Damashite Gomen'nasai

di Elis12
(/viewuser.php?uid=103195)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Piano DG - parte prima ***
Capitolo 2: *** Piano DG - parte seconda ***



Capitolo 1
*** Piano DG - parte prima ***


ATTENTION PLEASE! Questa fiction contiene spoiler sui capitoli 40-41 del manga. A chiunque non gli avesse letti, consiglio di non andare avanti a leggere per non rovinarsi la sorpresa. Siete avvisati XD.

Questa storia è praticamente la versione narrata di cosa è successo nel manga in quei due capitoli, ho modificato solo qualche scena e aggiunto la parte iniziale che è una mia creazione. I dialoghi sono tutti originali del manga.
All'inizio pensavo di fare un capitolo unico, ma purtroppo a causa della lunghezza, ho dovuto spezzarlo a metà.
Vi invito a lasciare un commento.
Buona lettura ^^


Parte 1




Hey Daisy,
dove sei in questo momento?
Vorrei che tu mi stessi vicino in ogni situazione;
vorrei che tu fossi qui a consigliarmi in ogni decisione;
vorrei che tu mi consolassi ogni volta che io mi senta triste,
ma vorrei anche che tu sia qui con me a ridere in ogni momento felice.
Ti prego Daisy, resta per sempre al mio fianco.
 
 
Teru aprì gli occhi risvegliandosi in un ampio letto matrimoniale che non era il suo. Comprese subito che doveva trattarsi del letto di quel pelato di Kurosaki, nella casa di quel suo vecchio, e pelato, vicino di casa. Però dovette anche ammettere che il suo vicino di casa pelato, Tasuku Kurosaki, non era affatto pelato. Ma, anzi, aveva soffici capelli biondi, un colore così innaturale per un giapponese, tanto che Teru all’inizio pensava che fosse tinto. Un teppista tinto di biondo con il vizio del fumo. Ecco chi era il custode che lei aveva incontrato tempo prima; ma poi l’aveva conosciuto meglio. Quel ragazzo era anche gentile, e premuroso, e dolce. In poche parole era il suo Daisy, che si preoccupava sempre per lei, e che si incazzava se lei non voleva prendere la coca-cola con la pizza. Era stata l’ultima cosa che gli aveva detto prima di andarsene, un adirato Kurosaki aveva pronunciato queste parole: “Idiota, con la pizza devi bere la coca-cola!”

Solo ora Teru si rese conto di quanto fossero stupide quelle parole, dette come se fosse una giornata normale, come se avessero potuto passarne mille altre insieme, come se da lì a poco non sarebbe successo il finimondo. Ma era successo, e lui se n’era andato davvero, rivolgendole quelle stupide parole senza senso.
 
Teru non ricordava come fosse finita nel letto di Kurosaki la sera prima, non rimembrava nemmeno di essere entrata in casa sua. Dev’essere stata l’abitudine, pensò. Come tante volte aveva fatto prima di allora. Spero quasi che il ragazzo comparisse sulla porta della sua camera, con un sorriso candido e i suoi capelli così biondi, e gli occhi azzurri che la guardavano in modo gentile, ma non troppo.
A Teru vennero pure le lacrime agli occhi al solo pensiero di lui.

 
Dove sei finito, Kurosaki?
Vorrei che tu fossi qui ad accarezzarmi il viso, con le tue mani grandi, finchè io non mi addormenti;
vorrei che mi stringessi tra le tue braccia forti, sussurrandomi parole gentili;
vorrei che fossi al mio fianco in questo momento.
Di lui gli mancava pure l’odore delle sigarette che era solito fumare.

 
Ma il suo Daisy non era più lì, se n’era andato lasciandola sola.


“BRUTTO PELATO COME HAI OSATO?! TI STRAPPO I CAPELLI FINO A FARTI DIVENTARE CALVOO!” pensò la ragazza frustrata, scostando le lenzuola e scendendo dal letto, pronta per dare inizio al Piano DG, “Damashite Gomen’nasai.”



