Cielo Primo Mobile, anello dei Cherubini 12499 A.C.
L’inizio di quel nuovo ciclo, che doveva inaugurarsi con la più bella giornata
estiva, era invece freddo e silenzioso .
L’aria era elettrica e la tensione palpabile, lì nella Piana della Aurora, la
pianura che occupava gran parte dell’anello dei Cherubini: Il motivo era solo
uno.
Presto quello si sarebbe trasformato in un vero e proprio campo di battaglia e
il Paradiso sarebbe stato scosso dalla più cupa e crudele guerra di sempre.
Angelo contro angelo, fede contro ambizione, Fratello contro Fratello nella
leggendaria Guerra delle Piume Bruciate.
Un vento carico di presagi e pregno dell’odore
della terra fradicia spazzava la terra che si apriva davanti agli occhi di
Lucifel, ma
la cosa che davvero gli fece sprofondare il cuore era la vista del suo unico
gemello che ora stava fermo e deciso di fronte a lui.
Metatron era al comando di una sterminata schiera di angeli bardati di tutto
punto, sul volto scoperto solo un’ algida maschera al posto dei sorrisi che
ricordava.
Ci stava male,ma in fondo era ciò che voleva: Lui, Lucifel, il futuro Caduto,
stava portando le sue schiere di Impuri, gli angeli ossessionati dal potere,
dritti al palazzo d’Avorio, sede del Trono di Dio; era naturale che suo
fratello cercasse di fermarlo.
Se lo aspettava, certo, ma non avrebbe
mai immaginato di trovarselo di fronte in quel modo, pronto a giocarsi il tutto
per tutto in un unico scontro risolutivo … Ne avrebbe mollato tutto in quel
luogo: Voleva la libertà, voleva vincere, voleva … Il volto di Lilith gli balenò davanti agli occhi.
Non le avrebbe permesso di vivere da schiava, per nulla al mondo.
E mentre questi e mille altri pensieri affollavano la mente dell’angelo
scarlatto, tutti i combattenti erano in attesa di qualcosa.
Forse un grido di incitamento,forse qualcuno che scoppiasse a ridere e dicesse
“è uno scherzo,tranquilli” , ma no ... c’era solo silenzio, silenzio e quel
senso di incombenza sempre più pressante e soffocante.
Quello non era uno scherzo, ma una battaglia fratricida all’ultimo sangue per
decidere quale dei loro credi fosse più forte.
Silenziosamente il potere di Lucifel e Metatron, fratelli gemelli e prima
inseparabili, andava miscelandosi,crescendo e alterando l’atmosfera. Senza che nessuno
se ne accorgesse, nel cielo candido e benigno si stavano addensando immensi
cumulonembi gonfi di pioggia. Alimentati dalla forza degli angeli in contrasto
queste nubi si avvolsero in una gigantesca spirale ... Un uragano stava per
abbattersi sulla Piana.
Il segnale stava arrivando, lo sapevano tutti, sia buoni, sia malvagi ...
Restavano in attesa, col fiato sospeso e i muscoli brucianti e carichi di
adrenalina …
E poi, ad un tratto, il cielo si
squarciò e dall’alto della massa di nubi piovvero due fulmini gemelli, uno
rosso e uno blu, uniti in una spirale di morte.
Con il rombo assordante del tuono che ne seguì,
i due schieramenti si lanciarono l’uno contro l’altro con un grido di guerra
che riverberò ovunque in tutti i Cieli.
Era iniziata.
In un istante, sotto la pioggia torrenziale
scoppiò un caos di piume, magia, ferro e sangue da cui si alzavano grida e
lamenti di agonia a rivaleggiare con il rombo dei tuoni.
E questi suoni agghiaccianti, misti allo stridente rumore dell’acciaio
sull’acciaio feriva le orecchie e il cuore dei due condottieri, impegnati in un
duello mozzafiato al centro dello scontro: erano due scie confuse di colori che
variavano dal giallo all’indaco, in un caleidoscopio unico e tanto spettacolare
quanto letale.
Spesso apparivano per una manciata di secondi tra un contrasto e l’altro,
sempre coperti da nuovi tagli, graffi e bruciature.
Ben presto il puzzo acre di carne e penne
bruciate si mischiò all’odore della terra fradicia e del sangue, impegnando
tutti i combattenti e annebbiando loro i sensi.
A pomeriggio inoltrato quella che era iniziata
come una battaglia decisiva divenne in ogni modo e da ognuna delle parti una
mattanza; perché si sa, un angelo è un angelo e non può reggere a lungo l’idea
di spezzare così le vite dei propri fratelli.
Infatti molti dei più giovani rimasero presto inermi sotto i colpi degli angeli
più esperti e abituati ai compagni feriti o uccisi, che anche se scossi da
quell’idea non si fermavano in mezzo a una battaglia.
Tuttavia non era questo a causare tutto quell’orrore, ma la potenza esplosiva e
crudele degli Impuri, tra cui spiccavano i potentissimi Samael
e Azazel, due angeli maggiori che possedevano
tremende capacità di combattimento, sia fisico che magico.
Samael controllava il fuoco e la terra, oltre che
potenti tecniche angeliche corrotte dalla sua brama di dominio, mentre Azazel era spinto da schiaccianti capacità strategiche e da
una sete di potere già elevata quando era ancora fedele a Dio.
I due combattevano come alleati, spargendo morte attorno a loro e aprendo un
varco per i loro schieramenti, formati da angeli e arcangeli corrotti dalle
loro stesse brame.
