Your eyes have the colour of the sea, infact they're like the water: needful in my life.

di HaroldEdssmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo primo. ***
Capitolo 3: *** Capitolo secondo. ***
Capitolo 4: *** Capitolo terzo. ***
Capitolo 5: *** Capitolo quarto. ***
Capitolo 6: *** Capitolo quinto. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sesto. ***
Capitolo 8: *** Capitolo settimo. ***
Capitolo 9: *** Capitolo ottavo. ***
Capitolo 10: *** Capitolo nono. ***
Capitolo 11: *** Capitolo decimo. ***
Capitolo 12: *** Capitolo undicesimo. ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodicesimo ***
Capitolo 14: *** Ultimo capitolo. ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO.

 

Ipod acceso e cuffie nelle orecchie. Parte J-Ax a palla: “Ancora in piedi”, beh, quello era ciò che mi teneva ancora legata alla mia vecchia vita. Quella lontana da qui.

Sono italiana, ma abito a Londra da quattro anni. Ora ne ho quasi diciotto, ma a quattordici il cambiamento era stato devastante. Poi ho incontrato lui, il mio migliore amico: Louis. Eravamo nella stessa classe, ci avevano messo nello stesso banco, ma all'inizio ci odiavamo, finchè lui non ha scoperto che ero italiana e abbiamo cucinato la pizza insieme a casa mia. Da quel momento siamo inseparabili. Lui è cresciuto, è diventato alto, ha cambiato taglio di capelli, ma il sorriso è sempre quello, i suoi bellissimi occhi sono sempre quelli.

Io sono sempre non molto alta, ma ho ripreso chili dopo l'anoressia, mi sono fatta crescere i capelli fino a metà pancia e li ho tinti di nero, li piastro ogni giorno. Erano ricci e castani, ma non li amavo.

Mi chiamo Amanda, ma mi chiamano tutti Man.

 

Stavo pensando a cose non ben precise nella mia mente, mentre camminavo verso scuola. Non mi ero nemmeno resa conto che era cambiata canzone, finchè il ritornello di “Musica da rabbia” mi sturò le orecchie.

Mi tolsi infastidita le cuffiette e le gettai nella borsa di scuola. Un'altra settimana e sarebbe finita la tortura.

-Maaaaaaaaannnnnnnn!-

mi voltai sorridendo gioiosamente

-Louuu!-

saltai addosso al mio migliore amico che mi tenne sollevata per le cosce, avevo legato le mie gambe attorno al suo corpo.

 

Per molti il nostro modo di fare era flirtare, ma noi due ci volevamo un bene fraterno.

-Che fai oggi?-

dissi guardandolo dritto negli occhi.

Mi toccò una guancia e mi scansò la testa facendomela poggiare sulla sua spalla.

-Man se non sposti la testa non ci vedo un accidente! Comunque, non so.. credo che vedrò i ragazzi, tu vieni?-

Per ragazzi intendeva gli altri nostri amici: Liam, Zayn ed Harry e poi Niall, non proprio amico, diciamo che mi era indifferente.

-Chi siete esattamente?-

-Io- fece una pausa, mi tirò su e mi sistemò meglio, poi riprese – Harry, Zayn, Liam e Niall-

-Mmm, ok!- sorrisi – dimmi un po' come ci organizziamo?-

-Beh, domani c'è assemblea, niente compiti, perciò potresti venire a pranzo a casa mia, c'è anche Harry, poi usciamo tutti insieme, che dici?-

-Io devo posare la borsa e cambiarmi prima di pranzo-

-Ti faccio accompagnare da Harry, adesso scendi che siamo arrivati.-

Guardai il display del mio iPhone: le 8.00.

La campanella non sarebbe suonata prima delle 8.25, optai per una sigaretta.

-Man, smettila.-

-Dai, Lou, solo una prima di entrare.-

bofonchiò qualcosa, si voltò e smaneggiò col cellulare, non feci in tempo ad aggiungere niente che si avvicino Zayn. Nike blazer rosse, nonostante il caldo aveva addosso la sua felpa preferita, jeans lunghi.

Lo salutai schioccandogli un bacio sulla guancia, lui fece altrettanto.

-Come stai Man?-

-Tutto bene! Sono felice!- accesi la sigaretta e tirai – Al solito, tu? – soffiai via il fumo, stando ben attenta a non beccare Louis che si era riavvicinato.

-Bene, bene, anche se non capisco come fai ad essere così attiva di prima mattina!- aspirò e soffiò anche lui il fumo fuori dalla bocca -Siete tutte così, in Italia?-

-AHAHAHAHAH! No!- risi fragorosamente.

Le ragazze intorno mi guardavano, erano tutte attratte da Zayn e, quindi, c'era chi arrivava ad odiarmi per la mia spontaneità e il nostro affetto reciproco.

Arrivarono anche Liam ed Harry e li salutai come avevo fatto con Zayn.

-Styles!-

-Cosa Man?-disse mettendomi un braccio attorno alla spalla e guardandomi dall'alto.

Chi delle ragazze non mi avrebbe voluto uccidere? Ero in mezzo ai ragazzi che più amavano e, per questo, a volte, mi beccavo della troia o della zoccola.

-Vengo anche io a pranzo da Lou, ma prima devo passare a casa, mi accompagni in macchina?-

-Certo piccola-

mi chiamava così dalla prima volta che ci eravamo incontrati, circa un anno dopo che io e Lou ci eravamo conosciuti. Io ed Harry eravamo stati insieme un anno e mezzo fa, per circa dodici mesi, ma poi ci eravamo lasciati. Ora era tutto facente parte del passato e ci volevamo bene come non mai.

Gli schioccai un bacio di gratitudine sulla guancia, mettendomi in punta di piedi sulle mie Nike Blazer rosse col baffo blu.

Suonò la campanella, spensi la sigaretta, presi la borsa e mi rimisi al seguito dei ragazzi.

Mi avvicinai all'armadietto. Prima ora: Tedesco. Ottimo! Ero in classe con Louis ed Harry e avevamo tre banchi singoli attaccati, la professoressa ci amava e andavamo bene in tedesco, quindi non si lamentava.

Entrammo e Mrs. Johnson ancora doveva fare il suo ingresso, erano tutti poggiati ai banchi intenti a chiacchierare.

-Salve gente! Come ve la passate?-

esclamai, tutti mi salutarono, con qualcuno scambiai due chiacchiere. Ero fatta così, amavo vivere. Anche se la vita, forse, non se lo meritava affatto. Non la mia, almeno.

La Johnson entrò e sorrise, cominciò a blaterare qualcosa riguardo alle vacanze, al registro e al fatto che potevamo non fare nulla che doveva sistemare i voti. Amavo quella donna.

Mi voltai a destra e vidi Harry girato verso la mia schiena, mi voltai e sinistra, Lou che parlava ala mia spina dorsale, appena notò che li guardavo smise di parlare e sorrise. Cosa non andava in quei due?

Saaaaaaaaaaaaaalve spero che vi piaccia il prologo xx Spero recensirete:333 Una stupida ragazza. xx

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Capitolo 2
*** Capitolo primo. ***


CHAPTER 1.

 

Tedesco, neanche a dirlo, volò. Per non parlare di letteratura francese, letteratura inglese e, infine, ginnastica.

Eravamo poche ragazze nella classe di ginnastica, due o tre. Immancabilmente, perdutamente, fottutamente, innamorate di Zayn e Liam, con i quali dividevo quell'ora.

Uscii dallo spogliatoio con la coda, i calzoncini neri e la canottiera bianca, due settimane prima avevo provato a fare ginnastica con le Converse, ma Mr. Galloway mi aveva sgamato e costretto a infilarmi quelle da corsa: orrore, sembravo Big Foot.

-Ehi, ehi, Cenerentola vuoi provare la scarpetta?-

presi la rincorsa e diedi uno scappellotto non troppo delicato sulla testa di Zayn, provocando così le risa di Liam, il quale, appena riprese fiato, aggiunse:

-Te la sei cercata! Lo sai che odia quelle scarpe!-

-Payne tu da che parte stai?- lo guardò minaccioso Zayn

e cominciarono a rincorrersi. Sì, li amavo erano i miei migliori amici.

Finì anche educazione fisica.

-Jawaaaaaaaaaaad! Jaaameeesss!- urlai nel corridoio

-Che c'è Man?- chiesero voltandosi e arrestando la camminata verso l'uscita

-Oggi vengo anche io con voi, dite ad Harry di aspettarmi qui, se non sono fuori entro cinque minuti che mi venga a spronare a muovermi!-

-Bene, sarà fatto!-

mi mandarono due baci a distanza e uscirono.

Entrai nello spogliatoio intenta a muovermi il più in fretta possibile, tanto ero sola, le altre erano andate via tutte, forse.

Mi stavo rimettendo le Nike e infilando la canottiera rossa, ma ad un certo punto sentii un rumore: la porta che si apriva.

-Harreeehh!!- Nessuna risposta. Avanzai, ormai pronta ad uscire con la borsa al braccio. -Harreehh? Rispondimi, dai, non fare l'idiota! Non ci ho mica messo tanto a rivestirmi.-

Mi sentii trattenere da dietro, la borsa cadde a terra e le mie braccia erano intrecciate dietro la schiena, tenute ferme dalle mani di qualcuno. Non quelle di Harry, erano troppo piccole, troppo poco morbide, non le riconoscevo, non erano le sue. Il panico, il terrore.

Caytlin mi si piantò davanti mentre chi stava dietro di me era ancora lì. Caytlin era il capitano delle cheerleader e, ovviamente, si aspettava di stare con uno dei ragazzi più fighi della scuola, ma loro non se la inculavano. Liam, Harry, Louis, Zayn e Niall la odiavano, questo avevo capito da come ne parlavano e dalle loro confidenze. Caytlin era alta e magra, bionda con chi occhi nocciola, poteva avere chiunque, ma o uno di quei cinque o nessuno.

Per questo mi odiava, per questo durante ginnastica mi guardava male e tentava di infilarsi tra le conversazioni mie,di Liam e Zayn.

-Ciao zoccola- mi guardava con disprezzo, come se mi volesse sputare addosso. Pregavo che Harry stesse arrivando. La mia faccia divenne di cera: avevo sopportato di peggio.

-Buongiorno anche a te Caytlin-

-Che fai la simpatica?- la stretta dietro la mia schiena divenne più forte e le braccia mi dolevano in una maniera assurda.

-Che cazzo!- urlai, tentando di difendermi, mi dimenavo, ma la forza di chi mi stringeva era inaudita.

-Non imprecare! Non si fa.- mi disse calma, in tono piatto. Mi diede uno schiaffo su una guancia.

-Caytlin che cazzo ti ho fatto? Spiegamelo per Dio!-

-Oh, povera Amanda, lei non capisce- mi disse col tono che si usa con il i neonati – Tu!- mi puntò il dito al petto – Tu mi hai fregato i cinque ragazzi più belli della scuola, con chi dovrei mettermi io?-

-Oh, ma, per favore Caytlin, non fare l'idiota! Io ed Harry stavamo insieme più di un anno fa, ora ci vogliamo solo bene. Niall mi è indifferente, lo conosco perchè è loro amico, Liam e Zayn sono come fratelli, come lo è Louis, con cui mi conosco da più tempo di tutti gli altri! Cazzo, vuoi capire che non è mia intenzione metterteli contro? Loro ti odiano, ma non so perchè-

-Piccola!! Dove sei finita? Lou è incazzato!- la voce di Harry, grazie a Dio!

-PICCOLA? Ti chiama piccola? Fanculo!-

Feci in tempo a vedere Harry che si gettava su Caytlin tropo tardi, la tizia che mi teneva mi aveva lasciato sbattere la testa sul pavimento.

Caytlin mi aveva sferrato un pugno nello stomaco e io ero svenuta sbattendo la testa a terra.

La mia perdita dei sensi durò poco, roba di due minuti. Aprii gli occhi, Caytlin era andata via ed io ero tra le braccia di Harry che mi aveva alzato da terra e mi stava portando in macchina.

-Vuoi comunque andare da Lou e uscire?- mi chiese bisbigliando dolcemente.

-Sì, mica sono morta!- sussurrai e sorrisi – Haz? –

– Sì piccola che c'è? – chiese facendomi scendere delicatamente a terra.

– La mia borsa? –

L'aveva posata sugli scalini fuori la palestra. Entrammo in macchina e partimmo.

Ci volevano tre minuti fino a casa mia. Harry aveva le mani sul volante, ma non aveva l'espressione della mattina.

– Ha chiamato Lou, ha detto che posticipava tutto di un'ora, così hai il tempo di lavarti e preparare la roba per dormire lì. –

- Per dormire da Louis?-

-Certo! Zayn l'ha chiamato e ha detto se volevamo dormire tutti insieme e passare domani insieme.- mi fissò - non ho detto niente a nessuno. Sta a te farlo.-

-Grazie Harry, sai sempre cosa fare.- mi sporsi tra i due sedili per dargli un bacio sulla guancia.

-Non è vero-

- Cosa?- chiesi stupita dalla sua risposta

- Non so sempre cosa fare! Non sono arrivato in tempo! E se sbattevi sui lavandini invece che a terra? E se ora fossi all'ospedale?- cominciò ad avere gli occhi lucidi, accostò mettendo le quattro frecce: non vedeva nulla.

L'abbracciai -Non piangere, andiamo a casa, mi avrebbe fatto molto più male se non fossi arrivato, e l'importante è questo.- mi sorrise: -Grazie piccola.-

Arrivammo a casa. Harry si tolse le Converse rosse e le gettò all'aria.

-Vado a farmi una doccia veloce.- gli annunciai trascinandomi su per le scale di casa mia.

Mi infilai sotto il getto d'acqua fredda.

Era ormai un anno che mia madre era andata a vivere in Grecia, lei e il suo nuovo marito l'avevano preferita a stare con me in Inghilterra, purtroppo mio padre è morto un anno prima che ci trasferissimo qui. Louis, quando mi ha conosciuta, mi ha conosciuta come l'Amanda anoressica, con dei buchi vuoti al posto degli occhi. La pizza che abbiamo cucinato insieme non l'ho mangiata, ma lui mi ha fatta rinascere. Anche Harry aveva avuto la sua parte, la storia con lui mi ha dato un nuovo amore per la vita.

Mia madre mi manda 1.800 sterline al mese, è ricca, il nuovo marito lo è. Io lavoro in un pub d'inverno e guadagno 600 sterline, quindi vivo con 1.800 sterline al mese e ne metto un bel po' da parte, non spendo mai tutto, ovviamente.

Uscii dalla doccia, asciugamano attorno al corpo, turbante in testa. Aprii la porta. -Harry?-

-Piccola ti preparo la borsa è tardi, vestiti!-

Decisamente non ci facevamo problemi qui eh! Mi portai i vestiti in bagno e andammo a casa di Louis.

-Helllllllllllooooooooooooooo! C'è qualcuno? Entrai saltellando.-

Niall era sul divano. -Sono fuggiti tutti.-

mi guardò sorridendo, ricambiai il sorriso.

Sbucò Louis dalla cucina.

-AAAAAAAA! Forse è la volta buona che fate amicizia! Dobbiamo tirare a sorte per chi dormirà con te o sul divano. Non ci sono abbastanza stanze e in cantina ci sono troppi insetti, potresti morire d'infarto e a noi fa schifo quel posto.-

Prese la ciotola trasparente dell'IKEA dove c'erano prima gli orsetti Haribo di Harry.

-L'ultimo che verrà pescato sarà lo sfortunato!-

-Grazie Zayn, me ne ricorderò! Se dobbiamo dormire insieme ti consiglio i parastinchi!-

-Simpaticona!- mi fece la linguaccia e mi abbracciò.

-Harry comincia tu!- Louis stava porgendo la ciotola a un Harry concentratissimo.

Infilo le dita nella ciotolina e ne estrasse un foglietto.

C'era scritto sopra: LOUIS. Lou era fuori. Cazzo, di lui mi sarei fidata ciecamente, su qualcuno avevo dei dubbi. Fu la volta di Liam che pesco HARRY, ringraziamo Dio, l'ultima volta che avevamo dormito insieme non avevamo di certo giocato a Monopoli, stavamo insieme da nove mesi... Zayn pescò, naturalmente ZAYN. O Niall o Liam, mi era andata quasi bene.

Niall pescò LIAM.

-Bene, Man vuoi dormire con l'irlandese o lo confiniamo sul divano?-

mi chiese Liam

-E' un divano letto?- mi accertai scrutandolo da lontano.

-Naah!- mi rispose Zayn

-Allora Niall, a meno che io non sia repellente, possiamo anche dormire insieme, per una notte.. mi dispiacerebbe fregarti la camera!-

-Grazie Amanda, l'idea di dormire su quell'aggeggio non è delle migliori!- mi guardò con gratitudine Niall, mentre lo diceva,ridemmo tutti.



Ciao bellezzee!
Spero che questa FF vi appassioni, presto la protagonista dovrà fare una scelta ardua, non so, questo capitolo non mi convince molto, ma spero non ci sputiate sopra:3
Comuuunque, se vi piace recensitelo, please:3
Continuerò a 2 recensioni, spero di riuscirci, altrimenti la cancellerò, come ho fatto con l'altra.
Con affetto, me. xx.

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Capitolo 3
*** Capitolo secondo. ***


 

-Ora che ci siamo divisi per la notte, che si fa oggi pomeriggio?- chiese Harry con un tono un po' troppo stridulo per essere la sua voce.

Mi si avvicinò e mi mise il braccio attorno alla spalla, come al solito.

-Io direi: ordiniamo pizza e birre, raduniamo tutti i videogiochi e i film della casa e giochiamo a turno. Chi non gioca si fa un tuffo in piscina.-

Zayn mi si avvicinò e mi diede un bacio in fronte, mi prese il viso tra le mani e mi disse sorridendo:

-E' per questo che ti vogliamo bene Amanda- e mi lasciò la faccia.

-Ah, solo per questo? Bravi!- gli diedi un pugno leggero sulla spalla scherzando.

Radunammo tutto l'armamentario di Videogiochi, DVD, DVX, della casa.

Io optai per saltare il primo turno e mi andai a mettere il costume da bagno che Harry, preventivamente, aveva infilato nella mia borsa. Era verde, il mio colore preferito, diciamo un verde un po' “azzardato”, un verde mela semi-fosforescente. Lo amavo.

Arrivai nel giardino sul retro dell'immensa casa del mio migliore amico, buttai l'asciugamano, rigorosamente verde, sul prato circostante alla piscina e mi avvicinai al trampolino azzurro. Saltai sopra la lingua di plastica azzurra che si protendeva nell'acqua, presi la rincorsa e mi buttai.

-Wow, come siamo sexy- sentii la voce di Zayn che mi accoglieva appena sbucata fuori dall'acqua, mi passai le mani sugli occhi e li riaprii.

-Mai come lei, Sua Maestà!- risi schizzandolo. Lui schivò gran parte degli schizzi, ma qualche goccia ora cadeva leggera attraverso ogni angolo dei suoi muscoli perfetti. -Hai ragione, bello come me non c'è nessuno. Non so cosa ti è venuto in mente quando ti sei innamorata di Harry e non di me!- detto ciò si mise a bordo vasca, non amava nuotare, non lo sapeva fare.

-Caro, innanzitutto, preferisco stare con qualcuno che mi dica che mi ama, non con qualcuno che se lo dice da solo!- risi di gusto alla mia stessa battuta e Zayn rise fragorosamente soprattutto per il fatto che ridevo irrefrenabilmente. Smisi di ridere. -E poi sei grande e grosso e hai paura di nuotare! Ma fammi il piacere!- mi issai ridendo accanto a Zayn a bordo piscina.

Con i piedi facevo su è giù nell'acqua alzando qualche spruzzo. Sentivo che avrei dovuto raccontarlo ciò che era successo, lo dovevano sapere da me, non da voci di corridoio storpiate e completamente diverse dalla realtà.

-Zayn, ti posso fare una confidenza?- mi guardò dubbioso, lo fissai con i miei occhi verdi, feci lo sguardo più impassibile che conoscevo, ma tradivo una certa impazienza. Si era alzata una leggera brezza tiepida e i miei capelli neri stavano cominciando a diventare ricci. -Certo, ma ad una condizione.- Dio, perchè mai? Dovevo dirgli qualcosa, perchè ci dovevano essere condizioni? Mica gli stavo chiedendo un favore. -Ok- cedetti - Non ti piastrerai i capelli per una settimana- rimasi sbigottita e interdetta, non aveva mai parlato dei miei capelli. -Ma che cazz?- si girò completamente verso di me e si mise a gambe incrociate, mi prese una ciocca di capelli tra le sue dita. -Sono così belli, non rovinarli.- era diventato scemo o cosa? -Vabbe', ok, come ti pare - gli dissi indifferente.

Gli raccontai della storia tutta d'un fiato. Rimase sconvolto. Non fece in tempo a dire nulla, sospirò un -Mi dispiace Amanda, non accadrà più, promesso, non sarai più sola- e subito arrivò Niall in costume bianco che sorrideva col suo asciugamano verde dell'Irlanda. Che carino, era così patriottico. Man stai diventando scema? A te non te ne frega una ceppa di Niall, non te n'è mai fregato nulla! Certo in costume è un fig...No! Ok, indifferenza! Stavo impazzendo o cosa?

-Mad, com'è l'acqua?- Mad? Che cazzo di soprannome è Mad? Mi prendi per il culo? Che è tutta questa confidenza? Beh, non è proprio brutto, potrei farci l'abitudine. Taci! Era ufficiale stavo impazzendo.

-Una meraviglia Niall, una meraviglia.- non feci in tempo a dirlo che butto i RayBan neri sull'asciugamano steso sul prato, salì sul trampolino e si buttò a bomba schizzandomi tutta.

-Bene, grazie, e io che tentavo di asciugarmi...- gli dissi asciugandomi le gocce sulle labbra col la lingua. -Buttati!- mica mi vorrai lasciare solo in acqua!- mi urlò. Ci pensai -Ok, arrivo- mi buttai di testa dalla lingua di plastica azzurra.

Il bagno era stato abbastanza lungo. Era ora di uscire o mi sarei ibernata - Addio, caro, mi vado ad asciugare sul prato!- mi gettai sull'asciugamano di Niall per sbaglio, non me ne accorsi, erano praticamente identici.

-Maad! Quello è il mio asciugamano, sappi che se non ti sposti tempo tre secondi, mi ci butterò sopra con o senza di te sdraiata.- detto questo vidi lui prendere la rincorsa, ma a me non andava di alzarmi, così optai per il rotolarmi fino al mio, che era accanto, ma avevo fatto male i conti. Appena avevo cominciato a girarmi lui si era gettato sull'asciugamano, così adesso eravamo sdraiati sul suo asciugamano faccia a faccia. -Horan, mi hai soffocato, sii più delicato la prossima volta che ti butti su qualcuno- dissi a bassa voce, lui mi fisso negli occhi, piantò i suoi, azzurri come solo l'acqua limpida sa essere, nei miei verdi. -Ok, sarò più delicato, come vuoi tu.- si bloccò un attimo, mi sfiorò i capelli. -Così, tu, hai.. i capelli ricci.- Dio! Ma ce l'avevano tutti coi capelli miei? E che cazzo! -Sì, ma non mi piacciono, solo che ho promesso a Zayn che questa settimana la piastra è tabù.- dissi col fiato corto, era magro ma i suoi muscoli mi pesavano, se ne rese conto e, prima di rispondermi, si girò, ora ero io quella sopra. Ora respiravo normalmente, lui non mi teneva, me ne sarei potuta andare sul mio asciugamano, ma... c'era qualcosa che me lo impediva. Lui, resosi conto del fatto che non mi sarei tolta da quella presa invisibile, mi prende il collo e mi attrasse a sé - Devi essere bellissima con i capelli ricci- mi stava per baciare, non gliela volevo dare vinta. Tra tutti i ragazzi che avevo come amici, Niall sapevo come era fatto: se ne portava a letto una a sera, le cambiava come le paia di... Supra, sì perché delle mutande non ero sicura. Non riuscivo a togliermi da davanti alla sua faccia. Poi cominciò a squillare un telefono. Dio! Che cazzo mi prende? Io non faccio queste cose, Niall non merita niente da me, stupida cretina idiota! Certo che i suoi occhi, però, attraggono.. Oh, bene, mi mancava solo di litigare con la mia capoccia! Pensavo a ciò, ma poi mi ricordai del telefono. Mi alzai e mi rimisi a bordo piscina. Il telefono era quello di Niall. Ma quanto dura il turno di Zayn ed Harry? Dov'è Harry quando serve? Oh, Cristo è a dir poco inutile. Niall parlava al cellulare con qualcuno che non conoscevo, probabilmente. L'Irlandese non s'era preoccupato di abbassare la voce o allontanarsi, sentivo tutto anche se non avrei voluto.

