Heavier Than Heaven

di Shadows Moses
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Can you understand me?. ***
Capitolo 2: *** You make me feel like I am home again. ***
Capitolo 3: *** One baby to another says I’m lucky to have met you. ***
Capitolo 4: *** You love myself better than me. ***
Capitolo 5: *** Magicly I turned tragedy. ***
Capitolo 6: *** Bitches,I'm back. ***
Capitolo 7: *** And she will be loved. ***



Capitolo 1
*** Can you understand me?. ***


Heavier Than Heaven

Capitolo 1:You can understand me?.

Ci sono cose e persone che nella vita si scordano,forse perché la nostra mente è in sovraccarico di cose,fatti e persone da ricordare o forse perché vogliamo semplicemente dimenticale perché non ne abbiamo abbastanza cura, vale per le cose belle e brutte. Quindi si bisogna avere cura dei ricordi perché non c’è nulla più bello di ricordarsi un momento in cui si era al settimo cielo e ogni cosa che accadeva sembrava stupenda,nulla è più bello dei ricordi e di quelle emozioni che si provavano nascoste in ogni piccolo gesto,carezza,abbraccio,sguardo o lacrima e di lacrime ne ho versate perché anche il 5 aprile 1994,piansi come non mai,ma è ancor più bello piangere e ricordarsi quel bellissimo giorno,era il 13 dicembre 1982, incontrai lui,forse l’unico uomo in grado di capirmi,avevamo tutti e due quindici anni,era biondo grano con gli occhi color cielo e uno sguardo semplicemente unico. Ero con una mia amica seduta sul muretto di ingresso della scuola quando lo vidi e chiesi : “Hey chi è quel ragazzo biondo?”  Marie mi rispose quasi ridendo: “Quello?! Quello è Kurt Cobain. Il cannaiolo pseuodo-punk della scuola. Fidati non provarci con quello.” Risi. “Ma io ho solo chiesto chi è,comunque ora vado a lezione. A dopo Marie!” Marie: “A dopo Frances!” Mi diressi verso la classe di arte,ero appena arrivata in quella scuola,ma l’arte era sempre stata l’unica materia che non mi aveva mai terrorizzata o spaventata all’idea di ricominciare,avevo partecipato a molte mostre quindi.


Entrai e lì c’era il professor Mortimer che mi aspettava per presentarmi a tutta la classe come la ragazza che aveva vinto una miriade di medaglie e riconoscimenti,bello proprio. Diventai rossa come un peperone,però in compenso nella mia classe d’arte c’era quel biondino di prima e l’unico posto libero era vicino a lui,sembrava un tipo solitario. Penserò per il resto della mia vita che quel posto vuoto è stato solo destino con un pizzico di fortuna. Mi andai a sedere vicino a lui e iniziai a disegnare ciò che mi capiva nella testa quando ad un certo punto mi accorsi che lui mi guardava con un’aria molto incuriosita e mi girai perplessa. “Mh ..Ciao sono Frances e tu?” Kurt: “ Ciao io sono Kurt. E’ davvero bellissimo … Sono due punk fatti veramente bene,ti piace il punk?.” Sorrisi. “Se mi piace il punk? Io lo venero. Ho una miriade di cd di tutti i gruppi punk possibili e immaginabili. Perché a te anche piace?” Kurt rimase con gli occhi aperti quasi sbalordito da ciò che avevo detto, allora mi rispose sorridendo: “ Se mi piace il punk? Io lo venero. Però a differenza tua penso di avere meno cd.” Rise per avermi ricopiato la frase. “Sono nuova qua non ho amici quindi se ti va dopo scuola potresti venire a casa mia a vedere i cd,sempre se vuoi.” Kurt: “Ci sto,tanto non ho nulla da fare dopo,non pensi che a tuo padre o tua madre possa dare fastidio che porti un maschio in casa?” Diventai un po’ cupa. “Bhè … Io vivo solo con ..mia madre perché i miei sono separati,mi vergogno da morire per colpa loro,mi sento come una che proviene da un mondo diverso,però questo spero che non ti faccia cambiare idea su di me,ho bisogno di amici punk.” Kurt mi sorrise ancora una volta e mi disse a bassa voce: “Anche i miei lo sono e anche io mi vergogno di loro,quindi io ti posso capire e con me puoi parlare quando vuoi.” Sorrisi e suonò la campanella. “Che lezione hai dopo?”  Kurt: “Inglese e tu?” “Matematica. Senti ci vediamo vicino al muretto alla fine delle lezioni. A dopo Kurt!”  “Okay,a dopo Frances!” 

