Risveglio Letale

di Rufy89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Verso una nuova avventura ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - L'isola avvolta da un alone di mistero ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Ad ognuno il suo! ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Chopper VS Tsubasa ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - Orgoglio spezzato ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI - La leggenda che spinge alla ricerca ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Verso una nuova avventura ***


Risveglio Letale

Capitolo I

Verso una nuova avventura

Era una tranquilla giornata di sole e i gabbiani volavano alti nel limpido cielo pomeridiano. Il clima era frizzante, aveva appena finito di nevicare e la brina si stava lentamente sciogliendo sul ponte dell'agile nave che,da poco ripulito e lucidato,rifletteva come uno specchio le tiepidi luci della sfera solare che si affacciava incerta tra le nuvole. La caravella di medie dimensioni sferzava quindi le onde marine, aprendosi una strada verso la prossima isola, seguendo la rotta del log pose. Dalla stiva dell'imbarcazione, la Battle Franky 37 , provenivano ora grida e schiamazzi festivi della famosa e sgangherata banda di pirati del capello di paglia, tutti individui con una certa tendenza alla vita tranquilla e dedita alla baldoria tipica degli avventurieri. Dalla porta che dalla stiva dava sul ponte principale uscì infuriata una giovane ragazza dai capelli rossi:
"Insomma! Maledetti lavativi! Non riuscirò mai a capacitarmi del vostro comportamento! Abbiamo da poco superato una terribile tempesta che ha quasi rischiato di affondarci. Dopo le vicende di Enies Lobby potremmo da un momento all'altro trovarci davanti un ufficiale governativo, e voi pensate soltanto a spassarvela!"
Alle proteste della ragazza rispose pronto il biondo cuoco della ciurma, Sanji:
"Nami cara,non fare cosi! Io ti sarò per sempre fedele! Ed ora non ti va per caso un drink dei pirati? -le si avvicinò infatuato e trasognante- E poi ha gia smesso di nevicare da un pezzo,perchè non ti togli quel pesante cappotto?"
"Oh,grazie mille -disse Nami, porgendo il cappotto al cuoco avvicinatosele con il famoso love hurrican- Ma ora basta! METTITI IL TUO STUPIDO DRINK DOVE SAI TU E FAI SMETTERE QUEST'INSENSATA MESSINSCENA!! Tra poco dovremmo raggiungere la prossima isola e voglio che tutti siano pronti per lo sbarco!"sbottò poi affibbiando a Sanji uno dei suoi micidiali destri.
In fondo Nami era una ragazza molto abile e determinata, difficilmente si affidava a qualcuno e se si era tanto affezionata alla sua ciurma e al capitano Monkey D. Rufy era perchè nutriva in tutti loro una sproporzionata fiducia e sapeva che, sebbene spesso potevano sembrare sciocchi o disinteressati, erano persone fedeli e pronte a battersi per difendere i loro sogni e i loro amici! Nami, in uno dei suoi momenti di rabbia repressa (Rufy e gli altri mettevano spesso a dura prova la sua fiducia), si avvicinò al nasuto cecchino della banda, Usop, che si era da poco allontanato dal resto del gruppo per esercitarsi con la sua fionda, e gli ordinò di recarsi in posizione di vedetta per avvistare eventuali pericoli o le isole più vicine. Usop, felice di rendersi utile alla causa comune, obbedì pronto a quella che era il reale capitano della ciurma,portandosi dietro il piccolo Chopper, renna antropomorfa e dottore di bordo:
"Su mio Chopper, ti racconterò di quella volta in cui il valoroso capitan Usop affrontò tutto solo un intero esercito di uomini-pesce, potendo contare solo sulle sue strenue capacità e sulla sua forza!!”
Al dottore si illuminarono gli occhi in uno strano scintillio: “ Incredibile!! E facesti davvero tutto da solo?”
Sanji, deluso per i continui rifiuti che la bella Nami perpetuava nei suoi confronti, decise di recarsi sottocoperta per offrire il suo drink alla bruna Robin, sua seconda dea e archeologa della ciurma, che in questo momento si trovava a ridere di cuore, nel suo modo pacato e riservato, con il resto della ciurma. Sanji capiva benissimo che Robin aveva avuto momenti difficili negli ultimi tempi, ma la faccenda di Enies Lobby non aveva fatto altro che rafforzare i sentimenti di amicizia e rispetto che la legavano ai suoi nuovi compagni, quelli che aveva cercato per una vita intera! Seduti ad un tavolo vicino all'angolo cucina il cuoco raggiunse il gommoso capitano Rufy, impegnato in una delle sue famose imitazioni di Zoro, l'abilissimo spadaccino ed ex-cacciatore di pirati, che ora lo guardava contrariato di sott'occhi, e il carpentiere cyborg Franky, new entry della ciurma, che aveva scelto di lasciare la sua attività a Water 7 all'amico Iceburg, prendendo il mare con i compagni che tanto stimava:
"Ehi, Nami dice che presto raggiungeremo la prossima isola, quindi basta strimpellare -lanciò un occhiataccia al potente carpentiere che stava accompagnando il chiasso generale con il suo ukulele- e tenetevi pronti al possibile sbarco!".
Poi, emettendo una boccata di fumo dalla bocca, gridò a Rufy che stava per apostrofarlo:
“ Non oserai contraddire la MIA NAMI?! Su, prepariamoci! Presto Usop potrebbe avvistare terra!" Zoro, con la sua solita aria distaccata e ponderata, si rivolse agli astanti:
"Dovremo stare molto attenti! D'ora in poi il governo potrebbe riconoscere le nostre facce con maggiore facilità a causa delle nuove taglie! Un solo passo falso potrebbe risultare fatale!”
"Che problema c'è? –proruppe sorridente il capitano- Batteremo tutti coloro che si metteranno sulla nostra strada, come abbiamo fatto fino ad ora!"
La giovane archeologa pensò che il viaggio verso il prossimo Poigne Griffe sarebbe stato pericoloso... ma venne interrotta dall'esuberanza di Franky:
"Superrrr!! Non vedo l'ora di sbarcare per poter fare scorte di buon legno e altro materiale edilizio!"

