Per ogni notte oscura c'è un giorno più luminoso.

di _Deina13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giorno come gli altri ***
Capitolo 2: *** Lei ***
Capitolo 3: *** Nuovi arrivati ***
Capitolo 4: *** Walking through a dream I see you ***
Capitolo 5: *** Loro. ***
Capitolo 6: *** Dubbi. ***
Capitolo 7: *** You are the only exception ***
Capitolo 8: *** Just stay strong ***
Capitolo 9: *** He's more than a man ***
Capitolo 10: *** I Miss the old He ***
Capitolo 11: *** I didn't See that ***
Capitolo 12: *** Quien te Crees ***
Capitolo 13: *** Farewell my Soul. Farewell my Heart. ***
Capitolo 14: *** I'm here ***
Capitolo 15: *** You make me wanna die ***
Capitolo 16: *** I'm with you ***
Capitolo 17: *** E' finita ***
Capitolo 18: *** Back to Home ***
Capitolo 19: *** He is gone, He is here ***
Capitolo 20: *** Singing ***
Capitolo 21: *** Bleeding Love ***
Capitolo 22: *** En el sueño más hermoso estabas ahí ***
Capitolo 23: *** Just one night with you ***
Capitolo 24: *** Like me ***
Capitolo 25: *** Preparativi ***
Capitolo 26: *** I Turn to You ***
Capitolo 27: *** Can't rain forever, but now raining ***
Capitolo 28: *** Shine Away ***
Capitolo 29: *** La fine di una storia ***
Capitolo 30: *** For every dark night there's a brighter day ***
Capitolo 31: *** rieccomi ***



Capitolo 1
*** Un giorno come gli altri ***


Mi svegliai di scatto, di riflesso. La radio-sveglia segnò le 6:00 am e iniziò a cantare Wish you were here di Avril Lavigne
               -''Damn, damn, damn,
                     What I’d do to have you
                      Here, Here, Here
                      I wish you were here''-
Adoravo quella canzone, era una delle poche che mi piacevano davvero. Mi girai verso il letto e vidi un uomo sui vent'anni, capelli castano chiaro e viso d'angelo,  mi diceva qualcosa, non so cosa. Doveva essere il mio cliente della sera precendente, non me ne ricordavo, non me ne ricordavo mai. mi alzai, mi asciugai il sudore, e spensi la radio
         -I wish you were here...-
Scendevo le scale con tutti i miei tatuaggi  bene in vista, non portavo il corsetto, l'uomo nel mio letto doveva avermelo tolto.  Da sopra l'elastico delle mie mutandine al ferro del mio regiseno, si estendeva l'albero autunnale che mi ero fatta tatuare un paio di mesi prima, e sulla schiena si  espandevano le due ali nere mezze aperte, il regalo di Diego per il mio dodicesimo compleanno.
Quando finii a scendere le scale assonnata me lo vidi davanti a petto nudo che si abbottonava i pantaloni, lo salutai svogliatamente.
 -Ciao Dié-
-Ehy Deì! che hai?- chiese avvicinandosi.
-Niente, devo essermi addormentata stavolta, ho avuto gli incubi-
Diego si avvicino, mi prese il viso fra le mani e mi guardò dolcemente negli occhi.
-....Ho sognato mia madre che si suicidava, sempre meglio di quando sogno che mio padre mi abbandona..- dissi io a sguardo basso, ma lui non mi fece finire e mi abbracciò.
Il momento venne interrotto da Renata che mi porse il telefono in modo sobrio.
-Matt- mi disse -Per te-.
Presi il telefono e la fissai andarsene. Schiacciai la cornetta al petto e feci un sospiro, poi guardai Digo e con le labbra gli chiesi chi fosse l'uomo che dormiva nel mio letto.  Zach. Feci un altro sospiro e risposi al telefono.
-Matt! Ehy! sisi...tuo fratello è qui..te lo mando subito!-.
Riattaccai, possai il telefono a Diego e mi chiusi in bagno.
Fissai il mio orribile riflesso nello specchio poi distolsi lo sguardo e aprii lo stipetto affiancho al lavandino presi una lametta, attraversai l'idromassaggio e aprii l'acqua fredda, iniziai a togliermi il regiseno e lo buttai nel lavandino, poi anche le mutandine, misi del bagnoschiuma nell'acqua che divenne schiumosa e abbondante poi mi distesi e mi rilassai, con la tasta appoggiata al marmo freddo dell'enorme portasapone che mi fungeva anche come posto dove poggiare lo shampoo. Chiusi gli occhi. La prima cosa che vidi fu mia madre. Natalie che litigava con Marco piangendo e urlando. Scacciai quell'immagine e visualizzai qualche bel ragazzo. Immaginavo Alex Pettyfer che urlava di amarmi come se fossi Vanessa Hudgens interpretando Lindy in 'Beastly'. Di essere dolcemente baciata da Zac Efron in 'Me and Olson Wells'. Poi tornai alla realtà. Sgranai gli occhi e mi misi seduta. Presi la lametta ed iniziai a farla passare sul polso sinistro, tra le altre cicatrici spuntava una fine, piccola linea di sangue. Ero troppo stanca per farmi del male.
   Mi feci una doccia veloce, mi feci la tinta giornaliera per ridiventare mora e mi misi le lenti a contatto nere colorate, per non dare all'evidenza con i miei occhi color miele. Intanto sentivo  Zach che andava via e sbatteva la porta.
Uscii coggiolante dal bagno, l'asciugamano non faceva il suo dovere. Entrai nel camerino ed iniziai a vestirmi.
Stavo realizzando che era il primo giorno di scuola, avrei iniziato la terza media nello stesso modo  di tutti gli anni. Da puttana.
Erano tutti pronti che mi aspettavano di sotto. Diego, che avrebbe dovuto ripetere la seconda media, Renata e Candice che avrebbero dovuto fare la terza con me, e mia zia che aspettava che ce ne andassimo per andare a farsi un lifting.
Scesi le scale. Le mie scarpe col tacco 10 cm viola con fiocchi neri , calze pesanti e bianche che mettevano in evidenza il  reggicalze nero sulle cosce, che spuntava dai minuscoli shorts elasticizzati neri. Non erano quelli inguinali ma corti al punto giusto. Indossavo un corpetto bianco con croci nere disegnate sopra ed era strettissimo, tanto da non potermi muovere, come piaceva a me.  Portavo una collana lunga con palline brillanti nere ed una enorme croce goticha. Ero truccata pesantemente ed avevo i lunghi capelli che mi accarezzavano i gomiti.
Diego iniziò a fissarmi come per dire 'Sei bellissima anche oggi, come sempre!' uscimmo e ci incamminammo per la fermata del bus.

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Capitolo 2
*** Lei ***


Natalie era sul letto, che piangeva.  Il pancione le faceva male, il bimbo scalciava, lei lo rimproverava.

Lo trattava male sempre, gli dava la colpa della sua schifosa vita, e piangeva.  Il cellulare continuava a vibrare, erano i messaggi di  Marco, semplicemente chiedevano come stava, come stava il bambino.

Lei  non lo aveva voluto fin dall'inizio, non voleva un figlio, ancor meno lo voleva quando seppe che era una femmina, non voleva rovinare il suo fisico da Top Model,  non voleva avere una figlia a 19 anni, adesso che la sua carriera da modella stava impoennando.  Marco le aveva impedito l'aborto, lui l'amava e  voleva questo figlio, anche lui però, quando seppe che era una femmina non la volle più. Ma ormai per far abortire Natalie era troppo tardi, e così  decise  (lui decise per lei) di farglielo tenere per poi lasciarlo in un orfanotrofio.

La famiglia di Marco era importante e ricca, era il futuro conte, alla morte di suo padre sarebbe diventato importante e non poteva permettersi questo. Non poteva permettersi una figlia femmina.


   Natalie smise di paingere, spense il cellulare e prese un bicchiere d'acqua, dove aveva sciolto una boccetta intera di sonnifero.  Lo bevve tutto d'un  sorso, fece cadere il bicchiere a terra rompendolo e cadde in un sonno profondo, mentre la piccola diede un ultimo, forte calcio.

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Capitolo 3
*** Nuovi arrivati ***


La giornata passò lentamente, e a fine giornata mi toccò  farmi il fratello del migliore amico di Diego, aveva 16 anni, ed era sempre con me che ' si divertiva '  come gli altri d'altronde.   A metà lavoro lui si addormentò , in un sonno profondo immaginava la sua fidanzata che se lo faceva.  Dormiva beatamente, non volevo rovinargli quel sogno, in qualche modo lo invidiavo. Soffrivo di insonnia da quando avevo sei anni. Se mi andava bene dormivo un'ora a notte, un'ora assediata dagli incubi di mia madre e mio padre, che perennemente mi ricordavano che mi odiavano, che mi avrebbero per sempre odiato. Mi alzai dal letto ed indossai la felpa del ragazzo, faceva freddo per essere uno dei primi giorni di settembre. Indossai le pantofole e salii sul tetto, come facevo sempre quando volevo stare sola. Mi misi a sedere e fissai  le case che illuminavano il paesaggio sulle piccole colline dietro casa. Nel silenzio tra un gracidio di una cicala ed il rumore di una moto mi accendevo una sigaretta e pensavo. Alla mia vita, a chie fine avrei fatto, a mia zia che mi costringeva all'anoressia e alla protituzione e a Diego, che non meritava di vivere questo incubo con me. Lui diceva sempre che l'amore risolve tutto, che è l'alba di un nuovo giorno e cose così. In realtà io non credevo nell'amore, avevo un'idea del romanticismo molto diversa dalla norma. Adoravo Romeo e Giulietta non per la storia sdolcinata ed amorosa, ma solo per la fine che fanno. Trovo estremamente romantico i due amanti che si suicidono per stare insieme. Allora però, non potevo rendermi conto che 'l'alba di un nuovo giorno' sarebbe arrivata ore dopo l'alba del domani.
   Il giorno dopo l'autobus ci fece scendere, come sempre, alla nascita della ripida salita che ci portava a scuola.  salimmo su, su, fino al bar al di sopra della scuola e, quando scendemmo, li vedemmo.  Di schiena, appoggiati alla ringhiera che dava sulla scuola tre ragazzi ed una ragazza, sui vent'anni, osservavano i bambini che passavano per andare alle elementari. Noi riuscivamo a vedere solo dei fondoschiena (e che fondoschiena!) ma quando si girarono li vedemmo. Il più alto, il più grande avrà avuto 20\22 anni  capelli mori alla Elvis ed occhi piccoli e scuri; le sue labbra furono quello che più mi colpirono, grandi e carnose, facevano venire voglia di morderle ed il suo fisico, la sua t-shirt bianca e larga lasciava comunque intravedere i pettorali scolpiti che mi davano l'impressione di attrarmi magneticamente verso essi. L'altro dimostrava 18 anni circa, ma quasi sicuramente, dai suoi attegiamenti ne aveva di più, aveva i capelli lunghi, ma non troppo, ricci, ma non eccessivamente, ed erano un incrocio tra castano dorato e castano scuro. I suoi occhi verde scuro risplendevano al sole settembrino e i suoi modi dolci  mi facevano viaggiare con la amnte. Il terzo ragazzo è stato quello che mi ha colpito di più. Era il più basso tra loro, ma non era basso, sarà stato 10 cm più alto di me, aveva i capelli cortissimi e scuri, insieme agli occhi. Aveva una maglietta strettissima, lì dove gli si potevano contare gi addominali, fisicamente dimostrava 16 anni, mentre, per me, dai suoi gesti e il suo modo di muovere le labbra per parlare, ne aveva di più.
                        -Damn, Damn, Damn,
                          What I’d do to have you
                           Near, Near, Near
                          I wish you were here.-
Mi incantai per un attimo a guardarlo, con la sigaretta appena accesa che lasciava uscire fumo che si consumava nella mano destra.
La ragazza che era con loro, avrà avuto sui 19 anni, capelli corti, castani e stirati. Era bella, ma si vedeva che era solo amica dei ragazzi, e che non era la fidanzata di nessuno di loro, anche se si stava mangiando con gli occhi il ragazzo castano con gli occhi verdi, che ricambiava il suo sguardo.
Purtroppo la campanella suonò e noi dovemmo affrettarci ad arrivare in classe. Così dammo un'altro sguardo ai ragazzi, che se ne stavano andando verso la macchina e scendemmo gli sclini per arrivare all'entrata.
Scendendo mi sembrò che il ragazzo bruno da cui non riuscivo a staccare gli occhi, mi stava guardando.

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Capitolo 4
*** Walking through a dream I see you ***


                       -Walking through a dream I see you
                     My light in darkness breathing hope of new life
                     I pray in my heart that this dream never ends...-
Leona Lewis, I see you, la colonna sonora di Avatar.
Non so perchè ma era dal primo pomeriggio che l'ascoltavo, senza sosta,  da quando lo avevo visto, da quando i miei occhi si posarono per la prima volta su Nicolas, le note di quella canzone iniziarono a rimbombare nella mia testa. Nicolas. Era quello il suo nome. Renata lo aveva scoperto fra la seconda e la terza ora, stava per compiere 19 anni, veniva dal nord e studiava giurisprundenza. Il moretto con i capelli alla Elvis si chiamava Tòmas , lavorava come fotografo di compagnie pubblicitarie e aveva 21 anni, mentre invece il ragazzo bruno si chiamava Richard, ma si faceva chiamare Ricardo e studiava filosofia. Tutti e tre gloriosamente single. La ragazza che era con loro si chiamava Danielle, studiava medicina e,nel tempo libero, faceva la modella. Era la migliore amica di tutti e tre, e la ex fidanzata di Ricardo, Renata mi raccontò che erano stati insieme per quasi tre anni, ma poi qualcosa non ha funzionato e si sono lasciati. Mi raccontò anche che quasi due anni prima Nicolas evve una storia con una ragazza, abbastanza importante, che durò due anni, ma lei lo tradì una settimana prima del suo compleanno e così la mollò, mi disse che ci stava ancora tanto male per questo, e che ora gli rimane difficile fidarsi. Credo che Renata abbia saputo tutto da Danielle che le aveva chiesto un posto dove stare, perchè i ragazzi avevano trovato degli appartamenti in paese, e lei non se la sentiva di stare con loro. Così venne a stare da noi, ovviamente non le feci pagare l'affitto, era una grande casa, e moltissimi posti letto dove dormire, così quella sera, mentre io ero stessa sul pavimento freddo a fissare il soffitto dipinto a stelle dal padre di Candice ed ascoltavo I see you nell'iPod, intorno alla tv Danielle con Diego, Candice e Renata si stavano conoscendo. Quella sera non lavoravo così quella casa era molto più tranquilla.
    Erano più di  4 ore che ascoltavo quella canzone senza smettere, da quando ero tornata a casa alle 15, e pensavo a Nicolas, ma la batteria si scaricò, così fui costretta ad alzarmi e sedermi a parlare con loro sul divano.
-Allora....voi perchè vivete tutti insieme in questa casa? voglio dire...non siete minorenni?- intrapese il discorso Danielle.
-Beh vedi ognuno di noi ha problemi a casa, così stiamo da Deina, anche perchè per i nostri genitori non è un problema, loro non ci cagano minimamente- si affrettò a rispondere.
-Ma non credo sia così..- rispose Daneille -sono i vostri genitori, non possono non importarsene di voi-
-oh no Dani- esclamò Candice - è solo che tu sei stata fortunata con la tua famiglia-
-Qui tutti noi abbiamo storie tristi da dire sui nostri genitori- spiegai io
-Per esempio..-disse Renata
-C'è Candice-l'interruppe Diego
Candice annuì -I miei stanno cercando di avere un'altro figlio, maschio questa volta, ci provano a mesi, quasi anni, e io sono solo un'iltralcio per loro, quindi non c'è stato alcun problema a trasferirmi qui..-
Danielle stava per dirle qualcosa ma poi continuò Renata:
-I miei invece sono ricchi sfondati, cercano disperatamente di intraprendere una scalata sociale, pensano solo ai soldi ed al lavoro, io non esisto, non mi vogliono? bene, sono qui insieme agli altri!-
Danielle sembrava triste, Diego lo notò
-Beh...Dani se ti inttristiscono este storie io e Deina te le risparmiamo..-
-si beh...le nostre sono le peggiori tra tutte..- introdussi io.
Danielle sembrò non esitare rispondendo che le interessava, davvero, e che avrebbe cercato di non rattristirsi-
Diego si arrese -Okay beh..mia madre e mia madre volevano disperatamente un figlio maschio, dopo tre femmine già grandi mia madre rimase incinta di me, e quando mio padre seppe che ero un maschio era felicissmo, mi avrebbero voluto chiamare Matteo come il nonno, ma mio padre morì per un tumore al cervello un paio di mesi prima la mia nascita, così mi chiamarono Diego, come lui, e come secondo nome Matteo. Sono cresciuto con le mie sorelle e mia madre, ed hanno sempre cercato di accontentarmi, ma ora sono un peso per loro-
Vidi sul viso di Danielle una lacrima scendere e se ne accorse anche Candice  che inizio -Dani guarda che se ti rattristano queste storie ti evitiamo quella si Deina-
io annuii - Sì..la mia è piuttosto atroce Danielle, meglio che non te la racconti, per ora va bene cosi-
-No no, dai, ho sentito la storia di tutti, vorrei sentire anche la tua..-rispose Dani.
Mi rassegnai -Okay..mio padre era innamorato pazzo di mia madre, ma lei non lo ha mai ricambiato, lei aspirava a fare la modella e lui era solo un quasi-conte da quattro soldi, così  un giorno mio padre la fece ubriacare ...successe. Lei rimase incinta, non lo voleva, ma mio padre lo voleva un figlio qui le proibì di  abortire, ma tutto peggiorò quando entrambi scoprirono che era una femmina così  entrambi persero la convinzione di volere un figlio, e, dato ch era troppo tardi per abortire decisero di fare nascere la bambina e darla in adozione. Mancava solo un mese alla nascita ormai ma lei cadde in depressione, non voleva che passasse un'altro mese e che si continuasse a rovinare il fisico da Super Top Model, così decise di suicidarsi, lei morì ma i medici riuscirono a salvare sua figlia, che diedero a suo padre di 20 anni, lui la tenne con se per un paio di anni poi la abbandonò in un orfanotrofio dove, dai primi tre anni della bambina la malmenarono e picchiarono, al compimento dei suoi cinque anni di età la bambina scappò e trovò una casa dove viveva una signora, la sua zia adottiva che la crebbe come sua figlia. Quando la bambina compì finalmente 10 anni la donna iniziò a credere che poteva futtarle qualcosa, così le insegnò il mestiere della prostituta che, detto fra noi, è relativamente facile. E così eccomi qui, una quasi-tredicenne costretta all'anoressia ed alla prostituzione, autolesionista, drogata, fumatrice, alcoolizzata. Felice di essere qui- abbozzai un sorriso, poi ripresi -Ora non vorrei interrompere le nostre tragiche storie..-
-Ma è l'ora di una sigaretta per me e Deina- mi interruppe Diego, poi si alzo e sorrise, e ce ne andammo sul tetto.
Sempre pensando a Nicolas, facevo qualsiasi cosa pensando a Nicolas.
               -Damn, damn, damn..-

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Capitolo 5
*** Loro. ***


 -My mind is gone, I’m spinning round- Nicolas. Cry, Rihanna. Mi faceva pensare a lui, tutto mi faceva pensare a lui. Nicolas.
Erano dieci minuti che aspettavamo che la campanella suonasse, e che Danielle si portasse dietro Tòmas, Nicolas e Ricardo per andare a firmare le carte del contratto per lavorare come aiuto alla scuola. Dopo cinque minuti scesero gli scalini e mi ritrovai Tòmas e Danielle davanti che parlavano e, poco lontano, Ricardo, che cercava di convincere Nicolas a fare qualcosa, non sapevo cosa. Dopo qualche minuto i ragazzi se ne andarono, rimase solo Nicolas, che sembrava incerto nel fare qualcosa.
   Ripassavo a mente tutte le singole note della canzone, quando rimasi sola, sentii qualcosa sfiorarmi la spalla, quando mi giarai vidi Nicolas che mi accennava un sorriso
-Ciao- mi disse timidamente
-Ciao!- risposi al saluto, con un tono strano, ero nervosa, stranamente, non lo ero mai.
-Oh ehm...mi dispiace se ti ho disturbata..- disse imbarazzato e toccandosi ripetutamente i capelli -ti lascio subito in pace- disse girandosi ed andandosene.
-Ehy!-lo chiamai -non mi stai disturbando, te lo avrei detto se no!- gli sorrisi e lui si avvicinò verso di me, lentamente.
-Senti io evidentemente sto facendo una cazzata però..-
-Però..?- accennai io incoraggiandolo a parlare
-Okay te lo dico..Tòmas e Danielle si sono messì d'accordo per farci palrare- disse tutto d'un fiato e sedendosi davanti a me.
-Cosa?-dissi fingendomi incredula.
-Sii...poi beh okay stiamo parlando or a no?!- mi rispose balbettando
-Si ma...posso dirti la verità?- dissi ammiccando e lui annuì, così ripresi -se Tòmas non te lo avrebbe proposto e Ricardo non ti avrebbe costretto, tu non lo avresti mai fatto- abbozzai un timido sorriso e poi continuai -e, sinceramente, non ci stai riuscendo molto bene-
Lui annuì di nuovo e cominciò -Scusami è che...Dio non mi ricordo lontantamente come si faccia a...a...- si fermò un'attimo poi ricominciò -nulla, lascia stare-
Io gli parlai sopra -a rimorchiare una ragazza?- ammiccai di nuovo e lui ci rimase di stucco - senti, tu mi vuoi rimorchiare ma non hai la minima idea di come si faccia, non mi rendi le cose facili così-
Rise -si hai ragione!- soridemmo -Comunque piacere, Nicolas- mi fece u'latro sorriso e mi porse la mano.
-Piacere, Deina- anche io gli sorrisi .
Anche io gli porsi una mano per  stringerla ma lui me la baciò delicatamente, alzando gli occhi per guardarmi, io lo guardavo imbarazzata, fissandogli attentamente gli occhi, non mi era mai successo nulla del genere, con nessuno. In quel momento la campanella suonò ed io la maledissi a mente.
-Oh, devo andare, altrimenti faccio ritardo!- mi alzai e presi tutto quello che avevo lascianto in giro poi lui mi salutò dandomi un foglietto
-Questo è il mio numero, ciao e buona scuola!- mi fece un sorriso, ma io continuavo a fissargli le pupille che mi guardarono
             -I see me through your eyes-
Presi il foglietto e ricambiai il saluto con un sorriso, poi mi voltai e me ne andai.
    Entrata a casa dopo la scuola, ero sola, Diego era in giro con il motorino, Candice e Renata erano in paese con Danielle a fare shopping, sarei dovuta rimanere faccia a faccia con mia zia. Pensavo a lui, solo a lui, ero assente, non ce la facevo a lavorare.
-Buongiorno, Deina- mi salutò 'egregiamente' zia.
-Zia- la salutai con un cenno del capo
-Oggi devi lavorare?-
-Non lo so, dimmelo tu- le risposi svogliatamente.
-Ieri era il tuo giorno libero..credo che oggi tu abbia un appuntamento col figlio del politico, sii buona, può servici- mi arrangiò un sorrisetto falso e se ne andò.
Sospirai.
Presi l'iPod e selezionai All I Need dei Within Temptation, la adoravo, li adoravo.
Mi sdraiai sul letto e asoltai, con gli occhi chiusi visualizzando i suoi  occhi, grandi, castani, da cucciolo.
Pensavo.
           -You’ve opened the door now
            Don’t let it close-
Significava tanto per me.
           -Hai aperto la porta adesso
            Non lasciare che si richiuda-
Non lo avrebbe fatto. Forse non avrebbe dovuto iniziare.

