Scommettiamo?

di jeffer3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Liceo - parte I ***
Capitolo 2: *** Liceo - parte II ***
Capitolo 3: *** Liceo - parte III ***
Capitolo 4: *** Liceo - parte IV ***
Capitolo 5: *** Liceo - parte V ***
Capitolo 6: *** University - parte I ***
Capitolo 7: *** University - parte II ***
Capitolo 8: *** University - parte III ***



Capitolo 1
*** Liceo - parte I ***


Salve, bella gente! Dopo exchange of body, ritorno con quest'altra ff, ma parlerò meglio alla fine (per chi non si stanca prima xD).
volevo solo dire che, nella prima scommessa, vabbè, insomma quando si parla di numeri, il 'leggere nel pensiero' riguarda anche voi lettori! quindi, sì, insomma, seguite i calcoli e fatemi sapere poi!
Ora vi lascio alla lettura, ci rivediamo alla fine!




Avevano iniziato, casualmente, dal secondo anno di liceo.
Era una giornata come un’altra per Santana: un insulto qui, uno sgambetto là e via che era arrivata all’ultima ora di lezione, quella di educazione fisica.

La signorina Goolsby, quella vecchia megera che faceva loro da insegnante, era una fissata con le corde. Parliamo di quelle appese al soffitto, che si devono “scalare”; insomma, sciocchezze per una cheerio, abituata alle follie della Sylvester, motivo per cui l’ispanica era piuttosto seccata di trovarsi lì, certo, se vogliamo escludere il divertimento, che provava vedendo sfracellare al suolo i suoi compagni più goffi ed imbranati.
Intenta com’era a limarsi le unghie nell’attesa che finisse quello strazio, capì, un po’ a scoppio ritardato, che dovevano averla chiamata un paio di volte prima che effettivamente ci facesse caso.

“Lopez! Andiamo, vuoi darti una mossa?! Sali su quella corda!”
“Arrivo, arrivo…” fece con tutta la calma del mondo la latina “Tanto potrei salire e scendere anche ad occhi chiusi, in massimo 10 secondi.”
“Seh, valla a raccontare a qualcun altro.” Una voce si sentì improvvisamente dal gruppetto lì vicino, al cui centro si trovava una Rachel Berry a braccia incrociate, che fissava, con sguardo di sfida, l’ispanica.
“Hobbit! Non ti avevo visto… ti avevo preso per il cestino della palestra.” Iniziò procurando un sonoro sbuffo nell’altra. “Non credi che sia capace di fare quanto detto?”
“Ma per favore, sono sicura che non ce la faresti mai.” Affermò, sicura, la diva, mentre la latina le si avvicinava poco a poco con le braccia incrociate.
“Scommettiamo?” chiese, allora, sollevando le sopracciglia.
“Scommettiamo!”


 
Mai Santana Lopez avrebbe pensato che Rachel Berry fosse una malata di scommesse.
Mai Rachel Berry avrebbe pensato che Santana Lopez fosse, ugualmente, una malata di scommesse.
A quanto pare, dovettero ricredersi entrambe.


 
Liceo




 
“Quinn, te l’ho detto, facciamo solo qualche scommessa.”
“Andiamo, San, con la Berry? Miss ho-le-calze-più-fighe-del-mondo-la-mia-bis-nonna-ne-sarebbe-fiera? Ma che hai fumato?!” sbuffò per l’ennesima volta la bionda, al fianco della latina.
“Oh, andiamo, da quando in qua ti interessa di quello che faccio co-“ si interruppe improvvisamente, dopo aver notato qualcuno nel corridoio “Nana!”
“Buongiorno, Santana…” fece un po’ scocciata la diva, per poi rivolgersi alla bionda che le era a fianco “Buongiorno Qui-“
“Se, se, ciao Berry” tagliò subito corto l’altra, allontanandosi dalle due.
“Ma si può sapere che le ho fatt-“ iniziò la più bassa per essere poi interrotta dall’altra.
“Facciamo scommessss”
“Perché ‘ssssss’?” chiese, un po’ stranita l’altra.
“Perché suona meglio!” esclamò l’ispanica, facendole roteare gli occhi.
“Ok, spara.”
“Scommetto che riesco ad indovinare cosa pensi!”
“Santana, perché vuoi perdere? Potrei pensare ad un’infinit-“
“Sì,sì,sì, vabbè. Un numero.”
“Eh?”
“Indovinerò che numero stai pensando, però mi devi seguire…” iniziò, per poi aggiungere subito dopo “ti dirò una serie di calcoli da fare.”
“Ok…” accettò, allora, la piccola diva interessandosi “Ci sto. “
“Bene! Pensa un numero.”
“Fatto...” fece, dopo averci pensato poco, l’altra. “Qual è?” Chiese, quindi, subito dopo.
“Berry, quale parte del ‘segui il mio-“
“Hai ragione, hai ragione. Vai, dimmi, ho pensato il numero”
“Oh, sia lodato il cielo. Allora, moltiplicalo per due”
“…Oook”
“Somma, al numero ottenuto, 10”
“…mmm fatto”
“Dividi tutto per 2”
“Ok…”
"Meno il numero che hai pensato all'inizio.."
"Sì..."
“E’ 5!” esclamò, tutta trionfante, l’ispanica, lasciando interdetta la più bassa.
“M-ma, cioè… com-come?”
“Sono sensitiva, Hobbit!” fece con noncuranza “E ho anche vinto”
“No, no, no! E’ un caso! Un dannatissimo cas-“
“Pensa un numero” le propose, allora, seccata la latina.
“Fatto!”
“Moltiplicalo per due.”
“Ahà… non ci riuscirai mai questa volta…”
“Somma il tutto ad 8”
“Ok…”
“Dividi tutto per due... il tutto meno il numero che hai pensato all'inizio"
“Ci siamo!”
“Sai che ti dico, Hobbit? Ho deciso di stupirti… hai presente il numero che hai ottenuto?”
“Certo…” rispose, un po’ confusa.
“Devi associare questo numero ad una lettera dell’alfabeto… in pratica, se è 1 allora A, se 2 allora B, se 3…”
“Ok, ok! Fatto, allora?”
“Ora, devi pensare ad una nazione che inizi con quella lettera…”
“Mmmmh… o-ok.”
“Adesso, con la lettera che segue dell’alfabeto – quindi, se ti era uscito A, ora è B, se ti era uscito C ora è-“
“Conosco il susseguirsi delle lettere, Lopez” la interruppe accigliata.
“Se, se. Ora, devi pensare ad un animale che inizi con quella lettera”
“Ssssì…”
“Pensa al colore di quell’animale…”
“Ok…”
“Berry?”
“Sì?”
“Non ci sono elefanti grigi in danimarca” disse, con la massima tranquillità del mondo, lasciando l’altra senza parole. “Te l’ho detto, sono sensitiva.”
“M-m-ma… Dov’è il trucco?!”
“Ma quale trucco e trucco, ciccia, ho vinto. Hai perso, per l’ennesima volta. Sono una sensit-“
“Ssssshhh! Non è vero! C’è il trucco, lo so, io-“
“Facciamo un’altra scommessa.”
“Prima mi devi dire il trucco” fece accigliata la diva.
“E’ per comprovare le mie doti!”
“Di’” la esortò allora, interessata, l’altra.
“Indovinerò la tua password di Facebook.” Affermò, facendo scoppiare a ridere la mora al suo fianco.
“E quale sarebbe?” le chiese allora, trattenendo a stento le risate.
“Dammi 24 ore!”
“Non ci riusc-“
“24 ore.” Ribadì, sicura la latina.
“E sia.”

 
La sera stessa, dopo aver ingaggiato un paio di complici, Santana entrò sul social network. Dopo aver, con somma soddisfazione, visto la piccola Berry in linea, decise di dare inizio alle danze, scrivendo un post sulla propria bacheca.
Santana Lopez  Woho! Che figata, su fb se scrivi la tua password come commento, escono gli asterischi!
A Quinn Fabray, Noah Puckerman, Brittany S. Pierce e altre 3 persone piace quest’elemento.
Santana Lopez *******
Noah Puckerman **************
Noah Puckerman yeah!
Quinn Fabray **********
Mercedes Jones ****** ahahahhaha
Rachel Berry Faberryislove
Santana Lopez WTF?!
A Quinn Fabray, Noah Puckerman, Mercedes Jones e altre 27 persone piace quest’elemento.
Santana Lopez E comunque, ho vinto. Ancora.
Rachel Berry Ti odio.





 
“Ci vediamo stasera, Sannie?” chiese la biondina preferita dell’ispanica, all’uscita da scuola.
“Certo Brit-Brit, non vedo l’ora” le disse, sporgendosi per lasciarle un bacio sulle labbra.
Non appena si staccarono, l’attenzione della biondina si focalizzò sulla piccola diva, che stava nel bel mezzo dei giardini, con lo sguardo rivolto verso l’alto.
“Ma… Rachel sta cercando di parlare con gli uccellini, San?”
“Eh?” Chiese confusa l’altra, per poi realizzare che, sì, effettivamente la piccoletta stava avendo un comportamento strano, per cui la latina non tardò a richiamarla.
“Ehi, Berry! Ti si è bloccato il collo a furia di dover sollevare lo sguardo per parlare con qualcun-“ si interruppe, però, vedendo una strana espressione sul volto della diva… un’espressione che aveva imparato a riconoscere.
“Brit, vado, la nana ha in mente un’altra scommessa! Ci vediamo dopo” la salutò di nuovo, iniziandosi ad allontanare.
“San?” la richiamò, però, da lontano la ballerina.
“Dimmi, paperotta”
“Puoi stare attenta per favore? Ho parlato con le fatine e i folletti per proteggerti, però l’ultima volta non sono bastati. Quando hai cercato di saltare un tavolo da ping-pong intero, sei cadut-“
“Sì, beh, Britt…”
“Sai quanto adori le tue labbra… non farti male di nuovo, per favore”
“Tranquilla…” iniziò riavvicinandosi “Starò più attenta, ok?” le chiese, osservando il piccolo broncio che si era formato sul volto della più alta. “Ok?”
“Va bene…” concordò, per poi sorridere quando l’altra le posò un bacetto leggero sul naso, prima di allontanarsi.
“Spara, Berry.”
“Lo vedi questo palo della luce?” iniziò, sghignazzando, la piccola diva.
“Sì, nana, è qui davanti a me.”
“Segui quanto ti dirò… sappi che potrai anche ritirart-“
“Pfffff, ma va’. Dimmi.”
“Bene. Allora, dovrai arrampicarti su questo palo, mi segui?”
“Ahà, un gioco da ragazzi, ho già vinto.”
“Non così velocemente, Tarzan. Dovrai arrampicarti fino in cima; da lì, dovrai saltare su quest’albero, aggrappandoti al ramo.”
“mmmh…”
“A questo punto, ti porterai sull’altro lato del suddetto albero e ti lancerai su quell’altro palo della luce… ci sei?”
“Ok, poss-“
“Non ho finito...” le disse, poi, con un ghigno.
“O-ok…”
“Dunque, da lì, salterai sul cornicione della scuola, lo vedi?”
“Ahà…”
“Lo percorrerai e ti intrufolerai nell’ufficio di Figgins” concluse, soddisfatta, rivolgendole un’occhiata eloquente. “Ti ritir-“
“No! Ce la farò, posso farcela”
“Scommettiamo?”
“Scommettiamo!” concluse l’ispanica, avvicinandosi al primo palo da scalare. Prima si salire, però, si girò un’ultima volta verso Rachel, come ricordatasi di qualcosa.

“Hobbit?”
“Sì, Santana?”
“Prima di rischiare di morire o essere espulsa, dimmi… come è andato il corteggiamento alla Fabray??” le chiese, lanciandole occhiate allusive “Ho sentito che siete andate da Breadsticks ieri sera, ma Quinn non mi ha voluto dare altri dettagl-“
“Forse perché non sono affaracci tuoi, Santana!”
“Ooooh, andiamo! C’è stato qualche dopo serata??” chiese, poi, alzando le sopracciglia “A casa di qualcun-“
“Lopez!” la interruppe subito l’altra, rossa come un peperone “Sali su quel dannatissimo palo!”
“Certo che… detto così suona proprio male, nana. Sei stata in qualche locale di lapdance, per cas-“
“Santana!”
“No, giusto, così… sai, Quinn dovrebbe sapere di un tuo eventuale passato burrascos-“
“Ma la vuoi smettere?!”
“Ok, ok. Vado.” Fece, arrendendosi l’ispanica e iniziando ad arrampicarsi.
Riuscì effettivamente a salire fin sopra il primo palo della luce. Saltò, poi, brillantemente sul ramo, riuscendovisi ad aggrappare.
“Woho! Sono grande!” si complimentò, quindi, con sé stessa la latina.
Presa, tuttavia, dalla gioia di quel piccolo successo, nel tentativo di passare dall’altra parte dell’albero, poggiò male il piede destro.
“Oh, cazz-“
Uno scrosciare di foglie precedette un tonfo, segno inconfondibile della caduta della cheerio.
“Pooooorca di quell-“
“Santana!” la richiamò la diva, avvicinandosi. “Tutto ok?”
“Mha! Non saprei…santisssssimi numi!” provò, quindi, a parlare tra un’imprecazione e l’altra. “Diciamo ch- Bontà divina, che dolore!”
“Prendo la macchina, ti porto all’ospedale.”
“Eh, sì, grazie.”
“E comunque ho vinto.”
“Fanculo, Berry.”






 
“Oh, andiamo! E’ troppo!” protestò per l’ennesima volta la diva.
“Senti, nana, puoi accettarla o no. In fondo è una scommessa, sei liberissima di tirarti indietro.”
“No! Non mi tirerò mai indietro!” protestò subito, per poi riprendere a parlare “Però, andiamo, Santana è troppo! Davanti a tutti quelli del glee, ti prego, almeno… non lo so, eliminiamo lo strusciamento su Quinn!”
“Eh?! E perché mai? Quella è la parte più divertente, in cui il bietolone si renderà conto ch-“
“Nessuno sa di me e lei, a parte te e Brit! Andiamo! Almeno questo…” chiese, supplichevole.
“Oh, e va bene. Sei proprio una pusillanime, Berry. E sia, niente strusciamento sulla bionda, tutto il resto però sì…” fece, sghignazzando. "Sono sicura che non riuscirai ad andare fino in fondo”
“Ehi, ragazze” richiamò la loro attenzione Quinn, che si stava avvicinando assieme a Brittany, per poi posizionarsi alla destra della diva, prendendole la mano e carezzandola dolcemente.
“Andiamo al glee??” chiese tutta entusiasta la ballerina, facendo fare una giravolta alla propria ragazza. “Non sei emozionata, Sannie??”
“Ooooh, non puoi nemmeno immaginare quanto BritBrit!” le rispose, rivolgendo un’occhiata eloquente alla piccola diva. “Andiamo gentaglia?” chiese, poi, all’altra coppia, mentre si incamminava verso l’aula.


“Ehm.. professor Schù?”
“Dimmi, Rachel!” fece tutto entusiasta il professore, aspettandosi qualche proposta per le regionali.
“V-vorrei… mh, eseguire un pezzo… posso?” chiese, quindi, un po’ imbarazzata.
“C-certo! Figurati, da quando in qua sei così timorosa di chiedere una cosa tanto scontata?”
“Non sono timorosa…” borbottò avvicinandosi allo stereo, mentre la latina si iniziò a muovere, euforica, sulla sedia.
“Sarà epico…” commentò quindi a bassissima voce quando la canzone finalmente partì.
“M-ma… cosa?” fece un attimo confuso il professore, sentendo la canzone, decisamente non da Rachel Berry, ma più che altro da strip club, che la piccola diva accompagnava con movimenti decisi del fondoschiena mentre dava le spalle al resto dei compagni.
Continuò così, finchè, mentre il ritmo della canzone cambiava, si tolse l’elastico dai capelli, smuovendoli a destra e sinistra con fare sensuale e, una volta giratasi verso gli altri, iniziare a sbottonarsi i bottoni della camicetta che indossava.
“R-Rachel?” sembrò richiamarla un Finn, fin troppo preso dallo spettacolino.
Ignorandolo completamente, la piccola Berry si tolse del tutto l’indumento, rimanendo solo in reggiseno e gonna, avvicinandosi, con fare decisamente malizioso, ai compagni che si trovavano in prima fila; tutto questo, non prima di aver lanciato un chiaro sguardo di sfida all’ispanica.
Seguendo sempre il ritmo della canzone, prese quindi a strusciarsi su Artie, salendogli direttamente a cavalcioni sulle gambe, cantandogli alcune strofe della canzone direttamente nell’orecchio.
Dopo aver riservato lo stesso trattamento a Mike, si riposizionò, quindi, al centro dell’aula, dove, con un movimento lento, fece scendere la gonna fino ai propri piedi, calciandola, poi, lontano e rimanendo, così, solo in intimo.

“Wohooo! Berry! Ci sai fare!!” esclamò, tutto preso Puck, osservando entusiasta la scena e spezzando il silenzio che aleggiava nell’aula, fatta eccezione per la musica e per una Santana, che, a stento, riusciva a contenere le risate, pensando, tra l’altro, che ora doveva arrivare il bello.
Secondo la scommessa fatta, infatti, Rachel avrebbe dovuto levarsi anche il reggiseno e, infatti,  questa stava proprio ora continuando ad ondeggiare al centro dell’aula, cercando il coraggio per farlo.
La piccola diva, tuttavia, finì per temporeggiare troppo e, ormai passato del tempo, la musica cessò.
Aveva, quindi, perso la scommessa.
“Maledizione!” imprecò a testa bassa, mentre una Quinn, ancora esterrefatta, prendeva il proprio cappotto per precipitarsi sulla propria ragazza e coprirla alla meglio per portarla in bagno.
“HA’!” Scattò subito in piedi l’ispanica, puntando un dito contro Rachel, che ora stava venendo trascinata fuori l’aula dalla Fabray. “Sapevo che non saresti arrivata fino in fondo, nana! Sei prevedibile! E io ho vinto!” esclamò trionfante, vedendo le due uscire dall’aula, mentre la bionda le rivolse un’occhiata omicida e la propria ragazza, seduta a fianco, uno scappellotto.





 
“Britt… sono così stanca…” si lamentò per l’ennesima volta l’ispanica, sdraiata sugli spalti con la testa appoggiata sulle gambe della suo biondina preferita.
“Lo so, Sannie… Sue ci ha fatto lavorare peggio degli elfi a Natale... ” concordò l’altra, accarezzandole piano i capelli, prima che la sua attenzione si spostasse su due figure che si stavano avvicinando. “Arrivano Rachel e Quinn”
“Mmmhhh” mugugnò infastidita l’ispanica, abbracciandosi, letteralmente, l’avambraccio della propria ragazza.
“Ehi ragazze” Salutò, Quinn, una volta sedutasi al fianco delle due.
“Ciao Britt! Santana??” La richiamò, piano, la diva.
“Cosa vuoi Hobbit?” bofonchiò l’altra, con gli occhi chiusi, cercando di non pensare a nulla se non alle dita della sua paperella che le accarezzavano i capelli.
“Facciamo scommessss” propose, quindi, su di giri.
“Ooooh, nana, sono distrutt-“
“Ahà, pusillanime.”
“Che hai detto, sorella di Frodo?!” scattò sull’attenti l’ispanica.
“Niente…”
“Avanti, fammi sentire…”
“Lauren.”
“Lauren?” chiese, non capendo.
“Zizes.” Mise in chiaro Quinn, passando dolcemente una mano sulla schiena della piccola diva.
“La balenottera wrestler?!” fece, un po’ allarmata, Santana, ben consapevole dei trascorsi della ragazza.
“Proprio lei!” confermò emozionata la diva.
“O-ok… cosa dovrei fare?”
“Ecco, devi seguirmi”
“Oh, Dio… l’ultima volta che l’hai detto sono finita in ospedale”
“Sì, beh, tranquilla…”
“Certo, tranquillissima.”
“Allora, attualmente si sta aggirando per i corridoi”
“Non è una novità, Berry, vai al punto…”
“Dunque, dovrai correre, per poi, con una scivolata, passarle giusto in mezzo alle gambe, ci sei?”
“Oh, bene! Tipo tunnel insomma, perfetto. Vado” fece alzandosi.
“Nah, aspetta.” La fermò la bionda più bassa “Scivolando le dovrai afferrare le caviglie, per farla cadere esattamente a faccia per terra.” Concluse, facendo boccheggiare un attimo l’ispanica, che provò a ribellarsi.
“M-ma… insomma, mi costringete a morte certa! Se non cade, m’ammazza, per aver tentato di farle del male, e se cade… oh, non voglio nemmeno pensarci! Andiam-“
“Aaah! Te l’avevo detto, Rach! Era troppo per lei…” fece allora la bionda rivolta alla propria ragazza.
“Ehi! Vi state vendicando! Lo so! E’ per lo strip della nana, Quinnie, per caso??” chiese, quindi, la latina rivolgendo un’occhiata allusiva all’amica.
“L’hai fatta strusciare sui ragazzi!” esclamò, allora, arrabbiata, quella non riuscendo più a contenersi.
“E beh?! Che gusto c’era altrimenti?”
“La potevi far strusciare su di me almen-“
“AHA’! E’ questo il punto! Quinnie, il mio piano lo prevedeva, ma la tua ragazz-“
“Ora basta!” le interruppe subito la diva, un po’ rossa in viso “Santana, ci stai o no?!”
“Oh, e va bene, ci sto! Vado…” fece alzandosi, ma prima di fare anche solo un passo si girò verso la propria ragazza. “BritBrit ricordati che ti amo!” esclamò con fare teatrale “ E voi…” continuò rivolgendosi alle altre due “Se non dovessi più fare ritorno avrete per sempre sulla coscienza quest’amor-“
“Cammina, San” la interruppe, scocciata, Quinn, esortandole con i gesti ad andare.
“Bene. Andiamo?” chiese, quindi, la latina, vedendo che le altre non si muovevano.
“Oh, dici a noi?” fece la diva “Non ne abbiamo bisogno…” affermò, guadagnandosi un’occhiata interrogativa dall’altra “Già sappiamo che perderai questa scommessa…”
“Come, scusa?”
“E’ stata progettata per punirti, niente più.”
“Siete, siete…” iniziò arrabbiata l’altra “Non dico nemmeno cosa, perché sono una persona educata IO! E vincerò, vedrete!” concluse avviandosi all’interno della scuola.
“Perché avete mandato la mia Sannie al massacro?” chiese, quindi, alle altre due la ballerina con un piccolo broncio sulle labbra.
“Oh, Brit, tranquilla! Tornerà…” la consolò la Fabray.
“Con qualche graffio, ma tornerà” concluse poi la diva.



“T’ho eccola!” esclamò Rachel, vedendo arrivare la latina zoppicante sugli spalti.
“Tutto bene, San?” chiese, preoccupata, Brittany.
“Tranquilla BritBrit…” fece rivolgendole un sorriso, per poi spostare lo sguardo, ora infuocatosi, sulle altre due “Mi ha sbattuto contro gli armadietti! Non sono riuscita a smuovere quelle dannatissime gambe e sono rimasta esattamente sotto di lei, che, ehi, con davvero molto garbo e gentilezza, ha posato sul mio torace… sulle mie TETTE, ad essere precisi, tutto il suo stramaledettissimo peso!” urlò agitandosi sempre di più, mentre scatenava l’ilarità di tutte le altre. “Mi ha preso per la divisa, poi, e senza troppi complimenti, ha fatto sfracellare la mia preziosa schiena sui dannati armadietti.” Concluse poi, sedendosi, finalmente, e passandosi stancamente una mano sugli occhi. “Vi sto odiando.”
“O-oh, andiamo San!” provò a parlare Quinn, ancora scossa dalle risate.
“Silenzio, compagna del nano”
“Eddai, che sarà mai” fece tranquillamente la diva, per poi aggiungere con fare orgoglioso “E comunque, ho vinto!”
“Fottiti, Berry.”




