Amore senza limiti.

di ShakyStar24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di un rapporto ***
Capitolo 2: *** Il suo cuore sembra oro. ***
Capitolo 3: *** Figli di mondi diversi, ma la storia è la stessa. ***



Capitolo 1
*** L'inizio di un rapporto ***


Suona la sveglia, c'è scuola mi alzo dal letto e faccio la mia solita colazione: latte con i biscotti, di conseguenza mi lavo e mi vesto, c'è mio padre che mi accompagna, arrivo davanti al cancello della scuola e saluto le mi compagne di banco Desirè e Angelica, per me loro sono come sorelle, mi capiscono come nessun'altro riesce a fare. Ci avviamo verso la classe e ci accomodiamo ai nostri banchi, iniziamo a raccontarci quello che abbiamo trascorso la sera precedente, se è successo qualcosa e soprattutto l'argomento principale, i ragazzi. Ebbene si, quegli esseri strani e bizzarri che non sanno fare altro che far piangere una ragazza, praticamente essere stupidi secondo il mio parere. Per fortuna fino ad ora non ho trovato nessuno che possa farmi sentire uno straccio. Iniziano le prime ore di lezione, segue la campanella per l'intervallo, un giro nei corridoi non c'è lo toglie nessuno, 'driiin' dobbiamo ritornare in classe, verso l'una si esce da scuola e ognuno alla propria casa. Torno finalmente a casa, accendo il computer e accedo ad una delle più famose chat 'Facebook', avete presente il guastafeste di ogni relazione? Ebbene si, è lui. Controllo la posta, un messaggio. E' Andrew, lui è un mio caro amico praticamente ci siamo cresciuti, anche se seguiamo due strade diverse e soprattutto compagnie diverse. Lui è il classico teppista, io la classica ragazza dalle arie provocatorie ma infondo una santa. Leggo il messaggio, mi saluta e mi chiede come sto. Sono contenta di aver letto ciò e di non aver trovato qualche sorpresa. Sei mesi fa era stato arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti, alla fine lo hanno rilasciato perchè un componente della sua gang si è assunto le responsabilità. Sarà anche un ragazzo disastrato, che non è combina una giusta, eppure gli voglio bene. Sa essere un ottimo amico ed un gran consigliere, peccato che lo sia per gli altri e non per se stesso. Sento la voce di mia madre proveniente dalla cucina, mi avvisa che è pronto a tavola e così corro a tavola e mi accomodo per pranzare. Il pomeriggio vola tra una chiacchiera ed un'altra sia al computer che al cellulare. Così arriva la sera, mi preparo per uscire. Ho anch'io la mia compagnia, una piccola comitiva di amici. Giuliana, Loredana, Marco, Anthony, Chiara e Tony. M'incontro prima con Giuliana, lei è la prima che incontro la sera perchè il resto del gruppo tarda sempre a sbrigarsi. Così ci avviamo al centro della città la così detta 'villa'. Un posto pieno di verde e al centro un piccolo parco per far giocare i bimbi, chioschi per mangiare e bere ad ogni angolo, panchine per accomodarsi e il resto per passeggiare e divertirsi. Ci accomodiamo alla prima panchina che troviamo, iniziamo a parlare del più e del meno. Ad un tratto sento delle mani sul mio volto che coprivano i miei occhi, non dandomi la possibilità di vedere, queste mani provenivano da dietro. Sentivo Giuliana che rideva, era uno scherzo e immagino già chi è, così dico «Andrew sei tu!» finisco tale