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Capitolo 6
*** Dubbi. ***


Domenica.
Non aveva senso iniziare la scuola di giovedì.
Non lo avrei visto. Non lo avrei rivisto per il giorno intero. Mi mancava. Mi mancavano i suoi occhi.
La domenica era il giorno preferito dei miei amici, Diego passava tutto la giornata su e giù in motocross, Candice sarebbe uscita con uno dei suoi ragazzi e Renata in giro a comprare nuovi vestiti. Io di solito rimanevo da sola a casa a cazzeggiare in giro, senza sapere che fare ed a annoiarmi. Mi rimaneva Danielle.
Quando quella mattina le chiesi che programmi avvesse per la giornata mi rispose che sarebbe uscita con Tòmas e Ricardo in giro nei centri commerciali. Il mio primo pensiero fu Nicolas.
-E tu invece? che programmi hai?-
-Oh, rimarrò a casa ad annoiarmi tutto il tempo- risposi io, cercando di contenere la curiosità.
-Davvero? Dai hai solo un giorno per riposarti in tutta la settimana ed hai intenzione di sprecarlo così?-
Mi strinsi nelle spalle.
Non facevo mai nulla di domenica, mi annoiavo solo.
-Anche Nicolas rimane a casa tutto il tempo- riprese di colpo Danielle -Non ha voglia di uscire con noi, così rimane a casa, dice che si annoia in giro con gli amici..secondo me mi nasconde qualcosa..CI nasconde qualcosa-
La guardai come per dirle 'non ci fare caso' e lei se ne andò a prepararsi di sopra.
    Erano passate le tre di pomeriggio ed ero sola soletta in casa. Erano tutti usciti, persino zia era uscita, andata dall'estetista per tirarsi le rughe, missione impossibile anche per l'Altissimo.    Il massimo che ero riuscita ad ideare per passare il tempo era guardare la tv ed ascoltare la musica tenendomi compagnia con qualche sigaretta. Poi telefonò Renata, che avrebbe fatto molto tardi per via di una svendita in negozio, anche Candice che non sarebbe tornata a dormire e Diego che avrebbe cenato a casa con sua madre.
Ero sola. Lo ero sempre.
A forza di guardare tv ed ascoltare musica avevo consumato un'intero pacchetto di sigarette, così decisi di riposarmi un pò. Ero stanca, era stata una lunga e stancante settimana. Ero stanca di me stessa. Stanca della mia vita, della mia esistenza.
Presi l'iPod carico al massimo e lo selezionai sulla playlist di Avril Lavigne, poi mi allungai sul divano e chiusi gli occhi. Non mi importava degli incubi che avrei certamente fatto, oppure dell'insonnia che si avvicinava, volevo solo rilassarmi, per un pò, prima di tornare alla realtà.
Caddi in un sonno profondo per la prima volta dopo anni.
Sognai.
           -I'm looking for a place, searching for a face
            is there anybody here i know, cause nothings going right
           and everythigns a mess, and no one likes to be alone-
Avril Lavigne, I'm with you. ''Sto cercando un luogo sto cercando un viso, non c’è nessuno qui, lo so perché sta andando tutto storto, e tutto è confuso, e a nessuno piace stare solo''.
E' come se quel pezzo di canzone l'avessi scritta io per Avril.
Questa è stata l'ultima cosa che ricordo prima di sognare. Non facevo un sogno piacevole da anni ormai, sempre se lo avessi mai fatto.
       Nicolas era con me, al tramonto, in una spiaggia del sud, eravamo soli, nessun'altro. Ridevamo, scherzavamo, ci divertivamo, ed ero felice. Davvero felice. Nell'aria si diffondeva la voce della Lavigne che cantava ''take me by the hand, take me somewhere new' e lui mi guardava, negli occhi. Mi sentivo strana, come se per gli ultimi tredici anni avessi cercato qualcosa che era parte di me, ed ora c'era, era finalmente lì, con me. La musica in sottofondo terminò, e mi sentii avvampare il viso quando lui mi si avvicinò ancora di più e, stringendomi forte ai gomiti mi sussurrava qualcosa
-Ti Amo, ti amo piccola, e ti prometto che non ti lascierò mai, non staremo mai separati, te lo prometto, perchè ti amo.-  mi sorrise con gli occhi.
Qualcosa mi svegliò.
Il cellulare nella tasca della minigonna di pelle stava vibrando. Un messaggio. Mi alzai di scatto e mi tolsi le cuffie, lòa prima cosa che vidi nel messaggio fu il mittente, N. Era Nicolas. Lo avevo chiamato così perché Diego non avrebbe potuto capire chi fosse.
'' Ehy Deì! Danielle mi ha dato il tuo numero :) mi ha detto anche che ora sei a casa sola ad annoiarti a morte...come mai non sei  voluta uscire con i tuoi amici?   -Nico''
Non potei fare a meno di sorridere leggendolo. Mi affrettai a rispondere
'' Nicolas, ciao! Danielle ti ha detto giusto, per la verità la domenica preferisco rilassarmi invece di uscire. Anche tu sei solo soletto nel tuo monolocale a contare le ragnatele sul soffitto, perchè non sei voluto uscire con Tòmas e Ricardo? -D. ''
Sperai che mi rispondesse. Mi tremavano le gambe, se fossi stata in piedi sarei caduta a terra per la tremarella. Vibravo come il cellulare quando riceve un sms. Mentre aspettavo la sua risposta e mi calmavo mi misi ad ascoltare la sua canzone, quella che gli avevo dedicato, Wish you were here.
Quando il cellulare vibrò per la seconda volta non mi fece troppo senso, ma mi fece sobblazare, invece, quello che vi era scritto nel messaggio.
''Non mi andava di uscire, ero stanco! Ascolta, ti va di uscire adesso? non è nè presto nè tardi per un uscita, ti vengo a prende con la macchina e andiamo al parco ..diciamo tra...un'ora? :)''
Tremavo.Questa volta di più. Accettai, come potevo rifiutare. Ma un'ora passava troppo velocemente, come avrei dovuto vestirmi? come avrei dovuto truccarmi? o comportarmi? che cosa avrei dovuto dire? e se non saremo andati d'accordo?
Non sapevo nulla suai ragazzi, sapevo la parte tecnica, quello che loro volevano dalle ragazza ma...il resto?
Sarebbe stata la mia prima uscita VERA con un ragazzo che non mi volesse solo per il mio culo. Mi sarei divertita e tutto sarebbe andato bene.
Addio stile goticho. Sarei stata al naturale, per quella sera, per lui.

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Capitolo 7
*** You are the only exception ***


Come faceva a sapere dove abitavo? Forse glielo aveva detto Danielle. Erano un paio di minuti che lo aspettavo in strada sicura che, se saremo andati in giro, nessuno avrebbe capito che ero io.
Mi ero tolta le ciglia e le unghie finte, la tintura mora dai capelli e le lenti a contatto nere. Non ricordavo di avere i capelli di quel colore, tra il castano ramato e biondo, erano lisci, come se fossero stati piastrati, ma io nemmeno l'avevo una piastra per stirarli.
Mi ero passata solo un pò di smalto trasparente e un pò di matita marroncina agli occhi che si vedeva appena, ed i miei occhi color miele risaltavano al sole. Nessuno mi ricordava così. Blue Jeans stretti a vita bassa con una cintura nera di Pucca ed una t-shirt fuxia e viola della Tokidoki. Avevo spento il cellulare, non volevo che nulla ci disturbasse.
   Una macchina nera e sportiva passò a 15o km/h nella salita della collina, mi passo davanti, si fermò un paio di metri dopo di me e, dallo sportello del guidatore uscì lui. Nicolas si tolse i Carrera marroni che portava sul naso e se li spinse sui capelli, mi guardò attenta mente e sorrise. Feci per muovermi e lui girò intorno alla macchina e mi aprì la portiera. Nessuno, nessuno lo aveva mai fatto per me. Per strada parlammo così, del più e del meno, e lui non si permise per nulla di guardarmi  il davanzale o di toccarmi, come facevano tutti, fissava la strada e, qualche volta, si rigirava verso di me e mi sorrideva.
Adoravo come lo faceva. Sorrideva con gli occhi e con le labbra, i suoi occhi grandi da cucciolo, le sue labbra rosee da baciare. Non so come, non so cosa, ma lui mi faceva sentire strana, non so in che modo, non so per quale motivo.
Quando lui parcheggiò e scendemmo dall'auto e ci incamminammo verso il parco. Parlavamo e parlavamo, di tutto, di me, di lui e, per strada mi offrì un gelato, un caffè, una granita, e fu gentilissimo con me. Al parco ci sedemmo su una panchina, intorno ad una enorme fontana circondata da siepi e, tra un sorriso ed un'altro dovemmo intraprendere discorsi più seri
-Ok- iniziò lui - ci siamo, discorso imbarazzante sugli ex- disse ridendo, e mi contagiò con la sua risata
-Noo- risi un'ultima volta - ok dai, quante ex hai avuto?-
Lui sembrò rifletterci, un pò con sarcasmo e un pò per davvero, alla fine decise di rispondere -Va bene, te lo dico, ma non ridere!- fece una pausa poi ricominciò -Tre ragazze, una quando avevo 12 anni, poi c'è stata Danielle e poi la più importante per me, ci sono stato due anni, si chiamava Romina..-
Romina..
-Ah..e, perchè è finita?-
-Io la amavo, la amavo davvero- era serio -ma poco prima del mio diciottesimo compleanno lei mi tradì con il mio migliore amico, che mi raccontò che mentre eravamo fidanzati la dava a chiunque- si intristì, ed anche io mi sentii  un pò triste nel vederlo così -Sai- riprese -Io sono stato solo con lei in quel senso, non mi sarei mai sognato di tradirla, nè di farla soffrire, ma io per lei ero solo un gioco-
Feci un piccolo sorriso verso i suoi occhi che fissavano l'acqua della fontana che scorreva
-Le troie sono ovunque, Nicolas, mi dispiace che sia capitato ad un bravo ragazzo come te, ce ne sono molte così-
-E' che..sai lei è stata la prima per me, e non sono stato con nessun'altra dopo lei, non la dimentico- poi tolse la sua espressione triste dal viso e mi fece -E tu? ha mai..?-
Risi -No, non l'ho mai fatto e non ho mai avuto un ragazzo- dissi tutto d'un fiato.
-Certo, non puoi averlo fatto, sei troppo piccola per questo!- disse come se fosse ovvio
-Sicuro?- gli domandai con voce squillante -Moltissime persone non sarebbero d'accordo con te, sai?-
Mi guardò come se gli stessi parlando di cose inesistenti
Feci una smorfia e continuai -In realtà sono single per scelta, praticamente tutti i ragazzi che conosco vorrebbero mettersi con me, oppure vorrebbero semplicemente che gliela dia, quindi  sono io che non mi metto in gioco, non gli altri che non si avvicinano a me-.
   Un paio d'ore dopo mi riportò a casa, e mi accompagnò fino alla porta, aprendomi la portiera della macchina e aiutandomi a scendere. Gli chiesi anche se voleva entrare ma disse di no perchè era tardi, così lo salutai e aspettai che partisse.
   Entrata a casa trovai Diego, Candice e Danielle, evidentemente avevano ripensato alla loro serata fuori per stare a casa di notte. Quando mi videro rientrare vestita in quel modo Diego mi chiese dov'ero stata e cosa avevo fatto, ma avevo il mio sorriso a 32 denti stampato in  viso, e quando lui finì la frase scoppiai a ridere come una ritardata ed andai in bagno a farmi una doccia.
Intanto pensavo.
                     -You are the only exception-

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Capitolo 8
*** Just stay strong ***


 La storia andava avanti così da due mesi.
Nicolas era diventato, insieme a Diego, il mio migliore amico.     Naturale è il fatto che lo vedevo in modo molto divero da questo. In tutto il tempo che passavamo insieme lui non si permetteva mai di guardarmi, o di toccarmi. Era strano. Ma provavo comunque per lui qualcosa, qualcosa che non avevo mai provato prima.  Per fortuna però, lui non si era accorto del lavorov che facevo, nè avrei mai voluto dirglielo. Avrebbe spezzato tutti i rapporti con me all'istante. Così, pur lavorando, lo tenevo all'oscuro d tutto.
    Era sabato. Un freddo sabato di novembre, non pioveva nè era nuvoloso, c'era un finto sole in cielo, accompagnato da un arcobaleno sbiadito. Sarei dovuta andare in paese con Nicolas quella sera, a mangiare la pizza, solo noi due. Come ogni volta nel quale uscivamo incieme, avevo dubbi epici su come vestirmi o come truccarmi. Tutte le volte, con lui, ero al naturale, senza lenti a contatto colorate, tinture per capelli o 10 kili di trucco addosso, ma non rinunciavo comunque al nero o a qualche dettaglio goticho.
Mancavano 10 minuti e lui sarebbe arrivato. Solita fifa. Quella volta accentuai qualche dettaglio nei miei abiti. Pantaloni aderenti di pelle nera, maglia a maniche lunghe e collo alto bianca con qualche disegno coperta da un piccolo gilet di pelle, capelli raccolti in un'unica lunga treccia e orecchini e collenare con croci. Matita nera e pesante sugli occhi.
Ero pronta. Speravo in quell'uscita.
    Quaranta minuti dopo eravamo uno di fronte all'altro in una piccola, moderna pizzeria nel corso che ingoiavamo gli ultimi pezzi della pizza ordinata
-Allora, come va la scuola?- chiese senza saper più di cosa parlare
-Normale, non  scrivo i compiti per casa, non studio, non sto attenta a lezione...e tu? i tuoi preparativi per l'esame di dicembre?-
-Vanno avanti- si limitò a rispondere, poi inghiottì un boccone e ricominciò -Se non mi sbaglio- disse muovendo il dito -Tu alla fine di dicembre compi 13 anni, giusto? Un pò piccola, no?!-
Accennai una piccola e timida risata, ero nervosa
-Si- risposi -beh sono piccola è vero, ma non troppo stupida-
-Andiamo ho sei anni in più di te!- disse accennando al mio bicchiere riempito di birra -Quando sarò un ventunenne tu avrai 15 anni, una bambina-
-Grazie per ricordarmelo- feci finta di essere offesa, ma in realtà ero divertita.
-Senti...- disse abbassando al voce -Dammi dieci minuti, finiamo, pago e usciamo, ho voglia di parlare di cose serie- disse come per minimizzare
E fu così.
Dieci minuti dopo eravamo uno affianco all'altro che camminavamo su e giù per le illuminate vie del corso
-Di cosa volevi parlarmi?- iniziai io
-Ce l'hai il ragazzo? Dico..qualcuno che ti piace?- Il suo tono era strano così decisi di non dirgli la verità
-Perchè me lo chiedi?-
-Così, per chiedere..dici sempre che ci sono dei ragazzi che vorrebbero stare con te, ma non approvi mai nemmeno un di loro-
Era la verità. Ma cosa voleva fare?
-Beh certo ci sono anche moltissime ochette che ti sbavano dietro ma tu non ti metti mai con nessuna- rigirai la frittata
-Hai ragione, verissimo.-
Arrivammo al parco. Ci fermammo sul ponte sul laghetto delle anatre, a guardare la gente passare
-Così...il tuo cuore non è occupato- mi chiese, con la sua voce dolce
-No, non ancora almeno- risposi alla domanda, continuando a guardare il lago, distratta.
-Bene...-
-Bene..?- chiesi io girandomi con il corpo verso di lui
Un minuto di silenzio.
Intorno a noi il nulla, solo il ronzio del rumore delle persone che parlavano.
   Fece un piccolo sospiro e fece un passo verso di me. Io guardavo in basso, con la bocca semiaperta, respirando affannosamente. In realtà io non avevo mai baciato nessuno, non davo mai baci ai miei clienti, troppo intimi. Poi non era davvero quello il problema, lui non sapeva chi stava per baciare, non sapeva chi io fossi davvero e non immaginava in quanti guai si stava per cacciare.
   Si stava avvicinando a me ripiegandosi col busto, aveva gli occhi già chiusi ed un piccolo sorriso sulla bocca. Avrei tanto coluto attaccarmi alle sue labbra e non staccarmici più, baciarlo epr ore fino a che non smettesse di respirare, ma per lui, dovevo controllarmi.
Ispirai, presi aria e riempii i polmoni, tremavo.
-Forse..- balbettai nervosa -forse è meglio andare, si è fatto tardi- mi rigirai e mi incamminai.
Mi sentii malissimo.
  Lui era lì pronto a baciarmi, a farmi capire cosa provava per me, ed io lo avevo liquidato con un ''si è fatto tardi'' sperai capisse che era per il suo bene.
   Nel viaggio di ritorno nessuno dei due parlò nè si azzardò a respirare fino a che non arrivai a casa. Quella volta mi veci lasciare nella strada provinciale sopra la collina dove abitavo, così da poter tornare a piedi. Prima di scendere presi un sospiro ed aprii la portiera, lo salutai e, senza dire niente, ripartì. Non era mai successo.
Tutte le volte che ci ritrovavamo i n giro insieme lui mi guardava sempre il viso per strada, e sorrideva, mi apriva la porta dell'auto sia per scendere sia per salire e mi salutava cordialmente, sempre. Questa volta, niente di tutto questo, mi ero comportata malissimo.
La discesa mi parve più ripida del solito, le gambe riuscivano a malapena a frenarmi prima di cadere, e mi facevano male. Non avevo nemmeno il coraggio di entrare a casa, mi fermai davanti il portone, con gli occhi chiusi che lacrimavano. Non ricordo l'ultima volta che piansi, dovevo essere molto piccola, col tempo avevo imparato a tenermi tutto dentro e a sopravvivere così, ma se per Nicolas versavo di nuovo delle lacrime, significava che lui per me era importante, davvero importante.
Nel silenzio della sera, oltre al miagolare dei gattini, si sentivano dei bisboglii in cucina, dentro casa e mi insospettii, era zia, insieme ad una voce amschile. Riconoscevo quella voce.
Aprii la porta con la chiave che avevo in tasca. Alla mia entrata loro smisero di parlare e mi guardarono. Gli salutai dandogli la buonasera, cercarono ndi parlarmi ma si fermarono quasi subito
-Scusatemi- esordii -scusatemi se vi disturbo, prendo solo la chiave della mia camera e poi vi lascio- abbozzai un sorriso e presi la chiave
loro mi fissavano a bocca aperta, come se mi stessero guardando per la prima volta
-Ecco fatto- dissi girnadomi verso l'uscita -'notte zia, 'notte papà-

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Capitolo 9
*** He's more than a man ***


 -There's nothing I can say to you
        nothing I could ever do to make you see
        what you mean to me-
Piangevo. Non mi importava che quel buono a nulla di mio padre fosse tornato a rompere, mi importava solo di Nicolas. Era tutta la notte che andavo avanti con I Will Be di Leona Lewis, e continuavo a piangere, bevendo vodka alla pesca e fumando un pacchetto dopo l'altro di sigarette. Nico non avrebbe mai capito, lo avevo fatto per lui, non immaginava quante persone si sarebbe ritrovato contro se avesse fatto quello che voleva fare e...non volevo pensare a come si sarebbe sentito quando avrebbe scoperto quelle cose su di me. Provavo qualcosa per lui, non so cosa fosse ma era qualcosa di forte.
Non lavoravo da una settimana, avevo detto a zia che 'ero in quei giorni' anche se non era vero, almeno avrei potuto evitare di sentirmi peggio di così,a nche se peggio non si poteva stare. Era domenica e sarei rimasta tutto il tempo a casa, sarei potuta uscire ma il mio umore me lo impediva. Le domeniche le passavo con Nicolas, ridendo e scherzando camminando nelle campagne o stando sul tetto e respirando l'aria pura lì in alto.
Distesa sul letto, nelle orecchie sentivo il suono della voce di  Leona e piangevo, piangevo come non avevo mai fatto prima di allora. Solo allora realizzai  quanto lui sapesse poco di me; non sapeva che fumassi, non sapeva del mio lavoro, dei miei genitori e dei miei tutori. Non glielo avevo mai detto, non avevo mai avuto il coraggio di dirglielo.
Non volevo scendere dal letto, non volevo scendere in cucina, non volevo vedere mio padre e non volevo vivere.  L'unica cosa che sapevo è che da allora, da quel giorono stavo ricominciando a limitarmi ad esistere.
Erano le undici passate e di sotto c'era un gran casino. Sarei scesa se non fossi stata in uno stato pietoso, e se non ci fosse stato papà di sotto. Ma dovevo armi coraggio. Misi su una vestaglia nera coi teschi e, con l'eyelinear e la matita sfumate lungo il viso e gli occhi gonfi, iniziai a scendere. Salutai mio padre, Diego e Candice arrivando. Non gli diedi il tempo di dirmi qualcosa che me ne andai immediatamente in bagno; presi la solita lametta e mi sedetti a terra, mi tagliai più profondamente possibile il braccio sinistro, lungo un'arteria. Per un momento, sperai di morire. Può sembrare esagerato, tutto questo per un bacio non dato, ma era strano è come se capissi di provare un sentimento forte, fortissimo per lui, forse era amore, forse lo amavo.  Se era così la parola 'amore' era troppo sottovalutata; non so come spiegare quello che provavo, solo sapevo che a me bastava lui fosse felice. Se lui era felice, io ero felice.
   Quando uscii dal bagno, venti minuti dopo, gocciolavo ancora di sangue, ma non mi importava.
-Allora?- Danielle mi si presentò davanti
-Allora che?- risposi io svogliatamente
-Com'è andata ieri sera?-
Sospirai -non voglio parlarne-
-Okay- non gliene importava -volevo solo sapessi che li ho invitati a pranzo, per festeggiare il viaggio di Romina-
Sgranai gli occhi -come?-
-Romina è venuta qui per stare un pò con noi, sai? Voglio c he  tu la conosca, andrete di sicuro d'accordo, avete molto in comune!-
'si siamo entrabe delle puttane senza speranza' pensai
-E..per curiosità, dove vive?-
Ti prego non con Nicolas,
ti prego non con Nicolas,
ti prego..
-Oh- disse lei -credo stia nel monolocoale con Nicolas, glielo abbiamo chiesto ieri sera, quando è tornato dall'uscita con te, ha detto che aveva proprio bisogno di parlarle, che voleva riallacciare i rapporti con lei, in tutti i sensi- fece una pausa e continuò facendo un super sorriso da sognatrice -non sarebbe fantastico se si rimettessero insieme e superassero tutti i loro problemi?- mi fece, e se ne andò.
Pregai che nessuno nei dintorni sentisse il frastuono del mio cuore che si spezzava.
All'improvviso avevo voglia di uscire. Di uscire di casa e ndi tornare a notte fonda.
-Ehy, figliola- mio padre impedì gloriosamente alle lacrime di sbucare dai miei occhi
-Papà-
-Che hai?- chiese preoccupato
-Nulla-mentii -Scusa, possiamo parlare dopo? Ora esco, non mi sento bene-
Mezzogiorno.
Mi vestii con fretta per andare da qualche parte, in qualche posto lontano. Avrei 'preso in prestito' lo scooter di Diego. Arrivò un'auto e parcheggiò davanti casa mentre uscivo. Mi stavo maledendo, li stavo maledendo.
Uscii e, come se fosse stato programmato, mi ritrovai davanri Romina. Una diciottenne alta dieci centimetri in più di me, cinque in più di Nico. Capelli lunghi e mossi, mori e viso angelico. Era vestita seriamente da troia. Ma era indiscutibilmente bella.
Sospirai e mi feci da parte, non mi degnò di uno sguardo. Uno dei ragazzi cercò di salutarmi, ma Nicolas aveva gli occhi fissi sulla porta, mi chiesi se mi avesse notato. Entrai nel garage e uscii con la moto, partendo a 100 km\h in salita, rischiando di cadere. Avrei tanto voluto cadere. Morire sbattendo la testa. Cessare di esistere. Tanto: chi se ne sarebbe accorto?
                    -He's more than a man
                  and this is more than love
                the reason that the sky is blue-
Questo era quelloc eh provavo. Rihanna mi capiva. 'Lui è più di un uomo, ed è più di un semplice amore, è la ragione per cui il cielo è blu' Unfaithful.
Cosa sarebbe successo se mi avrebbe baciato? E se ora si sarebbe rimesso con Romina? No, non  avrei potuto sopportarlo. Non per il patto che Romina non ero io, perchè sapevo che, sicuramente, lo avrebbe fatto soffire, e se sarebbe successo, nemmeno la mia esistenza aveva più una via di scampo dalla morte. Se lui stava male io stavo 10 volte più male. Non se lo meritava.
''People say that into each some rain must fall''
''Le persone dicono che in ogni vita deve cadere un pò di pioggia''
Ma a me ne cadeva troppa.

