Amore in Codice 6 - Il Sogno di una Pace da samurai.

di JackPortiero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** HINATA e SASUKE (...avvicinamento...) ***
Capitolo 2: *** (...Verità...) ***
Capitolo 3: *** (...tradimento...) ***
Capitolo 4: *** HINATA, KURAMA, e NARUTO (...quel "qualcosa"...) ***
Capitolo 5: *** HINATA e MADARA (...collapse!!...) ***
Capitolo 6: *** HINATA e OBITO (...il piano segreto di Madara...) ***
Capitolo 7: *** NARUTO e SASUKE (...il ruolo di Samurai...) ***
Capitolo 8: *** HANABI HYUGA (...key of the dream...) ***
Capitolo 9: *** HANABI e KABUTO (...il vero nemico...) ***
Capitolo 10: *** HANABI e KABUTO (...se non hai qualità...) ***



Capitolo 1
*** HINATA e SASUKE (...avvicinamento...) ***


HINATA e SASUKE (...avvicinamento...)


Hyuga e Uchiha. L'Onore e il Sacrificio.


*****



Il terzo anno di Accademia Ninja era appena cominciato. Era il secondo giorno. E un cartello era stato affisso alla porta di ingresso della classe. Recitava più o meno così:

"Quest'anno i posti a sedere NON saranno stabiliti dal corpo docenti, né verranno estratti casualmente. Gli aspiranti shinobi potranno scegliere la sistemazione
e la compagnia che più preferiscono. NON è una specie di prova di nessun tipo. Nessun giudizio di valutazione verrà attuato in tal senso dagli insegnanti.

 
(.....)

 

"Quest'anno posso sedermi vicino a te, Sasuke-kun?" - domandò in maniera alquanto stridula Haruno Sakura all'Uchiha, il quale non aveva neanche fatto a tempo a metter piede in aula, che già si trovava addosso uno stuolo di ragazze assatanate pronte a violentarlo.
"NO frontona, lui si siederà con me, vero Sasuke!?" - affermò ammiccando Ino Yamanaka, credendo a torto di aver assunto una posa decisamente sensuale.
Nel frattempo Sasuke si mosse con indifferenza nel bel mezzo della classe, dopo aver dato uno sbrigativo sguardo attorno.

"Dai, Sasuke-kun, siediti con me!" - "No con meee!" - "Sasuuuke-kuun!!" - starnazzava un'altra decina di ragazze, alternativamente e a ripetizione, fino a spaccare i timpani al moro.
E tutti gli occhi, eran puntati in qualche modo su di lui. Infatti al contempo gli alti maschi osservavano quel putiferio, increduli e inorriditi. (...in verità eran verdi d'invidia!)

L'Uchiha raggiunse infine il fondo della classe, e notò due possibilità solitarie scartate da tutti. Una all'estrema destra, l'altra all'estrema sinistra, appiccicate alle pareti e ben distanti tra loro.

"Con l'idiota o la strana? Chi mi darà meno noie?" - rifretté attentamente, fra sé e sé, il ragazzo.

"E' libero questo posto?" - domandò il figo della classe, a quella specie di stralunata e invisibile ragazza che fino all'anno prima osava dar confidenza a quell'idiota incapace di Naruto Uzumaki.
"Ehh?? S-sì..." - rispose una pensierosa Hinata, senza essersi resa minimamente conto a cosa e a chi rispondeva, nè tantomeno di ciò che stava succedendo.

Un grido di stupore e disperazione in grado di spaccar le finestre si alzò unanime per tutta la classe. Sasuke-kun aveva scelto! E tutti gli occhi, ora, eran puntati sulla Hyuga.
Il moro prese posto di fianco a lei, e la corvina sembrò decisamente imbarazzata.

Una certa persona invece... faceva finta di nulla.

(.....)



Dopi soli tre quarti d'ora, chiunque avrebbe però capito che i due inediti compagni di banco eran decisamente fuori contesto. Certo... la ragazza non dava noie e non era un'oca come le altre; per cui Sasuke poteva farsi tranquillamente i cavoli suoi, progettando nei minimi dettagli i suoi macabri piani di vendetta senza troppi disturbi. Tuttavia... affrontare un anno di totale mutismo così, non era poi una prospettiva così allettante.

"Mah... Chissà che diamine pensa, tutto il tempo" - si domandò l'Uchiha, voltando impercettibilmente lo sguardo su di lei. Ma la Hyuga se ne accorse, ed entrambi distolsero subito l'attenzione l'uno dall'altro, mettendosi istantaneamente ad ascoltare la lezione per un po'.

"Ancora... n-non ti ho ringraziato p-per averci aiutato, l'altra volta." - ammise inaspettatamente la corvina dopo qualche minuto, a voce bassissima, in modo che potesse sentire solo lui.
L'Uchiha fu in qualche modo sorpreso, dal pacato e soave timbro di voce della ragazza, che cozzava tremendamente con tutto il mondo ninja circostante, al quale ormai si sarebbe dovuta adattare.

"Cosa vuole ottenere da me, con quel tono di voce gentile?" - si interrogò Sasuke, supponendo che per uno shinobi un tal modo di porsi dovesse necessariamente avere un secondo fine.

"NON ringraziarmi, chiunque avrebbe voluto dare una lezione a quei tre... Non l'ho fatto perchè mi andava di proteggervi. Neanche ci conosciamo." - rispose leggermente seccato il ragazzo.
"Scu... s-scusa, hai ragione. N-non dovevo." - si affannò Hinata, un po' rattristata da un simil riscontro, ma anche e soprattutto nell'appurare il totale disinteresse di Naruto, che in quasi un'ora non si era mai minimamente voltato a guardala.

(( Di cosa staranno parlando!? Non riesco a capire cosa dicono!... )) - imprecò il biondo fra sé e sé, aprendo le orecchie più che poteva.
"Perché le ho risposto così? In fondo non mi ha dato alcun fastidio..." - si rimproverò invece l'Uchiha, rendendosi in effetti conto di quanto quella ragazza fosse diversa da tutte le altre.

"Però, anche se non vi conosco e non vi ho affatto protetti..." - si spiegò meglio Saske - "...il vostro Legame mi era sembrato qualcosa che andava protetto. Mi ha ricordato un Legame che credevo di avere... Dunque ho agito così, senza pensarci troppo."

La Hyuga stette un attimo in silenzio. "Un Legame che andava protetto", diceva un ragazzo che aveva osservato per soli cinque minuti. Ma la distante persona che quel legame l'aveva vissuto per anni, e che doveva pensarla anche lui così, probabilmente aveva sempre avuto un'opinione del tutto diversa.

"P-purtroppo...anche p-per me... n-non c'è più alcun legame, da p-proteggere... Non è m-mai esistito." - balbettò senza davvero rendersi conto Hinata, facendosi inavvertitamente sentire da Naruto, e ritrovandosi a momenti a piangere di fronte all'intera classe. Ma il cambio dell'ora scoccò salvandola da una figuraccia, e la ragazza poté dileguarsi veloce e inosservata, alla ricerca di un momentaneo rifugio.

L'Uzumaki intanto, continuava a far finta di nulla. E l'Uchiha capì che l'aveva abbandonata e tradita proprio come aveva fatto con lui suo fratello. E appena poté, diede al biondo un'occhiataccia quasi omicida.


*****



Hyuga e Uchiha. Ma anche Uchiha e Senju(1). L'Amore e l'Odio.







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(1) - La madre di Hinata era apparsa solo per pochi capitoli agli albori della FF, ma se avete prestato attenzione è una Senju. Quindi il nome completo della "mia" Hinata è "Hinata Hyuga Senju". ;-)

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Capitolo 2
*** (...Verità...) ***


HINATA E SASUKE (...Verità...)


Noi due, in fondo, abbiamo gli stessi occhi. Nelle nostre vene scorre lo stesso sangue.
Facciamo parte di un unico clan che stupidamente si è diviso.

Ma soprattutto, col nostro patto di sangue, io ho deciso in segreto di essere per te come una sorella.
Perché entrambi abbiam tanto sofferto. Perché entrambi piangiamo i nostri Legami spezzati.

Noi siam veri amici, destinati a seguire strade diverse. Destinati a scontrarsi alla fine.
Ma il tuo dolore... è molto, molto più grande del mio.
Sasuke... non importa quante volte proverai a ferirmi. Io lo so... che mi vuoi davvero bene.
Lo so... che è soltanto colpa di questo maledetto mondo ninja.

Ed è PER QUESTO, che voglio assolutamente estirpare il tuo Odio. Spezzare per sempre questa catena.
E qualunque cosa succeda, in questo sistema che occulta i sentimenti e conosce solo la finzione, io ti ho fatto una UNA PROMESSA:

"Io ti dirò sempre la Verità. SEMPRE. Qualunque essa sia. Per quanto dolorosa questa possa essere."


*****



Nonostante fossero trascorse solo tre mensilità, Hinata Hyuga e Sasuke Uchiha si capivano ormai al volo, ed erano entrati davvero in confidenza. Talmente, da raccontarsi cose di loro che nessun altro conosceva. E sebbene qualche coetaneo vociferasse in giro che fossero proprio due teneri fidanzatini, in realtà era solo una vera amicizia, la loro. Genuina. (o almeno, così sembrava...)
Non c'era nulla di sentimentale, comunque, e non poteva essere altrimenti, d'altra parte, perchè da un lato Hinata non avrebbe mai amato nessun altro, al di fuori del suo Naruto, ma anche e soprattutto perché l'Uchiha, dal canto suo, non provava alcuna attrazione fisica per la corvina, dato che... gli piacevano i ragazzi!

"A te piacciono i ragazzi, vero?" - azzeccò un giorno la corvina, non temendo affatto la reazione del moro, con il quale scambiò poi una segretissima promessa.

"Allora noi, d'ora in poi, saremo come veri fratelli. Ci diremo sempre la Verità!"
 


Entrambi, un dì di quelli, si tagliarono leggermente il polpastrello dell'indice destro, suggelando la promessa col sangue.

(.....)



"Non mi piace affatto, però, che mi si legga così. Neanche se sei tu." - affermò un paio di settimane dopo, con disappunto, il ragazzo.
"Quante cose hai capito o sai, di me? Avanti parla..." - le chiese a un certo punto, con fare apparentemente scortese, mentre passeggiavano tra le rovine abbandonate del clan Uchiha. Ma il tono adottato da Sasuke era lieve, e senza dubbio Hinata non se la prese, poiché era semplicemente il suo tipico modo di fare.

"I-io... ecco, già s-sapevo da tempo, del t-tuo clan... Da prima che me lo dicessi..." - provò a scusarsi a riguardo la corvina - "P-però... è vero q-quello che ho s-sentito l'altro giorno, su tuo fratello?"

Sasuke s'ottenebrò, incominciò a ribollire di rabbia. E in principio stette semplicemente in silenzio, accennando un misero movimento affermativo con la testa.

(( Ma è terribile!!... Come può essere!? Allora tu... vivi solo per uccidere tuo fratello! ))


"E' così. Io non ho sogni. Sono un vendicatore. Il legame che ho con mio fratello, è un Legame d'Odio. Vivo al solo scopo di eliminarlo..." - confermò l'Uchiha, con calma apparentemente piatta.

"Ma n-non... non è possibile!... Sei sicuro che è stato lui!?" - articolò senza riflettere Hinata. E difatti il ragazzo la fissò per un attimo malissimo, e lei abbassò subito la faccia strapentita, capendo di aver ventilato una sciocchezza colossale. L'Odio e gli intenti di Sasuke non sarebbero stati così estremi, se non fosse stato sicuro al 100% del coinvolgimento di Itachi!

"Potevi... d-dirmelo, però. N-non ti fidi, di tua sorella?" - cercò di rimediare la giovine, con dolcezza. Il moro sembrò placarsi un po'. Ma poi ridacchiò un attimo, in maniera davvero indecifrabile.

"Allora, visto che ci tieni tanto, ti dirò tutta la verità. Così almeno... potrai decidere cosa fare, visto che sei ancora in tempo..." - confabulò misteriosamente Saske. La ragazza lo guardò senza comprendere.

"E' stato lui, a dirmelo, quella notte..." - sostenne l'Uchiha - "Ha sterminato tutto il clan solo per misurare il suo potere. Mi ha risparmiato unicamente per ottenere un potere più grande..."
"C-che... intendi dire?" - gli domandò Hinata, costernata.
"Conosci lo sharingan e il legame di parentela tra i nostri clan?" - s'informò dapprima Sasuke, preventivamente.
"S-sì, me ne ha parlato mio padre." - affermò la ragazza.
"Allora sarà più semplice. Devi sapere che esiste uno sviluppo superiore dello sharingan. Il mangekyou sharingan. Il cui potere è oltremodo esponenziale; per nulla paragonabile, a uno sharingan normale. Ma per ottenerlo..." - comunicò freddamente lui, squadrando per bene la persona in questione - "...devi uccidere il tuo migliore amico."

La Hyuga trasalì. Si sentì chiamata in causa, avvertendo chiaramente di essere in pericolo. Tuttavia, cercò di mantenere inizialmente a calma.

"Itachi ha ucciso il suo migliore amico solo per ottenere questo potere, e ha sterminato il clan per vedere se ciò gli avrebbe concesso un potere ancora più grande. Ma c'è di più..."

Hinata prestò attenzione, sconvolta sia dal racconto in sé, ma anche dalla strana e inquietante situazione che si stava venendo a creare. Eppure, ancora, per non rischiare eventualmente di ferirlo, rifiutava di mostrarsi eccessivamente spaventata dalla presenza di Sasuke, che tuttavia proseguiva imperterrito nelle tetre spiegazioni.

"Il mangekyou sharingan è così potente che chi lo usa, a poco a poco, perde la vista. E l'unico modo di riottenerla per sempre... è trapiantarsi il mangekyou sharingan di tuo fratello. Un fratello vero."

Si trattava di strappare gli occhi. La corvina sentì di riflesso un leggero fastidio alle orbite, e tenne per un po' la mano alla bocca, interdetta.

"Solo per questo! solo per questo mi ha risparmiato! Per ottenere il potere eterno! dicendomi di cercare vendetta solo quando avrei ottenuto anch'io il mangekyou sharingan!"
L'Uchiha strinse i pugni, rivolgendosi seriamente verso di lei.
"Ma per ora non ho nemmeno sviluppato lo sharingan normale, mentre lui alla mia età era già un anbu della Foglia!" - sbraitò poi per un attimo, perdendo il solito sangue freddo. Ed alzando gradualmente la voce, puntò alla fin fine un kunai verso di lei.
"Io... non lo faccio, per il potere." - spiegò quasi a discolpa Sasuke - "Ma non ho alcuna speranza di vendicare i miei genitori, se non ottengo prima quel potere. Lo capisci!?"

La ragazza spalancò il volto. Voleva davvero farlo! Non era un semplice sfogo, il suo! Ma un chiaro intento omicida!
Hinata si rese conto solo ora, di quanto era stupida! aveva stupidamente voluto confidare nel contrario, fino alla fine...

E per la sua ingenuità, s'era fatta condurre mansuetamente da lui come un agnellino al mattatoio, in un luogo totalmente isolato. Un habitat che solo lui conosceva alla perfezione.


Ora, nella tana del lupo, se non avesse fatto immediatamente qualcosa, sarebbe sparita lì, sbranata miseramente lì, in quell'indefinito quartiere fantasma, come un'invisibile spettro dimenticato da tutti.
Una ignobile fine in territorio nemico che forse, per molti, le si addiceva. Ma che lei non desiderava affatto, e che, intimamente, anelava smascherare per mano del suo migliore amico.


*****



Sono solo, una sciocca... Deve avermi scelto perché mi ritiene inutile.
Ma se è davvero così... stavolta mi ribellerò, difenderò me stessa come farebbe Naruto.

Uno shinobi deve esser pronto a destinarsi al sacrificio, e a sparire nell'ombra, SE necessario...
Ma io non voglio, morire come un sacrificio destinato alla sparizione
fin dal principio...


Ma prima di tutto questo... prima di qualunque battaglia, è essenziale mantenere "il controllo".

Perché solo mantenendo il controllo, io posso davvero capire...

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Capitolo 3
*** (...tradimento...) ***




HINATA E SASUKE (...tradimento...)


Ma prima di tutto questo... prima di questa "battaglia", è essenziale mantenere il controllo.

Perché solo mantenendo il controllo, io posso capire...
Sapere se devo sul serio arrivare a combatterti...

Io... devo esserne sicura! Devo essere davvero certa di non contare nulla, per te...


*****



"Dunque... stai per uccidermi?" - si accertò la piccola Hinata attivando il byakugan, e discorrendo con voce neutrale e concentrata, stranamente priva di turbamento.
Con gli occhi bianchi della verità, la Hyuga studiava i movimenti del sistema circolatorio di Sasuke, e cercava di scrutare nel profondo del suo animo, per carpirne i reali intenti.

"Non guardarmi così, non c'è nulla da comprendere, stavolta!" - l'apostrofò però aspramente l'Uchiha - "Uno di noi due ora morirà. Puoi solo decidere se combattermi o provare a fuggire. Ma se invece stai ferma paralizzata dalla paura, farò in un attimo, non ti farò soffrire." - gli garantì lui, un po' beffardamente.


"E' proprio, vero... Tu fai sul serio; vuoi davvero... tentare di uccidermi. A tutti i costi. Eppure..."

La ragazza sviscerava amareggiata il moro mentre si avvicinava, e lo fissò bene in viso, tra mille incertezze.
"Dimmi, la Verità..." - reclamò quindi lumi Hinata, con una certa titubanza - "...fin dall'inizio, t-tu..."
"Era tutta una messinscena, idiota!..." - anticipò e confermò subito l'Uchiha - "La promessa, il fatto di essermi seduto a fianco a te... Non c'è stato niente, di casuale! Era tutto calcolato nei minimi dettagli. Lo era fin da quando sono intervenuto in vostro soccorso..."

La piccola si morse il labbro, contrariata.


"Razza di... bugiardo! Tu menti, ma stai mentendo adesso!..."

Sasuke, in effetti, stava edificando un tragico ma falsissimo teatrino. Non è dato sapere, fino a che punto ne fosse consapevole. Eppure... era intenzionato a portarlo avanti fino alle estreme conseguenze.

"Proprio come Itachi ha recitato la parte del bravo fratello perché lo odiassi ancora di più, affinché aumentassero anche dell'1% le probabilità che il suo strumento lo andasse un giorno a cercare..." - iniziò a esemplificarle il dannatissimo ragazzo - "...allo stesso modo io non mi sono mai realmente affezionato a te, valutandoti solo come lo strumento adatto perché si alzassero le mie possibilità di successo."

Veri o falsi che fossero questi discorsi, la loro semplice enunciazione era una lacerante pugnalata al cuore. La corvina non riuscì più a tenere serrato il suo pianto.

"Certo, avrei potuto scegliere una delle tante che mi si gettavano ai piedi, e un primo momento, sarebbe stato anche più facile..." - proseguì il moro con le spiegazioni - "Ma poi, una volta che avessero capito tutto, cosa avrei fatto?..." - osservò quindi retoricamente - "Non interessandosi affatto della mia persona, sarebbe di certo finita lì, vanificando tutti i miei sforzi..."
La Hyuga stette in silenzio. Ma tra le lacrime stava formulando la sua imminente risposta a tutti i giri di parole di Sasuke.
"Per cui, sebbene all'inizio si presentassero delle difficoltà, tu eri la scelta perfetta..." - sogghignò perfidamente l'Uchiha - "...e questo perché sei remissiva, una debole che si preoccupa troppo per gli altri, una povera ingenua che si fa avvicinare, e la cui sparizione risulta inosservata..." - la insultò di getto, apparentemente divertito - "Ma soprattutto..." - concluse infine cinicamente - "...tu eri il bersaglio ideale perché non ti saresti mai invaghita di me, innamorata come sei di un idiota che non sa neanche..."

"Hai finito, con le stupidaggini?" - domandò tristemente affranta l'interlocutrice. Sasuke non notò alcuna arrabbiatura, nel solito tono di voce angelico.
"E mi spieghi..." - interrogò subito con calma poi - "...mi spieghi perché mi t-tortutri tanto a parole, e non mi hai p-pugnalato senza speranze alle spalle, da un momento all'altro?"
"Mi d-dici..." - proseguì tenue e lentamente - "...perché hai preso di mira una persona, c-che in teoria doveva essere protetta dal suo intero clan?"
"Mi spieghi, quindi..." - si espose infine, abbassando gradualmente la voce - "...perché vuoi far volontariamente arrabbiare il tuo strumento, abbassando anche solo dell'1% le tue probabilità di successo?"

Sasuke storse il naso e la bocca, e incominciò a detestarla come mai prima, per la sua profonda capacità di introspezione.
"Non ho idea, di cosa tu stia facendo..." - concluse in ultima analisi l'erede del clan Hyuga - "Ma a differenza di Naruto, sei un pessimo attore." - bollò infine, in tranquilla sicurezza. Ma proprio per questo l'Uchiha perse completamente la ragione, lanciandole con precisione assurda un kunai che la ferì leggermente al viso di un paio di centimetri, come a manifesta effige di qual era realmente la situazione.

"Non esistono scorciatoie!" - gridò l'Uchiha, notando che la ferita di lei s'era già incredibilmente rimarginata - "Devi combattermi, imbecille! Prima di ammazzarti devo sviluppare lo sharingan proprio in questo combattimento, per essere certo che la cosa funzioni!..."

La Hyuga tremò, e mutò di sasso. Pochi centimetri... e le avrebbe squarciato la faccia! E anche se lei vagheggiava ottusamente che la cosa non quadrasse, l'ultima considerazione di Sasuke reggeva perfettamente in piedi. E ora, impugnata un nuova lama, si avvicinava con oscura determinazione. Il tempo delle chiacchiere per lui era finito; il suo chakra, ormai, era diventato completamente freddo.
Dunque è così, che stavano le cose? Sasuke era un lupo? E il legame trascorso con lui era stato solo strumentale, la mattanza che esiste tra un'ignara vittima e il suo carnefice?

"N-no... N-non sono... d'accordo." - provò comunque a obiettare lei, con tristezza - "E' vero... la tua rabbia cresce giorno dopo giorno, e ora io potrei essere lo strumento di un odio che non riesci più contenere..." - si angustiò lei, rallentando con la sola voce la sua camminata - "...ma s-se tutto questo è possibile, è solo p-perché all'inizio sono stata la tua migliore amica... n-no?" - cercò in qualche modo di convincersi, ribaltando l'ipotetica sequela causa/effetto di Sasuke, mentre con amarezza gli accennava uno sforzato ma sincero sorriso.

L'Uchiha si fermò, ma apparentemente solo per cautela. Fare un altro passo verso di lei, infatti, sarebbe significato entrare nel campo di azione del micidiale "pugno gentile". Tuttavia, quella distanza per lui era sufficiente... L'avrebbe di certo colpita mortalmente col Katon, se per assurdo lei non si fossi schiodata da lì. E il ragazzo, difatti, incominciò a comporre i sigilli per una Gokakyu no Jutsu.
"In ogni caso... n-non mi conosci ancora, così bene." - sostenne Hinata pacatamente, ma con fermezza - "Se la tua volontà è di sacrificarmi, usa pure il fuoco... Così almeno..." - affermò seriamente, alzando bene il viso - "...almeno salverai il mio onore. I miei occhi bruceranno subito, e non finiranno per caso in mani sbagliate."


"Chi è... quel ninja mascherato che ci sta spiando!?... Devo prendere tempo..."

Il ragazzo interruppe il ninjutsu, e scrutò la corvina con aria apparentemente impassibile. Bruciarla viva!? Farla arrostire tra le fiamme!? Anche Hinata, faceva davvero sul serio; non si sarebbe mai smossa di lì, senza una colluttazione; e al pensiero di ridurla davvero in cenere mentre restava inerme, il ragazzo immaginò realmente la scena, e trattenne a stento il proprio disgusto...
"Sasuke-niichan..." - riprese candidamente la ragazza - "...sappi che non voglio implorarti pietà come se io fossi il tuo strumento, né intendo fuggire orripilata da te come se tu fossi un mostro. Ma soprattutto..." - si soffermò infine, assicurando questo sopra ogni cosa - "...sappi che non userò mai il Juken, per colpire un mio fratello."


"...devo comunque prendere più tempo che posso! Una fonte di chakra simile al mio mi sta cercando, sta venendo velocemente in questa direzione..."

"Ahahahahah!... Non prendermi per il culo!" - scoppiò a ridere di gusto il giovane moro - "La stai mettendo orridamente sul tragico... al solo scopo di farmi desistere!" - sentenziò con convinzione.
"Ma io posso ben anticipare, tutto questo. Conosco, la furbizia del clan Hyuga." - gli rivelò, con ironia - "Voi siete i migliori, nell'arte della commedia." - la canzonò, per poi proseguire.
"E so anche bene come funziona il vostro stile di combattimento." - si mise nel dettaglio a spiegare - "Ora come ora... simuli grande distrazione, affermi a testa china che non vuoi fronteggiarmi, ma in realtà... sei estremamente concentrata. Sei in enorme... tensione. E questo perché ti basta un tocco, e dunque aspetti giusto una mia disattenzione, un varco, il momento buono per attaccare..."

La dimessa ragazza... non rispose nulla. E Sasuke colse quindi la palla al balzo, stabilendo con gratuita immediatezza di averci preso in toto.
"Altroché, se userai il Juken..." - profetizzò con riso sarcastico - "Tu hai attivato quei tuoi ipocriti occhi... unicamente per vedere i miei punti di fuga. Dunque, finalmente, ci siamo?" - chiese quindi curiosamente l'Uchiha, sconfinando nel suo campo di azione e rompendo ogni indugio, dato che oramai aveva superato il limite della sopportazione.
"Sai che c'è, sporca Senju!?..." - confabulò quindi schizofrenicamente l'Uchiha - "...ho proprio cambiato idea, con te! Se mi avessi affrontato apertamente... sarebbe stato diverso, ci sarebbe stato tra noi un leale confronto... e un sacrificio onorevole. Ma ora invece... succederà un macello! Ti sgozzerò alle spalle come un animale con queste mani, per aver provato a gabbarmi così!..."