frase che finalmente mi vengono tolte le mani dal viso, era lui. Jeans larghi, maglietta a maniche corte con una giacca leggera e lunga sopra, pircing al labbro, al naso, al sopracciglio e all'orecchio, collana d'argento e occhi azzurri. Il classico ragazzo bullo, ma che ha sempre qualcosa che attira. I suoi occhi ad esempio, sono qualcosa di magnifico, peccato che il resto dei suoi atteggiamenti negativi siano da scartare. Si accende una sigaretta e inizia a parlarmi della sua giornata pesante che ha dovuto affrontare. Dentro di me penso, non ha un lavoro, non fa niente tutto il giorno e tutto ciò per lui è pesante?. Continuo ad annuire con la testa come se gli stessi dando ragione, peccato che la mia testa pensava tutt'altro. Squilla un cellulare era quello di Giuliana, l'avvisano di un piccolo contrattempo e di raggiungere intanto Chiara. Così si alza, saluta me ed Andrew e se ne và dicendomi che tardava almeno un'ora. Così rimango con lui che mi sorrideva e io non sapevo cosa pensare. Per fortuna è un tipo abbastanza socievole, non ho occasione di sentirmi in imbarazzo per non saper cosa dire. Posso dire che mi sento attratta da lui, non so cosa sia ma a volte sento il desiderio di abbracciarlo, ma poi penso 'è un amico'. Così attacco un discorso io, raccontandogli di un vecchio fatto ridicolo accaduto all'età di sei anni e noto che mentre parlo mi guardava negli occhi senza schiodarli un attimo e sorrideva. Finisco il discorso e lui continuava a tenere gli occhi su di me, incrociando il mio sguardo, io gli sorrido e gli domando cos'aveva da guardare e sorridere. Così sento esprimere dalla sua bocca la frase «sei bella». Rimango in silenzio, vedo che con la mano mi accarezza i capelli l'unica cosa che riesco a fare e guardarlo e sorridergli. Mi sento attratta, ma non riesco a fidarmi. Non contento cerca di farmi uscire qualche parola dalla bocca, ma non ottiene ottimi risultati. Quando rimango impassibile sono una tomba, un vuoto di parole. Ad un tratto sento la sua mano che prende la mia e sorridendomi mi invita ad uscire con lui la sera dopo. Gli sorrido ma rifiuto dicendogli «mi disipiace, ma per me sei solo un amico». Lascia la mia mano e abbassa lo sguardo, accenna un piccolo sorriso sarcastico, ritorna il suo sguardo su di me «tu non vuoi uscire con me perchè sono così, non perchè sono tuo amico» mi dice. Non so cosa rispondere, ha azzeccato in pieno il concetto. Avrei voluto tanto uscire con lui, ma come faccio a fidarmi di un tipo così. L'amicizia è un conto, ma se si và oltre che succede? Così riprende ad accarezzarmi i capelli, sottolineando che non si arrenderà, che riuscirà a convincermi. Per stroncare il discorso lo invito a prendere qualcosa da bere, così ci alziamo e andiamo a farci un giro. Inizia a parlarmi dei problemi che ha avuto negli ultimi giorni con la legge, gli sono arrivate delle carte a casa dove c'è scritto che comunque è sotto controllo. Sembra non fregarsene molto, ma in ogni modo cerco di aprirgli gli occhi, di non essere superficiale perchè potrebbe pentirsene. Camminiamo così a braccetto, io bevo il thè da una lattina e lui tiene in mano una piccola bottiglia di birra. La gente ci vede passare e guarda in una maniera discriminante, me ne frego, gli voglio bene è questo che importa.

