Casa Cullen e dintorni

di Camilla L
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** In viaggio con papà ***
Capitolo 3: *** Buon compleanno, mamma! ***
Capitolo 4: *** Pomeriggio tra amiche ***
Capitolo 5: *** Madre e figlia ***
Capitolo 6: *** Ballo d'estate...parte 1... ***
Capitolo 7: *** Ballo d'estate...parte 2...(Epilogo) ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***



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Introduzione

 

Ciao care!!!

 

Mentre non avevo la connessione ad internet non ho perso tempo e ho scritto un po' di cose e tra le altre m'è uscita anche questa: è il seguito di “Io non ho che me stesso e viceversa” e “ Jasper Joshua Cullen” e come quelle fa parte della serie “Il giovane Jasper”...

Qui conosceremo meglio, oltre a Jasper e Rosalie quasi sedicenni, anche alcuni dei personaggi che gravitano intorno a loro...

Domani, o al massimo Lunedì, arriverà il primo capitolo...

 

 

Spero di avervi incuriosito almeno un pochino...

 

Tanti baci e buona lettura!!!

 

Camilla

 

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Capitolo 2
*** In viaggio con papà ***


In viaggio con papà

 

Pov Carlisle

 

Dopo aver adottato Jasper, ormai quasi tre anni fa, tra licenza di maternità e ferie, mia moglie è rimasta a casa dal lavoro per quasi un anno e la stessa cosa s'è ripetuta poi con Rosalie l'anno seguente. Perciò è da poco che ha ripreso il lavoro e da allora, per non lasciare troppo soli i nostri figli, Esme ed io cerchiamo, quando è possibile, di darci il cambio all'ospedale; proprio come oggi che, a metà mattinata, sto per tornare a casa, dopo aver passato la notte al lavoro e aver salutato la mia compagna che ha preso il mio posto al pronto soccorso.

Jasper e Rosalie, quasi sicuramente non ci saranno nemmeno, ma l'idea che sia io che la loro madre siamo al lavoro mentre loro non sono a scuola non ci va molto a genio: non li abbiamo adottati perchè non abbiano mai un punto di riferimento, così cerchiamo spesso di dare loro la possibilità di trovare a casa almeno uno di noi per ogni evenienza, dato che l'ospedale ci permette di avere orari abbastanza flessibili. Ormai sono grandicelli, visto che hanno quasi sedici anni, ma sono con noi da così poco tempo che, non riusciamo ancora a trattarli come due adolescenti e a loro questo sembra non dispiacere: ad esempio quando, ogni tanto, dimostriamo loro il nostro immenso affetto con piccoli baci e abbracci, come si farebbe con dei figli molto più piccoli.

Fortunatamente questa notte in ospedale non c'è stato molto lavoro, così ho potuto dormire un po' e anche portami avanti con le cartelle cliniche che avevo in arretrato e che avevo intenzione di finire a casa. Avrei del tempo libero da passare coi miei figli, ma non credo che vogliano passare con me uno dei primi giorni delle loro vacanze estive (non vedevano l'ora che arrivassero le vacanze!!!), nessuno di loro due ha mai avuto degli amici con cui passare intere giornate anche solo a chiacchierare. Jasper è molto amico di Emmett McCarty e Seth Clearwater, sono diventati inseparabili fin dai primi giorni in cui Jasper è arrivato a Forks; Rosalie, invece, s'è trovata subito a suo agio con Alice e Isabella Suani, passano ore al telefono a parlare di moda e ragazzi (cosa che non mi va molto a genio, ma vista la sua età credo che dovrò, presto, farmene una ragione!).

Quando entro in garage, però, noto che le loro biciclette sono entrambe al loro posto appoggiate al muro, segno che non sono ancora usciti, cosa assai strana a quest'ora, da quando la scuola è finita, fanno appena in tempo ad ingoiare l'ultimo boccone della loro colazione per scappare dai loro amici.

-Cosa ci fate a casa? Di solito a quest'ora state già girovagando senza metà per la città-chiedo loro, stupito di vederli entrambi davanti alla TV.

-I nostri amici sono tutti impegnati!-mi risponde Jasper, con tono annoiato e senza togliere lo sguardo dalla TV.

-Alice e Isabella sono impegnate al ristorante dei genitori, Seth è da alcuni parenti non so dove e Emmett al mattino non può uscire perchè sta frequentando i corsi estivi-precisa Rosalie.

-E voi avete intenzione di stare qui, davanti alla TV, tutto il giorno?-chiedo ancora.

-Non abbiamo molte alternative!-dice Jasper.

-Se vi proponessi di venire con me in un posto ci verreste?-chiedo.

-E dove?-mi chiedono in coro.

-C'è un posto che avrei voluto farvi vedere già da tempo e visto che io non ho bisogno di dormire perchè stanotte in ospedale non ci sono state emergenze e che voi vi state annoiando e, dal quel che vedo, pure parecchio potremmo approfittarne-rispondo.

-Io ci sto!-mi risponde Jasper.

-Anch'io!-conferma anche Rosalie.

-Ok, allora vado a darmi una rinfrescata e voi nel frattempo cambiatevi che tra poco partiremo. E Rosalie, mi raccomando, niente di troppo vistoso, attillato, scollato...-dico, prima che mia figlia mi interrompa.

-...e corto, aderente e trasparente! Si, si ho capito papà!-mi dice, un po' scocciata, schizzando al piano di sopra.

Fa sempre così quando faccio il papà geloso, come mi chiama lei, fa la scocciata, ma so che in fondo le fa piacere che qualcuno si preoccupi per lei.

In nemmeno mezz'ora siamo pronti per partire e dopo un breve litigio che, blocco quasi sul nascere (decidendo io per loro!), per chi si deve sedere al mio fianco in macchina, siamo in viaggio.

-Allora ci vuoi dire dove stiamo andando?-mi chiede Jasper alle mie spalle.

-In un posto dove vostra madre ed io andavamo sempre da ragazzi-rispondo solo.

-E dove sarebbe questo posto?-mi chiede poi Rosalie.

-A più o meno un'ora e mezza di macchina da Forks, ma prima ci fermeremo per il pranzo-rispondo.

A circa metà del nostro viaggio ci fermiamo in un piccolo ristorante che frequentavo spesso quando venivo da queste parti: una piccola baita ai piedi dei monti che confinano con la nostra città. Quando Esme ed io, eravamo ancora fidanzati la portavo spesso qui, era alla portata economica di un giovane studente e abbastanza intimo per due giovani fidanzati. Pensandoci bene mi dispiace essere venuto qui, a fare questo tuffo nel passato, senza di lei, ma ultimamente essere tutti e quattro insieme è quasi impossibile.

-Eccoci arrivati alla prima tappa, non sapevo se ci fosse ancora, ma ci speravo!-dico, prima di scendere.

-”La Baita del grizzly”? Ma non ci sono gli orsi in questa zona vero papà?-mi chiede mia figlia preoccupata dal nome del ristorante.

-Non preoccuparti tesoro! E' solo un nome!-la rassicuro.

Appena entriamo al ristorante noto che è rimasto tutto come allora, perfino per il gestore sembra essersi fermato il tempo e, nello stesso istante in cui ci sediamo al tavolo, arriva subito la cameriera con i menù, anche se mia figlia sembra non averne bisogno, dato che sa già cosa intende mangiare.

-Per me un'insalata mista! Grazie!-dice Rosalie.

-...e una bistecca!-aggiungo io.

-E va bene, anche una bistecca!-aggiunge mia figlia, rassegnata.

Anche Jasper ed io decidiamo in fretta così la cameriera può prendere subito anche le nostre ordinazioni e, non appena se ne va, Rosalie mi fa notare subito tutto il suo disappunto.

-Ci tieni così tanto a pagare una bistecca che non mangerò mai?-mi chiede con un leggero tono acido nella voce.

-Rosalie piantala! Lo sai benissimo che non puoi vivere di sola insalata!-le ripeto per l'ennesima volta, nelle ultime settimane.

-Quando fa caldo bisogna mangiare molta verdura, lo sanno tutti!-mi fa notare.

-Questo lo so benissimo, sono un medico, ricordi? Solo che bisogna accostare qualcosa alla verdura per riuscire a stare in piedi-le faccio notare anch'io.

-Proverò a mangiare la bistecca, ma non t'assicuro niente!-dice, credo per farmi stare zitto.

Appena arrivano le nostre pietanze Rosalie inizia a mangiare in silenzio e, anche se poi la carne non l'ha finita, per lo meno s'è sforzata di mangiarne almeno un po' ed è già un passo avanti rispetto alle ultime settimane; visto che s'è messa in testa che deve mettersi in forma per quando partiremo per le vacanze mangiando poco o niente.

-Ora dove andremo?-mi chiede poi Jasper.

-In un'altra baita dove facevamo spesso delle feste ai tempi dell'università, allora era di proprietà dei genitori di Paul, un mio grande amico e compagno di corso-spiego.

Finito il nostro pranzo partiamo e, in meno di un'ora, arriviamo a destinazione.

-Wow! Che bel posto!-commenta Rosalie, non appena scendiamo dall'auto.

-Sapete che è proprio qui che vostra madre ed io ci siamo dati il primo bacio e dove, poi, le ho chiesto di sposarmi?-racconto, ripensando a quei tempi.

-Allora è merito di questo posto se di secondo nome faccio Joshua?-mi chiede mio figlio.

-Proprio così!-rispondo, scompigliandogli i capelli, cosa che faccio da sempre e che sembra gradire.

-Guarda papà, c'è qualcuno laggiù, magari è qualcuno che conosci!-mi fa notare Rosalie, indicando un uomo che sta accatastando della legna.

-Non credo, sono parecchi anni che non vengo in questa zona, anche se...-dico avvicinandomi per vedere meglio.

-...quello mi sembra proprio il mio vecchio amico Paul!-concludo.

Appena siamo più vicini a quello che sembra il mio vecchio amico, anche lui nota la nostra presenza.

-Cercate qualcuno?-ci chiede gentilmente.

-Paul?-chiedo un po' timoroso, anche se ormai sono certo che si tratti di lui.