***
 

Qualche momento più tardi, Teru bussò alla porta dell’ufficio del preside a scuola, prima di entrare in quello che era diventato il Quartier Generale del Piano DG, il nomignolo assurdo che le gli aveva dato e di cui Kiyoshi non riusciva a fare a meno di lamentarsi. Nell’ufficio c’erano tutti: Andy alla sua scrivania, Kiyoshi, Haruka e Rena in piedi accanto alla finestra. Riko era seduta sulla cattedra con le gambe accavallate. In un angolo c’era persino Takeda con il cucciolo di cane in braccio. Mancava solo il vero pelat-.. scusate, il capo. Ma il Masuda era in missione, era andato a cercare Kurosaki.


***


Kurosaki era davanti a lui, girato di spalle, le mani appoggiate sul bordo del lavandino e la testa china come se non volesse guardare il suo riflesso nello specchio. I capelli bagnati sgocciolavano per terra.
Il capo gli si avvicinò piano, dal dietro, una mano tesa per non spaventarlo. Tasuku però si accorse della presenza di qualcuno, si girò di scatto, il braccio teso pronto a colpire…
 
Il capo parò il pugno del ragazzo appena prima che gli raggiungesse il viso.
 
“Calmati Tasuku, non essere così teso. Sembrava che tu volessi inchiodare la persona alle tue spalle."

“Capo..” il ragazzo si beccò un pugno in testa.

“Che stai facendo, idiota? Ti stavamo cercando!”
 


***



Teru si accorse quasi per caso che il suo cellulare stesse squillando. Guardò lo schermo: numero sconosciuto. La ragazza uscì dall’ufficio e rispose:

“Pronto?”

“Ciao Teru, sai chi sono vero? Non lo sai? Sono Akira. Come stai? Cosa stai facendo?”

“Cosa vuoi?” chiese Teru, arrabbiata al solo sentire la sua voce di scherno. La voce di colui che aveva rovinato tutto, facendo scappare Kurosaki.

“Beh niente, ma ho un po’ di tempo libero. Anche tu, vero? Visto che Daisy se n’è andato. Ti senti sola o ti stai abituando?”
 
Teru non rispose, più adirata di prima.
 
“Ti ho fatto arrabbiare? Scusa, stavo scherzando”, continuò Akira, con la sua solita voce da presa in giro. “Quindi non hai ancora rinunciato a Daisy? Ma penso che non tornerà mai.”
 
Teru continuò a non rispondere.
 
“Dovrei darti una mano?” riprese Akira, “incontriamoci di nascosto e ti dirò dov’è Daisy e cosa sta facendo. La faresti per amor di Daisy?”

“…”
 

***


Intanto alla stazione…

“Sei pronto, vero? E’ facile forzare qualcuno a farlo tornare indietro”, gli disse Masuda. “Esaurendo te stesso così, stai facendo piangere quella bambina. E ti dirò un’altra cosa”, continuò il capo, “quella bambina sa già tutto del tuo passato ed è determinata lo stesso a salvarti. Sta facendo il possibile per venirti a cercare.”
 
Lo sguardo di Tasuku si addolcì a quelle parole, la sua Teru, nonostante le cose terribili che aveva scoperto su di lui, stava cercando ugualmente di salvarlo dalla disperazione in cui era sprofondato. L’amore di quella ragazzina era profondo al punto di non lasciarlo andare, al punto di passare oltre alla morte di suo fratello.
 
“Beh, non ho intenzione di portarti indietro con la forza”, riprese il capo. “Fai quello che vuoi. Vai avanti e muori, verrò a recuperare le tue ossa.”
 
Kurosaki non fece in tempo a rispondere che il cellulare del capo squillò:
 
“Pronto, Riko? Sembra che Tasuku non sta bene. Sta morendo…”

“Ehm.. aspetta..” il povero ragazzo moribondo fu ignorato.

“Eh? Cosa? Ti ho detto che non ho tempo ora.. CHE COSA?! Cosa stai dicendo, ovvio Teru non è qui! Non riesci a raggiungerla sul cellulare? Hai provato a lasciarle un messaggio?”…”Ho capito torno subito! Voi cominciate a cercarla!” Masuda riattaccò il telefono.

“Cosa c’è? Cos’è successo a Teru?!” chiese Tasuku preoccupato.

