Soul Mate di wyatt88 (/viewuser.php?uid=149188)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima ***
Capitolo 2: *** Parte Seconda ***
Capitolo 1 *** Parte Prima ***
Soul mate parte 1
SOUL MATE
hAPPINES BEHIND A DREAM
“Finn
datti una mossa o faremo tardi!” sentii Kurt urlare dal piano inferiore, così
mi guardai un’ultima volta allo specchio, sistemando i capelli ribelli con il
gel; mi sistemai la giacca di pelle ed infilai la camicia nera nei jeans.
Mentre
scendevo le scale saltellando, vidi Kurt che mi aspettava davanti la porta guardando impaziente l’orologio,
battendo il piede con nervosismo. Non si accorse subito di me, e questo mi
diede modo di squadrarlo per bene: indossava una giacca nera, da cui si
intravedeva il colletto della sua camicia viola, e dei pantaloni neri molto
aderenti che gli fasciavano il sedere. Rimasi a guardarlo per un po’ finche non
si girò, guardandomi male, ed io gli sorrisi in risposta.
“Wow
ma chi è quest’uomo affascinante, entrato in casa mia ?!“ dissi con malizia
mentre Kurt alzava un sopracciglio
“Mi
stai prendendo in giro Hudson, oppure cerchi solo di ammorbidirmi per non
litigare?” Allungai il braccio, prendendogli la mano e tirandolo verso di me,
lo cinsi con le braccia, proprio sopra il sedere, facendo aderire i nostri
corpi. Alzò lo sguardo e lo incrociò con il mio, fissai quegli occhi, così
belli da mozzarmi il fiato, prima di parlare.
“Non
c’è una terza opzione, ad esempio, voglio dire al mio uomo quanto e sexy vestito
così?” gli sorrisi e lui con me.
“La
terza opzione devo dire che mi piace, anche
se non sono sexy quanto il mio, di uomo” mi avvicinai alle sue labbra e lui mi
venne incontro, mettendosi quasi in
punta di piedi. Sentii
la sua bocca , schiudersi leggermente e lasciai che la mia lingua incrociasse la
sua intrecciandosi, cercandosi, con bramosia e avidità.
Le nostre labbra
sembravano fondersi l'una con l'altra e continuammo a farlo per un tempo
indefinito. Quando mi staccai, lasciai per qualche secondo, che le nostre
bocche, si sfiorassero appena, mentre, aprendo gli occhi, tornai guardare i
suoi, che si stavano lentamente schiudendo.
“Maledetto,
riesci sempre a cavartela! Lo sai benissimo che il tuo sorriso e le tue labbra
mi mandano fuori di testa, facendomi scordare anche come mi chiamo!” esclamò Kurt, accarezzandomi il viso mentre
io sorridevo e gongolavo per quell’affermazione.
“Beh, capiscimi dovrò pur trovare un
modo per difendermi dalla tua furia, anzi visto che ci siamo …” sciolsi
l’intreccio delle mani che lo cingevano,
e le portai sul suo sedere per attirarlo a me, sollevandolo di qualche centimetro fino a far
combaciare il mio bacino con il suo. Mi
avvicinai maliziosamente al suo orecchio sussurrandogli “… Dovrò farmi
perdonare no? Che ne dici se noi ora… “ lasciai la frase incompiuta e gli morsi
il lobo dell’orecchio scendendo, poi sul collo lasciandogli una scia di baci;
Kurt tirò indietro la testa, per facilitarmi il lavoro e così, con la punta
della lingua disegnai il contorno della sua mascella, dai tratti delicati, e
salendo sulla bocca gli morsi delicatamente il labbro inferiore, fino a far
rincontrare le nostre lingue, in un bacio appassionato e travolgente. Il tempo
sembrava essersi fermato mentre mi stringeva, con una mano, i capelli dietro la
nuca, tirandomi a se e con l’altra mi accarezzava la schiena. Era tutto
perfetto.
Il
momento idilliaco andò in frantumi quando, Kurt ,senza alcuna ragione si staccò
di colpo, ansimando.
“No!
Non possiamo, abbiamo un appuntamento”
lo guardai spalancando gli occhi, quasi deluso
“Preferisci
andare ad uno stupido locale, piuttosto che stare con me qui…?” mentre parlavo
lo vidi ricomporsi e sistemarsi i vestiti.
“Che
domande fai?” esclamò, “Certo che preferirei restare con te! Ma lo sai, ci
aspettano ed io rispetto gli impegni” lo
fissai irritato
“Lo so io perché sei tanto ansioso
di incontrarli o meglio, incontrarlo” borbottai fra me, prima di esclamare ad
alta voce un : “ Okay, va bene, andiamo! “Stizzito, afferrai le chiavi della macchina, dalla
ciotola vicino alla porta d’ingresso, che aprii bruscamente, sbucando sul pianerottolo dove mi diressi fino
all’ascensore.
Kurt
mi seguì, quasi correndo, chiudendosi la porta alle spalle.
“Mi spieghi ora qual è il tuo problema?!” mi
chiese, “Abbiamo deciso insieme di fare questa uscita, ora non possiamo più
tirarci indietro”
Non lo guardai, mentre parlava, ero
concentrato a spingere ripetutamente il pulsante di chiamata dell’ascensore,
come se fare così potesse farlo arrivare più velocemente “Perché questo
maledetto ascensore, ci sta mettendo una vita ad arrivare?!” quando finalmente
le porte si aprirono entrai, girandomi poi, per guardare Kurt, rimasto fuori
con un cipiglio indignato. “scendi con me, oppure aspetti il prossimo?” chiesi
sarcastico.
“Prendo il prossimo, questo è già pieno della
tua idiozia” fu la sua risposta.
“Come
vuoi, ci vediamo giù” allungai il braccio spingendo il pulsante per arrivare ai
sotterranei. Il più piccolo prima mi guardò come se fossi impazzito entrando
poi di striscio prima che le porte si chiudessero del tutto.
L’ascensore
cominciò a scendere finché Kurt, girandosi, non spinse il pulsante di stop,
facendolo arrestare di colpo. Non lo guardai negli occhi, ma mi concentrai
invece su una macchia sulla moquette .
“Mi vuoi dire perché diavolo stai facendo il
bambino? E non ci muoveremo da qui se non me lo dici”
“Fai
come vuoi, ma faremo tardi” dissi, imitandolo.
“Sei
proprio infantile quando fai così! Pensi davvero che prima non volessi
strapparti i vestiti di dosso e fare l’amore con te? Ma abbiamo promesso ai nostri amici, che non
vediamo da almeno un anno, di vederci e non voglio ora dargli un bidone…”
“Certo
non diamo buca al tuo prezioso Blaine, non sia mai!” lo interruppi guardandolo
negli occhi, lui mi rispose alzando un sopracciglio, capendo finalmente il mio
dilemma.
“Quindi
è questo, sei ancora geloso di Blaine? Allora anche io potrei esserlo, visto
che ci sarà anche Rachel!”
“Lo
sai benissimo che è differente” tornai a guardare il pavimento e sentii Kurt
sospirare.
“Quante
volte devo dirti che non amo lui ma te, che ho scelto te! Poi questa sera con
loro ci saranno anche i rispettivi fidanzati, di cui uno, è anche il tuo migliore
amico!” esclamò “si tratta solo di una
rimpatriata” mi prese la mano intrecciando le dita con le mie, avvicinandosi
per farmi alzare il volto per guardarlo, facendo leva con la mano libera sotto
il mio mento. “io ti amo Finn Hudson, e lo sai, sono esclusivamente tuo, sempre e per sempre ricordi?”
“Sempre e per sempre.” ripetei prima di
prendere il suo viso tra le mani baciandolo dolcemente sulle labbra “anche io
ti amo Kurt, non immagini quanto.” mi sorrise, prima di girarsi e sbloccare
l’ascensore facendogli riprendere la sua corsa. Lo abbracciai da dietro
baciandogli il retro del collo.
“Sai
Finn, che quando fai il geloso sei estremamente sexy?”
“Davvero?”
dissi sorridendo “beh è normale, sei il mio uomo e sono estremamente geloso, è
forse un problema?”
“No
anzi, non smettere mai” aggiunse girandosi e aggrappandosi alla mia camicia, baciandomi
con delicatezza e mordicchiandomi il labbro “sei fantastico e mi fa venire
vogli di …” riprese a baciarmi ed io lo strinsi di più a me accarezzandogli
schiena e sedere.
Sentimmo
il suono acustico, che indicava l’arrivo ai garage. Mi staccai velocemente,
divincolandomi dalla sua stretta, ed uscii per poi guardami indietro vedendo un
Kurt rimasto immobile a guardare la parete dell’ascensore, si girò lentamente
guardandomi confuso con gli occhi spalancati “Ma... ma”
Io
sorrisi soddisfatto, “Non abbiamo un appuntamento? Non vorrai arrivare tardi
vero?” era la mia piccola vendetta e anche il ragazzo lo aveva capito.
“Sei
proprio...”
“Infantile”
finii io la sua frase “lo so, ma mi ami anche per questo, no?” mi voltai
tronfio andando verso la macchina, sentii dei passi veloci e subito dopo un peso gravare sulle mie spalle.
Kurt
mi era salito sulla schiena incrociando braccia e gambe alla mia figura. Sorrisi
perché ormai c’ero abituato ad essere usato come un pony “questo non è
infantile vero?” sentire il suo respiro sul collo, mi procurò dei brividi lungo
la schiena.
“No,
certo che no, qui l’unico bambinone di 26 anni sei tu, signor Hudson” iniziò a
baciarmi il collo fino ad arrivare davanti a due macchine: una meravigliosa Q7
della BMV nera e con gli interni in pelle, ed una scialba cinquecento bianca
“Prendiamo
la mia ovviamente” dissi riferendomi al SUV.
“Perché?
Non possiamo prendere la mia?”
“No!
la mia è più bella… la tua è … graziosa”
“Non
credo proprio!! La mia macchina è stupenda, ed è italiana e sai quanto amo l’Italia,
la tua macchina al confronto è un cesso!” disse in tono acido.