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Capitolo 2
*** You make me feel like I am home again. ***


Cap. 2 : You make me feel like I am home again.

Avevo appena finito le lezioni trovai Kurt che mi aspettava sul muretto e gli urlai: “Kurt seguimi!” ci avviammo verso casa mia in pieno centro di Aberdeen, era un palazzo molto bello era appena stato costruito,era tutto bianco con il bordo delle finestre blu,visto in un certo senso era buffo ma per tutti era comunque diverso dagli altri palazzi che c’erano negli anni ’80, mi ricordo che anche Kurt era rimasto colpito dal palazzo dove abitavo tanto che mi chiese se mia madre era milionaria. Facemmo le scale, abitavo al quinto piano quindi facemmo una fatica assurda tanto che appena arrivati ci buttammo sul divano e poi andammo a guardare in camera mia per vedere i cd e i poster che avevo,appena entrati Kurt sbarrò gli occhi. Kurt: “ Buon Dio Frances ma quanti sono?! Saranno più di 500!” “Oh si Kurt,ho tutto,da Elvis ai Beatles fino al punk e rock in generale,ho gli AC\DC,Queen,Led Zeppelin e insomma non sto qua a elencare tutti perché se no facciamo notte,guarda e ascoltiamo quello che vuoi!” Kurt: “Fantastico. Davvero fantastico. Io guardo è!” “Si si fai fai." Kurt:"Ti dispiacerebbe mettere i Led Zeppelin?” “No no, Led Zeppelin IV va bene?” Kurt:”Va benissimo,sai io so suonare Stairway to heaven tutta con la chitarra.” “Davvero?! Anche io suono la chitarra sai?”

Kurt: “Frances,credimi io prima di dare fiducia alle persone,specie alle ragazze ce me metto di tempo ma tu sei fantastica,mi pare di conoscerti da sempre.” Risi. “Oh grazie Kurt anche a me pare di conoscerti da molto.” I suoi occhi mi stavo per rapire,quel color cielo mi facevano impazzire,tutt’ora se ci ripenso mi fanno sentire male. Passammo un pomeriggio bellissimo a suonare la chitarra,ascoltare musica,parlare di musica e di pensieri che avevamo,c’era una sintonia pazzesca,riuscivamo a parlare per ore ed ore senza stancarci poi di tutto,politica,sentimenti,idee,progetti,tutto. Mi raccontò tutto il suo passato e che aveva fatto uso di erba e stranamente si aprì subito con me sul fatto della vita e di cosa ne pensava.

“Kurt a che ora devi tornare a casa?” Kurt: “Vorrei non tornarci più in quella merda,vorrei stare qua con te per sempre.” “Perché dici così?”
Kurt: “Perché odio i miei,mi fanno vergognare,qua con te mi diverto,tu mi capisci come nessun altro,mi fai sentire come se fossi a casa,non mi era mai capitato con nessuno,mi piacerebbe esserti amico anche perché hai gli occhi più belli di tutta Aberdeen,sul blu-verde come piacciono a me.”  Diventai rossa perché anche io pensavo la stessa cosa di lui. “Oh Kurt,anche io … penso la stessa cosa di te,solo che dovrai tornare a casa,però tu puoi stare e passare questi pomeriggi con me tutte le volte che vuoi,tanto io qua non ho molti amici e poi non ho mai nulla da fare il pomeriggio.” Kurt mi sorrise e ricambiai il sorriso poi guardai l’orologio erano le sei e mezza. “Possiamo rimanere a parlare e scherzare per un’ora e mezza ancora prima che arrivi mia madre.” Kurt: “E’ okay tanto io torno a casa quando cazzo mi pare.”Rise.