"SASUKE, m-ma p-proprio... n-non c-capisci?" - provò comunque col dialogo la corvina, alzando con angoscia la voce - "Questa vista... p-può anche fare altro... lo sai..." - comunicò, riabbassando i toni.
"Con q-questi occhi, i-io... volevo s-solo esser certa, di una c-cosa..." -  spiegò con dolore la piccola Hinata, rilasciando il byakugan, e rilassando completamente la vista.

Il ragazzo si stupì notevolmente, che l'amica avesse davvero cessato ogni guardia, e interruppe per la seconda volta la sua avanzata.

"Una cosa... E sarebbe!?" - interrogò con sommo interesse l'Uchiha. Hinata gli rispose lentamente.
"I-io..." - balbettò pacatamente la piccola - "...p-posso vedere con estrema chiarezza che il tuo odio è t-troppo forte, e che vuoi davvero p-provare a uccidermi. Eppure..." - si intristì tantissimo - "...eppure posso anche vedere che in realtà mi vuoi un bene dell'anima, e che mi stai dando in tutti i modi un'enorme possibilità, nella inconscia speranza di fallire."

La Hyuga teneva quasi ragione, e il ragazzo vacillò per un momento. Non serviva alcuna abilità innata, questa volta, per rendersene conto.


"Ora, ne sono certa... Tu hai visto l'Inferno, e non vuoi più... fidarti. E oggi sei fuori di te, per aver ricordato che sei un vendicatore..."

"Voglio... crederlo..." - provò a dire la corvina, stringendo la mano destra al petto - "T-tu... mi ami profondamente... E s-se finissi con l'uccidermi..." - s'incupì subito - "...capiresti c-che ero davvero tua sorella, e passeresti ogni secondo nella d-disperazione, pentendotene..." - concluse a stento, tenendo lo sguardo basso. Ma quello di Sasuke, era ben rivolto verso di lei. E restava oscuro e apparentemente indifferente.

"Anche io... ti amo." - gli confessò Hinata, con lieve rossore - "Per questo, non d-dirò nulla a nessuno... Non v-voglio... che mio fratello f-finisca in prigione."

Ma dopo quest'ultima frase, l'Uchiha iniziò a mostrare una profondissima irritazione per tutti i discorsi affrontati finora. 
"Che sciocca, che sei... Dunque davvero la tua strategia di battaglia consiste solo nel raggirarmi con le belle parole!? Patetico..." - imprecò il moro, giunto ora a un metro da lei.
"N-no... t-ti sbagli Sasuke..." - provò a dire la ragazza - "...i-io davvero ti..."
"Come potrei mai finire in prigione, se stai per MORIRE!?" - inveì lui terribilmente, afferrandola salda per i capelli. La ragazza fu dolorosamente strattonata, iniziò a questo punto ad avere una gran paura.
"NO! A-aspetta!... Ma non ti sei a-accorto che qualcuno ci sta spiando?" - s'affannò a spiegarsi lei, mentre l'Uchiha la riduceva in ginocchio - "E qualcun altro sta venendo qui in mio soccorso." - aggiunse.

Sasuke allentò leggermente la presa, ponendosi per un attimo il dubbio che fosse vero.

"Uhuhuh!... Sono stato scoperto, non accadeva da anni!" - pensò divertito il furtivo osservatore - "Ma è naturale, trattandosi del byakugan..." - si giustificò poi, con raziocinio - "Ma piuttosto... chissà chi starà arrivando. Potrebbe essere..." - rifletté infine con calma - "Mmh... La cosa si sta facendo interessante, ma anche rischiosa. Mi rimane poco tempo..."

(( Era Ko!?... No! non era lui... E' papà!... Aiuto! aiuto papà!... )) - pregò in silenzio, terrorizzata, la corvina.
"PIANTALA con le stronzate!" - si sentì urlare addosso Hinata senza esito, in quell'angusto vicolo del quartiere fantasma di Konoha - "NON c'è nessuno nei paraggi! E anche se ci fosse... proprio per questo ORA non posso più tirarmi indietro! Devo ucciderti subito, fuggire, e aggrapparmi a tutti costi alla vita!..."


"NO! Non voglio! Non voglio!!... Mamma... Hanabi... Naruto..."

"I-io... i-io, a differenza t-tua, ho dei sogni..." - singhiozzò in maniera sconnessa la corvina, iniziando a piangere copiosamente. L'Uchiha tentennò per una frazione di secondo.
"Abbi, pietà... N-non... uccidermi... N-non farlo, ti prego..." - implorò spaventata Hinata - "Ci hanno davvero scoperti! E' mio padre! Se mi uccidi non hai speranze! Ti farà a pezzi, non riuscirai a fuggire..." - provò a convincerlo, disperata.

"Se Hinata-sama fosse uccisa o Sasuke finisse in prigione, sarebbe un bel problema! Mi chiedo se dovrei intervenire..." - sì domandò il machiavellico ragazzo, che si stava godendo a pieno l'imprevista scena. - "Ma tutto sommato il potenziale di Sasuke par nulla, in confronto a Itachi o Kimimaru... Non sarebbe questa gran perdita. Si creerebbero problemi ben maggiori se venissi allo scoperto. Non ho altra scelta... che stare a guardare un altro po'. E poi Orochimaru-sama mi perdonerebbe subito, se gli spiegassi che a momenti gli portavo il byakugan della casata principale."

"Hinata... ORA è tutto chiaro! Tu sei solo brava a recitare!" - fu la sentenza finale di Saske sulla Hyuga - "Chissà che cosa volevi ottenere da me, con la tua farsa..." - blaterò poi, senza troppo senso.
"Ma ora, non importa più... il tuo ridicolo piano di far ingelosire Naruto, è fallito!" - ridicolizzò lui con cattiveria - "Il tuo amore neanche si è accorto, della fine che stai facendo, e a conti fatti, al contrario di quanto hai detto, mi stai solamente implorando pietà come uno strumento, paralizzata dalla paura..." - concluse fuori di sé Sasuke, praticamente sull'orlo della pazzia. E parlando in questo modo, e tenendo sempre la fanciulla ferrata per i capelli, ruotò pian piano il busto fin dietro di lei, posizionandosi perfettamente alle sue spalle. Dunque puntò l'affilato pugnale nei pressi della sua vellutata gola, con la mano destra.

La Senju era sempre in ginocchio, ormai alla mercé dell'Uchiha. Ma invece di ribellarsi o strillare dalla paura, prese coraggiosamente un bel respiro.


"Mamma... sto davvero, per morire!? Ti prego stammi vicino... dammi la Forza... un briciolo, di Onore. I-io, son pur sempre una Hyuga..."

"Guarda, che ti sbagli! Non sto affatto, piangendo..." - obiettò a sorpresa e con dignità la piccola Hinata, asciugandosi le lacrime - "Vedi!? Non più!... E se l'odio che provi è più forte del bene che mi vuoi, allora ammazzami pure!... Diventa pure come tuo fratello! Ma non ti aspettare... che io diventi tale come te. I-io, non ti odierò... non odierò mai un mio simile... E sappi che con questa ora siamo pari, son stanca tanto quanto te, di piangere..." - l'apostrofò infine, tranquillamente e per le rime.

Sasuke la guardò negli occhi, la ragazza aveva nonostante tutto alzato la testa, ferendosi accidentalmente da sola col suo tagliente kunai, tutto al solo scopo di guardarlo comunque con affetto, per l'ultima volta.

"Ma CHI ti credi di essere!?" - s'imbestialì però lui - "Che CAZZO hai per la testa?!? PERCHE' mi fai la predica!?!" - alzò oltremodo la voce l'Uchiha - "Bastava che mi toccassi!! Ti ho lasciato le braccia libere tutto il tempo!!" - le fece notare il ragazzo, il quale era sul serio intenzionato a ingaggiare un combattimento per la vita, ma leale e a viso aperto, dopo avergli svelato ogni mostruosità di questo mondo.
Ma la ragazza non rispose nulla di nulla, lasciando intendere che davvero, a differenza sua, non aveva la minima intenzione di affrontarlo, né di sottostare a una simile logica delle cose. E chiuse quindi i perlacei occhi, tenendoli ben stretti in attesa dell'epilogo, mentre per l'ennesima volta Saske poteva notare una ferita di lei estinguersi a tempo di record...


"Come posso riuscire a difendermi... se l'unica risposta a tutto quest'odio è farti capire che ti amo!?"

"N-non mi s-sto illudendo, che cambierai idea... S-so, che lo farai... E mentirei, se ti dicessi c-che non ho paura..." - si espresse per l'ultima volta la corvina.
"I-io, sono semplicemente t-terrorizzata... Eppure, fratellino... sono più pronta di te, che te la stai facendo sotto... Almeno, se ne hai davvero il coraggio, sii preciso... Non farmi... soffrire... Così il mio dolore durerà un attimo, a differenza del tuo..." - terminò lei senza alcuna arroganza, essendosi sempre espressa con armoniosa e inverosimile dolcezza.

Sasuke iniziò a tremare molto peggio di una foglia. Passarono una decina di interminabili istanti.

"N-no..." - sibilò sconcertato il fragile Uchiha - "Non può essere che fino all'ultimo non proverai a difenderti... Non esiste..." - s'arrovellò tremendamente.
"T-tu... stai solo, prendendo tempo..." - articolò scosso, con voce meccanica - "Stai abilmente provando in tutti i modi a farmi desistere..." - cercò in qualche modo di convincersi, combattuto. Ma la corvina appoggiò lentamente le piccole mani attorno al suo vibrante polso, aiutandolo a tenere ben salda la presa per svariati e preziosissimi secondi.

"Non ti fidi proprio, di me? A questo punto avrei potuto paralizzarti le braccia col Juken, rendendoti il mio schiavetto..." - proferì la Hyuga ironicamente, ma senza troppo divertimento (sebbene la cosa sembrasse comica). ----- E a riguardo della "vittoria" di Hinata, il gelido Saske... non replicò nulla. Finalmente qualcuno si scioglieva, e percepiva di avere un fedele... "alleato".
"Dove andresti a far danno senza di me, una volta ottenuta la tua vendetta?" - gli domandò lei, con tragico umorismo - "Hai già deciso di farla finita, dimenticato da tutti?" - azzeccò invece, con estrema serietà.

Sasuke... alzò lo sguardo fin sopra le nuvole. Il cielo aveva iniziato a piangere. Chi erano questi "tutti"?
"Hinata... è troppo tardi, per inventare legami. Io sono solo un vendicatore. Un miserabile genio che è visto in maniera diversa solo da due persone... E anche se ora risparmiassi la tua innocenza perché non ti sei comportata da ninja, nulla di ciò che mi dirai può cambiare il fatto che devo uccidere la mia seconda scelta; e stai pur certa, che essendo l'ultima, lo farò..."
La ragazza capì subito, di chi stesse parlando. E si espresse immediatamente, a riguardo di questa eventualità.
"Se le cose stanno davvero così..." - riferì subito angosciata -"...se nemmeno noi due possiamo nulla, per farti dimenticare quella notte..." - articolò con spezzata rassegnazione - "Allora carica su di me, questo fardello... concentra il tuo odio solo su di me..." - lo pregò con afflitta insistenza - "Così almeno... Naruto potrà realizzare il suo sogno, e mia sorella non patirà l'inferno nella casata cadetta."

Sasuke, a questo punto, si rese contro di aver commesso un banale errore: il biondo aveva lasciato da troppo poco tempo Hinata, e in questo frangente lei credeva che quel Sogno non la riguardasse affatto, essendo sempre stata, per Naruto, un inutile intralcio. E il modo in cui oggi l'Uchiha aveva parlato dell'Uzumaki, di certo non aveva esumato il fatto che assassinare uno dei due, significava uccidere anche l'altro...
Che fosse questo, il modo? Che giocando quest'ultima carta... facendoglielo capire a chiare lettere, che stava ammazzando anche il suo Naruto, la corvina avesse iniziato a provare un po'... d'Odio?

"Se amavi così tanto tuo fratello che il tuo cuore si è lacerato fino a questo punto..." - constastò intanto senza rimedio Hinata, tra le lacrime - "...se davvero sei un vendicatore e questo è il tuo irreparabile modo di essere..." - s'immolò la ragazza, di propria iniziativa - "...allora fallo, e vendica anche me! Promettimi che non sarà invano, e che vendicherai il mio sangue sopra ogni cosa!" - implorò ad alta voce, prendendosela solo col destino - "I-io, lo ACCETTO!..." - gridò tuttavia, facendosi forza - "...TI ASPETTO IN PARADISO LO STESSO! E ti vorrò sempre bene, tenendoti forte per mano, come in questo momento..."

"MA chi è, quella ragazza!? Non ha senso, tutto questo!!..." - si meravigliò a questo punto un diciottenne Kabuto Yakushi, il quale, ancor giovane e non completamente avvolto nel cinismo e nella perdizione, poteva ancora ben stupefarsi, di fronte a uno spettacolo del genere. A quel tragico "fuori-programma" che si stava inevitabilmente per compiere. Perché in effetti, anche lui, ne aveva viste fin troppe, di ridicole finzioni, ed era parimenti convito che prima o poi, quella ragazza, avrebbe furbescamente agito. Ma non era stato affatto così, e persino lui, ormai, aveva smesso di divertirsi da un pezzo.

"Mmpf! Non hai imparato niente, dalla vita... sei stupida, fino al midollo..." - la accusò tra lo strazio Saske - "...puoi ancora combattermi, no?" - provò a ricordarle - "Il vostro taijutsu sembra fatto apposta, per fermare noi Uchiha; non era affatto scontato, che vincessi... Ma con le tue chiacchiere... stai perdendo la tua unica occasione di sopravvivere..."

"Kurama, anche tu... stai per morire? Perdonami, se ti faccio morire... Però... alla fine non ti ho più usato. Ho mantenuto la promessa, anche se non ti ho fatto vedere granché..."

"L'odio rende più forti. L'odio. L'Amore rende solo le persone deboli..." - sentenziò vagamente l'Uchiha, riferendosi chiaramente a lei.
"Hinata, avresti dovuto odiarmi... Se fossi stata forte... se uccidendomi potevi realizzare il vostro sogno ottenendo il potere, sarei stato il tuo Sacrificio..."


"Il... nostro?"

La Hyuga ebbè come un impercettibile sussulto. Un brivido la percosse per tutta la schiena.

"Ma tu... sei troppo buona. Sei fuori contesto. Non provi nemmeno a combattere per la sua vita..." - constatò amaramente lui. Hinata sentì una goccia cadere sul suo viso. Era sudore... o una lacrima?
"Andrai in un posto migliore... In questo mondo ninja sei solo destinata al ripudio, e a soffrire le pene dell'inferno. Sei debole... una fallita... come Naruto..."


"Una fallita... come Naruto!?"

"Lui, ti amava... eri tutto, per lui. Per questo dopo verrà il suo turno... perchè quando saprà quello che ti ho fatto, anche lui come me cercherà sicuramente vendetta, per aver perso tutto..."

"Il suo... turno?!?"

E dicendo così, il moro le tagliò senza precisione ma con perfetto controllo la gola. Poi si lasciò scorrere tra le dita i corti capelli di lei, terrorizzato per quanto aveva fatto.

Hinata crollò a terra in una pozza di sangue, agonizzante.


*****





Mi amava...

Il suo... turno...

Io... non voglio...

NON VOGLIO!!


Kurama...

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Capitolo 4
*** HINATA, KURAMA, e NARUTO (...quel "qualcosa"...) ***


NOTE di inizio pagina:

1) si ricorda al lettore che in questi frangenti Hinata parla con Kurama senza ancora vederlo, e senza sapere si tratti di Kyuubi.
2) "tempus dilatatio" ... Mi mancavano gli incontri onirici tra la bella e la bestia!... :P ... Ma credo che, esagerando, questo capitolo si svolga nel giro di non più di 10 secondi in tempo reale! ^_^





HINATA, KURAMA, e NARUTO (...quel "qualcosa"...)


C'è "qualcosa", che è sempre con me.
Se chiudo gli occhi... posso vederlo.
Se mi guardo dentro... posso toccarlo.
Se sto per smarrirmi... mi salva ancora una volta la vita.

( Già... E' proprio così! E non importa, che "lenti" usi o come ti conci i capelli! Naruto li distinguerebbe dal loro profumo! Ti riconoscerebbe dalla frequenza del tuo batter di ciglia! )
 
Mi ha sempre... p-protetta. Ma io invece, nel momento del v-vero bisogno, non ho fatto n-nulla. Ho lasciato c-che si spegnesse indegnamente...

( No... E' stata la Volontà del Fuoco dei Senju. Lei e solo lei, semmai, si spegnerà indegnamente! )

Lo so, che gli applausi di quel giorno sono il frutto della mia immaginazione. Eppure è tutto così vero, è come sarebbe andata se solo ti fossi stata vicino.
Vorrei solo afferrare... "quel tuo sorriso". Il volto innocente e trionfante che salutava i tuoi assassini, e renderlo reale.

Volevo... riscattarlo. Mostrartelo, dargli la sua rivincita. L'ho fatto per questo.

Ho scommesso tutto su lui, e ora, ha preso sul serio coraggio. E' diventato luminoso, inarrestabile. Porterà la pace.

( In verità... fingeva. E tra gli spalti, cercava solo te. )


*****



"Dannazione... che cosa ho fatto?!?" - si inorridì Sasuke, in quell'interminabile passare
di secondi - "Neechan... perché non ti rialzi!? E continui a perdere sangue?
Perché... la tua ferita non si rimargina!?"




[.....]

 
"Fa male!... fa troppo male!!... AIUTO!! Ma dove sono!?... Io sto davvero, per morire!?"

"No... Io non voglio... non voglio morire da sola così!..."

"Però solo così... solo così potrò rivedere il tuo sorriso... mamma..."


 [.....]



"Hinata... Ma perché sei così debole? Perché non vuoi guarire? I tuoi sogni valgono davvero... così poco?" - si angosciò terribilmente l'Uchiha, di fronte all'oscenità di cui era diretto responsabile.

"Non è successo nulla, ai miei occhi... Nemmeno un semplice sharingan. E senza potere... sono spacciato. Sta arrivando davvero, qualcuno... E' veloce, talmente forte da far muovere l'aria, e muore dalla voglia di uccidermi!" - si rese conto lui, intorpidito, totalmente privo di polso, reggendosi a mala pena in piedi.

"Hinata... non ti importa proprio niente, di Naruto? è questa la verità? continuerai ad agonizzare e contorcerti come un pesce fuor d'acqua... fino alla fine?" - riprese coscienza di sé il giovane moro.
"I-io, credevo f-fossi più forte... credevo avresti c-capito che devi combattere... che l'Odio è la vera forza!" - le parlò lui follemente, sebbene la Hyuga in quell'atroce dolore non potesse certo intender qualcosa.

"Non posso più, lasciarti s-soffrire così inutilmente. E io, devo continuare ad aggrapparmi alla vita... Devo uccidere Itachi..." - cercò a tal punto di imporsi.

"Uno di noi due, oggi doveva acquisire un nuovo potere... E dato che mi sono sbagliato... vorrà dire che sarò io, a ottenerlo." - stabilì infine, apprestandosi a darle il colpo di grazia.


(.....)




"Che bella, luce... Sta incominciando a fare meno male... Sto iniziando a provare un intenso e piacevole tepore...
Chi è... quel signore dai lunghi capelli bianchi che mi sorride... che ha tenuto un posto per me alla sua destra?
...forse, non è così terribile, morire. Forse... esiste davvero, il paradiso. Io... sona la benvenuta. Sto arrivando, mamma... Assieme aspetteremo papà, Hanabi e..."


"NO ASPETTA!! NON ENTRARE SENZA DI ME!! IO NON POSSO ENTRARE DOPO DI TE!!" - implorò a squarciagola una voce familiare.

"Na... Naruto-kun!? M-ma... sei proprio tu..." - si stupì notevolmente l'angelica corvina, attendendo con tutta calma la sua venuta.

"Hinata, ti scongiuro, non andare... I-io non posso entrare, senza di te..." - la pregò ancora l'Uzumaki, segnato nel corpo, trascinando faticosamente alla caviglia una pesante catena.

"Ma Naruto... ma che... dici? Si sta così bene, qui!... Certo, che potrai entrare! Io ti guarirò, te la leverò io, quella catena! Così potrai sederti, vero signore?"

E il maestro dai lunghi capelli bianchi, e dall'aspetto da vecchio eremita, affermò che c'era posto per tutti quelli che avrebbero voluto, se Hinata lo desiderava. E si rivolse al biondino.
"Guarda meglio, figliolo..." - gli parlò con calore - "...in quel posto alla mia destra c'era scritto il nome di entrambi voi. Però il posto è in effetti uno solo, e il tuo nome sta scomparendo perchè non vuoi sederti. Ma solo per questo. Ed è un vero peccato... avreste anche potuto giungervi assieme, in qualche modo."

"Hinata, il signore ha ragione. I-io non voglio, entrare..." - precisò meglio l'affranto ragazzo - "Mi bastava... passare come una piccolissima parte di te, nascosta silenziosa dentro di te. Anzi, sarebbe stato davvero meglio così!... Perché, vedi... questa catena... sono tutte le persone che ho ucciso. E' il loro disprezzo. Ma sono anche i miei veri sentimenti per te, e il perdono che non avrò mai il coraggio di chiederti..."

"Ma... Naruto... ma cosa..."

"Lascia stare, Hinata... mi scoprirebbero subito. E nessuno, vuole che sto con te!.. Tu, sei tu. Ma io.. sarò chiamato mostro anche qui. Ho fallito. Sono solo un demonio. E tutti ti disprezzeranno a causa mia..."

"Ma NON è vero! Non è vero Naruto!..." - provò a convincerlo la bambina - "Qua è diverso! E tu non sei un mostro! Tu sei il salv..."

"Grazie lo stesso, signore... Ma io... devo sacrificarmi; è compito mio, non c'è altra soluzione. E poi è quello... è quello il posto che fa per me." - affermò con rassegnata convinzione l'Uzumaki, indicando delle vampe nere senza fine, da cui trasalivano atroci urla colme di sofferenza. Stridori infernali simili a quelli che Hinata poteva udire dentro Kurama, proprio nei suoi vecchi incontri con Kurama.
Il ragazzo attraversò dunque quel fuoco divoratore, senza tuttavia bruciarsi, in virtù della sua innocenza. Ma in men che non si dica, scomparve totalmente dalla vista della corvina.

"NO ASPETTA!! NON ANDARE VIA DA ME!! Io voglio che stai con me! Non sono nessuno, senza di te!" - urlò la fanciulla, inseguendolo e tuffandosi immediatamente tra le fiamme, senza pensarci troppo.

"Kurama fai qualcosa! Noi tre siamo una cosa sola, NON VOGLIO STARE QUI SENZA DI LUI IN ETERNO!!" - implorò impotente, non scorgendo più nulla, e temendo di averlo perduto per sempre.

Il signore e la luce scomparvero. Egli, da Rikudou che era, cedette il suo posto ad altri, e divenne un semplice uomo.
Ma anche Hinata, in effetti, era solo una bambina coraggiosa, e si rese conto solo ora, di trovarsi in tutt'altro luogo. Il luogo dove era solita parlare con la Volpe.


(.....)




"Stupida ragazzina, così avevi intenzione di farci morire tutti!?" - chiese alla Hyuga una voce sarcastica.

"Ku...Kurama!?... ma... che scherzo è questo!?..." - si destò frastornata la piccola Hinata, incominciando a perdere tosto i minimi particolari della visione appena avuta.
"Non è uno scherzo, sciocca!!..." - specificò subito altero il Kyuubi - "...Sasuke ti ha sgozzata, non ricordi!? Stai per morire ADESSO!!"

La ragazza, si toccò sotto il mento appena. E sebbene quel cucciolotto del Novecode si fosse in realtà intenerito, e avesse predisposto di anestetizzarla a pieno dal dolore, la corvina poteva sentire con chiarezza il suo immacolato sangue fluir via, anche se in maniera estremamente lenta, come a rallentatore.

"Cosa ci succederà, Kurama? Cosa succederà... a Naruto?" - domandò vagamente la ragazzina, mentre con le mani s'adoperava nel tamponar la ferita, senza esito alcuno, in verità.

"MA come!... Non lo hai... visto!?" - la interrogò severamente il cercoterio, in uno strano misto di immensa irritazione e segreta benevolenza - "Naruto... si perderà. Brucierà all'inferno." - la fece impallidire.
La piccola si annichilì difatti un momento, ma poi, sconcertata e indignata, riprese colore, e rigettò con tutte le forze un'idea del genere.

"NO!... Non è vero! Tu... menti! E' una sporca bugia!" - agitò la testa e il sangue, in preda al panico - "Che cos'è!?... vuoi il mio corpo, adesso!?..." - si lasciò malamente sfuggire, senza troppa convinzione.
Il bijuu sorvolò, a riguardò di questa affermazione, e concesse alla Hyuga il tempo di recuperare, persino in un momento critico come questo. Vuoi perché l'improvvisa rivelazione era stata davvero scioccante, sia perché in fondo, quando la Bambina parlava con lui in stato di incoscienza o dormiveglia, un solo secondo equivaleva a ore; la dimensione temporale era completamente distorta.

"Oppure..." - si calmò tristemente la corvina - "...per te sono come una figlia, e se muoio ora, senza averti riconosciuto e reso parte di me, non avrai pace anche tu in eterno?" - arrancò amareggiata nel buio, verso lo Spirito, come a cercare il suo viso e il suo perdono. Ma lui, senza troppi convenevoli, le ordinò immediatamente di fermarsi, e confermò subito a modo suo, al contempo attaccandola.
"Piantala! Non mi interessano le tue scuse e i buoni propositi!" - la aggredì seccato, ma senza alzare oltremodo la voce - "Mi sono stufato, di farti da balia! Io sono io! Tua madre E' MORTA, devi guardare altrove! E' tempo di camminare da sola, e sostituire per sempre il sorriso di lei con qualcos'altro!"