Angolo dell'Autrice
Eilà bella gente! Spero che vi stiate tutti godendo l'estate! (io ho dovuto riniziare a studiare, quindi sono fregata, ma questa è un'altra storia)
Volevo dirvi un paio di cosette...
La storia... dunque, era nata inzialmente come one-shot... però mi son detta che alla fine di spunti ce ne sono tanti, quindi potrei continuarla ancora, magari non tanti capitoli, ma una cosa, così, carina che riguarda gli anni del liceo, del college, matrimonio e via dicendo!
Chiaramente, ora, il tutto sta a voi! Nel senso che se piace, allora la continuerò, altrimenti la modificherò come shot e la bloccherò qui... insomma fatemi sapere cosa ne pensate!
Dovevo dire altre cose, credo, ma me ne sono completamente dimenticata... vabbè fa niente!
A presto (forse), bella gente! :D

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Capitolo 2
*** Liceo - parte II ***



“Perché siamo qui, Santana?”
“Facciamo scommesss, Hobbit!” esclamò entusiasta, la latina, indicando alle altre tre ragazze presenti lo spazio circostante, una zona un po’ isolata, in cui l’unica traccia di civiltà sembrava essere una villetta un po’ diroccata.
“Perché siamo anche io e Brit qui, allora?” chiese un po’ confusa Quinn.
“Oh, buona domanda Gandalf! Tu sei qui, nel caso in cui l’Hobbit voglia salutarti l’ultima volta prima di morire… Brit, invece, perché subito dopo andremo al parco” concluse con noncuranza.
“Morire?!”
“Beh, diciamo che potrebbe essere una possibilità non poi così remota…” spiegò velocemente la latina, osservandosi le unghie interessata.
“M-ma…cioè, cos-“
“Un osso.” Disse semplicemente l’ispanica.
Vedendo, però, le facce confuse delle altre si affrettò a spiegarsi meglio “Devi prendere un osso.”
“Ok, vado dal macellaio, o da Lauren credo sia la stess-“
“Eh no!” la interruppe subito con un ghigno sadico l’altra “Ti mostro quale osso devi portarmi.”
Dopo averle fatto segno di seguirla, l’ispanica la scortò fino al cancelletto aperto – un po’ malandato, visto che probabilmente quella casa doveva essere abbandonata a sé stessa – esortandola a guardare di fronte a sé.
“Una cuccia per cani…” commentò allora la piccola diva, osservando la casetta a misura di cane – a quanto pare anche probabilmente grande – da cui fuoriusciva una catena, attaccata ad un chiodo arrugginito poco distante.
Non ci voleva certo un genio per capire che doveva chiaramente servire a tenere il cane fermo e non farlo scappare… o, come in questo caso, a non mangiare la piccola Berry in un sol boccone.
“L’ho soprannominato Pasticcino.”
“Chi?” fece confusa la Fabray.
“Mh.. il rottweiler che c’è all’interno.”
“SCHERZI?! Un rottweiler?! E io dovrei prendere il suo osso lì dentro?!? Ma sei completamente fuori?!” chiese, fuori sé, a raffica la diva, rendendosi che la morte era la conseguenza più probabile, a cui sarebbe andata incontro.
“Berry, puoi sempre ritirarti…” le propose tranquillamente, iniziando però, subito dopo, ad ondeggiare le braccia e a fare il verso di un pennuto a caso, mentre muoveva con piccoli scatti la testa.
“Smettila!”
“Di fare cosa?”
“La gallina!”
“Oh e perché mai? Probabilmente sarete parenti stretti…” fece, iniziandosi ad allontanare dal posto “Ok, Berry, ho capito. Non te la senti. Tranquilla, può capitare di nascere con una propensione innata per la codardia. Ma non c’è problem-“
“Rimangiatelo!”
“Pfff, ma fammi il piacere. Come se non fosse vero. Senti, io me ne vado.” Concluse, prendendo la mano della ballerina al suo fianco, mentre la diva si contorceva le mani pensando a cosa fare “Andiamo, Britt.”
Tempo, però, di fare un paio di passi e la piccola Berry la richiamò, facendola sogghignare, soddisfatta.
“Vieni qui, Satana! Ci sto.”
“TU COSA?!” fece, allibita, una Quinn, che si stava iniziando ad agitare al suo fianco “Rach, Rachie, amore mio bello, le tue mani sono importanti…TROPPO importanti” continuò, lanciandole occhiate allusive.
“Fantastico, Berry! Noi ti aspettiamo qua.”
“No, no, no! Rach, Rach, per favore! Hanno delle doti eccezionali le tue dita, le tua man-“
“Povera Quinn, teme di rimanere in astinenza” commentò malefica la latina, osservando come la bionda era arrivata ad attaccarsi, con tutto il peso, alle gambe della propria ragazza, impedendole di muoversi decentemente.
“TACI TU!” tuonò, sempre dalla sua postazione, la Fabray.
“Quinn” la richiamò allora la diva.
“Dimmi. Hai deciso di rinsavire per caso??” chiese speranzosa.
“No, ti volevo dire, che potrei arrivare a trascinarti fin lì. L’unica differenza sarebbe che se ora le probabilità di mia morte si aggirano intorno all’80%, con te attaccata ai piedi schizzerebbero al 110%, con conseguente tuo decesso.” Spiegò, osservando la faccia della propria ragazza sbiancarsi sempre di più “Vorrei evitare anche la tua morte, ad essere onesta.”
“Santana è pazza, Rach!  Ti prego…”
“Facciamo così, se vedo che non tira aria buona me ne torno subito, ok?”
“Promesso?”
“Promesso!” la rassicurò, vedendola allentare la presa sulle gambe. “Vado.”
 
 
Era da dieci minuti buoni che la piccola diva si trovava all’interno del giardino – se così lo si voleva chiamare – della casa, mentre le altre tre erano di fuori ad aspettarla.
“Sei proprio una stronza, San” le disse, arrabbiata, la bionda più bassa.
“Oh, Quinnie cara, ho imparato dalla maestra.” Ribattè, seccata, riferendosi chiaramente alla vicenda di Zizes.
“Te l’hanno insegnato alle elementari, San?” chiese ingenuamente Brittany, che doveva aver perso qualche passaggio.
“No, paperotta, mi riferivo alla qui presente Quinn Fabray, che mi voleva mandare a morte attaccando quel rinoceronte da wrestling.” Mise in chiaro piccata, lanciando occhiatacce all’amica.
“Oooh, Lauren!”
“Esatt-“ si interruppe, però, sentendo improvvisamente urlare dalla villetta.
“MERDAAAAAAAAAAAAA”
“Oh, cazzo, è morta sul serio!?” fece un po’ preoccupata l’ispanica.
“Ma che diavolo…” la bionda si avvicinò pian piano al cancelletto per vedere cosa stesse succedendo, quando un rumore di scarpe che correvano si fece sempre più vicino, accompagnato dall’inconfondibile suono della voce della diva.
“SCAPPATEEE”
“Scappate? Ma di che sta parl-“ iniziò l’ispanica, per poi osservare la Fabray, che ora si era sporta dal cancelletto, diventare bianca come un lenzuolo. La vide girarsi e iniziare a correre, afferrando al volo la mano di Brittany trascinandola con sé.
“Ma cos- oh, merda.” Commentò semplicemente, vedendo la diva uscire di corsa dal cancelletto seguita a ruota da quel bestione di cane, che  portava con sé la catena, che non doveva aver retto alla sua furia.
“BERRY! Ma come d-diavolo hai f-fatto hai far u-uscire il can-“ provò a parlare la latina mentre correva a più non posso verso la macchina che Quinn aveva già messo in moto, aspettando loro due per avviarsi.
“Smetti di p-parlare e c-corri!”
 
“O-oddio…” cercò di riprendere fiato l’ispanica , finalmente in salvo sulla vettura. “mmm… Berry?”
“E-eh, dimmi.” Rispose, ancora col fiatone l’altra.
“Hai preso almeno l’osso?”
“NO!” esclamò furibonda “Razza di idiota…”
“Ahà... idiota o meno, ho vinto ancora, però!”
 


 


“Ma che ca-“ Santana si svegliò si soprassalto, sentendo il campanello di casa suonare insistentemente. Dopo aver dato un veloce sguardo alla sveglia, che segnava le 7 e mezza di mattina, e averlo posato, poi, sulla sua biondina, ancora abbracciata a lei e addormentata, si alzò delicatamente, evitando di far svegliare l’altra.
I signori Lopez erano, infatti, fuori per lavoro e, come ogni volta che la latina aveva casa libera, Brittany era andata a farle compagnia.
Dopo averle lasciato un bacio sulla guancia, messa la prima maglia a portata di mano, scese a vedere chi diavolo fosse.
“Arrivo, arrivo, basta scampanellare! Son-“ si interruppe vedendo due ragazze, a lei fin troppo note, sulla soglia di casa “Petulanza e compagna.” Le salutò, quindi, freddamente.
“Santana, mia adorata!” fece, tutta entusiasta la Fabray, guadagnandosi uno sguardo sospettoso dall’ispanica.
“Cosa volete?” chiese, interessata, per poi focalizzare meglio l’attenzione sulle due ragazze davanti a sé. Lo sguardo della Berry era fin troppo compiaciuto, quello della bionda, invece, poteva definirsi euforico, come se avesse trovato la soluzione ai problemi del mondo. Guardando meglio, notò poi una maglietta bianca, che la piccola diva aveva in mano.
In quel momento realizzò.
“Facciamo scomm-“ iniziò la diva, prontamente interrotta dall’ispanica.
“Ma anche no, Hobbit! Che scritta c’è su quella maglia?!”
“Oooh, Sanniuccia, è per te…” commentò dolcemente la bionda. “Fagliela vedere, Rach”
Detto fatto. La mora si trovò davanti una semplice t-shirt bianca, con una scritta nera sul petto: ‘free hugs”.
“Abbracci gratis?” chiese confusa l’ispanica.
“Dovrai indossarla…” iniziò, quindi, a spiegare la diva “E dovrai abbracciare tuuuuuutte le persone che ti troverai nei paraggi… il tutto chiaramente con un sorriso a 32 denti e un ‘grazie’ per ogni abbraccio! Oh e, chiaramente, una tua eventuale reazione negativa ti costerebbe la sconfitta.” concluse, entusiasta, osservando la latina corrugare le sopracciglia sempre di più ad ogni parola pronunciata.
Quinn sapeva, infatti, perfettamente che Santana odiava contatti di questo genere sia con sconosciuti sia, soprattutto, con persone che non sopportava. Avere come ragazza e alleata una persona che sapesse così tanto della latina si stava rivelando molto utile ai fini delle scommesse per la diva, che gongolava contenta.
“Io credo che non sia corretto.” Disse semplicemente la mora più alta.
“Perché mai?”
“Quinn tu stai sbandierando i miei punti deboli, non va bene!”
“Ma sbaglio o poco tempo fa mi dicesti che tu non avevi nessun tallone d’Achille, Santana?” chiese, innocentemente, la diva.
“B-beh, ma infatti…”
“Quindi, non ci sono problemi, o sbaglio?” continuò con voce calma, facendo, però, innervosire l’altra.
“Da’ qua!” esclamò arrabbiata “Poi vengo soprannominata io Satana, eh?” chiese, cacciandole letteralmente da casa e chiudendosi la porta alle spalle.
“Devi portarla per 24 ore, San!” puntualizzò, infine, da fuori la piccola diva, facendo borbottare ancora di più l’ispanica che tornò in camera per andare a svegliare la sua peperella.
“Secondo te quando resisterà?” chiese, poi, la bionda avviandosi verso scuola, seguita dalla piccola Berry.
“Stando a quanto mi hai detto e conoscendola, a stento reggerà la mattinata.”

 
La prima mattinata era passata abbastanza bene per tutti.
O, meglio, non proprio tutti.
Lo sconforto poteva leggersi, con assai poca difficoltà, sul volto della latina, che sembrava essere lì lì per avere un crollo di nervi. Aveva deciso, proprio per questo, di trascorrere la pausa pranzo in giardino, per evitare di dover abbracciare ancora chiunque fosse dotato di vita nei propri paraggi.
*Dio, ho dovuto abbracciare quel bidet di Jacob…. Quel giocatore di hockey con seri problemi di igiene personale... Sto male.*
Presa com’era da pensieri di questo tipo, non aveva fatto caso alla piccola diva che si avvicinava con un sorriso strano sul volto, lasciando più indietro Quinn, che teneva un cellulare in mano, e Brittany.
“Santana…”
“Berry?” chiese confusa.
“Ho dimenticato una cosa fondamentale!”
“Ovv-“ si interruppe, vedendo la diva allungarsi per abbracciarla, entusiasta.
Dopo essersi staccata, la più bassa le rivolse uno sguardo eloquente, mentre l’ispanica tentava ancora di riprendersi.
“Che c’è?”
“Dimentichi qualcosa, per caso? Un sorriso…” iniziò contenta “Un grazie…” continuò, provocando un sonoro ringhio nell’altra.
“H-hai… r-ragione” provò a parlare, cercando di combattere la voglia di saltarle al collo e strapparle la giugulare a morsi “G-grazie.” Disse, poi, con un sorriso forzato, mentre la diva si era messa a saltellare, ridendo.
“Hai filmato, Quinn?!” chiese, poi, su di giri rivolgendosi alla sua ragazza.
“Eccome, Rach!” le rispose altrettanto euforica, per poi allontanarsi verso un albero lì vicino per sedersi, mentre l’ispanica si stava ora massaggiando le tempie con le dita, cercando di scacciare gli istinti omicidi, che rischiavano seriamente di sopraffarla.
Vedendola in difficoltà, tuttavia, la ballerina non esitò ad avvicinarsi alla sua ragazza.
Le prese le mani, carezzandole leggermente, e la abbracciò, cercando di tranquillizzarla.
Ottenne, effettivamente, l’effetto desiderato, tanto che non solo la sentì sorridere sul suo collo, ma rimasero così, nella stessa posizione, per buoni 10 minuti.
“Sono proprio carine, eh?” fece Quinn, osservandole, rivolta alla mora al suo fianco.
“Già, Santana si trasforma completamente… cioè, fino a pochi minuti fa sembrava una tigre in gabbia, ora…”
“Sembra un gattino che fa le fusa”
“Già…”
“Già… “ iniziò sorridendo, per poi aggiungere, come se stesse parlando di cosa avrebbe dovuto mangiare a cena “Credo sia ora che continui la sua sofferenza” concluse, avvicinandosi alle due ragazze.
“Ehi! Ehi, Brit! Santana non ha finito!” esclamò, facendo staccare di mala voglia le due, in particolare la mora, che la fulminò con lo sguardo.
“T’ho! Arrivano dei giocatori di football, andiamo a sederci, Britt. San deve dispensare amore.” Disse, portandosi via la bionda, che diede un ultimo sguardo dispiaciuto alla propria ragazza, prima di essere trascinata via.
Tutte e tre si misero, quindi, ad osservare la scena da lontano. I cinque ragazzi sembravano parecchio divertiti della cosa e Santana dovette abbracciarli uno dopo l’altro.
Proprio con l’ultimo, tuttavia, si verificò un piccolo problemino.
Videro, infatti, la latina, che con uno sguardo indignato spinse via il bestione, per poi colpirlo subito dopo al volto con un pugno ben assestato, che lo fece quasi cadere a terra.
Prima che questo, però, potesse reagire in un qualsiasi modo, fu trascinato via dai compagni, mentre le tre ragazze si riavvicinarono.


“Chissà perché sospettavo che sarebbe finita in questo modo, prima o poi…” commentò, sollevando le sopracciglia, la diva, guadagnandosi un’occhiataccia dalla mora, che non tardò a risponderle.
“Brutta umpa-lumpa che non sei altro, quel cretino mi ha toccato il culo! Ma non si è limitato a questo! Mi ha toccato il culo… parliamo del MIO CULO, e mi ha proposto una conversione ad eterosessuale grazie al suo aiuto!”
“Ah.” Commentò, seriamente infastidita quanto lei dalle parole del ragazzo.
“Eh!”
“Hai fatto bene.” Disse, infatti, subito dopo.
“Lo so!” fece l’ispanica, sperando che, così, la diva avrebbe ritirato la scommessa.
Si sbagliava.
“Già. Beh, ho vinto comunque, però”
“Fottiti, Berry! Mi vado a levare questa merda di dosso”
 





“Nana!”
“Ehi, Santana” le rispose subito la diva, prima di uscire da scuola.
“Facciamo scommessss” propose, con uno sguardo soddisfatto.
“Ora?? San, oggi devo andare da Quinn e-“
“Lo so!”
“Ah bene, quindi, rimandiamo a domani?”
“Oh, no.” Le rispose subito, maligna. “Riguarda proprio oggi, ma dobbiamo stabilire delle regole prima di tutto.”
“Di che parli?”
“Ci saranno scommesse per cui io, così come te, non potrò essere presente per appurare di persona se tu le abbia vinte o meno. Insomma, dovremo essere oneste, capisci?”
“O-ok… cioè, nel senso che…”
“Ci deve essere 100% onestà! Che tu perda o vinca devi dire la verità e io mi fiderò. Ci stai?”
“Sì, mi sembra giusto…” iniziò, un po’ frastornata la diva “Ma.. cioè che tipo di scommesse riguarderebbe?”
“Tipo quelle che riguardano 24 ore o più, insomma non posso pedinarti tutta una giornata, la mia salute mentale ne risentirebbe e i miei occhi preferirebbero andare in autocombustione piuttosto… quuuundi…”
“Ahà, ok.” Commentò, seccata, avvicinandosi all’uscita per incontrare Quinn. “Vado, allora, eh?”
“No, no, no! La scommessa, Hobbit!”
“Spara!”
“Eccellente, brava nana” iniziò contenta “E’ molto semplice come cosa…”
“Veloce, Santana, non ho tutto il pomeriggio”
“Sì, sì. Mentre sarai a letto con Quinn dovrai urlare un altro nome” fece sogghignando “Bob, John, Batuffolo, Smerdino, a tua scelta!” continuò lasciando allibita l’altra.
“C-cos- no! Cioè non posso!”
“Oooh, andiamo Berry, da quando in qua rifiuti una scommessa!?”
“Ma, ma… riguarda Quinn! No, no è fuori discussione, ci rimarrebbe malissimo e si arrabbierebbe a morte. Lo sai che può trasformarsi in una serial killer quando vuole. E’ dolcissima, ma anch-“
“Berry!” la richiamò, sbuffando, l’altra. “Che sarà mai? Basterà il bacetto della pace dopo, su!”
“M-ma…” provò a ribattere, quando le arrivò l’illuminazione “Ho un’idea. Rilancio.”
“Spiegati”
“Sarà una doppia scommessa. Dovrai fare lo stesso con Brittany” spiegò, facendo bloccare l’ispanica “Domani mattina vedremo chi ha vinto e chi no.”
“C-cioè… non si può…”
“Mi stai dicendo che non intendi accettare la scommessa?” la provocò, allora, la più bassa.
“Ecco…” cercò di temporeggiare per trovare una soluzione. Non voleva assolutamente fare una cosa del genere alla sua peperotta, proprio no.
“Sì? Senti, Santana, vedi? Nemmeno tu avresti il coraggio di farlo, quindi, lasciamo stare, ok?”
“M-ma… no, ok, accetto.” Disse, poi, rassegnata.
“Visto? Prevedibile, no? Ora vado” fece la diva.
“Ho detto che accetto, nana.”
“Sì, sì ho capit- che hai detto, scusa?”
“Accetto.” Concluse, lasciando impietrita la piccola diva  e allontanandosi per raggiungere la ballerina, che, appena arrivata, le aveva teso una mano, che afferrò prontamente.
“Ehi, Rach, andiamo?”
Proprio in quel momento la Fabray arrivò per richiamare la diva. Si avvicinò e, dopo averle dato una leggera carezza sulla guancia, le rivolse un sorriso dolcissimo.
“Tutto ok?”
“S-sì… andiamo.”

 
La mattina successiva le due more si incontrarono di nuovo nei corridoi di scuola. Dopo essersi salutate da lontano, si avvicinarono l’una all’altra un po’ imbarazzate.
“Berry…”
“Senti, Lopez…”
“Ho perso.” Dissero all’unisono, sgranando entrambe gli occhi.
“Davvero?!” fece la diva. “Credevo che almeno tu…”
“Ad essere onesta…” iniziò, grattandosi la nuca “Lì per lì mi ero completamente dimenticata della scommessa…”
“Anche tu?! Anch’io! Era davvero l’ultimo dei miei pensieri, anzi, diciamo che la mia attenzione era rivolta a tutt’altro…” commentò facendo fare una faccia schifata all’altra.
“Non voglio i dettagli, nana, grazie.”
“Senti… comunque ci ho pensato stamattina e-“
“Lasciamo stare questo genere di scommesse” concluse per lei la latina.
“Ah sia lodato nostro Signore!” commentò, lasciandosi andare ad un sospiro sollevato.






“Hobbit!”
“Dica, Lopez” le rispose la diva, intenta a studiare alcuni fogli di spartiti.
“Facciamo scommesss”
“Mh, ci sto!” le rispose subito, su di giri.
“Whoa! Sei di buon umore oggi, nana?”
“Già!” fece contenta “Ieri io e Quinn abbiamo fatto tre mesi… mi ha portato al ristorante” iniziò con occhi scintillanti “Mi ha offerto la cena… non faceva altro che dirmi quanto fossi speciale e bellissima e… mi ha detto che mi ama” concluse con gli occhi lucidi.
“Sto vomitando arcobaleni.” Si limitò a dire l’altra, facendola corrucciare “Ma sono comunque felice per voi.”
“Davvero? Lo so che dici costantemente che io non sono alla sua altezza e-“
“E certo, sei una tappa di prima categoria tu.”
“Sant-“ iniziò spazientita la diva, interrotta però subito dalla più alta.
“Basta parlare! Scommess!”
“Spara.”
“Devi solo dire una cosa ad una persona.”
“o-ok…”
“Cosa?”
“’Sei grassa’.”
“Mh… a chi?”
“Lauren.”
“COSA?! Sei pazza?!”
“Oooh andiamo che fine ha fatto il tuo entusiasmo!?”
“Aaah, speravo di fare qualche mese in più con Quinn, prima di morire” commentò rassegnata.
“Beh, tre mesi sono sempre qualcosa!” esclamò con un sorrisetto sulle labbra “Fammi sapere quando glielo dirai… per la mattinata ovviamente” concluse, facendole l’occhiolino e andandosene.

