I'm The First In Your Heart

di emanuela89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ricordi...Il Rifiuto ***
Capitolo 3: *** Ricordi...Il Cammino ***
Capitolo 4: *** Incidente O Piano Del Destino? ***
Capitolo 5: *** Alexandra... ***
Capitolo 6: *** ...Paradiso ***
Capitolo 7: *** Damon ***
Capitolo 8: *** Torino ***
Capitolo 9: *** Noi Due... ***
Capitolo 10: *** ...Mai! ***
Capitolo 11: *** Pensieri post bacio ***
Capitolo 12: *** Sei al sicuro ***
Capitolo 13: *** Giornata... ***
Capitolo 14: *** ...Insieme ***
Capitolo 15: *** Dolce Risveglio ***
Capitolo 16: *** Segreti svelati ***
Capitolo 17: *** Sei un vampiro, non un mostro ***
Capitolo 18: *** I Ricordi ti Spaccano sia il Cervello che L'Anima ***
Capitolo 19: *** I Ricordi sono l'unica Lacrima a cui non puoi impedire di Uscire ***
Capitolo 20: *** I Wanna Be Your Last First Kiss ***
Capitolo 21: *** I Know You Can Make My Wish Come True ***
Capitolo 22: *** You Are Invited ***
Capitolo 23: *** Mystic Falls ***
Capitolo 24: *** Nuovi Amici ***
Capitolo 25: *** Lo Voglio ***
Capitolo 26: *** Sorprese Inaspettate ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sono passati vent'anni da quando Damon Salvatore ha lasciato Mystic Falls ed Elena al suo destino.

Vent'anni in cui lui non ha fatto altro che pensare a lei, la donna che aveva risvegliato la sua umanità e riacceso il suo cuore.

Lei: Elena Gilbert.

All'inizio pensava di poterla conquistare da umana, ma fu tutto inutile. Poi, dopo che Elena aveva completato la trasformazione ed era diventata vampira, pensava di essere un po più avvantaggiato; dato che aveva ricordato tutto : il loro primo vero incontro, avvenuto prima dell'incidente con i suoi genitori, e delle parole che gli aveva detto. In più ricordava anche la dichiarazione fatta dopo il salvataggio da Elijah, quel 'Ti Amo ma non ti merito'.

Ma questo per l'ennesima volta si era rivoltato contro con un semplice rifiuto.

Così decise di andarsene e di non tornare più in quella cittadina dove aveva vissuto la sua giovinezza e dove aveva conosciuto la ragazza che l’aveva cambiato.

Ma cavolo!

Dimenticarsi di lei non era una cosa facile, ed ogni volta che prendeva una vita gli ritornava in mente il viso deluso di Elena.

Ha passato gli ultimi vent'anni a camminare. Non ha più voluto una macchina. Troppi ricordi. Troppi desideri riaffioravano in lui. Troppe lacrime ormai perse.

Ed ora come se niente fosse si ritrovava in Italia. La Patria delle sue origini.

Più precisamente a Torino, quella che fu la prima capitale e dove lui sarà la prima scelta. Il posto dove troverà quello che ognuno di noi cerca...l'Amore. Ma non quello comune, no...quello con la A maiuscola,semplicemente un Amore che ti consumi.



Angolino per me...
Grazie a tutti quelli che leggeranno la mia storia e a chi la commenterà
=)

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Capitolo 2
*** Ricordi...Il Rifiuto ***


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CAPITOLO 1

 

RICORDI...IL RIFIUTO

 

Damon Salvatore si trovava in un bar di Torino, e ripensava al passato. Sebbene fossero trascorsi vent'anni, ricordava perfettamente il giorno in cui Elena, la sua amata, scelse Stefan come amore eterno. Si parla di eterno poiché ormai Elena Gilbert è una vampira. Era un caldo pomeriggio di Maggio...

 

Flashback

 

Sono trascorsi 23 giorni da quando Elena ha deciso di completare la transizione, e ha capito chi ama veramente.

Ora deve solo dirlo ad alta voce.

Damon se ne stava seduto nella sua poltrona con il solito bicchiere di bourbon tra le mani. Sempre nella stessa posizione, da giorni.

In una notte aveva perso il suo unico migliore amico e la ragazza che amava aveva dovuto prendere la decisione più difficile al mondo, vivere, e diventare una vampira, un mostro, o morire, e lasciare solo Jeremy, Stefan, Damon e tutti i suoi amici. Da sola.

Lui sapeva che la scelta era stata fatta. Aspettava solo la conferma.

Sapeva che l'ora era vicina, ne ha avuto la conferma quando Elena e Stefan fecero il loro ingresso, mano nella mano, nel salotto di casa Salvatore.

Quando si accorsero di lui, si sedettero sul divano di fianco alla poltrona, ed Elena disse “Damon, ho fatto la mia scelta -vedendo che non parlava, Elena continuò- anzi il mio cuore l'ha fatta per me”. A quel punto il cuore di Damon stava andando in pezzi, ma non lo diede a vedere, e con il suo solito mezzo sorriso disse “Bene, Elena, illuminami”.

Elena prese un profondo respiro e disse “Ti voglio bene, Damon, ma amo Stefan. Sarà sempre Stefan”.

Damon accusò il colpo senza battere ciglio e col sorriso sulle labbra, ma con il cuore ormai spezzato in due, mentre guardava quel liquido versato nuovamente nel bicchiere di cristallo disse “Bene Elena -fece una pausa per trovare le giuste parole- Fratellino, sono contento per voi. E visto che ormai Klaus è morto, il mio lavoro qui è finito”. Bevve di fretta e furia il suo bourbon e con tanta tristezza concluse dicendo “Vado a fare i bagagli, parto stasera stessa”.

Detto ciò posò il bicchiere sul mobile bar ed andò in camera sua.

 

Arrivato in camera sua, Damon, non sapeva se rompere tutto o piangere e basta.

Decise di sedersi sul letto. Dopo ore passate con la testa tra le mani, si alzò. Prese una sacca dall'armadio, ci mise un paio di cambi, delle scarpe e il suo cuore ormai in frantumi.

Se la caricò sulle spalle e si incamminò verso l'uscita della casa della sua infanzia e che da adesso sarà la casa dove il suo cuore è morto una seconda volta.

Giunto di fronte alla porta, si voltò un'ultima volta, la aprì e con un soffio di vento sparì da Mystic Falls.

Forse per sempre.

 

Fine flashback

 

Mentre ripensava al passato finì il bourbon nel suo bicchiere e ne ordinò un altro, prima di affondare un altro ricordo nell'alcool.


ANGOLINO PER ME:
Grazie di cuore a chi ha semplicemente letto il prologo...e Un grazie speciale a chi ha recensito.
Mi avete spronato a continuare....

La persona che devo ringraziare di più è sweet fairy Per avermi incoraggiato a scrivere <3<3<3 Ti Adoro Cucciolina

Posto oggi il capitolo perché domani non ci sarò...spero recensirete ancora =)
Baciiiiiiiiiiii A presto 
Manu ^-^

 

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Capitolo 3
*** Ricordi...Il Cammino ***


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CAPITOLO 2

 

RICORDI...IL CAMMINO

 

Bevendo l'ennesimo bicchiere di bourbon, Damon Salvatore, ritornò con la mente a quella notte in cui aveva lasciato Mystic Falls.

 

Flashback

Damon corse via da quel posto dove era tornato solo per distruggere il fratello, ma dove, aveva riallacciato il loro rapporto fraterno e aveva ritrovato la sua umanità e il coraggio di amare di nuovo.

Corse per ore con la consapevolezza che più si allontanava più la sua voglia di tornare indietro aumentava. Non lo fece.

NO.

Ma solo perché l'orgoglio ebbe la meglio sul cuore. Quel cuore che non solo gli diceva di tornare per cercare di conquistare Elena un'ultima volta, ma gli urlava di proteggerla anche se lei lo aveva rifiutato.

Quando si decise a fermarsi si ritrovò nell'ultimo posto in cui voleva stare.

Un bar. Quel bar. Il bar dove 3 anni prima aveva portato Elena solo per far arrabbiare Stefan, e forse un po' perché già l'amava.

Com'è crudele il destino, pensò Damon.

Decise di entrare e come si aspettava fu un colpo al cuore, l'ennesimo.

Non appena entrò le immagini di quella giornata riapparvero nitide nella sua mente, anche se non richieste. Scrollò il capo, per scacciarle,e si avviò verso il bancone con passo lento. Dietro ad esso trovò una barista appena maggiorenne e poco vestita, che quando lo vide sorrise maliziosamente e chiese “Cosa ti servo? ”

 

lui non aveva voglia di filtrare, non quella sera, quindi con tono piatto e stanco le rispose “L'alcoolico più forte che hai, dolcezza – e con un gesto della mano lanciò 100 dollari sul bancone- e lascia la bottiglia”.

La ragazza eseguì senza fare domande, così le lasciò il resto di mancia.

 

Bevve l'intera bottiglia, ma non servì a nulla, pensava ancora a lei. Quando la barista gli disse che doveva andarsene, poiché dovevano chiudere, lui non sapeva cosa fare né dove andare, lei lo intuì e gli disse che poco distante vi era un motel dove poteva passare la notte. Damon la soggiogò in maniera che lo portasse lì con la macchina, quando fu davanti al motel le disse “Non mi hai mai visto, hai sbagliato strada con l'auto e ti sei ritrovata qui. Buonanotte.”, detto ciò sparì entrando nella hall del motel, dove prese una camera in cui restò tutta la notte da solo, con i suoi ricordi e il suo cuore a pezzi, che forse non riuscirà più ad amare.

 

Il mattino successivo pagò la stanza e ricominciò a camminare, sicuro che quei ricordi, i loro ricordi, suoi e di Elena, non svaniranno mai. Almeno per lui.

Girò tutta l'America, incontrò donne belle, attraenti e molto disponibili, ma tutte non erano lei. Non erano Elena, la sua Elena.

Ci impiegò 9 anni a girare tutti gli Stati Uniti, il Canada e per finire l'America meridionale ma non gli servì a molto. Pensava sempre all'amore che provava per Elena, e al dolore per non averla accanto in quel momento.

Dopo l'America si spostò in Europa dove cominciò a dedicarsi alla scoperta delle 'bellezze' locali. Visitò l'Inghilterra, la Germania, l'Austria, la Slovenia, la Grecia, la Romania, la Bulgaria... dove scopre la vera storia della famiglia di Katerhine ma non lei, per fortuna, la Danimarca, la Francia, la Spagna e Barcellona.

Ma alla fine decise di dedicarsi alla patria delle sue origini, l'Italia.

Non sapeva perché proprio ora era venuto, seguendo la logica appena sbarcato in Europa avrebbe dovuto venirci ma no, in questo viaggio ha seguito il suo cuore ed il suo cuore diceva di non visitarla subito.

 

Fine flashback

 

La barista chiedendo a Damon se desiderava qualche altra cosa da bere lo fa tornare ai giorni nostri, lui sorridendo risponde “Si, Tu”. Lo dice con tanta amarezza, quell’amarezza che lo riporta a bere di nuovo sangue umano.

Tutto sembrava così lontano, la ragazza sembrava disponibile, anzi lo era, quell’umana era proprio simile a lui, sola, triste e abbandonata da tutti. Ma a differenza sua, Damon non è un debole umano, ma un cacciatore, un cacciatore che uccide per fame.

Ormai si è stufato del sangue delle sacche, è ritornato al suo vecchio stile di vita “Squarcia, Bevi, Cancella”.

La barista spiazzata non sa che dire, ma un mezzo sorriso del vampiro la fa tornare in se.

Stacco adesso, andiamo? - dice, sorridendogli di rimando-”.

Certamente, Signorina -risponde lui, in perfetto italiano-”.

Così dicendo si avviano all'uscita, lei sorridente per aver fatto colpo, lui perché finalmente sazierà il suo appetito.


Angolino per me...
Grazie di cuore a chi continua a seguirmi e a recensire, siete fantastiche!
<3<3<3
La storia per ora è ancora in stallo con i ricordi di Damon, ma dal prossimo si cambia! Si ritorna al presente e si fanno nuovi incontri. 
Basta ho detto troppo =)
A Sabato prossimo *-*
Baciniiiiiiiiiiiiiiiiii
Un grazie speciale alla mia beta....che oltre a correggere i miei errori...mi ha creato questa bellissima immagine per la storia...GRAZIEEEEEEEEEEEE *w*
La mia beta 
sweet fairy <3

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Capitolo 4
*** Incidente O Piano Del Destino? ***


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CAPITOLO 3

 

INCIDENTE O PIANO DEL DESTINO?

 

Si incamminarono a piedi verso casa di lei. “Io sono Sonia” disse lei e porse la mano al vampiro che svelto la strinse e rispose “Io sono Damon” e le sorrise. Sonia parlò per tutto il tempo del tragitto, un po' per via del silenzio imbarazzante che non sopportava e un po' per sfogarsi . Gli raccontò delle delusioni amorose e della sua ultima rottura con il suo ex che per giunta amava sua sorella. Decise così di non vedere più né lui né sua sorella, ma tramite conoscenze venne a sapere che si erano sposati e lei aspettava anche un bambino. Erano passati 6 anni ma lei ancora non riusciva a riallacciare il rapporto con loro, anche perchè da allora non aveva più avuto un uomo nella sua vita.

Damon chiese come mai a lui era stato concesso entrare nella sua vita, lei guardandolo negli occhi disse “Perchè siamo uguali, i tuoi occhi urlano il tuo dolore, ed io ti ho sentito”, lui si era fermato, congelato dalla verità di quelle parole, lo aveva capito con un solo sguardo. Quando si accorse che lei aspettava una sua risposta non riuscì ad essere che sincero con lei e con un sorriso amaro sulle labbra disse “Beh hai proprio ragione Sonia, siamo molto uguali ed anche io sono solo da un po', so cosa provi”. Dopo quelle poche parole non ci fu più bisogno di parlare, tutto era stato detto e lei con quella frase non sapeva di essersi salvata la vita, perchè Damon dopo aver ascoltato la sua storia non poteva ucciderla, era davvero troppo simile alla sua. Avrebbe bevuto da lei, le avrebbe cancellato la memoria e le avrebbe lasciato dei soldi, non poteva fare di più, ma la sua coscienza si accontentava di poco.

Dopo 5 minuti circa arrivarono in un palazzo non molto lontano dal bar, e dal centro della città, un luogo semplice e molto tranquillo.

Salirono fino all'appartamento dove, lasciando sul divano la borsa ed il giubbotto, lei disse di fare come se fosse a casa sua mentre si toglieva la divisa per mettersi qualcosa di più comodo.

Damon era intento ad ammirare i quadri appesi, delle imitazioni ma ad un occhio meno esperto potevano sembrare veri, quando una voce lo fece ridestare dai suoi pensieri.

Li ho fatti io, una volta studiavo arte, ma ora non me lo posso più permettere” disse Sonia comparendo sulla porta. Il vampiro si girò e sorridendo rispose “ Peccato sei molto brava” e poi si sedette sul divano con lei al suo fianco.

La soggiogò in modo che non avesse paura e non urlasse. Dopo di che le scostò i capelli biondo scuro dal collo e la morse. Bevve il sangue della giovane avidamente, gustandosi di nuovo il gusto del sangue alla temperatura perfetta 36.7°.

Aprì gli occhi per riprendere il controllo di sé e non dissanguare la ragazza, quando guardando la borsa posata, aperta sul divano, notò la sua patente e lesse il nome completo di lei.

Sonia, Elena Barberis.

Elena. Non poteva essere vero. Rilesse. Ma lì su quel pezzo di plastica il nome della ragazza di suo fratello risaltava. Nero su Rosa.

Come aveva fatto tra tutte le ragazze del bar a scegliere l'unica che portava Quel nome?

Di colpo lasciò il collo della ragazza, che gli chiese se stava bene, ma lui non stava bene. Per niente. Fece per andarsene, ma si ricordò che doveva cancellarle la memoria e quindi tornò a sedersi sul divano accanto a lei e guardandola dritta negli occhi le disse “Tu non mi hai visto dopo il lavoro, sei tornata a casa da sola e ti hanno punto due insetti sul collo per questo porti un cerotto – gli mise il cerotto sulle ferite e molto dolcemente continuò a parlare– hai venduto 2 quadri ad una signora e ne hai ricavato una bella somma, per questo hai deciso di ritornare a studiare arte e a dipingere” Damon posò i soldi sul tavolino del salotto, lei annuì e con un soffio di vento il vampiro uscì da quella casa di corsa. Arrivò alla portone d'ingresso lo aprì e senza guardare, troppo sconvolto da tutti gli avvenimenti di quella sera, attraversò la strada.

Attraversare senza guardare si sa non è mai una cosa furba, perchè si può essere investiti e sarebbe successo se il pilota della moto che arrivò in quel momento, a velocità ben oltre il limite consentito, fosse stato un altro.

Ma per fortuna di Damon quel pilota sapeva il fatto suo e con uno splendido Stoppie, detto anche impuntatura, è una acrobazia che consiste nel sollevare la ruota posteriore, di un mezzo a due ruote, rimanendo in equilibrio sulla ruota anteriore. Si fermò ad un centimetro dalla gamba del vampiro e ritornò sulla ruota posteriore.

Il pilota della moto si tolse il casco ed iniziò ad urlare parolaccie a Damon, che neanche le sentiva poiché era incantato da quello che vedevano i suoi occhi.

Il pilota, o meglio la pilota, era una ragazza sui ventitré anni, capelli lunghi castano scuro e occhi color noce, i lineamenti del viso erano dolci ed aveva il corpo fasciato in una tuta da motociclista di pelle nera e bianca.

Uno Splendore, forte, aggressiva e dolce allo stesso tempo.

 

Damon la osservava da parecchio tempo, e non accennava a parlare. La ragazza per cinque 5 minuti che continuò a dirgli di stare più attento e di guardare dove stava andando ma nulla. Fino a che non gli disse a pochi centimetri dal viso “ La smetti di fissarmi! Hai capito cosa ti ho detto? Ti stavo per far diventare un francobollo sull'asfalto! - e che francobollo pensò la ragazza-”. Appena finì la frase il vampiro dagli occhi di ghiaccio si rianimò e disse in tono arrabbiato “ Ragazzina è meglio se torni a casa, anche perchè a quest'ora si possono fare brutti incontri!”

La ragazza, che non era scesa dalla moto, si rinfilò il casco lasciando la visiera alzata, ed infuriata, accese la motocicletta ed urlò “ BEH, ALLORA IDIOTA LEVATI DALLA STRADA, SE NO IL BRUTTO INCONTRO LO FARAI TU, CON LA RUOTA ANTERIORE DELLA MIA DUCATI. E QUESTA VOLTA NON MI FERMO”. Dettò ciò accelerò e sgommando sull'asfalto vicino ai piedi del ragazzo non aspettò la risposta, gli diede giusto il tempo di fare un balzo sul marciapiede per non essere investito.

 

Che Stronzo!” pensò Alexandra sfrecciando per le strade di una Torino notturna stranamente deserta.

Ancora non sapeva che i loro cammini si sarebbero incrociati di nuovo. Presto.

Si rincontreranno forse proprio nel momento in cui meno se lo aspettano, ma che li salverà dalla loro solitudine e tristezza. E che forse rinsalderà due cuori che hanno sofferto fin troppo.

Angolino per me ^-^
Oh Mio Dio Grazieeeeeeeeeeeeee! Per tutte le recensioni positive <3
Sweet Fairy avevi ragione! :3
Beh Damon ha incontrato qualcuna con la sua stessa lingua xD
Spero di avervi incuriosito *-* 
<3<3<3
Ora Evaporo xD
Baciniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii :*

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Capitolo 5
*** Alexandra... ***


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CAPITOLO 4

 

ALEXANDRA...

 

Non riusciva a togliersi dalla mente gli occhi di quel ragazzo. Erano vuoti, tristi.

Erano di un colore simile all’ azzurro del cielo, ma in quel momento avevano perso la loro lucentezza naturale. Lei era sicura che se quel ragazzo fosse entrato in una stanza l’avrebbe illuminata. Non sapeva come mai conoscesse già quello sguardo, forse perché era molto simile al suo o forse perchè le sembrava di conoscere quel ragazzo da sempre.

Mentre si metteva a letto continuava a pensare a lui, a quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio che potevano sciogliere un ice-berg,che ormai si era staccato dal grande masso dell’atlantico.

Il mattino seguente Alexandra Paradiso, Alex come tutti la conoscevano, si svegliò con la consapevolezza che forse la sua vita sarebbe cambiata, l'unica cosa che ancora non capiva era se questo cambiamento fosse stato in bene o in male, ma ci avrebbe pensato più tardi, ora doveva sbrigarsi era in ritardo per il lavoro.

 

Lungo il tragitto ripensò al suo passato, che secondo lei non doveva mai essere dimenticato.

 

Alessandra Di Benedetto, questo era una volta il suo vero nome, ha 23 anni, lunghi capelli castano scuri e occhi profondi del colore del cioccolato al latte, con semplici lineamenti dolci, al contrario del suo carattere. Non è molto alta, 159 cm, ma molto determinata e a non farlo notare, aveva sempre i tacchi, anche in moto. Lei odiava il suo fisico, poiché non c'era modo di nascondere al mondo il suo essere donna. Come poteva mai nascondere una quarta di seno, la vita stretta e una 42 come taglia? Beh lei, non ci riusciva. Qualcuno la descrive con 2 semplici parole 'Bomba Sexy' ma non tutti riuscivano a ridirlo una seconda volta con tutti i denti al posto giusto, almeno per quanto riguarda le persone di sesso maschile, perchè puntualmente ricevevano un cazzotto in pieno viso e puntualmente sputavano un dente o due. Alex è sempre stata dolce e gentile con chi lo è con lei, forte e decisa con chi crede di metterle i piedi in testa.

Il suo carattere si è formato con gli anni chiusa in riformatorio. Era rimasta orfana a 13 anni, i suoi genitori avevano avuto un incidente d'auto causato da un ubriaco e la sua vita era cambiata per sempre, era rimasta sola. Per non essere rinchiusa in una casa famiglia o in un orfanotrofio decise di nascondersi dai servizi sociali e lasciare la sua città d'origine: Pisa.

 

 

Viaggiò in treno con i pochi soldi che aveva ed arrivò a Genova, dove vi rimase fino ai 15 anni.

Lavorò in un albergo a conduzione famigliare come cameriera e tutto fare, dove le davano vitto, alloggio e un piccolo stipendio. Naturalmente aveva mentito sulla sua età, usando dei documenti falsi, ma dopo due anni di tranquillità, arrivò un controllo e, lei fu smascherata e messa in riformatorio. Vi restò 2 anni, ed uscì sulla buona parola a 17 anni.

Ma quello non era il luogo adatto ad una bambina, perchè sì, era dovuta crescere in fretta e badare a se stessa da sola, ma era pur sempre la bambina che da 2 anni piangeva di notte per la morte dei suoi genitori, chiedendosi ancora perchè.

 

Così dopo un paio di mesi passati a subire, decise di reagire. All'inizio piccole cose, come il non spostarsi se le davano una semplice spinta e tenere la testa alta, poi imparò a difendersi, grazie ad alcune ragazze più grandi che l'avevano presa in simpatia, e la cosa le servì perchè si era fatta delle amiche, ma anche delle nemiche, che però non duravano molto. Ormai era cresciuta.

Quando uscì i suoi risparmi erano ancora intatti sul suo libretto postale, decise di trasferirsi e scelse Torino su una cartina in un bar. Ma stavolta fece le cose per bene. Chiese l'emancipazione e la ottenne poiché aveva dei risparmi, e visto che voleva trasferirsi le concedettero un mese per trovare un lavoro e un appartamento nella nuova città dove avrebbero poi, confermato o negato l'emancipazione.

Alex riuscì a trovare subito l'appartamento, per il lavoro fu più lunga la ricerca ma grazie ad una lettera di raccomandazione dei proprietari dell'albergo di Genova e ad il responsabile di sala e bar del ristorante la assunsero al ristorante “Il Cambio”, locale storico della Città.

Quando le confermarono l'emancipazione chiese al giudice se poteva cambiare il suo nome all'anagrafe, lui decise di accordarglielo.

Il giorno seguente armata dei documenti del tribunale andò in comune e cambiò il suo nome di battesimo da Alessandra ad Alexandra.