Stavamo seduti per terra in camera mia tra i miei innumerevoli poster di gruppi e allora decidemmo di fare la cosa più scema del mondo come diceva Kurt:La lotta dei cuscini. Presi il mio cuscino e glielo lanciai contro, lo stesso fece lui con me e viceversa, in circa un’ora di lotta eravamo sul pavimento del salotto sfiniti per la corsa per tutta casa, ma ridevamo,ridevamo tantissimo e io non ero più così felice da tantissimo tempo. In neanche un giorno che ci conoscevamo io ero innamorata persa di Kurt e come penso o mi piace pensare,lui lo era di me tanto che i nostri occhi sembravano come una calamita. “Kurt tra mezz’ora arriva mamma non credi che è meglio che vai? Non perché ti  voglio cacciare,ma solo perché mi troverei in imbarazzo con lei,se fosse per me starei con te fino a notte fonda.”
Kurt mi sorrise e mi rispose che non c’erano problemi e che anche lui sarebbe rimasto tutta la notte con me,a quel punto non so perché i nostri occhi si guardarono ancora una volta,solo che era una sensazione che non so spiegare perché quando tu guardi negli occhi qualcuno che ti fa provare qualcosa di positivo lo guardi sempre nello stesso modo come se sapessi già tutto dei suoi occhi,invece con Kurt era tutto diverso,ogni volta che guardavo Kurt negli occhi era come vedere qualcosa di nuovo sempre,ci incantammo a tal punto che le nostre labbra si legarono e ci baciammo,posso dire il bacio più bello di tutta la mia vita,io stringevo lui e lui me,tenevo i suoi magnifici  capelli color grano tra le mie mani e fu un bacio lunghissimo,ricco di sensazioni,semplicemente fantastico. Ci staccammo dal bacio e Kurt un po’ imbarazzato mi disse: “Cazzo Frances mi piaci. Tanto anche. Sei diversa da tutti quelli che ho conosciuto. Sai tutto di me ora e io tutto di te. Sei la mia casa ora.” Sorrisi e lo accarezzai. “Anche tu mi piaci Kurt,vediamoci qualche volta se vuoi,anche tu sei la mia nuova casa ora.” Kurt si alzò mi diede un piccolo bacio e si avviò verso casa. Non ero stata MAI così felice. 

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Capitolo 3
*** One baby to another says I’m lucky to have met you. ***


Cap. 3: One baby to another says I’m lucky to have met you.