“Non ha niente a che fare con te ora, però… Teru è scomparsa. Probabilmente è andata a cercarti. Non ti sto chiedendo di aiutarci, solo… dovresti fare ciò che pensi sia più importante.” Così dicendo il capo lasciò Tasuku sulla banchina della stazione e salì sul treno in partenza.
 

 
***


Non può essere, per me fare tutto questo..
 
Kurosaki rimase impalato davanti alle rotaie del treno deserte, immerso nei suoi pensieri che gli affollavano la mente facendo confusione. Fu riscosso dalla suoneria di un messaggio in arrivo, un messaggio di Teru con l’indirizzo dove trovarla.

Tasuku si precipitò giù per le scale della stazione, correndo verso il luogo in cui lei stava rischiando la vita per lui.
 

Daisy, sono Teru.
Mentre stai leggendo questa mail, io sto per incontrare Akira. Solo perchè mi ha detto che mi avrebbe svelato dove sei e cosa stai facendo.
Potrebbe avermi ingannata, ma ho deciso che nessuno riuscirà a fermarmi, quindi ci vado senza dire niente a nessuno.
Potrebbe essere pericoloso, ma non mi importa, io voglio incontrare Daisy.
Dico sul serio.
 

"IDIOTAAAAA! COSA STAI FACENDOO?!"  urlò il ragazzo scendendo a raffica i gradini, mentre leggeva sullo schermo del cellulare.

 
Dirò solo a Daisy dove sto andando.

 
"COSA ME LO DICI A FARE?! COSA AVRESTI FATTO SE NON AVESSI LETTO L'EMAIL?!"
 

So che sto facendo qualcosa di stupido, mi dispiace.

 
"SE LO SAI, ALLORA PERCHE' LO STAI FACENDO?! FAI SEMPRE COSE PERICOLOSE, DEVO SEMPRE TENERTI D'OCCHIO!"
 

Ma se significa trovarti, allora farò qualsiasi cosa. E' la verità.
 

"Senza sapere che intenzioni hanno gli altri, fai sempre cose del genere. Non stare lì in piedi a sorridere come una scema, lascia che qualche volta mi preoccupi per te."

 
* * *

 
*FLASHBACK*
 
“Incontriamoci di nascosto e ti dirò dov’è Daisy e cosa sta facendo. Lo faresti per amore di Daisy?”

“Non ho intenzione di incontrarti”, rispose Teru freddamente. “ Incontrarti sarà completamente inutile. Dato che mi hai chiamata, colgo l’occasione per dirti che porterò indietro Daisy da sola. Non ti lascerò avere un vantaggio su di me una seconda volta. Quindi vai a piangere da un’altra parte! Questo è tutto.” La ragazza gli riattaccò il telefono in faccia.
 
“Teru, il capo ha già iniziato il piano, sei pronta?” chiese Riko spuntando dall’ufficio del preside.

“Okay, facciamolo! Diamo inizio al Piano DG!”
 

* * *


Tasuku arrivò di corsa sul ponte che Teru gli aveva indicato nell’e-mail, ma non c’era nessuno lì intorno.
 
“Dov’è Teru?!” si chiese il ragazzo ormai disperato.
 
 Il sole faceva risplendere il mare di una luce propria anche se era inverno. Qualcosa luccicò per terra vicino a lui. Vide la collana della ragazza, abbandonata per terra in quel luogo deserto. Si chinò a raccoglierla.

 
Per salvarti farò qualsiasi cosa.

 
C’era qualcuno dietro di lui.. si girò con la collana in mano..

 
“Kurosaki, finalmente ti ho trovato”, sorrise Teru.

 
Dico sul serio…

 
“Grazie per essere venuto, Kurosaki.”

 
Voglio incontrarti a qualunque costo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Piano DG - parte seconda ***



Parte 2




Daisy,
le tue dolci parole mi penetrano sempre nel cuore, sono il mio tesoro.

 
“Grazie per essere venuto, Kurosaki.”

 
Ora ti dirò cosa penso di te.
Non so se le mie parole raggiungeranno le tue ma, sono un po’ spaventata e sono sicura che lo sei anche tu, ma voglio che tu ascolti lo stesso quello che ho da dirti.

