Just a dream.

di madrinananas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Capitolo. ***
Capitolo 2: *** II Capitolo. ***



Capitolo 1
*** I Capitolo. ***


Vado a dormire, domani la sveglia suona alle sei in punto, e se tutto va bene verso le 15 sarò su quel palco. E se tutto va bene su quel palco allora morirò dalla felicità. Mi giro e mi rigiro a letto, cercando di trovare una posizione comoda che possa aiutarmi a prendere sonno, ma niente. L’ansia vince sulla stanchezza. Arriva la mattina, mi sveglia mamma, con la sua solita dolcezza.
‘amore, su svegliati. Oggi è il grande giorno, non puoi mica arrivare in ritardo.’
‘buongiorno mamma’
dissi, senza nemmeno aprire gli occhi, e con un solo filo di voce, forse volevo conservarla, o forse ero troppo stanco.
Avrò dormito circa due ore. Arrivo alla sede dei provini con degli occhi semi chiusi e quasi rossi. Ma a chi importa? Deve fare colpo la mia voce, mica il mio aspetto. Ho indossato la prima cosa che ho trovato, ma non nego che ho cercato di farmi bello, anche se ci vorrebbe un miracolo per quello. Ma comunque, sono circa le 9.00 ed ho appena finito la fila per le iscrizioni ai provini. I miei calcoli erano quasi esatti, alle 15.45 mi esibirò. Inizio a tremare, ma lo nascondo perché tutti mi conoscono come il classico ragazzo che non lascia trasparire emozioni. Passo il tempo con gli altri aspiranti concorrenti di xfactor e inizo a conoscere le loro storie.  Storie diverse dalla mia. Insomma, credevo di amare davvero la musica, ma paragonandomi a queste persone capisco di non amarla abbastanza. Prendo una decisione: sul palco sarò IO. Non mi tratterrò, non farò nulla di eccessivo, canterò con il cuore, dato che passerò diverse ore qui ad aspettare spero ne valga la pena.
‘Gli aspiranti concorrenti di xfactor che si sono già iscritti ai provini mi seguano’ urlò un uomo contro il megafono.
Istintivamente afferrai la mano di mamma. Che bambino, penserete, e fate bene a pensarlo, dato che in quel momento me la stavo facendo addosso. Sapevo che tutto poteva cambiare, ma io ho sempre avuto paura dei cambiamenti.
‘mi fai male, smettila di stringermi la mano’ mi disse la mamma, facendo un sorrisone.
‘non lasciarmi, tu vieni con me. Da solo non riesco’. Sentivo le lacrime spingere per uscire dai miei occhi. 
‘amore, se non te la senti possiamo tornare a casa, dico davvero!’ aveva quel tono di voce che ti tranquillizza immediatamente.
‘non se ne parla, andiamo!’. Eravamo praticamente dietro le quinte, aspettavo il mio turno, mentre delle ragazze cercavano di sistemarmi i capelli e di far sembrare, con del trucco, la mia faccia del cavolo carina.
'L’aspirante numero 165616  si prepari a salire sul palco.’
Mamma mi guarda, istintivamente mi guardo la maglia dove avevo il mio numero. 165616. Cazzo, tocca a me.

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Capitolo 2
*** II Capitolo. ***


‘Zayn, ti dico di sì.’ –bene zayn, ringrazia, gira i tacchi e vai via. Me lo ripetevo in testa ma non riuscivo a scendere da quel palco. Tre sì.
‘Grazie’. Voltai le spalle ai giudici e camminai lentamente verso le quinte. La prima persona di cui mi accorsi era mia mamma. Aveva pianto, i suoi occhi lo provavano. Le corsi in braccio e rimasi lì per più di un minuto, piangevamo entrambi. La mia reputazione da ragazzo insensibile si era andata a fare un giro.
‘Zayn, hai ricevuto tre sì, sei dentro ragazzo. Cosa vorresti dire?’ – mi chiese un uomo, doveva essere il conduttore, non ricordo bene, ero molto frastornato.
‘ss..sono dentro? Io!?’  ero sbalordito e piangevo ancora, speravo solo che non ci fossero telecamere in giro.
‘sì ragazzo, sei dentro. Hai passato il turno.’
‘non ci credo, cioè grazie! Davvero! Adesso voglio solo tornare a casa, lì c’è qualcuno di speciale che mi sta aspettando’.  Replicai, mentre mi asciugavo gli occhi e diventavo rosso.
Le ore seguenti furono piene di chiamate e complimenti, e io ancora non ci credevo. Io e mamma eravamo già in macchina, destinazione Bradford. Casa mia. Durante il tragitto mi accorsi che il sorriso di mamma era un po’ spento.
‘Maa, cosa c’è che non va?’ non volevo essere invadente, davvero. Ma non era quello il momento di essere tristi.
‘Niente amore mio, è tutto ok’ no, non lo era affatto, appena iniziò a parlare una lacrima solcò il suo viso.
‘è per papà, vero?’ alcune volte essere perspicace era fastidioso.
‘è solo che in questi momenti mi manca, insomma, vorrei che anche lui vedesse quanto sei bravo, quanto sei speciale. E invece lui pensa solo a se stesso, si è dimenticato di noi, amore.  Da quando se n’è andato via non si è fatto sentire in nessun modo, i piani non erano questi. Lui è tuo padre, tu sei suo figlio e deve esserci per te.’
‘mamma, io non ho bisogno di lui. Se ci sei tu ho tutto’ Stavo lottando contro le mie lacrime, non dovevo cedere. 
Lei mi sorrise, si asciugò il viso e continuò a guidare come se niente fosse. Amo questo di lei, la sua forza. Papà ci ha lasciati poco dopo la mia nascita, secondo quello che dice mamma è andato via, tipo in america a vivere con un’altra donna, si sarà fatto un’altra famiglia magari. Sinceramente non ho mai voluto sapere chi fosse, insomma, nemmeno camminavo quando lui è andato via. Mi ha lasciato, anzi ci ha lasciati. Non voglio che mamma sia triste a causa sua, sono passati 17 anni, dobbiamo continuare sulla nostra strada, me lo ripeto sempre.
Benvenuti a Bradford.
‘amore, ti lascio a casa e io passo un po’ da zia’ Ogni volta che mi lascia da solo trama qualcosa. È sempre così.
E infatti non mi sbagliavo. Arrivo a casa, sui gradini c’era lei. Arya. Cavolo quanto mi mancava, non ci vedevamo da due giorni, ma mi era sembrata un’eternità. Appena mi vide si scagliò contro di me.
‘Jawaad!’ e saltò tra le mie braccia. La tenevo stretta a me, non volevo lasciarla.
‘Racconta cavolo!’ disse quasi urlando di gioia.
‘..sono dentro, cioè, ho passato il turno.’ Non avevo nemmeno finito di parlare quando lei afferrò la mia testa e poggiò le sue labbra sulle mie. 

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