Dopo la guerra, Vita a konoha

di Tomoko_chan
(/viewuser.php?uid=215502)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vecchie conoscenze ***
Capitolo 2: *** Coraggio ***
Capitolo 3: *** Vivo ***
Capitolo 4: *** Bianco e Nero ***
Capitolo 5: *** Disperazione ***
Capitolo 6: *** Finalmente la fine. ***
Capitolo 7: *** Tornati a Konoha ***
Capitolo 8: *** Abbracciami ***
Capitolo 9: *** Riunione e decisioni importanti ***
Capitolo 10: *** Il mio sogno ***
Capitolo 11: *** Devi capirlo. ***
Capitolo 12: *** Conoscersi meglio ***
Capitolo 13: *** Notte insonne ***
Capitolo 14: *** Più forte. ***
Capitolo 15: *** Innovazioni ***
Capitolo 16: *** Viaggio nel mondo eremitico. ***
Capitolo 17: *** Paure e primi litigi. ***
Capitolo 18: *** Come noi. ***
Capitolo 19: *** Nella tua assenza (part 1) ***
Capitolo 20: *** Nella tua assenza (part 2) ***
Capitolo 21: *** Rivincita e umiliazioni. ***
Capitolo 22: *** Tanti motivi per essere felici. ***
Capitolo 23: *** Qualcuno di famiglia. ***
Capitolo 24: *** Colpi di scena. ***
Capitolo 25: *** Sensazioni ***
Capitolo 26: *** On mission ***
Capitolo 27: *** Ritorni e nuovi arrivi. ***
Capitolo 28: *** Some moments ***
Capitolo 29: *** All together (prima parte) ***
Capitolo 30: *** All together (seconda parte) ***
Capitolo 31: *** Occhi curiosi ***
Capitolo 32: *** Mi nascondo. ***
Capitolo 33: *** Inatteso. ***
Capitolo 34: *** To the Hokage's room and others moments. ***
Capitolo 35: *** Be careful. ***
Capitolo 36: *** Nella tana del nemico. ***
Capitolo 37: *** Rivelazioni e ***
Capitolo 38: *** Non mi resta più nulla ***
Capitolo 39: *** Ascesa alla felicità? ***



Capitolo 1
*** Vecchie conoscenze ***


Cap 1 “Vechie conoscenze”
Storia da inserire nella cronologia durante la Terza Grande Guerra.
 
Naruto aveva appena finito di combattere contro quello stupido uomo con la maschera. Era stata una battaglia dura, nonostante l’aiuto iniziale dell’Ottocode, del maestro Gai e del maestro Kakashi.
Era stremato e si lasciò cadere a terra. “Eh eh, alla fine c’è l’ho fatta” pensò Naruto “a questo punto la guerra è finita ed il ruolo di Hokage si è fatto più vicino. Mamma, papà…. È tutto merito vostro. Grazie!!”.
Dopo di ché Naruto cadde in un sonno profondo e ristoratore.
 
Intanto qualcuno stavo andando alla ricerca di feriti per ordine dalla base. “Non ne so molto di medicina, ma quel poco che Tsunade e Sakura mi hanno insegnato, lo devo mettere in pratica” pensò la giovane Hinata.
Attivò il byakugan e corse più veloce che poteva. Dopo 10 minuti di perlustrazione, la Hyuga notò tre strane presenze in movimento e vi si avvicinò. Non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi di fronte Sasuke Uchiha e la sua truppa.  
-Uchiha Sasuke. Tra tanti, proprio tu mai avrei immaginato di incontrare alla fine di una Guerra.- Disse la giovane senza più paure.
-Ma guarda, l’erede della Casata Madre Hyuga, un tempo così debole e timida, ora si è fatta sprezzante del periocolo. Allora è vero che cambiano proprio tutti. Sicura che questa guerra sia finita? - Rispose Sasuke.
-E sono anche diventata piuttosto forte, Sasuke. E se fosse vero che tutti cambiano, non saremmo qui pronti a morderci come lupi.-
-Lo so che sei forte, Hinata. Abbiamo osservato tutti durante questa guerra, e chi lo avrebbe mai detto che saresti stata proprio tu a bloccare l’edo Tensei di Uchiha Madara. Davvero molto forte….
Ti da fastidio scannarci? Passa dalla mia parte, allora.  Non mi dispiacerebbe avere una forza come te, pratica anche di arte medica. Inoltre, noi possediamo entrambi un’abilità innata. Noi ci capiamo…con gli occhi.-
-Smettila di dire assurdità! Non diventerò mai una traditrice, non è ho nessun motivo, soprattutto uno insulso come quello della vendetta, quando tuo fratello amava questo paese!
A quel punto Sasuke si scagliò sulla ragazza con un Kunai, lei però riuscì a scansarlo ma non fece in tempo a contrattare che l’Uchiha si girò e con la mano stretta al collo di Hinata la fece sbattere a terra.
-Che cosa hai detto, stronza?!? INSULSO? Questo paese ha ucciso la mia amata famiglia! E tu cosa diamine sai di mio fratello eh??-
-Conoscevo tuo fratello! E soprattutto, conosco anche io la verità. Noi abbiamo la stessa età, Sasuke, ma con me Itachi si apriva di più, credimi.- disse Hinata, urlando e piangendo ricordando gli anni felici della sua infanzia.
Sua madre era viva, aveva trovato un fratello maggiore in quel grande amico di Itachi Uchica e nessuna oppressione le straziava il cuore. Poi, il caos.
-Cosa hai appena detto?- disse Sasuke sbalordito, liberandola da quella morsa fatale. –Parla prima che mi penti di non averti ucciso.-
E lei allora cominciò a raccontargli.
-Devi sapere che io ho avuto un periodo molto felice della mia vita, allietato dagli abbracci della mia mamma e dal tempo passato con tuo fratello. Avevamo un rapporto stupendo, nonostante io avessi 7 anni e lui il doppio…
Ci divertivamo, ogni tanto mi allenava, ma passavamo la maggior parte del tempo a casa mia. Poi, nel giro di pochi mesi, quelle due figure importanti della mia vita, svanirono.
Mia madre morì durante il parto nel qual venne alla luce la mia sorellina Hanabi. Poco dopo quella perdita dolorosa, Itachi venne a trovarmi (flashback) “”Hina, piccolina, non piangere dai, calmati.”
“Itachi, la mia mamma non c’è più! Perché?” “Hina, Hina, a volte le persone fanno cose brutte e per questo vengono puniti…
La tua mamma invece, ha fatto una cosa tanto bella e ne ha ricevuta una brutta,e questa è un’ingiustizia. Fatti abbracciare” “E chi punisce la Morte, che ha portato via la mia mamma?”
“A volte si può punire, altre volte invece bisogna solo capire e superare. Perdonare, insomma. Le persone forti perdonano. Tu sei forte.””
In seguito di Itachi ho saputo sempre meno… e dopo un paio di mesi, la brutta notizia: tuo fratello aveva ucciso la sua famiglia, lasciando te, ed era scappato.
Tutti lo chiamavano traditore, io lo chiamavo fratello. Lo capivo. Sapevo che non avrebbe mai fatto una cosa del genere se non fosse stato costretto. E lo perdonavo.
Dopo del tempo, venni a sapere che gli Uchiha avevano intenzione di fare un rivolta contro Konoha, ed allora capì che Itachi era diventato il “Punitore”. Un brutto ruolo, purtroppo.-
Gli occhi di Sasuke stavano per riempirsi di lacrime, nel ricordo di quel fratello tanto buono quanto incomprensibile e che solo negli ultimi mesi, aveva imparato a conoscere.
Si sedette e si prese il viso tra le mani, per un attimo di perduta compostezza. Poi si riprese e guardò attentamente la donna che aveva di fronte. Suo fratello l’aveva resa sua sorella, in qualche modo.
Hinata, in una voce dolce e comprensiva, in un soffio disse - noi possediamo entrambi un’abilità innata. Noi ci capiamo…con gli occhi- le stesse parole pronunciate così duramente da Sasuke, ora apparivano più vere che mai.
-Hinata, io poi sono andato avanti in un modo, e questo lo sappiamo entrambi. Ma dopo che Itachi se n’è andato…tu.. che strada hai preso?- disse Sasuke, addolcito.
- Mi ero persa. – disse Hinata, in uno strano sorriso.
-Tu?- si stupì Sasuke.
- Esatto. Ero nel buio. Ma qualcuno è arrivato di colpo, ed ha illuminato la mia vita ogni giorno di più.-
I due si guardano e dissero all’unisono –Naruto.- poi Sasuke continuò. -Fammi un favore, trovamelo. Io vi aspetterò alla cascata, a Nord Est.- il suo sguardo si fece più duro –Dobbiamo risolvere delle questioni in sospeso. Vai.-
-Sasuke, ti prego non…-
-VA!- la interruppe con un grido Sasuke. Quel racconto gli aveva spezzato il cuore, ma era ancora deciso a compiere vendetta. –A quanto pare gli Uchiha sono destinati ad essere i “punitori”. Va.-
Hinata gli si avvicinò. –Va!- urlava ancora Sasuke. Hinata, di fronte a lui, posò sulla fronte di Sasuke la sua mano e disse –Vado, ma tu, mentre combatti, ricorda le mie parole e ricorda che se tornerai al Villaggio,
ci saranno tante persone pronte ad abbracciarti. E ci sarò anche io. Perché sei appena diventato il fratello che non ho mai avuto. E perché mi ricordi tanto Itachi…- Detto questo lei si allontanò in corsa.
E Sasuke, che con i suo compagni si stava avviando verso est, penso che con quel gesto era lei, a ricordargli Itachi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Coraggio ***


Cap 2 “Coraggio”
Hinata correva all’impazzata, pensando ad Itachi. Quel fratello/amico gli aveva insegnato così tanto in poco tempo. Aveva imparato a perdonare.
Pensò, che era appena riuscita a perdonare l’assassino di Itachi. E lo aveva addirittura nominato come suo fratello. Aveva ragione Sasuke…stessi occhi, si comprendono.
Era sicura che Sasuke e Naruto sarebbero tornati entrambi al villaggio, vivi. Mentre pensava, non si era accorta che il suo corpo si muoveva quasi da solo, automaticamente.
Ed aveva trovato Naruto. Lo aveva trovato svenuto e sanguinante. In fretta Hinata strappò un lembo della sua maglietta e la usò per fermare l’emorragia.
Poi cominciò ad applicare l’arte medica. Doveva fare in fretta, pensò. Se c’era un momento giusto per salvare Sasuke, era quello. Le sue parole,quel nuovo legame, lo avevano inciso, se ne era accorta.
Ma non bastava. Le parole di Naruto, invece, lo avrebbero riportato alla ragione.
-Hinata…dove sono?- sussurrò Naruto.
-Ancora sul campo di battaglia. Ti senti bene?- chiese Hinata.
Naruto la guardò dolcemente e invece di risponderle, le chiese –come mai ci sei sempre tu a salvarmi, ultimamente?-
-Sinceramente non lo so Naruto. Forse perché ho trovato il coraggio di venirti incontro…-
-Scusami se non abbiamo avuto il tempo di parlare di quello che mi hai detto durante la battaglia con Pain ma….-
-E non abbiamo tempo neanche ora, Naruto.- lo interruppe lei –Ho incontrato Sasuke.- e gli raccontò gli ultimi avvenimenti. Poi riprese –Quindi devo sbrigarmi a sistemarti un po’- disse, fancendolo appoggiare su un grosso masso e continuando a curarlo.
Ora si trovavano molto vicini.
-Hinata, ridillo, ed avrò un motivo per tornare a casa vivo. Hinata, dimmi cosa mi hai detto prima di farti quasi ammazzare, poco tempo fa…-
-Naruto, io ti amo.- disse lei, rossa in viso, mentre Naruto la cingeva tra le braccia e, con le mani nei suoi lunghi capelli, posava le labbra sulle sue e la baciava con tale intensità, da far sembrare di rinascere.
-io vado ad est, Hinata. Tu salvati, torna dagli altri…-
-Mai. Vengo con te. Ma prima, devo mandare una mia copia per andare a prendere qualcuno…-
-Chi?-chiese Naruto.
-Sakura-chan. Lei lo deve sapere cosa stai per fare.-
-Ma sei diventata matta? Se lo vede, entrerà nel combattimento e si farà ammazzare!!
-No invece. Ha fiducia in te e sa che solo tu puoi salvarlo. E se tu e Sasuke finite in fin di vita in mezzo alla foresta e non ci sarà nessuno per offrirvi soccorso, sarà stato tutto inutile. – Hinata si fece pensosa
–Con Sasuke ci sono due individui e da quello che ho visto col byakugan, sono piuttosto forti e in forma. Potrebbero mettersi tra te e Sasuke, o impedirci di riportarlo al villaggio. Bisogna formare una squadra.-
-Ah.. va bene. Mi hai convinto, ma mi devi promettere che starete a debita distanza.
-Certo- disse Hinata creando una sua copia –Non ho intenzione di intromettermi!-
Detto questo Hinata seguì Naruto verso est, dividendosi dalla sua copia che andava nella direzione opposta.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Vivo ***


La copia di Hinata riuscì velocemente a trovare Sakura, Shikamaru, Ino e Choji. Raccontò loro ogni cosa e  decisero che sarebbero partiti insieme. Sakura era stranamente silenziosa.
-Sei riuscita a capire le tattiche degli amici di Sasuke? Sarebbe utile.- disse Shikamaru.
-Mi dispiace, ma non ho avuto modo di vederli in azione. Mentre io parlavo con Sasuke, loro stavano in silenzio a pochi metri.
-Io sinceramente non credo che Sasuke tornerà. Non vivo almeno! È un traditore.-disse Ino.
-Naruto lo riporterà vivo.- disse Hinata.
-Non saprei… Insomma, Sasuke utilizza fuoco e fulmine, lo sharingan, le trasformazioni grazie al segno maledetto di Orochimaru ed è in grado di risvegliare il Susanoo.-
-Naruto invece utilizza il vento, il rasengan e le sue evolizioni e soprattutto il Kyuubi. Senza contare la sua forza di volontà! Ha fermato questa guerra e….
-Smettila Hinata! Io li conosco. E voi non vi rendete conto che finiranno entrambi morti. Ho visto la determinazione di Sasuke. Lui vuole uccidere Naruto, non aspetta altro!
Per questo ho cercato di fermarlo. Mai avrei voluto che l’uomo che amo cercasse di uccidere il mio migliore amico. Mai.- disse Sakura, stupendo tutti e anche se stessa. Si scoprì impaurita.
Calò il silenzio. Poi Choji, che fino a quel momento non aveva aperto bocca disse –Credo… emh… che dovremmo andare.-
-Hai ragione Choji. Scusatemi.- disse Sakura, e si mise in testa al gruppo, raggiunta da Hinata.
Intanto Naruto e Hinata avevano percorso molta strada e già sentivano una cascata. Si fermarono.
-Hinata, noi ci separiamo qui. Spero di uscirne vivo… Se io non dovessi tornare, promettimi che sarai felice con un'altra persona.
Hinata si rifugiò tra le sue braccia, e lo strinse forte. Piangeva.
–Non darmi un addio! Tu tornerai, vivo. Sono stata troppo distante da te, in questi anni. Ed ora che ti ho trovato, non voglio perderti.
Sciolsero l’abbraccio e si guardarono. Poi, Hinata si rifugiò su di un albero e Naruto si avvicinò alla Cascata.
“Non posso perderti.” Pensò Hinata. “E non ti perderò. È una promessa.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Bianco e Nero ***


Cap 4 Bianco E Nero

-Sasuke, sono arrivato.
-Lo so- lo sorprese lui arrivandogli alle spalle con un kunai. –Ben arrivato.
Naruto si spostò.
–A quanto pare, siamo destinati a incontrarci in mezzo all’acqua. Anche 3 anni fa, eravamo ad una cascata.-
Sasuke prese la sua spada e lo guardo in silenzio. Intanto Sakura, Ino, Shikamaru e Choji raggiunsero Hinata.
-Sasuke. Hai ottenuto il tuo scopo. Ti senti felice? Non credo. La vedetta porta ad altra vendetta, l’odio porta altro odio. Bisogna solo spezzare la catena e…
L’Uchiha si avventò su di lui, con la spada di fulmine. Naruto estrasse velocemente il suo kunai del vento e lo bloccò.
–Non ho voglia di combattere Sasuke, ma anche se tu dovessi spezzarmi gambe e braccia, io ti porterò in dietro!
-Tu sei solo un bambino, che ha tutto! Tu sei la luce ed io sono l’ombra. Perché ti ostini a inseguirmi? Tu sei solo una testa quadra che non ha il coraggio di ammettere che non siamo amici!- disse Sasuke in preda alla rabbia, mentre cercava di colpirlo.
-Quello che ho, i miei amici, me lo sono guadagnato in tutta la vita perché lo volevo! Io so che tu vuoi la stessa cosa, ma non hai le palle per ammetterlo! Chi è che non ha il coraggio dimmi!- disse Naruto, scagliandosi su di lui. –Io sono tuo amico. E lo sarò sempre, come gli altri del villaggio! Pensa a Sakura!- Notò il dolore di Sasuke a sentire quel nome. Lo sfidò - Altrimenti, che motivo avresti per essere qui? Vuoi solo farti convincere a tornare.-
-Zitto Uzumaki! Che ne sai tu? Adesso basta! Ci rimangono poche energie. Avanti, utilizziamo i nostri attacchi migliori e mettiamo fine all’incontro.- Disse Sasuke, attivando il Susanoo e preparando il suo migliore mille falchi.
Naruto invece, invertì il chakra con quello del Nove Code e divenne un lampo giallo. Preparò il RasenShuriken più potente che avesse mai fatto. Come anni prima, i due si sfidavano con le loro armi migliori, anche se mutate.
Si colpirono.
Lampi, prima neri e poi bianchi, bloccarono la vista ai cinque spettatori. In un attimo, la Cascata era scomparsa.
Sakura e Hinata, corsero fuori dal loro nascondiglio e corsero alla ricerca dei corpi dei loro amati.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Disperazione ***


Cap 5  Disperazione
-Sasuke….- Naruto, stremato, chiamava l’amico. Lui non rispondeva. Si alzò. Non riusciva a stare in piedi. Si rese conto di perdere molto sangue. Ma questo non contava: doveva trovare l’amico.
–Sasuke- richiamò, a voce più alta. Lo vide in lontananza, a terra. –Sasuke!- chiamò ancora, a gran voce. Si avvicinò. Sentiva un rantolo provenire da quel corpo inerme. Si avvicinò ancora, trascinandosi a malapena.
-Na-naruto….- bofonchiò Sasuke, senza forze.
-Oddio, oddio. Che cos’ho fatto! Sasuke, ti senti bene?
L’amico era in una pozza di sangue. Sasuke guardava il suo amico. Con voce roca gli disse
–Avevi ragione su tutta la linea. Hinata e Itachi hanno saputo perdonare e se ci provo, anche io posso farlo. Non avevo…ah….non ho più motivo per essere qui, non volevo farti del male…
Che stupido che sono… Sono un vigliacco. Non avevo…..ah…. il coraggio di ammetterlo.- i suoi occhi, come quelli di Naruto che era chino su di lui, si riempirono di lacrime. –Perdonami Naruto, non ho avuto il coraggio di essere felice.
-Sasuke ti prego non è finita resisti! Sasuke!!!- Naruto gridò,vedendo gli occhi dell’amico che si chiudevano.
Hinata e Sakura arrivarono.
–Naruto spostati!- disse Hinata mentre accorreva per offrire soccorso.
–Spostati!- Disse ancora mentre lo spingeva via e si chinava su Sasuke.
Sakura piangeva. Rimaneva immobile.
–Sakura-chan! Vieni devi fare qualcosa- disse Hinata mentre la guardava. –Sakura!!!- gridò.
-Alzati Hinata, ci penso io a Sasuke.- disse Sakura mentre si muoveva lentamente. –Anche Naruto perde sangue, occupati di lui.- e intanto, si chinava lentamente e applicava l’arte medica.
-Sakura-chan, stai bene…?- chiese Naruto, mentre Hinata lo curava.
Sakura sembrava un automa. Poi, mentre il bagliore del suo chakra rischiarava quella sera tremenda, le lacrime le rigarono il viso.
 –Dove sono Ino, Shikamaru e Choji? Devono assolutamente portare qui l’hokage! Io non posso salvarlo- disse Sakura gridando, in preda al terrore.
-Loro stanno controllando che gli amici di Sasuke non si avvicinino. Non possiamo mandarli da Tsunade.- disse Hinata. –C’è la puoi fare Sakura. Devi farcela.
-No se non vieni qui ad aiutarmi!- le urlò contro Sakura.
-Arrivo. Io mi occupo di questa ferita all’addome mentre tu cerchi di fermare l’emorragia vicino al cuore, va bene?
-Certo.
Naruto guardava in silenzio le due donne che, come api operaie, si avvicendavano per salvare quella vita, disperatamente.
E pensava che era lui, ad aver spezzato quella vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Finalmente la fine. ***


Cap 6 Finalmente la fine
Dopo mezzora il cuore di Sasuke batteva ancora, ma non erano riusciti a svegliarlo.
Così Shikamaru se lo caricò sulle spalle, Hinata dava una mano a camminare a Naruto e con tutti gli altri, avevano preso il cammino verso la base del loro esercito, la base medica.
Dopo non molto, Sasuke era nelle mani sicure di Tsunade. A piano a piano tutti tornavano ai propri villaggi. I kage però, non sapevano cosa fare con Sasuke.
Era un traditore, ma in questa guerra non si era definito bene. Lo dovevano riportare a Konoha, o lasciarlo al suo destino? Stavano dibattendo da ore, ed erano due contro tre.
Secondo Gaara e Tsunade infatti, andava rimpatriato. Gli altri invece, lo volevano morto. All’improvviso, Naruto fece irruzione nella sala riunioni.
Era pieno di bende e camminava a stento con le stampelle, ma questo non l’aveva fermato.
-Lui deve tornare a casa, è un eroe, esattamente come me!- urlò Naruto a gran voce.
-Ma che dici, ragazzo?- disse il Raikage –Ha quasi ucciso Killer Bee e in più a sfidato tutti alla riunione dei kage!
-Lui ha tolto l’edo Tensei! Non avremmo vinto altrimenti. Ho le prove.- disse Naruto, e fece un cenno ad Hinata. Lei entrò, accompagnando i compagni di Sasuke, che era stati abilmente catturati dal team Ino-Shika-Cho.
I due vennero interrogati dai kage. Insieme i Kage decisero di riammettere Sasuke al villaggio ma tenuto sotto stretta sorveglianza. E mentre loro decidevano del futuro di Sasuke, lui non si era ancora risvegliato.
Sasuke era in coma.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Tornati a Konoha ***


Cap 7 Tornati a Konoha
Il villaggio era in festa. Si era deciso che, non appena si fosse finito di ricostruire la città, sarebbe cominciata una festa che sarebbe durata giorni e giorni.
Tutti quanti collaboravano alla ricostruzione della città, a parte due giovani ragazzi che avevano riportato ferite gravi. Sasuke e Naruto erano stati messi nella stessa stanza.
Naruto si stava riprendendo bene ma dopo tre giorni dalla fine della guerra, l’Uchiha non si era ancora risvegliato. Tsunade lo visitava abitualmente e diceva che era solo questione di tempo.
Sakura invece, non aveva ancora trovato la forza di andare a visitarlo. La ragazza era convinta che, se solo fosse stata più decisa, Sasuke sarebbe stato salvo.
Inoltre era arrabbiata con lui, con Naruto e anche con Hinata.
Non sarebbe mai entrata in quella stanza. Hinata invece, dopo aver aiutato il padre a costruire la loro casa per buona parte della giornata, cucinava qualcosa di buono per Naruto e prendeva un fiore da Ino per Sasuke.
Quella sera Hinata aveva avuto più tempo e, chiesta la ricetta al chiosco preferito di Naruto, Aveva cucinato per un’ora il Ramen e lo aveva portato da lui.
-Ma questa è una meraviglia!! Sei davvero una donna da sposare Hinata-chan.
-Emh, grazie Naruto-disse Hinata arrossendo in volto- Sasuke non si è ancora svegliato?
-No… Hinata, toglimi una curiosità… Tu eri innamorata di Itachi?- Naruto sembrava irritato.
-Ma come ti viene in mente! Ero una bambina e Itachi era come un fratello per me.- rispose lei, flettendo la schiena e facendo una smorfia di dolore.
-Cos’hai Hinata? Mal si schiena?
-Già… Me la spacco tutti i giorni per aiutare la mia famiglia e poi la sera mi tocca dormire in tenda.
-Dormi con me, stanotte.
-Eh?- Hinata si stupì così violentemente che per poco non cadeva dalla sedia su cui si stava riposando.
-Sono serio. Dormi con me. Il letto è abbastanza grande per accogliere entrambi, se ci stringiamo.
-Mah.. io non credo che sia..- Hinata si bloccò, perché Naruto l’aveva afferrata da un braccio ed attirata a sé.
Si ritrovò accanto a lui sul letto, con la faccia a pochi centimetri da quella di Naruto. Il suo respiro caldo le metteva i brividi.
-Vedi, si sta comodi! Spengo la luce e dormiamo.
-Hmmm, va bene…- disse Hinata, arrossendo violentemente.
-Ma, Hinata, ti sembra normale dormire con questa grossa giacca?- disse Naruto, mentre gliela sfilava di dosso. Lei stava per svenire. Naruto invece, la osservava con meraviglia.
Il corpo formoso di lei, quei lunghi capelli neri e quegli occhi, dalle lunga ciglia e dallo sguardo dolce di un color perla, si esaltavano al chiarore della Luna.
Si stupiva se pensava che quella stupenda ragazza, prima dolce e insicura, era stata capace di meraviglie in questi mesi. Lo aveva salvato tante volte, aveva combattuto in una guerra
ed era riuscita dove 5 kage non avevano avuto successo: aveva fermato Uchiha Madara.
E quello splendore, era innamorata di lui da anni. La strinse a se e con la bocca sul suo collo le chiese
–Hinata, ma fra tanti, perché ami proprio me? -
Lei si scosto leggermente e lo guardò stupita –Ma non ti rendi conto, della persona meravigliosa che sei? Tu sei forte, sicuro, volenteroso, testardo, amichevole, fiero, coraggioso e chi più ne ha più ne metta!
-Ma io Hinata,ho anche un lato oscuro… -
Hinata, nel buio, lo guardò negli occhi blu.
-Lo so, e amo anche questo lato. Tu hai paura di perdere le persone che ami. Sei possessivo. Provi rancore, verso la gente che ti ha disprezzato… -venne di nuovo interrotta.
Naruto la aveva abbracciata. -Grazie. – disse Naruto, commosso.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Abbracciami ***


Cap 8  Abbracciami
La porta si aprì lentamente. Sakura aveva con se un mazzo di fiori e grazie alla luce che veniva dal corridoio, vide Naruto e Hinata che la guardavano imbarazzati e stupiti. Hinata si alzò velocemente.
–Sakura-chan come mai qui a quest’ora?-
-Voi piuttosto, che fate? Considerate la stanza di un malato grave il vostro nido d’amore?
- E’ anche la mia camera questa, Sakura. –intervenne Naruto- e tu ti presenti a quest’ora dopo non essere passata nemmeno una volta in 3 giorni, nonostante tu lavori qui?
-Cosa vuoi Naruto?- Sakura alzò la voce –Io sono arrabbiata con tutti voi! Tu, è colpa tua se Sasuke è in fin di vita ed ora si trova in questo ospedale!
-Io l’ho riportato qui!-si difese Naruto. –Tu l’hai ammazzato!- gridò Sakura. Poi indicando Hinata –E tu.. Mi rendi invidiosa! In poco tempo sei riuscita ad instaurare un legame con Sasuke,
mentre io sono rimasta con un pugno di mosche!- cominciò a piangere – voi…avete ucciso l’uomo che amo…siete assassini…voi avete tutto e io nulla… e…-
-Sakura. Smettila.- Questa voce, così dura, veniva da Sasuke che si era risvegliato e aveva assistito a tutta la scena. Gli altri tre, lo guardarono stupiti. Sakura pianse ancora più forte, gurdandolo.
Sasuke si intenerì a vederla tanto distrutta dal dolore che provava. Poi le disse
–Non sono morto. E se vieni qui ad abbracciarmi, forse lo capisci.-
Sakura piangeva e si lascio cadere sul posto, con le ginocchia a terra, si prese il volto tra le mani e continuò a piangere, stremata. Sasuke si alzò, andò di fronte a lei, si inginocchio e prese le sue mani.
Guardandola negli occhi disse –Abbracciami, bellissima-
Naruto si alzò e disse a Sasuke –Ben tornato amico mio.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Riunione e decisioni importanti ***


Cap 9 Riunione e decisioni importanti
Quella sera era rimasta nella storia. Ogni giorno, i quattro si radunavano in quella stretta camera d’ospedale a parlare, ridere e scherzare. Dopo 10 giorni dalla fine della guerra,
Sasuke era coricato e Hinata sedeva ad una sedia poco distante. Sakura lavorava e Naruto era stato portato a fare una passeggiata dall’infermiera nell’ospedale.
-Sasuke, ma tu hai perdonato la Foglia?
-Lo devo fare, perché mio fratello e mia sorella mi hanno detto che perdonare è da persone forti.-
-Sorella?- Hinata non capiva.
-Hai detto che consideravi Itachi un fratello, giusto?
-Giusto.- confermò lei, che non capiva dove Sasuke volesse arrivare.
-Beh, io sono davvero suo fratello. E quando se ne è andato, non mi ha lasciato solo, avevo te che mi guardavi da lontano, anche se non lo sapevo.- disse lui, stringendole una mano –Tu sei la mia famiglia ora.-
Hinata si commosse e con la mano libera, si asciugò una lacrima –Oh Sasuke, io sono onorata, davvero!
-Ho perso tanto tempo a odiare le persone, ora devo cominciare ad amare. Il mio cuore l’ho già promesso ad un'altra- sorrise- a te, sorellina, dico che ti voglio bene.
Hinata lo abbracciò –Anche io!- poi scoppiarono in una risata.
Naruto entro proprio in quel momento. –Che fate?- disse avvicinandosi alla finestra.
–Stavamo solo parlado un po’!- rispose Sasuke.
Naruto osservo il paesaggio. Gli edifici principali erano già finiti e le case prendevano forma. Presto sarebbe tornato tutto alla normalità.
Sakura corse in camera e disse -Tsunade ci vuole vedere tutti e quattro. Subito!- disse aiutando Sasuke ad alzarsi.
I quattro camminarono fino all’ufficio di Tsunade, dove trovarono gli Anziani e il maestro Kakashi, che salutò tutti con un cenno del capo.
-Ragazzi, io e Kage abbiamo parlato a lungo della situazione di Sasuke, che poi ho approfondito con i presenti. Sasuke, tu sei desideroso di rientrare attivamente nel villaggio?
-Ho fatto un errore grosso signora Tsunade, ma sono pronto a pagarne le conseguenze.- disse Sasuke.
-Bene. Io allora ti annuncio che il villaggio a deciso di reintegrarti a patto che tu, Sasuke Uchiha, prometta fedeltà al paese, obbedisca a tutti gli ordini e sia sempre disponibile.
La tua condotta dovrà essere esemplare. I tuoi superiori e compagni di squadra mi faranno sempre rapporto e in più ti affido un supervisore. – Tsunade si alzò. 
–Il supervisore dovrà far parte attivamente del team 7 che, con 5 membri e un capitano contando anche Sai, sarà rinominata Team A, utilizzato solo in missioni speciali. Nomino supervisore Hinata Hyuga. Obiezioni?-
I quattro ragazzi sorrisero, a loro andava più che bene. Poi Sasuke fece un passo avanti, si inchinò e disse
–Ringrazio umilmente per la seconda chance,  Hokage. Non ve ne pentirete.-

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Il mio sogno ***


Cap 10 il mio sogno
Il giorno dopo, Sasuke stava passeggiando nel giardino dell’ospedale con Sakura. Si stava riprendendo davvero bene. Tsunade gli aveva detto che quel coma era stato tanto prolungato a causa della sua stanchezza accumulata e non per le ferite riportate durante lo scontro con Naruto. In ogni caso, doveva fare del movimento prima di essere dimesso, e avrebbe dovuto aspettare altre due settimane per poter ricominciare gli allenamenti. Naruto era stato dimesso ma, dato che non aveva un posto dove dormire, era rimasto nella stanza con Sasuke e presto avrebbe cominciato a dare una mano a ricostruire il villaggio. Sakura gli camminava molto vicino e lentamente, al passo col lui. Intanto lo guardava strabiliata. Quel ragazzino malinconico con cui era stata molto tempo in squadra ora era diventato un bellissimo uomo forte e sano. Era piuttosto alto, fisico statuario, il viso di allora si era assottigliato e, pensando ai momenti passati quando erano nemici e cercavano di ammazzarsi l’un l’altro, ora Sasuke le sembrava più contento anche se quella malinconia non lo abbandonava. Per errore proprio, Sasuke aveva ucciso il fratello. Mano a mano aveva anche scoperto che tante persone lo conoscevano meglio di lui. Addirittura una Hyuga, aveva avuto un rapporto migliore con Itachi che quello che lui aveva col fratello.
-A cosa pensi, Sakura?- le chiese Sasuke, leggermente preoccupato.
-Pensavo a Hinata e te, Sasuke.
-Cosa c’è Sakura, sei gelosa?- Sasuke aveva un’espressione strafottente.
-Non posso essere gelosa, se non stiamo insieme…- rispose lei, con un aria sconfortata. Calò un silenzio imbarazzante per un attimo. Poi Sakura continuò.
–Come mai hai deciso di intraprendere questo legame con Hinata?
Sasuke la guardò. –Non dirò di nuovo che sei gelosa.. In ogni caso, lei è quello che Itachi mi ha lasciato. Non posso metterla da parte. Soprattutto perché lei conosceva bene mio fratello e attraverso il suo vissuto, io potrò conoscere meglio Itachi. È un occasione imperdibile, capisci?
-Si lo capisco. Non farti coinvolgere troppo però. È come lo vedeva lei, non come lo vedevi tu.
Sasuke non rispose, ma la guardò in silenzio. Poi l’afferrò per un braccio e la spinse nel retro dell’ospedale.
-Sasuke ma che fai?- si stupì lei, mentre Sasuke la spingeva contro un muro e le dava un bacio leggero sul collo. Sakura ebbe un fremito. Poi Sasuke la guardò e le disse. – Tu non immagini quanto io ti abbia pensato in questi anni, quanto desiderassi tornare da te. Quando mi abbattevo nella mia stanza, nel covo di Orochimaru... il tuo ricordo mi uccideva! Distruggeva tutto l’allenamento che cercavo di fare lontano da te e dal villagio, distruggeva la mia ambizione di vendetta! Tu…tu sei la parte buona di me.
Sakura si stupì delle ultime parole pronunciate dal ragazzo, ma nel suo discorso aveva parlato di qualcosa che voleva approfondire. –Sasuke, hai parlato di “ambizione” ma nella vita si deve aspirare a qualcosa di più grande. Qual è il tuo sogno?- Sasuke ci pensò un attimo, con una faccia serissima. –Il mio sogno, Sakura-chan, è ricreare il mio clan. Voglio una famiglia numerosa e soprattutto, voglio essere un buon padre, un buon fratello e un buon marito.- Poi la guardò dolcemente, uno sguardo che non aveva mai avuto. –Chissà chi sarà la sfortunata- e sorrise, carezzandole il volto e dandole un bacio appassionato.
-Io ti amo, Sasuke. Non ho mai smesso.- disse lei, sussurrando.
-Ti amo anch’io, Sakura. E vorrei gridarlo al mondo!- disse lui, felice.

Ecco qui un nuovo capitolo. Spero che vi piacciano! Ringrazio tutte le 326 persone che solo oggi hanno letto la mia ff! Grazie di cuore!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Devi capirlo. ***


Cap 11 Devi capirlo.
Naruto e Hinata furono sorpresi di vedere Sasuke e Sakura entrare nella stanza mano nella mano. Sakura sorrise ai due, che erano appoggiati alla finestra. Poi aiutò Sasuke a coricarsi. Naruto, che intanto si era voltato verso la finestra, assunse un espressione di estrema serietà che era difficile da vedergli in viso. Si stava preparando per un discorso difficile. Hinata lo capì, e allora si sedette sulla solita sedia accanto al capezzale di Sasuke. Sakura invece, stava tranquillamente preparando della spremuta per i presenti, e non si era accorta di niente. Naruto non si girò, mentre cominciava a parlare.
 –Sasuke, che cos’hai intenzione di fare?
-Che intendi?- rispose lui, mentre assumeva lo stesso tono serio.
-Se ti conosco abbastanza, non sei il tipo che abbassa volentieri il capo davanti a un superiore. Tsunade ti ha detto che devi stare attento, con due piedi in una scarpa. Ma tu cos’hai intenzione di fare?
Sasuke assunse uno sguardo strafottente. –Dato che me lo hai chiesto, sono felice di dirti che a me non me ne frega niente di quello che pensano gli altri! Farò quello che voglio quando mi pare e piace e nessuno potrà dirmi “a”.- Naruto si girò e lo trafisse con gli occhi. Alzò un poco la voce e disse -Ma tu ci tieni veramente a stare qui con i tuoi amici? Non vorrei essermi sbagliato giorni fa.
-Oh Naruto smettila dai. Lo voglio, ma non mi lascerò mettere i piedi in te…
-Devi invece!- Lo interruppe violentemente Naruto.- Smettila di fare il bambino è assumiti le tue responsabilità! Le persone forti si assumono la responsabilità dei propri errori. Devi capirlo!- Naruto era molto arrabbiato e tirò un pugno alla tastiera del letto. Sasuke si immobilizzò, stupito. Hinata trasalì dalla paura e mise la testa fra le mani, come faceva tempo prima quando suo padre Hiashi gridava contro Hanabi. Sakura invece, fece cadere i quattro bicchieri di vetro. Naruto si ricompose.
-Devi capirlo Sasuke. Devi farlo per le persone che ti vogliono bene. Devi rimanere qui.-  detto questo, se ne andò.
 