Ricordo che dopo quella sera ogni volta che ci incontravamo a scuola o eravamo a lezione nella stessa classe ci incollavamo,un caro amico di Kurt,Jesse mi disse che Kurt non aveva mai baciato una ragazza in pubblico o davanti ai suoi amici,rimasi così felice e colpita dalle parole di Jesse che fui felicissima per giorni e ogni giorno dopo la scuola io e Kurt andavamo a casa mia o in giro per negozi di dischi,tutti i pomeriggi erano speciali perché nonostante ci vedessimo tutti i giorni,non so spiegare era come se ogni giorno succedesse sempre qualcosa di nuovo. Dopo la sera del nostro primo bacio ci considerammo già una coppia quindi passammo la Vigilia di Natale a casa mia,il Natale a casa di Kurt e Capodanno a casa di Jesse, fu una serata semplicemente magnifica perché ci ubriacammo tutti e io e Kurt talmente ubriachi prendemmo le nostre chitarre e le sbattemmo al suolo per non parlare di tutte le altre cose da scemi che abbiamo fatto, tutti i presenti ancora oggi non me lo vogliono dire. Kurt e io eravamo distesi sul pavimento di casa mia e dopo tre mesi che stavamo insieme prese coraggio di chiedermi una cosa inaspettata per me. Kurt: “Frances tu sei ancora vergine?” Io quasi imbarazzata gli risposi: “Si Kurt e francamente ho paura di chiederti perché mi fai questa domanda.” Kurt: “No non voglio venire a letto con te,volevo solo saperlo. Comunque anche io lo sono.” Sorrisi e gli diedi un bacio. Le sue labbra erano così candide e rosee,era inevitabile non baciarle.” “Kurt ti amo e sai che amo il tuo nome? Giuro che se quando avrò il mio primo figlio  non staremo più insieme lo chiamerò Kurt.”  Kurt rise. Kurt: “Anche io ti amo Frances. Ah grazie anche il tuo è molto bello e se mai dovessi avere una figlia la chiamerò Frances, solo che vorrei rimanere con te fino al giorno della mia morte,ma se dovesse essere femmina il tuo primo figlio?”  Risi. “Anche io ci vorrei stare sempre. In quel caso la chiamerei Kurtina.” Iniziammo a ridere come cretini e poi finimmo con stare abbracciati a baciarci fino alle sette e mezzo. Quando Kurt tornava a casa io mi sentivo terribilmente sola perché sentivo come se mi mancasse una parte di me,non mi era mai capitato con nessuno e avevo avuto tre ragazzi prima di lui e lui prima di me ma anche per Kurt con me era diverso per il semplice motivo che ero l’unica ragazza a cui aveva presentato i suoi amici. A giugno erano quasi finite le scuole e io e Kurt volevamo passare le vacanze insieme,mia madre sapeva di Kurt perché era stato con noi a Natale,ci aveva visto baciare molte volte e gli stava simpatico lo stesso Wendy con me, così quando mia madre partì per New York per lavoro dissi che Marie sarebbe rimasta a casa con me ma in realtà Marie era Kurt. Dopo circa tre ore che mia madre era andata via Kurt venne da me con le sue valigie e lo aiutai a sistemarsi nella camera degli ospiti. Dopo aver cenato guardammo la tv abbracciati poi diedi a Kurt la buona notte e andai in camera mia erano le undici e mezza e lui mi disse: “Voglio che rimani ancora un po’ con me,dai è presto.” “Okay Kurt se proprio insisti” Tornai abbracciata a lui e lo guardai negli occhi,lui si girò e mi descrisse a modo di canzone. Kurt: “Lei ha gli occhi blu-verdi in cui ti perdi ogni battito di ciglia che fa, sono semplicemente meravigliosi,lei ha dei capelli color grano con i riflessi biondo platino che assomigliano moltissimo ai miei, lei ama il punk ed è la ragazza più bella e tosta che conosca,non la amo per questi motivi perché se fosse così sarebbe solo attrazione nei suoi confronti,la amo perché non so il motivo e perché quando non c’è mi manca,ogni piccolo gesto che fa lo vedo bellissimo,ogni lato del suo carattere perfetto, non so il perché di tutto ciò so solo che forse sono innamorato  e detto questo ora se vuoi puoi andare a dormire.” Avevo gli occhi pieni di lacrime stupita per le sue parole perché nessuno mi aveva detto queste cose,mai. “Kurt Dio ti amo. Lo stesso penso io di te e odio rimanere così senza parole ma io amo questo ragazzo con i capelli oro e gli occhi cielo.” Ci baciammo con foga e piano piano senza accorgercene arrivammo in camera mia levandoci maglietta e pantaloni e distesi sul letto a baciarci con la lingua, fu una cosa istintiva non pianificata e tutti e due avevamo detto quelle cose perché lo sentivamo e visto che dopo sette mesi nessuno dei due aveva il coraggio esprimere i proprio sentimenti all’altro quelle parole avevano portato a questo. Ci levammo le lingerie quando Kurt si staccò dal bacio e mi disse: “Ero rimasto al bacio sul divano e ora lo stiamo per fare a quanto vedo.” Lo guardai negli  occhi ancora una volta. “Emh hai ragione …. Non ti va di farlo con me? Insomma è la prima volta per tutti e due.”
Kurt: “Io non ho mai detto che non voglio farlo con te ora.” Mi baciò ancora e così finimmo per passare tutta la nottata insieme. Sentivo lui che per la prima volta entrava nel corpo di una donna,tutti e due timidi e fragili con la paura di deludere l’altro,lui si muoveva piano sopra di me,entrambi ansimavamo, io che gli stringevo i capelli tra le mani mentre lui si muoveva e mi baciava lentamente il collo,non so quanto è durato perché eravamo tutti e due troppo presi dalla situazione. Lui mi sussurrava “Ti amo Frances Gillow” e io lo stesso “Anche io Kurt Cobain” . Ci tenevamo le mani baciavamo con passione,io gli accarezzavo la schiena e lui ogni tanto tirava qualche spinta aumentando di velocità. Fu una notte indimenticabile tanto che quando finimmo non vedevamo l’ora di rifarlo,lui si addormentò sul mio seno accarezzandogli la testa dicendomi: "è la notte più bella della mia vita" e io risposi che era lo stesso per me,quando chiudemmo gli occhi e andammo entrambi andammo nel mondo dei sogni con un sorriso a trentadue denti. 

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Capitolo 4
*** You love myself better than me. ***


Cap. 4: You love myself better than me.

