Born to stay together di Soly_D (/viewuser.php?uid=164211)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First day at school - part 1 ***
Capitolo 2: *** First day at school - part 2 ***
Capitolo 3: *** First day at school - part 3 ***
Capitolo 4: *** Coincidences, thoughts, invites ***
Capitolo 5: *** They seem engaged ***
Capitolo 6: *** Only a stupid kiss ***
Capitolo 7: *** My Prince Charming ***
Capitolo 8: *** Birthday party ***
Capitolo 9: *** You are my best present ***
Capitolo 10: *** I'll try to forget ***
Capitolo 11: *** We can't be divided ***
Capitolo 12: *** Say that you love me ***
Capitolo 13: *** Right or wrong? ***
Capitolo 14: *** Finally, the truth ***
Capitolo 15: *** Not an impossible love ***
Capitolo 16: *** Our small great secret ***
Capitolo 17: *** Couple's life ***
Capitolo 18: *** The neverending story ***
Capitolo 1 *** First day at school - part 1 ***
BORN TO STAY TOGETHER
First day at school
– part 1
“Per quanto tempo ancora hai intenzione di restartene sotto
le coperte, eh Goku?”
Chichi non ottenne alcuna risposta: il ragazzo dormiva profondamente e,
a giudicare dall’espressione serena e rilassata che aveva in
volto, stava sicuramente sognando cosce di pollo in grado di parlare e
piogge di caramelle giganti.
“Goku, Goku! Giuro che se non ti svegli immediatamente, ti
butto giù dal letto a calci!”
Poiché il fratello non accennava ad aprire gli occhi, Chichi
sollevò le coperte e salì furtivamente sul
morbido letto con l’intenzione di utilizzare le maniere forti
per raggiungere il suo obiettivo.
Tormentò e strattonò Goku richiamandolo a gran
voce, fin quando una potente gomitata la mandò
giù dal letto e la fece andare a sbattere contro il comodino.
“AHI!” gridò massaggiandosi la testa
dolorante e attirando l’attenzione di Goku che si era appena
svegliato.
“Buongiorno sorellina!” disse sorridente lui,
mettendosi a sedere “Che ci fai lì per
terra?”
Chichi corrugò la fronte e assunse un’aria
minacciosa.
Si alzò lentamente in piedi e puntò
l’indice contro Goku.
“Sparisci subito da questa stanza e fila a fare colazione!!!
Per oggi ne hai combinate già abbastanza...” lo
rimproverò con tono severo.
Goku la guardò con un’espressione tra il perplesso
e il divertito.
“Ma cosa ho fatt-”
“SPARISCI!”
Goku si portò una mano alla fronte come per rispondere
“Agli ordini!” e si dileguò dalla stanza
in pochi secondi, lasciando Chichi sola e arrabbiata.
A volte mi chiedo se sia
davvero mio fratello... Siamo così diversi...
pensò la mora, sorridendo lievemente.
Pochi minuti dopo, tutta la famiglia era a tavola per fare colazione.
Goku si abbuffò com’era suo solito, sotto gli
occhi perennemente increduli della sorella e del padre.
Si erano da poco trasferiti in città e avevano sempre preso
lezioni private.
L'estate prima, Juma aveva informato i due
ragazzi che in autunno avrebbero iniziato ad andare a scuola, come la
maggior parte dei loro coetanei. Goku e Chichi avevano subito preso la
notizia con molto entusiasmo, in quanto sarebbero finalmente usciti dal
loro eterno isolamento dal mondo intero e avrebbero fatto nuove
amicizie.
Quando ebbero finito di fare colazione, i due ragazzi si prepararono
per il loro primo giorno di scuola. Goku indossò una
maglietta arancione e un paio di jeans, poi prese lo zaino al volo e
raggiunse la soglia della porta di casa in attesa della sorella.
Chichi impiegò molto più tempo per prepararsi:
doveva essere perfetta per il suo primo giorno di scuola!
Indossò un vestito azzurro che le arrivava fino alle
ginocchia e un paio di ballerine color argento, legò i
capelli in una coda bassa con un nastro rosso e lasciò che
due ciocche le ricadessero ai lati del viso. Dopo essersi messa un filo
di trucco, afferrò la sua tracolla e si precipitò
nell’ingresso dove ad aspettarla c’erano Goku e il
padre.
“Sei bellissima, tesoro!” esclamò il
padre con le lacrime agli occhi.
“Già... incantevole...” aggiunse Goku
scrutandola dalla testa ai piedi, con gli occhi sgranati e la bocca
aperta per lo stupore.
Chichi sorrise e ringraziò entrambi.
Poi i due ragazzi salutarono affettuosamente loro padre e uscirono di
casa.
La Orange High School era vicina, per cui avevano deciso di andarci a
piedi.
Non appena furono in strada, Chichi cominciò a correre e a
volteggiare su stessa, completamente presa dall’entusiasmo.
“Oggi cominciamo la scuola!” continuava a ripetersi
euforica.
“Sai che novità...” disse il fratello,
facendo una smorfia.
“Ma Goku, oggi conosceremo tante persone nuove e ci faremo
degli amici!”
Goku annuì poco convinto.
“Credi che ci daranno molti compiti?” chiese
grattandosi la testa, imbarazzato.
“E’ questo che ti tormenta allora!”
rispose Chichi ridendo di giusto “Non preoccuparti, ti
aiuterò io!”
Goku la raggiunse e le passò un braccio intorno spalle.
“Questa è la mia sorellina!”
esclamò ridendo anche lui.
Continuarono a camminare abbracciati fino alla fine del tragitto,
quando una folla di ragazzi ai margini della strada attirò
la loro attenzione: si dirigevano verso la loro scuola, un enorme
edificio bianco a 5 piani circondato da un bel cortile tutto verde.
“Siamo arrivati!” esclamò Chichi
staccandosi dall’abbraccio del fratello e superandolo.
“Aspettami!” urlò Goku correndo nella
sua stessa direzione.
Varcarono il cancello della scuola e subito furono travolti da un marea
di alunni e professori che si muovevano senza una meta ben precisa.
Chichi, sempre più euforica, si lanciò tra la
folla e sparì prima che Goku se ne potesse accorgere.
“Cosa facciamo? Entriamo?” chiese Goku spostando lo
sguardo nel punto in cui si era fermata la sorella, ma non la
trovò più al suo fianco. Era sparita.
Si intrufolò in mezzo al folla del cortile e
cominciò a cercarla, chiamandola per nome e chiedendo ad
alcuni ragazzi se avessero visto una bellissima ragazza dai capelli e
dagli occhi corvini, vestita di azzurro e con una voglia irrefrenabile
di cominciare la scuola.
Dopo 10 minuti passati a cercarla, si era incominciato a preoccupare.
Nessuno sapeva di lei, nessuno l’aveva vista.
Il cortile, nel frattempo, si stava svuotando e così Goku
decise di entrare anche lui nella scuola. Forse l’avrebbe
trovata lì.
Non appena fu all’interno dell’edificio, venne
nuovamente investito da una mandria di ragazzi e insegnanti che si
affrettavano a raggiungere ognuno la propria classe.
Non era abituato a tutto quel baccano e la cosa gli dava non poco
fastidio.
Camminando tra i corridoi della scuola, si accorse di quanto gli fosse
estraneo quel nuovo mondo...
I ragazzi alti e muscolosi come lui, lo guardavano con aria di sfida.
I più timidi e i classici “secchioni”
tremavano alla sua sola presenza.
Le ragazzine lo scrutavano dalla testa ai piedi con sguardo ammaliato,
gli sorridevano maliziosamente e gli facevano l’occhiolino.
Ma a Goku non interessava più di tanto. Il suo unico
pensiero era trovare Chichi.
Intanto anche i corridoi si stavano svuotando, ciò
significava che stavano per iniziare le lezioni e lui doveva sbrigarsi!
Guardò in ogni angolo e sbirciò in ogni classe
alla ricerca della sorella, quando sentì due voci nelle
vicinanze della palestra. Una era senza dubbio quella di Chichi!
La seguì preoccupato che le fosse accaduto qualcosa e la
trovò con un ragazzo alto e abbronzato, capelli neri e
numerose cicatrici sulla faccia.
“Goku!” esclamò Chichi
sorpresa, vedendo il fratello correrle incontro.
“Ma cosa hai fatto tutto questo tempo?! Ero in pensiero per
te!” spiegò Goku grattandosi la nuca,
com’era solito fare in situazioni di quel genere.
Chichi non fece caso alle parole di Goku e si rivolse nuovamente al suo
nuovo amico.
“Lui è mio fratello” disse indicandolo.
Il misterioso ragazzo porse la mano a Goku e gli sorrise.
“Piacere, sono Yamco.”
Goku ricambiò il gesto con poca convinzione.
“Si... ehm... Goku”
Dopo che si furono presentati, Chichi spiegò a Goku che si
era persa tra i corridoi della scuola e che Yamco era stato
così gentile da farle da guida.
“Ora dobbiamo andare... Ci vediamo!”
esclamò Goku prendendo Chichi per mano e trascinandola via.
La ragazza tentò di staccarsi, ma nulla poteva contro
l’immensa forza del fratello.
“Aspetta... Non gli ho nemmeno chiesto in che classe
è!”
“Vuoi arrivare in ritardo alle lezioni?!” chiese
Goku sperando che Chichi si dimenticasse al più presto
dell’incontro con Yamco.
Infatti la ragazza fece subito cenno di no con la testa:
l’ultima cosa che voleva era fare una figuraccia il primo
giorno di scuola.
Finalmente arrivarono nella loro nuova classe, la 4^ A, e con grande
fortuna trovarono la porta aperta e la cattedra vuota: il professore
della prima ora non era ancora arrivato.
Entrarono in classe, attirando l’attenzione di tutti i
presenti che ammutolirono di colpo.
“Sono quelli nuovi!” esclamò una ragazza
dai lunghi capelli blu.
Nello stesso momento, un’altra ragazza con un caschetto
azzurro si alzò dal suo posto e si avvicinò ai
due nuovi arrivati.
“Ciao, io sono Bulma Brief!” annunciò
sorridente “Voi siete Goku e Chichi, giusto?”
I due ragazzi annuirono un po’ imbarazzati.
“Sono sicura che vi troverete benissimo nella nostra
classe!”
“Lo spero!” rispose Goku dando uno sguardo generale
ai suoi nuovi compagni e ottenendo una gomitata dalla sua dolce
sorellina.
“Vuoi sederti accanto a me, Chichi?” chiese Bulma
indicando il banco vuoto vicino al suo.
“Oh... ehm... si! Sarebbe fantastico!”
Le due ragazze si andarono a sedere, lasciando Goku sulla soglia della
porta.
Il ragazzo scrutò attentamente la classe alla ricerca di un
posto e ne trovò solo uno vicino a un ragazzo con i capelli
sparati verso l’alto e lo sguardo cupo e minaccioso.
Lo raggiunse e appoggiò lo zaino sul banco.
“Posso sedermi?” chiese speranzoso.
“Fa’ un po’ come ti pare...”
rispose l’altro dando degna dimostrazione del suo carattere.
Goku si sedette e scrutò attentamente il suo nuovo compagno
di banco.
“Mi chiamo Goku”
L’altro si voltò e lo fissò per una
buona manciata di secondi senza proferire parola e lasciando Goku sulle
spine.
“Vegeta” rispose alla fine.
Prima che il discorso potesse continuare, una voce forte e squillante
fece ammutolire di colpo tutti gli studenti.
“Buongiorno ragazzi! E ben tornati dalle vacanze!”
urlò un bizzarro cinquantenne pelato con i baffi e gli occhiali
da sole.
Era
da un po' di tempo che mi frullava in testa questa idea e finalmente ho
trovato l'ispirazione! Spero che non mi prenderete per pazza, dato che
Goku e Chichi sono fratelli e una storia d'amore tra loro due in questo
contesto potrebbe sembrare impossibile... ma capirete tutto andando
avanti con la storia ù.ù
Mi farebbe piacere una
recensione ^.^
A presto
|
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Capitolo 2 *** First day at school - part 2 ***
First
day at school – part 2
Dopo aver salutato i suoi cari alunni e aver fatto l’appello,
il prof Muten si alzò dalla cattedra e si
posizionò al centro della classe.
“Come avete già potuto constatare,
quest’anno abbiamo due ragazzi nuovi” disse dando
uno sguardo generale alla classe “Volete
presentarvi?” chiese sorridente ai nuovi arrivati.
Goku e Chichi si scambiarono un’occhiata e raggiunsero la
cattedra.
“Ehm... io sono Goku...” disse il ragazzo
grattandosi la nuca e osservando ad uno ad uno i suoi nuovi compagni.
E ora che dico?
Il fastidioso silenzio appena calato sull’intera classe mise
ancora più in imbarazzo il povero Goku che intanto si
sforzava di elaborare una presentazione decente.
E invece silenzio. Nient’altro che silenzio.
Tutti lo fissavano ad occhi sgranati, per capir quale sarebbe stato il
suo prossimo passo.
“Kaaroth!”
era stato Vegeta a salvarlo da quell’imbarazzante situazione.
“Eh?!” esclamarono tutti in coro.
Ma Vegeta non si lasciò influenzare dagli sguardi perplessi
dei suoi compagni e dell’insegnante. Fissò Goku
con una strana luce negli occhi e ripeté nuovamente la
parola pronunciata pochi attimi prima.
“Goku
è banale. Io ti chiamerò Kaaroth!”
Goku annuì lentamente con la testa.
“C-come vuoi...” rispose un po’ confuso
“Bene, dicevo... Mi chiamo Goku e ho quasi 18 anni. La scuola
non mi piace un granché...”
A causa di questa affermazione ricevette una nuova potente gomitata da
parte della sua dolce sorellina “Cercherò
ugualmente di fare del mio meglio. La mia materia preferita
è educazione fisica. Pratico arti marziali da quando avevo
12 anni... E poi adoro mangiare e dormire” disse infine Goku
contagiando l’intera classe con la sua risata tranquilla.
Subito dopo si fece avanti la ragazza accanto a lui.
“Mi chiamo Chichi. Io e Goku siamo fratelli...”
“Credevo foste gemelli!” esclamò Bulma
rimasta di stucco.
“No no... Io ho appena compiuto 17 anni... Comunque sono
davvero contenta di frequentare questa scuola! A me piacciono tutte le
materie, soprattutto le discipline scientifiche e le lingue. Da piccola
praticavo anche io arti marziali, poi ho smesso... Che altro dire? Non
vedo l’ora di conoscervi!”
“La classica secchiona...” commentò un
ragazzo dalla pelle verdastra nelle ultime file.
“Non facciamo commenti poco carini, Junior!” lo
rimproverò Muten con tono severo.
Goku e Chichi tornarono ai loro posti.
La lezione stava per avere inizio quando...
TOC TOC
“Avanti!” esclamò Muten fissando la
porta, che si aprì immediatamente.
Si fece avanti un ragazzo alto e moro con il sorriso stampato sulle
labbra.
“Scusi il ritardo prof!”
“Fila a sederti!” disse Muten con un tono di voce
per niente severo, spingendo il ritardatario con un calcio nel didietro.
Il ragazzo, facendosi strada tra i banchi, riconobbe subito Chichi e le
fece l’occhiolino.
Yamco... Si,
è lui! pensò la mora arrossendo
lievemente.
Dall’altro lato della classe, un certo ragazzo dalla folta
capigliatura ribelle cercava di restare calmo e indifferente a
ciò che aveva appena visto.
La lezione ebbe finalmente inizio!
Il vecchio ma arzillo Muten era uno di quei professori capaci di
insegnare facendo divertire i suoi alunni e rendendo piacevoli le ore
scolastiche. L’unico difetto che possedeva era quello di
esagerare con i complimenti verso le sue care alunne, le quali ormai ci
avevano fatto l’abitudine e ignoravano completamente il suo
lato “perverso”.
Con somma fortuna di Goku, l’ora di scienze passò
davvero in fretta per lasciare il posto alla lezione di educazione
fisica.
La prof, una donna alta e robusta dall’aspetto mascolino, li
condusse negli spogliatoi e li avvertì di farsi trovare
subito in palestra.
Goku e Vegeta impiegarono pochissimi minuti a cambiarsi e a presentarsi
in campo. Indossavano entrambi scarpe da ginnastica, una maglietta a
maniche corte e un paio di pantaloncini che lasciavano trasparire i
muscoli scolpiti. Tutte le ragazze della loro classe si erano radunate
intorno a loro e li guardavano con gli occhi sognanti.
“Veggy sei bellissimo!”
“Ma no, Goku è ancora meglio!”
“Sposami!”
“No, sposa me!”
Ma a nessuno dei due ragazzi interessavano le lusinghe e i complimenti
di tutte quelle oche.
Infine fecero il loro ingresso nella palestra anche Bulma e Chichi.
Bulma indossava un completino bianco molto provocante, mentre Chichi si
era messa una maglietta lunga e paio di leggins neri che mettevano in
evidenza il suo fisico perfetto.
“Ehi Kaaroth... Se non fosse per il fatto che sto con Bulma,
ci farei un pensierino su tua sorella!” ghignò
sadico Vegeta.
“Cosa vuoi dire?” chiese Goku perplesso.
“Chichi è davvero una bella ragazza... attraente.”
Goku ridusse gli occhi a due fessure e fissò Vegeta
incredulo.
“Tu trovi mia sorella... attraente?”
“Insomma... guardala!”
Goku aveva sempre pensato a sua sorella come una ragazza intelligente e
pignola, sincera e spontanea, orgogliosa e sicura di sé. A
volte anche simpatica e divertente.
Ma attraente
mai.
Cosa aveva Chichi di attraente?
Involontariamente, si ritrovò ad osservarla dalla testa ai
piedi, soffermandosi sui particolari che la rendevano donna: i capelli
lucidi e setosi, il viso niveo dai lineamenti dolci, gli occhi grandi e
languidi, le labbra sottili curvate in un magnifico sorriso, il seno
abbondante rispetto alle altre ragazze, la pancia piatta, i fianchi
perfetti, le gambe lunghe e snelle.
Attraente?
“Goku, qualcosa non va?” le chiese la ragazza,
preoccupata dal suo atteggiamento.
Goku si sentì avvampare improvvisamente.
“N-no... tutto bene...”
Da quando arrossiva davanti a sua sorella?
Per una serie di validi motivi, decise di dimenticare ciò
che gli aveva fatto notare Vegeta e di concentrarsi sulla lezione.
Dopo gli esercizi di riscaldamento, la prof annunciò di
voler organizzare una partita di basket con i ragazzi e poi
un’altra di pallavolo con le ragazze.
Goku e Vegeta capitarono nella stessa squadra.
“Ma io non so giocare a basket!” disse Goku
all’amico.
“Guarda e impara, Kaaroth!” esclamò
Vegeta, dando inizio alla partita.
Goku non immaginava che il basket potesse essere tanto divertente:
osservando attentamente Vegeta, memorizzò tutto
ciò che c’era da sapere su quello sport e
contribuì alla vittoria della sua squadra.
Menomale che non sapeva
giocare... pensò Vegeta notando quanto Goku
fosse forte, agile e veloce.
A fine partita, i ragazzi raggiunsero le ragazze che fremevano dalla
voglia di prendere il loro posto sul campo.
“Tieni, Goku!” disse Chichi porgendo un asciugamano
al fratello grondante di sudore.
Devono volersi un gran
bene quei due... Sembrano quasi fidanzati!
pensò Bulma guardando i due fratelli scambiarsi sguardi
dolci.
Anche la partita di pallavolo fu davvero entusiasmante, ma non per
tutti.
Chichi era una vera frana in tutti gli sport. E nonostante si
impegnasse al massimo, non riusciva a prendere nemmeno una palla...
“Imparerai!” la rassicurò Goku da buon
fratello maggiore, ottenendo scarsi risultati sull’autostima
di Chichi.
Suonò la campanella dell’intervallo e i ragazzi
della 4^ A tornarono in classe.
C’era chi ne approfittava per mangiare, chi per farsi un
giro, chi per ascoltare musica in classe, chi (come Bulma e Chichi) per
spettegolare.
“Ho conosciuto Yamco questa mattina... Mi ha fatto da guida
per la scuola!” disse Chichi all’amica dai capelli
azzurri.
“Un tempo era il mio ragazzo...”
“Davvero?! E come mai vi siete lasciati?!”
Bulma indicò la porta, dove vi era appoggiato Vegeta che la
fissava ininterrottamente dall’inizio
dell’intervallo.
“Ti piace... Vegeta?!” chiese Chichi curiosa.
“Stiamo insieme!”
“E per quanto riguarda il resto della classe?”
“Mmmm.... c’è Lunch, la ragazza con i
capelli blu... C18, la bionda dagli occhi azzurri... Crilin, quello
basso e pelato... Tensing, quello alto con un tatuaggio a forma di
occhio sulla fronte... e Junior, quello dalla pelle verdastra. Tutti
più o meno simpatici! Il resto della classe si riduce a oche
vanitose e bulletti da quattro soldi... Meglio non averci a che fare
con quelli...”
Chichi annuì, memorizzando tutto.
“Ora vai, Vegeta ti sta aspettando!” disse la mora
indicando la porta.
“Grazie Chichi! Sei stupenda! Ci vediamo dopo!” le
rispose Bulma mandandole un bacio a volo e allontanandosi dalla classe
con Vegeta.
Bene, vorrei ringraziare
chi ha recensito il primo capitolo, chi ha messo questa storia
nelle seguite e nelle preferite e anche chi legge in silenzio ^.^ Spero
che questo capitolo vi piaccia! Lasciatemi una recensione!
A presto!
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Capitolo 3 *** First day at school - part 3 ***
First
day at school – part 3
“Ehi Chichi” una voce calda e gentile
richiamò l’attenzione della ragazza dai capelli
corvini.
“Yamco!” rispose lei, sorridendo.
Il ragazzo si sedette accanto a Chichi, al posto di Bulma.
“Sono contento che tu sia nella mia stessa classe! Dimmi, ti
trovi bene?”
“Oh si si, benissimo! Ho già fatto amicizia con
Bulma...”
Yamco, sentendo quel nome, si irrigidì stranamente e
abbassò lo sguardo.
“Bulma...” ripeté atono.
Chichi capì subito il motivo di quella reazione,
così appoggiò una mano sulla spalla di Yamco e lo
costrinse a guardarla negli occhi.
“So tutto... e mi dispiace molto. Tu la ami ancora,
vero?”
Il ragazzo annuì tristemente e abbozzò un sorriso
amaro.
“E tu invece?”
“Io cosa?”
“Ti piace qualcuno?”
Chichi arrossì all’istante: non si era mai
innamorata di nessuno e quelle domande la mettevano particolarmente a
disagio.
“Ehm... no... nessuno... per ora”
“Peccato”
La ragazza sgranò gli occhi perplessa.
“Cosa vuoi dire?”
“Voglio dire che sei una bellissima ragazza e che ti farai
presto una sfilza di ammiratori” spiegò Yamco
ridendo.
“Grazie” rispose Chichi entusiasta per il
complimento appena ricevuto.
Goku chiacchierava allegramente con Crilin e Tensing nei pressi del
distributore di merendine.
“Anche noi ci dilettiamo nelle arti marziali, sai
Goku?” disse Crilin incrociando le braccia fiero.
“Davvero?! Fantastico! Allora un giorno potremmo
confrontarci!” rispose Goku prendendo dalla macchinetta una
diecina di tavolette al cioccolato.
“Ma quanto mangi?!” intervenne Tensing incredulo,
guardando l’amico far fuori tutto quel cioccolato in pochi
secondi.
Goku si grattò la testa imbarazzato, continuando ad
abbuffarsi con tutto quel ben di Dio. I tre amici parlarono insieme
ancora per qualche minuto, quando arrivò Vegeta.
“Ciao Vegetaaa!!! Dove sei stato tutto questo
tempo?” chiese allegramente Goku.
“Fatti i fatti tuoi, Kaaroth!”
“E’ stato con Bulma!” spiegò
Crilin sorridendo da ebete.
Pochi secondi dopo, il ragazzino pelato si ritrovò in
ginocchio a terra con le mani sul ventre e un dolore lancinante che si
stava diffondendo in tutto il corpo.
“Non sarai stato troppo duro?” chiese Goku a
Vegeta, guardando il povero Crilin soffrire in silenzio.
“Mmm... Fammi pensare... no!” rispose
l’altro incrociando le braccia “Ora torniamo in
classe, la campanella sta per suonare...”
“Ma io ho ancora fame!”
Goku guardava con aria afflitta il distributore di merendine.
Così Vegeta prese per un braccio l’amico e lo
trascinò in classe, deliziandolo con il suo vasto repertorio
di insulti riguardanti la sua fame insaziabile e la sua innata
capacità di farlo arrabbiare con niente.
Entrati in classe, Vegeta e Goku raggiunsero i loro posti e aspettarono
l’arrivo del nuovo insegnante.
Mancava ormai poco alla fine dell’intervallo e tutti gli
studenti erano tornati nelle loro rispettive classi.
Goku si guardò intorno con curiosità,
accorgendosi solo in quel momento che Bulma parlava in fondo alla
classe con Lunch mentre al suo posto in prima fila vi era Yamco che
stava chiacchierando tranquillamente con Chichi.
Fissò entrambi un po’ confuso.
“Secondo te che avranno da dirsi mia sorella e
Yamco?” chiese al vicino di banco.
“Cosa vuoi che ne sappia io?!” rispose Vegeta un
po’ infastidito.
Goku indietreggiò con la sedia e, facendo leva con i piedi
sull’asse del banco, si mise in posizione tale da poter
guardare meglio la scena che si svolgeva dall’altro lato
della classe.
Fissò attentamente prima la sorella e poi Yamco cercando di
capire cosa si stessero dicendo ma non ottenne grandi risultati.
L’unica cosa evidente era che Chichi si sentiva perfettamente
a suo agio con il nuovo compagno di classe e la cosa dava a Goku non
poco fastidio.
“Che tipo di ragazzo è Yamco?” chiese a
Vegeta, senza distogliere lo sguardo dalla scenetta.
“Un incapace che ci prova con tutte le ragazze pur di
dimenticare la sua ex!”
“E chi è la sua
ex?”
“Bulma, la mia
Bulma”
Goku annuì poco convinto.
“Credi che ora ci stai provando con Chichi?”
Vegeta si voltò verso la sorella dell’amico e
osservò la scena con poco interesse.
“Probabile”
“Probabile cosa?”
“Che ci stia provando con tua sorella!”
Goku rimase un po’ turbato dalle parole di Vegeta,
continuando a dondolare avanti e indietro con la sedia.
“Ma perché proprio con lei?! Ce ne sono
un’infinità di ragazze in questa scuola!”
Vegeta alzò le spalle facendo intendere che non poteva
saperne niente.
“E se io non fossi d’accordo?” chiese
ancora Goku, un po’ titubante.
“Tu non sei nessuno per decidere della vita di
Chichi...” rispose Vegeta, sempre più confuso per
via di quella situazione.
“IO SONO SUO FRATELLO! LEI E’ SOLO
MIA!” sbottò Goku furioso, alzando la voce e
perdendo l’equilibrio. Di conseguenza cadde
all’indietro con tutta la sedia e andò a sbattere
la testa contro il banco al quale si stava mantenendo poco prima per
poter guardare Chichi e Yamco.
Tutti si voltarono verso di lui, un po’ divertiti e un
po’ spaventati.
“Aaaaaaaaaah” urlò la prof appena
entrata in classe, con una mano puntata verso il malcapitato e
l’altra in testa per lo spavento.
“Goku!” esclamò Chichi alzandosi in
piedi e raggiungendo il fratello.
Il ragazzo era seduto per terra con le mani sulle testa e lo sguardo
basso.
“Goku, dai guardami! Cos’è
successo?!” chiese preoccupata Chichi, accarezzando la testa
del fratello con fare dolce.
Goku si alzò lentamente da terra, recuperò la
sedia e si sedette nuovamente.
“Non è niente...” rispose incrociando lo
sguardo comprensivo della sorella.
Chichi tirò un sospiro di sollievo. La prof, che si era
appena ripresa dallo spavento, incitò ugualmente Goku ad
andare in infermeria e farsi controllare.
Chichi si propose di accompagnarlo.
Camminavano per i corridoi, fianco a fianco, in silenzio.
Chichi stava per esplodere, non ce la faceva più a
trattenere dentro tutti i dubbi e le preoccupazioni che la assillavano.
Si fermò improvvisamente.
“MI SPIEGHI COME HAI FATTO A CADERE IN QUEL MODO?!”
Goku si voltò verso la sorella e la guardò un
po’ confuso.
“Avanti, rispondi!”
“Stavo giocando con la sedia... E ho perso
l’equilibrio...”
Chichi strabuzzò gli occhi incredula e cercò di
assimilare il concetto.
“Stavi giocando con la sedia?! Ma dico, sei impazzito?!
Avresti potuto romperti la testa!”
Goku fece spallucce e riprese a camminare, seguito dalla sorella.
“Piuttosto, come ti senti? Ti fa male?” chiese la
ragazza, cambiando tono di voce e cercando di essere più
comprensiva. Voleva bene al fratello e temeva che gli fosse successo
qualcosa di grave: ecco il motivo di quella sua reazione
così impulsiva.
“Sto bene... te l’ho già
detto!” rispose Goku sorridendo tranquillamente.
