Prototype special Naruto

di TheCristopher94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Iniziamo col gioco duro ***
Capitolo 3: *** La nuova missione ***
Capitolo 4: *** Quando tutto ebbe inizio ***
Capitolo 5: *** Spiegazioni, combattimenti e fallimenti! ***
Capitolo 6: *** Incontro ***
Capitolo 7: *** Un amorevole conversazione ***
Capitolo 8: *** Memoria perduta: Inizia il caos ***
Capitolo 9: *** Epilogo: La scelta di Naruto ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


L’inizio

New York City, 7 anni prima. . .

Un ragazzo biondo dagli occhi azzurri stava aspettando seduto con altri tre ragazzi, per un colloquio di lavoro come assistente di un grande scienziato, il Dottor. Orochimaru, grande esperto di biochimica e specializzato in nano meccanica per uso medico, che cercava un secondo assistente per un importante ricerca medica che avrebbe rivoluzionato il campo della medicina. Ovviamente, uno come lui cercava un giovane assistente promettente che lo aiutasse in quell’impresa, e Naruto non voleva perdere un opportunità del genere, tutt’al più perché non era da tutti essere selezionati dal grande Orochimaru in persona per un colloquio! Quindi, non poté farsi sfuggire un’occasione del genere, anche se si ricordava le discussioni avute con la sua ex, che erano state veramente dure.

-Cosa vuol dire che devi andare a New York per un colloquio?- gli aveva chiesto la ragazza. –Lavori già nel reparto speciale dell’esercito, no? Tu fai parte della Taka, la squadra speciale messa su dall’esercito per missioni di pace o per sventare attacchi terroristici!- disse furiosa la ragazza. –Perché vorresti andare a New York, adesso?- 
-Tesoro! Lavorare con uno scienziato come. . .- non ebbe tempo di finire che la ragazza lo interruppe.
-Non m’interessa sapere come si chiami! Non voglio sapere niente! Voglio solo sapere perché devi andare a New York! Non puoi cercare di fare un colloquio qui vicino?- disse, stufa di parlare di quel argomento.
-Ma cara, tu sai quando io abbia cercato qualcuno con cui specializzarmi nella biochimica, e grazie a quel professore, uno dei più grandi pilastri del nostro tempo, io avrò una specializzazione coi fiocchi, e non solo, farlo mi farà guadagnare anche una specializzazione nello studio di nano macchine! Come fai a non capire che questa è una di quelle occasioni che ti capitano una volta nella vita?- chiese il ragazzo.
-Fai come vuoi!- rispose piangendo la fidanzata del biondo. –Ma sappi questo! Hai due scelte! O scegli la carriera o me!- 
Questa scelta era difficile per Naruto; doveva scegliere se andare e realizzare il suo sogno o rimanere con la sua ragazza. Naruto abbassò la testa, e delle lacrime solcarono il suo volto.
-Come puoi chiedermi di scegliere?- chiese il biondo. –Come puoi chiedermi di scegliere su due cose a cui tengo? In amore non si dovrebbero chiedere di fare queste decisioni! Questo è uno sporco ricatto!- disse guardandola negli occhi. –Come puoi essere così egoista? Io voglio solo contribuire a migliorare la medicina, e tu mi ricatti chiedendomi di scegliere?- Il suo tono di voce era piuttosto arrabbiato e ferito, e anche lei se n’era accorse. –Bene, visto che devo scegliere!- riprese Naruto, trattenendo il pianto per la decisione presa, –Scelgo New York!- disse, voltandosi per preparare le valige e partire.


Il ragazzo fu svegliato dai suoi pensieri quando si accorse di essere rimasto solo nella stanza, e che l’altro assistente del professore lo stava chiamando. -Naruto-san, il professore l’attende.- 
Naruto si era sistemato e stava entrando nella stanza per svolgere un colloquio che gli avrebbe cambiato la vita.
-Naruto-san- disse l’uomo porgendo la mano al giovane, che strinse e con fare educato.
-Orochimaru-sama, per me è un vero onore potere essere in sua presenza! Le garantisco che impegnerò al massimo ogni mio neurone per aiutarla nella sua ricerca- disse fiducioso Naruto, il quale ricevette come risposta dall’uomo un: -Ma io non ti ho detto che sei nella squadra. E poi chi dice che tu sia abbastanza qualificato?- chiese l’uomo. –Perché dovrei scegliere te e non quelli che sono venuti prima?- 
Naruto era piuttosto calmo. Sapeva come rispondere, ma l’importante era mantenere la calma. Così, dopo aver preso un respiro, rispose: -Semplicemente perché sono più che certo che gli altri sono venuti ad adularla per il suo lavoro, senza prima documentarsi. E ciò gli ha impedito di dirle con obbiettività che lei ha commesso degli errori che rendono il suo progetto, al momento, solo un flop- rispose calmo, dimostrando dei nervi d’acciaio. Orochimaru rimase stupito da come aveva risposto il ragazzo, e chiese al giovane: -E potresti dirmi dove avrei sbagliato?- 
A quel punto Naruto estrasse il suo PC e fece rivedere i suoi calcoli, con le correzioni apportate alla sua formula. Lo stesso Orochimaru, non appena gli furono fatti constatare gli errori fatti, si rese conto che la formula del giovane si avvicinava di più alla risposta finale, così con un ghigno rispose: -Complimenti figliolo! Benvenuto tra noi!- dandogli la mano. Poi si rivolse al suo assistente: -Kabuto!- 
Il ragazzo rispose subito, come un cane che viene dal padrone: -Sì? Mi dica Orochimaru-sama.- 
-Presenta Naruto allo staff, e poi portalo alla sua postazione. Ovviamente comincerai domani. Non voglio. . .- 
-Perché rimandare a domani ciò che puoi iniziare a fare oggi? So che c’è molto lavoro da fare, quindi non c’è tempo da perdere. Kabuto, mi faccia strada- disse con tono serio e professionale. 
All’argenteo diede fastidio ricevere ordini da quel ragazzo lì, ma notando il cenno che gli fece Orochimaru, acconsentì e fece come gli aveva ordinato. 
Intanto la serpe pensò che aveva scelto proprio il ragazzo giusto. Così prese la sua cartella e la lesse: “Naruto Uzumaki, anni ventisei, arruolato all’esercito nel reparto Taka, laureato in Biochimica con il massimo dei voti con una tesina che parlava della struttura e della composizione di nano malattie embrionale con il controllo di nano macchine.” 
“Proprio il ragazzo che fa per me!” pensò l’uomo, credendo di essere a un passo dalla realizzazione del suo progetto.

New York City, oggi. . .

La città era completamente in rovina, macchine distrutte sparpagliate da tutte le parti, cadaveri dappertutto, ma non solo. Anche un innaturale silenzio, in quella che una volta era la città che non dormiva mai. 
Un ragazzo con dei jeans e una felpa con cappuccio, che celava il suo viso, si trovava su un grattacielo, mentre vedeva passare sotto di sé molte persone armate, che altro non facevano che cercare lui. Ma non l’avrebbero trovato mai! Lui era troppo furbo per loro.
Intanto i soldati parlavano tra loro.
-Sicuri che quel bastardo si trovi qui?- chiese un ragazzo con il lanciarazzi dietro sé.
-Sì, Hidan! Si! È stato avvistato qui da Konan e Pain quando hanno fatto il giro di perlustrazione con l’elicottero lo hanno avvistato nei paraggi!- rispose l’uomo che lo affiancava, con un enorme Mp5.
-A proposito Kakuzu, mi ricordi perché cazzo lo facciamo? Per quel fottuto bastardo non siamo altro che delle prede del cazzo, che tra l’altro in questo modo non facciamo altro che tirarci le sue ire addosso!- 
A rispondere per lui arrivò un altro individuo che era insieme a loro: -Cosa c’è Hidan, hai paura?- 
-Con chi credi di parlare, fottuto eretico di merda! Sto solo dicendo che cercarlo a casa sua è una pazzia! Tanto vale disarmarci e aspettare che venga ad ammazzarci!- disse sempre serio. Nel mentre continuava a guardarsi intorno. 
Il ragazzo sul grattacielo, nel frattempo, inseguiva i suoi inseguitori, inconsapevoli di essere entrati nel mirino del ragazzo, che altro non faceva che aspettare il momento giusto per attaccare. Quando a un tratto la radio dei tre si accesero per una trasmissione.
-Hidan, Kakuzu, Kisame, fate subito rapporto!-
-Negativo! Qui non c’è un cazzo di niente!- 
L’uomo dall’altro lato, innervosito da ciò, rispose: -Capito! Ritornate al vostro mezzo di trasporto e rientrate alla base!- rispose lapidario il capo, e ringraziando i Kami di essere ancora vivi i tre salirono sul loro mezzo di trasporto per dirigersi alla base. 
Il ragazzo, capendo che quei tre se ne stavano andando, decise di lasciarli stare. 
“Per questa volta vi lascio vivere! Ma la prossima volta vi ammazzerò come animali!” disse la figura, che si lasciò cadere dall’enorme grattacielo per poi creare un’enorme voragine a terra, per mettersi in piedi, e iniziando a correre a velocità, un po’ sovrumane per chissà dove.

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Capitolo 2
*** Iniziamo col gioco duro ***


Iniziamo col gioco duro

L’uomo incappucciato correva velocemente verso una nuova zona dove sperava di poter trovare qualcuno con cui potersi divertire, quando vide degli infetti, che correvano dietro ad un bambino che si era smarrito nella parte della città infetta. Ovvio che non appena vide che agli zombie mancava poco per prenderla si lanciò per recuperarlo, e lo mise subito in spalla.
-Stai bene, piccolo?- chiese il ragazzo. 
Il bambino annuì spaventato, ma subito lui lo consolò dicendogli: –Non ti preoccupare! Ti proteggerò io! Adesso aggrappati alle mie spalle perché dovremmo batterci contro quei mostri. Tu chiudi gli occhi e reggiti più forte possibile, ok?- 
Il piccolo annuì, chiuse gli occhi e appoggiò la testa sulle spalle del ragazzo, cercando di coprirsi meglio e cercando di non vedere niente.
Subito il ragazzo trasformò le sue braccia, che diventarono più grandi, ma erano anche cambiate, infatti ogni dito ora era una specie di artiglio. Con queste sue armi si lanciò all’attacco, uccidendo gli infetti. 
A chi gli stritolava la testa, a chi gli mozzava la testa di netto; e di tanto in tanto ne assorbiva qualcuno per riprendere le forze e continuare a lottare ancora, però gli infetti lo circondarono e ciò non sfuggì al ragazzo, che trasformò il suo braccio in una frusta, simile ad una spina dorsale con tante lame, e iniziando a girare su se stesso, usò la sua arma che decapitava o mutilava le braccia o le gambe degli altri nemici. Questo giochetto era divertente, ma anche lui iniziava a stancarsi, così trasformò le sue braccia in tentacoli e, colpendo la strada, dalla terra uscirono migliaia di tentacoli che colpirono tutti gli infetti, lasciandone solo due in vita, per permettergli di riprendersi dopo lo scontro che lui aveva sostenuto. 
Una volta nutritosi con la loro linfa vitale, il biondo disse al piccolo: -Dimmi, come ti chiami?- 
Il bambino era ancora sotto shock, e debolmente rispose: -Ko-Konohamaru- per poi piangere. 
Il ragazzo fece scendere dalle spalle il piccolo per prenderlo in braccio. -Non ti preoccupare, piccolo!- disse serio. –Ci sono io qui a prendermi cura di te!- Dopo aver detto questo, prese il piccolo e lo portò con sé.

Intanto, al quartiere operativo dell’Akatsuki, il capitano dei soldati, Madara, un mercenario a pagamento che si era unito ad Orochimaru, finanziando le sue ricerche, era molto contrariato.
-La situazione è diventata insostenibile! Io perdo molti dei miei uomini, invece lei che fa?- disse indicando lo scienziato, per poi battere il pugno violentemente sul tavolo, –Rimane qui al sicuro, giocando all’allegro chirurgo! E quello lì diventa allo stesso tempo sempre più forte! Perché non decide a darsi una mossa?- 
Orochimaru alzò gli occhi verso l’uomo e rispose: -Non posso! Ciò che è successo a quel ragazzo é stato un caso! Per poterlo ripetere e riprodurre ho bisogno di lui per potere condurre degli esperimenti! E comunque quel ragazzo ha un nome, ed è Prototype!- 
Madara lo guardò come per dargli del folle, per avere dato un nome a una cosa del genere. -Prototype?- 
Orochimaru annuì. -Esatto! E come dice il nome lui è un prototipo, se me lo portasse… Anche solo un piccolo campione! Potrei crearne molti altri come lui, ma che dico, più forti di lui! Perciò, se vuole il potere, deve portarmelo qui vivo! Mi raccomando, vivo!- 
A quelle parole l’uomo uscì, e fu raggiunto da Pain, il suo secondo al comando.
-Che cosa le ha detto?- chiese il giovane. 
L’uomo, urtato, rispose: -Che dobbiamo catturarlo vivo!- 
Il giovane a fianco strabuzzò gli occhi. -Ma è impossibile! Quello lì è immune a qualsiasi attacco! Avremmo bisogno di armi a reazioni nucleari per poterlo battere!- disse il ragazzo, scioccato.
-Non dirlo a me! E poi, anche se ci avesse detto che possiamo ucciderlo, non è che cambia poi tanto! Non ci riusciremo comunque!- 
Proprio in quel momento arrivò Konan, tornata da una ricerca fatta su richiesta di Pain. –Pain, ecco i documenti che mi hai chiesto!- 
Madara guardò il ragazzo, torvo, per poi chiedere spiegazioni: -Che cosa sono quelli?- domandò il capo.
-Ho fatto fare delle ricerche a Konan su una certa squadra Taka, che appartiene all’esercito Americano, specializzata in attacchi terroristici, e che da qualche tempo ha ricevuto delle armi ultratecnologiche, che forse potrebbero fare al caso nostro!- 
Ma a quel punto intervenne subito Madara, che disse: -Sì! Bella idea del cazzo! Così, come scoprono che cosa abbiamo combinato, ci mandano tutti davanti alla corte suprema! Ma sei impazzito?- chiese alterato l’uomo. 
Il ragazzo continuò a rimanere calmo. -No signore! Non avremmo nessun problema, perché lo scopo del laboratorio era creare un organismo biochimico che reagisse alle nano macchine, giusto?- L’uomo annuì, e chiese di continuare. –Ma che purtroppo per l’evoluzioni degli eventi che ci sono stati è diventata quella che è adesso! Noi siamo stati presentati come guardie e siamo stati integrati per cercare di ripulire la zona infetta! Per quando riguarda il governo, basta inventarsi una scusa plausibile e chiedere il loro intervento, tutto qui!- 
L’uomo ci ragionò su, e considerando gli eventi era l’unica soluzione, altrimenti avrebbero perso uomini inutilmente, così acconsentì.

