Karmekilion

di Dors
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'occhio profanato ***
Capitolo 2: *** La foresta del Sospiro del Diavolo ***
Capitolo 3: *** Arrivo a Thomn'ara ***
Capitolo 4: *** Nelle terre di nessuno ***
Capitolo 5: *** Toccata e fuga ***
Capitolo 6: *** La gola ***
Capitolo 7: *** La prescelta ***
Capitolo 8: *** L'avamposto di Balifor ***



Capitolo 1
*** L'occhio profanato ***



Finalmente.
L'Occhio di Drago; rosso come il primo fuoco dei ceppi, splendente come gli amuleti sacri dei chierici, e invitante come le
labbra turgide di una fanciulla.
Non era sta una impresa da poco arrivare fin lì: il palazzo era disseminato di ingegnosi e mortali trabocchetti che gli erano
costati una buona porzione della giacca di cuoio. Ora, però, la strada era sgombra ed il grosso rubino non attendeva altro che lui.
Studiò con cura il piedistallo così riccamente decorato che avrebbe portato via anche quello se non fosse stato ancorato al
pavimento; la lastra in cima, su cui era adagiato l'Occhio sporgeva dall'orlo di mezzo centimetro più di quanto avrebbe dovuto,
forse si trattava di un meccanismo a pressione; era impaziente ma in fondo la luna era ancora alta e poteva prendersi tutto il
tempo che voleva, non era il caso di agire con leggerezza proprio ora che si trovava così vicino alla sua meta.
Questo pensava Reagan fissando concentrato il suo bottino, ma il fiume di pensieri che imperversava nella sua testa fu interrotto
bruscamente da un evento insospettabile: una giovane donna atterro davanti a lui con un'agile capriola.
"L'Occhio è mio!"disse con un tono minacciso.
Indossava dei leggeri abiti viola, gonfi su braccia e gambe, che invece fasciavano stretto il busto; l'abbigliamento, l'epressione
fiera e selvaggia,il colore bronzeo della pelle e i capelli neri e fluenti lasciavano credere che appartenesse a uno dei clan
nomadi che si nascondevano al limitare della foresta oltre i confini della città, anche se non mostrava su di se gli stravaganti
monili tipici di quella gente (se si escludeva un orecchino nero all'orecchio sinistro).
La donna con un movimento fulmineo afferrò il rubino.
"No! Attenta!"urlò Reagan dimenticandosi che la gente del palazzo non avrebbe dovuto sapere della sua presenza li e quindi non faceva
onore alla sua astuzia il mettersi a strillare.
La lastra infida affondò nel piedistallo con uno scricchiolio, dietro di loro l'unica via di fuga fu sbarrata da una grata che cadde
pesantemente davanti l'ingresso ad arco.

***************


"Allora che cosa pensi possa essere?"
"Ellen! Non essere impaziente! Questa pergamena è quasi illegibile, ed è scritta in un linguaggio antico che non incontravo da anni"
Ellen sbuffò sonoramente e prese a sistemarsi nervosamente l'armatura: nei giorni di caldo diventava una fornace.
"Potresti gentilmente NON fare RUMORE?!"disse seccato il mago"Ho bisogno di concentrazione!".
La donna trasalì bloccandosi in una buffa posizione portando e mani davanti a se come per proteggersi da un eventuale fulmine che Rok
avrebbe potuto lanciarle; riprendendosi in fretta disse"Scusami Rok...ma questa storia mi mette in agitazione"
"Non hai mica tutti i torti, sacerdotessa. Il pezzo di carta che abbiamo fra le mani vale più di tutte le reliquie di Luixiana messe
insieme. C'è gente che ucciderebbe per averlo,e sono abbastanza sicuro che tu l'abbia trovato fra le proprietà di un uomo assassinato,
dico bene?"chiese il mago grattandosi la punta del naso.
"Bhe, si. Era un vecchio stregone, un certo Kalidh dal Wildhills, non era un particolare fastidio nonostante alcuni precedenti con gli
agenti delle tenebre. L'abbiamo trovato ucciso nei pressi della foresta, e abbiamo ispezionato la sua casa. Pensi che possano essere stati
i Nomadi?"
Rok brontolò qualcosa nella lingua dei nani non molto carina rivolta all'intelligenza della sacerdotessa poi disse"Ovviamente no!
Ho conosciuto quello stregone e non è di quelli che si lasciano sgozzare come maiali da un pugno di ladruncoli.No...deve essere stato un
uomo di grande potere...e l'ha fatto per le informazioni scritte qui dentro"concluse teatralmente indicando con un dito tozzo la pergamena.
"Insomma mago! Cosa c'è scritto li sopra?" chiese spazientita la donna.
"Te la leggero nella tua lingua, dato che insisti.Ascolta:

Erano anni che aspettavo questo giorno, il giorno cui avrei incontrato Lei.
Dal momento stesso in cui ho incontrato i suoi occhi opachi di cieca ho capito
che essi avevano veduto la luce accecante della eccelsa Dea Luixiana, Signora
della Luce, e sono stati destinati a far rispendere le nostre terre opache del
chiarore del bene.
Ho voluto proteggerla: l'ho nascosta in un luogo sicuro che non oseranno profanare
i servi delle tenebre di cui, gli dei mi perdonino, anche io facevo parte; ed ora la
preservo gelosamente dagli sguardi del mondo, il mio piccolo tesoro.
Che strano pensare che quella bambina ha la capacità di plasmare il destino di tutti noi

K.

"Sai di chi parla vero?...La precelta della Dea, la bambina della leggenda, colei che spedirà nelle profondità della terra i figli del caos"
"Suggerisci di trovarla prima delle Tenebre? Se ci riucissimo potremmo...ma cosa mi fai dire! Sono solo leggende! E con quali uomini potremmo
poi cercarla e proteggerla ? Tutti i nostri uomini migliori sono impegnati in battaglia, nessuno ci seguirà in questa impresa assurda,
oltretutto non sappiamo neanche da che parte iniziare"obiettò Ellen.
"Ti sbagli invece: questa pergamena ci ha dato la chiave;pensaci:un posto dove nemmeno il più pazzo degli orchi metterebbe mai piede..."
"La...la gola di karmekilion. oh no...tu sei pazzo....quel posto è maledetto, nemmeno la Dea avrebbe il coraggio di entrare lì!
Nessun mercenario ci seguirà, nemmeno per tutto l'oro del mondo." balbettò Ellen
In quel momento un novizio irruppe nella stanza in preda a panico. "c'è un 'emergenza mia signora!"disse animando per la corsa."Il santuario
dell'Occhio del Drago è stato profanato"
"Quello che dici è impossibile...mi chiedo che fine ha fatto il tuo voto di astinenza dai piaceri del vino"ribattè acida Ellen."Cosa ti ha
fatto pensare a queste sciocchezze?"
Il giovane monaco diventò più pallido di quanto gia non fosse"Ecco...mia signora...una nostra guardia è stata trovata tramortita alle porte
del tempio...e poco fa si è sentito il rumore di una delle trappole attivata"si fermo qualche istante indeciso su come concludere poi aggiunse:
"...mia signora"
"Smettila con queste moine, ragazzo! L'adulazione non è mai servita per addolcirmi. Ora va nella tua cella, penseremo noi a questo piccolo
contrattempo."
"S-si mia signora...cioè...Ellen"