-Si, ma...C...Carlisle?-mi chiede incerto.

-Si, sono proprio io! Che piacere rivederti! Non pensavo di trovarti ancora da queste parti!-gli dico, avvicinandomi per abbracciarlo.

-Ora ci vivo stabilmente qui, da quando mia moglie ed io abbiamo avuto i bambini, abbiamo ritenuto salutare per loro farli crescere in mezzo alla natura...e tu che ci fai qui?-mi chiede, non appena sciogliamo l'abbraccio.

-Volevo far vedere ai miei figli alcuni posti della mia gioventù ed eccoci qui. A proposito vorrei presentarteli: loro sono Jasper e Rosalie!-gli dico, mettendo una mano sulla spalla ad entrambi i miei figli.

-Piacere signore!-dice Jasper.

-Anche per me, signor Paul!-aggiunge Rosalie.

-Chiamatemi semplicemente Paul, preferisco-li corregge immediatamente il mio amico.

-Ok!-rispondono loro.

-Ma venite dentro che abbiamo parecchie cose da raccontarci!-ci invita.

-Visti gli anni che sono passati non credo che riusciremo a dirci tutto in poche ore!-preciso, ridendo insieme a lui.

Facciamo i pochi gradini in legno che si trovano davanti al porticato ed entriamo in casa. E' molto diversa da com'era una volta. A differenza dell'esterno che è rimasto con l'aspetto tipico delle baite di montagna, l'interno è arredato in stile moderno e di buon gusto.

-Mi dispiace che non ci siano mia moglie ed i miei figli mi sarebbe piaciuto farteli conoscere Carlisle-mi dice Paul.

-La prossima volta vedremo di esserci tutti, credo che anche ad Esme sarebbe piaciuto venire. Ultimamente ci vediamo talmente poco anche tra di noi che mi sembra strano, quelle poche volte che succede, trovarmi in casa con tutta la famiglia al completo-spiego.

-Wow! Lo sapevo che ti saresti sposato con Esme! Eravate così innamorati fin da ragazzini!-nota Paul.

-E tu? Mi ha detto che hai moglie e figli?-chiedo.

-Mi sono sposato dieci anni fa con Rachel e abbiamo due figli, Rebecca di nove anni e Jared di sette e voi quanti anni avete?-chiede poi ai miei figli.

-Quasi sedici!-risponde immediatamente Rosalie.

-E tu?-chiede poi a Jasper.

-Anch'io! Abbiamo la stessa età!-precisa mio figlio.

-Siete gemelli?-chiede.

-No, noi siamo stati adottati!-spiega deciso Jasper, vedendo che al mio amico non tornavano un paio di conti.

-Ah! Ora capisco!-commenta Paul.

-Jasper è con noi da tre anni e Rosalie da due, ma ci sembra che facciano parte della famiglia da sempre-specifico, guardando orgoglioso i miei tesori.

-Si vede che siete affiatati!-commenta Paul.

In effetti siamo una famiglia molto unita e spesso, chi ci vede dall'esterno, non direbbe mai che, fino a tre anni fa nemmeno sapevamo dell'esistenza uno dell'altro.

-Sia io che Esme lavoriamo al pronto soccorso del piccolo ospedale di Forks e tu fai ancora il medico?-chiedo poi, cambiando completamente discorso, prima di commuovermi. Cosa che accade spesso quando penso alla prima volta che ho incontrato ognuno dei miei figli.

-Si, certo! Faccio più che altro visite a domicilio per la gente del posto!-mi risponde.

-E i tuoi genitori come stanno?-chiedo ancora.

-Oh! Benissimo! Sono stati qui lo scorso weekend! E il colonello Cullen come sta? E' ancora lo stesso?-mi chiede lui.

-Dovresti veder com'è cambiato da quando è diventato nonno! S'è perfino convertito alla tecnologia-rispondo con un sorriso.

-Allora il suo motto non è più: “ Questi computer saranno la rovina degli uomini!”?-mi chiede, sorridendo pure lui.

-No, tutt'altro! Ora comunica solo via sms o e-mail! E s'è anche parecchio intenerito, prima dell'arrivo di Jasper e Rosalie lo vedevo giusto nelle ricorrenze, ora non passa giorno che non venga a casa nostra e, tra l'altro, s'è anche trasferito a pochi passi da noi-gli spiego.

-Ti ricordi quando abbiamo preso in prestito la sua auto?-mi chiede Paul ridendo, ripensando alle nostre marachelle giovanile.

-Oh, certo che me lo ricordo e anche la sua mano stampata sul mio viso, è stato il primo e ultimo schiaffo che mi abbia mai dato, poi era così arrabbiato che non mi ha parlato per settimane-racconto.

I miei figli iniziano a ridere, probabilmente immaginandomi ragazzo che fa arrabbiare il padre.

-E voi due non azzardatevi mai a prendere la mia auto senza il mio permesso, chiaro?-chiedo loro, fingendomi arrabbiato.

-Forse non dovevo tirare fuori questo aneddoto!-aggiunge Paul, continuando a ridere.

-Eravamo scalmanati, ma erano bei tempi. A volte mi chiedo dove trovavamo il tempo di studiare-preciso.

-Queste cose non ce le avevi mai raccontate papà!-dice Jasper.

-Ora è meglio che andiamo prima che saltino fuori troppi altarini-faccio notare, alzandomi dal divano, dopo quasi due ore di ricordi e aneddoti sulla nostra giovinezza.

-Sono contento di averti rivisto Carlisle e di aver conosciuto i tuoi ragazzi. Speriamo non passino ancora così tanti anni alla prossima volta che ci rivedremo-mi dice, abbracciandomi ancora.

-Ora che so che vivi qui, passeremo ancora e la prossima volta porterò anche Esme-dico io.

-Ci conto! Ciao Carlisle! Ciao ragazzi!-dice Paul.

-Ciao Paul!-diciamo noi tre.

Appena ci salutiamo i miei figli ed io saliamo in auto, ora tocca a Jasper stare davanti, come deciso prima di partire. Non litigano spesso, anzi sono anche fin troppo uniti a volte, ma, da bravi fratelli, quando lo fanno è sempre per delle stupidaggini, come dove sedersi in macchina.

-Mi è piaciuta molto questa giornata!-mi comunica Jasper, appena partiamo.

-Anche a me!-gli fa eco sua sorella.

-Sono contento! Per lo meno sono riuscito a togliervi dalla TV almeno per un giorno-dico anch'io.

Durante il viaggio parliamo un po', ma senza un argomento preciso. Mi piace che si aprano così con me, anche se non stiamo dicendo niente di così importante e sono convinto che, come ogni adolescente, abbiano qualche segreto. Jasper è quello più loquace dei due, mia moglie dice che non ha peli sulla lingua, lui deve sempre dire per forza tutto quello che gli passa per la testa, ma per fortuna, ora riesce a moderare un po' di più il linguaggio rispetto a qualche anno fa, forse è semplicemente cresciuto o, forse, aver trovato finalmente una famiglia, lo ha fatto cambiare.

Quasi al tramonto, arriviamo a casa e noto subito che è lo stesso per Esme, appena i nostri figli la vedono sotto il porticato, scendono velocemente e corrono verso di lei per salutarla.

-Ciao tesori miei, dove siete andati?-chiede a Jasper e Rosalie, abbracciandoli contemporaneamente.

-Siamo andati con papà a vedere alcuni posti dove andavate da ragazzi e abbiamo anche conosciuto un vostro vecchio amico!-risponde Rosalie.

-E chi sarebbe?-mi chiede subito Esme, dandomi un bacio per salutarmi.

-Paul, te lo ricordi?-le chiedo.

-Oh! Si!-risponde solo.

-E ci ha svelato anche tanti segreti su papà!-precisa Jasper, maliziosamente.

-E non provare ad usarli come arma di ricatto!-lo minaccio, scherzosamente.

-Grazie per il suggerimento, non ci avevo neanche pensato!-dice lui.

-Inizia a correre Jazz che ora inizia la tortura!-gli dico, prima che partiamo di corsa all'unisono.

-Preso!!!-gli dico, qualche secondo dopo, agguantandolo per la vita e sollevandolo di peso.

-Aahh!!!-urla poi mio figlio.

-Ora me la paghi!-dico, stringendolo appena più forte quando inizia a dimenarsi.

Per ora ha ancora il fisico da ragazzino e riesco ad acchiapparlo con facilità, ma è cresciuto così in fretta negli ultimi mesi che credo che tra poco sarà lui a sovrastare me.

-Ti prego papà...la piscina no!!!-mi supplica.

-Grazie per il suggerimento, non ci avevo neanche pensato!-dico, ripetendo la sua frase di poco fa.

Mentre fingo di gettare mio figlio nella piscina del nostro giardino, sento le donne di casa ridere a crepapelle. Che bel modo di finire questa giornata iniziata come una delle tante passate davanti alla TV.

Quando racconto ai miei colleghi che i miei figli adolescenti si divertono a stare con noi, mi guardano che se avessi appena detto chissà quale assurdità, ma a me non importa, adoro i miei figli e se sentiremo la necessità di vivere come se fossero dei bambini ancora per chissà quanti anni lo faremo. Ora loro, insieme a mia moglie, sono tutta la mia vita e voglio fare di tutto per dargli tutta la serenità che meritano e che gli stata negata per tanto tempo.

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Capitolo 3
*** Buon compleanno, mamma! ***


Oggi mi sento in vena di postare, così ecco qua anche il secondo capitolo di questa storia...

 

 

Buon compleanno, mamma!

 

Pov Esme

 

-Tanti auguri, amore mio!-mi dice mio marito, appena apro gli occhi.

-Oh, grazie tesoro!-rispondo, baciandolo.

Come ogni anno, nel giorno del mio compleanno, Carlisle mi sveglia facendomi gli auguri: è una delle tante tradizioni a cui non rinuncerei mai. Mi piace occuparmi di lui e dei miei figli, anzi adoro farlo, ma almeno in questo giorno, amo farmi coccolare un po' da loro.

