati. Sembravano gli occhi di un bambino. Il bambino che non aveva potuto
essere forse... - Allora è pronto??- sbraitò Akagi per l'ennesima volta - Qua
abbiamo fame scimmia!- - Arrivo, arrivo! Rompiballe!- Erano circa le nove
quando finalmente si sedettero tutti attorno al fuoco ed erano talmente tanti
che erano ammonticchiati o in braccio gli uni agli altri. L'aria era calda,
stavano tutti i jeans e magliette e il calore del fuoco non fece altro che
riscaldare di più l'atmosfera. Ridendo e chiacchierando cominciarono a
passarsi quantità industriali di piatti e bicchieri di plastica mentre i
coltelli per la carne venivano lanciati forse con la chiara intenzione di
prendere qualcuno in mezzo alle scapole... - Ehi senpai ma sei bravo sul
serio!- se ne uscì Rei dopo l'ennesimo spiedino - Ma hai imparato da solo a
cucinare?- - Ahah...sono il tensai della cucina!- - Si e il santo patrono
della camicia di forza.- frecciò Hisashi scuotendo il capo. - Ma che vuoi
teppista, mi pare che ti stai ingozzando come al solito!- - L'unico che
s'ingozza mi sa che sei tu, do'aho.- rincarò Rukawa, seduto al suo fianco.
Naturalmente Kaede come al solito si limitava a piluccare ma dimostrò comunque,
senza farne parola però, che gli yakitori erano davvero ottimi, mandandone giù
"addirittura" due. Il rossino ricevette i complimenti anche dagli americani e
praticamente fecero fuori tutto, finendo la vagonata di onigiri che avevano
preparato, annaffiando con le birre. - Mi sa che dormiremo domani in aereo.-
sorrise Kogure quando li vide belli allegri. - Già, lo credo anche io.- annuì
il capitano della squadra di basket - Ehi, balenghi...non avrete davvero
intenzione di fare il bagno spero.- - Perché?- borbottò Mitsui col broncio da
cucciolo - Tanto è l'ultima notte, dai.- - Eh già...l'ultima notte. Perché
non finiamo di nuovo tutti in questura?- ironizzò Raim, scatenando l'ilarità
generale. Kaede invece di ridere si limitò a passarle le braccia attorno al
collo e lei ad schiacciarsi di più contro il suo petto e a rovesciare di poco la
fronte, per farsi stampare un leggero bacio sulla tempia. - Oh, adesso sto
meglio!- cinguettò Hana poco dopo, carezzandosi la pancia piena. - Ma
naturalmente, hai quasi fatto fuori da solo tutte le salsicce!- borbottò Mitsui
alzandosi dalla sua postazione col cellulare in mano per un attimo mentre i
commenti sul cibo fioccavano come neve. Chiacchieravano delle prossime
partite e del ritorno a casa quando gli americani attirarono l'attenzione di
Raim e tirarono anche fuori le chitarre. La rossa sorrise divertita, col
riverbero del fuoco che le arrossava anche le guance e la rendeva ancora più
bella. - Ah, le chitarre!- cinguettò Nanaka, seduta accanto a Billy che ora
non osava più neanche guardarla Raim. - Hisashi!- Jeff, quanto tornò la
guardia che aveva ancora trovato il cellulare di suo fratello spento, gli lanciò
una chitarra e gli strizzò l'occhio - You can play the guitar, it's true?- -
Si ma...gente...sono arrugginito da matti!- Hisashi mise subito le mani davanti,
vedendo le facce perverse dei suoi compagni di squadra - Sul serio, non suono da
almeno tre anni!- - E' come fare sesso, una volta imparato...- frecciò
l'Aizawa. - Grazie, allora è tutto a posto.- rispose sarcastico, sedendosi
fra Junko e Jeff - Ok, ma non prometto nulla. Richieste?- A suonare per il
momento sarebbe stati solo Jeff e Mitsui, che stava accordando le chitarre,
quando cominciarono ad uscirsene tutti con delle canzoni che andavano
dall'assurdo a quelle di Natale. - Non potete trovare una canzone d'amore
decente?- sbottò Hana seccato da quel chiasso. - Se lasci a me decidere sai
che parto con gli U2.- gli ricordò Mitsui con un ghigno. - Una bella canzone
d'amore è quella che ascolta sempre la senpai.- se ne uscì Asuka pensosa,
rivolta alla Kanzaki. - Ma quale?- le chiese Hisashi. - Always. Di Bon
Jovi.- gli disse Junko e in quell'occhiata che si scambiarono, i due rividero
praticamente la loro prima canzone. Infatti la sera stessa in cui si erano
conosciuti e la ragazza gli aveva rovesciato addosso per rabbia il suo
bicchiere, erano anche finiti a letto insieme. Quella sera c'era quella canzone
alla radio, mentre correvano a casa di Mitsui. - Ah, bella quella.- annuì
Hana che in quanto a cultura musicale non era secondo a nessuno. - Ok, ci
sta.- concordò la guardia. - Altre idee?- chiese Ayako. - Possibilmente
qualcosa con cui non tagliarsi le vene.- chiese allora la Kurata,
sorridendo. - Sapete qual è davvero una bella canzone? Police, Every Breathe
You Take.- scandì Miyagi. - Cazzo tappo!- ridacchiò Mitsui mentre gli
americani annuivano tutti giulivi - Non ti credevo un tale romantico!- -
Quella canzone è passata alla storia, dai!- Raim continuava a pensare - Un'altra
veramente bella è Poison.- - Poison? Alice Cooper?- ghignò Jeff - It's not a
love song, darling.- - Non parla di una donna che lui vuole assolutamente
avere?- ricordò Junko, portandosi la birra alle labbra. - Si.- - Bhè,
l'amore non è mica solo spirituale.- rise Hana in sottofondo. - Do'aho.- -
Sta zitto Kit, visto che sei così schizzinoso proponi tu!- Kaede lo guardò
con il classico sguardo di sfida e senza battere ciglio gli sbatté sotto al naso
la sua proposta. - The Sacrament...- - Him!- concluse Jeff di
botto, allibendolo - Yes, I know fox!- - Ahah!- ridacchiò Hana - Sentito? Ti
ha chiamato fox! L'ho sempre detto che questi americani capiscono tutto!- -
Scoppia do'aho.- - Ah...aspettate, la conosco!- se ne uscì anche Mitsui,
bloccando la rissa sul nascere e accendendosi una sigaretta, per tornare a
tendere le corde tutto concentrato - Si ma non so suonarla...- - Wait.- e
mentre Jeff gli scribacchiava le note su un tovagliolo facendo sganasciare la
guardia che non capiva visto com'erano scritte tutte sballate, gli altri
attaccarono a rompere con altre canzoni ma la prima a essere suonata fu proprio
quella proposta da Rukawa. Ai primi accordi malinconici seguirono quelli più
forti della melodia e la bella voce roca di Mitsui, unita a quella più bassa
dell'americano creavano davvero un ottimo effetto. - Senpai, chi ti ha
insegnato a suonare?- gli chiese Rei, tutto stupito ed eccitato. - Mio
fratello quando avevo dodici anni. Lui si che è bravo.- borbottò Hisashi,
tornando a guardare quello spartito improvvisato - Comunque sei grande volpino,
era da un pezzo che non sentivo questa canzone.- I due artisti ripresero la
loro performance canora dal ritornello e in quell'attimo Rukawa sentì le mani si
Raim più strette fra le sue. Le parole della canzone era dolci e strazianti al
tempo stesso ma questo non impedì a Kaede di piegarsi sul collo di Raim, per
cominciare ad baciarglielo con riverenza, con tanti piccoli baci. Lei
finalmente volse il viso, si girò un po' nel suo abbraccio e le loro bocche si
unirono dapprima delicatamente, poi con più desiderio, in un bacio mozzafiato al
calore del fuoco. - Ehi Kit, attento a non darci dentro troppo o domani sarai
di nuovo un catorcio!- Kaede si staccò di malavoglia dalla sua ragazza, solo
per fare un gesto esplicito al rossino col dito medio. Poi tornò ad
abbracciare Raim come prima, sentendola rilassata e tenera contro il suo
torace. Dava quasi l'idea di essersi addormentata ma la sentiva cantare a
bassa voce, seguendo Mitsui... - Teppista...hai un futuro come barbone che
suona per la strada, sotto i ponti.- frecciò Akagi, finita la prima
canzone. - Molto spiritoso Gori. Attento a non finire affogato
stanotte.- L'atmosfera era calda, le risate leggere e
spensierate. Cantarono a lungo, bevendo e scherzando. Poi a mezzanotte fecero
davvero tutti il bagno. Kaede uscì dall'acqua un secondo, dopo aver lasciato
Raim nelle mani fide della Kanzaki e di Mitsui e tutto gocciolante risalì in
spiaggia per controllare di aver lasciato il telefonino nei jeans...ma si fermò,
trovando Hana in piedi accanto al falò con la testa rovesciata
all'indietro. Perso ad ammirare quella notte che brulicava di stelle. Era
totalmente estraniato da ciò che stava accadendo attorno a lui e di recente
accadeva sempre più spesso. In quei momenti Rukawa avvertiva quasi una strana
sensazione di abbandono. Di abbandono della prima persona che dopo la morte
dei suoi genitori fosse entrata nella sua vita. - Ehi coso...- Hana si
svegliò di colpo, senza staccare però gli occhi nocciola dal cielo. -
Hn?- - Dici che c'è una costellazione della volpe da qualche parte?- Kaede
stavolta faticò davvero a non sorridere. Quello era un bambino. Un bambino
felice, nonostante tutto. - Sei proprio un do'aho.- - E tu una kitsune
innamorata.- fece il tensai malizioso, ficcandogli una leggera spallata e
correndo sul bagnasciuga - Forza Kit! Facciamo a gara a chi sta più
sott'acqua!- - Già e se volete vi do una mano io!- li minacciò Akagi in
sottofondo ma la volpe ormai non sentiva più. Il sorriso alla fine era salito
davvero. Era lì. Fra due teste rossa che ora ridevano fra di loro. Raim
gli fece cenno di tornare e Hana lo richiamò con un'altra proclamazione di
sfida. Ma si... Forse il rosso era davvero il suo colore porta
fortuna. E chissà, pensò tornando a guardare il cielo. Forse da qualche
parte c'era davvero la costellazione della volpe... Di certo a
Kanagawa l'avrebbe vista. Ed era brillante. Si, aveva ricominciato a
brillare...dopo tanto tempo, ora risplendeva.
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Capitolo 27 *** E Vendetta Sia! ***
Quello che accadde a fine aprile allo Shohoku fu
quanto di più seccante che fosse mai accaduto a Rukawa in tutta la sua vita. Di
fronte a ciò che successe al suo liceo, l'irritante conoscenza di Hana e la loro
amicizia passava in secondo piano, infatti era accaduto qualcosa di ben più
grave. Allo Shohoku si era sparsa la voce che Kaede Rukawa, il più bello e il
più inavvicinabile della scuola, si fosse trovato la ragazza. Quando lo videro
insieme a Raim la prima volta, mancò poco che ci fosse un suicidio di
massa. Peccato che Rukawa era troppo impegnato a godersi la sua nuova vita e
ad imparare a stare insieme a qualcuno per occuparsi delle oche che passavano la
mattina chiuse in bagno a frignare o che tentavano di buttarsi sotto le macchine
dei professori. Già, lui ormai si era prefisso degli obiettivi, che esulavano
da quello di vincere il campionato nazionale e andare in America e questi
obiettivi erano quelli di non uccidere i ragazzi con cui Raim scambiava due
parole, di non trucidare nessuno che per a strada si girava a guardarla e
ancora...imparare a non saltarle addosso in qualsiasi momento, anche se pure
comunque aveva la sua buona dose di colpe. Come quel lunedì
pomeriggio. Erano tornati domenica sera verso le cinque a Kanagawa e avevano
fatto, tutti quanti, che tagliare le lezioni del lunedì tanto sia Akagi che la
Kurata stavolta non si erano creati problemi, stanchi come gli altri. Una
volta sbarcati a casa e aver ripreso la piccola Vicky che dalla vicina era
ingrassata a vista d'occhio, Raim e Kaede si erano dati un attimo un'occhiata
attorno, lasciando le valigie nell'ingresso e...bhè, in viaggio avevano
riposato, quindi avevano recuperato il tempo perso rotolandosi nell'ingresso e
poi sul divano nel soggiorno. In una sera la volpe aveva scoperto un'intimità
impressionante a cui prima non aveva mai prestato attenzione, anche solo quando
si erano cucinati una cena veloce e l'avevano consumata davanti alla tv. Era
stato bello stare insieme e anche se si sentiva ancora parecchio instabile in un
rapporto a due, sentiva che cominciava a sciogliersi e ammorbidirsi. Tanto
che il giorno dopo, passata la mattinata fra le lenzuola, Raim capì che dovevano
uscire per forza per fare la spesa. Il loro frigo era più desolato di un
deserto. Fecero una rapida lista, scarabocchiando il tutto su un pezzetto di
carta a forma di tartaruga dove Raim si segnava le bollette da pagare ma
facendolo vennero a galla altri piccoli dettagli, come i gusti sui surgelati o
le fisse di Rukawa che non voleva quelle orride salse da nessuna parte. - Ok,
c'è tutto.- borbottò Raim, ripassando ancora la lista e intanto ficcandosi le
Adidas ai piedi - Accidenti, c'è tanta roba per un battaglione. Ci toccherà
prendere la macchina.- Kaede, che si stava ficcando il giubbotto di jeans
visto che a Kanagawa faceva ancora piuttosto fresco, la guardò senza capire. La
macchina? Lui la patente doveva ancora prenderla. Aveva l'esame pratico con Hana
il mese prossimo ma la rossa non aveva notato la sua aria smarrita e infilò la
mano nella casetta di legno in cui teneva tutte le chiavi di casa. Estrasse
un mazzo con un portachiavi tondo, di spesso metallo e lo guardò con un
sorriso. - Ci sei?- - Hai detto macchina?- le chiese, alzando un
sopracciglio. - Si, quella in garage.- gli sorrise, prendendolo per mano e
trascinandolo fuori - Di chi credi che sia?- - Della vicina.- - Sciocco. È
mia, me l'ha regalata mia madre.- Una volta aperto lo sportello del garage,
Kaede guardò quella jeep con aria sempre più stranita. Ma cosa si era perso?
Raim non aveva diciotto anni, li compiva a settembre! - Andiamo?- e aprì la
portiera ma quando si accorse che era fermo, gli chiese cosa non andava. - Tu
guidi?- - Si.- la rossa alzò le spalle - Perché?- - Ma non compi gli anni
a settembre?- - Oh, già!- la ragazza ridacchiò, scuotendo la mano con aria
incurante - Ho la patente, l'ho presa all'estero un anno e mezzo fa quando sono
andata d'estate da mia madre, a sedici anni compiuti. Lì ci basta poco e qua in
Giappone me l'hanno fatta passare senza troppe storie. Non mi sono ricordata di
dirtelo ma la uso talmente poco che a volte anche mi dimentico di averla.-
Dopo essersi annotato la faccenda sul taccuino mentale, Kaede montò sulla
jeep metallizzata non molto convinto ma dovette ricredersi quando si accorse che
in fondo Raim guidava mille volte meglio di quel pazzo di Akagi. Lei poi,
anche se guidava, si sentiva i suoi occhioni blu addosso e sotto un semaforo
fece un ghigno leggero. - Avevi paura eh?- - Hn.- Lei sogghignò di
nuovo, carezzandogli una mano. - Tranquillo, ti riporterò a casa tutto
intero.- Per tutta risposta intrecciò le dita con quella della rossa, almeno
fino a quando il semaforo non tornò verde. S'infilarono nel primo market che
capitò a tiro e cominciarono a fare la spesa normalmente e in questo la volpe
provò un altro esaltante senso di sollievo. Tutto era...normale. Più la
guardava e più sentiva di prendere aria ogni secondo che passava con lei, come
se per tanto tempo fosse stato in apnea. Era lì, poco lontano da lui e stava
sulle punte per afferrare qualcosa sullo scaffale più in alto. Le sua
maglietta si alzò, scoprendole il ventre piatto dove c'erano ancora dei piccoli
graffietti...ma era bellissima. Le arrivò alle spalle e le prese la
confezioni di cereali senza sforzo, strappandole un borbottio divertito sul
fatto che avere un ragazzo alto almeno serviva a queste cose. Finirono la
spesa in un altro supermercato e caricarono tutto in macchina. C'erano tanti
surgelati da far scolorire un produttore. Chiusero il bagagliaio poi Raim si
stiracchiò. Erano le sue di pomeriggio e visto che si erano mangiati un
panino su una panchina, gli propose di andare a prendere un caffè. Vedendo la
sua faccia scoppiò a ridere - Prometto che non mi fermerò a fare l'oca davanti
alle vetrine!- e si portò la mano al cuore, come per rassicurarlo. E Raim fu
di parola. Kaede si fece trascinare in un bar e si sorbirono il loro caffè in
santa pace, con un sottofondo di musica pop alquanto discutibile per i gusti di
entrambi ma stavano bene e questo bastava. Ci passarono addirittura un'ora e
alla fine dovettero tornare per una delle vie principali e lì non guardarsi un
po' in giro fu impossibile. Guardarono vetrine ed entrarono in librerie e negozi
musicali. Fu proprio dentro a uno di essi che però Rukawa si sentì
osservato. Era appoggiato a un bancone di musica rock, la mano stretta in
quella di Raim che invece ascoltava un nuovo cd attaccata alle cuffia di prova
quando sollevò gli occhi, sentendosi fin troppo fissato, e pescò niente meno che
Koshino del Ryonan pochi metri lontano. Lo scrutava come se fosse stato un
alieno. E tutto perché c'era la sua ragazza con lui. Certo che lo credevano
proprio un cavernicolo. Rukawa comunque si limitò a fargli un cenno che
lasciò l'altro spiazzato e a momenti ci rimase davvero secco quando la rossa si
staccò dalle cuffie e con un sorriso se lo trascinò via, dopo un leggero
bacio. Bene. Tempo un'ora e tutto il Ryonan avrebbe saputo. Quindi c'era
da aspettarsi uno dei folli messaggi di Sendoh. E infatti. All'alba delle
cinque mentre erano ancora a spasso, puntuale come la morte sul suo cellulare
apparve un messaggio con un nominativo messo naturalmente da quel mentecatto di
un do'aho. Da chi arrivava? "Porcospino Hentai" Grande, pensò
aprendo il messaggio e leggendo: "Grande volpe, era ora che ti svegliassi.
Tienitela stretta o ci provo io! Ci vediamo prossimamente, Aki." Se, al
manicomio o di nuovo in galera forse! - Che faccia.- gli disse Raim, mentre
chiudeva il cellulare e se lo rimetteva in tasca. - Un seccatore.- rispose
agitando la mano libera. Lei sorrise divertita. - Non cambierai mai.- e
poi aggiunse, come se ci avesse pensato su - E mi va bene, sai?- Però. Hana
una volta aveva detto una cosa del genere...forse perché se fosse cambiato lui
non avrebbe più potuto divertirsi a scatenare rissa. Mah. La gente coi capelli
rossi aveva davvero le rotelle fuori posto. A un certo punto però Kaede notò
che Raim era stanca e che avevano camminato parecchio. Il ginocchio doveva
darle ancora fastidio, quindi senza accettare storie tornarono alla macchina e
poi filarono a casa. Come prima uscita era andata più che bene. Anzi...era
stata perfetta, senza eccessi e senza strozzature. Peccato che quella piccola
trottola della sua ragazza non si decidesse a star ferma neanche in cucina.
Trafficava fra il bancone e il frigo, per mettere tutto a posto e, stufo di
quella testarda, la bloccò, la prese per i fianchi e facendola scoppiare a
ridere la mise seduta sul bancone di legno. - Buona qua.- ordinò quasi,
smorzando il tono baciandola ancora. - Despota.- - Hn.- Si, pensava la
volpe più tardi mentre la notte sulla spiaggia era densa e silenziosa. Li a
letto con Raim era a casa. Lì con lei addormentata fra le sue braccia stava
meglio. Con lei respirava. Con lei non era in apnea. Aveva preso la
decisione giusta. Comunque fosse andata non se ne sarebbe pentito.
La
mattina dopo, come previsto, la fauna femminile dello Shohoku tentò un suicidio
di massa. Appena Rukawa entrò a scuola mezzo addormentato con Raim a fianco,
manco ce l'avesse scritto in fronte o qualcuno avesse appeso dei manifesti,
tutte le oche del Rukawa's Shinetai parvero capire l'antifona. E fu dura. Terribilmente dura scampare a quella
follia...specialmente quando, sparita
Raim che era andata a salutare la Kurata, aprì
l'armadietto e si ritrovò mezza foresta equatoriale in forma cartacea, tutta
zuppa di lacrime. Schifato prese la posta giornaliera più corposa del solito
e la buttò tutta nel cestino, facendolo quasi esplodere. - Però.- ghignò una voce
molesta alle sue spalle - Comincia bene la giornata eh?- - Do'aho.- Kaede scoccò
un'occhiataccia ad Hana, che aveva ancora il casco sotto braccio. - Buon
giorno anche a te.- frecciò il rossino sarcastico - Allora stallone? Tutto bene?
O ti ha già piantato?- In risposta Rukawa gli lanciò un'occhiata di fuoco che
il tensai naturalmente non si sognò di prendere sul serio. Stavano ancora
scambiando due parole davanti agli armadietti quando arrivò anche Nanaka con un
sorriso bellissimo che stese tutti i maschi passanti e salutò i due cestisti
tutta allegra. - Ciao Hana! Ciao volpacchiotto!- e come da copione si attaccò
ai fianchi del volpino, distruggendogli già il martedì di prima mattina -
Ragazzi mi sa che oggi riceverete una notizia spettacolare!- - Notizia?- il
rossino sbatté gli occhioni nocciola - Che notizia?- - Sorpresa.- la bionda
strizzò l'occhio, andando dritta per la sua strada - Ma vi avviso che Mitchy non
sarà di buon umore.- - E che centra il teppista?- borbottò Sakuragi senza
capire. Kaede alzò le spalle e proprio in quel
momento arrivò Haruko, così il do'aho le si attaccò addosso come una sanguisuga,
baciandosela per dritto e per traverso e cominciando anche a sparare
le sue solite fesserie che lasciarono tutto il tempo alla kitsune di farsi i suoi
piani di scale per salire in classe, senza dover assistere a quel vergognoso spettacolo e al
successivo svenamento di Aota, che guarda caso, era sempre nei paraggi quando quei due s'incollavano
come scotch. Manco a dirlo, però, l'unico a essere sotto psicofarmaci in
quella scuola, non era solo Aota...ma pure tutte quelle che Rukawa incontrava che piangevano o lo
fissavano sull'orlo di una crisi di nervi. Entrato nella III D tutti i
compagni lo salutarono e gli chiesero com'era andato il ritiro. Strano, da
quando era in classe con Hana, anche gli altri, vedendolo più o meno rispondere
agli sproloqui del rossino, avevano preso l'abitudine di parlargli incuranti che
rispondesse o meno. Bofonchiò qualche monosillabo alle loro domande, stette a
sentire schifato i complimenti delle ragazze che osservavano incantate il suo
viso leggermente abbronzato quando Nanaka invece era color cioccolato e alla
fine, grazie al cielo, entrò il do'aho che catalizzò subito l'attenzione di
tutti. Stava per mettersi così a dormire visto che il chiasso si era spostato
ma uno stridio di freni nel parcheggio gli fece accapponare la pelle. -
Eccolo.- borbottò Nanaka, seduta sul suo banco. Le scoccò un'occhiata
stranita, poi seguì lo sguardo della Tanaka oltre la finestra e vide Mitsui
scendere dalla macchina dopo aver eseguito il suo inconfondibile parcheggio per
trasversale che occupava tre posti dei professori. Hisashi stava scendendo
dall'auto e da come sbatté la portiera e si ficcò subito una sigaretta in bocca
qualcosa non doveva andare. Almeno, Kaede da lì non vedeva bene ma da come tutti
filavano dritti a capo chino, non osando guardarlo, doveva avere in faccia la
sua peggior espressione da teppista mai esistita. - Ma
che cos'è successo?- chiese
Hana arrivando in quel momento e appoggiandosi alla testa di Rukawa. - Niente,
Hisa-chan ieri non ha ricevuto una notizia propriamente allegra.- spiegò Nanaka
con un mezzo sorriso - Anche se io invece la trovo fantastica come novità.- -
Ma è per l'università?- chiese il tensai. - No, no. Kay ha avuto...come
dire...una specie di rivoluzione nella sua vita fra sabato scorso e lunedì e
Hisa non l'ha presa proprio bene ma sapete com'è. Ha il cuore di burro, anche se
non vuol darlo a vedere.- - Insomma ma cos'è successo?- sbottò Sakuragi
curiosissimo. - Te
lo dirà lui oggi.- sussurrò la biondina quando entrò la prof di
filosofia. Anche ai piani alti dei pezzi grossi del quinto anno, ci furono alcuni
dei peggiori teppisti dello Shohoku che preferirono non incrociare lo sguardo
con Hisashi Mitsui quando entrò in corridoio. Akagi stava naturalmente discutendo con Aota, che
ringhiava al vento che Hana era un violentatore e Haruko
un povero fiorellino indifeso, quando vide arrivare la sua guardia...e con due occhi che
ricordava bene. Passò al loro fianco e non disse nulla, anche se portò con sé
una ventata gelida che fece tremare più di una persona. - Tienilo d'occhio.-
disse il Gorilla a Kogure ma il caro vice capitano, durante le cinque ore di
lezione, non vide nulla d'insolito in Mitsui, se non quello sguardo tetro,
furente e quasi esplosivo che convinse anche il prof a lasciarlo stare nel suo
brodo. Durante la pausa pranzo sparì e alle due, in palestra, entrò sbattendo la
porta con una tale intensità da far traballare tutti i muri. Alle matricole
quasi scappò la palla di mano vedendogli quegli occhi da assassino, ma filato
negli spogliatoi, i titolari non poterono fare a meno di seguirlo per chiedergli
cosa fosse successo. Hisashi, a torso nudo, ficcò un calcio all'armadietto
per chiuderlo ma quello si riaprì e allora cacciò una bestemmia, gettando la
camicia e la giacca della divisa sulla panca. - E allora?- Akagi si appoggiò
con la spalla alla porta - Che succede?- - Niente. Non succede niente.-
sibilò Mitsui fra i denti, infilandosi una maglietta più nera del suo
umore. - Niente?- riecheggiò Ryota a distanza di sicurezza - Ma sei sicuro?
Mi sembri un po' sbattuto.- - Se qui c'è qualcuno che sbatte troppo non sono
io!- ringhiò la guardia a quel punto, esplodendo e facendo aggrappare Raim e
Ayako alle spalle di Hana. La frase doveva avere un senso perché sembrava di
fondamentale importanza per capire che gli passasse per la testa ma ormai con le
maniere forte, con lui specialmente, non si risolveva nulla, così ci riprovò
Kogure per l'ennesima volta. - Hisashi senti...perché non ti siedi, non ti
fumi una sigaretta e non ci racconti tutto eh?- - Ecco bravo, incoraggialo a
fumare.- bofonchiò il Gorilla - Dai derelitto! Cos'è successo? E non fumare qua
dentro!- sbottò ma Mitsui si era già acceso una sigaretta, furibondo. - Vuoi
che ti dica cos'è successo Akagi? Eh? Vuoi che te lo dica? Bene, detto fatto!
Fra due mesi divento zio!- Mancò poco che si sfracellassero tutti a terra,
anche Kaede che si era quasi strozzato con l'acqua che stava bevendo. -
Cosaaa???- ululò Hana sconvolto, ancora stecchito a terra - Ma di cosa
parli?!- - Hai sentito!- Mitsui era letteralmente avvelenato e avvolto in una
nuvola di fumo - Quel deficiente di mio fratello, quasi ventisette anni buttati
nel cesso, sette mesi fa ha messo incinta la sua commercialista. La cretina, che
ti assicuro è l'essere più perfido e psicotico sulla faccia della terra, oltre a
essere la locandina dell'aborto spontaneo è anche partita sette mesi fa per il
Canada. C'è rimasta per tutto questo tempo senza dire una sola parola del fatto
che era rimasta incinta ed è tornata ieri mattina raccontando a me e a quel
deficiente la bella notizia. Fantastico no?!- Era totalmente andato. Stava
sclerando ormai. Temevano scoppiasse davvero, visto gli occhi iniettati di
sangue e i canini da squalo che gli spuntavano dalla bocca ma alla fine Kogure
lo fece sedere e cercarono tutti di riprendere il controllo. -
Cacchio...tu...zio!- se ne uscì Hana a quel punto, candido come un
bambino. Si prese dietro un armadietto, poi Mitsui ricominciò a borbottare
come una teiera. - Bhè...starsene sette mesi senza dire niente è proprio
tanto.- mugugnò Raim - Kay davvero non lo sapeva?- - No!- sbottò la guardia -
Perché se l'avesse saputo e non me l'avesse detto allora è proprio un
coglione!- - Eddai...- Ryota cercava di vedere il lato buono della situazione
- Magari l'ha fatto per proteggerti...- - Ah, bella protezione!- rincarò
Hisashi zittendolo - Se Kay fosse un preservativo e l'avessi usato a quest'ora
Junko sarebbe già incinta!- Fecero tutti una smorfia, dandogli ragione in
fondo...però stava per diventare zio! - Eddai senpai.- mugugnò Rei, nascosto
dietro a Rukawa - Non sei un po' felice?- - E poi scusa...ma tuo fratello e
questa ragazza non si erano lasciati?- chiese Ayako. - Ma che ne so! Fa tutto
lui, prende e smonta come nulla fosse...oh, ma stavolta l'ha fatta grossa! E poi
quella lì non è capace di occuparsi di un pesce rosso, figurarsi di un figlio! È
la classica bella oca rifatta che parla parla ma alla fine non combina nulla! Io
non lo so! Ventisette anni tutti e due! Cristo!- e si accese un'altra sigaretta
subito dopo l'altra consumata, furibondo - Adesso chi lo sente anche mio
padre!- - Ma...fammi capire...la madre non vuole saperne del bambino?- allibì
Hana. - Così pare.- - E quindi?- lo incalzò Miyagi. - E quindi se lo
sciropperà quel fesso di Kay, così impara!- Mamma mia, era intrattabile.
Forse era meglio lasciarlo sbollire un po'...si, decisamente meglio. Bel
regalo di compleanno gli aveva fatto Kay comunque! Bello davvero! Per tutto
il pomeriggio Mitsui si allenò da solo e chiunque facesse finire la palla verso
la sua metà campo tornava coi vestiti stracciati, coperto di morsi. Si,
decisamente era meglio lasciarlo in pace per qualche giorno... Hana invece
rideva sotto i baffi, troppo divertito da tutta quella storia. Ce lo vedeva un
mocciosetto a casa Mitsui, a fare impazzire papà e zio. Ah, era troppo forte
quella! - Do'aho. Vuoi farti ammazzare?- gli sibilò Kaede. - Dai, non
dirmi che non ti fa ridere!- - Hn.- - Vi conviene starvene buoni per
qualche giorno.- frecciò Miyagi che allenava le matricole - O quello vi massacra
sul serio. Anche per suo fratello dev'essere stata una bella mazzata.- - A
chi lo dici.- rispose Kogure - Non so come possa sentirsi Kay ma quei due sono
abituati a stare da soli, figurarsi ora con questo bambino in arrivo.- - La
colpa è di quella cretina.- sibilò Kaede. - Anche.- scandì Ayako che stava
accanto a loro, a controllare che Rei e Nobu finissero i loro tiri - Certo che
se voi uomini pensaste un po' alle conseguenze...- - Pensassimo tutti alle
conseguenze non credo la gente metterebbe più al mondo figli.- sibilò Hana
sarcastico. - Ed ecco che ricompare la parte acida.- bofonchiò Miyagi - Ma
che ti prende ogni tanto?- - Mah, lasciamo perdere.- sbuffò il tensai - Dai,
fuori dalle balle che devo provare i tiri in sospensione all'indietro.- -
Già...e fu così che il do'aho si ruppe il culo.- rognò Rukawa a bassa voce ma
Sakuragi non fece in tempo a bestemmiargli dietro che Kaede vide una cosa che lo
mandò su tutte le furie. - MA DOVE CAZZO VAI?????- Akagi quasi si ruppe
una caviglia sentendo il volpino alzare la voce in quel modo e pure Mitsui, con
faccia inferocita, si voltò per vedere cos'era quel casino. Semplice. Raim
era sui pattini a rotelle, sulla porta della palestra e fissava confusa il suo
ragazzo. - Cosa c'è?- chiese allibita, senza capire che aveva fatto di
male. - Ma dove vai con quei cosi?!- tuonò, piantando tutto e raggiungendola
- Sei appena guarita! E se cadi!?- - Oddio.- la rossa sorrise, scuotendo il
capo - Le macchinette della scuola si sono rotte dopo una terapia d'urto
dell'Oni, così faccio una scappata al bar e prendo qualcosa...- - Tu non vai
da nessuna parte con quelli!- ordinò perentorio ma stavolta venne zittito. E in
che modo! Un bacio veloce riuscì a bloccargli le corde vocali, scatenando i
fischi di tutta la squadra che attaccarono una serie di cori goliardici da
stadio che riuscirono a fare arrossire anche uno come Rukawa. - Ehi Raim!
Vacci piano!- celiò Hana in sottofondo - Potresti farmelo diventare umano tutto
di colpo e mi leveresti il divertimento!- - E tu chiuditi la bocca!- sbraitò
la volpe ma ormai la sua ragazza era già sparita, facendolo incazzare ancora di
più. - Mamma mia...quanto ho sperato in questo giorno.- fece Ayako con aria
teatrale. - Quale? Quello in cui anche lui mi perde il cervello?- rognò Akagi
- Ma per favore! Avanti, tornate ai vostri esercizi! Subito! E andate a prendere
i tappeti per la scimmia...prima che si rompa l'osso sacro!- - Un cavolo
Gorilla, io sono il tensai!- - Per ora sei una sega che non sa stare in
piedi! DATTI UNA MOSSA!- - Che scortesia...- L'allenamento ora proseguiva
con due titolari incazzati a morte, uno che tentava inutilmente di restare in
piedi dopo un tiro in sospensione all'indietro e una ridda di ragazzini che non
sapevano più cosa fare. Comunque sopravvissero quel tanto che bastava per
arrivare alle sei e chiudere i battenti. Alla proposta di andare tutti
insieme a bere qualcosa naturalmente seguì una carrellata di facce cadaveriche o
peggio, assassine che convinsero tutti a lasciar definitivamente perdere. Se
non altro quel giorno Anzai non si era presentato, motivi di famiglia e quindi
non aveva ancora potuto dire nulla sul marchio dei suoi cavalli da
battaglia. Il giorno dopo però li vide e, ridendo come al solito, non fece
commenti negativi di sorta. Anzi, la considerò un'ottima idea che lasciò sempre
più spiazzate Raim e Ayako. - Meglio dei piercing no?- si limitò a dire il
coach, bonario. Mah, se la vedeva così!