 
“L’ho fatto.”
“Berry, quante volte devo dirti che non mi interessa la tua vita sessuale?” commentò, acida, la latina, proseguendo il suo cammino per i corridoi, seguita a ruota dalla piccola Berry.
“Ma che hai capito?! Ho detto a Lauren quello che le dovevo dire!”
“Che hai fatto!?”
“Ho vinto!”
“E sei viva?! C’è qualcosa che non va…” commentò sospettosa “Come avresti fatto?”
“Sai, i piccioni viaggiatori sanno essere molto efficienti. E – sorpresa! – non saprà mai che sono stata io! Sono stata geniale, geniale!”
“Mmh, interessante” commento l’ispanica, fermandosi e guardandola.
“Sì! Dici bene! Sono intatta, guardami! Che bello, la gioia nel cuore!” continuò, imperterrita “Sono stata proprio brav-“ si interruppe sentendosi, però, picchiettare sulla spalla.
Si girò con estrema lentezza, avvertendo un brutto, bruttissimo, un cesso di presentimento farsi largo dentro di sé. Quando vide chi l’aveva richiamata, sbiancò all’istante. Si voltò subito di nuovo, cercando almeno l’aiuto della latina.
“Santana aiutam-“ si interruppe, però, vedendo che nessuno si trovava più nei paraggi.
“E così io sarei grassa, eh, Berry?” chiese, tranquilla, Zizes scrocchiandosi le dita, riportando l’attenzione della diva su di sé.
*Merda.*






Angolo dell'Autrice

Ehilà, bella gente!
Ringrazio da subito tutte le belle persone che hanno messo la storia nelle seguite/ricordate, le meraviglie che hanno commentato il capitolo precedente e tutti quelli che anche solo leggono! Grazie davvero!
Spero che anche questo capitolo sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate! :)

Per qualunque cosa, domande, consigli, critiche, o anche semplicemente per cazzeggiare questo è il mio account di twitter:

https://twitter.com/_jeffer3
tra l'altro, l'ho appena creato, quindi è la povertà xD

Grazie mille ancora.
A presto, bella gente! :D

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Capitolo 3
*** Liceo - parte III ***




“Ehi, BrittBritt!” richiamò la propria ragazza l’ispanica, alla fine della prima ora di lezione.
“Sannie!” la salutò subito felice, dandole un bacio sulla guancia.
“Che fai ora?”
“Sto parlando con te…” rispose un po’ confusa la biondina.
“No, no! Intendevo, che lezione hai ora? Ti va di saltarla e passare del tempo nel bagno che sarà sicuramente vuoto?” chiese, lanciandole un’occhiata maliziosa, a cui la ballerina rispose con un sorriso luminoso.
“Magari! Aspetta che vado ad avvertire le fatin-“
“Santana!”
Una Rachel entusiasta arrivò di corsa con un foglio in mano, richiamando l’attenzione della latina.
“Hobbit…” iniziò, infastidita la mora “Interrompi un’altra volta Britt e ti catapulto fuori la finestra del terzo piano, chiaro?!” chiese, lanciandole un’occhiata di fuoco, per poi girarsi con un sorriso verso la propria ragazza “Dicevi, paperotta?”
“Saaan, fa’ la brava, non è un problema… vado un attimo e torno, ok?” chiese, ottenendo in risposta un cenno d’assenso e una carezza “Ci vediamo direttamente in bagno…” concluse, poi, allusivamente, incamminandosi verso l’altro lato del corridoio, facendo sorridere divertita la propria ragazza.
“Un gatto che fa le fusa…” commentò, interessata alla scena la piccola diva, risvegliando dal piccolo trance la latina.
“Che dici, Berry?” le chiese, quindi, distrattamente.
“Facciamo scommessss” propose senza giri di parole.
“Spara!”
“Tieni…” fece la diva, allungandole un foglio.
“Cosa…?” chiese, un po’ confusa l’ispanica osservando il pezzo di carta, su cui erano scritte varie frasi, non realizzando ancora cosa fossero.
“Scioglilingua.” Rispose, quindi, la Berry con un piccolo ghigno.
“Scioglilingua…” ripetè un po’ frastornata l’altra “Cioè…”
“Ti do tempo fino alla fine delle lezioni…” iniziò, osservando la mora corrugare le sopracciglia mentre iniziava a leggere sul foglio “… per allora, dovrai averli imparati e soprattutto dovrai saperli dire tutti, uno dopo l’altro, senza errori e senza foglio davanti.” Concluse soddisfatta della sua idea.
Mentre l’ispanica era intenta a leggere uno dopo l’altro tutti gli scioglilingua scritti, si avvicinarono Brittany e Quinn, subito salutate dalla più bassa, mentre l’altra mora, troppo concentrata sul foglio, rivolse un sorriso alla ballerina e un piccolo cenno di capo all’altra.
“Che sta facendo?” chiese interessata la Fabray.
“Sta realizzando di non potercela fare…” rispose subito la diva, osservandola sollevare sempre più le sopracciglia, fino ad arrivare quasi all’attaccatura dei capelli.
“Cosa?”
“Scioglilingua…” rispose, provocando un ghigno divertito nell’altra.
“Oddio, non ce la farà ma-“ si interruppe a metà, sentendo la latina esplodere in una sonora risata, mentre le altre la guardavano un po’ interdette.
“Berry!!” la richiamò quindi dandole una sonora pacca sulla spalla “Certo che sei proprio divertente! E’ umanamente impossibile questa cosa! Come si fa a non sbagliare nemmeno una virgola?! Nessun essere umano ne sarebbe capac-“
“Falle vedere, Rach” la bionda esortò, quindi, la propria ragazza, consapevole di quanto fosse brava.
“Vuoi che ti dica solo quelli o che ne aggiunga altri, Santana?” chiese con tono di sfida la piccola diva, facendo uscire dalla bocca dell’altra un flebile ‘Solo quelli’.
“Trentatrè trentini entrarono a trento tutti e trentatrè trotterellando.
Tre tigri di tre tribù contro altre tre tigri di altre tre tribù.
Apelle figlio d'Apollo fece una palla di pelle di pollo; tutti i pesci vennero a galla per vedere la palla di pelle di pollo, fatta da Apelle figlio d'Apollo.
Al pozzo di santa Pazzia protettrice dei pazzi c'è una pazza che lava una pezza. Arriva un pazzo con un pezzo di pizza e chiede alla pazza se ne vuole un pezzo. La pazza rifiuta, il pazzo si infuria e butta la pazza la pezza e la pizza nel pozzo di santa pazzia protettrice dei pazzi.
Un limone, mezzo limone. Due limoni, mezzo limone. Tre limoni, mezzo limone. Quattro limoni, mezzo limone. Cinque limoni, mezzo limone.
Eva dava l'uva ad Ava; Ava dava le uova ad Eva; ora Eva è priva d'uva, mentre Ava è priva d'uova.
Andavo a Lione cogliendo cotone, tornavo correndo cotone cogliendo.
Sei tu quel barbaro barbiere che barbaramente barbasti la barba a quel povero barbaro barbone?
Sette scettici sceicchi sciocchi con la sciatica a Shanghai.
Chi ama chiama chi ama, chiamami tu che chi ami chiami. Chi amo chiamero’ se tu non chiami.
Se la serva non ti serve, a che serve che ti serva di una serva che non serve? Serviti di una serva che serve, e se questa non ti serve, serviti dei miei servi.
Se l'arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscontatinopolizzasse, ti disarcivescoviscontantinopolizzeresti tu? No, io non mi disarcivescontantinopolizzerei mai se l'arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscontantinopolizzasse!”
Fece tutto  d’un fiato, parlando velocemente e in maniera impeccabile; il tutto senza leggere nemmeno una volta sul foglio.
“Dio, cosa non sa fare la tua lingua, Rach?” fece, assorta la bionda più bassa, facendo fare una faccia disgustata alla latina.
“Ah, dimenticavo… Sopra la panca la capra campa sotto la panca la capra crepa” concluse, quindi, sotto lo sguardo orgoglioso della propria ragazza e quelli stupiti delle altre due.
“Wau, Rachel! Sei proprio un unicorno!” commentò entusiasta la ballerina.
“Te l’ha mai detto nessuno che non sei normal-“ le arrivò, puntuale, uno scappellotto preciso alla nuca “Ahi! Fabray, sei sempre la solita manesca!” ringhiò, in risposta al colpo subito, per poi rivolgersi ancora alla più bassa “Sai, Berry? Credo che aggiungerò questa cosa al libro che sto scrivendo, diventerà un best seller, lo so già”
“Ahà, e sarebbe?”
“Mille e uno motivi per odiare Rachel Berr- QUINN! Smettila di colpirmi!”
“E tu smettila di fare l’idiota!”
“Non è colpa mia se la tua ragazza è una fonte continua di ispirazione per insulti gratuiti”
“Basta, basta! Smettetela un po’” le richiamò la diva “San, basta divagare. Ci stai o no?”
“Mh?”
“La scommessa!”
“E va bene.” Concluse rassegnata, allontanandosi insieme a Brittany.
“Ci rivediamo a fine lezioni al campo!” le urlò dietro, sperando di essere sentita.
“Sai che sei un genio?” le chiese, una volta da sole, la bionda.
“Lo so” ridacchiò “Ci divertiremo a vederla impazzire.”

 
“Ooooh Britt! E’ impossibile” fece sconsolata l’ispanica per l’ennesima volta nel giro di un quarto d’ora.
Le due ragazze si erano rintanate in bagno e la ballerina stava cercando di aiutare, da qualche ora, la propria ragazza a superare la scommessa, sebbene questa avesse qualche palese problema ad apprendere e, soprattutto, pronunciare gli scioglilingua, che la stavano portando sull’orlo di un esaurimento nervoso.
Probabilmente se non fosse stata per la vicinanza della sua biondina, sarebbe già impazzita da tempo, per cui aveva deciso di non muoversi per niente dalla postazione in cui si trovavano. Brittany, infatti, era in piedi con il foglio in mano, mentre Santana, da dietro, la abbracciava, poggiando la testa sulla sua schiena, sfruttando la differenza di altezza.
“Sannie, andiamo, questa non è difficile… Andavo a Lione cogliendo cotone, tornavo correndo cotone cogliendo…”
“Briiiitt, non ce la faccio! Si può sapere tu come fai?”
“Beh, diciamo che è da piccola che sono abituata a dire scioglilingua, sai, per migliorare la pronuncia di Lord Tubbligton… lo sapevi che era balbuziente, prima?” chiese, ottenendo solo un borbottio in risposta.
“Sei fantastica, Britt” fece, poi, la mora, mettendosi leggermente sulle punte per lasciarle un bacio sulla guancia.
“Davvero?”
“Davvero.” Confermò, mordendole giocosamente la pelle vicino la spalla e facendola sorridere “La mia bellissima, bravissima, geniale paperella…” concluse, iniziando a baciarla sempre con più passione, fino a sfilarle il foglio da mano, che finì a terra, e, senza staccare il contatto con le sue labbra, spingerla dolcemente verso uno dei tanti box del bagno.

 
“Allora, San? Pronta?”
Le quattro ragazze si erano riunite come stabilito nel giardino della scuola, prima di tornare a casa.
“Ssssssì, certamente…” iniziò l’ispanica, schiarendosi la voce.
“Ricordati nessun errore.” Puntualizzò, ancora una volta la diva.
“Siiiiine!” esclamò sbuffando “Ho capito!”
“Bene, vai!”
“Sopra la panca la capra campa… sotto la panca la capra crepa”
“Oh, brava, Santana!” si congratulò la piccola Berry “Sarebbe stato meglio più veloce, ma va bene lo stesso. Continua..”
“Ehm… tre.. mh, tigri di tre tribù contro altre tre trigr- merda!”
“Hà, mi dispiace sant-“
“Aspetta, aspetta, dai, riprovo!”
“E sia…”
“Tre tigr- no aspetta, le tigri mi stanno iniziando a stare antipatiche… dunque… Apelle, figlio d’Apollo… fece una palla di pollo!”
“Sbagliato!” esclamò ridendo la diva “Dai, Santana, ci hai prov-“
“Un limone, mezzo limone. Due melo- ma porca di quella miseria!”
“Non meloni, Santana…” iniziò sogghignando la piccola diva, accompagnata dalle risate della Fabray “LIMONI!”
“Sai che ti dico, Berry? Va’ a cagare tu, quest’amante dei Lillipuzziani, il barbiere, Eva ed Uva!” esclamò furibonda, lanciando in aria il foglio e afferrando la mano della sua biondina per andarsene.
“Hai perso!” le urlò dietro la piccola Berry. “E comunque era Ava!”
Ottenne come risposta solo un dito medio alzato.





 
“Hobbit!” l’ispanica si avvicinò alla mora entusiasta.
“Santana, lo sai che questa è una biblioteca e non si può urlare?” chiese, facendo sì che l’altra si guardasse attorno, non notando però nessuno nei paraggi.
“Bah, Berry, sei solo tu la folle che sta qui, in realt-“
“Che volevi?” tagliò corto la più bassa, per cercare di velocizzare il tutto.
“Facciamo scommesss”
“Spara.” Fece, disinteressata.
“Berry, andiamo, dov’è il tuo entusiasmo?!”
“Santana dopodomani ho il compito di storia!”
“Perfetto, dopodomani! Puoi permetterti di non dormire stasera!” esordì, lasciando confusa l’altra “Ok, la faccio breve!” concesse, senza che il suo sorrisino soddisfatto la lasciasse per un solo secondo. “Tu. Di notte. Al cimitero.”
“Scusami?” chiese, allibita l’altra.
“Dovrai trascorrere una notte intera in un cimitero, senza uscirvi. Se esci, la scommessa sarà considerata persa.”
“Fai sul serio?”
“Certo. Tra l’altro, siccome sono una persona fortemente caritatevole, tanto che il Papa mi sta preparando per la beatificazione, per capirci, ti permetto di portare con te la bionda.”
“Altro che beatificazione, dovrebbero direttamente santificarti, eh?” commentò, ironica, la diva.
“Ci stai?”
“E’ una scommessa stupida, San. Andiamo, sono luoghi comuni questi… il cimitero di notte, da soli, senza luce… blabla.. zombie di qua, assassini di là…”
“Beh, allora non avrai problemi, no?” chiese, lanciandole uno sguardo di sfida.
“Considerala una sfida già vinta.”


 
“Ma si può sapere perché mi hai trascinato in questa storia, Rach?” chiese, esasperata Quinn aggirandosi, con la propria ragazza sotto braccio e una torcia in mano, per il cimitero.
“Onestamente? Perché me la sto facendo sotto, Quinn.”
“Cosa?! M-ma Santana mi aveva detto che tu…”
“Sì, sì, era per cercare di dissuaderla! Sai, la psicologia inversa?”
“Mh-mh...”
“Beh, non ha funzionato con lei.” Borbottò, lasciandosi andare ad un sospiro frustrato.
“Dai, stai tranquilla” la rincuorò allora la bionda, rivolgendole un sorriso “Che sarà mai una notte, qui? L’unica cosa, che potrebbe succederci, sarebbe annoiarci a morte…”
“Era una battuta, Quinnie?” chiese, ridacchiando “No, perché era pessima…”
“Non so di cosa tu stia parlando” dissimulò, ridendo sotto i baffi.
“Mi sta anche venendo sonno e doman-“ si fermò di botto “Hai sentito?!” fece, terrorizzata.
“Che cosa?”
“H-hai… un r-rumore…”
“Rachie, tranquilla non era niente, ok?” cercò di tranquillizzarla la Fabray “sarà qualche animaletto, forse un gatto, un can-“
“Hai sentito!?”
“S-sì…” rispose, titubante “Era un…”
Ecco, che di nuovo lo sentivano.
“Urlo.” Concluse per lei, spaventata a morte la diva.
“Beh, magari era…”
“Andiamocene, Quinn!”
La diva era ormai entrata nel pallone, tutti i film horror che aveva visto nel corso degli anni non la stavano aiutando per niente. Scenari assurdi si stavano ormai facendo spazio nella mente: zombie, assassini, vampiri e chi più ne ha più ne metta.
“Rach” si fermò, allora, la bionda, afferrandola per le spalle e guardandola negli occhi “Devi stare calma.”
“C-come faccio a stare calma, eh?!”
“Non è niente, stai diventando irrazionale… ci stiamo impressionando, ok?”
“M-ma…” provò l’altra, iniziando ad avere difficoltà a respirare.
“Amore, stai tranquilla… guardami, non era niente, non era-“ si interruppe, però, vedendo la propria ragazza sbiancare completamente, spalancando come due piatti gli occhi e iniziando a tremare.
“Cos-“ si girò lentamente, trovandosi a pochi metri di distanza un individuo vestito completamente di nero e con indosso la maschera di ‘Scream’, che si avvicinava, lentamente, con quello che riconobbe come un coltello in mano.
“SCAPPIAMO!” urlò subito, afferrando la mano della diva e trascinandola con sé, quasi di peso, verso l’uscita del cimitero.


Raggiunta l’uscita, le due continuarono a correre ancora, quando sentirono il chiaro rumore di una risata riecheggiare nella strada e i passi, che prima avvertivano vicinissimi, ormai assai lontani.
Si girarono, quindi, per vedere cosa fosse successo.
Videro il probabile killer, piegato in due dalle risate, a qualche metro di distanza, mentre la maschera, che evidentemente si era tolto, era abbandonata per terra.
Più lontano notarono, poi, una chioma bionda avvicinarsi correndo verso di loro, superando quello strano individuo.
Appena fu più vicina, la riconobbero subito.
“Britt!” esclamò, confusa, Quinn.
“S-scusate! N-non ho f-fatto in tempo a fermarla…” provò a parlare ancora con il fiatone.
Vedendo gli sguardi interrogativi delle due, si limitò ad indicare con il pollice la persona, che le aveva spaventate a morte e che continuava ancora a ridere imperterrita.
La Fabray non ci mise molto a fare due più due.
“Brutta figlia di- SANTANA!” le urlò contro, avvicinandosi con un passo a dir poco minaccioso.
“Av- avrest-“ l’ispanica provò a parlare, con davvero scarso successo, sopraffatta dalle risate.
“Sei un’idiota!” le urlò contro la bionda, a pochi centimetri di distanza. “A Rachel stava saltando un embolo!”
“D-dio, le v-vostre f-facce!”
“Smettila di ridere! Non c’è niente da ridere!”
“C-c’è d-davvero taaaaanto da ridere Fabray!” continuò, asciugandosi le lacrime di divertimento dagli occhi. “Beeeeerry!! Hai perso miseramente!!!”
Nel frattempo le altre due, che erano rimaste indietro, si stavano ora avvicinando.
“San?” la richiamò la ballerina
“Dimmi, Britt-Britt”
“Abbiamo un problema…”
“Cioè?” fece, confusa, alzandosi finalmente in piedi, dopo un quarto d’ora buono passato a ridere.
“Ho inviato un messaggio vocale a Lauren.” Spiegò, velocemente, la diva, con noncuranza “Per l’esattezza, quello in cui tu la definisci una balenottera wrestler.” Concluse, facendo pietrificare la latina.
 






“Credo sia la volta buona che ci lasciano sul serio, Santana.” Commentò, la diva, riflettendo sulla scommessa che avevano appena fatto.
“Parla per te, Berry!” ribattè piccata l’ispanica, terrorizzata da una possibilità del genere.
“Ma dovevi per forza rilanciare la mia sfida?!”
“Se io non posso baciare la mia ragazza per una giornata intera, stai certa che non avrei mai permesso che tu invece potessi.”
“Sì, ma la scommessa l’avevo lanciata io!”
“Disse colei che introdusse il ‘rilancio’…” commentò, sbuffando.
“E ora che ci inventiamo?” chiese, ancora, la diva entrando a scuola seguita dall’altra mora.
“Eh boh, le evitiamo, no?”
“Dio, Quinn se ne accorgerà e mi ucciderà…”
“Ehi ragazze!” le salutò da lontano proprio la Fabray.
“Parli del diavolo…” bisbigliò la latina, facendosi sentire solo dalla piccola Berry. “Ehi, Quinn! Ti lascio con la tua amata… tra l’altro siamo in ritardo e i corridoi sono vuoti, quindi potrete scambiarvi tutte le effusioni che volete” commentò malefica allontanandosi, mentre la diva la inceneriva con lo guardo.

“Era strana…” riflettè ad alta voce la bionda, rivolta alla propria ragazza.
“Chi? Santana? Noooo, sarà stata una tua impressione! Sì, sì!” esclamò subito.
“Beh, non aveva tutti i torti, non credi?”
“Di che parl-“ si interruppe, vedendola avvicinarsi pericolosamente alle proprie labbra. “Quinn!”
“Cosa?” fece quella confusa “Non c’è nessuno! Che problema c’è?”
“Io non mi sono mai fatta problemi del genere, anche quando i corridoi erano pieni” commentò, un po’ risentita l’altra.
“Ah…” iniziò, passandosi una mano fra i capelli la bionda “E’ questo… senti Rach, onestamente in questo periodo non ho proprio fatto caso alle persone quando stavamo assieme… mi dispiace se l’ho capito a scoppio ritardato…” continuò, dispiaciuta “ti bacerei anche davanti tutta l’America, ora... scusa, se la cosa ti ha fatto soffrire…”
“Sì, sì, lo so… non sei pronta, blablabla…” fece la diva, sorda alle affermazioni della propria ragazza.
“Hai capito quello che sto cercando di dirti, Rach?”
“Sì, ho capito. Non sei ancora pronta per far sapere a tutti della nostra relazione, ma mi ami comunque, lo so…”
“No, no! Sto dicendo che non mi interessa più degli altri! E già da un po’ di tempo in realtà!”
“Cosa?”
“Se mi concede questo onore, signorina Berry, vorrei poterla baciare davanti al mondo intero. Vorrei poter dire a chiunque, essere vivente o non vivente, che questa qui che ho davanti è la ragazza più bella e stupenda e meravigliosa del mondo. E che è solo mia.” Concluse, lasciando completamente spiazzata l’altra.
“T-tu…” iniziò a corto di fiato “Perché dovevi essere la ragazza più perfetta del mondo, eh?!” chiese, frustrata la piccola Berry, facendo ridacchiare la bionda, che provò di nuovo ad avvicinarsi per reclamare un bacio.
Ancora una volta, le venne negato.
“Non mi credi?” chiese, quindi, sinceramente dispiaciuta.
“Cos-no! Assolutamente, ti credo!” esclamò subito, temendo che l’altra ci rimanesse male “Davvero…” continuò, poi, dolcemente, posandole la mano sulla guancia e facendo spuntare un piccolo sorriso sulla bocca dell’altra.
“Dio quanto vorrei baciarti…” commentò, poi, a bassissima voce.
“Vorresti… cosa?” fece l’altra non avendo afferrato il verbo.
“Non avere mal di gola!” provò a salvarsi in calcio d’angolo. “Stavo proprio andando a casa, Quinnie…”
“Oh… dai, ti vengo a fare compagn-“
“NO!” urlò, lasciando l’altra interdetta “C-cioè, non voglio che rischi di ammalarti…”
“Ma..”
“Niente ma! Ci sentiamo oggi!” concluse, avviandosi frettolosamente verso l’uscita.
 

“San?” richiamò la propria ragazza la ballerina.
Le due erano andate al parco nel pomeriggio, sotto l’insistenza della biondina dato che, come sempre, l’ispanica, nonostante la scommessa in corso, non riusciva davvero a dirle di no.
Stavano sedute sull’erba; la più alta abbracciava da dietro l’altra, lasciandole ogni tanto qualche bacio sulla spalla.
Aveva, però, notato che ogni qual volta cercava di avvicinarsi alle sue labbra, la latina, cercando comunque di non darlo a vedere, la evitava.
“Dimmi, paperotta.”
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
“Come ti viene in mente, Britt?!” chiese, preoccupata, l’ispanica, girandosi subito per guardare negli occhi la propria ragazza.
“E’ che… oggi non mi hai dato nessun bacio” iniziò facendo raggelare l’altra “Proprio nessuno, da stamattina. E ogni volta che mi avvicino, mi scansi” concluse, mettendo su un adorabile broncio.
“I-io…” iniziò a corto di parole l’ispanica.
“Tu?” le chiese, quindi, sinceramente curiosa l’altra.
La risposta arrivò poco dopo. 
Un bacio. Prima leggero, poi sempre più profondo.


 
“Pronto?”
“Hobbit?”
“Santana, dimmi!”
“Senti… ho perso.” Disse, velocemente, osservando la ballerina giocare con le papere nel laghetto.
“Già, anch’io.” Le rispose subito dopo, seguendo con lo sguardo, invece, la propria bionda prepararle una tisana in cucina.
“Non abbiamo scampo con loro.” Ridacchiò la latina, contagiando anche l’altra.
“Decisamente no!”




