Andare avanti cap.1
Andare
avanti
Era
notte fonda. Harry era
disteso a pancia in su sul suo letto e fissava il soffitto con occhi
vacui.
Pensava come, solo qualche settimana prima, era successo: Bellatrix
aveva
ucciso Sirius, il suo adorato padrino, e quello era successo puramente
per causa
sua. Se avesse dato retta ad Hermione, se l’avesse ascoltata
anche solo per un
secondo mentre gli urlava nelle orecchie che Sirius non poteva essere
al
Ministero, non lui. E adesso Harry sentiva i sensi di colpa crescere
dentro di
lui. Non avrebbe mai dovuto, non avrebbe mai potuto….ma
perché? Se solo non
fosse stato così impulsivo…e pensare che Hermione
glielo ripeteva migliaia di
volte al giorno, che doveva ragionare su ogni cosa che faceva, e doveva
agire
senza impulsività…ma, alla fine,
l’istinto aveva avuto la meglio su di lui...
Don…don…don…Mezzanotte…Harry
era
ancora sveglio e non riusciva a prendere sonno. Aveva bisogno di
parlare con
qualcuno, qualcuno che l’aveva sempre ascoltato, aveva
bisogno di lei…la
ragazza che lo conosceva a
menadito…Hermione…Esatto, aveva bisogno di lei.
Così
facendo, si alzò dal letto e, seduto alla scrivania (sulla
quale giaceva il
caos più totale) prese un foglio di pergamena e intinse la
penna nel boccettino
d’inchiostro e incominciò a scrivere:
Cara
Hermione,
ciao
come va? Spero bene. Io sto
così così, è faticoso riprendersi da
una batosta come quella, ma…alla fine ci
riuscirò anche io…E pensare che se ti avessi
ascoltata solo per un attimo, quel
maledetto giorno, tutto questo non sarebbe successo…Lo so,
hai ragione, non
dovrei agire d’impulso, ma lo sai come sono
fatto…Per questo ti chiedo scusa,
ti chiedo scusa per non averti ascoltata…Scusa
Hermione…Spero di rivederti
presto, anche prima di tornare a Hogwarts.
Stammi
bene, cara Hermi…
Un
mega bacione,
Harry
Dopo
questa lettera, Harry si
sentiva un po’ meglio. Era stato come svuotarsi di un peso
gigantesco…forse
prima si sentiva in colpa di non aver chiesto scusa ad Hermione per non
averla
ascoltata…Si alzò dalla scrivania e
andò da Edwige a legarle la lettera alla
zampa. Poi la fece partire e stette a guardarla fuori dalla finestra
fino a che
non scomparve nel buio della notte…
Per
la prima volta in quasi due
settimane, Harry era finalmente stato colto dal sonno. Così
si addormentò
rannicchiato nel suo letto, con la brezza del vento della finestra che
gli
scompigliava i capelli.
La
mattina seguente, Harry si
alzò di malavoglia. Voleva continuare a dormire, ma un
curioso raggio di sole
gli illuminava il volto. Allora si prese e andò diretto in
bagno, per rendersi
presentabile. Una decina di minuti dopo, scese per fare colazione.
Dalla cucina
non giungeva alcun rumore. Dentro di se, Harry si chiese il
perché di
quell’insolito silenzio.
Arrivato
davanti al frigo si
accorse di un biglietto: “Siamo partiti per il mare.
Torneremo venerdì
prossimo.” Harry era felicissimo di questa notizia: voleva
dire che sarebbe
stato per una settimana da solo in casa! Così, dopo aver
fatto colazione, corse
in camera sua a prendere i libri e ad incominciare a fare i compiti.
Stette
li, intento sui libri, per
quasi tre ore, continuando a studiare e completare ricerche per la
maggior
parte degli insegnanti.