-Chris, non lo so, stasera non lo so, in che locale andate?- chiedeva stropicciandosi i capelli, Com'era sexy quando lo fac... Basta! Niall continuò dopo la risposta dell'interlocutore - Chi? Con Caytlin e Claire? Beh, sì una scopata ci starebbe, ma... stasera no..- abbassò la voce, ma sentii comunque - Stasera, forse, ce l'ho a domicilio- rise sommessamente, ma detto questo si allontanò per continuare la chiamata.

Il volto in fiamme. Presi e mi buttai in acqua, nuotai in apnea per quanto riuscii, non bastò a calmarmi. Mi diedi un'asciugata veloce e aprii la porta a vetri del salone che dava sul giardino:
-Harry, accanto a te ci sono le mie Chesterfield blu, infilaci dentro l'accendino e lanciamele, cortesemente- tentai di tenere il più tranquillo dei toni, ma sapevo che né lui né Liam né Zayn, ma soprattutto Louis, si erano fatti sfuggire la mia inquietudine. Harry mi lanciò il pacchetto assieme a quello, lanciò il joystick a Liam e mi seguì in giardino.

Mi accesi la sigaretta, ma fu difficile perchè la mano non voleva star ferma. Ci raggiunse Louis che chiamò Niall dicendo di entrare che era il suo turno. Louis arrivò anche lui a bordo piscina, si mise alla mia sinistra, dove la sigaretta non c'era. Non l'aveva mai fatta l'abitudine. Insistettero per sapere che era successo e raccontai loro tutto, ma decisi che quella sera avrei dormito comunque con Niall, glie l'avrei fatto capire che non ero debole, ma sia Louis sia Harry mi fecero giurare che avrei raggiunto la stanza più vicina di uno dei quattro se fosse successo qualcosa.

Mi sentii in colpa e raccontai a Lou ciò che era accaduto in palestra la mattina. Harry continuava a dire che era colpa sua, ma Louis riuscì a tirarlo su di morale.

 

Passò la giornata e arrivò la sera. -Si mangia!!- Liam e Louis erano arrivati con le pizze calde.

Io, da buona italiana, ero decisamente schifata dalle pizze londinesi, così avevo ordinato il kebab.

Mangiammo e parlammo animatamente. -Comunque io sono arrabbiata!- dissi durante un silenzio. Louis ed Harry alzarono la testa dal piatto allarmati, pensavano forse che avrei svelato di Niall? Manco per niente! -Perchè Man?- chiese Liam -Semplice- risposi - io non ho avuto il mio turno ai videogiochi. Dopo che l'idea l'ho avuta io! Bravi eh! Bravi!- finsi un applauso che scatenò l'ilarità generale. Mi misi a lavare i piatti della cena mentre Zayn sparecchiava. Harry aveva messo American Pie 6. A noi non andava di vederlo per la millesima volta, così ci eravamo offerti per sistemare. - Ti sei ripresa Man?- mi chiese mentre gettava i piatti di plastica nei rifiuti. -Sì, dai, non è stato così traumatica come cosa- intanto avevo quasi finito di lavare i piatti. -Ah, beh, sono contento per te essera- sì, ogni tanto Zayn se ne usciva così.

-Che facciamo domani bellezza?- gli chiesi mentre mi toglievo i guanti di gomma gialla. -Boh! Dai domani vediamo, ora ho sonno, ieri notte ho fatto tardi.- sbadigliò e io mi misi in punta di piedi. Gli scompigliai i capelli -Anche io vado, buonanotte babbuino!- gli diedi un bacio sulla guancia che lui ricambiò e uscii dalla cucina.

-Buonanotte belli! Divertitevi!- dissi allontanandomi dal solane e salendo le scale, poi ci ripensai, tornai indietro. Diedi un bacio enorme a Louis e uno anche ad Harry e poi abbracciai forte Liam e diedi un bacio anche a lui -Scusami se oggi non abbiamo passato tanto tempo insieme, rimedierò!- bisbigliai -Non ti preoccupare Man, vai a nanna, ci vediamo domani-

salii le scale e decisi che avrei dormito sulla parte destra del letto, non chiedetemi perchè ma Niall aveva un letto matrimoniale. Ok, forse avevo capito, ma meglio fingere.

Mi assopii, ma appena Niall entrò n camera aprii leggermente le palpebre. Si tolse i vestiti e dormì in boxer. Ma il concetto di pigiama era così difficile?

Non si mosse, magari aveva desistito. Chiusi gli occhi, ma non feci in tempo che la sua mano mi percorreva il profilo della schiena: -Dormi principessa?- non ci vidi più, mi girai - Pensi che io voglia essere un altro numero sul tuo stupido calendario di chi ti sei fatto e chi no? Errore. Non è così, quindi o tieni le mani a posto o tieni le mani a posto!- respirai - E non mi chiamare mai più principessa!- detto questo mi alzai e mi misi a dormire per terra. Ma lui mi seguì. Vaffanculo Horan.

 

Hello beautiful girls!

Come state? Io abbastanza bene (non ve ne può fregar di meno, ma vabbeh!).

Dicevamo... spero che il secondo capitolo vi sia piaciuto e che lo recensirete! Ci ho messo un sacco di impegno a scriverlo, ma continua a non andarmi a genio. Sono una perfezionista, perciò, forse è questo il problema! Comuuuunque, ringrazio le ragazze che mi hanno recensito il primo e hanno salvato la storia, grazie mille vuol dire tanto, ringrazio anche chi l'ha letta e non l'ha recensita. Mi piacerebbe continuare la storia, ma se non piace e non viene seguita non importa, verrà cancellata e magari ci riproverò :3. Grazie, grazie, xoxo

xoxo me.

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Capitolo 4
*** Capitolo terzo. ***


-Dai, su, non facciamo le difficili- mi sussurrò ad un orecchio divertito. Era certo che gli avrei dato retta? Che l'avrebbe avuta vinta lui? Problemi suoi. Non sarebbe andata così. Mi conoscevo. Mi voltai delicatamente, lo fissai e poi gli dissi pacatamente: -Sai, sinceramente non so come quei quattro ragazzi, splendidi ragazzi, i miei quattro migliori amici, possano avere un migliore amico come te. Loro sono splendidi, tu sei uno stronzo. Forse loro ti vorranno pure bene, ma sanno benissimo che non sai trattare una ragazza. Mi eri indifferente prima, forse era meglio se rimanevi tale, ora sei solo uno stronzo. Ciao Horan, vado a dormire da un'altra parte.- Detto questo mi tirai su da terra e mi diressi verso la porta. -Fai la preziosa, ma prima o poi sarai mia, hai un bel culo principessa- sentendo quelle parole mi incazzai più che mai e mi tirai istantaneamente giù i calzoncini del pigiama estivo. Abbassai la maniglia, ma la porta non si aprì. Mi voltai col volto in fiamme per la rabbia. -Niall, non me ne frega un cazzo di cosa pensi tu, ma ciò che penso io è che tu debba dare a me la chiave della stanza.- come immaginavo oppose un po' di resistenza - Perchè dovrei?- ma prima che lui potesse accorgersene, l'avevo vista sulla pila di vestiti e scartoffie e l'avevo presa. -Grazie dell'aiuto, idiota.- aprii finalmente l'uscio e scomparii dietro il legno chiaro.

Camminai in punta di piedi. Dunque, vediamo la prima porta era quella di Liam, stavo per bussare, ma poi sentii che sussurrava mentre chiacchierava con qualcuno. Non volevo disturbare, passai alla successiva, Louis. Bussai piano, nessuna risposta, pensai fosse perché avevo battuto contro il legno troppo piano. Quindi mi dissi che avevo il diritto d'aprire, me l'aveva detto lui di andare via se Niall faceva qualcosa. Aprii di poco la porta. Uno spiraglio si allungò per la stanza. Non c'era nessuno. Io avevo dovuto dormire con Niall e lui aveva la stanza libera? Dio, che urto! Chiusi la porta un po' troppo forte, ma non accadde nulla, nessuno se ne doveva esser accorto. Ok, mi mancavano Zayn e Harry. La porta dopo era quella del mio ex. Bussai leggermente. Sentii i passi di Harry che piano piano si facevano sempre più vicini. Mi aprì la porta e, quando vide che ero io, mi sorrise al meglio che poteva, addormentato e con gli occhi semichiusi. Mi prese una mano e mi trascinò dentro. Restammo seduti sul letto a gambe incrociate per qualche minuto. In silenzio, non parlai perchè avevo capito che Harry stava tentando di svegliarsi un minimo. Quando si sentì abbastanza lucido si voltò verso di me. Notò che la stanza era nel buio più totale solo in quel momento, così accese la lampada arancione sul suo comodino. La luce mi fece chiudere gli occhi, li aprii lentamente. -Insomma, se sei qui alle..- guardò l'orologio attaccato al muro - alle tre meno un quarto, vuol che non è stato un bel soggiorno- Sapevo che Harry anche era un tipo alla Niall, ma non così tanto, lui se trovava la ragazza giusta si impegnava per non farle mancare nulla e io potevo testimoniarlo.

Insomma, ci eravamo lasciati perchè era il periodo in cui io e mia madre avevamo maggiori conflitti, poi è sfociato nel suo trasferimento in Grecia. Io ero acida, apatica, scostata e perennemente incazzata. Non volevo rovinare la mia amicizia con Harry prima che il rapporto, quindi gli dissi che non era tempo per noi. Lui era d'accordo ed è per questo che siamo rimasti così amici, perchè non i siamo lasciati per un litigio o un tradimento.

-Piccola, mi vuoi rispondere?- mi disse sventolandomi la sua mano davanti agli occhi. Scossi la testa, quasi mi aiutasse ad uscire dai miei pensieri improbabili. -Sì, certo Hazza.- ripresi fiato. -No! Non è stato un bel soggiorno. Ci ha provato, me ne sono andata a dormire per terra, è tornato, me ne volevo andare, aveva chiuso la porta a chiave, ho trovato la chiave e sono venuta qui.- mi carezzò i lunghi capelli neri, ormai tutti ricci causa promessa con Malik. -Mi sono sempre piaciuti i tuoi ricci- mi disse così, come se quello fosse sempre stato l'argomento principale della conversazione -Oh, beh, li ho sempre lisciati quando stavamo.. insieme..- dissi un po', così, non sicura che ne volesse davvero parlare - Mi sono sempre piaciuti più ricci, ma sapevo che lisci erano la maniera con cui ti sentivi sicura. Per questo non ho mai parlato.- dolcemente le sue parole mi entrarono dentro il cuore. Mi ubriacò d'amore e lo baciai senza pensarci su. Lui non si scostò, anzi, mi accompagnò. Ci baciammo per un tempo che mi parve infinitamente lungo. Mi riaffiorarono nella mente tutte le immagini della mia storia con lui. La prima volta che ci eravamo incontrati, a mensa, lui era seduto con gli altri e stava tirando patatine addosso al povero Lou. La prima volta che siamo rimasti soli, era il nostro turno per andare a prendere pizza e birre. Il primo bacio, in piscina. Quando lui mi aveva preso la mano in corridoio e aveva urlato: - Chi vuole conoscere la mia ragazza?- . Lui era il mio primo amore e, forse, non era del tutto finita. Chi lo sa, forse, eppure le sue labbra morbide, i suoi riccioli castani che mi facevano il solletico. Era tutto nuovo per me, anche se era tutto lo stesso del passato. Non era cambiato nulla, lo steso profumo, le stesse labbra, gli stessi occhi, lo stesso respiro, ma forse stavo sbagliando. Forse non avrei dovuto. Mi staccai. Lui aprì gli occhi e mi guardò -Che c'è piccola?- davvero? Non si stava domandando nulla? -Beh, boh, ceh, scusa, non dovevo, davvero.- mi stavo per alzare, ma lui mi venne dietro e mi stampò un bacio sul collo prima che potessi aprire la porta. -Non dovevi cosa?- mi girò in modo che potessi guardarlo negli occhi, la luce fioca della lampada mi faceva intravedere anche il colore delle sue splendide iridi - Io, io, sai da quanto aspetto? Pensavo che superata la rottura con tua madre saresti.. ecco, tornata.- lo fissai, non ci stavo capendo nulla. Eravamo amici e per lui era sempre andata più che bene. - Hazza, io , beh sei stato il primo amore. Ciò che provo per te durerà finchè non morirò. Quando i miei figli mi diranno chi è stato il mio primo amore gli dirò che è stato zio Harry. Tu sei stato il primo in tante cose. Tu sei stato il primo e basta. Tu sei il più importante, ma non possiamo ricominciare qualcosa terminato dodici mesi fa, no? Ci amiamo a puntate? Non voglio che nulla cambi tra noi. Voglio che tu ed io ci amiamo come primi amori e ci vogliamo bene come migliori amici. Tu, Harry, non scordarti che mi hai salvato la vita.-

Era vero, quando ci stavamo mettendo insieme, avevo già i miei problemi, soffrivo d'anoressia. Naturalmente, mia madre era troppo presa a dire che era brutta e grassa e a curarsi i segni dell'età, per dare retta a me. Ogni tanto, quando gli amici le dicevano che forse dovevo mangiare un po' di più, lei rispondeva che stare a dieta non mi avrebbe nuociuto. Io, però, non stavo a dieta, non mangiavo proprio. Fingevo, ero anche piuttosto brava, a dir la verità. Quando conobbi Harry me ne innamorai subito, può sembrare un cliché, ma me ne innamorai appena vidi i suoi occhi e le sue fossette. Lui sapeva che effetto mi faceva, anche lui era interessato a me, ma io non lo sapevo. Era quel tipo di ragazzo a cui non frega molto di chi si porta in giro o a letto. Invece, con me, fece in modo di farmi capire che mi preferiva quando mangiavo, che avrebbe voluto vedermi felice e con qualche chilo in più. Riuscii ad uscire fuori dal quel vicolo buio solo grazie a lui, è a lui che devo la mia vita.

Mi guardò sorridendo, le sue fossette agli angoli della bocca non erano sparite: sorrideva con tutto se stesso. -Hai ragione piccola, non possiamo amarci a puntate. Ciò che hai detto è vero, siamo legati da qualcosa di più che da un semplice anno e mezzo. C'è un filo tra di noi, solo noi possiamo vederlo. Quando mi vorrai io ci sarò. Ora vieni qui, dormiamo, ti fidi?- lo fissai, certo che mi fidavo. Mi avvicinai al letto e mi assopii.

-CHE CAZZO VUOI CRETINO?-

sentii urlare. Aprii gli occhi, era mattino. Bene, ottima sveglia. Le urla non cessavano, ma non la presi come una cosa seria. Mi alzerò quando smetteranno di urlare come babbuini in calore. Sembra che stiano facendo la lotta per accoppiarsi con la stessa femmina, ma solo una ce l'avrà vinta. Non voglio sapere chi stia litig... Oh, Dio buono! Questo è Harry.

-SEI UN FOTTUTISSIMO IDIOTA NON CAPISCI UN CAZZO! CRESCI!-

detto questo sentii la porta sbattere, Harry se n'era andato.

 

 

 

Salve bellezze!

L'ultimo capitolo non ha riscontrato molto successo, ma sono determinata a provare a far andare avanti quest'orrore di ff. ci tengo particolarmente per vari motivi. Comuuuunque, spero che questo capitolo vi faccia venire voglia di leggere gli altri. Grazie a chi ha recensito e chi recensirà.

Con affetto,

Mad xoxo.

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Capitolo 5
*** Capitolo quarto. ***


Che cazzo è successo? Che palle,certo in una casa popolata solo da uomini, ehm... scimmie, non potevo che aspettarmi questo. E' l'ultima volta che dormo in questa casa, devo dirlo a Louis. Mi appuntai mentalmente della mia imminente chiacchierata col mio migliore amico, intanto, avevo sceso quasi tutti i gradini. Appena cominciai ad intravedere il salotto alla mia sinistra, le urla ricominciarono, così decisi di sedermi sulle scale ed aspettare. Stavolta erano... Louis? Louis sta urlando? In quattro anni l'ho visto incazzato davvero solo quando... no, ok, non si è mai arrabbiato seriamente con nessuno. Adesso però sta urlando, forse dovrei interv...Niall? Davvero? Mi pigliate tutti per il culo? Perchè Louis e SonouncretinoidiotadeficienteHoran litigano??

Mi decisi a scendere la rampa di scale per intero. La scena che mi si presentò davanti fu questa: Niall che stava da un lato del divano che litigava ed era rosso in viso. Louis dalla parte opposta che urlava, aveva il viso un po' più rosso intorno alle guance, ma niente a che vedere con la faccia di Niall, quella sì che era paonazza.

-Ehm, scusate, ma..- chiesi quasi sussurrando, avevo paura della reazione di entrambi. Perchè avevo paura di Louis? -Eccola! Eccola la puttana! Mi fai schifo!- che cazzo voleva Horan? Perchè mi stava chiamando puttana? Ma, io, oh, beh, Fanculo.

Perchè Louis non mi difendeva? Aspettava che cominciasse a nevicare ad inizio estate? -Io...- persi la calma e cominciai ad urlare anche io - Io non sono una zoccola Horan, non so chi cazzo ti abbia detto cosa, ma non è vero! Non so nemmeno perchè sono qui a spiegarti visto che tu per me non vali nulla- mi voltai verso il mio migliore amico ancora alterata -E tu Louis? Che fai mi fissi mentre mi difendo da sola? Quando eravamo piccoli mi avevi promesso che saresti stato sempre al mio fianco per proteggermi, ora mi fissi come se fossi una fottuta estranea!- mi aspettavo qualcosa, una reazione. Mi aspettavo che Louis si avvicinasse e mi dicesse di calmami, che ci pensava lui a difendermi, ma non lo fece. Mi guardò apatico. -Mi hai deluso Man, non mi aspettavo che potessi fare una cosa del genere!- ma cosa avevo fatto? Odiavo quando la gente parlava come se fossi Dio onnipotente e sapessi tutto di quello che accadeva nel mondo. Louis capì la mia irritazione e cominciò a spiegare. - Insomma, sapevamo che dovevi dormire con Niall, ma ti abbiamo trovato a dormire con Harry, certo ti avevo detto io di andartene se lui faceva qualcosa, ma allora perchè non sei entrata da me?- poi si rese conto che non era colpa mia - o da Zayn, o da Liam? No! Tu sei andata da Harry, te lo sei scopato e sei rimasta a dormire lì. Harry finge che non gliene freghi niente, ma lo sai meglio di me quello che ancora prova...- presi la sacca con la mia roba dentro che era afflosciata sul divano. La raccolsi ed uscii di casa in pigiama -OH, VAFFANCULO!- e mi chiusi la porta alle spalle.

Sinceramente non mi andava di andare in giro in canottiera e calzoncini e ciabatte, ma non avevo scelta. Devo ricordarmi di chiedere ad Harry di portarmi i vestiti a sc... qualcosa interruppe i miei pensieri, sulle sale che portavano sul vialetto di casa di Louis, c'era Harry e io c'ero inciampata sopra. -Scusa Haz- gli dissi. Poi mi ricordai della sera precedente e delle parole di Louis: lo sai meglio di me quello che ancora prova... non mi sarei meravigliata se Harry mi avesse sputato in faccia o se ne fosse andato, ma si alzò in piedi e mi guardò. -Man, dove intendi andare così? Dai, su, pigliamo la macchina che ti riaccompagno a casa!- fece un passo, si voltò, mi fisso mentre io ero immobilizzata: - Non ti preoccupare per ieri sera, devono essere state le birre. Hai ragione, hai detto le cose giuste e mi dispiace che tutti ora credano che siamo stati a letto insieme e che tu mi abbia voluto ferire, ho provato a spiegarlo a Louis, ma Niall si è messo di mezzo.- gli saltai al collo e gli diedi un bacio su una guancia. -Harry, Louis non mi ha difeso, mi ha scagliato contro accuse su accuse, non voglio più rivedere questa casa. Ti posso chiedere un favore?- mi fissò negli occhi. I suoi verdi erano umidi a causa dell'aria pungente della prima mattina -Certo, tutto piccola!- entrammo in macchina, mi misi la cintura di sicurezza. -Domani a scuola portami tutto ciò che ho lasciato a casa di Louis, la roba di ieri sera, ieri pomeriggio, la roba di scuola, il mio spazzolino appositamente per qui, tutto. - mi fissò, capì che parlavo seriamente, i suoi occhi non erano più lucidi per l'aria, ma per ben altro. -Ti voglio bene piccola, spero tu stia facendo la cosa giusta.- non lo sapevo neanche io, a dirla tutta, ma che ci potevo fare? Non avrei sopportato che un pezzo di me rimanesse a casa del mio ex migliore amico. -Ah, un'altra cosa, dì a Zayn e a Liam che con loro on ce l'ho. E, naturalmente, neanche on quel figo di Styles!- mi diede un bacio sulla guancia e io scesi dall'auto. -Grazie mille! A domani! Ti voglio bene Harry.- -Anche io piccola!- detto ciò vidi la sua macchina scura andarsene verso casa di Louis. Infilai le chiavi nella toppa. Girai ed entrai, quella non era propriamente casa mia, cioè, lo era, legalmente, ma non emotivamente. Casa mia era sempre stata la casa dei genitori di Louis e poi la sua, quella che oggi avevo lasciato definitivamente. Mi mancherà. Mi buttai sul divano e cominciai a piangere sommessamente. Non piangere Man, va tutto bene. Sei stata delusa altre volte nella tua vita, fin troppe, una in più una in meno. Solo che non riuscivo proprio a convincermene. Così optai per farmi una bella doccia. Cosa potevo voler di più dalla vita? Tre piani di casa, un giardino e una piscina tutti per me. Fanculo. Odiavo la solitudine.

L'acqua era troppo calda, la direzionai tutta sul getto freddo e le gocce che cadevano dal telefono della doccia erano meravigliose, fredde e dirette. Non posso credere che Louis mi abbia preso davvero per una zoccola, non posso credere che Niall si sia messo in mezzo e, tanto meno, che il mio (ex) migliore amico si sia fidato più di lui che di me. Che cazzo di mondo. Prima mio padre, poi mia madre, poi lui. Basta non ne posso più sono solo un disastro continuo. Uno di quelli proprio pessimi. Voglio morire.

Presi l'asciugamano e me lo avvolsi attorno al corpo, ne presi un altro e mi raccolsi i capelli in un turbante. Poi li sciolsi dalla stretta dell'asciugamano bianco e mi fissai nello specchio. Cambiati. Mi chiedevo, presi le forbici e mi tagliai i lunghi capelli neri a caschetto e li lisciai, tanto ormai con i ragazzi avevo chiuso, che senso avevano i miei ricci? Scesi le scale. Scrissi una lettera e la lasciai sul tavolo. A chi l'avevo scritta? A tutti e a nessuno. Cioè, c'era scritto cari...blablabla, ma in realtà sarebbe rimasta su quel tavolo per sempre. Probabilmente, sommersa poi da chili e chili di carte, scatole di pizza, bottiglie di birra e bicchieri di coca-cola non ero ciò che si può chiamare la regina dell'ordine, vivere a stretto contatto con cinque ragazzi, tutti maschi, senza avere genitori tra le palle, rovinava la gente. Sentii una fitta alla pancia, non dovevo pensarci. Louis era stato uno stronzo. D'ora in poi lui e Niall non esistevano più per me. Un dubbio mi assalì: cazzo! Il giorno dopo avrei avuto tedesco e sarei dovuta stare accanto a Louis, almeno c'era Hazza. Mi andai a vestire e mi scordai completamente della lettera. Mi misi i calzoncini beige, la maglia rossa e blu della Ralph Lauren e le Nike Blazer rosse e blu. Presi un libro: l'Ombra del vento. Mi diressi verso un parco qualsiasi. Mi misi a leggere seduta per terra. Un bel libro, scritto egregiamente, forse lo avrei potuto recensire per il giornale scolastico, pensavo questo e mi accendevo una Chesterfield blu. L'accendino era verde, c'era sopra la scritta Best Friend ed era ricaricabile. Certo, Louis odiava che io fumassi, ma per il nostro anniversario dal primo incontro me l'aveva regalato con un biglietto per il cinema. Sapeva benissio che il verde era il mio colore preferito e che mi perdevo, continuamente, gli accendini, così me l'aveva dato e si era fatto giurare che non l'avrei dimenticato da nessuna parte. Eh già. Era proprio tutto il mio miglior... ex migl..., ehm, Louis. ERA.

Tirai dalla sigaretta che bruciò un po' della carta, aspirai. Bella giornata, pessima per chiudere con i propri amici. Buttai fuori il fumo dalla mia bocca. Non lo so, cioè, da una parte tornare indietro, fare pace, riparlarne, sarebbe meglio, ma dall'altra non riesco a togliermi dalla testa la faccia di Louis e le sue fottutissime parole. Squillò il cellulare. Numero sconosciuto a me e al mio telefono, mi davano urto i numeri con le cifre ripetute troppe volta. Quello aveva cinque 3. Aprii la casella dei messaggi: “Dove cazzo sei finita? Sei una cretina, così mi fai e ci fai preoccupare, non ho avvisato gli altri, ma so tutto. Dimmi dove sei o mando l'esercito a cercarti.” Lessi la firma. Dovevo rispondergli? Dio.