Nel frattempo, la squadra nominata prima era in Iraq per una missione di pace. Stavano scortando dei viveri per delle famiglie povere che vivevano lì, mentre le dottoresse medicavano i feriti.
-Sakura, io ho finito qui, tu invece? Ti serve aiuto?- chiese una ragazza bionda.
-No Ino, a me qui mi manca l’ultimo e ho finito! Chiedi a Karin o a Hinata!- 
La ragazza fece come chiesto e andò ad aiutare Hinata, la quale era molto indietro con i pazienti, mentre Sakura andò aiutare subito dopo Karin.
Subito dopo, nella casetta dove vi erano i malati, entrarono i ragazzi, con un soggetto ferito.
-Ragazze, venite qui!- gridò Shikamaru. –Choji è stato ferito! Vedete cosa ha!- chiese notevolmente preoccupato, mentre Kakashi, Sasuke, Neji e Itachi erano appostati alle finestre.
-Shikamaru, non perdere tempo e vieni a darci una mano!- 
Il ragazzo annuì, ma prima prese la radio e chiese che venissero mandati i rinforzi. Subito dopo si aggiunse a loro. 
Poco dopo qualche attimo di sparatorie arrivarono i rinforzi, con molti aerei bombardieri e uno solo da trasporto, che serviva per loro e il ferito più grave. Non appena arrivati, gli avversari ingaggiarono il fuoco contro gli aerei, ma a ben poco servì. Non appena questi ripulirono la zona, l’aereo da trasporto atterrò e le quattro mediche fecero trasportare subito il ferito per lasciare quel posto e ritornare alla base. 
Per ora la loro missione era conclusa.

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Capitolo 3
*** La nuova missione ***


La nuova missione

La Taka era arrivata alla base, dove avevano portato il sergente Choji nel reparto medico, dove, oltre alle quattro ragazze di prima, c’era anche Tsunade e la sua assistente, non che insegnanti delle ragazze, che dopo un lunga operazione di ben quattro ore riuscirono a terminarla con successo. 
Intanto, nella sala d’aspetto, il sergente Shikamaru faceva avanti e indietro, confortato dagli altri.
-Shikamaru, posso capire che tieni a Choji, ma torturati cosi non ha sens. . .- non ebbe tempo di finire che la luce della sala operatoria si spense e uscirono le ragazze insieme a un Choji in barella, alquanto frastornato, ma comunque in ottima salute.
-Ehi, Choji, vedo che stai bene!- disse Shikamaru, molto sollevato nel vedere l’amico che si era ripreso. L’altro fece un sorriso e annuì. –Riprenditi presto, amico!- disse dopo, per dargli la mano e ricambiare il saluto.
-Contaci!- 
Con un pensiero in meno, i ragazzi si diressero al dormitorio, dove raccontarono tutto agli amici.
-Allora, com’è andata la missione?- chiese un ragazzo con i capelli argentei e dei riflessi blu.
-Piuttosto bene! Choji è stato ferito ma si riprenderà presto- rispose Shikamaru.
-La prossima volta ci vengo anche io- rispose un ragazzo appena entrato, il quale aveva due strani segni in faccia. Era accompagnato da una ragazza con gli stessi segni.
- Kiba, Hana, com’è andata la vostra missione?- chiese Itachi. 
-Bene, e da quel che ho sentito anche la vostra. Mi spiace per Choji spero si riprenda presto!- a parlare era stata la sorella di Kiba.
-Non vi preoccupate! Choji ha la pellaccia dura, sopravvivrà!- rispose Shikamaru. 

Intanto, nella sala centrale, il generale Jiraiya aveva riunito tutti i suoi marescialli: Kakashi, Anko, Asuma, Kurenai, Gai, Tsunade, Killer Bee e Shizune, tutti molto pensierosi, dato che era raro che il generale li scomodasse tutti. Il che voleva dire che erano stati convocati per una questione alquanto seria, ma aspettavano che fosse il generale all’illuminarli sul fatto, senza arrivare a conclusioni affrettate. 
Jiraiya iniziò a guardare serio tutti i suoi sottoposti. Il silenzio che c’era nella stanza era insopportabile e innaturale, tante che Tsunade decise di spezzarlo.
-Allora, Jiraiya, perché ci hai convocati?- chiese autoritaria la donna, che essendo una vecchia amica, nonché ex-fiamma dell’uomo, era l’unica che potesse dargli del tu. Comunque, sentendo come Tsunade si fosse rivolto a lui, decise che era l’ora di iniziare.
-Come voi ben sapete, ben quattro anni fa a New York si è sparso un letale virus che ha reso tutta la città una specie di covo di zombie! Le forze di contenimento della società di Orochimaru-sama non riescono più a contenere il virus e hanno chiesto al governo un supporto da parte nostra!- disse serio l’uomo, per poi diventare triste, come del resto lo diventarono tutti. 
Tutti si ricordavano che ben sette anni prima un loro più giovane ex-maresciallo aveva abbandonato il campo per fare degli studi di biochimica con un famoso scienziato, e da quando il caos era scoppiato a New York di lui si erano perse tutte le tracce. Tutti con la paura del cuore, temevano di andare lì per scoprire che il giovane fosse morto, comunque dovevano andare avanti e Jiraiya continuò il suo discorso dicendo: –Comunque, la situazione a New York, da ciò che ho saputo, è molto critica, per questo hanno chiesto l’intervento di tutta la Taka al completo, ma non solo. Ci sarò anche io! Voglio esserci in prima persona e condurrò le squadre!- Ciò scatenò lo stupore generale, era da tempo che Jiraiya non scendeva in prima persona per una missione, la questione doveva essere davvero molto grave allora. Così lo lasciarono continuare: -La situazione è molto delicata e non possiamo permetterci di fare errori! Adesso ho finito, potete andare! Avvisate tutti i membri e andate a preparare tutto il necessario!- ordinò serio, e così gli otto marescialli fecero come ordinato, ma uno di loro prima di uscire gli chiese: -Jiraiya, pensi che lì troveremo Naruto?- chiese Tsunade. 
L’uomo sospirò, ripensando al suo nipotino e alla scelta che aveva fatto.
-Non lo so, Tsunade! Lo spero con tutto il cuore, però!- disse con una nota di malinconia.

Intanto a New York, in un vecchio palazzo disastrato, un ragazzo dormiva in un vecchio letto malandato che aveva trovato, e in quel momento era nel pieno di un sogno.

New York 6 anni prima

Era da un anno che lavorava con Orochimaru-sama, a quel progetto che avrebbe rivoluzionato la medicina per sempre, e i progressi fatti in quell’arco di tempo erano stati veramente enormi. Naruto era riuscito a combinare quella sostanza biochimica con le nano macchine. Non appena avesse trovato il modo per controllarle avrebbero potuto dire di avere finito. 
Naruto stava lavorando al computer per riuscire a trovare una chiave di sequenza che gli potesse permettere di potere controllare le nano macchine, ma niente, per quante ore ci avesse potuto lavorare sopra, non riusciva a trovare una connessione tra le nano macchine e il cervello umano, quando il giovane venne chiamato da un ragazzo un po’ più grande.
-Uzumaki-san, il professore Orochimaru-sama vuole parlarle!- disse serio il ragazzo dai capelli argentei di nome Kabuto.
-Certo Kabuto-san, un attimo che concludo l’ultima prova. . . e sono subito da voi!- dicendo questo avviò il computer, per vedere come reagivano le nano macchine, mentre Kabuto stava per ribattere, ma venne interrotto dal biondo che sbattendo il pugno sul tavolo imprecò: -Dannazione! C’ero così vicino! La sequenza era quasi corretta!- disse arrabbiato con se stesso per il fallimento. Ma dopo aver scritto qualcosa sul suo taccuino, si apprestò a seguire il collega, che lo portò dal professore che stava controllando il lavoro di Naruto, che era fatto in maniera precisa e impeccabile. Non aveva nulla da rimproverargli, il suo lavoro era stato fatto in una maniera che persino per lui era difficile capire, infatti voleva alcune delucidazioni per potere capire tutto il concetto, che gli era chiaro ma non del tutto.
-Orochimaru-sama, mi avete fatto chiamare? Ha bisogno di qualcosa?- chiese il giovane, un po’ titubante, temeva di avere commesso anche egli degli errori che il professore adesso gli avrebbe fatto notare.
-Oh Naruto, finalmente sei arrivato!- disse la serpe che, notando il ragazzo e il suo stato di agitazione, decise di calmarlo. Non voleva che la più brillante mente che gli fosse capitata si agitasse e rovinasse tutto. –No, tranquillo! Ti ho chiamato per chiederti alcuni chiarimenti, come ad esempio, vorrei chiederti perché hai preso il nostro lavoro e lo hai incubato in un ovulo femminile- chiese, dubbioso di ciò. 
Naruto subito prese il suo computer portatile personale e iniziò a prendere degli appunti scritti che aveva nelle tasche, iniziando a mostrare da come gli era nata l’idea e perché adoperarla nel loro esperimento.
-Allora, la sostanza da voi creata inizialmente aveva dei problemi. Si ricorda, giusto?- L’uomo annuì. –Più che comportarsi da medicina, era più simile a un virus o parassita, perciò, dopo varie analisi ed esperimenti, io ho trovato il modo di renderlo meno nocivo e più controllabile!- 
-Sì, ma ancora non hai spiegato la presenza dell’ovulo in tutto questo- disse Kabuto, un po’ geloso di tutte le attenzioni che Naruto riceveva da Orochimaru.
-Se mi facessi finire!- disse retorico, fulminandolo con lo sguardo, per poi riprendere subito dopo: – mi è venuta l’idea di fare simpatizzare il composto con un parte dell’essere umano, in modo che cresca e che faccia in modo di adattarsi alla struttura genetica umana!- 
Orochimaru capì cosa avesse intenzione di fare, ma corresse il giovane. -Sì, ma l’ovulo è un organo femminile. Così, più che adattarsi alla genetica umana, si adatterebbe alla genetica femminile umana!- fece notare l’uomo.
-Non si preoccupi, ho pensato pure a questo! Dentro l’ovulo c’è uno spermatozoo, con varie sostanze di genetica maschile, che rendono in sé l’esperimento una cosa universale per entrambi sessi!- 
-Mi vorresti dire che tu hai messo un ovario fecondato in incubazione con il siero? Ciò porterà alla morte di quella creatura, lo sai?- disse Kabuto, con tono di rimprovero. 
Ma ancora una volta Naruto smontò Kabuto dicendogli: -Pensi che io sia un mostro? So che per il bene della scienza si devono fare sacrifici, ma mai e poi mai mi permetterei di uccidere un bambino! Oltre a questo, ho messo dei ritardanti per impedire la fecondazione!- e per l’ennesima volta il ragazzo fece una pessima figura, mentre Orochimaru continuava a essere soddisfatto.
-Senti Naruto! E' da un anno che lavori senza mai riposarti, quindi ho deciso che per oggi tu sei libero per il resto della giornata, vai con i ragazzi della sicurezza a divertirti!- 
Il ragazzo ringraziò il professore, ma stava per ribattere, quando notò che ciò che l’uomo gli avesse detto non era un consiglio, ma un ordine. Uscì dall’ufficio e si diede per la prima volta un po’ di pausa, uscendo con gli uomini della sicurezza che lo portarono in un Night Club.
Così, insieme a Hidan, Kakuzu, Sasori e Deidara si trovavano lì a bere un drink, mentre molte donne lo fissavano con certo interesse, e ciò non sfuggì a Hidan.
-Ehi, professorino!- disse al ragazzo, che si girò vero l’argenteo. –Vedo che ha fatto colpo! Perché non ci prova? Sono sicuro che gliela daranno senza problemi!- 
-Non sono il mio tipo!- rispose tranquillo. 
L’uomo aveva gli occhi che gli uscivano dalle orbite. -Come scusa? Quelle ragazze lì non sono il tuo tipo!- chiese come se avesse davanti a sé un bestemmiatore della peggiore specie. –Ma guardale?- disse Hidan. – Quella mora ha un fisico niente male! E poi non parliamo di quella rossa, quella a un culo che non si può descrivere! Ma devo ammettere che la più bella di tutte è la bionda! Guardala, un seno mostruoso e un culo da favola! Tutte e tre stanno sbavando per te e tu mi dici che non sono il tuo tipo?- “Ma questo è un fottuto gay” pensò l’argento. 
A quel punto intervenne Deidara. -Lascialo in pace, masochista bastardo! Ha detto che non solo il loro tipo, perché può darsi che il professorino abbia già una spasimante!- disse ridendo e dando dei colpi leggeri al fianco. 
Il biondo, con un ghigno che andava tra il felice e il triste, abbassò lo sguardo e rispose: -Sì, avevo una donna prima!- rispose non nascondendo un tono di nostalgia.
-Avevi? Che è successo?- Hidan era curioso di sapere. 
Naruto prese un medaglione che aveva a forma di cuore, da cui non si separava mai, e lo aprì, mostrando la foto di lei.
-Questa è la mia Ex-ragazza!- 
Hidan fu il primo ad analizzare la foto della ragazza. -Che bel pezzo di figa!- disse, non trattenendo come al solito il suo linguaggio scurrile. –Cos'è successo? Perché ti ha lasciato? E soprattutto come si chiama?- chiese con tono interessato. 
Naruto, un po’ perché frastornato dall’alcol, un po’ perché aveva voglia di sfogarsi, rispose dicendogli: -Veramente l'ho lasciata io! E il motivo era perché non voleva che venissi qui a New York.- 
-Ma allora sei coglione! Con un pezzo di passera del genere al tuo fianco, hai preferito venire a lavora qui, piuttosto che rimanere con lei a trombare? Lasciatelo dire, sei un coglione!- Ma a quel punto arrivò un triplo pugno, uno dato da Kakuzu, uno da Deidara e l’altro da Sasori.
-Come puoi essere così bastardo, Hidan? Tu sei un animale, sappilo!- disse Deidara.
-E tu sei una checca!- gli rispose di rimando, facendolo arrabbiare.
-Sei un selvaggio, ecco casa sei!- rispose Deidara.
-O mio Dio, sai mi hai offeso a morte! Adesso non ti rivolgerò più la parola- disse con tono sarcastico, –Bello, è così che sono nato e niente e nessuno mi cambierà! Forse se i miei genitori fossero stati più autoritari, avrebbero potuto fermarmi da piccolo, ma ora non è più possibile!- facendo la linguaccia, manco fosse un bambino di otto anni. Naruto dalle parole di Hidan rimase folgorato.
-Hidan, sei un genio!- rispose alzandosi di scatto. 
In quel momento i tre si girarono a guardare Naruto e chiesero anche al barista quanti Free Drink avesse bevuto, ma la risposta che arrivò fu che aveva bevuto due soli Free Drink, anche non molto pesanti.
-Ha bevuto solo due vodka Red Bull!- 
I tre chiesero spiegazioni al biondo, che però iniziò a correre verso il laboratorio, mentre Hidan gli urlava dietro.
-Aspetta, ancora non mi hai detto come si chiamava la tua ex!- ma niente, Naruto tornò subito in laboratorio, dove vide Orochimaru e Kabuto parlare, ma non gli diede peso. Intanto i due videro il biondo entrare e iniziare a lavorare con il computer.
-Naruto, oggi ti avevo dato la giornata liberà, che ci fai ancora qui?- chiese Orochimaru. 
Dopo poco arrivarono gli altri. -Orochimaru-sama, Naruto-san è impazzito ha dato del genio a Hidan!- 
Preoccupato di ciò, l’uomo chiese al ragazzo spiegazioni, e lui iniziò a dare delle delucidazioni. -Hidan non è un genio, ma ha detto una cosa che è davvero geniale, e che mi permetterà di concludere questo esperimento!- disse tutto trafelato, mentre continuava a lavorare al computer. –Ecco, ci sono!- continuando a lavorare. 
Orochimaru, stufo, chiese: -Ragazzo, vorresti illuminarci tutti, invece di lavorare da solo? La cosa di rimanere all’oscuro mi irrita!- 
Naruto, accorgendosi di ciò, prima si scusò e poi iniziò il suo discorso. -Allora, vi ricordate cosa ha detto Hidan?- chiese ai tre, che risposero all’unisono: - Che bel pezzo di figa!- 
Naruto li fulminò e disse: -No quello! Quello che ha detto dopo aver litigato con Deidara! Ma lasciamo perdere, lo farò io!- disse il biondo, dopo aver preso un po’ d’aria. –Lui ha detto che è nato così e che niente e nessuno lo avrebbe mai cambiato! E voi sapete perché?- chiese il biondo, ma li arrivò la risposta di Orochimaru.
-Ma vedi cosa me ne può fregare a me perché quello lì è così!- disse alterato.
-Le rispondo io! Non è stato educato, esattamente come il nostro siero! Anzi, il nostro siero lo è stato, ma non riusciamo a controllarlo solo perché questi è solo una copia dell’originale! Ecco perché se noi combineremo il siero che noi abbiamo con quello originale, otterremo il nostro composto! Ma non ci sarei mai potuto arrivare se non fosse stato per Hidan!- disse poi riposandosi. –E i miei calcoli mi danno ragione, controlli!- disse mostrando il computer, con una prova test fatta artificialmente. Orochimaru guardò stupito! Quel ragazzo si era dimostrato veramente un genio.
-E dimmi quanto tempo ci vuole per poter fare ciò?- chiese curioso. 
Naruto iniziò a calcolare un sacco di cose, come una nuova incubazione nella ovulo e molte altre cose, per poi rispondere: -Purtroppo il procedimento richiederà tre anni, due se non perdiamo tempo e iniziamo da subito senza interruzioni!- 
-Bene! Kabuto, tu dovrai essere a completa disposizione di Naruto! Non perdere tempo e fai ciò che ti ordina, portagli tutto il necessario! Questo progetto è andato avanti ormai per troppo tempo, perciò dobbiamo sbrigarci a portarlo a termine!- così l’argenteo, pur non sopportando il biondo, dovette fare come ordinato, lavorando a stretto contatto.
Prima di uscire, Hidan chiese: -A proposito, ancora non mi hai detto il nome della tua ex-ragazza.- 
Il biondo aveva mal di testa, ed era anche molto indaffarato, perciò decise di rispondere. -Il suo nome è. . . –