Hinata... sentì le gambe tremare tutte. Dapprima, finì in ginocchio. In seguito, il cuore suo si vuotò totalmente, e il corpo cedette, reggendo a stento il peso di quel macigno, distribuito pari pari sui palmi delle mani. Ma infine, carponi, in mezzo all'enorme chiazza vermiglia che s'era venuta a creare, Hinata poteva come specchiarsi, e intravedere ancora "qualcosa", quel qualcos'altro, il sorriso di qualcun'altro...
La ragazza ansimava, sudava freddo scorgendo quel volto, quel volto coraggioso che le sorrideva, ma poteva anche mirare, in maniera davvero speciosa, il suo imbelle sangue discender pian piano dal collo, verticalmente, aumentando via via di velocità, fino a ondeggiare pericolosamente sul fondo, col rischio di far svanire, senza rimedio stavolta, quel luminoso sorriso.


"Naruto-kun... sorride sempre lo stesso. Anche se ci siamo lasciati e sono stata c-così cattiva con lui, ha ancora la f-forza di scherzare come uno scemo...
Ma l-lui, p-però, ha trattato con indifferenza... i miei sentimenti. E' s-solo un arrogante, e i-io... ce l'ho ancora con lui!... Ce l'ho con lui, p-per avermi abbandonata..."
 
La Hyuga socchiuse un attimo gli occhi, con profonda amarezza. E toccando delicatamente riflesso dell'Uzumaki, per il vuoto che le si era venuto a creare dentro in precedenza, percepì la mera realtà dei fatti.

"Ma chi voglio prendere in giro! Naruto... mi vuole bene. Ha solo fatto quello che riteneva giusto. Starà soffendo almeno quanto me, per quello che è successo...
I-io, ora, posso sentirlo più che mai... C'é qualcosa, che ci lega da sempre. Da quando lo conosco non ho mai smesso di sentirlo vicino al mio cuore. E' così che la penso."

 
Una palpabile "connessione", potenziale e non prestabilita, si era infine prepotentemente schiusa, da sopita che era. Un sentimento d'Amore vero, non indotto, si espandeva con Forza nell'anima, dall'interno.
Senza artificio alcuno, dilagava inesorabilmente come il suo sangue. Un sangue che però non apparteneva più a lei solamente, del quale ora doveva rendere conto, e che reo e inadempiente si spargeva a terra come fine sabbia di una clessidra, che severa segnava l'intevallo residuo alla irrimediabile crocifissione e messa a morte di un'anima.


"E ora!? Che mi succede, adesso!? Mi sento... così diversa! Che cos'è, questa strana e intensa sensazione!? Da dove deriva, tutto questo Potere!?
Ma è... Naruto!! E non è, potere... E' qualcos'altro! ed è senza limiti!!
E'... il suo Amore! è tutto il suo amore che mi ricambia e splende come una torcia, e vuol cercare a ogni costo di redimere il vuoto che ho dentro..."

"Naruto... è semplicemente l'amico con cui combattere per salvare Sasuke. E' il ragazzo che ammiro, che non ha altro scopo se non quello di farmi felice.
Questo, è Naruto!... La mia Volontà; ciò che Naruto è realmente..."

 
La piccola fu teneramente abbracciata dal chakra di Naruto, che proprio in un quel momento stava pensando intensamente a lei, dando tutto se stesso nel poterla al più presto ritrovare. E fu avvolta con forza dalle code del Kyuubi, o meglio di Kurama, che dentro Hinata non era ormai più l'incarnazione dell'Odio, ma semmai di un amore gratuito, una volontà inesauribile disposta a donarsi eventualmente in sacrificio, e che grazie al giusto esempio non si sarebbe mai arresa, nè sarebbe mai mutata in qualcosa di egoistico o morboso.
Perché il volto solare di Naruto, che non mollava mai, era ciò che Hinata aveva nel cuore. E l'Uzumaki in carne e ossa era riflesso, contraltare, completamento di tutto questo. La strada verso la luce, la retta via da seguire. E quel sorriso, tale splendore per giunta, parlava e lottava segretamente per lei, s'era spontaneamente generato dall'amorevole luce dei suoi occhi, per proteggerla ed esaudire il suoi sogni.

Era così. Era stato così dal principio. E Hinata si sentì riempire dentro, fin dentro l'anima, e provò una fuggevole estasi, un'infinita commozione. Non avendo, tra l'altro, necessità alcuna di mascherare ciò che non era, in questo momento.


"Che bello, Kurama!... Siamo parte l'uno dell'altro!... Anche lui, mi cerca! Anche lui, vuole salvarmi!... Persino ora..."
 
"Hinata!..." - finse però di spazientirsi il bijuu - "...non c'è più tempo! Non è proprio il caso di mettersi a piangere!..." - commentò lui, a riguardo di quel dolce e casto amplesso spirituale.
"Allora? Chi o cosa devo essere, stavolta? Cerca di scegliere in fretta!" - le intimò un po' scocciato, e repentino - "Ma bada bene! TU LO SAI, che se mi usassi o ti lascassi morire come un'egoista per ricongiungerti a tua madre, per voi non ci sarebbe alcun rimedio! E noi tre, saremo divisi per sempre..." - le sbatté infine in faccia, piccato, mentre lei si asciugava pian piano le lacrime, tra i sensi di colpa.


"E' vero... Io devo vivere! Devo tenere duro, non posso abbandonare Naruto per nessun motivo!... Però... io non voglio nemmeno far del male a Sasuke..."

La Hyuga aveva ormai ben capito, cosa c'era in ballo; ed era ben determinata, nel voler sopravvivere. Ma ancora non si capacitava sul dover guerreggiare, e provò a obiettare qualcosa...
"Ma scusa, però... come può essere che Naruto-kun non possa entrare in paradiso? Questo... è impossibile! Non può essere vero!... Inoltre..."
"ANCORA non sei convinta che devi batterti!??" - si arrabbiò immediatamente il Novecode - "Quello ti ammazza!! Si può sapere CHE CAZZO hai che non va?!?"

 
Si oscurò celermente in viso, la ragazza. Sasuke si era sul serio risolto, stava per immolarla davvero. La Volpe accelerò dunque i tempi, decretando di strigliare ben bene l'ingenua corvina.
"E se nemmeno la gioia che hai provato poco fa ti è servita, d'ora in poi faremo a modo mio." - vociferò lui, enigmatico - "Ti dirò finalmente come stanno le cose, visto che ci tieni tanto a saperlo!..."

Era vero; Hinata voleva effettivamente sapere qualcosa. Da parecchio tempo, ormai! E anche se non l'aveva mai domandato esplicitamente, in cuor suo sperava sempre in una spiegazione, da parte di Kurama...

"C'è una ragione, se Naruto è stato sempre tenuto in disparte. E se alla fine, avvolto nell'Odio, soccombesse a esso, o credendo di essere il peggiore dei mostri vendesse l'anima al diavolo, nemmeno Tu potrai far più niente, per salvarlo..." - ribadì con forza il bijuu. - "E questo potrà benissimo accedere, se lo abbandonerai..." - spiegò senza troppi fronzoli - "Stai pur certa che succederà, e il motivo è molto semplice..."

Con angoscia, Hinata strinse in pugni. Stava per aver conferma di ciò che aveva presagito da tempo. Kurama infatti era così testardo, non aveva alcuna intenzione di chiudere il becco.
"Se tu morissi o abbandonassi Naruto, o se incapace di difenderti credesse di aver fallito senza rimedio... Naruto perderà se stesso!... Si tramuterà nel mostro che è , PERCHE' lui in realtà è..."



"NO!! STAI ZITTO!! NON DIRLO!! Io non voglio saperlo, CHI E' realmente per te!! Per me NON significa nulla!!"

La corvina, a questo punto, si mise a urlare.

"IO GLI VOGLIO BENE LO STESSO!! A ME NON IMPORTA NULLA CHE E' KYUUBI HAI CAPITO?!?!?"


Il Novecode, da par suo, scoppiò quasi a ridere.
"Aahhhh... dunque tu lo sapevi..." - sogghignò sarcastico e melenso - "...che Naruto è solo un mostro!"


La corvina provò improvvisamente un lancinante dolore per tutto il corpo. Soprattutto alla mortale ferita al collo. E piombò fragorosamente a terra, boccheggiando come un pesce fuor d'acqua, agonizzante.
"Tu non hai mai dimenticato..." - rivangò crudamente Kurama - "...di quella volta che Naruto è stato chiamato Kyuubi, ed stato trattato come una piaga davanti a tutti..." - vuotò il sacco, impietoso.

"Quella stessa notte eri venuta subito a chiedermi che cos'è un Kyuubi, ma poi avevi rinunciato, per non usarmi con uno strumento..." - le descrisse nel dettaglio, come fosse cosa appena successa.
"E tuttavia, non hai mai accantonato di cercare per conto tuo la risposta; non hai mai dimenticato, quello schifo... E quando mesi dopo, in Accademia, si è parlato del demone che dodici anni fa ha distrutto il Villaggio, hai stupidamente sperato che Naruto fosse stato bollato in tal modo tanto per dire, solamente per insultarlo..." - articolò Kurama, senza cattiveria, rigirando ben bene le unghie tra le piaghe.


"Ma la verità... è che esistono altri spiriti come me, ben più feroci di me. E la sua anima è stata raschiata, svuotata, usata come contenitore per il più bastardo di tutti!"

La piccola si rannicchiò in posizione fetale, tutta tremante, e si portò le mani in faccia, in preda allo strazio.
"Ti prego, smettila!... non parlare così!" - implorò lei, con un fil di voce - "E' atroce! Posso sentire tutto il suo dolore, in questo momento!..."

"NO, io non ci tengo, a morire di nuovo!..." - le aprì bene le orecchie il bijuu - "ORA TU SOFFRIRAI, ascolterai tutto quello che ho da dirti, il senso di quella visione, tutto quello che hai sempre voluto sapere da me, fino a quando non avrai tastato con gli occhi le piaghe del dolore, se necessario, e amando come non mai avrai capito che è giunto anche per te, il momento di combattere come una tigre..."

Il sangue di Hinata aveva ora iniziato a pulsare più velocemente, e si mischiava al sudore e alle lacrime in maniera surreale, come per intreccio di un vortice, che salvifico avrebbe potuto riportarla indietro.
"Davvero, hai creduto alle sciocchezze di Naruto? Davvero vuoi addormentarti in un'illusione, pensando che il suo sogno non ti riguardasse!?" - la interrogò Kurama, retorico.

"Da sempre, Naruto è visto come un demone... Non ha NIENTE, a parte lui... Eppure, se prenderai il suo posto e lo salverai dal dubbio, un giorno avrà tutti i legami che meritava d'avere fin dall'inizio..."

Hinata, nel mentre, riuscì a stento a rimettersi sulle gambe; aveva infine compreso che anche Naruto, così come lei, aveva un disperato bisogno di un qualcosa nel cuore, che lo riempisse pienamente. E Kurama sosteneva che "quel qualcosa" dovesse essere proprio lei, che già esisteva ed "era tutto", e che se da una parte, per lei, il nocciolo duro risiedeva nel suo sorriso, per lui trovava dimora "nei suoi occhi".


"Ma il Kyuubi non è, come me... Lui è l'instabile incarnazione del Male, approfitterà della prima esitazione, per fargli credere  che lo odi veramente!"

 
La ragazza strabuzzò gli occhi, con terrore. Cosa aveva mai detto, quella volta, a Naruto! Che aveva fatto! Se egli si fosse puta caso rassegnato a quel "Ti odio", anche un attimo solo, sarebbe stato un disastro!

Kurama scrutò per un po', con particolare attenzione, la sofferente ed empatica ragazza, e incalzò il suo intuito fino alle estreme conseguenze, testando fino in fondo la sua volontà.
"Naruto... ti ha notata fin dall'inizio. Gli occhi di chi ti disprezza bruciano l'anima, sono freddi come il ghiaccio... E chi è abituato a vivere un contesto del genere, è in grado di riconoscerlo al primo impatto!"

Erano discorsi fin troppo noti, per lei. La Hyuga calò tenebrosamente il volto, consapevole. Era ormai  in fissa, al pari di un androide. Il suo sangue tra l'altro, stranamente, si era in quell'attimo propriamente fermato; così come il battito cardiaco. Eppure la ragazza, se possibile, sentiva e pativa più di prima. Il dolore di Naruto infatti le si era appiccicato addosso, al pari di tutti i sentimenti positivi, e questo rovente calvario era davvero lungi, dall'aspirare un eterno refrigerio, e si moltiplicava esponenziale allo scoramento, penetrandole il cuore da parte a parte, come una vile spada infusa del più affilato degli elementi.

"Sai bene, quanto sia difficile..." - iniziò a insinuarsi dentro di lei il bijuu - "Eppure Naruto, a differenza tua, non ha mai smesso di correre, pur di trovare qualcosa, e alla fine è successo. Come non affezionarsi all'unica persona che non ride mai di te, che ti guarda in maniera diversa e ti chiama sempre e solo per nome?" - rifletté seriamente, fuor d'ironia, il Kyuubi, anch'egli nominato dignitosamente solo da lei.


"Naruto... sta combattendo per te. E' il tuo guerriero. Ti ha liberamente scelto come sua signora. Ma incapace di starti vicino, per non coinvolgerti e servirti davvero... ha deciso di dimenticarti!"

 
Ma sul serio? Seriamente, era così? Hinata non poteva credere alle proprie orecchie, era un così triste placebo, una dolce lusinga, che la portò totalmente a concedersi ai sussurri della Volpe a Nove Code.
"Tu hai urlato: sarà l'Hokage! Gli hai detto: sei il mio Esempio." - rimembrò abilmente Kurama, fondendo il suo chakra a quello della ragazza - "E lui... ha creduto in te; nel cuore suo. Ma se infine si sentisse abbandonato proprio da te, se finissi ammazzata per la sua scelta di starti lontano, o se nel momento decisivo disperasse e fallisse nella missione di essere Hokage... che fine farà mai, il tuo samurai?"



((  Già... Un samurai, ha una sola parola.  Un ninja non ha... parola. E' solo uno strumento al servizio del Paese. E un ninja che ha come Nindo il mantenere la parola data, non è di certo uno shinobi, ma un altro tipo di guerriero...
Ma se un samurai tradisce il suo Bushido nel mantenere una promessa, e se non protegge e disonora irrimediabilmente il suo signore, rivelandosi il perfetto esempio di un fallito, che cosa gli resta!? Che unica opzione gli rimane!??  ))

 
"Senza dubbio..." - profetizzò Kurama - "...se il vostro legame si venisse a spezzare, se pensasse di aver perduto per sempre il tuo rispetto, o fossi una reietta o morissi a causa sua, odierebbe con tutte le forze se stesso!... Desidererebbe solo calare il sipario, e pur di cambiare un destino simile venderebbe l'anima al diavolo, e si tramuterebbe nel peggiore dei mostri!"  ( la cosa è scientificamente provata!, ndr ^_^ )

Hinata, dal canto suo, pur di evitare una disgrazia del genere, aveva disperatamente implorato l'aiuto di Kurama, affidando il suo spirito al più potente dei bijuu.



"Io non voglio, che succeda una cosa del genere a Naruto... Non importa, quali sacrifici dovrò affrontare... Non ho davvero altra scelta!
Il suo sorriso... è qualcosa da cui non posso separarmi! Lo amo troppo... NON ti permetterò più di toccarmi, Sasuke!..."


"Brava... così!... arrabbiati!... Devi solo... affidarmi i tuoi sogni. Solo quelli..." - sibilò serpentina la Volpe - "Lasciati andare... chiudi gli occhi... affidali ciecamente a me... Vedrai che non sarà invano!"


"Ipocrita di una Senju, mostra chi sei veramente!... Odia con tutta te stessa! Ambisci, gioca con i tuoi nuovi poteri!... Voglio proprio vedere, cosa sei disposta a sacrificare!!..."
 

( "Kurama... perché questo chakra così sinistro?... cos'è questo improvviso disprezzo nei miei confronti?" )


"Hinata Hyuga... Fagli vedere chi sei veramente! Liberarami per sempre da LUI!... Ama con tutta le tue forze!... La tua gentile Volontà, è di molto superiore alla sua!..."


( "E' così... antico... freddo... talmente pieno di rancore! Vuole distruggermi!... Non puoi essere tu..." )



*****






Naruto alla fine ha avuto un padre. Una madre. Ero-Sennin... Ma tutto questo, è stato parecchio dopo...
 
Hinata-chan... Vuoi sapere cosa gli ha concesso di andare fino senza mai perdersi? Vuoi sapere a cosa deve tutto questo?
 
Tutti i bambini... hanno i propri eroi. E il fatto che una Bambina lo vedesse come un Eroe, gli ha permesso di andare avanti senza mai smarrirsi.
 
Lui per quella bambina diventerà un Hokage in grado di superare tutti quelli precedenti.
 
E' questo il suo Sogno, razza di stupida!
 

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Capitolo 5
*** HINATA e MADARA (...collapse!!...) ***


HINATA e MADARA (...collapse!!..)


Le anime dei miei precedenti "padroni"...
col loro chakra continuano a controllarmi tutti assieme, anche dopo la loro morte.
Capisci? O sei ancora troppo piccola?

Sono rimasti... solo odio i loro malvagi sentimenti, dentro di me. Anche adesso.
Io ti ho trattato male finora poiché "loro" mi controllano ogni momento.

(Amore in codice 3 - Cap.10: "Hinata e Kurama, le catene spezzate!!")


"LUI"... si erge sopra tutti. Mi ha usato in quella battaglia... Vincolando il suo chakra Yin al mio, ha trovato il modo di sopravvivere dentro di me.
IO LO DETESTO!!... La mia missione era di ritrovare i Figli di nonno Rikudou! Riconoscerli, addestrarli, affidare questo potere solo a loro.

COME HO POTUTO... farmi controllare in questo modo da lui!!? Dalla sua morte, me lo sono ritrovato dentro come una vile spora.
Per colpa mia... quel bastardo vive in te. Hai a che fare niente meno che con LUI. E' una parte di te, che attende solo di riemergere.

Mi dispiace così tanto, Bambina. Dovevo essere io, a cercare e proteggere te. E invece sei tu, ad aver trovato e rischiare la vita per me.
Ora neanche chiamandomi per nome, potrò aiutarti. Fondendo il tuo chakra al nostro, dovrai scontrarti con tutto il suo Odio.


DOVRAI RIUSCIRE DA SOLA. Trovare la risposta giusta a tutto questo. Impugnare e tenere sempre ben saldo... "quel suo sorriso".
Rendilo... "immortale". Fanne una leggendaria spada di Giustizia e Grazia.
 
Dimostra a quel parassita di Madara, che non hai bisogno d'altro. Che la Volontà di una ragazza dal cuore tenero, è il tuo vero e divino potere.


*****



Nella sua corsa disperata contro il tempo, Naruto Uzumaki incappò in un'atroce spasmo al ventre, e subì un improvviso ma inevitabile cedimento.

Il corpo suo collassò, schiacciato sulla strada, in una delle più affollate vie di Konoha, mentre la gente gli passava accanto così, sprezzante e indifferente, augurandosi fosse la volta buona che sparisse dalla circolazione. Ed egli, dal canto suo, poteva benissimo sentire, tutta questa ostilità, ma sebbene facesse così tanto male, e infettasse assai in profondità, non era davvero questo, il frangente di considerarla!

Il biondino aveva ben altro, per la testa e "per lo stomaco"... Era proprio come se qualcuno attingesse diretto, e in maniera disperata, dal suo chakra, aprendone la porta con chissà quale chiave.


"E' assurdo!... Ma è lei!... Sta implorando il mio aiuto! è come se provassi tutta la sua sofferenza, in questo momento!"
 
Era anomalo. Inconcepibile. Il singolare e incommensurabile dolore che gli si stava appiccicando addosso, apparteneva proprio a Hinata!
Il ragazzo infatti, nell'accasciarsi boccheggiante a terra, agonizzante, ebbe come una visione, seppur bislacca, alla Uzumaki Naruto, a suo modo decisamente grottesca.
Poté infatti inquadrare il satanico emo-Saske, con degli squaleschi dentacci a tagliola, e un volto diabolico in modalità "rape face", sghignazzare a squarciagola divertito, immensamente soddisfatto nel ghermire come un falco rapace il suo angelo (aveva proprio le alette!), a lungo torturato e disteso ormai a terra in una pozza di sangue, e che piangente, per sempre inconsolabile, con quel che gli restava negli occhi ascendeva comunque candida al cielo, già più serena, chiedendosi tuttavia in eterno perché mai il suo amore l'avesse abbandonata.


"Ghn!... E questo che diamine è!?? NON è il caso, di immaginare cose assurde!... Il signor Hyuga è andato da quella parte! Devo andare sempre dritto da quella parte!"

L'Uzumaki, nonostante le lancinanti (e allucinanti) contrazioni, si rialzò sbrigativamente in piedi, indomito, e riprese a correre. Perché sebbene il suo miraggio fosse febbrile e privo di qualsiasi fondamento, e razionalmente lo sapesse bene, qualora puta caso fosse di fatto successa una cosa del genere proprio a Hinata, non se lo sarebbe mai perdonato.

"Non mollare, Hinata... prendilo a calci nel culo!... Sto arrivando!"

"E TU... se sul serio hai osato torcergli anche un solo ciglio, quei denti a tagliola te li spacco, Sasuke!..." - si ripromise peraltro Naruto, a voce schiusa, precipitandosi a rotta di collo, ma cercando di mantenere il controllo.

Tentativo, quest'ultimo, che in verità risultava arduo a più di una persona, quando c'era di mezzo la Hyuga...


(.....)
 






"NO!! IMPOSSIBILE!! Hinata-sama si è fatta uccidere veramente!!... MA PERCHE' l'avrà fatto?!?" - sbiancò totalmente un certo Kabuto Yakushi, avvolto nell'ombra, senza davvero capacitarsi.

"In cosa ho sbagliato!?... Quali informazioni ho trascurato!?" - si arrovellò il misterioso e pragmatico ragazzo - "I-io... credevo stesse solo recitando! Lo aveva in pugno, ormai! Bastava che lo colpisse..." - rifletté  in maniera davvero veloce, quasi alla pari dei maggiori esponenti del clan Nara - "E per i dati che ho, ovviamente lo avrebbe risparmiato, e tutto si sarebbe risolto!" - provò a rielaborare, paralizzato dal terrore.



"NO!! Io sono una spia!... Non ho fallito, in questo senso! Io... devo innanzitutto mantenere la mia copertura!! Vengo pedinato a mia volta... non potevo intervenire stupidamente!
Ho visto questi teatrini... centinaia di volte! NON era assolutamente prevedibile, una cosa del genere!!... E mantenere la copertura della vera missione, è la prima regola di una spia!!"


C'era qualcosa che non quadrava, in tutto questo... Il diciottenne ragazzo, dall'albina capigliatura, per qualche ragione l'aveva fatta grossa sul serio, anche più di Saske, e ora non riusciva proprio a risolversi, avendo del tutto perso la solita lucidità. Però a tal proposito era di certo in buona compagnia, stante che l'Uchiha, a dirla tutta, pareva completamente impazzito, nel suo studiato, austero, e compassato colloquiare a chi non poteva più proferire, ed era ormai a un singolo passo dal risultare cadavere.
"Neechan... avresti dovuto capire che solo combattendo, odiando, e spezzando tutti gli altri legami, si acquisisce la forza per conseguire l'unico e vero obiettivo..." - le rimproverò seriamente, un po' deluso.

"E ORA, che cazzo dovrei fare?!?" - si torturò nel mentre Kabuto - "Dovrei intervenire, ma per fare cosa!? Qualunque cosa ora decidessi, sono spacciato! Uno tra Hiashi-sama e Orochimaru mi ammazzerà!!"


La situazione... stava decisamente implodendo. Al più presto abbisognava in primis un risolutore, che intervenisse e ne facesse una buona!
Ma nel concorso di viaggi pindarici e di follia generale che si stava attualmente svolgendo, Hinata aveva anch'essa partecipato, e vinto alla stragrande il primo premio, facendo dapprima una veloce sortita in paradiso, preferendovi l'inferno, e autoconvincendosi infine di essere così pienamente corrisposta da Naruto, da arrivare a fondere il suo chakra a quello del più bastardo dei guerrafondai.


"Non... tradirmi. Non farmi questo. Stammi vicino... Salvami, Kurama. Prendi il posto mio... Io da sola non ce la faccio..."

Madara Uchiha, ovviamente, la prese sotto la sua ala; non se lo fece ripetere una seconda volta!

"Hinata... dopotutto, non lo amavi come dicevi..." - le rinfacciò intanto, irrispettoso, Sasuke - "Il tuo Nindo di cambiare e non arrenderti mai... non vale nulla." - sentenziò poi, profondamente addolorato - "Tu... non vuoi proprio guarire. Ed io n-non posso più, vederti s-soffrire così inutilmente..." - si ricompose a fatica, recuperando saldamente il suo kunai - "Guardami. Ti sto uccidendo perché preferisci morire. E dato che non sai neanche odiare e non hai alcuna speranza di realizzare i tuoi sogni, vorrà dire che sarò io, a ottenere il potere." - stabilì infine, apprestandosi a dare il colpo di grazia alla sorella.

TUTTAVIA... il ragazzo dovette ricredersi, considerato che, per lo sconcerto suo e di Kabuto, il flusso sanguigno di Hinata si era letteralmente, miracolosamente, interrotto. Così, capriccioso, su due piedi.
E come un sonnambulo, un fantasma, una perfettissima macchina per uccidere, la sagoma di Hinata si era già propriamente destata in piedi, in guisa/conferma di realtà, e a cornee viola, ben spalancate.

Fu una vera e propria mutazione, quella dei bulbi oculari. O meglio, una storpiatura; un aborto del Rinnegan. Impuro, malevolo, che disegnava sulle iridi una vera e propria spirale, tipica del clan Uzumaki.
I due spettatori in prima fila, furono percossi dallo sconcerto. Rischiava di profilarsi uno scenario orrifico, e dalle nefaste conseguenze... Era già disumano. Vedere l'ipnotico viso di Hinata schizzare e marionettare un completo giro su se stesso, per poi ricomporsi con mantenuta e inespressiva ilarità, senza più alcuna ferita al collo, fu uno spettacolo raccapricciante.
Era letterale, fuor di metafora. In quel momento, Hinata fu veramente un androide. Non era uno scherzo, né tantomeno un genjutsu; era il Mondo degli Asura. Una delle sei vie di Pain, che rendendola un automa meccanizzava del tutto le sue funzioni, scongiurandola dal dissanguamento in maniera ancora più immediata di una semplice (si fa per dire) rigenerazione cellulare, che pure sarebbe stata efficace e nelle sue corde.

