Always Lily and James.

di Erika Grace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Part One. ***
Capitolo 2: *** Final Part. ***



Capitolo 1
*** Part One. ***


Ricordo ancora la prima volta che seppi cos’ero.
Ero spaventata, ma anche incuriosita. Era una cosa nuova, ma fantastica. All’inizio mi pareva impossibile, ma era tutto vero. Ed era bellissimo. Io ero una STREGA.
 
Severus Piton.
Lui mi fece conoscere questo mondo. E’ lui che mi disse chi ero, è lui che mi aiutò  gestire la cosa e mi diede informazioni su questo nuovo mondo. Divenne presto il  mio migliore amico. Ma c’era una cosa di cui non eravamo molto d’accordo.  Lui… dava meno importanza ai ‘babbani’ di quanta gliene dessi io. I miei genitori (babbani) furono felicissimi di avere una figlia ‘speciale’ come me. Però mia sorella, Petunia, dopo che seppe che io ero una strega smise di rivolgermi la parola, e mi disprezzò come se fossi una matta da manicomio. Cercavo di dirle ad ogni modo che ero sempre la sua sorellina, ma lei mi guardava sempre con occhi diversi. Sembrava che mi odiasse. Lo so, avrei potuto arrabbiarmi e trasformarla in un piccolo castoro, ma io le volevo bene. Era mia sorella, la mia famiglia.
 
Sev mi raccontò di una certa scuola, Hogwarts, che divideva gli studenti in quattro case,  con materie tipo ‘Incantesimi’ ‘Difesa Contro Le Arti Oscure’  ‘Trasfigurazione’ ‘Pozioni’ ‘Erbanologia’ e continuò per un bel po’. Sembrava una scuola meravigliosa. O almeno così me la descriveva Sev. Lui la considerava una specie di ‘casa’. Gli si illuminavano gli occhi solo a nominare il nome della scuola. Aveva enormi aspettative.  E, ovviamente, anche io.
 
-1
Mancava un giorno al nostro attesissimo Primo Giorno di Scuola.
Eravamo eccitatissimi. Mi chiesi se mi sarei fatta degli amici, se fossi l’unica persona con genitori babbani, e in quale casa sarei finita. Lo avrei scoperto nel giorno seguente.
 
“Forza cara, siamo in ritardo” Mi disse mio padre.
Figuriamoci, lui era un avvocato,  solo 2 secondi di ritardo per lui erano un’enormità.
Comunque. Tralasciando il fatto che ho dovuto attraversare, nel senso di oltrepassare (Sì, davvero!) un muro, il treno sembrava normale. O come dice Sev ‘totalmente babbano’.  Salutai mamma e papà e cercai di salutare Petunia che non si prese nemmeno la briga di voltarsi a guardarmi. Vabbè, ormai c’ero abituata.
E non volevo rovinarmi il viaggio per lei.
“Ehi, Sev.”  Lo salutai.
“Ehi Lily, Allora sei pronta?”
“Sì. Non vedo l’ora.”
Ed entrammo insieme sul treno.
 
 
C’erano molte cabine, ma presi la prima che avevo davanti e mi ci infilai dentro.
Si unirono altri due ragazzi. Sirius e James. E insieme a loro ci mettemmo a parlare delle case di Hogwarts.
“Serpeverde è la migliore. Non vedo nessuna casa capace di competere con lei.” Disse Severus.
“Scherzi? Lì si dice che sono passati tutti i maghi oscuri, e poi Grifondoro è mille volte meglio!” disse il tizio, che mi pare se chiamasse James. Sembrava leggermente arrogante e forse era meglio starci alla larga. Indossava occhiali, ed era magro, alto come me e con i capelli arruffati scuri.
“Tutta la mia famiglia è andata nei Serpeverde. Forse io finirò la tradizione.” Disse Sirius. Era un bel ragazzo, alto magro, moro e con occhi scuri. E sembrava aver fin da subito essere entrato in simpatia con James. Non so perché, ma per quei due prevedevo sarebbe nata una gran bella amicizia. Ma Sev e io non credo avessimo fatto amicizia con loro due. ANZI. Diciamo che divenne l’hobby di James e Sirius, già dal primo giorno di scuola, di sfottere Sev, e questo mi irritò parecchio che evitai in ogni modo di ritrovarmeli davanti.
 
