Sesso, sangue e droga di The Angel Of Satana (/viewuser.php?uid=58880)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Sesso,
sangue e droga
Nei bassifondi di Tokyo vive gente
poco affidabile. Anzi, per niente affidabile.
Ci vive la gente nata povera, i
ricchi caduti in disgrazia e, molto spesso, gli orfani.
È un posto infimo.
È un posto sporco. È un posto dove non ti puoi
fidare di niente e di nessuno. Dove non devi guardare una persona per
più di un secondo, o potresti ritrovarti morto a marcire in
un canale. E nessuno farà caso a te, perché
spettacoli di quel genere sono comuni se non quotidiani. Hai paura di
uscire di casa, per timore che qualcuno a cui hai fatto un torto possa
essere dietro la porta per cercare di vendicarsi.
In quei posti è
facilissimo darsi all’alcol o alla droga. Lo fai per
dimenticare tutto, per cercare di morire. Sei così disperato
che non desideri altro che morire. Poco importa se sarà
doloroso o no, dopo sarà tutto finito. E non si
potrà più tornare indietro.
I nuovi non sono accolti con
piacere, soprattutto se sono ragazzi. E, sfortunatamente, sono molti i
ragazzi che finiscono lì.
Nessuno lì aveva un onore
o un orgoglio da difendere. Dovevi camminare a testa bassa.
Ma questo non era stato insegnato a
Itachi e Sasuke Uchiha.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Capitolo
1
Sasuke
e Itachi Uchiha erano gli
ultimi arrivati in quei posti di cui ignoravano l’esistenza.
Con la morte dei
loro genitori, erano rimasti soli. Lo zio Madara non aveva voluto
prenderli in
affidamento, il cugino Shisui non poteva tenerli e il tribunale aveva
deciso di
non affidare loro i beni di famiglia perchè li riteneva
troppo giovani. Dietro
tutto questo c’era il loro perfido zio, che si prese tutto il
patrimonio del
fratello, sempre stato più capace e più ammirato
di lui.
E
così Sasuke e Itachi si erano
ritrovati in un posto a loro assolutamente sconosciuto che puzzava di
sangue,
di droga e di morte. Dovevano frequentare entrambi il liceo ma erano
restii ad
avventurarsi in quella giungla di assassini che li odiavano per i loro
bei
vestiti, per il loro portamento o per il loro bell’aspetto.
Ma quello era il
solo modo per riottenere quello che avevano perso: istruirsi e
dimostrare di
non essere dei bambini ma due uomini pronti a cavarsela in ogni
situazione. Si
erano spalleggiati l’uno con l’altro: se Sasuke
combinava qualche guaio, Itachi
era pronto a difenderlo. Se invece Itachi era in punizione per qualche
sua
bravata e scappava dalla finestra per vedersi con gli amici, Sasuke
fermava i
genitori che volevano entrare nella camera del figlio maggiore dicendo
che
Itachi era moltoi stanco e voleva dormire. Naturalmente, a 8 anni,
Sasuke
sapeva essere molto persuasivo. Con quel faccino angelico, gli occhioni
grandi,
tutti cascavano nella trappola e lo lasciavano fare. Nessuno, tranne
Itachi,
sapeva che dietro a quell’aria da angioletto si celava una
furbizia e una
monelleria inquietanti. Adesso però dovevano mettere da
parte tutte le cose
fatte fin’ora e concentrarsi seriamente sugli studi.
-Sasuke?
Sasuke? Dove sei?
-Sono
qua dietro Itachi!
La
testa corvina di Sasuke spuntò
da dietro una pila di scatoloni.
-Ah
bene. Però adesso esci tutto.
Non mi va di parlare con i tuoi capelli.
Il
viso diafano di Sasuke uscì e
con lui tutto il corpo (meno male che non l’ha dimenticato
ndA).
-Molto
bene. Adesso dobbiamo
sistemare questa roba, poi vedremo cosa fare.
Sasuke
guardò il fratello dritto
negli occhi color onice. I due ragazzi si somigliavano molto: avevano
entrambi
capelli corvini, anche se Itachi li aveva lunghi e raccolti in una
coda, occhi
neri e profondi, un fisico snello, slanciato e atletico, la carnagione
pallida
e i lineamente delicati quasi femminei che davano al loro volto una
grazia mai
vista, eppure così virile. Nell’insieme,
splendidi. Guardarono gli scatoloni,
poi si rifissarono negli occhi e scrollarono la testa.
-Meglio
darci da fare se dobbiamo
sistemare tutta questa roba.
-Giusto
otouto.
I
due ragazzi si misero al lavoro.
Alle 17, metà degli scatoloni erano stati sistemati.
-Dai
Itachi, ancora poco e avremo
finito.
-NOOOOO…
Ti prego basta! Abbi
pietà del tuo povero e anziano fratellone.
-Anziano
un corno! Lavora, schiavo
negro!
-Schiavo
negro a chi, despota?
-Despota
la tua testa!!
Itachi
prese un cuscino dal divano
e lo lanciò a Sasuke, che a sua volta lo lanciò a
Itachi (finchè non volano
sedie a me va bene ndA). Fatto sta, che dopo 5 minuti si ritrovarono a
fare la
lotta coi cuscini stesi sul divano coi capelli pieni di piume. Se
fossero stati
ancora a casa loro qualcuno avrebbe sicuramente sbirciato dalla
finestra e
avrebvbe pensato male, molto male. Insomma i due figli MASCHI
dell’uomo d’affari
più ricco del Giappone stesi sul divano uno sopra
l’altro? Sarebbero
sicuramente finiri in prima pagina. Qui invece tutti si facevano i
cavoli
propri, potevi anche portarti a letto il cane e nessuno ti rideva
dietro. Be’
no il cane no, però qualcos’altro sì.
Itachi
guardò il fratello con i
suoi occhi profondi:-Ti ricordi quando giocavamo io e te sul divano di
casa
quando avevi 8 anni?
Sasuke
annuì e i suoi occhi
cominciarono a riempirsi di lacrime. Per non farle al fratello,
affondò il viso
nel suo petto e strinse il fratello in vita. Itachi sorrise.
-Non
preoccuparti, Sasuke. Ci
riprenderemo ciò che è nostro.
Allora, rieccomi con l'aggiornamento. Sper non mi vogliate uccidere se
non aggiornato prima ma di questi tempi sono impagnata. Passiamo subito
alle recensioni:
mansu95:
Grazie, sono contenta che ti sia piaciuta. Spero davvero che ti
stupisca, Baci dall'inferno. The Angel Of Satana.
Bambi in nero: D'accordo quello dark mi piace molto. ma non provarci
neanche a insegnarmi quello poetico, tanto non lo imparerei mai.
Bwahahahahah! Ora io ti ho recensiro, fai quello che devi fare XD Baci
dall'inferno. The Angel Of Satana
hachi92: Sono contenta che ti piaccia e che la trovi intrigante. Baci
dall'inferno. The Angel Of Satana
allsecrets2: Ecco un'altro chappy! Sper ti piaccia. Baci
dall'inferno. The Angel Of Satana
Al prox chappy!
Baci dall'inferno
The Angel Of Satana
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Capitolo
2
Itachi
sorrise.
-Non
preoccuparti, Sasuke. Ci
riprenderemo ciò che è nostro.
Sasuke
annuì, con la testa ancora
affondata nel petto del fratello. Questione di pochi secondi, e si era
già
rialzato. Asciugandosi le lacrime guardò Itachi:-Adesso alzi
le sue regali
chiappe da questa sottospecie di divano e mi aiuti a mettere via la
roba.
Itachi
si rabbuiò e borobottò
qualcosa di poco amichevole all’indirizzo del fratello,
seduto sul suo stomaco.
-Ti
pareva che non se fosse dimenticato…
E ora, tocca a lei alzare le sue alquanto regalissime chiappe dal mio
stomaco e
darsi da fare.
Sasuke
si alzò e prese alcuni
oggetti da una scatole su cui era scritto
“Fragile”. Alzò la mano fino al viso
e osservò l’oggetto. Era una cornice semplice
eppure molto bella con dentro una
fotografia: rapprensentava la famiglia Uchiha ed era stata scattata
qualche
tempo prima che l’incidente stroncasse i genitori dei
ragazzi. Sasuke la
osservò intensamente: c’era suo padre Fugaku, con
il suo sguardo fiero e
austero, che però sapeva essere dolcissimo con i suoi figli,
c’era sua madre
Mikoto, con il suo sorriso dolce e sempre pronta per aiutare i suoi
figli, poi
c’era Itachi, che cercava sempre di darsi un contegno, ma che
si lasciava
sempre sfuggire un mezzo sorriso e per questo nelle foto veniva sempre
così
bene, infine c’era lui, che diceva di odiare le fotografie,
ma che davanti
all’obbiettivo si scioglieva e si apriva in un sorriso caldo,
sincero, che
lasciava tutti a bocca aperta. Non sentì suo fratello, che
si era finalmente
alzato dal divano, arrivare dietro di lui. Gli tolse la foto dalle mani
e la
posò su un mobile lì accanto.
-Non
è il momento di farsi
prendere dallo sconforto. Riusciremo a vincere quella stupida battaglia
legale.
Allora potremmo finalmente osservare questa foto e pensare che nostro
padre
sarebbe fiero di noi.
Sasuke
annuì. Suo fratello sapeva
essere molto convincente.
Per
le 19.00 tutti gli scatoloni
erano a posto. Non avevano portato molta roba con loro, visto che non
avevano
tanto spazio. Dopo la cena, composta da un misero piatto di pasta,
Itachi e
Sasuke ritornarono a sedersi sul divano.
-Allora,
fratellino…
Sasuke
fissò il fratello,
accigliato:-Da quando sono diventato “fratellino”?
-Da
adesso.- Itachi fece un
sorriso ebete che fece ridere Sasuke.
-Comunque
dicevo
… da domani inizieremo ad andare a scuola.
Frequenteremo il liceo Konoha. Tu sarai in 2° mentre io in
5°.
-Bene…
C’è una divisa? Qualcosa di
specifico da indossare?
-Mppfff…
Una divisa… Questi non si
possono permettere da mangiare, figurarsi delle divise scolastiche.
-Hai
ragione…
-Va
tutto bene, otouto?
-Sì,
nii-san, tutto ok.
Itachi
sorrise, un sorriso caldo e
sincero, come quando erano piccoli: -Da quando sono ritornato
“nii-san”?
-Da
adesso.
-Bene,
fratello degenere, è ora di
fare la bella ninna.
-Ascolta,
fratello mentecatto, la
bella ninna la vai a fare tu da bravo bambino sennò
domattina niente
biscottino.-Sasuke strizzò la guancia di Itachi come farebbe
una vecchia zia –Bravissimo
lui!-
Si
guardarono per un attimo, poi
scoppiarono a ridere come 2 matti.
Ciao! Eccomi tornata.
Scusate il ritardo ma gli impegni sono sempre tanti. Ooohhh... Ma non
sono tanto pucchosi i fratellini Uchiha ^^?? Per me tantissimo!
Vabbè, mettendo da parte gli scleri: passiamo alle
recensioni:
Bambi in nero: Ma non
sono andati a letto (però mi sarebbe piaciuto
mandarceli)!!!!! Quella del canè stata piuttosto carina,
modestamente... Baci dall'inferno. The
Angel Of Satana
Karin93: Ecco il seguito. Sono
felice che ti piaccia. Baci dall'inferno. The Angel Of Satana
hachi92:
Grazie. Ho
ritardato un pochino nell'aggiornare ma spero che potrai perdonarmi: ho
avuto un sacco di impegno con la scuola. Mi fa davvero piacere che ti
coinvolga. Baci dall'inferno. The
Angel Of Satana
allsecrets2:
Non preoccuparti ,
Naruto arriverà nel prox chappy!! Ho intenzione di muovere
una folla contro quel cazzo di rribunale che ha tolto ai miei amori
tutti i loro beni... Baci dall'inferno. The Angel Of Satana
Arrivederci, al
prossimo capitolo
Baci dall'inferno
The Angel Of Satana
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
Si
guardarono per un attimo, poi
scoppiarono a ridere come 2 matti. E risero così tanto da
farsi venire le
lacrime agli occhi. Non ridevano più così da
quando erano morti i loro
genitori. Passato l’attacco di risarella acuta, se ne
andarono a dormire.
-Buonanotte,
Sasuke.
-‘Notte,
Itachi.
Ore
7.00
DRIIIIIN
DRIIIIN
Itachi
si voltò dall’altra parte:
“ Maledetta sveglia…”
Sasuke
fece lo stesso ma invece di
lanciare improperi poco carini a quel pezzo di metallo che non poteva
niente,
aprì gli occhi e fissò la parete. Quello sarebbe
stato il loro primo giorno di
scuola. Non era certo ansioso di conoscre i suoi compagni e i
professori ne
tantomeno di mettere il piede fuori dalla porta di casa.
Però doveva farlo.
Si
alzò e completò il lavoro
iniziato dalla sveglia, ovvero svegliare Itachi. Filò in
bagno, superando di un
attimo Itachi, che, anche se appena alzato, se si trattava di bagno
diventava
più scattante di un ghepardo con il sedere in fiamme.
Difatti, la sua mente
faceva collegamente che erano normali per un ragazzo della sua
età,anche se lui
non ne aveva bisogno: Bagno=Farsi bello=Ragazze. Così si
sedette fuori dalla porta,
aspettando pazientemente che Sasuke uscisse. Beh, se per pazientemente
uno
intende bussare ogni 5 minuti alla porta chiedeno all’attuale
occupante se
aveva finito e infine beccarsi un pugno da parte suddetto occupante
nonché
fratellino che non riusciva a finire di farsi la doccia in santa pace.
Sasuke
non fece in tempo ad uscire che un uragano chiamato Itachi lo travolse.
Dopo
che entrambi furono pronti, uscirono di casa. Eccolo, il loro primo
giorno come
cittadini di quei quartieri che non comparivano neanche nei lor sogno
più
brutti. La cosa più brutta che entrambi avessere mai sognato
era la prozia che
mamma costringeva a baciare. Si incamminarono. Di solito, per andare a
scuola
prendevano la moto di Itachi.
Il
cortile della scuola era
affollatissimo. C’era chi urlava, chi ascoltava musica, chi
faceva rissa e chi
addirittura limonava (^^ ndA). Itachi e Sasuke si misero in un angolo
in
disparte. Quando la campanella suonò, aspettarono che tutti
fossero entrati, si
guardarono per un attimo negli occhi, presero il respiro ed entrarono
anche
loro.
Il
bidello li guardò con aria
annoiata:- In ritar…
Non
appena vide il modo in cui
erano vestiti si zittò:- Itachi e Sasuke Uchiha, suppongo.
I
fratelli annuirono. Come
giravano in fretta le voci lì.
-Venite.
In
effetti, i due ragazzi erano
vestiti un po’ troppo bene per essere due ragazzi del posto.
Avevano dei jeans
attillati neri, che man mano che scendevano la gamba si restringeva,
una maglia
a maniche corte, Itachi nera e Sasuke blu, e le Adidas ai piedi.
Insomma,
troppo per un semplice orfanello (sbaaaaaaaaaaaaaaaaavvvvv!! ndA)
Chiamò
un altro custode e gli
disse di portare Itachi in 5^D mentre lui avrebbe accompagnato Sasuke
in 2^D.
Percosero il corridoio al contrario e salirono tutti e 4 le scale. Poi,
Itachi
e l’altro bidello continuarono a camminare mentre Sasuke e il
custode che
avevano incotrato per primo si fermarono alla seconda porta.
Bussò e,
senzaaspettare risposta, entrò nell’aula. Il
professore, un ragazzo sulla
trentina, con i capelli argentati e la maschera sul volto, si
voltò verso la
porta che si era appena aperta.
-Professore,
è arrivato il ragazzo
nuovo.
Per
l’aula si diffuse un brusio:
ragazzo nuovo? Avrebbero avuto un nuovo compagno? Che fu prontamente
arrestato
all’occhiata gelida del professore.
-Molto
bene. Entra.
Sasuke
cercò di dominare l’impulso
di fuggire e entrò. La prima cosa che vide fu il professore
seduto in cattedra,
che stava cadendo a pezzi (la cattedra non il prof ndA). Si
voltò verso il
resto della classe, osservando distrattamente i suoi nuovo compagni.
-Allora
ragazzi, lui è Sasuke
Uchiha…-a quel nome tutti i presenti
trasalirono-… e si è appena trasferito
qui.
Qualcuno
osò alzare la voce:-Che
ne è stato della tua villa, Uchiha?
-Grazie,
Uzumaki, ma le tue
battute non ci servono. Ne possiamo anche fare a meno. Ignorando
Uzumaki, io
sono Kakashi Hatake e insegno matematica.
Sasuke
annuì: se la cava bene a
matematica. Kakashi si guardò attorno.
-Putroppo
per te, l’unico posto
libero è proprio accanto a Uzumaki. Va’ a sederti.
Sasuke
eseguì, cercando di
ricordarsi da dove fosse arrivata la voce che poco prima
l’aveva preso in giro.
Scivolò tra le file di banche con passo fluido, leggero,
facendo sosporare le
ragazze presenti. Raggiunse l’ultime file e vi
trovò un ragazzo che lo
guaradava con un sorrisino a sfottò. Sasuke rimase colpito
dalla bellezza del
giovane: aveva i capelli biondo color del grano, lunghi fino a
metà collo, che
gli ricadevano scomposti sul viso, una cannottiera nera con le maniche
sfilacciate, i calzoni larghi da rapper. Ma quello che colpiva di
più erano i
suoi occhi: due pozzi d’acqua, profondi, immensi, che in quel
momento lo
stavano scrutando.
Scosse
la testa: non era il
momento di mettersi a guardare i nuovi compagni. Si sedette, e
notò che
Uzumaki, così l’aveva chiamato il professore,
aveva tre cicatrici per guancia,
come dei baffi, e una gran livido violaceo sulla spalla.
“Frutto
di qualche rissa,
immagino”
Il
professore riprese a spiegare
l’arogomento interrotto dall’arrivo di Sasuke.
5^D
Itachi
e il bidello si fermarono
davanti a una porta che aveva sucuramente visto giorni migliori.
Bussò
e , quando dall’interno si
sentì una voce profonda rispondere
“Avanti”, entrò.
-Prof.
Sarutobi, il nuovo alunno.
-Fallo
entrare.
Itachi
mise un piede nella stanza
e volle non averlo mai fatto. Si ritrovò addosso 23 paia di
occhi che lo
scrutavano: alcuni increduli, altri ostili, altri ancora semplicemente
indifferenti.
-Bene,
ragazzi. Lui è Itachi
Uchiha e rimarrà con noi per… Per quanto tempo
ragazzo?
Itachi
rispose, con la sua voce
profonda e calma:- Non lo so.
Una
voce spezzò il sielnzio:- E’
così che ti hanno istruito alla tua scuola per ricconi snob?
Itachi
si voltò di scatto. Lui non
era docile e facilmente convinvibile come Sasuke. No, lui era fatto di
tutt’altra
pasta. Quella di suo padre. Lui era aggressivo e non sopportava le
umiliazioni.
Sapeva vendicarsi e lo faceva nel momento in cui la vittima era
completamente
ignara. Una vero e proprio predatore.
Il
ragazzo che aveva parlato se ne
accorse e si zittò subito, senza neanche dare al professore
il tempo di
intervenire. Quest’ ultimo si voltò verso itachi,
meravigliato.
-Finalmente
abbiamo trovato
qualcuno che terrà a bada il caro Tsuchi.
Itachi
aveva capito, dal momento
in cui aveva messo piede in quei posti, che lì la vita era
una sfida continua.
E il professore, senza volerlo, ne aveva aperta una. Che Itachi, con il
suo
orgoglio da difendere e un patrimonio da recuperare, non aveva
intenzione di
perdere.
-Mi
dispiace, ma l’unico posto
libero è accanto alla belva. Ultima fila.
Itachi
si incamminò, non badando
ai sospiri delle ragazze intorno a lui. Voleva raggiungere
l’ultimo banco,
voleva far vedere a quell’insolente chi era veramente
Itachi
Uchiha. Arrivato guardà
dritto negli occhi il suo nuov vicino di banco: era biondo, i capelli
gli
arrivavano a metà schiena ed erano legati in una mezzacoda
alta, gli occhi
azzurri fissavano i suoi color onice e cercavano di trovare una via di
fuga per
non rimanere intrappolati in quei pozzi senza fondo. I jeans attillati
e la
cannottiera nera davano al ragzzo quell’aspetto tipico dei
ragazzi vissuti per
gli affari loro, senza aver mai seguito alcuna regola.
Si
sedette e il ragazzo continuò a
fissarlo, curioso. Intanto, il tizio con i capelli rossi e gli occhi
nocciola
dietro di lui si era mosso sulla sedia e il suo volto si era
trasformato in un’espressione
di cattiveria e invidia.
-Molto
piacere, io sono Deidara
Tsuchi. – disse il biondo, senza abbandonare lo sguardo
canzonatorio – E non c’è
bisogno che tu mi dica chi sei. Lo so benissimo da solo:tu sei Itachi
Uchiha,
il figlio di papà.
Itachi
si voltò verso il suo
interlocutore:-1° se sono figlio vuol dire che lo sono di mio
padre. 2° non
avevo nessuna intenzione di dirti chi ero, sei tu che ti sei fatto
avanti.
Detto
questo gli voltò le spalle e
riprese a osservare il professore.
2^D
Il
compagni di banco di Sasuke si
era fatto avanti, con un ghigno sul volto:-Piacere, Naruto Uzumaki. Tu,
se non
sbaglio sei Sasuke Uchiha, il figlio di quei ricconi che non sanno
neanche cosa
sia una bicicletta.
Sasuke
si voltò, lentamente, senza
fretta:- 1° Almeno una cosa dal professore l’hai
ascoltata 2° Mi stupisco che tu
sappia cos’è una bicicletta.
Detto
questo, si voltò e lasciò il
vicino alla sua rabbia.
Allora? Che va ne pare? A
me sembra vada bene... E scusatemi per il ritardo. Passiamo alle
recensioni:
Karin93: Sì lo so, sono
dolcissimi, non posso resitergli! Ne passeranno davvero di tutti i
colori, questo è solo l'inizio. Baci dall'inferno. The
Angel Of Satana
allsecrets2: Lo so, sono un tantino OOC ma
farli IC in questa storia sarà difficile. Comunque eccoti
accontentata: abbiamo il nostro amico Naruto!!!! E sì,
all'inferno fa un po' caldo ma con le temperature di adesso un po' mi
ci vuole. Baci dall'inferno.
The Angel Of Satana.
Bambi in Nero: Eh no, cara. Ormai hai detto
l'otouto e il nii-san e così rimangono! Tutti e 2 troppo
pucci. Baci dall'inferno. The
Angel Of Satana.
Al prossimo capitolo!
Baci dall'infernoThe Angel Of
Satana
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Capitolo
4
Sasuke
si voltò, lentamente, senza
fretta:- 1° Almeno una cosa dal professore l’hai
ascoltata 2° Mi stupisco che tu
sappia cos’è una bicicletta.
Detto
questo, si voltò e lasciò il
vicino alla sua rabbia. Naruto non era abituato a sentirsi parlare in
quel
modo. Lì tutti lo temevano, gli giravano alla larga per
paura di diventare il
prossimo punching-ball di Uzumaki. E arrivava lui, con quella sua aria
da
superiore, e si permetteva di rispndergli! Gli avrebbe vedere che era,
parola
di Naruto Uzumaki.
Per
tutta la lezione fu
unsusseguirsi di scherzi e dispetti: cominciò Naruto che
tirò “involontariamente”
una cgomitata a Sasuke mentre scriveva, facendogli fare così
uno sgorbio sul
quaderno. Sasuke poi si vendicò (perché in quella
famiglia sono tutti ottimI
vendicatori ndA): fece scivolare la gamba fino a farla attorcigliare
alla sedia
di Naruto, che stava prendendo la mira per tirare una pallina al suo
amico
Kiba, due file di banchi più avanti. Quando stava per
soffiare spostò la sedia,
deviandogli la traiettoria e la pallina prese in pieno Kakashi, che per
punizione gli assegò 10 esercizi in più. Per
tutta l’ora non fecero che
punzecchiarsi, sotto lo sguardo divertito di Kakashi. Quando il
professore
risedette in cattedra, sorrise sotto la maschera: “Mi sono
scordato di dire a uzumaki
che Uchiha è un osso duro. Pazienza, lo capirà da
solo”
Per
Itachi le cose non andavano
meglio. Deidara aveva si era imposto come obbiettivo di quel giorno
rendergli
la vita un inferno. Tentò di tagliargli la coda con le
forbici, di
assassinargli la mano con una penna a sfera, mirò ai
gioielli del clan Uchiha
con la riga da 60 cm e cercò addirittura di farlo saltare in
aria. Il tutto lo
sguardo sempre più irritato e incavolto del rosso dietro di
lui. Dava l’impressione
di esplodere da un momento all’altro. I suoi compagni se
n’erano accorti e
cercavano di tenerlo buono. Itachi, spazientito, si era voltato e gli
sibilato:
-Ascolta,
non è colpa mia se il
tuo fidanzato non mi lascia in pace.
A
quiel punto Sasori si era alzato
di scatto e, sotto lo sguardo confuso di tutta la classe, aveva mollato
un pugno
sul naso a Itachi, che non ebbe tempo di reagire.
Intervenne
il professore:-Akasuna,
fuori.
Sasori
scivolò fuori da banco e si
avviò verso la porta. Un ragazzo albino abbozzò
un sorriso e disse:-cvazzo, l’ha
proprio manato bene, lo stronzo. Così impara a mettersi
contro i potenti, il
finocchio.
-Hidan…
taci- Il professore aveva
la voce dura. Il ragazzo chiamato Hidan si zittò ma il
ghigno rimase stampato
sul suo bel volto. Prima di uscire sasori si voltò e gli
lanciò uno sguardo
come a dire: “Ecco cosa succede a chi si mette contro Akasuna
no Sasori”
-Uchiha,
vai in infermeria.
-Prof.
non ne ho bisogno.
-Uchiha.
Vai-in-infermeria.
-Sì,
signore.
In
corridoio vide Sasori
appoggiato alla finestra aperta che fumava una sigaretta. Quando lo
vide. Ghignò
malefico.
-Ho
fatto male al povero pulcino
Uchiha.
Itachi
si scaldò: Vuoi fare rissa?
Sasori
gettò via la sigaretta e si
scostò con gesto elegante i capelli rossi dagli occhi:-Certo.
Salve! Scusate per
"lunghezza" del capitolo ma questo è venuto così
^^. Ma non è sexy Sasori che toglie i capelli dagli occhi...
Bono!
Ora vi faccio una
domanda: voi per chi
tifate?
Se mi volete rispondere mi fate felice. Passiamo alle recensioni:
allsecrets2:
chissà
chissà, come finirà... ok questo è
plagio da Adriano Celentano. Grazie per le recensione. Baci
dall'inferno The Angel
Of Satana.
Liby_chan: Il nostro
Deidaraino-kun... Però di mezzo c'è quel bonazzo
di Sasori. Ce la farà Itachi a sopravvivere? Grazie per le
recensione. Baci dall'inferno The
Angel Of Satana.
Karin93: Il nemico si è
fatto avanti. Che cosa succedera? Lo so, dovrei dirlo io visto che la
storia è mia ma la cosa buffa (o forse non così
buffa9 è che non lo so nemmeno io cosa succederà.
Grazie per le recensione. Baci dall'inferno The Angel Of Satana.
Grazie anche a chi ha
solo letto.
Baci dall'inferno
The
Angel Of Satana
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Capitolo
5
-Ho
fatto
male al povero pulcino Uchiha?
Itachi
si scaldò: -Vuoi fare rissa?
Sasori
gettò via la sigaretta e si scostò con gesto
elegante i capelli rossi dagli
occhi:-Certo.
Rimasero
per un momento a fissarsi, Itachi con gli occhi che fiammeggiavano
d’ira, Sasori
con un ghigno da sfottò impresso sul volto. Con uno scatto
felino di cui lui
stesso si meravigliò, Itachi saltò addosso a
Sasori che, pronto, accolse il
colpo contraendo lo sterno. Fatto sta che caddero tutti e 2 a terra.
Sasori
sembrava essere molto abile in questo genere di cose, difatti, dopo
essere
caduto a terra, si rigirò e sferrò un cazzotto
appena sotto l’occhio di Itachi.
Questo ringhiò e sferrò un destro sul labbro di
Sasori, spaccandoglielo. Con
un ruggito di rabbia a dolore, Sasori
iniziò a prendere a pugni lo stomaco di Itachi, che
finì per sputare sangue. Un
ghigno folle si dipinse sul volto del rosso che sembrava voler dire:
“Così
impari a toccare Deidara”.
Intanto Itachi,
che non era intenzionato a prenderne ancora, si era ribellato
all’ avversario.
Solo per spiazzarlo, gli aveva tirato uno schiaffo, poi
l’aveva preso per i
capelli, rossi come il sangue che in quel momento stava impregnando i
loro
vestiti, e l’aveva tirato sotto di sé.
Gli occhi nocciola, che per tutta la mattina avevano
espresso solo
rabbia, non sembravano intenzionati a cambiare. Schivò per
un pelo il pugno di
Itachi, che andò a sbattere sul pavimento piastrellato. Il
ragazzo
soprannominato Scorpione, per la sua velocità e per il
veleno verbale con cui
distruggeva le sue vittime psicologicamente prima di combattere,
bloccò il
polso di Itachi e glielo torse dietro la schiena, facendolo gemere.