MA ad ogni modo... la corvina fu bruscamente confinata in un angolo, nelle più oscure profondità di se stessa, e intuì subito che il trattamento riservato alle proprie membra non era affatto configurabile come un'azione di salvataggio, ma un chiaro intento prevaricatorio, un abuso, un infame latrocinio premeditato da tempo, che la rendeva in maniera permanente un burattino nelle mani dell'ignobile spirito traditore.



"FA MALE!... Ma c-cosa ne stai facendo di me! cosa sono q-queste catene!... T-tu... tu mi hai usato! TI SEI SEMPRE PRESO GIOCO DI ME, KURAMA!!"


Manchevole del quadro della situazione, e sentendosi così spietatamente violata nell'animo, in maniera del tutto comprensibile la corvina se la prese a morte con l'incolpevole bestia codata, che in apparenza, a zampe conserte e aria leggermente trasognata, assisteva senza eccessivo interesse a queste umanesche e ingrate questioni.

"Ti senti spoglia di ogni difesa, vero?... Ma anche volendo, ora come ora come, non posso nulla, per aiutarti... Adesso sai cosa vuol dire ESSERE AL MIO POSTO."


"Che stupida... Per salvarsi si è ciecamente lasciata andare, ha commesso l'errore di scambiarsi col Novecode senza averlo mai liberato..." - commentò un'altra delle anime all'interno di Hinata, non trattandosi però né di Kurama, né di Madara Uchiha... - "Credo proprio... di dovergli obbedire..." - considerò poi, in riferimento al secondo. Indi per cui si avviò, a dispensare "il colpo di grazia" alla prigioniera.
Quanto a colui che realmente la manovrava, Madara appunto, giostrandola a quel modo barbaro intendeva distruggere prima possibile il suo spirito, affinché di lei cessasse ogni reattività, e non ne uscisse più fuori. Ma in ogni caso, pur servendosi del Mondo degli Asura a tale scopo, si astenne dal farle crescere "tre facce e sei braccia", o dal farle spuntare lame e archibugi da ogni giuntura, vuoi perché per appropriarsi del potenziale sharingan di Sasuke non ne ve n'era alcuna necessità, ma soprattutto per via di un insolita ma necessaria cautela, considerato che un simile trambusto avrebbe solo che suscitato pericolose attenzioni, finendo col rischiare anche stavolta "una retata della Radice al jinchuuriki". (* - nota a piè pagina)


"Merda... Hinata-sama è sopravvissuta sfruttando il potere del Kyuubi..." - articolò mentalmente Kabuto - "Ma la situazione è addirittura peggiore. Pare aver perso totalmente perso il controllo..."


"Se fosse davvero così, e diventasse un enorme pericolo per il Villaggio... Danzo lo userebbe come pretesto per estirparle la Volpe, e strapparle gli occhi di dosso.
Sarebbe terribile, per voi. E in un caso simile... in teoria dovrei mostrarvi fino in fondo la mia fedeltà, e staccarvi la testa di netto, pur di evitarvi simili sofferenze..."

"Anche se a dire il vero... non me ne potrebbe fregare meno!" - provò a sogghignare sarcastico il titubante malcapitato - "Tu e Sasuke-kun... I vostri occhi in fondo son già stati equamente spartiti, e ora dovrei tornare indietro a dare il segnale di un momento del genere alla Radice, essendo questa la mia missione..." - sudò davvero freddo il triplogiochista.

"Fuggire ora, sarebbe forse l'unico modo per scampare l'ira della casata principale... Ma in fin dei conti, sarebbe del tutto inutile. Lui... mi cercherebbe ovunque, e infine mi troverebbe.
Non c'è davvero posto, dove si ci possa nascondere da lui... Ma se almeno, restando al mio posto, mostrassi di non aver tradito, di aver commesso solo un errore di valutazione, forse..."

"...alla fine, credo che me ne starò qui buono buono. Stavolta, è persino la scelta corretta. Vostro padre non tarderà molto, dato che dite sempre la verità al vostro niichan." - concluse ironicamente Kabuto, in base alla informazioni in suo possesso - "E poi, agendo innanzitutto per conto di Orochimaru-sama, non posso certo disinteressarmi così di Sasuke-kun..." - rifletté infine, costruendosi un fragile alibi.

"E' strano, comunque... Hinata-sama non ha ancora dato segno di voler combattere. Forse, può controllarsi... Eppure... non ho mai visto uno sguardo così folle in vita mia!...
E' proprio così... Ti farà a pezzi, Sasuke-kun! E stavolta... non posso davvero intervenire. E' l'unico modo per non destabilizzarla ulteriormente, e rischiare che si sposti da qui..."


Di punto in bianco, effettivamente, il mefistofelico manichino che rispondeva al nome di Hinata si sgranchì per bene il braccio, nonché le dita della mano destra, e con divertita e machiavellica espressione dischiuse con chiaro intento omicida quest'ultima, rivolgendola minacciosa, ma senza alcun senso apparente, verso Sasuke.
(( Mi ha puntato!... )) - tremò per un attimo il giovane moro - (( ...c'é davvero una qualche specie di mostro, dentro di lei! )) - poté finalmente accertarsi, disponendosi in guardia con tremabonda decisione.
"Cos'è ora, quell'aria così spocchiosa!?" - dileggiò poi a forza l'essere di fronte a sé, cercando di ostentare una certa sicurezza - "Non credere... che te la darò vinta così facilmente!"


"Ma senza comporre sigilli... che razza di ninjutsu intenderà usare, con una mano sola?? Sono di molto fuori, dal campo di azione del Juken..."

"Sbaglio..." - rispose con una certa indifferenza il caduto leader del clan Uchiha, attraverso il corpo di Hinata - "...sbaglio o intendevi sviluppare lo sharingan anche a costo di morire!?"

Il ragazzo spalancò bene gli occhi, guardingo e intimorito, mentre Madara, in una frazione di secondo, valutò il corpo a sua disposizione, nonché il da farsi, assaporando a pieno l'inaspettato momento ricreativo.

 "Questo corpo, risponde davvero bene... Sono occhi eccellenti, mocciosa! Peccato però che hai opposto subito resistenza, e il risultato sia solo un ibrido frammento del mio potere.
Ma tutto questo è comunque un vero spreco, in mano tua. Cellule Senju, e chakra yin illimitato... Una vera predestinata. Non ho mai visto così tante abilità taciute in una volta sola!

Povera piccola commediante... Potresti anche digiunare e usare il l'Arte della Vegetazione proprio come tua madre, sai!?

Ah, già!... lo sai. Ricordo che quando ti sei accorta di tutto questo, hai pianto. Ti sei sentita un vero e proprio vegetale, "la prima delle piante carnivore", più che un essere umano.
MA ORA... "per tua doppia e gentile concessione"... proverò anche stavolta a renderti il mio involucro, dal momento che non vuoi essere nessuno, e sei tanto "una brava ragazza".


Qualunque fossero i suoi scopi, "il Kyuubi" l'aveva ormai fatta sua. La possedeva, si era impadronito di lei. I suoi occhi, in questo preciso momento, gli appartenevano. Ed erano diversi, infusi del suo potere.

 
"OH NO!... che intendi fare Kurama!..."


La Volpe agiva. La Bambina dormiva.


"Senza rancore, fratellino..." - si sentì dire beffardamente il giovane superstite del clan Uchiha, senza ulteriori fronzoli.

"Scappa SASUKE-NIICHAANNN!!!"



Hinata, in quella specie di sonno, poteva comunque osservare. Vedere Sasuke scaraventato a una decina di metri di altezza da uno Shinra Tensei.


*****




 
Come un fantasma del passato, un essere amorfo e ininfluente, mi aggiro anonima in una realtà che non mi potrà mai appartenere.
Si perdono nell'oscurità, frange di ricordi. E ad ogni tramonto, sfoca vorticoso il senso di tutto questo. Il movente delle mie azioni. E non so, se potrò mai recuperarli.

Eppure, qualcosa ricordo... Rammento di essere stata da sempre uno strumento, uno strano involucro di anime che si agitavano, e mi conducevano fin dall'infanzia all'alienazione.
La mia vera identità, le mie speranze, ogni sogno... Tutto di me era stato sacrificato fin dal principio, per l'egoistico desiderio di spacciare per santa una pace fittizia.

E così Naruto-kun, Sasuke-niichan, Kabuto-san... Itachi, Nagato, e Kisame. I nostri clan, la mia famiglia, Kurama, i bijuu, tutti i jinchuuriki del passato, Obito, e persino Madara...

Per la precaria "tranquillità esteriore" dei più... l'anima dell'innocente di turno è recisa e gettata tra le fiamme, nella disperata attesa di un riscatto.
Se scampano al fuoco e all'oblio, vengon chiamati demoni. La Volontà del Fuoco di ardere e preservare questo ignobile stato di cose, è alimentata dalla perenne dannazione dei giusti.

In un orribile... circolo vizioso. Per il mantenimento di una tregua edificata sulla prevericazione di ogni libertà, l'assenza di un briciolo di rinnovamento, e qualsivoglia sentimento.


Ma la "pace interiore" di anche una sola di quelle anime destinate all'Inferno, PER ME, val bene il dichiarare guerra al mondo intero.

E dunque vado avanti, per la loro Salvezza. Ricomincio come l'esoscheletro privo d'identità che son sempre stata, incapace di accettare il destino mio e dei miei simili.
Ma io non sono, il dio di questo mondo. E nemmeno il suo salvatore. Soltanto... un misero guscio vuoto; il risultato ultimo di questa spirale.

Forse... non c'è davvero più niente di umano, in me. Tutte le lacrime a mia disposizione, son già state versate. E nemmeno questo, potrà più riempirmi, cancellare l'orrore di quel giorno.
Ma anche se il mio cuore è stato estirpato... anche se sul serio non ho più occhi per piangere... Il nostro Nindo è sopravvisuto fin oltre la morte, rifiutandosi di concepire la resa.

E stavolta almeno, per MIA scelta, voglio essere solo... uno strumento di pace. Una Pace vera, fondata sulla Libertà e la Speranza.
Per questo, confidando... aspetto. Lasciando ai traditi, ai mostri, i falliti, il volgere di questa situazione. Anche a costo di non essere mai ritrovata da Te.

Perché se non facessi così, se fossi costretta infine ad agire... Il seme del dubbio si farebbe strada innanzitutto dentro di me, e finirei col credere, davvero, di esser stata soltanto un'egoista.










-------------------------
 

(*) - Quello schifoso di Danzo, è sempre lì che aspetta. Mi pare di averlo lasciato con un palmo di naso nella terza saga, o giù di lì. Ma la sua ignobile presenza, è un elemento che si rivelerà determinante.
Val sempre la pena ricordare che nella mia FF, egli non attende altro che mettere le mani sui jinchuuriki, sul byakugan, e su Konoha, aspettando il momento o il pretesto opportuno per tutto ciò.
Questo perché, in vista di uno scopo superiore (il suo diventar Hoka... ehm... la pace)... in vista di questo, tutti i sacrifici di questo mondo, "sono necessari". Anche perché lui non è un semplice strumento al servizio del paese, scevro di emozioni come bene insegna, ma l'uomo che intimamente in cuor suo sa che diventando Hokage, potrà rivoluzionare questo mondo di shinobi!...


Quindi lui può!... Lo sa!... NON fa un piega, non vi pare!? ^_^
 
E chissà... per mettere le mani sulla ragazzina-jinchuuriki potrebbe pure aver appostato anche stavolta una quarantina di ninja della nebbia nei dintorni... In questo caso nei pressi dell'ormai abbandonato quartiere Uchiha (ma non è una potenziale retata, solo un tranquillo e normalissimo servizio di vigilanza, certo...).
Questo, appunto, nella FF... Ci manca giustappunto che qualcosa di simile sia successo anche nel manga anni addietro, e siamo a posto!... XD

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Capitolo 6
*** HINATA e OBITO (...il piano segreto di Madara...) ***


Punto della situazione:

 

Sasuke, di fronte ad un Hinata indemoniata, è stato appena colpito dallo Shinra Tensei di Madara, che sta provando a controllare il corpo della Hyuga. Tuttavia... il seguente capitolo si svolge POCO PRIMA di ciò, nel lasso di tempo in cui Madara valuta il da farsi con Obito, e SUBITO DOPO che la corvina invoca disperatamente l'aiuto di Kurama.
Il controllo degli Uchiha sul nuovo corpo, però, pare conflittuale e a rischio fallimento, poiché il bijuu ha rinchiuso immediatamente Hinata altrove, affinché non fondesse il suo chakra con quello degli "ospiti parassiti", che oramai, avrete capito, sono coloro che hanno legato ignobilmente il chakra a quello del demone, ritrovandosi dentro di lui come condanna.

Buona lettura, e scusate per il ritardo di questo aggiornamento, spero almeno che l'immi di inizio capitolo sia di vostro gradimento! :P










HINATA e OBITO (...il piano segreto di Madara...)


Non volevi salvare Rin e Kakashi? Puoi unirti a ME!

(Spiral Zetsu, a Obito)

 

(Si incontrano di nuovo, e poi... E' proprio come... se il tizio mascherato avesse DUE volti completamente diversi.)



*****



"Che stupida... è andata proprio come l'altra volta. Per salvarsi si è ciecamente lasciata andare, ha commesso l'errore di scambiarsi col Novecode senza averlo mai liberato..." - commentò una delle anime all'interno di Hinata, non trattandosi però né di Kurama, né di Madara.
"Credo proprio... di doverti obbedire..." - considerò infine Obito, rivolgendosi proprio a Madara, il suo superiore. Indi per cui si avviò nello spirito, a dispensare "il colpo di grazia" alla prigioniera.
"Però..." - si interruppe in principio vergognoso, dopo solo due istanti - "...in fondo, è solo una brava ragazzina; per giunta onesta. Quello che hai in mente di dirle, non sarà un po' troppo?" - questionò quindi senza alcun timore, interloquendo in maniera davvero confidenziale con il dimenticato fantasma degli Uchiha, il quale, tuttavia, lo squadrò con aria di insistita sufficienza, tra l'irritato e il perplesso.

"Fammi capire, Obito..." - si informò quindi tetro, decisamente infastidito dalla perdita di tempo utile - "...per caso, hai intenzione di tradirmi? Ti turba tanto, il fatto che anche lei sia il jinchuuriki del Kyuubi?"

Anche lei... come Rin. Un'uscita davvero infelice. L'avo del clan dello sharingan pretendeva da Obito esaustive delucidazioni, sul perché gli stesse tanto a cuore l'inutile contenitore di entrambi di nome Hinata; ma, nel fare ciò, si era riferito senza il minimo tatto a Rin, con quel suo tono artico e marcio d'altri tempi, in maniera poi fin troppo registrata, decisamente mnemonica. Allora come ora, per la seconda volta.
E Obito, di fronte a una tale evitabile ripetizione degli eventi, da par suo improvvisò invece fuori copione, replicando a questo giro come non poté la prima. In maniera inedita, decisamente istintiva.

"Ma perché..." - lo provocò il ragazzo, in maniera beffardamente esplicita - "...a te la Hyuga non ricorda nessuna donna? sei rimasto uguale, vecchio testardo!? Neanche questa volta hai deciso di andarci piano con lei per il mio stesso identico motivo?"

Il parallelo con l'infelice Mito Uzumaki, ci stava tutto. E Madara non rispose nulla. Se l'era cercata; stette semplicemente in silenzio.

"Dannato Itachi, dunque tu lo sapevi..." - rifletté tra sé e sé l'orgoglioso re degli Uchiha - "...e tu, puttanella (...si sta riferendo affettuosamente "all'altra Hinata", ndr), sei andata in giro a spifferarlo al tuo amichetto!"

"Capisco..." - fece intanto il punto della situazione il discepolo - "...per ora, deve andare tutto come in passato. E poi, noi, siamo i cattivi della situazione! Questo mondo è totalmente privo di valore anche per me, per cui vado, distruggo l'insignificante sciacquetta, e torno. Fino a quel giorno... tutto andrà come previsto, anche in caso di volgimento procederemo come avremmo davvero agito la prima volta..."

A questo punto, però, di fronte a certi assurdi vaneggiamenti, Madara si portò lateralmente la mano sul capo, sfiorandoselo appena, come se provasse un irritante e inaspettato mal di testa.
"NON posso crederci... Tu questa volta sei sopravvissuto, al Quarto, in teoria non dovresti nemmeno ritrovarti qua." - puntualizzò dapprima l'uomo eterno - "Dunque alla fine è successo: ti sei fuso completamente con lei, non è vero?" - indovinò per cui retoricamente, senza capacitarsi. E Obito si mostrò tranquillo, confermando una simil comunione di intenti in religioso tacere.
"Sarebbe questo, dunque, il tuo grande piano?" - tirò quindi le conclusioni Madara - "Affidare il tuo ruolo e i tuoi sogni a una ragazzina innamorata, morire come il nemico del mondo, essere solo una copertura!?"

Il giovane, da par suo, provò quindi a sottolineare qualcosa, ossia che la totale simbiosi con lo Zetsu a Spirale era la nuova e libera differenza del suo personale percorso, l'unico motivo per il quale era sopravvissuto all'Hondaime. Ma, con aspro cinismo, venne immediatamente interrotto.
"Tu... ti sei rammollito. Non capisci più nulla, Obito..." - scosse incredibilmente la testa il cofondatore del Villaggio della Foglia - "Io... non sto recitando. NON ho bisogno, di cambiare..." - premesse innanzitutto Madara - "Né c'è alcun bisogno che questo mondo cambi ulteriormente." - sentenziò poi orribilmente, dispotico - "NON cambierà proprio nulla, da questo ridicolo teatrino. E questo perché non c'è nessuna speranza, per la quale possa cambiare qualcosa con dei meteodi ordinari. Così come non ha alcun senso che rinascendo inconsapevole, lei affronti nuovamente questo calvario..." - rallentò quindi un attimo, stranamente pensieroso, prendendo un bel respiro.
"LEI... può solo ambire a essere un frammento del mio Odio." - valutò quindi definitivamente - "E quando Uzumaki Naruto morirà allo stesso identico modo, non due, ma cinque, dieci, cento volte... Tutto quello che le rimarrà sarà solo l'odio e la vendetta di un dio, e capendo che qualunque sforzo è vano, di fronte alla follia di questo mondo, dopo aver distrutto la Foglia cinque, dieci, cento volte, pur di fuggire questo eterno ritorno oblierà ogni cosa e verrà infine strisciando da me, a farsi cancellare la memoria e a consegnarmi le chiavi del genjutsu di Itachi, abdicando il suo sogno romantico e accettando di buon grado un infinito coito ininterrotto!" - concluse in ultimo davvero sarcastico, con un sconcio risolino, e fare parecchio divertito.

Obito, tuttavia, interdetto, non si stava dilettando un granché... Dopo appena qualche secondo, sibilò amareggiato qualcosa al suo interlocutore, e lo mandò tristemente a quel paese. Poi, non udendo più alcuna replica a smentita della sua bieca indifferenza, dissolse a rilento il reciproco contatto di chakra con l'indurito e irrecuperabile avo.

Il perfido Madara, dunque, rimase di nuovo totalmente solo. Abbandonato da tutti, come era giusto che sia.

"NO... Io non scappo da nessuna parte, Obito. Andrò avanti fino in fondo." - fraseggiò dopo un po' l'Uchiha, perfettamente calato nel suo ruolo - "E poiché non esiste alcuna speranza che un bamboccio incompetente possa fermarmi, proprio per questo farò piazza pulita. Nessuno potrà impedirlo!" - stabilì infine, consapevole delle conseguenze - "IO... farò lo Tsukuyomi Infinito a qualsiasi costo! E dimentichi di quello che è stato, voi tutti ci sarete..." - si ripromise machiavellicamente - "Ma tu, invece, se vuoi tornare a fare l'idiota e tradirmi nel momento culminante, questo è il momento opportuno per testarlo..."



(.....)



Il flusso sanguigno di Hinata, nel mentre, si era letteralmente, miracolosamente, interrotto. Così, capriccioso, su due piedi. E come un sonnambulo, un fantasma, una perfettissima macchina per uccidere, la sagoma di Hinata si era già propriamente destata in piedi, in guisa/conferma di realtà, e a cornee viola, ben spalancate.
 

Indirizzata da una specie di lucida disperazione, Hinata aveva ormai consegnato il suo corpo all'ignoto spirito che aveva dentro, senza alcuna certezza matematica dei risvolti, o delle conseguenze. Senza sapere, quindi, se l'avesse affidato a un fedele compagno, o l'avesse piuttosto prostituito irrimediabilmente al nemico. Eppure... l'aveva fatto così, al di fuori di alcuna contrattazione, senza pensarci troppo, con estrema e virtuosa prontezza, poiché era davvero l'unica speranza che rimaneva.
Tutto fuorché per stupidità, viltà, o interesse, quindi, ma solo per l'inestimabile e profondissimo dolore per i trascorsi Naruto, che divino aveva per un attimo trasceso l'umana comprensione.

"FA MALE!... Ma c-cosa ne stai facendo di me! cosa sono q-queste catene!... T-tu... tu mi hai usato! TI SEI PRESO GIOCO DI ME, KURAMA!!"

La Hyuga, oramai, intuiva bene, di aver azzardato, di aver assurdamente affidato l'anima a un entità imprevedibile, un essere senziente ma scevro d'ogni controllo, resosi spietato col passare del tempo.
Eppure, con lei, così benevolo, così volutamente stabile, sofferente e pieno di conflitti, proprio come lei, quasi fosse, fra le tante cose, l'espressione più pura di ciò che era e provava.
A un passo dalla morte, dunque, conscia della necessità di lasciar spazio a un po' di cattiveria, Hinata aveva concesso interamente le sue membra, finanche gli occhi, a quella specie di suadente voce che con Rabbia parlava per lei, sperando si trattasse nientemeno di Naruto, dato che Kurama sosteneva sempre di essere ciò che la ragazza cercava, o teneva davvero nel cuore.

"Mi ha puntato con gli occhi!..." - si mise in guardia in Sasuke - "...è proprio come pensavo! Il suo sangue è contaminato, e agisce sulla rigenerazione! C'è una qualche specie di mostro, che la tormenta!"

"M-ma perché, c-continui a combattermi, nii-chan... I-io non sono, una facile... vi amavo entrambi davvero..."

La Volontà dello Yin della Volpe, ubriacante, aveva raggiunto di per sé una sua propria consapevolezza, e andava al di di ogni immaginazione. Ed era ancora instabile, privo di qualsivoglia definizione.
Ambiva a cancellare ogni traccia di Hinata, così come intendeva proteggerla e realizzarla al di sopra di qualsiasi cosa.
Era stato a un passo... dal corromperla; di lei avrebbe sfruttato a vita l'egoistico desiderio di aver sempre con sé Naruto, anziché proteggerlo, se un giorno si fosse trattato solo di questo...


"Merda... Hinata-sama è sopravvissuta sfruttando il potere del Kyuubi..." - articolò mentalmente Kabuto, abilmente nascosto - "Ma la situazione, è addirittura peggiore. Sembra solo indecisa sul da farsi, ma in realtà... è sul punto di esplodere! ha già perso totalmente il controllo!..."

"E' chiaro che sta provando a combattere il demone... E che se provassi a fermarla, si sentirebbe attaccata come una bestia, e per la paura impazzirebbe...
Ma tu, Sasuke-kun, non ti stai rendendo conto, contro cosa combatti!?... dovresti fuggire, stai commesso un errore, a mostrare tutta questa ostilità, lo sai!?..."

"A meno che..." - si sistemò meglio le lenti la spia, divertita e preoccupata al tempo stesso, intravedendo come una possibilità - "...a meno che tu non sia un gran caro idiota!"

"Ottima reazione, comunque... Ora che la vedi in piedi e che sei rinsavito, vuoi rifarti, eh!?... Ma il tuo, è puro protagonismo, rimane il fatto che l'hai sgozzata!..."
 
"Non c'è perdono, per quello che ho fatto..." - si riprese con decisione il potenziale sharingato - "...ma ora, ti libererò da quel mostro!... Farò quest'ultima cosa, dopodiché..."
 

VUOTO. Solo vuoto, per come la stava inquadrando orribilmente il suo niichan. E tra simili equivoci e apparenti contraddizioni, appesa al filo di ciò che si sarebbe persuasa di fare, la corvina era in bilico, tra il Kyuubi e Kurama, dal quale si era lasciata raschiare in vista di un futuro incerto, che la svuotava interiormente come a un jinchuuriki è impossibile chiedere, con la forza di lasciarsi alle spalle il primogenito sorriso della madre, e scommettendo tutto su quello di Naruto, il quale, al pari di Sasuke, aveva assicurato di volerle bene in maniera indissolubile, come una cara e mai più orfana sorella acquisita.

Ciò avrebbe potuto avere dei riscontri terribili, nell'animo di Hinata, se la cosa si fosse anch'essa rivelata falsa, o se, ancor peggio vera, Naruto avesse perso ignobilmente la vita.
Una vera Forza Portante, infatti, era simile a un incolore involucro informe. Lasciava trasparire ciò che custodiva alla pari di un vetro, e traeva forma da questo come l'argilla...
Ma in un tale infinito universo di possibilità... la Hyuga vi si ritrovava certo suo malgrado, posta come al centro di un oscuro vortice, e aveva perciò bisogno di un'unica e un'assoluta certezza, un fraterno e indissolubile legame vitale, per ritrovar la luce e fuggire la commiserazione, come anche per rialzarsi e astenersi dal collassare, o risolversi ciclicamente nella Spirale della perdizione.

Ma la cosa buffa ed ignota a chiunque, in tutto questo, persino al rinato Itachi, è che il fratello adottivo era Saske, e che tra lui e Naruto non era stata una mera questione di priorità affettiva, ma di semplice antecedenza, e soprattutto di Nindo, proprio perché innanzitutto, in qualunque modo la si mettesse, la resa non era un'opzione da prendere mai, nemmeno in lontananza, in considerazione.
Ma tolto questo, a seconda degli usi e delle circostanze più congeniali, i due rivali, che si odiavano e non si capiva mai bene per cosa competessero, in fondo si capivano, ed erano nella medesima condizione di estremo bisogno, nella quale avrebbero potuto scambiarsi benissimo i ruoli, il ruolo di Samurai, per quanto la corvina li amasse infinitamente entrambi, essendo due cose così estreme e diverse, come le due facce dello stesso identico medaglione...