Ellen e Rok corsero verso il Santuario, questo si erigeva in tutta la sua imponenza a sud dell'Accademia dove i novizi venivano iniziati
agli arcani misteri della magia bianca.
"Il ragazzo aveva ragione temo, la porta è stata forzata"osservò il mago. "Se il ladro è ancora dentro, rimpiangerà di non aver scelto un'altro luogo per le sue depredazioni notturne!"borbotto minacciosa Ellen.
L'interno illuminato dalle torce delle pareti sembrava privo di qualsiasi traccia che testimoniasse il passaggio di un estraneo, le trappole
del corridoio non erano scattate.
"O il ladro è incredibilmente abile...o qualcun'altro ha forzato la porta, magari uno dei novizi per burla."
La Sacerdotesa tese le orecchie."Mi sembrava di aver sentito delle voci , nella stanza dove è custodito l'occhio"
Affrettò il passo impugnando la lancia. Finalmente giunta in cima all'edificio i trovo davanti la grata di ferro ideata per fermare anche
il ladro più scrupoloso, al di là di questa un uomo ed una donna si puntavano contro le armi guardandosi con odio.
"MA che peccato! Vi siete fatti scoprire proprio alla fine!"Rise sollevata"Spero che non vi dispiacerà morire con un laccio intorno al collo!"
I due trasalirono, voltandosi di scatto.L'uomo rinfoderò il pugnale"Volete ucciderci? Per me va bene...Cominciate pure da lei!!"sbottò.
Rok sembrò vacillare,sul suo volto si dipinse in un istante un'epressione esterefatta"Reagan?!"
"Conosci questa feccia?"chiese Ellen.
"Papà?! Che ci fai qui?!"fece il ladro.
"oh cielo!" esclamò la sacerdotessa. Osservò i due con attenzione: in effetti si assomigliavano parecchio nei loro lineamenti affilati anche se
quelli del mago erano resi più cadenti dai segni del tempo, anche i capelli erano dello stesso colore castano chiaro; e gli occhi! Neri e profondi,
che lasciavano intuire la mente vivace che si nascondeva dietro un'apparenza ordinaria.
"Bene bene. Ellen cercavi qualcuno che ci seguisse nella nostra ricerca. Ne hai trovati due"esclamò Rok compiaciuto
La ladra assunse un'espressione indignata"Non servirò la vostra causa, qualiasi essa sia!".
"Come sai i ladri in questo paese vengono impiccati, sono certo che vorreste barattare i vostri servigi per la vostra vita."

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Capitolo 2
*** La foresta del Sospiro del Diavolo ***


"La foresta di Whisperhell sembra svegliarsi quando i raggi del sole sorgente colpiscono le fronde dei suoi alberi; il vento soffiando porta con se
canti ammalianti, dolci e allo stesso tempo melanconici di creature che si celano alla vista dei mortali che come noi si apprestano ad attraverare questi luoghi; alcuni
di essi dopo aver udito quella terribile nenia si tolsero la vita strappandosi il cuore dal petto a mani nude e bagnando di rosso le rocce. Ecco il perchè di
questo nome: Whisperhell, il sussurro del diavolo"raccontava il mago Rok riempendo di tabacco la sua pipa.

Il viaggio della campagnia forzata di ladri e sacerdoti era stato interrotto da un improvviso temporale estivo che aveva riempito di fango i sentieri della foresta,
rendendoli impraticabili.
Si erano quindi rifugiati in una grotta umida che un tempo doveva essere stata la tana di qualche orso.

"Illuminante Rok!"disse secca Ellen "Ad ogni modo, nella fretta dei preparativi non ho avuto il tempo di interrogarti sulla tua identità"continuò
rivolgendosi alla ladra.

"Il mio nome è Tessa, appartengo alle tribù nomadi poco distanti da qui. E non gradisco essere trattenuta contro la mia volontà"rispose lei.

"La scelta di tentare di rubare l'occhio di drago in combutta con quell'altro delinquente è stata tua! In un altra occasione avresti gia assaggiato
il mio acciaio, d'ora in poi limitati a ripondere alle mie domande".

Reagan spalancò la bocca indignato" Ehi! Un momento mia signora! Non confondiamoci! Il rubino l'avevo mirato io, lei mi ha solo rubato il lavoro"protestò.

Ellen sferrò un pugno all'uomo rimettendolo a sedere"SILENZIO!!"

Reagan fissò con astiò i bracciali magici che gli impedivano i movimenti, annuì tenendo lo sguardo su quelli.

"Vado fuori a controllare la situazione: non sopporto la vista della feccia "sbottò la sacerdotessa.

"Spero che le si arrugginisca l'armatura"mormorò Reagan con la mascella ancora indolenzita, quindi scoccò un'occhiata di profondo disguto al padre.

"Andiamo figliolo non guardarmi così. Almeno ho provveduto a salvarti la pelle....come...come ta tua madre?"chiese Rok timoroso

"Come vuoi che stia? E'troppo vecchia per lavorare ancora al bordello, così ora pulisce i pavimenti della tenuta di Thogama dagli escrementi del padrone!
E non sono sicuro che sia meglio!"

Rok chinò la testa"Mi dispiace..."

"Tieniti l'ipocrisia per quella belva della sacerdotessa!"

Il diverbio fu interrotto da un urlo acuto, Ellen corse dentro "ROK! PAZZO DI UN MAGO! QUALI FENOMENI DA BARACCONE HAI RACCATTATO??";
la seguiva un nano dall'apetto grottesco, l'elmo calcato quasi fin sopra gli occhi e una lunga barba che ricopriva completamente l'armatura a scaglie che indossava.

"Ehm....Ellen lui è Korgan...un'eccellente guerriero, mi ha accompagnato in molte imprese quando ero più giovane, non mi ha mai deluso...e d'altro canto...era
l'unico che avesse risposto al mio appello."

In nano sorrise motrando una fila di denti aguzzi e disallineati; agitò un'ascia in segno di saluto.

A quanto ricordava Rok solo il suo aspetto di demonio invasato era bastato più di una volta a mettere in fuga avversari codardi e superstiziosi.
"E' muto" spiegò "Ma la voce è l'unica cosa che gli manca"un alito di fumo si alzò dalla pipa appena accesa.Conosceva fin troppo il talento di Korgan, per questo era
sicuro che non si sarebbe pentito per averlo coinvolto nella missione.

"Certo non doveva essere la puzza a mancare, anzi c'è in abbondanza"commentò Reagan arricciando il naso.

Il nano batte un pugno sulla corazza orgoglioso della sua scarsa igiene personale, quindi si accarezzo la barba soddisfatto.
"Basta così proseguiamo senza perdere altro tempo in chiacchiere".concluse Ellen.

Ripresero il cammino in silenzio ognuno preso dai propri pensieri, non si scorgeva il sole tanto erano fitte le chiome di quegli alberi secolari e Whisperhell
sembrava avvolta in un atmosfera spettrale, di giochi di luce che facevano apparire le ombre degli scoiattoli come figure di draghi in agguato.
Tessa, rifletteva ancora su come sfuggire dalle mani della sacerdotessa, i bracciali magici non avevano una serratura che lei potesse scassinare, era come
se un fabbro li avesse fusi attorno ai suoi polsi."Ameno possiamo sapere dove siamo diretti?"domandò irritata mentre cercava di tare dietro a passo sostenuto di Ellen.

"Ci stiamo recando a Thomn'ara, la città degli elfi dei boschi. Li si unirà a noi una mia vecchia conocenza; poi ci dirigeremo alla volta della gola di Karmekilion"chiarì Rok.

"Karmekilion??! Quale follia vi spinge verso quel posto maledetto?"

"I nostri scopi ultimi non ti riguardano nomade! Sono faccende troppo importanti per parlarne nella foresta del Sopiro del Diavolo, chissà che il uo vento 'magico'
non trasporti le nostre parole fino ai nostri nemici."intervenne Ellen agitando la chioma di capelli rossi come a sottolineare il tono sarcastico.

"Non prendere alla leggera le leggende su Whisperhell. E nemmeno dovresti avere l'animo sgomro di preoccupazioni al pensiero che un elfo si unirà a noi. Sono creature
ambigue, seguono le leggi selvaggie della natura; amano l'arte e la poesia ma hanno il cuore duro come marmo quando si tratta di punire i loro avversari"cominciò a
raccontare il mago."Il loro sguardo è gelido e crudele. Mai fissare un elfo! Rischi di dimenticare chi sei guardando occhi millenari che hanno visto svelati arcani misteri
e segreti che sarebbero dovuti rimanere celati!"Così concluse solennemente mentre Korgan annuiva con vigore.