Nel  ‘85 io e Kurt stavamo insieme da parecchio e decidemmo che per il nostro “anniversario” saremmo andati a New York,volevamo di uscire da Seattle, così per cambiare aria. Andammo a New York tre giorni e ci divertimmo un modo anche perché Kurt aveva fondato da poco i Fecal Metter e passavamo meno tempo insieme per le prove,quindi in quei giorni potemmo stare un po’ soli,lontani da Aberdeen,dalle odiate famiglie e dai bifolchi boscaioli. Io e Kurt avevamo pensato di dormire in macchina ma grazie a un po’ di nostri risparmi e un gentile donazione della zia di Kurt,zia Mary,ci potemmo prendere una stanza d’albergo in periferia.
Visitammo tutta New York e in giro per negozi ci fermammo davanti una vetrina di strumenti musicali quello non un negozio ma il negozio di strumenti,aveva più di mille chitarre,settecento tipi di batterie, settecento tipi di bassi,piani,trombe,sax,violini,contrabassi e chi più ne ha più ne metta! Era un po’ di tempo che volevo regalare una chitarra nuova a Kurt e quella era l’occasione!
“Kurt entriamo vero?!” Mi girai verso di lui con gli occhi sbarrati.
Kurt: “ E me lo chiedi?! Cazzo si!” Ci fiondammo dentro come bambini in un negozio di caramelle. Ci guardammo in giro come se non  sapessimo dove guardare e dopo aver visto quasi tutti i strumenti finalmente vedemmo le chitarre “Cazzo Kurt guarda questa!” Indicai una Fender Blu. Kurt: “E’ bellissima ma questa Ibanez è da orgasmo! Ti immagini a suonarla con un ampli Marshall?!” “Altro che orgasmo! Rimarremmo incinti Kurt!” Kurt: “ Ah si io incinto di una chitarra,proposta allettante.” Ridemmo. “Wowowooo! Non voglio chitarre con i capelli biondo platino per casa in casa.” Kurt iniziò a ride “Frances! Usciamo va tanto per ora non posso compramene una quindi stai tranquilla non rimarrò incinto di un’ Ibanez.” Risi e uscimmo fuori. Arrivammo al parco dove bevemmo un caffè seduti sulla panchina e dopo una mezz’oretta andammo in albergo. Kurt si stese sul letto e io mi stesi sopra la sua schiena e gli feci quei massaggi che a lui piacciono tanto dietro la schiena,lo rassicuravano. “Che hai Kurt?” Kurt: “ No nulla,ho solo paura di non farcela. Sai qual è il mio grande sogno e so che sei la fan numero uno dei Fecal Metter solo che non voglio che solo tu sia la mia fan,capisci quello che intendo?” “Oh si che capisco, Kurt tu ce la farai,ne sono sicura,io ho il tuo stesso sogno solo che io sono una donna e se voglio arrivare al successo mondiale dovrei arrivarci con la vagina,tu invece no,tu ci arriverai con la forza della tua musica quindi Kurt fammi felice e fai vedere a tutti chi è Kurt Cobain. Non pensare che non ce la farai perché tu sei speciale e un giorno salirai sul palco e spaccherai il culo a tutti,io ne sono sicura.” Lui mi sorrise rassicurato,niente amavo di più di quel sorriso bellissimo,niente amavo più di lui,sembravamo fatti per stare insieme uno dava forza all’altro eravamo l’uno la metà dell’altro e soprattutto non era un fuoco di paglia da liceo no no,tutti lo dicevano e Wendy e Mary pensavano addirittura che Kurt mi avrebbe sposata,quanto vorrei che quel pensiero fosse diventato realtà. Kurt: “Lo vedi perché ti amo,tu mi capisci come nessuno mai,neanche io riesco a capirmi così bene.” Sorrisi. “Solo perché tu capisci me.” Dopo questa breve chiacchierata facemmo l’amore,come accadeva sempre quando dormivamo insieme. Era l’ora di cena e ci era venuta fame dopo la scopata quindi gli dissi che sarei andata a prendere qualcosa da mangiare per noi, mi vestii e poi andai a prendere da mangiare al Mc Donald e corsi al negozio di strumenti per comprare la chitarra a Kurt. Ritornai nella stanzetta d’albergo e per fargli una sorpresa la nascosi nel piccolo bagno che c’era. “Kurt ho portato la cena!” Kurt: “IL CHEESE BURGER E’ MIO!” Risi. “Si okay è tuo tranquillo! Senti però per mangiare fammi un favore vai in bagno e lavati le mani” Kurt mi guardò perplesso: “Mh?!”  “Tu vai in bagno forza!” Kurt si alzò dal letto ancora perplesso e apri la porta del piccolo bagno e urlò:”Occristo! Non ci posso credere! Frances sei pazza?! Dimmi che è uno scherzo! O buon Dio.” Aveva gli occhi pieni di felicità e corse ad abbracciarmi baciandomi un milione di volte e mi ringraziò così tante volte che avevo perso il conto. Quando in seguito tornammo ad Aberdeen non faceva altro che dire ai suoi amici quanto ero fantastica o almeno così mi diceva Jesse. Quando tornai a casa c’erano brutte sorprese e di sicuro la mia felicità come quella di Kurt era destinata a diventare dolore. 