La partita contro il Kenshin,
l'ultima dei play off, si disputava giovedì alle sette e mezza al palazzetto e
come sempre c'era una folla infame. Gli avversari non impensierivano
particolarmente né il mister né Akagi ma quella era anche la prima partita in
cui Rukawa tornava in campo dopo quasi un mese e mezzo dall'espulsione dopo la
partitella contro lo Shikuda e tutti erano in attesa di vedere cos'avrebbe
combinato lo Shohoku. Senza contare che quelli del Kenshin erano tutti
spaventati a morte da Rukawa, pensando che in partita avrebbe pestato qualcuno e
per questo se ne tenevano bene alla larga, lasciandogli un campo indecentemente
libero. La formazione iniziale era composta da Akagi, Kogure, Ryota, Kaede e
Mahiro in posizione di guardia. Hana e Hisashi erano in panchina e se il
primo era coperto di lividi sul sedere e non riusciva a stare seduto, il secondo
aveva una coda diabolica che gli usciva dalla tuta ed era pronta a trafiggere
chiunque osasse rivolgergli la parola. Mitsui in quei giorni era stato
decisamente intrattabile, senza contare che suo padre aveva fatto scoppiare un
putiferio per quella faccenda: il suo primogenito, non sposato, che si accollava
un figlio! Aveva fatto il diavolo a quattro e quando era arrivato a dire che
avrebbero dovuto mollare il moccioso alla madre, un'immatura completa, Kay e
Hisashi avevano perso la pazienza e per la prima volta dopo giorni si erano
ritrovati d'accordo...buttando il caro paparino fuori di casa. La loro madre
invece, per telefono, si era dimostrata contentissima e fra le nuvole come al
solito si era dimostrata felicissima di diventare nonna. E a quell'uscita
Hisashi aveva definitivamente perso la testa. La sera stessa era uscito di
casa ed era andato ad ubriacarsi con Tetsuo e Miyagi che non se l'era sentita di
lasciare la guardia da sola con quel teppista maledetto. E adesso se ne stava
lì in panchina, furibondo contro quel deficiente di suo fratello e contro quella
cretina cronica della sua commercialista che aveva pure preteso di vivere in
pianta stabile da loro. Comunque ci fu il fischio d'inizio e la squadra del
Kenshin partì subito all'attacco. Naturalmente non passarono sotto al naso di
Ryota neanche pregando in turco. Il bello fu che alla fine del primo tempo fra
lui e Rukawa avevano fatto a testa almeno quaranta punti. - Però.- fischiò
Ayako quando tornarono in panchina - Avete mandato giù la dinamite
ragazzi?- - Ehi Kit, ti sei fatto un'altra canna?- cinguettò Hana
perfido. - Do'aho. Sparati.- - Però, ce n'è di gente oggi.- mugugnò
Miyagi, sollevando appena lo sguardo sulla tribuna - Comprese le teste di
cazzo...- e indicò lo Shikuda con uno sguardo - Ma tu guarda...non ne ho mai
viste così tante tutte insieme.- - Lascia perdere.- sogghignò Akagi,
invitandolo a ignorarli - Forza, torniamo in campo e finiamo una volta per tutte
questa storia.- - Già. Dopo il Kenshin si arriva alla frutta ragazzi.- disse
Raim - La prossima sarà contro le teste di serie.- - Un problema alla volta.-
sorrise Anzai - Forza, tornate in campo e vincete la partita.- - Si
coach!- Come volevasi dimostrare il gioco dello Shohoku fu travolgente e
vinsero per 128 a 59. Una strage.
La sera stessa erano tutti a cena da
Raim, come da tradizione e sul bancone della cucina, davanti a una ventina di
cartoni del ristorante cinese, lo Shohoku discuteva delle prossime
partite. Almeno, alcuni discutevano, uno si massaggiava il sedere e due se ne
stavano a gufare sulla sedia, usando le bacchette come badili. - Oggi siete
stati davvero grandi, non ho parole.- stava dicendo Haruko, passando
gl'involtini a quella fogna del suo ragazzo - Il Kenshin è uscito a pezzi,
poveretti.- - Già, eravate delle furie.- sorrise Ayako, battendo sulla spalla
di Rukawa - Ottimo lavoro!- - Allora? Quando cominciano le finali?- chiese
Mito che si era accodato con grande piacere. - La prossima settimana.- disse
Akagi che ci dava dentro coi ramen liofilizzati. - E contro chi?- -
Aspetta, ho la griglia in borsa.- Ryota si alzò un attimo e andò in soggiorno.
Tornato indietro tutte le matricole, Mito e Haruko si piegarono su di
lui. Dunque. Per primi avrebbero dovuto andare contro lo Shikuda. Ma che
bellezza! Intanto si sarebbero divertiti Kainan e Ryonan. - Mi sa che
quest'anno arriverà il Ryonan in finale.- borbottò Mitsui. - Stai
scherzando.- borbottò Kogure, sorseggiando lentamente la sua birra - Maki non è
uno che molla.- - Si ma li avete visti quelli del Ryonan giocare di recente?-
fece Hisashi, recuperando l'uso della parola - Non so cos'abbiano fatto ma
Uozumi è diventato un treno e tenere buono Sendoh non sarà facile.- - Quando
mai lo è stato.- frecciò Hana con una smorfia. - Prima di preoccuparci di
loro io direi di pensare allo Shikuda.- sentenziò Raim seria - Alla partita vera
gli arbitri e i giudici di gara ci staranno addosso come acari a un
materasso.- - Vero.- disse Rei - Senza contare quel maledetto di Arai.- -
Infatti urge darci dentro in velocità.- scandì Akagi. - Come se di recente
non ci avessi fatto fare degli scatti che neanche i giocatori di football si
sognano!- sbuffò il tensai. - Bhè, fino alla prossima settimana dovete
stringere i denti...e anche la cinghia!- ironizzò Ayako, vedendoli abbuffarsi
come dei maiali - Mettetevi a dieta o ingrasserete come porci!- - Noi
consumiamo energie sai?- replicò Hana col broncio. - Mai come quelle che
consumo io urlandovi dietro.- sibilò il Gorilla attaccandosi alla birra - Forza,
qua si sono fatte le dieci. Datevi una mossa e poi leviamo le tende.- - Già,
così la kitsune si va a scaldare il letto...- - Do'aho.- ringhiò Kaede,
ficcandogli un calcio da sotto al tavolo. - Codina di paglia.-
Durante
la settimana di preparazione, caso strano, ne accaddero di tutti i colori. Al
Ryonan mancò poco che Uozumi e Fukuda venissero travolti nel parcheggio da una
macchina in corsa che al liceo non si era mai vista. Sendoh trovò di nuovo dei
seccatori di fronte a casa e dovette trasferirsi di nuovo da sua cugina e
Koshino fece brutti incontri tornandosene a casa una sera dal bar con la sua
ragazza. Lo stesso al Kainan. Maki e Kyota se ne stavano uscendo dalla
palestra quando un gruppo di teppisti in passamontagna li ricorse per mezza
scuola. Dovettero chiudersi in palestra e quasi ci rimasero tutta la notte ma
fortunatamente avvisarono la polizia e poterono tornarsene a casa verso le due
del mattino. I giocatori erano tutti abbastanza incazzati ma allo Shohoku
c'era un Oni che era tornato a divertirsi. Venerdì mattina Kaede e Hana
ricevettero addosso una pioggia di vasi dalla terrazza mentre il giorno prima la
palestra era stata di nuovo allagata. Optarono così per allenarsi al campetto
vicino alla casa di Raim ma quel giorno Mitsui arrivò in ritardo. Dei
deficienti gli avevano manomesso la macchina e si era quasi schiantato contro
una cabina telefonica. Ormai il malumore era alle stelle, non le negavano più
neanche i più tranquilli come Jin e Maki e se solo non fossero stati espulsi si
sarebbero raccolti tutti in squadrone e sarebbero andati allo Shikuda, come
aveva fatto Hana, per raddrizzare le ossa a quei bastardi ma strinsero i denti e
cercarono di restare vivi. Lunedì sera, puntuale, si disputava la prima
partita delle finali. Kay Mitsui entrò al palazzetto con le occhiaie nascoste
dagli occhiali dalle lenti scure e con lui, mai successo in tre anni, c'era
perfino Tetsuo. C'era un caos d'inferno, era pieno di giornalisti e le squadre
espulse si affollavano alla porta delle tribune. Il chiasso era senza
precedenti. Tetsuo fece un fischio, scuotendo il capo. - Ancora non mi
spiego perché hai accettato di seguirmi.- borbottò il maggiore die fratelli
Mitsui, stranito. Il teppista alzò le spalle, con un ghigno. - Voglio
vedere come se la cava tuo fratello.- - E?- - E mi ha detto che la squadra
contro cui giocano è una che ci va giù pesante.- - Ah, ecco. Mi sembrava
strano.- - Sta zitto Mitsui. Sei l'ultimo a potermi fare la predica.- -
Si, forse.- - Cosa stiamo aspettando?- Tetsuo stava per ficcarsi una mano
nella tasca del giubbotto ma poi vide il cartello e sbuffò, ficcandosi una
stecchino in bocca per placare la voglia - Che rottura di palle. Quanto dura la
partita?- - Quaranta minuti. Resisterai senza farti una canna?- - Ma
chiuditi la bocca.- Tranquillamente andarono a infilarsi verso le uscite e
arrivarono giusto in tempo in tribuna per vedere una marmaglia di giornalisti
all'ingresso delle sue porte da cui sarebbero sfilati i giocatori. -
Però.- Tetsuo l'aveva capito che quel torneo era importante ma una tale
sfilata di damerini per lui era vomitevole. Il vecchio Hisashi si sarebbe
fatto tre ore di bracciolino piuttosto che subire un simile servizio
fotografico. - Kay-san!- Mitsui si volse e vide Nanaka poco lontano,
seduta con Mito e l'Armata, Haruko e la Kanzaki. C'erano anche altre della
squadra di pallavolo e tutti sembravano molto eccitati. Appoggiati in prima
fila invece, Ryonan e Kainan che avrebbero giocato un'ora dopo Shohoku e Shikuda
e da come Uozumi e Maki si guardavano, sarebbe stata una battaglia all'ultimo
sangue. - Guarda chi si vede.- Mito ridacchiò quando Tetsuo prese posto
accanto a Kay - L'Anima Ardente ti ha avvisato che l'ultima volta si sono
pestati eh?- - Diciamo di si.- rispose il teppista con un ghigno perfido - Ne
vale la pena?- - Oh, te l'assicuro.- annuì Yohei - Sta per cominciare la
mezz'ora di riscaldamento.- - Ma quando entrano?- sbuffò Nanaka, appoggiata
ai sedili inferiori - Quest'attesa mi snerva.- - A me snerva solo che possano
farsi espellere.- sibilò la Kanzaki con stizza mal celata. - Già. Se la sono
fatta una camomilla prima di entrare qui?- borbottò Okuso - Non so voi ma se
succede di nuovo come l'altra volta non credo che Hanamichi se ne starà
buono.- - Già, quel perdente potrebbe aiutare Rukawa stavolta.- ridacchiò
Takamiya attaccato alle patatine. - Fermi...eccoli, arrivano!- sorrise Haruko
scattando in piedi assieme a tutta la tribuna dello Shohoku. Partì un coro
bestiale da stadio che non si era mai sentito e i flash dei giornalisti invasero
ben presto tutta la palestra. Dopo il casino dell'ultima volta, ora erano
tutti puntati come falchi per vedere cosa sarebbe successo in quella partita fra
i campioni nazionali e i pretendenti dello Shikuda. I bastardi sembravano
stare bene...già, freschi come rose e con l'aria diabolica di sempre. A
quanto pareva il trattamento di Hana gli era scivolato addosso. - Sai una
cosa?- Hana si volse verso Miyagi, curioso. - Cosa?- - Ieri sera...- e
il play lanciò a canestro, centrandolo, - me ne stavo nel mio letto e mi è
capitato di ripensare all'amichevole. E sai a cosa sono arrivato?- - Sono
tutt'orecchi.- ghignò il tensai, lanciando a sua volta la sfera arancione. -
Sono arrivato alla conclusione che quell'amichevole mi abbia
anestetizzato.- - In che senso?- - Nel senso che oggi potranno fare tutte
le puttanate che vogliono.- Miyagi ghignò sinistramente, rigirandosi la palla
fra le mani - Ma non muoverò un dito.- - Però, che autocontrollo.- - Si.
Ma una volta fuori non mi scappano.- Il rossino si bloccò, fissandolo
attento. - Non vorrai...- - Solo se se le cercano oggi.- Hana sembrava
poco convinto - Tappo, non per fare la predica visto quello che ho combinato
ma...ecco, la volpe è già finita nei guai, siamo stati all'ospedale, io a
momenti per rabbia mi facevo segare un braccio...non so...- - Vuoi dire che
non ti brucia tutti i casini che hanno fatto?- - Certo che mi rode.- rispose
tranquillo - Però ti direi di pensarci bene.- - Si...lo so.- ammise Ryota,
poi di punto in bianco si fermò. In tribuna c'era qualcuno con l'aria
famigliare. - Ehi Hisa!- La guardia si girò appena - Che c'è?- - Hai
chiamato i rinforzi per caso?- gli chiese Miyagi ridendo e seguendo il suo
sguardo, Mitsui vide niente meno che suo fratello e Tetsuo seduti a fianco in
tribuna. Mancò poco che cadesse per terra per lo sconvolto. - Ehi ma quello è
il teppista!- cincischiò Hana gasatissimo. - Oddio...ma come ha fatto a
convincerlo?- Hisashi non credeva ai suoi occhi. Cioè...lui e Tetsuo erano
amici non nel senso comune del termine, infatti non uscivano insieme tutte le
sere e raramente parlavano dei loro problemi. Anzi. Però nel momento del bisogno
si erano sempre dati una mano anche se Tetsuo non aveva mai fatto parte di
quella frazione importante della sua vita che era il basket. Perciò era
strano vederlo lì. Alzò appena una mano, sempre più sbigottito e il teppista
gli fece in ricambio un ghigno perverso che sapeva tanto di sfida. Ah ecco, era
venuto a vedere che sapeva fare. Bhè, gli avrebbe offerto uno spettacolo
diverso da solito! Intanto in panchina Ayako e Raim spiavano verso il tavolo
dei giudici. Già, quei tre stavano osservando Rukawa che però se ne stava
buono e indifferente a tutto vicino ad Akagi. E nelle poltrone degli arbitri?
Ma naturalmente Kinoshita e Hugami. Se il primo era un venduto, il secondo
era stato in ospedale tre mesi. Infatti era il primo ad essere stato pestato
quando Hana e Kaede erano matricole, quindi si presumeva che non avesse voglia
di tornare sotto le grinfie di quelli dello Shikuda. Forse sarebbe stato lui ad
arbitrare. - Dannazione, di male in peggio.- sibilò Ayako quando scoccarono i
due minuti all'inizio e i ragazzi tornarono in panchina - Mister, che
facciamo?- - Per ora tastiamo il polso. Ryota, occupatene tu.- disse
Anzai. Miyagi fece un sorriso furbo - Certo coach.- Raim nel frattempo
scoccò uno sguardo alla panchina dei grigio neri. Takeru era seduto a gambe
lunghe accanto al mister, che parlava a bassa voce, e quando incontrò i suoi
occhi le scoccò un'occhiata sinuosa che le scivolò addosso come una carezza. Le
fece anche un cenno col capo che lei però non ricambiò. La formazione era la
solita. Hideki Arai per il momento era in panchina. Tornò alla realtà quando
sentì la mano della volpe stretta nella sua e cercò di rassicurarsi. Si,
stavolta sarebbe andato tutto liscio. Cose che invece non credevano Kainan e
Ryonan, seduti in tribuna con le spranghe nascoste nelle borse. La forma dei
diavoli dello Shohoku invece era quella dei titolari. Anzai sapeva bene che
erano gli unici a poter tenere testa agli avversari e stavolta cercò di
controllare gli animi prima di mandarli in partita. Li osservò uno per uno e
sembravano diversi dall'ultima volta. Già, come aveva detto Miyagi,
l'amichevole li aveva quasi anestetizzati. Ora avrebbero potuto giocare bene,
sapendo cosa aspettarsi. - Bene, ragazzi conto su di voi.- disse il coach
placidamente - Akagi e Hanamichi sotto canestro, mi raccomando attenzione al
loro pivot, Kikuji. È molto forte. Miyagi, tu occupati del centro campo con
Rukawa e quando è possibile Hanamichi dovrai cercare di confondere le idee agli
avversari. Occhio a Takeru, è una faina e sa fiutare ogni tattica.- - Non si
preoccupi. A lui ci penso io.- sibilò Miyagi - Propongo la marcatura a
uomo.- - Si, sono d'accordo. Così eviteremo che tutti si buttino su Mitsui.-
continuò Anzai - Dovete giocare di scatti e astuzia, hanno una difesa forte e
anche il loro attacco è potente, quindi mantenete il sangue freddo. Akagi,
confido in te.- - Si, mister.- il Gorilla annuì - Stavolta non avrà
grane.- - L'importante è che non ne usciate con le ossa rotte.- soffiò il
Buddha ironico - O dopo aver rotto le ossa a qualcun altro.- e Kaede fece finta
di nulla, ben sentendo però le ghignatine dei compagni. - Al salto?- chiese
Miyagi, mentre scadevano i minuti di riscaldamento. - Hanamichi.- ordinò
Akagi - Vai, pensaci tu.- - Tranquillo, provvede a tutto il tensai.- frecciò
Hana baldanzoso. - Si. E vedi di lanciarla dove ci siamo noi.- sibilò il
volpino in sottofondo. - E tu pensa a non picchiare nessuno, impotente!- -
Tua sorella.- - Ehi, non cominciamo eh?- sbottò Takenori, spendendoli a calci
sul parquet - Avanti, sangue freddo gente!- - Contaci.- sibilò Mitsui fra i
denti, trovandosi a pochi passi da quel verme di Soichiro Shoji. Il biondo
sogghignò, sistemandosi le polsiere. Naturalmente gli stava dichiarando
guerra ma Hisashi cercò di concentrarsi sulla meta principale. Fare punti. E
massacrare quei bastardi. Al salto, davanti ad Hana, arrivò Kikuji che lo
superava di otto centimetri ma il rossino non fece una piega. Si guardò attorno
mentre l'arbitro Hugami, un pelino tremolante a dire il vero, arrivava con al
sfera arancione: Miyagi era alle sue spalle troppo vicino a Takeru, Kit davanti
tampinato da Ken Yuto. Ci fu il fischio d'inizio, accolto da un silenzio
assoluto in tribuna che poi esplose in altro tifo sfegatato, ed entrambi
saltarono altissimo ma il tensai, sebbene più basso, non fece nessuno sforzo a
raggiungere il centro dello Shikuda. Erano entrambi di presa molto forte e la
palla schizzò via, sulla linea di bordo campo alla loro sinistra. Fu quella
scheggia di Yuya Takeshi ad afferrarla e in un attimo cominciò l'attacco dei
grigio neri. Sotto canestro si formò la classica baraonda perché gli
avversari non erano proprio in grado di tirare col Gorilla che faceva da scudo e
ben presto l'ala piccola perse la palla. Infatti arrivò Miyagi a fare il suo
lavoro e gliela soffiò in un attimo, dopo di che...oh, il contropiede in cui si
erano tanto allenati fu impressionante. Perfino il Kainan, che si vantava di
un contropiede imprendibile, rimase a bocca aperta. Il primo punto andò allo
Shohoku, fu infatti Hana che dopo aver preso un rimbalzo buttò dentro la prima
schiacciata della partita. - Però.- fischiarono i ragazzi dell'Armata - Lo
sfigato comincia bene!- - E' merito di Miyagi che gliel'ha passata.- rise
Mito mentre il tensai dava cinque al tappo e rideva a crepapelle. In effetti
come prima azione non era stata niente male, ammisero tutti i compagni che lo
sentivano sbandierare la sua genialità ai quattro venti ma certo lo Shikuda non
se ne stette buono a guardare. Ben presto seguì il copione dell'altra
amichevole. Se ne stettero buoni per un po', poi iniziarono le frecciate nel
corpo a corpo, stoppate da meritarsi la galera a vita e un brutto fallo su
Miyagi a un minuto dalla fine del primo tempo quando lo Shohoku era in vantaggio
di sei punti. Non avevano dato fiato a Mitsui e Ryota era stata malamente
buttato a terra da Takeru, che si era preso il suo, stranamente, primo fallo
senza fiatare. Il play si era rimesso in piedi ma era caduto sul gomito
destro e ora gli doleva leggermente. Fortunatamente Rukawa infilò due punti
prima che scadessero i venti minuti iniziali e così tornarono a staccarsi ma
dieci miseri punti non erano poi molto, almeno così disse Koshino del Ryonan.
- Già.- Aida sembrava stupito - E' strano, non è da Hanamichi e Rukawa fare
così pochi punti. E anche da Mitsui. sembra che se ne stia buono...apposta!-
esplose poi, illuminandosi come un lampadina - Lo stanno facendo apposta!- -
Che genio.- frecciò Uozumi - Complimenti Hikoichi.- - Già, stanno giocando
d'astuzia.- sorrise Sendoh con la sua aria serafica - Sono stati bravi a
contenerli e anche ad andare in vantaggio senza sforzo eccessivo. E devo dire
che praticamente gran parte del marito va a Miyagi.- - E' impressionante.-
annuì Taoka, seduto accanto a Uozumi - E' diventato fortissimo, non c'è niente
da fare. Ha una visione di gioco e una velocità che pochi si sognano. Avete
visto che contropiede poi ragazzi? Attenti, perché quando giocheremo contro di
loro li avremo addosso in un lampo.- - Si mister.- annuì Aida, serio - Non so
cos'abbiano fatto in questo mese e mezzo ma hanno duplicato la loro velocità di
rientro. Ora stanno al passo con Miyagi.- - E' un playmaker eccezionale.-
sussurrò Akira, sentendo la voglia di giocarci di nuovo contro - Ha capito quali
sono i punti deboli degli avversari, infatti punta sempre contro Takeshi che è
solo al secondo anno e sfrutta le loro crepe mandando avanti Hana e Akagi. Ha un
gioco molto pulito in coppia con Rukawa e passa ad Hisa solo quando è
strettamente necessario.- - Ha capito che se dà palla a Mitsui lo rovinano,-
bofonchiò Koshino con pungente ironia. - Come non dargli torto.- sentenziò
Fukuda che se n'era stato zitto e buono accanto all'asso del Ryonan fino a quel
momento - Mitsui è sempre stato un fuoriclasse, fin da ragazzino quando andava
alle medie. Certo, avrà perso del tempo a causa del suo ginocchio ma ogni volta
che salta è la fine per la squadra avversaria.- - Ognuno di loro è diventato
fondamentale per l'altro.- disse ancora Sendoh - La squadra è completa.- - E'
il loro ultimo anno.- annuì il suo capitano, fissandolo - Non sarà facile
batterli.- - Che mi dite di questa tecnica delle ali?- s'intromise Taoka che
all'amichevole non era stato presente. - La vedrà nel secondo tempo coach.-
sorrise Aida tutto orgoglioso - Vedrà, è una cosa eccezionale! Sakuragi e Rukawa
l'hanno messa a punto tutti da soli. Si basa sul sincrono e su un gioco d'intesa
in area di tiro.- - Voglio proprio vedere cosa faranno quei due disgraziati.-
frecciò il mister del Ryonan - Anzai sembra molto tranquillo ma fossi in loro
non sottovaluterei Takeru e Kikuji.- - Già.- Akira si sporse leggermente sul
sedile davanti al suo, libero, per mettersi comodo - Takeru ha un eccezionale
gioco di mano e una visione di poco inferiore a quella di Miyagi. Non avesse
perso tempo in questi anni probabilmente sarebbe il miglior playmaker del
campionato. Supererebbe anche Maki.- - Dici?- fece Fukuda pensoso. - Si.
Era forte, il migliore. Peccato non giochi pulito.- - E Miyagi l'ha capito
bene temo.- disse Aida guardando nella panchina dei bianchi - Sembra abbia male
al braccio.- Fortunatamente non era nulla, bastò la bomboletta dell'azoto
liquido a rimettere in sesto il leggero gonfiore sul gomito arrossato di Ryota
ma il dente avvelenato dei ragazzi cominciava a farsi sentire. Erano stati
buoni, avevano cercato di contenere i punti degli avversari e ce l'avevano fatta
ma 56 a 45 era un risultato che piaceva poco a tutti quanti. Non era stato
facile risparmiare le energie perché Takeru e Shoji in coppia erano veramente
molto affiatati, per non parlare del casino che procurava Yuto in area di tiro
quando lui e Shoji si buttavano su Mitsui per fermarlo. Praticamente Hisashi non
era riuscito neanche a prendere la palla in venti minuti. Aveva fatto un solo
tiro dalla lunetta, guadagnandosi due miseri punti. E la cosa gli
rodeva. Erano forti quei bastardi. Molto forti. - E' ora di far vedere a
quei bastardi chi sono i campioni.- sibilò Akagi battagliero. - Grande Gori.
Non aspettavamo altro.- sorrise Hana, piegando le labbra in un sogghigno
inquietante. - D'accordo. Tu e Rukawa dateci sotto ma cercate di non fare
fallo. Takeru ne ha già fatti fare due a Miyagi.- - Diciamo che è l'arbitro
che se li è inventati.- lo corresse il play, serafico. - E un'altra cosa.-
proseguì Takenori mentre tornavano in campo. Si piegò su Mitsui e Hana il tempo
necessario per farli sogghignare di nuovo. Bene! Finalmente si faceva sul
serio. - Sbizzarrisciti.- disse Akagi, dando una pacca sulla spalla della sua
guardia - Ma non segarti le ossa.- - Tranquillo. Ci andrò leggero.- Miyagi
sorrise di striscio, vedendo Hisashi sfregarsi le mani. Dio, che aveva in mente
quello spostato? La partita riprese e stavolta, ghiacciando le vene agli
avversari, lo Shohoku travolse i loro attacchi usando l'energia risparmiata. A
cominciare dalla prima azione di quegli ultimi venti minuti. Miyagi si era
ritrovato in area, davanti Takeru. Un one on one sarebbe stato interessante ma
c'era qualcuno che alle sue spalle scalpitava per muoversi. Lo vide, con la coda
dell'occhio. Era proprio dietro di lui. Bastò semplicemente un passo di mano
in mano e Mitsui, protetto dallo stesso scudo del corpo di Miyagi, saltò sulla
testa di tutto lo Shikuda. Non appena lo fece, praticamente tutta la palestra si
alzò per seguire l'azione e quando infilò la tripla esplose un boato assordante
che ricaricò in un attimo tutto lo Shohoku. - Vai, grande Mitsui!- urlò tutta
l'Armata. - Però...è sempre stato bravo a centrare i bersagli.- ironizzò
Tetsuo, seriamente strabiliato. Kay si limitò a sorridere mentre il gioco
riprendeva. Ora era facile per la guardia tirare. Se ne stava a tampinare la
schiena di Miyagi che a sua volta...lo difendeva! Gli altri quindi prima di
arrivare a Mitsui dovevano passare sul play anche se dopo un po' Takeru arrivò
alle spalle di Hisashi e gli deviò il tiro. Ma il re dei rimbalzi era sempre
vigile e con una schiacciata portò il risultato a settanta, contro i
cinquantotto dello Shikuda. - Merda.- Shoji aveva il fiato - Ehi, Take...che
cazzo facciamo?- - Non mollano quelli.- sibilò anche Yuto, asciugandosi il
sudore sulla fronte - Hideki?- - No, non ancora.- sibilò Takeru, fissando
attentamente Ryota - Voglio giocarmela questa partita, se fermiamo il loro play,
fermiamo il gioco.- - Si ma se ci buttiamo tutti su di lui lasci libero
Mitsui, Eikichi.- gli fece presente il fratellastro di Raim. Ma l'altro non
sentiva ragioni. Da quel momento in poi Ryota ce l'ebbe davvero dura. Non
poteva fare un passo che Takeru gli era addosso e ora, anche se non giocava più
sporco con spinte e gomitate, sembrava aver tirato fuori le unghie. Nel gioco di
mano riusciva quasi ad ipnotizzarlo ed essendo quasi allo stesso livello
finirono per stancarsi e quasi non passare la palla ai compagni. La
situazione si era fatta insostenibile tanto che Rukawa perse in fretta la
pazienza. Serviva qualcuno che organizzasse il gioco no? Al diavolo, se ce la
faceva il porcospino poteva provarci anche lui. Con uno scatto fulmineo che
Yuto neanche vide, il volpino arrivò alle spalle di Takeru e con un semplice
tocco gli fece perdere la palla. Recuperata la sfera, Kaede si guardò
rapidamente attorno. Hana...dov'era? - Qui!- Nascose un ghigno e partì
all'attacco mentre Kainan, Ryonan e le altre squadre si alzavano quasi dalle
poltrone. Stavano per farlo! Li videro zigzagare in mezzo al centro campo
e Kaede, che teneva palla, si levò facilmente dai piedi sia Takeshi che Yuto,
che gli era corso dietro. Arrivato sotto a Kikuji ebbe qualche grana tecnica e
mancavano sette secondi. Scartò e cercò di levarsi dai piedi quel gigante ma
spingeva come un dannato e allora fu costretto a passarla indietro. Hana
imprecò, capendo che avevano perso una possibilità e vide che la palla arrivava
ad Akagi. In quel groviglio e coi secondi che passavano, solo Hanamichi era
ormai in posizione di tirare...ma Kikuji! Era quasi impossibile passarlo...a
meno che... Era l'unica possibilità. Il suo capitano gli passò la sfera a
quattro secondi dallo scadere del possesso di palla, saltò, si sbilanciò
all'indietro e fece una parabola pressoché perfetta. Kikuji non riuscì neanche a
sfiorarla. Sfondò il canestro un attimo prima che suonassero i trenta secondi ma
a prendere Hana stavolta, che come sempre stava per cadere malamente, c'era
Rukawa. Gli arrivò alle spalle e lo afferrò per la vita, evitando che si
ammazzasse. - Evvai mezza sega!- esultarono Mitsui e Miyagi, sopra il coro
della platea - Sei stato grande!- Ma Hana probabilmente neanche li
sentiva, era troppo intento a fare l'esaltato e il volpino ne aveva anche basta,
visto ce lo lasciò andare per terra e se ne tornò al suo posto, facendosi tirare
dietro una sfilza di bestemmie poco fini. - Mica male come playmaker.-
sentenziò Maki, dopo aver visto la giocata di Kaede. - Già.- annuì Jin
serissimo - Ha una buona altezza e questo gli permette di visionare la posizione
dei compagni e studiare al meglio lo schema.- - Ma c'è una piccola falla.-
frecciò Kyota sarcastico. - E sarebbe?- gli chiese Takasago, scettico. -
Quello non può fare il play. Dovrebbe fare passaggi e costruire azioni. A lui
piace finirle le azioni, non crearle.- - Mica hai tutti i torti.- borbottò
Miyamasu, aggiustandosi gli occhialetti - Comunque lui e Sakuragi se la sono
giocata bene. Takeru s'è fatto innervosire da Miyagi e ha lasciato troppo campo
libero a quella volpe di Rukawa. Dovrebbero stare più attenti.- - Si fottano,
non voglio arrivare in finali con quelli dello Shikuda.- sibilò Nobunaga,
incrociando le braccia. - Già, sono d'accordo.- annuì Maki pacato. Intanto
in campo la partita arrivava agli ultimi cinque minuti. Lo Shohoku era in
vantaggio di diciotto punti, molti dei quali grazie alle stoppate e ai rimbalzi
di Akagi e Hanamichi. Inoltre gli avversari stavano cominciando ad
innervosirsi. A quel punto entrò Arai e bello fresco si schioccò le nocche,
ghignando in faccia a Mitsui. Hisashi roteò gli occhi blu. Dio. Ogni volta
che vedeva quel bue sentiva una specie di prurito al ginocchio. - Ehi
Kit...hai notato che non ti guarda in faccia?- ridacchiò Hana
brevemente. Rukawa nascose una certa soddisfazione. In effetti Arai non si
avvicinava neanche a lui. Bene, se non altro la lezione era servita a
qualcosa. - Dai gente, sangue freddo in questi ultimi minuti!- li incoraggiò
Kogure dalla panchina - Ne avete quattro ancora, stringete i denti e dateci
dentro! Non lasciateli andare a canestro!- - Ehi Akagi...- Il Gorilla si
volse, vedendo Mitsui con aria pensosa. Se ne stava inventando un'altra. -
Devo tirare.- gli sussurrò la guardia, avvicinandosi - Ma non riesco con quelli
fra i piedi.- - Che proponi?- - Difesa a tutto campo.
Sparpagliamoli.- - Non sei così coglione come sembri, sai?- ghignò Takenori,
facendo un segno a Miyagi. Il play annuì e lo fecero anche la scimmia e la volpe
- Forza! Giochiamoci le ultime palle!- - D'accordo!- Vendendoli
disperdersi, sia Maki che Sendoh esibirono un leggero sorriso. Furbi. Si,
erano decisamente furbi. Mitsui non poteva liberarsi di tre avversari ma di uno
si e anche se a fatica, Hisashi dribblò Shoji e infilò la seconda tripla della
partita. Decisamente non gli avevano lasciato fare nulla ma voleva riscattarsi.
Inoltre quel fesso biondo gli fece anche fallo mentre tirava, quindi gli venne
assegnato un altro canestro. - Idioti.- ghignò Miyagi, dando il cinque alla
guardia - Forza, rimandiamoli a casa!- Infilata la seconda tripla, il gioco
riprese...ma ormai tutti sentivano che lo Shikuda stava mollando. Era stato
facile in fondo, pensò Hana sfondando la difesa di Arai ed entrando in area.
Quell'amichevole un mese e mezzo prima, per quanto disastrosa, li aveva aiutati.
Ora non c'era Trash Talking che tenesse, tantomeno alcun fallo. Erano andati
ormai. Per quanto forti e agili, non avevano retto. E così finalmente se
li levarono di torno. In campo almeno. Allo scadere del tempo, lo Shohoku vinse contro il temibile
Shikuda per 99 a 75. E tutto il palazzetto esultò. - Ce l'hanno fatta!!-
nella tribuna dove c'erano Haruko, Nanaka e gli altri, si abbracciarono di
felicità mentre in campo i giocatori esultavano. - Siete forti ragazzi!-
Ayako e Raim, precedute dal resto della squadra si precipitarono in campo e
corsero ad abbracciare a loro volta quei maghi del basket. Era fatta
ormai. Addio Shikuda, finalmente l'avevano tolto di mezzo, spazzandolo via
dalla loro strada.
