La ragazza con il vestito a fiori

di Vik21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'angelo ***
Capitolo 2: *** Audrey ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** Casa libera ***
Capitolo 5: *** Nuove sensazioni ***
Capitolo 6: *** La festa ***
Capitolo 7: *** Il sole debole ***
Capitolo 8: *** Benvenuta sulla terra meraviglia della natura ***



Capitolo 1
*** L'angelo ***


Non le era mai piaciuto andare in quella casa di campagna fredda, non accogliente e silenziosa. Le faceva paura di notte camminare in quelle stradine deserte, senza rumori e senza luci. Andava lì durante le feste, non aveva amiche e suo fratello era più grande, quasi odiava condividere del tempo con la sorella, dunque si ritrovava sempre sola. All'età di sedici anni però, l'amore le riempì le giornate, facendo si che non si sentisse più sola. Proprio quel paese sconosciuto al mondo, quel paese lontano dai rumori della città, quel paese che non le era mai piaciuto, le regalò il dono più prezioso della sua intera vita. Quel giorno il tempo era grigio e freddo, era l'inizio di aprile. Odette, così si chiamava la giovane ragazza, era in una distesa d'erba a qualche passo da casa, seduta a guardare il tramonto, come faceva ogni giorno. Quella sera però, il sole era coperto dalle nuvole,  si intravedeva solo la luce arancione, rosa e un po' rossa. Le piaceva tantissimo guardare il sole sparire tra le montagne. Era assorta nei suoi pensieri quando un suono la ridestò facendola sobbalzare, si girò e vide un angelo.

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Capitolo 2
*** Audrey ***


Una ragazza. A colpirla furono i suoi occhi azzurri come il cielo, poi il viso dolce, la pelle bianca come il latte, le labbra sottili e i capelli in cui le venne il desiderio di affondare una mano. Le sembrò una dea. La ragazza le disse un semplice "ciao" sorridendo dolcemente. Odette le rispose la medesima cosa, imbarazzata e ancora scossa dalla sua bellezza. «È qualche giorno che ti vedo, io abito nella casa qui dietro» disse indicandole la villa celeste alle sue spalle. «Ah è proprietà privata? Scusami, vado via subito!» la ragazza si alzò amareggiata passandosi le mani sui pantaloni spostando alcuni pezzettini d'erba. «No, no ..figurati. Puoi stare, non c'è problema.» disse sorridendole affettuosa. «Non disturbo?» «Assolutamente no, anzi se vuoi ti porto in un posto ancor piu bello!» fece un altro sorriso e Odette sentì il cuore battere più velocemente. «Sei gentile, ma davvero non voglio disturbarti.» «Basta dire che disturbi, anzi ..qua non c'è mai nessuno, sono felice di stare con qualcuno, in più io adoro quel posto, accompagnarti mi farebbe solo piacere.» «Se è così allora accetto» le sorrise grata, poi si abbassò per raccogliere il suo libro, rialzandosi allungò la mano verso quello splendido angelo e titubante disse «Ah.. Piacere, Odette». La ragazza le afferrò prontamente la mano e la Odette al contatto sentì un brivido attraversarle la schiena, poi inclinando leggermente la testa rispose «Audrey, tanto piacere». Si girò, iniziando a camminare lentamente verso un bosco, così Odette le andò dietro stando a un metro da lei. 

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Capitolo 3
*** L'incontro ***