-Possiamo entrare?-chiede Rosalie, entrando nella nostra stanza col vassoio della mia colazione, altra tradizione che abbiamo iniziato da quando ci sono i ragazzi. Ogni anno i miei tesori mi portano la colazione a letto.

Jasper la segue col mio regalo tra le mani, una scatola rossa con un enorme fiocco bianco.

-Tieni mamma, questo è per te!-mi dice mio figlio, porgendomi la scatola.

-Prima apri il regalo poi la colazione!-mi dice Rosalie.

-Come volete!-dico, iniziando a sciogliere il fiocco di raso bianco.

Quando lo apro rimango un po' spiazzata, guardando dentro vedo un grande libro con la foto di due bimbi che si abbracciano sulla copertina.

-Mi avete regalato un libro?-chiedo.

-Non è un libro, guarda meglio!-mi suggerisce mia figlia.

Quando lo prendo in mano capisco subito di cosa si tratta e, immediatamente, mi si forma un groppo in gola dall'emozione.

-Oh! Mio! Dio! Ma...-balbetto, emozionatissima.

-Sì, quelli siamo noi!-mi dice Jasper.

-E' un album delle nostre foto da quando siamo arrivati in istituto fino a quando ci siete venuti a prendere-precisa Rosalie.

-Ma come avete fatto ad averle?-chiede Carlisle, a quanto pare anche lui all'oscuro di questa sorpresa.

-Ce le siamo fatte spedire da Nanny Sue, ha sempre amato fotografare i bambini dell'istituto, per avere dei ricordi di ognuno di noi nel momento in cui ce ne fossimo andati-spiega Jasper.

Sulla copertina dell'album ci sono loro guancia a guancia che sorridono all'obbiettivo, abbracciandosi stretti e, appena lo apro, c'è un neonato biondissimo che non avrà più di un paio di settimane.

-Quello è Jasper, le mie purtroppo partono da quando ho sette anni-mi spiega un po' rattristata Rosalie.

-Non ti preoccupare tesoro, mio! Sono comunque contentissima di conoscere qualcosa della vostra infanzia-le dico, accarezzandole il viso.

Le foto proseguono e, mano a mano che vado avanti, mi commuovo sempre di più...addirittura sotto ad ognuna c'è anche la data in cui è stata scattata e quanti anni ha il soggetto.

-Wow! Ma è bellissimo! Avete fatto un cosa dettagliatissima con tanto di date e foto disposte in ordine cronologico-fa notare mio marito.

-Nanny Sue cataloga sempre le foto che fa con la data e una piccola descrizione così ne abbiamo approfittato-spiega Rosalie.

Le immagini della vita di Jasper proseguono con lui a pochi mesi, mentre fa i primi passi, il primo compleanno e poi passano direttamente a quando lui ha all'incirca tre anni.

-Qui c'è un piccolo salto temporale perchè sono stato in affidamento per quasi due anni e se mi hanno fatto qualche foto se l'è tenuta la famiglia-ci spiega mio figlio.

-Da che famiglia eri?-gli chiede la sorella.

-Dai Walters, cioè il conte Dracula e consorte! Per fortuna poi non mi hanno adottato, mi ricordo poco di quel periodo, ma non mi sembravano molto simpatici-risponde lui.

-Oh! Ci sono stata anch'io una volta! Non sono cattivi, ma le persone allegre sono fatte in tutt'altra maniera-specifica meglio Rosalie.

-Da due che si chiamano Aro e Sulpicia cosa vuoi pretendere-scherza Jasper.

-In effetti dai nomi si capisce già molto! Lo sai che alla fine si sono decisi ad adottare qualcuno?-gli chiede lei.

-Ah! Si! Poveri bambini!-scherza ancora lui.

-Poveri genitori vorrai dire! Hanno adottato Jane e Alec! Te li ricordi?-chiede lei.

-Ahahahahah! E dove sono andati a vivere? In Transilvania?-chiede Jasper, sghignazzando.

-Fate ridere un po' anche noi?-chiedo ai miei figli.

-Ora vi spiego tutto! Vedete, i Walters sono una coppia di Houston che per anni ha preso in affidamento bambini solo per avere il relativo sussidio dallo Stato. Non sono cattive persone e, alla fine, non si stava neanche male da loro. Ognuno di noi era libero di fare ciò che voleva, l'importante era che non ci mettessimo nei guai e che tenessimo in ordine la nostra stanza. I più piccoli invece, erano abbastanza curati, ma non erano per niente affettuosi con nessuno dei loro ospiti. Qualche mese prima che mi adottaste hanno preso in affidamento due gemelli di dieci anni, Alec e Jane, i due bambini più cattivi che abbia mai conosciuto. Pensate che ogni bambino più piccolo di loro era terrorizzato di trovarsi nella stessa stanza con i gemelli, a volte picchiavano altri bimbi solo per il gusto di farlo e, nonostante la loro vivacità devono aver fatto colpo sui Walters perchè poi hanno deciso di adottarli-spiega Rosalie.

-Si vede che si sono trovati bene in quella famiglia se poi alla fine hanno preso questa decisione-dico.

-Credo di si, io ero solo contenta del fatto che non fossero tornati in istituto, anche se a noi non hanno mai dato fastidio più di tanto, dato che se la prendevano solo con quelli che sapevano non sarebbero stati in grado di difendersi-prosegue mia figlia.

Dopo queste breve racconto continuo con la visione del mio regalo.

-Da ora non ci saranno più salti. Non ho più fatto affidamenti così lunghi-mi spiega Jasper.

Infatti, la prima foto è quella di una classe delle scuole materne e, tra tutti i bimbi sorridenti, spicca il suo viso serio e triste.

-Com'eri serio!-commento.

-Probabilmente la maestra mi aveva appena sgridato. Quando succedeva qualcosa era sempre colpa dei bambini dell'istituto. Quello dove si trova la scuola è un quartiere residenziale con parecchia gente altolocata e perfino tra i bambini di tre anni si nota la differenza, così era ovvio che la colpa fosse sempre dei poveri orfanelli a cui nessuno insegnava l'educazione-mi spiega Jasper.

-Che crudeltà!-aggiungo io.

-Dopo un po' ci si fa l'abitudine, anche tra i più grandi è così. Appena ho iniziato ad andare a scuola sapevo a malapena leggere e scrivere, nonostante avessi quasi otto anni, ma mettendomi d'impegno sono riuscita in poco tempo a raggiungere gli altri senza l'aiuto di nessuno, ma la maestra sosteneva che ogni volta copiassi dalla mia compagna di banco. Però non scorderò mai la sua faccia quando mi ha costretto a rifare il compito in un banco isolato e ho fatto tutto anche meglio di prima-mi racconta Rosalie, soddisfatta.

L'album prosegue con un altro compleanno di Jasper, quello dei quattro anni, stavolta sorride davanti al suo regalo, una piccola macchinina rossa che stringe forte tra le mani come se fosse il più bel tesoro del mondo.

-Oh! La mia macchinina! Ci ho giocato finché non è morta di vecchiaia, anche quando aveva solo due ruote mi sembrava bellissima, era una delle poche cose che erano solo mie-racconta.

-Me la ricordo, era quasi messa peggio della mia bambola-commenta sua sorella.

-Ah! No! Mi spiace Rose, ma nessuno batte Puzzola!-commenta Jasper, ridendo insieme a tutti noi.

Andando avanti con le pagine dell'album trovo anche Rosalie, la prima foto di loro due insieme mi commuove ancora di più di quanto non lo sia già, la didascalia dice: “Le prime parole di Rosalie” e ritrae loro due che parlano seduti ad un tavolo mentre mia figlia stringe al petto la famigerata Puzzola.

-Wow! Che bella questa foto!-commento, quasi singhiozzando.

-Pensa che l'abbiamo vista anche noi per la prima volta qualche giorno fa quando ci sono arrivate le foto da Houston-spiega Jasper.

-Mi ricordo ogni parola che ho detto in quel momento-dice Rosalie.

-Anch'io!-aggiunge il fratello, mentre vedo che, in silenzio si stringono la mano.

-Siete bellissimi!-dico, ormai piangendo.

-Mamma, ma non ti abbiamo fatto questo regalo per farti piangere-mi dice Rosalie.

-Però lo sapevamo che sarebbe andata a finire così-commenta Jasper, sfoggiando il suo meraviglioso sorriso.

Ancora con le lacrime agli occhi mi giro verso Carlisle e noto che, anche lui, è visibilmente commosso.

-Anche vostro padre non è da meno!-gli faccio notare.

-E' che non me l'aspettavo!-commenta lui.

-Volevamo farvi questo regalo già da tempo, ma non sapevamo se vi avrebbe fatto piacere, poi, qualche settimana fa, la nonna ci ha detto che le hai confessato che ti sarebbe piaciuto vedere come eravamo da piccoli così ce le siamo fatte spedire-ci spiega Jasper.

-Ma certo che mi fa piacere, più passa il tempo e più rimpiango di non avere preso prima la decisione di adottare qualcuno-dico ai miei figli, mentre lascio una leggera carezza sul viso ad entrambi.

-Non preoccuparti mamma, a noi va benissimo così, non potevamo desiderare nulla di meglio-dice Jasper, abbracciandomi.

A volte penso che mio figlio possa sentire le mie emozioni, sa sempre quando ho bisogno di un abbraccio o anche solo di un semplice sorriso.

-Vi voglio un bene immenso!-dico, tirando a me anche Rosalie.

-Anche noi!-mi dicono in coro.

-Ora basta con le lacrime! Non facciamo colazione?-ci chiede Carlisle, prendendoci in giro.

-Ma per te non l'abbiamo portata!-precisa Rosalie.

-Ah! Grazie! Non mi sembra di aver avuto lo stesso trattamento per il mio compleanno però!-commenta mio marito, fingendosi offeso.

-Non è colpa nostra se sei sempre al lavoro per il tuo compleanno-controbatte Jasper.

-Su questo non posso dargli torto!-aggiungo io.

-Vorrà dire che prenoto già le ferie per quel giorno e se non avrò la mia colazione a letto non vi farò uscire finché non sarete maggiorenni-scherza quel gelosone di mio marito.

-Considerala già pronta!-commenta Jasper iniziando a ridere, insieme a tutti noi.