"Risparmia il fiato per camminare. Karmekilion dista tre giorni da qui, se non sostiamo troppo a lungo. E Thomn'ara è ancora lontana"lo ammonì la sacerdotessa.
Nessuno parlò oltre fino all'arrivo alla città. Il cammino fu accompagnato dall'ecchegiare di melodie remote, e dal rumore di foglie secche schiacciate dagli stivali.
La foresta con i suoi rumori era come se ridesse degli avventurieri che ingenuamente si sentivano sicuri al fianco delle loro armi.
Ognuno di loro restò solo con i propri pensieri; la solitudine fece riaffiorare mille ricordi, come le acque di un fiume che rompono gli argini invasero la loro mente
travolgendoli flusso di immagini confuse al punto che divenne difficile distinguere frammenti di sogno da vecchie esperienze.
Quando finalmente scorsero le mura di marmo candido di Thomn'ara dove la foresta cominciava a diradarsi trassero un sopiro di sollievo.

Rok diede una pacca sulla spalla del nano." Non è quello che hai sempre desiderato, amico mio? Vedere le Bianche Mura prima di soccombere nele profondità di Karmekilion?"
Il nano stranamente annuì sorridendo.

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Capitolo 3
*** Arrivo a Thomn'ara ***


Le bianche mura di Thomn'ara si stagliavano su un cielo costellato di nuvole rosate per il tramonto,nonostante quelle pietre fossero millenarie
nemmeno una crepa scalfiva la superfice liscia e lucente.
La città aveva un perimetro incredibilmente vasto, che lo sguardo riusciva ad abbracciare completamente solo a chilometri di distanza,
a ogni vertice della pianta ottogonale si erigevano alte torri che terminavano con guglie che slanciavano ancora di più la struttura; la vista
di quel luogo toglieva il fiato e scacciò ogni ombra di malumore dalla mente degli avventurieri.
Rok ricordava ancora come fosse accaduto il giorno prima l'unica volta in cui aveva meso piede all'interno della città: in tutta la sua vita non vide
mai niente di più bello; era accaduto quando era al servizio di un potente elfo, una figura di spicco e di certo molto influente sebbene nessuno
conocesse il suo nome o l'avesse mai visto in faccia, ed era tato proprio a quest'uomo che Rok subito dopo l'incontro con i due ladri nel santuario
dell'occhio del drago aveva mandato una lettera, in cui chiedeva il suo aiuto; presto avrebbe ricevuto la riposta da Lui in persona.
Giunti alle maestose porte di Thomn'ara decorate di fitti bassorilievi, furono accolti da un ufficiale della milizia elfica che i presentò con il nome
di Elthan e in tono formale li invitò a consegnare le armi alle guardie prima di entrare.
"E liberate pure i votri prigionieri, è impossibie scappare non visti da qui"aggiunse riferendosi a Tessa e Reagan dall'aria più infelice che mai.
Ellen acconentì a malincuore a far sciogliere l'incantesimo che teneva saldamente chiusi i bracciali.

"Seguitemi, vi faccio strada Il Sommo desidera ricevervi immediatamente"concluse l'ufficiale.

La citta era come Rok la ricordava, elegante nei suoi edifici allampanati, su ognuno dei quali si arrampicavano edere e altre rampicanti in un felice
connubio con le atre decorazioni floreali scolpite dgli abili artigiani elfi.
Erano pochi però i cittadini che giravano per le strade, ed erano inquieti, come se attendesero un'aggressione da un momento all'altro, tuttavia la
proverbiale ospitalità della razza non veniva meno e nessuno nego un cenno di saluto al passaggio della compagnia.

"Siamo giunti alla soglia compagni, ora dovrete proseguire senza di me" disse Elthan indicando un alta torre che svettava sugli altri edifici da cui gli elfi
si tenevano istintivamente alla larga, Rok lo riconobbe come la dimora del Sommo
L'ufficiale si allontanò in fretta sia per tornare ai suoi doveri che per mettere distanza fra se e quel luogo tenebroso; Ellen lo osservò allontanarsi
e quando fu sicura che non potesse più udirla disse"Prima di incontrare questo Sommo di cui parli gradirei sapere chi è, e come può aiutarci nel
nostro...'compito'"

"Direi che è un tipo che preferisce restare nell'ombra protetto da sguardi indiscreti"ripose il mago semplicemente.

"Nell'ombra?? Non sarà un drow spero! Un elfo oscuro!"escamo Ellen sgranando gli occhi.

"Potrebbe anche darsi: non si è mai mostrato apertamente. Quello che conta però è che ci faccia dono del suo aiuto per la missione: ha un incredibile
potere e utili contatti fra i maghi e i guerrieri più capaci."

Korgan si battè un pugno sul petto chiaro segno (almeno per Rok) che si stava spazientendo e fremeva per entrare.
"Abbi pazienza, amico mio! La fretta è una pessima compagnia nella casa del Sommo" disse ammonendo il nano, che però non parve dare peso a quelle parole.

**********


Una figura ammantata osservava occultata nell'ombra i sei umani che gli avevano richiesto udienza e gli apparirono piuttosto disorientati.
La torre d'altronde emanava un alone di pericolosità per la sua atmosfera cupa e inquietante; in verità il Sommo non amava molto la luce e riteneva che
la teatralità fosse un ottima tattica per incutere rispetto e timore: aveva dunque ricevuto gli umani nella sala più grande e fiocamente illuminata dalla
fimma delle lanterne appese alle pareti ma non abbastanza per scorgere i lineamenti del suo viso seminascosto dal cappuccio.
"Rok, mi ricordo di te"la sua voce tuonò profonda e agghiacciante"Hai reso grandi servigi agli elfi in passato. Cosa ti porta a chiedere il mio aiuto?
Ricorderai , credo, che non faccio dispendio di energie a meno che non ci sia un ottimo motivo e non ne consegui un cospicuo profitto"

Il mago si chiarì la gola e rispose"E' una questione delicata delicata, mio Signore. Abbiamo rinvenuto delle lettere dell'incantatore Kalidh di Wildhills,
supponiamo che posano portarci nel luogo in cui è nascosta la prescelta della leggenda..."

Il Sommo lo interruppe all'istante "Credi che io abbia tempo da perdere dietro a sciocche fiabe? Le antiche superstizioni le lascio volentieri agli Elfi Anziani!"
sbottò , per un attimo i presenti riucirono a sentire come un onda di energia propagarsi dalla figura dell'elfo segno che la sua ira stava per tramutarsi in forza
distruttiva; Tessa e Reagan indietreggiarono prudentemente.
"Tuttavia"aggiune il Sommo riprendendo il controllo"molti di noi sono in debito con te, mago. Se credi di poter competere con Il dio del'omicidio sei un folle,
con o senza prescelta questo ti porterebbe a morte certa; ma non arò certo io a farti cambiare idea. Posso concederti un solo mio servitore che ti chiedo di
riportarmi con tutti i pezzi"

Rok sembrò deluso della riposta: aveva sperato almeno in una decina di elfi arcieri e un paio di stregoni. Una compagnia di sei avventurieri invece arebbe stata
polverizzata in un attimo a Karmekilion. "Le sono immensamente grato mio signore"disse invece inchinandosi rispettosamente.

"Arriverà fra poche ore. Ma è pericoloso viaggiare di notte : vi coniglio di partire domattina al sorgere del sole, sarete miei ospiti fino ad allora"suggerì il
Sommo. "Mi è difficile ammetterlo ma sento che il potere mi abbandona, la civiltà degi elfi è ormai in declino...non oso sperare che ci sia ancora una posibilità di
abbattere una volta per tutte il male che affligge questo mondo.
Forse è purtroppo giunta l'era che la mia gente millenaria abbandoni la terra degli uomini"così si congedò occultandosi nuovamente nell'ombra

**********


I due ladri furono rinchiusi senza troppi compimenti nella biblioteca della torre, completamente priva di finestre, e tanto grande da far smarrire coloro i quali non
erano pratici nel nel ritrovare la via fra gli scaffali disposti in modo da formare un labirinto di cerchi concentrici.
Si trovavano lì da un'ora ormai e nessuno dei due aveva detto una sola parola: tutto quello che sisentiva era la calma che avvolgeva la città dormiente.
Tessa si guardò ancora intorno: i libri preziosamente rilegati erano stati disposti in ordine maniacale e perfettamente allineati, aveva provato a leggerne i titoli,
gran parte erano in elfico ma altri erano scritti in caratteri runici che non riuscì a capire a quale linguaggio appartenessero; Reagan era appollaiato su una sedia
imbronciato come se ritenesse lei responsabile di quello che era accaduto.