Arrivarono in infermeria e bussarono alla porta, per poi venire accolti
da un’allegra cinquantenne un po’ in carne con il
camice bianco.
“E’ tutto apposto, non è successo nulla
di grave... Puoi tornare in classe!” annunciò
l’infermiera della scuola alla fine della visita.
“Te l’avevo detto io!”
sussurrò Goku all’orecchio della sorella.
I due fratelli tornarono in classe e seguirono prima la lezione
l’inglese e poi quella di educazione artistica. La giornata
era trascorsa bene tutto sommato...
All’uscita da scuola, i due salutarono i loro nuovi amici e
si avviarono a casa.
Durante il ritorno, Chichi non faceva altro che saltellare euforica e
volteggiare su stessa dicendo che la scuola era una cosa fantastica e
che non vedeva l’ora che fosse il giorno successivo per
tornarci. Goku pensava ovviamente tutto il contrario, ma era ugualmente
contento di essersi fatto così tanti amici in poco tempo.
Arrivati a casa, Juma li accolse con grande entusiasmo.
“Beh, com’è andata? Vi piace la
scuola?” chiese l’uomo ai due figli non appena si
furono seduti a tavola.
“Goku è caduto!” esclamò
Chichi ridacchiando tra sé e sé.
Juma guardò incredulo il ragazzo che si stava abbuffando con
le cosce di pollo.
“Che c’è....?” chiese Goku
quando vide gli sguardi del padre e della sorella, puntati verso di lui.
“Ti sei fatto male, figliolo? Cos’è
successo?” chiese preoccupato Juma.
“Sono solo caduto con la sedia e ho sbattuto la testa al
banco... Invece Chichi si è fidanzata!”
“NON E’ VERO!” urlò Chichi
balzando in piedi e sbattendo i pugni contro il tavolo.
Juma scoppiò a ridere.
“Tesoro, non c’è niente di male ad avere
un ragazzo!”
Questa me la paghi...
pensò Chichi fulminando il fratello con
un’occhiata rapida e minacciosa.
Questo è
l'ultimo "First day at school", ve lo assicuro... I prossimi capitoli
avranno titoli diversi ^.^ Fatemi sapere cosa ne pensate di
questo!
Grazie e a presto!
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Capitolo 4 *** Coincidences, thoughts, invites ***
Coincidences,
thoughts, invites
Erano passate circa due settimane dall’inizio della scuola e
i due fratelli si erano inseriti perfettamente all’interno
della classe.
Chichi non perdeva mai l’occasione per dimostrare le sue
capacità e il suo impegno nel campo scolastico, mentre Goku
dava più importanza all’amicizia e agli
allenamenti, dato che la sorella era sempre disponibile a fargli
copiare tutti i compiti e a dargli suggerimenti durante le
interrogazioni.
Quella mattina, gli studenti della 4^ A avrebbero avuto due ore di
matematica, una di storia e due di inglese.
“Hai studiato matematica?” bisbigliò
Bulma all’orecchio dell’amica dai capelli corvini.
“Ovvio, e tu?” rispose Chichi, tenendo
d’occhio la porta e attendendo l’arrivo
dell’insegnante della prima ora.
Bulma arrossì lievemente e spostò lo sguardo
verso l’altro lato della classe.
“Ehm... no... non ho avuto tempo... ieri ho passato tutta la
giornata con Vegeta...”
Chichi ottenne la conferma di ciò che aveva ipotizzato e
sorrise.
“Che c’è?!” chiese Bulma
corrugando la fronte.
“C’è che ti beccherai un brutto voto
oggi” rispose la mora continuando a sorridere.
Bulma incrociò le braccia al petto e sbuffò.
“Vorrei vedere te a rifiutare un invito da parte del ragazzo
che ti piace per studiare matematica!” esclamò
fissando l’amica curiosa di scoprire la sua reazione.
Chichi sbatté le palpebre un paio di volte, prima di
riuscire a comprendere il significato delle parole di Bulma.
Inspiegabilmente, le sue guance si colorarono di un rosso acceso e la
ragazza abbassò lo sguardo per nascondere
l’imbarazzo.
“Ehm... a me non piace nessuno...”
dichiarò timidamente.
Bulma sorrise in modo malizioso e si avvicinò maggiormente
all’amica.
“Non c’è proprio nessun ragazzo che ti
interessa?” chiese Bulma dando uno sguardo generale alla
classe. Chichi fece la stessa cosa, soffermandosi a guardare tutti i
ragazzi, ed ebbe la conferma che nessuno suscitasse il suo interesse.
“No, Bulma, davvero!” rispose infine la mora con
convinzione.
“E Yamco?” chiese Bulma con gli occhi velati di
speranza.
“No, per me è solo un amico...”
L’azzurra si rassegnò, poggiò i gomiti
sul banco e rimase per qualche secondo con la testa tra le mani,
sospirando e lanciando rapide occhiate all’amica che
ripassava la lezione di matematica.
“Ci sono!” urlò sbilanciandosi infine
dalla sedia e attirando nuovamente l’attenzione di Chichi.
La mora la guardò con aria interrogativa.
“Qual è il tuo ragazzo ideale?” chiese
Bulma con aria sognante.
Chichi non aveva mai pensato a quel genere di cose. Per tutta la vita
si era solamente dedicata ai libri e alla sua famiglia, senza mai
pensare ai ragazzi o soffermarsi più di tanto sul
significato dell’amore.
Per questo, ogni volta che gli altri tiravano fuori
l’argomento o le facevano domande di quel tipo, arrossiva
vistosamente e si sentiva a disagio per il semplice fatto che non
sapesse nulla a riguardo.
Tuttavia, la domanda di Bulma suscitò la sua
curiosità e Chichi sentì il bisogno di
rifletterci un po’ e fornire una risposta adeguata sia
all’amica che a se stessa.
“Beh... uhm... vediamo... il mio ragazzo ideale...”
iniziò roteando gli occhi “Semplice. Si, un
ragazzo semplice... gentile e simpatico”
Bulma annuì sempre più curiosa.
“Per quanto riguarda l’aspetto fisico... ehm.. alto
e muscoloso... moro, assolutamente! Sai, non mi piacciono i ragazzi
biondi... ”
Bulma aveva ascoltato attentamente la descrizione di Chichi e ora stava
andando con la mente da un ragazzo all’altro.
Allora... vediamo un
po’... Non è Yamco, quindi... Tensing è
rasato, Crilin è rasato e troppo basso.... Non
può essere Vegeta perché ha un carattere freddo e
distaccato, inoltre è il mio ragazzo quindi no... Gli altri
non sono né alti né muscolosi... Il resto ha i
capelli biondi.... quindi chi rimane...?
Alla fine Bulma scoppiò in una fragorosa risata.
“Perché ridi?!” chiese Chichi perplessa.
“Per un attimo ho pensato che la descrizione che mi hai
appena fatto coincidesse perfettamente con quella di...
Goku!” rispose l’azzurra senza smettere di ridere
“Che cosa stupida, vero?”
Chichi fece una smorfia e poi tornò sulla lezione di
matematica.
“Già, stupida” ripetè con una
risatina alquanto isterica.
Anche quelle cinque ore passarono in fretta, così Goku e
Chichi tornarono a casa e dopo aver pranzato ognuno si chiuse in camera
sua.
Chichi non aveva compiti da terminare, poiché se li era
anticipati nei giorni precedenti. Si stese sul letto, a pancia in su, e
chiuse gli occhi nel tentativo di rilassarsi e riflettere su
ciò che le attanagliava la mente dall’inizio della
giornata, precisamente dalla discussione avuta con Bulma.
Le parole dell’amica l’avevano davvero turbata.
Possibile che la sua descrizione di ragazzo ideale corrispondesse a
quella di suo fratello? Un ragazzo semplice, buono, dolce, alto,
muscoloso e moro. Si, tutto coincideva in maniera perfetta.
Chichi cambiò posizione e affondò il viso nel
cuscino.
Un pensiero strano e inevitabile le attraversò la mente,
lasciandola perplessa.
Suo fratello era carino.
Per lei, carino
non significava solo bello, ma anche buono, dolce, gentile, affettuoso,
simpatico, divertente...
E Chichi si ritrovò a chiedersi come mai non avesse mai
reputato carino
nessun ragazzo prima di Goku.
Forse perché Goku era unico.
Forse perché era il ragazzo ideale, il ragazzo che tutte
vorrebbero avere al proprio fianco. E chissà se Goku non si
fosse già fatto una sfilza di ammiratrici... quale sarebbe
stata la fortunata?
E se alla sorella di Goku, lei
non fosse piaciuta?
Chichi lottava contro se stessa pur di reprimere tutti quei pensieri
strani e nuovi.
Goku era suo fratello, e come tale doveva considerarlo!
Rimettendo insieme le idee, rifletté che tutto
ciò non aveva senso e non doveva essere considerato come un
problema: in questo modo si convinse che le interessavano maggiormente
i ragazzi come Goku per il semplice fatto che lui era suo
fratello e che, quindi, con
lui si sentiva perfettamente a suo agio. O quasi.
Un rumore familiare la distolse da tutti quei pensieri contorti.
Qualcuno aveva bussato alla porta.
“Si?” disse Chichi, alzandosi dal letto.
“Sono io” rispose la voce dall’altra
parte della porta.
Chichi andò ad aprire e accolse Goku nella sua stanza.
Il ragazzo aveva alcuni libri in mano e sorrideva allegramente.
“Mi aiuti con fisica? Non ci ho capito niente di
niente.”
Chichi sorrise a sua volta: Goku non sarebbe mai cambiato.
Si sedettero alla scrivania della ragazza e cominciarono a ripassare
insieme la lezione.
Chichi parlava, parlava, parlava... Goku la ascoltava con attenzione,
senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi di lei oppure
interromperla per porle una domanda. Chichi si sentiva leggermente
imbarazzata di fronte a Goku che la scrutava in quel modo, non potendo
fare a meno di pensare a ciò che aveva detto Bulma.
“Che hai?” le chiese Goku, notando che la sorella
evitava di incontrare il suo sguardo.
“Niente!” esclamò Chichi cercando di
essere il più naturale possibile.
Poi continuarono a ripetere.
Venti minuti dopo, il cellulare della ragazza vibrò.
“Chi è?” chiese Goku quasi con
insistenza, senza pensarci due volte.
“Bulma” disse Chichi al fratello, prima di
rispondere alla chiamata “Ciao Bulma! ...Uscire con te? Ora?
Ehm... non so... devo aiutare Goku con i compiti... aspetta un
attimo...”
Chichi si rivolse al fratello con aria interrogativa, ma
inavvertitamente il ragazzo chiuse i libri sulla scrivania e le sorrise.
“Vai”
“Ma non abbiamo finito”
“Non fa niente, vai.”
“Grazie”
La ragazza, tutta contenta, si portò nuovamente il cellulare
all’orecchio.
“Si Bulma, arrivo subito! Vuoi che venga anche Goku? Davvero?
Ok arriviamo” disse infine la mora chiudendo la chiamata.
Goku aveva un’espressione tra il divertito e
l’incredulo.
“Ma non ho finito i compiti!”
“Te li faccio copiare io!”
Chichi prese al volo la borsa appesa alla sedia e si diede una
sistematina ai capelli.
“Come sto?” chiese a Goku.
Il ragazzo la squadrò dalla testa ai piedi e le sorrise.
“Sei... bellissima”
Chichi gli posò un bacio sulla guancia, mettendolo un
po’ in imbarazzo, poi andarono via insieme.
In un quarto d’ora arrivarono a casa di Bulma, la famosissima
sede della Capsule Corporation. I due ragazzi vennero accolti
dall’allegra signora Brief e poi dalla loro amica Bulma che
li portò in camera sua.
“Uh ciao Vegeta!” esclamò Goku trovando
l’amico seduto sul letto di Bulma.
“E voi che ci fate qui?!” sbottò Vegeta
guardando con aria interrogativa prima Goku, poi Chichi e poi la sua
fidanzata.
“Li ho invitati io! Stiamo per uscire tutti
insieme” spiegò Bulma con disinvoltura.
Perché sono
sempre l’ultimo a sapere le cose?
pensò Vegeta visibilmente infastidito.
Vi piace questo
capitolo? Aspetto un vostro commentino :3
Ringrazio ovviamente chi
mi segue e chi recensisce. Vi adoro ^.^
A presto!
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Capitolo 5 *** They seem engaged ***
They
seem engaged
Goku, Chichi e Vegeta rimasero una buona mezz’ora nel
giardino della Capsule Corporation, aspettando che la padrona di casa
terminasse di prepararsi.
“Eccomi!”
I tre ragazzi si voltarono e videro Bulma tutta tirata a lucido che
correva verso di loro.
“Ce ne hai messo di tempo, eh?” disse Vegeta
infastidito da tutta quella attesa.
“Ma ne è valsa la pena, no?” rispose
Bulma indicando se stessa e sfoggiando un meraviglioso sorriso.
Dopodiché baciò Vegeta sulla guancia e lo prese
per mano, facendo l’occhiolino ai due fratelli.
I quattro amici uscirono dal giardino di casa Brief e voltarono
l’angolo, prendendo una strada larga e deserta. A quel punto
Bulma tirò fuori dalla borsa una capsula e la
gettò per terra, sollevando un grande polverone. Pochi
secondi dopo, al posto della capsula per terra vi era un grande
velivolo di colore rosso acceso, ultimo modello.
Chichi e Goku guardavano estasiati il meraviglioso veicolo.
“L’ha costruito mio padre!”
spiegò Bulma ai due amici.
La ragazza salì sul mezzo, mettendosi al voltante. Vegeta si
sedette accanto a lei, mentre Goku e Chichi presero posto dietro.
“Dove andiamo?” chiese Goku sorridendo allegro con
le mani dietro la testa.
“A fare shopping!” esclamò Bulma con
naturalezza, mentre metteva in moto il velivolo.
Vegeta si lasciò sfuggire un “NO!” e
tutti lo fissarono perplessi.
“Ed io dovrei sprecare un pomeriggio a vedervi comprare cose
completamente inutili?!” urlò quasi sconvolto.
Bulma gli mise una mano sul viso, accarezzandogli una guancia.
“E dai Veggy, fallo per me!”
Il ragazzo incrociò le braccia al petto e spostò
lo sguardo verso finestra.
Bulma, allora, gli bisbigliò qualcosa
nell’orecchio e subito dopo Vegeta sorrise in modo malizioso.
“Beh, che stiamo spettando?! Andiamo!”
Bulma sorrise soddisfatta, mentre Goku e Chichi si chiedevano come
l’amica dai capelli turchini fosse riuscita a convincere
l’orgoglioso e testardo fidanzato.
Bulma schiacciò l’acceleratore, costringendo tutti
ad aggrapparsi ai sedili per non andare a sbattere contro i vetri del
velivolo.
Chichi, però, non riuscì a mantenersi e
scivolò direttamente su Goku, andando sbattere la testa
contro il mento del fratello.
Si ritrovarono l’uno sopra l’altro: Goku
rigidamente seduto sul proprio sedile e Chichi abbracciata a lui, con
gli occhi chiusi e la speranza di non farsi male.
Il cuore di Goku prese a battere sempre più velocemente,
mentre le sue guance si tingevano di un sottile strato di imbarazzo.
Sgranò gli occhi quando si rese conto
dell’accaduto e allungò la mano verso Chichi,
sopra di lui, con l’intento di allontanarla da sé
e chiederle se stava bene.
Ma qualcosa gli suggerì di ritrarre la mano e lasciare che
rimasse ancora un po’ così vicino a lui.
Chichi si portò una mano alla testa e costatò di
non essersi fatta nulla di grave.
Così spostò lo sguardo verso il fratello.
“Ti sei fatto mal...”
Non riuscì a terminare la domanda perché
incrociare lo sguardo del fratello l’aveva completamente
abbagliata: Goku la stava fissando diversamente dal solito, ad occhi
spalancati e lucidi, con la bocca contratta in una specie di sorriso.
E poi, cosa più importante, era rosso in viso.
Chichi rimase sbigottita di fronte alla strana reazione del fratello.
“C-che cosa ti prende, G-Goku?” chiese con un filo
di voce.
Goku mise via il suo tipico sorriso allegro e corrugò le
sopracciglia. Quell’espressione non gli donava per niente.
Non sembrava lui, constatò Chichi.
Perché aveva reagito in quel modo? La verità era
che nemmeno Goku lo sapeva.
Da un po’ di giorni, si sentiva strano. Si inventava scuse
per stare con sua sorella e arrossiva quando lo baciava sulla guancia
oppure l’abbracciava.
Dannazione, è
mia sorella! si rimproverò il ragazzo dandosi
una manata sul viso.
“Niente, tutto ok” rispose fingendo un sorriso a
Chichi.
La ragazza, poco convinta, tornò a sedersi.
Circa mezz’ora dopo, i quattro amici atterrarono nel
parcheggio del centro commerciale. Bulma ridusse nuovamente il velivolo
ad una capsula e la sistemò nella borsa.
Entrarono nel centro commerciale, stra-colmo di persone, e diedero
un’occhiata generale ai vari negozi, poi Bulma
trascinò i tre ragazzi verso i reparti
d’abbigliamento.
“Vieni con me, Chichi! Proviamo questi vestiti!”
esclamò l’azzurra prendendo qualche t-shirt e
qualche gonna e indicando i camerini.
“N-no... non mi va...” rispose la mora
indietreggiando di qualche passo.
Bulma la prese per mano e la trascinò forzatamente nei
camerini.
Intanto Vegeta e Goku parlavano del più e del meno fuori dal
negozio.
“E da quanto stai con Bulma?”
“7 mesi”
Goku annuì chiedendosi se mai avrebbe trovato la ragazza
giusta per lui come invece era già successo
all’amico.
“Perché tutte queste domande? Ti ricordo che Bulma
è la mia ragazza!” disse Vegeta con tono
minaccioso.
Goku capì subito e si grattò la testa, un
po’ imbarazzato.
“No no... non mi interessa... io ho Chichi!”
rispose con tono tranquillo.
Vegeta inarcò le sopracciglia e guardò Goku di
sottecchi.
“Che hai detto?!” chiese sbalordito e incerto.
“NIENTE!”
“Tu hai detto che Bulma non ti interessa perché
hai Chichi!”
Goku spostò lo sguardo altrove, incapace di sostenere quello
sconvolto di Vegeta.
“Dammi una spiegazione”
Il malcapitato si grattò la testa, preoccupato.
“Volevo dire che... ehm... io non ho... cioè...
non ho bisogno di una fidanzata perché ho sempre mia sorella
al mio fianco... ecco, si”
Vegeta fece una smorfia, poco convinto dalle parole
dell’amico.
“Ehm... dove sono finite Bulma e Chichi?” chiese
Goku cambiando argomento.
“Saranno entrate in qualche camerino...” rispose
distrattamente Vegeta cercando con lo sguardo le due ragazze
all’interno del negozio.
Intanto Bulma e Chichi provavano alcuni abiti davanti allo specchio.
Bulma aveva un vestitino corto e scollato di colore arancione e scarpe
con tacco alto e cinturino, mentre Chichi indossava una camicia bianca
e una minigonna di jeans abbinati ad un paio di ballerine grigie.
“Non è il mio stile!”
dichiarò Chichi scocciata.
“Ma stai benissimo!!!” ammise Bulma sorridendole
con affetto.
La mora fece un giro su se stessa e si osservò attentamente
allo specchio.
Era vero, stava benissimo e lo sapeva. Ma con quegli abiti non era a
suo agio.
“Chichi, credimi, quella camicia e quella gonna ti donano
moltissimo! Farai una strage di cuori!” la
incoraggiò Bulma.
“IO FARO’ COSA?!”
“Una strage di cuori, si si”
Chichi si guardò nuovamente allo specchio.
Le venne in mente Goku. Fu inevitabile.
Se lo immaginò proprio davanti a sé, con quel suo
eterno sorriso ingenuo e quegli occhi tanto grandi quanto espressivi.
Perché ogni volta che si parlava di quel genere di cose
le veniva in mente suo fratello? Non era giusto, ma lei non ne aveva
nemmeno colpa.
“Su andiamo!” era stata Bulma a distoglierla dai
suoi pensieri.
Pagarono il conto e poi uscirono dal negozio, raggiungendo i ragazzi.
Quando le videro arrivare, i due ragazzi rimasero semplicemente
estasiati dal loro abbigliamento e dalla loro bellezza.
Bulma diede un bacio a Vegeta, mentre un’imbarazzatissima
Chichi si avvicinò al fratello. Tirava in giù la
gonna cercando di nascondere le gambe nivee e snelle che non era
abituata a tenere scoperte.
Sentiva lo sguardo di Goku su di sé. La stava squadrando
dall’alto in basso e ciò la metteva un
po’ a disagio.
Goku aveva notato qualcosa che non andava.
“Questo non è il tuo stile”
“L’avevo detto io a Bulma!”
“Non ho detto che non ti stia bene, Chichi...”
La ragazza arrossì lievemente e rivolse uno sguardo carico
di dolcezza al fratello.
“Oh, quasi dimenticavo...” Goku uscì
dalla tasca un cofanetto blu e lo aprì di fronte alla
ragazza “Questa è per te”
Chichi estrasse dal cofanetto una collana dal ciondolo a forma di cuore
con una piccolissima perla incastonata all’interno e la
girò tra le proprie mani.
“E’... è stupenda! Grazie
Goku!”
L’immancabile bacio sulla guancia lo fece sorridere un
po’ imbarazzato.
La ragazza si girò di spalle e porse a Goku la collana.
Con fare un po’ impacciato, lui gliela mise al collo.
Era semplicemente bellissima.
Poco distanti, Vegeta e Bulma guardavano la scena completamente basiti.
“Sembrano fidanzati”
“Già”
Spero tanto di non
avervi annoiato con questo capitolo, ma volevo parlare ancora un po' di
ciò che i due protagonisti stanno appena scoprendo
sull'amore ^.^ Nei prossimi capitoli scatterà la scintilla XD
Attendo una vostra
recensione, ovviamente. E grazie a tutti coloro che seguono la storia
dall'inizio
A presto!
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Capitolo 6 *** Only a stupid kiss ***
Only
a stupid kiss
“E ora dove si va?” chiese Bulma ai tre ragazzi
senza distogliere lo sguardo dalle vetrine dei negozi che tappezzavano
qualunque via della città.
“Ehm... io tornerei a casa... ho un po’ di cose da
fare...”
Ovviamente era stata Chichi a parlare. La turchina spostò lo
sguardo sull’amica e ridusse gli occhi a due fessure.
“Ma se non sono nemmeno le 6! Abbiamo tutta la notte
davanti!”
Chichi annuì con un sorriso, decidendo che per una volta si
sarebbe potuta lasciar andare.
“Andiamo al cinema!” propose Goku suscitando
l’interesse di tutti gli altri.
“Per una volta credo che tu abbia ragione, sai
Kaaroth?” ammise Vegeta dando una pacca sulla spalla
dell’amico “Un bel film horror, che ne
dite?” propose con un ghigno dipinto sul volto.
Chichi fissò il ragazzo di Bulma come se avesse visto un
fantasma e si strinse saldamente al braccio di Goku.
“NO! Io odio quel genere di film!”
Bulma e Vegeta ridacchiarono tra di loro. Era di Chichi che stavano
parlando! Cosa potevano aspettarsi? Ormai la conoscevano bene: era
tanto buona e dolce, quanto timida e impacciata. Ma non erano rari i
momenti in cui presentava una doppia personalità e incuteva
anche più paura di Vegeta.
“Avanti, Chichi! E’ solo un film... E poi
c’è Goku a proteggerti!”
Il ragazzo appena nominato arrossì lievemente, grattandosi
la nuca. Chichi sorrise tra sé e sé, riflettendo
sul fatto che Bulma non avesse poi così torto.
Alla fine, la ragazza accettò la proposta degli amici.
Goku e Chichi erano stati al cinema solo un paio di volte
poiché, nella città in cui vivevano prima,
avevano sempre preso lezioni private a casa e quindi non conoscevano
molti ragazzi della loro età con cui fare amicizia e uscire.
La vita che conducevano ora a Satan City era decisamente migliore
rispetto a quella di un anno prima, quasi esclusivamente grazie ai loro
nuovi compagni di classe.
“Ma è fantastico!” esclamò
Chichi entrando nell’immenso cinema di Satan City, le cui
sale disponevano di innumerevoli e confortevoli poltroncine rosse ed
enormi schermi di ultimo modello.
Pagarono il biglietto e poi si affrettarono a raggiungere la loro sala.
Il film sarebbe incominciato solo pochi minuti dopo.
“Io torno subito, voi andate pure!” disse Goku agli
atri tre, prima di scomparire nel corridoio d’entrata.
Mentre Chichi, Bulma e Vegeta aveva raggiunto già i loro
rispettivi posti, Goku
girovaga per il cinema alla ricerca del bar che avrebbe esaudito tutti
i suoi desideri.
Seguendo l’odore dei popcorn appena sfornati, raggiunse la
meta che si era prestabilito e vi trovò una bionda
dall’aspetto sicuramente avvenente ma poco intelligente,
intenta a masticare una chewingum e ad ascoltare un po’ di
musica attraverso le cuffie del suo mp3.
“Urca... ehm... signorina?” esordì Goku
un po’ timidamente.
La ragazza continuava a masticare tranquillamente e a muovere la testa
in tutte le direzioni, seguendo probabilmente il ritmo della canzone
che ascoltava.
“S-signorina?!” continuò Goku
sventolandole una mano sotto il naso.
Sembrava essersi chiusa in un modo tutto suo.
“SIGNORINAAAA!” sbottò alla fine il
ragazzo, più adirato che mai a causa
dell’indifferenza della cameriera e della fame che gli stava
letteralmente divorando lo stomaco.
La bionda scattò all’indietro, spalancando gli
occhi a causa dello spavento e rischiando di andare a sbattere contro
il frigo-bar.
“S-si, mi dica...?” disse alla fine, cercando di
riprendersi.
“Venti porzioni di popcorn, dieci pachi di patatine, tre
lattine di coca-cola e poi un po’ di quelle cose
lì tutte colorate...” e indicò le
caramelle e le stecche di liquirizia sul bancone.
La cameriera sgranò gli occhi incredula, corrugò
la fronte e incrociò le braccia al petto.
“Mi sta prendendo in giro, per caso?”
“No no, sono serissimo!”
Il viso di quel ragazzo le ispirava tanta fiducia e
sincerità, chissà perché...
Gli consegnò tutto ciò che aveva ordinato e
così Goku potè raggiungere i suoi amici.
Chichi, Vegeta e Bulma lo videro arrivare completamente sommerso da una
quantità abnorme di cibo che cadeva a terra ad ogni minimo
movimento del ragazzo.
Dopo l’estenuante trasporto di cibo, finalmente Goku si
infilò tra i posti raggiungendo i suoi amici.
Trovò una piacevole quando spiacevole sorpresa: Junior,
Crilin, Tensing e purtroppo anche Yamco. Quest’ultimo era
seduto proprio alla destra di Chichi, quindi Goku convenne che la cosa
migliore fosse tenerli d’occhio sedendosi
dall’altro lato della sorella.
Il ragazzo salutò tutti i suoi amici, tranne lui.
“Ciao Goku, tutto bene?” chiese cordialmente Yamco.
“Mai stato meglio” rispose secco Goku rivolgendogli
un’occhiataccia di quelle che non si sarebbe mai dimenticato.
Non che gli stesse particolarmente antipatico.
Semplicemente, Yamco riservava troppe attenzioni verso sua sorella e
ciò non gli andava per niente a genio.
Tanto più lontano stavano quei due, meglio era!
Le luci si spensero, mentre sul gigantesco schermo apparivano le prime
immagini del film. Come aveva già detto Vegeta, non era
proprio adatto ai deboli di cuore.
Goku se ne stette tutto il tempo stravaccato sulla poltroncina a
mangiare distrattamente quelle poche
cose da mangiare che aveva comprato, senza nemmeno dare particolare
peso alla comprensione del film.
Non lo intimoriva e non gli piaceva, proprio per niente.
Avrebbe volentieri fatto un sonnellino, ma non poteva assolutamente
addormentarsi: doveva seguire l’allegra
chiacchierata dei due amici che erano seduti alla sua destra.
Per tutto la durata della proiezione, infatti, Yamco e Chichi avevano
discusso animatamente del più e del meno scambiandosi
sorrisi troppi dolci e occhiate troppe furtive: seguì
attentamente i loro discorsi, accorgendosi di come sua sorella ridesse
ad ogni battutina dell’amico e fosse d’accordo su
tutto quello che lui le dicesse.
Non si sentiva escluso
e nemmeno a disagio.
Solamente geloso.
Ma solamente.
Poi sullo schermo comparve la scritta “INTERVALLO”
e la maggior parte delle persone uscirono dalla sala.
“Vado una attimo in bagno, torno subito!” disse
Chichi per poi sparire tra la folla.
“Io... ehm... vado... vado... a prendere una boccata
d’aria!” aggiunse Yamco allontanandosi
anch’egli dalla sala.
Goku si portò le mani dietro la testa e fece una smorfia.
Poi un lampo di genio!
E se quei due si fossero dati appuntamento da qualche parte fuori dalla
sala?
Sembrava un’ipotesi azzardata... Ma con Yamco,
c’era da aspettarsi di tutto!