Perchè di quella ragazza dolce e gentile di nome Alessandra non rimaneva un granchè, era stata chiusa a chiave in un cassetto del suo ormai cuore d’acciaio. Scelse il nome Alexandra perchè era simile al nome datole dai suoi genitori, che ancora amava, ma era uno di quei nomi forti e decisi proprio come lei lo sarebbe stata da quel momento in avanti.



Angolino per me ^^
E rieccomi qui ad aggiornare!
Ringrazio chi ha recensito l'altro capitolo....Awwwwwwwwwwwwwwwwww *w*
Mi avete riempito di complimenti ma non credo di meritarli v,v
Anyway....Ed ecco qui la prima parte della presentazione della nostra protagonista, eeeeee si non è finita.
*vi prego non uccidetemi* xD
Spero di avervi incuriosito e che Alex vi piaccia.
A sabatoooooo *-*
Baciniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii :*

Ringrazio sempre la mia beta Sweet Fairy...Sia per correggere i miei errori e per sopportarmi...sia per l'immagine che ha creato per questa storia <3
Grazie.

Ora evaporo...recensite in tantiiiiii *w*

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Capitolo 6
*** ...Paradiso ***


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CAPITOLO 5

 

...PARADISO

 

Quando Alex cambiò il nome, non cambiò il suo cognome ma chiese all'impiegato se in seguito si potesse cambiare anche quello. L'impiegato le disse che si poteva fare ma doveva ripetere l'intera procedura, quindi pagare, rifare tutti i documenti e segnalarlo sul posto di lavoro e agli uffici dell'inps, ma lei non era ancora pronta a lasciare tutto il suo passato, così ringraziò ed usci con la copia provvisoria della sua vita.

Iniziò a lavorare il giorno seguente al ristorante “Il Cambio” con un contratto di prova per un periodo di 3 mesi. Che al termine diventò un contratto a tempo determinato di 2 anni.

In quei due anni lei migliorò sempre di più, le piaceva il suo lavoro e si vedeva, lo faceva con passione, cosa che non tutti facevano.

Aveva stretto amicizia con il responsabile di sala, un uomo ormai vicino alla pensione di nome Claudio, che l'aveva presa sotto la sua ala per farla migliorare, lui sapeva che cercava solo un posto da chiamare casa, e l'aveva aiutata ad aprirsi e a prendersi più responsabilità sul lavoro fino ad affidarle, alcuni giorni, la direzione della sala. Grazie a lui era riuscita a farsi degli amici.

All'incirca sette mesi prima della scadenza del suo contratto era nell'ufficio del ristorante, dopo l'orario di chiusura, con Claudio. Ormai lui era come un padre per lei e sapeva tutta la sua storia e visto che le piaceva chiacchierare con lui, Alex gli dava una mano con la chiusura dei bilanci ogni mese.

Stavano facendo uno spuntino quando lui ebbe un malore, un forte dolore al braccio sinistro e al petto, lei capì subito che si trattava di un infarto e chiamò l'ambulanza.

Ma quell'ambulanza non arrivava mai e Claudio capì di avere poco tempo. Sdraiato per terra con la testa appoggiata alle gambe di Alex, soprannome che lui odiava ma che usava perché sapeva di far sorridere la ragazza, un sorriso vero e sincero, un sorriso a cui rispondi senza problemi.

 

Guardandola decise di parlare e dargli quella lettera che teneva nel taschino interno della giacca da mesi ormai. Aveva fatto dei controlli e sapeva che il suo cuore presto o tardi lo avrebbe tradito, solo che non credeva di avere così poco tempo.

-Alex - lei lo guardò e sorrise come sempre, sapendo che quella era l'ultima volta che

il suo nome veniva pronunciato da quell'uomo che considerava un padre. - Si, Claudio – disse cacciando indietro le lacrime che pungevano gli occhi per uscire.

Lui iniziò quel discorso che da tanto provava davanti allo specchio come un ragazzino alla prima cotta, che deve dichiararsi.

-Sai Alex io non ho figli e non sono sposato, ma ho sempre considerato te come una figlia, siamo simili caratterialmente, duri fuori ma teneri dentro, ed anche un po' fisicamente, perfino i clienti lo hanno notato e mi chiedono se sei mia figlia. All'inizio rispondevo semplicemente di no, ma poi un giorno ho cambiato la mia risposta ed ho detto loro 'non di sangue ma di cuore si, lei è mia figlia', quando l'ho detto ad alta voce, la prima volta, ho avuto la consapevolezza che fosse giusto e vero. Ti voglio bene come un padre vuole bene alla sua bambina, quindi ho deciso di lasciare a te tutto quello che ho, non è molto ma sarei felicissimo se lo accettassi” smise di parlare per prendere la lettera dalla tasca porgergliela, aggiungendo poi “Qui c'è una copia del mio testamento, l'originale c'è l'ha l'avvocato, il nome è all'interno della busta. C'è anche una lettera per te, vorrei che la leggessi quando non ci sarò più e sarai sola”.

Alexandra, i cui occhi ormai erano pieni di lacrime, prese la lettera con mano tremante e quando la prima lacrima le solcò il viso e cadde sul volto dell'uomo, lui non se ne accorse, se ne era andato con il sorriso sulle labbra, felice per essere riuscito a dirle che le voleva bene.

-Non c'è più- ripeteva Alex, piangendo. Quelle lacrime che non versava da anni, uscirono come un fiume in piena, aveva di nuovo perso un padre e non aveva potuto fare nulla, se non accettare quella busta. Quando arrivò l'ambulanza dovettero spostarla di peso per prestare soccorso all'uomo, ma lei sapeva che non era più li con loro, ormai era in un posto dove lei non poteva vederlo, era con i suoi genitori. Ormai era sola, certo aveva qualche amico al lavoro, ma lui era l'unico che la conoscesse davvero, sapeva che cosa aveva passato e capiva cosa pensava solo con uno sguardo, e per questo lei pianse tutte le sue lacrime.

Il ristorante rimase chiuso per 3 giorni per lutto, e lei in quei giorni non fece altro che piangere. Pianse il dolore della perdita dei suoi genitori, il dolore della perdita della sua giovinezza e pianse per la perdita della cosa più simile ad una famiglia che avesse trovato negli ultimi 7 anni. Il giorno del funerale non pianse, tenne gli occhiali da sole per nascondere le occhiaie e gli occhi rossi, doveva mantenere il controllo, non poteva farsi vedere in quello stato, non più, se l’era ripromesso anni fa.

Non fece caso alla funzione e a ciò che venne detto. Ma arrivati al cimitero si accorse di un particolare, Claudio sapeva tutto di lei, ma lei di lui non sapeva quasi nulla, neanche il cognome. Beh, quel giorno lo scoprì leggendolo prima in stampatello e lettere dorate sulla lapide, poi in corsivo, scritto nero su bianco sulla lettera che le aveva dato il giorno della sua morte.

La lettera venne letta subito dopo il funerale.

Cara Alexandra,

si lo so preferisci Alex, ma io amo il tuo nome completo. Non ti ho mai detto perchè, ma te lo rivelo ora. Io non sono sempre stato da solo, tanti anni fa ero sposato con una donna bellissima, che un po' ti somigliava, stessi occhi liquidi e dolci come il cioccolato al latte e stesso carattere forte ma dolce, era bellissima proprio come te, e proprio come te si chiamava Alexandra. Purtroppo morì di parto, e il piccolo morì pochi giorni dopo poiché era nato troppo presto, rimasi talmente scioccato che decisi di restare solo per non soffrire più. Ma sono stato solo per troppo tempo, trent'anni sono tanti, e poi tu sei entrata prepotentemente nella mia vita. Mi ricordavi mia moglie, e così decisi di dare al mio cuore una seconda possibilità di amare, e ho fatto bene. Sei stata una boccata d'aria fresca, sei la figlia che io e mia moglie tanto desideravamo, e visto che ti considero tale, lascio tutto quel che ho a te. Il mio avvocato ti contatterà il giorno successivo al mio funerale, perchè so che questa lettera la leggerai quel giorno, a casa tua.

So che credi che ti ho lasciato da sola, ma non è così, io ti sarò sempre vicino.

Credi nel Paradiso, Alex? Credici per me. Paradiso non è solo il luogo dove vanno i morti quando lo si dice ai bambini, no. Paradiso è il mio cognome, per questo ti chiedo di crederci, perchè crederai in me.

Spero che mi porterai sempre nel tuo cuore, perchè io ti porterò sempre nella mia anima.

Ti voglio bene figlia mia.

E proprio perchè ti voglio bene ti dico, Vivi.

Innamorati, piangi, disperati, odia, ama di nuovo. Non aspettare come ho fatto io, non lasciare che la tua vita scivoli dalle tue dita senza averla vissuta a pieno.

Un'ultima cosa, ne ho parlato con il proprietario del ristorante da tempo, e volevo dirtelo io. Sarai tu il nuovo responsabile di Sala e Bar, so che c'è la farai. Sei fatta per questo lavoro.

Solo ora che ho finito di scrivere mi accorgo di piangere, piango perchè già so che mi mancherà non poterti abbracciare, non poterti consolare quando sei triste, ma ricorda bambina mia io sarò sempre al tuo fianco.

Non dimenticarci. Io, la mia Alexandra, la tua mamma ed il tuo papà ti ameremo e ti proteggeremo per sempre.

Ti lasco con la citazione preferita di mia moglie, che era orfana proprio come te.

 

'Morire non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte, è come se fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza. Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perchè sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Hanry Scott Holland'.

 

Con infinito Amore.

 

Claudio Paradiso.”

 

Quando Alex ebbe finito la lettera, si asciugò le lacrime che le rigavano il volto e sorrise.

La sua vita era di nuovo cambiata, ma aveva delle certezze, ora sapeva cosa doveva fare.

Accettò il lavoro che era di Claudio, e si ripromise di dare sempre il massimo per lui. Decise di prendere la patente, ma non della macchina, no Claudio amava le moto e ne aveva 2 una da cross, una KTM SX 150 nera e bianca, e una da strada, una Ducati 848 rossa, e lei le avrebbe guidate, ed ogni volta avrebbe pensato a lui.

L'ultima decisione che prese quel giorno fu di andare in comune, lo fece perché da quel momento in poi lei sarebbe stata Alexandra Paradiso.

Alexandra per i suoi genitori, Paradiso per il suo secondo padre che l'amava come il primo.


Angolino per me ^^
Entra in silenzio......e sistema un grosso strisione con la scritta ' Scusate' e poi si nasconde dietro di esso per evitare il lancio dei pomodori xD
Scusate tanto, ma ho dovuto lavorare (c'è crisi ma la gente si sposa, festeggia e va a mangiare al ristorante rompendo le scatolette alle cameriere xD).
Scusate...<3<3<3
Detto ciò....sono riuscita a finire la storia di Alex....vi piace? è lei quella giusta per Damon?
Aspetto con ansia di sapere cosa ne pensate. =)
Grazie a chi ha recensito i capitoli precedenti, ha chi l'ha inserita tra le preferite, le seguite e le ricordate. Grazie <3
Un grazie speciale alla mia Beta, non solo perchè corregge le mie cavolate, ma anche per il banner della storia...Grazie Sweet Fairy <3<3<3
PS Giuro che entro fine settimana avrai il possimo capitolo....sono una pessima autrice xD Sorry :3
Comunque ora evaporo xD
Ciauuuuuuu <3<3<3
Bacetti :*

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Capitolo 7
*** Damon ***


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CAPITOLO 6

 

DAMON

 

Damon dal canto suo rimase pietrificato per alcuni minuti, seguendo con gli occhi la ragazza che si allontanava in sella alla moto. Quella ragazza era bellissima da quel poco che aveva visto, sexy, ma pur sempre una stronza. Aveva osato rispondere a lui, un vampiro, anzi no il vampiro per eccellenza, che metteva paura solo con un gesto, e lei invece cosa aveva fatto? lo aveva etichettato come un idiota. Se non fosse stato che pensava ancora a Elena mentre camminava, quella ragazza ora non sarebbe più in vita. Si ripromise che gliela avrebbe pagata, molto cara.

La mente di Damon ripercorreva ancora quella scena e nel farlo ripeteva continuamente la solita frase - 'Nessuno che mi ha parlato così, è ancora in vita per raccontarlo'- lo diceva a denti stretti, e ad inveire contro quella ragazza, fino al suo rientro in albergo.

Aveva soggiogato il direttore dell'hotel Hilton. I suoi pensieri caddero così a qualche tempo prima, quando lo stesso Vampiro era uscito con una Hilton e ancora oggi si pentiva di essere uscito con quella gallina, e più se lo ricordava più si diceva che era tutta colpa di Elena, quando aveva incontrato Niki Hilton era in piena crisi a causa sua, e ci era finito a letto in meno di due secondi, poi lei gli si era attaccata addosso come una cozza. Aveva dovuto soggiogarla per levarsela dai piedi.

Tornando all'Hilton, la sua camera aveva una splendida vista su Torino, forse un po' troppo ma lui non era il tipo che si accontentava facilmente. Infondo camminava da anni, ed aveva attraversato quasi 2 continenti a piedi, ma qualche sfizio doveva pur toglierselo ogni tanto.

Si fece una doccia veloce, ma continuava a pensare alla ragazza della moto. Adesso che la rabbia si era affievolita, al vampiro ritornò in mente il viso di lei. Era dolce, aveva lunghi capelli castani e gli occhi più belli che avesse mai visto, del colore del cioccolato al latte fuso, contornati da una sottile linea nera. Ti incatenavano. Ti ammaliavano.

Ma erano tristi e spenti, proprio come quelli del vampiro.

Damon non capiva il motivo del suo interessamento, infondo era solo un umana presuntuosa e arrogante, ma vederla triste, saperla triste, rendeva triste anche lui. Non gli era mai successo di pensare così tanto ad una ragazza, neanche Elena lo aveva sconvolto così nel profondo. Ma non poteva una donna, o meglio una ragazza, scombussolarlo così tanto, non dopo tutto questo tempo e dopo tute le delusioni che il suo cuore aveva sopportato. Ma in qualche maniera Lei ci era riuscita. In qualche maniera gli importava di Lei. Lei che lo aveva insultato e che lo aveva quasi investito.

Damon non credeva di trovare un'altra persona con il suo stesso sguardo, ma sapeva che lui se lo era meritato, si era meritato di essere solo e che i suoi sentimenti venissero calpestati, ma Lei che cosa aveva fatto, che cosa aveva dovuto passare? Anche lei aveva sofferto così tanto? Era ingiusto, un ragazza con quel viso non doveva essere triste ma sorridere, perché lui ne era sicuro se Lei sorrideva, il sole si sarebbe eclissato.

Andò a letto con quel pensiero in testa. E cambiò i suoi propositi, se l'avesse rincontrata le avrebbe offerto da bere, in parte per scusarsi, cosa che non ammetterà mai ad alta voce, e in parte perchè Lei è come lui, non sapeva il motivo, di sicuro era diverso dal suo ma sapeva che i Loro sentimenti si somigliavano e conosceva bene cosa, la bella mora provava tutti i giorni. Il sentirsi soli anche in mezzo alla folla era la cosa più orrenda che potesse esistere sulla terra.

Forse con Lei non sarebbe più stato solo. Forse con lei qualcosa poteva cambiare.

Poco prima di abbandonarsi al dolce richiamo di Morfeo, pensò a quanto i sentimenti cambino in un soffio di vento e a come il suo odio verso quella ragazza si sia trasformato in rispetto nei suoi confronti, al punto da volerla, in parte, conoscere.

 

La mattina dopo, Damon, si svegliò con una frase in mente, frutto, forse, di un sogno che non ricordava. - 'Tutto cambierà per il tuo cuore e per la tua anima'-.

Come se la sentisse pronunciare da un'altra persona, la cui voce somigliava a quella della madre defunta 160 anni prima.

Non era un ordine, no, ma un augurio, una frase detta come se il suo destino fosse ormai scritto, e si stesse per compiere, finalmente.

Ma non ci fece caso, si alzò dal letto e si diresse in bagno per preparasi, per visitare la prima capitale d'Italia. Torino.

O forse per andare incontro al suo destino.


Angolino per me ^^
Che dire Grazie a chi continua a seguire la mia storia *----*
Siete Meravigliose <3
Questo capitolo non è un gran che .-.
Non so se sono riuscita a descrivere i pensiere di Damon, ma spero che si capiscano lo stesso =)
Un Grazie speciale alla mia Beta Sweet Fairy Senza di te non so cosa farei....e non uccidermi mi metto a finire il capitolo Scusaaaaaaa >,< Sono una pessima autrice v,v
Un Grazie Speciale anche a: DouglasSpunk (Mi fai arrossire se mi fai pubblicità ma Grazie *w*) 
A AniaS Per tutte le splendide recensioni Grazie *-*
A Fire Heart per avermi messa tra i preferiti e per seguire la mia storia Grazieeeeeeee
Ragazze non so cosa farei senza di voi GRAZIE <3<3<3
Ora Evaporoooooo che domani lavoro -.-""
Buonanotte o Buongiorno dipende da quando leggete xD
Baciottiiiiiiiiiiiiiiiiiii :*

 

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Capitolo 8
*** Torino ***


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CAPITOLO 7

 

TORINO

 

Damon uscì dall'albergo verso le 9 del mattino, era estate, e per quel giorno il vampiro aveva deciso di cambiare il suo look, non più total black come lui stesso si era sempre imposto. Quel giorno, optò per una maglietta bianca, alla James Dean, e naturalmente sopra di essa vi era il suo immancabile giubbotto di pelle. Aveva avuto la sensazione, la sera precedente, che questo posto, questa città, portava con se nuove esperienze, nuovi sentimenti e nuovi cambiamenti, così decise di cominciare proprio dal suo guardaroba.

Col sorriso sulle labbra, iniziò a camminare per le vie di Torino, incurante delle occhiate languide delle donne, ne aveva viste troppe nella sua lunga vita . Passò davanti alla Mole, visitò la Consolata, fermandosi al 'Bicerin', bar storico noto per l'omonima bevanda. Fece per entrare ma cambiò idea, sapeva che per trovare quello che cercava doveva continuare la sua passeggiata. Anche se ancora non sapeva di cosa si trattava, decise di seguire il suo istinto, anche se forse il destino aveva già messo in moto i suoi ingranaggi.

 

Alex invece era appena arrivata a lavoro, parcheggiò la moto sul retro come suo solito ed entrò dalla piccola porticina che era proprio lì dietro, come ogni giorno, e si diresse verso l'ufficio per sistemare delle carte. Mancavano 5 ore al servizio, ma lei dava il 100 percento per quel lavoro, per lei ma soprattutto per Claudio che le aveva insegnato tutto ciò che sapeva. Anche con Claudio si incontravano prima del servizio per sistemare l'ufficio, ma con lui era tutta un'altra storia.

Dopo 2 ore passate ed esaminare conti e schemi per la sala decise di fare una pausa. Era l'ora del solito “Bicerin” che aveva scoperto grazie a Claudio e da allora era diventata un abitudine, proprio come lui.

Così con entusiasmo prese la moto e si diresse al bar “il Bicerin” situato davanti alla Chiesa della Consolata.

Arrivata a destinazione però, Alex, sentì l'istinto urlarle di non entrare e decise di seguirlo. Scese dalla moto e si incamminò a piedi, senza una meta apparente, solo il cuore le diceva dove andare.

Comprò un frullato al whiskey, il suo preferito e si ritrovò nel mercato di Porta Palazzo, c'era talmente tanta gente che quasi non riusciva a muoversi, ma per lei non cambiava nulla, le sembrava sempre di essere nel deserto, da sola alla ricerca di qualcosa che forse non esisteva. “Lo troverai, Presto!” la voce di Claudio nitida, forte come se fosse al suo fianco riecheggiò nella sua testa.

Continuò a camminare con quella frase che le ronzava nella mente, guardando distrattamente le bancarelle, fino a che non vide un giubbotto di pelle nera. Senza pensarci lo comprò, era identico a quello che aveva suo padre quando lei era piccola, questo però era della sua taglia. Sapeva di muschio e pelle come nei suoi ricordi. Continuò a camminare sorseggiando di tanto in tanto il frappè, fino a che girandosi per uscire da quella folla, andò a sbattere contro qualcosa anzi più precisamente contro qualcuno, riusci a mantenere l'equilibrio a differenza del suo frappè che si rovesciò interamente sul malcapitato tizio.

Stava per scusarsi, quando alzando lo sguardo, si ritrovò davanti 2 occhi di ghiaccio, proprio quegli occhi. Non poteva crederci, era Lui. L'idiota che si era quasi fatto investire la sera precedente. Non lo aveva guardato attentamente prima, ma doveva ammettere che era un figo da paura, spalle larghe, fisico scolpito e quello sguardo che può scioglierti in un secondo o congelarti in molto meno. Lei fisso i suoi occhi in quelli di lui e vide un turbinio di emozioni. Prima rabbia, poi quando la guardò, stupore e forse felicità. Rimase incatenata per un minuto, se non di più, al suo sguardo. Si riprese dicendo “Scusa ero sovrappensiero e non ti ho visto”.

Damon, voleva uccidere chiunque gli avesse imbrattato la sua giacca di pelle, ma quando si accorse di chi era quel qualcuno i suoi pensieri andarono in tilt, e tutto quello che gli venne in mente era la parola “Bellissima” ma non poteva di certo dirla. Quando i loro occhi si slegarono e lei parlò, il vampiro decise di risponderle come lei aveva fatto con lui la sera prima. E così disse “ E' proprio vero che sei una ragazzina, solo chi lo è non guarda dove mette i piedi...e i frappè – fece una breve pausa e ne assaggiò un po' prendendolo con il dito, rimanendo sorpreso, cosa che non avveniva spesso, dal gusto. Whiskey, buono quasi quanto il suo Boubon, ed aggiunse- Anche se con ottimi gusti, sia per i frappè che per le giacche –disse sbirciando il contenuto della busta”. La vide arrossire leggermente e si meravigliò ancora di più, scoprendo come le donava quel colorito sulla pelle fresca e candida delle guance. Poi vide una scintilla negli occhi della ragazza, che gli rispose per le rime.

Alex non aveva apprezzato e dopo un primo momento di imbarazzo, si lasciò pervadere dalla rabbia e disse “E allora grand'uomo, Tu come mai non mi hai evitato? Guardavi da un'altra parte? Perchè ti do una brutta notizia, solo le ragazzine e i ragazzini non guardano dove mettono i piedi!” notando con soddisfazione che il ragazzo si era irrigidito per la sorpresa.

Infuriato per le parole della ragazza, Damon, stava decidendo se ucciderla subito, o attendere la notte, ma lei continuò il suo discorso, “Comunque, scusami. Mi sono distratta e ti ho sporcato, ti pago la lavanderia, anzi se vuoi ti accompagno nella lavanderia dove vado sempre io, e dove mi hanno salvato la tuta da moto dalle macchie d'olio, e non credo che un frappè sia un problema per loro.” e gli regalò un sorriso che poteva benissimo illuminare il mercato, ma nessuno se ne accorse o meglio solo lui. Damon sorrise di rimando, certo il suo solito sorriso sghembo era nulla paragonato al suo, ma pur sempre un sorriso che la ragazza sembrò apprezzare, decise di seguirla, e di essere gentile, beh almeno in parte. “Ve bene ragazzina – marcando l'ultima parola- ma gradirei cambiarmi prima, e comunque sono Damon” sorridendole maliziosamente questa volta.

Alex intanto se lo stava immaginando torso nudo in casa sua. 'Ma perchè nel mio salotto???' Si chiese sorpresa dai suoi stessi pensieri. Ci mise un po' a rispondere, porgendogli la mano e sorridendo disse “Io sono Alexandra, ma tutti mi chiamano Alex”.

Gli strinse la mano e sentì dei brividi lungo tutta la spina dorsale, cosa che sembrava essere successa anche a lui da come aveva scrollato le spalle. Si diressero alla moto e partirono per l'hotel di lui sfrecciando per le strade di Torino, consapevoli che seppur divisi dai loro vestiti le scosse continuavano diventando sempre più forti. Le mani di Damon sui suoi fianchi aumentavano l’adrenalina dei due...diventando delle vere e proprie scosse elettriche. Ma non quelle che provocano dolore, quelle che portano piacere, passione e molte volte anche amore.

 

Ormai il destino aveva fatto al sua mossa. Le loro vite erano state incatenate l'una all'altra, proprio come la braccia di Damon che abbracciava da dietro Alex in sella alla moto.