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Capitolo 10
*** I Miss the old He ***


Era passata una settimana. Non avevo aprlato con nessuno. Nè con Diego, nè con Danielle e una volta dati i soldi a mio padre lui scomparve. Quel giorno eravamo usciti un'ora prima da scuola ed eravamo saliti su in paese al parco, avevamo chiamato Tòmas, Ricardo e Danielle perchè venissero con me, Diego e Renata. Candice era in giro con il suo 'boyfriend' a pomiciare, e noi giravamo tranquilli nelle stradine intorno al parco. Quando però passammo davanti al parco giochi, io mi sentii improvvisamente male. Tutte le mamme con i bambini  piccoli che giocavano, donne con i pancioni che portavano i passeggini, o padri che spingevano i loro figli sull'altalena. Chissà cosa si provava. Avere una madre, un padre. Quelli li avevo anche io. Ma chissà cosa si provava ad avere dei genitori degni di quel nome, che ti amano, che ti fanno sentire a casa, che ti rimboccano le coperte prima di dormire, che ti cantano la ninna nanna e che ti sgridano quando ti comporti male. Avrei tanto voluto poter essere uno di quei bambinic he giocavano con i loro amichetti. Avrei dato qualunque cosa per essere uno di loro.
Un piccolo particolare mmi sfuggì a prima vista. Un ragazzo ed una ragazza attaccati ad un albero, uno con la lingua in gola all'altro, da 20 secondi si stavano scambiando effusioni in pubblico, senza staccarsi ami l'uno dall'altra. Non ci volle nulla per capire chi fossero. Il mio cuore mancò gli ultimi battiti.  Romina con le amni dentro le mutande di Nicolas e lui che le ficcava la lingua in gola da un tempo indeterminato. Il mio respiro si fece affannoso. L'emozione fu troppo forte. Negli ultimi passi le mie gambe cedettero, caddi e svenii. Il mio ultimo sguardo fu rivolto ai due che, nonostante il rumore del mio mancamento continuarono a darsi da fare, davanti a tutti.
    Un'ora dopo mi risvegliai a casa mia, sul divano, con una sacca di ghiaccio sul ginocchio che sanguinava, la testami girava e la bocca si muoveva senza che io potessi controllarla. Tremavo. Non c'era nessuno intorno a me. Come immaginavo. Si sentivano balbettii fuori dalla stanza. Dicevanoc he era un calo di zuccheri, che ero troppo magra e non mangiavo abbastanza. Dovevano solo capire una volta per tutte che io avrei mangiato se mi fosse stato permesso. Ma non era così. Tolsi il ghiaccio dal ginocchio e mi alzai in piedi, camminando normalemente, come sempre, velocmente ed agilmente.
Passando davanti la camera da letto di zia uscì fuori e mi fermò
-Stasera lavori- esordì
-Ah, chi stavolta?- chiesi normalmente
-Uno nuovo, si chiama Tòmas, abita in paese, è giovanissimo, quindi non dovresti avere problemi con il...beh si con l'apparato riproduttivo maschile- abbozzò un finto sorriso e se ne rientò in camera.
Tòmas. Cazzo. Se Nico mia vesse visto...non volevo imamginarlo.
   Quella sera arrivò troppo presto. Aspettavo l'orario giusto da mezz'ora, sotto gli appartamenti dei ragazzi. Erano le otto ormai, aspettavo le otto e mezza di sera per entrare a casa di Tòmas. Non so perchè mi ero fatta accompagnare così presto ma, poi lo capii nda sola. Verso le 20:10 uscì dal palazzo Nicolas. Il respiro mi si fermò per un istante. Io feci finta di nona verlo visto, ma lui non potè farne a meno
-Deina?- chiese come se sapesse che non ero io
-Nicolas- dissi come per salutarlo, squadrandolo dall'alto in basso e poi tornando a fissare la strada
-Che fai qui?-
'come se ti importasse'
-Aspetto una persona- mi limitai a rspondere - e tu? esci?-
-Si- disse chinando il capo -vado a cena con Romina-
-Che c'è state insieme ora?- non potevo resistere
-Si, problemi?-
-No no per carità- mi affrettai a rispondere -eri tu quello che ripeteva che era solo una troia che la dava qua e là senza preoccuparsi di nulla- dissi noncurante
Lui mi guardò stupito ed io ricambiai lo sguardo
-Beh- rispose dopo un pò -ho cambiato idea ed abbiamo riallacciato i rapporti, più di prima-
-Bene- mi limitai a dire
-Perchè non mi parli più?-esordì senza motivo -fai finta di non conoscermi-
-Sai- risposi calmamente io -potrei farti la stessa domanda-
E me ne andai dentro il palazzo.
Il fatto che avrei dovuto farmi Tòmas mi dava su i nervi, diedi il meglio di me. Ma avevo paura. Era pur sempre uno degli amici di Nicolas. Io ero solo un oggetto. Bene. Cercai di essere buona. Di non essere troppo puttana. Mi si spezzava il cuore. Sempre. Ero triste, davvero ora.
Mi mancava Nicolas, com'era prima.
I Miss The Old He.

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Capitolo 11
*** I didn't See that ***


Niente incubi.  Nè sogni cè incubi. Avevo dormito 8 ore filate senza alcun disturbo. Non mi ricordo qual'era stata l'ultima volta che avevo dormito così tanto. Quando mi svegliai mi ci volle un pò di tempo per capire dove mi trovassi,  accanto a me non c'era nessuno
-Tòmas- gridai. Niente.
Doveva essersene andato.
Ero completamente nuda, e non avevo voglia di alzarmi da quel comodo e morbido letto, ma dovevo. Mi alzai coperda dalle lenzuola e mi chiusi i bagno a fare una doccia. Venti minuti dopo ero in camera da letto che mettevo apposto il casino che avevamo combinato la sera precedente, e cercavo i miei vestiti. Non trovavo il mio regiseno, ma era tardi e dovevo adare. Carcai di fare il più piano possibile uscendo dalla porta, sperando che nessuno mi sentisse o mi vedesse. Se qualcuno mi avrebbe scoperto non so cosa avrei detto, nè cosa avrei fatto. Qualcuno=Nicolas.
Troppo tardi.
-Dei?-
Nicolas stava per bussare alla stanza di Tòmas, proprio mentre stavo uscendo. Me lo ritrovai davanti, a un palmo dal naso.
-Nicolas! Che piacere vederti!- balbettai con voce tremante.
-Che fai qui?- chiese sorpreso.
Cosa cazzo gli avrei detto? Che diamine avrei fatto?
Merda. Ero fottuta.
-Cosa ci faccio qui?- schizzai -tu vuoi sapere cosa faccio qui...- Mi stavo spremendo le meningi  ma nulla.
-Si, voglio sapere perchè stai uscendo dalla camera di Tòmas- cercò di spiegarmi meglio
-Ehm..sai Tòmas è stato così gentile..con me- continuai a balbettare -era tardi e lui mi ha offerto di dormire in camera sua mentre lui era fuori- feci una risatina nervosa
-Ah- rispose tranquillo Nico -bene..come torni a casa?-
-Ehm..non so, mi arrangerò-
-Se vuoi...-si fermò
'Se voglio cosa? Dai cazzo, cosa vuoi chiedermi?'
-Se vuoi- riprese -potrei riportarti io-
Sentii un rumore dentro me
-Devo passare da quelle parti, ti lascio all'inizio della salita, devo passarci- abbozzò un piccolo sorriso
-Ah...ok- risposi timida
-Si?- chiesi
-si, certo- annuii
E andammo.
Durante il viaggio nessuno dei due fiatò. Come l'ultima volta che mi riportò a casa. Dieci minuti dopo mi lasciò davanti all'inizio della discesa di casa mia
-Beh allora...- iniziò a dire
-Ci vediamo- conclusi io con un piccolo sorriso
-Si, ci vediamo- sorrise e se ne andò.
La situazione in cui lui mi aveva trovata non era delle migliori. Speravo che Tòmas non gli parlasse della notte con me. Me ne vergognavo. mi vergognavo di quello che ero.
    Novembre era quasi finito. Mancava poco a dicembre, alle feste di Natale e al mio tredicesimo compleanno. 13 anni. 13 fottuti anni passati a limitarmi a esistere, a riempire un insignificante posto nell'elenco dell'anagrafe. In realtà non esisteva nessuna Deina, solo la sua data di nascita e le sue accuse di prostituzione. Ma nessuna anima e nessuna vita che la rappresentasse. Sulla mia tomba ci sarebbe stato scritto 'Deina Myah Sinophis nata il 29 - 12 - 1997 morta il  giorno del suo ventesimo compleanno, dimenticata da tutti, amata da nessuno'. Venti anni. Avrei vissuto solo altri 7 anni, se non di meno. Mi sarei suicidata allora, se non prima. Se non per qualcuno, se non per qualcosa.
Ogni giorno della mia esistenza realizzavo sempre di più che se in quel preciso momento il mio cuore avesse smesso di battere e i miei polmoni di respirare, a nessunos arebbe importato, non si sarebbero nemmeno disturbati di mandarmi all'obitorio, mi avrebbero lasciato lì a marcire. Nessuno mi amava, ma chiunque persona io conoscessi mi odiava, sopratutto le ragazze, le ragazze a cui avevo preso il ragazzo, e me lo ero fatto. Perchè me lo aveva chiesto lui; anzi non chiesto, imposto, ma loro erano troppo ottuse e non capivano che ero costretta. Nessuno capiva, nessuno mi capiva, mai.
    Avrei dovuto alvorare anche quella sera, ma nulla di concreto. Dovevo solo fare la escort per un ragazzino della prima, per il pomeriggio, al parco. Fu più facile ed immediato di quel che credevo. Finii  con un'ora di anticipo ed ebbi anche una bella mancia. Così decisi di andare al bar a prendermi un gelato intanto che aspettavo Diego col motorino a riprendermi. Meglio che sorpassi sul soggetto che incontrai al bar
-Ehi Deì!- Tòmas in compagnia di Ricardo, che mi salutavano sorridendo come degli idioti
-Ciao Tòmas! Ciao Rich!- ricambiai il saluto sorridendo e loro si avvicinarono
-Allora, come mai qui?- chiese disinvolto Rich
sbuffai -lavoro, solo noioso, incostante lavoro, voi? Come mai non siete a casa a rilassarvi?-
-Nicolas si sta dando da fare con Romina...- Iniziò Tòmas
-...che sentirli fare le loro cose ci deprimeva un pò- finì Richard
-E così siete qui come dei cretini a mangiare un gelato invece di godervi un porno live?- dissi sdrammatizando
Stavo cercando di nascondere i pezzi rotti del mio cuore sotto la pelle, ma sapevo che sarebbero usciti fuori da lì a poco.
-Oh certo,  gli sfigati senza ragazza che seguono ogni piccolo partiocolare del suo migliore amico mentre si fa la sua- contestò Tòmas
-Vero, poi che a noi le ragazze nemmeno ci cagano, e qul tappetto si è rimediato quella strafiga di Romina-
-Ricordiamoci  che è una troia ed è la sua ex- dissi muovendoci verso un tavolo coi gelati in mano -per lui è stato più facile conquistarla se già sapeva come fare-
-Vero- approvò Rich
-Poi io sono l'unico nel gruppo a cui non interssa lontanamente una ragazza...Nicolas ha Romina, Richard pensa a...- Ricardo gli diede uno strattone talmente forte da far traballare il tavolo
-Nessuno- si affretto a dire -assolutamente nessuno al momento-
-No...proprio nessuno- disse Tòmas sogghignando
-Certo, e questo nessuno per caso ha i capelli corti...castani...sempre piastrati...e il suo nome inizia per D..?- dissi sorridendo
-Come...- era imbarazzato -come fai a saperlo
-Vedi? Non è un segreto!- esordì Tòmas
-Semplice, la guardi nello stesso modo con cui Nicolas guarda..-
Non ce la facei a finire la frase, deglutii pensando che il problema fosse la gola, ma in realtà il problema si trovava più giù dalla gola, semplicemente al mio cuore si era frantumato un altro insignificante pezzo, ed era caduto sul pavimento calpestato, anche quest'ultimo dalle parole vere e taglienti che stavano per uscirmi dalla bocca.
-Okay è vero- confessò  Ricardo -da quando ci siamo lasciati un'anno fa non sono più riuscito a dimenticarla ma- si girò verso me e mi guardò - Deì, promettimi che non le diarai niente-
-Si è fatto tardi- risposi -devo fare qualche commissione prima che Diego venga a riprendermi-
Rich cercò di balbettare qualcosa ma non ci riuscii
-Ah Deina, ieri notte hai lasciato una cosa in camera mia- mi disse balzando in piedi e porgendomi qualcosa
-Il mio regiseno!- lo presi e lo misi in borsa -dov'era finito? L'ho cercato dappertutto!-
-Era finito sopra l'armadio, chissà come ci è arrivato lassù!- ridemmo insieme
Richard ci guardava sconcertato. Non mi importava avesse sentito, tanto era ora che qualcuno di loro lo sapesse.
-Ah e Rich- dissi mentre me ne andavo -non credere che tra te e Danielle sia finita, c'è ancora qualcos'altro-
Non gli diedi il tempo di ripsondere che mi girai e me ne andai.
-I didn't see that-
It's All for You - Leona Lewis
-Non voglio vedere questo-.

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Capitolo 12
*** Quien te Crees ***


''Buongiono stella *-*''
Andava avanti così da giorni. Tòmas mi continuava a mandare SMS dolcissimi, senza alcun motivo. Mi paiceva che lo facesse, mi faceva sentire bene. Iniziavo a pensare che gli piacessi. Anche lui a me mi piaceva, e molto, ma Nicolas non si toglieva di mezzo, c'era sempre, in ogni cosa che facevo, che dicevo, che pensavo. Tòmas stava diventando un ripiego. Mi invitava a uscire da tre giorni e parlavamo visa SMS da cinque. Non si avevano notizie di Nicolas, nè Tòmas nè Richard sapevano nulla, solo che era rimasto chiuso in stanza con Romina tutto il tempo, senza uscire per nulla, da quando mi aveva riaccompagnata a casa. Allora si che mi serviva un ripiego, Tòmas era perfetto e per me c'era sempre.
Quel giorno sarei dovuta andare a casa da Tòmas, non per lavoro, lui mi aveva invitato a cena. 'Un'uscita a quattro' aveva detto, ma con chi? In fondo al cuore sperai che fosse con Ricardo e Danielle, erano una bellissima coppia insieme, se solo lo avessero capito loro, sarebbe stato meglio, molto meglio.
Verso le 17 mi misi in viaggio 'presi in prestito' la moto da cross di Diego per arrivare in paese, non ci avrei messo molto a 120 km1h  cinque minuti buoni sarebbero bastati. Infatti, sei minuti dopo ero davanti casa di Tòmas che aprivo la porta per salire. Come se non bastasse, appena aprii il portone mi ritrovai davanti Nicolas
-Perchè?- si limitò a dire
-Buon pomeriggio anche a te- gli feci e lo sorpassai per salire le scale
Ma lui mi prese per la spalla e mi fece rigirare con forza. Me lo ritrovai con i suoi occhi a cinque centimetri dai miei che respirava affannosamente ed era visibilmente arrabbiato. Rosso di rabbia
-Perchè lo hai fatto?- urlò. Mi starttono con forza e mi fece cadere, per poco non sbattei la stesta sullo spigolo dela scala.
-Ehi calmati!!- cercai di fermarlo -fatto che? Io non ho fatto nulla!-
Mi prese il fianco e mi avvicinò di nuovo  a lui e ricomincio a parlare
-Perchè sei stata con Tòmas?- mi sussurrò guardandomi negli occhi. Ormai i nostri nasi si sfioravano.
Ero rimasta a bocca aperta -te lo ha detto lui?- Tremavo.
Annuì con forza -Perchè? Non me ne capacito- mi lasciò andare spingendomi delicatamente -Credevo che tra noi ci fosse qualcosa!- alzò un pò di più la voce -Non me lo aspettavo da te...col mio migliore amico poi-
Tirò un pugnoc ontro il muro e ammaccò il cartongesso; per la forza con cui lo aveva fatto trattenni il respiro. Stavo avendo paura. Paura di lui.
-Anche tu- dissi a bassa voce -ti sei rimesso con Romina..anche se sai che ti farà soffrire di nuovo, come prima-
Si avvicinò a me -Non devo darti spiegazioni di quello che faccio- disse con voce roca
-Beh, nemmeno io-
-Ah no?- disse ancora più arrabbiato
-No-
Tirò in calcio alla ringhiera di ferro delle scale, che si piegò creando una piccola curva sul fondo. Era davvero forte. Non lo avrei mai detto.
-Allora spiegami- disse più arrabbiato che mai -Perchè quel giorno al parco...- la sua voce era tutta d'un pezzo -perchè quel giorno mi hai rifiutato? eh? Su spiegamelo, non riesco a capirlo-
Cercavo di aprir bocca per darle fiato, per far muovere le corde vocali ma nulla. Lui continuava a blaterare cazzate e non mi faceva parlare.
-...E poi sei andata con Tòmas, come se tu andassi con tutti..-
-Io non ho voluto baciarti perchè...-riuscii a dire
-Perchè? Su dai parla, sono tutte orecchie-
-Perchè...non te lo meritavi..- mi stavano uscendo delle lacrime dagli occhi, e la mia voce era rotta, tremava, come ogni singola cellula del mio corpo. Non voelvo vederlo così, non avrei mai fatto nulla per fargli del male.
-Ah bene, non me lo meritavo- chiuse i pugni e si chinò verso di me trattenendo la rabbia -senti ragazzina, tu non sai proprio nulla di me-
Abbassai lo sguardo -beh nemmeno tu di me-
Sembrava trattenersi a mala pena dal picchiarmi. Sapevo che non lo avrebbe fatto, ma mi faceva paura.
-Certo come no!-
Ricominciò ad urlare, e a blaterare, continuando a chiedermi perchè lo avessi fatto.
Per fortuna di sopra non potevano sentirci, le pareti erano a doppio strato, non si sentiva alcun suono di sopra.
La storia andava avanti da un paio di mintui, lui urlava ed io non riuscivo a rispondergli, ma a un certo punto non riuscii più a trattenermi e gli urlai contro
-Perchè sono una puttana!- riuscii finalmente a dirgli
Lui ci rimase di merda. Immobile a bocca aperta a fissarmi.
-Contento ora? Mia zia mi costringe alla prostituzione da quando avevo dieci anni, è per questo che sonoa ndata con Tòmas, è per quasto che non voelvo baciarti!- poi abbassai un pò la voce e mic almai leggermente -perchè non sapevi chi stavi baciando, non sapevi per quale oggetto tu stessi provando qualcosa, così ho dovuto allontanarmi da te, per quanto ti volessi, ho dovuto farlo, per proteggerti-
Silenzio.
Digrignò i denti e chiuse i pugni. Continuava a fissarmi senza tregua poi, senza preavviso mi diete uno spintone facendomi sbattere al muro con la schiena, mi aveva fatto male, ma non volevo darlo a vedere. Poi si scagliò su di me e schiacciò il suo petto contro il mio impedendomi di respirare
-Allora ora- sussurrò con voce rotta e arrabbiata -mi darai quello che voglio-
Attaccò le sue labbra sulle mie con forza. Incominciò a baciarmi con tutta la forza che aveva. Bruciava. Quel bacio brucava. Non avrebbe dovuto. Faceva male, premeva con tutta la potenza che aveva su di me e, per quanto quel  bacio mi facesse sentire bene, allo stesso tempo mi faceva sentire male, per come lo faceva: con violenza.
Si staccò da me -ora questo me lo farai pagare?- disse disprezzandomi e uscì fuori sbattendo la porta.
Dopo un pò, quando ebbi il coraggio di alzare lo sguardo, vidi Romina sul pianerottolo delle scale che mi fissava. Mi fece un cenno e salì chiamando il nome di Tòmas. Non era lì da molto. Avevo incominciato ad avvertire la sua presenza solo quando Nicolas mi aveva baciata. Aveva visto abbastanza da metterlo nei guai.
Rigiarai i tacchi e mandai un messaggio a Diego dicendogli di venirmia  prendere, e un'altro messaggio a Tòmas dicendogli che non mi sentivo bene e non sarei andata da lui.
   A casa mi chiusi in camera mia, con la playlist degli RBD a palla nelle orecchie,  con la sigaretta in mano, la bottiglia di vodka di fianco e la lametta conficcata nel polso sanguinante. Cercai di non prendermela troppo. Da quel momento in poi avrei fatto solo il mio lavoro, niente conplicazioni.
              -Es que no me importa un carajo,
                 si el mundo se viene abajo-
Aburrida y Sola.
''E' non mi importa un cazzo, se il mondo va a pezzi''.