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Capitolo 2
*** Il suo cuore sembra oro. ***


La sera precedente si concluse con un abbraccio amichevole tra me e Andrew e di conseguenza raggiunsi i miei amici. E' mattina, finalmente oggi niente scuola è Domenica e un pò di riposo è assicurato. Faccio colazione e mi preparo per incontrarmi con Desirè e Angelica. Eccole lì, le mia ragazze preferite. Ci salutiamo con tre baci uno per ciascuna guancia. Perchè tre? Bè tre è l'amore e questo fa di esso il numero più bello, secondo il mio parere. Ci andiamo a prendere un caffè al nostro solito bar 'Golden', ci sediamo e iniziamo a chiacchierare. «Ieri ho litigato nuovamente con Federico, non ne posso più delle sue insicurezze e della sua gelosia» accenna Angelica. Chi è Federico? E' il suo ragazzo, la loro storia và avanti da bensì due anni e nonostante tutto questo tempo le insicurezze continuano ad esserci, più da parte di lui che di lei. Lui è un ragazzo un pò troppo severo, è rimasto agli anni '30 dove l'uomo aveva la bacchetta verso la donna, dove la donna veniva vista come un essere fin troppo indifeso da poter vivere a suo piacimento. Mentre lei, Angelica e tutto il contrario. Spontanea, solare, diretta e sopratutto molto moderna. «Farete pace vedrai, non'è la prima volta che succede» risponde Desirè. «Già, concordo pienamente con lei e il finale già si sa, lui viene ti chiede scusa dice che non lo farà più e ti da il bacino per farsi perdonare, tipico dei maschi» continuo io. Angelica fa un cenno di sorriso e annuisce con la testa, è innamorata e si sa che quando una persona è completamente persa per l'altra non c'è nulla da fare. «E tu invece con Fabio?» dice Angelica a Desirè. «Per ora tutto bene, poi chissà da un momento all'altro se ne uscirà con un nuovo problema.» risponde Desirè. Faccio un sorriso sarcastico aggiungendo «Agli uomini sembra proprio che litigare è il loro forte.» Fabio è il ragazzo di Desirè, anche loro stanno per fare due anni manca all'incirca un mese. Desirè è una ragazza un pò impacciata, all'inizio timida ma quando inizi a conoscerla ti rendi conto che alla fine non'è così male, è simpatica e molto giocherellona ama fantasticare e prevedere scene che non succederanno mai che rimarranno solo nella sua testa. Mentre Fabio è un tipo apposto, carino il solito ragazzo semplice che studia per trovare un 'vero e proprio' lavoro, è bravo e rispettoso l'unica cosa che lo guasta è la gelosia, riesce a trovare sempre qualcosa che non và nelle azioni di Desirè, a volte mi domando se non è questione di possessività? «E tu invece, cos'hai fatto ieri sera?» mi domandano curiose entrambe. «Sono stata con Andrew» sorrido. Angelica rimane stupita, Desirè accenna un sorriso e prosegue con tale frase «E' successo qualcosa? Guarda che ho notato che c'è un bel feeling tra di voi» , Angelica annuisce con la testa dimostrandosi d'accordo con Desirè. «Ma no quale feeling? E' un amico tutto qui, mi ha chiesto un appuntamento ma io ho rifiutato» rispondo. «Cosa? Sei matta, quel tipo ti piace» replica Angelica. «Non mi piace» affermo. «Si invece, ne parli e ti brillano gli occhi.» insiste Desirè con un lieve sorriso sulle labbra. «Che sceme che siete.» dico a loro sorridendo. Mi guardano entrambe negli occhi, curiose di sapere cosa mi frullava nella testa, cosa pensavo e cosa in realtà volevo intendere. «Non lo so, ha qualcosa di speciale. Non mi voglio fermare al pensiero della