Proprio in quell’istante si risvegliò. 
Quel sogno, che gli sembrava più che altro un ricordo, era stato nitido e bello! Aveva rivisto quella ragazza, che da un po’ aveva iniziato a comparire nella sua mente, finché non pensò: “Questi devono essere i ricordi di quel tale?” di cui ogni volta non ricordava il nome. “Mi spiace di averlo ucciso, ma se non l’avessi assorbito non avrei potuto mai recuperare la memoria!” poi si avvicinò al lavandino e aveva riempito d’acqua per potersi specchiare e allo stesso tempo chiedersi -Chi sono io?- 
Si girò per vedere una piccola figura che era accanto a lui sul letto. Era il piccolo Konohamaru, che dormiva quieto sul letto. Quel piccolo aveva sofferto parecchio, e mettendosi accanto a lui iniziò ad accarezzarlo, ma ciò causò un effetto indesiderato: Konohamaru si era svegliato spaventato.
-Shhh. . .- cercò di calmarlo, –Ehi! Piccolo, non ti preoccupare sono io!- disse mostrandogli un sorriso. 
Il bambino vide quel sorriso, anche se non riusciva mai a vedere la faccia del ragazzo che lo aveva salvato e che ora aveva deciso di occuparsi di lui.
-Allora piccolo, cosa vuoi da mangiare?- chiese il ragazzo, –Immagino che tu abbia fame?- 
Il bambino annuì e rispose: -Vorrei un hamburger!- 
Il ragazzo incappucciato si avvicinò alla finestra e emanò un enorme ruggito. Subito tre grossi mutanti molto grossi messi a quattro zampe come i cani arrivarono all’improvviso, subito questi non perse tempo e disse ai tre: -Voi avete l’ordine di tenerlo d’occhio e di proteggerlo! Sappiate che se gli succede qualcosa vi ammazzo!- 
I tre si misero a fianco al piccolo, che era leggermente terrorizzato, finché non fu sempre il ragazzo incappucciato a incoraggiarlo e a tranquillizzarlo: –Non temere! Loro sono il mio branco, non ti faranno niente, se io non glielo ordino, perciò stai tranquillo! Io vado a procurami i tuoi Hamburger e torno!- detto ciò si lanciò dal palazzo, finendo in quello opposto e iniziando, contro ogni sorta di legge fisica, a salire il palazzo correndo come se stesse per strada, e si diresse nella zona verde di New York, dove non c’erano attacchi da parte dei mutanti ormai da tempo e le attività, anche se sempre caotiche, erano riprese.

Intanto tutta la Taka era stata informata sulla missione, tutti erano in uno stato molto strano, una persona più di tutti in particolare, era triste e felice allo stesso tempo. Felice perché tra poco avrebbe rivisto la persona amata e triste perché temeva che fosse morta, ma in ogni caso aveva una missione, non appena l’avrebbe conclusa ci avrebbe pensato.

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Capitolo 4
*** Quando tutto ebbe inizio ***


Quando tutto ebbe inizio

I Taka erano pronti. Choji, anche se ferito, andò con loro, ma contrariamente dal solito starebbe stato nella base finché non si fosse ripreso, con lui sarebbero rimasta Shizune, per ogni evenienza. Così, non appena arrivarono a New York, o quello che ne restava, atterrarono nella base, ed entrarono tutti nel laboratorio.
Orochimaru, vedendo tutto quel trambusto, chiese: -Cosa succede qui?- 
Jiraiya si girò e riconobbe l’uomo, dinanzi a sé c’era Orochimaru, uno dei più grandi scienziati di biochimica, ma non si scompose più di tanto. -Sono il generale Jiraiya, sono stato convocato dal vostro reparto di contenimento perché non riesce più a contenere bene gli zombie, e il governo vuole che New York ritorni come prima! Perciò ecco il perché della nostra presenza!- 
In quel momento arrivò Madara, il quale venne riconosciuto da Itachi e Sasuke, i quali odiavano a morte quell’uomo. 
-Zio, è da un po’ che non vedevamo quella tua brutta faccia in giro!- rispose acido Itachi, anche Sasuke disse la sua. -Sì, è vero, e la cosa sinceramente non ci dispiaceva! Perché non fai un favore all’umanità e ti ammazzi?- 
Come risposta ottenne solo una grassa risata dall’uomo. –Dai, pensateci bene! Se io mi uccidessi, che divertimento ci sarebbe per voi? Voi come me siete Uchiha e nel sangue avete l’istinto di uccidere, come me del resto, se mi togliessi la vita voi lo rimpiangereste perché sareste voluti stare voi ad levarmi dai piedi, non siete d’accordo con me?- 
I ragazzi non dissero niente e sperarono che Jiraiya gli facesse dire qual era la missione e che la svolgessero subito, altrimenti avrebbero ucciso il loro Zietto. Ma Madara era conosciuto anche da Jiraiya, il quale chiese il perché un mercenario si fosse interessato a fare il sorvegliata di un laboratorio. L’uomo non rispose e andò avanti dicendo: -Non perdiamoci tempo in chiacchiere. Venite con me, che vi spiego il motivo per cui vi abbiamo convocato- disse sbrigativo l’uomo, che portò con sé la Taka in un altro laboratorio.

Nel frattempo Naruto era arrivato nella zona verde di New York, dove le persone, tranquillamente, vivevano come se nulla fosse. Se avessero ascoltato i soldati e fossero rimasti lì, non sarebbe successo nulla. Per prima cosa, il biondo si avvicinò ad un bancomat e, guardandosi intorno, estrasse un palmare, che collegò con un filo e una scheda elettronica, che mise dove andava messa la carta di credito. E dopo aver giocato un po’ con il sistema di sicurezza, fece un prelievo di ben 2000$ dollari, per poi andare in giro tranquillo. 
Andò subito a comprare la carne al macellaio e, oltre a prendere quattro hamburger, prese due chili di carne di cavallo e pure delle ossa con carne per il branco, e mancava poco che lo dicesse anche al macellaio, ma riuscì a correggersi in tempo dicendo cani. Poi, prima di andarsene di nuovo alla tana, andò in un negozio di abbigliamento, dove si prese un giubbotto in pelle aderente e qualcosa anche per il piccolo Konohamaru.

Nel frattempo, alla base, Madara spigava la situazione.
-Allora, prima di mandarvi fuori devo dirvi una cosa!- disse serio l’uomo. –Come ben sapete, quattro anni fa un virus per sbaglio si è propagato per New York, riducendola quello che voi vedete adesso. Ma dovete sapere che non tutta New York è così! Infatti è stata divisa in tre settori, e rispettivamente sono: Il settore verde, il settore giallo e il settore rosso- disse, prendendosi una pausa, per ricominciare il discorso mostrando una mappa e indicando i vari punti che ora avrebbe spiegato.
-Il settore verde è un settore dove, per nostra fortuna, ci sono persone ancora sane e che non sono infette! Ma sono tenute in un pezzo di città ben sigillato, in modo che nessun infetto possa entrare! E così, potranno garantire il ripopolamento della città un giorno. Quello giallo, invece, è dove ci troviamo noi e dove si trovano alcuni infetti, ma molto facili da neutralizzare, non sono un granché. E infine- indicando l’ultima parte della mappa – il settore rosso! Ovvero, dove vi si trovano gli infetti più potenti e anche più pericolosi! Tra loro, quello a cui noi a dato più problemi è lui!- chiarì, mostrando una foto di una persona incappucciata. 
Tutti guardavano quella persona, alta e abbastanza in forma, ma non vedevano in lui nessuna sorta di mutazione genetica, il che fece insospettire Jiraiya, che chiese: -Ma questo mi sembra un ragazzo normale!-
L’Uchiha lo fissò e rispose: -Lui è tutto tranne che normale! Tra gli infetti, lui è quello più particolare, perché non è fuori controllo! Ragiona, pensa, parla! Contrariamente gli altri infetti, perché loro questo non possono farlo, ma cosa che ancora più importante, le pallottole non gli fanno niente, gli abbiamo scaricato addosso la bellezza di dieci caricatori di un Mp5. Ben dieci mitra gli hanno sparato contemporaneamente, e lui non si è fatto niente! Le uniche cose che riescono a fargli male sono i missili dei lancia razzi, ma è difficile che lui rimanga fermo a farsi colpire! Ecco perché ho chiamato voi! Voi siete uno dei gruppi militari più efficiente e forte che ci sia, ecco perché penso possiate catturarlo senza problemi!- 
Nello stesso istante entrò Pain, correndo, e col fiatone disse: -Signore, Prototype è stato avvistato nella zona gialla! Non so dove si stia dirigendo, ma se vogliamo prenderlo non c’è momento migliore!- 
-Come mai volete catturarlo e non ucciderlo?- chiese lecitamente Tsunade.
L’uomo non sapeva come rispondere, finché non entrò Orochimaru, dicendo: -Perché se lo uccidesse, io non potrei fare alcun antidoto per gli altri infetti e saremo costretti a ucciderli tutti!- disse, sperando di averla convinta. Ma la donna era dubbioso, perciò continuò, dicendole: –Prototype è diverso dagli altri, ecco perché penso che potremmo fare un antidoto solo con lui, perché lui ha un controllo mentale su se stesso e gli altri no! Ecco perché mi serve vivo!- 
Con questo Tsunade credette, anche se non completamente, a Orochimaru. Così Jiraiya disse: -Ok! Ragazzi, ci divideremo in nove gruppi da quattro persone! Solo il mio sarà composto da cinque. Quindi: il Team 1 sarà formato da Killer Bee, Samui, Karui e Itachi. Il Team 2, invece, sarà formato da Gaara, Temari, Kankuro e Matsuri. Il Team 3 sarà formato da me, Tsunade, Sai, Kurotsuki e Shion. Il Team 4, sarà formato da Hana, Guren, Anko e il Team 5 sarà formata da Suigetsu, Karin, Juugo e Amaru. Team 6, invece, sarà formato da Asuma, Shikamaru, e Ino. Poi, il Team 7, sarà composto da Kakashi, Sakura, Sasuke e Sasame. Il Team 8, invece, sarà composto da Kurenai, Hinata, Kiba e Shino. Il Team 9 sarà composto da Gai, Rock Lee, Neji e Tenten. Shizune, tu resti qui con Choji, voglio che si riprenda, prima di intervenire, e adesso andiamo a fare conoscenza, useremo una tattica per studiarlo, d’accordo?- 
Tutti annuirono e partirono contro il loro avversario.

Intanto, Prototype si sentiva osservato, perciò fece un secondo ruggito, chiamando così un secondo branco, che era molto più grosso in confronto a quelli precedenti. Ma invece che assomigliare a dei cani, sembravano dei gorilla, ma pur sempre molto pericolosi. Così, dando loro i suoi acquisti, disse loro di andare alla tana di posarli lì e poi di andarsene, mentre lui aspettava che chi l’osservasse uscisse fuori e che combattesse da uomo a uomo. Ma Zetsu non era stupido, non avrebbe mai affrontato Prototype da solo, perciò, nascosto, iniziò a dare le coordinate alla base su dove si trovasse il ragazzo, il quale ebbe un altro flash back nella sua testa, mentre i Taka stavano raggiungendo il luogo in cui si trovava.

New York 4 anni fa

Naruto e Kabuto stavano lavorando fianco a fianco per combinare il siero con la sua essenza originale, che si comportava da malattia. Dopo ben due anni di duro e intenso lavoro, non solo c’erano riusciti, ma erano anche stati capaci di renderlo molto più controllabile.
-Finalmente!- disse il biondo, mentre si stiracchiava dalla sua poltrona.
-Già!- disse Kabuto, al quale non era mai piaciuto lavorare col biondo. Così si alzò dalla sedia e si diresse da Orochimaru-sama per dargli il lieto annuncio, e per poter finalmente levarsi dai piedi quel ragazzo che non aveva mai sopportato.
-Orochimaru-sama, abbiamo terminato! Adesso basta fare una leggera modifica alla struttura e potremo creare il virus Blacklight.- 
I due si diressero in laboratorio, dove videro il biondo addormentato.
-Bene! Così almeno non ci recherà disturbo.- 
Iniziarono ad apportare le modifiche. Naruto sonnecchiava, e gli capitò di aprire gli occhi e vedere cosa i due stesserò facendo, ma non appena si accorse quali fossero le loro intenzioni, si alzò di scatto, dicendo: -Che diavolo sta facendo!- I due si girarono di scatto, ma tornarono a lavorare sul virus, al quale ormai mancava poco. –Non può farlo! Così ammazzerà persone innocenti!- 
Ma l’uomo rise di gusto, e a lavoro fatto gli rispose: -Sei uno sciocco! Un vero genio, su questo non c’è dubbio, ma rimani ugualmente sciocco! Adesso voglio vedere cosa succederà! Kabuto, prendi il virus!- 
Mentre Orochimaru estraeva una pistola e la puntava contro Naruto. Il ragazzo non poté fare niente.
Kabuto era tornato con una siringa riempita di siero e nano macchine.
-Dai Kabuto, diamogli una dose della sua medicina- iniettandolo nel sangue. Naruto cadde a terra, grattandosi il punto dove gli era stato iniettato il veleno, fino a che il sangue non uscì da quel punto. Poi iniziò a tenersi la gola e dimenare come un matto, per poi alzarsi e correre via da lì, cercando di andare in laboratorio per salvarsi. Ma Orochimaru non gli permise di fare un passo in più, e gli sparò in testa. 
Naruto riuscì a scappare andando in laboratorio e prendendo una fiala del suo vecchio composto, che teneva di scorta in laboratorio, e la ingerì, sperando bene. Ma purtroppo per lui Orochimaru arrivò e gli sparò un colpo in pieno petto. 
Naruto barcollò fino a cadere dalla finestra. Aveva cercato un appiglio, qualcosa, ma purtroppo per Orochimaru aveva preso una fiala del veleno originale che si trovava lì. 
Orochimaru e Kabuto scesero a vedere e sperare che la fiala non fosse rotta, altrimenti sarebbero stati gravi guai, ma purtroppo per loro, questa era rotta e sporcava un po’ la faccia del biondo. 
Subito Orochimaru disse al suo assistente: - Fagli la autopsia e dimmi perché il nostro veleno non l’ha ucciso!- disse serio. Subito chiamò due della sicurezza che presero il cadavere e lo portarono all’obitorio, dove Kabuto stava analizzando il corpo del biondo. In modo sadico, gli disse: -Non ti preoccupare! Non sentirai alcun dolore! Ma sappi che io mi divertirò ugualmente a squartarti, brutto figlio di puttana!- Dopo aver detto questo si girò, pensando a che bisturi usare per fare l’esame, ma poi decise di usare la sega elettrica sarebbe stato più bello, per sfregiare quel corpo perfetto. Così accese l’attrezzo e si stava preparando ad aprire il corpo di Naruto, quando questi gli afferrò il braccio, con l’attrezzo in mano, e, aprendo gli occhi di scatto, si alzò e lo distanziò con una pedata. A Kabuto cadde la sega di mano che, intanto, matta, continuava a muoversi finché il biondo non strappò il filo e, prendendo l’argenteo con un braccio, lo sollevò, prendendolo dal collo, e gli chiese: -Dove mi trovo? Chi sei tu? Chi sono io?- 
Kabuto non capiva come era possibile, perché fosse vivo… ma ciò lo rese felice, almeno avrebbe potuto ucciderlo con le sue mani. Così, prese la pistola dalla tasca e gli sparò nel petto. 
Naruto lasciò la presa, e si toccò il punto ferito, ma a parte una lieve bruciatura, niente. Kabuto, invece, era spaventato: gli aveva sparato in un punto dove ci sarebbe dovuto essere il cuore, quindi il sangue sarebbe dovuto schizzare! Invece niente. 
Naruto risollevò Kabuto, mettendolo nella stessa posizione di prima e senza che questi se ne accorgesse il suo braccio si trasformò per la prima volta in tante lame, e colpì Kabuto in bocca, bucando il collo dietro. Nel mentre fece questa operazione, ricordò come se si stesse nutrendo di informazioni, come se si stesse cibando del cervello del ragazzo. Non appena finì, ricordò qualcosa, ma non tutto, e prendendo la sua felpa corse fuori dall’edificio. 
Orochimaru scoprì cosa era successo solo dopo aver trovato il corpo di Kabuto e aver visto le registrazioni.