Ora, per lei, per la Hyuga, era un momento assai delicato. L'attimo in cui dall'interno si sarebbe potuto distruggerla o manovrarla con estrema facilità, tanto è facile trascrivere su di una pagina bianca.
Tutto, sarebbe dipeso dall'incipit... La romantica e giovane Hinata aveva un buco nero, da riempire nel cuore, e, seppur piena di candore, era comunque sveglia e ben conscia, di come un vile può approfittarsi dei sentimenti di una giovane donna, macchiandola e stracciando per sempre la sua anima, cosa che nel suo caso avrebbe colmato ogni misura, significando forse l'epilogo di tutti suoi sogni.

"Ti senti spoglia di ogni difesa, vero?... Ma anche volendo, ora come ora come, non posso nulla, per aiutarti... Adesso sai cosa vuol dire ESSERE AL MIO POSTO."
 
Sarebbe stato... fin troppo. Essere posseduta in senso lato e nel sonno da Kurama era un conto, era astratto, non certo più un problema. Aveva presto imparato a conviverci, considerato che succedeva ogniqualvolta perdeva conoscenza, e a malincuore, non avvicinandosi mai al bijuu, con la sola voce aveva imparato a metterlo a cuccia quando voleva, se incominciava a dar fuori di matto.
Ma che oltre a tutto questo, oltre che a doverle obbedire astrattamente nei suoi sogni, lo spirito potesse smarcarsi da essi ad un minima debolezza, e soverchiarla e praticarle ogni genere di violenza, o al contrario,
essendo al suo servizio, realizzarla e renderla felice, invertendo così facilmente sogno e realtà... Beh, l'aveva ormai fantasticato da tempo, ma non ci aveva mai voluto credere. O, per meglio dire, pensare...


Era davvero orribile. Lei era lo strumento di Kurama, oppure più facilmente viceversa?... Chissà, poi, se esistevano sul serio questi fantomatici padroni; chissà, infine, che faccia aveva davvero Kurama...
In ogni caso sembrava una situazione irrisolvibile, irrimediabilmente strumentale e assente di certificazioni, in cui entrambi potevano ragionevolmente dubitare, e non fidarsi di una sola parola.
Infatti, col pretesto di farla sopravvivere, lo Spirito si era appena messo a giocare con l'inedito corpo, proprio come fanno i ragazzini viziati con il nuovo regalo, incuranti di romperlo presto.
Senza contare, in tutto questo, la cinica beffa, ossia che tutto l'amore di Naruto che nel liberarsi aveva sentito in precedenza, in realtà era stato l'imperdonabile trucco di Kurama nell'imprigionarla.

E così... nuovamente incerta di ogni legame, la corvina era stata incatenata e ridotta finanche in ginocchio, al pari di bijuu che vestiti non tiene, e dopo esser stata tradita e svuotata interiormente, fu confinata nelle più profonde interiorità di se stessa, ivi spogliata appunto di ogni difesa fisica e mentale, e tenuta infine così, legata agli arti a forma di croce, denudata in maniera quasi perversa, senza alcun ritegno.

E' vero, che nessuno sarebbe mai andato lì a violentarla... Ma lei che ne sapeva? Ed anche se quello era solo un sottostrato di realtà, per la prima volta poté sperimentare un timore del genere...
Il dolore interiore che provava, piuttosto, quello sì, che era fottutamente vero, benché immateriale. E a ben riflettere, considerando la prassi caustica, lapidaria, e sbrigativa con cui lo spirito l'aveva schiavizzata, era come se Kurama avesse prestato sempre buon viso a cattivo gioco, con lei, ma in realtà la odiasse profondamente, con tutta la trattenuta bile che aveva in corpo, non agognando altro che la frazione di secondo in cui, facendole finalmente abbassare la guardia, avrebbe potuto umiliarla nel peggiore dei modi, e schiacciarla come l'insulso insetto che pensava che fosse.

Era davvero così. Qualcuno, nonostante fosse con lei dal principio, e la conoscesse ormai nel profondo, non l'aveva mai considerata per nulla preziosa, eccezion fatta, forse, per i purissimi occhi.

Ma incredibilmente era Madara, non Kurama, che si riduceva a impossessarsi delle pupille di una giovane Hyuga, e che nella vera realtà aveva provato tutto questo risentimento nei suoi confronti, essendo ad un tempo, per via della madre, una discendente diretta della stirpe dei Senju, e dunque la prosecuzione di tutto ciò che aveva combattuto e che odiava.
E tuttavia, l'Uchiha, nonostante i rancorosi sforzi, era come bloccato dalle neutrali riflessioni della giovane saggia, del tutto presa, alla pari di Kabuto, in un'introspettiva ricerca di una personalità più stabile.

Era questo, il necessario punto di svolta per Madara. Il giudizio che avrebbe infine tratto di sé la ragazza, era ciò che le avrebbe concesso di confidare per sempre in se stessa, o condotta ad arrendersi cedendo il passo al suo parassita, che al momento, tra il dover ripristinare il suo nuovo corpo, il valutarne i parametri, e il prenderne il totale possesso, ci stava
impiegando decisamente più del previsto...

"Dannazione! Sei forte di testa..." - si complimentò l'avo degli Uchiha, divertito - "...ma questa volta ho un estremo vantaggio, su di te, e poiché so già come andranno le cose, agirò in maniera del tutto diversa!" - imprecò con nervosa compostezza, non riuscendo a smuoversi da questa situazione di stallo - "Piuttosto... perché non ti rassegni e ti vai a nascondere per la vergogna, nel vedere l'orrore che sei diventata!?" - la canzonò poi ironicamente, incominciando ad alzare il pesante braccio verso un agguerrito Sasuke, che capendo bene di non trovarsi più di fronte al byakugan, riteneva fosse meglio studiare la strana mutazione, e attendere con estrema prudenza la prima mossa dell'avversario.

"Non serve a nulla, colpire il suo orgoglio di donna..." - ripristinò curiosamente i contatti Obito - "Lei, è come Orochimaru. La sua costante ricerca di perfezionamento, è più forte di tutto..." - si avventurò nel paragone, convinto.

A tutti, sarebbe potuta sembrare una divertente barzelletta, questa, ma non a Madara, preso di petto da un commento tutt'altro che forzato, rimase alquanto combattuto, nel sentir nominare il nome della serpe.
Forse, l'orgoglioso Uchiha, avrebbe potuto... aspettare? in fondo quanti mesi mancavo, all'esame dei chunin?... La speranza non era del tutto morta, quel giorno...

"Davvero, vuoi scombinare tutto, e vanificare lo scontro del secolo!?" - lo incalzò ulteriormente Obito, scorgendo come una crepa nell'animo del suo superiore - "Proprio ora..." - sottolineò la tempistica - "...in base agli ordini che mi hai dato, dovrei distruggere senza pietà il suo spirito. E anticipare a Rikudou... come è morto Naruto."

"ZITTO, Obito!" - l'ammutolì repentinamente l'uomo - "Sta arrivando qualcuno..." - gli rivelò, o meglio, rammentò.

"Lo so... A differenza di Naruto, è dannatamente puntuale..." - si mantenne tranquillo l'altro, in attesa di risvolti - "Questa storia, si fa davvero interessante. Che intendi fare, boss?" - s'informò interessato.

Il fiero Uchiha dalle mille battaglie ci pensò su un attimo, in fondo prendere di mira la persona che stava giungendo così di fretta, poteva essere dannatamente divertente...

E va bene, Obito... Starò a vedere come andrà questa volta, ma solo perché il Quarto Hokage è stato tolto opportunamente di mezzo...

 

"Madara, io credo che dovremmo..." - cercò di aggiungere qualcosa il sottoposto, non scorgendo la ripetizione.

"Lascia perdere. HO un piano, Obito!..." - velocizzò le parole il senpai - "Oramai sta per spuntare fuori, e faremo scegliere al nostro miserabile contenitore chi deve colpire!..." - proclamò perverso, senza indecisioni.
"In questo modo..." - riprese dopo un attimo - "Se ci chi cascherà o vorrà far scegliere a noi, la fregheremo e la metteremo costantemente di fronte a un bivio... Le faremo credere che siamo noi, a comandare, fino a che non vorrà saperne più niente, di tutto questo, chiedendoci per pietà che le sia oscurata la vista, e lasciandoci finalmente campo libero." - terminò nella breve enunciazione.

"Lo stesso banale trucco dell'altra volta!?..." - ridacchiò il discendente - "E' proprio da ragazzini! Ok, così mi piaci... allora io vado..." - si ricompose subito, iniziando a riflettere sul come approcciare Hinata.

"SI'... Tu ora vai e tieni impegnata quell'ipocrita con qualche fandonia o carineria, facendole perdere la concentrazione. Non deve capire, che può liberarsi in qualsiasi momento col Mukoton..." - sottolineò in maniera fondamentale - "In seguito, io... non provando più per un attimo a forzare il legame con questo corpo, le farò vedere il tempo scorrere molto più velocemente, e restando spiazzata da questo e dal tuo voltafaccia, crederà che stiamo noi, per colpire, e dopo aver fatto scegliere a lei chi deve sacrificare, per l'incolmabile senso di colpa capirà che è solo un'inetta, una mocciosa inadatta al ruolo di combattente!"

"Se facciamo le due cose in sincronia..." - osservò facilmente Obito - "...non ci capirà nulla e non avrà alcun tempo di reazione, e dovrebbe funzionare. Ma nel caso fuggisse una simile responsabilità e lasciasse scegliere noi?" - interrogò poi, retorico - "Mi par proprio di capire, che non intendi colpire Sasuke..." - indovino infine, conoscendolo ormai da millenni.


"ESATTAMENTE..." - confermò subito Madara - "SE SARA' COSI' DEBOLE DA FUGGIRE, IO LA FARO' SENTIRE COME LA INUTILE FECCIA IPOCRITA CHE E'..."


"Non le ammazzerò davanti agli occhi il suo niichan, ma vedrà cadere la persona che vuole da sempre raggiungere, il vero motivo per cui segue le orme di Naruto."

 

LA PERSONA... CHE SI E' PRECIPITATA FIN QUI PER SALVARLA






"IO AMMAZZERO' SENZA PIETA'... LA SUA ADORATA SORELLA!"



*****

 









Non ti pare, di aver dimenticato qualcosa?

In un mondo dove è impossibile amare, tu COSA sei disposta a sacrificare, per i tuoi Sogni?

Amore in Codice inizia qui.
..




















































































































































 

Oggi che non c'era papà,
non c'era bisogno di fingere, che siamo nemiche.

Potevi stare un po' a casa con me,

invece di lasciarmi sola ed uscire col tuo fidanzato.

A me sarebbe bastato, stare un po' in silenzio con te, per capire...
Ma invece, era vero. Tu pensi a tutto, tranne che a me. NON ti importa nulla, di me.

Io... TI ODIO, per te sono solo un...






...fine capitolo.

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Capitolo 7
*** NARUTO e SASUKE (...il ruolo di Samurai...) ***


NOTA DEL REDATTORE DEL PROSSIMO CAPITOLO AL LETTORE (a mo' di scusa)

Mi è stato chiesto dall'anonimo autore di redigere personalmente i contenuti del successivo capitolo, a patto però che prima o poi si riveli, o fornisca perlomeno uno straccio di indizio sulla sua identità.
Ma vi dirò... Anche se in veste di Hokage ho la lingua fin troppo lunga, la pura verità è che neanche a me piace tanto, parlare del mio percorso ad estranei, specie se non è strettamente necessario, e in una storia in cui Naruto-niichan è protagonista, e io c'entro solo di striscio.
Eppure, di questo giorno, bisognerà pure che vi racconti di come Hanabi mi abbia piantato in asso, e di come facilmente sia andata a zonzo per le vie di Konoha, arrivando persino a sfidare Madara, e primeggiando così alla riunione dei Samurai, in un Sogno in cui lei, davvero, è la chiave di tutto.


Dunque, nel momento culminante, e all'apice del collasso emotivo di Hinata-sama, facciamo un piccolo passo indietro, e ripercorriamo le vicende dal punto di vista di Naruto, lasciando per un po' sospeso all'aria Sasuke, come d'altronde merita.

Del tutto vostro, Konohamaru Sarutobi



 
NARUTO e SASUKE (...il ruolo di Samurai...)
 
SOTTOTITOLO: Hinata l'Innominata. Essenza di un Legame in una parola.


NARUTO: "Io diventerò Hokage, e quando lo sarò, tutti saranno costretti a riconoscere la mia Forza."

(TRAD: "Io diverrò talmente forte da poterti sposare, e quando sarai al mio fianco, tutti saranno costretti a riconoscerti.")

 

SASUKE: "Naruto, si può sapere perché (per chi, NdR) ti spingi così lontano per me!? Sappi che quella volta non ti ho ucciso solamente per Capriccio."

SI', un capriccio di nome HINATA!

 
*****


Quel giorno, alla prestigiosa Accademia degli Shinobi di Konoha, Naruto Uzumaki non vide mica accomodarsi, i due teneri piccioncini. Né l'uno, né l'altra. E non sembrava fregare poi molto a nessuno.

Per quanto riguardava i professori, in fondo, avevano tutte le ragioni, di non sobbarcarsi simili grattacapi. Se non altro... per svariate ragioni di ordine pratico e burocratico, e che nel dettaglio poco ci interessano, se teniam poi conto che la Hyuga doveva risultar protetta da un intero clan, mentre Saske tenuto d'occhio dai fidatissimi anbu in persona, dal momento che un nukenin di classe S+ aveva assicurato gravissime ritorsioni, finanche la fine del mondo, in caso di prematuro decesso!

Ad ognuno i suoi codici e i suoi ministeri, in altri termini, in un sistema fidato e perfettamente funzionante, regolamentato da mille scartoffie, nel quale era irragionevole farneticare su simili topiche.

Senza contare, inoltre, che intromettersi a torto e così stupidamente nella prassi, sarebbe significato intralciare il complesso e delicato lavoro di un elite, che sicuramente c'era, ben predisposta e addestrata a tutto questo, in due affari, quelli di Hinata e Sasuke, paragonabili solo al monitoraggio del Demone Volpe (alias Naruto Uzumaki - ndr), e che richiedevano l'immediato intervento di uno specialista, in quanto preziosissime e fondamentali questioni di Stato, dalla infelice e pesantissima responsabilità, che si evolvevan sovente, per il malcapitato, in alienanti e logoranti missioni, letteralmente parlando, nelle quali sarebbe stato sciocco intromettersi, folle addirittura candidarsi, con il concreto rischio di rimanervi invischiato per anni, probabilmente sotto ignobile copertura.

Tutto questo... senza mai alcuna Radice, né un un posto dove tornare, sfidando la Morte in persona, e finendo scrutati con sospetto dagli shinobi e gli abitanti del tuo stesso Villaggio, che straniti questionano sul perché non ti venga affidata più alcuna missione, fino a che nessuno, oramai, nemmeno il diretto interessato, sa più dove collocarsi nel suo ruolo di triplogiochista...

Solo un pazzo, davvero, avrebbe accettato e portato avanti un'incombenza del genere, l'insostenibile apostolato della feccia, col rischio, infine, nel caso ne avesse una, di abbandonare per sempre la persona amata...

Ma lasciamo stare, per un attimo, i casi strani della vita e quel povero diavolo con la fedina penale del traditore, e torniamo un attimo al punto della questione; ossia che le attenuanti per non allarmarsi o fantasticare ridicole sparizioni, in una afosa e monotonissima giornata di scuola, c'erano tutte...

Tuttavia l'assenza di due Kekke Genkai rimaneva fatto assai particolare, e tra ancora assennati compagni di classe se ne era chiacchierato un bel po', di cosa stessero combinando i due ombrosi taciturni, e in base alle informazioni in suo possesso Shikamaru concluse che avevano semplicemente bigiato (ma dai!...), anche se al semplice scopo di parlar meglio dei loro affari, dato che in classe non spiccicavan mai parola, e che, con i riflettori ben puntati se non altro nel corso delle lezioni, si contavano invero esigue ed infruttuose possibilità, nel provare a discorrere di questioni importanti, e prettamente personali.

Che poi... in questo mondo ninja privo di privacy, era il vero motivo per cui Saske aveva condotto la sua neechan fino al desolato quartiere degli Uchiha, ossia per mostrarglielo e parlarle in maniera più contestuale, ben lontano da occhi indiscreti, del fratello maggiore Itachi, e di quel giorno privo di alcuna contrattazione.
Proprio a lei, alla Hyuga, che per fortuna non lo filava per nulla, e che, seppur indubbiamente carina, doveva parere a Sasuke un po' un maschiaccio, con quei suoi assurdi e pesanti abiti fagotti, e quel cortissimo, seppur curato, taglio a caschetto... (e qui vi assicuro che ho prestato maggiore attenzione; se la ragazza s'incasacca un altro po', e alla rinfusa decurtasse i capelli, faresti fatica a individuarla per strada!...)

Ma, parlando più seriamente, la corvina era l'unica persona gentile a parte il ciccion... emh... robusto Choji, ma soprattutto la sola insieme a Naruto a interessarsi seriamente a lui, anche se al dire il vero, conoscendo poi l'indole di fratello, la Hyuga avrebbe fatto meglio a cucirsi la bocca, e lasciar sbottonare da solo Sasuke, anziché ocheggiare di esser venuta già a conoscenza della questione.
Perché di sicuro, vedendosi così sfogliato e chiacchierato al pari di un'opera tragicomica persino da lei, e disperando nel recuperare un po' della precaria stabilità mentale che gli era stata asportata, l'ultimo degli Uchiha dovette necessariamente chiedersi se Hinata fosse fino in fondo quella specie d'angelo, o piuttosto un'insulsa e dannata smorfiosa, come tutte le altre.

Tornare a fidarsi così ciecamente di una scialba sciacquetta, che in tutta probabilità l'aveva già etichettato e giudicato (preferenze sessuali comprese), e che con occhio sempre vigile mirava solo al lasciar intendere di cornificare Naruto, senza tra l'altro alcun risvolto, e simulava con tutti una così ipocrita e assurda benevolenza, mente alle spalle raccattava tutte le informazioni del caso!?... Giammai!
Farsi pigliare per il culo così, per delle fallimentari trame sentimentali poi, proprio non esisteva, e se la Hyuga avesse infine gettato quella maschera da brava e onesta bambina, e in un momento di inesistente pericolo si fosse messa in guardia dall'odioso nemico, o additandolo a malato mentale si fosse messa a strillare patetica, c'è forse anche da credere che il suo scalpo sarebbe finito come quello di Sakura, se si fosse ritrovata lì pidocchiosa, al posto suo, in quel momento...

Ma probabilmente esagero, con le macabre elucubrazioni. Mentre trattandosi di Hinata, se essa si era assentata dalle lezioni rischiando l'ira funesta del padre, non era di certo per giocare ai fidanzati con un insussistente playboy, ma per una qualche ragione greve e della massima importanza, seppure un'umanissima e tenue speranza di far ingelosire qualcuno, nel suo fragile cuoricino abbandonato di ex-, c'era...
E avreste dovuto vedere, a tal proposito, il volto via via più corrucciato del plumbeo Uzumaki, ad ogni ignoto quarto d'ora scoccato, e maliziosissimo commento dei compagni!

Come anche... avreste dovuto udire l'insistito vocìo generale, e l'assurda e inascoltata richiesta di Naruto nell'andare a recuperare... l'indifeso Sasuke!

Che succedeva, oggi, all'impeccabile Uchiha!? Non era il caso, forse, di andare a cercarlo??
Poteva essere senza dubbio in pericolo, uno come lui, che mai e poi mai concepirebbe di mancare all'addestramento di oggi, con gli shuriken!

Naruto ne sembrava davvero convinto, al di sopra di ogni cosa, e il silenzioso e incomprensibile Shino Aburame, stoicamente sconcertato da un amore così precoce e disinteressato, osservava alla meglio il restante trambusto, e in linea di massima sembrava d'accordo con le seriose deduzioni del Nara, ma tutti gli altri, invece, capeggiati dal chiassoso e istintivo Kiba (chissà poi perché sveglio proprio ora), eran arrivati alle ben più scottanti conclusioni di Ino, ossia che le chiacchiere, tra i due colombi, stavano a zero!

Ad un certo punto, però, la calma fu necessariamente riportata nell'aula, e Naruto sbattuto fuori dall'Accademia, essendo infine riuscito, in maniera oserei dire pianificata, a smarcarsi dai ranghi, sovrastando così inopportunamente le voci di tutti, e inventandone di fatto di ogni colore, pur di riuscire a fiondarsi alla disperata ricerca del suo chiodo fisso.

Io... credo davvero sia stato un colpo di genio. Credo sia iniziata da lì, l'idiozia...

Quante volte avrà nominato... il nome sbagliato? Un centinaio?!?

Avreste dovuto fotografare... il suo grugno scalmanato! non riusciva proprio a darsi pace!... Per arrivare al Cielo, la Terra doveva necessariamente attraversare quel ponte!

Io, oramai, l'avevo capito, era fin troppo evidente. Quel geloso commediante di Naruto era cotto della ragazzina senza nome, ed ossessionato dall'inarrivabile Sasuke!


(.....)




CERCANDO VILLA HYUGA...


Una volta sgattaiolato fuori dall'Accademia, e adoperatosi nel suo rapido e insistito pattugliamento, persino nel mantenere un educato grado di compostezza il Demone Kyuubi instradava comunque ulteriormente scompiglio, e di ben maggiore entità, se si considera che, nel suo caso specifico, andarsene bellamente in giro chiedere del clan degli Hyuga, e quindi informarsi su dove fosse l'altra metà della Volpe, non era certo la cosa ideale da azzardare così simpaticamente, con quello sfacciato e disdicevole sorrisino.

"Non capisco! Oggi è peggio del solito! Dov'è che sto sbagliando anche stavolta!?..." - dovette necessariamente chiedersi il biondo, tra una sgambata e l'altra, a labbra ben serrate.

Eh, certo... Stavolta l'ignaro Naruto pretendeva solo di sapere dov'era Hinata, mica di "diventare Hokage", e pareva incredibile che nessuno lo sapesse, e che tutti si indignassero, ma alla fine, sbattendoci la testa e passando necessariamente attraverso il chioschetto di Teuchi, era così riuscito a reperire sui generis la preziosa informazione, non avvedendosi tuttavia di memorizzarla fino in fondo, e aspettando dunque di addentrarsi di fatto in zona, nell'illustre quartiere indicato, prima di farsi mostrare precisamente la via da qualcuno...

EPPURE, una volta giunto tra le importanti vie che includevano la residenza della casata principale degli Hyuga, pareva proprio non vi fosse più alcun bisogno, di ulteriori delucidazioni.
Fu un attimo. Un'aria terribilmente familiare, un'insegna random tra le tante, la sequenza ben precisa di immagini, e poi... Un tristissimo flashback, ed un colpo al cuore improvviso, lancinante, inaccettabile!

Adesso, era del tutto evidente. Non esisteva alcuna Foglia di ognuno, per Naruto Uzumaki!

Tutti, sapevano... Per questo, non fiatavano. Ed il motivo!? Sconosciuto...

Il ragazzo dovette necessariamente sostare, e riflettere. Il Terzo, in tutto questo, dov'era stato?? Come aveva potuto permetterlo!?... La Volontà del Fuoco, per qualche bambino, opzionava di tanto in tanto una folle eccezione, e bestiali ed omertosi risolvimenti.

LA VERITA', anche stavolta, era stata brutalmente cancellata con un ignobile trucco, fin dall'inizio, e con questo si allontanava IL SOGNO, le speranzose prospettive riposte in tutti gli sforzi, o in qualsivoglia gesto disperato. Il presente, infatti, era ottusamente avverso, ed il terreno futuro riarso, preventivamente cosparso di sale. Ed ogni cosa, adesso... tutto fuorché Hinata, si stava velocemente sbiadendo attorno a lui, era un'accozzaglia di menefreghismo e disprezzo che prendeva ambedue per i fondelli, in un Villaggio fantasma ed incolore, che aveva progettato di farli crescere assieme fino a un certo punto, per poi dividerli e prevaricarli del bene massimo, trapiantando ignobilmente agli antipodi la metà che fungeva da capro espiatorio, prima che i giovani cervelli di entrambi si stabilizzassero, e iniziassero ad archiviare dati.

Ma con lui... NON aveva funzionato. Il precoce travaglio della solitudine, certo, si era ripiegato su se stesso, si era insabbiato a cicatrizzar la ferita... Ma mai, il dolore della separazione si era del tutto sopito, ed ora era riaffiorato così, di getto, nel ritrovare arcane le sue origini, ripercorrendo con estrema amarezza... la strada di casa.
E così, senza alcun esito, la rabbia, lo sbigottimento, come anche i sentimenti positivi, si facevano strada violenti, senza che fosse concepibile un ulteriore accantonamento, poiché egli - ora ne era consapevole - non era stato del tutto solo, in principio. E perché quel giorno maledetto - adesso ricordava - aveva saputo cosa significava perdere tutto, ed essere confinato in mezzo a un deserto.


Faceva così male, perché aveva quei legami. Anche lui lo sapeva. E doveva far finta di nulla.

Quel monolocale dove era stato trasferito a tre anni, era la sua prigione. Ogni giorno un secondino diverso, ad occuparsi sprezzante di lui. E dopo altri tre anni, nemmeno quello. Il nulla totale.
Troppe notti, all'inizio, aveva pianto, invocando una figura materna, e cercando invano la mano della sorella, della quale da allora, davvero, non seppe più niente. Fino a sotterrare quel legame, per non soffrire.

Ma era, Hinata!? Non sapeva più dirlo, con certezza. Così come non poteva affermare oltre ogni ragionevole dubbio di essere abitato lì nei dintorni, e di non avere semplicemente le traveggole!
Eppure... era così evidente. Lui stesso, a dire il vero, aveva sempre protetto Hinata a modo suo, a distanza, come una sorta di fratello gemello, avanzando e fungendo costantemente da ESEMPIO, ma lasciandola per qualche sorta di istinto ai margini della sua vita, al fine di non pregiudicarla in un irrimediabile accostamento. Mentre lei, più testarda e romantica, non accettava questo fatto, e noncurante di esser crocifissa e divenire una reietta, lo seguiva fidata nell'impervio cammino, senza alcuna pretesa, e a così breve distanza da illuminargli il percorso, come una LUCE...