gente e tanto meno all'aspetto che lui dà a vedere. Io sento che c'è qualcosa di buono in lui, non'è il solito ragazzo teppista che non dà retta nemmeno a quello che gli viene detto. Lui mi ascolta, ascolta i miei problemi e i consigli che gli tendo a dare, che magari non segue nemmeno ma comunque gli ascolta. Mi piace per com'è dentro e penso che quello che indossa sia solo una maschera.» ho finalmente detto il mio pensiero, osservo i loro sorrisi della serie 'ecco lo sapevamo'. «Andiamo a farci un giro per i negozi dai, parliamo d'altro» conclude Desirè. Ci alziamo e paghiamo l'ordinazione, usciamo dal bar e ci avviamo verso il corso, un viale pieno di negozi di vario tipo, profumerie, abbigliamenti e moda. Ci fermiamo davanti una vetrina di abiti, adocchio un vestito davvero carino, corto a palloncino di color rosso. Amo il rosso, riesce a dare anche più luce al mio volto, essendo che la mia carnagione non sia proprio scura. «Che ne dici di questo? E' l'unico che costa poco» dice Angelica puntando il dito verso un vestito color nocciola semplice con delle bretelle sottili ad incrocio. «Carino, ma mi ha colpito quello rosso.» gli rispondo, indicandogli il capo da me adocchiato. «Oh mamma, è una favola!» esclama Desirè. «Sicuramente, ma guarda un pò il prezzo .. viene 85 euro, un pò troppo per un vestito preso da un negozio normale, non'è nemmeno boutique.» conferma Angelica. Così ci allontaniamo da quella vetrina ed entriamo in un negozio di scarpe. «Oddio, guarda quelle nike .. sono stupende!» dice Desirè dirigendosi subito verso il paio di scarpe da lei indicate. «Tra qualche mese sarà estate, ne varrà la pena comprare delle scarpe chiuse? Forse è meglio aperte.» le guardo con aria incerta «tipo queste» prendo delle zeppe con fascia nera. «Si non sono niente male.» mi dice sorridendomi Angelica. Così tra un idea ed un altra, ognuno di noi decide di comprarsi un paio di scarpe. Io scelgo le zeppe, Angelica dei semplici sandali e Desirè , come non detto, le Nike. Usciamo dal negozio e m'imbatto in Andrew in compagnia di un suo amico di nome Mattia, un tipo come lui, guardandoli bene potrebbero essere fratelli, stesse idee e stesse tendenze. «Ehi» esclama sorridendomi, così io ricambio il sorriso. «Come mai qui?» mi domanda con aria sospettosa. «Ho comprato con le mie amiche un paio di scarpe e facciamo una passeggiata.» continuo a sorridergli. Annuisce con la testa rispondendomi «Io mi dirigo verso la stazione, mi incontro con un tizio forse riesco ad ottenere qualcosa di soldi.» Lo guardo con aria seria avvertendolo di fare attenzione. Lui mi accenna un occhiolino e trascinando la sua mano sulla mia guancia mi tira un lieve pizzicotto. Sorridendogli gli dico «Ehi, non vorrai mica farmi male.» «Non'è sarei capace» mi risponde tenendo gli occhi fissi verso i miei. «Rosalie, dai che inizia a farsi tardi.» esclama Desirè. «Ora vado, ti lascio con la tua compagnia e stai tranquilla cercherò di non mettermi nei guai.» mi saluta con un bacio alla guancia. «Lo spero.» gli rispondo con aria preoccupata. «Ci vediamo stasera» mi dice mentre pian piano si allontanava. Così ritorno dalle mie amiche, che mi afferrano una ad un braccio, l'altra dall'altro lato e mi fissano in modo curioso ed impertinente. Sorrido a loro «Smettetela!» dico. Accennano una piccola risata e continuiamo a camminare verso i negozi, passando così la nostra mattinata e concludendola con una foto un pò buffa, 'click!'.