Sasori
continuò a girargli io braccio, fin quando il dolore divenne
insopportabile.
Allora l’Uchiha si ribellò e colpì
Sasori dritto in mezzo al petto. Il rosso si
era appena ripreso quando entrambi si sentirono afferrare le braccia.
Si
voltarono e alla loro spalle videro due dei custodi, con le facce
contorte per
la fatica, ma che non mostravano né sorpresa né
scandalo per la scena:
evidentemente ci erano abituati. Sasori cercò di ribellarsi,
ma la lotta gli
aveva tolto la maggior parte delle forze: non pensava che
quell’Uchiha fosse
tanto forte.
-Forza,
tutti e 2. Andate in infermeria.
“Io
questa frase l’ho già sentita”
pensò Itachi.
Sasori
si liberò con uno strattone del custode, facendolo cadere a
terra:-Bene
L’altro
liberò Itachi, che si avviò velocemente verso
l’infermeria, seguito da un
infuriatissimo Sasori.
Non
trovarono l’infermiera perciò si sedettero su due
dei lettini. Itachi guardava
Sasori con gli occhi socchiusi, mentre l’altro guardava fuori
dalla finestra,
senza vedere realmente la città che si snodava.
-Sasori...
Lo
Scorpione si girò:-Che vuoi?
-Mi
chiedevo perché… hai reagito cos’ male
quando ti ho detto che Deidara è il tuo
fidanzato.
Sasori
abbozzò un sorriso:- Io so che è un’
altra la domanda che mi vuoi fare. Perché
sono così protettivo nei confronti di Deidara?
Itachi
era sbalordito. Ma cosa faceva quello là, leggeva nel
pensiero? Annuì.
-Beh,
intanto perché io SONO
il fidanzato
di Deidara. E poi…
Sasori
sospirò:- Questi sono affari di Dei, non dovrei
raccontarteli però se vuoi
capirci qualcosa devo farlo.- Altra pausa. –Deidara era il
figlio di una delle
famiglie più ricche del Giappone. Tu lo sai come devono
essere i loro rampolli,
no? Dopotutto sei di là. Tutti belli, perfetti, intelligenti
e… etero.
Sasori
scosse i capelli:- Deidara invece era omosessuale e stava con me.
Quando lo
disse ai suoi genitori non ci videro più. Si misero a urlare
che lui era il
disonore della famiglia, che non avrebbero mai tenuto un figlio
così. E lo
cacciarono di casa. - Abbassò la testa. – Io mi
sento tremendamente
colpevole e adesso
qualcosa per lui devo
fare, o sarei uno stronzo.
Itachi
piegò di lato la testa e osservò Sasori. Quello
che aveva considerato uno
stronzo fino a pochi minuti fa, adesso si stava rivelando uno dei
ragazzi più
distrutti e protettivi del pianeta.
-E
tu
con…
Il
suo tentativo di continuare la conversazione fu troncato da un uragano
biondo
che comparve sulla soglia dell’infermeria
urlando:-SASORI-DANNA!!!
Deidara
entrò a tutta velocità nella stanza e si
gettò tra le braccia del rosso, che lo
strinse a se dolcemente.
-Come
stai?- mugolò il biondino, con il viso affondato nel petto
di Sasori.
-Bene,
grazie.- Sasori si era chinato verso l’orecchio del fidanzato
e gli aveva
sussurrato dolcemente:- Cosa ci fai qui, amore mio?
-Sono
venuto a vedere come stavi.- rispose Deidara, come se fosse la cosa
più ovvia
del mondo. Il biondino si voltò verso Itachi e lo
guardò leggermente
arrabbiato. Sasori, che per qualche recondito motivo, aveva intuito le
intenzione del ragazzo, lo bloccò.
-Sta
tranquillo, Dei-chan. Non ci farà niente.
Deidara
annuì. Itachi si accorse che li stava fissando intensamente
e distolse lo
sguardo quando vide che Deidara si era allungato per baciare Sasori.
Quando si
staccò, sfoderò un sorriso smagliante, che
avrebbe fatti impallidire d’invidia
anche il sole.
-Forza,
torniamo tutti in classe.
-Ma
noi dovremmo aspettare l’infermiera.
-Sarà
andata a pomiciare con Kabuto-san.
-DEIDARA!
Lo sanno tutti che Kabuto-san è gay!!
-Ihihih!
-Ehm…
Scusate?- Itachi intervenne per la prima volta in quella discussione di
cui non
aveva capito una beata acca.
Deidara
si voltò, il sorriso sul volto dai lineamenti
delicati:-Sì?
-Chi
è Kabuto-san?
-In
teoria dovrebbe essere il portinaio, ma in realtà
è l’amante di Orociock!!
-Ah.
-Non
credere a ciò che ti dice: per prendere per il culo la gente
inventerebbe che
io sono una donna e che sono stato rapito dagli alieni! Comunque Kabuto
è il
portinaio ed è il lecchino del professor Orochimaru!!- Poi
aggiunse, vedendo lo
sguardo interrogativo di Itachi- Scienze.
2^D
Naruto
stava guardando Sasuke in cagnesco. Aveva mandato all’aria
tutti i suoi
tentativi di sabotarlo. Per un poco fece finta di niente, ma alla fine,
infastidito, il moro si voltò
e sibilò:
-Posso
sapere cosa cavolo hai da guardare?
-Non
posso guardarti?
-Tu
mi stai fissando da più di mezz’ora. È
diverso.
Il
biondo si avvicinò ancora di più a Sasuke.
-Io
ti odio.
Sasuke
diminuì la distanza tra di loro:-Anch’io.
Naruto
fece per avvicinarsi ancora quando… DRIIIIN!!
La
campanella suonò, strappando ai ragazzi un sospiro di
sollievo. Naruto sembrò
risvegliarsi e si allontanò da Sasuke.
-Cosa
volevi farmi?
-Sei
tu che ti sei avvicinato per primo.
Naruto
annuì, poco convinto, e uscì dalla classe,
lasciando da solo Sasuke.
Buonasera mie carissime lettrici. Eccomi qui con un nuovo
aggiornamento. Ma non sono pucchosissimi Sasori e Deidara che si
coccolano?Eh-eh-eh? Io mi sono sciolta mentre lo scrivevo. E
per la rissa... bel, l' invece mi sono ritrovata nel mio mondo.
BOTTE.BOTTE-BOTTE!!! Io faccio karate, eh. Spero
almeno di essermi fatta perdonare perl'ultimo chappy corto corto. E ora
le votazioni:
ITACHI UCHIHA: 2 voti
AKASUNA NO SASORI: 1 voto
Bene ora che abbiamo appurato che Itachi vincerà per sempre
passiamo alle recensioni:
tori_93:
Noooo, Sasori! Non
piacchiare le mie lettrici!! (ma la G***** S***** la posso picchiare?
ndSasori) (ovvio ù.ù ndme) *Sasori va*
Comunque sì, forza itachi. baci dall'inferno The Angel Of Satana
Liby_chan:
Non preoccuparti
per la recensione smezzata. ancora meno per la grammatica
ù.ù.... Comunque le tue previsioni si sono
rivelate esatte anche se non proprio azzeccate temporalmente: ecco
Dei-chan!!!! Baci dall'inferno The
Angel Of Satana
Sasori_Danna:
Nessuno
può vendicarsi di ITACHI UCHIHA! E ripeto ITACHI
UCHIHA!!!
(tranne me! nd Sasuke)(tu zitto, e vai a baciare Naruto ndme) *Va anche
Sasuke* (ehi tu! ndme)
(sìììì?! ndFotografo)(vai a
fare le foto a sasuke e naruto ndme)(signorsisignora ndFotografo)
Vabbè, i miei scleri non devono interessare a nessuno. In
effetti sì, abbiamo capito per chi tifi. Baci dall'inferno The Angel Of Satana
Naomy93:
Qui abbiamo una
neutrale e ti ricordo: PER SEMPRE FORZA ITACHI UCHIHA!!! Baci
dall'inferno The Angel
Of Satana
Karin93:
Tra Sasu e Naru la
cosa sarà ancora lunga... Difatti, sono ancora di
là che "provano la scena". Dopo devo andarli a vedere.
C'è caso che mi buttano giù tutto lo studio. W
Itachi, bravissima. Baci dall'inferno The Angel Of Satana
allsecrets2:
Sì,
è vero è troppo sexy! (sì,
è vero sono troppo sexy! ndSasori) (sei già
tornato? ndme)(sì, l'ho picchiata per bene
ndSasori)(eccellente! ndMeCheFaLeFusaInBraccioASasori) Baci
dall'inferno The Angel
Of Satana
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
Capitolo
6
La
campanella suonò, strappando ai ragazzi un sospiro di
sollievo. Naruto sembrò
risvegliarsi e si allontanò da Sasuke.
-Cosa
volevi farmi?
-Sei
tu che ti sei avvicinato per primo.
Naruto
annuì, poco convinto, e uscì dalla classe,
lasciando da solo Sasuke.
Il
moro scosse la testa: “Quant’è
stupido”
Alla
porta si affacciò Itachi:-Sasuke, sei cos’
innamorato della scuola che intendi
rimanerci per tutto il giorno?
-No,
arrivo.
Uscì.
La baraonda di ragazzi si era dissolta ed erano rimasti solo loro e
altri due
ragazzi, che appena li videro, vennero verso di loro. O meglio, uno dei
due
cominciò a trascinare l’altro per raggiungerli.
-Ciao,
Itachi.
-Deidara.
Sasori.
Il
rosso fece un cenno col capo. Aveva l’espressione rassegnata
che può avere la
persona che sta con uno come Deidara.
-E
lui chi è?
-E’
mio fratello Sasuke.
-Siete
identici. Ma come sei carino.
Sasuke
lo guardò storto:-Itachi… ‘sto qua mi
ha detto che sono carino.
-Non
preoccuparti, lo dice un po’ tutti. Vero, Deidara?
Deidara
si voltò verso il fidanzato: -Cì.- E lo
baciò su una guancia.
Sasuke
lo guardò ancora più storto:
“Aiutatemi…”
Itachi
interruppe i pensieri di Sasuke: Vieni, andiamo a casa.
-Facciamo
la strada con voi!- L’uragano biondo si affrettò a
seguirli.
Uscirono
in cortile e Sasuke fu sorpreso di trovarvi Naruto. La sua chioma
ribelle era
riconoscibile da 3 km.
-Sasuke?-
Sentì la voce di Deidara che lo chiamava.
-Sì?
-Non
ti sarai innamorato di Uzumaki?
Sasuke
arrossì:-C-c-cosa cavolo dici? A me piacciono le donne.
-Ah,
peccato.
Sasori
si voltò verso il biondo:-Peccato?
-Ah…
Ehm… Sasori… Lo sai che ti amo?
-Sarà
meglio.
Itachi
e Sasuke sorrisero. Era bello sapere che c’è
qualcuno che ti vuole bene. Loro
lo sapevano fin troppo bene.
Itachi
guardò Sasori e Deidara. Lui non era mai stato intimo con un
ragazzo, eccezion
fatta per Sasuke e Shisui. Deidara non sembrava più quello
della mattina: era
diventato un’altra persona. Scherzava con tutti, saltellava e
esasperava Sasori,
come suo solito.
Quando
le strade si divisero, sia Itachi che Sasuke tirarono un sospiro di
sollievo.
Era stato un martirio.
Sasori
tirò anche lui un sospiro di sollievo ma per il motivo
opposto: finalmente era
solo con Deidara.
Ne
approfittò, passando un braccio intorno alla vita
dell’altro. Quel giorno
Deidara avrebbe pranzato da lui.
Quando
arrivarono, trovarono la vecchia Chiyo, la nonna di Sasori, che finiva
di
preparare la tavola.
-Buongiorno,
signora Chiyo.
-Ciao,
nonna.
-Salve,
ragazzi! Deidara, è tanto che non ti vedo.
-Signora
Chiyo, è un piacere.-Deidara sfoderò uno dei suoi
magnifici sorrisi.
Come
al solito, Chiyo aveva dato il meglio di sé e aveva
preparato un pranzetto coi
fiocchi, che Deidara divorò come se non mangiasse da una
settimana. Dopo aver
spazzolato tutto ciò che era commestibile, i due ragazzi
salirono in camera.
Deidara si diresse subito in camera del rosso, sapeva dove si trovava,
Sasori
andò a cercare una cosa in camera della nonna.
Il
biondo, come faceva sempre, si fermò davanti al
comò del fidanzato e osservò le
foto. In una
c’era Sasori con i suoi
genitori, una con la nonna Chiyo e in una era da solo. Quella era la
preferita
di Deidara: c’era un bambino coi capelli rossi ribelli, gli
occhi noccioli che
fissavano l’obbiettivo con curiosità e un leggero
faceva capolino sulle labbra
sottili. Deidara la prese in mano e sorrise. Era così
concentrato che non si
accorse dell’arrivo di Sasori che, approfittando della
concentrazione del
biondo, gli cinse la vita con entrambe le braccia e cominciò
a baciarlo
dolcemente sul collo. Deidara abbandonò le testa sulla
spalla di Sasori, che lo
strinse ancora più a sé.
-Sasori…
-Mmh?
-Ti
amo.
-Anch’io
Deidara. Tanto.
°°°
Sasuke
e Itachi stavano percorrendo la strada per andare a casa, quando
sentirono due
respiri affannosi provenire dal vicolo lì vicino. Si
affacciarono e sasuke
riconobbe un suo compagno di scuola, Kiba Inuzuka, che teneva una
ragazza
bloccata al muro. Non era difficile immaginare cosa le stava facendo.
-Pic…
cola troia… Lo so… e… piace.
Non
riusciva ad articolare bene le paole a causa del fiatone. La ragazza
non
sembrava spaventata né dava segni di volersi liberare di
quel ragazzo. Al
contrario, sembrava lei quella che godeva di più.
I
due
fratelli se ne andarono veloci. Ne avevano avuto abbastanza di quello
spettacolo.
I AGGIORN!! (ma che
cavolo dici? ndTutti) (Dico quello che mi pare
ù.ù ndMe). Allora che ne pensate di questo nuovo
sclero??? Non sono troppo carini (un'altra volta) Sasori e Deidara? E
Kiba-kun? Beh, direi che è ora di cominciare a fare sul
serio, per cui... THE SHOW MUST GO ON!!!
Passando alla recensioni:
Sasori_Danna:
Sìsì,
se le sono date!!! Billo-billo!! Sasuke e Naruto sono SEMPRE
amichevoli. Non hai visto cosa hanno fatto nelle risposte al chappy
precedente (*çç* ndMe,SasukeENaruto) Baci
dall'inferno The Angel
Of Satana
tatanena: Nuova lettrice! Che
bello!! Mi piacciono le nuove lettrici. anche se, tesoro, è
inutile che la gente mi dica aggiorna presto: quando io
aggiornerò presto si ghiaccerà l'inferno! (Ehi! e
io poi dove vado?? ndSatana)(Scusi, capo! ndMe). Baci dall'inferno The Angel Of Satana
blackwings: Allora, sono contenta che
ti piaccia. però devo correggerti: "Akasuna" è
veramente un appellativo per Sasori, mentre Iwa è il
villaggio della Roccia. Deidara proviene da lì, certo, ma
non è il suo cognome. Comunque, il mio yaoiimetro si
è ormai rotto da tempo (insieme alle scatole della mia best
perchè gli parolo sempre di yaoi e dei miei prossimi
progetti, non esattamente casti) Baci dall'inferno The Angel Of Satana
Karin93: W il SasoDei!! (Evviva!!!
ndSasori&Deidara) Conteniamoci! (Ma sei tu che hai cominciato!!
ndSasori&Deidara)(Osate venire contro all' ambasciatrice del
Diavolo in terra?! ndMe)(Assolutamente no, signorina
ndSasori&Deidara) Baci dall'inferno The Angel Of Satana
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 7 ***
Capitolo
7
Naruto
Uzumaki era arrivato in quei posti per niente raccomandabili quando
aveva un
anno. Suo padre Minato e la madre Kushina erano piuttosto famosi come
industriali. Quando arrivò sul mercato il prodotto di
un’altra società che
ottenne molto più successo, l’azienda
andò in rovina. Si ritrovarono perciò in
strada senza nemmeno più un soldo. Quando Naruto aveva 12
anni, i genitori
vennero a mancare. Da allora Naruto vive da solo. Solo lui e il suo
dolore.
Per ogni madre ancora troppo immatura
che ha avuto troppa paura
Per ogni vita finita in un sacco della spazzatura
Kiba
Inuzuka è il figlio di una famiglia che alleva cani per poi
portarli alle
mostre. Il padre se ne andato di casa quando aveva 5 anni,
così è cresciuto
solo con la madre e la sorella maggiore. E il suo cagnolino Akamaru.
Quando
alle mostre si sono visti strappare i titoli più importanti
da un altro cane di
una famiglia importante, si sono ritrovati improvvisamente in questi
posti non
adatti ad un ragazzo di 13 anni. Sono 2 anni che Kiba cerca di
sopravvivere
alle insidie che questa vita presenta. E combatte con i denti, come la
madre
gli ha insegnato a fare. È più simile ad un cane
che ad un uomo. Ma dove vive è
importantissimo combattere. E allora Kiba combatte. Combatte con gli
altri e
con se stesso.
Per chi ha visto un genitore andare via
Per chi il proprio padre non sa nemmeno chi sia
Per chi cresce a mazzate date da un alcolizzato
Temari,
Kankuro e
Gaara del Deserto erano i figli del sindaco. La madre morì
di parto quando
nacque Gaara. Per questo suo padre e i suoi fratelli lo odiavano,
odiavano quel
ragazzino dai capelli rossi, provenienti dal Diavolo. E quel ragazzino
odiava
loro. Odiava quei 3 che lo ignoravano e che quando lo notavano lo
insultavano e
lo picchiavano. Poi, una calda sera d’estate, Gaara
entrò nella camera del
padre con una pistola. Gliela puntò alla tempia. Sentendo il
freddo metallo sul
viso, il padre si svegliò. Ma non fece in tempo ad aprire
bocca che Gaara aveva
sparato. Un colpo secco, senza rimorso e letale. Dovettero scappare. Si
rifugiarono nei bassifondi di Tokio e Gaara si chiuse in se stesso. Non
parlava
quasi con nessuno e nessuno osava avvicinarlo, nemmeno i suoi fratelli.
E
quindi Gaara cresce da solo. Solo e senza rimorsi.
Per il figlio che è scappato
e per quello che l’ha ammazzato
Per chi ha sentito sulla gola un coltello
Sakura
Haruno era
la figlia di una normalissima famiglia di Tokio. Adesso vive con la
madre,
perché il padre è morto di tubercolosi quando era
davvero piccola. Sakura non
ricorda nemmeno come era. La madre era disoccupata e quindi non avevano
soldi
per mantenersi. Quindi si sono trasferiti nei quartieri bassi. La madre
ha
iniziato a prostituirsi, mentre lei si è rifiutata. E la
società ha rifiutato
lei.
Per le vergini vendute come carne da macello
Per il padre schiacciato dal suo lavoro
che per dare il pane ai figli invecchia lontano da loro
Shikamaru
Nara fa
parte del prestgiosa famiglia Nara, una delle migliori sul mercato
degli arredi
per case. Un giorno, la fabbrica andò in fiamme. Si
pensò ad un incidente, ma
l’ipotesi venne scartata quando anche le altre filiali
andarono a fuoco. Solo
che in una di queste morì un operaio. Il signor Nara venne
accusato di omicidio
volontario e perse la causa. La famiglia del morto si prese tutti i
loro beni e
loro finirono sul lastrico. Shikamaru diventò il ragazzo
pigro che è adesso.
Molti lo sgridano per quello che è ma lui lo fa per un
motivo preciso: dormendo
fugge dalla realtà che lo circonda, e entra in un mondo suo,
dove nessuno può
bruciare niente. Neanche la sua voglia di vivere.
Per ogni madre che si attacca alla bottiglia
Per ogni soldato mai ritornato alla famiglia
Ino
Yamanaka è la
rampolla degli Yamanka, i migliori sul mercato della moda. O almeno lo
erano.
Suo padre, stilista, dopo l’ultima collezione, venne fatto
pezzo dalla critica.
Smisero di comprare le sue creazioni e pian piano la famiglia si
ritrovò dove
vive adesso. Ino continuò ad indossare gli abiti del padre e
ad andare a testa alta,
come le avevano insegnato. Cercò di non vergognarsi di suo
padre, si era sempre
vantata del padre ricco e apprezzato. Adesso non aveva più
nessuno con cui
vantarsi. Cercava di tenere la testa alta ma dentro di sé
tutto si abbassava.
La sua allegria, la sua arroganza… La sua vita.
Per ogni cuore fatto a pezzi da una stronza
Per ogni donna che ha un uomo che non la ascolta
Per la gente onesta che però si sente sempre dire no
Choji
Akimichi è
il figlio di colui che una volta era il miglior chef della
città. Il ristorante
“Akimichi” aveva un sacco di clienti e la critica
lo definiva come il miglior
ristorante del Giappone. Il giorno dell’ispezione sanitaria
però venne trovato
un topo nella grande dispensa del ristorante. L’ispettore
riferì tutto quanto e
presto si venne a sapere del fattaccio. La critica cominciò
a scrivere
negativamente e il ristorante cominciò a perdere mano a mano
i clienti. Si
ritrovarono per cui nel quartieri malfamati dove il padre mise su una
specie di
ristorante, che non fruttava praticamente niente. E Choji annegava il
suo
dolore nel cibo, sperando che almeno in quello non ci fosse un critico
pronto a
rovinarti la vita.
Ce l’hai un attimo per me?
Perchè c’è troppo
bisogno di aiuto, di aiuto, di aiuto..
Ce l’hai un attimo per me? Perchè
c’è troppo bisogno di aiuto, di aiuto, di
aiuto..
Soltanto un attimo per me
Ti prego dimmi mentre il mondo piange Dio dov’è?
Neji
Hyuga fa parte dell’ormai
caduto in rovina clan Hyuga. Una volta però gli Hyuga erano,
con gli Uchiha,
una delle famiglie più potenti del Giappone. Neji
però non poteva godere di
questa popolarità in quanto facente parte della casata
cadetta del clan.
Nessuno sapeva della divisione che vigeva tra le 2 casate: la casata
principale, quella di Hinata, ovvero i dirigenti, controllavano il
mercato. La
casata cadetta era tenuta solamente a svolgere gli ordini. E questo a
Neji non
andava giù: non gli andava giù di essere una
sottospecie di facchino tutto
fare, non gli andava giù il fatto di ricevere ordini, ma
soprattuto non gli
andava giù il fatto che una ragazza, fragile e debole, fosse
nella casta alta.
Lui odiava Hinata. E Hinata aveva paura di quel cugino così
freddo e
silenzioso. Un giorno il padre di Neji venne a mancare. Quel giorno
Neji sentì
il sangue ribollirgli nelle vene e fece qualcosa di troppo: si
lanciò contro lo
zio e iniziò a picchiarlo. Aveva origliato, infatti, una
conversazione tra lo
zio e il padre, fratelli gemelli. Hizashi era stato costretto dal
fratello
Hiashi a compiere una missione nei quartieri malfamati al posto suo.
Quando le
guardie del corpo di Hizashi arrivarono, era troppo tardi: Neji se
l’era
svignata e aveva lasciato Hiashi a terra, moribondo. 5 giorno dopo,
Hiashi era
morto. Per non farsi prendere, Neji era scappato e si era rifugiato,
per ironia
della sorte, nello stesso quartiere dove fu ucciso il padre. La piccola
Hinata
lo raggiunse poco tempo dopo: il tribunale non gli aveva affidato i
beni.
Adesso Neji vive con la cugina: ha imparato ad amarla e rispettarla. Ha
infine
ripreso il suo vecchio ruolo: proteggere Hinata. Chiunque provi ad
avvicinarsi,
deve vederla con Neji Hyuga. E sono pochi le persona che hanno voglia
di
provarci. Le poche persone che hanno avuto il fegato di farlo sono
scomparse
dalla circolazione.
Una preghiera va a chi è in carcere
senza
motivo
Per chi esce ma non cambia e torna in gabbia recidivo
Akasuna
no Sasori
era il rampollo degli Akasuna, una famiglia molto famosa nel campo
delle
bambole. Solo che Sasori aveva un unico “difetto”:
era omosessuale. Stava con
Deidara, ma non l’aveva ancora detto ai suoi. Deidara si
trovava nella stessa
situazione. Decisero di dirlo ai genitori la stessa sera, a cena. Fu il
finimondo:
entrambi cacciati di casa. Si ritrovano [insieme]
in quei quartieri malfamati. E mentre Deidara rimaneva lo stesso, o
quasi,
ragazzo allegro di sempre, Sasori cambiava. Diventava il ragazzo scuro
e serio
che è adesso. Divenne protettivo nei confronti del biondo e
si chiuse in se
stesso. Neanche l’allegria di Deidara riusciva a scalfire la
sua corazza, ed è solo
grazie a quella corazza che ora è il cavaliere di Deidara.
Pronto a salvargli
al vita in ogni situazione. Quando seppe che i suoi genitori erano
morti in un
incidente, segretamente, sorrise. E da allora, quando accade qualcosa
di
brutto, si può vedre un leggero sorriso sfiorargli le
labbra, ma non udire la
risata sguaiata che dentro lo scuote.
Per il suo bambino
Per il suo futuro
Per chi è aldilà del muro
Deidara
Tsuchi era
il figlio di Tezuna Tsuchi, il più grande e rispettato
creatore di esplosivi
del Giappone. Forniva materiale all’esercito e aveva
cresciuto il figlio
Deidara facendogli vedere le sue creazioni e dicendogli:”Un
giorno sarai tu
l’erede della mia arte”. Il motto di Deidara era
diventato “L’arte è
l’esplosione” e per questo era sempre stato in
disaccordo con Sasori, il suo
ragazzo. Per il rosso l’arte era una cosa eterna, come le sue
bambole. E una
sera Deidara fece l’inevitabile: confessò ai
genitori la sua omosessualità.
Il biondo non scorderà mai
quella scena: la madre che singhiozzava dicendo “Ma cosa
abbiamo fatto di male
per un figlio così??” e il padre si era alzato e
gli era venuto vicino. Deidara
l’aveva guardato. Aveva guardato quel viso tanto virile, dai
capelli corti così
diversi dai suoi. Era rimasto fermo. Poi, all’improvviso,
aveva alzato una mano
e aveva colpito il figlio. Un colpo secco, sulla guancia, e le cinque
impresse
sul volto di Deidara. Il figlio non si era mosso. Aveva continuato ad
osservarlo, poi si era voltato. Aveva fatto le valigie ed era scappato
con
Sasori. Si erano rifugiati in quei posti. Da allora Deidara vive con un
segreto: far esplodere i suoi genitori. “Vi farò
morire nel modo più atroce:
con le vostre stesse armi. Diventerete arte: la mia
arte!”
Per
chi è umiliato e al suo padrone grida vaffanculo
Perchè ogni verità taciuta venga conosciuta
Per l’aria sporca e ogni foresta che viene abbattuta
Kakuzu
proviene da
una famiglia di antica stirpe. Le radici affondano a cavallo a tra la I
e la II
guerra mondiale. Il ragazzo andava molto fiero delle sue origini, fino
a quando
dei ragazzi, fascisti, non lo sorpresero fuori da scuola e lo
picchiarono.
Kakuzu si spaventò a tal punto che cercò di
rinnegare la propria famiglia e
nessuno riuscì a cavargli niente di bocca.
Cominciò a prendere lezioni di boxe
e divenne un ragazzo forte. Ma questa sua forza divenne tale che
cominciò a
fare il gradasso con gli altri ragazzi. Un giorno che si sentiva
particolarmente
arrabbiato, incontrò i ragazzi che lo avevano picchiato. Si
parò davanti ad
essi, e li picchiò, esattamente come loro avevano fatto con
lui. Accecato dalla
furia e dalla voglia di vendetta, ne ferì uno in modo grave.
Il ragazzo entrò
in coma. Dal quale non si è più risvegliato. I
genitori organizzarono la fuga.
Alle autorità dissero che il figlio era scappato. Gli agenti
ci credettero e
archiviarono la faccenda. Kakuzu si ritrovò a vivere nei
piani bassi della
città. Grazie alla sua forza sovrumana, non c’era
persona che osasse sfidarlo,
anche se le cicatrici sul volto di Kakuzu sono innumerevoli.
Vergognandosi del
suo aspetto, il ragazzo si mise una maschera. Isolandosi dal mondo. Fu
così che
conobbe Hidan: due ragazzi soli, entrambi rifiutati dalla
società, che nessuno
voleva. Ci fu una guerra di supremazia ma alla fine fu ex
equo e i 2 si misero assieme. Ma nessuno è ancora
riuscito a
togliere dal viso di Kakuzu quella maschera, che lo isola dal mondo,
rendendolo
invisibile anche agli occhi più attenti: quelli
dell’anima.
Per ogni nonno come il mio che ha disertato
il duce
Per chi ogni giorno prega Dio di avere un po’ di pace
Hidan
era nato in
quei posti. Ciò ha contribuito a formare il carattere che ha
adesso:
combattivo, sfottò e volgare. Non sa come è
vivere nella società “alta” e per
questo per lui tutti quelli venuti “da su” sono
figli di papà. Lui, dei suoi
genitori, non ricorda nulla. Ricorda solo di essersi svegliato un
giorno con il
viso di una donna sulla cinquantina che lo osservava preoccupava.