Faceva freddo e il vento non smetteva di far muovere le foglie creando una musica che fece rilassare Odette. Audrey la portò in cima alla collina, non scambiarono né una parola né uno sguardo, Odette poteva essersene anche andata e l'angelo non l'avrebbe saputo. La ragazza non le aveva mai staccato gli occhi di dosso, notando i suoi lunghi capelli castano scuro sbattere sulle spalle a ogni passo creando un'onda. Superato il bosco c'era un'altra enorme distesa d'erba che si affacciava su una valle, si intravedeva qualche piccolo paese qua e la ragazza se ne innamorò all'istante. Aveva gli occhi spalancati e qualche secondo dopo Audrey si girò scoppiando a ridere vedendola così stupita. Odette al suono della sua risata sentì le gambe cederle e la testa le girò per qualche attimo, era qualcosa di divino. «È la cosa più bella che io abbia mai visto» esclamò a bocca aperta fissando la valle, ma dentro la sua testa la frase era leggermente diversa, diceva “È la cosa più bella che io abbia mai visto, dopo di te”. Non sapeva perché era così attratta da lei, ma in quel momento non le importava, e la ringraziò di averla portata in quel paradiso. L'angelo le sorrise. Si sedettero e ammirarono il cielo scurirsi, era tardi e i suoi genitori sicuramente si chiedevano dove fosse iniziando a preoccuparsi, ma non ci pensava. Finalmente quel posto da lei odiato, divenne il suo paradiso, sapeva che quando sarebbe andata c'era quel posto che poteva farle pensare solo a cose belle, che le avrebbe fatto dimenticare i problemi e che le avrebbe fatto pensare inevitabilmente a Audrey. Restarono lì, in silenzio, con le gambe incrociate e lo sguardo perso nel vuoto. Odette disse improvvisamente abbracciandosi le gambe che stava morendo dal freddo. La ragazza accanto a lei non ci pensò due volte e alzandosi, si mise dietro la di lei abbracciandola forte e le appoggiò le mani sulla pancia. Spinse le gambe verso il suo corpo, per cercare di scaldarla e appoggiò il viso sulla sua spalla beandosi del suo profumo. Odette non disse niente e rilassò tutti i muscoli, godendosi l'amore che le stava donando l'angelo. Sentiva i suoi capelli e il suo respiro solleticarle il collo, facendola rabbrividire. Passarono i minuti come secondi e, nonostante tutt'e due desiderassero stare così in eterno, dovettero staccarsi, sciogliendo quella indescrivibile magia. Tornarono alla villa di Audrey e impacciate si salutarono, poi la ragazza tornò a casa sua, ma prima che potesse farlo, l'angelo la chiamò. Odette si girò, come se a chiamarla fosse stato Dio, impaziente di sapere cosa volesse. «Domani mattina all'alba sarò lì, se vuoi puoi venire a farmi compagnia, non sei certo obbligata..» senza attendere risposta si girò aprendo la porta di casa e scomparendo nell'oscurità. Odette corse a casa un po' turbata e entrò in casa aspettandosi una bella sgridata dai suoi genitori. Sua mamma si parò davanti a lei con occhi cupi, «Dov'eri Odette?». «A fare una passeggiata qua davanti, scusa tanto, stavo pensando e proprio non mi sono accorta dell'orario. Prometto che non succederà piu!» «Va bene tesoro, dai, fortunatamente papà non c'è. Vieni a mangiare.» «Non ho fame mamma ..scusa. Vado a dormire.» Annuì lasciandole un bacio sulla fronte e la ragazza salì le scale lentamente per poi buttarsi nel letto. Appoggiò la testa sul cuscino alzando il libro che aveva in mano, e solo in quel momento si rese conto del titolo “l'incontro”.

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Capitolo 4
*** Casa libera ***