Negli spogliatoi c'era un fracasso indecoroso ma
nessuno ebbe cuore di fermare né la danza della pioggia dello Shohoku, né di
andare a fucilarli, visto tutto quello che lo Shikuda aveva fatto passare ai
ragazzi. Stavolta alla danza della vittoria ci si unirono perfino Hana, Ryota
e Hisashi, saltando sulle panche dove gli altri invece si cambiavano. -
Inutile dire le cose, vero capitano?- Ayako eliminava lo Shikuda dalla loro
tabella di marcia, sorridendo brevemente, vicino ad Akagi - Hanno fatto
miracoli.- - Già.- annuì il Gorilla, chiudendo la tuta nella borsa e
infilandosi la felpa sulla maglietta. Se ci ripensava non riusciva a credere che
Mitsui e Miyagi si fossero accordati per far tirare la guardia, usandosi a scudo
a vicenda, tantomeno era riuscito a credere che Rukawa avesse creato un'azione
da vero manuale del playmaker, salvando poi Sakuragi dalla rottura sicura
dell'osso sacro. Chissà che a forza di rompere con quella storia del gioco
di squadra avessero finalmente capito! Sarebbe stato troppo bello per essere
vero. - Ehi ragazzi!- Haruko e Nanaka misero la testa nello spogliatoio in
quel momento, dondolando i sacchetti del bento - Vi abbiamo portato uno
spuntino! A qualcuno interessa?- - Harukina, amore! Sei la mia salvezza!-
celiò Hana, saltando praticamente in testa alla sua ragazza con le fauci
spalancate, ma più per la fama di cibo che d'altro. - Oddio datemi quegli
onigiri!- esultò anche Miyagi - Ucciderei, vi avverto, per uno di quelli!- -
Volpacchiotto hai fame?- gli chiese Nanaka. - Tanto è inappetente!- ridacchiò
Hana, mentre si abbuffava. - Do'aho.- - Forza!- li spronò Ayako - Avete
vinto ma non è ancora finita. Mezz'ora e giocheranno Kainan e Ryonan. Muovetevi
o non vedremo niente di niente.- - Ma io volevo andare a cena.- piagnucolò
Ryota con aria da cucciolo - Dai, Ayakuccia...- - Ayakuccia un corno!-
sbraitò il Gorilla afferrando lui e Hana per la collottola delle felpe - Forza,
muovetevi! E tu Rukawa non t'azzardare ad addormentarti! Vatti a prendere un
caffè piuttosto!- - E io vado a fumare.- sbuffò Mitsui, finendo di
allacciarsi i jeans sotto la giacca sportiva dello Shohoku. - Non impiegarci
anni.- lo richiamò Raim - Ti teniamo un posto.- - D'accordo.- e senza dire
altro la guardia e l'ala piccola andarono ad infilarsi vicino ai distributori.
Mentre uno raccattava un caffè lungo e forte, l'altro se ne stava sulla terrazza
per fumatori, ora strapiena di gente che stava a godersi anche la seconda
partita. - Ehi campione.- Mitsui si volse, trovandosi Tetsuo a fianco. Una
sigaretta spenta fra le labbra, si avvicinò a quella della guardia e se
l'accese, dando un tiro. - Non ti fa bene fumare, idiota.- gli disse il
teppista. - Senti chi parla.- ghignò Hisashi. - Io mica sono un atleta che
centra i canestri dalla linea di metà campo.- - Vedi che sono un figo come
dicevo?- frecciò la guardia ironicamente - Allora? Che mi dici della tua prima
partita?- - Illuminante.- considerò il maggiore, appoggiandosi alla ringhiera
- Ringrazia di essere stato tanto innamorato della tua palla, ragazzino. O non
ti saresti salvato e saresti come me ora.- - Bhè, forse non starei neanche
per diventare zio.- sibilò l'altro fra i denti, mentre Tetsuo rideva, quasi
strozzandosi col fumo - Te l'ha detto eh?- continuò Mitsui - Dio, questa da lui
proprio non me l'aspettavo.- - Hisashi, tuo fratello non è mai stato un
santo. Questo spero che tu lo sappia.- - Si, so cosa faceva ma da quando mi
ha preso con lui è sempre stato l'esempio di tutto ciò che è giusto fare. Cioè,
non mi ha mai soffiato sul collo e non è mai stato bacchettone, figurati
però...non so, ho sempre avuto la certezza che lui avrebbe fatto la cosa giusta
in qualsiasi situazione. E adesso quel deficiente ha messo incinta quella
cretina.- - Non ti va proprio giù eh?- ghignò il teppista - Non è che sei
geloso moccioso?- - Cosa?! Ma ti sei fatto una pista intera? Ehi, ma dove
vai?- gli chiese, vedendo che se ne andava alla porta. Tetsuo spense la
sigaretta nel portacenere appoggiato all'ingresso, facendogli un cenno senza
voltarsi. - Vado con tuo fratello alle corse.- - Porti Kay alle corse?!-
Hisashi era sempre più allibito - Ehi, lo sai che anni fa quando siamo andati a
vivere insieme ci siamo divisi le parti? Eh? Già, io sono la carogna mentre lui
è il pilastro dell'integrità.- - Ragazzino, un consiglio.- gli disse il
teppista, andandosene - Vai a farti vedere da uno strizzacervelli.- -
Grazie, grazie tante!- sbuffò la guardia con stizza - Voi andate pure alle
corse, io me ne starò qua a farmi le paranoie.- - Te le sei sempre fatte,
campione. È nella tua natura farti seghe mentali...a parte quando corri al
chilometro rosso. Ti saluto!- Rimasto solo, Mitsui sbuffò come un mantice.
Dannazione, tutte a lui... Fece per tornarsene in palestra, onde evitare
altre ripercussioni da parte di Akagi quando si bloccò in mezzo al corridoio.
Toyotama. Quella tuta. Qualcuno a pochi metri da lui, girato
di spalle, si stava scolando un caffè appoggiato al muro, messo di
fianco. Toyotama. Era venuto a vederli. Il tizio si volse. Un ghigno
sinistro si piegò sulla sua bocca. - Chi non muore si rivede.- Hisashi
scosse il capo, dandogli le spalle e andandosene. Ci mancava anche il
Calimero di Osaka.
Mezz'ora più tardi, l'arbitro fischiava l'inizio
della partita fra Ryonan e Kainan. Lo Shohoku era seduto in tribuna e, anche
se esausto, non perdeva d'occhio né un movimento, né un segno. Maki sembrava
più agguerrito del solito, proprio come Uozumi. - Quei sono decisi a
prenderci il titolo.- disse Rei Manabe, poggiato alla poltrona davanti tutto
attento. - Già. Al Kainan la sconfitta dell'anno scorso è bruciata da
impazzire.- disse Nobu. - E' strano che le teste di cazzo non ci abbiano
messo una bomba negli spogliatoi.- frecciò Miyagi - Lo Shikuda è già
sparito?- - Così pare.- disse Rei, indicandogli qualcuno con lo sguardo - Ma
è rimasto l'uccellino.- I titolari non capirono ma seguendo lo sguardo della
matricola videro qualcuno appoggiato alla ringhiera, a qualche metro da loro.
Sul metro e settantacinque, occhiaie profonde, aria da drogato. - Yase
Tomigaoka.- l'informò Nobu. - L'Oni?- allibì Ayako - E' lui?- - Già.-
annuì Manabe - E dalla faccia non dev'essere contento.- - Crepi.- sibilò
Akagi - Lasciate perdere quel tizio e godetevi lo spettacolo.- E se lo
godettero, in tutti i sensi. In campo stava succedendo qualcosa di strano:
Sendoh e Fukuda come al solito costituivano un team d'attacco veramente
impressionante ma qualcosa nel Kainan non andava. Maki e Kyota li contrastavano
ma da fuori area...si, da fuori area qualcosa non quadrava per il verso
giusto. Jin aveva perso la palla troppe volte. E al tiro, la sua postura
per uno dall'occhio attento come Mitsui non sembrò del tutto regolare. La sua
mano destra deviava troppo. Come se... - Che ha Jin?- borbottò Rukawa a bassa
voce. - Non so.- replicò Mitsui, seduto al suo fianco - Ma qualcosa non
va.- - Già, qualcosa non va davvero.- - Vedete fantasmi ovunque voi due.-
frecciò Hana. - Tu non capisci una mazza perché non sai tirare.- lo zittì il
volpino. - Ma sparati.- Intanto Sendoh era davanti a Maki. Stavano
duellando per la palla e ne vennero fuori le scintille,
letteralmente. Qualche schiacciata di Uozumi, uno dei numeri di Kyota e il
primo tempo finì. Le due squadre sembravano già esauste. - Porca miseria.-
disse Raim - Aveva ragione Hisashi. Il Ryonan è diventato imprendibile.- - Si
ma anche il Kainan ha qualcosa che non va.- Akagi non sembrava tranquillo. -
Dio che fisse!- sbraitò il rossino - Allora, cosa c'è che non va?!- - C'è che
Jin ha dei problemi al braccio. Al polso direi.- interloquì Mitchy serio - E ne
risentono un po' tutti. Se il mister non lo sostituisce con Miyamasu mi sa che
finiranno nei guai.- - Credi gli sia successo qualcosa?- interloquì Miyagi,
mentre Hana veniva insultato un po' da tutti. - Non so...forse lo Shikuda
alla fine ha sistemato davvero qualcuno del Kainan.- - Takato non è un
imbecille.- Ryota guardò nella panchina dei giallo viola - Se davvero il loro
miglior tiratore ha dei problemi non rischierà di sputtanare la partita.- -
Oppure si è studiato la tabella di marcia.- mugugnò Kaede. - In che senso
senpai?- gli chiese Rei interessato. - Il Kainan fa spesso di questi
giochetti. Nella prossima partita sono contro di noi, mentre il Ryonan andrà
contro lo Shikuda. Forse pensano di batterci e di riprendere poi Sendoh e
compari alle finali.- - Stronzate.- sindacò Hana. - Già.- - Questo
forse darebbe il tempo a Jin di rimettersi in sesto.- ponderò Akagi - Ma è
rischioso.- - Intanto però non è che gli lascino vita facile.- borbottò
Kogure, proprio quando Kyota andò a canestro piantando una schiacciata poderosa
- Non avranno Jin in ottima forma ma Maki è sempre un play eccezionale.
Potrebbero vincere solo grazie a lui.- - I canestri da fuori area però sono
troppo importanti. Stiamo a vedere.- Il primo tempo finì con due punti di
vantaggio per il Kainan ma tornati in panchina, Taoka sembrava sorridere sotto i
baffi. E Sendoh, Fukuda e Uozumi sembravano sicuri del fatto loro. Takato
invece agitava il suo ventaglio piuttosto istericamente. Si, avevano un
problema. E bello grosso. E uno come Sendoh di certo se ne sarebbe
approfittato. I ragazzi non riuscivano a capire come quelli del Kainan
fossero arrivati a tal punto. Era talmente insolito vederli seriamente nel
panico...se non contro di loro almeno, alle finali dell'anno precedente. Maki
comunque teneva tutto il centro campo e anche Akira faticava a tenerlo buono. Ad
ogni contrattacco, il Kainan tornava indietro come se avessero avuto le ali ai
piedi e questo fece guadagnare parecchi punti alla squadra di Takato. A pochi
minuti dalla fine però dovette sostituire Jin. Fukuda gli aveva rubato la palla
tante di quelle volte che era impossibile tenerlo in campo. Sarebbe stato un
suicidio e al suo posto entrò il pigmeo. Ma era troppo tardi. Fu una
finale sofferta, anche troppo. Sotto canestro anche Uozumi fece l'impossibile
e alla fine, strabiliando lo Shohoku, il Ryonan vinse per due soli punti di
vantaggio. Un'enormità per una squadra come il Kainan che uscì dalla palestra
con un'unica certezza. Avrebbero dovuto vincere a tutti i costi contro lo
Shikuda e lo Shohoku.
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Capitolo 28 *** Prima della Finale ***
raim28
- No, no, no!! E che cazzo, ma che fai? Parti con
la quarta inserita? Ma sei totalmente deficiente?!- Hana incassò la testa
nelle spalle, con Mitsui che gli sbraitava come un dannato nelle orecchie dalla
parte del passeggero. Si, di certo non era normale partita con la
quarta... Però che palle quella faccenda della patente! Una vera
rottura. E poi Mitchy aveva così poca pazienza...crudele essere senza
cuore. - No...aspetta! Prima molla la frizione...ecco...bravo, piano...no, no
così la imballi! IDIOTA! MA SEI TOTALMENTE STRAFATTO?? TE L'HO DETTO MILLE
VOLTE!!- Ok, meglio lasciar perdere. Quel giorno proprio non c'era con la
testa. Meglio scendere e lasciar anche sbollire Mitsui prima che gli avesse
tirato la macchina sulla testa. E meno male che erano nel parcheggio residenziale
accanto alle villette sulla spiaggia dove abitava Raim. C'era da dire che
aveva sempre guidato bene, ma in previsione dell'esame sembrava essersi scordato
tutto. La kitsune poi, che doveva fare l'esame con lui, a momenti si
addormentava al volante e Hisashi per quel giorno ne aveva basta davvero di quei
due. Scese come un tornado dalla sua macchina, tirandosi dietro il rossino e
buttandolo a sedere sulla panchina lì accanto dove Kaede sonnecchiava col
lettore nelle orecchie. - Siete una disgrazia!- scandì la guardia - Avete
guidato fino alla settimana scorsa, che cazzo vi prende?- - Tensione
pre-esame.- borbottò Sakuragi col broncio - E scusa, tu non eri teso?- - No,
perché avevo già sfasciato tre macchine!- ringhiò Mitsui fra i denti. Era
fine maggio ormai e i campionati prefetturali stavano per volgere al
termine. Lo Shikuda, anche se con una fatica immane, era stato battuto sia
dal Kainan che dal Ryonan e alla fine era definitivamente uscito dalle loro vite
ma di certo sia Maki che Uozumi per battere Takeru avevano dovuto sputare
sangue, specialmente a causa degli ultimi incidenti capitati
recentemente. Jin, si era venuto a sapere dopo, aveva effettivamente preso un
brutto colpo al polso destro dopo che alcuni amici di Takeru l'avevano preso nel
parcheggio del liceo e questo aveva pregiudicato la loro partita contro il
Ryonan ma contro lo Shikuda, Maki e compari erano stati implacabili. Avevano
vinto con uno scarto di trenta punti mentre il Ryonan con venti. Ma erano
state partite veramente magistrali. Nonostante i ragazzi di Akagi avessero
odiato lo Shikuda con tutte le loro forze, dovettero ammettere che per mandare
Maki in confusione in partita ci volevano dei campioni e quei bastardi,
nonostante fossero delle vere carogne, lo erano. Comunque erano stati
surclassati e se li erano levati dalle balle. Due giorni prima invece c'era
stata la partita fra Kainan e Shohoku. Di nuovo, la mancata presenza di Jin e
la nuova forza dei diavoli rossi aveva fatto vincere loro la partita. Ma
quanta fatica. Rukawa aveva tenuto testa a Maki per tutti i quaranta minuti e
Ryota, faticando sette camicie, aveva elaborato gli schemi con Hana a tal punto
che né Maki né Kyota erano riusciti a fermarli. Miyagi però era dovuto
uscire, esausto, a tre minuti dalla fine ma avevano vinto comunque, con sei
punti di vantaggio fatti all'ultimo momento grazie a due triple di
Mitsui. Era stata dura per il Kainan da mandare giù, specialmente per Jin che
si era sentito in colpa ma niente avrebbe potuto fermare Akagi e i suoi,
arrivati a quel punto. E ora, davanti a loro, c'era solo il Ryonan visto che
Sendoh, strabiliando anche Rukawa, aveva piegato Maki il giorno prima. Si, il
Ryonan aveva vinto contro il Kainan. Dopo diciotto anni, il Kainan era stato
fermato a un passo dai campionati nazionali. E finalmente si era giunti alle
sospirate finali. La partita si sarebbe disputata da lì a quattro giorni e i
nervi dello Shohoku crescevano. Proprio come quelli degli
avversari. Peccato però che ci fosse di mezzo anche quella grana della
patente. Per Miyagi mettere quei due su una macchina era un suicidio ma non
aveva fatto commenti, anche perché prima si levavano dal groppone quella grana,
prima sarebbero tornati a concentrarsi solo sulla finale. E dovevano vincere.
Dovevano farlo anche se ormai sia loro che il Ryonan sarebbero andati ai
campionati nazionali. Era l'ultimo anno per Mitsui, Akagi e Kogure e dovevano
vincere. A tutti i costi. - Ragazzi!- I tre si voltarono, vedendo Raim
arrivare a rotta di collo sui pattini, sventolando qualcosa in mano. I pacchi
del negozio fotografico. Eh si, qualche idiota a caso nelle settimane precedenti
aveva perso allegramente tutti i rullini del ritiro e per trovarli a momenti
avevano dovuto usare i segugi ma alla fine avevano rimesso mano a tutto e
qualche giorno prima erano andati a far sviluppare la bellezza di quattro
rullini, per un totale di quasi cento foto. Un panico vederle tutte. Nel
frattempo arrivarono anche Ayako e Ryota, in macchina con Akagi e la Piattola,
così la piccola riunione pomeridiana della domenica ebbe inizio. In effetti
ognuno in quel periodo aveva un po' le sue grane da sistemare, questo è da
specificare. Kaede doveva tirare su i voti di qualche materia, esattamente
come Miyagi. Hana aveva le sue paturnie giornaliere che persistevano tutto
l'anno, Akagi, Kogure e Mitsui dovevano prepararsi per gli esami finali e
occuparsi delle nuove iscrizioni all'università, se mai ci fossero andati...e
così via per tutta la squadra. - Allora Gori? Ti hanno mandato le risposte
della facoltà?- chiese Hanamichi, mentre si scolavano una birra tutti insieme,
seduti sul muretto davanti al campo da basket dove ora si divertivano alcuni
ragazzini. - Già.- annuì il capitano, portandosi la lattina alle labbra. - E
allora? Dai non tenerci sulle spine!- sorrise Ayako - Tanto lo sappiamo che sei
un genio! Ti hanno preso?- Annuì di nuovo, scatenando un coro d'assenso dei
suoi chiassosi amici e tirò fuori la risposta dell'università H.K. di Tokyo,
proprio quella in cui era stato invitato Mitsui e la porse alla manager. - Ah, era troppo scontato che ti avrebbero preso coi tuoi voti e il tuo gioco a
basket!- sorrise la sorella, abbracciando il Gorilla di spalle - E al sempai Kogure? I
risultati?- - Lui s'iscrive qua.- rispose il Gorilla
- Non vuole lasciare i suoi da soli.- - E tu Mitchy?- Hana lo guardò di
striscio, vedendo perso a fissare il campo - I risultati dovrebbero essere
arrivati anche a te.- - Hn.- - Non parlare come la volpe! Dai, com'è
andata?- Hisashi per tutta risposta estrasse dalla tasca una busta bianca
piegata in due. Ancora chiusa. Era dall'università di Tokyo. - Non l'hai
aperta?- si stupì Miyagi, prendendogliela delicatamente. La guardia alzò di
nuovo le spalle, incurante. - Ho capito, l'apro io.- sbuffò Ryota -
Fifone.- - Nano.- - Può farsi. Ma tu resti un fifone.- - E tu resterai
un tappo.- - E basta, che palle!- Hana strappò la busta dalle mani del
play, posando la lattina di coca cola e leggendo velocemente. Scosse il capo e
scandì, ad alta voce -"Caro signor Mitsui, siamo lieti di confermarle che la
sua domanda è stata accettata. L'aspettiamo...bla, bla, bla...si,
l'Università Hattori Kenzo di Tokyo."-
- Sei stato preso Mitchy, sei un grande!- Raim e Ayako gli
saltarono al collo, strapazzandolo dolcemente - Visto? A forza di fare lo
scansafatiche è valso a qualcosa no?- - Che ridere, mi fate morire.- frecciò
tetro. - E che mortorio.- Akagi scosse il capo - Ma si può sapere che hai?
Ancora per la storia di tuo nipote?- - Ah già!- s'illuminò Haruko - Vi hanno
detto se è maschio o femmina?- La guardia fece di nuovo una smorfia anche se
il suo sguardo s'illuminò vagamente. - Femmina.- Tutti quanti attaccarono
di nuovo a ridere come matti, facendolo incazzare ancora di più. - Fatela
finita branco di bastardi, non è giornata!- - Oddio...oddio!- ridacchiò
Miyagi piegato in due - Vi ci voglio proprio vedere tu e tuo fratello con una
bambina in casa! Questa è fantastica!- - Non fa ridere, è una tragedia!- -
Ma che tragedia...- Raim aveva le mani sulla bocca, per evitare di
sghignazzargli sul grugno - Più che altro...farà spanciare perché nella vostra
famiglia siete praticamente solo maschi! Oh povero Hisa...ti verrà una crisi
isterica prima del prossimo Natale!- - Ma andate al diavolo.- sentenziò
Mitsui, scendendo con un balzo dal muretto - Vado a casa, ci vediamo domani a
scuola.- - Già, vediamo di non segare gli allenamenti, come fai sempre di
lunedì.- lo rimbeccò Akagi - E attento alle bambine per la strada, non
investirle!- aggiunse dopo a bassa voce, ma abbastanza alta per farsi sentire
dall'interessato e farsi bestemmiare di nuovo dietro. Si, l'ora X si
avvicinava. E non era solo la finale col Ryonan. Si avvicinava l'ultimo
giorno di scuola e la consegna dei diplomi. Stette in giro tutto il giorno,
spegnendo il cellulare e quando tornò a casa sua era buio e Kay era già andato a
lavorare. Le luci erano spente quindi quell'oca della sua ex ragazza non si
sarebbe fermata a dormire. Bene. Ottimo. Tutto stava andando come doveva.
Ma in lui cresceva il nervoso. Passò il cancello, chiuse la macchina in
garage e andò a stendersi nell'erba alta, nel piccolo giardino
dell'ingresso. Lì sdraiato tirò fuori le sigarette e se ne mise una in bocca,
poi cercò l'accendino ma in tasca trovò solo la lettera della facoltà di
Tokyo. Rimase a fissare la pagina immacolata. Suo padre avrebbe
fatto i salti di gioia. Di certo l'avrebbe spinto a fare
Giurisprudenza. Fesserie. Scosse il capo, accartocciò la lettera e dopo
averne fatto una pallottola la lanciò via, a caso. L'accendino fece una
scintilla mentre la sigaretta iniziava a consumarsi, al primo tiro. -
Dovresti smetterla di fumare.- Hisashi non dovette neanche alzare gli
occhi. Immobile, restò tranquillo quando un tizio si sedette accanto a lui
con la lettera accartocciata. La lesse e sogghignò. - Me l'aspettavo.-
disse Akira Sendoh, buttandosi a fianco la sacca e la canna da pesca. -
Appena tornato?- gli chiese Hisashi, senza staccare gli occhi dal cielo
stellato. - Già.- - Preso qualcosa?- - Ti sembrerà strano ma mi sono
scappati tutti.- - Però. Che t'è preso Sanpei?- - Lascia perdere, non era
giornata.- Akira si sdraiò al suo fianco - E così ti hanno accettato alla H.K.
eh?- - Così pare.- Il porcospino sorrise ancora, sentendo il suo
tono. - Hisa...Hisa...cos'è che vuoi davvero?- - Se lo sapessi starei qua
a farmi le seghe secondo te?- - Il problema è che di seghe te ne fai troppe.
Anche in senso non letterale visto che pure Junko ha le finali.- - Ahah, che
ridere.- Mitsui gli scoccò un'occhiataccia - Sei venuto per farmi l'ennesima
paternale papà?- - A dire la verità per farmi un bicchiere. Hai qualcosa di
forte in casa?- - Del cianuro ti va bene?- - Fino a quando c'è tempo per
l'iscrizione?- glissò Sendoh. - Fine ottobre.- - Allora dammi retta.-
sospirò il porcospino - Una volta preso il diploma e finito il campionato a
Tokyo, prenditi un mese. Ma non spaccarti la testa. La risposta prima o poi
verrà da sola. E non preoccuparti per Kay. Lui è forte, è un grande...saprà
cavarsela da solo.- - Già. Da un adolescente manesco e in crisi a una
mocciosa urlante.- frecciò Hisashi - Bel salto di qualità.- - Ho capito, oggi
non è proprio giornata.- Akira lasciò perdere, tirandolo in piedi e seguendolo
in casa - Allora? Me le hai portate le foto del ritiro o no?- - Ah, sono in
macchina. Tieni.- e gli lanciò le chiavi - Prendile, intanto ti verso qualcosa.
Sakè va bene?- - Si, perfetto. Arrivo subito. E devi anche farmi vedere bene
lo scarabocchio sul collo.- - Ma che scarabocchio, imbecille. E poi non
fraternizzo col nemico!- - Che c'è, gli uomini non ti vanno più bene?- Ma
per tutta risposta Sendoh si prese la porta di casa sul muso, ridendo come suo
solito. Poco più tardi era svaccato sul divano del salotto, foto nella mano
sinistra, bicchierino nella destra. E cavolo se bruciava quel sakè! Hisashi
era seduto davanti a lui, sull'altro divano, le gambe lunghe sul tavolino di
mezzo. - Avevi bisogno di svagarti eh?- gli chiese all'improvviso. Akira,
silenziosamente, alzò gli occhi su di lui. Annuì, senza perdere il suo dolce
sorriso. - Taoka si aspetta molto. È un po' più isterico del solito.- - E
tua madre?- Sendoh stavolta sorrise di cuore - E' in via di guarigione.- -
Sono contento.- e anche a Mitsui scappò forse il primo leggero ghigno della
giornata. Akira, nonostante l'aria superficiale e scanzonata, era una di quelle
persone come Hanamichi che sapevano entrare in una stanza buia e illuminarla
completamente. Da principio Hisashi non dava mai confidenza a nessuno ma Sendoh
era bravo e simpatico, sensibile e altruista e non rompeva mai le palle a
nessuno, cosa che la guardia apprezzava moltissimo. Peccato per le sue
manie. - Però...Junko col bikini è la mia dea del sesso! Posso fare un
duplicato di questa foto?- - Ti duplico un calcio in faccia se non la smetti.
Hentai di un porcospino.- - Ha parlato.- ghignò la perla del Ryonan - Il nome
Anima Ardente da che campo arriva? Solo quello da basket?- - Sparati.-
Hisashi scosse il capo, divertito senza volerlo ammettere. Già, Akira a volte
era l'unico a rimetterlo al mondo. Strano davvero. - Quattro giorni e ci
saranno le finali.- bofonchiò, poggiandosi col gomito sul bracciolo del
divano. - Già.- Sendoh si fece diabolico - Pronto a perdere?- - Sta zitto.
Avete vinto col Kainan per il rotto della cuffia.- - Ha parlato. Avete vinto
all'ultimo minuto perché hai infilato per caso due triple. Se ci fosse stato Jin
e Maki non fosse stato così stanco per la partita contro lo Shikuda e Takeru vi
avrebbe steso.- - Infilato per caso? Non ce n'è migliori di me.- - Hai
ragione Mr Modestia.- frecciò Sendoh - Ma contro di me non ce la farai a fare
neanche nove punti.- - Contro di te?- Mitsui alzò il sopracciglio, curioso -
Mi marcherai tu?- - Diciamo che ho chiesto io l'onore.- - Wow.- ironizzò
la guardia - Poveretto, non farai un passo.- - Se, continua a sognare.- -
Credevo che avessi ancora dei conti in sospeso col nostro volpino.- -
Infatti. Vedrò di giostrarmi meglio voi due perdenti.- - Oddio...aspetta che
apro le finestre, stanno volando un po' troppe cazzate!- Se non altro la
serata finì leggera. Molto meglio di com'era cominciata...e Mitsui si addormentò
leggermente più sereno di come si era svegliato. Sulla scrivania però restava
quell'iscrizione all'università. Già, prima o poi avrebbe dovuto
decidersi.
Il lunedì, si sapeva, era una giornata orrida per tutti ma
quando entrarono allo Shohoku, Hana e Kaede rimasero un attimo spiazzati. Tutte
le macchine dei professori nel parcheggio erano state bersagliate da
mattoni. - Porca puttana...- il rossino era sconvolto - Meno male che ci
siamo fatti due passi Kit.- - Hn.- il moro però non perse tempo a guardarsi
attorno, spinse il tensai dietro al muretto d'ingresso appena in tempo prima che
un altro bolide li prendesse in faccia. Contemporaneamente gli studenti che
stavano arrivando si abbassarono di volata, mettendosi a urlare per lo
spavento. - Ma cos'ha quel maledetto, una catapulta?- sbraitò la Kurata,
dall'altra parte del muro. - Così pare.- Nanaka, alle sue spalle, spiò
leggermente ma a quanto pareva non era finita. Seguì un'altra pioggia di
sassi che fecero saltare l'allarme della BMW di Yoshikawa poi, proprio davanti
all'ingresso, cadde un fumogeno dell'alto e dopo una piccola esplosione seguita
da una nuvola di fumo, tornò tutto tranquillo. Gli studenti non si sognarono
neanche di mettersi subito in piedi, così aspettarono qualche minuto, giusto in
tempo per sentire le strilla del vicepreside e dagli altri insegnanti dalla sala
professori al piano terra. - Dio santo...- La volpe e il tensai si
volsero, sentendo arrivare Mito e l'Armata. - Bel casino.- mugugnò Noma,
sconvolto - Ma chi è stato?- - L'Oni.- Hanamichi alzò le spalle - State
bassi, non sappiamo se ha smesso davvero.- - Porca miseria.- Okuso attaccò a
ridere come un matto - Guardate quanto ha fatto di danno alla macchina del
pelatino!- - Mamma, stavolta Yoshikawa non la prenderà bene!- rincarò
Takamiya, già attaccato all'ultima ciambella del pacco che si era comprato per
bento - Comunque la matricola è bella nevrotica eh?- - Già. Manabe andrà in
visibilio.- cinguettò Yohei - Spero solo che Akagi e gli altri non siano venuti
in macchina.- - Il Gori no ma...- Hana fece una smorfia, mettendosi le mani
in faccia - Oh no! Aota!- Manco a dirlo, l'Oni aveva preso in pieno con tre
sassate la macchina sgangherata del capitano del club di judo. E ora Aota era in
preda a una violenta crisi isterica, seguita da minacce di morte di ogni
tipo. Decisamente il piccoletto non aveva preso bene l'esclusione dei suoi
amici dalle finali. Più tardi, in palestra, Rei Manabe entrò sul parquet con
un sorriso luminoso alla Sendoh che fece scuotere il capo a tutti i suoi
senpai. - Non so chi sia più matto. Se Tomigaoka o lui.- sbuffò Nobu,
ridacchiando. - Mi stupisce di più che lo Shikuda non abbia fatto retate dopo
la sconfitta totale.- disse Miyagi, seduto in panchina a legarsi le scarpe - Gli
scherzi del moccioso possono essere seccanti ma quelli sono vendicativi da
matti.- - Già, Hanamichi gli ha cambiato i connotati.- disse Yasuda
preoccupato. - E se ci combinassero qualcosa mercoledì sera?- alitò
Shiozaki. - Bhè, Rukawa non ha un'altra casa da bruciare.- frecciò il
rossino, arrivando dagli spogliatoi in quel momento - Possiamo sempre chiuderci
tutti in hotel.- - Non pensate di esagerare?- fece Kogure - In fondo ormai
sono fuori.- - Per gente come quella l'orgoglio viene prima di tutto.- disse
Mitsui, arrivando alle spalle dell'ala grande - Se vogliono finire la faccenda
lo faranno mercoledì. Ne sono sicuro. L'idea di Hana di chiuderci da qualche
parte non è da scartare.- - Si ma dove andiamo? In un Love Hotel?- Miyagi
scosse il capo - Dobbiamo trovarci un posto vicino alla palestra.- - Perché
non qui?- La truppa si girò verso il Gorilla, allibita. - Come?-
riecheggiò Kogure - Takenori intendi...qui in palestra?- -
Precisamente.- - Ma...ma...- Hana sembrava andato in palla - E per dormire,
mangiare...la tv!- - Per dormire useremo dei sacchi a pelo, abbiamo le docce
degli spogliatoi e la mensa. E non so se ve lo ricordate idioti, ma domani e
mercoledì c'è festa nazionale. Niente scuola.- - Già, è vero!- annuì Nobu -
E' Tanabata*!- - Addio sbronza.- sibilò Mitsui fra i denti. - Quindi vuoi
davvero farli fermare qua?- Ayako sorrideva di quell'idea bislacca ma geniale -
Di certo non vedendovi in giro e neanche a casa penseranno che vi siete di nuovo
cacciati in ritiro da qualche parte. Sempre ammesso, certo, che vogliano davvero
vendicarsi!- - Fermi un secondo!- sbottò Raim con un ghigno perverso - Voi
matti volete fermarvi qui da soli, giusto?- - Ahah.- fecero tutti in
coro. - Bene. E chi cucina?- Silenzio. Tutti gli occhi si puntarono su una
sola persona. - Cosa?! COL CAZZO! Non sono la vostra cuoca, arrangiatevi!-
scandì Sakuragi incazzoso - Già mi tenete chiuso qua dentro con Tanabata alle
porte e dovrei anche cucinarvi la cena? Siete fuori di testa. Anche Mitchy sa
cucinare poi!- - Due cose in croce.- borbottò la guardia. - Sentite, non
possiamo prima parlarne con Anzai?- soffiò Kaede serafico, appoggiato al muro di
spalle. - Già, magari non ci darà il permesso.- disse Yasuda. - Si ma
siamo arrivati fin qua, non possiamo farci fregare all'ultimo minuto dalla
vendetta di quei bastardi.- sentenziò Ryota - Senza contare che quell'Oni
maledetto continua a fare queste stronzate! Se ci prendeva in testa con quei
mattoni saremmo finiti all'ospedale con la scatola cranica bucata!- - Che c'è
tappo, ti vedi ancora il cane morto nell'armadietto vero?- insinuò Mitsui. -
Ma guarda un po' tu Hisa!- - Ok...io però devo andare a vedere la finale di
Junko domani sera.- scandì Hisashi deciso - E' al palazzetto e se non ci vado
Nanaka mi terrà il muso per giorni, senza contare che ormai la mia ragazza la
vedo solo col binocolo. E questo anche grazie a te, Gorilla!- - Se, se.-
Akagi agitò una mano con noncuranza - D'accordo, ne parliamo con Anzai, poi
prendiamo armi e sacchi a pelo e ci chiudiamo qua. Se stiamo attenti a non farci
vedere andrà tutto liscio.- - E scusate...- cinguettò Rei - Già che ci siamo
e domani è Tanabata...non possiamo andare tutti al tempio?- - Si, a pregare
di restare vivi.- sibilò Rukawa lugubremente. - E a scrivere i desideri, è
vero!- disse anche Ayako - Sembra passata una vita dall'ultima volta che
l'abbiamo fatto tutti insieme. Possiamo uscire domani sera per andare alla
partita delle ragazze e poi andare al tempio.- - Contro chi giocano poi?-
chiese Hana. - Masuda.- sogghignò Raim - La seconda in classifica dopo di
loro.- - Mi sa che ce le ritroveremo a Tokyo con noi.- sorrise Ryota - Bhè,
se non altro tutti in gruppo saremo un po' meno attaccabili in mezzo alla
folla.- - A meno che non ci lancino di nuovo addosso dei molotov nel
parcheggio.- insinuò Akagi velenoso - Comunque basta perder tempo. Abbiamo tre
giorni per prepararci e perfezionare gli schemi di Miyagi, quindi diamoci sotto.
