Sesso, sangue e droga

di The Angel Of Satana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sesso, sangue e droga

Nei bassifondi di Tokyo vive gente poco affidabile. Anzi, per niente affidabile.

Ci vive la gente nata povera, i ricchi caduti in disgrazia e, molto spesso, gli orfani.

È un posto infimo. È un posto sporco. È un posto dove non ti puoi fidare di niente e di nessuno. Dove non devi guardare una persona per più di un secondo, o potresti ritrovarti morto a marcire in un canale. E nessuno farà caso a te, perché spettacoli di quel genere sono comuni se non quotidiani. Hai paura di uscire di casa, per timore che qualcuno a cui hai fatto un torto possa essere dietro la porta per cercare di vendicarsi.

In quei posti è facilissimo darsi all’alcol o alla droga. Lo fai per dimenticare tutto, per cercare di morire. Sei così disperato che non desideri altro che morire. Poco importa se sarà doloroso o no, dopo sarà tutto finito. E non si potrà più tornare indietro.

I nuovi non sono accolti con piacere, soprattutto se sono ragazzi. E, sfortunatamente, sono molti i ragazzi che finiscono lì.

Nessuno lì aveva un onore o un orgoglio da difendere. Dovevi camminare a testa bassa.

Ma questo non era stato insegnato a Itachi e Sasuke Uchiha.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Sasuke e Itachi Uchiha erano gli ultimi arrivati in quei posti di cui ignoravano l’esistenza. Con la morte dei loro genitori, erano rimasti soli. Lo zio Madara non aveva voluto prenderli in affidamento, il cugino Shisui non poteva tenerli e il tribunale aveva deciso di non affidare loro i beni di famiglia perchè li riteneva troppo giovani. Dietro tutto questo c’era il loro perfido zio, che si prese tutto il patrimonio del fratello, sempre stato più capace e più ammirato di lui.

E così Sasuke e Itachi si erano ritrovati in un posto a loro assolutamente sconosciuto che puzzava di sangue, di droga e di morte. Dovevano frequentare entrambi il liceo ma erano restii ad avventurarsi in quella giungla di assassini che li odiavano per i loro bei vestiti, per il loro portamento o per il loro bell’aspetto. Ma quello era il solo modo per riottenere quello che avevano perso: istruirsi e dimostrare di non essere dei bambini ma due uomini pronti a cavarsela in ogni situazione. Si erano spalleggiati l’uno con l’altro: se Sasuke combinava qualche guaio, Itachi era pronto a difenderlo. Se invece Itachi era in punizione per qualche sua bravata e scappava dalla finestra per vedersi con gli amici, Sasuke fermava i genitori che volevano entrare nella camera del figlio maggiore dicendo che Itachi era moltoi stanco e voleva dormire. Naturalmente, a 8 anni, Sasuke sapeva essere molto persuasivo. Con quel faccino angelico, gli occhioni grandi, tutti cascavano nella trappola e lo lasciavano fare. Nessuno, tranne Itachi, sapeva che dietro a quell’aria da angioletto si celava una furbizia e una monelleria inquietanti. Adesso però dovevano mettere da parte tutte le cose fatte fin’ora e concentrarsi seriamente sugli studi.

-Sasuke? Sasuke? Dove sei?

-Sono qua dietro Itachi!

La testa corvina di Sasuke spuntò da dietro una pila di scatoloni.

-Ah bene. Però adesso esci tutto. Non mi va di parlare con i tuoi capelli.

Il viso diafano di Sasuke uscì e con lui tutto il corpo (meno male che non l’ha dimenticato ndA).

-Molto bene. Adesso dobbiamo sistemare questa roba, poi vedremo cosa fare.

Sasuke guardò il fratello dritto negli occhi color onice. I due ragazzi si somigliavano molto: avevano entrambi capelli corvini, anche se Itachi li aveva lunghi e raccolti in una coda, occhi neri e profondi, un fisico snello, slanciato e atletico, la carnagione pallida e i lineamente delicati quasi femminei che davano al loro volto una grazia mai vista, eppure così virile. Nell’insieme, splendidi. Guardarono gli scatoloni, poi si rifissarono negli occhi e scrollarono la testa.

-Meglio darci da fare se dobbiamo sistemare tutta questa roba.

-Giusto otouto.

I due ragazzi si misero al lavoro. Alle 17, metà degli scatoloni erano stati sistemati.

-Dai Itachi, ancora poco e avremo finito.

-NOOOOO… Ti prego basta! Abbi pietà del tuo povero e anziano fratellone.

-Anziano un corno! Lavora, schiavo negro!

-Schiavo negro a chi, despota?

-Despota la tua testa!!

Itachi prese un cuscino dal divano e lo lanciò a Sasuke, che a sua volta lo lanciò a Itachi (finchè non volano sedie a me va bene ndA). Fatto sta, che dopo 5 minuti si ritrovarono a fare la lotta coi cuscini stesi sul divano coi capelli pieni di piume. Se fossero stati ancora a casa loro qualcuno avrebbe sicuramente sbirciato dalla finestra e avrebvbe pensato male, molto male. Insomma i due figli MASCHI dell’uomo d’affari più ricco del Giappone stesi sul divano uno sopra l’altro? Sarebbero sicuramente finiri in prima pagina. Qui invece tutti si facevano i cavoli propri, potevi anche portarti a letto il cane e nessuno ti rideva dietro. Be’ no il cane no, però qualcos’altro sì.

Itachi guardò il fratello con i suoi occhi profondi:-Ti ricordi quando giocavamo io e te sul divano di casa quando avevi 8 anni?

Sasuke annuì e i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime. Per non farle al fratello, affondò il viso nel suo petto e strinse il fratello in vita. Itachi sorrise.

-Non preoccuparti, Sasuke. Ci riprenderemo ciò che è nostro.


Allora, rieccomi con l'aggiornamento. Sper non mi vogliate uccidere se non aggiornato prima ma di questi tempi sono impagnata. Passiamo subito alle recensioni:
mansu95: Grazie, sono contenta che ti sia piaciuta. Spero davvero che ti stupisca, Baci dall'inferno.  The Angel Of Satana.
Bambi in nero: D'accordo quello dark mi piace molto. ma non provarci neanche a insegnarmi quello poetico, tanto non lo imparerei mai. Bwahahahahah! Ora io ti ho recensiro, fai quello che devi fare XD Baci dall'inferno. The Angel Of Satana
hachi92: Sono contenta che ti piaccia e che la trovi intrigante. Baci dall'inferno. The Angel Of Satana
allsecrets2:  Ecco un'altro chappy! Sper ti piaccia. Baci dall'inferno. The Angel Of Satana
Al prox chappy!
Baci dall'inferno
The Angel Of Satana

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Itachi sorrise.

-Non preoccuparti, Sasuke. Ci riprenderemo ciò che è nostro.

Sasuke annuì, con la testa ancora affondata nel petto del fratello. Questione di pochi secondi, e si era già rialzato. Asciugandosi le lacrime guardò Itachi:-Adesso alzi le sue regali chiappe da questa sottospecie di divano e mi aiuti a mettere via la roba.

Itachi si rabbuiò e borobottò qualcosa di poco amichevole all’indirizzo del fratello, seduto sul suo stomaco.

-Ti pareva che non se fosse dimenticato… E ora, tocca a lei alzare le sue alquanto regalissime chiappe dal mio stomaco e darsi da fare.

Sasuke si alzò e prese alcuni oggetti da una scatole su cui era scritto “Fragile”. Alzò la mano fino al viso e osservò l’oggetto. Era una cornice semplice eppure molto bella con dentro una fotografia: rapprensentava la famiglia Uchiha ed era stata scattata qualche tempo prima che l’incidente stroncasse i genitori dei ragazzi. Sasuke la osservò intensamente: c’era suo padre Fugaku, con il suo sguardo fiero e austero, che però sapeva essere dolcissimo con i suoi figli, c’era sua madre Mikoto, con il suo sorriso dolce e sempre pronta per aiutare i suoi figli, poi c’era Itachi, che cercava sempre di darsi un contegno, ma che si lasciava sempre sfuggire un mezzo sorriso e per questo nelle foto veniva sempre così bene, infine c’era lui, che diceva di odiare le fotografie, ma che davanti all’obbiettivo si scioglieva e si apriva in un sorriso caldo, sincero, che lasciava tutti a bocca aperta. Non sentì suo fratello, che si era finalmente alzato dal divano, arrivare dietro di lui. Gli tolse la foto dalle mani e la posò su un mobile lì accanto.

-Non è il momento di farsi prendere dallo sconforto. Riusciremo a vincere quella stupida battaglia legale. Allora potremmo finalmente osservare questa foto e pensare che nostro padre sarebbe fiero di noi.

Sasuke annuì. Suo fratello sapeva essere molto convincente.

Per le 19.00 tutti gli scatoloni erano a posto. Non avevano portato molta roba con loro, visto che non avevano tanto spazio. Dopo la cena, composta da un misero piatto di pasta, Itachi e Sasuke ritornarono a sedersi sul divano.

-Allora, fratellino…

Sasuke fissò il fratello, accigliato:-Da quando sono diventato “fratellino”?

-Da adesso.- Itachi fece un sorriso ebete che fece ridere Sasuke. 

-Comunque dicevo         … da domani inizieremo ad andare a scuola. Frequenteremo il liceo Konoha. Tu sarai in 2° mentre io in 5°.

-Bene… C’è una divisa? Qualcosa di specifico da indossare?

-Mppfff… Una divisa… Questi non si possono permettere da mangiare, figurarsi delle divise scolastiche.  

-Hai ragione…

-Va tutto bene, otouto?

-Sì, nii-san, tutto ok.

Itachi sorrise, un sorriso caldo e sincero, come quando erano piccoli: -Da quando sono ritornato “nii-san”?

-Da adesso.

-Bene, fratello degenere, è ora di fare la bella ninna.

-Ascolta, fratello mentecatto, la bella ninna la vai a fare tu da bravo bambino sennò domattina niente biscottino.-Sasuke strizzò la guancia di Itachi come farebbe una vecchia zia –Bravissimo lui!-

Si guardarono per un attimo, poi scoppiarono a ridere come 2 matti.


Ciao! Eccomi tornata. Scusate il ritardo ma gli impegni sono sempre tanti. Ooohhh... Ma non sono tanto pucchosi i fratellini Uchiha ^^?? Per me tantissimo! Vabbè, mettendo da parte gli scleri: passiamo alle recensioni:

Bambi in nero:
Ma non sono andati a letto (però mi sarebbe piaciuto mandarceli)!!!!! Quella del canè stata piuttosto carina, modestamente... Baci dall'inferno. The Angel Of Satana
Karin93: Ecco il seguito. Sono felice che ti piaccia. Baci dall'inferno. The Angel Of Satana
hachi92: Grazie. Ho ritardato un pochino nell'aggiornare ma spero che potrai perdonarmi: ho avuto un sacco di impegno con la scuola. Mi fa davvero piacere che ti coinvolga. Baci dall'inferno. The Angel Of Satana
allsecrets2: Non preoccuparti , Naruto arriverà nel prox chappy!! Ho intenzione di muovere una folla contro quel cazzo di rribunale che ha tolto ai miei amori tutti i loro beni... Baci dall'inferno. The Angel Of Satana

Arrivederci, al prossimo capitolo
Baci dall'inferno
The Angel Of Satana

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Si guardarono per un attimo, poi scoppiarono a ridere come 2 matti. E risero così tanto da farsi venire le lacrime agli occhi. Non ridevano più così da quando erano morti i loro genitori. Passato l’attacco di risarella acuta, se ne andarono a dormire.

-Buonanotte, Sasuke.

-‘Notte, Itachi.

 

Ore 7.00

 

DRIIIIIN DRIIIIN

Itachi si voltò dall’altra parte: “ Maledetta sveglia…”

Sasuke fece lo stesso ma invece di lanciare improperi poco carini a quel pezzo di metallo che non poteva niente, aprì gli occhi e fissò la parete. Quello sarebbe stato il loro primo giorno di scuola. Non era certo ansioso di conoscre i suoi compagni e i professori ne tantomeno di mettere il piede fuori dalla porta di casa. Però doveva farlo.

Si alzò e completò il lavoro iniziato dalla sveglia, ovvero svegliare Itachi. Filò in bagno, superando di un attimo Itachi, che, anche se appena alzato, se si trattava di bagno diventava più scattante di un ghepardo con il sedere in fiamme. Difatti, la sua mente faceva collegamente che erano normali per un ragazzo della sua età,anche se lui non ne aveva bisogno: Bagno=Farsi bello=Ragazze. Così si sedette fuori dalla porta, aspettando pazientemente che Sasuke uscisse. Beh, se per pazientemente uno intende bussare ogni 5 minuti alla porta chiedeno all’attuale occupante se aveva finito e infine beccarsi un pugno da parte suddetto occupante nonché fratellino che non riusciva a finire di farsi la doccia in santa pace. Sasuke non fece in tempo ad uscire che un uragano chiamato Itachi lo travolse. Dopo che entrambi furono pronti, uscirono di casa. Eccolo, il loro primo giorno come cittadini di quei quartieri che non comparivano neanche nei lor sogno più brutti. La cosa più brutta che entrambi avessere mai sognato era la prozia che mamma costringeva a baciare. Si incamminarono. Di solito, per andare a scuola prendevano la moto di Itachi.

Il cortile della scuola era affollatissimo. C’era chi urlava, chi ascoltava musica, chi faceva rissa e chi addirittura limonava (^^ ndA). Itachi e Sasuke si misero in un angolo in disparte. Quando la campanella suonò, aspettarono che tutti fossero entrati, si guardarono per un attimo negli occhi, presero il respiro ed entrarono anche loro.

Il bidello li guardò con aria annoiata:- In ritar…

Non appena vide il modo in cui erano vestiti si zittò:- Itachi e Sasuke Uchiha, suppongo.

I fratelli annuirono. Come giravano in fretta le voci lì.

-Venite.

In effetti, i due ragazzi erano vestiti un po’ troppo bene per essere due ragazzi del posto. Avevano dei jeans attillati neri, che man mano che scendevano la gamba si restringeva, una maglia a maniche corte, Itachi nera e Sasuke blu, e le Adidas ai piedi. Insomma, troppo per un semplice orfanello (sbaaaaaaaaaaaaaaaaavvvvv!! ndA)

Chiamò un altro custode e gli disse di portare Itachi in 5^D mentre lui avrebbe accompagnato Sasuke in 2^D. Percosero il corridoio al contrario e salirono tutti e 4 le scale. Poi, Itachi e l’altro bidello continuarono a camminare mentre Sasuke e il custode che avevano incotrato per primo si fermarono alla seconda porta. Bussò e, senzaaspettare risposta, entrò nell’aula. Il professore, un ragazzo sulla trentina, con i capelli argentati e la maschera sul volto, si voltò verso la porta che si era appena aperta.

-Professore, è arrivato il ragazzo nuovo.

Per l’aula si diffuse un brusio: ragazzo nuovo? Avrebbero avuto un nuovo compagno? Che fu prontamente arrestato all’occhiata gelida del professore.

-Molto bene. Entra.

Sasuke cercò di dominare l’impulso di fuggire e entrò. La prima cosa che vide fu il professore seduto in cattedra, che stava cadendo a pezzi (la cattedra non il prof ndA). Si voltò verso il resto della classe, osservando distrattamente i suoi nuovo compagni.

-Allora ragazzi, lui è Sasuke Uchiha…-a quel nome tutti i presenti trasalirono-… e si è appena trasferito qui.

Qualcuno osò alzare la voce:-Che ne è stato della tua villa, Uchiha?

-Grazie, Uzumaki, ma le tue battute non ci servono. Ne possiamo anche fare a meno. Ignorando Uzumaki, io sono Kakashi Hatake e insegno matematica.

Sasuke annuì: se la cava bene a matematica. Kakashi si guardò attorno.

-Putroppo per te, l’unico posto libero è proprio accanto a Uzumaki. Va’ a sederti.

Sasuke eseguì, cercando di ricordarsi da dove fosse arrivata la voce che poco prima l’aveva preso in giro. Scivolò tra le file di banche con passo fluido, leggero, facendo sosporare le ragazze presenti. Raggiunse l’ultime file e vi trovò un ragazzo che lo guaradava con un sorrisino a sfottò. Sasuke rimase colpito dalla bellezza del giovane: aveva i capelli biondo color del grano, lunghi fino a metà collo, che gli ricadevano scomposti sul viso, una cannottiera nera con le maniche sfilacciate, i calzoni larghi da rapper. Ma quello che colpiva di più erano i suoi occhi: due pozzi d’acqua, profondi, immensi, che in quel momento lo stavano scrutando.

Scosse la testa: non era il momento di mettersi a guardare i nuovi compagni. Si sedette, e notò che Uzumaki, così l’aveva chiamato il professore, aveva tre cicatrici per guancia, come dei baffi, e una gran livido violaceo sulla spalla.

“Frutto di qualche rissa, immagino”

Il professore riprese a spiegare l’arogomento interrotto dall’arrivo di Sasuke.

 

5^D

Itachi e il bidello si fermarono davanti a una porta che aveva sucuramente visto giorni migliori.

Bussò e , quando dall’interno si sentì una voce profonda rispondere “Avanti”, entrò.

-Prof. Sarutobi, il nuovo alunno.

-Fallo entrare.

Itachi mise un piede nella stanza e volle non averlo mai fatto. Si ritrovò addosso 23 paia di occhi che lo scrutavano: alcuni increduli, altri ostili, altri ancora semplicemente indifferenti.

-Bene, ragazzi. Lui è Itachi Uchiha e rimarrà con noi per… Per quanto tempo ragazzo?

Itachi rispose, con la sua voce profonda e calma:- Non lo so.

Una voce spezzò il sielnzio:- E’ così che ti hanno istruito alla tua scuola per ricconi snob?

Itachi si voltò di scatto. Lui non era docile e facilmente convinvibile come Sasuke. No, lui era fatto di tutt’altra pasta. Quella di suo padre. Lui era aggressivo e non sopportava le umiliazioni. Sapeva vendicarsi e lo faceva nel momento in cui la vittima era completamente ignara. Una vero e proprio predatore.

Il ragazzo che aveva parlato se ne accorse e si zittò subito, senza neanche dare al professore il tempo di intervenire. Quest’ ultimo si voltò verso itachi, meravigliato.

-Finalmente abbiamo trovato qualcuno che terrà a bada il caro Tsuchi.

Itachi aveva capito, dal momento in cui aveva messo piede in quei posti, che lì la vita era una sfida continua. E il professore, senza volerlo, ne aveva aperta una. Che Itachi, con il suo orgoglio da difendere e un patrimonio da recuperare, non aveva intenzione di perdere.

-Mi dispiace, ma l’unico posto libero è accanto alla belva. Ultima fila.

Itachi si incamminò, non badando ai sospiri delle ragazze intorno a lui. Voleva raggiungere l’ultimo banco, voleva far vedere a quell’insolente chi era veramente  Itachi Uchiha. Arrivato guardà dritto negli occhi il suo nuov vicino di banco: era biondo, i capelli gli arrivavano a metà schiena ed erano legati in una mezzacoda alta, gli occhi azzurri fissavano i suoi color onice e cercavano di trovare una via di fuga per non rimanere intrappolati in quei pozzi senza fondo. I jeans attillati e la cannottiera nera davano al ragzzo quell’aspetto tipico dei ragazzi vissuti per gli affari loro, senza aver mai seguito alcuna regola.

Si sedette e il ragazzo continuò a fissarlo, curioso. Intanto, il tizio con i capelli rossi e gli occhi nocciola dietro di lui si era mosso sulla sedia e il suo volto si era trasformato in un’espressione di cattiveria e invidia.

-Molto piacere, io sono Deidara Tsuchi. – disse il biondo, senza abbandonare lo sguardo canzonatorio – E non c’è bisogno che tu mi dica chi sei. Lo so benissimo da solo:tu sei Itachi Uchiha, il figlio di papà.

Itachi si voltò verso il suo interlocutore:-1° se sono figlio vuol dire che lo sono di mio padre. 2° non avevo nessuna intenzione di dirti chi ero, sei tu che ti sei fatto avanti.

Detto questo gli voltò le spalle e riprese a osservare il professore.

 

2^D

Il compagni di banco di Sasuke si era fatto avanti, con un ghigno sul volto:-Piacere, Naruto Uzumaki. Tu, se non sbaglio sei Sasuke Uchiha, il figlio di quei ricconi che non sanno neanche cosa sia una bicicletta.

Sasuke si voltò, lentamente, senza fretta:- 1° Almeno una cosa dal professore l’hai ascoltata 2° Mi stupisco che tu sappia cos’è una bicicletta.

Detto questo, si voltò e lasciò il vicino alla sua rabbia.


Allora? Che va ne pare? A me sembra vada bene... E scusatemi per il ritardo. Passiamo alle recensioni:
Karin93: Sì lo so, sono dolcissimi, non posso resitergli! Ne passeranno davvero di tutti i colori, questo è solo l'inizio. Baci dall'inferno. The Angel Of Satana
allsecrets2: Lo so, sono un tantino OOC ma farli IC in questa storia sarà difficile. Comunque eccoti accontentata: abbiamo il nostro amico Naruto!!!! E sì, all'inferno fa un po' caldo ma con le temperature di adesso un po' mi ci vuole. Baci dall'inferno. The Angel Of Satana.
Bambi in Nero: Eh no, cara. Ormai hai detto l'otouto e il nii-san e così rimangono! Tutti e 2 troppo pucci. Baci dall'inferno. The Angel Of Satana.

Al prossimo capitolo!

Baci dall'infernoThe Angel Of Satana

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Sasuke si voltò, lentamente, senza fretta:- 1° Almeno una cosa dal professore l’hai ascoltata 2° Mi stupisco che tu sappia cos’è una bicicletta.

Detto questo, si voltò e lasciò il vicino alla sua rabbia. Naruto non era abituato a sentirsi parlare in quel modo. Lì tutti lo temevano, gli giravano alla larga per paura di diventare il prossimo punching-ball di Uzumaki. E arrivava lui, con quella sua aria da superiore, e si permetteva di rispndergli! Gli avrebbe vedere che era, parola di Naruto Uzumaki.

Per tutta la lezione fu unsusseguirsi di scherzi e dispetti: cominciò Naruto che tirò “involontariamente” una cgomitata a Sasuke mentre scriveva, facendogli fare così uno sgorbio sul quaderno. Sasuke poi si vendicò (perché in quella famiglia sono tutti ottimI vendicatori ndA): fece scivolare la gamba fino a farla attorcigliare alla sedia di Naruto, che stava prendendo la mira per tirare una pallina al suo amico Kiba, due file di banchi più avanti. Quando stava per soffiare spostò la sedia, deviandogli la traiettoria e la pallina prese in pieno Kakashi, che per punizione gli assegò 10 esercizi in più. Per tutta l’ora non fecero che punzecchiarsi, sotto lo sguardo divertito di Kakashi. Quando il professore risedette in cattedra, sorrise sotto la maschera: “Mi sono scordato di dire a uzumaki che Uchiha è un osso duro. Pazienza, lo capirà da solo”

Per Itachi le cose non andavano meglio. Deidara aveva si era imposto come obbiettivo di quel giorno rendergli la vita un inferno. Tentò di tagliargli la coda con le forbici, di assassinargli la mano con una penna a sfera, mirò ai gioielli del clan Uchiha con la riga da 60 cm e cercò addirittura di farlo saltare in aria. Il tutto lo sguardo sempre più irritato e incavolto del rosso dietro di lui. Dava l’impressione di esplodere da un momento all’altro. I suoi compagni se n’erano accorti e cercavano di tenerlo buono. Itachi, spazientito, si era voltato e gli sibilato:

-Ascolta, non è colpa mia se il tuo fidanzato non mi lascia in pace.

A quiel punto Sasori si era alzato di scatto e, sotto lo sguardo confuso di tutta la classe, aveva mollato un pugno sul naso a Itachi, che non ebbe tempo di reagire.

Intervenne il professore:-Akasuna, fuori.

Sasori scivolò fuori da banco e si avviò verso la porta. Un ragazzo albino abbozzò un sorriso e disse:-cvazzo, l’ha proprio manato bene, lo stronzo. Così impara a mettersi contro i potenti, il finocchio.

-Hidan… taci- Il professore aveva la voce dura. Il ragazzo chiamato Hidan si zittò ma il ghigno rimase stampato sul suo bel volto. Prima di uscire sasori si voltò e gli lanciò uno sguardo come a dire: “Ecco cosa succede a chi si mette contro Akasuna no Sasori”

-Uchiha, vai in infermeria.

-Prof. non ne ho bisogno.

-Uchiha. Vai-in-infermeria.

-Sì, signore.

In corridoio vide Sasori appoggiato alla finestra aperta che fumava una sigaretta. Quando lo vide. Ghignò malefico.

-Ho fatto male al povero pulcino Uchiha.

Itachi si scaldò: Vuoi fare rissa?

Sasori gettò via la sigaretta e si scostò con gesto elegante i capelli rossi dagli occhi:-Certo.


Salve! Scusate per "lunghezza" del capitolo ma questo è venuto così ^^. Ma non è sexy Sasori che toglie i capelli dagli occhi... Bono!
Ora vi faccio una domanda: voi per chi tifate?
Se mi volete rispondere mi fate felice. Passiamo alle recensioni:

allsecrets2: chissà chissà, come finirà... ok questo è plagio da Adriano Celentano. Grazie per le recensione. Baci dall'inferno The Angel Of Satana.
Liby_chan: Il nostro Deidaraino-kun... Però di mezzo c'è quel bonazzo di Sasori. Ce la farà Itachi a sopravvivere? Grazie per le recensione. Baci dall'inferno The Angel Of Satana.
Karin93: Il nemico si è fatto avanti. Che cosa succedera? Lo so, dovrei dirlo io visto che la storia è mia ma la cosa buffa (o forse non così buffa9 è che non lo so nemmeno io cosa succederà. Grazie per le recensione. Baci dall'inferno The Angel Of Satana.
Grazie anche a chi ha solo letto.

Baci dall'inferno
The Angel Of Satana

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

-Ho fatto male al povero pulcino Uchiha?

Itachi si scaldò: -Vuoi fare rissa?

Sasori gettò via la sigaretta e si scostò con gesto elegante i capelli rossi dagli occhi:-Certo.

Rimasero per un momento a fissarsi, Itachi con gli occhi che fiammeggiavano d’ira, Sasori con un ghigno da sfottò impresso sul volto. Con uno scatto felino di cui lui stesso si meravigliò, Itachi saltò addosso a Sasori che, pronto, accolse il colpo contraendo lo sterno. Fatto sta che caddero tutti e 2 a terra. Sasori sembrava essere molto abile in questo genere di cose, difatti, dopo essere caduto a terra, si rigirò e sferrò un cazzotto appena sotto l’occhio di Itachi. Questo ringhiò e sferrò un destro sul labbro di Sasori, spaccandoglielo.  Con un ruggito di rabbia a dolore, Sasori iniziò a prendere a pugni lo stomaco di Itachi, che finì per sputare sangue. Un ghigno folle si dipinse sul volto del rosso che sembrava voler dire: “Così impari a toccare Deidara”.  Intanto Itachi, che non era intenzionato a prenderne ancora, si era ribellato all’ avversario. Solo per spiazzarlo, gli aveva tirato uno schiaffo, poi l’aveva preso per i capelli, rossi come il sangue che in quel momento stava impregnando i loro vestiti, e l’aveva tirato sotto di sé.  Gli occhi nocciola, che per tutta la mattina avevano espresso solo rabbia, non sembravano intenzionati a cambiare. Schivò per un pelo il pugno di Itachi, che andò a sbattere sul pavimento piastrellato. Il ragazzo soprannominato Scorpione, per la sua velocità e per il veleno verbale con cui distruggeva le sue vittime psicologicamente prima di combattere, bloccò il polso di Itachi e glielo torse dietro la schiena, facendolo gemere. Sasori continuò a girargli io braccio, fin quando il dolore divenne insopportabile. Allora l’Uchiha si ribellò e colpì Sasori dritto in mezzo al petto. Il rosso si era appena ripreso quando entrambi si sentirono afferrare le braccia. Si voltarono e alla loro spalle videro due dei custodi, con le facce contorte per la fatica, ma che non mostravano né sorpresa né scandalo per la scena: evidentemente ci erano abituati. Sasori cercò di ribellarsi, ma la lotta gli aveva tolto la maggior parte delle forze: non pensava che quell’Uchiha fosse tanto forte.