Ignari di tutto, a poche miglia di distanza dai nostri eroi, un corpo cadeva esanime per terra, mostrando dietro di se l'ombra gigante di un enorme individuo:
"Stupido ratto di fogna! Avrebbe avuto la vita salva se solo avesse rivelato l'ubicazione di ciò che cercavamo! Questo sarà di lezione per tutti quelli che vorranno opporsi a noi, la famosa banda dei Solidus!!”
I cappelli di paglia avrebbero presto avuto a che fare con nuovi nemici!

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Capitolo 2
*** Capitolo II - L'isola avvolta da un alone di mistero ***


Risveglio Letale

Capitolo 2

L'isola avvolta da un alone di mistero

L'aria iniziò a farsi pesante.
Nel tratto di bosco nel quale il giovane ragazzo di circa dieci anni si era rifugiato per avere salva la vita stava andando in fiamme, colonne di fuoco create da pirati invasori.
Il ragazzo, in lacrime, non poteva ancora credere a ciò che era successo: l'arrivo di quelle strane persone, le loro incomprensibile richieste, la loro arroganza risultavano fatti nuovi al ragazzo che da quando era nato aveva solo conosciuto abitanti natii della sua isola, senza sospettare di un mondo oltre la spiaggia dove era solito giocare.
Il nome del ragazzo era R.i.p. ed ora stava piangendo l'uccisione a sangue freddo della sua tribù da parte di quelle terribili persone, la banda dei Solidus. Lui era riuscito a fuggire, avvertito in precedenza dal nonno, le cui parole gli rimbombavano nelle orecchie:
« Va via R.i.p. ,tu non sai niente di questo villaggio, noi abbiamo custodito per anni il segreto di questa terra senza nome e non voglio che tu rischi la vita venendo a conoscenza di cosa noi proteggiamo! Ora cerca di fuggire dall'isola e scappa più lontano che puoi!»
Quelle erano state le ultime parole che aveva sentito dal caro nonnino che l'aveva cresciuto, anche se in quel momento non aveva capito niente se non inteso il rumore delle sue gambe correre.
Ma ora non aveva più il tempo di piangere! Sentendosi un caldo soffio sul collo, si girò, e l'animale che vide non gli piacque per niente.
Ricominciò a correre a più non posso.