 
 
“Che lo Smistamento abbia inizio!”
Sentii un sacco di nomi, un certo Frank Longbottom, Remus Lupin, Peter Minus, James Potter, Sirius Black… E poi arrivò Piton. Il mio amico Severus.
Fui felice per lui. Andò nei Serpeverde. Poi chiamarono “Lily Evans.”
Ero un po’ spaventata. Non per il fatto che un cappello mi avrebbe letto il cervello, ma più per tutti quegli sguardi puntati addosso. Odiavo essere al centro dell’attenzione. Comunque il Cappello Parlante non riflettè molto sul mio conto.  Credo di aver capito che fin da subito aveva escluso la via dei Serperverde, ma infine disse “GRIFONDORO!” Mi scappò un sorriso. Non era la stessa casa di Sev e mi dispiaceva, ma tutta quella gente che mi sorrideva e applaudiva…Sembrava proprio una bella grande famiglia. E fui felice di farne parte.
 
 
Sarebbe stato bello dirvi che io e Severus continuavamo a parlarci tranquilli e come sempre, ma qualcosa tra di noi stava andando storto. Eravamo spesso in disaccordo e lui sembrava ad avere una visione del mondo diversa dalla mia. Ormai l’unica cosa in cui eravamo veramente d’accordo era che James e Sirius erano due stupidi. Solo su questo. E mi dava sui nervi. Quindi incominciai ad avere anche altri amici soprattutto nella mia casa e vidi che erano molto più simili a me, di quanto lo fossimo io e Sev. Ma nonostante questo, lui era mia amico. E non lo sostituivo con nessuno. Neanche morta.
 
 
I primi 5 anni passarono veloci, che nemmeno me ne accorsi.
Ormai avevo 15 anni, eppure mi sembrava ieri quando feci  il primo passo in questa scuola.  Capii che le miei aspettative erano state raggiunte, anzi direi, superate. Ero nel parco sotto un pino, con le mie amiche a chiacchierare.
“Frank mi sta proprio simpatico” Disse Lisa.
“E andiamo, Lisa. Simpatico non ti sembra un po’ poco? Si vede benissimo che vi piacete” le dissi io.
“Dici?” mi rispose lei, arrossendo.
“Dico.”
“Non trovate che Sirius sia veramente bello?” chiese all’improvviso Rachel.
Un paio di ragazze vicino a noi annuirono e ridacchiarono.
“Oh sì. Puoi dirlo forte.” Rispose Katherine.
“Sarà, ma è prepotente e antipatico. Come i suoi amici.” Risposi io leggermente seccata.
“Puoi dire tutto tranne che quei quattro sono antipatici” mi ammonì Lisa.
“Ne combinano di tutti i colori! Soprattutto Sirius e James! Quei due sono inarrestabili!” aggiunse Katherine.
“A proposito, è questo sabato la partita contro i Serpeverde, giusto? Bene, James dev’essere in gran forma.” Disse all’improvviso Rachel.
“Già. Ma non dobbiamo preoccuparci. Se James riesce a fare qualcosa senza combinare casini, quel qualcosa è giocare a Quidditch.” Continuò Katherine.
“E’ così bravo?” chiesi io, un poco incuriosita.
“Sì. Un ottimo cercatore.” Mi disse Lisa.
La conversazione finì, quando Severus Piton attraversò il prato e passò davanti a Potter, Black, Lupin e Minus.
 
 
“Guarda chi si vede, Mocciosus!” dissero i quattro dell’ave Maria.
Ok. La scena fu più o meno così: James prese la bacchetta, la alzò, e fece volare in aria Sev prendendolo dalle mutande. Questo era troppo.
“Ma che ti salta in mente, Potter?” gli chiesi.
“Niente, Evans. Mi diverto un po’.”
“Ti diverti a infastidire la gente?! METTILO GIU’ ”
“Solo se esci con me.”
“Che diamine stai dicendo?”
“Hai capito”
“Io non uscirei con te nemmeno se mi dessero 1OOO galeoni!”
“Allora Mocciosus sta su”
“Sei un verme! Mettilo SUBITO giù!”
Sembrava che il mio ultimo commento lo avesse turbato.
“Ok. Bè Mocciusus complimenti. Ti sei fatto salvare da una ragazza. Sei proprio un macho.”
“No. Nessuno mi ha aiutato menchè meno questa Mezzosangue!”
Silenzio.
Vidi James pronto a prenderlo a pugni, ma aveva già fatto abbastanza. 
Avrei voluto urlargli, però mi veniva solamente ribrezzo a guardarlo. Ecco cos’ero per lui. Una Mezzosangue. Non la sua migliore amica, una sporca, lurida Mezzosangue.
“Lily, non volevo scusa…”
“Sì che volevi. Sei proprio uguale a tutti quelli nella tua casa!”
“No, mi dispiace…davvero…perdonami…”
“Come hai potuto Sev? Sei il mio migliore amico. Eppure mi chiami così. E’ orribile.”
“Lily, ti prego…Scusami…”
“No. Sev. Ora vado. Ciao.”
 