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Capitolo 3
*** Figli di mondi diversi, ma la storia è la stessa. ***


Torno a casa, mi accomodo per pranzare dopodichè vado nella mia cameretta e metto in ordine un pò il bordello che avevo lasciato la mattina. Finisco di pulire e accendo il computer, mi collego in chat. Vedo chi c'è connesso, Andrew è online e anche il resto dei miei amici. Mi contatta Desirè: «E così stasera ti vedi con Andrew» «Non proprio, c'incontriamo così ... ma non è un appuntamento.» gli rispondo. «Certo certo, prevedo che voi due vi mettiate insieme .. anzi scommetto» accenna anche un piccolo smile sorridente. «Scema, non voglio scommesse su di me.» ricambio lo smile «e comunque non succederà mai.» «Staremo a vedere, vado a farmi la doccia a dopo tesoro.» mi saluta con questo messaggio. Entro nella mia cartella di musica e decido di ascoltarne un pò. Mmmh.. scelgo Apologize di Timbaland. *tin tin* suono della chat, è Andrew che mi contatta. «Signorina, non si saluta?» con una linguaccia che segue la frase. «E se stessi aspettando te?» ricambio lo smile. «Ma io ti dimostro sempre l'interesse, sei te che non ricambi.» «Chi te l'ha detto che non ricambio?» rispondo. «Hai rifiutato il mio invito ad uscire, questo mi toglie le speranze.» «Nella vita mai dire mai!» «Vuoi dire che ho una possibilità?» chiede. «Come può essere o come non può essere» seguo tale frase con un sorriso. «Staremo a vedere, stasera ti offro da bere.» «Va bene, ma solo per cinque minuti» gli dico. «Non vuoi stare con me?» mi manda un altro smile. «Si, però .. vabbè poi vediamo stasera.» «Sei indecisa, buon segno .. questo vuol dire che c'è qualcosa.» «Certo, sogna! Ci vediamo stasera scemo ti voglio bene» rispondo con un'altra linguaccia. «Va bene a stasera amore mì» ricambia la linguaccia. Chiudo la chat, tolgo la musica e mi stendo sul letto, prendo il cellulare e mando un messaggio con scritto della conversazione mia e di Andrew, sia a Desirè e sia ad Angelica. *suona il cellulare* ecco la prima risposta, è Angelica che mi dice «Sono curiosa di cosa succederà!» gli rispondo con un bel «Non succederà niente cara». Mentre Desirè mi dice «Vi innamorerete, so di avere ragione.» e rispondo anche a lei con una frase schietta «Non avrai ragione». Lascio il cellulare sul comodino, accendo la televisione e metto uno dei miei film preferiti "I passi dell'amore". Me lo sarò visto si e no un centinaio di volte, ma non mi stanco mai di vederlo. Ogni volta che arriva la fine piango come una cretina, sarà l'amore che c'è tra i due o sarà che sono troppo credulona io? Peccato che tutto il bene che c'è nei film, nella realtà non se ne vede nemmeno l'ombra. Finito il film, guardo l'orario sono le 18.00. Mi alzo dal letto e mi dirigo in cucina, mia madre cuce un maglione a mio padre, mentre io apro il frigo e trovo una barretta di cioccolata kinder, così la prendo, mi siedo sul divano e mi gusto tanta dolcezza. «Hai carenza di affetto che mangi la cioccolata?» esclama mia madre sorridendo. «Ma no io sto bene, è solo che mi è venuta voglia» gli rispondo ridendo. «Era da molto che non toccavi cioccolata» conclude lei. Squilla il cellulare, vado a prenderlo e trovo un messaggio di Angelica «Avevate ragione, io e Federico abbiamo fatto nuovamente pace.» gli rispondo «Era immaginabile e scontata la cosa, comunque sono contenta per voi due.» Ritorno così in cucina a bere un pò d'acqua. Dopodichè vado a farmi una doccia, esco dal bagno, mi sistemo i capelli e il trucco. Apro l'armadio, cosa posso mettermi? Ci sono! Scelgo pantacollant con converse e una magliettina un pò leggera. Siamo a Maggio e inizia a fare già caldo, mangio