Intanto la Battle Franky 37 era appena attraccata sulla costa meridionale della nuova isola, e si stavano organizzando i preparativi per lo sbarco, che si era rivelato più facile del previsto.
L’archeologa osservava dalla prua la nuova terra, cercando di analizzarla, come faceva con tutte le cose di cui faceva esperienza:
« Uhm, l'isola sembra disabitata e la terra è brulla e sterile! Forse ci saranno villaggi solo nell'entroterra! »
Mentre Usopp veniva colto dal suo solito attacco “ Non-sbarchiamo-qui-o-moriremo-tutti-uccisi ”, Rufy, presa una grande boccata d’aria, gridò:
« Ragazzi, sento ancora una volta profumo di avventura! Ed ora…»
Come a voler incoraggiare la sua folle scelta, Franky e il tenero Chopper seguirono il capitano nel balzò che di lì a poco spiccò dalla nave al terreno, per poi sgolarsi in coro:
« IN MARCIAA!! »
La cartografa, disperata per il comportamento menefreghista e svagato dei suoi compagni, si battè un colpo sulla testa:
« Siamo alle solite! Mi raccomando, non allontanatevi troppo! – poi, a Sanji, che servizievole, le faceva strada verso il pontile come un vero cavaliere - Oh, grazie Sanji! »
« Su Nami, lasciali continuare con le loro stupidaggini!» sentenziò il cuoco.
Ma Rufy e i suoi due compagni di scorribande non ebbero il tempo di continuare la loro corsa sfrenata.
Infatti, in un nuvolone di polvere e detriti, la ciurma vide da lontano arrivare a gran velocità una strana coppia di individui: il primo, che appariva terrorizzato e invocava aiuto, era un bambino di circa 10 anni; dietro di lui, un'enorme orso spazzava via ogni cosa che incontrasse sul suo cammino. L'orso però non era ciò che si potrebbe definire un'animale: seppure di mole enorme e con fauci schiumanti bava, il suo corpo appariva scarnificato e mostrava ogni singolo osso e ogni nervo per la totale assenza di pelo. L'idea che poteva suscitare era quella di una bestia morta da tempo, tesi avvalorata inoltre dalle orbite della bestia che apparivano totalmente vuote.
Il povero ragazzo piangeva e singhiozzava e l'unica cosa che poté fare fu quella di chiedere aiuto a quegli sconosciuti:
« Aiuto! Vi prego, salvatemi! »
Chopper , risalito spaventato a bordo, si abbracciò al nasone ed entrambi gridarono:
« Come vuoi che facciamo!? –poi, zampillando come due fontane- Quella bestia ci divorerà!! »
Ma il ragazzo di gomma si era gia piazzato sulla traiettoria dell’animale, emozionato:
« Faremo di meglio!Ci sbarazzeremo di quella bestiaccia! »
Zoro gli fece eco, la schiena poggiata alla balaustra dell’imbarcazione e gli occhi chiusi:
« E dopo ci dovrai spiegare un po’ di cose! »
A quelle parole, pronunciate con tanta tranquillità e sicurezza, il fuggitivo rimase stranito:
« S-s-sbarazzarvene?? »
« Ed ora… GOM GOM PISTOL! »
Il pugno del ragazzo di gomma centrò rapido il muso dell'orso, che indietreggiò ma si riprese in meno di un secondo. Tutti rimasero basiti e la bruna archeologa reagì in pochi secondi:
« Rufy! Quel mostro è più coriaceo del previsto! Ora lo blocco! TRENTE FLEUR… ! »
Innumerevoli braccia spuntarono dal suolo andando a bloccare le zampe posteriori sulle quali si reggeva la bestia, che frenò la sua corsa a pochi metri di distanza da quello che credeva il suo prelibato bocconcino:
« …REVERSE FLIP! »
Non appena l'orso tentò di avanzare, si accasciò a terra con un tonfo sordo e rovinoso.
« Brava Robin-chan! Ora ci penso io! – pigolò il cuoco, che dopo pochi secondi, spiccò un salto facendosi perno col braccio destro sulla poppa della nave - MOSSA COMBINATA DETTATA DALL'AMORE! BROCHETTE!! »
Ruotando su se stesso, Sanji atterrò sulla testa dell'animale con un potente calcio verticale che mise fine alle sofferenze del povero orsetto, suscitando le acclamazioni di Rufy, Franky e Chopper.
Poi, alzatosi con un elegante movimento, si rivolse al ragazzo:
« Tranquillizzati! Ora ci dovrai delle spiegazioni su quell’aborto e informazioni sull'isola! »