“Forza
scimpanzé, scendi “ dissi sorridendo, sentendo poi Kurt atterrare con un leggero
tonfo. Tirai fuori le chiavi dalla tasca e aprii l’auto, avvicinandomi allo
sportello del guidatore “se pensi che questo gioiellino sia un cesso, non ti
chiedo neanche che pensavi della mia vecchia macchina” mi accomodai sul sedile,
accendendo il quadro, mentre Kurt entrava sul lato opposto
“Invece
ti sbagli, adoravo quel macinino, non immagini neanche quanto mi faceva battere
il cuore vederti in quella macchina”
Mi
allungai verso di lui, per dargli un dolce bacio sulla bocca.
Dopo aver messo le cinture e fatte le dovute
manovre per uscire dal garage, mi inoltrai per le strade del centro di
Manhattan. La prima parte del viaggio fu silenziosa, Kurt guardava distratto
fuori dal finestrino mentre le luci dei lampioni illuminavano il suo candito
viso.
Io mi divincolavo tra il traffico della grande
mela e quando ci fermammo ad un semaforo Kurt ruppe quel silenzio “Ti ricordi
che giorno è domani vero?” chiese, lasciando intendere dal suo tono che la
domanda doveva essere retorica. Io ingranai la marcia ripartendo allo scattare
del verde.
Sapevo
che il giorno dopo era una data molto importante per noi, ma ci giocai sopra “Mmm
vediamo, domani… aaah sì “ mi diedi un colpetto sulla fronte “c’è da ritirare
la roba dalla lavanderia, grazie Kurt per avermelo ricordato, ci passo dopo gli
allenamenti” risi della sue espressione tra il deluso e l’irritato e con due
dita gli chiusi la bocca semi aperta “scherzo piccolo, lo so che giorno è, domani
sarà esattamente un anno, dal giorno in cui ho legato la mia vita, all’uomo che
amo follemente, alla mia anima gemella, il giorno in cui sei finalmente
diventato mio marito” vidi il giovane quasi sciogliersi a quelle parole, gli
tesi la mano con il palmo all’insù che lui strinse intrecciando le dita, e
senza staccare lo sguardo dalla strada portai la sua mano sulla mia bocca e la
baciai proprio dove portava la sua fede. Il segno del nostro legame.
“Cavolo,
credevo veramente che te fossi dimenticato!”
“Secondo
te, sarei così idiota da scordare il giorno del nostro anniversario di
matrimonio?” lo guardai e mi affrettai ad aggiungere: “ok non rispondere o
potrei seriamente offendermi”
L’abitacolo si riempi del suono delle nostre
risate.
“Per
domani sono riuscito a liberarmi, niente spettacolo, ma la mattina e pomeriggio
ho le prove. La sera, però, sarò tutto tuo!” disse Kurt tornando serio.
“Wow,
hai cancellato una serata solo per me, mi sento quasi onorato “
“Beh
devi!” disse con ovvietà scatenando altre risate.
“Io
invece sono riuscito a liberarmi tutto il giorno!” esclamai, “il mio coach, visto
che sto facendo un ottimo lavoro, mi ha concesso l’intera giornata “
“Perfetto!
Allora organizzi qualcosa, vero?” chiese il ragazzo, più che altro ordinò.
“Ok
padrone, vuole qualcosa in particolare per la serata?” gli domandai sperando
che le sue richieste non fossero molte.
La
sua risposta mi stupì “No, fai quello che vuoi, mi fido”
Mi voltai
di scatto, sorpreso abbandonando per un attimo la visuale della strada “mi sta lasciando carta bianca? Davvero?”
Lui
mi guardò accigliato “Hudson, stai cercando di dirmi che di solito sono un maniaco del controllo? “
Tossii
un “Sì” per rimediare poi con un : “no, certo che no! O almeno non sempre”
“Sì,
comunque ti lascio carta bianca” rallentai al semaforo incanalandomi in una
corsia.
“Visto
che mi hai fatto questa concessione, è mia intenzione stupirti, in cambio però
ti chiedo una cosa… niente regali, ti prego, in quello sono negato!” Kurt annuì,
confermando la mia teoria.
“Ricordi
il regalo del settimo mese?” rammentò Kurt, “un arbre magic per la macchina e
dei copri sedili!”
“Sì lo ricordo, ma quello che ho impresso nella mente è la tua faccia,”
continuai a ridere “almeno la fragranza
alla rosa ti piaceva!”
“Almeno quello!!” disse, fra le risate “Ok
allora niente regali, il tuo per me sarà la serata che mi preparerai domani”
“Perfetto!!
“ esclamai sapendo che lui stava rimuginando a dei regali da farmi così gli
proposi una cosa “e se tu mi regalassi… il dopo cena?”
alzò
un sopracciglio tornando a guardarmi “Finn sei il solito pervertito “
ammiccai
in risposta “Beh di solito ti piace”
“Non
posso negarlo… ok allora: tu mi regali il prima ed io il dopo “
Nella
macchina ritornò il silenzio, si stava così bene lì dentro, sembrava di essere
in altro mondo e quando Kurt appoggiò la testa sulla mia spalla, sentii il
cuore battere forte, una reazione che solo lui riusciva a suscitarmi.
Fermo
all’ennesimo semaforo, vidi in lontananza l’insegna del locale dove eravamo
diretti.
“Hey piccolo, siamo arrivati” svegliai Kurt
che si era appisolato, lui aprii gli occhi e si stiracchiò mentre entravo nel
parcheggio “sei stanco vero?” gli chiesi premuroso.
“No” disse sbadigliando e dopo una mia
occhiata eloquente aggiunse “beh sì. Tra le prove dello spettacolo e la messa
in scena sono sfinito! Ma allo stesso tempo sono felice, è quello che volevo,
quindi se essere stanco è il prezzo da pagare per far continuare il mio sogno,
mi va bene così”
“Ti amo Kurt” dissi guardandolo intensamente “sei fantastico e meriti tutto il
successo che stai ottenendo” in risposta lui mi baciò d’impulso, dimenticando
che stavo guidando. Per fortuna frenai in tempo prima di finire addosso al
muro.
Lo
guardai con rimprovero, ma non riuscii a bloccare un sorriso compiaciuto che mi
apparve sul viso.
“Ops,
scusami, non ho resistito, comunque, ti ho mai detto quanto amo il modo in cui
credi così tanto in me? “ feci manovra e parcheggiai vicino ad una Land Rover
nera.
“A
questo servono i mariti, no? Compio solo il mio dovere “ spensi la macchina e
tolsi le chiavi “Ecco!! Ora puoi baciarmi”
“Ti
amo marito” aggiunse prima di baciarmi con infinita dolcezza, schiudendomi le
labbra con la sua lingua facendola poi intrecciare con la mia. Chiusi gli occhi,
lasciandomi trasportare dalla passione di quel bacio fino a che il suono di un
messaggio sul telefonino ci interruppe. Dopo aver sciolto il bacio, con mia
evidente disapprovazione, prese il cellulare.
“E’ Rachel,
mi ha detto che hanno avuto un contrattempo e arrivano fra dieci minuti”
“Ok,
noi allora cominciamo ad andare, li aspettiamo davanti l’entrata così almeno
vediamo se…. Blaine è arrivato”
Kurt
ripose il telefono in tasca e mi guardò “Giusto, noi andiamo a vedere se Blaine
e il suo ragazzo sono arrivati” mi corresse sottolineando le parole “suo
ragazzo”, cosa che apprezzai molto e gli sorrisi prima di scendere.
Fuori
dalla macchina mi sistemai i vestiti e girandomi verso Kurt, a braccia aperte,
gli chiesi “Come sto? Ancora non mi hai criticato per come sono vestito!”
Lui
mi squadrò dalla testa ai piedi.
“Evidentemente,
se non l’ho fatto vuol dire che non c’è niente da criticare, sei bellissimo!”
“Beh,
allora grazie” mi avvicinai e lo baciai a stampo sulle labbra, porgendogli la
mano, che strinse dirigendoci verso l’uscita.
Uscimmo dal parcheggio ritrovandoci sulla strada
proprio accanto al locale, l’insegna del “40/40
Club” si rifletteva sulle auto di passaggio
“Hey ragazzi !!” sentii una voce urlare,
mi voltai nella direzione da cui proveniva e vidi all’altro lato della strada,
appoggiati ad una macchina, Blaine e Sebastian.
Anderson
agitava la mano per farsi vedere da noi, gli feci un sorriso di cortesia e
stringendo più forte la mano al mio uomo, attraversammo la strada.
Kurt
li salutò entrambi con un abbraccio caloroso, io mi avvicinai per primo a
Sebastian tendendogli la mano “ciao Sebastian!” lui accennò un sorriso e me la
strinse “ciao Finn”
Mi
girai verso Blaine che aveva già la mano tesa “ciao Finn, ti trovo bene”
Gli
sorrisi e gli strinsi la mano a mia volta “Ciao Blaine, si si sto bene, tu
invece? ti stanno bene gli occhiali da
vista, con questi sei un professore a tutti gli effetti!” mi sorrise e Kurt
aggiunse “Ha ragione e finalmente hai lasciato liberi i capelli dalla gelatina,
stai molto meglio così !!” lui sorrise gioviale.
“Beh,
grazie ad entrami allora! Per i capelli è stata una scelta forzata, almeno che
non li volessi perdere tutti!”.
Ci fu
un attimo di silenzio, quasi imbarazzante cosi mi decisi a riempirlo “Allora
ragazzi, cos’è che vi porta qui nella grande mela?”
Sebastian fu il primo a rispondere “Il mio
studio legale ha una filiale anche qui , ma la gestisce il mio socio, solo che
questo cliente vuole che sia io il suo
difensore, così mi sono trascinato anche Blaine”
“Ho
saputo che alla fine ce l’hai fatta ” aggiunse Kurt rivolto a Blaine
“finalmente insegni al McKinley” il ricciolo sorrise soddisfatto.
“Sì, o meglio, sono stato per 2 anni un supplente e venivo trasferito a destra
e sinistra, ma quest’anno, finalmente,
mi hanno dato la cattedra ed ora sono il professore di storia al McKinley, ed
essere insegnate di ruolo ha i suoi vantaggi, tra cui la stabilità ed il poter
prendere tranquillamente i permessi per accompagnare Sebastian nei suoi viaggi,
quando posso ovviamente!” disse guardando dolcemente il suo ragazzo, cosa che
sinceramente, mi rincuorò.