Non poteva rifugiarsi da nessuna parte, con il villaggio in costruzione e così Naruto andò a sedersi su una panchina un po’ nascosta nel giardinetto dell’ospedale. Si era fatta sera e non c’era più nessuno a passeggiare. Si sedette e pensò che non era così, che avrebbe dovuto dirglielo. Aveva avuto una reazione spropositata, ma era solo perché al suo migliore amico ci teneva molto. “Se lo perdessi di nuovo, e sta volta per sempre, perché sarebbe bandito dal villaggio, io cosa farei?” pensò Naruto “In questi mesi ho perduto e rischiato di perdere troppe persone. Ho perso Jiraya.. Ho incontrato e definitivamente perso i miei genitori. Ho rischiato di perdere tutti i miei amici, di vederli morti, solo perché dovevano proteggermi. Ora che Sasuke è tornato, non lo posso perdere!”. Le lacrime rigavano il suo volto, quando una voce dolce alle sue spalle lo raggiunse. –Sasuke e Sakura sono preoccupati per te, Naruto. E io più di loro. – Disse Hinata, sedendosi al suo fianco. Lo guardò ancora più dolcemente di come gli aveva parlato e gli disse –Naruto, abbiamo capito tutti perché ti sei arrabbiato. Stai tranquillo, da oggi in poi non perderai nessun altro e non sarai più solo!- Naruto esplose in un pianto disperato, rifugiandosi tra le braccia calorose di Hinata. Si era finalmente reso conto che c’era qualcuno che ci sarebbe sempre stato per lui, anche se tutti gli altri lo avessero abbandonato. E che lui, era sicuro di poter fare lo stesso per questa bellissima ragazza. 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Conoscersi meglio ***


Ci tengo molto a questo capitolo e vorrei davvero sentire le vostre opinioni, quindi, Recensite, Recensite, Recensite! Un bacio alle seicento persono che leggono e uno ancora più grande a chi ha messo la mia FF tra le seguite! Grazie!

Cap 12 Conoscersi meglio
Naruto, finalmente, aveva avuto il consenso di Tsunade per andare ad aiutare a costruire il villaggio. Così, quella mattina si sveglio presto, si diede una lavata e salutò Sasuke. Percorrendo strada, Naruto cominciava a familiarizzare con tutti quegli edifici nuovi. Si sentiva stranamente euforico all’idea che avrebbe costruito il villaggio di cui un giorno sarebbe diventato l’Hokage. Piano a piano che camminava, la gente lo riconosceva, lo salutava, lo ringrazia e donava alimenti o abiti. Erano tutti contenti di rivederlo finalmente in piedi.
-Ma guarda chi c’è!!!! Il mio grande amico Naruto!- Naruto non si stupì a sentire quella vivace voce alle sue spalle. Rock Lee gli saltò sulla schiena, facendo gridare Naruto di dolore che poi però cominciò a ridere.
-Ehi Lee come stai?- disse Naruto abbracciandolo.
-Io bene, e tu fra poco ancora meglio!! Vieni con me.- disse Rock Lee tirandolo per un braccio e cominciando a correre.
-Ma dove mi porti Rock Lee!! Frena!!
-Non posso o faremo tardi!
Rock Lee lo portò di corsa vicino al centro della nuova città. C’era una folle enorme! Tra cui padre e figlio falegnami che aveva aiutato tempo prima di partire. Li salutò, ma non capiva cosa stava succedendo. Tutti lo chiamavano, ridevano, lo applaudivano. Naruto si sentiva stralunato. Poi, dalla folla, uscì Konohamaru, con un sorriso a 32 denti. –Naruto!! Quanto tempo che non ti vedo. Amico mio, sono contento di essere il portavoce del popolo in questo momento. Vedi, tutti qui ti ringraziano per aver salvato più volte il nostro Paese e siccome tu sei il nostro eroe, tutti qui hanno lavorato in queste settimane per darti una nuova stupenda casa! Guarda Naruto!- le massa si divise in due parti, in modo da far vedere a Naruto quella nuova casa, bellissima e colorata. Naruto sgranò gli occhi di fronte a quella meraviglia. Non ci poteva credere. Avevano realizzato una casa di due piani solo per lui, nonostante fosse in completo stile giapponese. Davanti la porta c’era Kakashi. –Maestro ma… che cosa sta succedendo?
-Questa è casa tua Naruto! Ringrazia tutti e vieni dentro, che dobbiamo parlare.- rispose Kakashi.
Naruto si voltò verso tutta quella gente, ma non sapeva che dire –Io.. Io vi ringrazio dal profondo del cuore, non meritò tutto questo. Grazie!
La gente ricominciò ad esultare e ad invocare il suo nome mentre il maestro Kakashi portava in casa Naruto.
-Wow! Questa casa è meravigliosa ed è così…. accogliente.
-Sono contento di sentirtelo dire Naruto. Vedi, per fare questa casa, compreso l’arredo, ho sfruttato quello che ricordavo della casa dove vivevano i tuo genitori. Questo piano Naruto, è identico alla casa di Minato e Kushina. Anche il luogo dove si trova è esattamente quello di 16 anni fa. Il piano di sopra invece è una aggiunta. Servirà in caso tu decida di avere una famiglia o di ospitare persone.
Naruto, mentre lo ascoltava emozionato, si muoveva lentamente nella casa, toccando e ammirando i mobili, la cucina ed ogni piccolo dettaglio.
-Ho trovato delle foto dei tuoi genitori e dei piccoli oggetti dei tuoi genitori. Sono tutti in una scatola sul tavolo. Ora ti lascio solo.
-Grazie maestro Kakashi. Ne avevo davvero bisogno.
Naruto passò tutta la sera a guardare quella casa bellissima, a sistemare le poche cose che aveva nella camera dei suo genitori. Quando finì, si sedette al tavolo e svuotò molto lentamente lo scatolone. Aveva quasi paura di danneggiare le tracce dei genitori da quegli oggetti. C’era un album fotografico dei genitori. Lo sfogliò. Poi c’erano altre foto sparse, un orsacchiotto che a quanto pare era destinato a lui, un portagioie della madre ed infine, una bellissima foto incorniciata dei suoi genitori. La mise accanto al suo comodino. Poi, distrutto da quella valanga di emozioni, si mise a dormire. Tutte quelle foto, quella casa.. Da li emergevano i loro lati migliori. Che bellissimi genitori che avevano perso. Il giorno dopo si alzò tardi e non uscì un attimo da casa sua, quella meraviglia di casa. Leggeva, pensava, guardava foto, scopriva oggetti oppure semplicemente si riposava sul divano. Sasuke era molto preoccupato, perché non sapeva nulla degli avvenimenti del giorno prima. Era convinto che Naruto tornasse a dormire mentre così non era stato e il giorno dopo nel tardo pomeriggio non si era fatto vedere. Fortunatamente Hinata passò a trovarlo.
-A, beh, Naruto ieri ha ricevuto una bella sorpresa. Vedi il villaggio ha fatto una casa per lui.
-Hmmm bello. Ma come mai allora non è passato?
-Non saprei, Sasuke. Forse aveva bisogno di tempo per sistemarsi..
-E secondo te non sarebbe passato a darmi la lieta notizia? No, questa storia mi puzza. Ti prego Hinata, va da lui. Scopri che cos’ha.
-Vado subito, Sasuke. Magari passo a fare un po’ di spesa, così gli cucino qualcosa. – disse incamminandosi verso la porta. La aprì ma prima si girò verso Sasuke e disse sorridendo –Ma guardalo, così preoccupato per il suo amico! Ti vedo un po’ cambiato, Sasuke.
-In realtà sono sempre stato così, ma ero impegnato a fare altro.
-Sono contenta per te, allora.- e uscì. Fece velocemente la spesa e poi andò da Naruto.
Naruto non aveva sentito bussare per molto tempo. Quando finalmente aprì, Hinata era seduta con la schiena sulla porta e per poco non cade. Naruto si scusò e la fece entrare.
-Ma questa casa è bellissima! Ed è così.. accogliente.
-Proprio quello che ho detto io quando sono entrato.- le sorrise Naruto.
Hinata cominciò a mettere la spesa in frigo lasciando le cose le servivano fuori.
-Hai fame Naruto?
-Beh si ma non ti devi disturbare, ho del ramen da riscaldare.
-Smettila di mangiare queste schifezze Naruto! Siediti al bancone, mentre io ti cucino del riso e pollo.
-Oh Hinata grazie!- rispose lui, obbedendole con un sorriso dolce. Mentre Hinata cucinava per cenare insieme, Naruto le raccontava di quella bellissima sorpresa e degli oggetti che aveva trovato Kakashi.
-Insomma, in quell’album fotografico sono narrate le loro vite, capisci? E la loro storia era meravigliosa e loro sembravano.. così felici! Ahahahah, guarda qua, queste foto! Sembra che mia madre comandi a bacchetta mio padre e lui ne sembra quasi contento! Chi l’avrebbe mai detto, mia madre era l’unica che poteva comandare l’hokage.
-Sembri molto contento quando parli di loro, Naruto.
-E tu invece, con la tua famiglia? – Naruto aveva appena toccato un tasto dolente e se ne accorse perché Hinata stava impiattando il pasto silenziosamente.
-Se non ne vuoi parlare non fa niente Hinata, tranquilla.
-No no.. solo, sediamoci a mangiare, prima di parlarne.
-Va bene.
Si spostarono su una bella tavola apparecchiata di rosso. Cominciarono a mangiare e Naruto non smetteva di lodarla ma, a metà pasto, la guardò dolcemente e le chiese –Ora sei pronta a parlare?
-Si.. allora da cosa comincio.. Mia madre. Mia madre era una donna meravigliosa. Non si lasciava andare in coccole facilmente ma quando lo faceva, era impareggiabile. Amava mio padre. E quando morì mettendo al mondo mia sorella Hanabi, per noi fu la fine. Io avevo appena sette anni. Anche se ero piccola, io mi sono impegnata per mia sorella. Cercavo di farle da madre. E così, ho tralasciato gli allenamenti. E mio padre si arrabbiava ogni giorno di più. Odia mia sorella. La incolpa di avergli portata via mia madre. Ed è arrabiato con me, perché io non la penso come lui. Litighiamo sempre. A volte dice che vorrebbe che Neji fosse suo figlio... ci odia. Anche se io ora sono diventata più forte..
-Diamine se lo sei!
-Beh, lui non lo accetta. Non mi vede in grado di far nulla. Sono solo una scansafatiche che fa scelte sbagliate, per lui… -Hinata cominciò a piangere e a singhiozzare violentemente.
Naruto si alzo e le andò vicino. Si inginocchio per terra, in modo che lo vedesse.
-Guardami, Hinata.- Lei continuava a piangere. Naruto prese  il suo volto tra le mani e ripeté –Guardami, dolcezza. Tu devi essere determinata, con tuo padre. Devi essere forte. Tuo padre vi vuole bene. Chi non vi vorrebbe bene? Hinata, lo so cosa pensi. Vorresti tua madre con te. Ma le cose sono andate così. Sai, credo che tu debba fare un bel discorso a tuo padre. Si sistemerà tutto tranquilla!- e la abbracciò. Poi la fece alzare e le disse che come minimo lui avrebbe dovuto lavare i piatti, quindi le chiese di aspettarlo nel salotto. Quando Naruto tornò, trovo la bella Hinata seduta sul piccolo spazio della finestra. Era al buio, e la luce della Luna, come poco tempo fa, la rendeva ancora più bella. Le dava un’aria austera, elegante e al contempo dolce. Fu in quel preciso momento che Naruto aveva capito una cosa importante…
-Hinata- la chiamò, quasi sottovoce e timido.
-Dimmi, Naruto- rispose lei, dolce.
-Ti amo.
-Co-cosa hai detto, Naruto? – disse lei arrossendo in volto per l’emozione.
Naruto in un attimo fu a pochi centimetri da lei. Con le mani nei suoi capelli, la attirò a se la baciò con passione.
-Ti amo. Ti amo. Ti amo… Ti amo… Ti amo Hinata, ti amo!- le ripeteva mentre la baciava.
Il loro amore si trasformo presto in passione. Baci passionali, sussurri emozionati, baci sul collo e le mani, le mani andavano da per tutto. Si amavano alla follia.
 
Dopo mezzora Naruto disse –Si è fatto davvero tardi, devo portare la mia ragazza a casa ora!
-La..la tua ragazza?
-Certo. Se tu vuoi…- Hinata gli saltò al collo.
-Figurati se non voglio! Comunque Naruto…ecco… potrei occupare il tuo divano, per stasera?
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Notte insonne ***


Cap 13 Notte insonne
-Ho di meglio Hinata! Ci sono altre stanze da letto di sopra, non serve il divano.
-Ma io, Naruto, non voglio disturbare! Semplicemente, non voglio tornare nella tenda di mio padre…
Naruto le prese una mano –Sei sempre così dolce, Hinata. Ma non devi preoccuparti, davvero! Piuttosto, va a dormire, è davvero tardi e noi domani dobbiamo andare a costruire un paese!
Detto questo i due si congedarono. Quella notte però, presi da tutte quelle emozioni, non riuscivano a dormire. Naruto, con i suoi pantaloncini, alla fine decise di andare a vedere se Hinata stesse dormendo. La trovò seduta sul letto, con addosso una magliettina e le mutandine. Naruto arrossi violentemente mentre Hinata si rifugiava sotto le coperte.
-Ah..emh… Hinata non dormi?
-Io… non ci riesco- Hinata si stupì di vedere Naruto così imbarazzato, quasi più di lei.
-Emh, ascolta Hinata… che…che dici se…se… se noi dormiamo insieme.. come avevamo intenzione di fare.. qua…quando ero in ospedale…
Hinata allungò una mano verso di lui, che Naruto afferrò subito, e gli disse –Forse insieme riusciamo a dormire.. vieni, amore mio.
Si infilarono sotto le coperte. Naruto, con le mani tremanti, la abbracciò con dolcezza, le diede un lungo bacio della buonanotte e si addormentò. Hinata intanto lo scrutava, con lo sguardo da innamorata. Accarezzava il corpo caldo di lui, le spalle forti, gli addominali scolpiti. Si addormentò anche lei, fronte contro fronte e con la mano nei capelli biondi di lui.
 
Il giorno dopo Naruto si era alzato presto e, per la prima volta, stava cercando di preparare un’ottima colazione per stupire qualcuno: la sua bella ragazza Hinata. Aveva preparato delle polpettine di riso, come meglio poteva, una spremuta, e del pane con la marmellata. Voleva portarglielo a letto, ma Hinata lo stupì abbracciandolo da dietro mentre lui ancora preparava il piatto.
-Grazie amore mio. 
-E per cosa, dolcezza?- Sorrise Naruto.
-Grazie di esistere! E perché dopo una splendida serata come quella di ieri, ci voleva proprio una bella colazione con spremuta – disse lei, ridendo e portando via un bicchiere stracolmo.
-Che stupida- disse lui ridendo –vuoi dire che non apprezzi le mie polpettine? E il pane?
-Nono non dico niente- disse lei con una nuova aria strafottente –lo hai detto tu!
-Ma che stronza!- disse lui, cominciando a rincorrerla per casa. Alla fine la acchiappò, le fece il solletico e poi, sorridendo come mai aveva fatto, le disse che la amava.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Più forte. ***


 Un capitolo dedicato quasi interamente ad Hinata Hyuga. Recensite mi raccomando! Grazie alla prima persona che mi ha messo nei preferiti. Un bacio :*
Cap 14 Più forte.
“Ah, se solo potessi utilizzare l’elemento legno”. Hinata stava davvero invidiando il Capitano Yamato, che grazie alle sue abilità si rendeva molto utile nel villaggio.
Costruiva case a ripetizione e, anche se si affaticava molto, sembrava tutto facile per lui. Era passata una settimana da quando stava con Naruto e lei era dovuta tornare in tenda.
Il giorno dopo che Sasuke aveva saputo che Naruto aveva una bella casa dove stare, aveva letteralmente minacciato Tsunade se non lo avesse dimesso subito.
Così, nel giro di poche ore e molte sgridate da parte dell’Hokage e di Sakura (il che era peggio, perché la sua ragazza aveva “certe armi” per poterlo ferire ancor di più), arrivo con tutte le sue cose da Naruto pretendendo una bella camera.
-Tu sei matto!- gli aveva detto Naruto, di tutta risposta –io sono felice di avere questa casa soprattutto perché così Hinata può stare con me senza che il padre lo sappia!
-Oh, non vi darò fastidio tranquillo. Sei peggio di “Ero-sennin” –disse utilizzando il buffo nomignolo che Naruto dava a Jiraja. Narutò arrossì ferocemente e con una mano indico la porta.
-Tu non mi darai fastidio forse, ma che ti giochi che presto Sakura entrerà spaccando la porta?
-E vabbè, metterà un po’ di allegria!
Sakura entrò aprendo la porta con un calcio e con alle mani tante buste. Era infuriata. Dietro di lei, si faceva strada un Hinata divertita.
-Tu, brutto dobe!- disse Sakura, riferendosi a Sasuke –Ma come ti viene in mente di rispondere a quel modo a Tsunade? Qui, ci sono le medicine che devi prendere.
In questa busta ci sono le speciale capsule da integrare alla tua alimentazione e qui ci sono delle cose che devi assolutamente mangiare.
Mentre Sakura urlava, Sasuke disse a Naruto, prendendo la sua roba –Io vado a sistemarmi.
-Si, scappa prima che lei ti faccia fuori- disse Naruto, rassegnato a quegli assurdi amici.
-Dove diamine sei Sasuke!!!!- urlò Sakura.
A Hinata scappò una risata e il suo sguardo si incontrò con quello di Naruto, quasi a dire ‘che ci possiamo fare? Sono amici nostri e sono pazzi’. Sakura si accasciò su una sedia, con aria stanca e preoccupata.
–Non capisco che gli prende, a Sasuke. Non lo capisce che verrà cacciato?
-Invece, credo che se Tsunade vedrà che Sasuke ha un motivo per tenerci seriamente a rimanere nel villaggio, cioè noi, si fiderà ciecamente.- Disse Hinata, che come al solito cercava di essere ottimista e riflessiva.
Almeno una persona sana, in quel gruppo di matti, ci vuole. Sakura cambiò espressione.
-Certo che, da quando stai con Naruto, non sei più timida come prima.
-Ero molto timida solo con lui! E poi, crescendo, si cambia.
Naruto guardava le due ragazze conversare tranquillamente. Tra loro c’era una bella amicizia e si vedeva. Negli anni che Naruto aveva passato via, Sakura era rimasta sola e per le missioni era sempre stata affidata a qualche altro team.
Con Hinata poi, continuavano a frequentarsi anche fuori dal lavoro, per allenarsi e ogni tanto rilassarsi. Entrambe volevano diventare più forti, cercare di valere un po’ di più.
All’improvviso, la bella anima di festa si spezzò. Mentre Sasuke scendeva le scale, sulla soglia di casa precedentemente spalancata da Sakura, apparve la figura fredda e impassibile di Neji Hyuga.
-Hinata-sama, deve venire subito dalla sua famiglia.
-Che cos’è successo, Neji-niisan?- si preoccupò lei, mentre già si avviava. Poi si voltò verso Naruto e disse
–Ti faccio sapere appena possibile.
A casa Hyuga, anzi, nella tenda, Hiashi stava urlando contro la giovane Hanabi che si era fatta male mentre, pietosa del resto della famiglia,
aveva preso chiodo e martello per aiutare a costruire quell’enorme casa in progetto. Hiashi aveva rifiutato, da persona orgogliosa quale era, ogni minimo aiuto da parte di persone estranee al Clan.
Hanabi voleva solo compiacere il padre. Invece aveva ottenuto il contrario. Era rassegnata in un angolo, mentre il padre le gridava contro cose come “sei un fallimento” o “non meriti il cognome che porti”.
Tutte parole troppo dure, per le orecchie stanche di Hinata. Accorse e con tono pacato disse
-Padre, smettetela di urlare.
-E tu dov’eri eh? Hai cresciuto una scansafatiche e mentre lei compieva le sue gesta, tu eri a divertirti?
-Padre, ho anch’io una vita. In ogni caso non vi permetto di parlare così ad una ragazzina di 10 anni.
-Lei è un fallimento, esattamente come te!- urlo lui. Hanabi cominciò a piangere.
-Io non sono sua madre, Padre!- Sbottò lei. Si fece sentire per tutto il Clan. Tutti sapevano le mancanze di Hiashi come padre. E quello, era un tasto dolente.
–Padre, io ancora vi chiamo padre, nonostante voi ci abbiate trattato come un dittatore. Non è questo, che dovrebbe essere una famiglia. Dovrebbe essere salda, pronta ad aiutarsi a vicenda. Mi avete sempre chiamato debole.
Ma io sono più forte di voi, sia dentro che fuori. Io, ho fermato Uchiha Madara. Io ho riportato in salvo Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha! E nonostante questo, io continuo ad allenarmi, perché voglio essere più forte!
E voi avete il coraggio di chiamarmi fallimento? – Hinata aveva colpito e non intendeva fermarsi.
-Esci di qui e non tornare più.
Il tono freddo con cui Hiashi aveva detto di andar via alla figlia, stupì i presenti, che nonostante tutto erano ancora in un cerimoniale silenzio.
-Non me lo faccio ripetere due volte, padre.- Hinata raccolse tutte le sue cose, diede un bacio ad Hanabi dicendole di venire a trovarla spesso e se ne andò.
Lei era davvero più forte. Aveva trovato la forza di ribellarsi. Ed ora Hinata, si faceva strada in mezzo al paese in costruzione ed in mezzo alla gente che la scrutava, apparentemente comprensiva o forse divertita, per raggiungere il suo porto sicuro.

 
La tua casa è fra le braccia di chi ami.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Innovazioni ***


 Mi raccomando, ditemi che ne pensate!
 Cap 15 Innovazioni
 Naruto si stupì di vedersi arrivare in casa la sua bellissima ragazza con tanto di valigie, come poco prima aveva fatto Sasuke. E soprattutto non avrebbe mai immaginato che un padre fosse in grado di comportarsi a quel modo con i propri figli. Hinata invece, non sembrava stupita, quasi se lo aspettasse.
-Forse dovrei andare a parlargli- disse Naruto.
-Oh no no. Sarebbe un suicidio! Lascialo stare Naruto, non mi importa.- rispose Hinata, non più tanto sicura.
-E allora vado io.- disse Sasuke –Hai pensato ad Hanabi?
-Certo che l’ho fatto e tu non vai da nessuna parte. Vedi, se ho colpito bene, le cose sono due: o mio padre fa finta che non sia successo nulla ed ignora completamente Hanabi o, come spero che sia, dato che è solo comincerà a riflettere su quello che ha fatto e a cercare un legame con la mia sorellina.
-E se.. se dovesse farle del male?- disse Sasuke, pensoso.
-No, questo non si è mai azzardato di farlo e mai lo farà. Le parole sono più forti della violenza e questo lo sa bene. Inoltre c’è Neji e tutti gli altri familiari: addirittura una casata intera con il dovere di difenderci.
-E va bene, Hinata- disse Naruto- Puoi sistemarti di sopra, se vuoi.
Hinata si avvicinò e gli diede un baciò leggero –Grazie, amore mio. Appena posso me ne vado di qui, te lo prometto! – sorrise a Sasuke ed andò di sopra.
-Ma tu puoi rimanere quanto vuoi, è questo rompiscatole che se ne deve andare!- le urlò dietro Naruto.
Hinata torno in un baleno e trovò i due ragazzi seduti.
-Naruto, ho bisogno del tuo aiuto! C’è una cosa che non ti ho detto e che ho in mente da un po’ di tempo. Mi è venuta un’idea per diventare più forte.
Naruto si incuriosì –Hai in mente una nuova tecnica Hyuga?
-No, ma qualcosa di enormemente diverso. Vedi Naruto, io sono in grado di utilizzare l’elemento d’Acqua e…
-Aspetta, aspetta, aspetta. L’acqua.. quella missione. Hinata, ma eri tu quella ragazza che si muoveva agilmente nell’acqua, di notte, durante la missione che feci con te e il tuo team?
Hinata arrossì –Beh io... ecco, si, mi stavo allenando.. sai per quella nuova tecnica…
-Aahahahahaha. È tornata la Hyuga timida di un tempo!- rise Sasuke.
Anche Naruto arrossì, al ricordo di quella splendida ragazza nuda, che sembrava ballasse. Poi sospirò e ancora leggermente rosso disse –Avanti, continua a parlarci della tua idea.
-Be..bene.. ecco, io sono in grado di padroneggiare l’elemento acqua. Prima che Pain distruggesse il nostro villaggio, io stavo cercando un rifugio dalle sfuriate di mio padre e così stavo curiosando per casa. Mentre camminavo, sentii una parte del pavimento che sembrava vuoto. Scoprii una botola. La aprì e scesi in quelli che sembravano dei sotterranei. Percorsi un corridoio stretto e buio, entrai nell’unica grande stanza che c’era ed accesi la luce. Sembrava un’antica sala riunioni e, sul muro infondo alla stanza, c’era una stele scritta in giapponese antico. Riuscì a capirne poco, ma per quello che ho potuto leggere, la stele parlava di un leggendario membro della famiglia Hyuga, che possedeva l’elemento acqua e che era un eremita delle Pantere, un animale estremamente forte ed agile che donava ad ogni eremita l’elemento Terra ed una velocità inaudita. Purtroppo non c’era scritta la strada per andare nel mondo degli eremiti e quasi non ne esistono, di eremiti delle pantere, a quanto ne so.
-Ed io cosa devo fare?- Chiese stupito Naruto.
-Tu, Naruto, mi potresti portare nel mondo dell’eremita dei rospi. Loro sapranno sicuramente dove si trova il loro mondo!
-Direi che è un ottima idea! Domani evocherò il principe dei rospi che ci porterà in men che non si dica.
Sasuke era molto pensieroso.
-Ho la sensazione che tu voglia arrivare ad altro. – le disse Sasuke.
-E fai bene. Anche se è presto per pensarci, ho intenzione di arrivare ad utilizzare l’elemento Legno.
I due ragazzi che erano seduti sul divano, alzarono lo sguardo stupiti sulla ragazza che avevano di fronte. Lei era davvero maturata, era cresciuta ed era diventata più decisa e sicura di se. Naruto, fu felice che quella bella donna fosse sua. Sasuke invece fu fiero di considerare quella ragazza sua sorella.
-Wow- dissero entrambi all’unisono. Sasuke si alzò, l’abbracciò e si complimentò. Poi disse
-Ora vi lascio soli, così potete festeggiare. –e andò di sopra. Hinata si sedette accanto a Naruto. Lui la baciò e le disse
-Tu sei incredibile. E ti amo da morire.
-Lo so- disse lei, sedendosi su di lui e baciandolo ancora e ancora.
-Ah… Domani allora ti mostrerò una parte di me che non conosci- disse coricandosi e attirandola a se.
-Non vedo l’ora- disse lei, continuandolo a baciare con passione.
 
Quella mattina si alzarono presto ed andarono al bosco. Naruto evocò il rospo e questo aprì la bocca. Naruto, rivolto a Hinata, le disse –Tesoro mio, al dire il vero il viaggio è un po’.. indigesto!
I due entrarono nella bocca del rospo e per loro fortuna, il viaggio fu breve.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Viaggio nel mondo eremitico. ***


Cap 16 Viaggio nel mondo eremitico
Gamakichi, il rospo fidato di Naruto, figlio del grande re dei rospi Gamabunta, portò in un attimo Naruto e Hinata nel mondo dei rospi.
-Mi dovrai pagare per questo, Naruto!
-Ma che dici Gamakichi, lo sai che ti voglio bene!- disse con un’ aria da ruffiano, Naruto, che prese a fargli il solletico.
-Ben tornato, Naruto! – dissero all’unisono Mà e Pà( come chiamava Jiraya Shima e Fukasaku, i rospi piccoli e anziani dalla grande forza e coraggio) –Chi ci hai portato?
-Guarda Pà, è una Hyuga!- disse Mà al marito. Da quando non ne vediamo una?
-Mah, veramente non ricordo di averne mai vista una qui!
-Aspetta aspetta. Ma non è la stessa Hyuga che ha cercato di salvare Naruto nella guerra con Pain? Hinata?
-Si, sono io- confermò Hinata –Piacere di conoscervi- disse inchinandosi.
-Il grande Ogama lo aveva predetto, che una donna dagli occhi lillà sarebbe entrata nella tua vita!- disse Pà.
-E’ quando?- rispose Naruto incredulo.
-Quando ti predisse il futuro, tu andasti via prima che finisse!
-Vero, vero.. Comunque, Mà e Pà, questa è la mia ragazza- disse emozionato. Quei due rospi vecchietti erano stati quasi genitori per lui. –Ed è qui perché ha bisogno del vostro aiuto.
-Di pure, ragazza. – acconsentì Pà.
-Come avete detto già, io sono Hinata Hyuga e, nella mia vecchia casa, ho trovato una stele che parlava del mondo eremitico delle Pantere.
Non c’è nessun eremita che mi possa insegnare mentre io, desidero ardentemente diventare un eremita delle Pantere.
-Lo sai, Hinata, perché non esistono più eremiti delle Pantere?- chiese duro Pà.
-Emh, no, signore.
-Non ne esistono più perché quel tipo di tecniche e quel tipo di richiami sono difficilissimi da imparare. Desideri ancora continuare la tua ricerca?
-Assolutamente si, signore. Non mi farò abbattere da niente e nessuno.- rispose lei, guardando dritto negli occhi il rospo.
-Hai la stessa determinazione del nostro Naruto, nel cuore. E va bene. Allora io e Gamikichi vi ci porteremo.
Stavolta il viaggio non fu in un rospo, ma camminarono a lungo. Scoprirono che il mondo eremitico era diviso per gradi di potere, come fosse la natura stessa o una giungla.
Con la differenze che qui nessuno mangiava nessuno e nessuno andava del continente dell’altro. Il grado di potere andava dai piccoli poteri di un bruco/farfalla,
che era in grado di volare ma solo da metà vita in poi, fino al grande e potente leone. In mezzo c’erano uccelli, rane, serpenti, lumache, elefanti, pantere e molto altro.
Era un mondo che non aveva orizzonte. Era infinito e bellissimo, sperduto nella natura. Fiori, che nel mondo di Naruto e Hinata erano piccoli come una mano, ora erano diecimila volte più grandi.
Così maestoso è bello, i due innamorati non smettevano di osservare come bambini curiosi. A Naruto, quel posto ricordava la grande tartaruga-isola dove Killer Bee gli aveva insegnato a padroneggiare la Volpe.
Ad Hinata invece, l’unico posto similmente bello che ricordava era quello che un giorno Itachi,circa un anno prima di andare via, l’aveva portata a vedere.
In quel momento preciso, ricordò una strana storia che le raccontò il suo caro fratello e che, al tempo, non capì. Ora tutto era chiaro, per lei. (flashback)
“”-Hina-chan, nella mia famiglia si vocifera una strana storia su tuo padre Hiashi.-
-Onii-san, raccontamela, mi piacciono le storie!- i due ragazzi erano distesi all’ombra di un ciliegio in fiore e Hinata si avvicino a Itachi per sentire meglio la storia, felice.
-Ascoltami bene, Hinata. Quando tuo padre era poco più grande di me, incontrò un animale..hmm.. come spiegare.. mitologico: una bellissima Pantera dal manto bianco e luminoso.
Era una Pantera enorme e dagli straordinari poteri. Hiashi allora, che si sentiva molto forte, la sfidò per padroneggiarla. Fu un combattimento duro e alla fine, la splendida Pantera,
ferì gravemente tuo padre portandogli via quasi metà del suo potere con una zampata sul petto. E sarebbe andata peggio, se l’elegante Pantera non avesse avuto pietà.
Hinata, che aveva solo sei anni ed ancora il rapporto con il padre allora non era dei peggiori, cominciò a piangere e a strillare, impaurita, finché Itachi non se la prese fra le braccia e la coccolò. “”  

Hinata non raccontò quella storia a Naruto. Sapeva che, se lui avesse saputo questa storia, non le avrebbe permesso di cominciare quell’allenamento speciale.
Lei invece, era decisa ad andare fino in fondo. Se fosse riuscita dove il padre non c’è l’aveva fatta, allora lui avrebbe dovuto riconoscere la sua forza e l’intero clan l’avrebbe voluta come capo.
Hinata ci teneva molto ad essere accettata da tutti e soprattutto voleva migliorare il suo clan, renderlo una vera famiglia. Finalmente il vecchio Pà disse le fatidiche parole: erano arrivati nel mondo delle Pantere.
-Ma Pà, non avevi detto che nessuno poteva oltrepassare il continente dell’altro?- chiese il nostro eroe.
-Questa volta faremo un eccezione alle regole, Naruto. Le Pantere sono esseri molto eleganti e gentili e, se è solo un udienza seguendo le loro regole, non ci diranno di no.
Tre grandi, belle, Pantere Nere si avvicinarono al gruppetto. Hinata fu un po’ delusa di non vederle del colore come quella “mitologica” del racconto. Naruto interpretò quel cambiamento di umore come paura
e le strinse la mano per farle coraggio.
-Che cosa volete, Grande Rospo Fukasaku?- chiese una delle Pantere, che scrutava Hinata con dei grandi occhi verdi.
-Chiedo udienza con Hikari Megami, onorevole Pantera. Ho qui una ragazza che vorrebbe provare a stipulare un contratto-sigillo eremitico con voi.
-Andate a dirlo alla regina, allora.- disse la Pantera alle altre. –io converserò un po’ con i presenti. Si volto verso Hinata e disse
-Sono esattamente 30 anni che non veniva qualcuno a chiedere la nostra Natura eremitica. Per giunta, che fosse una Hyuga, come allora, è una bella coincidenza.
Una delle Pantere di prima sembrò materializzarsi accanto all’altra, per quanto questa era veloce. Con un cenno del capo, disse a tutti di seguirla e sta volta andò lentamente.
E dopo un po’ videro, come un bagliore, una Pantera enorme e bianca, grande quanto Gamabunta, ma con una eleganza e uno sguardo generoso che il rospo non aveva.
Poi, quando vide che la giovane era una Hyuga, il suo sguardo si raggelò. Hinata si presentò, elegante e casta anch’ella, con uno sguardo nuovo negl’occhi. Aveva una profonda ammirazione, per quell’essere divino.
-Il vostro nome, se posso permettermi, regina, vi rappresenta in tutto e per tutto. (Hikari=Luce, Megami=dea)
-Anche il tuo nome, Hinata, racchiude in se la bellezza della pacatezza e della calma. (Hinata= un posto al sole) La guardò, si fece più dura e riprese –Ora, ascoltami bene Hyuga, perché non ho intenzione di ripetere.
Ho avuto una brutta esperienza con un altro membro del tuo clan che non ho assolutamente voglia di riavere e quindi, le “selezioni” si sono fatte più dure.
Dovrai combattere con uno di noi e vincere, se vuoi ottenere la possibilità di evocarci e  di diventare eremita. Ma prima di tutto ciò, Hyuga, tu mi dovrai stupire. Ogni pantera è elegante, seducente e veloce.
È pura arte. E tu dovrai scegliere qualcosa, con cui farmi vedere se hai queste caratteristiche, altrimenti sarai riaccompagnata da dove sei venuta. Chiaro?
-Si. Non crederà ai suoi occhi.
Naruto sapeva esattamente cosa voleva fare Hinata. Si chiedeva soltanto, se ne avrebbe avuto il coraggio.
-Quando vorresti fare la tua presentazione, Hyuga?
-Questa notte, se non le spiace. Ho bisogno del buio e di un posto adatto, come un lago, mia regina.
Poco dopo, Naruto e Hinata parlarono. Lei si stava allenando e lui la aiutava.
-Sei sicura di volerlo fare?
-Naruto, questa è l’unica cosa che sono capace di fare, per stupire. Se 4 anni fa sono riuscita a stupire te, allora forse sarò capace di stupire il Clan delle Pantere.
-Hinata, amore mio.. tu sei.. come loro. Bella, elegante, una creatura magnifica, seducente, forte, agile e veloce. Una meraviglia davvero. – la attirò a se e la baciò passionalmente.
 
Consiglio di ascoltare una canzone, durante questo pezzo finale, quella che mi ha ispirato questo brano. 30 SECONDS TO MARS “Stronger” . Perdetevi nelle mie parole, immaginate come fosse davanti ai vostri occhi.