R.i.p, rassicurato da quelle persone amichevoli, aspettò che tutti si radunassero intorno a lui per cominciare:
« Quello era uno skullbear, un orso non morto. Su quest'isola, Senza Nome, la fauna è composta da animali che voi non dovreste conoscere, perchè appunto peculiari del posto. Sono molto forti e mi stupisco di come voi possiate averne sconfitto uno con tanta facilità. – tutti si voltarono nuovamente ad analizzare la grande carcassa dell’animale. Poi sul volto di R.i.p. sembrò dipingersi un fugace sorriso, come se avesse trovato un piccolo barlume di speranza nella disperazione più nera - Siete davvero potenti! Potenti e sfortunati! Siete approdati qui in un momento difficile, poichè oggi una banda di pirati ha saccheggiato il villaggio e ucciso la mia gente! »
Usopp riuscì a dire solo:
« Ma è terribile! »
Un’ombra avvolse anche lo sguardo del carpentiere della ciurma, sbigottito da tale ferocia e dalla forza del ragazzino che aveva davanti:
« E voi non avevate alcuna difesa o armi per contrastarli? »
« Vi spiego: la nostra isola è stata per secoli isolata dal resto del mondo e non ha mai avuto nessun invasore o estraneo per tutto questo tempo, grazie alla barriera corallina che la circonda, cosi fitta e resistente da affondare qualsiasi navi tenti di penetrarla! »
« Barriera corallina? Noi non abbiamo visto niente di simile attraccando qui! » proferì la navigatrice, dopo un attimo di riflessione.
R.i.p la guardò sconsolato:
« Già: non so come, ma quei maledetti assassini sono riusciti a distruggere i coralli secolari con qualche mezzo ed ora stanno cercando qualcosa che il nostro popolo nasconde da tempo immemore! »
« Cosa? » chiese il capitano.
« Non lo so: io sono solo un bambino e solo gli adulti vengono messi a conoscenza di questo segreto tramite un'iniziazione! Almeno cosi ha detto mio nonno! Ma oggi io sono scappato... sono stato un codardo! » e come se tutta l’angoscia e la frustrazione di quella notte fosse venuta solo allora a galla nel cuore del giovane, calde lacrime imperlarono il suo viso.
La renna fu subito vicina al bambino singhiozzante, poggiandogli pacatamente uno zoccolo sulla spalla per fargli coraggio:
« Non dire cosi! E' normale avere paura e tenere alla propria pelle! »
R.i.p. non sembrava per niente risollevato da quelle dimostrazioni di cordialità:
« No, non è per questo. Il nostro popolo ha sempre rispettato il naturale circolo della vita, venerato la morte e desiderandola con avidità! Fin da piccoli veniamo educati a accettare la morte come parte della vita, come suo normale proseguimento, come cammino per migliorarsi! Noi non dobbiamo aver paura della morte, quella naturale! Ma oggi ho visto tante di quelle persone uccise... CHE HO PREFERITO AVER SALVA LA VITA!! »
Nessuno dei Mugiwara sapeva cosa dire o cosa fare, e fu allora che Rufy si alzò in piedi in uno dei momenti nei quali il suo cervello carburava e si dimostrava degno del suo ruolo:
« Per quanto uno non possa temere la morte, è sempre meglio vivere per realizzare i propri sogni! Non pensi che il tuo nonnino avrebbe voluto che tu ti salvassi per continuare a proteggere quella cosa alla quale i tuoi tengono tanto? »
« Hai ragione Rufy! – si asciugò le lacrime coi dorsi delle mani - Ho gia capito che siete pirati, ma da come mi avete aiutato ho capito che siete delle brave persone! »
Lo spadaccino rivolse al ragazzo uno sguardo vivace e penetrante:
« Sei un tipetto sveglio! »
« Grazie, ma devo chiedervi un favore. Voglio continuare il lavoro dei miei concittadini! Ma per farlo ho bisogno di saperne di più su questo storia che custodisce il segreto dell'isola! Forse al villaggio ci saranno dei sopravvissuti! Potreste accompagnarmi fin là? »
Nami, gli occhi socchiusi, si portò le mani ai fianchi sinuosi e, dopo un prolungato sospiro, si decise a parlare:
« Si, tutto molto bene, totalmente d'accordo, ma noi... cosa ci guadagniamo? »
I ragazzi della ciurma, abituati alle onerose e avide richieste della loro navigatrice, non si meravigliarono di questo comportamento interessato. Ma la cosa veramente strana fu che neanche R.i.p., che forse conosceva il mondo più di quanto desse a vedere, si scompose minimamente:
« Certo! Potrei darvi il mucchio d'oro e i tesori che abbiamo accumulato nel corso dei secoli! »
« Te-te-tesoro?!? » proruppero Nami, Sanji e Usopp.
Il ragazzino capì di dovere delle spiegazioni ai Mugiwara:
« Gia! Spesso le navi che affondano alla deriva a causa della barriera corallina rilasciano in mare i cadaveri e i tesori di bordo che poi la corrente spinge fin qui. Noi non ce ne facciamo niente perchè non usiamo soldi per vivere e siamo isolati dal resto del mondo, quindi potrei cederveli volentieri in cambio del vostro aiuto! »
Il ragazzo di gomma parlò col suo solito sorriso:
« E sia! Ti aiuteremo a capirci di più su tutta questa situazione, ma non vogliamo nessuna ricompensa... »
« Cosa cosa? » urlarono i restanti Mugiwara, mentre Robin osservava seria la scenetta seduta sulle scale che portavano a poppa.
« ...perchè a me basterà riempire di botte il pirata che ha fatto tutto questo fino a fargli implorare pietà! » terminò Rufy con un espressione seria in volto, porgendo una mano a R.i.p. , ancora seduto. Il ragazzo si fece issare dal suolo e dal buio, come se quella persona si fosse ora fatta carico di tutte le sue aspettative e speranze. Disse solo:
« Grazie! »
Ormai i pirati erano tutti d’accordo col capitano e sorrisero sicuri della loro scelta. Rufy, cacciando un sorriso a tutti denti:
« Non preoccuparti! – poi si voltò felice verso la misteriosa isola - Sapevo che questo posto profumava di avventura lontano un miglio! Eheheh! »

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Capitolo 3
*** Capitolo III - Ad ognuno il suo! ***


Risveglio letale

Capitolo III

Ad ognuno il suo!