Il flash era finito, ma non si era ricordato né il nome e né altro su di sé. Sapeva che se era quello che era in parte era colpa sua! Si era fidato troppo, ma ormai era più bramoso di prima, adesso era certo che nessuno l’avrebbe fermato.

Intanto la Taka, ch’era appena arrivata, si era divisa circondando l’edificio dove Prototype si trovava.
-Ma che fa?- chiese Shikamaru, il comportamento di quell’uomo non era normale.
-Shikamaru! Non ti interessa sapere che fa! Il tuo compito é catturarlo, punto!- aveva detto serio Jiraiya, il quale aveva dato tutti il compito di avvicinarsi senza farsi vedere. 
Ma Naruto si era accorto di loro e si lasciò cadere dal palazzo, atterrando su un auto. Tutti pensarono che fosse morto, ma il ragazzo con un Kip up si rimise in piedi, iniziando a guardarsi intorno dicendo. -Dai! Non vorrete giocare a nascondino?- chiese, ma non ottenne risposta. 
Intanto tutti si stupirono che il ragazzo si fosse accorto di loro, ma Jiraiya lo sembrava più di tutti. 
“Questa voce? No, sarà una mia impressione!” si disse. 
Così, innervosito da tale comportamento, prese l’auto dove prima era atterrato e la lanciò in aria. Poi trasformò il suo braccio nella frusta, e non appena la macchina fu abbastanza vicina per la portata della frusta, distrusse la macchina che, divisa in detriti, si scagliò da tutte le parti. Per fortuna non colpì nessuno. 
Sasuke disse al generale: -Generale! Sarebbe ora di mettere alla prova il nostro amichetto!- 
Suo fratello Itachi lo appoggiò. -Sono d’accordo con l’idea di Sasuke! Sappiamo che è forte e che può trasformare le mani in una frusta, basta capire come combatte e poi pensare a come batterlo un'altra volta!- 
Jiraiya, dopo averci pensato su, disse: -Avete ragione! Fate così, però: Itachi, Sasuke, voi sparategli ai fianchi, mentre Kakashi gli sparerà d’avanti. Asuma e Gai voi invece colpitegli le spalle- parlando alle radio, e dando così il permesso.
Subito i cinque uscirono fuori dai loro nascondigli e iniziarono a sparare. 
Era la prima volta che Naruto vedeva quei soldati, ma non ci pensò molto a cosa fare, dato che saltò e, senza che nessuno sapesse come avesse fatto, planò rapido su Kakashi, afferrandolo per un braccio che gli girò sulla schiena, per poi usarlo come scudo subito dopo.
- Adesso, o uscite fuori tutti o uccido il vostro amico!- disse minaccioso il ragazzo incappucciato. 
Così Jiraiya, pur seccato, fu costretto a obbedire. Non voleva perdere un altro membro, perciò disse a tutti di uscire. 
–Finalmente! Sapete, a me piace sapere con chi gioco!- disse ridendo. 
Le ragazze erano tutte scosse. Nel vederlo ridere sembrava un pazzo, ma anche a loro, come aveva percepito prima Jiraiya, quel ragazzo sembrava qualcuno che dovevano conoscere.
-Sentite, vi consiglio di lasciare perdere e di andarvene!- disse il ragazzo.
Kakashi sentì la presa del ragazzo allentarsi un po’, così decise di provare una pazzia: prese il coltello che aveva nella tasca, dando un calcio al piede del ragazzo, per poi conficcarglielo nel braccio che lo bloccava, per dargli subito una gomitata ed allontanarsi per riprendere l’arma e attendere l’ordine di Jiraiya per fare fuoco. Ma l’ordine non arrivò mai, dato che il cappuccio era caduto, mostrando a tutti il volto del ragazzo. 
-Naruto!- dissero tutti simultaneamente. 
Il biondo non capì con chi stesserò parlando, ma subito estrasse l’arma dal braccio e, con rabbia negli occhi, guardò Kakashi, dicendogli: -Tu sei morto!- 
Poi si avventò velocemente contro l’uomo, ma prima che arrivasse a colpirlo una scarica di colpi lo prese in pieno, obbligando Naruto a indietreggiare. Il biondo si voltò per vedere chi fosse stato ad osare a ferirlo, vedendo un altro albino.
-Ehi, professorino! È da un po’ che non ci si vede, vero?- domandò retorico.
Naruto era nervoso, molto arrabbiato, e cambiò il suo obbiettivo. 
–La sai una cosa? A me non interessa se mi hanno detto di catturarti vivo! Io ti ammazzo lo stesso!- disse, impugnando il lancia razzi per poi sparagli di nuovo. 
Tutti videro una grande esplosione, ma quella non fu l’unica, dato che Jiraiya aveva preso il mitra e stava per ammazzare quel bastardo. Ma Naruto, saltando fuori dal fumo con delle lame alle braccia, le conficcò nella bocca di Hidan come aveva fatto la prima volta con Kabuto, iniziando così a rubargli la sua linfa e la sua memoria, per potere recuperare la sua. 
La scena era orribile, vedevano il soldato di Madara diventare grigio, come un cadavere, mentre Naruto sembrava rinvigorirsi, tant’è che videro la ferita che aveva nella spalla guarire da sola. Non appena finì di consumare il suo pasto, si girò verso Kakashi e disse: -Adesso a noi due!- 
-Naruto, non ti ricordi di me?- 
Prototype drizzò le orecchie a sentirsi chiamare così, anche se doveva ammettere che il nome che gli davano loro gli piaceva di più. Non gli interessò, si stava apprestando ad attaccarlo. 
Nessuno riusciva ad attaccarlo, tantomeno Kakashi, che sarebbe stato la sua vittima. 
Quando degli infetti simili a dei gorilla, sopra un edificio, non scesero. Prototype li riconobbe. Erano quelli che aveva mandato a posare le sue spese, e adesso gli ruggivano contro, tutti impugnarono le armi per paura di essere attaccati, ma non successe. Videro solo Naruto farsi serio, finché poi non parve seriamente preoccupato. Così il biondo si girò verso Kakashi e gli disse: -Ti ammazzo un'altra volta!- poi, prendendo le armi di Hidan e le munizioni, disse al suo branco: -Portami dai Goliath! Questa volta gli insegno io a sconfinare nel mio territorio!- disse furioso. Subito saltarono sul palazzo, mentre Naruto iniziava a correre fino ad raggiungerli. 
In quell’attimo di smarrimento, Jiraiya serio disse: -Ragazzi, inseguiamolo. Dobbiamo catturarlo, non m’interessa come, ma dobbiamo riuscirci!- subito si divisero di nuovo e inseguirono il biondo, finché non lo persero di vista. 
Jiraiya non sapeva come doveva sentirsi! Essere felice che il nipote fosse vivo o essere triste per ciò che era diventato. Ma una cosa era sicura: un certo Orochimaru avrebbe dovuto dargli un sacco di rispose! E anche Madara non l’avrebbe passata liscia.
Parola di Jiraya

Intanto Naruto era arrivato dal Goliath, un mostro alto venti metri con un braccio enorme simile ad uno scudo, che usava per colpire i palazzi intorno a sé. A breve avrebbe colpito quello dove vi era il piccolo Konohamaru, e questo Naruto non poteva permetterglielo, così cercò di attirare l’attenzione su di sé. Prese un’auto e gliela lanciò, colpendolo in testa. 
L’infetto, furioso, si girò e con l’enorme braccio cercava di spostarsi, dato che aveva le gambe troppo piccole per poterlo fare, mentre Naruto si preparava all’imminente battaglia trasformando il braccio sinistro in una lama, mentre quello destro lo trasmutò in un braccio e mano con molte più lame. Adesso era pronto per lo scontro, sperava che con quel Goliath né valesse la pena, perché a causa sua aveva rinunciato alla vendetta. Quindi sarebbe stato meglio per lui farlo divertire. Così si lanciò anche lui all’attacco, per poi eseguire un enorme balzo e iniziare il suo scontro.


 

Ecco l’aspetto di Naruto, tranne per il fatto che quello della mia storia non ha le ali e non ha questo sguardo feroce:

 

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Ecco qua invece l’aspetto del Goliath:

 

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Capitolo 5
*** Spiegazioni, combattimenti e fallimenti! ***


Spiegazioni, combattimenti e fallimenti!

Aveva fatto un balzo elevato, arrivando quasi a colpire la faccia, se non fosse stato che il Goliath aveva usato il suo enorme braccio come scudo. Naruto usò il braccio del mostro come strada e iniziò a correre verso la fine di esso per saltare ancora più in alto, rese le mani normali per prendere le armi che aveva sottratto a Hidan cercando di sparargli, con Mp5. Ma era inutile, i proiettili erano inutili contro quel colosso, così atterrò sul tetto di un palazzo e, notando le esili gambe del suo avversario, usò proiettili rimanenti per colpirle, tanto che il mostro cadde in ginocchio, ma era ugualmente pericoloso e iniziò coll’enorme braccio a colpire ovunque. 
“Bene, almeno così mi divertirò!” pensò ghignando, per poi iniziare a pensare a come fare per batterlo.