E non c'è più modo di spezzarle, nemmeno la morte avrebbe diviso i due.



Angolino per me ^^
Scusate Scusate Scusate!
Ci ho messo una vita per farmi ridare il pc, con un antivirus furbo! >,<
Spero che non abiate abbandonato la storia!!! :3
Mi Dispiace tantissimo...non volevo mancare per così tanto...considerate che per questo ritardo ho picchiato il tecnico! (Se come no...io 159cm x 56kg che picchio uno di 180cm circa, infondo non mi interessa quanto è alto xD, x minimo 80kg Ahahahahah! Se come no .-. xD)
Beh lasciamo stare il tecnico e parliamo della storia....Si sono rincontrati! O meglio Scontrati xD
Chissà cosa succederà..una volta arrivati alla famosa lavanderia di Alex?? 
Spero che mi lascerete qualche recensione *-*
Baciotti :*
A Sabato! Giuro stavolta ci sarò!
=)

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Capitolo 9
*** Noi Due... ***


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CAPITOLO 8

 

NOI DUE...

 

Alex guidava per le strade assolate di Torino chiedendosi perché la sensazione che provava mentre Damon la teneva stretta, per i fianchi, fosse rasserenante e rilassante ma allo stesso tempo sensuale ed erotica, in più il suo cervello continuava a dirle che era giusto che Damon la tenesse stretta a se. Come potevano delle semplici mani sui fianchi provocarle così tante emozioni? La sua risposta? Un misero BOH!

' E' Lui ' la voce di Claudio le risuonava limpida nella mente. ' E' lui chi? -chiese, più a se stessa che alla voce-'. ' E' Lui quello che il tuo cuore cerca e quello che tu cerchi, Lui è la tua felicità figliola.'

Non riusciva a capire da dove provenisse la voce, non sapeva se darsi della pazza o credere a quella voce che tante volte l'aveva rassicurata e guidata.

 

Damon seduto alle spalle di Alex teneva le mani appoggiate ai fianchi di lei e provava uno strano senso di protezione verso la ragazza. 'La voleva proteggere? Ma da cosa? Damon Salvatore non può voler proteggere un'insulsa umana!' ecco cosa pensava e provava il vampiro che veniva colpito dolcemente dai capelli di lei, che le uscivano dal casco, un'altra cosa strana? Era attratto dal profumo dei suoi capelli e continuava a sentirsi stranamente bene, come se tenere stretta a se quella ragazza dai lunghi capelli castani, profumati al gelsomino, dal carattere complicato quasi quanto il suo e dal sangue inebriante, fosse la cosa giusta da fare.

' E' Lei ' la voce della madre defunta gli risuonò forte nella mente, proprio come quella mattina. ' E' lei chi? -chiese, più a se stesso che alla voce-'.' E' Lei quello di cui il tuo cuore e la tua anima hanno bisogno, Lei è la tua felicità bambino mio'

Damon non capiva da dove proveniva quella voce, non sapeva se fosse tutta colpa del suo malsano nutrimento o se più semplicemente la ragazza intenta a guidare fosse realmente la sua ultima possibilità per essere felice.

Con quei pensieri nella testa arrivarono all'hotel di Damon. Dove il vampiro salì di corsa verso la sua camera per cambiarsi, mentre Alex aspettava appoggiata alla sua moto ormai sostenuta da quel semplice cavalletto. Quando Damon riemerse dalla hall dell'hotel rimase spiazzato da ciò che vide. Un uomo sulla quarantina, alto, magro e ben vestito, era in piedi vicino ad Alex e le stava passando una mano sulla guancia. Stava per scattare e strappare la mano di quell'uomo dal resto del braccio, quando vide la reazione di lei, e sentì ciò che disse. Alex parlava con il sorriso sulle labbra per non spaventare i passanti, ma l'uomo vicino a lei si spaventò.

Prendendo la mano del verme, cioè dell'uomo, e torcendogliela fino dietro l'orecchio, dove anche lei si era avvicinata, Alexandra, sussurrò “ Sei un porco, potresti essere mio padre. E ti permetti di chiedermi se posso farti divertire? Bene ora inizio col divertimento, prima ti rompo tutte le falangi di questa mano -aumentando la pressione su di essa- e poi passo all'altra. Che ne dici? Ti piace come divertimento?” poi voltando lievemente lo sguardo vide Damon sulla soglia dell'hotel, gli rivolse un sorriso malizioso e si rivolse di nuovo all'uomo “Lo vedi quel ragazzo, è il mio fidanzato e quando vuole sa essere molto violento, ora ti faccio divertire un po' con lui” e si rigirò verso Damon che, pregustando il divertimento, aveva iniziato ad avvicinarsi con un sorriso perfido, stampato in viso.

Appena Damon fu vicino ad Alex le disse, mettendole un braccio intorno alla vita “Dolcezza cosa vuole questo tizio?” indicando l'uomo che strabuzzò gli occhi appena vide i muscoli tendersi sotto la camicia blu di cotone del ragazzo. 'Proprio la reazione che volevo' ghignò Damon, ma il ghigno si intensificò quando Alex parlò “Oh si Amore, voleva che lo facessi divertire, ma io so che tu sei più bravo di me, anche perchè io mi diverto moltissimo con te, soprattutto in orizzontale -e facendogli l'occhiolino, in modo che l'uomo non la vedesse, schioccò un bacio a fior di labbra a Damon-”. Damon colpito sia dal gesto che dalla frase pensò 'Mica male la ragazza, quel bacio è stato la ciliegina sulla torta, ed è stato bello. Bello? Oddio ma a cosa sto pensando?!-si domandò Damon prima di ritornare alla realtà. Il vampiro notò che la ragazza teneva ancora salda la mano dell'uomo, piegata in modo innaturale dietro l'orecchio. Scoccò un sorriso malizioso verso Alex e poi volgendo lo sguardo verso l'uomo, e notando con piacere che era ormai bianco come un lenzuolo, disse “Ah bene allora, adesso ti faccio divertire un po' io” a quel punto l'uomo impaurito iniziò a chiedere scusa e cercò di liberare la mano, Alex glielo lasciò fare, e lui andò via di corsa controllando di tanto in tanto se non lo stavano inseguendo.

I due ragazzi si fissarono e appena l'uomo scomparve dalla loro visuale scoppiarono in una fragorosa risata, sotto lo sguardo incredulo e divertito dei passanti.

Guardando Alex ridere ancora rinchiusa nel suo abbraccio, a Damon tornarono in mente non solo la frase di poco prima detta da sua madre ma anche quella di poche ora prima, quando era appena uscito dall'hotel quella mattina...'Tutto cambierà per il tuo cuore e per la tua anima'...e si ritrovò a pensare che forse poteva essere reale, qualcosa stava cambiando, non sapeva ancora cosa di preciso, ma se lo sentiva dentro.

Alex fissava Damon ridere, aveva chiuso gli occhi e mandato indietro la testa per qualche secondo appena iniziata la risata. Il ragazzo aveva ancora il braccio intorno alla sua vita e la teneva stretta e a lei piaceva, le dava una strana sensazione, ma non una sensazione brutta, bensì un sensazione bella anzi forse era bellissima. Come se stare chiusa in quell'abbraccio fosse giusto, fosse il suo posto. Beh forse era stupido come pensiero ma lì nelle braccia di Damon, con la testa appoggiata alla sua spalla, ancora scossa dalle risate, lei si sentiva bene e, come non succedeva da anni, protetta. Forse la voce di Claudio aveva ragione ' Lui è la mia felicità'.

 

Una volta ripresi dalle risate, Alex riuscì a dire a Damon “Andiamo?”.

Lui in compenso riuscì solo ad annuire ancora immerso nei suoi pensieri.

Così ripartirono, di nuovo seduti uno dietro all'altra, di nuovo con le mani sui fianchi di lei, di nuovo con quella sensazione di benessere che li coglieva ogni volta.

Prossima destinazione: Lavanderia!



Angolino per me ^^
Ciauuuuuuuuuuu a tutte quelle che leggono la mia storia e un Grazieeeeeeeeeeeeee a chi recensisce *-* 
Senza di voi sarei persa *w*
Beh che dire Alex e Damon sono una bella coppia anche per quanto riguarda scherzetti un po' perfidi xD
Chissà cosa succederà ora?? :3
Spero che il capitolo vi sia piaciutoooooooo <3<3<3
Grazie speciale alla mia Beta Sweet Fairy Tu mi dici di non ringraziarti io lo faccio lo stesso v,v Ti Adoroooooooooooooooooo <3<3<3
E un Grazie anche a Sognatrice95 e AniaS Per essere fedeli alla storia e per le loro recensioni....ogni volta mi fate commuovere *-* Grazieeeeeeeeeeeeeeeee!
Un Bacio e al prossimo Sabato =)
P.S Visto ho aggiornato primaaaaaaa ^-^

 

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Capitolo 10
*** ...Mai! ***


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CAPITOLO 9

 

...MAI !

 

La lavanderia “EEyore” si trovava in centro ed era un negozietto molto piccolo gestito da una signora di nome Rita, una donna sui 45 anni con capelli castani raccolti in una treccia e occhi verdi come i prati in primavera, e da sua figlia Elisabetta, Elisabeth per gli amici. Appena Alex entrò, Rita la salutò abbracciandola come sempre, e appena si accorse della presenza di Damon si irrigidì un po' e poi disse, rivolta ad Alex “Oh per fortuna, pensavo restassi da sola per tutta la vita, e vedo con piacere che sai scegliere bene, cara. Mi presenti il tuo fidanzato?”.

Nel sentire quelle parole Alex arrossì per l'imbarazzo e Damon decise di continuare la piccola scenetta di prima, senza velate minacce questa volta, e mettendo il braccio di nuovo intorno alla vita di lei porse la mano libera alla signora dicendo “Damon Savatore molto piacere” poi girando dolcemente la mano di Rita le sfiorò appena il dorso della mano con le labbra, facendole il baciamano. Rita rimase colpita dal gesto, credeva che non ci fossero più uomini che facevano il baciamano e poi con tutta quella grazia 'Alex ha fatto centro' pensò prima di rivolgersi al ragazzo che si era presentato come Damon “Piacere mio, Damon, io sono Rita Lampano e la ragazza che è appena entrata è Elisabetta, mia figlia, e da come puoi intuire sono la proprietaria di questa lavanderia. E ti avverto mi considero la zia di Alex, le voglio un gran bene”. Elisabetta, una ragazza di 19 anni, castana e con gli occhi simili al cioccolato fondente, tirò fuori dai pasticci Alex, visto che la ragazza arrossì ancora di più nel sentire le parole della signora Rita, e prima strinse in un abbraccio stritolante Alex e poi diventando timida in un secondo porse leggermente la mano a Damon, il quale ripeté il saluto di prima il tutto senza mai togliere il braccio dalla vita di Alex, era lì il suo posto. E Rita lo notò, ma non disse nulla, sorrise e basta.

Dopo le presentazioni e il piccolo angolo famigliare, dove Damon era stato valutato, giudicato e trovato idoneo per stare con la 'nipote' della proprietaria, il tutto all'insaputa del ragazzo, Rita riprese il controllo e ritornò ad essere la perfetta lavandaia e disse “Cara dov'è il problema?” rivolgendosi ad Alex.

Alex rispose indicando Damon “Ho sporcato la sua giacca di pelle, ti prego salvala!” facendo gli occhi dolci alla signora. Rita rise e chiese di vedere il danno. Dopo un'attenta analisi, emise il verdetto e con il sorriso sulle labbra disse “Oh cosa da niente -con tono frivolo- un'oretta ed è pronta”. Alex l'abbracciò di slancio urlando “Grazie! L'ho sempre detto che tu sei una maga!”.

Lasciarono il negozio per fare un giro nell'attesa che la giacca fosse pronta. Damon sollevato dal fatto di sapere la sua adorata giacca di pelle salva, decise di fare il gentile e di offrire un nuovo frullato alla ragazza che camminava al suo fianco. Avvistò un bar e prendendo per mano Alex disse “Dai ci facciamo un frullato, ma promettimi che questa volta non lo versi su nessuno -sorridendo maliziosamente alla ragazza-”. Lei presa alla sprovvista, e intontita dalla strana, ma piacevole, sensazione della sua mano stretta in quella di Damon, non riuscì a fare altro che annuire e, a maledirsi mentalmente per non riuscire a spiccicare parola proprio in quel momento.

Entrarono nel bar, Damon ordinò due frullati al wiskey e poi si sedettero fuori nell'attesa delle loro ordinazioni.

Nessuno dei due voleva parlare di se, e quindi le frasi 'che bella giornata', 'si, ma fa troppo caldo', 'è proprio carino questo bar' e 'hai degli ottimi gusti in fatto di frullati' vennero ripetute per almeno sette volte prima che il barista arrivasse con le bevande.

A quel punto Alex non ne poté più e dopo aver preso un lungo sorso del suo frullato se ne uscì con “Hai gli occhi più belli che io abbia mai visto, ma sono sempre velati dalla tristezza...” lasciò la frase in sospeso poiché nemmeno lei sapeva bene che cosa volesse dire, e si pentì subito di aver parlato senza prima contare fino a dieci.

Damon in compenso, nell'udire quell'affermazione, si strozzò con il suo frullato, e per poco non si sporcava la camicia, e non sapendo cosa dire distolse lo sguardo dagli occhi imbarazzati della ragazza e pensò 'Come fa, una ragazzina, a sapere come mi sento??? di solito dicono solo che sono del colore dell'oceano. Cazzo! E ora cosa le dico?' si riprese con un colpo di tosse e ritornando a fissare gli occhi di lei, disse “Come i tuoi”. I loro sguardi si incatenarono per un tempo che poteva benissimo definirsi eterno, dicendo cose che nessuno poteva ascoltare, e svelando segreti che mai nessuno avrebbe dovuto sapere, poiché troppo oscuri e seppelliti dietro un muro di cemento, ma che il semplice guardarsi negli occhi, l'uno dell'altra, aveva fatto affiorare.

Finirono il frullato senza più proferir parola, non c'è n'era più bisogno. Damon pagò tutto, anche se Alex non era d'accordo, la risposta del vampiro in risposta allo sguardo truce della ragazza, la fece sorridere per la sua semplicità, “Ai miei tempi era l'uomo che offriva, anche se la ragazza era in debito di una giacca pulita”. Alex non disse nulla, un po' perché le era piaciuto il gesto, un po' per non rovinare il momento con stupide frasi, quindi rilassò il viso e regalò un sorriso sincero, cosa che non concedeva spesso, al più bel ragazzo dagli occhi tristi che avesse mai incontrato.

Ormai l'ora prevista da Rita era passata, e così si incamminarono verso la lavanderia uno accanto all'altro, abbastanza vicini da sfiorarsi ma non altrettanto da toccarsi.

Rita aveva compiuto la sua magia, e la giacca sembrava come nuova, aveva perfino aggiustato la tasca interna. Alex le disse di mettere tutto sul suo conto, e quando Damon stette per controbattere lei lo fulminò con il suo, dolce, sguardo assassino e con un “NON DISCUTERE” mimato con le labbra.

Le stesse che Damon stava immaginando di baciare e mordere da quando l'aveva rivista al mercato. 'SMETTILA!' cercò di calmarsi Damon con poco successo.

Per Alex era quasi ora di tornare al lavoro e quindi una volta salutato Rita ed Elisabetta con un abbraccio e trascinato fuori Damon, prima che facesse di nuovo il baciamano, si incamminò con lui verso la moto. Arrivati vicino la moto gli disse che lo accompagnava dove voleva poiché tra poco iniziava il suo turno di lavoro.

Damon si riscoprì a pensare 'Non ora' e così fece quello che aspettava di fare da più di due ore, la baciò.

Alex pensò solo 'Cazzo se bacia bene' e poi 'No non lo conosco neanche! Brutto Idiota!' così appena Damon si staccò da lei, gli arrivò una sonora sberla che gli fece voltare il capo di lato. E con “Porco!” Alex risalì in moto e corse via, pensando a quanto fosse stata stupida a pensare che lui era diverso e che forse poteva essere davvero quello giusto.

Stupida!” sussurrò mentre una lacrima le scorreva sulla guancia asciugandosi poi nell'imbottitura del casco.

 

Cretino! Idiota! Stupido!” ecco cosa stava dicendo Damon ad alta voce, infischiandosene della gente che gli passava accanto. Aveva agito senza pensare, come sempre, ed ora si ritrovava solo e con la guancia dolorante.

Incazzato con se stesso, ma con l'intento di farsi perdonare, in qualsiasi modo, da lei, si incamminò verso l'hotel pensando a come quella giornata sia stata la migliore degli ultimi suoi vent'anni.



Angolino per me ^^
Scusate il ritardo, ma sto scrivendo anche un altra storia e mi sono dimenticata di aggiornare >.<
Scusateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee :/
Beh che dire Damon ha esagerato e Alex lo ha mandato a stendere xD
Ma dura poco, promesso =)
Spero vi piaccia e che recensirete in tanti <3<3<3
Grazie a chi ha recensito!
Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate!
eeeee Grazie alla mia Beta Sweet Fairy <3
Baciottiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii <3
P.S questo sabato non ci sarò, perchè mi tocca lavorare :3 Ke pizza v,v
Il nuovo capitolo lo metterò lunedì ;)
Baciniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii <3<3<3

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Capitolo 11
*** Pensieri post bacio ***


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CAPITOLO 10

 

PENSIERI POST BACIO

 

Alex rientrò a lavoro giusto in tempo per cambiarsi e iniziare a girare per la sala, controllando se tutto stesse andando per il verso giusto. Era un lavoro che occupava il corpo, ma lasciava libera la mente, al punto di farla pensare e di farle complicare maggiormente la vita . E quel giorno non era diverso dagli altri; il bacio di quel porco di Damon era al primo posto nei suoi pensieri. Ancora non si rendeva conto del perché doveva rovinare quella mattinata serena con quel bacio? Proprio non ci riusciva. Come se non riuscisse più a capirsi.

Sapeva cosa voleva Damon, infondo aveva avuto altre relazioni prima, anche sotto le lenzuola, ma finivano sempre per colpa sua. Non erano mai quello che lei cercava, la passione iniziale dopo poco tempo svaniva e, secondo lei, non rimaneva più nulla. Poi dopo la sua ultima relazione, aveva deciso di prendersi una pausa dall'altro sesso, almeno per un po'. E quel po' si portava avanti da un anno, più o meno.

Perché questa decisione, semplice, il suo ultimo 'ragazzo', o per essere sinceri quel bastardo per essere gentili, dopo che lei gli disse che era finita, aveva cercato di violentarla. Perché? “Per avere un ultimo assaggio”… così disse, prima di beccarsi una lampada in testa e finire ricoverato per una commozione cerebrale ed essere denunciato per tentata violenza sessuale. 'Chissà che fine ha fatto? -si chiese distrattamente, e ad alta voce ma sembrava che nessuno se ne fosse accorto, per fortuna-'. Le veniva ancora la pelle d'oca, se non fosse stato per Claudio, che entrando nell'ufficio per riprendere le chiavi dimenticate, ruppe la sua lampada preferita sul capo del ragazzo che tanto odiava, , Alex non sarebbe riuscita a liberarsi facilmente di quel maledetto bastardo. Da allora eliminò gli uomini dalla sua vita ed imparò la boxe e il karate.

Pensava che Damon fosse diverso, ma lui forse voleva quello che volevano gli altri uomini da lei, il suo corpo. Non poteva darle un bacio sfiorando solo le labbra come aveva fatto lei, lo avrebbe accettato e trovato tremendamente romantico. 'Romantico? Mi sto ammattendo?? Bah forse si, colpa di Damon, prima fa il carino e poi mi ficca la lingua in bocca! -pensò Alex continuando a vegliare che il servizio del pranzo finisse senza danni-'. No, lui doveva anche metterci quella lingua, biforcuta che si ritrovava. 'E che lingua -ripensando al bacio, in mezzo alla sala-'. Beh certi pensieri in mezzo ad una sala piena di gente, non era il massimo, infatti disse, ad alta voce “No, non devi pensarci!”.

Si accorse che tutti i clienti si erano girati verso di lei, e si accorse di quello che aveva fatto, lo aveva urlato in mezzo alla sala. 'Fantastico -pensò- ed ora?'. Farfugliò una scusa, che non aveva capito neanche lei, e fino alla fine del servizio del pranzo si rifugiò nel suo ufficio.

E cosa fece nell'ufficio? Ripensò al bacio. Quel bacio non voluto, ma che le era piaciuto, forse più del dovuto.

Rientrò in sala solo per sistemare la disposizione delle prenotazione per la cena, e senza dire una parola in più si rifugiò nuovamente nel suo ufficio fino a sera.

E proprio lì, oltre a compilare scartoffie, si diede mentalmente dell'idiota per non aver dato una possibilità al suo cuore, proprio come le aveva consigliato di fare Claudio in quella lettera di molti mesi prima, e più semplicemente per non aver risposto al bacio.

Passò così la giornata, rimuginando sul fatto di aver perso una possibilità di felicità, e decidendo cosa avrebbe fatto in futuro, con Damon, 'Accetterò tutto, se potrò rivederlo e se lui volesse ancora…beh ci proveremo -pensò Alex-' e dopo si rese conto che era ora di uscire.

Era l'una quando finì di riflettere, di compilare moduli per la contabilità e disegni per la sala di un matrimonio, e uscendo dall'ufficio si accorse di essere sola. 'Ma ho davvero salutato tutti senza rendermene conto? Non posso essere così presa da lui da non essermene accorta? O forse si?'. La risposta? Sì, lui le piaceva e molto, ormai era stata presa da quel pensiero di nome Damon.

Chiuse tutte le porte, salutò la foto appesa nell'ingresso di Claudio con un bacio, come ogni sera, spense le luci, mise l'antifurto e si chiuse alle spalle la porta che dà sul retro, non sapendo che lì fuori, nell'oscurità della notte, lei non era più sola.

 

Damon aveva passato la giornata in un bar a darsi dell'idiota e a bere bourbon. Gli faceva ancora male dove si era preso lo schiaffo. 'E ben ti sta! Lei non è Elena che ogni volta che la baciavo scappava e faceva finta di niente. Lei è Alex...lei ha reagito a quel bacio. Si, ha reagito in modo negativo, mi ha rifilato un bel ceffone e se ne è andata. Beh bell'inizio Damon! Continua così!' e con l'ennesimo pensiero negativo finì il suo ottavo bicchiere di bourbon e la sua giornata/nottata, era mezzanotte e mezzo, al bar. Pagò ed uscì. Non era ubriaco, non aveva bevuto per dimenticare, aveva bevuto per pensare, e oltre pensare che era un'idiota, pensò e decise che l'avrebbe trovata e si sarebbe scusato.

Una volta in strada decise di trovarla subito ed incominciò da dove si erano lasciati quella mattina.

Arrivato davanti alla lavanderia, dove avevano parcheggiato, si diresse nella direzione che lei aveva preso con la moto.

Notò una pattuglia dei carabinieri, aveva bisogno di una mano e chi meglio delle forze dell'ordine. Così soggiogò i due carabinieri e gli diede la targa della moto, il nome e una descrizione fisica di Alex.

In dieci minuti aveva ottenuto l'indirizzo di casa e del posto di lavoro di Alex, chiese le indicazioni per arrivare ai due indirizzi, e cancellò loro la memoria per poi sparire nella notte.

Era l'una e venti quando arrivò davanti all'entrata principale del ristorante “Il Cambio”, l'indirizzo più vicino a dove si trovavano i due carabinieri che aveva soggiogato.

Quando decise di fare il giro dal retro per controllare se ci fosse ancora la moto, sentì dei rumori strani provenire da lì, insieme ad un forte odore di alcolici e ad un profumo che già conosceva: Gelsomino!

Lei era lì e non era da sola.

Corse sul retro e vide quattro uomini che tentavano di aggredire Alex, lei si stava difendendo ma le forze la stavano abbandonando. Non ebbe neanche il tempo di formulare un pensiero che aveva già steso uno degli aggressori. Alex era dietro di lui che stava tentando di ripararsi dai colpi degli altri tre.

'Bastardi -pensò Damon infuriato-'. Appena Alex lo vide, ruppe il naso a quello che le era più vicino, poi lasciando che il suo corpo si accasciasse a terra sussurrò il suo nome, talmente piano che solo lui, grazie ai suoi sensi sviluppati, riuscì a sentirlo.