« Sasso,carta,forbici…Sasso,carta,forbici »
Intanto R.i.p, che indossava un largo cappello da aviatore che gli scendeva fin sopra gli occhi, raccogliendogli i capelli portati cortissimi, si rassicurava sempre più…
« Sasso,carta,forbici…ancora…sasso.. »
Le lacrime non rigavano più le sue guance piene, il naso a patata non colava muco e i grandi occhi espressivi erano completamente asciutti. Quella sgangherata ciurma di pirati gli aveva infuso fin dal primo momento un coraggio e una determinazione che non si era mai reso conto di avere.
Ora aveva qualcosa di importante da fare,e sentiva di aver trovato degli amici per farlo.
Per Rufy e gli altri era lo stesso,tutti determinati come erano. Il tenero dottore ritirò sconfortato la zampa:
« NOO!! Non è possibile! Ho perso! Ma perché sempre io? »
Lo spadaccino lo punse sul vivo ridacchiando:
« Rassegnati Chopper…dovrai fare la guardia alla nave! »
« Ripetiamo il sorteggio…vi prego! Ogni volta che ho fatto da custode alla nave è successo qualcosa di spiacevole…E poi non capite mai quando faccio carta e quando forbici! »
Usop fece spalluccie e proferì solenne con un tono di autosufficienza:
« Ma è naturale…Tu hai gli zoccoli! » - come se avesse fatto la scoperta dell’acqua calda.
E mentre a Robin sfuggì una delle sue pacate risatine, il ragazzo di gomma, le mani sui fianchi, si impuntò:
« Su Chopper, ormai è deciso:farai buona guardia alla nave mentre noi siamo via! Ed ora al villaggio di R.i.p.! »

Mentre i nostri amici si allontanavano diretti verso la prossima meta , l’ombra di un grande rapace aleggiava sulla Battle Franky 37, scrutando gli avvenimenti con occhio vigile:
« Sarà meglio avvisare il capo dell’arrivo di questi intrusi. Farò rapporto e poi attenderò nuovi ordini da Damascus! »
Poi si allontanò veloce cosi come era arrivato.

La ciurma camminava spedita, seguendo il piccolo R.i.p, che nutriva speranza di poter trovare vivo qualcuno dei suoi amici.
Sanji, rimasto il silenzio per un po’, tentò di rompere il ghiaccio col bambino:
« Allora, R.i.p., quanto dista il tuo villaggio? »
« Poco, circa un ora. Prima mi sono allontanato tanto perché avevo intenzione di fuggire, come mi aveva consigliato il nonno! »
Dopo aver parlato, R.i.p. abbassò triste la testa facendo lentamente sgonfiare il largo capello. Poi parlò al cuoco che stava appena accendendo una delle sue inseparabili sigarette:
« Sai, non dovresti fumare tanto! Il fumo accorcia la vita e vedo che tu hai avuto una brutta esperienza nella quale stavi morendo di fame…»
Il biondino emise una vaporosa boccata di fumo denso dai polmoni:
« Eh, sapessi quante volte ho provato a smet…ASPETTA UN SECONDO!! Come fai a sapere questa cosa? Chi te l’ha detta? »
Il ragazzo, con gli occhi della ciurma puntati su di lui, si sentì a disagio e iniziò a spiegare ad occhi bassi:
« Oh è vero! Non ve ne ho parlato! Gli abitanti di quest’isola, venerando e rispettando la morte, maturano fin da piccoli una specie di sesto senso, un’abilità paranormale, se volete! Noi la chiamiamo “Shinin no Syusseki” ed essa ci permette di parlare con gli spiriti che rimangono legati al mondo terreno e di percepire esperienze altrui che riguardano la morte! Io sono ancora piccolo è sto da poco imparando ad usare la “Shinin no Syusseki” ma il capovillaggio sa…sapeva addirittura richiamare gli spiriti dalla dimensione mortale! »
Scintille di emozione sprizzarono dagli occhi del capitano:
« Wow, sei proprio un tipo in gamba, sei una specie di mago! Devi assolutamente insegnarmi come si fa a parlare ai morti! »
“ Credo sia impossibile! E’ una nostra caratteristica innata! » - gli spiegò R.i.p.
Il ragazzino indicò poi Robin e Franky:
« Anche se percepisco che tutti voi avete spesso rischiato di morire, tu sei quello che fra tutti si è maggiormente arrischiato al momento finale… »
Il cyborg rivide con gli occhi della mente il suo disperato tentativo di fermare un treno in corsa con le sue sole forze, nella speranza di salvare Tom, suo maestro e mentore, e quello che era naturalmente accaduto dopo. Un brivido gli attraversò la schiena:
« Già! Fu in quella occasione che decisi di ricostruirmi come cyborg! »
« …mentre tu hai desiderato per anni la morte come redenzione dei tuoi peccati e come fine delle tue sofferenze! » – si rivolse infine alla bruna archeologa, che aveva ormai lasciato il suo passato alle spalle.
Il cecchino nasuto guardò con timore a quello strano individuo, trattenendo a stento la paura:
« R.i.p, questo tuo potere deve essere veramente terribile da gestire! Uhm…parlare coi morti! Solo al pensiero mi fa venire la pelle d’oca! »
« No, invece alcuni spiriti sono davvero molto amichevoli e cordiali! » – il ragazzino sorrise dopo tanto tempo.
Nami attirò l’attenzione di tutti indicando un punto davanti a sé:
« Ragazzi, mi sembra di vedere delle case in lontananza! »
Un ombra di sconforto velò gli occhi di R.i.p.:
« Gia! E’ il mio villaggio… o almeno ciò che ne resta! »