Quando aveva
aperto gli occhi, la signora aveva lasciato andare un sospiro di
sollievo.
“Dove sono?”, aveva chiesto.
“All’orfanotrofio”, fu la secca risposta.
Da
allora Hidan visse da solo, senza famiglia. Il suo carattere
andò peggiorando e
divenne il ragazzo aggressivo, violento e volgare che è
adesso. Poi incontrò
Kakuzu. Fu lotta all’inizio, ma piano piano i 2 iniziarono a
conoscersi e
adesso stanno insieme. Ma neanche un persona pacata come Kakuzu riesce
a
placare Hidan. Per questo, chiunque lo tiene alla larga. E allora Hidan
va da
solo, sorridendo al fatto che tutti lo temano. Ma piangendo per il
fatto che
nessuno gli si avvicini mai, anche solo per ostacolarlo.
Per ogni bacio non dato
Per ogni amore trovato
Per il barbone affamato morto in un prato
Per quello che si è salvato
Grazie a un euro donato
e per l’uomo che l’ha sfamato al volontariato
Zetsu
è un ragazzo
strano. Nessuno sa da dove viene ne come è arrivato
lì. Sanno solo che nemmeno
lui lo sa. A 5 anni aveva piacchiato la testa su un gradino
così forte da
provocargli un trauma cerebrale. Quando si era svegliato aveva chiesto
dove
era? Poi chi era. E, infine, chi erano quelle due persona che lo
stavano
guardando incredule. I genitori ci erano rimasti malissimo. Non
volevano un
figlio “malato”, come lo chiamavano loro, quindi lo
abbandonarono. Zetsu si
ritrovò solo: un bambino 5 anni, affetto da amnesia, che
girovagava nel
temporale. Fu accolto in casa a una nonnina sola che viveva nei
bassifondi della
città. Si accorse che il bimbo era affetto da crisi quasi di
personalità: in
alcuni momenti era buono come un angelo, in altri sembrava provenire
dall’inferno. Quando fu abbastanza grande andò a
vivere da solo e si dipinse il
volto di due colore diversi: nero e bianco. Il male e il bene. Yin e
Yang.
Chiaro e scuro. Notte e giorno. I colori rappresentavano le sue 2
metà, le sue
2 vite. Parlava spesso da solo e i suoi amici non ci facevano caso.
Zetsu non
ricorda niente delle sua infanzia coi i suoi genitori tranne le loro
facce
sconvolte: un ricordo che vorrebbe cancellare volentieri ma che,
purtroppo, non
ci riesce neanche con la sua parte nera. Nero che comanda, nero che
prevale su
tutto. Ma non sul dolore.
Per chi non se ne frega
Ti imploro veglia e prega
Su ogni ribelle nel giusto che non si piega
Per chi è sul baratro però
Guarda in basso e dice no
Pain
è un demone.
O meglio, gli altri lo definiscono un demone. Forse anche per via dei
suoi
capelli rosso fiamma. Ma lui preferisce definirsi un Dio. Sul suo volto
appaiono innumerevoli piercing. La leggenda dice che se ne fa per ogni
uomo che
uccide. Nessuno sa da dove viene, chi era la sua famiglia. Un giorno
l’hanno
visto comparire in compagnia di una donna dai capelli blu, lo sguardo
fisso
davanti a se, come se fosse il padrone di tutto. Con le fiamme
dell’inferno
mosse dal vento sulla testa.
Ce l’hai un attimo per me…
Minuto dopo minuto il mondo va a rotoli ma resta muto
Dove sono cresciuto vieni tenuto
Seduto e l’odio viene venduto
Da mani lisce come velluto
Konan
è la
fidanzata di Pain. È arrivata insieme a lui un giorno
d’inverno, tenendogli la
mano ed ignorando gli sguardi curiosi dei passanti. Lei e Pain sono
tipi
piuttosto silenziosi: parlano solo se necessario e preferiscono i fatti
alle
parole. Come tutti quelli che si trovano lì del resto.
Nessuno le si può
avvicinare per cercare di rimorchiarla, perché Pain non lo
permette. È sua e
solo sua. Ha solo lei e non intende cederla a nessuno. Non conoscono
nemmeno la
sua provenienza, sanno solo che ha una bellezza che abbaglia, e loro
sono come
falene attorno a una fiamma.
Per cui c’è troppo bisogno
di aiuto
Per chi non usa la forza ma usa il dialogo
Per chi non si arrende all’ennesimo ostacolo
Per quelli che sono vivi per un miracolo
Per te se come me vivi per un miracolo
Ci
sarà una guerra. Una guerra sanguinosa. Che
lascerà il
segno. Un segno indelebile. Contro loro stessi e contro i loro destini.
Guarda giù
dai speranza ai sognatori
E la forza per costruire giorni migliori
Per chiunque sia tagliato fuori
E guarda il cielo come me
Chi vuole uccidermi?
*tutti alzano la mano* Scusateeeeeeee!!! Ma mi era passata la voglia e
l'ispirazione per scrivere... Spero mi perdonerete. Allora, non sono
andata avanti con la storia perchè ho voluto raccontare le
vite dei personaggi. Adoro questa canzone e mi era sembrata adatta.
Passiamo alle recensioni:
Aki
chan: I
capitoli sono corti
perchèèèèè...
Alla sottoscritta vengono sempre così corti!!! Me
lo dicono in molti, è uno dei mieie difetti "da
scrittice"... Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana.
Sasori_Danna:
Eheh... Kiba-Kiba...
(che c'è? ndKiba) (niente ndme) Ma se vuoi,
tesoro, la faccio anche ItaSasu... Faccio una cosa a tre e non se ne
parla più XDXD. Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana
Tensai86: Uhuh... Tengo sulle spine io...
Io anche sono curiosa come... un delfino curioso!!!! (??? ndTutti)
(lasciate stare ndme) (sei curiosa della TUA storia??? nd Tutti) (sono
imprevedibile... ndme)(nom, sei scema... ndTutti) A parte questo...
Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana
Karin93:
Itachi
finirà con... NON LO DICO!!! MUAHAHAHAHAHAH!!!! Ok,
se sclero vuol dire che è l'ora di andare... Baci
dall'Inferno. The Angel Of Satana
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Capitolo 8
Dopo
aver consumato un piatto di pasta scotta (Itachi non era mai stato
granchè ai fornelli) e sparecchiato la tavola, Sasuke si
stese sul divano, un ammasso informe di palle di lanugine. Si era
assopito in poco tempo, escludendo i rumori del mondo esterno. Fu
svegliato dopo una mezz’oretta da un rumore di vetri infranti
e dalla porta sbattuta da Itachi, che stava arrivando di corsa. Accanto
alla finestra c’era un oggetto che riconobbero come un foglio
con all’interno un sasso. Lo raccolsero. Sopra vi era
scritto, con una calligrafia irregolare e frettolosa: “Non
credete di essere superiori a noi solo perché siete dei
ricconi… Ma andatevene affanculo!”
La
bocca di Sasuke si contorse in una smorfia furiosa:-Fottiti,
Uzumaki…
°°°
Chiyo
era uscita. Loro due erano soli in casa. E Sasori non aveva voglia di
guardare stupide fotografie per l’intero pomeriggio.
Né tantomeno di studiare.
Per
cui, mentre Deidara stava ancora contemplando la fotografia
completamente assorto, fece scivolare una mano sotto la maglietta
bianca per accarezzare la pancia piatta e tonica del fidanzato. Deidara
sussultò e per poco la fotografia non gli cadde di mano.
Il
rosso continuò a salire fino al petto di Deidara, quando la
maglia divenne un ingombro se ne sbarazzò rapidamente, per
poi iniziare a baciare la pelle bianca del biondino. Deidara si
afferrò ai suoi pantaloni e gemette, quando il fidanzato
iniziò a leccargli il collo.
Sasori
lo condusse dolcemente sul letto e lo sdraiò sotto di
sé.
-Dei-chan…
Deidara
slacciò il bottone sui jeans di Sasori e abbassò
la cerniera, per poi far scivolare la manina magra dentro di essi.
Trovò il membro indurito di Sasori e lo sfiorò
con delicatezza. Le guance di Sasori si colorarono e lui emise un basso
gemito di piacere. Si chinò sul ragazzo e gli sciolse la
coda bionda, sparpagliando i lunghi capelli sul cuscino. Lo
liberò dell’ingombro dei calzoni e scese a
baciargli la pancia. Deidara afferrò le coperte e gemette.
-Sa…
sori…
Il
suo corpo stava andando a fuoco. Il rosso si liberò dei suoi
calzoni con un gesto agile del corpo snello. Si riportò sul
fidanzato e gli bloccò le braccia lungo i fianchi e
iniziò a torturagli il collo mordendolo, leccandolo o
semplicemnte baciandolo. Lasciò una delle mani di Deidara
per artigliare l’elastico dei suoi boxer. Fece scivolare
l’indumento lentamente verso il basso per poi gettarlo a
terra.
Sorrise
maliziosamente. Molto maliziosamente.
-Bene,
bene…
Si
liberò dei propri boxer esattamente come aveva fatto con i
calzoni.
Lentamente,
dolcemente, penetrò Deidara, che urlò. Piano
piano, riuscì quasi completamente, per poi rientrare e
iniziare a spingere, sempre più forte, sempre più
veloce. Deidara, sotto di lui, aveva inarcato la schiena e avevo chiuso
gli e contratto le labbra.
Dio,
quanto gli piaceva…
Raggiunsero
l’orgasmo insieme e il rosso si sdraiò accanto al
biondo e gli accarezzò i capelli.
-Danna…-
Deidara sorrise –Ti amo.
°°°
Naruto
camminava a testa bassa per le strade sporche e fetide.
Aveva
fatto bene a tirare bene a tirare quel sasso in casa Uchiha? Ovvio che
aveva fatto bene, erano solo dei ricconi da strapazzo.
Ma
il motivo di Naruto era un altro: lo eccitavano da morire
gli occhi furiosi di Sasuke.
*_* Quanto
mi garba 'sto capitolo... Alzi la zampa a chi piace *Sasori e Deidara
alzano la zampa* Me lo immaginavo... E con questo ho
scandalizzato la mia migliore amica. Scusatemi per la "cortezza",
donne... Passiamo alle recensioni:
Nico nico the best:
Grazieeeeee!!! Non
credevo che avrebbe riscosso tanto successo questo chappy... Baci
dall'Inferno. The Angel
Of Satana.
Karin 93: Anche io cominciavo a
dubitare di me stessa... Quando ho finito di scriverlo mi sono fatta un
applauso per averlo finito prima dei 20 anni... Ma come so' forte...
Allora, i versi sono della canzone "Vivi per un miracolo" dei Gemelli
DiVersi, quella che hanno portato a Sanremo 2009. Magari scrivessi
così io... Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana.
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Capitolo 10 *** Capitolo 9 ***
Capitolo 9
Sasuke
entrò in classe e sbatté
la cartello sul banco, che scricchiolò. Naruto,
già al suo posto, ghignò.
-Ti
piacciono le scienze,
Uchiha? Scommetto che il tuo argomento preferito sono le rocce.
Sasuke
non lo degnò di uno
sguardo. Naruto si rivolse a Kiba, due file più in su:
-Qualcuno
stamani ha la
luna storta.
Kiba
sogghignò. In quel
momento fece il suo ingresso la professoressa Mitarashi. Anko era una
donna che
vestiva un paio di jeans logori, una maglia a rete con sopra un
giubbotto lungo
fino alle ginocchia.
-Ragazzi,
seduti.- Rumore
di sedie. Naruto si abbandonò di schianto sulla sedia, le
gambe aperte e la
testa appoggiata al muro.
-Accidenti…
Ma chi me l’ha
fatto fare di andare in disco ieri?
Sasuke
scosse leggermente
la testa.
-Oggi
interrogo!
Un
mormorio contrariato si
diffuse per la classe.
-Mmh…
UZUMAKI! Vediamo se
questa volta andrà meglio.
Naruto
si trascinò
svogliatamente alla cattedra.
-Prof.,
lo sa che oggi è
più figa del solito?. Sguardo alla scollatura.
La
Mitarashi sorrise maliziosamente
si appoggiò allo schienale della sedia e spinse avanti il
seno prosperoso.
-Bene,
Uzumaki… Mi fa
piacere Come si forma il Present Perfect?
-Prof.,
così a bruciapelo?
Non mi fa riprendere prima?- Sorriso malizioso.
-Present Continuos?
-Professoressa, oggi
è veramente crudele! Cosa
c’è, il suo fidanzato non glielo dà
più??
-La
mia via sessuale non ti
deve interessare, Uzumaki. Past Simple del verbo
Be?
-Ehm…
Allora…
-Allora
4, Uzuamaki. Come
sempre.
Naruto
si avviò a posto,
neanche minimante abbattuto per il votaccio.
-Recupererò
con le mie
incredibili doti sessuali.
Kiba
intervenne:-Ma se ce
l’avrai sì e no 5 cm in erezione!
Naruto
si voltò di scatto
e saltò per gioco addosso a Kiba, scuotendolo per il
cappuccio della felpa.
Intervenne la professoressa:
-Uzumaki!
Inuzuka! Se
dovete occuparvi dei vostri affari
privati andate in giardino, preferibilmente in un angolo:
nessuno vuole
vedere i tuoi 2 cm e mezzo, Uzumaki!
La
classe esplose in una
risata fragorosa. Sasuke spalancò gli occhi: anche
l’insegnante?
Intervenne
una ragazza dai
lunghi capelli biondi:-Prof, si potrebbe organizzare una lotteria per
decidere
quando ce l’ha lungo Naruto. Per premio, a chi ci indovina,
lui.
Le
rispose la ragazza con
i capelli a fianco:-Ma se poi ce l’ha corto che razza di
premio è???
-Volete
verificare??
Sakura? Ino?
-No,
grazie.- risposero le
due ragazze in coro.
-Bene.
A posto Uzumaki.
Okok, mi volete
uccidere, lo so!
SCUSATEMI TANTO, ma il computer grande non va, nel piccolo non ho NvU e
quindi
ho chiesto alla mia amica (che ringrazio tantissimo) di aggiornare per
me, però
tutte e 2 dovevamo studiare… Quindi casini e basta! Passiamo
alle recensioni:
elisettaxsempre:
Nono, il livido è frutto di una rissa xD E il
seme… Trallalà…
TUTTO SEGRETO!!! MWAHAHAHAHAH!!! Baci dall’Inferno. The Angel Of Satana.
Eresseye:
ù.ù
Figurati se mi offendo per un “pazza”, io stessa mi
do della pazzissima… Io e ‘sti personaggi siamo
tutti da ricovero =)… Baci
dall’Inferno. The Angel Of Satana.
Sasori_Danna:
Seee, io che
insegno a scrivere a te… Figuriamoci…
Comunque non fare spoiler sulla mia storia… Baci
dall’Inferno. The Angel Of Satana.
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Capitolo 11 *** Capitolo 10 ***
|
Capitolo 10
Itachi era tranquillamente seduto al
suo posto, quando vide Deidara entrare trottando. Sasori, dietro di
lui, arrivò pochi secondi dopo, con l’aria da
povero martire. Itachi si chiese se era fisicamente e mentalmente
possibile convivere così a lungo con Deidara senza
impazzire. Quando si accorse di fissare Deidara un po’ troppo
intensamente, distolse lo sguardo, guardandosi intorno con aria
colpevole.
-COMPAGNO DI BANCO!!
L’urlo di Deidara fece
sobbalzare tutta la classe che si voltò appena in tempo per
vedere il biondo lanciarsi su Itachi a una velocità di 140
Km all’ora, che per poco non si ribaltò dalla
sedia. Itachi lo allontanò da sé con una
prontezza mai vista in un ragazzo alle 8 e mezzo di mattina.
-Ma ti sei tutto rincoglionito??
Deidara si esibì nella
tecnica degli occhioni da cucciolo bastonato, tecnica che peraltro
Sasuke aveva affinato e portato a livelli elevatissimi.
-Non sei contento di vedermi?
-Nessuno è contento di
vederti così fottutamente allegro e iperattivo in questa
fottutissima mattina in questa scuola di merda!
Sasori si voltò verso il
ragazzo che aveva parlato:-Grazie mille, Hidan.
-Quando vuoi, bel rossino.- fece il
ragazzo chiamato Hidan, guardandolo provocante.
Sasori girò la testa
dall’altra parte, le labbra contratte in una smorfia. Si
accomodò al suo banco, proprio dietro quello di Deidara.
Quanto detestava Hidan quando faceva così…
Il biondo si era seduto, o meglio,
semisdraiato sulla propria sedia e sembrava aver perso tutta la sua
vitalità. Itachi tirò fuori il libro di inglese.
Non aveva mai visto l’insegnante ma dalle
descrizione dei compagni si aspettava una grandissima gnocca. Una demoniaca
grandissima gnocca.
La demoniaca entrò in
classe incazzata nera.
-Mi raccomando, non vi alzate, razza
di idioti.
La classe scattò in
piedi.
-Bravi bambini. Ora a cuccia.
Sbattè il registro sulla
e fece vagare lo sguardo sulla classe.
-Sappiate che oggi inte…
Il suo sguardo cadde su Itachi, che
la stava scrutando leggermente accigliato.
-E tu? Chi sei?
-Itachi Uchiha, prof.
-Uchiha, eh? Mica hai un parente
in…
-2°D? E’ mio
fratello.
-Bene... Che ne dici di venire
interrogato?
Intrevenne Deidara:-Prof, come mai
oggi è incazzata? Dica la verità: il citto
l’ha mollata.
-Tsuchi…
-Sì?
-Ti sei per caso messo
d’accordo con Uzumaki?
-No, pura coincidenza.
-Bene. Allora per pura
coincidenza vieni interrogato come lui.
Anko riabbassò lo sguardo
sul registro e Deidara si voltò verso Sasori:-Aiutami!
-Non preoccuparti, vai!
Il biondo strascicò i
piedi fino alla cattedra. Che brutta situazione…
-Oh Kami… Proprio oggi
dovevano fumargli le palle??!!
Guardò Itachi, che aveva
messo su una faccia completamente apatica.
-Come fai a essere così
tranquillo?-chiese in preda a una crisi di panico.
-Forse perché lui durante
l’anno ha studiato, Tsuchi.
-Eheh…
-Cominciamo.
La crisi di panico passò
al livello successivo e Deidara fece scattare la sua mano verso quella
di Itachi.
-Tsuchi, vediamo…
Crisi di panico ai massimi livelli.
Rischio di attacco di cuore e la mano di Itachi stritolata. E gli occhi
di Sasori si chiusero a fessura.
“Questo
no.”
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 11 ***
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Capitolo 11
Sasori
cercava di non darlo a vedere, ma era incazzatissimo. Anzi, non
esisteva un
termine adatto per esprimere la sua rabbia. Era finalmente riuscito a
“fare
pace” con l’Uchiha, e lui che fa? Va a stringere la
mano di Deidara durante
l’interrogazione. Davanti a tutti. Davanti a lui. Dentro di
sé, in fondo,
sapeva che era colpa di Deidara. Ma non l’avrebbe mai
ammesso: il suo amore
cieco, incondizionato, sconfinato per il biondo lo faceva apparire ai
suoi
occhi come un angelo, puro e senza peccato.
E mentre
quell’orda di pensieri negativi gli invadeva la mente,
Deidara trotterellava
allegramente accanto a lui. Grazie a Itachi era riuscito a strappare un
6 ad
Anko.
-Allora,
amore, che ne dici?
-Cosa?
Scusa Dei, non ti ascoltavo.
Deidara non
se la prese.
-Dicevo…
Stasera potremmo chiamare i ragazzi e andare tutti in discoteca.
-Perché
no?
E’ un pezzo che non ci andiamo.
Deidara
sorrise, e il suo sorriso illuminò il cortile. Sasori gli
passò un braccio
intorno al collo e lo portò via con lui.
Intanto,
Itachi stava tornando a casa con Sasuke.
-Senti,
nii-chan…
-Sasuke.
-No, io
sono Itachi… Crisi d’identità?-Itachi
sghignazzò da solo per la sua battuta.
-Cretino.
Tu devi chiamarmi Sasuke.
-Ooohh…
Mi
scusi. Comunque, Sasuke…
Deidara mi
ha invitato in discoteca, stasera… Che dici: vieni anche te??
-Verrò.
-Verrà.
Lui
verrà. Come sei fatalista oggi, nii-chan…
-Sasuke.
***
“Oh
mio
Dio, come sono bello”.
Questi
erano i pensieri di Itachi da circa mezz’ora.
-Itachi,
hai finito? Dobbiamo andare.
Il maggiore
degli Uchiha si staccò a fatica dallo specchio e
uscì dal bagno, per ritrovarsi
faccia a faccia col fratello, la cui espressione era ai limiti della
rassegnazione.
-Non ti
sarai di nuovo fissato a guardare la tua immagine allo specchio?
Itachi si
guardò intorno, colpevole:-No…
Sasuke
scosse la testa:-Andiamo, boke.
Itachi mise
il broncio:-Boke sarai tu.
Uscirono,
assicurandosi di chiudere a chiave la porta. Deidara e Sasori erano
già sul
marciapiede davanti a casa loro. Insieme a loro c’erano tutti
i loro amici.
Deidara
fece le presentazioni:
-Allora,
Itachi lo conoscete già. Questo piccoletto- Sasuke fece una
smorfia- è suo
fratello Sasuke. Sasuke, loro sono Hidan,-il ragazzo dai capelli
bianchi lo
guardò malizioso e si leccò le labbra-Kisame,
Kakuzu, Tobi, Zetsu, Pein e la
ragazza coi capelli blu è Konan.
L’Uchiha
minore li salutò con un cenno del capo. Konan lo
fissò per un paio di secondi e
poi distolse lo sguardo.
-Forza
andiamo, branco di femminucce deficienti.
-Sempre
fine, Hidan…
***
Quella che
loro chiamano discoteca era una specie di capannone riadattato alla
bell’e
meglio. Era gestito da un omone grande e grosse che faceva anche il
body-guard
all’entrata. Il suo nome era Zabuza Momochi.
Deidara
bisbigliò all’orecchio dei due fratelli:-
Quell’uomo è una persona terribile.
Quelle cicatrici che ha addosso se le è procurate battendosi
contro i suoi
nemici. E li ha uccisi tutti. Prima li ha torturati, poi li ha uccisi.
Non
fatelo incazzare.
Pagato il
biglietto, Zabuza li fece entrare. Subito, l’odore di alcol,
sudore e vomito li
colpì violentemente. Itachi e Sasuke si bloccarono di scatto
e si guardarono
negli occhi.
-Non
venite?
Kisame si
era girato e li aveva squadrati.
-Arriviamo…
Sasuke si
guardò un po’ intorno e il suo sguardo sulla
barista. Era carina, forse un po’
piatta ma passabile.
Deidara lo
prese per un braccio e lo trascinò verso il bar
urlando:-Offro da bere!
Lo
piazzò
davanti al bancone e gli intimò di ordinare quello che
voleva. Sasuke provò a
declinare ma Deidara s’imputò come un bambino
piccolo e dopo una discussione a
toni sempre più acuti (solo quelli di Deidara ovviamente) e
uno scapaccione, il
moretto si convinse a ordinare. Si voltò verso la ragazza
dietro il bancone:
-Mmh…
Una
vodka, grazie.
La ragazza
rimase stupita dalla sua gentilezza e si voltò per eseguire
l’ordine. Porse
l’ordine a Sasuke con un mezzo sorriso.
-Grazie,
signorina.
Il sorriso
si allargò ancora di più:-Sono qui per questo. E
sono un maschio.
Sasuke per
poco non si strozzò con la vodka.
-Un…
ragazzo??
-Eh
sì.
-Oh…
Mi
dispiace…
-Non
preoccuparti… Sono in molti a crederlo. Piacere, sono Haku.
-Sasuke.
Il moro
stava per chiedere qualcosa al ragazzo del bancone quando Deidara lo
afferrò
per un braccio e lo trascinò via con sé.
-Avanti,
Sasuke. Non vorrai stare tutta la sera al bar?
Dopo aver
ballato un pochino con un paio di ragazze decisamente poco vestite,
Sasuke si
ritirò in un angolo e appoggiò la schiena a una
colonna. Da lì poteva vedere
chiaramente suo fratello, seduto su un divanetto, accerchiato da una
folla di
ragazze praticamente in mutande e reggiseno, alcune visibilmente
ubriache. Non
ci poteva fare niente, Itachi: quei grandi occhi neri, quei capelli
lunghi e i
lineamenti delicati erano come miele. Le donne erano attratte da lui
come
falene da una fiamma.
-Alloooora…
Ti stai divertendo?
Si
voltò di
scatto e si trovò davanti un Naruto decisamente alticcio ma
che ancora si
reggeva sulle gambe.
-Non fare
il veshietto… Bevi un pooooo’…
-No,
grazie.
-Pershè
no?
Hai forse paura? Mica devi guidare dopo!- Naruto rise da solo.
Sasuke non
si voltò: era deciso ad ignorarlo, non voleva dare
spettacolo il secondo giorno
dal suo arrivo.
-Scommetto
che non hai mai neanche fatto sesso. Sei un ve-ve-verginello…
Il moro
strinse i pugni fino a farsi affondare le unghie nella carne.
-Uzumaki,
smettila. O ne pagherai le conseguenze.
-Uuuhhh…
Che paura. Dai, sono pronto. Fammi male!
Sasuke
stava per cedere alla tentazione. Prevalse però il suo
“animo di marmo” e fece
un altro passo.
Naruto fece
un sorrisetto di scherno:-Vigliacco…- e si voltò
anche lui per andarsene.
Questo era
troppo. L’Uchiha minore si voltò di scatto, lo
raggiunse in due passi e lo
sbatté al muro. Naruto picchiò il naso sul muro e
gli uscì un lamento di
dolore.
-Uchiha, ma
sei pazzo?
Sasuke
fumava di rabbia:-Te lo do io il verginello, adesso.
Mentre con
una mano teneva bloccate le mani di Naruto, con l’altra gli
slacciava i
calzoni. Un rivolo di sangue scorreva giù per il viso del
biondo, sporcandogli
anche la maglietta.
-Uchiha,
smettila…
-Stai
zitto, baka.
Artigliò
i
boxer di Naruto e glieli fece scivolare alle ginocchia. Poi si
slacciò i
pantaloni, rivelando la stoffa tesa dei boxer neri. Naruto diede uno
strattone
ma il moro aveva una forza notevole per un ragazzo della sua
età.
-Stai
buono.
Prese con
forza il biondo, strappandogli un gemito di dolore. La sua spinta si
fece
violenta, insopportabile. Naruto era sull’orlo delle lacrime.
-B-b-basta…
-Prima…
mi…anf…
prendi per il culo… poi mi preghi?
Le lacrime
aveva cominciato a scendere copiose sulle guance di Naruto, quando
Sasuke
venne. Si staccò di scatto e si riabbottonò i
pantaloni. Naruto si accasciò a
terra.
Il
moro gli
si avvicinò e gli sussurrò in un orecchio:- Fai
attenzione alla scelta dei tuoi
nemici, Uzumaki.
Autrice:
O.O
Naruto:
ç_ç
Sasuke:
^_^
Naruto:
Mi ha violentato...
Autrice:
Ho visto...
Sasuke:
^_^
Autrice:
Sasuke, di qualcosa!
Sasuke:
^_^
Autrice:
-.-" Non importa... Rispondiamo alle recensioni.
DebbyUzu: Ma grazie! Ecco qui il nuovo
capitolo (così ti ho tolto l'ansia xD) (Eh!
ndNarutoArrabbiato)(Poccia! ndAutrice) Baci dall'Inferno, The Angel of Satana.
Karin93: U_U Sono famosa per la mia
crudeltà!! Mwahahahahah!! Come vedi, Sasori è
riuscito a calmare gli spiriti bollenti... Chissà come??
Mah, dopo vado colloquio con Deidara. Baci dall'Inferno, The Angel Of Satana.
Eresseye:
Ti saluto
anche io dalla discoteca di Tokio! xD (Stronza! ndNaruto)(Stai zitto!
ndMe) Beh, questo capitolo è un po' più lungo ma
no aspettarteli tutti così ^.^. Baci dall'Inferno, The Angel Of Satana.
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Capitolo 13 *** Capitolo 12 ***
Capitolo 12
La notte
è fatta per pensare. Per pensare a tutto ciò che
vorresti cambiare, che escluderesti dalla tua vita per sempre, sapendo
per certo che non ti mancherà.
Naruto voleva
cambiare la sua vita. Interamente. Da quando era rimato orfano fino a
quella stupidissima notte in cui aveva deciso di infastidire
l’Uchiha.
[Sicuro
di voler cancellare anche stanotte, Naruto?]
Il dottore
della scuola aveva cercato di rifilargli tante psicocavolate ma lui non
ci credeva. Preferiva metodi decisamente più pratici.
Alzò il materasso e tirò fuori una bustina
trasparente piena a metà di polvere bianca. La
aprì e ne prese un pizzico. La appoggiò
sull’altra mano e tirò direttamente da
lì. Dopo pochi secondi, sentì la scossa della
cocaina che entrava in circolo. D’un tratto il mondo gli
sembrò diverso, più “umano”.