 
Quella notte, fu magica. La cascata, dove Hinata aspettava i suoi spettatori, era completamente immersa nel buio a parte qualche lucciola qua e la.
Addirittura, il manto splendido della regina non si notava più al buio. E quando tutti arrivarono, mimetizzati nel buio, con gli occhi che sembrava illuminassero come lune, lo spettacolo cominciò.
Hinata cominciò a volteggiare e a fare piccoli passi. Era bellissima mentre a piano a piano aumentava la velocità.
Come una ballerina di danza classica, Hinata saltava in aria, quasi volasse, stava sulle punte, suonava musica su quell’acqua proveniente dalla cascata che le faceva da sfondo.
Disegnava con le braccia e cantava col viso, ballava col resto del corpo. E ogni tanto faceva qualche passo deciso, più forte degli altri,
stoppava di colpo il suo corpo, le sue braccia, le sue mani, dando il tempo come battiti a quella musica che in realtà non c’era ma che tutti sembravano sentire.
Quel ballo era incantevole e delicato, per quanto disperato. E il chakra che spingeva dalle mani illuminava i suoi movimenti e un poco, anche il suo corpo nudo.
Non c’era nulla di osceno, in quella bellezza, ma solo tanta arte. Naruto la guardava come solo lui sapeva fare, si meravigliava, la seguiva con gli occhi,
nella sua mente la rimproverava perché voleva che nessuno la vedesse, a parte lui, muoversi come una fata leggiadra. L’aveva scoperta lui, quella forza della natura,
quando lei si impegnava e si allenava perché soffriva per il pensiero altrui, che la credeva debole. In quel momento Naruto sentì che in qualche modo quella danza,
quel ben di Dio, era dedicato a lui. Come se, come 4 anni prima, lui era il solo in quella radura ad osservarla ipnotizzato. Hinata teneva gli occhi chiusi, mentre si muoveva,
ma col cuore guardava il suo amore. Lui che era forte e sicuro, bello come il sole, l’aveva sempre incoraggiata e sostenuta e lei, d’altro canto,
aveva sempre tifato per lui e se ne era innamorata. Gli voleva dimostrare che grazie a lui era diventata più forte. Che tutto quello che in passato non l’aveva uccisa,
come le battaglie o la sua mancanza, l’aveva rafforzata. In quel momento voleva che Naruto  capisse che avevano bisogno l’uno dell’altro, si legasse profondamente a lei,
che rimanesse strabiliato, che la mettesse su un piedistallo come lei aveva fatto con lui, nonostante i piccoli difetti. Voleva che non la lasciasse mai. Anche Naruto lo voleva,
se ne era accorto già da tanto. Poi, Hinata, finì stupendo tutti. Col chakra sollevò due flutti d’acqua, che sembrava giocassero con lei, la seguivano, la incontravano,
la sfioravano e poi cominciarono a volteggiare insieme a lei, sempre più veloce, creando una tubo d’acqua che la fece scomparire per qualche secondo ma che poi, di colpo,
si diviserò in tante bolle d’acqua che Hinata abbracciandosi attirava a se e facendo il movimento opposto le disperdeva. La donna le dirigeva, mentre lei volteggiava da tutte le parti e poi,
ad un tratto, braccia al cielo, le bolle sopra di lei si dispersero e in pioggia tornarono a fondersi nell’acqua della cascata. La luce del chakra si spense. Era calato il sipario.
Lo spettacolo, come repentino era arrivato, era finito. Come un temporale estivo, che arriva a rinfrescare le estati afose.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Paure e primi litigi. ***


Cap 17 Paure e primi litigi.
La regina delle Pantere aveva detto a Hinata di ripresentarsi lì il giorno seguente, nel pomeriggio. La ragazza aveva una mattinata per allenarsi e non voleva assolutamente sprecarla. Dormi poco e cominciò ad allenarsi di buon mattino e Naruto qualche ora più tardi, la raggiunse. Le disse che poteva colpire lui, mentre parlavano e così cominciarono a combattere.
-Affonda bene i colpi, Hinata! In ogni caso, conosci quel Hyuga di cui parlava la Pantera?
“Oh no” pensò Hinata. Poteva anche evitare di dirgli alcune cose, ma mentire non le sembrava giusto.
-Si, Naruto. Era mio padre quando aveva la nostra età.
Naruto incredulo si fermò ed incassò un brutto colpo, poi continuò e disse –E che cosa ha fatto alla Regina per turbarla così tanto?
-Mio padre la sfidò perché si sentiva molto forte e voleva impossessarsi di lei. La Pantera non voleva combattere ma mio padre continuava ad attaccarla e lei dovette immobilizzarlo rubandogli metà del chakra. E sarebbe finita anche peggio se lei non avesse avuto pietà- disse lei, ricordando le parole di Itachi. Naruto si fermò e lei fece lo stesso.
-Da quando lo sai?
-Ho ricordato questa storia mentre ci avvicinavamo al continente delle Pantere.
Naruto si fece più duro, come quando rimproverava Sasuke della sua irresponsabilità.
-Perché non me lo hai detto?
-Perché.. non volevo che dicessi di non andare dalle Pantere.
-Hinata è pericoloso!
-Ecco, vedi?
-Potresti farti del male!
-Non si ottiene nulla senza rischiare! Ed io non sono lì per sfidarli, ma per imparare.
-Ma non capisci che sono preoccupato per te?
-Si, Naruto, ed è questo che non volevo. Che farai? Cercherai di fermarmi? Non ho bisogno di passaggi, Le Pantere pomeriggio mi evocheranno nel loro mondo.
Naruto si fece pensoso.
-Io verrò con te, e se le cose prenderanno una brutta piega interverrò, che tu lo voglia o no.
Prese la sua giacca che era sull’erba per andare via ma poi tornò indietro e disse ancora –Tu non dovresti avere paura di dirmi qualcosa ma dovremmo dirci tutto, noi due. – e se ne andò.
Hinata aveva sbagliato, e lo sapeva. Avrebbe voluto corrergli dietro, scusarsi, ma sapeva che Naruto si sarebbe arrabbiato ancora di più perché in quel momento avrebbe solo dovuto allenarsi. E così fece.
 
Naruto tornò a casa, prese una birra da frigo, la aprì e si sedette sul grande divano di pelle bianca.
Sasuke, ancora in pigiama (torso nudo e pantaloncini), scese dalle scale ancora evidentemente assonnato.
-Che fai con quella birra in mano alle nove e mezzo di mattino, baka?
-Ah, è così presto? Ho passato una giornata intera nel mondo eremitico e quando torni ti sembra tutto diverso.. – disse Naruto, porgendo la birra a Sasuke per rimetterla in frigo.
-Ti vedo un po’ affranto, amico. Tutto bene?
-Eh, io.. credo di no.. Ho litigato con Hinata e..
-Tutto qui?- si stupì Sasuke. –Io litigo sempre con Sakura. È normale
-Ma, Sakura è Sakura! Insomma, hai visto mai che Hinata alzasse la voce con me o che facesse qualcosa per contrariarmi?
-Ancora non hai capito che le persone non sono sempre stereotipate, con gli stessi pensieri e i modi di fare. Se ha bisogno di gridarti contro lo può fare senza che tu possa pensare che non è più la stessa. Hanno tutti dei difetti. Forse eri troppo impegnato ad amare i suoi pregi per vedere i suoi difetti.
-Mi stai dicendo che non la conosco?
-Ti sto dicendo che dovresti essere più comprensivo, senza arrabbiarti troppo. Va bene?- disse sedendosi accanto a lui.
-Va bene. Grazie, sei un amico.- disse Naruto, abbracciando Sasuke.
 
Nel primo pomeriggio, Hinata e Naruto si rividero per andare dalla Regina.
-Na..Naruto..io…ecco…perdonami
-Scusami tu, Hinata. Prometto che ti sosterrò sempre.
Si abbracciarono e proprio in quel momento, furono richiamati dalle Pantere. 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Come noi. ***


Cap 18 Come noi.
-La tua Innata eleganza e bellezza, Hyuga Hinata, ti hanno guadagnato l’opportunità di arrivare all’ultima prova per ottenere un allenamento qui da noi. – disse la regina Hikari Megami, Pantera dal manto di luce. Hinata e Naruto erano arrivati con successo e, ad aspettarli, c’erano Mà e Pà. Con l’arte della sera innanzi, Hinata aveva guadagnato molto. Lo sguardo della Pantera da freddo e indifferente ora era pieno di ammirazione. “La nostra eleganza, bellezza e seduzione c’è l’ha. Ora è solo questione di dimostrare la forza” pensava la regina “Ho intenzione di metterla contro Kenta (Kenta=Forte,sano). Deve dimostrare tutto, anche rischiando la pelle”.
-Hyuga Hinata, sei pronta a scontrarti contro una leggenda del combattimento del Clan delle Pantere?
-Pronta, mia regina.
I due giovani e i due rospi furono condotti dalle pantere in un grande tempio in disuso, evidentemente dimora del Grande Kenta, e furono chiusi li dentro. C’era poca luce, quella che proveniva da alcune candele ai lati della stanza. Una grande Pantera Nera dagli occhi blu si avvicinò lentamente. Incuteva paura, per la sua maestosità.
-Tu devi essere la nuova arrivata. – disse a Hinata –La ragazza che devo abbattere.
-Vedremo se mi abbatterai- disse lei.
Rospi ed eremita si sedettero in un angolo. -Cominciamo allora- disse la Pantera.
Hinata attaccò per prima sferrando un calcio verso l’avversario ma questo in un attimo gli fu dietro. Era veloce. Hinata si voltò e cerco di sferrare un pugno, ma la Pantera si spostò alla sua destra e con una zampata la gettò violentemente contro il muro, se pur lontano. Molto veloce. Hinata si  rialzò e caricò i suoi Pugni Gentili, corse come non mai e cercò di colpire le zampe, il muso, il corpo. Troppo veloce. La Pantera con un colpo di coda la fece arrivare a terra. Dannatamente veloce. La Pantera rideva. “Devo bloccarla, in qualche modo”. Attivò il byakugan e le corse incontro, cercando di prendere un punto sopra la cosca in modo immobilizzarla ma un nuovo colpo di coda la atterrò. Si alzò e pensò cosa fare. Era un felino in fondo. Eseguì i sigilli tigre-serpente-tigre-cane e le scaraventò addosso una bolla enorme d’acqua che la pantera con le unghie distrusse. Sul pavimento si creò una pozza d’acqua. Ad Hinata venne una buona idea. Continuò a colpirla con attacchi simili, vortici, flutti, draghi e altro ancora. L’acqua cadeva sul pavimento, proprio sotto la Pantera. Hinata allora lo attaccò direttamente con il suo “passo dei Leoni” e la Pantera, mentre cercava di evitare il colpo scivolò ed incasso violentemente il colpo. La Pantera si arrabbiò. – Mi hai giocato un brutto scherzo, sciocca! Ma l’acqua mi può solo aiutare – e detto questo picchiò con una zampa sul pavimento dal quale uscì un bosco che inondò la stanza e che bloccò con delle radici le gambe di Hinata.
“Oh no, una tecnica di Terra” pensò Hinata. Naruto si era già alzato, pronto ad intervenire.
-Siediti Naruto.- disse Mà, che non ammetteva risposte.
-Non posso io de…
-Siediti, Naruto. Posso farcela! – Gridò Hinata, che li aveva visti. La Pantera si stava preparando per contrattare ed Hinata, che aveva solo le braccia libere preparò la sua “rotazione delle 64 chiusure” la tecnica che aveva inventato per difendersi e attaccare contemporaneamente. La Pantera, attaccando, si ferì ad una zampa. Ora Hinata poteva farcela davvero. Con un gesto della coda però, la pantera riuscì ad immobilizzarle le braccia con dei grossi rami verdi. La Pantera si stava preparando per un nuovo attacco, l’ultimo forse, quando Hinata fece uno strano grido. La Pantera cominciò a ringhiare.
-Oh no. Naruto, corri, va a chiamare la regina.- disse Pà gridando.
-Ma che cosa le sta succedendo?
-Ricordi quanto ti ho spiegato come diventare eremiti?
Naruto richiamò nella sua mente quei ricordi. Per diventare eremita, Pà lo avevo cosparso di una particolare sostanza in grado di richiamare l’energia della Natura. Per diventare eremita infatti, bisogna equilibrare l’energia fisica, spirituale e quella, da acquisire, della Natura. Se il rapporto è squilibrato però, la persona diventa il dato animale di cui sta cercando di diventare eremita.
-Naruto, Hinata si sta trasformando in una Pantera.
Naruto corse verso la porta, la aprì ed usci, chiamando la regina.
Hinata, che si era liberata, non capiva cosa le stava succedendo e come mai aveva tutta quella forza. Si sentiva intrappolata nel suo corpo.
-E’ in modalità eremitica- disse Pà a Mà –Ma non lo sa e anche se lo sapesse, non sarebbe in grado di controllarsi.
Hinata corse, con una velocità straordinaria, verso la Pantera e la colpì. Questa si accasciò a terra.
“Cos’ho fatto?” si chiese Hinata “Io non volevo colpirlo così forte! Non era mia intenzione! Dovevo solo vincere, non ucciderlo”. Non serviva più l’aiuto della Regina per far tornare Hinata alla normalità. A causa della sua profonda ammirazione per quegli animali e per il suo senso di colpa, Hinata tornò in se, smise di combattere e si mise a curare la Pantera.
-Oddio no.- Continuava a ripetere –Perdonami! Torna a vivere ti prego.
Naruto tornò con altre Pantere e la regina, e correndo, verso sulla ragazza una strana sorta di acqua, che serviva ad allontanare temporaneamente l’energia della Natura dalla ragazza. Mentre Naruto, a suo tempo, aveva dovuto attirare a se l’energia, Hinata era stata un calamite umano. La regina spostò la ragazza e cominciò a leccare le ferite al grande Kenta, come un gatto, e queste magicamente scomparivano. Kenta si risvegliò e più fiero che mai corse fuori dal tempio e si perse in quel mondo incantato.
-Convoco urgentemente una riunione, Pantere- disse la regina –Ragazza, devi essere presente anche tu.
La regina, in fondo al tempio, guardò allinearsi il suo popolo davanti a lei e proprio in mezzo Hinata piangeva fra le braccia di Naruto. Era sconvolta. Mà e Pà cercavano di consolarla, ma la ragazza, nel suo pianto sommesso e silenzioso, era disperata. La regina cominciò a parlare. Quell’atmosfera ricordava ad Hinata le riunioni con il suo clan.
-Oggi, signori, abbiamo dato udienza ad una giovane promettente che ha chiesto di diventare eremita. L’abbiamo fatta scontrare con Kenta.- le Pantere si stupirono e cominciarono a vociferare tra loro –Silenzio. Lo so, lo so.. è stata una scelta azzardata mettere una ragazzina contro il più forte tra noi. Ed infatti Kenta stava avendo la meglio. L’energia della Natura però, è andata in soccorso di Hinata Hyuga e quest’ultima si è trasformata per pochi secondi in un eremita. Ma sarebbe andata peggio se un Eremita dei Rospi non mi fosse venuto a chiamare: sarebbe diventata una Pantera.- il vocio ricominciò –Vi chiedo silenzio, Pantere. Ascoltate cos’ho da dirvi. Sapete bene che entrare in possesso dell'energia della Natura senza nessun tipo del nostro aiuto è quasi impossibile. Ma ho detto quasi. Vedete, la Natura ha scelto Hinata Hyuga. Le è andata incontro. Ha scelto il suo nuovo eremita. È per questo che noi abbiamo il dovere di iniziare questa ragazza al nostro mondo!
Hinata rimase sbalordita. Non credeva ai suoi occhi. Aveva quasi ucciso quella Pantera. 
-Mia regina, ascoltatemi. Io non so più se voglio questo potere. Ho quasi ucciso una Pantera e…
-I tuoi dubbi sono infondati. Vedi è naturale per noi contrattaccare se ci sentiamo in difficoltà. Inoltre tu, da quando sei qui, hai dimostrato di essere come noi: una persona forte, intelligente, veloce, elegante e, quest’oggi, un incredibile pietà e gentilezza. Ora dimostri di essere umile, non accorgendoti di queste tue virtù. Ormai hai in corpo l’energia della Natura e non è più possibile tornare indietro. Potresti trasformati in una Pantera quando meno te lo aspetti.
-Cosa dovrei fare, mia regina?
-Rimarrai qui per i prossimi giorni. Ultimato l’allenamento tornerai a casa, ma solo allora, quando sarai un eremita. E sarai come noi.
Hinata si alzò in piedi e guardò la regina. Ora non piangeva più. Si inchinò lentamente ed elegantemente. Poi disse
-Se voi, mia signora, mi concedete questo onore, io le prometto che sarò più forte che mai e non vi deluderò.
Detto questo, la riunione fu sciolta fra i ruggiti delle Pantere, felici.
Uscirono tutti da quel tempio a parte Hinata, Naruto e i due rospi.
-Complimenti, Hinata- disse Mà.
-Impegnati, ragazza e buona fortuna. Ti aspettiamo fuori, Naruto- disse Pà lasciando i due soli.
I ragazzi si sedettero.
-Beh, allora… c’è l’hai fatta!- disse Naruto, che nonostante fosse felice per lei, era un po’ triste –Potrò venire a trovarti, amore mio?- disse accarezzandole il volto stanco e paonazzo.
-Io vorrei dare anima e corpo in questo allenamento… Se tu venissi ecco…- Hinata era in difficoltà.
Naruto la baciò dolcemente e le disse
-Lo so, lo so Hinata. Me lo aspettavo. Non sai quanto mi mancherai, vita mia!- Naruto aveva le lacrime agli occhi, ma prima che sgorgassero sul suo viso, Hinata lo sorprese con un bacio lungo, prima dolce e poi appassionato. Si strinsero e baciarono a lungo.
-Dai il massimo, amore mio. Sei una forza della Natura. Torna più forte.- l’abbracciò –Di sicuro non tornerai più bella. Questo è già il massimo!
-Naruto, io ti ringrazio con tutto il cuore. Mi sei sempre stato vicino, sei la mia forza..
-No Hinata. Tu sei fortissima senza il mio aiuto- la interruppe lui, guardandola negli occhi color perla –Insomma, prima mi stavi spaventando da morire!- rise –Un uragano! Una vera Panterona.
Si baciarono ancora e ancora. Si alzarono in piedi, si strinsero e Hinata accompagnò il suo uomo al confine del continente, quasi lo stesse mettendo alla porta di casa. Si abbracciarono ancora e infine, si salutarono. Hinata tornò dalla regina, che le diede un posto dove riposare, perché l’indomani sarebbe cominciato l’allenamento più duro della sua vita.
Naruto tornò a casa, affranto e solo. Era felice la sua ragazza, ma sperava che tornasse presto a casa.
Ormai non poteva vivere senza di lei.  

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Nella tua assenza (part 1) ***


Cap 19 Nella tua assenza (part 1).

Naruto, da quando aveva lasciato pochi giorni prima Hinata sola ad allenarsi, aveva dato tutto se stesso nella ricostruzione del villaggio. Lo rendeva fiero creare il paese di cui forse un giorno sarebbe diventato Hokage. Il villaggio riprendeva forma e molte famiglie tornavano a dormire in casa. Inoltre lo distraeva per un po’ dalla mancanza di Hinata. Erano giorni –esattamente una settimana e due giorni- che Hinata si stava allenando per diventare eremita. Cercava inutilmente di distrarsi dalla sua assenza e, quando non si adoperava al villaggio, Sasuke e Sakura stavano con lui, cercando di tirar su loro il morale. I tre stavano recuperando i rapporti, come compagni di squadra, ma Naruto si sentiva sempre a disagio in mezzo ai due innamorati. Gli sembrava di essere d’impiccio e inoltre, gli mancava vivere quelle emozioni da innamorato. Quel giorno Naruto decise che sarebbe passato a salutare Shikamaru per lasciare i due soli. Sakura era già da Sasuke e non si chiesero come mai Naruto non stesse arrivando. Erano impegnati in un discorso piuttosto importante.
-Quindi mentre io non c’ero Tsunade ti ha allenato?
-Esattamente e pretendeva il massimo! La mattina ci concentravamo sulla forza degli attacchi, il pomeriggio sull’arte medica e la sera la aiutavo a sbrigare i documenti che spettano a un hokage.
-Hai mai pensato che forse prenderai il suo posto? Insomma, sei la sua allieva.- chiese Sasuke.
-Veramente no. Io sarò pure la sua allieva, ma Naruto è stato l’allievo di Jiraya, è un eremita, ci ha salvato tutti ed è anche il figlio del Quarto Hokage. E poi non mi interessa!
-Cosa? È il figlio del quarto?- Sasuke era veramente stupito. Prese a camminare per a stanza.
-Non te lo aveva detto?
-No, Sakura, non me l’aveva detto. E non ne capisco il motivo. Insomma siamo amici! E non mi ha detto una cosa così importante per lui.
-Non so che dirti, Sasuke.
Passeggiava nervosamente, poi ad un tratto si fermo e si fece tutto cupo.
-Certo che me ne sono perso di momenti importanti.
Sakura lo guardò dolcemente e gli disse
-Avrai perso dei momenti, ma non hai perso le persone.
Sasuke si chinò su di lei, che era seduta sul divano, e la baciò. Poi le baciò il collo e Sakura ebbe un brivido.
-Amore mio,  vieni con me di sopra, ti prego.
-Dove, Sasuke?
Lui non le rispose e la prese fra le braccia, salì le scale, arrivò nella sua stanza e la adagiò sul suo letto. Prese a sfiorarle i capelli, le orecchie, il viso, il collo, le spalle, la linea dei seni, i fianchi e le cosce. Poi Sakura, con la mano dietro il suo collo, lo attirò a se e lo baciò con passione. I due si spogliarono, si coccolarono e fecero l’amore, per la prima volta. Erano stretti tra loro, due corpi, due cuori, due anime si stavano fondendo in un'unica cosa. Sakura adorava il modo in cui Sasuke si faceva passionale, la stringeva a se, con pochi gesti le diceva che era sua e di nessun altro. Sasuke adorava il modo dolce che aveva Sakura di fargli capire che si fidava, che avrebbe fatto tutto ciò che lui desiderava e che lo avrebbe amato sempre. In quel momento glielo disse, che la amava da impazzire e Sakura non ebbe bisogno di rispondere, perché lui leggeva nei suo occhi.  
 
Naruto aveva trovato Shikamaru nella residenza dell’hokage (una tenda più grande delle altre) a sbrigare le sue faccende mentre Tsunade si prendeva una “pausa” dal lavoro.
-Ehi Shika! Come stai?
-A Naruto, proprio te cercavo! Ascoltami bene, Tsunade vuole che tu venga a vedere gli oggetti di tuo padre e che prenda quelli che desideri. Vedi, dato che gli edifici sono andati distrutti, Tsunade si è messa di impegno per recuperare quello che c’era dentro.
-Davvero? E dove sono questi oggetti?
-Nella stanza dietro quella porta.
Naruto entrò. Sulla parete della tenda c’erano degli scaffali con le foto che dei 5 Hokage, dove ognuno aveva il proprio spazio. Naruto andò dritto verso la foto del padre. Su dei ganci erano appesi cappello e manto da cerimonia, poi uno scatolone che conteneva tutti i loro scritti, i loro diari e alcuni oggetti personali.
Prese lo scatolone e andò a parlare con l’amico.
-Ma ora lo sanno proprio tutti chi sono i miei genitori?
-Non saprei Naruto, la gente parla molto e gli anziani hanno assistito alla tua nascita.
-Dovremmo organizzare un’uscita tutti insieme, comunque.
-Sono davvero indaffarato ultimamente.
-Andiamo, una cena! Oppure alle terme.
-Certo. Va bene. A, non ho visto Hinata ultimamente.. come mai?
-Sta facendo un allenamento speciale.
-A beh, allora quando tornerà.
-Certo, quando tornerà.
-Naruto, secondo te è possibile un amore a distanza?
-Io so solo che senza di lei mi sento distrutto.
-Hmmmm..
-Aspetta, Shika, come mai questa domanda?
-Io..ecco..
-Ah ah! Ci sei caduto anche tu vero? Ti sei innamorato? E chi lo avrebbe mai detto!
-Naruto abbassa la voce!
-Dimmi dimmi, chi è lei? O lui, tanto ormai ho visto di tutto eheheheheh!
Shikamaru ci pensò, sospirò e disse di botto –Temari.
-A ecco! Allora avevano ragione Hinata e Sakura, chi disprezza compra!
-Senti, quella ragazza è tanto rompiscatole quanto bella e forte! Io cerco sempre la discussione con lei, mi stimola!
-O ti ecci..- Naruto non ebbe il tempo di finire la frase che fu colpito in pieno viso da un pugno.
-Stupido.
I due amici si salutarono.
Naruto tornò a casa in serata. Si sentiva molto stanco, triste ed abbattuto. Era come se gli mancasse qualcosa. Sentiva un gran vuoto, nel petto. Naruto posò lo scatolone sul tavolo e gli si sedette di fronte. Lo guardò fisso. Poi nascose la faccia tra le mani.
-Vieni amore mangiamo qualco…. O cazzo!- disse Sasuke mentre scendeva in boxer le scale. Anche Sakura, dietro di lui, era mezza nuda, coperta solo da una magliettina del suo uomo.
-Naruto scusaci…- cominciò a dire Sakura –Come vedi, io e Sasuke…. Ma.. cosa…?- disse vedendo che Naruto non si muoveva e che Sasuke, che se ne era accorto prima di lei, si era preso una sedia e si era seduto vicino a lui, con una mano sulla sua nuca, si era messo a parlare sommessamente.
-Naruto, amico mio, raccontami che ti succede.
Naruto non rispondeva e rimaneva nella stessa posizione. Sasuke si avvicinò di più e posò la sua testa contro la sua.
-Avanti amico, parlami.
-Sasuke.. io non ce la faccio più!
-Cosa amico?
-Io.. io ora dovrei prendere quello scatolone e guardare cosa mi ha lasciato mio padre. Ma non ci riesco, senza di lei! L’ultima volta non era presente ma poi ne abbiamo parlato a lungo e..
Naruto fu interrotto dal rumore della porta che sia apriva.
-Ciao ! Tutto bene ragazzi?
La ragazza che aveva aperto quella porta ed aveva pronunciato quelle parole, era letteralmente vestita di bende e cerotti. Al posto di pantaloncini e maglietta c’erano bende. Qualche cerotto copriva tagli su gambe e viso. L’unica cosa che non era cambiata era quella felpa che la ragazza portava sempre, che stavolta era aperta e un po’ stralciata. Era entrata con un gran sorriso e guardava nella stanza con felicità.
 Hinata era tornata a casa.
 

Ho interrotto qui il capitolo che proseguirà nel cap 20 e, per allergerire la storia, ho messo una piccola "storia nella storia". Leggete e recensite!

 
Breve stacco .
Intanto, dalle parti del paradiso.
-Amore mio, ma ti ricordi quando tu partivi per le tue missioni da Hokage?- disse Kushina al marito.
-E si, tu eri così felice di non vedermi per un po’!- le rispose il marito, Minato.
-Veramente, io stavo nella stessa posizione di Naruto..
-Oh, piccola mia!- disse Minato abbracciando la moglie –Non me lo avevi mai detto! Mi stupisci ancora dopo più di 16 anni.- e prese a coccolarla come un gatto, quasi a farle le fusa.
-Ma voi state sempre a comportarvi come bambini?- disse Fugaku Uchiha, avvicinandosi ai vecchi amici con la moglie Mikoto. Le due donne si abbracciarono: erano amiche praticamente da sempre.
-Hai visto i nostri figli, Mikoto? Sono davvero ottimi amici.-
-E già. Ci sono sempre l’uno per l’altro!
-Ma quella catapecchia dovrebbe assomigliare alla vostra casa?- disse Fugaku a Minato.
-Cos’hai contro la nostra casa?
-E’ piccola!
-Ma che dici? Appena si entra c’è un piccolo gradino, dove lasciare le scarpe e mettere le ciabatte. Da un lato della casa ci sono cucina, scale e sala da pranzo. Dall’altro lato il salotto e un piccolo bagno e poi una porta che porta ad una grande camera da letto. Il piano di sopra invece è nuovo.
-Ma guarda la camera di tuo figlio com’è disordinata! Il letto non è sistemato, una marea di vestiti per terra e anche qualche ciotola di ramen!
-Va bene così per una persona che non ha avuto educazione da nessuno! E tuo figlio Sasuke invece? Ha fatto l’amore con la ragazza nella casa dell’amico!
-E quindi?- i due stavano cominciando a litigare.
-Calma, calma, calma! –intervenì Kushina, sostenuta con lievi cenni del capo da Mikoto.
-Siete sempre i soliti, voi uomini- disse Mikoto. –Meglio se torniamo a guardare cosa fanno i nostri ragazzi.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Nella tua assenza (part 2) ***


Cap 20 Nella tua assenza (part 2)
Sasuke fu il primo ad andarle incontro e ad abbracciarla.
-Piccola mia! Stai bene? Sei piena di cerotti.
-Sto bene, sto bene. E’ stato un allenamento duro.
Anche Sakura la abbracciò.
-Ma come sei bella! Che invidia.
Naruto era rimasto seduto e la guardava come vedesse un fantasma.
-Sei davvero tu?
-Si amore mio.- disse Hinata, andandogli incontro e stringendoselo al grembo. –Oddio… come mi sei mancato!- i due si commossero, mentre Naruto si alzava e la stringeva contro il suo petto e il cuore gli andava all’impazzata. Naruto poi la guardò, dolce, e la baciò.
-Potevi tornare prima se ti mancavo così tanto!
Furono interrotti da qualcuno che bussava contro la porta. Neji Hyuga aveva bisogno di parlare con la cugina.
-TI ho visto camminare verso casa. All’inizio non ti avevo riconosciuta, ma poi ho capito che eri tu.
-Cosa succede, cugino?                  
-Tuo padre è preoccupato per te.
-Non tornerò a casa, Neji.
-Devi, almeno per un incontro col Clan. Ne hai saltati tre in questa settimana.
-Non sono stata qui, Neji!
-Domani ce ne sarà un altro, la mattina presto, alle otto. E poi, continueremo a costruire la nostra casa.
-E se non venissi?
-Rischi molto, Hinata, lo sai. Potresti venire espulsa dal Clan.
-Verrò, ma solo perché ho delle novità. E non potrete più togliermi da nulla.
Neji se ne andò.
-Ma ti possono davvero eliminare dal Clan?- chiese Sakura ad Hinata
-Possono eccome- rispose Sasuke per lei –Anche se sei l’erede del capo Clan.- poi strinse Sakura a se –Adesso vi lasciamo soli va bene? Noi andiamo in camera mia.- e si tirò dietro Sakura su per le scale.
-Ma io dovrei tornare a casa!- gli diceva Sakura.
Naruto baciò Hinata. –Dormi con me?
-Si amore mio. Vado a cambiarmi.
Naruto si spogliò velocemente, si diede una lavata e si mise con i pantaloncini sotto le coperte. Poco dopo Hinata apparve in tutta la sua bellezza: aveva un baby doll molto corto, rosa pallido, alla luce quasi trasparente. Naruto, quando la vide, arrossì per l’emozione. I suoi amici avevano fatto l’amore. Lui era sempre stato un tipo un po’ “ambiguo” ( basti pensare ad Ero sennin, alla tecnica delle copie seducenti, a tutte le volte che aveva cercato di spiare le ragazze ) ma ora che avevo una ragazza vera e propria, meravigliosa, che dormiva spesso con lui e che amava tantissimo, voleva andarci piano, godersi tutti i momenti passo per passo e trattarla da principessa. Hinata si infilò nel letto e abbracciò Naruto.
-Ho avuto bisogno ogni notte di dormire fra le tue braccia.
-Anche io, amore mio. Avanti, raccontami qualcosa del tuo allenamento. Sarà stato tutto “eleganza e portamento” rise lui, imitando la voce della regina.
-Per niente. È stato un campo di battaglia. Prima, ho dovuto imparare ad equilibrare l’Energia della Natura e a diventare eremita. Poi ho dovuto imparare tutte le loro tecniche, sfidare le Pantere in velocità e agilità e combattere con loro, tante volte. Sarei dovuta tornare stamattina, ma poi è arrivato Kenta. Da quando abbiamo combattuto, non è mai tornato al tempio. Ed oggi invece è tornato, si è complimentato con me e mi ha insegnato tutte le tecniche di Terra e poi…
-Poi?
-Poi mi ha insegnato a mescolare gli elementi per l’elemento legno.
-Cosa? – chiese Naruto, stupito.
-Non è una gran cosa, ho imparato solo a mescolarli, non so nessuna tecnica!
-Per quello c’è il capitano Yamato! Oddio, non vedo l’ora di vederti in azione!
-Domani, Naruto, vedrai. Verrai anche tu alla mia riunione. Ti presenterò ufficialmente al Clan e poi, combatteremo in modalità eremitica. Va bene?
-Co.. cosa..cosa FAREMO DOMANI?- Naruto era sconvolto. Presentarlo ufficialmente alla famiglia?
-Hai capito amore mio. Adesso baciami e dormiamo.
Naruto quella notte fu dolcissimo. Le massaggiava la schiena, le baciava le ferite, le baciava il collo, le sussurrava frasi dolcissime e la baciava e abbracciava, finchè lei non si addormentò. Amava tantissimo quella donna e mentre la guardava dormire, pensava che non c’era donna più bella. Pensava a quanto era stato fortunato ad avere quella donna. Si chiedeva se suo padre fosse così felice, quando aveva incontrato la mamma. Quel paragone lo stupì. Era lei la donna della sua vita? Sorrise, mentre guardava l’espressione felice di lei fra le sue braccia. Si rispose che non sapeva più vivere senza di lei e quindi, probabilmente era lei la donna per cui avrebbe dato volentieri la vita.
 
