The mess I made

di WhereWereYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Breath ***
Capitolo 2: *** Be alright ***
Capitolo 3: *** Say Goodbye ***
Capitolo 4: *** Breaking the Habit ***
Capitolo 5: *** Trade Mistakes ***
Capitolo 6: *** Won't go home without you ***
Capitolo 7: *** It ends tonight ***
Capitolo 8: *** Thinking of you ***
Capitolo 9: *** Situations ***
Capitolo 10: *** Something ***
Capitolo 11: *** Numb ***
Capitolo 12: *** Harder than you know ***
Capitolo 13: *** Dance with the devil ***
Capitolo 14: *** Rain ***



Capitolo 1
*** Breath ***


I CAPITOLO – BREATH

Kurt:

Quando avverte le lacrime affiorare,morde violentemente la parte interiore del labbro finché non sente il sapore del sangue. È automatico,è un riflesso ai sentimenti. Lo ha appreso con gli anni,serve a ricordarsi quanto può far male lasciarsi trasportare dalle emozioni. Anche se certe volte lo fa’ semplicemente per sentire di essere ancora vivo.                                                                                                                                    Il tempo cancella tutto,insistevano,eppure era ancora lì, a crogiolarsi nel dolore per un amore che c’era. C’era e basta. Il sangue scorre come le lacrime che non può lasciar uscire. Dopo averla presa dal pacchetto,accende una sigaretta e si lascia calmare dalla sensazione di fumo che scende in gola. Il vento entra dalla finestra e gli carezza  prepotentemente i lineamenti congelando l’aria,ma l’unica cosa a cui può pensare è quale sarebbe la sensazione di una mano,di calore,di vita a ripetere quel gesto.                        
Non è che sia senza amici.. No,è che non ha mai sentito quel tipo di calore  che forse soltanto l’amore può dare. Continua a ripetersi che è meglio così,che non ne ha bisogno,che sono cose da stupidi.. Un abbraccio,una parola carina,un tocco di mani.. Magari un ragazzo che lo ami(o che finga di amarlo,la cosa non ha importanza) ma quando lo colpiscono lo fa’. Taglia tutto fuori perché è quello che sa’ fare meglio,è più facile così.                                                                                                                  
Una volta sola si era permesso di abbassare la guardia. Di lasciar cadere le mura che si era accuratamente costruito intorno. E gli hanno rifilato un bel ‘cavallo di troia’. Sì sì,intendo che li ha lasciati entrare,hanno fatto festa perché pensavano di essere gratificati e proprio quando dormiva hanno dato la città in fiamme,bruciato ogni angolo fino a non lasciare più niente. Alla fine,mattone dopo mattone,aveva ricostruito quel muro,ma per proteggere il vuoto. Perché sì,questo è quello che ne è rimasto di lui dopo Blaine,dopo il suo primo(ed ultimo,con un po’ di fortuna)amore: Una bella facciata ma totalmente vuoto.

Vuoto,vuoto,vuoto,vuoto: Eccolo! Kurt. 21 anni. Gran senso dello stile. Sta seguendo un corso di arti all’università di New York. La sua migliore amica e coinquilina è Rachel Berry(inquietante lo so). Ehm… Oh! Dimenticavo! Incapace di amare.

Gli dicevano che non pensarci lo avrebbe aiutato,che prima o poi tutto sarebbe andato via. Ma non ci fu’ istante in cui lui non pensasse a Blaine. Era costantemente lì,a intossicargli l’anima mentre lui,invece di spiccare il volo,affondava lentamente.

Certe notti pensava di farlo e basta: Prendere quel maledetto telefono e chiamare Blaine. Si ripeteva che forse era lo stesso per lui,che gli mancasse e che avesse bisogno di Kurt almeno la metà di quanto Kurt avesse bisogno di lui. Ma non riusciva mai. Poi,man mano che il tempo passava,l’orgoglio si faceva strada nella sua mente e finì con il cancellare il suo numero,i suoi messaggi,le sue chiamate,le sue foto. Per essere sicuro di non essere più tentato di pregarlo di tornare nella sua vita.

Comunque la sua stessa depressione lo deprimeva,e quindi decise di uscire ed andare a trovare Rachel durante il suo turno al bar.

“Hey! Io. Te. Finn. I ragazzi del vecchio Glee,che ne dici?”

Blaine….

“Non penso di poter venire,devo andare a trovare i miei….”

“è la prossima settimana”

“infatti” rispose Kurt mentre giocherellava con un bicchiere per evitare il suo sguardo.

“Allora facciamo questa settimana” propose Rachel

“Devo studiare per un esame”

“Ma non ti ho nemmeno detto il giorno! Ad ogni modo,intendo il Glee club di un tempo,quando non c’era nessun altro e con nessun altro intendo Blaine. Quindi tranquillo.” Disse Rachel inarcando un sopracciglio,curiosa di vedere la reazione a questo.

‘Solo tu mi conosci così bene,Pensò Kurt. Ma continuò: “Chi ha detto che il problema era Blaine? Non mi importa,Rachel. Le cose vanno avanti. Sono passati ormai 4 anni ed io ho completamente dimenticato Blaine.”

“Se lo dici tu….” Disse lei poco convinta. “Be’ allora,vieni?”

“Vedrò di liberarmi” fu’ tutto quello che riuscì a dire per non accrescere il sospetto che avesse rinunciato per colpa di Blaine,ma si era fregato con le sue stesse parole.
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Blaine:

Aveva cercato in tutti i modi di nascondersi al mondo,sapendo che esso non avrebbe capito. Si era rinchiuso nella sua stanza e aveva pianto per quelli che sembrarono anni. Aveva avvertito la solitudine fin nelle ossa. Ma arriva sempre il momento in cui la vita ti bussa alla porta ricordandoti che il tempo scade. Scade per tutto. Così andò avanti costruendo una persona nuova,perché è più facile così,quando si indossa una maschera. Solo che nel processo aveva perso se stesso.                                                  
Per quanti posti nuovi visitasse,Per quante persone nuove incontrasse,nessuna era come Kurt. Nessuna era in grado di farlo vivere. Ma sapeva che quello che aveva fatto era definitivo ed irreparabile. Perché per quanto si sforzasse,era solo un codardo. Neanche in grado di tenere stretta a sé la cosa più importante.

Certe volte sperava solo di non averlo fatto:incontrare Kurt. Perché tutte le volte in cui lo aveva reso felice non bastavano a sopprimere quelle in cui si sentiva miserabile,nullo per non poterlo riavere al suo fianco.

Aveva buttato giù un milione di lettere ma,nell’istante in cui scriveva la prima parola si rendeva conto che non avrebbe mai avuto il coraggio di spedirle. Così le scrisse per sé,per sfogarsi.. come una sorta di diario. E poi le bruciava tutte. Ed ogni fiamma,ardeva dentro di lui lasciando cicatrici che il mondo non avrebbe mai visto.

Con gli anni i ricordi iniziarono a sbiadire ed era ormai impossibile sentire il calore delle labbra di Kurt sulle sue,ricordare il suo sapore,o la sensazione di farfalle nello stomaco ogni volta che gli sorrideva. E quegli occhi. Quegli occhi che erano mare,cielo e fuoco. Quegli occhi che lo avevano guardato con tenerezza ed amore. Si era ripromesso di non lasciarli andare.                                                            Eppure fu’ così. Col passare del tempo,come su una tela,i colori iniziarono a confondersi,il blu diventò giallo e il giallo verde,le sfumature scomparvero e si appassirono nella sua mente come foglie d’autunno. E così tutto fu’ perduto.

“Andiamo Blaine,se continui così consumerai il soffitto” disse Lee guardando Blaine disteso sul letto,come sempre,immobile ed immerso nei suoi pensieri.

“Uh?” rispose Blaine distratto

“dobbiamo andare,abbiamo un altro giro da fare prima di tornare a ‘casa’.” Disse scocciato

“Pensavo avessimo finito con il locale di ieri”

“A quanto pare ne dovremo fare altri due,stasera qui in Inghilterra.. e la prossima settimana giochiamo in casa”

“oooh,quanto mi manca la mia amata America” disse Blaine con un tono di voce ironico.
Sospirò tirandosi su’ dal letto e prendendo la sua borsa. “Finiamo questo inferno”.

“Come se ci sia mai una fine” Rispose Lee,e i due di incamminarono verso il furgone che li attendeva all’infuori dallo squallido Motel.
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In qualche modo riuscirono a mantenere i contatti. Quelli di loro che si trovavano più vicini a New York. Tina,Mike,Quinn,Sam,Finn,Puck, il signor Shue e gli altri. Si vedevano due volte al mese o poco più. Blaine non era mai presente ma nessuno parlava apertamente del motivo. Come ho detto,erano solo due volte al mese ma era sempre qualcosa. Qualcosa che li manteneva uniti,nonostante il tempo. Tutte le loro vite andavano avanti alla grande,e fra qualche mese il signor Shue sarebbe diventato padre. Kurt era dispiaciuto poiché era tenuto a fingere tutto il tempo di stare bene e di essere in pace con se stesso,quando non ci si avvicinava nemmeno. Comunque,lui faceva finta di non sentire gli altri parlare della carriera di Blaine quando lui era distratto,e ogni incontro filava liscio. Apparte le lacrime che bussavano puntualmente agli occhi di Kurt.

Per esempio,quel lunedì precedente alle vacanze natalizie,il vecchio Glee club si riuniva per prepararsi ad un esibizione di beneficenza.
A quanto pare Rachel aveva portato un amico con sé. ‘e che amico’ pensò Kurt. Il ragazzo faceva la sua bella figura,a suo parere: Muscoloso,alto,capelli biondi tirati all’indietro ma abbastanza lunghi in modo che gli ricadessero sulle orecchie,occhi grigio fumo e un impeccabile gusto nel vestire. Indossava dei pantaloni attillati grigi,una maglietta nera ed un golfino sopra. Una sciarpa rossa per creare un contrasto,e degli anfibi neri.
Immerso nei suoi pensieri,non si era neanche accorto che il ragazzo lo stava guardando,e aveva un angolo della bocca ripiegato in un sorriso. ‘Deve avermi scambiato per qualcun altro’ si disse Kurt.                         Ma i due restarono a guardarsi,occhi negli occhi,per un numero considerevole di secondi. Certo,perché poi Rachel prese il sopravvento.

“Voglio presentarti una persona” disse spingendo il ragazzo verso di lui.

“Oh….Ehm..piacere,il mio nome è…”

“Kurt” disse l’altro con un sorriso.

“Oh…si ehm..piacere” rispose Kurt imbarazzato,stringendo la mano al ragazzo. “E tu saresti…?”

“Oh,scusami. Sono Jake. E il piacere è.. tutto mio” riprese ammiccando. ‘Wow ok magari mi sta solo prendendo in g…. mmm che belle labbra però!’

“Caffè?” con questo, Jake lo riportò alla realtà.

“Perché no? Amo il caffè” rispose Kurt mentre sorrideva al ragazzo.
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I due si avviarono verso la caffetteria ad un paio di isolati dalla struttura dove il Glee club si ritrovava. Una volta che gli altri avevano sentito la parola ‘caffè’ avevano fatto in modo di rilasciargli tutte le loro ordinazioni. Non senza una Rachel ammiccante. ‘Non molto furba’ pensò Kurt.

“Così…. Rachel sta cercando di metterci insieme” disse Jake sorridendo. Era inverno e,nella New York ripiena di neve,il freddo ti entrava nelle ossa. Quando Jake sorrise,una piccola nuvola di vapore uscì dalle sue labbra. E Kurt restò senza parole per pochi istanti(cosa che non succedeva mai) pensando a quanto fosse adorabile.

“Ehm,sì.. Mi dispiace,è solo che a volte non riesce proprio a controll….” Fece per dire Kurt ma  Jake lo interruppe:

“Forse non dovremmo deludere le sue aspettative”

Oh ok,questo era imbarazzante. Kurt rise.

“Che c’è!? Stavo solo pensando che mi dispiacerebbe deluderla..” disse Jake sorridendo ed arrossendo visibilmente.

Le risate cominciarono a riempire l’aria e quando smisero,tra loro calò il silenzio. Non parlarono per tutto il tragitto e quando arrivarono alla caffetteria,con grande sorpresa di Kurt, Jake aprì la porta per lui. Era strano ricevere gentilezze,non ricordava neanche l’ultima volta in cui qualcuno avesse fatto qualcosa di carino per lui. Se non contiamo Rachel,ovvio.                                                
I ragazzi si avviarono alla cassa e ordinarono i caffè(non riuscirono neanche a tenere il conto) e  pagarono. Kurt insistette per pagare,ma quando  Jake posò la mano sulla sua e quasi lo pregò di fermarsi(non senza ricevere sguardi equivoci dal cassiere) Kurt non potè far altro che arrendersi e ringraziare imbarazzato.

Quando rientrarono nella sala,tutti i ragazzi smisero di cantare e parlare,e li guardarono sorridendo tra loro. Kurt era un po’ contrariato a tutto questo,ma quando guardò Jake,che gli sorrise dolcemente,si rese conto che non gli dispiaceva affatto. Bevvero tutti i propri caffè e parlando delle varie canzoni natalizie. Jake e Kurt restarono in disparte,seduti con la schiena contro  il muro. A sorseggiare i loro caffè e ad assaporare l’uno la compagnia dell’altro.

“voi due dovreste cantare insieme in un duetto” se ne uscì Finn

Kurt non aveva cantato duetti con nessuno se non con Blaine. Ed era passato molto tempo. E tutto gli sembrava,ancora adesso,sbagliato. Come se lo stesse tradendo. Ma non poteva dirlo quindi disse: “Non sappiamo nemmeno se le nostre voci si armonizzano”                                                                                    
Ma dovette ricredersi. Le loro voci suonavano perfettamente insieme. La voce di Jake ferma e dolce,accompagnata da quella,dolce e vellutata,di Kurt.

“Be’ si dovreste cantare insieme il duetto” disse il signor Shue con un sorriso trionfante,una volta che ebbero finito di cantare. I due tornarono ai loro posti al muro e per tutto il resto della lezione si guardarono di sottecchi sorridendo come fossero due complici.
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NUOVO MESSAGGIO DA: Rachel
_ Dovresti  ringraziarmi!! __
 
Kurt roteò gli occhi e rispose:
_ Rachel,sei nella stanza accanto alla mia __
 
Sentì bussare alla porta,la testa di Rachel ne uscì subito dopo.

“Tuuu,lurida…!”

“Lo so,lo so! Ma lui è così carino,e dolce,e disponibile e …. Sexy” disse sottolineando esageratamente l’ultima parola. Kurt dovette ammettere che aveva ragione.

“Questo non ti da’ il diritto di scegliere per me,Rachel Berry. Sono adulto e se voglio qualcuno con cui uscire,so’ scegliere da me”.

“Si ma non lo avresti mai fatto!” disse lei,sapendo che ciò che bloccava Kurt era Blaine. Ma non voleva dirlo,perché sapeva che lo avrebbe ferito.

“Ok..Ok.. Grazie Rachel” disse trascinando ironicamente la E.

“Grazie! Grazie!” disse lei facendo un inchino. Kurt le tirò contro un cuscino mentre arrossiva.

“Dormiresti con me?” le chiese

Rachel sapeva che Kurt aveva ricominciato ad avere i suoi incubi. Lo sentiva la notte,urlare e piangere. Ma nonostante fosse costantemente preoccupata,non aveva mai chiesto cosa lo tormentasse. E Kurt non glielo aveva mai rivelato.

“Certo” Rispose lei dolcemente mentre lui si muoveva di lato per farle spazio. Lei gli tenne la mano e,abbracciandolo,aspettò che si addormentasse.

“Sogni d’oro,Kurt” bisbigliò.
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“Buonanotte a tutti” disse Blaine,dopo aver suonato l’ultima canzone. Il ristorante si riempì di applausi,nonostante nessuno lo avesse veramente ascoltato,e tutti cominciarono a prendere i rispettivi cappotti e andare a casa. Blaine restò lì imbambolato,perso nei suoi stessi pensieri,Sorridendo occasionalmente alle persone che si complimentavano con lui.                                                             

Quando tutti furono andati,e le uniche persone rimaste erano i camerieri che ripulivano e la band che chiacchierava animatamente sulla loro situazione al tavolo bar senza prestare attenzione a lui,Blaine si sedette al piano e cominciò a formare una melodia. Prima che se ne rendesse conto,la sua voce si espanse per la sala:

“Blackbird singing in the dead of night.. Take these broken wings and learn to fly…”
Un dolce ricordo si affacciò alla sua mente. Kurt. Cantava questa canzone davanti a tutti,con gli occhi pieni di lacrime. La sua voce toccava l’anima di Blaine come una carezza. tutto ciò lo fece tremare di consapevolezza ed instaurò dentro di lui una profonda nostalgia. In quell’istante,quel dannato istante,capiva cosa voleva dire Kurt per lui. In quel momento capiva che stava ‘cadendo’.

“All your life.. you were only waiting for this moment to arise..”
Basta,si disse. Si alzò di scatto,lasciando che la sedia dietro di lui cadesse,attirando l’attenzione della band al bar.

“Blaine,stai bene?” chiese Lee preoccupato

“Si,solo… stanco. Sì,stanco… Credo che tornerò in hotel in taxi,è stata una giornata lunga” disse,cercando di convincere un po’ la band e un po’ se stesso.
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“A capodanno andremo tutti in nuovo locale nella strada dietro casa di Jake,verrai vero?” disse Rachel

“Sai che non mi è mai piaciuto festeggiare queste occasioni…”

“oooh andiamo Kurt! Non puoi abbandonarmi! E poi… Jake continua a chiedere di te e non sarebbe lo stesso se tu non fossi con noi” disse con uno sguardo supplichevole.

“Ooook” disse Kurt,solo per zittirla. Era sicuro che,conoscendolo,ne avesse parlato la mattina solo perchè Kurt odiava  parlare la mattina e avrebbe detto si per non sentirla blaterare un secondo di più.

“Yaaaayyy” urlò lei abbracciandolo.

Una volta libero,prese il telefono dalla tasca dei jeans ed inviò un messaggio a  Jake: _Rachel mi ha supplicato di unirmi a voi per capodanno,contami per i biglietti.-K _

Qualche secondo dopo,il telefono vibrò

NUOVO MESSAGGIO DA: JAKE
_ Ero quasi sicuro che avresti detto no,ne sono felice :) Buonanotte,Kurt. __

Ripose il telefono ed scivolò dentro le coperte.
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Con le prove del Glee,la sua famiglia,lo shopping e tutto il resto,il natale arrivò in un battito di ciglia e i ragazzi si riunirono per cantare al concerto di beneficenza. Tutto andò bene e riuscirono a raccogliere abbastanza soldi per donare un buon contributo ad una casa per orfani della città. Dopo,tutti andarono dalle rispettive famiglie a festeggiare.

Quando arrivò capodanno si riunirono tutti a casa di Jake. Kurt arrivò in anticipo.

“Hey! Fretta di rivedermi?” disse lui aprendo la porta con un sorriso,che Kurt non poté fare a meno di ricambiare gioiosamente.

“Fretta di finire questa serata più che altro” disse Kurt giocosamente mentre guardava  Jake allontanarsi verso quella che sospettava fosse la sua camera da letto.

“Puoi nasconderti quanto vuoi ma sappiamo tutti e due che non puoi resistermi!” urlò Jake di rimando. Una risata gli fece eco.

“Chi potrebbe?” continuò Kurt ridendo. E pensò che forse aveva ragione.
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Gli occhi di Kurt brillarono quando finalmente vide il locale. Tutto era magnifico. Nonostante ci fosse freddo,il tutto era organizzato fuori,in un vasto giardino,con dei tavoli colorati sistemati qua e là.                        Un palco era situato in fondo,dopo una pista da ballo già piena di persone che si muovevano allegramente sotto luci di vari colori. Le stelle erano quasi visibili e Kurt pensò che magari aveva fatto bene ad accettare l’offerta.
Quando arrivarono mancavano poche ore alla mezzanotte,ma le persone non vi prestavano attenzione,catturate dall’atmosfera della serata. Non appena ebbe posato il cappotto,Jake lo trascinò con gli altri sulla pista,nonostante le sue obiezioni. Cominciarono a ballare al ritmo di musiche sfrenate,e si divertirono come matti. Quasi dimenticarono di mangiare.                                                                           

Nonostante ci fossero tutti gli altri,il suo sguardo era posato su Jake,che gli sorrideva facendolo volteggiare. Jake notò subito che i suoi occhi erano di un colore più che intenso quella sera e scintillavano come le stelle sopra di loro. E Kurt sperava di non arrossire troppo sotto il suo sguardo.

Poi la musica andò sbiadendo e tutti si voltarono verso il palco. Il presentatore salì e cominciò a blaterare:

“Buonasera signore e signori,spero che questa serata sia di vostro gradimento..”. Tutti applaudirono.

“Sono le 22.45 e vorrei cogliere l’occasione per presentarvi il nostro prossimo artista” riprese con la solita frase che ripeteva ogni mezz’ora circa dall’inizio della serata.  “Arrivato qui dall’Inghilterra,dove ha appena finito il suo tour”

La sala rimase col fiato sospeso. In attesa di scoprire chi fosse il misterioso artista.

“Signore e signori diamo il benvenuto al grande.... Blaine Anderson!”


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“You take the breath right out of me,

You left a Hole where my heart should be.
You got to fight just to make it through,
‘Cause I will be the death of you.
I’m waiting,I’m praying,realize,start hating”

La canzone del capitolo è ''Breaking Benjamin Breath''
 

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Capitolo 2
*** Be alright ***


2 CAPITOLO – BE ALRIGHT

Ok,salve! Cercherò di essere breve >< la canzone di questo capitolo è Be alright di Justin Bieber,so’ che probabilmente alla maggior parte di voi non piace però vi consiglio di ascoltarla,e in caso non siete mica obbligati.. comunque mi piacerebbe sapere se la FF è di vostro gradimento,anche perché è la prima che scrivo.. quiiiindi.. se in caso non siete iscritti al sito potete contattarmi su twitter(se vi va).. @Miki_KQ e il mio nome è Bowties; -- non rompo più,Grazie a chiunque legga :) buona lettura!




Blaine Anderson…

La terra cadde da sotto i suoi piedi. Il cuore cominciò a battergli nelle orecchie mentre la musica si diffondeva nella sala e tutti applaudivano. Non riusciva a capire se fosse solo uno dei suoi incubi o la realtà. Sentì la testa girargli violentemente assalita dalla quantità di pensieri,ricordi,paure. Si tenne le tempie con la mano destra,la sinistra era poggiata sulla spalla di Jake,perché era sicuro che se non si fosse tenuto,sarebbe sprofondato. Le ginocchia gli tremarono ed ebbe il terrore  di guardare verso il palco.


“Kurt,stai bene?”


Tutti i ragazzi del Glee si girarono verso di lui e solo in quel momento si accorse del sangue che gli scorreva dal labbro. Si girò e camminò a passo svelto verso la struttura,intenzionato a nascondersi,ma Rachel lo seguì.


“Kurt! Kurt!” gridò correndo nella sua direzione,ma lui andò dritto verso il bagno delle donne. (Lì esistevano gli specchi).


“Oh Kurt…” disse lei tristemente quando aprì la porta,qualche secondo dopo,e lo vide lì in ginocchio sul pavimento,a tenersi la testa con le mani strette intorno a qualche ciuffo di capelli. Il sangue non più su di esse.


“è tutto ok Rachel. Probabilmente non ci sarà bisogno di niente. Il labbro guarirà da solo. Dopo tutto è solo un graffietto.” Disse affaticato.


“Kurt..Mi dipiace” disse lei quasi in lacrime “Ti prego guardami…”


Quando lo fece,cercò di tirar fuori la più tranquilla delle espressioni. Era abituato a fingere quindi riuscì facile. Ma il problema era farlo con tutte le emozioni che stavano esplodendo dentro di lui.


“Siamo adulti,ormai. E non è rimasto nulla di quello che ci legava al liceo” mentì Kurt. Tutte le emozioni che li legavano al liceo lo stavano consumando da dentro proprio in quel momento. Proprio mentre parlava e cercava di sorridere.


Lei si chinò sulle ginocchia e lo abbracciò. Le lacrime gli salirono agli occhi,e si rese conto che non sarebbe riuscito a fingere,non quella sera,non con Rachel. Quando l’ultima di tutte le lacrime che pianse fu versata e si calmò,disseppellì il viso dalla sua spalla e la guardò negli occhi:


“Spero che il detto ‘quello che fai a capodanno,lo fai tutto l’anno’ non sia vero” disse lui ridacchiando debolmente.


“Che anno di merda sarebbe” continuò Rachel,nel tentativo di tirargli su’ il morale.


“Non sei d’aiuto,Rachel Berry” Rise. Si alzò avvicinandosi allo specchio e iniziò a risistemare i capelli ormai senza forma.


“Non so se dovrei tornare alla festa” continuò. Cercando di aggiustare il disastro che era il suo viso.


“Ma… Kurt… è capodanno,non dovresti stare solo… Il palco è lontano,e se noi stiamo alla fine della pista lui neanche ti noterà e tutti torneremo alle nostre vite” lo pregò lei.


“Sono sicuro che anche se mi vedesse non succederebbe niente. Ci siamo lasciati per una ragione,quella dentro di me è solo paura”


Perché non riusciva ad essere del tutto sincero neanche con Rachel? Una volta che i momenti dello sfogo sarebbero finiti,avrebbe sempre ricominciato questa farsa. Ed era stanco di essere sempre così freddo,neutro,insensibile.


“Ne sei sicura?” disse lui mentre cancellava le ultime tracce di emozioni dal suo viso.


“Tutto andrà bene” lo rassicurò lei prendendo la sua mano. Kurt era complicato e lei accettava tutti gli aspetti della loro amicizia. Li avrebbe sempre accettati,e avrebbe sempre sostenuto il suo migliore amico,a tutti i costi.


Così i due si avviarono verso il party.
____
 
Come aveva detto Rachel,tutto andò bene,e tutti continuarono a ballare insieme come se non fosse successo niente. Come se Blaine non  fosse salito su quel palco e stesse continuando a suonare il piano e cantare.


In ogni canzone,con ogni nota,la sua voce toccava il cuore di Kurt come non faceva ormai niente da anni. Era troppo da sopportare in una volta. Sentiva il suo cuore esplodergli nel petto e ricordargli quello che aveva perso con ogni battito. E varie volte pensò di andarsene,scappare semplicemente.. e fregarsene di tutti. Ma  Jake gli stava accanto e nonostante tutto,arrivarono indisturbati alla conta dei secondi per la mezzanotte.
 


Poi successe.

 
“19….18….”


Blaine si alzò dalla sua postazione al piano,come concordato,per raggiungere l’inizio della pista,seguito dalla band e lo staff.
 


“15……14….”


Qualcosa attirò la sua attenzione. Una risata. Una dolce e armoniosa risata. Era sovrastata da mille voci e mille rumori ma lui la sentì percorrere la sua memoria e rilasciare un brivido che lo scosse da dentro,per tutta la schiena. Cercò di individuarla.
 


“10…… 9….”


Lo vide. Era accompagnato da tutto il Glee club,e accanto a lui c’era un ragazzo che lo guardava come se gli avesse raccontato qualcosa di divertente e stesse gioendo per averlo fatto ridere.

Il cuore gli cadde,se un cuore può cadere,nel petto. In tutta la sua bellezza,si trovava lì un Kurt scosso dalle risate. I capelli castani gli ricadevano sulla fronte,la mano era portata alla bocca per coprire il proprio sorriso. Il sorriso che Kurt odiava,non sapendo che era la cosa più bella e semplice al mondo,la cosa che Blaine più amava di lui. Indossava dei pantaloni ed una giacca viola,una maglietta blu ed una cravatta lasciata un po’ andare. E Blaine non sapeva cosa fare,se restare lì a godere della vista inebriante o scappare via da quella che era,al tempo stesso,una visione accecante.
 


“5…..4….”


Fu una collisione.


Kurt si girò e il suo sguardo incontrò quello di Blaine distrattamente. Si maledisse immediatamente. Occhi dorati toccarono la sua anima. Mille emozioni inespresse,nascoste,cancellate,represse si scontrarono e fu catastrofe. I loro occhi restarono lì,incatenati. La realtà si distorse intorno a loro. Applausi,risate,numeri,musica: tutto divenne parte di un mondo lontano. Insignificante.
 


“3…… 2…. 1….”


Kurt venne riportato violentemente alla realtà. Mani forti facevano presa sulle sue spalle e subito dopo,labbra calde si posarono sulle sue. Era un bacio dolce e pieno di aspettative,che lo circondò completamente.  Mise le mani intorno al collo del ragazzo,il quale stringeva la sua vita disperatamente,attirandolo a sé.
Quando il bacio finì,Kurt aprì gli occhi riadattandoli faticosamente alle luci abbaglianti.
 


“Buon anno,Kurt” disse Jake in un sussurro,ancora preso dall’emozione di ciò che era appena successo.


“Buon anno anche a te” disse Kurt sorridendogli.

Quando si girò,Blaine non era più lì.
__________
 
Nella restante ora,prima di tornare a casa,Kurt bevve come non aveva mai fatto. Sapeva di sembrare disperato ma non gli importava. Voleva semplicemente dimenticare l’accaduto. E almeno così sarebbe riuscito a dormire. Perché sapeva già chi si sarebbe impossessato dei suoi sogni quella notte,come molte altre. Lui.


Per un motivo che non capiva,Kurt lo cercò. Cercò invano i suoi occhi per la pista,sul palco,lungo i giardini. Ma niente.


Era proprio sicuro che non fosse stato solo un incubo?

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“Across the ocean,Across the sea,

Startin' to forget the way you look at me now.
Over the mountains,across the sky,
‘Need to see your face and need to look in your eyes.
Through the storm and through the clouds,
Bumps on the road and upside down now,
I know it’s hard baby,to sleep at night
Don’t you worry
‘Cause everything is gonna be alright.”