Angolo dell'Autrice

E, niente, tenevo troppo alle mie gambe per non aggiornare oggi (ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale!)!! ahhaha

Quuuindi, siamo arrivati al 3! C'è qualcosa che non mi convince ed è tipo da ieri che cerco di realizzare cosa sia, ma boh! Fatemi sapere voi che ne pensate!
Schifus, non schifus, schifus accettabile?
Comunque, passiamo alla serietà!
Il 4° capitolo quando arriverà?
Non ne ho la più pallida idea, sto iniziando a studiare a palla ultimamente per l'ultimo esame di settebre, quindi avrò qualche problema a postare...
una cosa però è certa, non farò passare un botto di tempo, perchè comprendo perfettamente che è una palla aspettare, quindi, diciamo che cercherò di aggiornare almeno una volta a settimana, ci provo!
Come sempre ringrazio tutte le splendide persone che stanno supportando questa follia, chi solo legge, chi mette in preferite/seguite/ricordate e le maraviglie che recensiscono! Grazie, grazie, grazie! *-*
Di nuovo, questo è il mio twitter, per qualsiasi cosa
https://twitter.com/_jeffer3

Ora torno nel mio antro oscuro... chiamatemi Polifema.
A presto, bella gente!! :DD



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Capitolo 4
*** Liceo - parte IV ***


Lo scampanellare furioso della porta riportò la latina alla realtà, dallo stato di trance in cui era inevitabilmente caduta.
Con un po’ di difficoltà si alzò, ancora un po’ sconvolta, dal letto, su cui era seduta da circa mezz’ora e si decise a scendere le scale per andare ad aprire la sua paperella alla porta.
“San…” fece preoccupata la ballerina, osservando il volto della propria ragazza, che sembrava aver perso il suo classico colore ambrato, per lasciar posto ad un bianco quasi cadaverico.
“Britt… non ce la posso fare…” disse, semplicemente, facendola entrare in casa.
Era ancora mattina presto, ma, a breve, si sarebbero comunque dovute incamminare verso la scuola.
“Sannie, che succede? Sei pallida…” commentò, lasciandole una carezza sulla guancia. “Cosa non puoi fare?”
“Vieni…” fece, poi, prendendole la mano e scortandola al piano di sopra, nella sua camera.
Entrate, la latina chiuse la porta e, allo sguardo interrogativo della biondina, rispose indicando il letto.
“Oh.”
“Ti prego non fare così, ma fai sentire ancora più male.”
“B-bhe, Sannie… ma… cioè…” iniziò la ballerina, cercando di trovare qualcosa di confortante da dire.
“Sapevo sarebbe arrivato questo giorno, ma non pensavo così presto.”
“Come è successo?”
“Ieri… alla fine delle ore di lezione… i-io” provò a parlare, cercando di lottare  contro il groppo che le si era formato in gola “n-non ho potuto fare niente per evitarlo… l-lei…” non riuscì a finire, che si precipitò fra le braccia della propria ragazza, la quale prese subito ad accarezzarle i capelli.
“Ssshhh, tranquilla, andrà tutto bene…”
“N-non andrà bene, Britt… lo so!”
“Dai, non è niente… stai tranquilla, solo… San, per quanto tempo?
“…”
“Quanto tempo?”
“L’intero orario scolastico…” rispose, rassegnata.
“No…” fece sconvolta l’altra.
“Non posso farlo…” affermò, staccandosi e iniziando a girare per la stanza, come un’indemoniata.
“San! San!” la richiamò la bionda, fermandola e afferrandola per le spalle. “Stai tranquilla, ora…” iniziò, lasciandosi andare ad un sospiro sollevato, vedendo che l’altra parve riprendere un po’ di lucidità “Vai in bagno e…”
“Sarai ancora qui, vero?”
“Certo, certo… le fatine sapranno raggiungere la scuola anche senza di me, questa è un’emergenza” fece, lasciandole un piccolo bacio sulle labbra “Vai… “

 
Dopo circa dieci minuti, finalmente, la latina uscì dalla porta del bagno, con l’espressione più sconsolata che la biondina le avesse mai visto sul viso.
Passò in rassegna tutto il suo corpo, partendo dal viso, bianco come un lenzuolo, osservò tutto il suo vestiario… una camicetta sotto un maglioncino, con delle renne dallo strano aspetto disegnate sopra, una gonna, probabilmente proveniente dalla collezione ciao-vesto-come-mia-nonna-e-sono-figa, delle calze abominevoli e delle scarpe, che…
Non c’erano commenti che potessero descrivere il completo, che la latina indossava.
O forse sì.
Sì, bastavano un nome e un cognome.
Rachel Berry.
La biondina, trattenendo ancora il fiato da quando la sua ragazza aveva messo piede in camera, la vide, titubante, avvicinarsi al grande specchio, che si trovava al lato del letto.
Doveva fermarla prima che le venisse un attacco di panico.
“Sannie, non credo sia il cas-“ ci provò, ma la sua prontezza di riflessi non bastò e lo sguardo dell’ispanica cadde inevitabilmente sul proprio vestiario.
Passarono alcuni interminabili secondi, in cui la ballerina pensò seriamente che la latina fosse collassata, dato che non la sentiva nemmeno respirare, finché non la vide scoppiare a ridere.
“San…?” provò a richiamarla, vedendo che non accennava minimamente a smettere, anche se c’era qualcosa di strano… non era una risata normale, era, piuttosto, isterica.
“S-so-sono im-impresent- HAHAHAHAHA”
“Sannie… ti prego…” fece ancora più preoccupata, vedendola cadere sulle ginocchia, prendendosi il viso fra le mani, iniziando, ora, invece, a piangere a dirotto.
“E’-è st-stata Quinn! L-lo so, Britt!” provò a parlare, scossa dai singhiozzi.
“Non importa, andiamo, andrà tutto bene… non è niente” fece, avvicinandosi e carezzandole la schiena.
“H-hai ragione… no-non è n-niente… NIENTE A CUI POSSA SOPRAVVIVERE LUCIDA!” esplose, poi, alzandosi di scatto. “Britt!”
“San, ti prego calmati…”
“Ho bisogno di… hai qualche funghetto allucinogeno??”
“Fungh- eh?”
“Oh, Dio, Britt! Ma Lord T non era uno spacciatore?!”
“… non più Sannie” fece confusa la biondina “ l’abbiamo mandato in una clinica per…”
“ALCOL! Alcol, mi serve dell’alcol!” esclamò, avviandosi verso il minibar della casa.
“SAN!” tuonò, come mai prima d’allora l’altra, facendola immobilizzare. “Vieni qui.”
E l’altra ubbidì subito, avvicinandosi, con tutto il trucco sbavato e lo sguardo allucinato.
“Ora, ti darai una sistemata alla faccia, ok?”
“Sì, ma Bri-“
“Niente ma, Sannie. Poi usciremo di casa e andremo a scuola. Passerai la mattinata vestita…c-così… e poi torneremo a casa e ritornerai nei tuoi soliti vestiti, ok?”
“Ma-“ provò un’ultima volta a ribattere, ma si fermò davanti lo sguardo serio della sua paperella. “O-ok…” concluse, sospirando e avviandosi verso il bagno.

 
Non appena misero piede a scuola, tutti i presenti si voltarono all’istante.
“Dio… sono un fenomeno da circo.” Commentò, risentita, osservando tutte le facce allibite da cui si ritrovò circondata.
“Lopez! Hai cambiato stile?! Sono colpito!” sentì urlare poco distante.
“Aspetta che scopra chi sei e ti faccio vedere io da cosa sarai colpit-“ iniziò furiosa, per poi interrompersi, incrociando gli sguardi di Rachel e Quinn.
La prima se la rideva beatamente, contorcendosi e quasi cadendo a terra per le risate, mentre la seconda, dopo aver spalancato gli occhi e fatto arrivare le sopracciglia quasi fino al soffitto, si allontanò di corsa.
“Hobbit, non dirmi che Quinn non lo sapeva” fece quindi l’ispanica avvicinandosi.
“No…” rispose quella, tutta sorridente.
“E dove è andat- STOPPATI FABRAY O TI STACCO UN BRACCIO!” urlò, immediatamente, vedendola tornare, tutta trafelata, con una macchina fotografica, che sicuramente era andata a recuperare dal suo armadietto.
A quanto pare, la minaccia non aveva sortito l’effetto desiderato, tanto che la bionda prese a farle una serie di foto a raffica mentre se la rideva di gusto.
“Quinn, smettila subito oppure ti accoltello.” Sibilò, furiosa, guardandola con sguardo di fuoco.
“Non posso, San. E’ più forte di me! Credo farò vedere queste foto ai miei figli… e ai figli dei miei figli… e ai figli dei figli dei mie-”
“Io credo, invece, che non ne avrai la possibilità, dato che questa macchinetta finirà sotto un camion.” Commentò, malefica, cercando di togliergliela dalle mani.
“Giammai!” fece con fare teatrale l’altra, schivando i suoi tentativi di estorsione “La custodirò al costo della vit-“
“Lopez… puoi autografarmi le mutande e farti una foto ricordo con me?”
Una voce dal nulla fece bloccare le due, facendole girare. La latina si ritrovò a due centimetri dal viso un Jacob fin troppo emozionato, che si torturava le mani, probabilmente per impedirne i movimenti – movimenti come toccare il culo all’ispanica, per intenderci.
“San, respira…” la esortò Brittany, vedendola farsi tutta rossa per la rabbia.
“Questo è troppo.” Commentò la latina allontanandosi.
“Va bene anche da qualsiasi altra parte!” le urlò dietro il ragazzo, deluso per non essere riuscito nel suo intento.
“Dove sta andando?” fece, Quinn, osservando quella fermarsi vicino ad un armadietto, che solo qualche secondo dopo riconobbe come quello di Puck.
La vide concentrarsi, evidentemente per ricordare la combinazione, e aprirlo, afferrando una cosa all’interno.
Appena si voltò verso di loro, tutti videro il coltello che aveva in mano.
“Oh cazzo, è uscita fuori di testa!” commentò preoccupata la Fabray, sapendo quanto gli scatti d’ira della latina fossero pericolosi.
“Ero convinta che sarebbe arrivata all’omicidio di massa dopo 4 anni di scommesse e non 2!” fece la piccola diva, un po’ terrorizzata, sapendo che, qualora la latina avesse progettato uno sterminio, di sicuro lei sarebbe stata la prima a perire.
A dispetto delle previsioni, però, la Lopez portò il coltello all’altezza della propria gonna.
“Ma cosa diavolo sta facendo?” fece confusa la bionda più bassa.
Poi tutto si fece più chiaro.
L’ispanica strappò via un pezzo di gonna, facendola diventare di gran lunga più corta, si levò le scarpe, le calze e il maglioncino, per poi portare il coltello all’altezza della camicetta tagliando via i primi bottoni, creando una scollatura allucinante, che le mise in bella mostra il decoltè.
“Ehi, Lopez, sei una strafiga oggi” commentò Puck, che allora stava entrando a scuola, dopo essersi perso tutto lo spettacolino precedente.
“Grazie, Puckerman” rispose, con un sorrisetto divertito, dandogli il coltello, che l’altro, un po’ confuso, prese sollevando le spalle.
“Hai perso. Onestamente credevo avresti resistito di più” commentò la Berry, una volta che l’altra le fu di nuovo vicino.
“Onestamente credevo avresti resistito di meno” fece, invece, la Fabray, per poi rivolgersi alla propria ragazza “Sai, Rach, non potevi ideare scommessa migliore… questo è di gran lunga il suo punto più debole in assoluto…”
“Davvero?”
“Eccome! Scommetto che hai avuto una crisi isterica a casa prima di venire qui, vero San?” chiese, provocando un sonoro sbuffo nell’ispanica, che decise di ignorarla.
“Era completamente impazzita, in realtà.” Fece la ballerina, facendo girare indignata la mora e scoppiare a ridere, invece, le altre due.





 
“Beeeeeeeeeerryyyy! Beeeeerriuccia nanaaaaaa” chiamò cantilenando la ragazza l’ispanica, entrando in auditorium, dove sapeva l’avrebbe trovata.
“Santana…” la salutò l’altra, vedendola avvicinarsi al palco, dove stava provando qualche canzone.
“Stavo pensando una cosa…”
“Tu pensi?” chiese, quindi, con noncuranza.
“Se tu non ne sei capace, non è detto che gli altri non lo facciano, Hobbit” rispose subito a tono, osservando l’altra indignarsi.
“Tu sei un-“
“Aaah, tranquilla, nana, non sono qui per insultarti.”
“Prendo una bottiglia di spumante allora!” esclamò ironicamente, facendo fare un sorriso divertito all’altra.
“Stasera, a casa mia o a casa tu-“ iniziò, prontamente interrotta dalla diva.
“Sono lusingata, Santana, ma non sono interessata.” Disse, subito, facendo corrucciare all’istante la latina.
“Tu e la tua ragazza avete qualche problema, sul serio. Non è che ogni proposta che faccio sia finalizzata al sesso, Dio santo!” esclamò indignata “Ho una bomba di fidanzata, ti pare che la tradisca per stare con pippi calze lunghe e compagn-“
“Ok, ok! Cosa volevi allora?” chiese, allora, la diva.
“Facciamo scommessss”
“Spara!”
“Dunque, stavo dicendo… abbiamo appurato che tu sia una cagasotto…” iniziò, facendo storcere la bocca all’altra “E il fatto che tu non abbia contestato, non fa altro che fortificare la mia tesi.”
“Sant-“
“Oggi ci vedremo a casa mia o casa tua… e faremo una bella maratona di film horror.” Spiegò soddisfatta.
“C-cosa?”
“Diciamo tipo un 3 film, da vedere uno dopo l’altro, chiaramente a mia scelta, quindi non stupirti se sceglierò quelli più… definiamoli interessanti, va’!”
“M-ma…”
“Sì, Berriuccia cara? Vuoi tirarti indietro per caso?”
“Io?! Mai!” esclamò, prontamente, per poi riprendere con una vocina piccina piccina “Ma, tu… li vedrai con me, vero?”
“Certo, nana! Non mi perderei lo spettacolo per niente al mondo!”
“Mmmh…”
“Chiaramente ci sono delle regole.”
“D-davvero?”
“Oh, sì” rispose, malefica “Non potrai coprirti gli occhi, a nessuna scena, chiaramente la cosa si estende al tenere chiuse le palpebre per più di un tempo, che ho valutato attentamente come un microsecondo. Non potrai fare pause, che non siano di più di cinque minuti e soprattutto dovranno essere ad almeno un’ora l’una dall’altra.”
“…”
“Ci stai?” chiese, quindi, entusiasta come non mai.
“C-ci sto.”

 
“Allora, quali sono questi film?” chiese, interessata e spaventata allo stesso tempo, la diva.
Le due si erano riunite a casa Lopez, visto che per il pomeriggio e la sera sarebbe stata vuota. Con loro, c’erano anche le due biondine, che volendo tenersi fuori dalla questione, avevano deciso di stabilirsi in camera della latina e vedere qualche cartone animato.
“Dunque, dopo aver riflettuto a lungo, ho optato per i seguenti film” iniziò, schiarendosi la voce “’Drag me to hell’, ‘Non aprite quella porta’ – la versione del 2003 per l’esattezza, ma che te lo dico a fare comunque – e ‘Il messaggero’”
“S-sono… c-cioè…”
“Sì, fanno cagare sotto, nana, nel caso in cui te lo stessi chiedendo, ma sappi che ho escluso ‘The grudge’, di certo il peggiore che abbia mai visto, versione giapponese, che ho deciso di evitare per tutelare la tua salute mentale… almeno un pochino.”
“O-ok…” fece, posizionandosi meglio sul divano “Allora, quale vediamo per primo…?”
“Vuoi partire dal più pesante o dal più leggero?”
“Leggero!”
“Ok, allora forse è il caso di partire da ‘Non aprite quella porta’, tra i tre credo sia il minore dei mali”
“Pronta, Hobbit?” chiese, entusiasta, l’ispanica, mentre inseriva il dvd nel lettore.
“P-prontissima.”

 
Dopo poco più di una ventina di minuti di film, l’ispanica si era già fatta una pancia di risate, osservando l’altra terrorizzarsi sempre di più, anche se, in più di un’occasione, aveva dovuto ricordarle di tenere le mani lontane dagli occhi, altrimenti avrebbe finito per legargliele.
“Senti, vado a fare un paio di pop-corn” annunciò, l’ispanica avvertendo un leggero languorino.
“C-co-cosa?! E mi lasci qui da sola a vedere quel pazzo con la motosega?!”
“Ooooh, andiamo, Lilliput, sopravviverai 5 minuti da sola a vedere il film, su. Ho fame, torno subito.”
“M-ma…”
“Cosa?”
“C’è qualche scena… spaventosa a momenti?” chiese, indicandole lo schermo.
L’altra vedendo a che punto del film erano arrivate, non troppo avanti, ma comunque ad un punto decisamente interessante, fece un piccolo ghigno.
“Naaah. Tranquilla, torno subito.”

 
La cheerio aveva, ormai, quasi finito di preparare il tutto. Stava aggiungendo il sale, quando sentì chiaramente, provenire dal salotto, dei suoni che non potevano appartenere ad un film horror e qualcuno che canticchiava.
Si sporse, quindi dalla porta della cucina per capire cosa stesse succedendo, trovandosi davanti la scena più divertente che avesse mai visto.
La televisione stava ora trasmettendo, al posto di un pazzoide in motosega, i teletubbies, la cui canzoncina era sparata a tutto volume, mentre la piccola Berry, che si era portata le gambe al petto, dondolandosi avanti e indietro sul divano, con un’espressione terrorizzata, accompagnava il tutto al suo canto.
“Teletubbieeeeees… Teletubbieeeeees,  faaaan-no ciao” canticchiò la diva, agitando la mano, salutando lo schermo.
“Faaaabraaaaay!!” richiamò subito la bionda l’ispanica.
Poco dopo, si affacciò dalla porta della camera la ragazza.
“Ha già avuto un crollo?” chiese, quindi, intuendo già la risposta.
“Decisamente. Dai, facciamo scambio, io sto con Britt, tu cerca di placare Tinky Winky qui.” Propose, avviandosi al piano superiore, mentre l’altra scendeva per abbracciare la propria ragazza, ancora sconvolta.
“E’ stato fin troppo facile” commentò la latina, sgranocchiando pop-corn.





 
 
“Sei sicura che sono in bagno?” chiese la diva alla propria ragazza.
“Sicuro. Dopo gli allenamenti si fermano sempre lì, dato che non ci passa più nessuno.”
“Oh. Quindi…”
“Sì. Scommetto che tra meno di mezz’ora staremo correndo per non morire.”
“Ne varrà la pena, però!” esclamò su di giri la Berry.
“Sarà epico, Rach! Ha una vera e propria fobia, San, per queste cose… sarà divertente!” concluse, aprendo la porta del bagno.


“Santaaaaana!” la richiamò, quindi, sentendo chiaramente bisbigliare da uno dei box.
“Ma che cazz- Fabray, fuori di qui!” esclamò, quindi, senza uscire, l’ispanica.
“Ciao, Santana.”
“Pure l’Hobbit?! Che diavolo volete?”
“Dai, esci” la esortò, quindi, la bionda “Vogliamo testare il tuo coraggio”
“Potete testarlo anche dopo, io e Britt qui abbiamo da fare.” Commentò scocciata, schioccando un bacio sulla guancia della propria ragazza, che la guardava sorridendo.
“Dai, su! Continuate dopo… noi ce ne dobbiamo andare a momenti. Si tratta di cinque minuti” disse, tranquilla, la diva.
“Le tue scommesse non durano mai solo 5 minuti, Berry, a chi vuoi fare fessa?! Senza contare che avrai chiesto l’aiuto della regina dei ghiacci lì, che chissà cosa ti avrà consigliato.”
“Fidati. 5 minuti contati.”
“Vi ha mai detto nessuno…” iniziò spuntando dal box, con tutti i capelli arruffati, sistemandosi la gonna “Che siete due rompiballe?”
“Ce l’hai accennato un paio di volte, sì” convenne la bionda, per poi dare un colpetto alla mora al suo fianco, esortandola implicitamente a parlare.
“Allora, Santana…” iniziò la diva, facendole vedere uno scatolino che aveva in mano “Facciamo scommess”
“Spara, Berry, i 5 minuti scorrono” affermò guardando allusivamente Brittany, che le si era messa a fianco.
“Brit, vieni qui.” Fece l’altra bionda, portandosela al suo fianco.
“Perché?” chiese, confusa, la latina osservando lo spostamento.
“Per tutelarla…”
“Cos-“
“Vedi, Santana…” iniziò la diva “mi è giunta voce che sei terrorizzata da un tipo di… insetto…” fece, facendola sbiancare.
“B-Berry… sp-spero che tu…”
“Sai, si dà il caso che sia proprio qui in questo scatolino…” proseguì, facendo deglutire sonoramente l’altra. “Dovrai tenerlo addosso per 10 secondi.”
“C-c-cosa!? N-no… non posso farl-“
“Oooh, su, Lopez, da quando in qua ti sei rammollita? Si tratta solo di un piccolo scarafaggino innocente”
“Sc-scaraf-… innocente!? N-non credo che…” iniziò osservando la diva aprire lentamente lo scatolino “No, no, no, Berry… Berry, per favore… ragioniam-“ si interruppe però vedendo che la diva sembrò lanciarle il contenuto addosso.
Si scatenò il pandemonio in pochi secondi.
“TOGLIMELO, TOGLIMELOOOO!” iniziò ad urlare l’ispanica agitandosi e girando su sé stessa come una trottola.
Non contenta del risultato, si tolse subito la parte di sopra della divisa buttandola a terra e iniziando a saltarci sopra pesantemente, mentre continuava ad urlare come un’ossessa.
“AIUTATEMII! E’ MORTO??!” chiese poi continuando ad agitarsi rivolgendosi alle altre, che erano letteralmente piegate in due dalle risate. La stessa Brittany, che ben sapeva della fobia della propria ragazza, non era riuscita a trattenersi, consapevole, tra l’altro, che all’interno della scatolina – l’aveva visto bene quando la diva l’aveva aperta - non vi era proprio un bel niente.
“S-San…” provò a parlare, inutilmente, la bionda più bassa.
“Sannie…” iniziò la ballerina, avvicinandosi cautamente “Non c’era niente… stai tranquilla.” Le disse, afferrandola per le spalle, fermando così anche i suoi continui salti sulla divisa, che era ormai ridotta uno straccio a terra.
“C-come non c’era niente?!”
“E-era un-uno scherzo!” esclamò la diva, sopraffatta dalle risate, osservando la latina prendere consapevolezza della cosa.
Si guardò attorno, notando il casino che aveva fatto e, con estrema velocità, la sua espressione cambiò radicalmente.
Da stralunata a inferocita. Tutto in pochi secondi.
La cosa però non passò inosservata alla Fabray, che intuendo le intenzioni della ragazza, prese per mano l’altra mora.
“Scappiamo!” esclamò, correndo subito fuori dal bagno, mentre la latina prendeva ad inseguirle con solo il reggiseno e la gonnellina delle cheerios indosso.







 
“Yuhuuuu, Berry!” richiamò la diva l’ispanica, alla fine delle lazioni.
“Ehi, San!”
“Vai da Quinn?”
“In realtà, no… sono un paio di giorni ormai che si è chiusa in religioso silenzio” commentò sconsolata.
“Ah sì?”
“Già, da quando abbiamo saputo di essere entrate alle università…”
“Aaaah, ecco. La Fabray teme le relazioni a distanza, insomma”
“Già…” convenne, facendo uno sguardo triste, che non passò inosservato alla mora.
“Dai, Berry, tranquilla! E’ solo un po’ spaventata, è normale.”
“Sì, ma non mi risulta che tu abbia smesso di parlare a Britt, anche se lei non sarà con te l’anno prossimo, visto che sarà bocciata”
“B-bhe…” iniziò l’ispanica, grattandosi la nuca “Che rimanga tra noi, nana, ma sono completamente impazzita appena l’ho scoperto.”
“Davvero?”
“Oh sì. Diciamo pure che tutto ciò, che si trovava sulle mensolette e sulla scrivania nella mia camera, ha fatto un bel volo dalla finestra.”
“Le hai lanciate dal secondo piano?!”
“Già. Che vuoi farci?” fece, sollevando le spalle “Io reagisco così, lei si chiude in sé stessa e le ci vuole un po’ per smaltire le cose.”
“Sì…” sospirò la diva, passandosi stanca una mano sugli occhi.
“Scommetto che, tempo una giornata, ti chiamerà scusandosi e blaterando cose su quanto ti ami…” commentò, facendo illuminare la diva “Bleah, valla a capire.” Continuò, subito dopo, facendola corrucciare.
“G-grazie?” fece, quindi, sollevando le sopracciglia.
“Che piccola nana petulante che sei, eh?” le chiese, invece, l’altra, rivolgendole un sorriso sincero, dandole una piccola stretta affettuosa sulle spalle. “E ora andiamo!”
“Andiamo? Dove?” chiese, confusa la diva.
“Al circo!” esclamò entusiasta la latina “Facciamo scommess, Berry!”

