Ghiandaie Chiacchierone

di Nollie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ghiandaie Chiacchierone ***
Capitolo 2: *** I mimi delle voci ***
Capitolo 3: *** La terza Ghiandaia ***



Capitolo 1
*** Ghiandaie Chiacchierone ***


Le ghiandaie non risposero immediatamente, anzi, si fecero attendere e non poco. Nonostante fosse chiusa in quello scrigno mascherato, il calore intenso, tanto accentuato quanto quello dei giorni precedenti, se non di più, soffocava Liza. Alzò la mano destra e si toccò la fronte, i capelli e infine la nuca.
La mia testa è in fiamme, il sole la colpisce sia all'interno che all'esterno. Non so per quanto tempo ancora, la mia mente possa esser così felice.
...
Soffoco...

Abbassò il volto e si massaggiò la gola. Perdere col proprio corpo non è il massimo all'Arena. Lei col volto fisso per terra e le ghiandaie che iniziarono a cantare la loro risposta. Liza all'inizio ne aveva vista solo una, nella parete di sinistra.

- Liza... - Intonò quella a manca.

Per quanto possa essere semplice, il mio nome, sentirlo con una melodia, fa effetto...

- Liza... - Celebrò quella a destra.

Si girò di colpo nella direzione della seconda ghiandaia. La intimorì la presenza che non aveva considerato.

 

- Sei così sciocca

e -

- piena d'invidia. -

- Sei nell'arena, ma ti comporti come se fossi in un'altalena. -

- Su e giù, -

- su e giù. -

- Un attimo prima ci sei -

- e quello dopo... -

- BUM! -

Non si poteva dire che non avessero il senso del ritmo.
Sinistra.
Destra.
Sinistra.
Destra.
Insieme.
Sinistra.
Destra.
Sinistra.
Destra.
Insieme.
Ripetitivo, ma uno schema di vibrazioni delle corde vocali, che riusciva a far accapponare la pelle. Soprattutto quella di Liza. Quel chiudere e aprire i becchi, squarciava le onde sonore che loro stesse creavano.
Ma che diavolo hanno detto?
 

- Sarebbe questo il messaggio da parte di Crane? - Ma come sono collegati l'essere sciocchi, l'invidia, l'Arena, un'altalena, star su, star giù, l'esserci e... BUM!
Sciocca.
Invidia.
Arena.
Altalena.
Star su.
Star giù.
Esserci.
BUM!
Io...


La ragazza iniziò a vedere in altra maniera il canticchiare delle ghiandaie, non solo parole melodiose al vento, ma un vero e proprio messaggio. Restò a bocca aperta, il suono poetico, misto ai termini che pronunciarono le ghiandaie, furono come cinquanta pugnalate. Si accasciò per terra, le gambe si fecero pesanti, sostenere il corpo era pesante
Ecco come frantumare il progetto di vita di una persona. Sì, la mia vita è progettata. Non ricordo quando ho iniziato a ridere per ogni cosa, ridere per ogni parola o gesto altrui. Non so perchè, quando e come. So solo che è iniziato e ci vivo pure bene. Il mio essere bipolare... certo che so che lo sono, ma è dovuto al mio progetto che non è costante. A volte il mio corpo si rifiuta e io mi rifiuto di badare al mio corpo, via il progetto, via la maschera. Non ricordo. Non ricordo perchè è come prendere un vizio, esserne dipendenti, sei così felice di quello che ti da la tua dipendenza che non desideri altro, ci passi le tue ventiquattro ore, ma tutta quella felicità ha un prezzo. Ti fa dimenticare come si viveva prima, ma il passato c'è, lo si può far passare, ma non lo si deve dimenticare. Forse è stato un processo automatico, invidiosa di chi la felicità ce l'aveva così facilmente, che ho creato il mio progetto.
Bhe... Adesso cosa aspetto? A dire tutto ciò alle ghiandaie? E no...
Liza che ritorna ad essere sempre lo stesso individuo. Hai pensato tanto, ma non ricordi nemmeno quello che hai detto, non hai nemmeno la forza di volontà di ripeterlo. La tua risposta di sempre? Silenzio. La tua risposta adesso? Silenzio.