Si addormentò con il libro sul petto dimenticandosi di mettere la sveglia per la mattina seguente. La sognò, in tutta la sua semplicità e dolcezza, sognò solo di tenerle la mano in quella distesa d'erba. Si svegliò leggermente sudata nonostante il freddo, tirò fuori un braccio dalle coperte tastando il comodino alla ricerca dell'orologio, trovato, spinse il bottone sopra e si accese una lucina. Erano le 4:42, avrebbe fatto in tempo ad andare. Si sciacquò il viso e si infilò le prime cose che le capitarono tra le mani, senza preoccuparsi di come fosse e sgattaiolò fuori casa. Erano appena passate le cinque, il cielo al contrario del giorno prima, era limpido, ma ancora scuro. Si incamminò infreddolita verso la casa dell'angelo, ci passò davanti e sempre a testa bassa fece tutto il percorso per poi arrivare nel "paradiso". Non c'era ancora Audrey, così si sedette, ammirando la luce del sole che illuminava appena il cielo, spuntando da dietro le montagne. Aveva paura che non sarebbe venuta, voleva andare via, ma restò cercando di non pensarci. Tirò fuori il telefono e dopo essersi messa le cuffie, spinse il tasto play. Non fece neanche in tempo a capire che canzone fosse, che sentì una mano appoggiarsi sulla spalla. Si girò.. E vide sua madre. «Cosa ci fai qui mamma?» le chiese stupita alzandosi. «Ti ho seguita. Perché sei uscita di casa a quest'ora?» le chiese col viso preoccupato. «Volevo vedere l'alba.» «Se proprio desideravi vederla non potevi dirmelo? Ti avrei accompagnata, ma è rischioso uscire sola di notte.» «Hai ragione mamma, ma non credevo saresti venuta» cercò di mentirle, ma odiava farlo. «Certo che sarei venuta!» le sorrise abbracciandola. Odette appoggiò la testa sulla spalla della madre e notò che dietro un albero c'era Audrey. Le dispiaceva tantissimo non poter essere seduta accanto a lei a guardare il sole salire in cielo, così tanto che disse a sua madre di tornare a casa. Audrey riuscì a nascondersi e quando le due la superarono, Odette si girò verso di lei facendole capire con un solo sguardo quanto le dispiacesse, l'angelo le sorrise e la ragazza sentì un vuoto allo stomaco. Arrivata a casa si mise nel letto, in testa aveva solo lei, doveva trovare un modo per vederla ancora. D'un tratto le venne in mente che qualche anno prima aveva comprato un diario e aveva promesso a se stessa che quando avrebbe sentito di essersi innamorata davvero, avrebbe scritto tutto in quelle pagine. Conosceva da poche ore Audrey, ma nel profondo del suo cuore sapeva che le avrebbe cambiato la vita. Stette ore a scrivere e quando sentì dei passi nel corridoio chiuse velocemente il diario e lo mise sotto il cuscino appena in tempo che sua madre bussò alla porta e dopo il suo consenso, entrò. «Tesoro vieni a fare colazione?» le chiese amorevole. «Si, ho una fame!» sorrise e saltò giù dal letto, solo in quel momento si rese conto che era mattina inoltrata. «Lo credo, ieri sei andata a letto senza cenare», la madre le passò una mano nei corti capelli biondi scompigliandoli. Mano nella mano scesero le scale ed entrate in cucina salutarono il resto della famiglia. Il padre rispose con tono rigido un secco “Buongiorno”, il fratello invece, diede una breve occhiata alle donne, per poi ritornare con lo sguardo dentro la tazza di latte colma di cereali.t Odette si sedette alla destra del fratello, Josh, la madre invece alla destra di George, il capofamiglia. «Caroline mi passeresti lo zucchero?» disse l'uomo intento però a leggere il giornale. La donna glielo lasciò accanto al piatto esclamando un flebile “Ecco caro”. «Josh, Odette devo dirvi una cosa» improvvisamente il padre interruppe il silenzio piegando il giornale, per poi appoggiarlo in una parte libera del tavolo. I ragazzi puntarono lo sguardo sull'uomo, «Io e vostra madre dobbiamo andare un paio di giorni a New York per lavoro, siccome ormai hai diciott'anni» una breve occhiata al figlio, «Avevamo deciso di lasciarvi soli». Josh sorrise alzando un sopracciglio e a Odette si accese qualcosa dentro, i ragazzi promisero di fare i bravi e dopo qualche raccomandazione i genitori partirono, dicendo che avevano già preparato tutto. Quando chiusero la porta rimanendo soli si guardarono e il più grande disse «Stasera organizzo una festa, non provare a dirlo ai nostri genitori, altrimenti hai finito di vivere. Stattene in camera e cercati qualcuno con cui stare oppure invita una tua amica e stai alla festa, a me non importa» dava l'idea che proprio della sorella non gli interessasse, se ne andò, tirando fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni.