 
L’ispanica stava aspettando da ormai un buon quarto d’ora il ritorno della diva e stava cominciando ad annoiarsi a morte. Era rimasta, infatti, in macchina canticchiando qualche canzone alla radio.
“Dio, ma quanto ci mett- oh! Eccola!” fece entusiasta, osservandola entrare con uno sguardo corrucciato.
“Ho vinto.” Disse, gelida.
“Quindi l’hai chiesto!! Che grande! Racconta!” esclamò su di giri.
“Che vuoi che ti dica?” domandò piccata l’altra.
“Dai, dai ti prego, racconta.”
“Beh” iniziò, sbuffando “Sono andata dal capo della situazione lì…”
“Sì…”
“E, niente, gli ho chiesto se potevo iniziare a far parte dei nani da circo.” Concluse, rabbuiandosi “Contenta!?”
“Oh, sì!” esclamò ridendo l’altra “Andiamo, Hobbit, hai vinto! Un po’ di contentezza ci sta da parte tua!” disse, osservando l’altra abbassare lo sguardo e bisbigliare qualcosa a bassissima voce. “Scusa, non ho sentito…”
“Ho detto che…” iniziò ad alta voce, per poi riabbassarla si nuovo non facendole capire niente.
“Ti prego, nana, alza la voce che non ti sento.”
“Ha detto che posso iniziare lunedì! Va meglio ora?!!?” esclamò tutta adirata, facendo inchiodare l’ispanica alla guida.
“Scherzi?!”
“Ti pare che scherzi?”
“Ho bisogno un attimo di aria” annunciò la latina, per poi uscire dalla macchina ed esplodere in una sonora risata, mentre si rotolava nel prato del parco lì vicino.
“Ma tu guarda che razza di idiota” commentò la diva, massaggiandosi con i polpastrelli le tempie.





Angolo dell'Autrice

Woho! Ci sono riuscita, dai, sono stata più veloce di quanto mi aspettassi in effetti!
Ora, alcune comunicazioni di servizio!

Prima di tutto, l'idea della scommessa di rachel per santana, quella dei vestiti orrendi per intenderci, è stata partorita dalla mente di Charlie! Che geniaccia, ragassi! Santa donna che mi ha illuminato! :DD

Peer quanto riguarda i film horror... vi posto i trailer dei film (nel caso in cui ve lo stiate chiedendo, sì, sono una cinefila, e sì, sono appassionatissima di horror) :

Drag me to hell (cagamiento sotto all'ennesima potenza, quando me lo vidi tra l'altro, visto che parla di roba voodoo)
http://www.youtube.com/watch?v=6V-XJkQTrZc

Non aprite quella porta  http://www.youtube.com/watch?v=7N5YNQcTGL8

Il messaggero  http://www.youtube.com/watch?v=GGIzGJM0vQI

The grudge... ok, onestamente non ho il coraggio di cercare nemmeno il trailer di questo film, tra l'altro lo vidi quando ero più piccola e mi traumatizzò a morte tipo, quindi... non riesco nemmeno a vedere senza ansiogenarmi scary movie 4, dove c'è la parodia, quindi figuriamoci!

http://www.youtube.com/watch?v=rdPzj4W6r4I  E anche i teletubbies, ovviamente, non potevano mancare!

E, niente, credo di aver finito le comunicazioni di servizio... oh, anzi no!
Volevo rendervi partecipi della fonte della mia ispirazione per lo scherzo di santana al cimitero del III capitolo, lo trovai su youtube e, niente, ho anche deciso di terrorizzare allo stesso modo una mia coinquilina, appena torno a roma!

http://www.youtube.com/watch?v=sDzyUTZJHJQ&feature=related

Ok, ora la smetto di ammorbarvi e mi dileguo!
Ancora una volta grazie a tuttissimi! Siete meravigliosi! Fatemi sapere se anche questo capitolo vi è piaciuto come i precedenti!
Al solito questo è il mio twitter
https://twitter.com/_jeffer3

A presto, bella gente! :D




 
 

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Capitolo 5
*** Liceo - parte V ***


“Saaaannie, sei pronta?”
“Arrivo paperotta, ero in soffitta” rispose la latina, scendendo le scale e avvicinandosi alla propria ragazza con una busta in mano.
“Perché in soffitta?”
“Dovevo prendere delle cose da dare alla nana…” spiegò velocemente, chinandosi ad allacciarle i lacci di una scarpa, che a quanto pare la biondina aveva dimenticato di sistemare.
“Cioè?” chiese, curiosa.
“Oh, vedrai, mi amor!” rispose subito entusiasta, tirandosi in piedi “Anzi, conoscendo la sua puntualità maniacale, sarà qui tra…” fece guardando l’orologio “3…2…1…”
*Dlin Dlon*
“Appunto.” Concluse, lanciando un’occhiata rassegnata alla biondina e avviarsi ad aprire la porta di casa, non prima, però, di averle lasciato un veloce bacio sulle labbra.


“Nana. Matrigna di Biancaneve” salutò velocemente le sue ospiti l’ispanica, facendole entrare.
“Che accoglienza calorosa, San!” esclamò, ironica, la bionda “Tutto bene, grazie!” continuò, sedendosi sul divano.
“Allora, Santana, cosa volevi dirmi? Evitiamo di perdere tempo che non voglio fare ritardo”
“Oh, nana, farai ritardo invece, sappilo.” Disse l’altra, avvicinandosi alla busta che aveva lasciato poco lontano, per poi fermarsi. “Ma aspetta…” fece, osservando le due “Che ci fai qui, Quinnie? Avete fatto pace??” chiese, sinceramente contenta per le due.
“Certo che hai proprio un intuito fenomenale tu, eh?” fece la bionda, alzando il sopracciglio.
“Sia ringraziato il cielo, finalmente ora smetterò di sentire le lagne della tua ragazza!” esclamò subito, lasciandosi andare ad un teatrale sospiro sollevato. “’La mia Quinnie, mi manca coooosì tanto… non ce la posso fare senza di lei… gnegnegnè’” prese, quindi ad imitarla, mentre la diva parve improvvisamente interessata alla proprie scarpe e la bionda ascoltava con un sorrisetto sulle labbra.
“Tenera...” Commentò quest’ultima, allungando la mano per afferrare quella della propria ragazza e accarezzarla.
“E come avete fatto pace, se posso?” domandò improvvisamente la latina, osservando subito la Fabray girare lo sguardo e la mora farsi tutta rossa.
“Senti Sant-“
“Aaah. Scusate, ho sbagliato domanda, pardon. La riformulo.” Fece sghignazzando “A casa di chi avete fatt-“
“Santana!” la richiamò subito la diva “Per favore, possiamo passare al motivo per cui siamo qui?”
“E va bene. Questa volta passa, ma solo perché non vedo l’ora di vederti all’opera” iniziò, sfregandosi le mani “Prese, quindi, dalla busta degli oggetti che le altre nella stanza non faticarono a riconoscere.
“Rachel, devi andare al mare?” chiese, quindi, incuriosita la ballerina, osservando le pinne e la maschera, con tanto di tubo per respirare, che la latina aveva in mano.
“N-non… che io sappia” fece confusa quella, piegando la testa di lato e osservando Santana “Mi spieghi?”
“Subito!” rispose prontamente l’altra mora “Mi sembra abbastanza chiaro che tu debba indossare questa roba…”
“Devo andare a nuotare in piscina?”
“No, dev-“
“Ti prego dimmi che non mi mandi nelle fogne” la pregò, tutta spaurita, lasciando un attimo interdetta la latina.
“Beh, no… però grazie per l’idea! Sarà sicuramente per la prossima volta. Allora… ascoltami” iniziò, porgendole gli oggetti “Dovrai indossare questa roba, però sbrigati perché dobbiamo arrivare lì un minuto prima che suoni la campanella.”
“Vestita così?!” fece allibita, con una tonalità nasale, a causa della maschera che aveva appena indossato.
“Oh, sì” gongolò “Ora mi devi seguire, però” avvertì, osservandola saltellare per il salotto cercando di mettersi le pinne, per poi, infine, essere aiutata dalla Fabray, che le impedì di cadere a terra.
“Sono tutta orecchi” disse, guardandola seriamente, mentre le altre tre la fissavano cercando di contenere le risate.
“Dovrai fare almeno 100 punti…” iniziò, quindi, lasciando confuse tutte le altre “E i punti si guadagnano…” continuò, creando un po’ di suspance “facendo lo slalom fra le persone.” Concluse quindi soddisfatta “Ogni persona vale 1 punto. Se è un professore vale 5 e, se riesci in una combo, quindi, tipo due professori di fila, vale il doppio… in pratica, da 10, faresti 20.”
“Slalom…” commentò la Fabray, osservando la ragazza al suo fianco, che a stento sarebbe riuscita a fare due passi con quelle pinne. “Il tuo piano è far sfracellare al suolo la mia ragazza nel minor tempo possibile, San?” chiese, quindi, subito dopo.
“All’incirca” le rispose, con un sorriso grande quanto una casa. “Immagina appena suonata la campanella la quantità industriale di persone che si aggireranno per i corridoi” fece, con un luccichio negli occhi.
“Eh. Purtroppo le immagino” concluse la diva, avviandosi, a dir poco goffamente, verso la porta a grandi falcate, cercando di non inciampare.


 
“Pronta Berry?” chiese, tutta euforica, con una videocamera in mano, l’ispanica, ottenendo come risposta solo un borbottio confuso. “Ehm, non ti capisco se non ti levi il boccaglio della maschera”
“Ho detto che non mi sembra corretto che tu filmi la scena.” Disse, indignata, osservando già i primi ragazzi accorgersi dei suoi insoliti accessori.
La latina dal canto suo non si mosse di un passo, prendendo semplicemente il cellulare e andando su youtube. Dopo aver digitato velocemente alcune lettere, glielo porse, facendole vedere un elenco di vari video.
“Questo è il risultato del lavoro di Mortisia qui, versione bionda” fece, indicando la Fabray, che sollevò le sopracciglia disinteressata “Ha creato un canale, con tutti miei video all’interno”
“Oh…”
“Già. Non solo ci sono quelli, in cui è riuscita a filmare le scommesse che mi lanciavi – e tra queste, c’è anche quella in cui mi aggiro nuda per la strada, per inciso – ma ha creato addirittura dei video tributi, con musiche di sottofondo e foto.” Concluse, riponendo nuovamente il cellulare in tasca. “E ora muovi il culo, nana.”
“Vado, vado” fece, scocciata “Ah, Quinnie…” richiamò, poi, la sua ragazza “Sei un genio del male, amore mio!” esclamò, regalandole un sorriso luminoso, per poi rimettere il boccaglio e mettersi in posizione.
“3…2…1…”
*Driiiiiiiiin*
Si sentì chiaramente il suono della campanella, seguito immediatamente dallo scatto ‘felino’ della diva.
Con le movenze di una papera, che sembrava sotto l’effetto di uno shock epilettico, prese a ‘correre’ incontro ai primi ragazzi, che vedendola arrivare, si immobilizzarono di colpo, strabuzzando gli occhi, cosa che diede alla piccola Berry un notevole vantaggio.
“8…9… o mio Dio ma come diavolo fa?!” chiese, esterrefatta la latina, osservandola continuare lo slalom fra le persone, con una certa difficoltà, ovviamente, ma – diciamocelo – la Lopez si aspettava di vederla cadere rovinosamente già dopo i primi 4 passi.
“Vai, Rach!” la spronò la bionda più alta, mentre la ballerina si limitava ad osservare la scena con un sorrisetto divertito, dicendo di tanto in tanto cose come ‘lo avevo detto che era un unicorno’.
“12…CAZZO! 17! Ha schivato un professore!”
“Sì! Grande!” gioì la Fabray, per poi rivolgersi subito dopo alla mora al suo fianco “Combo! Erano due prof di fila quelli, da 12 ora sta a 32!”
“Mmh…”
“3 professori! 42!”
“Che stramaledetta culosa.” Borbottò l’altra, per poi bloccarsi vedendo alla fine del corridoio la Sylvester, che si trovava ad essere sulla traiettoria della diva. “Oh. Ora ci divertiamo…”
“Merda…” imprecò sottovoce la bionda, osservando la propria ragazza rendersi conto di chi aveva di fronte.
“Oh, buon Dio, pagherei oro per vedere la sua faccia in questo momento” sghignazzò la latina, osservando la piccola diva rallentare, per poi sgommare con un rumore molto simile a quello delle ruote di una Ferrari in corsa, girandosi di colpo, mentre la Sylvester da dietro iniziava già ad urlare cercando di capire chi fosse quel folle che si aggirava per i corridoi conciato in quel modo.
Le tre ragazze la videro scattare verso di loro, cercando di togliersi le pinne dai piedi e, una volta riuscita nell’intento, continuare a correre come una forsennata del tutto scalza per il corridoio.
Mano mano che si avvicinava, le risate delle tre ragazze si fecero sempre più forti, finché la ebbero ad un soffio di distanza.
“Via, via, via, via..” urlò la diva, passando giusto in mezzo a loro e prendendo al volo le chiavi della macchina, che l’ispanica aveva ancora in mano.
“EHI!” le urlò dietro questa, contrariata.
“Te le ridò dopo!” sentì dire, ormai in lontananza.
“HAI PERSO!”







 
“Sai,San, stavo riflettendo su una cosa” iniziò la piccola diva, rivolta verso l’ispanica, mentre si incamminavano verso casa Berry.
“Cosa?”
“Sai, ora che siamo vicine al diploma e tutto quello che questo comporta… non potremo più fare sfide che includano Lauren.”
“Mi sento di dire… che culo!” esclamò, ripensando a tutte le botte che aveva preso “Anche perché credo che con tutte le volte, che l’abbiamo coinvolta, lei stia iniziando a sospettare qualcosa”
“Effettivamente… allora dobbiamo solo sperare che non sia ancora così.” Disse, aprendo la porta di casa e incamminandosi verso la propria camera, seguita dall’altra mora.
“Che intendi, nana?” chiese la latina, mentre un brutto presentimento si stava iniziando a far largo dentro di sé.
“Mi è sempre piaciuto Batman, lo sapevi?” fece, tralasciando completamente la domanda che le era stata rivolta e aprendo le ante dell’armadio.
“Ok…” la assecondò confusa, l’altra.
“E dunque…” iniziò prendendo un perfetto costume da batman tra i vestiti “facciamo scommess, San!”

 
“Dio, ma come mi hai fatto vestire?!” si lamentò per l’ennesima volta la latina mentre arrivava, assieme alla piccola Berry, a scuola in macchina.
“Andiamo, su! Rendi onore al cavaliere oscuro.”
“Berry, tu hai qualche problema serio.”
“Ha parlato quella che ha il costume di Gandalf, con tanto di bastone magico, a casa” la provocò, infastidita.
“E quindi? E’ un’icona quell’uomo. Ti rendi conto del suo ruolo nel Signore degli Anelli? Senza di lu-“
“Sì, sì, me l’avrai detto un milione di volte!”
“Appunto! Non capisco tu come faccia a-“
“Siamo arrivate.”
“Eh.”
“Già, andiamo?”
“Senti, nana… non è che potremmo evitare la parte che coinvolge Zizes? Mi aggirerò per la scuola conciata così, lo giuro!”
“E vorresti togliermi la parte più divertente?! Ho anche ingaggiato Quinnie con la videocamera!”
“Mh…”
“Lo sapevi che ogni video ha tipo migliaia di visite su youtube? Sta diventando un canale famoso!”
“Ti prego non ricordarmelo” fece, con voce sofferente.
“Bene! Vai!” esclamò, spingendola fuori dalla macchina.
“Ti odio, Berry, ricordatelo.”


 
La latina proseguì, come previsto dal piano, per tutti i corridoi con il costume indosso, cercando di evitare qualsiasi professore nei paraggi, finché arrivò, finalmente, al campo da wrestling, dove sapeva si stava allenando Lauren.
“O Dio, ti prego, fammi sopravvivere a questa mattinata” bisbigliò a bassissima voce, prima di effettivamente entrare e trovarsi davanti la ragazza, che era intenta a quasi spezzare una gamba ad un’altra ragazza, che cercava di sottrarsi alla morte, piagnucolando.
Era in momento.
“E’ l’uomo pipistreeeeeeeello, è Baaaaatman!” iniziò a cantare l’ispanica, iniziandosi a muovere con agilità nel bel mezzo della stanza, attirando, all’istante, l’attenzione di tutti su di sé.
“Si avvolge nel manteeeeeeeeellooo, è proprio Baaaaatman” continuò, avvicinandosi a Zizes.
“E’ rapidiiiiiissimo…” prese, quindi, dei cartoncini a forma di pipistrello, che portava con sé.
“E’ furbiiiiiiissimoo…” iniziò a lanciarli, subito dopo, contro Lauren, che troppo sconvolta per la scena, non si mosse di un millimetro, mentre veniva colpita ripetutamente sulla faccia.
“E’ giustiiiiissimo…” prese, alla fine, una corda e iniziò a girare attorno alla ragazza, cercando, alla bene e meglio, di arrotolargliela addosso.
“Combatte con leeealtà, con capaaaarbietàà, con abilitààà” riuscì nel suo intento, anche se dopo circa un secondo la corda cadde a terra, visto che la latina non aveva avuto il coraggio di avvicinarsi più di tanto per fissarla meglio, temendo che Zizes si riprendesse dallo shock e la facesse secca.
“E corre, corre Baaaaaatman” si avviò, infine, correndo verso l’uscita, continuando a cantare mentre si richiudeva la porta alle spalle “Baaaatmaaaaan”

 
“Beeeeerryyyy!” la richiamò l’ispanica correndo verso di lei “Ci sono riuscita!”
“Whoa!” esclamò, colpita, rivolgendosi poi a Quinn, che era poco più indietro, ancora con la telecamera in mano “E’ vero, Quinnie?”
“Oh sì, Rach! E’ stato qualcosa di meraviglioso!” fece, mentre ridacchiava ancora pensando alla scena “Povera Lauren, è rimasta completamente pietrificata! Ora vado a caricarlo…” fece, maligna, iniziando ad allontanarsi dalle due.
“Di già!?” chiese, allibita, l’ispanica.
“Avevi qualche dubbio?” sentì dire dall’amica, che ormai si era già avviata verso l’aula di informatica.
“Che megera…” bofonchiò, rivolgendosi poi alla più bassa “Senti, nana, credo sia il caso di allontanarci da qui, perché non appena Zizes si renderà conto della cosa e riacquisterà lucidità, vorrà farmi fuori, senza contare il fatto che voglio levarmi quest’affare di dosso il più in fretta possibile”
“Ok, andiamo!”
“Alla Batmobile!” esclamò l’ispanica, facendo ridere la diva.


“Aaaah, non vedo l’ora di vedere il video” commentò la Berry, entrata nella macchina dell’ispanica.
“Io proprio no, invece. Grazie a Dio questa era l’ultima scommessa che prevedeva Zizes…” sospirò, sollevata “Non credo avrei potuto reggerne altre” fece, allacciandosi la cintura di sicurezza.
“Già! Mi mancherà non poterla includere nelle nostre sfide…”
“Eh insomm-“ si bloccò, improvvisamente, la latina, mentre, come era solita fare, controllava lo specchietto retrovisore prima di accendere la macchina.
“Berry?”
“Sì, San?” fece, confusa, osservandola sbiancare.
“Siamo fottute.”
“Ma cos-“
“Oh, sì che lo siete.” Commentò una voce, proveniente dai sedili posteriori, che la diva non tardò a riconoscere come quella di Lauren.
“Merda.”







 
“Ma dico io, non potevi iniziare a scommettere con quel panzone di Finn?” borbottò, contrariata, la Fabray, rivolgendosi alla latina, entrambe con gli abiti di scena delle nazionali.
“Che intendi, bionda?”
“Non so… avresti potuto sfidarlo a lanciarsi dal tetto della scuola ad esempio, così avrebbe tenuto le sue luride manacce lontane dalla mia ragazza” continuò, socchiudendo gli occhi, osservando da lontano il ragazzo parlare con la piccola diva, per l’esibizione che avrebbero dovuto tenere a momenti.
“Oddio, sei in preda ad un attacco di gelosia Fabray!” ridacchiò la mora, osservandola incupirsi ogni secondo di più.
“Vorrei vedere a te!”
“Ma che dici?!”
“Mettiamo che Brittany dovesse cantare assieme a Puck, anzi ad Artie, visto che è stato il suo ex… sostanzialmente un duetto, ballando assieme… strusciandosi assieme… toccandole il culo…” continuò abbassando sempre di più il tono di voce, fino a che le parole somigliarono più a ringhi che altro.
“…Ok, ammetto che non mi farebbe piacere.” Concordò l’altra, dandole una pacca sulla spalla e portando il suo sguardo sui due ragazzi.
“Santana, per favore. L’ultima volta che un giocatore di hockey toccò inavvertitamente le tette di Brittany - e questo perché era inciampato - prendesti una pompa e gli facesti un bagno con l’acqua gelata.”
“Dettagli.”
“Seh…”
“Dovresti stare tranquilla, però” le disse, poi, seria “Lo sai che a lei non interessa lui.”
“Già… ma-“
“Ma niente, quella nanetta stravede per te, quindi placa i tuoi istinti assassini.” Concluse, vedendo da lontano la diva staccarsi da Finn e guardarsi intorno, come alla ricerca di qualcuno. A quanto pare quel qualcuno era la Fabray, dato il sorrisone che comparve sul volto della piccola Berry appena incrociò il suo sguardo. Le si avvicinò, stampandole un bacio sulle labbra seguito da un flebile ‘ti amo’, per poi allontanarsi lasciandole una carezza sul braccio.
La bionda rimase completamente imbambolata.
Si riprese, poi, a causa dello scappellotto, forte, che la latina le fece arrivare sulla nuca.
“Ahi!”
“Lo vedi che sei un’idiota?!” la rimproverò, iniziandosi ad allontanare, per prendere postazione.
“Ehi, San” la richiamò, all’ultimo momento, l’altra.
“Sì?”
“Non avrete scommesso su qualcosa proprio oggi, vero?” le chiese, con una nota di apprensione nella voce.
“Ooooh, vedrai, Quinnie.” Concluse, prendendo posto al fianco della sua ballerina, che baciò velocemente, prima che iniziasse a partire la musica.

 
“E al primo posto troviamo…” iniziò uno dei giudici, creando un po’ di tensione “Il McKinley High!!” esclamò, facendo scoppiare la folla in un applauso fragoroso, mentre tutto il palco si riempì in pochi secondi di coriandoli.
Tutti i ragazzi erano contentissimi, non potevano credere di essere riusciti a vincere le nazionali di canto corale. Era semplicemente meraviglioso.
Tra questi, però, la latina in particolare sembrava essere al settimo cielo, guardando, improvvisamente, la piccola diva con uno sguardo piuttosto eloquente, al quale questa rispose con un sospiro rassegnato.
Tutti, pubblico, giudici e partecipanti, la videro staccarsi dal gruppo e avvicinarsi all’uomo, che ancora aveva il microfono in mano.
“Oh, ciao!” la salutò questo appena si rese conto di lei “Vuoi dire qualcosa?” chiese, quindi, entusiasta.
La diva si limitò ad annuire, mordendosi un labbro, mentre la latina più indietro ampliava il suo sorriso sempre di più, ogni secondo che passava.
“I-io…” iniziò la piccola Berry, schiarendosi la gola “Io…”
“Su, forza, non essere timida!” la incitò l’uomo, intenerito.
“I-io…” iniziò “porto le mutande della nonna!” esclamò tutto d’un fiato, facendo tacere di colpo, l’intero auditorium.
Persino i musicisti, che stavano intonando una leggere canzoncina, si stopparono, sentendo le sue parole.
Il silenzio durò alcuni interminabili secondi, interrotto, poi, dalle risate sempre più forti dell’ispanica, che si era letteralmente piegata in due, cercando al contempo di applaudire, per alleviare, almeno un po’, la vergogna della compagna di sfide.
“Brava Berry!!” urlò, quindi, alla ragazza, che, ancora tutta rossa in viso, si girò verso di lei, puntandole in dito contro.
“HO VINTO!”
“E io non sono mai stata così felice di aver pers-“
Fu interrotta da uno scappellotto, che questa volta colpì lei.
“Ahi, Fabray!”