E tu,- sbraitò puntando il dito sul naso di Hana - vedi d'imparare a fare quei
dannati tiri in sospensione all'indietro!- - Ehi, l'altra volta è stato
perfetto!- - Solo perché Rukawa in chissà quale impeto di umanità di ha
salvato il coccige.- gli ricordò Hisashi con sarcasmo. - Ahah, semplice!
Anche la volpe ha capito che sono più forte di lui e vi servo per vincere di
nuovo il campionato!- - Do'aho. Servi solo a far casino.- - Baka kitsune,
anche tu mi hai detto che era un bel tiro!- - Si, un bel tiro fatto da un
principiante. Non da un fesso di diciott'anni!- - Basta mi hai rotto! Attento
a dove dormirai, potresti non risvegliarti la mattina dopo!- -
Do'aho.- Arrivato Anzai verso le quattro e mezza, dopo aver rischiato pure
lui di venire investito da uno scooter in corsa in mezzo al cortile dove già
c'era qualche lapide sparsa qua e là, gli raccontarono delle loro intenzioni e
il mister non ebbe nulla da obiettare. Da qualche tempo sembrava avere piena
fiducia in tutti campi per i suoi giocatori. Mah! La sera stessa,
sbaraccata la scuola per i giorni di vacanza, i ragazzi andarono alle loro tane,
fecero la borsa e presero il sacco a pelo e tornarono alla fida palestra dove li
aspettava un capitano che era più che intenzionato a farli morire di
allenamento. Lo capirono quando si ritrovarono in mensa, con Hana e Mitsui
incazzati neri, ai fornelli. - Mettetevi i grembiuli, così non vi sporcate.-
cinguettò Miyagi, seduto sul bancone. - Tappo, se non vuoi che ti metta la
stricnina nel ramen vedi di tacere!- sbraitò l'ala grande, già abbastanza
incazzata di suo - Preparate quel fottuto tavolo!- - E Dio santo. Che nervi
che gli sono montati.- ghignò il Gorilla, sentendolo sbraitare dall'ingresso -
Kogure, come siamo messi con le chiavi?- - Ho chiuso tutto. Tranquillo
Takenori.- sorrise il quattrocchi, raggiungendolo - Qui come va?- - Le cuoche
si lamentano.- - Vaffanculo Gorilla!- ringhiò Hisashi, sentendolo anche da
lì. Cenarono in una sostanziale tranquillità, con le solite grane fra
Sakuragi e Rukawa e il fanatismo di Rei. Manabe infatti era più che convinto
che l'Oni avrebbe tentato qualcosa durante le vacanze. E stavolta l'avrebbe
beccato! Ne era sicuro! - Stai diventando paranoico.- gli disse Nobu, mentre
se ne stavano abbarbicati alla tavola come barboni, lanciandosi piatti,
bicchieri e le bacchette negli occhi - Tomigaoka è fuori di testa, lo sai. Non
metterti contro quello, che ottieni eh?- - Lo voglio beccare, punto e basta!-
scandì Rei serio. - Invece di pensare all'uccellino, prendiamo i falchi.-
sbuffò Ryota - Quelli dello Shikuda non mollano.- - Mica verranno qua, dai.
Andranno come al solito sotto casa, romperanno le palle ai vicini, Mito a casa
mia si divertirà a prenderli a secchiate di vernice e basta. Fine della storia.-
ringhiò il tensai - Diamoci un taglio.- - Do'aho. Sei stato tu a rompere per
primo per chiuderci qui.- gli ricordò Kaede. - Solo per metterti il veleno
nel piatto, kitsune.- - Idioti. È una faccenda seria.- li zittì Akagi - Fino
a giovedì, occhio a quello che facciamo.- - Come no.- insinuò Mitsui -
Qualcuno vuole della birra?- - E piano con l'alcool!- tuonò il Gorilla,
spettinandoli tutti - Non siamo in ritiro. Fra due giorni abbiamo la partita più
importante di tutte! Se vi pesco a bere e a fumare vi massacro!- - Certo
mamma chioccia.- sbuffò la guardia - Ok, niente pippe ragazzi. Mi spiace.- - Ma
sparati Mitsui!- Comunque le idee pessimistiche di Rei non erano poi così
infondate. Erano circa le due di notte e lo Shohoku dormiva in palestra fra
materassini e sacchi a pelo, anche lì tutti rannicchiati gli uni sugli altri,
con conseguenti pugni e calci nella schiena, quando Hana si svegliò di
botto. Quell'idiota di Miyagi
gli aveva ficcato una ginocchiata nelle costole. Di seguito aveva rifilato anche
una gomitata in fronte a Mitchy, che però aveva bestemmiato e si era rimesso a
dormire. No, dai! Avevano vent'anni per gamba tutti quanti, non era più tempo
di fare i cretini! Fece per andare in bagno a prendersi un bicchiere d'acqua,
cercando di non svegliare Rukawa, o altrimenti sarebbe morto seduta stante,
quando l'ennesima follia lo bloccò a metà strada. Nooo...da non
credersi! Rei era seduto sulla finestra, binocolo nelle orbite, gomma in
bocca e isteria al limite. - Ma che cazzo fai?- mugugnò Hana, terrorizzandolo
a morte - Rei sono le due! E poi è buio pesto, che pretendi di vedere? Cosa
cerchi?- - Senpai, è un binocolo a infrarossi.- fu l'illuminante risposta,
cinguettata dalla voce giuliva della matricola. Eccolo. Aveva raggiunto
l'apoteosi. Già. Si grattò la zazzera rossa, scuotendo la testa. - Rei,
dimmi la verità...di cosa ti fai?- Non fece in tempo a sentire la risposta
che il rombo di alcune moto fece ghiacciare il rossino. Le luci dei loro fari
danzarono sulle pareti della palestra. - Senpai...- Manabe deglutì a vuoto -
Una decina di moto sono ferme davanti al cancello.- Hana gli prese il
binocolo e veloce come il vento osservò la scena. Merda, stavano
scavalcando. - Rei. Fai in modo che non accendano le luci. E svegliamoli
pianissimo. Dopo ci nascondiamo e vediamo che fanno.- - Ok... ma chi lo
sveglia il senpai Rukawa?- - Affanculo Kaede!- sibilò Hanamichi e detto fatto
si mossero alla velocità della luce. Svegliarono tutti in silenzio, proprio
mentre i passi si avvicinavano. Fecero sparire i sacchi a pelo nello sgabuzzino,
le riserve imboscarono i materassini e fecero appena in tempo ad andare a
chiudersi nello spogliatoio interno alla scuola che dava sul muro della
palestra, prima che i teppisti entrassero sul parquet, dalle porte del
cortile. Avevano le chiavi. Anche la nuova copia che Anzai aveva fatto fare
dopo la rissa di novembre! - Nessun fiato.- sussurrò Mitsui, il dito posato
sulle labbra. Anche Miyagi appoggiò il capo alla parete. Li sentiva ridere e
trafficare. - Che cazzo fanno?- sibilò il volpino nervoso per essere stato
svegliato malamente. - Non so...è difficile dirlo. Ma sembra...ehi, questo
non è il rumore del mio armadietto?- bofonchiò Hana. Il suo degli spogliatoi
interni alla palestra infatti aveva un cigolio tutto particolare, forse dato dal
fatto di aver preso troppi calci e testate. Se l'avevano aperto... Passarono
dieci minuti, poi una risata inconfondibile irruppe nel corridoio, insieme alla
luce delle torce. - Ahah...stavolta li abbiamo fregati quei bastardi!- -
Sei veramente perfido Yuya...allora, fra quanto devo chiamare la polizia?- -
Un'ora direi. E poi lo Shohoku potrà dire addio alla finale!- Era Yuya Takeshi
dello Shikuda. Attesero che se ne fossero andati, attesero il suono delle
moto e le loro sgommate, poi uscirono. Tornarono in palestra ma non erano
stati fatti danni, quindi andarono negli spogliatoi interni. Accesa la luce,
non videro segni particolari. Niente di rotto, nessun casino o atto
vandalico. - Ma che cazzo volevano, si può sapere?- sbuffò perfino Kogure, perdendo
la pazienza. - Ah grande quattrocchi! Lo sapevo che eri di questo mondo!-
cinguettò Hana, dandogli una pacca in spalla. - Avanti, guardate dappertutto.
Nelle docce, sotto le panche, ovunque!- ordinò Akagi - Devono aver combinato
qualcosa per cui chiamare la polizia fra un'ora. Siamo in pista ormai.- - E
parlando di piste...- La voce flautata di Kaede bloccò tutti. Il volpino
aveva messo la mano nell'armadietto e ne aveva tirato fuori un pacchetto
squadrato, incartato in un solido rivestimento trasparente e chiuso con lo
scotch. Dentro della polvere bianca. - Quanti anni sono per un chilo di
droga ad armadietto?- fece Kaede sarcastico. Gli altri erano diventati quasi
cianotici. - Oddio.- Kogure cominciava a sentirsi male - Ma è
davvero...- - Non credo sia zucchero filato.- sibilò Mitsui, tirando fuori un
pacchetto anche dal suo armadietto - Chi altro ne ha uno?- - Io.- dissero
Miyagi, Yasuda, Seiichi e il tensai in coro. - Cazzo, cazzo!- sbraitò il
Gorilla - Che diavolo facciamo adesso?- - Dobbiamo andare alla polizia!-
alitò il vice capitano - E' l'unico modo per...- - Per cosa?- lo interruppe
Hisashi sconvolto - Farci sbattere in cella e buttare nella merda la finale! No,
scordatelo Kiminobu! Quest'affare lo risolviamo ora!- - Ma ti rendi conto di
quello che dici? È droga!- - Me ne sbatto altamente le palle, non andrò in
questura con sei pacchi da due chili ciascuno di coca chiaro?- ringhiò la
guardia - Primo perché finiremmo nei guai sul serio e secondo perché...- si
morse le labbra, scuotendo la testa - Vi creerei problemi se ci fossi anch'io,
quindi risolviamo la faccenda adesso.- Akagi lo fissò ma non disse
nulla. - Ne riparleremo di questa storia.- gli disse serio - Comunque sono
d'accordo con te. Ci hanno incastrato e non intendo farmi fregare le finale.
Abbiamo un'ora di tempo, spremete le meningi.- - Scarichiamola nel cesso.-
disse Hana - E poi filiamo via. Per stanotte dormiremo da un'altra parte.- -
E dove? Non possiamo tornare a casa!- sbottò Shiozaki. - Una cosa alla volta
cazzo!- sbraitò Sakuragi - Forza, facciamo sparire questa porcheria. Voi intanto
cercate ancora, nel caso ce ne sia altra. Poi mentre noi mettiamo via questa,
andate di là e raccogliete la nostra roba. Se la polizia non trova nulla, non
verranno neanche a casa nostra. La prenderanno per una bravata di qualche
idiota.- - Non possiamo fare altro.- annuì Ryota - Su, veloci
forza!- Scattò una lotta contro al tempo e anche una rabbia sorda verso quei
bastardi. Altro che atleti! Quelli erano da mandare in galera! In mezz'ora
se la sbrigarono, poi passando nei corridoi attenti a ogni minimo rumore, si
ritrovarono nell'ingresso sul retro del loro liceo. Avevano nascosto lì macchine
e moto e proprio mentre stavano per sbattere la testa al muro, non sapendo dove
andare, Kaede imprecò e tirò fuori il cellulare. La soluzione era una sola
ormai. Non poteva tornare a casa, né andare da Raim, al Golden o da
amici. Doveva chiamare lui...e ingoiare il suo orgoglio.
Kenjin
Rukawa, alle tre e mezza di notte, uscì dal pub in cui era andato a bere insieme
ad alcuni amici e s'infilò in macchina. Tornò a casa, tanto non c'era nessuno, i
suoi come al solito erano usciti con i rispettivi cicisbei, e prese un pazzo di
chiavi dalla credenza. Rimessosi in macchina, guidò per mezza città fino a
raggiungere il quartiere di Norio. In una via piccola e stretta, dove c'erano
i segnali dei lavori in corso, vide finalmente suo cugino. Frenò e spense il
motore, scendendo con un blando sorriso sul volto. - Ehilà. Sani e salvi?-
- Hn.- mugugnò Kaede, staccandosi dal muro - Hai le chiavi?- - Eccole.-
Kenjin gliele lanciò e il cugino le prese al volo, senza neanche guardarle - Mi
raccomando, non fate casino. Se i vicini vi pescano penseranno a dei
fantasmi.- - E' solo per stanotte.- gli chiarì la volpe. - Per me potete
starci quanto volete. Papà ha smesso di cercare compratori per quella casa.-
Kenjin levò le spalle - Ma voi...tutto bene davvero? Qualcuno è finito di nuovo
all'ospedale?- - No.- disse Rukawa, lapidario. - Ok.- l'altro, intimidito,
tornò sui suoi passi - Allora...bhè, buona notte. Verrò a vedere la
finale.- - Hn. Fa come vuoi.- Kaede lo vide accennare un saluto ma prima che
aprisse la portiera e se ne andasse, il volpino sentì la persistente voce di
Hana fargli la predica nella testa. "Tratta meglio le persone Kit!" -
Kenjin.- - Si?- -...Grazie.- Suo cugino sorrise e senza dire altro se
ne andò. Bene. Kaede lanciò le chiavi in aria e le riprese. Era ora di
tornare a nanna. In mezzo a tante villette a schiera, c'era una casetta un
po' malandata con i muri sbiaditi. Lo Shohoku si era fermato lì davanti e quando
Rukawa tornò con le chiavi, tutti lo seguirono docilmente e senza far
rumore. - Ehi volpe...- lo richiamò Miyagi, mentre trafficava con la
serratura - Mi spieghi come fai ad avere le chiavi?- - Mio zio vende,
ristruttura e compra case.- sibilò gelido, aprendo la porta. - Però.- fischiò
Rei a bassa voce - Bel lavoro. Chissà come rende.- - Meglio morto di fame che
testa di cazzo come lui.- sindacò Kaede, sempre più tetro. - Recepito.
Terreno minato.- sospirò la matricola. Tempo dieci minuti e si buttarono
tutti un po' ovunque. C'era un salotto dal soffitto basso, abbastanza largo,
ricoperto di moquette panna molto elegante, una stanza per gli ospiti ingombra
di armadi pieni di futon, una stanza matrimoniale e due bagni. Per una notte se
la sarebbero cavata alla grande. Qualcuno però proprio non riusciva a
dormire. Hanamichi stesso se ne stupì. Non era da lui non impiombarsi dopo
una giornata tanto frenetica ma la faccenda di quella coca negli armadietti gli
aveva quasi fatto venire la seria voglia di uccidere qualcuno. E non per
scherzo. Quella finale era tutto quello per cui quell'anno avevano lavorato
tanto sodo e il pensiero che fossero quasi riusciti a mandargliela in fumo lo
faceva ribollire. Andò sul retro, dove c'era una specie di piccola veranda e
attaccatosi alla ringhiera, imprecò fra i denti. Una risata leggera e una
debole striscia i fumo gli fecero capire che non era solo. - Che fai qua
fuori?- borbottò il rossino. - M'è passato il sonno.- rispose Hisashi,
sarcastico, seduto su una sedia con le gambe lunghe sulla ringhiera. Come lo
capiva. Senza contare quello che avevano rischiato poi mettendo nei guai anche i
loro compagni minorenni. In effetti però doveva ammettere che Rei e Nobu non
avevano fatto una piega. Forse a casa avevano raccontato qualche palla, forse
erano più disincantati di quello che sembravano...ma così venivano su davvero in
maniera selvaggia! Rispostò lo sguardo nocciola sulla guardia e sebbene
apprezzasse Mitsui perché non era invadente e non aveva mai preteso di farsi i
cazzi altrui, Hana non era una di quelle persone che passavano sulle cose
importanti. E Mitsui se ne accorse. Sorrise brevemente, ciccando a
terra. - Credevo che fra tante cazzate, quella di farti fosse l'ultima che
avresti mai concepito.- gli disse il tensai, appoggiandosi coi fianchi al
parapetto. Incrociò le braccia, attendendo una risposta. Lui non era come
Kaede. Purtroppo non riusciva ad ascoltare e basta. Era nella sua natura
preoccuparsi e anche incazzarsi a morte se un amico se ne usciva con simili
dichiarazioni. Il tono di Hana era serio, secco...deluso e
preoccupato. Hisashi lo capiva. Per tanto tempo aveva deluso se stesso in
mille modi. - Avevo diciassette anni.- mormorò, dando un tiro alla sigaretta
e fissando il vuoto, tornando a quella notte che cercava spesso di dimenticare -
Ero uscito con Ryu. A quel tempo non mi aveva ancora fatto saltare i nervi. Era
presto, andammo in un pub. Pochi giorni prima aveva avuto l'intervento al
menisco, il dottore mi aveva detto di non camminare ma ignorai gli ordini,
sicuro com'ero che tanto ormai non avrei più potuto giocare. Anzi...se devo
essere sincero non me ne fregava più di niente ormai. Solo che...in quel pub
trovai la squadra. Li vidi al bancone appena entrato e ti posso assicurare che
mi piantai nell'ingresso. Ricordo che sentivo uno strano formicolio ovunque.
Stavano ridendo. Akagi e Kogure dovevano aver vinto la prima partita delle
eliminatorie...erano contenti.- - E tu?- Hana lo fissò, angosciato,
desolato. Hisashi a volte era come Kaede. In faccia non riuscivi a leggergli
nulla. - Io rimasi ancora un secondo e poi me ne andai.- rispose la guardia,
restando a guardare la sera buia - Con Ryu c'incontrammo con Tetsuo e gli altri,
nel quartiere di Harashi. Facevano bracciolino, correvano con le moto, si
scontravano con le bande rivali...poi un tizio che ora neanche saprei più dirti
come si chiama mi passò una birra e delle pastiglie di ecstasy.- Sakuragi
rabbrividì. Parlava come se niente lo riguardasse. Nessun fremito nella voce,
nessuna emozione. - Ne ho mandata giù una.- Mitsui
serrò la mascella, quasi ghignando - Idiota...pensavo "Ma si, cosa vuoi che
mi faccia? Per una, una volta tanto...magari neanche mi farà effetto. E
poi...già e poi me lo merito un po' di stacco dalla merda della mia vita
no?"
E già...- scosse di nuovo il capo, con
sprezzo - A quel tempo credevo che tutto mi fosse dovuto visto quello che avevo
perso. Così buttai giù quella pastiglietta, come ti ho detto pensando che non ci
fosse nulla di male. Tempo mezz'ora e non capivo più un cazzo. La polizia arrivò
pochi minuti dopo, fece una retata e mi sono salvato da un analisi del sangue
solo perché Tetsuo ha sfasciato delle macchine nel parcheggio vicino,
attirandoseli tutti addosso e permettendomi di darmela a gambe. Sono tornato a
casa e ho vomitato l'anima.- Lo vide passarsi una mano fra i capelli,
lisciarsi la pelle tirata del viso. - Sempre passata una vita, vero?- gli
disse. Mitsui annuì. - Già.- - E cos'è successo?- - In casa mi sono guardato
allo specchio.- ghignò, ancora pieno di disgusto - Non so dirti bene cosa sia
capitato ma forse sono troppo orgoglioso perfino per autodistruggermi
totalmente. Mi sono visto in quello stato e la rabbia verso il basket mi è
sembrata troppo, anche per ridurmi a un drogato. Da quel momento ho continuato a
fare stronzate ma non ho mai più toccato della droga in vita mia. Mi sono
spaventato troppo...di quello che ero e di quello in cui avrei potuto
ridurmi.- Mitsui allora tacque, socchiudendo gli occhi. Era davvero molto
lontano quel ragazzo di diciassette anni. Sembrava non essere mai nemmeno
esistito. Ma forse era ancora lì, da qualche parte. Cercò le sigarette in
tasca e se ne accese una, osservando appena la fiammella che dondolava davanti
ai suoi occhi. - Deluso?- chiese a bassa voce, voltandosi poi verso
Hana. Il tensai tacque, restando a guardarlo senza muovere un passo o aprire
bocca. Aveva sempre saputo che Mitchy non era un santo ma l'aveva capito alla
fine del primo anno, quando si era infortunato alla schiena. Faceva male. Un
male atroce. Mitsui era sempre stato un campione fin dai fondamentali...e
perdere tutto... Abbassò lo sguardo sul pavimento di legno della veranda, non
riuscendo a trovare nemmeno una parola. Con che diritto poteva anche solo
pensare di mettersi sul suo stesso piano? - Sono solo triste.- disse allora,
sospirando. Hisashi sorrise, espirando il fumo. Da uno come lui, non ci si
poteva aspettare risposta più sincera e semplice. - Vai a dormire,- gli
consigliò - domani il Gorilla ti metterà sotto.- - Ok.- Hana si staccò dalla
ringhiera e passandogli accanto non resistette, dandogli una pacca sulla spalla
- Notte teppista.- - Notte mezza sega.- rispose la guardia, con un ghigno
leggero.
Il giorno dopo Anzai era già stato informato dello scherzo ai
danni della sua squadra di basket. Alcuni poliziotti andarono a casa sua per
fargli qualche domanda ma, visto che non avevano trovato nulla, si limitarono a
dirgli che avrebbero considerato la cosa come uno scherzo di cattivo
gusto. Il Buddha non fece commenti e poi i poliziotti se ne andarono. Anche
il preside era stato informato e oltre aver tirato quattro bestemmie nella
cornetta visto che quelli della questura avevano osato chiamarlo alle sei e
mezza di mattina quando lui si stava preparando ad andare a letto, aveva anche
imprecato contro quelle teste calde di giocatori. Altri ad avere il dente
avvelenato furono quelli dello Shikuda. Quando comprarono il giornale e
videro che non c'era nessuna notizia riguardo alla loro perfida idee, andarono
su tutte le furie. Taoka, che venne informato della faccenda quel pomeriggio
stesso dai suoi giocatori, quasi tirò giù l'apocalisse. Se quei mentecatti
dello Shohoku si fossero messi nei guai sarebbe andato personalmente in galera e
la finale gliel'avrebbe fatta giocare fra le sbarre e poche storie! - Coach,
stia calmo su!- cercò di placarlo Aida, vista la vena che stava per esplodergli
sulla fronte - I ragazzi dello Shohoku sono in gamba, se si sono salvati ieri
sera vuol dire è che destino no?- - Ah bel destino.- frecciò Fukuda, svaccato
in panchina - Quelli dello Shikuda non molleranno fino a giovedì sera.- -
Akagi e gli altri sono furbi, ricordiamocelo.- scandì Uozumi, inginocchiato ad
allacciarsi le scarpe - Non perdete tempo a pensare alle loro ossa. Pensate a
come fermare il loro gioco.- - Appunto, mettetevi sotto. Subito! Non
m'interessa se ora che abbiamo battuto il Kainan prendiamo ufficialmente il loro
posto ai campionati nazionali! Voglio che battiate lo Shohoku!- tuonò Taoka
furibondo - E dove diavolo è Sendoh, si può sapere?!- Ma naturalmente il
porcospino era in ritardo. Arrivò cinque minuti più tardi e vista l'aria che
tirava, non aprì bocca quando il mister gli tirò dietro mezza palestra. Si
allenarono sperando che a Taoka non partisse un embolo e poi durante la pausa
ripassarono la tattica. Che purtroppo per loro non poteva ammettere la minima
sbavatura. - Ragazzi.- Taoka si sedette, incrociando le braccia - Sono
campioni nazionali e li conosciamo ormai. L'anno scorso hanno battuto anche
l'Aiwa, quindi non sarà facile. Avete visto le loro ultime partite, sapete cosa
non possono fare e cosa invece sono in grado di fare.- era serissimo, molto teso
- Quindi...difesa, difesa, difesa. Stancateli, massacrateli, non dovete dar loro
fiato. Non m'importa se Miyagi è il playmaker più veloce della prefettura, non
m'importa se dovrete spomparvi per stargli dietro ma dovete assolutamente
impedirgli di mettere in piedi il suo gioco, sono stato chiaro? Altrimenti
saremo finiti. Se Miyagi infila la quarta, la partita è andata. È persa.- -
Si.- annuì Koshino - Lo marcherò io. Farò tutto il possibile.- - Devi fare
l'impossibile. Hai visto come ha giocato contro Maki? Non una, ma ben due volte
l'ha fregato.- gli disse il coach, serrando le mascelle - E' basso e
palleggiando alla sua altezza fa in modo che vi spezziate la schiena per
fermarlo, inoltre il suo gioco è diventato perfetto, privo di sbavature e in
attacco non riuscite a capire cosa voglia fare fino a quando non passa a quei
quattro dannati. Ditemi, come intendete fare?- - Si può fiaccarlo giocando
sull'altezza.- propose Uozumi tranquillo. - E' un'idea.- annuì Taoka -
Provate tutti gli schemi di tiro, non dev'esserci una maledetta falla perché
quella faina la scoprirà. Intensi? Perfetto. Passiamo ad Akagi. Uozumi, è
compito tuo. E voi vedete di non farvi spaventare da lui sotto canestro. Anche
il Kainan ha fatto questo errore la settimana scorsa e come avete visto hanno
perso con sei punti di scarto.- - Mister...il problema è un altro.- sibilò
Fukuda con un ghigno nervoso - Il problema è che quel maledetto che ha infilato
gli ultimi sei punti l'ha fatto a quasi due metri dalla linea dei tre punti.
Come la mettiamo?- - Ecco la grana seria.- Taoka fissò Sendoh per un secondo,
poi prese la bacchetta e indicò la schema sulla lavagna bianca, al suo fianco -
Dunque, ho rivisto tutte le partite del campionato e solo il Kainan giorni fa ha
provato tutti gli schemi contro Mitsui. Sono andati per sfinimento, con la
difesa a uomo, Takasago che è il mago dei falli invisibili gliene ha fatti
incassare quattro ma Mitsui non ha fatto una piega. È andato avanti imperterrito
a tirare finché ha infilato quei punti.- - Testardo testa di cazzo.- sibilò
Koshino. - Ehi, andateci piano.- lo zittì Uozumi - Quello ha un fucile per
cecchini nel braccio, senza contare che l'ultima tripla l'ha infilata con la
mano sinistra!- - Facciamogli un monumento all'onore allora.- frecciò Ikegami
sarcastico. - La state prendendo troppo sotto gamba.- sussurrò Akira,
pensoso. - Akira, che possiamo fare?- gli disse Koshino - Non possiamo
spezzargli le braccia, faremo come abbiamo sempre fatto. Al terzo anno Ikegami
gli è stato tanto addosso che è svenuto in campo, non ricordi? Bene, basterà
triplicare la difesa su di lui. Basterà deviargli i tiri.- - Certo, come no.-
Sendoh scosse il capo, il tono serafico - Così andiamo a rimbalzo a canestro e
Sakuragi sbarellerà tutti. Se gli date spazio, quello invaderà tutta la metà
campo.- - Altra grana.- s'intromise Taoka stizzoso - Sakuragi e Rukawa.
Sappiamo benissimo che Rukawa è in grado di qualsiasi diavoleria ma l'anno
scorso abbiamo perso perché quell'idiota di una scimmia invadeva l'area e poi
passava ad Akagi e a Mitsui, sfruttando la sua altezza, senza contare che sfido
chiunque di voi a prevedere la prossima cavolata che farà. Quindi ragazzi miei
abbiamo una bella gatta da pelare. Ma siamo arrivati fin qui e non ci faremo più
battere. Vi siete allenati fino a sfinirvi, abbiamo battuto il Kainan e
batteremo lo Shohoku se serriamo in difesa e impediamo a tutti di entrare. Ora,
partiremo con la difesa a uomo per il momento. È l'unica cosa da fare. Uozumi,
tu coprirai Akagi.- - Certo mister.- - Perfetto. Koshino, Miyagi è tutto
tuo.- - Il prendo io Sakuragi coach.- disse Fukuda - Le spiace?- - Basta
che non vi mettiate a fare i pagliacci.- sbuffò l'uomo, scoccandogli un'occhiata
accusatoria - E ora arriviamo a noi. Restano Mitsui e Rukawa.- - Possiamo
provare con lo scambio di marcatura.- borbottò Ikegami - Questo li fermerebbe.
Non credi Akira?- Sendoh annuì, anche se aveva i suoi dubbi che sarebbe
bastato quel semplice espediente a fermare quelle due furie. Bisognava
mettere nel sacco volpe e lupo. Ma come?
- Forza, forza! Il Ryonan ha una
difesa impenetrabile, dovete metterci più impegno!- urlava Ayako alle quattro
del pomeriggio, mentre i ragazzi dello Shohoku stava sputando anima e sangue per
vincere quella finale - Rei alza di più quelle braccia! Dai Kakuta, muovi quelle
gambe!- - Dai Hisa, più veloce!- Raim stava al suo fianco e quasi contava i
minuti che mancavano alla loro finale. Non si era mai sentita tanto tesa, forse
solo per la partita che aspettava quella sera le ragazze della squadra di
pallavolo. Per questo il club di basket si stava spaccando le ossa: volevano
vincere come di certo avrebbero fatto le loro compagne e volevano anche ad
andare ad assistere, per poi godersi una serata di riposo per la festa di
Tanabata. Akagi sotto canestro era diventato King Kong sul serio, altro che
prese in giro e faceva faticare persino Rukawa che ogni tanto doveva passare
indietro, capendo benissimo che non sarebbe riuscito a passarlo. Sembrava che
quella finale fosse diventata un'ossessione...e bhè, a dirla tutta un po' lo
era. Il Gorilla era il loro pilastro e vedendolo così granitico, i ragazzi ne
trassero forza. Hana, Rei, Nobu e le riserve non fecero che tirare per tutto
il giorno, ben sapendo che in una difesa a ragnatela come quella del Ryonan era
importante saper sfruttare ogni postazione. Miyagi invece riguardava i video
della partita in cui il Ryonan aveva battuto Maki, la settimana prima e se
Sendoh fosse stato messo di nuovo in posizione di play non sarebbe stato facile.
Il loro contropiede era diventato imprendibile ma c'era sempre quella difesa
bastardissima. Dovevano avere più resistenza. Quei maledetti di certo
avrebbero puntato sulla tattica di sfinimento. Le sfere da basket schizzavano
ovunque, il loro ritmico rimbombare era l'unica musica che aleggiava per la
palestra. I gemiti e il fiato dei giocatori si era quasi assottigliato, come
per non infrangere quella nenia concentrata e tutti aveva occhi solo per lei, la
palla arancione. Lo stridio delle suole era nulla se paragonato al concerto
nelle loro teste. Avrebbe potuto esplodere una bomba e non se ne sarebbero
accorti. Erano quasi pronti. Si. - Come andiamo?- Akagi divise i
ragazzi in due gruppi mentre Ryota continuava a visionare la cassetta seduto in
panchina. Quando lo raggiunse, vide la sua espressione tesa ma
concentrata. Il play pigiò il tasto pausa del telecomando, sollevando lo
sguardo sul capitano. - Sarà dura.- disse, senza girarci attorno - Taoka è
uno che sa come muovere i suoi giocatori. A quest'ora avrà messo la difesa a
uomo su ognuno di noi e serrato i ranghi in area. Sa che io e Hana sfondiamo
sempre la metà campo e che poi da lì facciamo passaggi, quindi avrà anche
pensato a come fermarci.- - Ti staranno col fiato sul collo.- sibilò Takenori
- Come possiamo fare?- - Ricordi cos'ha fatto Rukawa con lo Shikuda?- gli
disse Ryota, del tutto serio. - Intendi...vuoi fargli prendere il tuo posto
quando sei sotto marcatura?- allibì il Gorilla - Ma...bhè, non che non sia
capace, anzi...ha fatto un'ottima azione ma non credo ne sarà entusiasta.- -
Andiamo, è capace di giocare in qualsiasi ruolo, non prendiamoci in giro.-
replicò il numero sette senza demordere - Purtroppo la situazione è questa.
Serreranno la difesa in modo tale che già alla fine del primo tempo saremo tutti
stanchi. Nobu e Rei sono pronti, Kogure poi ha terminato le postazioni con me ma
vorrei che fosse chiaro che gli schemi mi vengono perfetti coi titolari e basta.
Non possiamo pretendere miracoli dalle matricole.- - E con la difesa a tutto
campo?- fece Ayako corrucciata - Con lo Shikuda ha funzionato.- - Sendoh
prevederà una mossa del genere.- disse Ryota. - Si ma sono forti tutti in
gruppo, sotto Uozumi.- scandì Akagi - Forse si può provare. E tu intanto mettiti
d'accordo con Rukawa e fagli provare qualche passaggio. L'ultima mezzora
lasciala a lui e Sakuragi perché finiscano col loro schema delle ali.- - Già,
mi sa che quella sarà la nostra ultima carta.- annuì la manager. - E Mitsui.-
concluse il play, tornando a vedere la partita del Ryonan - Devo studiarmi
qualcosa per tenergli alla larga gli avvoltoi.- - Noi intanto andiamo a
comprarvi la cena.- gli disse la sua ragazza, mettendosi la tracolla in spalla -
Haruko e Mito ci aspettano qua davanti. Torneremo fra un'oretta.- - Vedete di
non farvi trovare in mezzo a una rissa.- soffiò Raim, salutandoli. Già. Si
sperava sul serio visto che lo scherzetto dello Shikuda non era andato a buon
fine!