-Forza, tutti e 2. Andate in infermeria.

“Io questa frase l’ho già sentita” pensò Itachi.

Sasori si liberò con uno strattone del custode, facendolo cadere a terra:-Bene

L’altro liberò Itachi, che si avviò velocemente verso l’infermeria, seguito da un infuriatissimo Sasori.

Non trovarono l’infermiera perciò si sedettero su due dei lettini. Itachi guardava Sasori con gli occhi socchiusi, mentre l’altro guardava fuori dalla finestra, senza vedere realmente la città che si snodava.

-Sasori...

Lo Scorpione si girò:-Che vuoi?

-Mi chiedevo perché… hai reagito cos’ male quando ti ho detto che Deidara è il tuo fidanzato.

Sasori abbozzò un sorriso:- Io so che è un’ altra la domanda che mi vuoi fare. Perché sono così protettivo nei confronti di Deidara?

Itachi era sbalordito. Ma cosa faceva quello là, leggeva nel pensiero? Annuì.

-Beh, intanto perché io SONO il fidanzato di Deidara. E poi…

Sasori sospirò:- Questi sono affari di Dei, non dovrei raccontarteli però se vuoi capirci qualcosa devo farlo.- Altra pausa. –Deidara era il figlio di una delle famiglie più ricche del Giappone. Tu lo sai come devono essere i loro rampolli, no? Dopotutto sei di là. Tutti belli, perfetti, intelligenti e… etero.

Sasori scosse i capelli:- Deidara invece era omosessuale e stava con me. Quando lo disse ai suoi genitori non ci videro più. Si misero a urlare che lui era il disonore della famiglia, che non avrebbero mai tenuto un figlio così. E lo cacciarono di casa. - Abbassò la testa. – Io mi sento tremendamente colpevole  e adesso qualcosa per lui devo fare, o sarei uno stronzo.

Itachi piegò di lato la testa e osservò Sasori. Quello che aveva considerato uno stronzo fino a pochi minuti fa, adesso si stava rivelando uno dei ragazzi più distrutti e protettivi del pianeta.

-E tu con…

Il suo tentativo di continuare la conversazione fu troncato da un uragano biondo che comparve sulla soglia dell’infermeria urlando:-SASORI-DANNA!!!

Deidara entrò a tutta velocità nella stanza e si gettò tra le braccia del rosso, che lo strinse a se dolcemente.

-Come stai?- mugolò il biondino, con il viso affondato nel petto di Sasori.

-Bene, grazie.- Sasori si era chinato verso l’orecchio del fidanzato e gli aveva sussurrato dolcemente:- Cosa ci fai qui, amore mio?

-Sono venuto a vedere come stavi.- rispose Deidara, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Il biondino si voltò verso Itachi e lo guardò leggermente arrabbiato. Sasori, che per qualche recondito motivo, aveva intuito le intenzione del ragazzo, lo bloccò.

-Sta tranquillo, Dei-chan. Non ci farà niente.

Deidara annuì. Itachi si accorse che li stava fissando intensamente e distolse lo sguardo quando vide che Deidara si era allungato per baciare Sasori. Quando si staccò, sfoderò un sorriso smagliante, che avrebbe fatti impallidire d’invidia anche il sole.

-Forza, torniamo tutti in classe.

-Ma noi dovremmo aspettare l’infermiera.

-Sarà andata a pomiciare con Kabuto-san.

-DEIDARA! Lo sanno tutti che Kabuto-san è gay!!

-Ihihih!

-Ehm… Scusate?- Itachi intervenne per la prima volta in quella discussione di cui non aveva capito una beata acca.

Deidara si voltò, il sorriso sul volto dai lineamenti delicati:-Sì?

-Chi è Kabuto-san?

-In teoria dovrebbe essere il portinaio, ma in realtà è l’amante di Orociock!!

-Ah.

-Non credere a ciò che ti dice: per prendere per il culo la gente inventerebbe che io sono una donna e che sono stato rapito dagli alieni! Comunque Kabuto è il portinaio ed è il lecchino del professor Orochimaru!!- Poi aggiunse, vedendo lo sguardo interrogativo di Itachi- Scienze.

 

2^D

Naruto stava guardando Sasuke in cagnesco. Aveva mandato all’aria tutti i suoi tentativi di sabotarlo. Per un poco fece finta di niente, ma alla fine, infastidito, il moro si voltò  e sibilò:

-Posso sapere cosa cavolo hai da guardare?

-Non posso guardarti?

-Tu mi stai fissando da più di mezz’ora. È diverso.

Il biondo si avvicinò ancora di più a Sasuke.

-Io ti odio.

Sasuke diminuì la distanza tra di loro:-Anch’io.

Naruto fece per avvicinarsi ancora quando… DRIIIIN!!

La campanella suonò, strappando ai ragazzi un sospiro di sollievo. Naruto sembrò risvegliarsi e si allontanò da Sasuke.

-Cosa volevi farmi?

-Sei tu che ti sei avvicinato per primo.

Naruto annuì, poco convinto, e uscì dalla classe, lasciando da solo Sasuke.



Buonasera mie carissime lettrici. Eccomi qui con un nuovo aggiornamento. Ma non sono pucchosissimi Sasori e Deidara che si coccolano?Eh-eh-eh?  Io mi sono sciolta mentre lo scrivevo. E per la rissa... bel, l' invece mi sono ritrovata nel mio mondo. BOTTE.BOTTE-BOTTE!!! Io faccio karate, eh.    Spero almeno di essermi fatta perdonare perl'ultimo chappy corto corto. E ora le votazioni:

ITACHI UCHIHA: 2 voti
AKASUNA NO SASORI: 1 voto

Bene ora che abbiamo appurato che Itachi vincerà per sempre passiamo alle recensioni:
tori_93: Noooo, Sasori! Non piacchiare le mie lettrici!! (ma la G***** S***** la posso picchiare? ndSasori) (ovvio ù.ù ndme) *Sasori va*  Comunque sì, forza itachi. baci dall'inferno The Angel Of Satana
Liby_chan: Non preoccuparti per la recensione smezzata. ancora meno per la grammatica ù.ù.... Comunque le tue previsioni si sono rivelate esatte anche se non proprio azzeccate temporalmente: ecco Dei-chan!!!! Baci dall'inferno The Angel Of Satana

Sasori_Danna: Nessuno può vendicarsi di ITACHI UCHIHA! E ripeto ITACHI UCHIHA!!! (tranne me! nd Sasuke)(tu zitto, e vai a baciare Naruto ndme) *Va anche Sasuke* (ehi tu! ndme) (sìììì?! ndFotografo)(vai a fare le foto a sasuke e naruto ndme)(signorsisignora ndFotografo) Vabbè, i miei scleri non devono interessare a nessuno. In effetti sì, abbiamo capito per chi tifi. Baci dall'inferno The Angel Of Satana
Naomy93: Qui abbiamo una neutrale e ti ricordo: PER SEMPRE FORZA ITACHI UCHIHA!!! Baci dall'inferno The Angel Of Satana
Karin93: Tra Sasu e Naru la cosa sarà ancora lunga... Difatti, sono ancora di là che "provano la scena". Dopo devo andarli a vedere. C'è caso che mi buttano giù tutto lo studio. W Itachi, bravissima. Baci dall'inferno The Angel Of Satana
allsecrets2: Sì, è vero è troppo sexy! (sì, è vero sono troppo sexy! ndSasori) (sei già tornato? ndme)(sì, l'ho picchiata per bene ndSasori)(eccellente! ndMeCheFaLeFusaInBraccioASasori) Baci dall'inferno The Angel Of Satana

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

La campanella suonò, strappando ai ragazzi un sospiro di sollievo. Naruto sembrò risvegliarsi e si allontanò da Sasuke.

-Cosa volevi farmi?

-Sei tu che ti sei avvicinato per primo.

Naruto annuì, poco convinto, e uscì dalla classe, lasciando da solo Sasuke.

Il moro scosse la testa: “Quant’è stupido”

Alla porta si affacciò Itachi:-Sasuke, sei cos’ innamorato della scuola che intendi rimanerci per tutto il giorno?

-No, arrivo.

Uscì. La baraonda di ragazzi si era dissolta ed erano rimasti solo loro e altri due ragazzi, che appena li videro, vennero verso di loro. O meglio, uno dei due cominciò a trascinare l’altro per raggiungerli.

-Ciao, Itachi.

-Deidara. Sasori.

Il rosso fece un cenno col capo. Aveva l’espressione rassegnata che può avere la persona che sta con uno come Deidara.

-E lui chi è?

-E’ mio fratello Sasuke.

-Siete identici. Ma come sei carino.

Sasuke lo guardò storto:-Itachi… ‘sto qua mi ha detto che sono carino.

-Non preoccuparti, lo dice un po’ tutti. Vero, Deidara?

Deidara si voltò verso il fidanzato: -Cì.- E lo baciò su una guancia.

Sasuke lo guardò ancora più storto: “Aiutatemi…”

Itachi interruppe i pensieri di Sasuke: Vieni, andiamo a casa.

-Facciamo la strada con voi!- L’uragano biondo si affrettò a seguirli. 

Uscirono in cortile e Sasuke fu sorpreso di trovarvi Naruto. La sua chioma ribelle era riconoscibile da 3 km.

-Sasuke?- Sentì la voce di Deidara che lo chiamava.

-Sì?

-Non ti sarai innamorato di Uzumaki?

Sasuke arrossì:-C-c-cosa cavolo dici? A me piacciono le donne.

-Ah, peccato.

Sasori si voltò verso il biondo:-Peccato?

-Ah… Ehm… Sasori… Lo sai che ti amo?

-Sarà meglio.

Itachi e Sasuke sorrisero. Era bello sapere che c’è qualcuno che ti vuole bene. Loro lo sapevano fin troppo bene.

Itachi guardò Sasori e Deidara. Lui non era mai stato intimo con un ragazzo, eccezion fatta per Sasuke e Shisui. Deidara non sembrava più quello della mattina: era diventato un’altra persona. Scherzava con tutti, saltellava e esasperava Sasori, come suo solito.

Quando le strade si divisero, sia Itachi che Sasuke tirarono un sospiro di sollievo. Era stato un martirio.

Sasori tirò anche lui un sospiro di sollievo ma per il motivo opposto: finalmente era solo con Deidara.

Ne approfittò, passando un braccio intorno alla vita dell’altro. Quel giorno Deidara avrebbe pranzato da lui.

Quando arrivarono, trovarono la vecchia Chiyo, la nonna di Sasori, che finiva di preparare la tavola.

-Buongiorno, signora Chiyo.

-Ciao, nonna.

-Salve, ragazzi! Deidara, è tanto che non ti vedo.

-Signora Chiyo, è un piacere.-Deidara sfoderò uno dei suoi magnifici sorrisi.

Come al solito, Chiyo aveva dato il meglio di sé e aveva preparato un pranzetto coi fiocchi, che Deidara divorò come se non mangiasse da una settimana. Dopo aver spazzolato tutto ciò che era commestibile, i due ragazzi salirono in camera. Deidara si diresse subito in camera del rosso, sapeva dove si trovava, Sasori andò a cercare una cosa in camera della nonna.

Il biondo, come faceva sempre, si fermò davanti al comò del fidanzato e osservò le foto.  In una c’era Sasori con i suoi genitori, una con la nonna Chiyo e in una era da solo. Quella era la preferita di Deidara: c’era un bambino coi capelli rossi ribelli, gli occhi noccioli che fissavano l’obbiettivo con curiosità e un leggero faceva capolino sulle labbra sottili. Deidara la prese in mano e sorrise. Era così concentrato che non si accorse dell’arrivo di Sasori che, approfittando della concentrazione del biondo, gli cinse la vita con entrambe le braccia e cominciò a baciarlo dolcemente sul collo. Deidara abbandonò le testa sulla spalla di Sasori, che lo strinse ancora più a sé.

-Sasori…

-Mmh?

-Ti amo.

-Anch’io Deidara. Tanto.

°°°

Sasuke e Itachi stavano percorrendo la strada per andare a casa, quando sentirono due respiri affannosi provenire dal vicolo lì vicino. Si affacciarono e sasuke riconobbe un suo compagno di scuola, Kiba Inuzuka, che teneva una ragazza bloccata al muro. Non era difficile immaginare cosa le stava facendo.

-Pic… cola troia… Lo so… e… piace.

Non riusciva ad articolare bene le paole a causa del fiatone. La ragazza non sembrava spaventata né dava segni di volersi liberare di quel ragazzo. Al contrario, sembrava lei quella che godeva di più.

I due fratelli se ne andarono veloci. Ne avevano avuto abbastanza di quello spettacolo.


I AGGIORN!! (ma che cavolo dici? ndTutti) (Dico quello che mi pare ù.ù ndMe). Allora che ne pensate di questo nuovo sclero??? Non sono troppo carini (un'altra volta) Sasori e Deidara? E Kiba-kun? Beh, direi che è ora di cominciare a fare sul serio, per cui... THE SHOW MUST GO ON!!!
Passando alla recensioni:
Sasori_Danna: Sìsì, se le sono date!!! Billo-billo!! Sasuke e Naruto sono SEMPRE amichevoli. Non hai visto cosa hanno fatto nelle risposte al chappy precedente (*çç* ndMe,SasukeENaruto) Baci dall'inferno The Angel Of Satana
tatanena: Nuova lettrice! Che bello!! Mi piacciono le nuove lettrici. anche se, tesoro, è inutile che la gente mi dica aggiorna presto: quando io aggiornerò presto si ghiaccerà l'inferno! (Ehi! e io poi dove vado?? ndSatana)(Scusi, capo! ndMe). Baci dall'inferno The Angel Of Satana
blackwings: Allora, sono contenta che ti piaccia. però devo correggerti: "Akasuna" è veramente un appellativo per Sasori, mentre Iwa è il villaggio della Roccia. Deidara proviene da lì, certo, ma non è il suo cognome. Comunque, il mio yaoiimetro si è ormai rotto da tempo (insieme alle scatole della mia best perchè gli parolo sempre di yaoi e dei miei prossimi progetti, non esattamente casti) Baci dall'inferno The Angel Of Satana
Karin93: W il SasoDei!! (Evviva!!! ndSasori&Deidara) Conteniamoci! (Ma sei tu che hai cominciato!! ndSasori&Deidara)(Osate venire contro all' ambasciatrice del Diavolo in terra?! ndMe)(Assolutamente no, signorina ndSasori&Deidara) Baci dall'inferno The Angel Of Satana

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Naruto Uzumaki era arrivato in quei posti per niente raccomandabili quando aveva un anno. Suo padre Minato e la madre Kushina erano piuttosto famosi come industriali. Quando arrivò sul mercato il prodotto di un’altra società che ottenne molto più successo, l’azienda andò in rovina. Si ritrovarono perciò in strada senza nemmeno più un soldo. Quando Naruto aveva 12 anni, i genitori vennero a mancare. Da allora Naruto vive da solo. Solo lui e il suo dolore.

Per ogni madre ancora troppo immatura
che ha avuto troppa paura
Per ogni vita finita in un sacco della spazzatura

Kiba Inuzuka è il figlio di una famiglia che alleva cani per poi portarli alle mostre. Il padre se ne andato di casa quando aveva 5 anni, così è cresciuto solo con la madre e la sorella maggiore. E il suo cagnolino Akamaru. Quando alle mostre si sono visti strappare i titoli più importanti da un altro cane di una famiglia importante, si sono ritrovati improvvisamente in questi posti non adatti ad un ragazzo di 13 anni. Sono 2 anni che Kiba cerca di sopravvivere alle insidie che questa vita presenta. E combatte con i denti, come la madre gli ha insegnato a fare. È più simile ad un cane che ad un uomo. Ma dove vive è importantissimo combattere. E allora Kiba combatte. Combatte con gli altri e con se stesso.

Per chi ha visto un genitore andare via
Per chi il proprio padre non sa nemmeno chi sia
Per chi cresce a mazzate date da un alcolizzato

Temari, Kankuro e Gaara del Deserto erano i figli del sindaco. La madre morì di parto quando nacque Gaara. Per questo suo padre e i suoi fratelli lo odiavano, odiavano quel ragazzino dai capelli rossi, provenienti dal Diavolo. E quel ragazzino odiava loro. Odiava quei 3 che lo ignoravano e che quando lo notavano lo insultavano e lo picchiavano. Poi, una calda sera d’estate, Gaara entrò nella camera del padre con una pistola. Gliela puntò alla tempia. Sentendo il freddo metallo sul viso, il padre si svegliò. Ma non fece in tempo ad aprire bocca che Gaara aveva sparato. Un colpo secco, senza rimorso e letale. Dovettero scappare. Si rifugiarono nei bassifondi di Tokio e Gaara si chiuse in se stesso. Non parlava quasi con nessuno e nessuno osava avvicinarlo, nemmeno i suoi fratelli. E quindi Gaara cresce da solo. Solo e senza rimorsi.

Per il figlio che è scappato
e per quello che l’ha ammazzato
Per chi ha sentito sulla gola un coltello

Sakura Haruno era la figlia di una normalissima famiglia di Tokio. Adesso vive con la madre, perché il padre è morto di tubercolosi quando era davvero piccola. Sakura non ricorda nemmeno come era. La madre era disoccupata e quindi non avevano soldi per mantenersi. Quindi si sono trasferiti nei quartieri bassi. La madre ha iniziato a prostituirsi, mentre lei si è rifiutata. E la società ha rifiutato lei.

Per le vergini vendute come carne da macello
Per il padre schiacciato dal suo lavoro
che per dare il pane ai figli invecchia lontano da loro

Shikamaru Nara fa parte del prestgiosa famiglia Nara, una delle migliori sul mercato degli arredi per case. Un giorno, la fabbrica andò in fiamme. Si pensò ad un incidente, ma l’ipotesi venne scartata quando anche le altre filiali andarono a fuoco. Solo che in una di queste morì un operaio. Il signor Nara venne accusato di omicidio volontario e perse la causa. La famiglia del morto si prese tutti i loro beni e loro finirono sul lastrico. Shikamaru diventò il ragazzo pigro che è adesso. Molti lo sgridano per quello che è ma lui lo fa per un motivo preciso: dormendo fugge dalla realtà che lo circonda, e entra in un mondo suo, dove nessuno può bruciare niente. Neanche la sua voglia di vivere.

Per ogni madre che si attacca alla bottiglia
Per ogni soldato mai ritornato alla famiglia
  

Ino Yamanaka è la rampolla degli Yamanka, i migliori sul mercato della moda. O almeno lo erano. Suo padre, stilista, dopo l’ultima collezione, venne fatto pezzo dalla critica. Smisero di comprare le sue creazioni e pian piano la famiglia si ritrovò dove vive adesso. Ino continuò ad indossare gli abiti del padre e ad andare a testa alta, come le avevano insegnato. Cercò di non vergognarsi di suo padre, si era sempre vantata del padre ricco e apprezzato. Adesso non aveva più nessuno con cui vantarsi. Cercava di tenere la testa alta ma dentro di sé tutto si abbassava. La sua allegria, la sua arroganza… La sua vita.

Per ogni cuore fatto a pezzi da una stronza
Per ogni donna che ha un uomo che non la ascolta
Per la gente onesta che però si sente sempre dire no

Choji Akimichi è il figlio di colui che una volta era il miglior chef della città. Il ristorante “Akimichi” aveva un sacco di clienti e la critica lo definiva come il miglior ristorante del Giappone. Il giorno dell’ispezione sanitaria però venne trovato un topo nella grande dispensa del ristorante. L’ispettore riferì tutto quanto e presto si venne a sapere del fattaccio. La critica cominciò a scrivere negativamente e il ristorante cominciò a perdere mano a mano i clienti. Si ritrovarono per cui nel quartieri malfamati dove il padre mise su una specie di ristorante, che non fruttava praticamente niente. E Choji annegava il suo dolore nel cibo, sperando che almeno in quello non ci fosse un critico pronto a rovinarti la vita.

Ce l’hai un attimo per me? Perchè c’è troppo bisogno di aiuto, di aiuto, di aiuto..
Ce l’hai un attimo per me? Perchè c’è troppo bisogno di aiuto, di aiuto, di aiuto..
Soltanto un attimo per me
Ti prego dimmi mentre il mondo piange Dio dov’è?

Neji Hyuga fa parte dell’ormai caduto in rovina clan Hyuga. Una volta però gli Hyuga erano, con gli Uchiha, una delle famiglie più potenti del Giappone. Neji però non poteva godere di questa popolarità in quanto facente parte della casata cadetta del clan. Nessuno sapeva della divisione che vigeva tra le 2 casate: la casata principale, quella di Hinata, ovvero i dirigenti, controllavano il mercato. La casata cadetta era tenuta solamente a svolgere gli ordini. E questo a Neji non andava giù: non gli andava giù di essere una sottospecie di facchino tutto fare, non gli andava giù il fatto di ricevere ordini, ma soprattuto non gli andava giù il fatto che una ragazza, fragile e debole, fosse nella casta alta. Lui odiava Hinata. E Hinata aveva paura di quel cugino così freddo e silenzioso. Un giorno il padre di Neji venne a mancare. Quel giorno Neji sentì il sangue ribollirgli nelle vene e fece qualcosa di troppo: si lanciò contro lo zio e iniziò a picchiarlo. Aveva origliato, infatti, una conversazione tra lo zio e il padre, fratelli gemelli. Hizashi era stato costretto dal fratello Hiashi a compiere una missione nei quartieri malfamati al posto suo. Quando le guardie del corpo di Hizashi arrivarono, era troppo tardi: Neji se l’era svignata e aveva lasciato Hiashi a terra, moribondo. 5 giorno dopo, Hiashi era morto. Per non farsi prendere, Neji era scappato e si era rifugiato, per ironia della sorte, nello stesso quartiere dove fu ucciso il padre. La piccola Hinata lo raggiunse poco tempo dopo: il tribunale non gli aveva affidato i beni. Adesso Neji vive con la cugina: ha imparato ad amarla e rispettarla. Ha infine ripreso il suo vecchio ruolo: proteggere Hinata. Chiunque provi ad avvicinarsi, deve vederla con Neji Hyuga. E sono pochi le persona che hanno voglia di provarci. Le poche persone che hanno avuto il fegato di farlo sono scomparse dalla circolazione.   

Una preghiera va a chi è in carcere senza motivo
Per chi esce ma non cambia e torna in gabbia recidivo

 

Akasuna no Sasori era il rampollo degli Akasuna, una famiglia molto famosa nel campo delle bambole. Solo che Sasori aveva un unico “difetto”: era omosessuale. Stava con Deidara, ma non l’aveva ancora detto ai suoi. Deidara si trovava nella stessa situazione. Decisero di dirlo ai genitori la stessa sera, a cena. Fu il finimondo: entrambi cacciati di casa. Si ritrovano [insieme] in quei quartieri malfamati. E mentre Deidara rimaneva lo stesso, o quasi, ragazzo allegro di sempre, Sasori cambiava. Diventava il ragazzo scuro e serio che è adesso. Divenne protettivo nei confronti del biondo e si chiuse in se stesso. Neanche l’allegria di Deidara riusciva a scalfire la sua corazza, ed è solo grazie a quella corazza che ora è il cavaliere di Deidara. Pronto a salvargli al vita in ogni situazione. Quando seppe che i suoi genitori erano morti in un incidente, segretamente, sorrise. E da allora, quando accade qualcosa di brutto, si può vedre un leggero sorriso sfiorargli le labbra, ma non udire la risata sguaiata che dentro lo scuote.

Per il suo bambino
Per il suo futuro
Per chi è aldilà del muro

 

Deidara Tsuchi era il figlio di Tezuna Tsuchi, il più grande e rispettato creatore di esplosivi del Giappone. Forniva materiale all’esercito e aveva cresciuto il figlio Deidara facendogli vedere le sue creazioni e dicendogli:”Un giorno sarai tu l’erede della mia arte”. Il motto di Deidara era diventato “L’arte è l’esplosione” e per questo era sempre stato in disaccordo con Sasori, il suo ragazzo. Per il rosso l’arte era una cosa eterna, come le sue bambole. E una sera Deidara fece l’inevitabile: confessò ai genitori la sua  omosessualità. Il biondo non scorderà mai quella scena: la madre che singhiozzava dicendo “Ma cosa abbiamo fatto di male per un figlio così??” e il padre si era alzato e gli era venuto vicino. Deidara l’aveva guardato. Aveva guardato quel viso tanto virile, dai capelli corti così diversi dai suoi. Era rimasto fermo. Poi, all’improvviso, aveva alzato una mano e aveva colpito il figlio. Un colpo secco, sulla guancia, e le cinque impresse sul volto di Deidara. Il figlio non si era mosso. Aveva continuato ad osservarlo, poi si era voltato. Aveva fatto le valigie ed era scappato con Sasori. Si erano rifugiati in quei posti. Da allora Deidara vive con un segreto: far esplodere i suoi genitori. “Vi farò morire nel modo più atroce: con le vostre stesse armi. Diventerete arte: la mia arte!”

 Per chi è umiliato e al suo padrone grida vaffanculo
Perchè ogni verità taciuta venga conosciuta
Per l’aria sporca e ogni foresta che viene abbattuta

Kakuzu proviene da una famiglia di antica stirpe. Le radici affondano a cavallo a tra la I e la II guerra mondiale. Il ragazzo andava molto fiero delle sue origini, fino a quando dei ragazzi, fascisti, non lo sorpresero fuori da scuola e lo picchiarono. Kakuzu si spaventò a tal punto che cercò di rinnegare la propria famiglia e nessuno riuscì a cavargli niente di bocca. Cominciò a prendere lezioni di boxe e divenne un ragazzo forte. Ma questa sua forza divenne tale che cominciò a fare il gradasso con gli altri ragazzi. Un giorno che si sentiva particolarmente arrabbiato, incontrò i ragazzi che lo avevano picchiato. Si parò davanti ad essi, e li picchiò, esattamente come loro avevano fatto con lui. Accecato dalla furia e dalla voglia di vendetta, ne ferì uno in modo grave. Il ragazzo entrò in coma. Dal quale non si è più risvegliato. I genitori organizzarono la fuga. Alle autorità dissero che il figlio era scappato. Gli agenti ci credettero e archiviarono la faccenda. Kakuzu si ritrovò a vivere nei piani bassi della città. Grazie alla sua forza sovrumana, non c’era persona che osasse sfidarlo, anche se le cicatrici sul volto di Kakuzu sono innumerevoli. Vergognandosi del suo aspetto, il ragazzo si mise una maschera. Isolandosi dal mondo. Fu così che conobbe Hidan: due ragazzi soli, entrambi rifiutati dalla società, che nessuno voleva. Ci fu una guerra di supremazia ma alla fine fu ex equo e i 2 si misero assieme. Ma nessuno è ancora riuscito a togliere dal viso di Kakuzu quella maschera, che lo isola dal mondo, rendendolo invisibile anche agli occhi più attenti: quelli dell’anima.