Era così che era riuscito a tirare avanti per tutti quegli
anni, come quasi tutti i ragazzi lì. A parte quegli stupidi
Uchiha, che erano arrivati solo da 2 giorni. Diede un calcio al muro.
Era riuscito a escludere tutto, perché non ci riusciva con
quei 2? O meglio, con Sasuke? Ricordava la rabbia del moro, la sua
furia cieca e il dolore. Quello stesso dolore che non provava
più da anni.
Un ragazzino
biondo, sui 12 anni, correva per le strade deserte e maleodoranti della
città. Pioveva da diverse ore e rischiò un paio
di volte di inciampare e farsi male. Aveva praticamente raggiunto la
sua “casa”, una catapecchia in lamiera dove
conviveva con altre 5 persone, quando una figura, alta e possente, lo
afferrò per un braccio e lo trascinò con lui.
Sentì la schiena mandare una fitta lancinante quando la
sbattè sul muro freddo e bagnato.
-Dove corri,
bella bambina?
Naruto chiuse
gli occhi e serrò le labbra, cercando di non piangere. Il
rapitore però gli sollevò e gli occhi del
biondino brillarono. Lacrime calde iniziarono a bagnarli il viso.
-Ma sei un
bambino…- fece un sorriso osceno-Ancora meglio…
Naruto
cercò di opporsi, ma l’uomo,
decisamente più grosso e forte, lo trascinò per
un braccio attraverso in una porticina laterale e si ritrovò
in una stanza buia, semilluminata da una vecchia lampada.
-Ragazzi,
guardate qua cosa ho trovato.
Le persone
presenti nella stanza, tutti uomini tranne una, si voltarono per un
attimo a osservare il “bottino” che il loro
compagno, dagli insoliti capelli bianchi, stava trascinando dietro
sé.
-Mio
Dio… Hidan, un altro bambino!
L’unica
ragazza nella stanza aveva guardato disgustata l’amico.
-Fai davvero
schifo.
-Ehi, troietta,
modera il tono.
Un altro
ragazzo, con il viso pieno di piercing, si alzò di scatto.
-Moderalo tu il
tono, Hidan. Non ti permetto di parlare così alla mia
ragazza.
Hidan
alzò gli occhi al cielo:-Ooohh… Mi dispiace,
Konan… Mi dispiace che tu sia una troia.
A quel punto il
ragazzo coi piercing perse il controllo e si avventò contro
Hidan, atterrandolo. Iniziò a tempestarlo di pugni sul viso,
sul petto, dovunque riuscisse ad arrivare. Hidan, intanto, cercava di
reagire, ma la sorpresa e l’evidente superiorità
di Pain rendevano praticamente inutili tutti i suoi sforzi. Naruto si
ritirò in un angolo, osservando la rissa e anche gli altri
ragazzi, che evidentemente ritenevano che Pain avesse ragione a pestare
a quel mondo Hidan. Quando si alzò, l’albino era
conciato piuttosto male: dal labbro spaccato fuoriusciva un rivolo di
sangue e due enormi lividi si stavano formando sotto entrambi gli
occhi. Pero non parlare poi di quelli sul resto del corpo. Si
guardò attorno, furioso, alla ricerca di “quella
fottuta puttanella in miniatura”. Quando
lo trovò, lo voltò con la faccia verso il muro,
bloccandogli anche le mani. Gli slacciò i pantaloni e gli
abbassò i boxer consunti. Lo prese con violenza, senza
prepararlo. Sentiva il membro duro del ragazzo dentro di sé
uscire e rientrare, procurandogli dolore e facendogli di nuovo bagnare
le guance. Il petto si alzava e si abbassava, un po’ per il
fiatone, un po’ per i singhiozzi che lo scuotevano. Il resto
del gruppo aveva azzardato un paio di occhiate a quello spettacolo ma
poi più niente. Solo un ragazzo biondo, che a prima vista
sembrava più una ragazza, sembrava trattenersi dallo
scoppiare a urlare… Oppure a piangere. Quando Hidan venne,
uscì da lui, si ritirò su i calzoni e
sogghignò.
-Grazie mille.
Sì,
decisamente meglio la cocaina.
Uuhhh, lo hanno
pestato... (e presto lo faranno anche se non la smetti di fare questi
salti!! ndTutti) *l'Autrice si infila un'armatura* Allora, è
tutta colpa del computer che ogni volta che cerco di aggiornare mi dice
che non trova la pagina. Chissà dove si sarà
nascosta? (questa era infelice... ndTutti) . Comunque se vi
può rendere felice, sono passata senza debiti. *applaude da
sola*
DebbyUzu: Sìììì,
tutti frocioni!!! (-.-"""" ndTutti) A Sasuke tutto
è permesso, anche di farlo in discoteca. (posso farlo
anch'io in discoteca?? ndItachi) Certo. (Ah grazie.
ndItachiCheVaACercareUnaDiscoteca) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
1_tenera_ragazza_morta:
E
probabilmente la sua immagine gli ha anche risposto... Dopotutto
è troppo intelligente... Ahahahah!! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
erol89: Guai a volontà,
guai per tutti! Sì, Deidara, anche per te... *Deidara si
deprime* Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana
Sasori_Danna: Come solo CARINA la scena che
tramavo da tutta una vita?? E poi tu guardi Haku?? Cioè, con
due figoni a fare sconcerie in un angolo tu guardi quella... COSA?? Non
ti capisco xD Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana
Eresseye: Tranquillizzati, io non
c'ero... E Itachi non è rimasto con le mani in mano e
qualcos'altro nei pantaloni!! *Itachi fa salti di 7 metri dala gioia*
Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana
Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana
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Capitolo 14 *** Capitolo 13 ***
Capitolo 13
La pioggia
di Settembre era davvero tremenda. Gli studenti erano seccati per non
poter
stare in cortile a poltrire e anche i professori erano più
nervosi. Un incubo.
Naruto
sfogava la sua voglia di libertà sul resto della classe
mandando due dei suoi
componenti in infermeria con l’aiuto del suo amico Kiba. La
professoressa
Kurenai era troppo buona per prendere provvedimenti e i ragazzi ne
approfittavano sempre. In quest’ultimo periodo il biondo lo
faceva più che
altro per dare noia al compagno di banco, che però non
sembrava neanche
accorgersi della sua presenza. Erano passate due settimane dalla
fatidica
serata ma Naruto non aveva ancora trovato una vendetta adatta per quel
teme con
un sedere di papera al posto dei capelli.
Sospirò
e
si appoggiò con entrambi i gomiti al banco, placando gli
spiriti bollenti in
previsione della
lezione della
professoressa Anko. Ed eccola infatti entrare 5 minuti dopo il debole
suono
della vecchia e quasi completamente scassata campanella, a testa alta e
petto
in fuori.
-Uzumaki,
oggi volevo interrogarti ma ho cambiato idea. A quanto pare sei stato
troppo
occupato a riempire l’infermeria per poter studiare.
Naruto
accennò un sorrisetto compiaciuto. Se c’era
qualcosa che ad Anko piaceva erano
le risse.
-Al tuo posto
interrogherò Uchiha.
Inutile
dire che la prova di Sasuke fu perfetta. E mentre Naruto si rodeva il
fegato,
fu il turno di Sasuke sorridere impercettibilmente.
-Soddisfatto,
dobe?
Considerando
che erano le prime parole che gli rivolgeva da due settimane, poteva
essere un
buon inizio.
-Oh
sì, ho
sempre desiderato vederti brillare a Inglese, mio supereroe.
-Lo vedi?
Riesco sempre a soddisfare i tuoi
desideri, Uzumaki.
Naruto
perse il suo sorrisetto strafottente e lo guardò male.
-Non
credere che mi sia piaciuto, stronzo.
-Davvero
non ti è piaciuto? Beh, da come gemevi non si sarebbe detto.
Quando la
campanella suonò i due erano ancora intenti a insultarsi a
vicenda.
-Ricordati,
Uchiha. Me la pagherai.
-Ti
aspetto.
Sasuke
afferrò la cartella e uscì, prima che il fratello
entrasse in classe e li
vedesse. Naruto osservò il compagno avviarsi alla porta e
rimase incantato a
guardare quel corpo perfetto scivolare tra i banchi, quei capelli
corvini
ondeggiare, quel culo marmoreo mollarlo lì come un idiota.
Scosse la
testa con rabbia, si alzò e si affrettò a uscire
dalla scuola. Ne aveva avuto
abbastanza per quel giorno.
Ad
aspettarlo all’uscita, come sempre, c’era Kiba.
Nonostante la libertà appena
ottenuta era scuro in volto.
-Ehi
Inu-bau! Che succede?
-Guarda
là…
Davanti al
cancello, a bloccare il passaggio, c’era
l’Akatsuki.
L’Akatsuki
era una specie di organizzazione composta di nove elementi che si
divertivano
un mondo a rubare, bere, drogarsi e a volte uccidere.
In cima al
gruppo Pain, con i suoi capelli arancioni riconoscibili da 4 km. Al suo
fianco
l’ imperturbabile Konan. Ma la persona che colpì
Naruto come un pugno fu una
chioma bianca completamente tenuta giù col gel e gli occhi
viola di uno stronzo
che lo fissavano.
-Accidenti…
Adesso che cazzo vuole?
-Il cazzo?
-O il
culo.
-O forse
tutt’e 2.
A Naruto
tremavano leggermente le gambe e Kiba non aveva la più
pallida idea di cosa
fare. Una cosa era certa, però: non avrebbe abbandonato il
suo migliore amico
nel momento del bisogno.
L’Akatsuki
percorse il cortile della scuola a passo svelto, compatta come un
piccolo
esercito.
-E adesso?
-Adesso li
affrontiamo, Inu-bau. O non mi chiamo più Naruto Uzumaki.
Quando
furono abbastanza vicini, Naruto notò anche una chioma a
sedere di papera in
fondo al gruppo. Merda, ci mancava l’Uchiha.
Il solo a
farsi avanti fu Hidan. Dopotutto, era stato li a insistere per una
visita al
biondo.
-Ciao,
piccolo mio. Come stai?
-Fino a 5
secondi fa benissimo, grazie.
-Ma ti pare
il modo di trattare una persona più anziana di te? Non te le
ha insegnate
nessuno le buone maniere?- il ghigno di Hidan si allargò ai
massimi livelli.
-Oohh…
Mi
dispiace davvero, Hidan-sama, ma
sono
abituato a vivere per strada. Non sono mica educato come lei che viene
dalle
alte sfere.
Lo sguardo
di Hidan si ghiacciò e perse la calma.
-Ascoltami,
moccioso, non provare a dirlo mai più.
-Sì,
signor
figlio papà.
Hidan
scattò verso di lui e lo prese per il collo. Naruto
sbatté violentemente la
schiena al muro crepato della scuola.
“E’
già la
seconda volta in 2 settimane che sbatto contro il muro… Devo
trovarmi un hobby”
pensò.
Non ebbe
però il tempo di pensare a un hobby adatto a lui che la mano
di Hidan aumentò
la pressione sul suo collo. Aprì la bocca per respirare ma
faceva troppa fatica
anche così. Le sue labbra divennero cianotiche e
iniziò a graffiare il dorso
delle mani dell’albino. Scalciando a caso, riuscì
a colpire lo stomaco di
Hidan, che gemette, ma l’aiuto più grosso gli
venne da qualcuno dietro il suo
aguzzino che premette il piede dietro il suo ginocchio, facendolo
cadere in
ginocchio e facendogli quindi lasciare la presa. Naruto
scivolò a terra, subito
raggiunto da Kiba, che gli si inginocchiò accanto e prese a
massaggiargli
leggermente la gola.
Nel
frattempo, Hidan si era rialzato e si era voltato furioso verso Sasuke.
-Ma che ti
prende, moccioso?-ringhiò.
Sasuke
aveva ancora i pugni chiusi, i suoi occhi mandavano lampi poco
rassicuranti. Il
cercare di riuscire a controllare la rabbia e il desiderio di sapere se
Naruto
stesse bene, gli fecero abbassare le difese quel tanto che permise a
Hidan di
sollevarlo per la maglia e sbattere al muro anche lui.
-Allora,
piccoletto, non mi rispondi? Cosa cazzo volevi fare, eh?
Itachi si
fece avanti. Lui adorava le risse,
ma
se era in pericolo il suo Sasuke allora bisognava farsi da parte
perché
“Terminator”, come lo chiamavano i suoi amici,
stava per entrare in azione.
-Ehi,
bello, molla mio fratello.
Hidan
girò
la testa verso Itachi, sempre tenendo Sasuke al muro, che stava
diventando di
un preoccupante color viola.
-Altrimenti?
Per la
seconda volta in un mese, il pugno potente di Itachi andò a
sbattere contro la
faccia di qualcuno. Un fiotto di sangue caldo lo prese di striscio e la
maglietta
scura di Hidan si inzuppò completamente. Constatò
che gli aveva rotto il naso
con un colpo solo.
-Baledetto
battaddo, adeddo ti uccido!!
L’albino
mollò la presa su Sasuke e si avventò contro
Itachi, che lo aspettava con la
mascella serrata. Una gambata forte fece cadere Hidan a terra e il moro
si
sistemò sopra di lui, guardandolo negli occhi violetti con
un’espressione folle
che non prometteva nulla di buono. Dalle labbra semiaperte di Itachi
usciva una
risata tetra nient’affatto rassicurante. Sasuke si
rialzò di scatto e cose dal
fratello.
-Nii-san…
No.
L’Uchiha
minore passò il braccio attorno al collo del fratello e gli
sussurrò qualcosa
in un orecchio, mentre Hidan li guardava a metà tra
l’infuriato e lo
sbalordito.
L’albino
sentì la stoffa dei calzoni tirare sul cavallo. Il fatto di
avere l’Uchiha
maggiore seduto sul bacino lo eccitava, ma vedere il più
piccolo sussurrarli
all’orecchio dolcemente… Beh, gli faceva perdere completamente il controllo.
Gomenasai lettrici!! E'
una vita che non aggiorno, lo so, però spero che come al
solto mi perdonerete!! Se la cosa vi può interessare oggi
è il mio compleanno!! Passiamo alle recensioni:
DebbyUzu: Mi raccomando, faglielo
capire per bene, eh! Ragazzi, fa male dorgarsi!! (Non mi sembra che tu
l'abbia seguito troppo questo consiglio ndSasuke)T__T Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana
LaLa_Thebest:
Hidan è
nato adulto! U__U Scherzo! Mi sono dimenticata di dirlo quindi lo dico
a tutte: HIDAN E' BOCCIATO QUINDI HA INTORNO AI 23 ANNI, STESSA STORIA
PER KAKUZU. Gli altri invece hanno tutti la stessa età,
cioè 18 anni. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Eresseye: E se Itachi è
occupato tutto il mondo è felice! Poooovero Naruto, tutto
sholo sholetto... *Sasuke entra furtivamente in casa di Naruto* SASUKE,
TI HO VISTO! Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana
Kisshou: Molto hot, si dice, mio
carissimo Uke. E poi le lemon sono sempre magnifiche! Tsk! (Modesta...
ndSasuke) Senti chi parla... Bci dall'Inferno The Angel Of Satana
itachi96: Grazie mille!! Baci
dall'Inferno The Angel Of Satana
Sarhita: *arrossisce* *si rotola* Ma
grazie!!! E sì, il ragazzo era il Dei-chan... *coccola il
Dei-chan* Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana.
Al prossimo chappy!
Baci dall'Inferno
The
Angel Of Satana
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 14 ***
Capitolo 14
Naruto
passeggiava su e giù per quello che lui chiamava salotto
imprecando senza
sosta.
-Ma chi cazzo
si crede di essere quello là, eh? Non era necessario il suo
aiuto, ce l’avrei
fatta benissimo da solo… Cazzo! Deve smettere di rompere i
coglioni!
Kiba,
seduto su un divano ormai sfondato e consumato, lo osservava divertito
inventare nuovo insulti per Sasuke. Non provava una vera e propria
antipatia
per il ragazzo nuovo, solo un leggero fastidio, ma doveva ammettere che
il suo
aiuto era stato fondamentale per Naruto, che portava ancora i segni
dell’aggressione: le cinque dita di Hidan erano impresse sul
suo collo, il
quale era ancora leggermente livido.
Naruto
sprofondò sul divano accanto a Kiba.
-Dimmi che
devo fare, Inu-bau.
-Se non
vuoi ringraziare Sasuke a me non me ne frega niente, ma almeno non
trattarlo
come una pezza da piedi. Dopotutto, senza di lui saresti conciato molto
peggio.
Gli occhi
di Naruto lampeggiarono d’ira:-Quindi anche tu stai dalla sua
parte?
-No,
Nacchan, io sto dalla tua ma quel ragazzo ti ha salvato la vita.
Naruto mise
il broncio e Kiba sorrise: era adorabile
quando faceva così.
Il castano
si avvicinò al biondo e gli mordicchiò dolcemente
il lobo. Naruto strinse gli
occhi e si rannicchiò contro Kiba, il quale si
impossessò della sua bocca e
iniziò a baciarlo con foga. Non era la prima volta che i due
si scambiavano
effusione di quel tipo. Non che si amassero o cose varie.
Semplicemente, erano
entrambi disponibili nel fare sesso e decisi a non impegnarsi. Naruto
infilò la
mano sotto la maglietta di Kiba e ne accarezzò gli
addominali scolpiti da anni
di lotte. Il castano gemette e accarezzò
l’erezione del biondo da sopra i jeans
consumati. Poi glieli slacciò e infilò la mano
nei boxer, prendendogli il
membro in mano e iniziando a pompare. Naruto gemeva senza sosta e venne
in mano
a Kiba.
-Meglio
così, dobe?- Kiba
sogghignò: solo l’Uchiha
lo chiamava “dobe”
Naruto lo
guardò storto:-Non chiamarmi così, Inu-bau.
***
In piedi
sul traballante tavolo di cucina, Sasuke e Itachi aggiustavano il
soffitto.
Durante la notte aveva piovuto a dirotto e una trave, già
vecchia e poco
sicura, aveva ceduto, lasciando un bel buco. E quindi gli Uchiha si improvvisarono
carpentieri.
-Che
lavoraccio…- Itachi storse la bocca in una smorfia irritata.
-Zitto e
lavora.- Sasuke, concentrato sul tetto, aveva fatto scivolare la lingua
al lato
della bocca senza accorgersene.
-Senti
nee-chan…
-Mh.
-Ma con
Uzumaki che è successo?
Sasuke fu
preso alla sprovvista e quasi non cadde dal tavolo.
-Niente,
Itachi.
-Uno non
cade dal tavolo perché non è successo niente.
-Ma io non
sono caduto.
Itachi si
girò verso di lui e lo fissò con
un’espressione da “ A chi credi di darla a
bere, otouto?”. Sasuke tornò a concentrarsi sul
lavoro.
-Beh,
forse…
-Forse?
-Potremmo
aver…
Itachi lo
incitò a continuare.
-No,
niente. Finiamo in fretta e mangiamo.
Itachi si
innervosì. Cosa aveva fatto il suo otouto di tanto grave da
non volerlo dire
nemmeno a lui? Qualcosa gli puzzava, e sì, parte del merito
era anche della
cena che stava bruciando.
Per tutto
il tempo del pasto non si rivolsero la parola. Appena pronti per andare
a letto
Itachi si avvicinò al fratello e lo strinse tra le braccia.
Sasuke affondò il
viso nel petto nudo del maggiore e gli cinse la vita con le braccia.
Rimasero
qualche secondo così, con Sasuke
stretto
a Itachi, mentre questi gli accarezzava i capelli corvini.
-Nee-chan,
non preoccuparti…
-Ma io non
sono preoccupato…
Itachi
sorrise e scosse la testa senza farsi vedere. “A me non la
dai a bere, otouto.”
***
Naruto e
Kiba dormivano abbracciati sul divano. Il biondo aveva la testa
poggiata sul
petto del compagno e le gambe allacciate alle sue. Voltandosi, diede
una
ginocchiata a Kiba, che si svegliò di soprassalto.
-Che
diav…
Poi si
zittì, constatando che era il biondo la causa del brusco
risveglio. Si rimise
giù e accarezzò i capelli a Naruto.
-Piccolo
Nacchan… Come si fa ad odiarti? Spiegamelo tu,
perché io da solo non ci arrivo.
Gli
passò
un braccio attorno alla vita e gli baciò il retro del collo.
Kiba si
riaddormentò, con ancora addosso il profumo delle pelle di
Naruto.
Kiba: Ma... Ma... Io pensavo
mi avresti fatto etero! Almeno a me!! ç_ç
Autrice: Questa
è la convinzione più stupida che abbia avuto la
sfortuna di venirti in mente.
Kiba: O___O"""
Autrice: Comunque,
qui Naruto è un puttanone, eh. Sasuke, Hidan, Kiba... Gli
manca solo Itachi.
*Naruto guarda
Itachi*
*Itachi guarda
Naruto*
*L'Autrice guarda
Sasuke leccandosi le labbra*
*Sasuke si toglie
la maglia*
Orbene, prima di stup... Suggerire a Sasuke cosa fare nel prossimo
capitolo, rispondo alle recensione delle mie adorate:
Betta_92:
ItaSasuNaru! ItaSasuNaru! *coro da stadio* Grazie mille per la
recensione ^_^ Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
LaLa_Thebest:
Mi piace la versione "maniaco perverito" di Hidan. Mi intriga da
morire. Comunque, stavolta ho aggiornato più in fretta,
vero?? E grazie per gli auguri! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Eresseye:
Lui può! Hidan può! *Hidan risplende di luce
propria* Hidan, spegni la luce che poi la bolletta la pago io!
Dicevamo... Dicevamo che Hidan è un maniaco pervertito che
non esiterebbe ad andare a letto con tutti e 2 gli Uchiha.
Contemporaneamente. Se conoscesse Shisui anche con lui.
perchè, diciamocelo, Shisui è un gran bel tocco
di ragazzo. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Karin93:
U_U Ma grazie! Sì, il povero Naruto l'ho rigirato in tutti i
modi possibili! In un senso solo, ovvio, nell'altro ho in mente un
altro paio di modi... Kukuku! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
itachi96:
Grazie mille! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Sarhita: Beh,
che dire? Grazie mille. Le tue recensioni sono sempre molto gradite
(non che non gradisca anche quelle delle altre, anzi). Naruto ha degli
sbalzi di forza ogni tanto xD Avrà le sue cose... (Ehi!
ndNaruto) Cooomunque ancora grazie. Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana.
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Capitolo 16 *** Capitolo 15 ***
Capitolo 15
Quando la
mattina dopo si svegliò di soprassalto, Kiba era
già pronto a imprecare contro
quello sfortunato che aveva avuto il coraggio si svegliarlo. Quando poi
si rese
conto che lo sfortunato non era altri che Naruto, che tirato una
zuccata mentre
si girava, la sua collera svanì improvvisamente. Si rimise
giù, sentendo Morfeo
tornare per abbracciarlo. Naruto mugugnò qualcosa ma Kiba
non riuscì a sentire
cosa. E fu un bene per il suo povero cuore non aver compreso il
farfuglio del
biondo.
-Sasuke…-
aveva detto infatti Naruto. Anche dopo aver sbandierato ai quattro
venti il suo
odio per il bel moro non riusciva a togliersi quel viso apatico, quel
corpo
perfetto e quel culo così invitante. Sognò le
mani di Sasuke su di lui, il
cazzo duro dentro il culo e quella bocca perfetta solleticargli il
collo. Si
svegliò sudato e frustrato per lo stupido sogno e il mancato
amplesso.
La voce
profonda e assonnata di Kiba lo distolse dai suoi
pensieri:-Già sveglio,
Nacchan?
Naruto
annuì senza voltarsi. Il castano intuì che
qualcosa non andava e allungò il
braccio per accarezzargli la scompigliata chioma bionda.
-Cosa
c’è,
ragazzo ribelle?
Naruto
sospirò: o la sua schiena aveva il potere di rivelare i
pensieri o Kiba aveva
un sesto, settimo e ottavo senso.
-No,
niente…
-Sì
certo.
E i cani volano.
-Beh, se
ripensiamo al povero cane imbottito di petardi…
-E’
un modo
di dire, dobe.
Naruto storse
la bocca in una smorfia irritata, punto sul vivo.
-Kiba.
-Aaah,
allora ho capito. La causa di questa tua scazzatura mattutina non
sarà mica un
moretto fighissimo di mia conoscenza?-lo canzonò Kiba
-Kiba.
-Oh Sasuke
come ti amo! Luce dei miei occhi!- Kiba si mosse ancheggiando per la
stanza
sbattendo le ciglia.
Il biondo
gli lanciò un cuscino:-Oh, smettila, Kiba!
Il castano
ridacchiò. Tutto ciò gli costava una fatica
enorme: avrebbe voluto prenderlo
per le spalle e urlargli che se proprio voleva amare qualcuno lui era
lì. Aveva
provato a farglielo capire in tutti i modi: alla fine, si era ridotto
ad
andarci a letto ogni tanto e trascinarlo a casa quando era ubriaco
fradicio.
-Naru,
facciamo sega oggi?
-Credo sia
la migliore idea che ti sia venuta in 16 anni.
Kiba
sorrise.
-Kiba?
-Mh?
-Però
devi
ammettere che Deidara fece un gran bel lavoro con quel cane.
-Fottiti!
***
Sakura
seguiva con lo sguardo il professor Asuma che si spostava dalla
cattedra alla
lavagna e viceversa. Assorbiva ogni singola parola senza distrarsi un
secondo. Nel
banco accanto al suo, la sua amica-nemica Ino si limava le unghie,
ignorando l’insegnate.
Quando decretò che le sue unghie avevano ricevuto abbastanza
attenzioni per quel
giorno, si dedicò a uno dei suoi passatempi preferiti:
conversazione con
bigliettini.
Strappò
un
pezzo di pagina dall’inutilizzato quaderno sul suo banco e vi
scrisse
velocemente sopra qualcosa con la sua grafia elegante e riccioluta. Lo
lanciò a
Sakura, che fece finta di niente. Offesa, iniziò a
punzecchiare i fianchi dell’amica
con la penna. Sakura strinse le labbra e continuò a seguire
Asuma, seppur con
minore concentrazione. Certa di essere vicinissima alla vittoria, Ino
diede un’
ultima potente stoccata e la rosa perse definitivamente la
concentrazione.
Mentre la bionda tirava il suo miglior sorriso trionfante, Sakura
afferrò con
malagrazia il pezzetto di carta volato sul suo libro.
“Oggi Uchiha è solo… Magari
potremmo andare a
tenergli compagnia!”
Sakura si
voltò verso il bel ragazzo dai capelli neri. Faceva
oscillare la penna tra le
dita e osservava il professore con aria annoiata, come se le cose che
stava
spiegando le sapesse già tutte.
“Poi Uzumaki non è geloso?”
Ino fece un
sorrisetto furbo: “Ma Uzumaki oggi
non c’è…
Potremmo mostragli i della
città… E poi lo traumatizziamo
per bene!”
Sakura non
rimase stupita dalla proposta dell’amica. La conosceva troppo
bene per non
aspettarsi qualcosa del genere.
“D’accordo. Ma chiamiamo anche suo
fratello.”
La bionda
sgranò gli occhi e guardò Sakura.
-Ha un
fratello?- mimò con le labbra.
Sakura
annuì
e mostrò la mano aperta per segnalarle che era in 5^. Ino si
mise una mano sulla
fronte e fece finta di svenire. Sakura abbozzò una risatina
e tornò a seguire
la lezione che un ignaro Asuma aveva portato avanti.
Kiba:
Wow... Frocio e pure innamorato di uno che non mi caga di striscio...
Certo che mi sta andando proprio bene!!
Autrice:
Avanti Kiba... Più avanti ti andra meglio! *sussurra*
Forse...
Sasuke:
Io non trombo da almeno 3 capitoli... Hai intenzione di farmi morire di
astinenza??!!
Autrice:
Sta' calmo o ti mando a letto con Itachi!
*Sasuke
rabbrividisce*
Beatrix91: U_U Sì, una
mega orgiona!!! *Itachi inzia a preparare l'occorrente* Aah, che
aiutante magnifico che ho! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
DebbyUzu: Capito, banda di frocioni?
La signorina vi tiene d'occhio!! (A quella là piacciono
Naruto e Kiba insieme O__O ndSasuke) Sasuke, maleducato che non sei
altro! Ok, vado a punire Sasuke per bene *prende frustino* Baci
dall'Inferno The Angel
Of Satana
LaLa_Thebest:
Neanch'io credevo
di aggiornare così in fretta! *si fa i complimenti* Per quel
che riguarda Itachi... Il suo destino lo devo ancora decidere! (Oh, mia
adorata dea del destino che tieni in mano le sorti di tutti noi...
ndNeji) Zitto tu! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Betta_92: Passatempi segreti! (Beh,
grazie a te ora un po' meno segreti... ndNaruto&Kiba) Comunque,
magari una sveltina ItaSasuNaru ce la potrei infilare... *gli
interessati si allontanano furtivamente* Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Eresseye: Naruto potrebbe finire con
tutti come con nessuno... (Chissà perchè, ma non
mi alletta nessuna delle due opzioni. ndNaruto) Eh
sì, i due Uchiha sono proprio carini carini! (O___O
ndItachi&Sasuke) baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Sarhita:
E che vantaggio!!! Qualcosa mi dice che Sasuke farà roba tra
un po'!! (*çççç*
ndSasuke) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
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Capitolo 17 *** Capitolo 16 ***
Capitolo 16
Al suono
dell’ultima campanella, Itachi tirò un sospiro di
sollievo. La professoressa
Kurenai era un’ottima insegnante ed era anche “una
figa paurosa”, per ripetere
le parole di Hidan. E in quel caso, l’albino attaccabrighe
aveva anche ragione.