 

 

Buona salve bellezze!

E così grazie a voi, questa FF è arrivata al quarto capitolo. Mi dispiace se, magari, vi farà un po' schifo ( potrebbe venirvi l'orticaria, sappiatelo)
ma è scritto in fretta.
Oltretutto non avevo un'idea precisa, scrivevo e decidevo come far andare avanti la cosa.
La mia più grande paura è questa FF vi annoi perchè è simile ad altre, ma io sto tentando, davvero, a farne una completamente diversa.Ci sto mettendo impegno u.u
Grazie mille a chi ha messo la storia tra le seguite, davvero, grazie anche a chi lo farà. Grazie a chi perde tempo a recensire e a chi lo perderà. Siete tutte così swefrvgtnhju.Se vi interessa com'è la nostra Amanda dopo il taglio: eccola!

Ho scelto lei perchè mi sembrava la rappresentasse meglio. 
Xoxo, Mad.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo quinto. ***


 

 

Che cosa voleva quella sottospecie di essere da me? Il suo nome, corto, insignificante, lo era sempre stato. Niall. Mi odiava, mi aveva additato come la troia della situazione, mi aveva fatto litigare col mio migliore amico, anzi, chiuderci definitivamente Cosa voleva ora da me? Che gliene fregava a lui di dov'ero? Se Harry non glielo aveva voluto dire, tornato a casa, c'era un motivo: odiavo quel fottutissimo biondino. Non gli avrei lasciato la soddisfazione di dire: “Ah sta cretina manco mi risponde”. Perciò scrissi: “Che ti frega? Stattene a casa e vivi felice.” lo inviai senza neanche pensarci. Quel ragazzo mi stava facendo diventare una persona senza scrupoli. Tempo di finirmi la sigaretta e già mi aveva risposto. “Se tu non scrivessi certe cose non mi.. ci preoccuperemmo, cazzo. Dimmi dove sei”. Minchia la lettera! Mi balenò in testa il pensiero che qualcuno fosse entrato in casa... Harry. Doveva riportare le cose che avevo lasciato a casa di Louis. Mi aveva scritto se me li poteva portare a casa entro qualche ora, gli avevo risposto che non c'ero, ma che poteva trovare le chiavi al solito poto. Sotto al vaso/portaombrelli. Mi aveva risposto che era ok.

Dio, allora Harry (accompagnato da Niall) mi cercava! Cazzo non lo dovevo far preoccupare. Trascinai il mio dito sul display touch screen del mio iPhone. Tu- tu. Sentii rispondere, subito cominciai a parlare -Pronto? Ehi, mi dispiace averti fatto preoccupare, lo sai che non farei mai quelle cose. Ti voglio un bene dell'anima. Ti prego non ti incazzare, continua a chiamarmi piccola. Ti giuro che non ho combinato nulla- dissi tutta d'un fiato. Appena finito di parlare il mio respiro era decisamente più corto. -Ehilà, insomma già passiamo a questo? Ok, se non ti piace Mad, ti chiamerò piccola, ma pensavo mi odiassi.- cazzo, era Niall, me lo sarei dovuta immaginare, il telefono era il suo. -Testa di cazzo! Voglio parlare con Harry, non voglio che si preoccupi- ero nervosa, accesi un'altra sigaretta. -Harry non c'è, cosa te lo fa pensare? Mi ha mandato a me a casa tua per portare la roba e ho trovato la lettera.- fece una pausa, io aspirai il fumo. - Dove cazzo ti sei infilata Amanda?- dovevo dirglielo. Dieci minuti dopo, circa, mi trovò nel parco, sdraiata per terra, dormiente. La borsa era sotto la mia testa e il mio cellulare in mano. Non mi accorsi della presenza di Niall, dormivo della grossa in quanto, ovviamente, avevo sonno arretrato dalla notte precedente. Sentii una mano disegnarmi il profilo del naso poi quello della bocca. Sentii poi le labbra sul mio collo, mi baciò con delicatezza e mi sussurrò -Sono io.- a me i baci sul collo mandavano in coma. -Vaffanculo Horan- dissi poco convinta. Lo capì. -Dimmi di spostarmi- mi voltai verso di lui e lo spinsi lontano da me -Spostati!- dissi ridendo. Mi guardò e sorrise grattandosi la nuca. Dio amo il modo in cui si scompiglia i capelli biondi...No, cazzo, no! E' lo stesso stronzo della mattina, lo stesso che mi ha fatto litigare con il mio migliore amico. Fanculo lo odio. -Bene ora che hai appurato che sono viva- cominciai con tono serio, alzandomi e raccogliendo borsa, cellulare e libro -Posso anche andarmene, avvisa gli altri che era uno sfogo. Ciao.- me ne stavo andando, ma Niall mi prese per un braccio. -Gli altri non sanno nulla- mi disse, allora che cosa ci faceva lì? -E allora che cosa, cioè perchè mi sei venuto a cercare?- gli chiesi, ormai ferma, completamente interessata solo a ciò che aveva da dire. -Mi preoccupava ciò che avresti potuto fare, per colpa mia, per colpa di Louis, per colpa di Harr...- eccolo, il punto di rottura. Non avrebbe dovuto dirlo, sentii il sangue ribollirmi in testa e la frase che avevo scritto qualche ora prima: “...e poi c'è Harry, era il mio tutto prima, mi ha salvato, ma oggi non so perché è andato via da Niall mentre urlavano. Io gli voglio bene, ma lui non capisce che tra noi non è possibile. Io non lo amo più...” , ma ciò che mi sconcertò era il ricordo di quello che avevo scritto dopo, come se non fosse realmente una cosa scritta da me, ma da qualcun altro. “...io..credo, di avere interesse per qualcuno, ma quel qualcuno oggi mi ha distrutto il cuore..” speravo che Niall non l'avesse capito, che non l'avesse detto a nessuno. -Harry?- cominciai ad urlare, la mia voce risuonò nel parco dopo pochi secondi che la sua si era spenta - Non devi dire che è colpa di Harry, non so come tu abbia interpretato la lettera, ma l'hai interpretata male. Non è lui quello che mi ha additato come troia, non è stato lui, cazzo.- negli occhi di Niall si leggeva confusione. Poi un barlume di comprensione, abbassò lo sguardo -Tu.. non.. oh, beh, non sarò io a dirtelo- -cosa mi devi dire?- -Vieni ti porto da Styles, te lo dirà lui.- detto questo, non aspettò una mia risposta, ma mi prese la mano e mi portò via dallo sguardo della gente incuriosita.

Salimmo sulla sua auto grigia, un SUV, i genitori gliel'avevano regalato appena compiuti gli anni per avere la patente. Io non lo volevo quel certificato, ma l'avrei dovuto prendere prima o poi, con i soldi che avevo da parte mi ci sarei potuta prendere qualsiasi auto probabilmente. Il viaggio fu silenzioso, in sottofondo c'era la musica del cd che Liam aveva regalato a Niall, ma io ascoltavo sì e no, preferivo rimanere assorta in me stessa guardando fuori dal finestrino. -Che cosa riguarda ciò che deve dirmi Styles?- chiesi apatica, quasi assente, mentre il mio sguardo era rivolto ancora al panorama che mi scorreva accanto. -Lo saprai presto, siamo arrivati- detyto questo spense la macchina e mi guardò - Scendi, dai, io ti aspetto qui, non mi va di entrare, quando hai finito ti riporto a casa- perchè era così gentile? Non avevo risposte, ma volevo sapere che cosa aveva combinato Harry quindi scesi e lasciai la borsa in macchina. Arrivai davanti casa di Louis, ma no mi andava di suonare, mandai un messaggio ad Harry con scritto di scendere. Dopo pochi minuti era davanti a me. -Piccola!- disse avvicinandosi, ma non mi feci toccare, volevo sapere tutto, prima.

-Che c'è?- mi chiese notando il mio comportamento anomalo. -No, dimmi tu che cosa c'è. Perchè stamattina te ne sei andato via urlando e sbattendo la porta? Perchè Louis e Niall mi hanno dato della troia? Cioè, ok Niall, ma il mio migliore amico?- Mi tirò giù e mi fece sedere sui gradini davanti la porta. -Io.. credo di aver fatto un casino- la sua voce era flebile e io non ero più tanto sicura di voler sapere, ma.. ok dovevo andare fino in fondo, lo lascia parlare. - Stamattina Niall è entrato in salone e mi ha cominciato a dire che tu eri fuggita dalla sua camera, per venire da me, perchè il sesso con lui ti aveva sfinita. Al che io mi sono incazzato e gli ho detto che con lui tu non avevi fatto niente. Lui mi ha chiesto quale fosse un prova concreta di ciò e io gli ho detto che eri venuta in camera mia e.. beh.. che eravamo stati a letto insieme. Lui si è zittito, Louis ha sentito tutto ed è successo il casino. Volevo spiegartelo, volevo spiegarlo anche a loro, ma non avevo il coraggio, per questo ti ho mandato Niall, non volevo vederti. Non ne avevo il coraggio.- ero incredula, io mi fidavo di lui e lui mi aveva.. odiavo ammetterlo, ma Niall aveva fatto bene a dirmi che ero una poco di buono, dato ciò che Harry gli aveva detto. Louis pensava che io fossi stata sia con Harry che con Niall. Io, che cazzo, non ci capivo niente. Volevo solo andarmene via. -Ok, grazie della sincerità, ciao Harold.- enfatizzai l'ultima parola, il suo nome, lo chiamavano così solo i nonni e chi era veramente, ma veramente, incazzato con lui. Me ne andai prima che potesse dire 'a', percorsi il vialetto e feci cenno a Niall di accendere l'auto. Salii sulla vettura -Grazie.- dissi fissando un punto non ben definito davanti a me. Guardai l'orologio, l'avevo lasciato lì dieci minuti, da solo, ad aspettarmi. -E di cosa? Almeno adesso non mi odi. Tieni, te l'ho presa mentre eri via.- mi porse una Guinness ghiacciata. Sorseggiai per qualche secondo, dopodiché schioccai la lingua. -Amo, amo la birra irlandese.- e sfoggiai un gran sorriso -Dai, bevi.- gli porsi la bottiglia, sul vetro scuro c'erano ormai molte goccioline, provocate dal ambio di temperatura dal frigo all'abitacolo del SUV.-Sicura?- feci segno di sì con la testa e ui prese la bottiglia e bevve un lungo sorso. -Dove vuoi andare?- mi chiese poi, mentre poggiava la bottiglia tra le mia gambe. Trasalii per il contatto con il freddo della birra. -Pensavo a casa, ma ora non la vedo più una buona idea. Penso che me ne ritornerò al parco.- mi ci portò. Ormai erano le quattro e mezza, i vecchietti se n'erano andati per il caldo e i giovani non sarebbero arrivati prima di un'ora o due. -Posso accompagnarla a fare la passeggiata mia cara?- mi disse Niall scherzando. -Ovvio- scesi dalla macchina con ancora la bottiglia di Guinnes in mano e la borsa a tracolla. C'eravamo noi e una coppia di turisti francesi con tre bambini, due maschietti ed una femminuccia. Stavano correndo sotto gli spruzzi che fuoriuscivano a campanile dagli irrigatori automatici. -Oh, beh, io non so te eh!- e mi tolsi le scarpe - Ma io li raggiungo- detto questo cominciai a correre sotto gli spruzzi, finchè non fui abbastanza fradicia da non morire da caldo. Niall non mi aveva raggiunto. Mi andai a sedere accanto all'irlandese che aveva gli occhi bassi, fissi sullo schermo del telefono. Digitava messaggi, li inviava, dopo non più di due minuti gliene arrivava un altro e lui rispondeva. Io lo fissai, ma dopo averlo guardato mentre mandava e riceveva una cosa come dieci messaggi, mi accasciai e cominciai a giocare a Temple Run sull'iPhone. Non so quanto tempo ci passai, ma a me parvero ore, finalmente Niall, mi disse che era ora di tornare a casa. Era distaccato e continuava a mandare sms.

A chi li starà mandando tutti sti messaggi? Oh, cavolo Man non sono fatti tuoi. Eravamo saliti in macchina, il tragitto non era come il secondo, ma come il primo, silenzioso. Vedevo il paesaggio di alberi e asfalto che mi scorreva accanto ad una gran velocità, così il grigio della strada e il marrone e il verde degli alberi, si mischiavano. -Vuoi venire a casa o tornare alla tua?- mi chiese senza distogliere lo sguardo lo stradone grigiastro che gli si apriva davanti - Non lo so, da una parte vorrei chiedere scusa a Louis, anche a te, ma dall'altra...- -Voglio sapere se deo andare a destra o sinistra- aveva un tono sbrigativo. Odioso. -Andiamo da Louis.- risposi secca. Odiavo quando la gente faceva domande, tu cominciavi a rispondergli e loro ti interrompevano. Fanculo. Arrivammo davanti al cancello grande, di ferro nero, che era aperto. Niall entrò con l'auto nel viale. Appena si fermò, mi slacciai la cintura e scesi senza dire una parola. Mi avviai verso casa, salii i cinque gradini e mi trovai davanti alla porta. Suonai il campanello. Mi venne ad aprire Zayn, mi abbracciò e mi disse all'orecchio - Non credo a quello che dicono gli altri se prima non so com'è andata, ringrazio solo che tu sia tornata, Harry e Louis ci avevano detto che avevi chiuso con questo posto.- era vero, l'avevo detto proprio io, proprio la stessa mattina. Guardai fuori dal vetro della finestra, ormai erano le sei, sei e mezza, ma il cielo estivo era ancora limpido e celeste. -Grazie Malik, lo sai che per te io ci sono sempre vero?- mi schioccò un bacio sulla guancia -Certo Man-. Ora che anche Niall era entrato in casa, chiusi la porta di casa. Intravidi i capelli di Liam che spuntavano dal divano verde. -Leehum!- si alzò di scatto e mi venne incontro. Solo io lo chiamavo così, era il suo soprannome, lui mi chiamava Berna, ma la storia sarebbe troppo lunga per essere raccontata. -Berna!! come stai?- -Meglio, grazie tesoro- gli diedi un bacio sulla guancia, ma io mi dovetti mettere sulle punta e lui si dovette chinare. Ero una nana. Il mio metro e cinquantacinque non bastava a farmi arrivare nemmeno alla spalla di nessuno dei ragazzi. Zayn uscì fuori a fumarsi una sigaretta, avrei voluto seguirlo, ma poi mi accorsi che Louis stava scendendo le scale. Liam girò sui tacchi e se ne andò in giardino e Niall scese con Louis, asciugamano sulla spalla, e se ne andò a fare il bagno. Rimanemmo io e il ex migliore amico. Avremmo potuto parlare? Sì, decisamente. -Louis.. io- non feci in tempo a finire la frase. Mi abbracciò e mi prese in braccio come il giorno prima. -Man scusami tu, io non volevo, cioè Harry mi ha detto così, tu stavi effettivamente dormendo in camera sua e non eri venuta a chiamarmi, io che ne so?- scesi per terra divincolandomi dalla sua stretta -Louis, io sono venuta a chiamarti, sei stato il primo, ma non c'eri in camera. Io dico, se sai che te ne vai, fammi dormire con te e poi ti dai, no?- mi fissò -Scusa, non sapevo che me ne sarei dovuto andare, ma ho aspettato fino a tardi, poi ho pensato che te ne stavi bella a dormire nel letto, con un mitra sotto il cuscino, causa Niall e, così, mi sono dato- lo abbracciai, forse era la volta buona che Louis s'era trovato una ragazza decente. L'ultima passava le giornate appiccicata ai videogames e, per questo, era una barca. Il mio migliore amico si meritava di meglio. Andammo anche noi in piscina. -Ragazzi Harry?- chiesi con riluttanza, non volevo che qualcuno credesse che avevamo chiarito. -E' andato a casa tua a riprendere la roba e un costume da bagno asciutto. Dopo un quarto d'ora spunto Harry dal salone -Pi.. Amanda! Ti ho portato il costume, ci ho messo un po' perchè non trovavo il cassetto giusto!- lo raggiunsi -Grazie Harold- presi il costume tra le mani e gli diedi uno scappellotto -Cretino! Hai preso quello con le mutande a brasiliana!- mi fissò -E con ciò? Aveva la faccia che sapeva fare solo lui, quella che faceva quando tentava di non ridere -E con ciò io non posso andare in giro con mezzo culo di fuori e cinque ragazzi in piena tempesta ormonale a un palmo dalla faccia!- gli altri risero -Non faremo nulla Berna, promesso!- -Ok, Leehum, tento di fidarmi.- entrai e mi andai a cambiare. Tornai in piscina e tutti mi fissava e mi fecero un applauso. Li guardai male, ma Zayn urlò soddisfatto. -Man ti stai riprendendo, hai rimesso su qualche chilo e adesso quasi non si nota quello che hai passato.- ormai era davvero passato, per quello ne parlavamo con gioia.

 

 

Salve bellezze!

Mi ha fatto piacere vedere recensioni. Certo, sono poche, ma non mi lamento, se calcoliamo che all'inizio volevo gettare la FF nel cestino di EFP...

Comuuuunque ringrazio davvero tutti quelli che stanno seguendo la FF, l'hanno messa tra i seguiti, i preferiti, da ricordare, davvero, vuol dire tantissimo. Mi scuso se ci ho messo tanto a caricare il capitolo, il problema è che io scrivo su Open Office una cosa come tre pagine di capitolo che poi su EFP, mi diventano uno sputo. Devo tentare di capirci qualcosa! Grazie a chi ha recensito e a chi recensirà.

Xoxo Mad.

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Capitolo 7
*** Capitolo sesto. ***


 

 