Per ogni nonno come il mio che ha disertato il duce
Per chi ogni giorno prega Dio di avere un po’ di pace

Hidan era nato in quei posti. Ciò ha contribuito a formare il carattere che ha adesso: combattivo, sfottò e volgare. Non sa come è vivere nella società “alta” e per questo per lui tutti quelli venuti “da su” sono figli di papà. Lui, dei suoi genitori, non ricorda nulla. Ricorda solo di essersi svegliato un giorno con il viso di una donna sulla cinquantina che lo osservava preoccupava. Quando aveva aperto gli occhi, la signora aveva lasciato andare un sospiro di sollievo. “Dove sono?”, aveva chiesto. “All’orfanotrofio”, fu la secca risposta. Da allora Hidan visse da solo, senza famiglia. Il suo carattere andò peggiorando e divenne il ragazzo aggressivo, violento e volgare che è adesso. Poi incontrò Kakuzu. Fu lotta all’inizio, ma piano piano i 2 iniziarono a conoscersi e adesso stanno insieme. Ma neanche un persona pacata come Kakuzu riesce a placare Hidan. Per questo, chiunque lo tiene alla larga. E allora Hidan va da solo, sorridendo al fatto che tutti lo temano. Ma piangendo per il fatto che nessuno gli si avvicini mai, anche solo per ostacolarlo.

 

Per ogni bacio non dato
Per ogni amore trovato
Per il barbone affamato morto in un prato
Per quello che si è salvato
Grazie a un euro donato
e per l’uomo che l’ha sfamato al volontariato

Zetsu è un ragazzo strano. Nessuno sa da dove viene ne come è arrivato lì. Sanno solo che nemmeno lui lo sa. A 5 anni aveva piacchiato la testa su un gradino così forte da provocargli un trauma cerebrale. Quando si era svegliato aveva chiesto dove era? Poi chi era. E, infine, chi erano quelle due persona che lo stavano guardando incredule. I genitori ci erano rimasti malissimo. Non volevano un figlio “malato”, come lo chiamavano loro, quindi lo abbandonarono. Zetsu si ritrovò solo: un bambino 5 anni, affetto da amnesia, che girovagava nel temporale. Fu accolto in casa a una nonnina sola che viveva nei bassifondi della città. Si accorse che il bimbo era affetto da crisi quasi di personalità: in alcuni momenti era buono come un angelo, in altri sembrava provenire dall’inferno. Quando fu abbastanza grande andò a vivere da solo e si dipinse il volto di due colore diversi: nero e bianco. Il male e il bene. Yin e Yang. Chiaro e scuro. Notte e giorno. I colori rappresentavano le sue 2 metà, le sue 2 vite. Parlava spesso da solo e i suoi amici non ci facevano caso. Zetsu non ricorda niente delle sua infanzia coi i suoi genitori tranne le loro facce sconvolte: un ricordo che vorrebbe cancellare volentieri ma che, purtroppo, non ci riesce neanche con la sua parte nera. Nero che comanda, nero che prevale su tutto. Ma non sul dolore.

Per chi non se ne frega
Ti imploro veglia e prega
Su ogni ribelle nel giusto che non si piega
Per chi è sul baratro però
Guarda in basso e dice no

Pain è un demone. O meglio, gli altri lo definiscono un demone. Forse anche per via dei suoi capelli rosso fiamma. Ma lui preferisce definirsi un Dio. Sul suo volto appaiono innumerevoli piercing. La leggenda dice che se ne fa per ogni uomo che uccide. Nessuno sa da dove viene, chi era la sua famiglia. Un giorno l’hanno visto comparire in compagnia di una donna dai capelli blu, lo sguardo fisso davanti a se, come se fosse il padrone di tutto. Con le fiamme dell’inferno mosse dal vento sulla testa.

Ce l’hai un attimo per me…
Minuto dopo minuto il mondo va a rotoli ma resta muto
Dove sono cresciuto vieni tenuto
Seduto e l’odio viene venduto
Da mani lisce come velluto 
  

Konan è la fidanzata di Pain. È arrivata insieme a lui un giorno d’inverno, tenendogli la mano ed ignorando gli sguardi curiosi dei passanti. Lei e Pain sono tipi piuttosto silenziosi: parlano solo se necessario e preferiscono i fatti alle parole. Come tutti quelli che si trovano lì del resto. Nessuno le si può avvicinare per cercare di rimorchiarla, perché Pain non lo permette. È sua e solo sua. Ha solo lei e non intende cederla a nessuno. Non conoscono nemmeno la sua provenienza, sanno solo che ha una bellezza che abbaglia, e loro sono come falene attorno a una fiamma.

Per cui c’è troppo bisogno di aiuto
Per chi non usa la forza ma usa il dialogo
Per chi non si arrende all’ennesimo ostacolo
Per quelli che sono vivi per un miracolo
Per te se come me vivi per un miracolo

Ci sarà una guerra. Una guerra sanguinosa. Che lascerà il segno. Un segno indelebile. Contro loro stessi e contro i loro destini.

Guarda giù dai speranza ai sognatori
E la forza per costruire giorni migliori
Per chiunque sia tagliato fuori
E guarda il cielo come me



Chi vuole uccidermi? *tutti alzano la mano* Scusateeeeeeee!!! Ma mi era passata la voglia e l'ispirazione per scrivere... Spero mi perdonerete. Allora, non sono andata avanti con la storia perchè ho voluto raccontare le vite dei personaggi. Adoro questa canzone e mi era sembrata adatta. Passiamo alle recensioni:
Aki chan: I capitoli sono corti perchèèèèè... Alla sottoscritta vengono sempre così corti!!!  Me lo dicono in molti, è uno dei mieie difetti "da scrittice"... Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana.
Sasori_Danna: Eheh... Kiba-Kiba... (che c'è? ndKiba) (niente ndme)  Ma se vuoi, tesoro, la faccio anche ItaSasu... Faccio una cosa a tre e non se ne parla più XDXD. Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana
Tensai86: Uhuh... Tengo sulle spine io... Io anche sono curiosa come... un delfino curioso!!!! (??? ndTutti) (lasciate stare ndme) (sei curiosa della TUA storia??? nd Tutti) (sono imprevedibile... ndme)(nom, sei scema... ndTutti) A parte questo... Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana
Karin93: Itachi finirà con... NON LO DICO!!! MUAHAHAHAHAHAH!!!! Ok, se sclero vuol dire che è l'ora di andare... Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 
Dopo aver consumato un piatto di pasta scotta (Itachi non era mai stato granchè ai fornelli) e sparecchiato la tavola, Sasuke si stese sul divano, un ammasso informe di palle di lanugine. Si era assopito in poco tempo, escludendo i rumori del mondo esterno. Fu svegliato dopo una mezz’oretta da un rumore di vetri infranti e dalla porta sbattuta da Itachi, che stava arrivando di corsa. Accanto alla finestra c’era un oggetto che riconobbero come un foglio con all’interno un sasso. Lo raccolsero. Sopra vi era scritto, con una calligrafia irregolare e frettolosa: “Non credete di essere superiori a noi solo perché siete dei ricconi… Ma andatevene affanculo!

La bocca di Sasuke si contorse in una smorfia furiosa:-Fottiti, Uzumaki…

°°°

Chiyo era uscita. Loro due erano soli in casa. E Sasori non aveva voglia di guardare stupide fotografie per l’intero pomeriggio. Né tantomeno di studiare.

Per cui, mentre Deidara stava ancora contemplando la fotografia completamente assorto, fece scivolare una mano sotto la maglietta bianca per accarezzare la pancia piatta e tonica del fidanzato. Deidara sussultò e per poco la fotografia non gli cadde di mano.

Il rosso continuò a salire fino al petto di Deidara, quando la maglia divenne un ingombro se ne sbarazzò rapidamente, per poi iniziare a baciare la pelle bianca del biondino. Deidara si afferrò ai suoi pantaloni e gemette, quando il fidanzato iniziò a leccargli il collo.

Sasori lo condusse dolcemente sul letto e lo sdraiò sotto di sé.

-Dei-chan…

Deidara slacciò il bottone sui jeans di Sasori e abbassò la cerniera, per poi far scivolare la manina magra dentro di essi. Trovò il membro indurito di Sasori e lo sfiorò con delicatezza. Le guance di Sasori si colorarono e lui emise un basso gemito di piacere. Si chinò sul ragazzo e gli sciolse la coda bionda, sparpagliando i lunghi capelli sul cuscino. Lo liberò dell’ingombro dei calzoni e scese a baciargli la pancia. Deidara afferrò le coperte e gemette.

-Sa… sori…

Il suo corpo stava andando a fuoco. Il rosso si liberò dei suoi calzoni con un gesto agile del corpo snello. Si riportò sul fidanzato e gli bloccò le braccia lungo i fianchi e iniziò a torturagli il collo mordendolo, leccandolo o semplicemnte baciandolo. Lasciò una delle mani di Deidara per artigliare l’elastico dei suoi boxer. Fece scivolare l’indumento lentamente verso il basso per poi gettarlo a terra.

 Sorrise maliziosamente. Molto maliziosamente.

-Bene, bene…

Si liberò dei propri boxer esattamente come aveva fatto con i calzoni.

Lentamente, dolcemente, penetrò Deidara, che urlò. Piano piano, riuscì quasi completamente, per poi rientrare e iniziare a spingere, sempre più forte, sempre più veloce. Deidara, sotto di lui, aveva inarcato la schiena e avevo chiuso gli e contratto le labbra.

Dio, quanto gli piaceva…

 Raggiunsero l’orgasmo insieme e il rosso si sdraiò accanto al biondo e gli accarezzò i capelli.

-Danna…- Deidara sorrise –Ti amo.

°°°

Naruto camminava a testa bassa per le strade sporche e fetide.

Aveva fatto bene a tirare bene a tirare quel sasso in casa Uchiha? Ovvio che aveva fatto bene, erano solo dei ricconi da strapazzo.

Ma il motivo di Naruto era un altro: lo eccitavano da morire gli occhi furiosi di Sasuke.

*_* Quanto mi garba 'sto capitolo... Alzi la zampa a chi piace *Sasori e Deidara alzano la zampa*  Me lo immaginavo... E con questo ho scandalizzato la mia migliore amica. Scusatemi per la "cortezza", donne... Passiamo alle recensioni: 

Nico nico the best: Grazieeeeee!!! Non credevo che avrebbe riscosso tanto successo questo chappy... Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana.

Karin 93: Anche io cominciavo a dubitare di me stessa... Quando ho finito di scriverlo mi sono fatta un applauso per averlo finito prima dei 20 anni... Ma come so' forte... Allora, i versi sono della canzone "Vivi per un miracolo" dei Gemelli DiVersi, quella che hanno portato a Sanremo 2009. Magari scrivessi così io... Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 

Sasuke entrò in classe e sbatté la cartello sul banco, che scricchiolò. Naruto, già al suo posto, ghignò.

-Ti piacciono le scienze, Uchiha? Scommetto che il tuo argomento preferito sono le rocce.

Sasuke non lo degnò di uno sguardo. Naruto si rivolse a Kiba, due file più in su:

-Qualcuno stamani ha la luna storta.

Kiba sogghignò. In quel momento fece il suo ingresso la professoressa Mitarashi. Anko era una donna che vestiva un paio di jeans logori, una maglia a rete con sopra un giubbotto lungo fino alle ginocchia.

-Ragazzi, seduti.- Rumore di sedie. Naruto si abbandonò di schianto sulla sedia, le gambe aperte e la testa appoggiata al muro.

-Accidenti… Ma chi me l’ha fatto fare di andare in disco ieri?

Sasuke scosse leggermente la testa.

-Oggi interrogo!

Un mormorio contrariato si diffuse per la classe.

-Mmh… UZUMAKI! Vediamo se questa volta andrà meglio.

Naruto si trascinò svogliatamente alla cattedra.

-Prof., lo sa che oggi è più figa del solito?. Sguardo alla scollatura.

La Mitarashi sorrise maliziosamente si appoggiò allo schienale della sedia e spinse avanti il seno prosperoso.

-Bene, Uzumaki… Mi fa piacere Come si forma il Present Perfect?

-Prof., così a bruciapelo? Non mi fa riprendere prima?- Sorriso malizioso.

-Present Continuos?

 -Professoressa, oggi è veramente crudele! Cosa c’è, il suo fidanzato non glielo dà più??

-La mia via sessuale non ti deve interessare, Uzumaki. Past Simple del verbo Be?

-Ehm… Allora…

-Allora 4, Uzuamaki. Come sempre.

Naruto si avviò a posto, neanche minimante abbattuto per il votaccio.

-Recupererò con le mie incredibili doti sessuali.

Kiba intervenne:-Ma se ce l’avrai sì e no 5 cm in erezione!

Naruto si voltò di scatto e saltò per gioco addosso a Kiba, scuotendolo per il cappuccio della felpa. Intervenne la professoressa:

-Uzumaki! Inuzuka! Se dovete occuparvi dei vostri affari privati andate in giardino, preferibilmente in un angolo: nessuno vuole vedere i tuoi 2 cm e mezzo, Uzumaki!

La classe esplose in una risata fragorosa. Sasuke spalancò gli occhi: anche l’insegnante?

Intervenne una ragazza dai lunghi capelli biondi:-Prof, si potrebbe organizzare una lotteria per decidere quando ce l’ha lungo Naruto. Per premio, a chi ci indovina, lui.

Le rispose la ragazza con i capelli a fianco:-Ma se poi ce l’ha corto che razza di premio è???

-Volete verificare?? Sakura? Ino?

-No, grazie.- risposero le due ragazze in coro.

-Bene. A posto Uzumaki.

 

Okok, mi volete uccidere, lo so! SCUSATEMI TANTO, ma il computer grande non va, nel piccolo non ho NvU e quindi ho chiesto alla mia amica (che ringrazio tantissimo) di aggiornare per me, però tutte e 2 dovevamo studiare… Quindi casini e basta! Passiamo alle recensioni:

elisettaxsempre: Nono, il livido è frutto di una rissa xD E il seme… Trallalà… TUTTO SEGRETO!!! MWAHAHAHAHAH!!! Baci dall’Inferno. The Angel Of Satana.

Eresseye: ù.ù Figurati se mi offendo per un “pazza”, io stessa mi do della pazzissima… Io e ‘sti personaggi siamo tutti da ricovero =)… Baci dall’Inferno. The Angel Of Satana.

Sasori_Danna: Seee, io che insegno a scrivere a te… Figuriamoci… Comunque non fare spoiler sulla mia storia… Baci dall’Inferno. The Angel Of Satana.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***



Capitolo 10

Itachi era tranquillamente seduto al suo posto, quando vide Deidara entrare trottando. Sasori, dietro di lui, arrivò pochi secondi dopo, con l’aria da povero martire. Itachi si chiese se era fisicamente e mentalmente possibile convivere così a lungo con Deidara senza impazzire. Quando si accorse di fissare Deidara un po’ troppo intensamente, distolse lo sguardo, guardandosi intorno con aria colpevole.

-COMPAGNO DI BANCO!!

L’urlo di Deidara fece sobbalzare tutta la classe che si voltò appena in tempo per vedere il biondo lanciarsi su Itachi a una velocità di 140 Km all’ora, che per poco non si ribaltò dalla sedia. Itachi lo allontanò da sé con una prontezza mai vista in un ragazzo alle 8 e mezzo di mattina.

-Ma ti sei tutto rincoglionito??

Deidara si esibì nella tecnica degli occhioni da cucciolo bastonato, tecnica che peraltro Sasuke aveva affinato e portato a livelli elevatissimi.

-Non sei contento di vedermi?

-Nessuno è contento di vederti così fottutamente allegro e iperattivo in questa fottutissima mattina in questa scuola di merda!

Sasori si voltò verso il ragazzo che aveva parlato:-Grazie mille, Hidan.

-Quando vuoi, bel rossino.- fece il ragazzo chiamato Hidan, guardandolo provocante.

Sasori girò la testa dall’altra parte, le labbra contratte in una smorfia. Si accomodò al suo banco, proprio dietro quello di Deidara. Quanto detestava Hidan quando faceva così…

Il biondo si era seduto, o meglio, semisdraiato sulla propria sedia e sembrava aver perso tutta la sua vitalità. Itachi tirò fuori il libro di inglese.  Non aveva mai visto l’insegnante ma dalle descrizione dei compagni si aspettava una grandissima gnocca. Una demoniaca grandissima gnocca.

La demoniaca entrò in classe incazzata nera.

-Mi raccomando, non vi alzate, razza di idioti.

La classe scattò in piedi.

-Bravi bambini. Ora a cuccia.

Sbattè il registro sulla e fece vagare lo sguardo sulla classe.

-Sappiate che oggi inte…

Il suo sguardo cadde su Itachi, che la stava scrutando leggermente accigliato.

-E tu? Chi sei?

-Itachi Uchiha, prof.

-Uchiha, eh? Mica hai un parente in…

-2°D? E’ mio fratello.

-Bene... Che ne dici di venire interrogato?

Intrevenne Deidara:-Prof, come mai oggi è incazzata? Dica la verità: il citto l’ha mollata.

-Tsuchi…

-Sì?

-Ti sei per caso messo d’accordo con Uzumaki?

-No, pura coincidenza.

-Bene. Allora per pura coincidenza vieni interrogato come lui.

Anko riabbassò lo sguardo sul registro e Deidara si voltò verso Sasori:-Aiutami!

-Non preoccuparti, vai!

Il biondo strascicò i piedi fino alla cattedra. Che brutta situazione…

-Oh Kami… Proprio oggi dovevano fumargli le palle??!!

Guardò Itachi, che aveva messo su una faccia completamente apatica.

-Come fai a essere così tranquillo?-chiese in preda a una crisi di panico.

-Forse perché lui durante l’anno ha studiato, Tsuchi.

-Eheh…

-Cominciamo.

La crisi di panico passò al livello successivo e Deidara fece scattare la sua mano verso quella di Itachi.

-Tsuchi, vediamo…

Crisi di panico ai massimi livelli. Rischio di attacco di cuore e la mano di Itachi stritolata. E gli occhi di Sasori si chiusero a fessura.

“Questo no.”

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


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Capitolo 11

Sasori cercava di non darlo a vedere, ma era incazzatissimo. Anzi, non esisteva un termine adatto per esprimere la sua rabbia. Era finalmente riuscito a “fare pace” con l’Uchiha, e lui che fa? Va a stringere la mano di Deidara durante l’interrogazione. Davanti a tutti. Davanti a lui. Dentro di sé, in fondo, sapeva che era colpa di Deidara. Ma non l’avrebbe mai ammesso: il suo amore cieco, incondizionato, sconfinato per il biondo lo faceva apparire ai suoi occhi come un angelo, puro e senza peccato.

E mentre quell’orda di pensieri negativi gli invadeva la mente, Deidara trotterellava allegramente accanto a lui. Grazie a Itachi era riuscito a strappare un 6 ad Anko.  

-Allora, amore, che ne dici?

-Cosa? Scusa Dei, non ti ascoltavo.

Deidara non se la prese.

-Dicevo… Stasera potremmo chiamare i ragazzi e andare tutti in discoteca.

-Perché no? E’ un pezzo che non ci andiamo.

Deidara sorrise, e il suo sorriso illuminò il cortile. Sasori gli passò un braccio intorno al collo e lo portò via con lui.

Intanto, Itachi stava tornando a casa con Sasuke.

-Senti, nii-chan…

-Sasuke.

-No, io sono Itachi… Crisi d’identità?-Itachi sghignazzò da solo per la sua battuta.

-Cretino. Tu devi chiamarmi Sasuke.

-Ooohh… Mi scusi. Comunque, Sasuke… Deidara mi ha invitato in discoteca, stasera… Che dici: vieni anche te??

-Verrò.

-Verrà. Lui verrà. Come sei fatalista oggi, nii-chan…

-Sasuke.

***

“Oh mio Dio, come sono bello”.

Questi erano i pensieri di Itachi da circa mezz’ora.

-Itachi, hai finito? Dobbiamo andare.

Il maggiore degli Uchiha si staccò a fatica dallo specchio e uscì dal bagno, per ritrovarsi faccia a faccia col fratello, la cui espressione era ai limiti della rassegnazione.

-Non ti sarai di nuovo fissato a guardare la tua immagine allo specchio?

Itachi si guardò intorno, colpevole:-No…

Sasuke scosse la testa:-Andiamo, boke.  

Itachi mise il broncio:-Boke sarai tu.

Uscirono, assicurandosi di chiudere a chiave la porta. Deidara e Sasori erano già sul marciapiede davanti a casa loro. Insieme a loro c’erano tutti i loro amici.

Deidara fece le presentazioni:

-Allora, Itachi lo conoscete già. Questo piccoletto- Sasuke fece una smorfia- è suo fratello Sasuke. Sasuke, loro sono Hidan,-il ragazzo dai capelli bianchi lo guardò malizioso e si leccò le labbra-Kisame, Kakuzu, Tobi, Zetsu, Pein e la ragazza coi capelli blu è Konan.

L’Uchiha minore li salutò con un cenno del capo. Konan lo fissò per un paio di secondi e poi distolse lo sguardo.

-Forza andiamo, branco di femminucce deficienti.

-Sempre fine, Hidan…

***

Quella che loro chiamano discoteca era una specie di capannone riadattato alla bell’e meglio. Era gestito da un omone grande e grosse che faceva anche il body-guard all’entrata. Il suo nome era Zabuza Momochi.

Deidara bisbigliò all’orecchio dei due fratelli:- Quell’uomo è una persona terribile. Quelle cicatrici che ha addosso se le è procurate battendosi contro i suoi nemici. E li ha uccisi tutti. Prima li ha torturati, poi li ha uccisi. Non fatelo incazzare.

Pagato il biglietto, Zabuza li fece entrare. Subito, l’odore di alcol, sudore e vomito li colpì violentemente. Itachi e Sasuke si bloccarono di scatto e si guardarono negli occhi.

-Non venite?

Kisame si era girato e li aveva squadrati.

-Arriviamo…

Sasuke si guardò un po’ intorno e il suo sguardo sulla barista. Era carina, forse un po’ piatta ma passabile.

Deidara lo prese per un braccio e lo trascinò verso il bar urlando:-Offro da bere!

Lo piazzò davanti al bancone e gli intimò di ordinare quello che voleva. Sasuke provò a declinare ma Deidara s’imputò come un bambino piccolo e dopo una discussione a toni sempre più acuti (solo quelli di Deidara ovviamente) e uno scapaccione, il moretto si convinse a ordinare. Si voltò verso la ragazza dietro il bancone:

-Mmh… Una vodka, grazie.

La ragazza rimase stupita dalla sua gentilezza e si voltò per eseguire l’ordine. Porse l’ordine a Sasuke con un mezzo sorriso.

-Grazie, signorina.

Il sorriso si allargò ancora di più:-Sono qui per questo. E sono un maschio.

Sasuke per poco non si strozzò con la vodka.

-Un… ragazzo??

-Eh sì.

-Oh… Mi dispiace…

-Non preoccuparti… Sono in molti a crederlo. Piacere, sono Haku.

-Sasuke.

Il moro stava per chiedere qualcosa al ragazzo del bancone quando Deidara lo afferrò per un braccio e lo trascinò via con sé.

-Avanti, Sasuke. Non vorrai stare tutta la sera al bar?

Dopo aver ballato un pochino con un paio di ragazze decisamente poco vestite, Sasuke si ritirò in un angolo e appoggiò la schiena a una colonna. Da lì poteva vedere chiaramente suo fratello, seduto su un divanetto, accerchiato da una folla di ragazze praticamente in mutande e reggiseno, alcune visibilmente ubriache. Non ci poteva fare niente, Itachi: quei grandi occhi neri, quei capelli lunghi e i lineamenti delicati erano come miele. Le donne erano attratte da lui come falene da una fiamma. 

-Alloooora… Ti stai divertendo?

Si voltò di scatto e si trovò davanti un Naruto decisamente alticcio ma che ancora si reggeva sulle gambe.

-Non fare il veshietto… Bevi un pooooo’…

-No, grazie.

-Pershè no? Hai forse paura? Mica devi guidare dopo!- Naruto rise da solo.

Sasuke non si voltò: era deciso ad ignorarlo, non voleva dare spettacolo il secondo giorno dal suo arrivo.

-Scommetto che non hai mai neanche fatto sesso. Sei un ve-ve-verginello…

Il moro strinse i pugni fino a farsi affondare le unghie nella carne.

-Uzumaki, smettila. O ne pagherai le conseguenze.

-Uuuhhh… Che paura. Dai, sono pronto. Fammi male!

Sasuke stava per cedere alla tentazione. Prevalse però il suo “animo di marmo” e fece un altro passo.

Naruto fece un sorrisetto di scherno:-Vigliacco…- e si voltò anche lui per andarsene.

Questo era troppo. L’Uchiha minore si voltò di scatto, lo raggiunse in due passi e lo sbatté al muro. Naruto picchiò il naso sul muro e gli uscì un lamento di dolore.

-Uchiha, ma sei pazzo?

Sasuke fumava di rabbia:-Te lo do io il verginello, adesso.

Mentre con una mano teneva bloccate le mani di Naruto, con l’altra gli slacciava i calzoni. Un rivolo di sangue scorreva giù per il viso del biondo, sporcandogli anche la maglietta.  

-Uchiha, smettila…

-Stai zitto, baka.

Artigliò i boxer di Naruto e glieli fece scivolare alle ginocchia. Poi si slacciò i pantaloni, rivelando la stoffa tesa dei boxer neri. Naruto diede uno strattone ma il moro aveva una forza notevole per un ragazzo della sua età.

-Stai buono.

Prese con forza il biondo, strappandogli un gemito di dolore. La sua spinta si fece violenta, insopportabile. Naruto era sull’orlo delle lacrime.

-B-b-basta…

-Prima… mi…anf… prendi per il culo… poi mi preghi?

Le lacrime aveva cominciato a scendere copiose sulle guance di Naruto, quando Sasuke venne. Si staccò di scatto e si riabbottonò i pantaloni. Naruto si accasciò a terra.

Il moro gli si avvicinò e gli sussurrò in un orecchio:- Fai attenzione alla scelta dei tuoi nemici, Uzumaki.  


Autrice: O.O
Naruto: ç_ç
Sasuke: ^_^
Naruto: Mi ha violentato...
Autrice: Ho visto...
Sasuke: ^_^
Autrice: Sasuke, di qualcosa!
Sasuke: ^_^
Autrice: -.-" Non importa... Rispondiamo alle recensioni.

DebbyUzu: Ma grazie! Ecco qui il nuovo capitolo (così ti ho tolto l'ansia xD) (Eh! ndNarutoArrabbiato)(Poccia! ndAutrice) Baci dall'Inferno, The Angel of Satana.
Karin93: U_U Sono famosa per la mia crudeltà!! Mwahahahahah!! Come vedi, Sasori è riuscito a calmare gli spiriti bollenti... Chissà come?? Mah, dopo vado colloquio con Deidara. Baci dall'Inferno, The Angel Of Satana.
Eresseye:  Ti saluto anche io dalla discoteca di Tokio! xD (Stronza! ndNaruto)(Stai zitto! ndMe) Beh, questo capitolo è un po' più lungo ma no aspettarteli tutti così ^.^. Baci dall'Inferno, The Angel Of Satana.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

 

La notte è fatta per pensare. Per pensare a tutto ciò che vorresti cambiare, che escluderesti dalla tua vita per sempre, sapendo per certo che non ti mancherà.

Naruto voleva cambiare la sua vita. Interamente. Da quando era rimato orfano fino a quella stupidissima notte in cui aveva deciso di infastidire l’Uchiha.

[Sicuro di voler cancellare anche stanotte, Naruto?]