Hinata si svegliò presto e in pochi minuti, nella casa, si sentiva un profumo buonissimo di cibo fatto in casa. Sakura si svegliò e la aiutò a preparare la tavola e poi, quando tutto fu pronto, andarono a chiamare dolcemente i propri ragazzi e fecero colazione tutti insieme. Naruto e Hinata lasciarono due copie a casa, a raggiungere la modalità eremitica. Poi, Sakura andò a lavorare, Hinata e Naruto andarono verso la casa in costruzione degli Hyuga e Sasuke andò ad allenarsi, con la promessa che li avrebbe aspettati per vedere i progressi di Hinata durante il combattimento. Prima di entrare nell’unica stanza pronta per essere abitata Hinata spiegò brevemente a Naruto come si sarebbe dovuto comportare durante la riunione Hyuga.
-Oggi sarò il soggetto della riunione. Tu dovrai starmi accanto e dimostrarti comprensivo con me. Sarà difficile che chiedano il tuo parere.
-Hinata, vorrei dire io alla tua famiglia che stiamo insieme.- disse
-Ti mangeranno vivo amore mio.
-Sono pronto.
Entrarono insieme, mano nella mano. Due file di persone, una davanti all’altra, stavano prendendo posto sul pavimento. Hiashi Hyuga si era messo in mezzo alle due file, da un lato. Hinata  e Naruto si misero dall’altro lato della fila, nella stessa posizione del padre. Hanabi si stava per andare a sedere al suo solito pasto, nella fila accanto al padre, ma quando vide Hinata andò da lei e la abbracciò. Infine si sedette accanto a lei. Il padre ne fu contrariato. Hiashi cominciò a parlare.
-La riunione è aperta. Hinata Hyuga, questa riunione è stata indetta per causa tua. Vorremmo tutti sapere qui il motivo delle tue assenze alle riunioni.
-Padre, mi avete cacciata. So che sarebbe stato comunque mio dovere partecipare, ma è dovere mio ancora più grande migliorare. Ho subito un allenamento duro e piuttosto lungo, e ne ho tratto grandi risultati che vi farò vedere più tardi, al campo di allenamento.
-Ed ora allora dicci come mai hai deciso di far partecipare questo individuo alla nostra riunione.
Naruto si schiarì la voce –Sono qui perché io e vostra figlia dobbiamo annunciarvi una notizia molto importante. Vedete, io e vostra figlia, Signor Hiashi, siamo innamorati e abbiamo intenzione serie.
Lo sguardo del Padre Hiashi si fece più duro –Le tue qualifiche, ragazzo.
-Le mie qualifiche?- Naruto non capiva. Hinata intervenne.
-Vuoi non riconoscere Naruto Uzumaki, il motivo per cui siamo tutti ancora in vita, ora? Eroe del paese, grande ninjia e probabilmente futuro Hokage.
-Non credo di approvare la vostra unione.- disse Hiashi.
-Era solo un informazione, che volevo darti. Non abbiamo chiesto il tuo consenso.- Hinata lo sfidò con lo sguardo. –Ora chiedo a tutti i membri della riunione di spostarci al campo di allenamento, così verificherete di persona i miei progressi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Rivincita e umiliazioni. ***


Cap 21 Rivincita e umiliazioni.
Alle dieci del mattino il Villaggio della Foglia interruppe i suoi lavori per assistere ad uno spettacolo assolutamente anormale. Circa venti persone con occhi color perla e una dagli occhi azzurrissimi stavano camminando a passo svelto verso quello che rimaneva del campo di allenamento numero 8, dove, ad aspettarli c’era Sasuke Uchiha, che praticamente era il Clan Uchiha al completo. Hiashi, quando vide Sasuke, si turbò.
-Cosa ci fa questo elemento qui?
-Ho un nome e un cognome, signore, e si da il caso che io sia loro amico.- rispose Sasuke a tono.
-Oh mamma, meno male che tutti gli altri Uchiha sono morti.
-Meno male che non sono tutti come lei gli Hyuga, brutto ver…
Naruto e Hinata si misero davanti ai due litiganti.
-Avete finito?- disse Naruto. –Siamo qui per ben altri motivi.
Hinata si mise al centro del campo di allenamento.
-Ora io combatterò contro Naruto e vi mostrerò quello che sono capace di fare.
-Non serve che disturbi Naruto, per un combattimento- la voce proveniva da Neji –io basto e avanzò, per te. Naruto non lo riusciresti nemmeno a sfiorare.
-Magari tu, non ci riusciresti, cugino. Io ora sono in grado di tenergli testa, anche se non sono forte quanto lui. Ma se ci tieni tanto a combattere contro di me, fatti avanti. Sarà una bella rivincita per il combattimento di quattro anni fa.
Neji si mise davanti a lei e si preparò.
-Con te non utilizzerò le tecniche nuove che ho imparato, Neji.
-Non essere così convinta che bastino, cugina. –disse attivando il Byakugan e scagliandosi verso di lei. Hinata non aveva ancora attivato i suoi occhi color perla, ma riusciva perfettamente ad evitare tutti i colpi. Poi, mentre lui cercava di colpirla lei gli andò dietro, attivò il byakugan e lo colpì forte al fianco. Neji gridò dal dolore.
-Avanti Neji, ti ho solo sfiorato!
Neji azionò la sua rotazione suprema per difendersi dai colpì di Hinata ma lei, con il suo passo dei leoni, superò la sua difesa e lo colpì. Nessuno era mai riuscito a superare la rotazione suprema. Hinata gli tirò un calcio e Neji cadde a terra.
-Adesso basta, Neji. Non voglio farti del male.
-Tu, tu non sei più forte di me!- le urlò contro Neji, mentre cercava di alzarsi.
-Ma guardati, cugino.- Hinata gli si avvicinò –Non devi dimostrare niente a nessuno, Neji. Ora lasciami dimostrare quello che valgo, perché io devo farlo. Va bene?- disse aiutandolo ad alzarsi.
-Sei cresciuta molto, cugina.
-Grazie, Neji.- disse abbracciandolo. Poi, ad alta voce e rivolta alla sua famiglia, disse che finalmente poteva cominciare il vero combattimento.
Naruto e Hinata si misero in posizione, una di fronte all’altro. Erano pronti. Nello stesso momento i due rilasciarono le proprie copie. Naruto, nella sua modalità eremitica, aveva gli occhi dei rospi attorniati di arancione. Hinata invece aveva gli occhi verdi da gatta attorniati da un colore blu scuro, quasi nero. Stavano così bene con la sua carnagione chiara e i capelli scuri. Naruto le corse incontro con un kunai. Hinata rimaneva ferma e quando ad un tratto il biondino gli fu di fronte, fu come se si teletrasportasse. Gli andò dietro, ma non attaccò. Naruto si girò, incredulo. Hinata lo sfidò con gli occhi. Naruto la assalì. Hinata ringhiò, come una Pantera, e cominciò a correre e ad evitarlo. Poi Hinata si arresto di colpo e lo colpi con forza e poi, pronunciando i sigilli, lo sommerse in un drago d’acqua. Naruto si spostò di lato e corse verso di lei, che prese slancio salendo su un albero e gli andò dietro, colpendolo dal retro delle ginocchia. Quei due stavano giocando, si prendevano in giro, mentre combattevano. Erano felici. Si rincorrevano e si davano colpi. Il giovane poi disse
-Avanti, facciamo sul serio!- e preparò un rasengan –Prova a fermarmi!
Hinata pronunciò alcuni sigilli e intrappolò Naruto grazie ad alcune radici con cui lo aveva incatenato al terreno.
-Fatto!- disse sorridendo.
Sasuke guardava la scena seduto da un sasso. Si annoiava un po’, ma notava in Hinata un cambiamento radicale. Il fatto era che Naruto non la metteva alla prova seriamente. E così, mentre Naruto cercava di liberarsi e Hinata lo derideva, attivò il suo Katon ed una nuvola di fuoco usci dalla sua bocca. Hinata si volto e si vide arrivare  il fuoco davanti al naso se non fosse stato per la sua istintività che le aveva detto di voltarsi, sarebbe finita male. Hinata attivò velocemente la sostituzione acquatica. Lei non prese il fuoco in faccia e questo addirittura si spense. Rimasero tutti stupiti per la prontezza di riflessi di Hinata. Purtroppo era passato molto tempo e la modalità eremitica era finita. Hinata però aveva ancora tanti assi nelle maniche. Sfoderò contro Naruto,che si era liberato, tulle sue armi migliori: le numerose tecniche dell’acqua e quelle appena imparate di terra stupivano tutti e Naruto faticava a difendersi.
-Adesso basta.- la voce veniva da Hiashi, che aveva uno sguardo incredulo e al contempo freddo. –Basta così, ho visto abbastanza. – disse andando via. Hinata lo seguì.
-Padre, che cosa avete intenzione di fare?
-Nulla, Hinata, nulla. Cosa dovrei fare?
-Ma.. posso tornare nel Clan?
-Hinata, tu mi hai umiliato davanti a tutti! Sei riuscita in qualcosa dove io non ce l’ho fatta e ora, che io lo voglia o no, il Clan ti vorrà. In pratica mi hai spodestato. È possibile che domani il Clan decida di sostituirmi preventivamente con te. – era arrabbiato ed aveva alzato la voce.
Hinata si bloccò. –E’ di questo che avete paura, padre?
Hiashi non rispose, continuando a camminare. –Siete un vigliacco, padre! Senza potere, non siete nulla.
Hinata torno in dietro. “In fondo lo sapevo no?” pensò Hinata “Non si ha mai abbastanza esperienza di tragedie e fatti spiacevoli. Mai abbastanza”

------------------------------------------

Lo so, lo so, non ci sono stata ultimamente! Chiedo scusa! *SI INGIONOCCHIA*. Comunque ragazzuoli belli, mi raccomando, ditemi che ne pensate (recensite), e perchè no se vi è piaciuto aggiungetemi ai preferiti o ai seguiti! Kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Tanti motivi per essere felici. ***


Un capitolo che lascia tante cose in discussione! Ragazzuoli, passate dalla mia raccolta di descrizioni sui personaggi di Naruto "I disegni della voce." Recensitemi :D

Cap 22 Tanti motivi per essere felici

Era passato un mese dalla fine della guerra e finalmente, dopo la distruzione inflitta da Pain, il paese era ricostruito. Tutto il paese era in festa ma c’era qualcuno che forse era felice più degli altri. Sakura aveva ricevuto l’incarico di occuparsi attivamente del nuovo e grande ospedale. Hinata, come aveva predetto il padre, aveva saputo che il Clan aveva deciso che entro un anno avrebbe preso il padre e nel frattempo doveva impratichirsi con questo nuovo ruolo. Inoltre il capitano Yamato la stava sottoponendo ad un allenamento per l’arte dell’elemento legno. E poi era successa una cosa bellissima, quel giorno di poche settimane fa, dopo l’incontro con il Clan Hyuga. (Flashback)
Naruto la stava portando a casa dopo quel combattimento duro e al contempo divertente. Ridevano e scherzavano, tutti sudati, i due non vedevano l’ora di fare una bella doccia. Hinata fece la doccia al piano di sopra e Naruto a quello di sotto. La ragazza finì prima ed andò a prendersi un bicchiere di latte nel frigo. Proprio mentre lei beveva, Naruto uscì. Lei non si era accorta della sua presenza. Addosso lei aveva solo un asciugamano bianco che le arrivava a metà coscia. I capelli bagnati e lunghi le cadevano sulle spalle e qualche goccia d’acqua scivolava sulla sua schiena seminuda. Naruto ebbe un impulso, forte, che non riuscì a fermare. Le andò alle spalle, anche lui con un asciugamano striminzito, ed assaporò l’acqua fresca sulle sue dolci spalle. Hinata ebbe un brivido d’eccitazione. Naruto non riuscì più a controllarsi e premette il corpo di lei fra il suo e il balcone. Poi la girò e la baciò con passione, stringendo con le mani i fianchi e il sedere. Hinata ansimava e a Naruto piaceva, lo sentiva. Lei gli morse il collo e Naruto ebbe un rantolo di pura gioia. La sollevò sul bancone e le tolse l’asciugamano di dosso. Cominciò a giocare con i suoi seni e con il suo interno coscia. Hinata posò la bocca sull’orecchio del bel biondo e gli disse in un sussurro molto sexy

-Ti prego, lo voglio…. Facciamolo!
Naruto non se lo fece ripetere due volte: la sollevò e la portò sul letto e li lo fecero, per la prima volta. Il loro amore li travolgeva, in quell’atto, su quel letto.
(Fine Flashback)
Sasuke poi, era forse il più felice tra tutti. Nessuno sapeva (lo aveva tenuto nascosto proprio a tutti) che in quel mese l’Uchiha non andava ad allenarsi quando diceva di farlo. E non scompariva la notte dal proprio letto, magari quello in cui dormiva anche Sakura, per andare a riflettere sulla propria vita e i propri sbagli. O almeno in parte. Sasuke, da quando era uscito dall’ospedale, aveva preso a lavorare ad un grande progetto. Alla fine da solo, con non poca fatica e tante ore di sonno perse, aveva realizzato una grande casa che si estendeva su un unico piano, grande quasi quella di Naruto. Eccolo lì, il suo progetto di vita. E non vedeva l’ora di annunciare la lieta notizia alla persona più importante della sua vita, quella sera.
L’unico forse che non riusciva ad essere completamente felice era Naruto. Cioè, la situazione amorosa andava alla grande, finalmente c’era stata la grande svolta e da allora era difficile che lui e Hinata si separassero. Ma c’era qualcosa che mancava. Non riusciva più a migliorarsi, a migliorare le sue tecniche. Ed in più aveva sempre la sensazione che qualcosa gli stesse sfuggendo, che dimenticasse qualcosa.
 
--------------------------------------------
In paradiso..
-Te lo dico io che dimentichi!- Kushina urlava infastidita dal figlio.

-Da parte mia, dico che è un po’ sciocco. D’altronde è figlio tuo, Kushi…- Minato fu colpito da un pugno
rabbioso in pieno viso prima di finire la frase.

 
Naruto, per fortuna, incontrò Shikamaru.
-Naruto, per curiosità, alla fine che c’era nello scatolone con gli oggetti di tuo padre?
Naruto dovette sforzarsi e raccogliere tutti i ricordi nella mente. Ecco cosa stava dimenticando! Naruto posò le mani sulle spalle del ragazzo.
-Grazie, Shikamaru, tu si che sei un amico!- e corse verso casa.
Lo scatolone era lì, dove Hinata lo aveva posato in quei giorni, nel grande armadio di Naruto. Lo sollevò e lo soppesò. Chissà cosa avrebbe pensato suo padre di lui, in quel momento. Era uno stupido. Pensò che non aveva tempo per chiamare Hinata e aprire lo scatolone con lei, quindi decise di cominciare da solo. Come nello scatolone che gli aveva detto Kakashi, c’erano alcune foto. E poi tanti, numerosi diari. Minato raccontava la sua vita. Nei suoi scritti più recenti, l’hokage sembrava un uomo felice, quasi euforico all’idea di diventare padre. Non vedeva l’ora. Decise che si sarebbe preso del tempo per leggere. Poi notò un altro libretto, scritto dal padre. Il titolo era “Nuove tecniche e arti del vento”. Diamine. Era proprio quello che gli serviva. Naruto aveva una gran voglia di fare qualcosa di nuovo e cominciò a sfogliare il libricino. Intano Hinata era tornata a casa e aveva salutato con un bacio sul collo il suo fidanzato.
-Cosa leggi amore?
-Dei testi che mi ha lasciato mio padre, sai, quelli nello scatolone.
-Ti sei deciso ad aprirlo allora!
-Tu lo ricordavi? Perché non me l’hai detto?!
-Non pensavo dovessi farlo! Oh.. Naruto, è caduto qualcosa.
Dal libricino era caduta una pesante busta, indirizzata a Naruto dalla madre.
 
Sasuke e Sakura stavano uscendo per cena. Già, la loro prima vera uscita in pubblico nella nuova Konoha. Erano tutti eleganti e decisero di provare un piccolo ristorantino. Quando si sedettero ed ebbero ordinato finalmente Sasuke parlò.
-Sei bellissima stasera, cappelli color ciliegio.
-Sasuke, mi dici perché mi hai trascinata qui?
-Perché, questo posto non ti piace amore?
-Si che mi piace ma.. non è da noi!
-Lo è invece, solo che non abbiamo avuto il tempo di capirlo e provarlo.
-Va bene, ma mi spieghi perché siamo qui?
-Ci deve essere per forza un motivo, Sakura?
-Certo che si!
-E allora brindiamo al tuo successo, amore!
-Sasuke, ricordati che ti capisco e lo so che c’è altro.
Sasuke si fermò. Puntò i gomiti al tavolo e posò il mento al dorso della mano. Il suo sguardo, per un attimo, si fece nero e tetro come un tempo.
-Bene, allora parlerò subito. Io ti volevo ringraziare, Sakura. La mia vita è sempre stata tetra, vivevo nel passato più oscuro e non avevo mai pensato di guardare al futuro. Ci sei sempre stata tu, a farlo per me. Sei entrata nella mia oscurità con la tua lucentezza, col tempo. Lucenti i capelli rosa sbiadito, luminosi gli occhi verdi non sempre ridenti, chiara la tua pelle. Ti sei intrufolata nella mia vita anche a distanza, in questi anni. Mi costringevi a pensarti sempre. Sei entrata nella mia vita come una candela accesa nel buio più totale, che si, arriva di colpo, ma poi si fa strada col suo bagliore sempre più intenso man mano che la candela brucia. Tu questo sei per me. Illumini il mio buio. – ora Sasuke la guardava con dolcezza, mentre sul viso dolce di lei si facevano strada della calde lacrime –E dato che non voglio più che questa candela si spenga, voglio prendermene cura e metterla al sicuro. Ti va, amore mio?
-Cosa cerchi di dirmi, vita mia?
-Ti amo da morire, regina del mio cuore. E.. vieni a vivere con me. 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Qualcuno di famiglia. ***


 

 Cap 23 Qualcuno di famiglia.
-Oddio Naruto, aprila aprila!
Naruto aveva in mano quella busta, ma era rimasto impietrito.
-Io.. io non ci riesco, amore!
-Ma Naruto, devi leggerla!
Il biondino la guardò e gli porse la busta. –Leggi tu per me, Hinata,
lei prese la busta e con le mani tremanti aprì la busta ed estrasse la grande lettera. Si schiarì la voce e cominciò a leggere.

“Figliolo mio,
se stai leggendo questa lettera allora vuol dire che io e tuo padre non ci siamo più. Sapevo che prima o poi qualcuno ti avrebbe dato le cose di tuo padre e così ho deciso di farti trovare questa mia lettera. Vedi, io e tuo padre, nell’anno della tua nascita, abbiamo avuto molta paura a causa di uno strano elemento, un uomo con la maschera, che aveva minacciato di prendere il kyubii. Ed io e tuo padre lo sapevamo, che il momento più debole per il sigillo sarebbe stato quando io fossi stata incinta. Così ci stiamo preparando al peggio. Tu, amore mio, sei la cosa più bella che ci sia capitata. Non vediamo l’ora di averti tra le braccia, di insegnarti a camminare e a parlare, a raccontarti come io e tuo padre ci siamo conosciuti. Spero che tu stia mangiando bene e che ti stia tenendo in forma. Spero che tu sia diventato un ottimo ninjia. Spero che tu abbia tanti amici e, perché no, una bella ragazza. Sappi che se tu l’hai scelta come tua compagna, io allora la amerei come una figlia, la stringerei fra le braccia…”


Hinata si interruppe per un attimo e catturò una lacrima che stava per inondarle il viso. Naruto le accarezzò i capelli e prese la busta che conteneva la lettera. Notò uno strano luccichio, capì di cosa si trattasse e mise la busta in tasca, nascondendola ad Hinata. Hinata si schiarì di nuovo la voce.

“…la stringerei fra le braccia e le direi che è una splendida ragazza, se l’hai scelta. Le direi di prendersi cura di te. Però, tesoro mio, se tu fossi rimasto senza un vero parente e ne avresti bisogno, allora sappi che nel mio paese d’origine è ancora rimasto qualcuno della mia famiglia. Devi andare dove una volta c’era il paese del Vortice. In una piccola casa troverai Mito Uzumaki, la mia cugina che ha ereditato il nome dalla moglie del primo hokage, una mia ava. Mi somiglia. la riconoscerai sicuramente, mi somiglia molto. Se hai bisogno, vai da lei. Ascoltami bene, tesoro. Devi credere nei tuoi sogni, devi amare la tua famiglia, devi amare i tuoi amici e devi difenderli da tutti. Solo così raggiungerai i tuoi sogni, tesoro. Ricordati sempre che io e tuo padre ti amiamo e che siamo fieri di te. Ricordati di noi, figliolo. Sii una brava persona. Ti amo, la tua mamma Kushina”.

Naruto piangeva silenziosamente. Hinata, che era molto emozionata, con le mani tremanti posò la lettera sul tavolo ed andò ad abbracciare il fidanzato.
-Amore mio, tu hai davvero una brava mamma.
Naruto piangeva più forte ora, mentre si lasciava abbracciare e si aggrappava alla maglietta della sua bella Hinata. Sia aggrappava a lei con tale forza, che sembrava quasi potesse cadere dalla sedia. Era disperato. In quel momento capì di quanto avesse bisogno di un familiare.
Sarebbe andato da Mito. Molto presto. 

 

Ragazzuoli belli, vi ringrazio per aver visitato la mia storia, ringrazio coloro (pochini) che mi hanno messo nei seguiti, coloro che hanno recensito e coloro che mi hanno addirittura messo nei preferiti (ancora più pochi D: ). In ogni caso, ragazzi, questo capitolo è un pò più piccolo perchè ci stiamo avvicinando alla fine di questa storia, ma ho intenzione di continuare facendone una serie! Ditemi come sono andata fino ad ora, un besos! -Cla

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Colpi di scena. ***


Cap 24 Colpi di scena

-Ma Sasuke, sei impazzito?
Fu questa la risposta di Sakura a tutte le parole dolci, dette con tanta fatica da un uomo che era sempre stato freddo. Sasuke rimase sbalordito.
-E’ solo un mese che stiamo insieme e tu vuoi andare a vivere insieme?
-Ho capito che non bisogna perdere tempo!
-L’inizio di una relazione non è “perdere tempo”.
-Oh Sakura smettila, non fare tante storie! Devo sposarti per farti venire a vivere con me? O ti devo mettere incinta? Dimmi dimmi…
Ora era Sakura a rimanere sbalordita.
-Tu…Tu sei freddo e calcolatore, ancora, come un tempo!
-Ma che stai dicendo?
-Tu semplicemente ti stai appropriando di me per… per sposarmi e per… avere dei figli, ricreare il clan Uchiha!
Lo sguardo di Sasuke si fece freddo.
-Ti avevo già detto che volevo questo, o mi sbaglio?
-Ma tu avevi detto che lo volevi, non che lo volevi subito!- lo sguardo di Sakura si fece perso e vuoto –Oddio… tu stai con me solo per questo, da sempre!
-Sakura…
-No, sta zitto! Sei solo un bastardo calcolatore! Io ora avevo tutto quello che volevo, amici, un lavoro che adoro e.. te. Ma tu invece non mi hai mai amato, stai con me solo per mettermi un figlio in grembo!
Sakura cercò di fuggire ma Sasuke la afferrò per un braccio.
-Smettila, Sakura, te lo avevo detto no? Però non dire queste cazzate assurde, come se io non ti…
-Ti odio!- Sakura lo interruppe, si liberò e scappò.
La fine di una storia? Intanto, Hinata e Naruto erano arrivati dall’hokage ed erano stati ricevuti da Tsunade.
Hinata aveva si perso molta della sua timidezza con gli amici, ma quando si trattava di una persona più adulta o estranea tornava la bambina timida di un tempo. La ragazza infatti si mise in un angolino della stanza, mentre Naruto parlava con Tsunade.
-Vecchia Tsunade, sono qui per avvisarvi che parto.
-Destinazione, Naruto?
-I resti del paese del vortice.
Tsunade alzò lo sguardo da i suoi documenti.
-Il paese di tua madre. Hai intenzione di andare da solo?
-No, io vorrei che venisse anche Hina…
-Non è possibile. – lo interruppe – Non ricordi? Le è stato affidato Sasuke. Non si può allontanare dal paese se non si allontana lui. E lui deve essere disponibile per le missioni, quindi non si può allontanare. In ogni caso ti dovrei parlare in privato.
Hinata arrossì –A…a…ecco, va bene! Vado a casa, Naruto.- detto questo uscì.
Tsunade si alzò in piedi, si mise davanti a Naruto e posò le mani sulle sue spalle.
-Ho una buona notizia per te, Naruto. Ho deciso che fra un po’ di tempo, quando avrai preso confidenza con questo mondo e ti sentirai pronto io… abdicherò in tuo favore, Naruto!
Naruto sembrava piuttosto felice, ma non capiva che volesse dire Tsunade.
-Naruto, andrò in pensione e tu diventerai il prossimo hokage!!
Naruto urlò di gioia, sorrisone sul viso, abbracciò con forza la vecchia Tsunade, la ringraziò e la baciò sulle gote, sollevandola da terra.
-Mettimi giù!- Tsunade rideva e urlava anche lei.
-Grazie, grazie, grazie!!
-Naruto, ora ascoltami. In questo tuo viaggio, vorrei che pensassi seriamente al tuo futuro. E in più, devi pensare a formare una squadra speciale, per le missioni dell’hokage. Sarà una decisione difficile.
-Certo, nonna Tsunade. Non vi deluderò!- detto questo Naruto stava per uscire, ma tornò indietro e riabbracciò l’hokage.
-I tuoi genitori e Jiraya sarebbero fieri di te, Naruto.
Detto questo Naruto tornò a casa e preparò la valigia con l’aiuto di Hinata. Fecero l’amore e poi dormirono insieme. Il mattino dopo si alzarono all’alba quasi, per salutarsi. Ancora in pigiama, i due andarono a fare una passeggiata in bici per le vie di Konoha. Tutti i lavoratori che di buon mattino andavano a preparare e aprire la bottega, salutavano felici il proprio eroe e ogni tanto qualcuno gli regalava qualcosa da mangiare. Hinata, stretta alla sua schiena, era felice per il proprio ragazzo. Sul volto di Naruto il sorriso non scompariva mai. Poi tornarono a casa, perché Naruto si doveva cambiare per partire. Ogni tanto, mentre lui si rivestiva, Hinata lo andava a baciare e poi lo guardava in silenzio.
-Mi mancherai molto, amore.- la sorprese Naruto, abbracciandola.
-Quando tornerai?
-Non lo so, Hinata. Mi sto portando dietro il libricino delle tecniche di mio padre, ho intenzione di impararne molte. Inoltre, ho intenzione di prendermi del tempo per stare con la cugina di mia madre, per conoscere meglio la mia famiglia. Ed anche un po’ di tempo per me. In ogni caso, ti scriverò spesso.
-Ti amo, Naruto.
-Ti amo anche io.- disse baciandola.
I due si avviarono verso le porte del paese, dove trovarono Sasuke e Sakura a discutere animatamente. Quando i due videro arrivare Naruto però, si zittirono. Lo salutarono con abbracci ed intanto anche tutti gli altri (Sai, Ino, Shikamaru, Neji, Rock Lee, Ten Ten ecc) arrivarono a salutarlo. Il loro eroe stava partendo. Naruto, mentre oltrepassava le porte del paese e salutava da lontano gli amici, pensava “Ora sarò solo… O forse no?” “Finalmente ti sei ricordato che esisto, Naruto.” Disse Kurama, infiltrandosi nei suoi pensieri. “Preso com’eri da allenamenti, amici, romanticherie  e buon sesso, ti sei dimenticato che non sei mai solo” “Eheheheheh, scusa Kurama, ti sei offeso?” “Figurati se mi offendo! Mi ha fatto un po’ schifo vederti così mieloso con la tua Hyuga e così versione ‘amico amorevole’ con Sasuke! Quello ha cercato di ammazzarti!” “Piccoli particolari, Kurama u.u In ogni caso, ora mi dedicherò a te contento, amico mio?” “Oddio no, salvatemi” “Ahahahahah, Kurama preparati a un bel po’ di tempo, forse mesi, in cui saremo solo io e te!” “Ti prego no! Speriamo che Mito ti occupi tanto tempo!” “Oh andiamo, ci vogliamo bene noi due” “Santo cielo, era meglio quando si stava peggio!”
Naruto partì così, parlottando con il suo compagno di viaggio, deciso e felice come non mai. Sarebbe presto diventato Hokage e avrebbe incontrato un membro della sua famiglia! Dietro di lui però, si stava scatenando un putiferio. Sasuke e Sakura stavano discutendo di nuovo e Sakura gli aveva dato uno schiaffo.
-Sei un bastardo calcolatore.
-E tu sei una ragazzina immatura, non capisci niente!
I due presero le strade opposte. Hinata non capiva che stesse succedendo e non sapeva chi seguire. Alla fine andò verso Sakura, perché Sasuke arrabbiato com’era non avrebbe parlato.
-Mi spieghi che vi succede?
-Succede che non mi ama ma mi considera uno strumento.
-Ma cosa dici?
Sakura camminava a passo spedito e Hinata faticava a seguirla.
-Dico che Sasuke è un bastardo che vuole solo ricreare il suo Clan. Non mi ama.
-Non credi che sia una cosa nobile ricreare un Clan?
Sakura si voltò. –Sei dalla sua parte? Ma non capisci che lui vuole tutto subito? Mi sta tappando le ali, io devo lavorare. Non tiene conto dei miei sentimenti, sono un oggetto per lui!
-Non credi di esagerare? Ti ha chiesto di vivere insieme non di fargli un figlio entro 2 mesi!
-Ma mi ha dato certe risposte che… che.. è questo che lui vuole, Hinata!
-Non esagerare, Sakura. Vi amate e stai rovinando tutto.
-Non sono io che ho rovinato tutto.- detto questo, Sakura entrò in ospedale a lavorare.
Hinata andò velocemente da Sasuke, che trovò a guardare quella casa che aveva costruito con fatica.
-Sasuke.- lo chiamò, con voce tremante. Aveva paura della sua furia.
-Dovrei distruggere tutto, secondo te, Hinata? Dovrei distruggere questa casa? Perché è questo che sta facendo Sakura, sai?
-Lo so, ma forse dovresti darti anche tu una calmata e cercare di capirla.
Sasuke la guardò con uno sguardo incredulo e furente.
-Stai scherzando spero. È impazzita quella.
-E tu stai chiedendo un po’ troppo in fretta tante cose difficili. Ci credo che impazzisce!
-Ma andiamo, mi ha aspettato per anni e ora mi dice di no così?
-Stai diventando vanitoso, Sasuke?
Sasuke assunse la sua solita aria strafottente. –Anche fosse?
-Non fa bene al tuo rapporto con Sakura.
-Ah, non me ne frega più niente di Sakura! Mi ha dimostrato quant’è immatura.
-Anche tu lo sei, Sasuke! Altrimenti la capiresti.
-Ma smettila!- disse avviandosi verso la porta di casa.
-Lei ti ama. Anche tu la ami, si capisce! Lo sai che ho ragione no?
Hinata ricevette come risposta solo la porta sbattere con forza, segno che aveva colpito Sasuke. “Speriamo bene” pensò Hinata.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Sensazioni ***


Cap 25 Sensazioni

Naruto era in viaggio ormai da tre giorni e finalmente, grazie all’aiuto delle indicazioni di Kurama, aveva raggiunto il villaggio.
“Ascolta Kurama, sicuro che siamo nel paese del Vortice? Qui non c’è nulla.”
“Kushina te lo aveva detto che era stato raso al suolo, no?”
“Si ma non pensavo fosse così…desolato”
Naruto camminava tra le macerie ma non sembrava esserci vita. Forse quel viaggio era inutile, forse Mito non c’era.
“Avanti Naruto torniamo a Konoha”
“Mamma ha detto che era qui, non mi arrendo così facilmente!” Continuò a camminare e finalmente,  il lontananza, sotto l’ombra di un bel’albero di limoni, vide una donna accovacciata. Naruto si avvicinò. La ragazza lo sentì e si alzò in piedi, e con alcuni limoni in mano, assunse uno sguardo contrariato, ma non impaurito.
Prese ad indicarlo. Naruto si stupì nel notare quanto quella donna fosse giovane, forse poco più piccola di lui, e di quanto fosse bella.  Era una ragazza non troppo alta, capelli marrone scuro che al sole prendevano riflessi di un rosso spento e delicato, occhi nocciola e un viso delicato. Aveva un vestitino lungo ed aderente sul busto ma sfasata la gonna, color arancio,  che le metteva in risalto le curve dei seni e dei fianchi.
-Cosa vuoi?- chiese la ragazza, con tono prepotente.
-Eh.. io cercavo Mito!
La ragazza si stupì. –Cerchi mia madre allora! Tu saresti?- disse liberandosi una mano dai limoni e porgendogliela.
-Uzumaki Naruto- disse lui stringendogliela.
La ragazza lo guardò per un attimo infinito. –Hai qualcosa di familiare e il cognome di mia madre.
-Io, ecco, come dire, sono un vostro parente!
-Nostro parente?- la voce veniva da una donna più anziana che si era avvicinata, con i capelli dello stesso colore della ragazza e gli occhi color cielo. Il viso era lo stesso di quello del biondino e della madre. Naruto nel vederla e nel ricordare le parole della madre “mi somiglia molto” ebbe un sorriso indescrivibile.
-Oh dio Santo! Haru, questo è tuo cugino!- Mito lo riconobbe subito. Sapeva che la cugina, che le scriveva spesso, voleva dare quel nome al figlio e poi… a parte i capelli, erano due gocce d’acqua! Se lo abbracciò a lungo.
Lo invitò in casa e parlarono, mentre lui mangiava. A casa poi, arrivò anche Arashi, il primo figlio di Mito, più grande di Naruto di un paio d’anni. Trovò a casa quello strano quadretto familiare: Naruto seduto a ridere e scherzare con Mito, la donna che gli sedeva di fronte raccontandogli strane storie di Kushina e lei da piccole e infine la sorella che passeggiava frettolosamente davanti al tavolo non riuscendo a capacitarsi di avere un cugino nascosto e ogni tanto inciampando nel vestito. Arashi, la tempesta nel nome (Arashi=tempesta)  e uomo di casa, venne presentato a Naruto e questo subito se lo abbracciò facendo battutine stupide, quasi fosse lui il più grande.
 
 
Intanto, non molto lontano da casa Uzumaki…
Nell’oscurità due strane figure parlavano sommessamente.
-Dobbiamo scegliere i bersagli migliori.
-Ovviamente. Con questa splendida arma saremo capaci di manipolarli.
-Sarà così divertente usarli fino ad impossessarci degli altri!
-Fino ad impossessarci del mondo vorrai dire!
Due occhi verdi brillarono nella notte e grandi risate sadiche riempirono l’oscurità.
 
A Konoha nulla si era risolto. Sasuke e Sakura si erano lasciati e Sasuke cercava di convincere da tempo Tsunade a farlo partire, anche per una stupida missione. Hinata venne chiamata e furono dati ai due i Kit completi da Ambu e presto sarebbero partiti per lunghe missioni. Mentre uscivano dall’ufficio di Tsunade con in mano una missione, Hinata fermò Sasuke e gli fece una ramanzina.
-Che diamine stai facendo?
-Faccio quello che devo!
-Fai soffrire Sakura.
-Lo ha fatto prima lei.
-Ma, Sasuke, non ha fatto nulla!
-Mi ha accusato di un sacco di cose false. Non era pronta per questo passo, vivere insieme è una cosa più grande di lei. Ma reagire così!
-Beh, sii superiore e perdonala.
Sasuke la guardò con uno sguardo strano e un po’ freddo.
-Sasuke, non dirlo.
-Non ho detto nulla!
-Tu… tu non vuoi tornare con lei!
-Non è stato il primo litigio e soprattutto mi ha dimostrato quant’è immatura.
-Ma lei ti ha aspettato per tantissimo tempo! Ti ha amato per tutto questo tempo!
-Lo so. E anche io ho creduto di amarla ma… forse non possiamo stare insieme.
-Mah, Sasuke…
-Smettila Hinata!- Sasuke era sbottato –Non ci voglio stare, basta! So che sei sua amica, ma anche noi abbiamo un ottimo rapporto, dovresti stare dalla mia parte.
Hinata arrossì violentemente
–Io..io… ti chiedo scusa… Sasuke n-non volevo fa…farti arrabbiare…
Sasuke si intenerì e la abbracciò
–Calmati sorellina, va tutto bene. Scusami tu.
Sasuke e Hinata sciolsero l’abbraccio.
–Oddio, tu sei l’unica ragazza che abbracciò così, forse! Mi fai sentire in colpa!- disse sorridendole. –Domani mattina ci vediamo davanti alle porte del paese e partiamo. Mi raccomando a letto presto, non voglio pesi in missione! –disse con aria strafottente.
Si salutarono e tornarono a casa. Il giorno dopo, come deciso, partirono. Naruto invece, dopo aver passato una giornata intera con i parenti, prese ad allenarsi con il cugino e Mito. Cercava di imparare qualche tecnica dell’elemento vento ma ad un tratto Mito sbottò.
-Naruto, ti senti un Uzumaki?
-Ah, si certo!
-Beh, allora non dovrei perdere tempo così! Dovresti imparare tutte le tecniche di sigillo del Clan Uzumaki!
Naruto era sconcertato. - Cosa? Le tecniche Uzumaki?- fece un gran sorrisone. -Cominciamo subito allora! Naruto fece un paio di copie con cui avrebbe continuato i suoi allenamenti per l’arte del vento. Mito si mise accanto a lui e cominciò a insegnargli alcune tecniche. Naruto si sentiva bene come non mai. Ricordava che quella bella sensazione di felicità e famiglia l’ultima volta l’aveva avuta nel viaggio con Jiraya. Ora si che avrebbe potuto affrontare tutte le guerre del mondo.
 
Ragazzuoli belli, ho avuto un lampo di genio (spero) e ho deciso di cambiare la storia e di farla molto più lunga! Nuovi personaggi e nuovi nemici. Ah, e il SasuSaku è finito ufficialmente. A questo punto vi chiedo un consiglio. È la mia prima storia e non so se devo cambiare i dati della storia (raiting, personaggi, descrizione stessa ecc). Voi cosa ne dite? Fatemi sapere!!! Recensite, recensite, recensite! Baci

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** On mission ***


Cap 26 On mission
Naruto mancava da quasi una settimana dal villaggio. Adorava quella sua nuova famiglia e le cose belle che stava imparando. Un giorno Haru aveva preparato il pranzo per tutti.
-Mangiate che è buono!
I due ragazzi e la madre presero un boccone di carne e lo misero simultaneamente in bocca, mentre la giovane 16enne li guardava curiosa. Poi, i tre, sempre simultaneamente, diventarono verdi è sputarono la carne.
-Ma è troppo cotta! Non ti ho insegnato nulla di buono?- disse Mito, amareggiata.
-No mamma, è lei che è incapace!- disse Arashi, scherzando.
Naruto sbottò in una grossa e fragorosa risata, seguito da Arashi e da Mito, che tra le risate si chiedeva che razza di madre orribile fosse.
-Non è troppo cotta!- disse Haru ferita provando un pezzo di carne, che sputò subito dopo. Sembrava gomma.
-Ok non so cucinare!- disse buttando il mestolo di legno nel lavandino. Poi si inginocchiò davanti al fratello, in una posa teatrale, e con gli occhi dolci chiese –Ti prego, cucina qualcosa velocemente!
-Ah va bene, va bene!
Mito andò a lavare alcuni vestiti mentre Naruto e Haru giocavano a carte. In pochi giorni i due avevano stabilito già un ottimo rapporto. Naruto aveva notato che la sera Haru rimaneva sveglia ed andava ad allenarsi tutta sola e ne avevano parlato spesso. La madre non voleva che diventasse un ninjia.
-Haru, che tipo è tuo fratello?
Lei alzò lo sguardo dalle carte e fissò il fratello. Aveva i capelli scuri, marrone scurissimo, e il viso della madre. Era alto e con braccia forti, a causa del lavoro nei campi.
-Arashi è una persona molto seria e premurosa, gentile, maturo e abbastanza solare. E’ un gran lavoratore ed un buon amico. A volte ha dei momenti in cui vuole stare da solo e parte per giorni. In questi casi… mi ricorda mio padre.
Il padre di Arashi e Haru. Naruto non si era mai chiesto dove fosse.
-Dov’è vostro padre?
Haru lo guardò per la prima volta senza l’ombra di un sorriso.
-Ci ha abbandonato che mio fratello aveva sei anni e io quattro. La mamma ha sofferto molto-
Naruto a questo punto non sapeva che dire. Disse solo –Ti capisco- ma quelle parole racchiudevano molti significati nascosti. “Ha detto che ‘la mamma ha sofferto molto’… la mia piccola cugina non si concede di soffrire. Ha sofferto anche lei, molto, ma non lo vuole dare a vedere”.
-Io ero piccola e non ricordo molto di lui..
 