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Capitolo 5
*** Magicly I turned tragedy. ***


Cap. 5: Magicly I turned tragedy.

Quando tornai da New York non c’era una bella sorpresa,anzi penso che quel giorno sia stato il peggiore di tutta la mia vita. Trovai mia madre che mi aspettava in salotto,seduta sul divano. “Mamma? Tutto bene?”
Catherine: “Frances … non so come dirti una cosa.” Si alzò in piedi. “Cosa?”  Catherine: “Frances … Il lavoro … Mi costringe ad andare in Polonia per almeno tre anni. Mi dispiace, so che tu e Kurt ..” Non gli lasciai finire la frase che subito scoppiai a piangere e urlai: “Cazzo no mamma!Non puoi farmi questo! Mi vuoi vedere morta?! E’ questo che vuoi?! Cazzo no. Io non vengo! Scordatelo!” Catherine: “Frances! Tu vieni per forza! Hai l’università già pagata e in più tua nonna sta per morire lì! Poi  tu farai quello che cazzo vuoi! Vieni punto. Partiamo tra un mese! E non ti voglio più sentire. Hai 17 anni e fai quello che cazzo decido io.” Mi disse in tono cattivo e arrabbiato,litigammo per tutta la notte. Piangevo di continuo non volevo separami da Kurt. Neanche per idea. Il giorno dopo dissi a Jesse e a Krist di questo e loro rimasero a bocca aperta. Krist: “Kurt si uccide se tu te ne vai lo sai Frances?” Jesse: “Ha ragione Krist. Quello lo troviamo morto sotto un treno come aveva cercato di fare.” “Lo so, solo che non ho altra scelta,quando farò diciotto anni tornerò qua. Tra un anno. Non è poi tanto no?”  Krist: “Parla con Kurt ora. Godetevi questo ultimo mese insieme.” “Hai ragione. Ora vado a casa sua e gli parlo. A dopo ragazzi!” Mi avviai verso casa di Kurt e bussai alla porta,quando lui la aprì avevo una faccia da funerale mentre lui un sorriso splendete. Kurt: “Hey Frances che hai? Che faccia!” Mi baciò. “K-Kurt .. Posso entrare .. Ti devo parlare.” Si spostò dalla soglia della porta per farmi entrare e quel sorriso si era trasformato in paura e tristezza. Ci sedemmo sul divano e iniziai con già gli occhi lucidi: “Kurt, ti devo dire una cosa. Ti amo più della mia stessa vita ma c’è un problema … Devo trasferirmi in Polonia. Io ci starò massimo un anno poi tornerò da te. Parto tra un mese e …” Scoppiai a piangere e lui mi guardava con un aria strana, misto di delusione,tristezza, dolore e amore per me. Kurt: “ Frances, dai amore, non fare così,ti amo anche io,non voglio stare senza di te e … Non so che dire so solo che è il giorno in cui mi si è spezzato il cuore e credo che nessuno oltre te lo riparerà mai.” Kurt scoppiò a piangere,da una parte me lo aspettavo e dall’altro ero sorpresa perché non avevo mai visto Kurt piangere e quella era l’occasione rarissima in cui lo fece. “Dobbiamo goderci quest’ultimo mese … Ti amo Kurt e ti prego quando sarò lì non te lo dimenticare.” Mi baciò con foga e le nostre lacrime si mischiavano tra loro, avevamo il cuore infranto, ho trasformato la tragedia in disastro. Rimanemmo a casa sua tutto il giorno a fare l’amore e a baciarci, non ci importava che da un momento all’altro Wendy o Kim potessero entrare,volevamo solo stare insieme. Nell’ultimo mese scopavamo quasi tutti i giorni,non ne perdevamo uno per stare insieme,senza Krist,Jesse o Chad o Dylan o chiunque altro,solo io e lui. Il nostro amore da favola non era durato poi così tanto ma non era finzione erano sensazioni vere, che con nessun altro avremmo mai potuto provare. Mancavano tre giorni alla partenza quando tutti e due nudi sul letto ci guardavamo come la prima volta che lo avevamo fatto. “Kurt? Credi alla storia delle anime gemelle?” Kurt mi guardò quasi perplesso: “Racconta e io ti dirò se ci credo.”  “ Una volta gli umani avevano 2 facce, 4 braccia e 4 gambe.
Zeus, il Dio degli dei, era geloso della forza di questi nuovi esseri,
così li "tagliò" tutti a metà.
Ancora oggi, gli uomini cercano la metà da cui sono stati tagliati.
Non è l'anima gemella, ma l'altra metà. Penso che tu sia la mia. Ora si sarò sdolcinata e non è da noi solo che Kurt, non me ne voglio andare.” Kurt: “Io non voglio che vai e si penso che tu sia la mia metà. Sei sdolcinata però non vederti,non baciarti e non parlarti per un anno o di più mi da dolore allo stomaco che mi trafigge come coltelli. Non voglio che vai ma non vedo come possiamo rimediare.” Lo abbracciai forte e rimasi a dormire li con lui per quei pochi giorni che mi rimanevano ad Aberdeen poi quella mattina Kurt mi accompagnò alla stazione. Tragedia. Dolore. Sofferenza erano le parole che si incidevano nel mio cuore. Ero davanti all’aereo e stavo per salire. Ci salutammo come nei film baci,abbracci e tante lacrime. Salii in lacrime e mentre l’aereo partiva lo guardavo piangere dal finestrino e alzò uno striscione dove si intravedeva appena un “Ti amo Frances Gillow.” E da quel giorno tutto in decadenza.