 
Sarebbe bello dire che i giorni seguenti io e Sev avessimo fatto pace. Ma non fu così. Anzi andò sempre peggio. Lui sembrava diventato oscuro e quando una volta ci parlai si mise a blaterale di cose che mi fecero solo più infuriare. La nostra amicizia era…Finita.
“Evans, ascolta…Mi dispiace. Per Moccios…Per il tuo amico.” Mi disse un giorno James quando stavo camminando per i corridoi da sola.
“Non è colpa tua. E’ lui che è cambiato.”  Non so perché, ma mi piaceva il fatto che si stava scusando.
“Già. I Serpeverde si stanno tutti ….peggiorando.”
“Come mai?”
“Boh. Alcuni si fanno chiamare ‘Mangiamorte’ e parlano di un certo Lord qualcosa... Ma la cosa non mi piace per niente.” Sembrava un po’ preoccupato. “Sono fissati con i ‘Purosangue’ e odiano i babbani.” Continuò.
“La famiglia di Sirius a quanto mi racconta, è così. Lui è scappato di casa per quel motivo. E ora lo ospito io in casa. E’ bello. E’ come un fratello per me.”
“Oddio. Mi.. dispiace.” Mi sentii improvvisamente in colpa. Li avevo sempre trattati male, ma in fondo, erano loro i buoni. Certo, erano arroganti spesso, ma divertenti. E i ‘malandrini’ erano l’amicizia in persona. E li stimavo per questo. Solo in quel momento me ne resi conto.
“Tranquilla. Il mondo è così. Per scegliere di andare dalla parte giusta si può sacrificare cose molto importanti. Come la famiglia. O come nel caso non-di-Mocciosus l’amicizia. Quella con te.”
Sospirai. Evidentemente per Severus era più importante la parte sbagliata del mondo invece che la mia amicizia.
“Incredibile, Evans. Abbiamo parlato per più di 5 Minuti e tu non mi hai ancora detto su. Devo approfittarne.” Mi lasciai uscire un sorriso.
“Approfittarne?”
“Sì. Ti va di venirmi a vedere alla partita di Quidditch oggi? E magari dopo facciamo un giro.”
In circostanze diverse avrei  detto di no. Ma almeno una chance dovevo dargliela, no?
“Ok, Potter.”
“Aspetta…Hai detto davvero ‘Ok, Potter?’ ”
“Sì, ma non farmene pentire. Ci vediamo questo pomeriggio. Ciao”
E, (non so per quale motivo) gli diedi un bacio sulla guancia e me ne andai.
Ero leggermente eccitata, lo ammetto.
Mi sentivo strana solo a pensarci. Io e Potter. No, era impossibile. Però quando ci penso, non riesco a non sorridere. Lisa, se ne era accorta e diceva che a me piacesse molto. Cosa ce io negavo constantemente. Anche Lisa veniva alla partita, bè tecnicamente ci veniva tutta la scuola.
La partita stava per cominciare e incrociai subito lo sguardo di Potter. Che mi sorrise, e io spontaneamente lo ricambiai. Mi si avvicinò e mi chiese:
“Il bacio Buona-Fortuna, Evans?”
“Sogna e Spera, Potter.” Risposi io ridendo.
Mi sorrise e se ne andò a prepararsi. Sev era a vedere la partita e incrociai pure il suo sguardo. Sembrava scocciato. Se ero sicura di una cosa, era che lui non  avrebbe mai approvato una mia possibile relazione con Potter. Mi sedetti vicino a Sirius e a Lisa.
“Evans! Che sorpresa! Non mi dire che ti sei decisa  a dare una possibilità a James!?”
“Sono solo venuta a vederlo, Black.” Rise e io feci lo stesso.
La partita cominciò.
 