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Capitolo 3
*** Say Goodbye ***


3 CAPITOLO – SAY GOODBYE
La canzone è “ Say Goodbye – skillet” .
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno dedicato un po’ del loro tempo alla lettura di questa FF. Grazie,non sapete quanto significhi per me! >.<
Ogni consiglio o critica o commento è accettato.. Buona lettura! :)
 


La notte era fredda e scura,e l’alcol non gli aveva garantito il calore che gli doveva. Le lacrime bruciavano sulle sue guance mentre correva per inseguire quello che restava del loro amore. Se fosse mai stato amore. Quando raggiunse il palazzo che cercava,quello dove sapeva si trovasse Blaine,urlò. Urlò fino a squarciare le sue corde vocali. Urlò il suo nome fino a non sentire più la sua stessa voce.
Le persone si affacciavano e gli dicevano di andare a dormire,di smetterla,ma non poteva. Non poteva arrendersi così facilmente.
Le sue gambe lo tenevano immobile lì,a guardare una finestra che rimase buia.
Dopo quelle che sembrarono ore,la porta principale davanti a lui si aprì e Blaine ne uscì subito dopo.


“Kurt…” disse. Odiò la nota di compassione che si formò nella sua voce.

“So che non è vero! So che è tutta una bugia!” urlò Kurt mentre le lacrime gli appannavano la vista,nonostante continuassero a cadere come la neve intorno a loro.

“Kurt…io…”
 
“Cosa stai facendo Blaine? Tu vuoi stare con me.. So che non è vero! Vivremo insieme… Supereremo tutto,lo sai che possiamo Blaine,tu mi ami ancora.. cos’è successo? Blaine torna con me,non andrò a New York,resterò in questo buco di città se è questo quello che vuoi.. Con te… io…” continuò a blaterare Kurt mentre veniva scosso dai suoi stessi singhiozzi “Io….”

“Kurt. Torna a casa”

“No… Blaine.. Hey… non farlo. Non mandarmi via. Cosa ne sarà del nostro amore? Di tutto quello che abbiamo costruito insieme? Ricordi quello che mi hai detto? Siamo solo io e te,contro il mondo.”  Blaterò Kurt. La disperazione prendeva possesso di lui. Non era la solita litigata. Era tutto così definitivo che quasi non ce la fece ad andare avanti.

Le parole,più fredde dello stesso inverno,spezzarono l’aria:
 

“Kurt io non ti amo.”

 
Il suo tono calmo,come se niente fosse andato perduto,ferì Kurt come diamante su vetro.

“No.. non è possibile…… tu mi ami,lo so che è così. Ieri hai detto che mi amavi mentre…. Era la nostra prima volta… ricordi? Insieme…. E io……” Le parole non si formavano più con un senso nella sua testa. Tutto venne sostituito da pura e insana confusione.


Una risata amara riempì l’aria.

“Come puoi essere così stupido!? Non ti ho mai amato. Perché credi lo avessi detto? È stato davvero dolce tutto quel piagnucolare e dire che mi amavi,davvero. Ma adesso mi sono stancato di recitare. Smettila di fare l’ingenuo. Torna a casa.”
 
“Ti prego…. Blaine….. Ti prego…” La voce gli si piegò ulteriormente. Un dolore sordo si propagò nel petto che sembrava non farcela più.

Se un cuore che si spezza fosse stato udibile,quella notte,per le strade dell’addormentata città,avrebbe fatto eco il rumore di un cuore che si frantumava sull’asfalto.

La neve gli bruciava la pelle come fosse fuoco. Le lacrime gli inzupparono la giacca mentre osservava un Blaine sfocato raggiungere la porta e chiudersela alle spalle. Senza una parola. Come se Kurt non contasse niente,come se questi anni non fossero esistiti. Come se non avessero condiviso Il primo bacio,la prima litigata,la prima volta ….Il primo amore.

Kurt cadde e si rannicchiò nella neve,indifferente al freddo che lo attraversò e gli arrivò fino all’anima.

Ignaro al fatto che quel freddo lo avrebbe avvelenato per molto tempo nella sua vita,lasciando spazio a nient’altro che all’indifferenza.
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Si svegliò gridando. O almeno questo è quello che credeva. Nessun suono usciva dalla sua bocca,eppure tutto il suo corpo urlava di dolore.
‘Era solo un incubo Kurt…. Solo un incubo’ si rassicurò,ma questo non servì a placare il suo battito cardiaco. Le lacrime rigarono il suo volto come nel sogno,ustionanti. Si alzò e sgattaiolò verso il bagno. Ma non lo trovò dove cercava. Perché quello non era il suo appartamento.

“Hey.. Hey….. Sulla sinistra” una voce assonnata lo riportò alla realtà. Quasi saltò dallo spavento,solo che la voce era così vellutata e dolce che non potè far altro che rilassarsi.


 Jake..

“Tutto bene?” Gli chiese

“Si….si,vado solo un attimo in bagno..”

“Ok” disse Jake mentre affondava di nuovo il viso nel cuscino.

Kurt si avviò verso il bagno. Si lasciò cadere per terra,e si dondolò,circondandosi le gambe. Non riuscì più a piangere. Come se fosse stato di nuovo quel giorno. Quando si svegliò lì,nella notte,abbandonato  sulla neve e,mentre si alzava,prometteva di non versare più una lacrima per Blaine. Di non versare più una lacrima per nessuno. Perché non avrebbe permesso a se stesso tanta debolezza. Non più.

Solo mentre si sciacquava il viso per riprendersi,un pensiero del tutto nuovo lo travolse:

Perché si trovava lì? Perché non era nel suo appartamento? Cosa aveva fatto ieri notte? O meglio,cosa avevano  fatto ieri notte? Ne stava cercando invano gli indizi,quando sentì  Jake bussare alla porta.

“Oh..Ehm… Kurt,è tutto ok?”

Dopo aver controllato ancora la sua immagine allo specchio,Kurt aprì la porta.

“Hey….” Fu tutto quello che riuscì a dire. Comunque non ebbe il tempo di formulare una frase di senso compiuto perché  Jake lo circondò in un abbraccio posando le labbra sulle sue. Era dolce,come il precedente,ma adesso era fermo e sicuro. Kurt restò immobile,ricambiò il bacio. Ma non mosse un muscolo.

“Sai..ehm…che ore sono?” riprese Kurt una volta che il bacio finì.

“Sono le sette del mattino” rispose  Jake sorridendo.

“Oh be’ ..fortuna che siamo in vacanza” disse abbozzando un sorriso. Lui gli fece l’occhiolino.

Prese la mano di Kurt fra le sue e lo riportò in camera da letto. Si sdraiarono l’uno accanto all’altro e,dopo essersi sussurrati un buongiorno\buonanotte,tornarono a dormire cullati dai raggi del sole all’infuori dalla finestra.
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Odore di cioccolato e frittelle gli riempì le narici. Si lasciò circondare dalla piacevole sensazione di una mattinata di sonno profondo mentre si rigirava nel letto,nel tentativo di ripiombare nel sonno. Non ci riuscì.

Jake gli sfiorò la spalla e lo colse di sorpresa. Kurt si girò riluttante. ‘Chissà cosa sembro in questo momento’ pensò. Era un disastro. Ma  Jake lo guardava come fosse la cosa più bella e sacra che avesse mai visto.
Si lasciò posizionare sulle gambe un vassoio pieno di frittelle con frutta,caffè e cioccolato fuso.

“Sei un angelo” disse Kurt senza volerlo

“Tu lo sei” rispose  Jake con un sorriso che confermò la sua teoria.

Gli sorrise e cominciò a mangiare.

“C’è fualcofa che non fai fare?” blaterò Kurt mentre masticava un bel boccone di frittelle e lamponi. Nonostante farlo andasse completamente contro le sue regole di ‘etichetta’.

Jake rise alla dolcezza di quella vista. “Posso farti una lista,se hai tempo” rispose,con tono scherzoso.

Kurt gli diede un pizzicotto sul braccio,assaporando quel momento di gioco e felicità prima di passare alla domanda che lo tormentava dalla mattina.

“Posso… posso..ehm chiederti cosa abbiamo.. be’ si lo sai…. Cosa abbiamo fatto.. stanotte?” disse con voce tremante. Totalmente imbarazzato.

Jake lo guardò e rise ancora. Rise profondamente,tanto che lui stesso dimenticò la domanda. Kurt pensò che avrebbe fatto di tutto per farlo ridere ancora. Poi Jake si schiarì la gola e disse:
“Niente Kurt. Eri così ubriaco da non ricordare il tuo stesso nome. E blateravi tutto il tempo di una certa Blaiv o Blaif, non ricordo. Sei arrivato qui e sei crollato sul letto”

Arrossì visibilmente. Adesso ricordava perché non beveva mai. Troppi rischi. Troppe cose non dette che rischiavano di essere rivelate. Temette di aver parlato troppo di Blaine,ma se Jake diceva ‘blaterare’ a quanto pare non erano affermazioni sensate. Poteva stare tranquillo.

“Spero non ti dispiaccia ma non potevo lasciarti andare a casa in quello stato”

“E Rachel?” chiese confuso,poteva benissimo portarlo lei con sé. Dopotutto abitavano nello stesso appartamento.

“Ha detto che andava da Finn”

Oh. Ecco spiegato tutto. ‘ però wow, gentile da parte sua lasciarmi così’ pensò Kurt.

“E poi io non avrei mai rinunciato all’opportunità di averti tutto per me..’ disse  Jake,quasi insicuro.

Kurt gli sorrise ma si rimpinzò di frittelle con lo scopo di non dover parlare. Era tutto troppo confuso nella sua testa in quel momento. Era questo quello che chiamavano ‘effetto della sbronza’? Be’ di sicuro avrebbe vomitato presto se non smetteva di mangiare.

“Sono apposto.. Grazie  Jake” disse spingendo debolmente via il vassoio.

Jake fece semplicemente un cenno con la testa mentre si alzava per avviarsi in cucina. Poi Kurt notò la tristezza nei suoi occhi,e lo fermò posando la mano sul suo braccio. Che stupido era stato. Jake gli aveva detto di volerlo per sé e Kurt non aveva risposto. Certe volte si chiedeva cosa passasse per la sua testa.
Si alzò sulle ginocchia e con una mano fece abbassare  Jake. Gli diede un bacio,sperando che esso parlasse per lui. A  quanto pare lo fece,perché quando staccò le labbra dalle sue e aprì gli occhi, Jake gli sorrideva. Gli carezzò la guancia e andò in cucina.

Kurt ne approfittò per raccogliere la sua giacca e la cravatta da terra. E indossarli.

“è meglio che vada” disse una volta raggiunto  Jake in cucina.

“Così presto?” disse lui fingendo un broncio

“Non mi sento molto bene” Disse Kurt,e non mentiva affatto. Sentiva le frittelle ballare un valzer con la frutta e l’alcol nel suo stomaco. Si odiò per aver mangiato.

“Ok” rispose  Jake attirando Kurt a sé per un bacio lungo e passionale. Quando i due si staccarono,le guance rosse e le labbra gonfie,Kurt lo salutò riluttante e si avviò verso l’uscita.
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Chiuse la porta alle sue spalle e si buttò in terra. Aveva dovuto sfoderare,dal suo repertorio da attore,la più fredda ed insensibile delle facce. E vi era voluto tutto l’autocontrollo che possedeva per non tornare lì fuori e prendere Kurt fra le sue braccia.

Sentiva i suoi singhiozzi da lì. Fu questo a non farlo dormire quella notte,e ne fu il ricordo a non farlo dormire per i successivi Giorni. Mesi. Anni. Non lo sapeva. Perché quando Kurt se ne andò,portò via con sé tutto l’equilibrio esistente nella sua vita,lasciandolo brancolante nel buio.

Quella notte restò alla sua finestra,a vegliare su Kurt e a maledirsi per ogni parola che aveva detto. Ma sapeva com’era testardo Kurt e che questo era l’unico modo per allontanarlo. Per questo stesso motivo non chiamò un taxi o suo padre. Perché in quel caso,Kurt avrebbe capito che lui lo amava ancora. Dio,se lo amava. Lo amava così tanto che il cuore gli esplodeva dolorosamente nel petto ogni volta che Kurt posava lo sguardo su di lui. Si sentiva un mostro per quello che aveva fatto.. e lasciarlo lì,indifeso e al freddo,non lo avrebbe aiutato. Passò la notte a riempire la sua tazza di caffè e guardare quell’angelo fuori dalla sua finestra. Che non avrebbe più potuto stringere fra le sue braccia. Che era destinato a volare via da lui.

Quando il sole cominciò a screziare d’oro i cieli della città,lo vide svegliarsi. Dopo essersi alzato e aver tolto le ultime lacrime dal suo viso,si pulì il cappotto dalla neve e,senza uno sguardo al palazzo,si avviò verso la sua strada.

Blaine restò lì,incapace di muoversi,a guardare l’alba di un futuro senza Kurt.

“Addio” sospirò tra le lacrime e i singhiozzi.
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Il ricordo lo colpì come un treno in corsa. Lasciandolo senza aria nei polmoni.

Kurt…

Aveva rivisto Kurt. E Lui lo aveva visto a sua volta. Non poteva andare peggio di così. Ma ciò che veramente temeva,a suo malgrado,era il fatto di non poterlo più rivedere. Perché per qualche assurdo motivo,era meglio soffrire in sua presenza che in sua assenza.

Dovette correre per andare a vomitare quel ricordo e quello che era rimasto dell’alcol della notte precedente.

I giorni successivi passarono così. Arrivavano i ricordi,inaspettati,forti. Che,per quanto lui evitasse,portavano con loro un immenso dolore. Ne seguiva poi un inutile tentativo di scacciarli entrambi via tramite l’alcol. E poi Gli incubi. La parte che più temeva. Dove era costretto a rivivere,mille e mille volte,gli stessi momenti che un giorno lo avevano reso felice e che invece adesso.. lo rendevano schiavo.
Le mattine successive ad essi,erano fatte di corse in bagno per rovesciare. Convalescenza. E poi di nuovo. Fino a che non ci si avvicinò ai giorni lavorativi. E persino la sua mente capì che era il momento di diminuire le dosi. Così Blaine smise di bere e si sforzò di sopportare.

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I giorni passarono per Kurt,senza un senso preciso. Ormai l’inizio delle attività scolastiche era vicino e dovette cominciare a studiare. Comunque la cosa non gli dispiacque affatto,perché questo era uno dei pochi modi per levare Blaine dalla sua testa.

Jake,accortosi che qualcosa lo tormentava,cercava di passare ogni qualvolta fosse stato possibile. Per rallegrarlo. E in effetti fu quello che fece. Perché se non fosse stato per lui,le vacanze sarebbero state,per Kurt,un inferno del quale avrebbe potuto scandire i secondi. Parlarono del più e del meno,delle loro vite,dei loro progetti.. imparando a conoscersi meglio.

Forse non era poi così male,avere qualcuno accanto.

E forse,il ghiaccio che sentiva dentro di sé,non era poi così resistente. 


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“Things are changing
It seems strange and
I need to figure this out
You've got your life
I got mine
But you're all I cared about
Yesterday we were laughing
Today I'm left here asking
Where has all the time gone now
I'm left alone somehow
Growing up and getting older
I don't want to believe it's over

Don't say goodbye
Cause I don't wanna hear those words tonight
Cause maybe it's not the end for you and I
And although we knew
This time would come for me and you
Don't say anything tonight
If you're gonna say goodbye”

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Capitolo 4
*** Breaking the Habit ***


4 CAPITOLO – BREAKING THE HABIT

Dopo solo una settimana di scuola,Kurt si rese conto di essere più stanco di prima. Ma almeno negli ultimi giorni era riuscito a dormire. Lo irritava ancora il dover alzarsi presto,soprattutto il lunedì. Ma quel giorno era contento perché almeno si sarebbe spezzata la solita routine scolastica. Grazie al fatto che la scuola sarebbe terminata qualche ora prima per un evento a cui Kurt non avrebbe prestato attenzione.

“Sia benedetto l’uomo che ha inventato il caffè” si disse,mentre prendeva un altro sorso del suo Non-fat Mocha dal bicchiere, e si avviava verso la sua classe. Prima ora: ‘Arte ed interpretazione’. Oh bene,il nuovo corso,uno dei pochi veramente interessanti.

Quando arrivò si lasciò cadere sulla sedia e aspettò l’arrivo degli altri studenti. A quanto pare oggi avrebbero cominciato più tardi,perché il professore non era presente. Gli dispiacque,perché era uno dei professori con il quale era piacevole intrattenere una conversazione prima delle lezioni. Ma quel giorno voleva solo stare tranquillo. Prese il libro che aveva in borsa e iniziò a leggere,perdendosi letteralmente tra le sue pagine. Non si accorse nemmeno che la campanella era suonata e,quando qualcuno si sedette accanto a lui lasciando cadere i libri sul tavolo,saltò in aria dallo spavento.

“Buongiorno splendore”

“Scus….” Fece per dire ma poi alzò lo sguardo. “Jake!?!” quasi urlò.

“Sorpreso?” rispose lui con il solito sorriso stampato in faccia.

“Piacevolmente” disse Kurt alzando un sopracciglio. ‘Questo potrebbe essere divertente’ pensò,ridendo tra sé.

Dopo qualche secondo di silenzio,disse:  “Ma il corso è cominciato una settimana fa’”

“quando l’ho visto,mi hanno detto che era ormai troppo tardi… Poi due giorni fa’ mi hanno chiamato dicendomi che avrei avuto la possibilità di ritardare l’iscrizione perché oggi il corso viene ripreso dall’inizio”

“Che!?!”

“A quanto pare il corso viene ripreso dall’inizio e con un diverso programma,perché abbiamo un nuovo professore.. Il signor Myer è stato trasferito in un’altra scuola” disse facendo una smorfia di sollievo

“Come? Noo,mi piaceva quel professore!” disse Kurt col broncio.

“Vabbe’ almeno adesso ci sarò io a tenerti compagnia” Disse,facendogli un occhiolino. Kurt gli sorrise.

Arrivarono tutti gli altri studenti e si intrattennero a parlare del più e del meno. Dopo circa 50 minuti,arrivò il professore.

“Buongiorno,scusate il ritardo…” disse il nuovo professore mentre entrava in classe di schiena,intento a spingere la porta. Aveva dei libri in mano ed un caffè sopra. Il tutto minacciava di cadergli da un momento all’altro.  Jake si alzò per aiutarlo.

“Oh.. Grazie amico…”

Fu come se avessero dato un pugno dritto allo stomaco di Kurt,e sentì il bisogno di vomitare. Era come se qualcuno avesse preso il suo mondo e lo avesse ribaltato completamente. Come se fosse vissuto in una bolla di sapone per tutto questo tempo,e qualcuno l’avesse scoppiata. Il suo cuore,batteva dolorosamente nel petto. Cercando di scappare da qualcosa che non poteva evitare.

Kurt seguì il suggerimento del suo cuore. Mentre tutti erano distratti,sgattaiolò – scappò più che altro – fuori dalla classe e andò dritto all’aperto,fra le strade di New York,dove finalmente l’aria ricominciò a circolare nei suoi polmoni.

Cosa aveva fatto di male? Perché,quando quasi tutto sembrava andare per il verso giusto,la sua vita aveva optato per questo stupido scherzo? Sembrava aver finalmente riacquistato il controllo di quella che era la sua normalità,e poi Bam! In un istante essa scivolava tra le sue dita come fosse sabbia.

Prima capodanno ed ora… Be’ ora..
Che diavolo! Blaine era appena entrato da quella dannata porta ed era il suo dannato professore di ‘arte ed interpretazione’. Poteva questo essere reale? Poteva il destino giocare così con la sua vita? Di tutte le scuole al mondo,doveva proprio insegnare nella sua? E poi… insegnare? Pensava avesse la sua bella carriera da cantante. Cosa ci faceva lui ad insegnare?

Una risata amara uscì dalle sue labbra,senza che neanche Kurt se ne rendesse conto completamente. I passanti lo guardavano come se fosse pazzo e,in effetti,chi poteva dar loro torto? Era lì,immobile in mezzo al marciapiede,a ridere.. da solo. 

Forse per oggi poteva saltare le lezioni. Certo. A meno che non volesse una crisi di panico. Non poteva rientrare e semplicemente stare a guardare e a sentire Blaine. Non poteva lasciare che i loro sguardi si incontrassero di nuovo come quella che,adesso,sembrava una notte lontana anni luce.

Anche se solo il pensiero fece bruciare la sua pelle come se fosse sul fuoco.

Senza preoccuparsi del suo zaino,ancora dentro la classe,Kurt si avviò verso Il parco. Forse una bella camminata gli avrebbe schiarito le idee e lo avrebbe preparato per l’indomani.

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Blaine fu chiamato dalla scuola il giorno precedente alla sua prima lezione. Fortunatamente,quel giorno la scuola sarebbe finita prima per qualche motivo,quindi non aveva bisogno di preparare niente per la lezione. Si sarebbe concentrato sulle presentazioni e magari qualche piccolo dialogo con i suoi “alunni”. Dio,se suonava strano pensare di insegnare a persone uno o due anni più grandi di lui.
Magari,dato che un professore non aveva bisogno di far sapere la sua età,non avrebbe dovuto vergognarsi. Avrebbe benissimo potuto fingere di essere più grande di loro. Dopotutto,quello non era il corso di ‘arte ed interpretazione ‘ ?

Quando arrivò nella scuola,portando i suoi libri con sé,non riuscì a resistere all’odore di caffè che riempiva l’aria. Si fermò alla piccola caffetteria allestita nella Hall. Poggiando i suoi libri sul bancone,aspettò la sua ordinazione. Tanto era già 40 minuti in ritardo. Minuto più o minuto meno non avrebbero cambiato la situazione.

“Sia benedetto l’uomo che ha inventato il caffè” disse fra sé mentre assaporava la miscela dalla sua tazza.
L’unico problema adesso era riuscire a portare tutta quella roba.

Fortunatamente,quando entrò nella classe e fece quasi cadere tutto sul pavimento nel tentativo di aprire la porta,qualcuno si alzò per aiutarlo.

“Oh.. grazie amico…” disse,mentre aggiustava i libri sulla cattedra. Quasi saltò in aria dallo spavento quando sentì la porta dalla quale era entrato chiudersi violentemente. Qualcosa attraverso la finestrella sulla porta catturò la sua attenzione. Non era qualcosa in particolare,quasi un’ombra,ma ebbe tutta la sua attenzione. Come se fosse una calamita e lui non potesse fare a meno di voltare lo sguardo in quella direzione. Scosse la testa. Insegnare ti faceva diventare pazzo,o era proprio lui programmato per questo?

“Buongiorno ragazzi,il mio nome è Blaine Anderson” disse mentre lo scribacchiava sulla lavagna. “Ma potete chiamarmi semplicemente Blaine”
Poi passò all’appello,chiedendo ad ognuno dei ragazzi di dire il proprio nome e la loro canzone preferita.

“Rosy McCurson,e la mia canzone preferita è… Uprising dei Muse”

“Damian Warle e la mia canzone è… Hakuna Matata!”

Tutti risero a quell’affermazione,compreso Blaine che però battè le mani. Tutti immediatamente rilassati dalla scoperta del loro nuovo professore.

“Mercedes  Jones” disse e gli sorrise. A lui quasi venne un colpo. Mercedes! Era così contento di rivederla. Ma non potè far altro che sorriderle,davanti alla classe. “e la mia canzone è.. Let it be dei Beatles”

“Wow.. Complimenti” disse Blaine sorridendole ancora

Poi il ragazzo che lo aveva aiutato si alzò. Era un viso familiare,constatò al momento. Chissà,forse qualche concerto.

“Jake Philips e la mia canzone preferita è… Beh non ho una canzone preferita” disse,schiaffeggiandosi mentalmente all’istante. Questa risposta avrebbe solo portato ad altre domande.

“Beh allora illustraci il tuo cantante preferito.. o band… così sarà più facile per noi capire i tuoi gus…” fece per dire,ma venne interrotto:

“Ehm… Ho un cantante preferito ma ehm… non è proprio un cantante,è di questa classe attualmente e …” disse indeciso ma poi con tono serio continuò: “La sua voce può stregarti. Con una semplice nota. …Può farti impazzire”

L’intera classe si riempì di fischi e bisbigli.

“Illuminaci,ti prego” rispose Blaine,dopo aver zittito la classe.

Per qualche motivo quel ragazzo lo irritava profondamente. Sapeva che era stupido da parte sua comportarsi così. Lui stesso aveva odiato i professori con i cosiddetti ‘favoritismi’. Ma non poteva controllarlo. Era semplicemente irritante.

“Beh in questo momento non è presente… il suo nome è Kurt. Kurt Hummel”

Proprio quando sentì il cuore pulsargli nelle vene,ed il proprio respiro diventare affaticato,fu salvato dalla campanella che segnava la fine dell’ora.

“La lezione finisce qui. A domani.”

Quando tutti furono andati,persino Mercedes,il suo sguardo volò sul foglio di carta che teneva in mano. Ed eccolo lì,il penultimo studente.. Gli cadde tutto di mano.

Kurt Hummel.

Dall’incredulità di tutta la situazione,quasi gli cadde la tazza di caffè in terra. Rimase lì,a bocca aperta,a fissare il foglio sul quale sembrava esservi stata firmata la sua maledizione.
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Nuovo messaggio da: Jake
‘Ma dove sei finito?’

Dopo aver sospirato amaramente,rispose:
‘Sono al parco.. Non mi andava di restare a scuola,avevo bisogno di un po’ d’aria”

Con un po’ di incertezza,alla fine Jake decise di rispondergli:
‘Posso raggiungerti? Ho la tua borsa…’

Rise. ‘Che bella scusa’ pensò.

‘Certo. Incontrami al parco dietro il campo da Tennis.’
 
Un sorriso prese vita sul viso di Kurt non appena lo vide. Aveva la sua borsa in mano,e la solita chitarra che scarrozzava in giro come fosse un capo d’abbigliamento. Ma portava con sé un mazzo di margherite colorate. Probabilmente non erano comprate perché non avevano nessuna decorazione intorno,e quel gesto risultò doppiamente dolce agli occhi di Kurt. Camminò a passo a svelto – a dire il vero,quasi corse – verso di lui e lo abbracciò,facendosi circondare dalle sue braccia.

“Contento di vedermi?” disse Jake stringendolo ancora a sé

Riluttante,Kurt spostò il viso dalla sua spalla e,ancora con le sue braccia intorno a Jake,sorridendo apertamente,disse:

“Non avrei voluto di certo perdere la mia borsa”

Risero entrambi di Gusto. Vide le guance di Jake arrossarsi per l’imbarazzo di essere stato scoperto tanto facilmente. Vide i suoi occhi brillare di felicità.

In un unico movimento,Kurt fece cadere  Jake sull’erba. Si chinò su di lui,lasciando su quelle labbra un bacio di farfalla.
Probabilmente – pensò – non aveva mai ricevuto da  Jake un sorriso più dolce di quello che vide stampato sul suo viso quando si scostò.

Poi, Jake ribaltò la posizione e si mise cavalcioni su Kurt. E con uno sguardo minaccioso e malizioso ,si chinò su di lui. Kurt sentì le sue mani quasi accarezzargli lo stomaco.

E fu allora che Jake cominciò a fargli il solletico. Oddio,cosa era sembrato. E oddio,che odio quella sensazione di impotenza. Ma non potè far altro che lasciarsi trasportare dalle risate. Gridando,tra l’una e l’altra,di liberarlo.

Quando lo fece,Kurt non ebbe la forza di alzarsi. Respirò faticosamente,tenendo le mani sullo stomaco. Jake rise e gli disse:

“Speravo soffrissi il solletico”

“Gne Gne divertente” rispose facendogli la linguaccia.

Rise. Poi,lo sguardo di Jake si fece serio e,mettendosi a sedere accanto a lui cominciò a torturarsi le mani con fare nervoso. Kurt Si tirò su e,dopo averlo guardato attentamente,prese le mani di Jake fra le sue.

“C’è qualcosa che non va?”

“No,è tutto ok” disse,distogliendo lo sguardo

“Hey…” disse Kurt mentre gli prese il mento con le dita,facendogli alzare dolcemente il viso “Jake.. Io ci sono.. puoi dirmi tutto..se vuoi.. Ok?”

Dopo alcuni minuti,nei quali restarono entrambi in silenzio, Jake si alzò e prese la chitarra in mano. Certe volte era meglio così,perché cantandole,le parole,arrivavano dritte al cuore. Kurt lo guardò confuso ed affascinato,mentre si posizionava su una pietra e dopo alcuni accordi di chitarra,cominciò:

“Well Let me tell you a story about a boy and a ….boy” Cantò,fermandosi un attimo e ripartendo poi cambiando il soggetto dal femminile al maschile.Fece una strana smorfia,sorridendo amabilmente.

“He fell in love with his best friend,When he’s around, he feels nothing but joy”

“But he was already broken,and it made him blind” canto rivolgendogli un sorriso pieno di amarezza.

“Who’s gonna make you fall in love? I know you got your wall wrapped on all the way around your heart.. You’re not gon’ be scared at all,Oh my love… But you can’t fly unless yourself  fall”

Kurt arrossì e abbassò lo sguardo. Tagliando molte strofe, Jake continuò:

“Did you know you’re an angel? Who forgot how to fly.. Did you know that it breaks my heart everytime to see you cry”

Alzandosi e dirigendosi a passi lenti verso Kurt,canto:

“I will catch you if you fall,
I will catch you if you fall
I will catch you if you fall….”

E a quel punto smise di suonare,prendendo la mano di Kurt e,facendolo alzare,lo avvicinò a sé,gli sorrise e lo guardò dritto negli occhi. Prima di continuare:

“But if you spread your wings you can fly away with me.. But you can’t fly unless you let your.. You can’t fly unless you let yourself fall….”

E,avvicinandosi a lui,sulle sue labbra,in un sussurro finale,pronunciò il verso finale:

“Let yourself fall….”

E lo baciò dolcemente,quasi carezzandogli  le labbra con le proprie.

Quando riaprì gli occhi,Kurt non potè fare a meno di sorridergli. Sentendo un po’ di quelle barriere che si era accuratamente costruito attorno,cadere miseramente.

“Grazie” fu’ tutto quello che riuscì a dire. E restarono lì,per chissà quanto tempo,l’uno nelle braccia dell’altro.