“Come
mai di storia?” chiesi più che altro per non tornare in silenzio
“Perché la storia è affascinante, ci porta nel passato in mondi e culture ormai
estinte, è una scoperta continua ” rispose quasi con ovvietà e con lo sguardo
sognante, come se si fosse perso nei tempi antichi, anche ora che parlava con
me.
“Credo che se avessimo avuto te come insegnante, anche Finn avrebbe capito la
storia ” aggiunse Kurt sorridendo ed io gli sorrisi di rimando.
“No, non credo, sarò anche migliorato nelle altre materie, arrivato al college,
ma la storia non è una di quelle, senza offesa, ma la trovo estremamente noiosa!”
ridemmo tutti finché Sebastian riprese parola
“Hey Kurt, non ho potuto fare a meno di notare il cartellone enorme del tuo
spettacolo a Madison Square, è praticamente una tua gigantografia, che dire se
non complimenti! ” Blaine annuii alle sue parole, e io cinsi le spalle di Kurt
stingendolo orgoglioso mentre lui sorrideva quasi imbarazzato.
“Grazie!! È un bello spettacolo, e
modestamente l’ho scritto io, anche se so che non entrerà nella storia di
Broadway ”
“Ma smettila” dissi dandogli una piccola
gomitata “sta andando alla grande, hai quasi in tutte le serate il tutto
esaurito!”
“Davvero?
” aggiunse Blaine, rivolgendosi poi a Sebastian “Seb, domani allora se non hai
da fare, potremmo andare a vedere lo spettacolo di Kurt”
“In
realtà domani non c’è lo spettacolo ” mi affrettai ad aggiungere, mentre
l’entusiasmo di Blaine calava visibilmente.
“Come mai?” chiese con voce dispiaciuta “cavolo, domani sarebbe stato perfetto,
anche perché noi dopo dobbiamo ripartire”
Questa
volta fu Kurt a parlare “Sì domani è stato sospeso, mi son preso il giorno
libero dato che, beh è il nostro anniversario!”
Vidi
Blaine spalancare leggermente gli occhi sorpreso ed aggiungere “E’ già passato
un anno? È vero quando si dice che il tempo vola e… ” abbassò leggermente il
capo, come se fosse imbarazzato “…mi
dispiace di non essere potuto venire, ma mio padre stava poco bene…”
“Non
preoccuparti Blaine!! Non ce la siamo presa, tranquillo” gli risposi
sorridendo, dandogli una pacca sulla spalla. Quando tentai di parlare di nuovo,
un urlo di Kurt quasi mi fece saltare dallo spavento, mi girai di colpo e
capii.
Stavano
arrivando Rachel e Sam.
Kurt
andò subito ad abbracciare con entusiasmo la ragazza, ed entrambi cominciarono
a fare quegli urletti striduli quasi imbarazzanti. Invece il biondo,
discostandosi dai due, scuotendo il capo,
ci raggiunse con il sorriso sul volto, io feci lo stesso di rimanda
allargando le braccia
“Ciao
Sam!!” lui mi abbracciò sorridendo e dandomi due pacche sulla schiena.
“Ciao
Finn!!” disse entusiasta andando ad abbracciare anche Blaine e Sebastian
“allora come ve la passate?”
“Beh
io non posso lamentarmi” Esclami facedogli alzare un sopracciglio
“Perché vorresti anche lamentarti? Sei la stella nascente dei New York Giants,
e siete tra i favoriti, grazie soprattutto a te, a vincere il campionato, cosa
che non succedeva dal 2012 e ti ricordo che siamo nel 2020. New York ti adora e
tu vuoi lamentarti? ”
Risi
insieme agli altri “Ok, ok non mi lamento!” non riuscii a finire la frase visto
che una Rachel urlante ed entusiasta, mi saltò al collo abbracciandomi stretto;
riuscii a vedere dietro i capelli della
ragazza Kurt, rimasto a bocca aperta e visibilmente irritato…oppure
semplicemente geloso? Al solo pensiero
il mio ego si gonfiò, feci scendere la ragazza facendole un sorriso a trentadue
denti. “Ma ciao anche a te” gli dissi, ma sicuramente neanche mi sentii, dato
che si era già buttata tra le braccia di Blaine, con Sebastian invece si
contenne riservandogli un semplice abbraccio.
Sentii
la mano di Kurt stringere la mia ed io mi voltai verso di lui lasciandogli un
bacio sui capelli. Quando Rachel si voltò aveva addirittura il fiatone, che
però non spense il suo entusiasmo, era talmente su di giri che parlava in
falsetto riempiendoci con una sfilza di domande a cui non dava neanche tempo di
rispondere.
Guardai Sam con sguardo eloquente e lui
sorrise “Ok Rachel calmati, abbiamo tutta la serata per parlare! Che ne dite
invece di cominciare ad entrare?” tutti annuirono e mentre attraversavamo la
strada Blaine chiese:
“Allora
come mai proprio questo locale?”
Ci
mettemmo in fila per entrare e Kurt gli rispose “Lo ha scelto Finn, è un bar
per sportivi” gli lanciai uno sguardo quasi offeso
“Hey il 40/40 club, è uno dei locali
più Inn a New York! Il fatto che sia
per gli amanti dello sport è solo un caso” lui mi guardo accigliato “che c’è è
vero!! Il proprietario di questo posto è JZ.”
“Vero” aggiunse Sam annuendo “e se siamo fortunati magari possiamo incontrare
anche sua moglie Beyoncè, e dirle, o addirittura farle vedere, il tuo video
mentre balli ‘single ladies’ dovrebbe
circolare ancora online ” scoppiammo
tutti quanti in una fragorosa risata, compreso lo stesso Kurt anche se si
poteva leggere sul suo viso l’imbarazzo, così mi avvicinai al suo orecchio
“Sei
stupendo in quel video, ed i tuoi movimenti di bacino sono molto apprezzati”
lui rise avvampando ancora di più ed io in risposta gli diedi un bacio a stampo
sulle labbra non riuscendo a trattenermi, quando arrossiva era talmente dolce.
“Ragazzi
un po’ di contegno” ci schernì Sam, e partirono altre risate.
Mentre
continuavamo a parlare del più e del meno vedendo la fila accorciarsi sempre di
più sentimmo urlare a gran voce “Finn Hudson!!!” mi girai di scatto per vedere
da dove provenisse la voce e mi accorsi che era il buttafuori, quando lo
guardai mi fece segno di avvicinarmi. Non sapevo cosa voleva, era alto quanto
me, ma largo il doppio.
Quel tizio metteva davvero paura.
Uscii
dalla fila e mi avvicinai a lui mentre la gente rimasta in fila mi guardava e
mormorava, sicuramente mi avevano riconosciuto ora, quando fui abbastanza
vicino mi parlò
“I
giocatori della lega A, in questo locale non fanno la fila quindi prego entri
pure”
“Davvero?”
chiesi stupito “quindi posso chiamare i miei accompagnatori e farli entrare con
me?”
Lui
annuii ed io feci segno agli altri di avvicinarsi, alzò il cordone di velluto
rosso che ci bloccava l’ingresso e l’oltrepassammo tutti e sei. Stavamo per
entrare quando il buttafuori mi bussò alla schiena.
“So
che non è professionale, e le chiedo scusa, ma mio figlio Jeff è un suo grande
fan, ha la camera piena dei suoi poster, le dispiacerebbe fargli un autografo?
Lo renderebbe davvero felice “
“Certo
con estremo piacere!” presi il pezzo di carta che mi stava porgendo e feci una
dedica a suo figlio, ci facemmo una foto insieme e poi ci affidò ad una
cameriera che ci portò direttamente nella zona VIP al piano superiore, da cui
si aveva una visione spettacolare del maxi schermo dietro al bancone.
Ci
accomodammo su dei divanetti che circondavano due tavolini più bassi e quando
la cameriera ci lasciò soli, dopo aver preso le ordinazioni, Kurt mi guardò
alzando un sopracciglio.
“Anche
la zona VIP ora?” chiese, guardandomi sarcastico
“Hey non
sono stato io a dirglielo!” dissi sulla difensiva “è la cameriera che ci ha
portato qui”
“Tuo
marito è una celebrità, accettalo” aggiunse Rachel in modo giocoso rivolta a
Kurt.
“No!!
Sbagliato, è suo marito ” disse Kurt fiero, indicando me “ad essere una
celebrità” detto questo si alitò sulle unghie sfregandole poi sul gilet con
fare da diva, tutti ridemmo cominciando a chiacchierare del più e del meno.
Quando
arrivarono le ordinazioni presi la mia birra e notai che Kurt aveva preso un
cocktail Ecco! dovrò riportarlo a casa
ubriaco pensai. Anche se non eravamo più adolescenti, il suo non reggere
l’alcol era rimasta una costante.
“Allora
Rachel, come va con il tuo glee club? Sei diventata una vocal coach sbaglio? O
almeno così mi ha detto Blaine” chiese Sebastian.
La ragazza
finii di sorseggiare il suo Manhattan prima di rispondere “Sì esatto, sono una vocal
coach, prima aiutavo Shelby, mia madre, con i suoi vari glee, ma quest’anno ne
ho uno mio, ed ho intenzione di batterla. E’ per questo che sono qui nella
grande mela, domani iniziano le nazionali!”
“Allora
in bocca al lupo” aggiunse Sebastian.
Prima
di rendercene conto tutti i bicchieri furono svuotati, così mi voltai verso Sam
:
“Sam
ti va di accompagnarmi a fare rifornimento?” lui annuii, mentre gli altri erano
impegnati a parlare dei ricordi delle superiori. Quando ci alzammo Kurt mi
guardo “Non puoi far venire la cameriera?” disse con ovvietà.
“Preferisco
andare io, non vorrei fare troppo il VIP” dissi sorridendo beffardamente.
Prendemmo tutte le ordinazioni e scendemmo giù diretti al bancone. Ordinai al
barman quello che mi era stato richiesto, chiedendogli poi che nel mojito
venisse messo meno rum possibile. Mi voltai poggiando la schiena al ripiano
così come fece Sam.