Li fissai. Eravamo tutti in un silenzio tombale. Li indicai con il dito indice -Certo che siete proprio uomini!- -Ok, ragazzi smettiamola di fissare il sede...- cominciò Louis gesticolando -NO!- lo interruppi e cominciai a ridere piegata in due. -Ma che cazz?- -Intendevo che siete uomini perché mi sono tagliata i capelli di una ventina di centimetri e non ve ne siete resi conto, però di mezzo etto di ciccia in più, sì.- mi si avvicinarono. Zayn mi toccò i capelli: -E' vero sono corti!- -Che pensavi che ti prendessi per il culo? Ahahahahhaha- cominciammo a ridere, finché non sentimmo qualcuno tuffarsi in acqua, era Niall. Da quando eravamo tornati, l'irlandese che mi aveva portato la birra era sparito, non mi stava calcolando. Gli altri lo raggiunsero schiamazzando, non mi andava di finire in quel miscuglio di piedi, mani e arti vari. Quando in acqua c'erano solo Liam e Niall mi decisi a tuffarmi. Emersi dall'acqua azzurra e al cloro -Brava! Io ti do dieci!- mi urlò Zayn -Io otto perchè hai sporcato l'uscita!- mi urlò Louis, al che Zayn si girò e fece la sua faccia del tipo: ma questa da dove gli è uscita? E si misero a ridere scordandosi completamente di cosa stessero parlando in precedenza. Mi voltai sorridendo e mi trovai Liam poco distante da me che mi chiamava -Berna!- -Arrivo Leehum!!!- presi fiato e mi tuffai sott'acqua, uscii e presi una gran boccata d'aria. Liam mi abbracciò -Berna ho avuto paura che non fossimo più stati amici.- lo scansai in modo che la sua faccia fosse davanti la mia -Leehum, io ti voglio bene come ad un fratello, come potremmo non essere più amici? Il solo con cui sono arrabbiata è Harry, ha fatto un gran casino, ma so che si farà perdonare. All'inizio credevo che visto che Lou mi aveva dato della zoccola, tutti la credeste vera come cosa, allora non volevo più entrare qui.- mi diede un bacio sulla guancia. -Io esco che ho i polpastrelli raggrinziti!- mi disse mostrandomi i palmi delle mani e le falangi delle dita. -Ok, io rimango un altro po', sono appena entrata!- si girò verso il prato verde -Dove sono gli altri?- -A prendere la roba per il barbecue in cantina- disse una voce dietro di me. Mi voltai, un viso incorniciato da capelli biondi mi sorrideva -Allora li vado ad aiutare, se non vi dispiace..- -Vai Leehum, ti serve una mano per tirarti su?- si voltò mentre si alzava sul bordo dell piscina, i muscoli delle braccia tesi. -Vaffanculo Berna.- mi disse mentre si sedeva sul muretto e mi mandava un bacio volante con la mano destra. Gli feci l'occhiolino e uscii anche io, ma solo per dirigermi verso il trampolino. -Horan spostarsi da là sotto!- gli urlai. Mi gettai nel liquido cristallino, quando emersi avevo gli occhi chiusi. Avevo questa fissa: se non me li asciugavo con le mie mani non riuscivo ad aprirli. Niall mi mise le mani dietro la schiena. -Cretino non vedo niente!- con una mano strofinò le mie palpebre -Idiota, se non me le pulisco da sola non riesco!- sentii che le mie mani venivano trasportate verso una direzione diversa. Ora dividevano il mio busto dal busto di Niall -Alla fine hai capito che mi devi far stropicciare gli occhi da sola?- nessuna risposta -Niall sei affogato?- gli chiesi in un misto di preoccupazione e divertimento. -Può darsi, ma dipende in cosa sono affogato- Oh Dio e dove voleva andare a parare? -Ma che cazz...?- Non finii la frase, non ci riuscii, venni interrotta dal biondo, ma fui interrotta silenziosamente. Mi si avvicinò, sentii il suo respiro sul mio viso, era caldo. Riprovai -Niall...- stavolta le sue labbra si posarono sulle mie delicatamente, con una mano mi teneva il collo e aveva le dita che si perdevano tra i miei capelli. Le sue labbra erano ancora lì, ferme, in attesa, come capì che poteva continuare, cominciammo a baciarci reciprocamente, ma appena tentò di infilare la lingua, gli feci fare un paio di giri e gliela morsi. Si staccò di colpo dal mio viso, così riuscii a stropicciarmi gli occhi e finalmente li aprii, era davanti a me e con le mani si tappava la bocca. Aveva una faccia esilarante, appena spostò le dita dalle labbra, mostrò un sorriso enorme, poi cominciò a ridere. -Mi hai fatto male Mad- -Ma stai zitto! Sei te che fai cose che non dovresti fare!- mi fissò -Hai ragione, a te ti interessa qualcuno, devo solo capire chi è-. La lettera, allora se n'era accorto, è meno scemo di come me lo immaginavo, ora devo capire che vuole fargli a quello che mi interessa. -E che gli devi dire a questo povero Cristo?- -Che deve stare alla larga da te, che mordi!- -Fanculo Horan!- cominciammo a ridere, arrivarono gli altri, con Harry in testa. Lui portava il barbecue fuori insieme a Zayn, Liam aveva in mano il sacco della carbonella e Louis portava piatti, bicchieri, tovaglie, bibite e posate. Sarebbe un ottimo cameriere. Mentre pensavo a questo sorrisi tra me e me. -Ragazzi! Mi date una mano ad uscire?- si voltarono tutti -Ancora in acqua stai?- mi chiese Louis -Certo Lou, e adesso che hai appurato ciò, tirami su!- mi tese una mano e mi tirò fuori dalla piscina. -Bel panorama, grazie Tomlinson- mi voltai e c'era Niall che mi fissava il culo con un sorriso idiota in faccia. Che idiota lui e che idiota io che mi ci sono pure baciata...Su, in fondo ti è piaciuto. No, idiota, no che non mi è piaciuto! Guarda te se devo litigare con me stessa! -Bernaaaa!- scossi la testa, rendendomi conto che stavo ancora in ginocchio sul bordo di roccia fredda. -Scusa Leehum, che c'è?- -Vestiti che, visto che vi siete messi a fare il bagno mentre noi sgobbavamo, vi tocca andare a comprare la carne.- certo, grazie Liam, mi ci mancava questa. -Ok, in che stanza mi posso cambiare?- -Vai nella mia, ci sono dentro i tuoi vestiti, Niall non ti ha riportato tutto perchè la stanza era chiusa a chiave quando se n'è andato con lo scatolone.- -Grazie William!- e gli schioccai un bacio sulla guancia. William era il secondo nome di Louis e, ogni tanto, lo chiamavo William o Will. Mi lavai sotto il getto freddo della doccia accanto la piscina. Entrai in casa, mentre mi asciugavo i capelli, frizionandoli con l'asciugamano verde. Salii le scale e arrivai alla porta di Lou, la prima a sinistra. Abbassai la maniglia e entrai in camera. Ciò che era rimasto di mio lì erano: le mie Converse bianche, la canottiera blu, la camicia blu di A&F e i calzoncini banchi a vita alta. Era tutto piegato sopra la poltrona. Sapevo dove trovare reggiseno e mutande, Lou era l'unico di cui mi fidavo e, di conseguenza, l'unico che teneva la mia biancheria intima. Certo mi fidavo anche di Liam, Zayn e Harry, ma non so cosa ci avrebbero fatto con le mie mutandine, quindi evitavo. Mi tolsi il costume verde e mi infilai il reggiseno a quadratini bianchi e grigi della Burberry e le mutande coordinate. Dovevo ricordarmi di ringraziare Lou per aver lavato anche quelli con l'ultima lavatrice. Ancora mezza nuda, mi infilai i calzini. Menre stavo finendo di mettermi il secondo, sentii bussare alla finestra. -Louis!- sussurrava, ma abbastanza forte per farsi sentire. Perchè non bussava alla porta di casa, ma alla finestra della camera di Louis? Che gente! Mi sporsi per vedere chi era, ma notai solo un paio di Ray-Ban neri e tanti capelli castani, le aprii la finestra e lei balzò dentro. -Louis, devi farmi entrare dalla porta la prossima..- aveva alzato lo sguardo e mi aveva visto in mutande, reggiseno e senza un calzino. Sfoggiai il mio sorriso a trentadue denti -Ciaaao.- lei dissi, tentando di convincerla, con il mio comportamento, che non era come sembrava. -Oh, beh, forse disturbo, beh dì a Louis che non mi vedrà per molto tempo.- detto questo, con l'agilità di un koala, si stava arrampicando per risalire la finestra e uscire sul tetto. Era a cavalcioni del telaio di legno che reggeva il vetro. -Aspetta!, non trarre conclusioni, io non sono la.. cioè... non è come tu credi che sia.- orgogliosa di come avevo tirato su la frase, senza sapere cosa dire, mi sedetti sul letto per finire di infilarmi il maledetto calzino destro. -E allora com'è scusa?- mi chiese scendendo dalla finestra, ormai piena di impronte di dita. -Piacere, sono Amanda, ma mi chiamano tutti Man- le sorrisi cordiale e lei ricambiò, non proprio sicura. -P-piacere? Sono Eleanor e sarei venuta per vedere Louis- -Insomma, io sono la sua migliore amica e sono venuta qui e sono in questo stato per un motivo logico. Mi sono appena tolta il costume da bagno e mi sto vestendo qui perchè ciò che lascio in questa casa lo lascio a Lou, sai praticamente ci abito qui, ma ho una casa mia eh- stavo cominciando a parlare senza sosta, facevo così solo quando ero nervosa, quando ero ubriaca o quando ero eccessivamente felice. -Ok, ok, mi fido- mi disse facendo segno di fermarmi con le mani e ridendo. .Posso chiederti una cosa?- azzardai -Certo Man, dì pure- -Perchè sei entrata dalla finestra?- -Che ne so, davanti la porta di casa c'è un tizio biondo esasperato che fa su e giù fissando lo schermo dell'iPhone, mi ha messo paura- -Cazzo, Niall!- mi vestii in fretta e furia e nel frattempo dissi a Eleanor -Senti, Louis è giù con gli altri che preparar il barbecue, se vuoi rimanere a cena qui, io sto andando a prendere la carne con il tizio biondo, sai sto facendo tardi e lui mi vorrà uccidere ora- afferrai la borsa bianca e scesi le scale. Mi stavo dirigendo verso la porta d'uscita, ma poi mi affacciai -Louuu, c'è Eleanor, sta scendendo!- mi guardò spaesato, ma io me n'ero già andata. Stavo volando via, praticamente, verso la porta di legno. -Niall!!- mi fissò -Ce ne hai messo di tempo, idiota, il supermercato chiude!- entrammo nel SUV -Babbuino mica è colpa mia...- gli raccontai la storia di Eleanor. -Oh Dio! Ma tutte a te eh!- e cominciò a ridere. Parcheggiammo l'auto nel posteggio al chiuso del centro commerciale. Ci fiondammo nel supermercato ancora pieno di gente, fissai Niall con finto sguardo omicida -Stava chiudendo eh?- -Ma io.. ma..- e gli diedi uno scappellotto, cominciammo a ridere, superammo il reparto dell frutta, ma poi mi bloccai. Oh, Cristo! Samuel, questo ragazzo mi perseguita, fa che non mi veda, fa che non mi veda! -Ciao Amanda!- Dio, io e te abbiamo un conto in sospeso. Mi finsi piacevolmente sorpresa. -Ciao Samuel!- protese la mano, io tentai di afferrarla per stringerla, ma lui preferì cingermici i fianchi. Tentai di staccarmi, niente, continuava a tenermi l'anca. -Lui è.. Niall- dissi a disagio -Piacere, Samuel, disse lui tendendogli la mano. Niall era strano, bofonchiò qualcosa di incapibile. -Sei il suo ragazzo?- fece di no con la testa, ma il suo sguardo tradiva qualcosa, non sapevo bene cosa... fastidio! Niall era infastidito da Samuel, come me d'altronde. -Bene, Samuel è stato un piacere, devo proprio andare!- tentavo di divincolarmi dalla sua presa, ma non ci riuscivo. -Dai resta un altro po'- mi disse viscido. Bleah! -Ha detto che dobbiamo andare- disse Niall freddo. -E vabbeh, tu vai.- gli rispose così, beh, non sapeva a cosa andava incontro. -Ho detto lasciala- per tutta risposta, Samuel mi strinse ancora più forte e le sue nocche divennero bianche, tanto era lo sforzo. Mi lasciai sfuggire un -Ahi!- ma mi tappai subito la bocca perchè Niall aveva preso Samuele per il colletto e lo aveva sbattuto contro gli scaffali di legno grezzo dove c'erano i diversi tipi di pane. Le vene del collo di Niall erano tese, così come i muscoli del braccio con cui teneva Samuel alzato di almeno dieci centimetri da terra. -Ora hai capito che la devi lasciare andare?- -S-sì- disse col fiato mozzo. -Se ti vedo ancora vicino a lei o nei paraggi, ti smonto, hai capito?- fece segno di sì con la testa, ma Niall strinse la presa -Come?- -Sì!- -Bravo, ora vattene!- Samuele scese a terra e se ne andò a gambe levate lasciando il carrello vuoto lì dove stava. -G-g-grazie Niall- gli dissi ancora scossa -Niente- mi rispose burbero e fissando a terra. Ancora con questi cambiamenti d'umore? Ero ancora lievemente sotto shock, così non riuscii a muovermi. Se ne rese conto e mi prese una mano portandomi in giro per il negozio così. Mi lasciò solo per pagare e prendere le buste della spesa con dentro la cena, con un braccio. Poi me la riprese subito. -Torniamo, si è fatto tardi gli altri avranno fame.- -S-sì- si bloccò di scatto. Mi fissava con i suoi occhi azzurri. L'iride era chiarissima vicino la pupilla e, avvicinandosi ai bordi, diventava scura. Quegli occhi erano penetranti. -Hai paura di me, ora?- mi guardava spaurito. Cosa? Paura di lui? No, no di certo. -Certo che no, ti devo ringraziare perchè non riuscivo a togliermelo dalle palle quel tizio, quindi un gran favore- mi grattai la nuca e sorrisi. -Ok- aveva ripreso i suoi modi distaccati. E chi lo capiva a quello?

Arrivammo in casa. -Niall vai a urlare che siamo arrivati, io tolgo la carne dalle vaschette e ve le porto fuori. Buttai la spesa sul tavolo della cucina e presi un coltello e tre vassoi. Stavo aprendo la prima vaschetta col coltello, ma la lama non era ancora arrivata ad aprire la plastica, che un brivido mi percorse la schiena. Qualcuno mi stava tenendo i fianchi e mi stava stampando baci sul collo. Con la cosa dell'occhio vidi un cappellino azzurro. Niall. -Smettila, ho un coltello e non ho paura di usarlo!- dissi scherzando -Mmm, ok, tu mi devi un favore- -Che ti serve?- continuavo a sussultare ad ogni impronta delle sue labbra lasciata sul mio collo. -Un bacio.- -Manco morta- -Okay, si staccò- fu fin troppo facile liberarmene. No, ok, non era affatto così. Mi si era piantato davanti. Prima che potessi fare nulla, mi baciò con trasporto. Stavolta lo lasciai fare. Avevo le sue mani sa tenermi le anche le mie esploravano i suoi capelli. -Ops, scusate!- c staccammo e ci voltammo in tempo per vedere una Eleanor imbarazzata -No, cioè, noi..- ma già se n'era andata. -Bene, idiota! Sei un genio, adesso?- -Oh, su Mad, te la sei cercata pure te.- presi i vassoi con le salsicce e le costolette me li portai via, impettita uscii in giardino, ma c'era un silenzio assurdo.

 

 

Salve bellissime donnine come ve la passate? Io male, dovrei fare i compiti, ma non mi va. Comuqnue, grazie mille a chi ha recensito il capitolo precedente e tutti gli altri. E' davvero importantissimissimo per me. Io spero solo di aver scritto un qualcosa di decente dato che il disegno e la scrittura sono le mie più grandi passioni. Spero che recensirete anche questo e i prossimi. Ah, beh, ringrazio anche chi ha aggiunto la storia tra le seguite, le ricordate, le preferite... grazie di cuore. Una povera disperata ahahahha.

Xoxo Mad.

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Capitolo 8
*** Capitolo settimo. ***


 

 

Bene, ottimo, prima Eleanor che spunta dalla finestra, poi Samuel al supermercato, poi Niall, io... oh, fanculo. Fingerò di non sapere nulla.

-Ecco le salsicce e le costolette!- gridai sorridendo a tutti. -Era ora! Al supermercato c'era la fila?- mi chiese Zayn venendomi incontro ad aiutarmi. -Sì, beh, diciamo di sì- speravo che il mio tono di voce non tradisse il mio.. nervosismo. Ci avvicinammo a Harry che, col grembiule col tucano della Guinness, stava arrostendo il pane sulla griglia. Poggiamo i vassoi sugli scaffali sottostanti al barbecue. -Alleluia! Ce ne avete messo di tempo te e Niall- esordì Harry. Sorrideva, ma era un sorriso nervoso. Stava aspettando che con la mia risposta lasciassi trapelare che andava tutto bene e avevamo fatto pace. -Già, c'era molta gente al supermercato- dissi apatica, così mi voltai e girai i tacchi in direzione di Eleanor e Louis. -Ciao bella gente!- dissi con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Eleanor era un po' in imbarazzo, mentre Lou, naturalmente, no. -El, lei è la mia migliore amica, si può dire un'altra sorella, come se le altre quattro non bastassero...- e cominciò a ridere, io e El ci guardammo e trattenemmo, con scarsi risultati, le risate. -Beh, Lou, sei indietro! Devi sapere che io ed El ci siamo già conosciuto, vero? A proposito, ti posso chiamare El?-.

-Sì, beh, certo che mi puoi chiamare El. Mi dispiace per prima, non volevo sbucare dalla finestra, ma..- l'abbracciai -Tutto a posto bellezza! Ti capisco, ogni tanto Niall mette paura- e aprii la bocca quel tanto che bastava a mostrare la mia lingua che spuntava da in mezzo alle arcate dei denti. -Eppure siete così...- stava per dirlo. Cazzo la dovevo fermare. Feci finta di inciampare, il che non fu un problema dato che cadevo sempre, ovunque, anche da seduta. Cascai su Eleanor che perse l'equilibrio e rovinò sull'erba. -Scusa!- dissi mentre mi alzavo e le tendevo la mano per aiutarla -Torno subito!- presi e me ne andai. Il giardino di Louis aveva un cancello di legno che portava in un enorme terreno. Lì c'erano una decina di alberi altissimi e nel mezzo delle amache, due tavoli abbastanza grandi e altri due da picnic, qualche sedia sparsa di qua e di là. Poi c'era la mia parte preferita: una conca circondata di sassi dove facevamo il falò d'estate, probabilmente a Ferragosto l'avremmo utilizzato. Anche prima, volendo. Intorno alla buca c'erano cinque o sei cuscinoni enormi che io e Lou avevamo posizionato lì quattro, massimo cinque, giorni prima. Mi sdraiai a pancia in su su quello verde. Era sempre stato il mio preferito, era accanto a quello blu, rosso e bianco di Louis. Con il viso rivolto versa il cielo, pensavo. La volta celeste stava imbrunendo. Presi il cellulare in mano e lo fissai, le sette. Volevo solo tornare a casa, ma in fondo non mi andava. Non so più cosa voglio, che gioia! Niall.. beh lui è carino, sa essere dolce, oggi mi ha salvato, probabilmente per sempre, dal viscidume di quel tizio, ma ha tanti lati negativi. E' soggetto a repentini cambi d'umore, l'unica cosa che gli interessa e portarsi a letto la prima che capita, gli va di divertirsi. Non lo biasimo, anche a me piace vivere la vita, ma non mi porto a letto chiunque. E poi.. beh non so se in realtà mi sta prendendo solo per il culo. C'è bisogno di un parere femminile.

Digitai il numero di Cathleen e lasciai che squillasse, non mi rispondeva. Vabbeh, poco male, le avrei mandato un SMS. “Cathleen chiamami appena puoi.” ricominciai a fissare il cielo.

Io e Cathleen c'eravamo conosciute circa cinque mesi dopo che avevo fatto amicizia con Louis. Loro due si odiavano, ma io avevo fatto in modo che diventassero grandi amici e da allora anche lei divenne parte integrante della nostra grande famiglia. Subito dopo di lei era entrata a farne parte anche un'altra persona importantissima, Allison. Lei, invece, non sopportava Harry e il suo modo di... essere diversamente modesto. Anche tra loro riuscimmo a far appianare i rapporti, ma solo quando io e lui ci mettemmo insieme. Ancora oggi bisticciano un po', ma tentano di andare d'accordo il più possibile. Lee è un po' più alta di me, magra è ha i capelli castani che gli arrivano fino a sotto il seno. Ha gli occhi marroni, ma, quando sono al sole, si schiariscono. Ci sono periodi in cui cambiano a seconda del tempo o dell'umore. Alli ha i capelli tinti di rosso, lunghi anche lei fino sotto il seno. E' molto più alta di me, ha un gran bel fisico e gli occhi marroni come quelli di Lee. Ora erano entrambe in vacanza in Italia, io non mi ero aggregata, non mi andava di tornarci, non avevo ancora la forza di tornarci, di pensare a tutto quello che ci avevo lasciato. Mi chiedevo come quelle due bellissime ragazze potessero essere single. Sapevo solo che me l'ero trovate giuste, erano le mie uniche amiche femmine e anche loro vivevano la vita al massimo. Il che mi aveva fatto stare a mio agio sin dall'inizio. Stavo guardando il cielo, ma in realtà non lo stavo davvero vedendo. Appena ritornai con la testa sulla terra mi resi conto che era diventato color prugna con striature magenta tenue. -Cazzo!- esclamai tirandomi su con la schiena. Sentii una voce dietro di me. -Come siamo delicate!- era Liam. Mi voltai, mi porse il mio pacchetto da venti di Chesterfield. -Grazie mormorai non capendo. -Pensavo ti potessero servire, sai anche io vengo qui quando sono pensieroso o triste, ti capisco Berna.- era quello che amavo di Liam. Mi capiva anche senza dovermi per forza fare domande imbarazzanti o che mi mettessero in difficoltà. -Grazie Leehum- mi si sedette vicino, sul mio cuscinone, snobbando il suo blu con degli schizzi di vernice bianchi. Li avevamo dipinti insieme io, lui e Louis l'estate prima. Mi accesi la sigaretta e cominciammo a chiacchierare del più e del meno. -Ah, a proposito! Hanno chiamato Lee e Alli, ti cercavano- Liam aveva un debole per Lee, inutile dirlo, ma lui non si faceva avanti perchè non se la sentiva, ma continuava a snobbare l'invito di qualsiasi ragazza della scuola. -Ah, sì, beh avevo chiesto loro se mi potevano chiamare appena sarebbe stato possibile.- -Beh, andiamo a chiamarle, no?- -Quanto sei scemo! Chiamale tu e fatti passare Lee!- -Ma sei impazzita Berna?- e rise con le guance un po' rosse di vergogna. Gli presi la mano e me lo portai appresso verso il barbecue e gli altri. - Che cavolo fai Berna?- -Andiamo a fare il bagno!- dissi contenta. Lui guardò l'orologio -Ma..in realtà.. dovremmo mangiare..- lo fissai e pensai -Beh, ok, allora io mangerò col piatto sul bordo mentre sono in acqua- finii la frase compiaciuta della mia idea e mi fiondai in mezzo agli altri. Esposta la mia proposta, Louis, Eleanor e Harry optarono che fosse una buona idea. Così andammo tutti a cambiarci. -Lou! Io ed El ci cambiamo in camera tua e tu nel tuo bagno, ok?- -Certo! Mi dite quando avete finito così posso uscire!- entrò, con in mano il costume, in bagno e richiuse la porta.

Mi infilai il sotto del costume. Maledetto Harry, mi ci mancava che avessi solo questo a brasiliana in questa casa. Mi infilai anche il reggiseno mentre continuavo a maledirlo. -Amanda, posso farti una domanda?- mi voltai verso Eleanor. Portava un costume nero semplice, sopra a fascia e sotto, con mio grande sollievo, a brasiliana. Ok, almeno non sono da sola. Aveva un gran bel fisico. -Certo- le dissi con un sorriso incoraggiante. Mentre parlava io cercavo le infradito per la stanza. -Tu e Lou da quanto vi conoscete? E come vi siete conosciuti?- me la sarei dovuta aspettare una domanda del genere. -Noi... allora, io arrivai qui da Roma circa quattro anni fa. Io ne avevo appena compiuti quattordici e aveva dovuto lasciare tutto quello che faceva parte della mia vita fino a allora. Per questo odiavo questa città. Lì in Italia avevo lasciato anche mio padre, sai lui è morto un anno prima che ci trasferissimo, ma è sempre con me.- presi fiato e ricacciai indietro le lacrime, non volevo far sentire in colpa Eleanor -Insomma, arrivata qui non avevo amici e io e lui ci odiavamo. Un giorno, però, venne a sapere che sono Italiana, così mi si avvicinò e mi chiese se, per piacere, potessimo dimenticare tutto, ricominciare da zero e se gli avessi potuto cucinare qualcosa. Optai per una pizza, la feci piccola e lui mi disse che per due non bastava. Poi, però, si accorse del mio corpo. Ero anoressica, mi abbracciò e gli occhi chiari gli divennero lucidi. Quella pizza non la toccai, ma so per certo che sia stata la più buona mai cucinata nel mondo perchè quel giorno io e lui diventammo fratelli. Mia madre l'anno scorso è partita per la Grecia col nuovo marito. Un tizio ricco sfondato. Al comune sono in affido a Louis finchè non compirò diciotto anni, quindi tra due mesi circa, ma non me ne frega nulla perchè resterà sempre qui a proteggermi, lo so.- finii di parlare col fiato corto, una buona dose di lacrime pronte a scendere giù. Mi accorsi che El aveva la sua mano sulla mia spalla ed aveva un'espressione che era un misto tra tristezza e compassione. Mi tirai su inarcando la schiena e asciugandomi sotto gli occhi. Sventolai le mani mentre tenevo la testa su e le lacrime ritornarono da ove erano venute. Mi alzai in piedi. -E' stata soddisfacente come risposta El?- le dissi sorridendo -C-certo- mi sorrise timidamente, io le tesi la mano, lei la strinse senza capire, inarcò il sopracciglio sinistro e mi fissò -Da oggi siamo amiche- le feci l'occhiolino e chiamai Louis, il quale uscì dal bagno e ci fissò. Cinsi la spalla di Eleanor col braccio destro. -Siamo amiche ora- lui si misi tra noi due e ci cinse le scapole con le braccia. -Le mie donne- e sorrise -Sembri un vecchio!. Dissi ridendo seguita da El.

Scendemmo in giardino e io mi buttai in acqua. Nella piscina c'erano Harry e Niall che ci aspettavano. Davanti a loro c'era la carne grigliata e cinque, sei bottiglie di birra Guinness. I “Signori Tomlinson” mi imitarono e si buttarono anche loro. -Si mangia!- mi misi tra Niall ed Harry perchè il mio piatto era lì. Presi la birra e ne bevvi un po'. Prima che potessi tagliare la salsiccia le mie orecchie vennero occupate. Contemporaneamente Niall ed Harry mi dissero -Amanda..- per poi guardarsi male e ricominciare, non credendo di avere avuto la stessa idea -Dobbiamo parlare...- detto questo si guardarono in cagnesco per un minuto o due. Poi i loro sguardi furono puntati su di me ed erano carichi di aspettative. Con chi avrei parlato per primo?

 

Oh, beh, scusatemi tanto, stavolta ci ho messo un'infinità di tempo a caricare il capitolo, ma tra compiti, genitori scassaballe, amici.. non ho avuto tempo, ma soprattutto la mia ispirazione era andata a farsi benedire. Comuuuunque, in questo capitolo entrano in gioco due nuove figure, si scopre qualcosa su Liam e si capisce meglio di Amanda. Non è finita qui, però, a parte la scelta che dovrà fare lei, scopriremo ancora qualcos'altro sul suo passato. Spero recensirete e che vi piacerà questa sottospecie di capitolo bitorzoluto. Ringrazio tantissimo chi mi segue, chi ha messo la storia tra i preferiti, tra le seguite, tra quelle da ricordare... chi ha recensito e chi recensirà. E... ringraziamento speciale, a Francesca senza la quale non pubblicherei i capitoli. Anche se non ci conosciamo di persona lei mi sprona a continuare questa FF, anche se non molti se la filano, lei è sempre lì a chiedermi del nuovo capitolo. Quanto amore *^*

Dunque, loro sono Cathleen e Allison. Allison è la ragazza della prima immagine e Cathleen della seconda.


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Spero di vedervi al prossimo capitolo.

Xoxo Mad.
 

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Capitolo 9
*** Capitolo ottavo. ***


Ovviamente con Harry. Mi voltai verso di lui. -Si, che c'è Harry?- i suoi occhi tradivano un misto di gratitudine e stupore. Davvero Harry non si aspettava che avrei scelto lui per parlare per primo? Poi mi ricordai del biondo e mi voltai verso di lui era incredulo -Beh, fa come ti pare. Io mangio.- e cominciò a divorare la carne. Mi girai nuovamente verso Harry. -Possiamo spostarci un po'?- mi chiese. Capivo che era per via di Niall, così acconsentii.

-Che cosa c'è?- tentavo ancora di tenere un tono distaccato, ma i suoi occhi mi facevano capire che era davvero, davvero, desolato per ciò che era accaduto. Se non fosse che eravamo in acqua, avrei quasi giurato stesse per piangere.

-Io.. insomma non volevo, non volevo che succedesse tutto quello che è successo e..- lo zittii -Senti Harry, non c'è problema, tutto come prima ok? Ho capito quali erano le tue intenzioni, ma hai sbagliato comunque non importa, davvero.- gli diedi un bacio sulla guancia in modo che capisse che era davvero acqua passata. -Senti, ma tu... ecco, ti piace Niall?- -No, scemo, lo sai che non lo sopporto!- mentre mi avvicinavo, nuotando, a Niall, mi fissai il polso. Il mio Hip Hop verde mela segnava un'ora improbabile ed ebbi un piccolo infarto. -Cazzuss!- e saltai fuori dalla piscina. -Berna? Che succede?- -Leehum accompagnami a casa! E' tardi, domani abbiamo scuola e io devo preparare tutto.- lo presi per un braccio e entrai in casa, poi ritornai sui miei passi. Cominciai ad agitare le mani -Divertitevi! Ci vediamo domani! Un bacio.- e tornai dentro. Notai che Liam stava salendo le scale -Che fai?- -Ti vado a prendere i vestiti, idiota, vuoi andare in giro così?- -Hai ragione- mi grattai la nuca all'attaccatura dei capelli-. Mi appoggiai al bracciolo del divano e aspettai che Liam scendesse di sotto. Come sempre, quando ero sola, sprofondai nel mio mondo spigoloso e pieno di pensieri. Bene, Eleanor ti ha visto che baciavi Niall, ma è anche possibile che, visto che eravamo nella penombra, non abbia capito bene cosa stava succedendo, no? Sì che ha capito babbuina, altrimenti perché sarebbe dovuta andar via a quella maniera? Mmm, questo ragionamento non fa una piega. Che cavolo, perché non capisco mai niente?

Liam arrivò in salone con la mia roba nella sua sacca nera dell'Adidas. -E' tutto qui Berna, dai su che torniamo a casa.-.