 
“Ti sta bene il rosso, San..” commentò la ballerina, rivolta verso l’ispanica, che indossava la tunica per il diploma.
“Sarebbe stata bene anche su di te.” Fece, triste, l’altra, carezzandole una mano.
“Beh, se tutto va bene e le fatine mi aiuteranno, vedremo come mi starà l’anno prossimo”
“Già…”
“Sannie?” la richiamò, vedendola abbassare lo sguardo. “Sannie, guardami.”
“Come posso andare a New York, senza di te?” chiese, allora, alzando lo sguardo e mostrando gli occhi lucidi “Come posso vivere stando lontana da te?!”
“Ce la faremo, San, te lo prometto. Ci vedremo ogni giorno su skype e-“
“Perché non mi hai chiesto aiuto?!” chiese, invece, quella, cacciando fuori quello che si era tenuta dentro fino ad allora. “Perché non mi hai permess-“
“Non sarebbe cambiato niente…” commentò la biondina, abbassando lo sguardo “Non… io ti avrei solo rallentato e non volevo questo e-”
“Resterò qui con te per un altro anno, io-“
“Non voglio questo.” Fece, ora, seria la ballerina guardandola negli occhi “Tu andrai all’università e io non ti terrò bloccata qui!”
“Ma io ho bisogno di te.” Disse, con la voce incrinata, voltando lo sguardo, mentre cercava ancora, invano, di trattenere le lacrime.
“Anch’io, San…” addolcì la voce la ballerina, prendendole il viso fra le mani “M-ma, tu ora ti diplomerai e poi andrai a New York” continuò, mentre le lacrime della latina si facevano sempre più numerose “Però, ti prometto, ti giuro su tutte le fatine e i folletti che conosco, che ti raggiungerò l’anno prossimo e staremo assieme lì. Dobbiamo solo resistere un anno… ma ci sentiremo e vedremo ogni giorno con skype, ci incontreremo a Natale oltre a tutte le altre feste e anche in qualche week-end.” Concluse, con una lucidità incredibile, mentre continuava ad accarezzare incessantemente il volto della propria ragazza, lasciandovi qualche bacio di tanto in tanto “Mi aspetterai?”
“Anche tutta la vita, Brit-Brit” rispose, abbracciandola forte.
Rimasero così per qualche minuto, mentre le ultime lacrime lasciavano il loro volto.
“Ehi ragazze!” a richiamarle fu la voce della Fabray, seguita dalla diva, che le fece staccare, mostrando alle amiche i loro occhi rossi e provati.
“Tutto bene?” chiese preoccupata la diva, avvicinandosi alle due, accarezzando le braccia di entrambe.
“Sì…” rispose, flebile, l’ispanica, allungando la mano per spazzare via l’ultima lacrima, che ancora scorreva sul volto della propria ragazza, per poi girarsi verso la piccola Berry, rivolgendole un sorriso.
“Siete pronte, Nanèss e compara?” le chiese, quindi, riacquistando il suo solito tono alla Lopez, facendo ridere le due.
“Prontissime! Britt hai preso gli alcolici per stasera?” fece la Fabray, rivolta all’amica.
“Ho dato l’incarico a Puck! Non potevo tenere le bottiglie a casa perché temevo che gli orchetti se le scolassero tutte… a quanto pare sono degli alcolismi.” Commentò, sollevando le spalle.
“Alcolisti, Britt” la corresse la diva, ridendo.
“Quello che è!” rispose contrariata, mentre la latina le lasciava una bacio sulla guancia, sorridendo intenerita. “Ora vado a trovare un posto in prima fila, devo farvi un sacco di foto!” esclamò, contenta, dimenticandosi completamente del discorso precedente e avviandosi, non prima di aver abbracciato tutte e tre e, in modo particolare, la sua latina.
“Andiamo?” chiese, quindi, la Fabray alle altre due rimaste.
“Andiamo!” dissero in coro, lanciandosi una strana occhiata, che non passò inosservata alla bionda. “Aspettate un attimo!” tuonò, quindi, facendole bloccare “Ditemi, IMMEDIATAMENTE, cosa avete scommesso!”
“Niente!” risposero subito assieme.
“San, se Rachel si avvicinerà al microfon-“
“No, no! Te l’assicuro! Non pronuncerà nemmeno una parola, fidati!” esclamò.
“Lo spero.”

 
“Santana Lopez!” Figgins chiamò la latina sul palco, per consegnarle il diploma, mentre tutti battevano le mani.
L’ispanica si avvicinò, quindi, al palco con un sorriso un po’ tirato, esortata dal preside.
“Grazie…” disse flebile, afferrando la pergamena “Posso… dire una cosa?” chiese, mentre la diva si affacciò in sala, dato che ancora doveva essere chiamata.
“Certo!”
“Ehm… i-io…” iniziò, indecisa, per poi prendere un respiro profondo “ti voglio bene, Rachel Berry!” esclamò, subito, indicandola trionfante, mentre quella la guardava gongolando.
“Ho vinto ancora, nana!” fece, mentre tutti, in particolar modo quelli del glee ridevano, allegri.
Dopo che Santana si fu fatta da parte,  avvicinandosi agli altri diplomandi, fu la volta della piccola diva.
“Rachel Berry!”
Ed eccola lì, che saliva, anche lei con una certa agitazione sul palco.
“San, ti prego dimmi che almeno lei non ha scommesso” la implorò la Fabray vedendola ricevere il diploma da Figgins.
“Oh, Quinnie, guarda tu stessa.” La esortò a spostare lo sguardo.
Non appena si fu girata, la bionda vide chiaramente la propria ragazza alzare la tunica, per mettere in bella mostra le proprie mutande, davanti a tutta la sala.
“Wohooo, questa volta la Berry è passata ai fatti!” si sentì urlare, mentre la bionda si voltava con uno sguardo di fuoco verso l’ispanica.
“Che c’è?! Non è colpa mia se ho le idee più brillanti per le scommesse da fare in pubblico!”


 
“E’ stata una bella festa, eh, San?” chiese la diva, accarezzando i capelli della propria ragazza, che le si era addormentata sulle gambe, in maniera del tutto identica a quanto stava facendo l’amica al suo fianco con la ballerina.
“Decisamente.” Rispose, sorridendo. “La casa di Puck, ormai, sembra più un campo da battaglia che altro, ma ne è valsa la pena.”
“Direi proprio di sì!” fece, subito, allegra, per poi cambiare argomento poco dopo. “Ora non potremo più fare le nostre scommesse giornaliere, ci pensi?”
“Beh… magari non giornaliere, però, saremo entrambe a New York, insomma ci vedremo comunque!”
“Davvero?” chiese, colpita.
“Che ti credevi, Berry? Guarda che non sei solo una compagna di scommesse e basta…” iniziò osservando la diva illuminarsi. “C-cioè, aspetta, non montarti la testa! Devo pur sempre controllarti per conto della serial killer qui” fece, indicando la Fabray.
“Sì, eh?” ridacchiò, consapevole che non era proprio tipico della latina esternare il suo affetto più di tanto. “Grazie, anch’io ti voglio bene, San!”
“Seh… Ad ogni modo hai trovato la casa dove stare?”
“Beh, sì, è vicina Central Park, anche se ora non potrò più starci con Kurt… e tu?”
“In realtà io ancora no, anzi, dovrei sbrigarmi a cercare una camera, perché non intendo stare nel dormitorio del college.”
“Oh, beh, io ho il problema opposto! Devo cercare una coinquilina, sperando che non sia qualche pazz…” si interruppe, però, rendendosi un attimo conto di cosa entrambe avessero appena detto. “Cioè, aspetta, tu cerchi casa?” chiese, quindi, allibita.
“E tu cerchi una coinquilina?!” fece, sgranando gli occhi, l’ispanica.
Si guardarono per alcuni secondi, prima di scoppiare entrambe in una fragorosa risata.
“Sarà divertente!” Esclamò, quindi, la diva, sorridendo e dandole delle pacche sulla spalla.





Tetraedro dell'Autrice.

Ordunque, bella gente, ecco la fine della prima parte della fanfic.
Secondo il mio piano ce ne saranno altre due, una per il periodo del college (e le due saranno coinquiline pure, quindi figurarsi!) e una per il periodo diciamo post-matrimonio, se così lo vogliamo definire... e credo che farò 5 capitoli per ognuna.
Mi scuso sia per l'attesa (è tipo una settimana che non aggiorno? boh... anche se diciamo che sarà più o meno sempre questo il periodo di aggiornamento da qui in poi) sia per la schifezzuola di capitolo, tra umore sotto le scarpe e sonno arretrato, non so cosa ne sia uscito in effetti...

La sigla di Batman che san canta nel capitolo è questa qui
http://www.youtube.com/watch?v=I381vUqunn0

Come sempre ringrazio tutti, siete fantastici! c:

E, niente, credo sia tutto.
A presto, bella gente! :D

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Capitolo 6
*** University - parte I ***


“Berry, la Vecchia rompe ancora le balle” informò Santana entrando dalla porta di casa con una serie di bustoni della spesa.
“E quando mai non lo fa” commentò scocciata l’altra, avvicinandosi per aiutarla “Che voleva, questa volta?  Ancora per la musica a volume troppo alto?”
“Ha detto che se intendiamo ancora praticare lo sport dello slittino sulle scale del condominio, ci denuncerà alle forze pubbliche.”
“I poliziotti?!” chiese, sconvolta per l’assurdità della cosa.
“Il proprietario di casa…” chiarì, riponendo i vari acquisti nei vari scaffali.
“Ma quant’è subdola quella donna?”

Santana e Rachel si erano stabilite da ormai due mesi nelle grande mela.
Nonostante i primi appiccichi, dovuti un po’ alla convivenza iniziata, un po’ all’isteria a causa dello stress per la lontananza dalle loro biondine, le due sembravano aver raggiunto una sorta di equilibrio, fatto di scommesse, insulti amichevoli e gesti pseudo-affettuosi.
Purtroppo per loro, tuttavia, la vicina di casa non era esattamente una donna amichevole.
Soprannominata, quasi da subito, ‘La Vecchia’, questa si divertiva spesso ad indispettirle, con richieste assurde, oppure lamentandosi per ogni minima cosa, portandole all’esasperazione.
Un giorno arrivò persino a contestare il fatto che le due avessero lo zerbino, fuori la porta, storto, sostenendo che questa cosa non potesse essere, in alcun modo, ammessa sul suo pianerottolo ‘figlio dell’Arte’.
Una persona ‘accettabile’ insomma… con un’accetta, s’intende.

La casa, poi, era molto spaziosa. Seppur progettata inizialmente per due persone, e così fu per il primo mese, non ci volle molto per creare una nuova camera da letto, al posto dello studietto che nessuno sostanzialmente usava, facendo, così, spazio per un nuovo inquilino.


“La Vecchia vi ha beccato?” chiese Kurt entrando in cucina, notando le espressione scocciate delle due more.
“Già” fecero in coro.
“Tra l’altro come diavolo ha fatto a capirlo?!” aggiunse la piccola diva.
“Credo c’entrino qualcosa i coriandolini che avete usato come finta neve e il casino che avete creato, facendovi sentire fino in Siberia” provò Kurt, sedendosi sul divano, sfogliando distrattamente Vogue.
“Non è certo colpa mia se la Berry aveva la delicatezza di un elefante a scendere con lo slittino per le scale!” si difese l’ispanica, intenta a posizionare una serie di ingredienti sul tavolo della cucina.
“Forse perché dovrebbe essere usato sulla neve?!”
“Gnegnegne” le fece il verso la latina “Sempre a lamentarti stai! C’erano i coriandoli” sbottò, poi, cercando qualcosa dal frigo.
“Kuuurt” lo richiamò Rachel, facendolo sbuffare sonoramente.
“Santana, i coriandoli non valgono come finta neve”
“Hà! Sentito?!” gongolò, contenta, la diva “Sapevo che avere una piccola ‘voce della verità’ in casa avrebbe migliorat- ma che stai facendo, San?” si interruppe, notando la coinquilina, sedersi composta sulla sedia della cucina, fissandola con uno sguardo, che – aveva imparato – non prospettava nulla di buono.
“Facciamo scommesss, Berry!” esclamò, picchiando con la mano sulla sedia di fianco, esortandola implicitamente a sedersi.
“Devo iniziare a far prenotare un letto in terapia intensiva all’ospedale?” chiese, con noncuranza, l’amico delle due.
“Naaa, al limite nel reparto di psichiatria… o forse gastroenterologia.” Rispose, con un sorriso luminoso, Santana.
“Ok, spara” fece, curiosa, la diva.
“Si tratta solo di mangiare qualcosa.”
“Mh-mh…”
“Ora voglio che tu accetti ora o meno, perché la preparazione sarà complicata e non intendo buttare al vento tutti questi ingredienti” fece, indicando, tutti i vassoi, le confezioni e i barattoli presenti sul tavolo. “Quindi, ci stai o no? Chiaramente per vincere dovrai finire tuuuuuutto tutto quello che ti metterò nel piatto.”
“Ci sto!”
“Oh, buon Dio” sbuffò, invece, dal divano Kurt.
“Dunque, partiamo dalla base…” iniziò l’ispanica “Testicolo di bue.”
“Ciao, io vado a farmi un giro.” Si congedò all’istante l’Hummel, afferrando cappotto e chiavi e uscendo, di corsa, dalla porta di casa.
“Ma tu guarda che pusillanime” commentò schifata la diva.
“Già… Porcellana cuor di leone” l’appoggiò, corrucciata, l’ispanica, per poi riassumere la sua espressione di pura felicità “Ma torniamo a noi” propose, contenta.
“Vai…”
“Dunque ci mettiamo sopra un po’ di insalata e pomodori”
“Ahà…”
“A questo punto ci aggiungiamo le fragole.”
“Le fragole?!” fece, sconvolta, l’altra.
“Eh certo, ma tranquilla, so cosa stai pensando” la precedette, sorridente, l’ispanica “Ci mettiamo anche la panna spray sopra, non dubitarne!” esclamò, facendo sbiancare l’altra. “Poi… ci aggiungiamo dei cetriolini sott’olio… funghi e carciofi sott’aceto…un paio di olive… e il latte…”
“Oh, Santo Mosè.”
“Con i biscotti…” proseguì, ancora la latina, muovendosi avanti e indietro lungo il tavolo per raggiungere i vari ingredienti “A questo punto, direi che una spruzzatina di origano sia necessaria…”
“E come no, ci mancherebbe.”
“E… ciliegina sulla torta…. Una ciliegina, per l’appunto, con una colata di cioccolata fondente al di sopra.”
“Mh…”
“Et voillà!” esclamò, entusiasta, la Lopez, incorniciando con le mani l’opera d’arte appena realizzata. “Sono o non sono un’artista?!”
“Oh, sì, decisamente” concordò l’altra, che nel frattempo faticava a non assumere un’espressione di puro disgusto di fronte la vista e l’odore di quel pasticcio “Picasso ti fa un baffo!” aggiunse, ironica.
“Chiamami pure Picassa, allora”
“Picazza, semmai” fece la diva facendo ridere di gusto l’ispanica.
“Dio, Berry, la convivenza con me ti sta facendo proprio bene!” commentò con un sorriso a trentadue denti.
“Seh…”
“Ora, però, mangia.” Ordinò, socchiudendo, a mo’ di minaccia, gli occhi.


 
Kurt decise di tornare verso ora di cena, aspettandosi, in tutta probabilità, una Rachel sbraitante o vomitante per casa e una Santana in lacrime – ovviamente per le troppe risate.
Non si aspettava, invece, di trovarle entrambe tranquillissime, sul divano, coperte con un pail, mentre la più bassa aveva la testa appoggiata sulla spalla della compagna di scommesse e l’altra con una scodella di pop-corn fra le mani.
“Oh mio Dio… ma allora sono persone civili” commentò a bassissima voce, senza farsi sentire.
“Ah, ciao Kurt!” lo salutò, sventolando la mano, la diva.
“Ma… Rach tu… cioè… siete stranamente tranquille e…” iniziò, socchiudendo gli occhi sospettoso “Cosa sta succedendo?” chiese, facendo corrucciare le due.
“Guardiamo un film” risposero, all’unisono, vagamente stranite.
“Ma… Rachel non… cioè ha mangiat-“
“La nana ha passato una buona oretta sul water, sprecando qualcosa come 10 barattoli di deodorante per bagni, al fine di rendere, quanto meno, pseudorespirabile l’aria.” Spiegò, velocemente, la Lopez “Inutile dire che ha perso miserabilmente la scommessa, a due bocconi dalla fine”
“Oh! E allora perché Rachel è così tranquilla?” fece, confuso.
“Aaahhh, Porcellana, quante cose che devi imparare” commentò con un’espressione rassegnata l’ispanica, tornando a vedere la televisione.
“Vedi Kurt, le nostre scommesse funzionano così” iniziò la piccola Berry, alzando la testa dalla spalla dell’altra “Si propone la sfida; la si accetta, nella stragrande maggioranza dei casi; la si vince o la si perde. Il punto è che gli insulti per l’assurdità della cosa durano circa 10 minuti, poi finiscono del tutto.”
“Wow… non credevo foste diventate così civili e mature!” esclamò, colpito, facendo scoppiare a ridere l’ispanica. “Bene. Ne desumo che non siate per niente civili e mature.”
“Che intuito!” sbottò ironica la latina.
“E allora perché?” chiese, infine, curioso, mentre Santana faceva un cenno a Rachel, invitandola a rispondere una volta per tutte.
“Oh, ma è molto facile. Subentrano, semplicemente, i propositi di vendetta”





 
“Rachel, no!” esclamò, per l’ennesima volta, Kurt, cercando di allontanarla dalla camera dell’ispanica, con la forza.
“Kurt, tu non capisci! Ci sono anche i parenti!” ribattè l’altra, con un sorriso sadico sulle labbra.
“Morirai prima ancora di proporle la scommessa, Rach! E’ sotto esame, lo sai che potrebbe ucciderti!” la trattenne, ancora, mentre questa si dimenava sempre di più.
“Kurt. Se non mi molli immediatamente ti lancio dalla finestra. Anzi ti lancio nella camera di Santana!” lo minacciò, facendolo sbiancare all’istante.
“Non oseresti”
“Oh, sì che oserei! E ora mollami!”
“Tanto non ti ascolterà nemmeno, ti minaccerà con un tagliacarte e sarai costretta ad uscir-“
“Scommettiamo allora!” esclamò, convinta, la diva. “Non solo mi ascolterà, ma accetterà anche”
“Pfff, figurati!” scoppiò a ridere il ragazzo, facendo sghignazzare l’amica.
“Oh, Kurt, quante cose ancora devi imparare” scosse la testa, avvicinandosi alla maniglia della porta.
“Ti ho voluto bene, Rach”
“Anch’io, Kurtie!” ridacchiò, in risposta la piccola Berry, aprendo poco a poco la porta.


“Quindi… si parte dall’arteria splenica… poi, arterie trabecolari, arterie centrali, arteriole pennicillari, capillari rivestiti da…da… da cosa cazzo erano rivestiti quegli stramaledetti capillari!?”
Entrando a passo felpato nella camera, Rachel si trovò davanti una Santana di spalle che controllava, evidentemente, il libro sulla scrivania.
Chiaramente, come ogni universitario sotto esame che si rispetti, con quintali di arretrati sulle spalle, era in condizioni pietose.
I capelli erano arrangiati in una coda di cavallo che faceva semplicemente pena, con alcuni capelli fuori dall’elastico ed altri semplicemente schizzati in tutte le direzioni. Indossava una felpa, tutta slargata, accoppiata a dei pantaloni da tuta, coperti, alle caviglie, da calzini doppi, tirati quasi fino alle ginocchia.
Oh, e il tutto era niente paragonato allo sguardo da psicolabile che rivolse a Rachel, non appena si fu resa conto della sua presenza nella camera.
“Berry.” Fece, brandendo il tagliacarte dal tavolo. “Vuoi per caso morire?”
“San… manteniamo la calma” la pregò, alzando le mani in segno di resa “Vengo in pace.”
“Tu?! A chi vuoi prendere in giro?!” sbottò, ironica “Ti do 5 secondi, poi, passerò alla tua vivisezione per studiare meglio e da vicino gli organi”
“Oh mio Dio, ma che schifo”
“4…”
“Ok, ok, allora… ero venuta qui per-“
“2…”
“E il 3 che fine ha fatto?!”
“1…”
“Facciamo scommess, San!” esclamò, di colpo, facendo bloccare l’ispanica, che si limitò a guardarla interessata.
“Mh… ti ascolto.” Fece, allora, incrociando le braccia con un sopracciglio sollevato.
“Bene, allor-“
“Sei viva, Rachel?!” si sentì urlare dal salotto.
“Sì, Kurt, tranquillo! Hai solo perso!”
“Perso?” domandò, stranita, la latina.
“Oh, sì, aveva scommesso che non mi avresti nemmeno ascoltato… principiante.” Commentò, con una sollevata rassegnta di spalle, la diva.
“E’ ancora un piccolo inesperto spaurito” fece, divertita l’altra “Prima o poi gli faremo un corso accelerato” propose, contenta, per poi farsi subito seria “E ora datti una mossa, nana, che devo studiare”
“Subito, subito!” si ricompose all’istante “Gangnam Style.” Disse, semplicemente, facendo sghignazzare la latina.
“Ok, dove la devo ballare? Nuda per strada?”
“Naaaaaaaa, solo dalla Vecchia.” Chiarì, con un sorrisone, la più bassa, facendo bloccare immediatamente l’altra.
“Scherzi?! Quella mi denuncia! E poi mi obbliga ad andarle a pagare tutte le bollette alla posta per un anno e a buttarle l’immondizia fino alla fine dei miei giorni! E’ meschina, è-“
“una scommessa che tu puoi sempre rifiutare” concluse per lei l’altra, sollevando allusivamente le sopracciglia.
“Bene…” sospirò l’ispanica, puntando gli occhi nei suoi “Prendi il portatile e metti la canzone su youtube. Seguimi.” Disse, avviandosi a passo di marcia verso la porta di ingresso, mentre dietro di lei, la piccola Berry riusciva a stento a contenere l’entusiasmo, saltellando tutta esagitata, al posto di camminare.


*DingDlon*
“L’hai presa?” bisbigliò all’orecchio di Kurt Rachel, mentre tutti e tre aspettavano che si aprisse la porta.
“Sì…”
“Perfetto… Quinn sarebbe fiera di te” aggiunse, senza farsi sentire dall’ispanica, che nelle stesse condizioni in cui era in camera, così era uscita nel pianerottolo.
Probabilmente al posto delle manette, le avrebbero messo una camicia di forza, se l’avessero denunciata e arrestata.