“Ma il mojito non è di Kurt?” chiese sorridendo.
“Appunto” fu la mia risposta eloquente. “allora Sammy, che mi racconti? Fai
ancora il talent scout?”
“Sì e devo ringraziare il mio capo, dopo l’incidente al college in cui mi
rovinai la spalla, la mia carriera era finita, ma fortunatamente lui mi offrì
questo lavoro e devo dire che mi piace da impazzire e soprattutto, mi permette
di viaggiare e seguire Rachel con i suoi Glee Club, sai devo essere sempre alla
ricerca di nuovi talenti, anche se è sempre più difficile scoprirli! Non c’è
più la vecchia guardia, ovviamente non parlo di te” si affrettò ad aggiungere
“i New York Giants hanno avuto
fortuna ad ingaggiarti, sei uno dei migliori quarterback che abbiano mai avuto,
ed è vero fidati, ho dovuto studiare tutte le squadre e i loro giocatori, per
fare al meglio il mio lavoro e tu sei uno dei migliori, dico sul serio!”
Gli sorrisi raggiante “Beh grazie Sam, sono contento che ti piaccia questo
lavoro, ma penso che anche tu saresti stato un grande giocatore. Ti ricordi al
college? Eravamo imbattibili insieme, quando non hai più potuto giocare mi è
dispiaciuto da morire, ma almeno avevamo il dormitorio in comune e ci potevamo
fare delle lunghe chiacchierate, era bello avere qualcuno che venisse dalla mia
stessa città, specialmente se si trattava di te che sei stato un grande amico”.
Mi girai prendendo tre bicchieri e lasciando gli altri tre a Sam incamminandoci
poi per tornare dagli altri.
“Hai ragione, al college ero la tua ala, ed eravamo grandiosi, ma sei sempre
stato tu la punta io mi limitavo a coprirti” fece spallucce “a proposito delle
nostre chiacchierate fatte nel cuore della notte, te le potrei ancora elencare
tutte, e soprattutto ricordo i tuoi continui lamenti sul fatto che ti mancasse
Kurt, ma più che lamenti era piagnucolii” disse ridendo mentre io lo guardavo
accigliato facendo attenzione a non cadere sui gradini.
“Hey
io non piagnucolavo, e soprattutto non erano continui… ok forse si, ma che ci
potevo fare? Ero innamorato perso e lui non era con me, ero giustificato! ”
annuii convinto aggiungendo poi “però non sai quanto ho apprezzato il fatto che
ci sei sempre stato per ascoltarmi, e non ti lamentavi mai. Grazie, mi sei
stato davvero d’aiuto in quel periodo”
“Non ci pensare, è a questo che servono gli amici no?” disse con ovvietà
“Giusto!! E sappi che se ti servirà qualsiasi cosa, puoi contare su di me” lui
annuii sorridendo mentre ormai avevamo raggiunto gli altri e una volta
distribuito gli alcolici mi sedetti nell’unico posto rimasto vuoto: vicino a
Rachel.
Dopo che l’argomento di Puck e Quinn che
convivevano a Lima con i loro due bimbi andò scemando si formarono gruppetti da
due di conversazione: Sam parlava con Blaine mentre Kurt parlava con Sebastian,
così io mi voltai verso l’unica ragazza del gruppo
“Allora Rachel, pronta a vincere le nazionali di canto corale coreografato?”
“Certo! Ho intenzione di dimostrare a mia madre chi è la migliore!”
“Ecco la vecchia Rachel agguerrita che torna a combattere ”
“Vero ” disse lei, annuendo convinta “ho imparato tanto da Shelby, ma ora è il
mio turno di vincere, quindi si! La vecchia Rachel è tornata, anche dopo la
batosta che tu” mi indicò con enfasi “mi hai dato, quando hai scelto Kurt!”
anche se disse tutto sorridendo, sapevo che c’era un fondo di verità, così
arrossii e mi sforzai di guardarla negli occhi.
“Rachel scusami, non era mia intenzione farti soffrire, sai che non avrei mai voluto
farlo ma io…” voltai lo sguardo verso Kurt che gesticolava mentre parlava con
Sebastian.
“Lo ami” concluse la frase per me mettendomi una mano sulla gamba e continuò a
parlare quando tornai a guardarla “lo vedo dai tuoi occhi, mi sarebbe tanto
piaciuto, che guardassi me, nel modo in cui guardi lui, ma non l’hai mai fatto”
fece spallucce “e ci sono stata male, certo, ma ora sono felice come non lo sono
mai stata in vita mia ed amo follemente Sam, quindi non scusarti, non ce l’ho
con te, altrimenti non sarei stata la testimone di Kurt al vostro matrimonio!”
“Sono contento che tu sia felice ora” dissi sinceramente “ e poi se non avessi
scelto Sam come mio testimone, non sarebbe mai scoccata la scintilla tra voi
due, no?”
“Giusto!!”
convenne lei “è dal vostro matrimonio che noi abbiamo cominciato a
frequentarci, quindi direi che siamo pari e per ringraziarvi tu e Kurt sarete i
nostri testimoni per quando ci sposeremo, non ora, ma quando succederà!”
“Sarebbe un onore, lo sai” risposi io, cominciando poi a ridere parlando di
argomenti più leggeri finche non ci raggiunse Kurt, che dopo aver tolto la mano
di Rachel dalla mia gamba mi si sedette imbraccio.
“Di che parlate tu e il mio uomo, nonché mio marito? ” disse con una punta, neanche troppo velata,
di gelosia provocando una risatina di Rachel.
“Kurt, tranquillo, io e il tuo uomo, nonché tuo marito, stavamo solamente
parlando dei tempi andati, sei per caso geloso?” chiese retorica.
Kurt
barcollò leggermente sulle mie gambe, evidentemente l’alcol stava facendo
effetto, lo tenni saldo cingendolo ai fianchi.
“Io non sono geloso, è Finn che lo è ed a ben dire, insomma, ma mi hai visto?
quindi ti sbagli bella mia. ” ridemmo insieme io e la ragazza.
“Ed ecco che la modestia di mio marito esce fuori”
“No, sono semplicemente sincero, ma anche tu non sei niente male!” disse come
per scusarsi.
“Beh allora grazie del complimento”
“Di
niente” disse dandomi un bacio sulle labbra. In realtà prima di arrivare alla
mia bocca passo sul mio occhio e poi sul mio naso arrivando in fine alla sua
meta. Quando mi mise entrambe le mani intorno al viso mi baciò con passione
davanti a tutti ed io risposi per poi staccarmi e guardare gli altri che
sorridevano guardandoci “ok, non è vero il mio uomo è bellissimo ed
estremamente sexy, e guai a chi me lo tocca… sapeste come bacia..”
“Io lo so! ” esclamò Rachel quasi d’istinto, beccandosi una sguardo raggelante
da parte di Kurt che si girò di scatto verso di lei, anche se era evidente che
ci aveva messo un po’ per metterla a fuoco. All’improvvisi si alzò di scatto
con un urletto.
“Siiiiii! Hanno tolto le partite e messo la musica! Ora si ragiona! E poi adoro
questa canzone!” prese per mano Rachel “dai ragazza andiamo a scatenarci” disse
quasi trascinandola “chi ci ama ci segua!” Kurt finì in un solo sorso il suo
cocktail, prima che potessi fermarlo.
In
poco tempo rimasi solo in quella saletta con Blaine
“Come mai non sei giù con loro?” gli chiesi spostandomi sul divano difronte a
lui e prendendo un altro sorso di birra.
“Non mi va, e poi sono brillo, non so cosa potrei combinare in pista!”
“Peccato che questo non fermi Kurt” dissi indicando il basso dove il nostro gruppetto
di amici ballava con mio marito al centro del cerchio che avevano formato e che
faceva strane mosse.
“Direi che è completamente ubriaco” sentenziai, tornado a guardare Blaine e
scoppiammo a ridere.
“Tu invece non vai perché…non te la cavi ancora nel ballo?” domandò il riccio,
dopo un sorso di birra.
“No, non è che non me la cavo, sono proprio negato! E con tutta quella gente
rischierei di fare del male a qualcuno!”
Dopo
qualche secondo di silenzio in cui bevemmo le nostre birre parlai di nuovo
“allora Blaine, mi sembra che tra te e Sebastian vada alla grande”
“Sì, Sì” mi confermò lui “Seb è fantastico, stiamo bene insieme ed entrambi
facciamo quello che abbiamo desiderato fare nella vita, poi mi è stato vicino
in uno dei momenti più brutti della mia vita e per questo gliene sarò per
sempre grato” fece una piccola pausa prima di continuare “sai quando Kurt mi ha
lasciato per mettersi con te, sono andato a pezzi” disse stirando le labbra in
quello che doveva essere un sorriso, ma che non riusciva affatto a celare il
dolore che gli provocava ripensandoci. Stavo per dire qualcosa quando mi precedette e continuò “aspetta!! Non
te ne sto facendo una colpa, cioè in passato si e se devo essere sincero ti ho
anche odiato, mi avevi portato via l’uomo che amavo, ma ora non ce l’ho più con
te dico sul serio, Kurt rimarrà il mio primo amore, ma Sebastian è l’amore
della mia vita… anche se ad essere sinceri non era cominciata seriamente con
lui”
“Che intendi dire?” chiesi curioso.
“Vedi” cominciò a spiegare, quasi imbarazzato “quando conoscemmo Sebastian
all’inizio, Kurt era geloso, quindi ecco… credevo che mettendomi con Seb avrai
suscitato la gelosia di Kurt, convincendolo a rimettersi con me, ma niente di
fatto” fece spallucce “ in quel momento
mi accorsi che ti amava davvero, e ti ama tuttora immensamente, e diciamo che è
un bene che sia andata così, perché io ora amo davvero Sebastian” gli sorrisi
un po’ imbarazzato.
“Ne sono felice Blaine, davvero e mi dispiace averti fatto star male” abbassai
leggermente lo sguardo, sentendomi in colpa.