Era stato davvero così, da sempre. Ma lui era visto come una sventura, lo sapeva, e gli era stato talmente ben inculcato, questo fatto, da non recriminare poi molto, ai genitori di Hinata, per averlo allontanato.
Che poi, forse... "la signora" l'aveva addirittura tenuto al suo seno (e ce ne vuole, di coraggio, ad allattare la Volpe! XD), ma infine, quel giorno al parco, l'aveva vista collassare sotto suoi occhi, assieme ad Hinata, apprendendo dell'inutile corsa in ospedale senza sapere chi fosse. Ed ora, non poteva più ringraziarla, per avergli permesso di ritrovar la sorella, ed essersi occupata di lui quando ogni altro si era tirato indietro.

E lo zio-Hiashi!?... Da lui sì, che esigeva delle spiegazioni!!
Hinata... arrancava da sempre la sua accettazione; diceva che nemmeno lei, riusciva a capire se anch'egli la detestasse, quand'anche la madre aveva assicurato come in verità l'adorasse. Ed ora, questa scoperta; che lo faceva ribollire di rabbia, e lo fomentava a scoprire fin dove arrivassero le sue responsabilità, e che genere di padre risultasse realmente.
In tutta probabilità, comunque, conosceva di nome la maggior parte degli shinobi, ivi compresi i suoi veri genitori. Dei ninja di discreto livello, caduti per mano della terribile Volpe a Nove Code.

Ma dov'era, poi, il motivo di tutto questo!? Naruto... non lo concepiva, e pareva parecchio pensieroso, a riguardo. Nonché tristemente ancorato al suo passato, alla stregua di un'enigmatica statua di sale.

In ultimo, cionondimeno, notando finalmente di esser stato pedinato (da un moccioso, tra l'altro, fin dalla sua uscita in Accademia), e ridestandosi stizzito dalla sua tetra postura, si rese conto in tal modo di essersi distratto anche troppo, poiché in effetti non si era guardato le spalle, ed era partito semplicemente col cercare Hinata.
Ma adesso, che per poco non era esploso e si era ripreso con convinzione, già che c'era avrebbe costretto proprio il clan Hyuga, a cercarla, nel caso la ragazza non fosse semplicemente a casa ammalata.

Oh, sì!... li avrebbe presi tutti a testate, quelli della cadetta! E avrebbe fatto sputato ogni genere di rospo, a quel degenerato del padre!...

L'obiettivo in corso, a tempo indeterminato, si evoluto: in una osteggiata e impossibile crociata anti-diplomatica!



*****



 
Perché Naruto vuole a tutti i costi il riconoscimento di Sasuke? Perché questi scappa da Konoha, e l'altro lo insegue disperatamente?
A che pro il primo deve assolutamente diventare Hokage, e il secondo ha dei motivi in più per sconfiggere Itachi?

Nessuno dei due, di certo, sta percorrendo la strada più facile... MA entrambi, dovevano diventare più forti!
Ed entrambi, hanno dovuto LASCIARE KONOHA... Non solo il nukenin.

Naruto... ha solo avuto la fortuna di avere Jiraya al suo fianco, altrimenti sarebbe stato ripreso come un vile fuggitivo.
E come Sasuke, dopo comparsata di Itachi a Konoha, egli ha dovuto dirle addio per non metterla in pericolo.

Perché se Akatsuki confermasse che Hinata-sama è la Volpe, e che Naruto ama la Volpe, la vita di entrambi sarebbe stata doppiamente in pericolo.
E perché dopo aver rivisto 100 volte lo sterminio del suo clan, Sasuke non poteva restare a Konoha un giorno di più!...
Altrimenti... non avrebbe più retto. Avrebbe finito con l'ammazzarla. Una paura ben maggiore che gettarsi tra le braccia di Orochimaru.

(.....)

Tutto questo... il legame tra Naruto e Sasuke, ha un nome. Lo stesso nome della mia missione. Una missione di cui non ho mai scelto la direzione.
Ma adesso che OROCHIMARU è morto, è tutto più semplice. Non esiste più alcun impedimento.
ORA... posso sfidarlo. Posso affrontarlo nell'unico modo che mi era possibile. Nel un modo in cui nessun altro riuscirebbe.

IO... gli impedirò di rinascere altrove. Sopprimerò le sue cellule nel mio corpo. Lo terrò a bada in eterno, come figura che devo costantemente superare.
In questo modo, come Naruto-kun, diverrò una persona nuova, e più forte. Dimostrerò che gli Uchiha non sono niente, a mio confronto.

Non fallirò più. Mi approprierò di quel nome, e di tutto quello che non ho mai avuto, e che mi spetta di diritto.
Riscriverò il destino mio, e... di quelli come me. Il destino di questo mondo privo di arbitrio, schiavo di uno stato di cose indegno.
Così... costringerò Hiashi-sama a riconoscermi. Farò in modo che la madre si ricordi di me. Scoprirò chi sono veramente.

Ed infine, tutti vedranno quanto si sbagliavano. Capiranno che sono IO, la persona più vicina a... Rikudou.


 
(dai carteggi segreti di un confuso Kabuto Yakushi,
 prima che Orochimaru lo destabilizzasse completamente,
 e perdesse di vista... Hinata)






 
p.s.: embè!? che vi aspettavate, che vi parlavo di Hanabi?... E' già tanto aver scoperto che stia pedinando Naruto, e averlo divulgato!...  XD

Però il TANUKI da una coda si é talmente fissato, nel chiedere un po' di spazio un questa storia, che nel prossimo capitolo sarò costretto a parlarvi di colei che in passato riuscì a rabbonirlo.

Per cui continuate a seguirmi, anche perché l'Uzumaki ormai è di fronte a villa Hyuga, e continuerà a scoprire da Hanabi tutto ciò che non è da sapere!


Saluti, by JackPortiero

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Capitolo 8
*** HANABI HYUGA (...key of the dream...) ***


HANABI HYUGA (...Key of the Dream...)


La lettera di Hinata alla sorella (parte finale, dopo una serie di siffatte cattiverie)

 
...perché ti sto dicendo queste cose, Hanabi!? Per capire... se sono in grado di essere un ninja.
Uno shinobi, infatti, deve sopprimere qualsiasi genere di sentimento. E' così che funziona, alla Foglia.
Per cui... lo sto facendo, sto rompendo con te; sto testando fin dove posso arrivare. Mi sembra una ragione valida.

Il nostro, è sempre stato un clan dove la principale se ne lava le mani, del sangue della cadetta, pur di mantenere intatto il suo onore!
Mandiamo al massacro i pezzi migliori, per proteggere il Byakugan, e releghiamo nella cadetta i fratelli, per trasmettere occhi purissimi.
E anche tu... dal momento in cui nata in questa famiglia dopo di me, sei stata incatenata a questo destino di schiavitù!

Ma io, invece, ti sigillerò, e sarò al di sopra della maledizione di questo clan!... Conoscerò i suoi segreti, scoprirò il vero potere di questi occhi.
E sarò libera da ogni vincolo, e potrò finalmente volare. Il sacrificio di una di noi, sarà la salvezza dell'altra!
Io... non mi sono mai realmente affezionata, a te. Sei la mia nemica. E' solo questo, il legame che c'è tra di noi.

Ma non penso valga neanche la pena, di sigillarti subito... stupida sorellina! tanto... quei tuoi occhi non ti servono a nulla!
Sarebbe... uno spreco; nel caso dovesse succedere qualcosa ai miei. Tu... sei pur sempre il mio possibile PEZZO DI RICAMBIO!
Papa'... secondo me sarebbe d'accordo. Sono io, la sua preferita. Tu... sei solamente "un errore"...

Se poi hai intenzione di punirmi, provaci. Colpiscimi. E soprattutto, ODIAMI... Allenati,
aggrappati a questa flebile speranza.
Allenati, allenati, non fare altro che questo. Ma sappi... che non ti mostrerò mai, il mio vero livello, e alla fine, ti umilierò con il Juken.
Così, quando infine ti avrò marchiata, dovrai fare quello che dico. E non sarà stato, invano, l'aver rimandato.
Perché così, nel frattempo... sarai diventata più forte. Sarai un ottimo strumento da mandare avanti al mio posto...

Dunque, direi che finalmente l'hai capito, che non mi devi più scocciare. Hai capito... che genere di persona io sono realmente...


*****



Dopo che in tutta fretta, a fronte di una visita inaspettata, la piccola Hanabi vide mobilitarsi così prontamente la sorella (quasi non aspettasse altro che di liberarsi della sua presenza), questa specie di serpe, profittando del fatto che al di fuori della lotta non si dovevano in alcun modo toccare, ordì di sovrastarla in statura da così vicino, soffermandosi senza il minimo garbo, con sfacciata aria di superiorità, e senza nemmeno degnarla di uno sguardo.

"Sto uscendo col mio fidanzato. Se ti azzardi a parlarne o a uscire di casa, stavolta ti distruggerò con il Juken, Hanabi..." - minacciò sottovoce Hinata, con timbro pacato e neutrale, ma inflessibile.
"Siete detestabile, a sostenere ogni volta di potermi battere, sorella..." - replicò la secondogenita, con perfetto autocontrollo - "Siete soltanto brava a recitare..." - sentenziò, mascherando di fatto il terrore.


"Perché... fai così? Oggi che non c'è papà, non c'era alcun bisogno di fingere, che siamo nemiche..."

Hinata... le parlava in maniera così meschina soltanto in quei due giorni in cui erano tenute a scontrarsi; quasi facesse parte dei suoi obblighi. Altrimenti, nel restante arco del mese, evitava di importunarla.
Ma l'attenta bambina, dotata di una estrema e precoce raffinatezza, poté notare più del consueto l'espressione rigida e indifferente della sorella maggiore, che in apparenza lasciava trapelare fino al midollo come la reputasse, a tutti gli effetti, una perfetta estranea. Poi, Hinata si avviò meccanicamente verso l'uscio, piantandola in asso, e la porta fu chiusa con decisione, a chiave, con celere e simulata cattiveria.

In questo modo... Hinata l'ammoniva severamente di adeguarsi a quanto aveva detto. Per il bene di entrambe, s'intende, cosicché anche stavolta fosse archiviata la pratica, senza permanenti ripercussioni.

"E ora che siete uscita, perché abbassate così la testa!?..." - si interrogò con leggero sforzo Hanabi, avendola di getto, per intima necessità, spiata oltre col byakugan, sebbene conscia dei rischi.

La piccola, sebbene le fosse stato proibito un utilizzo del genere, alle volte utilizzava in tal senso il suo "occhio migliore", studiava la sorellona meglio di quanto lei fingesse; nel tentativo di smascherarla.
Oramai... erano passati tre anni, da quella odiosa lettera, e il chakra di Hinata, in verità, era caldo e forte, tutt'altro che insensibile, e a un ninja sensitivo con un minimo di abilità, un simile particolare non poteva sfuggire. Eppure, ciò non significava necessariamente che non vi potesse essere un'eccezione, e che la sorella dovesse provare dell'affetto incondizionato per lei, o essere per forza buona e gentile con tutti.

Evidentemente, con lei non poteva permetterselo. Il loro legame, fin dall'inizio, era stato predestinato al sospetto, e alla feroce rivalità. Per cui... Hinata aveva del tutto rotto con lei anziché perpetuare in un orribile inganno, nel quale, senza averle mai dato adito di un simile intento, avrebbe potuto marchiarla inconsapevolmente nel sonno, come una bestia che non necessita alcun riguardo.
Almeno, nei rancorosi (ma ben gestiti) pensieri di Hanabi, c'era di leale questo: che la sorellona, anziché mantenere il legame con lei e stimolarla sempre più a migliorare, per poi pugnalarla così facilmente alla fine, aveva posto subito in chiaro le cose, mettendo in guardia e dichiarando guerra a viso aperto, dopo avere spiegato la situazione e l'obiettivo, cosa davvero stupida, se avesse voluto vincere.

Per cui, alla fine, Hanabi (almeno lei) ci era arrivata. Palesare i piani, non era esattamente il modo di agire di un ninja. E avvertendola che sarebbe andata incontro a morte certa, le aveva anche dato la Speranza.

Ma Hinata, però, non parlava quasi mai, né incrociava per un istante il suo sguardo, per cui definire cosa le passasse realmente per la testa, era davvero chimerico.
Più realisticamente, proprio per il pentimento di non averla sigillata quando sarebbe convenuto, concedendole un'inedita opportunità in virtù dei suoi quattro anni (l'età in cui in teoria un Bouke riceveva la sua croce), Hinata la distruggeva a parole alla vigilia di ogni scontro, facendosi odiare e assicurandole la sconfitta finale, ma uscendo puntualmente a testa bassa, di certo malvista dal padre per la sua inettitudine.

Hanabi, invece, dal canto suo, non replicava mai, così aspramente, però detestava gli atteggiamenti della sorella, che si ostinava a non riconoscerla, per cui non vedeva motivo per il quale non dovesse vincere.
Essa, seguiva le direttive del padre (ma anche di Hinata) che le imponevano di battersi al massimo, senza intenti omicidi, e in questo era davvero una bambina attenta, e obbediente. E poi... sapeva bene, che il giorno in cui sarebbe stato permesso l'utilizzo del Juken, sarebbe stramazzata miseramente a terra, e dunque colpiva così duramente per anticipare questo strazio, e scoprire se sarebbe arrivato...


(.....)
 


"Certo, che lui merita ogni riguardo... è rimasto del tutto solo..." - rifletté dopo qualche minuto, tra mille dubbi, la piccola Hanabi, seduta lì tristemente, davvero disorientata dall'aver scoperto il gentile sorriso della sorella - "...potevate dirmelo, però, che era Sasuke Uchiha, la recluta più figa e promettente dell'Accademia." - parlò ormai in solitudine, tra quelle quattro mura, con un curioso e vivace risentimento.

La piccola, non era affatto invidiosa, della maggiore, solo un po' triste e gelosa per la sua assenza, e notevolmente indispettita da questa disparità di trattamenti. Inoltre, era alquanto turbata dalla situazione.
Infatti, essendo ad ogni modo una bambina, e non valutando che si potesse stare con una persona esclusivamente per l'aspetto fisico, dovette necessariamente pensare, o quanto meno intuire, che se il migliore di tutti stava al fianco di una ragazza da pari a pari, tanto inetta, quest'ultima, non doveva essere...

"Sembra proprio... che anche voi, abbiate bisogno di sorridere a qualcuno. Dell'esito dell'incontro di oggi, non vi importa nulla..." - rifletté la giovanissima e beneducata Hyuga, con una sagacia fuori dal comune.


"Però... potevi a farlo a me, quel sorriso... no? Potevi stare un po' a casa con me, invece di lasciarmi sola ed uscire col tuo fidanzato.
 A me, sarebbe bastato... stare un po' in silenzio con te, per capire che non siamo nemiche..."

La verità... era che la bambina, in cuor suo, non gioiva affatto, nel combattere così assurdamente con lei, né l'aveva mai colpita duramente come le prime volte, quando si sentì maggiormente ferita.
Hinata, poi, si allenava senza tregua, tanto quanto lei, e il giorno della resa dei conti, si avvicinava... Ora più che mai, il destino chiedeva ad entrambe di essere acerrime nemiche per la sopravvivenza.

Poiché davvero, nel clan Hyuga così sottomesso alla Volontà del Fuoco (che protegge i piccoli), il precoce e anonimo sacrificio di una bambina, sarebbe stato l'orrida salvezza dell'altra. Era così, che funzionava, similmente su larga scala... (immagino fosse per questo, che dei ragazzi ancora olezzi di latte, erano mandati a sancire gli equilibri in una Foresta di nome la Morte, per evitare dispendiose guerre tra adulti...)

Ma Hanabi, invece, era alquanto sveglia e intelligente, e per questo aveva recentemente compreso, per bocca del padre, che un ninja è soltanto uno strumento di morte, al coatto servizio del Villaggio.
Inoltre, le era anche chiara la terribile malfidenza del popolo per gli sciagurati portatori di abilità innate. Una linea sottile tra il disprezzo e il timore reverenziale, nella quale l'esteriorità avrebbe potuto fare la differenza. E quindi... i doveri del clan, la sua volontà nel mostrarsi sempre pacifici, le sue inflessibili linee guida (trasparenza, compostezza, neutralità), e soprattutto la necessaria distinzione tra casata principale e cadetta, per la tranquillità del popolo e il buon nome e la sopravvivenza del clan tutto (spiegazioni che comprensibilmente, alla cadetta, dovevan parere come un'ottima scusa per essere tenuta in pugno).

Dunque... non era stata semplicemente Hinata, a rompere con lei. Era stato il destino, a metterle innanzitutto contro; a indurre Hinata a essere una vigliacca. E lei la odiava per questo: perché era una vigliacca.
Infatti, quella stupida la sottovalutava e continuava a sfuggirle, e pur di non affrontare il problema la feriva ogni volta, non concependo più la possibilità di esser mai perdonata.

Era il padre, che ripeteva sempre ad Hanabi di essere forte, di non accettare i soprusi, restando però buona d'animo. Per cui, Hanabi si limitava a battere Hinata con freddezza, perfettamente, senza cercare i punti vitali, o infierire inutilmente. E Hiashi, anche lui, si era subito pentito, di non aver trovato altra soluzione, e pur scatenando questa rivalità, non aveva mai alimentato alcun odio, nella figlia minore.
L'aveva, piuttosto, inibito, allenandola e tenendola sempre al suo fianco, smentendo così quella lettera, e preferendola pubblicamente alla primogenita, perché sapeva che Hinata avrebbe potuto sopportare questo peso. Era questo, il piano, la strada per la salvezza di entrambe. Quando la piccolissima Hanabi, in lacrime, riferì al padre delle angherie di Hinata, quest'ultima fu "severamente ripresa"...

Ma "il nemico", era di certo altrove, bruciante e impalpabile come l'aria, e si domandava cosa aspettasse Hiashi-sama a scegliere. "Il Sistema", la regola in teoria, vedeva pur sempre Hinata come legittima erede di nascita, sebbene il capoclan degli Hyuga sostenesse in continuazione che fosse il caso di aspettare, poiché la discendenza ufficiale non mostrava ancora alcuna garanzia.
Ma il giorno in cui questo sarebbe cambiato, per Hanabi sarebbe stata la fine. E nessuno, se la sarebbe mai accollata, né l'avrebbe più aiutata "nel suo problema", che sarebbe infine venuto allo scoperto, facendola diventare, così all'improvviso, un fantasma, una fallita di questo mondo, il definitivo zimbello della casata cadetta.

La verità... è che Hanabi sapeva bene, di avere solo lei questo limite, e che la cosa in cui teoricamente doveva sperare di più, era un terribile incidente, o un irrimediabile passo falso della sorella.
Ma non era, così... La piccola mirava ad altro, si impegnava duramente per sconfiggere questo destino, e recuperare il legame con lei, dopo averle stampato così tante testate da smantellare ogni finzione!
La odiava davvero; ma non voleva, perderla. Questo no. E il giorno in cui dovevano colpirsi era diventato, alla fine, quello in cui perlomeno si parlavano, e nel quale riuscivano, stranamente, a comprendersi.

Come questo fosse possibile, è perché il capoclan degli Hyuga, se non era davvero costretto, in casa sua non faceva entrare praticamente nessuno, e dunque, in mezzo ad una relativa e insospettabile tranquillità, quei due giorni di acerrimi contrasti, supervisionati dalla cadetta, stonavano terribilmente, e rappresentavano di certo una commedia. Una messinscena familiare, per non perdersi fra "le fiamme", ed andare avanti...

Hanabi, ultimamente, a furia di parlare costantemente col padre, era cresciuta parecchio, e voleva pensarla così. Era un vero genietto, precoce almeno quanto Hinata, e di recente si era posta molti dubbi...


(.....)


 
E invece, passata all'incirca mezz'ora, la povera bambina dovette rendersi conto di quanto fosse un'ingenua. A Hinata, in verità, non importava davvero nulla, di lei.
Semplicemente... se la rideva perché estremamente tranquilla. Non l'aveva mai considerata, un pericolo, né tantomeno una rivale, poiché sapeva di aver vinto il mondo nel momento in cui era nata.

Lei, al contrario, era soltanto un uccello in gabbia. E queste, più o meno, erano le parole che quella perfida aveva riportato in un foglietto. Evidentemente, ce l'aveva di vizio, di non degnarla di un minuto nelle cose importanti, e di sbattergliele così acidamente in faccia, nero su bianco. Doveva suonare, più o meno, così:



Sciocca sorella, ho notato che ultimamente colpisci meno forte, e ti sei messa in testa strane idee...
Ma è inutile, che continui a spiarmi con insistenza di nascosto. Non ce davvero nulla, da comprendere.
Otterrai soltanto una cosa: lo scoprire che mi fai pena, il vedere che ho legami infinitamente migliori,
e il capire che ci vado così piano con te, fino a farti vincere, solo per compiacere nostro padre.

E' che lui, continua a rimandare l'inevitabile, e non ha il coraggio di dirti la verità...
Ma in questi giorni, gli ho detto subito che "comprometti" così la tua vista, e finalmente, è rimasto fortemente deluso.
LA VERITA', è questa: che io non ho mai corso alcun rischio, e tu sei ingiustamente cresciuta
nella convinzione che se ti fossi allenata così duramente, sarebbe cambiato infine qualcosa.

OGGI, sarà l'ultima volta che ci affronteremo, capisci cosa provo realmente? sono così eccitata, in teoria non dovresti saperlo...
Ma non ho resistito... Ho saputo che tra sei mesi, se sarò genin, potrei persino smettere di allenarmi, e fare quello che mi pare.
Infatti, LA REGOLA è semplice: non importa davvero nulla, del divario che potrà mai esserci tra noi;
non importa, quante volte vinci. Se io diventerò un GENIN, sarò l'erede della casata, e tu verrai sigillata.

Ti è chiaro, adesso, come mi sento?... Ahah, a quel punto, le nostre strade si separeranno, avrò raggiunto il mio traguardo!
Le regole, sono regole, mia cara, e per proteggere e tramandare il Byakugan, il Souke deve semplicemente astenersi
dal combattere, e dal rischiare la vita
così stupidamente, mandando abilmente avanti la casata cadetta.
Anzi... probabilmente è proprio perché tu sei "un errore", il motivo per cui sarai mandata al massacro per prima...

Mi dispiace, Hanabi, ma la verità, qualcuno doveva pur dirtela... Tu sei nata per essere "il mio strumento". Nient'altro che questo.
Non so proprio, cosa farci, sorellina... So solo, che finalmente proverai sul serio ad uccidermi, e io avrò il permesso di fare lo stesso.
Scegli, di usare le tua arma migliore... Io, ho già deciso; stavolta vincerò. Ci sarà TUTTO IL CLAN, a vedere questo incontro. E' una cosa seria.
Così, finalmente, scoprirai di che pasta sono fatta, e avrò la mia rivalsa. Li farò zittire tutti, e dirò che utilizzo farò di te, e di tutti loro...



 
*****



.....

..........
 
.........................



Allora... era vero. A te non importa nulla, di me...

Io... TI ODIO. Per te, sono solo... uno strumento difettoso...







(to be continued...)

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Capitolo 9
*** HANABI e KABUTO (...il vero nemico...) ***


HANABI e KABUTO (...il vero nemico...)


Il diario di Hinata nelle mani della sorella (stralci vari, in una serie di siffatte smielatezze)


Cara madre,

vi chiedo umilmente perdono. Questa notte, tenere al mio fianco la Chiave che mi avete affidato, non è stato sufficiente.
Questa volta... Kurama mi aveva in pugno, se voleva distruggermi e ridurmi a un suo strumento, l'avrebbe fatto da tempo.

E invece, la colpa è soltanto mia, infatti ha detto che d'ora in poi non lo devo più scocciare, anche se oramai siamo diventati amici.
Lui... non è cattivo. Siamo noi, che lo usiamo, col rischio di perderci. E' obbligato a fare ciò che vogliono i suoi precedenti padroni.

Finalmente, ho compreso la verità. Lui mi vuole bene, tutte le cose orribili che mi ha detto, è stato costretto a dirmele...

(.....)

Cara madre,

oggi papà mi ha trattato come un essere inutile di fronte a tutti, e non sono riuscita a capire se stesse fingendo, e ho desiderato morire.
A volte... penso che se alla fine sparissi, sarebbe la cosa migliore per tutti, e non se accorgerebbe nessuno...

Ma poi, come nel Libro che mi leggevate, vado avanti, cerco di fare come Naruto-kun, cerco di essere come l'Eroe del grande Jiraya.
Perché so che voi mi guardate, e che se lasciassi incustodita la Chiave dimenticandomi di voi, significherebbe farvi morire davvero.

Vorrei solo... che qualcuno mi leggesse questo libro al posto vostro. Io da sola non ce la faccio, a finirlo...

(.....)

Cara madre,

oggi Naruto-kun ha rotto con me. Ha negato il legame che c'è tra di noi. Ci siamo detti delle cose orribili.
Ha affermato che per lui non sono una ragazza, ma una sorellina piagnucolona, che sono una pazza e non siamo mai stati insieme.

Il suo sogno è essere Hokage, ha detto. Ed io, non c'entro nulla, mi sono illusa da sola. Sono solo un intralcio, la protagonista di una tragedia.
Però, io ho fatto anche di peggio, sono stata capace di dargli un ceffone, e dirgli che lo odio.

Ed ora... anche se son sicura che fosse solo una commedia, fa un male cane lo stesso, madre. E' così, che deve sentirsi... la Chiave?



*****




Cara madre, oggi...
 
"Inizi sempre così... Ti manca tanto, la mamma, vero?..." - sfogliò con estrema mestizia, tra le candide e ben curate pagine delle sorella maggiore, quella gentile ma indiscreta impicciona che rispondeva al nome di Hanabi.
"Ma i-io, però... non ho s-sofferto, c-così tanto; non ricordo nemmeno bene che faccia abbia..." - mentì banalmente a se stessa la ragazzina, la cui istruzione e capacità di non esternare le proprie emozioni, potevano già dirsi parecchio affinate.