"Sei sempre convinto che sia stata colpa mia"disse , non era una domanda: sapeva perfettamente che era come diceva.

"Certo!"rispose Reagan senza guardarla"Ma ora non ha molto più senso stabiire chi avesse ragione. Sei una ladra incredibilmente maldestra...mi chiedo come hai
fatto a evitare i trabbocchetti nel palazzo"

"In verità...li ho fatti scattare e ho evitato le lame e fosse."

"Gli acrobati non dovrebbero fare il lavoro dei ladri"ribattè l'uomo seccato tornando a fissare un punto imprecisato nel vuoto.

Tessa scosse la testa, era incredibile come lui riuscisse a conservare il suo orgoglio e la sua testardaggine anche nelle situazioni in cui arebbe stato meglio
collaborare; si sfregò le mani cercando di riscaldarle scossa da brividi. Reagan non trascurò di notarlo.

"Hai freddo?"chiese raddolcendosi un poco.

"N-no"ripose Tessa battendo i denti"Sto benissimo..."

Senza dire altro Reagan si sfilò la giacca di cuoio e la lanciò alla donna. Anche se l'aveva fatto catturare, pensò, non poteva certo farle passare la notte a congelarsi
Ma fortnatamente pochi minuti dopo Ellen aprì le porte della biblioteca : il servo del Sommo era giunto e gli avventurieri poterono finalmente addormentarsi nei
comodi giacigli di Thomn'ara.

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Capitolo 4
*** Nelle terre di nessuno ***


Il gruppo lasciò Tohmn'ara alle prime luci dell'alba, il freddo della notte ancora si faceva sentire e, benchè fosse ormai estate
inoltrata, un vento gelido flaggellava i visi scoperti degli avventurieri.
Faceva strada il servo del Sommo, l'unico che sembrava resistere stoicamente all'atmosfera gelida, procedendo a passo svelto sul
sentiero poco battuto, lo sguardo fiero fisso sull'orizzonte; Eltair era il suo nome, si voltò indietro solo per controllare che
arco e faretra fossero ben assicurati alla cinghia.
Quelli che seguivano avevano un aria decisamente meno spavalda e non risparmiavano lamentele.

"Per gli Dei! Sembra di essere in viaggio nelle terre del Nord!"elscamò Ellen con le labbra livide dalla retroguardia.

"Fra qualche ora l'aria dovrebbe riscaldarsi" la rassicurò Eltair scrutando il cielo nuvoloso.

Ellen sospirò, avevano ripreso il cammino da poco ma gia si entiva spossata e irritata, il paesaggio era desolato: solo le vette dei
monti rivestiti di rada vegetazione ad ovest, dietro di loro le guglie della città gia lontane avvolte in una nebbia leggera.
Stavano attraverando le cosidette terre di nessuno, terre sterili su cui attecchivano solo licheni rossastri. La via diretta che
portava a Karmekilion e ad altri villaggi attraversava questi luoghi spesso divenuti scenario di assalti dei predoni, per cui non c'era
molto da meravigliarsi se poca gente li prelidiggesse come tappa per le proprie rotte commerciali.

"Per quale motivo vi siete impegnata in una missione di così improbabile successo, Ellen?"domandò l'elfo senza rallentare.

"Conoscevo Khalid"intervenne Rok"O almeno credevo di conocerlo: eravamo insieme al servizio del Sommo, ma lui si rivelò essere una spia delle
tenebre, l'abbiamo scoperto appena in tempo da evitare che amazzase uno ad uno tutti i senatori di Thomn'ara"il mago si accarezzo il mento
"Può essere un traditore ma non uno sciocco: non si sarebbe mai inoltrato a Karmekiion se non fosse stato assolutamente certo della sua
ipotesi...Ma se fosse davvero tornato dalla nostra parte come lasciava intendere nello scritto..."

"Non gli si perdonerebbe mai il tradimento in ogni caso"tagliò corto Ellen.

"Oh certo ...io intendevo solo...bhe non importa"borbotto in risposta Rok.Gli tornò alla mente il ricordo del suo vecchio compagno di
avventure: l'uomo che si figurò era il Kalidh coraggioso e temerario che non si accontentava di lanciare incantesimi a distanza di sicurezza
ma si buttava a capofitto nella mischia roteando il bastone da stregone. Chi mai avrebbe potuto intuire quale fossero in realtà le sue
intenzioni?
Il veleno letale che mescolò all'idromele dei senatori fu individuato prima che fosse troppo tardi e lui fu condannato all'istante a morte
grazie alle testimonianze dei cuochi che lo avevano visto armeggiare con le bevande; Kalidh riuscì a fuggire e di lui non i seppe più nulla
fino al ritrovamento di quel documento.
Rok più che per trovare l'eletta era partito verso Karmekilion per scoprire cosa ne fosse stato del suo compagno prima che infine fosse
ucciso, ma era meglio che questo Ellen ed Eltair non lo sapessero.
"Certo che la clemenza dei fedeli di Luixiana è a dir poco leggendaria!"esclamò Reagan sarcastico incassando uno spintone di Ellen
che non giunse inaspettato.

Rok soffocò una risata per non irritare ulteriormente la donna. Ma il sorriso gli si congelò sulle labbra quando vide stagliarsi nel cielo
una decina di ombre nere."I Corvi!"sussurrò"Le sentinelle delle truppe del male...se ci hanno notati siamo morti: precedono il battaglione
solo di qualche chilometro. Dobbiamo lasciare immediatamente il sentiero "

L'elfo scosse vigorosamente la testa.
"Mago, gli orchetti viaggiano veloci: ci scoverebero se tentassimo di tornare indietro e i pochi alberi rinsecchiti che ci sono qui intorno
non servirebbero a nasconderci...non c'è un anima per miglia :daremmo troppo nell'occhio"fece notare Eltair.

"Cosa proponi quindi? Andare incontro ad un centinaio di mostri armati fin sopra i denti?"domandò allora Tessa"Se hai qualcosa in mente
parla in fretta!"

"A pochi minuti da qui sorgono le rovine di un vecchio tempio diroccato"cominciò"Vi nasconderete lì; io attirerò lontano da voi gli orchetti:
sono abbastanza veloce, non mi prenderanno"
Ellen lo guardò con ammirazione: quale audacia per affrontare da solo un intero battaglione!

"E' una follia!"protestò invece Rok. Eltair per tutta riposta sfoderò la sua spada di lucente metallo elfico.
L'elfo corse verso la direzione in cui sarebberò presto giunte le legioni dell'ombra urlando qualche parola in preghiera al suo Dio.
Rok fece per andare a fermarlo.

"Papà lascialo andare! Ha scelto da se come morire! Noi pensiamo a salvarci la pelle!"disse Reagan.
Il silenzio delle terre di nessuno fu interrotto dal fracasso della marcia della legione accompagnato da grugniti e grida di battaglia: erano
sempre più vicini.

"Andiamò!Muoversi!!"urlò Reagan correndo nella direzione suggerita dall'elfo, impacciato nei movimenti a causa dei bracciali magici; gli altri
lo seguirono a ruota, senza stare un secondo di più a crucciarsi per la sorte di Eltair.
Le rovine del tempio non erano lontane; si buttarono dietro un muro fatiscente senza essere notati.
Ellen si accovacciò sull'erba incolta prendendo fiato, alzò gli occhi al cielo cercando di intravedere un raggio di sole, ma l'astro caro a
Luixiana era completamente nascosto da una coltre di nebbia; meglio per loro: sarebbero stati individuati più difficilmente.
"Adesso basterà aspettare che vadano via"sussurrò.