E così fu, uscì una lacrima dai suoi occhi, poteva anche essere mista a sangue, perchè in quel momento, di Liza, rimase solo un corpo, fatto di carne, acqua e sangue.

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Capitolo 2
*** I mimi delle voci ***


Liza non seppe come fece a finire al centro dello scrigno invisibile. Il corpo bagnato, il viso dalle lacrime e il resto dal sudore. Il caldo si stava inoltrando nel suo essere, incapace di intendere. - Sciocca Liza. Crede che io sia sua amica. Non vedo l'ora di tagliarle quella linguaccia che dice solo stupidaggini. E' un'ingenua. - Disse la ghiandaia a manca, anche se Liza vedeva solo Josette. Liza non riuscì a rispondere, solo il vuoto, solo aria calda circolava nella sua mente. Cosa poteva mai dire ad un'amica che pronunciava quelle parole, a cui si era completamente affidata, perchè desiderava un rapporto d'amicizia normale, speciale e unico, ma normale. Per Liza, Josette, era qualcuno di così "particolare" che non lo si può definire. Non riuscendo nemmeno a definire la persona a cui si era affezionata, come poteva mai avere le parole per poter rispondere ad una ghiandaia che ne imitava la voce?

- Cherryn, fingerò di allearmi con la ragazzina dell'8, così tu potrai eliminarla facilmente. E' talmente sciocca. La ucciderai proprio come hai fatto con Loki. - Poi si voltò a destra e sentì le parole di Bolt.

- Io ho Ariane. Sì, ma ho sempre desiderato un rapporto diverso. Ho cercato nel mio distretto, qualcuno che mi volesse bene, e ora sto cercando, per i miei ultimi giorni di vita, nell'Arena. Sì, sono sciocca. Bolt morirai, io morirò, tu morirai anche per mano della tua Cherryn. Anche Loki è morto. Lo ha ucciso la tua Cherryn? Ecco il destino di Loki. Volevo cercarmi qualcuno nell'Arena per vivere davvero, nonostante qui si gioca a sopravvivere, il mio sogno si sarebbe avverato. Non c'è posto per Liza nel cuore di qualcuno, Liza arriva all'Arena, non è quell'amica che conosci dall'infanzia e che non lascerai mai. - Disse singhiozzando. Si girò a sinistra. - Josette... - Si girò a destra. - Bolt... - Si voltò verso il cielo. - Avete racchiuso la mia vita, nella maniera più semplice. Sciocca. Com'è essere nel cuore di qualcuno? Com'è stato essere nel mio cuore? Avrò mai il tempo di fare un progetto della mia vita che possa far ridere tutti, compresa me? -

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Capitolo 3
*** La terza Ghiandaia ***


Ormai il parlare di Josette e Bolt poteva rappresentarsi come uno scarabocchio. Le due ghiandaie facevano, quasi, a gara pur di parlare prima dell'altra e farsi sentire di più. Quel ghirigoro nella mente di Liza si fissò e non se ne andò. Portò la ragazza alla disperazione, si raggomitolò per terra, sussurrando di continuo: - Basta, basta, basta, lasciatemi rimettere la maschera... - Le fece male la testa a furia di piangere e di ripetere sempre la stessa frase, il dolore diventò stanchezza e si addormentò durante la giornata. Ogni tanto si risvegliava, osservava se c'erano ancora Josette e Bolt, e quando li rivedeva ritornava a piangere e a ripetere la medesima frase. Durante la notte tornò di nuovo il freddo, che fece sentire in paradiso il corpo di Liza, ma al suo ultimo risvegliò, la mattina presto, notò il mal di gola accentuato e la temperatura corporea che si era alzata. Quando ricontrollò se ci fosse ancora la presenza delle ghiandaie, vide solo nebbia, ma sentì una voce, la voce di Ariane:

- Liza è in gamba. E' solo un po' ingenua. Non dovrebbe fidarsi di nessuno. Fare il suo gioco. Ucciderli tutti. -

Le si illuminarono gli occhi e riuscì a dire solo: - Ariane, permettimi di mettere la maschera... e li ucciderò. - e si sforzò di indossarla, di indossare un sorriso.

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