Verso
le due del pomeriggio,
Harry pranzò e si diresse in camera sua per fare un
riposino. Già, dato che
aveva lavorato per tutta la mattinata e buona parte del pomeriggio, il
suo
cervello reclamava qualche ora di meritato riposo. La prima cosa che
vide
entrando in camera fu Edwige. Poi il suo sguardo cadde su di un altro
animale,
che riconobbe per Leotordo, il gufetto di Ron. Subito corse dai due
animali e,
dopo aver tolto loro le lettere, li mise nella gabbia di Edwige, per
farli
rifocillare.
Harry
era curiosissimo di sapere
cosa c’era scritto, così aprì per prima
la lettera di Hermione. Questa diceva:
Caro
Harry,
spero
che tu stia bene, anche se
in queste circostanze credo di no…Fatti coraggio, lo sai
benissimo che lui
avrebbe voluto morire da eroe, no? Per questo devi essere
felice…
Ho
tantissima voglia di
vederti…sai quanto tengo a te e vorrei esserti sempre
vicina, specialmente
adesso… Se può tirarti un po’ su il
morale, Ron ha detto che ti viene a
prendere e trascorreremo il resto delle vacanze da lui, ha detto che ti
avrebbe
mandato una lettera…Verrò anche io,
così potremo vederci! Allora ci vediamo
sabato!
Ciao
e stammi bene,
Hermione
Harry
aveva letto e riletto
questa lettera nel giro di pochi minuti. Aveva una gran voglia di
vedere la sua
Herm…si, tanta voglia…Poi lesse quella di Ron, la
quale diceva che sarebbero
venuti a prenderlo sabato mattina per andare a stare dai Weasley. Anche
Ron gli
mancava, si era scordato le sue battute ironiche, che in quei momenti
gli
sarebbero proprio servite…
Il
resto della settimana
trascorse tranquillo. Ogni mattina, dopo aver fatto colazione, Harry
studiava e
faceva i compiti fino al pomeriggio. Di sera guardava la televisione o
giocava
col computer di Dudley.
Venerdì
sera, un certo frastuono
fuori dalla porta di casa, annunciò l’arrivo dei
Dursley.
Non
degnarono Harry di uno
sguardo, ma si accertarono che non avesse combinato alcun guaio.
La
sera stessa, Harry comunicò
loro che l’indomani mattina sarebbero arrivati i Weasley e
sarebbe andato a
stare a casa loro, fino all’inizio della scuola. Zio Vernon e
zia Petunia
annuirono a questa affermazione e augurarono la buonanotte a Harry, il
quale
salì in camera sua a preparare il baule.
La
mattina seguente, alle 10
circa, il rombo di una macchina fuori di casa fece insospettire Harry,
il quale
si diresse alla finestra. Vide l’auto blu del signor Weasley
e decise di
scendere, col baule e la gabbia di Edwige sotto braccio, a salutare.
Uscito di
casa e caricata ogni sua cosa nel baule, il signor Weasley ed Harry
salutarono
i Dursley, i quali ricambiarono con una certa riluttanza. Fatto questo,
partirono.
In
auto, il signor Weasley fece
poche domande ad Harry, siccome non voleva disturbarlo. Il viaggio fu
silenzioso. Arrivati a casa Weasley, Harry diede una mano ad Arthur a
scaricare
il baule e la gabbia di Edwige, che furono subito trasferiti nella
camera in
cui avrebbe dormito Harry assieme a Ron.
Quando
Harry fece la sua entrata
in cucina, fu abbracciato dalla signora Weasley, che lo accolse come
una mamma
che vede suo figlio dopo tanto tempo…Poi venne salutato da
Ginny, che gli
scoccò un dolce bacio sulla guancia, da Ron, che gli diede
una pacca sulla spalla,
e dagli altri Weasley. Harry era contentissimo in quel momento, ma
mancava una
persona importantissima per lui: Hermione. Così
domandò:
-
Hermione? Dov’è? E’ già
arrivata? –
-
Hermione è strana in questi
giorni. Adesso sta leggendo in riva al laghetto, dietro casa.