"Reagan dietro di te! Spostati!!"
Tre orchetti tozzi si portarono con un balzo agile di fronte a loro bloccando così una possibile fuga; Rok cercò di raggiungere
il suo bastone appogiato al muro a sinitra ma prima che potesse sfiorarlo un dardo gli trapasso la mano inchiodandola alla parete,
il mago la fissò con orrore mentre un fiotto di sangue colava sul suolo chiazzandolo di rosso.
Ellen e Korgan impegnati a respingere l'assalto non fecero caso al più grosso fra gli orchetti che sollevava la sua ascia incrostata
di ruggine sul collo di Reagan tenuto a terra che si dibbatteva senza risultati.

"Lascialo!"Gridò Tessa dandogli uno spintone; non barcollò nemmeno, anzi si disegno sul suo volto un'espressione tronfia.

"Sciocca! Cosa credi di fare? Non hai armi, non hai muscoli. Nemmeno cervello, o saresti gia fuggita via urlando"ridacchiò il mostro borioso;
sferrò un colpò con il manico dell'ascia alla ragazza che si accasciò stordita a terra.

*************



Furono sopraffatti in pochi minuti quando i rumori della battaglia raggiunsero le orecchie del resto del battaglione, vennerò legati e trascinati
via....di Eltair nessuna traccia: un buon segno a giudizio di Ellen, perchè se fosse stato lì ora non avrebbe avuto la facoltà di respirare.
Seguitarono il viaggio scortati dai servi del male, ingiuriati e istigati con la frusta con la morte nel cuore al pensiero di quali altre
sevizie avrebbero subito e quali torture avrebbero ideato quei mostri.
Reagan fisso con collera il corpo di Tessa caricata ancora incosciente sulle spalle di un orchetto robusto, violato da quelle mani immonde che
lo palpavano impunemente; e suo padre che tracinava ogni passo stringendosi la mano ferita.
Passò un'ora , ma sembrò interminabile, uscirono dai confini delle terre di nessuno: all'orizzonte le nere montagne che delimitavano il passo di
Frael: l'ingresso per il regno delle tenebre, dove la morte era regina anche se non poteva competere con l'oscurità di Karmekilion.

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Capitolo 5
*** Toccata e fuga ***




La luce filtrava a sento dalle crepe nei muri della cella, non raggiungeva gli avidi occhi dei prigionieri umani incatenati negli
angoli bui. Era un luogo spoglio di giacigli, un catino cavato grossolanamente nel legno, destinato a conservare scarse razioni di
acqua era rovesciato a terra attorniato di topi in cerca di resti di cibo o di resti carcasse umane; nell'aria si sentiva un forte
odore di cadavere e muffa che rendeva l'aria quasi irrespirabile, la permanenza nella cella era resa ancora più difficile dal rumore
snervante delle gocce d'acqua piovana che si infrangevano sul pavimento di pietra fredda

"Avresti dovuto restituirci le notre armi" disse sottovoce Reagan rivolgendosi ad Ellen"Avremmo potuto forse respingere quella pattuglia
di orchetti sena essere scovati dal resto del battaglione"l'uomo fremeva di collera mentre inginocchiato accanto a Tessa seguiva il
suo respiro, regolare come nel sonno solo a tratti interrotto da brividi.

"Si avrei dovuto. Ma molto probabilmente ne avresti approfittato per colpirmi alle spalle"rispose la sacerdotessa senza nascondere lo
sdegno che provava per quel ladro che osava mettere in discussione le sue decisioni.

Reagan scosse la testa con rassegnazione.Notò suo padre borbottare qualcosa a Korgan, il nano si limitava ad annuire .
"Invece di litigare vi siete chiesti perchè ci abbiano fatto prigionieri? Solitamente gli orchetti uccidono gli umani che trovano sul
loro cammino sena pensarci due volte...."disse Rok "E ovvio che vogliono qualcosa da noi, probabilmente informazioni riguardo il Sommo
nel caso in cui mi abbiano riconosciuto come suo servitore."si fermò qualche istante per controllare in che condizioni fosse la ferita"E'
un male che gli orchetti non siano stupidi come i loro cugini Troll....Figliolo ti ho mai detto di come i originarono le due razze?"

Reagan sorrise"Non ora papà, non siamo dell'umore giusto per ascoltare leggende...Piuttosto troviamo il modo di uscire di qui.
Ellen dovresti liberarci dai tuoi bracciali magici, le catene dei nostri carcerieri sono gia abbastanza"disse porgendo i polsi alla
sacerdotessa.

"Oh so gia che me ne pentirò....ma a questo punto..."borbottò mentre liberava il ladro.

"Ottimo" Reagan sfilò dagli stivali un sottile pezzo di ferro e con questo cominciò ad armeggiare con il catenaccio che bloccava le
catene.

"Per Luixiana credi davvero di riuscire a scassinare il meccanismo con quell'arnese?"fece Ellen incredula.

"Ehi! Un pò di rispetto! Questo 'arnese' mi ha salvato da situazioni ben peggiori!"La rimproverò il ladro senza staccare lo sguardo dalla
serratura.

"Peggiori?...Dunque, ricapitoliamo: sei stato colto in flagrante mentre derubavi il nostro tempio, sei stato fatto prigioniero, trascinato in un
impresa che ti porterà a morte certa, catturato dagli orchetti che molto probabilmente ti faranno implorare la morte....Situazioni PEGGIORI
di questa?!?"disse la sacerdotessa che cominciava sul serio ad innervosirsi"Se almeno non ti avessero tolto il tuo bastone, Rok, a quest'ora
saremmo gia fuori di qui grazie ai tuoi incantesimi".

Il catenaccio si aprì con uno scatto, con grande soddisfazione di Reagan che Ellen fissò con uno sguardo stupito ben poco lusinghiero.
L'uomo si baciò le mani molto teatralmente "Io mi adoro!"disse"E ora occupiamoci di questa!"si avvicinò alla massiccia porta di ferro
scrutando gli infissi."Non cederà con la stessa facilità, temo"

Improvvisamente la porta si spalancò, colpendo la faccia di Reagan che cadde all'indietro bestemmiando sonoramente. Sulla soglia apparve
Eltair, dietro di lui un gruppo di orchetti buona parte tramortiti, altri sgozzati. L'elfo lanciò ad ognuno dei suoi compagni le rispettive armi
"Ora...spiegatemi come avete fatto a rimanere vivi tutti questi anni!"fece divertito dal loro stupore.

Prima che potessero rispondere nei corridoi di pietra eccheggiò il suono di un corno da battaglia.
"Devono avere scoperto la mia presenza qui.Dobbiamo muoverci."disse con tutta calma.Notò Reagan che aveva preso in braccio Tessa."No!
Lasciala qua! Ci rallenterebbe troppo!"ordinò l'elfo.

"Scordatelo! Va avanti se non vuoi rischiare"sbottò Reagan. L'elfo rispose con un alzata di spalle e corse fuori dalla cella.

Tessa non era pesante, in fondo era solo una ragazza, Reagan riuscì a portarla senza difficoltà alla fine del corridoio,ma si rese conto di quanto
Eltair avesse ragione: era troppo lento; gli orchetti li circondarono nel giro di qualche secondo tenendoli sotto tiro con le loro armi.
Reagan adagiò il corpo di Tessa a terra sfoderando la spada; perchè quei maledetti non attaccavano? A cosa poteva servirgli catturarli vivi?

Una luce accecante riempì il corridoio, Reagan si portò d'istinto le mani alla faccia come per difendersi da tutto quello splendore.
Quandò riaprì gli occhi si accorse di non riuscire più a distinguere i colori e le forme: tutto il mondo appariva come un accozaglia di macchie opache.
Sentì qualcuno prenderlo per mano, riconobbe il tocco come quello di suo padre, e si lasciò guidare da lui, frastornato dalle grida dei nemici.
Poco a poco i rumori diventarono sempre più lontani, e senti di nuovo l'aria fresca del mattino, si fermarono poco dopo.