 
 
 

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Capitolo 6
*** Bitches,I'm back. ***


Erano passati soltanto quattro mesi,nessuna lettera o cartolina o una semplice telefonata,nulla. Quel fottutissimo figlio di puttana mi aveva già rimpiazzata,o peggio,dimenticata. La maggiore età era arrivata e potevo finalmente tornare a Seattle,non mi mancava la città o le persone, mancava lui.
Mi sentivo incompleta senza. Arrivai all’aeroporto di Seattle-Tacoma alle sei del mattino e per me il fuso orario fu decisamente devastante. Volevo dormire ma avevo sicuramente più voglia di prendere quello stronzo a calci in culo,così chiamai un taxi e mi feci portare ad Aberdeen in un Motel. Era rimasto tutto uguale. Immutabile. Era come se non fossi andata mai via. Conoscevo la strada e mi presentai davanti casa di Wendy con la speranza di trovarlo. Quando bussai e Wendy mi aprì,fu felice di vedermi ma allo stesso tempo c’era un’espressione sul suo volto che mi faceva capire che qualcosa ad Aberdeen era cambiato,non il posto,non il clima,non la scortesia e la stupidità della gente oh no,era cambiato qualcosa con lui. Così andai dall’unica persona di cui mi ero sempre fidata: Chris. Quando andai da lui ci scambiammo un abbraccio lunghissimo però io volevo sapere cosa era accaduto.
“Chris ho così tanto da raccontare,mi sono stra divertita in Polonia. La gente era molto simpatica e … non so perché in effetti me ne sono andata da quel paradiso per questo inferno”
Mi fece un sorriso e mi mise una mano sulla spalla. “Frances,credo proprio di sapere perché sei tornata e lo sai anche tu,solo che non lo vuoi ammettere. Kurt non ti ha scritto o telefonato,non è più lui da quando te ne sei andata e penso che quello che ti dovrebbe darti spiegazioni è lui,non io.”
“Tu sai dov’è. Portami da lui. Voglio vederlo in faccia  quel bastardo.”
Chris mi portò in una topaia dove nel retro c’era una vecchia macchina  parcheggiata con i sedili tirati indietro,bussai al finestrino e …. Era lui. 

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Capitolo 7
*** And she will be loved. ***


Una chioma bionda si alzò per aprire la portiera della macchina,la sua chioma bionda e appena mi vide sgranò gli occhi incredulo, i nostri occhi si erano rivisti dopo mesi e letteralmente tutto quel tempo per noi non era mai passato, in una frazione di secondo il passato si era cancellato. 