 
Lo ammetto. James era piuttosto bravo. Un campione.
Grifondoro doveva vincere. Una sconfitta contro i Serpeverde non la avrei digerita.
E così, per un motivo o l’altro mi trovai a urlare “Dai James!” “Ci sei quasi!” Sirius rideva tutto il tempo, sfotteva continuamente i Serpeverde dicendo cavolate del tipo “ Siete efficaci come lo shampoo di Mocciosus!” “Continuate così  e diventate lo zimbello di tutta Hogwarts!” “Andate benissimo, Mangia-Polvere!” e io istintivamente ridevo. Mancava poco alla fine e erano pari. James doveva prendere il boccino ORA. Passò vicino a me e io gli gridai “Niente vittoria, Niente bacio di congratulazioni” Lui si distrae un secondo e un Bolide lo colpì. Caspita. Era colpa mia. Il cercatore dei Serpeverde prese il boccino, e vinse la partita.
 
 
James era in infermeria per una brutta botta in testa. Entrai.
“Scusami. Non volevo distrarti.”
Mi guardò, ma tacque. Mi sentivo in colpa. E dispiaciuta. Allora mi avvicinai. Lo accarezzai, e lo guardai negli occhi.
“Evans…che cosa…”
Gli misi un dito sulle labbra. “Bè, esiste comunque il Bacio di consolazione, no?”
E lo baciai.
 
 
Sev e io non ci parlavamo da mesi.
Mentre io e James non passavano minuti senza che non ci baciavamo, parlavamo o scherzavamo. Ormai il mio tempo lo passavo con i malandrini. Scoprii molte cose. Cose che giurai di non dire a nessuno. Tipo che il mio ragazzo si poteva trasformare in cervo, Sirius in un cane, Peter in un topo, e… Remus…Bè lui era un lupo mannaro. La storia era un po’ diversa.  Più stavo con loro più gli invidiavo. La loro amicizia era qualcosa di unico. Sarebbero morti piuttosto di tradirsi a vicenda.
“Lily! Ciao.”
“Ehi, Remus! Come stai?”
“Come sempre, te?” ‘il suo ‘come sempre’ era come dire ‘da schifo, grazie’ .
“Bene, dai.  A parte il fatto che la scuola sta per finire.”
“Non vuoi tornare a casa?”
“Non ci tengo molto, onestamente.”
“A chi lo dici.”
“Remus…Tutto bene?”
Mi guardò, e sembrava distrutto.
“Niente, solo che odio essere me.”
Capivo cosa diceva. E mi faceva una pena incredibile. Perciò lo abbracciai.
“Andrà tutto bene. Fidati di me. Arriverà un giorno, in cui farai qualcosa di bellissimo, e ti amerai per averlo fatto. Incontrerai  la persona giusta e la tua vita sarà fantastica. E i tuoi amici saranno affianco a te. Sempre. In un modo o nell’altro.”
Ne ero convinta. “E in caso, non lo avessi capito, anchio sono tua amica. E ci sarò sempre se hai bisogno.”
Sorrise. Felice. “Grazie Lily. Davvero.”
 
 
Io e Remus ci avviammo nella casa grande.
Era il momento del discorso del preside. E di salutarci. James mi aspettava. Mi vide e mi baciò.
“Evans, tu in orario non ci sei mai, è?”
Sì, aveva ragione. Dovevamo incontrarci qui mezz’oretta fa.
“Scusa” e ricambiai il bacio.
Remus sorrise e disse “La coppietta dell’anno.”
James gli diede un pugno scherzando e gli disse “La coppietta del secolo.”  Caspita, quanto mi piaceva.
 
 
Bene, abbracciai  Peter  e gli dissi “Mi mancherai, topino”
Poi Remus, “All’anno prossimo, e ricorda ciò che ti ho detto.”
Dopo Sirius “Ciao, Felpato. Stammi bene.” E lui (come sempre,) rispose “Contaci. E tu cerca di non sentire troppo la mia mancanza” e rise.
E infine James. Ma prima che potessi dire qualcosa, Severus ci passò davanti. Ci guardammo. E capii che non volevo perderlo. Tenevo a lui, e sempre sarebbe stato così. Era il mio migliore amico, e ora aveva bisogno di me. Guardai James, che annuii cupo. Wow. Se mi dava l’approvazione per tornare ad essere amica con ‘Mocciousus’ mi doveva proprio amare.
“Ti amo, James.”
“Aspetta, non mi avrai mica chiamato per nome, vero?”
Risi e lo baciai. “Anche io, Lily. Ci vediamo presto. Promesso.”
 