"Che succede? Dove siamo?"chiese Reagan sedendosi a terra"Io...non riesco a vedere..."
"Sono stato io ...ho accecato tutti gli orchetti grazie al potere della luce di Luixiana, solo per questo non ci hanno seguito. Ma non preoccuparti
fra poco la tua vista tornerà come prima"disse Rok"E Tessa sta bene, Korgan l'ha portata in salvo"aggiunse anticipando una domanda di Reagan."Gli
altri ci aspettano più avanti"

Reagan si massaggiò le tempie"Maledetto rubino!"borbottò maledicendo la gemma causa di tutti i suoi guai."La prossima volta ruberò un candelabro dal
vostro tempio, dannazione!"

***********

Finalmente il sole del pomeriggio arrivò a riscaldare quell'aria gelida; Ellen e Eltair erano immersi in un fitto discorso riguardo le loro passate
battaglie, Rok e Korgan invece, distesi scompostamente sull'erba, fumavano del buon tabacco che il nano aveva sgraffignato dalle dipense del palazzo
del Sommo.
Mentre i suoi compagni si concedevano del meritato riposo Reagan si allontanò dall'accampamento organizzato alla buona in cerca di qualche ceppo da ardere,
siccome la giornata volgeva al tramonto, stranamente la sacerdotessa non lo aveva nuovamente imprigionato per paura di una sua fuga.
Mentre camminava con la testa china per adocchiare i rami secchi fu attratto dal luccichio dell'acqua di un lago, non molto grande, in realtà era poco più
di una pozza d'acqua, adombrato da un salice che sfiorava con le sue foglie le acque azzurrine; al centro uno scoglio coperto di muschio, e Tessa
immersa fino alle spalle vi aveva appoggiato la testa e ad occhi chiusi restava ad assaporare quell'attimo di pace accompagnato dal fruscio dei giunchi e
canne accalcati sulle rive.
Reagan si avvicinò di qualche passo, tossicchiando per annunciare la sua presenza.La ragazza aprì gli occhi sorridendo.

"Avevo bisogno di rinfrescarmi un pò"disse semplicemente "Mi hanno detto quello che hai fatto per me in quella cella"continuò diventando improvviamente
seria.

"Ecco io...ho fatto solo quello che mi sembrava più giusto"balbettò Reagan mentre inciampava nei vestiti che Tessa aveva lasciato ai piedi del salice.

La ragazza si avvicinò alla riva emergendo lentamente dall'acqua, senza vergogna alcuna si parò di fronte un imbarazzatissimo Reagan.
Rimase a contamplare il suo corpo giovane imperlato di gocce, i seni piccoli e sodi come frutti acerbi, la chioma corvina che le copriva le spalle; Reagan
si soffermò con lo sguardo sulle dolci curve dei fianchi pensando che mai aveva visto un'altra donna bella quanto lo era Tessa ora.
La prese per le mani tirandola delicatamente a se fino a sentire i battiti del suo cuore accellerare mentre sfiorava la sua bocca appena dischiusa con le
labbra.

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Capitolo 6
*** La gola ***


gg5 Rok si sporse verso il baratro che le forze della natura e l'incessante scorrere del tempo avevano scavato a Karmekilion,
la gola si protraeva per chilometri, profonda al punto che era impossibile distinguerne il fondo,come una ferita che sfigurava la terra sterile e arida.
Sentì un brivido percorrergli la schiena, in quel luogo regnava un silenzio spettrale che non faceva altro che scatenare la
sua immaginazione e fantasie su enormi draghi che l'avrebbero arrostito non appena avesse cominciato la discesa.
"Ripensandoci...forse avrei dovuto fuggire quando potevo"borbottò sottovoce Reagan fissando sconsolato il cielo cupo che minacciava tempesta.

"Mago, hai qualche idea di quello che potremmo incontrare laggiù?"volle informarsi Eltair.

"Ci sono delle leggende...ma"cominciò Rok"non credo che possano avvicinarsi minimamente alla realtà. Rettili dal fiato infuocato , spiriti dannati dei più crudeli assassini... chi può dire cosa ci aspetta?"

"Ottimista"commentò Ellen"E ora portiamo a termine il nostro compito senza altre chiacchiere"disse con spavalderia"Scendiamo, prendiamo la bambina e torniamo su!"

"Hai dimenticato la parte in cui veniamo divorati da un orribile mostro gigante"aggiunse Reagan"Ad ogni modo, io non scendo per primo!"

Ellen prese una corda piuttosto spessa dal suo zaino e la lanciò al ladro "Grazie per esserti offerto volontario, Luixiana non
dimenticherà il tuo coraggio. Ti caleremo giù in modo da evitare brutte sorprese"disse con un grande sorriso.
Reagan si assicurò la corda attorno alla vita imprecando sonoramente.

"Andiamo figliolo, non sei mai stato superstizioso!"fece Rok dandogli una pacca sulla spalla.

"Non sono mai stato neanche morto, ma pazienza; sarà un esperienza nuova!"
Reagan scelse con prudenza il punto in cui iniziare la sua discesa, tenendo con una mano la lanterna, ad ogni passo la roccia sembrava stesse per franare sotto i suoi piedi; pochi minuti dopo la corda con cui i suoi amici lo stavano calando nella gola terminò, ne approfittò per interrompere la sua scalata e guardarsi intorno ma tutto era immerso nell'oscurità più totale,e la fioca fiamma nella lampada non bastava certo a fare luce.
Quanti metri poteva essere sceso? Almeno una decina. E il fondo sembrava ancora lontano.
Strattonò cautamente la corda per far segno ai suoi compagni di tirarlo su, quando nella gola risuono un rombo terrificante e la terra cominciò a tremare violentemente.
Reagan sentì i suoi compagni lasciare la presa della corda mentre precipitava nelle profondità di Karmekilion. Smise di pensare semplicemente, la sua mente fu riempita dall'oscurità e dal terrore più puro.

**************


Ellen arrancò di qualche passo dove la scarpata era meno ripida, strofinandosi gli occhi arrossati per la polvere; incrociò lo sguardo del nano appolaiato su una sporgenza e perfettamente a suo agio nell'oscurità.
Korgan con le gambe penzoloni e le braccia incrociate la fissava con un certo disappunto frammisto a divertimento mentre la donna inciampava nei suoi stessi passi ostacolata dalla pesante armatura.
"STUPIDO NANO! " inveì "Vieni ad aiutarmi invece di startene lì impalato!"

Il nano per tutta risposta ghignò alzando le spalle: finalmente uno degli uomini alti era costretto a chiedere aiuto,addirittura ad un nano...un'occasione di rinverdire il suo orgoglio troppo preziosa per lasciarsela sfuggire.

"Bene!"sbottò Ellen" Posso benissimo farcela da sola, pulce!" annunciò un attimo prima di scivolare e rotolare rovinosamente sul fondo urlando.

Korgan sospirando la raggiunse con calma, se avesse avuto il dono della parola non avrebbe risparmiato frasi di scherno, si limitò ad accarezzarsi il mento barbuto guardando impassibile la sacerdotessa del suo guscio di ferro agitarsi per ribaltarsi al pari di una goffa tartaruga.
Ellen infine riuscì a rimettersi in piedi rossa in viso per la rabbia e la frustrazione.
I due rimasero immobili ancora qualche secondo l'uno di fronte l'altro, finchè Ellen con la mani sui fianchi disse in un bisbiglio ben udibile "Mi chiedo perchè fra tutti i compagni ..."
Dopo la violenta scossa il gruppo restante si era diviso per esplorare più velocemente la gola nella speranza di trovare qualche traccia di Reagan. *Sono sicura che Rok se la passa meglio di me con la ladra e l'elfo, almeno loro non puzzano di tabacco e birra* pensò Ellen accendendo una torcia.

