Guerrieri del Mondo Emerso

di _Luna_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenze ***
Capitolo 2: *** Sogni ***
Capitolo 3: *** Sconosciuti ***



Capitolo 1
*** Partenze ***


Un giovane con una zazzera di capelli rossi ribelli uscì da una casetta piccolina che si appoggiava alle pendici di una collina continuamente sferzata dal vento. Quando finì di accatastare i pochi sacchi e vivande che avevano deciso di portare si guardò attorno, pensieroso. Alla sua destra si ergevano le mura di Salazar, la città torre ancora distrutta e piena di macerie. Dopo la guerra si erano diffuse inquietanti leggende su quel posto e nessuno aveva osato metterci piede. Si diceva che si aggirassero ancora i fantasmi degli abitanti uccisi durante la terribile strage della Terra del Vento. Invece, davanti a lui, si poteva riconoscere un puntino chiaro che era la città di Masevt, sorta qualche mese dopo la sconfitta di Aster, per lo più abitata da profughi della Terra del Vento, che l’avevano abbandonata tre anni prima, e alcuni della Terra del Mare. Sia per il giovane che per i profughi, era stato uno spettacolo devastante ritrovarsi lì. Sebbene fossero passati tre anni, la Terra del Vento era ancora una triste landa, dove non si poteva trovare nessuno anche per alcune miglia. A sinistra del mago, infatti, c’era una steppa in cui erano nati da poco dei timidi germogli. Della verdeggiante foresta che il mago conosceva fin da quando era piccolo, non era rimasto nulla, solo tronchi spezzati o qualche albero morto.
In fin dei conti, però, quella terra gli sarebbe mancata. Ricordava con un sorriso amaro la sua adolescenza lì, ai margini della Foresta. Allora, anche accendere un fuocherello gli sembrava difficile, con soli pochi mesi d’esperienza e dieci anni d’età. Il sorriso si spense, lentamente. Erano passati ben diciassette anni dalla sua iniziazione con Soana e per un momento desiderò tornare indietro, non avere più ventisei anni. Invece, la gamba zoppicante e la barba appena fatta gli fecero tornare in mente tutte le avventure passate che non voleva affatto rivivere. Certo, non erano state tutte cose brutte, ma non avrebbe mai voluto ritrovarsi ferito in quella miniera abbandonata o nelle prigioni di Aster.
Una mano sulla spalla lo riscosse dai suoi pensieri. Una testa piena di lunghi capelli blu si appoggiò su di lui, titubante. Nihal non era cambiata molto. Aveva conservato lo stesso carattere testardo e ostinato, nonostante non lo desse molto a vedere con Sennar, e aveva deciso di far crescere i capelli blu. Quel giorno, infatti, li aveva raccolti in una treccia scompigliata che lasciava intravedere le sue orecchie a punta. Indossava dei semplicissimi calzoni marroni e una casacca bianca e pulita, un abbigliamento ben lontano dalla sua armatura, che era stata custodita in un cassettone per tutti gli anni che avevano vissuto lì. Strinse forte Sennar e disse, con voce sicura « E’ arrivato il giorno »