Uscimmo fuori e rimasi colpita da quanto fosse calda quella serata. Fuori nel giardino c'erano: la macchina sportiva di Harry, il SUV di Niall, la Mini a cinque porte di Liam e mancava quella di Louis, ma pensai che fosse in garage. Salimmo in auto e partimmo. Liam infilò nel lettore CD l'album di P!NK e passammo il viaggio a cantare tutte le canzoni che potevamo. Liam spense l'auto. -Insomma, insomma Berna. Domani ti passa a prendere uno di noi?- mi fissava mentre teneva un braccio appoggiato al finestrino aperto e una mano sullo schienale del mio sedile. -Perchè mai? Prendo e vado a piedi come tutti i giorni.- -Amanda, non voglio ti succeda di nuovo come è successo in palestra.- era preoccupato, sinceramente e mi faceva male.

-Mi so difendere Leehum- tentavo di mantenere salda la mia posizione, ma era difficilissimo.

-Domani ti passerà a prendere uno di noi e basta- il suo tono era stranamente deciso. -Va bene, ok- bofonchiai.

-Sembri mia sorella minore che fa i capricci- sorrideva beffardo alla sua stessa battuta.

-Taci Payne!- e cominciammo a ridere. Mi protesi verso di lui e gli diedi un bacio sulla guancia -Buonanotte Leehum, a domani- mi diede un bacio anche lui e mi augurò la buonanotte anche lui di rimando.

Entrata in casa sentii un bisogno immane di farmi una doccia così mi infilai in bagno e alzai la manopola dell'acqua sul getto freddo: la doccia calda non la sopportavo proprio. Mentre il getto continuava a scorrere giù, presi la biancheria e misi il costume a lavare e, finalmente, mi decisi ad lavarmi. La doccia durò pochissimo, roba di cinque minuti, il che era anomalo per una persona come me. Passavo le ore sotto l'acqua pungente a pensare e a cantare. Mi misi l'asciugamano intorno al corpo in modo che non cadesse al primo movimento e mi cominciai a frizionare i capelli per asciugarli, tanto, ormai, erano corti quindi non ci avrebbero messo molto a diventare asciutti.

Driiiiiiiiin. Non me ne importava granché riguardo al telefono che aveva cominciato a suonare come impazzito. Bene, tanto ora parte la segreteria telefonica. E così fu, la prima voce che risuonò fu la mia. “Ciao bella persona che mi chiama, segreteria telefonica di Amanda, se non rispondo è perchè non ci sono, sono occupata o sto dormendo, lasciate un messaggio, se volete. Baci!”, dal telefono si sentì partire il segnale acustico. Poi partì una voce. La voce che mai mi sarei aspettata di sentire, un tuffo al cuore e nel passato. Un peso sullo stomaco che man mano che passavo gli istanti diventava più pesante. Un male atroce al cuore, alla gola e uno scombussolamento non molto piacevole ovunque. Sentii le guance rigarsi e gli occhi farsi leggermente gonfi. Mi bruciavano e le lacrime erano calde. Mia madre. La donna che mi aveva abbandonato a diciassette anni, affidandomi al mio migliore amico. La donna che aveva preferito lifting e botulino in Grecia, piuttosto che invecchiare amata dalla figlia a Londra. Rabbia e rancore, era di quello che sapevano ora le mie lacrime.

Andai a rispondere al telefono, sperando che la mia voce non tradisse alcun tipo di emozione. -Pronto?-

-Ciao Amanda, sono la mamma- non mi è mai sembrato gli si addicesse molto quel termine.

-Ciao mamma, come stai?- non mi interessava realmente, ma non potevo certo essere scortese, erano quasi otto mesi che non chiamava e, ormai, la sua voce era quella di un'estranea. -Benone, qui me la passo alla grande, senti credo di aver lasciato le mie Chanel da qualche parte, potresti controllare?-. Mi stava chiamando solo per quello? Davvero? Non mi sentiva né vedeva da otto mesi e non si era nemmeno degnata di chiedermi come stavo, Dio se la odiavo in quel momento. -Carla- quello era il suo nome -Vaffanculo.- attaccai la cornetta verde del telefono e scoppiai a piangere, ma mi ripresi subito dopo. Mi asciugai le lacrime dicendomi che quella donna non meritava che stessi male per lei. Mi soffiai il naso e mi andai a prendere il caffè. Preparai la caffettiera. Era una di quelle italiane, quelle che il caffè lo fanno corto, non una brodaglia insensata, la prima volta che avevo bevuto quello londinese mi era sembrato di bere acqua sporca. Tre minuti dopo il caffè caldo stava scendendo dalla caffettiera alla tazzina bianca. Ci misi un cucchiaino e mezzo di zucchero. Lo bevvi d'un fiato e mi poggiai sul divano.

 

-Amanda? Cazzo ci sei?- eh? Aprii gli occhi, perché dalle finestre entrava la luce? Mi fissai il polso sinistro, il quadrante dell'Hip Hop segnava le sei e mezza. Okay, mi ero addormentata, ero nuda, ma non c'era problema, era ancora presto per fare tardi a scuola. -Amandaaa?- chi era di fuori bussava imperterrito. Mi alzai e corsi fino alla porta, da dietro lo spioncino notavo dei capelli biondi. Abbassai la maniglia e feci entrare Niall. -Scusami, ieri sera dovevo essermi addormentata sul divano...- cominciai -Senza vestiti oltretutto- Niall aveva concluso la mia frase e io mi fissai allo specchio accanto all'appendiabiti: ero ancora in asciugamano. Bene!

-Sì, beh, immagino tu sia qui per portarmi a scuola..- Perché sei nervosa?lui si era accorto del mio nervosismo -Non pensavo di farti questo effetto!- e sorrise compiaciuto. -Non mi fai nessun effetto. Vuoi un caffè?- chiesi mentre entravamo in cucina. Lui si sedette, io no, ero ancora nuda e preferivo non rischiare che tutto l'ambaradan uscisse fuori. - Non lo voglio quella sottospecie di veleno!- -Te ne faccio uno schifosissimo come ti piace a te, okay?-. Preparai la bevanda e gliela misi nella tazza verde bosco che troneggiava nella vetrina insieme alle altre, tutte verdi, ma in diverse sfumature.

-Io mi vado a vestire, fai come vuoi, ma non rovistare- mi voltai sorridendo, ma lo vidi cupo. -Che c'è Niall?- mi fissò con i suoi occhi azzurri. -Non mi hai dato nemmeno un bacio, cara- -Quanto sei stupido?- gliene diedi uno su una guancia e mi avviai verso le scale per arrivare in camera mia. Mi trattenne per un polso. -No, hai sbagliato mira.- detto questo mi baciò appassionatamente, mi staccai di pochissimo, quel tanto che bastava per parlare. -Lasciami- mi baciò di nuovo e io nuovamente gli dissi di lasciarmi -Dillo più convinta e ti lascerò stare- lo baciai e mi staccai. -Vado a vestirmi sbruffone- gli feci al linguaccia e me ne andai. Trovai l'intimo ancora lì sul lenzuolo del letto. Mutandine nere e reggiseno nero. Mi infilai i jeans lunghi, neri , le Nike Blazer nere e una canottiera bianca col golfino nero. Mi pettinai i capelli e scesi e trovai Niall che mi aspettava. Afferrai la borsa bianca e uscimmo. Mi piantai davanti alla portiera dalla parte del conducente. -Hai sbagliato entrata, principessa.- aveva ricominciato a chiamarmi principessa? -Smettila di chiamarmi principessa e smettila di baciarmi- pianta i miei occhi nel suoi, ero decisa a non mollare, non volevo finire con quel bellissimo... No! Stupidissimo individuo! -Dimmi che non ti piace quando ti bacio- aveva un sorriso beffardo di chi sa che l'avrà vinta. Resistessi e mantenni alto lo sguardo -Non mi piaceranno finché...- l'occhio mi cade sull'Hip Hop, vidi l'ora. -Niall muoviti è tardi!- mi fiondai dall'altro lato dell'auto e mi accasciai sul sedile del SUV. -Insomma, dicevi, finché?- intanto eravamo partiti. Di tutta risposta accesi la radio e cominciai a cantare Last Friday Night. Abbassò il volume al minimo -Se pensi che tu non dovrai rispondermi, pensi male- e rialzò il volume facendo girare la manopola rotonda della radio Pioneer.

Arrivati nel cortile della scuola, salutai tutti quanti. -Holaaaa!!!!- urlai. -Dio santo, ma mi vuoi spiegare una buona volta come fai ad essere così sveglia di prima mattina?- era Zayn che si stava concentrando per carpire il mio segreto. -Non era così sveglia stamattina era nu...- tappai la bocca di Niall e tentai di rimediare -Era nuvoloso e quindi... mi fa venire sonno, cioè il fatto che il tempo è nuvoloso..- ero tutta rossa e Niall stava ridendo come un matto, era diventato tutto osso e si era dovuto togliere il cappello rosso dalla testa perché sarebbe caduto a terra. -Che nascondete voi due?- lo sguardo indagatore dei suoi occhi color cielo era disarmante -Niente, Lou! Lo sai che è stupido e ride per niente!- assestai una gomitata nello stomaco di Niall e lui smise di ridere. Suonò la campanella. Prima ora matematica, la condividevo con Zayn e Alli, ma Alli non c'era quindi... -Ciao bella gente, come ve la passate?- urlai -Benissimo Man, la prof non c'è, noi andiamo in cortile a fumarci una sigaretta, te e Zayn che fate?- guardai Zayn che con la sua faccia faceva intendere: fai come vuoi. -George noi, forse, vi raggiungiamo tra un po'- detto questo tutti si defilarono. Io buttai la borsa su un banco a caso e mi sedetti sopra la cattedra, in silenzio.

-Che hai stamattina Man? Sei euforica come al solito, ma non abbastanza da dire che è tutto a posto- mi guardava con i suoi occhi marroni, ora erano diventati nocciola chiaro.

Era questo che amavo di Zayn, tutte le ragazze gli andavano dietro per il fisico, i capelli, il bell'aspetto. Io no, io amavo il suo sorriso quando ero triste e i suoi occhi che cambiavano colore e amavo, più di ogni altra cosa, la sua dolcezza e la sua comprensione infinite. C'era molto di più dietro al ragazzo figo e basta e, anche se non l'aveva detto lo sapevamo noi amici, lui si sarebbe messo con una ragazza che l'avrebbe apprezzato per quello che era dentro.

-Perché Zayn cosa te lo fa pensare?- tentavo di mantenere un tono distaccato, ma era complicato.

-Tu e Niall state molto più tempo insieme del solito- se avessi avuto dell'acqua in bocca l'avrei sicuramente sputata.

-Certo, mi lasciate tutte le mansione che deve sbrigare anche lui e stamattina mi ci avete mandato Niall a casa a prendermi!- in effetti, sarebbe potuto venire uno di loro.

-Con calma, l'ha detto lui che sarebbe venuto per portarti a scuola- ne avevo abbastanza per quella mattina. -Zayn, non lo so okay?- forse non avrei dovuto usare quel tono di voce, ma ero davvero stufa, tra me e Niall non c'era niente, stavamo solo giocando, forse...

-Tu gli interessi, ne sono certo, ma a te lui interessa?- o certo! Mi ci mancava che Zayn si metteva a fare Cupido! Non mi interessa Niall, punto. Ceeerto! Perché non posso andare d'accordo nemmeno con la mia testa? -Cosa ti fa pensare che gli interessi? A me di lui non può importar di meno- mi alzai e andai a prendere la borsa, estrassi il mio pacchetto da venti di Chesterfield blu, nuovo, appena comprato. -Andiamo fuori a fumarci una sigaretta Man, smettiamola di discutere- mi cinse una spalla col braccio e mi portò fuori dall'aula. -Se ti può interessare Miss non-me-ne-frega-nulla-del-biondino, lui non si porta una ragazza a casa da quando l'hai rifiutato.- lo fissai sconcertata, ma poi ripresi il mio solito contegno -Starà cercando di capire se l'ho rifiutato perché c'è qualcosa che non funziona.- Zayn mi fissò, assimilò e cominciò a ridere, seguita da me che ridevo più per come si stava contorcendo lui, che per altro.

Finì quell'ora, come quelle due successive e, finalmente, arrivò il pranzo. Presi u vassoio e ci buttai sopra le posate e due tovaglioli. Il mio stomaco era chiuso ermeticamente e pesava un quintale da vuoto, ma dovevo mangiare qualcosa -Amanda! Cosa vuoi di buono oggi?- era la cuoca, Fiona, -Fiona, dammi un po' di insalata per piacere- prese la vaschetta trasparente e me la poggiò sul vassoio -Nient'altro?- -Niente grazie, a domani!- presi un bottiglietta d'acqua frizzante dal frigo e mi avvicinai al tavolo dov'erano già seduti i ragazzi. Naturalmente, l'unico posto libero era vicino a Niall. Prendevamo sempre il tavolo da sei quando mancavano Leen e Alli. -Mangi solo quello piccola?- mi chiese Harry mentre cospargeva di ketchup le patatine fritte. -Non ho molta fame oggi, ho lo stomaco chiuso.- a questa mia affermazione Louis alzò lo sguardo e mi fissò -Non mi devo preoccupare Man, vero?- mi fissava con le sue iridi color cielo, era seduto di fronte a me. Sorrisi tentando di rassicurarlo -Lou, certo che non ti devi preoccupare!- non era convinto e si vedeva, era scuro in viso -Neanche ieri sera hai mangiato nulla...- aveva ragione e non me n'ero nemmeno resa conto. Bevvi un po' d'acqua -Certo Berna, le cose sono tre: o non hai fame o stai ricominciando come tre anni fa o sei innamorata- a quest'affermazione l'acqua mi andò di traverso facendomi strozzare. -Leehum come ti passa anche solo per l'anticamera del cervello? Lo sai che non mi piace nessuno!-cominciai a mangiare la mia insalata con foga e tutti mi imitarono. Mentre riportavamo i vassoi Niall disse a Liam: -Liam mi devi aiutare con tedesco, sono incapace.- buttò il contenuto del vassoio nel cestino e lo posò nella pila apposita. -Niall sono un incapace anche io, già è tanto se riesco a prendere sei, come vuoi che riesca ad aiutarti??- anche lui imitò Niall e così feci anche io.

-Ti possono dare una mano Louis o Harry- e indicò i due che stavamo facendo ciò che noi avevamo già fatto. -Eh? Qualsiasi cosa riguardi me a casa oggi è vietata, io sto con Eleanor.- Liam si girò speranzoso verso Harry -No, cari, oggi devo andare a riprendere Leen ed Alli all'aeroporto. Ricordatevi che vi aspettiamo al ristorante alle otto, il tempo di mettere a posto le valigie.- bene! Mi ero scordata che le mie migliori amiche stavano tornando e anche della cena! -Niall ti aiuterei io, ma lo sai che tedesco non l'ho scelta come materia!- Zayn aveva fatto meglio di tutti: si era scelto solo i corsi in cui era veramente bravo e gli altri li aveva snobbati. Io continuavo a camminare imperterrita e nessuno si era accorto di me. Ci dirigemmo tutti verso classi diverse. Un'ultima ora e avremmo finito. Altri due giorni e la tortura sarebbe terminata.

 

Ci incontrammo tutti fuori al parcheggio. -Bene ragazzi, ci si vede stasera al ristorante!- me ne stavo andando verso la fermata del bus, ma Louis mi trattenne. -Ti ci porto io a casa!- ancora con quella storia? Erano monotoni. -Vaa bene-. Eravamo quasi fuori casa mia. -Amanda?- perché mi chiamava per nome? -Sì Lou?- -Per caso, ma puro caso eh, ti sei innamorata?- ma che razza di domande erano? -No! E ora vado!- gli schioccai un bacio, poi ci ripensai -Che mi devo mettere stasera?- lui ci rifletté qualche secondo -Il vestitino nero- gli diedi un altro bacio -Grazie Lou, ciao!-

erano le quattro del pomeriggio e faceva caldo, ma di stare a casa proprio non ne avevo voglia. Mi infilai i calzoncini, la canottiera e le L.A. Trainer. Sarei andata in palestra. Il tempo di riempire la bottiglietta.. DIN DLON -Dio santissimo!- sussurrai tra me e me -Chi è?- chiesi a chi aveva suonato -Io!- certo, non ci sarei arrivata! Guardai dallo spioncino: Niall, ancora? Aprii l'uscio. -Ti sei cambiata per me?- quant'era stupido -No, volevo andare a fare pales...- non mi fece finire mi baciò e mise la sua mano all'attaccatura dei miei capelli e io lo imitai, ma poi mi staccai e me ne andai in cucina -Mi lasci così? Sei cattiva!- ah, beh, io ero cattiva, ma lui aveva l'Alzheimer, come me tre secondi prima, ma io me n'ero ricordata. -Che ti ho detto stamattina Horan?- tappai la bottiglietta e la infilai nella sacca nera dell'Adidas. -Te ne vai?- era ovvio, ma non gli risposi, mi misi in cerca delle chiavi di casa. -Che mi hai detto stamattina?- si aspettava che rispondessi? -Ah, già, del fatto che non mi avresti baciato finché... finché?- ora si era piantato tra me e la credenza dove cercavo il mazzo di chiavi. -Arrivaci da solo al finché e ora lasciami stare.- tentai di scostarlo, ma non ci riuscii, mi prese il volto tra le mani e mi ribaciò, non potevo muovermi così serrai le labbra. -Fai così insomma.. mi vuoi dire finché cosa?- mi staccai che ribollivo di rabbia. -Finché impari a fare meno lo sbruffone, il troppo sicuro di se stesso, finché non capisco che cazzo vuoi da me- quell'ultima cosa forse non avrei dovuto dirla.

-Io, io, sono diventato dipendente dalle tue labbra, ma tu per me non sei....-

 

 

 

Salve bamboline come state?

Mi dispiace aver caricato così in ritardo il capitolo, ma ho davvero poco tempo e poca ispirazione. Vi ho lasciato un po' sulle spine con il finale di questo capitolo, vi dico solo che non tutto è come ciò che sembra di essere. Un'enooorme indizio!

E adesso, passiamo ai ringraziamenti (si sente Fiorello dopo lo show(?)).

Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare... ringrazio tanto chi perde tanto tempo a recensire la storia perchè ogni volta che leggo una recensione sono felice perché vuol dire che ciò che scrivo non fa proprio schifo!

Questo capitolo... me lo immaginavo diverso, mi fa un po' schifo e non mi piace particolarmente, tenterò di rifarmi al più presto.

Ciao bellissime!

Baci, Mad.

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Capitolo 10
*** Capitolo nono. ***


L'aveva detto? L'aveva detto davvero? L'aveva detto davvero davvero?

Era seduto, accasciato più che altro, sulla prima sedia che aveva trovato e guardava un punto indefinito del muro color pesca della cucina. Io non credevo a ciò che avevo appena sentito e non sapevo come reagire. Tra i muri di quella stanza, ancora rimbombavano le sue parole -Ma tu … tu non sei come tutte le altre e io non so se sarei capace di trattarti diversamente, non voglio che tu sia un gioco per me, ma non so se sarei capace di fare altrimenti.- poi si era accasciato nella posizione in cui in quel momento era immobile. Mi aveva lasciato da sbrogliare quel dilemma come un sentiero impervio e spigoloso. Mi aveva lasciato da fare tutto a me, da pensare, da rimuginare, da arrovellarmi e da rispondere. Risposi con una domanda a ciò che mi aveva detto perché nel mio cervello quello c'era e niente più. -Quindi..?- alzò lo sguardo e mi fissò, indeciso se essere sorpreso dalla mia risposta o dal fatto che gli avessi risposto in sé. -Che vuol dire?- aveva la voce rauca. Era perfetto in controluce, con il fascio dei raggi di sole che gli attraversavano i capelli biondi. Mi appoggiai al ripiano del lavandino, cercando un po' di coraggio. -Quindi cosa vuoi fare ora?- alzai la testa e lo fissai. Mi piaceva? Stavo pensando la cosa giusta? Era lui quello per me? Era lui quello con cui volevo camminare mano nella mano, festeggiare i miei diciotto anni e fare tante altre cose? Tante domande, una sola risposta. Sì.

-Non lo so, non voglio farti soffrire, ma non posso più stare senza te. Sei la mia droga, ormai- si alzò in piedi, aprì la finestra e indicò il cielo -Ormai sei questo e molto di più, ma proprio per questo, non so se possiamo stare insieme, non so se sarei capace di non farti soffrire.- una lacrima mi rigò la guancia e si fermò accanto alla bocca, ma non volevo raccoglierla. -Vedi? Già ti faccio piangere, me ne vado. A stasera- se ne stava andando e io non riuscivo a staccarmi dal lavandino, era diventato un arto fondamentale nel mio corpo. -Niall...- mi voltai verso di lui, volevo che vedesse i miei occhi, ma, in qualche modo, non trovai il coraggio di dirglielo. -A stasera Amanda.- uscì dalla porta e sentii la portiera del SUV sbattere un minuto dopo. Mi affacciai alla finestra, stava dentro la macchina che si teneva la fronte con una mano e il gomito poggiato sul finestrino, l'altra teneva il volante anche se l'auto era spenta. Aveva gli occhi rossi e notai un piccolo movimento della lingua verso l'angolo sinistro del labbro superiore. Si stava raccogliendo una lacrima. Istintivamente, mi toccai dove prima c'era la mia, ma ora, ce n'erano molte di più e sapevano tutte d'amore.

Appena vidi il SUV svoltare l'angolo e non giunse più alle mie orecchie il rumore del suo motore, scivolai a terra e piansi finché le lacrime non finirono.

 

A quel punto i miei occhi erano gonfi e la pelle delle mi guance mi tirava a causa delle lacrime, tutte asciutte ormai, che mi circondavano gli zigomi, che si erano fermate agli angoli della bocca, che erano a metà della guancia...

feci cadere pigramente e svogliatamente l'occhio sull'orologio. Le cinque e tre quarti. Per quanto avevo pianto? Quanto tempo era passato da quando Niall era andato via? Non lo sapevo. Mi erano parsi solo attimi interminabili e che superavano le soglie della logica spazio-temporale. Per quanto sarei rimasta lì a terra, però, lo sapevo: tutta la vita, se non fosse stato per Harry. Avevo lasciato l'iPhone nella sacca dell'Adidas e ora squillava ininterrottamente. Mi alzai sfiancata da terra e mi diressi verso il tavolo. Sullo schermo c'era la mia foto con Harry e la linea rossa per declinare la chiamata e quella verde per accettarla. -Pronto?- tentavo di non far sentire il mio naso tappato e la mia inquietudine interiore. -Piccola! Ho una sorpresa per te!- Harry era insolitamente elettrizzato, non accadeva mai se non al suo compleanno o a quello di uno di noi, in discoteca o in pochissime altre occasioni. -Davvero? Cosa?- sapevo già cosa mi avrebbe risposto, infatti i miei pensieri precedevano di qualche attimo ciò che lui poi ripeteva -Se te lo dicessi non sarebbe più tale- -Oh beh, hai ragione.- finsi di essere delusa dalla sua non-risposta -Se aspetti mezz'ora te la porto a casa.- l'ultima cosa che volevo era vedere gente, ma tanto la sera ci sarebbe stata la cena e il risultato sarebbe stato lo stesso. -Okay, ti...vi aspetto!- ci salutammo e terminò la chiamata. Stavo per salire le scale per andarmene in camera mia, quando mi cadde l'occhio sul telefono fisso di casa. Mamma. Mi ero scordata di lei. A quanto pareva, era diventata davvero una parte superflua della mia esistenza. Distolsi lo sguardo dall'apparecchio verde e salii le scale.

Vorrei solo passare stanotte e domani su questo letto, sdraiata, a fissare il soffitto e trovare una via di fuga. La dura verità è che dovrò scendere di sotto ad aprire la porta ad Harry e alla sua sorpresa, appena suonerà il campanello. Mi dovrò preparare e andare a cena fuori, in compagnia di tutti, compreso Niall. Non contenti, tutti opteranno per la discoteca e io, per non essere additata come la guastafeste, dovrò andarci. Così l'idea del letto si potrà affacciare alla mia mente offuscata, probabilmente, dall'alcool solo domani mattina alle sei o sette. Che gioia! Meglio che mi metta a cercare il vestitino nero che ha detto Lou, va. Così, mi misi a cercare nell'armadio e a spostare tutte le stampelle verso destra. Dopo circa cinque minuti, riuscii a scovare l'abito e, tra le miriadi di scatole di scarpe, mi misi a cercare quelle più adatte. In quel momento Harry suonò al campanello. -Eccomi!- urlai, anche se non mi avrebbe sentito, sicuramente. Scesi le scale di corsa e andai ad aprire la porta. Harry mi salutò senza entrare in casa -Saalve piccola.- lo guardai inclinando la testa, senza ben capire che cosa diavolo stesse facendo fuori della porta.