 
“Scusa per averti ingannato, Kurosaki. Non sono qui per incontrarmi con Akira. Pensavo che se ti avessi detto così, saresti venuto di sicuro. Volevo incontrarti a qualsiasi costo..”
 
Tasuku abbassò lo sguardo e si girò per andarsene.
 
“Ah… aspetta! Kurosaki, aspetta!” lo chiamò Teru.
“Non fare cose così stupide. Non avevo nessuno intenzione di incontrarti, non ho niente da dirti”, rispose il ragazzo, sconfitto dall’essere caduto in trappola finendo direttamente proprio davanti a lei, sapendo di non poter sottostare al suo sguardo. Non dopo che aveva scoperto tutto quello che lui aveva fatto. “Non ti preoccupare più per me, ma più. Dimentica questo stupida persona e fai quello che vuoi.”
 
Teru sorrise, e senza ascoltarlo minimamente, tirò fuori il cellulare:
 
“Teru, mi dispiace. Il fatto che io abbia ucciso il tuo prezioso fratello è la verità. Certo non è qualcosa che può essere perdonato.  Sono un codardo ad andarmene mentre stai soffrendo così tanto, per favore odiami.”

 
Tasuku si irrigidì all’istante al suono di quelle parole famigliari.

 
“Grazie per aver finto di non sapere chi ero in realtà. Grazie per aver sorriso sempre al mio fianco. Grazie per aver sopportato il mio caratteraccio in modo così gentile.”
 
“Hey tu, aspetta.. cosa credi di fare, nana?” chiese Tasuku con voce irritata.
 
“Oh, hai qualche problema? Sto facendo esattamente quello che mi hai detto di fare: quello che voglio”, rispose Teru. “Pensavo che tu non avessi niente da dirmi.” Teru continuò: “comunque, questa e-mail voglio leggerla a voce alta. Ti ho portato le tre parti più dolci tanto attese dei messaggi che mi ha scritto Daisy.”
 
“Smettila con questa molestia inutile..” disse Kurosaki non troppo convincente.

 
Teru lo ignorò completamente e continuò: “sarai sorpreso, ma questa è solo al terzo posto. Il bello deve ancora venire, quindi non metterti in mezzo!”

 
“Pensavo che i fiori fossero più carini del Daisy che dici di amare..”

 
Tasuku arrossì violentemente, passando a un color pomodoro che non gli donava poi così molto. Era sicuramente più imbarazzato che incazzato.

 
“Ma credo che tu, che sei sempre al mio fianco, sia più carina di quei fiori.”
 
“HEEEY BASTAAAAA!”
 

Con uno slancio, Teru attaccò a correre, il cellulare in mano. Tasuku la inseguiva più veloce che poteva, sbraitando al tempo stesso: “No davvero, smettila! Quand’è che sei diventata una ragazza così cattiva?!”
Il ragazzo la rincorse giù per le scale: “e perché solo al terzo posto? Quella è l’ultima e-mail che ti ho spedito!”
 
“Ti crea qualche problema? Bene allora, proseguiamo con la numero due”, rispose Teru. “Se la leggessi a voce alta potrei essere la prima a imbarazzarsi. La ricordate tutti? La mail del giorno di pioggia”, riprese Teru.
 
“Cosa intendi con tutti? AAAAH! QUELLA?! BEH…”

 
Mentre Teru leggeva l’e-mail erano giunti alla fine della scala, e ora correvano sulla spiaggia uno dietro l’altra.

 
“Come ti senti, Teru? Sembra che tu sia un po’ incasinata e ti senta molto giù. Ma hai Daisy quando non  riesci a fare qualcosa. Non te la devi prendere. Mentre tu odi i giorni di pioggia, io li amo davvero. Ti dirò perché. Ricordi ancora la prima volta in cui abbiamo avuto modo di conoscerci? E’ stato un giorno in cui la pioggia è continuata per quattro giorni, proprio come oggi. Mi hai detto che eri molto sola. Quello è stato il primo messaggio che ho avuto da te. Dev’essere stato egoistico da parte mia sentirmi felice perché ho ricevuto un messaggio, mentre tu stavi soffrendo. Ero felice che finalmente riponevi la tua fiducia in me. Il messaggio che mi hai mandato quel giorno di pioggia ha rivelato un po’ del tuo lato debole. E tu mi hai rivelato i tuoi veri sentimenti, sentimenti che non hai mostrato a nessun’altro.”
 