Intanto anche fuori Konoha due personaggi stavano pranzando.
-Che pranzo magro- disse Hinata, accontentandosi del suo sandwich al tonno e di qualche pillola energetica.
-Sono stato abituato a peggio.
-Hmmm quando Orochimaru ti allenava?
-Più che allenamento era una vera e propria fuga. Ogni tot di tempo cambiavamo  nascondiglio. Nessun pasto decente, una coperta sia d’inverno che d’estate. È stato come vivere nel nulla. E gli allenamenti… beh, mi dovevo adattare.
-Cosa pensavi in quel periodo?
-Pensavo alla mia vendetta.
-Sa…Sasuke… com’è stato… ecco… uccidere tuo fratello?- Hinata si era fatta timida e cupa.
Sasuke alzò lo sguardo al cielo blu.
-In quel momento ero felice. Ma ora che so la verità, vivo col rimorso da allora.. è passato tanto tempo… ma non faccio altro che rimproverarmi le mie scelte.
Hinata si coricò sull’erba, guardando il cielo, e sospirò.
-Itachi era davvero una persona meravigliosa.
-Era un bravo fratello con me.
-Anche con me.
Hinata si fece pensierosa. Poi Sasuke interruppe i suoi pensieri.
-Hai mai avuto dei rimorsi?
-Sempre. Mi sono pentita di non aver saputo subito soddisfare mio padre e le sue pretese di figlia perfetta. Mi sono pentita di aver passato poco tempo con mia madre e con il mio fratellino Itachi. Mi sono pentita di aver perso tanto tempo a nascondere i miei sentimenti a Naruto. Mi sono pentita di essermi spesso arresa, della mia timidezza innaturale, della mia debolezze. Ora so che posso essere migliore di quello che sono stata. Non avrò più rimpianti.
-Ma come fai ad essere così innamorata di Naruto?- chiese strafottente.
-Lo amo da sempre
-Hmm? Com’è possibile ?
-Vedi Sasuke, nonostante io abbia avuto una famiglia e molte ricchezze, sono sempre stata infelice e in accettata. Già all’età di sette-otto anni i miei occhi erano tristi. Avevo perso la mamma e mio padre era freddo e cattivo. E così vagavo con il mio tutore, andavo all’accademia e mi allenavo. Un giorno, davanti all’accademia, un bellissimo bambino biondo si dondolava sull’altalena. Piangeva. Ogni tanto alzava lo sguardo su una famigliola felice che si allontanava dall’accademia. E piangeva. “Chi è quel bambino?” chiesi al mio tutore. “Hinata-sama, non ci dovete stare vicino”. Io invece disubbidii e cominciai ad osservarlo da lontano, a cercarlo.  Un giorno stavo fuggendo dall’ennesima sfuriata di mio padre e imbattei in un gruppetto di bulli. Arrivai sul più grande e gli feci cadere il gelato. Si arrabbiò molto e cominciò a colpirmi. Quando stavo per perdere i sensi, vidi Naruto che si era messo di fronte a me per difendermi, anche se ne prendeva più di me.
-Ah ecco, ti sei innamorata del tuo piccolo eroe.
-Si ma… Non è solo questo! Lui è forte, gentile, dolce, divertente e…- Hinata più lo descriveva e più arrossiva e balbettava.
-Okok calmati! Ho capito perché ami il tuo eroe basta!
-Sai… con Naruto abbiamo in comune anche la stessa sofferenza.- la ragazza era tornata seria.
-Lo  so, lo capisco. E si vede. Siete entrambi orfani o quasi e vi capite. Io e Sakura invece non ci capiamo. Siamo troppo diversi. Si vede che eravamo una coppia diversa dalla vostra. Se ci ripenso, non avevamo un rapporto saldo.
-Ma è proprio finita, nii-san?
-Si. È finita. E non voglio più parlarne. Va bene?
-Certo.
I due erano in silenzio quando ad un tratto sentirono un fruscio tra gli alberi. Hinata si mise in piedi ed attivò il byakugan.
-Cosa vedi?- disse Sasuke con i suoi occhi rossi.
-Solo animaletti. Ma è da un po’ che ho la sensazione di essere osservata.
-Hmm, sbrighiamoci ad andarcene.- disse indossando una maschera e porgendo l’altra ad Hinata.
Corsero via. 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Ritorni e nuovi arrivi. ***


Cap 27 Ritorni e nuovi arrivi.
Un mese esatto che Naruto è partito. Sakura si concentrava sul lavoro, cercava di non pensare più a nulla. Era davvero abbattuta da quando aveva litigato con Sasuke e si erano lasciati.
Si chiedeva se non avesse sbagliato a reagire così. Il più delle volte però si intestardiva e dava la colpa a lui. Ma la aveva davvero usata fino a quel momento? Non si capacitava di come tutti quei momenti passati insieme fossero falsi. Era delusa da Sasuke.
-Sakura-sama, c’è un paziente alla tre che ha bisogno del controllo mattutino.- un infermiera interruppe il corso dei suoi pensieri.
-Certo. Vado subito.
Alla camera tre c’era la piccola Hanabi che si era ferita pochi giorni addietro aiutando il padre ad arredare la casa. Dopo la visita cominciarono a parlare.
-Come va con tuo padre tesoro?
-Molto meglio sai? Non litighiamo più e ogni tanto mi allena. Ieri è venuto a trovarmi e mi ha accarezzato…
-Non lo aveva mai fatto prima?
-No, il nostro unico contatto era quello tramite urla.
-Ma allora va benissimo!
-Già! Comunque oggi mi potrai dimettere? Torna mia sorella!
-Ah certo Hanabi!
-Grazie. Vuoi venire con me?
Sakura pensò a Sasuke. Sarebbe tornato anche lui.
-Ah, credo che passerò a salutarla più tardi. Sai, devo lavorare!
-Va bene! Senti ma hai sentito che forse oggi tornerà anche Naruto?
-No, chi lo ha detto?
-Non so, è una voce che ho sentito in giro.. – Hanabi stava raccogliendo la propria roba per andare via.
-Beh, allora non sarà vero!
-Io andrò alle porte del paese in ogni caso. Ciao!- disse uscendo dalla camera dell’ospedale.
“Dovrei andare anche io?” si chiese Sakura “Non voglio vedere Sasuke…”
 
Hanabi era arrivata correndo alle porte del paese. C’era molta gente che probabilmente aveva sentito la voce su Naruto. Vide Konohamaru e andò ad aspettare con lui. Era un po’ che aspettavano e finalmente, in lontananza, due figure dai capelli scuri si avvicinavano al paese.
Sasuke e Hinata camminavano, visibilmente stanchi, verso casa. Quando videro tutte quelle persone si stupirono molto. Hanabi si piantò davanti alla porta.
-Sorellona! Sasuke!
Gli corse incontro e li abbracciò.
-Hanabi, mollami, sto soffocando!- disse Hinata –che ci fa qui tutta questa gente?
-Una voce dice che oggi torna Naru…- Hanabi venne interrotta.
Ad un tratto, davanti alla porta del villaggio e a tutta quella gente, ci fu una grossa nuvola di fumo, come quelle che escono quando si fa un richiamo. Naruto, Mito, Haru e Arashi comparirono appena la nube si disperse. Per tornare avevano utilizzato una delle tecniche di Minato insegnatagli dalla madre di Kushina e da lei stessa, la dislocazione istantanea, attraverso il quale ci si può teletrasportare ovunque ci fosse un sigillo speciale applicato su qualsiasi oggetto. La famosa tecnica del lampo giallo.
La gente cominciò ad acclamare il loro eroe e ad invocare il suo nome. Naruto rideva imbarazzato, Mito si guardava intorno ammirando il nuovo paese, Arashi era rimasto serio come sempre e  Haru invece era andata in visibilio.
Hinata, dopo un mese, rivedeva Naruto e il suo cuore andava a mille. Naruto si avvicinò al gruppetto di amici, salutò Hanabi con una mano sulla sua testa, salutò Sasuke con un abbraccio e una pacca sulla schiena e poi strinse forte Hinata, baciandola leggermente.
La gente applaudiva. Gli altri Uzumaki invece erano molto stupiti, nonostante sapessero che Naruto era fidanzato. Qualcuno che guardava da lontano si avvicinò silenziosa. Sakura andò a salutare Naruto e Hinata. Sasuke la guardava, ma lei non osò salutarlo.
C’era tensione nell’aria, ma Naruto, anche per alleggerire la situazione,si allontanò con amici e parenti da tutta quella gente e fece le presentazioni. Arashi fissava intensamente qualcuno… che non se ne accorgeva, perché a sua volta occupata a fissare qualcun altro.
Hinata invece, presentata con testuali parole “la mia bellissima fidanzata“, era diventata tutta rossa e aveva preso a torturarsi i pollici, come faceva da piccola, mentre Naruto la avvolgeva con un braccio. 
Poi Naruto disse che sarebbe stato opportuno presentare i nuovi arrivati a Tsunade. E così Naruto si avviò verso gli uffici dell’hokage con Hinata e la sua famiglia.
-Ascoltami Sakura, ci siamo lasciati ma dovremmo rimanere amici.
Sasuke e Sakura erano rimasti soli. Sakura fissava i suoi piedi.
-Non siamo mai stati amici.
-Cominceremo ora allora. Insomma, siamo nella stessa squadra!
-Sisi.. come vuoi Sasuke. Devo andare.- disse andandosene.
-Sakura, non ce l’avere con me. Non ho fatto nulla di male.- le gridò dietro.
 Sakura andò all’ospedale a lavorare. Sasuke andò ad allenarsi.
Dall’hokage c’era una festa. Tsunade aveva dato una casa alla nuova famigliola e questa ebbe un grido di gioia. Hinata continuava a fare la timidona mentre Naruto ogni volta che esultava felice se la abbracciava. Alla fine andarono tutti e cinque a vedere questa casa da abitare, che era abbastanza vicina a quella di Naruto. Appena entrati le tre donne cominciarono a parlare di come arredare la casa per renderla più confortevole. In pochi minuti Mito e soprattutto Haru erano riusciti a mettere a proprio agio Hinata, facendola divertire. Arashi e Naruto invece andarono in una delle camere, a parlare, bevendo un succo.
-Ehi cugino, ti piace la tua nuova casa?
-Eh… credo di si. Ma anche se quella vecchia era un rudere, rimane la mia preferita.
- Tempo al tempo e ti abituerai. Cos’hai intenzione di fare ora?
-Beh… Potresti allenare me e Haru e poi noi potremmo fare l’esame di Genin ed intraprendere il lavoro.
-Umh direi che va bene, ma zia Mito non vi aveva detto che non potete diventare dei ninjia? A proposito, come mai?
-Vedi, nostro padre era un ninjia molto potente, ma aveva la fissa delle tecniche maledette e… è diventato un nunkenin. Così mia madre ci ha impedito di diventare ninjia, per paura che diventassimo come mio padre. Io però quando andavo a lavorare nei campi avevo il tempo di allenarmi e Haru…
-Haru si allena di notte, già lo so. Questo spiega tutto. Ma tua madre mi ha insegnato tantissime tecniche!
-Si, ma tu non c’entri col nostro nucleo familiare, non sei figlio di un nunkenin ma di un Hokage. E poi ci hai raccontato che sei l’eroe del paese.
-Hai ragione.
-In ogni caso ci vorrà molto tempo prima che riusciamo a diventare Genin, quindi abbiamo tutto il tempo per dirlo a mia madre.
Hinata entro nel salottino dov’erano i due ragazzi.
-Ah ecco.. Non sapevo foste qui!- disse tutta rossa.
-Avanti amore, non c’è bisogno di essere timida con Arashi!
-Ah…va bene..- disse sedendosi accanto a Naruto, ancora timida.
-Come mai sei venuta qui?
-Ecco… tua zia e tua cugina… come dire… sono due uragani!
Naruto e Arashi cominciarono a ridere di gusto.
-Ti hanno fatto la testa acqua eh?- le chiese Naruto ancora ridendo.
-Beh, solo un po’!- Anche Hinata si era unita alle risate.
E poi ogni tanto guardava Naruto, il suo bel biondino, mentre rideva di gusto. Aveva il cuore pieno di felicità. Finalmente era tornato. Finalmente lei aveva finito le missioni con Sasuke.
Ora potevano stare insieme. Finalmente.

Ragazzuoli belliiii sono curiosa di sapere cosa pensate di questo capitolo! Fatevi sentire.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Some moments ***


Cap 28 Some moments.
Naruto, verso sera, aveva lasciato i parenti soli nella loro nuova casa e aveva deciso di tornarsene a casa con la sua bella ragazza. La teneva per la mano e saltellava come un bambino felice,
ridendo e facendo ridere Hinata. Alla fine erano arrivati davanti casa.
-Ti va di andare a guardare un po’ le stelle?
-Dove, Naruto?
-Sul tetto!
Lei gli sorrise –Certo.
Presero un paio di cuscini e una coperta, si cambiarono e andarono sul tetto. Qui si coricarono e guardarono il cielo stellato.
-Quanto tempo che non dormo in un letto vero!- disse Hinata.
-Io ho dormito in fouton accanto al letto di Arashi.
-Divertente!
-Si, ma stare qui fuori con te su dei comodi cuscini non ha prezzo.
Hinata arrossì leggermente. Naruto le si avvicinò e la baciò dolcemente. Poi le parlò con una voce nuova e seducente, che non sapeva di avere, proprio sulla sua bocca.
-Ti sono mancato, piccola?
-Si…
-Quanto?                                                                                                                                                        
-Tantissimo… - Hinata si stava elettrizzando e aveva preso ad accarezzarlo.
-Davvero? Dimostramelo allora… - disse Naruto, aprendole leggermente la felpa e infilando una mano nella sua scollatura.
Hinata ebbe un sussulto e lo baciò senza fiato. Poi con una mano nei suoi capelli, si mise su di lui e lo guardò. Era così splendido che Hinata nel guardarlo arrossì leggermente.
I suoi occhi color cielo erano luminosi e brillavano.
La bocca delicata di lui era schiusa in un respiro affannoso. La voleva.
Hinata si chinò su di lui e per la prima volta prese l’iniziativa.
Lo baciò con passione, emozionata, e mentre lo faceva, lo spogliava.
Lui le toglieva la felpa leggera e  stringeva la sua pelle sotto le dita.
Fecero l’amore così, con per sfondo il loro bel villaggio nuovo e il cielo luccicante di stelle.
Si stringevano e si baciavano, sussurrandosi parole dolci. Fecero l’amore per ore e ore.
Poi Hinata si addormentò sul petto di lui. Lui invece la guardava e guardava le stelle. Lei era molto più bella di quel cielo stellato e di tutta la natura.
La donna della sua vita! Si alzò, la sollevò prendendola tra le braccia e se la portò dentro casa, portandola a letto e mettendola comoda.
Il volto paffuto della ragazza assunse un’aria serena. Naruto accarezzò il suo viso e poi il suo corpo splendido, coperto solo dal lenzuolo. Poi si sedette accanto a lei e dormirono insieme. 
 
Sasuke non riusciva a dormire. Erano le quattro del mattino e decise di andare a prendere un po’ d’aria fresca. Cominciò a passeggiare per il villaggio e alla fine si ritrovò al campo d’allenamento numero 8.
Sentiva qualcuno che si allenava, così andò a curiosare.
Con le mani nelle tasche dei suoi pantaloni blu notte, si avvicinò a una strana figura che si muoveva agile nella notte. Quella figura si avvicinava velocemente e minacciosa ma Sasuke non era per niente spaventato.
Afferrò con forza il polso della figura e, mano a mano che si abituava al buio, riconosceva la persona che aveva di fronte: Haru.
-Oh, Haru, che fai qui?
-Che ci fai tu qui!- la cugina di Naruto si era liberata dalla presa e lo guardava con uno sguardo minaccioso.
-Ehi ragazzina, non mordo mica!
-Si ok ma mi hai spaventato!
-Stavi facendo qualcosa di compromettente eh?
-Ma come ti permetti?- disse colpendolo su una spalla.
-Ah ah. Non l’ho sentito nemmeno.
-Ah si?- cominciò a picchiarlo ma Sasuke rimaneva fermo con un aria di sufficienza.
-Adesso basta ragazzina!- se la caricò su una spalla mentre lei si dimenava e la buttò in acqua, nel ruscello vicino al campo d’allenamento. Scoppiò in una grossa risata
quando vide spuntare Haru completamente fradicia, che sputacchiava acqua e con i capelli lunghi, talmente fradici, da coprirle un po’ anche il viso.
-Ti odio!- disse lei.
Lui continuava a ridere di gusto. Lei si fece tutta rossa ed assunse un aria da bambina.
-Almeno aiutami ad uscire di qui!
Sasuke le offrì una mano. Haru la prese ma lo tirò dentro l’acqua e anche Sasuke in un attimo fu fradicio.
-Piccola bastarda!- detto questo Sasuke cominciò a schizzarla con l’acqua e a fare, diciamocelo, il coglione. Non era mai stato così felice. Non aveva mai riso così tanto.
I due dopo un po’ uscirono, stanchi, ad asciugarsi sul prato. Sasuke si tolse la maglietta e il suo torace bagnato risplendeva alla luce della Luna. La ragazza per un attimo rimase assorta a guardarlo, mentre lui guardava il cielo.
“Che diamine sto facendo?” si chiese continuando a guardarlo.
-Naruto mi ha parlato molto di te.
-Quel dobe non ha di meglio da fare?
-Ecco, abbiamo avuto tanto tempo!
-Vabbè, che ti ha detto?
-Mi ha raccontato la tua storia e ti ha definito come una persona un po’ cupa e strafottente. Ma non sembri proprio cupo…
-Di solito lo sono.
-Mi devo considerare speciale?
Sasuke ci pensò un momento.
-Forse, un pochino!- e le sorrise come mai aveva fatto. Lei ricambiò il sorriso.
-Allora, tu conosci la mia storia ma io non conosco la tua. Rimediamo?
-Emh, si, allora… Mito è mia madre e Arashi mio fratello. Nostro padre ci ha abbandonato che io avevo quattro anni. Era un nunkenin fissato con le tecniche maledette e roba del genere.
Da allora mia madre ha impedito a me e mio fratello di allenarci per diventare ninjia…
-Frena, frena, frena. Ho detto la tua storia, non quella dei tuoi parenti.
Haru si stupì.
-Giusto.. allora.. ho vissuto senza un padre ed anche se mia madre ha fatto per tre, ne avevo bisogno. Piano a piano però ho capito che ciò che ha fatto mio padre è una cosa orribile.
Un ninjia dovrebbe difendere il proprio popolo, la propria famiglia, non scappare via così per chissà quale scopo…per fare del male… Così ho deciso che sarei diventato un bravo ninjia.
Ho cominciato ad allenarmi di notte e a consultare il libro delle tecniche Uzumaki. Ne so abbastanza. Ma mia madre non lo deve sapere.
-Quindi cosa hai intenzione di fare nel futuro?
-All’inizio volevo solo diventare un buon ninjia… ma da quando Naruto è arrivato e mi ha parlato di Konoha, dell’Hokage, del suo maestro e tutto questo bel mondo..
beh.. mi gira nella testa l’idea di diventare un ninjia leggendario.
-Wow ragazzina, miri in alto!
-E non mi chiamare ragazzina!!
In effetti la diciassettenne che aveva di fronte non era certo una ragazzina. La maglia rossa bagnata le aderiva al corpo, esaltando due bei seni e la figura perfetta.
I capelli lunghi e di quel colore così strano e indefinito, le coprivano la schiena. I riflessi rossi erano esaltati dai capelli ormai quasi asciutti. Nonostante tutto era bassina e a lui veniva voglia di abbracciarsela.
“Ma che sto facendo?” pensò Sasuke. Ma che strano… lo stesso pensiero di Haru!

Ragazzuoli, recensite <3 vi adoro *////*

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** All together (prima parte) ***


Cap 29 All together
 
“Adesso basta Naruto! Sono giorni che ti alleni e metti sigilli ovunque.”
“Ma così mi teletrasporto ovunque! È una figata dai!”
“Ma usi il mio chakra, e sono stanco!”
“Il tuo chakra è infinito, Kurama”
“Oh Diamine! Eri meglio quando facevi il mieloso con Hinata!
“Ahahahahaahah e va bene! Andrò da Sasuke, che si allena qui a fianco    “
“Ecco bravo”
Erano passati cinque giorni e Naruto continuava ad allenarsi: a volte con Mito con qualche nuovo sigillo, a volte si dedicava alle tecniche di suo padre. Hinata era occupata con gli allenamenti e il suo lavoro nel Clan.
Era molto abbattuta perché ancora non riusciva ad utilizzare l’elemento legno e così si dedicava completamente agli allenamenti. Sasuke continuava ad allenarsi e a svolgere piccole missioni nel villaggio.
Con i soldi che guadagnava comprava arredi per la sua casa, che ormai era ultimata. Sakura lavorava e non si fermava mai. Arashi aveva cercato di parlare con la madre.
-Mamma, io e Haru vogliamo allenarci.
-Non ve lo permetterò. – lo sguardo si era fatto duro.
-Ma mamma vogliamo diventare dei bravi ninjia!
-No!
-Noi non siamo come nostro padre.
-E invece gli somigli tantissimo!- il tono della voce si era alzato.
Arashi la guardò in modo molto triste. Non voleva essere come il padre.
-Oddio oddio scusami Arashi, non lo penso davvero!
Arashi si alzò ed andò a fare una passeggiata. Aveva gli occhi lucidi. Poi però incontro Naruto, che stava andando dove Sasuke si allenava.
-Ehi cugino!
-Ciao Arashi!
-Ascolta oggi facciamo qualcosa? Tipo allenar….
-Siii potremmo passare la giornata tutti insieme a casa di qualcuno, che sò, una festa!
-Ah non intendevo questo…- Arashi si mise una mano sugli occhi, affranto dalla stupidità del cugino.
-Arashi, testa quadra! – Sasuke li chiamava. –Ascoltate, vi va di venire da me?
-Hai finito la casa?- disse Naruto, tutto eccitato.
Sasuke fece cenno col capo, annuendo, in un modo tutto suo, tutto fiero.
-Dovremmo invitare un po’ di gente! Allora invitiamo Hinata, Sakura e Haru ovviamente. Arashi vai a cercare Haru e Sakura? Io chiamo Ino, Shikamaru, Choji e Rock Lee. Che dite?
-Sarebbe giusto invitare anche il vostro compagno Sai, non credi Naruto?- disse Sasuke, strafottente.
-Hai ragione!- rispose lui, non cogliendo il sarcasmo. –Tu chiama Hinata e preparate casa e roba da mangiare!!
-Ah, sisi...- Sasuke si avviava. Era stranamente contento, ma non lo dava a vedere.
-Naruto, io volevo allenarmi.- disse Arashi al cugino.
-Oh, avremo tempo! Muoviti e vai.
Arashi andò ad avvertire Haru della giornata e poi si avviò verso l’ospedale, chiese di Sakura e gli dissero che era nel suo ufficio. Si avviò ed incontrò Sai e avvertì anche lui del programma.
Poi entrò nell’ufficio di Sakura. Era tutto buio, le luci erano spente e le tapparelle abbassate. Sakura era coricata su un divano, con una tovaglietta bagnata sugli occhi.
-Stai bene?
-Hmm chi sei?
-Sono Arashi, il cugino di Naruto, Sakura.
-Ah.. che ci fai qui?
-Naruto e Sasuke stanno organizzando una giornata a casa di Sasuke con un po’ di gente, dopo tutti questi impegni. Sai, per staccare un po’.
-Non ci vengo, Arashi.
-Perché?
-Sono…stanca.
-E’ solo questo?
Sakura si mise a sedere sul divano e si tolse la tovaglietta. Lo guardò con gli occhi rossi di pianto.
-Non ci vengo, Arashi.
Lui le si avvicino e piegò le gambe per arrivare alla sua altezza e poterla guardare negli occhi. Sakura si stupì e spalancò gli occhi. Arashi le sfiorò dolcemente una guancia con le dita.
-Perché piangi?
-Perchè mi hanno spezzato il cuore.
-E chi è stato questo bastardo?
Lei non rispose.
-Tiro a indovinare. Sasuke?
Lei distolse lo sguardo.
-In ogni caso non vale la pena di soffrire tanto per uno come lui.
-E’ stato il mio primo amore.
-E non sarà l’ultimo.
Arashi si alzò ed andò verso la porta.
-Arashi.
Sakura lo chiamò e lui si girò.
-Perché sei così buono con me?
Lui sorrise.
-Perché ti capisco e perché mi piaci, Sakura. Spero di vederti più tardi.
Arashi usci. Lei invece si strinse forte al cuscino. “Gli piaccio ma non mi ha fatto nessun effetto.” Pensò Sakura “Sono ancora innamorata di Sasuke“.
 
Sasuke e Hinata avevano fatto una grossa spesa per tante persone    -cena per 11 più aperitivi ecc- e adesso, a casa di lui, stavano ordinando la casa e intanto parlavano un po’.
-Hinata, come va con i nuovi parenti?
-Hmm? Intendi Haru, Arashi e Mito?
-Esattamente.
-Beh con Haru ho fatto amicizia, con Arashi più o meno anche ma con Mito mi viene naturale essere timida ancora…
-Ma che stupida!
-Vorrei vedere te!
-Ahahahah! In ogni caso, cosa pensi di Haru?
-E’ una ragazza piuttosto solare e divertente. È anche una bella ragazza.
-E’ un po’ bassina.
-No dai, è cinque centimetri più bassa di me, non di più.
-Anche tu sei bassa.- disse prendendola in giro.
-Non è vero!
-Sei permalosa oggi eh?
-E’ che oggi voglio che sia tutto perfetto. È tanto che non passo del tempo con tutti gli altri. Ho giornate impegnatissime e poco tempo per stare con Naruto, alla sera.
Furono interrotti dal campanello che suonava, alle tre e mezza in punto. C’erano proprio tutti! Il primo ad entrare fu Naruto, che cominciò a saltellare per casa.
Sasuke li guidò per casa e fece fare loro un giro turistico per poi andare tutti in giardino. Qui c’era chi beveva, chi giocava con l’acqua e chi parlava. E c’era anche chi si lanciava sguardi.
 Hinata, Haru, Sasuke, Sakura e Arashi erano seduti sulle scalette stile giapponese che davano all’esterno. Sasuke e Haru si guardavano e si sorridevano. Era dalla sera al campo 8 che non si vedevano.
Sakura lo aveva notato e ne soffriva. Arashi, seduto accanto a lei, se ne era accorto e ogni tanto le accarezzava la mano. Hinata stava lì, a parlare con i suoi amici e si divertiva molto.
Poi Naruto, che era a petto nudo per giocare con l’acqua, notò la strana situazione.  
Si avvicinò a loro e si sedette dietro Hinata, avvolgendola col suo corpo e baciandole il collo. Mentre tutti parlavano del più e del meno o scherzavano, lui lanciava a Sasuke qualche sguardo infiammato.
-Sono quasi finite le bevande! Naruto, vieni con me a prenderne altre?- chiese Sasuke.
-Certo.
Naruto si alzò e seguì Sasuke in cucina. II moro puntò i pugni sul tavolo e gli disse
-Che diamine ti prende?                  
-Che diamine stai facendo?
-Non so dimmelo tu!
-Stai flirtando con mia cugina?
-Se anche fosse?
-Non mi sembra il caso, davanti addirittura a Sakura, che ci soffre.
-Non posso bloccare la mia vita solo perché lei ancora ci soffre.
-Sei insensibile.
-Voglio essere felice. Lo capisci?
-Si ma potresti almeno aspettare un po’.
-Si dice “cogli l’attimo”.
-Si dice “aspetta il momento giusto”.
-Non è vero, non si dice!
-Eh… eh… e chi se ne frega! Lo dico io ora!
-Senti Naruto, non sto facendo niente di che. Non è che la bacio o la tengo per mano. Ci sorridiamo e basta! Non è nemmeno seduta accanto a me dai…
-Va bene, ma non esagerare davanti a Sakura. Me lo prometti?
-Si… te lo prometto.
-Ooook ora prendiamo da bere e torniamo di la.
 
“Naruto si è accorto che sto male, sicuramente.” Pensò Sakura “Starà facendo la ramanzina a Sasuke”.
La ragazza dai capelli rosa incrociò lo sguardo della ragazza dai capelli neri. Hinata, col suo sguardo preoccupato e un leggero sorriso, le voleva dire che Naruto stava sistemando tutto, di stare tranquilla.
“Fosse facile. Non mi va di intralciare la vita di Sasuke. Sono sempre stata un peso per lui, lo so.”
Sakura ricambiò quello sguardo con degli occhi tristi e un sorriso finto. Hinata si preoccupò per lei. Sasuke e Naruto rientrarono, entrambi guardando prima Sakura e poi Haru. Sakura tremava e Arashi le strinse forte la mano. Sakura lo guardò con un tono interrogativo. Il ragazzo si avvicinò al suo orecchio e le disse
-Forse sarebbe meglio se tu venissi a fare un passeggiata con me.
-Va bene.
I due si alzarono ed andarono in giardino, evitando qualche secchiata d’acqua, ed arrivarono sotto l’ombra di alcuni alberi da frutto. Limoni forse.
-Grazie per avermi trascinato via da li.
-Dovresti essere in grado di farlo da sola, altrimenti non lo supererai mai.
-Non sono forte come te, Arashi.
Lui prese una mano fra le sue e la baciò dolcemente.
-Tu sei l’allieva di Tsunade-sama. Non puoi non essere forte.
-Quello di cui parlo è una forza diversa da quella fisica.
-Ed io ti sto dicendo che l’Hokage ti ha insegnato anche questa forza. Lo ha fatto anche Naruto. Lo ha fatto anche Kakashi.
-Forse sono dura a capire.
-Forse posso aiutarti a farlo.
Arashi prese una splendida rosa bianca e gialla, un colore molto raro, da dietro l’albero. Era tutta infiocchettata e portava il marchio del negozio della famiglia di Ino. Gliela porse e Sakura la accettò, un po’ incredula.
-È bellissima. Grazie.
-Si addice alla tua persona.
-Io non ti capisco. Tu non mi conosci nemmeno e ti comporti così…
-Io credo nel colpo di fulmine, nelle anime predestinate, nell’amore eterno. Ho la capacità di capire subito la persona che ho di fronte. Inoltre, Naruto mi ha un po’ parlato di te, di come ti vede lui.
  E mi piace pensare a come ti vedo io. Tu gli piacevi. Io mi sono innamorato.
-Arashi, io… non sono pronta per avere una storia.
-Ti aiuterò io.
-Sono ancora innamorata di Sasuke.
-Ti farò innamorare di me.

Sakura non sapeva che dire. Gli diede le spalle e cominciò a guardare il sole, che non era più così alto in cielo. Mancava poco al tramonto.
“Non so cosa fare” pensò Sakura “è un ragazzo molto dolce”.
I pensieri di Sakura furono interrotti dalla mano di Arashi che aveva preso dolcemente fra le dita un ciuffo di capelli rosa.
-Non chiederti come ti devi comportare. Non fare nulla. Lascia correre e vedrai che andrà bene.
-Non mi sembra giusto, Arashi.
Lui si avvicinò e dolcemente la abbracciò, respirando il profumo dei suoi capelli: ciliegio.
-Non devi per forza fare qualcosa. Rilassati e lasciati vivere.
Sakura non lo vedeva, ma sapeva che il ragazzo aveva chiuso gli occhi. Lo sentiva respirare lentamente, a godere del suo profumo. Lui aveva il potere di farla rilassare e allo stesso tempo elettrizzare.
Chiuse anche lei gli occhi e con le mani sfiorò le braccia e le mani ruvide di quel ragazzo caldo e dolce.
-Grazie, Arashi…
 
La Giornata continua nel prossimo capitolo! Ringrazio le 18 persone che mi hanno messo nelle seguite, le sette che mi hanno messo nelle preferite e loise93 che mi ha messo nelle ricordate. In più  JennySand che mi recensisce periodicamente ed Eli01, e tutti coloro che mi mandano brevi messaggi e mi incoraggiano a continuare. Siete meravigliosi! Continuate così, vi adoro *w* Ditemi se vi piace il nuovo stile! Baci :*

P.S.: Qualcuno mi aiuta a cambiare l'immagine dell'avatar e magari ad inserire immagini nelle storie?  Non sono capace =/

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** All together (seconda parte) ***


Bella gente, siamo arrivati al 30ensimo capitolo e alle oltre 1000 visite del primo capitolo!! Non lo avrei mai detto :DD Certo che le persone che mi seguono sono davvero poche rispetto ai lettori e.e ... in ogni caso vi ringrazio molto e spero che continuerete a leggere e a recensirmi! Un bacio grande grande :** 

Cap 30 All together
Mentre quei due erano in giardino a parlare, Hinata, Haru e Ino decisero che le donne dovevano cominciare a cucinare per la cena.
Mandarono anche a chiamare anche Sakura e quando furono tutte insieme si appropriarono della cucina e della sala da pranzo, cacciando tutti i ragazzi.
Quello, quanto è vero che gli alberi fanno le radici nella terra, era il Regno di Hinata!
-Bene. Oggi cucineremo per antipasti delle bruschette, per primo polpette di riso e riso in ciotola al carry e gamberetti. Come secondo del sashimi e onigiri. Del dolce mi occuperò io, sarà una sorpresa!
-Emh, Hinata… chi è negato a cucinare che fa?- era Haru a parlare.
-Puoi sistemare la tavola! Dovresti chiamare Sasuke per farti dire dove sono le tovaglie, piatti eccetera.
-Va bene, vado subito.
Haru lasciò Hinata che preparava il dolce e metteva a cuocere il riso, Sakura che tagliava le verdure e le erbe e Ino che tagliava il pesce e preparava gli onigiri.
Nell’altra stanza, dove stavano i ragazzi, trovò tutti quanti intenti a giocare animatamente una partita a carte, con Choji che mangiava patatine,
Naruto che contestava ogni mossa e rigorosamente perdeva (contro quei geniacci di Shikamaru, Sasuke e Arashi, chi non perderebbe?) e
Rock Lee che confortava Naruto parlando della giovinezza e di quanto tempo aveva per migliorare.  Una scena esilarante!
-Mi dispiace togliervi uno dei giocatori, ma mi serve Sasuke.
-A si? E a cosa?- Naruto la guardava con gli occhi inquisitori (semichiusi) e il naso arricciato.
-Solo per sapere come apparecchiare- Haru gli fece la linguaccia.
-Che bambina!- Sasuke si era alzato e aveva posato la mano sulla sua testa, arruffandole i capelli come fosse un cane.
-Smettila di chiamarmi così!
-Ragazzina, andiamo!
Sasuke la spingeva verso la sala da pranzo mentre lei continuava a ribellarsi e a dimenarsi.
Nella sala c’era un lungo tavolo per dodici, una cristalliera colma, un armadio basso e stretto e alcuni quadri. Haru aveva uno sguardo incredulo.
Quella era una stanza davvero meravigliosa.
Sasuke aprì uno dei grandi cassetti e disse ad Haru di avvicinarsi.
-Qui ci sono tutte le tovaglie e un paio di set americani.
Haru scelse uno di questi ultimi di un bel colore rosso acceso che sul tavolo marrone e massiccio risaltavano come non mai.
Poi sistemò sul tavolo delle posate e bacchette piuttosto semplici e dei splendidi piatti bianchi, aiutata da Sasuke.
Infine prese dei bicchieri di vetro dello stesso rosso dei piatti. Le risate dei due giovani risuonavano per tutta la stanza.
Ad un tratto però ad Haru cadde un bicchiere. I due subito si chinarono a raccoglierne i pezzi.
-Sasuke scusami non volevo!
-Non fa niente ragazzina, ti sei fatta male?
-No non credo… scusami, sono un disastro!
-Non è vero, Haru. – Sasuke ora la guardava negli occhi. Erano molto vicini.
-E’ la prima volta che mi chiami col mio nome.
Sembrava che una strana forza li avvicinasse.
-Sakura, non piangere. Non l’ho fatto apposta!
La voce di Hinata li interruppe. Haru si ritrasse subito.
-Forse… dovrei prendere scopa e paletta, ecco! Non toccare i pezzi di vetro.
-Haru…
-Torno subito!
La voce di Haru tremava, mentre fuggiva dalla sala da pranzo e tornava in cucina.
Sakura stava davvero piangendo perché le ragazze, cucinando, stavano parlando di ragazzi e alla fine era venuto fuori un brutto discorso.
Sakura sosteneva che Hinata aveva creato un momento perfetto per Sasuke e Haru.
Quando quest’ultima entrò nella cucina, ci fu un grande silenzio. Sakura si asciugò le lacrime e si avvicinò ad Haru, quasi volesse percuoterla. Invece le disse
-Haru, ti piace Sasuke?
La rossa era diventata ancora più rossa dei suoi capelli.
-Non lo so non ci ho mai pensato!
-Ti piace?- Sakura insistette.
-E’ ancora presto per dirlo e…
-Dimmi se ti piace!- Sakura aveva alzato la voce.
-A…a… credo di si!- Haru parlò velocemente e chiuse gli occhi, quasi fosse pronta ricevere uno schiaffo.
Sakura invece parve rilassarsi ed assunse uno sguardo triste.
-Capisco… Non ho intenzione di ostacolarvi. Sasuke è stato chiaro con me. Solo.. stai attenta.
Si stupirono tutti, compresa Haru che sgranò gli occhi su quella ragazza più alta di lei.
-Perché mi dici questo?
-Perché… sembri così piccola e indifesa che mi dispiacerebbe se ti ferisse.
Haru la guardò con uno sguardo nuovo e deciso.
-Sarò pure piccola di statura ma ciò non significa che non sappia tirar fuori le unghie e difendermi. Inoltre sono pronta a soffrire, perché non c’è amore senza un minimo di dolore.
Sakura le sorrise.
-Questa è una lezione che ho capito solo ultimamente.- poi, rivolta a tutte le ragazze disse –Avanti, continuiamo a cucinare o mangeremo tardissimo!
 
Intanto Sasuke aveva preso da parte Naruto e gli aveva raccontato quello che era successo. Insieme decisero di andare nella cucina con le ragazze, per evitare sceneggiate, e così fecero.
Trovarono le ragazze intente a cucinare ridendo e scherzando. Haru sistemava un centro tavola di fiori, aiutata da Ino fra un sashimi e l’altro.
I due ragazzi si sedettero sul tavolo quadrato, quello per i pasti informali, dove ogni giorno Sasuke faceva colazione.
-Ah ah, Haru non sa cucinare, Haru non sa cucinare!- Naruto canticchiava sfottendo la cugina e facendo ridere tutti.
-Naruto smettila!
-Haru non sa cucinare e non la sposerà nessuno!
-Dai Narutoooo!!
-Haru morirà zitella!
Haru prese un pomodoro inutilizzato li vicino e lo tirò a Naruto.
-Brutta bastarda!- glielo ritirò.
Le colpi i seni e Haru gridò. Tutti risero.
-Sei tu il bastardo!
Naruto e Haru cominciarono a fare una strana lotta a colpi di solletico e schiaffi “amichevoli” e tutti ridevano.
Sasuke si era alzato ed era andato a disturbare Hinata, mettendo le dita nel cioccolato liquido appena preparato per fare la torta.
-Sasuke, no!- disse Hinata dando uno schiaffo sulla mano di Sasuke.
-Ma io voglio il cioccolato!
-Dopo leccherai il cucchiaio dai, ora vai via.- disse le spingendolo leggermente.
Sasuke perse l’equilibrio calpestando il pomodoro che era caduto a terra e scivolò su Haru e Naruto e quest’ultimo, per cercare di reggersi,
nella caduta posò la mano sul bancone con un vassoio, rovesciandosi addosso del sashimi.
Tutte le ragazze smisero di cucinare e risero a crepapelle mentre Naruto si toglieva il Sashimi dai capelli e dai vestiti continuando a dire “O porca vac…” .
-Meno male che ne avevo fatto molto!- disse Ino, tra una risata e l’altra.
-Beh, non rimarranno avanzi di Sashimi!- ribatte Hinata, ridendo e aiutando i ragazzi ad alzarsi.
Naruto facevo il cucciolo e si strusciava contro la spalla di Hinata, ma lei lo spostava ridendo e diceva
-Smettila, sporchi anche me così!
-Ora voi tre pulite a terra e ve ne andate veloce da qui!- disse Sakura, con un tono materno ma sbrigativo.
-Si, signora!- dissero i tre, con tono da esercito. Pulirono velocemente e si andarono a cambiare, perché Naruto e Haru erano molto sporchi.
Naruto, dopo aver fatto una doccia velocissima, girò a lungo nell’armadio di Sasuke prima di trovare qualcosa che gli piacesse.
Indossò una canotta bianca e dei pantaloni di un azzurro cielo, mentre Sasuke commentava il disordine che aveva combinato nella sua camera: vestiti ovunque.
Mentre i ragazzi uscivano dalla stanza si imbatterono in Haru, in asciugamano e capelli asciutti, che li cercava.
-Non ho nulla da mettermi.
Strano a dirsi ma Sasuke, alla bella visione di quella ragazza, arrossì leggermente.
-Emh… ah… Naruto prendi qualcosa dal mio armadio… Devo andare in bagno!
E corse via. Naruto rise.
-Se fosse stati solo con te, ti sarebbe saltato addosso!
Hinata indossò dei vestiti di Sasuke di un paio di anni prima: pantaloni e maglia neri con stampo Uchiha che a lei stavano molto aderenti.
Si presentò a tavola quando ormai tutti avevano preso posto. Sasuke, da padrone di casa, sedeva a capotavola.
Al fianco avevano lasciato un posto per lei e di fronte aveva Naruto e Hinata e a proseguire Sakura, Arashi e Rock Lee.
Al fianco di Haru c’era Shikamaru, Ino, Sai e Choji. Trascorsero la serata a ridere e scherzare tutti insieme, Rock Lee a bere molto Sakè (il suo vizietto) e
Choji a spazzolare ogni portata che Hinata e Sakura portavano in tavola. Arrivò finalmente l’ora del dolce.
Hinata aveva fatto una meraviglio torta molto scenografica: torta al cioccolato con panna e fragole. Ed era pure buonissima!
 