“Urrrca che fame, quasi quasi vado a comprarmi
qualcos’altro da mangiare!” buttò
lì Goku grattandosi la testa.
Lui e le bugie non andava d’accordo. No, decisamente.
Sotto gli occhi increduli di Bulma e Vegeta, il ragazzo uscì
dalla sala facendosi largo tra la gente che andava e veniva.
In pochi secondi, si ritrovò davanti alla porta del bagno e
aguzzò le orecchie.
“Come ti sembra il film?” una voce maschile.
“Si, non è male... e a te?”
un’altra voce, questa volta decisamente femminile.
“Non molto... preferisco parlare con te”
Poi il suono di una ristata cristallina. Familiare, dolcemente
familiare.
“Credo che neanche a tuo fratello stia piacendo il
film”
“Già, lui preferisce mangiare”
Un’altra risata.
Goku assunse un’espressione un po’ dispiaciuta.
“Perché ti segue ovunque tu vada?”
“Perché è mio fratello!”
“Sembra il tuo ragazzo...”
Silenzio. Un silenzio così fastidioso da risultare quasi
opprimente.
“Io sono felice che stia sempre vicino a me. Significa che mi
vuole bene”
Goku sorrise, rincuorato dalle parole della sorella.
“Davvero non ti dà mai fastidio la sua presenza?
Non ti è mai capitato di considerarlo di troppo?”
“No...”
“Mai mai?”
Silenzio, di nuovo. Goku stava per aprire la porta...
“Smettila di farmi questa domande assurde! Goku è
mio fratello. E’ normale che mi segua sempre e ovunque! E a
me non dà fastidio. Ok?!”
“Scusami... non volevo”
Silenzio.
I secondi passavano, lenti ed estenuanti. Al contrario, cresceva in
Goku la voglia di entrare in quel dannato bagno e menare quel
dongiovanni di Yamco.
“Non fa niente...” era stata Chichi a parlare.
“Se vuoi mi faccio perdonare”
“E come?”
Nuovamente silenzio.
Poi il rumore di alcuni passi rimbombò tra le pareti della
stanza.
Di nuovo silenzio.
Un fruscio. Un colpo di tosse. Un sospiro.
“TOGLI SUBITO LE MANI DI DOSSO A MIA SORELLA!”
Il rumore della porta sbattuta e la voce stranamente dura di Goku
arrivarono probabilmente fino alla sala dove stava per essere
proiettata la seconda parte del film.
Lo spettacolo che dovettero subire i suoi occhi non fu certamente dei
migliori.
Chichi si teneva stretta ai bordi del lavandino, mentre Yamco le aveva
messo una mano sulla guancia sinistra e l’altra sul fianco
destro.
Le loro labbra si sfioravano appena.
Se Goku non fosse intervenuto immediatamente, sarebbe successo.
Inevitabilmente.
Non appena il ragazzo irruppe senza preavviso nella stanza, Chichi
allontanò da sé Yamco mentre
quest’ultimo guardava Goku con sguardo incredulo e
supplicante.
“G-Goku!” fu Chichi a rompere il ghiaccio.
Il ragazzo rivolse a Yamco l’ennesima occhiata minacciosa. Il
malcapitato, tenendoci vivamente alla sua pelle, uscì
furtivamente dal bagno lasciando soli i due fratelli.
“Si può sapere cosa ti è venuto in
mente?!” urlò Chichi quando si rese meglio conto
dell’accaduto.
“Dimmi cosa è venuto in mente a te per permettere
a quello lì
di metterti le mani addosso!”
Goku sembrava davvero sconvolto.
Chichi abbassò lo sguardo, triste.
“Non stavamo facendo niente di male. Solo un bacio... Solo
uno stupido bacio... niente di più!”
Goku sgranò gli occhi, letteralmente fuori di sé.
“Solo
un bacio? SOLO UN BACIO?! Quello ti stava letteralmente
saltand...”
Ma poi accadde qualcosa che, in quella situazione, Goku non si sarebbe
mai aspettato.
Chichi lo aveva abbracciato.
“Hai ragione. Tanto lo sapevo fin dall’inizio che
Yamco non è quello giusto”
aveva sussurrato con la testa contro il petto del fratello.
Goku le accarezzò i morbidi capelli corvini, ricambiando
quell’abbraccio.
Ne avevano davvero bisogno, dopo tutto ciò che era successo.
“Portami a casa, ti prego”
Goku le sorrise con dolcezza e insieme uscirono dal bagno, tornando in
sala.
“Noi andiamo via. Chichi non si sente molto bene”
spiegò Goku a tutti i loro amici, suscitando la
curiosità di Yamco.
“Tenete questa! E’ un piccolo velivolo che porto
sempre con me!” aveva proposto Bulma.
Goku accettò volentieri la capsula e, una volta fuori
dall’edificio, i due sfrecciarono dritti verso casa.
Di sicuro, non avrebbero mai dimenticato quella giornata.
Questo capitolo mi piace. Quindi, esigo
spero che piaccia anche a voi ^.^
Non so se si è capito, ma Yamco non mi piace per niente.
Purtroppo in questa storia avrà un ruolo abbastanza
rilevante e darà non poco fastidio ai nostri due innamorati
XD
Attendo una vostra recensione e ringrazio vivamente chi segue la mia
storia.
Senza il vostro sostegno, non riuscirei ad andare avanti.
Grazie ancora e a presto!
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Capitolo 7 *** My Prince Charming ***
My
Prince Charming
Chichi aveva riflettuto a lungo su ciò che era successo quel
giorno al cinema. Da una parte, non capiva per quale motivo Goku avesse
reagito in quel modo; dall’altra continuava a chiedersi come
mai lei stessa gli avesse dato ragione senza nemmeno opporsi. In fondo,
Yamco era un bravo ragazzo, chissà quando ne avrebbe trovato
un altro così... Eppure, qualcosa le diceva che non era lui
quello giusto e che un giorno avrebbe incontrato il suo principe azzurro.
Era un’idea un po’ bizzarra che si portava dietro
fin da quando era solo una bambina e sua madre le leggeva quelle storie
di principesse e principi, fate, maghi, orchi e streghe che la facevano
letteralmente sognare.
Chichi alzò lievemente la testa dal libro e fissò
Goku per qualche secondo: giocava distrattamente con una matita e
guardava fuori dalla finestra. Possibile che non gli importasse niente
della scuola e dei compiti? A volte, Chichi si chiedeva se fosse
realmente suo fratello.
Goku si voltò verso Chichi e la ragazza spostò di
scatto il suo sguardo sul libro, arrossendo lievemente. Essere fissata
dal fratello le metteva soggezione negli ultimi tempi...
“Hai finito?” le chiese poi lui scuotendola per un
braccio.
Chichi si destò improvvisamente e fissò Goku con
sguardo vacuo.
“Non urlare!” lo rimproverò lei con tono
severo “Siamo in una biblioteca, non dimenticarlo. E comunque
mi mancano ancora un paio di pagine...” rispose ritornando
sui suoi libri.
Goku sbuffò sonoramente e mise le mani dietro la testa,
appoggiandosi allo schienale della sedia. Davvero non riusciva a
comprendere quale forza di volontà spingesse Chichi a
passare intere ore sui compiti scolastici, ma soprattutto non ricordava
come fosse riuscita a convincerlo ad andare in quel luogo dove il
silenzio e la concentrazione regnavano sovrani.
In realtà, anche Goku avrebbe dovuto studiare e finire le
sue ricerche di scienze, ma proprio non gli andava di trascorrere quel
pomeriggio annoiandosi a morte: non era nel suo stile e nelle sue
abitudini. Avrebbe preferito vivamente fare un po’ di
allenamento con i suoi amici oppure uscire di nuovo con Bulma e Vegeta.
Nemmeno lui aveva dimenticato ciò che era successo quella
sera al cinema con Yamco. Ma non era pentito del modo in cui aveva
reagito: quel ragazzo gli dava letteralmente sui nervi e non gli
avrebbe mai permesso di toccare la sua sorellina. E inoltre, quella sua
scenata aveva avuto l’effetto desiderato, perché
da quel giorno non vide più Yamco ronzare intorno a Chichi.
Un altro quarto d’ora di pura noia.
“A che punto sei?!” chiese insistente Goku.
“Mmm... mi serve un altro libro...” rispose la
sorella.
“Andiamo a prenderlo, allora”
Così i due fratelli si intrufolarono tra gli scaffali pieni
di libri di tutti i generi e cominciarono a cercare il libro che
serviva a Chichi.
“Eccolo, è lassù!”
sussurrò la mora indicando un libro posizionato sulla
mensola più alta dello scaffale dedicato alle scienze
naturali.
La ragazza si avvicinò e allungò un braccio
sollevandosi sulle punte dei piedi.
“Non ci arrivo! Credo che dovremmo chiamare la
bibliot...”
Le mancò il fiato quando sentì due braccia forti
e muscolose avvolgerla da dietro e portarla all’altezza del
libro.
“G-grazie”
Non osò guardarlo, preferendo nascondere
quell’improvviso rossore che avevano assunto le sue guance.
Strano come le bastasse poco per sentirsi in imbarazzo quando il
fratello le rivolgeva un sorriso o uno gesto carino.
Dal canto suo, Goku aveva riflettuto molto prima di aiutare la sorella
in quel modo.
Voleva essere carino con lei, ma allo stesso tempo sapeva che quel
gesto gli avrebbe causato un profondo senso di imbarazzo. E infatti le
sue guance non riuscirono a non colorarsi nel momento in cui ebbe la
sorella sopra di lui, con la gonna che svolazzava ad ogni singolo
movimento e gli solleticava il viso.
Chichi prese il libro di cui aveva bisogno, ma poi la sua attenzione si
posò su un altro volume dal titolo interessante.
Allungò un braccio verso destra, sbilanciandosi un
po’ troppo e facendo perdere completamente
l’equilibrio al povero Goku che faceva i salti mortali per
assecondare ogni suo movimento. Ma a nulla servirono i tentativi di
salvarsi dall’incredibile caduta che sopraggiunse poco dopo.
In un attimo si ritrovarono per terra, l’uno sopra
l’altro.
Goku la teneva stretta sotto di sé, sperando che non si
fosse fatta niente.
Chichi strabuzzò gli occhi pochi secondi dopo la brusca
caduta e si guardò intorno, spaesata. Goku la fissava senza
proferire parola, con un braccio intorno alla schiena della ragazza e
l’altro lungo uno dei fianchi.
“T-ti sei fatta male?” le chiese con aria
preoccupata.
Chichi non rispose, si limitò ad inarcare la schiena e
reggersi sui gomiti, a contatto con il pavimento gelido della
biblioteca.
Goku si allontanò di poco e le rivolse uno sguardo
interrogativo.
Chichi non sapeva cosa le stesse succedendo. Gli occhi e il sorriso di
Goku la stavano letteralmente ammaliando, confondevano le sue idee ma
soprattutto i suoi sentimenti, facevano crollare tutte le sue certezze.
Era diventata di nuovo rossa in viso, le batteva forte il cuore e nella
sua testa quel dannato martellio non ne voleva proprio sapere di
bloccarsi.
Paragonò Goku al suo principe azzurro. Che strana
sensazione...
Si mise in ginocchio di fronte a lui e gli circondò il collo
con le braccia.
Il ragazzo seguì attentamente ogni singolo movimento della
sorella mentre il suo profumo cominciava ad invadergli le narici e la
sua vicinanza a farlo agitare.
La prese per i fianchi con il tentativo di allontanarla da
sé, ma Chichi non sembrava essere d’accordo.
Grazie alla sua immensa forza, Goku avrebbe potuto scansarla senza
problemi ma la sue mente e il suo cuore erano ben d’accordo
con ciò che aveva in mente la sorella.
Intanto, la ragazza perdeva il controllo di se stessa e delle proprie
emozioni.
Mentre il suo cuore sembrava poter fuoriuscire dal petto in qualsiasi
momento, avvicinò il proprio viso a quello di Goku e sorrise
appena.
Il ragazzo sentì il fiato mancargli nel momento in cui
Chichi piegò la testa da un lato e lentamente
sfiorò le sue labbra con fare dolce e impacciato.
Durò pochi interminabili secondi.
Non era stato un vero e proprio bacio, ma un lieve contatto tra le loro
labbra capace di scatenare nel cuore dei rispettivi proprietari
emozioni indescrivibili.
D’altronde, non era mai successo niente del genere tra di
loro.
Forse si sarebbe trasformato in un vero bacio se non fosse intervenuta
la bibliotecaria per rimproverare i due ragazzi del trambusto che
avevano provocato con la caduta di poco prima.
“Voi due! Avete intenzione di dare fastidio per molto tempo
ancora?!” urlò l’anziana signora
intravedendo i due ragazzi attraverso le spesse lenti dei suoi grandi
occhiali.
Goku e Chichi si allontanarono immediatamente l’uno
dall’altro e corsero via dalla biblioteca, superando la
bibliotecaria e giungendo l’ingresso dell’edificio.
“E il tuo libro...?” chiese Goku senza guardarla
negli occhi. Che domanda stupida...
Chichi scosse la testa. Non le importava del libro, in quel momento.
La ragazza uscì in strada e cominciò a camminare
in direzione di casa.
“A-aspetta!” sussurrò Goku
più a se stesso, che alla sorella.
Camminarono in religioso silenzio per una manciata di minuti.
Faceva davvero freddo.
Poi Chichi si fermò di scatto.
“Piove”
“Eh?”
“Sta piovendo”
Le gocce di pioggia cominciavano a cadere copiose
sull’asfalto e sulle automobili, unendosi al rumore del
traffico e alle voci dei passanti in un ticchettio confuso e
tutt’altro che regolare.
“E ora come torniamo a casa?!” sbraitò
la mora con i pugni lungo i fianchi e lo sguardo un po’
arrabbiato. Cominciava a perdere seriamente la pazienza a causa di
quell’assurda situazione che si era venuta a creare per colpa
di una caduta, o forse grazie
ad una caduta.
“Ci toccherà aspettare” rispose Goku,
pochi secondi dopo.
I loro vestiti si inzuppavano di pioggia, eppure non avevano nessuna
intenzione di ripararsi. Continuavano a restare fermi e in silenzio con
lo guardo rivolto verso il cielo coperto e la mente affollata di
pensieri.
“Uffa... i miei capelli...” si lamentò
Chichi prendendo tra le dita una ciocca grondante d’acqua e
sbuffando.
“Bagnata o no, sei sempre stupenda, Chichina!”
Le frasi ad effetto che
non ti aspetteresti mai.
Chichi gli sorrise.
Poi un rumore improvviso. Un’automobile si bloccò
davanti a loro. Una voce familiare.
“Ehi ragazzi! Che ci fate sotto la pioggia?!”
Goku e Chichi si avvicinarono all’auto a dueposti
dell’anziano Muten.
“Urca! Salve prof! Non è che ci darebbe un
passaggio?” disse Goku educatamente.
“Ma certo! Però dovrete accontentarvi di stare
sullo stesso sedile..”
Goku e Chichi si rivolsero una veloce occhiata di assenso e salirono in
macchina: Chichi si sedette quindi su Goku, attenuando
l’atmosfera di tensione che si era venuta a creare quel
pomeriggio. Seguendo le loro indizioni, Muten riportò
velocemente a casa i suoi cari alunni.
“Ma... siete tutti bagnati! La prossima volta ricordate di
prendere l’ombrello!” consigliò Juma
accogliendo in casa i suoi due figli.
La serata passò in fretta. Dopo cena, Goku e Chichi andarono
subito a letto dicendo di non sentirsi troppo bene.
Entrambi passarono la notte a pensare all’accaduto.
Erano fratelli. Non potevano baciarsi! Non dovevano.
E poi perché l’avevano fatto? Tutta colpa di
quella stupida caduta. O forse no.
Chichi raggiunse la stanza del fratello e vi entrò stando
attenta a non far rumore.
“Sono sveglio” disse Goku mettendo le mani dietro
la testa.
Chichi lo e si sedette sul suo letto.
“Credo di essermi presa l’influenza”
“Anche io”
D’altronde, cosa si aspettavano da quella serata trascorsa
sotto la pioggia?
“Non devi dirmi nient’altro...?” chiese
Goku, cercando di decifrare lo sguardo della ragazza.
“Io...volevo... beh... insomma... uff, hai capito!”
Goku rise divertito dall’espressione imbronciata della
sorella.
“Chichi... cosa ci sta succedendo?”
tornò a farsi serio lui.
Chichi sospirò sconsolata.
“Non lo so, Goku. Ma non è corretto quello che
abbiamo fatto!”
“Ma io... io... ho sentito una strana sensazione quando è successo...”
Silenzio. Chichi non si sarebbe mai aspettata una risposta del genere.
“Goku, noi non possiamo. Quello che è successo
è stato solo un momento di debolezza... Capita, no? Lo so
che sono stata io a prendere l’iniziativa, ma dobbiamo
dimenticare. Facciamo finta che non sia successo niente.”
Goku annuì debolmente con la testa. Non vi era altra
alternativa, Chichi aveva pienamente ragione.
I due fratelli si diedero la buonanotte, poi Chichi uscì
dalla stanza.
Tornata a letto, la ragazza respirò profondamente per far
sì che i battiti del suo cuore tornassero regolari e poi
chiuse gli occhi.
E mentre cominciava a piangere, sperò che nella
conversazione con Goku fosse stata il più convincente e
naturale possibile.
Finalmente si
sono baciati! Quasi baciati... ok... vi è piaciuto il
capitolo? ^.^
Attendo una vostra recensione e ringrazio tutti quelli che seguono la
mia storia
A presto!
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Capitolo 8 *** Birthday party ***
Birthday
party
Chichi e Goku restarono a letto con l’influenza per qualche
giorno ed ebbero tutto il tempo necessario per pensare su
ciò che stava loro accadendo da circa qualche settimana, ma
che aveva raggiunto l’apice proprio quella sera
all’uscita dalla biblioteca.
Goku non era pentito di ciò che aveva fatto
perché era ben consapevole di provare per sua sorella
qualcosa di diverso rispetto al semplice amore fraterno e quel
“bacio” era stato la conferma a tutti i suoi dubbi.
Lui non aveva mai pensato troppo alle ragazze o a cosa fosse
l’amore, non si era mai preso una cotta perché
riteneva che l’affetto per suo padre e per sua sorella
fossero le uniche cose importanti. Ma ora tutto stava cambiando e quasi
gli veniva da ridere al solo pensiero che avesse preso la sua prima
cotta proprio per sua sorella! D’altronde, un po’
se lo aspettava: Chichi era l’unica ragazza che conosceva
davvero ma, soprattutto, era colei alla quale teneva di più,
colei che avrebbe sempre protetto e sostenuto, colei che avrebbe voluto
sempre vedere felice e che riempiva le sue giornate con la sua dolcezza
e le sue noiose ramanzine. Goku era sicuro di non poter vivere senza
sua sorella, perché era parte di lui e lo faceva stare bene.
Al contrario, Chichi si sentiva terribilmente confusa e a disagio per
ciò che era successo con Goku. La cosa più strana
era che era stata proprio lei a prendere l’iniziativa, spinta
da una strana sensazione nel cuore e dalla consapevolezza che qualcosa
era cambiato dentro di lei, ma anche in suo fratello. Non era giusto
ciò che avevano fatto: erano fratelli e come tale dovevano
comportarsi. Chichi era pentita di ciò che era successo e si
auto-convinceva che fosse stato solo un momento di debolezza... Forse
aveva inteso male i suoi sentimenti verso Goku, forse aveva solamente
fatto confusione tra l’amore fraterno e l’amore
quello vero. Per questo, si ripromise che avrebbe fatto più
attenzione e non avrebbe commesso di nuovo lo stesso errore.
Passata l’influenza, i due tornarono a scuola con una notizia
che avrebbe interessato tutta la classe.
“Sabato prossimo è il mio compleanno e organizzo
una festa a casa mia! Alle 9 tutti da me, ok?” disse Goku
pimpante a tutti i suoi amici che accettarono l’invito con
entusiasmo.
“Cosa ti fa pensare che io voglia venire?”
ammiccò Vegeta ironicamente.
“Il fatto che ci sarà anche Bulma!”
Vegeta fece una smorfia. “A che ora è
‘sta cosa?”
“9 in punto! Non mancare, mi raccomando!”
Intanto, dall’altra parte della classe...
“Sabato sera organizziamo una festa per il compleanno di
Goku! Verrete, vero ragazze?” chiese Chichi alle sue amiche,
sorridendo.
“Non potrei mai mancare alla festa del fratello della mia
migliore amica!” rispose Bulma euforica, abbracciando
l’amica “Venite anche voi, no?” chiese
poi rivolgendosi a Lunch, c-18 e le altre.
Tutte erano d’accordo sul fatto di non potersi perdere
un’occasione del genere.
Tra lezioni, compiti, uscite e impegni vari, la settimana
passò in fretta e arrivò subito il sabato
pomeriggio.
“Buon compleanno fratellino!”
Goku sorrise stropicciandosi gli occhi e pensando che da quel giorno
era ufficialmente maggiorenne.
Dopo la scuola, Goku e Chichi cominciarono ad organizzare la festa.
“Questo appendilo qua, quello sistemalo
lì!”
Era Chichi a dare gli ordini, mentre Goku eseguiva. Per tutto il
pomeriggio, non toccarono quell’argomento,
dedicandosi esclusivamente all’organizzazione del party che
si sarebbe svolto nel garage. I due fratelli lo ripulirono per bene con
l’aiuto di Juma, tirarono fuori il vecchio furgoncino del
padre, vi portarono un gran numero di sedie e tavoli, sistemarono
l’impianto stereo in un angolo del locale e naturalmente
lasciarono uno spiazzo libero al centro del garage per ballare.
Erano le 6.30 quando qualcuno suonò alla porta. Goku
fissò scettico l’ingresso di casa.
“Urca, non è un po’ presto per gli
invitati?”
“E’ Bulma, mi aiuterà a prepararmi.
Finisci tu qui?” chiese Chichi al fratello, facendo gli
occhioni dolci e indicando la sfera di luci colorate da appendere al
soffitto per simulare l’atmosfera della discoteca.
E come resistere a quel faccino così dolce? Goku
annuì e la ragazza si precipitò ad aprire.
“Ciao Bulma, ti stavo aspettando!”
esclamò Chichi raggiante. “Sei bellissima,
complimenti!”
L’azzurra indossava infatti un vestito rosso che risaltava le
sue curve e un bolero dorato, con stivaletti dello stesso colore. Era
ben truccata e aveva i capelli legati in un’unica treccia che
le ricadeva sulla spalla destra.
“Beh, come procedono i preparativi?” chiese Bulma
appoggiando le buste per terra e guardandosi intorno.
“Abbiamo quasi finito. Goku sta appendendo le luci
colorate!”
Chichi portò l’amica in garage per mostrarle tutto
il lavoro di quel pomeriggio e per farle salutare il festeggiato.
“Auguri Goku! Questo è per te!”
Il ragazzo ringraziò cortesemente e scartò il suo
regalo: un lussuoso orologio in platino. Abbracciò subito
l’amica e indossò il suo nuovo accessorio.
Così, Bulma e Chichi raggiunsero la camera di
quest’ultima che doveva ancora prepararsi per la festa.
L’azzurra si catapultò letteralmente
nell’armadio dell’amica e cominciò a
tirarne fuori abiti di tutti i colori e di tutte le dimensioni, scarpe
e borse, accessori vari e qualsiasi altra cosa
“carina” le capitasse tra le mani.
“Hai un sacco di roba fantastica e non la indossi
mai?!”
Chichi si grattò la testa, un po’ imbarazzata.
Bulma meditò a lungo sull’abbinamento migliore e
alla fine optò per una maglietta bianca con motivi grigi,
una gonna chiara e un paio di pantacollant neri che arrivavano fino al
ginocchio, infine le ballerine grigie comprate quel giorno al centro
commerciale.
Chichi indossò rapidamente ogni cosa, sotto lo sguardo
severo e attento di Bulma.
“Sei già stupenda così, ma lo sarai
ancora di più quando ti avrò sistemato i capelli
e ti avrò truccata per bene!”
Già Chichi si sentiva in imbarazzo con ciò che
aveva indosso, figuriamoci dopo che Bulma l’avrebbe
completamente trasformata in una “diva della tv”,
come diceva lei!
L’azzurra si armò di spazzola e piastra,
così le due ragazze passarono l’intero pomeriggio
a ridere e scherzare davanti allo specchio. Dopo l’ultimo
tocco di trucco, Chichi si guardò allo specchio e non vide
più la ragazzina ingenua e spensierata di un tempo: vide una
donna. Ringraziò vivamente la sua stilista/parrucchiera e
corse a farsi vedere dal padre e dal fratello.
Anche Goku si era preparato indossando una semplice camicia bianca e un
paio di pantaloni neri. Aveva anche provato a spazzolarsi i capelli, ma
proprio non ne volevano sapere di stare giù.
“G-Goku...”
Il ragazzo si voltò lentamente e incontrò lo
sguardo dolce e languido della sorella: bella da mozzare il fiato.
“Urca Chichi, ma sei proprio tu?!”
La ragazza sorrise arrossendo.
“Come ti sembro?” chiese facendo un giro su se
stessa.
Goku si grattò la testa. Non sapeva esattamente quale
aggettivo attribuirle.
“Urca... ehm... come dire... sei diversa!
Però in senso positivo, eh! Non sono bravo con le parole, lo
sai... però... però... mi piaci tanto
così, ecco!”
Le guance della ragazza assunsero lo stesso colore del vestito di Bulma.
Alle 8.30 suonarono di nuovo alla porta, e i tre ragazzi andarono ad
aprire: erano Crilin, Tensing, Yamco e Junior. Ognuno di loro fece gli
auguri a Goku e consegnò il proprio regalo.
Il festeggiato rivolse un’occhiata severa a Yamco, come per
dirgli “Ti tengo d’occhio”, ma poi decise
che quella sera avrebbe messo da parte ogni rancore e si sarebbe
esclusivamente divertito. Era il suo compleanno, no? Il diciottesimo,
per giunta!
Pochi minuti dopo arrivarono anche c-18 e Lunch, le quali diedero il
loro regalo a Goku e poi raggiunsero subito Chichi e Bulma. Poi fu la
volta di Vegeta che si era dimenticato di portare un regalo al
festeggiato e infine giunse tutto il resto della classe.
Non appena arrivarono le pizze che i due fratelli avevano
precedentemente ordinato, tutti i ragazzi raggiunsero il garage e
cominciarono a mangiare, mentre Yamco si offrì di occuparsi
della musica di sottofondo. In poco tempo, i tavoli vennero
completamente “ripuliti” e i ragazzi scesero in
pista a ballare: ci furono balli di gruppo, balli da discoteca ma anche
lenti per le coppiette tra cui Bulma e Vegeta, Lunch e Tensing, Crilin
e c-18.
Goku e Chichi osservavano incantati i loro amici che si muovevano
intorno al locale, innamorati e felici. Goku rivolse
un’occhiata furtiva alla sorella e si chiese se dovesse
invitarla a ballare: non gli sembrava molto adatto dopo aver stabilito
insieme di non commettere più errori di quel genere ma...
“Vuoi ballare?”
Goku si voltò subito e vide Yamco che tendeva la mano a
Chichi.
La ragazza annuì e i due raggiunsero insieme il centro del
garage.
Goku aveva perso la sua occasione... Non era affatto bello veder
volteggiare insieme sua sorella e il suo più acerrimo
nemico. I minuti passavano e il ballo sembrava non giungere mai
più al termine: era straziante vederli così
vicini e non poter sentire cosa Yamco sussurrasse
all’orecchio di Chichi, facendola sorridere.
La pazienza di Goku aveva superato il limite.
Si alzò all’improvviso dalla sedia e raggiunse i
due ragazzi. Con uno spintone, allontanò Yamco da Chichi e
prese la sorella tra le braccia.
“Se non ti dispiace, ballo IO con MIA sorella!”
Yamco annuì desolato e se ne andò.
Goku e Chichi si sorrisero a vicenda, poi cominciarono a ballare. Ormai
erano in un’altra dimensione, il resto del mondo non contava
più, vi erano solo loro e la musica. I loro sguardi
continuavano a scrutarsi l’un l’altro, i loro volti
a sfiorarsi. E Goku l’avrebbe voluta baciare, ma non poteva e
non doveva... Nel suo cuore era in corso una dura battaglia tra
ciò che desiderava fare e ciò che era giusto
fare. Lo stesso valeva per Chichi, sempre più confusa
riguardo ai suoi sentimenti.
Poi il sogno svanì, la musica venne tolta e i due ragazzi
ritornarono alla realtà.
“Propongo di fare il gioco della bottiglia!”
dichiarò entusiasta Bulma. Tutti i ragazzi erano
d’accordo e si sedettero in cerchio.
La bottiglia cominciò a ruotare, seminando baci e schiaffi
tra i partecipanti del gioco.
Ad un certo punto, venne scelto nuovamente il bacio e la bottiglia
indicò casualmente
prima Goku e poi Chichi.
Goku si grattò la testa, imbarazzato, mentre Chichi fissava
la bottiglia con aria sconvolta.
Tutti i ragazzi rivolsero ai due fratelli uno sguardo interrogativo.
“Per me va bene!” annunciò Goku
arrossendo lievemente.