Intanto Jiraiya si diresse furioso alla base di New York per chiedere spiegazioni, ma in quel momento erano tutti indaffarati, che correvano a destra e a manca. Lo stesso Madara era molto preoccupato e parlava con Pain. 
Jiraiya arrivò lì e tuonò: -Madara!-
L’uomo si girò: “L’avrà visto in faccia!” pensò sospirando, ma prima che questi potesse provare a giustificarsi, si trovò con le spalle al muro. Subito sentì l’uomo urlare: –Tu sai che quello che voi chiamate Prototype è mio nipote? Perché non mi hai detto niente?-
-Se vuole glielo spiego io! Ma se permette, ora deve lasciare il capitano Madara, perché dobbiamo organizzare un piano di azione!- disse Pain, calmo, serio e risoluto.
-Piano di azione per cosa?- chiese curioso Kakashi.
-Un Goliath sta attaccando seminando il panico nella zona rossa!- 
-E allora? Lì non è popolato da infetti?- chiese Shikamaru. –Se questo qui semina il caos che problema c’è?- 
-Il problema sta nel fatto che i mutanti scappano verso le altre zone, che vengano nella zona gialla non sia un problema, ci siamo noi pronti a farli fuori, ma se vanno in quella verde, New York perderà tutti i suoi abitanti!- spiegò Pain. 
Detto questo cadde un silenzio profondo, e un fiducioso Kisame rispose: -Tranquilli!- Tutti si girarono a guardarlo, un uomo abbastanza alto, con un insolito colorito bluastro, che aveva i pop-corn in mano e guardava lo schermo. Lo stesso Madara aveva in mente di ammazzarlo, finché non vide lo schermo e capì il perché della calma del ragazzo e si sedette accanto al ragazzo gustandosi anche lui i pop-corn .
-Ecco generale, si goda lo spettacolo.- 
Tutti videro proiettato sullo schermo gigante del computer un mostro alto venti metri, che lottava con Naruto, che ora stava usando i razzi che parevano non sortire effetto. Così lanciò l’arma a terra e decise di azzuffarsi in un corpo a corpo, e la sua ottima forma fisica lo aiutava parecchio, infatti riuscì a passare in mezzo alle gambe del mostro e a tranciargliele di netto, questa volta, facendo sì che questi stesse completamente immobile in un punto, anche se continuava a dimenarsi. Ma al biondo non importò molto, dato che percorse tutta la schiena e non appena arrivò alla base del collo formò una lama e taglio di netto la giugulare, ma per qualche analoga ragione il Goliath non moriva, ma almeno adesso era più docile, così iniziò ad assorbirlo per recuperare le forze dello scontro, per poi salire nel palazzo per vedere come stesse il piccolo. 
Intanto nel quartiere operativo Madara si mise in piedi e disse: -Muovetevi, andate lì e catturatelo!- ma tutti parvero osservarli come se stesse delirando. –Che fate lì impalati?- chiese più furiosi. –Andate!-
-Capo, quella è la zona zero!- disse Pain. 
Non appena Madara acquisì quell’informazione si calmò, dicendo: -Dannazione! Sarà per un’altra volta!- 
-E allora? E’ nella zona zero e con ciò! Su forza, dateci un aereo che ci andiamo! Se non volete venire, ci andremo da soli indicateci le coordinate sul radar!- propose Itachi. 
Ma Madara mise in chiaro subito una cosa: -La zona zero è un posto inaccessibile a tutti! Chiunque vi entri muore! Solo Prototype. . .- non finì di dire quel nome che tutti lo guardarono storto, obbligandosi a correggere -Solo Naruto può andare e tornare da lì sano e salvo!- detto questo una delle ragazze scoppiò a piangere, mentre le altre gli andavano a fianco per consolarla.
Da quando lei e Naruto si erano lasciati, aveva pensato e ripensato a ogni singolo giorno a quella stupida lite, ora più che mai ancora più stupida, tutti cercavano di consolarla. Lo stesso Jiraiya, che ormai si era affezionato alla ragazze, tanto che la considerava l’unica ragazza perfetta per suo nipote, le aveva detto che un giorno si sarebbe pentito e sarebbe tornato, e lei aveva sperato in un suo ritorno, che le avrebbe chiesto di ricominciare, e adesso scopriva che lui era cambiato e che era sempre a rischio di vita e che tra l’altro non li aveva riconosciuti. 
“Aspetta! Perché non ci ha riconosciuti?” pensò di botto la ragazza, per poi subito chiederlo. A quel punto entrò Orochimaru, che aveva sentito tutto quel chiasso.
-Non vi ha riconosciuti perché ha perso la memoria! Comunque, è giusto che voi sappiate cosa gli è successo!- disse la serpe. -Naruto Uzumaki è la più grande mente con cui io abbia mai lavorato, mi ci ero affezionato, ma. . .- lo aveva fatto apposta per fare aumentare la tensione che si sentiva nell’aria, obbligando la ragazza a chiedere, ma beccandosi un occhiata minacciosa da Jiraiya.
-Ma cosa?- chiese lei, con lacrime agli occhi, doveva sapere cosa gli fosse successo.
-Ma era un ragazzo troppo dedito al lavoro! Ha lavorato per ben tre anni senza mai riposarsi, giorno e notte! E sapete benissimo come me che succede a una persona che perde il sonno, no?- disse quella frase come se fosse scontata, infatti per Tsunade lo era, e fu lei a rispondere.
-Porta alla irascibilità del soggetto che inizia ad essere paranoico! Ma questo non capisco cosa c’entri con tutto quello che è successo.- 
-Dopo aver lavorato sull’antidoto per un anno, io l’ho obbligato ad una pausa forza, e durante quella sera che gli diedi il giorno di riposo, gli si illuminò ancor di più il suo genio e scoprì che facendo mix delle due sostanza e facendole fecondare da un ovulo fecondo, ma bloccato, potevamo riuscire nel nostro intento e. . .- 
-Un ovulo fecondo, ma blocca? In che senso?- chiese curiosa Sakura.
-Beh, nel senso che dentro c’era uno spermatozoo, ma lì dentro non ci sarebbe mai sviluppata la vita, serviva solo per permettere al nostro siero di adattarsi alla natura umana in generale. Adesso vi pregherei di non interrompermi più e farmi continuare!- disse con tono di rimprovero e riprendere da dove interrotto. – Ero arrivato che, grazie a questo sistema, saremmo riusciti ad arrivare alla soluzione, così creammo il nuovo siero, che durante le analisi e ai numerosi test fatti sembrava essere che la nostra ricerca fosse andata in porto, ma sbagliammo: tutti i soggetti sottoposti al siero impazzivano, perciò decidemmo di distruggere il siero e di ricominciare daccapo, ma Naruto! Diventò sospettoso, pensava che noi avessimo manomesso i risultati, perciò provò il suo farmaco su se stesso. Io e Kabuto avevamo scoperto che il siero fatto da Naruto inizialmente era capace di curare l’antigene della malattia creata dal cocktail della prima coll’unione della seconda, e quando vedemmo Naruto in quello stato provammo a iniettarglielo, ma non ci riuscimmo, era troppo forte e dovemmo sparargli. Una volta iniettato il siero, aspettammo che Naruto si riprendesse. E appena ciò avvenne, vedendo che noi tenevamo l’arma che lo aveva ferito, prese dalla sua tasca l’antigene della malattia e, delirando e dicendo che noi volevamo ammazzarlo per prenderci i meriti delle sue ricerche, stava per rompere la fiala, perciò Kabuto gli sparò di nuovo. . . Ma avevamo sbagliato le nostre previsioni. Naruto cadde dalla finestra e la fiala si ruppe, per nostra sfortuna la pelle del nostro caro amico ha assorbito il veleno originale, e il suo corpo é diventato un mix di una super tossina, che durante la sua morte si è propagata per tutta New York. Questo è tutto!- disse, sperando che nel suo racconto non ci fossero incongruenze e che se la fossero bevuta. Purtroppo la storia da Orochimaru raccontata sembrò la verità per tutti, dato che sapeva che Naruto non lasciava mai qualcosa di non fatto, ma c’era qualcosa che non quadrava, perché Naruto era ancora vivo. Fu questo che chiese Sasuke.
-Aspetti un attimo! Lei ha detto che Naruto è morto! Allora chi è quello che si è battuto con quel gigante?- domandò retorico. –Sono più che sicuro che sia Naruto!- disse il giovane Uchiha, e Orochimaru iniziò a sudare freddo, ma non si perse d’animo.
-Ah, certo, che sbadato! Mi sono dimenticato di dire la parte più importante!- disse facendo una pausa. –Dopo la sua morte, io e Kabuto portammo il corpo di Naruto in obitorio per fare una autopsia e creare un siero per guarire il virus Blacklight, perciò incaricai Kabuto di sbrigarsi e portarmi i risultati, ma ciò non avvenne, mai!- abbassando lo sguardo. –Naruto era tornato dal mondo dei morti e lo aveva ammazzato! La sua prima vittima, una di una lunga lista per catturarlo e curarlo, ma non solo lui, ma anche gli altri!- diceva l’uomo, cercando di essere convincente, ma Tsunade non gli credete. Ma non avendo prove, non poteva accusarlo, per cui, non appena finito questo monologo, l’intera Taka si radunò in una stanza senza telecamere e senza sorveglianza, stando attenti a non essere spiati.
-Io non credo minimamente a ciò che hanno detto!- disse seria Tsunade. –Forse a come sia avvenuta la trasformazione di Naruto sì, ma che lui fosse diventato paranoico e che avesse diffuso il veleno, no! Mi rifiuto di crederlo!- molti altri erano d’accordo con lei, perciò, chiedendo il permesso a Jiraiya, diede lei le disposizioni. Quando si parlava di fare lavoro di coordinazione e spionaggio, Tsunade era la migliore! Ancora non capiva perché Sarutobi avesse scelto lui, comunque stette a sentire ciò che Tsunade aveva in mente.
-Allora, Shizune, Choji, Sasame e Karui, voi resterete qui e farete lavoro di spionaggio cercando di capire cosa sia successo in questi sette anni!- poi si rivolse agli altri: -Noi ci divideremo in squadre, e cercheremo di attirare l’attenzione di Naruto! E so già come fare!- disse lei con un ghigno poco rassicurante. –Mi spiace, Kakashi, ma dovrai fare da esca!- L’uomo strabuzzò l’occhi, perché l’altro era coperto, e disse: -Perché io?- 
-Devo forse ricordarti che Naruto ti vuole uccidere? Ma non ti preoccupare, ci penseremo noi a proteggerti le spalle. Per quanto forte, nemmeno Naruto può riuscire a sconfiggere la tecnica e il numero, specialmente se a fare le strategie sono io!- disse Tsunade. 
Tutti pensarono che la donna stesse peccando di modestia, ma era meglio non dirglielo, altrimenti chi l’avrebbe sentita poi! Così, come organizzato dalla donna, si divisero nelle stesse squadre di prima e andarono in cerca di Naruto.

Intanto l’interessato aveva preso il piccolo e, dopo averlo rassicurato, iniziò a cucinargli i suoi hamburger. Il piccolo vedeva come Naruto trasformava le braccia in una lama che usava per rigirare gli hamburger, meravigliato.
-Forte!- disse divertito nel vedergli fare ciò. 
Naruto girò e guardò il piccolo con un ciglio alzato: -Forte cosa?- chiese con un sorriso accennato.
-Quello che fai con le braccia!- rispose il piccolo, mentre il biondo iniziava a tornare serio. –potresti essere un supereroe come quelli dei fumetti!- disse ridendo. Quella risata contagiò Prototype, che ebbe un piccolo Flash Back.

“Hidan stava per uscire dal laboratorio, quando ripensandoci chiese: -A proposito, ancora non mi hai detto il nome della tua ex-ragazza.- 
Il biondo aveva mal di testa, ed era anche molto indaffarato, perciò decise di rispondere. -Il suo nome è Ino. Ma posso sapere perché ti interessa tanto?– domandò il biondo. 
L’argenteo rise e disse: -Nulla, curiosità!- poi uscì da lì, insospettendo il biondo che subito si mise a lavorare!”


Il Flash era finito e il piccolo Konohamaru si era servito da solo. Quando vide che Naruto si era ripreso, gli chiese: -Cosa ti è successo prima?- domandò il piccolo. 
-Nulla, dei ricordi della mia vita che cercano di venire fuori!- rispose sincero. 
Il bambino annuì, e poi chiese: -Qual è il tuo nome?- 
Naruto lo guardò e ci pensò su. “Il mio nome?” si domandò lui. Tutti quelli che lo avevano incontrato lo chiamavano Prototype, e a lui gli stava bene, ma gli ultimi soldati che aveva incontrato lo avevano chiamato diversamente, ma non importava, perciò decise di rispondere dicendogli: -Io mi chiamo Prototype.- 
Detto questo, prese le ossa e le lanciò al suo branco, il quale iniziò a rosicarsele. Al piccolo piaceva il nome, ma con sguardo basso provò a chiedergli: -Signor Prototype!- disse il piccolo, tirando la maglietta e cercando di attirare la sua attenzione, cosa che ottenne subito. –Senta, so che può sembrarle stupido, ma non è che potrei chiamarla papà?- 
Naruto fu spiazzato nel sentire ciò. “Papà?” pensò, come se lo stesse prendendo in girò, ma poi pensò: “Ma cos’è un papà?” -Allora, potrei farlo, se prima però mi spiegassi cos’è e cosa fa?- 
Il piccolo, felice, gli disse ciò che sapeva lui sui papà: -Il papà è una persona che ti vuole bene e ti protegge da qualsiasi pericolo, ti nutre e ti educa e che gioca con te e molte altre cose che ora non mi ricordo- disse il piccolo. 
Naruto parve pensarci, prendersi cura di un piccolo non era difficile, gli bastava mettergli il branco dietro con l’intento di proteggerlo e in caso di estremo pericolo chiamarlo, perciò dopo averci pensato annuì.
-Va bene!- 
Il piccolo sorrise e abbracciò forte il suo nuovo genitore, che non sapeva cosa stesse facendo il piccolo. Sapeva solo che gli piaceva e perciò, facendo tornare normali le sue mani, fece lo stesso. Poi si separò per dirgli: -Che ne dici vuoi fare un giro per il mio. . . anzi, il nostro territorio? Ormai ciò che è mio è pure tuo, giusto?- il piccolo annuì. –Ma prima metti questo!- prese un piccolo sacchetto dove vi erano dei vestiti –Quelli che indossi sono troppo rovinati.- 
Così il piccolo indossò dei pantaloni lunghi e una felpa. Naruto invece aggiunse solo il giubbotto in pelle e rindosso il cappuccio, e dopo essersi caricato Konohamaru sulla schiena disse: -Sei pronto?-
Il piccolo rispose con una risata impaziente e Naruto partì subito con un balzo, uscendo da lì e iniziando a saltare sul palazzo di fronte. Non appena arrivato sul tetto si lanciò, sfondando la finestra con una gamba avanzata per poi uscire da un'altra. Konohamaru si stava divertendo! Era tutto più bello visto da lì sopra.

Intanto Kakashi camminava in mezzo alla strada in bellavista, affiancato dal suo team, per ora incompleto, con a destra Sasuke e a sinistra Sakura, che aspettavano che Naruto uscisse fuori da qualche parte, ma niente, finché non sentirono una finestra rompersi e videro Naruto atterrare di fronte a loro, con dietro un bambino e iniziare a correre su strada velocemente. Più che uomo sembrava una macchina, dalla velocità che raggiungeva. Loro lo inseguirono domandandosi perché trovandosi un Kakashi così vicino non lo aveva ucciso. La verità era che Naruto non si era accorto di lui, troppo concentrato che era su Konohamaru e ai pericoli che poteva fargli incontrare, perciò decise di portarlo lontano da lì. 
Per quando si misero dietro a inseguirlo a piedi, il biondo era troppo veloce tanto che lo persero di nuovo, e pensarono che la prossima volta si sarebbero portati un auto.

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Capitolo 6
*** Incontro ***


Incontro

Con in spalla un Konohamaru contento, Naruto sfrecciava come un razzo per le strade, per poi salire sui tetti e fare salti, a dir poco pazzeschi. Tenendosi forte alla schiena del suo nuovo papà, Konohamru si sentiva protetto e sicuro. Dopo aver finito il giro tornarono al palazzo, dove Naruto posò Konohamaru che a furia di salti vari si era addormentato. Così, dopo essere uscito dall’edificio, Naruto richiamò il suo branco e disse: -Tenete d’occhio Konohamaru e non fategli del male, capito? In caso di pericolo urgente tu mi verrai a chiamare- disse indicando ad un membro del branco che annuì, e si diresse nell’appartamento dove i quattro si misero ai lati, mentre lui andò in cerca di un certo argenteo che gliel’avrebbe pagata cara.

Nel frattempo i Taka, avendo costatato l’elevata velocità del loro amico, stavano pensando a come avrebbero potuto prenderlo. Cioè, era impossibile, aveva battuto da solo un mostro alto venti metri, era agile, veloce, poi era meglio non parlarne, per non dire forte! Aveva una forza mostruosa, per quanti piani avrebbero fatto, non sarebbero mai riusciti a catturarlo, o a scalfirlo.
-Aspettate! Naruto non è invincibile!- aveva detto di botto Kiba. –Pensateci, Kakashi è riuscito a ferirlo con un coltello- detto questo tutti provarono a ipotizzarne i motivi, che ci fossero casi in cui lui poteva essere ferito, magari se era sotto stress o cose varie, ma nulla, non riuscirono a pesare a nulla di soddisfacente.

Naruto si era diretto alla base militare dove i Taka dovevano stare, perché quasi sicuramente erano stati gli Akatsuki a mettergli quelli alle calcagna, perciò decise di aspettare su un palazzo chiunque entrasse o uscisse. Era l’unica idea che gli era venuta in mente. Proprio in quel momento si ricordo di una cosa. Lui aveva lavorato per parecchio tempo là dentro, quindi dovevano esserci informazioni su di lui in quella base, perciò pensò di cambiare il suo piano di vendetta con uno di ricognizione. Così, ricordandosi di avere lottato con Hidan e di averlo assorbito, il biondo ne prese le sue sembianze, ed entrò nella base senza alcun problema, fortunatamente nessuno aveva saputo della morte di Hidan, ma gli sembrava strano, perciò mantenne i sensi sempre allerta.

Intanto alla base gli Akatsuki pensavano come fare a prendere il biondo e a levarsi la Taka dai piedi.
-Lo dicevo io che era una cazza chiamare aiuti esterni!- disse Madara adirato. 
Intanto, mentre Pain ascoltava il suo rimprovero, arrivò al suo palmare un avviso. Lo prese e iniziò a vedere che problema ci fosse, e con un lieve sorriso disse: -Capo, si tranquillizzi!- Pain sorrideva, e ciò fece innervosire ancora di più l’uomo, finché il ragazzo non gli spiegò il motivo del suo buon umore. –Il sistema della sorveglianza ha trovato una persona sospetta alla base! E questa persona non è che il defunto Hidan!- Madara rimase un po’ di stucco dall’informazione.
-Che Prototype possa controllare i morti?- chiese, ma il giovane negò.
-No! Hidan è stato assorbito, ciò vuol dire che il nostro caro amico forse ha capacità di camaleonte e che abbia preso l’aspetto di Hidan!- Subito prese la pistola e disse: –Andiamo, prendiamolo e portiamolo da Orochimaru! Poi ci sbarazzeremo dei Taka!- Così i due, chiamando gli altri, si diressero nella zona in cui si trovava il falso Hidan.