 
“Severus, aspetta!”
Si girò e vidi quanto era triste. “Non ti lascerò. Siamo amici, ricordi?”
“No, Lily. Non lo siamo più.”
“Come puoi dire una cosa del genere? Io ti voglio ancora bene, Sev”
Mi guardò e vidi quanto i suoi occhi fossero vuoti e…malvagi.
“Mi dispiace. Ma deve succedere.”
“Succedere cosa?”
“Lily…”
“Tengo troppo a te per perderti.”
“Non hai la minima idea di quanto tu significhi per me. Ma ormai è troppo tardi. Ci sono dentro.”
E se ne andò. Spezzandomi il cuore. Il mio amico Sev non c’era più.
 
 
---> TO BE CONTINUED

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Capitolo 2
*** Final Part. ***


Non vidi Severus tutta l’estate, ma in compenso scrivevo un sacco di lettere a James.
Tornai a scuola, e quegli ultimi due anni che mi rimanevano a Hogwarts li passai magnificamente.
Silente però sembrava preoccupato. Alla fine, all’ultimo anno tutti sembravano… terrorizzati. E il terrore aumentò. Sempre di più. La scuola finì, io e James andammo ad abitare insieme, ci sposammo e rimasi incinta. Eravamo felicissimi. Però il mio bambino non poteva crescere in un momento peggiore. Sapete quelle cavolate sulla purezza del sangue, o l’odio contro i babbani, o la massima devozione a un certo Lord ? Ebbene, il Lord di cui parliamo è Lord Voldemort. Il mago Oscuro peggiore di tutti i tempi, uccise molte persone, salì al potere e spaventò talmente tanto il mondo che tutti non lo nominavo neanche. E i suoi più fedeli servitore erano i mangia-morte. Il che significa, che Severus era veramente dalla parte cattiva. E io non ho fatto niente per impedirlo. James mi vide preoccupata, allora mi ci si avvicinò e mi accarezzò.
“Lily, vedrai che tutto si risolverà.”
“Non ne sono così sicura…Non ne sono così sicura…io sono pure una mezzosangue e Severus è dalla parte di Tu-Sai-Chi…”
“Harry.”
“Harry?”
“Il nome per il bambino.”
Era  da tantissimo tempo che cercavamo un nome. E in quel momento a James era venuto. Harry. Era perfetto. E solo il suo nome, riuscii a calmarmi.
“E’ perfetto.”
Mi sorrise e andò in cucina.
 
 
Era il nono mese. Tra un po’ Harry sarebbe nato, tecnicamente mancavano 3 settimane per i medici, ma io sentivo che sarebbe nato un po’ prima. An sì, dimenticavo di dirvi che contro Lord Voldemort è stata creata un gruppo. L’Ordine della Fenice. Dove ne facevano parte i malandrini, io, alcuni miei ex-compagni di scuola e moltissimi altri. Tutti quelli che avevano il coraggio di opporsi. E combattere.
Sentii bussare.
“Toc, Toc. Felpato in arrivo”
James era vicino a me a leggere il Profeta quando nel suo volto comparve un enorme sorriso.
Sirius , a sorpresa, ci venne a trovare. Era da più di un mese che non ci vedevamo. Gli aprimmo alla porta e si piombò in casa.
“Mi sei mancato, Ramoso.”
“Lo dici a me?” E si abbracciarono. Sì, quei due erano praticamente fratelli. La presenza dell’altro dava un allegria innata all’altro. Sempre se ha senso. Abbracciai anchio Sirius e sedemmo tutti e tre in salotto.
“Con voi posso essere sincero. Il mondo sta impazzendo.” Ci disse Sirius rendendoci di buono umore subito.
“Voglio combattere con voi. Rischiate la vita là fuori, e io sono qui in casa a…”
“A prenderti cura di tua moglie incinta, sì.” Disse Sirius interrompendo James.
James guardò per terra un minuto e poi mi prese la mano.
“Scusami. Mi dispiace, io…”
“Ehi. Lo so. E’ un brutto momento, ma passerà.”
Mi baciò, e per un secondo mi sembrava di essere ancora a Hogwarts felice e spensierata. Poi mi svegliai dal bel sogno.
“James, c’è dell’altro. Non ci si rivedrà molto spesso. E voi non siete al sicuro. Credo…Credo che Voldemort vi stia cercando.”
Se c’era una cosa di Sirius che ammiravo da sempre era che aveva un bel fegato. Diceva il nome di Voldemort spontaneamente senza pensarci. Era il suo modo di andarci contro. E dava del coraggio anche a me.  Comunque, dopo un po’ realizzai veramente ciò che aveva detto per intero. Eravamo in pericolo. E Harry lo era con noi.
 