“COSA??!” urlarono in coro tutti i presenti.
Chichi si alzò da terra e uscì dal garage.
Corse verso la sua stanza, mentre le lacrime cominciavano a rigarle le
guance.
Non doveva succedere. Non di nuovo! Perché piangeva, poi?
Tutta colpa di quello stupido gioco per bambini...
Sotto lo sguardo attonito degli invitati, Goku si scusò con
aria dispiaciuta e raggiunse subito Chichi.
Sapeva di trovarla nella sua stanza, con la testa affondata nel cuscino
bagnato di lacrime.
“Cosa ti è preso?”
Chichi alzò lo sguardo. Sorrise. Un sorriso amaro.
“Mi chiedi cosa mi è successo?! Dannazione, Goku,
stava per succedere di
nuovo!”
Goku si avvicinò al letto della ragazza.
“Di cosa stai parlando?” finse di non capire.
“Non prendermi in giro, hai capito benissimo!”
Il ragazzo abbassò lo sguardo, ora si sentiva quasi in colpa.
“Ma io volevo solo baciarti sulla guancia!”
spiegò fingendo di sorridere.
Chichi sgranò gli occhi, sorpresa.
“Sulla guancia?!” ripetè con una
risatina isterica.
Goku annuì con la testa. Da quando aveva imparato a mentire
e recitare così bene? Il fatto era che non voleva ferirla o
deluderla, voleva che fosse solo felice.
Chichi si asciugò le lacrime e sorrise.
I due tornarono, quindi, alla festa e dissero che la ragazza si era
improvvisamente sentita male.
“E il bacio?” chiese malizioso Yamco.
Goku si chinò sulla sorella e le stampò un bacio
sulla guancia.
“Ecco!”
E tutti tirarono un sospiro di sollievo. Avevano seriamente temuto il
peggio.
Spero che il capitolo vi
sia piaciuto e ringrazio come sempre tutti coloro che mi seguono, hanno
messo la storia tra le preferite o ricordate ^.^ Sarei ancora
più felice se mi lasciaste una recensione perchè
è ciò che mi incoraggia ad andare avanti con le
mie storie! Grazie ancora
A presto
|
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Capitolo 9 *** You are my best present ***
You
are my best present
La serata trascorse in fretta e venne il momento della torta, che Goku
aspettava già dall’inizio della festa. Tutti i
presenti si riunirono intorno al festeggiato che fissava le candeline
della propria torta - ma soprattutto la propria torta - con entusiasmo
e avidità.
“Esprimi un desiderio, figliolo!” propose Juma al
ragazzo, conoscendo la sua natura ingenua e fanciullesca. Goku chiuse
gli occhi e si concentrò profondamente per formulare il suo
desiderio in maniera perfetta.
Vorrei che un giorno io
e Chichi potessimo stare insieme ed essere felici per sempre...
Espresso il suo desiderio, riaprì gli occhi tutto contento e
soffiò sulle candeline. Nello stesso momento Juma
scattò la foto all’intera 4^ A e tutti si unirono
in un clamoroso applauso.
“Avrai appena compiuto 18 anni, ma rimani sempre un moccioso
petulante e rompiscatole!” disse Vegeta dando una pacca sulla
spalla dell’amico, che sorrise con affetto prendendo
quell’affermazione come il più bello dei
“Buon compleanno, amico mio!”
La torta venne divisa a tutti gli invitati e ovviamente Goku ottenne il
pezzo più grande. Mezz’ora dopo, erano tutti sulla
soglia della porta per salutare Goku e ringraziarlo della bellissima
serata che avevano trascorso. Quando anche Bulma e Vegeta se ne furono
andati, era circa mezzanotte.
“Goku” disse Chichi non appena furono in casa
“Ora devo darti il mio
regalo!”
La ragazza consegnò al festeggiato un pacchetto azzurro con
una grande coccarda color argento. Dalla forma rettangolare e dallo
spessore sottile, Goku ipotizzò che fosse un libro e
rabbrividì al solo pensiero: non era esattamente il genere
di regalo adatto a lui. Scartò con cura il pacchetto e ne
estrasse - come previsto - un libro dalla copertina bianca con una
scritta dorata nella parte inferiore che diceva
“Son”. Stranamente incuriosito, lo aprì
e cominciò a sfogliarlo. Man mano che scopriva il contenuto
delle pagine, i suoi occhi brillavano sempre di più e la sua
bocca si contraeva in un sorriso sempre più accentuato: quel
libricino era un album di foto che ritraevano lui e Chichi, da quelle
più vecchie risalenti alla loro infanzia fino a quelle
più recenti, fatte a scuola o in giro con i loro amici. In
alcune foto sorridevano felici e spensierati, in altre avevano entrambi
il broncio e guardavano nella direzione opposta; in altre ancora si
abbracciavano o stavano facendo qualcosa insieme.
“Grazie Chichina!” e la abbracciò
“E’ il regalo più bello che abbia mai
ricevuto!”
La ragazza arrossì lievemente e si lasciò cullare
dalle braccia del fratello.
“Ora è il mio turno!”
annunciò Juma comparendo all’improvviso dalla
stanza accanto.
Goku seguì il padre fino al retro del giardino e vi
trovò un telo che copriva un qualcosa di grande e misterioso.
“Questo è tuo, Goku!” svelò
togliendo il telo e scoprendo il suo regalo di compleanno.
Un velivolo grigio metallizzato si mostrava in tutta la sua imponenza e
bellezza, ai piedi dei tre Son.
“Urrrca!” esclamò Goku entusiasta e si
precipitò sul suo nuovissimo veicolo. Ne esaminò
ogni singolo particolare, accompagnando le sue urla di stupore a vari
“Urrrca è meraviglioso!” o
“Grazie papà, sei il migliore!” e ancora
“Questo è il più bel compleanno di
tutta la mia vita!”
E in effetti quel giorno Goku non lo avrebbe mai dimenticato.
“Posso usarlo ora?!” implorò il giovane
Goku facendo gli occhioni dolci al padre, il quale non
riuscì a frenare l’entusiasmo del figlio e cedette
subito nonostante fosse mezzanotte inoltrata.
“Un giro solamente e poi torniamo!” promise Goku
“Dai Chichi, vieni con me!”
La mora non se lo fece ripetere due volte e raggiunse il fratello sul
velivolo.
Goku mise subito in moto, si alzò in volo e
sfrecciò lontano da casa, diretto verso chissà
quale meta.
Dopo 10 minuti di viaggio - durante i quali Goku non era stato zitto un
minuto e aveva fatto un sacco di acrobazie con il velivolo, rischiando
un infarto della sorella – arrivarono su un’altura
dalla quale era possibile vedere l’intera città
immersa nella quiete della notte e illuminata dalle luci dei mezzi di
trasporto e degli edifici. I due fratelli scesero dal velivolo e si
distesero sul cruscotto, sotto il cielo puntinato di stelle e le fronde
degli alberi che giocavano con il buio della notte.
“Ti è piaciuta la festa?” chiese Chichi
chiudendo gli occhi.
“Si, mi sono divertito molto! Tutto merito tuo...”
rispose lui allegro.
“Ma che? Ho solo appeso qua e là qualche
palloncino”
Risero entrambi.
“Urca, era da tanto che non stavamo così... io e
te...” sussurrò Goku spostando lo sguardo di
stella in stella.
Attimi di silenzio. Solo il verso di qualche gufo e il rumore provocato
dal vento tra le foglie.
“Cosa vuoi dire? Stiamo sempre insieme!” rispose
Chichi, facendo finta di non aver inteso il senso
dell’affermazione precedente.
“Intendo soli”
Chichi non osava guardare il fratello, altrimenti avrebbe notato subito
le sue guance rosse e i suoi occhi lucidi. E chissà, magari
avrebbe sentito anche il battito accelerato del suo cuore se si fosse
avvicinato troppo...
“Oh” fu l’unica cosa in grado di dire.
Goku si girò da un lato, con il gomito sul cruscotto e la
mano che manteneva la testa.
“Sei... sei strana”
Chichi sussultò appena. Perché Goku era sempre
così perspicace quando si trattava di lei? Come riusciva a
captare ogni singola preoccupazione che attanagliasse la sua mente? In
che modo riusciva a leggerla dentro?
“S-strana?” ripetè a sua volta
“Perché?”
Goku accennò un sorriso.
“C’è qualcosa che non va... Non sei la
solita Chichi severa e cattiva...”
La ragazza inarcò le sopracciglia, indispettita, e per la
prima volta rivolse lo sguardo al fratello.
“Cosa stai insinuando?!”
Goku scoppiò a ridere, facendo agitare ancora di
più la sorella.
“Che sei sempre severa, cattiva, noiosa e....
rompiscatole!” rispose come se fosse la cosa più
naturale del mondo, incurante del finimondo che avrebbe causato.
“COSA?!” urlò la mora, mettendosi a
sedere e rivolgendo uno sguardo omicida al fratello.
“Proprio così. A volte sei davvero insopportabile!”
ribattè Goku, mettendo le braccia dietro alla testa. Voleva
proprio vedere fino a che punto potesse resistere la sua cara sorellina.
“VUOI VEDERE CHE A 19 ANNI TU NON CI ARRIVI?!” fu
l’ultimo avvertimento della dolce Chichi.
“Lo vedi che ho ragione?” continuò Goku
ridacchiando tra sé e sé “Non fai altro
che urlare e arrabbiarti! Mi tratti sempre male!” aggiunse
fingendo il broncio.
Chichi sgranò gli occhi, incredula, e tentò di
rispondere con lo stesso tono, ma le parole si fermavano
irrimediabilmente in gola. Si sentì percorsa da una scarica
di brividi mentre i suoi occhi si inumidivano piano piano e il suo
cuore batteva all’impazzata.
“TU. SEI. FINITO.” puntualizzò
stringendo un pugno all’altezza del viso.
In un attimo, fu su di lui e cominciò a colpirlo
ripetutamente con le tutte le forze di cui disponesse e ogni metodo di
tortura che conoscesse.
“Sei uno stupido!” farfugliava tra un colpo e
l’altro “Non capisci niente!”
Goku parava tutti i colpi, senza contrattaccare, perché
ovviamente non voleva fare del male a sua sorella. E non poteva non
ridere nel vedere la sua espressione imbronciata e le sue guance
infuocate.
“Ed ora che stai ridendo, eh?!” replicò
inviperita “Ti faccio vedere io!”
Aumentò la velocità e
l’intensità dei colpi fino a mettere in
difficoltà il povero Goku, sebbene fosse un vero esperto di
arti marziali.
“Chichi, mi stai facendo male!” si
lamentò parando a stento tutti i pugni della sorella
“E dai, calmati... aspetta... non ne vale la pena!”
Gli occhi di Chichi ardevano come mai. Aveva totalmente perso il
controllo.
“NON NE VALE LA PENA?!” ripetè con una
risatina isterica “PRENDI QUESTO ALLORA!” concluse
preparando un ultimo micidiale colpo da sferrare nello stomaco del
fratello.
Accadde tutto in un attimo: Goku afferrò il braccio di
Chichi prima di poter essere colpito e catapultò
completamente le loro posizioni, lei sotto e lui sopra.
“Ora come la mettiamo, eh sorellina?” la
schernì lui, ridendo.
Chichi si ritrovò bloccata tra le braccia del fratello, con
i vestiti tutti sgualciti e i capelli in disordine, il cuore a mille e
un gran mal di testa. L’unica cosa che potè fare
fu abbandonarsi ad un pianto liberatorio con lo sguardo rivolto verso
il cielo.
Il cuore di Goku fece un paio di capriole: sua sorella piangeva, per
colpa sua. Che stupido era stato a prenderla in giro per tutto il
tempo, fregandosene di come si potesse sentire!
“Ehi...” disse costringendola a guardarlo
“Scusa”
Ma le lacrime non cessavano di rigarle le guance.
“Stavo solamente scherzando... ho scherzato per tutto il
tempo... credevo che lo avessi capito!” ammise Goku
rammaricato.
Chichi si asciugò le ultime lacrime con il palmo della mano
e fissò Goku con un’espressione che non lasciava
trasparire alcune emozione.
“Ma è vero...” disse lei.
“Cosa?” chiese lui, perplesso.
“Che sono severa, cattiva, noiosa e....
rompiscatole!”
“In effetti è ver....” iniziò
Goku con tono tranquillo, ma non potè continuare la frase a
causa di un pugno appena assestatogli da Chichi. “Ma a me
piaci così come sei!” cercò di riparare
“Adoro quando sorridi, adoro quando ti concentri durante un
compito in classe, adoro perfino quando ti arrabbi e quando mi prendi a
pugni... perché sei mia sorella... e ti vorrò
sempre bene qualsiasi cosa tu faccia!”
Chichi boccheggiò qualche secondo, con la bocca dischiusa e
gli occhi lucidi.
Chi se l’aspettava un discorso del genere?
“Di questo passo, finiremo col distruggere il
velivolo...” disse la ragazza sorridendo, tanto per cambiare
discorso “Non vorrai mica che il tuo regalo di compleanno
cessi di esistere dopo meno di un giorno?!”
Goku le rivolse un’occhiata di sfuggita e poi
spostò lo sguardo verso il cielo.
“Non hai ancora capito che sei tu il mio regalo
più bello?” la colpì dritta al cuore.
Fu in quel momento che una stella cadente attraversò il
cielo ed entrambi i due ragazzi espressero il loro desiderio
più grande.
Fa’ che
s’accorga di ciò che provo davvero.
Scusate il lieve ritardo, ho avuto un po' da fare in questi
giorni XD spero che il capitolo via piaccia, soprattutto il finale,
perchè io ho adorato scriverlo!
Ringrazio tutti coloro che seguono/preferiscono/ricordano/recensiscono
la mia fanfiction e coloro che mi lasceranno un commento anche a questo
capitolo! Sapete che ci tengo molto ^.^
A presto!
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Capitolo 10 *** I'll try to forget ***
I’ll
try to forget
“Chichi, cos’hai? E’ da un po’
di giorni che mi sembri giù di morale... sai, a me puoi dire
tutto!” disse Bulma abbracciando l’amica dai
capelli corvini. Ma quel gesto d’affetto e quel tentativo di
consolarla non mutarono affatto l’espressione vuota e spenta
sul candido volto di Chichi.
La ragazza sospirò affranta.
“Non c’è niente che non vada”
dichiarò poco convinta.
“E’ per via di un ragazzo?!”
ammiccò l’azzurra con sguardo malizioso.
Chichi sussultò appena. Bulma era proprio la sua migliore
amica: intuiva ogni sua preoccupazione, comprendeva ogni suo dubbio o
paura, faceva di tutto per metterla a suo agio in qualunque situazione.
“Non c’è niente di male ad essere
innamorati di qualcuno!” continuò Bulma.
“Ma il mio è un amore impossibile!”
L’azzurra sgranò gli occhi e inarcò le
sopracciglia.
“Cosa?! Nessun amore è impossibile, tranne nel
caso in cui ci si innamori di un parente!”
Chichi si sentì mancare il fiato. Aveva voglia di piangere,
voglia di gridare al mondo che lei era innamorata di suo fratello. Ma
ciò non gli era possibile, proprio perché Goku
era sangue del suo sangue. Che situazione assurda!
“Io... io non ce la faccio...” si
lamentò Chichi sull’orlo di una crisi di nervi.
“Tesoro” cominciò Bulma, seria
“Il consiglio che ti voglio dare è di batterti
fino alla fine perché questo amore impossibile diventi
possibile. Se proprio non ne verrà fuori niente, allora
prova a dimenticare. Ci sono un sacco di bei ragazzi lì
fuori che farebbero la fila per te!”
Chichi sorrise appena e Bulma ne fu molto soddisfatta.
Nel tardo pomeriggio, Chichi aveva già preso la sua
decisione.
Il mio è un
amore impossibile. Proverò a dimenticare.
Prese il suo cellulare e scrisse un messaggio.
Hai bisogno di aiuto
per il compito di domani?
La risposta non tardò ad arrivare.
Perché?
Chichi sbuffò sonoramente. Lo credeva
più perspicace. O forse stava solo fingendo di non capire.
Riscrisse un paio di volte il nuovo messaggio da mandargli, in modo da non
sembrare né troppo esagerata né troppo
indifferente. Doveva essere prudente.
Non hai risposto alla
mia domanda.
Per leggere la risposta, dovette aspettare circa
un quarto d’ora. E lei, di pazienza, ne aveva pochissima.
Da me, fra 10 minuti.
Chichi sorrise appena, prese alcuni libri e
uscì dalla stanza.
“Dove vai?” le chiese Goku, incuriosito.
“Ehm... da... da Bulma! Posso usare il velivolo,
no?”
“Si, ma stai attenta!”
Non appena si fu allontanata abbastanza, Chichi chiamò
l’amica dai capelli turchini e le chiese di coprirla, nel
caso in cui suo fratello le avesse chiesto di lei. Bulma in un primo
momento non fu molto d’accordo, volendo sapere dove andasse e
perché. Alla fine, rassicurata dall’amica,
accettò di coprirla per qualunque evenienza.
10 minuti dopo, Chichi era di fronte al giardino della casa di Yamco.
Ridusse il velivolo ad una capsula, si diede una sistemata ai capelli
guardandosi allo specchietto retrovisore e suonò al citofono
del cancello.
“Chichi?” chiese una voce maschile
dall’altra parte del citofono.
“S-si” rispose lei, un po’ imbarazzata.
Il cancello si aprì e la ragazza venne calorosamente accolta
da Yamco, che la portò in casa.
“Mamma, questa è Chichi!”
annunciò il ragazzo.
“Oh, la famosa
Chichi! Yamco parla sempre di te!” rispose la donna,
entusiasta.
Sia Yamco che Chichi arrossirono a quelle parole.
Pochi minuti dopo, i due erano in camera del ragazzo e avevano
cominciato a ripetere per il compito in classe del giorno successivo.
“Com’è che oggi sei tanto gentile con
me?” ammiccò Yamco, con uno sguardo di dolcezza
mista a malizia.
“Ehm... non avevo niente da fare... mi sembrava carino
aiutare un amico in difficoltà... eh eh!” rispose
lei, nascondendo lo sguardo imbarazzato dietro la frangetta corvina.
Yamco scoppiò a ridere, sotto l’espressione
accigliata di Chichi.
“Ed io che pensavo ci stessi provando con me!”
La ragazza arrossì ancora di più.
Ma non ci penso nemmeno!
Io sono innamorata di mio fratello! era ciò che
avrebbe
volentieri voluto rispondere. Ma ormai aveva preso la sua decisione, la
più giusta. Era lì e non poteva arrendersi ai
primi ostacoli.
“No no, cosa vai a pensare?!” esclamò
cercando di essere il più naturale possibile “Ero
solo preoccupata per te! Siamo amici, no?”
Yamco annuì e guardò fuori dalla finestra.
“Amici,
certo” ripetè un po’ deluso.
Un paio d’ore dopo, i due avevano ripassato tutti gli
argomenti per il compito. Chichi sembrava soddisfatta del lavoro svolto
e Yamco le era debitore.
“Ti va di uscire?”
Chichi fissò il ragazzo con espressione accigliata. Le stava
chiedendo un appuntamento?
“U-uscire dove?”
“Così... in giro...”
La mora valutò ogni possibile alternativa e decise che
avrebbe accettato, forse perché in questo modo avrebbe
dimenticato Goku e avrebbe sofferto molto meno. E poi Yamco era un bel
ragazzo, dolce e simpatico. E Chichi sapeva di piacergli.
Perché rifiutarlo?
“Ok, ma andiamo con il mio
velivolo!”
I due uscirono quindi da casa e girarono un po’ per la
città, chiacchierando e ridendo di tanto in tanto. Entrambi
erano a proprio agio, sembravano conoscersi da una vita.
Atterrarono nei pressi del parco, presero un gelato e si sedettero su
una panchina.
Il sole non era ancora tramontato e numerose coppiette riempivano
l’aria d’amore e dolcezza, mettendo un
po’ in imbarazzo Chichi e Yamco.
La mora gustava allegra il suo gelato e il ragazzo la osservava
attentamente, cercando tutte le risposte ai suoi dubbi. Chichi gli era
piaciuta fin dal primo momento in cui l’aveva incontrata: era
completamente diversa da Bulma, della quale era stato innamorato fino a
poco tempo prima, ma Chichi aveva qualcosa di speciale che lo attraeva
parecchio. Chissà, forse gli avrebbe fatto dimenticare la
delusione provata nel momento in cui l’azzurra lo aveva
scaricato, perché innamorata da sempre di Vegeta.
“Mi sembra strano di essere qui con te...” disse ad
un certo punto Yamco con voce fioca.
“P-perché?” chiese la mora, perplessa.
“Di solito c’è sempre tuo fratello a
romp...”
“PERCHE’ NON CI FACCIAMO UN GIRO?!”
interruppe lei, con una risata alquanto isterica.
Yamco, leggermente impaurito, accettò la proposta e i due si
alzarono dalla panchina per una passeggiata. Si addentrarono nella zona
verde del parco e camminarono per ampio tratto, parlando del
più e del meno.
“Conosci il gioco Obbligo
o verità?” chiese Yamco sorridente
“Lo so che è un gioco per bambini, ma secondo me
è divertente!”
“Ok, ci sto. Comincia tu!”
Yamco mise le mani dietro la testa e prese a fissare un punto
indefinito del parco. Era evidente che si stava concentrando al massimo.
“Quanti ragazzi hai avuto?”
Chichi per poco non inciampò in una pietra,
tant’era lo shock preso.
“N-nessuno” sussurrò diventando paonazza
in viso.
“Nessuno?! Una ragazza carina come te non è mai
stata fidanzata?!” esclamò Yamco, sorpreso.
Chichi cominciò a giocare con una ciocca di capelli e
abbassò lo sguardo.
“Forse perché non ho trovato ancora quello
giusto...”
Yamco sorrise tra sé e sé.
“Ora tocca a me. Quando hai dato il tuo primo
bacio?” chiese Chichi, convinta che Yamco non avrebbe voluto
rispondere.
“A 4 anni!” rispose lui, scoppiando a ridere
“Alla mia prima fidanzatina!”
Chichi strabuzzò gli occhi ed emise solo un
“Oh” di stupore.
“C’è qualcuno che ti piace?”
chiese a sua volta Yamco con tono tranquillo.
Le guance di Chichi si colorarono nuovamente di uno spesso strato di
imbarazzo.
“Beh... ehm... obbligo!”
rispose lei, timidamente.
“Voglio un bacio”
Questa volta Chichi inciampò davvero, ma Yamco la
afferrò prima che cadesse e così si ritrovarono a
soli pochi centimetri di distanza. Yamco guardava le labbra della
ragazza, Chichi gli occhi di lui.
“U-un bacio?” ripetè lei, con il cuore a
mille.
Ma Chichi amava Goku.
Erano ormai ore che sua sorella mancava da casa.
Goku, preoccupato, si diresse verso la Capsule Corporation.
“Oh, ciao Goku! Che ci fai qui?” lo accolse Bulma,
sorridente.
“Già, che vuoi Kaaroth?” aggiunse
Vegeta, facendo capolino dal piano di sopra.
“DOV’E’ CHICHI?” chiese lui,
quasi urlando.
Vegeta e Bulma rimasero esterrefatti di fronte alla reazione di Goku.
“Lei è... è... è al piano di
sopra! Giusto Veggy?”
Il ragazzo annuì con la testa.
“Dille di scendere”
Bulma era sempre più agitata. Cosa avrebbe detto ora per
coprirla?
“Non può scendere perché...
perché è nella doccia!”
Goku si stava insospettendo.
“Allora dammi la capsula del mio velivolo!”
Bulma e Vegeta si guardarono l’un l’altro.
“TUA SORELLA E’ A SPASSARSELA CON UN SUO AMICHETTO
IN GIRO PER LA CITTA’!” urlò Vegeta
tutto d’un fiato.
Goku per poco non ebbe un collasso.
No, non poteva essere!
Le parole “sorella”,
“spassarsela” e “amichetto” non
andavano per niente bene insieme.
Preso dal panico, Goku uscì dalla Capsule Corporation e
cominciò a girarsi tutta la città.
Non riusciva a credere che sua sorella fosse uscita con un ragazzo.
Perché gli aveva mentito?!
Camminò in lungo e in largo, senza saper bene dove andare...
Dove sarebbe potuta andare sua sorella?
“Ma certo, al parco!” urlò in mezzo alla
strada, attirando l’attenzione dei passanti.
Sua sorella amava il verde. Per lei, il parco sarebbe stato il luogo
ideale per un appuntamento con un ragazzo.
Con tutte le forze che gli rimanevano in corpo, raggiunse il posto e
perlustrò ogni singolo angolo della piazze centrale. Per
fortuna, nessuna di quelle coppiette era lei con il ragazzo menzionato
da Vegeta. Ah, Vegeta... Una volta risolta quella situazione, lo
avrebbe ringraziato!
Dopo aver comprato un paio di gelati, Goku si addentrò nella
parte verde del parco e, con il cuore in gola, cominciò a
cercare sua sorella. Quando ormai aveva divorato entrambi i coni, di
sua sorella nemmeno l’ombra. Ma insomma, dove cavolo poteva
essere?
Si accasciò per terra e si prese la testa tra le mani.
Come aveva fatto ad innamorarsi di sua sorella? Sentirsi dire che era a spassarsela con un ragazzo
che non fosse lui gli aveva provocato una grande fitta al
petto. Chichi era solo sua!
Fu in quel momento che sentì alcune voci e, speranzoso, ne
seguì la fonte fino a scorgere due ragazzi in una posizione
un po’ strana.
Lui – moro e abbronzato – teneva lei –
mora e bellissima – stretta tra le sue braccia, a mezzo metro
da terra. Stavano per baciarsi?
Non gli ci volle molto a capire che erano...
“CHICHI! YAMCO!” urlò Goku furioso,
mentre correva incontro ai due ragazzi. Questi ultimi, non appena si
sentirono chiamati, si staccarono l’uno dall’altro
e arrossirono vistosamente.
Yamco non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo, che
si ritrovò per terra con la forma di un pugno sulla guancia
destra e il labbro sanguinante. Chichi si era tappata la bocca per
evitare di urlare e Goku era fermo, con il pugno chiuso
all’altezza del petto, e gli occhi ardenti.
“G-Goku... cosa hai fatto?!” urlò
Chichi, in preda al panico, gettandosi sul corpo di Yamco.
Il giovane Son, qualche secondo dopo, sembrò ritornare in
sé.
Si guardò il pugno arrossato e poi spostò lo
sguardo prima sul corpo di Yamco steso per terra e poi su Chichi che
urlava e piangeva.
Cosa... cosa ho fatto? si
chiese, stralunato.
“SEI UNO STUPIDO!” urlò Chichi,
disperata “NON CAPISCI MAI NIENTE! HAI ROVINATO
TUTTO!”
Goku continuava a restarsene immobile, a bocca aperta, con lo sguardo
vacuo e il cuore che batteva all’impazzata.
“IO TI ODIO!” gli sputò in faccia
Chichi, aprendo la capsula del velivolo. I suoi occhi erano colmi di
lacrime, tutta la sua vivacità sembrava scomparsa nel nulla.
Fece salire Yamco sul mezzo e partì a tutta
velocità, diretta verso il pronto soccorso.
Goku rimase solo, in mezzo al parco.
Pianse.
Pianse tutte le lacrime represse fino a quel momento.
Cosa ho fatto?!
si richiese nuovamente.
La gelosia faceva brutti scherzi.
Mi faccio tristezza da
sola con questo capitolo XD spero che vi sia piaciuto, anche
perchè c'è stata un po' più d'azione!
Grazie a chi segue e recensisce la mia storia dall'inizio, siete voi ad
ispirarmi con le vostre recensioni *-*
Gradirei leggere un vostro commento anche per questo capitolo, grazie
;)
Alla prossima!
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Capitolo 11 *** We can't be divided ***
We
can’t be divided
“C-Chichi...”
Dato che la porta era aperta e che la ragazza non rispondeva, Goku fece
capolino nella stanza e lentamente si avvicinò al letto
della sorella.
Rimase di sasso nel momento in cui si accorse che il letto era vuoto e
già rifatto.
Scese in cucina e vi trovò il padre che faceva colazione. Da solo.
“Papà, dov’è
Chichi?”
Juma bevve un sorso di lette e poi si voltò a fissare il
figlio, in pigiama sulla scale.
“Tu dove pensi che sia, dopo ciò che le hai fatto?
Eh Goku?” rispose l’omone, serio.
Goku abbassò lo sguardo e restò in silenzio per
una manciata di secondi.
“Urca, io...” proruppe alla fine “Io non
volevo che lei uscisse con quel...con Yamco!” si corresse,
tornando a guardare il padre. Chichi gli aveva raccontato tutto, di
sicuro.
“Goku, tu sei suo fratello. Non un amico, non il suo ragazzo.
Suo fratello!
Non puoi vietarle di frequentare il ragazzo che le piace!”
Goku fece una smorfia e strinse i pugni lungo i fianchi.
“Yamco non le piace. Me lo ha detto lei qualche tempo
fa”
Juma sorrise appena e rivolse un’occhiata di sfuggita al
figlio.
“I sentimenti delle persone cambiano. Le persone
cambiano.” disse con tono pacato e Goku pensò di
sapere bene cosa significassero quelle parole “Ma
ciò non cambia il fatto che sei suo fratello e come tale
devi comportarti.”