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Capitolo 13
*** Farewell my Soul. Farewell my Heart. ***


             -What you see is not what you get
          with you there's no measurement
         the way to tell what's real from what isn't there
                   your eyes they sparkle
         that's all changed into lies drop like acid rain
             you washed away the best of me
                        you don't care-
RBD - Gone. La versione inglese di Me Voy. Adoravo quella canzone. La mettevo e la rimettevo sull'ipod  mentre facevo jogging al parco in paese. Erano passate solo 24 ore dalla discussione con Nico, ma non ci facevo più caso.
Dopo una ventina di minuti, rallentai il passo e incominciai semplicemente a camminare; spensi l'iPod, lo riavvolsi e lo rimisi in tasca alla tuta. Sentii una presenza dietro di me. Capii subito ci fosse, ma continuai a camminare. Dopo dieci minuti la presenza non si staccava dal seguirmi, così mi decisi.
Mi fermai  e mi girai di colpo. Proprio come mi aspettavo. Nicolas a un palmo dal mio viso, mi stava seguendo
-Credevo ce l'avessi con me- dissi sarcastica
-Infatti ce l'ho con te- ribbattè
-Ah, davvero?- gli risposi con voce ancora più sarcastica -allora perchè mi stavi seguendo?- chiesi avvicinandomi a lui con la faccia
-Non ti stavo seguendo!-
-No, infatti stavi solo camminando a esattamente tre metri da me da più di mezz'ora, non ahi fatto nulla-
-Senti..- cercò di spiegarmi -sono qui solo perchè voglio dirti che non voglio più vederti-
L'ultima scheggia rosea del mio cuore fece posto a un  enorme buco nero e, cadendo, si era frantumanta in milioni di microscopici pezzettini, ma aveva fatto più rumore di una qualsiasi sparatoria, e più danni di una qualsiasi bomba atomica.
-Non voglio più sentire parlare di te- continuò -non voglio nemmeno sentire la tua presenza, sentire che esiste e che respiri-
La mia espressione era rimasta indifferente, tutto quello che era successo era successo dentro di me
-E detto questo...-riprese
-Detto la cazzata più grande della tua vita- continuai -puoi anche sparire nel nulla lasciando dietro qualche piccola grande bugia detta a una qualsiasi puttana- concusi
Sospirò e se ne andò.
Anche io sospirai ma, rigirandomi, ebbi una brutta sorpresa.
Romina mi fissava a braccia conserte e, dietro di eli due uomini grandi e grossi con delle spranghe di ferro in mano
-Bene, bene, bene-esclamò -qui c'è qualcuno che se la fa con il mio ragazzo-
-Romina, perchè non ti fai spiegare da quello stronzo di Nicolas tutto quelloc he vuoi sapere? Io nonc 'entro nulla- dissi svogliatamente
-Certo, certo, senti io capisco che sono solo una troia che la da in giro, come mi piace definirmi, ma in confronto a te, io non sono nulla-
-Cosa vuoi? Farmi sentire una zoccola? No perchè già mi sento così, ti evito il disturbo, ma grazie del pensiero-
-Oh no, zoccola è poco, voglio fartela pagare, per tutto quello che mi hai, fatto, che ci hai fatto-
-Farmela pagare? Scusa, ma che ti ho fatto? Credo di avere un vuoto di memoria-
Non avevo paura, il massimo che potevano fare era uccidermi a colpi di sprangate, ma non era nulla in confronto a quello che mi aveva fatto Nicolas, niente poteva eguagliare quel dolore, nemmeno la morte più atroce. Uccidendomi mi avrebbero solo fatto un favore.
-Ragazzi-
Romina fece cenno agli uomini dietro di lei di avvicinarsi e di iniziare
-Tesoro, è stato un piacere averti conosciuto-
-Vorrei poter dire lo stesso- sbottai
Romina si girò e se ne andò come se nulla fosse.
L'ultima cosa che ricordo era un pugno in faccia, un calcio alle ginocchia e un sprangata alla schiena. Poi il nulla.

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Capitolo 14
*** I'm here ***


Erano passate quattro ore. Era sera. Da un tempo interminabile ero affacciata alla grande finestra dell'ospedale a guardare la vita della gente migliorare, senza di me. Nella sala d'aspetto c'erano tutti tranne la zia. Candice e Renata appoggiate alla parete, a bocca e occhi sbarrati, Diego era andato dal dottore da venti minuti ormai, egli gli avrebbe detto che per me era finita. Tòmas guardava attonito il pavimento, era in piedi, la bocca semiaperta e il viso rigato dalle lacrime; Ricardo e Danielle erano seduti, l'uno fra le braccia dell'altra, finalmente avevano dichiarato il loro amore, ero felice per loro. E poi c'era Nicolas, in un angolo della saletta, seduto su una sedia di elgno scassata, era ripiegato su sé stesso con il viso coperto dalle mani e poi Romina, indifferente ed annoiata appoggiata ad una parete, era evidente che non vedeva l'ora di andarsene.
Mi staccai dalla finestra e mi diressi verso il letto. Mi sentivo leggera, senza problemi, pronta ad andarmene, guardavo il mio corpo, ridotto malissimo, le gambe entrambe fratturate, le labbra e i graffi sul collo che sanguinavano ancora. Il mio corpo era sdraiato sul letto, con tutti i tatuaggi in vista ed era tenuto 'vivo' da una macchina che permetteva al mio cuore di battere e ai miei polmoni di dilatarsi.  Non avevo il coraggio di guardare oltre il vetro della stanza che dava sulla sala d'aspetto, dove tutti stavano aspettando mie notizie.
Non è comico? Per tutta la vita ho pensato che se fossi morta a nessunos arebbe importato ed ora tutte quelle persone stavano rinunciando a una serata in compagnia e divertimento per stare in ospedale con me.
Alla fine mi feci coraggio e guardai. Gli altr erano dispiaciuti, chi più, chi meno. Ma il mio sguardo cadde su Nicolas. Era lì impotente sul da farsi. Non avrebbe potuto fare nulla. Attravarsai la parete e arrivai alla sala d'aspetto. Non potevano vederli, ero solo io, solo la mia anima. Invisibile agli occhi del corpo, ma non a quelli del cuore. La prima cosa che feci fu inginocchairmi davanti a Nicolas e prendergli i polsi con le mani. Ebbe un brivido. Allora tolse le braccia dal viso e chinò il capo. Io mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai parole d'amore. Che andava tutto bene, che sarebbe andato tutto bene, davvero. A quel punto gli vidi una piccola lacrima nascergli dagli occhi, accarezzandogli le guancie e finire nelle sue labbra. Proprio allora arrivò Diego con le imformazioni dei medici. Il primo a chiedere fu Tòmas
-Allora?- si affretto a chiedere staccandosi dalla parete -come sta? ce la farà?-
-Il medico dice- iniziò lo strazio, appena Diego aprì bocca -che le gambe si rimprenderanno, basta solo una fasciatura e, anche se ha perso molto sangue, basterà una piccola trasfusione...il problema è al cervello e alla schiena..-
-Cos'ha che non va?- chiese fra le lacrime e i singhiozzi Danielle
-Ha avuto un fortissimo trauma cranico, quasi mortale, ma non del tutto da morire sul colpo e...un paio di vertebre della colonna vertebrale sono state fratturate..- riusciva a malapena a trattenere i singhiozzi
-Non hai risposto alla mia domanda, Diego- riprese cercando di mostrarsi forte -ce la farà?-
Deglutì -I medici dicono che c'è più del 90% di possibilità che....-
-Che..?- chiese inpaziente Tòmas
-Che muoia o che rimanga un vegetale per il resto della vita- disse con voce rotta
Quando Diego pronunciò quelle parole, Nicolas balzò in piedi e sio accostò alla finestra della mia camera, senza dire una parola, mentre gli altri incominciarono a singhiozzare più forte di prima e, Tòmas tirò un pugno al muro per la rabbia e ricominciò a piangere.
A quel punto io mi avvicinai a Nico e gli poggiai la mano sulla spalla, rabbrividì.
-Nicolas- sussurrai -se solo potessi vedermi..sentire che ci sono..io sono qui, ti sento, ti vedo- esclamai
Si girò di scatto e si appoggiò al muro
-Sii forte. Io ci sono, ci sarò sempre-conclusi
Poi fece pochi e lenti passi fino alla sedia, sospirò e si sedette.
La prima a rompere il ghiaccio fu Romina, con una delle sue enormi cazzate da dire
-E allora? Morirà! Tutti noi qui moriremo, ine, senza pianti  o tristezze è così che va la vita-
-Cosa?- Tòmas riusciva a stento a trattenersi
-Si! Scusate ma morirà, punto. Nulla che noi possimo fare, si stacca la spina, si fa una bella funzione in chiesa, si canta Te Puedo Escuchar al rinfresco e finisce là la storia-
Te Puedo Escuchar, di Anahi. Era una delle mie canzoni preferite, l'ascoltavo sempre, era bellissima. Ogni sua singola parola era bellissima. Pensai subito alle sue note lente. Te puedo escuchar...
-Scusami?- sbottò Tòmas
-Ma ti senti quando parli?- si unì anche Diego
-Si, andiamo, vogliamo piangerla per tutto il tempo e basta? E' morta, è finita, punto- ribbattè Romina
-Ma tu sentila- disse fra sé e sé  Richard
-Cioè ma....Oddio, Nicolas dille qualcosa tu!- sclerò Tòmas
Ma Nicolas non si mosse, sembrava non ascoltare, si limitava ad essere là, a fissare il pavimento con una espressione neutra, con il petto che si schiacciava contro le rotule della ginocchia e riusciva a malapena a respirare.
Io feci un  piccolo sorriso e mi inginocchaii di nuovo davanti a lui, gli accarezzai il viso e gli feci sentire che c'ero.
-Nicolas?- chiamò Diego, e la stessa cosa venne ripetuta più volte da Tòmas e Rich.
Danielle fu la prima ad accorgersi che qualcosa non andava
-Nicolas? Nicolas che c'è, che hai?- gli chiese dolcemente
Lui fece in finto sorrisò e si tirò su
-Io la amo- disse -io la amo e non riuscirò mai a dirlo-
Scoppiò in lacrime, la sua voce era tremante.
Romina se ne andò sbuffando, indignata per quello che le era stato detto.
Presi il viso di Nicolas fra le mani
-Ooh Nico...- dissi commossa -sapevo che sotto sotto un pò di bene me ne volevi anche tu, non so cosa significhi ma ci tengo a dirti che ti amo anche io, più di quanto puoi immaginare-
Si alzò -E' tardi ragazzi, potete andare a dormire, resterò io qui, resterò per tutto il tempo qui con lei, sempre-.

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Capitolo 15
*** You make me wanna die ***


-And I want you in my life
         and I need you in my life
          you can’t see me no
               like I see you
           I can’t have you no
            like you have me-
You di The Pretty Reckless. Taylor Mosmen è un genio. ''E ti voglio nella mia vita e ho bisogno di te nella mia vita, non puoi vedermi no come ti vedo io, non posso averti no come mi hai tu''. Era una delle poche cosare che ricordavo del mondo reale prima che rimanesse solo la mia anima a vagare in un  vecchio ed inefficente ospedale. Erano passati giorni, settimane, mesi, quattro mesi. Nicolas veniva tutti i giorni e mi portava fiori, e mi parlava. Certe volte, molte volte la settimana lui dormiva in ospedale per non lasciarmi sola. Passava interi pomeriggi e giornate a parlare con me, mi faceva sentire i suoi saggi per l'univesità, mi ripeteva le preparazioni per gli esami, mi faceva ascoltare le canzoni che aveva conposto con la chitarra. Dio io nemmeno sapevo che sapesse suonare uno strumento! Gli avrei voluto parlare, avrei voluto dirgli che lo amvao anch'io, che mi mancava, che avrei potuto aiutarlo a studiare a passare gli esami, che sapevo cantare, che avrei potuto scrivere canzoni con lui, cantargliele e suonargliele con la chitarra ed il mio violino. Il mio violino. Se non lo avevano dato via. Gli altri, Candice, Renata, Diego e i piccioncini Richard e Danielle si erano arresi, persino Tòmas. Invece Nicolas diceva che anche se non mi sarei mai più ripresa lui sarebbe rimasto sempre, perchè mi amava. Non me lo aveva mai dimostrato. Ora però lo stava facendo.
Era primavera. Era passato il mio compleanno e quello di Nicolas, ora lui aveva diciannove anni ed io tredici. Era passato il ventunesimo compleanno di Ricardo e il quattordicesimo di Diego. Quante cose mi ero persa.
Avevo passato quei mesi con addosso quei vestiti orripilanti di quando mi avevano picchiata, seduta sul letto d'ospedale che guardavo, dalla serratura della porta, i medici passare di qua e di la, e le signore felici per i loro figli che avevano ripreso conoscenza. Per fortuna la mia camera era singola così non dovevo sopportare drammi di altre famiglie, quando la mia non se ne preoccupava.
Mi mancavano tutti, persino mia zia. E poi nessuna notizia di mio padre. Ero in agonia da mesi e lui niente, ma andava bene così, avevo Nico.
-Buongiorno mia piccola stellina- esordi Nico, entrando nella stanza con un sorriso stanco sul volto.
Era bello passare le nottate solitarie a guardare impotente il mio corpo inerme che muoveva il torace a ritmo grazie ad un respiratore artificiale, e contare i battiti precisi del mio cuore smuovere le linee verdi sullo schermo nero. Allora il mio cuore sembrava tanto un albero, era lì fermo che consumava ossigeno ma nessuno lo considerava un elemento intelligente o quantomeno pensante.
La parte piu orribile era vedere Nico. Io ero abituata alla vista del mio corpo - strano dirlo ma ero stata di peggio durante le mie crisi di astinenza da eroina - ma lui era una tortura. E vederlo era una tortura.
-Come andiamo oggi?- mi chiese, sostituendo i gigli bianchi che si erano seccati alle rose rosse che mi aveva portato quel mattino.
Due settimane che non si tagliava la barba, i capelli che erano piu lunghi di quelli di Danielle, e due occhi vitrei che potevano benissimo essere scambiati per quelli di un gatto morto sull'autostrada. Piu magro di prima e con la pelle giallastra, con le borse sotto gli occhi e la voce roca, ogni volta che entrava nella mia stanza e mi vedeva immobile sul letto sfoggiava un sorriso che avrebbe spezzato il cuore a qualsiasi donna per la tristezza che nascondeva fra le labbra.
-Amore mio!- gli esclamai balzando in piedi. Se solo avesse potuto vedermi, o sentirmi, o sapere in qualche modo che io ero lì. -Io sto bene! Sto benissimo quando ci sei tu!- mentii. -Ma tu come stai? E non dirmi bene che non ti credo! Amore mio.. Tesoro... Hai mangiato? Riposato? Fatto una doccia?-
-Mi sei mancata, stanotte- su sedette ad un lato del letto e prese la mano del mio corpo, io mi girai e gli poggiai una mano sulla spalla, preoccupata. -Ti ho sognata, non ho mai smesso di sognarti, da quattro mesi a questa parte-
-Cucciolo mio..-
-Piccola, come stai?- chinò la testa su di me e la poggió sul mio collo, sdraiandosi su di me. La mia mano, allora gli corse lungo la schiena. Ah, se avesse potuto sentirmi.
-Me lo hai già chiesto amore mio.. Tesoro.. Sei il mio tesoro..-
-Ti fa male la pancia?- mi mise una mano sul basso ventre con delicatezza, avrei tanto voluto sentire quel tocco.. -Il dottore dice che potrebbe succedere, dato quello che facevi.. Ma tu me lo dici se ti fa male qualcosa, vero?-
-Ma certo tesoro mio!- mi stesi di fronte a lui. -Ma la prima cosa che ti direi è che ti amo-
Mi scostó una ciocca di capelli e poi, senza preavviso scoppio a piangere. E se c'era una cosa che odiavo da morire era vedere un ragazzo piangere.
-No ti prego no, non piangere per favore- anche io iniziai a creare qualche lacrima, vedendo lui che non si accorgeva delle mie carezze. -Fa male, tanto male..-
-Ti hanno detto che succede oggi?- gli scese una lacrime lungo il viso. -Cosa? Cosa dovevano dirmi?- ero stupita
-Questo pomeriggio ti staccano la spina. Morirai- cominciò a piangere
-Oh-
Scesi e girai intorno al letto, fino ad arrivare al suo lato, poi mi sedetti sulle sue ginocchia e lo accarezzai
-Non piangere su- gli sussurrai -meglio che loro uccidano me, pittusto che io uccidi te-
-Non ce la faccio- disse tra i singhiozzi -mi manchi troppo, non avrei dovuto trattarti così male; sai ricordo a malapena il tono della tua voce, o il tuo sorriso..-
Era la prima volta che me lo diceva, dopo quattro mesi passati a parlarmi, era la prima volta che me lo confessava.
L'unica cosa che volevo in quel momento era rientrare nel mio corpo e saltargli addosso, riempirlo di baci e stringerlo tanto da non farlo respirare, ma non sapevo come fare.
    Passarono ore, tutta la mattinata se ne andò e l'ora tanto temuta arrivò. Erano le 16, e Nico era ancora là che mi parlava, ed io ero lì che lo ascoltavo e gli rispondevo, anche se sapevo che non poteva sentirmi, mi faceva bene parlargli.
Alle 17 sarebbero venuti tutti a darmi l'estremo saluto, e sarei morta, per sempre. Era orribile, soprattutto ora che avevo trovato qualcuno che mi volesse per quello che ero e non per il mio culo
-E quindi...-sospirò Nicolas dopo un minuto di silenzio
-E quindi stai per salutarmi..-dissi io facendo un grande respiro -...per sempre-
-Senti ora devo dirti una cosa- disse prendendo coraggio -in questi mesi non ho avuto il coraggio di dirtelo, ma ora che tutto sta per finire...devi saperlo- prese la mano del mio corpo.
Lo sentivo su di me, come se mi stesse toccando, sarei voluta tornare lì, nel mio corpo, nella mia casa.
-Io..io ti amo Dei..so che te l'ho già detto ma...quando mi hai detto di essere quello che eri, ho avuto paura, ecco perchè ti ho trattata così male- fece una pausa, gli scese una lacrima -se tu fossi qui, davanti a me, e mi dicessi che provi, almeno un pò, quello che provo io per te, non esiterei un secondo a proporti di stare con me, per sempre-
Iniziarono i singhiozzi e guardò l'orologio. Meno mezz'ora
-Manca poco- sospirò -sono felice di avertic onosciuto Deina, sono felice di averti amato, anche se non ho mai potuto dimostrartelo, non ti dimenticherò mai- mi accarezzò il viso, mentre le alcrime bagnavano le lenzuola bianche.
Poi qualcosa cambiò.
Si avvicinò al mio corpo e si chinò su di esso. Mi accarezzò dolcemente i capelli, potevo sentirlo su di me, sentivoa nche il suo respiro affannato e caldo sulla mia pelle, stava per succedere. Si avvicinò ancora di più e poi....
Mi sentii evaporare, stavo scomparendo. Era finita.
Mentre vivevo i miei 'ultimi momenti di vita' ricordo perfettamente il calore delle sue labbra sulle mie, mi baciava dolcemente stavolta, non come prima. Era il bacio più dolce che avessi mai ricevuto, nulla lo eguagliava.
Dopo pochi secondi ero evaporata del tutto, la mia anima era scomparsa per sempre. Ero morta.

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Capitolo 16
*** I'm with you ***


Alzai il braccio dal letto e misi la mano sul suo collo, così da spingerlo più forte possibile verso di me. Vedevo tutto completamente nero ma sentivo la musica nell'aria, sentivo la sua presenza, il calore delle sue labbra sulle mie e la dolcezza della sua bocca nella mia. Stavo semplicemente rispondendo al bacio meglio che potevo.
   Presi il suo viso con tutte due le mani e mi tirai su con la schiena, mi misi seduta, mentre le nostre labbra erano ancora unite e lui continuava a baciarmi. Quando ci staccammo ci ritrovammo seduti sul letto uno davanti all'altro, le nostre dita intrecciate e i  nostri respiri che si mischiavano. Lui mi guardava fisso negli occhi e fece un piccolo sorriso, io feci lo stesso
-Deina- sussurrò con felicità -sei qui-
-Devo esserci- gli sussurrai io prendendogli le mani -dovevo risponderti-
-Rispondermi?- chiese aggrottando la fronte -rispondermi a cosa?-
-Tu mi hai confessato di amarmi poco fa, per l'ennesima volta-
Ci rimase di stucco, a fissarmi
-E' ora che anche io te lo dica, Nicolas, io ti amo, ti amo più di qualsiasi altra cosa, non fare mai nulla che potesse far male, mai-
Lui sembrò cercare le parole giuste per rispondermi ma alla fine fece un sospiro e ricominciò a baciarmi accarezzandomi i capelli. Era tutto così perfetto.
    Qualcuno, però, entrò dalla porta senza bussare
-Nicolas!- Diego -mi dispiace se sono venuto un pò in anticipo, ma volevo salutare De...-
Ci fissava a bocca aperta mentre continuavamo a baciarci, senza aver bisogno di respirare, eravamo un l'ossigeno dell'altro, ormai.
-Deina?- fece Diego -scusatemi...ma sono un pò confuso- si grattò la testa
Noi ci staccammo ed iniziammo a ridere a crepapelle, senza respirare, nemmeno allora
-Okay scusami, Diego, ma preferivo vivere, invece che essere uccisa-
Ci abbracciammo, tutti e tre, insieme.
    Una settimana dopo ero stata dimessa dall'ospedale, dopo gli accertamenti, io e Nico stavamo insieme, certoc 'erano particolari ancora da definire, io avevo tredici anni e lui dicciannove, non tutto sarebbe andato bene, anzi quasi nulla, ma eravamo felici, e questo ci bastava.
Eravamo a casa mia, a coccolarci sul divano, guardando i cartoni animati in televisione, la porta era chiusa, cosicchè nessuno avrebbe potuto disturbarci,  ma qualcuno disturba sempre. Bussarono
-Deina?- la zia.
Diedi uno spintone a Nico, che atterrò in un batter d'occhio sulla sedia
-Posso entrare?-chiese
-Lo hai già fatto-sbuffai io
-Bene- contestò -ero venuta solo ad avvisarti che oggi lavori-
Mi venne un colpo al cuore
-Come...lavoro?-
-Si, farai la escort per il figlio dell'idraulico, solo per il pomeriggio- fece per chiudere la porta -Ah- la riaprì leggermente -ricordati di fare la brava!- uscì.
Feci un enorme sospiro ed appoggiai la schiena allo schienale del divano, mi coprii il viso con le mani
-Ecosì..-iniziò Nico -oggi ti farai qualcuno..-
Feci una smorfia e mi  inginocchiai davanti a lui prendendogli le mani
-Ti prego- gli dissi guardandolo intensamente negli occhi -portami via da qui, ti prego-
Gli appoggiai la testa sulle gambe e lui mi accarezzò, poi si chinò su di me
-Certo- mi sussurrò dolcemente -Lo farò, perchè ti amo- mi baciò una tempia ed io sorrisi.
Come facevano ad esistere dei ragazzi come lui? Così dolci, che pensavano alla felicità delle persone che amavano e non alla propria. Sapeva che quello era il mio lavoro, non replicò nulla, perchè sapeva che sarebbe arrivato un tempo nel quale saremo esistiti solo io e lui, e nient'altro.
        Era luglio.Certamente avevo passato gli esami di terza media (che domande). Nicolas invece si era laureato (a pieni voti!! Aveva preso il massimo, il mio tesoro). E, purtroppo, io e Nicolas dovemmo perlare di cose che non avremmo mai voluto dirci. Lui era meggiorenne, veniva una famiglia ricca e benestante, io ero sottominorenne e non avevo nemmeno una famiglia, sarebbe stato troppo difficile per noi, ma andavamo avanti, ci bastavamo, tutto sarebbe andato meglio. Non facevamo l'amore. Era perchè se ci avrebbero scoperto mia zia lo avrebbe denunciato per pedofilia, e non potevo permetterlo, avevo paura che gli accadesse qualcosa, così evitavamo. Non era una scusa, era solo una delle verità, è che avevo paura, ero stata una prostituta per tanto tempo che avevo paura di sbagliare qualcosa, o di esagerare. Non voelvo, lo amavo. Ma avevo anche paura che mi lasciasse, lui diceva che mi preoccupavo troppo, forse, ma forse avevo anche ragione.
Lui mi aveva proposto di andare con lui al nord, sapevo che non amavo quella parte della nazione, avevo sempre preferito il sud, poi lui diceva che sarebbe stato per poco, doveva trovare un lavoro e poi ci saremmo trasferiti. Era la metà di luglio quando adammo ad abitare nel suo appartamento, pochi mesi e ce ne saremo andati.
Pfff perchè lo amavo così tanto?

