Il
vento mi fischiava
nelle orecchie tirandomi indietro i capelli; mi diedi
un’occhiata intorno: se
avessimo sorpassato la barca davanti a noi avremmo vinto.
-Tieniti
la barca
dritta!- gridai alla bionda seduta davanti a me passandole il timone.
-Cosa?
San se non viriamo
tocchiamo la barca!-
-Fidati
di me Quinn!-
senza aspettare la sua risposta mi legai e uscii al trapezio.
Mi
spinsi più infuori
possibile facendo prendere velocità alla barca.
-Santana
dobbiamo
virare!-
-Aspetta
quando te lo
dico!-
-Così
li tocchiamo!-
-Quando te lo dico Quinn!-
le ripetei.
-Ancora
un attimo…-
mormorai tra me e me sperando che i miei calcoli fossero esatti
–ADESSO!- urlai
quando ormai eravamo a un soffio dalla prua degli avversari.
Quinn
virò spostandosi
velocemente dalla mia parte.
La
barca passò per prima il
traguardo, sentii
il suono della sirena
che annunciava la fine della gara, avevamo vinto.
Lanciai
un grido di
esultanza alzando un braccio al cielo.
Mi
sganciai dal cavo del
trapezio e mi tuffai in acqua con una mezza capriola
all’indietro.
Quando
riemersi mi
riavvicinai alla barca e a Quinn che si era sporta verso il mio viso
sorridendo.
-Ce
l’abbiamo fatta San!-
esclamò.
-Ce
l’abbiamo fatta!-
esclamai a mia volta facendo forza con le braccia per issarmi sulla
barca
quanto bastava per trovarmi all’altezza del viso di Quinn.
Lei
sorrise un ultima
volta prima di baciarmi dolcemente.
-Sorridete-
il fotografò
scattò l’ennesima fotografia di me e Quinn con le
medaglie d’oro in bella vista
sul petto.
-Congratulazioni-
disse
poi riponendo la macchina nella custodia –Un’ottima
gara-
-Tutto
merito della mia
ragazza- ridacchiò Quinn stringendosi a me
–E’ lei la vera campionessa-
Risi
a mia volta –Lo sai
cosa dicono dei campioni?- chiesi
-Cosa?-
-Dicono
che dietro ogni
grande campione, o campionessa nel mio caso, ci sia una donna
fantastica che li
rende tali-
Sorrisi
quando lei si
avvicinò al mio volto per baciarmi di nuovo –Ti
amo- mi sussurrò poi.
-Ti
amo anche io Lucy-
Mi
diede una spinta
leggera quando pronunciai il suo vecchio nome per poi trascinarmi sul
molo.
Appoggiò
la testa sulla
mia spalla mentre un colpo di cannone annunciava, come
d’usanza, l’orario del
tramonto.
Rimanemmo
qualche istante
in silenzio fissando le barche che si allontanavano dal porto.
-Dove
credi che vadano?-
mi domandò allora
-Ovunque…
- mormorai –Un
giorno partiremo anche noi- affermai poi.
-Davvero?-
-Certo-
sorrisi girandomi
a guardarla –Ma solo dopo che ci saremmo sposate-
-Simpatica-
borbottò lei
ironica
-Guarda
che dico sul
serio Q, voglio sposarti- replicai seria
-Abbiamo
17 anni San- ribatté
divertita.
-Aspetteremo
di averne 18
allora- dissi fissandola negli occhi –Sposami-
Mi
scrutò per un attimo
cercando di capire se stessi scherzando –Fai sul serio?-
-Faccio
sul serio-
Sorrise
di nuovo, con
quel sorriso che avrebbe potuto farmi dimenticare all’istante
ogni problema.
Il
mio cuore sembrò
scoppiare quando disse –Si-
Gridò
divertita quando la
afferrai per la vita facendola girare.
-Santana!
Mettimi giù!-
Quando
la riappoggiai a
terra mi sorrise dolcemente –Ti amo-
-Questo
l’hai già detto-
risi
-Ci
sposeremo davvero
-davvero?- chiese titubante facendomi ridere ancora di più
-Davvero-davvero
,
staremo assieme “finché morte non ci
separi”- dissi in tono solenne.
Mi
diede un’altra spinta
–Non ce la fai proprio a essere seria per più di
cinque minuti vero?- sbuffò
senza però smettere di sorridere.