Poi si scansarono e continuarono a camminare per il parco. Fianco a fianco,parlando del tempo e di qualsiasi cosa gli venisse in mente. Presi dall’allegria di una giornata di sole. Perché si,pensò Kurt,questo  era  Jake per lui. Il sole dopo una giornata di pioggia.
 

Ma poteva quel sole,arrivare a scaldare il suo cuore?
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Clutching my cure
I tightly lock the door
I try to catch my breath again
I hurt much more
Than anytime before
I had no options left again.

I don't know what's worth fighting for
Or why I have to scream
I don't know why I instigate
And say what I don't mean
I don't know how I got this way
I'll never be alright
So, I'm breaking the habit
I'm breaking the habit
Tonight.”






La canzone del capitolo è “breaking the habit” dei Linkin park. Mentre la canzone che canta Jake (Non mi odiate) è “Fall” di Justin Bieber. Spero il capitolo vi sia piaciuto. commenti,consigli e critiche sono sempre ben accetti! Grazie a chi ancora continua a leggere la storia,spero di non deludervi >.< Alla prossima! :) 

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Capitolo 5
*** Trade Mistakes ***


5 CAPITOLO – TRADE MISTAKES



Quella sera,dopo aver salutato Jake,Kurt si avviò verso casa. Lentamente e strisciando i piedi arrivò finalmente alla sua porta. Svogliatamente prese le chiavi e le girò nella serratura.
Quando aprì la porta,la vista lo lasciò pietrificato all’ingresso. C’erano scatoloni vuoti o mezzi vuoti dappertutto,borsoni e buste sui banconi della cucina. Era tutto sottosopra.


“Racheeeeeeeeeel!!” gridò,la mano ancora sulla maniglia.


“Kurt  Kurt  Kurt vieni un attimo con me in terrazza? Devo spiegarti una cosa..” disse lei chiudendo la porta al posto suo e trascinandolo verso la porta-finestra.

Una volta fuori,vedendo che Rachel non aveva intenzione di iniziare il discorso,parlò:

“Spiegami cos’è questo inferno” disse in tono glaciale.

“Kurt.. Allooora …Non mi uccidere ti prego”

“Non credo di poter promettere niente in questo momento”

“Sai quella camera in più nell’appartamento? Pensavo che siccome non arriviamo mai serenamente a pagare l’affitto.. Anche perché questo non è un semplice appartamento,lo hanno scelto i miei papà e sai come sono prec..”

“Rachel!!” sbottò

“Si scusa.. be’ ho sempre pensato di affittare la camera ma non ho mai incontrato nessuno che rispondesse ai nostri parametri di scelta…e…”

“E….?”

“Quindi… Ok non mi uccidere!” Poi,chiuse gli occhi e,dopo un momento,disse tutto d’un fiato:

“Oggi ho incontrato Blaine a scuola e lui cercava un posto dove stare e io gli ho detto che poteva venire a stare qui”

Detto questo,scappò dentro,lasciando Kurt boccheggiante.
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Stava ancora sistemando le sue cose nei cassetti,quando la sentì. Quella voce perfetta,armoniosa,gridare il nome di Rachel. E solo in quel momento si rese conto dell’errore che aveva fatto. Trasferirsi lì era stato uno sbaglio. Ma non aveva un posto dove andare e poi Rachel lo aveva rassicurato che Kurt avrebbe capito. E che era ormai passato troppo tempo perché nutrisse del rancore nei suoi confronti.

Ma adesso,mentre sentiva la porta di ingresso sbattere rumorosamente,non era più sicuro.

Dopo un paio di minuti,in cui restò immobile a maledirsi per aver accettato la proposta di Rachel,aprì la porta e andò da lei.

“Che succede?”

“Eh? ..Oh! Blaine.. No niente tranquillo”

“Vuoi…Ehm.. vuoi che me ne vada?”

“Cosa? Nooo no,tranquillo.. Kurt non è seccato,è.. solo uscito”

Prima di riuscire a fermarsi disse:

“Con …Jake?” La voce gli si spezzò nel pronunciare quel nome e si odiò per questo.
Comunque Rachel sembrò non notare la tristezza nel suo tono.

“be’ si.. penso che siano tipo fidanzati.. ma non potrei dirlo con certezza”

“Capisco” quasi sospirò.

Sapeva che era ingiusto da parte sua ma non poté sopprimere la fitta di gelosia alla bocca dello stomaco. Il solo pensiero di Kurt tra le braccia di qualcuno che non fosse lui.. Lo faceva ribollire di rabbia. ‘Che idiota’ pensò.

“Leviamo  questi scatoloni?” disse Rachel,riportandolo alla realtà.

“Uh? Oh si ok”

Dopo essere andati a buttare la pila di scatoloni e buste nell’immondizia,andarono,di comune accordo,a prendere una pizza da portare a casa.

Si sedettero sul pavimento del salone,ormai sgombro,e cominciarono a mangiare guardando un film.

“Allora… Come te la passi?” Le chiese Blaine tra un morso e l’altro.

“Va’ tutto piuttosto bene sinceramente. Con Finn e tutto il resto. Programmiamo di sposarci quest’anno” disse timidamente

“Oh davvero?”

“Si.. Qualche giorno dopo natale,in modo da poter poi partire per la luna di miele dopo aver festeggiato il natale con la sua famiglia”

“Sono.. davvero contento per voi” disse lui sorridendole

“E gli altri? Come vanno le cose per loro?” continuò

“Kurt sta bene” disse lei guardandolo dritto negli occhi,e Blaine quasi si strangolò con quell’ultimo morso

“No… Uhm… Non…”

“è ok.. so…. Vedo come stanno le cose,per quanto tu ti sforzi.. lo si vede nei tuoi occhi.. è come.. qualcosa che ti arriva dritta all’anima”

“Ma tranquillo… Non dirò nulla a Kurt”
Non potresti essere più ovvio’ si disse Blaine.
 
“Uhm…. Grazie?” disse lui imbarazzato. Sentendo le proprie guance arrossire,riportò tutta la sua attenzione alla televisione. Con sua sorpresa,Rachel non tornò più sull’argomento.

Quando finirono la pizza,Blaine si alzò e buttò il cartone nella spazzatura. Rachel si avviò verso la sua stanza.

“Oh.. Ehm.. Rachel?”

“Si?” disse lei voltandosi,la mano ormai sulla porta.

“Grazie ..per avermi permesso di venire qui,significa davvero molto per me.. Grazie” disse con un mezzo sorriso

“Di niente. Buonanotte Blaine”

“Buonanotte Rachel”

Detto questo,lei entrò nella sua stanza e chiuse la porta dietro di sé.
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Uscì furibondo dalla porta di ingresso e,maledicendo Rachel,la richiuse con forza dietro di sé.

Prese il primo Taxi che passò e disse all’autista l’indirizzo.
Come aveva potuto Rachel fargli questo?

Pensava si fosse ormai lasciata la sua fase da adolescente-mi-frega-solo-di-me alle spalle.

E ..wow. evidentemente non era così.

C’era però da dire che Rachel,come tutti gli altri,sapeva solo che si erano lasciati per “diversi e validi motivi” e che “ormai non c’era più niente tra loro”.

Ma in quel momento non poté non odiarla. Magari odiarla no,ma disprezzarla sì.

Perso tra i suoi pensieri arrivò presto a destinazione e,prima che se ne rendesse conto,stava bussando alla porta. Ma probabilmente già dormiva.

Insistette.

Dopo qualche minuto,lo sentì brontolare un “arrivooo”.

“Ma che diavolo!” disse,ma poi vide chi aveva bussato
“Kurt!?” disse,colto di sorrpresa.

“Oh… Ehm.. ciao Jake.. Mi chiedevo se.. ci fosse posto per me”

Jake lo prese dalla maglia e lo tirò dentro con un sorriso. Senza dire una parola – probabilmente era ancora troppo preso dal sonno per parlare – aprì un armadio e tirò fuori una coperta ed un cuscino. Dopo di ché,li adagiò sul divano.

“Tu puoi andare a dormire nella mia camera.. Io dormirò qui..”

Piacevolmente sorpreso da tale galanteria,Kurt non potè far altro che dire grazie e avviarsi,con imbarazzo,nella camera offertagli.

Prima di andare però,si avvicinò a  Jake e gli carezzò le guance con entrambe le mani,strofinando i pollici sulle gote,mentre i suoi occhi cercavano quelli del ragazzo.
Si avvicinò lentamente e gli diede un leggero bacio sulla guancia destra.

“Grazie”

“Non c’è problema,insomma.. il divano è comodissimo” disse  Jake sorridendo e scrollando le spalle

“Non intendevo questo” disse Kurt. Ci furono alcuni secondi di silenzio. Poi prese coraggio..

“Grazie per essere entrato nella mia vita. Grazie per esserci rimasto” sussurrò
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Quella notte,nel silenzio della sua nuova stanza,il cuore di Blaine era l’unico suono udibile. O almeno così gli sembrava.
Era possibile che un cuore battesse pesantemente? Di sicuro Blaine si sentiva pesante. Sì,come schiacciato a terra da mille pietre. Forse lo meritava,dopotutto. Meritava tutto il dolore a cui aveva sottoposto Kurt.

Pensò a lui. A come aveva tradito la sua fiducia e a come non avrebbe potuto riaverla. Mai più.

Ma forse non era stato poi così doloroso per Kurt come per lui. Chissà…

..Chissà come Kurt aveva passato questi anni? Chissà se anche lui,si era chiuso in se stesso,sbattendo tutti fuori? Chissà se anche Kurt pensava a lui.. o era riuscito a riprendersi la sua vita? Aveva trovato l’amore.. Era forse quel  Jake-non-so-cosa?

Era felice?

E,in quel momento,decise,non avrebbe fatto niente per sottrarlo alla sua felicità. Perché Kurt meritava ogni singola cosa che di buono esistesse al mondo. E lui non era di sicuro una di esse. Era tutt’altro che buono. Sia per lui che per se stesso.

Dopo qualche ora,il sonno prese il sopravvento sulla sua mente stanca,e si appisolò. La mano sul cuore,e una promessa da mantenere.
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Nonostante l’odore di  Jake riempisse l’aria,calmando relativamente almeno i suoi nervi,Kurt non riuscì a dormire quella notte. Il cuore batteva prepotentemente nel suo petto. La paura prese il possesso di lui,mentre le ore passavano. Minacciando l’arrivo del momento che Kurt temeva.
Quando vide l’alba entrare dalla finestra,si rassegnò e con il cuore ancora in gola,e promettendosi di non pensarci per un po’,andò in cucina a preparare La colazione. In qualche modo voleva rendere  Jake felice. Almeno un po’. Quindi decise di preparargli una colazione con i fiocchi. Proprio come Jake aveva fatto per lui.

Anche se,probabilmente,era già tanto se fosse riuscito a mettere del latte e dei cereali in una tazza. Dato che quella non era casa sua,e be’ lui non era proprio un tipo mattiniero,quindi..

E fu quello che fece. Una tazza di cereali al cioccolato.

Complimenti Kurt’ si disse. ‘Forse era meglio scendere a comprare qualcosa e fingere che lo avessi cucinato

Comunque aggiunse del pane tostato,nutella e caffè. E ne versò una tazza anche per lui perché sentiva già gli occhi cedere.

Dopo aver sistemato tutto su un vassoio,andò verso il salone e poggiò tutto sul tavolo da caffè davanti al divano sul quale  Jake dormiva,attento a non fare il minimo rumore. Si mise in ginocchio in modo che il suo viso fosse davanti a quello di  Jake e,dopo averlo guardato dormire per un po’,posò le labbra sulle sue.

Jake non si svegliò al contatto,quindi Kurt portò una mano alla sua spalla e lo scosse leggermente. Jake disse qualcosa di incomprensibile.

“Buongiorno dormiglione”

“Per favore,fallo ancora”

“Che? Cosa?” disse Kurt sorridendogli,nonostante Jake avesse gli occhi chiusi.

“Baciami” sussurrò

E così fece. Si chinò e lo baciò ancora. E ancora. E ancora.
E …ancora.

Finchè non sentì che Jake era pienamente sveglio e cercava di rendere il bacio più intenso. A quel punto,Kurt si scansò

“Hey,Hey… Alito mattutino” disse,posandogli l’indice sulle labbra.

“Non importa.. vieni qui” disse Jake prendendo Kurt dalla nuca e tentando di attirarlo a sé per un altro bacio.

Ma Kurt si alzò e mise il vassoio sulle gambe di Jake,spronandolo a mangiare o bere o ..qualsiasi cosa purchè non sentisse l’alito mattutino di Kurt. Che sapeva più che altro di caffè e del non avere uno spazzolino a portata di mano.

Jake gli sorrise.

“Kurt grazie ma.. non dovevi..”

“Oh tranquillo non è che sia granché ..Volevo prepararti qualcosa di più ..non lo so,qualcosa.. Ma non sapevo dove mettere le mani.. e poi.. non sarei comunque riuscito a dormire..quindi”

“Letto scomodo?”

“No.. Solo una di quelle notti in cui.. non riesci a dormire,tutto qui” disse mettendo su’ un sorriso

“Be’ magari la prossima volta potresti accoccolarti a me” disse Jake facendogli l’occhiolino.

Oh …’ pensò Kurt,arrossendo.

Jake cominciò a mangiare. Kurt si sedette sulla poltrona accanto al divano,sorseggiando il suo caffè.

“Magari potrei.. comprare uno spazzolino per te.. e lasciarlo qui…per ogni evenienza” disse guardando dritto al tappeto

“Magari” rispose Kurt sospirando e sorridendogli. Jake alzò lo sguardo e incrociò quello  di Kurt. Restarono così per vari secondi,poi Kurt si schiarì la gola e si alzò.

“Io.. dovrei andare a casa a prepararmi per la scuola” disse

“Oh.. ok allora ci vediamo lì” rispose Jake accennando un sorriso

“Grazie per avermi ospitato”

Detto questo,prese la sua borsa e andò alla porta. Si girò un’ultima volta per sorridergli e poi se ne andò.

Un altro giorno di scuola si prospettava davanti a lui. Ma non uno come gli altri. Perché oggi sarebbe entrato da quella maledetta porta e avrebbe visto Blaine.

Ma almeno,in classe non avrebbero potuto parlare. E parlare fa’ male.

Ma no! Rachel aveva dovuto prenderlo come coinquilino così.. Kurt cercava di evitarlo.

Fece qualche conto. A quest’ora,essendo Blaine un professore,sarebbe stato già a scuola. E Kurt poteva tornare a casa in pace e lavarsi e fare ciò che doveva fare..



..O almeno questo pensava.


Quando aprì la porta,venne accolto da un canto.
Blaine.

Restò immobile lì,senza sapere cosa fare,mentre guardava Blaine canticchiare e aggirarsi per il salone per raccogliere le sue cose.

Poi si girò. Lo vide saltare in aria dallo spavento. Lui restò semplicemente impassibile. Improvvisamente a conoscenza di quale sarebbe stato il prossimo passo.

“Kurt! Oh mio dio mi hai spaventato”

“Oh… Mi dispiace” disse Kurt,non senza un pizzico – ok magari un po’ più di un pizzico – di ironia nella voce.

“Io.. stavo… andando..a scuola” disse Blaine corrugando la fronte e cercando le chiavi. Ogni suo movimento esprimeva completo imbarazzo.

Oh.. chi è che non sa’ cosa fare adesso?’ pensò Kurt,compiacendosi.

Poi il suo sguardo venne catturato da un luccichio sulla poltrona. Si staccò dalla porta e andò a prendere le chiavi. Dopodiché le lanciò a Blaine e,col tono più indifferente che avesse mai sentito uscire dalla sua bocca,disse:

“Meglio che vai. È già tardi”

Si diresse verso il bagno,chiudendosi la porta alle spalle e lasciando Blaine dietro di sé,più che perplesso.

Certo,quella frase sembrava piuttosto una metafora. Sperava che Blaine si confondesse. E,col tempo,sperava di ferirlo come lo aveva ferito lui in precedenza.

D’altronde,ci vogliono due persone per ballare un tango.

E se la vita aveva deciso di giocare con lui,si sbagliava.


Perché anche Kurt era capace di giocare.
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Don’t let me trade you of this wrong,
Then I’ll pull you in.
Cause I am an anchor, save her oar
Feel it sinking in.
Let me save you of this wrong
I am an anchor, sinking on.

 
I may never sleep tonight,
As long as you’re still burning bright.
If I could trade mistakes for sheep,
Count me away before you sleep.
I’ll still wait till I trade my mistakes,
So they fade away.”

 
 
La canzone del capitol è Tread mistakes – panic! At the disco.
Spero il capitolo vi sia piaciuto e SCUSATEMI per averci messo tutto questo tempo >.<
Commenti,consigli o critiche sono sempre ben accetti,Grazie comunque per aver letto :)

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Capitolo 6
*** Won't go home without you ***


6 CAPITOLO – WON’T GO HOME WITHOUT YOU


Kurt entrò in classe,come sempre in anticipo,con il suo caffè in mano,e si sedette.

Ormai non aveva più senso evitare l’inevitabile.

Blaine era seduto alla sua scrivania. Rovistava tra delle carte ed era troppo occupato per registrare il fatto che era entrato uno studente.

Così,quando si sedette,Kurt si assicurò che la sua borsa ricadesse pesantemente sul suo banco.

“Ops!”

La smorfia di imbarazzo e confusione e - era forse dolore quello? – che fece Blaine alla sua vista,era impagabile.
Anche se si sentiva un po’ infantile,Kurt se ne compiacque.

“Kurt” fu’ quasi un sospiro,ma nell’aula completamente vuota,riecheggiò come un urlo.

“Si,è questo il mio nome. Ehm… Blaine,giusto?”

Gli occhi di Blaine si spalancarono per il panico. Aprì la bocca per parlare ma non ne uscì alcun suono.

Ok questo era decisamente infantile ‘ pensò Kurt

Dopo pochi secondi,Blaine provò con la prima cosa che gli venne in mente:

“Come vanno gli studi qui?”

“Bene.” Rispose in tono secco

“Ti dispiace ancora di non essere entrato alla NYADA?”

“Oh mio dio cos’è,un’intervista!?” disse Kurt con voce aspra. Davvero pensava di spuntare dal nulla dopo tutti questi anni – dopo tutto ciò che gli aveva fatto – e tornare ad essere suo amico!? E pensare
che Kurt lo avrebbe accolto a braccia aperte!?

“Sono contento di vedere che te la passi bene” disse improvvisamente Blaine dopo essersi schiarito la gola per attirare la sua attenzione

“Be’ i cuori spezzati guariscono rapidamente a quanto pare” mentì spudoratamente

“Già” rispose l’altro,con un’equa menzogna

“Soprattutto quello di un adolescente ingenuo” concluse Kurt.

Ci furono diversi secondi di silenzio nel quale Blaine si riaggiustava nella sedia,in cerca di qualcosa da dire dopo una tale affermazione

“Come stanno tuo padre e Carole?”

Kurt sbatté le mani sul banco,sporgendosi in avanti.

“Ok. Senti,non è che dobbiamo fare finta di essere amici” disse Kurt con tono irritato. “Anzi,non dobbiamo neanche parlarci. Interrogami e fai quello che devi fare quando sei davanti alla classe o parlami quando c’è Rachel ma non…” a suo malgrado,la voce gli mancò,mentre la tristezza si faceva sempre più evidente sul suo viso. “Non fare questo.”

“Kurt ….io….”

“Non.. Non dire niente” disse Kurt,ma poi sembrò ripensarci: “Anzi,dimmi questo,perché?” disse deciso.

“Si Blaine. Perché ?” e si diede mentalmente una pacca sulla spalla,per la brillante idea. Lo guardò dritto negli occhi,per sfidarlo. La bocca piegata in un sorriso amaro. La testa inclinata e le mani intrecciate sopra il banco. In attesa di una risposta valida.

Che,tuttavia,Blaine non sembrava in grado di dargli.

Lo guardò come se anche lui stesse cercando quella risposta. Lo guardò come se anche lui avesse il cuore spezzato. Proprio come Kurt.
impossibile. Non fare il solito ingenuo. Ricordati che Blaine non ti ha mai amato’ si disse per ricomporsi.

“Mi dispiace” disse l’altro,la voce quasi un sussurro

“Si,certo.” Disse Kurt soffocando una risata che di risata non aveva niente. Dopo avergli rivolto un ultimo sguardo truce,aprì la sua borsa e frugò dentro fino ad estrarne il libro.  Lo aprì e cominciò a leggere. Ignorando apertamente Blaine e qualunque cosa avesse da dire.

Sentiva il suo sguardo su di lui. Ma Dopo un po’ anche lui tornò alle sue carte.

Un turbine di sentimenti si agitava dentro Kurt e lo tormentarono finchè Kurt non ce la fece più. Finchè non sentì ogni fibra del suo corpo urlare.
Dopo quella che sembrò un’eternità,ripose il libro nella borsa,prese il suo caffè e,facendo strisciare rumorosamente la sedia sul pavimento,uscì dalla classe.
Sentì Blaine cercare di dire qualcosa dietro di lui ma lui non si fermò.

Ok forse avrebbe potuto saltare la scuola anche oggi.
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Blaine aveva cercato di dire qualcosa del tipo “Questo finirà con una nota sul registro,Kurt” o forse avrebbe dovuto dire “Mr. Hummel”? Be’ adesso non aveva importanza perché non era riuscito a dire niente e Kurt era andato.

Si chiese se avesse dovuto agire come il suo professore e scrivere veramente quella nota sul registro,o se avesse dovuto agire come veramente si sentiva e restare lì con il dolore che si faceva strada dentro di lui e cresceva,e cresceva fino ad oscurargli il cuore.

Venne riportato alla realtà dal suono della campanella che segnalava l’inizio della lezione e i suoi studenti che riempivano la classe.

Quel Jake-non-so-cosa-lo-odio-sempre-di-più entrava per ultimo e richiudeva la porta alle sue spalle.

Guardandolo,Blaine si rese conto che non era troppo difficile da immaginare cosa Kurt ci trovasse in lui. Era Alto – e questo era un grande punto a suo vantaggio. 1 a 0 - ,muscoloso ,grandi occhi grigi e capelli biondi che ricadevano nei punti giusti. Nettamente l’opposto di Blaine.

Improvvisamente la sua autostima si azzerò. Si schiarì la gola,mentre aggiustava il suo cravattino,in modo da spazzare via la sua insicurezza.

“Buongiorno a tutti” disse mentre indossava gli occhiali da vista

I ragazzi gli sorridevano,entusiasti. Quella era la loro prima vera lezione. E Blaine Anderson non avrebbe rovinato tutto per colpa della sua fragilità.

Dopo aver ben spiegato l’orario delle sue lezioni,il metodo di voto e aver risposto a qualche domanda,si appoggiò alla sua scrivania e cominciò:

“Nelle seguenti settimane ci inoltreremo nel territorio dei sentimenti.” Disse

L’idea gli era venuta alla mente la sera precedente. Quando,ancora una volta,si era ritrovato a fare i conti con i sentimenti che adesso elencava

“Amore. Odio. Rabbia. Rancore. Felicità. Confusione. Paura. Nostalgia. Malinconia..”

La stanza si riempì di mormorii di approvazione e qualcuno persino applaudì – probabilmente Mercedes.

“Li studieremo ed andremo in fondo ad ogni singola parte di essi. Avrete un assegnamento ogni settimana e dovrete prepararvi ad esibirvi davanti alla classe ogni volta. Cercando di interpretarli al meglio”

La classe applaudì. Molti si congratularono ed altri,eccitati al pensiero di tali lezioni,cominciarono a parlare entusiasticamente.

“Questa settimana approfondiremo il …Rancore” disse finalmente alla classe ‘che ironia’ pensò.

“Il rancore,o risentimento comunque lo vogliate chiamare.. è un’emozione data da un misto di rabbia e desiderio profondo di …vendetta” disse ,e l’immagine di Kurt quella mattina gli si presentò alla mente,ma andò subito via. Come un lampo fra i suoi pensieri.

“Che si prova come conseguenza ad un torto subito …viene protratto nel tempo.. Viene covato nel profondo delle anime. Qualcosa di cui non abbiamo alcun controllo. È semplicemente lì,che arde incontrollato” finì,guardandoli tutti negli occhi

Ogni suo pensiero adesso venne risucchiato nell’oblio della sua mente e l’unica cosa a cui poteva pensare era Kurt. Gli aveva davvero fatto tanto male da indurlo a desiderare la sua sofferenza? Il modo in cui gli aveva parlato… il modo in cui lo aveva guardato….

Svegliati Blaine. Hai una classe da gestire’ si disse

“Chi non ha mai provato rancore verso qualcuno,alzi la mano”

Ovviamente,nessuno lo fece. Tranne una o due persone.

“Sono spiacente ma il compito resta lo stesso. Cercate di scavare nel profondo”

I ragazzi che alzarono la mano,si propagarono in lunghe lamentele. Ma non aveva alcuna importanza comunque. Quindi continuò:

“Può essere un enorme tormento,ma può anche non essere visibile …nemmeno a noi stessi” disse guardando nella direzione dei ragazzi che erano ancora intenti a protestare. Ma si zittirono subito.

“Vorrei che durante questa settimana vi dedicaste ad esso… E la prossima settimana vedremo le vostre esibizioni. Potete lavorare in gruppi,in coppie,o da soli. Niente regole. Solo ‘arte ed interpretazione’. Giusto?”

Tutti gli sorrisero.

“A quanto pare il signor Hummel è di nuovo assente. Fate in modo di dirgli del compito se ne avete l’occasione”

Be’ ok erano coinquilini quindi poteva benissimo farlo lui,ma dopo l’imbarazzante incontro di quella mattina,era impossibile per lui pensare di parlargli.

“Potete prendere il resto della lezione per organizzarvi. Mancano 20 minuti. Grazie dell’attenzione”

Immediatamente la classe si divise in piccoli gruppetti.

Dopo quello che restava della lezione,la campanella suonò e tutti uscirono dalla classe dopo aver salutato.

Quando tornò a casa,non trovò nessuno. Prese il suo computer e iniziò a scandire la lista delle canzoni adatte a rispecchiare la sua lezione.

Il pomeriggio passò.

La sera prese il sopravvento.

Ma Kurt non tornò.

Quando vide Rachel,lei gli spiegò semplicemente che era uscito. Di nuovo.
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Kurt era sorpreso nel vedere che Jake non lo aveva cercato. Non gli aveva chiesto dov’era o che fine avesse fatto.

Forse era anche un po’ offeso.

Aveva passato la maggior parte della giornata sul divano dell’appartamento a mangiare cioccolata e a.. be’ a non fare niente,a dir la verità. Quando si era accorto che il tempo era passato e che era quasi l’orario in cui Blaine rientrava da scuola,riempì un borsone con un cambio di vestiti e ciò che gli serviva e andò da Jake. Certo,non poteva evitare Blaine per sempre e prima o poi sarebbe tornato alla “normalità”,nel suo appartamento. Ma per adesso …Non poteva.

“Ti ho detto che non avresti potuto resistermi” gli disse Jake non appena lo vide,facendolo entrare.

Kurt rispose con un sorriso imbarazzato.

“Non mi lascerai dormire tutto solo sul divano anche stanotte …vero?” lo provocò Jake,quando finirono di cenare

“Potrei…” cominciò Kurt,indietreggiando lungo il corridoio a passi lenti. Il sorriso crebbe ancora di più ad ogni passo che faceva

Una volta arrivato a pochi centimetri dalla porta, Jake che seguiva subito dopo di lui,si accasciò ad essa con le mani dietro la schiena,e lo guardò come a sfidarlo.

Jake si avvicinò e appoggiò i palmi delle mani sulla porta per poi allungarsi verso Kurt.. Le loro labbra ad un soffio di distanza…

Kurt prese la maniglia in mano e l’abbassò velocemente.

“Ed è proprio quello che farò” ribattè Kurt,scivolando dentro la stanza e chiudendo la porta alla sue spalle. Prendendo Jake alla sprovvista.

La risata del ragazzo gli fece eco.

“Molto carino da parte tua,Hummel! Rubare la stanza ad un povero ragazzo che ti ha offerto riparo al tempo inclemente lì fuori..” disse,fingendosi offeso

“Ci sono tipo 20 gradi lì fuori, Jake.. E il cielo è più che sereno”

“Oh beh la stessa cosa..” rispose Jake,soffocando una risata

“Sarai responsabile dei miei dolori dopo avermi fatto dormire su quel divano scomodissimo….” Continuò

“Ti ricordo che tu stesso hai ammesso che quel divano di cui parli è comodissimo” scherzò Kurt

“Be’ prima.. adesso è diventato fin troppo morbido..”

“Buonanotte Jake!”

“Sogni d’oro,Kurt” disse il ragazzo sospirando allegramente.

Kurt si cambiò e si fece spazio tra le coperte. Sentendo gli occhi immediatamente pesanti. Forse dormire lo avrebbe aiutato a togliersi per un po’ Blaine dalla testa.

Ma,sia da sveglio che da dormiente,quegli occhi malinconici non lo lasciarono mai.
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La settimana seguì più o meno allo stesso modo. Ma Kurt si assicurò di non arrivare in anticipo alle lezioni – Anzi non ci andò proprio alle lezioni. Si prese la settimana per una pausa. Finì per passare le giornate al parco,o a casa di Jake. Che gli aveva gentilmente regalato una copia della chiave il giorno prima che Kurt decidesse di stare esagerando. Non poteva approfittarsi di Jake e della sua benevolenza.

Così il martedì successivo,non senza varie lamentele da parte di Jake,Kurt riportò il borsone nel suo appartamento e si ri-stabilì nella sua camera.

“Kuuuuuurt! Sei tornato!” urlò Rachel. Era seduta su una sedia in cucina ma balzò subito in piedi e gli corse incontro per un abbraccio.

“Solo perché sono tornato non vuol dire che non ti odio ancora” disse Kurt sottovoce

“Naaaaaaah! Tu mi aaaaaamiiii” cantilenò lei sorridente e lo abbracciò di nuovo.

“E perché mai?” le chiese,l’espressione ormai serena sul suo volto anche se voleva ancora ucciderla.