Goku annuì con la testa e salì in camera a
prepararsi per la scuola.
Chichi chiacchierava con Yamco dall’inizio delle lezioni,
sorridendo di tanto in tanto.
Nonostante volesse sapere dove avesse dormito la notte precedente e
soprattutto se fosse ancora arrabbiata con lui, Goku non era riuscito a
parlare con la sorella a causa di una strana sensazione di colpevolezza
che lo affliggeva dall’inizio della giornata. Inoltre,
osservare Chichi e Yamco che si scambiavano occhiate furtive e sorrisi
dolci non era poi uno spettacolo tanto piacevole...
“Perché ho la sensazione che ieri tu abbia pestato
Yamco?” chiese Vegeta, sarcasticamente.
“Non ti ci mettere pure tu, per favore!” rispose
Goku, sospirando alla vista di Chichi che carezzava il viso sofferente del
suo amichetto.
“Secondo me ci sei andato troppo leggero. Quel mollusco
merita più di qualche pugno in faccia... Per fortuna Bulma
l’ha capito subito!” rifletté Vegeta, ad
alta voce.
“Ma ora ci prova con mia sorella, è questo il
problema!” aggiunse Goku, furioso.
Il ragazzo dai capelli sparati verso l’alto
incrociò le braccia al petto e spostò lo sguardo
fuori dalla finestra. Sorrise appena nel notare che, tra la folla di
studenti, una bizzarra ragazza dai capelli azzurri si affrettava ad
entrare nella scuola.
“E tu falle capire che non è quello giusto, se ci
tieni tanto! Però non capisco tutta questa gelosia... Sei
suo fratello!” esclamò inarcando un sopracciglio.
Gli occhi di Goku si illuminarono improvvisamente, mentre sul suo volto
si faceva largo un bellissimo sorriso che non mostrava ormai da tempo.
“Grazie Veggy!” esclamò abbracciando
l’amico, visibilmente perplesso e anche un po’
disgustato.
Goku aveva finalmente capito cosa doveva fare.
“Bulma, devi aiutarmi!”
La futura dirigente della Capsule Corporation era intenta a leggere un
grosso volume di tecnologia ed elettronica, quando si
ritrovò a fissare due occhioni neri che riponevano in lei
chissà quale speranza.
“Potresti organizzare un’uscita di gruppo, in modo
da invitare tutti i nostri amici?!”
Bulma corrugò la fronte e mise le mani sui fianchi.
“Certo, è un’idea fantastica! Ma come
mai?”
Goku si grattò la testa, imbarazzato.
“Urca, il fatto è che... ho litigato con Chichi e
voglio passare un po’ di tempo con lei per farmi perdonare,
dato che non vuole né vedermi né
sentirmi”
Bulma sorrise di fronte all’espressione triste e innocente
del ragazzo.
“In effetti, questa notte Chichi ha dormito da me”
rispose sospirando “Comunque, per quanto riguarda quello che
mi hai chiesto, stavo pensando che domani mattina potremmo andare a
pattinare!”
Goku accettò entusiasta e salutò
l’amica, dandole appuntamento alla pista di pattinaggio, ore
10 del giorno successivo.
La domenica non tardò ad arrivare.
“Io esco con Bulma!” annunciò Chichi
salutando il padre. Pochi secondi dopo, anche Goku scese
nell’ingresso. Chichi si irrigidì non appena lo
vide, sorridente e preparato per uscire.
“Io vengo con te”
La ragazza arricciò il naso e incrociò le braccia
al petto.
“Perché?!”
“Perché Bulma ha invitato anche me! Prendiamo il
velivolo”
Chichi lo fissò per qualche secondo senza dire niente, poi
si voltò e uscì di casa sbattendo la porta. Anche
Goku si affrettò ad andarsene e, una volta saliti entrambi
sul mezzo di trasporto, i due si avviarono alla pista di pattinaggio.
Per tutto il tragitto, non si guardarono e non si parlarono: la
tensione era alle stelle, così come il loro orgoglio.
Arrivati a destinazione, i due fratelli raggiunsero tutti i loro amici
e subito iniziarono a pattinare. Goku e Chichi erano gli unici a non
saperlo fare: il primo imparò in pochissimo tempo, imitando
Vegeta e gli altri; l’altra si concesse qualche lezione di
pattinaggio da parte di Yamco che, allegro e sorridente, la aiutava a
volteggiare sul ghiaccio e di tanto in tanto la faceva ridere.
Goku rischiò più volte di scivolare nel bel mezzo
della pista, provando uno strano senso di fastidio ogni volta che
osservava sua sorella e Yamco pattinare insieme oppure quando la
ragazza gli rivolgeva occhiate serie e prive di qualunque sentimento.
Come avrebbe fatto a farsi perdonare? Aveva bisogno di rimanere solo
con lei.
Pattinò verso Tensing e Crilin e chiese loro di distrarre
Yamco, perché aveva un’importantissima cosa da
fare con la sorella. I due amici andarono subito da Chichi e dal
ragazzo in questione, portandosi via quest’ultimo e spiegando
alla mora che dovevano urgentemente parlare con Yamco.
Chichi, che ormai aveva preso dimestichezza con i pattini, si muoveva
lentamente per la pista ghiacciata guardandosi intorno con aria non
proprio allegra.
“Chichi”
Non appena sentì il suo nome pronunciato da quella voce, il
cuore di Chichi perse un battito e per un attimo la ragazza
rischiò di perdere l’equilibrio, scivolando per
terra.
Quando si voltò, gli occhi del fratello le parvero
terribilmente vuoti e spenti. Non si parlavano da due giorni,
nonostante entrambi morissero dal desiderio di chiarire. Chichi non era
arrabbiata per il fatto che Goku avesse menato Yamco, lo era
perché aveva semplicemente rovinato tutti i suoi piani e
ogni buon proposito di dimenticarsi dei sentimenti che provava per lui.
Al contrario, Goku non era affatto arrabbiato e desiderava
esclusivamente il perdono di Chichi, che tutto tornasse come prima.
“Scusa” sussurrò il ragazzo, in maniera
quasi impercettibile. Ma la mora riuscì a sentirlo e, in
tutta risposta, gli rivolse uno sguardo che esprimeva tutta la sua
rabbia e la sua frustrazione.
“Scusa cosa, Goku? Scusa per avermi rovinato la serata? Scusa
per fatto del male a Yamco? O scusa per aver fatto del male a
me?”
Goku la fissò con aria perplessa. “Del male a
te?” ripetè, atono.
Chichi sorrise amaramente. Dimenticava quanto suo fratello fosse
ingenuo, ma era anche per questo che lo amava. “Si, Goku, mi
hai fatto del male. Dentro”
Il ragazzo assunse un’espressione mortificata.
“Urca, Chichi, scusami! Io non credevo che Yamco ti piacesse
così tanto...”
Quello sguardo era decisamente troppo tenero e infantile. Ma Chichi non
desiderava altro che perdercisi dentro.
“Non è questo il punto. Yamco non mi piace, o
perlomeno non mi piace sotto quell’aspetto. Non dovevi venire
a cercarci l’altra sera, non dovevi frantumargli la
mandibola” rise sommessamente “Non dovevi rovinare
tutto”
Goku continuava a non capirci nulla.
“E perché sei uscita con lui se non ti
piace?!”
Chichi serrò i pugni lungo i fianchi e strizzò
gli occhi, segno che la sua pazienza era arrivata al limite. Tratteneva
a fatica le lacrime.
“Dannazione, Goku, io volevo solo dimenticare!”
esclamò tutto d‘un fiato “Volevo
cancellare quello che c’è stato tra di noi... Che
c’è tra di noi.” si corresse
all’istante.
Goku le accarezzò una guancia e la abbracciò.
Rimasero fermi e in silenzio per qualche minuto, vicino al bordo della
pista di pattinaggio. Il tempo sembrò fermarsi.
C’erano solo Goku e Chichi, consapevoli dei loro veri
sentimenti.
“Noi non possiamo stare lontani, lo sai Chichina”
affermò lui asciugandole una lacrima che correva lungo la
guancia.
La ragazza abbassò lo sguardo.
“Certo che lo so. Ma vorrei tanto che non fosse
così complicato!”
Goku gli sorrise dolcemente.
“E allora lasciamo che tutto vada come deve andare!”
Chichi rise tra sé e sé.
“E questa da dove la tiri fuori?!” lo
fissò, scettica ma divertita.
“Tv...” spiegò lui facendo spallucce.
I due si sorrisero a vicenda.
“Perdonato?” chiede Goku con gli occhioni dolci.
Chichi annuì, asciugandosi le ultime lacrime.
“Non ero arrabbiata con te. Ero arrabbiata con me stessa
perché non ho saputo gestire la cosa”
“Insieme possiamo farcela, sorellina.”
Chichi gli rivolse uno sguardo carico di speranza.
“Come, Goku?”
“Questo non lo so ancora. Ma vedrai, troveremo
qualcosa”
La mora si sentì rincuorata e strinse il fratello in un
caldo abbraccio, respirando a pieni polmoni quel profumo che tanto
adorava.
“Ti voglio bene” sussurrò
all’orecchio di Goku.
“Io di più”
E Chichi sorrise. Goku le aveva fatto ritornare il buon umore.
“Hanno fatto pace” disse Bulma, mentre pattinava
intorno alla pista con Vegeta.
Lui non rispose.
“Non ti sembra che si comportino in modo strano?”
“Cosa vuoi dire?”
Bulma rifletté sugli eventi accaduti nell’ultimo
periodo.
“Troppo... attaccati”
Vegeta sorrise.
“E’ normale... Sono fratelli!”
La ragazza sospirò, continuando a pattinare.
“Attaccati nell’altro
senso”
Il ragazzo rivolse un’occhiata a Goku e Chichi, vedendo che
si stavano abbracciando e che i loro sguardi sembravano incatenati.
C’era qualcosa di speciale
nel loro rapporto, come quello che c’era tra lui e Bulma.
Forse la sua ragazza non aveva poi così torto.
Perdonate il ritardo, ho avuto parecchio da fare XD spero che il
capitolo vi piaccia e che non sia banale... Grazie a chi
recensirà e ovviamente a chi segue la mia storia ^.^ Ogni
vostra recensione mi fa sempre piacere
A presto
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Capitolo 12 *** Say that you love me ***
Say
that you love me
“Chichi?”
La ragazza sollevò lo sguardo verso il fratello. Sorrideva.
“Chichi, guarda lassù”
La mora non se lo fece ripetere due volte, mise da parte lo scatolone
che aveva tra le mani e spostò lo sguardo verso il soffitto.
Vischio,
con tanto di lucide foglie verdi e frutti rosso carminio.
Ritornò a fissare il fratello, questa volta con sguardo
vacuo.
“Sai cosa si fa sotto il vischio?” chiese Goku,
grattandosi la testa per l’imbarazzo.
Chichi continuava a starsene in silenzio, gli occhi lucidi e le
sopracciglia inarcate.
“Lo so che lo sai!” continuò Goku,
lievemente deluso.
Silenzio. Quel fastidioso silenzio rendeva la situazione ancora
più imbarazzante di quanto lo fosse già. E
l’atmosfera natalizia – allegra e coinvolgente
– sembrava non avere effetto su di loro in quel momento.
Chichi sapeva bene cosa rappresentava il vischio, ma non voleva
ammetterlo per paura di complicare le cose. Erano passati solo pochi
giorni da quando lei e Goku avevano fatto pace e la ragazza non voleva
distruggere quel poco che si era creato tra di loro: nonostante i loro
sentimenti non fossero cambiati, avevano ricominciato a comportarsi da
normali fratelli ed era proprio questo che Chichi desiderava con tutto
il cuore. Sebbene amasse Goku, la consapevolezza che lui fosse suo
fratello la convinceva sempre di più a far sì che
tutto tornasse come prima, come
doveva essere.
Goku le prese una mano e la strinse forte nella sua. Chichi
sussultò a quel lieve contatto, ma non lo respinse. Voleva,
ma non ci riusciva.
Il ragazzo portò la mano della sorella sulla propria guancia
e poi le passò un braccio intorno alla vita, stringendola
forte a sé. Chichi tremò nel momento in cui venne
a contatto con la pelle accaldata del viso di Goku. Era una sensazione
strana, piacevole.
Goku avvicinò il viso a quello di Chichi e le sorrise. La
ragazza arrossì, abbassando lo sguardo imbarazzato. Ma lui
le alzò il mento, costringendola a guardarlo.
“Chichi, io non ho mai dimenticato. Anche se in questi giorni
ho finto di stare bene, io non ero davvero felice...”
sussurrò Goku all’orecchio della sorella
“E sono sicuro che non lo eri nemmeno tu. Forse non lo sei
ancora e non lo sarai. Ma io devo
farlo. Ora.”
Chichi gettò un’occhiata interrogativa al
fratello.
“Fare cosa, Goku?”
Il ragazzo sospirò e accennò un sorriso.
“Promettimi che non mi allontanerai e che non ti
arrabbierai”
Chichi continuava a capirci sempre meno.
“Di cosa stai parlando?” chiese con aria vagamente
perplessa.
Goku la avvicinò ancora di più a sé e
lentamente ridusse la distanza che lo separava dalla sorella. Riusciva
a sentire il suo respiro farsi irregolare, il battito del suo cuore
accelerarsi e la sua mente annebbiarsi completamente. Piano, premette
le sue labbra contro quelle di Chichi assaporandone il gusto dolce e la
consistenza delicata. Chichi, stretta nell’abbraccio di Goku,
non osò opporsi nemmeno nel momento in cui il ragazzo le
posò una mano sulla guancia infuocata e la
accarezzò con fare per rassicurarla e a farla rilassare. In
effetti, non appena Chichi si rese conto di ciò che stava
succedendo, rilassò i muscoli tesi fino a quel momento e si
lasciò trasportare da quel bacio regalatole senza preavviso.
Da suo fratello, per giunta! La persona che più amava al
mondo, ma che era la persona più sbagliata da amare.
Goku si staccò piano da lei, senza smettere di tenerla
stretta a sé.
“Urrrca buon Natale, sorellina!”
esclamò riprendendo l’ingenuità di
sempre.
Lo sguardo di Chichi si addolcì.
“Buon Natale anche a te, fratellino”
rispose sciogliendo lentamente quel caldo abbraccio.
Goku sorrise e uscì dalla stanza.
Chichi avrebbe voluto che rimanesse ancora un po’ con lei, ma
non riuscì a trovare le parole giuste da rivolgergli. Era
tutto così maledettamente confuso e sbagliato, eppure in
cuor suo Chichi sapeva bene quali erano i suoi veri sentimenti. Lo
stesso valeva per Goku, anche se prendeva la situazione con molto
più leggerezza e spensieratezza.
Le vacanze di Natale passarono in fretta e il ritorno a scuola
portò importanti novità.
“Andremo in viaggio d’istruzione ad Osaka per una
settimana!” aveva annunciato il professor Muten, scatenando
un’ondata di applausi da parte di tutti gli studenti della 4^
A.
All’alba del giorno prestabilito, le classi partecipanti al
viaggio si ritrovarono di fronte al cancello della scuola. Tutti
fremevano dalla voglia di trascorrere una settimana lontani da casa.
Il viaggio in pullman durò 6 ore. Chichi, Goku, Bulma e
Vegeta avevano scelto gli ultimi posti in modo da poter stare sempre
insieme senza mai annoiarsi: tra i litigi di Goku e Chichi, le
ramanzine di Bulma e il caratteraccio di Vegeta le ore volarono e
finalmente il pullman arrivò ad Osaka.
Qualcuno, come Bulma, ci era già stato. Qualcun altro, come
Goku, non conosceva nemmeno l’esistenza di quella
città. Qualcun altro ancora, come Chichi, era curioso di
scoprire quali fossero le attrazioni della città.
C’era poi chi voleva tornarsene subito a casa, come Vegeta,
perché quella
stupida gita per mocciosi era solo uno spreco di tempo per i suoi amati
allenamenti.
La prima tappa fu l’hotel dove ragazzi e insegnanti
lasciarono le valigie e trascorsero le ultime ore della mattinata,
compreso il pranzo. Nel pomeriggio, cominciarono a visitare i
principali monumenti della città e nello stesso modo
trascorsero gli altri sei giorni.
Una gita piuttosto tranquilla, alla fine. Ma Goku e Chichi non avevano
mai avuto il tempo di parlare durante quella settimana,
perché le classi erano stati divise in turni per poter
visitare le attrazioni della città. E così i due
fratelli si erano solo visti di sfuggita durante i pasti.
L’ultima notte Chichi, Bulma, C-18 e Lunch si erano riunite
nella stessa stanza.
“Mi dispiace che la gita sia finita... Quello che ci faceva
da guida turistica era così carino!”
esclamò Bulma nel bel mazzo della conversazione.
“Cara, ti ricordo che sei fidanzata!” la
rimproverò Lunch, ridacchiando.
“Lo so, lo so... Ma ammettilo che era carino!”
Lunch sorrise.
“Ma i nostri ragazzi sono molto meglio!” aggiunse
C-18, annuendo convinta.
Le tre ragazze scoppiarono a ridere, consapevoli che la bionda avesse
ragione.
“E tu, Chichi?” proruppe Bulma, nel silenzio che si
era venuto a creare.
Le tre ragazze fissavano la mora con sguardo curioso.
“I-io non ho un ragazzo” rispose Chichi con voce
fioca.
“E Yamco? Mi sembrava che tra voi ci fosse
qualcosa...” ammiccò C-18, perplessa.
“N-no, è solo un amico.”
Subito dopo, calò nella stanza un imbarazzante silenzio.
“Non lo sapete che Chichi è innamorata di suo
fratello?!” esclamò Lunch con espressione
divertita.
Le altre tre fissarono la ragazza dalla doppia personalità
con sguardo serio.
Le facce sconvolte delle tre amiche, soprattutto quella di Chichi,
lasciarono il posto ad una nuova imbarazzante ondata di silenzio.
“Ehi, stavo scherzando!” disse subito Lunch,
muovendo freneticamente le mani.
Uno squillante e allegro “Aaaaaaaaaaaaah!”
squarciò la tensione che si era venuta a creare, provocando
una risata comune.
E mentre Bulma, Lunch e C-18 ridevano sull’accaduto, Chichi
se ne stava rannicchiata in un angolo del letto, triste e confusa. E se
Lunch non stesse realmente scherzando? E se fosse così
evidente la cotta che aveva per suo fratello?
Venne l’ora di andare a dormire e tutte le ragazze si misero
al letto perché l’indomani sarebbero partite
all’alba per tornare a casa.
Chichi era l’unica che non riusciva a dormire. Si girava e
rigirava nel letto, senza risultati.
Troppi pensieri le affollavano la mente, troppi sentimenti contrastanti
le riempivano il cuore.
Si alzò, uscì dalla stanza e percorse il
corridoio, diretta verso il bagno. Forse una rinfrescata
l’avrebbe aiutata a riposare.
Poiché era al buio, camminava facendosi strada con le mani
per non urtare contro i mobili.
Ma ad un tratto, inciampò in qualcosa di morbido e si
ritrovò tra le braccia di qualcuno che probabilmente le
andava incontro senza che lei se ne fosse accorta. Non riusciva a
vederlo, ma riconobbe subito chi fosse nel momento in cui
avvertì quel profumo che amava tanto.
“G-Goku?” chiese cercando di scorgere nel buio i
lineamenti del volto del fratello.
“Chichi?” fece lui, fingendo di essere incerto.
Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.
“Si” rispose la ragazza, rilassandosi.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, mentre cominciavano ad
abituarsi al buio e quindi a intravedersi a malapena.
“Mi sei mancata in questi giorni” esordì
lui, roteando gli occhi.
Chichi abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore.
“A-anche tu”
Con un movimento repentino, Goku la avvicinò a sé
e la abbracciò forte.
Com’era cambiato il loro rapporto da quando avevano iniziato
la scuola... Se prima si basava sull’affetto e
l’aiuto reciproco, sulle coccole e gli abbracci, ora era
fatto di sguardi imbarazzati, baci rubati e sensi di colpa.
“Dove andavi?” chiese Goku, scostandola lievemente
da sé.
“Non riuscivo a dormire, quindi ho pensato di fare una
passeggiata. Tu?”
Goku sospirò.
“La stessa cosa” rispose scrollando le spalle.
Di nuovo silenzio.
“Potremmo farla insieme, la passeggiata.” propose
Chichi, arrossendo lievemente e ringraziando il cielo che fossero al
buio. Goku non si sarebbe accorto di niente.
E così raggiunsero la fine del corridoio e cominciarono a
camminare a zonzo per l’albergo. Era bello ritrovarsi dopo
una settimana e raccontarsi cosa avessero fatto durante tutto quel
tempo.
“Urca non vedo l’ora di tornare a casa. Qui
cucinano malissimo!” affermò Goku nel bel mezzo
della conversazione. Avevano percorso l’intero edificio, nel
silenzio della notte, ed ora erano di ritorno nelle loro stanze. Era
passata circa mezz’ora.
“Per una volta hai ragione, Goku!” rispose lei,
sorridendo.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio e incrociò le
braccia.
“Io ho sempre ragione!” esclamò con aria
di chi la sa lunga.
“Oh certo certo... Come quella volta in cui avevi detto che
la prof non ti avrebbe corretto il tema e invece hai preso
un’insufficienza... O quella volta in cui credevi di poter
battere il tuo maestro di arti marziali e poi ti sei ritrovato in un
letto d’ospedale con una gamba rotta... O quella in cui
credevi che Crilin sarebbe rimasto con Marion, invece alla fine ha
scelto C-18!”
Goku mugugnò qualcosa di incomprensibile e Chichi sorrise.
“Su una cosa ho ragione, però...”
aggiunse lui, lo sguardo vagamente divertito.
Chichi lo fissò perplessa.
“Stai per diventare tutta rossa!” le
sussurrò all’orecchio, prima di rubarle un
delicato e tenero bacio a fior di labbra.
Come previsto, Chichi arrossì subito.
“Non ho forse ragione?” ammiccò il
ragazzo, sorridente.
Chichi abbassò lo sguardo, imbarazzata. Oh se aveva ragione!
Si sfiorò la bocca con una dito e rabbrividì
desiderando di risentire nuovamente le labbra di Goku sulle proprie.
Fece un passo avanti e posò una mano sul petto di Goku,
mentre con l’altra lo avvicinava a sé spingendolo
per la nuca. Piegò di poco la testa e premette le proprie
labbra su quelle del fratello, con un’aggressività
e un ardore che nemmeno sapeva di possedere.
Quel bacio aveva qualcosa di diverso rispetto agli altri e Goku se ne
accorse subito. Era un bacio estremamente dolce, ma molto
più caldo e passionale.
“Urrrca Chichina, ci sai proprio fare!”
esclamò il ragazzo quando si staccarono per riprendere
fiato. Chichi gli tirò un pugno in testa con aria
soddisfatta. Subito dopo, Goku la strinse forte a sé e la
baciò di rimando, con la stessa foga che aveva impresso
Chichi nel bacio precedente.
Da asciutto e privo di qualunque malizia, il bacio si fece sempre
più passionale finché anche le loro lingue si
incontrarono dando vita a una danza fatta di emozioni e sensazioni del
tutto nuove.
Afferrandola per i fianchi, Goku spinse la ragazza verso il muro e
cominciò a baciarla con intensità sempre
maggiore. Chichi gli accarezzava il viso e i capelli, completamente
frastornata e ipnotizzata dall’atmosfera che si era venuta a
creare. Goku non era più il bambino infantile e ingenuo di
sempre, cominciava a mostrare la parte più matura di
sé; lei aveva messo da parte la severità e la
smania di perfezione per far posto al desiderio di amare e farsi amare.
Continuando a baciarsi, percorsero l’intero corridoio e
raggiunsero la stanza di Chichi.
“C-che fai Goku?!” lo rimproverò lei,
tra un bacio e l’altro “In camera mia?!”
Goku annuì con la testa, piegò il busto da una
parte e la prese in braccio senza preavviso, aprendo la porta della
stanza e trasportando Chichi sul letto. La ragazza si accorse subito
che Bulma non c’era e pensò che forse lei e Vegeta
avevano avuto la loro stessa idea. Lunch e C-18, invece, erano
lì che dormivano beatamente e i due ragazzi cercarono di
fare meno rumore possibile per non svegliarle. Chissà cosa
sarebbe successo se li avessero visti...
Chichi e Goku erano stesi sul letto, lui sopra e lei sotto.
La ragazza gli gettò le braccia al collo, avvicinandolo a
sé e incatenando i loro sguardi, un po’
imbarazzati e un po’ innamorati. Goku le passò un
braccio intorno alla vita, aumentando la stretta, mentre
insinuò l’altra mano sotto la camicia da notte di
lei.
“Urrca sei bellissima...” le disse scrutandola per
intero e accarezzandole un fianco.
Chichi sorrise. I capelli sciolti le ricadevano sulle spalle, la
camicia da notte la copriva fino a metà cosce lasciando in
bella vista le gambe lunghe e snelle.
Goku la baciò nuovamente, con ardore sempre crescente.
Chichi imitò i movimenti del ragazzo, infilando le mani
sotto la maglia e prendendo ad accarezzarne timidamente i pettorali
scolpiti da anni di rigidi allenamenti. Rabbrividirono entrambi a quel
contatto, mentre cominciavano a sentire strane fitte al basso ventre.
Non era mai successo a nessuno dei due.
“Chichi, dillo” le disse Goku, staccandosi dalle
sue labbra e cominciando a baciarle il collo. La ragazza
piegò di poco la testa, assecondando i movimenti di lui. La
pelle della mora bruciava sotto il tocco passionale ma delicato di Goku.
“D-dire cosa?” chiese lei, con la mente da
tutt’altra parte.
“Che mi ami” rispose lui, quasi con naturalezza.
Continuò la sua scia di baci lungo il collo, arrivando sulla
spalla e sull’incavo del seno che la camicia da notte
lasciava in parte scoperto.
Ma Chichi era in un altro mondo. Nulla contava più, se non
Goku e le emozioni che le stava regalando in quei momenti.
“Eh?” fece confusa.
“Dimmi che mi ami” ribatté lui, sempre
con tono tranquillo. Subito dopo, la baciò inaspettatamente
sulle labbra e lei, dapprima disorientata, ricambiò il bacio
con le mani tra i capelli di lui.
Dimmi che mi ami... continuava
a ripetersi Chichi, senza comprenderne bene il senso.
Goku aveva cominciato a sbottonarle la camicetta.
Dimmi che mi ami...
Il suo sguardo era come una calamita, una medicina per le sue
preoccupazioni
Dimmi che mi ami...
Che mi ami...
Mi ami...
“Aspetta!” sussurrò un po’
più forte, pressando le mani sul petto di Goku e
allontanandolo da sé. Goku si grattò la testa,
perplesso.
“N-non stavo andando bene?” le chiese, rosso in
volto. Se si stava comportando in maniera così matura, era
solo per lei. Perché la amava.
“G-Goku, io... io non posso dirti una cosa simile... Dirti
che ti amo... è sbagliato... perché noi siamo
fratelli... e... e... non va bene così...”
farfugliò con gli occhi lucidi.
Goku le accarezzò il viso accaldato.
“Io però ti amo. E non ho paura di
dirlo.” le rispose semplicemente.
Chichi sentì un tuffo al cuore, mentre calde lacrime
cominciavano a rigarle le guance.
“No, no, no...” cominciò a singhiozzare
“Non è così che deve andare... noi non
possiamo... stiamo sbagliando tutto...”
Goku la strinse forte a sé, sentendola sussultare contro il
proprio petto.
“Shh, non piangere” disse accarezzandole i morbidi
capelli corvini.
Ma le lacrime correvano inesorabili sul candido viso della ragazza. Non
riusciva proprio a capacitarsi di come lui e suo fratello fossero
arrivati a quel punto.
“Ma non è corretto... tu sei mio fratello...
sangue del mio sangue... non possiamo fare tutto questo e
fingere che vada bene”
Goku le alzò il mento e la fissò dritto negli
occhi.
“Chichi, tu mi ami?” le chiese semplicemente.
“Oh, non sai quanto” rispose lei, trattenendo a
stento i singhiozzi e sorridendo.
“Questo è ciò che conta davvero. Cosa
ce ne importa di quello che pensano gli altri?”
Gli occhi di Goku brillavano. Sembrava davvero convinto di
ciò che diceva.
Chichi si sentì un po’ meglio, più
sicura e meno preoccupata. Era sempre così quando Goku le
dava il suo appoggio. Si scambiarono un tenero bacio.
Ma nello stesso momento sentirono dei passi avvicinarsi, subito dopo la
porta della stanza si aprì e due ragazzi vi entrarono nello
stesso modo in cui erano entrati Goku e Chichi.
Era evidente che anche loro si stavano baciando.
“Attento, non fare rumore!” era la voce della
ragazza.
“Oh, al diavolo! Non me ne importa niente se si svegliano o
meno!” rispose il ragazzo.
Ma non appena si accorsero di un’altra coppia nella stanza...
“Aaaaaaaaaaaaaaaaah” urlò Bulma, quando
accese la luce.
“Kaaroth, che ci fai su tua sorella in quelle condizioni?!”
esclamò Vegeta, inorridito.