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Capitolo 5
*** Nuove sensazioni ***


Uscì subito dopo anche Odette, voleva cercare di parlare con Audrey. Andò a casa sua: era silenziosa, come se fosse vuota, non era recintata così passò sotto ogni finestra, la cucina era vuota, il salotto anche, passò davanti a due camere, ma niente. Camminò ancora fino alla piscina, era una villa enorme e stupenda, con qualche albero alto, una stalla e l'orto. Nonostante il freddo c'era l'acqua nella piscina e avvicinandosi notò che c'era qualcuno dentro, così si girò e senza fare rumore tornò indietro. «Odette sei tu?» la sua voce le penetrò la pelle. Si girò lentamente, Audreyvsi teneva su con le braccia appoggiata al bordo della piscina, ancora immersa nell'acqua. «Volevo scusarmi per stamattina, ma non sapevo se suonare a casa o aspettare che uscissi ..poi ..scusami davvero!» «Non fa niente, ci saranno altre bellissime albe da vedere» le sorrise, «Vuoi farti un bagno?». «Oh no.. no grazie, poi non ho nemmeno il costume..» «Puoi buttarti con la maglietta, te ne posso dare una io dopo.»  «Grazie davvero, ma non mi va, magari un'altra volta» le sorrise per non sembrare scortese, ma si vergognava troppo. «Quando vuoi..» si spinse verso l'alto uscendo dall'acqua. Vittoria rimase immobile con la bocca schiusa. L'angelo era divino. Aveva la pelle bianca, perfetta e cosparsa di gocce d'acqua, i capelli bagnati attaccati al viso che con un gesto spostò indietro e il corpo bellissimo. Per la prima volta a Odette  il corpo di una ragazza la fece eccitare, la voleva toccare, le avrebbe voluto carezzare le cosce, salendo poi ai fianchi, alle braccia, al collo, al viso. Morderle le labbra, baciarle le guance pallide e sentire il suo profumo. Audrey si spostò verso il lettino e prese un accappatoio mettendoselo velocemente. «Vieni in casa, qua fuori fa davvero freddo.» La seguì turbata, voleva andarsene, ma non poteva perché doveva chiederle una cosa. Audrey aprì la porta di casa, salirono un piano ed entrarono in una stanza enorme. C'erano due pareti bianche e due blu, un letto matrimoniale, una scrivania quasi vuota, un armadio e per finire un'altra porta che conduceva al bagno. L'angelo aprì l'armadio e presi alcuni vestiti, si scusò e assentò per fare una doccia veloce. La ragazza incuriosita dalla stanza cominciò ad osservarla in ogni più piccolo particolare. Partì dalla scrivania aprendo alcuni libri, poi si spostò alla armadio e l'aprì curiosa, trovò pochi vestiti, forse perché date le corte vacanze pasquali non aveva bisogno di molta roba. Dopo mise una mano sulla maniglia del bagno, non voleva aprirla, ma la tenne lo stesso qualche secondo. Poi si sedette sul letto e lisciò le coperte accanto a lei, si abbassò e appoggiò il viso cuscino inspirando forte, cercando il suo odore. Passò una guancia sentendo il freddo del cuscino, quanto avrebbe voluto anche solo sfiorare una guancia dell'angelo. Restò seduta e dopo qualche secondo sentò la porta aprirsi. Si girò e vide l'angelo in tutta la sua bellezza, «Scusa se ti ho fatta aspettare» fece qualche passo e si sedette accanto alla ragazza. «Figurati.» Sorrise, «Allora ..sei sicura di essere venuta solo per scusarti?». «Veramente, no. I miei genitori stanno via due giorni e ho la casa libera, mio fratello stasera da una festa e volevo chiederti se ti andava di venire.» «Certo!» fece un grande sorriso. «Bene! Vengo io a prenderti qua verso le nove.» Odette si alzò per uscire, ma Audrey la fermò afferrandole il braccio. «Perché  non resti un po' qua?» «Dovrei andare, scusami. Mio fratello ha bisogno, sai è un ragazzo e non è capace di organizzare neanche una stupida festa.» «Va bene, lascia che ti accompagni alla porta..» Scesero la scala e quando furono alla porta, Audrey si allungò verso Odette lasciandole un lieve bacio sulla guancia, che fu capace di far sentire i fuochi d'artificio dentro il corpo di entrambe. «Stasera avremo modo, finalmente, di stare insieme e, spero, conoscerci meglio» Odette parlò velocemente, girando poi l'angolo, senza avere il tempo di sentire ciò che l'angelo aveva detto.