Non
avevo il rimorso per quello che avevo fatto, perché mi aveva portato l’amore della mia vita, ma
allo stesso tempo non volevo che Blaine ne soffrisse. Sapevo che era un idea
assurda, perché sapevo quanto lui amasse Kurt, però ci speravo davvero.
“Non ci pensare, come ho detto, è andata
così e sono contento di vedere quanto ami Kurt, se lo merita e anche tu! Oltretutto
state davvero bene insieme, quindi alla fine ogni cosa si è risolta per il
meglio, ora siamo tutti felici ed è questo che conta!!” sorrisi più rilassato.
Era la prima volta che io e Blaine affrontavamo questo argomento dopo tutti
quegli anni di silenzio imbarazzante, e il non averlo mai fatto è stato uno dei
miei più grandi rimpianti.
“Sai,
ti confesso una cosa: ero restio all’inizio ad incontrarvi, perché farlo significava
incontrare te e beh… sono alquanto geloso di Kurt e non mi entusiasmava più di
tanto l’idea che lui rivedesse il suo ex…” vidi Blaine sorridere divertito ed
io avvampai leggermente.
“Avevi paura che te lo rubassi? Lo meriteresti!” disse annuendo per poi
sorridermi “dai scherzo ovviamente, e non devi assolutamente preoccuparti di
Kurt, ti ama da impazzire, e poi non sono riuscito a riprendermelo quando ero a
New York, con lui al college, pensi che riuscirei a riprendermelo ora che siete
sposati?” Domandò con un sorrisetto “Non c’è bisogno di essere geloso, non con
me almeno, quindi tranquillo Kurt è solo tuo.”
Non
so perché ma quelle parole mi rincuorarono e sorrisi sollevato “Allora com’è la
vita da sposati? Non te l’ho ancora chiesto,” la conversazione stava andando su
argomenti più leggeri, così mi rilassai ulteriormente e gli risposi:“E’
fantastica, disco sul serio, delle volte però, per colpa dei nostri lavori, non
ci vediamo molto, ma per fortuna sono molto pochi questi momenti! Per il resto
va alla grande, litighiamo come tutte le coppie, questo si, ma devo dire che
sono belli anche quei momenti, tengono viva la nostra relazione!” Dissi
entusiasta “Alla fine non potevo
chiedere di meglio dalla mia vita, ho un lavoro che adoro, un uomo fantastico
al mio fianco che amo ed ho la fortuna di essere ricambiato!” feci spallucce
“la mia vita non potrebbe andare meglio di così!” tutto quello che dissi era
vero, il mio futuro era molto più roseo di come lo avevo immaginato al liceo e
mi sentivo realizzato in tutto e per tutto.
“Sono contento per voi” disse Blaine, e dal suo tono le sue parole mi
sembravano davvero sincere. Alzai una birra in aria
“Allora direi di fare un brindisi: a noi e alla felicità che alla fine siamo
riusciti ad ottenere!” lui fece il mio medesimo gesto
“Mi sembra perfetto” sorrise e brindammo, continuando poi a parlare come vecchi
amici che non si vedono da tempo.
Gli raccontai degli episodi divertenti della mia vita coniugale e lui fece lo
stesso, parlando della sua relazione con Sebastian. Ormai l’imbarazzo che c’era
tra noi era solo un lontano ricordo.
Pochi
minuti più tardi, vedemmo risalire gli altri e immediatamente notai che Kurt non
si teneva quasi più in piedi da solo e lo feci sedere subito accanto a me.
Chiacchierammo
tutti insieme ancora un altro po’ finche Rachel non si alzò
“Ragazzi mi dispiace rovinare la serata, ma io e Sam dobbiamo andare. Domani
sarà una giornata impegnativa per il mio Glee dato che cominciano le
eliminatorie” subito dopo si aggiunse Blaine
“Si anche per noi direi che è ora di andare, si è fatto tardi e domani mattina
presto Seb deve incontrare il tuo
cliente” Sebastian annuii
“Si vero, meglio andare però se vuoi tu puoi rimanere” disse rivolto a Blaine
“No, dai non mi va di mandarti da solo, vengo con te” disse facendogli un
sorriso.
“Allora direi che andiamo tutti, così io porto il pupo a casa” dissi
rivolgendomi a Kurt che mi guardò senza realmente osservarmi.
“Andiamo, anche se non mi ricordo di avere un pupo, che madre snaturata che
sono” disse mio marito, portando una
mano alla fronte in un gesto teatrale. Ridemmo tutti di gusto e uscimmo dal locale
dopo aver pagato il conto.
Era arrivato il momento dei saluti, cominciai
da Sebastian a cui mi raccomandai di
trattare bene Blaine e poi quest’ultimo mi fece promettere di andare a trovarlo
a Lima. Arrivò poi il turno del mio migliore amico Sam, che abbracciai
calorosamente scambiandoci un in bocca al lupo reciproco per tutto.
Rachel
come prevedibile, scoppiò in lacrime, così l’abbracciai dicendogli di essere
forte e di vincere le nazionali facendo vedere a Shelby chi era la migliore.
Nel frattempo anche Kurt salutava tutti, o meglio, si aggrappava ai loro
vestiti salutandoli, finché non tornò da me e rivolto verso il resto del gruppo
parlò quasi urlando:
“Ragazzi via amo, anche se non quanto amo mio marito, ora adiamo a fare le
cosacce, ma mi raccomando non lo dite a nessuno. Ve l’ho mai detto che è una
bomba a letto? Dico davvero !! riesce a
fare delle…”
“Ok direi che è arrivato il momento di andare” dissi bloccando la sua frase, in
imbarazzo, prima che potesse aggiungere altri dettagli. La scena suscitò le
risate di tutti, comprese le mie. L’unico che non rise e ci guardò con sguardo
vacuo e confuso fu Kurt.
Dopo
un ultimo saluto generale con la promessa di rifare quell’uscita al più presto,
ci dividemmo e caricandomi Kurt sulle spalle mi diressi verso il parcheggio
fino alla macchina dove poggiai il ragazzo sul sedile del passeggero,
mettendogli la cinta. Non feci in tempo ad accomodarmi al posto di guida che
guardando nella sua direzione, mi accorsi che già dormiva con la bocca semi
spalancata. Uscendo la parcheggio gli accarezzai dolcemente il viso mentre mi
incanalavo del traffico della città e le luci dei lampioni iniziarono a
sfrecciare ai lati della venticinquesima strada. Nell’abitacolo c’era un
silenzio rotto solo dal leggerissimo russare di Kurt. Quel silenzio mi diede
modo di ripensare alla serata e non potei fare a meno di sorridere, quella sera
avevo parlato finalmente di tutte le questioni rimaste irrisolte e tutti in un
modo o nell’altro avevano trovato la propria strada verso la felicità e una
vita serena. Erano i miei migliori amici e non potevo desiderare che il meglio
per loro e sembrava proprio l’avessero trovato.
Lungo
il tragitto ripensai alla vita delle superiori, alle incertezze sul futuro, alle
decisioni difficili, alle sofferenze e alle gioie: tutto un bagaglio di esperienze
che ci avevano fatto arrivare a quello che siamo oggi. Immerso tra quei
pensieri presi a giocherellare con la fede, infilata al mio anulare sinistro,
facendola girare con il pollice. Guardandola per un attimo non potei non chiedermi
come un oggetto così insignificante, potesse racchiudere un sentimento grande
come quello che io provavo per Kurt e la promessa di passare il resto della mia
vita con lui. Era trascorso ormai un anno dacché eravamo sposati, ma il mio
amore per lui era ancora intenso e grandioso, delle volte faceva addirittura
male, ma mi regalava emozioni fortissime da mozzare il fiato.
Era
un amore talmente forte capace di dare un
senso a tutta la mia vita, dargli uno scopo. Amavo Kurt e lo avrei amato per
sempre e questo pensiero non poté non rendermi estremamente felice e farmi
sentire un calore diffondersi dal mio cuore.
Preso
dai i miei pensieri, non mi ero neanche reso conto di essere arrivato al garage
del nostro palazzo. Parcheggiai la macchina e dopo averla spenta, andai al lato
del passeggero prendendo Kurt in braccio: mi sembrava una crudeltà svegliarlo e
poi quando dormiva era così tenero.
Quando
gli tolsi la cinta e lo presi, emise dei mugolii indignati, ma poi portò un
braccio dietro al mio collo e appoggio la testa sul mio petto mentre l’altra
mano stringeva un lembo della mia camicia all’altezza del torace vicino al suo
viso. Potevo sentire il suo respiro sulla mia pelle e fu una sensazione bellissima,
ma lo fu ancora di più quando entrando in ascensore mugugnò nel sonno: “Ti amo
Finn”
“Anche
io ti amo piccolo” fu la mia risposta, prima di lasciargli un bacio sui
capelli.
Senza smuoverlo troppo entrai in casa, andando direttamente al piano superiore
dove adagiai Kurt sul letto della nostra camera. Con qualche suo verso di
protesta riuscii a spogliarlo e mettergli il pigiama infilandolo poi sotto le
coperte.
Dopo
essere uscito dal bagno nella mia tenuta per la notte, solo i boxer e
nient’altro, mi infilai a mia volta sotto le coperte e guardai Kurt
rannicchiato nella mia direzione che dormiva profondamente, Rivolsi lo sguardo alla
sveglia sul comò e notai che era l’una e ventitré, sorrisi a mio marito e
guardandolo con dolcezza gli sussurrai:
“Buon anniversario, amore mio” lo baciai delicatamente sulle labbra, e gli vidi
spuntare un sorriso sul volto prima di girarsi e mettersi di lato, così che io mi avvicinai a lui, abbracciandolo da
dietro. Abbandonai la testa sul cuscino e aspettando di prendere sonno gli
diedi un ultimo bacio sulla nuca prima di addormentarmi con il sorriso sulle
labbra, felice della mia vita.
๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑
Nda.
Allora, innanzitutto grazie per aver letto questa FF.
So che non è scritta
un granché bene ma a mia difesa posso dire che questa
è la seconda che scrivevo. L'ho ritrovata nei meandri del pc e
mi è venuta voglia di pubblicarla. L'ho scritta ad inizio
Settembre dell'anno appena passato infatti il personaggio di Sebastian
non è molto delineato, perché di lui all'epoca sapevo
solo il nome e l'attore che lo interpretava.... Vabbeh questo
è quello che ne è uscito fuori fatemi sapere che ne
pensate.