Il problema era che, mentre lei spiegava lentamente con la sua dolce
voce,
accanto al moro Deidara si dava alla pazza gioia. Chiacchierava,
costruiva
strani modellini e si arrabbiava con lui se prendeva un leone per un
cane.
-Ma
accidenti-aveva provato a protestare una volta –non sono
riconoscibili!
Fatto sta
che si era ritrovato un segno rosso sulla gamba bianca causato da una
botta di
righello da parte dell’artista offeso.
Per cui, appena Kurenai diede loro il via libera, uscì di
corsa e si avviò
verso la classe di Sasuke.
Il fratello lo aspettava appoggiato con noncuranza al muro mentre due
ragazze
gli si erano avvicinate e lo guardavano con occhi famelici.
La ragazza con una strana capigliatura rosa gli si era appiccicata al
braccio
mentre l’altra scuoteva i lunghi capelli biondi e sbatteva le
ciglia allungate
dal mascara. Itachi si avvicinò senza farsi notare e
sentì che le ragazze gli
proponevano di fare un giro per la città con loro. Itachi
stava per intervenire
quando sentì la risposta negativa di Sasuke.
“Bravo
fratellino”, pensò.
Le due
continuavano a insistere e Itachi stava per perdere la pazienza.
“Un
Uchiha
non si rimangia la parola data.”
Aveva appena
deciso di mettere fine a quella cavolata trascinando via il fratello
quando la
sua voce bassa e decisa fendette l’ aria come un coltello.
-No.
Le due
ragazze si allontanarono da lui di un passo.
Nonostante
non fosse ancora grande, Sasuke sapeva farsi rispettare. Non alzava mai
la
voce, ma quando la abbassava di un paio d’ottave, rendendola
appena
percepibile, nessuno osava più discutere con lui. Mentre le
ragazze si
allontanavano in fretta, deluse e spaventate, e Sasuke lo guardava come
per
dirgli “Allora? Vuoi mettere radici lì?”
Itachi osservò la figura del fratello:
era esile, tonico, ma si intravedeva già un accenno di
muscoli da sotto la
maglia nera. I capelli gli ricadevano ai lati del viso affilato,
dandogli
un’aria più matura, ma gli occhioni grandi e le
labbra che molto spesso si
storcevano in un broncio adorabile smentivano i suoi atteggiamenti da
adulto.
Nel complesso, si disse il maggiore degli Uchiha, Sasuke è
davvero un bel
ragazzo.
“Come me, del resto”. Un pizzico di amor proprio e
un calcio alla propria
autostima ogni tanto ci voleva.
-Nii-san,
hai il cemento nella scarpe?
-Simpatico.
Si
allontanarono tranquillamente, lasciandosi la scuola alle spalle.
***
Sia Sakura
che Ino erano ancora deluse per il rifiuto di Sasuke. E in
più, Ino non aveva
neanche visto il bell’Itachi.
-Avanti,
Ino-pig, era dietro di noi! Come hai fatto a non vederlo?
-Non tutti
hanno la tua vista di falco, fronte spaziosa!
Sakura
storse la bocca: le mancava qualche decimo ad entrambi gli occhi e Ino
non
perdeva occasione per ricordarglielo.
-Comunque…
Dove vuoi andare a mangiare?
-Andiamo da
Cho… Ci farà sicuramente lo sconto.
La rosa
annuì. Choji le stava simpatico e suo padre era il migliore
chef del quartiere.
Non che avrebbero potuto ad aspirare a più di tanto, ma
Choza Akimichi era
stato ed era tuttora un grandissimo cuoco. Ino allungò il
passo. Nel superarla,
sfiorò accidentalmente la coscia dell’amica, che
sussultò.
-Tutto
bene?- Ino la guardava preoccupata.
-Sì,
certo.
***
Nonostante
l’orario delle lezioni fosse finito, c’era ancora
qualcuno all’interno della
scuola. Nello spogliatoio della palestra due corpi, incollati dal
sudore, erano
distesi su una delle panche, a consumare un veloce rapporto sessuale.
Quando entrambe
le figure raggiunsero l’orgasmo, quella sopra si
sdraiò accanto all’amante e
gli accarezzò la fronte prima di alzarsi, vestirsi e
dirigersi verso la porta
sussurrando un “A domani, tesoro.”
Ed eccomi qua, col nuovo
aggiornamento il primo giorno di scuola! ç_ç Io
non volevo tornare in quella gabbia di matti montati...
Itachi:
Io voglio fare sesso!
Autrice:
Stai zitto o ti mando a letto con Kisame!
Itachi:
Sto zitto.
Autrice:
Altre lamentele??
Kiba:
Posso essere etero?
Autrice:
Sì...
Kiba:
Davvero??
Autrice:
No!! Bwahahahahah!!!
Kiba:
ç__ç
Autrice:
RECENSIONI!!
LaLa_thebest: Come vedi sia Itachi che
Sasuke sono ancora tutti interi e con i vestiti addosso...
(Già... ç__ç ndItachi&Sasuke)
Volevate andare a letto con Sakura e Ino? *Itachi e Sasuke si vestono
per la montagna* Non sono così crudele, non li mando con le
streghe... Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana
leila_chan: Grazie mille per la
recensione! Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana
Beatrix91: *Sasuke sta cercando di
riprendersi Naruto da un Itachi recalcitrante* Bhe, lasciamoli stare.
Comunque hai ragione: al povero Kiba l'ho fatto tremendamente sfigato!
(E te ne accorgi ora? ndKiba) Vedrai che ti trovo qualcuno ancora
meglio di Naruto! (davvero? Chi? ndKiba) ROCK LEE!!! Mwahahah!!! No,
povero, sto scherzando... (ç___ç ndKiba) Baci
dall'Infeno The Angel
Of Satana
Eresseye: U_U Il cane a petardi
è una delle più grandi invezioni di Deidara...
*Dei-chan fà l'inchino* Baci dall'iNferno The Angel Of Satana
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Capitolo 18 *** Capitolo 17 ***
Capitolo 17
Quando le
ragazze entrarono nello spogliatoio capirono che c’era
qualcosa che non andava.
Per la stanza malandata aleggiava un profumo. Uno spogliatoio non
avrebbe
profumato così dopo una giornata di ragazze sudate, per cui
qualcuno doveva
essere stato lì dopo la fine della giornata.
-Mmh…
Ma
questo è un profumo da uomo!- fece Sakura maliziosa. Ino
ridacchiò. Nel
frattempo, erano entrate le ragazze di 4^, che facevano ginnastica con
loro.
–Allora?
Volete stare qui tutto il giorno a fare i segugi o vi cambiate?
La ragazza
che aveva parlato si chiamava Temari. Quattro codini biondi e grandi
occhi verdi.
Ino si voltò verso di lei, seccata.
-Chi ti ha
chiesto niente, Sabaku?
-Nessuno mi ha chiesto niente. Ma niente ti impedisce di cambiarti.
Cos’è, ti
ecciti anche solo a sentire nell’aria un profumo da uomo?-
fece Temari,
subdola.
-Cagna frigida!
-Miss Gambe Aperte!
-Adesso basta, ragazze.
A
intervenire era stata una ragazza coi capelli castani accolti in due
crocchie
ai lati della testa. Entrambe le litiganti sbuffarono ma si voltarono
per
cambiarsi.
Quando le
ragazze entrarono in palestra tutti i maschi erano già
lì e molti di loro
esplosero in dei “Finalmente!” più o
meno sollevati, ma bastò un’occhiata
storta della Sabaku a raggelare l’atmosfera.
-Ragazzi,
oggi ci sarà una sfida all’insegna della
giovinezza!!- si infervorò il
professore, tale Gai Maito, che caratterialmente ricordava
terribilmente a
Sasuke il casinista cugino Shisui. Il suo degno discepolo, Rock Lee,
simile a
lui in tutto e per tutto, fu l’unico a essere entusiasta per
la proposta.
-Una
partita epica di pallavolo!!!
-Woooo!!
Maestro, lei è così ispirante!
Nessuno,
notò il moro imbronciato, si prese la briga di fargli notare
che la parola
“ispirante” non esisteva. O, più
probabilmente, nessuno lo sapeva.
-Dividetevi
in due squadre, miei amati discepoli, e iniziamo questa grande partita!!
Alla fine,
i ragazzi si divisero per classi.
-Molto
bene.- Si rivolse ai ragazzi di 4^- Che ne dite di far iniziare i
vostri
compagni più giovani?
Chi
più chi
meno, la classe fu d’accordo. Il primo a battere fu un
ragazzo dall’aria
apatica e un sorrisetto perennemente stampato sul volto scarno.
-Lui si
chiama Sai.- sussurrò una voce all’orecchio di
Sasuke. Per poco non gli venne
un colpo. La ragazza coi capelli da chewing-gum che il giorno prima
l’aveva
“molestato” si era avvicinata e gli aveva tolto la
sensibilità al braccio.
-Ah. Bene.
Il lancio
del ragazzo strano era corto e il turno di battuta passò
immediatamente agli
avversari. Sasuke osservò per la prima volta
l’altra classe. Erano tutti più o
meno alti uguali e si confondevano tra di loro, ma c’era
quella ragazza con le
quattro code e lo sguardo da guerriera… Il piccolo Uchiha si
scoprì a
osservarla intensamente: non era una ragazza comune, quella. Aveva un
che di
selvaggio e mascolino che la rendeva… bella.
Partì con una battuta perfetta,
guadagnandosi l’applauso dei suoi compagni di classe.
Continuò così, segnando 5
punti, quando Ino ebbe la prontezza, o forse solamente il coraggio, di
intercettare la palla e rispedirla al mittente. Iniziò
così un via-vai di
respinte, quando la bionda fece un salto che Sasuke considerava
impossibile per
una di quella “stazza” e si esibì in una
schiacciata micidiale. Che, guarda
caso, centrò in pieno Ino, che non l’aveva vista
arrivare. La ragazza barcollò
un attimo prima di crollare a terra come un sacco di patate, svenuta.
Incurante
della confusione creatasi intorno a lui, il bel moro
continuò a osservare
l’autrice del colpo: non sembrava dispiaciuta. Quella sul suo
volto poteva
essere solo… Soddisfazione?
Sasuke non si stupì più di tanto: ormai aveva
visto di tutto. La Yamanaka venne
portata via da Inuzuka e Akimichi e la partita poté
riprendere. Gai tolse
Temari dal campo per il resto della lezione, lasciando il controllo
della
squadra a Tayuya, una ragazza dai capelli fucsia scuro molto amica
dell’espulsa.
Rientrati
negli spogliatoi, Sasuke si sentì osservato.
“E che cazzo, 9 maschi tutti finocchi?”
pensò
Si tolse la maglietta sudata e i pantaloni e si voltò verso
le docce. E scoprì
che i suoi sospetti erano fondati: tutti in
quel dannato spogliatoio lo avevano guardato o lo stavano
tutt’ora guardando.
Qualcuno era rimasto a bocca nel vedere il suo fisico mentre altri
avevano
distolto velocemente lo sguardo, imbarazzati. Tra tutti,
l’Uzumaki lo osservava
senza nessuna emozione precisa sul viso abbronzato. Chi avesse studiato
la sua
espressione in quel momento, avrebbe potuto benissimo dire che quella
visione
lui l’aveva già avuta.
Si avviò a passo spedito verso le docce, cercando di
sottrarsi a quei 18 occhi
indagatori. Si fiondò nello stretto cubicolo come se non
avesse mai visto una
doccia in vita sua.
***
Itachi, nel
frattempo, ammetteva mentalmente che il tipo accanto a lui non era poi
così
male quando era tranquillo.
Il biondo quel giorno non aveva inventato nessun nuovo modo per
torturarlo. E
Itachi credeva di sapere anche il perché: quella mattina
Sasori era entrato in
classe con un’inequivocabile aria da uomo sessualmente
soddisfatto che nemmeno
un tipo riservato e freddo come lui riusciva a nascondere, mentre
Deidara era
entrato, leggermente imbarazzato, qualche secondo dopo, zoppicando
vistosamente. A tutti quelli che gli avevano chiesto il motivo della
sua
andatura, aveva risposto che aveva sbattuto il piede contro il letto e
che gli
faceva ancora un male cane. La maggior parte della classe,
però, aveva intuito
cosa era accaduto e sghignazzava senza sosta.
***
Dopo cena,
Sasuke decise che avrebbe fatto una passeggiata. Prese la felpa nera e
si avviò
lungo la strada in cui abitava. Itachi era stato inizialmente restio a
lasciarlo andare da solo, ma poi aveva lasciato perdere, sapendo che
suo
fratello era in grado di difendersi. Per cui, era tornato a
stravaccarsi sul
divano.
Il piccolo Uchiha era appena arrivato in fondo alla strada che
sentì due spari,
a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro.
Rimase immobile, paralizzato
dalla paura. Paura che si accentuò quando un uomo con il
viso semi- coperto da un
cappellaccio uscì dal vicolo nascondendo qualcosa sotto il
giaccone.
Sasuke si riscosse e fece per urlare, quando una mano color biscotto
gli tappò
la bocca e lo trascinò con sé sotto alla luce
“rassicurante” di un lampione.
Quando il moro si voltò, si trovò a fissare due
fiammeggianti occhi azzurri.
Naruto quella sera era più bello che mai, nonostante fosse
chiaro che ce l’aveva
con lui: i jeans attillati e la camicia completamente aperta sul
davanti gli
davano un’aria elegante ma trasgressiva e dal piercing al
labbro partiva una
catenella che andava ad agganciarsi ad uno degli innumerevoli orecchini
sull’orecchio
destro.
-Uchiha no
baka!! Non provare assolutamente e per nessuno motivo a dare
l’allarme.
Finiresti male. Molto male, dai retta a me.
Ascoltando
la metà delle sue parole ma percependo che aveva finito di
parlare, Sasuke si
avvicinò, lo sbattè al lampione e lo
baciò con foga.
Autrice: Chiedo venia per
l'immenso ritardo maaaaa... E' ricominciata la scuola.
Sasuke: Sempre la
solita vecchia scusa...
Autrice *girando la
testa tipo l'Esorcista*: Vuoi che vi stacchi ORA da quel lampione?!
Sasuke: No, ti voglio
un sacco bene.
Autrice: ^_^
Comunque, se non si era capito, io ADORO Temari.
Itachi: Ma io in
questo capitolo non faccio una beata minchia!
Sasuke: Tu non fai
mai una beata minchia!
Autrice: RECENSIONI!
Beatrix91: Povero Itachi... Se lo
stanno contendendo tutti! (Veramente quello sono io...
ndSasukeMoltoModesto) Però credo che nemmeno lui
finirà con una donna... Credo, almeno! xD Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Betta_92: O_O Dimmi le tue idee,
forza!! Anche se sono sicura al 99.9% che nessuno indovinerà
che è... Se lo indovinate, vuol dire che a tenere i segreti
faccio davvero schifo xD Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
leila_chan: Giààà,
porcelloni... *Fissa Naruto* Tu più di tutti! baci
dall'Inferno The Angel
Of Satana
|
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Capitolo 19 *** Capitolo 18 ***
Capitolo 18
Naruto si
ritrovò improvvisamente intrappolato tra il lampione e il
corpo di Sasuke. Le
sue facoltà mentali si azzerarono e il suo corpo
reagì d’istinto. Si aggrappò
alle spalle del moro, mentre questi gli passò le braccia
attorno alla vita,
premendogli il bacino contro il suo. La lingua di Sasuke si era
prepotentemente
fatta spazio nella bocca del biondo che l’aveva lasciato
entrare: dopotutto,
era abituato a cose ben peggiori. Infilò le mani color
biscotto sotto la maglia
scura del moro e prese ad accarezzargli il petto glabro, soffermandosi
talvolta
sui capezzoli. L’Uchiha stava lentamente lasciando crollare
le proprie barriere
e mugolò piano quando sentì quelle mani esperte
sul suo corpo. Passò di lì
un’automobile semi-scassata con dentro 4 ragazzi visibilmente
ubriachi. Uno si
sporse dal finestrino e urlò:
-Ehi
Uzumaki! Stasera a chi concederai il tuo bel culetto?
Il resto
del gruppo scoppiò a ridere sguaiatamente e Sasuke fece per
staccarsi,
imbarazzato. Ma Naruto, che non aveva sentito o, molto più
probabilmente, non
aveva voluto sentire, attirò ancora più a
sé il moro, facendo strusciare la sua
semi-risvegliata erezione contro i pantaloni stretti del compagno.
Quando si
staccarono ansimavano entrambi. Poi, come risvegliatosi da una trance,
Naruto prese
Sasuke per mano e lo portò fino a un edificio poco lontano,
che sembrava
completamente abbandonato. Spinse la porta, che emise un cigolio
sinistro, a
causa dei cardini arrugginiti.
Il biondino attirò nuovamente a sé il moro,
riprendendo a baciarlo con foga,
come se tutta la sua esistenza dipendesse da quelle labbra sottili.
Sasuke lo
strinse tra le sue braccia forti. Naruto si inginocchiò
davanti a lui,
sollevandogli la maglia e baciandogli la pancia piatta. Il moro gli
accarezzò i
capelli. Il biondo gli slacciò i pantaloni, facendogli
scivolare fino alle
caviglie. Il moro si liberò con un gesto veloce sia di
quelli che delle scarpe.
Il biondo, sempre in ginocchio davanti a lui, gli abbassò
leggermente
l’elastico dei boxer, scoprendo la sua erezione svettante e
bisognosa di
attenzioni. La prese in mano e iniziò a leccarne la punta.
Sasuke gemette più
forte, afferrandolo per i capelli. Naruto leccò il membro
del moro per tutta la
sua lunghezza prima di prenderlo in bocca e succhiarglielo, dapprima
lentamente
poi sempre più veloce. Sasuke lo spingeva in avanti per la
testa.
-Nah…
ruto…
Sto peh.. per venire…
Venne in
bocca a Naruto, che ingoiò tutto lo sperma e, alzata la
testa verso il moro, si
leccò le labbra, lascivo.
Sasuke si inginocchiò davanti a lui, togliendogli la
camicia, già aperta, e i
pantaloni attillati, lasciandolo con addosso solo dei boxer succinti,
che
lasciavano ben poco spazio all’immaginazione. Si
sfilò a sua volta la maglia
rimanendo completamente nudo davanti al compagno, che fece scorrere lo
sguardo
sul suo corpo scolpito.
-Però…
Devo
dire che a fisico non stai per niente male.
Sasuke fece
un sorrisetto storto. Il biondo premette il proprio corpo su quello del
moro,
passandogli le braccia attorno al collo e riprendendo a baciarlo,
stavolta con
più dolcezza. Sasuke sfilò le mutande a Naruto e
fece scivolare la mani sulle
sue natiche. Naruto mugolò e si staccò da lui,
sdraiandosi a terra. Aprì
lentamente le gambe, mostrando a Sasuke il membro eretto. Al moro si
seccò la
bocca: il suo “nemico” gli stava offrendo di sua
spontanea volontà ciò che
aveva riempito i suoi sogni da quella notte in discoteca.
Gli accarezzò l’ inguine, poi si chinò
su di lui succhiandogli piano i
capezzoli inturgiditi, sentendo il ciuffo di peli biondi del ragazzo
solleticargli la pancia. Scese giù fino
all’erezione, lasciando una scia umida
sul torso di Naruto. Si inumidì due dita e
penetrò il biondo sotto di lui, che
gemette. Iniziò a muoverle mentre Naruto gemeva sempre
più forte. Quando decise
che l’aveva preparato abbastanza, sostituì le dita
con qualcosa di decisamente
più grosso. S’immerse in lui, ne uscì
quasi completamente per poi affondarvi
nuovamente. Iniziò a spingere ritmicamente. Il bel biondo
caveva cercato a
inizio rapporto di soffocare gemiti e urla, per non dare a vedere
quanto gli
piaceva avere dentro di sé il moro. Aveva però
abbandonato ogni inibizione,
dando ancora più soddisfazione a Sasuke.
Anche se aveva cercato di nasconderlo, Naruto aveva
“amato” sin dalla prima
volta con lui la virilità imponente del moro e i suoi
genitali che sbattevano
contro la carne morbida. Vennero insieme. Il moro dentro Naruto, mentre
lo
sperma caldo del biondo andò a sporcare l’addome
dell’amante. Il biondo passò
un dito sulla pancia piatta di Sasuke, ripulendo quel tratto dallo
sperma, e
glielo infilò in bocca. Poi fece scivolare il dito quasi
fino all’inguine e
fermarsi in un punto poco sopra, alla destra.
-Bel
felino.
Sasuke ghignò:- Quale dei due?
-Direi quello nero.
Poco sopra
l’inguine, Sasuke aveva tatuato un piccolo gattino nero con
gli occhi blu.
Fugaku aveva dato in escandescenze quando l’aveva visto ma
erano bastate poche
parole gentili di Mikoto per farlo calmare.
Sasuke si
alzò e si rivestì. Naruto, inginocchiato a terra,
fece lo stesso. Stavolta però
la camicia l’aveva allacciata.
-Allora a
domani.
-Sì,
Uchiha. Ci vediamo domani.
Rientrato a
casa, Sasuke trovò il fratello profondamente addormentato
sul divano. Lo coprì
con una cosa tutta impolverata che si ostinavano a chiamare
“coperta” e salì in
camera, addormentandosi soddisfatto.
***
Quando, il
mattino dopo, il bel moro entrò in classe Naruto non
c’era. E non si vide per
tutto il resto della giornata. La giornata passò
relativamente tranquilla a
parte per quei 10 minuti di intervallo concessi. Durante la pausa, un
bel
ragazzo dai grandi occhi bianchi e dai capelli lunghi lo
avvicinò:
-Piacere.
Sono Neji Hyuga.
Sasuke non
l’aveva
sentito arrivare e sussultò leggermente. Scrutò
il volto del ragazzo davanti a
lui: nonostante si fosse presentato per primo sul suo volto non
traspariva la
minima traccia di emozione:
-Sasuke
Uchiha.
-Senti…
Ho
notato che sei piuttosto bravo a calcetto… Che ne diresti di
aggregarti a noi
per il torneo tra scuole. Siamo tutti di 3^ però.
-Ci
penserò
su.
-D’accordo.
Neji si
allontanò scivolando tra i banchi. Sasuke lo
osservò attentamente andare via
pensando due cose: la prima era che Neji Hyuga era davvero un bel
ragazzo, la
seconda che era molto poco comune portare le maniche lunghe con quel
caldo.
Autrice:
Sasuke, non provare più a lamentarti che non trombi
perchè con questo capitolo t'ho sistemato per il
resto della storia.
Sasuke:
*ancora inebetito dalla scena* Mia adorata Autrice...
Neji:
Il destino mi ha fatto arrivare in questo chappy...
Autrice:
In realtà sono stata io, visto che l'ho scritto io!
Neji:
Mi adorata Musa del Destino...
Naruto:
E io come al solito lo prendo nel culo!
Itachi:
Almeno te qualcosa combini! Io dormo qui! DORMO! >.<
Autrice:
RECENSIONI!!
Beatrix91: Nemmeno in questo
capitolo Itachi vince il titolo Mister Utilità dell'Anno
xD!!! (Sempre a prendermi per il mio marmoreo culo Uchiha... ndItachi).
Visto adesso che contattone!? Sono morta mentre lo scrivevo!! Baci
dall'Inferno The Angel
Of Satana
LaLa_Thebest:
Non so dove andava
Naruto vestito così, ma se veniva a suonare alla mia porta
sicuro che non lo rimandavo a casa! E comunque per quella cosa del
piercing... Sasuke è uno
stoico riguardo certe cose! Naruto avrebbe potuto avere in
faccia del cemento armato: gli sarebbe comunque montato
addosso!! Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana
Betta_92: Nono, non è
nessuno dei personaggi che hai nominato! Come sono crudele U_U! Baci
dall'Inferno The Angel
Of Satana
leila_chan: Noooo, non erano Sasori e
Deidara... Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana.
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Capitolo 20 *** Capitolo 19 ***
Capitolo 19
Naruto era
sdraiato
nel letto, nella classica e comoda posizione a stella marina. Fissava
il
soffitto come se da un momento all’altro dovesse scendere il
Salvatore il
persona. Vedendo che non arrivava nessuno, sbuffò,
spostandosi un ciuffo
ribelle che gli stava solleticando il naso.
“Non
esiste
nessun Salvatore.” Pensò “Altrimenti non
avrebbe permesso che io facessi sesso
prima del matrimonio con praticamente tutti!”
Si
trascinò
eroicamente fin sotto la doccia, dove si abbandonò contro il
muro. Rimase per
15 minuti buoni sotto il getto d’acqua. Uscì dallo
stretto cubicolo appena in
tempo per sentire la porta aprirsi, non senza qualche
difficoltà.
-Kiba, sei
tu?- urlò.
-Chi altri
vuoi che venga a trovarti?!- fece l’altro di rimando.
Si
vestì e
raggiunse il castano, comodamente sbracato sul divano.
-Più
che
venirmi a trovare, ormai abiti con me.
-Non dire
niente. La mamma e Hana sono di nuovo in lite e sinceramente non mi va
di
essere a tiro mentre litigano.- fece il castano sbuffando.
Naruto gli
scompigliò i capelli, rendendoli più ribelli di
quanto non fossero normalmente.
-E tu che
mi dici? Come mai zoppichi come se ti avesse messo sotto un treno?- il
castano
alzò e abbassò un paio di volte le sopracciglia,
malizioso. Aveva notato che
l’amico aveva faticato non poco per raggiungere la sala,
zoppicando. E inoltre
non chiudeva completamente la gambe.
-Di’
un
po’, ti ha inculato un elefante ieri sera?
-No.
Uchiha.- fece l’altro, seccato.
Kiba rise
scurrilmente ma sentì un coltello che dentro di lui
percorreva per lungo il suo
torace, lasciandolo sanguinante.
***
Temari
lanciò in un angolo la cartella semi-sfondata e
completamente ricoperta da
disegni e scritte e indicò a Tayuya di fare altrettanto.
Mentre la fucsia
occupava la sedia davanti alla scrivania, Temari si abbandonava a peso
morto
sul letto.
-I tuoi
fratelli sono in casa?
-No.
Kankuro manda avanti la sua onesta attività mentre credo che
Gaara sia a
picchiare qualcuno da qualche parte.
Tayuya
ridacchiò: il fratello più piccolo
dell’amica, il rosso Gaara, aveva fama di
essere un crudele e temibile avversario. Kankuro, invece, era uno degli
spacciatori più apprezzati.
La bionda si tirò su a sedere e, con voce atona, disse:- Per
domani dobbiamo
fare tutto il programma di storia o quella ci incula a sangue.
La compagna
si alzò dalla sedia e le si sedette sulle ginocchia,
accarezzandole i capelli.
-Abbiamo
cazzeggiato tutto il mese, per una giornata in più non
cadrà il mondo.-
sussurrò Tayuya all’orecchio di Temari. Poi prese
a mordicchiarle delicatamente
il lobo, mentre la bionda le faceva scivolare la mani sotto la T-shirt
degli
Iron Maiden. Intanto, la bocca della fucsia era arrivata al collo e
stava
suggendo delicatamente la pelle dell’amica, lasciandovi un
segno rosso.
-Ma guarda
che carino!- fece in tempo a dire, prime che l’amica le
sfilasse la maglia e si
impossessasse della sua bocca. La attirò sotto di
sé, giocando coi suoi capelli
lunghi. Le slacciò il reggiseno rosso, che finì
abbandonato in un angolo, e
prese a mordicchiargli piano i capezzoli. La compagna gemette e gli
afferrò i
capelli, sciogliendole due degli insoliti codini. Le mani di Temari
scivolarono
lascivamente lungo il torace allenato della compagna mentre Tayuya
liberava
l’altra dal fastidio della maglia e del reggiseno. I
pantaloni di entrambe
finirono velocemente sul pavimento, lasciando le proprietaria in slip a
fissarsi intensamente negli occhi. Poi, quando Temari decise che si
erano
fissate abbastanza lungo, arpionò gli slip rossi della
compagna facendoli
volare chissà dove. Le inserì dolcemente due dita
in bocca che Tayuya succhiò.
Fece scivolare le dita umide lungo tutto il busto fino ad arrivare
all’inguine.
Inserì un dito per volta, strappando un gemito acuto alla
ragazza sotto di lei.
La fucsia si era adattata all’intrusione e i suoi gemiti
erano passati dall’essere
di dolore all’essere di piacere. Quando venne,
riuscì a ridacchiare e a dire
all’indirizzo dell’amante:
-Hai due
codini ancora fatti e due no.
L’altra
fece uno sbuffo divertito e le si sdraiò accanto,
accarezzandole i capelli
sudati.
-Ti amo,
Tay.
-Ti amo.