Non mi sono mai piaciuti troppo i compleanni, ma da quando sono diventata mamma è tutta un'altra cosa; ricevere gli auguri da loro e dal loro padre, appena sveglia, è una cosa meravigliosa.

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Capitolo 4
*** Pomeriggio tra amiche ***


Pomeriggio tra amiche

 

Pov Esme

 

Tra la mia famiglia e il lavoro, non ho molto tempo per me stessa, ma cerco sempre di ritagliarmi qualche ora per stare con le mie amiche. Come oggi che verranno a trovarmi, per fare quattro chiacchiere Charlotte, Leah e Renèe; non siamo amiche da molto e lo siamo diventate perchè lo sono i nostri figli, ma abbiamo scoperto di avere molte in comune, oltre all'affetto che ci lega ai nostri rispettivi figli. All'inizio ci sentivamo solo per parlare dei ragazzi, magari quando uno di loro si fermava a dormire a casa di un altro o quando uno di noi genitori doveva andare a recuperarli a qualche festa o altro.

Passato un po’ di tempo, oltre a parlare dei ragazzi, abbiamo iniziato a parlare anche di altro e ci siamo scoperte molto affiatate.

Charlotte è la madre di Emmett ed ha praticamente cresciuto il figlio da sola, è rimasta incinta e si è sposata giovanissima, purtroppo il suo matrimonio non è durato più di un paio d'anni. Marcus, il suo ex marito, è il tipico padre assente che prende con sé il figlio qualche week end all'anno solo perchè deve e senza fare veramente il padre neanche in quei rari casi. Per fortuna ora al suo fianco c'è Peter, il suo attuale compagno, che quando serve sa fare da padre a Emmett.

Leah, invece, è la madre di Seth ed è felicemente sposata con Jacob, che gestisce l'unica officina meccanica nelle vicinanze. Anche loro sono molto giovani e oltre a Seth sono genitori anche della piccola Claire di nove anni.

Infine, Renèe che, è la madre delle gemelle Alice ed Isabella e insieme al marito Carlo, entrambi di origine italiana, gestiscono un ristorante con cucina tipica della loro terra nel centro di Forks e, per questo, non sempre ha tempo di aggregarsi a noi.

Mentre sto preparando del thè freddo da offrire alle mie amiche, suonano il campanello e, pensando che siano le mie amiche vado ad aprire. Quando apro la porta, invece, mi trovo davanti i miei figli.

-Perchè avete suonato il campanello? Non avete le chiavi?-chiedo loro.

-Jasper le ha perse...di nuovo!-mi risponde acida Rosalie.

-Non è vero! Penso di essermele solo dimenticate a casa!-controbatte lui.

-Lo credi o è così? Vai subito a controllare!-gli ordino.

Jasper ha il potere di riuscire a perdere qualsiasi cosa. Questo sarebbe il secondo mazzo di chiavi che scompare misteriosamente in pochi mesi e, ormai, ho perso il conto degli occhiali da sole che gli abbiamo comprato.

-Ecco, guardate, le ho trovate! Quanto siete malfidenti!-dice Jasper a me e alla sorella, sventolandoci le chiavi davanti al naso.

-Meglio per te! Stavolta la serratura nuova l'avresti pagata con la tua paghetta!-gli faccio notare.

-Ora, Mr Perditutto, possiamo tornare dove eravamo quando ti sei accorto di non avere le chiavi?-chiede Rosalie al fratello.

-Certo, Miss Impazienza, ma stavolta le chiavi le tieni tu!-risponde lui.

-Credo sia meglio!-commento io, mentre li saluto sul ciglio di casa.

Sto davanti alla porta finché non li vedo scomparire in sella alle loro biciclette e quando sto per rientrare vedo l'auto di Charlotte che gira l'angolo.

-Buon pomeriggio, ragazze!-dico alle mie amiche mentre scendono dall'auto.

-Buon pomeriggio a te Esme! Abbiamo appena incrociato i tuoi figli!-mi spiega Renèe.

-Oh si! Sono tornati un attimo a casa per recuperare le chiavi, Jasper credeva di averle perse. Credo che non perda la testa perché è attaccata al collo!-racconto alle mie amiche, mentre le faccio accomodare in casa.

-Beh, è una caratteristica tipica di quell'età! Emmett ha persino perso lo zaino di scuola all'inizio dell'anno-ci dice Charlotte, facendoci ridere tutte.

-Penso sia una caratteristica solo dei maschi perchè Rose non è così, anzi è molto ordinata!-esclamo.

-Lo penso anch'io! Claire, anche se è più piccola, è molto diversa dal fratello da quel punto di vista!-mi conferma Leah.

-Allora credo che Alice sia un maschio perchè ho rinunciato a riordinare la sua stanza ormai da un paio d'anni!-dice Renèe, facendoci ridere di nuovo.

-Beh, c'è sempre l'eccezione che conferma la regola!-dice Charlotte.

-Prima di uscire le ho detto che se al mio ritorno non avessi trovato tutto in ordine non le avrei dato il permesso di andare al ballo d'estate. Spero che le minacce servano a qualcosa, non mi piacciono molto, ma non so più come fare per farle capire che non può vivere perennemente nel caos-continua Renèe.

Il ballo d'estate è l'avvenimento più atteso dai ragazzi di Forks, è organizzato dalla scuola, anche se si tiene quando è già conclusa da settimane, ma è un ballo studentesco in piena regola con tanto di vestiti da sera e smoking.

-Anche Seth ci ha chiesto di poterci andare, non indovinerete mai quale ragazza ha invitato-ci dice Leah, con un sorriso malizioso sulle labbra.

-Dicci...siamo curiose!-la incita Charlotte.

-Angela Webber...la figlia del reverendo! Ce lo vedete mio marito come potenziale consuocero dei composti coniugi Webber?-ci chiede, con lo stesso sorriso malizioso.

-Ahah! Me lo immagino a cena con la tuta da lavoro e le mani ancora sporche di grasso!-dice, sghignazzando Charlotte.

-Esattamente la stessa immagine che ho impressa io nella mente da quando l'ho saputo! E i vostri figli chi hanno invitato?-ci chiede Leah.

-Da quello che ho capito credo che Emmett abbia invitato Rosalie, ma non ne sono ancora sicura, non ama parlare di queste cose-risponde Charlotte.

-La tua supposizione è giusta, Rosalie era così esaltata ieri per questo invito! Jasper invece non sembra interessato a questo evento, non ne vuole neanche sentire parlare!-spiego.

-Anche a Bella non sembra interessare molto, suppongo che ci vada solo per non lasciare sola la sorella, mi ha detto che è stata invitata da molti ragazzi, ma non da quello che voleva lei e alla fine ha accettato quello del meno peggio...sue testuali parole!-ci spiega Renèe.

-Hanno sedici anni, ma hanno una vita più movimentata della nostra!-commenta Leah.

-Dovevate vedere Emmett com'era disperato quando gli ho detto che dovevo pensarci se dargli il permesso di andare o meno, visto come sono andati gli esami finali-racconta Charlotte.

-Poi gliel'hai dato il permesso, noto!-dico io.

-Si, mi faceva tenerezza, sembrava veramente dispiaciuto di non poterci andare e, visto che si sta impegnando così tanto con i corsi estivi, poi alla fine ho ceduto!-ci spiega ancora.

-Non gli è mai piaciuta la scuola vero?-chiede Reneè a Charlotte.

-Per niente, faccio fatica a farlo alzare dal letto fin dalla scuola materna!-risponde la madre di Emmett.

-Lo vedo quando viene qui a studiare con Jasper e Seth, a volte mi sembra addirittura disinteressato da quello che fanno gli amici-commento.

-In effetti è così, lo devo controllare come quando faceva le elementari, altrimenti è probabile che non apra nemmeno lo zaino una volta arrivato a casa. Certo che se suo padre lo seguisse un po' di più magari sarebbe diverso-ci racconta Charlotte.

-Cos'ha detto Marcus del fatto che non ha passato gli esami?-chiede Leah.

-Cosa vuoi che abbia detto? Niente! Come al solito! S'è limitato a tenerlo chiuso in camera sua in punizione per tutto il weekend che è stato con lui, senza nemmeno sgridarlo o chiedergli spiegazioni.

Per il mio idiota ex-marito è stata solo un'occasione per non averlo tra i piedi, senza rinunciare al suo inutile weekend da padre-le risponde triste Charlotte.

-E Emmett cosa pensa del padre?-chiedo io.

-Quando era piccolo lo vedeva come un eroe, come tutti i bambini, ma ora non credo che abbia un'alta considerazione di lui. Spesso credo che faccia quasi apposta a non studiare, che lo faccia solo per attirare, in qualsiasi modo, l'attenzione di suo padre-risponde.

-Per fortuna c'è Peter no?-chiede Leah a Charlotte.

-Direi di si! Sono molto legati, a volte sembra più figlio suo che di Marcus-risponde.

-Quando le bimbe erano piccole mi sembrava sempre di trascurarle perchè sia io che Carlo abbiamo sempre lavorato molto nei vari ristoranti che abbiamo avuto e loro stavano spesso coi nonni o con delle baby sitters e spesso credo che ancora oggi ne risentano di questo. Non si confidano con me come fanno le altre ragazze-spiega Renèe.

-Guarda che è una cosa normale che due sedicenni non si confidino con la madre, specie se hanno una sorella con cui farlo-dico io.

-Ma Rosalie lo fa!-aggiunge lei.

-Ma per lei è diverso, non ha mai avuto punti di riferimento fissi, a parte Jasper e poi, anche lei ha i suoi piccoli segreti-le spiego io.

-Comunque sia siete molto unite, non ho mai visto un'adolescente abbracciare così volentieri sua madre in pubblico, le mie farebbero finta di non conoscermi se facessi anche solo il gesto di farlo-continua Renèe.

-Questo è vero e anche con Jasper è così, hanno ancora bisogno del contatto fisico, credo che questo li rassicuri-spiego io.

-Chissà per quanto tempo hanno sognato di essere abbracciati e rassicurati da qualcuno. Ora che hanno questa possibilità non vorranno farsela scappare-mi dice Leah.