Ci fu il rumore di una porta e poi Blaine era davanti a loro. Il fatto che non indossasse una maglietta balzò subito agli occhi di Kurt,che arrossì furiosamente. Il ragazzo aveva una leggera coperta che teneva lui stesso adagiata sulle spalle. Non appena si accorse del disagio di entrambi,corse di nuovo in camera.

“Oh mio dio ….merda! scusate”

“Non è come se non ti avessi mai visto e poi sinceramente Blaine,non ci scandalizziamo per un ragazzo qualunque a torso nudo” disse Kurt,zittendo definitivamente l’altro.
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‘Un ragazzo qualunque!?’ Be’ di sicuro questo faceva un po’ male. Oh ma che cavolo,faceva tantissimo male.

Blaine restò zitto e osservò Rachel e Kurt parlare di scarpe o una cosa del genere. Non prestò molta attenzione.

Poi Rachel si scusò per andare un attimo in bagno.

“Perché non sei venuto alle lezioni…?” ebbe il coraggio di dirgli

“Di sicuro questi non sono affari tuoi” sentenziò Kurt

Blaine sentì la rabbia ribollire dentro di lui.

“Be’ in realtà sono affari miei,dato che sono il tuo professore.” Disse alzando la voce. Forse un po’ più del necessario. Ma non riusciva a controllarlo.

“Questo non fa’ di te mio padre. Quindi non sono portato a dirti il motivo della mia assenza! Ma se proprio lo vuoi sapere… sono stato poco bene”

“Oh! Perfavore! Stavi abbastanza bene da andare dal tuo fidanzato invece di restare a casa” disse Blaine con una risata amara

“Be’ scusa se volevo qualcuno che si prendesse cura di me. Ovviamente non sai cosa vuol dire,tu

“avrò bisogno di un certificato medico.”

Kurt rise

“Sai Kurt,non c’è proprio niente da ridere..” disse. “Il tuo curriculum scolastico potrebbe essere seriamente macchiato a lungo andare” mentì

Kurt si fece subito serio

“Ad ogni modo,Hai perso l’assegnamento della settimana,Ma tranquillo..” disse mentre si dirigeva verso la sua stanza. “Parlava di Rancore. Ma tu lo conosci piuttosto bene a quanto pare ..o sbaglio?”
disse poi in tono aspro,un sorriso divertito stampato in faccia,sbattendosi la porta alle spalle.

Per una volta aveva vinto. Aveva avuto lui l’ultima parola. E allora perché non si sentiva per niente soddisfatto?

Le cose non andarono meglio nei giorni successivi. Ogni volta che si incrociavano finivano inevitabilmente per litigare. Si erano anche guadagnati i soprannomi di “cane e gatto” da Rachel. Blaine era il cane.

Certe volte,sembrava che le cose stessero andando meglio.

Come quando Rachel li aveva convinti –costretti,più che altro- a guardare un film. Blaine aveva cucinato i pop corn e li aveva sistemati sul tavolino. E si sedettero tutti e tre sul divano. Kurt,che si era sistemato il più lontano possibile da lui,continuava a fare battutine (soprattutto su dove si sarebbe dovuto “ficcare il suo rancore”) e a lanciare frecciatine a Blaine.
E lui si stava sforzando davvero di non rispondere e restare calmo.

Davvero.

Ma quando Kurt gli aveva dato del bambino,ridendo,lui aveva semplicemente preso il contenitore di pop corn e l’aveva svuotato sulla sua testa.

E se c’è una cosa che devi assolutamente fare,è non  provocare Kurt Hummel. Non rovinare mai –e dico mai- i suoi vestiti o i suoi capelli perfetti.

“Sei morto” sentenziò Kurt. Senza muoversi,rivolgendogli uno sguardo minaccioso.

Rachel scoppiò a ridere,prese una manciata di pop corn dalla testa di Kurt e li mangiò.

Fatto sta,che i tre non riuscirono a non ridere. Ma non appena Kurt incrociò il suo sguardo,smise subito. La sua espressione gli sembrò indecifrabile.
Blaine,a suo malgrado,gli sorrise nostalgicamente. Maledicendosi dentro per aver rovinato quel momento di tregua.

Perché immediatamente lui si fece serio e distolse lo sguardo. Sembrò combattuto,come se stesse pensando a qualcosa di più grande di lui.

Dopo parecchi minuti,sembrò tornare in sé, e tornò al film. Mangiando i pop corn finiti sulla sua maglietta. Cosa che fece sorridere sia Rachel che Blaine.
Come ho detto,certe volte sembrava che le cose stessero andando meglio.

Ma invece,finivano per restare le stesse,se non per peggiorare.

Da quel giorno,non ci furono più né sguardi né sorrisi né frecciatine. Ricominciarono la solita routine dell’evitarsi.
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Lo odiava. Lo odiava!

Non faceva altro che stuzzicarlo e sorridergli e farlo innervosire e …farlo diventare pazzo!

La rabbia bruciava dentro di lui ormai costantemente. Sapeva che se non avesse fatto qualcosa sarebbe esploso. Così cercò di farlo cedere. Ogni volta che si vedevano lo riempiva di battutine scomode o insulti o gli ricordava,sotto metafore,ciò che gli aveva fatto passare.

Lo irritava il fatto che lui avesse significato così tanto per Kurt. Ma che Kurt non avesse significato niente per lui. Era tutto uno stupido e grande gioco da parte sua. Lo era sempre stato. Aveva rubato il cuore e la felicità di Kurt. E forse,si rese conto,anche un po’ della sua sanità mentale.

Ma non l’avrebbe passata liscia.

“Ti accompagno” disse  Jake,girandosi verso di lui.

Era ormai una settimana che era tornato nel suo appartamento e i due non si erano visti quasi per niente.

Era domenica ed erano andati a cena insieme nel nuovo ristorante in strada. E adesso erano in macchina.
Jake aveva dovuto parcheggiare all’inizio della strada a causa dei lavori in corso quindi,da gentiluomo quale era,lo stava accompagnando alla porta del palazzo. Era una notte fredda e,mentre camminavano,si strinsero per riuscire a riscaldarsi. Jake gli stava raccontando della sua sorellina,ed entrambi erano immersi nell’atmosfera rilassante della serata.

In pochi minuti arrivarono alla porta.

“Allora ci vediamo domani” disse Jake sorridendogli

All’improvviso,un’idea geniale gli venne alla mente. Quasi si aspettava che accanto alla sua testa spuntasse una lampadina con su’ scritto “Eureka!”

Giocherellò con le chiavi. Poteva già immaginarsi Blaine rodersi il fegato. Poteva immaginare la sua espressione irritata. E poi,non voleva ancora salutare Jake. Non si erano visti per così tanto tempo e gli mancava assurdamente.

Cavolo,poteva e voleva farlo.

“Vuoi…Ehm..Salire?”


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“I asked her to stay but she wouldn’t listen
She left before I had the chance to say
The words that would mend the things that were broken
But now it’s far too late, she’s gone away

The taste of your breath, I’ll never get over
The noises that you made kept me awake
The weight of things that remaind unspoken
Built up so much it crushed us everyday

 
Every night you cry yourself to sleep
Thinking: “Why does this happen to me?
Why does every moment have to be so hard?”
Hard to believe that
It’s not over tonight
Just give me one more chance to make it right
I may not make it through the night
I won’t go home without you

 
Of all the things I felt but never really shown
Perhaps the worst is that I ever let you go
I should not ever let you go”

 
Grazie ancora a tutte le persone che continuano a leggere! Spero di caricare presto >.<
La canzone del capitolo è “Won’t go home without  you” dei Maroon 5
Alla prossima! :)

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Capitolo 7
*** It ends tonight ***


7 CAPITOLO – IT ENDS TONIGHT


“Certo” Rispose Jake e con un sorriso lo prese per mano.

Rimasero in silenzio mentre salivano in appartamento. Kurt bussò e Rachel venne ad aprire la porta.

“Jake!! Ciao!” disse lei invitandolo ad entrare.

“Ciao Rachel,come stai?” le sorrise

“Bene …Grazie,Ti ….Fermi per un gelato?” disse lei in tono più preoccupato che veramente felice. Fortunatamente Jake non la conosceva tanto bene da notarlo.

“Certo” disse seccamente Kurt prima che il ragazzo potesse replicare. Sentiva il rumore della doccia provenire dal bagno. Prese la borsa di Jake e andò a posarla accanto al divano.

Ok… Forse adesso che lo aveva veramente fatto salire non aveva idea di come sarebbe andata a finire.

“Uh.. Bene” rispose lei,mettendo su’ un sorriso finto e lanciando occhiate furtive a Kurt,alla porta dietro la quale si trovava Blaine e poi di nuovo a Kurt.

Dopo  qualche secondo,Rachel si riprese e andò ad apparecchiare la tavola. Per 4.

“perché 4?” chiese Jake confuso,ma prima che qualcuno dei due avesse la possibilità di rispondere,la porta del bagno si aprì e ne uscì Blaine. Tutti rimasero immobili senza spiccicare parola. Poi Jake ruppe il silenzio:

“Signor Anderson!?” disse incredulo

“Jake” disse Blaine sorridendo

“Che ci fa lei qui?”

A quel punto Kurt intervenne,e Rachel venne in suo soccorso.

“Uhm …Blaine è un vecchio amico di scuola di ..Rachel” disse Kurt

Vide Blaine mordersi il labbro furiosamente come per trattenersi dal dire qualcosa. Improvvisamente la sua idea non aveva più tanto senso.

“Cercava un posto dove stare,così l’ho invitato a stare qui” concluse Rachel

“Capisco” disse,e Kurt trattenne un sospiro di sollievo

“Scusate ma se tu…andavi a scuola con il signor Anderson.. allora ….come mai lui è professore e tu sei all’università? Non dovreste avere la stessa età?”

Ohhhhh merda.

“Io… ho fatto il salto! Sì..e mi sono diplomato prima e ho fatto un corso per insegnare e.. Eccomi qui!” disse Blaine,improvvisamente collaborativo.

“Ah,capisco” disse Jake e questa volta Kurt sospirò davvero.

“Vogliamo…accomodarci?” disse Rachel per cambiare discorso dopo un silenzio piuttosto imbarazzante

Si sedettero in un silenzio ancora più imbarazzante e,mantenendolo tale,cominciarono a mangiare.

“Allora… dimmi Jake,come hai conosciuto il nostro Kurt?” disse Blaine,dando una pacca sulla spalla di Kurt,sorridendogli pericolosamente.

Dio,se lo odiava.

“Oh ci ha presentati Rachel!” rispose lui felicemente. Kurt tornò al suo gelato. Soddisfatto della sua risposta. Non notando lo sguardo minaccioso che Blaine rivolse alla ragazza

“Oh e.. Rachel.. non ti sarò mai abbastanza grato per questo” Disse Jake sorridendole e posando la mano sul ginocchio di Kurt.

“Capisco” disse Blaine.Le labbra serrate in un finto sorriso.

Kurt quasi si alzò puntando il dito verso di lui e urlandogli “Gne gne gne gne gne”.

Ma era un adulto. E gli adulti non fanno queste cose. Giusto?

Rachel ebbe il buon senso di accendere la televisione e tutto continuò,imbarazzante quanto prima. Ovviamente.

Kurt chiese a Rachel come andavano i suoi corsi e come stava Finn e,come previsto,non ci fu più bisogno di parlare. Andò relativamente bene dopo che tutti furono coinvolti nel discorso,anche se la tensione era palpabile. Per tutta la cena, Jake fece qualsiasi tipo di smanceria gli passasse per la mente. Mantenendo sempre il contatto fisico con Kurt. Mentre,Blaine cercò di non alzare lo sguardo dal suo piatto ma ogni minuto alzava gli occhi con aria imbarazzata e –seccata?- guardando i due.

Quando tutti ebbero finito,Kurt accompagnò Jake alla porta.

“Grazie per essere salito” gli disse

“Sai che per te farei qualsiasi cosa.. Sei il mio ragazzo dopotutto. Ti chiamo domani ok?” disse Jake in un tono abbastanza alto da fare in modo che Blaine,dal divano,lo sentisse. Gli prese il viso da
sotto il mento e gli baciò la guancia. Kurt impallidì alla scelta della parola ‘ragazzo’ e così fece Blaine.

Wow ..cos’era questo?’  pensò Kurt imbarazzato

“Buonanotte Kurt”

“Notte” disse Kurt chiudendo la porta.

Sentì Blaine tossire ripetutamente dietro di lui.

“Cosa?!”

“No.. Niente… Molto Uhm…. Carino” disse soffocando una risata

“Si lo è. Il ragazzo  dolce e gentile e premuroso e divertente che ho seeeempre desiderato” disse Kurt alle sue spalle mentre si chinava su di lui per dargli una pacca sulla spalla. Per provocarlo.
Sentì il corpo di Blaine irrigidirsi sotto la sua mano e,con un’ultima risata,andò in camera.

Compiaciuto dalla serata,dormì facilmente. ‘Potrebbe essere più divertente di quanto pensi’ si disse.
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La mattina seguente,Kurt si convinse e andò,seppur riluttante,a scuola.

Quando arrivò,Blaine era lì,ma questa volta Kurt si sedette e basta,stringendo il suo caffè per scaldarsi.

“Oh! Che carino da parte tua farci visita!” disse Blaine con il solito sorriso che gli faceva venir voglia di cancellarglielo dal viso con un pugno.

Kurt fece solo un cenno con la testa e riportò lo sguardo al suo banco. Troppo sonno per andare avanti con questa discussione.

“Di poche parole oggi,eh?”

“Oh basta ti prego! Smettila! …lasciami in pace” disse Kurt. Il mal di testa era ormai raddoppiato.

“Esattamente come hai fatto tu da quando ci siamo incontrati?” gli rispose alzando un sopracciglio.

“No esattamente come hai fatto tu in questi maledettissimi anni!” sbottò Kurt,zittendo definitivamente Blaine.

Quasi si mise a saltare di felicità quando sentì la campanella suonare,segnalando la fine di quell’incontro.

Jake,come al solito,entrò dopo tutti gli altri studenti.

“Hey” lo salutò sorridendogli.

Fu strano. Un momento era il solito Jake e l’altro,non appena notò che Blaine li stava guardando,diventò un'altra persona. Si abbassò e baciò Kurt – dritto sulle labbra. L’intera classe cominciò a
fischiare,ma Jake non sembrava intenzionato a smettere.

Dopo neanche 10 secondi,Blaine sbattè il palmo della mano ripetutamente sul banco.

“Philips! Hummel!”

I due si separarono e guardarono il loro professore.

“L’ultima volta che ho controllato ,questa era una classe. Non un albergo”

Kurt quasi divenne un tutt’uno con la sedia. Gli risultò impossibile qualsiasi movimento.

“Dal preside! Immediatamente!” disse Blaine,scandendo esageratamente ogni parola.

Questo di sicuro non stava aiutando il suo mal di testa.

“Oh.. ok andiamo dal preside” disse Jake guardando Kurt con un sorriso malizioso sul viso,facendogli l’occhiolino.

Kurt era troppo scioccato dall’intera situazione per valutare la sua proposta. Restò semplicemente a fissarlo senza alcuna espressione.

“Il signor Hummel resta in classe” si affrettò a dire – quasi urlare – Blaine.

Tutto sembrava così strano. Come fosse un incubo.

“Lei può andare. La raggiungerò alla fine della lezione” continuò.

Kurt arrossì visibilmente.

Dopo che Jake ebbe chiuso la porta alle sue spalle,Kurt si girò verso Blaine per vedere qualcosa che non gli piacque affatto:
 
Un sorriso di vittoria.
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La lezione andò piuttosto bene dopo che il ragazzo di Kurt se ne andò.

I ragazzi che avevano ritardato con l’assegnamento,cantarono l’uno dopo l’altro.

“C’è qualcun altro che deve esibirsi?” disse Blaine

“Professore! Io devo ancora cantare la mia canzone” disse Mercedes alzandosi. Blaine gli fece cenno di cominciare e Mercedes si diresse verso il centro della classe,dando alla band gli spartiti della canzone scelta. E cominciò:

“Well, when you go
So never think I'll make you try to stay
And maybe when you get back
I'll be off to find another way…”

Kurt spostò lo sguardo su di lui. Come per dirgli ‘beccati questa’.

“And after all this time that you still owe
You're still the good-for-nothing I don't know
So take your gloves and get out
Better get out
While you can”

Kurt lo guardò dritto negli occhi. O meglio,dritto nell’anima. E cantò insieme ad altri studenti come per fare da coro a Mercedes.

“When you go
Would you even turn to say
I don't love you
Like I did
Yesterday
”…?”

Blaine non riusciva a distogliere lo sguardo. Affondò nei suoi occhi blu. Senza voler mai risalire.

“Sometimes I cry so hard from pleading
So sick and tired of all the needless beating
But baby when they knock you
Down and out
It's where you oughta stay”

 “When you go
Would you even turn to say
I don't love you
Like I did
Yesterday
”…?”

Percepì la rabbia di Kurt dietro ogni parola. Quello che gli aveva fatto sembrava esservi scritto dentro. E se gli sguardi avessero potuto uccidere,Blaine sarebbe già stato sei metri sotto terra.
Ci fu una scintilla negli occhi di Kurt,mentre lasciava andare quelle parole. Una scintilla piena di sentimenti inespressi e significati nascosti. Un qualcosa che tuttavia Blaine non riuscì a capire.

Certe volte,quando si guardavano negli occhi.. vi erano queste scintille. Erano come squarci nel tempo in cui,per un impercettibile istante,dentro quegli occhi,un intero mondo gli si apriva davanti e doveva – voleva- essere abbastanza veloce da riuscire ad entrarvi. Immergercisi. Ma non ci riusciva mai e,come si era aperto,in un istante,quel mondo gli si richiudeva davanti lasciandolo sempre più confuso. Più vuoto.

Quando la lezione finì,Blaine andò nell’ufficio del preside che,tuttavia,aveva già parlato con Jake. Risolvendo le cose solamente con qualche ora di Punizione. ‘Ingiusto’ pensò Blaine. Fosse stato lui lo avrebbe espulso. Ma probabilmente questa era solo la gelosia che parlava.

Non essendoci nient’altro da poter fare a questo punto,il preside li congedò.

Prima di uscire dalla porta, Jake si avvicinò a lui e,gli bisbigliò all’orecchio:

“Avrai vinto questa partita. Ma sarò io a vincere l’intero gioco”

E se ne andò.

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Le cose si facevano sempre più imbarazzanti per Kurt.

Jake era diventato quasi possessivo quando si trovava davanti a Blaine. Per il resto era sempre dolce e romantico e divertente e …Jake.

Ma,ogni qualvolta Blaine si trovava davanti a loro,Jake lo baciava o lo abbracciava o lo stringeva. Ogni sera,ormai da abitudine,il ragazzo lo chiamava al telefono di casa. Non al cellulare come faceva sempre prima.

“Mi manchi” disse Jake

Kurt era steso sul letto e teneva il telefono incastrato tra l’orecchio e la spalla,mentre scriveva al computer.

“Ah-ah” rispose

“Non mi stai ascoltando”

“Si che ti ascolto! …No ok,non stavo ascoltando ..scusa è che sto finendo il compito per la classe di scrittura ed ero distratto”

“No,tranquillo,è ok… Stavo solo dicendo che mi manchi”

“Anche tu” disse Kurt sorridendo mentre posava il computer e si sdraiava completamente.

“Sei perfetto Kurt” disse Jake dolcemente

Ci fu uno strano rumore,come un…..

….come una risata strozzata.

“Metti giù il telefono,Blaine!!” urlò Kurt

“Devo telefonare anche io e…ah scusa non ce la faccio a smettere di ridere” disse. Ridendo.

“Ed è già mezz’ora che usate il telefono per dirvi queste cose senza senso. Io  ho bisogno del telefono per cose serie.” Continuò

“Metti giù il telefono. Subito!” sbottò Kurt

“Oh! Ci risiamo! Il solito egoista”

“Dici a me egoista?! A me?”

“Oh non fare il finto tonto! Be’..” disse cominciando ad elencare: “prendi sempre il bagno per primo la mattina,per almeno un’ora e quando cucini lo fai solo per te e occasionalmente per Rachel. Ci
sono anche io,sai?”

“Lo so che ci sei anche tu!”

“Aspettate come siamo finiti a parlare di cuc…” fece per dire Jake dall’altro capo del telefono ma Kurt lo interruppe:

“Questa è casa mia! Decido io che cosa fare e per chi cucinare!”

“Be’ dato che pago l’affitto,questa casa è anche mia

Kurt sbottò esasperato. Si alzò e andò subito nella stanza di Blaine.

“Blaine!!! Dammi quel telefono!!”

“NO.” Disse lui sorridendo compiaciuto

Kurt si portò il telefono all’orecchio: “Jake scusa ma devo chiudere. Ci sentiamo domani.”

“Ku..” fece per dire Jake ma lui aveva già chiuso il telefono e lo aveva lanciato sul letto di Blaine.

“Ohhhh contento!? Prendi quel cavolo di telefono e fai quello che devi fare” disse Kurt ormai con i nervi a pezzi,e andò in camera

Ma la porta si aprì subito dopo e Blaine entrò

“Sai quanto fa’ male!?” gli disse

“Aspetta,stiamo ancora parlando di telefoni? L’ho lanciato sul let—“

“Sai quanto fa male? Pensi che sia facile per me!? Vederti con quel Jake e pensare che se non fossi stato un completo idiota adesso saresti ancora …mio! Vedere come ti bacia,come ti abbraccia,come ti tocca ..e bruciare dentro,sapendo nel profondo che è sbagliato,che dovrei essere io a farlo! A farti sentire bene.. a farti sentire amato.. E invece non posso perché tutto quello che ho fatto è stato farti soffrire!”

tu hai detto che non mi amavi. Tu hai detto che non mi hai mai amato! Quindi adesso non te ne uscire con questa predica su come stai impazzendo dalla gelosia! Sei un falso”

“Touchè” disse Blaine mentre la vista gli si annebbiava

“E poi tu hai già avuto la possibilità di rendermi felice ma a quanto pare non l’hai mai voluta. L’hai sprecata miseramente” gli gridò

“Mi dispiace Kurt” disse Blaine fra le lacrime

“Ti odio! Vattene!”

“Hai ragione ad odiarmi Kurt,hai ragione” disse Blaine mentre si portava le mani sugli occhi,sperando che strofinando li le lacrime non uscissero.

Ma aveva già il volto rigato dalle lacrime.

“Io meritavo di più! Io merito di più” urlò Kurt alzandosi dal letto

“Non voglio privarti della tua felicità,Kurt. Davvero” disse Blaine con le mani ancora sul viso

“Ah! Davvero!? Mi dici che non mi ami e mi lasci tutti questi anni a chiedermi perché?  O a chiedermi che cosa avessi di sbagliato! E adesso appari di nuovo e pretendi che io mi scordi tutto e ti
perdoni? Dopo tutto il male che mi hai fatto!?”

Ormai la stanza era piena di urla e lacrime e sentimenti che salivano a galla troppo presto. Kurt voleva solo farla finita perché non ce la faceva più e la testa gli scoppiava. Quindi sputò tutto il rancore
rimastogli in quelle ultime parole:

“Dopo tutto quello che mi hai fatto! Non ho mai smesso di soffrire! Mi dicevo che il tempo avrebbe cancellato tutto e invece non è così! E ti odio. Perché mi hai rovinato!”

Blaine alzò finalmente il viso per guardare Kurt. E i loro occhi si incontrarono.

Come sempre,fu come se fossero incatenati. Furono incapaci di guardare altrove.

Intanto Kurt continuava: Ti odio…Ti odio…Ti odio…

“Mi hai rovinato! E adesso sono …felice,con Jake e tu ti metti a fare il geloso?! Non ne hai il diritto. Forse non l’hai mai avuto. E il cretino sono io che ti ho lasciato entrare nel mio cuore. E ne sono
rimasto senza! Quindi sì,so cosa vuol dire non poter avere qualcun – Cosa stai facen ----?!” fece per dire ma Blaine adesso era a pochi centimetri da lui.

In un istante,con gli occhi sempre nei suoi,mise le mani sulle sue guance e si avvicinò.

Labbra calde e soffici ed esattamente come Kurt le ricordava raggiunsero le sue in un bacio disperato.

 
No. No. No. No. No. No. No!
 

Snap.
 

Lo schiaffo riecheggiò fra le mura dell’appartamento e Blaine si portò la mano al viso colpito,guardando Kurt che intanto era ormai con la schiena contro al muro e piangeva incontrollato.

“Vai via! Vattene!” urlò disperatamente,mentre si lasciava cadere sul pavimento

Sentì Blaine raggiungere la sua stanza,Poi un tintinnio di chiavi e lo sentì uscire a passi veloci dall’appartamento.

Sentì le lacrime bruciargli gli occhi e uscire velocemente.

Sentì quel dolore nel petto,quello di un cuore che batte brutalmente,minacciando di uscirti dal corpo o di esplodere in esso.

Sentì quel dolore allo stomaco,quello di farfalle che vorticano incessantemente facendoti venire voglia di bere insetticida.

Sentì quel preciso dolore. Quello che confermò le sue paure:
 


Amava ancora Blaine Anderson.
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“Your subtleties
They strangle me
I can't explain myself at all.
And all the wants
And all the needs
All I don't want to need at all.

The walls start breathing
My mind's unweaving
Maybe it's best you leave me alone.
A weight is lifted
On this evening
I give the final blow.
Now I'm on my own side
It's better than being on your side
It's my fault when you're blind
It's better that I see it through your eyes

All these thoughts locked inside
Now you're the first to know

When darkness turns to light,
It ends tonight
It ends tonight.”



LA CANZONE DEL CAPITOLO è "IT ENDS TONIGHT - THE ALL AMERICAN REJECTS" 

 mentre quella che canta Mercedes è "I DON'T LOVE YOU - MY CHEMICAL ROMANCE"

Grazie per aver letto e.. Hallelujah! finalmente una scena Klaine come si deve! Alla prossima! :D 

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Capitolo 8
*** Thinking of you ***


8 CAPITOLO – THINKING OF YOU

“Sei l’amore della mia vita,Kurt.”

Ripetitivo.

“Sono innamorato di te.”

Dozzinale.

“Kurt,torna con me.”

Impossibile.

“Kurt ti prego,dimmi che mi ami.”

Patetico.

“Arriva un momento, in cui diciamo a noi stessi: Oh eccolo là! Quel ragazzo sarà la mia fine.”

‘Oh Anderson,puoi fare di meglio’ si disse,esasperato.

Blaine Anderson aveva sentito la fine arrivare. Era stata insieme la cosa più bella che gli fosse successa,e la peggiore.

Kurt….Oh,Kurt.

Adesso sapeva quanto  lo avesse fatto soffrire,e si sentiva un mostro. E proprio quando aveva pensato di lasciarlo stare,quando aveva pensato semplicemente di andarsene.. Il suo corpo lo aveva
tradito e lo aveva portato dritto fra le sue braccia. Aveva tastato quelle labbra che sapevano di odio,amore e lacrime in un bacio disperato,bisognoso di sentire che Kurt era ancora suo.

Ma Lui gli aveva chiaramente fatto capire che lo odiava. Sentiva ancora la guancia bruciargli nel punto in cui lo aveva colpito. E adesso…

E adesso?

Guidava ormai da ore,senza meta,sperando di arrivare a una risposta. Sperando di sapere cosa fare.

Doveva forse andarsene e lasciarlo alla sua vita – di nuovo? O doveva tornare e provare a riprenderselo?

‘forse dovresti solo pensarcisu’ si disse.

Invece,guidò la macchina fino ad arrivare dove non avrebbe mai pensato di andare.

“Blaine!?” disse Mercedes scioccata quando aprì la porta. “Che ci fai qui?”

“Ehi Mercedes.. Senti… so’ che non ci sentiamo da un po’ e che sei una delle migliore amiche di Kurt quindi dovresti odiarmi ma ho…. Bisogno del tuo aiuto” farfugliò lui

“Entra” disse lei dopo pochi istanti,facendogli cenno di accomodarsi

“Allora….” Disse lei

“Allora……..” le fece eco Blaine mentre si sedeva sul divano

“Come diavolo sai dove abito!?” chiese,ridendo.

“Ho le mie fonti” disse lui facendole l’occhiolino. “No seriamente,l’ho rubato a Rachel. Ma non dirglielo” continuò,ridendo con lei.

“Vuoi qualcosa da bere?” gli chiese educatamente

“No,Grazie”

“Ok..allora,Spara!” disse lei sedendosi a gambe incrociate accanto a lui.

“Io e Kurt.. be’ abbiamo litigato oggi e..” cominciò Blaine

“Non è ciò che fate da quando sei tornato comunque?”

Blaine sospirò tristemente e si portò le mani al viso

“Ok scusa. Continua” lo incoraggiò lei

“Be’ gli ho… Gli ho detto quanto sia difficile per me vederlo con quel  Jake e che sono un idiota…”

“Di esserlo,lo sei”

“Mercedes” sbottò lui

“Ok scusa ma..non vi eravate lasciati perché non provavate più niente l’uno per l’altro?” chiese lei confusa

‘Wow. Allora Kurt non aveva spiegato la situazione a nessuno.’  Si disse.

“No.. Gli..Gli ho detto che non lo amavo”

“allora sei  il re degli idioti!”

“Lo so..” disse lui strofinandosi gli occhi

“E perché lo hai fatto?”

“è una storia lunga…non… preferirei non parlarne”

“..Ok,allora vai avanti” gli disse Mercedes

“lui mi ha detto più o meno che mi odia e che non vuole avere niente a che fare con me..”

“Be’ dir---“ fece per dire lei ma venne interrotta:

“MERCEDES!!” disse lui esasperato,adesso guardandola dritto negli occhi. Lei si mise un dito sulle labbra e gli fece cenno di continuare.

“L’ho baciato”

“L’hai baciato!?!” disse lei e per un istante Blaine pensò che lo avrebbe preso a calci

“OH. MIO. DIO. Finalmente hai fatto qualcosa di sensato!” concluse Mercedes e Blaine rise sollevato.

“Solo che lui mi ha schiaffeggiato e mi ha detto di andarmene” disse lui,girando la testa di lato per lasciare che lei vedesse il rossore sulla sua guancia.

“Oh si lo vedo…Wow,non pensavo che uno schiaffo potesse essere così potente,devo fare in modo di congratularmi con Kurt” disse lei ridendo. E Blaine non poté non ridere.