**************
"Ci siamo"annunciò Eltair "Sento dei passi provenire da quella caverna"il suo finisimo udito non l'aveva tradito anche in quella occasione.
Dopo parecchi metri di monotoni paesaggi di pietre aguzze la parete rocciosa si interrompeva bruscamente: una cavità scavata probabilmente da un corso d'acqua sotterraneo ormai prosciugato attirava prepotentemente l'attenzione, incorniciata da stalagmiti che la rendevano simile alle fauci di un mostro.
Tessa corse vero quella direzione ignorando gli ammonimenti di Rok."Reagan sei tu?"quasi urlò.
"Mi dipiace Tessa"disse una voce profonda e malinconica" credo che ormai sia troppo tardi per lui come per tutti noi" una piccola drow dal corpo minuto e orribilmente magro camminò verso Tessa tenendo la testa china e le mani intrecciate dietro la schiena in un misto di umiltà e innocuità.

"C-chi sei ? Ci ti a detto il mio nome" domandò Tessa tremando.

La bambina alzò di poco la testa verso l'alto portando dietro l'orecchio una ciocca di capelli bianchissimi.
"Il tuo nome è stato gridato da un uomo che ti ha amata prima di essere trafitto dall'oscuro, ma ignoro se questo debba ancora verificarsi o sia gia passato"rispose"Solo questo ho percepito"

"Tessa sta lontana!E' un elfo oscuro, la malvagità di quella razza colpisce anche i fanciulli!"l'interruppe Eltair impugnando l'arco"Vermi che usano la lingua per insidiare gli abitanti della superficie! Non ascoltare una sola parola di quello che dirà"

Rok la guardò incuriosito; la sua pelle blu scura contrastava con il candore dei suoi occhi le iridi però apparivano come offuscate...e la bambina non guardava in viso i suoi interlocutori : era cieca. Quella che aveva di fronte era la creatura di cui parlava l'ultimo scritto di Kalihd.

La bambina arricciò le labbra e con diappunto aggiunse"Gli inganni della mia gente non potrannò mai competere con l'ipocrisia degli elfi, Eltair di Tohmn'ara. Ho 'visto' molte cose su tutti voi, e so cosa vi conduce in questi luoghi. Ma le vostre speranze sono vane: sono la prescelta che cercate, perdonatemi se non vi dirò il mio nome poichè il mio passato mi è ignoto, ma conosco il mio futuro "si fermò ruotando lo sguardo velato su Rok.
"E posso assicurarvi che non sono destinata a niente"



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Capitolo 7
*** La prescelta ***


fsg Ellen per quanto scrutasse con meticolosamente ogni centimetro di roccia su cui si apprestava a mettere i piedi non lo vide finché non fu a pochi metri : il corpo di Reagan giaceva scompostamente a terra, riverso in una posizione innaturale; la sacerdotessa si inginocchiò avvicinando la torcia al suo volto, questo coperto di graffi e di sangue misto a polvere si contrasse in un'espressione di dolore.

"Tessa...sei tu?" mugugno Reagan, con una mano sfiorò il volto della sua soccorritrice socchiudendo appena gli occhi, Ellen si ritrasse velocemente arrossendo.

"Ah...capelli rossi....Ellen"fece Regan visibilmente deluso.

"Un'altra occasione persa per accorciare la tua miserabile vita."sbottò Ellen riacquistando il suo colorito e la sua scontrosità naturale."E ora cerca di alzarti : dobbiamo raggiungere gli altri prima che si verifichino altre complicazioni"

Reagan si mise a sedere con fatica "Credo di essermi rotto qualcosa" disse "Korgan dammi una mano ad alzarmi"

Il nano fece per andargli incontro, ma Ellen gli fece segno di rimanere al suo posto " Non se ne parla, non possiamo pensare a proteggere noi stessi se dobbiamo tenerti in piedi! Torneremo a prenderti dopo,e tuo padre si inventerà qualcosa per farti camminare. Andiamo Korgan" poi mentre si allontanava seguita a ruota dal nano aggiunse " Non muoverti da li!"

"E dove vuoi che vada?! Se tu non avessi il talento magico di una zucchina sarebbe molto meglio!"protesto Reagan.
Ma la donna era gia sparita nell'oscurità

************
"Tessa, fammi la cortesia di ordinare a quell'elfo di smetterla di puntarmi quella lama alla gola. E' seccante"
La bambina assunse un'espressione corrucciata portandosi le mani ai fianchi, per nulla intimorita dal metallo elfico che premeva contro la sua pelle.Eltair d'altro canto rimaneva immobile temendo quella piccola drow come una minaccia peggiore di un esercito di orchetti.

"Lasciami parlare con lei , Etair e abbassa la guardia, confido che non sia un pericolo per noi" disse con calma Rok "Dunque è per te che Kalidh ha perso la vita..."cominciò.

"Miserabile vita , mago!" puntualizzo Eltair " Gli elfi non hanno mai dimenticato la sua colpa!"

"Si, è una delle numerose pecche della vostra razza, la memoria, oltre all'errata convinzione che tutto quello che vive lontano dalla luce sia necessariamente oscuro. Avete perseguitato la mia gente per millenni fino al punto da trasformare la nostra legittima difesa in malvagità."fece tagliente la drow.

"Non siete servitori del bene"ribattè senza troppa convinzione Eltair"Smettila di blaterare! Queste chiacchiere non ti porteranno da nessuna parte"

"Siamo NEUTRALI difatti. Viviamo in pace sotto la superficie, almeno finché un elfo non ficca il suo naso appuntito nei nostri affari"rispose lei accennando ad un sorriso di scherno. Si fece improvvisamente seria"Solo perchè alcuni drow ti hanno ferito non vuol dire che tutti i drow siano malvagi" disse piano.Quest'ultima affermazione sembrò far vacillare la severità di Eltair più delle altre, come se alludesse a un vecchio ricordo che l'elfo aveva ignorato in tutti questi anni; un ombra di rimpianto e un'antica sofferenza attraverarono il suo sguardo per un istante per poi lasciare spazio alle grigie iridi imperscrutabili.

"Hai la lingua troppo lunga per essere una bambina" si limitò a commentare sperando che nessuno avesse notato quel suo attimo di debolezza.

Rok si avvicinò ai due e rivolgendosi all'elfo disse "Ritrai la spada, amico mio. Hai di fronte una veggente, una piccola veggente drow: la bambina della profezia. Il futuro della nostra terra è nelle sue mani : non è saggio minacciarla."
Fece un respiro profondo"Esistono creature,compagno, in cui c'è più di quello che appare alla vista; esse hanno il potere di scrutare nelle pieghe del tempo; un dono ed una maledizione , poichè la chiaroveggenza conduce si ad una completa comprensione di quello che accadrà, ma annienta nella memoria le cose gia accadute. E' un destino maledetto quello di coloro saranno per sempre senza passato, è come se non fossero mai nati,e ogni mattina dopo un sonno tormentato quando apriranno gli occhi vivranno il loro primo giorno di esistenza, ogni giorno , dannati fino al loro ultimo."

"Se è come dici , come conosce Kalidh? E' morto, dovrebbe appartenere al passato."chiese Tessa visibilmente confusa da tutti quei discorsi.

"Le persone non muoiono mai del tutto finchè quelle ancora in vita ne serbano il ricordo. E' bastato leggere nei nostri pensieri ed emozioni "

La bambina si accoccolò a terra sfregandosi le mani per riscaldarle, d'improvviso appariva terribilmente innocua e fragile.
"Se vi aiuto...se io vi dico quello che accadrà..."cominciò tremante"Voglio che facciate una cosa per me"respirò a fondo poi disse in un sussurro" Dovrete uccidermi. Se il mio destino è davvero la dannazione fino alla mia morte, tanto vale che questa giunga il prima possibile"

Tessa si morse un labbro.Rubare era un conto, pensò, ma uccidere una bambina? come avrebbero potuto fare una cosa del genere? Fu pervasa da una stanchezza innaturale che si diffuse in tutto il corpo misto ad un senso di nausea, desiderò allora di tornare indietro sui suoi passi e le tornò in mente la sua tribù nomade e disorganizzati frammenti di ricordi d'infanzia; le ci volle qualche secondo per capire che quella sensazione era provocata dalla drow che vagliava costantemente la sua mente.
Aprì la bocca per urlarle di fermarsi, ma il controllo che quella creatura esercitava su di lei era troppo forte, vi si arrese rimandando ad un'altra occasione lo scontro.
La piccola drow si lasciò sfuggire un' espressione di trionfo appena percettibile.