« Già » mormorò lui, in risposta « sei sicura di non voler salutare gli altri? Non ci vorrà molto per andare fino a Makrat con Oarf. E Ido ne sarebbe molto felice… anche Soana e Parsel! »
Scosse la testa « No, non voglio, una lettera per entrambi sarà più che sufficiente, avranno troppo da fare al Consiglio e all’Accademia, non voglio disturbarli » la scusa di Nihal era banale, il mago lo sapeva: la mezzelfo non voleva dire addio alla zia e al suo mentore. Aveva dovuto dire addio a troppe persone a cui teneva e non avrebbe assolutamente sopportato un altro addio. Inoltre, Ido e Soana forse li avrebbero dissuasi dal partire con moine sincere e preghiere. La decisione, però, era stata presa e non si poteva più tornare indietro.
Provò a consolarla, abbracciandola più stretto « Torneremo, Nihal, non sarà un addio, ma un arrivederci, semplicemente »
Lei annuì, scura in volto, e sistemò le cose su Oarf, che aveva osservato la scena con occhio vigile fin da quando Sennar era uscito di casa. Non aveva dimostrato né approvazione né disapprovazione a quella partenza, sebbene sembrasse abbastanza inquieto. Il mago l’aiutò a sistemare le cose poi si fece aiutare per salire sul possente drago verde. Da quando era diventato zoppo, era difficile salire e scendere da Oarf. Mentre tendeva la mano a Sennar per aiutarlo, Nihal aprì la bocca, come per dire qualcosa, poi la richiuse, voltandosi verso l’enorme muso di Oarf. Per l’intera notte aveva pensato di portare con sé l’armatura o di lasciarla lì, in balia di qualsiasi persona fosse entrata. Infine, aveva deciso di non portarla ma il ricordo di agguati e battaglie varie la riportarono sui suoi passi. Quando Sennar fu salito, lei scese, non dando alcuna spiegazione e rientrò in casa. Rovistò nel baule e trovò l’armatura impolverata. Le fece uno strano effetto rivederla lì, inutilizzata. Era stata la sua amica durante tutte le battaglie, non poteva abbandonarla lì. La prese e la infilò in un altro sacco, poi diede un ultimo sguardo alla casa che stavano per lasciare. Avevano vissuto relativamente poco lì dentro eppure le dava un senso di tranquillità: era il loro rifugio, il loro angolo di pace tutto per loro. Era lontana dalla continua lotta per il potere, dai vizi e dall’odio. Era una casetta piccola, con tre stanze e un piccolo orticello. Le ricordava molto la casa di Soana e sorrise all’idea di allevare due bambini, come erano stati loro, lì dentro. Ma era arrivato il momento di partire. Non avrebbero mai raggiunto la pace interiore, rimanendo lì. Non sarebbero mai stati liberi. Sarebbero stati sempre il Consigliere e il Cavaliere. Il viaggio offriva nuove occasioni, nuove opportunità, nuove vite. Si guardò nuovamente attorno, strinse il sacco e raggiunse Sennar, silenziosamente.
« Tutto pronto? »
« Tutto pronto »
Oarf, stiracchiando le lunghe ali possenti, spiccò il volo come se volesse raggiungere il sole.