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Capitolo 6
*** La festa ***


Mancava qualche minuto alle nove, Odette era già vestita e seduta sugli scalini fuori casa, l'angelo invece era uscito da pochi minuti dalla doccia, l'ennesima della giornata, doveva solo scegliere cosa mettersi ed era pronta. Odette era agitata, come suo solito sbatteva il piede per terra a ritmo dell'agitazione e si mordeva le labbra. Si alzò camminando piano e si avviò verso la villa celeste, suonò un paio di volte e in qualche secondo la porta si aprì. L'angelo uscì sorridente. Odette voleva nascondersi, si sentiva in imbarazzo e troppo agitata, aveva paura che lo potesse notare. A testa bassa le disse di seguirla e in poco tempo arrivarono a casa, da fuori si poteva già sentire la musica. Entrarono e Odette le disse di seguirla, ma prima che potessero arrivare in salotto Josh le fermò. «Sarebbe lei la tua amica?» chiese squadrando l'angelo da capo a piedi. «Si, è lei. Audrey questo è Josh, mio fratello.» Si diedero la mano e Odette provò un senso di gelosia verso il fratello, così prese per mano la ragazza e la portò in camera sua, senza pensare a cosa avesse fatto. «Tutto bene?» le chiese l'angelo. «Si, senti ..ti dispiace se stiamo un po' qua?» Odette si sedette sul letto. «Certo che no, va bene» le sorrise sedendosi dall'altro lato. «Se vuoi  possiamo guardare un film..» «Certo, quale hai?» «Sono tutti sopra la televisione, metti quello che preferisci..» Si avvicinò allo scaffale, andò avanti e indietro parecchie volte finché non urlò di averlo trovato, e dopo averlo infilato nella televisione si buttò sul letto. «Che film hai scelto?» le chiese curiosa Odette «Sorpresa» disse facendo un sorriso enorme tutto per la ragazza al suo fianco. Il film iniziò, la ragazza si sorprese nel notare che l'angelo aveva scelto il suo film preferito. «Perché hai scelto proprio questo?» «Non mi piacciono i film horror..» Spalancò gli occhi, «Allora perché hai messo "profondo rosso" ?» chiese confusa. «La maggior parte sono horror quindi immagino siano i tuoi preferiti! ..» «Hai indovinato» sorrise, «Ma doveva piacere a te il film!». «Me lo farò piacere. Ora silenzio, voglio seguirlo..» si girò verso il televisore. Odette la guardò per qualche secondo incapace di girarsi, poi cercò di non pensarci fissando quel film che ormai conosceva a memoria. Passò qualche minuto e ogni volta che la ragazza si girava verso l'angelo notava che aveva qualcosa di strano, così decise di chiederle se andasse tutto bene. «C-credo» balbettò girandosi verso l'altra, «Solo che ..sto morendo di paura». Odette scoppiò a ridere, «Mi chiedo ancora perché tu l'abbia messo. Comunque lo sai che è solo fantasia..» «Si, lo so ..ma mi fa paura lo stesso» disse terrorizzata. Sorrise, «Vieni qua dai» appoggiò la mano accanto a lei e l'angelo si avvicinò appoggiando la testa sulla spalla della ragazza. Le mise una mano sulla pancia e Odette le accarezzò un guancia, «Stringimi forte ti prego» disse l'angelo. Una scena del film fece sobbalzare Audrey che si aggrappò alla ragazza intrappolando in una mano una parte della sua maglietta. Odette la strinse ancor di più e rimasero così. I minuti passavano e la ragazza si sentiva in paradiso, poter tenere l'angelo stretto tra le sue braccia, sentire il suo calore, averla tutta per se. Si addormentarono insieme, abbracciate, con il televisore che trasmetteva ancora quel film. Non erano stanche ma nonostante ciò, erano così rilassate, stavano così bene, che gli occhi gli si chiusero.