Ovviamente ringrazio la mia beta Greta non che mia ragazza ù_ù per il suo aiuto nel sistemarla e vi assicuro che non è stato semplice quindi davvero un grazie speciale va a lei.
Dall'originale che ho
scritto a Settembre ho cambiato solo una cosa (Suggerimento proveniente
dalla mia beta) ossia l'anno di vittoria dei New York Giants: Io avevo
scritto 2007, dato che all'epoca era così invece, visto il tempo
che ci ho messo per pubblicarla, loro hanno vinto anche quest'anno
così ho cambiato in 2012. Magari gli ho portato fortuna
chissà LOL
Un ultima cosa e poi vi
lascio: la FF non è finita qui, ma siccome era molto lunga mi
è stato consigliato di dividerla, quindi troverete subito dopo
il secondo ed ultimo capitolo ù_ù
Spero che la storia vi sia piaciuta e di vedervi tutti nella secondo parte.
Un saluto ed un abbraccio Rob <3
|
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Capitolo 2 *** Parte Seconda ***
parte due
La
mattina successiva, quando aprii gli occhi, la luce del giorno filtrava dalle
tende ed illuminava parte della stanza dipinta di un bianco perla. Guardai il
soffitto per qualche secondo prima di poggiare lo sguardo sulla testa che
dormiva sul mio petto. Sorrisi e rimasi fermo lì a godere di quel silenzio
mentre accarezzavo la schiena di Kurt. Quando decisi di alzarmi, tolsi
lentamente il braccio del ragazzo che mi cingeva la vita e con delicatezza mi
defilai da sotto di lui facendo attenzione a non svegliarlo.
Scesi
in cucina, scalzo ed ancora solo in boxer, quando tornai in camera diversi
minuti più tardi portavo con me un vassoio da camera con sopra delle brioche,
un caffè, del succo d’ananas e una rosa, tutto sistemato su quel ripiano.
Osservai ridendo che durante la mia assenza Kurt, si era impossessato di tutto
il letto mettendosi a pancia in su con gambe e braccia aperte. Evidentemente il
suono della mia risata lo svegliò perché lo vidi aprire gli occhi lentamente
per poi alzarsi di colpo a sedere
“Che ore sono?” chiese frettolosamente, quasi allarmato
“Ma buon giorno anche a te” sorrisi divertito “comunque è ancora presto, anzi
scusami non volevo svegliarti” si stropicciò gli occhi ancora insonnolito.
“Non
preoccuparti, tanto mi sarei dovuto svegliare lo stesso per andare alle prove”
sbadigliò con poca calanche e mi guardò bene per la prima volta da sveglio
spalancando leggermente la bocca sorpreso. Sorrisi compiaciuto “buon giorno
anche a te, wow il servizio in camera, non pensavo fosse negli accordi per i
regali da fare”
“Ah no?” dissi fintamente sorpreso “allora la riporto giù” mi voltai,
aspettando la sua reazione che non tardò ad arrivare
“No, no fermo !!!” disse frettolosamente, mi voltai sorridendo andando poi a sedere sul letto poggiando sopra
anche il vassoio. Mi avvicinai al suo viso dandogli un bacio sulle labbra
“Buon anniversario amore mio”
“Buon anniversario Finn Hudson” mi diede un altro bacio per poi prendere la rosa
e annusarla “la colazione a letto portata dal mio uomo, che potrei volere di
più dalla vita?”
Sorrisi.
“Credo queste” gli passai un piattino con sopra due aspirine
“Oh grazie al cielo! ho un mal di testa incredibile, ma quanto ho bevuto ieri
sera? ”Ingoiò le pastiglie con dell’acqua presa dalla bottiglietta che teneva
sempre sul comodino “pensi sempre a tutto vero Hudson?”
“Certo!! Devo trattare bene mio marito!” Esclamai “Comunque hai bevuto
parecchio ed entrambi sappiamo che tu non lo reggi molto l’alcol” lo vidi
posare la tazzina di caffè bevuto mentre parlavo e prese una brioche.
“Già, non lo reggo, comunque ricordo quasi tutto. Non ho detto qualcosa di
imbarazzante vero?”
Mi imboccò con la sua brioche ed io risposi
dopo averla ingoiata “No, nulla di che, sei stato geloso di Rachel e poi verso
la fine… Diciamo che hai elogiato il tuo uomo a letto, cosa che ho molto
apprezzato a dire il vero” bevve un po’ di succo prima di rispondermi quasi con
ovvietà
“Per quanto riguarda la signorina Berry, non deve toccarti altrimenti le spezzo
le gambine, per il secondo caso beh” fece spallucce “non ho detto nulla che non
corrisponda a verità” mi guardò maliziosamente ed il mio ego non poté che
gonfiarsi “e poi ricordo benissimo che anche tu eri geloso di Blaine” finì il
succo e prendendo il vassoio lo poggiò a terra avvicinandosi a me.
“Lo
sai che sono solo tuo vero? Anche se devo ammettere che amo il tuo lato geloso…
è eccitante…” dissi ammiccando, prendendolo per il pigiama ad altezza petto
tirandolo verso di me.
“Sì,
lo so, come io sono solo tuo…sempre e per sempre” aggiunse lui chiudendo gli
occhi mentre i nostri visi si avvicinavano l’uno all’altro. Quando lo spazio
tra le nostre bocche fu solo di qualche millimetro sorrisi e mi alzai
all’improvviso.
“Penso che andrò a fare una doccia” dissi andando verso la porta del bagno che
avevamo in camera. Prima di entrare mi girai ad osservarlo e non potei non
scoppiare a ridere: la sua espressione era tra il confuso, il sorpreso e
l’irritato, infatti si tirò sul letto appoggiando la schiena alla spalliera del
letto e incrociando stretto le braccia al petto. Cominciò a guardare
imperterrito fuori dalla finestra
“Kurt?” la sua risposta fu un suono vocale solo per farmi sapere che mi
ascoltava, così mi tolsi i boxer lanciandoglieli quasi in faccia “ti aggiungi a
me?”. Girò di scatto la testa per guardarmi, inarcò un sopracciglio facendomi
poi un sorriso malizioso e in meno di un secondo me lo ritrovai in braccio con
gambe e braccia avvinghiate a me, mentre mi baciava con foga sussurrandomi dopo
all’orecchio mentre riprendeva fiato
“Lo sai che sei uno…”
“Stronzo,” finii io la sua frase bloccandolo “lo so ma mi ami anche per questo
no?” lo guardai negli occhi e dal suo sguardo limpido e profondo come il mare
capii che era così.
Senza
dargli tempo di rispondere, lo cinsi con un braccio intorno alla schiena
stringendolo a me baciandolo con passione. Così legati entrammo in bagno e poi
in doccia mentre le nostre bocche e le nostre lingue, bramose l’una dell’altra,
non volevano saperne di staccarsi.
Aprii
l’acqua calda che cominciò a scendere sui
nostri corpi e il pigiama di Kurt cominciò ad inzupparsi, cosi scendendo da me,
ma senza staccare le nostre labbra. si sfilò i pantaloni ed i boxer mentre io
sbottonavo frettolosamente la sua casacca gettandola fuori dal vano doccia. Lo
strinsi a me e sentire la sua pelle nuda a contatto con la mia mi scatenò dei
brividi sulla schiena. Con foga lo appoggiai alle mattonelle mentre le nostre lingue
si intrecciavano e giocavano, portai le mani sul suo sedere stringendolo e
palpandolo con cura.
Lo
presi di peso e facendolo strusciare sulle mattonelle della doccia lo sollevai
portando i nostri bacini alla stessa altezza. Quasi immediatamente Kurt
intrecciò le gambe sui miei fianchi mentre mi accarezzava il petto ed il viso
ed io gli mordevo delicatamente il labbro inferiore con desiderio.
L’erezione
di Kurt non tardò ad arrivare, la sentii premere contro il mio addome, così
staccandomi leggermente, per lasciare un po’ di spazio fra i nostri corpi,
accarezzai lentamente l’asta prima di afferrarla con decisione. Lo sentii
gemere contro le mie labbra ed io sorrisi malizioso nel bacio prima di
iniziarlo a massaggiare lentamente.
Portai
l’altra mano sul mio membro iniziandolo a massaggiare e quando lo sentii
pulsare contro il mio palmo, guardai Kurt negli occhi, lui ricambiò lo sguardo
facendomi poi un segno d’assenso con la testa mordendosi subito dopo il labbro.
Portai le mani sui suoi fianchi, ed indietreggiando per lasciare appoggiata al
muro solo la parte superiore della sua schiena per potermi muovere al meglio,
guidai la mia erezione alla sua entrata, mi allungai verso di lui per baciarlo
e distrarlo un po’ da fastidio iniziale, ma mi morse comunque il labbro quando
lo cominciai a penetrare, seppur lentamente e lo spinsi dentro per tutta la mia
lunghezza. Successivamente, mi fermai aspettando che i suoi muscoli interni si
adattassero al mio membro.
“Ti amo Kurt” dissi guardandolo negli occhi,
prima di cominciare a muovere il bacino.
“Anche io ti amo Finn” disse tra un gemito e l’altro prima che riprendessi a
baciarlo con passione mentre lui accompagnava le mie spinte, che avevano preso
un ritmo regolare.
Presto
il bagno fu invaso dal suono ovattato dei nostri bacini che si scontravano e
dai nostri gemiti di piacere sempre più forti. Ripresi a massaggiare la sua erezione
sincronizzando i movimenti i miei affondi
mentre lasciavo una scia di baci lungo il suo collo, scendendo poi sul
suo petto dove, con la punta della lingua, tracciai il contorno della sua
aureola, prima di leccare e mordicchiare un suo capezzolo. Mentre le mie spinte
aumentavano d’intensità e velocità sentii Kurt avvolgere con la sua mano la mia
che lo stava masturbando , aiutandomi a trovare il giusto ritmo .
“F-Finn
sei fan-fantastico” disse, gemendo di piacere mentre si mordeva con voracità il
labbro inferiore carico di desiderio.