“E tu te ne sei andato” concluse dopo un po’.

“Si”

“Be’ hai ancora molto da imparare.. non è stata la più brillante delle idee” gli disse lei sinceramente.

“Avresti dovuto vederlo Mercedes…era così spaventato e.. Arrabbiato… E io non sapevo cosa fare” disse sorridendo amaramente

“Blaine.. Ascoltami.. Tu ami Kurt?”

Lo amo?


“Più di qualsiasi altra cosa al mondo. Lo amo dalla prima volta in cui ho visto il suo sorriso. Che lui tanto odia ma è.. è semplicemente adorabile e ti fa’ venire voglia di essere migliore,di fare qualsiasi cosa per fare in modo che sorrida ancora. Lo amo dalla prima volta in cui ho visto quella scintilla nei suoi occhi che ti fa’ chiedere se sia vero o se sia un angelo.Lo amo così tanto che fa' quasi male. Ho bisogno di lui come ho bisogno di respirare. Ho bisogno di lui come la luna ha bisogno dela luce sole per brillare.. senza di lui sono solo..be’ sono solo io.. Mentre Kurt mi riempie di questa luce,della sua  luce e..mi permette di brillare. Lo amo.. Dio,se lo amo. Non so’ fino a quando vivrò ma se c’è una cosa di cui sono certo,è che lo amerò fino all’ultimo respiro.” Disse Blaine ormai in lacrime

“Allora sai cosa fare” disse Mercedes allungando una mano per asciugargli le lacrime sulle guance. E Blaine notò un luccichio nei suoi occhi,come se stesse per piangere anche lei.

“Cosa?”

“Combatti per lui.. Combatti per Kurt.”

“Devo andare,Sei la migliore! Grazie!” disse dandole un bacio sulla guancia e volando – letteralmente- fuori dalla casa.

Cercò di capire cosa avrebbe fatto una volta arrivato. Ma alla fine decise che lo avrebbe scoperto lì,quando avrebbe guardato in quei tristi occhi azzurri.

Si mise in macchina e partì.

‘Ti prego fa’ che mi ami ancora.’ Disse ad un dio in cui nemmeno credeva.
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Knock. Knock. Knock.

“Kurt?”

“Oh,Hei…che…ci fai qui?” disse asciugando le ultime lacrime e andando ad aprire la porta.

“Rachel mi ha fatto entrare,è che mi sembrato.. Arrabbiato.. prima per telefono.. E sono venuto a vedere se stavi bene..” disse Jake con quello sguardo così dolce rivolto a Kurt,che gli fece cenno di
entrare e poi chiuse la porta.

“Stai bene?”

NO.

No,Non stava bene.

Gli sembrava di impazzire. Non riusciva a smettere di pensare a Blaine e a ciò che era successo. Non riusciva a placare il suo cuore. Non riusciva a non sentire il suo sapore sulle labbra. Non riusciva a guardare Jake negli occhi.

“Si tutto bene.” Mentì

Improvvisamente,un’idea gli venne alla mente.

Prese il ragazzo dalla giacca e lo attirò dentro,buttandolo sul letto.

Diavolo,doveva trovare un modo per togliersi quel bacio dalla testa. Doveva sperare di rimpiazzare il suo sapore con quello di Jake. Così,forse,tutto sarebbe andato bene.

Si mise a cavalcioni sopra Jake,e cominciò a baciargli frettolosamente il collo,sfilandogli la maglietta.

‘Ti prego fa’ che smetta di amarlo.’Disse ad un dio in cui nemmeno credeva.
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Guidò il più veloce possibile e parcheggiò la macchina nell’unico posto libero. Corse verso la struttura.

Non si accorse che la macchina di Jake era posteggiata proprio a pochi metri dalla sua.

Decise per le scale. L’ascensore gli sembrava,in quel momento,troppo lento.

Ogni scalino era un passo in più verso la sua felicità.

Ogni scalino era un passo in più verso ciò che aspettava di fare da quattro maledettissimi anni.

Ogni scalino era un passo in più verso Kurt.

Si fermò di colpo.

E se Kurt non mi volesse più?

E se non avesse provato le stesse cose che aveva provato lui?

‘Dannazione Anderson,Fatti coraggio!’si disse mentre stringeva i denti e saliva gli ultimi scalini.

Mise le chiavi nella serratura e si precipitò dentro.

“Blaine? Blaine!!! Vieni qui devo parlarti un attimo di una cosa importante” disse Rachel con aria terrorizzata mentre si metteva davanti a lui

“Rachel non ho tem---“ fece per dire ma venne interrotto:

“Il lavandino si è rotto!!! Sì,è rotto! Schizza acqua dappertutto ! Devi aiutarmi!!!” farfugliò lei

“Rachel non è vero” disse sbirciando in cucina. “Che stai cercando di dirmi? Non ho tempo devo dire una cosa a Kurt” disse Blaine cercando di spostarla ma lei lo prese per le spalle.

“Kurt non c’è! Se n’è andato poco fa’!”

“Che stai dicendo!? La luce è acc----“ disse ma… venne interrotto. Di nuovo.

Ma non da Rachel.

“Oh…. Kurt….” Si sentì Jake ansimare.

“Che…..che succede lì dentro!?” sentì quel pizzicare alla punta del naso che gli diceva che le lacrime stavano arrivando.

E non tardarono. Le sentì salire,mentre quei rumori si facevano sempre più evidenti,rivelando ciò che stava succedendo.

Il sorriso gli morì sulle labbra non appena lo realizzò,proprio come la speranza di riprendersi Kurt.

“VUOI UNA PIZZAAA?? ANDIAMO A PRENDERE UNA PIZZA!!!” urlò Rachel tentando,senza risultati,di non fargli sentire quei gemiti. Era terrorizzata.

“Ok……” disse lui per distrarla,ma appena lei fece per prendere il cappotto lui scivolò dalla sua presa e corse verso la stanza di Kurt.

Senza bussare.

Il cuore mancò un battito.

Kurt era sopra Jake. Entrambi erano a torso nudo e Kurt gli stava baciando il petto.
Poi,quando sentì la porta sbattere contro il muro,si girò e vide Blaine.

Istantaneamente la vista di Blaine si annebbiò del tutto e non fu possibile riuscire a distinguere le forme in quella stanza.

Occhio non vede,cuore non duole’ pensò ironicamente Blaine. 

Allora perché faceva ancora così male?

“Oh mio dio..Blaine….” disse Kurt alzandosi dal letto. O meglio,alzandosi da Jake. Andando verso di lui.

Le lacrime cominciarono a rigargli il viso,incontrollate. Ma lui non fece niente per coprirsi. Non aveva senso ormai.

“No…è..è ok,non devi spiegarmi niente.” Disse lui fingendo una risata,mentre riprendeva la maniglia e chiudeva la porta.

Per un attimo restò lì,facendo respiri profondi per calmarsi. Poi si asciugò gli occhi e si girò verso Rachel.

“Non volevi andare a prendere una pizza?” disse mentre si avviava verso la porta. “Vieni o resti qui?” chiese quando vide che Rachel era rimasta immobile.

“Vengo!” disse lei prendendo il cappotto e seguendolo fuori dall’appartamento.
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“Mi dispiace ma devi andartene.” Disse Kurt lanciandogli la sua maglietta.

“Hey…Cosa c’è piccolo?” disse accarezzandogli la guancia

“Ho bisogno di stare solo.”

“Non noteresti nem----“ fece per dire ma Kurt lo interruppe:

“Per favore.” Disse con i pugni stretti sui fianchi. Lo sguardo basso,combattendo qualche lacrima.

“Ok… Chiamami…” gli disse Jake preoccupato mentre usciva dalla porta.

Non lo fece.
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Quella notte,Blaine non riuscì a dormire.

Riusciva solo a pensare a quanto fosse stato stupido. Ad illudersi che Kurt avrebbe potuto amarlo ancora.

Riusciva solo a disprezzare se stesso.

Erano circa le due quando prese il suo I-pod e le sue cuffie e cercò di farsi cullare dalla musica.

Quel ricordo non si levò dalla sua testa. Le sue mani sul corpo di Jake. Le sue labbra sul suo petto. Il suo ansimare di piacere.

Non volevano andarsene.

Mise la musica talmente forte da far male,sperando che li cancellasse. Ma non fu cosi.

Mise la musica talmente forte che non sentì nient’altro che quella.

Non sentì quel delicato bussare alla sua porta. Non sentì Kurt chiamare il suo nome,e non lo sentì ritornare nella sua stanza con i passi pesanti almeno quanto il suo cuore.
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“How do I get better
Once I’ve had the best
You said there’s
Tons of fish in the water
So the waters I will test

 
He kissed my lips
I taste your mouth
He pulled me in
I was disgusted with myself

 
You’re the best
And yes I do regret
How I could let myself
Let you go
Now the lesson’s learned
I touched it I was burned
Oh I think you should know

 
Cause when I’m with him
I am thinking of you
Thinking of you
What you would do if
You were the one
Who was spending the night
Oh I wish that I
Was looking into your eyes
Looking into your eyes
Looking into your eyes

Oh won’t you walk through
And bust in the door
And take me away
Oh no more mistakes
Cause in your eyes I’d like to stay”




La canzone del capitolo è "Thinking of you - Katy Perry"

Spero che il capitolo vi piaccia!
Grazie per aver letto,alla prosssssima! :D

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Capitolo 9
*** Situations ***


9 CAPITOLO – SITUATIONS


Ci fu’ un tonfo.

“Merda!” sentì qualcuno imprecare.

Si mise a sedere e scacciò via il sonno,strofinandosi gli occhi. Aveva dormito male quella notte,dopo essere andato a bussare alla porta di Blaine senza alcun risultato.

Forse era meglio così.

Diede un’occhiata all’orologio.

07.00

Che diavolo stanno facendo?

Decise di andare a vedere e si avviò in salotto. Nessuno.

Andò in cucina. Lì,un borsone era adagiato sul bancone e Blaine stava raccogliendo qualcosa da terra. Quando si accorse di Kurt,non sembrò sorpreso. Tenne lo sguardo basso e continuò a
raccogliere le cose in terra.

“Che cosa fai?” chiese Kurt

“Sto andando da un amico. Starò con lui finché non trovo un altro posto.” Disse seccamente,evitando il suo sguardo.

“Perché?” chiese Kurt,e poté sentire il dolore nella sua voce

“è inutile.. stare qui,intendo. È ovvio che non mi sopporti e.. No,lasciami finire” disse alzandosi,quando Kurt aveva tentato di dire qualcosa. “Non ho motivo di restare qui. Tu hai la tua vita,e così ti sarà
più semplice viverla.” Concluse prendendo una scatola in mano e andando verso il salotto

“Blaine…”

“No,tranquillo capisco.. Solo….” Disse girandosi e avvicinandosi a lui. “Posso…avere un bacio d’addio?” chiese e Kurt vide le lacrime nei suoi occhi.

“Blaine.. continuerai ad insegnare nella mia classe comunque.” Disse Kurt sorridendogli amaramente

“Ok.. Ok… come se non avessi detto nulla tranquillo” disse facendo per andarsene ma Kurt lo trattenne per il braccio. Lui restò lì,dandogli le spalle. Aspettando che parlasse. Non voleva mostrargli
quanto facesse male.

“Magari… Solo uno?” disse Kurt.

Non ebbe bisogno di ripeterlo una seconda volta. Blaine si girò e lo guardò intensamente. Spostando lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra e viceversa.

Kurt si sporse e posò le labbra sulle sue,per pochi istanti.

Le sensazioni erano così forti.. E non poteva cedere alla tentazione.

Ma quando fece per staccare le labbra dalle sue,Blaine posò la scatola che teneva in mano da qualche parte sul tavolo e prese Kurt dai fianchi,attirandolo a sé.

Il corpo di Kurt rispose al posto suo.

Continuò a baciare Blaine,circondandogli il collo con le braccia –proprio come una volta- e non si oppose quando il bacio si fece più intenso.
Le loro lingue danzarono l’una con l’altra,sussurrando parole che altrimenti sarebbe stato impossibile dire.

Le mani di Blaine vagarono per il suo corpo quasi possessive. Ansiose di reclamare ciò che era loro. E Kurt si strinse a lui ancora di più,dandogli maggiore accesso al suo corpo. Le gambe quasi gli cedettero.

Si sentì alzare da terra,ma un minuto dopo veniva adagiato sul letto di Blaine,il quale gli baciava il collo con desiderio e Kurt non poté fare a meno di continuare a sussurrare,come un mantra:

Blaine..Blaine…Blaine….
 
 
 


Kuuuuuuuuurt!!!! Svegliati!!!”

“Uhhg ‘on voglio” borbottò Kurt cercando di tornare a dormire

“Kurt!!! Sono le 7.30!!” disse lei levandogli le coperte.

Kurt si alzò di botto.

‘Cattiva idea’ si disse,sentendo la testa girargli.

“Ok.Ok.. vai via fammi fare una doccia veloce”

“Sbrigati!!” disse infine,lasciandolo solo.

Quando uscì dalla doccia,borsa in mano e tutto,andò in cucina a prendersi un bicchiere d’acqua.

Blaine era lì.

“Buongiorno” gli disse Kurt imbarazzato

Blaine gli fece cenno con la testa. “Dormito bene?” disse con sorriso malizioso. Bene almeno non era più seccato con lui. O almeno così gli sembrò.

Poi ripensò al suo sogno.

Quasi gli cadde il bicchiere dalle mani.

“Uhm… Si” disse evitando il suo sguardo

“Parlavi del sonno” disse Blaine con un sorriso di consapevolezza. E –Oh mio dio- Kurt voleva sotterrarsi in quel momento.

“Si?” chiese

Sono fottuto’ pensò.

“Si ma qualcosa di incomprensibile comunque” mentì Blaine

Fiuuuuuuu.

“Ci vediamo a scuola” gli disse freddamente e se ne andò.
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Per fortuna,quel giorno,non aveva lezione con Blaine. Per il resto,il suo sogno gli aveva dato tanto  a cui pensare. E non erano cose piacevoli.

Si sentiva uno schifo. Aveva un bellissimo ragazzo,con tutte le qualità che lo rendevano perfetto com’era,e lui sognava Blaine.

Perché!?

Perché non aveva sognato le mani di Jake,che lo avevano accarezzato con dolcezza?

Perché non aveva sognato il suo corpo,al quale si era stretto riparandosi dal mondo?

Perché non aveva sognato le sue labbra,che aveva baciato tante e tante volte?

Aveva sempre agognato un amore dolce e sentimentale,ma adesso che lo aveva… si sentiva un po’ come una Biancaneve che,dopo aver ricevuto il bacio del principe,aveva scoperto che tutto ciò di cui
aveva voglia era quel veleno che gli aveva fatto palpitare il cuore,era il desiderio di dare ancora un morso alla stessa mela che l’aveva portata alla morte.

Aveva forse qualcosa di sbagliato!?

‘Sicuramente si,per volere ciò che ti farà solo del male’si disse.

Per il resto del giorno,cercò di convincersi che non doveva pensare a Blaine. Quasi ci riuscì a concentrare i suoi pensieri su Jake.

JAKE. JAKE. BL---JAKE! JAKEEEE.

Ho detto quasi!

Quella sera,restò in libreria per una ricerca fino a tardi. Quando arrivò a casa,era già esausto.

Ma si mise comunque ai fornelli per cucinare,dato che oggi Finn si fermava a cena con loro.Fece delle “semplici” lasagne(il piatto preferito di Finn) e,non appena finì di apparecchiare,qualcuno bussò
alla porta.

“Ciao,Kurt!!” lo salutò Finn abbracciandolo forte,non appena lo vide.

“Non respiro,Finn! Non respiro!” giocò lui

“Mmmmm sento odore delle tue lasagne” disse spostandolo di lato e andando in cucina. La porta della stanza di Blaine si aprì.

“Blaine? Non sapevo nemmeno che fossi a casa” disse Kurt scioccato

“Blaineeeee amico!” lo salutò Finn abbracciando anche lui

“Sta attento,il tuo lato da orso è uscito di nuovo allo scoperto” lo provocò Blaine ricambiando l’abbraccio con foga

“Ci sono anche io!” urlò Rachel dal salotto

“Riunione di famiglia” scherzò Finn

“Imbarazzaaaantee” cantilenò Kurt. E Blaine lo guardò in modo strano. Quasi ferito.

“Mangiamo?” disse Finn sfregandosi le mani. Rachel si alzò sulle punte per dargli un bacio sulla guancia. “Si” disse.

Seguì quel momento imbarazzante in cui cerchi di sederti lontano da una persona,ma ti rendi conto che il tavolo è omologato per quattro,e sei costretto a farlo,perché è l’unico posto libero.

Quindi,riluttante,Kurt si sedette accanto a Blaine,spostando però la sedia il più lontano possibile.

“Grazie Oh Kurt per aver cucinato codeste lasagne che delizieranno il mio palato” disse Finn a mo’ di preghiera,con le mani incrociate. Kurt si sporse per dargli un pugno sulla spalla,ridendo.

“Smettila” disse arrossendo. Guardò Blaine con la coda dell’occhio e vide che lo stava osservando con quel sorriso genuino che non vedeva da molto tempo. Distolse subito lo sguardo.

Tra un boccone e l’altro,Finn cominciò a parlare della sua università e Rachel della NYADA.

Kurt riuscì a capire ben poco dato che Blaine non la smetteva di leccarsi quelle maledette labbra e poi girarsi verso di lui,che ritrovava immediatamente attenzione per il suo piatto. O visto che i muscoli
delle sue braccia non la smettevano di contrarsi o allungarsi. O visto che il suo ginocchio non la smetteva di sbattere contro quello di Kurt,facendo in modo che le loro cosce si toccassero.

Quando ormai erano arrivati al dolce,e Finn e Blaine parlavano di sport,Kurt sentì qualcosa sul suo ginocchio.

Pensò che se lo stesse immaginando,solo che questo “qualcosa” che a quanto pare,si accorse,era la mano di Blaine,non la smetteva di risalire lentamente la sua coscia.

Kurt scattò alzandosi dalla sedia –e grazie a dio aveva indossato un maglione lungo- sicuro di avere un’espressione terrorizzata in viso,perché Rachel partì subito in quarta:

“Kurt! Stai bene?” disse alzandosi

“Si,Kurt …Stai bene?” lo provocò Blaine,un sorriso sghembo sul viso.

“Sono solo esausto,forse è meglio se vado a dormire. Buonanotte.” Disse Kurt e si ritirò nella sua stanza,assicurandosi di averla chiusa a chiave.
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 Il giorno dopo,avendo sognato ancora Blaine,la scuola fu un inferno.

Non riusciva a seguire le lezioni. Così,il pomeriggio,restò in biblioteca per cercare di restare al passo con gli altri.

Quando arrivò a casa,si chiuse in camera e finì tutti i compiti che gli erano stati assegnati quella settimana. Era sera quando iniziò il suo compito di scrittura,e non ce la faceva più.

Per fortuna Rachel era a casa,e preparava lei la cena per tutti,in modo che lui avesse il tempo di finire.

Stava scrivendo le ultime righe,quando la luce si spense all’improvviso.

Nell’oscurità,Kurt si alzò e andò a prendere una candela da accendere sulla sua scrivania. Poi si diresse verso l’interruttore del salotto sperando che fosse Rachel che gli faceva un altro scherzo. Ma la
luce era andata definitivamente.

Oh merda. L’ultima cosa che gli serviva era l’ennesimo Blackout. Dio,poteva essere più sfortunato? Tutto il suo compito andato perso per sempre.

“Sarà stato il forno!” urlò Rachel

“Fa’ niente,tanto ormai il mio compito è perso” sbottò lui

Si appoggiò al muro e aspettò che Rachel andasse ad accendere la luce al posto suo. Finalmente,sentì dei passi avvicinarsi e aspettò di sentirli andare verso la porta.

Ma si fermarono vicino a lui.

“Rachel!! Non è divertente! Accendi la luce.” Sbottò Kurt,aspettando l’arrivo di qualche “Buuuu!” o qualche grido per spaventarlo. Ma niente.

Dopo un paio di secondi i passi si avvicinarono e Kurt si preparò al peggio. La candela faceva meno luce di quanto si aspettasse ed era ormai quasi consumata. La alzò in aria sperando che
illuminasse Rachel. Ma la candela si spense per il movimento brusco e la posò per terra.

In quel momento sentì un respiro caldo sulla nuca,che bastò a farlo smettere di parlare e che gli fece tremare le ginocchia. Kurt si girò lentamente. Ciò che vide fu solo una sagoma immobile a meno di
un metro da lui. Mani tremanti si allungarono verso la sagoma che aveva davanti. Le dita carezzarono ogni piccola parte di quel viso,lo riconobbero subito. Si soffermò sulle labbra,che erano dischiuse in un sorriso.

Poi continuarono lungo il collo,seguendo con la punta delle dita,la mappa che formavano due vene.

Lo sentì avvicinarsi,e si preparò a ciò che aveva avuto luogo solo nei suoi sogni. Si preparò a ciò che il suo corpo aspettava.

Labbra calde si posarono sulle sue e un corpo imponente lo spinse maggiormente contro il muro. Dopo pochi secondi,il bacio crebbe in passione. Le loro labbra si cercarono bisognose. La lingua
dell’altro stuzzicava il suo labbro inferiore. Kurt aprì la bocca per dare il permesso alla lingua di entrarvi,ma il bacio fu spezzato. Sentì quelle labbra scendere lungo la mascella verso il collo,dove
morsero disperatamente. Ci volle tutta la sua forza di volontà per non lasciare andare un gemito di piacere.

“Kurt! Vado ad accendere la luce!” urlò Rachel. La sentì allontanarsi

“Perché mi tormenti così,Kurt?” gli bisbigliò il ragazzo mentre continuava a baciargli la mascella. La sua voce bassa e sensuale.

“Bl---Blaine….Non pos---possiamo.. Non possiamo” disse Kurt in un sospiro mentre appoggiava la testa al muro,lasciando inconsciamente al ragazzo più accesso al suo collo.

“Shhhhh” sospirò Blaine sul suo orecchio,mentre gli stuzzicava il lobo

Detto questo,Blaine lasciò scivolare le mani sul corpo dell’altro,esplorandolo.

Kurt sospirò e affondò le dita nei capelli di Blaine.

Era sicuro che avrebbe rimpianto tutto questo. Ma per adesso la sua mente non era capace di formare un pensiero coerente. Scioccamente pensò: “Ciò che accade nel buio,resta nel buio” e quasi si
mise a ridere.

Attirò Blaine a sé per un ultimo,disperato bacio tutto lingue e denti e gemiti. Le mani dell’altro scendevano adesso sulla sua schiena,mandando brividi in tutto il suo corpo. Si fermarono sulle sue cosce
e alzarono tutto il suo peso,sostenendolo al muro,mentre veniva schiacciato sempre di più dal corpo di Blaine.

Dopo pochi istanti,la luce si riaccese e il momento finì.

Kurt scivolò via da lui,il più lontano possibile,e si portò la mano alla bocca. Chiedendosi che cavolo era successo.

“Che cosa hai fatto!?” sbottò

“Niente che tu non abbia acconsentito” lo provocò Blaine

“No no no no no no. Pensavo… pensavo fossi …Jake” cominciò a farfugliare

“Be’ io ho chiaramente sentito un “Bl—Blaine” uscire dalla tua bocca” lo prese in giro imitando la sua voce

“Non l’ho mai detto” disse Kurt ormai chiaramente irritato

“Be’ allora fammi capire.. Pensavi fossi Jake.. quindi lui era apparso magicamente dal nulla?”

“Potrebbe succedere!” disse,fingendo convinzione. Mentre dentro di sé pensava: “CHE. DIAVOLO. STAI.DICENDO!?”

Blaine sembrò rinunciarci. Quel sorriso di vittoria sempre sul suo viso non faceva altro che innervosire Kurt.

“Come vuoi! Vado a fare una doccia” disse

Kurt si sedette sul divano,ancora scioccato. E si versò un bicchiere d’acqua per calmarsi.

“Kurt?”

“Cosa!?” sbottò lui portandosi il bicchiere alle labbra

“Vuoi unirti a me?” lo provocò ancora. Il sorriso malizioso sempre stampato in faccia.

Kurt quasi si strozzò con quella poca acqua che aveva bevuto. La sputò su tutto il tavolino. Blaine rise.

“No!!! Oh-mio-dio-vai-via-e-basta!” disse tutto d’un fiato,portandosi le mani ai capelli,esasperato.

Blaine rise profondamente. Poi andò dentro il bagno,chiudendosi la porta alle spalle.

Kurt tornò nella stanza e riprese il computer,ma ormai era inutile. Aveva scordato tutto. Probabilmente anche il suo nome.

Tutto ciò che ricordava era il corpo di Blaine schiacciato contro il suo,che ancora tremava.

Il telefono squillò.

“Pronto?”

“Hey splendore”

“Jake? Oh ciao..” borbottò Kurt. Oddio cosa aveva fatto? Come avrebbe fatto a nasconderlo a Jake?

“Che hai fatto oggi?”

“Che? Cosa? Perché.. perché me lo chiedi?” chiese impaurito

“Non posso chiedere al mio ragazzo come è andata la sua giornata?” disse Jake,e potè sentire dalla sua voce che stava sorridendo.

Il mio ragazzo.

‘oddio guarda cosa gli hai fatto! Lui è ignaro e innocente e tu sei un mostro!”  si disse.

Si schiarì la gola. “Mmm,bene… Non ho fatto niente in realtà.. solo studiato”

bugiardo!’  gli urlò una vocina nella sua testa

“Bene… mi manchi Kurt”

Le lacrime gli salirono agli occhi.

“Anche tu”

“Siamo ok,vero?”

“C-certo,perché?”

“No,niente.. Ci vediamo domani a scuola?”

“Si”

“Buonanotte Kurt”

“Buonanotte” disse e riagganciò.

Dopo aver pianto probabilmente tutte le lacrime che aveva in corpo,esausto,si fece una doccia e andò a dormire. Cercando di non pensare a quanto facesse schifo.

Ma i suoi incubi –se così poteva chiamarli- su Blaine,glielo ricordarono imperterriti.
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“Bene classe. Questa settimana parleremo di… Rullo di tamburi prego” disse e alcuni studenti tamburellarono sul banco

“Gelosia” disse sorridendo,strascicando la ‘s’

“Uhhhhh Uhh” bisbigliò Mercedes,dando una gomitata allo stomaco di Kurt,che le scoccò uno sguardo minaccioso.

“La gelosia è un sentimento di Ansia e incertezza dell’essere umano,causato dal timore che la persona amata..” disse guardando dritto verso Kurt. “Sia voluta da altri,o che essa preferisca altri. La conseguenza è sicuramente la rabbia. O il risentimento verso chi si pensa sia più considerato dalla persona che amiamo o… più in generale… è causata dalla paura di perdere ciò che si pensa di avere” disse

“Si infatti,si pensa di avere” borbottò Kurt,sottolineando eccessivamente la parola ‘pensare’.

“Mi scusi Hummel,qualcosa da dire?” chiamò Blaine dall’altro lato della classe. Tutti si girarono verso di lui.

“Ho detto solo che la gelosia a volte è un’arma ad unico taglio.. Perché si pensa di avere una persona mentre.. non si dovrebbe.. anche perché evidentemente quella persona non è interessata” disse
Kurt semplicemente,alzando il sopracciglio,curioso di sapere la risposta a questo

“Ne sono sicuro” disse lui ironicamente. Poi,ricordandosi di avere una classe,disse: “Ma non puoi controllare i sentimenti”

“Non puoi neanche controllare le persone” controbatté

“Capisco il suo punto di vista,signor Hummel… Ma mi dica,lei non è mai stato geloso di qualcuno?”

Ripensò a Sebastian. A chiunque guardasse Blaine un momento di troppo. A come avesse voluto uccidergli o castrarli o magari scrivere sulla fronte di Blaine: PRESO!!

Si schiarì la voce. “N-no…” mentì

Vide una certa tristezza nei suoi occhi,ma andò subito via.

“allora probabilmente il suo punto di vista non è quello più affidabile,non crede?” disse Blaine e la classe rise

Kurt annuì soltanto e distolse lo sguardo.

“Detto questo,come sapete la settimana prossima dovrete esibirvi,MA” disse e bisbigliò qualcosa alla band. “Visto che molti di voi hanno detto di volermi sentire,ho preparato un esempio per voi.”
Concluse sorridente,posizionandosi al centro della classe.

“Volevo comunque proporlo per lo spettacolo di fine corso,quindi ditemi che ne pensate.. Sembrerà un po’ clichè ma non potete biasimarmi per amare questa versione della canzone! Mercedes,sai
cosa fare.”

Detto questo,Mercedes si alzò,seguita ds John e Sarah.

I ragazzi si sistemarono al centro della stanza,mentre Mercedes stava accanto a Blaine accanto alla band e al pianoforte.

La melodia cominciò a risuonare per la classe. Kurt la riconobbe subito perché era una delle sue canzoni preferite. L’intera classe rimase col fiato sospeso.

John e Sarah,che facevano i ballerini,si allontanarono l’uno dall’altra e cominciarono a camminare in cerchio,come a sfidarsi. Blaine si avvicinò,mentre i violini risuonavano:

“Prima c’è Desiderio” disse e i ragazzi si sfiorarono reciprocamente

“Poi passione”

I due ragazzi si strinsero,danzando insieme. Mentre altri due si avvicinavano,guardando Sarah e provocandola

“Sospetto!” disse e John le prese il polso,allontanandola

“Gelosia,Rabbia,Tradimento!” quasi urlò mentre i ragazzi ballavano un tango passionale. Replicando quasi perfettamente il film.

“Quando l’amore si da’ al miglior offerente non può esserci fiducia,e senza fiducia non c’è amore”!” urlò Blaine,mentre i due ragazzi ballavano a mo’ di combattimento.

“La gelosia,si! La gelosia! Ti farà diventare.. Matto!” gridò ancora,mentre Mercedes si faceva avanti per cantare e i due ragazzi continuavano il loro tango.

Jake gli prese la mano e lo strinse a sé circondandogli la vita.