"E invece, se c'è una cosa che mi fa male quando provo a sforzarmi, è il dover far ipotesi su come eravate, non riuscire nemmeno a definire il vostro volto..."

"Ok, anche se non ho capito cosa sia la Chiave e questo Kurama che ti sogni la notte, ho scoperto un sacco di cose interessanti..." - si tirò su per le orecchie la bruna, che voleva sfruttare al meglio ogni istante del tempo a sua disposizione, considerato che era quasi sempre controllata dal padre, e che ficcanasare così, non si configurava di certo come un'austera e rispettabilissima condotta da Hyuga.
"Mh... In ogni caso, se vuoi essere un ninja come dici, non dovresti essere così sentimentale. No?" - rifletté poi, ben bene, la figlioletta di Hiashi - "Direi che allo stato attuale, questo non può certo dirsi il diario di una persona cattiva, ma di una povera stralunata. E Sasuke-niichan, ad ogni modo, non è il tuo fidanzato, brutta stupida!..." - l'apostrofò indispettita Hanabi, sentendosi di gran lunga presa per i fondelli.


"Però, che significa tutto questo!?... Un vero shinobi, non dovrebbe tenere una roba del genere... Né avere così a cuore i propri legami..."

Passarono, tra considerazioni più o meno appropriate, un paio minuti. Nemmeno un'ora, dal momento in cui in Hinata era uscita. Eppure, tempo ulteriore per approfondire l'annosa questione, non c'era. Vi era a malapena quello di prepararsi, sia esteriormente che interiormente, al definitivo scontro con la nemica/rivale, previsto per il tardo pomeriggio.
Hanabi, si rese poi conto di come fossero quasi le nove, e il suo allenatore privato, il migliore di cui avrebbe potuto disporre per ovviare al suo limite, sarebbe arrivato di lì a breve, per la rifinitura.


"Accidenti!... Il sensei, sarà qui a momenti... Non posso proprio mostrarmi, in questo stato pietoso; papà lo verebbe a sapere..."

Vale a dire... non voleva render manifesto che alla fine, nonostante tutto, aveva versato lacrime in maniera smodata, sebbene si fosse ripromessa che non sarebbe mai più successo, a causa di Hinata.
La piccola, si trovava ora alla toilette, per darsi un tono e sistemarsi i capelli, e specchiandosi a fondo nelle sua immagine, si rese conto che non ci poteva far nulla. I suoi occhi, infatti, eran provati, umidi, tutti sanguigni attorno all'iride, e questo cozzava terribilmente con il perlaceo bianco del byakugan.
Tra l'altro, Hanabi se li sentiva anche leggermente gonfiati e stropicci, e non capiva se il transitorio appannamento fosse la naturale e reversibile reazione al pianto, o piuttosto l'incipit di un processo irreversibile, dovuto all'eccessivo utilizzo della sua innata, la cui attivazione era stata espressamente vietata dal genitore, poiché instabile e sopra ogni cosa compromettente.


"Ecco, lo vedi!?... Io sarò anche un errore, eppure son del tutto normale!... Se per colpa tua dovessi diventare cieca, sarebbe la volta ti uccido!..."

L'animosa ragazzina, pur pettinandosi e lisciando i capelli nella sua solita parvenza di tranquillità, provò in quel momento una paura fottuta. Per un attimo, temette che le si fosse peggiorata la vista.
E tuttavia, non era di certo il caso di allarmarsi, dal momento che il suo istruttore era sempre estremamente puntuale, e dandole una semplice occhiata, avrebbe confermato l'insussistenza del suo timore.
Però, una cosa era certa. A questo giro, Hinata le aveva quasi fatto perdere il controllo! E Hanabi sapeva bene, che in un confronto tra Hyuga, specie se meramente verbale, perdere in toto le staffe per via della controparte avversaria, era considerato indecoroso, alla stregua di un'onta. Una vera e propria sconfitta...


"Devo calmarmi, altrimenti oggi rischieremo di farci male, e non voglio... E poi sono io, che devo farti uscire fuori di testa, e portarti al punto di provare a uccidermi..."

"Sorella... come siete con gli altri, non cambia nulla, tra noi. Anzi, ora ti detesto ancora di più, perché sei una codarda... Da quando hai saputo del sigillo crociato e del mio problema agli occhi, solo per questo hai iniziato a trattarmi diversamente..." - fremette con calma la piccola, che per sfogarsi un po' dal nervoso, aveva ribaltato fuor di contegno la cameretta di Hinata, alla infelice ricerca di informazioni.
"Da allora, saputo che solo una di noi potrà volare, hai fatto di me la tua nemica... Ti sei scrollata di dosso questo destino, anziché combatterlo, e forte del fatto di essere nata prima di me, hai preferito non pensarci, e hai iniziato a evitarmi, e a guardarti altrove..." - valutò infine Hanabi, con ritrovata compostezza - "Io... per te non esisto, sono solo un impiccio. Nel tuo diario non mi nomini neanche una volta, sorella..."





***** Odio, e rifiuto, in cambio dell'Amore. Equivoci, in un ingiusto mondo di falsità... Niente tempo, per una libera ricerca della Verità...

Son già le nove. L'Elmo da Samurai che si era così tanto avvicinato alla principale, è giunto. Quali saranno, le sue vere intenzioni!? *****




Il giovane sottoposto mascherato, che congiuntamente al signor Hiashi, da parecchi mesi, addestrava la piccola Hanabi nella massima segretezza, in un percorso individuale oltremodo riservato, era solito giungere quando la primogenita di casa Hyuga (Hinata, NdR) era ormai a lezione in Accademia, non incrociandola dunque mai, e congedandosi dal proprio operato quando ancora doveva rientrare.
Per cui, sebbene Hinata avesse ben noto come la sorellina s'adoperasse al seguito di uno specialista dei genjutsu medici, per migliorare nel controllo del chakra e superare il fatto di non riuscire "ad attivare il byakugan" (né completamente né troppo a lungo, elemento che verrà spiegato più avanti, NdR), di fatto la corvina non conosceva la persona in questione, colui aveva dato una speranza ad Hanabi, non essendosi mai reputata necessaria, a modo di vedere di Hiashi, alcuna presentazione, seppur formale.

"Non avete nulla, signorina Hanabi... Per fortuna si tratta soltanto di un lieve arrossamento, dovuta a un'intensa lacrimazione..." - si chinò sulla soglia di casa il ragazzo, appena arrivato, ponendosi con affabil vezzo all'altezza della bambina, in una condotta davvero genuina, e usando molta discrezione nel suo registro, nel sottintendere di aver compreso il suo travaglio...

La piccola, pertanto, non era riuscito a mascherarlo. Infatti, per prima cosa aveva reso i propri ossequi, con estremo garbo e già sospetta rapidità; poi, in seconda battuta, altrettanto di getto, aveva avanzato con artificio un inspiegabile fastidio agli occhi, puntualmente sbugiardato nella sua matrice, ed ora, nonostante la Hyuga cercasse di mostrarsi impassibile, di fronte al quesito di quella voce così premurosa, se per caso da qualche parte si tenesse del collirio, Hanabi dovette sentirsi un po' sciocca e esagerata, nell'aver simulato di non discernere le cause, ed esser riuscita infantilmente a ingigantire il tutto.

"N-non fa nulla, sta già passando..." - ringraziò un po' goffa la brunetta - "Immagino di aver offeso la vostra competenza, e che per un banale piagnisteo non si renda poi necessario, un provvedimento del genere. Dico bene?" - terminò con severa autocritica, nel tentativo di recupere una condotta più dignitosa, e assicurando che non era stato in alcun modo nelle sue intenzioni, di mancare di rispetto.


"Che figura, sto facendo!!... Ma cosa mi prende, adesso!? sto ancora male per prima... Ed è solo, colpa tua, Hinata!... Non è da me, essere così impacciata..."

L'istruttore, notò dunque nella sua totalità il notevole scoramento della piccola Hanabi; e arrivò quasi a formulare qualcosa per rispronarla, risultando però interrotto dalla sua improvvisa ripresa.
"Non restate, lì così, sensei... sembrate un mio sottoposto!..." - ridacchiò con simpatia la ragazzina, in confidenza, senza alcuna presunzione - "Voi, semmai, siete il mio motivatore... Ed io, sono di vena di confidenze che non importeranno a nessuno..." - ironizzò poi, cercando vanamente di mostrarsi adulta - "Tanto, la situazione più o meno la conoscete... e dato che qui fuori ci staranno probabilmente osservando, se volete vi faccio strada. Mio padre, mi ha dato il permesso di farvi entrare..." - lo invitò infine, con graziosa cortesia, a varcare quella linea invisibile, per seguirla fino al salone principale della residenza.

La spia, entrò solo perché il permesso ce l'aveva davvero. Ma valutò che a ben vedere, a sorvegliargli ci fosse soltanto un fitto sistema di telecamere; che ad ogni modo, era un ottimo deterrente.
Quanto alla casata cadetta, il menefreghismo cagionato dal colmo disprezzo, era totale. Se qualche balordo, ad ora, avesse voluto arrecare un po' di scompiglio, avrebbe potuto farlo. Quanto a impossessarsi con successo del byakugan, era di certo una questione diversa, non ve n'erano comunque i presupposti. Solo un folle, avrebbe tentato un colpo del genere, ritrovandosi in breve tutti i ninja di Konoha alle calcagna.


"E' come dicevate voi, Orochimaru-sama... Anche se la casata cadetta ha smesso di proteggere il byakugan, è comunque impossibile, venirne in possesso...
Non di giorno, e in pieno centro abitato. L'unico modo... è vederselo consegnato. Avvicinarsi in maniera subdola alla principale, e farlo uscire dal Villaggio di sua spontanea volontà!..."

"Credo che ad ogni modo, preoccuparsi della vostra vista mantenendo il controllo, fosse ragionevole..." - passeggiò pian piano Kabuto, in un sì lungo corridoio, lasciando intendere che per la precedente omissione, Hanabi non doveva rimproverarsi poi troppo - "Di fatto, non mi avete mentito..." - rassicurò, spiegandole nel dettaglio - "Voi non avete ancora, delle così larghe conoscenze in campo medico, e se sul serio non sapevate distinguere cosa vi stesse accadendo..." - concluse diretto, in maniera compiuta - "...è solo perché poco prima di piangere, avete trasgredito, e fatto utilizzo del byakugan. Ho ragione?"

Arrivarono, in un localino davvero notevole. Ma entrambi, seppur tra le confortevoli mura domestiche, rimasero comunque ben in piedi, mantenendo un certo grado di formalità, come da mero protocollo.
Hanabi, annuì quindi al terribile quesito, cercando di non abbassare troppo lo sguardo. E così, anziché mostrarsi alla meglio un po' sciocca, dovette confessarsi parecchio avventata, dal momento che aveva attivato il suo unico occhio abile, il sinistro a malapena funzionante, senza alcuna supervisione da parte del genitore, e al solo scopo di appurare gli effettivi sentimenti di Hinata, attraverso una porta...

"Perciò, in questa occasione vostra sorella è riuscita a ferirvi?" - s'interessò retorico il sottoposto di Hiashi, dopo aver letto con zelo le perfide lettere di Hinata, che Hanabi aveva voluto porre in disamina.
Kabuto Yakushi... dovette dunque pensare che in un frangente del genere, lasciata così sola a se stessa, la bambina potesse risultare di molto influenzabile, per via di questi trascorsi; e se infine, da dietro una maschera, le avesse sbandierato che invero era il padre, a fomentare Hinata ad aggredirla verbalmente, indicando in siffatta combutta le parole migliori, chissà come Hanabi avrebbe potuto reagire!...


"Ma tu guarda!... la mia missione per conto di Orochimaru-sama, passa invece per dirvi qualche parola gentile!... Il vero obiettivo della mia missione è...
Perché, un simile turbamento!?... Se voi foste la Vera Forza Portante, immagino che a questo punto dovrei scegliere se tradire Hiashi-sama..."

"Pur di salvarsi e di mantenersi tranquilla, ha deciso di sacrificare il nostro legame..." - sostenne la piccola Hanabi, sbottando un po' - "IO... LA ODIO, lei e le sue stupide ambizioni!" - proclamò confusa, non del tutto convinta - "La sua tristezza... è solo una facciata, per aggirare l'avversario!..." - abbassò poi la voce, stranamente - "...ma in r-realtà... è un'ipocrita, che segue solo il suo sogno, e sa colpirti alle spalle mentre le parli!" - boccheggiò, già pentita per la sua invettiva, che avrebbe potuto riguardare ben altri personaggi di pubblico spessore...

"La Volontà del Fuoco di Hashirama, eh?..." - considerò tra sé e sé, di sottecchi, la spia del clan Hyuga - "...continuare ad ardere a mezzo di qualsiasi sacrificio..." - si riassestò serio gli occhiali, vagando in un oscuro e indecifrabile arcano, mentre Hanabi interpretava un simil severo sguardo in sua direzione, come da rimbrotto, e ovvio preambolo per una sonora lavata di capo.

"Non mi sembra..." - si pronunciò invece benigno, il maestro - "...che siate sicura di queste parole come l'ultima volta. E' forse cambiato qualcosa!?" - curiosò con notevole intuito, sondando a fondo nell'animo della sua protetta, che ormai conosceva come le sue lenti. Allorché, pensierosa, Hanabi si ammutolì del tutto; non seppe bene cos'altro dire. Iniziò poi a tremare un po', si vedeva benissimo che aveva perduto la solita grinta... Forse, già da un po' di tempo, non trovava più alcuna sollecitazione nel dover duellare con la sorella. Il dubbio, si era insinuato in lei, non aveva più convincimento nei suoi presupposti.


"Hinata... che cosa ne penserà, la mamma!?... Oggi, sarà pericoloso... Non ci sarà nulla di gentile, nel distruggerci il sistema circolatorio del chacka...
Fino ad ora, non ci siamo mai fatte male, seriamente... Ma se oggi proverai ad utilizzare il Juken per prima, ti giuro che farò lo stesso!
Oggi, vedrò finalmente se siamo nemiche... Lo capirò dai tuoi occhi. Se li attiverai per attaccarmi, io...

"Oggi, sarà per entrambe il giorno della verità, il giorno in cui più vi conoscerete..." - sentenziò con convinzione Kabuto - "...quello in cui capire che strada intraprendere, e chi è per voi il vero nemico..." - formulò un po' criptico, non aiutando di molto la ragazzina, turbata a morte dall'eventualità che potesse confermarsi per davvero Hinata.

"Di certo, se per assurdo dovesse portarle avanti sul serio, quelle di vostra sorella sarebbero parole imperdonabili..." - si espresse dunque il ragazzo, al di fuori di ogni severità - "In un caso del genere, vostro padre ne soffrirebbe molto, e vi esorterebbe a battervi al massimo, ma senza intenti omicidi..." - si soffermò bene su questo punto, con un tono più intransigente, invece - "Tenete sempre a mente..." - proseguì calmo, dopo un po' - "...che qualunque cosa vi siate dette finora, è stata solo una commedia." - osservò infine, valutando da un punto di vista neutrale - "Ed essa... è ancora necessaria, perché vostro padre non intende sacrificare nessuna di voi, e vuole abolire il sigillo crociato. Ma è un'informazione troppo importante, questa, che entrambe dovete mascherare assolutamente, perché va contro ogni... "

"Uuuuffa... Lo so che è clandestino, che la gente avrebbe paura, e il Villaggio non lo accetterebbe. Io e Hinata dobbiamo odiarci per ingannare tutti, ma restare unite. E' davvero necessario, riportare le parole di mio padre?" - sbuffò ad un tratto, placidamente, la bambina, non reputandola ad ogni modo una giustificazione in favore della sorella - "Non prendetevela, sensei... ma per me non è stata una..." - si interruppe, soppesando meglio le parole - "...ecco: avrei preferito saperlo prima, che era solo una commedia!" - si fece dura, non discolpando in toto nemmeno il genitore - "E comunque, non fa nulla, papà l'ho già perdonato. E' da un mese che mi chiede scusa, sarebbe anche il caso che la smettesse..." - rompette un po' le righe, rivelando il pettegolezzo in maniera davvero grottesca, nel tentativo di far risultare la cosa divertente.

Kabuto, se la sorrise sotto i baffi, con una smorfia che lasciava trapelare una certa stima, mista a soddisfazione. Hanabi, per la sua età, era davvero forte, e giudiziosa. Inoltre, la sua ardente impulsività, soltanto in apparenza bellicosa, non aveva in vero niente di maligno, non era che l'esteriorizzazione del suo spirito irremovibile. In verità, la bambina nascondeva un cuore del tutto immacolato, candido come la neve...
"Forse, piuttosto che parlare del passato, sarebbe meglio che parlassimo dell'incontro di oggi..." - si fece avanti gentile, ma sbracciando alquanto - "La prego, sensei... Quali sono, i termini del confronto? è vero ciò che dice Hinata in questa lettera, che sarà l'ultimo? e che sarà permesso l'utilizzo del Juken!?" - si affannò un po' nel parlare, richiedendo cordialmente lumi.

Il Yakushi, confermò che Hinata non aveva mentito. Questa volta, avrebbe presenziato l'intero clan, e giocoforza sarebbe stato permesso l'utilizzo del byakugan, la Genkai di cui Hanabi non sapeva far utilizzo.
Tutti, avrebbero così saputo che era lei, a NON disporre di alcun talento, per quanto il padre l'avesse sempre coperta, affermandola di gran lunga superiore a Hinata, della quale invece lamentava l'incompetenza...

"Ma voi, siete una gran testarda, e oggi tutti scopriranno che sapete utilizzare il Juken, pur senza attivare il byakugan..." - sostenne con convinzione Kabuto - "E grazie a tutto quello che avete imparato, se lo riterrete opportuno potrete subito anticipare vostra sorella, e vincere al pari di una vera Hyuga, senza attivare l'innata... Ci siamo allenati tanto per questo... giusto!?" - la spronò, con fervore, alla battaglia, non trovando però un riscontro immediato da parte di lei.
La moretta, infatti, seppur risoluta e convinta di non essere da meno della sorella, sembrava tutt'altro che entusiasta, all'utilizzo del pugno gentile, in verità le sue riflessioni si soffermavano ben altrove...




(end part-1, "Hanabi e Kabuto" part-2 arriverà, prima o poi...)


*****



Questi sono... i ricordi di Hinata dalla vera realtà... (ma sono anche i ricordi dell'Hinata che conosciamo, in quel caso sostituire alla voce DEFUNTO Quarto Hokage, la voce Terzo Hokage)

(.....)


(Hiashi): "Hinata, oramai non è più possibile rinviare ulteriormente la questione del sigillo crociato.
Se il livello di paura e di tensione della popolazione risulterà ingestibile, mentre gli shinobi
saranno occupati a mantenere l'ordine pubblico, la Radice di Danzo ne approfitterà per
sferrare il suo attacco, facendo leva sul sentimento popolare... Sarebbe la guerra civile.

Da quando tuo zio si è dovuto sacrificare, l'odio tra le casate e la diffidenza del popolo,
non hanno fatto altro che crescere. La gente... non si fida più di noi nonostante tutto..."

( Per questo, ho preso la mia decisione, d'ora in poi proteggerò le mie figlie e il mio clan a modo mio. )

(.....)


(Koharu Utatane): "QUESTO E' UN PRECEDENTE CHE NON POSSIAMO PERMETTERE!!....
Tu la chiama riforma, ma se il vero obiettivo nel non sigillare il vero potenziale del byakugan,
è quello di prendervi prima o poi il potere politico, dobbiamo trattarvi come dei RIBELLI!
 
(Il Quarto Hokage): "Koharu, aspetta, non saltare a conclusioni affrettate!"

(Danzo): "Comunque sia, Minato, Hiashi-sama ha preso la sua decisione; questo significa che dobbiamo presto
risolvere la situazione, per evitare il caos. Dunque... saremo noi a decidere chi delle sue figlie sigillare."

(Hiashi Hyuga): "....."

(Il Quarto Hokage): "Non dire certe cose davanti a Hiashi. Inoltre, se la scoppiasse una guerra civile e la casata cadetta si ergesse a difesa

della principale, sarebbe difficile affrontare gli Hyuga. Dobbiamo elaborare... un discorso da tenere all'intera popolazione."

(Danzo): "Sarà un tentativo inutile. La gente odia, i portatori di abilità innate. Dobbiamo agire il prima possibile... Se mi firmassi il mandato,
potrei inviare una squadra Anbu per un test di valutazione, e chiudere subito la faccenda" (= mettere le mani sulla Volpe e il byakugan, NdR)

(Il Quarto Hokage): "No, il clan Hyuga è un clan indipendente, ed è sempre stato fedele a Konoha. Voglio convincere
il popolo e gli stessi shinobi che non v'è nulla da temere, da loro. Elaborerò io stesso un discorso.

(.....)


(Hiashi-sama): "Hinata, sto cercando di prendere più tempo che posso... Il Quarto ha detto quelle cose, ma agirà se dovesse ritenere che la Foglia è in pericolo.

Lui, in realtà è fatto così... E se ciò dovesse succedere, persino lui, IL QUARTO, si sporcherà le mani con un sacrificio del genere.

Ma SIA che dovessi essere tu, SIA che dovesse essere scelta Hanabi, poiché è stato pensato soltanto di sacrificare un bambino innocente,
la Volontà del Fuoco dovrà necessariamente avere fine. E con essa, tutti coloro che non comprendendo, sostengono questo Inferno.

Ma prima che i vertici decidano chi di voi deve essere marchiata, se agiamo prima che ciò succeda, tutto questo può essere evitato.
Se il Quarto firmasse quel mandato
(ti odio Minato!, NdR) verrebbe fuori che tua sorella non sa attivare il byakugan, tu stessa saresti
costretta a sigillarla, e così... il vostro legame sarà spezzato per sempre. E in quel caso (pensa alla moglie defunta, NdR) io avrei fallito.

(Hinata + Hinata): "Che cosa possiamo fare?"

(Il padre): "Hinata, voglio che tu faccia UNA SCELTA... Puoi stare dalla parte del Villaggio, mantenere questo stato di cose vergognoso,
ed essere l'erede del clan per diritto di nascita, come da tradizione. OPPURE, rimanere dalla parte della tua famiglia, del tuo clan,
salvare tua sorella prima che gli eventi precipitino, ed aiutarmi a poco a poco a cancellare l'Odio che c'è tra le casate.

MA per evitare il marchio, farla sembrare solo un'eccezione, e proteggere al meglio una di voi, ho bisogno di ripudiare pubblicamente l'altra,
prima che mi forzino la mano. E la scelta più credibile, ricade su di te, sia perché già ti credono debole, sia perché sei il Jinchuuriki del Kyuubi.

Hinata... sarà una vita molto dura, per te; potresti non essere mai in grado di realizzare i tuoi sogni. Ma in compenso,
nessuna di voi due verrà marchiata, e ti lascerò andare all'esame di selezione dei chunin. Dirò... che ti ci ho mandata io stesso a morire.

Figlia mia... non so che altro fare. Ma sono sicuro che anche tu, desideri proteggere Hanabi sopra ogni cosa... Accetti questo rifiuto?"

(.....)



Anche HINATA... ha preso per due volte la sua decisione. Solo che al primo giro, in vita, c'era il vedovo e disincantato Minato Namikaze.



"QUARTO HOKAKE... I tuoi rimpianti per avere fatto morire Kushina da sola, nella disperazione di un Jinchuuriki, NON ti giustificano.

E trovo ingiusto, che mio padre si debba sentire così in colpa per tutto. Perché quello che è successo... non è dipeso da lui. Lui, per me, è soltanto una vittima.

QUARTO HOKAGE... tu, hai rovinato tutto. Quello che è successo... quello che è successo..."


 












Mi dispiace così tanto, Naruto...

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Capitolo 10
*** HANABI e KABUTO (...se non hai qualità...) ***


HANABI e KABUTO (...se non hai qualità...)


Le disperate lettere di Hinata alla sorella, decriptate* (don't worry, saltare subito a piè pari le parti barrate, a favore del grassettato)

 
(1)
 
...PERCHE' TI STO DICENDO QUESTE COSE, HANABI!? Per capire... se sono in grado di essere un ninja.
Uno shinobi, infatti, deve sopprimere qualsiasi genere di sentimento. E' così che funziona, alla Foglia.
Per cui... lo sto facendo, sto rompendo con te; sto testando fin dove posso arrivare. Mi sembra una ragione valida.

Il nostro, è sempre stato un clan dove la principale se ne lava le mani, del sangue della cadetta, pur di mantenere intatto il suo onore!
Mandiamo al massacro i pezzi migliori, per proteggere il Byakugan, e releghiamo nella cadetta i fratelli, per trasmettere occhi purissimi.
E anche tu... dal momento in cui nata in questa famiglia dopo di me, sei stata incatenata a questo destino di schiavitù!

Ma io, invece, ti sigillerò, e sarò al di sopra della maledizione di questo clan!... Conoscerò i suoi segreti, scoprirò il vero potere di questi occhi.
E sarò libera da ogni vincolo, e potrò finalmente volare. Il sacrificio di una di noi, sarà la salvezza dell'altra!
Io... non mi sono mai realmente affezionata, a te. Sei la mia nemica. E' solo questo, il legame che c'è tra di noi.

Ma non penso valga neanche la pena, di sigillarti subito... stupida sorellina! tanto... quei tuoi occhi non ti servono a nulla!
Sarebbe... uno spreco; nel caso dovesse succedere qualcosa ai miei. Tu... sei pur sempre il mio possibile PEZZO DI RICAMBIO!
Papa'... secondo me sarebbe d'accordo. Sono io, la sua preferita. Tu... sei solamente "un errore"...

Se poi hai intenzione di punirmi, provaci. Colpiscimi. E soprattutto, ODIAMI... Allenati, aggrappati a questa flebile speranza.
Allenati, allenati, non fare altro che questo. Ma sappi... che non ti mostrerò mai, il mio vero livello, e alla fine, ti umilierò con il Juken.
Così, quando infine ti avrò marchiata, dovrai fare quello che dico. E non sarà stato, invano, l'aver rimandato.
PERCHE' COSI', NEL FRATTEMPO, SARAI DIVENTATA PIU' FORTE. Sarai un ottimo strumento da mandare avanti al mio posto...