Diversi
minuti più tardi il respiro ormai era diventato affanno ed i gemiti erano sempre
più acuti, i nostri corpi si muovevano
insieme, l’acqua calda, che scorreva tra e su di noi si trasformava in migliaia
di rivoli che scendevano pigri sulla nostra pelle, le dita dell’uno che
accarezzavano febbrilmente la pelle dell’altro per finire poi ad intrecciarsi
insieme come se fossero state fatte solo per essere unite.
Eravamo
due amanti che si davano un immenso piacere a vicenda, un piacere unico, un
piacere dettato dall’amore che provavamo l’uno per l’altro.
“F-Finn io...” disse in un sussurro eccitato, stava per venire lo sapevo
bene, avvertivo la sua erezione pulsare
nel mio palmo che bravava soltanto una cosa: l’orgasmo.
Accelerai
i movimenti della mano che stringevano il suo membro, andando con il pollice a
stuzzicare la sua punta disegnando cerchi concentrici. Pochi secondi più tardi
lo sentii urlare di piacere e avvertii la sua calda eccitazione sul mio petto e
sull’addome, il suono del suo orgasmo, fu una scarica d’adrenalina che mi
spinse ad andare sempre più veloce e sempre più in profondità riversandomi
dentro di lui qualche secondo dopo, mentre le mie urla si univano alle sue.
I
nostri corpi erano ancora scossi dai brividi dell’orgasmo quando Kurt scese e intrecciò
la braccia dietro il mio collo, lasciandomi un dolce bacio sulle labbra.
Restammo sotto l’acqua della doccia
abbracciati mentre respiravamo l’uno sulle labbra dell’altro aspettando che i
battiti del cuore di entrambi si calmassero. Mi sentivo in pace ed appagato in quel
mondo solo nostro
“Wow,
come al solito sei stato eccezionale, anche se pensavo di dover essere io a
regalarti questo” disse il più piccolo mentre mi baciava lentamente il petto. Io
sorrisi lasciandogli un bacio sulla testa
“Beh non sarei così eccezionale, se non avessi una persona altrettanto
eccezionale con cui farlo!” Ribattei. “Per il regalo è vero, ma c’è sempre sta
sera dopo cena, no? ” mi accarezzò il viso togliendomi i capelli bagnati dalla
fronte.
“Giusto!!” mi sorrise malizioso ed
aggiunse “sarai orgoglioso di me” sorrisi dandogli un bacio sulle labbra “Wow
allora chissà cosa mi aspetta! Non vedo l’ora che sia questa sera e comunque
sono orgoglioso di te e lo sai ” mi accarezzò di nuovo il viso baciandomi,
prima di cominciare a lavarci per bene.
Una volta usciti dalla doccia, mentre ci asciugavamo, iniziammo a parlare
soprattutto degli avvenimenti della sera precedente.
“E
così alla fine tutti stanno bene e sono realizzati, non posso che esserne
contento, no?” disse Kurt sistemandosi il giacchetto quando tornammo in camera dopo
essersi vestito.
“Esatto, siamo finalmente tutti cresciuti ed ognuno ha trovato la sua strada”
dissi indossando una tuta presa dall’armadio
“Pronto! allora ci vediamo sta sera!?” disse e mentre si avvicinava alla porta
della stanza per uscire, feci in tempo ad afferrargli la mano, tirandolo a me.
“Non stai dimenticando qualcosa?” lo vidi darsi un colpetto alla fronte
“Giusto, gli occhiali!” disse ridendo.
Gli
presi il viso tra le mani e gli stampai un bacio sulla bocca “Molto simpatico
devo dire” dissi sarcastico.
“Beh ho imparato dal migliore no?” disse ridendo, riferendosi a quello che
avevo fatto io quella mattina
“Touché “ mi diede un altro bacio “allora a sta sera, marito” dissi lasciandolo
andare
“A sta sera amore” disse uscendo dalla porta della camera per tonare di corsa
qualche secondo dopo per baciarmi nuovamente e scappare via, sorrisi della
scena e mi buttai sul letto abbracciando il cuscino pensando che la mia vita
non poteva andare meglio.
Spesi buona parte della mattinata a decidere cosa organizzare per la serata. Era
dura e inoltre non volevo deludere Kurt. Mentre misuravo il salone a grandi
passi sovrappensiero mi venne in mente l’idea perfetta, sorrisi come un ebete e
mi diedi subito da fare per organizzarla.
Guardai
l’orologio sul soprammobile e segnava le venti e trentasette, Kurt sarebbe
rientrato di li a poco, di solito era molto puntuale e quella sera non sarebbe
stato molto diverso, anche perché era la nostra sera.
Sentii il chiavistello girare così mi posizionai davanti alla porta d’ingresso.
Per l’occasione indossavo un completo classico, molto elegante, con i risvolti
della giacca di raso, così come la cravatta, e tra le mani stringevo una rosa
che copriva la mia bocca. Quando vidi Kurt apparire dietro l’uscio, all’inizio
si spaventò trovandomi lì, poi mi sorrise ed entrò chiedendosi la porta alle
spalle
“Wow ancora fiori! A proposito grazie per il mazzo enorme che mi hai mandato a
lavoro” si avvicinò per baciarmi ed io gli passai la rosa.
“lo so sono ripetitivo, ma ti sei accorto di quante te ne ho mandate?” chiesi
“Ehm, tante?” domandò ridendo “ il fioraio mentre le portava dentro mi sembra
mi abbia detto che erano trecentosessantatre ”
“Esatto!! Ed insieme a quella di questa mattina, e a questa, fanno
trecentosessantacinque rose complessive, una per ogni giorno dell’anno
trascorso insieme ossia da quando hai deciso di rendermi l’uomo più felice
sulla faccia della terra diventando mio marito. Sono un ringraziamento per
avermi regalato un anno incredibile, pieno di emozioni e di amore, anche quando
commetto qualche errore, quindi che dire… ti amo Kurt e grazie di rendere ogni singolo
giorno la mia vita così bello ” vidi i suoi occhi farsi lucidi per l’emozione,
aprii la bocca per dire qualcosa ma non uscii alcun suono, così gli presi la
rosa che teneva tra le mani poggiandola per terra e lo abbracciai forte facendo
incontrare subito dopo le nostre labbra che si persero in un bacio passionale
mentre le dita delle nostre mani si intrecciavano.
Quando ci staccammo per prendere fiato vidi i suoi occhi arrossati, e le sue
mani che li sfregavano per togliere le lacrime
“Maledetto!! Riesci sempre a farmi
piangere” Esclamò sorridendo “grazie
Finn davvero, ma quello che deve sopportare l’altro se tu, visto che
sopporti sempre le mie isterie, sei dolcissimo, protettivo e ti prendi cura di
me… ti amo Finn Hudson, più di chiunque altro abbia mai amato in vita mia,
voglio invecchiare con te ed essere eternamente tuo ” a quelle parole anche io
cedetti alla commozione
“Ti amo anche io Kurt Hummel-Hudson, e ti amerò per sempre “
Era
vero, ci amavamo da impazzire e sarebbe stato sempre così, eravamo due anime
che si erano trovate ed amate senza remore, lasciando solo che il cuore
parlasse per noi. Avevamo trovato il nostro mondo ed era migliore di quanto
avessi mai potuto immaginare, ci appartenevamo a vicenda, eravamo semplicemente
due anime gemelle destinate a stare insieme.
“Allora
che altro devo aspettarmi da questa serata? Non devo neanche cambiarmi dato che
l’ho fatto a lavoro prima di venire qui per essere già pronto, quindi sono
tutto tuo dove si va?” disse senza mascherare l’eccitazione per la sorpresa che
lo attendeva
“Prima di tutto sei bellissimo” dissi notando il suo completo bianco con
camicia azzurra “secondo: io pensavo di rimanere qui a casa” gli indicai con un
gesto ampio del braccio il lato della sala dove c’era il caminetto acceso, con
candele anch’esse accese, sparse per il mobilio circostante. Quello che volevo
notasse era lo spazio difronte al camino dove, tirando indietro il divano,
avevo lasciato uno spazio circoscritto da cuscini di varie dimensioni e colori
ed al centro del rettangolo formatosi due cartoni di pizza. Potei vedere
l’entusiasmo di Kurt spegnersi insieme al suo sorriso man a mano che guardava
la scena, sorrisi della sua espressione
“C’è qualcosa che non va?” chiesi facendo una faccia delusa che non rispecchiava
affatto il mio stato d’animo, lui mi fisso e stirò subito le labbra in quello
che doveva essere un sorriso
“no, no è bellissimo qui…e…e…a me piace la pizza” non trattenni più le risate,
e lo baciai sulle labbra.
“Ricordi il nostro primo appuntamento a New York?” dalla sua espressione si
percepiva la confusione per quella domanda “Io venni a trovarti e solo per i
biglietti aerei consumai tutti i miei risparmi”
“Si si me lo ricordo, e mi ricordo anche che non volevi che ti portassi a cena
fuori a mie spese, solo per il tuo stupido orgoglio” io risi e continuai
“Esatto!! E ricordi anche come abbiamo passato la serata? Dopo che il mio
stupido orgoglio la voleva rovinare?” chiesi
“Si, ordinammo della…pizza…” vidi la consapevolezza farsi spazio dentro di lui
dalla sua espressione “…e la mangiammo davanti al camino acceso”
“Giusto!!” dissi entusiasta “ed ecco il perché di tutto questo, quella sera fu
molto importante per noi, io non feci che scusarmi perché non ero riuscito neanche a
portarti a cena fuori e mi sentivo un fallito, ma tu mi dicesti…”
“Che non importava dove eravamo, l’importante era stare insieme e dissi di
amarti” ricordò Kurt mentre dal suo sguardo capii che era affondato nei ricordi.
“Vero!! Quella sera ci dicemmo per la prima volta ti amo e ti feci una promessa
ossia che…”
“…Che un giorno mi avresti dato quello che meritavo, non importava come, ma ci
saresti riuscito a tutti i costi e mi ricordo anche che quella sera facemmo per
la prima volta l’amore ” concluse Kurt ed io sorrisi.