Naruto, nel frattempo, si era ricordato che le informazioni erano nella cassaforte di Orochimaru, che teneva in un sottolivello. Ma era meglio cambiare aspetto, con le sembianze di Hidan ci avrebbero messo poco a scoprirlo, specialmente se vedeva un componente della Taka o della stessa organizzazione, perciò vide passargli accanto un inserviente che stordì e portò in un ripostiglio. 
“È meglio non ucciderlo!” pensò il biondo, che si apprestò a fargli un taglio e a ingerire una goccia di sangue. Dopodiché cambiò aspetto, uscì dalla stanza e si diresse nel cavo.

Madara aveva chiamato i suoi più fidati uomini e aveva detto che se vedevano Hidan gli dovevano sparare un tranquillante, perciò con passo strategico si diressero dove sarebbe dovuto arrivare il falso Hidan, e uscendo di soprassalto dall’angolo del corridoio, puntò l’arma. Di fronte c’era un uomo delle pulizie spaventato, che col suo carrello stava andando a pulire gli uffici.
Madara lo fece passare e lui e i suoi uomini continuarono le ricerche per tutta la base. 

Naruto per un momento aveva perso un battito, non era convinto che il suo travestimento avrebbe durato, e aveva paura che i suoi nemici avrebbero potuto fargli delle domande, ma nulla di tutto questo, adesso mancava poco per arrivare alla cassaforte, c’era ormai vicino, ma c’era un problema! Come avrebbe aperto la cassaforte? Non appena lì ci avrebbe pensato.


Nel frattempo, la Taka era rientrata e aveva chiesto ai membri che erano rimasti alla base cosa avessero scoperto e cosa era successo. Perché c’era un esercito in mobilitazione, per tutta la base.
-Non abbiamo scoperto nulla, e per quando riguarda questo caos non sappiamo niente! Tutto ad un tratto hanno iniziato a fare così, ma nessuno ci ha detto niente.- 
Così Jiraiya, spazientito, estrasse la pistola e prese il primo soldato che passava di lì, per puntagli la pistola alla tempia e chiedergli: -Dimmi che succede. Voglio saperlo ora!- chiese autoritario, ma la risposta del soldato non gli piacque affatto.
-Signore, non lo so signore! Non sono autorizzato a risponderle, signore!- 
Jiraiya iniziò a levare la sicura e aveva controllato se ci fosse il proiettile nella canna, facendolo vedere al soldato. -Se non vuoi che io ti ammazzi, devi dirmi che cazzo sta succedendo! IO TI AMMAZZO! IO SONO UN GENERALE, SONO QUELLO CHE HA IL GRADO PIÙ ALTO IN QUESTA CAZZO DI BASE! TU SEI OBBLIGATO A RISPONDERMI! ALTRIMENTI FARÒ SEMBRARE QUESTO UN INCIDENTE!- disse alterato Jiraiya. 
Il ragazzo era parecchio spaventato, e vedendo che l’uomo aveva già messo il dito sul grilletto, si guardò intorno, assicurandosi che non ci fosse nessuno, e disse: -La prego, non dica che io le ho detto ciò che sto per dirle!- chiese il ragazzo visibilmente preoccupato, e l’uomo annuì. –Si dice che Prototype sia dentro la base! E che abbia capacità di mutare aspetto! Infatti è entrato questa mattina con l’aspetto del Tenente Hidan!- 
Non appena sentito ciò, Jiraiya lasciò andare l’uomo e come gli altri si mosse per cercare Naruto, anche qui in squadre.

Orochimaru, non appena saputa la notizia, si era rinchiuso nell’ufficio e aveva abbassato un vetro infrangibile spesso 50 cm. Sapeva che nessuno avrebbe potuto difenderlo da Naruto, ma era più che certo che per quanto forte, nemmeno il ragazzo avrebbe potuto rompere quella barriera di vetro.

Nel frattempo, il ragazzo era davanti alla cassaforte, e trasformando le sue braccia in due enormi pugni a martello ruppe facilmente le sbarre e spiccicò la porta della cassaforte, iniziando così a cercare, ma la sua poca delicatezza fece scattare l’allarme.
Alla base tutti i soldati, riconoscendo l’allarme, si diressero verso la cassaforte, mentre i Taka dovettero limitarsi a seguirli, non sapendo dove li avrebbero portati, trovandosi di fronte a Naruto. 
Dal nulla comparve Madara, il quale vedendo il ragazzo gli disse: -Ehi, guarda un po’ chi abbiamo qui! Tanto astuto, tanto stupido da venire nella tana del lupo?- chiese retoricamente. Tutti i soldati dell’Akatsuki avevano puntato le armi addosso al giovane.
Subito intervenne Jiraiya, ma fu inutile. –Fermatevi e deponete le armi!- 
-Se faccio deporre le armi siamo tutti morti, ma se vuole le posso garantire che non lo uccideremo perché. . .- non finì di parlare che prese un telecomando dalla tasca e subito il cavo divenne una prigione, infatti dalla parte dove Naruto si era fatto strada scese lo stesso vetro che proteggeva Orochimaru, ma più spesso, infatti era spesso ben 70 cm. Madara poi si girò verso il Generale e gli disse: –Vede! Non gli ho fatto niente, ci serve vivo!- disse l’uomo, per poi girarsi verso gli uomini e dire: –Forza, attivate gli impianti di ventilazione e fate entrargli del sonnifero, così lo veniamo a prendere d. . .- non finì di parlare che Naruto fece comparire i pugni di prima, iniziando a martellare le pareti.
-Non puoi romperle! Sono state fatte in titanio!- disse ridendo. Poi vide che il biondo stava passando al vetro, ma niente, per quanti pugni desse pareva non sentirli nemmeno. –Inutile! È impossibile!- disse ridendo l’uomo, facendo arrabbiare Naruto, che iniziò a dare pugni a ripetizione, finché, stanco, tornò con le braccia normali e iniziò a dare testate.
Tutti rimasero stupiti, lo stesso Itachi, che lo aveva osservato attentamente, e in lui non riconosceva Naruto. A parte il comportamento impulsivo che ora stava dimostrando, ma prima non agiva così, sembrava più riflessivo, astuto e decisamente più intelligente, adesso invece sembrava il solito; sì, era sempre intelligente, ma era un tipo anche impulsivo, perciò usava poche volte il cervello in campo, come adesso. 
Naruto, infine, stanco, cadde a terra. 
Ino guardò Naruto che atterava, sembrava si stesse arrendendo, e si avvicino alla sua prigione per poterlo vedere meglio. Tutti se n’erano andati tranne la Taka. Intanto gli Akatsuki si stavano procurando il sonnifero per stendere il biondo.
-Naruto!- disse Ino a bassa voce, con le lacrime agli occhi: vederlo così la faceva sentire male e inutile. 
Nel mentre il ragazzo si era accorto che la ragazza lo aveva chiamato, e con quel nome che loro si ostinavano a ripetergli, così, ormai stanco, chiese: -Che vuoi?- 
Tutti guardarono il biondo, vederlo serio era una cosa che non si addiceva a lui, tranne quando erano in campi di battaglia, anche se quella la potevano quasi definire tale. Ino, vedendo che le dava retta, gli chiese: -Ti ricordi di me?- 
Prototype cercò di rammentare, ma niente. Veramente si ricordava di lei, delle immagini le erano apparse di quella ragazza durante i suoi flash, ma lui non si ricordava esattamente cosa fosse quella ragazza per lui, perciò scorbutico le rispose: -No, e non ci tengo!- 
Ciò non scoraggiò Ino, che disse: -So che in questo momento non sei in te e che non ti ricordi ma. . .- subito senza darle tempo di continuare le rispose: -Se sai che non mi ricordo, allora perché dai domande del cavolo?- 
Ino non riuscì a trattenere le lacrime e si appoggiò al muro, facendo notare a Naruto una piccola crepa, che aveva formato dando i pugni di cui non si era accorto. Così, trasformò le braccia nei pugni a martello di prima e iniziò a colpire dove era la ragazza, che si spostò spaventata. 
Poco dopo arrivò Madara con la bombola di sonnifero che avrebbero fatto passare da sotto alla porta, grazie all’impianto, ma con il pugno di Naruto vide la crepa, prima visibile solo al biondo, diventare evidente per tutti. Ciò rese increduli tutti: come poteva essere cosi forte? 
Non appena vide che la sua gabbia di vetro era diventata abbastanza fragile, almeno per lui, prese la rincorsa e preparò i pugni, iniziando a correre veloce, dando un ennesimo pugno per poi iniziare a correre velocemente e buttarsi giù dalla finestra e scappare saltando da palazzo a palazzo, per fare sì che nessuno lo seguisse. 
Ma la Taka, insieme agli Akatsuki, lo inseguivano per via aerea e via terra grazie alle jeep. Naruto non sapeva che fare, se non introdursi in un palazzo, ma subito quelli in elicottero atterrarono sul tetto per poi scendere, iniziandolo a cercare, mentre quelli in jeep si fermarono e salirono: si divisero in squadre di due per poter pattugliare tutto il palazzo.

Naruto, in quel momento, si trovava dentro una piccola stanza dove sperava che nessuno entrasse, ma purtroppo per lui stava entrando una persona, aveva sentito una voce che gli diceva di controllare là dentro. Non appena entrò, chiuse la porta e sentì una mano spingerla a muro e l’altra a tapparle la bocca, e così che Naruto si ritrovò la ragazza di prima davanti a sé.
-Senti! Adesso tu uscirai da qui e dirai al tuo compagno che qui non c’è nessuno e ti garantisco che non ucciderò nessuno dei tuoi amici, ok? Ho notato che voi siete diversi dall’Akatsuki, perciò se fate come vi dico nessuno si farà male! Poi una volta usciti da qui prova a convincere ai tuoi di ritirarvi, va bene?- 
Ino levò a poco a poco la mano del ragazzo, che per la prima volta dette fiducia, e sentì ciò che la ragazza aveva da dirgli, anche a lei in un bisbiglio: -Io potrei fare quello che dici solo in parte, ma per quanto riguarda l’andarcene sarà difficile convincere il generale!- 
-E perché?- 
-Lui è tuo nonno! Il padre di tuo padre!- disse la ragazza, come se sapesse che lui non capiva. Poi continuò a chiedergli: –Senti, io vorrei organizzarti un incontro col vecchio team Taka di cui pure tu facevi parte! Magari ti ricordi qualcosa! Ti prometto che nessuno ti sparerà!-
-Perché dovrei crederti? Anzi, no, perché dovrei fidarmi?- disse minaccioso. 
Ino si ricordò perché era lì e perché stava facendo ciò, e rispose sicura: - Perché adesso ho la possibilità di gridare e pur potendo non lo sto facendo! Non ti basta come prova?- 
-Potresti anche fare il doppio gioco, a me chi lo dice?- 
Ino prese un il suo ciondolo a forma di cuore e lo fece vedere a Naruto. -Aprilo!- 
Naruto lo prese e vide che era simile al suo, e poi fece come detto dalla ragazza, ma ciò che vide lo lasciò di sasso! Era lui! O meglio, una sua foto. Poi si girò e guardò la ragazza, stava per chiederle come avesse avuto la sua foto, quando: –Adesso ti fiderai di me?- chiese Ino. 
Lui le ridiede il ciondolo e ci pensò, per poi risponderle: -Va bene, fatevi trovare alla baia dei morti tra quattro ore!- Stava per lasciarla andare quando Ino disse: -Non so dove sia!- 
Naruto si girò di scatto e iniziò a dire diversi nomi, che la ragazza non conosceva. Ci pensò e le disse: -Che ne dici nel primo posto dove ci siamo incontrati la prima volta?- chiese il biondo, ottenendo un cenno assenso dalla ragazza per poi andarsene e fare come aveva detto il ragazzo. 
Fu difficile convincere tutti, ma alla fine ci riuscì. Una volta arrivati alla base, e riuniti tutti al completo, la bionda rispose ai loro sguardi. -Ho incontrato Naruto!- Iniziarono domande a destra e a sinistra, così Ino spiegò tutto dall’inizio. Jiraiya annuì e disse: -Allora dovremmo andare dove lo abbiamo visto la prima volta tra 4 ore, giusto?- 
Ino negò e rispose: -Tre ore, abbiamo perso del tempo!- 
Con una scusa uscirono tutti dalla base e si diressero nella zona di incontro. 
-Choji, Shizune, Karui e Sasame voi rimanete qui e continuate a fare queste ricerche, e in caso si accorgano della nostra assenza, dite che siamo andati in perlustrazione, e se dovessero sospettare qualcosa, avvisateci subito.- 

Naruto stava leggendo la scheda che aveva preso dove aveva trovato una sua foto, leggendo tutti i suoi dati anagrafici e tutto ciò che lo riguardava. Guardò l’orologio e pensò: “Quasi, quasi non ci vado!” ma spinto dall’irrefrenabile voglia di sapere si diresse nel luogo di incontro.

Spazio Autore(demente):
Allora chiedo scusa a tutti i lettori per il mio ritardo, ma in questi giorni sono stato impegnato per una festa di paese, ecco quindi il perché del mio rallentamento sull'aggiornare dei vari capitoli, spero con tutto che voi continuiate a seguirmi. E di perdonarmi, ma anche domani io sarò fuori per via di questa festa e ho trovato il tempo solo per aggiornare questa! Abbiate pazienza, una volta finita la festa ritornerò ad aggiornare regolarmente. . .(Si spera)  

By TheCristopher94. . . 

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Capitolo 7
*** Un amorevole conversazione ***


Un amorevole conversazione

La Taka era già nel luogo in questione, che aspettava l’arrivo del biondo, di cui ancora non c’era traccia. Ino cominciava a perdere le speranze, e anche gli altri pensavano che il biondo non si sarebbe presentato, quando questi arrivò di soprassalto, facendo spaventare tutti. Era appena arrivato, ma aveva avuto dei problemi con Konohamaru, che voleva seguirlo, e così il biondo se l’era portato appresso. Infatti, tutti si erano accorti del piccolo che si reggeva sulle spalle del biondo, ma non chiesero niente, perché il biondo li precedette. -Lui è Konohamaru, mio figlio!- disse come se fosse naturale. A Jiraiya a momenti non partiva il cuore, come a tutti gli altri del resto, soprattutto a Ino, ma subito dopo il biondo aggiunse: – L’ho adottato dopo averlo salvato da un’orda di infetti!- sentendo questo, tutti si tranquillizzarono. –Ma adesso veniamo a noi! La bionda lì mi ha chiesto questo incontro, ancora non so perché ho accettato, perciò vedete di non farmi perdere tempo!- 
A Ino diede parecchio fastidio essere chiamata bionda e rispose subito: -Sentimi bene, Naruto, prova a chiamarmi bionda di nuovo e vedi cosa ti succede!- ma il biondo non apprezzò tale spavalderia della ragazza per nie, trasformando il suo braccio nella sua lama, per poi sollevarla e sfiorarle il viso.
-Sentimi bene, bionda!- mettendo in evidenza l’ultima parola, ripetendola forte e lentamente, –Se provi a rivolgerti a me così un’altra volta ti affetto come un salame!- 
Ino rimase interdetta, normalmente ne avrebbe dette di cotte e di crude, ma in questo caso dovette trattenersi. Non era abituata a vedere Naruto serio, che le parlava con un tono arrabbiato, le faceva timore. “Ah, se solo fosse in sé” pensò Ino. Voleva il suo vecchio Naruto, quel ragazzo dolce e gentile di cui si era innamorata, a cui stupidamente aveva chiesto di scegliere tra due delle cose più importanti nella sua vita, e triste non poté controbattere, ma Kakashi non poteva assistere a questo come se nulla fosse.
-Sentimi bene, Naruto, non puoi rivolgerti cosi a Ino. . .- non finì di parlare che il biondo subito gli ricordò: -Tu stai zitto, brutto idiota!- parlava con sguardo pieno di rimprovero, –Ti ricordo che ti devo ancora uccidere e se non l’ho fatto è solo perché voglio risposte!- Calò il silenzio. 
Konohamaru guardò Naruto, chiedendo: -Ma tu mi hai detto di chiamarti Prototype!- 
Il ragazzo, che ormai teneva in braccio il piccolo, abbassò lo sguardo. -Beh, ho scoperto da poco di chiamarmi Naruto Uzumaki, ma ho scelto di non usare questo nome perché non mi ricordo e sono abituato con Prototype!- disse rispondendo al piccolo.
-Come sai di chiamarti Uzumaki di cognome?- chiese Jiraiya. 
Ma il biondo prese il suo fascicolo, dicendo: -Quando mi sono introdotto alla base ho preso un mio fascicolo, ma qui ci sono scritti solo il mio nome, i miei parenti più stretti e gli studi che ho compiuto! Nulla di più!- rispose il ragazzo.
-Bene, prendi questo!- disse, lanciandogli la sua carta di identità. –E leggi! Questo è un documento che ti dice qual è il mio nome e vedrai che c’è una foto che lo dimostra!- 
Naruto guardò cosa vi era scritto e lo confrontò con uno che aveva letto nel fascicolo. Poi guardò la foto del documento e constatò che doveva essere un po’ vecchiotta, ma dovette arrendersi all’evidenza.
-Anche se tu sei un mio parente non significa niente. Io. . .io- Naruto iniziò a barcollare, tutti erano preoccupati finché non si mise al in piedi immobile, ed ebbe un flash.