Damon a quel punto vide tutto rosso, segno che il lato vampiresco che c'è in lui era uscito ed aveva sete. In meno di un minuto li atterrò tutti, ma non bevve da nessuno, perché subito corse da lei con il cuore in gola, una preghiera nella mente 'Non lasciarmi', e sussurrando, a sua volta “Alexandra”.

Le alzò delicatamente la testa dall'asfalto e controllò se respirava ancora, e se il suo cuore avesse retto. Si accorse che il battito era debole ma presente, stava per sollevarla e portarla via quando un ragazzo gli si avvicinò dicendo “Abito in quel palazzo, ho sentito dei rumori, ho chiamato la polizia ed un ambulanza, arriveranno presto”.

Damon stava per mandarlo a quel paese e andarsene comunque ma la pattuglia della polizia arrivò e lui dovette arrendersi e stare li, stava per essere accusato per l'aggressione ma il ragazzo, che aveva chiamato i soccorsi, lo difese dicendo che lui ha solo salvato la ragazza.

Così rispose alle domande della polizia dicendo che stava passando di li e aveva sentito dei rumori e dopo aver riconosciuto Alex, capì che doveva aiutarla, e dopo quell’intenso colloquio con la polizia accompagnò Alex, ancora svenuta, in ospedale sperando che stesse bene e che la dimettessero al più presto.




Sono una scema ho postato il capitolo 11 e non il 10 sono una cretinaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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Capitolo 12
*** Sei al sicuro ***


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CAPITOLO 11

 

SEI AL SICURO

 

Erano passate 27 ore dall'aggressione che Alex aveva subito, ma ancora non aveva dato segni di guarigione, continuava a non svegliarsi.

I medici continuavano a dire che a livello fisico stava bene, a parte i segni evidenti della lotta, ma a livello psicologico non sapevano nulla, quindi continuavano a ripetere che il finto coma era un metodo di difesa dettato dallo shock e che presto si sarebbe svegliata.

Ha solo bisogno di sentirsi al sicuro, poi si sveglierà” questa frase, Damon, l'aveva sentita cento volte nell'ultima ora.

E così Damon si ritrovava chiuso in una stanza d'ospedale da più di un giorno, continuando a darsi dell'idiota per non essere uscito prima a cercarla. Stava seduto su quella stupida sedia di plastica, vicino al letto di lei, la guardava dormire in quella posizione innaturale, con lividi ovunque, graffi e fasciature evidenti, piena di aghi, fili, tubi e macchinari che emettevano un 'bip' fastidioso, ma almeno significava che il suo cuore batteva ancora, che semplicemente era ancora viva.

Le prese la mano continuando a darsi dell'idiota e sperando che lei si svegliasse presto, così il vampiro si addormentò appoggiando il braccio vicino al suo corpo, con la testa rivolta a lei e stringendo un po' più forte la sua mano tanto piccola e liscia, quanto forte.

 

Alex non riusciva a riaprire gli occhi, ci provava da ore, forse giorni, ma non ci riusciva, continuava a rivivere l'aggressione nella sua mente, come un incubo che si ripete notte dopo notte e non la faceva dormire, ma neanche aprire gli occhi per paura di rivivere tutto, nuovamente.

Era sempre uguale. Lei che chiudeva la porta del retro del ristorante e poi sentiva dei passi avvicinarsi. Si girava e li vedeva, quattro uomini ubriachi, sentendo l'odore di alcool che arrivava fino al suo naso. Poi uno le urlava “Ehi piccola perchè non ci divertiamo un po' ” lei gli rispondeva “Divertitevi da soli, io ho di meglio da fare” non appena finì di parlare quello a cui aveva risposto, nonché il più grosso del gruppo, si fiondava verso di lei. Lo schivava all'ultimo lasciando che si schiantasse contro la porta, sperando che partisse l'antifurto del ristorante, cosa che non successe. Dopo le si avvicinavano gli altri tre, la circondavano e la spingevano verso il muro, poi iniziavano a colpirla, a volte riusciva a schivare le loro mani sporche e violente, ma erano rare, il più delle volte la centravano e le facevano male. Stava per arrendersi e lasciare il suo corpo a loro, quando vide una figura scura dietro i suoi aggressori, ruppe il naso a quello più vicino, la figura si avvicinò di un passo, e lei lo riconobbe.

Si sentì invadere da un senso di sicurezza mai provato, non doveva più preoccuparsi, ora c'era Lui con lei, ora poteva lasciarsi andare. Sussurra il suo nome un po' per chiamarlo, un po' per preghiera, un po' per speranza, un po' per amore, ma soprattutto per renderlo reale. 'Damon' poi lasciava che le tenebre, che la chiamavano da tanto, vincessero.

E ricominciava dall'inizio, stesse scene, stesse parole, stesse emozioni.

Poi, qualcosa cambiò, qualcuno le afferrò la mano sinistra, e si sentì al sicuro, proprio come quando vide Damon in quel vicolo, e l'incubo andò via proprio come era arrivato, lasciandola finalmente riposare.

Alex non sapeva bene per quanto avesse dormito, ma decise che era ora di svegliarsi.

Prese un profondo respiro, serrò la presa su quella mano che l'aveva aiutata a riposare, sentendola sussultare, e poi aprì gli occhi. E lo vide. L'unico che poteva farle fermare il cuore con uno sguardo, l'unico con cui si sentiva al sicuro, l'unico che poteva essere una possibilità per il suo cuore.

Damon” sussurrò lei guardandolo in quegli occhi di ghiaccio sciolto, in quel momento pieni di sollievo, poi aggiunse “Grazie” e strinse di più la sua mano, la mano dell'uomo che l'aveva salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata, mentre una lacrima sfuggita al suo controllo le rigava il volto.

Sei al sicuro” le sussurrò lui di rimando, sorridendole e asciugandole con il pollice le lacrime che ormai uscivano copiose dai suoi occhi.

 

Damon sentì una pressione alla mano destra e così riaprì gli occhi, da quel piccolo riposo che si era concesso dopo ore insonni, ciò che vide, e sentì, lo lascio senza parole, ma con una gran voglia di urlare e saltare di gioia. Non lo fece, no, ma solo per non sembrare un pazzo e non turbare nessuno, se stesso per primo, non era da lui urlare di gioia, di rabbia si, ma di gioia mai.

Lei si era svegliata, gli aveva stretto la mano e sussurrato il suo nome, seguito da un 'Grazie' stringendo la sua mano ancora più forte intorno a quella del vampiro, e lasciandosi sfuggire una lacrima a cui ne seguirono molte altre. Damon non sapeva se essere più felice per il fatto che lei si ricordasse il suo nome o perché lo aveva ringraziato, o solo perché Lei era salva. Le sorrise, le rivolse quel sorriso che non faceva da anni, un sorriso pieno di felicità, di gioia, di sorpresa e di amore. Quel sorriso che nasce dal cuore solo per la persona che amiamo più di noi stessi. Poi con il pollice della mano sinistra le asciugò le lacrime sussurrandole “Sei al sicuro”. Una promessa. “Si d'ora in poi non ti lascerò più sola”, fu come una promessa fatta più per se che per la piccola quanto grande Alex.

Le baciò la fronte, poi chiamò i medici, e dopo una visita durata una vita, a detta del vampiro, decisero di dimetterla, con la promessa che non fosse rimasta da sola almeno per un giorno e se si fosse appannata la vista o il mal di testa aggravato, ritornasse subito in ospedale.

 

E così alle dieci di mattina, due giorni dopo aver subito un'aggressione, Alex usciva dall'ospedale, un po' acciaccata e mal ferma sulle gambe, stretta al suo Salvatore, non solo di cognome.

Angolino per me ^^
Entra in punta di piedi, scansa ogni cosa mi stiate per tirare eeeeee poi si inginocchia e chiede SCUSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Sono imperdonabile lo so, ma ho avuto un mega blocco e ci ho messo 2 mesi per riuscire a scrivere un capitolo :/
Mi dispiace......Domani risponderò alle recensioni e spero che non vi siate dimenticate di me =)
Siete le migliori lettrici che si possa avere e spero di non avervi fatto aspettare troppo e che il capitolo vi piaccia. ^^
Detto ciò spero in qualche recensione e spero di riuscire a leggere tutte le ff che non sono più riuscita ad aprire .-. Diciamo che il 2013 è iniziato uno schifo, spero solo che possa migliorare :(
Baciniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii :*
e scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate!!!! 
<3<3<3
P.S vi piace la nuova immagine della storia?????
devo ringraziare http://www.facebook.com/pages/mY-vAmPiRe-DiArIeS-I-belong-to-you-you-belong-to-me-forever/272953186081755?fref=ts è Bravissima!!! <3<3<3 Visitatelaaaaaaaaaa!
Sweet Fairy Ti Voglio Un Mondo di Bene! Grazie di cuore per ogni tuo consiglio e per la tua immensa pazienza! <3

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Capitolo 13
*** Giornata... ***


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CAPITOLO 12

 

GIORNATA...

 

Alex uscendo dall'ospedale trovò una sorpresa.

Damon il giorno dopo il ricovero della ragazza era ritornato al ristorante ed aveva preso la moto, spingendola fino all'ospedale, solo per vedere il sorriso enorme che spuntava sul viso della mora appena la vedeva.

Sorriso che non tardò a spuntare sul viso di Alex, subito seguito da “Damon come sapevi che avevo bisogno di rivedere la mia moto?”. Lui come risposta fece un alzata di spalle, aggiungendo solo “Ogni volta che la vedi gli occhi ti s'illuminano e sorridi, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere una volta uscita da quel posto deprimente -indicando con un cenno della testa e una smorfia l'ospedale alle sue spalle-”.

Alex rimase senza parole, solo lui era riuscito a vedere quel lato di lei e così il sorriso sul suo volto si allargò, strinse di più la presa sul braccio del ragazzo e senza pensarci si alzò sulle punte dei piedi si girò verso di lui e gli diede un bacio sulla guancia sussurrando “Grazie”. Poi il suo sguardo ritornò sulla moto e una cosa le tornò in mente, aveva forti dolori in tutto il corpo, non sarebbe mai riuscita a portarla, ma forse Damon si.

Non riesco a guidarla, ma se te la senti puoi farlo tu?” chiese la mora al ragazzo, che dopo un secondo per pensarci disse “Ok, ma mi devi insegnare come si fa” - “Certo” rispose lei prontamente.

La moto si spense un paio di volte in appena due metri di strada percorsa, ma ne Damon ne Alex si scoraggiarono e alla fine il vampiro riuscì a vincere quella sfida, riuscendo a guidarla dall'ospedale fino a casa della ragazza, con le mani di lei aggrappate ai suoi fianchi, e proprio come la prima volta che si erano toccati, il suo corpo fu invaso da un brivido lungo tutta la colonna vertebrale. Il vampiro non sapeva che la stessa cosa stava succedendo alla ragazza seduta dietro di lui che si teneva stretta ai suoi fianchi, appoggiando la testa alla sua schiena. Anche lei, come il moro, sentiva quel brivido in tutto il corpo.

Arrivarono a casa di lei in mezz'ora, visto il traffico e la paura di Damon di perderla, cosa che non avrebbe ammesso neanche sotto tortura ma che pensava seriamente. Dentro di lui, Lei aveva già conquistato un posto speciale.

Alex dovette ancora appoggiarsi a Damon per andare dal garage all'ascensore, e poi anche dall'ascensore alla porta di casa, dove il ragazzo l'aiutò a sedersi sul divano del salotto. In tutto quel tempo nessuno dei due aveva parlato, un po' per l'imbarazzo, un po' perchè non avevano la più pallida idea di cosa dire.

Ma a quel punto Alex non c'è la faceva più e per spezzare quel silenzio imbarazzante disse “Damon se vuoi puoi fare un giro della casa, mentre io vado a cambiarmi” e cercò di alzarsi da sola dal divano, proposito che abbandonò subito dopo la fitta alle costole, causata dal movimento troppo veloce, seguita poi a ruota dalle gambe che cedettero, ricadendo seduta sul divano. La mora diventò dello stesso colore dell'intero salotto, bordeaux, divano compreso, ormai si era mimetizzata con esso. Damon vedendola in imbarazzo propose “Se vuoi ti accompagno in camera e incomincio da lì -e la guardò maliziosamente, facendo il suo tipico mezzo sorriso, per poi aggiungere- il mio giro turistico”. La ragazza non sapeva se baciarlo per la gentilezza o schiaffeggiarlo per il doppio senso, per ora decise di accettare l'aiuto, sussurrandogli all'orecchio “Grazie” quando lui la prese in braccio.

La camera di Alex non era esattamente la tipica camera da ragazza. Era grande e con una porta finestra che ricopriva un'intera parete e che dava su un terrazzo, ed era sui toni del viola e del nero. E lei amava quella stanza proprio per i colori, si può anche dire che ha affittato quella casa solo per la camera da letto e per il bagno a cui era collegata, interamente viola anch'esso. Ma non a tutti piacciono quei colori, soprattutto in una camera da letto, e quindi era abituata a commenti del tipo 'Ma non è un po' macabra?' oppure 'Ma dai almeno potevi evitare il nero, sembra una camera mortuaria!' ormai non ci badava più, ma sperava che Damon non usasse quelle stesse parole, non sapeva bene il perchè ma voleva che lui fosse diverso.

Arrivati davanti alla porta della camera, Alex continuava a chiedersi 'E se non gli piace?' seguito subito dopo da un 'Ma da quand'è che ti interessa l'opinione di un uomo o di una qualsiasi persona, sulla tua camera da letto?!? Ripigliati!!'

Damon aprì la porta e accompagnò Alex al letto, dove la fece sedere, che a quel punto lo guardò e stava per dirgli 'Si lo so non è una stanza molto femminile, è macabra, ma a me piace' ma lui la precedette e guardandosi intorno disse “Questa è la stanza che preferisco, anche se non ho ancora visto le altre, per due ragioni. La prima -ed alzò il dito indice della mano destra- i colori. La seconda -alzano il dito medio della stessa mano- il letto matrimoniale” e le fece l'occhiolino. Alex sorrise alla battuta e gli fece una linguaccia, cosa che fece sorridere il moro.

Poi tra i due scese il silenzio, Alex però non lo resse per molto.

Damon potresti passarmi i pantaloncini e la maglietta sulla poltrona alla tua destra e le pantofole? Per favore?” indicando al ragazzo la poltrona nell'angolo della camera. Il moro passò alla ragazza le cose che gli aveva chiesto e poi si diresse verso una porta, che si rivelò essere il bagno, per lasciarla cambiare, cosa che Alex apprezzò molto.

Appena Damon sparì nel bagno, Alex iniziò a sfilarsi la maglietta, lentamente per via dei dolori alle costole e appena finì la sua impresa dal bagno sentì la voce del moro dire “Rettifico sono due le stanze che preferisco, questa vasca è mooooooolto comoda per due persone”. Infatti era incastonata nel muro, lunga 2metri e mezzo e larga 1metro e mezzo, una piccola piscina, con la possibilità di farsi anche la doccia, se si chiude la tenda, che nessuno nota. L'unica pecca, non aveva l'idromassaggio, ma a quello si rimedia proprio facendo il bagno in due, come Alex adorava fare e per questo rise alla battuta di Damon, anche perchè era il primo a non dire 'E la doccia?'.

Poi si ricordò del bagno della camera degli ospiti, dove vi era una jacuzzi rotonda, di tre metri di diametro, e disse “E non hai ancora visto il bagno della camera degli ospiti, se ti piace quella vasca, l'altra l'amerai, proprio come me!”. Quando finì la frase era anche riuscita a cambiarsi completamente, senza farsi troppo male, appena in tempo, poiché Damon uscì dal bagno con un sorriso malizioso stampato in viso, si avvicinò e lei e la prese in braccio delicatamente, poi vedendo lo sguardo perplesso della ragazza disse “Dov'è questa famosa vasca che amerò?”.

Alex rise di gusto, fregandosene delle fitte alle costole, del fatto che si trovasse in casa sua con un ragazzo appena incontrato, e che solo due giorni prima era stata aggredita. Rise come non faceva da mesi, se non anni, contagiando anche il vampiro e continuando a ridere mise una braccio dietro il collo di quest'ultimo e l'altro sul suo petto, dicendo “Esci dalla porta, gira a sinistra ed entra nella seconda porta alla tua destra”.

Damon eseguì, continuando a ridere, facendo attenzione a non farle troppo male, uscì dalla porta della camera girando a sinistra.



Angolino per me^^
Anche se so che ormai avete abbandonato la storia, perchè ci metto una vita ad aggiornare, io lo faccio lo stesso.
Diaciamo che è un periodo un po' delle scatole e non riesco a conciliare la mia vita con il mio computer e soprattutto con lo scrivere. Beh! Ora basta.
Grazie a chiunque leggerà questo capitolo, e a chi lo recensirà, spero che non siate troppo deluse da me e dalla mia lentezza.
Il Capitolo è diviso in due perchè non mi piacciono i capitoli lunghi....e perchè penso che i miei capitoli dopo un po' stufino v,v
Grazie ancora alla mia Beta che mi sopporta! Sweet Fairy Sei unica <3
Baciotti a chiunque leggerà!

 

Un grazie speciale alla creatrice del banner http://www.facebook.com/pages/mY-vAmPiRe-DiArIeS-I-belong-to-you-you-belong-to-me-forever/272953186081755?fref=ts
è bravissima, visitatela! <3

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Capitolo 14
*** ...Insieme ***


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CAPITOLO 13

 

...INSIEME

 

Damon attraversò il corridoio ed arrivò alla porta, che Alex aprì. La camera degli ospiti era sui toni del blu e del bianco, pareti blu oceano, soffitto bianco, una poltrona bianca sulla destra vicino alla cassettiera bianca avorio , un enorme armadio a sinistra sempre bianco avorio, e al centro un letto matrimoniale, già preparato con lenzuola e copriletto blu scuro e una marea di cuscini di varie tonalità, dal blu scuro all'azzurro chiaro. Alla destra del letto vi era la porta del bagno, meta dei ragazzi. Il bagno era grande quasi la stanza, anch'esso sui toni del blu e del bianco, un lato era occupato dalla doccia e dai servizi, mentre l'altro era interamente occupato dalla jacuzzi, incastonata nel muro, con tanto di candele profumate sui bordi. Molto romantica e intima, proprio come piaceva ad Alex. Visto che Damon non parlava, lo fece lei “Sai non l'ho mai usata, adesso che ci penso… anche perché usarla da sola sarebbe uno spreco” sorridendo al ragazzo. La risposta non tardò ad arrivare “Oh beh! Rimedieremo al più presto” facendole l'occhiolino, poi aggiunse marcando l'accento inglese “Ora dove la porto, signorina?”. La ragazza stava per parlare, quando il suo stomaco lo fece per lei, così il vampiro le sorrise, lei arrossì leggermente e uscirono dalla camera. La direzione fu la: Cucina.

Appena Damon varcò la soglia della cucina, ancora con Alex tra le braccia, rimase a bocca aperta. La cucina era l'unica stanza della casa con uno stile più classico e antico, certo non mancavano i piatti viola e le presine nere con alcune rose color viola, ma l'ambiente ricordava molto la cucina che c'era a casa della nonna. La ragazza sorrise dell'espressione che il moro aveva in volto, ancora imbambolato e con la bocca semiaperta, allora disse “Non te lo aspettavi, vero?”.

Le parole di Alex 'Non te lo aspettavi, vero?' arrivarono alle orecchie di Damon ovattate, come se lei si trovasse in un'altra stanza e non lì tra le sue braccia, anche perché lui non era lì con lei, stava viaggiando tra i suoi pensieri e nei suoi ricordi. 'No che non mi aspettavo di rivedere una copia della cucina di mia madre in casa tua?!?'.

La cucina era interamente in legno, con le stesse fantasie a fiori intagliate qua e la sulle porte e sui cassetti, ed aveva la penisola con il ripiano in marmo. Il moro sapeva che non era la cucina di sua madre solo perché in questa vi era il lavandino, il forno, la lavastoviglie e il frigorifero, cose che nella sua infanzia non erano presenti.

La ragazza vedendolo ancora imbambolato provò a dire qualcos'altro, per spezzare il silenzio “Sai la cucina l'ho disegnata io, quella che c'era prima cadeva a pezzi e quindi sono andata in un negozio con il mio disegno e loro l'hanno riprodotta fedelmente. È perfino più bella del mio disegno!”. Il moro a quel punto non aveva più bisogno di conferme, Lei. Alexandra. Era stata mandata da sua madre, l'unica donna che lo abbia mai amato veramente, almeno fino a quel momento. 'Si bambino mio, io ti amo ancora, ma ora anche lei ti amerà, se glielo permetterai, ti renderà felice!'.

Damon strinse un po' la presa su Alex, appena sentì la voce di sua madre, e mentalmente rispose alla voce 'Si mamma glielo permetterò. Ti amo anch'io. Mi manchi'. Poi guardando la ragazza disse “È la cucina più bella che abbia mai visto! Sa di casa della nonna la domenica a pranzo, sa di accogliente e di amore”. E come accadeva quando la guardava, le sorrise.

Adesso era Alex quella senza parole! Nessuno aveva mai capito perché avesse quella cucina, di solito le dicevano 'Ma che cucina antica, è ora di cambiarla!' e lei alla fine lasciava stare, aveva smesso da tempo di spiegare il perché di quella scelta. Solo Claudio, prima di Damon, aveva subito capito il senso di quella cucina, della sua scelta. Ora aveva avuto la conferma. Damon era stato mandato dai suoi genitori e da Claudio. 'Si cara Alexandra lui è la tua anima gemella, è quel pezzo che completa il tuo cuore. È speciale e dovrai essere paziente e comprensiva con lui, ma Lui ti renderà felice!'.

Alex strinse la presa intorno al collo del ragazzo e mentalmente rispose 'Si ora l'ho capito. Grazie. Ti voglio bene Claudio, vi voglio bene mamma e papà. Mi mancate.' poi lo guardò e sorridendo disse “ Sei la seconda persona che capisce il vero senso di questa cucina!”.

Chi è stato il primo?” domandò il vampiro, facendo sedere la ragazza su uno sgabello vicino alla penisola in marmo.

Claudio, era un mio amico. Era come un padre per me!” rispose la mora. “Mi dispiace” disse il vampiro guardandola e vedendo il suo sguardo confuso aggiunse “Lo hai perso, gli volevi bene. Mi dispiace”.

Non dispiacerti, lui è sempre qui” disse lei mettendosi una mano sul cuore e sorridendogli di nuovo.

Damon a quel punto si girò verso la cucina e sotto le indicazioni della ragazza, trovò il necessario per preparare il pranzo. Spaghetti alla carbonara e patate al forno. Dopo aver mangiato il vampiro pulì la cucina con l'aiuto di Alex, lui lavava e lei sciacquava e asciugava. Anche se il più delle volte al posto di sciacquare il piatto, o il bicchiere, lei preferiva lavare Damon, quindi alla fine i piatti erano stati lavati, asciugati e messi a posto, e loro erano zuppi d'acqua e contenti. Si asciugarono con delle salviette e Alex ringraziò mentalmente la sua parte da maschiaccio che le aveva fatto comprare magliette da uomo al posto dei soliti pigiami, perché non c'è l'avrebbe fatta a sopravvivere alla visione di Damon a torso nudo per tutto il pomeriggio, ne andava della sua sanità mentale e del suo cuore.

Passarono il pomeriggio a guardare film e a prendere in giro tutti gli attori.

Per la cena ordinarono due enormi pizze e le buttarono giù con due litri di birra ciascuno.

Poi Alex si addormentò sul divano, con la testa appoggiata alla spalla di Damon, mentre guardavano l'ennesimo film horror della serata. Lui non poteva lasciarla lì, quindi la prese in braccio e la portò in camera sua, la mise a letto e la coprì per bene. Stava per andarsene quando lei gli strinse forte la mano sussurrando “Resta con me”, il ragazzo non poté che accontentare quella richiesta così dolce, le sussurrò “Va bene Alex, lascia solo che mi tolga le scarpe e torno subito da te” lei gli lasciò la mano, così lui si tolse le scarpe con i piedi, scivolò fuori dai jeans e dai calzini, lasciandoli sulla poltrona, dove quella mattina aveva lasciato la giacca, e si sdraiò vicino alla mora, che subito si accoccolò a lui poggiando nuovamente il capo sulla sua spalla. Il vampiro la circondò con il braccio per farla avvicinare ancora a lui, poi si addormentò con il sorriso sulle labbra, poiché aveva appena trovato il suo posto nel mondo, dopo più di 170 anni aveva trovato la sua felicità, accanto a quella ragazza che dormiva serenamente tra le sue braccia.