“TI STO IMPLORANDO! TI PREGO, SMETTILA!!”
 
“Nei giorni di pioggia ho la sensazione di essere più vicino a te del normale. Nei giorni di pioggia ti penso molte volte. Più di quanto faccia normalmente. Voglio esaudire tutti i tuoi desideri con la mia forza. Voglio tenerti stretta. Voglio dirti quanto sei importante per me. Voglio che sorridi più felicemente di chiunque altro.”
 
“AAAAHHHH!!”
 
“E la numero uno, è di sicuro quella di quando sono stata baciata da Akira”, continuò Teru con il fiatone.
 
“Aspetta, non aggiungere altro!” Tasuku alle sue spalle si stava incazzando come suo solito.
 
“Teru,
ti dico quello che penso. Dev’essere stata dura essere baciata da qualcuno che non ti piace. Visto che sei così onesta, posso capire perché sei depressa. Ma il tuo valore non diminuirà a causa di questo, quindi non preoccupartene. Alla fine era solo una piccola cosa, penso. Non ne sono preoccupato. In realtà questa è una bugia. Sono davvero infastidito. Se lo avessi saputo, non mi sarei trattenuto. Vorrei venire lì dove sei adesso e baciarti, così il terribile bacio di quel ragazzaccio sarà dimenticato in un attimo..”


Il ragazzo le si avvicinò sempre di più, allungò una mano verso i suoi capelli e le si gettò addosso stringendola dal dietro. Finirono nella sabbia uno sopra l’altra, con il respiro affannoso per la gran corsa.

 
“Ti ho presa finalmente! Tu, nana maleducata! Uscire fuori con una cosa del genere, sono incazzato!”, le disse sorridendo in quel suo modo beffardo.
 
Teru si gettò tra le sue braccia stringendolo forte: “ti ho preso, Kurosaki. Finalmente posso toccarti, non me ne andrò, non ho intenzione di scappare via.”
“Cosa dici? Sei tu quella che è stata presa.”
“Il mio piano ha funzionato. Volevo vederti così tanto, Kurosaki. Volevo davvero, davvero vederti.”

 
Il ragazzo le accarezzò la testa dolcemente. “Non fare cose del genere. Imbrogliarmi per attirarmi. Non farmi preoccupare.”

 
Teru alzò il capo di scatto, tirandogli una testata sotto il mento. “NON VOGLIO SENTIRE NIENTE DA UNO CHE FA COSE ORRIBILI A SE STESSO! Volevo dirti solo questo”, disse Teru a un povero Tasuku mezzo svenuto sulla spiaggia e ridotto a un catorcio catalitico.

 
“Continuiamo il nostro appuntamento da prima che Akira mi rapisse?” propose Teru dopo che il ragazzo si fu ripreso. “Facciamo quell’importante chiacchierata che dovevamo affrontare sulla ruota panoramica?”

“Devi aver sentito diverse cose..”

“Sì, sei diventato un hacker e hai creato il Jack O’Frost, un virus molto potente, per far luce sulla morte di tuo padre. E ora sei venuto a distruggerlo”, rispose Teru.

“Hai dimenticato di dire che con quel virus ho ucciso tuo fratello..” s’intromise il ragazzo.

“Non è stata colpa tua, mio fratello era già malato e sarebbe morto comunque. Decise lui di aiutarti con tutte le sue forze, quindi non sentirti in colpa”, gli disse lei.

“Sì, ma se non avesse deciso di aiutarmi, tu non avresti scoperto così presto che non c’era più tempo. Sarebbe successo tutto più tardi e non sarebbe morto. Ti ho ferita più di chiunque altro, non dovrei nemmeno avere il permesso di vederti.”