Il dottore della scuola aveva cercato di rifilargli tante psicocavolate ma lui non ci credeva. Preferiva metodi decisamente più pratici. Alzò il materasso e tirò fuori una bustina trasparente piena a metà di polvere bianca. La aprì e ne prese un pizzico. La appoggiò sull’altra mano e tirò direttamente da lì. Dopo pochi secondi, sentì la scossa della cocaina che entrava in circolo. D’un tratto il mondo gli sembrò diverso, più “umano”. Era così che era riuscito a tirare avanti per tutti quegli anni, come quasi tutti i ragazzi lì. A parte quegli stupidi Uchiha, che erano arrivati solo da 2 giorni. Diede un calcio al muro. Era riuscito a escludere tutto, perché non ci riusciva con quei 2? O meglio, con Sasuke? Ricordava la rabbia del moro, la sua furia cieca e il dolore. Quello stesso dolore che non provava più da anni.

 

Un ragazzino biondo, sui 12 anni, correva per le strade deserte e maleodoranti della città. Pioveva da diverse ore e rischiò un paio di volte di inciampare e farsi male. Aveva praticamente raggiunto la sua “casa”, una catapecchia in lamiera dove conviveva con altre 5 persone, quando una figura, alta e possente, lo afferrò per un braccio e lo trascinò con lui. Sentì la schiena mandare una fitta lancinante quando la sbattè sul muro freddo e bagnato.

-Dove corri, bella bambina?

Naruto chiuse gli occhi e serrò le labbra, cercando di non piangere. Il rapitore però gli sollevò e gli occhi del biondino brillarono. Lacrime calde iniziarono a bagnarli il viso.

-Ma sei un bambino…- fece un sorriso osceno-Ancora meglio…

Naruto  cercò di opporsi, ma l’uomo, decisamente più grosso e forte, lo trascinò per un braccio attraverso in una porticina laterale e si ritrovò in una stanza buia, semilluminata da una vecchia lampada.

-Ragazzi, guardate qua cosa ho trovato.

Le persone presenti nella stanza, tutti uomini tranne una, si voltarono per un attimo a osservare il “bottino” che il loro compagno, dagli insoliti capelli bianchi, stava trascinando dietro sé.

-Mio Dio… Hidan, un altro bambino!    

L’unica ragazza nella stanza aveva guardato disgustata l’amico.

-Fai davvero schifo.

-Ehi, troietta, modera il tono.

Un altro ragazzo, con il viso pieno di piercing, si alzò di scatto.

-Moderalo tu il tono, Hidan. Non ti permetto di parlare così alla mia ragazza.

Hidan alzò gli occhi al cielo:-Ooohh… Mi dispiace, Konan… Mi dispiace che tu sia una troia.

A quel punto il ragazzo coi piercing perse il controllo e si avventò contro Hidan, atterrandolo. Iniziò a tempestarlo di pugni sul viso, sul petto, dovunque riuscisse ad arrivare. Hidan, intanto, cercava di reagire, ma la sorpresa e l’evidente superiorità di Pain rendevano praticamente inutili tutti i suoi sforzi. Naruto si ritirò in un angolo, osservando la rissa e anche gli altri ragazzi, che evidentemente ritenevano che Pain avesse ragione a pestare a quel mondo Hidan. Quando si alzò, l’albino era conciato piuttosto male: dal labbro spaccato fuoriusciva un rivolo di sangue e due enormi lividi si stavano formando sotto entrambi gli occhi. Pero non parlare poi di quelli sul resto del corpo. Si guardò attorno, furioso, alla ricerca di “quella fottuta puttanella in miniatura”.  Quando lo trovò, lo voltò con la faccia verso il muro, bloccandogli anche le mani. Gli slacciò i pantaloni e gli abbassò i boxer consunti. Lo prese con violenza, senza prepararlo. Sentiva il membro duro del ragazzo dentro di sé uscire e rientrare, procurandogli dolore e facendogli di nuovo bagnare le guance. Il petto si alzava e si abbassava, un po’ per il fiatone, un po’ per i singhiozzi che lo scuotevano. Il resto del gruppo aveva azzardato un paio di occhiate a quello spettacolo ma poi più niente. Solo un ragazzo biondo, che a prima vista sembrava più una ragazza, sembrava trattenersi dallo scoppiare a urlare… Oppure a piangere. Quando Hidan venne, uscì da lui, si ritirò su i calzoni e sogghignò.

-Grazie mille.

 

Sì, decisamente meglio la cocaina.

Uuhhh, lo hanno pestato... (e presto lo faranno anche se non la smetti di fare questi salti!! ndTutti) *l'Autrice si infila un'armatura* Allora, è tutta colpa del computer che ogni volta che cerco di aggiornare mi dice che non trova la pagina. Chissà dove si sarà nascosta? (questa era infelice... ndTutti) . Comunque se vi può rendere felice, sono passata senza debiti. *applaude da sola*
DebbyUzu: Sìììì, tutti frocioni!!! (-.-"""" ndTutti)  A Sasuke tutto è permesso, anche di farlo in discoteca. (posso farlo anch'io in discoteca?? ndItachi) Certo. (Ah grazie. ndItachiCheVaACercareUnaDiscoteca) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
1_tenera_ragazza_morta:  E probabilmente la sua immagine gli ha anche risposto... Dopotutto è troppo intelligente... Ahahahah!! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
erol89: Guai a volontà, guai per tutti! Sì, Deidara, anche per te... *Deidara si deprime* Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Sasori_Danna: Come solo CARINA la scena che tramavo da tutta una vita?? E poi tu guardi Haku?? Cioè, con due figoni a fare sconcerie in un angolo tu guardi quella... COSA?? Non ti capisco xD Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Eresseye: Tranquillizzati, io non c'ero... E Itachi non è rimasto con le mani in mano e qualcos'altro nei pantaloni!! *Itachi fa salti di 7 metri dala gioia* Baci dall'Inferno The Angel Of Satana 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

La pioggia di Settembre era davvero tremenda. Gli studenti erano seccati per non poter stare in cortile a poltrire e anche i professori erano più nervosi. Un incubo.

Naruto sfogava la sua voglia di libertà sul resto della classe mandando due dei suoi componenti in infermeria con l’aiuto del suo amico Kiba. La professoressa Kurenai era troppo buona per prendere provvedimenti e i ragazzi ne approfittavano sempre. In quest’ultimo periodo il biondo lo faceva più che altro per dare noia al compagno di banco, che però non sembrava neanche accorgersi della sua presenza. Erano passate due settimane dalla fatidica serata ma Naruto non aveva ancora trovato una vendetta adatta per quel teme con un sedere di papera al posto dei capelli.

Sospirò e si appoggiò con entrambi i gomiti al banco, placando gli spiriti bollenti in previsione  della lezione della professoressa Anko. Ed eccola infatti entrare 5 minuti dopo il debole suono della vecchia e quasi completamente scassata campanella, a testa alta e petto in fuori.

-Uzumaki, oggi volevo interrogarti ma ho cambiato idea. A quanto pare sei stato troppo occupato a riempire l’infermeria per poter studiare.

Naruto accennò un sorrisetto compiaciuto. Se c’era qualcosa che ad Anko piaceva erano le risse.

-Al tuo posto interrogherò Uchiha.

Inutile dire che la prova di Sasuke fu perfetta. E mentre Naruto si rodeva il fegato, fu il turno di Sasuke sorridere impercettibilmente.

-Soddisfatto, dobe?

Considerando che erano le prime parole che gli rivolgeva da due settimane, poteva essere un buon inizio.

-Oh sì, ho sempre desiderato vederti brillare a Inglese, mio supereroe.     

-Lo vedi? Riesco sempre a soddisfare i tuoi desideri, Uzumaki.

Naruto perse il suo sorrisetto strafottente e lo guardò male.

-Non credere che mi sia piaciuto, stronzo.

-Davvero non ti è piaciuto? Beh, da come gemevi non si sarebbe detto.

Quando la campanella suonò i due erano ancora intenti a insultarsi a vicenda.

-Ricordati, Uchiha. Me la pagherai.

-Ti aspetto.

Sasuke afferrò la cartella e uscì, prima che il fratello entrasse in classe e li vedesse. Naruto osservò il compagno avviarsi alla porta e rimase incantato a guardare quel corpo perfetto scivolare tra i banchi, quei capelli corvini ondeggiare, quel culo marmoreo mollarlo lì come un idiota.

Scosse la testa con rabbia, si alzò e si affrettò a uscire dalla scuola. Ne aveva avuto abbastanza per quel giorno.

Ad aspettarlo all’uscita, come sempre, c’era Kiba. Nonostante la libertà appena ottenuta era scuro in volto.

-Ehi Inu-bau! Che succede?

-Guarda là…

Davanti al cancello, a bloccare il passaggio, c’era l’Akatsuki.

L’Akatsuki era una specie di organizzazione composta di nove elementi che si divertivano un mondo a rubare, bere, drogarsi e a volte uccidere. 

In cima al gruppo Pain, con i suoi capelli arancioni riconoscibili da 4 km. Al suo fianco l’ imperturbabile Konan. Ma la persona che colpì Naruto come un pugno fu una chioma bianca completamente tenuta giù col gel e gli occhi viola di uno stronzo che lo fissavano.

-Accidenti… Adesso che cazzo vuole?

-Il cazzo?

-O il culo. 

-O forse tutt’e 2.

A Naruto tremavano leggermente le gambe e Kiba non aveva la più pallida idea di cosa fare. Una cosa era certa, però: non avrebbe abbandonato il suo migliore amico nel momento del bisogno.

L’Akatsuki percorse il cortile della scuola a passo svelto, compatta come un piccolo esercito.

-E adesso?

-Adesso li affrontiamo, Inu-bau. O non mi chiamo più Naruto Uzumaki.

Quando furono abbastanza vicini, Naruto notò anche una chioma a sedere di papera in fondo al gruppo. Merda, ci mancava l’Uchiha.

Il solo a farsi avanti fu Hidan. Dopotutto, era stato li a insistere per una visita al biondo.

-Ciao, piccolo mio. Come stai?

-Fino a 5 secondi fa benissimo, grazie.

-Ma ti pare il modo di trattare una persona più anziana di te? Non te le ha insegnate nessuno le buone maniere?- il ghigno di Hidan si allargò ai massimi livelli.

-Oohh… Mi dispiace davvero, Hidan-sama, ma sono abituato a vivere per strada. Non sono mica educato come lei che viene dalle alte sfere.

Lo sguardo di Hidan si ghiacciò e perse la calma.

-Ascoltami, moccioso, non provare a dirlo mai più.

-Sì, signor figlio papà.

Hidan scattò verso di lui e lo prese per il collo. Naruto sbatté violentemente la schiena al muro crepato della scuola.

“E’ già la seconda volta in 2 settimane che sbatto contro il muro… Devo trovarmi un hobby” pensò.

Non ebbe però il tempo di pensare a un hobby adatto a lui che la mano di Hidan aumentò la pressione sul suo collo. Aprì la bocca per respirare ma faceva troppa fatica anche così. Le sue labbra divennero cianotiche e iniziò a graffiare il dorso delle mani dell’albino. Scalciando a caso, riuscì a colpire lo stomaco di Hidan, che gemette, ma l’aiuto più grosso gli venne da qualcuno dietro il suo aguzzino che premette il piede dietro il suo ginocchio, facendolo cadere in ginocchio e facendogli quindi lasciare la presa. Naruto scivolò a terra, subito raggiunto da Kiba, che gli si inginocchiò accanto e prese a massaggiargli leggermente la gola. 

Nel frattempo, Hidan si era rialzato e si era voltato furioso verso Sasuke.

-Ma che ti prende, moccioso?-ringhiò.

Sasuke aveva ancora i pugni chiusi, i suoi occhi mandavano lampi poco rassicuranti. Il cercare di riuscire a controllare la rabbia e il desiderio di sapere se Naruto stesse bene, gli fecero abbassare le difese quel tanto che permise a Hidan di sollevarlo per la maglia e sbattere al muro anche lui.

-Allora, piccoletto, non mi rispondi? Cosa cazzo volevi fare, eh?

Itachi si fece avanti. Lui adorava le risse, ma se era in pericolo il suo Sasuke allora bisognava farsi da parte perché “Terminator”, come lo chiamavano i suoi amici, stava per entrare in azione.

-Ehi, bello, molla mio fratello.

Hidan girò la testa verso Itachi, sempre tenendo Sasuke al muro, che stava diventando di un preoccupante color viola.

-Altrimenti?

Per la seconda volta in un mese, il pugno potente di Itachi andò a sbattere contro la faccia di qualcuno. Un fiotto di sangue caldo lo prese di striscio e la maglietta scura di Hidan si inzuppò completamente. Constatò che gli aveva rotto il naso con un colpo solo.

-Baledetto battaddo, adeddo ti uccido!!

L’albino mollò la presa su Sasuke e si avventò contro Itachi, che lo aspettava con la mascella serrata. Una gambata forte fece cadere Hidan a terra e il moro si sistemò sopra di lui, guardandolo negli occhi violetti con un’espressione folle che non prometteva nulla di buono. Dalle labbra semiaperte di Itachi usciva una risata tetra nient’affatto rassicurante. Sasuke si rialzò di scatto e cose dal fratello.

-Nii-san… No.

L’Uchiha minore passò il braccio attorno al collo del fratello e gli sussurrò qualcosa in un orecchio, mentre Hidan li guardava a metà tra l’infuriato e lo sbalordito.

L’albino sentì la stoffa dei calzoni tirare sul cavallo. Il fatto di avere l’Uchiha maggiore seduto sul bacino lo eccitava, ma vedere il più piccolo sussurrarli all’orecchio dolcemente… Beh, gli faceva perdere completamente il controllo.



Gomenasai lettrici!! E' una vita che non aggiorno, lo so, però spero che come al solto mi perdonerete!! Se la cosa vi può interessare oggi è il mio compleanno!! Passiamo alle recensioni:
DebbyUzu: Mi raccomando, faglielo capire per bene, eh! Ragazzi, fa male dorgarsi!! (Non mi sembra che tu l'abbia seguito troppo questo consiglio ndSasuke)T__T Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
LaLa_Thebest: Hidan è nato adulto! U__U Scherzo! Mi sono dimenticata di dirlo quindi lo dico a tutte: HIDAN E' BOCCIATO QUINDI HA INTORNO AI 23 ANNI, STESSA STORIA PER KAKUZU. Gli altri invece hanno tutti la stessa età, cioè 18 anni. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Eresseye: E se Itachi è occupato tutto il mondo è felice! Poooovero Naruto, tutto sholo sholetto... *Sasuke entra furtivamente in casa di Naruto* SASUKE, TI HO VISTO! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Kisshou: Molto hot, si dice, mio carissimo Uke. E poi le lemon sono sempre magnifiche! Tsk! (Modesta... ndSasuke) Senti chi parla... Bci dall'Inferno The Angel Of Satana
itachi96: Grazie mille!! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Sarhita: *arrossisce* *si rotola* Ma grazie!!! E sì, il ragazzo era il Dei-chan... *coccola il Dei-chan* Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.

Al prossimo chappy!
Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Naruto passeggiava su e giù per quello che lui chiamava salotto imprecando senza sosta.

-Ma chi cazzo si crede di essere quello là, eh? Non era necessario il suo aiuto, ce l’avrei fatta benissimo da solo… Cazzo! Deve smettere di rompere i coglioni!

Kiba, seduto su un divano ormai sfondato e consumato, lo osservava divertito inventare nuovo insulti per Sasuke. Non provava una vera e propria antipatia per il ragazzo nuovo, solo un leggero fastidio, ma doveva ammettere che il suo aiuto era stato fondamentale per Naruto, che portava ancora i segni dell’aggressione: le cinque dita di Hidan erano impresse sul suo collo, il quale era ancora leggermente livido.

Naruto sprofondò sul divano accanto a Kiba.

-Dimmi che devo fare, Inu-bau.

-Se non vuoi ringraziare Sasuke a me non me ne frega niente, ma almeno non trattarlo come una pezza da piedi. Dopotutto, senza di lui saresti conciato molto peggio.

Gli occhi di Naruto lampeggiarono d’ira:-Quindi anche tu stai dalla sua parte?

-No, Nacchan, io sto dalla tua ma quel ragazzo ti ha salvato la vita.

Naruto mise il broncio e Kiba sorrise: era adorabile quando faceva così.

Il castano si avvicinò al biondo e gli mordicchiò dolcemente il lobo. Naruto strinse gli occhi e si rannicchiò contro Kiba, il quale si impossessò della sua bocca e iniziò a baciarlo con foga. Non era la prima volta che i due si scambiavano effusione di quel tipo. Non che si amassero o cose varie. Semplicemente, erano entrambi disponibili nel fare sesso e decisi a non impegnarsi. Naruto infilò la mano sotto la maglietta di Kiba e ne accarezzò gli addominali scolpiti da anni di lotte. Il castano gemette e accarezzò l’erezione del biondo da sopra i jeans consumati. Poi glieli slacciò e infilò la mano nei boxer, prendendogli il membro in mano e iniziando a pompare. Naruto gemeva senza sosta e venne in mano a Kiba.

-Meglio così, dobe?- Kiba sogghignò: solo l’Uchiha lo chiamava “dobe”

Naruto lo guardò storto:-Non chiamarmi così, Inu-bau.

***

In piedi sul traballante tavolo di cucina, Sasuke e Itachi aggiustavano il soffitto. Durante la notte aveva piovuto a dirotto e una trave, già vecchia e poco sicura, aveva ceduto, lasciando un bel buco. E quindi gli  Uchiha si improvvisarono carpentieri.

-Che lavoraccio…- Itachi storse la bocca in una smorfia irritata.

-Zitto e lavora.- Sasuke, concentrato sul tetto, aveva fatto scivolare la lingua al lato della bocca senza accorgersene.

-Senti nee-chan…

-Mh.

-Ma con Uzumaki che è successo?

Sasuke fu preso alla sprovvista e quasi non cadde dal tavolo.

-Niente, Itachi.

-Uno non cade dal tavolo perché non è successo niente.

-Ma io non sono caduto.

Itachi si girò verso di lui e lo fissò con un’espressione da “ A chi credi di darla a bere, otouto?”. Sasuke tornò a concentrarsi sul lavoro.

-Beh, forse…

-Forse?

-Potremmo aver…

Itachi lo incitò a continuare.

-No, niente. Finiamo in fretta e mangiamo.

Itachi si innervosì. Cosa aveva fatto il suo otouto di tanto grave da non volerlo dire nemmeno a lui? Qualcosa gli puzzava, e sì, parte del merito era anche della cena che stava bruciando.

Per tutto il tempo del pasto non si rivolsero la parola. Appena pronti per andare a letto Itachi si avvicinò al fratello e lo strinse tra le braccia. Sasuke affondò il viso nel petto nudo del maggiore e gli cinse la vita con le braccia. Rimasero qualche secondo così, con Sasuke  stretto a Itachi, mentre questi gli accarezzava i capelli corvini.

-Nee-chan, non preoccuparti…

-Ma io non sono preoccupato…

Itachi sorrise e scosse la testa senza farsi vedere. “A me non la dai a bere, otouto.”

***

Naruto e Kiba dormivano abbracciati sul divano. Il biondo aveva la testa poggiata sul petto del compagno e le gambe allacciate alle sue. Voltandosi, diede una ginocchiata a Kiba, che si svegliò di soprassalto.

-Che diav…

Poi si zittì, constatando che era il biondo la causa del brusco risveglio. Si rimise giù e accarezzò i capelli a Naruto.

-Piccolo Nacchan… Come si fa ad odiarti? Spiegamelo tu, perché io da solo non ci arrivo.

Gli passò un braccio attorno alla vita e gli baciò il retro del collo. Kiba si riaddormentò, con ancora addosso il profumo delle pelle di Naruto.

Kiba: Ma... Ma... Io pensavo mi avresti fatto etero! Almeno a me!! ç_ç
Autrice: Questa è la convinzione più stupida che abbia avuto la sfortuna di venirti in mente.
Kiba: O___O"""
Autrice: Comunque, qui Naruto è un puttanone, eh. Sasuke, Hidan, Kiba... Gli manca solo Itachi.
*Naruto guarda Itachi*
*Itachi guarda Naruto*
*L'Autrice guarda Sasuke leccandosi le labbra*
*Sasuke si toglie la maglia*
Orbene, prima di stup... Suggerire a Sasuke cosa fare nel prossimo capitolo, rispondo alle recensione delle mie adorate:
Betta_92: ItaSasuNaru! ItaSasuNaru! *coro da stadio* Grazie mille per la recensione ^_^ Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
LaLa_Thebest: Mi piace la versione "maniaco perverito" di Hidan. Mi intriga da morire. Comunque, stavolta ho aggiornato più in fretta, vero?? E grazie per gli auguri! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Eresseye: Lui può! Hidan può! *Hidan risplende di luce propria* Hidan, spegni la luce che poi la bolletta la pago io! Dicevamo... Dicevamo che Hidan è un maniaco pervertito che non esiterebbe ad andare a letto con tutti e 2 gli Uchiha. Contemporaneamente. Se conoscesse Shisui anche con lui. perchè, diciamocelo, Shisui è un gran bel tocco di ragazzo. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Karin93: U_U Ma grazie! Sì, il povero Naruto l'ho rigirato in tutti i modi possibili! In un senso solo, ovvio, nell'altro ho in mente un altro paio di modi... Kukuku! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
itachi96: Grazie mille! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Sarhita: Beh, che dire? Grazie mille. Le tue recensioni sono sempre molto gradite (non che non gradisca anche quelle delle altre, anzi). Naruto ha degli sbalzi di forza ogni tanto xD Avrà le sue cose... (Ehi! ndNaruto) Cooomunque ancora grazie. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

 

Quando la mattina dopo si svegliò di soprassalto, Kiba era già pronto a imprecare contro quello sfortunato che aveva avuto il coraggio si svegliarlo. Quando poi si rese conto che lo sfortunato non era altri che Naruto, che tirato una zuccata mentre si girava, la sua collera svanì improvvisamente. Si rimise giù, sentendo Morfeo tornare per abbracciarlo. Naruto mugugnò qualcosa ma Kiba non riuscì a sentire cosa. E fu un bene per il suo povero cuore non aver compreso il farfuglio del biondo.

-Sasuke…- aveva detto infatti Naruto. Anche dopo aver sbandierato ai quattro venti il suo odio per il bel moro non riusciva a togliersi quel viso apatico, quel corpo perfetto e quel culo così invitante. Sognò le mani di Sasuke su di lui, il cazzo duro dentro il culo e quella bocca perfetta solleticargli il collo. Si svegliò sudato e frustrato per lo stupido sogno e il mancato amplesso.

La voce profonda e assonnata di Kiba lo distolse dai suoi pensieri:-Già sveglio, Nacchan?

Naruto annuì senza voltarsi. Il castano intuì che qualcosa non andava e allungò il braccio per accarezzargli la scompigliata chioma bionda.

-Cosa c’è, ragazzo ribelle?

Naruto sospirò: o la sua schiena aveva il potere di rivelare i pensieri o Kiba aveva un sesto, settimo e ottavo senso.

-No, niente…

-Sì certo. E i cani volano.

-Beh, se ripensiamo al povero cane imbottito di petardi…

-E’ un modo di dire, dobe.

Naruto storse la bocca in una smorfia irritata, punto sul vivo.

-Kiba.

-Aaah, allora ho capito. La causa di questa tua scazzatura mattutina non sarà mica un moretto fighissimo di mia conoscenza?-lo canzonò Kiba

-Kiba.

-Oh Sasuke come ti amo! Luce dei miei occhi!- Kiba si mosse ancheggiando per la stanza sbattendo le ciglia.

Il biondo gli lanciò un cuscino:-Oh, smettila, Kiba!

Il castano ridacchiò. Tutto ciò gli costava una fatica enorme: avrebbe voluto prenderlo per le spalle e urlargli che se proprio voleva amare qualcuno lui era lì. Aveva provato a farglielo capire in tutti i modi: alla fine, si era ridotto ad andarci a letto ogni tanto e trascinarlo a casa quando era ubriaco fradicio.

-Naru, facciamo sega oggi?

-Credo sia la migliore idea che ti sia venuta in 16 anni.

Kiba sorrise.

-Kiba?

-Mh?

-Però devi ammettere che Deidara fece un gran bel lavoro con quel cane.

-Fottiti!

***

Sakura seguiva con lo sguardo il professor Asuma che si spostava dalla cattedra alla lavagna e viceversa. Assorbiva ogni singola parola senza distrarsi un secondo. Nel banco accanto al suo, la sua amica-nemica Ino si limava le unghie, ignorando l’insegnate. Quando decretò che le sue unghie avevano ricevuto abbastanza attenzioni per quel giorno, si dedicò a uno dei suoi passatempi preferiti: conversazione con bigliettini.

Strappò un pezzo di pagina dall’inutilizzato quaderno sul suo banco e vi scrisse velocemente sopra qualcosa con la sua grafia elegante e riccioluta. Lo lanciò a Sakura, che fece finta di niente. Offesa, iniziò a punzecchiare i fianchi dell’amica con la penna. Sakura strinse le labbra e continuò a seguire Asuma, seppur con minore concentrazione. Certa di essere vicinissima alla vittoria, Ino diede un’ ultima potente stoccata e la rosa perse definitivamente la concentrazione. Mentre la bionda tirava il suo miglior sorriso trionfante, Sakura afferrò con malagrazia il pezzetto di carta volato sul suo libro.

Oggi Uchiha è solo… Magari potremmo andare a tenergli compagnia!

Sakura si voltò verso il bel ragazzo dai capelli neri. Faceva oscillare la penna tra le dita e osservava il professore con aria annoiata, come se le cose che stava spiegando le sapesse già tutte.

Poi Uzumaki non è geloso?

Ino fece un sorrisetto furbo: “Ma Uzumaki oggi non c’è… Potremmo mostragli i della città… E poi lo traumatizziamo per bene!

Sakura non rimase stupita dalla proposta dell’amica. La conosceva troppo bene per non aspettarsi qualcosa del genere.

D’accordo. Ma chiamiamo anche suo fratello.

La bionda sgranò gli occhi e guardò Sakura.

-Ha un fratello?- mimò con le labbra.

Sakura annuì e mostrò la mano aperta per segnalarle che era in 5^. Ino si mise una mano sulla fronte e fece finta di svenire. Sakura abbozzò una risatina e tornò a seguire la lezione che un ignaro Asuma aveva portato avanti.



Kiba: Wow... Frocio e pure innamorato di uno che non mi caga di striscio... Certo che mi sta andando proprio bene!!
Autrice: Avanti Kiba... Più avanti ti andra meglio! *sussurra* Forse...
Sasuke: Io non trombo da almeno 3 capitoli... Hai intenzione di farmi morire di astinenza??!!
Autrice: Sta' calmo o ti mando a letto con Itachi!
*Sasuke rabbrividisce*

Beatrix91: U_U Sì, una mega orgiona!!! *Itachi inzia a preparare l'occorrente* Aah, che aiutante magnifico che ho! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
DebbyUzu: Capito, banda di frocioni? La signorina vi tiene d'occhio!! (A quella là piacciono Naruto e Kiba insieme O__O ndSasuke) Sasuke, maleducato che non sei altro! Ok, vado a punire Sasuke per bene *prende frustino* Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
LaLa_Thebest: Neanch'io credevo di aggiornare così in fretta! *si fa i complimenti* Per quel che riguarda Itachi... Il suo destino lo devo ancora decidere! (Oh, mia adorata dea del destino che tieni in mano le sorti di tutti noi... ndNeji) Zitto tu! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Betta_92: Passatempi segreti! (Beh, grazie a te ora un po' meno segreti... ndNaruto&Kiba) Comunque, magari una sveltina ItaSasuNaru ce la potrei infilare... *gli interessati si allontanano furtivamente* Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Eresseye: Naruto potrebbe finire con tutti come con nessuno... (Chissà perchè, ma non mi alletta nessuna delle due opzioni. ndNaruto) Eh sì, i due Uchiha sono proprio carini carini! (O___O ndItachi&Sasuke) baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Sarhita: E che vantaggio!!! Qualcosa mi dice che Sasuke farà roba tra un po'!! (*çççç*  ndSasuke) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

 

Al suono dell’ultima campanella, Itachi tirò un sospiro di sollievo. La professoressa Kurenai era un’ottima insegnante ed era anche “una figa paurosa”, per ripetere le parole di Hidan. E in quel caso, l’albino attaccabrighe aveva anche ragione. Il problema era che, mentre lei spiegava lentamente con la sua dolce voce, accanto al moro Deidara si dava alla pazza gioia. Chiacchierava, costruiva strani modellini e si arrabbiava con lui se prendeva un leone per un cane.