Ora era completo.

Ora poteva amare di nuovo.


Angolino per me ^^
Buona Pasquaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa !!!
eeeee Buona Pasquettaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa !!!
ok....dopo gli auguri, passiamo al capitolo v,v 
Ma quanto è Dolce Damon??? *-* e lo sarà ancora di più v,v 
a me piace così...non voglio che soffra più v,v
Non sono brava a scrivere, questo lo so, spero comunque che questo capitolo vi piaccia. Spero lo recensiate (???) in molti =) 
Grazieeeeee <3
P.S Cercherò di aggiornare ogni 2 settimane, per questa volta c'è l'ho fatta per le altre non so, anche perchè i problemi non finisco mai, e sono sempre in compagnia ._.
Baciottiiiiiiiiiiiiiiiii :*
<3<3<3
Grazie sempre alla mia beta Sweet Fairy, che mi sopporta e corregge i miei capitoli rendendoli leggibili xD <3
Baciotti :*

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Capitolo 15
*** Dolce Risveglio ***


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CAPITOLO 14

 

DOLCE RISVEGLIO

 

Alex sapeva benissimo che in quel momento non stava abbracciando il cuscino come ogni notte, perché ricordava perfettamente della giornata precedente. Stava rivivendo quei momenti anche nei suoi sogni, mentre cominciava ad aprire gli occhi lentamente. Riviveva il momento in cui Damon le aveva riportato la sua moto solo per vederla sorridere, Damon che la portava in braccio per il suo appartamento, Damon che cucinava la pasta con il suo grembiule con i cuoricini viola, Damon seduto accanto a lei sul divano mentre prendevano in giro gli attori dei film, ma i momenti più belli furono quando l'aveva portata a letto, rimboccandogli le coperte, baciandogli la fronte e anche quando lei gli aveva chiesto di restare, perché non c'è la faceva a dormire da sola, non quella notte, e lui aveva accettato senza discussioni e senza scappare appena si fosse addormenta, visto che il suo profumo si sentiva ben oltre l’immaginazione e anche perché Damon la stava abbracciando. In quelle braccia, Alex, si sentiva amata, protetta e felice. Sentimenti che non provava da anni. Quindi decise di non aprire gli occhi per non spezzare quel momento scandito solamente dai loro lenti respiri.

Damon si sentiva completo, disteso in quel letto, sentiva il profumo dei capelli di Alex, odorava di gelsomino, sentiva la testa della mora poggiata sulla spalla destra, il braccio di lei sul suo torace che lo abbracciava, per tenerlo stretto a se. Cosa che stava facendo anche lui. Aveva il braccio destro poggiato dietro la schiena della ragazza e la mano sinistra era poggiata sulla mano che la mora aveva sul suo petto.

L'intera giornata era scolpita nei suoi ricordi. L'uscita dall'ospedale, il pranzo che le aveva preparato e la serata trascorsa a guardare film prendendo in giro gli attori, tutti momenti che erano impressi nella mente del vampiro, continuava a riviverli nei suoi sogni ed ogni volta la parte più bella era una frase appena sussurrata. 'Resta con me'. Tre parole. Dieci lettere. Erano bastate per far perdere un battito al suo cuore morto tempo fa. Lei gli aveva chiesto di restare e lui non se lo era fatto ripetere due volte.

Stare in quel letto con Alex stretta a se che dormiva serenamente tra le sue braccia era la cosa più bella che gli fosse successa in tutta la sua vita. Per una volta in più di 170 anni si sentiva amato.

Si sentiva a casa.

Nessuno dei due voleva svegliarsi.

Nessuno dei due voleva aprire gli occhi e rovinare quel momento con inutili parole.

Volevano stare ancora un po' in quella bolla di felicità e sicurezza che si era creata intorno a loro.

Restarono l'uno abbracciato all'altra. Lei con la testa sul petto del ragazzo e lui con la mano poggiata sulla schiena di lei per poterla tenere un po' più vicino a se, per tenerla al sicuro.

Dopo ore passate a crogiolarsi nella loro bolla decisero che era il momento di riaprire gli occhi, le loro iridi si incontrarono nello stesso istante, e come ogni volta in cui i loro sguardi si incontravano, si sorrisero.

La prima a rompere il silenzio fu Alex, che sussurrò “Buongiorno” al ragazzo, incatenando ancora di più i suoi occhi ai suoi.

La risposta di Damon non tardò ad arrivare, la strinse un po' di più, le diede un bacio sulla guancia e ritornando a puntare i suoi occhi in quelli della ragazza disse “Buongiorno. Stai meglio?”.

La mora sorrise e rispose “Mai stata meglio”.

Il vampiro le sorrise di rimando poi sentendo lo stomaco della ragazza brontolare rise, ed aggiunse “Forse è meglio se ci alziamo, così ti preparo la colazione” facendole l'occhiolino.

Tentò di tirarsi su dal letto, ma la ragazza glielo impedì tenendolo stretto in vita.

No, stamattina la colazione la preparo io” detto ciò fece la linguaccia al moro, si alzò e zoppicando leggermente andò in bagno per cambiarsi.

Damon non poté che arrendersi, infatti 15 minuti dopo si trovava seduto alla penisola della cucina, in boxer e con la maglietta che gli aveva prestato lei, intento a guardare Alex mentre preparava le frittelle canticchiando qualche nota di qualche canzone che sicuramente le piaceva vestita solo con dei pantaloncini che non coprivano niente, una canotta che non lasciava nulla all'immaginazione e con il grembiule a fiori viola. In quel momento ebbe la certezza di essere nel posto giusto.

Alex si era sbizzarrita ai fornelli, aveva preparato le frittelle di mele, quelle al cioccolato e quelle al miele, poi le sommerse un po' con la marmellata di albicocche ed un po' con della cioccolata calda, appena fatta, il tutto accompagnato da due cappuccini fatti con la macchina del caffè che si era comprata 2 anni prima e che non aveva quasi mai usato. Per fortuna sia lei che Damon avevano molta fame e quindi finirono tutto in meno di 10 minuti.

Il vampiro non mangiava una colazione così da quando era bambino, la ragazza lo aveva stupito, non sapendolo aveva cucinato la colazione che Damon chiedeva alla madre quando era il suo compleanno, la sua colazione preferita, a parte il cappuccino. Il moro appena finito di mangiare cominciò a parlare: “Era tutto buonissimo, non mangiavo così bene da quando ero bambino e la colazione me la preparava mia madre, sei formidabile Alex” facendole l'occhiolino, per la seconda volta in quella mattinata.

Il cuore di Alex perse un battito, ogni volta che le faceva l'occhiolino voleva saltargli addosso, si sentiva una ragazzina con gli ormoni in subbuglio, poi Damon era così sexy, era impossibile resistergli, e lui sapeva benissimo come sfruttare questa dote. Arrossendo un po' sussurrò “Grazie” al ragazzo,poi, presa dal momento, si sporse verso il ragazzo e gli diede un bacio sulla guancia. Subito dopo si alzò e iniziò a pulire la cucina, cantando 'Young Girls' di Bruno Mars.

Nel frattempo il moro continuava a sfiorarsi la guancia, sentiva ancora le scosse partire da quel punto per scorrergli in tutto il corpo.

Dopo aver pulito, aiutata dal ragazzo, Alex si cambiò per recarsi, insieme, ad una visita di controllo all'ospedale, vi passarono l'intera mattinata e buona parte del pomeriggio, mangiando un panino al bar dell'ospedale, parlando del più e del meno, senza però chiedere cose troppo personali.

Verso le cinque del pomeriggio tornarono all'appartamento della ragazza, che si addormentò sul divano, stanca per le troppe ore passate in piedi a fare esami, che avevano confermato che lei era in ottima salute. Damon la coprì con una coperta, poi si mise ai fornelli.

Alle 20.36 Alex aprì gli occhi e vide Damon con il suo grembiule che sfornava una torta dal forno e si chiese da quanto tempo stesse dormendo, la risposta le arrivò appena il moro le vide sveglia.

Buonasera bella Addormentata! Hai dormito per 3 ora e mezza, ma ti sei svegliata in tempo per la cena” e facendole un mezzo sorriso le mostrò la teglia di lasagne poggiata sul piano di marmo della cucina vicino alla torta che aveva appena sfornato.

Alex sorrise al vampiro, si alzò dal divano e disse “Grazie, ma potevi svegliarmi ti avrei aiutato”.

Il ragazzo però stava già facendo di no con la testa “No, avevi bisogno di riposare, ed ora hai bisogno di mangiare, forza vai a lavarti le mani, ti aspetto!”

la mora gli sorrise e fece come Damon le aveva detto. Dieci minuti dopo stava mangiando la seconda porzione di lasagne, seguita poi da due porzioni di torta alla nutella. Ora poteva dire di essere sazia!

Era tutto buonissimo, grazie.”.

Il vampiro le rispose “Modestamente sono un ottimo cuoco!”.

Risero entrambi per quella dimostrazione di modestia, poi lavarono i piatti e subito dopo guardarono un po' di televisione e ad Alex ritornò in mente una cosa “Ma sbaglio o ti sei cambiato?”.

Si Alex, mentre dormivi sono uscito per fare la spesa e sono passato in hotel per cambiarmi” le rispose tranquillamente il ragazzo, poi aggiunse “Si è fatto tardi, tu devi riposare, forse è meglio se vada” anche se era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare.

NO!” Alex quasi urlò quella supplica, era abituata a stare da sola, ma non poteva stare senza di lui “Ti prego non lasciarmi sola” sussurrò abbassando la testa “Lo so che non dovrei chiedertelo, ma sono sola da così tanto tempo che credevo di essermi rassegnata, ma ho incontrato te, sei entrato nella mia vita buttando giù un muro che credevo fosse indistruttibile, ma tu lo hai sbriciolato, ed io non sono più sicura di poterti lasciare uscire dalla mia vita, perchè so che se andrai via adesso non ci rivedremo più.” concluse la frase con le lacrime che le rigavano copiose il volto, aveva sempre odiato mostrare le sue emozioni ad altri, ma con lui sapeva di poter essere se stessa e in quel momento era fragile ed esposta, come non si sentiva da anni.

Damon le prese il volto fra le mani e poi le disse “Mi avevi convinto al 'NO', neanche io voglio lasciarti e ti informo che anche tu hai buttato giù il muro che mi ero costruito per non soffrire più, anche tu l’ hai fatto, e sei entrata, ed ora non ti lascio più uscire” detto ciò le sorrise e le diede un bacio all'angolo della bocca, era troppo presto e lui non voleva affrettare il sentimento che stava crescendo dentro i loro cuori, così, le mise un braccio sulle spalle e aggiunse “Ora andiamo a dormire”.

Alex avrebbe voluto baciarlo, ma era troppo presto, così si limitò a sorriderlo e si lasciò accompagnare in camera e dopo essersi messa il suo pigiama, si mise a letto accanto a quel ragazzo di cui sapeva solo il nome, ma che le aveva già rubato il cuore.

La mora galleggiava in un mare di felicità, voleva che il tempo si fermasse, voleva restare per sempre in quella posizione. Purtroppo sapeva che non era possibile e non sapeva come sarebbero andate le cose domani, ma per ora non ci pensava.

Domani sarebbe stato un altro giorno, ma con Damon al mio fianco posso affrontare qualsiasi cosa.

Si addormentarono, lei con la testa poggiata sul petto del moro e lui con la mano sulla schiena della ragazza per tenerla il più vicino possibile a se, voleva proteggerla da tutto, compreso se stesso se fosse stato necessario, ma, per ora si accontentava di scacciare via i brutti sogni.



Agolino per me...non dico nulla se non perdonatemi per la lunga attesa.

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Capitolo 16
*** Segreti svelati ***


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CAPITOLO 15

 

SEGRETI SVELATI

 

Alex non voleva alzarsi. Non voleva lasciare il suo letto, e soprattutto non voleva lasciare quel posto caldo e protetto che erano le braccia di Damon intorno a lei, ma sapeva che la sua sveglia avrebbe iniziato a suonare a poco, e quindi doveva alzarsi.

Scivolò via dall'abbraccio a malincuore, senza svegliare il moro che ancora dormiva, con la testa appoggiata sul cuscino della ragazza, i capelli spettinati e il volto rilassato, poi sospirando spense la sveglia prima che potesse iniziare a suonare ed andò in bagno a prepararsi per la giornata.

Una volta vestita e pronta per uscire, scrisse un biglietto a Damon e lo poggiò sul cuscino vicino alla sua testa, poi uscì dalla porta facendo il minor rumore possibile, cominciando così la sua giornata.

Damon aveva sentito la ragazza svegliarsi, scivolare lentamente dal suo abbraccio e sospirare mentre spegneva la sveglia. Sapeva che stava cercando di non fare rumore per non svegliarlo, quindi la lasciò fare.

Appena Alex uscì dalla porta di casa, Damon prese il biglietto e lo lesse.

 

Buongiorno Damon

Scusa se non sono lì con te, ma dovevo tornare a lavoro.

Dovrei tornare per le 18:30

(Col cavolo che mi fermo per la cena, dopo soli tre giorni dall'aggressione )

Ti ho lasciato una copia delle chiavi appese nell'ingresso, hanno un portachiavi a forma di quadrifoglio.

 

Grazie Damon, senza di te non c'è l'avrei fatta.

 

Ci vediamo questa sera!

xoxo A.

P.S Porto io la cena ;) ”

 

Il vampiro sorrise, poi si alzò e si preparò per uscire, doveva nutrirsi se voleva stare ancora vicino ad Alex.

 

Alex era stata tutto il giorno nel suo ufficio per smaltire il lavoro che si era accumulato nei suoi giorni di assenza, quando Sara, una cameriera del turno serale, la interruppe per comunicarle che erano le 18 e la sua cena era pronta per essere portata via. Non si era accorta che fosse così tardi, così preparandosi ringraziò la ragazza e una volta recuperato il pacchetto, salutò e si diresse verso casa, ma a metà del tragitto si ricordò di non avere più birre a casa e decise di fare una deviazione per andare a comprarle. Si maledisse mentalmente per aver deciso di non prendere la moto, quella mattina.

Passando davanti ad un vicolo vide: un ragazzo che faceva poggiare una ragazza al muro, e mentre lo faceva, lo sentì sussurrare 'Non urlare'.

Alex non poteva credere alle sue orecchie, era Damon, stava per urlargli contro, quando, grazie alla luce fioca di un lampione vide il volto del ragazzo cambiare, gli occhi diventare rossi e i canini uscire dalla sua bocca, fu allora che sussurrò spaventata portandosi la mano alla bocca, lasciando cadere con un tonfo le borse al suolo. La mora non sapeva se urlare o solamente correre via da lui. Si lasciò scappare un singhiozzo prima di iniziare a correre, lontano dall'unico ragazzo che forse, il suo cuore, potesse amare.

Damon sentì un urlo strozzato e il tonfo di qualcosa cadere a terra, così decise di alzare la testa dalla sua cena per vedere cosa stesse succedendo, facendo così, la vide. Vide Lei: Alexandra. Con gli occhi spalancati, che si copriva la bocca con una mano mentre ai suoi piedi c’erano delle borse sparse. Il ragazzo sentì il singhiozzo che si lasciò sfuggire la mora prima di girarsi e iniziare a correre lontano da lui e una crepa si aprì nel suo cuore morto da più di un secolo. Cancellò subito la memoria della ragazza che doveva diventare la sua cena, poi corse via, raccogliendo le borse che Alex si era lasciata alle spalle, per raggiungere l'unica persona di cui gli importasse qualcosa, l'unica che il suo cuore diceva di non abbandonare.

Damon corse come non aveva mai fatto, non sapeva cosa gli avrebbe detto o che cosa avrebbe fatto, ma non poteva lasciarla andare via così, non poteva e non voleva. Quando la raggiunse la sentì piangere dietro la porta di casa, chiusa a chiave dall'interno. Prese le chiavi con il portachiavi a forma di quadrifoglio, lo strinse tra le mani sussurrando 'Fa che possa perdonarmi' rivolto a tutti, Dio...Sua madre, tutti gli angeli, e a se stesso, per farsi forza da solo.

Aprì la porta e la trovò in un angolo della cucina, appoggiata con la schiena agli scaffali, le gambe piegate e la testa poggiata sulle ginocchia. Piangeva e sembrava più fragile di una bambola.

'Che cosa ho fatto?' pensò Damon indeciso se parlare o semplicemente sparire dalla sua vita. Posò le buste sul pavimento poi fece l'unica cosa che gli era venuta in mente, si lasciò cadere in ginocchio davanti a lei, che sussultò quando si rese conto di non essere sola.

Alex non si era accorta di non essere più da sola, finché non sentì un tonfo davanti a lei.

Quando aprì gli occhi Damon era lì, in ginocchio davanti a lei, il capo chino con i capelli che gli coprivano il volto, e le mani chiuse a pugno. Forse avrebbe dovuto avere paura e scappare via da lui, ma l'unica cosa che sentiva era il suo cuore sussurrarle 'Ascoltalo'.

Cosa sei?” gli chiese sussurrando.

Un idiota” rispose lui.

Questo lo sapevo già!” -ridacchiò lei, pensando: 'Perché non ho paura, perché l'unica cosa che mi viene in mente è quella di abbracciarlo, perché non voglio che vada via, perché credo di essere già innamorata di lui?' poi continuò… “Perché i tuoi occhi erano diversi? Che cosa sei veramente?”

Damon sapeva che non poteva mentirle, sperava solo che lei non scappasse dopo aver sentito la verità, così prese un respiro profondo e continuando a guardare le sue mani chiuse a pugno, parlò.

Sono un vampiro!”

Lascio a voi i commenti.... =)

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Capitolo 17
*** Sei un vampiro, non un mostro ***


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CAPITOLO 16

 

SEI UN VAMPIRO, NON UN MOSTRO

 

“Sono un vampiro!”

Ecco lo aveva detto! Il ragazzo non riusciva ad alzare la testa per vedere cosa stesse facendo Alex. Stringeva più forte le mani a pugno, molto probabilmente Alex lo avrebbe cacciato da un momento all'altro.

Quello che non si aspettava fu la reazione della mora.

Alex tremava, forse sarebbe scappata oppure gli avrebbe urlato contro, ma la prima cosa che le veniva in mente era 'Non esistono i vampiri' ma sapeva anche che Damon non la stava prendendo in giro. Era serio, e dalla posizione che aveva gli era costato parecchio dirlo ad alta voce e rovinare così quello che si stava creando fra di loro, teneva la testa bassa, le mani strette a pugno e se avesse potuto avrebbe pianto. Alex non c'è la faceva a vederlo così, le si spezzava il cuore. Le ritornarono in mente le parole che Claudio le aveva sussurrato in quella stessa cucina solo ieri 'È speciale e dovrai essere paziente e comprensiva con lui, ma Lui ti renderà felice', se questo ragazzo le era stato mandato da Claudio, voleva dire solo una cosa, vampiro o no, Lui aveva bisogno di Lei, e Lei di Lui. Forse dentro di se il moro pensava di essere un mostro ma Alex sapeva che non era così, lui era il ragazzo che l'aveva salvata, che l'aveva fatta ridere e l'aveva stretta a se per proteggerla dai suoi incubi, quel ragazzo non era un mostro, ma aveva bisogno di qualcuno che glielo ricordasse, e Lei lo avrebbe fatto. La mora, così, si poggiò sulle ginocchia, lentamente, per non spaventare il ragazzo, poggiò le mani sulle sue, sciogliendole, lui alzò lo sguardo e puntò le sue iridi azzurre nei suoi occhi, era sorpreso, non si aspettava questa reazione, poi lo abbracciò, sfiorando le sue gambe e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.

Damon era spiazzato. Non credeva che Alex avrebbe reagito così, si aspettava pianti, urla e magari qualche schiaffo, ma lei lo aveva abbracciato, aveva fatto l'unica cosa di cui realmente lui aveva bisogno. Aveva bisogno di essere amato e di non essere lasciato solo. Dopo un paio di minuti il moro ricambiò l'abbraccio, stringendo i fianchi della ragazza e facendola sedere sulle sue gambe, lei si accoccolò sul suo petto inspirando il suo profumo. Restarono in quella posizione per ore, senza dire o fare nulla, quell'abbraccio diceva tutto quello che c'era da dire. Poi Alex decise di parlare, dicendo le uniche parole che lui voleva sentire, ma che mai nessuno aveva pronunciato.

“Non sei un mostro, Damon. Sarai anche un vampiro, ma non sei mostro, sei una persona eccezionale, e non sei solo.”

Il vampiro, nel sentire quelle parole dette così dolcemente, strinse un po' la presa sui fianchi della mora, poi fece una cosa che non faceva da molto tempo. Pianse.

Nascondendo il volto tra i capelli della ragazza, sfogò tutti gli anni di solitudine auto imposta, l'amore non corrisposto delle uniche donne che aveva mai amato, e la mancanza dell'ultimo pezzo della sua famiglia, suo fratello Stefan. La mora lo strinse a se, lasciandolo sfogare senza dire una parola, con una mano gli sfiorava la schiena e con l'altra gli spazzava via le lacrime dalle guance.

Quando le ultime lacrime lasciarono gli occhi del vampiro, gli diede un bacio sulla fronte, gli strinse una mano nella sua e alzandosi lo portò su con se. Lo guidò in camera da letto, gli levò la giacca e le scarpe, lasciando tutto sulla poltrona vicino al letto, lo aiutò a stendersi e dopo essersi spogliata anche lei lo raggiunse, accoccolandosi il più possibile vicino a lui, che di nuovo, la strinse a se con un braccio, facendogli poggiare la testa sul suo petto. Restarono stesi in quella posizione per un po', fino a che Damon non decise che era il suo turno di parlare.

“Non hai paura di me? Credevo mi buttassi fuori casa, e forse dovresti farlo.”

La mora sapeva che lui aveva ragione, sapeva che doveva cacciarlo, e il suo cervello gli diceva di avere paura, ma se il suo cervello gli diceva di avere paura e di scappare, il suo cuore gli urlava di restare e di stringerlo fra le sue braccia, perché anche se faceva il duro, anche se era un vampiro, aveva bisogno di essere amato, proprio come lei.

“Non ti butterò fuori, Damon. Non ho paura di te. Sei un vampiro ma non mi hai mai fatto del male, anzi mi hai protetto e aiutato, non sei cattivo. Hai solo bisogno di qualcuno che te lo ricordi, come io ho bisogno di non sentirmi sola.”. Appena finì di parlare, il moro singhiozzò, quindi la ragazza si alzò dal petto di quest'ultimo scoprendolo mentre cercava di trattenere le lacrime. Lo abbracciò costringendolo a nascondere il volto nell'incavo del suo collo.

Damon non piangeva da quasi vent'anni, ma lei era l'unica che lo aveva capito, era l'unica che era andata oltre la sua corazza, era l'unica con cui poteva essere se stesso, e in quel momento voleva solo piangere. Si sentì abbracciare e alzare dal cuscino, per poi ritrovarsi stretto al petto della ragazza, con il viso nascosto dal collo e dai capelli di lei, dove si lasciò andare in un pianto senza freni, stringendola ancora più vicina a lui.

“Non ti farei mai del male.” disse tra una lacrima e un singhiozzo.

“Lo so.” Sussurrò lei in risposta, lasciandogli un bacio fra i capelli.

Si addormentarono così, rilassati, felici e stretti l’uno all'altro. Con la consapevolezza di aver trovato quello che il loro cuore cercava da tempo.


Sono imperdonabile, lo so.... ma i problemi quando arrivano, sono sempre accompagnati da altri problemi più grandi!
Scusate.

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Capitolo 18
*** I Ricordi ti Spaccano sia il Cervello che L'Anima ***


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CAPITOLO 17

 

I RICORDI TI SPACCANO SIA IL CERVELLO CHE L'ANIMA

 

Alex si svegliò ancora stretta tra le braccia del moro, sembrava sereno. Aveva le labbra socchiuse, le ciglia aperte a ventaglio sulle guance e il volto rilassato, ma lei sapeva che non sarebbe durato, appena si sveglierà, ricomincerà a preoccuparsi e a pensare di non meritare l'amore di nessuno, e questo, lei, non poteva sopportarlo. Ieri il suo capo le aveva detto di prendersi una settimana di ferie, lei aveva rifiutato perché credeva di non averne bisogno, ma ora aveva cambiato idea, ora aveva bisogno di stare con Damon. Prese il telefono dal comodino alla sua destra, facendo attenzione a non svegliare il ragazzo, e comunicò al suo capo che accettava la settimana, dicendogli che aveva già sistemato tutte le carte nel suo ufficio, lui le disse di non preoccuparsi che se la sarebbero cavata.