-E nemmeno io se è per questo! Appena posso me li stringo forte e, finché a loro non darà fastidio, continuerò a farlo. Ho aspettato così tanto per avere i miei tesori!-dico con tono sognante.

-Sarebbe stato un vero peccato che tu non fossi diventata mamma, sembri nata per esserlo-mi dice Charlotte.

-Oh! Grazie! Sei davvero gentile! Volete vedere il regalo che mi hanno fatto i miei bambini per il compleanno?-chiedo poi.

-Oh! Certo!-mi rispondono loro.

Mentre rivedo per la millesima volta, credo, l'album delle foto dei miei bambini mi commuovo come se le vedessi per la prima volta.

Sono così fiera di loro e che siano proprio loro i miei figli che, a volte, mi sembra quasi di scordarmi che li abbiamo adottati, sono così legati a noi e noi a loro che sembriamo conoscerci da sempre.

A volte vorrei che non crescessero mai per godermi ancora un po' questo periodo spensierato della loro vita, in cui una delle cose più importanti è con chi andare al ballo.

Queste riunioni con le mie amiche sono, ogni volta, più interessanti, è bello confidarsi a vicenda sulle “avventure” dei nostri ragazzi e scoprire, anche, che la mia bambolina fa palpitare il cuore di un ragazzone come Emmett...sono curiosa di sapere cosa ne penserà mio marito di questo!

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Capitolo 5
*** Madre e figlia ***


Madre e figlia

 

Pov Esme

 

Come ogni Sabato sera, da quando non c'è scuola, i miei figli hanno il permesso di stare fuori un po di più e, al contrario di Jasper che è già tornato da tempo e in perfetto orario, sua sorella ha un ritardo di ormai più di mezz'ora. Sembra che le piaccia farmi stare in pensiero quando suo padre è al lavoro o forse è convinta che, dato che non le ho mai detto niente dei suoi ritardi, che non me ne sia mai accorta. All'inizio erano solo pochi minuti, ma ora sta davvero esagerando e se pensa che anche stavolta la passerà liscia si sta sbagliando di grosso. Quando c'è anche Carlisle in casa riesce addirittura ad essere in anticipo, forse io non le faccio così “paura” come suo padre ed è convinta di poter fare ciò che vuole, solo perchè è lui quello che di solito li rimprovera e io quella che li vizia, come dice sempre mio marito. Stasera mia figlia, però, ha davvero superato il limite e saprà cosa vuol dire farmi arrabbiare. Tra l'altro oltre a non essere ancora tornata a casa il suo cellulare non è raggiungibile e questo mi fa stare ancora di più in pena.

Dopo quasi un'ora dall'ora prevista per il suo rientro sento che apre lentamente la porta del garage. Io mi metto in cucina con la luce spenta in modo di coglierla di sorpresa e che sia convinta di averla scampata anche questa volta. Quando è quasi arrivata in cima alle scale accendo di colpo la luce e lei si blocca tra uno scalino e l'altro.

-Rosalie Lilian Cullen...vieni qui...subito!-dico parecchio arrabbiata, ma cercando di non urlare troppo per non svegliare Jasper e tutto il vicinato.

-Ops!-dice solo lei, voltandosi lentamente per scendere.

-Già! Ops!-commento.

-Scusa mamma io...-tenta di dire.

-Scusa mamma niente! Prima delle scuse voglio sapere se almeno ti sei divertita perchè non credo che tu uscirai molto presto!-le comunico.

-Si, ma...-la blocco ancora.

-Ed ora spiegami che gusto ci trovi a prendermi in giro!-le chiedo ancora.

-Ma io non ti sto prendendo in giro!-afferma confusa.

-Ah no? E allora come mai quando c'è anche tuo padre sei più puntuale di un orologio svizzero e quando ci sono solo io sei convinta di fare ciò che vuoi? Oppure credi che non sappia leggere l'ora?-le chiedo.

-Non lo faccio apposta è un caso che io sia sempre in ritardo quando ci sei solo tu!-si giustifica.

-Comunque sia per un po' non lo farai più perchè sei in punizione per tre settimane e consegnami anche il cellulare che, a quanto pare, non ti serve a molto visto che rintracciarti è sempre impossibile!-le comunico.

-Ma...la settimana prossima c'è il ballo!-dice mentre, quasi sconvolta, mi consegna il telefono.

-Mi dispiace, ma dovevi pensarci prima!-dico fredda.

-Ti prego mamma, farò tutto ciò che vorrai! Starò in casa anche tutto il resto dell'estate se vorrai, ma fammi andare al ballo...ti prego!-mi supplica.

-La punizione la decido io non tu, altrimenti a cosa servirebbe e ora fila a dormire che è già tardissimo!-dico ancora parecchio arrabbiata.

-Ma abbiamo anche già preso il vestito!-insiste, aggrappandosi a qualsiasi cosa mi potrebbe far cambiare idea.

-Non mi interessa, troverai sicuramente un'altra occasione in cui indossarlo e smettila di insistere!-le dico bruscamente.

-Come vuoi!-dice, quasi con cattiveria e girandosi per salire in camera sua.

-E vedi di dormire che domattina ti devi alzare presto per darmi una mano in giardino!-aggiungo.

Non mi risponde, ma mentre sale sento che sta iniziando a piangere. So che ci tiene molto a questo ballo e forse ho un po' esagerato con la punizione, ma non è giusto che non segua mai una delle poche che suo padre ed io le abbiamo dato. Carlisle ed io abbiamo deciso di dare fiducia ai nostri figli, visto che sono parecchio maturi per la loro età e, abbiamo deciso di non imporre loro troppe regole visto, tra l'altro, che da bambini ne avranno dovute seguire anche fin troppe. Però su quelle poche non transigiamo e pretendiamo che le seguano sempre.

Quando salgo anch'io al piano di sopra noto che Rosalie è nella sua stanza e, per una sera, ha deciso di non dormire nel secondo letto della stanza di Jasper; è davvero difficile farli dormire separati, credo che sapere che l'altro è nel letto accanto li faccia sentire più protetti e dormire anche più serenamente. E' quasi impossibile avere una vita normale quando si è avuto un'infanzia difficile come la loro e noi stiamo facendo di tutto perchè siano due adolescenti come tutti gli altri in tutto e per tutto. Essere un adolescente come le altre, però, comporta anche andare al ballo e questo non sarebbe stato il primo ballo solo per lei, ma anche per me come sua madre! Spinta da questo pensiero decido di andare a parlare con mia figlia, ora che la rabbia sembra essersi un po' placata.

-Rose, posso?-le chiedo, entrando nella sua stanza.

Entro anche se non ho ricevuto nessuna risposta da parte sua poi, decido di sedermi al suo fianco mentre è distesa sul letto con il viso affondato nel cuscino dove versa fiumi di lacrime.

-Rosalie, ti va di parlare un po' di quello che è appena successo?-le chiedo, cercando di accarezzarle i capelli prima che si alzi e si giri di scatto.

-No! E non mi sembra neanche di averti detto che potessi entrare!-mi dice in malo modo.

-Bene! Ero venuta per fare un compromesso con te, ma se la cosa non ti interessa me ne vado subito!-controbatto severamente, uscendo immediatamente dalla sua stanza.

Forse avrei dovuto aspettarmela una reazione del genere: quale ragazzo vuole parlare con la propria madre subito dopo che gli ha impedito di fare la cosa a cui più teneva al mondo? Probabilmente in questo momento mi sta anche odiando e trovo strano che non me l'abbia fatto presente, non so quante volte l'ho detto io mia madre quando ero una ragazzina e mi proibiva di fare qualcosa che volevo intensamente.

Decido di andarmene a dormire, il giardino domattina non aspetta solo Rosalie, ma anche me.

Dopo circa un'ora che mi giro e mi rigiro nel letto, sento la porta della mia stanza aprirsi lentamente.

-Mamma!-mi chiama sottovoce mia figlia.

-Mamma stai dormendo?-mi chiede subito dopo.

Decido di non risponderle subito, per ripagarla della sua stessa moneta e dopo che ha tentato di chiamarmi un altro paio la sento che sta per lasciare la stanza.

-Rosalie!-la chiamo, mentre sta aprendo la porta.

-Si!-risponde senza girarsi.

-Hai capito cosa si prova a voler parlare con qualcuno che non ti degna neanche di una risposta?-le chiedo.

Vedo che mi fa segno di si col capo, ma ancora rivolta verso la porta.

-Rose, vieni qui! Di cosa mi volevi parlare?-le chiedo, invitandola a sedersi sul letto con me.

Inaspettatamente si volta e corre ad abbracciarmi piangendo.

-Scusa mamma scusa!!! Farò tutto quello che vorrai, ma non odiarmi! Ti scongiuro!-mi supplica tra un singhiozzo e l'altro.

-Ma io non ti odio affatto! Sono solo arrabbiata, alle mamme succede!-le spiego, cercando di calmarla. Nonostante l'arrabbiatura, vederla così mi fa una tenerezza immensa.

-Io non voglio neanche farti arrabbiare, non mi piace! Ho aspettato così tanto per avere una mamma e ora sto rovinando tutto!-mi dice, stringendo coi pugni la maglia del mio pigiama.

-Ma tesoro, non hai rovinato un bel niente! Certo, avrei preferito che tu rispettassi le regole, ma è una cosa normale per una sedicenne fare arrabbiare i propri genitori. Con questo non voglio dire che dovrai farlo spesso, ma sono cose che succedono. Sapessi quante volte faccio arrabbiare, ancora adesso, tua nonna.-dico ancora.

-Ma io...-inizia a dire.