Erano le sette e mezza quando crollarono, moribondi. Si fecero
la doccia e si rimisero un po' in carreggiata, poi cenarono e alle nove e mezza
andarono al palazzetto dello sport. Fortunatamente però stavolta la polizia era
stata avvisata da Anzai e una pattuglia rimase a vigilare nel caso qualche altro
spiritoso fosse stato in vena di scherzi. Al palazzetto invece c'era tanta
folla e tanta ressa fa tifosi e giornalisti che i ragazzi quasi non riuscirono a
passare. Non avevano mai visto una finale dei campioni nazionali per sette
anni di fila ma di certo non si sarebbero mai aspettati di vedere metà Kanagawa
in tutta la parte destra della palestra, mentre i tifosi del Masuda nell'ala
sinistra. Il Masuda aveva i colori blu e arancione, lo Shohoku in bianco e
nero. I flash erano accecanti e dire che la partita non era ancora
cominciata. Si stavano scaldando e la loro squadra non sembrava
eccessivamente tesa. Anzi, sembravano molto cariche. Esattamente come le
avversarie con cui avevano giocato un'amichevole al loro liceo. Le loro
compagne però avevano combinato qualcosa alle loro divise. I pantaloncini
neri, la canottiera bianca e sulla schiena, oltre al numero, una specie di
diavolo con gli occhi rossi. I giornalisti apprezzarono molto la trovata e
non la finivano più di scattare foto. - Ragazzi...sembra che stia per
esplodere un incendio.- disse Rei, eccitatissimo. - Già c'è una grande
aspettativa.- annuì Kogure - Le nostre giocatrici vincono da sette anni di fila,
questo sarebbe l'ottavo. Batterle sarebbe una medaglia all'onore per le
avversarie.- - Arrivano tutte più o meno sul metro e ottanta. Ce n'è una di
un metro e ottantacinque!- allibì Nobu. - Da noi le titolari sono Nanaka, che
è un 1.72, la sempai Noda che è 1.75 come la senpai Kurata e la senpai Aizawa.
La senpai Kanzaki invece è 1.74 ma in questo gioco, a differenza del basket, il
santo è nettamente più importante e non dato solo dall'altezza. L'importante è
la sospensione in aria.- sussurrò Raim. - Le altre in campo chi sono?- le
chiese Haruko. - Bhè, una brava alzatrice che era riserva quando c'ero io è
Sakura Sawanoguchi, quarto anno. L'ultima è Asuka, del secondo anno, sta in
difesa.- spiegò la rossa - Hanno un ottimo affiatamento, la senpai Kanzaki e
Nanaka hanno perfino imparato a gestirsi l'attacco con finte e pallonetti e la
nostra difesa è un muro di titanio grazie alla senpai Noda, Kurata e Aizawa. Non
sarà facile ma quelle del Masuda non possono batterle.- - Certo, considerato
che una pallonata di Junko ti regala un soggiorno in traumatologia.- frecciò
Mitsui, osservando la sua ragazza con un sorriso. Lei lo vide e gli strizzò
l'occhio, come per dirgli di non preoccuparsi. Forse la considerava una
passeggiata. La finale di Kanagawa del torneo femminile di pallavolo iniziò
sette minuti più tardi. Dire che fu molto combattuta è dire poco. Fu una
serie continua schiacciate e battute al limite della linea di fondo campo. A
ogni punto della Tanaka o della Kanzaki, tutta la palestra esplodeva in un tifo
da stadio ma il primo tempo, stranamente, venne vinto dal Masuda per soli tre
punti di vantaggio. Il secondo set invece andò allo Shohoku ma nel terzo che
venne fuori la vera anima diabolica di Junko e compari. Sembrava che si
fossero trattenute perché dal fischio dell'ultimo set, iniziò una seria di bombe
verso la metà campo avversaria talmente forte che due ricevitrici dei primi anni
dovettero farsi dare il campo. L'ultimo punto fu di nuovo della
Kanzaki. Fu la Kurata a servirgliela e la bordata che seguì spaccò il muro e
fu tanto veloce da non riuscire neanche ad essere vista. E lo Shohoku vinse di
nuovo. Per l'ottavo anno consecutivo. All'uscita, oltre ad esserci mezzo
liceo, c'era anche una tale fauna giornalistica da far svenire i più grandi
snob. La squadra femminile subì foto e interviste, mollarono il trofeo al
Fuggitivo e poi chi più chi meno cercò di defilarsi. Junko era una di quelle
che riuscì a scollarsi per ultima dai giornalisti e venne ancora subissata di
domande sul suo rapporto con Mitsui. Rispose col sorriso, anche se in realtà
insultò il suo interlocutore e alla fine riuscì a raggiungere la sua
famiglia. Venne abbracciata dai genitori ma pescò quella disgraziata di sua
sorella attaccata alle ginocchia di Hisashi. - Oh, ecco la campionessa.-
frecciò la guardia, prendendosi in spalla Saeko - Stanca?- - Figurati. Ho
solo il braccio che va a fuoco.- soffiò lei in risposta, tirando giù la
sorellina dalla sua schiena - Dai Sae, torna da mamma e papà.- - Tu dove
vai?- cinguettò la bambina. - A festeggiare Tanabata.- rispose sua sorella -
Dai, vai da loro.- - Certo, così eviti di far conoscere Hisa-chan al
papà.- - Ha bevuto troppo caffè, magari un altro giorno.- ghignò Junko - Su,
fila.- - Però, che peste. Come mai avete dieci anni di differenza?- - Mia
madre è rimasta incinta di me a diciotto anni.- replicò la ragazza, scrollando
le spalle - Con Sae se l'è presa comoda.- - Si sono sposati subito i
tuoi?- Junko scosse le spalle - Katsushi non è il mio vero padre. Avevo due
anni quando ha sposato mia madre.- Mitsui tacque, alzando lo sguardo
sull'uomo che ora lo fissava con due finali al posto degli occhi. Sorrise.
Altro che vero padre. Nessun uomo che non fosse un padre avrebbe potuto
guardare così il fidanzato della figlia. - Allora? Andiamo o no?- lo svegliò
la Kanzaki, tirandolo per il braccio - Dai, voglio andare a comprarti un
talismano e a scrivere i desideri. Saranno tre anni che non lo faccio.- - Un
talismano per cosa?- - Per vincere senza rompersi niente.- - Ahah, che
ridere.-
Più tardi, nel quartiere di Norio pieno di lanterne colorate e
bancarelle dove i bambini si affollavano per prendere pesci rossi e premi di
ogni tipo, lo Shohoku vagava in gruppo serrato come per difendersi da eventuali
lanci di bombe. Non essendo in tuta erano non era facilmente riconoscibili in
quella folla, così cominciarono a girovagare fra le bancarelle e al tiro al
segno. - Quand'è la cerimonia dei diplomi?- Hisashi premette il grilletto,
centrando col tappo di sughero un mostriciattolo di gomma a forma di
pinguino. - Grande Hisa-chan!- cinguettò Nanaka - Allora? Quand'è? Voglio
venire a vederti!- - E' venerdì prossimo.- le disse Kogure, appoggiato al
fianco della guardia. - E può entrare chiunque a vedere?- chiese la
biondina. - Si.- annuì il quattrocchi - I tuoi vengono Mitsui?- - Figurati
se il vecchio si perde l'occasione per darmi il fiato sul collo.- frecciò la
guardia, sarcastica. - Datti pace.- borbottò il Gorilla, raggiungendoli -
Vinceremo il campionato, faremo gli esami, ti prenderai il diploma e poi te ne
andrai a ubriacarti. Lascia perdere tuo padre. A proposito, e Kay?- - Il
nostro paparino passa le sue giornate in tribunale per prendersi la piena
custodia della marmocchia che tra l'altro nascerà quando noi saremo a Tokyo per
il torneo nazionale.- - Bel regalo di compleanno eh?- rise Nanaka. -
Ragazzi avete finito?- li richiamò Ayako - Capitano, quei due idioti si stanno
picchiando per un pesce rosso!- - Affogateli nel laghetto.- rognò il Gorilla
- Dai cecchino, staccati da qua e andiamo al tempio.- - Vengo, vengo.- sbuffò
la guardia - Nanaka, vuoi un peluche?- La biondina s'illuminò tutta,
guardando quelli appesi - Voglio il maialino!- - Ha altri punti signore. Ne
vuole un altro?- gli chiese il tizio della bancarella. - Che ne so...Junko,
vuoi un peluche?- La Kanzaki, che si stava facendo gli affari suoi, osservò
quella giungla di animali e poi sorrise. - Voglio il lupo! Quello nero.- -
Però. Lupo, maiale...devo coglierci dei doppi sensi?- - Trovaci quello che ti
pare.- soffiò la sua ragazza - Dai, saliamo al tempio.- C'era ben poco da
pregare, se non mettersi in ginocchio e ululare al vento di restare vivi quel
che bastava per giocarsi quella maledetta partita. Era solo un peccato che
Anzai non fosse potuto venire. A quanto aveva detto sua moglie, quando avevano
chiamato per avvisarlo che respiravano ancora, era andato dal medico per farsi
prescrivere altre delle sue medicine. Comunque pregarono come dovevano, anche se qualcuno chiese
cose tipo "Fa' che il porcospino finisca il gel e si spacchi il naso davanti
allo specchio!" oppure "Fa' che il do'aho espatrii!"
e altro ancora. Verso le undici e mezza cominciò a tirare un leggero
venticello che agitava le foglie di bambù e anche i loro desideri ma i ragazzi
sembravano non avere limite alla loro cupidigia. - Rei ne ha già attaccati
cinquanta!- sbottò Miyagi mentre stavano nella piazzola sotto al tempietto,
ricolmo di foglietti e campanellini della fortuna - E datti una mossa!- - E
non potete chiedere roba meno costosa?- sbuffò anche Akagi - Chi ha chiesto una
Lamborghini?- - Io. Qualcosa in contrario Gori?- sentenziò Hana, attaccato alla
birra. - Si, due cose. La prima è che non devi bere!- e gli portò via la
lattina - E per secondo potevi pregare di non fare stronzate in campo.- -
Tranquillo, l'abbiamo già chiesto in tanti.- sibilò Rukawa sarcastico, seduto
accanto a Raim sul muretto. - Sparati Kit. Che hai chiesto tu eh? Un cuscino
in più?- - Che ti si seccasse la lingua.- - Ne riparliamo in campo,
bastarda di una volpe.- - Avete finito o no?- li zittì il Gorilla - Siete a
posto?- - Non so. Volevo chiedere qualche pacco di coca, tu che dici? Si
esaudirebbe in fretta come desiderio?- insinuò Mitsui, ficcandosi una sigaretta
in bocca. - Non saprei. Ma ti posso dire cosa non si avviverà.- sbraitò il
capitano, spezzandogli la cicca in due e afferrandolo per il collo della
camicia, visto che voleva andarsene a casa della Kanzaki - Avanti, torniamo in
palestra!- - Negriero.- sibilarono tutti, anche le matricole, seguendolo e
strisciando. Nanaka, Junko, Raim, Ayako e Haruko rimasero indietro,
ridacchiando e facendo ciao-ciao con la mano. Mamma mia. Li aspettavano altri
due giorni d'inferno...
Passò un altro giorno di allenamento serrato
dalle nove di mattina fino al calare del buio e alle otto di sera di mercoledì,
i ragazzi erano seduti in palestra, altri sdraiati. E tutti senza più un filo
di fiato in gola e nel petto. Il giorno dopo, all'una del pomeriggio, si
sarebbe tenuta la finale. Quella notte avevano programmato di tornarsene a
casa a dormire. Almeno una notte nei loro letti se la meritavano. -
Complimenti.- Ayako sorrise bonariamente, osservando i dati sul cronometro e
contemporaneamente i giocatori agonizzanti - Avete fatto i trenta scatti
consecutivi con cinque secondi in meno di ieri.- - Ehi Hana, ma che ci hai
messo nel ramen?- ghignò Raim, andando a portare asciugamani e bottigliette -
Dai gente, cercate di mettervi seduti. Siete uno spettacolo desolante.- -
Neanche li avessi fatti tu...- sibilò Rukawa, asciugandosi la fronte, il collo e
le spalle. - Li avessi fatti io avrei fatto di meglio.- - Siete stati
grandi ragazzi, sul serio.- Kogure si mise faticosamente in piedi, attaccandosi
all'acqua - Riposo assoluto da adesso, per tutti quanti. Cercate di dormire se
possibile e riposate fino a tardi.- - Se, certo...se riesco ad arrivare a
casa.- alitò il tensai, alzandosi e massaggiandosi le spalle e infilandosi nelle
docce. Stranamente, per una volta, negli spogliatoi non volò una mosca e
sebbene ci fosse un po' di tensione, specialmente fra le matricole, i titolari
rimasero sotto l'acqua per sciogliersi i muscoli il più possibile. Ci erano
arrivati di nuovo. Le finali prefetturali. Si rivestirono, dandosi le ultime
indicazioni sull'ora in cui trovarsi e poi, dopo essersi vestiti e aver
strisciato fuori, si guardarono tutti in faccia. - Non andiamo a una veglia
funebre.- sibilò Hana ironico, mettendosi il casco in spalla. - Idiota di una
scimmia, è importante.- - Allora facciamoci una seduta spiritica.- lo seguì
Miyagi - Dai capo, tranquillo. Metteremo la sveglia un'ora prima del previsto,
mangeremo sano, dormiremo, niente alcolici e...- - Niente esercizi
alternativi.- ruggì Akagi in conclusione, scoccando occhiatacce a tutti - E
adesso evaporate, forza. Per mezzogiorno davanti al palazzetto dello sport,
niente ritardi o vi lascio in panchina. Chiaro a tutti?- - Non siamo mica
deficienti.- gli ricordò Mitsui. - Meglio ripetersi. A domani idioti.- -
Grazie Gori, anche noi ti adoriamo!- - Do'aho. Muoviti che siamo in
moto!-
Era circa mezzanotte e mezza quando Hanamichi balzò a sedere
nel letto. Il telefono. Il telefono stava squillando. Alzò la cornetta,
con la chiara sensazione che quelle non erano buone notizie. Shikuda?, si
chiese, mentre le sue dita si stringevano sul cordless. Chi si era fatto
male? Premette il tasto per la comunicazione e la voce di Kaede gli dette una
brutta notizia. Anzai. Era all'ospedale. Le sue condizioni erano
gravi.
* postilla su
Tanabata: la data e il mese non sono precisi, ma per necessità di trama ho
infilato in mezzo la ricorrenza soprattutto per allentare un po' la
trama...anche se la fine nega tutto il lavoro svolto! ;) A presto ragazzi, siamo
quasi alla fine. Il prossimo è il penultimo. Passo e chiudo.
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Capitolo 29 *** Campioni e Destino ***
raim29
Le sette di mattina. La stanza d’aspetto del
Seirin contava poche persone che fissavano la porta della sala operatoria. La
luce rossa indicava che dentro stavano ancora operando. Hisashi Mitsui
appoggiò il capo all’indietro, contro il muro. Seduto in poltrona, quasi non
sentiva più le sue membra dopo avervi passato sopra la notte più lunga della sua
vita. Il sole stava sorgendo su Kanagawa ma alcune nubi che non sembravano
minacciose, diventavano sempre più scure. Si passò le mani fra i capelli,
guardando l’orologio. Dio. Gli altri erano andati a casa ore prima,
seguendo i precisi ordini della moglie di Anzai ma lui non si era mosso. Non
gl’importava. Quell’ordine avrebbe anche potuto venire dal mister in persona ma
lui non si sarebbe scollato da lì. Non prima che qualcuno fosse venuto a dirgli
qualcosa. Un pace-maker. Anzai aveva avuto un altro attacco di cuore,
stavolta più forte dell’ultimo che aveva subito due anni prima e i medici non
avevano trovato altra soluzione che quella d’impiantargli un pace-maker. Era
un’agonia stare lì senza fare niente. Quell’attesa lo stremava ma non
riusciva ad andarsene. Non poteva neanche pensare di andare a giocare una
partita fra poche ore. Si piegò sulle ginocchia, serrando gli occhi. Se Anzai…fosse
morto…se avesse ceduto…
Scosse il capo con forza, come per auto
convincersi. Doveva smetterla di pensare a quelle cose. Anzai ce l’avrebbe
fatta. Non gl’importava che li avesse visti o meno giocare ma doveva
vivere! Non poteva lasciarli! Sentì una mano sulla testa e sollevò il
viso. - Come sta?- Hisashi scosse il capo mentre Kay si sedeva al suo
fianco. - Stanno ancora operando. Potrebbero volerci delle ore.- - Cos’è
successo?- - Stava dormendo e all’improvviso si è sentito male. Sua moglie ha
chiamato l’ambulanza e poi hanno chiamato noi. I ragazzi sono andati via da
qualche ora ma non credo riusciranno a dormire.- - Tu però dovresti
provarci.- gli disse suo fratello, passandogli un braccio sulle spalle – Dai,
prova a chiudere gli occhi. Se succede qualcosa ti sveglio, te lo giuro.- La
guardia lo fissò a lungo con la disperazione negli occhi ma alla fine
accettò. Si addormentò sulla sua spalla pochi minuti dopo, cadendo in un
sonno pesante e senza sogni. Si risvegliò quattro ore dopo, nella stessa
posizione in cui si era addormentato e fu Kay a scuoterlo. Era tornata la moglie
di Anzai e i medici erano con lei. - Allora?- Hisashi balzò in piedi,
spettinato e con le occhiaie – Come sta?- - Oh santo cielo!- la moglie del
coach lo guardò preoccupata – Avresti dovuto andare a casa, fra poco avrete la
partita! Lui non vorrebbe che ti stancassi così!- - Sto bene, mi dica come
sta il coach!- sbottò terrorizzato. - L’intervento è riuscito.- l’informò il
medico – Ci sono state delle complicazioni ma è andato tutto bene. Il pace-maker
lo aiuterà nei prossimi anni. Dovrà naturalmente controllare meglio la sua
dieta, vivere una vita tranquilla e non dovrà fare sforzi eccessivi. Ne avrà per
due settimane, poi starà bene.- Mitsui tirò un sospiro, sentendo ora le gambe
molli. Dio, Anzai stava bene… La moglie del Buddha gli sorrise, posandogli
una mano gracile sulla spalla. - Forza ragazzo. Ora vai a casa e avvisa i
tuoi amici. Lui starà bene e voi avete una partita da vincere.- - Si, ha
ragione.- annuì la guardia. Tornò a guardare l’orologio. Le undici. Faceva
in tempo ad andare a casa e cercare di rimettersi in sesto. Ringraziò ancora
i medici, stranamente si fece abbracciare dalla moglie di Anzai e poi salì in
pullman con suo fratello, correndo veloce verso casa visto che c’era lo sciopero
ecologico del mese. Arrivato lì fece appena in tempo a farsi una doccia e a
chiamare tutti quanti, per avvisarli della buona notizia. Per la strada si
fermò a comprare un pacchetto di mentine e cominciò a mandarle giù. Un
quarto a mezzogiorno era davanti al palazzetto. Tutti gli altri erano già
arrivati, forse più nervosi di lui ma quando lo videro si sentirono
meglio. Si strinsero in un abbraccio collettivo, consci che con la mancata
presenza di Anzai sarebbe stata dura per loro ma già una volta avevano battuto
il Ryonan in quelle stesse condizioni. Dovevano solo ricordarsi di tutte le
parole del mister. Loro erano forti. I migliori. E dovevano difendere il
loro titolo. - Pronti?- chiese Akagi, prima di entrare. - Pronti.-
scandirono tutti in sincrono, le facce più agguerrite che mai. - Bene.- disse
Ayako – Allora andiamo, forza.- - Si!-
Come due giorni prima, il
palazzetto dello sport di Kanagawa era di nuovo al limite della sua capacità di
contenimento. I tifosi si erano divisi le curve, ovunque capeggiavano
striscioni e cori da stadio mentre dal campo i giornalisti attendevano col flash
caldo di poter fotografare gli "eroi" del giorno. L’atmosfera era tesa, piena
di aspettative. Le squadre battute sapevano che quell’incontro sarebbe stato
sensazionale. Il liceo Shohoku si era accaparrato l’intera parte sinistra
della palestra e lì, fra quelle poltrone, Haruko, Mito, l’Armata, Aota e
compari, la squadra di pallavolo e Junko aspettavano di vederli entrare in
campo. Il Fuggitivo era sul palco d’onore con le famiglie dei giudici, gli
arbitri pronti al sorteggio. Tutto trasudava attesa ed eccitazione. - Come
credete che finirà?- sussurrò Nanaka, quasi tesa come se avesse dovuto giocare
lei. - Non so, davvero.- rispose Haruko – Il Ryonan ha una difesa
eccezionale, l’hanno consolidata in tanti anni e anche in attacco il triangolo
Sendoh, Uozumi e Fukuda funziona molto bene. L’anno scorso li abbiamo presi di
sorpresa con le schiacciate di Hanamichi e il gioco di mio fratello ma ora…non
so, Taoka è eccezionale nel scovare i punti deboli dell’avversario e noi, oggi,
senza il coach Anzai…- - Hai paura che si facciano prendere dal panico,
vero?- le disse Mito. - Si, ti confesso che ho davvero paura che possano fare
fatica come due anni fa. È già successo, ti ricordi?- - Si ma hanno anche
vinto.- le sorrise Noma – Non fasciamoci la testa prime del tempo.- - Già,
forse hai ragione. Ma…sono preoccupata comunque.- - Il vecchietto però sta
bene, vero?- s’intromise Takamiya, già attaccato alle patatine. - Vi hanno
detto qualcosa?- chiese anche Okuso. - Mitsui è rimasto in ospedale. Ha
chiamato verso le undici, l’intervento per fortuna è riuscito.- - Ferma. Vuoi
dire che quasi non hanno dormito?- saltò su Junko, allibita. - Bhè…- la
Piattola annuì – Temo proprio che abbiano sul collo solo poche ore di
sonno.- - Ma bene. Suicidiamoci, facciamo prima.- borbottò la Kanzaki –
Dannazione!- Anche negli spogliatoi si vedeva bene che in molti non avevano
chiuso occhi ma non per questo i loro sguardi erano meno carichi di quelli che
ci si aspettavano per una finale. Terminato il rito di preparazione, Akagi si
mise a fianco di Raim e Ayako. Oh, Anzai…come avrebbe voluto averlo a
fianco. Invece avrebbero affrontato la finale da soli. - Ragazzi.- iniziò
– So cosa pensate. Manca il coach.- I giocatori tacquero, restando o seduti
o in piedi, a fissarlo intensamente. - La sua presenza rassicurante ci ha
sempre aiutato, sia in campo che fuori. Lo so che lo vorreste qui, perché lo
vorrei anche io. Ma lui non ci sarà, quindi vediamo di tornare in ospedale
stasera e dirgli che…abbiamo vinto. Siate d’accordo?- - Si!- urlarono
tutti. - Bene.- Akagi si chiuse la felpa – Ricordatevelo. Li abbiamo battuti
già una volta in queste condizioni. E lo faremo anche oggi. Se ognuno di voi
darà il massimo di sé, manterremo il titolo e andremo di nuovo ai campionati
nazionali. Siete tutti pronti allora? Andiamo a vincere?- - Si
capitano!- - Avanti, forza!- e batté le mani mentre tutti si alzavano –
Avanti, vinciamo questa finale e prendiamo il titolo!- Un minuto più tardi le
squadre fecero il loro ingresso in campo. Blu per il Ryonan, bianco per lo
Shohoku. Iniziò la mezz’ora di riscaldamento e Taoka si accorse
immediatamente della mancanza di Anzai in panchina. Che si fosse di nuovo
sentito male? Possibile? Sembrava diventata una tradizione quella.
Accidenti. Ora si che sarebbe stato possibile battere i suoi
diavoli. Tutto il Ryonan se ne accorse in vero, trovando la panchina occupata
solo dalle riserve e dalle due manager. - Ma tu guarda.- Koshino diede il
gomito a Sendoh, mentre tirava a canestro – Cos’è, una tradizione
questa?- Akira non rispose, limitandosi a guardare gli
avversari. Sembravano stanchi. Taoka gli aveva detto un giorno, anni
prima, che Anzai soffriva di cuore ma non credeva che sarebbe successo una
seconda volta e proprio durante l’ennesima loro partita. - Sono di nuovo
senza mister.- disse anche Ikegami – Ragazzi che sfiga.- - Se non altro
saranno giù di morale.- considerò quella serpe di Koshino ma venne
deluso. Una pallonata sfrecciò nell’altra metà campo e quasi prese in pieno
la testa di Rukawa che però si spostò con nonchalance, fissando apaticamente il
rossino dello Shohoku che aveva minacciato di ucciderlo se lo insultava
ancora. Hana non era una di quelle persone che si buttavano giù e sapere che
il nonnetto ero all’ospedale gli faceva solo venire voglia di vincere, per
tornare da lui col sorriso e farlo guarire prima. Altro che piagnistei. -
Avanti, tirate fuori le palle!- sbraitò – Che c’è, v’è morto il gatto?- - No
ma con quella pallonata potevi ucciderci la volpe, imbecille!- ringhiò Akagi,
ficcandogli un pugno – Siamo calmi, non c’è bisogno che ti metti a farci la
ripassata!- - Bah, sembrate avere le energie di mia nonna!- - Pensa a
centrare i canestri.- lo zittì anche Miyagi – E lascia perdere tua nonna, povera
donna.- - Ti sei calato qualcosa?- fece il Gorilla – Sei sovreccitato.- -
Sono come al solito.- si gasò il tensai – Oggi posso sollevare il mondo.- -
Però. Allora dopo i funerali che fai eh? Ti dai allo strozzinaggio?- insinuò
Ryota perfido. - Bah, voi mezze seghe non capite niente! Il Tensai è sempre
pieno di energie e stavolta straccerò tutti, lo giuro!- - Per ora ci stai
solo stracciando le palle, do’aho.- rincarò Kaede serafico. - Cadaveri
viventi! Perfino Fukuda sembra più allegro di voi!- - Coglione.- gli fece
l’avversario dall’altra parte del campo, alzandogli un dito specifico. - Non
cominciamo eh?- sbottò Akagi, riprendendosi la sua scimmia mentre Uozumi tirava
via la sua ala grande. - Mamma mia, che energie.- cinguettò Akira, mani in
tasca e aria curiosa. Cosa stava facendo poi Hisashi? Masticava
caramelle? Gli si avvicinò tranquillo, osservandolo masticare
indolentemente. - Mal di gola?- gli chiese, apatico. La guardia annuì,
facendo finta di massaggiarsela. Lo guardò, di sbieco. – Il declino è alle porte.- - Contaci.-
Sendoh gli strizzò l’occhio – Ti marco stretto.- - Scherzi vero? Non fare
puttanate.- - Scusa, è troppo divertente prenderti per il culo…in senso
letterale intendo.- concluse Akira, serafico – Comunque hai delle occhiaie da far
spavento. Brutta cosa la strizza ciccio.- - Idiota. È per Anzai.- - Si è
sentito di nuovo male?- - Già.- Il porcospino stavolta lo scrutò meglio.
Occhiaie, aspetto stanco… - Sei stato in ospedale tutta la notte?- ora nella
sua voce c’era una sorta di diffidenza – Quelle allora non sono caramelle per la
gola. Sono mentine per l’alito.- - Aki non cominciare.- - Hai mangiato
qualcosa o no? Hisa, guardami in faccia.- - Non seccare.- sbottò la guardia –
Pensa a giocare e lascia perdere le mie mentine!- - Testa di cazzo.- si
sibilarono in coro, dandosi le spalle allegramente e tornandosene dagli
altri. A un minuto dall’inizio le due squadre tornarono in panchina. Il
riscaldamento era finito. - Ma tu guarda…ehi gente, chi ha invitato il
parentado eh?- sorrise Ayako, osservando le tribune. Anche i ragazzi
rimasero allibiti. A parte il cugino di Rukawa che da quella rissa ora non si
perdeva più una partita, c’erano Kay e la madre di Mitsui, la madre di Hana, i
genitori di Kogure, Akagi e Miyagi e mezza famiglia di Rei. - Grazie a Dio il
vecchio non è venuto.- sibilò Hisashi, mandando giù l’ultima mentina. - Che
ne sai, magari apparirà da un momento all’altro.- ghignò Ryota – Hai mal di
gola?- - Un po’.- - E hai dormito?- - Tappo.- Mitsui gli puntò lo
sguardo omicida addosso – Guardami in faccia.- - Ok, mi faccio i cazzi
miei.- - Ecco bravo.- - Comunque hai un aspetto schifoso.- - Si ma solo
oggi. Tu sempre invece.- - Quando non dormi sei intrattabile.- - Voi due
zitelle avete finito?- li richiamò Raim – Forza, mancano venti secondi!- I
titolari si guardarono tutti in faccia una volta ancora, poi l’intera squadra si
strinse nel mantra d’inizio partita e dopo pacche e consigli, i cinque entrarono
in campo. Kogure rimase in piedi per un attimo, a osservare le loro
espressioni. Non era la giornata ideale per giocare per loro, non dopo quella
nottataccia passata all’ospedale però dovevano vincere. Dovevano farlo a
tutti i costi. - Che Dio ce la mandi buona.- sibilò Ayako al suo fianco,
pronta col conto alla rovescia. - Ce la faranno. A costo di ammazzarsi.-
scandì Raim, mettendosi una gomma da masticare in bocca, per trattenere il
nervoso – Hanno studiato gli schemi e si sono allenati come degli schiavi. Ce la
devono fare.- - Si ma vorrei che Anzai fosse qui.- sospirò Rei, seduto al
loro fianco. - Si, anche io.- ammise Kogure – Forza, forza ragazzi!- Le
due squadre si erano ormai schierate sul parquet, si dividevano il centro campo
mentre l’arbitro di piazzava fra di loro. Il salto stavolta se lo giocavano
Uozumi e Akagi, proprio per onorare l’ennesima tradizione. I due gorilla si
scrutarono con aria che non era pacifica neanche lontanamente e in tribuna si
videro le scintille fra gli sguardi dei due capitani. La finale del torneo
prefetturale cominciava. I due erano al salto, gli altri giocatori si
fissavano di striscio, alcuni neanche si erano scambiati uno sguardo. Era
pronti. Il fischio dell’arbitro e il lancio della sfera arancione sulle loro
teste fu l’unico momento di quel primo tempo in cui calò un silenzio veramente
tombale. Com’era prevedibile dopo il fischio d’inizio in aria ci fu una lotta
fra colossi in cui la spuntò naturalmente Akagi ma stavolta non era stato facile
per niente. Quasi dovette spaccarsi la schiena ma alla fine riuscì a far
schizzare via la palla e la partita iniziò, seguita dal perfido e fortissimo
coro di tutto il palazzetto. Il primo a prendere in mano la prima palla della
partita fu Miyagi e Ayako decise di prenderlo come un segno del
destino. Ryota non l’avevano visto neanche sfrecciare verso la sfera, se non
Sendoh che però si era ritrovato di fronte Rukawa. Il play dello Shohoku ora
era a bordo campo, palleggiava lento e solo muovendo le pupille senza agitarsi
troppo inquadrò il campo. E il genio che in effetti aveva già messo la
quarta. Ghignò leggermente e facendo finta di passarla alta fino a Rukawa,
deviò invece il braccio alla loro sinistra. Hana era già in area di tiro,
tampinato da Fukuda, ma ce l’aveva troppo alle spalle ed evitando quel muro di
Uozumi che era rientrato in tempo, saltò a canestro e poggiando la palla infilò
i primi due punti della partita e venti secondi dal suo inizio. Inutile
descrivere i cori della tribuna allibita, compresi quelli dell’Armata… -
Incredibile.- soffiò Mitsui con un ghigno. - Hn. Ne ha imbroccata una.- annuì
Rukawa, passandogli a fianco – Domani grandinerà.- - Baciatemi tutti il
culo.- cinguettò infatti Hanamichi, tornando indietro con un perverso ghigno
maniacale che faceva davvero spavento – Allora Kit? Sono o non sono il
tensai?- - Do’aho.- - Tua sorella.- - Sì buona notte.- li richiamò
Akagi – Forza idioti, datevi una mossa.- Erano entrati nel vivo. Riacquistata
la palla, il Ryonan si chiuse in una corazza di granito che non era facile
penetrare, l’attacco poi era come al solito portato avanti da Sendoh, Fukuda e
Uozumi ma se i due gorilla sotto canestro scatenavano una lotta all’ultimo
sangue, anche Hana e Fukuda avevano il loro bel d’affare tanto che il porcospino
più di una volta si ritrovò contro Miyagi che, sfuggito a quell’incapace di
Koshino, gli fece perdere la cognizione del tempo e i trenta secondi andarono in
malora, facendo perdere il gioco ai giocatori in blu. Taoka se l’era
aspettato. Koshino non riusciva a tenere buono il play dello Shohoku. Scambiò
uno sguardo con la sua perla e anche Sendoh sembrò mordersi le labbra. Era
necessario darsi subito una mossa. Un solo minuto di gioco e già subivano
l’incredibile carica di Miyagi. In quel momento gli passarono la palla e
guardandosi attorno, mentre Rukawa sembrava più che deciso a farlo uscire dalla
palestra senza fiato, Akira vide Ikegami poco alla sua destra. Fu un
passaggio rapido e veloce ma un lupo ci si mise di mezzo. Mitsui si frappose
fra la palla e Ikegami, sgusciandogli da dietro la schiena e veloce come un
fulmine rimandò la palla in avanti, dove c’era Ryota a servire per il
Gorilla. Otto a due. - Grande Gori!- sbraitò Hana gasatissimo. -
Grazie!- e si dettero un sono cinque, ridacchiando. - Bene.- commentò Kogure
– Continuiamo così.- Ayako annuì a sua volta ma sapeva bene che non ci
sarebbe andato molto perché Sendoh si mettesse a fare vedere quanto valeva. E
cominciò alla fine del secondo minuto di gioco, seminando Rukawa e piazzandosi
alle spalle di Mitsui mentre Ikegami si buttò sul volpino. Scambio di
marcatura. Hisashi imprecò fra i denti, ritraendo la palla perché non finisse
nelle grinfie del porcospino. Ce l’aveva addosso e cominciarono a
traccheggiare, sulla linea dei tre punti. - Cosa…cosa credi di fare?-
borbottò la guardia, dribblando e facendo finte. - Te lo dico subito.- gli
sibilò Akira nell’orecchio – Se non vuoi svenire fila fuori dal campo!- -
Neanche morto.- ringhiò Hisashi, ritraendosi ancora, palleggiando
velocemente. - Ti conviene farlo.- lo avvisò Sendoh, tornando a tampinarlo
senza dargli fiato – O ti ficco la lingua in gola qua davanti a tutti e sai che
lo farei!- La minaccia andò a segno. Mitsui s’impappinò leggermente e il
giocatore del Ryonan, con un ghigno sadico, gli arrivò addosso di faccia, quel
che bastava per spaventarlo col suo proposito e fargli perdere la
concentrazione. Gli soffiò la palla e scattò via, facendo imprecare il
tiratore da tre. - Ma che cazzo è successo?- urlò Hana, correndogli a
fianco. - Lascia perdere!- rispose Mitsui infuriato. Adesso lo sistemava lui
quel bastardo di Akira! Altro che lingua in gola! Senza fiatare gli arrivò
alle spalle e mentre tirava gli deviò la palla. Andò a toccare l’anello ma cadde
fuori e il volpino la riprese, andando col loro velocissimo contropiede. I
due avversari ora si scrutavano stizzosi. - Porco.- gli sibilò Mitsui. -
Ha parlato.- sbottò Sendoh ma non riuscì a dire altro che un sonoro brontolio
fermò la loro discussione. Hisashi ebbe almeno la decenza di arrossire,
tenendosi lo stomaco sotto lo sguardo inviperito del rivale. - Se non esci
subito e mi svieni addosso ti avverto che faccio scoppiare un casino!- lo
minacciò di nuovo il numero 7 del Ryonan – Hai capito?- - Pensa ai cazzi
tuoi, te l’ho già detto!- - Insomma si può sapere che succede qua?- sbraitò
l’arbitro innervosendosi – Questo non è un bar!- - Ma cosa vuole lei!?-
ringhiarono in coro i due esasperati e allora ci fu un doppio fischio. Si
beccarono un fallo tecnico a ciascuno e quando i due capitani andarono a
riprenderli, era ormai chiaro che qualcosa non andava. - Allora Mitsui?-
sbottò Akagi – Cosa succede porca miseria?- Mitsui imprecò di nuovo. Merda.