Uhaaa, che faticaccia! Ho impegato tre giorni per scrivere questo
capitolo, poichè ho avuto molti impegni... Ecco spiegato il
motivo del mio ritardo! Spero che il capitolo compensi XD lasciatemi
una recensione, come sempre, eh? ^.^ Grazie a tutti
A presto
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Capitolo 13 *** Right or wrong? ***
Right
or wrong?
Nell’esatto momento in cui i due fratelli capirono di essere
stati colti in flagrante, Goku saltò giù dal
letto completamente rosso in viso e Chichi si riabbottonò
rapidamente la camicia da notte, nascondendosi subito sotto le coperte
e cercando di riprendersi dallo shock appena subito.
“Che diamine stavate facendo?!” ringhiò
Vegeta, accennando un sorriso sadico e malizioso.
“Io... io non credo ai miei occhi... voi... voi
stavate...” sussurrò Bulma, aggrappandosi con le
braccia alla spalla del fidanzato.
Chichi tirò fuori la testa da sotto le coperte e Goku
cominciò muovere freneticamente le mani.
“NON E’ COME PENSATE!” esclamarono
contemporaneamente in riferimento alle parole di Bulma.
Vegeta ridacchiò. “Va bene, allora spiegatemi cosa
ci facevi tu mezza nuda...” disse indicando
un’imbarazzatissima e irrigidita Chichi “...E tu in
quello stato pietoso!” continuò riferendosi questa
volta a Goku.
“Perché? Cos’ho che non va?”
chiese ingenuamente lui, squadrandosi dalla testa ai piedi. La sua
attenzione si posò sul cavallo dei pantaloni del pigiama e
arrossì non appena capì il senso delle parole di
Vegeta. Si voltò immediatamente e corse verso il bagno
urlando un “TORNO SUBITOOOO!”
Nel frattempo, si erano svegliate anche Lunch e C-18, completamente
ignare della situazione.
“Ma che succede?” chiese la prima, stropicciandosi
gli occhi.
“Perché tutti qui?” aggiunse la bionda
“E cose sono quelle facce?!”
Nella stanza calò un imbarazzante silenzio. Vegeta e Bulma
non sapevano se ridere o piangere, Chichi continuava a nascondersi e
poi emergere subito dopo da sotto le coperte, C-18 e Lunch facevamo
sempre più domande su cosa fosse successo e intanto Goku era
tornato dal bagno, perfettamente tirato
a lucido.
“Ragazze, vi chiedo di uscire dalla stanza per
favore” fu Bulma a rompere il ghiaccio “Vi spiego
tutto dopo”. C-18 e Lunch seguirono gli ordini di Bulma e
sgattaiolarono via nel modo più silenzioso possibile,
così nella stanza rimasero solo Bulma e Vegeta con i due
fratelli.
“Vogliamo una spiegazione” disse Bulma, non appena
fu sicura che nessuno avrebbe udito quella conversazione al di fuori
dei presenti nella stanza.
Chichi scese del letto e si posizionò vicino al fratello.
I due si guardarono l’un l’altro, rossi in volto e
con gli occhi lucidi.
“Noi ci amiamo” rispose semplicemente Goku, come se
fosse la cosa più ovvia del mondo.
“GOKU!” urlò la sorella, schiacciandogli
un piede “FAI PARLARE ME!”
“Voi... vi... amate? E’ uno scherzo,
spero!” esclamò Bulma, visibilmente sconvolta.
“Dannazione, siete fratelli!” aggiunse Vegeta
serrando i pugni lungo i fianchi “Non potete amarvi... stare
insieme... e poi... ehm... fare
quello che stavate facendo prima, dimenticando il legame
di parentela che vi lega!”
Chichi si sedette nuovamente sul letto, abbassando lo sguardo e
cominciando a versare alcune silenziose lacrime che piano piano si
trasformarono in un vero e proprio pianto liberatorio. I singhiozzi
della ragazza rimbombavano nella stanza, rendendo l’atmosfera
ancora più drammatica e imbarazzante. Goku le si sedette
vicino e l’abbracciò cercando di consolarla, ma a
nulla servirono i due sforzi: Chichi continuava a piangere con il cuore
spezzato e l’orgoglio andato in frantumi.
Bulma, a quella triste scena, raggiunse l’amica e
l’abbracciò forte. Vegeta, invece, fece segno a
Goku di uscire con lui dalla stanza e così i due ragazzi si
dileguarono lasciando da sole Chichi e Bulma.
“Da quanto va avanti questa storia?” chiese
l’azzurra, sollevando il volto dell’amica per
costringerla a guardarla negli occhi. Il suo sguardo era triste e
spento.
“Q-qualche m-mese” rispose la mora con la voce
rotta dai singhiozzi “I-io non v-volevo che s-succedesse...
però... però è s-successo... s-sono
stata una s-stupida...”
Bulma la strinse di nuovo forte a sé, accarezzandole i
capelli corvini. Chichi ricominciò a piangere ancora
più forte di prima, coprendo il viso con le mani per la
vergogna delle azioni che lui e suo fratello avevano commesso.
“Shhh, non piangere” sussurrò Bulma
accarezzando il viso di Chichi “Non sei stata affatto
stupida! Capita a tutti di commettere degli errori. Vedrai,
andrà tutto bene...”
Chichi scosse la testa, con fare rassegnato. “No, ormai il
danno è fatto... Avrei dovuto pensarci prima... Goku
è mio fratello... e anche se lo amo, dobbiamo stare
lontani... perché...”
Bulma sussultò a quelle parole, scostando da sé
l’amica, e puntò i propri occhi in quelli della
mora.
“Hai detto... che lo ami? Chichi, parli sul serio?”
La ragazza si asciugò le lacrime con il palmo della mano e
sospirò.
“Si, ormai non ne vale più la pena negarlo. Io amo
Goku! Forse l’ho sempre amato e non me ne sono mai
accorta...”
Bulma strabuzzò gli occhi, incredula. Prese
l’amica per le spalle e la fissò con
determinazione.
“Tu sei davvero sicura di quello che mi stai dicendo? Forse
è solo un’infatuazione, può
succedere... oppure, semplicemente, vuoi così bene a tuo
fratello da credere di amarlo!”
Chichi sorrise. Un sorriso amaro e carico di sofferenza.
“No, Bulma. Io lo amo davvero, non è semplice
affetto fraterno! Quando sono vicino a lui, quando mi guarda e mi
parla, quando mi bacia.... io sento che...”
“Aspetta aspetta aspetta!” la interruppe Bulma,
perplessa “Vi baciate?!”
Chichi sorrise, mentre una nuova lacrima le rigò la guancia.
“Cosa credi che stessimo facendo prima... quando tu e Vegeta
siete entrati?”
Bulma si diede una manata in faccia e ridacchiò, segno che
la forte tensione e l’imbarazzo di poco prima si stavano
lentamente alleviando.
“Questo non cambia le cose, Chichi!”
continuò la futura scienziata, ricomponendosi “Mi
dispiace tanto, ma il mio consiglio è quello di dimenticare
tutto... tu e Goku siete fratelli, e come tale dovete
comportarvi!”
Chichi sospirò, ormai esasperata. “Questa non mi
è nuova...”
Intanto, nel corridoio...
“Non credevo che un tipo infantile e ingenuo come te potesse
arrivare a tanto!” lo schernì Vegeta, dandogli una
pacca sulla schiena.
“E dai, Vegeta... non complicare le cose... guarda che sto
soffrendo!” esclamò Goku, mettendo il broncio
“Non è facile per me tutto questo...”
L’altro scoppiò a ridere, incrociando le braccia.
“Ma tutto
questo cosa?! Di che diamine stai parlando,
Kaaroth?!” lo rimproverò, facendosi
improvvisamente serio “Chichi è tua sorella, non
deve esserci assolutamente niente tra di voi se non semplice affetto
fraterno!”
Goku sospirò, affondando le dite tra i capelli disordinati.
“E invece non è così... Io e Chichina
ci amiamo!”
Vegeta scosse la testa, spostando lo sguardo sul soffitto.
“Sei così ingenuo, Goku...”
disse calcando sull’ultima parola “Non capisci che
è solo una semplice infatuazione?! Tu non la ami,
punto.”
Goku abbassò lo sguardo. “Si che la amo!”
“NO!” ringhiò Vegeta, visibilmente
infastidito “Siete fratelli, non potete amarvi come ci amiamo
io e Bulma!” divenne leggermente rosso “Io vostro
è semplice affetto fraterno!”
Goku sbuffò, tirando su col naso per trattenere le lacrime.
In vita sua, non aveva mai pianto se non per qualche cosciotto di pollo
che gli era stato vietato.
“Siete
fratelli... affetto fraterno... non potete stare insieme...
così, colà...”
ripetè tutte quelle frasi che gli sembravano insensate
“Ne ho abbastanza! Non capisco perché due fratelli
non possano amarsi e stare insieme come una coppia qualunque!
E’ un’ingiustizia bella e buona!”
Vegeta fece spallucce.
“Sai che ti dico? Sbrigatela da solo, allora! Se credi di
amarla, fa’ pure quello che ritieni più giusto. Io
non sono nessuno per dirti cosa fare e cosa non fare. E’ una
questione tra te e lei”
Vegeta e Goku rientrarono nella stanza, trovando Chichi ancora
abbracciata Bulma. Per fortuna aveva smesso di piangere, ma per Goku fu
un colpo vederla così triste e indifesa.
“Tornate a dormire, voi” disse l’azzurra
ai due ragazzi “Qui ci penso io”
Goku annuì e uscì a malincuore dalla stanza.
Vegeta rimase a fissare la scena ancora per qualche secondo, poi
sbottò all’improvviso.
“E noi? Ti sei forse dimenticata cosa stavamo facendo
prima?!” chiese in modo malizioso.
Bulma gli rivolse un’occhiata assassina. “Sei
insensibile, Vegeta! Sparisci da questa stanza, ne riparliamo
domani”
Vegeta sbuffò e fece come le aveva detto la sua fidanzata.
Una volta che furono rimaste sole, le due ragazze si staccarono
l’una dall’altra.
“Allora, cosa farai?” chiese l’azzurra,
dolcemente.
“Non lo so, Bulma... sono così confusa... io credo
che mi prenderò del tempo per rifletterci
meglio...” rispose Chichi, abbassando lo sguardo.
“Ok, ora dormiamo... Altrimenti chi lo sente il
prof Muten domani mattina...!”
Chichi rise sommessamente e Bulma sorrise compiaciuta.
Si misero a letto e, mentre l’azzurra si
addormentò subito, la mora ebbe il tempo di pensare
all’accaduto e a quali fossero i suoi reali sentimenti. Era
troppo confusa per riuscire a dormire...
Chissà cosa pensava Goku... Chissà se era
d’accordo con Bulma e Vegeta, oppure rimaneva
dell’idea che tra di loro non ci fosse semplice affetto
fraterno...
Ora, tornati a casa dopo quel lungo viaggio d’istruzione,
cosa sarebbe successo? Avrebbero continuato a vedersi di nascosto,
oppure sarebbero tornati ad essere normali fratelli?
Chichi rimase molto turbata a quel pensiero: nel primo caso, avrebbe
sentito sempre i sensi di colpa e non avrebbe potuto vivere le proprie
giornate in santa pace; nel secondo caso, forse, avrebbe sofferto
ancora di più perché lei credeva fermamente di
amare suo fratello Goku. Alle orecchie e agli occhi degli altri, poteva
sembrare una cosa assurda e difficile da credere. Ma lei sapeva bene
quali erano i suoi sentimenti e quelli di Goku. Loro non erano semplici
fratelli, loro si amavano davvero!
Qual era quindi la cosa giusta da fare?
Il giorno dopo, tutti gli allievi coinvolti nel viaggio
d’istruzione ripartirono per tornare a Satan City e
riprendere le proprie vite di sempre. Solo due ragazzi non avrebbe
voluto ritornare alla routine di tutti i giorni perché
avevano paura dei nuovi problemi da affrontare, paura di non trovare la
soluzione e complicare maggiormente le cose: Goku e Chichi.
La ragazza fissava con sguardo assente la strada che scorreva veloce
attraverso il finestrino del pullman. E la sua mente vagava ai momenti
passati con suo fratello negli ultimi mesi, a quante volte era stata
male e a quante invece si era sentita letteralmente in paradiso, a quei
baci rubati, a quelle carezze tanto desiderate, alla paura di essere
scoperti, al timore di venir separati.
“Tutto bene, Chichi?” le chiese Bulma, sorridendo.
Chichi annuì debolmente, distogliendo lo sguardo dal
finestrino e appoggiando la schiena al sedile. Chiuse gli occhi e
sospirò. Non aveva ancora preso una decisione, era indecisa
se continuare a scappare oppure fermarsi e affrontare la situazione con
l’aiuto delle persone che le volevano bene.
Le venne in mente suo padre, al quale aveva sempre detto tutto.
Come avrebbe reagito scoprendo una cosa del genere?
Dall’altra parte del pullman, Goku ascoltava distrattamente i
discorsi di Crilin, Yamco e Tensing.
“Ehi Goku, ma ci stai ascoltando?!” chiese ad un
tratto Crilin.
“Mh?” rispose Goku, senza dare peso alle parole
dell’amico.
Come poteva stare attento alle conversazioni dei compagni quando la sua
mente era da tutt’altra parte? Nella sua mente riaffiorarono
i ricordi che aveva di se stesso e Chichi insieme, sentiva
ancora il suo profumo addosso e il sapore delle sue labbra sulle
proprie. Lui amava sua sorella, non c’era cosa di cui fosse
più convinto! Il loro era un amore puro, ma nessuno
voleva capirlo. Non appena avesse avuto un po’ di tempo, si
ripromise che ne avrebbe parlato con Chichi e insieme avrebbero trovato
la soluzione al problema.
E magari perché no, anche con l’aiuto di qualcuno!
Pensò che forse Juma avrebbe compreso la situazione e li
avrebbe aiutati. Forse c’era ancora speranza per loro...
Eccomi qui con
il nuovo capitolo! Piaciuto? Lasciatemi una recensione per farmi sapere
cosa ne pensate ^.^ E ovviamente ringrazio qui segue la storia e chi
costantemente recensisce, non immaginate quanto questo sia gratificante
per me e per gli autori in generale. Grazie ancora
A presto
PS. Forza Italiaaaa
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Capitolo 14 *** Finally, the truth ***
Finally the truth
Finally, the truth
“Allora, com’è andato il viaggio? Vi siete divertiti?”
Era notte fonda, Goku e Chichi era appena rientrati a casa e Juma, con
la sua curiosità, non aveva nemmeno dato loro il tempo di
poggiare per terra le valigie.
Chichi guardò Goku come per chiedere un appoggio, il suo sguardo
era ancora triste e spento. A Goku si stringeva il cuore nel vederla
così, ma dopo un attimo di smarrimento si grattò la testa
e sorrise con la sua solita espressione ingenua.
“Ehm... tutto bene... è stato molto divertente, vero
Chichina?” disse rivolgendo un’occhiata alla sorella, che
annuì subito dopo sforzandosi di essere convincente.
Ma Juma si accorse immediatamente che c’era qualcosa che non andava nella figlia.
“Tesoro, ti senti bene?” le chiese con aria preoccupata, accarezzandole il viso.
“Sì, sono solo un po’ stanca. Vado a letto.
Buonanotte papà...” disse la ragazza sbadigliando, poi si
voltò verso il fratello che la fissava confuso “...Notte
anche a te, Goku...”
Goku sorrise. “Buonanotte, a domani.”
La mattina dopo, Goku si svegliò prima del previsto e
così scese a fare colazione. Suo padre era, come sempre,
già a tavola.
“Buongiorno papà.” disse sedendosi e sfregandosi le mani di fronte a tutto quel bendiddio.
“Giorno, figliolo. Dormito bene?” chiese l’omone, sempre sorridente.
“Ehm... più o meno... ho pensato molto questa
notte...” disse grattandosi la testa con fare imbarazzato, poi
cominciò a mangiare.
“A cosa?”
Goku sospirò, abbassando lo sguardo. Urca, o la va o la spacca!
“A una ragazza.”
Juma si bloccò improvvisamente con la tazza del latte a
mezz’aria, poi sul suo volto si dipinse un sorriso soddisfatto e
al tempo stesso malizioso. Non riusciva a credere che finalmente suo
figlio fosse cresciuto e si stesse interessando a nuove cose che non
fossero il cibo e il combattimento!
“E dimmi, è carina?” ammiccò dando una gomitata a Goku.
Il ragazzo arrossì lievemente.
“Oh, molto più che carina... Lei è bellissima”
Juma sorrise divertito.
“Descrivimela”
“Mora, occhi grandi e scuri, sorriso magnifico... Rigida e
pignola, a volte anche rompiscatole... però è dolce e
intelligente... Mi piace, e anche tanto” rispose Goku, diventando
rosso dalla vergogna.
Juma annuiva entusiasta.
“E siete già usciti insieme?”
Goku inarcò le sopracciglia e boccheggiò per qualche secondo.
“Più o meno” rispose, sospirando.
“E l’hai già baciata?”
“Ehm... la prima volta mi ha baciato lei, poi ci ho provato anche io... eh eh!” spiegò Goku, ridacchiando e grattandosi la nuca.
“E allora perché non vi mettete insieme?” chiese Juma, sempre più curioso.
Goku per poco non si strozzò con i biscotti che stava mangiando.
“Noi non possiamo...”
Juma corrugò la fronte, indignato. Mise i gomiti sul tavolo e si sporse verso il figlio.
“E come mai?! Chi è questa ragazza?!” esclamò con gli occhi spalancati dallo stupore.
Goku inghiottì a vuoto, faticando a sostenere lo sguardo indagatore del padre.
“Papà, la verità è che mi sono innamorato di mia...”
“BUONGIORNO A TUTTI!” era la voce squillante di Chichi, che scendeva a far colazione.
Si sedette a tavola rivolgendo un’occhiata omicida al fratello,
il quale capì immediatamente che la ragazza aveva fatto apposta
a intromettersi nella conversazione tra lui e Juma, in modo che non
venisse svelato il loro segreto.
“Ti senti meglio ora, Chichi?” le chiese Juma, apprensivo.
“Si, molto meglio” rispose lei cominciando a sgranocchiare
una fetta biscottata. Eppure l’uomo non si fidava delle parole
della figlia, aveva l’impressione che fosse triste e che le fosse
successo qualcosa. In realtà Goku era nella stessa situazione,
con la sola differenza che riusciva a camuffare meglio il proprio
sguardo e le proprie emozioni. Era un dato di fatto che Chichi fosse
molto più sensibile e fragile del fratello.
Per tutto il tragitto fino a scuola, i due fratelli non si rivolsero la
parola, ma entrambi morivano dalla voglia di dirsi anche la cosa
più stupida ed era per questo che si rivolgevano occhiate
furtive e poi spostavano lo sguardo non appena si scoprivano a vicenda.
Quando entrarono in classe, Bulma si precipitò sui due ragazzi e
li abbracciò affettuosamente, sotto lo sguardo apparentemente
annoiato di Vegeta. Ma in realtà anche lui era curioso di
scoprire se ci fossero novità.
“Come state?” chiese l’azzurra ai due, fissando attentamente prima l’uno e poi l’altro.
Goku e Chichi si guardarono negli occhi e sospirarono per
l’ennesima volta. Goku riuscì a scorgere tristezza e sensi
di colpa negli occhi di Chichi, mentre la ragazza notò che in
quelli del fratello c’era solamente tanta nostalgia e desiderio
di confessare tutto a tutti. Entrambi provavano gli stessi sentimenti,
ma vivevano la situazione in maniera diversa.
“Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace...” la
giovane Brief avrebbe continuato all’infinito se non fosse stata
interrotta da Chichi.
“Bulma, non devi sentirti in colpa o stare male per noi... Questa
faccenda è tra me e Goku, la risolveremo noi due insieme. Vero
Goku?”
Era la prima frase che la ragazza rivolgeva al fratello da quella mattina.
Il ragazzo abbozzò un sorriso e annuì determinato.
Quelle cinque ore di scuola furono estenuanti per Goku e Chichi, poi
finalmente venne l’ora di pranzo e i due tornarono a casa. Ma,
anche qui, la giornata passò lentamente.
Verso sera, Chichi aveva finito di fare i compiti e così scese
al piano di sotto, dove suo padre stava facendo le pulizie.
“Vuoi che ti aiuti?” gli chiese dolcemente.
“O si grazie, Chichi. Potresti pulire tu il lampadario? Sai, la mia schiena...”
Chichi annuì e fece come le aveva chiesto il padre. Mentre
puliva, la sua mente tornò agli avvenimenti degli ultimi mesi e
in particolare alla sera prima, a ciò che era successo in
albergo.
Si bloccò improvvisamente e abbassò lo sguardo, facendosi triste.
“Papà” lo richiamò con voce tremante.
“Si?” rispose subito lui, dal basso della scala che manteneva la ragazza.
“L’amore tra parenti è così sbagliato?”
Calò il silenzio. Chichi ritornò a pulire come se niente
fosse, immaginando l’espressione stralunata sul viso del padre.
“Intendi l’amore... l’amore quello vero?” chiese poi Juma, a bassa voce.
Chichi si voltò verso di lui e annuì. Il padre
potè scorgere una vena di malinconia in quegli occhi grandi e
scuri.
Grandi e scuri...
Quelle parole cominciarono a rimbombargli nella mente. Erano le stesse
che aveva utilizzato Goku per descrivere gli occhi della ragazza di cui
era innamorato. Juma sgranò gli occhi nell’attimo in cui
gli balenò in mente uno strano pensiero, impossibile.
“Si, l’amore vero. Possono avere una relazione due persone con un legame di parentela? Non so... cugini oppure... fratelli...” disse la ragazza calcando sull’ultima parola.
Juma rimase interdetto di fronte a quella domanda.
L’amore tra fratelli...
Quello strano presentimento gli stava letteralmente divorando l’anima.
“Perché me lo chiedi, tesoro?” ribadì con voce incerta.
“Curiosità...” si limitò a rispondere Chichi, scrollando le spalle.
Dopodiché, la stanza venne di nuovo inondata da un assordante silenzio.
Chichi continuava a pulire, Juma ad accarezzarsi la barba scura con fare nervoso.
“Esci ancora con quel ragazzo... Come si chiama? Yamco, ecco!”
Chichi inarcò le sopracciglia, sorpresa per quell’improvvisa curiosità del padre.
“No... siamo solo amici.”
La risposta che ottenne fu un flebile e prolungato “Ah” che
portò, subito dopo, un’altra ondata di fastidioso silenzio.
Era notte fonda quando Goku sentì bussare alla propria porta e
accolse una Chichi mezza assonnata e coperta solo da quella camicia da
notte che la sera prima le aveva quasi tolto. Arrossì a quel
pensiero e fece entrare la sorella nella propria stanza.
“Non riuscivo a dormire...” spiegò la ragazza, alzando le spalle.
Goku accennò un sorriso. “Quando pensi che dovremmo dirglielo?”
“Di cosa stai parlando?” fece finta di non capire.
“Urca Chichi, lo sai benissimo di cosa sto parlando!”
Chichi abbassò lo sguardo e sbuffò.
“Non lo so, Goku... ho paura.”
Il ragazzo afferrò la sorella per una mano e la avvicinò
a sé, stringendola poi in un caldo abbraccio. Chichi, rimasta
per una attimo perplessa, si lasciò andare tra le braccia di
Goku e appoggiò delicatamente la testa sul petto del ragazzo,
godendo del calore e del profumo che emanava e che tanto amava.
Quello sì, che era un ottimo rimedio contro la paura. Eppure
Chichi non poteva che sentirsi ancora triste, confusa e colpevole.
“Dovremmo dirglielo prima o poi... forse lui potrà
aiutarci... potrà dirci cosa fare...” tentò Goku,
accarezzando i capelli della sorella.
“E se si arrabbiasse?” chiese lei, incerta.
“E’ nostro padre, capirà.”
Chichi si sentì un po’ più sollevata, ma i dubbi continuavano ad assillarla.
“E se non fosse d’accordo...?”
“Non lo so, Chichina... non lo so...”
La ragazza abbassò lo sguardo, delusa.
“Glielo diciamo domani mattina?”
“Si, proviamoci.” rispose lui, sospirando.
Stettero qualche altro minuto in silenzio, stretti l’uno all’altro.
Poi Chichi sciolse l’abbraccio e si diresse verso la porta della
stanza. Ma prima che potesse uscire, Goku la bloccò e la fece
voltare.
“Me lo concedi un ultimo bacio prima del verdetto finale?”
chiese il ragazzo, con un sorriso sarcastico. I suoi occhi brillavano.
Chichi sorrise a sua volta, tornò dal fratello e gli mise le
braccia intorno al collo. Poi, lentamente, si sollevò sulle
punte dei piedi e sfiorò le labbra di Goku con le proprie in un
bacio dolce e casto.
Nessuno dei due avrebbe voluto che quel momento finisse, ma era
necessario separarsi e far finta che non fosse successo nulla fino alla
mattina successiva.
Il giorno dopo, i due fratelli si svegliarono entrambi determinati a
voler confessare tutto. Goku, da ottimista qual era, sentiva che
sarebbe andato tutto bene e che finalmente avrebbe potuto stare con la
sua Chichina anche in pubblico; Chichi, invece, era molto più
preoccupata e timorosa che le cose avrebbero preso una piega più
sbagliata di quanto era già la loro situazione.
Si svegliarono quasi nello stesso momento, incontrandosi poi in corridoio. Coincidenza?
“Pronta?” chiese lui.
“Prontissima” rispose lei, decisa.
Scesero al piano di sotto dove trovarono Juma, come sempre, seduto a tavola.
C’era qualcosa di strano nell’uomo: la tavola era
apparecchiata ma lui non stava mangiando, limitandosi a fissare un
punto indefinito con sguardo assente.
“Papà?” lo richiamò Goku sedendosi a tavola.
Juma alzò lo sguardo e fissò un po’ disorientato prima il figlio e poi la figlia.
Chichi ingoiò un grumo di saliva, con le lacrime che già minacciavano di bagnarle le guance.
“Papà, io e Goku dobbiamo parlarti.”
Juma annuì. “Lo so” rispose tranquillamente.
I due ragazzi spalancarono gli occhi e poi si guardarono l’un l’altro.
“C-come sarebbe che lo sai?” chiese la ragazza, con uno strano presentimento nel cuore.
“Ieri sera vi ho sentiti”
“COSA?!” esclamarono contemporaneamente i due ragazzi, completamente sconvolti.
“Ero venuto per chiedere una cosa a Goku... e vi ho sentiti... e ho visto che vi siete...”
“...baciati” concluse il ragazzo, abbassando lo sguardo.
Poi ci fu silenzio: Juma che fissava distrattamente la colazione sulla
tavola, Goku che aspettava una risposta da parte del padre e Chichi che
si tratteneva dallo scoppiare a piangere e farsi prendere dalla
più completa disperazione.
La ragazza non sapeva quanto tempo avessero passato in silenzio, ma decise di voler rompere il ghiaccio.
“Ehm... cosa ne pensi, papà?” chiese, tirando su col naso per trattenere le lacrime.
Juma alzò lo sguardo verso la figlia.
Occhi grandi e scuri...
Come aveva potuto essere così ceco per tutto quel tempo? Era
evidente che Goku e Chichi erano pazzi l’uno dell’altro, ma
lui non si era mai accorto di niente. O forse si era solo auto-convinto
che tra di loro ci fosse semplice amore fraterno. I conti tornavano:
Goku gli aveva detto di essersi innamorato di una ragazza con la quale
non poteva fidanzarsi, Chichi gli aveva chiesto se fosse possibile
l’amore tra fratelli, poi quella conversazione che aveva
origliato la sera precedente.
“Anche io devo dirvi una cosa” disse Juma, sospirando.
“Si papà, ti ascoltiamo” rispose Goku, serio.
Juma si alzò in piedi e raggiunse la finestra, puntando lo
sguardo sul panorama della città che si stava svegliando.
Incrociò le braccia al petto e sospirò ancora.
“Sono passati ormai 17 anni...” iniziò, con le
labbra increspate in un sorriso amaro “Io... io non so se dirvelo
oppure no...”
Chichi e Goku fissavano perplessi il padre, poi si rivolsero un’occhiata complice.
“Continua” disse Chichi, mentre le lacrime cominciavano a
rigarle le guance. Non sapeva bene il perché, ma quel brutto
presentimento cresceva sempre di più.
Juma si voltò verso i due ragazzi.
“Tu, Goku, sei maggiorenne e Chichi lo sarà tra poco,
quindi credo sia arrivato davvero il momento di dirvelo. Ve l’ho
tenuto nascosto solo per proteggervi, anzi soprattutto per te
Goku” disse rivolgendosi al ragazzo.
Quest’ultimo ingoiò a vuoto, curioso e allo stesso tempo disorientato.
“Avanti papà, parla.” lo incitò Chichi.
Juma annuì, poi si avvicinò al tavolo e fissò negli occhi prima Goku e subito dopo Chichi.
“Voi...” disse, schiarendosi la voce.
Poi di nuovo silenzio.
“Papà?” lo richiamò Goku, insistente.
Juma abbassò lo sguardo, poi fissò la ragazza.