 
Tasuku non la guardava in viso, forse perché non aveva il coraggio di affrontare i suoi occhi, così divorato dal senso di colpa che lo attanagliava. Osservava le onde del mare con espressione triste.
Continuò, distogliendo lo sguardo dal mare e dal passato che glielo ricordava: “Basta con questi discorsi noiosi , il mio peccato non svanirà mai. Non so come dovrei comportarmi quando sono con te. Ad essere onesti, ho paura che tu dica ‘non ti perdonerò’. Sono spaventato anche di sentirti dire con voce dolce ‘ti perdonerò’. Ho paura di sentire la tua risposta.”
 
“E tutto ok, Kurosaki. Non ho nessuna intenzione di dire ‘ti perdonerò’”, rispose la ragazza.

 
Tasuku si irrigidì spalancando gli occhi, le dava le spalle.

 
Teru continuò: “Tu non riesci a perdonarti, vero? Va bene così. Hai intenzione di sopportare il peso del tuo peccato per il resto della tua vita, giusto? Il fatto che io ti perdoni o no, non ha alcun significato, quindi non te lo dirò. Ma invece, da adesso in poi, ti dirò grazie tante volte, Kurosaki”, sorrise lei.

 
Tasuku si girò a guardarla, la confusione in quegli occhi azzurro cielo.
 

“Cos’è quella faccia?!” chiese Teru. Gli prese il viso fra le mani e poi proseguì:
 
"Grazie per essere tornato. Grazie per avermi detto queste cose importanti."

 
Tasuku posò le sue mani su quelle della ragazza, tenendola stretta.

 
"Grazie per aver pensato a mio fratello, fino al punto di preoccupartene. Grazie per esserti preoccupato per me e avermi pensato così tante volte. Grazie per esserti preso cura di me. Grazie per avermi incoraggiata e protetta. Mmh, e ti ho sempre chiamato pelato, ma grazie per non esserlo diventato.."

 
Il biondo la lasciò e si girò coprendosi la faccia con le mani.

 
"Allora com'è il ‘potere del grazie’? Non ti senti come se potessi fare di tutto, ora?"
 
"Cavolo, mi sta venendo da ridere. Perché sei così.."
 
"Hey Kurosaki, voltati.."
 
"..No, perché?"
 
"Girati da questa parte, mi sono dimenticata di dirti una cosa importante! E' davvero importante.."

 
Le guance rosse per l'imbarazzo di Tasuku erano rigate da calde lacrime, che quella ragazzina era stata capace di far scendere persino a lui. Piangendo come un bambino e coprendosi la bocca con la mano, ascoltò quell'ultima cosa importante.

 
"Ok, va bene anche se non ti volti. Ma ascoltami. Grazie mille per essere il gentile Daisy che io amo tanto. Per tutto questo tempo volevo incontrarti. D’ora in poi voglio stare con te per sempre. D'ora in poi, puoi restare qui per me? Se sì allora, ti prego abbracciami."

 
Il ragazzo si voltò, la strinse a sé nelle sue forti braccia, e la baciò in bocca come mai aveva fatto prima di allora. Prima teneramente, e poi sempre più appassionatamente, mentre i gabbiani volavano su quella spiaggia baciata dal sole e su quel mare che formava la cornice perfetta, come nello scenario di un film.

 
Daisy, grazie. Grazie per avermi sempre protetta. Finalmente ti ho trovato.


THE END

Angolo dell'autrice:


Devo ammettere che ci ho messo la bellezza di 7 ore a scrivere questa fiction, con l'aiuto del pc, le scan del manga davanti e tanti tanti fogli. XD
Ma penso che sia valsa la pena di averci lavorato sopra così tanto, scusate la modestia ma forse è il lavoro che mi soddisfa più di tutti finora.
Spero che piaccia anche a voi, e di non aver rovinato la sorpresa a nessuno. Devo precisare che nel finale ho aggiunto la scena del bacio di mia iniziativa, perchè quello era il momento perfetto per baciarla e invece nel manga, quel troglodito non combina un accidenti! Daii Tasuku! Aspettiamo solo quello! XD

Lasciate un commento, 
grazie dell'attenzione. 
Elis. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1200646