La
baciai dolcemente –Te
lo prometto Quinn- dissi poi –Ti prometto che staremo assieme
per sempre,
qualsiasi cosa succeda-
-Andiamo
San, dobbiamo
andare a quella festa!-
-Perché?
Non ti diverti
qui con me?- domandai afferrandole i fianchi per avvicinarla a me.
-Perché
abbiamo finito il
liceo e questa festa è l’ultima occasione per
stare tutti assieme - disse
tirandomi un braccio per farmi alzare - Senza contare che dobbiamo
festeggiare
per la tua borsa di studio- aggiunse orgogliosa.
-E’
solo una borsa di
studio per la vela Quinn- borbottai
-E’
solo una festa San-
ribatté lei –Non moriremo se ci andiamo- mi
guardò supplichevole.
-E
va bene- mi arresi –Prendo
le chiavi-
-Faremo
tardi per colpa
tua- borbottò Quinn qualche minuto dopo fissando
l’orologio
-Perché
deve sempre
essere colpa mia?-
-Sei
tu che sta andando a
30 all’ora-
-Sto
andando a 60 Quinn, rispetto
i limiti di velocità -
Mi
fece una linguaccia –Rallenta
guidatrice provetta, quello davanti a noi si è fermato-
-L’ho
visto Bionda, al
contrario di te io guardo davanti a me quando guido- ribattei
rallentando.
Sentii
un rumore di
freni, vidi nello specchietto retrovisore la macchina dietro di noi
cercare di
fermarsi in tempo, non riuscirci e tamponare il fianco della mia
macchia
mandandoci fuori dalla nostra corsia.
-Santana!-
esclamò Quinn
terrorizzata
Non
ebbi nemmeno il tempo
di rispondere, l’ultimo ricordo che ebbi furono le due luci
abbaglianti del
camion che travolse in pieno la nostra
macchina.
-Santana…- mormorò Quinn
flebilmente.
La
strinsi di più a me
cercando di ignorare il dolore delle ferite –Andrà
tutto bene Q, andrà tutto
bene-
Non
andava per niente
bene, la nostra macchina era capovolta sulla strada, il sangue e i
vetri rotti
si mischiavano tra loro mentre l’eco di una sirena mi
arrivava sempre più
debole.
-Santana…
mi fa male- la
voce di Quinn era sempre più debole.
-Andrà
tutto bene-
mormorai ancora, come una cantilena.
-Ti
amo- sussurrò Quinn,
ma forse me lo ero solo immaginata.
I
miei occhi si chiusero
mentre il buio mi avvolgeva e qualcuno fuori dalla macchina gridava un
“Tiratele fuori da li!”
-E’
andata Shuester,
sprechi tempo con lei è una causa persa-
-Non
esistono cause
perse!-
Cercai
di aprire gli occhi
ma le mie palpebre sembravano macigni.
Intravidi
l’immagine
sfocata di un uomo riccio con la divisa da paramedico prima di
ripiombare nel
nulla.
-Libera!-
Una
scossa.
-Libera!-
Un’altra.
-Libera!
Puoi farcela
dannazione, puoi farcela!-
L’ultima
scossa sembrò
allontanare la nebbia che mi offuscava il cervello, di colpo spalancai
gli
occhi trovandomi a fissare il soffitto di un’ambulanza.
-Ben
tornata tra noi-
mormorò lo stesso riccio di prima con un sorriso triste ed
esausto sul volto.
-Quinn…-
biascicai
cercando di articolare le parole.
Poi
lo vidi. Un corpo
steso su una barella accanto alla mia, coperto da un telo.
Un
braccio era caduto
fuori e pendeva immobile nel vuoto.
-Quinn!-
cercai di
alzarmi ma riuscii solo a stingerle la mano.
Era
fredda.
-QUINN!-
aspettavo che
rispondesse alla mia stretta ma sapevo già che non lo
avrebbe fatto.
Mai
più.
-QUINN!
QUINN!- delle
mani cercarono di rimettermi sdraiata –NO! LASCIATEMI!
QUINN!-
Sentii
qualcosa, un ago
probabilmente, pungermi il braccio.
-Ora
calmati Santana-
mormorò una voce facendosi sempre più lontana.
-NO!
QUINN! TI PREGO
QUINN!- le lacrime mi pizzicarono gli occhi, le mie palpebre
diventarono di
nuovo pesanti.