-Saalve Styles, perché non entri?- ci pensò su, ma non fece in tempo a trovare una risposta adeguata, Leen e Alli sbucarono da dietro Harry e mi si buttarono al collo. -Maaaaaaaaaaaaaaaan! Ci sei mancata tantissimo!- stavo respirando a fatica -G-grazie ragazze, anche voi, ma... sto..ehm... soffocando!- mi lasciarono e io feci entrare tutti e tre. -Non ci offri niente Man?-

Leen mi aveva spiazzata. Non volevo entrare in cucina, non dopo ciò che era successo, avevo paura che dalle pareti rimbombasse ancora il rumore delle parole di Niall, ma mi feci coraggio ed entrai nella stanza. -Hai ragione! Che volete microbe?- Alli mi fissò -Un caffè, anzi, come dici tu, dell'acqua sporca!- e mi sorrise, ricambiai non molto convinta -Fanne due!- mi urlò Harry -No tre!- Leen si era già seduta al tavolo centrale della cucina. -Bene, mi avete preso per una barista?- si misero a ridere -Non fate ridere- mi girai e feci loro la linguaccia. Mi misi a fare il caffè anche per me, quello italiano però. Aggirai il bancone da bar e mi diressi verso il tavolo. Poggiai il vassoio con le tre tazze e la tazzina piccola. Tutti ne presero una e ci misero la quantità di zucchero desiderata. Mi accorsi che Harry stava bevendo dalla tazza che aveva usato Niall la mattina. Mi prese un groppo al cuore, ma feci finta di niente. -Insomma com'è l'Italia per due londinesi?- Leen poggiò la tazza sul tavolo. -Bellissima e poi li fa un caldo bestiale! Roma è stupenda e poi i ragazzi lì sono proprio belli!- mi misi a ridere -Beate voi che ne avete incontrati. E' difficilissimo trovarne di 'proprio belli', ma ce ne sono, devo ammetterlo. Sì, Roma è proprio un bel posto, mi manca un po'- abbassai lo sguardo sulla tazzina di caffè, ormai svuotata del suo contenuto, che ancora era stretta tra le mie mani. Harry finì il resto del caffè in un sorso -Bene ragazze, vi porto le valigie dentro e poi me ne vado che mi preparo per stasera, a dopo, tanto le chiavi per portare la roba dentro le ho. Ciao piccola, ciao Leen, ciao Alli!- gli urlammo un 'Ciao Styles' in coro e io mi diressi verso le scale. -Ho capito che Harry ci porta dentro i bagagli, ma almeno a portarli su ci possiamo pensare noi!- Leen e Alli si erano fermate dinnanzi la porta d'entrata e così feci dietrofront e mi ci diressi anche io. Dopo tre minuti Harry ci lasciò le valigie e si dileguò, noi raccogliemmo tutto e salimmo al piano superiore. Loro buttarono le valigie nella mia stanza e io mi misi a gambe incrociate sul letto. Cathleen e Allison già avevano raggiunto la maggiore età e si erano trasferite da me da circa un mese. -Dopo riportate tutto nelle vostre camere vero gnome?- si voltarono e Alli mi rispose: -Certo nana- le tirai un cuscino e lei me lo tirò indietro. Mi accasciai su di esso stando attenta al vestito steso sul materasso. -Ti metti quello stasera?- -Sì Alli, Lou mi ha detto di infilarmi questo, quindi... - -Quindi lo prendiamo come un invito alla discoteca dopo.- annuii con la testa, anche se l'idea non mi allettava molto. Alli mi si avvicinò e così fece anche Leen, la prima mi toccò la fronte e l'altra mi fissava preoccupata. -Leen, non ha la febbre...- alzai lo sguardo -Ma che state dicendo?- Alli mi si sedette accanto -Non ti abbiamo mai vista così giù e non annuisci e basta quando i parla di discoteca-. Va bene, avrei dovuto vuotare il sacco altrimenti mi avrebbero fatto il terzo grado.

Cominciai a raccontare tutto. Spiegare bene e, man mano che andavo avanti, i loro sguardi erano sempre più sconvolti. -Niall? Niall Horan?- Leen mi fissava scandalizzata. In effetti io e lui non ci eravamo mai filati più di tanto e lo stupore era comprensibile. -Sì....Già, lui.- ci guardammo tutte e tre e decidemmo, silenziosamente, che era ora di prepararsi. Mi rimisi alla ricerca delle scarpe e Leen del suo vestito nella valigia, Alli si stava facendo la doccia. Tirai fuori una pila di scatole e le aprii una per volta. No, no, no. Nemmeno, dove cazzo sono finite? Dio mio. Aprii la decima e ci trovai dentro un paio di scarpe non mie. Le Chanel di mamma. -Leen!- mi voltai con una delle due scarpe in mano -ti piacciono?- mi guardò perplessa e poi annuì -Certo che mi piacciono! Sono delle Chanel fantastiche che costano una bella barca di soldi!- gliele lanciai, una per volta, accanto -Tienitele!- mi guardò spesata. -Non sono mie, non so cosa ci facciano qui... e poi sono troppo larghe per me.- Leen ne raccolse una e fissò il tacco -Grazie Man!- -Niente patata.-

alla fine trovai anche le mie scarpe e, quando finalmente fummo tutte pronte, ci fiondammo in salone. Aspettavamo che Louis ci venisse a prendere. Dopo un po' qualcuno bussò alla porta. -Eccomi!- aprii la porta e mi trovai di fronte Liam. -Lou passava a prendere El, così sono passato io- e sorrise. -Leehum!- gli schioccai un bacio sulla guancia. -Liam!! come stai?- Alli e Leen lo salutarono e lui sorrise imbarazzato. Dovevo trovare il modo di capire se a Leen interessasse Liam. -Bene! Sì va!- presi la pochette di Prada e chiusi la porta di casa. Io mi sedetti dietro con Alli e Liam e Leen stavamo davanti. Liam accese la radio e partì il CD di p!nk fermo ancora a quando l'avevamo sentito insieme. -DON'T BE FANCY JUST GET DANCY, WHY SO SERIOUS?- urlai e tutti mi fissarono per poi cominciare a ridere.

 

Il ristorante era un bel posto. L'atmosfera accogliente dava una parvenza di casa. Vidi Niall nel giardino che camminava su e giù parlando al telefono. Dovevo affrontarlo, così prelevai le sigarette dalla pochette e mi dileguai -Ragazzi vado a fumarmi una sigaretta, a tra poco!- -Okay tanto il tavolo lo sai qual è no?- annuii mi diressi verso l'uscita del ristorante. Il cielo era poco più che arancione e c'erano delle piccolissime striature rosse o viola. Era estate. Intravidi i capelli biondi di Niall e mi incamminai verso quella direzione. Tirai fuori dal pacchetto una sigaretta e l'accendino che mi aveva regalato Lou. Mi poggiai col sedere al muretto, il più vicino possibile a Niall. -Sì, come vuoi Chris. Ciao.- sempre lui, sempre quello della volta che abbiamo dormito insieme. Che gli avrà detto Niall stavolta? Infilò l'iPhone nella tasca e cominciò a camminare verso la porta. L'entrata era accanto a me, quindi quando alzò lo sguardo mi vide. -Ciao Amanda- esalò fermandosi, aveva le mani nelle tasche dei Jeans neri, la maglia bianca faceva risaltare il suo fisico.

-Ciao Niall- mi preparai a dire tutto d'un fiato il mio discorso che, però, risultava un'impresa ardua. Mi spiazzò quando cominciò lui -Riguardo a oggi, sappi che lotterò per te, per me, per noi.- mi fece venire le lacrime agli occhi il modo in cui lo disse. Così cominciai a parlare dando sfogo a ciò che voleva dire il mio cuore. -Niall, anch'io voglio lottare. La lacrima che hai visto oggi era una lacrima di gioia. Volevo spiegarti tutto, ma mi risultava difficile, non sono mai stata brava con le parole. Devo ammettere, però, che dopo ho pianto davvero. Mi sono affacciata alla finestra e ti ho visto nell'auto e tutto mi ha fatto male. Niall, ti prometto che d'ora in poi lotterò per noi, perché se non ci possiamo amare ora, qui, adesso, per tutta la vita e anche dopo, ti prometto che ci ameremo ora, adesso e per tutta la vita in un altro universo perché quando due persone, come lo siamo noi, sono destinate ad amarsi, da qualche parte ci riusciranno.- ormai il mio viso era solcato da piccolissime righe di lacrime che, però, non mi ero nemmeno accorta stessero scendendo. -Posso cambiare per te, ma tu sarai paziente?- mi prese le mani, ormai il mozzicone di sigaretta era a terra -Sì.- e mi baciò. Il primo bacio che ci davamo non rubato, non voluto da solo uno di noi, non dato per gioco o per stuzzicare. Un bacio com'è giusto che sia.

 

 

Saaalve! Scusatemi, mi prostro in ginocchio dinnanzi a voi per chiedervi scusa del ritardo.

Ci ho messo tanto perché tenevo davvero molto a questo capitolo e così l'ho pensato e poi l'ho scritto mettendoci tutte le emozioni che ho provato scrivendolo.

Sono 2514 parole. Spero di riuscirvi a farvele capire anche a voi attraverso ciò che ho scritto. Giuro che il prossimo sarà scritto e pubblicato il più presto possibile, ma, come sapete, causa compiti non posso darmi una data di scadenza (sono uno yogurt!).

ED ORA I RINGRAZIAMENTI *voce del presentatore di Xfactor* Ringrazio chi ha recensito enormemente perché il mio obiettivo era quello: poter capire cosa ne pensate, quindi Grazie mille! Ringrazio chi ha messo la storia tra preferite/seguite/ricordate...

Spero recensirete e che questo capitolo vi piaccia!

Baci, Mad.

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Capitolo 11
*** Capitolo decimo. ***


Quel bacio durò a lungo, tanto da farmi pensare che una volta sciolto ci saremmo trovati nell'oscurità invece che al tramonto. Il venticello fresco che si era alzato mi carezzava le guance, gli occhi chiusi, il punto in cui le nostre bocche si incontravano. Era come se, da quando le nostre labbra si erano unite, non si potesse più dire dove finiva lui e dove cominciavo io, eravamo un tutt'uno e combaciavamo alla perfezione. Combaciavamo perché avevamo limato gli angoli che non ci rendevano compatibili. Niall si staccò da me dolcemente per poi subito darmi un bacio a stampo -Principessa ti ci posso chiamare ora?- finsi di pensare e mi portai l'indice e il pollice al mento -Non so...- gli feci la linguaccia e sorrisi. Mi fissò, fece pendere la testa da un lato e continuò a fissarmi, lo guardavo incuriosita, ma non parlavo, ero ancora ubriaca d'amore e le parole erano impastate al mio sorriso. -Sei... bellissima.- gli presi la mano -Smettila, ti preferivo quasi quando eri rude- risi -Grazie comunque- gli diedi un bacio a stampo e poi gli lasciai la mano. -Io vado dentro, ho un certo languorino- e mi massaggiai la pancia facendo movimenti teatrali circolari. Niall mi seguì ed insieme varcammo la porta del ristorante. Il clima era accogliente e c'erano altre tre famiglie oltre a noi, un ragazzo ed una ragazza che parlavano animatamente e cinque amici che litigavano su chi dovesse mangiare l'ultima patatina. Nessuno pareva essersi accorto che eravamo entrati nella sala, nessuno tranne i nostri amici. Liam si sbracciava per farmi segno di dove si fossero seduti. Si era accorto che non me ne sarei mai potuta ricordare, mi conosceva, non c'era dubbio. -Eccoci!- mi sedetti di fronte a Zayn e Alli, accanto a me c'erano Louis e Liam ed accanto a loro, rispettivamente, El e Leen, vicino a Zayn c'era Niall. -Insooomma si mangia!- dissi felice, forse troppo. Louis mi guardò e rise -Ma c'è un momento della giornata in cui non ridi?- -Magari quando dorme!- si intromise Zayn -No!- urlarono all'unisono Leen ed Alli, facendo girare mezzo ristorante -Man- cominciò Alli -Parla, si contorce, rotola e ride anche quando dorme. Quindi, no, fidatevi, forse fa meno casino se sta sveglia- Leen fece la sua faccia di chi è d'accordo e sorrise. -Smettetela di diffamarmi, non è affatto così!- finsi di difendermi, seppur sapessi che era la verità -Taci e mangia!- mi disse Louis mentre il cameriere portava le pizze e la bistecca, quest'ultima era per me. -Grazie Lou!- dissi baciandogli la guancia -Chiunque sa che non mangeresti mai la pizza londinese- -Ma nessuno avrebbe ordinato la bistecca non troppo alta con l'insalata solo verde accanto- -Hai ragione, sono facilmente sgamabile-.

Finimmo di mangiare tardissimo, ci mettemmo un'eternità e io avevo bisogno di parlare con Leen ad Alli, ma ancora non ero sicura se dir loro di Niall o meno. Forse dovevo aspettare di definire cos'eravamo ora io e lui. I ragazzi pagarono la cena dopo dieci minuti di litigata scaturita dal fatto che secondo noi ragazze era meglio pagare tutti insieme, ma nessuno ci diede retta e fecero come volevano, come se fosse stata una novità!

Usciti dal locale il cielo era blu, blu scuro, bello e rilassante, uniforme, ma decorato dai puntini chiarissimi delle stelle. Zayn mi diede una pacca sulla schiena -Ahi!- -Se tu stessi attenta a cosa diciamo, invece di guardare il cielo sarebbe meglio: non ti verrebbe il torcicollo e sapresti che devi venire in macchina con me, Leen, Alli e Liam- lo disse con la faccia da saputello che faceva quando scherzava -Ah, bene, mi fate fare il terzo incomodo- incrociai le braccia e aspettai una risposta -Niente effusioni in auto, promesso- mi fece l'occhiolino e mi precedette avviandosi verso la macchina. Quel ragazzo non era normale. -Arrivo!- urlai in risposta ad Allison che mi stata mandando addosso le peggiori maledizioni -La discoteca non va via!- dissi mentre salivo -Ma noi sì- Zayn accese l'auto e partì. Arrivammo alla discoteca dopo circa mezz'ora di guida da ubriaco di Zayn. -Mi dicono che sai guidare Malik!- -Tu non ce l'hai nemmeno la patente, idiota!- -Perché non ho ancora diciotto anni, babbuino- gli altri tre si lanciavano sguardi rassegnati sotto l'insegna enorme e luminosa con il nome della discoteca. La luce era bianca e il nome di buon auspicio, era la prima volta che ci andavamo 'Up all Night'. Sicuramente meglio di quella desolazione di discoteca dell'ultima volta, neanche riesco a ricordarmi il nome dalla tristezza che scaturiva quel posto. Questa mi dà una buona impressione. Harry era amico del buttafuori così ci fece entrare dalla porta dietro evitandoci una fila di minimo un'ora e tre quarti. La discoteca era grande e la pista ampia, c'erano delle scale che portavano ad un altro piano che s'affacciava sulla pista sottostante. Il tutto era coperto da una nebbiolina costituita da fumo di sigarette e fumo proveniente dalla postazione del dj.

 

Dalle mie palpebre socchiuse vedevo un gran fascio di luce, ma erano troppo pesanti per poterle aprire completamente. Le richiusi, ma qualcosa accanto a me si mosse. Okay, c'è la luce è giorno, ma ora voglio capire dove cazzo sono finita. Nella migliore delle ipotesi accanto a me ci saranno o Leen o Alli. Mi girai e feci uno sforzo immane per aprire anche di pochissimo gli occhi ed intravidi i capelli castani di Allison che facevano capolino da sotto il lenzuolo verde del letto di... Niall? -Alli?- la voce sembrava uscita dell'oltretomba, da sottoterra, ma non aveva nulla della mia. Fanculo, mi pulsano le tempie. -Mmm? Gnrngrnggrng- fu la sua risposta. -Che ci facciamo nel letto di Niall?- -Mgnmngejrnmansmndnengmngmnem- mi rispose, ma prima di riuscire a decifrare ciò che avrebbe voluto dirmi si tirò su seduta e mi guardò con gli occhi gonfi e neri di trucco -Non lo so, ma soprattutto...- ci guardammo e dicemmo all'unisono -Dov'è Cathleen?- -Magari sotto il letto- dissi con la bocca impastata dal sonno, consapevole del fatto che potesse essere davvero così. Infatti, Allison sporse la testa oltre la sponda del letto e guardò sotto -Non c'è ed è stata una pessima idea mettermi a testa in giù- si reggeva la fronte da un lato -Sei un genio- mi guardò storto. -Io vado giù a vedere chi è sveglio e poi magari mi infilo qualcosa nello stomaco- -Mmm- era tornata a mugugnare. Scendemmo le scale reggendoci al corrimano ed arrivammo in salone. Louis vagava per la stanza con la tazza di caffè in mano e il pigiama lungo blu e bianco che gli avevo regalato due anni prima. -Gior!- avrebbe voluto dire 'Buongiorno', ma non capivo se stava peggio di me e Alli o come noi. Zayn uscì dalla cucina che stava meglio di Louis e aveva in mano una ciambella, appena ci vide sorrise -Ciao ragazze- -Oh, finalmente uno che riesce a mettere in fila due parole- dissi allargando le braccia -Perché?- mi chiese, di tutta risposta mi girai verso Allison e tesi il braccio. Lei, sentendosi tirata in causa, mosse la mano per dire 'Ciao' e rimugugnò qualcosa di simile a quello di prima. -Ah capisco- se ne stava andando -Zayn?- si girò -Sì?- -Sai dov'è Niall?- -Ha detto che tornava per pranzo, ma dov'è di preciso non lo so- gli sorrisi -Grazie mille Jawi- mi guardò rendendo le palpebre due fessure -Non mi chiamare così- -Ti voglio bene anche io!- detto questo presi Allison per un braccio e la trascinai in cucina. -Salve a tutti!- davanti al lavandino c'era Liam che preparava altro caffè, sedute sugli sgabelli da bar c'erano El e Leen che ridevano. -Buongiorno Berna, buongiorno Alli- finalmente si decise a pronunciare una frase di senso compiuto -'Giorno Liam, mmmhh, mi faresti un caffè?- -Certo, arriva subito- Allison si sedette con le altre due e sprofondò nella conversazione. Mi avvicinai a Liam e presi la macchinetta per il mio caffè. -Perché io ed Alli eravamo nel letto di Niall?- mi guardò -Eravate talmente ubriache che a casa non potevate tornare, ma non sapevamo dove mettervi così, abbiamo messo te e Alli nel letto di Niall e Leen nel mio. Niall ha dormito per terra in camera con voi e io per terra in camera con Leen. Mentre lei mi ha ritrovato arrotolato nel sacco a pelo, voi non avete trovato l'irlandese- mi scrutò meglio -E, se te lo stai chiedendo, non so dove sia- dov'era finito? Ah boh. -Non mi interessa dove sia, cioè perché dovrebbe interessarmi? -

Seppur avessi provato a non sembrare più felice del solito, non c'ero riuscita. Per tutto il tragitto in macchina con Louis e le ragazze, avevo canticchiato e sorriso a me stessa senza motivo. Avevo risposto svogliatamente 'sì' e 'no' a tutti e, naturalmente, i miei migliori amici se n'erano accorti. Così, arrivati a casa mia, Lou, Leen ed Alli mi si piantarono davanti pretendendo, ovviamente, delle spiegazioni. -E' vero che sei sempre esuberante e non hai mai sonno e, anche se non è una cosa normale, ci siamo abituati, ma ora spiegami perché canticchi cose senza alcun senso e sorridi nei momenti più impensabili- li fissai, tentavo di tenere un'espressione ferma e impenetrabile, ma i miei occhi gioivano da soli, così mi arresi e mi accasciai sul divano mentre raccontavo tutto. Gli occhi di tutti e tre cambiavano espressione e, oserei dire, colore, ogni qual volta il racconto prendeva una via diversa o un risvolto sperato. -Così stai con Horan....- fu tutto quello che esalò Louis mentre si guardava le mani. Era seduto e la testa bassa a guardare le dita intrecciate, posate sulle sue ginocchia. Non sapevo cosa aspettarmi, mi avrebbe detto che era deluso o felice? Che non si aspettava che gli nascondessi tutto o mi sarebbe saltato al collo? Il mio migliore amico continuava a tacere come se si fosse chiuso in se stesso a mo' di riccio e non avesse ancora deciso se l'inverno fosse passato e fosse arrivato il tempo di uscire fuori e gironzolare. Nei suoi occhi, abbassati, ma non troppo, in modo che potessi guardare le sue iridi, mi parve di intravedere un lampo d'incertezza, un momento in cui lui non sapeva come comportarsi. Mentre io fissavo lui fissarsi i palmi delle mani, Leen ed Alli guardavano la scena lanciandosi di tanto in tanto sguardi preoccupati. Finché Louis non decise di rompere il silenzio ed il supplizio che ci stava uccidendo tutti. La tensione, il silenzio, si potevano tagliare col coltello. -Bene, sono contento- mi guardò e si sforzò di sorridere,ma capii quanto gli angoli della bocca gli pesassero -Lou...cosa c'è?- dissi fiaccamente, quasi senza fiato, mi aveva distrutto la bolla in cui galleggiavo dalla sera prima -Niente è solo che, sai com'è Niall... cioè credo tu lo sappia altrimenti non ti ci saresti messa...- lo interruppi -Non stiamo insieme e, so che è questo ciò che ti preoccupa, lo dirò ad Harry appena saprò cosa vuole farne Niall del nostro rapporto. Ora, se non vi dispiace, vi lascio che mi vado a cambiare. Non hai cambiato idea riguardo ad oggi vero?- mi fissò e stavolta sorrise, non sempre del tutto convinto, ma molto più rilassato -Certo! Voi cambiatevi, io vado a recuperare El che l'ho lasciata in balia di quegli idioti. Preparatevi per ogni evenienza, sarà una bella sorpresa- ci schioccò un bacio sulla fronte ciascuna e se ne andò.

Gli occhi di Alli e Leen brillavano quasi fossero i miei. Loro si erano lasciate da un po', mentre io, dopo Harry, non avevo avuto nessuno.

 

Ora anche solo la speranza di un nuovo amore mi faceva gioire il cuore che, però, non smetteva di essere pesante come un macigno. Io quel macigno non dovevo distruggerlo, dovevo semplicemente scalarlo e, sulla cima, capire di essere di nuovo nata, di essere stata ridata alla vita. Quel macigno rappresentava la mia malattia. Prima di conoscere i ragazzi era il doppio. Poi sono entrati loro a far parte della mia esistenza e qualche sassolino è caduto e se n'è andato, poi c'era stato Harry e lì è crollata qualche parete. Chi mi ha davvero aiutato a picconare quel sasso enorme erano state le mie migliori amiche, loro anche in quel momento, mentre gli brillavano gli occhi, non sapevano che mi avevano salvato. Che anche dopo averle conosciute stavo ritornando ad essere quella ragazza malata, ma poi piano, piano, hanno imparato che cos'era il mio cuore e l'hanno preso e aiutato a portare avanti, come se quel peso, per loro non fosse tale, come se volessero aiutami, anche senza esserne obbligate, a dividere il fardello. Quello che mi aveva davvero fatto abbandonare alla loro amicizia, invece di restare sulle mie, era stato proprio il loro modo di aiutarmi. Non mi avevano giudicato e, tanto meno, avevano guardato nella mia direzione con compassione. Forse anche un po' perché non dicevo loro del fatto che ci stavo ricadendo e, senza nemmeno essersene accorte, avevano preso quel peso sulla schiena. Ora, arrivata a quel punto, la montagna non era più da far sgretolare o da picconare, era da scalare. Ora avevo tutto: voglia di riscatto, amicizia, forse amore e, soprattutto, affetto, quello che mi era mancato dopo la morte di mio padre.

Mi infilai una canottiera, un paio di calzoncini e un paio di Nike Blazer, presi la borsa di Armani e urlai alle ragazze -Uscite da quella camera! Zayn ci è venuto a prendere con Liam! Sono qui sotto e mi hanno appena mandato un sms!- dopo la parola 'Liam' non c'era stato più bisogno di urlare, entrambe si erano gettate fuori dalla porta e ora si controllavano nello specchio del ballatoio. -Prendete le chiavi di casa, mi sembro vostra madre- Allison era ritornata in se stessa e tentava di placare gli animi miei e di Leen. Allison cercava il suo mazzo di chiavi. -Man ti vedo meno felice di come dovresti essere.- Cathleen mi guardava sembrando stesse facendomi la radiografia -Niall, non so dove sia.- -Ma vedrai che è da qualche parte a farti una sorpresa!- -Ovvio- mi grattai la nuca con la mano destra e sorrisi facendo pendere la testa dalla parte opposta. -Trovate!- Alli sventolava come un trofeo le chiavi con portachiavi annessi: una magliettina di plastica con scritto I love NY, un ciondolo con scritto Oasis e due gufetti che io e Leen le avevamo fatto per farla riprendere dopo un pessimo voto in non mi ricordo che materia. -Bene! Quei due continuano a chiamarmi!- spinsi il tasto per rifiutare la chiamata di Liam.