Dopo aver rimesso a posto il telefono decise di svegliare il moro, iniziando a giocare con i suoi capelli, fino a che non lo sentì parlare con la voce roca e assonnata.

“Buongiorno” fece il moro, con la voce ancora impastata dal sonno.

La mora rispose continuando a giocare con i capelli del vampiro.

“Buongiorno. Credevo che i vampiri non dormissero!”

Lui le rispose facendo una smorfia. “Tesoro, qui siamo nel mondo reale, non in un libro” e poi le fece una linguaccia.

Lei in risposta gli tirò leggermente i capelli costringendolo ad aprire gli occhi. Si sorrisero per poi alzarsi ed iniziare la giornata.

Dopo essersi vestiti si sedettero in cucina per fare colazione e parlare.

“Damon l'avresti uccisa quella ragazza?” chiese Alex andando subito al sodo.

“No, avrei bevuto un po', poi le avrei cancellato la memoria e l'avrei lasciata andare.” rispose calmo il vampiro puntando il suo sguardo negli occhi della ragazza.

“Quanti anni hai?” continuò lei.

“178, avevo 21 anni quando sono diventato un vampiro.”

“Hai ucciso tante persone?”

“Si”

“Cosa ti ha portato a Torino?”

“Una delusione in amore.”

“Raccontamelo dall'inizio Damon, tanto abbiamo tutto il giorno, mi sono presa una settimana di ferie, voglio conoscerti meglio e se vuoi puoi conoscermi anche tu.”

Damon strinse la tazza del suo caffè, non si aspettava quelle parole, lei voleva che si conoscessero, e lui voleva mostrarsi per quello che era, un ragazzo che non voleva più soffrire per amore.

“Va bene Alex, vuoi che comincio dalla mia vita da umano o da quella di vampiro?”

“Dal tuo primo ricordo fino ad ora, voglio sapere tutto quello che vorrai dirmi”

Damon prese un respiro profondo, guardando il liquido scuro nella tazza poi dopo un lungo sospiro cominciò a raccontare.

“Sono nato a Mystic Falls, un piccolo paese della Virginia, il 26 maggio del 1843, mio padre si chiamava Giuseppe Salvatore e si era trasferito lì quando era poco più di un ragazzo, insieme ai suoi genitori, dall'Italia, fecero fortuna, diventando subito ricchi grazie all'allevamento dei cavalli e alle piantagioni di cotone, frutta e caffè. All'epoca il posto in cui vivevano non aveva un nome, quindi insieme ad altri uomini facoltosi della zona decisero di fondare una città e le dettero il nome 'Mystic Falls', dove mio padre si costruì una grande villa. Dopo un paio d'anni conobbe una donna di nome Sarah Haven, mia madre, se ne innamorò e la sposo nel giro di due mesi, poi nacqui io. Mio padre non era molto presente, lavorava molto per poter mantenere la sua famiglia, solo la Domenica passava un po' di tempo con me, ma dopotutto mi voleva bene ed amava mia madre alla follia, lei riusciva a capirlo e a calmarlo, era lei la colonna portante della nostra famiglia. Lei si prendeva cura di me, di mio padre e della casa, non aveva un esercito di cameriere come tutte le donne agiate dell'epoca, lei amava fare ogni tipo di lavoro in casa, ma soprattutto amava cucinare, ed aveva una cucina molto grande, ed era uguale alla tua, stessa penisola in marmo, stesse decorazioni floreali, stessi colori e proprio come te l'aveva disegnata lei, costringendo mio padre a buttare via quella che aveva scelto lui. Mia madre era una donna dolce, gentile, sincera, cocciuta e forte. Quando avevo 7 anni rimase incinta di mio fratello Stefan, poco dopo la nascita del mio fratellino, lei iniziò a sentirsi male.”

Il vampiro fece un altro lungo respiro, ricordare quei momenti gli facevano male, ma doveva esporsi con Alex proprio come lei l’avrebbe fatto con lui, dopotutto è stata l’unica ad accettarlo per quello che era.

Damon guardò intensamente Alex e continuò: “Morì quando io avevo 10 anni e Stefan, 2 anni e mezzo. Mio padre si chiuse nel suo dolore, iniziando a lavorare giorno e notte, trascurando così sia me che mio fratello. All'inizio pensavo fosse colpa di Stefan se mia madre era morta, poi un giorno la balia di mio fratello mi spiegò che lei era già malata da anni ed in teoria non avrebbe potuto avere figli, ma prima nacqui io poi mio fratello e per lei eravamo dei miracoli, quindi ci aveva amati da subito. Ma i miracoli hanno un prezzo e ad ogni gravidanza lei rimaneva più debole, finendo così allo stremo delle forze dopo la nascita del mio fratellino. Da quel giorno io iniziai a fare il fratello maggiore, anche perchè sapevo che mia madre avrebbe voluto così… Crescendo io divenni un ragazzo ribelle, non volevo andare all'università ne tanto meno finire coinvolto in un matrimonio di convenienza, voluto da mio padre, così diventai la pecora nera della famiglia e decisi di arruolarmi nell'esercito per la protezione del Sud. Mio fratello Stefan, invece, era tutto quello che mio padre voleva in un figlio, era ubbidiente, gentile e facile da comandare cosa che a mio padre riusciva piuttosto bene. Nel marzo del 1864 decisi di fare ritorno a casa, per un congedo, ritrovando mio fratello pronto per un matrimonio combinato e mio padre che si portava a letto svariate cameriere. A tutto questo trovai però, una gradita sorpresa, la signorina Katherina Pierce. Mio padre l'aveva ospitata in casa, poiché orfana di genitori, i quali erano nostri amici da anni. Lei fu la nostra rovina. Era una vampira, e sia io che mio fratello c'è ne innamorammo perdutamente. Ci teneva in pugno entrambi, io bevevo il suo sangue ogni giorno per poter diventare come lei e non doverla più lasciare, e lei soggiogava mio fratello in modo che lo bevesse anche lui. Alla fine una sera di inizio aprile io e Stefan ci sfidammo a duello per poter avere il privilegio di invitare Katherina al ballo dei fondatori della città, ci uccidemmo a vicenda, ma entrambi avevamo sangue di vampiro in circolo, quindi ci risvegliammo in fase di transizione e di Katherina non vi era più traccia. Io volevo lasciarmi morire, ma mio fratello non era della stessa idea, prima uccise nostro padre, completando la sua trasformazione in vampiro bevendone il sangue poi mi costrinse a bere il sangue di una ragazza della nostra città, perché voleva che stessimo uniti per sempre.” Il vampiro strinse la tazza ancora di più, era incazzato, triste…tutte emozioni che da tempo ormai non provava più ma che solo nei ricordi le ritrovava…

Guardò nuovamente Alex e con occhi ricolmi di rabbia continuò:

“Io ero incazzato con lui, per avermi costretto a diventare un mostro, e lo ero anche con Katherina per essere sparita nel nulla, solo quando la sua amica strega ci consegnò i nostri anelli per poter camminare alla luce del sole venni a sapere che avevano scoperto la sua vera natura ed era stata costretta a fuggire per non essere uccisa dai fondatori di Mystic Falls, così, lasciai solo mio fratello con la promessa che gli avrei reso la vita un inferno.

In quegli anni ho viaggiato parecchio, tenendo d'occhio Stefan che aveva passato varie fasi tra cui quello dello squartatore di Monterey poi accantonata grazie ad una sua amica di nome Lexy che lo costrinse a rigare dritto. Lui però è all’oscuro di tutto questo, perché ho sempre preferito essere solo un’ombra , fino ad una ventina di anni fa, quando decisi di ritornare nella mia vecchia casa, a Mystic Falls. Proprio lì ho incontrato una ragazza, che era la copia umana di Katherina. Si chiama Elena ed è una discendente di Kath. Naturalmente il mio fratellino non se l'era lasciata scappare e facevano coppia già da un po' quando arrivai io. Per farla breve mi sono innamorato di lei per il suo carattere forte e gentile, e per il suo donare amore anche quando non era meritato. Dopo 2 anni mio fratello ritorna al suo periodo buio, per così dire, per colpa di un vampiro originale di nome Klaus, quindi ho avuto la mia occasione con Elena, e c'ero quasi riuscito, ma il mio fratellino è tornato, e lei si è sentita chiusa in due fuochi, fino a che a causa di un incidente, in cui lei morì mentre aveva sangue di vampiro in circolo, si trasformò in vampira e scelse di passare la sua vita con Stefan… Così eccomi qui…ho deciso di andarmene per sempre da quel posto, avevo sofferto abbastanza, scappai la sera stessa della sua decisione, da allora sono trascorsi vent'anni. Sono ritornato ad essere una creatura notturna, mi ubriacavo tutte le sere per non pensare ed alla fine mi ritrovavo sempre in un letto diverso ogni sera. Fino a che non sei arrivata tu. Hai visto quello che cercavo di nascondere dentro il mio cuore, come se fosse scritto a caratteri cubitali sul mio viso, sei riuscita a capirmi e sei rimasta per me, nessuno lo aveva mai fatto.” Il moro fece spallucce come per “scusarsi” di qualcosa…ma in quel momento Alex non voleva scuse, voleva solo capire come era possibile rinunciare ad una persona come Damon, un vampiro così bello e buono…avrà fatto cose orribili, ma Alex riusciva solo a vedere quello che lui aveva fatto per lei.

 

La mora non disse nulla, guardò il ragazzo stringere sempre più forte la tazza del caffè, con gli occhi rivolti al suo interno, come se al suo interno fosse rinchiuso tutto il suo dolore e stritolarla significasse eliminare tutte le sue pene dalla sua vita, avrebbe voluto fiondarsi dall'altro lato del tavolo ed abbracciarlo ma non lo fece, appoggiò le sue mani su quelle del vampiro, fino a coprirle, iniziando a massaggiarle con dei piccoli movimenti circolari del pollice, e quando vide il volto e le mani del moro rilassarsi leggermente iniziò a parlare...

“Hai amato, ed hai sofferto, so quanto può essere stancante e demoralizzante. La mia vita è stata dura, non come la tua, ma in certi versi il dolore che ci ha consumati fino ad ora ci ha fatti incontrare. La mia esistenza era piatta ed incolore, non ho mai vissuto veramente fino a che non ho incontrato te. Inizio col dirti che la mia 'vita' equivale ad un sedicesimo della tua...”

Damon alzò gli occhi verso la ragazza che alla fine della sua triste vita era ancora seduta di fronte a lui, gli massaggiava leggermente le mani ed era riuscita a farlo sorridere ed a tranquillizzarlo con delle semplici parole, ed ora con lo sguardo basso si apprestava ad aprire a lui il suo cuore.


Angolino per me....mi dispiace per il ritardo....vi dico solo che è una settimana del cavolo...per motivi vari che presi singolarmente sono pesanti, e presi tutti insieme sono dei macigni che non puoi alzare neanche con l'aiuto delle persone che ti vogliono bene. Scusate.

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Capitolo 19
*** I Ricordi sono l'unica Lacrima a cui non puoi impedire di Uscire ***


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CAPITOLO 18

 

I RICORDI SONO L'UNICA LACRIMA A CUI NON PUOI IMPEDIRE DI USCIRE

 

Alex sentiva lo sguardo del vampiro su di se, sapeva che doveva iniziare a parlare, sapeva che doveva aprirsi con lui, quindi cercò di ripensare al giorno in cui tutta la sua vita cambiò, e puntuali i ricordi le riempirono la mente di immagini e di sensazioni che non provava da anni. Prese un respiro profondo e iniziò a parlare, mentre sentiva gli occhi iniziare a pizzicare.

“Mi chiamavo Alessandra di Benedetto, sono nata a Pisa, il 26 maggio, come te ma nel 1989, i miei genitori si erano incontrati alle scuole medie e da li non si sono più separati. Si sono sposati il 30 giugno del 1988, e dopo neanche un anno sono arrivata io, mi amavano ed io li amavo alla follia. Ma... il 17 agosto del 2002 hanno avuto un incidente, la loro auto venne falciata da una camion il cui autista era ubriaco” La mora dovette fermarsi per prendere un respiro profondo e per controllare le lacrime che volevano uscire strizzò leggermente gli occhi, poi fissando il piano di legno del tavolo riprese a parlare... “Quando vidi il carabiniere che venne a prendermi a scuola capì che era successo qualcosa di grave, una volta arrivati a casa, mia zia, che non vedevo da anni poiché si era trasferita a Roma molti anni prima e veniva su una volta al mese a trovarci, mi disse che i miei genitori non c'è l'avevano fatta ed erano morti a seguito di gravi lesioni interne, iniziai a piangere ed a picchiare chiunque mi si avvicinasse, poi corsi in camera mia. Lì nel silenzio della mia stanza realizzai che ero rimasta sola, e che molto presto mi avrebbero affidato ad un parente che non avevo mai visto, poiché i miei nonni erano già morti molti anni prima e non avevamo parenti stretti nelle vicinanze ne di Pisa ne della Toscana, o ad un orfanotrofio. Presi tutti i miei risparmi, il testamento che i miei genitori avevano nascosto nella cassaforte in camera loro, insieme a dei contanti e a dei gioielli, presi tutto quello che potevo tra vestiti, foto e roba da mangiare e poi scappai dalla finestra della mia camera lanciando un ultimo sguardo alla mia vecchia vita e pregando che i miei genitori mi proteggessero dal paradiso.” La mora non riuscì più a trattenere le lacrime così le lasciò uscire in un pianto silenzioso, ma al vampiro non erano sfuggite quindi rinchiuse le mani della ragazza nelle sue, iniziando a massaggiarle come aveva fatto lei poco prima. Alex sorrise per il gesto del vampiro, erano anni che non raccontava la sua storia, l'ultima volta lo aveva detto a Claudio, che aveva ascoltato tutto in silenzio seduto nella poltrona del suo ufficio, alla fine del racconto le aveva passato un fazzoletto, le aveva sorriso e le aveva sussurrato “Non ti dico che starai meglio, perchè non succederà mai, hai perso due persone che amavi e la tua felicità in un soffio, ti dico solamente che da adesso se vuoi hai me, non sei più sola” quelle parole erano state la sua ancora di salvezza e lei aveva amato Claudio come un padre da quel momento. Lui aveva capito che non voleva essere abbracciata o consolata a gesti, lei aveva bisogno di parole sussurrate con un sorriso e di qualcuno che restasse, come non avevano potuto fare i suoi genitori. Prendendo un altro respiro la ragazza continuò a raccontare...

“quel giorno presi un treno per Genova, era il primo che partiva, e una volta arrivata trovai lavoro come cameriera in un albergo a conduzione familiare gestito da due anziani signori, avevo usato dei documenti falsi per poter essere assunta. Vi restai 2 anni risparmiando ogni centesimo, poi arrivò un controllo e scoprirono che avevo mentito sulla mia età, usato dei documenti falsi e che ero scappata dai servizi sociali a Pisa, quindi mi misero in riformatorio per 2 anni, precedentemente erano 3 anni poi…per buona condotta sono diminuiti. Prima di essere messa in riformatorio ero ancora una bambina, ma in quell'ambiente sono dovuta crescere e diventare più forte se non volevo essere sempre presa di mira. Una volta uscita, avevo ancora tutti i miei risparmi, quindi decisi di cambiare città per ricominciare, ero seduta in un bar con una cartina e la sorte lasciò cadere la penna su Torino, quindi andai da un giudice e chiesi l'emancipazione, me la concedettero provvisoriamente, prima dovevo trovare un appartamento e un lavoro nella nuova città poi il tribunale di Torino avrebbe confermato o cancellato la mia emancipazione. Trovai subito questo appartamento, per il lavoro devo ringraziare Claudio per avermi concesso fiducia e i gestori del vecchio albergo di Genova, che inviarono una lettera a Claudio descrivendomi come diligente e ligia al lavoro, ma soprattutto una persona troppo buona che aveva sofferto troppo e che non se lo meritava, la conservo ancora. Naturalmente mi confermarono l'emancipazione, chiedendo anche di poter cambiare il mio nome, ed il giorno seguente andai in comune con i documenti per cambiare il mio nome di battesimo, da Alessandra ad Alexandra, perchè era simile al nome che mi avevano dato i miei genitori ma più deciso” prendendo un sorso del suo caffè ormai freddo e un lungo respiro la mora raccontò l'ultima parte della sua vita...

“Insieme all'emancipazione entrai in possesso delle vecchie proprietà dei miei genitori e di tutto quello che vi era nel testamento, vendetti la loro vecchia casa ed alcuni appartamenti, andai a recuperare degli oggetti tra cui l'anello di fidanzamento che mio padre regalò a mia madre, mi diceva sempre che un giorno sarebbe stato mio, ma speravo fosse lei a darmelo, non il comando dei carabinieri che avevano in consegna i loro effetti che indossavano il giorno dell'incidente. Avevo chiuso con la mia infanzia. Avevo trovato un equilibrio, poi 4 anni fa Claudio morì per un infarto, tra le mie braccia, lasciandomi una lettera ed il suo testamento. Non aveva figli e la moglie era morta anni prima dando alla luce il loro primo, ed unico figlio, ma amava me come se lo fossi sempre stata. Il giorno del suo funerale, mi resi conto di non aver mai saputo il suo cognome, lo lessi per la prima volta sulla sua lapide poi sulla lettera, quel giorno cambiai il mio cognome in Paradiso, perchè se io ero stata come una figlia per, lui era stato un padre per me. Poi presi la patente della moto perchè lui ne aveva due, così ogni volta che le guido lo sento un po' più vicino a me. Al lavoro ho qualche amico, ma nessuno sa nulla sul mio passato, e voglio che rimanga così. Da quando non c'è più Claudio mi sono sempre sentita sola, poi ho incontrato te”.

Le lacrime della mora si erano lentamente fermate grazie al senso di tranquillità e sicurezza che le arrivava dal vampiro. Ora si erano aperti l'uno con l'altra, non avevano più segreti, ora potevano stare insieme, forse per sempre.


Non dico nulla, spero solo che a qualcuno interessi ancora la mia storia, anche se sono una frana ad aggiornare ed a scrivere.
Baciiiiiiiii :*

 

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Capitolo 20
*** I Wanna Be Your Last First Kiss ***


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CAPITOLO 19

 

I WANNA BE YOUR LAST FIRST KISS
 

Ora tra Alex e Damon non c'erano più segreti.

Ora potevano essere la salvezza l'uno dell'altra.

Ora potevano trovare la felicità.

 

Dopo tutte le parole che erano state dette non restava che una cosa da fare.

Vivere.

Le giornate trascorsero lente e tranquille, tra una serata di film horror, una cena fuori, perchè non avevano voglia di cucinare, un pomeriggio al parco, dove Alex trovava divertente prendere in giro Damon per il suo modo di vestire, dopotutto un jeans lungo con 40°all’ombra, era un vero atto di coraggio vestirsi in quel modo, mentre Damon riteneva divertente buttarla in una fontana del parco del Valentino, beccandosi anche svariati insulti dalla ragazza e una salatissima multa da parte dei carabinieri.

Ma, la settimana di ferie che Alex si era presa per stare accanto a quel ragazzo misterioso era quasi giunta al termine, ma era servita ai due per capire che la felicità arriva quando non la cerchi più.

L'ultima sera di vacanza, il vampiro decise di fare una sorpresa alla ragazza.

Le chiese di essere pronta per le sette e trenta, ed ora lei aspettava seduta sul divano mangiandosi le unghie per ingannare il tempo.

Quando il campanello suonò il cuore di Alex perse un battito, arrivata alla porta chiese chi era e lì sentì la voce calda e profonda del vampiro che le chiedeva di aprire. Con mano tremante spalancò la porta, ritrovandosi il vampiro che le sorrideva maliziosamente con in mano un mazzo di rose rosse, talmente scure da sembrare quasi nere, ma la cosa che la colpì di più fu come era vestito. Il moro indossava un completo blu notte, e la camicia bianca, aveva i primi 2 bottoni slacciati che lasciavano intravedere parte del petto. Ora poteva definirlo il “principe vampiro”, a quel pensiero Alex rise, poi abbassò il capo evitando il suo sguardo.

Lei indossava un semplice vestito nero, con le spalline larghe, aderente fino alla vita, e che ricadeva morbido appena sopra il ginocchio, e delle decoltè rosa cipria come la borsetta. Prima di vedere il ragazzo davanti a lei si sentiva carina e pronta per la serata, ora credeva di non essere alla sua altezza. Era perfetto.

Ma guardandolo meglio si rese conto che lei doveva aver fatto lo stesso effetto a lui, poiché anche il vampiro non la smetteva di osservarla con una strana luce negli occhi.

Alex si rese conto che si stavano fissando da quelle che sembravano delle ore, ed erano ancora in piedi vicino alla porta, così spostò i suoi occhi in quelli del vampiro e sorridendogli disse “Ciao, mi sei mancato!” arrossendo leggermente.

“Buonasera, anche tu mi sei mancata. Pronta per la sorpresa?”

La mora sorrise ed annuì con forza, moriva dalla voglia di sapere dove l'avrebbe portata, ma non voleva rovinare il momento con delle stupide domande.

“Allora prendi questi bei fiori e mettili in un vaso, poi prendi le chiavi e torna da me, ti aspetto qui” aggiunse lui.

La ragazza gli fece la linguaccia, come protesta all'ordine, e poi eseguì alla lettera. In meno di due minuti era di nuovo di fronte al moro con il suo copri spalle tra le mani mentre Damon l'aspettava appoggiato al muro vicino alla porta. Così, aiutò Alex a mettere il copri spalle poi le porse il braccio, e una volta prese le chiavi uscirono a braccetto di casa.

Damon aveva affittato una Enzo Ferrari nera per potersi muovere liberamente. Alex era rimasta senza parole, nessuno aveva mai fatto tanto per lei.

Per tutto il viaggio in macchina non parlarono, fino a che non arrivarono nell'enorme cortile del castello di Stupinigi.

Erano appena le otto e mezza e la luce del tramonto incorniciava il castello come nelle favole, l'ampio cancello in ferro era spalancato e si intravedevano le aiuole ancora cariche di fiori, vicino alla grande porta d'entrata vi erano due uomini in completo nero che li salutarono con un lieve inchino quando vi passarono davanti, per posteggiare l'auto.

L'unica parola che continuava ripetere la mora era “Wow”.

Facendo il giro dell'auto il vampiro aiutò la mora a scendere, poi fece scivolare il suo braccio sinistro attorno alla vita dalla ragazza, e tenendola il più possibile vicino a se, entrarono nel castello.

L'entrata era illuminata da 3 candelabri, sulla destra vi era un cameriere che subito li accompagnò verso una piccola sala laterale, che era stata addobbata con fiori e nastri, viola e bianchi, ed al centro vi era un tavolo apparecchiato per due illuminato da due candele poste in un piccolo bouquet formato da lillà e roselline bianche, ed il resto della sala era stata illuminata da una ventina di candele, poste qua e là su mobili e pavimento.

Alex non sapeva cosa dire, mai nessuno le aveva fatto una sorpresa così bella ed inaspettata.

Il moro le scostò la sedia e la fece accomodare al tavolo, le leggeva negli occhi che era stupefatta e questo per ora gli bastava.

La ragazza decise di parlare quando le fu posato davanti l'antipasto.

“Non so cosa dire Damon, sono meravigliata! È tutto così perfetto.”

Damon le rispose sorridendo “Era quello che volevo, una serata perfetta, ma mi sono accorto che ogni momento è perfetto con te. Una volta capito quello, il resto -e con un gesto indicò il luogo in cui si trovavano- è venuto da se”.

La mora arrossì leggermente per il complimento, Damon le sorrise e poi iniziò a mangiare il suo antipasto, seguito dalla ragazza.