***
Sasuke
saltellava
sul posto per scaldare i muscoli delle gambe. Neji gli aveva detto che
doveva
superare una specie di test d’ingresso, anche se poi sarebbe
stata una pura
formalità: poteva già considerarsi uno della
squadra. Il bel moro con gli occhi
bianchi non si vide per tutta la durata della sua prova, ma comparve
solo
quando stava per iniziare l’allenamento vero e proprio. La
new-entry della
squadra notò che Neji, nonostante avesse indossato la divisa
come gli altri, aveva
fasciato le braccia fino a metà avambraccio. Sasuke
ripensò alle poche volte
che aveva visto Neji o a quando erano a mensa insieme. E,
improvvisamente, lo
colpì una cosa: Neji le braccia non le mostrava mai.
Quindi, da
bravo Uchiha ficcanaso qual era, decise che l’avrebbe
scoperto.
Autrice:
Chiedo scusa per l'orrenda scena Yuri ma è la prima che
scrivo. Sono commossa.
Temari&Tayuya:
Sì, anche noi.
Naruto:
E io viaggio ancora a gambe larghe.
Itachi:
IO QUI NON VENGO NEANCHE NOMINATO!
Autrice:
Smettetela di lamentarvi!
Temari&Tayuya: Sesso...
Naruto:
Gambe larghe.
Itachi:
Il più completo anonimato.
Autrice: RECENSIONI!
Beatrix91:
Ah beh, Itachi per
adesso rimarrà seduto sul divano a farsi le seg... A
guardare la TiVi (Homer mode: on). E Kiba le farà ada latri,
le seg... Guarderà la TiVi con altri. Neji è
arrivato così, è sbucato come un fungo... (Un
fungo velenoso... ndNejiConSguardoOltremodoSinistro) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
LaLa_Thebest:
Gli errori di
battitura sono la mia croce! (E chi cazzo sei, Gesù Cristo?
ndTutti) Comunque, Sasuke è un ninfomane.
Cercherà di montare tutti gli esseri viventi,
preferibilmente di sesso maschile, minimamente attraenti e che
respirino. Anche se possono anche non respirare. Diventerà
un ninfomane necrofilo. (Questa cosa del "farsi un giro su Neji" non mi
piace per niente. Cosa sono, una giostra? ndNeji) (Sì, costi
50 cent. Aspetti che vado a cambiare le monete alla cassa. ndMe)Baci
dall'Inferno The Angel
Of Satana.
Betta_92:
U_U Quasi quasi
non mi ricordo nemmeno io chi erano! (-.-" ndTutti) No,
scherzo. (Posso sapere perchè non vado a genioa
nessuno? ç_ç ndNeji)(Perchè vuoi
portare via Sasuke a Nacchan! ndMe) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
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Capitolo 21 *** Capitolo 20 ***
Capitolo 20
Itachi era
appoggiato al davanzale della piccola terrazza che dava sul cortile
della
scuola, la sigaretta tra le dita. Aveva iniziato a fumare due anni
prima per
non si sa quale arcano motivo e non era più riuscito a
smettere. Non adorava
solo il sapore amaro che la nicotina gli lasciava in bocca, ma i
disegni che il
fumo faceva uscendo dalla sua bocca. Era così immerso nel
guardare quelle
figure che non si accorse dei passi felpati alle sue spalle e di quella
figura
che gli si stava lentamente avvicinando. Soltanto quando una cascata di
capelli
biondi entrò nel suo campo visivo si accorse di non essere
solo.
-Deidara,
che ci fai qui?
Deidara lo
guardò come se avesse appena chiesto la cosa più
ovvia di questo mondo.
-Ti tengo
compagnia.
-Ah.
-Non posso?
Quando
Itachi si voltò a guardare il suo interlocutore, questi
aveva tirato fuori due
occhioni da cucciolo capaci di fare concorrenza a quelli di Sasuke,
peraltro
adorabili.
-Certo che
puoi.
Il volto
del biondo si aprì in un sorriso luminoso che tolse al moro
la capacità di
parola. Dal canto suo, Deidara aveva interpretato quella risposta come
un
invito a cercare di socializzare e aveva abbracciato Itachi, che
automaticamente gli aveva passato le braccia attorno alla vita, la
sigaretta
che si consumava lentamente.
***
Neji
aprì
la porta del piccolo appartamento che condivideva con la cugina Hinata.
Non era
un granchè, ma per due bastava e non crollava a pezzi.
Portò lo zaino in camera
e si buttò a peso morto sul letto, svuotando la testa
dolorante da tutti i
pensieri. Decise che, nonostante la testa gli facesse un male cane, la
doccia
poteva anche farla. Si spogliò è si diresse in
bagno indossando solo un paio di
succinti boxer bianchi. Hinata non c’era, probabilmente era
fuori con la
fidanzata, quindi non vedeva che motivo c’era per non andare
in giro in
mutande. Si cacciò sotto il getto caldo, i capelli lunghi
che giocavano a
rubare l’acqua al resto del corpo. Quando uscì,
vide che qualcuno lo aveva
cercato al cellulare. 3 volte. Quanto
tempo era stato sotto la doccia?, si chiese. Il numero era
sconosciuto e
lui provò a richiamare. Gli rispose una voce sibilante che
conosceva bene:
-Allora?
-Ce l’ho fatta. Ora devo solo guadagnarmi la sua fiducia.
-Perfetto.- sibilò l’interlocutore, con una vena
di crudeltà che bene si
sposava con l’opinione che lo Hyuga aveva di lui.
Chiuse il telefono e lo gettò sulla scrivania perfettamente
ordinata. Trovò un
paio di boxer che la cugina aveva lavato la sera prima e li
infilò. Poi, vestito
solo di una maglia troppo grande per il suo corpo mingherlino, si
addormentò
profondamente.
***
Tenten e
Hinata erano sedute sulla panchina meno malandata del parco e
osservavano i
bambini correre su e giù per il prato inseguendo e calciando
una palla sgonfia.
Poco più un là, un gruppo di ragazzi e ragazze
poco più grandi dei giocatori si
passava quella che aveva tutta l’aria di avere una canna.
Nessuna delle due
fumava: Hinata non ne aveva il coraggio mentre Tenten amava troppo lo
sport per
rovinarsi col fumo.
-Hina, a
casa tua c’è qualcuno?
-A q-q-quest’ora, neji s-s-sarà già a
casa-
La castana
sbuffò:- Tuo cugino è sempre nel posto sbagliato
al momento sbagliato
-P-perché?
Tenten tirò fuori quel sorriso malizioso che riservava
unicamente per la piccola
Hinata.
-Indovina?-
le soffiò nell’orecchio, passando poi a baciarle
il collo. La Hyuga assunse la
sua tonalità più accesa di rosso del suo vasto
repertorio e iniziò a balbettare
peggio del solito.
-T-t-ten,
d-d-dai smettila…
-Eddai, Hina, tanto non gliene frega niente a nessuno di cosa
facciamo!-sbuffò
infastidita la sportiva
-L-lo so…
Tenten
sorrise: non era mai stata veramente arrabbiata con Hinata. Nessuno si
arrabbiava mai con Hinata. Era solo per il gusto di prenderla un
po’ in giro.
-Lasciamo
stare, va’!- fece Tenten, stravaccandosi alla
bell’e meglio sulla panchina
dura.
***
Quando
Shikamaru rincasò, filò dritto in camera sua
senza degnare di uno sguardo la
madre in cucina e il padre in salotto. Si rifece il codino quasi
completamente
disfatto e gettò un’occhiata intorno a lui. La sua
stanza sembrava un valoroso
reduce di innumerevoli guerre mondiali e non. Quel Panzer isterico, che
poi era
sua madre, non ci aveva ancora messo le mani. Inciampò su
diverse magliette,
pestò quello che sembrava un libro di scuola ma finalmente
raggiunse il letto.
Vi si gettò di schiena, facendosi un male cane
perché nascosto tra le coperte
gettate alla rinfusa era in agguato il libro di storia.
-Che tu
possa bruciare all’Inferno, bastardo.
Prima di
addormentarsi, si sciolse il codino e lasciò che i capelli
castani gli pungessero
il collo, perché a lui piaceva
così.
Autrice:
Rieccomi.
Tutti: Rieccola.
Autrice:
Visto, Itachi, che ti ho dato qualcosa da fare stavolta?
Itachi:
Tsk.
Autrice:
è_é
Itachi:
^/__\^ Autrice, grazie mille!
Sasori:
*fuma dalle orecchie*
Autrice:
Ommerda... SEDATELO!
*Ambu arrivano, sedano e
ripartono*
Autrice:
Oh, grazie tante. Good, passiamo alle recensioni.
LaLa_Thebest: Ma grazieeee!! *arrossisce*
Devo dire che ci ho messo più per scrivere quella scena
lì che tutto il resto del capitolo però mi sono
divertita! (Beata te... ndTutti). Ma mia solo Itachi e Sasuke, gli
Uchiha sono una famiglia di ninfomani! *Shisui annuisce* Oh, ciao
Shisui. Per quanto riguarda Gaara, tra poco toccherà anche a
lui. Mwahahahah! *Gaara fa le valigie e si prepara a cavarsi di culo*
Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana.
Kisshou: YURI!*clap clap clap* YURI!
*clap clap clap*... Cioè, sì, insomma... Comunque
Haku verrà (se non è già venuto...) tra
un po' (forse) . Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana.
Beatrix91: Povero Kiba, nessuno lo
compatisce! E anche Neji non è così amato... E'
il Destino! xD Sasuke, non preoccuparti, ci penso io a te! Vieni,
micio! *Sasuke salta in braccio all'Autrice e inizia a fae le fusa*
Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana
Betta_92: Oddio, sono lusingata!
Davvero, non credevo che la mia scena Yuri riscuotesse questo successo!
Eh già, il nostro Itachi cosa farà ai margini
della storia? (Vai a cagare. è_é ndItachi) Baci
dall'Inferno The Angel
Of Satana
lelia_chan: Grazie mille anche a te! Mi
sto crogiolando nei complimenti come Sasuke nella vendetta! (Questi
paragoni suggestivi non so da dove mi vengono... O_O) Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana.
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Capitolo 22 *** Capitolo 21 ***
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Capitolo 21
Quando
Gaara rientrò in casa e vide i due zaini lanciati in un
angolo, sollevò di due millimetri
l’angolo destro della bocca. Se c’era la ragazza di
sua sorella, voleva dire
che lui non poteva entrare di scatto nella camera di Temari a fare
qualunque
cosa senza poi trovare due ragazze completamente intente a fare quello
che lui
da piccolo chiamava “rotolarsi”. Le ragazze non
erano proprio la passione di
Gaara: per lui avevano troppa roba in un punto e troppo poca
nell’altro. Anche
se non sembrava, Gaara era omosessuale. Anche se, a parte Temari,
nessuno lo
sapeva. O forse qualcun altro sì. Lui.
Il suo incubo, il suo sogno.
Gaara tirò un frustrato pugno al muro, che lasciò
cadere minuscoli pezzetti di
intonaco. Sbuffò. Quella dannata casa cadeva a pezzi. Ma
d’altronde cosa si
potevano permettere i tre fratelli? Niente, poiché i soldi
che erano stati del
loro padre erano stati requisiti quando lui aveva fatto quel che aveva
fatto. Ma
piuttosto che pentirsi per l’accaduto avrebbe vissuto nella
merda per tutta la
vita.
***
Quando
Sasuke tornò dalla passeggiata del dopo pranzo, vide una
lussuosa macchina
nera, simile a quella che aveva suo fratello quando ancora i genitori
erano
vivi, parcheggiata davanti allo scassatissimo cancelletto davanti a
casa. Un
ometto magro e vestito di stracci maleodoranti stava cercando di
scassinare la
serratura della portiera: Sasuke lo scacciò con uno sguardo
di fuoco ed entrò
in casa. Suo fratello era seduto al tavolo di cucina e ascoltava
qualcuno. Qualcuno
con una voce profonda e irrimediabilmente allegra che Sasuke conosceva
bene e
detestava tanto.
Shisui Uchiha: 20 anni, lunghi capelli neri, occhi altrettanto neri che
sprizzavano allegria in tutti i momenti. Shisui era un Uchiha solo di
nome e
d’aspetto, per il resto era diverso da chiunque altro membro
della famiglia. Nessuno
si accorse che Sasuke aveva fatto il suo ingresso, per cui lui si
appoggiò con
le spalle al muro, ascoltando ciò che il cugino aveva da
dire.
-Insomma,
Itachi! Così non potete vivere!
-Strano a dirsi, Shisui, ma me n’ero accorto.
“Strano”,
pensò Sasuke: da che il mondo era mondo Itachi non aveva mai
parlato così al
cugino più grande. Quasi stravedeva per lui. Shisui
sbuffò. Poi, finalmente, si
accorse di lui.
-Oh…
Ciao,
Sas’ke.
Itachi si
voltò di scatto: non voleva che il fratello incontrasse
Shisui.
Sasuke rispose con uno sbuffo infastidito: non ricordava quando
l’odio profondo
per il cugino aveva messo radici nel suo cuore.
Shisui tornò a rivolgersi a Itachi:- Ritornerò in
tribunale, ovviamente. Farò
in modo di farvi affidare a me, per cavarvi da qui. Intanto, posso solo
mandarvi dei soldi ogni mese.
Itachi si
alzò e andò ad abbracciare il cugino battagliero,
la cui indole affettuosa lo
trattenne più del dovuto che in un normale abbraccio. Sasuke
si era chiuso nel
mutismo più totale: guardava i due avvinghiati
nell’abbraccio con occhi vuoti,
sapendo che da un momento all’altro sarebbe scattato in piedi
per dividerli.
La mattina del
sesto compleanno di
Sasuke, Itachi non era a casa.
Sulle prime, il piccolo ci rimase male ma si consolò
dicendosi che c’era ancora
tutta la giornata. Si sedette in salotto e iniziò a giocare
con i mattoncini creando
una graziosa cittadina. Poi si alzò, andò a
prendere un dinosauro verde
abbandonato sotto il divano la sera prima e lo fece marciare verso la
cittadina, seminando il panico tra gli abitanti.
Nonostante nessuno lo sapesse, a Sasuke piaceva ancora giocare con i
giocattoli
che lui stesso definiva “da bambini”.
Quando la pacifica cittadina fu completamente rasa al suolo, si
alzò è cacciò
la testa in corridoio, cercando tracce del ritorno del fratello
maggiore. Niente.
Dieci minuti dopo, il rumore di una porta che si apriva e due piedi che
colpivano il pavimento immacolato lo avevano distolto dai cartoni
animati,
facendolo scattare in piede e scapicollarsi verso la porta. La persona
che vide
sulla soglia gli lasciò l’amaro in bocca.
[Quasi,
piccolo Sasuke.
Di aspetto è molto somigliante.]
Le spalle larghe e il ciuffo lungo del cugino Shisui avevano fatto il
loro
ingresso e adesso la sua bocca stava sorridendo dolcemente a Sasuke.
Non capiva il perché, ma quel sorriso gli sembrò
tremendamente subdolo e
cattivo. Rientrò nel salotto senza degnarsi di ricambiare il
saluto. Nel giro
di neanche un minuto, passi pesanti appena fuori dal salotto
annunciarono la
visita del cugino più grande. Shisui gli si sedette accanto
sul divano,
guardando per un po’ i cartoni con lui. Poi si decise a
parlare:
-Ehi…
Sasuke.
Nemmeno
stavolta arrivò una risposta
dal più piccolo degli Uchiha.
-Allora, auguri.
Shisui si
trovava in evidente
difficoltà: Sasuke aveva sei anni, non poteva stringergli la
mano. Ma non
poteva nemmeno baciarlo perché sapeva benissimo che il
piccolo era Uchiha fino
al midollo e probabilmente gli sarebbe arrivato un cazzotto se ci
avesse
provato. Quindi si limitò a toccargli la testa.
Sasuke non gradì particolarmente il gesto: da che si
ricordava, ogni volta che
il fratello era assente, Shisui c’entrava sempre. Sempre.
-Senti un
po’, moccioso! Hai
intenzione di considerarmi oppure devo stare ancora qui come un idiota
per
parecchio?- Shisui aveva involontariamente alzato la voce. Buono e
caro, certo.
Ma solo con chi voleva lui.
Sasuke si girò verso il cugino con un’espressione
di completa apatia sul visino
pallido mentre le labbra iniziavano a piegarsi in un leggero broncio:
-Non ti ho
chiesto io di venire qui.
Detto
ciò, ritorno ai suoi cartoni.
Shisui perse le staffe: lo afferrò per le spalle e lo
voltò verso di lui.
Sasuke uggiolò, contrariato.
-Senti un
po’, microbo! Lo vuoi
sapere dov’è il tuo caro fratellone?- Shisui era
rosso in viso e ansimava dalla
rabbia. Non era per niente un bello spettacolo. Sasuke
spalancò gli occhi e
fissò il cugino, sorpreso. Soddisfatto di essere riuscito a
ottenere una
reazione Shisui continuò, perfido.
-E’ a
divertirsi con i suoi amici,
giocando ai videogames e parlando di tutto e tutti. Indovina grazie a
chi?- L’Uchiha
più grande ghignò.- Grazie a me, tesoruccio. Io
l’ho invogliato ad andarci.
Altrimenti lui sarebbe rimasto con “il suo piccolo dolcissimo
nee-chan”.
Sasuke
osservò per un po’ Shisui che
ghignava poi si decise a ribattere:-Non è vero.
-E invece sì.
-No. L’aniki
non farebbe mai una cosa
del genere.
-E invece l’ha fatta. Rassegnati, piccoletto, non sei
più il primo dei suoi
pensieri.
Sasuke scese
lentamente dal divano e
si avviò alla porta. La aprì e uscì,
diretto in camera sua, mentre ancor sentiva
lo sguardo perfido del cugino bucargli la nuca.
Sì,
Sasuke
odiava decisamente Shisui.
***
Neji
bussò
alla porta scura all’indirizzo che gli era stato inviato al
cellulare. Aveva
cambiato covo, trasferendosi in uno appena più dignitoso.
Gli venne ad aprire
un uomo coi capelli argentati legati in una coda bassa che si
aggiustava gli
occhiali di continuo. Lo condusse in un ampio ufficio male illuminato
dove un
uomo molto magro stava sdraiato su di un divano.
-Eccoti
qua.- la sua voce suona melliflua e leggermente divertita. Neji storse
il naso,
infastidito.
-Come sta
andando la tua missione?
-Molto bene, grazie.
-Bravo ragazzo, continua così. Un giorno potrai prendere li
mio posto sai.- Una
risatina di odiosa sale dalla gola dell’uomo, provocando nel
ragazzo dagli
occhi bianchi una reazione di violenta rabbia.
Finalmente,
l’uomo decide di alzarsi dal divano. Si avvicina a Neji,
carezzandogli la
guancia. Si rivolge al suo assistente.
-Puoi
lasciarci soli un momento? Dobbiamo… parlare…
di cose relative al continuo della missione.
L’uomo
coi
capelli bianchi si volta ed esce: sa bene cosa succederà.
Prima il suo padrone
lascerà scivolare la mano sul bel corpo allenato
dell’ospite, poi inizierà a
spogliarlo lascivamente, in preda alla lussuria. I gemiti di entrambi
riempiranno l’aria e, alla fine, il bel ragazzo dagli occhi
di ghiaccio uscirà
con un’aria ribelle e arrabbiata che ne accentua ancora di
più la bellezza.
L’invidioso
spettatore potrà solo ripensare
a quella
figura esile che varca la porta e la sbatte con furia, per godersi li
suo
personale amplesso con i fantasmi dei suoi desideri.
Ok, non ho molto tempo
quindi ringrazio chi ha recensito: Lala_Thebest, konoha, DebbyUzu, Beatrix91, Betta_92, erol89.
Vi adoro, ragazze. ;D
Baci dall'Inferno
The
Angel Of Satana
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 22 ***
Capitolo 22
Ino
Yamanaka stava comodamente sdraiata sul divano a casa sua, cercando di
dormicchiare. Ci
stava quasi riuscendo,
quando il disturbatore di turno bussò alla porta. La bionda
si alzò
svogliatamente dal divano ed era pronta a scaricare sul malcapitato
tutto il
suo vasto vocabolario di insulti, quando si trovò davanti
Sakura. La rosa stava
sulla soglia e aveva un mezzo sorriso dipinto sulle labbra.
-Che
c’è,
Haruno?
La rosa
sollevò
il foglio che aveva in mano:-Compiti.
Ino
ridacchiò: -Ti sembro il tipo da compiti?
-No, non lo sei. Ma io sono in pace con me stessa: te li ho portati. Tu
fanne
quello che ti pare.
E fece per
andarsene. Ino la trattenne.
-Ti va di
entrare?
-No, i compiti sono davvero tanti.
E
sparì
lungo la via. Ino la guardò allontanarsi seccata:
“Nessuno dice no a Ino
Yamanaka.”
***
Pain e
Konan erano in punizione a scuola. Dopo averli sorpresi a tirare
cocaina nel
bagno, Kabuto aveva sorriso maleficamente e lo aveva detto alla
preside, che
aveva dato di matto e li aveva puniti. In teoria, avrebbero dovuto
sorbirsi una
lezioncina anti-droga, ma al loro arrivo avevano terrorizzato il
professore seduto
in cattedra. Quindi, Konan ne approfittava per rifarsi le unghie e Pain
stava
riaprendo un buco dei tanti che si era chiuso.
-Cazzo, che
male!
-Ancora non sei riuscito a rimetterlo?
-No!!
-Dai qua, faccio io.
Konan prese
in mano la situazione: si sedette sul banco del ragazzo e
riuscì finalmente a
infilare l’orecchino ribelle.
-Mi
è
appena tornato in mente perché sto con te.
Konan
stirò
appena le labbra in quello che doveva essere un sorriso e si
chinò a baciarlo.
Pain la tirò giù dal banco sulle sue gambe.
Continuarono a baciarsi senza
accorgersi che il professore era corso via imbarazzato. Pain le sciolse
i
capelli e ci passò delicatamente la mani dentro mentre Konan
era scesa a
baciargli il collo. Quando riprese possesso delle labbra, sul collo era
apparso
un adorabile succhiotto rosso.
-Ma amore!
Domani dovrò mettere la sciarpa!
-La metti e non fai storie.
-D’accordo…
***
Tenten e
Hinata stavano prendendo il caffè in un vecchio bar.
-Allora,
Hina: quest’enorme bestia tutta muscoli mi stava venendo
addosso, decisamente
intenzionata a mettere a segno un mawashi
geri, e mi sono detta “Questa è la volta
buona che mi staccano la
mascella”. Allora, ho fatto un suriachi
degno
di questo nome e ho messo a segno uno dei più bei gyaku tsuki che si siano mai visti. E ho
vinto.- Tenten si
abbandonò indietro sulla sedia, comodamente appoggiata allo
schienale e
pienamente soddisfatta di sé stessa.
-Un giorno o l’altro finirai per farti male sul serio.- Non
lo diceva con
convinzione: era una specie di ritornello che ripeteva ogni volta che
Ten le
raccontava dei suoi incontri in palestra.
-Ma no, non
dire cavolate.
Hinata
sospirò rassegnata. Finì di bere il suo
caffè e si alzò per andare a pagare. La
compagna fu più veloce e, afferrato il portafoglio,
schizzò all’interno del
locale prima che le proteste della mora le arrivassero
all’orecchio.
***
Mentre
studiava biologia , Neji fumava una sigaretta. Quello stupido Nara
gliene aveva
offerta una tempo prima e da allora non aveva più smesso. Lo
“stupido Nara” a
sua volta aveva iniziato grazie ad Asuma-sensei.
Lanciò da una parte il libro: sapeva già tutto,
non aveva bisogno di continuare
a studiare. Scosse la cenere nel bicchierino di plastica appoggiato al
davanzale e fece l’ultimo tiro. Dopodichè la
gettò dalla finestra. Per puro
caso, il mozzicone atterrò ai piedi di Itachi Uchiha.
***
I capelli
lunghi gli pizzicavano il collo mentre l’altro gli baciava
l’addome. Mentre
accarezzava la testa del suo amante, quello gli prese in bocca il
membro e iniziò
a succhiarglielo. Gli venne in bocca senza avvertirlo. Non gli
importava. L’altro
lo baciò con voracità, in bocca ancora il suo
sapore.
Al ragazzo piacevano questi incontri fugaci, ma al tempo stesso era
stufo.
Stufo di farlo in quel magazzino puzzolente, stufo di godere di
amplessi veloci
e poi di scappare, stufo di doversi nascondere. Ma questo a lui non l’avrebbe detto: era
troppo vigliacco.
Per cui si limitò a sospirare e iniziò a
rivestirsi.
*Le tecniche che Tenten nomina sono tutte tecniche che appartengono al
Karate, il mio bellissimo sport.*
Autrice:
*si nasconde* Oggi risponderò da qui... Donne, mi dispiace
un sacco! Ma mi avevano requistito il PC per colpa della pagella... Q_Q
Comunque adesso eccomi tornata!
Tutti:
Ma chi te voleva!
Autrice:
Morite.
Itachi: Finalmente faccio
qualcosa anch'io. Ho aspettato la bellezza di tre mesi ma eccomi qui di
nuovo! TUTTO PER VOI! *le fangirls assaltano Itachi*
Autrice:Oggi sono
particolarmente felice perchè è morto Orochimaru
finalmente!
Orochimaru: Q_Q
Autrice: Ok, beh,
ringrazio tutte le persone che hanno recensito, letto, ecc. La prossima
volta GIURO che vi ringrazio tutti per bene! Quindi, sentiti
ringraziamenti a: DebbyUzu
[Shisui birbone *w*], Lala_Thebest [1) No 2) No 3) No], Beatrix91
[Decisamente poco
spazio, decisamente capelli troppo
ridicoli (Tsk! ndShisui)], konoha
[Grazie mille!], Betta92 [Shisui
ha rubato la personalità a Zetsu! U_U]
Baci dall'Inferno
The
Angel Of Satana
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 23 ***
cap. 24
Capitolo 23
Sasuke
stoppò la palla e la passò quasi immediatamente a
Neji, a pochi metri da lui. Il
giovane scartò abilmente uno stracarico Naruto per infilare
elegantemente la
palla in rete, sotto lo sguardo sorpreso e confuso di Choji, fermo in
mezzo
alla porta.
-Per oggi
basta, ragazzi. Andate a casa e ricaricate la vostra giovinezza!
Sasuke
pensò che quella frase non aveva alcun senso ma si
limitò a raccogliere la sua
bottiglia e ad avviarsi verso gli spogliatoio con passo lento. Venne
affiancato
da Neji , che gli passò un braccio intorno alle spalle.
Sasuke si irrigidì: non
era abituato al contatto fisico con persone. Preferiva il suo gatto.
Neji abbozzò un sorrisetto che non gli si addiceva:
-Tranquillo,
non mordo.- anche se l’espressione sul suo viso dichiarava
esattamente il
contrario.
Sasuke non rispose: si lasciò guidare dal braccio forte
dello Hyuga verso uno
stanzino in fondo al corridoio. Una dei neon si era fulminato,
lasciando la
piccola zona quasi completamente al buoi. Neji aprì la porta
e si tirò dietro
l’amico, che praticamente gli si stampò addosso.
Sasuke sentiva chiaramente il fiato
di Neji sul viso e il suo profumo delicato misto all’odore
sudore gli si era
appiccicato addosso. Con la voce ridotta a un roco sussurro,
probabilmente
frutto anche degli anni passati a fumare, Neji disse:
-Se ti
faccio vedere il mio segreto, tu poi vieni con me in un posto?
Sasuke
rimase per un attimo a bocca aperta ma si riprese.
“Non
può
essere un’avances sessuale, no di certo.” Insomma,
Sasuke lo sapeva che Neji
aveva… Quello! Non c’era bisogno di farglielo
vedere.
-No, Hyuga,
non mi interessa il tuo segreto.
-E dai, perché no?
-Non mi importa cosa fanno gli altri.
-Però in quel posto con me ci vieni?
-Perché dovrei?
-Perché è un bel posto… Non
c’è nessuno, non devi parlare o interagire con
nessuno… Però voglio fartelo vedere…
Forse fu
quest’ultima parte a convincere Sasuke ad accettare
l’invito. Questo, e
il fatto che la mano affusolata di Neji
stava facendo su e giù sul suo collo da un pezzo e la sua
era diventata così
bassa e sensuale che Sasuke aveva paura di saltargli addosso da un
momento all’altro.
-Ok,
allora. Passo a prenderti alle nove.- E gli sfiorò le labbre
con le sue.
Lo Hyuga
uscì lasciandolo solo, insieme a una promessa che sapeva di
nicotina e guai.
***
Una ragazza
coi capelli rossi, Karin, era seduta a un tavolo di mogano e puliva il
calcio
di una pistola. Appena finito la rimontò: la tenne nella
mano per qualche
secondo, come per verificare che fosse ancora la sua fedele arma, poi
alzò lo
sguardo verso il suo interlocutore, che la guardava con un misto di
paura e
diffidenza:
-Allora,
come hai detto che si chiama il mio prossimo pezzo della collezione?
***
Orochimaru
sorrise soddisfatto, semi-sdraiato sul suo divano di pelle. Kabuto era
da
quella sgualdrina di Karin, Neji era finalmente riuscito a conquistare
quel
piccolo ingenuo e il bicchiere di vino che teneva in mano era pieno.
Adorava l’odore
della pelle che si mescolava a quello del vino: lo tranquillizzava e
inebriava
al punto da disinteressarsi completamente del mondo esterno. Si
paragonava al
vetro: insensibile a tutto ma allo stesso tempo estremamente fragile.