Ok, non chiedetemi i particolari.
Un attimo prima parlavamo di un trasferimento, e un attimo dopo c’è del bagnato intorno a me.
Sirius e James non sembravano essersene accorti, perciò cercai gentilmente di avvisarli.
“Ehm…Non vorrei disturbarvi, ma…”
“Un attimo Lily, stiamo guardando il posto migliore dove nascondervi” mi interruppe Sirius.
“Sì, ma ora…”
“A sud? No forse è meglio a Nord…” continuò James.
“Sentite…c’è…”
“Si, hai ragione al Nord è perfetto.” Disse Sirius…
“SCUSATEMI, MA MIO FIGLIO STA NASCENDO!!!”
 
 
Ok. Dovevate beccarvi la loro faccia. Subito si agitarono, chiamarono medici, mi dicevano stai calma, bla, bla, bla mentre erano loro quelli agitati. Mi portarono in una casa a Godric’s Hollow. Era il nostro nascondiglio per Voldemort, era spaziosa, grande, carina. Non sembrava un nascondiglio. Anzi la preferivo a quella attuale. Lì era dove sarebbe nato mio figlio. Non ci sarebbe mai stato un posto migliore di quello. Entrammo, lì c’era una medico ad aspettarmi e dopo chissà quanti millenni di urli, sforzi (e svenimenti di James) Harry nacque. James lo prese subito in braccio, e gli vidi per la prima volta in vita mia delle lacrime scendere dai suoi occhi. Lacrime di felicità. Mi passò Harry, e sentii il suo cuore battere. Le lacrime scesero anche a me inevitabilmente, e abbracciai il mio piccolo bambino sentendo il suo respiro, i suoi movimenti, i suoi versi… Ero felice. Non lo sono mai stata così tanto. James mi strinse la mano, e mi baciò dolcemente. E capii che avremo fatto di tutto per proteggere nostro figlio. E quando dico ‘di tutto’ intendo dire proprio TUTTO.
 
 
Uscimmo dalla stanza, e quando vidi Sirius non potè che scapparmi una risata. Era viola in faccia. Preoccupato, Felice, Incuriosito, Spaventato, non capivo il suo stato d’animo. Però appena ci vide tirò un sospiro. “Non avete idea di quanto sia stata stressante questa attesa! Ho chiesto notizie di Harry a tutti quei stupidi tipi con il berretto verde opaco! Allora come sta? E tu Lily? Una volta ti ho sentita urlare… Oddio, mi hai spaventato. E tu James! In queste tremila ore potevi uscire un secondo e dirmi com’era la situazione o…”
“Vogliamo che tu sia il padrino.” Lo zittì James.
Sirius ci guardò. Poi guardò verso la stanza in cui c’era Harry, poi guardò di nuovo noi. Ok, mi faceva paura. “E lo chiedete? Non sapete quanto felice sono! Grazie!!!” Oddio. Potete non crederci, e so che non lo farete, ma vidi una piccola goccia scendere nella guancia di Sirius Black.
“Amico, non starai mica piangendo, vero?” chiese James.
“No, no. Figurati! E’ solo che mentre voi eravate dentro là, ho mangiato tutto quello che c’era in cucina. Comprese le cipolle.”
“Ma a te non piacciono le cipolle!”  osservai io.
“Lo so. Ma ero troppo stressato, che non guardavo cosa mangiavo.”
Ridemmo. Ma di gusto. Sembravano svaniti i problemi. Niente preoccupazioni. Solo…Harry.
 