Ogni volta che racconto quel momento mi rendo conto che c'è qualcosa superiore a noi,un disegno pianificato per ciascuno di noi, tutti possiamo trovare l'amore ma non sapere che sia quello vero e altrettanto capirlo e perderlo per uno strano caso della vita, tutto questo è perché noi nasciamo con un preciso compito nella vita e ancora con determinato numero di momenti come questo, quasi magici che ci fanno dimenticare il passato e il futuro. 

Scese dall'auto mi abbracciò e mi disse: "Vieni con me, ti devo parlare." 

Andammo in un boschetto, ci tenemmo per mano come se tutto fosse passato . 

Poi diventò serio,il suo viso non sembrava più felice di vedermi,anzi,per niente.

Si voltò verso di me e mi disse: "Non voglio più vederti,stare insieme a te o starti vicino. Mi spezza il cuore. Quando te ne sei andata ho capito che le cose belle non durano. Guarda Yoko e John, perfetti insieme ma qualcosa li ha divisi, io non voglio stare male e tanto meno voglio far star male te, quindi finiamola con questa stronzata e addio." 

Mentre mi diceva queste parole sentivo le lacrime che scendevano da sole, i miei arti pian piano abbandonarmi e così la ragione, così appena finì di parlare scappai via,corsi a più non posso, vedevo lui che stava fermo immobile come per dire 'che cazzata che ho fatto'. 

Aveva ragione poi, solo che se in amore non si tenta nessuno sta più insieme se non per sesso,mh? 

Bel ragionamento del cazzo se la pensi così. 

Non  ricordo molto bene quella sera,perché sinceramente parlando mi sono ubriacata e  fatta della peggio roba. 

Ricordo solo la mattina seguente,non riuscivo a ricordare se fosse un sogno o meno,poi ebbi la prova che era tutto vero nel momento in cui Chris mi bussò alla porta e mi chiese come stavo. 

Che potevo rispondere? Scaricati dalla tua metà. 

Avere la sensazione di morire soli,perchè dopo quella persona, niente e nessuno ti riuscirà più a far sentire così. 

Pensavo al suicidio,si, ma allo stesso tempo avevo la speranza che quello stronzo tornasse strisciando da me,perché io sapevo che neanche lui poteva stare lontano a lungo da me e io l'avrei ripreso subito con me,prima l'avrei preso a schiaffi, poi l'avrei baciato e le avrei detto che lo amavo come nulla al mondo. 

Presi le mie valigie,il primo taxi che passava e andai all'aeroporto e tornai in Polonia da mia nonna e mia madre. 

Dopo diverso tempo non mi ero ancora ripresa,quindi cercai di svagarmi il più possibile,era sempre nei miei pensieri. 

Ricevevo sempre però lettere da Chris. 

In sostanza per diversi anni rimasi lì in Polonia. 

Chris mi scrisse tutte le news,del tipo "Hei abbiamo messo su una band,I Nirvana, Kurt si fa di roba come una pigna,e abbiamo inciso un album Bleach. Ah e Kurt si è fidanzato con una tipa di nome Tracy che usa per lo più come mamma\badante\per scroccare soldi\avere un posto dove dormire."

Dovevo tornare. Dovevo vederlo e scoppiarle a ridere in faccia. 

Ah quello stronzo. 

L'unica domanda che mi passava per la testa era: 'Come fai ad essere perdutamente innamorata di uno stronzo?' 

Forse perché alle brave ragazze piacciono gli stronzi? Non ero una brava ragazza. 

Era il 1989,ricordo che quell'anno mi vedevo con un ragazzo o meglio lui si vedeva con me perché io non lo filavo di striscio,un certo Oliver. 

Così le proposi di andare in vacanza insieme a Seattle.

Ancora oggi mi sento uno schifo per averlo usato a quel povero ragazzo. 

Così appena arrivata a Seattle,senza far sapere a nessuno del mio arrivo cercai lavoro, misi su una band,le Rocket Baby Dolls. 

Suonavamo nei locali per tutta la zona,compresa Tacoma e Olimpia. 

Aspettavo solo una serata in cui avrei incontrato Kurt. 

Perché ero sicura che prima o poi ci saremmo visti mentre suonavamo. 

Un giorno ci arrivò una fantastica notizia,i Melvins ci chiesero di fargli da gruppo spalla e chi c'erano anche? I Nirvana,ovviamente. 

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