“ROXANNE 
You don't have to put on that red light 
Walk the streets for money 
You don't care if it's wrong or if it is right 

ROXANNE 
You don't have to wear that dress tonight 

ROXANNE 
You don't have to sell your body to the night”


Poi Blaine si unì a lei,guardando dritto verso Kurt e Jake,e cantando la sua parte:


“His eyes upon your face 
His hand upon your hand 
His lips caress your skin 
IT'S MORE THAN I CAN STAND!”



“ROXANNE!
Why does my heart cry? 

ROXANNE!
Feelings I can't fight! 

You're free to leave me but 
Just don't deceive me! 
...And please believe me when I say…”



Poi guardò Kurt negli occhi e,posandosi una mano sul cuore,cantò:


“I love you”



Sentì,ancora,le lacrime agli occhi. Per la prima volta,improvvisamente,le braccia di Jake,strette intorno alla sua vita,gli sembrarono soffocanti.
 
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“Situations are irrelevant now. 
She loves the way that I tease,
I love the way that she breathes

I touched her ooh, she touched my ahhh, it was the craziest thing.
I love the girls who hate to love because they're just like me. 

I know you love to resist 
and all it takes is a kiss 
and you just love to hate me.

You know you love all the lies 
so don’t act surprised 
that I just love to hate you.

I kissed your lips you pulled my hair it was the craziest thing. 
I love the girls who love to hate.”

Ok allora la canzone del capitolo è "Situations - Escape the fate" mentre l'altra è "Roxanne" ma penso la conosciate tutti ..e se non la conoscete siete pazzi! andatevi a vedere il moulin rouge e innamoratevi di questo bellissimo film! LoL 
Grazie a tutti per aver letto e magari ..fatemi sapere cosa ne pensate? Pretty pretty please? :P
Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Something ***


10 CAPITOLO – SOMETHING



Quando qualcosa lo tormenta,è solito pensare di notte. Quando tutto dorme,quando tutti dormono,sgattaiola sul tetto del suo appartamento,con coperta sulle spalle e cuscino sotto braccio,e anche se le stelle non sono del tutto visibili nel cielo di New York,sale lì ad osservarle. Cercando la sua stella.


Quando il funerale di sua madre finì e lui e suo padre si diressero a casa,lui gli fece una semplice domanda:

“Papà,potrò ancora vedere la mamma anche se Dio me l’ha portata via?”

Silenzio.

“Papà?” lo chiamò preoccupato

“Vedi quelle stelle lì su’,Kurt? Tua madre è una di loro. È lì per guidarti,non ti lascerà mai solo. E se mai avessi bisogno di lei,non temere di parlarle. Sappi che lei sarà sempre lì ad ascoltarti.” disse suo padre

Silenzio.

“Vedi quella stella,la più luminosa? È lei” disse indicando la stella più luminosa nel corpo celeste

“Allora Dio non me l’ha portata via! L’ha presa perché gli serviva la stella più bella! che illuminasse tutto il cielo”

Quella fu la prima volta in cui vide suo padre piangere.

Quella fu la prima volta in cui sgattaiolò fuori per parlare con sua madre.

Quella notte smise di pregare Dio di ridargli la sua mamma. Perché in qualche modo lei era lì con lui.

Smise di pregare Dio,perché in qualche modo anche se lei era lì con lui,la sua vita non sarebbe stata più la stessa.

Così,mentre le altre persone,i fedeli,pregavano Dio,lui chiedeva a sua madre,di mostrargli la retta via.

E adesso era lì,a chiederle,disperato,cosa dovesse fare.

Col passare del tempo,iniziò a fare molto freddo,ma era quasi piacevole. Kurt si strinse maggiormente tra le coperte. Ma per quanto avesse voluto che il vento spazzasse via tutti i suoi pensieri,non lo
fece. E il sonno non arrivò.

Dopo quelle che sembrarono ore,sentì dei passi.

“Kurt? Cosa fai?” lo chiamò Rachel.

Wow. Per un attimo aveva sperato,a suo malgrado che fosse Blaine. Era questo che lo fregava. Perché desiderava ancora Blaine?

“Hey..” disse lui mentre lei gli si sedeva accanto

“Kurt,stai congelando”

Dopo alcuni minuti di silenzio,Kurt parlò:

“Posso dormire qui? Solo per stanotte” le disse,come faceva sempre con suo padre quando lo trovava fuori durante la notte

“..Ok,ma non pensare che ti lasci qui da solo” gli rispose Rachel mentre si faceva spazio tra le coperte,abbracciandolo saldamente

Kurt si girò verso di lei,in modo da guardarla negli occhi. La mano di Rachel sul suo fianco,intenta a riscaldarlo.

Chiudendo gli occhi,lasciò andare quella domanda che non osava pronunciare. Quella domanda che,riecheggiò nell’aria,contaminandola:

“Rachel ..cosa fai quando ami la persona che ti ha distrutto?”

“Distrutto o no,tutto quello che hai bisogno di fare,Kurt ..è seguire il tuo cuore. Sempre.”

Silenzio.

“Kurt,capisco che Blaine ti ha spezzato il cuore e credimi non vorrei mai che lo facesse di nuovo e be’ in tal caso sai una volta,quando andavamo il liceo,i miei papà mi hanno fatto prendere lezioni di
autodifesa ma può diventare un’arma d’attacco,sai com’è,potrei fargli davvero male con alcune tecniche che ho imp---“

“Ti spiacerebbe arrivare dritta al punto?” la interruppe Kurt

“Si ehm.. scusa,ciò che intendo dire è che ..anche se ha fatto quello che ha fatto,vale la pena rinunciare a lui per orgoglio?”

Ancora Silenzio.

Si sentiva spiazzato.

Poteva rinunciare a Blaine?

“Ti sei mai chiesta se è davvero Finn quello giusto per te?” le chiese

Rachel guardò le stelle,persa nei suoi pensieri,poi rispose serenamente: “No. Non ho mai avuto bisogno di chiedermelo. Lo so e basta. Quando sono con lui,e sono con lui da parecchio tempo,sento ancora le farfalle nello stomaco. Quando mi sorride,non una sola volta il mio cuore è rimasto indifferente. Potrà sembrarti sdolcinato. Magari un po’…”

“Vomitevole?” concluse Kurt al posto suo,ridendo. Rachel gli diede una gomitata sul fianco

“Si.. potremmo dire anche così. Ma é qualcosa che non ho mai avuto bisogno di chiedermi. Lo so e basta” gli rispose con un sorriso

“…Oh”

“Non senti questo con  Jake?”

Jake. Dolce,carino,simpatico e Divertente Jake. Adesso stava con lui da un po’ e.. be’ non si poteva dire che si scioglieva quando lo guardava o che ci fossero delle farfalle nel suo stomaco – magari qualche sfarfallio – ma infondo lo stimava. Gli voleva bene. Magari lo amava.

L’amore d'altronde Non doveva per forza essere passionale,distruttivo,ardente,profondo,esplosivo e che toglie il respiro.

Ma poteva essere dolce,rassicurante.. tranquillo,leggero..e senza sorprese.

Sì,l’amore poteva essere così per Kurt.

Dopo un po’,disse:

“E se non ci riuscissi? A lasciare da parte l’orgoglio,intendo.. Se la mia mente fosse più forte del mio cuore?”

“In tal caso,c’è solo una cosa da fare. Andare avanti.”

Detto questo i due chiusero gli occhi e si lasciarono trasportare dal sonno,che arrivò irrequieto e pieno di domande irrisolte.

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“Ho bisogno di parlarti”

“Kurt?”

“Si. Puoi incontrarmi alla caffetteria all’angolo della strada?”

“Certo. Certo,arrivo.”

Si vestì il più veloce possibile. Era preoccupato per Kurt. Il suo tono di voce gli diceva che qualcosa non andava. Ed era strano comunque,perché lui e Kurt non avevano una conversazione civile da quando.. be’ da quando si erano lasciati,quindi invitarlo fuori era ….strano.

“Impressionante. 10 minuti. Fretta di vedermi?” lo salutò Kurt non appena lo vide,ma non gli diede tempo di rispondergli. Gli fece cenno di seguirlo e lo condusse ad un tavolo appartato.

Ma non disse più niente.

Quando la cameriera e arrivò,gli ordinò 2 caffè – ovviamente ricordava ancora il suo preferito – e dei pancakes.

Ma non gli rivolse parola.

Dopo un po’ la cosa diventò parecchio frustrante,e Blaine ruppe il silenzio: “Perché mi hai portato qui?” gli chiese

“Ho detto che avevo bisogno di parlarti” rispose con noncuranza.

“Ma non hai spiccicato parola più o meno da quando siamo entrati- Non capisco”

“Bene. Ok. Volevo parlarti di questo” disse,gesticolando tra lui e Blaine

“…Questo” disse Blaine confuso e.. ferito

“Si. Deve finire. Devi finirla.”

Blaine rise. Ma Kurt restò serio.

‘Oh dio,ti prego dimmi che non sei serio’ pensò

“Sono serio,Blaine.” Disse come se avesse visto dritto dentro di lui

“..Non..” fece per dire ma Kurt lo interruppe

“Blaine…. Vorrei che tu capissi. Davvero. Io.. ho cercato di ricostruirmi una vita tutto questo tempo. Dopo che tu  l’avevi distrutta. E …adesso non puoi semplicemente tornare ed aspettarti che tutto sia
rimasto sospeso o.. fermo,mentre tu te ne sei andato. Non puoi seriamente aspettarti che io sia rimasto lì ad aspettarti per 4 anni. Avresti dovuto capire che ad un certo punto sarei andato avanti. Senza di te. E adesso ho Jake…e… Lo amo.” Disse Kurt

“Lo a-ami?” balbettò Blaine,portandosi le mani al viso

“Si. Lo amo.”

Blaine si alzò e scappò fuori.

Era tutto un casino. Perchè? Perché non poteva semplicemente tornare indietro e cancellare il suo errore? Era tutto così frustrante. Sapere di non poter avere Kurt. Sapere che lui appartiene ad un altro.
E,a questo punto,sapere che lui ama un altro. Era come se lo avessero preso e lo avessero portato in un mondo in cui non sapeva chi era o quale fosse il suo posto nel mondo. Non sapeva più cosa doveva fare. Quale era il suo obiettivo. Perché adesso,il dolore di quei quattro anni sembrava niente in confronto a quello,che proprio in quel momento,gli bruciava nel petto. Perché adesso la verità era lì e non poteva più far finta di non vederla. Gli veniva sbattuta in pieno viso.

Kurt non era più suo.

E magari si,era stato talmente stupido da pensare che Kurt non lo avrebbe dimenticato. Che lo avrebbe sempre amato. Ma chi era lui per dire questo?

Chi era per fare la vittima del suo stesso assassinio?

“Blaine… Ti prego..” lo chiamò Kurt,avvicinandosi

Decise,in quel momento,che sarebbe stato forte,se non per lui,almeno per Kurt.

Decise che avrebbe potuto provare ad essere felice per lui.

Decise che,pur di guadagnarsi un posto nella sua vita,gli andava bene anche essere l’ultimo della sua lista. Gli andava bene anche essere maltrattato o stracciato. Gli bastava vederlo. Vedere il suo sorriso,immergersi – letteralmente – nei suoi occhi blu. Tutto pur di stare con Kurt.

“Si scusami”

“P-possiamo almeno cercare di essere amici?” disse,ma quando vide che Blaine non aveva intenzione di rispondere,gli alzò il mento per incontrare il suo sguardo. “Non sono pronto a perderti. Non per
la seconda volta.”

Blaine prese la mano di Kurt che era ancora sotto il suo mento,e se la portò al viso,coprendola con la sua.

Kurt lo guardò intensamente,un sorriso amaro sulle labbra.

“..Ne sarei onorato” gli rispose dopo pochi istanti

“Entriamo?”

“Non lascerei mai un piatto di pancakes”

“veramente i pancakes sono per me.” Gli rispose Kurt

“Non oseresti” gli disse,portandosi una mano al petto,come se fosse ferito. E lo era davvero. Per la decisione di Kurt. Ma lui non doveva saperlo.

“No. Infatti. Sai che non mangio quella roba ..con tutte quelle calorie” disse facendo una smorfia di disgusto

Blaine rise.

Kurt si sedette e sorseggiò il suo caffè,mentre l’altro si dedicava ai suoi pancakes.

“Pensi che potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto?” disse Blaine,cogliendolo alla sprovvista

“…Ti ho già perdonato,Blaine.”

Improvvisamente sentì il peso sulle sue spalle alleggerirsi.

“Ah bene,allora posso anche metterti una A” scherzò

“Ti ho mai detto che ti …voglio bene?” disse Kurt

Aia. Questo sì che faceva male.

‘sorridi,Blaine. Sorridi’ si disse

“Ti ho mai detto che non mi faccio comprare? Non ti metterò mai quella A+” disse teatralmente,facendo ridere Kurt

“Bene allora mi riprendo i pancakes” disse togliendogli il piatto

“A+ con tanto di stellina e adesivo di congratulazioni!” disse subito

“così si fa,bravo bimbo” disse Kurt mentre gli ridava il piatto e gli dava una pacca sulla testa,sorridendogli.

Blaine gli sorrise. Ma quel sorriso non raggiunse mai i suoi occhi.

___________________________________________________________________________________________________________________________________

Forse le cose potevano realmente andare meglio.

Forse le cose potevano andare straordinariamente. Pensò Kurt.

Lui e Blaine cercavano di essere amici,e ci riuscivano perché in effetti avevano molto in comune ed erano fatti per stare insieme. Anche se come amici.

Ovviamente Kurt faceva particolare attenzione a non portare a galla l’argomento Jake. Quando si lasciava scappare qualcosa,vedeva Blaine chiudersi immediatamente in se stesso,anche se cercava
comunque di rimanere cordiale.

Jake be’ ..era sempre il solito Jake. E il loro rapporto cresceva positivamente. Anche se,quando Jake cercava di approfondire il lato fisico del loro rapporto,Kurt scappava via.

Forse non era ancora pronto. Ma ogni volta in cui Jake posava le sue mani su di lui mentre si baciavano. O quando lo intrappolava al muro,stringendosi a lui,tutto sembrava sbagliato. Come se quel corpo,quelle mani,quei baci fossero quelli sbagliati. O meglio,provenissero dalla persona sbagliata.

Ma col tempo,Kurt si sarebbe abituato. O almeno,questo continuava a ripetersi.

Si disse che era una fase momentanea. Che era lui a non sentirsi bene in quel periodo ma le cose non migliorarono.

Kurt aveva bisogno di parlare con qualcuno.

Fortunatamente,Blaine era in camera sua a lavorare su qualcosa. Quando Kurt entrò,sedendosi sul letto,alzò lo sguardo e girò la sedia verso di lui.

“Cosa c’è?” gli disse,genuinamente preoccupato

“Jake. Non …Non so’ cosa mi succede. Non mi sento più a mio agio quando lui mi tocca e---“

“Basta! Hai qualche problema!?” disse Blaine alzandosi brutalmente

“Cos---“ fece per dire,ma Blaine lo interruppe:

“Pensi mai a qualcuno che non sia tu? Non puoi semplicemente venire qui e parlarmi del tuo ragazzo,Kurt! Anche se siamo amici,e giuro sto facendo del mio meglio,fa’ male. Sono ancora innamorato
di te. Non posso stare a sentire queste cose. Parlane con Rachel,non con me. Dovresti sapere di farmi male” gli urlò

Oh dio. Nella foga del momento non aveva pensato che magari avrebbe potuto ferire Blaine. Era uno stupido.

“Oh Blaine mi dispiace” disse prendendo le mani di Blaine e attirandolo in un abbraccio. Gli baciò la tempia e poi lo lasciò andare.

“Non succederà mai più. Scusami. Hai ragione,penso solo a me a volte.” Disse e Blaine ritornò alla sua sedia,riprendendo il lavoro interrotto.

“Puoi lasciarmi solo?”

“C-certo” rispose Kurt e si avviò nella sua stanza,chiudendo la porta di Blaine alle sue spalle.

Quella notte,sentì un pianto sgozzato riempire l’aria. Si alzò e andò nella sua stanza.

“Blaine?” sussurrò bussando

“Entra.” Disse

Lo vide raggomitolato sul letto,la faccia sul cuscino per non far vedere le evidenti lacrime. Si sentì morire.

“Posso?” disse,gesticolando al letto

“…Si”

Senza dire un’altra parola,entrò fra le coperte e mise le braccia intorno a Blaine,stringendolo.

“Scusami” bisbigliò nell’oscurità,non appena seppe che Blaine stava dormendo.

Scusami se il mio cuore non riesce ad essere abbastanza forte. Scusami se non riesco ad essere abbastanza forte per te.

_________________________________________________________________________________________________________________________

Dopo quella notte,fu come se avessero firmato un contratto senza mai affermarlo. In cui,ogni notte,uno dei due sgattaiolava nella stanza dell’altro. E si addormentavano,stringendosi e dimenticando,per le poche ore che la notte concedeva loro,il mondo intorno a loro.

Il mondo tra  di loro.

Ci volle quella che a Kurt sembrò un’eternità per riprendere la loro “amicizia”. Anche se in realtà passò solo un mese. Un mese per dimenticare l’episodio. Un mese perché il peso sul cuore di Kurt si affievolisse almeno un pochino.

A mali estremi estremi rimedi,Kurt cercò pure di dissuadere Jake dal baciarlo in classe,dicendogli che non gradiva le dimostrazioni di affetto in pubblico. Ma il ragazzo non sembrava convinto e,a suo
malgrado,continuò imperterrito.

Costringendo Kurt,giorno dopo giorno,a guardare Blaine allontanarsi sempre di più da lui.

Costringendolo,giorno dopo giorno,a sentire quanto gli mancasse avere Blaine intorno.

Costringendolo,giorno dopo giorno,a soffrire per ogni suo mancato sorriso.

Ma infondo non era Jake,era lui. Lui aveva scelto di lasciar andare le cose in questo modo.

Era lui.


“Kurt,ho bisogno di del tempo da solo. Sto cercando di lasciarti andare” disse,quando Kurt gli chiese se poteva dormire ancora con lui. Questo faceva più male di quanto si aspettasse. Ingenuamente aveva pensato che magari avrebbero potuto continuare così. Certo,sapeva che questo momento sarebbe arrivato. Solo non ora. Non così presto.

Non voglio. Voglio stare con te. Voglio poterti chiamare ancora mio. voglio poterti stringere. Voglio poterti dire che ti amo.

“Capisco. Hai perfettamente ragione,hai bisogno di andare avanti. Anche tu. …Vado” disse poi,lasciando la stanza.

____________________________________________________________________________________________________________________________________________

Così fu. Blaine cercò di allontanarsi il più possibile da Kurt. Cercò di lasciarlo andare.

E dopo un po’,quando ormai anche il suo cuore aveva capito di non avere speranza,di essere stato rigettato in mare,tornò ad essere sempre lo stesso.

Più distaccato o cupo forse,ma sempre lo stesso.

Anche se era difficile se quel  Jake-non-so-cosa-mamma-mia-quanto-mi-fa-incazzare-vorrei-dargli-un-pugno-dritto-in-faccia continuava a stare appiccicato a Kurt.

Oh mio dio,datemi una pausa!’  pensò

“Malinconia.” Disse,guardando nessuno in particolare. Specialmente tentando di non guardare Kurt in particolare.

Ok,adesso che ci pensava magari le sue lezioni erano diventate un po’ più noiose e tristi ma non era colpa sua! Anche lui era un essere umano!

“La malinconia è un sentimento di profonda tristezza. Quasi ..depressione. Non sappiamo sempre da cosa sia causato,può anche essere la mancanza di qualcosa che addirittura non c’è mai stato,ma
è uno dei sentimenti a cui l’essere umano è maggiormente incline.”

“Questa,ci porta a vivere passivamente,guardando il mondo passarci davanti senza notarlo. A vivere,senza sapere quale è il nostro posto in esso. non sentendocene completamente parte.”

“Per favore,la prossima settimana gradirei assistere alle vostre esibizioni.. Non del-----“

“Uh la la chi si vede! Blaine Anderson,quale onore.”

No.

Guardò verso Kurt. Che lo osservava a sua volta,impassibile.
 
“Gradirei molto stare qui a fissare il tuo sedere tutto il tempo tesorino,ma magari dovresti introdurmi”
 
Blaine si schiarì la voce.
 
 

“Ragazzi,date il benvenuto al vostro nuovo compagno. Sebastian Smythe.”

__________________________________________________________________________________________________________________________
 
“So now you're running, it's hard to see clearly
When I make you angry, you're stuck in the past
And now you're screaming, so can you forgive me? 
I've treated you badly, but I am still here

Sometimes I wonder, why I'm still waiting
Sometimes I'm shaking, that's how you make me
Sometimes I question why I'm still here
Sometimes I think I'm going crazy

Can you help me understand?

You look at me through clouded eyes, 
I know you see through my lies
See the sky, see the stars; 
All of this could be ours
Out of sight, out of mind, 
We've been through this a thousand times
Turn your back and then you make me feel so crazy

You know I would wait forever
Yes, I would wait

And now you wish that you meant something
And now you wish that you meant something to somebody else

And I'm the one that should mean something
But still you wish that you meant something to somebody else
Something to somebody else, something to somebody else”




TA DA DA DANNNNNNNNNNNNN Ssssssebastian! :O probabilmente almeno la metà di voi odia(magari odiare no,facciamo disprezzare?) questo personaggio e ok magari anche io quando minacciava la nostra Klaine però.. dai,è Sebastian (è Grrrrrant!) *-* quindi perdonatemi ma dovevo inserirlo in questa FF .. Per il resto,be’ scusate tutta l’attesa ma all’inizio della scuola(Q^Q) si è aggiunta la mia povera piccola mente malata che non riusciva a partorire un’idea.. quindi boh mi sento uno schifo per aver aspettato così tanto LOL

Uh ehm la canzone del capitolo è “Something – Escape the fate”

spero il capitolo vi sia piaciuto almeno la metà di quanto a me è piaciuto scriverlo *-*

Sempre Grazie per aver letto :)
 
 

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Capitolo 11
*** Numb ***


11 CAPITOLO – NUMB


Tutti gli sorrisero. Tutti,tranne Kurt. Ovviamente.

Sembrava un incubo. Eppure trovava tutto così …ridicolo. Non riuscì a trattenere una leggera risata, Jake lo guardò confuso ma lui fece finta di niente.

“Be’ avrei qualcosa di preparato per voi. In modo da conoscere la mia voce. Se per lei questo va bene..” cominciò Sebastian,poi guardò verso Blaine. “Mr. Anderson” disse,in un tono di voce molto basso e poco consono. Facendogli l’occhiolino.

‘Oh ma dai!’pensò

Vide Sebastian bisbigliare qualcosa alla band,poi girarsi verso la classe. Non appena la canzone iniziò,Kurt fece una smorfia di disgusto,arricciando il naso e roteando gli occhi.

“I wanna lock you up in my closet, when no one’s around
I wanna put your hand in my pocket, because you’re allowed
I wanna drive you into the corner, and kiss you without a sound
I wanna stay this way forever, I’ll say it aloud
Now you’re in and you can’t get out”

Sebastian si girò e prese Blaine da dietro la sua scrivania,portandolo al centro della classe e facendolo roteare. Con un sorriso sghembo,continuò:

“You make me so hot
Make me wanna drop
You’re so ridiculous
I can barely stop
I can hardly breathe
You make me wanna scream
You’re so fabulous
You’re so good to me Baby Baby”

Meravigliò Kurt,come Sebastian avesse il coraggio di farsi rivedere,ma ancora di più,come Blaine potesse continuare a guardarlo negli occhi o a farsi tenere le mani. Nonostante tutto quello che aveva fatto.

La rabbia gli scorreva nelle vene come fosse sangue a questo punto,e si chiese se avesse del fumo che usciva dalle orecchie. perché era così che si sentiva.

A quanto pare,vista da occhi esterni,l’esibizione era abbastanza buona perché molti ragazzi si erano alzati per andare a ballare o scherzare al centro della classe.

“I can make you feel all better, just take it in
And I can show you all the places, you’ve never been
And I can make you say everything, that you never said
And I will let you do anything, again and again
Now you’re in and you can’t get out”

Ok le opzioni erano tre:
-Picchiare Blaine per essere così stupido
-Picchiare Sebastian fino a cancellare l’ultima traccia di sorriso da quella sua faccia da criceto
Oppure,
-Picchiarli entrambi ed andare a casa soddisfatto del suo operato.
 
Ok,magari aveva già affermato in precedenza di essere contro ogni tipo di violenza,ma chi poteva biasimarlo?

Smettila Kurt non è affar tuo ‘ si disse mentre osservava i due ragazzi al centro della classe ballare gioiosi.

Che odio.

“Kiss me gently
Always I know
Hold me love me
Don’t ever go”

‘Certo che ce ne vuole di faccia’  pensò

La voce languida di Sebastian gli perforava i timpani.

Jake gli stava bisbigliando qualcosa,ma lui non gli prestava attenzione

“Che hai detto? Scusa non ho sentito”

“Stasera,vuoi venire da me?” gli sussurrò nell’orecchio. Il suo fiato caldo sul collo.

“Uhm ..Certo,cena e film?”

“Avevo in mente qualcos’altro..” Gli disse dandogli un bacio sul collo e carezzandogli la coscia con la mano

Un brivido gli percorse la schiena.

Si schiarì la gola.

“O-okay”

In quel momento,Sebastian finì la canzone con l’ultima strofa,poi si girò verso i ragazzi,che stavano ormai riprendendo i propri posti

“Allora?” disse

Blaine,forse in un atto di sanità mentale,pensò,lasciò le mani di Sebastian e tornò al proprio posto,aggiustandosi il cravattino. “Be’ non era proprio il tema della settimana ma.. ben fatto”

“Mi sembra di aver sentito che la malinconia può anche essere il desiderio di qualcosa che non c’è mai stato,no? Anche se in questo caso…” disse e fece di nuovo l’occhiolino a Blaine,che si schiarì la
gola imbarazzato

“Tutto questo è maleducato ed inaccettabile e la canzone era a dir poco volgare” disse Kurt,prima di rendersene conto. In realtà prima di questa esibizione amava quella canzone.

Prima.

L’intera classe si girò verso di lui,stupita. E Kurt si sforzò di mantenere il controllo.

“Ohhhh,chi non muore si rivede! Principessina..” gli disse Sebastian fingendo un inchino

“Criceto” lo salutò Kurt

‘Un pugno e basta? Uno solo si può vero?’pensò

“Sebastian va’ a sederti” disse Blaine fermamente

“Certo professore” un’altra volta quel cavolo di occhiolino. Che problema aveva!?

“Scusa Sebastian,hai un tic o sei solo estremamente banale?” disse Kurt rivolgendogli un sorriso beffardo

 “No,principessina. Sto solo ricordando al nostro caro Blaine che adesso non ho più bisogno di farlo di nascosto per paura che tu ci scopra” disse sedendosi nel posto dietro di lui e dandogli una pacca sulla spalla

Per un attimo Kurt ci pensò. Poi,mostrò la sua migliore faccia da stronzo e si voltò.

“Se fossi in te,farei meglio ad avere ancora paura di vagare con la fantasia se non vuoi che il tic te lo faccia venire a suon di pugni” disse stringendogli il braccio –fingendo amicizia.

Poi gli fece l’occhiolino.

Sebastian non disse più una parola,restò a bocca aperta.

Kurt si girò e sorrise apertamente.

Vittoria.

Nonostante le loro lezioni fossero relativamente corte e passassero subito perché ci si divertiva,questa gli sembrò durare un’eternità.

Un’eternità passata a guardare Sebastian provare spudoratamente ad entrare nei pantaloni di Blaine. Un eternità passata con il suo fiato lurido sul collo.

“Ok grazie di essere venuti. Ci vediamo la prossima volta. Portate una canzone che ritenete malinconica.” Li congedò Blaine.Tutti si alzarono con le proprie cose e si avviarono fuori dalla porta.

Ma non Kurt.

E sicuramente non Sebastian.

Il quale,infatti,non appena la classe fu quasi sgombra,si precipitò da Blaine e gli sussurrò qualcosa che Kurt non riuscì a decifrare.

Maledetto criceto.

Kurt prese la sua borsa e roteò gli occhi ai due. Fece per alzarsi quando vide che Blaine stava sorridendo. Qualunque cosa gli avesse detto,stava sorridendo. Non a lui,ovviamente. Ma allo stesso ragazzo che aveva minacciato la loro felicità ai tempi delle superiori come fosse una partita e che,probabilmente,proprio adesso,l’aveva vinta.

Blaine stava sorridendo a Sebastian.

Che odio.

________________________________________________________________________________________

Non riuscì a capire cosa lo avesse spinto a farlo. Nonostante tutto. Forse il modo in cui Kurt stava reagendo,o forse l’assurdità della nuova gentilezza rivoltagli da Sebastian. O magari entrambe le cose.

Ma aveva  “perdonato” Sebastian.

Più che altro aveva chiuso un occhio.

Il che è ironico da dire dato che un occhio lo stava chiudendo a causa di Sebastian – di quella granita – tanti anni fa’.

Ma infondo era divertente guardare come le cose potessero ritornare le stesse. Come,improvvisamente,potesse ritrovarsi su un filo attaccato al passato. Il solito Kurt e il solito Sebastian. Il solito litigare tra di loro,la solita mania di possessione di Kurt,che però gli scaldava il cuore. E che gli mancava da morire.

Non sapeva neanche perché,quando Sebastian gli aveva chiesto di uscire,lui aveva risposto di si.

Ma cosa aveva da perdere?

Così,decisero per quella sera.

Quando arrivò a casa quel pomeriggio,la casa era vuota. Sul frigorifero una nota:

‘Da  Jake. Stanotte non penso di tornare,ci vediamo domani mattina. Porto colazione :)
-Kurt’

Ok adesso,pensò Blaine,aveva una ragione in più per uscire con Sebastian.

Dopo aver lavorato un po’ a delle canzoni,fece una doccia e aspettò Sebastian. Che arrivò puntuale alle otto.

Dopo essersi salutati,Sebastian lo fece salire in macchina e lo portò in un piccolo ristorante in periferia. Per niente ciò che si aspettava da Sebastian.