 
Erano passati un paio di giorni, e Sirius ignorava tutte le chiamate dagli altri per stare con noi..cioè con Harry. Non lo avevo mai visto così. Sembrava essersi dimenticato che Harry ha dei genitori, ma lo lasciammo stare. Tanto presto sarebbe andato in giro con l’Ordine. Voldemort era sempre più forte. “Hai fame Harry? Hai sonno Harry? Hai sete Harry?  Vuoi giocare Harry? …” e la parte bella è che si divertiva anche a giocare con i piccoli giochetti per bambini. Sembrava essere tornato bambino. Io e James intanto eravamo sul divano a guardarli. “Sai, potremmo prendere in considerazione l’adozione per Sirius. Sembra andare d’accordo con Harry, ed è un bambino così carino…” scherzò James. Io risi e mi accovacciai sulle sue gambe. Avrei voluto fermare il tempo. Io, James, Harry e il piccolo Sirius.
Quando Sirius si decise a farmi tenere per più di 5 secondi mio figlio, si addormentò subito sulle mie braccia. Si era divertito tanto con il suo padrino che dopo nemmeno un minuto è crollato. Gli diedi il bacio della buonanotte, lo posai sul suo letto, e tornai in salotto. Ma capii che c’era qualcosa di strano.
“Devo andare.” Disse Sirius.
“Dove? Ora? Subito?” chiesi io.
“Sì, Lily. Mi dispiace. Ma l’Ordine ha bisogno di me. Due persone stanotte sono state torturate , me lo ha detto Remus poco fa.”
“Chi?” chiesi preoccupata io.
“I signori Longbottom.” Rispose cupo Sirius.
“O mio dio.”
James mi abbracciò, ma sapevo che Frank era suo amico e che quindi lui era triste tanto quanto me.
“Mi dispiace, amore…” cercai di consolarlo.
“Anche a me.”
Ci fu un attimo di silenzio per i nostri amici, ma poi James riprese a parlare.
“Ascolate, so che ne abbiamo già parlato…Ma per la storia del Custode Segreto…Non voglio che sia tu, Sirius.”
 
 
Se c’era una cosa che sapevo era che James riponeva la sua massima fiducia in Sirius, perciò ci dev’essere una altra motivazione alla sua scelta. Ed avevo ragione.
“No, non pensare male. Lo sai che mi fido di te. Affiderei la mia vita, e perfino quella di mio figlio a te, ma è troppo scontato. Tu-Sai-Chi verrebbe subito a cercarti. Non ho intenzione che tu faccia la fine di Frank.”
“E chi pensa possa farlo, allora?”
“Con Codaliscia.”
Sirius riflettè un minuto.
“Va bene. Glielo chiederò.”
E se ne stava per andare quando non corsi verso di lui e lo abbracciai.
Non so bene perché, ma ero convinta che…Che non ci fossimo visti per parecchio tempo. Lui sembrò capire il motivo del mio gesto.
“Lily, tranquilla. Ci rivedremo. Ne sono sicuro”
“Io no.” Borbottai.
James si avvicinò a noi, e rivolse un rapido sguardo a Sirius. E capii cose che io ovviamente non riuscivo a comprendere.
“Ci scriveremo.” Disse James
“Sì.”
Sapeva di addio. Non capivo perché. “Salutami Remus, ok?” chiesi a Sirius.
“Certo.”
 
 
Harry si mise a piangere, e riabbracciai Sirius e me ne andaì in camera. Non volevo origliare, ma mi ritrovai ad ascoltare accidentalmente la conversazione.
“Non ci rivedremo molto presto, vero? E io dovrò restarmene qui, giusto?” chiese James.
“Vero. E Giusto.” Rispose Sirius.
“Salutami Remus e Peter.”
“Lo farò.”
Silenzio. Immagino parlassero con lo sguardo come fanno sempre.
“Sei un fratello per me, Sirius. Ti prego. ‘Sta attento.”
“E andiamo James, sai benissimo che io sono sempre attento e prudente…” disse con un velo ironico Sirius.
“Non scherzare. Ho un brutto presentimento.”
“Anche io. Ma cerco di non pensarci. Voldemort vi sta cercando e io ho paura di non farcela a fermarlo.”
“Sbaglio, hai detto che hai paura?”
“Ora chi è che scherza?”
“Giusto.”
“Ti voglio bene, Fratello.”
“A chi lo dici. Un abbraccio d’arrivederci?”
Bene, temevo che non se lo avrebbero dato.
“Ci si rivede. Promesso.”
E se ne andò.
 
 
Tornai in sala.
James era seduto nella sedia di fronte al tavolo. Con le mani in testa. Sembrava frustrato, arrabbiato, deluso. Mi avvicinai a lui e lo accarezzai. “Lo sai che ti amo?” gli chiesi. “E che ti amerò per sempre, qualunque cosa accada?” Alzò lo sguardò e mi guardò negli occhi.
“Lo so. E anche io. Solo che non vorrei dire non vorrei che qualcosa accada.”
Lo baciai intensamente e andammo insieme a dormire in camera.
 