Anche se
sapeva che quel bicchiere non si sarebbe mai rotto.
Bevve un sorso e
appoggiò il bicchiere
sul tavolino lì di fronte. La base era appoggiata e il
bicchiere cadde.
Rompendosi in mille pezzi circondati dal liquido rossastro
all’interno, che
sembrava farsi beffe del bicchiere immortale.
Autrice:....Ehi!
Lo so che è corto ma, vi prego, ditemi che vi piace o mi
suicido! D: Comunque qualcosa sta succedendo ora, eh? Eh?! EH?! E anche
se non succede, succederà nel prossimo capitolo.
Kiba:
Nono, questo capitolo non va bene, troppo corto, io non ci sono...
Autrice:
Ti stai Itachizzando, amico mio.
Itachi:
Mph.
Autrice:
E tu ti stai Sasukizzando, bel troncone di pino.
Itachi:
O_O
Autrice:
Bien, passiamo alle recensioni!
konoha: Ehm, lo so che sono
cortissimi. E mi dispiace un botto. Ma ho una chiara avversione per il
capitolo lunghi. XD No, scherzo, però non me riesce di
scriverne di più lunghi. Chiedo perdono
ç_ç. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Beatrix91: Ahah, quel povero sfigato
di Itachi! (Prego? ndItachi) (No, niente caro... Ti voglio bene! ndMe)
Okay, ora che abbiamo trovato la coppia etero non lamentatevi
più della "città dei froci". Ecco, uh. XD Baci
dall'Inferno The Angel
Of Satana
giulietta24: Oh, ma grazie mille! La
tua recensione mi ha fatto piacerissimo! (?) :) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
elisettaxsempre:
Ovviamente, come
tutti gli altri che mi hanno rimproverato lunghezza dei capitoli e
frequenza degli aggiornamente, hai ragione: mi vorrei scavare una fossa
e non uscire più. Poi... Per quanto riguarda Hinata e
Tenten: le ho messe insieme perchè mi rimanevano fuori loro
due e non sapevo con chi mandarle. Neji fa lo stronzo e non vuole farci
sapere nulla di lui ma nel prossimo capitolo ci sarà anche
lui e parlerò anche del suo "splendido e felice" passato.
(Fottiti. ndNeji) (Lol. ndMe) E, me ne sono accorta anche io (anche se
purtroppo da troppo poco tempo), la storia è ferma. Non si
evolve e niente. Con l'entrata in scena di Karin in questo capitolo le
cose cominceranno a scorrere. Finalmente, direte voi. Spero in una tua
recensione anche a questo capitolo, le critiche mi fanno sempre
piacere. Baci dall'Inferno The
Angel Of Satana.
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Capitolo 25 *** Capitolo 24 ***
Capitolo 24
Neji,
appoggiato al tavolo di cucina, fissava un punto imprecisato fuori
dalla
finestra. Non sentì la porta aprirsi e Hinata rientrare: la
vide mentre
prendeva un bicchiere d’acqua e spariva in camera sua, troppo
intimorita dal
suo sguardo fisso e privo di colore anche solo per salutarlo. Appena la
sentì
chiudere la porta della sua camera, abbassò gli occhi sulle
belle braccia
bianche rovinate dalle volgari fasce che le avvolgevano per
metà. Le lunghe
dita affusolate arrivarono senza, che lui le comandasse, al gancio che
teneva
ferme le bende sul braccio destro, iniziando a svolgerlo lentamente.
Lunghe cicatrici deturpavano l’altrimenti perfetto corpo del
giovane. Alcune
bianche e ormai vecchie, segni di pensieri ormai svaniti, e altre
ancora rosse
e vivide, segni delle sue battaglie ancora da combattere.
Il pensiero di ciò che stava per fare lo colpì
con violenza e lo fece
rabbrividire. Aprì il cassetto dove tenevano le posate ed
estrasse un lungo ed
affilato coltello. Era stato il suo compagno tutti quegli anni e lo
sarebbe
stato ancora, si disse il ragazzo.
Appoggiò delicatamente la punta sulla pelle candida e
premette, facendolo
scorrere in lungo. Un nuovo taglio si aprì, lasciando una
scia rossa di sangue
e sconfitte sull’avambraccio di Neji, che la
osservò indifferente. Posò il
coltello ancora insanguinato e osservò per poco il sangue
colare dalla ferita.
Poi lo mise sotto l’acqua e lo riavvolse nelle bende.
Uscì di casa e si chiuse
la porta alle spalle, pronto a rovinare la vita ad un'altra persona.
***
Sasuke si
stava infilando il giubbotto di pelle quando Neji bussò alla
porta. Questa
scricchiolò un po’ e il moro temette che gli
rovinasse addosso. Cosa che fortunatamente
non accadde. Itachi lo raggiunse davanti alla porta:
-Mi
raccomando fratellino: a casa per le undici, non dare retta agli
estranei e usa
il preservativo.
Sasuke gli
tirò la coda:-Sta’ zitto.
Il fratello gli mandò un bacio al volo, sbattendo le ciglia.
Sasuke uscì di
casa e si trovò davanti un Neji tremendamente sexy. La
canottiera nera metteva
in risalto il fisico flessuoso e i pantaloni bianchi rivelavano il
notevole
pacco che tante –e tanti- desideravano ricevere. Il ragazzo
dagli occhi di ghiaccio
inarco leggermente le sopracciglia:
-Il
giubbotto?
Sasuke
sbuffò e girò la testa:- Vogliamo andare?
Neji
annuì.
Si incamminarono, fianco a fianco, ma al contrario della volta in cui
aveva
baciato l’Uzumaki, nessuno urlava o bisbigliava loro dietro.
Evidentemente,
Neji era molto più temuto.
***
Hidan si
lasciò mollemente cadere sul divano consunto, sbuffando. Si
stava annoiando.
Kakuzu era fuori a svolgere i suoi loschi affari, Sasori e Deidara
imboscati
chissà dove e gli altri… Boh, che ne sapeva lui
dove erano gli altri? A fargli
compagnia c’erano solo l’odore di chiuso della
stanza e… Konan? La bella
ragazza coi capelli blu si stava versando da bere.
-Ehi Konan!
Portane un bicchiere anche a me!
Konan lo
guardò per un attimo coi suoi freddi occhi azzurri e si
mosse lentamente per
soddisfare la richiesta. Quando arrivò il bicchiere, Hidan
non si prese nemmeno
la briga di ringraziare e lo tracannò tutto di un sorso.
Posò il bicchiere sul
bracciolo del divano e fissò il muro per qualche attimo.
Quando fece per
alzarsi, un dolore lancinante alla pancia lo travolse e
crollò a terra.
***
Neji
premette il campanello con delicatezza e il suono cristallino
rimbombò all’interno,
indice di una stanza pressoché vuota. Venne ad aprire
Kabuto, con la sua solita
calma imperturbabile e li scrutò dall’alto in
basso.
-Ah, sei
tu.
Si fece da
parte per lasciarli passare. L’ambiente era immerso in una
semi-oscurità
inquietante. Sasuke seguì Neji per un lungo e stretto
corridoio, chiedendosi
cosa avrebbero trovato alla fine. Non era un tipo curioso ma adesso non
vedeva
l’ora di sapere cosa celava la grande porta scura in fondo.
Il suo
accompagnatore si fermò e osservò la porta come
se improvvisamente avesse cambiato.
Poi, con quello che a Sasuke un gesto di stizza, aprì di
colpo la porta.
All’interno, un grande divano di pelle occupava gran parte
del centro della
stanza. Sul divano, semi-disteso, stava un uomo dai lunghi capelli
neri.
“Cosa se ne fa uno di un divano tanto grosso?” si
chiese Sasuke. L’uomo, il cui
viso era immerso nell’oscurità come il resto della
casa, si alzò in piede e
scivolò verso di loro. Se il moro, nel vederlo, ci rimase di
sasso, non lo
diede a vedere. Il suo cuore però aveva preso a battere
all’impazzata: i suoi
occhi erano di un castano così chiaro da risultare quasi
giallo e le pupille
erano verticali come quelle di un gatto. Era magro, molto magro, e
indossava
una vestaglia di seta viola con ricami neri lunga fino ai piedi. Come
se non
bastasse il suo viso aveva un pallore innaturale, come se dovesse
morire da un
momento all’altro.
-E
così, tu
sei Sasuke.-
Sasuke
rabbrividì: quell’essere non
parlava,
sibilava.
-Piacere,
io sono Orochimaru.
Sasuke
continuava a stare zitto e a fissare prima Orochimaru e poi Neji, che
aveva
distolto lo sguardo e l’aveva fissato su una fragile lampada
sul tavolino.
-Vieni a
sederti accanto a me. Forza, miei cari, accomodatevi.
Neji lo
prese per mano e lo trascinò quanto più lontano
potessero sedersi. Orochimaru
si sedette a sua volta, fissando Sasuke con i suoi occhi gialli pieni
di
desiderio.
-Sai, devo
farti una proposta davvero allettante.-sorrise millifluo- Posso
restituirti tutti
i tuoi possedimenti. A te e tuo fratello, ovviamente.
Sasuke
sussultò: riprendersi tutto? Non era per questo che lui e
Itachi continuavano
ad andare a scuola? E adesso questo perfetto sconosciuto gli stava
offrendo un
metodo decisamente più veloce per tornare a essere i veri fratelli Uchiha, quelli ricchi e
temuti.
-Cosa vuoi
in cambio?
***
-Puttana…
Cosa… c-ci hai… messo d-dentro…?
Konan accennò un sorrisetto. I suoi erano freddi come il
ghiaccio e lei
manteneva la sua solita calma.
-Non ti
piacciono le mandorle, Hidan?
-Cosa cazzo…? Mandorle?!
Improvvisamente,
un’idea si fece strada nella mente di Hidan annebbiata dal
dolore e dalla
collera. Lo colpì come un fulmine e urlò con
quanto fiato aveva in corpo:
-PUTTANA!
MI HAI AVVELENATO, STRONZA!
-Bravo, Hidan. Forse però avresti dovuto accorgertene prima
del cianuro nel
bicchiere. Beh, adesso devo andare. Ci vediamo.-sorrise maleficamente-
Anzi no.
Hidan
rimase lì sul pavimento a guardarla uscire e sprecando gli
ultimi istanti di
vita per insultare la sua assassina come mai aveva fatto con nessuno in
vita
sua. Quando smise, cominciò a sentire freddo e si
rannicchiò in posizione
fetale. Iniziò a ridere. Prima piano, poi sempre
più forte, fino a quando la
sua risata sguaiata non riempì la baracca. La risata di un
moribondo, la risata
di un folle. Infine, si abbandonò all’abbraccio
dell’oscura Morte, divenendo il
suo ennesimo amante.
Autrice:
Da-daaan! Che c'è da dire? Beh, innazituttto: Bye bye,
Hidan! *manda bacio* Oh, sì, è anche
finita la scuola! *w*
Hidan:
No, cazzo, perchè proprio io devo tirare il calzino?
Autrice:
Boh, così. Non sapevo chi uccidere. Speriamo che le lettrici
non me ne vogliano.
Orochimaru:
*accento siciliano* Ti farò un'offerta che non potrai
rifiutare...
Autrice:
Sì, Orochock, la prossima volta.
Sasuke:
Ma perchè la parte del bimbo coglione devo farla io?
Itachi:
Chissà...
*Rissa epica tra Uchiha*
Autrice:
Mh, ma quanto si amano...
Tutti: A voglia!
Autrice:
Bene, rispondiamo alle recensioni!
giulietta24: Aaah, il maestro Gai mi
soprende sempre! *asciuga lacrima* E poi un grande rapporto
tra i due non c'era mai stato ma adesso neji hai i suoi... Ehm...
Scopi. Ecco sì, scopi. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
konoha: Oh beh, Sasuke sa
difendersi da solo. Credo. Boh. Se muore pace XD. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Beatrix91: Infatti, Itachi, di
spalle poteva benissimo essere qualcun altro... (Un lato B come il mio
non ce l'ha nessuno! U_U ndItachi) C'hai ragione anche te... :Q__...
Beh, sì, Neji inizia a farsi un piiiiiiiccolo stronzo! Ma
piccolo piccolo, dice eh. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
bichan: Che dire, hai ragione.
Come tutte la altre lettrici che mi hanno fatto notare questa cosa. Il
problema è che sono mentalemente incapace di scrivere
capitoli lunghi. Ad un certo punto, il mio cervello e rifiuta
categoricamente di andare avanti. E' una dura lotta tra me e lui e
finora ha sempre vinto, come puoi vedere -.-" . E nessuno sa (o si
ricorda) perchè Sasuke e Neji sono così amiconi
perchè... Non l'ho mai detto! :) L'ho introdotto in questo
capitolo per la prima volta. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
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Capitolo 26 *** Capitolo 25 ***
Capitolo 25
-Cosa vuoi
in cambio?
-Diciamo… Te?
-Me?
-Sì, mio caro. Tu.
Orochimaru
si avvicinò lentamente, il kimono che gli scivolava da una
spalla ad ogni
movimento. Gli cinse il collo con una mano pallida e
avvicinò il viso a quello
del giovane Uchiha. Sasuke rabbrividì e cercò di
sottrarsi al contatto: al
contrario del tocco di Neji, che aveva minato seriamente il suo
autocontrollo,
quello di Orochimaru lo raccapricciava. L’uomo coi lunghi
capelli neri rafforzò
la presa, affondando leggermente le unghie nella carne delicata del
collo.
Sasuke rimase impassibile, cercando però con lo sguardo lo
Hyuga, che si era
allontanato fino a raggiungere il bracciolo del divano.
-Avanti,
mio bel principino, non vuoi fare felice il suo nii-san?
Sasuke
contrasse le labbra in una smorfia di disprezzo.
-Non
trascinare mio fratello in mezzo a questa storia.
-Uhuh, ma come siamo coraggiosi!
Orochimaru
si abbandonò a una risata di scherno. Poi si rivolse di
nuovo a Sasuke. La luce
maliziosa era scomparsa dai suoi occhi: adesso un’improvvisa
freddezza e
crudeltà li facevano risplendere come due fanali.
-Tu ti
unirai a me. Oppure il tuo amichetto farà una gran brutta
fine.
Sasuke si
voltò automaticamente verso Neji, che stava fissando
insistentemente la lampada
da quando erano arrivati.
-No, non
lui… Ma lieto di saperlo.
Fece un
gesto con una mano per congedo e Kabuto li accompagnò alla
porta.
-Faresti
bene ad accettare.- Kabuto lo guardò dritto negli occhi.
-So io cosa farei bene a fare.
E
uscì
velocemente in strada. Appena sentì la porta chiudersi. Si
voltò di scatto
verso Neji, che lo fissava tranquillamente a braccia incrociate.
-Allora?!
-Allora niente. Non è stata colpa mia.- Neji si
passò stancamente la mano tra i
capelli.
-Non è colpa tua? Non ci sono venuto da solo qui!
-Beh, e io non ti ci volevo portare!
Neji lo
afferrò saldamente per le spalle e lo costrinse a guardarlo.
-Senti, io
non volevo venirci qui. Ma se non ti portavo ha detto che avrebbe
ucciso me e
Hinata.
-E chi cazzo è Hinata?
-Mia cugina.
-Ma che cugino adorabile.
Neji lo
attirò a se con forza e lo baciò. Sasuke
sentì la lingua calda dell’altro
insinuarsi dentro la sua bocca, leccandola avidamente. Sasuke si
irrigidì nella
stretta poi avvolse le braccia attorno alla vita di Neji e si
lasciò andare.
Quello era il tocco che voleva, non la fredda mano di Orochimaru o il
violento
tocco di… All’improvviso, immaginò una
testa bionda e due limpidi occhi azzurri
al posto della chioma scura e degli impenetrabili occhi di Neji.
Strinse ancora
di più la presa sul moro e lo sbatté al muro.
Neji fece passare la mani nei
perfetti capelli del compagno, mentre Sasuke gli infilava la mano sotto
la
canottiera. Si staccarono per riprendere fiato e Neji prese per mano
Sasuke. Se
lo trascinò dietro mentre, a passo svelto, si dirigeva verso
casa sua. Aprì la
porta e si fiondò dentro. Non aveva fatto in tempo a
chiuderla che Sasuke si
era rimpossessato della sua bocca e gli aveva sfilato la maglia. Neji
lo bloccò
al muro, sfilandogli la maglia e accarezzandogli il torso snello.
Sasuke mugolò
e reclinò la testa quel tanto che gli permetteva il muro
dietro di lui. Senza
smettere di accarezzargli il busto, lo Hyuga prese a baciargli il
collo, prima
piano poi sempre più voracemente, fino a trasformare gli
innocenti baci in
lussuriosi morsi. Ben presto, i vestiti che ancora avevano addosso
volarono sul
pavimento, mentre Neji gli faceva cenno di seguirlo in camera sua, gli
occhi
chiari accessi dalla passione. Non appena sentì la porta
della camera del
cugino chiudersi, Hinata sgattaiolò fuori dalla sua stanza e
infilò velocemente
la porta di casa, decisissima a non essere spettatrice
dell’ennesima serata a
luci rosse di suo cugino.
Nel frattempo i due, che non si erano accorti di nulla, aveva raggiunto
il
letto e Neji vi aveva dolcemente sdraiato Sasuke prima di sedersi sopra
di lui
e ricominciare a baciarlo. La mano di Sasuke corse giù lungo
il torace del
compagno fino a raggiungere l’inguine. L’Uchiha
iniziò ad accarezzarlo,
strappando a Neji soffocati gemiti di piacere. Quando gli prese in mano
il
membro già duro, lo Hyuga si abbandonò totalmente
al piacere, mugolando a ogni
movimento. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio prese Sasuke per i
fianchi e lo
girò a pancia sotto, baciando e leccando ogni centimetro
della sua pelle
chiara, mentre l’altro allargava piano piano le gambe per
accogliere Neji. Lo
Hyuga gli accarezzò i fianchi con entrambe la mani, mentre
Sasuke sollevava il
bacino, pronto per essere preso. Neji portò due dita alla
bocca e le leccò per
poi penetrare Sasuke, che mugolò per il dolore. Quando
ritenne di averlo
preparato abbastanza, sostituì il membro alle dita,
riuscendo a strappare un
urlo appena entrò in lui. Iniziò a spingere,
accompagnato dai gemiti e dagli
ansiti di Sasuke. Lo afferrò per i capelli, tirandogli su la
testa. Sasuke
contrasse il volto in una smorfia a metà tra il piacere
più intenso e il
dolore. Neji continuò a spingere, sempre più
veloce, e i gemiti di Sasuke si
trasformavano in piccoli urli. Quanto sentì di stare per
venire, Neji fece per
uscire ma Sasuke lo bloccò:
-No…
Vieni
dentro.
Neji
abbozzò un sorriso e continuò a muoversi dentro
il compagno, fino a che
raggiunse l’orgasmo. Poi, con Sasuke girato a pancia su, gli
scivolò tra le
gambe e gli prese in bocca il membro, succhiandolo fino a che anche lui
non
venne. Poi gli si sdraiò accanto e gli sfiorò i
capelli, indeciso se
accarezzarlo o no.
-Allora?
Sono perdonato?
***
Naruto
era sotto la doccia e cantava. Ma non cantava e basta. No, ballava
anche. Per
lo meno, provava a ballare. Si dimenava quel tanto che lo stretto
cubicolo gli
permetteva.
-So what if you can see the darkest side of
me…
E
intanto scuoteva la testa, schizzando d’acqua le pareti.
“Chissà
cosa sta facendo Sasuke.”
Si
bloccò. E questo pensiero da dove gli era venuto?
Perché, poi? Perché sognava
di vederlo “scapellare” nella sua doccia? O forse
perché la notte scorsa aveva
sognato di nuovo Sasuke
completamente
nudo nella sua cucina? Cosa avesse di così speciale la sua
cucina non si sa.
Fatto sta che era apparso in tutta la sua bellezza e Naruto si era
svegliato in
preda alla frustrazione più profonda.
Uscì
dalla doccia e si avvolse un asciugamano attorno ai fianchi. Sentiva di
provare
per quel ragazzo un’attrazione sempre maggiore ma, anche se
non si decideva ad
ammetterlo, stavolta non era solo fisica.
-No one will ever change this animal I have
become.
Autrice:
Eccomi quaaa!
Tutti: Yeee.
Autrice:
Cazzo, questo sì che entusiasmo.
Tutti: *sventolano
bandierina*
Autrice: Bene, questo
è l'aggiornamento pre-vacanza. Ora parto per due settimane
quindi mi sono data una mossa e ho scritto il nuovo capitolo.
Il prossimo, molto probabilmente, lo avrete dopo queste due settimane
in agonia senza computer.
Itachi:
E io?
Autrice:
Vuoi venire in vacanza con me?
Itachi: No, dicevo: io in
questo capitolo dove sono?
Autrice:
A casa, ovvio. Alla tua età non puoi andare a fare i bagordi
con tuo fratello.
Itachi:
T__T
Autrice:
Recensionii! *w*
konoha: Woah, borsetta di
Orochimaru! Sborserei qualsiasi cifra per averla! XD Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana
Kitsune_no_yume:
Di Hidan non
importa niente a nessuno! Mwahahaha! (ç_ç
ndHidan) Già, povero Neji. Ma c'era da aspettarselo, non ce
ne uno normale in questa cazzo di storia! Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana
giulietta24: Gli "scopi" di Neji.
Letteralmente. Questo Neji maniaco ci garba un sacco. Ahah, l'ho
già detto: di Hidan non importa niente a nessuno! Poero
caro. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
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Capitolo 27 *** Capitolo 26 ***
Capitolo
26
Sasuke
entrò di soppiatto in casa, alle due di notte, facendo
attenzione a non fare il minimo rumore per non disturbare Itachi.
Abbandonò il giacchetto sul divano: quando era partito da
casa di Neji era ancora troppo accaldato per metterselo addosso.
Scivolò su per le scale e si buttò sul letto
ancora completamente vestito. La serata era stata decisamente...
bollente. E non aveva ancora pensato alla proposta di quel verme di
Orochimaru. In quel momento, però, l'ultima cosa che
riusciva a fare era pensare. Quindi cadde in un sonno profondo e senza
sogni.
***
Quando la mattina dopo
Naruto si svegliò, con addosso solo i boxer, la prima cosa a
cui pensò fu rimanere a casa e bigiare la scuola. Continuare
a dormire gli sembrava una proposta allettante, la migliore che il suo
cervello avesse mai prodotto. Poi l'idea che gli era balenata in testa
la notte prima tornò a fare capolino e il discorso prolisso
e confuso che aveva messo insieme prima di crollare in un sonno
popolato da Kiba che dava da mangiare ai gatti del quartiere e da un
Sasuke decisamente poco vestito gli fece trovare la forza per alzarsi e
vestirsi. Afferrò la cartella e uscì.
***
Kiba
sbirciò da dietro la porta dentro la classe. Quando vide che
c'era soltanto Neji entrò trotterellando allegramente.
-Ehi!
-Buongiorno.
-Che palle! Stamattina
sembra ti abbiamo infilato una scopa nel culo più degli
altri giorni.
-Mh.
Kiba si
avvicinò, sensuale.
-Lo sai che l'unica
scopa che deve finire nel tuo culo è la mia.- gli
sussurrò allacciandogli le braccia al collo.
La frase
sembrò risvegliare Neji, che gli passò le braccia
intorno alla vita e gli strofinò il naso sul collo.
-Non mi sembrava che
l'altra notte ti dispiacesse prenderla la scopa piuttosto che darla, no?
Kiba emise una specie
di basso ringhio da attribuire alla battuta di Neji e al fatto che
quest'ultimo avesse iniziato a baciargli il collo, lasciandogli dei
segni rossi. Fece scivolare una mano verso le natiche sode di Kiba
mentre quest'ultimo gli accarezzava sensualmente il collo. L'Inuzuka si
produsse in un basso ringhio di approvazione. Sentirono dei passi nel
corridoio e Neji alzò la testa, mentre Kiba si occupava
ancora del suo collo, mordendolo e leccandolo.
-C'è
qualcuno.
Kiba
sbuffò:- Capirai. Tanto son tutti abituati qui.
-Dai, torna in classe.
-Che stronzo.
Kiba prese la cartella
e uscì a passo di marcia. Neji lo guardò
allontanarsi.
-Non hai idea quanto,
cucciolo.
***
Konan entrò
in classe a testa alta e sguardo dritto, come sempre. Nessuno era mai
riuscito a fare abbassare la testa e dubitava che qualcuno ci sarebbe
mai riuscito. Nella stanza c'era solo Kakuzu, intento a leggere un
foglio che aveva in mano borbottando. Quando le sentì
entrare alzò gli occhi e un lampo di sospetto misto a
fastidio passò nei suoi occhi verdi.
-'giorno, Konan.
-Buongiorno.
-Come va?
Konan si
girò verso il suo interlocutore, un po' sorpresa:-Bene. Tu?
Kakuzu
sussultò:-Dopo la cosa di Hidan...
-Hai ragione,
scusami...
Konan si
rigirò e un sorrisetto trionfante si dipinse sul suo volto
etereo.
-Senti Kakuzu...
-Dimmi.
-L'ho ucciso io Hidan.
Avvelenato.
Detto questo si
alzò e uscì dalla classe, lasciando Kakuzu ancora
con il foglio stretto tra le mani che la guardava a bocca aperta.
***
Quando Itachi si
svegliò, una fitta gli attraversò la testa. 10
birre tutte di seguito erano decisamente troppe per una sera sola. Ma
senza nessuno a fargli compagnia e con uno stupido film sentimentale
alla TV, quelle dieci bottiglie nel frigo gli erano sembrate la
soluzione a tutti i suoi mali. Adesso però quelle soluzione
gli facevano pesare la testa come un macigno e gli toglievano la voglia
di vivere.
"Per oggi salto."
pensò. Non era la prima volta che bigiava la scuola e la
cosa non gli faceva certo venire i sensi di colpa. Deidara doveva
ridargli 6 o 7 penne ma chi se importa delle penne, dopotutto. Quindi,
chiuse gli occhi e si girò su fianco. Nel giro di due
minuti, russava di nuovo.
***
Itachi non sapeva che
mentre lui russava felicemente al caldo nel suo letto, Kiba e Neji si
improvvisavano agenzia di cuori solitari.
-Dai, Sasuke, vieni
con me.
-L'ultima volta che ho
accettato a venire con te guarda come è finita.
Neji non sapeva se si
stesse riferendo al colloquio con Orochimaru o al post-colloquio ma in
ogni caso decise di lasciar perdere. Esattamente nello stesso momento,
Kiba letteralemente trascinava Naruto con se, attirando le occhiate
sospettose e divertite di tutti lì intorno.
-Eddai, Nacchan, ci
stanno guardando tutti.
-Sei tu che mi stai
trascinando. Io me ne sarei andato tranquillamente a casa.
-Ma non puoi!
C'è una cosa che devi prima!
-Cosa?! Cazzo, me lo
vuoi dire?!
Ma senza che Kiba gli
spiegasse niente, appena vide la testa scura di Sasuke in fondo al
corridoio, Naruto capì tutto. S'impuntò
ferocemente:
-Oh, no. Nononono. Non
credo proprio.
-Io invece dico
proprio di sì. Anche perchè quella testa d'anatra
ronza un po' troppo intorno alle mie proprietà e non
è che l'idea mia vada troppo a genio.
Kiba non lo avrebbe
mai ammesso ma in Neji stava trovando un valido sostituto di Naruto,
appurato che il biondo non l'avrebbe mai considerato un possibile
fidanzato. Vedendo che Naruto recalcitrava fece cenno a Neji di venire
da lui. Lo Hyuga si staccò dal muro e si avviò,
con Sasuke alle calcagna, verso i due.
-Ehi.
-Ciao, Neji.-fece
Kiba, un po' ansante per lo sforzo di trattenere Naruto, che tirava
come un cane per fuggire da lì.
-Uzumaki, guarda che
non mordo.
Naruto
fissò Sasuke negli occhi, desiderando ardentemente di non
perdercisi:-Non ne sono poi così sicuro.
-Naruto deve dirti una
cosa. Vero, Naruto?
Ora che Kiba aveva
fatto la sua introduzione, Naruto non potè più
tirarsi indietro ma si ripromise che gliel'avrebbe fatta pagare a quel
campione di trame alle spalle.
-Sasuke, ti va se
andiamo a pranzo insieme? Fuori di qui, ovviamente.
Sasuke
inarcò impercettibilmente il sopracciglio e
annuì. Scivolò accanto all'Uzumaki e, mentre
percorrevano insieme il corridoio, si arrischiò a passargli
un braccio intorno alla vita. Naruto sorrise e lo lasciò
fare.
Kiba
sospirò:-Dovremmo mettere su un'agenzia.
-Oppure potremmo fare
sesso- ribattè Neji, passandogli un braccio attorno alle
spalle e stampandogli un bacio sulla tempia.
-Mh, sì.
Forse potremmo.
Autrice:
Eccolo qua! *pant pant*
Itachi:
E ci sono pure io! TwT
Autrice:
Bene, dato che non ho tempo ringrazio giulietta24
per aver recensito! See you! Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana.
|
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Capitolo 28 *** Capitolo 27 ***
Capitolo 27
Itachi stava studiando sul divano quando sentì bussare
lievemente alla porta. Alzandosi scocciato e chiedendosi chi fosse
andò ad aprire. Sulla soglia trovò il cugino
Shisui, con l'aria leggermente imbarazzate e una scatola di
cioccolatini in mano.