 

Il vento che entrava dal finestrino e mi sbatteva in faccia pungente, non era bastato a farmi svegliare, la guida di Zayn nemmeno, ma, ad una sua brusca frenata, avevo ripreso i sensi dal sonno per qualche secondo, il tempo di sentire qualche cosa sconnessa che mi sarei scordata una volta risprofondata nel coma. -MAAAN, svegliati!- la prima cosa che vidi appena sveglia furono i capelli rossi di Leen, le sue tettone e il sorriso di Alli che mi guardava come per dire 'Che idiota'.

Eravamo finiti in campagna praticamente. Era una gran distesa e il prato era verde e ancora appianata dalle orme di qualcuno, ad occhio e croce doveva essere mezzogiorno, mezzogiorno e mezza. Il caldo era soffocante e ringraziai Dio di essermi messa il costume sotto. La prima cosa che mi vidi parare davanti fu un recinto. Lo fissai e poi mi voltai verso i due baldi giovani. -Scusate- dissi indicandolo e per niente convinta -con questo che ci facciamo? Il salto con l'asta?- Zayn mi fissò deciso sul come rispondermi -No, cara, basta che ti fai tirare su da uno di noi due e ci arrivi benissimo!- lo guardai poco convinta, non sarei tornata a casa intera, ne ero certa -Gli altri?- chiese Alli mentre scaricava roba dal cofano dell'auto . Perché quei due avevano caricato quella roba nell'auto? Dio, che intenzioni avevano?

 

 

VI PREGO IN GINOCCHIO SUI CECI VERDI(?) DI SCUSARMI PER IL RITARDO.

La scuola mi assale e mi uccide, vi dico solo che domani francese ci riporta il compito, inglese Lunedì e Matematica già l'ha fatto epure riportato. Compatitemi e capitemi per piacere! Questo capitolo non ha senso, premetto. Cioè, mi serviva per far allentare un attimo il ritmo della storia. Dal prossimo capitolo arriverà un nuovo personaggio (SPOILER) che poi, però, se ne andrà subito(SPOILER). Detto ciò non ho la più pallidissima idea di come far finire questa storia e ne ho già in mente un'altra, non sono normale, lo so. Vi ringrazio per la pazienza, prego Dio che non mi abbiate abbandonate e tenterò, LO GIURO, di non fare più così tardi. Ringrazio chi ha recensito, letto, aggiunto le storie a tutte le liste e vi chiederei di recensire un pochinino anche questo. Cioè non per forza poemi anche: 'Mi fa schifo' mi basta, lo giuro, so accontentarmi. Il più presto possibile metterò il prossimo che so già come scrivere quindi dovrebbe essere più semplice.

Baci, baci, baciiiiiiiii

Mad.

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Capitolo 12
*** Capitolo undicesimo. ***


Leen scaricava la roba con un sorriso a ventimila denti e Alli le dava man forte, Liam e Zayn le guardavano ed erano appoggiati con i gomiti alle mie spalle. Uno a destra ed uno a sinistra. -Esattamente a cosa serve tutta quella roba? Sembra un trasloco-... li guardai portando il mio sguardo da destra a sinistra e poi di nuovo a destra. Liam sorrideva felice e Zayn mi guardava col suo sguardo da superiore

-La tenda serve per dormire, di solito, poi se ci vuoi fare i trenini dentro quella è un'altra cosa. Poi abbiamo le buste del supermercato con il pranzo, la cena, la colazione e tutto il resto: spuntini, birre, coca cola e qualche alcolico vario. Poi lì c'è il tavolino da picnic con le quattro sedie e lì ce ne sono altre sei con un altro tavolino.- ora capisco perché siamo venuti col SUV di Niall, ma lui dov'è? Zayn continuava a elencare la roba che veniva scaricata dalle due che non sembravano per niente infastidite dal fare tutto sole -Sono stato chiaro?- mi guardò dopo aver finito di spiegarmi tutto, annuii anche se avevo ascoltato solo un quarto di ciò che aveva blaterato. Allison aveva la coda e i capelli castani erano lisci legati alti, portava una maglia bianca con tre immagini che le avevamo regalato al compleanno due mesi prima, circa, i calzoncini neri non erano troppo corti e le Converse non erano più bianche, ma sporche e distrutte, ma non le avrebbe buttate per nulla al mondo, ci teneva. Passò una cassa d'acqua a Leen che aveva appena poggiato in terra un borsone enorme. Cathleen posò anche le bottiglie e poi chinò la testa in avanti per legarsi i capelli rossi in uno chignon, faceva caldo e io mi stavo chiedendo, da quando eravamo uscite di casa, come facesse a stare con i capelli sciolti. I Ray-Ban neri e celesti le coprivano gli occhi color nocciola perfettamente truccati, senza essere volgari. La canottiera grigia col segno della pace era corta e non copriva nemmeno il bordo dei calzoncini di jeans. Portava le Superga. Io mi stavo maledicendo per essermi messa le Blazer, per dover camminare in quel prato. -Ragazze! Posso chiedervi due cose?- urlai loro dal posto dove mi ero andata a sedere: sotto un albero, all'ombra. Si voltarono quasi si fossero dimenticate che lì c'erano altre tre persone oltre loro due.

-Ehm sì- Allison sembrava fremere dal togliere l'ultima busta dal cofano dell'auto, la quale era chiusa con scotch e nastro colorato.

-Che cosa mi nascondete? Sapevate che saremmo venute qui? Perché state scaricando roba dall'auto? Voi non fate nulla se non sotto costrizione!- finii di parlare, ma Zayn non diede il tempo di rispondere alle due

-Guarda che anche a te non va mai di fare nulla!-

-Taci!- gli dissi facendogli la linguaccia. Finimmo così la nostra piccola scaramuccia. Allison e Cathleen ci guardavano esasperate, ma io e Zayn eravamo divertiti: ci prendevamo in giro così da quando ci eravamo conosciuti, ma non per questo non ci volevamo bene come fratelli. Cath mi guardò e cominciò a parlare e, ci avrei scommesso, ad ogni domanda a cui avrebbe risposto, l'avrebbe contata toccandosi prima i mignolo, poi l'anulare e poi il medio.

-Allora, non ti stiamo nascondendo nulla, anche se so che sai che Allison è un'ottima attrice ed è bravissima a dire bugie- si toccò il mignolo Ne ero certa, la conosco, sì che la conosco e un sorriso mi affiorò sulle labbra -Poi.. No, non avevamo la più pallida idea di dove ci stavano traslocando quei due- si toccò l'anulare -e, infine, stiamo scaricando noi la roba dall'auto perché così Zayn e Liam dovranno portarla fino a dove dobbiamo andare perché noi saremo troppo stanche- si toccò il medio e sorrise soddisfatta della sua spiegazione.

-Va bene, vi credo, cioè faccio finta.- mi alzai, ma poi ci ripensai e mi risiedetti -Sono così stanca anche io! Non posso portare nulla!- ma al mia scena struggente non era servita a molto: i ragazzi stavano già pensando a tutto. Liam aveva scavalcato il recinto e Zayn stava dalla parte opposta, lui gli passava le borse e Liam le poggiava in terra. Finito con la roba, Zayn venne da me, mi caricò a sacco di patate emi portò fino al recinto:

-Vuoi cadere nel vuoto oppure essere presa dalle braccia di James?- mi chiese stringendomi una coscia.

-Voglio essere presa dal mio Leehum e adesso- gli diedi un pizzicotto sulla schiena e lui mi lasciò prendere da Liam. Fece lo stesso con Allison e Cathleen. I quattro cominciarono a chiacchierare e io mi diressi sulla cime della collina e cominciai a respirare a pieni polmoni l'aria e a guardare il cielo. Era celeste, un celeste bello, compatto e rilassante, c'erano poco meno di dieci nuvole un cielo, ma erano bianche e fine, quasi trasparenti, queste non sembravano panna montata, ma qualcosa di etereo e impalpabile. Il mio sguardo scese e si posò s una chioma fitta e scura di un bellissimo albero. Il tronco era spesso e sorreggeva molteplici rami da cui partivano altrettante fronde. Le foglie erano incalcolabili e non si muovevano, l'aria era ferma, come in attesa di qualcosa che rompesse quel silenzio. Chiusi gli occhi per qualche minuto e mi estraniai da tutto. Non sentivo il rumore delle chiacchiere dei quattro che mi ero lasciata dietro, non percepivo il verso degli uccelli né il loro sbattere d'ali, non mi arrivava il ronzio degli insetti che mi volavano attorno incuriositi da quella figura immobile in mezzo a loro. Avevo imparato ad estraniarmi dal mondo,a chiudere tutte le entrate e le uscite del mio cervello e a stare sola con me stessa. Lo imparai quando cominciai a sentirmi la causa dei litigi tra i miei genitori. Quando riaprii gli occhi non seppi se ero stata ferma per un'ora, un secondo o un minuto, tutto quello che succedeva quando ero con me stessa era parte di un'altra dimensione. Solo allora mi accorsi di cinque figure che stanziavano sotto l'ombra offerta dall'albero gigante. Si trovavano nella vallata sotto la collina. Due correvano e ridevano, un'altra li inseguiva. Gioia. Ce ne era una poggiata con la schiena all'albero e con la testa abbandonata sul tronco. Solitudine? Non so. Una quinta persona stava cucinando davanti ad un barbecue, le figure erano abbastanza vicine da distinguere cosa stessero facendo, ma non abbastanza da capire se li conoscessi o meno. La figura vicino all'albero alzo lo sguardo sulla collina, forse mi vide, forse no, so solo che tornò a guardare le foglie dei rami. -Man!- mi scossi dai miei pensieri e ne riemersi completamente solo quando le voci si fecero più vicine. Stavano portando tutto verso di me. Sorridevano tutti e quattro. Presi una delle borse che portava Zayn e una cassa d'acqua di quelle che portava Liam. Erano carichi sia i ragazzi che le ragazze, ma loro di più.

-L'albero che avevo puntato è occupato- dissi mentre ci avvicinavamo al punto dove mi ero persa nei miei pensieri.

-Ma che stai dicendo, abbiamo mandato gli altri a tenerlo- Liam mi guardava perplesso, ma poi vide le cinque figure e mi guardò -Guarda che quelli sono gli altri Berna! L'hai preso il caffè stamattina?- -Sì, Liam e l'abbiamo preparato insieme- mi guardò e fece una faccia strana che ci fece sorridere tutti. Louis e Harry ci vennero ad aiutare. Così i ragazzi andarono avanti e noi tre rimanemmo dietro.

-Cath?- mi voltai verso le due che mi guardarono interrogative.

-Che c'è Man?- ma dall'espressione che avevano capii che anche loro si stavano facendo la stessa mia domanda.

-Perché diavolo sono cinque?- anche loro avevano capito che ci stavamo domandando la stessa cosa, così, senza dirci nulla, continuammo a camminare sapendo che la risposta era lì a pochi metri.

Non ero tranquilla, il silenzio era sempre più opprimente e questo significava che stava per succedere qualcosa, ma, quasi certamente, nulla di buono.

-Ciao bella gente!- salutai sorridendo. Louis mi venne ad abbracciare e mi sollevò baciandomi su una guancia -Come stai?- mi chiese felice -Bene Lou, bene- mi fece scendere e salutai anche gli altri. Eleanor che, come me, aveva il costume da bagno sotto, Harry che mi chiamò 'piccola' come sempre e Niall che non mi baciò sulle labbra, ma su una guancia e di striscio e che non sorrise. Mancava una delle cinque figure che avevo visto, quella che mi metteva più soggezione. La vidi ancora poggiata all'albero e, anche se non mi era chiaro perché dovessi andarmi a presentare io, mi avvicinai verso di lei con il mio sorriso migliore. -Ciao- le tesi la mano. Non me la strinse, anzi i suoi occhi di ghiaccio me la ferirono. Vidi nei suoi occhi rancore, rabbia e delusione, ma anche qualcosa che non potevo decifrare, le sue iridi azzurre, quasi bianche, si posarono per un attimo sulla mia mano tesa e poi li rialzò subito. La ritrassi di scatto, come se le sue pupille fossero riuscite a pungermi la pelle con uno sguardo, se ne accorse e ghignò soddisfatta, ma solo per un attimo. Sul suo volto si dipinse un'espressione che mi lasciò interdetta, era così indifesa e al tempo stesso così pronta a tutto, senza dubbi. Non mi persi d'animo, ma , prima di proferire parola, la fissa bene pre un attimo. Il suo viso non era più o meno ovale, le sue guance non erano paffute e i suoi zigomi erano abbastanza alti. Gli occhi erano due pietre azzurre, quasi bianche, incastonate nel volto. La cornice di quella faccia erano dei capelli biondi, rasati ai lati e più lunghi sopra, anche con quel taglio, quasi a 'cresta' tradiva una femminilità che stava tentando di celare dietro i vestiti. Indossava una canottiera nera, con questo caldo? Ma non sta per sciogliersi? Pensai, con sopra una specie di maglietta tutta a rete, nera anche quella. Indossava calzoncini dello stesso colore con catenelle e borchie varie e assortite. Ai piedi aveva un paio di Converse, sempre di quel colore, che mostravano la forma esile del piede. Lungo i polsi, e per metà avambraccio, cadevano bracciali su bracciali, alcuni di cuoio, altri di metallo, nessuno era troppo colorato e avevano diverso spessore e misura. Lo smalto sulle unghie era rosso e tra l'indice e il medio teneva una sigaretta.

-Che c'hai da guardare bambolina?- pronunciò l'ultima parola con enfasi e, mi parve, disprezzo. Non ero una 'bambolina', cioè rispetto a lei anche Harry era più 'bambolina', ma tutti sappiamo che non è di certo così.

-Non mi chiamare 'bambolina' e poi, io mi chiamo Amanda, ma tu?- mi fissò -Non sono fatti tuoi di come mi chiamo, Amanda- esalò l'ultima parola come una nube di veleno.

-Allora non sono fatti tuoi di cosa ho da guardare- e la guardai con quanto più disprezzo potevo trasmettere con uno sguardo, mi voltai per andarmene, ma davanti a me si dipinse il volto di Niall, confuso.

-Ah, beh- e si grattò la nuca come facevo io, eravamo più simili di quanto pensassi. Ci guardò ripetute volte, prima lei, poi me, prima me, poi lei -Vedo che vi siete conosciute- non volevo sapere come, perché e quando quei due si fossero conosciuti, ma incrociai le braccia sotto il seno.

-Beh, diciamo che io le ho detto di chiamarmi Amanda, dato che continuava a chiamarmi 'bambolina', ma lei non mi ha onorato del sapere il suo nome- lo guardai cercando appoggio e poi guardai lei di sfuggita.

-S...- Niall tentò di parlare, ma, appena pronunciata la prima consonante, la ragazza-senza-nome-alcuno gli si buttò tra le braccia con occhi sognanti, nelle sue pupille non c'era traccia dell'odio di prima. -Niaall! Dì a questa sottospecie di ragazza che mi deve lasciar stare, dille chi sono! Dille che io sono più importante di lei, qualsiasi cosa lei sia. Dille che cosa sono per te! Dille che sono Sophie!- Niall guardò il corpo esile della ragazza, più o meno sedicenne, che aveva appesa al collo come un sacco. Si avvicinò anche Harry che sorrideva con una forchetta in mano con infilata sulla punta una salsiccia -Heeeilà!- ma il suo sorriso si estinse alla vista di quella scena. Io ero lì lì per piangere, ma avevo la mascella serrata e gli occhi puntati su i biondini, Niall stava tentando di staccarsi Sophie dal collo, mentre lei serrava la morsa continuando con gli occhi ad implorare Niall di spiegarmi che io ero inferiore a lei. -Sophie, ma cosa dici?- lui tentò con questa frase a togliersela di torno, ma lei lo baciò e lui non si staccò subito dalle sue labbra, ma ci restò attaccato per qualche secondo aiutando i movimenti. Le mie guance cominciarono a rigarsi di piccoli filamenti di lacrime, preziose come perle e sprecate, lacrime che le mie guance e il mio cuore avrebbero conservato per sempre. Piansi silenziosamente, senza singhiozzi, senza muovere un muscolo, restai lì e Harry era l' con me. Da dietro Louis mi abbracciò, ma poi si rese conto di Niall e di Sophie e strinse la presa sui miei fianchi, come per dirmi 'ci sono io Amanda'. Niall si staccò dopo un tempo interminabile che, però, fu solo un minuto. -Io... cioè, non volevo, non era quello che.. Mad fammi spiegare- mi guardò, ma i miei occhi erano duri. Induriti da un amore appena nato che lui aveva già piegato fino quasi al punto di rottura. -Mad? Io sono Amanda- non ero alterata, la mia pacatezza, lo ferì più di una possibile rabbia. Mi voltai verso Louis e lo baciai con quanto più impegno potevo metterci, non più di un minuto -Okay, scusa Niall, non era come può sembrare, non vuol dire nulla- lì cominciai a piangere e Sophie mi guardò con disprezzo -Non sei niente per lui, lui è mio-

Le lacrime mi bruciavano gli occhi, rossi, mi corrodevano l'anima, ma almeno non le stavo tenendo dentro, almeno anche gli altri sapevano che l'acido che avevo dentro, mi stava uccidendo. Louis non era sconvolto, aveva capito che l'avevo fatto per ripicca, era lì al mio fianco, come un migliore amico dovrebbe fare. Non mi porgeva un fazzoletto, ma il suo petto per potermi consolare. Ora non avevo più fiducia da dare. Louis, Liam, Harry, Zayn, Cath e Alli, anche El, avevano la mia iducia, ma non ne avevo più da dare. Insieme alle immagini delle bocche di Niall e Sophie, nella mia testa c'era anche la voce metallica di mia madre. Non di colei che mi aveva messo al mondo, madre per me voleva dire la donna che mi aveva abbandonato.

 

 

 

 

 

 

ECCOMI TORNATA CON NUOVE FANTASTICHE AVVENTURE! No, okay stavo solo scherzando, la scuola mi sta uccidendo e assorbendo l'anima fino alla fine delle possibilità. Ci ho messo un po' ad aggiornare, ma tra compiti in classe, compiti in genere, assemblee, elezioni, interrogazioni e vita sociale, non ho molto tempo per scrivere, ma appena posso accendo il pc e mi metto a scrivere. 5 minuti al giorno sono riuscita ad aggiornare in 13 giorni circa HAHAHAHHAHA. Vaaa bene, passiamo ai ringraziamenti. Ringrazio chi ha aggiunto la mia ff tra Preferite/seguite/ricordate. Un ringraziamento speciale ad Euz! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1258378&i=1 questa è la sua ff, se volete passate, scrive da Dio capperus, non vi consiglierei mai cose scritte nella lingua delle bimbeminchia, l'incularmeno! Ringrazio chi mi recensisce i capitoli, mi sento molto felice quando succede, ma ci rimango un po' male nel vedere tante visualizzazioni e una recensione. Quini non so se continuerò, dipende. Ci penserò. Vi voglio bene-

Baci, Mad.

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Capitolo 13
*** Capitolo dodicesimo ***


Strano, non piangevo così dalla morte di mio padre. Tutti si aspettavano che io piangessi quando mia madre se ne andò di casa, ma mi sentii solo sollevata.

 

Ogni lacrima, creava un piccolo solco nel mio cuore. Ogni solco sembrava fosse scavato lentamente e in profondità. Il pozzo della fiducia, quello che tutti noi abbiamo nel cuore, era reduce da un periodo di siccità, quando la mia mente e il mio cuore si erano aperti a Niall, il pozzo aveva ripreso a riempirsi, ma ora si era svuotato completamente e nuovamente. Nella mia mente da quasi diciottenne, con una brutta storia alle spalle e sulle spalle, la fiducia non l'avrei riposta mai più in nessuno che non se la fosse già guadagnata prima di quel giorno. Respiravo a fatica perché il dolore mi opprimeva i polmoni. -Amanda...- la sua voce era flebile e io mossi la mano come per scacciare una mosca. Mi rialzai da terra e mi guardai intorno: Sophie e il suo sguardo compiaciuto, di chi ha realizzato tutto alla perfezione, Harry con ancora la salsiccia sulla forchetta, ma ora la mano che la teneva era lungo il fianco. Louis che mi stava accanto tenendomi le spalle. -Ciao Niall...grazie- esalai con un sospiro che lasciava pensare che stessi per accasciarmi a terra svenuta. Girai la schiena e mi diressi verso un altro albero, dal lato opposto rispetto a quello dove avevo incontrato Sophie. Quando fui abbastanza lontana mi voltai verso Louis.

-Lou, scusami non volevo, cioè non vuol dire nulla quel bacio... Non cambia nulla vero?- lo guardai con gli occhi di chi non ha più forza e in effetti era così.

-Ehi Man, lo so, non ti preoccupare. Siamo o no quasi fratelli? E poi io sono il tuo tutore, non sarebbe professionale!- mi fece sorridere, era per quello che era il mio migliore amico.

-Beh ragazzi, se non vi dispiace io vado a sedermi, non so se mangerò dopo, ma voi chiamatemi quand'è pronto- sorrisi debolmente e Harry e Louis si scambiarono uno sguardo.

 

Mi accasciai contro l'albero, facendo strusciare la mia schiena contro il tronco fino a che il mio sedere non toccò per terra. A quel punto ero seduta e le mie gambe erano raccolte verso il petto con le braccia che le cingevano. La mia testa era abbandonata in mezzo alle ginocchia e i miei capelli si spandevano ricci, seppur fossero corti. Non seppi quanto tempo passò, un attimo, un secondo, un minuto, un'ora, un giorno, un mese, un anno, una vita. Sperai che fosse passato il tempo che bastava per evitare il pranzo, ma non fu così. Alzai lo sguardo e buttai la testa all'indietro a contatto con la corteccia. Li vidi e capii che più di due minuti non dovessero esser passati. Sophie era sotto l'albero che guardava negli occhi Niall. Lui, alterato, la indicava col dito indice e le stava dicendo qualcosa. Lei mise il broncio e incrociò le mani. Nessuno di quegli atteggiamenti aveva a che fare con l'ostilità di quando ci eravamo scontrate, più che incontrate, circa mezz'ora prima. Lui sembrò guardarla con più comprensione e l'abbracciò. La rabbia non salì, il dolore non salì, ero diventata ciò che non avrei mai voluto diventare: apatica verso il mondo, verso tutto e tutti.

-Man..- alzai lo sguardo dirigendolo verso sinistra e vidi le facce delle mie migliori amiche che mi sorridevano debolmente. Si misero in ginocchio e mi guardarono. Senza nemmeno dirsi nulla, una si mise a sinistra e una a destra e ci fermammo in silenzio. Anche loro avevano lo sguardo puntato verso Niall e Sophie, ora i due si dirigevano, vicini, verso Harry, Zayn e Liam... E Louis dov'è? Pensai cercandolo con lo sguardo.

-Lou sta facendo una passeggiata con El- la voce di Alli mi sembrò arrivasse da un altro universo.

-Non è arrabbiata vero?- chiesi allarmata, non avevo pensato che El si sarebbe potuta arrabbiare, ero stata egoista e basta. Ora avevo pure il senso di colpa addosso.

-No, macché! Ha detto a Lou che era stato bravo a darti una mano e che sapeva che non voleva significar nulla, altrimenti lui non starebbe con lei, ma con te. Lo sai com'è El no? Si fida ti te e si fida di lui, non ha ben capito perché tu lo abbia fatto, ma ama così tanto Lou.-

-E' per questo che gli voglio bene- sussurrai quasi a me stessa più che a loro.

-Gliene vogliamo tutti e tantissimo- dissero all'unisono Cath e Alli.

Arrivarono Zayn e Liam, mi guardarono, ma io non me ne accorsi. Avevo steso le gambe a terra, le braccia lasciate cadere lungo il busto, fino al punto in cui il terreno toccava le mani. La mia testa era voltata verso l'orizzonte, a destra, e guardavo il cielo senza vederlo. Le mie pupille nere, le mie iridi verdi, erano velate di qualcosa che non mi faceva vedere. Non erano lacrime, avrei dovuto vedere sfocato, io proprio non sintetizzavo ciò che guardavo. Mi girai, dopo non so quanto tempo e vidi i ragazzi e le ragazze ancora lì, accanto a me, a gambe incrociate a terra.

 

-State bene voi quattro- mi alzai e mi strofinai gli occhi come se avessi dormito per anni. -Non sono tipo, no? Non sono un individuo triste. Alziamoci e lottiamo no? Mi risolleverò da terra come se fossi un grattacielo. Ne ho passate nella mia vita e non sarà certo un biondino idiota a farmi stare male vero?- lo dissi a loro, ma in realtà speravo che quelle parole mi convincessero che fosse tutto vero ciò che stavo blaterando. Mi guardarono e non fecero caso al mio discorso, avevano dei grandi sorrisi erano contenti, davvero. Sapevano com'ero fatta. Cominciai a camminare verso le tende che avevano montato precedentemente Louis ed Harry, forse anche Niall, ma le voci dei quattro mi arrivarono da dietro, non fu una sorpresa: sentivo i loro sguardi percorrermi la spina dorsale.