Tutti quanti uscirono a coricarsi nel giardino e tutte le coppie (e non ancora) si erano messe vicine. C’era anche uno strano triangolo in corso…
Ino non aveva occhi che per Sai e quest’ultimo non se ne accorgeva. Shikamaru invece, anche se tempo prima aveva dichiarato a Naruto che gli piaceva Temari,
faceva il geloso con la bionda. Gli unici a rimanere fuori dal gioco delle coppie erano Choji e Rock Lee che però erano impegnati in un discorso su come fosse
importante nella giovinezza sentirsi a proprio agio  col proprio fisico.
Naruto abbracciava Hinata, che sonnecchiava leggermente mentre lui la osservava contento e scherzava con Sasuke. Haru era coricata tra Sasuke e Hinata.
Si sentiva un po’ a disagio a causa di Sakura, poco distante, anche se cercava di scherzare con Naruto e Sasuke.
Poi Sasuke le strinse una mano. Lui faceva finta di niente, scherzava con Naruto tranquillamente. Ma le stringeva la mano con tale calore da estasiarla.
E così non si preoccupò più di nulla e cominciò a godere davvero di quei momenti. Tutti quanti andarono a casa, a parte Hinata e Naruto perché lei ancora dormiva.
Sasuke aveva deciso di ospitarli ma aveva soprattutto bisogno di parlare con l’amico.
-Come ti senti quando stai con Hinata?
-Perché me lo chiedi?
-Perché voi sembrate davvero innamorati e non so se provo o ho provato le stesse cose.
-Io sono… estasiato, meravigliato, stupefatto da ogni singolo momento che passo con lei. Non riesco a stare senza di lei. È la mia droga.
-Mi ricorda qualcosa.
-Sakura?
-Haru.
-Lo sai? Si vede che ne sei innamorato davvero anche se è presto a dirlo. Con Sakura non avevi lo stesso sguardo. Non ho mai detto nulla perché pensavo fosse una mia sensazione.
-Quindi mi dai la tua benedizione se ci provo con lei?
-Me lo stai chiedendo davvero?- Naruto scoppiò in una risata.
-Si. Sono serio, Naruto.- il tono di voce e lo sguardo di Sasuke fecero automaticamente zittire Naruto.
-Amico, ti conosco. Solo, stacci attento. Mia cugina è un tipetto particolare.
-Grazie amico mio.
Sasuke e Naruto si diedero la mano e si abbracciarono, come solevano fare. Sasuke andò a dormire e Naruto raggiunse la sua donna.

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Occhi curiosi ***


Cap 31 Occhi curiosi.
Shikamaru aveva appena finito di parlare con l’Hokage. A quanto pare aveva circa tre giorni di assoluto riposo, poi sarebbe dovuto partire per una missione in solitario.
Il ragazzo così stava andando verso il suo luogo preferito di riposo: il tetto di un grosso edificio, uno dei pochi ad essere rimasto in piedi dopo la distruzione di Pain,
che aveva una bella vista sul paese e sul cielo, come piaceva a lui.
-Oh Shikamaru!
“Oddio un guastafeste.. Che seccatura” Shikamaru si girò lentamente. Arashi camminava a passo svelto.
-Ciao Arashi.
-Ascolta, oggi che fai?
-Riposo.
-E se invece tu venissi con me?
-Non so se…
-Devo andare da Ino per ringraziarla di quella rosa.
-Ah ok, se proprio insisti..
-Non lo sto facendo!- Arashi gli sorrise, malizioso.
-Hmmm… Come è andata con Sakura, ieri?- Shikamaru cercò di cambiare discorso.
-Credo che sia andata abbastanza bene. Ovviamente non è che stiamo insieme o che altro ma almeno l’ho convinta a frequentarci.
-Bene, bene.
Erano arrivati davanti al negozio dei Yamanaka. Ino era dietro il bancone e davanti a lei c’era un Sai molto curioso.
Shikamaru si sentiva strano mentre entrando li osserva.
“Che diamine mi succede?” cercava di analizzare i suoi sentimenti, una cosa che faceva quando era nervoso.
“Potrebbe essere un effetto della guerra. Oppure sono soltanto curioso di sapere di cosa stanno parlando. Oppure…. Non può essere”
Ino li vide e li salutò. Poi disse a Sai
-Ci vediamo stasera a cena, Sai.
-Certo, così mi spieghi meglio questa questione. A dopo.
Arashi e Shikamaru si avvicinarono al bancone, prendendo il posto di Sai.
-Ehi Ino, sono passato per ringraziarti! Sei stata grande a portare tempestivamente quello che mi serviva.
-Per te questo e altro! Soprattutto se lo fai per Sakura.. è davvero abbattuta da quando lei e Sasuke si sono lasciati.
-Si, lo vedo, e sono pronto a dare il massimo per tirarla su.
-Shika, come vanno gli allenamenti?- Ino si era accorta dello strano silenzio e dello sguardo perplesso del ragazzo.
-E’ una seccatura, come al solito.
-Seccatura equivale a normale, nel suo dizionario.- disse rivolta ad Arashi, canzonandolo.
Arashi e Shikamaru salutarono Ino e andarono a fare una passeggiata, mantenendo un rigoroso silenzio.
Ad Arashi avevano spiegato che quando Shikamaru aveva quello sguardo non andava disturbato, poiché era occupato in una delle sue lunghe riflessioni da genio.
Vedendo che il ragazzo non veniva a capo di nulla, Arashi fermò i suoi pensieri, contraddicendo alla regola.
-Lo sapevo.
-Hmmm? Cosa?
-Ieri sera avevo notato il tuo sguardo ed oggi ne ho avuto la conferma.
-Oh, che seccatura. Ti spieghi?
-Semplice, sei innamorato di Ino.
-Impossibile, mi piace Temari.
-Non conosco questa ragazza.
-E’ un tipo molto forte e determinato, riflessivo, serio.
-Mi pare di capire che è simile a te.
-Esattamente.
-Sicuro che ti piaccia?
-Ah non lo so… credo di si! Queste faccende d’amore sono così seccanti- Shikamaru aveva preso a grattarsi la testa, preoccupato.
-Vuoi il mio parere?
-Avanti.
-Secondo me ti vuoi far piacere questa ragazza. Insomma…Ino è una pazza!
Shikamaru rise, ma con una risata un po’ triste.
-Secondo me il tuo cuore appartiene già a lei.
-Non saprei… non… ah che seccatura!
-Ascolta me, pensaci.
-Lo farò… ah me ne vado a casa a dormire. Ciao Arashi, grazie di tutto.
-Di niente, ci si vede amico.
  “Troppi pensieri, spero solo di poter dormire un pò” pensò Shikamaru, avviandosi verso casa. “Grazie tante Arashi…Che seccatura!”
 
Ino era uscita a cena con Sai. Si erano divertiti molto soprattutto perché Sai le aveva chiesto di spigargli perché alle persone piacciono molto i fiori,
un argomento che non riusciva a comprendere sui  i libri.  Ascoltando la bionda che parlava con tale enfasi e passione dei fiori, del loro significato, dei colori e dei profumi,
Sai aveva scoperto l’arcano. La natura offre semplicemente cose meravigliose.
Poi però, ai momenti dei saluti davanti casa Yamanaka, Sai l’aveva abbracciata e una strana tristezza l’aveva avvolta. Finse di ricordare un impegno importantissimo e scappò via.
Non erano quelle le braccia che volevo a stringermi” pensò Ino “Devo dirglielo, perché è troppo tempo che me lo tengo dentro.”
E’ così, magicamente, il suo corpo si muoveva da solo anche se stanco, verso casa Nara.
Da lontano lei notò che nessuna delle luci era accesa, a parte quella che dava sul giardino. E come spesso faceva da bambina, ecco che si intrufolava fra i bambù e le piante,
sorprendendo uno Shikamaru seduto sulle scale accanto alla postazione dove spesso giocava con Asuma, per chiarirsi le idee.
-È la prima volta che ti vedo stupito, da quando entro da qui.- disse Ino all’amico.
-È che ti stavo pensando.
-Come mai?
-Lascia stare. Come mai qui a quest’ora?
-Vorrei parlarti.
-Dell’appuntamento con Sai?
-Sei forse geloso?- era una frase che Ino gli diceva sempre, canzonandolo, ma stavolta era seria.
Il Nara distolse lo sguardo. Lei si sedette accanto a lui e non poté fare a meno di mirarlo per la sua freddezza.
-C’è qualcosa dentro di me che reprimo da sempre, Shikamaru. E non voglio più farlo, perché questa cosa mi fa male.
-E sarebbe?- ora Shikamaru la guardava negli occhi. In quegli occhi celesti meravigliosi.
Ino colse l’occasione e, invece di rispondergli, lentamente si avvicinò, dandogli il tempo di chiudere gli occhi, e lo baciò dolcemente. Le sue labbra sottili erano calde.
Shikamaru avvolse i fianchi della bionda con le braccia, accarezzandola leggermente ed attirandola a se, per darle un baciò molto più appassionato.
Poi si staccarono e si guardarono entrambi stupefatti, perché sentivano entrambi che era una cosa che doveva accadere e finalmente era successa.
Poi Shikamaru le accarezzò il viso e i capelli, come faceva spesso quando l’(ex) amica aveva bisogno di un po’ di conforto. Lei continuava a guardarlo,
mentre gli angoli della sua bocca si piegavano all’insù.Ed anche lui sorridendo disse
-Ah, che seccatura! Se non lo avessi fatto tu io non avrei mai avuto il coraggio…Ti aspettavo!
 
-----------------------------------------------
Arashi non si era accorto che, durante la sua giornata, c’era qualcosa di strano.
Un occhio si nascondeva e lo osservava da lontano, seguendolo per tutta la sua giornata, anche quando si allenava.
Soprattutto quando si allenava.

----------------------------------------------


Gente :D Vi è piaciuto questo capitolo? Avevo voglia da tempo di inserire una nuova coppia!
Secondo voi dovrei dedicarmici spesso come al NaruHina? Fatemi sapere! Vi adoro *w*

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Mi nascondo. ***


Cap 32 Mi nascondo.
-Aaaaaah ma ti rendi conto, Sakura?
Ino era in preda alla gioia! Aveva invaso casa Haruno raccontando fra grida la serata precedente trascorsa con il suo amato.
-Si Ino, è la terza volta che mi ripeti la storia!
-Ma è così meraviglioso! Finalmente ho avuto il coraggio di rivelargli i miei sentimenti. Sai, siamo nella stessa squadra e non volevo alterare lo stato attuale delle cose,
per questo ho sempre nascosto i miei sentimenti. Ma mi sono resa conto che…
-Stavo sbagliando- Sakura ridendo le fece eco. Era tutta la mattinata che ripeteva le stesse cose.
Anche Hinata rise. Era stata invitata per aiutare Ino a prepararsi per il primo pranzo insieme da fidanzati.
-Hinataaaaa cosa metto per colpire Shikamaru?
-Ma non devi mettere qualcosa di particolare, solo essere te stessa!
-E’ così che ti tieni stretto Naruto?
-Beh, si!
Ma a chi la dava a bere? Hinata, da quando stava con Naruto, si era letteralmente svestita della sua timidezza.
Finalmente evitava di mettere felpe pesanti, o almeno le teneva aperte, anche con il caldo torrido di Konoha.
Oltretutto, per le missioni e altri avvenimenti, utilizzava un vestiario molto in stile Kurenai, che lei diceva più confortevole.
Purtroppo manteneva la sua timidezza quando incontrava persone nuove o più grandi di lei.
Timidezza mista alla rigida gentilezza e soavità insegnatale dal Clan Hyuga, di cui stava per diventarne capo.
-Ma tu sei sempre bellissima!
Hinata arrossì leggermente e sorrise.
-Stai esagerando, Ino.
-Hinata è bella al naturale.- era Sakura a parare –Non le servono gli accorgimenti che servono a noi!
-Hai ragione, Sakura- acconsentì Ino.
-E’ stata benedetta dalla natura.- Ora Sakura si guardava e poi guardava i grossi seni di Hinata.
Lei se ne accorse ed arrossi, abbracciandosi.
-Io veramente non mi piaccio.- disse lei.
-Sbagli! Poca fiducia fa male.
-Sono fatta così! Ora devo andare ragazze, scusatemi.- disse uscendo dalla stanza –Ino, chiamami dopo!
-Certo!
Hinata si avviò. Doveva andare da Haru perché anche lei aveva chiesto di parlarle. Si sentiva un po’ in colpa ad abbandonare le amiche in un momento del genere,
ma sapeva che Haru non aveva nessun altro con cui confidarsi. Era abbattuta fra due fuochi. In poco tempo oltrepassò la casa di Naruto ed arrivò a quella di Haru.
Suonò e l’ingresso luminoso si aprì.
-Oh, Hinata! Benvenuta! Entra – Mito le aprì la porta con un gran sorrisone.
Hinata arrossì.
-A… a.. Gra-grazie!
-I ragazzi sono in salotto.
Hinata ci andò velocemente e trovò Arashi seduto all’indiana su una poltrona con un libro in mano.
-Haru?
Arashi le indicò il grande divano bianco. Hinata non si era accorta che sul divano c’era un grande fagotto tutto appallottolato. La mora vi si avvicinò.
-Haru? Sei li?
-Si…- una voce roca, quella di Haru, veniva da quel grande fagotto di coperte.
-Stai bene?- disse Hinata. Poi prese un lembo delle coperte e lo spostò.
Haru vi affiorò. Era tutta rossa in viso e i capelli vicino alla sua fronte erano bagnati dal sudore.
-Non sto bene…
-Oddio Haru ma tu scotti!- Hinata le toccava la fronte.
-Ho la febbre- Haru tossì.
-Posso fare qualcosa per te?
-Si… devi portare i vestiti che mi ha prestato Sasuke… da lui…
-Dove sono?
-Nella mia camera.
-Va bene, lascia fare a me. Tu promettimi che ora vai a farti un bel bagno caldo, che ti aiuterà.
-Si, ora vado subito…
Hinata la accompagnò nel bagno e la aiutò a svestirsi. Poi uscì da casa Uzumaki con un idea geniale.
Corse verso casa Uchiha.
 
-Tu sei matta, Hinata.
-Vai li immediatamente e mettetevi insieme!
-Non voglio che si metta con me in preda ad un delirio febbrile.
Hinata e Sasuke stavano discutendo in cucina mentre lui le serviva del thè freddo.
-Con tutto il rispetto fratellino, non mi sarei mai aspettata che tu fossi un vigliacco.
-Non lo sono infatti!
-Hai paura di dirgli quello che provi!
-Tu ne hai avuta per dieci anni, sorellina.
-Questo è un colpo basso, fifone.
-Io non ho paura.- Sasuke si prese del tempo bevendo dal suo bicchiere –Il fatto è che non è il momento giusto.
-Come no?
Sasuke si sedette e poggiò i gomiti al bancone. Le mani nei capelli.
-Mi piace. Davvero. Tanto. Non come mi piaceva Sakura. Io… mi sono sentito un po’ forzato a stare con lei.
Invece ora voglio essere sicuro di essere innamorato. Ci voglio andare piano.. io…
Hinata, che era dall’altra parte del bancone, lo scavalcò per andare vicino a Sasuke e poter sentire meglio le sue parole, che in realtà già si aspettava, ma che erano soffocate.
-Io… ho paura… di sbagliare ancora…- la voce di Sasuke tremava, bassa e sussurata.
Hinata fu li pronta ad accoglierlo tra le braccia.  
-Potresti comunque andare lì. Sarebbe un bel gesto, è malata.
-Si, ci vado subito. Dovrei portarle qualcosa?
-Portale una mela tagliata ben fina. Avrà mal di gola.
-Giusto, la taglierò li.- disse prendendo una mela – Ora vado sorellina. Fai come se fossi a casa tua.
Le diede un leggero bacio sulla guancia ed andò verso casa Uzumaki.
-Buona fortuna!- disse Hinata.
“Un anno fa non avrei mai pensato che avrei avuto problemi d’amore” pensò, mentre arrivava davanti la porta di casa Uzumaki.
Fu sorpreso da Mito e Arashi che uscivano di casa in stile “Naruto” cioè correndo e ridendo come pazzi.
-Oh Sasuke! Stiamo-uscendo-Haru-è-dentro-ciao!- Arashi pronunciò  l’ultima frase in meno di dieci secondi, a gran velocità.
Sasuke entrò in casa. “Quel ragazzo a mille personalità” pensava camminando e cercando Haru. Poi la chiamo a gran voce.
Cercava per tutte le stanze e non la trovava. “Non è che si è sentita male?”.
Salì al piano superiore e cercò ancora nelle camere. Si ritrovò ad un tratto in una splendida camera color arancio, con un letto a baldacchino di un legno chiaro. E
ra spaziosa e luminosa. Il contrario della sua.
Poi una porta accanto a quella da cui era entrato si aprì. Haru ne uscì avvolta in un grande e grosso asciugamano, con i capelli ancora umidi. Lei lo guardava, con il viso e il naso rosso.
-Che ci fai qui?- la voce era bassa e roca. Tossì.
-Ho saputo che eri malata… e poi, mi devi tornare i miei vestiti.
-Sono lì.- Haru alzò un braccio per indicare un dato posto nella stanza ma nel farlo ebbe un mancamento e per poco non cadde.
Sasuke fu li pronto a prenderla tra le braccia e a stenderla sul letto.
-Ti senti bene?
-Me lo stai chiedendo davvero?
“Che scemo.” Pensò tra se, distogliendo lo sguardo.
-Io… devo vestirmi…- disse lei, cercando di alzarsi. Sasuke la fermò subito.
-Dimmi cosa ti serve, voglio aiutarti.
-Prendi una di quelle grandi maglie pesanti in quel cassetto.
Sasuke andò dove Haru indicava e prese una grande maglia, sicuramente del fratello. Gliela mise piano sopra l’asciugamano, mentre lei si infilava sotto le coperte.
Poi lei si tolse l’asciugamano. Sasuke andò a sistemarlo nel bagno. Tornò e Haru gli parve un po’ ripresa, nonostante il rossore.
Sasuke si sedette accanto a lei e le accarezzò il viso.
-Te lo richiedo- disse Haru –Perché sei qui?
-Per vedere come stavi.
-Sto bene.
-Bugiarda.
Cadde il silenzio. Lui guardava lei, mentre lei guardava fuori dalla finestra.
-Perché sei così diversa quando sei con me?
Quella domanda stupì Haru.
-Diversa come?
-Sei più seria e più matura.
Haru si guardò le mani.
-Forse perché è così che sono davvero. È un male?
-No di certo.- Sasuke sorrise. –Io con te mi trasformo in un scemo totale.
-Scemo e stronzo direi.
-Hmm quello lo sono sempre.- i due risero. –Ma perché con tutti gli altri sei così solare e…immatura?
Haru tornò a torturarsi le mani.
-Perché nascondo il mio dolore. Cerco.. di essere forte.
-Lo sei.- Sasuke ora la guardava negli occhi.
-Non è vero!
-Perché?
-In tutta la mia vita mi è sempre mancato qualcosa. Non avevo amici, non avevo.. mio padre. Mi sono sempre sentita abbandonata.
-Ora non lo sei più.
-Si, ma vivo col terrore che da un momento all’altro qualcuno mi abbandoni di nuovo.
Sasuke le sorrise di nuovo.
-Io non ti abbandonerò.
Ad Haru batté forte il cuore a guardarlo in quel momento. Era bellissimo. E solo lei poteva vederlo in quel modo, perché solo a lei lui riservava quel comportamento.
I suoi pensieri furono interrotti da un Sasuke diverso, dolce.
-Sei stanca?
-Un po’ si.
-Posso rimanere qui, mentre tu dormi?
Haru arrossì in quel momento, ma Sasuke non se ne accorse perché era già rossa in viso.
-Solo se… solo se rimani qui e mi abbracci, mentre dormo.
-Ahahahahah, che ragazzina!
Haru non ribattè, ma aspettò con un sorriso stampato in viso che Sasuke si coricasse accanto a lei, invitandola a dormire sul suo petto.
-Se russo svegliami.
-Ma che scema!
Sasuke la strinse a se, avvolgendole le spalle con un braccio e toccandole un fianco. Poi le poso un bacio lieve sui capelli.
-Sarò ancora qui al tuo risveglio. Sarò qui sempre, per te.
Haru per la prima volta si addormentò tra braccia calde.
Sasuke per la prima volta si sentì completo e felice.

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Inatteso. ***


Cap 33 Inatteso.
-STUPIDO BAKAAAA! IO TI UCCIDO! SHANNAROOOOO- Sakura sferrò uno dei suoi soliti pugni sulla testa bionda di Naruto.
Erano a casa di Sasuke. O meglio, Sasuke e Naruto erano a casa e poi Sakura aveva sfondato la porta e la testa del biondo.
-Ahi ahi ahi ahi Sakura mi fai male!
-Lo so e te lo meriti! Baka!- disse continuando a picchiarlo.
Sasuke guardava la scena continuando a sorseggiare il suo caffè e sorridendo di nascosto.
-Ma che ho fatto?
-Tu, stupido BAKA- sferrò un altro pugno –ti sei permesso di ignorare l’impegno con Tsunade-sama.
Insomma, nemmeno 4-5 mesi e diventerai Hokage e tu non vai li ad apprendere!
-Tu sei matta!
-BAKAAAAAAA- un altro pugno ancora.
-La nonnetta vuole che vado lì solo per sfruttarmi! Non vuole fare tutte quelle scartoffie.
-Le dovrei fare anche tu molto presto! Ti stai giocando il posto!
-Credi che non ci sia mai andato? Un Hokage non deve fare solo scartoffie e invece lei mi fa fare solo questo!
-Continua ad andarci!
-No! E lasciami stare!
-Sasuke! Digli qualcosa!
Era la prima volta da quando si erano lasciati che Sakura gli rivolgeva la parola.
Sasuke smise di fare colazione e per un attimo li guardò serio.
Poi fece la sua faccia migliore da strafottente e disse
-Tanto lo sai che non farà scartoffie nemmeno quando sarà Hokage. Le passerà a Shikamaru…
-E bravo Sasuke!- Naruto rideva e gli diede il cinque.
-BAKAAAAAA- un altro pugno di Sakura gli arrivò in pieno viso.
Delle risate gioiose arrivarono dalla porta. Anche Hinata, Haru (evidentemente ripresa) e Arashi stavano guardando da un po’ la scena e le ragazze ridevano.
-Disturbiamo? Ci è venuta un’idea. – era Arashi a parlare.
-Dicci pure cugino!- Naruto mentre rispondeva osservava attentamente gli sguardi fra Sasuke e Haru.
E il sorriso da ebete di Sasuke.
E gli occhi luminosi di Haru.
Prima che Sakura arrivasse, l’amico gli stava raccontando la giornata precedente, di come si era sentito mentre abbracciava Haru e la guardava dormire.
Poi si era addormentato anche lui ed era stato svegliato da Haru, incredibilmente ripresa, bella come non mai nella sua maglietta enorme che arrivava a malapena alle cosce, che gli faceva il solletico.
Poi avevano passato il resto della giornata a mangiare schifezze e a fare discorsi incredibili.
Anche Hinata si era accorta della temperatura che saliva nella stanza e sorrideva a Naruto, facendogli capire che anche lei sapeva della giornata degli amici.
-…. quindi pensavamo di andare tutti insieme in piscina.
Arashi aveva parlato ma quei quattro non lo avevano ascoltato. Solo Sakura aveva sentito.
-Certo, è un bel modo per festeggiare la prima missione in solitario di Shika.
Aaaaaa ecco, ora capivano! La prima missione da soli è un traguardo importante per uno shinobi e Shikamaru a 18 anni lo aveva già raggiunto. L’indomani sarebbe partito per una missione in solitario e..segreta.
-Allora ci vediamo alla nuova piscina pubblica alle 10 in punto!- Arashi ora sembrava molto contento.
Sarà perché  avrebbe visto Sakura in bikini?
Tutti tornarono a casa e si vestirono.
Quando Naruto vide Hinata arrossì violentemente.
-Do-dobbiamo proprio andare in piscina?
-E’ la festa di Shikamaru!
-Ma tu.. tu sei troppo bella! E.. sexy.
Hinata diventò tutta rossa, prese la  felpa più vicina e la indossò.
-Ecco ora va meglio…- Naruto le si avvicinò –Solo io posso godere di questo ben di Dio.
La strinse forte per i fianchi e la baciò. Lei rimase estasiata da quel bacio, e intanto toccava il suo torso nudo e gli addominali scolpiti.
-Anche tu dovresti coprirti, però.- Hinata gli parlava appoggiata nell’incavo del suo collo.
-Cos’è sei gelosa?- Naruto rideva mentre usciva di casa.
-Almeno porta la tua felpa!- disse lei seguendolo con in mano la felpa arancio.
 
Shikamaru era già alla piscina pubblica, fresca di costruzione. Era arrivato in anticipo come al solito,
in modo da potersi rilassare e per guardare un po’ il cielo, magari dormire.
-Dormiglione!
Una voce conosciuta e squillante lo chiamava. Shikamaru si alzò dalla grande sedia a sdraio color azzurro cielo.
E due occhi ridenti quasi dello stesso colore delle sedie lo fissavano.
Ino, in uno splendido costume a due pezzi a fascia, che lasciavano poco al dubbio, si avvicinava lentamente. Era la più magra della combriccola ed era più alta delle altre ragazze. Sembrava una modella.
E ci mancò poco che la mascella di Shikamaru non arrivasse a terra per lo stupore.
-Che c’è, Shika?
-Sei bellissima.
-Grazie, dolcezza, anche tu non sei male!
Ino si sedette sulle sue gambe e si abbassò sul su viso per baciarlo, mentre lui la stringeva. Poi lui prese ad accarezzarle i capelli mentre se la teneva vicino.
-Quanto starai via?
-Pochi giorni, Ino.
-Stai attento.- il viso di Ino ora rivelava tutta la preoccupazione che la aveva assalita in questi giorni.
Shikamaru prese il suo viso tra le mani e le diede un bacio leggero.
-Tranquilla, piccola.
-Interrompiamo qualcosa?- Naruto era arrivato con un gran sorrisone a trentadue denti accompagnato da Hinata, Sasuke e Sakura.
-Si. Che seccatura…
Ino e Shikamaru si alzarono e salutarono gli amici.
Naruto lo abbracciò forte e gli disse di tornare presto, che avrebbero dovuto parlare di certe…cose.
Poi finalmente arrivarono Haru e Arashi, che erano arrivati in ritardo a causa di un’importante discorso fra fratelli.
Arashi, come Naruto, andò ad abbracciare l’amico Shikamaru, con cui aveva molto legato.
Poi, tutti insieme, si sedettero ad un tavolo e brindarono al loro amico con bevande fresche.
Arashi non toglieva gli occhi di dosso da Sakura.
Anche se lei sosteneva che le mancassero molte curve, il costume intero violetto con dei ritagli sull’addome a mostrare l’ombellico, la slanciava e la snelliva, rendendola molto armoniosa.
Hinata forse era quella con il corpo più sexy, ricco di curve ammalianti.
E il suo bikini celeste a inserti arancio, anche se casto, non lasciava nulla all’immaginazione.
Appena poté Naruto la buttò in piscina,in modo che nessuno potesse mirarla come lui poco prima.
I ragazzi invece… avevano tutti il corpo scolpito dai muscoli.
Sasuke era il più alto e dal fascino tenebroso,
Arashi era abbronzato perché nei campi era abituato a togliersi la maglia,
Naruto aveva un incredibile tartaruga e un sorriso che irradiava più del sole e Shikamaru… era il tipo “intellettuale”.
Arashi appena poteva andava a fare una nuotata con Sakura.
Naruto e Hinata invece, dopo aver giocato un sacco nell’acqua, si erano seduti a bordo vasca, con le cambe nell’acqua.
Il biondo ogni tanto gli rubava qualche bacio, anche se fino a quel momento avevano evitato di scambiarsi
effusioni davanti agli amici perché lei arrossiva per l’imbarazzo e sveniva.
-Hinata.
Entrambi si girarono nello stesso momento chiamati dalla voce aspra di Kiba che camminava a passo svelto verso di loro.
Akamaru lo seguiva come al solito.
-Hinata! Finalmente! Saranno due mesi che non ci vediamo.
-Sono stata molto occupata con il Clan e le missioni, scusa!- Hinata si alzò per farsi abbracciare dall’amico.
-Scusa, ma te la rubo per qualche secondo.- Kiba si rivolse con un tono ancora più aspro verso Naruto, afferrando il braccio di Hinata e portandola via.
Naruto per un momento rimase paralizzato, poi andò in acqua verso Haru e Sasuke, che stavano dando spettacolo affogandosi a vicenda.
-Dove l’hai messa Hinata, Naruto?- disse Sasuke mentre teneva la testa della mora/rossa sotto l’acqua.
Lei si dimenava.
-Kiba l’ha portata via per parlarle.
-Cosa?- il moro rimase così stupito dalla notizia che lasciò involontariamente la testa di Haru e lei riemerse tutta paonazza. –Tu hai lasciato fare?
-Beh si… sono compagni di squadra.
-Baka!
-Che c’è?- ora era Naruto quello stupito.
-Ma lo sanno tutti che a Kiba piace Hinata!
-Eh? E tu come lo sai?
-Me lo aveva detto Sakura quando stavamo ancora insieme.
A quanto pare lui un giorno è andato da Sakura chiedendo di lei, perché le doveva parlare urgentemente.
-Per dirle cosa?
-Secondo te? Per dirle che…
-Oh merda.- Naruto non gli fece finire la frase che volò via dalla piscina e corse verso il luogo dove i due ragazzi erano andati.
“Oh merda! Sono uno stupido.”
-Per dirle?- Haru era rimasta incuriosita.
-Per dirle che era innamorato di lei e di lasciare Naruto. Poi ne ho parlato con Hinata e a quanto pare lei lo aveva saputo ed era un bel po’ che lo evitava.
A Naruto non lo ha detto per non farlo preoccupare.
-Sarebbe stato meglio se lo avesse fatto.
-Infatti, così Naruto non avrebbe lasciato che Kiba le parlasse.
 
-Mollami il braccio, Kiba!
-Ok, qui va bene.
I due avevano raggiunto un piccolo luogo appartato vicino agli spogliatoi.
-Ti devo parlare.
Hinata si fece rossa in viso ed evitò il suo sguardo.
-So cosa vuoi dirmi, ma io amo Naruto.
-Ma tu non capisci, Hinata! Io sono diverso da lui. Sono migliore! E soprattutto ti amo da una vita mentre lui a mala pena si accorge di te.
-Non è vero! Non dire queste cose.- ora Hinata aveva alzato la voce.
-Smettila di fingere di non saperlo!- Kiba la aveva afferrata per le braccia – Con me saresti felice davvero.
-Lo sono già Kiba! E ti prego, lasciami, mi fai male!
-Forse è questo l’unico modo per fartelo capire. –
Kiba si stava avvicinando pericolosamente al viso di Hinata, che tentava di liberarsene.
Ma un Naruto molto, molto incazzato era apparso dalla penombra dello spogliatoio.
Si scaraventò su di lui con un pugno e Kiba cadde a terra.
-Stai bene?- Naruto era andato davanti a Hinata e la teneva dolcemente dallo stesso punto dove prima l’avevano afferrata le mani irruente di Kiba.
La guardava fisso negli occhi, preoccupato.
-Si, amore, sto bene.
-Scusami se non l’ho fermato prima.- poi, avvicinandosi verso Kiba e scrocchiandosi le mani come stesse per picchiarlo, disse- Hai imparato la lezione o ne vuoi ancora?
-Tu non la meriti!-
Kiba si era alzato e lo stava sfidando, fronteggiando, avvicinandosi al viso di Naruto.
-E la meriterebbe uno che le mette le mani addosso?
-Non parlarmi così, bastardino!-
“Oh no.” Pensò Hinata “lo ha detto nel senso più sbagliato che poteva dire.
Nel senso di abbandonato dai genitori”.
Naruto si scaraventò su Kiba con altri pugni, che l’altro cercava di rispondere.
-Basta, smettetela!- Hinata era impaurita e gridava.
La sentirono tutti e il gruppo di amici uscì in fretta dalla piscina in direzione della voce di Hinata.
Appena arrivati Sasuke prese dalle spalle l’amico e lo trascinò indietro, stessa cosa fece Shikamaru con Kiba, cercando di dividerli.
-Che diamine ti prende, amico?- Sasuke gridava nelle orecchie dell’amico, che ancora si dimenava per liberarsi e colpirlo.
-Ha messo le mani addosso a Hinata e mi ha chiamato bastardino!
-Si ma adesso basta, gli hai già spaccato il labbro.
-Io gli spacco la faccia!
-Ma la vedi Hinata?
Naruto non si era accorto che la mora si era davvero spaventata e ora piangeva, sommessamente.
Lei si accorse che il ragazzo la guardava e gli andò vicino, implorandolo.
-Adesso basta, ti prego. È solo Kiba.
Naruto finalmente si calmò e l’abbracciò. Ma Kiba si era liberato e ora si avvicinava a l’amico con un pugno pronto.
Naruto era di spalle e non lo vide, mentre Hinata gettò un grido.
-Adesso basta. – Sasuke riuscì a riacciuffarlo ed aiutato da Arashi lo portò via, per fargli una ramanzina al loro modo.
 
Tutti quanti erano tornati a casa, dopo quella strana giornata e la rissa. Tutti a parte Haru e Sasuke, che stavano cercando di godersi l’ultimo sole sulle sedie a sdraio.
Non parlavano e Sasuke, ogni tanto la osservava.
Era una ragazza più minuta delle sue amiche, sicuramente, ma decisamente più formosa della sua ex.
Indossava un costumino rosso con qualche fronzolo che le fasciava i seni e uno nero a strisce rosse che avevano l’effetto di allungarle un poco le gambe.
“e mette in risalto il suo bel sedere” penso Sasuke.
Haru lo guardava divertita da sotto gli occhiali da sole.
-Non pensavo che Naruto fosse così geloso.
-Beh, fa bene, quello stava per saltare addosso sulla mia sorellina!- Sasuke aveva messo su una faccia da bimbo imbronciato, per farla ridere.
-Sei geloso?
-Molto.
-Beh, con me non avrai di questi problemi.
Sasuke non capì quello che intendeva Haru ed anche lei si rese conto di aver detto una gran scemenza.
Sasuke si alzò dalla sua sedia a sdraio ed andò su Haru, circondando i fianchi di lei con le sue gambe.
Poi mise una mano dietro la sua schiena e la attirò a se. Le prese gli occhiali e li tirò chissà dove.
-Ma che…?
Haru fu interrotta da Sasuke. Un interruzione magnifica.
Lui l’aveva baciata, con una mano sulla sua schiena e l’altra nei suoi capelli.
Un bacio tenue all’inizio, quasi per paura di farle male, e poi sempre più intenso e passionale.
Haru, prima colta di sorpresa, era rimasta inerme ma poi aveva cominciato a coinvolgersi, a stringersi a lui, a cercare le sue labbra.
E dopo un bacio lungo e passionale, lui l’aveva riadagiata e l’aveva guardata con occhi severi ma al contempo dolci.
-Ecco, ora sono geloso anche di te.
Haru rise e lo attirò a se, a baciarlo.
-Tu-sei-uno-scemo - Sasuke si divertiva ad interromperla con i baci. 
 
Avete presente quella sensazione di calore sul corpo, il calore di un'altra persona? Quel calore che, anche se si muore di caldo, tu la vuoi addosso, lo desideri, lo cerchi.
Era quello che sentivano.
Che poi, quando ti stacchi dai lì, fremi ancora di averlo.
Quando hai fame di queste sensazioni, non c’è altro che ti distragga al pensiero.
Tutti gli danno nomi diversi. Io lo chiamo “il calore dell’amore”.
 
Recensitemi! Il prossimo capitolo sarà meno intriso di scene d’amore. Ho aggiunto alla mia storia "I disegni della voce" tre descrizioni dei nuovi personaggi di questa storia: Arashi, Haru e Mito. Andate a visitarla e fatemi sapere! Baci :*

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** To the Hokage's room and others moments. ***


Cap 34 To the Hokage’s room and others moments.
 