Akira aveva ragione, lo sapeva. Merda, merda! La vergogna gl’invase le
vene, rovesciandogli addosso la sua stessa idiozia. Non aveva mangiato! E
ora? La squadra aveva bisogno di lui ma se sveniva… - Mitchy.- lo richiamò
anche Hana – Ehi, tutto a posto?- Hisashi si morse le labbra, sapendo che
l’avrebbero maledetto. - Devo andare a mangiare.- sussurrò. Li vide
sgranare tutti gli occhi. - Cosa??- alitò Miyagi, credendo di aver capito
male – Scherzi vero?- L’altro scosse il capo e alzò il palmo verso Kogure.
Aveva la mano aperta. Il vice capitano balzò in piedi, preoccupato. Quello
era il segnale per farlo uscire quando gli venivano le sue crisi. Fermarono
il gioco e la guardia, senza attendere un secondo di più, alzò lo sguardo sul
tabellone. 18 minuti e 34 secondi. Sarebbe tornato in tempo per il secondo
set. Doveva farlo. A costo di mandare giù una scatola di
digestivi! Schizzò fuori dal campo come un pazzo, lasciando pubblico e
giudici di gara un po’ stupiti ma ormai ci erano avvezzi a certe sue fughe, così
si limitarono a far riprendere la partita con Kogure in campo e mezzo Shohoku
sul piede di guerra. Mitsui era morto. Solo che ancora non lo
sapeva. Nello stesso momento in cui i suoi compagni agognavano solo a
trucidarlo brutalmente, compreso Kaede a cui fumava il cranio e pure le
orecchie, Mitsui correva a perdi fiato nei corridoi. - Oh ma cosa diavolo è
successo?- ringhiò Junko quando lo pescò al piano terra, davanti all’ingresso
ricolmo di fumatori e giornalisti – Hisa dove vai?- - Jun non ho mangiato!-
sbottò disperato – Sei in macchina? Kay anche tu!- urlò quando lo raggiunse suo
fratello – Kay sei venuto in macchina??- - No, è giornata ecologica cocco.
Macchine pari ti ricordi?- soffiò suo fratello maggiore – Certo che sei
veramente deficiente!- - Oddio, mi serve una macchina!- esplose. Mancava poco
che si mettesse a strillare come una gallina isterica quando vide qualcuno e
s’illuminò – Calimero! EHI CALIMERO!- Minami, capitano del Toyotama d’Osaka,
si stava scolando un caffè e si girò con sguardo minaccioso. - Che cazzo
vuoi?- gli chiese, molto gentilmente. - Sei in macchina?- - Si.- -
Dammi le chiavi.- Il tizio alzò un sopracciglio, poi ghignò, tornando a
bere. - Fatti un giro al manicomio.- Risposta sbagliata. Tre minuti più
tardi Hisashi Mitsui frenò come un dannato davanti a un piccolo ristorante.
Entrò come un tornando e saltò praticamente sul bancone davanti al proprietario
che gli guardò la divisa. Neanche si era cambiato. - Signore la prego!-
annaspò la guardia, congiungendo le mani – Devo tornare a giocare la finale al
palazzetto, mi dia qualcosa da mangiare, si sbrighi! Possibilmente solido ma non
troppo pesante. Ah si…e poi un caffè e una pastiglia di digestivo!- Mezzo
locale era allibito, l’altra metà lo fissava come se fosse davvero uscito con la
camicia di forza ma alla fine il signore piuttosto attempato e senza un capello
in testa gli fece un piatto di spaghetti e gli fece cuocere della carne a tempo
di record. Cinque minuti. Gliene restavano dieci. - Ehi ma tu sei Hisashi
Mitsui!- disse all’improvviso un ragazzo, sui venticinque anni, con una
telecamera in spalla. - Chi?- chiese il proprietario. - Uno dei giocatori
di basket che si disputano la finale! Ma che ci fai qua?- La guardia lo
ignorò, continuando a mangiare inforcando le bacchette come badili. - Senti
ma hai almeno i soldi per pagare?- gli chiese il vecchio, curioso. Non era da
tutti i giorni trovarsi un giocatore di basket attaccato al bancone con un tale
appetito. - Hn. Paga lui!- borbottò Hisashi, indicando Minami che se ne stava
seduto al suo fianco con sguardo schifato. - E già.- rognò il Calimero – Ma
tu guarda che deficiente! Altro che giocatore di basket, sei un idiota!- Il
numero 14 non si prese neanche la briga di rispondergli, troppo preso dal
mandare giù la bevanda vitaminica che gli aveva lanciato Ayako prima che
scappasse via. Fremeva seduto a quel tavolo, imprecando contro la sua
stupidità. Come aveva potuto scordarsi di mangiare? Come? - Figliolo,
rischierai di strozzarti.- lo avvisò il vecchio proprietario, servendogli il
caffè – Sicuro di non volere altro?- - No, no!- la guardia si bruciò la
lingua ma mandò giù tutto d’un fiato. Cinque minuti per digerire. Dio, non
aveva mai mangiato così in fretta. Ci mancava solo che vomitasse. Mandò
giù il digestivo, poi sempre sotto lo sguardo allucinato di metà ristorante,
cominciò a camminare su e giù e a saltellare, ben sapendo che era assurdo farlo
ma ormai era arrivato al limite della tensione. Avrebbe mandato giù anche un
sasso pur di poter giocare senza vomitare in mezzo al campo! E chissà il
Ryonan le ghignate che si faceva… - Senti coso…com’è che ti chiami?- borbottò
il capo del Toyotama. - Affanculo, te lo ricordi bene visto che ho infilato
più triple di te in ogni partita, testa di cazzo.- frecciò l’altro con sarcasmo,
attaccandosi ad un’altra lattina energetica – Che cosa vuoi?- - Ma che t’è
successo?- - Niente, non ho dormito e non avevo mangiato.- Lo guardava
come se non ci credesse. - E’ vero.- - Però. E la tipa di prima è la tua
ragazza?- Manco a dirlo gl’indirizzò uno sguardo truce. Ma perché gli
facevano tutti quella domanda? Aspettò ancora un minuto, poi lasciò pagare al
Calimero e risalirono in macchina. Fu una corsa folle ma rientrato al palazzetto
e investito da una folla di giornalisti riuscì a farsi largo e a tornare in
palestra per sentire il fischio della fine del primo tempo. Guardò il
tabellone. Cazzo, 45 a 46 per il Ryonan. - Oh, eccoti qua!- Non fece
in tempo ad abbassare lo sguardo sui compagni che Akagi, Hana e Ryota lo
travolsero come un treno e dopo averlo praticamente pestato a sangue gli fecero
una paternale che durò tutta la pausa. Idiota, deficiente, stupido essere
arboricolo, rifiuto della società, bastardo, testa di cazzo, brutto infame e
altro ancora furono gl’insulti che gli arrivarono addosso come
macigni. Grande. La simpatia e la comprensione si sprecavano. Kaede poi
gli lanciò uno sguardo schifato e Akira, per finire in bellezza, gli fece
ciao-ciao con la mano dalla panchina del Ryonan. Dopo l’onta, anche la
beffa. - Io mi chiedo come cazzo si faccia a scordarsi di mangiare!- ululò
Miyagi, attaccandosi alla bottiglietta – Sei un deficiente senza frontiere Hisa!
Ma che cazzo hai nella testa?! L’acqua!- - Comunque ce la siamo cavata.-
s’intromise Kogure conciliante – L’importa è che hai mangiato e stai bene. M’è
venuto un colpo prima, credevo ti fosse venuta una crisi.- - Ma che crisi!
Quello sta da favola!- sbottò il Gorilla. - Se non altro è bello fresco.-
disse Raim, zittendo la cagnara. - Già.- annuì Ayako, illuminandosi – Così si
butta su Sendoh e ce lo tiene fermo.- - Sì, come no!- rognò Sakuragi,
finendosi la lattina e accartocciandola – Aki ha fatto il bello e il cattivo
tempo mentre non c’eri. La kitsune si è ritrovata addosso lui e Ikegami.- -
Si ma vedo che siamo sotto solo di un punto.- rispose Mitsui – Una
bazzecola.- - In effetti.- Miyagi fece una smorfia. Si, era stato un
primo tempo tossico, da non perdere d’occhio la palla un attimo con quella
difesa bastarda ma comunque in attacco non erano poi dei geni se si fermava
Sendoh e Fukuda e metà area. Il play dello Shohoku se la gestiva bene, tutto
sommato. E Taoka, dalla panchina dei suoi, lo sapeva bene. Miyagi aveva
ancora abbastanza fiato in corpo per sistemarli tutti per le feste e Mitsui era
fresco per giocarsi alla grande gli ultimi venti minuti. Rukawa e Sakuragi
inoltre sembravano solo un po’ accaldati. Dannazione, dovevano essersi
sottoposti a chissà che fatiche per arrivare a quei livelli. - Quel dannato
contropiede.- sibilò Koshino in quel momento. - Cosa?- gli chiese Aida. -
Non gli stiamo dietro.- annuì anche Ikegami – Miyagi è una scheggia, me lo
ritrovo sempre davanti quando cerco di passare. Sono diventati più veloci del
Kainan!- Taoka tacque, osservando Uozumi e Sendoh. Il capitano si asciugò
la fronte ma non espresse commenti di sorta e il numero 7 si limitava a
succhiare uno spicchio di limone, pensoso. Sendoh comunque doveva avere in mente
qualcosa perché non sembrava alterato come gli altri compagni. Sapeva che
l’avversario era duro da battere e si era preparato a questo ma ora ci voleva un
miracolo ormai per fermare la corsa dello Shohoku. Anche senza Anzai, pensò
Taoka, erano ormai diventati dei campioni abbastanza in grado di gestirsi da
soli. Il Diavolo dai capelli bianchi doveva averli istruiti bene. Erano
finalmente cresciuti come squadra, come team. - Mantenete il risultato.-
sibilò, quando finì il minuto di ripresa – Ora che è tornato Mitsui dovrete
stringere ancora di più la difesa. Sendoh, mi raccomando stagli addosso e
continuate a scombussolare le idee a Rukawa con lo scambio di marcatura. Gli
avete già fatto fare due falli, continuare così. Fukuda, buttati su Sakuragi e
non dargli fiato, quando uno lo stringe troppo va in palla e comincia a fare
cazzate. Per il resto posso solo dirvi di tenere d’occhio Miyagi. Serrate bene
le maglie e prima o poi lo stancheremo e attenti sotto canestro. Non fatevi
intimorire da Akagi.- - Mica facile a farsi.- borbottò Fukuda, mentre
tornavano in campo. - Già.- rognò anche Koshino che aveva il fiato lungo
ancora prima di ricominciare. - Finitela di fare i disfattisti.- li richiamò
Uozumi, ficcando un pugno in testa a tutti e due – Siamo sopra di punto e la
nostra difesa è mille volte più forte della loro. Non mettetevi a frignare come
femminucce!- - Ma chi frigna.- sogghignò la sua ala grande – Solo che non
devi marcare tu la scimmia!- Dall’altra parte della barricata intanto, Kaede
stava raccontando in due parole a Mitsui che casini gli avevano fatto Sendoh e
Ikegami con quel maledetto scambio di marcatura. Quei bastardi nel primo set
avevano perfino lasciato libero Kogure pur di fermare lui ma stavolta sapeva
come fermarli e trovò Hisashi del tutto d’accordo con lui. Il gioco di
squadra non era poi così palloso come aveva sempre creduto. La tattica del
volpino gli piaceva. - Hanamichi, vai tu al salto.- borbottò Akagi,
spingendolo avanti. - Ahah! Vedi che ti fidi di me Gori?- sghignazzò il
rossino, ma non lo fece per molto visto la dolce risposta che ricevette. -
Sbagliato. Quelli pensano che tu faccia qualche cazzata e visto che sono sicuro
che la farai e manderai la palla chissà dove, abbiamo più probabilità di
prenderla noi perché siamo più veloci. Capito fesso?- - Già. Capito mezza
sega?- ridacchiò anche Ryota. - Manica di miscredenti!- ringhiò fra la fauci,
andando con ari battagliera sulla linea di metà campo. Adesso gliela faceva
vedere lui a quelli! Spaventò perfino Uozumi con quella faccia da maniaco ma
fortunatamente non erano lì per una rissa. Peccato che subito all’inizio del
secondo tempo ne combinò una delle sue. Erano appena saltati per la rimessa e
Hana, beata demenza, volendo dimostrare a tutti che era in grado di passare
decentemente la palla a un compagno cosa fece? Con la forza di un carro armato
fece schizzare la palla alla velocità della luce verso Rukawa e il povero
animale da pelliccia, grazie al cielo, fece appena in tempo ad abbassarsi perché
la sfera finisse per uccidere Ikegami, prendendolo sul grugno. Naturalmente
scoppiò il solito macello di grida che, caso strano, non si sentiva da un bel
pezzo. - Tu dovresti stare in una casa di recupero mentale cazzo!- sbraitò il
Gorilla, mentre Hana si prendeva tranquillo il suo secondo fallo della giornata
– Volevi ammazzare Rukawa, dì la verità!- - Ma se per una volta volevo
passargliela!- si lamentò il tensai – La traiettoria era anche giusta!- - Si
e Ikegami l’ha visto bene,- sibilò Uozumi – idiota di una scimmia!- - Ha
parlato il re dei primate!- - Ma vuoi che ti ammazzi?!- - Insomma fa
silenzio!- rognò Miyagi, prendendo a calci il numero 10 dello Shohoku – Forza
torna al tuo posto, babbeo!- - Do’aho.- rincarò anche Rukawa, quando venne
rispedito in fondo come l’asino della classe. - E sta zitto kitsune!-
brontolò il rossino depresso. - Ci basta la delicatezza nelle cose.- gli
disse Mitsui – E adesso la palla se la prendono loro, sei proprio la regina dei
falli, ha ragione il volpino!- Bene, dopo che l’ebbero fustigato e lapidato a
sufficienza, tornarono a concentrarsi sul gioco visto che l’arbitro era di nuovo
pronto a fischiare. Palla al Ryonan, Fukuda aveva la sfera sull’ala destra del
campo e Hana, che aveva la dote della perseveranza, non lo mollava di un
millimetro. Il tensai si accorse con un sorriso che tutti gli allenamenti
sugli one on one con la kitsune erano veramente serviti. In fondo, a forza di
sfidare il migliore nella lotta a corpo, qualcosa s’imparava no? Quando
riuscì anche a soffiargli la palla senza commettere fallo era così allegro che
quasi avrebbe baciato la volpe di marmo in mezzo al campo. Si scambiarono
un’occhiata e capirono che era ora di mettere in piedi il loro
schema. Vedendoli cominciare a fare zigzag, Miyagi esibì un perfido
ghignetto. Era ora di cominciare a dar fastidio ai nervi di Uozumi. Ci
furono un paio di passaggi a centro campo, poi la palla finì a Mitsui e Ikegami
non gli si staccava dalla schiena neanche se lo si pregava. Era talmente
asfissiante che più di una volta gli venne voglia di combinargli qualche finto
fallo ma alla fine vedendo Rukawa in area lasciò perdere. Vide che Sendoh era
lontano, a fianco del volpino, quindi lanciò in tutta tranquillità. Volpe e
porcospino saltarono insieme ma ebbe la meglio il numero 11 bianco che appena
atterrato, conscio che Akira ci avrebbe messo poco in quella posizione a
fregargli la sfera, la rilanciò ad Hana, dall’altra parte dell’area. Il rosso
registrò appena il casino immenso di mani e teste sotto l’anello. Doveva
tirare, ora o mai più. Uozumi se lo vide arrivare addosso che era
tardi. Il tensai mise dentro la palla incassando due punti ma il capitano del
Ryonan gli era finito addosso, durante il salto, e l’arbitro fischiò il fallo.
Purtroppo però, durante quella colluttazione abbastanza forte, il gorilla
dei giocatori in blu non fu l’unico a sbilanciarsi. Miyagi era lì, alle loro
spalle, e venne sospinto pesantemente indietro insieme a Koshino ma mentre
quest’ultimo cadde in ginocchio, il play dello Shohoku finì contro la base di
ferro di tabellone. L’arbitrò fischiò di nuovo per entrambi i giocatori ma
Mitsui, dalla sua postazione, ebbe un brutto presentimento. A terra c’era una
chiazza di sangue. Spintonò via quelli del Ryonan che stavano attorno a
Koshino e corse da Ryota. - Cazzo ma è pieno di sangue!- sbraitò Akagi,
inginocchiandosi – Ryota…Ryota fa vedere…- Il play emise un gemito, levandosi
la mano dall’occhio. - Merda…- I ragazzi gelarono. Completamente. Il
sopracciglio sinistro di Miyagi esibiva un lungo taglio trasversale e il sangue
gli colò sulla guancia, mentre Ayako e Raim correvano in campo,
agitatissime. Si scatenò un casino mentre gli veniva tamponata la
ferita. - Dai tappo…su…- Mitsui gli passò un braccio attorno alla vita,
tirandolo in piedi – Piano…ce la fai?- Ryota non rispose, tenendosi il panno
sull’occhio. - No, no…- ringhiò, distrutto. Dio, non vedeva niente. -
Sostituitelo, forza.- disse l’arbitro – Dobbiamo riprendere la partita.- Lo
Shohoku strinse i denti. Senza Miyagi… Dannazione e ora cos’avrebbero
fatto? - Shh…- Ayako si mise l’altro braccio del numero 7 sulla spalla,
mentre lei e la guardia lo portavano in panchina – Stai tranquillo, adesso ci
pensiamo noi. Mitsui, torna in campo.- - Aspetta…aspetta un attimo.- ansimò
Ryota, fermandolo – Hisa…- - Tranquillo tappo, stai tranquillo.- lo zittì il
numero 14 – Cerca di riposarti. Adesso devi farti guardare l’occhio.- - Si
ma…- Miyagi deglutì, guardando in panchina. Erano senza play a quel punto. Si
bloccò, guardando Nobu. La matricola si alzò, correndo da lui. -
Senpai…- - Ryota.- lo richiamò Ayako – Dobbiamo andare in infermeria.- Il
playmaker si morse la labbra. Dannazione, ma perché ora? Perché doveva
lasciare gli altri così? Imprecò fra i denti, socchiudendo anche l’altro
occhio. - Nobu.- - Dimmi senpai.- Ryota inspirò – Ricordati tutto
quello che abbiamo provato in palestra. Ok?- La matricola tacque. Sapeva
di non essere in grado di eguagliarlo ma era l’unico a poterlo
sostituire. L’unico a poter gestire bene il gioco. - Rukawa.- chiamò di
nuovo Miyagi. - Si.- disse l’ala piccola. - Dagli una mano, ok?- - Ok.-
annuì Kaede, composto – Stai…stai tranquillo.- Strappò un sorriso a Ryota,
che scosse la testa – Non fate cazzate mentre non ci sono.- Quando il
playmaker uscì dal campo fu accompagnato da un coro di tutta la palestra mentre
in campo Akagi lo vedeva andar via con le spalle ricurve. Non ci voleva. Non ci
voleva proprio. - Pronto seghetta?- chiese Mitsui a Yaoto. - Pronto.-
annuì seccamente la matricola, fissandolo – Farò del mio meglio senpai.- -
Bene. Forza, riprendiamo il gioco!- Da parte loro, il Ryonan non poté fare
altro che gioire, anche se era da vigliacchi. Senza Miyagi, forse se la
sarebbero cavata meglio, inoltre al suo posto non avevano fatto entrare Kogure
ma una matricola. Sendoh lo scrutò attentamente, vedendolo guardarsi
attorno. Stava studiando le disposizioni. - Con quella mezza sega sarà
facilissimo.- disse Koshino, tirando il fiato. - Speriamo.- sussurrò Akira ma
non era ne sicuro. Anche l’altra matricola, il numero 8, Rei Manabe, col
Miuradai aveva dato parecchio filo da torcere e se avevano fatto entrare Yaoto
al posto di Kogure un motivo doveva esserci. Forse il piccoletto non era poi
così ingenuo. La palla era passata allo Shohoku e appena ce la ebbe in mano,
a parte un attimo di leggero sbandamento, Nobu cominciò l’attacco. Koshino fece
per sbarrargli la strada ma Kaede correva accanto al nuovo playmaker e fermare
la loro corsa era impossibile. Si passavano la palla al limite dell’area di
tiro a una velocità pazzesca ma quando Sendoh si buttò sulla matricola, Nobu
scattò repentinamente, sbalordendolo. Si passò la sfera sul fianco e poi alle
sue spalle. La prese Mitsui che facendo un leggero salto indietro, passando
la linea dei tre, piazzò la sua prima tripla della partita. Akira aveva
saltato a sua volta, appena capita la tattica, ma non era riuscito a sfiorare la
sfera. E ora lo Shohoku vinceva per 48 a 46. - Bravo Nobu!- Hisashi gli
strizzò l’occhio, vedendo la matricola rossa per l’eccitazione – Ottimo
passaggio.- - Però.- sibilò Taoka in panchina – Se l’ha allenato Miyagi ha
fatto un ottimo lavoro.- - Già, quello è uno dei suoi schemi preferiti.-
annuì Aida – Ma quella matricola ha giocato poco, non sappiamo quasi niente di
lui.- - Bhè, Sendoh e Uozumi dovranno inquadrarlo presto.- replicò il mister
– E in fretta anche.- Intanto in campo l’attacco era passato ai giocatori
blu. Koshino aveva Nobu alle costole e dovette ammettere, non senza
rovinandosi l’orgoglio, che quella matricola era una scheggia, veloce e
imprevedibile ed essendo alto 1.87, non poteva neanche fiaccarla in altezza.
Difettava in esperienza, questo si e poteva giocare solo su
quello. Grazie a qualche finta il Ryonan incassò circa sei punti e Sendoh ne
mise a segno altri quattro nel giro di due minuti ma Rukawa non stette a
guardarlo. Dovendo concentrarsi sul volpino, Akira doveva lasciare Mitsui a
Ikegami e questo favorì tutti le triple che la guardia infilò sotto i loro
nasi. Stare appresso alla volpe di marmo stancava ma il sorriso sulle labbra
del porcospino diceva a Kaede che Sendoh non aveva giocato ancora tutte le sue
carte. A cinque minuti dalla fine, in un’altalena di azioni di Sendoh e
Rukawa, degli schemi di Nobu che la metà delle volte andavano a segno e di Hana
che sbarellava la difesa degli avversari coi suoi casini, si arrivò a un
risultato di 75 a 77 per il Ryonan. Difesa maledetta. Kaede si passò il
braccio sulla fronte, asciugandosi il sudore. E maledetto anche Sendoh.
Proprio non voleva mollare. - Ehi Kit.- Si girò appena, mentre Hana
tornava in difesa. – Tira fuori le palle.- Cosa?! Tirare fuori le
palle? Da quando era appannaggio esclusivo del do’aho fargli la predica??
- Hn.- sibilò a denti stretti, rabbioso. Il rossino se ne andò con un
ghigno, ben sapendo di averlo pungolato più che a sufficienza. Infatti dopo
quella sparata Kaede passò come un fulmine in mezzo a tutta la difesa,
inchiodando in fila Koshino, Ikegami e anche Fukuda con un’occhiata, mentre
Mitsui fermava Sendoh, e con un tiro in sospensione li riportò in perfetta
parità. In quel momento l’arbitro fischiò un time out richiesto da
Taoka. Era il momento giusto e per un minuto i ragazzi tirarono il fiato,
proprio mentre Rei e Yasuda tornavano dagli spogliatoi. - Allora?- saltò su
Hanamichi, levandosi l’asciugamano dalla zucca – Come sta il tappo?- Yasuda e
Manabe assunsero un’espressione mesta. - Servirebbero dei punti ma il senpai
non vuole andare in ospedale. Ayako sta cercando di convincerlo. Per il momento
gli hanno messo delle farfalle e un cerotto contenitivo.- - Testa di cazzo
che non è altro.- sussurrò Akagi con un debole sorriso. - Non vorrà giocare
ancora!- sbottò Kogure – Mancano quattro minuti, è meglio che se ne stia
fuori.- - Con Nobu ce la caviamo bene.- disse anche Rei – Il senpai potrebbe
aggravarsi senza punti.- In infermeria infatti, l’infermiera di turno non
sembrava soddisfatta di come Ryota aveva voluto farsi rattoppare. Lo vide
scendere dal lettino e guardarsi attorno. Il cerotto gli premeva sulla
palpebra ma camminando un po’ e facendo qualche scatto veloce a destra e a
sinistra col capo, si accorse che sentiva poco dolore ma ancora meglio, che
vedeva perfettamente e gestiva in un ottimo modo la profondità. - Fossi in te
non lo farei.- disse l’infermiera per l’ennesima volta – Sarete anche senza
mister ma quella ferita non è semplice come credi. Ok, ora non ti fa male ma
servono comunque dei punti. Dovresti essere in ospedale, non pensare a
giocare.- - Sciocchezze.- - Sciocchezze un corno!- sbottò Ayako – Ryota
non fare l’imbecille! Così potresti aggravarti sul serio!- - Ah si? E che può
succedermi? Che mi rimanga una cicatrice sul sopracciglio?- rispose serafico –
Questa è la finale e non intendo starmene buono qua a …- gli si smorzò la voce,
avvertendo un capogiro. Si attaccò ad Ayako e lei lo sostenne,
spaventata. - Accidenti…hai perso liquidi, devi bere assolutamente
qualcosa.- - Voglio gio…voglio giocare!- - Non prima di aver bevuto una
lattina energetica!- lo rimproverò la sua ragazza – E non voglio sentire storie
maledizione!- Fuori in corridoio lei e Raim, che aspettava paziente, lo
fecero sedere su una panca. Il play le chiese il risultato e la rossa gli
disse della parità, di come stavano giocando tutti quanti. Mandava giù la
bevanda fresca esattamente come ogni parola della ragazza, ansioso di tornare in
campo. Si malediceva per essersi fatto spingere contro la barra del
tabellone, per aver dovuto lasciare la partita. Chissà se Nobu se la stava
cavando… Due minuti. Sendoh aveva il fiato corto, Mitsui non riusciva a
tirare ma se non ci riusciva lui, anche Akira aveva i suoi problemi vista
l’estrema capacità della guardia in difesa. Come previsto la falla era la
matricola e Koshino aveva preso a bombardare Nobu in quegli ultimi minuti. Il
numero 9 comunque rispondeva abbastanza bene. In difesa riusciva a bloccare il
play avversario e in attacco lui e Rukawa erano riusciti a mettere su dei
buonissimi punti. Ma il tempo scorreva e a ogni punto di Hana e Kaede, ne
corrispondeva uno di Akira o di Fukuda. Erano tutti stanchi, si vedeva e la
mancanza del tappo la sentivano parecchio ma il Ryonan capì che non avevano
intenzione di arrendersi. - Hana.- Il rossino prese l’occhiata della volpe
su di sé. Era ora di riprovarci. Di giocarsi il tutto per tutto. Il Ryonan
l’incalzava troppo, la loro difesa li aveva uccisi, sfiancati. Ma gettare la
spugna mai. Mai. Nobu vide un gesto con la mano di Rukawa e capì cosa doveva
fare. Stette fermo fino a quando Koshino non gli arrivò di nuovo addosso, per
passarlo ma con una finta che prese in contropiede tutti quanti, proprio quando
scattava l’ultimo minuto, soffiò la palla al veterano e schizzò in avanti. -
Dannazione fermatelo!- ringhiò Fukuda. Akira tornò velocemente indietro ma
qualcuno lo sorpassò. Mitsui. Dov’era Rukawa? Prima era lui a marcarlo… Lo
vide quando era in area, arrivato di soppiatto alle spalle di Uozumi. -
Capitano attento!- Proprio quando Nobu passò la palla alla volpe, Miyagi
rientrò in palestra come un fulmine. A occhi sgranati, vide Hana e Kaede
saltare insieme sopra la canestro, prendendo in mezzo il capitano del
Ryonan. Si passarono la palla sulla sua testa e non potendo fermare entrambi,
si buttò sul volpino. Rukawa deviò la sfera con un tocco leggero e Hana,
afferrandola con una mano mentre con l’altra si attaccava all’anello, piazzò un
dunk. Il coro di urla e grida che avvolse quella schiacciata fu talmente
forte che lasciò loro in mano la partita. Come spesso accade con Akira
Sendoh, niente è mai definitivo fino a quando non è lui a dirlo. 79 a 77 per
lo Shohoku, 50 secondi alla fine. Al quarantesimo, il porcospino toccò
l’anello in posizione sbilanciata e Fukuda la mise dentro con una schiacciata,
buttando a terra Hana ma non ricevendo fallo. Erano di nuovo pari. La
tensione salì a mille. Hisashi osservò lo sguardo di Sendoh e gli piacque
poco. Cosa voleva fare? Si fece un paio di calcoli e vedendolo palleggiare
lento e sinuoso come un serpente, capì. Ci furono un paio di azioni ma
nessuna, per le due squadre, andò a buon fine. Cos’aspettava Sendoh?, si
chiese anche Rukawa. Cos’aveva in mente quel maledetto? Trenta
secondi. Eccolo. Repentino come una stella cadente, Sendoh si scambiò con
Ikegami, incrociandosi col compagno di squadra e sbarellando sia Mitsui che
Rukawa, entrò in area. Doveva farlo, pensava Akira. Doveva spaccare il
secondo o non sarebbe valso a niente. Doveva giocarsela così, ormai lo aveva
capito. Erano troppo forti, anche senza Miyagi. Il tempo. Ormai doveva
pensare solo a quello. Aspettò il diciottesimo e poi, gelando Mitsui che capì
quello che voleva fare vedendolo buttarsi su Nobu, filò a canestro. Gli altri
della sua squadra bloccarono lo Shohoku e mentre Rukawa lo raggiungeva, Akira si
fermò si fronte a Nobu. Quindici secondi. Palleggiò, fece qualche finta,
innervosì la matricola. Dodici secondi. Saltò e Nobu lo seguì. Infilò il
canestro, andando a sbattere contro Yaoto e in un attimo tutte le speranze dello
Shohoku si frantumarono. A dieci secondi, il Ryonan vinceva per 81 a
79. Col tiro libero, ormai i tifosi tacevano. Il Ryonan aveva vinto,
giocando sul tempo. Rukawa stava sotto canestro, Hana davanti a lui. Nobu
aveva le mani fra i capelli, Akagi serrava la mascella. Era finita. Tre
punti. Sendoh alzò le braccia, la palla volò sulle loro teste. Hana e
Kaede neanche la guardarono. Allo Shohoku servivano tre punti. Bastavano
tre punti e sarebbero andati ai supplementari. Tre punti con soli sei
secondi. Non ce l’avrebbero neanche fatta ad arrivare a metà campo, se
ostacolati. Ma qualcuno poteva. Continuarono a guardarsi, mentre la palla
scivolava sull’anello, girava. Otto secondi. Cadde a terra, Rukawa li
lasciò esultare. - Vai Hana!- urlò con tutto il fiato che aveva in gola e il
Ryonan scattò come una molla. Akira fu il primo a farlo. Aveva sperato di
togliere tutto il tempo necessario ma la volpe aveva capito. Lo vide
afferrare la palla e fece per girarsi ma Nobu gli si parò davanti, esattamente
come Hana che lo bloccò di lato, per impedirgli di fermare l’unica persona che
ora poteva farli tornare in parità. Sette secondi. La sfera arancione,
lanciata come un missile da Rukawa, sfrecciò sulle teste dei giocatori. Sei
secondi. Mai gettare la spugna. Si perde solo quando non si spera più. La
voce di Anzai era come un fischio nelle orecchie di Mitsui mentre le voci della
palestra tornavano alte, salendo come una marea. Eccola la palla. Arrivava verso
di lui. Doveva tentare. A tutti i costi. Afferrò saldamente la sfera,
vide qualcuno arrivare verso di lui ma non vedeva nulla se non la linea di metà
campo. Doveva raggiungerla. Con tutto il fiato che aveva corse, corse. Cinque
secondi. Saltò dopo aver superato la linea di un solo passo. Avrebbe voluto
avvicinarsi di più ma non aveva più tempo. Doveva tentare, doveva almeno
provare. Ma era così lontano… Anzai. Saltò. Saltò come se avesse sentito
di avere le ali ai piedi. Con la schiena dritta e le braccia sciolte, puntò
la traiettoria per una frazione di secondo. Akira in quel momento gli arrivò
a fianco, per fermarlo. Ma era tardi. Lanciò al terzo secondo e poté sentire
passare un’eternità. Un tempo lungo una vita. La palla raggiunse il ferro.