“Italiano?” chiese anche se la risposta era ovvia,quando vide l’insegna con scritto ‘vacanze romane’ con i colori della bandiera italiana.

“Il mio preferito” rispose Sebastian con un sorriso imbarazzato. E poteva giurare di aver visto il lieve rossore sulle sue guance

Chissà forse Sebastian era cambiato.

Quando entrarono,li accolse un signore con i baffi ed un pessimo accento,gridando ‘Cumpaaaaaaà’. Li condusse ad un tavolo appartato con le solite tovaglie a quadretti,e pane. Dopo avergli dato i
menù andò via a prendere del vino,che aveva giurato,era ‘na cosa duci duci’

I ragazzi si guardarono e scoppiarono a ridere.

Era impressionante quanto tutto questo sembrasse semplice e genuino. Con Sebastian.

Sebastian!

Quando portarono i loro spaghetti,i ragazzi continuarono tranquillamente a parlare del più e del meno. Come se fossero amici da sempre.

“Vivi insieme a Kurt?!” disse Sebastian,quasi affogandosi quando Blaine gli aveva detto che viveva con lui e Rachel

“Si”

Sebastian gli rivolse uno sguardo come per dire ‘a chi vuoi prendere in giro?’

“So’ che può sembrare strano ma.. è ok,siamo ok.. siamo amici adesso” disse sorseggiando dal suo bicchiere di vino rosso

“Sono sicuro che se venissi da me sarebbe meglio e poi ..potremmo trovare modi e modi per divertirci” disse infine,strizzandogli l’occhio

Be’ non si può cambiare completamente,dopotutto.

Blaine fece una smorfia strana e Sebastian rise di gusto.

Quando finirono,divisero un dolce al cioccolato e,dopo aver fatto  i complimenti,aver pagato e aver promesso di tornare,uscirono dal ristorante.

“Vuoi andare a prendere un caffè?” chiese Sebastian imbarazzato

“Certo” rispose Blaine con un sorriso

“Allora….”

“…..Allora”

“è un appuntamento” disse Sebastian sorridente

“Penso si possa definire così. Sai com’è,quando due persone escono insieme perché sono attratte l’una dall’altra si danno appuntamento” lo sfotté Blaine

“Allora sei attratto da me” disse Sebastian inarcando un sopracciglio e rivolgendogli un sorriso sghembo

“Non puoi provarlo.”

“Oh,ci sarebbe un modo per provarlo ma non penso che reggeresti” lo provocò Sebastian

“Mettimi alla prova” ribatté Blaine prima di accorgersi di cosa avesse detto.

Sebastian rise soltanto.

Quando lo accompagnò,posteggiò davanti all’edificio e scese dalla macchina per aprire la portiera a Blaine. Dopo di ché si appoggiò ad essa,giocherellando con le chiavi e sorridendogli.

“Buonanotte Blaine”

“Buonanotte Bas” rispose,e Sebastian rise all’appellativo

Proprio quando stava per aprire la porta di ingresso alla struttura,Sebastian lo chiamò e lui si girò aspettando che parlasse

“C’è ..c’è questo viaggio nel fine settimana ..mi hanno invitato i vecchi Warbler ..a Las Vegas,e gli ho detto che ti avrei invitato io quindi.. mi chiedevo se volessi venire con me?”

Blaine sorrise all’imbarazzo dell’altro,che in questo momento stava ancora giocherellando con le chiavi e non alzava lo sguardo per incontrare il suo

“Oh,verrei ma non so’ se reggeresti” lo provocò ed entrò nell’edificio

Proprio prima di aprire la porta dell’appartamento,il telefono segnalò l’arrivo di un nuovo messaggio.

Sebastian:

‘Mettimi alla prova ;)’
 
Blaine rise e ripose il telefono in tasca,per aprire.

Trovò Kurt seduto sulla poltrona in salotto con un libro in mano.

“Dove sei stato?”

Blaine rise. Un po’ per il vino e un po’ perché sembrava una di quelle scene nei film in cui il padre becca i figli tornare nel cuore della notte.

“Ehm ..Fuori?”

“Con Sebastian?” disse Kurt,togliendosi gli occhiali e raddrizzandosi

“…Si,perché?” chiese confuso

“Perché pensavo che fossi più intelligente di così ma a quanto pare mi sbagliavo” disse con non curanza,alzandosi per andare nella sua stanza

“Che problema hai?!”

“Oh,non lo so Blaine dimmelo tu ..Perchè se non te ne sei accorto,sei appena tornato da un’uscita con lo stesso ragazzo che ti ha mandato all’ospedale per una cavolo di granita!”

“Non vedo perché debba interessarti”

“Perché a te ci tengo forse?”

“SI. Come amico. E ok,va bene,ma non tenermi giù con te.”

“Di cosa stiamo parlando Blaine!? Non sto dicendo che devi restare solo ma.. non con lui”

“Be’ invece è quello che farò”

“Perché!?”

“Perché non ho niente da perdere.”

“Hai me”

“E tu stai con  Jake,che ironia!”

“Io…” fece per dire,ma Blaine lo interruppe:

“Vedi? Questa è la differenza tra me e te,Kurt. Io per te sarei disposto a rinunciare a tutto e a tutti. Sarei disposto a buttare via la mia stessa vita,ma tu… tu non riesci a rinunciare a lui. Be’ ti darò la notizia del giorno: non sono il tuo fottuto giocattolo che prendi e lasci quando vuoi!” gli disse camminando verso la sua stanza e,infine,sbattendo la porta alle sue spalle.

Dopo una doccia tiepida per calmare i nervi,mise le cuffie,si sdraiò sul letto e tirò fuori il cellulare.

Dopo aver ripensato agli eventi della giornata,mandò un messaggio a Sebastian:

‘Ok.’
_______________________________________________________________________________________________________________________________________

Quel sabato mattina,preparò le valigie per essere pronto subito dopo la scuola.

Avevano deciso con Sebastian di partire dopo la lezione.

C’era una canzone che voleva cantare.

Si sedette al centro della classe,e cantò mettendoci tutto il cuore. Guardò verso Kurt.

E se non poteva averlo,allora avrebbe rinunciato anche ad essere suo amico. Era tutto troppo difficile.

Perché si,aveva perso la testa.

Aveva perso la testa nel momento in cui aveva avuto il suo primo assaggio.

“Shock, horror, I'm down, lost, you're not around 
Theres a lump in my chest that, sends cold through 
my head and, my mind shuts sound out,
I'm on auto-pilot,
and my tongues gone silent, just 
switch it 
off and lay it down, lay it down, next to you. 

I dont know when I lost my mind,
maybe when I 
made you mine, 

I dont know when I lost my mind,maybe 
it was everytime, you said, you said, that I miss 
you,that I miss you. 

I dont know when I lost my mind,
maybe when I 
made you mine”

Arrivati a questo punto,la sua capacità nel canto si era ridotta notevolmente. Per colpa dei singhiozzi e delle lacrime. Ma pensare a Kurt.. gli faceva questo effetto.

I dont know when I lost my mind, 
maybe it was everytime, you said, you said, you 
said, 
that I miss you, more than I let on,

I kissed you 
for far too long,

I'll let go as soon as you do, 
see I know we're not through.“

Finita la canzone si fermò solo per strofinarsi gli occhi. Non voleva vedere un altro rifiuto sul viso di Kurt.

Si avviò velocemente alla macchina di Sebastian,che seguì subito dopo di lui.

Si avviò verso un viaggio che non solo lo avrebbe portato a Las Vegas,ma lo avrebbe condotto anche alla percezione di una vita inutile vissuta all’ombra del suo cuore.
_______________________________________________________________________________________________________________________

“I'm tired of being what you want me to be 
Feeling so faithless lost under the surface 
Don't know what you're expecting of me 
Put under the pressure of walking in your shoes 


Can't you see that you're smothering me 
Holding too tightly afraid to lose control 
Cause everything that you thought I would be 
Has fallen apart right in front of you 
Every step that I take is another mistake to you 
And every second I waste is more than I can take 

And I know 
I may end up failing too 
But I know 
You were just like me with someone disappointed in you”


 
 

Ok  allora,
Le canzoni sono:
Hot – Avril Lavigne
Miss you – Ed Sheeran
E la canzone del capitolo:  Numb – Linkin park

Scusate il solito ritardo nel pubblicare ma apparte tutto,ero ancora scioccata dalla 4x04 e approposito,mi scuso se la parte della canzone cantata mentre piange sembra molto presa da lì,ma giuro che l'ho scritto prima di vedere la puntata,le mie amiche possono testimoniare xD

Grazie per aver letto,spero vi sia piaciuto(Grandi cose in mente per il prossimo capitolo muhahahhaha) 

Alla prossima :) 

Sempre che la mia depressione non mi consumi prima Q^Q 

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Capitolo 12
*** Harder than you know ***


12 CAPITOLO (PARTE PRIMA) – HARDER THAN YOU KNOW


Ci sono momenti,nella vita,che segnano il tuo destino. Scavano un solco,creano un burrone,di cui non ti accorgi finché non ci cadi dentro. Ci sono momenti,che ti portano ad un bivio. Che ti portano a fare delle scelte. A due strade. A due percorsi differenti.

E poi ci sono due tipi di persone. Quelli che cercano di fare la cosa giusta ma si ritrovano sul cammino sbagliato. E quelli che intraprendono un qualsiasi cammino sperando,giusto o sbagliato,che li porti a qualcosa.

E  in un singolo insignificante momento tutto può capovolgersi. Tutto può prendere la strada giusta,così come può prendere quella sbagliata. È una sensazione insignificante alla punta dello stomaco,un pensiero trascurabile che si presenta al retro della mente,ma che porta a domande come “e se lo facessi?” “e se non lo facessi,cosa succederebbe?” ma non potendo intraprendere entrambe le strade,ci si affida a quel qualcosa che da’ la forza per una scelta. Che sia l’istinto,l’intuito,la speranza,il destino,dio o il fato.

E infine,ci sono momenti in cui sai,perché lo sai e basta,che qualcosa sta per accadere.


Blaine si svegliò al suono di un telefono. Ci volle un po’ per adattarsi alla luce che entrava dalle finestre,ma quando riaprì gli occhi,desiderò di non averlo mai fatto.

Un corpo nudo,Sebastian – gli suggerì la sua testa – era sdraiato accanto a lui. Si strofinò gli occhi sperando di mandare via sia l’immagine che il mal di testa ma quel cavolo di telefono non la smetteva di squillare così lo prese e rispose alla telefonata.

“Si?” disse brutalmente,senza neanche preoccuparsi di guardare chi fosse

“Blaine! Dio,Blaine…. Devi tornare subito.”

________________________________________________________________________________________________________________
 
Se avesse voluto contare,avrebbe potuto stabilire esattamente l’insieme di momenti che lo portarono a quella telefonata.

Primo di tutti,il momento in cui aveva deciso di prendere quello stupido aereo per L.A con Sebastian. Di qui,le cose si successero con velocità immane.

“Come faccio a permettermi tutto questo?” chiese sconvolto Blaine mentre si avviavano,in limousine,verso l’albergo.

“Non preoccuparti dolcezza” gli rispose Sebastian con un occhiolino,e gli sorrise.

“Ti piace?” gli chiese poi,ma Blaine era senza parole ed ammirava estasiato il mondo fuori dal finestrino. Tutte quelle luci,i palazzi,l’aria di perdizione che si respirava,l’eccitazione,il divertimento e la felicità scritta sul viso delle persone. Per rispondere,si limitò ad uscire fuori dal tettuccio della limo,per respirare lui stesso nell’atmosfera della città. Dei ragazzi in boxer e delle ragazze in bikini lo salutarono da una delle numerose balconate con piscina di un albergo e lui rispose timidamente.

Per ogni metro percorso,sentiva la tensione allentarsi,le preoccupazioni ridursi fino a lasciare un vuoto d’emozioni dentro di lui,che risultò ..piacevole. Molto.

Sebastian emerse vicino a lui poco dopo e gli porse una delle due birre che teneva in mano.

“Lo prendo come un si” disse sorridendo e poi si portò la bottiglia alle labbra per prenderne un sorso. Dopo un paio di minuti,rientrarono in “macchina” e parlarono del più e del meno,comprese le gaffe di Sebastian nella città,finché non arrivarono a destinazione. E se Blaine aveva pensato che gli altri alberghi fossero lussuosi ed immensi,adesso doveva ricredersi.

“Sebastian Smythe” avevano confermato alla receptionist

“La Suit,signore?” aveva chiesto lei incredula almeno quanto Blaine

“Esatto”

“Desidera pagare con carta o in contanti?”

“Carta” disse Sebastian passandogliela e poi inserendo il codice. Pochi istanti dopo,la signorina gli diede la chiave della stanza e,consigliandogli di prendere l’ascensore esterno per un’accurata vista della città,gli augurò un buon soggiorno.

La salita in ascensore prese più tempo del previsto. L’ascensore,dovendo garantire l’accurata vista promessa,passava di piano in piano lentamente e,i due ragazzi fecero presto nota mentale di non mettere mai più piede in ascensori esterni.

“é una vergogna che un albergo come questo non abbia la radio nell’ascensore” disse Sebastian dopo un po’ sperando di rompere il silenzio imbarazzante creatosi tra i due

“Mi sarei aspettato una band dal vivo per quanto costa” rispose Blaine e i due scoppiarono a ridere.


Dopo un paio di secondi,sentì Sebastian canticchiare. E,riconoscendo la canzone,si unì a lui:

“I lost my fake ID but you lost the motel key
Spare me your freakin' dirty looks
Now don't play me
You want to cash out and get the hell out of town

Don't be a baby
Remember what you told me
Shut up and put your money where your mouth is
That's what you get for waking up in Vegas
Get up and shake the glitter off your clothes, now
That's what you get for waking up in Vegas”

Sebastian si unì a lui e,prendendo entrambe le sue mani,I due cominciarono a girare come pazzi,ridendo esageratamente catturati nel loro gioco.
“You got me into this
Information overload, situation lost control
Send out an S.O.S.
And get some cash out
We're gonna tear up the town”

Finirono entrambi ridendo sfiancati.

“Oddio” esclamò Sebastian affaticato,accasciandosi al muro. “Spero  che non abbiano telecamere in questo posto” disse poi

“O aspettati di vederci prossimamente su ‘persone imbarazzanti.com’”

“O più probabilmente ‘Nano imbarazzante e ragazzo affascinante in ascensore.com’” lo provocò Sebastian

“Ovviamente il ragazzo affascinante sarei io ..ovviamente” disse Blaine raddrizzando la schiena e aggiustandosi il cravattino fingendo superiorità

“Non hai sentito? Ho detto nano imbarazzante e ragazzo affascinante” rispose Sebastian e scoppiò a ridere

“Ah. Ah. Ah. Divertente. ..Quanti piani ci restano da salire?” chiese

“20”

“Oh dio”

“Hot n’ cold?”

“Hot n’ cold.” Rispose alzandosi.
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La suite era – per mancanza di altre parole – pazzesca.

Era grande,ma non troppo. Vi era una stanza adibita a salottino all’entrata con un bar angolare pieno di tutti gli alcolici necessari a chiunque decidesse di fare un viaggio a Las Vegas. Poi,vi era la camera da letto,la più grande che Blaine avesse mai visto ed era tutto dire vista la ricchezza della sua famiglia. Per sdraiarsi sul letto – imbarazzante ammetterlo – doveva fare un leggero saltino. Ok,più che un semplice saltino forse. La parete destra della stanza dava sull’enorme balcone mentre,alla sinistra,vi era il bagno in cui sarebbero potuti entrare benissimo tutti i Warblers.

“Dormiamo tutti qui?” chiese Blaine sconvolto,non per la prima volta quel giorno. Sebastian rise e cominciò a uscire un paio di bottiglie di alcolici dagli scaffali del bar.

“Quando ci incontriamo con tutti gli altri?” gli chiese

“Uhm….sì,approposito.. i ragazzi hanno detto che il loro volo è stato cancellato…” disse schiarendosi la gola e continuando a fare i drink

“Oh… quindi vengono domani?”

“No.. non.. hanno fatto nuovi programmi per il weekend” disse passando a Blaine uno dei due bicchieri.

Non volendo sembrare maleducato dopo tutto quello che Sebastian aveva fatto per lui - E stava pagando per lui,Blaine decise di non chiedere più degli altri Warbler e di prendersi una pausa. Una pausa da tutti i pensieri attualmente nella sua testa,e rilassarsi,e godersi questo weekend con Sebastian. Prese un sorso dal suo bicchiere. E poi un altro. Ed un altro ancora. Finché non sentì la testa alleggerirsi.

Sebastian si avviava verso di lui con due ciliegie in mano,ma quando Blaine fece per prenderla,lui la ritrasse e scosse la testa. Blaine cercò di fare il broncio,ma tutto quello che gli uscì fu’ una smorfia. Sebastian,come una sorta di sfida,prese la ciliegia fra le dita e la avvicinò alle sue labbra.

Per un istante,Blaine restò immobile,poi pensò agli eventi dei giorni passati e - che diavolo,perché no?- prese un altro sorso dal suo bicchiere e immediatamente,si sporse per prendere la ciliegia.
Una pausa? Sì, poteva farlo.
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I due ragazzi fecero a turno per usare la doccia e prepararsi per andare a cena,dato che Sebastian insisteva con “non roviniamoci il weekend solo perché loro non sono potuti venire”. Il ristorante comunque,risultò essere più tranquillo di quanto pensassero. A differenza dell’intero Hotel.

“Come mai hai cantato proprio la canzone di Katy Perry in ascensore?” gli chiese Blaine mentre aspettavano i loro piatti

“Be’ eri famoso tra i Warblers per la tua ossessione  per tutto quello che riguardava Katy Perry” rispose Sebastian e poi rise

“Cosa c’è di divertente?” chiese Blaine fingendo un broncio

“O-oh ..niente” disse ancora scosso dalle risate

“K.P è una LEGGENDA” disse Blaine accentuando ogni parola con una spinta sul braccio dell’altro ma Sebastian non la finiva di ridere

“è più ‘leggenda’ Cristina d’avena” esclamò

“Allora perché non la proponevi per le esibizioni?”

Sebastian gli rivolse uno sguardo come per dire ‘stai scherzando vero?’

“Quindi… Come sei finito dal voler diventare una grande star,al diventare un’insegnante?” chiese Sebastian

“Sai com’è.. dicono che insegnare è l’unico modo per rimanere giovani…” rispose Blaine ridendo. “vabbè,a parte gli scherzi è sempre stata una mia passione.. il poter condividere quello che so’ con altre persone,stare con i ragazzi e.. be’ un po’ anche per mio padre… Sai come fosse contrario a tutto quel ‘diventare un artista’ ..così ho accontentato anche lui..” concluse

“è ancora tanto spaventoso quanto lo ricordo?” chiese Sebastian cercando di allentare la tensione che si era creata parlando di questo argomento

“Be’ si” disse Blaine ridendo e poi ritornò silenzioso

“Sai che dicono anche che chi non sa,insegna?” lo provocò e Blaine si sporse per colpirlo al braccio ricevendo un ‘aiaaa’ in risposta.

Per il resto della cena, continuarono a parlare di qualsiasi cosa gli passasse in mente e delle loro infanzie. Sebastian fece sempre in modo di farlo ridere e di farlo bere. Così,bicchiere per bicchiere,Blaine riconquistò il suo vuoto di emozioni e pensieri. Cosa che accolse a braccia aperte.

Dopo aver finito la cena,Sebastian lo portò sulla pista da ballo,dove ballarono animatamente insieme.

Probabilmente,bicchiere per bicchiere,aveva perso una chiara visione della realtà e delle sue azioni poiché l’ultima cosa che ricordava era il suo corpo contro quello di Sebastian,uniti in una danza passionale.

“Vuoi tornare in camera?” gli sussurrò Sebastian all’orecchio

Sebastian spalancò la porta e trascinò Blaine all’interno. Per un attimo sembrò pensieroso,ma Blaine aveva smesso con i pensieri e i sentimenti e – perché non stava ancora facendo niente?

Prese Sebastian dalle spalle e lo attirò a sé. Le loro labbra si incontrarono e quasi istantaneamente Seb. Cominciò a rispondere al bacio che da casto passò a passionale,e con fretta Blaine gli prese la mano e lo portò nella camera da letto,spogliando entrambi lungo la strada.

Le sue mani vagavano sul corpo di Sebastian quando un cellulare suonò. Sebastian fece un gesto con la mano per scusarsi e andò nell’altra stanza. Blaine si sedette sul letto e,dopo un paio di minuti,decise di prendere due birre.

‘D’altronde una in più una in meno..’ si disse

Mentre versava le birre nei bicchieri,sentii i passi di Sebastian dirigersi verso la camera e cercò di sbrigarsi. Prese i bicchieri e andò dall’altro ragazzo.

Quando arrivò,chiuse la porta alle sue spalle e si appoggiò ad essa,guardando verso il letto. Dove Sebastian era coricato,con solo i suoi boxer e un sorriso malefico addosso.

Guardandolo,non potè fare a meno di pensare a lui,come al frutto proibito. Presentato a Blaine,come la porta per la via della peccato.

E  se Eva aveva condannato l’umanità,che male c’era,per Blaine,a condannare la sua singola insignificante vita?
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 “Blaine! Dio,Blaine… Devi tornare subito”

“Rachel!? Cosa succede,stai bene?” chiese ormai alzatosi dal letto

“è… è Kurt.”

Ci sono momenti,nella vita,in cui il tuo mondo viene preso e scosso. Ci sono momenti,nei quali devi rispondere per le tue azioni. Giuste,sbagliate,date dal fato o destino che siano.. Ci sono momenti in cui sai che sei fottuto.
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“You said this could only get better

There's no rush 'cause we have each other
You said this would last forever
But now I doubt if I was your only lover

Are we just lost in time?
I wonder if your love's the same
'Cause I'm not over you

Baby, don't talk to me
I'm trying to let go
Not loving you is harder than you know
'Cause you're driving me so crazy

How can I miss you if you never would stay?
If you need time I guess I'll go away
Inside me now there's only heartache and pain
So where's the fire? You've begun the rain”

Scusatemi scusatemi scusatemi scusatemi per il ritardo! 

Questo capitolo sarà composto da due parti ma penso che ormai lo abbiate capito >.<
Ad ogni modo,voglio ringraziare tutti quelli che hanno aspettato questo capitolo e chi ha letto/leggerà la storia :) 
Spero di caricare il prossimo capitolo presto,ma non posso promettere niente
Ok comunque sentitevi liberi di commentare eh ..non mordo xD
Grazie mille ancora,alla prossima! 
*ok se ne va*

Canzoni del capitolo:
-Katy Perry - Waking up in vegas
-Katy perry - Hot n' cold (quella solo menzionata)
-Escape the fate - Harder than you know

E poi canzone bonus perchè sono brava (can't have you - jonas brothers)

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Capitolo 13
*** Dance with the devil ***


12 CAPITOLO (SECONDA PARTE) – DANCE WITH THE DEVIL


Le stesse macabre immagini si ripetevano nella sua testa come un disco bloccato sulla traccia sbagliata. La sua mente cercava di aggrapparsi a qualcosa che sapesse di realtà e così, le sue dita tremanti aleggiavano sopra i tasti del telefono,stringendolo,da quando era salito in macchina. Nell’oscurità del parcheggio,respirava forte per sopraffare il silenzio assordante,dondolandosi in un movimento continuo per non pensare alla paura che lo stava assalendo,stringendogli il cuore in una morsa mortale.

Avanti,indietro.

Calmati Kurt,è tutto ok.

Avanti,indietro. Avanti,indietro.

Non sapeva cosa si provasse nell’avere un attacco di panico,ma di quello che ricordava delle parole di Carole,esso poteva durare dai 2 agli 8 minuti o fino alle tre ore. Questo pensiero gli diede un’altra scossa di paura. Era come se qualcosa di mostruoso volesse uscirgli dal petto. Respirava fortemente,ma era come se non lo facesse. Come se il suo corpo non fosse più capace di portare ossigeno ai suoi polmoni,poiché la sensazione di soffocamento gli creava un nodo alla gola,facendogli venire la nausea,facendo in modo che non gli restasse altro che affannare. Sentì uno strano intorpidimento nel corpo,un formicolio spiacevole che gli attraversava le dita,prolungandosi per le braccia.

È finita’  pensò,lasciandosi cadere sul sedile e preparandosi al peggio. Ma Quando lo vide uscire dalla struttura,venne colto da un’altra ondata di panico,e agì senza pensare: Schiacciò il tasto per chiamare e mise in moto la macchina,guidandola fuori dal parcheggio il più veloce che poté. Lo sentì gridare il suo nome ma non si girò. Non poteva.

“Pronto?” rispose qualcuno,ma Kurt sembrava non avere più la voce,si sentiva la bocca secca e serrata.  

“Hummel?” Disse una voce tanto sgradevole quanto unghie strascicate sulla lavagna.

“Se-Sebastian.” Disse con fatica.

“Oh! Indovinato. Gradisce il premio principessa?” disse Sebastian ridendo.

“Tu p-pezzo di…”

“Addio,Kurt. Blaine ti chiamerà domani mattina quando vedrà la chiamata per---Ops! Che peccato,ho già risposto io” disse infine riagganciando.

Kurt continuò a fissare il telefono e l’immagine che lì vi era di Blaine finché lo schermo divenne buio insieme alla sua mente.

Assalito da lacrime che non volevano cadere,la sua visione si limitò a luci e contorni indefiniti,dandogli un senso di vertigine che distorse tutto quello intorno a lui. I clacson erano grida nella sua testa,le semplici luci sembravano riflettori rivolti dritti verso i suoi occhi portandolo a chiuderli,le sue mani riuscivano a mala pena ad aggrapparsi allo sterzo. Ma Kurt continuò a correre. Verso cosa,non lo sapeva. Ma corse,tanto da spezzare tutti i limiti di velocità ed i segnali finché non riacquistò un briciolo di sanità mentale,di realtà,al suono di un clacson. Girò la testa tanto velocemente da far male e venne accecato dagli abbaglianti della macchina che veniva contro di lui.

È finita’  pensò di nuovo e questa volta sapeva che aveva ragione.
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Capita spesso di non ascoltare una persona per poi pentircene,imparare una lezione,ma per alcuni essa risulta poi ritorcersi contro di loro più crudelmente che con altri. Kurt sapeva che qualche volta doveva ascoltare,ma la parte infantile di lui gli suggeriva di dover fare tutto da solo. Così dal primo momento all’ultimo,la colpa sarebbe stata sua.

“Kurt?”

“Si! Sono qui!” chiamò lui dalla cucina

“Oh ci -----WOOO” esclamò Rachel dalla porta,non tentando neanche di nascondere il suo stupore

“Com’è andata la tua giornata?” chiese Kurt continuando ad affettare la frutta con nonchalance

“Ehm… Bene?” chiese lei. “Posso …uh… chiederti CHE DIAVOLO STAI FACENDO!?!?” continuò scioccata dalla quantità di piatti pieni di pancakes.

“cucino il pranzo?” disse come se fosse stata una cosa ovvia,versando l’impasto nella pentola.

“per la mensa dei poveri o per l’esercito!?” chiese Rachel mentre faceva un po’ di spazio per la sua borsa sul tavolo ormai ricolmo.

Kurt rise istericamente.

“Kurt,se continui così mi verrà impossibile vederti dall’altro lato della cucina!” disse mentre spegneva i fornelli e allontanava Kurt da essi. “C’è qualcosa che non va’?” gli chiese mentre lo trascinava sul divano,nonostante la resistenza.

“No. Perché?”

Rachel lo guardò come se gli fosse cresciuto un terzo occhio

“Dico la verità!”

“..Si. Kurt,ti conosco e so quando vuoi pensare su qualcosa mentre ti distrai per non pensare a qualcos’altro." Quando lui non rispose,lei gli alzò il mento e gli sorrise.

“Parla”

“Sto… come hai detto tu sto solo cercando di pensare ma non è niente”

“Quindi tutto questo pensare non riguarda Blaine e Sebastian ..Oh dio non so nemmeno come mi fosse venuto in mente! Ma vediamo riguarda… il tempo?” disse lei sarcastica. “In effetti c’è il sole ma quelle nuvole …potrebbe anche piovere.. già,un sacco a cui pensare.” Continuò fingendo di essere assorta dal tempo fuori dalle finestre.

“Fa’ pure,prendimi in giro! Sai che ti dico,vado a fare altri pancakes” disse lui alzandosi ma lei gli prese le mani e lo rimise al suo posto dicendo: “No no no no no no” come se i pancakes fossero qualche tipo di tortura del quale faceva male anche l’idea. Si guadagnò uno sguardo minaccioso da Kurt.

“Niente contro la tua cucina eh” disse come se gli avesse letto nel pensiero. “Ma penso che ne abbiamo abbastanza almeno fino al prossimo natale” continuò.

Altro sguardo minaccioso.

“Ok,se ti dico cosa sto pensando realmente,mi lascerai in pace?” concluse lui esausto,premendosi le dita sulle tempie.

“croce sul cuore” rispose lei mimando le proprie parole.

“Ok …be’ ho pensato molto alla mia situazione recentemente e credo… Credo sia arrivato il momento di fare una mossa invece di lasciarmi trasportare” disse lui concentrato. “Credo sia arrivato il momento di sciogliere questo masso di bugie che mi circonda,tutto questo mi sta tormentando! Sento di dover fare qualcosa o… o potrei esplodere. Capisci cosa intendo?”

“Si?” chiese lei confusa

“Ho l’impressione che dovrò spiegarti tutto dall’inizio” disse Kurt posizionandosi più comodamente sull’ampio divano per quella che sarebbe stata una luuuuunga chiacchierata.

Così,per la restante mezz’ora le raccontò tutto: come si erano lasciati,il motivo per cui lo avevano fatto,il suo terrore nel vedere Blaine di nuovo,la sorpresa e la rivelazione quando lui lo aveva baciato e il senso di colpa che lo lacerava da allora. Rachel annuì e lo consolò quando pensava fosse consono,capendo solo adesso tutto quello che aveva passato e quanto tutto questo fosse sbagliato. Finché non fu rimasto nient’altro che un’ultima domanda:

“Mhm… e quale dovrebbe essere questa mossa esattamente?”