“Fu epica quella notte, ci amammo come mai avevamo fatto , quindi ecco il
perché di tutto questo” con la testa indicai il camino “eccoci qui sei anni
dopo, sposati, nel nostro bellissimo, lussuoso ed enorme appartamento, con i
nostri sogni che si stanno realizzando. Solo una cosa non è cambiata, il
profondo amore che provo per te: ti amo immensamente come ti ho amato quella
sera e ti amerò follemente per il resto della mia vita Kurt Hummel-Hudson” gli
occhi di mio marito si arrossarono nuovamente e delle lacrime di commozione cominciarono
a rigargli il viso. Si buttò tra le mie braccia baciandomi con infinita
dolcezza.
“Finn Hudson, sei l’uomo della mia vita, la mia anima gemella e ti amerò finché
il cuore nel mio petto batterà, perché l’unico motivo perché lo fa ancora sei
tu, sono tuo e lo sarò per sempre” mi emozionai a mia volta e lo strinsi forte,
si potevano quasi sentire i battiti accelerati dei nostri cuori che si
fondevano in un tutt’uno. Mi staccai da lui asciugandogli il viso con il
pollice e sorrisi leccando via una sua lacrima rimasta sul mio labbro
“Ora non ti sembra tanto male vero? Però se vuoi sono riuscito a rimediare un
tavolo all’esclusivissimo “The Four Season ”decidi tu a me starà bene” dissi
annuendo incoraggiante
“The Four season?!?!” Ripeté sorpreso “ma in quel ristorante servono tre mesi
di attesa per poterci cenare”
“Beh, tuo marito è riuscito a prenotare questo pomeriggio, grazie alle sue
conoscenze ” risi “il proprietario è un grandissimo fan della mia squadra e mi
ha fatto un favore ” lui sorrise e senza aggiungere altro andò a sedersi per
terra davanti al camino
“Preferisco
rimanere qui, infondo basta stare insieme no? E poi questo è molto meglio ” gli
sorrisi raggiante andandomi poi a sedere davanti a lui versandogli un bicchiere
di vino. Cenammo parlando e ridendo del più e del meno finché non arrivò il
momento del dolce, mi alzai per andare a prendere la torta e quando tornai lo
trovai immerso nei suoi pensieri mentre fissava a vuoto la fiamma di una
candela
“Un
penny per i tuoi pensieri” esclamai sedendomi “a cosa pensi?” lui sospiro
“Mi ero immerso nei ricordi, pensavo a noi….”
“Vuoi dire a come ci ho messo tanto ad accorgermi che eri tu quello che
volevo?” domandai interrompendolo.
“Anche quello, quel giorno che mi baciasti all’improvviso, ero letteralmente
scioccato, non sapevo cosa fare!”
“Non so perché lo feci, ma mi aspettavo che mi prendessi a schiaffi subito dopo
ed invece quando mi staccai…”
“…Io ti baciai di nuovo e continuammo per non so per quanto tempo”
“Direi molto” annuii “anche perché non facemmo altro che pomiciare nel nostro
primo anno insieme ” risi
“Certo!!
io volevo andarci piano, ma apprezzai il fatto che non mi facesti mai pressione
per farlo”
“Non lo avrei mai fatto. Anche se ti desideravo tantissimo, volevo che la
nostra prima volta fosse speciale e così è stato” presi una sorsata di vino
mentre Kurt finiva il suo pezzo di torta
“Ricordi quando abbiamo deciso di dirlo a Rachel e Blaine?” risi al ricordo
“avevamo deciso di dirlo ad entrambi nello stesso momento”
“Come potrei dimenticarlo, prima pensavano che li stessimo prendendo in giro,
poi invece capirono e soffrirono parecchio per questa storia, ma non rimpiango
nulla, ti amavo e non potevo fingere di star ancora con Blaine… ”
“Come
io non potevo con Rachel, ma alla fine lo hanno accettato, anche se non ci
rivolsero parola per un po’ e fortunatamente mancava un mese alla fine
dell’ultimo anno !”
“Fortuna?”
ribattè Kurt, spalancando gli occhi “ti ricordo che qualche mese dopo io e
Rachel siamo partiti insieme e dividevamo l’appartamento a New York, dato che
avevamo già firmato un contratto per 4 anni e il primo periodo fu davvero
pesante, ma poi ritornammo amici!”
“Vero,
e mentre tu eri qui io ero al college con Sam, poverino lo tartassavo in
continuazione sul fatto che mi mancassi”
“E finito il college mi raggiungesti qui nella grande mela, rifiutando il posto
in una squadra di serie A solo perché era la squadra di Los Angeles e ti
accontentasti di una squadra della serie B solo per starmi vicino”
“Lo rifarei milioni di volte, certo non nego che all’inizio non è stato affatto
facile, non avevamo molti soldi”
“Quasi
per niente!! Ma risparmiammo lo stesso e ci sposammo, ed alla fine arrivò
l’offerta dei New York Giants”
“L’accettai
al volo, era una squadra della serie A ed in più proprio di questa citta, non
potevo chiedere di meglio, comprammo questa casa con il primo stipendio e poi
tu diventasti una stella di Broadway grazie al tuo spettacolo “Kurt’s turn”… ”
“Non
ci sarei mai riuscito se non fosse stato per te. Quando realizzasti il tuo
sogno di giocare in serie A, facesti di tutto affinché anche il mio si
realizzasse, mi spronasti e credesti in me, come nessun’altro aveva mai fatto”
“E
tu non mi hai deluso, ci sei riuscito, e da solo, hai scritto tu la
sceneggiatura e tutto il resto, ed ora guarda, sta andando alla grande” dissi
sorridendo a trentadue denti mentre lui annuiva sorridendo
“Finalmente lasciai gli spettacoli dove mi facevano fare solo la comparsa e mi
concentrai esclusivamente sul mio di spettacolo, mettendoci tutto me stesso”
“Allora
direi di brindare a questo” presi la bottiglia e stappandola versai lo
champagne in due flûte passandolo uno a lui “brindiamo alla felicità di due
anime gemelle che contro tutto e tutti ce l’hanno fatta”
“Non potevi dire parole migliori” brindammo e riprendemmo a chiacchierare
ancora un po’ del nostro passato quando mi ricordai della cosa che avevo
comprato a Kurt per regalo. Mi voltai e da sotto un cuscino estrassi un
pacchetto rettangolare, la forma ricordava un libro con neanche tante pagine,
lo passai a mio marito con un sorriso e lui mi guardò accigliato.
“Non avevamo detto niente regali?” disse contrariato
“Non
è un vero è proprio regalo di anniversario” gli risposi
“Allora cos’è?” chiese confuso, tendendo il pacchetto tra le mani
“Aprilo
e lo scoprirai” dissi con ovvietà. Così cominciò a stappare la carta e scoprì
una scatolina, quando tolse il coperchio esamino il suo contenuto e vidi la sua
bocca spalancarsi per lo stupore.
“Ma… ma… questo…” balbettò.
“E’
un viaggio in Italia” finii la sua frase con un sorriso da orecchio ad orecchio
“quando ci siamo sposati, abbiamo consumato tutti i nostri risparmi per il
matrimonio e non abbiamo potuto fare la nostra luna di miele, ma ora di soldi
ne abbiamo e parecchi, quindi finita la stagione di football e nella pausa del
tuo spettacolo ce ne andremmo per ben 3 settimane in Italia, so che ci sei sempre
voluto andare ed eccolo: un viaggio in piena regola con tanto di visite
guidate, suite ed alberghi di lusso. E ci sarà anche tutto il tempo che vuoi
per il tuo shopping sfrenato mentre io mi rilasserò in una sauna o quello che
sarà” sorrisi vedendo la sua mascella ormai completamente spalancata “te lo
avevo promesso che ti avrei dato tutto quello che meriti… allora? Ti piace?”
sapevo già la sua risposta ma mi stavo divertendo troppo ad osservare le sue
espressioni.
Lo
vidi mentre cercava di parlare o urlare per la sorpresa, ma dalla sua bocca non
usciva alcun suono, oppure erano talmente acuti ,che, e a meno che non fossi
stato un pipistrello non avrei mai potuto sentire quegli ultrasuoni. Un secondo
più tardi mi saltò addosso facendomi atterrare poco delicatamente con la
schiena sul pavimento mentre mi baciava tra un urletto e l’altro.
“Grazie,
grazie, grazie!!!!”
“Di nulla piccolo, ci divertiremo non poco in Italia”
“Non vedo l’ora, ma ora tornando ai regali… devo ancora darti il mio” mi morse
il labbro inferiore ammiccando
“Uhm
giusto il tuo regalo… andiamo di sopra?” Kurt annuii ed una volta in piedi lo
presi in braccio dandogli un dolce bacio sulle labbra “buon anniversario amore
mio” dissi guardandolo negli occhi e lui si riavvinghiò ancora alle mie labbra
“Buon
anniversario, anima gemella” disse con dolcezza.
Mi
diressi verso le scale iniziando a salire mentre Kurt aveva preso già a
baciarmi il collo. Arrivati in camera, mi chiusi la porta alle spalle con un
colpo del piede e appoggiando il mio uomo sul letto, fui pronto ad adempiere ai
mie doveri di marito e amante.
FINE.
๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑๑
Nda.
Bene, se siete arrivati a leggere questo vuol dire che la prima parte
vi ha intrigato e volevate sapere come finiva, oppure semplicemente
volevate vedere fino a che punto potessi arrivare a far schifo. Vabbeh
qualunque sia la vostra ragione grazie per essere arrivati fino alla
fine, spero veramente che la storia vi sia piaciuta e non vi abbia solo
fatto perdere del tempo prezioso.
Detto questo, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensaste, nel bene o
nel male quindi ringrazio anticipatamente tutti coloro che lo faranno.
ù_ù
Ringrazio come al solito la mia beta Greta, non che mia ragazza
ù_ù, per aver sistemato come meglio poteva questa storia
alla quale, nonostante tutti i difetti che può avere, sono
affezionato e mi riporta indietro nel tempo quando il furt era la mia
ossessione.
Ora vi lascio sperando in qualche recensione, ci vediamo per un altra storia, un abbraccio forte a tutti.
con affetto Rob <3
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