“Arrivo, arriv- Buonasera” fece, seria, l’anziana donna, storcendo la bocca alla vista dei nuovi ospiti.
“Buonasera signora” la salutò, di rimando, l’ispanica. “Ho bisogno del suo aiuto” disse, facendo sollevare all’istante il sopracciglio della Vecchia “E dovrei entrare”
“In casa mia?!”
“Sì.”
“Ho ospiti, mi dispiace.” Fece, iniziando a chiudere la porta, prontamente fermata dalla Lopez.
“No, no, signora. Io DEVO entrare. Stavo studiando e mi sono resa conto che da quei lievissimi segni sul suo collo…” iniziò, socchiudendo gli occhi e avvicinandosi leggermente alla signora, che subito si portò la mano sul lembo di pelle interessato “credo lei abbia la Pseufagimus Stronziosis” annunciò, con finta professionalità “Lo sa, studio medicina.” Aggiunse, a mo’ di garanzia, facendo mettere sul ‘chi va là’ la donna.
“E cosa sarebbe?!” chiese, preoccupata.
“Niente di così grave signora, ma devo assolutamente controllare il suo salotto” continuò, convinta.
“Oh, va bene, allora, io… domani andrò dal dottore e-“
“Domani potrebbe essere troppo tardi” annunciò, con tono grave, l’ispanica, facendo sbiancare la Vecchia, che subito si spostò dalla soglia di casa, facendo spazio ai tre.
“Va bene, va bene, allora entrate… fai quello che devi fare…”
“Ottima scelta… ah, e lasci aperta la porta.” Disse, aggiungendo subito dopo “I microbi… non si sa mai…”
“Oh, giusto, giusto”
“Bene!” esclamò, l’ispanica entrata in salotto, trovandosi circondata da qualcosa come una buona decina di parenti della donna, che la guardarono straniti, per il suo aspetto “Buonasera a tutti” salutò cortese “Rachel… hai visto che aveva ospiti la signora?” chiese, poi, digrignando i denti, verso l’amica.
“Oh, ma come potevo mai saperlo Sanniuccia?” fece, innocentemente.
“E’ un problema?!” domandò, subito, preoccupata, la donna.
“No…” iniziò, prendendo un profondo respiro l’ispanica “Potrebbe solo essere più complicato. Berry, attacca!” ordinò, poi, mentre la stanza iniziava a riempirsi delle note della canzone prestabilita.

[  http://www.youtube.com/watch?v=9bZkp7q19f0  ]


“Hobbit!” urlò, facendosi sentire in tutta la casa, la latina.
“Cosa?!” domandò, spaventata, la diva, entrando subito in camera dell’amica.
“Guarda tu stessa…” ringhiò in risposta l’altra, scostandosi e facendole vedere lo schermo del pc.
La piccola diva si limitò a scoppiare a ridere, osservando dal canale youtube della propria ragazza il video della scommessa. Era chiaramente inquadrata Santana, mentre, continuando imperterrita a ballare nel salotto della Vecchia, cercava, contemporaneamente, saltando da una poltrona all’altra, di non farsi afferrare dai parenti della stessa, che si limitava ad urlare e sbraitare in sottofondo, minacciando di chiamare polizia e pompieri.
“Ora spiegami… come diavolo ha fatto questo video ad arrivare alla regina dei ghiacci!?” domandò, arrabbiata, gesticolando come una forsennata.
“B-beh…” iniziò, provando a non ridere “Diciamo solo che… è stato inviato via internet.”
“Chi l’ha filmato?!” fece, ancora, irritata.
“Oh, questo non è importante…”
“E’ stato Porcellana, non è vero?!”
“Naaaaahhh!” provò a coprirlo, senza buoni risultati la più bassa.
“Bene, è stato lui. Aaaah. E’ già in cima alla mia lista nera.” Commentò, sfregandosi le mani, malefica.
“Oh, andiamo San! Il punto è che- oddio.” Si bloccò, avvicinandosi ancora di più al computer.
“Cosa? Ah. Sì, l’ho visto anch’io. Alla faccia del padre di famiglia che si scaccola davanti a tutti in un momento del genere. Ma sono parenti della Vecchia, quindi non mi stupisco più di tant-“
“No, no! La dedica!” chiarì l’altra emozionata, indicando un punto sullo schermo.
“’Una delle sfide più belle mai viste. Peccato non esserci stata di persona, Santana eri meravigliosa vestita così. Mi chiedo come mai gli occhi di Kurt non siano andati in autocombustione vedendoti. Rachel sei la persona più intelligente, meravigl- oddio, non posso continuare a leggere o mi verrà il diabete.” Fece schifata la latina, apprestandosi a chiudere la finestra.
“Sì, eh?” domandò, retorica, l’altra. “Leggi il primo commento, allora, è di Britt” aggiunse, facendo ritornare immediatamente Santana con lo sguardo concentrato sullo schermo, mentre pian piano la sua espressione si addolciva sempre di più, fino a rimanere completamente imbambolata davanti al computer.
“Ma che tenerona sei, Lopez?!” ridacchiò, divertita, la diva osservandola “Scommetto che ora non ti lamenti per un eventuale diabete che potrebbe colpirti!”
“Fuori di qui, Berry! Devo videochiamare la mia fantastica e meravigliosa ragazza!” esclamò, spingendola fuori la porta, mentre l’altra scuoteva la testa con un sorrisetto sulle labbra.
“Aaah, l’amour!”





 
“Vi dispiacerebbe venire da ad aiutarci a cucinare?” chiese, per l’ennesima volta, la piccola diva alle due amiche accoccolate una accanto all’altra sul divano, mentre lei provvedeva, assieme a Quinn, a preparare la cena.
“Anche no.” Fece, sintetica, la mora dalla sua postazione.
“Andiamo, San! Tu sai fare il sugo, io e Quinn invec-“
“Siete due incompetenti, ma non è un mio problema” bofonchiò, abbracciandosi più stretta Brittany.
“Forse dovremmo aiutarle, San…” le bisbigliò all’orecchio la ballerina, ricevendo solo un borbottio confuso come risposta, ma nessun accenno di movimento.
“Oh, per favore! Britt, convincila tu!”
“Hobbit, un’altra parola e ti stacco le corde vocali a mani nude” minacciò, facendola ammutolire di colpo.
“San!” la richiamò la ballerina, iniziandosi ad alzare dal divano “Andiamo, forza” la esortò, tirandola su con sé, mentre questa sbuffava sonoramente.
“Aaahh, Fabray, ma come diavolo t’è venuto di metterti con una petulante del genere, eh?” chiese, facendo ridere divertita la bionda e corrucciare la più bassa.
“Eh, lo so, scelta strana eh?” chiese, retorica, facendo comparire un’espressione di pura indignazione nella propria ragazza “Ma è la mia piccola nana petulante…” iniziò sorridendole “di cui non posso proprio fare a meno” concluse, lasciandole un piccolo bacio sulle labbra, che risollevò immediatamente l’umore della diva.
“Bah, la pazzia…” commentò l’ispanica, guadagnandosi un’occhiataccia dalle due ragazze “piuttosto, Berry!”
“Cosa vuoi San?”
“Facciamo scommesss”
“Ora?!” domandarono all’unisono le due bionde.
“Certo” fece, noncurante, la latina “Se vinco io, ve la vedrete voi due con la cena, altrimenti… ahimè” fece, in tono teatrale “Io e Britt vi aiuteremo, perdendo questa preziosa oretta di relax, in cui potremmo fare parecchie cose interessanti.”
“Mmmh… che tipo di scommessa?”
“Vieni con me, la sfida prevede che loro due non sappiano niente”

 
“Allora, pronta?”
Le due si erano sedute sulle sedie della cucina, una di fronte all’altra, con uno sguardo parecchio concentrato.
Inutile dire che le rispettive ragazze le guardavano piuttosto incuriosite, con le braccia incrociate e appoggiate al mobile della cucina.
“Pronta…” prese un profondo respiro la più bassa “3…”
“2…”
“1…”
“via!” esclamò la mora, per poi iniziare a fissare la compagna di scommesse con uno sguardo concentratissimo e un’espressione seria sul viso, così come l’altra.
“Ma secondo te che stanno facendo?” chiese a Brittany Quinn.
“Non so… forse stanno cercando di richiamare qualche spirito di folletto dall’aldilà…” commentò corrucciata la ballerina, facendo sorridere l’amica.
“Guarda… non sbattono nemmeno le palpebre…” notò la più bassa “Sono piuttosto…”
“Strane?”
“Inquietanti direi… quando mai sono state per più di…” fece, controllando l’orologio “2 minuti e mezzo guardandosi e non insultandosi?”
“Vero!” esclamò, sbalordita l’altra.
“Rach?” provò a richiamarla, non ottenendo nulla come risposta, nemmeno un battito di ciglia.
“San?”
Niente.
La cosa che non sapevano, però, era che le due si stavano scavando una voragine sul palmo delle mani con le proprie stesse unghie. La scommessa, infatti, non solo prevedeva di continuarsi a fissare , senza poter sbattere le palpebre, finché una delle due avesse ceduto, ma anche di non poter parlare né, tantomeno, scostare lo sguardo. E, purtroppo, per le due che non vedevano le proprie ragazze da ormai due mesi abbondanti, non era per niente semplice ignorarle.
“Rachie…” fece, avvicinandosi, Quinn, sfiorandole con le mani la spalla, cosa che con enorme gioia della latina fece momentaneamente destabilizzare la piccola diva.
*Hà, ormai l’Hobbit è quasi alla frutta!*
“San…” provò, ancora, la ballerina, questa volta passandole il palmo della mano sul viso “Sannie?”
*Oh, merda. Merda. Merda. Merda*

Passati buoni cinque minuti, oramai le more erano arrivate quasi allo stremo. Avevano leggermente socchiusi gli occhi a causa del bruciore lancinante, tipico di quando si tengono troppo spesso aperti.
A questo punto, Santana aveva deciso di sfoderare l’artiglieria pesante, senza sapere – poverina – che le due biondine stavano pianificando qualcosa.
Queste, infatti, si scambiarono un’occhiata d’intesa, per poi focalizzare la propria attenzione sulle rispettive ragazze. Si avvicinarono lentamente al loro orecchio, iniziando a bisbigliare in maniera sensuale parole a caso, facendo scorrere contemporaneamente le mani sui loro corpi.
Le due more spalancarono all’istante come piatti gli occhi, temendo ormai di essere arrivate al capolinea della gara, considerando che, non contente dell’effetto provocato, le proprie ragazze avevano preso a disseminare di baci il loro collo.
Se, tuttavia, la piccola diva stava quasi per gettare la spugna, la Lopez non era per niente dello stesso parere.
Strizzando gli occhi, senza però mai chiuderli, a causa di un morso che la ballerina le aveva lasciato sulla gola, si limitò a portarsi immediatamente un dito al viso.
Prima velocemente e, ottenuta la piena attenzione della compagna di scommesse, lo infilò nella narice sinistra senza troppe cerimonie.
“San!” la ripresero all’istante le due biondine, allontanandosi di scatto, mentre la piccola Berry, già psicologicamente provata, scoppiava in una risata sguaiata.
“HA’!” fece, invece, trionfante la latina, scattando in piedi ancora con il dito nel naso, che sfilò subito dopo, resasi conto della cosa “Hai perso miseramente, Berry!” gongolò, contenta, osservando l’amica continuare a ridere senza freno. “chiamateci quando è pronto!” aggiunse, poi, sprezzante, afferrando la mano della propria ragazza e avviandosi al piano di sopra.
“San?” la richiamò la ballerina, salendo le scale.
“Sì, Britt-Britt?”
“Però laviamoci le mani prima, eh!” fece, corrucciata, facendo scoppiare a ridere le due, rimaste in cucina.







Tetraedro dell'Autrice

Sì, non ci credo nemmeno io! Ho aggiornato! dopo qualcosa come millenni, ma sono qui!
Mi dispiace anche che non sia questo granchè di capitolo, ma ho proprio qualche difficoltà seria ultimamente con questa fanfic! .-. bah!

Aaaa tal proposito, ringrazio ancora una volta charlie, che ha avuto l'idea geniale dell''ultima scommessa! Un piccolo genietto! e, a proposito, consiglio a tutti di leggere la raccolta faberry che ha iniziato perchè è davvero bravissima! --->  http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1302584&i=1

Ad ogni modo! Ringrazio ancora una volta tuttissimi! (Perdonate l'enorme ritardo, lo so, sono pessima!)

A presto, bella gente! :DD
Grazie, gr
azie, grazie! (e perdonate l'enorme ritardo!)



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Capitolo 7
*** University - parte II ***


Premessa:
Da questo capitolo in poi, la storia, come avrete visto anche nella descrizione della fanfic, continua in collaborazione con la bravissima e geniale Charlietno
.
Scriveremo un capitolo a testa, concludendo ognuna con il proprio angolino! Inutile dire che io, per i capitoli scritti da lei, mi limito a fare da intermediaria, semplicemente pubblicando il tutto! c:
Questo che segue è opera sua!

-Jeffer






"Shfanfana! Dfefo cfiedfertfi ufna cosfa!"
"Hobbit, di solito il dentifricio di sputa nel lavandino prima di parlare."
"Sfhì! Fai rascfione!"

La latina rimase perplessa seduta davanti alla televisione, fissando il punto da cui era apparsa e scomparsa (e in procinto di riapparire ancora, purtroppo) Rachel.
Le mancava Kurt, ora la Berry non aveva nessuno da infastidire se non lei.
Per di più durante l'ora del suo programma preferito.
L'avrebbe sgozzata volentieri.
 
"Eccomi!" la moretta fissò l'espressione scocciata della ragazza di fronte a lei e roteò gli occhi verso l'alto "Non essere così contenta di vedermi, San."
"Hai. Interrotto. Il. Mio. Telefilm."
"Oh."
 
Il panico.
 
"Eh già."
 
Okay, Rachel. 
Fingi indifferenza, fai come se non fossi terrorizzata di lei.
Fai come se tutto fosse normale.
Non può ammazzarti.
Ti vuole bene, in fondo.
Molto in fondo.
Devi scavare un po' per arrivarci.
 
"Cosa guardavi?"
"Hawaii Five-O"
"Ha una bella colonna sonora. Nanananaaa-" 
"Cosa vuoi, Berry?"
 
Okay, glielo chiedi e basta.
Hai bisogno di qualcuno che ti distragga prima che l'ansia ti mangi viva e Quinn ancora non c'è.
Chiediglielo.
Al massimo ti dice di no.
 
"Vieni a pranzo con me?"

Santana si girò verso di lei alzando un sopracciglio e pensando.
Con che diritto le chiedeva la sua compagnia dopo averla interrotta?
Com'era?
I propositi di vendetta, no?
 
"Ci sto!" le rispose con un ghigno.
 
Con quel ghigno Rachel tremò di paura.
Taaaaanta paura.
Quando Santana sorrideva a quel modo, non c'era nulla di buono all'orizzonte.
 
 
 
 
"Sei pronta per il tuo provino, puffo?" chiese, fingendo disinteresse, la latina mentre passeggiavano sul marciapiede.
"No! Non potrò mai essere pronta!"
"Oh, andiamo! E' una settimana che canti ogni singolo momento! Sotto la doccia, per casa, sul balcone, per le scale. Ti ho sentita cantare anche nel sonno!"
"Sì, e sono convinta che l'aver abbandonato la strategia del silenzio pre-esibizione mi sarà fatale!"
"Vista la scarsa sanità del mio udito, lo penso anche io!"
"Forse ci saranno altri motivi per cui il tuo udito è scarso."
"Hai ragione, in effetti Britt urla molto.."
"Santana!"
"Hobbit! Facciamo scommessssss!"

 
La moretta si arrestò, addentando un morso del suo panino vegano e annuendo verso la latina perchè proseguisse.
Brutto presentimento.
 
"Vedi quei poliziotti?"

Annuì.
Brutto, brutto presentimento.
 
"Hai presente il telefilm di oggi?"
 
Annuì con un'ombra di terrore negli occhi mentre ingoiava l'ultimo pezzo del panino.
Brutto, brutto, bruttissimo, orribile presentimento!
 
"Bene. Devi correre davanti a loro e ballare scordinata, tipo saltellando, gestic-"
"Tipo tu con la Gangnam Style?"
"No, io seguivo i passi della canzone. Tu devi proprio fare a caso!"
"Mh, è fattibile. Ma cosa c'entra il telefilm?"
"C'entra che devi anche cantare a squarciagola la sigla. E non fingere di non saperla, l'hai canticchiata prima sul divano quando MI HAI INTERROTTA. Allora ci stai?"
"Mpfh! Certo che ci sto!"
"Ricordati, a squarciagola! E scordinata!" le urlò dietro Santana mentre la moretta si allontanava a passo sostenuto.
 
Questo non se lo sarebbe persa per nulla al mondo.
Prese subito fuori il telefonino e cominciò a filmarla.
"Ah, Fabray, preparati a caricare anche questo video! Dovrai solo ringraziarci se il tuo canale diventerà famoso!"

[n.d.a Per chi non avesse presente, la sigla è questa: http://www.youtube.com/watch?v=hwhvByj8YG8&feature=share]
 

 
"Perchè l'hai fatto?"
"Mi sembrava equo Rach!"
"Ma è il diavolo in persona!"
"Oh, dai. Non esagerare. E poi te la sei cercata!"
"Ma tu da che parte stai, Quinn?"
"Dalla tua! Sempre!"
"E allora perchè l'hai fatto?"
"Perchè: nanananananaaaaaaaaaa! Nananananannà!"

Rachel fece retromarcia indignata verso la cucina non appena sentì la sua ragazza canzonarla.
Ragazza molto in pericolo.
Mooolto in pericolo.
 
"Dai Raaach! Vieni qui!"
"No, ho da provare per domani!"
"E noi? Non ci vediamo mai!"
"Il provino!"
"Le coccole?"
"Provino."
"Coccole."
"Provino."
"Sesso."

Auch.

"Prima mi fai provare, prima torno. Anche se visto che hai pubblicato il mio video su youtube non te lo meriteresti!"
 
Quinn ridacchiò seduta sul divano mentre vedeva la latina raggiungerla stranamente sorridente.
"Cos'hai San?"
"Uh, no. Nulla!"
 
Per fortuna giunse, a salvarla dall'interrogatorio, Rachel, che cominciò a cantare in mezzo alla cucina.
 
"Oh, pietà."
"Avanti San, ha una bella voce."
"Sì, ma non sei tu quella
costretta a sentirla 36 ore su 24."
"Se sono 24 le ore come puoi sentirla per 36?"
"Si sommano anche quelle dei sogni. Non l'hai mai visto Inception? Bah."
"Sì, ma capiscila. E' importante per lei."
"Sigaretta."

Santana spazientita si alzò e prese per mano la bionda portandola in balcone.
 
"San, devi proprio fumare?"
"Sì. Si da il caso che quel demone che hai per ragazza mi stressi."

Quinn annuì voltandosi a guardarla.
 
"Se non fosse che è così presa per questo provino di domani, la terrei un po' occupata. Sai. A modo mio.." concluse la bionda con un occhiolino.
"Oh ma che- Quinn!" si finse scandalizzata la latina. "Comunque ti capisco. Anche io quando vedo Britt voglio sempre passare quanto più tempo possibile assieme a lei."
"Già."
"Ho un'idea."
"Oh, no. Non mi piace. Non mi piace per niente!"
"Facciamo scommessss, Fabray. E' ora che anche tu entri nel giro."
"Nel vostro manicomio? Scordatelo."
"Dai, è una vendetta verso la nana. Vi vedete pochissimo e lei passa tutto il tempo a cantare. Sei troppo buona, Biancaneve."
"Smettila di chiamarmi così!"
"Smettila di andare a letto con i nani allora!"
"Santana!"
"Okay, scusa. Uhm, dicevo, torniamo al liceo. Io e te. Contro la Berry. Uno scherzetto innocente, solo sotto forma di scommessa.."
"Avanti, Lopez. Spara!"
 
 
 
"Raaach! Facciamo scommessss!" esclamò la latina rientrando dal balcone assieme a Quinn.
Entrambe avevano un sorriso poco convincente.
 
Eh no.
No no no no.
Anche Quinn no.
La latina le rispose con uno sguardo eloquente, come se dovesse farle capire qualcosa.
Ah, no. Aspetta.

"Oh! Ah! Ma certo! Cosa devo fare?"

Santana rise sicura, incrociando le braccia sotto il seno.
 
"Devi fumare una sigaretta intera senza tossire."
"Razza d- Okay. Va bene."
"Vado a prenderne una. Ah, no. Aspetta, le ho finite prima. Quinn non è che tu ne hai una?"
"Sì, aspett- Oh merda."

Si era tirata la zappa sui piedi da sola.
La bionda fece scorrere lo sguardo dalla sua ragazza delusa e ferita, alla latina sghignazzante.
 
"Non è come sembra."
"Mi avevi detto che avevi smesso!"
"E' solo una ogni tanto. Quando sono molto nervosa!"
"Potevi dirmelo!"
"Ma tu sei così salutista!"
"L'avrei accettato se solo me lo avessi detto!"

"Signore, fra i due litiganti il terzo gode. Due scommesse vinte!"
"Due?" Entrambe le ragazze di voltarono verso di lei.
 
"Una e mezzo, tecnicamente. Ma sono fiduciosa. Dunque, prima ho scommesso con la nana che tu, Biancaneve, non avevi smesso di fumare. Poi sono venuta da te, e ho scommesso che Rachel non sarebbe riuscita a fumare una sigaretta senza tossire. E non l'ha fatto."
 
Rachel guardò Quinn negli occhi e poi si rivolse verso la latina.

"Non l'ho fatto perchè non ho nessuna sigaretta con cui farlo!"
"Ce l'ho io!" aggiunse la mora sfilandone una dal pacchetto semi-intero nascosto nella tasca della sua felpa.
 
"Doppiogiochista!" sbottò la bionda.
"Quinn, tu cos'avevi scommesso?" le chiese la morettina.
"Che tu ce l'avresti fatta. Ovviamente."
"Bene. Santana, accendino."

La latina le porse l'oggetto e sogghignò sicura.
L'osservò fare un paio di tiri alla sigaretta senza battere ciglio.
Gli sguardi di tutte e due le ragazze erano fissi su di Rachel che fumava tranquilla.
Come diavolo era possibile?
Non un colpo di tosse.
E sorrideva tranquilla.
Non era possibile. 
Dov'era il trucco?
La moretta lasciava cadere la cenere nel bicchiere, mentre il silenzio attorno a loro si faceva sempre più pesante.
Santana si sentiva morire.
Non riusciva a credere ai suoi occhi.
Eppure era certa che avrebbe tossito al primo tiro!
Seriamente, qualcosa non funzionava.
Poi la vide, stringeva forte la mano di Quinn.
Spalancò gli occhi, finalmente aveva capito!
 
Ah-hà!
Cosa non si fa per amour?
 

 
Era dietro le quinte del palco.
Avevano appena chiamato il suo nome.
Era il suo momento.
Sì, poteva farcela. 
Non era la fine del mondo.
Soltanto il suo primo provino per uno spettacolo off-Brodway.
Doveva solo camminare.
A testa alta.
Con nonchalance.
Passo dopo passo.
Un - due - tre.
Sinis - des - sinis!
 
"Vai Rachel!" gridò Kurt mentre la guardava camminare sul palco disinvolta.
Si domandò perchè la latina al suo fianco sghignazzasse in maniera incontrollata.
Non poteva essere per come era vestita, perchè l'aveva aiutata lui in persona.
I capelli erano fissati con eleganza con un cerchietto e ricadevano morbidi sulle spalle.
Un cardigan blu notte e una gonna lunga nera.
E per finire con splendore, le scarpe col tac-.
Sgranò gli occhi terrorizzato.
Oh dannazione!

"Rach! Raaach! Pssst!" cercava di catturare la sua attenzione senza attirare l'attenzione dei giudici, ma ormai era fatta.
Troppo tardi.
Era sul palco.
Sarebbe stata la sua rovina.
 
"E' stato bello conoscerti Rach.." sussurrò sottovoce portandosi la mano alla bocca.
"Non credevo che avesse così tanto fegato da farlo davvero.." borbottò Santana fra una lacrima e l'altra.
"Fare cosa?"
"Presentarsi al suo primo provino con un pezzo di carta igienica attaccato sotto il tacco, ecco cosa! Non credevo accettasse!"
"Vuoi dirmi che era una delle vostre solite scommesse?"
"Sei intuitivo, Porcellana."
 