“Chichi, Goku non è tuo fratello”
Perdonate il ritardo madornale,
non ho potuto aggiornare nessuna storia in questi giorni a causa di
alcuni problemi con Internet che finalmente ho risolto ^.^
Spero che il capitolo compensi il ritardo, finalmente Goku e Chichi
hanno scoperto la verità... XD ringrazio chi continua a seguire
e recensire la storia <3
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo
A presto
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Capitolo 15 *** Not an impossible love ***
Not
an impossible love
Chichi, Goku non è tuo
fratello.
Goku non è tuo
fratello.
Non è tuo fratello.
Quelle parole rimbombarono nella mente della ragazza che,
confusa e stralunata, fissava lo sguardo afflitto del padre il quale
aspettava
una risposta da parte dei due ragazzi.
Chichi continuava a ripetersi mentalmente quelle stesse
parole, senza capirne il significato.
Goku non è tuo
fratello.
Le sembravano parole messe a casaccio. Quella frase non
aveva senso.
“Cosa?”
La voce di Goku, stranamente pacata e controllata, squarciò
quell’assordante silenzio che si era venuto a creare da pochi
minuti. Juma fece
un respiro profondo e si portò le mani ai capelli.
“Voi due non siete fratelli, naturali
intendo”
Chichi sembrò destarsi improvvisamente e riprendere il
controllo di se stessa.
“Cosa stai dicendo?” chiese con voce tremante
“Cosa
significa?”
Juma corrugò la fronte. Chichi non era ingenua
come Goku.
“Significa proprio quello che ho detto: Goku non è
tuo
fratello” scandì ogni singola parola senza
distogliere lo sguardo dal volto
perplesso della figlia.
“E COSA DIAVOLO SIGNIFICA?!” urlò Chichi
scattando in piedi
e sbattendo le mani sul tavolo.
Juma abbassò lo sguardo, mortificato. La notizia aveva
sconvolto
così tanto la sua bambina
da farle
perdere il lume della ragione!
Goku, rimasto in silenzio fino a poco prima, fissò Juma con
determinazione per una manciata di secondi, poi sorrise lievemente. Ma
quello
non era il suo sorriso, era un
sorriso falso e irreale.
“Dimmi che stai scherzando, papà”
Quell’ultima parola gli suonò per la prima volta
strana,
strana da pronunciare e da usare per riferirsi all’omone che
gli stava seduto
davanti.
“Non è uno scherzo. Non mentirei mai su questioni
così
delicate, lo sai Goku.”
Dopo quella rivelazione, l’espressione di Goku non
mutò
affatto. Il ragazzo rimase impassibile, lo sguardo assente e gli occhi
sbarrati.
“MI SPIEGATE DI COSA STATE PARLANDO?!”
urlò ad un certo
punto Chichi, fissando con insistenza prima Juma e poi Goku.
Goku si alzò dalla sedia e strinse forte la mano di Chichi.
“Esci dalla stanza, devo parlare con papà”
E di nuovo quella parola gli fece uno strano effetto, per
niente piacevole.
“Voglio ascoltare anche io” dichiarò
Chichi, ignara della
situazione.
“Te lo chiedo per favore. Ti spiegherò tutto
dopo!”
Chichi notò che gli occhi del fratello avevano perso la loro
lucentezza, nessuno sguardo fiducioso e nessun sorriso. Doveva essere
una cosa
seria.
Abbassò tristemente lo sguardo, poi si voltò e
uscì dalla
stanza, chiudendo la porta e lasciando Juma e Goku da soli.
L’omone boccheggiò per qualche secondo, poi
lasciò che il
suo cuore parlasse da solo.
“Goku, mi dispiace... mi dispiace tanto... io l’ho
fatto
solo per proteggerti... non volevo che vivessi sapendo che non avevi
né una
madre né un padre... volevo solo darti la
possibilità di vivere una vita
normale e spensierata come tutti i tuoi coetanei... Goku,
io...”
Il ragazzo interruppe Juma allungando una mano verso di lui
e poggiandola sul suo braccio, stringendolo forte come per infondergli
fiducia
e sicurezza.
“Dall’inizio” sussurrò
sospirando “Parti dall’inizio, papà”
Juma strinse forte la mano di Goku poggiata sul suo braccio
e sorrise lievemente, mentre i suoi occhi cominciavano a inumidirsi. Si
era
ripromesso di non piangere nel momento in cui la verità
sarebbe venuta fuori,
ma era stato inevitabile trattenere le lacrime di fronte al
comportamento
assurdo della figlia e lo sguardo incoraggiante di Goku.
“18 anni fa, stavo passeggiando per il bosco con la piccola
Chichi di due mesi in braccio... Ad un certo punto, sentii un pianto
disperato
simile a quello di un neonato e ne seguii la direzione fino al cuore
del bosco.
Lì trovai te, Goku, con tua madre in fin di vita. Mi disse
che avevi solo un
anno e mi chiese di prendermi cura di te. Poi morì, nella
speranza che avresti
avuto un futuro migliore.”
Goku, rimasto con il fiato sospeso fino a quel momento,
abbandonò le braccia lungo i fianchi e si
appoggiò allo schienale della sedia.
“Papà...”
sibilò
abbassando lo sguardo.
Poi cominciò a piangere. Forse era la prima volta che
piangeva davvero in vita sua.
Mai avrebbe pensato una cosa simile: Juma non era suo padre,
era stato semplicemente adottato.
Quelle piccole lacrime silenziose sfociarono in un vero e
proprio pianto liberatorio, ripensando a tutti i momenti passati con
quella che
credeva fosse la sua famiglia naturale.
“Ti prego, Goku, non fare così... io volevo solo
proteggerti!”
esclamò Juma con le lacrime agli occhi. Si alzò
da tavola e andò ad abbracciare
Goku, strofinandogli i capelli in modo affettuoso.
“Anche se non sei davvero mio figlio, io ti ho sempre
considerato tale e non ho smesso mai, nemmeno per un attimo, di amarti
come amo
Chichi!”
Goku si strinse forte a Juma e pianse ancora più
intensamente, alternando momenti di silenzio a momenti in cui
singhiozzava come
un bambino.
Passarono alcuni minuti così, abbracciati ed in lacrime.
“Goku...” lo richiamò ad un certo punto
Juma, alzandogli la
testa.
“Papà”
lo
interruppe Goku, asciugandosi gli occhi gonfi “Non importa.
Mi basta sapere che
mi vuoi bene come se fossi tuo figlio. E te ne voglio anche io, te ne
vorrò
sempre!”
Anche Juma si strofinò gli occhi, sorridendo lievemente, e
abbracciò il suo bambino.
“Purtroppo non ho nessuna informazione su tua madre,
perdonami... Ricordo solo che era molto bella e che ti amava davvero.
E’ andata
via con il sorriso sulle labbra, perché sapeva che avresti
avuto una felice con
me e con Chichi”
Goku annuì e sorrise. “Va bene così, va
bene così.”
“Ora dobbiamo dirlo a lei”
Gli occhi di Goku si illuminarono improvvisamente.
Lui e Chichi non erano fratelli!
Nessun vero legame
di parentela!
Niente che potesse ostacolare il loro amore!
Erano finalmente liberi!
“Ci parlo io con lei”
dichiarò uscendo velocemente dalla stanza.
“Chichi?”
Non appena udì la voce di Goku proveniente dal corridoio, la
mora aprì immediatamente la porta della sua stanza e
fissò il ragazzo con aria
perplessa. Sorrideva.
“Allora?” chiese impaziente.
Goku si grattò la testa con fare infantile. Non sapeva come
dirglielo, ma voleva usare le parole giuste. “Beh, il fatto
è che... beh,
insomma... Juma mi ha adottato quindi non sono davvero tuo fratello! E
questo
significa che non dobbiamo più nasconderci noi due, possiamo
dire a tutto il
mondo che ci amiamo!”
Pronunciando l’ultima frase arrossì lievemente,
aspettando
una risposta da parte di Chichi.
La ragazza sgranò gli occhi, incredula.
Cominciava a capire, finalmente. Non riusciva a credere di
essere stata tanto stupida.
“Non sei... mio fratello?” ripetè atona,
ingoiando a vuoto.
Goku annuì, sospirando.
Chichi si voltò e fece alcuni passi, raggiungendo il letto e
stendendosi.
Cominciò a fissare il soffitto, mentre le lacrime
minacciavano di colare lungo il suo candido viso.
In pochi secondi, così come era successo per Goku, le
riapparvero
tutti i momenti più importanti della loro vita insieme: i compleanni, i primi giorni di
scuola, i viaggi, ciò che
era successo negli ultimi tempi tra di loro.
Cominciò inevitabilmente a piangere, nascondendo la testa
sotto il cuscino. Non appena i suoi singhiozzi iniziarono a rimbombare
tra le
pareti della stanza, Goku raggiunse la ragazza e si stese accanto a
lei, sul
letto, abbracciandola forte su imitazione di Juma.
“Shhh non piangere...” sibilò
accarezzando i capelli della
mora.
Chichi si strinse forte alla maglia di Goku, bagnandola con
le sue lacrime, e diede sfogo allo shock appena subito nel ricevere
quella
notizia impensabile.
“Abbiamo vissuto per così tanto tempo pensando di
essere
fratelli... come ha potuto nasconderci un segreto del genere, nostro
padre?” sussurrò
Chichi, attenuando le lacrime.
“L’ha fatto perché, in questo modo, io
avrei vissuto una
vita più serena!”
Chichi annuì debolmente, poi si ritrasse
dall’abbraccio di
Goku.
“Ed ora?” chiese, sorridendo lievemente.
Goku ricambiò il sorriso e, istintivamente, la
baciò con
dolcezza assaporando per la prima volta quel contatto senza la paura di
essere
in qualche modo scoperto e allontanato dalla ragazza.
Chichi arrossì subito dopo e lo abbracciò forte.
“Il nostro, alla fine, non è un amore
impossibile” disse
Goku, pimpante, dondolando la testa.
Poi insieme uscirono dalla stanza e raggiunsero Juma.
L’omone vide arrivare i suoi ragazzi, mano nella mano.
“Chichi, tesoro mio...” disse subito Juma
raggiungendola “Perdonami”
Ma Chichi lo scostò dolcemente da sé e lo
guardò negli
occhi.
“Tranquillo papà, questa rivelazione ha solo
migliorato le
cose!”
Juma inarcò le sopracciglia, poi capì.
“So cosa state per chiedermi”
Goku ridacchiò, grattandosi la testa, e Chichi
arrossì
vistosamente.
“E la risposta è: seguite il vostro
cuore” concluse Juma
sorridente.
I due ragazzi si guardarono a vicenda, finalmente felici, e
si abbracciarono sotto lo sguardo stralunato ma soddisfatto di Juma.
Il loro non era poi un amore così impossibile.
Eccomiii, questa volta
in anticipo! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per la
lunghezza (cortezza?). Mi rifarò nei prossimi capitoli!
Grazie come sempre a chi legge e recensisce <3 fatemi sapere
cosa ne pensate di questa parte.
A presto
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Capitolo 16 *** Our small great secret ***
Our small great
secret
Quella mattina Chichi si svegliò di buon umore e si
fiondò
immediatamente nella stanza di Goku che dormiva ancora con la testa
sotto il
cuscino.
Si stese delicatamente sul letto, accanto a lui, e lo
osservò per qualche secondo.
Il petto si alzava e si abbassava ritmicamente, mentre la
luce che filtrava dalla finestra creava giochi di luci e ombre sulla
pelle e
sui capelli del ragazzo. L’espressione sul suo viso appariva
talmente beata e
soddisfatta che Chichi ipotizzò stesse sognando le stesse
cosce di pollo in
grado di parlare e le stesse piogge di caramelle giganti del loro primo
giorno
di scuola.
Poggiò la testa sul cuscino e si avvicinò quel
poco che
bastava per respirare il profumo di Goku, poi cominciò ad
accarezzargli lentamente
una guancia. Lo vide sorridere lievemente quando lei, con un dito,
sfiorò per
sbaglio le sue labbra.
“Non sei credibile, Goku”
Il ragazzo aprì prima un occhio e poi l’altro,
scoppiando in
una fragorosa risata.
Chichi lo fissò accigliata. “Cos’hai da
ridere?”
Goku scosse la testa. “Credevo che non mi avresti
scoperto...” disse stropicciandosi gli occhi
“Comunque, buongiorno Chichina!”
La ragazza sorrise e gli stampò un tenero bacio sulla
guancia. “Buongiorno!”
Ma Goku la bloccò nel momento in cui lei stava per alzarsi
dal letto e, con un abile movimento, la fece stendere sotto di lui. In
pochi
secondi catturò le labbra della ragazza e le
regalò uno dei baci più
appassionati e sconvolgenti della sua vita. Le loro labbra si cercavano
e si
modellavano, le mani si intrecciavano, i respiri si confondevano, i
cuori
battevano all’unisono.
“Ti amo” sussurrò Goku, lasciandole un
bacino innocuo
sull’orecchio e scendendo al piano di sotto per fare
colazione.
Chichi restò a fissare il soffitto per qualche minuto,
ancora stesa lì dove aveva dormito Goku.
Il cuore sembrava volerle uscire dal petto e le sue gote non
ne volevano proprio sapere di tornare alla loro tonalità
chiara. Inspirò a
pieni polmoni, cercando di riprendere il controllo, e solo in quel
momento si
accorse che Goku non le aveva nemmeno dato il tempo di rispondere a
quell’impercettibile “Ti amo”. Sorrise
con fare quasi indispettito e poi
raggiunse finalmente i suoi due uomini di casa.
“Buongiorno tesoro, tutto bene?” chiese Juma con
aria
preoccupata quando vide Chichi scendere a fare colazione. Era
lievemente rossa
in viso e aveva gli occhi lucidi.
La ragazza si sedette a tavola, rivolgendo un mezzo sorriso
a Goku che ricambiò un po’ imbarazzato.
“Si, mai stata meglio!” rispose
cominciando a bere la propria tazza di latte.
La colazione si svolse in maniera tranquilla, come sempre
del resto.
“Sono stato invitato ad una cena di lavoro per questa
sera”
annunciò Juma quando ebbero finito di mangiare.
“Credo che tornerò verso notte
fonda.... per voi va bene?”
Goku e Chichi arrossirono contemporaneamente pensando che
sarebbero rimasti a casa da soli per tutta la serata e
tranquillizzarono il
padre dicendo che per loro non c’erano problemi. Poi si
prepararono e infine
andarono a scuola.
“Urca, non vedo l’ora di dirlo a Vegeta!”
esclamò Goku
sfrecciando in direzione del grande edificio bianco. Chichi
urlò un “No!” così
forte che il ragazzo, impaurito, rischiò di schiantarsi
contro i velivoli che
venivano nella sua direzione.
“Perché no?”
Chichi abbassò lo sguardo. “E dai, Goku, non
possiamo
diffondere la voce così... da un momento
all’altro... Un giorno siamo fratelli
e il giorno dopo stiamo insieme come una normale coppia felice? Non
credo che
gli altri capirebbero... ”
Goku dondolò la testa, non troppo convinto.
“Significa che
dobbiamo far finta di niente?! Cioè... dobbiamo nasconderci?”
“Sarà il nostro piccolo grande segreto!”
disse Chichi con un
sorriso appena accennato “Quando verrà il momento,
lo capiranno tutti!”
Goku annuì ricambiando quel suo dolce sguardo.
Si fermarono davanti alla scuola e scesero dal velivolo, per
poi ridurlo nuovamente a una capsula. Si avviarono in classe e fecero
per
entrare, ma Goku bloccò Chichi esattamente davanti alla
porta. Il ragazzo si
guardò intorno con aria furtiva, come per verificare che non
li stesse
guardando nessuno, poi poggiò le mani sulle spalla di Chichi
e...
“G-Goku... che diavolo...?”
“Dovrò aspettare cinque estenuanti ore,
quindi...”
Le labbra del ragazzo cercarono inaspettatamente quelle di
Chichi. Dapprima esitante, la ragazza si sciolse come neve al sole e
ricambiò
il bacio mettendo le braccia intorno al collo del moro. Fu un bacio
dolce e
delicato, reso ancora più allettante dal fatto che si
trovassero a scuola e che
chiunque avrebbe potuto coglierli in flagrante e spargere
immediatamente la
voce.
Si staccarono subito l’uno dall’altro, rivolgendosi
uno
sguardo complice. Poi, come se niente fosse, entrarono in classe e si
andarono
a sedere ognuno al proprio posto.
Le prime tre ore di scuola passarono piuttosto lentamente
per i due ragazzi, i quali non perdevano mai l’occasione per
rivolgersi
occhiate e sorrisi furtivi. Nell’ora di scienze, mentre gli
studenti svolgevano
il compito in classe e il prof Muten sfogliava alcune riviste poco serie, Goku strappò un foglio
dal
quaderno e ci scrisse qualcosa, poi ne fece un aereoplanino e infine lo
lanciò
verso Chichi.
“Son!”
Goku si voltò immediatamente verso l’insegnante
che lo
fissava con aria di rimprovero.
“Mi scusi, prof!” rispose tornando sul compito.
Il destino, però, volle che l’aereoplanino di
carta
giungesse sul banco di Bulma.
La ragazza lo afferrò e lo aprì, rimanendone
molto sorpresa.
E così i due, per colpa di un malinteso, cominciarono a
scambiarsi messaggi
destinati ad altre persone.
Goku: Mi manchi.
Bulma: Anche tu, ci
divertiremo questa sera!
Goku: Cosa faremo di
bello?
Quando lesse quel bigliettino, Bulma sorrise lievemente.
Vegeta sapeva come farsi desiderare!
Bulma: Ho comprato un
completino nuovo!
Goku: E questo cosa
centra?
Bulma: Scimmione ♥
ti amo!
Goku: Ti
amo anche io, però non mi hai ancora detto cosa faremo di
tanto
divertente queste sera.
Bulma corrugò la
fronte e rivolse
lo sguardo verso Vegeta, trovandolo intento a finire il compito.
Bulma: Non
fare lo stupido, mi sembri Goku! Ci manca solo che dici
“Urca!”
Goku: Urca, ma io sono
Goku!
La ragazza dai capelli azzurri, per poco, non cadde dalla
sedia.
Subito guardò in direzione di Goku e lo vide fissare Chichi,
seduta vicino a lei, con aria stralunata.
Capì immediatamente ciò che era successo e
rispose al
messaggio di Goku con un chiaro e diretto “Sono
Bulma!”
Quando Goku lesse la risposta, si diede una manata in faccia
e rivolse un sorriso di scuse alla ragazza che lo fissava completamente
allibita. Decise di mettere da parte i biglietti e di tornare sul suo
compito,
lo stesso fece la giovane Brief.
Intanto, Chichi si era accorta dei continui bigliettini che Bulma
e (Vegeta?) Vegeta si stavano scambiando. Così, presa da
un’ondata di
determinazione, fece anche lei un aereoplanino di carta e lo
lanciò verso Goku,
per poi ritornare con la testa sul compito e sperare vivamente di non
essere
scoperta.
La sfortuna volle che Goku credesse che quel bigliettino
fosse stato mandato da Bulma e indirizzato a Vegeta, così lo
passò al compagno
di banco.
“Tieni, te lo manda Bulma”
Vegeta inarcò un sopracciglio. Bulma non aveva mai fatto
niente del genere, loro preferivano scambiarsi messaggi tramite il
cellulare
nonostante fossero a scuola!
Incuriosito, aprì l’aereoplanino.
Chichi: Non vedo l’ora
che arrivi questa sera.
Vegeta sorrise in modo malizioso e afferrò subito la penna.
Vegeta: Anche io,
erano mesi che aspettavo.
Quando Chichi ottenne la risposta, ne rimase molto turbata.
Chichi: Cosa vuoi
dire?
Vegeta: Esattamente
quello che ho detto!
Chichi: Non capisco.
Vegeta: Smettila.
Chichi: Perché ti stai
arrabbiando? Non è da te.
Vegeta: Ma che diavolo
stai dicendo?
Chichi: Ci manca solo
che ora mi scrivi “Tsk” come
Vegeta!
Vegeta, non appena lesse quello strano messaggio, rivolse lo
sguardo verso Bulma e la trovò intenta a scrivere sul suo
compito.
Vegeta: Tsk, stupida
donna.
Chichi: Vegeta?!
Vegeta: Chichi?!
I due ragazzi in questione si fissarono l’un
l’altro nello
stesso momento e sgranarono gli occhi, comprendendo che c’era
stato un enorme
malinteso. Si scusarono a vicenda con un semplice sguardo e poi
tornarono sui
loro rispettivi compiti in classe.
Nell’esatto momento in cui la campanella annunciò
l’inizio
della ricreazione, Goku guardò Chichi e Chichi
guardò Goku. I due, come se si
fossero letti nel pensiero, raggiunsero l’uscita della classe
e percorsero
scale e corridoi fermandosi in un angolo appartato dietro la palestra.
Dai corridoi e dalle classi vicine proveniva un gran
baccano, ma per fortuna in quello spazio della scuola non andava mai
nessuno.
Erano soli.
Non appena voltarono l’angolo, Goku passò un
braccio intorno
alla vita della ragazza e la strinse forte a sé, restando a
fissare i suoi
occhi neri per qualche secondo. Ma Chichi non resistette alla
tentazione e
poggiò le sue labbra su quelle di Goku, che
ricambiò immediatamente il bacio e
aumentò la stretta con cui la teneva vicina a sé.
“E’ tutto così...”
sussurrò lei, prima che il ragazzo
catturasse nuovamente le sue labbra.
“...sbagliato?” chiese poi lui, facendo scivolare
una mano
sul fianco di lei.
“Non sbagliato, è solo che doverci baciare di
nascosto è
davvero emozionante!” disse lei con gli occhi che brillavano.
“Non avrei mai pensato che TU, un giorno, avresti
trasgredito alle regole della scuola per fare... questo...
con me!”
Chichi avvampò immediatamente e accennò un
sorriso
imbarazzato.
Poi si baciarono ancora per qualche minuto e, tra carezze e
sorrisi, trascorsero insieme tutta la ricreazione.
Dieci minuti dopo, i due ragazzi erano appena ritornati in
classe. Goku ne aveva approfittato per comprarsi un panino dato che,
durante
quegli ultimi minuti, era stato impegnato
in ben altro.
Ma non appena varcarono la soglia della porta, Goku e Chichi
si ritrovarono sommersi da un mare di rimproveri da parte di Vegeta e
Bulma.
“DOBBIAMO PARLARE!” esclamarono i due
contemporaneamente
vedendo Goku e Chichi di ritorno.
La ragazza si nascose dietro Goku il quale, con aria
imbarazzata, si grattava la testa e sorrideva.
“Di cosa, esattamente?”
Vegeta incrociò le braccia al petto con fare stizzito,
mentre Bulma mise le mani sui fianchi e fece qualche passo avanti.
“Voi. State. Insieme.” disse con tono
apparentemente calmo,
scandendo ogni singola parola.
I due ragazzi arrossirono.
“Beh... sì... però...”
tentò Goku, senza smettere di
grattarsi la testa con aria colpevole.
“MA CHE SCHIFO!” sbottò Vegeta con aria
disgustata “Va bene
che è carina, ma è pur sempre tua
sorella!”
Goku inarcò un sopracciglio e si fece serio.
“Questi commenti tieniteli per te! La mia Chichina non
è
carina, è bellissima!”
Vegeta serrò i pugni lungo i fianchi. “Che diavolo
c’entra,
ora, questo?!”
Chichi decise quindi di intromettersi.
“Abbiamo scoperto di non essere fratelli... Goku è
adottato.” disse come se si trattasse delle cosa
più naturale del mondo.
“Oh, allora questo cambia le cose...” rispose
Vegeta,
infilando le mani nelle tasche e andando via “Auguri e figli
maschi!”
Bulma, Goku e Chichi fissarono Vegeta con aria sbigottita.
“Davvero non siete realmente fratelli? Naturali,
intendo.” proruppe Bulma, confusa.
I due annuirono. Poi Chichi si strinse forte a Goku.
“Non è fantastico? Ora possiamo stare insieme
senza
problemi!” disse la ragazza baciando teneramente Goku.
Bulma sgranò gli occhi a quella scena.
Faceva un certo senso assistere ad un bacio tra due ragazzi
che si riteneva fossero fratelli fino a un giorno prima.
“Sono felice per voi” disse alla fine, sorridendo.
E i due sorrisero a loro volta.
“Bulma, ti chiedo solo di mantenere il segreto.”
continuò
Chichi, seria.
“Dillo anche a Vegeta” aggiunse Goku.
Bulma fece l’occhiolino ai due ragazzi.
“Il vostro segreto, con noi, è al
sicuro!”
I tre, però, non sapevano che un certo ragazzo dai capelli
neri e il viso costellato di cicatrici aveva udito tutta la
conversazione.
“Yamco, vieni si o no?!”
“Arrivo Crilin, arrivo. Ho importanti
novità!”
Bene, ecco che arrivano
gli altri problemi. Credevate che adesso Goku e Chichi potessero vivere
il loro amore in santa pace? Vi sbagliavate allora XD Ringrazio chi
continua a seguirmi e recensirmi, vi adoro ♥ fatemi sapere
cosa ne pensate del capitolo
A presto
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Capitolo 17 *** Couple's life ***
Couple’s life
La giornata passò in fretta e, come previsto, Juma
lasciò la
casa ai due ragazzi non appena si fece sera. “Io vado! Non
distruggete la casa
mentre io sono via, ok?” disse l’omone ridacchiando
tra sé e sé e sistemandosi
il colletto della camicia davanti allo specchio dell’ingresso.
“Certo papà! Ora vai o farai tardi!”
esclamò Goku con un
sorriso, stringendo forte la mano di Chichi che gli rivolse
un’occhiata
complice.
“E divertiti!” aggiunse la ragazza sventolando una
mano in
segno di saluto.
Juma sorrise e uscì di casa.
I due ragazzi rimasero a fissare la porta per alcuni secondi,
poi si guardarono e si sorrisero a vicenda. La tensione era evidente in
entrambi.
“Cosa vogliamo fare, noi?” chiese Chichi raggiante.
“Bah... io metterei volentieri qualcosa sotto i
denti!”
rispose Goku in tutta tranquillità massaggiandosi
l’insaziabile pancia con fare
infantile.
Da solare e divertita, l’espressione di Chichi si fece
delusa e arrabbiata.
La mora fissò Goku con un sopracciglio inarcato, la bocca
contratta in una smorfia e le mani salde sui fianchi. “Che
c’è?” chiese lui
sorpreso “Io ho fame!”
La vena sulla tempia di Chichi pulsava in maniera violenta e
per niente rassicurante.
“MA SE HAI MANGIATO SOLO DUE ORE FA!”
Goku indietreggiò di qualche passo, impaurito dalla reazione
di Chichi.
“E cosa posso farci se ho di nuovo fame?! Non credo che sia
colpa mia!” rispose muovendo freneticamente le mani come per
proteggersi
dall’imminente ramanzina della mora.
Invece Chichi abbandonò le braccia lungo i fianchi,
mostrando un’espressione affranta.
“E va bene...” concluse esasperata “Vado
a prepararti
qualcosa...”
Con passo lento e cadenzato si diresse in cucina, mentre
Goku la fissava pensieroso.
Forse aveva esagerato, forse l’aveva realmente delusa. Ma
lui non avrebbe resistito tutta la serata a
“digiuno”! Però Chichi sembrava
esserci rimasta davvero male...
Si affrettò a raggiungerla in cucina dove la
trovò già ai
fornelli.
Si muoveva da un lato all’altro della cucina canticchiando
un motivetto a lui sconosciuto, mentre i capelli e la gonna
svolazzavano ad
ogni singolo movimento.
Era davvero carina, pensò il ragazzo sorridendo apertamente.
Le si avvicinò senza fare rumore e le cinse la vita,
stringendola in un abbraccio.
“Vedrai, finirò tutto in un attimo e poi potremo
stare
insieme... io e te”
precisò
stampandole un bacio veloce sulla guancia. Chichi sorrise, sentendosi
improvvisamente avvampare, e poi si affrettò a preparare la
cena per Goku.
Il ragazzo si sedette a tavola, continuando a fissare Chichi
con occhi sognanti.
Non avrebbe mai immaginato di innamorarsi di colei che
riteneva fino a poco tempo prima sua sorella. Chichi era perfetta per
lui:
tutto il suo contrario, la sua parte complementare.
Era stata la prima ragazza di cui si era innamorato ed era
sicuro che fosse anche l’ultima, perché
nessun’altra sarebbe riuscita a fargli
battere il cuore e a farlo arrossire come invece ci riusciva Chichi con
un semplice
sguardo.
“C’è qualcosa che non va?”
disse lei fissando Goku con la
coda dell’occhio.
“...Come?” rispose lui, tornando con i piedi per
terra.
Chichi continuò a manovrare pentole e posate, senza voltare
minimamente lo sguardo verso il ragazzo. “E’ che mi
stai fissando in modo
strano...” ammise arrossendo lievemente.
Goku ridacchiò divertito e si appoggiò allo
schienale della
sedia, incrociando le braccia dietro la testa. “Stavo
pensando...”
Chichi accennò un lieve sorriso, sistemando una ciocca di
capelli dietro l’orecchio. Eppure non osava voltarsi verso di
lui, preferendo
sbrigarsi con la preparazione della cena.