-Ma accidenti-aveva provato a protestare una volta –non sono riconoscibili!

Fatto sta che si era ritrovato un segno rosso sulla gamba bianca causato da una botta di righello da parte dell’artista offeso.
Per cui, appena Kurenai diede loro il via libera, uscì di corsa e si avviò verso la classe di Sasuke.
Il fratello lo aspettava appoggiato con noncuranza al muro mentre due ragazze gli si erano avvicinate e lo guardavano con occhi famelici.
La ragazza con una strana capigliatura rosa gli si era appiccicata al braccio mentre l’altra scuoteva i lunghi capelli biondi e sbatteva le ciglia allungate dal mascara. Itachi si avvicinò senza farsi notare e sentì che le ragazze gli proponevano di fare un giro per la città con loro. Itachi stava per intervenire quando sentì la risposta negativa di Sasuke.

“Bravo fratellino”, pensò.

Le due continuavano a insistere e Itachi stava per perdere la pazienza.

“Un Uchiha non si rimangia la parola data.”

Aveva appena deciso di mettere fine a quella cavolata trascinando via il fratello quando la sua voce bassa e decisa fendette l’ aria come un coltello.

-No.

Le due ragazze si allontanarono da lui di un passo.

Nonostante non fosse ancora grande, Sasuke sapeva farsi rispettare. Non alzava mai la voce, ma quando la abbassava di un paio d’ottave, rendendola appena percepibile, nessuno osava più discutere con lui. Mentre le ragazze si allontanavano in fretta, deluse e spaventate, e Sasuke lo guardava come per dirgli “Allora? Vuoi mettere radici lì?” Itachi osservò la figura del fratello: era esile, tonico, ma si intravedeva già un accenno di muscoli da sotto la maglia nera. I capelli gli ricadevano ai lati del viso affilato, dandogli un’aria più matura, ma gli occhioni grandi e le labbra che molto spesso si storcevano in un broncio adorabile smentivano i suoi atteggiamenti da adulto. Nel complesso, si disse il maggiore degli Uchiha, Sasuke è davvero un bel ragazzo.
“Come me, del resto”. Un pizzico di amor proprio e un calcio alla propria autostima ogni tanto ci voleva.

-Nii-san, hai il cemento nella scarpe?

-Simpatico.

Si allontanarono tranquillamente, lasciandosi la scuola alle spalle.

***

Sia Sakura che Ino erano ancora deluse per il rifiuto di Sasuke. E in più, Ino non aveva neanche visto il bell’Itachi.

-Avanti, Ino-pig, era dietro di noi! Come hai fatto a non vederlo?

-Non tutti hanno la tua vista di falco, fronte spaziosa!

Sakura storse la bocca: le mancava qualche decimo ad entrambi gli occhi e Ino non perdeva occasione per ricordarglielo.

-Comunque… Dove vuoi andare a mangiare?

-Andiamo da Cho… Ci farà sicuramente lo sconto.

La rosa annuì. Choji le stava simpatico e suo padre era il migliore chef del quartiere. Non che avrebbero potuto ad aspirare a più di tanto, ma Choza Akimichi era stato ed era tuttora un grandissimo cuoco. Ino allungò il passo. Nel superarla, sfiorò accidentalmente la coscia dell’amica, che sussultò.

-Tutto bene?- Ino la guardava preoccupata.

-Sì, certo.

***

Nonostante l’orario delle lezioni fosse finito, c’era ancora qualcuno all’interno della scuola. Nello spogliatoio della palestra due corpi, incollati dal sudore, erano distesi su una delle panche, a consumare un veloce rapporto sessuale. Quando entrambe le figure raggiunsero l’orgasmo, quella sopra si sdraiò accanto all’amante e gli accarezzò la fronte prima di alzarsi, vestirsi e dirigersi verso la porta sussurrando un “A domani, tesoro.”

 

Ed eccomi qua, col nuovo aggiornamento il primo giorno di scuola! ç_ç Io non volevo tornare in quella gabbia di matti montati...
Itachi: Io voglio fare sesso!
Autrice: Stai zitto o ti mando a letto con Kisame!
Itachi: Sto zitto.
Autrice: Altre lamentele??
Kiba: Posso essere etero?
Autrice: Sì...
Kiba: Davvero??
Autrice: No!! Bwahahahahah!!!
Kiba: ç__ç
Autrice: RECENSIONI!!

LaLa_thebest: Come vedi sia Itachi che Sasuke sono ancora tutti interi e con i vestiti addosso... (Già... ç__ç ndItachi&Sasuke) Volevate andare a letto con Sakura e Ino? *Itachi e Sasuke si vestono per la montagna* Non sono così crudele, non li mando con le streghe... Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
leila_chan: Grazie mille per la recensione! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Beatrix91: *Sasuke sta cercando di riprendersi Naruto da un Itachi recalcitrante* Bhe, lasciamoli stare. Comunque hai ragione: al povero Kiba l'ho fatto tremendamente sfigato! (E te ne accorgi ora? ndKiba) Vedrai che ti trovo qualcuno ancora meglio di Naruto! (davvero? Chi? ndKiba) ROCK LEE!!! Mwahahah!!! No, povero, sto scherzando... (ç___ç ndKiba) Baci dall'Infeno The Angel Of Satana
Eresseye: U_U Il cane a petardi è una delle più grandi invezioni di Deidara... *Dei-chan fà l'inchino* Baci dall'iNferno The Angel Of Satana

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

Quando le ragazze entrarono nello spogliatoio capirono che c’era qualcosa che non andava. Per la stanza malandata aleggiava un profumo. Uno spogliatoio non avrebbe profumato così dopo una giornata di ragazze sudate, per cui qualcuno doveva essere stato lì dopo la fine della giornata.

-Mmh… Ma questo è un profumo da uomo!- fece Sakura maliziosa. Ino ridacchiò. Nel frattempo, erano entrate le ragazze di 4^, che facevano ginnastica con loro.

–Allora? Volete stare qui tutto il giorno a fare i segugi o vi cambiate?

La ragazza che aveva parlato si chiamava Temari. Quattro codini biondi e grandi occhi verdi. Ino si voltò verso di lei, seccata.

-Chi ti ha chiesto niente, Sabaku?
-Nessuno mi ha chiesto niente. Ma niente ti impedisce di cambiarti. Cos’è, ti ecciti anche solo a sentire nell’aria un profumo da uomo?- fece Temari, subdola.
-Cagna frigida!
-Miss Gambe Aperte!
-Adesso basta, ragazze.

A intervenire era stata una ragazza coi capelli castani accolti in due crocchie ai lati della testa. Entrambe le litiganti sbuffarono ma si voltarono per cambiarsi.

Quando le ragazze entrarono in palestra tutti i maschi erano già lì e molti di loro esplosero in dei “Finalmente!” più o meno sollevati, ma bastò un’occhiata storta della Sabaku a raggelare l’atmosfera.

-Ragazzi, oggi ci sarà una sfida all’insegna della giovinezza!!- si infervorò il professore, tale Gai Maito, che caratterialmente ricordava terribilmente a Sasuke il casinista cugino Shisui. Il suo degno discepolo, Rock Lee, simile a lui in tutto e per tutto, fu l’unico a essere entusiasta per la proposta.

-Una partita epica di pallavolo!!!

-Woooo!! Maestro, lei è così ispirante!

Nessuno, notò il moro imbronciato, si prese la briga di fargli notare che la parola “ispirante” non esisteva. O, più probabilmente, nessuno lo sapeva.

-Dividetevi in due squadre, miei amati discepoli, e iniziamo questa grande partita!!

Alla fine, i ragazzi si divisero per classi.

-Molto bene.- Si rivolse ai ragazzi di 4^- Che ne dite di far iniziare i vostri compagni più giovani?

Chi più chi meno, la classe fu d’accordo. Il primo a battere fu un ragazzo dall’aria apatica e un sorrisetto perennemente stampato sul volto scarno.

-Lui si chiama Sai.- sussurrò una voce all’orecchio di Sasuke. Per poco non gli venne un colpo. La ragazza coi capelli da chewing-gum che il giorno prima l’aveva “molestato” si era avvicinata e gli aveva tolto la sensibilità al braccio.

-Ah. Bene.

Il lancio del ragazzo strano era corto e il turno di battuta passò immediatamente agli avversari. Sasuke osservò per la prima volta l’altra classe. Erano tutti più o meno alti uguali e si confondevano tra di loro, ma c’era quella ragazza con le quattro code e lo sguardo da guerriera… Il piccolo Uchiha si scoprì a osservarla intensamente: non era una ragazza comune, quella. Aveva un che di selvaggio e mascolino che la rendeva… bella. Partì con una battuta perfetta, guadagnandosi l’applauso dei suoi compagni di classe. Continuò così, segnando 5 punti, quando Ino ebbe la prontezza, o forse solamente il coraggio, di intercettare la palla e rispedirla al mittente. Iniziò così un via-vai di respinte, quando la bionda fece un salto che Sasuke considerava impossibile per una di quella “stazza” e si esibì in una schiacciata micidiale. Che, guarda caso, centrò in pieno Ino, che non l’aveva vista arrivare. La ragazza barcollò un attimo prima di crollare a terra come un sacco di patate, svenuta. Incurante della confusione creatasi intorno a lui, il bel moro continuò a osservare l’autrice del colpo: non sembrava dispiaciuta. Quella sul suo volto poteva essere solo… Soddisfazione?
Sasuke non si stupì più di tanto: ormai aveva visto di tutto. La Yamanaka venne portata via da Inuzuka e Akimichi e la partita poté riprendere. Gai tolse Temari dal campo per il resto della lezione, lasciando il controllo della squadra a Tayuya, una ragazza dai capelli fucsia scuro molto amica dell’espulsa.

Rientrati negli spogliatoi, Sasuke si sentì osservato.
“E che cazzo, 9 maschi tutti finocchi?” pensò
Si tolse la maglietta sudata e i pantaloni e si voltò verso le docce. E scoprì che i suoi sospetti erano fondati: tutti in quel dannato spogliatoio lo avevano guardato o lo stavano tutt’ora guardando. Qualcuno era rimasto a bocca nel vedere il suo fisico mentre altri avevano distolto velocemente lo sguardo, imbarazzati. Tra tutti, l’Uzumaki lo osservava senza nessuna emozione precisa sul viso abbronzato. Chi avesse studiato la sua espressione in quel momento, avrebbe potuto benissimo dire che quella visione lui l’aveva già avuta.
Si avviò a passo spedito verso le docce, cercando di sottrarsi a quei 18 occhi indagatori. Si fiondò nello stretto cubicolo come se non avesse mai visto una doccia in vita sua.

***

Itachi, nel frattempo, ammetteva mentalmente che il tipo accanto a lui non era poi così male quando era tranquillo.
Il biondo quel giorno non aveva inventato nessun nuovo modo per torturarlo. E Itachi credeva di sapere anche il perché: quella mattina Sasori era entrato in classe con un’inequivocabile aria da uomo sessualmente soddisfatto che nemmeno un tipo riservato e freddo come lui riusciva a nascondere, mentre Deidara era entrato, leggermente imbarazzato, qualche secondo dopo, zoppicando vistosamente. A tutti quelli che gli avevano chiesto il motivo della sua andatura, aveva risposto che aveva sbattuto il piede contro il letto e che gli faceva ancora un male cane. La maggior parte della classe, però, aveva intuito cosa era accaduto e sghignazzava senza sosta.

***

Dopo cena, Sasuke decise che avrebbe fatto una passeggiata. Prese la felpa nera e si avviò lungo la strada in cui abitava. Itachi era stato inizialmente restio a lasciarlo andare da solo, ma poi aveva lasciato perdere, sapendo che suo fratello era in grado di difendersi. Per cui, era tornato a stravaccarsi sul divano.
Il piccolo Uchiha era appena arrivato in fondo alla strada che sentì due spari, a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro. Rimase immobile, paralizzato dalla paura. Paura che si accentuò quando un uomo con il viso semi- coperto da un cappellaccio uscì dal vicolo nascondendo qualcosa sotto il giaccone.
Sasuke si riscosse e fece per urlare, quando una mano color biscotto gli tappò la bocca e lo trascinò con sé sotto alla luce “rassicurante” di un lampione. Quando il moro si voltò, si trovò a fissare due fiammeggianti occhi azzurri.
Naruto quella sera era più bello che mai, nonostante fosse chiaro che ce l’aveva con lui: i jeans attillati e la camicia completamente aperta sul davanti gli davano un’aria elegante ma trasgressiva e dal piercing al labbro partiva una catenella che andava ad agganciarsi ad uno degli innumerevoli orecchini sull’orecchio destro.

-Uchiha no baka!! Non provare assolutamente e per nessuno motivo a dare l’allarme. Finiresti male. Molto male, dai retta a me.

Ascoltando la metà delle sue parole ma percependo che aveva finito di parlare, Sasuke si avvicinò, lo sbattè al lampione e lo baciò con foga.





Autrice: Chiedo venia per l'immenso ritardo maaaaa... E' ricominciata la scuola.
Sasuke: Sempre la solita vecchia scusa...
Autrice *girando la testa tipo l'Esorcista*: Vuoi che vi stacchi ORA da quel lampione?!
Sasuke: No, ti voglio un sacco bene.
Autrice: ^_^ Comunque, se non si era capito, io ADORO Temari.
Itachi: Ma io in questo capitolo non faccio una beata minchia!
Sasuke: Tu non fai mai una beata minchia!
Autrice: RECENSIONI!

Beatrix91: Povero Itachi... Se lo stanno contendendo tutti! (Veramente quello sono io... ndSasukeMoltoModesto) Però credo che nemmeno lui finirà con una donna... Credo, almeno! xD Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Betta_92: O_O Dimmi le tue idee, forza!! Anche se sono sicura al 99.9% che nessuno indovinerà che è... Se lo indovinate, vuol dire che a tenere i segreti faccio davvero schifo xD Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
leila_chan: Giààà, porcelloni... *Fissa Naruto* Tu più di tutti! baci dall'Inferno The Angel Of Satana

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

Naruto si ritrovò improvvisamente intrappolato tra il lampione e il corpo di Sasuke. Le sue facoltà mentali si azzerarono e il suo corpo reagì d’istinto. Si aggrappò alle spalle del moro, mentre questi gli passò le braccia attorno alla vita, premendogli il bacino contro il suo. La lingua di Sasuke si era prepotentemente fatta spazio nella bocca del biondo che l’aveva lasciato entrare: dopotutto, era abituato a cose ben peggiori. Infilò le mani color biscotto sotto la maglia scura del moro e prese ad accarezzargli il petto glabro, soffermandosi talvolta sui capezzoli. L’Uchiha stava lentamente lasciando crollare le proprie barriere e mugolò piano quando sentì quelle mani esperte sul suo corpo. Passò di lì un’automobile semi-scassata con dentro 4 ragazzi visibilmente ubriachi. Uno si sporse dal finestrino e urlò:

-Ehi Uzumaki! Stasera a chi concederai il tuo bel culetto?

Il resto del gruppo scoppiò a ridere sguaiatamente e Sasuke fece per staccarsi, imbarazzato. Ma Naruto, che non aveva sentito o, molto più probabilmente, non aveva voluto sentire, attirò ancora più a sé il moro, facendo strusciare la sua semi-risvegliata erezione contro i pantaloni stretti del compagno. Quando si staccarono ansimavano entrambi. Poi, come risvegliatosi da una trance, Naruto prese Sasuke per mano e lo portò fino a un edificio poco lontano, che sembrava completamente abbandonato. Spinse la porta, che emise un cigolio sinistro, a causa dei cardini arrugginiti.
Il biondino attirò nuovamente a sé il moro, riprendendo a baciarlo con foga, come se tutta la sua esistenza dipendesse da quelle labbra sottili. Sasuke lo strinse tra le sue braccia forti. Naruto si inginocchiò davanti a lui, sollevandogli la maglia e baciandogli la pancia piatta. Il moro gli accarezzò i capelli. Il biondo gli slacciò i pantaloni, facendogli scivolare fino alle caviglie. Il moro si liberò con un gesto veloce sia di quelli che delle scarpe. Il biondo, sempre in ginocchio davanti a lui, gli abbassò leggermente l’elastico dei boxer, scoprendo la sua erezione svettante e bisognosa di attenzioni. La prese in mano e iniziò a leccarne la punta. Sasuke gemette più forte, afferrandolo per i capelli. Naruto leccò il membro del moro per tutta la sua lunghezza prima di prenderlo in bocca e succhiarglielo, dapprima lentamente poi sempre più veloce. Sasuke lo spingeva in avanti per la testa.

-Nah… ruto… Sto peh.. per venire…

Venne in bocca a Naruto, che ingoiò tutto lo sperma e, alzata la testa verso il moro, si leccò le labbra, lascivo.
Sasuke si inginocchiò davanti a lui, togliendogli la camicia, già aperta, e i pantaloni attillati, lasciandolo con addosso solo dei boxer succinti, che lasciavano ben poco spazio all’immaginazione. Si sfilò a sua volta la maglia rimanendo completamente nudo davanti al compagno, che fece scorrere lo sguardo sul suo corpo scolpito.

-Però… Devo dire che a fisico non stai per niente male.

Sasuke fece un sorrisetto storto. Il biondo premette il proprio corpo su quello del moro, passandogli le braccia attorno al collo e riprendendo a baciarlo, stavolta con più dolcezza. Sasuke sfilò le mutande a Naruto e fece scivolare la mani sulle sue natiche. Naruto mugolò e si staccò da lui, sdraiandosi a terra. Aprì lentamente le gambe, mostrando a Sasuke il membro eretto. Al moro si seccò la bocca: il suo “nemico” gli stava offrendo di sua spontanea volontà ciò che aveva riempito i suoi sogni da quella notte in discoteca.
Gli accarezzò l’ inguine, poi si chinò su di lui succhiandogli piano i capezzoli inturgiditi, sentendo il ciuffo di peli biondi del ragazzo solleticargli la pancia. Scese giù fino all’erezione, lasciando una scia umida sul torso di Naruto. Si inumidì due dita e penetrò il biondo sotto di lui, che gemette. Iniziò a muoverle mentre Naruto gemeva sempre più forte. Quando decise che l’aveva preparato abbastanza, sostituì le dita con qualcosa di decisamente più grosso. S’immerse in lui, ne uscì quasi completamente per poi affondarvi nuovamente. Iniziò a spingere ritmicamente. Il bel biondo caveva cercato a inizio rapporto di soffocare gemiti e urla, per non dare a vedere quanto gli piaceva avere dentro di sé il moro. Aveva però abbandonato ogni inibizione, dando ancora più soddisfazione a Sasuke.
Anche se aveva cercato di nasconderlo, Naruto aveva “amato” sin dalla prima volta con lui la virilità imponente del moro e i suoi genitali che sbattevano contro la carne morbida. Vennero insieme. Il moro dentro Naruto, mentre lo sperma caldo del biondo andò a sporcare l’addome dell’amante. Il biondo passò un dito sulla pancia piatta di Sasuke, ripulendo quel tratto dallo sperma, e glielo infilò in bocca. Poi fece scivolare il dito quasi fino all’inguine e fermarsi in un punto poco sopra, alla destra.

-Bel felino.
Sasuke ghignò:- Quale dei due?
-Direi quello nero.

Poco sopra l’inguine, Sasuke aveva tatuato un piccolo gattino nero con gli occhi blu. Fugaku aveva dato in escandescenze quando l’aveva visto ma erano bastate poche parole gentili di Mikoto per farlo calmare.

Sasuke si alzò e si rivestì. Naruto, inginocchiato a terra, fece lo stesso. Stavolta però la camicia l’aveva allacciata.

-Allora a domani.

-Sì, Uchiha. Ci vediamo domani.

Rientrato a casa, Sasuke trovò il fratello profondamente addormentato sul divano. Lo coprì con una cosa tutta impolverata che si ostinavano a chiamare “coperta” e salì in camera, addormentandosi soddisfatto.

***

Quando, il mattino dopo, il bel moro entrò in classe Naruto non c’era. E non si vide per tutto il resto della giornata. La giornata passò relativamente tranquilla a parte per quei 10 minuti di intervallo concessi. Durante la pausa, un bel ragazzo dai grandi occhi bianchi e dai capelli lunghi lo avvicinò:

-Piacere. Sono Neji Hyuga.

Sasuke non l’aveva sentito arrivare e sussultò leggermente. Scrutò il volto del ragazzo davanti a lui: nonostante si fosse presentato per primo sul suo volto non traspariva la minima traccia di emozione:

-Sasuke Uchiha.

-Senti… Ho notato che sei piuttosto bravo a calcetto… Che ne diresti di aggregarti a noi per il torneo tra scuole. Siamo tutti di 3^ però.

-Ci penserò su.

-D’accordo.

Neji si allontanò scivolando tra i banchi. Sasuke lo osservò attentamente andare via pensando due cose: la prima era che Neji Hyuga era davvero un bel ragazzo, la seconda che era molto poco comune portare le maniche lunghe con quel caldo.


Autrice: Sasuke, non provare più a lamentarti che non trombi perchè con questo capitolo t'ho sistemato per il resto della storia.
Sasuke: *ancora inebetito dalla scena* Mia adorata Autrice...
Neji: Il destino mi ha fatto arrivare in questo chappy...
Autrice: In realtà sono stata io, visto che l'ho scritto io!
Neji: Mi adorata Musa del Destino...
Naruto: E io come al solito lo prendo nel culo!
Itachi: Almeno te qualcosa combini! Io dormo qui! DORMO! >.<
Autrice: RECENSIONI!!

Beatrix91: Nemmeno in questo capitolo Itachi vince il titolo Mister Utilità dell'Anno xD!!! (Sempre a prendermi per il mio marmoreo culo Uchiha... ndItachi). Visto adesso che contattone!? Sono morta mentre lo scrivevo!! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
LaLa_Thebest: Non so dove andava Naruto vestito così, ma se veniva a suonare alla mia porta sicuro che non lo rimandavo a casa! E comunque per quella cosa del piercing...     Sasuke è uno stoico riguardo certe cose! Naruto avrebbe potuto avere in faccia  del cemento armato: gli sarebbe comunque montato addosso!! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Betta_92: Nono, non è nessuno dei personaggi che hai nominato! Come sono crudele U_U! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
leila_chan: Noooo, non erano Sasori e Deidara... Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

Naruto era sdraiato nel letto, nella classica e comoda posizione a stella marina. Fissava il soffitto come se da un momento all’altro dovesse scendere il Salvatore il persona. Vedendo che non arrivava nessuno, sbuffò, spostandosi un ciuffo ribelle che gli stava solleticando il naso.

“Non esiste nessun Salvatore.” Pensò “Altrimenti non avrebbe permesso che io facessi sesso prima del matrimonio con praticamente tutti!”

Si trascinò eroicamente fin sotto la doccia, dove si abbandonò contro il muro. Rimase per 15 minuti buoni sotto il getto d’acqua. Uscì dallo stretto cubicolo appena in tempo per sentire la porta aprirsi, non senza qualche difficoltà.

-Kiba, sei tu?- urlò.

-Chi altri vuoi che venga a trovarti?!- fece l’altro di rimando.

Si vestì e raggiunse il castano, comodamente sbracato sul divano.

-Più che venirmi a trovare, ormai abiti con me.

-Non dire niente. La mamma e Hana sono di nuovo in lite e sinceramente non mi va di essere a tiro mentre litigano.- fece il castano sbuffando.

Naruto gli scompigliò i capelli, rendendoli più ribelli di quanto non fossero normalmente.

-E tu che mi dici? Come mai zoppichi come se ti avesse messo sotto un treno?- il castano alzò e abbassò un paio di volte le sopracciglia, malizioso. Aveva notato che l’amico aveva faticato non poco per raggiungere la sala, zoppicando. E inoltre non chiudeva completamente la gambe.

-Di’ un po’, ti ha inculato un elefante ieri sera?

-No. Uchiha.- fece l’altro, seccato.

Kiba rise scurrilmente ma sentì un coltello che dentro di lui percorreva per lungo il suo torace, lasciandolo sanguinante.

***

Temari lanciò in un angolo la cartella semi-sfondata e completamente ricoperta da disegni e scritte e indicò a Tayuya di fare altrettanto. Mentre la fucsia occupava la sedia davanti alla scrivania, Temari si abbandonava a peso morto sul letto.

-I tuoi fratelli sono in casa?

-No. Kankuro manda avanti la sua onesta attività mentre credo che Gaara sia a picchiare qualcuno da qualche parte.

Tayuya ridacchiò: il fratello più piccolo dell’amica, il rosso Gaara, aveva fama di essere un crudele e temibile avversario. Kankuro, invece, era uno degli spacciatori più apprezzati.
La bionda si tirò su a sedere e, con voce atona, disse:- Per domani dobbiamo fare tutto il programma di storia o quella ci incula a sangue.

La compagna si alzò dalla sedia e le si sedette sulle ginocchia, accarezzandole i capelli.

-Abbiamo cazzeggiato tutto il mese, per una giornata in più non cadrà il mondo.- sussurrò Tayuya all’orecchio di Temari. Poi prese a mordicchiarle delicatamente il lobo, mentre la bionda le faceva scivolare la mani sotto la T-shirt degli Iron Maiden. Intanto, la bocca della fucsia era arrivata al collo e stava suggendo delicatamente la pelle dell’amica, lasciandovi un segno rosso.

-Ma guarda che carino!- fece in tempo a dire, prime che l’amica le sfilasse la maglia e si impossessasse della sua bocca. La attirò sotto di sé, giocando coi suoi capelli lunghi. Le slacciò il reggiseno rosso, che finì abbandonato in un angolo, e prese a mordicchiargli piano i capezzoli. La compagna gemette e gli afferrò i capelli, sciogliendole due degli insoliti codini. Le mani di Temari scivolarono lascivamente lungo il torace allenato della compagna mentre Tayuya liberava l’altra dal fastidio della maglia e del reggiseno. I pantaloni di entrambe finirono velocemente sul pavimento, lasciando le proprietaria in slip a fissarsi intensamente negli occhi. Poi, quando Temari decise che si erano fissate abbastanza lungo, arpionò gli slip rossi della compagna facendoli volare chissà dove. Le inserì dolcemente due dita in bocca che Tayuya succhiò. Fece scivolare le dita umide lungo tutto il busto fino ad arrivare all’inguine. Inserì un dito per volta, strappando un gemito acuto alla ragazza sotto di lei. La fucsia si era adattata all’intrusione e i suoi gemiti erano passati dall’essere di dolore all’essere di piacere. Quando venne, riuscì a ridacchiare e a dire all’indirizzo dell’amante:

-Hai due codini ancora fatti e due no.

L’altra fece uno sbuffo divertito e le si sdraiò accanto, accarezzandole i capelli sudati.

-Ti amo, Tay.

-Ti amo.

***

Sasuke saltellava sul posto per scaldare i muscoli delle gambe. Neji gli aveva detto che doveva superare una specie di test d’ingresso, anche se poi sarebbe stata una pura formalità: poteva già considerarsi uno della squadra. Il bel moro con gli occhi bianchi non si vide per tutta la durata della sua prova, ma comparve solo quando stava per iniziare l’allenamento vero e proprio. La new-entry della squadra notò che Neji, nonostante avesse indossato la divisa come gli altri, aveva fasciato le braccia fino a metà avambraccio. Sasuke ripensò alle poche volte che aveva visto Neji o a quando erano a mensa insieme. E, improvvisamente, lo colpì una cosa: Neji le braccia non le mostrava mai.