qualcosina prima di uscire, mi lavo i denti. Chiamo Giuliana «Dove sei?» «Vieni in villa, sto con Andrew» mi risponde. Così mi dirigo da loro. Vedo lui seduto su una panchina accanto a Giuliana, mi nota da lontano e mi guarda, pian piano mi avvicino e vedo che mi sorride. «Buona sera» dico, salutando con un bacio alla guancia entrambi. «Siediti» esclama Giuliana. Così mi accomodo in mezzo a loro. «E gli altri?» domando a Giuliana. «Secondo te? Come al solito ancora non si sono sbrigati, ho chiamato Loredana e mi aveva detto che tra cinque minuti mi chiamava ma ancora niente» risponde lei. Annuisco con la testa e sento ricevere un pizzico sul braccio, mi giro verso Andrew «Ehi» esclamo sorridendo. Ride «Mi piace stuzzicarti» mi dice. «Non esagerare perchè se comincio io non resisteresti» rispondo. «Dici? Perchè non provi, vediamo chi è che resiste.» mi guarda con aria di sfida. Sorrido e mi giro dall'altra parte per osservare la gente che passava e chi c'era in giro. «Inizia a fare caldo» esclama Giuliana. «Si infatti, oggi a casa mia ad esempio non si poteva stare» risponde Andrew. Giuliana risponde «E devi vedere a casa mia, abito in campagna e ho il sole che batte forte.» «Da me si stava bene» esclamo con un sorriso sulle labbra. «Vuoi fare stingo?» ride Giuliana. «Che stronza!» risponde Andrew ridendo. «A proposito hai la macchina fotografica? Ci facciamo qualche foto, voglio cambiare la mia immagine profilo su facebook» mi domanda Giuliana. Così esco dalla borsa la macchina digitale, e iniziamo a scattare qualche foto tra noi. «Faccene una a me ed Andrew» dico sorridendo. Andrew mi guarda negli occhi e mi sorride, passa il braccio intorno alle mie spalle e io passo il mio braccio intorno al suo busto in modo di trovarci così semi abbracciati. 'Click' primo scatto. «Ora ne voglio una io, diversamente però» esclama Andrew. Mi da un bacio alla guancia, 'click' ed ecco un altro scatto. Giuliana mi ridà la macchina fotografica e così vedo le foto. Mi fermo a quella mia e di Andrew e penso dentro di me 'cavolo che bella, non siamo niente male'. «Che coppia, da ammirare!» dice Andrew sorridendo. Squilla il cellulare a Giuliana, era Loredana con il resto dei componenti del gruppo. Ci raggiungono e ci salutano, ci fanno compagnia, parliamo così tra noi del più del meno, delle novità che ci sono in giro. «Noi dobbiamo andare a Lecce, voi che volete fare venite?» propone Loredana. «Io voglio venire, una passeggiata a Lecce non mi farebbe male» risponde Giuliana. «Voi due che volete fare?» ci domanda Tony. «Io rimango qui» risponde Andrew. Tony e gli altri appoggiano lo sguardo su di me. «Sarà per un'altra volta dai, rimango qui.. faccio un pò di compagnia a lui» rispondo sorridendo. Così loro ci salutano e se ne vanno, rimaniamo soli seduti alla panchina io e lui. «E così sei voluta rimanere con me» «Non farti strane illusioni, l'ho fatto solo perchè mi dispiaceva lasciarti solo» replico subito io. Mi sorride «Ti faccio pena? Non mi rubano mica sai.» Mi metto a ridere «Ma quale pena, mi dispiaceva tutto qui.» gli rispondo guardandolo negli occhi. «Ti và una birra?» mi chiede. «Solo un piccolo bicchiere, non la voglio tutta.» «Come desidera!» esclama. Si alza dalla panchina e si dirige al chiosco di fronte a noi, come al suo solito jeans larghi scuri, maglietta larga bianca, collanina intorno al collo e camminata un pò sbalzante dai lati, come i teppisti americani. Prende la birra e si dirige di nuovo verso di me, la versa in un piccolo bicchiere. «Ecco a lei.» mi passa il bicchiere. «Grazie, e tu niente bicchiere?» «Bevo dalla bottiglia» mi risponde sorridendo. Faccio il primo sorso e noto i suoi occhi che mi