 
Più o meno, tutto l’anno passò così.
Giocare con Harry, dar da mangiare a Harry, addormentare Harry, andare a dormire noi senza Harry. Eppure…fu un anno fantastico. Ogni settimana scrivevo a Sirius, e un giorno lui ci mandò un regalo per Harry, una scopa da Quidditch, e dovevate vedere quanto si divertiva Harry a giocarci. James ripeteva sempre “E’ un cercatore nato.” Un altro giorno James ha provato a cambiare il pannolino a Harry, e lo ha messo rovescio. Diciamo che non era il suo lavoro-da-papà preferito.
Un altro giorno ancora il piccolo Harry ha pronunciato la parola ‘mamma’ e subito dopo ‘papà’ e la sua terza era ‘Sirius’.  Nonostante a James dava fastidio non agire, era comunque contento. E i divertita un mondo a fare il papà. Harry era James in miniatura, tranne per gli occhi. Quelli li aveva presi da me. Quel giorno, era un giorno come tanti, dove Harry scorrazzava per casa con la sua mini-scopa mentre io e James lo osservavamo ridendo per le sue buffe faccine e i suoi gridolini. Era ora di dormire. Presi Harry e lo portai in camera. Lo appoggiai nel suo box, ma all’improvviso sentii un suono. Delle urla, un frastuono tremendo. E tutta la paura raccimolata in quegli anni mi salì dentro.
Mi voltai e vidi James preoccupato e spaventato come me. Era lui, Lord Voldemort. Ci aveva trovato.
 
 
“Proteggi Harry.” Mi disse lui.
“James…” Mi veniva da piangere. Volevo dirgli che lo amavo e che lui è la persona persona più importante di questo mondo assieme a Harry, ma lo sapeva già. “Ok, lo farò.”
“Lily… Ti amo. Non lo dimenticare mai. Sei sempre e sarai sempre l’amore della mia vita. Insieme a Harry. Tu e lui siete le due cose più belle della mia vita. E lo sarete sempre.”
“Ti amo, James. Grazie di essermi stato accanto. E staremo sempre insieme. Qualunque cosa accada. Anche questa.” Corsi e lo baciai. Poi, lui guardò Harry e mimò qualcosa tipo ‘Ti voglio bene, piccolo mio’ e se ne andò davanti all’ingresso della casa. Io mi voltai verso Harry e gli dissi:
“La mamma ti ama. Papà ti ama. Sii forte. Sii prudente.”
E lo abbracciai. Se c’era qualcosa che dovevo farlo era proteggerlo. In qualche modo lo avrei fatto. Non avrei permesso a Voldemort di portarmelo via. MAI.
La porta si spalancò. E un raggio di luce verde colpì James. Dritto al cuore. Era…MORTO.
 
 
 
 
Piangevo. Vedevo tutto un po’ sfocato, per via delle lacrime. Ma James lo vidi chiaramente. Lì. Sdraiato nel pavimento. Morto. Per Sempre. Dovevo riprendermi. Dovevo farlo. Per Harry.
“Ti prego, non fare niente a Harry. Uccidi me. Lui lascialo stare.” Chiesi invano a Voldemort.
“Tu. Sciocca Mezzosangue…AVADA KEDAVRA!”
Un lampo di luce verde. Gli occhi lucidi di Harry. La risata fredda e spenta di Voldemort.
Così finì la mia vita. Ma salvai Harry. Salvai l’amore tra me e James.
Salvai la Terra da Voldemort la prima volta. Salvai il protettore della Terra da Voldemort la seconda volta. Salvai ciò che era rimasto d’amore nel mondo.
 
 
Perciò…
Il mio Harry era salvo.
Sirius se ne sarebbe preso cura. Voldemort era sconfitto, o almeno per ora. 
 
 
E io,
Con il mio James avremo visto nostro figlio crescere da lassù. Lo avremo visto fare i primi passi, crescere dai Dursley, andare ad Hogwarts, fare amicizia, sbagliare, combinare pasticci, maturare, innamorarsi, combattere, opporsi alle ingiustizie, piangere, uccidere una seconda volta Voldemort (ma definitivamente),sposarsi, avere figli, invecchiare…
Gli avremo voluto bene da lontano.
Dove lui non poteva vederci, ma dove noi potevamo stargli accanto.
E lo avremo sempre protetto. Sempre amato.
SEMPRE.

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