New York 5 anni fa
Era insieme a Hidan, il quale gli chiedeva cosa facesse prima di iniziare il progetto con Orochimaru.
-Ero un soldato proprio come te!- disse ridendo il biondo. –Testardo, impulsivo e sempre in cerca di guai!- 
-Io non sono un testardo, impulsivo e sempre in cerca di guai!- 
Proprio in quel momento arrivarono Kakuzu e Deidara, che in coro dissero: -Sì, che lo sei!- 
Sai, Prof, mi è difficile credere che tu sia come Hidan! Comunque ho sentito dire che facevi parte della Taka, un reparto governativo molto importante capitanata dal vecchio Sarutobi- s’intromise Kakuzu.
-Il vecchio Sarutobi è andato in pensione quattro anni fa! Ora è capitanata da mio nonno Jiraiya!- Sapeva che Kakuzu voleva metterlo alla prova, per vedere se ciò che avesse detto fosse vero o meno, ma non appena sentì che il biondo era parente con il nuovo generale disse: -TU SEI IL NIPOTE DEL GENERALE JIRAYA?- chiese incredulo l’uomo, e Naruto annuì. –ALLORA PERCHÉ DIAVOLO TE NE SEI ANDATO? SARESTI POTUTO DIVENTARE UN UFFICIALE DI ALTO GRADO, CON L’AIUTO DI TUO NONNO, E ORA SARESTI IN QUALCHE ISOLA A NON FARE UN BENAMATO CAZZO!- disse Kakuzu sempre più scioccato.
-Ti sbagli! Mio nonno non ha mai fatto favoritismi! E durante l’addestramento con me è stato ancora più duro che con gli altri! Per il grado che avevo ho dovuto sputare sangue, ma in compenso mai nessuno ha detto che io ho avuto trattamenti di piacere!- Tutti i presenti rimasero sorpresi, specialmente dall’affermazione che il biondo fece dopo: –Anche se mio nonno è stato un tiranno con me, io gli voglio bene.-

Il Flash finì, e la figura di Jiraiya la vedeva con occhi leggermente diversi. 
Tsunade, durante il suo stato di blocco, si era avvicinato per vedere cosa fosse successo a Naruto, notando che il biondo era cosciente, ma era come immerso nei suoi pensieri. Ma poi il suo risveglio improvviso preoccupò la donna, come del resto preoccupò tutti, che gli chiesero cosa gli fosse successo.
-Stupidi ricordi! Mi causano sempre un’emicrania assurda!- 
-Aspetta, vuoi dire che ti sei ricordato di qualcosa?- 
-Mi sono ricordato di te!- disse il ragazzo indicando il generale. –Lurido bastardo! Mi hai fatto sgobbare come un matto per diventare maresciallo!- disse, assottigliando gli occhi e imbronciandosi come avrebbe fatto un bambino, ma ciò lo risvegliò. –Ma che diavolo mi succede?- pensò. Quel comportamento non era da lui, ma poi notò che tutti sembravano aver rivisto il vecchio ragazzo di un tempo.
-Allora basta vi decidete a parlare o no!- disse parecchio innervosito, lo si vedeva per via delle braccia che iniziavano a mutare.
-Beh, penso che dirti chi sei non ci sia bisogno, da quel fascicolo sai tutto! Tranne quello che hai fatto nella tua vita! Perciò penso che dovremmo iniziare col dire che tu sei sempre stato un ragazzo avventuroso, testardo, impulsivo e. . . – ma non concluse la frase che Naruto la continuò per lui: -E sempre in cerca di guai!- disse con un lieve sorriso. –Beh, a quanto pare è vero che voi mi conoscete!- disse il biondo interrompendoli. –Sentite, voi dovete andarvene da qui! Non è un posto sicuro!- s
-Ma lo stesso vale per te!- si preoccupò Sakura. 
Il biondo mostrò di nuovo le sue braccia mutate. -Non dire sciocchezze! Io sono in grado di difendermi, e poi non ho intenzione di andarmene da qua finché non avrò consumato la mia vendetta ammazzando tutti gli Akatsuki, e anche quel bastardo di Orochimaru! Pagherà per ciò che mi ha fatto!- disse, dando un pugno al muro con le sue braccia a martello. Poi, con una voce scura e furiosa, disse: –Io avrò la mia vendetta!- 
Nessuno poté credere a ciò che aveva sentito. Naruto non era il tipo bellicoso in cerca di vendetta, sentirlo parlare così faceva paura.
-Naruto, tu non sei così!- disse Ino. 
Il biondo si voltò e si mise il cappuccio in testa. Mise Konohamaru sulle spalle e prima di andare disse: -Beh, io non sono più Naruto Uzumaki, io sono Prototype! E il mio unico scopo in questa vita è la vendetta!- detto ciò, il biondo balzò via da lì con un salto inaudito e scomparve come sempre. Poi sentirono la sua voce rimbombare in quel luogo: –Se volete che io non vi uccida tutti, andatevene via! Oggi sono stato buono, ma la prossima volta tornerò a essere spietato! E vi ucciderò tutti! E il primo sarà l’argenteo che mi ha accoltellato!- 
Kakashi sussultò, ma subito dopo si riprese e guardò il suo generale. La decisione di andare o restare toccava a lui, e l’argenteo l’avrebbe rispettata qualunque essa fosse stata.
-Noi resteremo, dobbiamo riuscire a fargli tornare la memoria, e da ciò che notato si è già messa a lavoro. Forse se ricreassimo certe situazioni se le ricorderà da solo!- propose il generale. Tutti furono d’accordo, e in silenzio rientrarono alla base, senza dire niente agli Akatsuki. 

Intanto, il gruppo che era rimasto alla base era riuscito a recuperare il filmato del giorno in cui Naruto si era trasformato! Lì notarono, scoprirono, anzi no, convalidarono che la versione data da Orochimaru era falsa, ma non potevano dirglielo così. Erano numericamente inferiori, avrebbero dovuto aspettare. Nel frattempo aveva ordinato di rimettere il video al suo posto per evitare di insospettire qualcuno.

Nel frattempo, l’Akatsuki aveva appena mandato in perlustrazione Sasori, Deidara, Kisame e Kakuzu, con una bella scorta di soldati per raccogliere dei campioni di sangue di alcuni infetti alquanto strani, se confrontati con altri. Nello stesso tempo, Naruto aveva saputo di questa loro escursione, e posando Konohamaru nella sua dimora, difeso dal suo branco, corse subito dai quattro, che, accortisi di lui, ordinarono il fuoco. 
“Adesso mi divertirò!” Il biondo, lanciandosi verso i soldati, con le braccia trasformate ad artigli, schiacciò la testa di parecchi soldati. Poi ne prese uno e lo lanciò in aria, per poi saltare pure lui e tranciarlo a metà nello stesso istante in cui l’uomo toccò terra. 
I quattro, dopo aver preso il campione di sangue e ucciso i mutanti, presero il camion e lasciarono lì i loro compagni, fuggendo. Naruto, accortosi della loro fuga, trasformò il suo braccio in frusta e, iniziando a ruotare, mutilò tutti i soldati presenti e li lasciò lì ai mutanti, che stavano correndo verso la sua direzione, e che vedendo quei corpi a terra incominciarono a nutrirsi.
I quattro si credevano al sicuro, guardavano a destra e a sinistra, notando che non c’era nessuno.
-Ormai siamo salvi. . . Oh Kami!- A parlare era stato Kisame, che subito vide che Naruto si era lanciato da un palazzo bello alto, per cadere proprio sul cofano davanti delle macchina dei quattro, fermando così la corsa, per poi dire con un tono di scerno: -Ragazzi! Non è carino andarsene senza salutare, lo sapete?- 
Dopo aver detto ciò, si avvicinò allo sportello del camion e lo strappò con tutta la forza che aveva, ma già i quattro erano scesi dall’altra parte, prendendo le armi.
-Kisame, copri il fianco destro, Kakuzu quello sinistro, Deidara copri il tetto, io penso il sotto del veicolo.- Il rosso aveva dato disposizioni su come controllarsi, ma subito dopo fu il primo a scomparire. Sentirono gli spari da sotto il camion, ma non riuscirono ad aiutarlo, e videro il rosso scomparire da lì. 
Non appena si abbassarono per poter sparare, non videro più nessuno. Si guardarono preoccupati.
-Che diavolo facciamo adesso?- chiese preoccupato Deidara. 
Stava per parlare Kakazu, ma prima di riuscirci fu tirato da dietro l’angolo che prima stava controllando. 
I due rimasti corsero ad aiutarlo, ma di Kakuzu nessuna traccia. Ormai Deidara era preso dal panico, Kisame invece, anche se spaventato, non l’avrebbe mai fatto vedere. Se fosse morto, lo avrebbe fatto da temerario, ed era proprio così che voleva essere ricordato. 
I due si distanziarono dal camion. Deidara stava per chiedere a Kisame se avesse un piano, ma prima che potesse girarsi a chiedere, Kisame era sparito. Deidara ormai era solo, e con una fottuta paura del diavolo, fregandosene di ciò che da lì a poco gli sarebbe successo, iniziò a correre all’impazzata. Non appena girò l’angolo, si fermò, e si sentì toccare la spalla. 
“E giunta la fine anche per me!” pensò disperato, per girarsi a sparare di colpo all’impazzata, ma vi era il corpo sanguinate di Sasori, senza cervello. Lo riuscì a capire dalla mancanza della parte superiore del cranio.
Si sentì toccare la spalla di nuovo, stavolta si girò lentamente e vide anche Kakuzu nelle stesse condizioni del rosso, e poi di fronte a lui comparve anche Kisame. Ormai il povero soldato biondo era letteralmente spaventato, e da dietro doveva esserci il muro. Sentì un'altra mano, e stavolte vide il biondo che gli sussurrò all’orecchio: -Non ti farà male! Almeno credo. . . – Poi, a distanza di chilometri, tutti alla base riuscirono a udirono le urla di Deidara. Però ancora dentro al camion c’erano quei campioni, a cui Naruto non aveva fatto caso, e così tranquillo se ne andò. 
Grazie ai quattro riuscì a recuperare un bel po’ di memoria, tanto che un po’ si pentì di averli uccisi, ma tutti in quella base avrebbero dovuto pagare con la loro vita, per ciò che era diventato.

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Capitolo 8
*** Memoria perduta: Inizia il caos ***


Memoria perduta: Inizia il caos

Era la prima volta che assorbiva quattro menti, e Naruto era visibilmente preoccupato per i suoi Flash. “Che assorbire così tante persone in una volta possa bloccarmi la memoria. . .?” non finì di elaborare questo pensiero che cadde a terra. Konohamaru, spaventato, si avvicinò a lui, cercando di risvegliarlo. 
Nel frattempo nella mente del biondo ci furono quattro Flash simultanei. Il dolore che provava in quel momento era orribile, era come se qualcuno gli stesse scrivendo con una penna, il cui inchiostro era lava. Il biondo, sofferente, si contorceva da tale dolore mentale, perché troppo intenso. 
Lo stesso Konohamaru si spaventò, e tutto questo durò un’ora, un’orribile e intensa ora. Il piccolo non sapeva che fare, finché non fu Prototype a calmarlo, dicendogli che era tutto a posto.

Intanto alla base si era venuto a sapere che la spedizione era stato conclusa con successo, ma che si erano perse le tracce dei quattro, di cui scoprirono la morte solo poche ore più tardi. La Taka in silenzio dalla base assisteva, aspettando che gli Akatsuki potessero diventare pochi in modo di arrestarli e sperare di persuadere Naruto dall’ucciderli, e intanto in silenzio guardavano Madara diventare molto preoccupato.
-E diventato più aggressivo!- 
Ciò non sfuggi a tutta la Taka, che guardò il filmato insieme all’uomo, e ciò che videro li spaventò a morte: il biondo in quel momento era la rappresentazione della furia in persona, e il modo in cui aveva ucciso quei quattro era stato veramente sadico e crudele, nessuno poteva credere a quanto era potuto diventare! Erano stati veramente fortunati che con loro avesse solo parlato.
-Ragazzi, la situazione sta diventando piuttosto pericolosa, perciò voglio farvi una domanda! Rispondete tranquillamente e non preoccupatevi di ciò che io possa volere!- disse il generale, prima di porre la sua domanda. –Chi vuole continuare la missione alzi la mano!- esclamò l’uomo. 
Tutti nessuno escluso alzarono la mano, poi Tsunade fece un passo avanti e parlando per tutti disse: -Jiraiya, io credo di parlare a nome di tutti quando dico che non abbandoneremo questa missione perché sono affezionata a Naruto: Ino lo ama e non potrebbe mai andarsene, Sasuke è il suo migliore amico e così via. . .Nessuno di noi abbandonerà questa missione per quanto pericolosa possa diventare! Noi non abbandoneremo né te, né Naruto!- sentendo ciò, Jiraiya si sentì più sollevato.
-Allora ragazzi ho un piano, ma dobbiamo andarci coi piedi pesanti! Non possiamo commettere errori o siamo morti!- 

Nel frattempo Madara parlava con Orochimaru, il quale diceva di riprovare a rifare l’esperimento in un altro luogo.
-Sì, ma come facciamo con New York?- domandò Madara. 
L’uomo mostrò un telecomando e disse al soldato: -Con una scusa scappiamo e usiamo l’ordigno nucleare nascosto sul suolo dell’edificio facendo scomparire tutto!- 
L’uomo ghignò e annuì, prendendo una radio dicendo a un suo soldato di preparare un elicottero. 
Intanto una figura li stava spiando di nascosto e si diresse subito in magazzino dove prese una Jeep e andò via.