-Quinn-
mormorai di nuovo
prima di cadere in un nuovo oblio.
“Chiamate
il 911 per
incidente sulla statale” sentii dire “Un ferito e
un morto”
-…Accetta
le nostre
preghiere a suffragio dell’anima della tua serva che ci ha
lasciati, e
concedile di entrare nel tuo paradiso di luce e gioia in compagnia dei
tuoi
Santi-
Sentivo
a malapena le
parole del pastore, guardavo fissa davanti a me incapace di abbassare
lo
sguardo sulla bara li
vicina.
-Oh
padre misericordioso
che hai voluto richiamare a te l’anima di questa tua serva
concedi a noi, che
stiamo ancora compiendo il nostro pellegrinaggio, di camminare sempre
fermi
nella tua gloria sempiterna…-
Sbattei
gli occhi un paio
di volte, era impossibile che avessi
visto per davvero quello che pensavo.
Ma
eccolo di nuovo; era
stato un attimo ma ero certa di averlo visto.
L’orlo
del vestito color
crema che Quinn indossava quella sera sparire dietro una lapide.
-Amen-
concluse il pastore,
nemmeno lo sentii.
Avevo
appena visto una
chioma bionda sparire dentro al bosco.
“E’ impossibile che sia lei
Santana” provò a convincermi la mia
parte razionale “Quinn è
morta! Guarda: la
sua bara è a pochi centimetri da te”
-Santana?-
mi richiamò il
pastore costringendomi a riportare l’attenzione su di lui
–Se vuoi deporre il
fiore dovresti farlo ora-
Guardai
la rosa che avevo
in mano come se ce l’avesse messa li qualcun altro qualche
istante prima.
In
lontananza il colpo di
cannone che segnava il tramonto giunse fino a me facendomi sussultare.
-No…-
mormorai –Non
posso-
“Non posso dirle addio, non
posso”
-…Devo
andare via-
mormorai più a me stessa che a un possibile interlocutore.
E
poi corsi, verso il
bosco, lontano da quella bara, ignorando gli sguardi straniti delle
persone
riunite al funerale.
Corsi
verso dove avevo
visto sparire quella chioma bionda.
Corsi
fino a non sapere
più dove ero.
Corsi
fino a inciampare.
Caddi
a terra, rotolai
nella polvere stringendomi la testa fra le mani mentre le immagini
dell’incidente riaffioravano nella mia mente.
La
rosa mi scivolò via
dalla mano rotolando qualche metro più in la.
Non
mi rialzai a
riprenderla ma rimasi stesa a piangere nella terra, il dolore era
semplicemente
troppo.
-Ti
stavo aspettando-
disse all’improvviso una voce.
Una
voce che conoscevo
fin troppo bene, una voce che fino a pochi istanti fa credevo
impossibile
sentire di nuovo.
Mi
sollevai in ginocchio
alzando lo sguardo incredula.
E
lei era li.
-Quinn…-
sussurrai
incapace di credere a quel miracolo.
Lei
sorrise raccogliendo
la rosa da terra e avvicinandosi a me.
Quando
mi lasciò una
carezza sul viso, quando sentii la
sua mano, mi convinsi che non stavo sognando.
Un
sorriso incredulo si
fece timidamente spazio sul mio volto –Sei qui…-
-Non
avevi promesso che
saremo state insieme per sempre , qualsiasi cosa fosse successa?-
replicò lei
senza perdere il sorriso.
-E’
vero…- mormorai –L’ho
promesso- un’ultima lacrima si fece strada sul mio viso.
-Non
potrò stare qui per
molto- si rammaricò lei –Ma domani
tornerò se tu vuoi-
-Si!-
gridai quasi
–Vediamoci qui- aggiunsi poi più calma
–Ogni giorno, al tramonto, al colpo di
cannone-
-Promesso?-
domandò
-Promesso-
affermai
riuscendo finalmente a sorridere.
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Ok, so che è un inizio un
po’ confuso (e un po’ deprimente) spero vi piaccia
lo stesso.
Questa
storia è un po’ un
esperimento, volevo provare a scrivere qualcosa di più
“serio” (spero che serio
non diventi noioso)
Fatemi sapere che ne
pensate, anche se vi fa schifo liberissimi di dirlo : )
ps:la storia
è ispirata (molto ispirata) al film "Segui il tuo cuore" ma
cercherò di rendere la trama un po' diversa.
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