I due comandanti decimarono rapidamente i plotoni nemici, chi con esplosioni di
energia pura, chi con impressionanti serie di colpi e figure di scherma. Azazel soprattutto poteva avvalersi di sei spade intrise di
una fiamma violacea che fluttuavano attorno a lui dotate di vita propria,
infusa con un rituale proibito ben più antico della sua stirpe.
Chi aveva l’ardore o la sfortuna di mettersi sul loro cammino finiva smembrato
o squartato senza nemmeno il tempo di gridare,quando era fortunato.
Il terreno ormai era una densa poltiglia rossa
e vischiosa che puzzava di ferro e insozzava le ali degli angeli, rendendole
pesanti e inutilizzabili.
Ovviamente questo rendeva la situazione ancora più soffocante, perché senza la
possibilità di volare, si rimaneva schiacciati in quel caos difendendo o
attaccando con la forza della disperazione, almeno finche un colpo non notato
ti strappava la vita di dosso.
E in quel macello le capacità di Michael e Metatron si facevano valere: mentre
lottavano i due generali della Guardia impartivano ordini diretti e precisi,
che costringevano gli Impuri a retrocedere, ma in generale quella battaglia era
in una situazione di stallo.
Come lo era il duello tra i gemelli.
Loro erano gli unici a essersi spostati in cielo, perché la ferocia dei loro
attacchi finiva per travolgere anche i loro sottoposti.
E lo scontro infuriava sempre più cruento, tra schivate e affondi e fendenti.
Erano due tifoni di potenza pura, ogni colpo rapidissimo e fatale.
Lucifel a un certo punto rallentò, perché ferito gravemente a una delle ali da
un dardo di luce del fratello.
Metatron ne approfittò subito, lanciandosi in una serie di fendenti brutali in
cui concentrava tutto il disprezzo per il fratello tanto amato. Ogni colpo
riversava nell’angelo rosso pensieri pesanti come macigni attraverso le braccia
vibranti e insensibili dopo tanti colpi e ore di lotta.
Rispose con ferocia,colpo su colpo,alimentato dalla voglia di libertà e di
difendere quello che reputava il suo tesoro più prezioso, la luce che il cosmo
stesso gli aveva donato, a lui che portava la luce al cosmo.
La vista gli si annebbiava,mentre i suoi colpi si facevano furiosi, colmi di
frustrazione, e raggiungevano la carne del fratello, fendendola e lacerandola.
Schizzi di sangue bollente gli arrivarono sul viso, mischiandosi alle lacrime
abbondanti che gli rigavano le guance.
Non ce la faceva più, tutto era andato storto! Tutto!
E così fece qualcosa che mai si sarebbe mai immaginato: Per un solo istante
desiderò vedere suo fratello, morente, ai suoi piedi.
Ma quell’istante di odio, semplice e profondo, bastò a far esplodere tutto il
suo potere.
Incontrollato. Puro. Distruttivo.
E in quell’ istante, tutto si fermò: Nemici,amici e semplici osservatori,
rimasero inermi, travolti da quel potenziale immenso da sempre represso.
Attorno a Lucifel fiamme scarlatte calde come la superficie di una stella si
erano unite, addensate e cristallizzate fino a diventare un enorme, potente e
terrificante drago: Sette teste sbavanti lava guardavano Metatron con bramosia
assoluta nei loro occhi neri e profondi come un abisso senza fine; dieci corna
proiettavano la loro ombra rossastra sugli eserciti attoniti e immobili.
Un ruggito di potenza unica squassò l’universo intero quando il Drago si lanciò
contro il serafino blu con tutta la sua furia,nella mente un solo pensiero:
MUORI!
E lì il tempo si fermò; il drago scomparve e
Lucifel si ritrovò ansante a terra,la pelle bruciata dal suo steso potere e lo
sguardo di suo padre, gelido e austero, su di lui. Non lo vedeva, ma avvertiva
chiaramente il suo sdegno in ogni cellula del proprio corpo.
- Lucifel, questo tuo comportamento è stato inammissibile. Non ti ho donato
tutto quel potere per usarlo in Quel modo! Ti sei lasciato dominare dalle
passioni,dal tuo desiderio per un essere inferiore come quella mela marcia di
Lilith! Sei un angelo, il più bello e quello col compito più importante,
portare la Luce al mondo! Non devi, non
puoi rivolgere la tua attenzione a qualcuno in particolare … il tuo amore deve
andare al mondo intero, figlio Mio - . Lucifel strinse i denti. Ancora le sue
parole come catene ai piedi, come lance nelle ali .
Non avrebbe più chinato il capo, mai più.
L’ angelo si alzò in piedi a fatica, tremando e barcollando fece due passi
verso il padre, negli occhi il fuoco della determinazione.
- è Lei il mio mondo, Padre! Lei la mia ragione d’esistere! Lei ... Uno spirito
libero chiuso in un corpo di una donna come in una prigione! Lei ... Lei vuole
me, come io voglio lei ... E Tu non mi fermerai stavolta, Dio! – E con un grido
in cui infuse tutto se stesso lanciò una fera di fuoco verso il volto di suo
padre.
Ovviamente la magia non raggiunse mai il suo obbiettivo,e la rabbia di suo
padre travolse come una tempesta il suo corpo distrutto,scagliandolo giù, nel
mondo degli uomini avvolto dalle fiamme fredde e asfissianti della delusione di
suo padre.
Mentre perdeva i sensi, forse per l’ultima
volta, il suo pensiero corse a Lilith, e finalmente
pronunciò le due parole che da mesi covava dentro di se – … Ti amo … - .
E tutto divenne nero …