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Capitolo 7
*** Il sole debole ***


«Odette è l'una, alzati» la voce di suo fratello le penetrò come veleno nelle vene. Aprì gli occhi vedendo solo buio e riuscì a sussurrare «Mi alzo, mi alzo..». Solo allora si rese conto di avere un peso addosso, e che quel peso era proprio Audrey. Tremò vedendola addosso a lei, con la mano sulla sua pancia che emanava un calore immenso e la bocca così vicina al suo collo da sentire il suo respiro. Si mosse per cercare di svegliarla ma l'angelo si appoggiò bene al letto continuando la sua dormita, così Odette scese a preparare qualcosa per pranzo. «Chi è la ragazza?» chiese il fratello sputando dietro di lei. La ragazza si girò lentamente sussurrando «un'amica». «Non sapevo che le amiche dormissero così..» disse corrugando la fronte. «Perché come abbiamo dormito?» chiese confusa prendendo una pentola e aprendo l'acqua fino a riempirla. «Eravate avvinghiate come se vi foste addormentate baciandovi.» «Ma figurati..» sbuffò lei arrossendo, «La mangi un po' di pasta?» «No, no ..adesso vado da Carol.» Carol era la sua ragazza, era spudorata, volgare e antipatica, a Odette non piaceva per niente nonostante fosse abbastanza bella, aveva cercato di parlarne con il fratello ma lui in qualche modo cercava sempre di non dire niente, quindi la ragazza si rassegnò e li guardava un po' schifata ogni volta che li vedeva insieme. «Chi ha messo tutto in ordine?» gli chiese Odette riferendosi alla casa perfettamente pulita dopo la festa. «Ho chiamato Rosemary ed in un paio d'ore ha fatto tutto» la donna viveva in paese, non più giovane si limitava a pulire case di suoi amici. «Aud vado, torno stasera tardi, mi raccomando non bruciare la casa» disse ridendo. «Ciao..» Finalmente era libera di fare tutto ciò che voleva, preparò la tavola per due e poi andò in camera per svegliare l'angelo. Era sdraiata nella stessa posizione, Odette aprì le persiane senza fare rumore, la stanza fu investita da una luce debole. Il cielo grigio nascondeva il sole e il vento si scontrò con la ragazza facendola rabbrividire. Si sedette sul letto ammirando la bellezza dell'angelo, le spostò i capelli e le carezzò una guancia liscia. Era affascinata e stupita dalla perfezione del suo viso, avrebbe voluto riempirlo di baci e assaporare la pelle. Le passò una mano lungo il braccio iniziando a sussurrare «Sveglia..». Dopo qualche secondo l'angelo si mosse esclamando un flebile «Buongiorno».

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Capitolo 8
*** Benvenuta sulla terra meraviglia della natura ***