"Eccomi, scusate il ritardo ma c'era fila in bagn- Ma che cazzo?!" sentirono i due da dietro di loro.
Un paio di teste fra il pubblico si girarono a guardare nella loro direzione.
"Fabray, ben arrivata!"
"Cosa ci fa con quel coso attaccato sotto la cosa?" domandò allibita la bionda, non riuscendo a formulare un pensiero coerente dal panico.
 
Sapeva quanto quel provino fosse importante per la sua ragazza e nulla doveva andare storto.
L'avevano sufficientemente tormentata in quei giorni.
Solo non capiva perchè nessuno dei presenti glielo avesse fatto notare.
E soprattutto non capiva dove avesse trovato un pezzo di carta igienica, considerando che, da quando erano arrivati nel teatro, non si erano separate se non dieci minuti prima perchè lei doveva andare in bagno, ed era sicura che Rachel non l'avesse seguita.
A meno che..
 
"Dimmi che non è una scommessa, Santana!"
"Vedi, Kurt. Lei sì che una persona intuitiva!" rispose lei con tono saccente.
"Oh, ma io ti strangolo Lopez. Ti squarto. Ti immergo nell'acido bollente. Ti prendo a cucchiainate per il resto dei tuoi giorni!"
"Shh, la nana sta per cantare."
"Se le va male avrai vita breve, credimi."
"Non le andrà male e lo sai."
"Già. Ma ciò non vuol dire che ti perdonerò."
"Scommettiamo?"
"Oh, no. Ti prego. Ne ho avuto abbastanza."







Charlie's corner.

Uhm-uhm.
Salve! c:

Qualche settimana fa (D:) ho ricevuto la richiesta di collaborazione con questa incredibile storia.
E sarebbe stato da stupidi non cogliere l'occasione al volo, no?
Quindi mi sono impanicata notevolmente tutte le volte che mi mettevo davanti al pc, perchè sentivo il peso delle responsabilità
TUTTO
SU
DI
ME.
D:

Poi con calma ce l'ho fatta ed ora eccomi qua! Spero che vi sia piaciuto ;);)
Ci vediamo al prossimo cap!

-Charlie :3:3

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Capitolo 8
*** University - parte III ***


“Odio questo suo essere disinteressato” borbottò Rachel, avvicinandosi a Santana, seduta sul divano.
“Qual è il problema ora, Berry?”
“Kurt” si limitò a dire incrociando le braccia al petto.
“Dov’è?” si guardò intorno l’ispanica “Ha di nuovo boicottato un’altra scommessa, mangiandosi la salsa superpiccante che avevi preparato per me?” sghignazzò, al ricordo. “Dio, vederlo correre piangente per casa, alla ricerca di una bottiglia d’acqua, è stata una delle immagini che non mi leverò mai dalla testa. Semplicemente fantastico.”
“In effetti…” ridacchiò l’altra, per poi farsi subito seria “Ma non intendevo questo!”
“Cosa allora?”
“Non crede mai a niente! Prima ho provato a farlo fesso, sai, no?”
“Tipo?” fece, confusa.
“Mah, tipo gli ho detto che aveva uno scarafaggio sul pantalone e-“
“Ci sono scarafaggi in casa?!” sbottò, impanicata, l’ispanica, scattando in piedi, salendo sul tavolino del soggiorno.
“Rimetti i piedi a terra, San” si passò una mano sugli occhi la piccola diva “Doveva essere uno scherzo” mise in chiaro, mentre la bocca della coinquilina assunse una conformazione ad ‘O’ di realizzazione.
“E quindi?” chiese, sedendosi di nuovo tranquilla.
“Quindi mi ha detto che non era vero, che il suo vestiario è sempre impeccabile, che non riuscirò mai a fargliela, che certe volte sono fin troppo prevedibile” continuò, elencando sulla punta delle dita “E gnegnegne” concluse, arrabbiata.
“Concordo sullo gnegnegne”
“San, è una cosa seria!” sbottò la Berry “Riuscirò a fargliela prima o poi, è una-“
“Scommessa!” finì per lei soddisfatta la latina.
“Eh?”
“Ma sì, Hobbit! Facciamo scommesss! La prima che riesce a far fesso Kurt, vince” mise in chiaro, con un’espressione trionfante.
L’altra si limitò a guardarla, con vera e propria diffidenza.
“Non ti piace l’idea?” fece, confusa, l’ispanica.
“Na. Semplicemente ti straccerò, Lopez.”


“Allora tu rimani qui e chiedigli qualcosa dal frigo, una qualsiasi cosa” spiegò Santana, afferrando la maschera.
“Cosa chiedo?” chiese, spaventata, Rachel.
“Gesù, Berry, un succo, qualsiasi cosa” fece, seccata “Io sbucherò dalla finestra, non appena avrà aperto il frigo e.. BAM! Infarto fulminante” gongolò, pregustando la vittoria.
“La volevo usare io la maschera però!” protestò l’altra, mettendo il broncio.
“Scaltrezza, nana, scaltrezza. Dovevi pensarci prima” ribattè, indossando l’oggetto, avvolta in una coperta, prima di avviarsi verso la cucina.
Rachel da canto suo si limitò a sbuffare contrariata, seduta su una sedia, aspettando che Kurt uscisse dal bagno.
Sospirò sollevata, sentendo il rumore dello scarico.
“OH! Quasi dimenticavo!” fece, afferrando la prima rivista a caso sul tavolino, proprio nel momento in cui la porta si aprì.
“Ehi Kurt” lo salutò sembrando disinteressata.
“Ehi Rach” ricambiò l’altro, un po’ stralunato, essendo stato in bagno appena cinque minuti.
Che bisogno c’era di salutare di nuovo?
“Senti, potresti prendermi una cosa dal frigo?” chiese, poi, guardandolo da sopra la rivista.
“Cosa?”
“Ahm.. un succo”
“Alla pera?” chiese, sollevando un sopracciglio.
“Sì, sì, come ti pare!” fece, fingendo di riconcentrarsi sul testo.
“D’accordo..” accettò, fermandosi sulla soglia della cucina, osservando l’ambiente.
La piccola diva continuò a studiarlo confusa, cercando di capire cosa diavolo stesse cercando, quando finalmente si mosse.
Fulminea, si avvicinò per vedere la scena da vicino.
Ma di certo, non si aspettava che questo aprisse, tranquillo, la finestra della cucina.
“Ma che ca-“
“Ciao Santana” si sporse, salutando la ragazza tutta imbacuccata, versione Halloween, sul terrazzo.
“Come diavolo hai fatto, Porcellana?!” sbottò l’ispanica, entrando come una furia in casa, gettando tutto a terra, frustrata.
“Oh, siete piuttosto prevedibili entrambe, San” sorrise, tranquillo “A questo aggiungici una Rachel, che leggeva una rivista di medicina al contrario, probabilmente troppo presa a fingere di non far caso a me, e la richiesta di un succo di frutta a pera, che la suddetta schifa come fosse la peste”
“BERRY!” tuonò l’altra, inviperita.
“Ma tranquilla, San. Anche tu avresti potuto nascondere un po’ meglio la telecamera, puntata direttamente verso la finestra”
“Ma cazzo!”


“L’hai messo?”
“Ovvio” gongolò contenta la diva “Vedrai che gli prenderà un colpo questa volta!”
“Lo spero!” concordò l’ispanica, malefica “Ormai non si tratta nemmeno più di chi delle due vinca. E’ una questione di principio”
“Ce la faremo, vedrai” le passò una mano sulla schiena l’altra, consolandola. “Dovrà pur cedere prima o poi”
“Sicur- eccolo!” si interruppe sentendo il suono delle chiavi del coinquilino. “Mi raccomando, Berry, concentrazione!”
“Ciao ragazze” le salutò Kurt, entrando, tranquillo.
Cosa che, no, non fece piacere alle due.
“Ehi, Kurt” ricambiarono, sembrando disinteressate.
“Novità?” chiese l’ispanica, facendo zapping.
“Oh, sì, in realtà, ho trovato questo” disse, facendo vedere un foglio “Sarebbe un avviso di sfratto a quanto pare” sollevò le spalle, lasciandolo sul tavolino del soggiorno.
“SFRATTO?!” esclamò Rachel, ricorrendo alla miglior interpretazione drammatica nel suo repertorio. “Oh Mosè! E ora?! Come faremo? Che c’è scritto, Kurt?!”
“Ahm…” iniziò, riprendendo il foglio “Problemi finanziari… blablabla, mancato pagamento… blablabla e… oh, alla fine c’è scritto qualcosa..” fece, sforzando lo sguardo.
“Che dobbiamo lasciare la casa?!” chiese, fintamente terrorizzata, l’ispanica.
“Na. Solo il link del sito dal quale l’avete copiato.” Precisò, sollevando le sopracciglia “Certo che siete davvero due geni del male” concluse, avviandosi verso camera sua.
Rimasero nel soggiorno entrambe in silenzio, attonite.
Questo finché Rachel non ruppe nuovamente la quiete.
“San!” la richiamò, indispettita.
“Cosa? Mi avevi messo fretta! Non ho fatto a tempo a controllare tutto per filo e per segno” si difese, corrucciata.
“Maledizione”
“Lo so” concordò l’altra, mentre entrambe si lasciavano andare ad un sospiro frustrato. “Dannato Porcellana superattento”


“KUUUUUUUUUUUUURT CORRI!” esclamò Rachel.
“Che succede?” chiese, dall’altra camera.
“CORRI PORCELLANA!” si aggiunse anche l’ispanica, sembrando spaventata.
“Ma dico io” sentirono il coinquilino avvicinarsi “si può sapere cosa diavol-“
“E’ caduta la televisione, Kurt!” fece Santana, indicando il suddetto oggetto a terra.
Comprata appena una settimana fa, dopo aver speso un patrimonio a testa, davvero non sarebbe mai rimasto indifferente anche a questo.
Mai nella vita una persona sarebbe riuscita a non sbroccare, iniziando ad imprecare in aramaico.
Compreso Kurt.
Ma questo era solo quello che credevano, ovviamente.
“Sono passata e-e non l’ho notata e-“
“E sei ancora viva” concluse per la piccola diva il ragazzo, scuotendo la testa.
“S-sì! Non è esplosa, niente schegge, ma la television-“
“Sta bene” la precedette ancora, tranquillo.
“E va bene, Mister Imperturbabilità” sbottò Santana, arrabbiata “Come cazzo avesti fatto a capirlo ora?!” chiese, intuendo che l’altro le avesse già smascherate.
“San!” la richiamò la diva.
“Dio, ragazze.” Si passò stanco una mano sugli occhi “Rachel non starebbe ancora parlando se fosse successo davvero.” Chiarì, ottenendo subito l’attenzione di entrambe “Piuttosto ora si troverebbe nel bel mezzo del soggiorno, a fianco al televisore rotto. Ma in una pozza di sangue” sollevò il sopracciglio, allusivamente “E ora torno alle mie occupazioni, gente.”
Lo guardarono allontanarsi, indispettite, per l’ennesima volta.
“Mister Imperturbabilità” commentò Rachel, con una smorfia “Gli si addice fin troppo.”


Era appena uscito da una doccia rigenerante, di quelle che ti levano di dosso tutta la stanchezza e lo stress accumulati.
Era un momento perfetto per Kurt. Semplicemente perfetto.
Preso il solito asciugamano, se lo avvolse in vita, dandosi uno sguardo allo specchio.
“Ci voleva proprio” commentò, con un sorriso, alla sua immagine riflessa “Dopo tutto quel caos a lavor-“
“Sssshhh, Berry! Abbassa quella voce! Vuoi farci scoprire?!” sentii dire, da fuori la porta.
“Oddio, San, se dovesse scoprirl-“
“Non lo scoprirà!” la interruppe “Nessuno lo saprà mai”
“Ma cosa diavolo…” borbottò Kurt, confuso.
“Mio Dio! Lui vive per la lacca! Appena scopre che, per una scommessa, le abbiam-“
“Silenzio!”
“Lacca?!” si paralizzò Kurt, dando uno sguardo nel bagno.
Sulla mensoletta, niente.
Nel cassettone, niente.
Le riserve nascoste dietro il lavandino? OH GESU’.
“ORA LE UCCIDO!” tuonò, spalancando di scatto la porta del bagno, furioso. “COSA DIAVOLO AVETE COMBINATO CON LA MIA LACC-“
Si bloccò trovandosi davanti le due amiche, con uno sguardo di pura soddisfazione sul volto.
Probabilmente avrebbero assunto la stessa espressione andando a ritirare un Nobel o un Oscar.
Erano accucciate a terra, sorridendo sornione.
“Dillo che siamo geniali” sghignazzò Santana, alzandosi e porgendogli una busta con gli ‘ostaggi’, guadagnandosi un ringhio arrabbiato in risposta.
“Sapete che non si scherza su queste cose?” chiese, socchiudendo gli occhi “Mai!”
“Mister Imperturbabilità ha perso colpi” scherzò Rachel, guadagnandosi un cinque compiaciuto dall’altra, mentre Kurt sollevava gli occhi al cielo, frustrato.
“Pezze di idiote” borbottò, rinchiudendosi di nuovo in bagno.




 
“San!” esclamò Rachel entusiasta, avvicinandosi ad una Santana sdraiata sul divano, circondata da immondizia.
“Berry” fece, sgranocchiando le ultime patatine dell’ennesimo pacchetto, che gettò a terra, vicino alle altre mille lattine e scatole vuote.
Quella casa era un immondezzaio.
E l’ispanica non aveva la minima intenzione di mettere in ordine né, tantomeno, dare una sistemata a tutto.
“Scommettiamo che non riesci a pulire tutta la casa, da cima a fondo in un pomeriggio?” fece, euforica, credendo di aver trovato la soluzione a tutti i problemi del mondo.
“Tsk” le rivolse a stento uno sguardo, afferrando una coca-cola e riconcentrandosi sulla tv “Ci hai provato, Berry”




 
“Giuro che se mi bocciano ti faccio fuori, nana” sbottò l’ispanica, afferrando la rosa rossa, che le stava porgendo la coinquilina.
“Non capisco perché ti presti ad una cosa del genere, piuttosto” fece Kurt, incrociando le braccia al petto “Che ci vuole a rispondere ‘no’ ogni tanto a qualche scommessa?”
Entrambe le ragazze si girarono verso di lui, con un sopracciglio alzato.
“Tutti sono bravi a parlare così” ribattè Santana, contrariata “Ma ‘Piruvico-UDP-acetilglucosamina transferasi’? Eh? Sono bravi tutti a dirlo?! Allora?” chiese, a raffica, tutta accelerata.
“Che diavolo c’entra questo ora?”
“Basta! Silenzio!” li fermò Rachel “San, sai di poter sempre rifiutare.” Puntualizzò, saggia “Capisco che si tratti dell’esame di anatomia, è uno dei più importanti e tu lo stai preparando da-“
“Una vita” la precedette, con uno sguardo allucinato “Da una vita lo sto preparando”
“Ecco, appunto e tu sei-“
“In punto di morte” concluse per lei, ancora.
“Sì, beh, però-“
“OMMIODDIO non lo passerò mai!” sbottò, afferrando Kurt per le spalle, iniziando a scuoterlo avanti e indietro con forza “Morirò prima ancora di sedermi e-“
“Mi sta venendo mal di mare” commentò il ragazzo, senza riuscire a staccarsi dalla presa ferrea dell’amica.
“Dite a Britt che l’ho amata ogni giorno della mia vita e a quella vecchia decrepita della vicina che l’odiata dal primo momento e-“
“Santana per l’amor di Dio, placati!” la bloccò la diva, staccandola dal coinquilino, che ancora faticava a riprendersi.
“Grazie” biascicò, sedendosi su una sedia, sconvolto.
“San, sai tutto, ok?” fece, afferrandole il volto, costringendo a guardarla negli occhi “Sai ogni minima cosa. Tutto. Anche ogni minima parte di ogni osso per capirci e-“
“Quello veramente è il minimo da sapere per non essere bocciati” la interruppe, bianca cadaverica.
“Oh, andiamo! Guardami!” la esortò ancora “Io so che sai tutto!”
“Dici?”
“Dico!” confermò “E ora vai!” aggiunse, in tono teatrale.
“Sai, Berry?” chiese, l’altra, guardandola ancora fissa in faccia.
“Dimmi”
“Vedendo meglio da vicino… il tuo naso sembra più grande della Statua della Libertà..” commentò assorta “Come diavolo fai a baciare Quinn con un simile impediment- EHI!” sbottò, massaggiandosi la nuca appena colpita.
“Sei un’idiota” la rimproverò corrucciata la diva “E ora smamma!”


“Lopez Santana!” chiamò il professore, seduto dietro la cattedra, con aria vagamente annoiata.
“Non lo farà, non può farlo” commentò Kurt, tenendosi la testa fra le mani, seduto più indietro vicino la piccola diva.
“Oh, lo farà invece”
“Bene, signorina, si sied-“ si interruppe, confuso, l’uomo osservando l’ispanica afferrare con i denti la rosa, che le aveva precedentemente affidato la coinquilina.
“Berry attacca!”
Tempo qualche secondo e nella piccola auletta iniziò a riecheggiare una tipica canzone da tango, seguita passo passo dalla latina.
Questa, con un fare sicuro e altezzoso, eseguì una serie di piroette, sotto lo sguardo allucinato di tutti i presenti, professori e alunni compresi.
“O buon Dio” si massaggiò le tempie Kurt, mentre al suo fianco la piccola Berry sghignazzava allegra.
“E non hai ancora visto il pezzo forte!”
Con estrema grazia e decisione l’ispanica si avvicinò, infatti, sempre ballando, allo scheletro dell’università, passando una mano su tutte le ossa degli arti superiori, con fare sensuale.
Ne afferrò infine ‘le mani’, prendendo a danzare un vero e proprio tango, con tanto di casche’.
Il tutto mentre Hummel usciva, rifiutandosi di assistere anche alla bocciatura in tronco dell’amica, e la piccola Berry continuava a ridere trionfante, cercando di mantenere dritta la videocamera, che aveva portato per l’occasione.
Tempo cinque minuti e l’esibizione finì, con un inchino soddisfattissimo da parte della latina.
“Signorina” la richiamò, poi, con un sopracciglio alzato il professore, osservandola rimettere a posto lo scheletro “Abbiamo appurato le sue doti nella danza” iniziò, scatenando una serie di fischi di approvazione in aula “Ma ora controlliamo che sappia tutto il programma per l’esame, che dice?”




 
“Ehi, Faberry!” salutò le amiche entrando in casa Santana, seguita dalla ballerina “Guardate che mi ha regalato Britt!” esclamò, facendo vedere una sciarpa di lana, dall’aspetto caldissima.
“E’ stata nonna a realizzarla” precisò la biondina chiudendo la porta “Utilizza delle specie di frecce, come quelle di un arco… solo con la lana” spiegò corrucciata.
“Lavora all’uncinetto!” capì Rachel, giochicchiando con le dita della propria ragazza.
“Lei non è un pirata” la fermò indispettita l’altra “Non lavora per capitan Uncino, Rach! Non insinuare cose non vere!”
“Ma io-“
“Silenzio, Berry!” ne approfittò ridendo la latina, tranciata con lo sguardo dalle altre due. “Hai sento le parole di Britt!” fece, schioccandole un bacio sulla guancia.
“Lo dici solo perché non hai nemmeno la più pallida idea di cosa sia l’uncinetto, San” la richiamò con un sopracciglio alzato la Fabray “L’ultima volta che ti ho visto maneggiare degli uncinetti, me ne lanciasti uno, impugnando tu l’altro e gridando ‘en garde!’” spiegò, facendo ridere le altre “Fu piuttosto divertente”
“In pratica non sapresti nemmeno dove mettere le mani” ridacchiò la piccola diva, divertita.
“Perché? Tu sì?” chiese, con uno strano tono, l’altra.
“Oh, no.” Si passò la mano sulla fronte Quinn “No, no, no, n-“
“Scommettiamo!”


“Ma dico io, Rach!” si lamentò per l’ennesima volta la ragazza “Una volta tanto che siamo finalmente tutte assieme tu devi passare il pomeriggio a cercare su internet come si lavora con la lana?! Andiam-“
“Sssshhh, Quinnie, non mi deconcentrare!”
“Sei seria?”
“Devo batterla!” si impuntò, sbattendo il pugno sulla scrivania “Il mio lavoro sarà migliore del suo, vedrai!”
“Ma se siete entrambe negate all’uncinetto!” esclamò esasperata, facendo corrucciare l’altra.
“Lo ero, fino a qualche ora fa!” precisò, seccata “A breve saprò tutto sul mestiere e-“
“E non avrai più una ragazza” concluse, minacciosa, l’altra.
“Pazienza” fece, tornando a concentrarsi sul monitor del pc.
“Pazie…” sgranò gli occhi, allibita.
Si riposizionò sul letto, seccata all’ennesima potenza, imprecando internamente in varie lingue, compreso l’ostrogoto.
Questo finchè non spostò lo sguardo, ora soddisfatto, sulla porta del bagno, dove aveva lasciato il completino appena comprato “Seh vedremo ‘pazienza’”


“San”
“Mmh”
“San” la richiamò ancora la ballerina, cercando di ottenere l’attenzione della propria ragazza, troppo presa a sfogliare una rivista di uncinetto. “San. Sannie”
“Mh?”
“San. Santana.” Fece, ancora “Sannie!”
“Britt!”la riprese l’altra, cercando di spostare a forza lo sguardo dal testo “E’ una cosa importante. Cosa succed-“ ogni protesta bloccata sul nascere, trovandosi davanti la sua paperella avvolta in una carta da regalo, con un fiocco rosso in testa.
Questa sorrise, soddisfattissima, per essere riuscita nel suo intento.
“Scartami”


“Vi faccio vedere” fece Quinn, andando su internet.
“Seh”
“Oh, Sannie, dovresti essere contenta ci sono già milioni di iscritti!” esclamò, accedendo al sito, creato appena due giorni prima.
“Ma non bastava quello di YouTube?” chiese la piccola Berry, affiancandosi con una sedia.
“Beh, qui si intavolano vere e proprie discussioni” spiegò l’altra “Ho pubblicato anche tutti i video e le foto, ma è molto più interattivo”
“Ahà” borbottò l’ispanica, incrociando le braccia.
“E allora ho pubblicato le foto dei vostri lavori, facendo decidere al pubblico chi avesse vinto”
“Davvero?!” chiesero in contemporanea le due.
“Già. Prima si è tenuta una discussione su cosa dovessero rappresentare… c’è chi ha parlato di vomito, chi di un jigglypuff deforme, chi ancora è andato sull’astratto definendo le due opere come la concretizzazione della sofferenza visiva, o cose così” spiegò, scorrendo i vari commenti sul sito.
“Sì, sì, poche chiacchiere!” fece, spazientita, la latina “Chi ha vinto?”
“Beh… alla fine hanno optato per…” iniziò, creando suspance.
“Chi?!”
“Brittany!” applaudì indicando la ballerina, troppo presa a mangiare della nutella con un cucchiaino, per degnarle a stento di uno sguardo.
Seguì un profondo momento di silenzio.
“Scusami?” chiese, sbattendo le palpebre Rachel “Ma se non ha nemmeno partecipato!”
“Sì, beh, pare che il cerchietto che ha creato con un pezzettino di lana abbia avuto più consensi dei vostri due obbrobri!” spiegò, sorridente, chiudendo la finestra su internet e posizionandosi vicino all’altra bionda, con un altro cucchiaino.
Le altre due rimasero a guardarle, ancora incredule.
“Dannate tentatrici” borbottò Santana, linciando con lo sguardo le ragazze.
“Sono subdole” l’appoggiò l’altra, arrabbiata “Ma dannatamente sexy” aggiunse, socchiudendo gli occhi.
“Dannate tentatrici sexy.”






Tetraedro dell'Autrice

Alè! Dopo millenni e millenni ci siamo!
Perdonate il ritardo! C:

E ora vi lascio nelle mani di quel piccolo genio di Charlie! ;)
Alla prossima, bella gente! :D

-Jeffer

 


 

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