Naruto era andato da Sasuke per un consulto tra amici. Aveva avuto una discussione con Hinata e così si era rifugiato dall’amico.
-Aaaaa Sasuke odio avere certe discussioni con la mia Hinata!
-Ma avete discusso o litigato? Non ti capisco!
-Discusso.
-Che è successo?
-Beh, in pratica.. (Flashback)
Naruto e Hinata erano seduti a fare colazione. Poi, di colpo, Hinata posò la tazza di caffè al tavolo e lo fissò.
-Oggi torno a casa dalla mia famiglia, Naruto.
A Naruto il caffè andò di traverso.
-Non mi avevi detto che volevi tornare dai tuoi.
-Naruto, devo. Presto diventerò capo Clan e ho delle responsabilità nei loro riguardi.
-Mah… Non stai bene qui?
-Certo che ci sto bene, amore, ma non è la casa del mio Clan.
(Fine Flashback)
-Non le hai detto più nulla?
-No! Non sapevo che dire Sasuke, io voglio che rimanga da me!
-E glielo dovevi dire!
-Non ci sono riuscito, ormai aveva deciso.
-Naruto. Sei un cagasotto.
-Wow come sei delicato!
Sasuke si era alzato e stava andando in camera sua a cambiarsi.
-Alza il culo e va lì a dirglielo!- Sasuke aprì la porta.
-Grazie di tutto, Sasuke, ti voglio bene!
Sasuke sbatté forte la porta dietro di se. Cosa che nel suo linguaggio significava “anche io”.
Naruto rise e uscì da casa Uchiha. Avrebbe parlato con Hinata più tardi. Ora aveva un appuntamento da Tsunade-sama.
La nonnetta lo aveva chiamato per guardare il lavoro dell’hokage e, ovviamente, per sbrigare le sue scartoffie. E così raggiunse in fretta l’ufficio della nonna.
Shizune lo fece accomodare su una sedia accanto alla scrivania di Tsunade.
-Tu ora stai qui in silenzio. E soprattutto quello che sentirai oggi deve rimanere in questa stanza.
-Va bene, nonna Tsunade.
-Shizune, fai entrare Shikamaru.
Shika entrò pronto per la missione e si stupì di vedere Naruto in quella stanza.
-Avvicinati Shikamaru.- Tsunade gli porse un rotolo. –Qui hai le indicazioni per andare in missione.
-Mi può dire di cosa si tratta?
-La tua missione è una missione prettamente investigativa. Una ragazza che aveva un abilità speciale negli occhi, più unica che rara,  è stata ritrovata morta e senza occhi.
-Oddio.
-Pensiamo che qualcuno stia mirando alle abilità degli occhi e siccome nel nostro villaggio ne abbiamo molte, dobbiamo prevenire il problema.
Quindi andrai lì e cercherai di scoprire di chi si tratta. Forse un membro della vecchia Akatsuki è tornato in azione. O potrebbe essere altro.
-Va bene. Parto subito.
-Astieniti da ogni tipo di combattimento. Si tratta solo di investigare, chiaro?
-Chiaro.
-Ritorno previsto entro 4 giorni. Ogni mezza giornata ci devi mandare gli aggiornamenti. Ora vai.
-Si, Tsunade-sama.
Shikamaru uscì dall’ufficio dell’hokage e si avviò.
-Tsunade, mi sta dicendo che coloro che hanno un abilità innata sono in pericolo?- era Naruto a parlare.
-Esattamente.
-Bisogna avvertirli immediatamente!
-Lo so. Ho già fatto chiamare Sasuke e Hinata, che lo dirà al suo Clan.
Naruto si fece serio.
-C’è un'altra persona che dovete chiamare, nonna.
-Sarebbe?
-Haru-chan.
 
Mezzora dopo Sasuke, Hinata e una Haru preoccupata si trovavano nell’ufficio dell’hokage e guardavano con uno sguardo interrogativo Naruto.
-Naruto, lasciò a te il dovere di dirglielo.
-Va bene, Tsunade.
Naruto si alzò e, con uno sguardo piuttosto serio, si appoggiò alla finestra.
-Siete tutti in pericolo. Un’entità misteriosa mira alle abilità innate. A già fatto una vittima. Hinata, devi avvertire il tuo Clan, ovviamente.
-Aspetta, ma Haru che c’entra allora?- Sasuke non sembrava preoccupato per sé, ma era davvero stupito di vedere Haru lì.
-Anche Haru possiede un abilità innata. È venuta fuori una sera che ci stavamo allenando insieme, a casa sua.- rispose Naruto
-Sapevo che ero diversa.- Haru si guardava le mani. –Ma non pensavo così tanto. La mia abilità è venuta fuori in combattimento con Naruto.
Diciamo che ero molto arrabbiata perché non riuscivo nemmeno a sfiorarlo con un kunai. E poi….
-Gli occhi erano diventati una lastra rossa. Ed era in grado di lanciare fuoco dagli occhi e dal corpo.
-Non sono in grado di padroneggiarla però.- disse Haru.
-Sasuke, ricordi il combattimento con Haku? Credo che Haru sia in grado di fare le stesse cose ma, invece che del ghiaccio, utilizza il fuoco.
Inoltre, ad un certo punto, a sputato lava come nella tecnica della Mizukage Mei.
-E’ davvero un abilità particolare.- commentò Tsunade.
-Che però ripeto, non sono capace di controllare. Haru continuava a guardare in basso.
-In ogni caso hai un abilità innata. Che tu sia capace o no di usare, qualcuno potrebbe fare quello che hanno fatto all’altra ragazza,cioè rapirla,
ucciderla e strapparle via gli occhi. Capito cugina? – Naruto era più serio che mai.
Poi passò lo sguardo su Hinata.
-Per Sasuke non mi preoccupo, è uno dei più potenti shinobi che conosco. Ma voi due…
-So difendermi anche io, Naruto. - Hinata sembrava offesa.
-Non sai chi avrai di fronte.
-Nemmeno tu, come fai a dire che non potrò difendermi?
-Basta, ragazzi.- Tsunade aveva interrotto quell’assurdo litigio. – Vi annuncio che non uscirete più per missioni. Dovete rimanere nel villaggio, dove sarete più difesi.
Non avete il permesso per uscire dalle mura del paese. Ora potete andare. Anche tu, Naruto. Per oggi abbiamo finito.
-A domani Tsunade.- Naruto salutò e uscì con gli altri.
Accompagno Haru e Sasuke a casa di quest’ultimo e poi parlò con Hinata mentre andavano a casa.
Naruto aveva davvero uno sguardo preoccupato.
-Se continui a vivere a casa mia sarai al più sicuro.
-Non posso Naruto. Ho un Clan da difendere.
-Ma si tratta della tua vita!- Naruto aveva alzato la voce.
-E della loro! Naruto, se c’è una cosa che in questi anni mi hai insegnato, è quella di proteggere ad ogni costo i nostri cari. È per questo che bisogna diventare più forti.
E io sono il futuro Capo Clan e sicuramente la più forte tra loro. Ho il dovere di proteggerli.
-Ma io voglio proteggerti e non posso farlo se ti sto lontano.
-E allora vieni con me.
-Cosa?
-Pretendi che io venga a vivere con te. Beh, vieni da me!
-Ma la mia casa non la posso abbandonare.
-La tua casa non scappa! Non ti chiedo di vivere dai miei per sempre.
-Davvero? Per me… per me va bene. Ma tuo padre?
-Non si potrà opporre.
-Sicura?
-Gli parlerò. Sono decisioni mie, del futuro capo Clan.
-Ma lui è il capo Clan!
-Lo so, ma solo perché deve insegnare a me. E tu sei l’eroe del paese e il futuro Hokage, non può impedirti di stare con noi. Soprattutto se è per difesa alla nostra persona.
-Quando andiamo?
-Beh, le mie valigie sono pronte! Prendi quello che ti serve e andiamo.
-Bene.
I due andarono in casa e, con la pace ritrovata, prepararono una valigia per Naruto.
-Grazie per l’aiuto, amore.
-Sei sicuro che per te vada bene vivere con tutta la mia enorme famiglia? - ora la ragazza sembrava preoccupata, meno decisa
-Amore, non mi voglio separare da te, soprattutto se la tua vita è in pericolo. – si abbassò leggermente per poterla guardare negli occhi perla –Io ti amo Hinata.
E mi dispiace essermene accorto così tardi.. tu.. mi hai sempre protetto da lontano. Grazie.
-Naruto non..
-No, Hinata, fammi parlare. Sono stato un vero stupido. In fondo, il mio sogno, non era essere ben voluto da tutti. Ma era essere amato da almeno una persona.
E ci sei sempre stata tu! Io ora voglio renderti felice, davvero. Ti amo da morire piccola mia!
Hinata prese il volto di Naruto tra le mani e lo baciò con dolcezza.
-Non c’è bisogno di ringraziarmi. È difficile non amarti!
Naruto prese Hinata dalle cosce e la sollevò.
-Abbiamo molto tempo ancora.. perché non salutiamo questa casa a modo nostro?
La baciò appassionatamente e mentre lei gli toglieva la maglia, lui l’adagiava sul letto, per fare l’amore. 

 
Bella gente, in questo capitolo introduco il nuovo nemico! Ditemi che ne pensate e se qualcosa non vi sembra chiara, ditemelo, che lo spiegherò nel prossimo capitolo! Inoltre, verranno spiegati tutti quei momenti negli scorsi capitoli dove c'era qualcuno che osservava.... Fatemi sapere! Un ringraziamento speciale va ai miei recensori e sopratutto a Gejshacon cui ho molto legato e mi stimola a continuare, JennySand che mi recensisce sempre e Green Death per le sue meravigliose recensioni costruttive! Un bacio a tutti i miei lettori accaniti, :* vi adoro tutti *w*

PS: Descrizione nuovi personaggi nella mia raccolta "I disegni della voce."  passate <3

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Be careful. ***


Cap 35 Be careful
 
La grande abilità di Shikamaru –decisamente il più adatto per una missione investigativa- dopo una giornata aveva già dato i suoi frutti.
Il genio infatti, aveva già mandato due aggiornamenti all’hokage, che rimaneva sempre più impressionata e preoccupata. L’ultima delle informazioni inviate recitava

“Non si può ancora ben definire chi e in quanti abbiano deciso di attuare questo intricato piano di potere, […] si tratta sicuramente di individuo/i forte/i a causa degli occhi che hanno macabramente rubato.
Essi infatti si dica posseggano il potere di rallentare i movimenti delle altre persone fino a renderle immobili o quasi. […] Dal luogo dove è stato trovato il corpo,
la distanza dal nostro villaggio e gli indizi ritrovati in Natura (odori, rami spezzati, […]) posso dedurre che la sua/loro sede sia molto vicina a Konoha e quindi consiglio di mettere in atto la difesa di livello C come minimo […] “


“Certo, le deduzioni di Shikamaru solitamente sono sempre precise e dettagliate” pensava Tsunade, prendendo nota del messaggio e dando ordine di attuare la difesa C “Ma mi chiedo quanto siano vicini i nemici”.
Intanto, nella calda Konoha di metà Agosto, era scesa la sera e la Luna rischiarava il viso pallido di Hinata, visibilmente preoccupato,
e quello leggermente arrossato e imbarazzato del biondino Naruto, accolto con enfasi dalla piccola Hyuga, Hanabi.
-Il mio cognatinooooo- l’undicenne si abbracciava Naruto con tanta tenerezza e gioia, che aveva imbarazzato un Naruto occupato a tenere una valigia per mano.
“Sicuramente non è timida come Hinata” pensava Naruto. Osservazione che aveva già fatto nelle altre volte in cui Hanabi andava a trovare la sorella.
-Ascoltami bene, Hanabi. Avverti gli altri della nostra presenza e manda qualcuno a prendere le valigie. Dov’è nostro padre?-
Hinata aveva parlato con la sua voce dolce e delicata ma l’ultima domanda l’aveva tradita.
Naruto si accorse da quel leggero tremolio nelle noti finali che la ragazza, anche se prima piuttosto decisa di sé, ora stava andando nel panico.
-Nel salottino!- Hanabi prima di sparire dietro un angolo della casa fece una simpatica linguaccia al biondo, accortasi del suo principio di nervosismo.
Hinata guidò il suo ragazzo per l’enorme casa Hyuga, si inginocchiò davanti alla porta e poi bussò leggiadramente ad una fusama (porta tipica giapponese).
-Chi bussa?- la voce severa e atona di Hiashi Hyuga lo presentò al suo posto.
-Hinata, padre.– la voce della ragazza ora era tornata decisa, ma Naruto sapeva che fingeva.
-Entra.
La ragazza aprì piano la fusama e Naruto vide il suo futuro suocero nella stessa posizione di Hinata, davanti a un tavolino, con tra le mani una coppa di the fumante.
L’uomo alzò vistosamente un sopracciglio quando vide il fidanzato della figlia.
La mora si alzò, ed insieme a Naruto, andò a sedersi dall’altra parte del tavolino.
Il biondo era palesemente in difficoltà. Sembrava così naturale quella posa tanto scomoda, per la famiglia Hyuga.
Hinata avvicinò a se il vassoio con teiera e bicchieri verdi, ne prese due e poi, con grande eleganza, verso del the per se e per il ragazzo.
Naruto arrossì leggermente per l’imbarazzo vedendo la grande capacità di Hinata di nascondere sotto quell’incantevole eleganza tutti i suoi timori e pensò alla propria, irrimediabile, goffaggine.
Era a disagio in quel posto tanto austero.
Hinata si avvicinò il bicchiere alle labbra e bevve piano il the caldo.
Notò che era il suo preferito: il Guokuro, dal suo colore verde brillante.
Poi posò il bicchiere sul tavolino e lo circondò con le mani. Pareva cercasse calore in quel bicchiere per mettersi al rifugio dall’atmosfera fredda che era calata nella stanza.
Infine, finalmente, parlò.
-Padre, come avevo già annunciato in questi ultimi giorni sono tornata a vivere qui, dove avete bisogno di me.
-Questo lo apprezzo, figlia.- la voce di Hiashi era ancora priva di calore, atona.
-Ho portato con me Naruto padre. Pare ci siano dei rischi per tutti coloro che abbiano un abilità innata importante e chi, meglio di lui, per difenderci?
-C’è un intera casata con questo dovere, Hinata. –la voce era diventata incredibilmente dura, quasi…ruvida, se possibile.
-Lo sapete come la penso, a riguardo. Non è una vera famiglia quella che si divide in nobili e in protettori. E qui, siamo tutti fratelli e sorelle. Anche loro sono in pericolo, chi difenderà loro?
-Non voglio parlarne ora.- Hiashi posò quel suo sguardo ruvido su Naruto che di rimando fece la faccia più seria che aveva nel suo repertorio. –Andate a sistemarvi, ora. Io e te ne parleremo più tardi.
Ah, ecco. Era evidente: Naruto non era invitato. Hinata e Naruto si alzarono e lei salutò con un breve inchino. Poi andarono nella loro nuova stanza.
-Questa casa è così… fredda.
Naruto parlava mentre liberava la valigia dai suoi vestiti. Hinata si sedette su quel grande letto e mise la testa fra le mani.
-Che padre freddo.- fu questo il suo commento, sicuramente pieno di disperazione e di lacrime che incombevano.
Una Hanabi insolitamente silenziosa si era fatta strada nella grande camera senza essere notata.
Vedendo lo stato della sorella, le saltò al collo con un guizzo di felicità, costringendola a stare coricata sul letto.
Poi prese a solleticarle i fianchi e le lacrime tristi di Hinata si trasformavano in quelle che solo la sorellina riusciva a farle uscire. L’unica che conosceva il suo punto debole. L’undicenne ebbe un ghigno.
-Che bello che sei tornata! Ora posso torturarti.
-Ah!! Hanabi, smettila!
“Non ci posso credere che Naruto stia assistendo a questa scena! Che vergogna” Hinata avvampò e si fece color peperone, mentre cercava di togliersi di dosso quella sottospecie di scimmietta assassina che era la sorella.
E Naruto rideva a crepapelle e poi, dopo uno sguardo sadico scambiatosi con la “scimmietta”, andò dall’altro lato del letto bloccando le braccia della mora, che a questo punto non aveva con che difendersi.
-Siete..ahahahhaha…due….aahahahahah..oddio oddio lasciatemi!- Hinata non riusciva nemmeno ad offenderli.
Poi, chissà come, Naruto e Hinata si ritrovarono sullo stesso cuscino, testa contro testa.
Si guardarono e poi, dopo un attimo interminabile, risero.
-Ecco ecco, se volete vi lascio soli!- Hanabi sogghignava, guardandoli.
-Come?- Hinata parve essersi appena accorta della presenza della sorella.
-No perché, io, dall’alto dei miei undici anni, sono grande ormai e so come vanno certe cose. Ora avete un gran lettone e voi…-
la sua frase estremamente perversa fu interrotta da un guizzo di Hinata e una risatina nervosa di Naruto, entrambi clamorosamente rossi in viso.
-Ma..ma che ti è successo mentre non ero qui??- la mora era estremamente stupefatta, ancora tutta rossa.
-Qui niente! È che in classe ho uno mezzo matto che fa sempre tutti ‘sti discorsi strani e poi fa un assurda trasformazione del corpo…
“Oddio!” Naruto diventò ancora più rosso ricordando il passato.
-Konohamaru! Quel bast…
-Ecco proprio lui- Hanabi confermò battendosi il pugno su una mano.
Hinata scoppiò in un allegra e grande risata contagiosa. Peccato che venne interrotta da uno Hyuga che veniva a chiamare Hinata, perché il padre aveva richiesto un colloquio con lei.
E così la ragazza si rinfresco ed indossò un leggiadro Kimono turchese con lo stemma Hyuga che arrivava fino al ginocchio. Poi raccolse i capelli in una coda bassa, lasciata molto morbida, e si presentò dal padre.
Naruto e Hanabi andarono ad origliare. Hanabi per gioco; Naruto per preoccupazione.
-Ditemi padre, vi ascolto.
–Quant’è grave il pericolo che corriamo?
-Molto, padre. Ha già fatto un morto non lontano da qui.
-Ed un morto e così grave da portarmi un uomo, il tuo uomo, in casa?
Quella sparata di Hiashi Hyuga stupì così tanto la ragazza che questa sgranò i grandi occhi perla sul padre e socchiuse leggermente la bocca.
-Co-cosa?
-Sei un disonore per questa famiglia! Conosci bene le nostre regole, è già tanto che non ti dica niente sulla tua assurda relazione. Ma solo perché sono certo che finirà.
Il volto di Hinata si indurì come non mai.
-Non sposerò mai uno Hyuga, un mio cugino, un mio parente o chissà chi altro avete da propormi!
-E invece devi. Bisogna preservare la purezza della famiglia Hyuga.
-O per favore… è una cosa insulsa. Arriveranno comunque dei figli con i nostri stessi occhi! E inoltre lo stesso Neji, il tuo pupillo, non ha intenzione di sposarsi con una Hyuga. È già innamorato.
-Bisogna mantenere la purezza, figlia degenere! Non voglio un biondo con i nostri occhi!
-Voi siete un pazzo! Per anni avete rischiato che la gente morisse solo per la purezza. Ci sono sempre dei problemi nelle unioni fra consanguinei, è genetico.
-Non è vero!
I due stavano furentemente litigando, ascoltati da tutto il Clan.
Hinata si alzò in piedi, il viso bagnato di lacrime.
-Si invece! È per questo che la mamma è morta!
Hinata aprì così forte la futama che questa quasi si ruppe. Sapeva che dietro la porta c’erano Naruto e Hanabi.  Indicò lo scenario che aveva di fronte al padre.
Hanabi che piangeva stretta tra le braccia di un Naruto altrettanto arrabbiato.
-Guarda cosa fate da secoli! Togliete le madri ai figli! Oppure, oppure se il bambino è malato, lo uccidete! Siete degli assassini!
-E infatti tu sei viva per miracolo!- Hiashi gridava –Tu ci sei venuta debole fin dalla nascita!
Silenzio. Tutti i vocii del Clan mentre i due litigavano, i pianti sommessi delle due sorelle, il the versato nei bicchieri, il rumore stesso degli animali della notte. Tutto parve arrestarsi.
-Che delusione che siete.- Hinata ora aveva uno sguardo freddo. Pareva fissare il vuoto.
Poi fece una cosa che non aveva mai fatto, nemmeno da bambina: non parlò più con quel ‘voi’ severo.
-Papà, per me, d’ora in poi… sei morto
Hinata corse via, la vista annebbiata dalle lacrime.
Naruto si alzò in piedi e lanciò uno sguardo di odio al padre di Hinata.
-Ringrazio il cielo che le persone non sono tutte come te, Hiashi.
-Come osi parlarmi così nella mia casa, Demone?
“Che cazzo vuole questo da me, ora? Ammazzalo di botte.”
Naruto ignorò Kurama.
-Ti parlo senza il voi perché ora non meriti il ben che minimo rispetto.
Detto questo Naruto corse fuori alla ricerca della sua donna. Correva e non la trovava. Eseguì un kage bushin e mandò tantissime copie alla ricerca.
Lei intanto aveva cominciato a correre velocissima, come una Pantera, nascondendo le sue lacrime nel buio della notte.
Era diretta al luogo in cui tante volte si nascondeva da piccola e ogni tanto assisteva alle marachelle del piccolo Naruto: la montagna dei Kage.
Lì la ragazza andava a nascondersi, dietro quelle grandi teste, dove c’era tanto spazio per gli operai che intagliavano i visi e li scolpivano.
Appena arrivò si mise nell’incavo delle labbra di quello che doveva essere il secondo Hokage, come faceva da bambina quando le mancava il calore della madre.
Quella bocca l’abbracciava. Cominciò a piangere e a singhiozzare.
Poi sentì un rumore, dei passi. All’inizio non ci fece caso, ma poi ricordo l’avvertimento della mattina.
”Siete in pericolo.” La voce seria di Naruto le piombava sempre nel cervello, ogni volta che si ritrovava sola, durante quella giornata.
Si mise in piedi ed attivò il byakugan.
-Diamine, che occhi.
Una voce di uomo la richiamò da dietro.
-Ma non serve che li sprechi. Vedi, non mi nascondo!
Un uomo alto e dai capelli marrone scurissimo le si avvicinò.
-Chi sei?- Hinata spostò la mano dietro di lei ed impugnò un Kunai.
-Mi chiamo Ryuu, ragazza dagli occhi perla. E sono qui per portarti via con me.- un sorriso sadico.
“Non può essere” pensò Hinata  “Questa… questa è la tana del nemico!”
 
Meraviglie mie *w* piaciuto il 35esimo capitolo? Ve lo lascio un po’ così, in sospeso. Sono un po’ stronza, lo so!
Domani non credo aggiornerò (is my birthday!). Forse nemmeno lunedì! Per martedì però avrete un capitolo pieno di emozioni, promesso.
Ringrazio i miei circa 300 lettori abituali, i 21 che mi hanno messo nelle seguite, i 6 nei preferiti e colei che mi ha messo nelle ricordate.
Inoltre mando un bacio grande grande a coloro che mi recensiscono sempre!
Vi adoro *w*
PS: Ho appena inserito una storia fluff sulla famiglia di Naruto! Si chiama "Smettetela di picchiarvi". Visitatela :*

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Nella tana del nemico. ***


Cap 36 Nella tana del nemico.
 
Era tutto buio, grigio e nero.                                                                     “Un albero di ciliegio è bello e profumato
Itachi veniva verso di me con un gran sorriso,                                        ma non può nulla contro la grande notte
tendendomi una mano che io afferrai subito.                                        La notte incantata, che avvolge tutto.
“Non devi avere paura, Hinata-chan!”
Mentre lui parlava, sentivo una canzoncina di sottofondo.                 La notte potente, regno degli uomini
“Come sei bella, Hina-chan! E quanto forte diventerai.”                      Senza ombra.
“Sarai così forte che le persone conteranno su di te.”                          Tu sei la notte, e pian piano prendi
“Dovrai essere forte per proteggerti e proteggere”                               potenza, dal crepuscolo all’alba.”

 
Itachi mi parlava e diceva cose strane. Nel sottofondo, una donna dalla pelle diafana, mia madre, canticchiava una vecchia canzoncina. Poi ad un tratto, unirono le loro voci.
                                                                    “Ma quando diventerai forte?”
 
Spalancai gli occhi, il cuore a mille. Li avevo spalancati ma non vedevo niente, solo buio. Tastai il buio. Capì che ero stata rinchiusa in qualcosa, simile al legno. C
ominciai a colpire il legno, che nemmeno si scalfiva.
-Ragazzina dagli occhi perla, calmati.
Ecco, ora ricordo. La voce di quell’uomo… era quello che aveva incontrato la sera prima. (FLAHBACK)
 
Hinata osservava l’uomo alto dai capelli scuri e gli occhi color miele. Era il suo nemico.
Tirò fuori le unghie, letteralmente, e ringhiò. (avete presente quando Jiraya allunga i capelli che usa per difendersi? Più o meno la stessa cosa).
-Che abilità strana che hai, ragazza.- disse lui guardandola nel byakugan.
-Cosa vuoi da me?
-Andiamo, lo sai perfettamente. Voglio i tuoi occhi.
-Non li avrai mai.- disse Hinata, ringhiando di nuovo.
-Oh si invece. – l’uomo corse verso di lei ma quest’ultima lo schivò e gli graffiò il viso. Lui si arrabbiò e attaccò di nuovo, stavolta colpendola allo stomaco.
Lei sputò sangue e si scosto leggermente.
Gridò, caricando i suoi pugni gentili e cominciando a cercare di colpirlo, a volte riuscendoci.
-Adesso basta! Aiutami bastardo!- disse lui, chiamando qualcuno nella penombra.
-Co..?- Hinata ad un tratto fu attaccata da dietro, un colpo in testa. Lei svenne.
(FINE FLASHBACK)
 
E ora mi ritrovo qui.
-Liberami bastardo!- grido dall’interno di quella che doveva essere una scatola di legno.
-Quando saremo arrivati.
-Dove mi state portando bastardi?
-Al nostro nascondiglio.
 
Intanto, la sera prima, Naruto era alla ricerca di Hinata. Ed aveva notato due strani elementi con un grosso scatolo di legno sulle spalle che uscivano dal villaggio nella notte da dietro le montagne.
Si era insospettito e li aveva seguiti. Aveva mandato delle sue copie ad avvisare Tsunade, Sasuke, Sakura e Haru. Quest’ultima, insieme ad Arashi, gli aveva rivelato di sentirsi molto osservata in questi ultimi tempi.
-Tu sei matta da legare, Haru Uzumaki! Come diamine fai a non dire nulla a nessuno?- Naruto era sbottato.
-Io… pensavo fosse mia immaginazione.
-Tsk.- Anche Sasuke era arrabbiato –Immaginazione un corno.
-Smettetela adesso. Sasuke, Naruto, correte verso quegli individui ma non avvicinatevi. Non sappiamo cosa contenga quella scatola, potrebbero essere due semplici mercanti. – disse l’hokage.
-Voglio andare anche io, Tsunade-sama.- rispose Haru.
-Non puoi, sei a rischio.
-Anche Sasuke lo è!
-E’ in grado di difendersi, è uno shinobi.
-Ma io potrei aiutarli con la mia innata.
-Tsunade, lasciatela venire. Potrebbe esserci utile la sua innata e se scorgessimo un grave pericolo, la manderò subito indietro.- disse Naruto, con uno sguardo serio. –Stessa cosa Arashi.
Tsunade lo guardò. Notava e capiva la sua apprensione, la sua ansia, la voglia di avere tutto il villaggio ad aiutarlo a cercare Hinata. Se non fosse che il Naruto originale era già ad inseguire quei due elementi,
ora starebbe gridando o correndo verso di lei, farebbe un putiferio.
-Mi fido di te, Naruto. Non combinare disastri.
-Bene. Ho anche il modo di portarvi dove sono io, dietro ai possibili rapitori.
-Cioè?- chiese Haru, incuriosita.
-Ho applicato un sigillo su dei Kunai speciali, come mio padre. Posso utilizzare la tecnica di dislocazione.
Tsunade sembrò colpita.
-Sei riuscito a padroneggiarla?
-Grazie ai numerosi appunti di mio padre si, anche se mi è ancora difficile tener conto di tutti i luoghi dove sono posizionati. In ogni caso posso trasportare voi quattro anche subito.
-Bene. Vi affido questa missione e, ripeto, non vi vvicinate troppo. Dovete arrivare al loro covo, in caso ci siano altre persone con abilità innate.
-Certo, Tsunade. – disse Naruto. – Mettete le mani sulle mie spalle, ragazzi.
Gli altri si avvicinarono al biondo.
-Naruto…- lo chiamò Tsunade, con una voce preoccupata –Stai attento.
Lui sorrise.
-Certo, nonna. Tornerò e ci sarà anche Hinata. A presto.
Salutò e scomparirono in una nuvola di fumo. In un attimo, Sasuke, Haru, Sakura e Arashi furono dietro al vero Naruto.
-Bene ragazzi, mi sono tenuto a 15 metri da loro.- disse il biondo, saltando di ramo in ramo.
Avevano una squadra completa, anche se un po’ debole a causa dei due “Non ninjia”: un jincurikii, un Uchiha, un ninjia medico, uno con una abilità innata e uno abbastanza forte nel corpo a corpo.
-Pensi davvero che sia li?- chiese Sakura.
-Ho questa sensazione… credo che sia stata catturata.
Inseguirono i rapitori per tutta la notte e la mattina seguente riuscirono a sentire una voce e dei rumori provenire da quello scatolo.
Una voce femminile. Quella di Hinata.
“Kurama, hai sentito anche tu?”
“Si, è la Hyuga”
-Ragazzi, è lei, la sento!
-Come fai a sentirla?- chiese Arashi.
-Grazie all’ipersensibilità che ho acquisito quando io e Kurama abbiamo fatto amicizia.
Naruto strinse i pugni.
-Io ora vado li e li ammazzo!- Naruto era pronto a correre
-Sta fermo, Naruto!- Sasuke gridò, afferrandolo per una spalla.
-Perché mi fermi, Sasuke? Io la amo, devo riberarla!
-E pensi che io non voglia correre lì a salvarla? È la mia famiglia, Naruto. Non lo faccio certo perché è solo la tua ragazza.
-Ma ci potrebbero essere altre persone- li interruppe Sakura. –Prendere gli occhi di una persona è un procedimento molto difficile, e ci vuole un medico e tanto tempo per poterlo fare.
Può darsi che ci siano altre persone rinchiuse.  
-Devi pensare a loro cugino.- disse Arashi.
-Pensa se la dentro ci fosse anche Haru. Cercheresti di salvare entrambe.- disse Sasuke.
-Ok, ok. Mi avete convinto.
-Abbiamo perso tempo, dobbiamo inseguirli.-Rispose Sakura, incamminandosi.
 
Hinata si sentiva terribilmente sola. Sentì i suoi rapitori dirsi che erano arrivati e si divisero. L’uomo che l’aveva tramortita la portò in quella che doveva essere una grande sala per operare ed aprì la scatola.
La Hyuga sgranò gli occhi quando capì chi era uno dei suoi rapitori.
-Buon giorno, Hinata.
-Tu… sei uno sporco servitore di gran bastardi!
-Sicura che io sia solo un servitore e non l’artefice?
-Ma guardati, eri un ottimo ninjia medico un tempo… Kabuto.
-Ah ah, non pronunciare il mio nome invano.- disse con una voce strafottente –Sono un Dio in sotto forma di povero mercante di occhi.
-Sei un bastardo.
-E tu la mia puttanella a cui prenderò gli occhi.- disse lui toccandole i capelli.
Hinata gli sputo in faccia, perché aveva polsi e caviglie legati.
Kabuto gli diede uno schiaffo.
-Ora ti sistemo io.
La afferrò dai capelli e la trascinò su un tavolo a cui la lego con numerose cinture, mentre lei si dimenava.
Quando la legò per bene prese un pezzo di schock con cui le tappò la bocca. Poi le mise gocce di qualcosa simile ad un colluttorio negli occhi.
-Così starai buona e fra un ora potrò cavarti gli occhi!
-Hmmmmm!!!!!-
Hinata fu lasciata da sola con se stessa. Due lacrime abbandonarono i suoi occhi e scesero lente sulle sue guance paonazze. Respirava affannosamente, con il cuore a mille. Aveva paura.
Poi però penso a Naruto e si rilassò.
“Lui mi troverà. Ha promesso di starmi vicino. E lui mantiene sempre le promesse.”
Naruto infatti, era appena entrano nel nascondiglio con i suoi compagni.
-Brutta notizia, Naruto.- disse Sasuke.
-Cosa?
-Questo è uno dei primi rifugi dove sono stato con Orochimaru.
-Orochimaru?- Arashi aveva uno sguardo pieno di terrore.
-Lo conosci?- chiese Sakura. Tutti si voltarono verso di lui.
-No. Ma mio padre si. Ricordo vagamente il suo nome ma è lui che lo ha convinto ad andarsene…
-Questo è un guaio.
Cadde il silenzio. Poi Sasuke intervenne.
-Penso che dovremmo dividerci.
-Giusto.- disse Naruto- Haru, con me. Sakura con Arashi e… Sasuke da solo.
-Bene.- dissero tutti all’unisono, dividendosi ed entrando negli intricati corridoi di quel rifugio. Sasuke si muoveva bene lì, ricordava ogni particolare.
Gli venne in mente di andare nella sua stanza, così, per vedere se era cambiato qualcosa.
La ritrovò esattamente come un tempo. Buia e con pochi oggetti. Si sedette sul materasso.
-Ecco qui, siete arrivati finalmente.
Sasuke si alzò di colpo e sfoderò la sua katana.
-Chi sei?
-E’ importante? Non lo è di più il fatto che so che tu e i tuoi amici siete qui, e che era proprio quello che volevo? Ho attirato due abilità innate in casa mia.
-Due?- Sasuke si stupì.-Come fai a sapere che Haru ha un’abilità innata?
-Se ci pensi lo sai già.
Sasuke guardò bene l’uomo che aveva di fronte. Alto, capelli castani scuro e occhi color miele.
Occhi color miele che aveva già visto spesso.
-Tu… tu sei il padre di Haru e Arashi.
L’uomo di fronte a lui applaudì e rise, una risata sadica.
-Bravo!

Salve a tutti gente! Come promesso, il capitolo è arrivato per martedì. E' pieno di tante tecniche di scrittura e spero si capiscano facilmente.
Spero che vi abbia fatto emozionare come me ha fatto scriverlo.
Un bacione di cuore a tutti i miei fan e un caloroso benvenuto alle nuove persone che mi hanno messo nei preferiti/seguiti/ricordati! Recensite! Un bacio :*

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Rivelazioni e ***


Cap 37 Rivelazioni e "picchia duro"
-Bravo!- disse continuando ad applaudire. –io sono Ryuu, padre di Arashi e Haru. E sono anche colui che prenderà i tuoi occhi, quelli della Hyuga e quelli di mia figlia.
-Tua figlia?- una voce femminile e tremante, veniva da dietro l’uomo, che si girò.
Un altro paio di occhi miele e un paio di occhi azzurri spuntarono da dietro la porta.
-Tua figlia??- stavolta gridò.
-Ciao, figliola mia.- disse Ryuu, con una voce estremamente fredda.
Poi ad un tratto corse verso di lei con un Kunai, lei gridò. Naruto, anche lui con un Kunai, si mise in mezzo a proteggere Haru.
-E’ davvero tuo padre, Haru?
-Io… credo di si!
-Beh, è un pazzo.- disse Naruto, respingendolo.
Cominciarono a combattere, Naruto e Sasuke contro Ryuu. Naruto lo colpiva con kunai, shuriken, pugni e calci; Sasuke usava solo la Kusanagi Elettrica, cioè attaccava con la sua spada.
“Sembra molto facile per loro” pensò Haru mentre guardava il padre che prendeva colpi su colpi, cercando di schivarne qualcuno. “Eppure, ho una strana sensazione.
Haru aveva ragione.
Ad un tratto il nemico cominciò a ridere.
-Stai per morire, bastardo. Che c’è da ridere?- disse Sasuke, fermandosi a guardarlo.
-C’è da ridere che queste due meraviglie- disse alzandosi una manica. Due occhi verdi spuntarono dal suo braccio, come il braccio di Danzo- queste due meraviglie sono quasi pronte all’uso!
Fra meno di un’ora avrò anche gli occhi della Hyuga… E poi, sarete nei guai.
Rise ancora. Sasuke e Naruto si guardarono.
-Meno di un ora.. –sussurrò Naruto.
-Hmmm vediamo come funzionano questi occhi.- Ryuu si strappò via la manica. Gli occhi verdi persero la loro pupilla nera e diventarono come di un vetro verde acqua. Il loro potere stava per essere attivato.
Sasuke se ne accorse e si voltò di nuovo verso il biondo.
-Presto baka, corri da Hinata e salvala, qui ci penso io!
-Ah…ah…ok!- Naruto corse via in modalità di bijuu incompleta.
“Kurama, dobbiamo trovare Hinata”
“Concentrati, io la sento già”
E Naruto si concentrò, chiuse gli occhi e la vide: legata ad un tavolo con la bocca tappata a dimenarsi e a piangere. Corse verso di lei e mentre lo faceva, sentì un urlo di Haru.
Questa infatti, era appena stata catturata da degli strani robot di legno, marionette forse, alti il doppio di lei, che Ryuu riusciva a comandare a distanza grazie a quei due occhi verdi con la capacità di una sorta di telecinesi.
-Haru!- Sasuke gridò.
Aveva una voglia matta di bruciare quei cosi con l’Amaterasu, ma avrebbe rischiato di colpire anche la ragazza.
Invece fece un chidori e si avvicinò velocemente a Ryuu, che però riuscì stranamente a schivarlo colpendolo su un fianco. Gridò e perse la concentrazione, lasciando libera Haru che corse verso di lui gridando.
-Perché ci hai abbandonato?
Lui la guardava ridendo.
-Io non vi ho abbandonato. Vi ho sempre osservato da lontano, altrimenti come pensi che io sappia che tu abbia un’abilità innata?
-Se non ti fai vedere vuol dire che ci abbandoni! Tu non sei nemmeno un padre.
-Hai ragione, non lo sono. Io sono il Dio in persona!
-Riconosco la perversione di Orochimaru, in te.- disse Sasuke, attaccandolo di nuovo con degli aghi del Chidori Senbon,  che stavolta Ryuu evitò facilmente.
-Sbaglio o stai diventando più lento, ragazzo?
Aveva detto “lento” scandendo ogni singola lettera.
Sasuke si girò e cercò di tirargli un calcio in viso, ma ad un tratto sentì le gambe pesanti. Ryuu si spostò e lo afferrò per una gamba, spingendolo verso il muro.
-Sasuke!- Haru corse verso di lui ma fu catturata di nuovo dai robot di legno.
-Orochimaru mi ha parlato di tutte queste tecniche segrete e maledette, che io trovo meravigliose. Lui era davvero un grande, e alla fine, mi ha chiesto di aiutarlo in alcune faccende, alcuni studi.
E quando un uomo solo che ama la solitudine ti chiede di seguirlo, allora vuol dire che ha grande stima per te. Come potevo rifiutare? Far parte di un grande studio!
-Tu sei un malato!- rispose di tutto petto Haru, mentre cercava di liberarsi.
-Quel bastardo di Orochimaru non era davvero interessato a te, così come non lo è stato mai con nessun altro. Era più malato di te!- Sasuke si era alzato e aveva ricominciato ad attaccarlo.
-Continui ad essere lento, ragazzo. Anzi rallenti sempre di più- rise –Che potenza questi occhi! E non vedo l’ora di avere anche i vostri, sai?
Da quando Orochimaru decise di occuparsi di te, Uchiha, affidò a me le ricerche delle innate e i metodi per rubarveli. Ed ora, sto sfruttando tutto questo per impadronirmi delle abilità e diventare l’uomo più forte e potente del mondo!-
-PAZZO!- Gridarono all’unisono Haru e Sasuke.
-Io voglio POTERE!
 