Scivolò su di esso, vi girò sopra. Dalla panchina dello Shohoku, più nessuno
respirava ma Ryota in quell’istante vide Mitsui chiudere gli occhi e poi anche
il pugno destro. Due secondi. La sfera scivolò nella rete. A un secondo
cadde a terra, sul parquet, con un tonfo. Parità. L’arbitro fischiò ma il
suono venne sovrastato dall’urlo di migliaia di persone che si alzarono in piedi
coi cuori in gola, che fossero venute a tifare per lo Shohoku o per il
Ryonan. Quel giorno di giugno, Hisashi Mitsui infilò un canestro dalla linea
di metà campo, salvando una partita e mandando la sua squadra ai
supplementari. Rimase immobile, affiancato da Akira, a fissare quel
canestro…e la sfera arancione, a terra. Grida e tifo non gli arrivarono alle
orecchie. Il fruscio della palla lungo la rete era l’unica cosa che
sentiva. E il rombo del suo cuore che non
taceva. Ce l’aveva fatta. -
Hisa!!- Fece appena in tempo a girarsi che Miyagi, entrato in campo senza
neanche aspettare il fischio dell’arbitro, gli si catapultò addosso. Finirono a
terra e mentre la guardia cominciava a capire cos’aveva fatto e rideva come un
bambino, Ryota gli stampò un bacio in fronte, quasi con le lacrime agli
occhi. Non mancarono di buttarsi in braccio a loro anche Rei e
Nobu. Indietro restarono Hana, Kaede e Akagi. Le due ali sentirono le mani
del Gorilla sulla testa. - Siete stati grandi.- mormorò Akagi, quasi più
sconvolto dalla commozione di Mitsui. Il rossino sorrise, ansante. La volpe
invece tacque ma scoccò uno sguardo d’intesa al tensai. - Bel gioco di
squadra do’aho.- gli disse. Sakuragi stavolta ridacchiò, passandogli un
braccio attorno alle spalle e tornandosene in panchina. Bene. Due minuti e
poi cinque di supplementari. Ma che emozioni, cazzo. Hisashi gli aveva
fatti morire con quel tiro. Per tutto il tempo si tenne la mano sul torace,
proprio come gli altri che non la finivano più di abbracciarlo. Se quello non
era un segno del destino… Salvarsi in quel modo e in quei secondi…no,
dovevano vincere. Akira, dalla sua panchina, osservò il numero 14 sulla
maglia bianca della guardia. Come si poteva definire un giocatore
simile? Hisashi era nelle sue giornate buone. In quelle giornate in cui
uno come lui avrebbe potuto fare di tutto. Quel canestro dalla linea di metà
campo a dimostrarlo. Era entrato nel Guinnes ormai. Hisashi Mitsui. Un
campione.
I due minuti prima dei supplementari furono i più lunghi della
loro vita. Cercarono di riprende fiato tutti quanti ma c’era ben poco da
recuperare. Dalle facce di ognuno di loro, anche in quelle degli avversari,
Taoka capì che sarebbe stati capaci di svenire in campo, pur di andare fino in
fondo. Ma quel tiro…Mitsui li aveva finiti con quel tiro, senza
pietà. Mitsui aveva vinto da solo, li aveva piegati psicologicamente. Non
c’era modo di battere un giocatore dopo un’azione simile. Nella panchina
delle Shohoku c’erano tanti visi stanchi…ma quanti sorrisi. Dopo quella
tripla, un sorriso idiota e un po’ ebete aleggiava sulle facce di tutti i
giocatori, riserve comprese. - Cazzo l’hai baciato in fronte.- ridacchiò
Hana, osservando Miyagi, l’unico fresco dopo quindici minuti in infermeria. -
Vorrei vedere te.- sbuffò Ryota, sorridendo a mezze labbra – Me ne stavo qua a
morire quando ho visto te, la volpe e anche Nobu piazzarsi davanti a Sendoh e
passare la palla a Mitchy.- - Ti giuro che se non l’avessi visto non ci avrei
creduto.- annuì anche Akagi. - Cosa? Il bacio del tappo?- frecciò il
rossino. - Ma sparati, demente.- Risero tutti, lasciandosi andare indietro
contro lo schienale della panchina. Nobu sospirò, asciugandosi la fronte.
Aveva fatto un casino commettendo quel fallo ma quando aveva visto il senpai
Rukawa muoversi, si era buttato addosso a Sendoh senza pensarci due volte. -
E ci hai azzeccato alla grande.- si complimentò Miyagi – Non avrei saputo fare
di meglio!- - Ora torni in campo senpai?- gli chiese Rei. - Si.- annuì
Ryota, composto – E poche storie. Non saranno cinque minuti a deturparmi
l’occhio.- - Tanto non farà molta differenza.- insinuò Mitsui, piegato sulle
ginocchia con un asciugamano in testa. - Guarda che ti bacia di nuovo.-
soffiò Sakuragi in sottofondo. - No grazie.- Hisashi si attaccò alla lattina,
cercando di recuperare i liquidi persi e anche il batticuore – E’ il secondo
assalto sessuale che mi subisco in partita oggi.- - Lo sapevo che il
porcospino hentai ci provava!- - Do’aho. Zitto!- - Che palle kitsune,
ringrazia il grande tensai che ha capito che avevi in quella tua testa
bacata!- - Gioco di squadra?- l’anticipò Kogure. - Si, quella roba
lì.- - Bhè, per una volta l’avete fatto alla grande.- si complimentò Ayako,
battendo sulle spalle della scimmia e della volpe – Mai vista un’azione così
sincronizzata! Meno male che abbiamo registrato la partita, così Anzai sarà
fiero di voi!- - Ecco, guarda che adesso ci ammazzano…- borbottò Mitsui
saggiamente. - Sì buona notte!- Akagi gli ficcò un pugno in testa –
Deficiente, prima preghi davanti alla foto come un dannato uccellaccio del
malaugurio e poi questa! Se perdiamo ti ammazzo, sappilo.- - Bravo, così mi
risparmio gli esami lunedì.- - Cosa non faresti pur di segare gli esami.-
rognò il Gorilla, poi cambiò argomento visto che ormai dovevano giocarsi gli
ultimi istanti di quella magnifica partita – Allora, come sistemiamo la
cosa?- - Come?- Miyagi sorrise – Sono stanchi, Hisa ha segato le gambe a
tutti con quel tiro, me compreso devo ammettere…- - E’ per questo che l’hai
baciato…- - E che cazzo do’aho, sta zitto!- - Porco cane Kit, se non ti
chiudi la bocca come al solito giuro che ti faccio ingoiare la lattina!- -
Ingoiati la lingua.- - Faccio finta di non aver sentito.- - Possibile che
voi due non siete capaci di stare buoni un solo minuto?- sbuffò Raim, chiudendo
la bocca alla volpe con una mano prima che gli uscisse un’altra battuta al
veleno – Forza, manca un minuto. Cercate di riprendere fiato, anche se mi sa che
a stasera non arriverete sulle vostre gambe.- - Dormirò sotto un ponte, ne
vale la pena.- ghignò Rei – Dopo una partita così!- - Col cazzo, rivoglio il
mio letto.- scandì Ryota. - Tu prima vai in ospedale!- gli ordinò Ayako – E
voi fareste meglio a farvi accompagnare a casa da qualcuno!- - Si, ci
arriverò strisciando.- rognò Mitsui sarcastico – Kay è senza macchina.- -
Tanto in tribuna c’è anche tuo padre.- se ne uscì la mora ma quando lo vide
sputare quello che stava bevendo e quasi strozzarsi, si morse la lingua.
Ops. Hisashi si alzò in piedi, annichilito. Oddio, era venuto davvero. Era
in tribuna con sua madre! Ma dai, era fantascienza! Se ne stava lì,
seduto, impettito come suo solito ma…gli fece un cenno con la mano. Chissà da
quanto era arrivato. - Dì quello che ti pare ma gli sarà partito un embolo
quando ha visto quella tripla!- gli disse Kogure, strizzandogli l’occhio – Ne
sono più che convinto.- - Se, non conosci quello lì.- la guardia scosse il
capo, tornando a sedersi – Come minimo una volta a casa saprà dirmi che sono
solo capace a infilare palle nella rete.- - Bhè, digli da parte mia che
infilare quella palla da quella distanza ti ha fatto entrare in una rosa di tre
tizi che solo all’NBA sono riusciti a fare una cosa simile.- sibilò Akagi. -
Già.- brontolò anche Kaede, soprappensiero. - Se poi scassa ancora mandalo da
me.- concluse Hana, idiota come sempre – E lo sistemo io Mitchy.- - E mollala
di chiamarmi Mitchy, cretino.- Passarono i loro ultimi sessanta secondi e
poco prima di rimettersi in piedi, lo Shohoku rientrava in campo. Spalle
dritte, nonostante la stanchezza. E occhi di fuoco. I cinque minuti
successivi non furono facili per nessuno, questo fu innegabile perché nonostante
la mazzata data da Mitsui, il Ryonan non sembrava volersi arrendere, Sendoh meno
che mai. A far vincere quella partita ai diavoli di Anzai fu finalmente il
gioco di squadra. Per tutto il set supplementare Rukawa non si scollò da
Sendoh e tutti poterono assistere nuovamente alle loro grandi sfide e questa fu
una delle più spettacolari ma il gioco più fresco di Miyagi alla fine gli diede
in mano la partita. Lo Shohoku vinse con quindici punti di vantaggio e quando
l’arbitrò fischiò la fine dell’incontro, i perdenti non riuscirono a sentirsi
tali. Lo scroscio degli applausi era così forte da sopire ogni senso di
delusione. Il Ryonan si ritrovò a battere le mani ai campioni prefetturali,
che si riconfermarono per il secondo anno di seguito mentre lo Shohoku dalla
panchina esplodeva in cori di vittoria, i più sensibili in lacrime. I
titolari, semplicemente, socchiusero gli occhi, restando ad
ascoltare. Avevano vinto. Ce l’avevano fatta. Erano i campioni di
Kanagawa. Anzai poteva essere fiero di loro. I titolari si strinsero,
senza fiato, senza più energie se non negli occhi. E nel cuore che batteva
all’impazzata. Ce l’avevano fatta. Campioni. Erano i campioni. I
diavoli dello Shohoku.
Fanciulli, grazie per essere stati con me fino ad ora.
Manca un solo capitolo, ma io ringrazio sia chi ha commentato, che tutti coloro
che hanno letto e riletto, da manga.it... la felicità per questa fic che è
piaciuta anche in un sito grande come questo è veramente tanta. E in effetti si,
sono triste...ma c'è ancora l'ultimo capitolo. Statemi bene, alla prossima ci
salutiamo e vediamo di chiarire questa faccenda del seguito.
Un bacio a
tutti.
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Capitolo 30 *** Shohoku's 5° Winners ***
raim30
Hanamichi Sakuragi stava seduto in panchina. In
silenzio, osservava il lucido parquet del palazzetto dello sport. La
cerimonia di premiazione era finita da mezz'ora, tutti se n'erano andati, anche
gl'inservienti...ma il campo di battaglia così silenzioso era anche più bello, a
volte, di un campo pieno di validi avversari. Guardava la linea di metà
campo, quella dei tre punti, la lunetta... Che partita. Sendoh gliel'aveva
fatta sudare quella vittoria. Aveva ancora il cuore in gola, ricordando
l'ultimo secondo dei cinque minuti supplementari. Ma avevano vinto con undici
punti di vantaggio, avendo ormai vinto psicologicamente sul Ryonan grazie a
Mitsui. Mitchy era stato grande. L'emozione nel vederlo fare quel tiro...
ah, era indimenticabile. Non credeva che avrebbe mai potuto giocare
un'altra partita del genere. Benchè ognuna fosse diversa dall'altra, quella
era stata...irripetibile. Sentì uno sguardo freddo e azzurro su di lui, ben
sapendo chi era. - E' ora do'aho.- Si girò, trovando Kaede appoggiato
sulla porta con la spalla. Hana si lisciò i jeans, mettendosi in piedi e
afferrando la borsa. Dovevano tornarsene a casa. O a festeggiare, visto che
erano solo le quattro del pomeriggio. - Contento volpe?- gli chiese,
passandogli a fianco. - Hn.- Sorrise divertito, restandogli accanto. Ma
che ci si poteva aspettare da Kaede Rukawa? - Gli altri dove sono?- - In
sala d'aspetto. Moribondi.- E in effetti anche il rossino non è che riuscisse
a tenersi molto in piedi. Strisciarono fino al loro gruppo, non trovarono Miyagi
con gli altri titolari. Dov'era? In infermeria a farsi rifare la fasciatura mentre
sua madre e suo padre gli bestemmiavano dietro per tanta esemplare
deficienza. Si lasciarono andare sull'altro divano, davanti ad Akagi, Kogure
e Mitsui. In mezzo parenti e gente di tutti i tipi che non conoscevano. -
Che figata. Abbiamo finito anche la scuola.- se ne uscì bastardamente Hana,
ricevendo subito un'occhiataccia da quelli del quinto anno - Dai ragazzi, siete
dei sapientoni...basterà qualche oretta di ripasso.- - Come no.- rognò il
Gorilla - Ringrazia che non ho più fiato, imbecille.- - Lunedì possiamo
venirvi a prendere dopo la prima sessione senpai.- rincarò anche Rei, però senza
sarcasmo. - Cos'è che avete, a proposito?- chiese Raim, sedendosi a fianco di
Rukawa. - Prova di letteratura.- sospirò Kogure, sorridendo - Cinque ore da
sessanta.- - Cinque ore di scartavetramento di palle.- chiarì Hisashi, guardando suo fratello
di striscio - Ehi Kay...fai il bravo fratello, mi porti a casa in spalla?- Il
maggiore esibì un ghigno perverso, assolutamente finto. - Ma certo. Sai cosa
possiamo fare? Andiamo nel parcheggio, rubiamo un moto e ti porto a casa
trascinandoti. Va bene?- - Nel parcheggio mi ci porteresti in spalla?- fu la
spettacolare risposta. - Sai mettere in funzione una moto senza chiave
Kay-san?- se ne uscì invece Hana, allibito. - Una delle tante doti degli
avvocati.- frecciò la guardia. - E che ci va. È semplice, credimi.- -
Perché io perdo sempre le chiavi sai...com'è che si fa?- - Dunque, intanto ti
serve...- - Kay.- Hisashi lo zittì, tossicchiando. Il maggiore si volse,
aria apatica, trovandosi di fronte niente meno che il caro paparino. Il padre
di Mitsui in effetti aveva la tipica aria dell'uomo tutto d'un pezzo, pensarono
Kaede e Hana osservando il suo viso indurito. La madre invece era una persona
dolcissima, come da una donna così gentile ed eterea fosse nato Mitchy proprio
non lo sapevano ma rimasero in silenzio, rizzando le orecchie, proprio quando
arrivò Anzai a salutare Kay. Lui gli presentò i loro genitori e mentre
chiacchierava con la madre, il padre della guardia continuava a fissare i
figli. - Si?- fece Kay, senza tanti giri di parole. - La tua ragazza come
sta?- Kay schioccò la lingua, scuotendo il capo - Bene.- Lapidario.
Significava che non voleva parlarne, così il signor Mitsui si volse verso il
minore dei suoi figli. - Sei stanco?- Hisashi cercò di stare tranquillo,
anche se ora non si sentiva molto bene. Aveva quella fastidiosa sensazione di
angoscia che presagiva sempre guai ma cercò di tenerla sotto controllo. - Si,
parecchio. Come mai sei venuto?- - Niente lavoro oggi?- interloquì Kay
sarcastico. Il padre gli scoccò un'occhiataccia ma proprio in quel momento
arrivò qualcuno dal corridoio opposto con occhiali da sole e sorriso a trentadue
denti. - Ueda.- Hisashi si mise in piedi, divertito - Non mi dire che sei ti
sei sciroppato quattro ore di treno per vedermi.- - Il preside e l'allenatore
sono categorici.- ghignò il cercatore di talenti, tornato apposta per la finale
- Complimenti ragazzi, mai vista una partita simile alle superiori.- Lo
Shohoku ringraziò mentre la guardia presentava a Kay, ad Anzai e forse un po'
anche a suo padre, il signor Ueda. - Lei è quello dell'università, giusto?-
gli chiese Kay - E' un piacere.- - Il piacere è mio, specialmente quando
convincerà suo fratello a venire da noi.- ghignò Ueda, come una faina - Hisashi
è molto testardo. Le ho provate tutte in questi ultimi due mesi. Sarei arrivato
a pagarlo, mi creda.- - Non sopporto la gente insistente.- sbuffò Mitsui -
Sei venuto qua per battere ancora sul chiodo?- - Dopo quel tiro non potrei
fare altro. O mi licenziano.- - Così lei è di Tokyo.- se ne uscì
improvvisamente il signor Mitsui, serissimo. - Già. Voglio suo figlio a Tokyo
per l'inizio dei corsi.- - E come la mettiamo coi suoi voti?- continuò suo
padre, mentre Hisashi si nascondeva sotto il cappuccio della felpa. - A dire
il vero ha passato tutti i test a pieni voti.- si stupì Ueda - Non gliel'ha
detto?- - No.- rispose il padre, gelidamente incazzato - Non mi ha detto
nulla.- - Non amo vantarmi.- sibilò Hisashi velenosamente. Qualche fischio
di sottofondo di Hana e perfino di Akagi gli fecero capire di volare basso ma
ora l'attenzione di suo padre era tutta per Ueda. Merda, era finito! -...così
sono tornato per l'ennesima volta e stavolta giuro che gli strapperò una
promessa.- concluse Ueda, sogghignando - Ho parlato di lui al mister della H.K
ed è venuto anche lui a vederlo. Dire che è rimasto senza parole è poco. Certo,
col suo ginocchio ci sarà qualcosa da chiarire ma non credo ci saranno problemi
per il suo ingresso in squadra. E a proposito...non è venuto solo per te,
Hisashi. Ma anche per Takenori Akagi.- Il Gorilla alzò un
sopracciglio. Tanto ormai li avevano presi in facoltà, avevano accettato le
domande...che senso aveva andarli a vedere ora? Mah. - E per quanto riguarda
i corsi?- tornò alla carica il signor Mitsui, mentre Hisashi si lasciava andare
con la testa contro il fianco di suo fratello, in piedi davanti al divano su cui
era seduto - Che avreste in mente?- - Ho provato ha chiederlo a suo figlio.-
cinguettò Ueda - Ma la sua bocca è tuttora chiusa ermeticamente.- - Si, come
sempre.- - Ha parlato.- sibilò Kay ironico. - Vivrebbe al campus?-
richiese il padre di Hisashi. - Si, certo.- annuì Ueda - Lì i giocatori sono
molto controllati.- - Però, quello che ci vuole per lui.- - E un bel
collegio militare?- rincarò Kay - Dici che non andrebbe bene?- - Non so. Mi
farebbero usare le armi?- soffiò Mitchy, stando al gioco. - Si, certo. E poi
vieni da una scuola pubblica, sei già specializzato in armi piccole.- -
Fatela finita voi due.- sibilò il caro genitore, porgendo poi la mano al tizio
di Tokyo e dandogli il suo biglietto da visita - Signor Ueda, è stata una
conversazione interessante. Mi chiami quando vuole, vorrei approfondire.- -
Con piacere.- sorrise quello - Allora...Mitsui, Akagi...ci vediamo
prossimamente.- - Come no.- rognò Mitchy a bassa voce. Ma no, dai! E
che cazzo, l'avevano incastrato! - Fottuto Hisa.- gli cantilenò Kay
all'orecchio - Allora? Andate a festeggiare?- - Credo che andrò a buttarmi
sotto un ponte.- sibilò Hisashi. - Tesoro vieni a cena con noi stasera?- gli
sorrise sua madre - O sei troppo stanco?- - A cena?- Mitsui si sentì male -
Da soli? Noi tre?- - Con Kay naturalmente. Perché non inviti la tua
ragazza?- Grazie mamma. L'adorava. Ma meglio la morte che parlare con suo
padre prima di andare a dormire. Gli avrebbe segato il week end. - Grazie
mamma ma sono davvero a pezzi. Esco un po' coi ragazzi e poi andrò a
dormire.- - Bravo, così potrai studiare per gli esami.- gli disse suo padre
fra i denti - Mi aspetto parecchio.- - Allora aspetterai invano.- Hisashi si
mise in piedi, avvertendo ora la nausea in gola - Vado in bagno, torno
subito.- Kaede lo seguì con lo sguardo, stava per alzarsi come Hana ma la
guardia gli fece cenno di stare tranquilli, così tornarono comodi. Che essere
dispotico, pensò il rossino. Insopportabile! - State buoni.- li ammonì
Raim, seduta silenziosamente accanto alla volpe. Però. I loro istinti omicidi
dovevano averli scritti in faccia perché se se n'era accorta lei, forse anche
gli altri avevano capito che stavano per guadagnarsi anni e anni di
galera. Il primo a tornare fu Miyagi, incerottato dalla testa al mento.
Fortunatamente la madre di Hana gli aveva messo le mani sull'occhio e sistemato
la voragine procurata dopo la caduta in campo ma restava il fatto che gli
sarebbe rimasto un bel segno, peccato che al tappo non fregasse assolutamente
nulla. La cosa anzi, lo gasava. Una bella ferita di guerra. Il
massimo! Tornò anche Mitsui, era abbastanza calmo, e ridendo e strisciando
andarono via tutti dal palazzetto dello sport. Alcuni di loro però si volsero
un attimo indietro. Quella era l'ultima gara degli under 21 a cui avrebbero
partecipato tutti insieme, a Kanagawa, come squadra. Akagi, Kogure e Mitsui
sospirarono. Avevano vinto e se ne andavano in bellezza. Altro non
potevano fare. Se non andare a festeggiare con gli altri. Si, si
meritavano questo e altro. - Ve la date una mossa?- sbraitò Hana dalla strada
- Dai che ho fame Gori!- - Arrivo, arrivo...scimmia.- - E muoviti che la
volpe mi si addormenta sul marciapiede!- Ridacchiando, anche Kogure e Mitsui
li raggiunsero. Ma si. Bella prova.
Un mese più tardi, a
Hiroshima, Hanamichi Sakuragi stava seduto nel giardino della pensione che li
ospitava. Guardava in alto, nel cielo limpido e pieno di stelle. Certo che
ne erano successe di cose! Dopo la partita col Ryonan e la premiazione del
torneo prefetturale che li aveva visti di nuovo come i campioni di Kanagawa, lo
Shohoku aveva dovuto subire l'interesse della stampa ma non solo. Finita la tiritera, per i ragazzi fino al quarto anno era
ufficialmente iniziata l'estate e la preparazione per
il torneo nazionale, a parte per Hana e Kaede che dovettero dare
l'esame pratico della patente. Non si sa bene come ma alla fine riuscirono a
farsi dare il maledetto e malaugurato passaporto per investire ufficialmente la gente sulle strisce
pedonali. Forse la ottennero per il rotto della cuffia o solo per aver minacciato di
morte l'esaminatore...nessuno lo seppe mai. Per altri senpai invece era iniziata
la settimana degli esami finali. A quanto gli aveva raccontato Sendoh alla
cerimonia, non è che Mitchy si fosse ammazzato di studio ma forse, per prendere
alla fine per il culo tutti i dannati professori, gli anni passati a fare il
teppista, suo padre e anche Yoshikawa, Hisashi Mitsui dette per l'ultima volta
in quella scuola il meglio di sé. I risultati appesi parlarono chiaro. Su
quasi cento studenti che dettero gli esami finali, quel mentecatto alla faccia
di tutti arrivò terzo. Akagi quinto. Quando videro il suo punteggio quasi
non riuscirono ad aprire bocca. La faccia poi di Hisashi quando andò a
ritirare il diploma come se avesse fatto un favore a tutti era da
immortalare. Fra i tanti, Hotta e Aota fecero un casino inciampando davanti
al vicepreside per l'emozione, la Kurata invece nemmeno quel giorno riuscì a
tenere le mani a posto e qualcuno tornò a casa senza portafoglio. Diciamo
mezzo consiglio studentesco. E così anche i migliori se ne
andarono. Mitsui, Akagi e Kogure dissero addio allo Shohoku ma per loro era
iniziato il campionato nazionale. Partirono due giorni dopo la consegna dei
maledetti diplomi e il viaggio fino a Hiroshima fu abbastanza tranquillo anche
se si rividero in giro certi soggetti che avrebbero preferito dimenticare di
aver conosciuto anni prima. Fra
testa di cazzo di ogni tipo, spacconi, rintronati che a momenti persero il treno
perché come sempre erano in ritardo e un ritardo stratosferico delle linee,
Shohoku e compari si tapparono in albergo senza neanche andare a vedere le prime
partitelle di riscaldamento. Perchè? Semplice...molto semplice. Sul treno, un
certo tizio di nome Mitsui era salito col giornale di Kanagawa. In prima pagina
una notizia che sapeva tanto di "chi la fa, l'aspetti": Takeru e due dei suoi
compagni di squadra erano stati sottoposti a una retata a scuola. L'armadietto
perquisito e al setaccio erano arrivati più di venti grammi di droga a
testa. Chi avesse fatto la soffiata alla polizia era un mistero...ma di certo non era mistero chi
avesse fatto il favore alla guardia d'infilarsi allo Shikuda alle tre del mattimo, scardinare
gli armadietti e chiudere per sempre la storia della Oni's School. Tetsuo. Che
per una volta aveva compiuto una buona azione. Così, a parte sadicissime vendette
dal sapore dolcissimo e godurioso, nei giorni seguenti all'arrivo delle squadre
ad Hiroshima, uscirono gli accoppiamenti. Lo Shohoku era in un girone folle
tanto per cambiare ma non se ne curarono troppo, specialmente perché il 20
giugno, due giorni prima del compleanno di Mitsui, alla pensione arrivò una
telefonata per la guardia verso le dieci di sera. A prenderla fu Ayakp visto che
Hisashi era a mollo nella vasca termale con gli altri ma la manager entrò senza
fare una piega, dicendogli che era diventato zio. Mancò poco che affogasse e
sconvolgendo metà albergo corse al telefono con un asciugamano sui fianchi,
seguito dai titolari conciati come lui, tutti bagnati e ansimanti. La figlia
di Kay era nata pochi minuti prima e i due stettero al telefono per circa
un'ora. A fare che? Scegliere il nome per la bambina. Consultarono metà
pensione, fermando tutti i passanti e ne uscirono i nomi più
demenziali. All'alba delle undici e mezza, Hisashi scandì lapidario l'ultimo
nome che era deciso a dire a quel demente di suo fratello. Saya. Saya
Mitsui. Si, ci stava. Per il resto della serata gli altri lo tormentarono
a manetta, con mille epiteti cretini che oltre ad aver impedito a Kaede di
dormire avevano anche messo alla prova il precario equilibrio mentale di Hisashi
che, tutto gudurioso, pensava a quel fesso di suo fratello in ospedale coi
suoi. Ben gli stava! E ora Hana se ne stava all'aperto, a godersi l'aria
notturna. Il campionato nazionale era iniziato da ventun giorni e loro
avevano già disputato quattro ottime partite. Il Ryonan ne aveva passate due,
poi aveva perso quello stesso giorno contro il Toyotama con sei punti di
svantaggio. A quanto avevano visto per registrazione, Sendoh praticamente aveva
giocato solo contro cinque e, sempre secondo il video, quando erano usciti dalla
palestra Akira era stato osannato per il suo gioco perfetto. E ora il tensai
pensava a cosa combinare dopo l'estate. Ci sarebbe stato il torneo juniores e
poi...già, e poi un altro anno in cui per la prima volta la squadra dello
Shohoku avrebbe dovuto raccapezzarsi in un campo senza un buon centro come il
Gorilla e una guardia come Mitchy. Dette un sonoro sbuffo, allungandosi
meglio sulla panchina ma dei passi alle sue spalle gli fecero capire che aveva
compagnia. - Piantala di farti seghe.- Hana guardò la volpe, scoccandogli
un'occhiataccia. - E chi ti dice che me le stessi facendo Kit?- Rukawa si
sedette, mollandogli una lattina di birra. - Hn.- Ecco, ora lo uccideva.
Arrivava, sganciava bombe e poi mugugnava. Orrido essere. - Che farai
appena finita questa faccenda?- gli chiese, stappandosi la lattina. Kaede
mandò giù un sorso, levando le spalle - C'è il campionato juniores. E poi ne
parlerò con Raim.- - Vuole tornare da sua madre?- - Si, per qualche
settimana. E tu do'aho?- - Non lo so.- ammise il rossino - Ho la testa da
tutt'altra parte.- - Vedi che ti fai le seghe?- - Ma che palle, sei
seccante. È solo che il prossimo anno sarà dura da morire.- - Rei è bravo in
difesa. Può stare al posto di Mitchy.- - Si ma non parlo solo di quello...-
Hana mise il broncio - Il Gorilla sarà un gran rompiballe ma con lui mi
divertivo. Non sono come te che mi voto in castità all'idea del basket. A me
piace giocarlo con la gente che mi scassa attorno.- Bella spiegazione, pensò
Rukawa. - In poche parole ti piace solo far casino.- - Non dirmi che
quest'anno non ti sei fatto due ghignate.- ridacchiò il tensai - Cioè, al primo
ci siamo letteralmente ammazzati ma già l'anno scorso è stata una figata
davvero. Quest'anno poi ti sei dimostrato veramente oltre ogni aspettativa
volpino. Con quel pugno ad Arai sei diventato il mio eroe!- - Hn.
Do'aho.- Poi, non si sa come il discorso si spostò abbastanza velatamente
sulla sua convivenza con Raim. Hana era diventato abile a strappargli
qualcosa con apparente incuranza e quando Kaede se ne accorgeva solitamente era
tardi. - Così sei diventata una kitsune domestica.- cinguettò Sakuragi,
accartocciando la lattina con una mano e lanciandola in un cestino poco lontano
- Sei proprio cambiato Kit.- Kaede tacque, finendo le ultime gocce di
birra. Si, era vero in fondo. In un anno era stato travolto da una marea
di novità, grazie a Raim aveva imparato a vivere di nuovo e a stare con qualcuno
e Hana era riuscito perfino a fargli instaurare di nuovo un po' di dialogo con
suo cugino. L'avevano proprio tarato quelle due teste rosse. - Prima di
partire...- Rukawa cambiò argomento, prima che il maledetto iniziasse con le
domande spinte e attaccasse a ridere da perfetto sadico quale era davanti al suo
imbarazzo - Prima di partire sono andato con Ayako nel quartiere Harashi. Al
palestra delle medie Kitamura.- Hana alzò un sopracciglio. - E Miyagi lo
sa?- - Imbecille, non siamo andati a infrattarci.- - Sarà meglio,
Ryo-chan potrebbe prendersela sai? Allora cosa siete andati a fare?- - A
veder giocare un tizio.- - Siete andati a far propaganda?- allibì il rosso -
Ma dai, non ti ci vedo proprio.- - Veramente è stata lei a chiedermi di
seguirla.- gli spiegò, mentre il tensai si accendeva una sigaretta - Ci andava
già da parecchio tempo. Il Kitamura ha vinto per gli under 15 e tutto grazie a
questo ragazzino.- - Nome?- - Yukito Sagami.- - Ruolo?- - Ala
grande. È alto 1.94.- Hana quasi si strozzò col fumo - E che cazzo, ha preso
troppi ormoni della crescita? Bhè, come gioca?- Dal silenzio di Kaede,
Sakuragi parve capire che per lasciare la volpe senza parole doveva essere
davvero un grande. - E' forte.- rispose il volpino, serio - E cerca lo
scontro.- - Ah, ecco perché ti piace.- sghignazzò il rossino - Dai, dimmi
qualcos'altro.- - Mastica la gomma mentre gioca.- - Ah. E non gli va di
traverso?- - No.- - Ok kitsune ma com'è?- - Può diventare bravo.-
rispose l'ala piccola - Ha l'aria di uno a cui non piace prendere ordini.- -
Però. Andrete d'accordo se verrà da noi.- - E come fai a saperlo?- - Ayako
non è una che si sbatte per niente. Se ci andava a parlare prima di portare
anche te, vuol dire soltanto che l'ha già imbrigliato. Ci hai parlato con questo
moccioso?- e vedendo la sua faccia, scosse il capo - Scusa, perché sprecare il
fiato eh Kit? Ma insomma, potevi almeno farti un'idea!- - Basta vederlo
giocare.- - Questo è sicuro. A guardare te, si capisce subito di che pasta sei
fatto.- - Do'aho. Potrei dire lo stesso di te.- - Te la tiri troppo,
imbecille. Vabbè...mi racconti qualcos'altro o no? Adesso la faccenda
m'interessa!- - Che faccenda ragazzi?- I due si voltarono, trovando niente
meno che le due manager. Hana ringraziò il cielo, sorridendo ad Ayako. Gli
raccontò che Rukawa gli aveva detto di quel Sagami e così la mora sorrise,
mentre Raim si sedeva in braccio alla volpe. - E così andavi a vederlo giocare
da un pezzo eh?- - Già.- annuì la ragazza - E ti posso assicurare che è
praticamente in squadra con noi.- - Perché dici così?- - Semplice. È
venuto a vedere la finale contro il Ryonan. Veder giocare Rukawa deve averlo
convinto.- - Non vorrai dirmi che è un altro fissato!- - Più o meno.-
sorrise Ayako - E' un tipo un po' ombroso e non parla volentieri ma l'ho
incontrato nei corridoi mentre voi vi cambiavate e mi ha fatto capire che
entrare nello Shohoku non gli sarebbe dispiaciuto. È un'ottima ala grande, ha
una potenza di braccia e gambe, è buono nello sfondamento e veloce in attacco ma
è troppo esile per farci da centro.- - Quindi sono fregato.- borbottò il
rossino - Toccherà a me.- - Pare di si.- annuì la mora - Rei è ala piccola,
quindi anche in difesa se la cava bene e se ci sono problemi avremo anche Nobu a
disposizione. Ce la caveremo.- - Prevedi tutto eh?- sorrise Raim - E brava
Ayako.- - Se aspettavamo che i ragazzi andassero a vedere gli under 15
stavamo fresche.- sghignazzò l'altra - Comunque questo Sagami è un bravo
ragazzo, ha la media di un fallo a partita e di trenta punti in attivo.- -
Miseria ladra.- alitò Hana - Ma gli altri della squadra allora sono delle
seghe.- - Abbastanza.- borbottò Rukawa, cingendo meglio al vita della sua
rossa. - E poi è uno a cui piacciono le sfide. Inoltre non si fa mettere i
piedi in testa, quindi credo che andrete d'accordo.- insinuò Ayako - Dovevi
chiedergli le sue credenziali nelle risse anche?- - Allo Shohoku non guasta
mai.- sibilò il rossino - Comunque...non è una volpe in miniatura, vero?- -
Non direi.- rispose la mora, facendo mente locale - Oddio...è cupo e ombroso ma
è parecchio ironico, anche se come ti ho detto non parla volentieri con gli
estranei. Lo conosce anche Rei, lui andava alla Kitamura.- - Fantastico.-
Sakuragi incrociò le braccia - Quindi avremo a che fare con un raggio di
sole.- - Si, più o meno.- - Avrai pane per i tuoi denti Kaede.- sussurrò
Raim, all'orecchio del volpino. - Hn. È da vedere.- - Piuttosto, che ci
fate voi due ancora in piedi?- chiese la rossa. - Non ditemi che
chiacchieravate.- frecciò anche Ayako. - No, io parlo e lui bofonchia.-
frecciò Hanamichi, stiracchiandosi - Ma che ore sono? Che palle, già mezzanotte.