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Capitolo 17
*** E' finita ***


Era enorme. Non sembrava un appartamento, ma una reggia. In confronto ad esso casa mia era una capanna senz'acqua; okay, pessima similitudine. Ma c'era una pessima notizia, i suoi genitori lo avevano educato 'per bene' (l'esatto contrario di me) così quando ci trasferimmo ebbi una brutta sorpresa di cui lui non mi parlò. Il giorno in cui arrivammo a casa, lui mi aveva accennato che non saremo stati completamente soli, ma non immaginavo che una super modella avrebbe abitato con noi. Si chiamava Andhie, era norvegese o qualcosa del genere, bionda ossigenata e, come minimo, portava una settima di regiseno; che ri era rifatta le tette era praticamente evidente, io portavo solo una quinta senza imbottiture, praticamente affianco a lei scomparivo. Chiaramente Nico non poté dire che eravamo fidanzati, al nord sono molto rigidi su questo. Così le inventò che ero sua sorella minore, che spiegava il perchè dormivamo nello stesso letto e perchè ci eravamo trasferiti insieme.
    Pagava l'affitto ai genitori di Nicolas, per darle una mano con gli studi all'università, così la facevano alloggiare da lui, perchè il suo appartamento era grandissimo. Mi ci vollero solo un paio di minuti per capire che lei cercava di farselo. Niente di strano, Nicolas era attraente (molto) ed era ricco, niente di strano che lei fosse 'interessata' a lui. Io e lui pensavamo che le nostre disgrazie possero appena finite, invece stavano aspettando di iniziare.
All'inizio la situazione tra lui e Andhie non mi dava fastidio, insomma Nicolas era bellissimo, ed un bravo ragazzo, laureato e con un ottimo lavoro, e mi amava, sapevo che mi sarebbe sempre stato fedele, ma lei gli girava intorno un pò troppo. Insomma io e lui insieme durammo due settimane.
Stavamo aspettando che passasse quel mese che serviva a Nico per essere ammesso a lavoro, poi saremo tornati a casa; era un giovedì se non erro, io e  Nicolas avevamo passato tutta la mattinata a coccolarci sul divano, mentre quell'ochetta senza cervello di Andhie era ad uno stge per puttane. Appena sarebbe tornata avremmo dovuto di nuovo continuare a fingere di essere fratello e sorella, e sopportare le sue avance a Nico; appena rientrò, nel primo pomeriggio, non avevo voglia di sorbirmi di nuovo tutte quelle cazzate su 'io ho vent'anni, tu hai vent'anni, su scopiamo' quindi decisi di andare a fare la spesa, non sapevo quello che sarebbe successo in mia assenza. Naturalmente io non c'ero ma esporrò i fatti come me li raccontò Nicolas tempo fa.
Io ero appena scesa dal palazzo e stavo prendendo la bicicletta dal garage sottostante, Andhie guardava dalla finestra e aspettava che me ne andassi, per fare quello che aspettava da giorni. Aveva una mini-minigonna di pelle nera, una giacchetta di cotone blu opaca con totto un microscopico top che le copriva a malapena il seno. Praticamente era una puttana, più di me, e per superarmi ce ne voleva.
Si allontanò dalla finestra lentamente e si sedette sul divano affianco a Nicolas, apparentemente preso da una rivista di sport
-Allora..- disse col suo forte accento straniero -così siamo rimasti soli..-
-Si- rispose senza farci caso Nicolas
Lei si avvicinò a lui e gli strappò la rivista dalle mani
-Ehy!- la rimproverò Nico -che fai?-
-Uff, come sei noioso- lo aveva fatto con quella vocina finta da bambina
Nicolas rimase senza parole
-Oh, che caldo- rioprese Andhie dopo un pò -tu non senti caldo?-
Si tolse la giacchetta e rimase con quella specie di top che avrebbe dovuto fungerle da regiseno, Nico fu visibilmente imbarazzato, così si alzò di scatto e si mise alla finestra, rivolto verso lei che, nel frattempo, aveva accavallato le gambe lasciando così in bella vista tutta la mercanzia
-Andiamo Nicolas- continuò -tua sorella non c'è, non può vederci- si alzò e si avvicinò a lui prendendolo per la parte finale della camicia -lo so che mi vuoi...-
-No, senti..- lui cercò di dimenarsi, invano.
Senza alcun motivo, in un batter d'occhio, i due si ritrovarono affianco al divano, con lui che cercava ancora di allontanarsi, ma lei glielo impediva; gli  aveva tolto la camicia e sbottonato i pantaloni, erano uno sopra l'altro ed Andhie si stava togliendo il top, quando entrai con le buste della spesa
-Oh-  esclamai abbassando lo sguardo -scusate, vi lascio subito- dissi dirigendomi verso la cucina -fate pure con comodo eh-
    Entrata in cucina iniziai di furia a mettere apposto la spesa, poi andai in camera mia e di Nico, ed iniziai  a fare le valige, senza fare rumore e mi diressi silenziosamente verso la porta.
Non avevo lasciato un biglietto, e loro non mi avevano visto, sarei scomparsa nel nulla, come avrei dovuto fare tempo prima.

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Capitolo 18
*** Back to Home ***


 Avevo passato la notte nella stazione dei treni, aspettando quello che mi avrebbe portata a casa. Non dormii per nulla, le 42 chiamate di Nicolas mi confortavano, ed ache i suoi messaggi vocali ed SMS, anche se non avevo versato nemmeno una lacrima, tenendomi tutto dentro mi sentivo peggio, ma era come se me lo aspettassi, e lo stavo lentamente accettando.
Erano le sei e mezza di mattina, dopo 10 minuti sarebbe passato il treno, un'altra chiamata fece vibrare il mio telefono in tasca, quota 43 chiamate, 27 SMS e 14 messaggi vocali, quelli li salvai, anche se cercava di spiegarmi un tradimento, la sua voce mi confortava. Dovevo comunque dimenticarlo.
Durante il viaggio di sette ore ero arrivata a 58 chiamate perse e 62 messaggi vocali e SMS, credo fosse un record, se lo avrebbe denominato tale avrebbe avuto molti più soldi di quellic he aveva già. Scesi dal treno che era l'una e mezza, a tre kilometri di distanza da casa mia, mi arrangiai andando a piedi, ci saranno volute minimo due paia d'ore, ma tanto non c'era nessuno che mi aspettava, quindi potevo arrivare ad un orario qualsiasi.
   Danielle e Ricardo avevano comprato casa in paese e convivevano, sperai per loro che fossero felici, come lo ero stata io, se non di più. Tòmas, invece, viveva con Diego, Renata, Candice e mia zia. Ero già iscritta al liceo lì, quindi tutto sarebbe andato come sarebbe dovuto andare. Con o senza Nicolas.
Ero a metà strada quando il mio cellulare vibrò per l'ennesima volta per la strada, un messaggio vocale:
''Ehy Dei ascolta, è stato tutto un equivoco! Per favore credimi! Sono in viaggio da ore, sto venendo giù in paese da te, per favore, devo parlarti''
Andava di fretta ed era preoccupato, ma non ero tanto sicura che mi sarei fatta trovare al suo arrivo.
   Due ore ed altre 20 chiamate perse dopo ero dentro casa, zia era andata al salone di bellezza, come ogni venerdì, Tòmas stava sguizzando nel mio idromassaggio, Candice e Renata stavano spettegolando chiuse a chiave in camera mia mentre Diego era sul tetto a fumare.
Ero sola, a casa mia. Decisi di arrivare al piano del bagno e di sedermi affianco alla porta, accedendomi una sigaretta. Ero alla quarta quando Tòmas uscì dal bagno completamente nudo
-Bella la marce, Tòmas- dissi mantenendo la voce calma e lo sguardo basso
Lui  fece un balzo in aria di tipo un metro e mezzo per la paura, come minimo gli sarebbe arrivato un attacco di cuore.
-Deina!- disse in un sospiro -che cazzo ci fai qui? Mi farai venire un infarto prima o poi-
Sbuffai e feci cadere un pò di cenere della sigaretta a terra -è casa mia, Tòmas, non devo avvertire quando vado o quando me ne vado-
-Bene, allora con il  tuo cordialissimo permesso io andrei a mettermi qualcosa addosso- mi disse cercando di coprirsi con un mini asciugamano
-Ma guarda che non ce n'è bisogno, tesoro- dissi con una smorfia - ho già visto un uomo nudo, so perfettamente come siete fatti, sia sotto sia sopra!- gli urlai mentre saliva le scale, e ridevo con quella maledetta sigaretta in mano.
    Un'ora e mezza dopo ero nel mio lettino a cercare di prendere sonno, ero tornata che erano le sette di sera, così alle otto avevo così sonnoc he dormivo in piedi come i cavalli. Sentivoa la macchina di Nicolas parcheggiare, e lui entrare. Lo fecero dormire sul divano al piano terra, perchè io mi ero chiusa dentro e facevo finta di dormire, così rimandavo tutto al giorno seguente, rimandavo sempre.

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Capitolo 19
*** He is gone, He is here ***


-Buongiono dormigliona-
Cercai di coprirmi con le coperte, ero senza regiseno, solo un piccolo corpetto che mi andava stretto e faceva vedere tutto
-Tu che fai qui?- chiesi furtiva -credevo avessere chiuso la porta
-Ho degli agganci qui dentro- sorrise -se sai a che mi riferisco-
-Hai ancora il coraggio di ridere?- intanto mi ero seduta sul cuscino e lo guardavo negli occhi, che parlava
Sospirò e avvicino la sua mano al mio viso ma io mi scostai, fece un'altro sospiro e continuò
-Dai...fammi chiarire- aveva fatto is uoi occhi dolci, quelli da cucciolo che mi  sciolgono quando li vedo
-Che c'è? Che c'è, Nicolas?  Cosa vuoi? Perchè sei qui?-
-Devo spiegarti..per favore- stava iniziando a fare il cucciolo fustrato, era irresistibile
-Spiegarmi che?  Non c'è nulla da spiegarmi-
-No? Andiamo ascoltami- iniziava a fare la vocina, quella che mi paiceva tanto
-Credo di aver già capito tutto- ero arrabbiata, riuscivo a resistergli -semplicemente quella ochetta ossigenata si stava fottendo da sola sul divano vero? E tu eri là sotto per caso, giusto?-
-Mi è saltata addosso! Cosa dovevo fare? Scaraventarla per terra?- avevamo iniziato a urlare
-Se te la volevi fare, oltre a toglierle i migliaia chili di ovatta presenti nel suo regiseno, potevi avere il buon gusto di non scopartela sul divanocdove ci facevamo el coccole, lo avrei apprezzato molto, sai?-
-Gurda che non me la sono fatta!- si avvicinò di scatto alla mia pelle
-No guarda- gli sussurrai, dato che era a due centimetri dal mio naso - tu eri in mutande sotto Andhie e avevi le tue mani sul suo culo per caso-
-Guarda che è stata lei a fare tutto- sussurrò lui -e ora per favore, facciamo pace?- iniziò ad accarezzarmi  -non ce la faccio senza di te-
Tornò a gurdarmi negli occhi, quanto avrei voluto baciarlo...
-Vai via- dissi a mezza bocca -per favore vattene-
-Dei...piccola, dai...-
-Vattene via!- urlai indicandogli al porta -Torna da quella oca della tua ragazza!-
-Deina, dai non fare così...per favore...- era disperato
-Se ti piacciono così tanto le barbie ossigenate e siliconate, io non faccio per te, ora, per favore, esci e non farti più vedere, è meglio, per tutti e due-
-No, non lo è!-
-Si che lo è!- gridai -so che non mi hai mai amato ma almeno, se hai provato qualcosa per me, rispettami, per favore, vattene- dissi con calma, a bassa voce, guardandolo negli occhi, disperato.
Stava male, si vedeva. Uscendo senza dire una parola sbattè la porta. Mi nascosi sotto le coperte. Anch'io ero disperata.
-Tutto bene?-
Tòmas era appena entrato e mi guardava con un'espressione preoccupata
Io sospirai -se ti dico di si mi lascerai stare?-
Lui si sedette sul letto affianco a me -Dai, Deina, va tutto bene-
Sentii una macchina che si metteva in moto così mi alzai dal letto, non mi preoccupavo che Tòmas mi vedesse così, mi aveva vista nuda, non era un problema, poi mi misi alla finestra scostando le tende e vidi Nico che facceva retromarcia con fretta, mi girai sospirando
-No, non va affatto tutto bene- mi diressi verso il letto e mi sedetti affianco a Tòmas
-Ti va di raccontarmi che è successo?- fece lui, con la sua voce dolce
Feci un sospiro
-Dai..- mi avvolse tra le braccia e mi tirò a sé, era confortante -sono io, non ti fidi di me?-
Avevo emsso la mia mano sinistra sul suo petto, e la destra sulla sua spalla, allora si che stavo bene
-No, non è questo, è che....- mi bloccai
-Raccontami tutto, ti farà bene- mi accarezzò i capelli
-Con noi abitava in affitto una specie di modella del nord Europa, la classica ochetta ossigenata, tinta e tettona con chili e chili di plastica su culo e tette, presente il tipo?- dissi per sdrammatizzare
Rise -Si, ho presente- mi passò la mano tra i capelli, dolcemente, come faceva sempre Nicolas quando ero triste
-Bene, io ero uscita per fare la spesa e quando sono tornata  mi sono ritrovata lui sul NOSTRO divano in mutande, con sopra quell'oca che si slacciava il regiseno-
-Ooh Dei- mi strinse più forte -mi dispice tanto, non ti meritava, lui non era all'altezza-
-Magari fosse vero-
-E' vero-
-No, è il contrario- lo strinsi in un abbraccio e lui continuava ad accarezzarmi i capelli, stringendomi
Quando ci slacciammo dall'abbraccio i nostri visi si incontrarono. So che non avrei dovuto, ma ero stanca di quelli che mi deludevano e di chi mi tradiva, così anche se io ero immobile lì a fissargli la bocca, fu lui ad avvicinarsi a me, e mi baciò.
Un bacio dolce mi colorò le labbra di rosso passione, non eguagliava quelli di Nico, ma questo era bello, davvero. Ci staccammo ed iniziammo a respirare affannosamente, ci guardammo e ricominciammo a baciarci. Non c'è bisogno di dire quello che successo dopo, ma bisogna dire solo, che mi piaque, molto.

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Capitolo 20
*** Singing ***


 -But You're just a boy....- sospirai -allora? Com'è andata?-
-Puoi fare di meglio- sbuffò Diego
-Meglio? Andiamo non sono mica Beyoncè!- protestai
-No, sei meglio- disse lui alzandosi dal pianoforte e chiudedolo attentamente
-Meglio? Sicuro che non ti stai confondendo con Lea Michele, vero?- era ossesionato dal fatto che io fossi la nuova Madonna
-Deina, tu riesci a mantenere un'acuto per 30 secondi senza stonare minimamente, conosci qualcun altro che ci riesca?- disse incrociando el braccia
-Si!- dissi con decisione - Celine Dion!-
-Okay, quindi diciamo che tu sei la migliore cantante del mondo dopo Celine, ok?-
-Andiamo Deì!- Candice sali le scale sul palco dalla platea -dobbiamo vincere! E se dobbiamo vincere, con te vinceremo!-
Feci una smorfia -Diè, come si chiama il concorso?-
-Sette giorni, Quattordici canzoni-
-Che originalità!- disse Candice ironica
-Già, estrema- concordai io
-Va bè parliamo di cose serie- fece Diego -Deina, oggi è sabato, programmi?-
Feci un sorisetto timido e risposi -oggi io e Tòmas facciamo un anno: mi porta fuori a cena-
-Si, non voglio immaginare quello che succederà dopo- disse Diego
-No dai non dirle così- fece Candice
-Non difenderla, Candice- poi si rivolse a me - Deì si vede lontano un miglio che tu non lo ami la emtà di quanto lui ama te-
-E' vero- dissi annuendo -ma con lui sono felice, e saprò amarlo, al momento; ora, col vostro permesso andrei-
-Si, cos'hai in programma? Un bel baby-doll o direttamente un tanga?- riprese Diego
Sbuffai senza rispondere e me ne andai.
-Ricordati che domani alle 3 abbiamo le prove che il concorso inizia lunedì!- mi urlò dietro Candice
-Ci sarò!- urlai senza voltarmi, alzando la mano.
      Un anno. Quella calda mattina di fine luglio di un anno prima avevo passato la mattinata a letto con Tòmas, fino a sera, insieme, nel letto. Stavo così male quel  giorno, avevo amndato via L'Innominabile e da allora non facevo che pensarci, in ogni sngolo minuto della mia esistenza c'era Nicolas. Ma Tòmas c'era, era con me e mi amava, forse io non lo amavo così tanto, ma gli volevo bene; Nico è stato l'unico che ho davvero mai amato, ma da quella mattina, da quando aveva messo in moto la macchina e fatto retromarcia, non lo avevo più rivisto, nè avevo sue notizie. Non sapevo nemmeno se mi importava o no. Sapevo solo che c'era una parte di me che cercava di dimenticarsi di lui, ma che contemporaneamente lo amava. Ora va bene, c'era Tòmas con me.
Per il nostro primo anniversario, quella sera, Tòmas mi  regalò un braccialetto d'oro con la nostra data di fidanzamento incisa su una piastrina io gli regalai...no ok non si può dire. L'unica cosa è che indossavo un vestito anni '60, gonna intera e larga, a quadri blu e azzurra e sotto avevo nascosto un piccolo baby-doll acquamarina con delle stelline. Posso dire che a Tòmas è piaciuto un sacco, il resto va in censura. Il giorno dopo, domenica, passammo la giornata a coccolarci a letto; non era come con Nicolas, niente veniva eguagliato da quello che provavo quando ero con lui, lo ricordavo ancora.  
-Dai cazzo Deina!- sbotto Renata appena entrai nel teatro -sei in ritardo!-
-Uff capirai di un quarto d'ora di ritardo non è la fine del mondo!- contestai
-No che non lo è, quando cerchi di vincere diecimila euro ad un concorso nazionale- sclerò  Diego
-Ma tu sempre in mezzo stai?- risposi io -non puoi farne a meno, eh?-
-Senti, evitiamo, eh?- iniziò Renata -Diego, sai già qual'è il nome dell'altra ''squadra''?-
-The Beautifully Singing, o qualcosa del genere-
Feci una smorfia -ma che modestia di nome!-
-Non mi stupirei se fossero solo delle mini barbie stonate- disse Candice
-Contro chi dovrò certamente vincere?- dissi calcando sulla V
-E' straniera, quasicertamentecredo- disse d'un fiato Renata
-C'è una buona possibilità che abbia un ottimoa ccento inglese, Deina- spiegò Diego
-Certo, ed io sono Marylin Monroe- sbuffai io -la mia voce si adatta a qualsiasi lingua, se parlo inglese prendo l'accento inglese DOC, se parlo spagnolo, invece, inizio a sembrare una messicana-
-E' vero- annuì Renata -poi però, ricordami perchè dobbiamo vincere-
-A scazzo- mi intromisi io
Diego mi riprese con un'occhiataccia -per il semplice fatto che se vinciamo Deina potrà far vedere al mondo quanto è brava-
-Si, estremamente, Diego- iniziai io -come si mi importasse-
-Vuoi continuare a fare la puttana per tutta la vita?- esclamò Diego
Feci una smorfia e mi sistemai alla postazione col microfono e Renata fece partire la musica.
-There's nothing i could say to you...-
-E' brava però, vero?- sussurrò Tòmas a Diego da un angolo del teatro.

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Capitolo 21
*** Bleeding Love ***


Bleeding Love di Leona Lewis; averemmo aperto con quel numero, io che cantavo e le altre che ballavano la coreografia dietro me. Se fosse stato semplicemente un concorso per voci nuove sarebbe andato tutto bene. Ma non era cosi, le cose si complicarono.
Era lunedì mattina, le 9 in teatro a provare, per mezzoggiorno, quando si sarebbe aperto il festival. Le nostre rivali, la mia rivale, erano arrivate, ma non si erano ancora fatte vedere. Avrei scommesso verdoni su verdoni che erano delle mini bamboline plasticose e stonate. Quanto avevo ragione!
Ero appena arrivata in teatro, Tòmas lavorava fino alle 11, così sarebbe riuscito a venire per l'inizio del concorso. Stavamo provando la canzone d'aperture, Bleeding Love, appunto, quando un paio di persone entrarono per vedere le prove. Io ero dietro il sipario, mentre io ero dietro il sipario riscaldando i muscoli
-Mi dispiace ma non potete stare qui- disse Candice con le braccia incorciate agli individui entrati -le prove sono riservate-
-Rimaniamo lo stesso!- urlò maleducatamente la ragazza
Erano un uomo e una donna, abbastanza giovani, sui vent'anni; avevano un'aria famigliare, ma li avevo visti di sfuggita da dietro il sipario, quindi non si vevano molto
Mi accesi una sigaretta e uscii sul palco, li riconobbi all'istante, ma la mia reazione fu più che indifferente -Nicolas e Andhie- gli urlai -sono pregati cortesemente di uscire- feci un'altro tiro e continuai -subito-
Nicolas si era nascosto sotto la poltroncina dalla vergogna, ma Andhie rimaseindignata
-Ah si?- fece alzandosi in piedi -altrimenti che mi fai?!-
Presi un'altro tiro dalla sigaretta e la buttai in platea scacciandola -Altrimenti che faccio?- feci un sorrisetto furbo -beh semplicemente vengo lì, ti prendo per quei quattro capelli ossigenati che hai, e ti butto furi, facile-
Lei cercò di ribattere ma Nicolas si alzò e la spinse fuori
-Diego, metti la musica- dissi mentre uscivano
     Tòmas era in ritardo. Non era mai successo. Il festival iniziò comunque senza lui.
-Benvenuti in questo festival di canto per voci nuove- iniziò Max, il presentatore -esso si svolgerà in sette giorni, una settimana, due performance al giorno, una di giorno e l'altra di sera. Iniziarà il primo gruppo, Beautifully Singers-
-Oh, okay il loro nome è questo allora- fece Diego che sbirciava con me dietro le quinte
La cosa che mi faceva innervosire semplicemente, in quel giorno, era la capitana della squadra avversaria. Le Barbie non mi sono mai piaciute, ma era da un pò che pensavo che 'Barbie' non era adatto come nome 'Andhie' sarebbe stato perfetto. Andhie, il capo dell'altra squadra.
Cantavano 'Only Girl' di Rihanna. Pessima scelta per iniziare un concorso. Poi si vedeva che Andhie si stava solo facento la figa che aveva un fidanzato, ma sottolienamo che QUEL RAGAZZO tempo prima aveva confessato di amarmi.
-How to make you feel  like a mean...yeah- cantava da schifo
Gurdavo Nico in platea che si copriva con la giacca per la vergogna. Poi la coreografia era davvero scarsa, lei cantava camminando per il palco abbassando e alzando le ginocchia, sembrava una cosa improvvisata.
-...girl in the world...- finì Andhie. Rovesciandosi i capelli verso il basso.
Ci furono un faio di applausi poi fine. Toccava a noi.
-Diego...- lo chiamai -Diego!-
-Che c'è?!- chiese allarmato
-Non me la sento- dissi io -ci sono loro-
Non me la sentivo di cantare Bleeding Love davanti a lui, senza Tòmas pergiunta. Non arrivava.
-Senti Dei..- mi prese il viso -tu puoi farcela, dimostra a quello stronzo che sei meglio di chiunque altra, la canzone è per lui e per Tòmas, la traduzione è dietro, sullo schermo. Lui rimarrà stupito dalle parole che dici, e gli altri rimarranno a bocca aperta, perchè hanno davanti la nuova Leona-
Mi convinse. Quando Max ci annunciò, la musica partì insieme al video alle nostre spalle. Ci posizionammo su palco, Nicolas guardava attento, ma di Tòmas nessuna traccia
-Closed  off from love I didn't need the pain- iniziai mantenendo la mia voce perfettamente idonea alla musica -once ore twice was enough and  it was all in vain...-
Iniziarono a guardarmi a bocca aperta dopo il primo acuto -..that I keep on closing...-
Anche Nico mi guardava, avev un viso strano, quello fustrato, mi faceva tenerezza, anche se non avrebbe dovuto farmela.
-Oh they find it hard to believe, I'll be wearning these scars for everyone to see..- quando presi quell'ottava lo feci senza alcun cambio di voce, un'acuto perfetto, la gente si alzò in piedi, tutta la platea iniziò ad applaudire
-...Keep Bleeding Love....- finii e feci un inchino
La gente applaudiva il triplo più di quandoa vevano applaudito Andhie, e mi sentii soddisfatta di questa piccola vittoria.
Il gruppo di Andhie ebbe 6; 8; 6 come voti dalla giuria, per un totale di 20 punti, io invece ebbi 9; 10; 10 per un totale di 29 punti, ma avevo vinto solo una battaglia non la guerra.
   Tòmas non c'era, non era venuto, aveva il cellulare staccato. Mi aveva porsse che ci sarebbe stato, ma probabilmente se ne era dimenticato, intanto ero fuori, davanti al teatro a fumarmi una sigaretta guanrdando il programma delle prove del pomeriggio della gara serale, ma me ne andai quando vidi Nico uscire dal teatro abbracciando Andhie. Non mi sentivo di parlargli, cosi andai con Diego a casa.
-Sorpresa!- Tòmas era a casa con un mazzo di rose rosse in mano
-Tòmas!- dissi con un sorriso -che fai qui? Ti aspettavamo in teatro!-
-Mi dispiace ma è uscito un imprevisto- mi porse il mazzo di rose rosse, che presi tra le mie braccia -ma mi hannio detto che hai vinto!-
-Alla grande!- mi prese tra le sue braccia e mi strinse forte baciandomi la tempia.
Era dolce con me, quanto avrei voluto amarlo, ma non ci riuscivo.