Quando l'angelo aprì gli occhi Odette sentì qualcosa alla bocca dello stomaco, fece finta di niente e disse «Benvenuta sulla terra meraviglia della natura». Audrey sorrise dicendo alla ragazza di sdraiarsi accanto a lei. Imbarazzata e felice lo fece ricevendo un tenero abbraccio. Dopo qualche secondo però, amareggiata, Odette le chiese se voleva restare a mangiare e disse che doveva andare in cucina per vedere che non si fosse bruciato niente. La ragazza accettò e disse che l'avrebbe raggiunta subito. Odette scese e si mise ai fornelli, pensando però a quell'essere divino che aveva appena abbracciato. Avrebbe voluto buttarsi, anche se sapeva che non avrebbe mai ricambiato, ma avrebbe dato qualsiasi cosa pur di sentire la morbidezza delle sue labbra per pochissimi secondi. I suoi pensieri si fermarono quando sentì due mani calde posarsi sui suoi fianchi, si girò e l'angelo era lì a pochi centimetri dal suo viso. La guardava negli occhi con i suoi profondi azzurri. Era difficile per Odette sostenere il suo sguardo, cedeva subito chiudendo gli occhi, per poi fissare un punto lontano. Invece in quel momento, con i loro corpi che si toccavano, i loro respiri che si univano, la ragazza guardò l'angelo senza staccare lo sguardo. Le fecero paura, le sembrava fossero infiniti; credette di essere pazza ma vedeva la sua dolcezza dentro, il suo essere semplice e pura, le sembrò anche di vedere un fuoco, come se fosse il segno di un dolore che aveva provato, ma le sembrò anche di vedere un pezzo ghiaccio, in segno della persona che lo avrebbe scolpito formando il proprio viso, quello che sarebbe rimasto li per sempre. Audrey strinse con una mano la maglietta della ragazza e scossa le chiese cosa avesse fatto. Non rispose, si limitò a invertire le posizioni, facendo sbattere dolcemente la ragazza contro il piano della cucina. La guardò estasiata e scorse ogni più piccolo particolare del suo viso avvicinandosi lentamente; iniziava a sentire l'odore della sua pelle, finché le loro labbra erano quasi attaccate, i loro nasi si toccarono appena, «Sei bellissima» le sussurrò Odette appoggiando le mani sui fianchi della ragazza. Le passò un dito dalla fronte alle labbra cercando di trattenere la voglia irrefrenabile di fare quel gesto tanto semplice quanto difficile. Sentiva il coperchio della pentola sbattere segno che l'acqua stava bollendo, ma poco le importava, avrebbe lasciato davvero prendere fuoco la casa, ma non avrebbe tolto lo sguardo da quel viso. L'angelo aveva gli occhi semichiusi e guardava Odette senza capire cosa volesse fare. Audrey rimase sorpresa sentendo i denti decisi della ragazza afferrarle il lobo dell'orecchio facendola rabbrividire. La ragazza tornò a guardare l'angelo, ora decisa a farlo; si avvicinò lentamente al suo viso e cercò con lo sguardo di farle capire cosa stava per fare. Le posò dolcemente una mano sulla guancia e unì le loro labbra. Audrey non si staccò, anzi sembrava piacerle, ma per sicurezza la ragazza si allontanò sussurrandole «scusa». L'angelo aveva le guance rosse e si spostò andando a sedersi al tavolo. Odette cercò di fingere come stava in realtà dentro e controllò la cottura della pasta, per poi scolarla, non era pentita di ciò che aveva fatto, anzi era felicissima; la ragazza seduta invece, fissava il piatto vuoto davanti a se pensando a cos'era appena successo. «Ecco qua!», disse Odette appoggiando la pentola sul tavolo. Dopo aver impiattato si sedette, versò dell'acqua a entrambe e si portò il bicchiere alle labbra, riappoggiandolo subito dopo senza bere e disse «Scusami tanto per prima, non so perché l'ho fatto...». Audrey la guardò e disse «Non ti preoccupare..» Continuarono a mangiare, una più imbarazzata dell'altra, Odette sarebbe voluta scappare e Audrey voleva tanto nascondersi sotto il tavolo. Appena finirono la padrona di casa chiese all'ospite se le avrebbe fatto piacere mangiare un gelato in mezzo al bosco, la ragazza dagli occhi di ghiaccio rispose sorridente di si. Andarono nell'unica gelateria del paese e presero lo stesso gelato scoprendo di avere ancora qualcosa in comune.

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