“Non lo so ancora” disse lui chiaramente perplesso,passandosi una mano fra i capelli.

“direi che per adesso è un passo avanti almeno sapere che vuoi fare qualcosa,adesso aiutami a disfarmi di questi pancakes” disse lei avviandosi in cucina.

“Ne faccio altri?” le chiese lui prendendo la ciotola con l’impasto e guardandola con un sorriso che Rachel avrebbe definito pericoloso.

“Kuuuuuuurt!”

“ungh” borbottò lui rassegnato mentre posava – Finalmente! – la ciotola nel lavandino per disfarsene.
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“Kurt! Vuoi un caffè?” gli chiese appoggiandosi allo stipite della porta. Per la terza volta quel giorno era entrata in una delle stanze dell’appartamento e ci aveva trovato Kurt impegnato a pulirne ogni angolo fino a farla splendere. E per la terza volta quel giorno,aveva tentato di fermarlo senza risultati. Ma hei,la casa aveva bisogno di un po’ di pulizia da tempo e se non doveva farlo lei,ben venga!

“Si. Un. Attimo. Arrivo.” Disse Kurt intento a smacchiare una mattonella,fermandosi ad ogni parola per strofinare meglio.

“Kurt”

“Arrivo!”

“…Kurt!”

“Rachel!!!” disse lui esasperato,bloccando i suoi movimenti per guardarla

“Caffè?” chiese lei più cautamente,come se Kurt fosse ad un passo dal saltarle alla gola

…Oh,be’

“Si grazie Rachel” rispose lui continuando a darle ‘quello sguardo’ che comunicava più o meno: ‘via dalla mia vista o potrei strapparti i capelli e farne una palla di pelo con cui far giocare il mio gatto.’

“Arrivato alla conclusione?” chiese Rachel. A quanto pare non aveva capito il rischio che correva restando nella stanza.

“…No” disse Kurt lasciandosi cadere sul pavimento e portandosi le ginocchia al petto.

“Awwww Kurtsie” mormorò lei facendosi strada nella stanza e sedendosi in terra.

“Non riesco a trovare una conclusione e guardami,sono un disastro!” disse passandosi ancora una volta le mani tra i capelli in un gesto che era decisamente ‘Non-Kurt’.

“Be’ questo è vero” lo provocò lei.

“Ti odio” le disse sbuffando.

“Kurt,sai quanto mi faccia male vederti ferito.. Irrisolto …Ma devi stare tranquillo. Non sfruttarti così,ci arriverai ..ma col tempo e con la calma”

“che ne dici di quel caffè?” gli chiese con voce dolce dopo qualche secondo di silenzio.

“Portalo” disse in un lamento lasciando cadere la testa sulle braccia.

Rachel si alzò,dirigendosi verso la porta. Poi si ricordò la sua povera stanza ridotta ad un immondezzaio e si girò,sorridendo e dicendo: “Kurt,mentre che ci sei,c’è anche la mia stanza da pulire”

Non era preparata per la scarpa che le colpì la testa.
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“Rachel!” la chiamò Kurt dalla sua stanza.

“Kurt? Che succede!?”

“Ho capito.”

“e il verdetto è?” disse lei avvicinandosi cautamente a lui,non senza prima controllare se ci fossero oggetti appuntiti nelle vicinanze. Meglio prevenire che curare,non si sa mai.

“Devo.. Devo lasciare Jake” disse lui e il suo stesso tono di finalità lo spaventò.

“Ne sei proprio sicuro?” chiese Rachel mentre si coricava accanto a Kurt,rivolgendosi verso il soffitto.

“Jake è un bravo ragazzo. Pensavo di amarlo ma ciò che mi spinge a farlo è il mio affetto per lui. Volevo renderlo felice,Rendermi felice ed ho mentito.. No –non sono per niente fiero di quello che ho fatto,Rachel. Mi sento un mostro” disse lui con voce tremante e Rachel si girò su un fianco per poterlo osservare. Alzò la mano e gli scostò una ciocca di capelli dalla fronte mentre lui chiudeva gli occhi,lasciandosi trasportare dal suo tocco gentile.

“Mi sono illuso di poter essere di nuovo felice e.. Magari lo sono ma è diverso,è una felicità effimera,una bolla di sapone destinata a scoppiare. Potrei anche solo rimanere con Jake nella speranza che questo affetto un giorno si tramuti in qualcosa di più,ma non posso fargli questo. Lui merita un uomo che lo ami di un amore senza limiti e,per quanto io voglia,non posso darglielo. Anche se fa’ male,deve finire.”

“Vorrei che tutto tornasse com’era al liceo” concluse lei sospirando.

“Quando l’unica cosa che poteva rendere le mie giornate ancora più tristi erano i tuoi orribili maglioni?” chiese lui e Rachel gli diede un pugno sullo stomaco.

“Quando” cominciò lei sottolineando la parola con un’occhiataccia,”Quando tutto poteva essere sistemato semplicemente con una canzone”

“Lo vorrei anche io”

Questa sarebbe stata la giusta occasione per Candles” disse lei e Kurt rise.

“pensi di dirlo a Blaine?”

“Perché dovrei? D’altronde lui se n’è andato con Sebastian”

“Kurt non fare lo stupido. Sai che Blaine è stato ai tuoi piedi da quando è arrivato”

“Se lo meritava” disse lui con un tono che indicava la fine del discorso.

Kurt aveva tutto il diritto di essere orgoglioso,testardo e …ammettiamolo,un po’ bastardo. Ma era ancora giovane e tutti possono sbagliare.

Dopo qualche minuto,fu lui a rompere il silenzio: “pensi …uhm.. pensi davvero che mi ami ancora?” disse lui silenziosamente,come se pronunciando quelle parole ad alta voce,il dubbio che vi era dentro gli avrebbe spezzato il cuore.

“Oh Dio. Questa è la domanda più stupida che io abbia mai sentito dopo ‘ti piace la nutella?’ anzi no,è definitivamente la più stupida ..in quanto il dubbio che al mondo vi sia una persona a cui non piaccia la nutella c’è,mentre,sono sicurissima almeno quanto lo sono del mio inevitabile futuro,che Blaine ti ama più di ogni altra cosa al mondo. Forse anche più dei suoi papillon. Anzi no.” Scherzò lei guadagnandosi a sua volta un pugno sullo stomaco.

“Quando?” gli chiese dopo qualche minuto di silenzio

“Prima possibile” disse lui sporgendosi per prendere il telefono. Si impose di non pensare a Blaine ed a ciò che questo avrebbe potuto significare per la loro relazione. Si impose di pensare a Jake perché Kurt sapeva quanto un cuore spezzato potesse far male.

Ma non sapeva ancora quanto spezzarne uno potesse avvelenarti.

“Blow the candles out 
Looks like a solo tonight 
I'm beginning to see the light” cantò Kurt in un sospiro,cercando la speranza per compiere quel gesto e sentendosi,per la prima volta da anni,orgoglioso di se stesso.

“Blow the candles out 
Looks like a solo tonight 
But I think I'll be alright” concluse Rachel stringendogli la mano pregandogli silenziosamente di essere forte. Perché tutto sarebbe andato bene.
 
Non sapeva quanto si sbagliasse.
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Così,quella sera,Kurt si diresse verso casa di Jake. Per strada,cercò di praticare il discorso che aveva precedentemente preparato,ma più provava più dimenticava le sue stesse parole. Forse perché non esiste qualcosa come la preparazione  al dover finire una relazione.

Così,rinunciando ormai alla concentrazione,mise la musica a tutto volume –cercando principalmente canzoni né troppo felici né troppo tristi – e cantando a squarciagola.

Quando arrivò,dovette concedersi qualche minuto per calmare le sue stesse emozioni ma nessuna fortuna. Mandò un messaggio a Rachel chiedendole semplicemente: ‘Come faccio a non spezzargli il cuore?’

Ma l’unica risposta –per niente utile- che ricevette fu: ‘L’amore è il più antico degli assassini’

Spense il telefono e lo mise in tasca. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era una telefonata nel bel mezzo di questo discorso. Salì le scale lentamente,concedendo a Jake quel po’ di tempo in più da passare serenamente. Quando lui aprì la porta e gli sorrise,Kurt si sentì come se stesse portando via ad una bambina l’orsacchiotto preferito della sua infanzia.

“Hei” lo salutò Jake con voce dolce,facendolo entrare e chiudendo la porta. Kurt restò immobile al centro della stanza e dopo pochi istanti sentì il calore di Jake dietro di lui. Avvertendo le sue braccia circondargli la vita,si scansò.

“Jake dobbiamo parlare”

“Parliamo dopo ..Ti prego” cercò di persuaderlo mentre si avvicinava e prendeva il suo viso tra le mani.

“Jake. È importante.” A questo punto,forse capendo la serietà della situazione,si raddrizzò,pronto a sentire cosa avesse da dire Kurt,ma lasciando le sue mani dov’erano.

“Ok… Di che si tratta?” chiese fingendo nonchalance

“Possiamo …uhm… sederci,magari?” chiese Kurt imbarazzato.

“Ok”

“Allora… voglio intanto che tu sappia che tutto questo non è per niente facile”

“Kurt,mi stai spaventando”disse Jake e la sua espressione gli ricordò quella di un cucciolo indifeso.

Per niente meglio.

“Ok andrò dritto al sodo allora..” cominciò Kurt. “dovremmo finirla”

La tristezza che si impossessò di Jake lo sconvolse,ma doveva continuare,per fargli capire.

“Non è per te,Jake. Tu sei perfetto.”

“Fammi indovinare,andrai con il tipico ‘Non sei tu,sono io’?” chiese Jake ridendo di se stesso.

“Jake …io… non è per niente facile.. il fatto è che ..io --io amo Blaine.”

“Il professore?!”

“Si,ok allora.. in realtà,Blaine era il mio ragazzo del liceo. Successivamente,quando io stavo per trasferirmi qui a New York,Blaine mi lasciò. Ma io… non ho mai smesso di amarlo. Lo amo ancora. Per questo non posso più stare con te,è diventato tr----JAKE!!” urlò Kurt quando vide Jake dare un pugno al tavolino di vetro,riempiendosi la mano di sangue.

“Mi hai preso in giro” sussurrò Jake mentre Kurt lo osservava pietrificato dal terrore. Lo vide cambiare completamente in volto. Quella che poteva essere solo definita come tristezza,si tramutò in rabbia –Ira.

“Jake non è così” disse lui in un sussurro.

“No,Kurt? Allora illuminami.” Urlò dando un altro pugno al tavolino. Si alzò velocemente ed in un attimo tutto successe drasticamente. Trascinò Kurt fuori dal divano e lo buttò in terra brutalmente per poi chinarsi in ginocchio,prendendogli i piedi quando Kurt cercò di scappare verso la porta.

“Jake ti prego lasciami---lasciami Jake” disse Kurt dimenandosi disperatamente ma la presa di Jake divenne più forte mentre si avvicinava sempre si più.

“Io ti amo Kurt. Perché non vuoi capirlo. Perché!? Tu mi ami Kurt,lo capirai quando avrò finito” disse Jake ma la sua voce era ormai coperta dalle grida. Il suo sguardo era furioso e non presente,come se l’anima avesse abbandonato il suo corpo. Prese la camicia di Kurt e la tirò facendo volare tutti i bottoni e lasciandolo a petto nudo. Le sue mani callose gli attraversarono il petto in modo insistente,lasciando una striscia di sangue e finendo entrambe alla sua cintura.

Kurt urlava ed urlava. Ma perché nessuno veniva ad aiutarlo? Perché aveva spento quello stupido telefono? Perché non aveva ascoltato Rachel quando aveva proposto di parlargli nel loro appartamento?

Kurt urlò fino ad esaurire la propria voce e si dimenò fino a piegarsi in due. Ma Jake non voleva saperne e continuava imperterrito a borbottare qualcosa che Kurt non riusciva a definire a causa del suo cuore che batteva così forte da oscurare tutto il resto. Quando sentì che esso avrebbe presto smesso di sbattere,Jake era riuscito nel suo intento di levargli la cintura e stava adesso cercando di sbottonargli i pantaloni.

Ci fu un colpo alla porta.

Poi,due.

“Che stai facendo?!? Tu bastardo” urlò qualcuno ma tutto quello che Kurt riuscì a fare una volta liberato dalla presa di Jake,fu scappare.

Scappò verso la macchina e cercò di aprirla con mani tremanti. Quando ci riuscì si barricò dentro e urlò ancora. Urlò fino a non capire che non stava più urlando.

Le parole di Rachel si impossessarono di lui e tutto quello a cui riusciva a pensare era: ‘L’amore è il più antico degli assassini’
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Kurt continuò a correre. Verso cosa,non lo sapeva. Ma corse,tanto da spezzare tutti i limiti di velocità ed i segnali finché non riacquistò un briciolo di sanità mentale,di realtà,al suono di un clacson. Girò la testa tanto velocemente da far male e venne accecato dagli abbaglianti della macchina che veniva contro di lui.

È finita’  pensò di nuovo e questa volta sapeva che aveva ragione.
 
E fu’ strano come in quel momento,prima di non riuscire a vedere più nessuna luce,non vide tutta la sua vita come in un film,ma venne colto dal bizzarro pensiero di poter diventare una stella. Esattamente come sua madre.

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“Close your eyes, so many days go by
Easy to find what's wrong
Harder to find what's right

I believe in you 
I can show you that I can see right through
All your empty lies, I won't stay long
In this world so wrong

Trembling, crawling across my skin
Feeding your cold, dead eyes
Stealing the life of mine


Say goodbye,
As we dance with the devil tonight
Don't you dare look at him in the eye
As we dance with the devil tonight”


Oh Dio,mi sento un mostro. Quant’è passato,2 mesi? Scusate Q^Q darei sempre le stesse spiegazioni quindi ve le risparmio ma sappiate che sono davvero dispiaciuta. Sono cattiva ed insensibile. Scusate.

La canzone del capitolo è “Dance with the devil – Breaking Benjamin”

Sperando che non mi ci voglia così tanto per caricare il prossimo capitolo e che questo vi sia piaciuto,faccio gli auguri a tutti!

Cattivissima. *si nasconde*
 

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Capitolo 14
*** Rain ***


CAPITOLO 13 – RAIN


Kurt Hummel era il tipo di persona che, nel massimo momento di debolezza, si struggeva per restare forte. Quella mattina, quando si risvegliò in una stanza estranea e sterilizzata, rimase impassibile. Davanti a tutte quelle persone al suo fianco, a tutti gli occhi colmi d’irritante compassione, lui accennò un sorriso ed una battuta, la più squallida che fosse mai uscita dalla sua bocca ma comunque abbastanza per allontanare gli sguardi pressanti dei suoi ‘ospiti’. Sentiva l’odore aspro dei disinfettanti, lo percepiva mentre uccideva, per potenza, quello delicato dei fiori d’augurio. Un conato di vomito si fece presente e prese il cestino senza sbattere ciglio, vuotandovi il contenuto del suo stomaco. Si asciugò la bocca con un fazzoletto e tornò a guardare l’espressione contrita di suo padre.

“Come ti senti?” Gli chiese e Burt rise dolcemente, accarezzandogli la fronte con il dorso della mano.

“Non starai mangiando ancora patatine fritte? Lo sai che ti fanno male, papà” continuò

“Sai che non glielo permetterei” disse Carole comparendo dalla porta con un sorriso angelico ed occhiaie profonde.

“Ciao Finn, Rachel, Brittany, Mercedes, Santana.. Insomma, avete capito.”

“Hei Kurt” risposero all’unisono

“Mio dio,vi prego. Sembra di essere ad un funerale”

“ci siamo quasi” disse Santana che ricevette una gomitata da Brittany.

“Mi avete portato la cheesecake?” chiese

“…No”

“Allora potete andare” disse, non proprio scherzando.

“Il dottore dice che ti stai guarendo in fretta”

“è lui che dovrebbe guarire. Insomma, hai visto quelle scarpe? Orribili.” Rispose Kurt, facendosi una risata.

“Sei sempre il solito” disse Mercedes e lui le fece la linguaccia. Stavano poi parlando della sua carriera da solista quando Santana interruppe. “Dov’è Blaine?” chiese, guadagnandosi ben DUE gomitate. Kurt rimase con il fiato sospeso in attesa della risposta.

“Nel corridoio” disse suo padre.

“Capisco” Disse appoggiando infine la testa sul cuscino. Chiuse gli occhi brevemente e sprofondò nel sonno, chiedendosi, negli ultimi secondi di lucidità, come Blaine fosse venuto a conoscenza dell’incidente.
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Blaine aveva guidato tutta la notte verso l’ospedale. Era arrivato con il cuore a pezzi e il senso di colpa lo mangiava da dentro. Aveva riscoperto istinti omicidi, da killer. Voleva ridurre  in cenere Sebastian, e soprattutto Jake. Vide Rachel e Burt nella sala d’attesa e si diresse verso di loro, gettandosi sul pavimento e poggiando la testa sulle ginocchia. Burt gli diede una pacca sulla spalla e lui riuscì solo a dirgli che gli dispiaceva. Era un codardo.

Quando il medico uscì, i tre balzarono in piedi e ascoltarono ciò che aveva da dire. Sospirando di sollievo nel sentire che Kurt non era in fin di vita. Quando permisero la prima visita, Blaine si tenne alla larga dalla stanza, spaventato da quello che avrebbe potuto pensare Kurt su di lui. Rimaneva nel corridoio, passeggiando avanti e indietro. Ebbe il coraggio di entrare solo la sera, quando Kurt stava ormai dormendo. Si diresse verso di lui e mise un mazzo di peonie bianche sul comodino, perché ricordava che erano le preferite della madre di Kurt e sicuramente, in un momento così, l’avrebbe voluta accanto.

“Mi dispiace Kurt” disse ed iniziò a piangere, sedendosi accanto a lui. “Mi dispiace di essere un tale codardo. Di averti abbandonato quel giorno, anni fa, e di averlo fatto l’altro giorno, lasciandoti da solo ad affrontare tutto questo.” Disse, prendendo la mano di Kurt fra le sue

“Sai, sono stato stupido a lasciarti andare. E poi per cosa? Vuoi saperlo Kurt? Per una stupida minaccia. Ero un adolescente e tutto mi sembrava un dramma, uno stupido film. Sapevo che mio padre avrebbe potuto rovinarti e ho preferito lasciarti andare. Diceva che avrei sposato una donna e, se volevo proprio sposare un uomo, ne avrei sposato una ricco. Lo odiavo. Lo odio ancora. Quella È la cosa peggiore che io abbia mai fatto. Anzi no, perché la cosa peggiore è stata riavvicinarti, entrare nella tua vita, cercando di scordare quello che avevo fatto. Mi dispiace di averti di nuovo rovinato la vita” disse

“Ti amo” bisbigliò baciando la mano del ragazzo. Crollò subito dopo, sperando che tutto sarebbe andato bene.
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Si risvegliò di notte. Non sapeva che giorno era, con tutte quelle medicine aveva perso il conto. La prima cosa che notò, aprendo gli occhi alla realtà, fu che la maggior parte dei fiori era stata tolta. ‘Ed anche i palloncini, grazie al cielo’ pensò. Era rimasto solo un mazzo di peonie bianche, le preferite di sua madre. Sorrise ai fiori, ringraziando mentalmente chiunque fosse stato. Vide poi la flebo collegata al suo braccio e rimase imbambolato nel contare ogni goccia che scendeva lungo il tubo. Osservò infine il cielo stellato e le strane forme che componevano le numerose stelle. Un cane, Un orso -o forse è un panda?, un cuore, un ippopotamo.

Quando cercò di spostarsi un po’ per riuscire a vedere meglio, vi fu un rumore accanto a lui. Si girò di scatto e vide una massa di riccioli neri --- no, adesso che li vedeva erano biondi. Biondi e lisci.

Jake.

“Kurt?” disse il ragazzo alzando la testa e per un attimo credette di vedere occhi color miele pieni di gioia. Ma gli occhi erano quelli di Jake. Lo sapeva, lo sentiva nel bruciante dolore alle sue tempie.

Jake.

Jake.

‘Scappa’ era l’unica cosa a cui riusciva a pensare e si alzò dal letto, staccandosi la flebo dal braccio e uscendo nel corridoio. Un infermiera lo vide e, mentre lui si dimenava fra le braccia di Jake, rivolgendogli un sorriso preoccupato, gli iniettò qualcosa nel braccio.

Prima di perdere conoscenza vide quegli occhi color miele e si sentì sollevare da quelle braccia che lo tenevano come se fosse di porcellana, e riuscì a sussurrare un “Mi dispiace”.
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La notte dopo si risvegliò per poi crollare quasi subito, sentendo quella strana stanchezza al cervello e nelle ossa. Sognò di un parco di lillà, di nontiscordardimé e di rose gialle. Era rilassato mentre il sole gli riscaldava la pelle scoperta. Sentiva che qualcuno gli stava accarezzando i capelli e che piangeva e, alzando lo sguardo, vide lo stesso viso dolce con un fitto strato di barba e i riccioli scuri. Si sporse per baciare quelle labbra ma non vi era più nessun viso e nessun campo. Si trovava in ospedale e Jake era lì. Gli prendeva la mano e gli diceva che lo amava.

Si svegliò urlando e cercò di scendere dal letto ma, con orrore, notò che vi era legato. La porta si aprì immediatamente, rivelando un dottore. Egli avanzò a passo svelto verso Kurt e, mentre l’infermiera lo teneva fermo, gli iniettava la sostanza nel braccio. Si addormentò di nuovo.
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Il giorno dopo furono costretti a chiamare una ‘specialista’ – come la chiamava Kurt – per non dire psicologa. Si presentò nella sua stanza durante la mattina, vietando poi le visite per la giornata.

“Buon giorno Kurt, Io sono Miss Jensenn, ma tu puoi chiamarmi Rose. È un piacere conoscerti” disse con quella cordialità che caratterizzava il suo lavoro

“Salve” rispose docilmente Kurt

“Sai perché sono qui, Kurt?” chiese

“No”

“Hai bisogno di qualcuno con cui parlare” disse

“ Ho qualcuno con cui parlare, non capisco. Mi dica solo perché è qui”

La dottoressa sospirò e, altrettanto cordialmente, disse: “Hai un disturbo post traumatico da stress”

“Ci deve essere un errore, non ho alcun disturbo. Solo qualche incubo, non capisco perché ne facciano una tragedia”

“Kurt, tuo padre ha chiesto per una psicologa”

“Mio padre sa sempre ciò che è meglio per me” spiegò lui

“Per questo dobbiamo iniziare la tua terapia” disse lei con un mezzo sorriso

“Perché se non inizio la terapia….” Chiese

“…Non riuscirai più a riprenderti la tua vita.” Concluse

Kurt guardò verso la finestra, verso gli alberi in fiore e il cielo chiaro. Guardò verso la porta aperta, da cui si intravedeva un ragazzo camminare avanti e indietro, la mano sulla nuca, e uno sguardo preoccupato sul viso che scomparve quando incontrò il suo sguardo. Sorrise calorosamente e Kurt capì che doveva riappropriarsi della sua vita. Rivolse lo sguardo di nuovo verso Miss Jensenn, che aspettava con calma e comprensione.

“Ok” sospirò Kurt.

“Che ne dici se parliamo un po’ di te, eh?”

“Dico che è un bello schifo.” Dichiarò

Miss Jensenn rise e, stranamente, contagiò anche Kurt.

“Si, lo è” concesse.
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Kurt passò la sera a parlare con suo padre e la sua famiglia, comunicandogli il suo assenso alla terapia. Dopo due settimane, Kurt riuscì ad accettare il fatto di aver bisogno di una psicologa. Gli disse che sarebbe andato in un centro di riabilitazione e, rassegnato, li ringraziò per tutto.

“Car is parked, bags are packed, but what kind of heart doesn't look back 
At the comfortable glow from the porch, the one I will still call yours? 
All those words came undone and now I'm not the only one 
Facing the ghosts that decide if the fire inside still burns”

Kurt cantò con dolcezza quelle parole ad una stanza vuota che sapeva, avrebbe lasciato entro poco. Cantò quelle parole al ragazzo nel corridoio, sperando di arrivare al suo cuore.

“All I have, all I need, he's the air I would kill to breathe 
Holds my love in his hands, still I'm searching for something 
Out of breath, I am left hoping someday I'll breathe again 
I'll breathe again” sospirò infine prima di addormentarsi, facendosi coraggio per gli incubi che lo aspettavano.

Al suo risveglio, Kurt venne poi portato in uno di quei centri lontano da tutto e tutti, per riuscire a guarire la sua mente da quelle macabre immagini, che lo tormentavano nel sonno e nella memoria. Gli fu dato del tempo per abituarsi al luogo, alla serenità e al silenzio. E, fra un libro ed un altro, gli era a volte permessa qualche visita da parte di suo padre. Dopo sei settimane, riuscirono a concludere qualcosa di serio, che non fosse parlare dell’ultima edizione di Vogue o l’ultimo libro letto. Dopo otto settimane, cominciarono ad uscire i problemi e, solo dopo dieci, sparirono gli incubi.

Dopo tre mesi, Kurt era pronto per congedarsi perché sapeva di aver fatto il possibile. D’altronde queste cose non si cancellano mai del tutto, pensava. Aveva dovuto imparare a conviverci, e questo bastava. Rose lo aveva avvertito: a volte sarebbe stato difficile, avrebbe rivissuto quei momenti e avrebbe pianto, gridato. A volte si sarebbe sentito schiacciato e impotente. Avrebbe avuto bisogno di parlare con qualcuno, riferendogli tutto quello che provava, affidandosi ad un’altra persona per riuscire a superare il buio. ‘Sono pronto’ pensò.
Una macchina nera entrò quel pomeriggio nell’istituto, attirando gli occhi dei pazienti. Kurt sedeva sulle scale, tenendo tra le mani un libro. Al rumore di ruote sull’asfalto alzò lo sguardo e, non appena vide il veicolo, si alzò correndo verso la portiera.

Blaine scese dalla macchina con paura. Paura che tutto avrebbe potuto ripetersi, non sapeva come comportarsi o addirittura se respirare. Ma vide gli occhi di Kurt illuminarsi come un tempo ed in un istante avevano le braccia piene dell’altro. Si stringevano sussurrando parole di incoraggiamento, di amore, d’insicurezza, di tristezza. Quando si staccarono, si guardarono negli occhi e, ridendo, cominciarono a piangere. Il primo bacio fu insicuro, dopo tanto tempo separati, ma crebbe di passione non appena le loro lingue si sfiorarono e i loro corpi si intrecciarono.

Salirono in macchina dopo quelli che sembrarono anni e, guidando con i finestrini abbassati e la radio a tutto volume, si diressero verso casa. Burt strinse il figlio, stritolandolo. E dopo poco, si unirono a lui Carole e Finn. Kurt annunciò che andava a lavarsi mentre Carole dichiarava che era diventato troppo magro e che lo aspettava la cena.

Quando scese però non trovò nessuno. Credeva di essere di nuovo in uno dei suoi incubi e, con il cuore in gola, chiamò Blaine. Dopo poco, comparse Rachel dalla sala da pranzo e lo condusse verso il giardino.

“Rachel, che sta succedendo?”

“Niente” squittì lei

Camminarono verso la strada, dove Rachel lo lasciò, facendo qualche passo indietro e iniziando a canticchiare una melodia. Kurt sentì alcuni accordi di chitarra ma non riuscì ad identificare da dove venisse il suono.

“You're not alone 
Together we stand 
I'll be by your side, you know I'll take your hand”
 Mercedes venne Avanti cantando, con una candela tra le dita che le illuminava il viso, mentre alter persone sbucavano dai giardini, da dietro gli alberi, e da dentro le case, illuminando la strada di mille luci.

“When it gets cold 
And it feels like the end 
There's no place to go 
You know I won't give in 
No I won't give in”
 Santana e Rachel cantarono questa strofa, mettendosi infine al suo fianco e sorridendogli. Kurt si intenerì ed I suoi occhi cominciarono subito a lacrimare, mentre lui rideva nell’innocente felicità.

“So far away 
I wish you were here 
Before it's too late, this could all disappear 
Before the doors close 
And it comes to an end 
With you by my side I will fight and defend 
I'll fight and defend 
Yeah, yeah” 


Vennero Avanti Finn, Burt e Carole che lo abbracciarono(facendo attenzione a non bruciarlo). Ed, infine, dietro di lui, dal giardino di casa sua, venne avanti Blaine. Suonava la chitarra espertamente e lo guardava come se fosse natale. Gli occhi pieni di una adorazione rara e speciale.

“Keep holding on 
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through 
Just stay strong 
'Cause you know I'm here for you, I'm here for you 
There's nothing you could say 
Nothing you could do 
There's no other way when it comes to the truth 
So keep holding on 
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through”
cantò Blaine con fervore, avvicinandosi a Kurt. Incurante della melodia o di tutto il resto, prese poi la sua mano e se la portò sul cuore e, mentre tutti gli altri cantavano la strofa finale, gli asciugò le lacrime con il dorso della mano, baciandogli poi il viso.

“There's nothing you could say 
Nothing you could do 
There's no other way when it comes to the truth 
So keep holding on 
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through”


E, fra tutte le fiamme di speranza che vi erano quella sera, la più ardente era riposta negli occhi dell’uomo che amava. Si sporse sulle punte e baciò quelle labbra candide, sentendosi avvolgere dalle sue braccia. Per la prima volta da anni, Kurt si sentì a casa.

*THE END*
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WOOOOOOOOO OOOOOH!
Ok finalmente. mi scuso per l'assurdo ritardo nel postare questo capitolo ma sinceramente, porco cane, la vita reale si intromette. Ok grazie mille per aver letto questa Fan Fiction e ..grazie a tutti quelli che ci hanno perso un po' di tempo. Soprattutto grazie a KIAsia (se ancora legge questa storia) ed ai suoi commenti pieni di enfasi. A mia madre, la mia critica, che mi ha dovuto sopportare. e ultime ma non meno importanti Silvia e Alexa, che hanno fatto in modo che credessi in me stessa e che hanno "finto" di amare la storia, forse perchè mi vogliono bene.

So' che non è un libro ma che volete, fatemi sentire importante per una volta. LOL.

GRAZIE A TUTTI. 

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