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Capitolo 22
*** En el sueño más hermoso estabas ahí ***


-Y la nostalgia no...no se parece a ti...-
Provavo alcuni pezzi della canzone del giorno dopo, mentre aspettavo che Diego aggiustasse la musica
-Poque solamente tu recuerdo..- stonai sulla u di recuerdo -Merda- sbuffai -perchè non esce? E' solo uno stupido alzamento sulla u ma stono!-
-Calmati, vedrai che ti uscirà!- disse Diego indaffarato con la radio
-No se parece nada...- dovevo aspirare facendo un'acuto sulla prima a di nada, l'unica cosa che mi uscì bene -perchè canto questa? Ci sono moltre altre canzoni bellissime di Dulce, perchè questa? E' la più difficile!-
-E' una delle sue canzoni più belle- mi fece girandosi verso di me e avvicinandosi -poi devi dimostrare a tutti che sei la migliore- mi porse la mano per alzarmi da terra
-Stasera- riprese -cantiamo la versione in inglese di Quisiera Ser degli RBD, I Wanna Be The Rain, come avevamo già deciso, va bene?-
-Non era meglio in spagnolo?- chiesi io -comuqnue mi piace come l'hai adattata a duetto tra me e te, credo che uscirà bene-
   Eravamo a metà canzone, quando arrivarono i guarstafeste. Diego bloccò la musica
-Scusate- fece con una faccia disgustata a Andhie e Nico -che fate qui? Pensavo di avervi detto di non interrompere le prove-
-Siamo venuti a sbirciare, è una delle nostre tattiche migliori- spiegò 'cordialmente' Andhie
-Oh, è questa tattica che usate per perdere alla grande, allora!- la presi in giro io
-Andhie...per favore...andiamo?- Nico era diventato rosso come un peperone
-Si, Andhie, dà ascolto al tuo fidanzato, per una volta- feci io
-Si, andiamo Nico- fece prendendolo per mano -ma non finisce qui!- contestò contro di me
-Addio!- salutò Diego
    Alle otto di sera ero pronta per andare. Avevo messo un pò di matita algi occhi, e un pò di fondotinta luccicante, capelli parzialemnte raccolti in uno chignon alto. Mi si erano allungati motlissimo, mi arrivavano al sedere ormai ed erano naturali, nè un colpo di sole nè una tinta, castano ramato scuro, i miei capelli. Avevo messo una gonna celeste e larga che arrivava sopra il ginocchio ed un piccolo corpetto legato e con bretelle verde acqua, una collana con un gufo nero e delle scarpe rialzate con tacco 15 cm, classiche e azzure
-Sei stupenda- disse in un fiato Tòmas quando mi vide -la più bella di tutte- e mi diede un piccolo bacio sulle labbra
-Susu piccioncini, andiamo- Diego aveva fretta di arrivare, dovevamo esibirci noi per primi, e questo ci avrebbe portato sfiga.
Il teatro era mezzo pieno, la gente stava arrivando, eravamo nei camerini a riscladarci la voce e a fumare, quando si fece vivo
-Deina...- Nico era imbarazzato -potrei...ehm..parlarti?-
-Non vedi che sono occupata?- gli feci io
-E' importante..- mi prese per il gomito e mi portò fuori
-Ehy! Che fai?!.- protestai io
-Voglio solo scambiare due parole con te-
-Beh le stiamo scambiando ora, no?- avviai il discorso -uindi credo che possa andare, ora-
-No!- mi strinse il braccio -senti non fare così..-
-Fare come?- gli diedi uno strattone per togliere la sua mano dal mio braccio -Il mio ex fidanzato torna da me con la sua nuova fidanzata-barbie e vuole parlarmi, cosa dovrei pensare?-
-Nulla solo che..- iniziò
-Scusate- arrivò Tòmas -ho interrotto qualcosa?-
-No- gli feci io -Nicolas stava per andare, vero Nicolas?-
Lui lo guiardò con aria di sfida e se ne andò senza dire una parola
-Che ci faceva quello con te?- mi sussurrò Tòmas
-Nulla, cercava di parlarmi-
-Beh non voglioc he tu ti avvicini mai più a quell'essere, capito?- era arrabbiato
-Capito- annuì
Non lo avevo mai visto così. Ma non dovevo pensarci, toccava a noi.
Sul palco c'erano le ragazze dietro pronte a ballare la coreografia, ed io e Diego eravamo al centro aspettando la musica e il video con la traduzione, per iniziare a cantare, iniziai io con il sottofondo
-The Rain...The Rain...-
poi lui
-It's not enough to be the one who olds you..-
poi insieme
-I want...to be so much more...the love...-
E da lì cominciammo a spartirci i pezzi della canzone. Stava uscendo bene, e nessuno dei due stonava. La canzone era bellissima, era un ragazzo che dedicava una serenzata alla fidanzata, era dolcissima, anche le parole, la musica, tutto.
Finimmo con un semplice sottofondo
-Rain...Rain...-
E la platea applaudì, non era male, era abbastanza buona.
Beautifully Singers cantarono Smile di Avril Lavigne, un pò difficile come canzone, notai; ma io non le voelvo sentire, così me ne andai in camerino, sola.
-Ehy- Nicolas era già dentro
Feci una smorfia - Che fai qui?-
-Non volevo rompermi i timpani ascoltando quella troia cantare-
-Perchè dici troia alla tua fidanzata?- lo rimproverai
-E' una troia! E' pure incinta!-
Ci rimasi di merda - Incinta?- tremai
-Già, ora mi tocca pure sposarla, vorrei tanto che tu stessi ancora con me- fece un sospiro -sarebbe stato tutto molto meglio di adesso-
-Sei venuto qui solo per rinfaccirmelo?-
-No, sono qui solo perchè volevo dirti che sei stata fantastica, stamattina, ora, hai una voce magnifica, sei bravissima-
-Bene- feci io -ora puoi andare-
Intanto Andhie finì di cantare e fummo chiamati tutti sul palco per le votazioni.
Pareggio. Andhie era uscita con 7; 4;5 ed io con  3;8;5. Non so perchè quel 3, dicevano che l'adattamento non era buono, invece per me era perfetto. Meglio che perdere.
La mattina dopo non provammo, per scaramanzia. Avrei cantato No Se Parece, di Dulce Maria.
Cantai per seconda, dopo Asi Soy Yo, di Demi Lovato, delle Beautifully Singers.
Quando iniziai a cantare vidi i visi felici degli spettatori, che muovevano le teste a ritmo della musica lenta e rilassante
-Y yo te quiero aqui...para sobrevivir....- cantai lentamente, poi iniziai gli acuti -Me pediste que no te olvidara...poque solamente tu recuardo....me ralegra el alma....- stranamente non stonai. Uscì benissimo, proprio come al cantava Dulce, tutto perfetto.
Vinsi io, di nuovo con al differenza di 5 punti, 28 a 23.
Quel pomeriggio ci ritrovammo senza far nulla, così ci ritrovammo in teatro a cantare un paio di canzoni, coì, per rilassarci.
Quando toccò a me cantai una canzone di  Dulce Maria, Me Olvidé del Mundo, stupenda. Tòmas e Diego mia ccompagnavano con la chitarra
-Y te vi junto a mi en el sueño más hermoso estabas ahí, y me olvidé del mundo me hiciste sentir, que volaba y entregaba todo por ti y me olvidé del mundo fué para mi, la realidad que ya esperaba despertar junto a ti..-
Feci finta di non notare Nicolas in un angolo della platea che mi ascoltava cantare, non mi dava fastidio.
Quello che mi diede davvero fastidio fu quello che successe quella sera.
Ci scontrammo, io con If I Were A Boy di Beyoncé ed Andhie con I Am Into You di Jennifer Lopez, finse lei per un punto, 29 a 30.
Fuori dal teatro stavo fumando una sigaretta, da sola, dopo che avevo dato il bacio della buonanotte a Tòmas che avrebbe dovuto lavorare il giorno dopo, ma da dietro arrivò Nico
-Che fai? Fumi ora?-
-Ho sempre fumato, Nicolas- feci un'altro tiro
-Quando stavi con me avevis messo- mi fece notare
-A Tòmas non dà fastidio se fumo- ribattei io respirando il fumo che usciva dalla sigaretta
-Ah davvero?- fece lui -e cosa fate la sera, oltra a giocare al malato e all'infermiera?-
Mi trattenevo a stento dal dargli un pugno
-Ti ricordi quello che facevamo noi di notte, Deina?- iniziò ad alzare al voce -Dormivamo! Dormivamo e basta!-
-Senti Nico...- cercai di fermarlo
-Voi non avete una vita o una relazione, semplicemente passate il tempo a esercitarvi sul 69, e basta, nient'altro! Solo questo!- inizò a urlare
-A te dà solo fastidio che con te con ci sono arrivata minimamente vicino!- gridai
-Si- aprrovò -è vero, solo perchè eri tu a non volere, avevi paura che mi arrestassero per pedofilia, mentre non mi importava un cazzo di questo a me!-
-Senti- cercai di clmarmi -a Tòmas non dà fastidio se fumo, a lui non importa, io con lui sto bene e so perfettamente che non porta ma, mai farmi quello che mi hai fatto tu!- e me ne andai
-Io non ti ho fatto proprio nulla!- mi urlò dietro -se tu mi avessi amato realmente come dicevi, non avresti creduto a quello che avresti visto!-
Non risposi. Aveva ragione, non volevo crederci all'inizio, ma lui era realmente lì, mezzo nudo sotto una troia che cercava di togliersi il regiseno, non c'era nulla per poterlo giustificare.

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Capitolo 23
*** Just one night with you ***


Tòmas lavorava molto, di più da quando stavamo insieme, era curioso, prima stava sempre in giro a gongolare, invece ora non lo vedevo quasi mai. Quella mattina, al Festival, lui non c'era. Cantavo Como Cada Dia di Anahi, contro Un Anio Sin Llover di Selena Gomez. La canzone era giusta per Nico, era perfetta, ma persi per 3 punti, 25 a 22. Ma quella sera mi sarei esibita con il mio pezzo forte. L'asso di battaglia di Mariah Carey, My All. Mi usciva alla perfezione, tipo Celine Dion o Beyoncè.
   Fino alla sera il mio Tommy non si vide. Nemmeno per andare alla gara. Così rimasi tutto il tempo al teatro, in camerino. Mi preparai e mi truccai. Avevo messo un vestito rosso, a gonna larga e un enorme fiocco che mi stringeva in vita, delle scarpe alte rosse camosciate e una collana d'oro con i capelli sciolti. Mi sarei esibita per prima quindi passai il tempo precedente all'inizio del Festival  a scaldarmi la voce.
Quando arrivò il momento e salii sul palco i giudici iniziarono a farmi strane domande
-Buonasera, Deina- mi fece uno di loro
-Buonasera a voi- risposi sorridendo
-Abbiamo letto la scaletta di questa settimana per il tuo gruppo e la canzone di questa sera ci ha lasciato un pò perplessi, vorresti annunciarla?-
-Certo, questa sera canterò My All di Mariah Carey-
-Ecco- disse un'altro di solo -sapresti spiegarci perchè questa scelta, è una canzone molto difficile da intonare-
-Beh- iniziai io -perchè è una delle canzoni più belle mai scritte senza dubbio, e perchè è stata intonata da una delle migliori cantanti al livello mondiale, è anche una delle canzoni che riesco a intonare meglio, quindi ho scelto di cantarla-
-Bene, allora io direi di sentirla e poi commentare-
Così iniziò la musica. Ed io iniziai a cantare. Tutto perfetto.
-I'm thinking of you, in my sleepless solitude tonight....- iniziai
Non sbagliai nulla, tutto andò per il meglio, tutti acuti perfetti, non avevo nemmeno finito quando la platea era praticamente tutta in piedi ad applaudirmi; vinsi 30 a 24 quel giorno, contro Cry di Rihanna. Allora si che andava tutto bene.
            -I give my all to have
             just one more night
                  with you-
Bisogna dire davvero che Mariah è un genio.
    Mi dispiaceva molto che Tòmas non mi avesse sentito, così decisi di prepararmi ed andare a casa sua.
-Ciao, Dei- Nicolas era entrato nel mio camerino dopo di me
-Che vuoi?- risposi acida
-Volevo solo parlarti..-
-Parlarmi? Per dirmi che-
Inspirò -Wow! Sei stata magnifica stasera! Meritavi più che 10 come voto- disse entusiasta
-Grazie, Nicolas, ma ora scusami, ma dovrei andare-
-Dove vai?- chiese curioso
-A casa di Tòmas, non si è visto oggi-
-Ah...ok però..- era incerto su qualcosa
-Però cosa?- dissi indefferente
Prima che potessi dire altro lui mi spinse con forza verso la parete e mi mantenne forte
-Prima che  tu faccia o dica qualcosa- alzò la voce -vorrei che capissi una volta per tutte che io non ti ho mai tradito, non è come pensi tu!-
-Ah davvero?- mi dimenavo come una pazza, ma invano -allora c'è un'altra spiegazione del perchè te la stavi facendo-
-Non me la stavo facendo!- tirò fuori dalla tasca il telefono e mi fece scendere dalla parete -ascolta, e capirai tutto-
-Ascoltare cosa?- ero arrabbiata
-E' una registrazione che ho trovato sul telefono di Andhie quando sono tornato al nord dopo che tu mi hai cacciato- continuò a tenermi -Ascolta- mi porse il telefono, si sentivano delle voci
''Allora?''
''Allora è andato tutto secondo i piani''
Andhie, era la voce di Andhie che parlava con un'altra donna.
''Cos'è successo?''
''Gli sono saltata addosso mentre quella mocciosa della sua fidanzata era fuori a fare la spesa''
''Aveva una fidanzata?''
''La spacciava per sua sorella, è una bambina, solo tredici anni, ci ha visto pure!''
''E che ha detto?''
''Ci ha lasciati fare e se ne è andata''
''E lui che ha fatto?  Ha contribuito almeno un pò?''
''Macchè! Non mi ha nemmeno toccata, cercava di allontanarsi da me, sono riuscita a tenerlo fermo solo quando gli sono saltata addosso, poi è arrivata la fidanzata e lui gli è corso dietro''
Chiuse il telefono.
Iniziai a fissarlo incredula
-Mi credi ora?- disse calmo guardandomi negli occhi
Deglutii
-Scusami, Nico, ma si è fatto tardi, devo andare-
Mi sentivo un'idiota. Ma davvero come cazzo avevo potuto pensare quelle cose? Lui mi amava, davvero, anche quando una super modella ci aveva provato con lui più di una volta, era rimasto inflessibile, niente. Merda.
Cercavo di trattenere le lacrime mentre andavo a casa di Tòmas, in paese.
Quando entrai la porta era chiusa e usai le chiavi di riserva. La cucina era in ordine, ma il letto era sfatto, forse aveva dormito tutto il giorno. Era in bagno a farsi la doccia, si sentiva l'acqua uscire dalla cipolla della doccia. Entrai in bagno per fargli una sorpresa, ma la sorpresa la fece lui a me
-Sei fantastica..- diceva Tòmas
-Davvero?- una voce femminile proveniva dalla cabina doccia -più di quella bambina della tua ragazza?-
-Meglio..Oh si molto meglio-
La voce si spezzò. Non volevo nemmeno immaginare quello che stava succedendo lì dentro. Scappai via, da qualche parte o in nessuna parte. Non sapevo dove andare minimamente, casa era troppo lontana e l'unica persona che mi poteva aiutare...beh...chiesi a lei
-Nicolas...-
Mi aprì la porta che era tutto spettinato a petto nudo, con i pantaloni del pigiama
-Scusa...stavi...me ne vado subito- balbettai. Ero in lacrime non sapevo cosa dire, né cosa fare
-Ehy no! - mi girai -Deina aspetta-
Mi raggiunse -Andhie non c'è, è a dormire da una sua amica, del gruppo; entra dai..-
Dentro casa scoppiai a piangere. Lui mi avvolse fra le sue braccia e cerco di calmarmi
-Dai Deì...che hai? Non ti ho mai vista così-
-Scusami- dissi stringendomi al suo petto -avrei dovuto crederti, sono solo un stupida, mi dispiace, scusami-
-No, Deì va tutto bene ora...ora ci sono io, raccontami tutto su-
Tirai su col naso e mi appoggiai alla sua spalla, posando le labbra sul suo collo
-Tòmas- iniziai  -sono andata a casa sua prima-
-E lui non c'era?- chiese
-No, c'era, era nella doccia...-
-Dov'è il male?-
-Che non era solo..- mi scese un'altra lacrima
-Oh...Dei- mi strinse più forte che poteva
-Aveva solo una delle sue modelle attaccata al suo cazzo, nient'altro-
-Deina...su non fare così, è solo uno stronzo..su, non se lo merita che tu stai così male-
-Sai cos'è la cosa buffa? Che è la stessa cosa che ho detto io quando stavo male per te- dissi cercando di calmarmi -solo ora mi rendo conto quanto ero stronza-
-Non è vero- mi prese per il mento e mi alzò il viso, per guardarmi negli occhi -non potevi saperlo, i fatti dicevano questo, non il contrario-
-Oh Nicolas- lo strinsi con tutta la forza che avevo
Ma lui allentò la presa -Aspetta un attimo- esclamò con un'espressione perplessa
Tornai a gurdarlo negli occhi -che c'è?-
-Quando noi ci siamo lasciati..- iniziò a balbettare -tu eri vergine...-
Mi uscì una lacrima e annuii abbassando lo sguardo. La sua espressione cambiò subito, da perplesso e confuso a rosso di rabbia
Chiuse i pugni -io lo uccido- disse a denti stretti alzandosi
-No!- mi alzai di scatto -ti prego- lo abbracciai -rimani con me, per favore..-
Quando alzai lo sguardo verso di lui, mi stava accarezzando i capelli e mi guardava dolcemente. In quel momento, per la prima volta da tempo, sapevo quello che volevo. Iniziai a baciarlo, lentamente, e lui fece lo stesso, senza esagerare ed iniziò ad accarezzarmi lentamente il viso, poi ci staccamo e ci guardammo negli occhi. Quanto avevo cercato quella sensazione negli occhi di Tòmas, ma nulla, Nico riusciva a farmi sentir morire anche solo guardandolo. Poi mi prese per mano e mi condusse al letto, mi fece sedere e continuò a baciarmi, io lo baciavo e lui mi baciava, mi sdraiai su di lui, lentamente, mi tolsi le scarpe e in un batter d'occhio mi ritrovai sotto di lui, che mi accarezzava con dolcezza. Tòmas arrivava subito al dunque, anche la prima volta, Nico invece mi faceva sentire a casa. Mi faceva sentire bene. Per la prima volta da tempo, mi sentii felice.
                -It's a damn cold night
             trying to figure out this life
                           ....
                     I'm with you-