-Man, noi..beh..- Zayn era impappinato, per una volta nella sua vita non sapeva cosa dire, avrei voluto girarmi e dirglielo, ma mi limitai a sventolare una mano al vento senza nemmeno voltarmi.

-Lo so, state insieme... vado a cambiarmi, ciao belli- detto questo me ne andai teatralmente.

Guardai Harry: -Ehi Haz-

Che c'è piccola?-

-Sai dov'è la tenda dove dovrei stare io?-

si girò intorno cercandola e poi la indicò -Quella e, se te lo stessi chiedendo, ti abbiamo portato qualche vestito, come pure a Cath e Allison- lo guardai

-Grazie mille Harry. Comunque penso che le due abbiano da fare ora- le indicai con la testa e Harry si voltò in quella direzione.

Sotto lo stesso albero dove prima c'era dolore ora c'era amore. Cathleen aveva le mani nelle mani di Liam e lui era poggiato al fusto secolare di quel bellissimo albero. Lei aveva il sorriso più grande che le avessi mai visto e sembrava persino più bianco e splendente di quello che già non fosse. Lei rise e buttò i capelli all'indietro e lui la guardava ubriaco d'amore, un amore ritrovato, un amore per cui aveva aspettato e che gli si stava materializzando davanti in quell'istante. Liam tirò le mani di Cath e lei le si piombò sul petto. Si guardarono per un attimo e poi si baciarono.

Chissà come uno stesso luogo può sembrare perfetto per mettersi a piangere e soffrire e come, dopo pochissimo, possa diventare il posto più adatto per amarsi. Sorrisi tra me e me e guardai Harry, lui mi sorrise.

-Sembri una guardona- disse continuando a sorridermi serafico.

Mi buttai addosso a lui e cominciai a ridere -Anche tu Styles, anche tu.-.

 

La tenda non era molto grande, ma abbastanza per contener me e le mie migliori amiche sdraiate nei sacchi a pelo estivi. Mi sfilai la maglia e rimasi col sopra del costume, decisi che potevo togliermi anche i calzoncini e mettermi il sotto, lo cercai e me lo infilai. Allison si era portata appresso uno specchio lungo circa un metro. Questa non è normale, va in campeggio con uno specchio lungo un metro, mi immagino le risate di... ma non l'hanno scaricato loro... oh beh, certo sarà stato Harry o Lou a portare qualcosa prima. Mi immagino quanto avranno riso. Sorrisi tra me e me e sfruttai la pazzia della mia migliore amica per guardarmi meglio, alzai in verticale l'oggetto che, più o meno, era alto quanto me, e guardai il mio corpo, la pelle olivastra, in alcuni punti segnata dalla mia malattia, in altri perfetta. Guardai i miei occhi e mi sorrisi, non mi sarei lasciata abbattere.

-Toc, toc- qualcuno disse questo all'entrata della tenda

-Chi è?- l'avevo riconosciuto, l'avrei riconosciuto tra milioni.

-Man è pronto-

-Arrivo Lou!-

mi infilai una magliettona bianca, larga, larghissima. L'avevo rubata a Louis due anni prima e già allora era molto più alto di me.

Aprii la tenda e inforcai gli occhiali da sole.

Tutti erano intorno ai tavolini e stavo camminando in quella direzione. Qualcuno mi toccò una spalla fermandomi. Mi voltai sorridendo, ma appena vidi i Ray-Ban neri incorniciati dai capelli dorati di Niall, il sorriso si gelò.

-Che vuoi?- gli dissi secca.

-Parlare.- mi guardò attraverso le lenti scurissime.

-Boiate, devi dire boiate e quello non è parlare- lo guardai infastidita e incrociai le braccia al petto

-Deciderai se saranno boiate. Mi dai un'opportunità di spiegare?-

-Il tuo bacio a Sophie mi è sembrato già abbastanza eloquente, non ci sono spiegazioni né scuse per una cosa che ho visto con i miei occhi.-

-Non ha senso-

-Hai ragione, doveva essere un nuovo inizio e non ha senso che tu l'abbia distrutto-

-Ascoltami-

Guardai l'orologio. -Hai tre minuti, da ora-

 

 

 

SAAAALVE MIE PRODE(?)

Sono tornata, dopo luuuunghissima assenza, ma, come spero capirete, i compiti, le verifiche, la vita sociale... il secondo anno di liceo non è mai semplice uu.

Comuunque spero di poter aggornare presto e sono felicissima di aver visto in quante avete recensito *-* E' scesa una lacrimuccia, ma ora l'asciugo, promesso.

Oggi è Halloween, ma, mi dispiace dirvelo, io odio Halloween e tutti i bambini che suonano alle porte felici. Problemi, ho dei problemi, fidatevi, non sono normale. GRAZIE a:
-Francesca che aspetta o g n i capitolo con poca ansia e con cui sono diventata amica ormai.

-Eva che mi recensisce sempre e …

LADIES AND GENTLEMEN

tutte voi che leggete i miei scleri, state leggendo queste parole da pazza sclerotica:)
Grazie per aver aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate e grazie mille a chi recensisce e recensirà.

Se mi volete seguire su twitter sono qui: https://twitter.com/Guinnesswith1D

Okay, vi lascio, vi voglio bene patatruncolette

Mad.

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Capitolo 14
*** Ultimo capitolo. ***


-Probabilmente non crederai a ciò che ti dirò- eravamo lì, in piedi, gli altri non ci avevano visto o, forse, non volevano vederci.

-Stai sprecando solo tempo con questi preamboli- i miei occhi sputavano fuoco e la mia anima veleno che si andava a riversare contro il corpo, corrodendolo.

-Sophie, beh, lei non è la mia ragazza, la mia ex, la ragazza di cui sono innamorato. Quella sei tu.-

-Sai io non sono la tua ex, non abbiamo avuto il tempo di metterci insieme.-

-Hai ragione. Sophie è.. beh li è.. mia sorella- esalò queste ultime parole e chiuse la bocca.

Gli sbottai a ridere in faccia on una risata che non aveva nulla di umano, non veniva dal cuore, era liberatoria, isterica, sputava fuori tutto il mio disprezzo.

-Quindi tu, mi stai dicendo che, pur di non passare per uno stronzo, ti inventi una storia incestuosa? Sei patetico, ma non pensavo così tanto- risi di nuovo, ma lui si tolse gli occhiali e mi guardò.

-La mia sorella adottiva. Siamo cresciuti insieme e quando me ne sono andato di casa, lei mi ha detto che mi amava. Io le ho detto: 'certo, come sorella, anch'io ti amo da fratello', ma mi spiegò di aver scoperto di esser stata adottata e che quello che provava per me era amore. Non era così, così come la vedi oggi, quella scorza se l'è creata da quando le ho distrutto il cuore in diecimila pezzi e li ho lasciati a terra senza aiutarla a ricomporli. Ti odia. Ti odia perché pensa che io non torni a casa per stare con te, perché ti amo e non amo più la mia famiglia, che tu mi costringi a rimanere qui-

Lo fissai, sembrava sincero, ma la mia fiducia era ancora in vacanza, forse morta, dopo quello che era accaduto qualche ora prima.

-Niall non sono stata io a mettermi in gioco, hai cominciato tu, mi hai cominciato a trascinare in questa storia che sembrava fosse la prima dopo Harry. I tuoi occhi hanno il colore del mare e come l'acqua sono indispensabili nella mia vita, ma, ora, quella vita, la mia, non coinciderà più con la tua. Si sono incrociate per poco, è stato bello, ma ammesso e non concesso che io ti possa credere, possa credere a questa storia assurda, beh, non potremmo mai metterci insieme. Quel bacio l'hai dato, sei rimasto incollato a lei prima di staccarti, per me è un bacio. Per di più lei è una ragazza come le altre, come me, non avete legami di sangue. Vi auguro la felicità-

-Io non la amo, io amo..- lo interruppi, gli sfiorai le labbra per un attimo col dito.

 

Era quello che volevo fare? Volevo lasciarlo andare? Volevo rimanere anche io col cuore in frantumi a terra senza nessuno ad aiutarmi? Non ero sola, qualcuno mi avrebbe aiutato e la scorza più dura di così di certo non potevo averla. Non si può cominciare un rapporto senza la reciproca fiducia. Non importa chi amavo e chi amava, importava che chi amavo se n'era sempre andato o aveva sempre fatto tutto nel modo sbagliato o nel modo giusto.. nel modo giusto per ferirmi e nel modo sbagliato per aiutarmi. Sarò sembrata una megalomane agli occhi di tanti quando raccontavo questa storia, ma tante volte avevo messo tutti davanti a me. Tante volte avevo coperto lacrime e dolore con sorrisi finti come la faccia di molte dive. Avevo deciso che c'ero io davanti a lui, davanti al dolore c'ero io che dovevo crescere.

Lo baciai sulle labbra sfiorandogliele -E' un bacio d'addio, continueremo a vederci, come amici, come conoscenti della stessa gente, ma mai più come una cosa sola. Addio.-

me ne andai avvicinandomi ai ragazzi. Loro ci sarebbero stati, lì in mezzo nessuno mi aveva mai fatto male.

Mi sedetti sulla panca accanto ad Harry, davanti ad un piatto pieno di salsicce, carne alla brace, pane e salse. Gli hot-dog, gli hamburger e il resto erano al centro dei due tavoli che avevamo unito.

mi si avvicinò senza essere troppo palese

-Insomma?-

-E' finita ancora prima di cominciare- addentai un pezzo di salsiccia

-Facevi meglio a restare con me- rise e io gli risi di rimando

-Probabilmente.. ma mi avresti dovuto avvertire dei vantaggi che avrebbe comportato-

ridemmo e ci fiondammo sui nostri piatti.

 

Passai la giornata i tenda, sola. Zayn e Alli erano impegnati a fare gli innamorati, Liam e Cath idem. Così mi sdraiai con i piedi verso la fine della tenda e la testa verso l'apertura.

Mi infilai le cuffiette dell' iPod e aprii la cerniera della tenda per non formare una cappa di fumo. Mi accesi una quarta sigaretta e rimasi lì sdraiata, in silenzio, mentre le parole di 'Dentro me' e la voce di J-Ax mi penetravano nei pori.

 

''Mi piacerebbe affidarmi alla religione
Ad un partito, ad un capo, a una professione
Come la maggioranza delle persone
Perché ho passato da un pezzo l'età della ribellione
Mi piacerebbe che il male avesse confini precisi
Come pensano i politici, gli snob e i cretini
La lavagna coi buoni e i cattivi''

 


Mi sarebbe piaciuto sì. Spensi l'ennesima sigaretta e la gettai fuori dalla tenda, il cielo stava diventando aranciato: era quasi il tramonto. Mi misi in ginocchio mentre infilavo l'iPod nella borsa e controllavo sul telefono che ore fossero: le 6:30. quattro ore dentro quella tenda e venti sigarette, bella roba.

Mentre decidevo sul da farsi, qualcuno mi tappò gli occhi con le mani.

-Che cazz?- esclamai spesata

-Shh...- chiunque fosse dietro di me mi tolse una mano da un occhio e mi tese davanti un bigliettino

Non sono Leen, anche se la grafia è la sua, ha scritto per me, perché la mia calligrafia la conosci già, mi avresti riconosciuto subito. Comunque, volevo chiederti se ti va di seguirmi, non farò nulla che tu non vorrai che io faccia, farò tutto ciò che vorrai io faccia.”

chi fosse stato non lo sapevo. Niall non si sarebbe mai sognato di fare una cosa del genere.. o no? Comunque quelle mani e quel profumo mi ricordavano qualcuno, ma era impossibile che fossero le sue, ci eravamo o no detti addio? Eravamo comunque amici, ma addio era pur sempre addio.

Mi portò fuori e mi fece camminare per un po', poi mi tolse la mano sinistra dall'occhio corrispondente. Altro biglietto, non sapevo se irritarmi o divertirmi, così rimasi interdetta.

Ci siamo detti addio. Non è andata come volevamo, ma perché non riprovarci? Perché non sorriderci di nuovo? Sei sempre stata al primo posto per me e anche se abbiamo sbagliato, possiamo cancellare e ricominciare. Ci stai? Vuoi vedermi? Anche se avrai capito chi sono, anche se ti girerai e non ti sorprenderai”

Ci pensai un attimo su: che avevo da perdere?

Mi girai e mi ritrovai nella vallata sottostante a dove si trovava il resto del gruppo. Il cielo era striato di graffi viola. Non mi ero sbagliata. Era lui.

Quelle mani, quel profumo, quegli occhi e quel sorriso. Mi si avvicinò e ci baciammo. Era tutto così nuovo seppur fosse così vecchio, seppur ci fossimo baciati molte altre volte quella era completamente diversa.

Le sue labbra, invece, erano sempre le stesse e i suoi occhi anche. Si stacco per un secondo dal nostro bacio e mi guardò:

-Sì?- mi chiese sussurrando

-Sì.- risposi

ci riprendemmo a baciare e ci scordammo del resto. Eravamo nella nostra bolla e tutto il resto faceva parte di un pianeta estraneo al ostro. Lì c'eravamo solo io e lui. Il lui che avevo aspettato tutta la vita, ma che all'inizio non avevo capito fosse indispensabile, fosse la mia stessa vita.

Abbandonata a quel bacio la mia mano destra salì dal collo fino ai capelli e li si perse tra quei....

ricci che tanto mi mancavano, che tanto avevo desiderato.

Così la mia scelta me l'aveva portata il destino.

 

 

 

Mi ha fatto un po' tristezza scrivere l'ultimo capitolo di questa ff alla quale sono affezionatissima e alla quale tengo davvero. Non è l'ultimo capitolo. Cioè lo è, ma ve ne posterò un altro che sarà l'epilogo della storia. Ho deciso questo finale e spero vi piaccia, magari non è così D: Purtroppo è cortissimo, ma l'epilogo tenterò di farlo più lungo:) Vi ringrazio per aver sopportato i miei scleri e per aver letto questa sottospecie di cacatina di piccione di ff. Grazie davvero, spero di vedervi ancora all'epilogo. Questa foto sotto è la foto delle nostre tre ragazze. Ringrazio Alessiaaaaa che l'ha fatta dato che io sono impedita ad usare tute ste cose tecnologiche:))
Image and video hosting by TinyPic Baci,

Maaad.

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


 

 

TRE ANNI DOPO...

 

-Io tutte queste cose non le capisco.. Alli hai ventun anni e hai sempre detto che una cosa del genere non l'avresti mai fatta!-

La mia voce risuonava nella stanza illuminata dalla luce che trapelava dalle finestre enormi di quel palazzo. Mi rivolgevo ad una Allison sovreccitata e intenta a guardarsi riflessa nello specchio.

-Oh, beh, lo so Man, ma.. sai com'è ormai sono così tante le cose cambiate. In primis il nostro modo di vivere, siamo sempre frenetiche e loro sono frenetici.-

La guardai, ma poi il mio sguardo si posò su Leen, fasciata nel suo abito verde che era identico al mio. Non si rese subito conto che la stavo fissando, ma poi mi guardò e disse:

-E poi lo sai com'è no? Cambia sempre idea.. e ormai è innamorata e quando è innamorata non c'è scampo: se ha qualcosa in mente nulla gliela farà cambiare..-

Le stavo per rispondere, ma la porta si aprì. Entrò vestito col suo completo nero. La giacca chiusa con un solo bottone, la camicia bianca e la cravatta nera, anche i mocassini erano di quel colore e il fiore, non troppo ingombrante, che aveva nel taschino era perfettamente in tinta con i suoi occhi.

-Amore...- mi guardò con sguardo colpevole.

-Che hai combinato Harry?-

non mi rispose subito visto che Allison si girò volteggiando e canticchiò: -Non è bellissimo?- toccandosi la gonna dell'abito.

Harry mi guardò interdetto e io gli feci segno di lasciar passare.

-Mi sono... beh le ho scordate.-

Tentai di mantenere un tono: non volevo ucciderlo e tanto meno far preoccupare la povera Al..

-Tu... hai... COSA?-

-Sì, oh, beh...- si grattò la nuca.

-Tu sei un idiota.. io lo so, tu stai scherzando.-

Si intromise una Cathleen perfettamente controllata

-Okay, con calma, lui non sta scherzando e tu sei isterica.. probabilmente Al non ci ha sentito visto che sembra ubriaca quindi..- guardò l'orologio -Ce la possiamo fare. Harry tu dacci le chiavi dell'auto e dicci dove ti sei scordato le fedi-

Harry frugò nelle tasche della giacca dello smoking e ne estrasse le chiavi della macchina -Sul tavolo, sono sul tavolo- le porse a Leen.

-Tu, Harry resta qui e vai da Zayn a dirgli che finché non arriviamo noi nulla comincia, non dirgli delle fedi, digli che mi sono sporcata il vestito. Vai da Niall e digli di venire qui a fare conversazione con Alli. Manda Liam a tenere a bada la gente. Tu, Man, vieni con me, in fondo la casa è la vostra..-

 

Salimmo in macchina e infilai le chiavi nel cruscotto.

Solo allora mi resi conto di ciò che stava accadendo davvero.

Liam, Zayn, Harry, Louis e Niall ormai erano una band di fama mondiale. Circa un anno dopo che io ed Harry ci eravamo rimessi insieme li avevamo mandati a fare le audizioni per un noto format televisivo ed erano entrati. Non avevano vinto, ma ora, in compenso, avevamo frotte di fan sotto casa a tutte le ore del giorno e della notte che piangevano disperate.

Zayn aveva chiesto ad Allison la mano circa otto mesi prima ed ora mi ritrovavo al volante di un'auto costosissima diretta verso la casa mia e del mio ragazzo. La mia migliore amica era accanto a me, i capelli rossi che le ricadevano morbidi sul vestito verde. Eravamo le damigelle.

Lei e Liam stavano ancora insieme e vivevano accanto alla nostra casa.

Gli occhi di Leen erano velati di lacrime, mi guardai nello specchietto retrovisore e mi sorpresi commossa anche io.

Non erano lacrime di tristezza. Mi voltai verso Cath e anche lei mi stava guardando, ci scesero contemporaneamente due lacrime e sorridemmo. Riposai lo sguardo sulla strada, eravamo quasi arrivate.

-Questo momento sarebbe dovuto arrivare prima o poi no?- la mia voce era quasi spezzata dall'emozione, ma sorridevo alzando gli zigomi rigati di lacrime.

-Sì, beh, il momento di crescere arriva per tutti, ma noi staremo sempre insieme, fino alla fine. E pensare che Alli era quella che non voleva sposarsi neanche sotto tortura.-

-Mai dire mai no?-

-Eh già-

con la coda dell'occhio guardai Cath. Piangeva anche lei.

 

Eravamo cambiate tanto, a questo pensavo durante la cerimonia in chiesa.

Allison aveva i capelli sciolti e il velo, il vestito bianchissimo, ma non accecante. Tutto faceva pensare che il matrimonio non fosse il suo, non era il tipo lei, eppure chi stava camminando attraverso la navata centrale era proprio la mia migliore amica. Io e Cathleen l'avevamo preceduta ed ora eravamo accanto a Al e Zayn. Erano bellissimi.

 

 

 

Due giorni dopo io ed Harry eravamo a casa nostra.

-Haaaz!- urlai dal secondo piano

-Che c'èèè?- mi urlò di rimando

-Quando partite te e i ragazzi?-

scesi le scale, non mi andava di urlare ancora. Harry era sul divano che guardava la tv. Mi accoccolai accanto a lui con la testa sul suo petto. -Partiamo appena tornano Al e Zayn dal viaggio- mi cominciò ad accarezzare i capelli.

-Una settimana- esalai, come se fosse una pugnalata.

Circa due mesi dopo che io avevo preso la mia decisione riguardo al ricominciare con Harry, lui, Niall, Zayn, Liam e Louis si erano iscritti per i provini di X Factor.

Bugia, li avevamo segnati noi, ma erano dettagli. Non vinsero, non si scoraggiarono e ora stavano per partire per il loro primo tour.

L'America, l'America è lontana da Londra...

-Amore non ti preoccupare, ci vedremo più spesso di ciò che credi. Poi abbiamo skype e i telefoni e twitter-

-Non ti avrò qui-

parlavo in maniera apatica e sospiravo, tentando di capire come riuscire a sopravvivere a quella lontananza.

-Amore nemmeno io ti avrò con me, niente sorrisi, niente carezze, niente baci, niente sospiri e niente risate, film la sera, gelato, noi due, soli, la nostra intimità-

mi baciò delicatamente.

-Ti amo- mi disse guardandomi in quegli occhi verdi, erano quasi trasparenti alla luce.

-Ti amo anche io-

 

 

 

Erano passati giorni da quando i cinque ci avevano lasciate sole. Troppi pochi per i miei gusti.

Eravamo a casa di Louis che bevevamo qualche drink a bordo piscina.

-Mi manca Louis, ma alla fine li vedremo tra due mesi.- Eleanor beveva il suo Martini e si sforzava di sorridere, ma trapelava un'amarezza malcelata.

-Mancano a tutte noi, teniamo duro, ci riusciremo no? In fondo non abbiamo davanti tanto tempo prima di vederli, sono cinquantanove giorni. Cathleen tentava di trovare il lato buono di tutto ciò.

Io mi ero gettata in acqua, nella piscina che conoscevo tanto bene. Mi ero messo a pancia in su e galleggiavo con gli occhi chiusi. Volevo passare quei cinquantanove giorni lì. Quel ragazzo mi mancava.

Su quell'aereo non erano saliti solo i miei quattro migliori amici e l'uomo della mia vita, ma anche un pezzo del mio cuore e della mia anima, quella parte che si trova in fondo. Difficile da trovare, complessa da penetrare, ma così facile da distruggere. Nascondevo il dolore della distanza sorridendo e non parlando. Io parlavo sempre, ma da quando Harry era partito tacevo, parlavo solo quando era necessario e tornavo loquace quando mi chiamava al cellulare o su skype.

-Man sto arrivando- Allison si calò lentamente in piscina e si mise in punta di piedi accanto a me. Si abbassò sul mio orecchio e sussurrò:

-Ehi, ti ho vista superare tante cose, metterne da parte altre, ma ora ti vedo soffrire. Tenti di nasconderlo, ma agli occhi miei e di Leen sei nuda e ti vediamo smembrata come sei di una parte vitale di te stessa. Noi ti vogliamo bene, sappiamo come stai e sappiamo cosa ci nascondi, ma quando ne vorrai parlare staremo qui per ascoltarti in silenzio, Qualsiasi cosa deciderai noi ti aiuteremo a perseguirla-

Loro sanno, forse dovrei ammetterlo anche a me stessa, forse dovrei dirlo anche a lui.

-Come?- chiesi a me stessa, ma anche a lei

-L'ho trovato nel cestino accanto al lavandino nel bagno grande a casa vostra-

-Non voglio dirglielo, non posso, non ora-

-Ora, forse, no, ma tra cinquantanove giorni dovrai ammetterlo a te stessa e a lui-

-Io ho paura-

-Tu non hai paura, tu non vuoi intralciare il sogno del tuo uomo. Questo ti fa onore-

-Non voglio che smetta di cantare per colpa mia, per colpa di questo stupido errore- mi misi in piedi anche io nell'acqua, gli occhi lucidi di lacrime, con i pugni stretti lungo i fianchi

-No è mai un errore una cosa del genere-

-E' uno sbaglio, non doveva accadere, non a me, non a noi-

-Sarà felice-

-Sarà felice di questo?-

-Sarà felice-

-Spero che accetterà che io sia incinta senza mettere a rischio la sua carriera, altrimenti abortirò-

-Noi ci saremo sempre- mi abbracciò e io aprii gli occhi, vidi Leen e capii che la mia vita sarebbe sempre stata con loro due al mio fianco. Con Harry al mio fianco. Che non avrei mai più dovuto aver paura.

 

 

 

 

 

 

Ebbene sì bella gente. E' finita la ff, definitivamente, la mia prima ff su efp è terminata e io sono commossa.

Mi mancherà e ci sono davvero molto affezionata. La rileggerò e ripenserò a tutti gli inghippi per scriverla. Devo ammettere che come epilogo non mi fa impazzire, ma vorrei comunque dedicarlo alle mie migliori amiche: Ale e Fran, che sono rispettivamente: Leen e Alli. Vi ringrazio davvero tanto per averla letta, recensita e aggiunta a preferite/seguite/da ricordare, ringrazio particolarmente Francesca Z., lei sa di essere Francesca Z. e.e che mi ha sopportato e supportato.

Ho cominciato una nuova ff, questo è il link del prologo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1413359&i=1
Scusatemi se ci ho messo tanto a postare l'epilogo, ma tra occupazione, scuola e la voglia di non terminare questa ff perché mi sono affezionata ci ho messo un po' a scriverlo.

Grazie tante, spero seguirete la prossima storia.

Grazie, Mad.

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