Quindi, da bravo Uchiha ficcanaso qual era, decise che l’avrebbe scoperto.


Autrice: Chiedo scusa per l'orrenda scena Yuri ma è la prima che scrivo. Sono commossa.
Temari&Tayuya: Sì, anche noi.
Naruto: E io viaggio ancora a gambe larghe.
Itachi: IO QUI NON VENGO NEANCHE NOMINATO!
Autrice: Smettetela di lamentarvi!
Temari&Tayuya: Sesso...
Naruto: Gambe larghe.
Itachi: Il più completo anonimato.
Autrice: RECENSIONI!

Beatrix91: Ah beh, Itachi per adesso rimarrà seduto sul divano a farsi le seg... A guardare la TiVi (Homer mode: on). E Kiba le farà ada latri, le seg... Guarderà la TiVi con altri. Neji è arrivato così, è sbucato come un fungo... (Un fungo velenoso... ndNejiConSguardoOltremodoSinistro) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
LaLa_Thebest: Gli errori di battitura sono la mia croce! (E chi cazzo sei, Gesù Cristo? ndTutti) Comunque, Sasuke è un ninfomane. Cercherà di montare tutti gli esseri viventi, preferibilmente di sesso maschile, minimamente attraenti e che respirino. Anche se possono anche non respirare. Diventerà un ninfomane necrofilo. (Questa cosa del "farsi un giro su Neji" non mi piace per niente. Cosa sono, una giostra? ndNeji) (Sì, costi 50 cent. Aspetti che vado a cambiare le monete alla cassa. ndMe)Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Betta_92: U_U Quasi quasi non mi ricordo nemmeno io chi erano! (-.-" ndTutti)  No, scherzo.  (Posso sapere perchè non vado a genioa nessuno? ç_ç ndNeji)(Perchè vuoi portare via Sasuke a Nacchan! ndMe) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

Itachi era appoggiato al davanzale della piccola terrazza che dava sul cortile della scuola, la sigaretta tra le dita. Aveva iniziato a fumare due anni prima per non si sa quale arcano motivo e non era più riuscito a smettere. Non adorava solo il sapore amaro che la nicotina gli lasciava in bocca, ma i disegni che il fumo faceva uscendo dalla sua bocca. Era così immerso nel guardare quelle figure che non si accorse dei passi felpati alle sue spalle e di quella figura che gli si stava lentamente avvicinando. Soltanto quando una cascata di capelli biondi entrò nel suo campo visivo si accorse di non essere solo.

-Deidara, che ci fai qui?

Deidara lo guardò come se avesse appena chiesto la cosa più ovvia di questo mondo.

-Ti tengo compagnia.
-Ah.
-Non posso?

Quando Itachi si voltò a guardare il suo interlocutore, questi aveva tirato fuori due occhioni da cucciolo capaci di fare concorrenza a quelli di Sasuke, peraltro adorabili.

-Certo che puoi.

Il volto del biondo si aprì in un sorriso luminoso che tolse al moro la capacità di parola. Dal canto suo, Deidara aveva interpretato quella risposta come un invito a cercare di socializzare e aveva abbracciato Itachi, che automaticamente gli aveva passato le braccia attorno alla vita, la sigaretta che si consumava lentamente.

***

Neji aprì la porta del piccolo appartamento che condivideva con la cugina Hinata. Non era un granchè, ma per due bastava e non crollava a pezzi. Portò lo zaino in camera e si buttò a peso morto sul letto, svuotando la testa dolorante da tutti i pensieri. Decise che, nonostante la testa gli facesse un male cane, la doccia poteva anche farla. Si spogliò è si diresse in bagno indossando solo un paio di succinti boxer bianchi. Hinata non c’era, probabilmente era fuori con la fidanzata, quindi non vedeva che motivo c’era per non andare in giro in mutande. Si cacciò sotto il getto caldo, i capelli lunghi che giocavano a rubare l’acqua al resto del corpo. Quando uscì, vide che qualcuno lo aveva cercato al cellulare. 3 volte. Quanto tempo era stato sotto la doccia?, si chiese. Il numero era sconosciuto e lui provò a richiamare. Gli rispose una voce sibilante che conosceva bene:

-Allora?
-Ce l’ho fatta. Ora devo solo guadagnarmi la sua fiducia.
-Perfetto.- sibilò l’interlocutore, con una vena di crudeltà che bene si sposava con l’opinione che lo Hyuga aveva di lui.
Chiuse il telefono e lo gettò sulla scrivania perfettamente ordinata. Trovò un paio di boxer che la cugina aveva lavato la sera prima e li infilò. Poi, vestito solo di una maglia troppo grande per il suo corpo mingherlino, si addormentò profondamente.

***

Tenten e Hinata erano sedute sulla panchina meno malandata del parco e osservavano i bambini correre su e giù per il prato inseguendo e calciando una palla sgonfia. Poco più un là, un gruppo di ragazzi e ragazze poco più grandi dei giocatori si passava quella che aveva tutta l’aria di avere una canna. Nessuna delle due fumava: Hinata non ne aveva il coraggio mentre Tenten amava troppo lo sport per rovinarsi col fumo.

-Hina, a casa tua c’è qualcuno?
-A q-q-quest’ora, neji s-s-sarà già a casa-

La castana sbuffò:- Tuo cugino è sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato
-P-perché?
Tenten tirò fuori quel sorriso malizioso che riservava unicamente per la piccola Hinata.

-Indovina?- le soffiò nell’orecchio, passando poi a baciarle il collo. La Hyuga assunse la sua tonalità più accesa di rosso del suo vasto repertorio e iniziò a balbettare peggio del solito.

-T-t-ten, d-d-dai smettila…
-Eddai, Hina, tanto non gliene frega niente a nessuno di cosa facciamo!-sbuffò infastidita la sportiva
-L-lo so…

Tenten sorrise: non era mai stata veramente arrabbiata con Hinata. Nessuno si arrabbiava mai con Hinata. Era solo per il gusto di prenderla un po’ in giro.

-Lasciamo stare, va’!- fece Tenten, stravaccandosi alla bell’e meglio sulla panchina dura.

***

Quando Shikamaru rincasò, filò dritto in camera sua senza degnare di uno sguardo la madre in cucina e il padre in salotto. Si rifece il codino quasi completamente disfatto e gettò un’occhiata intorno a lui. La sua stanza sembrava un valoroso reduce di innumerevoli guerre mondiali e non. Quel Panzer isterico, che poi era sua madre, non ci aveva ancora messo le mani. Inciampò su diverse magliette, pestò quello che sembrava un libro di scuola ma finalmente raggiunse il letto. Vi si gettò di schiena, facendosi un male cane perché nascosto tra le coperte gettate alla rinfusa era in agguato il libro di storia.

-Che tu possa bruciare all’Inferno, bastardo.

Prima di addormentarsi, si sciolse il codino e lasciò che i capelli castani gli pungessero il collo, perché a lui piaceva così.


Autrice: Rieccomi.
Tutti: Rieccola.
Autrice: Visto, Itachi, che ti ho dato qualcosa da fare stavolta?
Itachi: Tsk.
Autrice: è_é
Itachi: ^/__\^ Autrice, grazie mille!
Sasori: *fuma dalle orecchie*
Autrice: Ommerda... SEDATELO!
*Ambu arrivano, sedano e ripartono*
Autrice: Oh, grazie tante. Good, passiamo alle recensioni.
LaLa_Thebest: Ma grazieeee!! *arrossisce* Devo dire che ci ho messo più per scrivere quella scena lì che tutto il resto del capitolo però mi sono divertita! (Beata te... ndTutti). Ma mia solo Itachi e Sasuke, gli Uchiha sono una famiglia di ninfomani! *Shisui annuisce* Oh, ciao Shisui. Per quanto riguarda Gaara, tra poco toccherà anche a lui. Mwahahahah! *Gaara fa le valigie e si prepara a cavarsi di culo* Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Kisshou: YURI!*clap clap clap* YURI! *clap clap clap*... Cioè, sì, insomma... Comunque Haku verrà (se non è già venuto...) tra un po' (forse) . Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Beatrix91: Povero Kiba, nessuno lo compatisce! E anche Neji non è così amato... E' il Destino! xD Sasuke, non preoccuparti, ci penso io a te! Vieni, micio! *Sasuke salta in braccio all'Autrice e inizia a fae le fusa* Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Betta_92: Oddio, sono lusingata! Davvero, non credevo che la mia scena Yuri riscuotesse questo successo! Eh già, il nostro Itachi cosa farà ai margini della storia? (Vai a cagare. è_é ndItachi) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
lelia_chan: Grazie mille anche a te! Mi sto crogiolando nei complimenti come Sasuke nella vendetta! (Questi paragoni suggestivi non so da dove mi vengono... O_O) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


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Capitolo 21

Quando Gaara rientrò in casa e vide i due zaini lanciati in un angolo, sollevò di due millimetri l’angolo destro della bocca. Se c’era la ragazza di sua sorella, voleva dire che lui non poteva entrare di scatto nella camera di Temari a fare qualunque cosa senza poi trovare due ragazze completamente intente a fare quello che lui da piccolo chiamava “rotolarsi”. Le ragazze non erano proprio la passione di Gaara: per lui avevano troppa roba in un punto e troppo poca nell’altro. Anche se non sembrava, Gaara era omosessuale. Anche se, a parte Temari, nessuno lo sapeva. O forse qualcun altro sì. Lui. Il suo incubo, il suo sogno.
Gaara tirò un frustrato pugno al muro, che lasciò cadere minuscoli pezzetti di intonaco. Sbuffò. Quella dannata casa cadeva a pezzi. Ma d’altronde cosa si potevano permettere i tre fratelli? Niente, poiché i soldi che erano stati del loro padre erano stati requisiti quando lui aveva fatto quel che aveva fatto. Ma piuttosto che pentirsi per l’accaduto avrebbe vissuto nella merda per tutta la vita.

***

Quando Sasuke tornò dalla passeggiata del dopo pranzo, vide una lussuosa macchina nera, simile a quella che aveva suo fratello quando ancora i genitori erano vivi, parcheggiata davanti allo scassatissimo cancelletto davanti a casa. Un ometto magro e vestito di stracci maleodoranti stava cercando di scassinare la serratura della portiera: Sasuke lo scacciò con uno sguardo di fuoco ed entrò in casa. Suo fratello era seduto al tavolo di cucina e ascoltava qualcuno. Qualcuno con una voce profonda e irrimediabilmente allegra che Sasuke conosceva bene e detestava tanto.
Shisui Uchiha: 20 anni, lunghi capelli neri, occhi altrettanto neri che sprizzavano allegria in tutti i momenti. Shisui era un Uchiha solo di nome e d’aspetto, per il resto era diverso da chiunque altro membro della famiglia. Nessuno si accorse che Sasuke aveva fatto il suo ingresso, per cui lui si appoggiò con le spalle al muro, ascoltando ciò che il cugino aveva da dire.

-Insomma, Itachi! Così non potete vivere!
-Strano a dirsi, Shisui, ma me n’ero accorto.

“Strano”, pensò Sasuke: da che il mondo era mondo Itachi non aveva mai parlato così al cugino più grande. Quasi stravedeva per lui. Shisui sbuffò. Poi, finalmente, si accorse di lui.

-Oh… Ciao, Sas’ke.

Itachi si voltò di scatto: non voleva che il fratello incontrasse Shisui.
Sasuke rispose con uno sbuffo infastidito: non ricordava quando l’odio profondo per il cugino aveva messo radici nel suo cuore.
Shisui tornò a rivolgersi a Itachi:- Ritornerò in tribunale, ovviamente. Farò in modo di farvi affidare a me, per cavarvi da qui. Intanto, posso solo mandarvi dei soldi ogni mese.

Itachi si alzò e andò ad abbracciare il cugino battagliero, la cui indole affettuosa lo trattenne più del dovuto che in un normale abbraccio. Sasuke si era chiuso nel mutismo più totale: guardava i due avvinghiati nell’abbraccio con occhi vuoti, sapendo che da un momento all’altro sarebbe scattato in piedi per dividerli.

La mattina del sesto compleanno di Sasuke, Itachi non era a casa.
Sulle prime, il piccolo ci rimase male ma si consolò dicendosi che c’era ancora tutta la giornata. Si sedette in salotto e iniziò a giocare con i mattoncini creando una graziosa cittadina. Poi si alzò, andò a prendere un dinosauro verde abbandonato sotto il divano la sera prima e lo fece marciare verso la cittadina, seminando il panico tra gli abitanti.
Nonostante nessuno lo sapesse, a Sasuke piaceva ancora giocare con i giocattoli che lui stesso definiva “da bambini”.
Quando la pacifica cittadina fu completamente rasa al suolo, si alzò è cacciò la testa in corridoio, cercando tracce del ritorno del fratello maggiore. Niente. Dieci minuti dopo, il rumore di una porta che si apriva e due piedi che colpivano il pavimento immacolato lo avevano distolto dai cartoni animati, facendolo scattare in piede e scapicollarsi verso la porta. La persona che vide sulla soglia gli lasciò l’amaro in bocca.
                                            [Quasi, piccolo Sasuke. Di aspetto è molto somigliante.]
Le spalle larghe e il ciuffo lungo del cugino Shisui avevano fatto il loro ingresso e adesso la sua bocca stava sorridendo dolcemente a Sasuke.
Non capiva il perché, ma quel sorriso gli sembrò tremendamente subdolo e cattivo. Rientrò nel salotto senza degnarsi di ricambiare il saluto. Nel giro di neanche un minuto, passi pesanti appena fuori dal salotto annunciarono la visita del cugino più grande. Shisui gli si sedette accanto sul divano, guardando per un po’ i cartoni con lui. Poi si decise a parlare:

-Ehi… Sasuke.

Nemmeno stavolta arrivò una risposta dal più piccolo degli Uchiha.

-Allora, auguri.

Shisui si trovava in evidente difficoltà: Sasuke aveva sei anni, non poteva stringergli la mano. Ma non poteva nemmeno baciarlo perché sapeva benissimo che il piccolo era Uchiha fino al midollo e probabilmente gli sarebbe arrivato un cazzotto se ci avesse provato. Quindi si limitò a toccargli la testa.
Sasuke non gradì particolarmente il gesto: da che si ricordava, ogni volta che il fratello era assente, Shisui c’entrava sempre. Sempre.

-Senti un po’, moccioso! Hai intenzione di considerarmi oppure devo stare ancora qui come un idiota per parecchio?- Shisui aveva involontariamente alzato la voce. Buono e caro, certo. Ma solo con chi voleva lui.
Sasuke si girò verso il cugino con un’espressione di completa apatia sul visino pallido mentre le labbra iniziavano a piegarsi in un leggero broncio:

-Non ti ho chiesto io di venire qui.

Detto ciò, ritorno ai suoi cartoni. Shisui perse le staffe: lo afferrò per le spalle e lo voltò verso di lui. Sasuke uggiolò, contrariato.

-Senti un po’, microbo! Lo vuoi sapere dov’è il tuo caro fratellone?- Shisui era rosso in viso e ansimava dalla rabbia. Non era per niente un bello spettacolo. Sasuke spalancò gli occhi e fissò il cugino, sorpreso. Soddisfatto di essere riuscito a ottenere una reazione Shisui continuò, perfido.

-E’ a divertirsi con i suoi amici, giocando ai videogames e parlando di tutto e tutti. Indovina grazie a chi?- L’Uchiha più grande ghignò.- Grazie a me, tesoruccio. Io l’ho invogliato ad andarci. Altrimenti lui sarebbe rimasto con “il suo piccolo dolcissimo nee-chan”.

Sasuke osservò per un po’ Shisui che ghignava poi si decise a ribattere:-Non è vero.
-E invece sì.
-No.  L’aniki non farebbe mai una cosa del genere.
-E invece l’ha fatta. Rassegnati, piccoletto, non sei più il primo dei suoi pensieri.

Sasuke scese lentamente dal divano e si avviò alla porta. La aprì e uscì, diretto in camera sua, mentre ancor sentiva lo sguardo perfido del cugino bucargli la nuca.

Sì, Sasuke odiava decisamente Shisui.

***

Neji bussò alla porta scura all’indirizzo che gli era stato inviato al cellulare. Aveva cambiato covo, trasferendosi in uno appena più dignitoso. Gli venne ad aprire un uomo coi capelli argentati legati in una coda bassa che si aggiustava gli occhiali di continuo. Lo condusse in un ampio ufficio male illuminato dove un uomo molto magro stava sdraiato su di un divano.

-Eccoti qua.- la sua voce suona melliflua e leggermente divertita. Neji storse il naso, infastidito.

-Come sta andando la tua missione?
-Molto bene, grazie.
-Bravo ragazzo, continua così. Un giorno potrai prendere li mio posto sai.- Una risatina di odiosa sale dalla gola dell’uomo, provocando nel ragazzo dagli occhi bianchi una reazione di violenta rabbia.

Finalmente, l’uomo decide di alzarsi dal divano. Si avvicina a Neji, carezzandogli la guancia. Si rivolge al suo assistente.

-Puoi lasciarci soli un momento? Dobbiamo… parlare… di cose relative al continuo della missione.

L’uomo coi capelli bianchi si volta ed esce: sa bene cosa succederà. Prima il suo padrone lascerà scivolare la mano sul bel corpo allenato dell’ospite, poi inizierà a spogliarlo lascivamente, in preda alla lussuria. I gemiti di entrambi riempiranno l’aria e, alla fine, il bel ragazzo dagli occhi di ghiaccio uscirà con un’aria ribelle e arrabbiata che ne accentua ancora di più la bellezza.

L’invidioso spettatore potrà solo ripensare  a quella figura esile che varca la porta e la sbatte con furia, per godersi li suo personale amplesso con i fantasmi dei suoi desideri.  


Ok, non ho molto tempo quindi ringrazio chi ha recensito: Lala_Thebest, konoha, DebbyUzu, Beatrix91, Betta_92, erol89.
Vi adoro, ragazze. ;D
Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

Ino Yamanaka stava comodamente sdraiata sul divano a casa sua, cercando di dormicchiare.  Ci stava quasi riuscendo, quando il disturbatore di turno bussò alla porta. La bionda si alzò svogliatamente dal divano ed era pronta a scaricare sul malcapitato tutto il suo vasto vocabolario di insulti, quando si trovò davanti Sakura. La rosa stava sulla soglia e aveva un mezzo sorriso dipinto sulle labbra.

-Che c’è, Haruno?

La rosa sollevò il foglio che aveva in mano:-Compiti.

Ino ridacchiò: -Ti sembro il tipo da compiti?
-No, non lo sei. Ma io sono in pace con me stessa: te li ho portati. Tu fanne quello che ti pare.

E fece per andarsene. Ino la trattenne.

-Ti va di entrare?
-No, i compiti sono davvero tanti.

E sparì lungo la via. Ino la guardò allontanarsi seccata:
“Nessuno dice no a Ino Yamanaka.”

***

Pain e Konan erano in punizione a scuola. Dopo averli sorpresi a tirare cocaina nel bagno, Kabuto aveva sorriso maleficamente e lo aveva detto alla preside, che aveva dato di matto e li aveva puniti. In teoria, avrebbero dovuto sorbirsi una lezioncina anti-droga, ma al loro arrivo avevano terrorizzato il professore seduto in cattedra. Quindi, Konan ne approfittava per rifarsi le unghie e Pain stava riaprendo un buco dei tanti che si era chiuso.

-Cazzo, che male!
-Ancora non sei riuscito a rimetterlo?
-No!!
-Dai qua, faccio io.

Konan prese in mano la situazione: si sedette sul banco del ragazzo e riuscì finalmente a infilare l’orecchino ribelle.

-Mi è appena tornato in mente perché sto con te.

Konan stirò appena le labbra in quello che doveva essere un sorriso e si chinò a baciarlo. Pain la tirò giù dal banco sulle sue gambe. Continuarono a baciarsi senza accorgersi che il professore era corso via imbarazzato. Pain le sciolse i capelli e ci passò delicatamente la mani dentro mentre Konan era scesa a baciargli il collo. Quando riprese possesso delle labbra, sul collo era apparso un adorabile succhiotto rosso.

-Ma amore! Domani dovrò mettere la sciarpa!
-La metti e non fai storie.
-D’accordo…

***

Tenten e Hinata stavano prendendo il caffè in un vecchio bar.

-Allora, Hina: quest’enorme bestia tutta muscoli mi stava venendo addosso, decisamente intenzionata a mettere a segno un mawashi geri, e mi sono detta “Questa è la volta buona che mi staccano la mascella”. Allora, ho fatto un suriachi degno di questo nome e ho messo a segno uno dei più bei gyaku tsuki che si siano mai visti. E ho vinto.- Tenten si abbandonò indietro sulla sedia, comodamente appoggiata allo schienale e pienamente soddisfatta di sé stessa.
-Un giorno o l’altro finirai per farti male sul serio.- Non lo diceva con convinzione: era una specie di ritornello che ripeteva ogni volta che Ten le raccontava dei suoi incontri in palestra.  

-Ma no, non dire cavolate.

Hinata sospirò rassegnata. Finì di bere il suo caffè e si alzò per andare a pagare. La compagna fu più veloce e, afferrato il portafoglio, schizzò all’interno del locale prima che le proteste della mora le arrivassero all’orecchio.

***

Mentre studiava biologia , Neji fumava una sigaretta. Quello stupido Nara gliene aveva offerta una tempo prima e da allora non aveva più smesso. Lo “stupido Nara” a sua volta aveva iniziato grazie ad Asuma-sensei.
Lanciò da una parte il libro: sapeva già tutto, non aveva bisogno di continuare a studiare. Scosse la cenere nel bicchierino di plastica appoggiato al davanzale e fece l’ultimo tiro. Dopodichè la gettò dalla finestra. Per puro caso, il mozzicone atterrò ai piedi di Itachi Uchiha.

***

I capelli lunghi gli pizzicavano il collo mentre l’altro gli baciava l’addome. Mentre accarezzava la testa del suo amante, quello gli prese in bocca il membro e iniziò a succhiarglielo. Gli venne in bocca senza avvertirlo. Non gli importava. L’altro lo baciò con voracità, in bocca ancora il suo sapore.
Al ragazzo piacevano questi incontri fugaci, ma al tempo stesso era stufo. Stufo di farlo in quel magazzino puzzolente, stufo di godere di amplessi veloci e poi di scappare, stufo di doversi nascondere. Ma questo a lui non l’avrebbe detto: era troppo vigliacco.
Per cui si limitò a sospirare e iniziò a rivestirsi.

*Le tecniche che Tenten nomina sono tutte tecniche che appartengono al Karate, il mio bellissimo sport.*

Autrice: *si nasconde* Oggi risponderò da qui... Donne, mi dispiace un sacco! Ma mi avevano requistito il PC per colpa della pagella... Q_Q Comunque adesso eccomi tornata!
Tutti: Ma chi te voleva!
Autrice: Morite.
Itachi: Finalmente faccio qualcosa anch'io. Ho aspettato la bellezza di tre mesi ma eccomi qui di nuovo! TUTTO PER VOI! *le fangirls assaltano Itachi*
Autrice:Oggi sono particolarmente felice perchè è morto Orochimaru finalmente!
Orochimaru: Q_Q
Autrice: Ok, beh, ringrazio tutte le persone che hanno recensito, letto, ecc. La prossima volta GIURO che vi ringrazio tutti per bene! Quindi, sentiti ringraziamenti a: DebbyUzu [Shisui birbone *w*], Lala_Thebest [1) No 2) No 3) No], Beatrix91 [Decisamente poco spazio, decisamente capelli troppo ridicoli (Tsk! ndShisui)], konoha [Grazie mille!], Betta92 [Shisui ha rubato la personalità a Zetsu! U_U]


Baci dall'Inferno
The Angel Of Satana

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


cap. 24

Capitolo 23

Sasuke stoppò la palla e la passò quasi immediatamente a Neji, a pochi metri da lui. Il giovane scartò abilmente uno stracarico Naruto per infilare elegantemente la palla in rete, sotto lo sguardo sorpreso e confuso di Choji, fermo in mezzo alla porta.

-Per oggi basta, ragazzi. Andate a casa e ricaricate la vostra giovinezza!

Sasuke pensò che quella frase non aveva alcun senso ma si limitò a raccogliere la sua bottiglia e ad avviarsi verso gli spogliatoio con passo lento. Venne affiancato da Neji , che gli passò un braccio intorno alle spalle. Sasuke si irrigidì: non era abituato al contatto fisico con persone. Preferiva il suo gatto.
Neji abbozzò un sorrisetto che non gli si addiceva:

-Tranquillo, non mordo.- anche se l’espressione sul suo viso dichiarava esattamente il contrario.
Sasuke non rispose: si lasciò guidare dal braccio forte dello Hyuga verso uno stanzino in fondo al corridoio. Una dei neon si era fulminato, lasciando la piccola zona quasi completamente al buoi. Neji aprì la porta e si tirò dietro l’amico, che praticamente gli si stampò addosso. Sasuke sentiva chiaramente il fiato di Neji sul viso e il suo profumo delicato misto all’odore sudore gli si era appiccicato addosso. Con la voce ridotta a un roco sussurro, probabilmente frutto anche degli anni passati a fumare, Neji disse:

-Se ti faccio vedere il mio segreto, tu poi vieni con me in un posto?

Sasuke rimase per un attimo a bocca aperta ma si riprese.

“Non può essere un’avances sessuale, no di certo.” Insomma, Sasuke lo sapeva che Neji aveva… Quello! Non c’era bisogno di farglielo vedere.

-No, Hyuga, non mi interessa il tuo segreto.
-E dai, perché no?
-Non mi importa cosa fanno gli altri.
-Però in quel posto con me ci vieni?
-Perché dovrei?
-Perché è un bel posto… Non c’è nessuno, non devi parlare o interagire con nessuno… Però voglio fartelo vedere…

Forse fu quest’ultima parte a convincere Sasuke ad accettare l’invito. Questo,  e il fatto che la mano affusolata di Neji stava facendo su e giù sul suo collo da un pezzo e la sua era diventata così bassa e sensuale che Sasuke aveva paura di saltargli addosso da un momento all’altro.

-Ok, allora. Passo a prenderti alle nove.- E gli sfiorò le labbre con le sue.

Lo Hyuga uscì lasciandolo solo, insieme a una promessa che sapeva di nicotina e guai.

***

Una ragazza coi capelli rossi, Karin, era seduta a un tavolo di mogano e puliva il calcio di una pistola. Appena finito la rimontò: la tenne nella mano per qualche secondo, come per verificare che fosse ancora la sua fedele arma, poi alzò lo sguardo verso il suo interlocutore, che la guardava con un misto di paura e diffidenza:

-Allora, come hai detto che si chiama il mio prossimo pezzo della collezione?

***

Orochimaru sorrise soddisfatto, semi-sdraiato sul suo divano di pelle. Kabuto era da quella sgualdrina di Karin, Neji era finalmente riuscito a conquistare quel piccolo ingenuo e il bicchiere di vino che teneva in mano era pieno. Adorava l’odore della pelle che si mescolava a quello del vino: lo tranquillizzava e inebriava al punto da disinteressarsi completamente del mondo esterno. Si paragonava al vetro: insensibile a tutto ma allo stesso tempo estremamente fragile. Anche se sapeva che quel bicchiere non si sarebbe mai rotto.
 Bevve un sorso e appoggiò il bicchiere sul tavolino lì di fronte. La base era appoggiata e il bicchiere cadde. Rompendosi in mille pezzi circondati dal liquido rossastro all’interno, che sembrava farsi beffe del bicchiere immortale.