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Capitolo 24
*** Like me ***


Qualcuno mi accarezzava i capelli
-Buongiorno amore mio bellissimo-
Ne avevo sentito di tutti i colori durante la mia vita, 'buongiorno stella, 'buongiorno bellissima, 'buongiorno dormigliona' o patatina o piccola o buongiorno e basta, ma buongorno amore mio bellissimo mi mancava. Era bello sentirsi chiamare così.
-Buongiorno- mi ero risvegliata accucciata sul suo petto, col suo  pofumo, con lui. Tutto questo era fantastico
 -Come stai?- sussurrò dolcemente
-Credo sia impossibile stare meglio- mi strinsi a lui
-Senti..- disse lui -Tòmas sapeva che tu eri vergine prima di lui?-
-Si..- non volevo guardarlo negli occhi, preferivo rimanere stretta al suo petto
-Allora ho il tuo permesso di ucciderlo?-
-Nicolas senti...-
-No perchè avrebbe dovuto capire che la tua verginità è sacra eh, non è una cosa da quattro soldi tipo quella di qualsiasi puttanella che trova in giro...-
-ok, ascoltami ora, so che gli ho dato tutto, che mi sono fidata di lui e tutto il resto ma...so che lo lascerò, lo amnderò a quel paese e basta, punto, fine-
-Sai...avevo programmato tutto..-
-Tutto cosa?-
-Tutta la nostra vita insieme, la nostra prima volta, il nostro primo figlio..-
Il nostro primo figlio. Aveva il diritto di sapere la verità. Ma non era il momento.
-Davvero? Ecco, sei un maniaco!-
-E invece guardaci...non stiamo nemmeno insieme..cazzo però quanto ti amo- mi alzò e mi diede in bacio
-Anche io ti amo, tantissimo-
-Non sai per quanto tempo ho aspettato questo momento..-
-Quale momento?-
-Svegliarmi una mattina e sentire il profumo della tua pelle, vederti stretta a me, col tuo seno sul mio petto, tutta spettinata e rossa in viso, immaginavo sarebbe stato fantastico, e lo è stato-
-Tanto ora tutto tornerà alla normalità..-
-Cosa? Cioè scusa per te non è significato niente stanotte?-
-Si, ha significato molto...ma Andhie è incinta e io...non me la sento di...-
-Ma cos..? Andhie non è incinta, nel modo più assoluto!-
-Ma tu hai detto...-
-Noi non abbiamo nemmeno mai fatto sesso! Fa finta di essere incinta per sposarmi ed avere la comunione dei beni, ma non ci ho mai creduto e infatti..non è così-
-Davvero?- ero felice
Lo abbracciai e lo baciai tutto il  tempo. Erano le sei di mattina ormai, Andhie telefonò a Nico chiedendogli se era a casa e lui gli rispose di no
-Dei, forse ho capito chi era la troia che stava con Tòmas ieri sera, ora gli facciamo una bella sorpresa, eh?-
Risi -certo amore mio- mi strinsi a lui più che potei
Ci alzammo, Nicolas indossò solo i jeans e io solo una vecchia camicia che trovai nell'armadio, e andammo in cucina a fare colazione. Avevamo appena finito di preparare quando qualcuno entrò dalla porta. Allora la donna che era con Tòmas la sera prima era davvero Andhie, come diceva Nicolas. Non fecero caso a noi quando entrarono. Iniziarono a baciarsi  e a svestirsi. Nico e io ci guardammo con facce schifate, poi tornammo alla colazione.
Rumori su rumori provenifano dalla stanza da letto. Ok non avremmo dovuto sentirli, ma eravamo lì, niente di emglio di un pornod al vivo, no?!
-Bene amore- feci io -i tuoi programmi?-
-Mhmmh penso..guardarti, baciarti, guardarti, parlarti, guardarti, dirti che ti amo e guardarti- fece un sorrisetto furbo - i tuoi?-
-Beh oltre a ricordarti quanto cazzo sei bono credo che oggi manderò a quel paese quella troia della tua fidanzata-
-Bene e..ti dà fastidio se sepolgo vivo il tuo ragazzo?-
-No, non molto-
Intanto nella camera da letto ne succedeva di tutto e di più, mentre ci facevano diventare più cornuti di una renna pensavamo a quanto gli avevamo cornuti noi in una sola notte.
-Beh tesoro sono le 8, passo in studio e poi vengo a sentirti cantare al festival, vuoi che ti accompagni a casa?- mi diede un bacio con lo schiocco sulla guancia
-Pensi che lasci andare in giro il mio ragazzo a petto nudo tutto il tempo? Nossignore, vengo con te-
Tutti i suoi vestiti e i miei erano in camera da letto così dovevamo continuare ad andare in giro così
-Beh a me servirebbe solo una camicia..-
-Ti passo la mia- feci per toglierla ma lui mi trattenne
-Ok, passiamo a casa tua e mi ridarai la camicia, bene?-
-Bene-
Ci demmo un bacio e uscimmo.
    Al Festival io e Nico ci incontrammo, e decidemmo così di continuare, per un pò, a fingere di essere relativamente i fidanzati di Tòmas e Andhie.
Cantai I See You di Leona Lewis contro My Heart Will Go On di Celine Dion. Persi per il semplice fatto che, anche se Andhie non sapeva cantare minimamente quella canzone, my heart will go on è la canzone d'amore per eccellenza, è LA canzone. Non me la presi molto, io e lei eravamo in un pareggio di vincite, tre ciascuno; anche se avessi perso non mi sarebbe importato nulla. Avevo Nicolas.
Uscita dal teatro andai a casa di Nicolas, lui era rimasto dentro con Andhie, avevo tempo per andarci prima che qualcuno mi vedesse.
Un'ora e mezza dopo a casa si presentò con un'occhio nero e tutti i vestiti gualciti.
-Nicolas! Che è successo? Stai bene?- mi affrettai ad andare da lui ad aiutarlo
-Tòmas..- disse lui a fatica
-Dio! Te lo avevo detto di non farlo!- lo portai in camera da letto e lo feci sdraiare
-Calmati, non ho resistito dal dargli una bella lezione del fatto della tua verginità, il resto non se lo aspetta nemmeno..- tossì
Io intanto avevo tirato fuori l'acqua ossigenata, ghiaccio e cerotti ed iniziavo a mettergli apposto il viso
-Bhe rilassati, ora ci sono io- gli dissi dolcemente mentre gli passavo il ghiaccio sull'occhio nero
-Già..sei la migliore infermiera che potessi mai desiderare- mi diede un bacio
-Peccato che ora debba fare lo stesso lavoro con Tòmas- feci una faccia disguastata
-Beh avrai il doppio del lavoro allora-
-Chissà forse ci sta pensando Andhie-
-Perchè, non vuoi fare da infermiera anche a quel fotomodello di Tòmas?-
-Purtroppo con lui ho già fatto l'infermiera- dissi mettendogli i cerotti sulle nocche -e non proprio nel vero senso della parola..-
Intanto che mettevo a posto gli oggetti da medicazione e il  ghiaccio, mi vibrò il cellulare. Tòmas.
Mi sedetti sul letto affianco a Nico e risposi
-Pronto? Amore mio?- feci io, intanto Nicolas si sedette di scatto sul letto
Tòmas era tutto indignato, mi rompeva i timpani mentre parlava; intanto Nico mi aveva sceso la manica della maglia ed aveva iniziato a baciarmi la spalla ed il collo
-Oh..dai...qual cattivone di Nicolas ti ha picchiato?...ah....dai vedrai...gli farai vedere chi sei..- mi trattenevo a stento mentre Nicolas mi baciava. Cazzo semplicemente con un bacio mi faceva venire un orgasmo.
-...Si...bene...facciamo che tra mezz'ora vengo da te eh...si....ah-ah..ti aiuto io...ciao, si...anche io ti amo- chiusi e sbattei il telefono a terra.
Iniziai a baciare Nicolas -tu sei pazzo-
-Si...completamente-
Mezz'ora era troppo poca per stare insieme. Mi sdraiai su di lui e gli sbottonai la camicia, mentre lui mi toglieva la maglia. Iniziai a fargli un succhiotto sul collo mentre lui mi mordeva il regiseno; ma perchè quando due persone cercano di avere un pò di intimità arriva sempre qualcuno a rompere?
-Nicolas? Amore sono a casa!- Andhie.
Merda. Presi la maglia di sfuggita e mi  nascosi sotto il letto. Mentre Nico si abbottonava di fretta la camicia. Poi Andhie arrivò in camera da letto e si mise su di lui con una super spaccata da ballerina. Mi alzai dal pavimento e, guardnadoli, feci una facci schifata, prendendo il telenino da terra. Cercai di non fare rumore uscendo, Avrei dovuto darmi da fare con Tòmas, e io che pensavo che i miei giorni da puttana fossero finiti.

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Capitolo 25
*** Preparativi ***


Arrivò la domenica. La mattina non c'era la gara, solo di sera. Il mio gruppo e quello delle Beautifully Singers erano a pari vittorie; ma non vedevo Nico da giorni, nè stavamo un pò insieme. Non vedevo l'ora di lasciare Tòmas e stare con lui, passare ore a coccolarci e passare tempo assieme. Sempre. So che 'sempre' è molto tempo, ma il tempo con lui passava velocemente. In ogni modo quella sera mi sarei esibita in due canzoni. Per far decidere ai giudici quale gruppo fosse il migliore.
In pochi giorni Tòmas e Nico si erano già picchiati tre volte. Non potei aiutare Nicolas, dovevo solo tirare su il morale a Tòmas mentre all'uomo che amavo ci pensava l'amante del mio fidanzato. Piuttosto ironica come cosa, entrambi mi hanno tradito con la stessa donna, anche se Nico ipoteticamente con Andhie non ci ha mai fatto nulla, ma pensavo fosse il contrario. In ogni modo sapevo che sare stata con Nicolas, sapevo che almeno per un pò potevo essere felice.
    Quel pomeriggio, prima di andare al teatro, ero a casa a sentire la musica e a fumare, quando qualcuno bussò alla porta, il ragazzo delle consegne, una consegna di domanica, strano, pensai. Mi consegnò una scatola di plastica, dentro c'era una scatolina di pelle e dentro una catenina d'oro bianco con una piastrina e su inciso ''Can't rain forever'', ''Non può piovere per sempre''. Dentro c'era anche un biglietto, di cartoncino viola, sulla prima facciata c'era scritto 'Per Deina' e un cuoricino affianco, scritto con una penna Fuxia, di quelle che profumano di fiori. Dentro c'era scritto:
''Per te, spero che la indosserai stasera, sarai stupenda, con amore -N.''
Nicolas. Che dolce, aveva sprecato tutti quei soldi per me. Possedevo solo bigiotteria, non avevo mai visto nè indossato qualcosa di così costoso. Era bellissima, mi avrebbe portato fortuna. Pensai di ricambaire il gesto. Telefonai di fretta agli organizzatori del concorso, avrei cambiato la scaletta delle canzoni per quella sera. Erano in programma I Will Be di Avril Lavigne e Listen di Beyoncé per il finale, ma al posto di Listen decisi di mettere una canzone per Nico, I Turn to You di Christina Aguilera. Avrei potuto cantarla tranqulliamente, chiunque avrebbe pensato fosse per Tòmas, invece che per Nicolas.
Diego, Candice e Renata sarebbero rimasti stupiti dalla scelta, se non si sarebbero arrabbiati. Poi sarebbero venuti anche Danielle e Richard, quell'estate erano stati per un pò al nord, e sarebbero tornati per la finale. Erano a casa in paese, avevano affittato un appartamento per un pò e sarebbero venuti un paio d'ore prima del festival, così decisi di prepararmi dopo il loro arrivo
-Deina!- dissero quasi all'unisono quando gli aprii la porta
-Ciao ragazzi!- gli abbracciai affettuosamente
-Allora- iniziò Danielle -come sono andati questi giorni senza noi?-
-Oh una noia mortale!- scherzai.
Ridemmo raccontantoci aneddoti del viaggio, del festival o delle strane coppie che giravano nell'aria, quando ad un tratto Rich esclamò
-Oh quasi dimenticavo!- fece, girandosi dietro la sedia -prima di venire qui siamo passati da Nicolas, e ci ha detto di portarti questo-
Mi porse un enorme scatolone con il marchio Chanel sopra, pesantissimo, dovetti appoggiarmi al tavolo per prenderlo in braccio
-E' uno Chanel autentico, scarpe comprese- disse Dani
-Vuole che lo indossi stasera, sono sicuro che starai perfettamente- aggiunse Rich
-Oddio...non...non me lo aspettavo...anche questo..- ero rimasta a bocca aperta
-Ehy Dei- riprese Danielle -manca un'ora e mezza all'inizio del festival, che ne dici se saliamo e ti dò una mano a sistemarti?-
-Okay..- risposi timidamente.
Quando in camera mia tirai fuori il vestito non credevo ai miei occhi. La parte superiore era un corsetto nero a bretelle, che si abbottonava con dei bottoni metallici, tipo '800 mentre in vita c'era una fascia di raso nero che seperava l'abito dalla gonna corta a palloncino, con motivi floreali che ridavano sul fuxia spento. Non ci credevo, doveva essergli costato una fortuna, quello...la collanina..le scarpe...mi stava viziando, ma in fondo, nessuno mi aveva mai trattato minimamente bene durante la mia vita, un pò me lo meritavo anche. Un'ora dopo ero davanti allo specchio di sotto, che mi fissavo con la catenina in mano. Dani mi aveva raccolto i lunghi capelli in uno chignon intrecciato dietro e mi aveva prestato un paio di suoi orecchini pendenti, d'oro bianco anch'essi, con dei cuoricini che penzolavano, e le scarpe che mi aveva mandato Nico erano altissime e anche loro con dei motivi floreali. Ero bellissima. Non credevo che lo avrei mai pensato, ma lo ero. Quella mattina mi ero fatta togliere il tatoo alla gamba con il laser, quelli sulla pancia e sulla schiena li avrei tenuti, mi piacevano troppo. Passò Diego, scendendo alle scale. Non mi vide, ma a metà strada si rigirò ed iniziò a fissarmi
-Deì..?- esclamò perplesso
-Si- mi rigirai verso di lui sorridendogli
Si avvicinò -Sei...sei bellissima- gli mancava il respiro
-Grazie, Diego- mi rigirai verso il mio riflesso -Potresti...- gli feci il cenno di allacciarmi la collana, lentamente
-Certo..- si avvicinò e mi sfiorò delicatamente il collo con le dita ruvide
-Gracie mille- gli sorrisi di nuovo
-Te l'ho già detto che sei bellissima?- era a bocca aperta
-Si, me lo hai già detto!- feci l'offesa, ma poi lo abbracciai
-Oh Dei..- mi sussurrò -sembrava ieri quando ti difendevo dai bulli alle elementari e invece ora...guardati!-
-Andiamo Diè! Mica sto per sposarmi!-
-No ma sei bellissima lo stesso- mi accarezzò il mento -beh manca poco, andiamo?- sorrise
-Andiamo-.

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Capitolo 26
*** I Turn to You ***


Andai in auto con Ricardo che guidava e Danielle affianco a lui. Dinanzi il teatro c'erano Nicolas con Andhie e, poco lontano Tòmas a braccia consere a guardare la strada.
Una volta parcheggiato Rich aprì la portiera sia a Dani sia a me. Quando scesi avevo gli occhi puntati addosso, mi guardavo intorno ma ben presto il mio sgurdo incrociò quello di Nicolas. Era a bocca aperta e mi squadrava dalla testa ai piedi, gli sorrideri e lui ricambiò il sorriso. Ma poi  Tòmas si mise davanti a me, escludendomi dalla vista del bellissimo sottiso di Nicolas. Si chinò e mi baciò la mano
-Sei bellissima- sussurrò
Si chinò per darmi un bacio ma io gli misi la mano davanti alla bocca -Ah-ah-ah- esclamai -il meglio è per dopo-
Sorrisi e lui sorrise, mi cinse la vita e mi accompagnò dentro il teatro. In camerino ero sola e mi chiusi dentro, iniziai a gurdarmi allo specchio, quella non ero io, ma mi sentivo a mio agio dentro quel vestito.
Qualcuno mi strinse i fianchi da dietro
-Sei stupenda- sussurrò Nicolas baciandomi il collo -anche se saresti meravigliosa anche con degli stracci addosso, ma ora sei 'oh wow!'-
Risi e mi girai verso di lui mettendogli le braccia attorno al collo
-Grazie a te- gli diedi un bacio sul naso, e poi iniziai a baciarlo delicatamente sulla bocca.
Lui si staccò -Ehy che stavi facendo con Tòmas prima?-
-Stavo facendo le cose che non posso fare con te, semplice- lo presi in giro
-Ah ma davvero?- rise.
Mi alzò e mi sbattè contro il muro, iniziò a baciarmi la bocca, il mento, il collo, il petto e, al punto cruciale qualcuno bussa alla porta
-Merda- Nico mi mise giù
-Deina!- Tòmas bussava fortemente alla porta -Su è tardi dobbiamo andare!-
-Uffa- mi rimisi apposto il vestito -amore ti amo, devo andare-
-Va bene amore- mi diede un bacio sulla guancia -vai, e vinci- sorrise
-E tu stai molto attento alle canzoni perchè ho cambiato la scaletta apposta per te!-
Gli diedi un'ultimo bacio e me ne andai.
    Mi esibii per seconda, dopo che quella cornacchia di Andhie cantò  Girlfriend di Avril Lavigne. Sul palco la musica era aprtita, così anche il video della traduzione alle mie spalle, I Will Be, la avrei cantata più a modo di Leona Lewis che di Avril Lavigne, avrei preso più punti
-There's nothing I could say to you, nothing I could ever do to make you see, what you mean to me..-iniziai a cantare
Tutta per lui.
-And all my life, I will be with you forever..-
Era vero, ''e tutta la mia vita sarò per sempre con te''.
Quando finii di cantare gli applausi erano fortissimi. Come ogni volta.
Dopo di me c'era di nuovo quella smorfiosa di Andhie, nemmeno a farlo a posta cantava Listen di Betoncé. Non ci si avvicinava minimamente, era stonatissima mentre cantava. Tanto valeva che non ci si iscrivesse a quel concorso.
Ed ecco che dopo toccava a me. Finalmente una cosa decente, Christina Aguilera, una delle 50 cantante più brave al mondo. Avevo provato tantissimo su quel pezzo in quell'estate, anche se non era in programma, mi  ero preparata bene.
Sul palco l'unica donna della giuria, mi rifece di nuovo delle strane domande
-Buonasera, Deina- mi salutò con un sorriso
-Buonasera!- risposi cordialmente
-Per prima cosa devo dire che sei davvero bellissima stasera!-
-Grazie!- sorrisi di nuovo
-Bene, tu questo pomeriggio mi hai telefonato per dirmi che volevi cambiare una canzone..-
Annuii -si-
-..E questa tua scelta mi ha lasciato molto perplessa, perchè è una canzone cantata da una cantante molto ma molto dotata- fece una pausa -vorresti annunciare?-
-I Turn to You di Christina Aguilera-
-Ecco e, come spero il pubblico saprà, la Aguilera è una delle poche cantanti a livello mondiale che riesce ad arrivare a una milesìma con la voce, quindi, non che io dubiti di te, ma non credo che possa arrivare al livello della sua voce-
-No lei a perfettamente ragione- concordai io -all'inizio sulla scaletta c'era una canzone di Beyoncé ma all'ultimo momento, questo pomeriggio, ho deciso di cantare una canzone che per me significa molto, ora so che Christina ha una voce molto difficile da imitare, ma ho deciso ugualmente di buttarmi-
-Okay quindi...direi che ti possiamo ascoltare..-
-Bene- finii; e partì la musica col video che avevo preparato
-When i'm lost in the rain, in your eyes i know, I'll find the light to light my way...-
Stavo cantando meglio che potevo, per lui.
Le milesìme, gli acuti e tutto il resto, mi stava uscendo alla perfezione. Tutto per lui, semplicemente per lui.
Quando la musica finì mi sentii sola. Mi aveva accompagnato tutto quel tempo, ed ora si era spenta, la platea intanto era per l'ultima volta in piedi che urlava e mi applaudiva, soprattutto per una nota altissima verso la fine, iniziarono a chiamare il mio nome, non ci ero molto abituata in quel senso, ma era bellissimo sentirsi così.
    Eravamo sul palco. C'era Nicolas, Diego, Tòmas, Andhie e gli altri. Tutti aspettavano  il verdetto dei giudici. Quando dissero i nostri punti finali, praticamente saltai addosso a Diego. Vinsi 30 a 19, 30 a 19!!  Era impossibile, era troppo facile così. In un momento però, fra le urla, ci fu un attimo di calma fra noi. In quell'attimo Nicolas, che era di fronte a me, si avvicinò lentamente e mi prese le mani. Feci in tempo a dare uno sgurdo di sfuggita a Andhie e Tòmas che guardavano attoniti, poi lo sguardo si posò sugli occhi grandi e cucciolosi di Nicolas
-Sei stata fantastica- mi sussurrò.
Mi alzò la mano sinistra e me la baciò con dolcezza, continuando a guardarmi negli occhi. Poi, con l'altra mano mi prese il mento e me lo alzò lievemente, poi si avvicinò a me e io gli sorrisi. Finalmente, davanti a tutti, le nostre labbra si avvicinarono, e non per caso. Ci baciammo davanti a tutti, per venti infiniti secondi. Io gli stringevo la camicia al petto e lui mi teneva stretta a lui tenendomi forte per i fianchi. Quando ci staccammo ci guardammo intensamente negli occhi, gli altri intorno a noi non esistevano. C'eravamo solo io e lui. Io gli accarezzavo dolcemente il viso e lui mi massaggiava il collo. Poi però Tòmas ci diede uno strattone che ci separò. Io finii a terra e battei la testa mentre Nicolas scivolò all'indietro ma per fortuna si mantenne alla gente dietro di lui.
Diego mi soccorse, mi sanguinava il collo, ma mi ripresi abbasatanza in fretta, dopo un paio di minuti. I due davanti a me si stavano picchiando. Come sempre era Nicolas ad avere la meglio. Era comunque una cosa da evitare. Mi  frapposi fra i due per fermarli
-Ehy! Finitela! Subito!- urlai
-Perchè l'hai fatto eh? Non ti bastavo solo io? Avevi bisogno anche di lui?- alzò la mano per tirarmi uno schiaffo ma Diego si mise davanti a me e gliela accartocciò come se fosse stata un pezzo di carta
-Prova a toccarla anche solo con un dito e ti assicuro e ti ritroverai con la mano mozzata, hai capito?- Diego gli urlava contro, mentre Tòmas emetteva lamente per il polso contuso.
-Che c'è Nicolas? Non sei capace di difenderti da solo? Hai bisogno delle guardie del corpo?- stuzzicò Tòmas.
Ero al centro tra Nicolas e Diego che si stavano muovendo per picchiarlo, ma io gli misi le braccia davanti per fermarli, entrambi, e mi feci avanti
-Tu- dissi indicando con un cenno della testa Tòmas -non fare tanto l'innocente con me-
-Con te? Io non ti ho fatto nulla!- iniziò a urlare
Andhie gli si mise davanti -perchè? Eh? Non ti abbiamo fatto nulla!-
Nicolas dietro di me si tratteneva a stento. I giudici erano andati via pochi minuti dopo aver annunciato il vincitore e la platea scarseggiava.
-Ma davvero?- sbuffò Nico da dietro con le braccia incrociate
Feci una finta risata -ma dai! Credete che non lo sappia? Che non vi abbia visto?- urlai -Mercoledì sera a casa di Tòmas, con la tua lingua attaccata al suo cazzo, poi sono io la puttana, vero?-
-E chissà da quando andava avanti la storia, poi, eh?!- s'intromise Nicolas, che mi prese per mano -su, vieni, andiamocene-
Uscimmo dal teatro ed andammo a casa. Eravamo felici, finalmente potevamo stare insime.