“Sento tantissimi rumori, persone che gridano, combattimenti, distruzione. Loro sono qui, devono essere loro, mi hanno seguita.
Forse andrà tutto bene... ma fra meno di mezzora arriverà Kabuto e chissà che farà! Avrà perso anche tantissimi suoi poteri grazie ad Itachi e a Sasuke ma la sua abilità medica rimane così come la sua pazzia.”
Hinata pensava e contava il tempo che passava. La paura non l’abbandonava, ma nemmeno la speranza che il suo ragazzo, Naruto, potesse salvarla.
Senti un rumore e poi una voce, ad un tratto, quella voce bellissima.
-Hinata? Hinata!-il biondo le si avvicinò e cominciò a strappare le cinture che la legavano al tavolo.
-Hmmm!
-Ah, si scusa, ti libero subito. –e le tolse anche lo schock dalla bocca.
Lei lo abbracciò.
-Sei arrivato finalmente, Naruto!- cominciò a singhiozzare.
-Lo so, hai avuto paura, ma ora sono qui dai!- disse stringendola a se e sorridendole.
-Mi dispiace tanto, non sarei dovuta scappare di casa, anzi non avrei nemmeno dovuto provare a convincere mio padre di ospitarci entrambi…
-Ho capito male o è contro le regole stare con qualcuno che non è del Clan?
Hinata si calmò e torno alla sua espressione dolce e pacata.
-Ormai non ha più importanza. Io non sarò più una Hyuga. Non farò più parte del Clan.
-Ma che dici?
-E’ contro le regole stare con qualcuno che non fa parte del Clan. Stando con te è come se io rifiutassi il ruolo di capo Clan. E se non ho la possibilità di cambiare il Clan, allora non ne voglio far parte.
-Salve ragazzi!- Arashi e Sakura fecero la loro entrata insieme ad un molto legato Kabuto.
Quest’ultimo aveva avuto la sfortuna di Incontrare il ninjia medico sulla sua strada e non ci era voluto molto che questa lo aveva messo al tappeto e beh, legato.
Hinata si alzò e tirò un grosso schiaffo a Kabuto.
-Questo era per prima, stronzo.
Naruto rise.
-Credo che dovremmo andare da Sasuke e Haru, stanno combattendo contro Ryuu.
-Ryuu?- Arashi sembrava incredulo.
Naruto lo guardò serio.
-Ryuu, esatto. Tuo padre.
I quattro corsero di nuovo verso la stanza di Sasuke, ormai completamente distrutta per i ripetuti colpi di Sasuke e del nemico.
Le grida di Haru rimbombavano nelle orecchie di Naruto, che preoccupato aveva preso a correre come un matto. Lo scenario che ebbero di fronte era incredibile.
Un esercito di uomini di legno ora li fissava, avanzando. E un Ryuu alquanto divertito guardava il tutto seduto su una finestra molto in alto.
-Sasuke!- Naruto non lo vedeva, ma ad un tratto fiamme nere arrivarono dal centro dell’esercito, facendosi largo fra quei mostri di legno.
-Questo bastardo mi sta facendo incazzare.- disse il moro, con voce ferma.
-Che succede, amico?- Naruto e Hinata si avvicinarono al ragazzo.
-Quell’abilità innata che possiede è una potenza. È in grado di riuscire a manovrare gli oggetti a suo piacimento: li solleva, li lancia, li rende roventi e cose del genere.
  Inoltre – Sospirò – E’ in grado di rubare il chakra, ma non ho ben capito come.
-Hinata puoi…?- Naruto si rivolse alla mora.
-Si, lo so.- Hinata attivò il suo byakugan. Tante linee blu, chakra, iniziavano da quei due occhi color miele ma cattivi a ogni singola persona in quella stanza.
Due linee si stavano per collegare anche lei, ma le vide in tempo, si scansò e le tagliò con un Kunai.
-No!- Gridò, vedendo arrivare altre funi di chakra –I suoi occhi si collegano al nostro chakra con dei fili invisibili all’occhio umano!
Imprecò e cominciò a tagliare ogni filamento presente e poi ricominciava, perché questi si riformavano quasi immediatamente.
-Di questo passo risucchierà tutti il nostro chakra. È quel che è peggio, è che lui diventerà sempre più forte.- Naruto era visibilmente preoccupato.
-Cosa facciamo?- chiese la mora.
-Semplice.- rispose Naruto –Lo prendiamo in contropiede e gli strappiamo quel fottuto braccio!
Il ragazzo sorrise.
-Abbiamo affrontato una guerra. Pensi che non batteremo facilmente questo tizio?
-Ho combattuto con personaggi ben più forti di lui.- Sasuke lanciò un occhiata al biondo.
-Non vi alterate, ho chiesto solo qual era la strategia, chiaro? Anche io ho combattuto con personaggi peggiori.- Hinata sembrava un po’ scocciata.
-Strategia?- Sasuke mise su un sorrisino da strafottente –A noi non servono strategie, vero Naruto?
Il biondo rise.
-Pronto Sasuke?
-Pronto.
I due si sorrisero e cominciarono a correre verso il nemico con shuriken e katana, pronti ad attaccare. Hinata passò in modalità eremitica e si occupò di distruggere tutti quei robot.
Correva e li distruggeva con poche semplici mosse.
Naruto e Sasuke invece stavano avendo qualche problema.
-Ormai sono troppo potente per voi!-Ryuu sogghignava.
In effetti era diventato molto più veloce grazie al chakra che rubava. Si muoveva più agilmente e li colpiva con ogni sorta di oggetto.
Ad un tratto sollevò con gli occhi un grosso masso, un pezzo di muro forse, lo rese rovente e lo scaraventò su Naruto, che gridò per il dolore.
-Naruto!- Sasuke aspettò che questo si rialzasse, e non ci volle molto.
-Tranquillo, non mi abbatte nulla.
Naruto passò in modalità eremitica e creò un rasenshuriken, che scaraventò contro Ryuu.
Quest’ultimo sembrava impaurito, ma ad un tratto il rasenshurike, a meno di venti centimetri dal suo viso, si fermò. In un attimo venne risucchiato dagli occhi color verde bottiglia.
Uno spettacolo sconcertante. I muscoli dell’uomo si gonfiarono e la sua stessa faccia ora sembrava molto temibile.
-Si! È QUESTO CHE VOGLIO!- l’uomo gridava e gioiva.
Haru piangeva. Alla vista di quell’uomo di cui lei aveva sentito tanto parlare male e che segretamente, nella sua mente, continuava a giustificare, aveva smesso di avere speranze.
La speranza che suo padre un giorno sarebbe tornato e sarebbe rimasto accanto a lei.
La speranza che al suo matrimonio avrebbe ballato con quell’uomo.
La speranza che non fosse una cattiva persona, ma un buon padre.

Piangeva di un pianto disperato, stretta tra le braccia del fratello che le aveva fatto da padre.
E lui, lui invece era sorretto da uno sguardo. Quello verde e luminoso di Sakura, che lo guardava comprensiva.
Si sentiva più forte solo a guardarla.                                                                                                                   
E Naruto, vedendoli, si sentiva più forte a sua volta. Doveva essere più forte.
Passò in forma bijuu e cominciò ad attaccarlo ancora e ancora, insieme a Sasuke.
Ma lui, quel mostro, ad ogni Chidori o Rasengan si ingigantiva e diventava più forte.
Dopo tanti colpi, Naruto, un po’ stanco, si fermò a pensare. “Ogni volta diventa più forte e veloce. Ci impedisce di strappargli quel lurido braccio. Quand’è che sta fermo?” Naruto lo osservò mentre inglobava altra energia.
Si stupì “eureka! Ha bisogno di tempo per inglobare l’energia”.
-Sasuke!
-Cosa?
-Abbiamo una strategia, ora!- Naruto si avvicinò al moro ed in un attimo furono pronti.
Naruto preparò un Rasengan Planetario.
-Ryuu… sei un pazzo. Soprattutto se pur di sentirti più potente, hai deciso di sacrificare anni, una vita intera, in cui avresti potuto godere di quelle due persone là in fondo.
Ringrazio il cielo che, ha differenza tua, i miei cugini sono brave persone. Ti senti ancora un padre? Se la risposta è si allora sarai felice di sapere che i tuoi figli sono persone ottime. Almeno morirai felice!
Naruto lanciò il Rasengan Planetario contro Ryuu.
-Si! Più potenza!- gridò lui, agganciando mille fili di Chakra a Naruto e al rasengan.
Cominciò ad inglobare tutta quell’energia, ma non ebbe molto tempo per gioire perché Sasuke, grazie al suo potentissimo sharingan, lo aveva intrappolato in una morsa di fuoco nero.
Gridò di dolore. L’ultimo grido.

Buona sera gente! Piaciuto il capitolo? Ringrazio molto tutte le persone che mi hanno aggiunto nei seguiti/ricordate/preferiti.
Siete fantastici! E ovviamente coloro che mi recensiscono, critiche o no, vi adoro *w*

Inoltre un ringraziamento particolare a quel genio di 
Green Death che mi ha aiutato moltissimo!
Grazie davvero a tutti! Nel giro di due capitoli la storia finirà quindi... avete voglia di avere il seguito? Fatemi sapere! Un bacione :*

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Non mi resta più nulla ***


Cap 38 Non mi resta più nulla.
Naruto guardò soddisfatto l’amico e gli fece l’ok con la mano, sorridendo.
Sasuke ricambiò il gesto alzando lievemente un angolino della bocca, in un mezzo sorriso.
Poi andarono da tutti gli altri, da cui furono abbracciati. Gioivano tutti a parte Haru, che aveva uno strano sguardo assente.
C’era qualcosa che mancava però…
-Sakura.- lo sguardo e la voce dell’Uchiha erano diventati entrambi molto duri –Dov’è finito Kabuto?
La ragazza dai capelli rosa sgranò gli occhi.
Lo aveva legato e portato con se. Era sicura che quel mostro le fosse vicino all’inizio del combattimento.
Ma ora dov’era finito? La ragazza cominciò a correre.
-Sei una stupida!- Sasuke le gridò dietro, cominciando a cercare anche lui per tutto il rifugio il fuggitivo. Cominciarono tutti a cercarlo, correndo.
Anche Haru seguiva il gruppo, ma il suo sguardo continuava ad essere assente.
Dopo un ora, nemmeno Hinata riusciva a trovarlo con il byakugan.
-E’ evaporato!- disse Sakura alla fine.
-No, sei tu che gli hai lasciato il tempo di fuggire.- Sasuke la guardò torvo.
-Io non ho fatto proprio nulla!- la ragazza alzò la voce.
-Sei un irresponsabile!
-Non è colpa mia!
-E di chi sennò?
-Smettetela!- Naruto si stava arrabbiando –Non è il momento per litigare.
-Dobbiamo avvisare Tsunade che abbiamo perso Kabuto.- Sakura cercava di riparare al danno.
-E’ Inutile, Sakura. Facciamo un altro giro di controllo e poi torniamo a Konoha.- il biondo ricominciò a cercare.
 
°°°°°
 
Non ci volle poi molto, per tornare al villaggio. Invece per loro il viaggio sembrò durare anni perché nonostante avessero sventato un grosso piano di potere,
c’era qualcosa nell’aria che la rendeva fredda ed elettrizzante: la consapevolezza che non era finita qui.
Kabuto era scappato e, anche se era molto più debole da dopo la guerra, il suo genio criminale rimaneva e chissà quali altri piani avrebbe escogitato.
Fu proprio questo che pensò l’hokage quando Naruto ebbe esposto il rapporto.
-Non posso crederci.
Sakura aveva le lacrime agli occhi. Aveva combinato un bel casino.
In fretta si inchinò alla sua maestra e si umiliò.
-E’ tutta colpa mia, signorina Tsunade. Chiedo scusa.
-Non è il momento per piangere sul latte versato.- Tsunade sembrava più preoccupata per loro che per il nemico.
-Andate a riposarvi- disse ancora –Di questa faccenda me ne occuperò io.
Tutti si ritirarono nelle loro case, ma c’era qualcuno che non poteva riposare.
Hinata infatti, aveva un ultima faccenda da sbrigare. Si diresse con Naruto verso villa Hyuga e lì si presentò nel bel mezzo di una riunione, con lo stupore di tutti.
-Sono stata rapita. La sera scorsa. E quest’uomo mi ha salvato da un grande nemico- disse indicando il biondo –E’ l’uomo che amo.
Ci fu uno stupore generale.
-A questo punto credo che sarò diseredata e che non diverrò più il Capo Clan. Dico bene Hiashi?
Hinata non lo aveva chiamato padre. Per lui fu un duro colpo, ma era più facile celare le sue emozioni.
-Dici bene, Hinata.
-Io allora non voglio più far parte di questo Clan.
Ancora stupore e sgomento. La ragazza era molto decisa.
-Non porterò più il vostro cognome. Non parteciperò a riunioni e quant’altro. Consideratemi come morta. A rivederci.
Detto questo Hinata stava per uscire, ma venne interrotta subito dopo dalla sua sorellina, che si era alzata e le aveva afferrato un braccio.
-Perché mi abbandoni così?- Hanabi aveva il volto rigato dalle lacrime.
-Non ti abbandono. La mia porta è sempre aperta per te.
-Ma tu mi hai sempre fatto da madre! E una madre non può vivere lontano dai figli!
Hinata, a quelle parole, si impietosì. Si inginocchiò e la guardò negli occhi.
-Piccola mia, un giorno capirai cos’è il rispetto. In questo posto non c’è. Qui vivono tutti sotto un’apparenza di forza e di stima.
Ma in realtà qui si odiano tutti, si parla solo di politica, mentre in una grande famiglia bisognerebbe apprezzare la compagnia altrui e il volersi bene.  
Vivono tutti sotto un’apparenza di forza e di stima ma non sanno che la vera forza non sta nell’essere freddi ed eleganti, ma nell’avere il coraggio di amare.
Ho sempre sperato di cambiare tutto questo. E se non posso… beh, allora me ne vado.
Quelle parole vennero incise duramente nelle menti di tutti gli Hyuga presenti.
Le mora fece un gran sorriso, che la piccola Hyuga non aveva mai visto sul volto della sorella.
Un sorriso pieno di gioia e calore. “Come quelli del biondo” pensò Hanabi.
Hinata le mise una mano fra i capelli e li scompigliò.
-Sono stata fortunata, sai, Hanabi? Altrimenti sarei rimasta come loro, ed anche tu. Ma io ti ho insegnato ben altro in questo periodo, quindi nel tuo cuore lo sai, che la mia porta è sempre aperta. Ti voglio bene.
Hanabi abbracciò la sorella e poi la lasciò andare via.
“Sei felice, onee-san. Si vede. Hai avuto fortuna, si… di incontrare una persona splendida che ti ha insegnato a trasmettere calore coi sorrisi.
Quella notte fu strana per tutti. C’era chi rimuginava sui propri sbagli, chi gioiva di aver chiuso un brutto capitolo della propria vita e chi, invece, pensava alle persone perse.
Haru era lì, coricata sull’erba con gli occhi persi nel luccichio delle stelle.
“Ogni speranza è morta” pensava la ragazza “è morta insieme a lui.”
-Non c’è bisogno di pensarci oltre.
Immersa nei suoi pensieri, la ragazza dagli occhi color miele non si era accorta che Sasuke, alquanto preoccupato, si era coricato al suo fianco.
Sobbalzò per lo spavento.
-Andiamo, non posso essere così brutto.
-Scusami, non mi ero accorta che tu fossi qui.
Ricominciarono a guardare il cielo.
-A cosa pensi?
-Penso che non mi sono mai accorta di quanto in realtà sperassi in un padre vero. Uno di cui puoi fidarti. Che non sia un mostro!
Sasuke ascoltava in silenzio.
-Ho sempre sperato che un giorno mio padre tornasse e che mi dicesse di recuperare il tempo perduto. Ho sempre sperato che tornasse e che mi amasse più di prima. Speravo fosse una brava persona.
Il moro si mise su un fianco a guardarla.
-Non avrei mai pensato che fosse una persona tanto orribile.
Una lacrima scese sul viso della mora/rossa.
Il moro avvicinò la mano al viso della ragazza e fermo quel pianto disperato.
Anche Haru si voltò a guardare il ragazzo e fece aderire la fronte a quella di Sasuke.
Lui la prese dolcemente per mano.
-E’ stupido continuare a sperare nonostante le persone ti dicano il contrario di quel che pensi?
-Haru.. secondo me non si sbaglia mai a sperare. Io ancora spero di non aver ucciso mio fratello. Invece l’ho addirittura portato da qualcuno che ha preso i suoi occhi e li ha dati a me.
Si guardarono negli occhi intensamente, uno sguardo carico di tristezza e comprensione.
-Non si sbaglia mai a sperare.
Sentiva il suo respiro leggermente in affanno, il profumo di una rosa.
 Sasuke avvicinò le labbra a quelle della ragazza. Le sfiorò piano e poi la baciò dolcemente.

Bene gente, vi annuncio che siamo arrivati al PENULTIMO capitolo di questa storia, per questo era più corto degli altri.
Ho intenzione di chiudere in grande stile ;) secondo voi dovrei continuare a scrivere in una serie?
Che caldo! A presto gente, un bacione :*

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** Ascesa alla felicità? ***


Cap 39 Ascesa alla felicità?
Eccolo lì, il suo sogno impersonato da una dea greca.
Il biondo si era svegliato da un po’, ma non aveva osato muoversi. Guardava la bella ragazza sul suo letto, stringendole una mano e accarezzandole il viso bianco latte dalle note arrossate sulle guance.
Lui l’aveva sempre vista così, in tutto il suo splendore, con quel rossore timido che non la abbandonava mai, quando era in sua presenza.
L’aveva vista sempre così da piccoli, timida e impacciata. Poi di colpo, lei cercò di salvargli la vita a costo della propria e gli rivelò il suo amore.
“Da quel momento è cambiato tutto” pensò Naruto.
Infatti fu quando aprì gli occhi che cominciò a vedere com’era davvero Hinata. Timida si, moltissimo con le persone che non conosceva.
Ma era anche piuttosto intelligente, elegantissima, dolce e tenera.
Aveva imparato ad essere forte fisicamente, ma nel cuore lo era già da tempo.
Da quando stavano insieme, aveva tirato fuori anche un altro lato: quella di persona passionale e graffiante, anche se incredibilmente dolce in ogni momento.
Si prendeva cura di lui. Infine, aveva scoperto di quanto fossero simili: entrambi senza una famiglia che li amasse; entrambi con la voglia di riscattarsi, di dimostrare la loro validità.
La luce fioca del mattino le incorniciava abilmente il viso, facendo risplendere i suoi capelli dai riflessi blu notte.
Quei raggi di sole però non le rendevano giustizia, anche se era sempre bellissima.
Si ricordava bene Naruto, che la mora era bellissima quella notte di luna piena quando aveva capito di amarla da tempo. “Ormai sono trascorsi più di due mesi”.
Si alzò in piedi, a cercare di cucinare qualcosa per la sua bellissima ragazza. Purtroppo però, non riusciva a toglierle lo sguardo di dosso.
Bisogna dire che a Konoha, a fine agosto, si moriva letteralmente di caldo.
E così Hinata si era messa un bellissimo baby doll rosso fuoco, velato e pomposo, che arrivava a coprirle nemmeno metà coscia.
Naruto la osservava, il viso sereno e dolce, la bocca semichiusa, il seno prosperoso e le gambe nude e snelle.
“No, diamine!” Ecco fatto, il biondo aveva bruciato l’ennesimo toast. Borbottò qualche accusa a tutti i Kami e si scottò tirando via il pane dalla griglia.
Due braccia avvolsero il suo petto nudo e dei lunghi capelli neri gli solleticarono la schiena.
-Amore! Non volevo svegliarti perdonami!
Naruto si voltò e prese il suo viso tra le mani, attirandola verso di se e baciandola dolcemente.
La mora dovette alzarsi in punta di piedi per baciarlo.
-Che cos’è questa puzza di bruciato?
-Eh…eh… cercavo di cucinare la colazione!
Hinata aprì il frigo e trovò il nulla, a parte una mela.
-Non c’è più nulla da mangiare, dobbiamo uscire per fare la spesa!
Naruto la afferrò per le cosce e la sollevò prendendola in braccio.
-Io qualcosa da mangiare ce l’ho!- disse mordendole il collo.
La ragazza ebbe un gemito di piacere. Il biondo premette il corpo su di lei e affondò il viso sul suo collo.
-Che dici, panterona, lo abbiamo il tempo di fare l’amore?- la sua voce era roca e suadente, mentre scorreva le mani sotto il suo baby doll.
-Aaah… credo..credo di si.- Hinata era rossa in viso, ma mentre lui le mordicchiava il collo e passava quella calda lingua sul suo collo,
lei aveva preso a passare una mano sui suoi capelli e a graffargli la schiena.
Naruto la riportò sul letto e fecero (di nuovo) l’amore.
 
Un paio d’ore più tardi Naruto si era addormentato in tutta tranquillità mentre Hinata si era infilata una canottiera bianca e pantaloncini celesti.
Stava davvero morendo di fame, così decise di andarsene a casa del suo caro fratellone, che non le avrebbe certo rifiutato qualche biscotto.
Prima di uscire scrisse un messaggio che Naruto avrebbe trovato sul comodino e poi si soffermò a guardarlo.
I capelli biondi e il volto angelico con un gran sorriso stampato in viso.
Sorrise anche lei, guardando quell’uomo che le comunicava tanta gioia anche dormendo.
Prese le chiavi ed uscì di corsa.
Il sole era davvero caldo per le strade di Konoha. La gente la riconosceva e la salutava con grandi sorrisi e lei era tutta rossa per l’imbarazzo. Fortuna che casa Uchiha era a due passi!
Hinata si ritrovò davanti all’enorme casa ad un piano, ma invece di entrare dalla porta principale entrò nel vialetto e attraversò il giardino pieno di sempre verde, perché Sasuke non amava curarlo.
Entrò dalla grande fusama sul retro.
 -Sasuke!! Sto entrando.
Hinata lo chiamò attraversando il grande corridoio ed entrando nella cucina.
-E..ehi!- Sasuke stava bevendo del caffèlatte da una grande tazza.
Hinata, quando lo vide seduto al tavolo, si bloccò. Sasuke era… imbarazzato?       
-Disturbo Sasuke?
-No sorellina! Come mai qui?
-Ho fame e Naruto ha bruciato tutto il pane che c’era in casa per fare dei toast.
-Tsk, il solito baka.
La mora notò un'altra tazza accanto al lavabo e il pentolino con altro latte e caffè. Mooolto strano.
Se ne versò un po’ e si sedette accanto al fratello, afferrando un biscotto.
-Ti sei riposato dopo la corsa di ieri mentre cercavi di salvarmi?
-Hmf… si.
-Sasuke… ti volevo dire grazie!
Il ragazzo alzò lievemente un angolo della bocca.
-Di niente, Hina-chan.
Hinata arrossì violentemente.
-Che c’è?
-Ecco.. solo… solo Itachi mi chiamava così!
Sasuke si incupì e cominciò a fissare la macchia marrone in mezzo al suo latte.
-Sasuke, mi ricordi tanto Itachi quando sorridi! Dovresti farlo più spesso.
-Hmm…
-Soprattutto ora che ne hai il motivo.
-Sentiamo, quali sono i motivi?
-Da quando sei tornato hai guadagnato un migliore amico, una brava sorella cioè io,- Gran sorrisone-  e una ragazzina che ti gira in torno.
Hinata assistette ad uno spettacolo rarissimo: Sasuke sorrise, un sorriso vero.
E già, perché era quella la reazione che gli causava il pensiero di quella splendida e dolce ragazza. Haru, dagli occhi color miele e i capelli marroni dai riflessi infuocati.
-Lei è meravigliosa davvero.
-Ti sei innamorato?
-Si.
-Wow, Sasuke, rispondi in fretta e con decisione!
-Perché è la verità! Mi rende felice.
Hinata rise di gusto. Mai visto il fratello euforico.
-Ci siamo sistemati bene entrambi vero?- disse Sasuke. E poi cominciò un lungo discorso, cosa che non aveva mai fatto.
–Noi due siamo persone piuttosto ombrose, per questo ci capiamo così bene fra noi.
Però, per stare davvero bene, abbiamo bisogno di qualcuno che illumini le nostre ombre.- sorrise –e gli Uzumaki sono maestri in questo!
-Però anche loro ogni tanto diventano tristi. E noi, che abbiamo molta esperienza a riguardo, in quel momento riusciamo ad aiutarli.- continuò lei.
-Mi sento sempre un ebete felice con Haru.
-Ci si sente… completi.- sorrise –comunque tu sei un ebete felice!
-Strozzati, stupida!
-Ebete!
Hinata si alzò e gli diede un bacio sulla guancia. Poi prese un piatto e cominciò a prendere dei biscotti.
-Te ne rubo un po’.
-Sei una poveraccia!- Sasuke rideva mentre finiva il caffèlatte.
Gli occhi di Hinata diventarono molto tristi.
-Ora lo sono davvero. Ho detto addio al Clan Hyuga.
Sasuke sgranò gli occhi su di lei, ma non disse nulla.
La ragazza riempì il piatto e lo coprì con un fazzoletto, poi prese un litro di latte dal frigo. Infine sorrise al fratello.
-Sai, sono felice ugualmente. Ho Naruto a cui badare, e mi basta!
-Salutami quel baka.
-Certo!
Hinata uscì dalla cucina e si avviò verso la porta di casa.
Intanto da un'altra porta Haru raggiunse il ragazzo.
-E’ andata via?
-Credo di..
La voce dolce di Hinata li raggiunse mentre la porta si chiudeva.
-Ciao Haru!!
Mai nascondere qualcuno a una Hyuga.
Haru aveva una maglia di Sasuke, che le andava molto grande.
-Non c’era bisogno di nascondersi da Hinata.- il tono di voce di Sasuke era molto scocciato.
-Non volevo che pensasse male di me!
-Nemmeno se tu fossi nuda sul mio letto lei penserebbe che sei rimasta la notte con me a lasciarti seviziare.
Haru lo guardò male.
-Io non mi lascio seviziare, caso mai sevizio.
-Disse la ragazza che vuole sempre, solo dormire con me!
La ragazza lo guardò triste.
-Devi rispettare i miei tempi, Sasuke…
Lui la prese per un polso e la attirò a se. Quando il moro era seduto eguagliava l’altezza di Haru.
Le mise una mano nei capelli e la baciò dolcemente, ma a lungo. Quando si staccarono, la rossa sembrava frastornata.
-Ragazzina, aspetterò anche l’eternità per te. E poi…-
-Cosa?                                                                          
-Sei tremendamente buffa quando dormi, ragazzina!
-Bastardo, smettila di sfottere!- Haru cominciò a cercare di percuoterlo.
 
-Sei impossibile!
Dall’altra parte del villaggio, Shikamaru e Ino stavano aspettando gli amici (i sopracitati Naruto, Hinata, Haru e Sasuke più Arashi e Sakura) passando il tempo a punzecchiarsi.
-Non sei venuta ad accogliermi stamattina, quando stavo rientrando dalla missione!- Shikamaru era coricato sull’erba e ne sentiva l’odore fresco nelle narici. Adorava quel luogo così incantevole e rilassante.
-Shika, non mi alzo alle cinque per venirti a dire “Ehi, ben tornato! Hai ucciso qualcuno?”.
-Dormigliona!
La bionda lo guardò molto male, mentre si chinava a cogliere un fiore.
-Non dirai, sul serio, cry-baby. Tu dormi sempre.
-Non è..
-Shikamaru Nara, io mi alzo alle cinque e mezza, mi preparo, faccio colazione e alle sette apro il negozio con i miei. Quindi non ti azzardare ad aprire bocca, chiaro?
-Ino Yamanaka, d’ora in poi ti chiamerò seccatura.
-Scassapalle.
-O, stai zitta seccatura.- il moro afferrò per un polso la ragazza, che fini in ginocchio accanto alla testa ad ananas del ragazzo, che la guardò torvo.
-La verità è che mi è davvero dispiaciuto non averti visto dopo una missione così inutile.
-Raccontalo a mio padre.
-Se fosse per me sarei già venuto a presentarmi come tuo ragazzo.
-Non affrettare le cose, Nara. Lo sai che non c’è mai stato un legame più profondo dell’amicizia fra le nostre famiglie: non sappiamo come reagiranno.
-Non me ne importa un fico secco.
-Hai il quoziente intellettivo più alto di Konoha e non capisci quanto caos potremmo creare? Non possiamo mica scappare, in caso negativo.
-Io andrei in capo al mondo per poterti amare in pace, seccatura.
Ino ebbe uno sguardo incredibilmente dolce, solo per lui. Si abbassò e lo baciò intensamente.
Intanto, Sasuke e Haru avevano incontrato Arashi e Sakura mentre camminavano verso il boschetto di Konoha, dove dovevano fare un gran picnic insieme.
Haru e Arashi avevano preso a punzecchiarsi e a tirarsi i capelli. A volte sapevano essere davvero infantili..
Sasuke e Sakura invece li osservavano, rimanendo in un religioso silenzio.
-Io, io sarei immatura?- la rosa aveva osato interromperlo.
-Non cominciare, Sakura.
-Mi hai lasciato perché sono immatura e ti metti con Haru, che è più piccola e più stupida?
-Non dire altro, ti stai umiliando da sola.
-Ma la vedi?
-Si, ed è bellissima. Quando è con me poi, si rilassa e torna com’è davvero, con il suo dolore che io posso capire.
-Hai gli occhi accecati dall’amore, Sasuke.
-E questo non ti dice nulla?
Lei sgranò gli occhi su di lui. Poi guardò di nuovo Haru, che ora sorrideva al fratello che la stava abbracciando teneramente mentre camminavano.
-Anche tu sei accecata, Sakura.
-Che vuoi dire?
-Tsk…. Arashi ti corre dietro e non te ne accorgi.
-Tu mi piaci ancora.
-No. Ti piace la figura che io ti scatenavo dentro, l’irraggiungibile. E quindi lo tratti male.
-Non è così!
-Apri gli occhi, stupida! In fondo, già lo ami, ma non te ne rendi conto! Lui è un uomo romantico, dolce. Ti darà tutto quello che io non riuscivo a darti.
-Lo credi davvero?
-Avanti, Sakura, abbi il coraggio di essere felice. Te lo meriti.
-Grazie, Sasuke…
-Eh.. Sakura? Scusa per ieri, ma non mi fa piacere che Kabuto sia libero, e così ho perso la testa.
-Colpa mia… Senza rancore?
-Senza rancore.
Si scambiarono un lieve sorriso e poi furono raggiunti da Naruto e Hinata.
Il biondo prese l’amico per la maglia attillata di un intenso blu scuro e gli parlò nell’orecchio.
-Ehi, teme, devo parlarti velocemente.
-Aspetta che…
-No, muoviti.
Naruto lo tirò via in un luogo più appartato fra gli alberi di vino.
-Muoviti baka, che io qua mi sporco.
-Ok, guarda qua.
Sasuke sgranò gli occhi a quella vista.
-Che hai intenzione di fare?
-Glielo chiedo, dio santo, glielo voglio chiedere!
-Ma… sei sicuro?
-Mai stato più sicuro in vita mia! Allo stesso tempo ho paura però..
-Di che? Cazzo, sei uno shinobi!
-Se mi dicesse di no?
-Ma vaffanculo, baka! Dice di si sicuro! Ti venera!
-O..OOK! CAZZO, GLIELO CHIEDO!- Naruto urlava senza accorgersene, e saltellava verso Hinata.
Poco più in la Sakura raggiunse Arashi, che era seduto sull’erba e giocava tirando dei sassolini nel laghetto.
Questi rimbalzavano sull’acqua leggermente increspata, creando tanti piccoli cerchi al tocco del secondo.
-Come stai, Arashi?
-Come dovrei stare, Sakura-chan?
-Ieri…
-No, non dire nulla.- la voce di Arashi era diventata dura e bassa, al triste pensiero del padre.
-Scusami…Mi sembra di fare solo errori ultimamente.
Poggiò una mano sulla sua spalla e lo guardò negli occhi.
-Dimmi cosa posso fare per te, Arashi.
-L’unica cosa che puoi fare è una cosa che non vorresti mai.
-Cioè?
-Dimmi che uscirai con me. Nel senso vero, nel senso che cominciamo a frequentaci.
Sakura rise.
-Perché pensi sia una cosa che non vorrei mai?
-Perché ti piace Sasuke e io non ho speranze.
-Ehi, dov’è finito il tuo ottimismo?
-E’ andato a farsi fottere ieri, quando il mio carissimo e amorevole padre è morto.- gran brutto sarcasmo.
Lei gli sorrise.
-Si, esco con te, Arashi.
Lui la guardò stupito.
-Mi prendi per i fondelli?
-Certo che no!
-Ah..ah.. wow!
 
La mora stava mirando lo splendido paesaggio, l’erba un poco alta e il laghetto leggermente increspato dal vento.
L’acqua trasmetteva sempre calma a Hinata, quasi come Naruto. Era il suo elemento, e lo sentiva davvero suo.
Il vento faceva scompigliare i suoi capelli e il suo vestitino bianco fino al ginocchio, con una leggera fascia arancio sotto i seni.
Il cappello minacciava sempre di scapparle, e lo teneva fermo con la mano.
Il volto sereno della ragazza risaltava alla luce di quel caldo mezzogiorno.

Uno spettacolo meraviglioso che fece perdere un battito a Naruto, che avvicinandosi arrossì in viso: era nervoso, terribilmente.
Arrivò ad un metro da lei e rivolse lo sguardo verso il laghetto, in modo che la ragazza non si accorgesse del suo rossore.

-Qui è magnifico, Naruto. Ti è venuta una splendida idea!
Il biondo, con fare da padre paterno e amorevole, le rispose continuando a guardare il paesaggio.
-Conosco i miei polli.
Lei rise, mentre lui si schiariva la voce preparandosi a parlare.
-Sai, Hinata… io ti volevo ringraziare per tutto. Tu sei una ragazza incantevole e piena di vita.
Sei dolce, ti prendi cura di me. Ti lasci amare da me. Sei la prima persona che mi abbia mai apprezzato e amato.
Tu mi hai cambiato la vita, Hinata, e l’hai resa quella felice che è ora. Ero un bambino abbandonato a me stesso, con i pugni chiusi pronto a difendermi.
Tu invece, mi hai raccolto come un gatto e mi hai portato con te.
Spostò lo sguardo su di lei, che era leggermente arrossita.
-Hai salvato la mia vita e hai rivoluzionato la tua, rinunciando a cose che tanto amavi fare, come occuparti della tua famiglia.
Poi, la ragazza quasi svenne per l’atto incredibile di Naruto. Questo infatti, si era inginocchiato e aveva sfoderato uno splendida scatolino di lino blu,
che conteneva un anello di argento con alcuni piccoli diamantini. Hinata arrossì violentemente, il suo cuore perse un battito e le gambe le tremarono.
-Questo anello, amore mio, l’ho trovato insieme alla lettera di mia madre, che tu, tanto tempo fa, mi leggesti.
Ora io, con questo anello, voglio prometterti una vita migliore, in cui non dovrai rinunciare a nulla. Perché io mi prenderò cura di te, amore. E se tu me lo permetterai,
mi renderai felice a vita.
La ragazza perse il cappello correndo verso Naruto, mentre questo concludeva un discorso bellissimo in un modo ancora più bello.
 

-Mia dolce Hinata, mi vuoi sposare?


Ta taaaaaan ! Che finale è? *evita qualche pomodoro* lo so lo so... *prende una scarpa in faccia* ahi!
Lo so, sono andata troppo veloce, già gli chiede di sposarsi!
Ma mi serviva un finale ad effetto.. e io sono romanticona! Mi sono innamorata del ragazzo con cui sto da quasi un anno e mezzo nel giro di tre giorni!!
Bene gente, Vi è piaciuta la mia storia?
Vi voglio sentire tutti, così saprò se devo farne davvero una serie! Un bacione grande grande :*
Ringrazio tutti i miei lettori e miei carissimi recensori vi adoro 
♥ 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1177715