Il grande uccello atterrò in planata in una radura boscosa, sfiorando il terreno con artigli affilati e facendo sollevare foglie secche. E in poco tempo le ali divennero braccia, le piume scomparvero nella pelle e il becco rapace si addolcì fino a prendere la forma di un naso.
Intorno ad uno spiazzo sedavano in cerchio altri nove individui, tutti avvolti nelle ombre se non fosse stato per un vivido falò posto al centro della composizione umana, sul quale arrostiva un enorme skulltiger impalata in uno spiedo. Il più imponente di tutti si alzò, raggiungendo con l’inimmaginabile mole l’altezza di 2 metri.
Aveva lunghi e lisci capelli castani, che raccolti in una lunga treccia, attorniavano un viso tornito e massiccio, sul quale spiccavano uno sguardo sornione, denti bianchissimi incorniciati da un largo e perenne ghigno e infine una cicatrice che gli andava dall’occhio destro a quello sinistro passando per l’attaccatura del naso. Indossava un’elegante camicia nera che si adattava perfettamente al marrone dei larghi panatoli alla zuava che terminavano in lucidati stivali di pelle. Infine portava il tipico capello piratesco a tesa larga con 2 falde anteriori e una posteriore, sul quale era dipinto bianco su nero il simbolo del jolly roger con una montagna stilizzata dietro.
Era il loro capo Damascus:
« Tsubasa, bentornato! Che notizie ci porti? »
L’individuo appena arrivato parlò con voce rauca e servile:
« Non buone purtroppo, mio signore! Ho avvistato sulla costa meridionale dell’isola una ciurma di pirati di 8 elementi che ho scoperto essere quella di cappello di paglia Rufy! Ora si stanno recando verso l’entroterra, in direzione del villaggio che abbiamo “visitato” stamane! Hanno lasciato uno della ciurma a guardia della nave! Attendo ordini! »
« Uhm, interessante! Conosco le gesta di Cappello di Paglia e devo ammettere che è molto forte! Ma non tanto da intimorire noi 10 messi insieme! Tsubasa! »
« Si padrone? »
« Per ora trovo opportuno togliere loro ogni possibile via di fuga! Tu qui sei il più veloce negli spostamenti, quindi va e distruggi la loro nave! »
« E che devo farne della guardia? »
Un ghigno:
« Che domande! ELIMINALO!! »
Un largo e soddisfatto sorriso si dipinse sul volto di Tsubasa, che spiccò subito il volo:
« Sarà fatto, padrone! Oggi su quest’isola sgorgherà sangue pirata! »
In un certo senso Tsubasa aveva ragione…