“A cosa?” chiese incuriosita.
“A noi” rispose Goku “Sembriamo una
coppia sposata.”
Il volto di Chichi si illuminò a quelle parole.
Chissà se un
giorno lei e Goku si sarebbero sposati... Il solo pensiero le faceva
girare la
testa e arrossire con il cuore a mille.
“Perché?” si limitò a
chiedere mentre sistemava la cena di
Goku in un grande piatto ovale.
Ci furono alcuni attimi di silenzio. Gli unici rumori
udibili erano quello metallico delle pentole che urtavano contro la
superficie
della cucina e il ticchettio dell’orologio a pendolo che
segnava ormai le otto
di sera.
“Beh... tu che cucini... io che aspetto a tavola... noi due
soli in casa...” spiegò Goku sorridendo lievemente
“Proprio come una coppietta
felice”
Chichi prese i due piatti ricolmi di carne e insalata e poi
si sedette anche lei a tavola, esattamente di fronte al ragazzo.
Allungò il
piatto più grande verso di lui mentre lei
cominciò a mangiare dal piatto più
piccolo.
“Allora avevi fame anche tu!” esclamò
Goku sorpreso.
“In effetti...” ammise lei un po’
imbarazzata.
Goku sorrise e poi si immerse completamente in quel
bendiddio, divorando tutto in maniera poco educata ed esclamando vari
ed
eventuali “Urca che buono!”
Ogni tanto rivolgeva qualche occhiata in direzione di Chichi
e la ritrovava intenta a fissarlo. Anche
lei. Poi, contemporaneamente, arrossivano un po’
imbarazzati e abbassavano
lo sguardo, continuando a mangiare.
“Mancano i bambini” affermò Chichi ad un
certo punto.
Goku corrugò la fronte, confuso, e dimenticò per
un attimo
la sua coscia di pollo mezza ripulita dalla sua fame insaziabile.
“Che vuoi
dire?” le chiese incerto.
“Se ci fossero dei bambini a girare per casa, allora
sì che
sembreremmo una coppietta felice”
Goku per poco non si strozzò con l’acqua che stava
bevendo
fino a un momento prima.
Chichi si alzò da tavola e si precipitò da lui,
dandogli dei
colpetti sulla schiena.
“Tutto bene?!” chiese allarmata.
“Ehm... si... credo...” rispose lui, tossicchiando.
Non aveva mai pensato a come sarebbe stato, un giorno,
diventare padre.
In verità, prima di innamorarsi di Chichi, non aveva mai
pensato a niente che non fosse il cibo o gli allenamenti. Quella
ragazza gli
aveva letteralmente sconvolto la vita.
Lui padre? Non
sembrava una cosa tanto brutta, anzi forse gli sarebbe piaciuto
stringere tra
le braccia una di quelle creature così piccole e innocenti, un figlio. Ma questo solo
perché sarebbe
stato il simbolo dell’amore che c’era tra lui e
Chichi.
“Urca Chichina, allora facciamo un figlio!”
esclamò il
ragazzo con tono ingenuo.
Chichi sgranò gli occhi a quelle parole. Non si sarebbe mai
aspettata una richiesta del genere da parte del ragazzo più
ingenuo e infantile
sulla faccia della Terra! Inevitabilmente, ricordò quella
notte all’albergo
durante il viaggio d’istruzione... Quella notte ci erano
andati parecchio vicini!
“G-Goku... come ti v-vengono in mente q-queste
cose...?”
disse sentendo il viso in fiamme “I-io non credo di e-essere
pronta...
e-ecco...”
Goku inarcò le sopracciglia e si grattò la testa.
“Scusa...” disse sorridendo con fare infantile
“Ho parlato
senza riflettere, hai ragione eh eh!”
Chichi, sempre più confusa, cercava di nascondere il rossore
sulle sue guance e di fermare il cuore che batteva
all’impazzata, quasi volesse
uscirle dal petto.
“Però, secondo me, non sarebbe male avere un
figlio!
Accudirlo, lavarlo, dargli da mangiare, portarlo a fare delle
passeggiate,
iscriverlo a scuola...”
E mentre Goku volava con la fantasia, Chichi rischiava un
collasso da un momento all’altro.
C’era stato un malinteso!
Urca Chichina, allora
facciamo un figlio!
Quelle parole continuavano a ronzarle nella mente.
Credeva che, con quella frase, Goku le avesse implicitamente
chiesto di... beh, insomma... di oltrepassare quel limite che segnava
la loro
purezza! Arrossì a quel pensiero.
Invece no, il ragazzo si era semplicemente chiesto come
sarebbe stato diventare genitori e occuparsi di un bambino piccolo.
Urca Chichina, allora
facciamo un figlio!
Non c’era nemmeno un velo di malizia in quelle parole.
Chichi non sapeva se esserne felice oppure
sentirsi delusa, dal momento che immaginava la sua prima
volta proprio con Goku.
“G-Goku... per fare un figlio noi dovremmo... ehm...
”
Goku fissava la mora con sguardo perplesso. “Cosa?”
“Hai capito” disse lei abbassando lo sguardo,
visibilmente
imbarazzata.
“Invece no, spiegamelo Chichina!”
esclamò il ragazzo
poggiando i gomiti sul tavolo e trattenendo la testa con le mani. Aveva
proprio
l’aria di un bambino!
Chichi fece un respiro profondo.
“Goku, come si fanno i bambini?” chiese con tono
più calmo
possibile.
Il ragazzo corrugò la fronte, poi sgranò gli
occhi ed emise
un sonoro “Aaaaaah!” di stupore.
Entrambi arrossirono nello stesso momento.
“S-scusa” sussurrò Goku grattandosi la
nuca “Non avevo
pensato a quello e non volevo metterti in imbarazzo! E’ solo
che... forse...
avere un figlio potrebbe essere divertente!”
Chichi sorrise, ora che il malinteso era stato risolto.
Rimasero alcuni secondi in silenzio, intenti a terminare la
cena.
Ma la mente di entrambi non smetteva di ronzare attorno
all’argomento di poco prima.
“Davvero tu hai pensato...?”
“Già”
Goku sorrise e abbassò lo sguardo.
Chichi fece altrettanto, cominciando a giocherellare con una
ciocca di capelli.
“E vorresti...?”
“Goku!” lo interruppe Chichi, rossa in volto
“Che domande
fai?”
Goku ridacchiò per mascherare l’imbarazzo.
“Non hai risposto...” precisò fissando
Chichi in modo serio.
In realtà, il ragazzo non si era mai posto il problema della
sua prima volta. Vegeta gli aveva spiegato qualcosa a riguardo,
però non ci
aveva capito granché e nemmeno gli era mai interessato
comprendere. Ma ora che
era innamorato di Chichi... beh, un pensierino ce l’aveva
fatto! Arrossì.
“Io... si... cioè no!” si
affrettò a rispondere Chichi, con
le guance velate di imbarazzo e gli occhi lucidi. “Non
saprei... però...
però...”
Goku, vendendola in evidente imbarazzo, decise di cambiare
argomento. In fondo, non gliene importava poi così tanto...
Tutto ciò che
desiderava era sapere che Chichi lo amava quanto lui.
“Ho finito!” esclamò alzandosi da tavola.
Chichi, ancora scossa, abbozzò un sorriso e
cominciò a
sparecchiare.
“Che cosa facciamo ora?” chiese il ragazzo con tono
tranquillo.
Chichi non potè fare a meno di ripensare
all’ultimo
argomento di cui avevano parlato lei e Goku.
Scacciò via pensieri poco casti e non adatti ad una ragazza
come lei, poi si decise a rispondere.
“Io devo lavare i piatti!”
“E dopo?”
Chichi si chiese se Goku facesse apposta a metterla in
imbarazzo e a trasmetterle immagini poco serie di lui e lei, insieme. Scossa la testa, cercando di
concentrarsi sul discorso.
“Potremmo uscire!”
Goku sospirò. “No, uscire no. Preferisco restare a
casa.”
Chichi annuì. A lei andava bene qualunque cosa,
purché fosse
insieme a Goku.
“Quindi? Vediamo un film?”
Goku storse il naso. La tv non era mai stata il suo
passatempo preferito.
“E se stessimo semplicemente insieme, io e te?”
Chichi si irrigidì immediatamente, bloccandosi con il piatto
gocciolante a mezz’aria.
Ingoiò a vuoto e respirò a pieni polmoni per
placare la
tensione.
“A... fare cosa?”
Goku inarcò le sopracciglia e si portò una mano
ai capelli.
“Beh, cosa fanno le coppiette felici?” disse con
una vena di
sarcasmo.
Chichi, a quella domanda, mollò la presa e il piatto le
scivolò dalle mani, cadendo per terra e infrangendosi in
mille pezzi.
La ragazza, allarmata, si inginocchiò per terra e Goku le
corse incontro.
“Lascia fare a me, potresti tagliarti!” le disse
vedendola
raccogliere i pezzi di porcellana ad uno ad uno. Le sollevò
la testa per il
mento e puntò i propri occhi nei suoi. Brillavano.
“P-posso fare b-benissimo da s-sola...”
ribatté lei arrossendo
lievemente e spostando lo sguardo altrove per non dare a vedere il suo
imbarazzo.
Goku non la stette a sentire, prese la scopa e si affrettò a
raccogliere tutti i pezzi sotto lo sguardo stralunato di Chichi. Quando
ebbe
finito, aiutò la ragazza a mettere a posto.
“Non abbiamo ancora deciso cosa fare!”
esclamò il ragazzo
guardandosi intorno con aria pensierosa.
Chichi abbassò lo sguardo, giocherellando con qualche ciocca
di capelli.
Sarebbe successo davvero ciò che lei stava pensando? In
fondo erano entrambi maggiorenni, non ci sarebbe stato niente di
sbagliato! E
poi si amavano, era questo ciò che contava davvero.
Fece un respiro profondo e si avvicinò al ragazzo,
prendendolo per mano. Gliela strinse forte e gli sorrise un
po’ imbarazzata.
“Vieni con me” sussurrò al suo orecchio.
Goku fissò prima le loro mani intrecciate e poi il suo
sguardo languido.
Con lei, sarebbe andato in campo al mondo!
Ricambiò il sorriso e Chichi dedusse che accettava il suo
invito.
Percorsero, mano nella mano, l’intero corridoio fino a
raggiungere la stanza della ragazza.
Non appena vi entrarono, Chichi raggiunse la finestra e
rivolse lo sguardo verso il panorama che si oscurava. Goku la
seguì e la
abbracciò forte, poggiando il mento sulla sua spalla.
Chichi gli rivolse un sorriso dolcissimo, per poi stampargli
un bacio sulle labbra.
Anche Goku puntò lo sguardo in direzione della finestra.
“Che guardi?”
Lei sorrise.
“Goku, mi ami?” gli chiese, schietta.
Goku inarcò le sopracciglia, sorpreso.
“Certo che ti amo, Chichina! Che domande mi fai?!”
Chichi sorrise appena.
“Più del cibo e degli allenamenti?”
Goku ridacchiò divertito. “Sì,
più della mia stessa vita.”
Il cuore di Chichi presa a battere velocissimo.
“E non è solo una cotta passeggera?”
Goku scosse la testa. “Non è da me dire tutte
queste cose
ma... io ti amerò per tutta la vita!”
Chichi sentì un tuffo al cuore. Prese tra le mani il viso di
Goku e lo baciò con passione e sicurezza, sentendosi poco
dopo avvolgere dalle
braccia grandi e muscolose del ragazzo.
Si rivolsero uno sguardo complice e poi continuarono a
baciarsi, le mani di lui che si intrecciavano nei capelli di lei e le
mani di
lei che scivolavano lungo il collo di lui.
“Comunque ti amo anche io” disse lei tra un bacio e
l’altro,
ricordandosi di non avergli risposto.
Goku sorrise e la prese in braccio, avvicinandosi al letto e
facendola stendere su di esso.
Chichi mise le mani dietro la nuca del moro e lo attirò a
lei, facendo aderire ancora una volta le loro labbra. L’uno
cercava la bocca
dell’altro, mentre le loro mani si facevano più
sicure e i loro cuori tornavano
a battere regolari.
Goku si stese su di lei e le accarezzò il viso, sentendola
rabbrividire sotto il suo tocco.
“Urca, ti faccio uno strano effetto! Forse dovresti starmi
lontana...” disse il ragazzo ridacchiando divertito. Chichi,
di rimando, lo
baciò con trasporto.
“Nemmeno per idea!” affermò subito dopo.
Goku sorrise e poi continuarono a baciarsi. Ma il ragazzo
non osò sfiorarla nemmeno con un dito, sentendosi in colpa
per averla messa in
imbarazzo con il discorso sui bambini e tutto il resto.
E invece dovette ricredersi quando sentì che la mano di
Chichi si posava sulla sua e la trascinava lungo un fianco della
ragazza fino
ad arrivare alla scollatura della maglietta.
Goku ingoiò a vuoto, un po’ imbarazzato ma
soddisfatto
dell’esito di quella situazione.
“C-Chichi...” sussurrò appena, ma la
ragazza lo zittì con un
bacio e una carezza.
“Shhh non dire niente, Goku.”
Il moro allora la baciò di nuovo, mentre con le mani
esplorava quel corpo che amava e che ormai gli apparteneva. Chichi
insinuò le
mani nei capelli di lui, fino ad accarezzargli il collo e la nuca con
fare
protettivo. Quando sentì che Goku cominciava a baciarle il
collo, si fece
coraggio e infilò una mano sotto la maglia del ragazzo
accarezzandone i
pettorali ben definiti.
“Chichi, io non so bene come bisogna comportarsi in queste
situazioni... Però ti amo e, se tu vuoi farlo, allora lo
voglio anche io.”
disse con fare puramente infantile.
Chichi avvampò. Stava per succedere davvero?
In tutta risposta, si appropriò delle sue labbra e Goku la
strinse forte a sé, quasi volesse proteggerla e non
lasciarla più. Piano piano,
l’eccitazione crebbe in entrambi mentre i vestiti volavano
per terra e le
carezze si sostituivano a baci più roventi e passionali.
Erano lì, solo Goku e Chichi, insieme.
Nessun legame di parentela a separarli.
“Siamo nati per stare
insieme” disse Chichi baciando Goku
un’ultima volta prima che si
impossessasse della sua purezza. Il ragazzo annuì
sorridendo: era proprio vero.
E così, in quella notte di primavera, Goku e Chichi si
amarono
nel corpo e nello spirito come non avevano mai fatto in vita loro.
Travolti da un
amore appena sbocciato e destinato a maturare, invasi da sensazioni del
tutto nuove
e uniti da un legame indissolubile, coronarono entrambi la loro storia
d’amore e
aprirono le porte al loro futuro insieme.
Nessun ostacolo avrebbe potuto separarli.
Goku e Chichi, insieme per sempre.
Sono sempre in ritardo,
chiedo venia
ç.ç Mi ero prefissata di aggiornare una volta a
settimana, invece proprio non riesco a pubblicare
prima di 8-9 giorni XD
Spero che abbiate apprezzato il capitolo. Magari lasciatemi un
commentino ;)
Comunico che il prossimo capitolo sarà l'ultimo
:'D
A presto
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Capitolo 18 *** The neverending story ***
The neverending story
Goku e Chichi andavano a scuola, mano nella mano.
La notte appena trascorsa aveva segnato per sempre le loro
vite, ma soprattutto era la prova del loro amore: puro e impareggiabile.
“Urca Chichina, mi sono stancato di tenermi tutto dentro!
Voglio
che tutti sappiano che stiamo insieme!”
Chichi, rimasta allegra e spensierata fino a poco prima,
sbuffò sonoramente e lasciò la mano di Goku. Il
ragazzo la fissò deluso.
“Goku, ne abbiamo già parlato”
asserì incrociando le braccia
al petto e scuotendo la testa.
Il moro si grattò la nuca con fare imbarazzato.
“Uffa, io non ce la faccio più! Voglio
poterti baciare e abbracciare dove e
quando voglio... Invece devo stare sempre attento a chi mi sta intorno!
Non è
giusto...”
Gli occhi di Chichi si inumidirono a quelle parole.
In un gesto istintivo, la ragazza si strinse al braccio di
Goku e sfiorò le sue labbra in un bacio dolce e intriso
d’amore. “Solo un altro
po’ di tempo, e poi potremmo dire tutto a tutti!”
Sul volto di Goku si dipinse un tenero sorriso. Baciò a sua
volta la ragazza e poi continuarono insieme il tragitto verso la scuola.
Entrambi desideravano che la verità venisse a galla, ma
ognuno dei due aveva opinioni diverse: Goku non pensava alle
conseguenze,
mentre Chichi aveva paura che i suoi compagni avrebbero reagito male.
Ma si
trattava di una semplice questione di tempo, perché prima o
poi il loro segreto
sarebbe uscito allo scoperto.
I due ragazzi entrarono nell’enorme edificio della Orange
High School con un sorriso allegro dipinto sul volto, ma che si spense
tragicamente
mano a mano che proseguivano per i corridoi della scuola, fino a
raggiungere la
4^ A: tutti li guardavano in cagnesco, sembravano quasi infastiditi dal
loro
arrivo.
“Perché ci fissano tutti?”
sussurrò Goku all’orecchio della
mora.
Chichi, in tutta risposta, si strinse ancora di più al
ragazzo e si coprì il volto con un libro.
“La domanda è: perché ci fissano tutti
come se fossimo
fantasmi?”
Goku si squadrò dalla testa ai piedi e fece lo stesso con
Chichi, verificando che non c’era nulla che non andasse.
“Niente fantasmi” concluse con una risatina
infantile.
Chichi accennò un sorriso, poi si fece nuovamente seria.
“Su Chichina, non fare quella faccia! Che ci importa di come
ci fissano gli altri? Magari è solo una nostra
impressione!”
Chichi inarcò le sopracciglia, scettica, incrociando lo
sguardo di una coppietta che si avviava in classe. Ricevette
un’occhiataccia da
entrambi.
“Non è una nostra impressione, credimi”
rispose confusa “Ma
come hai detto tu: meglio non pensarci. Andiamo o faremo
tardi!”
Le cose non migliorarono quando Goku e Chichi entrarono in
classe.
Tutti, ad eccezione dei loro migliori amici, fissavano i due
ragazzi come se avessero combinato chissà cosa. Addirittura
Chichi udì, dalle
ultime file, qualcuno che diceva “Con che coraggio si
presentano a scuola?” oppure
“Mi dispiace solo per loro padre, non vorrei essere al suo
posto!”
La situazione rimase la stessa per le prime tre ore.
Ma alla ricreazione, Goku si decise a fare qualcosa: si
posizionò davanti alla cattedra, le braccia incrociate
dietro la testa e l’aria
tranquilla.
“Ehm-ehm” cominciò per attirare
l’attenzione.
Gli sembrava di essere tornato al primo giorno di scuola,
nel momento in cui era stato chiamato dal prof Muten per presentarsi
alla
classe, con la sola differenza che ora si sentiva molto più
maturo e sicuro di sé.
Tutto merito di una certa moretta con un bel caratterino.
“Ehi, mi ascoltate un attimo?!” urlò
quando vide che nessuno
aveva sentito.
Tutti i presenti si voltarono con aria incuriosita.
Goku sorrise soddisfatto e continuò il suo discorso.
“Mi spiegate perché è da questa mattina
che fissate me e
Chichi in modo strano?!”
Il silenzio calò nuovamente nell’aula.
Gli studenti continuavano a scambiarsi occhiate complici e a
sussurrarsi nell’orecchio, ma nessuno si decideva a dare una
risposta a Goku.
“Possibile che nessuno abbia il coraggio di farsi avanti? Che
pivelli...” esclamò Vegeta scuotendo la testa con
fare rassegnato. Ma le sue
parole scatenarono subito la reazione della classe.
“Dovreste essere tu e Chichi a darci delle
spiegazioni!” disse
Tensing con fare accigliato, appoggiato da Lunch.
“COSA?!” esclamò Chichi scattando in
piedi e serrando i
pugni lungo i fianchi.
“Non fate finta di niente! Le voci girano ed io sono il
primo a sentirle, dato il mio udito super sviluppato” disse
Junior con tono
fiero.
Chichi, confusa e furibonda, raggiunse Goku vicino alla
cattedra in modo da avere una buona visuale di tutta la classe.
“Si può sapere
di che diavolo state parlando?!”
Crilin si alzò in piedi, un po’ imbarazzato a
causa delle
battute che gli venivano rivolte riguardo la sua altezza, poi
parlò. “Credevo
che foste due bravi ragazzi... ma evidentemente mi sbagliavo.”
Goku e Chichi sgranarono gli occhi a quelle parole.
“Ci saremmo aspettati di tutto da voi, ma questo
proprio no” aggiunse C-18,
voltando la testa di lato con fare irritato.
I due ragazzi in questione continuavano a capirci sempre
meno.
“Basta!” esclamò infine Yamco
avvicinandosi a Goku e Chichi “Sapete
che è illegale?!”
Chichi sbatté le palpebre, confusa, e Goku
aggrottò la
fronte.
“Cosa è illegale?” chiesero
all’unisono.
“La vostra relazione. Dio, siete fratelli! Non vi fa
schifo?!”
Chichi si aggrappò alle spalle di Goku per non svenire e
Goku mise le mani sulla cattedra per non cadere e trasportare anche
Chichi.
“V-voi sapete t-tutto?” farfugliò la
ragazza con il cuore
che batteva forte e la vista annebbiata.
Yamco annuì, sollevando le spalle.
“Ciò significa che lo sa tutta la
scuola...” concluse Goku
dandosi una manata in faccia.
Un’altra ondata di silenzio avvolse l’intera
classe. I
minuti scorrevano veloci e interminabili.
Fu Yamco a rompere il ghiaccio.
“Sai Chichi, tu mi piacevi molto”
confessò davanti a tutta
la classe che lo fissava con occhi increduli “E credevo che
tu non ricambiassi perché
non ero il tuo tipo. Invece... invece mi hai rifiutato per metterti con
tuo... fratello! Ma ti rendi
conto?!”
Chichi sentiva che le lacrime cominciavano a pizzicare i
suoi occhi.
“Io... io... noi non...”
“Non siamo fratelli” terminò Goku
lievemente irritato dalle
parole di Yamco.
Il ragazzo dal viso pieno di cicatrici rimase a fissarli per
qualche secondo, boccheggiando.
“Che diavolo significa?!”
“Goku è stato adottato” rispose Chichi,
cercando di
riprendersi. “E non credo che sia illegale stare insieme, dal
momento che non
ci unisce nessun legame di parentela.”
Yamco ci rifletté un attimo, ancora scosso per la
rivelazione
appena ricevuta.
“Beh... questo non cambia affatto le cose! Siete comunque
fratelli
e non potete stare insieme!”
L’espressione di Goku cambiò radicalmente.
Il ragazzo afferrò Yamco per il colletto della maglia e lo
sollevò in aria.
“L-lasciami!” urlava dimenandosi.
“Senti un po’, tu non sei nessuno per dirci cosa
dobbiamo e
non dobbiamo fare!” esclamò Goku gettando il
malcapitato per terra. Yamco si
tastò il collo per verificare che fosse tutto a posto.
“Io amo Chichi e non la lascerei per nulla al mondo. E non
mi interessa se la nostra relazione è legale o illegale, lei
è mia e nessuno
potrà portarmela via! Forse l’ho amata fin dal
primo momento, ma purtroppo me
ne sono accorto solo ora, quindi voglio recuperare il tempo perso. E
non sarai
di certo tu, qualche altro oppure qualche stupida regola scritta a
farmi
cambiare idea. Chichi è la mia vita, la amo più
del cibo e degli allenamenti,
farei di tutto per lei e non mi interessa se mi guarderete male per
tutta la
vita. Io avrò l’amore e questo mi
basta!” disse con determinazione, fissando
uno per uno i suoi compagni di classe. “Urca che
faticaccia...” disse poi
annaspando con la gola secca.
Ne conseguì un imbarazzante e fastidioso silenzio.
Poi, come se si fossero letti nel pensiero, tutti gli
studenti della 4^ A scoppiarono in un clamoroso applauso. Goku
sgranò gli
occhi, arrossendo lievemente. Subito dopo, rivolse lo sguardo verso
Chichi che
lo fissava con gli occhi lucidi e il labbro tremante.
“Che cos...” non fece in tempo a terminare, che le
labbra
della ragazza avevano già catturato le sue.
“Ti amo anche io” disse lei, trattenendo le
lacrime.
Goku le accarezzò il viso e sorrise, abbracciandola forte.
Quel momento non lo avrebbero mai dimenticato: né Goku,
né Chichi,
né gli altri studenti, né...
“QUESTO SI’ CHE E’ VERO AMORE!”
esclamò Muten entrando in
classe. Piangeva come un bambino e si asciugava le lacrime con un
fazzolettino
di stoffa.
“Belle parole, figliolo. Complimenti!” disse il
vecchietto
dando una pacca sulla schiena di Goku.
Il moro sorrise grattandosi la testa, imbarazzato.
“Grazie, eh eh!”
“E
poi...” continuò
Muten squadrando Chichi dall’alto in basso “Capisco
a pieno la tua scelta:
Chichi è davvero una gran bella...”
Fortunatamente, il suono della campanella di fine
ricreazione coprì la voce di Muten.
...Qualche mese
dopo...
“Te l’ho già detto che sei
bellissima?”
Chichi arrossì lievemente e stampò un bacio sulle
labbra di
Goku.
Non le sembrava vero di aver compiuto già 18 anni e che
l’anno
scolastico fosse appena terminato.
Ora, lei e Goku si trovavano al ballo di fine anno.
“Si, me l’hai già detto. Però
sai com’è, è sempre bello
sentirselo ridire...” ammise la ragazza poggiando la testa
sul petto di Goku.
Dall’interno del locale, la musica da ballo non smetteva di
andare.
Goku e Chichi avevano preferito isolarsi fuori e passare un
po’ di tempo insieme, sotto il cielo puntinato di stelle. La
brezza soffiava
piano.
Il ragazzo si chinò su di lei, con fare per nulla malizioso.
Le accarezzò i capelli e la parte destra del viso, scendendo
con le dita fino
al mento. Poi avvicinò le proprie labbra alle sue e la
baciò con passione, sentendosi
avvolgere dalle braccia di lei.
“Chissà se potremo ancora comportarci
così quando avremo dei
figli...” disse Goku ridacchiando sotto lo sguardo confuso di
Chichi.
“Sei ancora dell’idea che diventare genitori
potrebbe essere
divertente?” chiese lei, ricordando il giorno della loro
prima volta.
Goku dondolò la testa. “Sono dell’idea
che sposarti potrebbe
essere magnifico” rispose con tranquillità.
“Sarà
magnifico” si corresse subito dopo, studiando
l’espressione
della ragazza.
Chichi sorrideva, con gli occhi lucidi.
“Cosa stai cercando di dirmi, Goku?”
Il moro si grattò la testa, imbarazzato.
“Beh... ecco... l’anello non ce l’ho,
però...”
Poi ci fu silenzio, mentre il vento soffiava un po’
più
forte.
“Vorresti diventare mia moglie, Chichina? Non ora che siamo
appena maggiorenni, ma quando tu avrai finito
l’università e io avrò aperto la
mia palestra di arti marziali.”
Chichi trattenne a stento le lacrime, aggrappandosi alle
spalle forti di Goku.
“G-Goku... io.... certo che voglio sposarti!”
esclamò abbracciandolo
con le lacrime agli occhi.
“E allora perché piangi?” chiese lui,
ingenuamente.
“Perché ti amo e sono felice, stupido!”
disse lei
baciandolo.
Fu così che crebbe la loro storia d’amore, la storia infinita.
...20
anni dopo...
“...e
poi ci siamo sposati e siete nati voi!” concluse Chichi
sorridendo ad un Goku in miniatura.
Il piccolo Goten sbuffò sonoramente.
“E’ già finita?!” chiese
scettico.
“No che non è finita!”
La donna e il bambino si voltarono, udendo quella voce calda
e familiare.
“Papàààà sei
tornato!” esclamò Goten salendo in braccio al
padre. “Raccontami la fine della storia, raccontamela
papà!”
Goku sorrise e rivolse un’occhiata a Chichi.
“Non c’è una fine. La nostra storia
continua all’infinito.”
Goten corrugò la fronte, perplesso.
“Cosa significa?”
“Capirai quando sarai più grande.”
Il bambino annuì poco convinto.
In quel momento, entrò nella stanza anche Gohan.
“Io vado a cena con Videl, ci vediamo questa sera!”
disse
svignandosela.
Goten guardò i genitori.
“Anche lui comincerà una storia infinita con
Videl?”
Goku e Chichi si guardarono, annuendo con un sorriso.
“Probabilmente anche loro” dissero per poi
scambiarsi un
dolce bacio a fior di labbra.
Nati per stare insieme,
pensò Gohan intravedendo dal giardino sua madre e
suo padre che si baciavano
dietro la finestra. Sorrise e si affrettò a raggiungere
colei che sarebbe
diventata parte della sua storia
infinita.
The
end :')
Sì, è proprio finita. Ma non la storia dell'amore
tra Goku e Chichi, quella dura in eterno U.U
Ringrazio chi ha seguito e recensito sempre, è stato un
piacere scrivere e leggere i vostri commenti ^^ Grazie davvero, vi
adoro <3
Alla prossima storia
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