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Capitolo 27
*** Can't rain forever, but now raining ***


-Antento allo scalino- sussurrai con voce rauca.
Stavo aiutando Nico ad entrare a casa. Aveva solo un'occhio nero e un paio di lividi, ma era sfinito, e così anche io
-Okay..- disse piano senza sforzarsi -questo sarà un aneddoto da raccontare ai nostr figli- sorrise
I nostri figli. Cazzo, avrei dovuto dirglielo.
Risi ironicamente -credi che gli importerà mai qualcosa?-
Intanto eravamo arrivati in camera da letto e lo avevo fatto sdraiare. Mi sedetti affianco a lui
-Senti...- riprese dopo un pò -dovresti farti controllare questo..-
Passò le dita sulla cicatrice che Tòmas mi aveva lasciato sulla nuca facedomi cadere, aveva sanguinato per un bel pò, solo ora stava smettendo
-Va bene- dissi io per calmarlo -domani vado in ospedale-
-Meglio- cincordò
Presi un sospiro e mi alzai a prendere la cassetta di pronto soccorso, quando tornai in camera di sedetti di nuovo affianco a lui e gli sbottonai la camicia
-Ehyehyehy!- esclamò lui di fretta -non ti sembra un pò presto adesso?-
-Scemo- gli tirai un piccolo schiaffo ed iniziai a passargli l'acqua ossigenata sui lividi -brucia?-
-No, non molto- sussurrò stanco -come ti senti?-
-Beh il mio ex fidanzato che non mi ha tradito e il mio fidanzato che mi ha tradito si sono appena picchiati davanti a tutti per me, ma per il resto sto bene- ironizzai
Rise -beh almeno adesso possiamo stare insieme- mi passò una mano fra i capelli
-Ascolta- ripresi io -non ti dà fastidio il fatto che teoricamente tu finiresti in prigione se qualcuno ci vedesse?-
-Non hai più tredici anni- disse pronto -ora sei penalmente perseguibile, puoi finire in un carcere minorile...-
-Grazie mille avvocato- gli diedi una placca sulla pancia che lo fece piegare in due -ora si che sono molto più tranquilla!-
Cercò di ridere ma la pancia gli faceva troppo male -la prossima volta ricordami di evitare frasi del genere-
Risi -sei bellissimo quando ridi, sai?- dissi con lo sguardo fisso accarezzandogli il viso
-Tu sei bellissima e basta- ci demmo un piccolo bacio e sorridemmo
-Quello che volevo dire..- dissi passandogli una borsa di ghiaccio sull'occhio nero -è che potrebbero mandarti al fresco per pedofilia...-
-Chissene- si tirò su a sedere -non mi frega, ho te in ogni caso-
Ci demmo un bacio, un'altro ancora, e senza preavviso ci ritrovammo un'ora dopo mezzi sbronzi e nudi nel letto, uno accanto all'altro che ci abbracciavamo. Era tutto bellissimo con lui. Tutto sembrava più bello e, anche se ogni piccola cosa mi ricordava il fatto che io avessi solo quattordici anni e lui quasi ventuno, andavamo avanti felici
-Posso farti una domanda?- fece lui accarezzandomi i capelli
-Dimmi- sussurrai
-Perchè ogni giorno sei sempre più bella?- mi sorrise
-Oh beh, segreto- misi il dito davanti la bocca mi misi a ridere
-Certo, sono il tuo fidanzato, non il tuo menager, giusto!- sdrammatizzò e ci stringemmo ancora più forte
-Davvero avevi già programmato tutta la nostra vita insieme?- gli chiesi guardandolo nelgi occhi
-Certo, il giorno in cui ti avrei chiesto di sposarmi, 16 novembre, la data del nostro matrimonio, 24 maggio, la nascita del nostro primo figlio, 15 febbraio..- iniziò con il fare da sognatore -certo non avremo un solo bambino ma due o tre...anzi cinque, tre femmine e due maschi...o forse di più..-
-Oh..- sospirai. Doveva saperlo. Rimasi a guardarlo negli occhi con aria affranta per qualche istante
-Che c'è?- domandò dolcemente quando si accorse che qualcosa non andava.
Mi staccai da lui e mi misi seduta sul letto. Mi rimisi lentamente la biancheria intima e poi mi alzai ed andai verso l'armadio cercando qualcosa di decente da mettermi fra i suoi vestiti
-Allora?- chiese di nuovo.
Mi girai verso di lui per guardarlo. Aveva un'aria strana, così chiusi l'armadio e mi inginocchiai davanti al letto per parlargli
-Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese preoccupuato
-Nono...è che..- mi feci forza ed iniziai -senti..so che avrei dovuto dirtelo prima ma...non ne avevo il coraggio e così...-
-Che c'è? Cos'è successo?- ricominciò lui
-C'è che..- inspirai -dovresti lasciarmi- finii
-Cosa?- disse indignato -che ti prende?-
-Nulla-
-Allora...che significa?- non capiva
-Ascolta, io non sono buona a nulla, rifletti, non ho mai avuto una famiglia, non so neppure che significhi e poi..-
-E poi?- cercò di farmi continuare lui
Lo guardai negli occhi per un attimo e sospirai -ricordi quando ti ho raccontato di come mia zia ha iniziato a farmi prostituire?-
Annuì
-Bene- ero pronta -la prima volta, avevo dieci anni, e mi toccò iniziare con un uomo di mezza età, praticamente mezzo morto, era il triplo di me, avevo paura- feci una pausa per calmarmi, poi ripresi -ti basta se ti dico solo che...ero troppo piccola a quel tempo?-
Aprì la bocca per darle fiato ma non uscì alcun suono. Lo guardai negli occhi
-Subii un trauma fisico fortissimo. Ma non si degnarono di mandarmi in ospedale, a dodici anni mi fecero fare delle analisi, per la fertilità..-mi bloccai. Non riuscivo ad andare avanti
-No..- sussurrò lui con la voce rotta
Annuii -sono sterile Nico-
Mi alzai e mi diressi di nuovo verso l'armadio. Presi una t-shirt consumata e un paio di vecchi jeans scoloriti. Mi misi le scarpe e mi avvicinai di nuovo al letto
-Non sono buona a nulla, visto?- feci un piccolo sorriso ed uscii dalla porta.
Nicolas era rimasto lì intontito a guardarmi, come se gli fosse appena successo qualcosa di irreparabile, in parte lo era. Non era riuscito a spiccicare parola dopo che glielo avevo detto. Nona vrei dovuto aspettare così tanto, ma meglio allora che poi.
    Sotto il palazzo mi stavo scervellando per avere una piccola idea di come tornare a casa. Alla fine decisi di andare a piedi. Era quasi l'una di notte, a quell'ora andavano in giro solo i drogati, anche se io ero una di loro, era meglio evitare. Due ore e mezza dopo ero a casa.
Erano le quattro meno un quarto quando arrivai a casa. Sapevo di cosa avevo bisogno, più di tutto. Arrivai in bagno ed aprii l'acqua fredda della vasca da bagno, ci misi dentro una bottiglia intera di bagnoschiuma, per farci molta schiuma. Mi tolsi lentamente i vestiti e li feci cadere a terra. Non chiusi a chiave la porta, non mi importava se qualcuno entrasse e mi vedesse. Alle quattro di mattina mi immersi nell'acqua gelida, con  le cuffie imprermeabili dell'iPod, mentre ascoltavo e riascoltavo Shine di  Anna Nalick mentre mi passavo una lametta sul polso, ancora e ancora più in profondità. L'acqua si era colorata di un rosso denso. Ma non mi importava. Il mio trucco era stato completamente sciolto dalle lacrime, mentre tornavo, cosìcchè l'acqua avrebbe solo continuato il lavoro. Avevo la faccia nera dal mascara e il mio petto sentiva la pesantezza della catenina che Nico mi aveva regalato. Sapevo che era meglio così. Ma faceva male.
''Non può piovere per sempre'' aveva scritto, ma continuava a piovere.

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Capitolo 28
*** Shine Away ***


                   -You're like stars,
           they only show up when it's dark,
        'cause they don't know their worth-
'Sei come le stelle, si mostrano solo quando è buoio, perchè non conoscono il loro valore'
Shine. Era tipo la cinquantottesima volta che la ascoltavo. Erano le 9 di mattina ormai. Ogni mezz'ora pulivo la vasca e la riempivo perchè l'acqua si era fatta troppo densa, i capelli persino si erano colorati di rosso, e la ferita dietro la nuca l'avevo riaperta; sanguinavo dal polso e dal collo ora.
   Mi stavo immergendo nellacqua gelida che si stva lentamente colorando di rosso, la musica nelle orecchie continuava ma avvertivo qualcuno che si stava avvicinando. Oltre le cuffie sentii la porta aprirsi, ero con la testa sott'acqua, e d emergevano solo le ginocchia dalla schiuma e non potevo vedere nulla, ma sentivo lo stesso qualcosa oltre la canzone. Qulcuno si avvicinò e si inginocchiò dinanzi la vasca appoggiandosi al bordo. il mio viso emerse dall'acqua
-Che ci fai qui?- dissi tranquilla senza aprire gli occhi
-Sono venuto a chiarire le cose- rispose tranquillo anche lui
Mi tirai su a sedere -cosa c'è da chiarire?- chiesi tirandomi a sedere e appoggiando la testa al marmo del poggiashampoo
-Perchè pensi che dovremmo lasciarci?- iniziò
-Non ti hanno mai insegnato che non si ripsonde a una domanda con un'altra domanda?- continuavo a tenere gli occhi chiusi
-Deina...-
Aprii gli occhi e mi girai veso di lui -Senti Nicolas- dissi piano -il mio bel visino non durerà per sempre, se non puoi avere una vita normale con me, ti stuferai subito, e mi lascerai-
-Chi te lo dice? Non siamo tutti uguali, sai?- disse calmo
-Davvero? E, invece, che mi dici di noi?  Io che farò? L'unica cosa che mi esce bene è fare la puttana, il resto niente-
-No, non è vero, al tempo in cui io e te eravamo amici tu mi hai confessato che hai sempre desiderato di diventare una psicologa-
-Ma sono solo sogni Nico! Prima che io prenda il diploma e la laurea ne passerà di tempo e tu te ne sarai già andato- iniziavo ad alzare la voece
Nicolas mi prese il polso che aveva ormai finito di sanguinare e mi avvicinò a lui col viso
-Io ti amo- scandì lentamente le lettere -e ti assicuro che nulla di tutto questo potrà cambiarlo-
Feci un piccolo sorriso e mi calmai.
-Ora per favore- mi sussurrò -facciamo pace?- sorrise
Risi mettendogli una mano intorno al collo -beh l'acqua qui dentro la vasca è pulita, nemmeno una traccia di sangue- sorrisi -ti va di..-
Sgranò gli occhi e alzò lo sgurdo -chiudo a chiave la porta-
    Non ho la minima idea di come sia successo ma due ore e mezza dopo eravamo in camera mia a cercare di dormire, am era anche impossibile
-Deina, tesoro, sei sveglia?-
Tesoro.
-Si, amore- gli diedi un bacio -anche se sono stanchissima non riesco a riposare-
Nicolas mi accarezzava i capelli e mi teneva stretta per i fianchi; sentivo il buonissimo odore della sua pelle che mi dava una sensazione di leggerezza. Sapevo perfettamente che stavo facendo la cosa sbagliata con Nico, ma l'unica cosa che volevo è che fosse felice, e diceva che non lo era, se non con me.
-Piccola non vorrei metterti fretta- mi disse dolcemente -ma è tardi e non sono tranquillo se prima non ti accompagno in ospedale a controllare la ferita-
Sorrisi. Che dolce era.
-Voglio stare un'altro pò con te- lo strinsi forte -sto bene se sto con te-
-Lo so- disse lentamente -ma ho paura, se ti succede qualcosa? Non ci voglio pensare, non me lo perdonerei mai-
-E' colpa di Tòmas, Nicolas, non tua, tu non c'entri niente- feci una pausa -e poi io ti amo-
-Mi ami..- ripeté
-Non ti darei mai la colpa, lo sai- lo abbracciai di nuovo -poi ho superato mesi e mesi di coma, non mi succederà nulla
-Piccola..- mi rimproverò
Sospirai  -va bene- mi alzai dal letto -mi vesto, contento?-
     Erano venti minuti che Nicolas si agitava su quella mini sedia della sala d'aspetto, eravamo arrivati tardi così dovemmo aspettare che la fila di pazienti davanti a noi scorresse
- Sinophis- annunciò l'infermiera dalla porta dell'ambulatorio
-Vado- mi alzai - tu stai calmo e tranquillo qui eh? Andrà tutto bene-
Nicolas annuì ed io entrai nell'ambulatorio
-Possiamo fare in fretta?- dissi al medico dentro la stanza -so di non avere nulla, quindi eviterei i preliminari-
-Tògliti la maglietta- disse freddo
-Okay- esclamai io piano e me la tolsi
-Ahi brutto taglio- disse mettendo una garza sterilizzata sulla ferita -come te lo sei fatto?-
-Mi hanno spinto, sono caduta ed ho battuto la testa- risposi
-Per fortuna non c'è infezione- fece una pausa rimettendo a posto il rotolo di garza -sai svenuta quando sei caduta e hai sbattuto la testa?-
-Si- annuii -per un paio di minuti, è rilevante?-
-Molto- rispose gelido
-Senta- feci io -non sono morta dopo un coma terminale di più di quattro mesi, con trauma cranico e tutto il resto, che vuole che mi succeda per un taglietto?-
-Hai sentito una specie di crack quando ha sbattuto?- riprese lui senza farci caso
-Crack?- non capivo -che crack?-
-Quindi non lo hai sentito..- riassunse lui
-No, non che mi ricordi-
-Meglio così-
-Meglio per cosa?- ero un pò confusa
-Potresti esserti rotta la colonna vertebrale e essere rimasta paralizzata dal collo in giù-
-Sa, se mi avesse dato questa notizia un anno fa ne sarei stata pienamente felice- ironizzai
-Ma per fortuna non hai nulla- continuò -torna tra un mese e ti faccio un'altro controllo per essere sicuri, puoi andare-
-Va bene- dissi schietta.
     Nicolas mi aveva portato al parco a prendere un gelato. Non mi ricordo qual'è stata l'ultima volta che mi ci aveva portato, però era tutto bellissimo
-Sicura che non hai nulla?- era la quinta volta che me lo chiedeva
-No Nicolas! Sto benissimo!- ripetei -e possiamo amarci, essere felici e morire, disperatamente morire-
-Che bella fine- mi diede un bacio, la sua bocca sapeva di caramello.
Più in là, sullo scivolo del parcogiochi, un bambino e una bambina si scambiarono un timido bacio.

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Capitolo 29
*** La fine di una storia ***


Erano el sette di sera ormai. Andavamo in giro da ore, pomiciavamo sulle panchine, oppure camminavamo abbracciati per le vie del corso e ogni tanto ci scambiavamo qualche bacietto. Era bellissimo, tutto era bellissimo. Ci eravamo appostati  dietro un'albero davanti al parcogiochi, uno fra le braccia dell'altro a coccolarci e a guardare i bambini divertirsi fra loro. Che belli che erano, piccoli così, senza problemi, che pensavano solo a divertirsi. Quel momento sembrava infinito, eterno, ma l'eternità finì nel momento in cui tutto stava per peggiorare in una maniera che nessuno poteva immaginare allora
-Che fate ora? Spiate i bambini?- Tòmas che teneva stretta in vita Andhie erano spuntati dietro di noi come funghi velenosi
-Scusate?- intervenni io per scacciarli via
-Oh si voi due siete capaci di fare solo cose orribili, vero?- continuò a sfottere Tòmas
-Che vuoi ora? Credevo avessimo risolto- fece Nicolas stringendomi più forte il fianco
-Già, tu hai risolto- disse Tòmas avvicinandosi a Nico -ma io no-
-Deina puoi lasciarci soli un'attimo?- disse Nicolas lasciandomi la vita
-Ma io..-
-Vai, ti raggiungo dopo-
Diedi un'ultima occhiata a Nicolas e poi anche a Tòmas, non volevo andare via, ma se me lo aveva chiesto lui vuol dire che ne era davvero sicuro. Andhie mi teneva stretta per non farmi muovere. Dopo venti minuti che mi ribellavo da lei finalmente mi lasciò andare, ma quello che vedetti fu orribile. Tòma diede un ultimo calcio a Nicolas che sbattè contro l'albero e iniziò a sanguinargli il collo, com'era successo a me
-Nicolas!- urlai
Tòmas rise -è finita Deina, tu hai avuto quelloc he si meritava-
-Perchè l'hai fatto?- piangevo, ero inginocchiata su Nicolas e piangevo, sul suo petto
-Se lo meritva, Deina- rispose andandosene
-Nicolas- lo chiamavo -Nicolas per favore svegliati su...dobbiamo andare a casa..-
-Deina...- sussurrò stanco -piccola devo dirti una cosa...-
Tremavo -si, amore, dimmi..-
-Ti amo, piccola- disse piano -ti amo tantissimo, non dimenticarlo-
Iniziai a piangere più forte,accarezzandogli i capelli, lui mi stringeva la mano, ma sapevo quello che stava per succedere
-L-lo so- balbettai -so c-che mi ami, anch-che io ti amo, tanto..-
All'improvvisò però allentò la presa e chiuse gli occhi. Il suo cuore smise di battere, per sempre.
      Erano passati sei mesi. Il ventunesimo compleanno di Nico, il mio quindicesimo compleanno, tutto. Da allora passavo i giorni in camera mia fissando la finestra la vita degli altri scorrere tranquilla senza di me. Non mangiavo, non bevevo, non spiccicavo parola, non dormivo, solo pensavo a lui. Continuavo a tenere stretta la collana con la mano sul cuore, era l'unica azione che compivo durante il giorno. Non sapevo che fine avessero fatto nè Tòmas nè Andhie e non mi importava. Ero morta. Ero morta con Nicolas
-Deì?- Diego -Ehy come stai?-
Nessuna risposta
-Dovresti mangiare..sai?-
Portava un vassoio con un pezzo di pizza un bicchiere di birra -Ecco- me lo porse -la tua preferita- sorrise.
Io lo guardai negli occhi poi abbassai lo sguardo e lui si sedette affianco a me
-Ascolta- disse dolcemente -è passato tanto tempo...devi ricominciare su..-
Non risposi. Non mi ricordavo neppure come si facesse a parlare
-Mi manchi, sai? Ora sei un vegetale, non mangi, non dormi, nulla- sospirò -non ricordo nemmeno com'è il suono della tua voce-
Strinsi più forte la catenina al mio collo
-Per favore- mi strinsi la mano -reagisici su..-
Scoppiai a piangere e mi strinsi a lui
-Ssh- fece lui accarezzandomi i capelli -ti ricordi quando da piccoli tu avevi gli incubi? Ed io venivo in camera tua e ti consolavo?-
Risi.
-Ora e quasi la stessa cosa, no?- fece un sorriso
-Diego..- sussurrai -Mi manca moltissimo-
-Lo so- disse lui -ma è morto Deì, e tu sei troppo giovane per rovinarti così-
-No..non voglio no..-
-Devi dimenticarti di lui Dei, è l'unico modo- mi strinse forte
-Gli ho promesso che non lo avrei mai fatto, e mai lo farò- dissi lentamente
-Va bene, non parliamo di questo ora ok?- il nostro abbraccio ci sciolse
Annuii
-Ti va di scendere di sotto?- disse -tutti hanno un gran voglia di vederti-
Feci di si con la testa e mi appoggiai a lui per scendere. Di sotto c'erano tutti, Rich, Dani, Candice, Renata che stavano facendo colazione, io mi sedetti al tavolo affianco a loro, facendo finta di nulla
-Buongiorno- fece Rich a Diego
-Buongiorno Rich, buongiorno ragazze- rispose lui
-Rich mi passi il succo?- domandai
-Certo, Deina- quando si girò verso di me iniziò a tremare -D-Deina?-
-Si?- feci l'eco e mi alzai -vorrei rimanere qui con voi a spettegolare, ma ho da fare-
Loro c'erano rimasti di merda, nel vero senso della parola. Ma non dovevo pensarci, c'era una priorità. Avevo ancora un paio di sue t-shirt, e un paio di pantaloni, misi quella roba con delle vecchie scarpe da tennis e uscii senza farmi vedere. Presi le chiavi  dello scooter di Diego e andai.
C'era un posto che conoscevo da tempo, una scogliera altissima, vicino casa di mio padre. Quarantacinque minuti dopo ero lassù che guardavo in basso, il mare. Spevo quello che dovevo fare. Diego lo avrebbe superato, è sempre stato il ragazzo più forte che conoscevo, Danielle e Richard si sarebbero consolati a vicenda e Candice e Renata non erano tipe complicate, il tempo guarisce tutto, ma non poteva farmi dimenticare Nicolas, in alcun modo. Nicolas. Anche solo pensare quel nome mi dava i brividi, ma tutto stava per finire.
Senza pensare, mi girai e mi diedi una piccola spinta con le ginocchia e caddi. Non ricordo nulla di cosa accadde dopo, so solo che mi risvegliai.

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Capitolo 30
*** For every dark night there's a brighter day ***


Ero sdraiata su qualcosa di morbido, non so cosa fosse e qualcuno mi stringeva forte, stavo bene. Mi sentivo leggera, come se mi avessero liberata di tutto, tutti i miei problemi
-Ciao piccola- Nicolas mi teneva fra le braccia e mi sorredeva -finalmente ti sei svegliata, sono ore che dormi..-
-Dove sono?- chiesi intontita guardandomi attorno
-Sei con me- rise -non ti basta?-
Lo strinsi forte -mi sei mancato tanto-
-Anche tu- mi baciò una tempia
-Questo non è un sogno, vero?- lo guardai
-Beh siamo morti, tu che dici?- ironizzò.
Risi -cos'è questo posto?-
-Il Cielo- spiegò -sai, si muore, si continua qui-
Mi girai verso di lui -Oh, grazie per la semplice spiegazione-
Ridemmo insieme. Era tutto bellissimo, lì con lui.
-Finalmente- mi prese la mano -staremo insieme per sempre, ora- mi sorrise.
Il suo sorriso era la cosa più bella dell'universo, e in quel posto brillava mille volte di più
-Nico?- dissi dandogli un piccolo bacio sul collo
-Si?- rispose lui distratto
-Facciamo l'amore?- sorrisi fissandogli le labbra.
Non ottenni una risposta, solo un bacio, e poi un'altro, e un'altro ancora, fino a ritrovarci in un letto in una vecchia casa, dove Nicolas si era sistemato. In quel posto tutto era più lucente e leggero, ogni oggetto brillava ed ogni cosa era mille volte più semplice invece delle cose complicate che avevamo lasciato laggiù. In ogni caso un'ora e mezza dopo ero ancora più felice di prima, più tempo passavo con lui più mi sentivo bene, anche se tecnicamente ero morta...
-Amore- mi sussurrò dopo un pò -ho dimenticato di dirti una cosa..-
Continuava a passare le mani fra i miei capelli, lo faceva sempre, ed io mi sentivo meglio
-Dimmi, tesoro- dissi piano accarezzandogli  il petto
-Beh quando moriamo e veniamo qui..lasciamo laggiù il  nostro corpo..- cercò di spiegare
Annuii tranquilla
-Quindi ogni singolo problema del nostro corpo, rimane in esso, e veniamo qui con la nostra anima, continuando a vivere..-
Annuii di nuovo ma mi fermai stavolta -quindi io posso...- rimasi a bocca aperta
-Si- sorrise -tu puoi-
Feci un grandissimo sorriso e incominciai a baciarlo, senza dargli fiato. Ero felice, felicissima, ora ancora di più. Pensai di stare per scoppiare, stavo bene. Quando smisi lui mi accarezzò ed iniziò a guardarmi dolcemente con quei grandi occhi da cucciolo che aveva, era dolcissimo
-Piccola- sussurrò dolce come il miele -perchè hai voluto morire? Perchè hai rinunciato alla tua vita laggiù per venire qui?-
Sorrisi e gli presi la mano -un giorno, quando io ero in coma tu sei venuto da me con un mazzo pieno di rose rosse, e le hai messe sul mio comodino, poi sei venuto vicino a me nel letto e mi hai sussurrato delle parole, ricordi?-
Lui non capiva
-Tu mi hai detto- presi un respiro profondo e continuai
-'Tesoro, sono settimane che sei in coma, ma io ti amo ogni giorno di più, se ti succedesse qualcosa io ne morirei, se mi senti, in questo momento, ricorda ''Per ogni Notte Oscura c'è un Giorno più Luminoso'', ricordalo sempre-
Lui sorrise
-E qui, quassù, in questo posto, con te, tutto è più luminoso-

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Capitolo 31
*** rieccomi ***


Per tutta la mia vita ho sempre creduto che se fossi morta non sarebbe importato a nessuno, mi sbagliavo. Avevo osservato il mio funerale da quel posto in cielo, ed era pieno di persone, persino Tòmas piangeva, Nicolas aveva promesso che se fosse venuto quassù gli avrebbe dato una bella lezione, io gli ho detto che non c'è n'era bisogno, ora eravamo insieme, è quello che contava. Insieme, io e lui siamo felici, stiamo insieme da quindici anni ormai, ogni anno più bello dell'altro, ma siamo ancora tanto giovani, io ho 30 anni e Nico 36, e tutto è bellissimo. La cosa che più rimpiangevo di me era che per quanto io amassi Nicolas non avrei mai potuto dargli un figlio, ho sempre pensato che potesse essere un bravissimo padre, ed avevo ragione. Ora abbiamo sei figli, e aspettiamo il settimo. Lo so è esagerato, ma io arriverei anche a una ventina con lui, è tutto così bello.

Diego, il maggiore, ha 14 anni, sua sorella Luchilla ne ha 12, Mirta 7, Alexander 6, Katarina 3 e il piccolo Daniel, di 16 mesi, ora aspettiamo una femmina, e chissà poi anche un altro maschietto. Come pensavo Nicolas è un ottimo padre per loro, ed io lo amò ogni secondo di più, amo lui i suoi figli e quello che mi da e che mi ha dato in questi anni, tutto è perfetto, la mia vita, la mia famiglia, e non ho nessun rimpianto.

Abbiamo deciso di dare nome al nostro primogenito Diego, in onore al mio Diego, è stata l'unica persona che ha mai creduto in me e, anche se non lo sapeva, io ora stavo bene, ed ero felice. Come aveva detto Nicolas, 'Non può piovere per sempre', avevo recuperato la mia catenina con un pò di aiuto, ma ora l'avevo sempre con me, e mi ricordava i vecchi tempi, un pò sofferti ma belli da ricordare. Bisogna sempre tenere a mente una cosa, quando sbagliate e soffrite, 'You think you deserve this pain, but you don't' ovvero 'Pensi di meritare questo dolore, ma non è così' Ed è vero, non dimenticatelo mai.

Quassù è tutto così bello, quando anche voi verrete, un giorno, sarete felici, come laggiù è impossibile esserlo, ed io sono con l'uomo che amo, sempre, fino ad un attimo prima che l'eterno finisca.


Ops, scusate. La piccola ha scalciato.

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