N.d.A. Salve! Questa è la mia prima fanfiction su Nihal, vorrei sapere cosa ne pensate, visto che non sono una grande esperta :3 Questo capitolo è un assaggio della storia, se riceverà qualche recensione pubblicherò anche il prossimo, altrimenti lo cancello u.u A presto!
Luna

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Capitolo 2
*** Sogni ***



Nihal fece atterrare Oarf in uno spiazzo vuoto e desolato. Da una settimana avevano oltrepassato il confine del Mondo Emerso e ciò che avevano visto era stata un’enorme foresta verdeggiante che aveva rincuorato Sennar: le uniche notizie che aveva trovato sul mondo straniero non erano affatto incoraggianti ma, anzi, avrebbero dovuto trovare solo deserti e qualche misera oasi inutile. L’unica cosa che lo preoccupava maggiormente era la mancanza di civiltà. Non c’era anima viva in quella foresta. Di animali ce n’erano, e tanti, ma neppure una persona. Cos’è che impediva agli uomini di abitare lì? Guerre? Animali sconosciuti? O semplicemente avevano scelto un altro posto per vivere?
Smontarono da Oarf e accesero il fuoco. Mentre Nihal controllava i finimenti del drago, Sennar aggiornò la mappa che stava facendo. Se mai avessero deciso di tornare indietro, lui avrebbe saputo come.
Nihal gli si avvicinò piano, con movimenti rigidi « Cosa fai? »
« Una mappa… » non sapeva quale sarebbe potuta essere la reazione della compagna, così preferì eclissare sull’argomento, cambiando discorso « Dove ci dirigiamo? »
Stranamente certa della risposta, sorrise « Ancora a sud. Poi andremo in alto, sempre più in alto, fino alla luna »
« Alla luna? » domandò Sennar, accogliendola tra le sue braccia « E’ possibile arrivarci con Oarf? »
« Perché no? » Nihal si appoggiò piano, tentando di non urtare la gamba che ancora lo faceva zoppicare, poi riprese « Non lo so, dove ci dirigiamo. Dove ci porta il vento, dove ci porta Oarf, dove vorremo »
Sennar sembrò leggermente spaventato da quella risposta. Non voleva andare dove voleva. Voleva semplicemente trovare un posto lontano ma non troppo dalle Otto Terre, lontano dai resuidi della guerra e dagli inutili tentativi di pace, un posto dove stabilirsi con Nihal. Anche la Luna sarebbe andata bene, ma non voleva continuare a vagare all’infinito. Non gli sembrò comunque il momento più adatto per dirlo a Nihal perché si era appena assopita tra le sue braccia. La osservò con tenerezza, così piccola e indifesa su di lui. Ma lei non era indifesa. Era lei a difendere lui, sempre. Lui era bravo con le parole, ma con la spada non poteva far nulla. Invece, Nihal conservava sempre i suoi atteggiamenti da soldato, sapeva ancora maneggiare la spada sebbene si fosse un po’ arrugginita poiché non combatteva da tanto, troppo tempo. Se fosse stata ancora nell’esercito, avrebbe deciso i turni di guardia, invece si era addormentata placidamente. Anche lui, poco dopo, cadde nel sonno, stringendo forte la mano della compagna.
La mattina dopo, si prepararono nuovamente per ripartire, silenziosamente. Di solito, però, Nihal era molto arzilla la mattina, iniziava a parlare per non smetterla più da quando aveva smesso di fare gli incubi. Invece, quella mattina, sistemò Oarf, fece salire Sennar e lo fece sollevare in aria senza proferire una sola parola. Mentre erano in volo, Sennar provò a parlarle ma dovette aspettare di scendere nuovamente a terra la sera per poterle rivolgerle una parola. Continuò a guardarla mentre sistemava tutto per la notte e poi disse « Cos’hai? E’ da stamattina che non parli » era sempre così diretto con lei perché sapeva che non amava i giri di parole.
Nihal alzò gli occhi lentamente « Ho fatto un sogno, Sennar. Era bello »
Sennar rimase sconcertato per la risposta e si riprese solo dopo qualche secondo « Perché non me lo racconti? »
« Perché non voglio rovinarlo, raccontandolo, affermerei che non è vero » Non comprendeva la sua logica ma capì in fretta che era meglio non farle domande. Quando si furono nuovamente accampati, fu lei a riprendere l’argomento « Ero una goccia, Sennar. Una goccia che scendeva piano, libera. E poi c’eri tu, accanto a me. Eravamo gocce, nel mare. Ma non ci confondevamo con le altre. Eravamo il mare. Eravamo la stella in cielo ma non come le altre. Brillavamo di più » Sennar non poté finire di ascoltare il sogno, perché Nihal smise di raccontarlo, pentendosi di averlo reso troppo partecipe di quel bel sogno. Soffiò piano sulle braci per farle ardere di più « Un giorno finirò di raccontarlo »
Sennar scrollò le spalle « Aspetterò » per risollevare l’allegria, disse « anche io un giorno feci un sogno strano »
Nihal si divertì a sentire di come Soana si era messa a ballare con un costume insolito davanti alla corte delle Terre dell’acqua  e altre scene comiche. Sorrise nuovamente prima di addormentarsi. Quella notte, fu Sennar a fare sogni strani. Più che altro, erano parecchio vividi e quando si svegliò la mattina, trovò la sua fronte madida di sudore. Non si ricordava più il suo sogno, ma partì con l’inquietudine che lo perseguitava per qualche motivo sconosciuto.



N.d.A. Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto per questo capitolo, ho centomila fanfiction da aggiornare e da recensire, così sto tentando di accontentare tutti. Ecco qui un capitolo un po' statico che vi tranquillizzerà brevemente perchè nel prossimo ci sarà un po' più di movimento. Fatemi sapere che ne pensate! A presto :D
Luna

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Capitolo 3
*** Sconosciuti ***