Autrice:....Ehi! Lo so che è corto ma, vi prego, ditemi che vi piace o mi suicido! D: Comunque qualcosa sta succedendo ora, eh? Eh?! EH?! E anche se non succede, succederà nel prossimo capitolo.
Kiba: Nono, questo capitolo non va bene, troppo corto, io non ci sono...
Autrice: Ti stai Itachizzando, amico mio.
Itachi: Mph.
Autrice: E tu ti stai Sasukizzando, bel troncone di pino.
Itachi: O_O
Autrice: Bien, passiamo alle recensioni!

konoha: Ehm, lo so che sono cortissimi. E mi dispiace un botto. Ma ho una chiara avversione per il capitolo lunghi. XD No, scherzo, però non me riesce di scriverne di più lunghi. Chiedo perdono ç_ç. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Beatrix91: Ahah, quel povero sfigato di Itachi! (Prego? ndItachi) (No, niente caro... Ti voglio bene! ndMe) Okay, ora che abbiamo trovato la coppia etero non lamentatevi più della "città dei froci". Ecco, uh. XD Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
giulietta24: Oh, ma grazie mille! La tua recensione mi ha fatto piacerissimo! (?) :) Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
elisettaxsempre: Ovviamente, come tutti gli altri che mi hanno rimproverato lunghezza dei capitoli e frequenza degli aggiornamente, hai ragione: mi vorrei scavare una fossa e non uscire più. Poi... Per quanto riguarda Hinata e Tenten: le ho messe insieme perchè mi rimanevano fuori loro due e non sapevo con chi mandarle. Neji fa lo stronzo e non vuole farci sapere nulla di lui ma nel prossimo capitolo ci sarà anche lui e parlerò anche del suo "splendido e felice" passato. (Fottiti. ndNeji) (Lol. ndMe) E, me ne sono accorta anche io (anche se purtroppo da troppo poco tempo), la storia è ferma. Non si evolve e niente. Con l'entrata in scena di Karin in questo capitolo le cose cominceranno a scorrere. Finalmente, direte voi. Spero in una tua recensione anche a questo capitolo, le critiche mi fanno sempre piacere. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

Neji, appoggiato al tavolo di cucina, fissava un punto imprecisato fuori dalla finestra. Non sentì la porta aprirsi e Hinata rientrare: la vide mentre prendeva un bicchiere d’acqua e spariva in camera sua, troppo intimorita dal suo sguardo fisso e privo di colore anche solo per salutarlo. Appena la sentì chiudere la porta della sua camera, abbassò gli occhi sulle belle braccia bianche rovinate dalle volgari fasce che le avvolgevano per metà. Le lunghe dita affusolate arrivarono senza, che lui le comandasse, al gancio che teneva ferme le bende sul braccio destro, iniziando a svolgerlo lentamente.
Lunghe cicatrici deturpavano l’altrimenti perfetto corpo del giovane. Alcune bianche e ormai vecchie, segni di pensieri ormai svaniti, e altre ancora rosse e vivide, segni delle sue battaglie ancora da combattere.
Il pensiero di ciò che stava per fare lo colpì con violenza e lo fece rabbrividire. Aprì il cassetto dove tenevano le posate ed estrasse un lungo ed affilato coltello. Era stato il suo compagno tutti quegli anni e lo sarebbe stato ancora, si disse il ragazzo.
Appoggiò delicatamente la punta sulla pelle candida e premette, facendolo scorrere in lungo. Un nuovo taglio si aprì, lasciando una scia rossa di sangue e sconfitte sull’avambraccio di Neji, che la osservò indifferente. Posò il coltello ancora insanguinato e osservò per poco il sangue colare dalla ferita. Poi lo mise sotto l’acqua e lo riavvolse nelle bende. Uscì di casa e si chiuse la porta alle spalle, pronto a rovinare la vita ad un'altra persona.

***

Sasuke si stava infilando il giubbotto di pelle quando Neji bussò alla porta. Questa scricchiolò un po’ e il moro temette che gli rovinasse addosso. Cosa che fortunatamente non accadde. Itachi lo raggiunse davanti alla porta:

-Mi raccomando fratellino: a casa per le undici, non dare retta agli estranei e usa il preservativo.

Sasuke gli tirò la coda:-Sta’ zitto.
Il fratello gli mandò un bacio al volo, sbattendo le ciglia. Sasuke uscì di casa e si trovò davanti un Neji tremendamente sexy. La canottiera nera metteva in risalto il fisico flessuoso e i pantaloni bianchi rivelavano il notevole pacco che tante –e tanti- desideravano ricevere. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio inarco leggermente le sopracciglia:

-Il giubbotto?

Sasuke sbuffò e girò la testa:- Vogliamo andare?

Neji annuì. Si incamminarono, fianco a fianco, ma al contrario della volta in cui aveva baciato l’Uzumaki, nessuno urlava o bisbigliava loro dietro. Evidentemente, Neji era molto più temuto.

***

Hidan si lasciò mollemente cadere sul divano consunto, sbuffando. Si stava annoiando. Kakuzu era fuori a svolgere i suoi loschi affari, Sasori e Deidara imboscati chissà dove e gli altri… Boh, che ne sapeva lui dove erano gli altri? A fargli compagnia c’erano solo l’odore di chiuso della stanza e… Konan? La bella ragazza coi capelli blu si stava versando da bere.

-Ehi Konan! Portane un bicchiere anche a me!

Konan lo guardò per un attimo coi suoi freddi occhi azzurri e si mosse lentamente per soddisfare la richiesta. Quando arrivò il bicchiere, Hidan non si prese nemmeno la briga di ringraziare e lo tracannò tutto di un sorso. Posò il bicchiere sul bracciolo del divano e fissò il muro per qualche attimo. Quando fece per alzarsi, un dolore lancinante alla pancia lo travolse e crollò a terra.

***

Neji premette il campanello con delicatezza e il suono cristallino rimbombò all’interno, indice di una stanza pressoché vuota. Venne ad aprire Kabuto, con la sua solita calma imperturbabile e li scrutò dall’alto in basso.

-Ah, sei tu.

Si fece da parte per lasciarli passare. L’ambiente era immerso in una semi-oscurità inquietante. Sasuke seguì Neji per un lungo e stretto corridoio, chiedendosi cosa avrebbero trovato alla fine. Non era un tipo curioso ma adesso non vedeva l’ora di sapere cosa celava la grande porta scura in fondo. Il suo accompagnatore si fermò e osservò la porta come se improvvisamente avesse cambiato. Poi, con quello che a Sasuke un gesto di stizza, aprì di colpo la porta.
All’interno, un grande divano di pelle occupava gran parte del centro della stanza. Sul divano, semi-disteso, stava un uomo dai lunghi capelli neri.
“Cosa se ne fa uno di un divano tanto grosso?” si chiese Sasuke. L’uomo, il cui viso era immerso nell’oscurità come il resto della casa, si alzò in piede e scivolò verso di loro. Se il moro, nel vederlo, ci rimase di sasso, non lo diede a vedere. Il suo cuore però aveva preso a battere all’impazzata: i suoi occhi erano di un castano così chiaro da risultare quasi giallo e le pupille erano verticali come quelle di un gatto. Era magro, molto magro, e indossava una vestaglia di seta viola con ricami neri lunga fino ai piedi. Come se non bastasse il suo viso aveva un pallore innaturale, come se dovesse morire da un momento all’altro.

-E così, tu sei Sasuke.-

Sasuke rabbrividì: quell’essere non parlava, sibilava.

-Piacere, io sono Orochimaru.

Sasuke continuava a stare zitto e a fissare prima Orochimaru e poi Neji, che aveva distolto lo sguardo e l’aveva fissato su una fragile lampada sul tavolino.

-Vieni a sederti accanto a me. Forza, miei cari, accomodatevi.

Neji lo prese per mano e lo trascinò quanto più lontano potessero sedersi. Orochimaru si sedette a sua volta, fissando Sasuke con i suoi occhi gialli pieni di desiderio.

-Sai, devo farti una proposta davvero allettante.-sorrise millifluo- Posso restituirti tutti i tuoi possedimenti. A te e tuo fratello, ovviamente.

Sasuke sussultò: riprendersi tutto? Non era per questo che lui e Itachi continuavano ad andare a scuola? E adesso questo perfetto sconosciuto gli stava offrendo un metodo decisamente più veloce per tornare a essere i veri fratelli Uchiha, quelli ricchi e temuti.

-Cosa vuoi in cambio?

***

-Puttana… Cosa… c-ci hai… messo d-dentro…?
Konan accennò un sorrisetto. I suoi erano freddi come il ghiaccio e lei manteneva la sua solita calma.

-Non ti piacciono le mandorle, Hidan?
-Cosa cazzo…? Mandorle?!

Improvvisamente, un’idea si fece strada nella mente di Hidan annebbiata dal dolore e dalla collera. Lo colpì come un fulmine e urlò con quanto fiato aveva in corpo:

-PUTTANA! MI HAI AVVELENATO, STRONZA!
-Bravo, Hidan. Forse però avresti dovuto accorgertene prima del cianuro nel bicchiere. Beh, adesso devo andare. Ci vediamo.-sorrise maleficamente- Anzi no.

Hidan rimase lì sul pavimento a guardarla uscire e sprecando gli ultimi istanti di vita per insultare la sua assassina come mai aveva fatto con nessuno in vita sua. Quando smise, cominciò a sentire freddo e si rannicchiò in posizione fetale. Iniziò a ridere. Prima piano, poi sempre più forte, fino a quando la sua risata sguaiata non riempì la baracca. La risata di un moribondo, la risata di un folle. Infine, si abbandonò all’abbraccio dell’oscura Morte, divenendo il suo ennesimo amante.


Autrice: Da-daaan! Che c'è da dire? Beh, innazituttto: Bye bye, Hidan! *manda bacio*  Oh, sì, è anche finita la scuola! *w*
Hidan: No, cazzo, perchè proprio io devo tirare il calzino?
Autrice: Boh, così. Non sapevo chi uccidere. Speriamo che le lettrici non me ne vogliano.
Orochimaru: *accento siciliano* Ti farò un'offerta che non potrai rifiutare...
Autrice: Sì, Orochock, la prossima volta.
Sasuke: Ma perchè la parte del bimbo coglione devo farla io?
Itachi: Chissà...
*Rissa epica tra Uchiha*
Autrice: Mh, ma quanto si amano...
Tutti: A voglia!
Autrice: Bene, rispondiamo alle recensioni!

giulietta24: Aaah, il maestro Gai mi soprende sempre! *asciuga lacrima*  E poi un grande rapporto tra i due non c'era mai stato ma adesso neji hai i suoi... Ehm... Scopi. Ecco sì, scopi. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
konoha: Oh beh, Sasuke sa difendersi da solo. Credo. Boh. Se muore pace XD. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Beatrix91: Infatti, Itachi, di spalle poteva benissimo essere qualcun altro... (Un lato B come il mio non ce l'ha nessuno! U_U ndItachi) C'hai ragione anche te... :Q__... Beh, sì, Neji inizia a farsi un piiiiiiiccolo stronzo! Ma piccolo piccolo, dice eh. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
bichan: Che dire, hai ragione. Come tutte la altre lettrici che mi hanno fatto notare questa cosa. Il problema è che sono mentalemente incapace di scrivere capitoli lunghi. Ad un certo punto, il mio cervello e rifiuta categoricamente di andare avanti. E' una dura lotta tra me e lui e finora ha sempre vinto, come puoi vedere -.-" . E nessuno sa (o si ricorda) perchè Sasuke e Neji sono così amiconi perchè... Non l'ho mai detto! :) L'ho introdotto in questo capitolo per la prima volta. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

-Cosa vuoi in cambio?
-Diciamo… Te?
-Me?
-Sì, mio caro. Tu.

Orochimaru si avvicinò lentamente, il kimono che gli scivolava da una spalla ad ogni movimento. Gli cinse il collo con una mano pallida e avvicinò il viso a quello del giovane Uchiha. Sasuke rabbrividì e cercò di sottrarsi al contatto: al contrario del tocco di Neji, che aveva minato seriamente il suo autocontrollo, quello di Orochimaru lo raccapricciava. L’uomo coi lunghi capelli neri rafforzò la presa, affondando leggermente le unghie nella carne delicata del collo. Sasuke rimase impassibile, cercando però con lo sguardo lo Hyuga, che si era allontanato fino a raggiungere il bracciolo del divano.

-Avanti, mio bel principino, non vuoi fare felice il suo nii-san?

Sasuke contrasse le labbra in una smorfia di disprezzo.

-Non trascinare mio fratello in mezzo a questa storia.
-Uhuh, ma come siamo coraggiosi!

Orochimaru si abbandonò a una risata di scherno. Poi si rivolse di nuovo a Sasuke. La luce maliziosa era scomparsa dai suoi occhi: adesso un’improvvisa freddezza e crudeltà li facevano risplendere come due fanali.

-Tu ti unirai a me. Oppure il tuo amichetto farà una gran brutta fine.

Sasuke si voltò automaticamente verso Neji, che stava fissando insistentemente la lampada da quando erano arrivati.

-No, non lui… Ma lieto di saperlo.

Fece un gesto con una mano per congedo e Kabuto li accompagnò alla porta.

-Faresti bene ad accettare.- Kabuto lo guardò dritto negli occhi.
-So io cosa farei bene a fare.

E uscì velocemente in strada. Appena sentì la porta chiudersi. Si voltò di scatto verso Neji, che lo fissava tranquillamente a braccia incrociate.

-Allora?!
-Allora niente. Non è stata colpa mia.- Neji si passò stancamente la mano tra i capelli.
-Non è colpa tua? Non ci sono venuto da solo qui!
-Beh, e io non ti ci volevo portare!

Neji lo afferrò saldamente per le spalle e lo costrinse a guardarlo.

-Senti, io non volevo venirci qui. Ma se non ti portavo ha detto che avrebbe ucciso me e Hinata.
-E chi cazzo è Hinata?
-Mia cugina.
-Ma che cugino adorabile.

Neji lo attirò a se con forza e lo baciò. Sasuke sentì la lingua calda dell’altro insinuarsi dentro la sua bocca, leccandola avidamente. Sasuke si irrigidì nella stretta poi avvolse le braccia attorno alla vita di Neji e si lasciò andare. Quello era il tocco che voleva, non la fredda mano di Orochimaru o il violento tocco di… All’improvviso, immaginò una testa bionda e due limpidi occhi azzurri al posto della chioma scura e degli impenetrabili occhi di Neji. Strinse ancora di più la presa sul moro e lo sbatté al muro. Neji fece passare la mani nei perfetti capelli del compagno, mentre Sasuke gli infilava la mano sotto la canottiera. Si staccarono per riprendere fiato e Neji prese per mano Sasuke. Se lo trascinò dietro mentre, a passo svelto, si dirigeva verso casa sua. Aprì la porta e si fiondò dentro. Non aveva fatto in tempo a chiuderla che Sasuke si era rimpossessato della sua bocca e gli aveva sfilato la maglia. Neji lo bloccò al muro, sfilandogli la maglia e accarezzandogli il torso snello. Sasuke mugolò e reclinò la testa quel tanto che gli permetteva il muro dietro di lui. Senza smettere di accarezzargli il busto, lo Hyuga prese a baciargli il collo, prima piano poi sempre più voracemente, fino a trasformare gli innocenti baci in lussuriosi morsi. Ben presto, i vestiti che ancora avevano addosso volarono sul pavimento, mentre Neji gli faceva cenno di seguirlo in camera sua, gli occhi chiari accessi dalla passione. Non appena sentì la porta della camera del cugino chiudersi, Hinata sgattaiolò fuori dalla sua stanza e infilò velocemente la porta di casa, decisissima a non essere spettatrice dell’ennesima serata a luci rosse di suo cugino.
Nel frattempo i due, che non si erano accorti di nulla, aveva raggiunto il letto e Neji vi aveva dolcemente sdraiato Sasuke prima di sedersi sopra di lui e ricominciare a baciarlo. La mano di Sasuke corse giù lungo il torace del compagno fino a raggiungere l’inguine. L’Uchiha iniziò ad accarezzarlo, strappando a Neji soffocati gemiti di piacere. Quando gli prese in mano il membro già duro, lo Hyuga si abbandonò totalmente al piacere, mugolando a ogni movimento. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio prese Sasuke per i fianchi e lo girò a pancia sotto, baciando e leccando ogni centimetro della sua pelle chiara, mentre l’altro allargava piano piano le gambe per accogliere Neji. Lo Hyuga gli accarezzò i fianchi con entrambe la mani, mentre Sasuke sollevava il bacino, pronto per essere preso. Neji portò due dita alla bocca e le leccò per poi penetrare Sasuke, che mugolò per il dolore. Quando ritenne di averlo preparato abbastanza, sostituì il membro alle dita, riuscendo a strappare un urlo appena entrò in lui. Iniziò a spingere, accompagnato dai gemiti e dagli ansiti di Sasuke. Lo afferrò per i capelli, tirandogli su la testa. Sasuke contrasse il volto in una smorfia a metà tra il piacere più intenso e il dolore. Neji continuò a spingere, sempre più veloce, e i gemiti di Sasuke si trasformavano in piccoli urli. Quanto sentì di stare per venire, Neji fece per uscire ma Sasuke lo bloccò:

-No… Vieni dentro.

Neji abbozzò un sorriso e continuò a muoversi dentro il compagno, fino a che raggiunse l’orgasmo. Poi, con Sasuke girato a pancia su, gli scivolò tra le gambe e gli prese in bocca il membro, succhiandolo fino a che anche lui non venne. Poi gli si sdraiò accanto e gli sfiorò i capelli, indeciso se accarezzarlo o no.

-Allora? Sono perdonato?

***

Naruto era sotto la doccia e cantava. Ma non cantava e basta. No, ballava anche. Per lo meno, provava a ballare. Si dimenava quel tanto che lo stretto cubicolo gli permetteva.

-So what if you can see the darkest side of me

E intanto scuoteva la testa, schizzando d’acqua le pareti.

“Chissà cosa sta facendo Sasuke.”

Si bloccò. E questo pensiero da dove gli era venuto? Perché, poi? Perché sognava di vederlo “scapellare” nella sua doccia? O forse perché la notte scorsa aveva sognato di nuovo Sasuke completamente nudo nella sua cucina? Cosa avesse di così speciale la sua cucina non si sa. Fatto sta che era apparso in tutta la sua bellezza e Naruto si era svegliato in preda alla frustrazione più profonda.

Uscì dalla doccia e si avvolse un asciugamano attorno ai fianchi. Sentiva di provare per quel ragazzo un’attrazione sempre maggiore ma, anche se non si decideva ad ammetterlo, stavolta non era solo fisica.

-No one will ever change this animal I have become.


Autrice: Eccomi quaaa!
Tutti: Yeee.
Autrice: Cazzo, questo sì che entusiasmo.
Tutti: *sventolano bandierina*
Autrice: Bene, questo è l'aggiornamento pre-vacanza. Ora parto per due settimane quindi  mi sono data una mossa e ho scritto il nuovo capitolo. Il prossimo, molto probabilmente, lo avrete dopo queste due settimane in agonia senza computer.
Itachi: E io?
Autrice: Vuoi venire in vacanza con me?
Itachi: No, dicevo: io in questo capitolo dove sono?
Autrice: A casa, ovvio. Alla tua età non puoi andare a fare i bagordi con tuo fratello.
Itachi: T__T
Autrice: Recensionii! *w*
konoha: Woah, borsetta di Orochimaru! Sborserei qualsiasi cifra per averla! XD Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
Kitsune_no_yume: Di Hidan non importa niente a nessuno! Mwahahaha! (ç_ç ndHidan) Già, povero Neji. Ma c'era da aspettarselo, non ce ne uno normale in questa cazzo di storia!  Baci dall'Inferno The Angel Of Satana
giulietta24: Gli "scopi" di Neji. Letteralmente. Questo Neji maniaco ci garba un sacco. Ahah, l'ho già detto: di Hidan non importa niente a nessuno! Poero caro. Baci dall'Inferno The Angel Of Satana

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26

Sasuke entrò di soppiatto in casa, alle due di notte, facendo attenzione a non fare il minimo rumore per non disturbare Itachi. Abbandonò il giacchetto sul divano: quando era partito da casa di Neji era ancora troppo accaldato per metterselo addosso. Scivolò su per le scale e si buttò sul letto ancora completamente vestito. La serata era stata decisamente... bollente. E non aveva ancora pensato alla proposta di quel verme di Orochimaru. In quel momento, però, l'ultima cosa che riusciva a fare era pensare. Quindi cadde in un sonno profondo e senza sogni.
***
Quando la mattina dopo Naruto si svegliò, con addosso solo i boxer, la prima cosa a cui pensò fu rimanere a casa e bigiare la scuola. Continuare a dormire gli sembrava una proposta allettante, la migliore che il suo cervello avesse mai prodotto. Poi l'idea che gli era balenata in testa la notte prima tornò a fare capolino e il discorso prolisso e confuso che aveva messo insieme prima di crollare in un sonno popolato da Kiba che dava da mangiare ai gatti del quartiere e da un Sasuke decisamente poco vestito gli fece trovare la forza per alzarsi e vestirsi. Afferrò la cartella e uscì.
***
Kiba sbirciò da dietro la porta dentro la classe. Quando vide che c'era soltanto Neji entrò trotterellando allegramente.
-Ehi!
-Buongiorno.
-Che palle! Stamattina sembra ti abbiamo infilato una scopa nel culo più degli altri giorni.
-Mh.
Kiba si avvicinò, sensuale.
-Lo sai che l'unica scopa che deve finire nel tuo culo è la mia.- gli sussurrò allacciandogli le braccia al collo.
La frase sembrò risvegliare Neji, che gli passò le braccia intorno alla vita e gli strofinò il naso sul collo.
-Non mi sembrava che l'altra notte ti dispiacesse prenderla la scopa piuttosto che darla, no?
Kiba emise una specie di basso ringhio da attribuire alla battuta di Neji e al fatto che quest'ultimo avesse iniziato a baciargli il collo, lasciandogli dei segni rossi. Fece scivolare una mano verso le natiche sode di Kiba mentre quest'ultimo gli accarezzava sensualmente il collo. L'Inuzuka si produsse in un basso ringhio di approvazione. Sentirono dei passi nel corridoio e Neji alzò la testa, mentre Kiba si occupava ancora del suo collo, mordendolo e leccandolo.
-C'è qualcuno.
Kiba sbuffò:- Capirai. Tanto son tutti abituati qui.
-Dai, torna in classe.
-Che stronzo.
Kiba prese la cartella e uscì a passo di marcia. Neji lo guardò allontanarsi.
-Non hai idea quanto, cucciolo.
***
Konan entrò in classe a testa alta e sguardo dritto, come sempre. Nessuno era mai riuscito a fare abbassare la testa e dubitava che qualcuno ci sarebbe mai riuscito. Nella stanza c'era solo Kakuzu, intento a leggere un foglio che aveva in mano borbottando. Quando le sentì entrare alzò gli occhi e un lampo di sospetto misto a fastidio passò nei suoi occhi verdi.
-'giorno, Konan.
-Buongiorno.
-Come va?
Konan si girò verso il suo interlocutore, un po' sorpresa:-Bene. Tu?
Kakuzu sussultò:-Dopo la cosa di Hidan...
-Hai ragione, scusami...
Konan si rigirò e un sorrisetto trionfante si dipinse sul suo volto etereo.
-Senti Kakuzu...
-Dimmi.
-L'ho ucciso io Hidan. Avvelenato.
Detto questo si alzò e uscì dalla classe, lasciando Kakuzu ancora con il foglio stretto tra le mani che la guardava a bocca aperta.
***
Quando Itachi si svegliò, una fitta gli attraversò la testa. 10 birre tutte di seguito erano decisamente troppe per una sera sola. Ma senza nessuno a fargli compagnia e con uno stupido film sentimentale alla TV, quelle dieci bottiglie nel frigo gli erano sembrate la soluzione a tutti i suoi mali. Adesso però quelle soluzione gli facevano pesare la testa come un macigno e gli toglievano la voglia di vivere.
"Per oggi salto." pensò. Non era la prima volta che bigiava la scuola e la cosa non gli faceva certo venire i sensi di colpa. Deidara doveva ridargli 6 o 7 penne ma chi se importa delle penne, dopotutto. Quindi, chiuse gli occhi e si girò su fianco. Nel giro di due minuti, russava di nuovo.
***
Itachi non sapeva che mentre lui russava felicemente al caldo nel suo letto, Kiba e Neji si improvvisavano agenzia di cuori solitari.
-Dai, Sasuke, vieni con me.
-L'ultima volta che ho accettato a venire con te guarda come è finita.
Neji non sapeva se si stesse riferendo al colloquio con Orochimaru o al post-colloquio ma in ogni caso decise di lasciar perdere. Esattamente nello stesso momento, Kiba letteralemente trascinava Naruto con se, attirando le occhiate sospettose e divertite di tutti lì intorno.
-Eddai, Nacchan, ci stanno guardando tutti.
-Sei tu che mi stai trascinando. Io me ne sarei andato tranquillamente a casa.
-Ma non puoi! C'è una cosa che devi prima!
-Cosa?! Cazzo, me lo vuoi dire?!
Ma senza che Kiba gli spiegasse niente, appena vide la testa scura di Sasuke in fondo al corridoio, Naruto capì tutto. S'impuntò ferocemente:
-Oh, no. Nononono. Non credo proprio.
-Io invece dico proprio di sì. Anche perchè quella testa d'anatra ronza un po' troppo intorno alle mie proprietà e non è che l'idea mia vada troppo a genio.
Kiba non lo avrebbe mai ammesso ma in Neji stava trovando un valido sostituto di Naruto, appurato che il biondo non l'avrebbe mai considerato un possibile fidanzato. Vedendo che Naruto recalcitrava fece cenno a Neji di venire da lui. Lo Hyuga si staccò dal muro e si avviò, con Sasuke alle calcagna, verso i due.
-Ehi.
-Ciao, Neji.-fece Kiba, un po' ansante per lo sforzo di trattenere Naruto, che tirava come un cane per fuggire da lì.
-Uzumaki, guarda che non mordo.
Naruto fissò Sasuke negli occhi, desiderando ardentemente di non perdercisi:-Non ne sono poi così sicuro.
-Naruto deve dirti una cosa. Vero, Naruto?
Ora che Kiba aveva fatto la sua introduzione, Naruto non potè più tirarsi indietro ma si ripromise che gliel'avrebbe fatta pagare a quel campione di trame alle spalle.
-Sasuke, ti va se andiamo a pranzo insieme? Fuori di qui, ovviamente.
Sasuke inarcò impercettibilmente il sopracciglio e annuì. Scivolò accanto all'Uzumaki e, mentre percorrevano insieme il corridoio, si arrischiò a passargli un braccio intorno alla vita. Naruto sorrise e lo lasciò fare.
Kiba sospirò:-Dovremmo mettere su un'agenzia.
-Oppure potremmo fare sesso- ribattè Neji, passandogli un braccio attorno alle spalle e stampandogli un bacio sulla tempia.
-Mh, sì. Forse potremmo.

Autrice: Eccolo qua! *pant pant*
Itachi: E ci sono pure io! TwT
Autrice: Bene, dato che non ho tempo ringrazio giulietta24 per aver recensito! See you! Baci dall'Inferno. The Angel Of Satana.