E’ sempre
pensierosa, triste forse… -
-
Ok. Allora vado a salutarla… -
Harry
si incamminò al lago,
pensando a come sarebbe stato bello rivederla, già la sua
cara Hermione…
Voltato
l’angolo della casa,
Harry la scorse, seduta a gambe incrociate e con un libro in grmbo.
Harry
le si avvicinò, piano
piano, per farle una sorpresa…Ancora qualche passo e
l’avrebbe salutata…
La
circondò con le braccia alla
vita. Hermione sapeva che era lui e ricambiò
l’abbraccio.
-
Harry sei venuto!!! Sono così
contenta che…. - ma Harry la zittì.
-
Abbiamo sempre poco tempo per
stare insieme, quindi cerchiamo di goderci questi istanti in santa
pace…- e
così dicendo la stinse maggiormente tra le sue braccia.
Rimasero
così per qualche minuto,
l’uno ascoltava i battiti del cuore dell’altra,
fino a quando Hermione gli
chiese:
- Harry…Allora
come stai? Stai un po’ meglio?-
- Non tanto…e
pensare che è stata colpa mia…se ti avessi
ascoltata per un nanosecondo, tutto non sarebbe successo…io
sono un
idiota…quante volte al giorno mi ripeti che devo riflettere
su ogni cosa che
faccio? Sessanta miliardi di volte. Ed io? Io non ti ascolto neanche
mezza…bell’amico che hai, Hermione…se
fossi un altro…anche Ron mi andrebbe
bene…così
avrei una vita un po’ meno movimentata…
- Harry ascoltami bene.
Uno: non è colpa tua se è successo
il fatto; Due: potresti provare a non essere impulsivo, ma questa
è la tua
natura; Tre: non dovresti desiderare di essere Ron, perché
lui non è minimamente
come te…è più bambino, è
poco maturo…tu invece, sei la persona che preferisco
di più al mondo perché sei Harry, solo Harry, e
non il prescelto. E poi senza
di te, con chi mi confiderei? Harry, ti prego, lo so che è
difficile,
ma…bisogna andare avanti.
Queste
ultime tre parole
colpirono Harry. Già, andare avanti…come se fosse
facile…ma sapeva che con Hermione
e Ron ce l'avrebbe fatta…
-
Grazie Hermione. Grazie ancora.
Grazie che esisti. –.
Hermione
gli sorrise di rimando e
guardò Harry dritto negli occhi, per vedere se ora era
tranquillo. Ma vide una
strana luce nelle sue pupille.
-Harry?
C’è ancora qualcosa che
devi dirmi, vero? –
-Cosa?...ma
no…ma cosa dici…cioè…si
insomma…una cosa c’è…ma non
so se devo dirtela…forse tu potresti reagire
male…-
-Dai,
spara! Dimmi cosa ti
tormenta! Dì alla tua vecchia Herm cosa
c’è!-
-
Però tu devi promettere che mi
rimarrai sempre vicina, che sarai lo stesso mia amica.-
-
D’accordo Harry James Potter.
Giuro solennemente di rimanerti amica, qualunque cosa accada-
-
Allora…vediamo…è da un po’
che
te lo dovevo dire…ma ho sempre rimandato…tu m-mi
piaci un sacco, Herm. Anzi, ti
amo. Lo urlerei al mondo intero. Si, ti amo.-
Harry
si aspettava qualsiasi cosa
ma non la seguente.
-Davvero?
Anche io ti amo! Un
sacco Harry!-
-Si?!??
Evviva! Oggi è il mio
giorno fortunato!- disse Harry e prese in braccio Hermione. E
così, i due
ragazzi iniziarono a correre per tutto il giardino dei Weasley, felici
per aver
rivelato l’uno all’altra il proprio segreto.
Ho
riscritto la fanfic, cosicché voi possiate rileggerla
facilmente!!!!
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