La serata passò tranquilla, tra molte risate e tanti complimenti, e quando arrivarono al dolce, ci fu una nuova sorpresa. Entrarono 3 donne, vestite da lunghi abiti da sera neri, due di loro portavano con se uno strumento diverso, un violino, una chitarra classica e l'ultima, seguita dalle altre, si andò a sedere al pianoforte a coda posto nell'angolo alla destra della mora, poi iniziano a suonare 'Echo' di Jason Walker, Damon si alzò e si avvicinò alla mora e le porse la mano, poi la fece alzare e delicatamente la strinse a se per la vita, e lentamente iniziarono a muoversi in circolo. Alex non aveva mai ballato, ma adesso tra le braccia del vampiro, il suo corpo sapeva esattamente come muoversi. Dolcemente la canzone finì e le note di una nuova iniziarono a volare intorno a loro, il moro fece roteare Alex e poi la riavvicinò a se canticchiandole all'orecchio le parole della canzone.

'I wanna be last, Baby, let me be your last, your last first kiss'...

… Poi delicatamente posò le sue labbra su quelle della ragazza.


Angolino per me:
Ogni volta vi chiedo scusa, anche se so che non servirà per far aumentare le recensioni....
Quindi Scusatemi! Non riesco mai e dico mai, a rispettare uno schema....non ne sono in grado... soprattutto con il lavoro che mi sono scelta e con la famiglia che ho.
Non dico molto della storia....solo che questo è il capitolo che la mia beta sweet fairy preferisce...spero che piaccia molto anche a voi.
Detto ciò vi auguro buon anno....sperando che sia migliore del 2013.
BUON 2014!
Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
P.S divertitevi anche per me, visto che io lavoro xD

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Capitolo 21
*** I Know You Can Make My Wish Come True ***


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CAPITOLO 20

 

I KNOW YOU CAN MAKE MY WISH COME TRUE

 

Sia Alex che Damon aspettavano da tutta la vita un bacio come quello che si erano scambiati.

Le loro labbra che si sfioravano, prima timide poi sempre più veloci, le loro lingue, che sembravano conoscersi da tutta la vita, i loro respiri, lenti e regolari all'inizio poi diventati corti e irregolari, le loro mani, subito intrecciate fra di loro poi libere di viaggiare su ogni centimetro dei loro corpi che volevano essere scoperti l'uno dall'altro, i loro occhi chiusi per tutta la durata di QUEL bacio, per poter godere così, di ogni singolo secondo. Un bacio che ti lega all'amore e al desiderio...ed Alex e Damon in quel momento lo stavano provando.

Quel bacio li aveva legati...forse...per sempre.

 

Lentamente le loro labbra si separarono, anche se avrebbero continuato all'infinito. Si accorsero che la canzone era terminata e al suo posto si sentivano le note iniziali di “Treasure” di Bruno Mars. Si sorrisero, sorrisi pieni di desiderio e amore. Damon l'accompagnò fino al tavolo dove finirono il loro dolce tra lenti sfioramenti di mani, occhi e labbra.

Quando la cena finì Alex decise di rivelare i suoi sentimenti con difficoltà, ma si fece coraggio. “Damon dovresti venire a vivere con me. Ormai è una settimana che dormi vicino a me, mangi seduto accanto a me, non mi sembra giusto che ogni volta che ti debba cambiare debba andare fino a dove alloggi, cioè…in hotel e poi ora che ti ho trovato, beh…non voglio lasciarti andare, penso di essermi innamorata di te” mentre pronunciava le parole il volto della moro si infiammarono e gli occhi, rimasti puntati nelle iride azzurre del moro, iniziarono a pizzicarle, era la prima volta che incontrava qualcuno come Damon, ormai ne era sicura: lo amava.

Dopo tanto tempo aveva riscoperto cosa vuol dire amare incondizionatamente una persona, e non voleva perderlo per nessuna ragione al mondo.

Damon era rimasto senza parole lei gli aveva detto che non voleva perderlo, lei gli aveva detto di amarlo.

Il moro si alzò dalla sedia, per andare ad inginocchiarsi vicino alla ragazza, poi fece combaciare nuovamente le loro labbra, poi continuando a sfiorarle le labbra sussurrò “Ti amo anch'io”.

Durante il viaggio in macchina fecero una deviazione all'hotel, dove Damon prese le sue cose e disdette la camera, portando così tutto a casa della mora, poi insieme andarono a restituire l'auto, visto che il moro aveva soggiogato il proprietario per farsi aspettare.

Per tornare verso casa decisero di fare una passeggiata. Lui le cingeva le spalle con il braccio sinistro, tenendola stratta vicino al suo cuore, lei lo avvicinò con il braccio destro che aveva dietro la schiena del moro e avvolse la mano intorno al suo fianco.

Una volta entrati in casa, Alex si voltò verso il vampiro, gli mise le braccia intorno al collo, poi alzandosi leggermente sulle punte dei piedi sfiorò delicatamente le labbra del moro con le proprie, per poi sussurrare “Benvenuto a casa”.

Damon la strinse per la vita le sussurrò a sua volta “Mi piace questa accoglienza” poi ricongiunse le sue labbra a quelle della mora.

Il bacio, iniziato come un semplice toccarsi a fior di labbra, cambiò lentamente, le loro mani iniziarono a muoversi sui loro corpi, i loro respiri da calmi e leggeri diventarono forti e pesanti, e le loro lingue si incontrarono attraverso le loro bocche. Il vampiro le sollevò l'orlo della gonna del vestito, fino a che le sue dita non sfiorarono l'intimo della ragazza, mentre lei gli sbottonava la camicia e scioglieva il nodo della cravatta, i loro occhi si incontrarono, pieni di passione, amore e desiderio, così il moro sollevò Alex per le cosce, lei avvolse le sue gambe intorno ai sui fianchi, poi con la velocità che solo un vampiro poteva avere la portò in camera da letto.

Lentamente Damon l'appoggiò sul letto, poi iniziò a lasciare una scia di baci lungo la linea della mascella, scendendo sul collo. La mora strinse le mani nei capelli neri del ragazzo, continuando a riempire la stanza con i suoi gemiti sussurrati tra un respiro e l'altro, mentre sentiva la mano del ragazzo farsi strada lungo la sua schiena, fino a trovare la cerniera del vestito e tirarla giù per poi sfilarglielo dolcemente.

Alex rimasta in intimo, così decise di aiutare il moro a togliersi la giacca e la camicia, poi seguendo con le mani la linea dei pettorali e degli addominali arrivò al bottone dei pantaloni, che slacciò con mano tremante ed aiutata dal vampiro riuscì a sfilarglieli.

Damon lasciò una scia di baci bollenti dal seno destro fino al confine con l'intimo della ragazza, dove soffiò delicatamente sul suo centro del piacere, lei rispose inarcando la schiena e gemendo silenziosamente, inarcando la testa non appena sentì le sue dita entrare in lei.

Damon cominciò a mordicchiare l'intimo della mora prendendo un po’ di stoffa tra i denti per poi lentamente sfilarlo dalle gambe lasciandola nuda davanti a se.

Era la cosa più bella e sexy che avesse mai visto in tutta la sua esistenza.

Una volta rimasta nuda, Alex, decise che il vampiro era troppo vestito per i suoi gusti, quindi con dita tremanti tolse i boxer, liberando così la sua erezione, gonfia e dura solo per lei.

Il vampiro si sistemò tra le sue gambe, poi guardandola negli occhi, chiese il permesso per entrare. La mora gli sorrise, prima di baciarlo dolcemente, dandogli la sua risposta affermativa.

Senza mai staccare le sue iridi azzurre da quelle castane della ragazza, il moro scivolò lentamente in lei, sentendo i muscoli della mora sciogliersi sotto il suo tocco, iniziò a spingere in modo lento, per paura di farle del male, fino a che lei tra un sospiro ed un gemito non gli chiese di aumentare il ritmo, cosa che Damon accolse con piacere e la accontentò.

Alex fu la prima ad arrivare al piacere gettando la teste all'indietro ed urlando il suo nome, ma fu subito seguita dal vampiro che le sussurrò all'orecchio 'Alexandra'.

Tra un sospiro e l’altro i due si addormentarono uno stretto all'altra, amati ed appagati. Consci che da quella notte le loro vite non si sarebbero mai più divise, poiché nessuno dei due avrebbe permesso che qualcosa o qualcuno li separi.
 


Angolino per me:
Non so perchè continui a pubblicare...forse spero solo che qualcuno legga e decida di lasciare una recensine.
forse è meglio se smetto di pubblicare...
Baci 

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Capitolo 22
*** You Are Invited ***


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CAPITOLO 21

 

YOU ARE INVITED

 

Nessuno dei due aveva intenzione di alzarsi.

Nessuno dei due voleva tornare alla solita routine.

Volevano solo stare in quel letto, sotto quelle lenzuola per il resto della loro esistenza.

Ma Damon doveva assolutamente nutrirsi ed Alex doveva tornare a lavoro.

Sapevano di essere svegli, stretti tra le braccia l'una dell'altro, sapevano anche che quella era stata la notte più incredibile delle loro vite. Avevano trovato quello che cercavano da anni.

Avevano trovato la loro anima gemella.

Alex aveva finalmente trovato quella persona che la capisse senza giudicare, che la guardasse come se esistesse solo lei, che sapesse ogni suo singolo difetto senza cercare di cambiarla, che la amasse come lei stessa non era in grado di fare, e che lei ami come suo padre amava sua madre, di quell'amore puro ed incondizionato, che solo chi è legato dal filo rosso del destino può provare.

Damon aveva trovato quella persona che lo accettasse per quello che era, una ragazzo che voleva solo essere il primo e l'ultimo per qualcuno, che lo abbracciasse per calmarlo, che lo amasse come lui aveva sempre amato, con tutto se stesso. Damon aveva trovato quell'amore che lo consumasse, fino a diventare due anime in un solo corpo.

Con un grande sforzo Alex aprì gli occhi ed incontrò lo sguardo del vampiro, che la stava osservando da un po'.

“Buongiorno” disse la mora sorridendogli.

“Buongiorno a te. Dormito bene?” domandò il ragazzo sfiorandole le labbra con un tenero bacio.

“Quando sto con te dormo sempre bene” rispose lei approfondendo il bacio che lui aveva iniziato.

“Mi piacerebbe continuare ma tu devi andare a lavoro ed io devo cercare delle sacche di sangue in qualche ospedale per nutrirmi” disse il vampiro interrompendo il bacio.

Alex annuì poco convinta, ma aveva ragione Damon dovevano alzarsi. Così scalciò via le coperte ed andò in bagno per prepararsi mentre il moro andava a preparare la colazione.

Uscirono di casa alle 9 meno un quarto.

Damon aveva promesso alla ragazza che avrebbe preparato la cena e poi sarebbero andati al cinema, per festeggiare.

Il vampiro si recò all'ospedale di Cuneo, l'unico nella regione con un grosso deposito di sacche, ci mise più di 5 ore tra andata e ritorno, ma lì non era conosciuto quindi non lasciava tracce del suon passaggio, prese una ventina di sacche cancellando la memoria dell'infermiere che era posto all'entrata, poi sparì in un soffio di vento, lasciando l'uomo leggermente sorpreso di trovarsi una banconota da 100 euro nelle mani.

La giornata non era mai stata così lunga per la mora, non faceva altro che sbagliare a compilare i registri delle fatture, e guardare le lancette dell'orologio appeso al muro, che sembravano non muoversi abbastanza in fretta. Erano quasi le 18 quando Alex riuscì a finire di scrivere i turni dei camerieri per i servizi della settimana ed a pianificare la disposizione dei tavoli per tre matrimoni, quindi salutò tutto il personale ed il proprietario con un 'Ciao' per poi fiondarsi sulla moto e correre a casa per prepararsi.

Una volta arrivata a casa la ragazza si accorse di non aver ancora ritirato la posta, così una volta parcheggiata la moto nel garage sul retro del palazzo, fece il giro davanti ed entrò dal portone principale dove vi erano le cassette della posta. Un nome era appena stato aggiunto, proprio da lei quella mattina.

'Alex Paradiso e Damon Salvatore'

La mora sorrise nel vedere la scritta, poi la aprì, prelevò il contenuto e continuando a sorridere salì fino al suo appartamento.

Una volta aperta la porta d'entrata posò le chiavi sul tavolino ed urlò “Sono a casa!” era la prima volta che lo faceva, anche perchè non aveva mai abitato con nessuno se non con i suoi genitori, quindi non c'è ne era stato mai bisogno, ma si ricordava quando suo padre lo diceva dopo essere tornato e si ricordava anche il sorriso di sua madre ogni volta che lo sentiva e la dolcezza con cui rispondeva 'Sono in cucina amore'.

“Sono in cucina, Amore” la ragazza sorrise nel sentire le parole del vampiro e lasciò che una piccola lacrima le solcasse il viso, prima di asciugarla con la mano e dirigersi da lui.

“Come mi hai chiamato?” disse appena vide il moro dietro al bancone.

“Amore, abituati ti chiamerò così per sempre, anche perché ti amo e tu sei il mio Amore” detto ciò le cinse i fianchi e la baciò, poi aggiunse “Ti ho rubato un cassetto del frigo per le sacche, ma è solo provvisorio, domani vado a comprarne uno solo per quelle.”

La mora aggrottò la fronte, poi parlò “Perchè dovresti comprare un frigo, quello lì non va bene?”

“Certo che va bene, ma credevo non volessi le sacche del sangue vicino all'insalata.” spiegò il ragazzo.

“Stanno bene lì dove sono, Damon. So chi sei, conosco la tua dieta, e poi se prorpio può farti piacere a me l'insalata non piace, quindi c'è tutto il posto per le tue sacche” concluse la ragazza, prima di sciogliere l'abbraccio e posare la posta sul bancone della cucina.

Il vampiro sorrise alla risposta della mora, poi l'abbracciò da dietro e appoggiando la testa sulla sua spalla sbirciò le buste che lei stava controllando, erano le solite bollette ed estratti conto, buste comuni, fino a che una non attirò la sua attenzione e quella della ragazza. Era una busta quadrata, di carta spessa color avorio e l'indirizzo era scritto a mano.

 

Damon Salvatore e Compagna

Corso Giovanni Paolo II, 83/c

10159 Torino

Italia”

 

Alex la porse al moro per fargliela aprire, ma lui non si mosse dalla posizione in cui era e disse “Aprila tu.” così la rigirò e la aprì.

Dentro vi era un cartoncino della stessa carta della busta ed un foglio piegato a metà.

Il biglietto recitava:

 

Damon Giuseppe Salvatore e Compagna

Siete Cortesemente Invitati Al Matrimonio

Di

Stefan Roberto Salvatore & Elena Meredith Gilbert

Che si Svolgeranno

Domenica 27 Luglio 2013 Alle 11:00

Nella Chiesa di Mystic Falls, Virginia

Il Ricevimento si svolgerà nella tenuta della famiglia Salvatore”

 

Il Foglio scritto dalla stessa mano che aveva scritto l'indirizzo, diceva:

 

Damon so di non avere il diritto di inviarti questo invito, ma volevo che nel giorno del mio matrimonio, mio Fratello fosse presente.

Bonnie ha dovuto ripetere l'incantesimo di localizzazione più volte, ma alla fine è riuscita a trovarti. Non prendertela con lei, glielo abbiamo chiesto io ed Elena, ed anche se non voleva ha accettato perché dovevo farti una domanda, egoista, perché è così che mi sento nel porla, ma senza non sarebbe lo stesso, quindi te lo chiedo.

Vuoi essere il mio Testimone?

Sei l'unico a cui spetta questo ruolo e sei l'unico a cui voglio chiederlo.

Con Affetto

Stefan”

 

Alex lesse tutto a voce alta ed una volta finito poggiò i fogli sul bancone per poi rigirarsi nell'abbraccio e ritrovarsi così di fronte al moro.

“Guardami, ti prego” sussurrò la ragazza.

Automaticamente gli occhi azzurri del vampiro si spostarono in quelli castani della ragazza.

“Forse è giunto il momento di fare pace con il passato.” disse la mora, guardandolo negli occhi.

Damon dovette pensarci un po' prima di formulare una frase “Forse hai ragione, ma solo se tu vieni con me” concluse il moro.

“Se è quello che vuoi -ci pensò su- si ci vengo!” rispose la ragazza.

“Si è quello che voglio” concluse il ragazzo poggiando delicatamente le sue labbra su quelle della ragazza.



Angolino per me... 
La storia sta quasi per terminare... da ora in poi sarò più regolare con i capitoli =)
lasciatemi una piccola recensione, per piacere ^-^
Baciotti

 

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Capitolo 23
*** Mystic Falls ***


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CAPITOLO 22

 

MYSTIC FALLS

 

Mancavano un mese e 4 giorni al matrimonio, quindi quella sera iniziarono a cercare un volo ed Alex chiamò il proprietario del ristorante per chiedergli 2 settimane di ferie, che gli furono date senza problemi, poiché Damon voleva avere del tempo in più per chiarire con Stefan.

Trovarono un volo diretto per l'aeroporto internazionale di Richmond con partenza da Milano, sabato 19 luglio.

La ragazza voleva pagare la sua parte del viaggio, invece Damon insistette per pagare anche il biglietto di prima classe per la mora.

“Non voglio che la mia ragazza stia in economy, la voglio accanto a me” aveva detto puntando le sue iridi azzurre in quelle castane di lei, e quando un vampiro come Damon non solo ti definisce 'la sua ragazza' ma ti dice che ti vuole al suo fianco non puoi far altro che lasciarlo fare e baciarlo.

Iniziarono così i preparativi per il viaggio, lei organizzando la sala ed i turni del ristorante, lui soggiogando gli impiegati dell'aeroporto in modo che non gli chiedessero i documenti ne a lui ne a lei.

Finalmente arrivò la tanto attesa mattina di sabato 19 luglio.

Alex e Damon si dovettero svegliare alle 5 del mattino per poter prendere il treno, che li avrebbe portati a Milano, ed essere così all'aeroporto puntuali alle 9.

Una volta sull'aereo decisero di dormire un po', ma solo Alex riuscì a prendere sonno, Damon invece passò il tempo a guardare la mora dormire con la testa poggiata sulla sua spalla riflettendo su cosa sarebbe successo quando lui e Stefan si troveranno faccia a faccia.

Il viaggio in aereo era stato lungo e noioso, ed appena atterrati si diressero subito a prendere un taxi per arrivare il più presto possibile a destinazione.

Ci volle quasi un ora ma alla fine il vampiro riconobbe quella che era la sua città.

Alex si guardava intorno non credendo di essere veramente lì, non aveva mai preso un aereo ed ora si trovava dall'altra parte del mondo, insieme al vampiro che le aveva rubato il cuore.

La ragazza lesse il cartello stradale ad alta voce: “Welcome to Mystic Falls” e Damon le strinse la mano per poi sorriderle.

Quando il taxi si fermò si trovavano davanti ad un enorme villa, Alex non aveva mai visto una casa così grande. Damon pagò una cifra spropositata al tassista e poi prese tutti i bagagli con la mano destra, e con la sinistra circondò la vita della mora sussurrandole all'orecchio “Benvenuta nella dimora dei Salvatore, signorina Paradiso” poi le lasciò un lieve bacio sul collo.

Alex sentì una scia di brividi lungo tutta la spina dorsale, e non sapeva se attribuirla alle parole sussurrate con quella voce dannatamente sexy che il suo ragazzo si ritrovava, o al bacio che le aveva sfiorato il collo. Appena si riprese si girò leggermente nell'abbraccio e sfiorò le labbra del vampiro con un bacio prima di sussurrargli a sua volta “Bentornato a casa, Amore”.

Poi sentì una porta aprirsi e vide con la coda dell'occhio un ragazzo alto quasi quanto Damon, venirgli incontro.

“Ciao fratellino!” parlò il maggiore senza accennare a staccarsi dalla mora.

“Sei venuto” rispose in un soffio il minore, prima di correre e rinchiudere in un abbraccio non solo Damon ma anche Alex.

Quando sciolsero l'abbraccio Damon presentò, in inglese, il ragazzo ad Alex.

“Alex, lui è Stefan mio fratello minore”

“Stefan, lei è Alex la mia fidanzata, e sa tutto”

Stefan spalancò leggermente gli occhi poi strinse la mano che la ragazza gli porgeva, sorridendo, ora capiva perché suo fratello era tornato, aveva trovato ciò di cui aveva bisogno, l'Amore.

“Benvenuta” disse continuando a sorridere, sia a lei che al fratello.

“Grazie, Damon mi ha parlato di te” rispose lei continuando a sorridere e stringendo con la mano destra il fianco di Damon.


Angolino per me:
Spero che qualcuno lasci una piccola recensione...
Baci :*

 

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Capitolo 24
*** Nuovi Amici ***


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CAPITOLO 23

 

NUOVI AMICI

 

Stefan li guidò all'interno della casa e presentò ad Alex gli amici di sempre:

“Jeremy Gilbert, fratello minore di Elena, sua moglie Bonnie Bennet ed i loro 2 figli, una femmina Keira di 15 anni che somigliava alla madre, ed un maschio Derek di 17 anni che era la copia del padre. Matt Donovan e sua moglie Katherine Pierce, ex vampira, antenata e copia di Elena, ed i loro figli 2 gemelli Dom e Paul di 13 anni che racchiudevano in essi caratteristiche della madre e del padre, e una femmina Charlotte di 14 anni che era la copia del padre, ma sembrava furba come la madre.

Caroline Fobes una vampira bionda allegra e logorroica.

Tyler Lockwood, ibrido, mezzo vampiro e mezzo lupo mannaro, tutto muscoli ed ex della vampira bionda.

Klaus Mikaelson l'ibrido originale, ex cattivo, ma innamorato perso di Caroline.

Ed Elena Gilbert neo vampira, alta, snella, bruna ed innamorata cotta di Stefan Salvatore.”

Alex così li salutò tutti con un sorriso ed un abbraccio mentre Damon non disse una parola, si limitò a salutarli con cenno della testa, senza mai lasciare il fianco della mora.

 

Finite le presentazioni Damon portò la mora nella sua vecchia stanza. Non era cambiata di una virgola, sia Stefan che Elena volevano che al suo ritorno si sentisse a casa.

Il vampiro baciò Alex non appena varcarono la soglia della grande camera, poi continuando a baciarla la spinse finché non raggiunse l'enorme letto matrimoniale. La fece stendere e lui le si sdraiò sopra, per non pesarle si poggiò sulle braccia posizionate ai lati della sua testa. In quella posizione le loro lingue danzarono, assaporandosi, mentre le loro mani percorrevano ogni centimetro della pelle dell'altro. Si persero nel loro amore.

Dopo minuti o forse ore i due si staccarono, Damon rotolò su un fianco portandosi dietro la mora, obbligandola ad appoggiare la testa sul suo petto, non che le dispiacesse, poi le circondò la schiena con un braccio avvicinandola ancora più a se. Lei cullata dal respiro lento e regolare del vampiro si addormentò, seguita subito dal moro, che lentamente chiuse gli occhi dopo averle lasciato un lieve bacio tra i capelli.

Li svegliò Stefan, dicendogli che era pronta la cena. Damon ed Alex si cambiarono e scesero sorpresi di trovare tutti già seduti a tavola.

“Potevate svegliarci, vi avrei dato una mano, ed avrei costretto anche Damon ad aiutarvi” disse seria la mora.

Tutti i presenti scoppiarono a ridere mentre il vampiro storceva il naso sussurrando un 'Non era divertente' alla ragazza che in risposta gli fece la linguaccia. La prima a riprendere il controllo fu Elena che rispose “Non preoccuparti Alex eravamo in tanti, ora sedetevi e godetevi la cena.” Detto ciò le indicò le ultime sedie rimaste vuote.

La serata passò tranquilla, tra racconti del passato e molte risate, dovute soprattutto alle espressioni del moro durante i racconti.

Alla fine della serata Alex era venuta a sapere: che Elena e Jeremy avevano perso i genitori; che non erano realmente fratelli ma cugini, essendo, Elena, figlia biologica dello zio del ragazzo, ma che anche i suoi genitori biologici erano morti per salvarla; che Klaus ha ucciso Elena e Jenna, zia dei ragazzi Gilbert, per liberarsi da una maledizione, Elena era riuscita a salvarsi grazie al sacrificio del padre biologico; che Katherine era una vampira di 500 anni, più o meno, ma che è tornata umana dopo aver bevuto una pozione antica; che Alaric, fidanzato della zia, insegnante di storia, tutore dei fratelli Gilbert, cacciatore di vampiri e amico di Damon, è morto tra le braccia di quest'ultimo; e che Damon ha dovuto seppellire un mucchio di cadaveri, tra cui la sorella di Matt impazzita dopo esser diventata una vampira, e due sue fiamme, il tutto in soli 2 anni.