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27

Itachi stava studiando sul divano quando sentì bussare lievemente alla porta. Alzandosi scocciato e chiedendosi chi fosse andò ad aprire. Sulla soglia trovò il cugino Shisui, con l'aria leggermente imbarazzate e una scatola di cioccolatini in mano.
-Eeehm, io non sapevo cosa portarvi. Boh, questi sono i preferiti di Sasuke... E...
-Lascia stare, non cercare scuse. Tanto non li degnerà di uno sguardo. Entra, dai.
Itachi si spostò per far passare Shisui, che sgusciò dentro silenziosamente.
-Ti ho interrotto?
-Stavo studiando ma fa niente: stavo per fare una pausa.
-Oh...
Shisui si guardò intorno, strusciando il piede a terra.
-Allora?
-Allora cosa?
-Perchè sei qui?- domandò Itachi, sollevando un sopracciglio, perplesso.
-Per dirti che per ora ho ottenuto solo di togliere casa vostra dalle mani dello zio. Attualmente è impraticabile.
Itachi annuì, sollevato. Almeno non erano brutte notizie. Dato che Shisui esitava ad andarsene gli chiese, aspettandosi il peggio:
-C'è altro?
Il ragazzo si avvicinò a Itachi e gli passò un dito sulla guancia:
-In realtà, sì.
Itachi si avvicinò a sua volta, entrando nello "spazio" del cugino e facendosi avvolgere dal suo profumo e calore.
-Mh. Non l'avevo capito.
-Sono un bravo attore.- ribattè il cugino Shisui accarezzandogli i capelli.
Itachi sollevò il viso col chiaro intento di farsi baciare e Shisui lo accontentò. Si chinò leggermente e sfiorò le labbra del cugino in un casto bacio. Itachi emise un verso di disapprovazione verso quella misera dimostrazione d'amore. Shisui allora approfondì il bacio, assaggiando le labbra di Itachi e intrecciando la lingua con la sua. Itachi gli avvolse le braccia attorno ai fianchi mentre Shisui faceva scorrere le dita tra la lunga cosa del cugino.
Quando Sasuke rientrò li trovò così, avvinghiati nell'ingresso. Si schiarì la voce e fulminò entrambi con lo sguardo, prima di sparire in camera.
-Ho peggiorato le cose. Tanto per cambiare.- sentenziò Shisui senza che ce ne fosse bisogno, anche se, in fondo, provava una certa soddisfazione a vedere Sasuke così.
***
Neji e Kiba avevano appena finito di scopare e adesso erano sdraiati uno accanto all'altro nel letto dell'Inuzuka.
-Credi che si stiano divertendo?- chiese all'improvviso Kiba.
-Chi?
-Goku e Vegeta! Chi secondo te?- rispose Kiba, guadagnandosi uno schiaffo sulla coscia.
-Per quanto può divertirsi uno come Sasuke, credo di sì.
-Al massimo è "quanto può divertirsi qualcuno con Sasuke".
-Non farti sentire da lui...
-Mmmh...- mugugnò il castano. Neji infatti non aveva aspettato risposta ma si era sdraiato su Kiba e aveva cominciato a baciarlo in maniera decisamente poco casta. Kiba portò una mano ad accarezzare il collo dell'amante e rispose al bacio.
***
Naruto stava camminando verso casa, ripensando al pomeriggio appena trascorso. Il tramonto colorava di rosso i tetti delle case e i suoi capelli biondi. Si strinse nella felpa e affrettò il passo. La voce profonda di Sasuke occupava ancora i suoi pensieri, il bacio che si erano scambiati prima di salutarsi gli scaldava ancora le labbra. per la prima da quando si erano conosciuto era riuscito a passare pià di 20 minuti in compagnia dell'Uchiha senza finirci a fare sesso. Poteva dirsi soddisfatto. Mentre sorpassava il bar dove di solito andava coi suoi amici e salutava Haku al di là del bancone, pensava a dove sarebbero potuti andare per il secondo appuntamento. Perchè ci sarebbe stato un secondo appuntamento, ovviamente. Anche se lo aveva dato a vedere più di tanto, l'Uchiha aveva gradito la sua compagnia. Ad un certo punto gli era sembrato di vedere un mezzo sorriso sul suo viso. Proprio mentre girava l'angolo per entrare nella stradine dove viveva sentì un colpo secco e un dolore sordo nel mezzo del petto. Si portò la mano sul petto e si piegò in avanti. Sentì una moto che allontanava a tutta velocità e l'ultima cosa che vide fu una gran macchia di sangue che si allargava sulla felpa. Poi tutto diventò nero.
Forse, Naruto, non ci sarà più una seconda volta di niente.


Autrice: .......
Naruto: .......
Sasuke: .......
Itachi: YATTAAAAA!  *improvvisa balletto*
*Occhiataccia a Itachi*
Naruto: Cioè io muoio e tu festeggi?
Autrice: Chi ti ha detto che sei morto?
Naruto: Ah non sono morto?
Autrice: ....... Boh.
Naruto: -.-"
Itachi: Ma io ho avuto una scena tutta mia!
Autrice: Veramente c'era anche...
Itachi: TUTTA MIA!
Sasuke: Tutta sua... Almeno smetterà di martoriare le balle.
Autrice: Bene, dato che non ci sono recensioni (ç_ç) io vi saluto. Bye!

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 29

Si portò la mano sul petto e si piegò in avanti. Sentì una moto che allontanava a tutta velocità e l'ultima cosa che vide fu una gran macchia di sangue che si allargava sulla felpa. Poi tutto diventò nero.
Naruto rimase lì, svenuto e col sangue che colava copiosamente dal foro che aveva sul petto.  Non un passante si fermò ad aiutarlo, non una vecchietta impietosita si avvicinò per controllare come stesse. Il quartiere sembrava privo di vita.
Soltanto un’ora più tardi, l’urlo [vivo] di Haku squarciò il silenzio. Si precipitò verso il corpo dell’amico e lo girò sulla schiena. Notò il buco della pallottola ancora infilata e sentì che lo forze lo abbandonavano. Poi tastò il polso e gli parve di sentire un leggero battito. Corse di nuovo dentro il bar e chiamò Zabuza. L’omone uscì e si raccolse il ragazzo da terra. Poi, adagiato Naruto sul sedile posteriore della sua jeep, partì in quarta verso l’ospedale.

***

Kiba stava facendo finta di studiare storia quando vide l’enorme auto passare sotto la finestra e quasi investire un cane.

-Ma tu guarda quell’idiota…-borbottò tra i denti e riprese in mano la palla rimbalzante.

***

Mentre Shisui accettava l’invito a rimanere per cena di suo fratello, Sasuke era chiuso in camera sua. Aprì il libro di matematica e cercò in concentrarsi sulla serie di numeri e parentesi ma le urla arrabbiate e il rumore di un motore al massimo giù in strada gli fecero alzare la testa, irritato.

-Pure questi che corrono il rally ci si mettono…

In quel momento bussarono alla porta.

-Che c’è?
-Sasuke, sono Shisui.
-Vattene.

Sentì che il cugino esitava davanti alla porta poi scese le scale. Nemmeno il tempo di tornare a concentrarsi sullo studio che la porta si aprì di scatto, cigolando, e suo cugino fece irruzione nella stanza.

-Mi sembrava di averti detto di andartene.
-Non me ne vado.
-Perché?
-Devi smettermi di trattarmi come un nemico.
-Altrimenti?- Sasuke gli scoccò uno dei suoi più minaccioso sguardi.

Uno schiaffo si abbattè secco sulla guancia del giovane Uchiha. La testa scattò da un lato e le sopracciglia di Sasuke si arcuarono leggermente per la sorpresa. Puntò gli occhi in quelli di Shisui che osservava la sua mano e poi il cugino con stupore.

-Come ti sei permesso?

Shisui continuava a far saettare lo sguardo dalla mano a Sasuke e viceversa. Sembrava che non riuscisse a capacitarsi di quello che aveva appena fatto. Ssuke prese Shisui per la felpa e lo sbattè al muro. Il moro lasciò che la sua schiena urtasse violentemente contro la parete senza reagire. A quel punto, si sentì uno scalpiccio su per le scale e Itachi apparve, ansimante. Osservò per un attimo il cugino accasciato come un burattino alla parete e notò la guancia rossa del fratellino. Scosse la testa e tornò di sotto. Sasuke mollò il più grande come se si fosse scottato e questi si affrettò a uscire dalla camera.

-Stronzo.-borbottò Sasuke tra i denti quando Shisui si richiuse la porta alle spalle.

***

Orochimaru sedeva sul suo divano di pelle guardando compiaciuto un Kabuto molto a disagio.

-Avanti, Kabuto… Non è la prima volta che uccidiamo qualcuno…
-Lo so…
-Stai invecchiando, tesoro…

Tese una mano e lasciò una carezza sulla guancia glabra del suo sottoposto. Poi tornò ad appoggiarsi allo schienale.

-Devo Karin ha fatto davvero un eccellente lavoro.
-Perfetto, Orochimaru-sama.
-Ora non ci resta che aspettare. Verrà da noi, Kabuto. Verrà, ne sono certo.
-E’ ovvio, signore.- replicò Kabuto anche se, in cuor suo, era in totale disaccordo con le parole del suo signore e padrone.

 


*si aspetta il peggior linciaggio della storia* Bene, eccomi qua. A 'sto poro cristo di Naruto gliene succedono di tutti i colori.
Naruto: Mica me ne ero accorto. -.-"
konoha: Eeeeeh, chissà cosa succede a Naruto... Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.
Beatrix91: Itachi si sta ancora crogiolando nella sua fama... *Itachi si crogiola* .  Povero Sasuke rosicone! E Kiba... Beh, ormai il suo destino è segnato: lo prende nelò culo letteralmente e metaforicamente! Baci dall'Inferno The Angel Of Satana.

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 30

Mentre Itachi e Shisui erano in cucina a cenare, il telefono di Sasuke prese a squillare. Il ragazzo lo ignorò e rimase sdraiato sul letto a fissare il soffitto. Un minuto dopo, il cellulare riprese il suo insistente vibrare e Sasuke, estremamente irritato, si alzò per andare a rispondere. Afferrò l’aggeggio e schiacciò con violenza il tasto di risposta:

-Che cazzo c’è?

Dall’altra parte, la voce di Kiba era sottile e spezzata e Sasuke si preoccupò.

-Sasuke…
-Che diavolo c’è?
-Naruto… è…
-Che ha fatto Naruto? L’avete trovato ubriaco dove?
-E’ all’ospedale. Gli hanno sparato.

Sasuke rimase un attimo immobile. Il mondo sembrava girare e lui non sapeva dove girarsi. Si riprese e, con la solita voce ferma e autoritaria, disse a Kiba che stava arrivando. Chiuse la telefonata e afferrò una felpa a caso. Si precipitò alla porta e Itachi lo vide.

-Dove credi di and…

Sasuke non sentì il resto della domanda: si era già sbattuto la porta alle spalle e aveva iniziato a correre a rotta di collo verso l’ospedale, una struttura fatiscente ai confini del quartiere e della legalità.
Quando arrivò al bancone, un’infermiera con biondi capelli cotonati lo guardò con indifferenza.

-Naruto Uzumaki.

La donna gli fece un cenno con la testa e Sasuke si avviò. Trovò Kiba seduto su una seggiolina con la testa appoggiata sulle ginocchia e Neji in piedi accanto a lui che gli teneva una mano sulla spalla. Quando vide Sasuke abbassò gli occhi, colpevole, e poi girò la testa dall’altra parte.

-Cosa ha detto il dottore?
-Ancora niente. L’hanno portato di corsa in sala operatoria.

Il tempo scorreva lento. Itachi l’aveva chiamato una decina di volte e lui aveva sempre rifiutato la chiamata. Non gli andava di parlare, men che meno con suo fratello. Aveva lo stomaco chiuso e ne Neji ne Kiba aveva toccato nulla da mangiare nelle ore che erano rimasti lì. Poi, quando Kiba dava segno di stare per addormentarsi sulle gambe del fidanzato, il dottore uscì dalla sala, il camice sporco di sangue. Sasuke fu sul punto di vomitare e ma si trattenne e sostenne lo sguardo stanco del chirurgo.

-Abbiamo estratto la pallottola ma ha perso tantissimo sangue. Non c’è ancora nulla di certo.

Detto          questo, si voltò e si incamminò verso la macchina del caffè, maledicendo mentalmente quell’idiota che si era fatto sparare proprio mentre lui era di turno. Un’infermiera disse loro che potevano entrare uno alla volta ma che comunque sarebbe stato inutile perché il paziente era ancora addormentato e non si sarebbe risvegliato prima del mattino. Ciononostante sia Kiba che Sasuke entrarono un paio di minuti ciascuno, solo per vedere il biondo bianco come un cencio e attaccato a una strana macchina. Sasuke non tornò a casa quella notte. Quando Neji annunciò che avrebbe portato Kiba a casa, si limitò ad annuire. Poi, quando i due furono scomparsi dalla sua vista, tirò fuori il telefono e finalmente chimò il fratello. Itachi rispose al terzo squillo, la voce impastata di sonno.

-Sasuke? Ma dove cazzo sei?
-All’ospedale.
-E perché mai saresti all’ospedale?-Itachi inziava ad arrabbiarsi.
-Hanno sparato a Naruto.

Il maggiore degli Uchiha rimase un attimo senza parole.

-Ma tanto tu non puoi fare niente. Vieni a casa, dai.
-Sei in buona compagnia, mi pare. Io non servo.-ripose Sasuke, che sentiva in sottofondo il russare del cugino Shisui.

Itachi sospirò:-Ti prego, stai attento.
-Sì.

Rimise il telefono in tasca e appoggiò la testa al muro, incapace di piangere.

***

Shisui si svegliò dal suo sonno profondo e guardò Itachi negli occhi.

-Che è successo?
-Hanno sparato all’amico di Sasuke.
-Sasuke ha un amico?
Itachi gli colpì piano la spalla con un pugno:-Direi più un ragazzo.
-Wow.

Shisui rimase a fissare il soffitto. Non aveva mai pensato a Sasuke come a una persona capace di mandare avanti una relazione. Se lo vedeva a quarant’anni ancora in giro a scopare e a lasciare dietro di se una scia di cuori infranti. Sospirò.

-E’ grave?
-Non me lo ha detto. Non sembrava volesse parlare.
-Ancora meno del solito?
Itachi annuì, un sorriso amaro sulle labbra sottili.

***

Seduto su una sedia traballante a fianco del letto di Naruto, Sasuke teneva gli occhi ben aperti, pronto a cogliere il minimo cambiamento nella situazione del biondo. I capelli chiari erano impregnati di sudore e Sasuke desiderò poterli accarezzare. Voleva stringere quel corpo, ne aveva bisogno, come se sapesse che non avrebbe più potuto farlo. Una parte di se era già rassegnata alla morte di Naruto.
Eppure ancora non riusciva a piangere.
Non aveva pianto alla morte dei suoi genitori, non aveva pianto quando erano stati costretti ad andarsene da casa loro e non aveva pianto quando Madari si era rifiutato di adottarli. E non l’avrebbe fatto nemmeno in quel caso. “Sei un Uchiha” si ripeteva, “gli Uchiha non piangono” questo lo sapeva già. Sarebbe rimasto semplicemente lì ad ascoltare il bip bip della macchina antiquata accanto al piccolo letto che ospitava il corpo dell’unica persona che avesse considerato un fidanzato.

***

Quando Kiba si abbandonò sul letto, Neji sentì il bisogno di confessargli tutto. Per cui lo chiamò dolcemente, conscio che quello che stava per fare molto probabilmente glielo avrebbe portato via per sempre.

-Kiba, ti devo dire una cosa.
-Non puoi aspettare domattina?
-No.- Era una sensazione strana: non era abituato a fare la cosa giusto e un certo senso non gli piaceva. Non sapendo quali sarebbero state le conseguenze.
-Allora dimmi.
-E’ colpa mia.
-Cosa?
-Tutto.
-Neji, non sono abbastanza lucido per la tua mente contorta. Quindi vai dritto al punto e falla finita.
-E’ colpa mia se hanno sparato a Naruto.

Kiba lo guardò, gli occhi dorati pieni di stupore. Poi si riempirono di rabbia e infine di lacrime.

-Come? Perché?
-Ho portato Sasuke da Orochimaru.

Kiba trasalì: Orochimaru, l’infimo esponente della yakuza.

-Minacciava di uccidere me e Hinata. Così gli ho portato Sasuke. Gli aveva promesso i suoi beni in cambio solo del suo corpo ma Sasuke non ne ha voluto sapere. Così lui ha sparato a “qualcuno di a lui caro”: Naruto, appunto.

I libri, i telefilm e tutte quelle cretinate che Hinata era solita guardare dicevano che dire la verità toglieva un peso dal petto. Neji decise che erano tutte stronzate: lo sguardo di Kiba lo stava uccidendo e le sue lacrime copiose contribuivano alla sua tortura.

-Tu… tu…
-Mi dispiace.
-Fuori di qui.
-Come?
-Mi hai sentito: non voglio più vederti!- la voce era rotta dal pianto e non riusciva ad articolare bene le parole ma Neji aveva capito alla prima.
Girò sui tacchi e uscì dalla porta, pensando con amarezza che lui finiva sempre per avere ragione.

***

Quando, a quattro ore dall’intervento, il sole stava cominciando a sorgere, Naruto aprì gli occhi. Sasuke scattò in piedi, rimanendo accanto al letto, in attesa. Naruto girò la testa verso di lui e abbozzò un debole sorriso.

-Sas’…ke…

Almeno lo riconosceva: era un buon segno. I suoi occhi divennero opachi per un attimo e Sasuke temette il peggio. Poi tornarono a fissarlo, felici.

-Sas’ke io… io ti… amo.

Sasuke rimase un attimo sbalordito. Ci mise un attimo per ritrovare se stesso. Quell’attimo fu fatale.

-Naruto… anche io…

Il bip prolungato della macchina.
L’urlo disperato: “NO!”
Lo scalpiccio in corridoio.
Il tentativo di rianimazione.
Il “’fanculo” del medico che lanciava via gli elettrodi.
Sasuke accanto alla porta, spettatore oculare e disperato del processo.

“Non ce l’ho fatta. Non gliel’ho detto.”
                                                       [E’ finita, Sasuke. Hai sprecato la tua occasione]
Con una dichiarazione d’amore, la più bella e sincera, l’animo di Naruto Uzumaki aveva lasciato il mondo terreno, per verificare se davvero c’è un’altra vita. E tutti quelli che credono, che non credono o a cui semplicemente non importa nulla, augurano alla dolce anima del biondo una seconda vita, dove finalmente potrà essere felice.
Senza dire una parola, senza versare una lacrima, senz’anima, l’ombra di Sasuke lasciò l’ospedale e si incamminò verso un posto lontano che nessuno sapeva dove fosse.



Sì, sono tornata. Dopo un mese e passa ho deciso di uccidere il povero Naruto. E' stata una decisione piuttosto sofferta e vi basti sapere e che ho pianto io stessa per quello che ho scritto. Kira, aiutaci tu. Comunque avviso che ci saranno altri due capitoli poi (finalmente, direte voi) la storia si conclude.
konoha: Poteva essere un'idea! Baci dall'Inferno, The Angel of Satana.
Beatrix91: Se qualcuno segnala la recensione come oscena, scendo in piazza e protesto! Comunque il più sfigato è Naruto. Tiè, Nacchan! (Gnegne. ndNaruto) Uouooh, ora scrivo uno spin-off di Carnevale (?) di una cosa a tre. A caso, chi sarà lo slave? *il mondo indica Sasuke* Bravi ragazzi. *pat pat a Sasuke* Baci dall'Inferno, The Angel Of Satana.

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30

Naruto Uzumaki venne dichiarato morto il 30 settembre alle ore 18.54. Il suo corpo muscoloso fu affidato alle cure delle pompe funebri pagate dall’ospedale e sepolto nel piccolo cimitero del quartiere. Alla funzione assistettero in pochi, tutti in lacrime. Kiba, talmente vicino alla bara che sembrava volesse entraci. Neji, ancora divorato dal senso di colpa ma senza versare una lacrima-o forse era solamente la pioggia che le nascondeva. Sakura, al quale il suo scherzoso molestatore sarebbe mancato da morire. E anche Ino, che teneva per mano la sua ragazza, sostenendola a modo suo. E dietro tutta la schiera dei compagni di classe e di scorribande. In fondo al gruppo il dolce Haku, che piangeva più forte di tutti sulla spalla di Zabuza.
Di Sasuke Uchiha nemmeno l’ombra. C’era chi sosteneva che si fosse suicidato, chi che avesse lasciato il Paese e altri ancora che non sapevano assolutamente il rapporto che c’era tra i due e che sparavano congetture per  non sentirsi esclusi.

***

Kiba non volle mai più vedere Neji. Presero strade diverse e per molti anni si persero di vista. Quando si rividero, per puro caso, Kiba aveva trent’anni, Neji trentuno. Lo Hyuga era ancora bello come una volta, nel completo di sartoria nero che si addiceva a un erede della più grande azienda del Paese. Kiba era vestito al suo solito modo, da bravo impiegato del canile municipale. Finsero di non vedersi e quando Kiba tornò nel suo appartamento tirò fuori il gelato dal freezer,  mise il DVD di “Dirty Dancing” e pianse tutta la notte insieme ad Akihiro, il grosso cane col pelo chiaro che aveva sostituito Akamaru.

***

Sabaku no Kankuro venne beccato con le mani dal sacco dopo una soffiata. Fu condannato a 15 anni di carcere per spaccio di sostanza stupefacenti. Per la vergogna di aver deluso la sorella, si suicidò impiccandosi dopo 6 mesi.
Temari e Tayuya si trasferirono in Germania dopo la morte di Kankuro. Tayuya si dedicò alla carriera sportiva come pallavolista mentre Temari entrò nella Polizia. Entrambe non si preoccuparono di che fine facesse Gaara.
Gaara e il suo segreto fidanzato storico, Shikamaru, uscirono allo scoperto e se ne andarono in Spagna. Adesso, a 30 anni, sono felicemente sposati e hanno un bambino. Si chiama Juan e ha un bellissimo sorriso.

***

Sakura e Ino hanno portato avanti la loro relazione per due lunghi anni, fatti di unicorni e arcobaleni. L’idillio si è bruscamente interrotto quando Sakura, rientrando prima dal lavoro, trovò la sua biondissima ragazza a letto con un fustaccione dalla faccia non troppo sveglia. Da allora non ha più voluto fidanzarsi con una donna.

***

Deidara e Sasori sono, a detta loro e dei loro amici, la coppia più bella del mondo. Anche se non sono sposati la loro relazione continua ad andare a avanti a gonfie vele, dibattiti artistici esclusi. La loro casetta in un tranquillo quartiere di Tokyo, erede della vecchia Chyio, è un luogo perfetto per crescere un bambino. E Deidara, a detta di molti, sarebbe una madre esemplare.

***

Kakuzu mise su un negozio di armi che fu decisamente apprezzato dagli abitanti del quartiere. Dove prese i soldi? Dai risparmi di Hidan, quelli che aveva guadagnato vendendo ragazze e ragazzi al miglior offerente. Nonostante la sua apparente insensibilità, tiene una foto di Hidan nel portafoglio.

***

Pain e Konan si sono sposati e hanno avuto una figlia. Capelli rossi e grandi occhi color ghiaccio. Lui è un rispettabile impiegato mentre lei si occupa della bambina. Nonostante il suo essere una casalinga, Pain la rispetta e ammira, come ha sempre fatto. Non è facile crescere una bambina forte e determinata esattamente come Konan.


*fischietta indifferente* Da me c'è il fuso orario, in realtà non è passato così tanto tempo dall'aggiornamento.
Naruto: Nooo...
Autrice: Tu sei morto. Nella bara, cammina.
*Naruto si avvia*
Autrice: Bene.
Itachi&Sasuke: E noi?
Autrice: *orecchie fumanti* ASPETTATE!
*I cosi Uchiha si dileguano*
Autrice: Bene, recensioni!
Beatrix91: Amen, bellezza. Qualcuno dovevo accoppare. Shisui non capisce un cazzo. Ha un tarlo nel cervello, caratteristico della famiglia Uchiha, che fa fare le cose sbagliate nei momenti più propizi (vd. Naruto n°43 dove Sasukkia ha l'occasione per riconciliarsi con Itachi con tanto di trombata e invece lo ammazza). E riguardo al "vivo e Vegeta" sono settimane  che immagino una sottospecie di fusione. Adesso nella mia testa c'è unVegeta con tanto di coda volpina che dice:"Sono il Principe dei Sayan, dettebayo!". Sto svalvolando peggio di Gai. E la threesome arriverà, prima o poi. Baci dall' Inferno, The Angel Of Satana.

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Capitolo 32
*** Epilogo ***


Epilogo

A 24 anni Sasuke Uchiha era considerato uno dei migliori avvocati del Paese. 5 anni di scuola, esami passati con il massimo dei voti e tesi di laurea che aveva lasciato a bocca aperta la commissione. Inutile dire che l’encomio fu meritatissimo. Un anno di praticantato presso un’importante studio legale gli aveva fatto accumulare esperienze e acquisire una certa indipendenza che altri avvocati impiegavano anni a raggiungere. Il suo datore di lavoro si fidava di lui e lui si era dimostrato degno di questa fiducia.
In quella calda giornata di Maggio, il giovane avvocato indossava un elegante completo nero di sartoria e una semplice camicia bianca sotto. Niente cravatta, niente maglia. Seduto dietro il tavolo dell’accusa, sembrava indifferente a tutto e tutti, come se non si trattasse della conclusione della guerra che portava avanti da 6 lunghi anni. Al banco degli imputati, accompagnati da un avvocato segaligno, Orochimaru e Kabuto Yakushi sembravano quasi impazienti di uscire da lì. Orochimaru era impassibile quasi quanto il suo accusatore, mentre Kabuto si guardava nervosamente intorno come a voler cercare una via di fuga. Erano alla fine: le parti avevano esposto la loro arringa e il giudice si era ritirato per deliberare, lasciando l’aula col fiato sospeso. Ad ogni movimento, l’intera folla si voltava verso la fonte del rumore per poi rigirarsi delusi quando vedevano che non si trattava del giudice. In prima fila, appena dietro la scrivania al quale era seduto Sasuke, Itachi e Shisui guardavano con una certa apprensione la schiena del loro giovane parente, anche se Itachi era più che sicuro che il fratello ce l’avrebbe fatta.
Finalmente, la porta dietro lo scranno del giudice si aprì e ne uscì la figura vestita di nero che tutti aspettavano. Si sedette e si aggiusto gli occhiali sul naso, incurante delle persone che lo osservavano col fiato sospeso. Poi iniziò a leggere:

-Fukuda Orochimaru e Yakushi Kabuto…- pausa-… siete entrambi condannati all’ergastolo per l’omicidio di Naruto Uzumaki. Inoltre, le accuse a vostro carico comprendono anche spaccio di sostanze stupefacenti, abuso di minore e ricatto. L’udienza è conclusa.
Il colpo del martelletto fu come una liberazione per Sasuke. Mentre due agenti scortavano fuori Orochimaru e Kabuto, il giudice gli si avvicinò e gli strinse la mano. Shisui passò un braccio attorno alle spalle di Itachi, la massima espressione di affetto che il ragazzo tollerava in pubblico. Il minore degli Uchiha sbirciò i documenti in mano al giudice.
Fine pena: mai.
Sasuke si voltò e uscì dalla sala: 6 anni dopo era ancora il ragazzo testardo e battagliero che aveva conosciuto al liceo.
Arrivato alla macchina, si tolse la giacca e la lanciò sul sedile del passeggero. Arrotolò le maniche della camicia, mettendo così in mostra un piccolo tatuaggio sul polso: una volpe arancione con grandi occhi azzurri.


Autrice: Si è dunque giunti al termine.
Sasuke: Ma come cazzo parli?
Autrice: Ah stronzo, guarda che cambio il finale, eh!
Sasuke: *fischietta*
Autrice: Bene, ragazzi: fate 'ciao' con la manina e rigraziate le signore che ci hanno sopportato.
Tutti: Grazie, signore!*ciao con la manina*
Autrice: Voglio ringraziare tutte coloro che hanno letto, recensito, messo tra i preferiti e tra le seguite. Siete stati fonte di gioia per me. Grazie ancora.

Baci dall'Inferno,
The Angel Of Satana

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