-Ascoltami Rose, quello che è successo stasera tra di noi non è piaciuto a nessuna di noi due, ma questo non cambia il nostro rapporto nemmeno di una virgola, io ti voglio bene esattamente come prima! Io sono la tua mamma e tu sarai sempre la mia bambolina anche quando avrai cinquant'anni e io sarò una vecchia decrepita e, anche ad allora, ti vorrò lo stesso bene che ti voglio ora, anche se litigheremo un giorno si e l'altro pure. So che per te tutto questo può sembrare quasi irreale perchè eri abituata ad essere rimandata in istituto ogni volta che non ti comportavi bene con la tua famiglia affidataria, ma ora non funziona più così. Quello che hai fatto è sbagliato e non mi è piaciuto nemmeno il modo in cui mi hai parlato quando sono venuta in camera tua, ma questo non è un motivo per non volerti più il bene che ti voglio. E poi ho aspettato così tanto per avere i miei cuccioli che non li riporterò di certo indietro perchè hanno scarsa affinità con la puntualità!-le dico, terminando con sorriso e tenendo il suo viso tra le mani in modo che mi guardi negli occhi.

-Ti voglio bene anch'io!-mi dice sussurrando e ancora con le lacrime agli occhi.

-Ora posso spiegarti quella cosa che ti volevo dire prima quando sono venuta nella tua stanza?-le chiedo.

-Ok!-risponde solo.

-Io avrei pensato di darti il permesso di andare al ballo...-dico, prima che mi interrompa.

-Grazie!-dice con un immenso sorriso.

-Aspetta non ho finito! Potrai andare al ballo si, ma solo a quello! Niente parrucchiere o estetista nel pomeriggio e niente feste pre o post ballo! Emmett ti verrà a prendere qui a casa e ti ci riporterà all'orario che tuo padre ed io stabiliremo. Ti può andare come compromesso?-le chiedo.

-Va benissimo!!!-mi dice felicissima.

-Se nemmeno questa volta rispetterai il coprifuoco la tua punizione andrà avanti a tempo indeterminato, finchè lo riterremo necessario.-le dico seria.

-Va bene!-dice solo.

-Però sei isonerata dai lavori di giardinaggio di domattina! S'è fatto troppo tardi per alzarci presto a potare e vangare!-dico, stavolta sorridendo.

-Per fortuna!-commenta.

-Ma solo per domani, non prenderla per un abitudine!-le dico, prima di abbracciarla ancora.

-Ora vado a dormire! Buona notte mamma!-mi dice, mentre siamo ancora strette.

-Non ti va di restare qui con me?-le chiedo, quasi stupendola.

-Certo che mi va!-mi risponde, coricandosi nel lato del letto che di solito occupa suo padre.

Devo ammettere che, a parte la rabbia che provavo fino a qualche minuto fa, il rapporto tra me e mia figlia ha davvero qualcosa di speciale. Quando ero ragazzina e litigavo con mia madre o mi puniva, dopo non ci parlavo per giorni, Rosalie ed io invece stiamo per addormentarci abbracciate. Sia lei che Jasper non sono abituati a venire accettati anche per i loro “difetti”, sono cresciuti con la convinzione che se avessero sbagliato qualcosa o non fossero stati perfetti nessuna famiglia non li avrebbe mai voluti e spero di riuscire a fargli capire presto che non è più così, qui vengono amati anche per le loro piccole imperfezioni che li rendono unici...che li rendono i miei meravigliosi figli!

 

 

 

 

 

Anche questo capitolo, come quello che ho postato qualche ora fa di “Tre vite, un solo destino” non è stato betato, perciò chiudete un occhio (o anche tutti e due qualche volta!!!) davanti alle imperfezioni che sicuramente avrete letto!!!

Baci e spero a presto!!!!

Notte Camilla

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Capitolo 6
*** Ballo d'estate...parte 1... ***


Ballo d'estate...parte 1...

 

Pov Rosalie

 

Finalmente è arrivata la sera del ballo...non ci posso credere!

Fino a due anni fa non mi sarei immaginata nemmeno lontanamente che un giorno sarebbe toccato anche a me partecipare ad uno di questi balli. Ricordo che, da bambina, guardavo estasiata in tv le ragazze che si preparavano per questi eventi e mi chiedevo se un giorno sarebbe successo anche a me, ma più passavano gli anni, più la mia speranza si faceva vana. Arrivare a compiere i quattordici anni in istituto ti fa credere che una famiglia per te là fuori non ci sia e ogni tua speranza di una vita normale si fa sempre più debole, ogni giorno che passa.

Ricordo la sensazione che ho provato, quando di ritorno dal mio ultimo affidamento, ho scoperto che Jasper era stato adottato. Ero al settimo cielo per lui, ovviamente, nessuno più di lui si meritava una vera casa, ma la tristezza che provavo per me stessa sembrava incolmabile. Più di una volta sono stata sul punto di scappare dall'istituto, non valeva più la pena stare lì, quando l'unica persona che potevo considerare la mia famiglia non c'era più.

Jasper ed io ci siamo trovati bene insieme fin da subito, non ricordo perchè scelsi di parlare proprio con lui, dopo mesi di assoluto silenzio, so solo che, quella fu la scelta più azzeccata che potessi fare. Fingere di essere fratelli ci venne spontaneo, ci faceva volare via con la fantasia in un posto dove non credevamo di poter mai andare: una vera casa!

Forse siamo stati dei bambini un po' troppo pestiferi, ma oltre i piccoli dispetti alla direttrice e a qualche parola detta fuori posto non siamo mai andati. Ci piaceva stuzzicare Miss Mary, anche se alla fine ci rimettevamo solo noi perchè puntualmente venivamo beccati e di conseguenza puniti, ma anche quello faceva parte del nostro voler essere dei bambini come tutti gli altri. Quando Miss Mary ci sgridava ci faceva sentire importanti perchè almeno ci teneva in considerazione; certo non era come essere abbracciati o coccolati da una mamma, ma per due bimbi che non hanno mai avuto niente anche essere sgridati voleva dire che qualcuno si era accorto di noi, qualcuno si era accorto che al mondo c'eravamo anche noi! Credo che, in fondo, Miss Mary l'abbia sempre saputo e che le sia dispiaciuto quando ce ne siamo andati, in fondo siamo stati in quel posto molto più tempo di tanti altri e, anche se non lo ammetterà mai, si era affezionata a Bonnie e Clyde, come ci chiamava sempre lei. Mi farebbe piacere che lei e Nanny Sue mi vedessero in questo momento e penso che manderò loro una delle tante foto che mio padre inizierà a scattarmi non appena uscirò dalla mia stanza.

Ormai i preparativi sono finiti e ora devo solo aspettare il mio accompagnatore. Oggi pomeriggio, mamma ed io, abbiamo cercato su internet un' acconciatura che potessi farmi in casa, dato che non ho avuto il permesso di andare dal parrucchiere e, dopo circa mezz'ora di ricerca abbiamo optato per dei boccoli che partono da una sorta di treccia orizzontale. Nonostante sia dipeso da una punizione, è stato bello fare questo con la mamma e, anche poi farmi aiutare a crearla. La sfuriata che mi ha fatto qualche giorno fa non ha intaccato il nostro rapporto, anche se all'inizio non riuscivo a capirlo, anche queste cose fanno parte del far parte di una famiglia e, come quando ero piccola, so che quando qualcuno mi sgrida è perchè gli importa di me, anche se ora a farlo sono dei genitori veri. Anche papà ha voluto dirmi la sua quando è tornato dal lavoro e ha saputo che ero rincasata con quasi un'ora di ritardo, voleva anche rincarare la dose sulla punizione che mi aveva già dato la mamma, ma per fortuna poi ha cambiato idea, anche se mi ha avvertito che, da ora, pretenderà assoluta puntualità da parte mia che, anche solo pochi minuti, potrebbero costarmi cari!

Quando papà ha visto il vestito che mamma ed io abbiamo scelto per questa sera pretendeva che andassimo a restituirlo, sosteneva che fosse troppo corto, scollato e tante altre cose, poi la mamma è riuscita a convincerlo che stava esagerando e che non ho dieci anni, anche se credo che in questi casi lui sia convinto del contrario. Forse alla mia età mi dovrebbe dar fastidio che mio padre “si impicci” di queste cose, invece a me fa molto piacere: nessuno, a parte Jasper, s'è mai interessato a come mi vestivo o se fossi abbastanza coperta ed ora che c'è qualcuno che lo fa per il solo semplice fatto che mi vuole bene e tiene a me, non posso fare altro che esserne felice.

Mentre sto per uscire dalla mia stanza sento qualcuno che bussa alla mia porta.

-Sorellina, posso entrare?-mi chiede Jasper...in pigiama!

-Certo! Nonno Jasper!-gli rispondo.

-Ehi!-mi riprende offeso.

-Ma dai Jazz, è la sera del ballo e tu te ne stai a casa in pigiama! Se avessi chiesto a nonno Frank di venire con me sarebbe stato più entusiasta di te!-gli dico.

-Che colpa ne ho io se non ho trovato la ragazza giusta da invitare, mica posso venire con te ed Emmett a reggervi il moccolo!-dice lui.

-Scommetto che però papà te l'ha chiesto!-dico, sorridendo.

-Si ed era anche disposto a pagarmi profumatamente, ma non me la sono sentita di farmi odiare da te a vita!-mi spiega.

-Altro che odiarti...avresti rischiato la vita!-ammetto.

-Comunque, a parte gli scherzi, sei bellissima Rose! Emmett è davvero fortunato ad andare al ballo con la ragazza più bella della scuola.-afferma, facendomi commuovere.

-Grazie fratellino...anche se sei di parte!-farfuglio.

-Ma dai...mi fai sciogliere il trucco!-aggiungo poi, mentre tento di salvare il mio mascara.

-Posso abbracciarti o rischio di rovinare qualcosa?-mi chiede poi.

-Tu puoi sempre!-gli dico, gettandogli le braccia al collo.

-Direi che ne è valsa la pena aspettare tutti quegli anni se poi, alla fine, stiamo realizzando tutti i nostri sogni!-esclama mentre siamo ancora stretti.

-E tu desideravi di passare la sera del ballo in casa in pigiama?-gli chiedo.

-Devo la rivincita a papà alla plystation!-afferma, sciogliendo l'abbraccio.

-Ma se non ha ancora capito che la playstation e la Wii non sono la stessa cosa!-dico.

-Prima glielo spiego e poi giochiamo!-aggiunge, sorridendo.