Naruto, ripresosi da poco dalla sua memoria, stava piangendo per il rischio che avrebbe potuto far correre suoi amici, e alla sua Ino. Avrebbe dovuto pagare per questo, perché se pur avesse ripreso la memoria la sua sete di vendetta era più forte che mai, ora più di prima. Finché non si attivò un allarme posto dal biondo per ricoprire il suo perimetro. Subito si fiondò fuori, dicendo a Konohamaru di restare li buono, perché lui aveva un lavoro da fare. Salì sul tetto e come vide il mezzo gli saltò subito a dosso, ma come guardò il volto di colui che si era addentrato nel suo territorio si calmò e chiese: - È da un po’ che non ci vediamo. Dimmi, cosa posso fare per te, Pain?- 
Il ragazzo scese dalla Jeep e disse: -Orochimaru vuole fare saltare in aria New York con una bomba nucleare che c’è sotto l’edificio della fondazione! Sei in pericolo e anche quei ragazzi che sono tuoi. . .- 
-Pain! Vedi che ora mi ricordo!- 
L’uomo si voltò verso il ragazzo e felice gli disse: -E’ stupendo! Bene, facciamo così. Andiamo alla base e portiamo via tutti e ce ne andiamo prima che qui esploda!- 
Il biondo annuì e andò a prendere il piccolo Konohamaru, che affidò a Pain, per poi dirgli: -Ti affido a lui! Vai dai Taka e racconta tutto ciò che vorranno sapere di me! E digli che adesso ricordo! E se non ti credessero dai a Ino questo!- prese il suo ciondolo a forma di cuore e glielo consegnò. Poi prese un pezzo di carta per farsi prestare una penna da Pain, iniziando a scrivere. Non appena finì lo diede al ragazzo, dicendogli di darlo a Ino non appena sarebbe arrivato. 
Subito il ragazzo, dopo aver rimesso in moto la macchina, si diresse alla base, come fece il biondo, ma saltando di tetto in tetto, dove da lontano vide Orochimaru e Madara che stavano andando via. “Probabilmente hanno attivato il conto alla rovescia, ma se pensano di scappare si sbagliano di grosso!” pensò il biondo, aumentando il passo.

Intanto Pain, appena arrivato, chiamò Konan e gli disse di radunare i Taka, i quali chiesero cosa volesse il ragazzo-
-Sentite, il Capitano Madara e quel folle di Orochimaru hanno attivato un ordigno nucleare! Perciò sbrighiamoci! Prendiamo il vostro aereo e andiamo! Tra poco Naruto ci raggiungerà! Sapete, ha recuperato la memoria!- Nessuno credette a Pain, e allora il ragazzo tirò fuori il ciondolo che gli aveva dato Naruto, dicendo: -Ecco la prova che vi sto dicendo il vero!- dando il medaglione a Ino, che non potette credere a ciò che vedeva! Quello che aveva in mano il ragazzo di fronte a lei era il medaglione di Naruto e confermò ciò anche ai compagni, che cedettero al ragazzo e si apprestarono a salire sul tetto, dove sentirono un forte rumore, come se qualcosa fosse caduta su esso. Non appena salirono, videro Naruto che aveva legato Madara e Orochimaru ad un palo con una sbarra d’acciaio, chiedendo come si disinnescasse la bomba, ma nessuno dei due parlava.
-Non c’è altra scelta, prendete l’elicottero!- gridò Naruto agli altri. Nessuno si mosse finché Naruto non gridò: –E CHE CAZZO NONNO MUOVA QUEL CULO!- disse il biondo. –BAA-CHAN, DIGLIELO TU!- gridando a Tsunade. 
Non c’erano dubbi, il biondo aveva ripreso la memoria, e rivedendo la sua amata Ino stava per dire quanto l’amava e quanto si era pentito di non averla scelta, ma proprio in quel momento Madara disse: -Non ce la fareste mai! A quest’ora manca poco più di venti minuti e non sono sufficienti per scappare, morirete insieme a noi!- disse ridendo l’uomo. 
Naruto si girò verso Itachi. –Itachi, tu che sei un esperto di elicotteri con circa dieci minuti dove si può arrivare con questo aereo qui?- 
Il moro parve pensarci su. -Anche andando a massima velocità e ipotizzando che vada ad una velocità di 260km/h, ma considerando il tempo che si perde per accendere e prendere il volo. . .- fece due rapidi conti e rispose –Penso all’incirca 1200 o 1300 Km! Perché?- chiese questi curioso.
-Tu accendi l’elicottero e basta!- dicendo questo, il biondo corse via da lì senza dare spiegazioni a nessuno, e tornare dopo circa cinque minuti. Fortunatamente Itachi aveva accesso l’aereo aspettando proprio lui, che era tornato con la bomba attaccata addosso. La mise sull’aereo e disse al moro: -Vai!- 
Itachi fece come detto, e poi tramite radio tutti ansiosi pensavano a cosa volesse fare Naruto, perciò Jiraiya prese la radio di Madara per mettersi in contatto con loro e chiedere: -Naruto, che succede? Che vuoi fare?- chiese preoccupato.
-Butterò la bomba in acqua, nelle profondità dell’oceano!- 
-Sì, ma per far riuscire il tuo piano, la bomba deve essere piazzata quanto più in profondità possibile, lo sai? Non ce la farai mai!- 
-Certo che ce la farò! Voi vi salverete e anche il piccolo Konohamaru!- fece determinato il biondo, e a Jiraiya non sfuggi ciò che Naruto aveva detto.
-Cosa vuoi dire?- 
-Mi buttero insieme alla bomba, piazzandola il più in basso possibile!- concluse, chiudendo subito la trasmissione e buttandosi subito con la bomba.
Intanto Jiraiya diceva: -Naruto Uzumaki, ti ordino di venire subito qui!- L’uomo era in pena, la radio non dava segni di vita, finché non notò che si era ricollegata.
-Mi spiace comandate, ma si è buttato, io sto rientrando!- disse il l’Uchiha, il quale si sentiva molto male. Non era riuscito a convincere il biondo a saltare, chissà cosa adesso Jiraiya e Ino gli avrebbero detto o fatto. 

In quel momento Naruto con la bomba in mano scendeva rapidamente, grazie alla trasformazioni degli arti in martello. Non appena arrivato in fondo, vide una voragine che si distendeva per almeno altri cento metri di profondità. “Dai Naruto devi farlo per le persone che ami!” così si caricò la bomba addosso e si buttò di sotto. 
Non appena arrivo guardò il Timer, mancavano solo 30 secondi, così riprovò a salire, ma il Timer continuava inesorabile la sua corsa, aveva risalito solo dieci metri dei cento della voragine, e già il Timer era arrivato a 20 secondi, allora Naruto disperato provò a correre sulle pareti come faceva in città, e anche se con fatica ci riuscì. Però non appena mise il naso fuori, per la bomba mancavano solo 5. . .4. . . 3. . . Naruto stava iniziando ora a riemergere, 2. . .1. . . 
La bomba esplose.

Dal palazzo dove vi si trovavano i Taka arrivò solo l’acqua a forma di pioggia, mentre Naruto era riuscito a salvarli, ma a che prezzo! Ino cadde a terra, fino a poco fa lo aveva davanti e non aveva nemmeno avuto la possibilità di parlargli. Pain intanto si ricordò che Naruto gli aveva chiesto di consegnare degli oggetti a Ino.
-Scusami, tu devi essere Ino.- La bionda si girò con gli occhi in lacrime. –Mi spiace per la tua perdita, Naruto mi ha detto di consegnarti questo!- dando alla ragazza una scatola e una lettera, che subito iniziò a leggere.
Cara Ino, se leggi questa lettera, vuol dire che per me non ci sono più speranze, volevo chiederti scusa per non essere rimasto con te quel giorno! Sicuramente avrei vissuto dei bei momenti con te. Ma a causa della mia testardaggine, ciò non è stato reso possibile! Volevo dirti che io ti amo dal profondo del mio cuore, e potrò definirmi felice se tu provassi lo stesso per me, ma ciò non lo saprò mai. Detto questo, apri la scatola e dimmi se ti piace.

Ino fermò la lettura per guardare cosa ci fosse dentro, e lo vide, un bellissimo anello di color azzurro, come gli i suoi occhi.

Spero ti piaccia, non appena l’ho visto ho subito pensato che fosse fatto apposta per te! Lo avevo comprato esattamente otto anni fa, stavo cercando di trovare le parole per dirtelo, ma alla fine non ci sono riuscito, anche se con rammarico so che non potrò mai più averti al mio fianco. Concludo chiedendoti un solo e ultimo favore, prenditi cura per me di Konohamaru, so che non è figlio del nostro amore, ma l’importante è potere dire che prima di sparire non ti ho lasciata completamente sola. Mi spiace ancora di come sono andate le cose.
Tuo per sempre. Naruto. . . 

Dopo averla letta Ino scoppiò a piangere, aveva perso Naruto e nulla gliel’avrebbe potuto portare indietro.
-Ino, anche io soffro! Non come te, ma sto soffrendo, ma farti forza! Naruto non vorrebbe che ti piangessi addosso! E ora andiamo!- s’intromise Sasuke.
Pain radunò tutti i soldati per fare evacuare da lì le persone non infette, e ordinandogli di andarsene pure loro, dopo aver rotto tutti i sistemi di comunicazione ai due colpevoli di ciò.
-Madara, Orochimaru, la vostra punizione la sconterete restando qua! Addio- disse Jiraiya, salendo sull’elicottero e partendo via da quel posto, il quale venne dichiarato inabitabile e lasciato ormai a marcire ai mutanti.
I due condannati si guardarono con astio e dissero: -Brutto idiota! Ma perché dovevi chiamare la Taka, eh? Sei solo un. . .- non finì di parlare che si sentì dell’alito caldo sul collo, pian piano e si girò e vide un Goliath abbastanza arrabbiato che li fissava. I due si spaventarono da morire non appena videro il mostro, e tanta era la paura che rimasero immobili sperando che non si accorgesse di loro e che se ne andasse, ma purtroppo per lui, il mostro aveva caricato il suo pugno per ucciderli, ma prima di colpirli videro il mostro cadere, e l’enorme testa arrivare vicino alloro, per poi chiedersi chi fosse stato, ma una voce li risvegliò dal loro ragionamento.
-Ciao ragazzi, vi sono mancato?- un ragazzo biondo stava di fronte a loro, e trasformò il suo braccio in una spada dicendo: –Adesso me la pagherete!-

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Capitolo 9
*** Epilogo: La scelta di Naruto ***


Epilogo: La scelta di Naruto

Madara e Orochimaru guardarono impietriti il biondo di fronte a loro, non sapendo cosa fare, non avevano né armi e né niente, da lì a poco il biondo li avrebbe dilaniati senza pieta, perciò ormai rassegnati si misero in ginocchio, pronti per la loro punizione, ma il biondo disse loro: -No, non vi ucciderò! Vedervi soffrire qui, cercando di sopravvivere, sarà molto più divertente, addio!- disse, voltandosi per mettersi sul cornicione del palazzo. – E poi qua sotto ci sono degli Hydra che non vedono l’ora di giocare un po’ con voi e non sarebbe carino da parte mia levar il loro giocattolo.- Poi saltò via da lì. 
I due si affacciarono e videro diversi tentacoli uscire dalla terra che afferravano il palazzo e pian piano se lo tiravano sotto terra.Si guardarono terrorizzati, avevano già visto come quei mostri uccidevano le loro vittime e sinceramente avrebbero preferito finire in carcere o essere uccisi da Naruto, piuttosto che da quei mostri. 

Intanto sull’elicottero c’era un triste silenzio, che venne rotto dalla vocina di Konohamaru, che chiese: -Ma papà quando torna?- 
Ino si girò verso lui e si ricordò ciò che il biondo gli aveva chiesto, di prendersi cura di lui. Perciò la bionda, cercando di farglielo capire, col giusto tatto gli spiegò: -Konohamaru, Naruto. . . non tornerà! Si è sacrificato per proteggerci!- disse iniziando a piangere. 
Il piccolo la seguì subito a ruota, come alcuni altri, che lo fecero in silenzio. Il dolore più grande era quello di Ino e Konohamaru, e avevano bisogno di qualcuno che li sostenesse, perciò Jiraiya si trattenne con tutte le sue forze, per non piangere.

Nel frattempo il biondo si trovava su un palazzo, dove guardava l’orizzonte perdendosi nei suoi pensieri, finché non vide Juggernaut, al quale il biondo disse: -Senti, cercati un altro della tua specie per combattere, perché io non sono in vena!- rispose seccato. 
Il mostro gli ruggì contro, ma in realtà anche lui stava parlando e solo Naruto poteva capire cosa gli stava dicendo.
-Tu sei l’ultimo umano rimasto! Eliminato te, questa città sarà di noi infetti!- 
Ma il biondo si girò verso l’infetto, e sfoderando le sue armi disse: -E’ qui che ti sbagli! Finché io sarò qui, voi infetti non avrete pace! Vi eliminerò tutti e ripulirò questa città proprio come lo infettata!- 
Iniziò lo scontro contro il Juggernaut, al quale il biondo tagliò le braccia di netto per poi assorbirlo. Poi, affacciandosi sulla desolata New York gridò: -AVETE SENTITO? IO VI UCCIDERÒ TUTTI E RIPORTERO LA NORMALITA A NEW YORK!- Poi si lanciò dal palazzo. 
Alcuni mutanti lo avevano sentito e lui ingaggiò lo scontro contro loro, pensando: “Ha inizio la mia missione!” 

Intanto, nell’ombra, una figura complottava di ritornare a New York. –Adesso che Orochimaru e Madara sono fuori dai piedi, metterò su una mia squadra con la quale mi impossesserò di tutti i loro segreti, ma prima devo radunare una squadra speciale!- pensò la figura, che parlava con qualcun altro.
- Zetsu, io so a chi ci possiamo rivolgere!- 
Il ragazzo guardo il fratello e chiese: -Dimmi Setsu, a chi stai pensando?- domandò il ragazzo.
-A una squadra di mercenari conosciuta come i sette spadaccini della nebbia!- 
Il fratello rise e annuì. Era un ottimo piano, e così i due iniziarono a ridere, sarebbe bastato mettere in atto il loro piano.

Spazio Autore(demente):

Allora ciao a tutti ragazzi! E si Prototype special Naruto è finito, ma non disperate(e chi si spera? Sei tu che ti illudi n.b. tutti) ci sarà un continuo!(allora dovremo ancora sopportarti? n.b. tutti) Per chi non l’avesse capito alla fine si scopre che Zetsu a un fratello di nome Setsu, ci tenevo a specificare, per ogni evenienza! Il continuo dovrebbe arrivare presto ma prima devo occuparmi di un paio di storie, e poi mi dedicherò al continuo di questa dando, anima e corpo.( Se dai la vita è meglio! Ci renderesti felici! ^^ n.b. tutti)(cattivi ç_ç n.b. tutti) Detto questo passo a i ringraziamenti.

Ringrazio tutto coloro che hanno messo la storia tra le preferite:
Ansem6 
Auron_san
Jeo 95 
SasuLOveNaru 
Ringrazio tutti coloro che l’hanno messa tra le ricordate:
SasuLOveNaru
E ringrazio anche tutti coloro che l’hanno messa tra le seguite:
banana_23 
Darkblu 
ejhs_91 
HikaruUzumaki 
mao15 
nozo_chan 
Red Irish 
Remilia_Scarlet 
 SasuLOveNaru
sharingan_92 
the breath wind 
valehinata1992 
E in fine un ringraziamento  speciale a tutti coloro che hanno recensito:
Hikari93, Jeo95, Auron_san, SasuLOveNaru, NaruHina4ever e the breath wind. Detto questo vi lascio in pace e vi consiglio di seguire tutte le mie altre storie come: Killer of the demons, E sé invece. . .La storia continua e non finisce qui! E anche Il Grande sogno.
Detto questo agli amanti del Crack Paring, vi consiglio di passare a leggere la storia di reistylie, intitolata L’amore arriva e non te ne accorgi. Grazie di tutto ciao. . .


By TheCristopher94
 

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