 
Viaggiarono ancora verso sud per altre cinque settimane, virando leggermente ad est e Sennar pensava che forse, inconsciamente, Nihal tentava di confonderlo per non fargli più disegnare la mappa. Non voleva tornare indietro, non voleva più rivedere nessuno, non voleva più niente dalle otto terre. Sicuramente, avevano già scoperto la loro fuga e Ido e Soana non ne sarebbero stati certamente felici ma avrebbero capito ugualmente. Non conservavano molti amici che avrebbero pianto la loro scomparsa, così, almeno per quanto riguardava gli affetti, avevano la coscienza a posto. Si fermarono nuovamente per la notte in una piana grande una decina di chilometri dove il caldo, anche di notte, era quasi insopportabile. Nihal lo guardò mentre si preparava per dormire e disse « Fa caldo, qui »
Gli occhi di Sennar si spostarono su di lei « Già…»
Il corpo di Nihal si muoveva verso di lui, un po’ impacciato. Quando si sedette accanto a lui, bisbigliò qualcosa nell’orecchio del compagno, che arrossì di colpo e iniziò a baciarla con trasporto. Non ci fu bisogno di parole per Oarf che volò poco lontano per lasciarli da soli. Erano parecchie settimane che non si univano in modo così totale e specialmente in tutta tranquillità, da soli, loro due. Quando finalmente Nihal si infilò nuovamente i vestiti, gli sorrise. Era da tempo che non pensava più a ciò che avevano fatto nella grotta, quando Sennar era moribondo. Quella era stata la loro prima volta e non era stato perfetto ma non le importava. Da quando avevano iniziato a vivere insieme, tutto le sembrava più facile, anche fare l’amore. Le veniva, qualche volta, spontaneo. Altre volte, invece, era leggermente pasticciona.
Sennar le sorrise, di rimando e si rivestì anche lui. Il momento di pausa, però, durò poco, perché, come non succedeva loro da settimane, sentirono dei rumori lontani, di grida, che provenivano dalla foresta che segnava la fine della pianura. Istintivamente, Nihal estrasse la spada e Sennar si alzò in piedi, con l’aria concentrata. Aspettarono parecchi minuti prima di capire cosa stesse succedendo: un uomo stava correndo da solo, proprio verso la pianura e quando si accorse che non poteva nascondersi da nessuna parte, si allarmò ancora di più, gettandosi a terra per la disperazione. Senza pensarci nemmeno, Nihal iniziò a correre verso l’uomo che si rivelò essere un giovane sui venticinque, ventisei anni. Appena la vide, si spaventò ancora di più e urlò « Chi sei? Cosa vuoi? »
« Sono qui per aiutarti… » ma non poté dire di più perché svenne, cadendo a terra.
Poco dopo, Sennar la raggiunse e le mise una mano sulla spalla « Faremmo meglio a nasconderci da qualche parte, chiunque lo stesse cercando, avrà notato il nostro fuoco »
Nihal ribatté « Ci sarà Oarf, se arriveranno qui. Non possiamo andare da nessuna parte, dobbiamo aiutarlo » lo sollevò da terra e con l’aiuto di Sennar, lo portò vicino al fuoco per esaminare le ferite alla testa. Ci fu bisogno di una buona ora di lavoro e di sforzi per curarlo e quando terminarono, Nihal era esausta mentre Sennar era ancora in forze.
Lo sconosciuto si riebbe improvvisamente e si accorse di essere circondato da due estranei e un drago. Un grande enorme bestiale drago. Tentò di alzarsi ma i suoi movimenti erano troppo goffi così fu costretto ad appendersi a Nihal « Chi siete? » Gli occhi scurissimi andarono prima da Sennar a Nihal e poi da Nihal a Oarf. Quando poi si accorse che Nihal aveva gli occhi viola e i capelli blu fu nuovamente sul punto di svenire ma resistette ancora « Quello è un drago? »
« Si… » iniziò a dire Sennar « Tu chi sei? »
Lui non pronunciò subito il suo nome, soppesando le varie possibilità. Non sembravano affatto dei nemici, specialmente la ragazza ma la prudenza non era mai troppa « Ditemi prima voi chi siete »
Nihal prese l’iniziativa, altrimenti quel balletto su chi erano rispettivamente non sarebbe mai finito, e disse « Io sono Nihal, della Terra del Vento e lui è Sennar, della Terra del Mare » Li guardò con aria interrogativa e Nihal tentò di spiegarsi « Veniamo da lontano »
Tornò a guardare il drago « Non stento a crederlo… Io mi chiamo Tanaev… cosa vi ha spinti a venire qui? Specialmente ora, Simalav è una zona pericolosa »
« Simalav? » ripeté Sennar.
Gli occhi di Tanaev indicarono la piana « Questa pianura, si chiama così. La guerra è a un centinaio di chilometri da qui »
La guerra. Sennar e Nihal si guardarono. Allora era vero: la natura umana non poteva sfuggire all’irrefrenabile voglia di combattere, di scontrarsi, di prevalere sull’altro. Erano fuggiti da una terra distrutta dalla guerra per andare in un territorio sconosciuto, che la guerra stava distruggendo.


N.d.A. Eccoci giunti dopo tanto tempo al terzo capitolo! Con questo, vi saluto perchè parto per una decina di giorni ma il prossimo capitolo è quasi pronto e appena torno lo posto :D Intanto, fatemi sapere che ne pensate! Alla prossima!
Luna

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