-Eeehm, io non sapevo cosa portarvi. Boh, questi sono i preferiti di
Sasuke... E...
-Lascia stare, non cercare scuse. Tanto non li degnerà di
uno sguardo. Entra, dai.
Itachi si spostò per far passare Shisui, che
sgusciò dentro silenziosamente.
-Ti ho interrotto?
-Stavo studiando ma fa niente: stavo per fare una pausa.
-Oh...
Shisui si guardò intorno, strusciando il piede a terra.
-Allora?
-Allora cosa?
-Perchè sei qui?- domandò Itachi, sollevando un
sopracciglio, perplesso.
-Per dirti che per ora ho ottenuto solo di togliere casa vostra dalle
mani dello zio. Attualmente è impraticabile.
Itachi annuì, sollevato. Almeno non erano brutte notizie.
Dato che Shisui esitava ad andarsene gli chiese, aspettandosi il peggio:
-C'è altro?
Il ragazzo si avvicinò a Itachi e gli passò un
dito sulla guancia:
-In realtà, sì.
Itachi si avvicinò a sua volta, entrando nello "spazio" del
cugino e facendosi avvolgere dal suo profumo e calore.
-Mh. Non l'avevo capito.
-Sono un bravo attore.- ribattè il cugino Shisui
accarezzandogli i capelli.
Itachi sollevò il viso col chiaro intento di farsi baciare e
Shisui lo accontentò. Si chinò leggermente e
sfiorò le labbra del cugino in un casto bacio. Itachi emise
un verso di disapprovazione verso quella misera dimostrazione d'amore.
Shisui allora approfondì il bacio, assaggiando le labbra di
Itachi e intrecciando la lingua con la sua. Itachi gli avvolse le
braccia attorno ai fianchi mentre Shisui faceva scorrere le dita tra la
lunga cosa del cugino.
Quando Sasuke rientrò li trovò così,
avvinghiati nell'ingresso. Si schiarì la voce e
fulminò entrambi con lo sguardo, prima di sparire in camera.
-Ho peggiorato le cose. Tanto per cambiare.- sentenziò
Shisui senza che ce ne fosse bisogno, anche se, in fondo, provava una
certa soddisfazione a vedere Sasuke così.
***
Neji e Kiba avevano appena finito di scopare e adesso erano sdraiati
uno accanto all'altro nel letto dell'Inuzuka.
-Credi che si stiano divertendo?- chiese all'improvviso Kiba.
-Chi?
-Goku e Vegeta! Chi secondo te?- rispose Kiba, guadagnandosi uno
schiaffo sulla coscia.
-Per quanto può divertirsi uno come Sasuke, credo di
sì.
-Al massimo è "quanto può divertirsi qualcuno con
Sasuke".
-Non farti sentire da lui...
-Mmmh...- mugugnò il castano. Neji infatti non aveva
aspettato risposta ma si era sdraiato su Kiba e aveva cominciato a
baciarlo in maniera decisamente poco casta. Kiba portò una
mano ad accarezzare il collo dell'amante e rispose al bacio.
***
Naruto stava camminando verso casa, ripensando al pomeriggio appena
trascorso. Il tramonto colorava di rosso i tetti delle case e i suoi
capelli biondi. Si strinse nella felpa e affrettò il passo.
La voce profonda di Sasuke occupava ancora i suoi pensieri, il bacio
che si erano scambiati prima di salutarsi gli scaldava ancora le
labbra. per la prima da quando si erano conosciuto era riuscito a
passare pià di 20 minuti in compagnia dell'Uchiha senza
finirci a fare sesso. Poteva dirsi soddisfatto. Mentre sorpassava il
bar dove di solito andava coi suoi amici e salutava Haku al di
là del bancone, pensava a dove sarebbero potuti andare per
il secondo appuntamento. Perchè ci sarebbe stato un secondo
appuntamento, ovviamente. Anche se lo aveva dato a vedere
più di tanto, l'Uchiha aveva gradito la sua compagnia. Ad un
certo punto gli era sembrato di vedere un mezzo sorriso sul suo viso.
Proprio mentre girava l'angolo per entrare nella stradine dove viveva
sentì un colpo secco e un dolore sordo nel mezzo del petto.
Si portò la mano sul petto e si piegò in avanti.
Sentì una moto che allontanava a tutta velocità e
l'ultima cosa che vide fu una gran macchia di sangue che si allargava
sulla felpa. Poi tutto diventò nero.
Forse, Naruto, non ci sarà più una seconda volta
di niente.
Autrice:
.......
Naruto:
.......
Sasuke:
.......
Itachi:
YATTAAAAA! *improvvisa balletto*
*Occhiataccia a Itachi*
Naruto:
Cioè io muoio e tu festeggi?
Autrice:
Chi ti ha detto che sei morto?
Naruto:
Ah non sono morto?
Autrice:
....... Boh.
Naruto:
-.-"
Itachi:
Ma io ho avuto una scena tutta mia!
Autrice:
Veramente c'era anche...
Itachi:
TUTTA MIA!
Sasuke:
Tutta sua... Almeno smetterà di martoriare le balle.
Autrice:
Bene, dato che non ci sono recensioni (ç_ç) io vi
saluto. Bye!
|
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Capitolo 29 *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29
Si
portò la mano sul
petto e si piegò in avanti. Sentì una moto che
allontanava a tutta velocità e
l'ultima cosa che vide fu una gran macchia di sangue che si allargava
sulla
felpa. Poi tutto diventò nero.
Naruto rimase
lì,
svenuto e col sangue che colava copiosamente dal foro che aveva sul
petto. Non un
passante si fermò ad aiutarlo, non una
vecchietta impietosita si avvicinò per controllare come
stesse. Il quartiere
sembrava privo di vita.
Soltanto un’ora più tardi, l’urlo [vivo]
di Haku squarciò il silenzio. Si precipitò verso
il corpo dell’amico e lo girò
sulla schiena. Notò il buco della pallottola ancora infilata
e sentì che lo
forze lo abbandonavano. Poi tastò il polso e gli parve di
sentire un leggero
battito. Corse di nuovo dentro il bar e chiamò Zabuza.
L’omone uscì e si
raccolse il ragazzo da terra. Poi, adagiato Naruto sul sedile
posteriore della
sua jeep, partì in quarta verso l’ospedale.
***
Kiba stava
facendo finta di studiare storia quando vide l’enorme auto
passare sotto la
finestra e quasi investire un cane.
-Ma tu
guarda quell’idiota…-borbottò tra i
denti e riprese in mano la palla
rimbalzante.
***
Mentre
Shisui accettava l’invito a rimanere per cena di suo
fratello, Sasuke era
chiuso in camera sua. Aprì il libro di matematica e
cercò in concentrarsi sulla
serie di numeri e parentesi ma le urla arrabbiate e il rumore di un
motore al
massimo giù in strada gli fecero alzare la testa, irritato.
-Pure
questi che corrono il rally ci si mettono…
In quel
momento bussarono alla porta.
-Che
c’è?
-Sasuke, sono Shisui.
-Vattene.
Sentì
che
il cugino esitava davanti alla porta poi scese le scale. Nemmeno il
tempo di
tornare a concentrarsi sullo studio che la porta si aprì di
scatto, cigolando,
e suo cugino fece irruzione nella stanza.
-Mi
sembrava di averti detto di andartene.
-Non me ne vado.
-Perché?
-Devi smettermi di trattarmi come un nemico.
-Altrimenti?- Sasuke gli scoccò uno dei suoi più
minaccioso sguardi.
Uno
schiaffo si abbattè secco sulla guancia del giovane Uchiha.
La testa scattò da
un lato e le sopracciglia di Sasuke si arcuarono leggermente per la
sorpresa.
Puntò gli occhi in quelli di Shisui che osservava la sua
mano e poi il cugino
con stupore.
-Come ti
sei permesso?
Shisui
continuava
a far saettare lo sguardo dalla mano a Sasuke e viceversa. Sembrava che
non
riuscisse a capacitarsi di quello che aveva appena fatto. Ssuke prese
Shisui
per la felpa e lo sbattè al muro. Il moro lasciò
che la sua schiena urtasse
violentemente contro la parete senza reagire. A quel punto, si
sentì uno
scalpiccio su per le scale e Itachi apparve, ansimante.
Osservò per un attimo
il cugino accasciato come un burattino alla parete e notò la
guancia rossa del
fratellino. Scosse la testa e tornò di sotto. Sasuke
mollò il più grande come
se si fosse scottato e questi si affrettò a uscire dalla
camera.
-Stronzo.-borbottò
Sasuke tra i denti quando Shisui si richiuse la porta alle spalle.
***
Orochimaru
sedeva sul suo divano di pelle guardando compiaciuto un Kabuto molto a
disagio.
-Avanti,
Kabuto…
Non è la prima volta che uccidiamo qualcuno…
-Lo so…
-Stai invecchiando, tesoro…
Tese una
mano e lasciò una carezza sulla guancia glabra del suo
sottoposto. Poi tornò ad
appoggiarsi allo schienale.
-Devo Karin
ha fatto davvero un eccellente lavoro.
-Perfetto, Orochimaru-sama.
-Ora non ci resta che aspettare. Verrà da noi, Kabuto.
Verrà, ne sono certo.
-E’ ovvio, signore.- replicò Kabuto anche se, in
cuor suo, era in totale
disaccordo con le parole del suo signore e padrone.
*si aspetta il peggior
linciaggio della storia* Bene, eccomi qua. A 'sto poro cristo di Naruto
gliene succedono di tutti i colori.
Naruto:
Mica me ne ero accorto. -.-"
konoha: Eeeeeh, chissà
cosa succede a Naruto... Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Beatrix91: Itachi si sta ancora
crogiolando nella sua fama... *Itachi si crogiola* . Povero
Sasuke rosicone! E Kiba... Beh, ormai il suo destino è
segnato: lo prende nelò culo letteralmente e
metaforicamente! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
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Capitolo 30 *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30
Mentre Itachi e Shisui erano in
cucina a cenare, il telefono di Sasuke prese a squillare. Il ragazzo lo
ignorò e rimase sdraiato sul letto a fissare il soffitto. Un
minuto dopo, il cellulare riprese il suo insistente vibrare e Sasuke,
estremamente irritato, si alzò per andare a rispondere.
Afferrò l’aggeggio e schiacciò con
violenza il tasto di risposta:
-Che cazzo c’è?
Dall’altra parte, la voce
di Kiba era sottile e spezzata e Sasuke si preoccupò.
-Sasuke…
-Che diavolo c’è?
-Naruto… è…
-Che ha fatto Naruto? L’avete trovato ubriaco dove?
-E’ all’ospedale. Gli hanno sparato.
Sasuke rimase un attimo immobile. Il
mondo sembrava girare e lui non sapeva dove girarsi. Si riprese e, con
la solita voce ferma e autoritaria, disse a Kiba che stava arrivando.
Chiuse la telefonata e afferrò una felpa a caso. Si
precipitò alla porta e Itachi lo vide.
-Dove credi di and…
Sasuke non sentì il resto
della domanda: si era già sbattuto la porta alle spalle e
aveva iniziato a correre a rotta di collo verso l’ospedale,
una struttura fatiscente ai confini del quartiere e della
legalità.
Quando arrivò al bancone, un’infermiera con biondi
capelli cotonati lo guardò con indifferenza.
-Naruto Uzumaki.
La donna gli fece un cenno con la
testa e Sasuke si avviò. Trovò Kiba seduto su una
seggiolina con la testa appoggiata sulle ginocchia e Neji in piedi
accanto a lui che gli teneva una mano sulla spalla. Quando vide Sasuke
abbassò gli occhi, colpevole, e poi girò la testa
dall’altra parte.
-Cosa ha detto il dottore?
-Ancora niente. L’hanno portato di corsa in sala operatoria.
Il tempo scorreva lento. Itachi
l’aveva chiamato una decina di volte e lui aveva sempre
rifiutato la chiamata. Non gli andava di parlare, men che meno con suo
fratello. Aveva lo stomaco chiuso e ne Neji ne Kiba aveva toccato nulla
da mangiare nelle ore che erano rimasti lì. Poi, quando Kiba
dava segno di stare per addormentarsi sulle gambe del fidanzato, il
dottore uscì dalla sala, il camice sporco di sangue. Sasuke
fu sul punto di vomitare e ma si trattenne e sostenne lo sguardo stanco
del chirurgo.
-Abbiamo estratto la pallottola ma
ha perso tantissimo sangue. Non c’è ancora nulla
di certo.
Detto
questo, si voltò e si incamminò
verso la macchina del caffè, maledicendo mentalmente
quell’idiota che si era fatto sparare proprio mentre lui era
di turno. Un’infermiera disse loro che potevano entrare uno
alla volta ma che comunque sarebbe stato inutile perché il
paziente era ancora addormentato e non si sarebbe risvegliato prima del
mattino. Ciononostante sia Kiba che Sasuke entrarono un paio di minuti
ciascuno, solo per vedere il biondo bianco come un cencio e attaccato a
una strana macchina. Sasuke non tornò a casa quella notte.
Quando Neji annunciò che avrebbe portato Kiba a casa, si
limitò ad annuire. Poi, quando i due furono scomparsi dalla
sua vista, tirò fuori il telefono e finalmente
chimò il fratello. Itachi rispose al terzo squillo, la voce
impastata di sonno.
-Sasuke? Ma dove cazzo sei?
-All’ospedale.
-E perché mai saresti all’ospedale?-Itachi inziava
ad arrabbiarsi.
-Hanno sparato a Naruto.
Il maggiore degli Uchiha rimase un
attimo senza parole.
-Ma tanto tu non puoi fare niente.
Vieni a casa, dai.
-Sei in buona compagnia, mi pare. Io non servo.-ripose Sasuke, che
sentiva in sottofondo il russare del cugino Shisui.
Itachi sospirò:-Ti prego,
stai attento.
-Sì.
Rimise il telefono in tasca e
appoggiò la testa al muro, incapace di piangere.
***
Shisui si svegliò dal suo
sonno profondo e guardò Itachi negli occhi.
-Che è successo?
-Hanno sparato all’amico di Sasuke.
-Sasuke ha un amico?
Itachi gli colpì piano la spalla con un pugno:-Direi
più un ragazzo.
-Wow.
Shisui rimase a fissare il soffitto.
Non aveva mai pensato a Sasuke come a una persona capace di mandare
avanti una relazione. Se lo vedeva a quarant’anni ancora in
giro a scopare e a lasciare dietro di se una scia di cuori infranti.
Sospirò.
-E’ grave?
-Non me lo ha detto. Non sembrava volesse parlare.
-Ancora meno del solito?
Itachi annuì, un sorriso amaro sulle labbra sottili.
***
Seduto su una sedia traballante a
fianco del letto di Naruto, Sasuke teneva gli occhi ben aperti, pronto
a cogliere il minimo cambiamento nella situazione del biondo. I capelli
chiari erano impregnati di sudore e Sasuke desiderò poterli
accarezzare. Voleva stringere quel corpo, ne aveva bisogno, come se
sapesse che non avrebbe più potuto farlo. Una parte di se
era già rassegnata alla morte di Naruto.
Eppure ancora non riusciva a piangere.
Non aveva pianto alla morte dei suoi genitori, non aveva pianto quando
erano stati costretti ad andarsene da casa loro e non aveva pianto
quando Madari si era rifiutato di adottarli. E non l’avrebbe
fatto nemmeno in quel caso. “Sei un Uchiha”
si ripeteva, “gli Uchiha non piangono”
questo lo sapeva già. Sarebbe rimasto semplicemente
lì ad ascoltare il bip bip della macchina antiquata accanto
al piccolo letto che ospitava il corpo dell’unica persona che
avesse considerato un fidanzato.
***
Quando Kiba si abbandonò
sul letto, Neji sentì il bisogno di confessargli tutto. Per
cui lo chiamò dolcemente, conscio che quello che stava per
fare molto probabilmente glielo avrebbe portato via per sempre.
-Kiba, ti devo dire una cosa.
-Non puoi aspettare domattina?
-No.- Era una sensazione strana: non era abituato a fare la cosa giusto
e un certo senso non gli piaceva. Non sapendo quali sarebbero state le
conseguenze.
-Allora dimmi.
-E’ colpa mia.
-Cosa?
-Tutto.
-Neji, non sono abbastanza lucido per la tua mente contorta. Quindi vai
dritto al punto e falla finita.
-E’ colpa mia se hanno sparato a Naruto.
Kiba lo guardò, gli occhi
dorati pieni di stupore. Poi si riempirono di rabbia e infine di
lacrime.
-Come? Perché?
-Ho portato Sasuke da Orochimaru.
Kiba trasalì: Orochimaru,
l’infimo esponente della yakuza.
-Minacciava di uccidere me e Hinata.
Così gli ho portato Sasuke. Gli aveva promesso i suoi beni
in cambio solo del suo corpo ma Sasuke non ne ha voluto sapere.
Così lui ha sparato a “qualcuno di a lui
caro”: Naruto, appunto.
I libri, i telefilm e tutte quelle
cretinate che Hinata era solita guardare dicevano che dire la
verità toglieva un peso dal petto. Neji decise che erano
tutte stronzate: lo sguardo di Kiba lo stava uccidendo e le sue lacrime
copiose contribuivano alla sua tortura.
-Tu… tu…
-Mi dispiace.
-Fuori di qui.
-Come?
-Mi hai sentito: non voglio più vederti!- la voce era rotta
dal pianto e non riusciva ad articolare bene le parole ma Neji aveva
capito alla prima.
Girò sui tacchi e uscì dalla porta, pensando con
amarezza che lui finiva sempre per avere ragione.
***
Quando, a quattro ore
dall’intervento, il sole stava cominciando a sorgere, Naruto
aprì gli occhi. Sasuke scattò in piedi, rimanendo
accanto al letto, in attesa. Naruto girò la testa verso di
lui e abbozzò un debole sorriso.
-Sas’…ke…
Almeno lo riconosceva: era un buon
segno. I suoi occhi divennero opachi per un attimo e Sasuke temette il
peggio. Poi tornarono a fissarlo, felici.
-Sas’ke io… io
ti… amo.
Sasuke rimase un attimo sbalordito.
Ci mise un attimo per ritrovare se stesso. Quell’attimo fu
fatale.
-Naruto… anche
io…
Il bip prolungato della macchina.
L’urlo disperato: “NO!”
Lo scalpiccio in corridoio.
Il tentativo di rianimazione.
Il “’fanculo” del medico che lanciava via
gli elettrodi.
Sasuke accanto alla porta, spettatore oculare e disperato del processo.
“Non ce l’ho
fatta. Non gliel’ho detto.”
[E’ finita, Sasuke. Hai sprecato la tua
occasione]
Con una dichiarazione d’amore, la più bella e
sincera, l’animo di Naruto Uzumaki aveva lasciato il mondo
terreno, per verificare se davvero c’è
un’altra vita. E tutti quelli che credono, che non credono o
a cui semplicemente non importa nulla, augurano alla dolce anima del
biondo una seconda vita, dove finalmente potrà essere felice.
Senza dire una parola, senza versare una lacrima, senz’anima,
l’ombra di Sasuke lasciò l’ospedale e si
incamminò verso un posto lontano che nessuno sapeva dove
fosse.
Sì,
sono tornata. Dopo un mese e passa ho deciso di uccidere il povero
Naruto. E' stata una decisione piuttosto sofferta e vi basti sapere e
che ho pianto io stessa per quello che ho scritto. Kira, aiutaci tu.
Comunque avviso che ci saranno altri due capitoli poi (finalmente,
direte voi) la storia si conclude.
konoha: Poteva essere un'idea!
Baci dall'Inferno, The
Angel of Satana.
Beatrix91: Se qualcuno segnala la
recensione come oscena, scendo in piazza e protesto! Comunque il
più sfigato è Naruto. Tiè, Nacchan!
(Gnegne. ndNaruto) Uouooh, ora scrivo uno spin-off di Carnevale (?) di
una cosa a tre. A caso, chi sarà lo slave? *il mondo indica
Sasuke* Bravi ragazzi. *pat pat a Sasuke* Baci dall'Inferno, The
Angel Of Satana.
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Capitolo 31 *** Capitolo 30 ***
Capitolo 30
Naruto
Uzumaki venne dichiarato morto il 30 settembre alle ore 18.54. Il suo
corpo
muscoloso fu affidato alle cure delle pompe funebri pagate
dall’ospedale e
sepolto nel piccolo cimitero del quartiere. Alla funzione assistettero
in
pochi, tutti in lacrime. Kiba, talmente vicino alla bara che sembrava
volesse
entraci. Neji, ancora divorato dal senso di colpa ma senza versare una
lacrima-o forse era solamente la pioggia che le nascondeva. Sakura, al
quale il
suo scherzoso molestatore sarebbe mancato da morire. E anche Ino, che
teneva
per mano la sua ragazza, sostenendola a modo suo. E dietro tutta la
schiera dei
compagni di classe e di scorribande. In fondo al gruppo il dolce Haku,
che
piangeva più forte di tutti sulla spalla di Zabuza.
Di Sasuke Uchiha nemmeno l’ombra. C’era chi
sosteneva che si fosse suicidato,
chi che avesse lasciato il Paese e altri ancora che non sapevano
assolutamente
il rapporto che c’era tra i due e che sparavano congetture per non sentirsi esclusi.
***
Kiba non
volle mai più vedere Neji. Presero strade diverse e per
molti anni si persero
di vista. Quando si rividero, per puro caso, Kiba aveva
trent’anni, Neji
trentuno. Lo Hyuga era ancora bello come una volta, nel completo di
sartoria
nero che si addiceva a un erede della più grande azienda del
Paese. Kiba era
vestito al suo solito modo, da bravo impiegato del canile municipale.
Finsero
di non vedersi e quando Kiba tornò nel suo appartamento
tirò fuori il gelato
dal freezer, mise
il DVD di “Dirty Dancing”
e pianse tutta la notte insieme ad Akihiro, il grosso cane col pelo
chiaro che
aveva sostituito Akamaru.
***
Sabaku no
Kankuro venne beccato con le mani dal sacco dopo una soffiata. Fu
condannato a
15 anni di carcere per spaccio di sostanza stupefacenti. Per la
vergogna di
aver deluso la sorella, si suicidò impiccandosi dopo 6 mesi.
Temari e Tayuya si trasferirono in Germania dopo la morte di Kankuro.
Tayuya si
dedicò alla carriera sportiva come pallavolista mentre
Temari entrò nella
Polizia. Entrambe non si preoccuparono di che fine facesse Gaara.
Gaara e il suo segreto fidanzato storico, Shikamaru, uscirono allo
scoperto e
se ne andarono in Spagna. Adesso, a 30 anni, sono felicemente sposati e
hanno
un bambino. Si chiama Juan e ha un bellissimo sorriso.
***
Sakura e
Ino hanno portato avanti la loro relazione per due lunghi anni, fatti
di
unicorni e arcobaleni. L’idillio si è bruscamente
interrotto quando Sakura,
rientrando prima dal lavoro, trovò la sua biondissima
ragazza a letto con un
fustaccione dalla faccia non troppo sveglia. Da allora non ha
più voluto
fidanzarsi con una donna.
***
Deidara e
Sasori sono, a detta loro e dei loro amici, la coppia più
bella del mondo.
Anche se non sono sposati la loro relazione continua ad andare a avanti
a
gonfie vele, dibattiti artistici esclusi. La loro casetta in un
tranquillo quartiere
di Tokyo, erede della vecchia Chyio, è un luogo perfetto per
crescere un
bambino. E Deidara, a detta di molti, sarebbe una madre esemplare.
***
Kakuzu mise
su un negozio di armi che fu decisamente apprezzato dagli abitanti del
quartiere. Dove prese i soldi? Dai risparmi di Hidan, quelli che aveva
guadagnato vendendo ragazze e ragazzi al miglior offerente. Nonostante
la sua
apparente insensibilità, tiene una foto di Hidan nel
portafoglio.
***
Pain e
Konan si sono sposati e hanno avuto una figlia. Capelli rossi e grandi
occhi
color ghiaccio. Lui è un rispettabile impiegato mentre lei
si occupa della
bambina. Nonostante il suo essere una casalinga, Pain la rispetta e
ammira,
come ha sempre fatto. Non è facile crescere una bambina
forte e determinata
esattamente come Konan.
*fischietta indifferente*
Da me c'è il fuso orario, in realtà non
è passato così tanto tempo dall'aggiornamento.
Naruto:
Nooo...
Autrice:
Tu sei morto. Nella bara, cammina.
*Naruto si avvia*
Autrice:
Bene.
Itachi&Sasuke: E noi?
Autrice:
*orecchie fumanti* ASPETTATE!
*I cosi Uchiha si
dileguano*
Autrice:
Bene, recensioni!
Beatrix91: Amen, bellezza. Qualcuno
dovevo accoppare. Shisui non capisce un cazzo. Ha un tarlo nel
cervello, caratteristico della famiglia Uchiha, che fa fare le cose
sbagliate nei momenti più propizi (vd. Naruto n°43
dove Sasukkia ha l'occasione per riconciliarsi con Itachi con tanto di
trombata e invece lo ammazza). E riguardo al "vivo e Vegeta" sono
settimane che immagino una sottospecie di fusione. Adesso
nella mia testa c'è unVegeta con tanto di coda volpina che
dice:"Sono il Principe dei Sayan, dettebayo!". Sto svalvolando peggio
di Gai. E la threesome arriverà, prima o poi. Baci dall'
Inferno, The Angel Of Satana.
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Capitolo 32 *** Epilogo ***
Epilogo
A 24 anni
Sasuke Uchiha era considerato uno dei migliori avvocati del Paese. 5
anni di
scuola, esami passati con il massimo dei voti e tesi di laurea che
aveva
lasciato a bocca aperta la commissione. Inutile dire che
l’encomio fu
meritatissimo. Un anno di praticantato presso un’importante
studio legale gli
aveva fatto accumulare esperienze e acquisire una certa indipendenza
che altri
avvocati impiegavano anni a raggiungere. Il suo datore di lavoro si
fidava di
lui e lui si era dimostrato degno di questa fiducia.
In quella calda giornata di Maggio, il giovane avvocato indossava un
elegante
completo nero di sartoria e una semplice camicia bianca sotto. Niente
cravatta,
niente maglia. Seduto dietro il tavolo dell’accusa, sembrava
indifferente a
tutto e tutti, come se non si trattasse della conclusione della guerra
che
portava avanti da 6 lunghi anni. Al banco degli imputati, accompagnati
da un
avvocato segaligno, Orochimaru e Kabuto Yakushi sembravano quasi
impazienti di
uscire da lì. Orochimaru era impassibile quasi quanto il suo
accusatore, mentre
Kabuto si guardava nervosamente intorno come a voler cercare una via di
fuga. Erano
alla fine: le parti avevano esposto la loro arringa e il giudice si era
ritirato per deliberare, lasciando l’aula col fiato sospeso.
Ad ogni movimento,
l’intera folla si voltava verso la fonte del rumore per poi
rigirarsi delusi
quando vedevano che non si trattava del giudice. In prima fila, appena
dietro
la scrivania al quale era seduto Sasuke, Itachi e Shisui guardavano con
una
certa apprensione la schiena del loro giovane parente, anche se Itachi
era più
che sicuro che il fratello ce l’avrebbe fatta.
Finalmente, la porta dietro lo scranno del giudice si aprì e
ne uscì la figura
vestita di nero che tutti aspettavano. Si sedette e si aggiusto gli
occhiali
sul naso, incurante delle persone che lo osservavano col fiato sospeso.
Poi
iniziò a leggere:
-Fukuda
Orochimaru
e Yakushi Kabuto…- pausa-… siete entrambi
condannati all’ergastolo per l’omicidio
di Naruto Uzumaki. Inoltre, le accuse a vostro carico comprendono anche
spaccio
di sostanze stupefacenti, abuso di minore e ricatto.
L’udienza è conclusa.
Il colpo del martelletto fu come una liberazione per Sasuke. Mentre due
agenti
scortavano fuori Orochimaru e Kabuto, il giudice gli si
avvicinò e gli strinse
la mano. Shisui passò un braccio attorno alle spalle di
Itachi, la massima
espressione di affetto che il ragazzo tollerava in pubblico. Il minore
degli
Uchiha sbirciò i documenti in mano al giudice.
Fine pena: mai.
Sasuke si voltò e uscì dalla sala: 6 anni dopo
era ancora il ragazzo testardo e
battagliero che aveva conosciuto al liceo.
Arrivato alla macchina, si tolse la giacca e la lanciò sul
sedile del
passeggero. Arrotolò le maniche della camicia, mettendo
così in mostra un piccolo
tatuaggio sul polso: una volpe arancione con grandi occhi azzurri.
Autrice:
Si è dunque giunti al termine.
Sasuke:
Ma come cazzo parli?
Autrice:
Ah stronzo, guarda che cambio il finale, eh!
Sasuke:
*fischietta*
Autrice:
Bene, ragazzi: fate 'ciao' con la manina e rigraziate le signore che ci
hanno sopportato.
Tutti:
Grazie, signore!*ciao con la manina*
Autrice:
Voglio ringraziare tutte coloro che hanno letto, recensito, messo tra i
preferiti e tra le seguite. Siete stati fonte di gioia per me. Grazie
ancora.
Baci dall'Inferno,
The
Angel Of Satana
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