« Eccoci arrivati! » - disse Nami, mettendo piede sotto quello che un tempo doveva essere il portone ligneo del piccolo villaggio.
Ma del villaggio era rimasto ben poco. Carcasse di legno fumanti e tende afflosciate al suolo innalzavano un fumo acre e un fetore di morte, falò nel cielo bigio:
Sanji lasciò cadere la sigaretta che stringeva in bocca:
« E’… incredibile! »
Il carpentiere sgranò gli occhi:
« Non è rimasto assolutamente niente… »
A R.i.p si velarono nuovamente gli occhi e con voce tremula pregò:
« …spero che qualcuno sia ancora vivo! »
Ma sembrava che in quella landa desolata non avesse mai abitato alcun essere umano.
Il gruppetto iniziò quindi a vagare senza meta tra capanne incendiate e fatte a brandelli in una cappa che toglieva il respiro. I fuochi ancora accesi dipingevano strani disegni nello sguardo perso di R.i.p., aumentando il suo infinito dolore. Il luogo dove era nato e cresciuto e che era da secoli appartenuto ai suoi avi ora non esisteva più, era ormai diventato sabbia e ciottoli di lugubri e strane rocce. Rufy, con Zoro a fianco intravide tra le macerie un piccolo braccio. Smossa in fretta una pietra rivelò la presenza di un bambino di pochi anni, protetto inutilmente dal corpo di quello che poteva essere stato suo padre. I loro corpi erano diventati freddi da poco. Il capitano desiderò avere sotto mano i colpevoli di quell’abominio.
Quando all’improvviso:
« Ragazzi,ho trovato qualcuno! E’ ancora vivo, venite! » - gridò Usopp.
Gli altri si precipitarono verso il luogo indicato dal cecchino, trovandoci un vecchio accasciato contro una parete. Dall’aria particolarmente afflitta, indossava una larga tunica azzurra con disegni tribali, ormai a brandelli e portava i lunghi capelli bianchi raccolti in una crocchia fissata da un anello d’oro. I crini prima scendevano per poi risalire in dread dipinti di azzurro, tanto che l’idea che davano alla testa era quella di un bocciolo floreale. Respirava.
Il ragazzo di gomma si chinò serio sulla sagoma, attorniato dai suoi nakama:
« Wo, è un vecchietto! Ehi Fiordaliso svegliati! Su! »
Al suo solito modo ingenuo, il capitano iniziò a dare delle leggere pacche sulle guance dell’anziano, incurante delle sue condizioni precarie:
« Ma perché non si sveglia? »
Nami assestò un pugno sulla testa bacata del ragazzo:
« Ma tu lascialo stare! »
Robin si fece largo con le braccia:
« Allontanatevi! Lasciamolo respirare! E’molto provato! »
R.i.p fu l’ultimo ad arrivare. I suoi occhi si riempirono immediatamente di calde lacrime, che iniziarono a scendergli per le guance:
« No-nonno… »
Poi si gettò a capofitto verso il vecchio con le braccia tese:
« NONNO H’TED…!! »
Il nipote abbracciò affettuosamente il nonno, che smosso dalle lacrime e dal vigoroso abbraccio, riprese conoscenza riaprendo lentamente gli occhi:
« R....R.i.p! Ti sei salvato…, c-che gioia! »
Tentò di alzarsi ma le forze gli vennero meno. Il nipote lo costrinse alla sua posizione:
« Nonno, non sforzarti! Sei debole….Ma come hai fatto a salvarti? »
« Quei maledetti hanno ucciso il resto della gente del villaggio poiché volevano conoscere l’antica leggenda di quest’isola! Nessuno di noi ha parlato, così quei demoni hanno iniziato il loro sterminio! Rimasti solo io e gli altri tre mistici Superiori, il loro capo ha rivelato di sapere già tutto su quest’isola e sul suo segreto! – il vecchio iniziò ad essere scosso da singulti ripensando alle terribili scene alle quali aveva dovuto assistere - Ti rendi conto R.i.p? Quei demoni aspettavano da noi solo una mera conferma alle loro teorie e hanno sterminato gli altri solo per il gusto di farlo! Avevamo ormai fallito il nostro compito secolare! Confermato loro ciò che già sapevano, hanno TORTURATO e UCCISO i tre superiori davanti ai miei occhi, privandomi poi della possibilità di ricongiungermi a loro nell’altro mondo! »
Il vecchio iniziò a piangere, mentre da dietro la sua schiena spuntò un gatto scheletrico coi muscoli tirati che gli si strusciò contro con affetto.
« Oh Bochi, sei vivo anche tu! » - esultò il bambino prendendo in braccio il suo skullcat scampato per miracolo al massacro.
Zoro, con le braccia incrociate e un forte senso di oppressione al petto, espresse il suo parere: « Certo che quei bastardi hanno compiuto un’azione davvero riprovevole! »
H’Ted, come notando solo adesso la presenza di altre persone, si alzò di scatto, usando con grande sforzo tutta l’energia rimastagli:
« Ch..chi sono queste persone? »
« Non devi preoccuparti nonno! Sono pirati, e nostri alleati! »
« Salve,Fiordaliso! » – Rufy rivolse un largo sorriso all’anziano.
Lo sguardo di H’Ted si indurì, passando dalla gioia al dolore e alla delusione. Guardò severo R.i.p e sbottò con rabbia, scaricandogli addosso un’ira incommensurabile:
« R.i.p.,come hai osato? Ti rendi conto di ciò che hai fatto? Hai infranto gli antichi codici del villaggio, portando estranei qui! Il nostro popolo ha sempre vissuto isolato dal resto del mondo e tu ora, invece di salvarti porti qui degli stranieri, pirati per giunta…?!? »
Il nipote lo guardò sbigottito:
« Nonno ti sbagli! Loro sono diversi! Mi hanno salvato la vita e sono disposti ad aiutarci contro i Solidus…! »
Ma l’uomo non aveva né intenzione di scendere a compromessi né di ascoltare le giustificazioni del ragazzino: come era solito dire “ La legge prima di tutto ”:
« Sei uno SCIOCCO! Pensi davvero che degli intrusi possano comprendere l’importanza vitale del nostro compito? Solo noi abbiamo il dovere di difendere il segreto dell’isola! »
Ma ormai R.i.p. non intendeva lasciar passare la cosa e fronteggiò spavaldo l’autorità del nonno:
« Se almeno voialtri mi aveste mai detto quale è questo maledetto segreto, ora potei capire meglio le tue parole! »
« Mi dispiace, ma ora come ora non potrò più farlo! Tu sei venuto meno alle antiche promesse e subirai la pena prefissata: l’esilio dal villaggio! »
Franky, non potendo più trattenersi, si intromise nella accesa discussione:
« Ehi vecchio! Ora stai esagerando… »
« Già! R.i.p era molto preoccupato per te e tu… » - lo appoggiò la cartografa, prima di essere interrotta dallo stesso ragazzo:
« SILENZIO!! »
Per un lungo secondo l’unico rumore che si poté sentire fu quello del vento sulla prateria deserta. Poi R.i.p. parlò lasciando di sasso tutti gli altri:
« Nonno ha ragione! - il ragazzo serro i pugni, facendosi entrare le unghie nella carne - Ero consapevole dei rischi che correvo portandovi qui! Ma sono ancora intenzionato a difendere questo paese con tutte le mie forze. Mi dispiace nonno, ma ti giuro che vendicherò gli abitanti del villaggio anche grazie a questi ragazzi! »
Voltandosi verso i nuovi compagni vide Franky, Usopp e Sanji fargli un cenno affermativo:
« Puoi contare su di noi! »
Lo spadaccino sorrise, desideroso di far pagare il giusto castigo per quell’aria di morte che ora si respirava:
« Temevo che il gioco finisse qui! »
Nami sospirò:
« E così dovremo vedercela con questi nuovi nemici… »
Il ragazzo di gomma già fremeva per l’attesa:
« Non vedo l’ora! »
« Ma prima dovremmo raccogliere qualche informazione! » – pensò ad alta voce l’archeologa. Tutti si rivolsero verso H’Ted , in attesa di risposte. Sarebbero rimasti delusi:
« Ora che non fai più parte della tribù non ho alcun diritto di rivelarti alcunché! » - disse rivolto a R.i.p.
« Certo! Lo so! »
« Bene! Allora il nostro cammino si divide! Vi auguro buona fortuna! Ad ognuno il suo! »
Detto questo, si allontanò con una lenta andatura sotto gli occhi dei nostri eroi e del piccolo Ri.p, carico di affetto e buoni propositi.