Finita la serata Alex e Damon ritornarono nella loro stanza e mentre camminavano per i corridoi, il vampiro si accorse che la mora era molto silenziosa e pensierosa. Una volta chiusa la porta alle sue spalle il moro non resistette più e chiese alla ragazza “Perché sei così silenziosa? Stai pensando di andartene?”

“No! È solo che ho capito perché non volevi aprirti con me quando ci siamo conosciuti, avevi paura che ti reputassi un mostro, non solo perché sei un vampiro ma per quello che hai fatto, per le vite che hai preso, per la vita che hai condotto. Ma sai oggi sono riuscita a collegate tutto. Tutta la tua storia. Damon c'è una ragione se sei così, non lo hai voluto tu, è stato il tuo passato a segnarti fin da piccolo, con un padre assente e padrone, hai amato ed hai sempre perso. Tua madre, Katherine, le due ragazze che hai dovuto seppellire ed infine Elena, le hai perse e con loro un pezzo del tuo cuore. Ogni volta che ti mettevi in gioco, che amavi, perdevi. Alla fine ti sei chiuso in te stesso, hai sofferto in silenzio, facendo errori in buona fede e pagandone delle conseguenze troppo alte. Hai preso la strada più facile, hai deciso di essere il cattivo, perché eri stanco dei giudizi altrui. Tutto quello che ho scoperto questa sera non mi ha spaventata o inorridita, mi ha fatto rendere conto di una cosa, mi hanno fatto capire che Ti Amo, che amo ogni cosa di te.

Amo il tuo passato perché ti ha portato ad essere quello che sei ora, un uomo pronto a sacrificare se stesso per coloro che ama, e ti ha portato da me.

Amo il tuo presente perché possiamo condividerlo.

E se mi vorrai amerò anche il tuo futuro, perché lo vivremo insieme.”

Alex era senza fiato, ma era riuscita a parlare al moro guardandolo negli occhi per fargli capire che era sincera ed ora lentamente si stava avvicinando a lui, per abbracciarlo. Una volta stretta fra le sue braccia la mora avvertì il moro piegarsi fino a lasciarle un bacio tra i capelli e poi sentì sussurrare al suo orecchio le parole più dolci che un ragazzo possa dire... “Ti Amo”, poi venne sollevata e portata sul letto, dove i due si amaro, legando i loro corpi alle loro anime.

I giorni trascorsero lenti e tranquilli, tanto che il giorno delle nozze era quasi alle porte.

Tutto era stato organizzato da Caroline ed Elena, ed ognuno dei ragazzi aveva dato una mano ad allestire ed addobbare il grande giardino della casa.

Mancava ormai solo una notte.


Angolino per me...
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Non sapevo cosa scrivere....
Mancano 2 capitoli più l'epilogo... Baci 







 

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Capitolo 25
*** Lo Voglio ***


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CAPITOLO 24

 

LO VOGLIO

 

27 Luglio

Parola d'ordine: Panico.

 

Panico pre-matrimonio sia per Stefan, compreso e aiutato da Damon, Jeremy e Matt, sia per Elena aiutata da Caroline, Bonnie, Kath ed Alex.

Panico pre-cerimonia per Caroline che continuava a dare ordini a chiunque poiché tutto andasse perfettamente.

Panico pre-buffet per Kath responsabile del catering e dei camerieri, che concordavano sul chiamarla 'arpia'.

Panico pre-discorso per Damon che continuava a battere il piede sul pavimento ripetutamente, facendo innervosire anche la mora seduta accanto a lui, e per Jeremy che sudava freddo tenendo stretti in un abbraccio i suoi figli forse per nascondersi.

 

L'unico momento in cui quella parola non era presente nei sentimenti delle persone, è stato quando gli sposi hanno pronunciato le loro promesse concluse con 'Lo Voglio', due parole semplici ma dette con sicurezza, forza, gioia e dolcezza dai due novelli sposi.

Poi il prete li annunciò: “Il Signor e la Signora Salvatore” e loro si girarono sorridenti verso gli invitati che li applaudivano.

Lungo il tragitto che li separava dai tavoli del rinfresco furono sommersi da una valanga di riso ed abbracci. Ed una volta accomodati al tavolo d'onore le voci dei loro parenti ed amici li invitarono a darsi un piccolo bacio, che venne subito dopo con imbarazzo.

Poi fu la volta dei discorsi dei testimoni, il primo a prendere la parola fu Jeremy, che con il bicchiere di spumante in una mano e lo sguardo rivolto alla sua unica sorella parlò: “Mi ricordo ancora quando da piccolo venivo a dormire in camera tua durante i temporali. Ricordo che mi abbracciavi e tirando la coperta fin sopra le nostre teste mi sussurravi che lì sotto eravamo al sicuro da tutto, ed io mi rilassavo addormentandomi vicino a te. Ricordo che quando ero malato mi portavi la colazione a letto e mi leggevi dei libri perché la tua voce riusciva a calmarmi. Ricordo ogni momento passato insieme. Per me sarai sempre la mia sorellina, anche se ora sarai la signora Salvatore, resterai sempre la piccola Nenè. Ti voglio bene Sorellina. E tu Stefan farai meglio a trattarla bene se no te la vedrai con me, ed hai visto che muscoli mi sono venuti in questi anni” -concluse il ragazzo, suscitando le risate di tutti, poi aggiunse- “Vi voglio bene!” e sollevò il calice di spumante verso gli sposi, trattenendo le lacrime.

Subito dopo venne il turno di Damon. Il maggiore dei fratelli Salvatore si alzò e prese il suo bicchiere di bourbon in mano, poi prendendo un respiro iniziò a parlare: “Mi sembra passato un secolo dall'ultima volta in cui Stefan ed io siamo stati così uniti, ed il merito di tutto questo è di due splendide donne. Una è seduta alla mia destra ed è colei che mi ha convinto a tornare per riparare vecchi errori, l'altra è seduta accanto al mio fratellino, e ci ha aiutato ad esternare i nostri sentimenti. E sono felice che insieme abbiano affrontato questo passo, perché il matrimonio è forse l'avventura più grande e difficile nei rapporti umani. Nessuna cerimonia è in grado di creare il vostro matrimonio, solo voi potete farlo, credendo nell'altro, sostenendovi a vicenda, imparando a perdonare, imparando ad apprezzare le differenze. Rendendo queste cose importanti e lasciando andare tutto il resto. So che sarete in grado di affrontare e superare tutto quello che la vita vi offrirà. Anche se non ve lo mai detto, Vi Voglio Bene e ci sarò sempre per voi.” concluse il moro alzando il bicchiere rivolto agli sposi, e stringendo la mano sinistra di Alex.

Il resto del pranzo passò tra risate e balli scatenati. Finché non arrivò il momento di scartare i regali degli amici più stretti.

Gli sposi, insieme a Damon, Alex, Jeremy, Bonnie, Matt, Kath, Tyler, Caroline e Klaus, si spostarono nella stanza di Stefan ed Elena per poter aprire quei doni lontani da sguardi indiscreti.

Damon ed Alex gli diedero un carion in legno, appartenuto alla madre dei due vampiri, al suo interno vi erano due disegni, di loro da piccoli, e la musica era la ninna nanna che la mamma cantava a Stefan per farlo addormentare e che lui ancora ricordava.

Jeremy gli regalò un disegno, fatto da lui, di loro due in abito da sposi, ed un diario che era dello zio John, padre biologico di Elena.

Matt e Kath gli portarono un libro antico che conteneva la storia della famiglia 'Petrova', da cui Elena e Kath discendevano.

Caroline aveva fatto un regalo alla sposa, un completo intimo di pizzo nero, sul bigliettino c'era scritto: 'Non so se questo regalo è per te o per Stefan ;)'. La vampira era riuscita a strappare un sorriso ad Elena che piangeva per ogni pacchetto.

Tyler gli aveva preparato due braccialetti in cuoio, con i loro nomi incisi, l'equivalente di due fedi nuziali per i lupi mannari.

Klaus gli aveva regalo il viaggio di nozze, che consisteva in due biglietti aerei, con data da scegliere, per Parigi, hotel e cena sulla Tour Eiffel.

Infine fu il turno di Bonnie che gli aveva preparato un incantesimo per la fertilità, che consisteva in una formula che rende il vampiro che la recita, fertile per una notte. Il biglietto diceva: 'Elena so quanto vorresti avere un figlio dalla persona che ami, spero che questo possa renderlo possibile. Vi voglio bene'.

I novelli sposi piansero ad ogni pacchetto o busta.

Ringraziarono i loro amici abbracciandoli, poi una volta messi al sicuro i regali, tornarono in giardino per congedare gli ultimi invitati con un brindisi per potersi ritirare nelle loro camere, stanchi ma felici.

Elena e Stefan decisero di usare la formula quella sera stessa, ignari dei veri poteri di quell'incantesimo. Si unirono in un solo corpo, mormorando uno il nome dell'altra.

Inconsapevoli che quella stessa notte altre sei persone stavano facendo la stessa cosa nelle loro camere, persi nel loro amore.



Angolino per me...
Spero che qualcuno decida di lasciarmi una piccola recensione... Baci <3

 

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Capitolo 26
*** Sorprese Inaspettate ***


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CAPITOLO 25

 

SORPRESE INASPETTATE

 

Un incantesimo.

Una notte d'amore.

Un potere inaspettato.

Quattro coppie.

Una sorpresa.

 

La settimana dopo il matrimonio trascorse lentamente ed in allegria. Passarono delle giornate al lago, tutti insieme, mangiarono, nuotarono e rinsaldarono i vecchi legami.

Il giorno della partenza arrivò in un soffio... il 2 agosto alle 7:43 di mattina Damon ed Alex presero l'aereo per tornare a casa, con la promessa di ritornare a trovarli, il più presto possibile.

I giorni per Alex e Damon trascorsero tranquilli tra risate, amore ed alcuni litigi. Damon non voleva che Alex lavorasse, lei non voleva lasciare il posto che le piaceva e voleva che lui si trovasse un impiego, giusto per non stare sempre a casa da solo. Alla fine lei lo convinse che quel lavoro le piaceva e non le pesava, anche se poteva mantenersi con l'eredità lasciatole dai genitori, e lui le spiegò che non solo era ricco e bello, ma anche intelligente, infatti, da molti anni, investiva soldi in azioni, facendole fruttare per decenni, prima di ritirarle.

Passarono i giorni, le ore e le settimane... 8 settimane.

Una mattina, dopo aver fatto colazione, la mora si sentì male e riuscì per un pelo a raggiungere il lavello della cucina prima di rimettere tutto quello che aveva appena mangiato, sorretta da Damon. Per 3 giorni la ragazza non riuscì a trattenere nulla nello stomaco, così il moro decise di portarla da un medico.

All'ospedale le fecero diversi esami, poi li fecero accomodare in uno studio, dove ad attenderli c'era una dottoressa poco più grande della mora, che le sorrise prima di squadrare il vampiro. Alex si schiarì la gola, per attirare l'attenzione della ragazza, prese la mano del moro per marcare il territorio, poi parlò.

“Allora dottoressa che cosa ho?” chiese un po' preoccupata.

“Devo farvi le congratulazioni, lei è incinta di circa 8 settimane” disse con gioia la dottoressa.

Alex guardò Damon, che si era irrigidito sulla sedia.
“Come faccio ad essere incinta se l'unico con cui ho avuto rapporti è sterile?” chiese scioccata la mora, sentendo la mano del vampiro stringere la sua.

“Beh 8 settimane fa non era sterile, può succedere soprattutto se non è nato sterile, ma lo è diventato dopo” -li rassicurò lei, poi aggiunse- “se volete potete ritirare le analisi dalla mia segretaria e prenotare la prima ecografia, le darò una lista delle cose da fare in gravidanza, ed una lista di libri utili, intanto le prescrivo le cure farmacologiche prenatali, così può iniziarle subito” -concluse la dottoressa porgendole delle ricette mediche.

La ragazza rimase sconvolta e senza parole, si mosse solo perché il vampiro la spostava e la costringeva a camminare.

Il moro era sconvolto quanto la ragazza. All'inizio pensava che lei lo avesse tradito ma gli era bastato guardarla per capire che era scioccata quanto lui dalla notizia e si era dato dello stupido per aver fatto quei pensieri. Le uniche cose che riuscì a fare Damon, furono prendere le ricette mediche, ritirare gli esami, prenotare la prossima visita per Alex e riportarla a casa. Ed ora seduto accanto a lei sul divano di quella che era casa loro non sapeva cosa fare ne cosa pensare.

Passarono ore nel totale silenzio.

Poi il telefono del vampiro iniziò a suonare, disturbando i pensieri contorti della coppia. Rispose senza neanche guardare chi fosse... e quasi saltò dal divano nel sentire la voce di Bonnie.

“Damon, ti prego parlami! State bene?” chiese la strega con voce preoccupata.

“No! Non stiamo bene, Bonnie! Alex è incinta e né io né lei eravamo pronti per questa notizia, anche perché, in teoria, io non ero in grado di procreare! Abbiamo bisogno del tuo aiuto!” rispose il moro, risvegliato dalla voce della ragazza.

“Damon ti ricordi il regalo che ho fatto ad Elena e Stefan?”

“Si, l'incantesimo! Ma cosa centra con Alex?” rispose in automatico il moro.

“Ecco io avevo capito che rendeva fertile solo il vampiro che la recitava, inve...” -prese un respiro prima di continuare.- “invece rende fertile tutti i consanguinei, quindi tu, Jeremy, Kath e tutti i vostri parenti in vita.” concluse la strega.

Il cuore del vampiro perse un battito... gli ci volle più di un minuto per imprimersi le parole della strega nel cervello, solo allora capì cos'era successo...

“Quindi mi stai dicendo che diventerò padre sul serio?” domandò in un sussurro, per paura di star sognando.

Sentendo quelle parole Alex si risvegliò dal suo stato di shock e si avvicinò di più al moro per poter sentire la risposta.

“Si Damon! Alex porta in grembo tuo figlio. Invece Elena, tuo nipote. Se ti può interessare anche io e Kath siamo incinte”

-il vampiro sentì le parole della strega solo a metà, stava fissando la ragazza seduta al suo fianco, che ora sfiorava il suo ventre ancora piatto e sorrideva felice. Si concesse di essere felice anche lui, poi si chiese cosa comportasse portare in grembo il figlio di un vampiro e che cosa poteva accadere alla madre, ma Bonnie rispose a tutte le sue domande silenziose.

“Tranquillo Damon, sarà umano. Nessun ibrido. Nascerà un bambino sano ed interamente umano. L'incantesimo funziona così, almeno quella parte era scritta chiaramente”.

“Grazie Bonnie! E congratulazioni a te, Elena e Kath. Ora scusa ma devo parlare con Alex” -e riagganciò senza aspettare la risposta della ragazza, per poi girarsi verso la mora che ora lo fissava con il sorriso sulle labbra.

“Amore sei sicura di volere mio figlio?” chiese preoccupato.

“Nostro figlio! Si lo voglio, e voglio che tu stia con me per sempre!” sussurrò lei.

Quelle parole sussurrate furono per Damon l'ancora che aspettava da tempo. Aveva trovato la felicità… aveva trovato la speranza… aveva ritrovato la sua Salvezza.

“Sposami! Ti prego sii mia per sempre!” domandò prendendo le mani della ragazza, e guardandola negli occhi.

La risposta fu chiara e riempì il cuore del vampiro di gioia.

“Si”

Si baciarono per ore chiusi nella loro bolla di felicità.

Avevano trovato la loro metà mancante.

Ora erano completi.

Ora potevano essere felici, finché entrambi vivranno.


Anoglino per me...
Vorrei tanto una piccola recensione... 

 

 

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


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EPILOGO

 

SOLO INSIEME SAREMO FELICI

 

Il vampiro che credeva di non meritare l'amore.

La ragazza che si era rassegnata a stare da sola.

Il destino li ha fatti scontrare.

L'amore li ha legati insieme per sempre.

 

5 mesi dopo la telefonata di Bonnie...

 

Alla fine Alex aveva lasciato il lavoro come Damon sperava. Dopo aver trovato ed istruito, per tre mesi, un nuovo direttore di sala, si apprestava a lasciare anche l'Italia per trasferirsi definitivamente a Mystic Falls insieme all'uomo che amava.

La gravidanza procedeva tranquilla ed aveva ottenuto il permesso di prendere l'aereo.

2 giorni prima della partenza andò a salutare Claudio...

“Ciao Capo! Era una vita che non ti chiamavo più così. Finalmente ho trovato il mio vero amore. Presto avremo un figlio... Avevi ragione tu, l'amore ci cambia e ci rende più forti. Ora vado, mi attende un lungo viaggio, forse non ci rivedremo più, ma non ti preoccupare non ti lascio solo, la tua vicina di casa si occuperà di te. Mi manchi Claudio... Avrai sempre un posto speciale nel mio cuore. Ti voglio bene.” poi lasciando un bacio sulla foto si allontanò con le lacrime che le rigavano le guance.

Il vampiro e la mora presero il treno delle 13:07 per Pisa, poiché la ragazza doveva ancora salutare qualcuno.

Arrivarono a Pisa alle 20:26 e si diressero in hotel, per riposare.

Il mattino seguente Alex, accompagnata da Damon, si recò al cimitero.

Arrivata davanti alle due lapidi in marmo dei suoi genitori, si sedette in terra, poi trattenendo le lacrime iniziò a parlare...

“Ciao mamma. Caio papà. Mi dispiace... Non ho avuto il coraggio di restare, non ho avuto il coraggio di venire al vostro funerale e non ho avuto il coraggio di restare in questo posto, che mi ricordava voi ed i momenti passati insieme. Sono scappata dal dolore, ma mi ha seguita, ovunque andassi la vostra perdita mi pesava, e mi pesa, tantissimo. Finché non ho incontrato Claudio, sareste andati d'accordo, mi ha fatto da padre e da guida, ma anche lui mi ha lasciata sola. Sono andata avanti, ho sbagliato, e sono cresciuta. Ed ora sono felice. Non credevo di riuscirci ma alla fine c'è l'ho fatta, e devo ringraziare anche voi, mi avete insegnato a non arrendermi mai.” -con un gesto della mano si tolse alcune lacrime dal viso prima di continuare- “Non riesco a smettere di piangere... ma non vi dovete preoccupare, sono lacrime di gioia per essere riuscita a tornare da voi, di tristezza perché devo lasciarvi, di amore perché finalmente mi sento amata come quando ero piccola ed ero con voi, e di addio perché ho deciso di seguire il mio cuore. Mi mancate tantissimo, ma non posso restare, ora tocca a me l'occasione per essere felice e non la voglio perdere.” -la mora diede un bacio alle foto per poi alzarsi- “Vi lascio nelle mani della zia... Addio mamma! Addio papà! Se potete proteggete il mio piccolo. Sarete per sempre nel mio cuore. Vi voglio bene.”

lentamente si avviò verso l'uscita del cimitero, si sentiva un po' più leggera e pronta per salire su quell'aereo.

La sua vita stava cambiando di nuovo, in meglio.

Il volo fu tranquillo e piacevole. La mora ed il vampiro parlarono un po' della nuova sistemazione e dell'organizzazione del matrimonio di cui, per fortuna, si occupavano Caroline, Elena e Kath. Poi la stanchezza ebbe la meglio sulla futura mamma che si addormentò cullata dalle braccia del suo uomo.

 

Sabato 15 Marzo

ore 17:30

Giardino della residenza dei Salvatore...

 

Era finalmente arrivato il tanto atteso giorno.

Il giorno che tutte le bambine sognano.

Il giorno in cui due anime torneranno ad essere una.

Il giorno più bello della vita di Damon ed Alexandra.

Il giorno del loro matrimonio.

 

Il giardino della casa dei Salvatore era stato addobbato con fiori e nastri bianchi e viola. Erano stati preparati 4 tavoli rotondi nel prato, dietro l'altare. Tutto era pronto.

La cerimonia fu semplice , come il vestito della sposa. Un abito bianco panna, con dei fiorellini viola ricamati sul corpetto ed una fascia viola in vita che metteva in risalto il seno e la pancia, la gonna scendeva morbida fino ai piedi. Lo sposo perfetto nel suo smoking nero con la camicia bianca e la cravatta viola.

Il testimone di Damon era suo fratello Stefan, anche lui in smoking nero e cravatta viola, la testimone di Alex era Elena, radiosa nel suo vestito lilla che metteva in evidenza la pancia arrotondata dalla gravidanza.

Il loro 'Si, lo voglio' risuonò forte e deciso, gli sposi furono sommersi dal riso non appena il prete li annunciò come il 'Signor e la Signora Salvatore' e sorridendo sereni si avviarono verso i tavoli pronti per la cena.

La serata passò tranquilla, scandita da risate e chiacchiere, fino al momento dei brindisi iniziati da Stefan, che sicuro disse: “Sai fratello non pensavo ti saresti sposato, e forse ne eri convinto anche tu. Ma sono felice che tu abbia trovato una persona da amare e che ti ami. Siamo di nuovo una famiglia e devo ringraziarti Alex, senza di te non avrei mai riallacciato i rapporti con quel testone di Damon. Quindi il mio brindisi è per l'amore che vi lega, per il destino che vi ha fatto incontrare, per il futuro insieme che attende tutti noi e per te splendida ragazza, grazie di cuore. Vi voglio bene.” concluse alzando il calice verso la coppia.

La mora si lascio scappare una lacrima e sorrise al suo nuovo fratello, poi inaspettatamente si alzò, e rivolgendosi agli invitati fece il suo brindisi.

“Ogni persona nella sua vita dovrà affrontare delle prove, ed il più delle volte penserà di non farcela perché si sente solo, poi incontra quella persona che lo renderà più forte. All'inizio della vita di solito ci sono i genitori, poi gli amici ed infine arriverà la persona che ti amerà per come sei e che tu amerai solo perché è Lui.

Tu, Damon sei il mio Lui. Mi hai aiutato ad uscire dalla mia solitudine e dalla mia tristezza, mi hai aiutato ad essere una persona migliore, mettendo in discussione le scelte che ho fatto e che volevo fare, mi hai aiutato ad esser di nuovo felice. Ti amo e ti amerò per l'eternità, perché il per sempre con te è poco, io voglio passare con te l'eternità. Solo insieme a te sarò felice. Ti amo.” concluse la mora piegandosi leggermente per poter sfiorare le labbra del vampiro con un bacio leggero.

“Tu, Alexandra sei Lei, la mia Lei” sussurrò Damon sulle sue labbra.

 

9 Maggio: Eva

Nasce una bambina con gli occhi azzurro cielo, un sorriso furbo e capelli color cioccolato. Nasce Eva Donovan, figlia di Matt Donovan e Katherine Pierce.

 

18 Maggio: Paul

Nasce un bimbo con grandi occhi castani, pelle olivastra e capelli ricci e castani. Nasce Paul Gilbert, figlio di Jeremy Gilbert e Bonnie Bennet.

 

21 Maggio: Isabella

Nasce una bimba con gli occhi verde prato, un sorriso gentile e capelli color cioccolato. Nasce Isabella Salvatore, figlia di Stefan Salvatore ed Elena Gilbert.

 

26 Maggio: Ian

Nasce un bimbo con gli occhi azzurro mare, un mezzo sorriso e capelli mossi color mogano scuro, tendente al nero. Nasce Ian Salvatore, figlio di Damon Salvatore ed Alexandra Paradiso.

 

 

2 Anni dopo...

Alex abbandona la vita mortale per una immortale. Diventa vampira per poter stare insieme a Damon per l'eternità.

 

 

Solo insieme alla persona che in silenzio ti ruba il cuore puoi essere felice.

 

 

Fine
 

Angolino per me...
Ancora non ci credo... sono riuscita a finirla!
Ed anche se mi fa un po' male che i miei ultimi capitoli non siano stati apprezzati ho deciso di pubblicarli lo stesso, spinta dalla mia beta... è stato bello poter scrivere qualcosa di mio e non lo avrei mai fatto senza la mia bellissima beta Elisabeth... Grazie per avermi convinta e spronata a scrivere.
Un bacio a chiunque abbia letto...
Un Grazie di cuore a chi ha messo la storia tra i Preferiti, Seguiti e Ricordati... Grazie!
Alla prossima :*

 
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