Domani chi dobbiamo sciropparci?- - Una squadra di Tokyo.- rispose la mora, -
Forza, in piedi. Vi voglio a letto fra due minuti o domani come al solito vi
addormenterete in tribuna.- - E il coach l'avete sentito?- le chiese
Sakuragi, mentre tornavano alla pensione. - Si, ci raggiunge dopo domani.-
sorrise Raim - Si è completamente ristabilito.- - Accidenti al nonno, un
giorno o l'altro ci farà morire tutti di crepacuore.- In effetti partire per
Hiroshima senza Anzai non era stato il massimo, come del resto disputare quelle
prime quattro partite senza di lui ma se l'erano cavata ancora una volta. Ora
che il Buddha sarebbe tornato però il loro umore sarebbe risalito alle
stelle. Ne erano sicuri. E come volevasi dimostrare la mattina dopo, alla
stazione, lo trovarono sano e bello pacioso come suo solito. Qualcuno
immaginò anche che mangiasse troppo e che di nascosto si abbuffasse per segare
la dieta ma i ragazzi erano troppo contenti e Anzai ansioso di tornare a vederli
giocare. Di nuovo in panchina, era tornato a tenerli uniti con la sua
presenza...e stavolta con una piccola sorpresa.
Passò un'altra
settimana e lo Shohoku quel venerdì sera uscì dal campo di gioco col sorriso
sulle labbra, tutti stanchi e a pezzi, ma vincenti. Il giorno prima avevano
fatto strage del Yokotama Kogyo, di Hyogo, e ora avevano vinto sul Too di Tokyo,
dei bastardi senza precedenti, per 76 a 68 e sebbene non avessero più fiato
neanche per bere, qualcuno aveva ancora energia a sufficienza per guardare
storto Anzai e la sua sorpresina invisibile. Dovevano fermarsi a vedere
l'Aiwa contro il Daiei Gakuen e questa partita si sarebbe dimostrata di gran
lunga una delle tre migliori di tutto il campionato mentre il giorno dopo il
Toyotama doveva vedersela col Fubo di Chiba. Dopo di che un'altra settimana e
sarebbero arrivati di nuovo alle finali. Peccato "la sorpresina". Ormai i
ragazzi la chiamavano in quel modo la nuova recluta che si sarebbe cuccato
Miyagi. O almeno, Anzai l'aveva presentata come una recluta ma la new entry
che li aspettava nell'anno nuovo non era stata proprio orgogliosa e gioiosa per
la sue entrata in squadra. Anzai aveva avvisato i ragazzi una volta alla pensione, al
suo arrivo, e l'aveva presentata più o meno in questo modo, brutale e chiaro:
"Ragazzi, con l'inizio della nuova stagione scolastica avremo un giocatore
nuovo, che ora frequenta il terzo anno. Si chiama Shinichi Aikawa e per
punizione Yoshikawa l'ha costretto a incanalare le sue energie in eccesso nella
nostra squadra."
La parola punizione aveva fatto restare secchi Miyagi
e gli altri, mentre Mitsui levava un sopracciglio. Aikawa. Dove l'aveva già
sentito quel nome? Si venne poi a sapere, tramite le conoscenze di Raim, che
questo Aikawa era sempre in punizione e in rotta col vicepreside. Motivo? Era un
muralista, il tizio che nel giro di pochi anni aveva riempito lo Shohoku di
fantastici murales con la tua tag sparsa un po' ovunque. Si firmava
Psyko
e
quasi tutti sapevano chi era, visto che se ne andava sempre in giro con una
tracolla sbrindellata piena di bombolette, pennarelli e colori. Secondo
Mitsui non era un cattivo ragazzo, anzi. Una volta ci aveva parlato mentre
era al lavoro, verso le otto e mezza della sera. La guardia si era fermata
per i suoi tiri e l'aveva pescato seduto su una scala, davanti al muretto di
cinta sul retro. Era stato molto gentile e cordiale e anche se tutto sporco
di colore sulla faccia come un teppista, Hisashi aveva dovuto ammettere che era
un vero e proprio artista. A quanto pareva poi, Yoshikawa si era rotto le
palle dei suoi scarabocchi e così l'aveva messo a vita in punizione,
obbligandolo a giocare nella squadra di basket. C'era un unico piccolo
problemino e non era per la poco voglia del ragazzo. Anzi, il coach aveva
detto che era bravino. No, il problemino mastodontico era la sua
asma. ASMA intensa e persistente che l'accompagnava dalla nascita. Il medico
gl'impediva attività fisica continua come il basket per più di mezz'ora. Da
spararsi. Ci mancava anche che a quello mancasse il fiato e ci restasse
secco, sindacò Hana, pragmatico come sempre. - Bhò, tanto non è più un
problema mio.- fischiò Akagi, lasciando Ryota pallido come un cencio. - E già
tappo.- Mitsui, ridendo, puntò il play - Tranquillo, è simpatico. Potrà
ridipingerti casa se vuoi!- - Ma porca...- La faccenda di per sé invece
lasciò indifferente Rukawa. Che facesse murales o meno, l'importante era che
questo tizio non avesse stracciato i maroni. Dai suoi precedenti però si
venne subito a sapere che questo impiastro, della loro stessa età e nella
sezione F, aveva una vera predisposizione per far incazzare Yoshikawa. Segava
le lezioni, gli boicottava le riunioni in consiglio, gli colorava tutta l'aula,
lo tormentava con incredibile faccia angelica e una volta gli aveva anche
fregato la macchina, per farci un giro, e poi gliel'aveva rimessa davanti a
casa. Da ucciderlo. Non era altissimo, a quanto aveva detto Mitsui, ma
neanche una statura comune, sul metro e ottantacinque, poco meno di Hisashi e
avrebbe giocato nel ruolo di guardia. Per il resto, Anzai sembrava del tutto
contento. Mah. In tribuna si godettero un'ottima partita, con Dai
Moroboshi, la stella di Aichi, che regalò un primo tempo spettacolare, seguito
poi da una panchina scalmanata visto che il mister lo rimise al suo posto. A
guardare. L'Aiwa vinse con ventidue punti di vantaggio, senza stupire
nessuno, e se ne andarono a testa alta. Lo Shohoku invece se ne tornò alla
pensione con una nuvola nera sul capo. Ma non era per la forza degli
avversari. Era perché ormai la finale era alle porte e stavano accadendo un
sacco di imprevisti. Se non altro Anzai si era rimesso e i loro allenamenti
pomeridiani servivano a distrarre gli animi. A quanto sapevano poi, a Tokyo
il torneo nazionale di pallavolo stava per finire e lo Shohoku avrebbe disputato
il giorno dopo la partita contro la rivale di sempre, in una finale
attesissima. Se ne parlava molto anche ai telegiornali e Tokyo era in
subbuglio per quell'ultima partita importantissima fra le campionesse indiscusse
per sette anni e la squadra che alle finali aveva sempre cercato di spodestarle,
ovvero la squadra del liceo Hokujo Daisan dove militava la nemica numero 1° di
Junko Kanzaki, una tizia di diciannove anni sul metro e ottantasette che in
tutti quegli anni l'aveva sempre fermata a muro. Fra i ragazzi ormai
circolava la scommessa che Junko sarebbe stata buttata fuori per la rottura di
troppi palloni e per quanto quella partita, come aveva detto Raim, sarebbe stata
veramente dura per le loro amiche, erano praticamente sicuri di avere di nuovo
la vittoria in mano. Erano troppo forti, lo riconoscevano anche i più
scettici come Akagi e Rukawa. Quelle ragazze erano delle campionesse, senza
obiezioni. E meritavano di vincere. Sabato sera, alle dieci, i ragazzi
ormai non riuscivano più ad aspettare. La partita non era trasmessa sui
canali principali e non c'era una parabola alla pensione che prendesse le
partite degli under 21, così si erano riuniti tutti nella stanza delle manager e
ammonticchiati sui futon, aspettavano impazienti di sapere qualcosa. Raim si era
attaccata al telefono di Sumire Endo che sicuramente stava in panchina e dopo
una ventina di squilli, li raggiunse una voce soffocata, in sottofondo il casino
più grande mai sentito. Quella disgraziata piangeva e dalla panchina c'erano
grida e ovazioni. - Sumire!- Raim imprecò, non capiva se avevano perso o
vinto e con tutti i ragazzi incollati addosso che blateravano a vanvera era
impossibile comunicare. - Insomma ma state zitti!- sbraitò Ayako - Dai non si
sente una mazza!- - Sumire!- urlò di nuovo Raim, spingendo via Ryota, Hana e
pure Hisashi con una manata sulla faccia - Sumire per favore dimmi qualcosa!
Ehi!! Mi senti??- Cadde la linea, imprecò quasi tutta la stanza e poi Raim
richiamò di nuovo, insieme ad Ayako che si attaccò al cellulare di un'altra
delle matricole della Kurata. Mezz'ora più tardi a Mitsui arrivò un messaggio
da parte della sua ragazza. "Preparati a pagare la scommessa, fra due giorni
sono da te." La guardia attaccò a ridere, prima sommessamente, poi sempre più
forte. Quando disse a tutti che le ragazze avevano vinto di nuovo l'intera
pensione sobbalzò per il loro urlo. Dopo aver passato tanto tempo insieme a
quelle maledette casiniste sembrò normale esultare per loro, specialmente quando
vennero a sapere dei risultati. Due set a uno per lo Shohoku. E Junko Kanzaki
venne premiata per la media più alta di punti del campionato nazionale su tutte
le squadre del Giappone. Di lì a due giorni sarebbero arrivate a Hiroshima,
per vederli arrivare di nuovo a passo dal titolo. Più tardi, finita
l'interminabile chiamata che costò due schede e un pacco di gettoni al telefono
delle pensione, i ragazzi se ne tornarono nelle loro stanze. Rukawa stava per
chiudere gli occhi e impiombarsi, visto che era in una camera da quattro con
niente meno che Miyagi, Mitsui e Hana quando dal balcone aperto vide Raim
scendere in giardino, ancora attaccata al cellulare. L'aveva vista strana
durante la chiacchierata con la Kanzaki e forse era meglio andare a scoprire
cosa le passava in quella testa matta. La trovò seduta su una panchina, sotto
un albero. Il cellulare fra le mani lasciate in grembo, le gambe da gazzella
che spuntavano dalla mini di jeans, lunghe davanti a lei. Lo sguardo era
perso, lontano. Quando lo vide però, gli sorrise. - Ehi. Com'è che sei
ancora sveglio?- Kaede non rispose, chinandosi a baciarla. Raim gli passò
un braccio attorno alle spalle e rimasero a baciarsi a lungo in quella stramba
posizione. Quando si staccarono, la ragazza osservò quel suo musetto da volpe
e gli depositò le labbra sul naso. - Cosa c'è?- Glielo chiese quando si fu
seduto, girato verso di lei. La sua rossa sorrise ancora, stavolta con un
accenno amaro nell'espressione. - E' per il campionato?- le lesse nel
pensiero, sussurrando a bassa voce - Volevi esserci.- Raim attese un secondo,
poi annuì. Li pulì una lacrima furtiva, senza alzare lo sguardo. - Scusa.-
bofonchiò. - Scusa di cosa?- richiese, senza con tono basso e
intimo. Ricordava le prime volte in cui erano stati insieme, quella prima
chiacchierata in palestra, mesi prima, dopo averla vista allenarsi col nastro.
Ricordava i suoi occhi verdi pieni di luce dopo le partite di pallavolo con la
Kanzaki e le altre. In quel momento la vide massaggiarsi il ginocchio e
mordersi il labbro. Si, avrebbe voluto esserci. Tornare a essere parte di
quel giro di boa. E forse anche di quel legame...quello strano legame che lui
aveva scoperto vivo in lui da qualche tempo. L'aveva sentito nel petto
ma...se ne era reso conto solo un mese prima, quando fissando Hana negli occhi
aveva passato la palla a Mitsui. Quando lui era saltato...era come se insieme
alla guardia ci fossero stati anche lui, Hana, Miyagi e il capitano. Era come
essere una sola persona. Un tutt'uno. Le passò di punto in bianco un
braccio attorno alla nuca, costringendola a nascondere il viso nel suo
collo. Le carezzò piano i capelli mentre le depositava dei lievi baci sulla
spalla scoperta. Stettero in silenzio, a sentire il respiro
dell'altro. Per Raim non poteva fare altro in quel momento. Ma lui
finalmente...si, lui forse aveva finalmente capito. Quel tutt'uno non avrebbe
mai dovuto dimenticarselo. Giurò che non avrebbe mai dovuto scordarsi quel
canestro fatto a metà campo, a quattro secondi dalla fine. Giurò di
ricordarsi ogni singolo movimento di quell'azione. Ogni singolo fiato e
battito del cuore. Non avrebbe modificato il suo gioco, questo era
impossibile visto quanto era radicato nel suo essere ma...quella tripla gli
sarebbe rimasta dentro per sempre. Si, aveva capito finalmente.
Il
Toyotama vinse il suo ultimo avversario dei play off, proprio come
l'Aiwa. L'ultima squadra testa di serie della finale nazionale era il
Kumamoto Shisho, un gruppo di cinque tizi di altezza piuttosto elevata, non uno
che andasse sotto il metro e novanta, tutti ragazzi dal terzo anno in su,
squadra di grandi prestazioni però molto altalenanti che si era spaccata nei
turni precedenti, perdendo anche il loro centro che si era slogato un polso in
partita, cadendo malamente. Per questo per lo Shohoku non fu troppo
difficoltoso batterli anche se dovettero faticare un bel po', come per l'Aiwa e
il gruppo di Minami. La partita fra i diavoli e il Toyotama invece fu più
combattuta, in un'afosa giornata d'inizio luglio. A salvare la situazione
ancora una volta furono le tattiche di Miyagi e la difesa operata dal capitano
Akagi che garantirono una corazza in area di tiro e per quanto Minami con le sue
triple avesse creato qualche guaio al volpino che stavolta uscì dal campo con
gli occhi sani, lo Shohoku vinse per 91 a 83. Il Toyotama il giorno seguente
venne battuto anche dall'Aiwa e ancora una volta le due squadre si trovarono in
finale. Dai Moroboshi, battendo Minami, uscì dal campo puntando il dito
contro l'intero Shohoku, seduto in tribuna. E sfida fu. Era la loro ultima
partita. Questa volta l'ultima veramente. L'ultima che avrebbero giocato
tutti insieme come squadra perché quando sarebbero tornati campo, Akagi e Mitsui
non ci sarebbero più stati. Al loro posto, altri visi, altri giocatori, altri
compagni. E neanche Kogure sarebbe più stato in panchina. Contro
l'Aiwa. Si, quella partita sarebbe stata quella decisiva. La sera stessa,
Ayako e Raim trovarono le stanze dei titolari totalmente vuote. Per la
strizza, i mentecatti erano andati a farsi due passi. Le ragazze li
lasciarono perdere, divertite e commosse per loro. In fondo il giorno dopo
avrebbero avuto la partita più importante di tutte, dove avrebbero messo alla
prova tutto quello che avevano imparato in quegli anni. Avrebbero messo alla
prova la loro maturazione come giocatori, come squadra... E qualcuno non la
stava prendendo molto bene. - Io mi chiedo con che coraggio certa gente ti
consideri uno dei teppisti più bastardi in circolazione!- rognò Akagi all'alba
delle dieci di sera, in piedi davanti a Mitsui che seduto su una panchina
respirava dentro un sacchetto di carta - Ma tu guarda che stato! Devo andare a
prenderti una bombola d'ossigeno per caso?- - E non darmi il tormento!-
rispose Hisashi seccato, inspirando ritmicamente. - Straccione!- -
Pezzente.- - Tua sorella.- - La tua.- - Un cazzo Mitchy, lascia in pace
la mia Harukina!- esplose Hana seccatissimo. - Su, su ragazzi buoni.- li
bloccò Kogure con una goccia sul capo, prima che si mettessero le mani addosso -
In fondo è normale essere un po' nervosi. L'anno scorso abbiamo battuto l'Aiwa
con chissà tanta fatica che è normale che ci faccia paura no?- - Ma chi ha
paura di quei deficienti di Aichi!- sbottò Mitsui, levandosi il sacchetto dalla
bocca. - Già, chissene frega di loro.- borbottò anche Miyagi, seduto accanto
alla guardia. - Idioti.- sibilò il Gorilla - E voi due si può sapere cosa
cazzo fate?- sbottò verso Hana e Kaede, che stavano sulle nuvole per i fatti
loro - Non è da voi starvene così docili prima della finale nazionale!- -
L'anno scorso mica hanno fatto casino.- gli ricordò l'occhialuto. - No, però
il casino dalla camera di Mitsui non era neanche di un coro da chiesa!- - E
sai che roba...abbiamo solo sciolto un po' i nervi.- gli sorrise Ryota
bastardamente. Ricordava bene la nazionale dell'anno precedente. A parte
Sakuragi e Rukawa che per scaricare la tensione si erano rotti le ossa il
pomeriggio prima, Mitsui aveva rimorchiato senza poter concludere (e la cosa
ancora gli bruciava quando ci pensava!) e poi si erano fatti tutta una bella
mano a poker. I soldi che non avevano perso erano finiti nelle spese del
servizio in camera. - Bhè, spero che adesso li abbiate belli sciolti. Se
domani perdiamo per colpa di una delle vostre cazzate giuro che vi butto le
rotaie alla stazione, chiaro?- - Certo che come le incoraggi tu le persone
Gori non le incoraggia nessuno.- frecciò Hana sarcastico - E sta' calmo, il
tensai ancora una volta salverà la situazione! Quel fesso di Moroboshi me lo
gioco io! Ahah!- Non si sa bene come, ma i titolari riuscirono a non pestarlo
all'istante per quella sparata, anche se comunque il rossino non aveva tutti i
torti. L'anno prima, quando avevano vinto contro l'Aiwa in quella stessa finale,
Hanamichi era riuscito a passare Moroboshi e a piazzare, grazie a un assist di
Kaede, lo slam dunk più memorabile del torneo, portandoli alla vittoria ma da lì
a dire che l'aveva sconfitto, dopo che Rukawa gli era stato appresso dall'inizio
alla fine, era veramente una bestialità. Mitsui tornò a soffiare nel suo bel
sacchettino e forse per lo sconforto anche al volpino stava venendo un po'
d'asma. - Come ce la giochiamo ragazzi?- sospirò il vice capitano - L'anno
scorso avete faticato tanto, ora siamo decisamente i più veloci in contropiede
ma è innegabile che l'attacco dell'Aiwa sia uno dei migliori in assoluto del
Giappone.- - Calma, calma.- Miyagi bloccò lo sproloquio di Kogure prima
ancora che iniziasse con le paranoie - Dunque, ho passato tutta questa settimana
a vedere ogni fottuta partita abbiano disputato. Emblematica quella col Daiei
Gakuen, credo che vi siate tutti resi conto che se trovano un varco nella difesa
siamo finiti.- - Per questo negli ultimi allenamenti ho preteso di farvi
seguire alcuni schemi del Ryonan.- ricordò Akagi - E non ve la siete cavata male
ma domani dovremo sputare sangue davvero.- - Moroboshi lo marco io.-
sentenziò Rukawa. - E dove sta scritto kitsune?- La volpe fissò il rosso
con eloquenza - Non sei buono a un tubo, do'aho.- - Ha parlato! Tu sei buono
solo per farci il ghiaccio!- - E basta, che palle!- sbottò il capitano,
ficcando un pugno ad entrambi - Dovete finirla! Domani sarete solo voi due, con
Mitsui, a poter segnare! Miyagi invade la metà campo e poi farà i passaggi a voi
tre, quindi cercate di lavorare con un minimo di sincrono, Dio Santo!- -
Credo che abbiano in programma di sfinirti nel primo tempo Hisa.- risolse Ryota,
fissandolo attentamente - Sanno da dove tiri e quando pestare di più. Cerca di
non sprecare troppe energie.- Mitsui abbassò lo sguardo,
pensoso. Purtroppo per lui era sempre stato quello il suo problema, almeno
dopo l'infortunio. La discontinuità fisica. Dette un sospiro quasi mesto,
lasciandosi andare contro la panchina. - Che idiota.- borbottò. - Adesso
che cos'ho fatto?- sbottò Hana irritato. - Do'aho. Non ce l'aveva con te. Se
non altro però rispondi al richiamo.- frecciò Kaede. - Adesso lo
ammazzo...- - Tu non fai un tubo.- ringhiò il Gorilla, fermandolo per la
collottola prima che potesse fare un occhio nero all'ala piccola - Che c'è
Mitsui?- - Niente.- - Davvero non c'è niente che ti preoccupa?- gli chiese
Kogure con aria solerte. - Ma no, tranquilli.- e la guardia sollevò il viso
al cielo - Speriamo solo che domani sia una delle mie giornate buone.- - Lo
speriamo tutti.- insinuò Miyagi - Vediamo di andarcene da qua con un trofeo
eh?- - Già.- il quattrocchi sorrise - In fondo è la nostra ultima
partita.- - Guarda che a quello torna la crisi isterica.- brontolò Akagi,
indicando la guardia. - No, sto bene adesso.- si lamentò Hisashi - Comunque
se possiamo evitare l'argomento...- - Ha ragione Mitchy, mi deprimete. Non ci
voglio pensare!- sbuffò Hanamichi, mettendosi in piedi e buttando via il
mozzicone della sigaretta ancora a metà - E poi potrete sempre tornare a
trovarci no?- - Questo di sicuro.- ghignò il play - Visto che li userò come
prova d'ingresso per le nuove matricole.- - Complimenti tappo, pensi a
tutto.- fischiò Mitsui. - Già, quindi vedi di non sparire. Che tu vada o meno
a Tokyo, vedi di essere sempre reperibile.- - Non potrei fare diversamente
visto che quel deficiente di Kay resterà a Kanagawa con Saya.- - Non si
sposta?- - No, mia madre vuole aiutarlo e così sarà alleggerito di un bel po'
di lavoro.- - Io direi che è una figata.- sindacò Hana. - Ah si?- soffiò
Kaede sarcastico. - Si kitsune malfidente, perché così avrà sempre un motivo
per tornare no?- - In questa discussione cola miele da tutte le parti.- Akagi
era schifato - Non andiamo sulla luna, idiota.- - Potresti anche andarci, mi
faresti un favore Gori...ma in campo a me piace una certa stabilità.- - E
sarebbe?- Ryota ridacchiò - Intendi nel cambio di compagni?- - Oh, finalmente
siete arrivati all'altezza di comprendere le elucubrazioni del Genio!- si esaltò
Sakuragi. - Mi stai facendo venire il diabete, do'aho.- sbuffò Rukawa,
svaccato accanto a Mitsui - Ha ragione il capitano, non vanno sulla luna. E poi
esistono i telefoni e i computer, se proprio devi rompere le palle al
prossimo.- - I telefoni esistono anche a Kanagawa, peccato che quando uno ha
bisogno non ti si trovi comunque Kit!- - Sapete cosa penso invece io?- se ne
uscì Miyagi accavallando le gambe - Io mi ritroverò da solo con questi e una
marea di matricole. Cazzo mi verrà un esaurimento nervoso!- - Ti lascio le
mie pasticche se vuoi.- ironizzò Mitsui - Pensa poi a quando il prossimo anno
dovrai scegliere a chi lasciare le briglie!- e detto quello anche Akagi e Kogure
non riuscirono a trattenere un leggero gemito sarcastico, vedendo le stelline
negli occhi di Sakuragi. - Ti conviene lanciare una moneta.- gli consigliò il
Gorilla. - Si, credo proprio che lo farò.- annuì il play - Allora gente? Che
si fa? Si va a letto?- - Qua mi serve un sonnifero, non chiuderò occhio.- si
lamentarono contemporaneamente Hana e Hisashi. - Questo invece bisogno
riportarlo dentro in carriola.- bofonchiò il Gorilla, vedendo Kaede ciondolare
pesantemente, gli occhi quasi chiusi - Diciamoci una mossa o Rukawa si
addormenterà qua fuori.- - Certo, non prima che gli abbia chiarito le idee
però buttandolo dentro alla fontana.- rincarò Hanamichi - Quello li ha bisogno
di una bella svegliata, non può sempre dormire e farsi i suoi comodi!- - Ma
sta zitto e pensa a giocare decentemente domani.- gli disse Ryota, zittendo
quella cagnara - Avanti, è l'ultimo chilometro gente. Siamo in linea del
traguardo.- - Si. Vediamo di non inciampare.- concluse saggiamente Mitsui,
mentre si chiudevano alle spalle la porta della
pensione.
"I've been searching for you I heard a cry
within my soul I never had a yearning quite like this before Now that you
are walking right through my door All of my life Where have you been I
wonder if I'll ever see you again And if that day comes I know we could
win I wonder if I'll ever see you again..."
Lenny Kravitz, Again.
Le pagliuzze giallastre dei cristalli liquidi stavano
irritando gli occhi a Raim. Forse perché non riusciva a staccare gli occhi
dal tempo. Forse perché sentiva il cuore battere così forte che si fosse trovata
in campo, in quel momento, insieme ai ragazzi. Ayako le strinse
improvvisamente le mano sinistra, Haruko quella destra, mentre la Kanzaki
restava immobile sulla linea di metà campo, con Anzai e Mito. Dalla panchina
dietro le matricole e le riserve, un numero imprecisato di avventori provenienti
da Kanagawa si rizzarono, quasi divennero di pietra nell'attesa. Tutta la
palestra del torneo di Hiroshima ora stava col fiato sospeso. 40
secondi. Se si concentrava, Raim aveva l'impressione di riuscire anche a
sentire il respiro dei diavoli dello Shohoku. I muscoli si tendevano, il
respiro si dilatava. Ed era quello il momento in cui si mostravano i
campioni. Kaede Rukawa era a centro campo. Palleggiava. Dai Moroboshi era
di fronte a lui, le pupille puntate in quelle del volpino. Kaede guardò di
nuovo il tabellone. 35 secondi. Ed erano in parità. E se in quella
partita qualcosa aveva fermato l'Aiwa, era stato solo l'attacco combinato delle
ali. Imprevedibile e senza possibilità di blocco. Non c'erano stoppate che
tenessero. Kaede variò il movimento della mano, sentendo su di sé lo sguardo
di Miyagi. Erano pronti. Pronti per tentare un'ultima volta. Un rivolo di
sudore gli colò lungo il collo e inquadrò chi di dovere. Mitsui era davanti a
lui, Miyagi al fianco della guardia, a trattenere gli avversari. Akagi, capendo
cos'aveva in mente, stava sgombrando sotto canestro per lasciargli lo spazio
necessario. Moroboshi se ne accorse, ma purtroppo per lui era tardi. Aveva
faticato sette camicie dopo il primo tempo per recuperare uno stacco di quindici
punti, dato dall'aver preso troppo sotto gamba, ancora una volta, i campioni
nazionali e ora ne stava pagando le conseguenze. Non aveva più
fiato. Eppure negli occhi Kaede gli scorgeva delle vere e proprie
fiamme. Non sarebbe stato facile passarlo. Ma qualcuno gli venne in aiuto.
Miyagi si spostò leggermente, creando lo scompiglio nel suo marcatore e quella
baruffa bastò a intercettare l'attenzione del capitano dell'Aiwa quel che
bastava al volpino per lanciare la palla in direzione contraria. La sfera
arancione finì a Mitsui che dovette liberarsene subito. Il suo marcatore,
esasperato dopo le ben sette triple infilate da quel maledetto, aveva i nervi a
fior di pelle ma il gioco non si fermò. Ryota riprese la palla e condusse il
gioco fino a quando Rukawa non arrivò sotto canestro. Moroboshi era lì ad
attenderlo, insieme al centro dell'Aiwa, un tizio che aveva creato ad Akagi non
pochi problemi. Pensando a un pallonetto, il pivot si buttò su Rukawa ma
quella deviò la palla. Aspettandoselo, Moroboshi era pronto a vedere qualcuno
arrivare in suo aiuto ma la sfera rimbalzò assurdamente sull'anello. Rukawa
aveva cambiato tattica all'ultimo secondo! Al rimbalzo, chi di dovere prese
la sfera e se con una mano si attaccò al ferro, con l'altra piazzò il dunk
finale della partita, a quattro secondi dalla fine. Il risultato finale del
campionato nazionale quell'anno fu di 101 a 99 per lo Shohoku. E l'ultimo
canestro fu ad opera di Hanamichi Sakuragi, in una memorabile schiacciata che
per onorare una tradizione già precedentemente da lui perpetrata, piegò
letteralmente l'anello con uno scricchiolio stridulo sovrastato immediatamente
dal boato in campo. Lo Shohoku vinse per il secondo anno consecutivo il
titolo di campioni nazionali. Matricole, riserve e altri giocatori invasero
il campo mentre i diavoli titolari si strinsero in un abbraccio
collettivo. Qualche ora più tardi, i cinque vennero immortalati in una foto
informale seduti sul mitico parquet, insieme all'allenatore Anzai e un trofeo
che si erano ampiamente meritati, dopo di che l'intera squadra, compresi i
supporter e gli amici venne ripresa in un scatto storico, davanti all'ingresso
del palazzo dei tornei di Hiroshima. Il sole di quella limpida giornata di
fine luglio nessuno se lo scordò più. Tantomeno la grandezza di quella
vittoria. Infatti uno dei titolari in quella foto portava una bandana sul
capo. Sopra la scritta Tensai, ora c'era un'altra iscrizione fatta a
pennarello nero. Shohoku's 5° Winners. E stavolta il tensai non si era
sbagliato. Vittoria o meno, erano davvero una grande
squadra...
Come spesso accade, la strada dei nostri eroi si
divise e i componenti della squadra che quell'anno vinse il torneo nazionale non
giocarono mai più insieme, almeno in nessuna partita ufficiale. Alla fine
dell'estate, Kiminobu Kogure si iscrisse all'università di Kanagawa mentre il
capitano Akagi partì per Tokyo, per la prestigiosa università H.K, la migliore
del paese. A sorpresa, all'inizio dei corsi a ottobre quando ormai si
disperava nel rivederlo, si presentò anche Hisashi Mitsui che dopo aver passato
circa due mesi ad arrovellarsi il cervello su cosa fare della sua vita, aveva
capito che fra tante strade abbozzate, l'unica certa per lui restava il basket,
sempre e solo il basket. A Ryota Miyagi venne affidato lo Shohoku a inizio
settembre con il nuovo anno scolastico e dire che per lui fu dura è un blando
eufemismo. Kaede Rukawa partecipò nuovamente in nazione juniores, affiancato
da Sendoh e lo stesso Miyagi, mentre un tensai un giorno per caso riuscì in una
grande impresa:
- Ehi Kit, bastardo guarda che ti combino!- Kaede
odiava settembre, quel pagliaccio era più energico del solito in quel mese e si
staccò di malavoglia dall'abbraccio di Raim per volgere uno sguardo seccato ad
Hanamichi. La testa rossa era di fronte al canestro e gli scoccò uno sguardo
di sfida. - Guarda e impara!- - Ma che vuole fare?- rise Raim, tenendo le
braccia attorno al collo della volpe. - Che s'ammazzi.- sbuffò Rukawa e cercò
di tornare a baciarla quando Hana saltò all'improvviso, dalla lunetta, e
sbilanciandosi con la schiena eseguì un perfetto tiro in sospensione
all'indietro. La sfera arancione centrò il canestro e quando Hanamichi
atterrò, rimase in piedi, in perfetto equilibrio. Quando si volse con aria
di superiorità, Rukawa lo guardava fra l'altezzoso e un pizzico divertito. -
E allora?- lo sfidò il rossino, puntandogli un dito contro - Sono il migliore o
no?- - Do'aho.- replicò la volpe, come un gesto riflesso. - Ahah,
canestro!- Hanamichi attaccò a ridere, posandosi le mani sui fianchi e senza
attendere oltre tornò da loro. Scendeva la sera e iniziava un altro
anno. Ma in fondo, anche se il Gorilla, Mitchy e il quattrocchi se n'erano
andati, la palla per ricordargli di quei tre era rimasta lì. Insieme a un bel
po' di foto e a un trofeo. - Credete di farcela quest'anno ragazzi?- La
domanda di Raim si perse nel vento ancora mite, mentre s'inoltravano per le
strade di Kanagawa. - Ma certo!- scandì Hana - Perché sono un genio no?- -
Do'aho.- Fra i suoi stessi brontolii, Hanamichi non si accorse che qualcuno
stava sorridendo. Kaede gli stava alle spalle e lasciò che quelle due teste
rosse lo precedessero, scherzando fra loro. Meglio così, pensò guardando le
loro schiene. Due facce allegre nella sua vita erano meglio di una. Quindi
meglio due geni a farlo sorridere, che uno
solo.
Don`t you see We`re in this together You and
me One on one forever... Apoptygma Berzerk, "In This
Together"
- Fine -
Raim's
Fox
Si, fine. Ragazzi, la pacchia è finita. Per me e per voi.
Come ogni volta, mi sento davvero triste. Forse perchè, se fosse dipeso dalla
sottoscritta, scrivere epiche saghe senza mai fine. E sarebbe davvero bello, ma
ecco uno dei motivi per cui non potrò continuare la fic. Immediatamente almeno:
primo, studio e lavoro part-time. Non riesco a scrivere un dannato
capitolo della mia fic su One Piece, le Cronache, da oltre un mese. Vorrei
spararmi. E ve lo dice una che tre anni fa, metteva in rete un capitolo al
giorno...non so se mi spiego. Due, ho davvero pronti non tre, ma
quattro capitoli del seguito, che ho chiamato al momento l'Ultimo Anno,
ma che senso avrebbe mettere quattro capitoli, quando poi non potrei proseguire?
Ora come ora non ho testa, non ho tempo...e devo dirlo, quando non mi viene
subito l'ispirazione io sono una di quelle che s'incazzano come delle iene.
Perciò per ora...nulla, mi spiace proprio, a me per prima. Mi sarebbe davvero
piaciuto scrivere questo seguito, adoro Slam, ma il tempo, ragazzuoli, è
sacro. Cosa che a voi invece non frega, prossimamente mette due shot
originali, scritte in momenti di cupa depressione e opprimente rabbia. Se volete
leggetele, ma vi avviso che vanno lette a stomaco pieno.
Prima che qualcuno mi spari me ne vado davvero, comunque ringrazio tutti
quelli che hanno letto, che hanno sopportato tutto l'alternanrsi di
disastri, risse, depressioni e fughe nei letti altrui, a partire da coloro che
già mi avevano sostenuto su manga.it ovvero Mewsana, Shin, ClaHeaven,
Kysa, Iceygaze che ha sempre da ridire, God of Thunder a cui dedico questa
storia, Magic, Bia-chan. Un abbraccio però ancora più grande a voi nuovi
lettori, che avete letto e apprezzato la storia di un writers che se
n'è sempre stata coccolata nel suo sito natale, fino a trovare il coraggio di mettere
le ali: Seika, Airis, Sasha, Arkadio, Saretta&Zena, Kayra, Jusie, Francy, Lady Core, Kitcool
e Scopyon. A presto con un seguito...si, lo spero davvero! Un bacione,
Axia
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