-Wow...che impegno interessante! Non fai prima a dirmi che mentre cercavi di capire quale gemella Suani invitare loro sono state invitate da qualcun altro?-gli chiedo.

-Mi sembra di aver sentito l'auto di Emmett!-dice, uscendo di fretta dalla mia stanza per non rispondermi.

-Si, si scappa...intanto sono loro che sono scappate da te!-urlo per farmi sentire da lui.

Decido di seguirlo e mentre scendo le scale vedo i miei genitori che mi aspettano (direi quasi in lacrime!) davanti all'ultimo scalino.

-Oddio! Non ho fotografato la discesa!-esclama mio padre.

-Ma Carlisle insomma, è tutto il giorno che sistemi la macchina fotografica per non perderti nemmeno un secondo e poi sul più bello non sai cosa fare?-lo riprende la mamma.

-Rosalie tesoro, non è che potresti salire e poi riscendere?-mi chiede papà.

-Ma devo proprio?-chiedo un po' scocciata.

Come se non fossi già abbastanza agitata, ci si mette anche mio padre e la sua poca dimestichezza con la macchina digitale.

-Non è meglio che faccia io papà?-gli chiede mio fratello.

-Credo sia meglio!-afferma mamma.

Mentre riscendo lentamente le scale in modo che Jasper possa fotografare anche i miei respiri suonano alla porta.

-Oh! Per fortuna!-esclamo sottovoce per non farmi sentire dai miei genitori. Non voglio fargli capire che quella delle foto per me è più una tortura che altro.

-Benvenuto Emmett, entra pure!-gli dice mia madre.

-Wow!-esclama lui appena mi vede.

-Ehi! McCarty guarda che quella è la mia bambina...siamo intesi?-gli intima papà.

-E mia sorella!-aggiunge Jasper.

-Non si preoccupi Dottor Cullen gliela riporterò sana e salva e all'orario stabilito, non un secondo di più!-dice Emmett a mio padre.

-E per quanto riguarda te, chi pensi di spaventare con quel pigiama?-chiede invece a mio fratello.

-Ma perchè ce l'avete tutti col mio pigiama? Sto sicuramente più comodo di voi tutti impacchettati.-si giustifica mio fratello.

-Va bene Jasper, ma l'anno prossimo svegliati prima!-gli sussurro ad un orecchio.

Dopo aver abbracciato i miei genitori e aver fatto le ultime foto di rito, usciamo e Emmett da vero cavaliere mi apre la portiera dell'auto per farmi salire.

-Di chi è quest'auto? Non è quella di tua madre?-gli chiedo.

-No, è di Peter! Mi ha concesso di usarla solo per stasera e se gli faccio anche solo un graffio ho finito di vivere!-mi spiega.

-E perchè te l'ha prestata se ci tiene così tanto?-chiedo.

-Sono stato io a chiedergliela, non potevo portarti al ballo con l'utilitaria di mia madre, sapevo che saresti stata bellissima...anche se non così tanto! Sei magnifica!-mi dice dolcemente.

-Grazie!-sussurro, mentre sento il mio viso che sta diventando dello stesso colore dei pomodori maturi!

-Questa è per te! Non sapevo di che colore sarebbe stato il tuo vestito così ho puntato sul bianco, mia madre dice sempre che sta su tutto!-mi dice, allungandomi una scatola trasparente che contiene un'orchidea da mettere al polso.

-Oh! Grazie! Ho sempre pensato che questi fiori esistessero solo nei film!-dico, forse facendo uscire troppo la bimba ingenua che c'è in me.

-Che tenera che sei!-mi sussurra.

-Non sono troppo ingenua?-chiedo, preoccupata.

-No, sei perfetta!-mi risponde.

-E tu sei dolcissimo!-gli dico io.

-E comunque hai fatto bene a scegliere un vestito di questo colore, si intona coi tuoi occhi!-sussurra dolcemente, avvicinandosi a me per fare qualcosa che mi sconvolge ancora di più di quanto non lo sia già!

Lentamente prende il mio viso tra le mani e stampa le sue labbra sulle mie. Sento il mio cuore che batte all'impazzata e il viso che, ormai, sta per andare a fuoco. Non credo che esista qualcuno più felice di me in questo momento. Dopo quattordici anni di avversità, la mia vita ha preso la direzione giusta e, posso dire con certezza che, ora ho tutto quello che desideravo. Se non rischiassi di fare brutta figura con Emmett, in questo momento mi metterei a piangere dalla contentezza e se non avessi la certezza di essere sveglia crederei di essere ancora quella bimba triste che sognava tutto questo davanti alla tv!

Come vorrei poter urlare a squarcia gola: io sono Rosalie Lilian Cullen e sono la persona più felice del mondo!!!




 

 

Questa è la prima parte dell'ultimo capitolo di questa serie di storie, l'altra dal punto di vista di Jasper, la posterò non prima di dieci giorni!!!

Ne approfitto per ringraziare:

NinianeCullen88

Dills Nightmare

Cristalblu

Alice_Nekkina_Pattinson

Sabryepenny

e le loro immancabili e, sempre gentilissime, recensioni!!!

Notte a tutte!!!

Camy

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Capitolo 7
*** Ballo d'estate...parte 2...(Epilogo) ***


Ballo d'estate...parte 2...(Epilogo)

 

Pov Jasper

 

Vedere Rosalie pronta per il ballo mi ha veramente commosso, ricordo benissimo quanto, fino a non molti anni fa, invidiasse le ragazze dei telefilm che si preparavano per queste serate. Le guardava rapita come se appartenessero ad un altro mondo, un mondo a cui a lei non era permesso entrare!

Questa sera era davvero incantevole in quel vestito blu che risaltava, ancora di più, tutta la sua bellezza. Vederla così felice mi ha fatto scordare che io, invece, a quel ballo non ci andrò, anche se era nei miei progetti farlo; purtroppo la ragazza che avevo intenzione di invitare non ha saputo aspettare che mi decidessi a farlo e ha accettato l'invito di qualcuno molto meno impacciato di me. Quel qualcuno non è niente di meno che mio cugino Edward: unico lato negativo di questa mia nuova vita...sembra che sia nato apposta per darmi fastidio! Ogni volta che c'è lui nei paraggi qualcosa va storto, forse è per questo che proprio non riesco a sopportarlo; ho cercato in ogni modo di farmelo stare simpatico (più per volere di mia madre che mio!), ma proprio non c'è stato verso...tra di noi non potrà mai esserci feeling, soprattutto se mi soffia da sotto il naso l'unica ragazza che mi sia mai interessata!

Quando finalmente ho trovato il coraggio di farmi avanti per invitarla, mia sorella mi ha detto che lui non aveva perso tempo e mi aveva preceduto di almeno un paio di giorni e che lei, stanca di aspettarmi, alla fine aveva accettato il suo invito. Deluso da questo ho deciso di starmene a casa per non vederli insieme, avrei potuto aggregarmi a mia sorella ed Emmett (anche se non credo che ne sarebbero stati molto felici!), ma sarebbe stato troppo per me vederla ballare con qualcuno che non sono io, soprattutto se quel qualcuno si chiama Edward Masen!

Dopo aver sconfitto, per l'ennesima volta, mio padre alla Playstation, salgo in camera mia e decido di navigare un po' in internet per tentare di distrarmi un po', ma appena mi siedo alla scrivania sento la porta che si apre.

-Jasper, tesoro, tutto a posto?-mi chiede mia madre.

-Si, certo mamma! Perchè me lo chiedi?-le rispondo, senza esserne troppo convinto.

-Non so, non mi sembri molto contento di startene a casa stasera.-mi dice.

-Non è vero...a me certe cose non interessano!-le dico, senza però mai guardarla negli occhi affinchè non capisca che le sto mentendo, anche se credo che l'abbia già capito: ha una sorta di radar per queste cose!

-Ne sei sicuro? Mi sei sembrato molto serio sia a cena che prima mentre giocavi con tuo padre, di solito ti diverte così tanto batterlo ai videogiochi.-afferma decisa, accarezzandomi i capelli.

-Ho deciso io di non andarci, perché dovrebbe dispiacermi essere a casa?-le chiedo, cercando di depistarla, non me la sento di spiegare a mia madre che sono talmente impacciato con le ragazze da non riuscire nemmeno ad invitare quella che mi interessa al ballo della scuola.

-Secondo me non l'hai deciso...ne sei stato costretto!-insiste.

-Costretto?-chiedo.

-Si, dal fatto che non avessi nessuna ragazza da portarci!-risponde.

-Potevo anche andarci da solo o con Rosalie s'è per questo! Solo che proprio non ne avevo voglia!-ribadisco.

-E va bene, se non ne vuoi parlare non insisto, ma sappi che non sei l'unico ragazzo che non riesce ad invitare la ragazza che le piace al ballo! Tuo padre ci ha messo così tanto che alla fine l'ho invitato io!-mi confessa.

-Davvero?-chiedo divertito.

-Si, ma non dirgli che te l'ho detto...non ne va molto fiero!-mi dice sottovoce.

-Come fai a sapere che non sono riuscito ad invitare una ragazza? Te l'ha per caso detto Rose?-le chiedo.

-Non preoccuparti, tua sorella non ha aperto bocca! L'ho capito da sola, sono la tua mamma e ormai credo di conoscerti alla perfezione!-mi spiega.

-Mi conosci davvero bene allora!-le confermo.

-Ne sono contenta, ma mi dispiace vederti così triste di startene a casa tutto solo!-mi dice dolcemente.

-Sarà per il prossimo anno! Magari potrei prepararmi il discordo da farle già da ora, così non verrei preceduto un'altra volta!-scherzo.

-Potresti farlo o magari basterebbe avere un po' più di coraggio, le ragazze non ti mangiano mica sai! Chi ha fatto il primo passo al posto tuo non si è fatto certo tanti problemi!-mi dice.

-Edward Masen non si fa mai tanti problemi!-dico, tra i denti.

-Ecco perchè sei così triste, oltre a vederti potar via la ragazza che ti piace, te la sei fatta soffiare da tuo cugino!-commenta la mamma.

-Non me l'ha soffiata...è solo stato più veloce!-dico, leggermente contrariato.