"Capisco il motivo della tua richiesta. E farò quello che chiedi. Se lo desideri, quando sarà il momento, io terrò fede al nostro patto"acconsentì Rok.

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Capitolo 8
*** L'avamposto di Balifor ***


Appena superata la palizzata in legno si trovarono di fronte un turbinare incongruo di mani e gambe: non solo elfi ma anche nani, e molto più numerosi gli uomini, si affrettavano, chi ad affilare armi, chi a distribuire cibo, freneticamente come in un formicaio.
Erano inaspettatamente giunti centinaia di soldati dalle popolazioni del sud e dai barbari dell'ovest per soccorrere l'avamposto elfico di Balifor, contro le truppe oscure; forse tremila in tutto, ma nessuno di loro poteva sospettare il massacro verso cui andavano incontro; se le previsioni della piccola drow si fossero rivelate esatte orde di orchetti e troll si sarebbero riversati sull'accampamento di fortuna radendolo al suolo, e avrebbero avuto via libera per Thomn'ara , l'unica rimasta ad opporre una seria resistenza.
Eltair si chiese come avesse potuto il suo popolo commettere nuovamente l'errore di sopravvalutare le sue forze: il consiglio era forse impazzito per lasciare sguarnito il fronte delle Bianche Mura per tentare di organizzare un ridicolo contrattacco?
Osservo Rok, più preoccupato di quanto lasciava intendere, prendere da parte il generale di quello strano esercito, sapeva che la notizia dell'imminente attacco se si fosse diffusa avrebbe scatenato un panico incontrollato.

"Devi far ritirare i tuoi uomini prima che sia tardi Aljal"ripetè il mago afferrando per un braccio il capitano

"Le forze del male sono impegnate su altri fronti , diecimila lance sono gia schierate nel Wraenus: non dispongono di un esercito tanto grande da lanciare un attacco della portata che dici al nostro accampamento"disse con calma Alija"Credevo che avessi più senno, Rok, e non che dessi ascolto alle chiacchiere di una creatura del sottosuolo. Credi che se Luixiana avesse donato la chiaroveggenza ad una bambina ne avrebbe designata una così lontana dalla luce?"

"Non siamo noi a dover indagare le scelte della Dea. Sai bene che il male sta riorganizzando il suo esercito: sarete distrutti prima che faccia giorno se non farai quel che dico!"

Aljal allontanò Rok con un gesto perentorio, si sfilò l'elmo scoprendo una folta chioma bionda "I miei uomini non sono destinati ad alcuna morte orrenda, mago! Non oggi!"quindi si allontanò velocemente senza dare possibilità di controbattere.

Rok sospirò"Temo che non riusciremo a convincerlo con le parole"

La bambina drow scosse la testa"Ti avevo avvisato Rok. E' troppo tardi "aveva un'aria stranamente soddisfatta "Stanno arrivando..."
Eltair la strattonò violentemente"Sapevo che non eri dalla nostra parte. Avrei dovuto ammazzarti a Karmekilion"

La bambina scoppiò in una risata amara "Non mi avresti fatto altro che bene."

Rok ignorò i due deliberatamente cominciando a scrutare i volti delle persone che gli passavano accanto, finchè il suo sguardo non cadde su due ragazzini, umani, che guardavano incuriositi ed affamati la zuppa che un nano grassoccio stava rimescolando.

"Cosa ci fanno qui?"fece Ellen"Dobbiamo salvare almeno loro dall'orrore della guerra"

"Posso guidarli fino a Thomn'ara, prima che la battaglia abbia inizio"propose Eltair"Ma non credo che tornerei in tempo per aiutarvi"

Regan si voltò a guardarlo esterrefatto. "Noi non resteremo qui a combattere, chiaro? Sarebbe un massacro inutile. Piuttosto cerchiamo di parlare con questi idioti e convinciamoli a scappare!"

"Sei un codardo!"Quasi gridò Ellen. La sacerdotessa lo fissò indignata "Volti le spalle agli uomini che combattono contro il male nel momento in cui ne hanno piu bisogno
"

"Sono pragmatico, non codardo " rispose il ladro offeso. Stava per aggiungere una colorita espressione , ma fu interrotto dal rumore ridondante di corni di battaglia: le sentinelle di Balifor avevano avvistato qualcosa...il che, a suo parere, non poteva portare niente di buono.
Uno dei soldati più giovani si arrampicò agilmente su un'alta impalcatura di legno che svettava oltre la palizzata, quasi sbiancò guardando l'orizzonte, per qualche secondo non ebbe la forza di dire nulla poi urlò "Orchetti! Marciano su di noi!"

"Quanti?"gridò di rimandoAljal. Il capitano agrottò la fronte temendo gia quale sarebbe stata la risposta.

"Troppi . Mio signore...cosa possiamo fare...?"chiese il soldato tremante.

Aljal abbassò le palpebre maledicendo la sua naturale diffidenza verso il mago. "Disponi gli arcieri sulle impalcature"disse" Tutti coloro in grado di tenere in mano una spada debbono essere radunati al centro dell'accampamento. Quindi nessuno muova un passo senza mio espresso ordine: aspetteremo che il nemico faccia la prima mossa .MUOVERSI!"


*********

Il cielo tendeva all'imbrunire, un'atmosfera gelida attanagliava ancora di più lo spirito degli assediati addossati gli uni sugli altroi e tremanti di angoscia come bestie al macello. Gli orchetti avevano acceso fuochi e montato le tende, e ora banchettavano a poche decine di metri da loro, rassicurati della loro superiorità numerica che solo un pazzo li avrebbe attaccati; le loro sentinelle pattugliavano il perimetro di Balifor urlando e deridendo i soldati che sbirciavano dalle feritoie.

"Sai perchè non attaccano,elfo?"chiese cantilenando la piccola drow. Battè le mani divertita"AH! Il valoroso servo di Thomn'ara non conosce la risposta? Credevo che gli elfi fossero fonte infinita di saggezza"lo canzonò quando non ricevette risposta se non un'occhiataccia lanciata di sbieco.
"Dato che non ci sei ancora arrivato te lo dirò io. Le forze del male stanno cercando me : la notizia del mio ritrovamento non poteva restare occultata per molto, così l'idea intenzionale di radere al suolo questo posto è stata rivista; non possono certo rischiare di uccidermi in un assalto se vogliono usare i miei poteri a loro favore"

Eltair assunse un'espressione di profondo disprezzo"Stanno aspettando che tu vada dalla loro parte spontaneamente"

"Precisamente! "escalmò la bambina. Detto questo tornò improvvisamente silenziosa, accovacciandosi a terra a giocare con un sassolino, assorta come se stesse traducendo un'antica pergamena.

"E lo farai?" domandò l'elfo sollevando un sopracciglio. Per tutta risposta lei tracciò un piccolo cerchio nel suolo arido sollevando le spalle.
"Nessuna risposta."disse con un sospiro"sospettavo che ci avresti tradito"

Rok era più allarmato che mai, serrava con forza la mano sana attorno al suo bastone e fissava l'orizzonte assorto in cerca di una soluzione efficace e rapida. Aljal al suo fianco sembrava mantenere la sua imperturbabilità, sussurrò qualcosa al suo orecchio. Il mago annuì semplicemente.

"Vorrei sapere cosa si sono detti "disse Eltair sottovoce rivolto alla drow"E poi dove diavolo sono quei due ladri??"chiese stizzito.

"Parlano..."

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