(2)


Sciocca sorella, ho notato che ultimamente colpisci meno forte, e ti sei messa in testa strane idee...
Ma è inutile, che continui a spiarmi con insistenza di nascosto. Non ce davvero nulla, da comprendere.
Otterrai soltanto una cosa: lo scoprire che mi fai pena, il vedere che ho legami infinitamente migliori,
e il capire che ci vado così piano con te, fino a farti vincere, solo per compiacere nostro padre.

E' che lui, continua a rimandare l'inevitabile, e non ha il coraggio di dirti la verità...
Ma in questi giorni, gli ho detto subito che "comprometti" così la tua vista, e finalmente, è rimasto fortemente deluso.
LA VERITA', è questa: che io non ho mai corso alcun rischio, e tu sei ingiustamente cresciuta
nella convinzione che se ti fossi allenata così duramente, sarebbe cambiato infine qualcosa.


OGGI, sarà l'ultima volta che ci affronteremo, CAPISCI COSA PROVO REALMENTE? sono così eccitata, in teoria non dovresti saperlo...
Ma non ho resistito... Ho saputo che tra sei mesi, se sarò genin, potrei persino smettere di allenarmi, e fare quello che mi pare.
Infatti, LA REGOLA è semplice: non importa davvero nulla, del divario che potrà mai esserci tra noi;
non importa, quante volte vinci. Se io diventerò un GENIN, sarò l'erede della casata, e tu verrai sigillata.

TI E' CHIARO, ADESSO, COME MI SENTO?... Ahah, a quel punto, LE NOSTRE STRADE SI SEPARERANNO, avrò raggiunto il mio traguardo!
Le regole, sono regole, mia cara, e per proteggere e tramandare il Byakugan, il Souke deve semplicemente astenersi
dal combattere, e dal rischiare la vita così stupidamente, mandando abilmente avanti la casata cadetta.

Anzi... probabilmente è proprio perché tu sei "un errore", il motivo per cui sarai mandata al massacro per prima...

Mi dispiace, Hanabi, ma la verità, qualcuno doveva pur dirtela... Tu sei nata per essere "il mio strumento". Nient'altro che questo.
Non so proprio, cosa farci... So solo, che finalmente proverai sul serio ad uccidermi, e io avrò il permesso di fare lo stesso.
Scegli, di usare le tua arma migliore... Io, ho già deciso; stavolta vincerò. Ci sarà TUTTO IL CLAN, a vedere il nostro incontro. E' una cosa seria.
Così, finalmente, scoprirai di che pasta sono fatta, e avrò la mia rivalsa. Li farò zittire tutti, e dirò che utilizzo farò di te, e di tutti loro...



*****



In quel lasso di tempo, dal momento che Hanabi zigzagava fra flemmatici e insistiti pensieri, risultando alquanto umana ed emotiva, indole che NON doveva in nessun caso emergere al giudizio dell'odierna platea, ci fu l'occasione per Kabuto di escogitare qualcosa di inconsueto, nel tentativo di evitare un accidente simile.

"Che tramate, sensei?" - interloquì la piccola Hyuga, con voce già più vivace, e ristabilendosi così un attimo, decisamente incuriosita dal fatto che il ragazzo si fosse armato di un oggetto scrivente, da adoperare di solerte iniziativa per apporre qualche modifica, forse troppo arbitraria, o piuttosto alquanto azzeccata, alle non-più-perfide lettere di Hinata.

"Ecco, tenete..." - sancì con briosa solennità il Yakushi - "...ho calcato più forte i soli passaggi che ritenevo importanti, e tracciato una lieve riga su tutto il resto, in modo che possiate leggere fra le righe." - delineò alla sua sottoposta, senza aggiungere altro, e restituendole in quel momento un foglietto, e poi il seguente, in modo che Hanabi elaborasse in maniera del tutto autonoma le sue valutazioni.

Passo qualche secondo...

"CHE... che SIGNIFICA questo!?" - strepitò incerta la fanciulla, ad un tratto, con mano assai malferma nella lettura, e occhi straspalancati - "...Così, in questo modo, pare..." - rallentò, con notevole affanno;
"...Un lamento disperato?" - pervenne a soluzione il maestro, dal momento che alla moretta, presa così alla sprovvista, difettava un po' il fiato - "Non ne sono del tutto certo, ma è comunque una possibilità. Dovreste cercare di capirlo entro oggi." - affermò, tra il vago e il propositivo. Ma la Hyuga, in maniera del tutto comprensibile, non voleva rischiare di illudersi a torto con sì facili miraggi, anzi con aria corrucciata prese subito la palla al balzo, da furbetta che era, e mettendo in men che non si dica alle corde il sensei, a caccia della verità lo interrogò se stesse osando celarle qualcosa, o quali indizi tenesse mai a convalida della sua tesi.

"Insomma, non prendetemi in giro con un giochino!" - si imbronciò buffa Hanabi, a lui rivolgendosi - "Come fate a fare simili ipotesi!? Se sapete qualcosa me lo dovete dire! Altrimenti..." - lo sovrastò in maniera fintamente truce, trovando così il pretesto per mostrargli un nuovo jutsu, per il quale non era vincolante l'utilizzo il byakugan, e simulando per ischerzo di saltargli addosso, con gli apprezzabili risultati del duro allenamento.
"Io?? Niente. Chi la conosce vostra sorella!?" - indietreggiò terrificato Kabuto, di fronte ai Leoni Gemelli - "Ve l'ho detto. E' solo una supposizione..." - tergiversò lui, stando con partecipazione al gioco, con una mano dietro la nuca, e scuotendo l'altra in segno di diniego, sottoposto al farsesco terzo grado da parte della bambina, per nulla convinta mentre falliva il controllo sulla tecnica.

"Mh... sarà come dite, ma non pretenderete che vi creda." - incrociò con una certa scontentezza le braccia, non avendo cavato un ragno dal buco, e voltandosi un po' di lato col viso, più che altro insoddisfatta dal risultato della sua performance, e facendo quasi finta di non esser stravolta, e di aver dismesso il jutsu volutamente, per risparmiare il sensei da una figuraccia.


"Dannazione, un altro fallimento... Se non avessi in giro quel Kage Bunshin a consumarmi il chakra, stavolta ci sarei riuscita!..."

"Eheh!... Non avete ancora, una quantità di chakra tale per stabilizzare una tecnica così dispendiosa." - non poté fare a meno di schernirla Kabuto - "Solo... che NON mi risultava in alcun modo la sua ESISTENZA, e la sola attivazione dovrebbe essere al di fuori dalla vostra portata. Mi domando... come abbiate fatto a IDEARLA!" - si tenne per lui solo, per non inorgoglire troppo l'allieva nei suoi progressi.

"Ad ogni modo, quello di cui sono all'oscuro e che stavo cercando di dirvi..." - fece il ragazzo mascherato, ricomponendosi serio - "...è che in una situazione del genere, non esistono chissà quali vie di mezzo." - sostenne sicuro, spiegandole - "Vostra sorella, per i suoi sogni e la sua egoistica tranquillità, potrebbe sul serio aver fatto di voi una nemica, OPPURE..." - calcò robusto il timbro di voce, attirando l'attenzione Hanabi - "...sta semplicemente seguendo le direttive di vostro padre, e nel portare avanti questa farsa state combattendo assieme un nemico più grande, ossia il Sistema che stabilisce che una di voi si debba sacrificare."

Hanabi, si accigliò di tetra angoscia, era la maledizione d'Odio del clan degli Hyuga, che nel suo piccolo stava già sperimentando. Non la follia della casata principale nell'assoggettare la cadetta, ma l'abominevole coercizione del Paese del Fuoco nei confronti del clan tutto, a preventiva garanzia di impotenza e non-belligeranza, per l'armonia dei popolani e la stabilità del Villaggio...
"In altri termini..." - riformulò Kabuto, più semplicemente - "...per via delle missioni, è facile non distinguere più la verità. Forzando così tanto voi stesse nell'odiarvi, c'è il rischio che vi odiate davvero." - considerò, non scartando nulla - "Ma c'è anche la possibilità che il vostro Legame sia troppo speciale, per perdersi così, e che Hinata-sama stia soffrendo tanto quanto voi, al solo pensiero che voi non possiate mai perdonarla..." - concluse, arrivando al punto essenziale della questione, ossia che entrambe si ritrovavano nella medesima imbarcazione, e che la Volontà del Fuoco esigeva il sacrificio dei sentimenti, persino quelli dei bambini.

"Perché mi dite queste cose, sensei?..." - domandò stranita la ragazzina - "...non siete mai stato così informale come oggi." - osservò titubante, ma senza più sotterfugi, in attesa di una risposta. E Kabuto ci pensò su un momento, sembrava quasi che la piccola gli stesse chiedendo se per lui rappresentasse qualcosa...
"Non fraintendete, quelle che sono le mie mansioni..." - le rispose lui, con tono neutro - "...dovete sapere che non mi sto prendendo alcun genere di licenza, nei vostri confronti. Poiché non fate altro che allenarvi, e non uscite quasi mai e non conoscete praticamente nessuno, il tipo di rapporto confidenziale che intrattengo con voi, è proprio ciò che vostro padre mi ha prescritto, affinché superaste la rottura con vostra sorella e teneste sempre presente che non vi stare allenando per odio nei suoi confronti, o per essere uno strumento di morte privo di sentimenti..." - terminò di enunciarle, dicendole in soldoni il suo modus operandi non doveva attribuirsi a qualche genere di affezione nei suoi confronti, ma alla stessa missione, appunto, giusto per tornare al discorso precedente. La delusione conseguente a una siffatta spiegazione, fu in Hanabi evidente.

"Per lo stesso motivo..." - verté leggermente discorso il ragazzo mascherato - "...il mio compito è anche quello di mostrarvi tutte le possibilità. Ad esempio è supponibile che vostra sorella vi voglia bene davvero, e voi dovreste cercare di capire se sostenendo il contrario, stia semplicemente portando avanti il compito che vi è stato affidato." - ribadì, stavolta convincendola che una così radiosa eventualità, sussisteva sul serio.

"Ca-capisco... Forse, è tutta colpa di questa situazione..." - ragionò un po' abbacchiata, la moretta - "...certe informazioni su mia sorella, le davo per certe, e invece devo ancora ottenerle." - concepì razionalmente.
Ma che la verità fosse stata rimessa in discussione, non significava ancora che si sarebbe risolta in quella sperata, però perlomeno le fu chiaro che il significato del "giochino" di Kabuto, come anche la buona fede e i progetti del padre, e questo rappresentava un gran balzo avanti verso la riappacificazione tra le due figlie, che a sua volta passava attraverso ciò il sensei evidenziato in maniera così particolare, cancellando il resto.


(( "Hababi... OGGI, sarà l'ultima volta che ci affronteremo, capisci cosa provo realmente?" ))
 
"QUELLA, è la parte fondamentale della lettera; conta solo quella..." - decifrò tra sé e sé, fievole, la bruna - "...per prima cosa, devo capire se ciò che prova si trova realmente in quella lettera, o è un falso!" - stabilì.

"Fate in ogni caso attenzione..." - dovette avvertirla ad ogni modo Kabuto - "SO, che come al solito vorreste aspettare l'attacco di vostra sorella, e agire per seconda..." - comprese senza difficoltà, seguitando con le acute osservazioni - "...ma tenete ben presente, il rischio che correte stavolta. Io, potrei anche aver preso un clamoroso abbaglio, e Hinata-sama... potrebbe gettare infine la maschera, oppure cambiare intenti per la sua sopravvivenza, e scagliarsi contro di voi mostrando un livello che non ha mai voluto rivelare prima..." - si lanciò azzardoso, in ipotesi.

(( Ma sappi... che non ti mostrerò mai, il mio vero livello, e alla fine, ti umilierò con il Juken. Io, ho già deciso; alla fine vincerò. ))

 
"Mah... non vedo davvero il motivo per cui dovrebbe tacere la sua vera forza, e parere una fallita. Dubito, che quella imbranata si sia sempre trattenuta, senza darlo a vedere a nessuno." - tentò di convincersi la Hyuga, parecchio angustiata dal significato di un risvolto simile - "Sarà anche brava a recitare, ma non è capace, di bluff del genere." - sentenziò poi, pur intuendo, nelle profondità del suo inconscio, di errare di molto.
"Lo credo anch'io..." - l'assecondò il ragazzo mascherato, spiegandole - "...fingere di non avere alcuna qualità, e non disporre della propria forza, espone di certo a un'enorme pressione psicologica, tipiche del grado di chunin, e nel lungo periodo richiede una capacità di anticipo e simulazione elitari, di gran lunga superiori a quelle di un jonin..." - rimarcò nel dettaglio, in maniera assai consistente.
"TUTTO QUESTO..." - aggiunse in ultimo, indicando la cagione - "...perché nel mondo ninja, se non hai alcun talento, persino la tua esistenza viene totalmente negata." (cit. necessaria tratta dal manga, capitolo 579)

"Dunque, io che non ho alcuna abilità, per essere nata al Villaggio della Foglia sono spacciata?..." - chiese rabbuiata la piccola Hanabi, con un terribile nodo alla gola, freddata da un affermazione simile.

"NO..." - fu completato il passaggio - "...se una persona non ha alcun talento, è sufficiente che ne inventi uno nuovo, e lo faccia proprio!" - le assicurò Kabuto, dicendole - "Voi, col vostro impegno, mi avete fatto capire questo, per me ne siete la dimostrazione." - la rincuorò, con un tono davvero dolce, potenzialmente nelle sue corde, seppur di ben altri tempi...

"Ma ad ogni modo..." - aggiunse poco dopo il sensei - "...un principio fondamentale in ogni genere di scontro, consiste nel non credersi invincibili, o sottovalutare mai l'avversario. Altrimenti finirite col fallire proprio per questo motivo. Non dimenticatelo." - ammonì preventivo, prodigandosi in consigli destinati al dimenticatoio, che sull'orlo della follia avrebbe disimparato ad applicare a se stesso.
"Lo so." - rispose al contrario lei - "Ma davvero stavolta mi consigliare di attaccare e colpire subito per prima, dato che anche mia sorella non sa di cosa sono capace!?" - questionò stupita, dissimulando le sue vere e riconciliatorie intenzioni nei confronti di Hinata.

 "Vi batterete in tal modo, senza esclusioni di colpi, solo se vi considerate sul serio nemiche, e solo se tua sorella, prima dell'incontro, dichiarerà di voler far utilizzo del byakugan..." - venne infine, in tempo utile, precisato meglio - "Ma questo, lo stabilirete ancora prima di iniziare, di comune accordo. Diciamo... che avrete ancora un'ora di lotta psicologica, nella quale però, non sarete obbligate fingere. E' lì, che deciderete i termini dello scontro." - informò vago il sottoposto di Hiashi, di Danzo, di Orochimaru...

"Avremo un'ora per parlare liberamente e scegliere cosa fare!?" - spalancò bene gli occhi, ormai asciutti e vivaci, la ragazzina, non si capiva se più ansiosa o fremente per la notizia.
"Esatto, sarete voi..." - le confermò subito l'albino - "Anche perché l'utilizzo del Juken stavolta sarà consentito, ma non è obbligatorio... Non te l'ha detto tua sorella questo!?" - la prese un po' in giro, abbozzando un simpatico e divertito sorrisino, ma che purtroppo Hanabi non poteva vedere, per via di quella spersonalizzante maschera da anbu, che il sensei non si era mai levato neanche un momento.

"Che razza... di commediante..." - borbottò dapprima, stizzita, Hanabi - "...non so più, che fare, cosa pensare..." - trascinò basse le parole, con visibile melanconia.

"Dovete semplicemente... fare del vostro meglio." - suggerì la soluzione Kabuto - "Oggi, non verrà marchiata nessuna. Vostro padre... sta ancora cercando di evitarlo, prendendo più tempo possibile." - fu notificato.
"Q-quindi, è così..." - sospirò lei mogia, ma decisamente più serena - "...ero semplicemente terrorizzata, all'idea..." - articolò piano, con candore - "...di dover lasciare casa stasera stessa." - spiegò senza riserve.

"Non avevo dubbi, che fosse questo..." - ebbe facile conferma Kabuto - "Così come Hinata-sama è terrorizza all'idea di dover essere lei, a marchiarvi, e spezzare per sempre il vostro legame." - gli risultava in maniera attendibile, sebbene non conoscesse ancora la corvina di presenza.
"Comunque, rimane il fatto che l'intera casata cadetta ha preteso di assistere, per constatare il carisma di entrambe, e vostro padre non ha potuto rifiutarsi per la terza volta..." - precisò serio, alla sua protetta - "E dato che presenzierà l'intero clan, questo incontro potrebbe pesare molto sulla decisione finale, se per la prima volta, contro la tradizione, avverrà per suffragio. Per cui, se fossi in entrambe..." - rallentò, dandole quasi la parola.

"Ho capito, sensei..." - afferrò pacata, rivolgendosi con rispetto e devozione - "...io, mi batterò al massimo, senza intenti omicidi. E se Hinata utilizzerà il Juken, farò lo stesso, ma evitando di colpire al cuore."

Il Yakushi, sorrise compiaciuto. Su Hinata, ancora non poteva esprimersi, ma Hanabi era di certo una bambina molto obbediente...
"Al contrario, se non vi odiate per via di questo destino, sarà il caso che ve lo diciate oggi. Vostro padre, tornerà a Konoha in mattinata, e vi darà le istruzioni per farlo sembrare vero, ed evitare che vi facciate male..." - concluse, con un rassicurante punto fermo, ma facendo due passi indietro, e dando come l'impressione di essere terribilmente ritardo, e di doversi al più presto congedare.
"Bene..." - si chinò infatti di fronte alla piccola Hyuga, causandole una certa costernazione - "Fate conto che ogni parola uscita dalla mia bocca, ve l'abbia detta vostro padre. In realtà... ora purtroppo devo andare per un altro incarico, ero venuto soltanto per consegnarvi queste informazioni." - si accomiatò, mantenendo un tono di voce tranquillo, del tutto composto e naturale, ma allarmandola, nonostante ciò, in maniera definitiva.

"Ma come!?... che succede!?" - domandò con notevole stupore la piccola, al sensei - "...che significa che oggi non ci alleniamo?" - lo assillò, cercando di capirci qualcosa, e incominciando a intravedere il peggio.
Kabuto, stette allora per qualche secondo in silenzio, e ancor prima che potesse provare a raggirarla, Hanabi articolò qualcosa, decisamente tetra in volto.

"Quindi, il tuo lavoro può ritenersi concluso, e ora hai intenzione di sparire da dietro una maschera, senza avermi mai detto il tuo nome?..." - sibilò rabbuiata, dandogli del tu con voce assai persa, e cercando di mantenersi a stento composta, mentre il Yakushi si biasimava per aver fallito nelle sue direttive, che gli imponevano, per il successo del proprio incarico, di evitare il travaglio di un addio doloroso.

Proprio... come aveva fatto la "Ragazza che cammina", la Madre, rompendo il Legame col figlio, fingendo di non riconoscerlo... Simulando, in altri termini, di essere caduta nel tranello di Danzo, poiché proprio questo, era l'imperativo finale della missione di Danzo, evitare un addio doloroso. Altrimenti... in Kabuto sarebbero sorto il senso di colpa e il desiderio di vendetta, sarebbero sopravvissuti in lui dei sentimenti e un'identità, e non sarebbe mai stato una spia così brava, un perfetto strumento nelle mani di Orochimaru, col quale Danzo manteneva i contatti (proprio grazie a Kabuto), e portava avanti accordi precisi, per quanto valessero meno di zero.

Così, la Madre aveva rotto con lucidità quel Legame in punto di morte, per non far ricadere l'onta di questo peccato su suo figlio, reo di averla uccisa. Infatti, sapendola madre, lui non avrebbe mai superato un simile peso, doveva credere di aver ucciso un'estranea, mentre lei non aveva avuto davvero altra scelta, in questo, era stata ricatta con la minaccia dell'uccisione materiale del ragazzo, fu l'unico modo per salvarlo.
La Radice, l'Organizzazione che meglio interpretava la vera natura della Volontà del Fuoco, aveva fatto ancora una volta terra bruciata. Il trucco di Danzo aveva funzionato, sì, ma non sulla Madre, piuttosto su Kabuto.

"Esatto, con oggi è finita. Come hai fatto, a capire questo?" - interrogò dopo una decina di secondi, duro e un po' distaccato, il sottoposto di Hiashi, a riguardo delle apprensioni di Hanabi sulla sua imminente dipartita, recuperando, nel rivolgersi a lei, una postura eretta e più tesa, volendosi almeno avvedere su che genere di reprensibile errore avesse commesso.
"P-perché io... ormai vi capisco, sensei. L'avevo capito fin dall'inizio, che finiva così." - rivelò la bimba - "E poi, di solito dite: per oggi abbiamo finito, ci vediamo domani, non che ora purtroppo te ne devi andare."

Dunque, la Hyuga aveva imparato così in fretta a leggere tra righe, cogliendo i passaggi importanti, e anticipando chi aveva di fronte. Forse... proprio a causa degli insegnamenti odierni!? Possibile...
"Quella maschera, sarebbe dovuta servire a ritenervi un estraneo, e a non riconoscervi mai..." - osservò in seguito Hanabi, come in fiume in piena - "Peccato, però, che potendomi concentrare solo sulla vostra voce, è successo l'esatto il contrario..." - non ebbe problemi ad affermare, con affettuoso e gentile estro, misto a un lieve cenno di precoce sarcasmo nei confronti dell'assurdità di questo futile tentativo.

E con questo, il ragazzo ci rimase. Hanabi, porgeva ora lo sguardo basso, l'incontro di oggi era passato in secondo piano, nella sua mente. E questa, era in assoluto la cosa peggiore che potesse verificarsi.

"A quanto dite, era impossibile evitarlo, ne attendavate semplicemente la conferma..." - rivalutò Kabuto - "...inoltre, non ritenete di aver compreso la cosa in particolare, ma di comprendermi così a fondo. Pazzesco..." - si irritò alquanto, senza darlo a vedere. Lui... era lì per adescare HINATA per conto di Orochimaru, ecco cosa, byakugan e demone Kyuubi in un colpo solo, quando ancora Sasuke non teneva lo straccio di uno sharingan. Questa, era la sua missione: Hinata. Ciò che aveva fatto in quei tre anni con Hanabi, in teoria non era servito ad altro che a guadagnarsi la fiducia incondizionata della principale, provando a ingannare niente meno che Hiashi, azzardando tanto.

O forse, egli era realmente la spia del clan Hyuga, o magari stava dalla parte della Radice, e stava tradendo sia il Souke che Orochimaru, in fondo ora era tornato sotto "la tutela" di Danzo, chi poteva dirlo...

Quanto a Hiashi-sama, era al corrente fin dal principio, da dove venisse il ragazzo, quali fossero le sue origini, eppure l'aveva ingaggiato ugualmente, forse proprio per questo, e stava correndo un rischio del genere perché con quel jutsu medico, a fronte dell'irreperibilità e attuale disinteresse della principessa Tsunade, Kabuto era l'unica persona in grado di salvare l'adorata figlia minore dall'ignominia.
Infine, se si fosse rivelato dalla loro parte, in questo modo sarebbe potuto venire a conoscenza delle mosse di Danzo e Orochimaru, dei loro piani per mettere le mani sulla Volpe e il vero potenziale del byakugan.

Hiashi Hyuga, e Kabuto Yakushi. Chi dei due, stava sfruttando l'altro!? Stavano realmente così, le cose? O forse, sussistevano ulteriori elementi!?...

Chi o cosa, poteva garantire sulla fedeltà o saldezza mentale di un giovane che, messo in mezzo tre fuochi, poteva esso stesso dubitare da che parte propendere, o che avrebbe potuto mantenersi dalla parte di colui che più fra tutti temeva, o ancora, volgere improvvisamente sponda di fronte al pericolo, alle contingenze particolari, e dunque, in definitiva, a seconda di ciò che sarebbe convenuto per la propria personale incolumità!?

Una cosa, era certa. La posizione di Kabuto, non era affatto invidiabile, né condannabile. Egli, era soltanto un ninja senza qualità, specialista della cura e dello spionaggio per non vedere negata la sua esistenza.

Era come... una bruciante maledizione. Che avrebbe finito con incenerirgli il cuore, facendogli credere di non aver avuto mai niente. Né una Madre, né una Sorellina, anziché sottoposta, né un Amore...

Will of Fire non aveva mai fatto niente, per lui, a parte inculcargli di non aver mai vissuto questi Legami, e solo la morte, forse, l'avrebbe liberato da questo Inferno, mostrando realmente chi era.


*****




Naruto, se io mi sia sempre finta debole, oppure lo fossi, non è poi così rilevante...
 
Tuttavia, se vuoi davvero sapere il perché...
...se vuoi sapere IL PERCHE' dopo la tua morte abbia scatenato tutto questo...

Il vero motivo: è perché ho lasciato che Kabuto cadesse sotto gli occhi di Hanabi. (lui, è morto per proteggerla, è morto invocando il MIO NOME)

Padre... io non dimenticherò MAI quali erano i suoi sentimenti, anche se adesso lui stesso ha finito col rifiutarli!
Non accetterò MAI, di perderlo, e che mia sorella debba vivere in uno schifo del genere!

E se voi pensate che abbia scatenato questa guerra soltanto per Naruto
o per il sigillo che ho in fronte, sappiate che vi state sbagliando di grosso!!






(Anche qualora tutti ti abbandonassero, Lei non ti abbandonerà... Anche se tutti si dimenticassero della tua esistenza, sarà proprio Lei, a ricordarsi di te.

Non sarà, la Morte, a liberarti dall'Incubo nel quale combatti. Un Angelo, coi suoi occhi, verrà a risvegliarti da questo tuo torpore.
E se nessuno, poi, sarà disposto a perdonarti, sarà sempre Lei, a giustificarti. A redimere le tue colpe; a mostrare a tutti chi eri davvero.
 
Se tu... soltanto avessi compreso che questa guerra si combatte finanche per te, se soltanto immaginassi quanto sei amato, non saresti stato così geloso da chiedere in cambio Sasuke.)

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