-Mettila pure come vuoi, ma fatto sta che ora Isabella è al ballo con lui e tu sei qui in pigiama!-commenta.

-In effetti non posso farti tutti torti, ma...come fai a sapere che la ragazza in questione è Isabella?-le chiedo.

-A parte che si vede lontano un miglio che vi piacete e poi, sono molto amica di sua madre e la madre di Edward è mia sorella, non mi ci è voluto molto per scoprirlo!-ammette.

-Erano settimane che pensavo a come chiederglielo, ma evidentemente ci ho messo troppo! Perfino quel pupazzo di Mike Newton è stato più veloce di me nel fare un suo invito, per fortuna poi Isabella ha rifiutato, se avesse scelto lui mi sarei sentito ancora peggio.-le confesso, tristemente.

-Tesoro, guarda che non c'è niente di strano, sei solo timido! A molte ragazze piace questo lato nei ragazzi e poi questo è solo un ballo, la puoi sempre invitare in qualsiasi altra occasione.-mi spiega.

-Ma io di solito non sono timido, anzi mi dici sempre che sono anche fin troppo sfacciato.- le faccio notare.

-Io mi riferivo alle ragazze...quello è tutto un altro mondo!-mi dice, con l'espressione di chi la sa molto più lunga di me.

-Me ne sono accorto, quando parlo con lei mi sento la persona più confusa del mondo!-le confesso.

-Allora la prossima volta che la vedi fai due respiri profondi e pensa di parlare con me o tua sorella, anche noi siamo ragazze, per lo meno Rose lo è, e vedrai che piano piano ti sentirai a tuo agio anche con lei.-mi consiglia.

-Grazie mamma! Sei la mia ragazza preferita! Se invito te la prossima volta ci verrai al ballo con me?-le chiedo, abbracciandola e fingendomi un bimbo indifeso.

-Se non ti interessa presentarti al ballo con tua madre, con te verrei anche in capo al mondo!-mi dice, sempre stretta a me.

Questa piccola chiacchierata con la mamma mi ha davvero fatto bene e pensare che mi vergognavo a dirle che non sono riuscito ad invitare Isabella prima di Edward. I suoi consigli sono stati davvero preziosi, spero solo di riuscire a metterli in pratica la prima volta che dovrò parlare con la ragazza dei miei sogni!

-Ora ti lascio chattare in santa pace!-mi dice, appena sciogliamo l'abbraccio.

-Ho acceso il pc per abitudine, ma non credo che troverò qualcuno con cui parlare, sono tutti al ballo!-le faccio presente.

-Io non me ne intendo molto, ma sul tuo schermo c'è qualcosa che lampeggia...forse qualcuno c'è!-mi fa notare la mamma, indicando lo schermo del mio pc.

In effetti quando mi giro vedo subito che, sul mio pc aperto su Skype, lampeggia un simbolino in basso a destra e, con mio immenso stupore, noto che è una richiesta di amicizia! Quando mia madre si accorge che la sua intuizione è giusta si alza, mi saluta accarezzandomi i capelli, come fa sempre, e mi lascia solo.

Controllo la richiesta e...

“Bella addormentata?”- mi chiedo.

Chi diavolo potrebbe essere con un nome del genere?

“Bella addormentata...Bella addormentata...Bella add...Bella...!”-rimugino.

-Ma chi cavolo è?-dico ad alta voce.

“Bella, Bella, Bella...Isa-Bella!”-penso.

-No, no, no...non può essere...lei è al ballo!-dico ancora.

Con una piccola speranza di trovare al più presto il suo bel viso sullo schermo accetto la richiesta e, come avevo intuito, qualche secondo dopo, arriva la sua video chiamata!

Come mi ha consigliato la mamma, faccio due grandi respiri profondi e accetto la chiamata...

Subito dopo rimango un po' stranito, dall'altra parte vedo qualcuno che armeggia con la webcam, poi dei capelli un po' arruffati raccolti in una coda sopra la testa e ancora dopo un'orrenda maglia azzurra extralarge con una stampa di Pikaciu!

Da questi piccoli particolari deduco che non sia la Bella che mi aspettavo...

Deluso e amareggiato sto per spegnere il pc, quando la misteriosa addormentata ritenta di richiamarmi; decido di rispondere giusto per dirle che non sono interessato a conoscere persone in questo modo, quando i miei occhi vedono l'unica persona che vorrei vedere in questo momento: Isabella...la mia Bella addormentata!

-Ehi Cullen, ma si riaggancia così ad una signorina?-mi riprende subito lei.

-I...Is...Isabella!-balbetto.

Dio! Quanto sono imbranato!

-Si, lo so come mi chiamo!-mi prende in giro.

Che bella figura...iniziamo bene!

Faccio altri due grandi respiri e poi riprendo a parlare, sperando di andare un po' meglio!

-Si, scusa! E' che non mi aspettavo di ricevere una tua chiamata...non dovresti essere al ballo?-le chiedo, tutto d'un fiato.

-Si, ma se non sei stata invitata dal ragazzo giusto puoi sempre avere un malore improvviso all'ultimo minuto.-mi spiega stringendo l'occhio sinistro.

-E Edward Masen non mai il ragazzo giusto!-aggiungo io.

-Soprattutto se va a dire in giro che mi ha invitata solo per fare un dispetto ad un altro ragazzo.-mi confida.

-Immagino di conoscerlo quel ragazzo!-le dico.

-Ah, si! Quello che ci ha messo dei mesi per decidersi ad invitarmi senza riuscirsi e che per colpa sua sono costretta a starmene in casa perchè i miei sono convinti che abbia avuto un calo di pressione!-dice sarcastica.

-Non era più semplice dire ai tuoi che non ti andava più di andarci?-le chiedo.

-Si, e poi chi la sente mia sorella! Era così esaltata di andarci che ha perfino accettato l'invito di Mike Newton dopo che io l'avevo rifiutato pur di esserci; non potevo certo dirle che volevo starmene a casa! E poi, Cullen, non sarebbe stato più semplice invitarmi? Invece di parlarci tramite webcam entrambi in pigiama?-mi chiede.

-In effetti si!-affermo.

-A proposito di pigiama: complimenti per i panda! Sei un sostenitore del WWF o è lo stesso pigiama di quando andavi all'asilo?-chiede, praticamente ridendo.

-Me l'ha preso mia madre e, poi senti chi parla: quella con addosso la tovaglia dei Pokemon!-controbatto, facendole la linguaccia.

Dopo questo piccolo battibecco scoppiamo entrambi a ridere a squarcia gola...così la mia pessima serata si trasforma in quella più bella della mia vita!

-Appena ti sarai ripresa dal malore ti va di venire a mangiarti un gelato con me? So che lo adori!-le chiedo poi.

-Volentieri! Visto che non era così difficile invitarmi?-mi chiede dolcemente.

-Posso già invitarti per il ballo d'inverno allora? Non voglio essere preceduto un'altra volta!-dico ancora.

-Mi ritengo già invitata!-mi risponde.

- E posso anche farti un'altra domanda?-chiedo ancora.

-Certamente!-risponde.

-Come facevi a sapere che mi avresti trovato davanti al pc?-domando.

-Me l'ha detto tua sorella! Quando ha visto che non ero al ballo mi ha chiamata per dirmi che tu e il tuo triste pigiamino sareste stati sicuramente online!-mi spiega.

-Ho una sorella meravigliosa!-dico più a me che a lei.

-Confermo!-aggiunge lei.

-E...un'altra cosa: allenati un po' prima di video-chiamare qualcun' altro! Per i primi dieci minuti ho visto solo i tuoi capelli e Pikachu!-la prendo in giro.

-Adesso ti stai prendendo un po' troppa confidenza Cullen, eri più simpatico quando eri imbranato!-scherza anche lei.

La mamma aveva ragione quando diceva che dopo poco mi sarei sentito a mio agio, parlare con Isabella è davvero piacevole ora che non balbetto più e dico qualcosa di più che un semplice “ciao!”.

Forse ho fatto bene a non andare a quel ballo. Non credo di essermi mai divertito tanto come negli ultimi minuti; è stata una fortuna che io sia stato così impacciato da non riuscire ad invitarla, altrimenti non ci sarebbe stata questa bella conversazione tra di noi e credo che ne seguiranno molte altre, ora che sono riuscito a rompere il ghiaccio con lei!

                                                                                     _______________________________

 

Quel giorno di tre anni fa, quando non volevo partecipare alla giornata dei genitori per paura dell'ennesimo rifiuto, non avrei mai creduto che in mezzo a quelle coppie ci fossero i miei futuri genitori, che Carlisle ed Esme Cullen, i genitori migliori del mondo, scegliessero proprio me tra tutti quei bambini e che, l'anno successivo tornassero là per prendere Rosalie: l'unica persona che, prima di loro, potessi chiamare famiglia!

Credo che un giorno scriverò un libro sulla mia vita: tutti i bambini abbandonati devono sapere che la speranza di una vita migliore non deve mai morire e che tutti possono sperare di trovare una famiglia che li accolga amorevolmente come è successo a me!

Tutti loro devono poter dire: io sono Jasper Joshua Cullen...e sono la persona più felice del mondo!

 

 

                                                                                               FINE

 

 

Come vi avevo anticipato, ecco l'ultimo capitolo della storia e anche di tutta la serie!!!!!

So che non è il finale che molte di voi si aspettavano, ma visto che poi la storia non andrà avanti mi sono concessa di inserire la mia coppia preferita, Jasper e Bella appunto! All'inizio volevo stare sul classico e non sconvolgere le coppie tradizionali, ma la storia era strutturata diversamente e sarebbero dovuti crescere già dopo il secondo seguito per poi finire col loro adulti, ma poi ho pensato che sarebbe stata la solita storia uguale a tante che si leggono sul sito, così ho deciso di farli stare adolescenti ancora un po' e di finire in questo modo! Mi scuso con chi ho detto che non sarebbe stata una Jasper/Bella, ma effettivamente non lo è visto che finisce qua!

Sperando di non avervi deluso troppo vi saluto e spero di trovarvi in altre mie storie!

Baci Baci e buon weekend!!!

Camy


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