guardavano. «Perchè mi guardi?» gli domando curiosa. «Non ti posso guardare?» «Il prezzo è alto.» gli rispondo ridendo. Ride anche lui e fa un sorso alla bottiglia e di conseguenza lo faccio anch'io. «Mi potrebbero chiedere qualsiasi somma, la pagherei per guardarti lo stesso.» mi dice continuando poi a fare altri sorsi alla bottiglia. Rimango con il bicchiere in mano ad osservarlo. Chi l'avrebbe mai pensato un tipo così che esprime parole dolci ad una ragazza. «Mi hai lasciato senza parole» gli dico. «Facci l'abitudine, ho sempre lasciato le femmine senza parole, in tutto e per tutto.» mi sorride con aria fanatica. Concludo dicendogli «Spiritoso». Finiamo di bere, ci alziamo e c'incamminiamo per farci una passeggiata, mi porta ad un posto nel centro storico. Una piccola stradina un pò abbandonata, non c'è nessuno. Mi porta davanti ad un muro pieno di scritte fatte con la bomboletta, c'è una frase scritta. 'Così vicini ma così lontani.' «Wow, questa frase è piccola ma ha un grande significato» dico. «Ti piace? L'ho scritta io.» Lo guardo. «Pensavo a due persone di mondi diversi, che fanno cose diverse, che sono completamente diverse. Sono vicine con il corpo ma lontani con il cuore e con la mente.» risponde lui. Gli sorrido «Capisco che vuoi dire, un pò come me e te» ribadisco. «Già, solo che tra me e te non si capisce cosa c'è.» dice annuendo con la testa. «Amicizia, immagino.» gli rispondo schiettamente. «Io noto complicità» risponde «guardaci, siamo completamente diversi, tu semplicissima senza pircing o tatuaggi, senza idee strane per la testa, studi, credi ancora nei valori della vita dando il meglio di te stessa. Io ragazzo di strada, ho una famiglia che ha cercato sempre di aiutarmi ma non gli ho voluti mai ascoltare e ora mi ritrovo così, senza un lavoro, gente che mi giudica, pircing e tatuaggi. Una reputazione poco gradevole. La maggior parte della gente si allontana da me per come sono fatto esteriormente, perchè tu continui a restare?». Gli sorrido dicendogli «Perchè ti vedo diverso, è vero non sarai mai il ragazzo che un genitore vorrebbe per la propria figlia o l'amico per la propria figlia. Ma metto da parte l'apparenza, io vedo del buono in te» mi sorride e io concludo la frase dicendo «forse è questo che mi fa restare». «In fondo in fondo non siamo poi così lontani» esclama. «No, sei qui di fianco a me» gli rispondo ridendo. «Che stronza» dice scherzando. Si avvicina, mi prende come se stessa afferrando un sacco con qualcosa dentro e mi mette su una delle sue spalle. «Ecco ora rimarrai per tutta la sera così.» «Dai scherzavo, mettimi giù.» gli rispondo ridendo. «Non ci penso neanche» afferma lui. «Ok, allora vomiterò sulla tua maglietta!» Mi mette subito giù, «Se sto testa in giù c'è il rischio di un rigurgito» gli dico ridendo. «Tu sei tutta matta!» mi risponde. Così torniamo in villa, percorriamo una stradina che ci porta ad una pizzeria chiamata 'La puccia'. «Hai fame?» mi domanda. «Veramente ho cenato a casa». «Dai sù una porzione di patatine fritte non ti uccide mica» Gli chiedo «Ti và se c'è la dividiamo?». Annuendo con la testa mi risponde «Va bene, solo perchè sei tu .. un attimo che entro e prendo l'ordinazione, intanto tu siediti a quella sedia vicino al tavolino». C'erano persone che ci osservavano in maniera scioccante, guardavano lui e me di fianco, due ragazzi diversi che passavano una serata insieme. Chissà quante parole brutte ma per me insignificanti dicevano alle nostre spalle, io osservavo lui che nonostante la sua apparenza non si vergognava di certo a prendere un ordinazione dentro una pizzeria piena di persone.

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