Intanto, sulla Battle Franky 37, Chopper stava lavorando alla preparazione di alcuni farmaci, quando, sentito un rumore, si precipitò da sottocoperta verso il ponte. Ma la sua corsa fu interrotta da un ostacolo imprevisto contro il quale cozzò violentemente. La piccola renna alzò lo sguardo, trovandosi davanti un imponente uomo, col torso nudo, braccia muscolose e tornite, capelli ricci e appiccicosi, che gli nascondevano l’occhio sinistro. Aveva infine un naso adunco e aquilino che si notava subito per le sue grandi dimensioni:
« Piacere, io sono Tsubasa, e tu sei la mia prossima preda! »
Chopper non poté far altro che pensare:
« (Noo! Sapevo che sarebbe successo qualcosa!) »

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Capitolo 4
*** Capitolo IV - Chopper VS Tsubasa ***


Risveglio letale

Capitolo IV

Chopper VS Tsubasa

Il medico di bordo aveva ancora una volta avuto conferma della sua sfortuna. Ora si trovava impietrito ai piedi dello strano individuo, dopo il forte urto. Tsubasa appariva decisamente deluso:
« Non capisco! Quella ciurma di sciagurati ha lasciato qui soltanto un orsetto lavatore! Bah! Chi li capisce! Che difesa potrebbe mai fornire all’imbarcazione? Non vale neanche la pena ucciderti, piccolo orsetto! »
Semplicemente Tsubasa non aveva compreso ancora che quello davanti a lui, sebbene spaventato, era tutto tranne che un indifeso cucciolo. La scoperta arrivò quando il dottore sbottò:
« Ma che orsetto lavatore? Sono una renna! Non vedi le corna?! »
« Tu… tu PARLI? » - urlò Tsubasa con gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa.
« Certo che parlo! Sono una renna antropomorfa… E tu chi sei? »
Tsubasa iniziò a ridere con una verso acuto e prolungato:
« Ahahahaha! Sei proprio uno stupido! Se tu avessi taciuto sarei stato solo un passeggero molesto per la vostra nave, ma ora che ho capito che tu non sei un semplice animale prima ti distruggerò col mio potere, derivato dal frutto Avis Avis modello Aquila! Poi penserò anche all’imbarcazione! »
Chopper si srmò di tutto il coraggio che possedeva:
« Cosa? Vuoi distruggere la nave? Non te lo permetterò, maledetto Naso storto! »
Sul volto di Tsubasa iniziò a pulsare una vena:
« Ti avviso che con questo epiteto hai segnato la tua condanna a morte! Nessuno si può permettere di parlare male del mio indistruttibile naso! Ed ora preparati, arrivo! »
Tsubasa iniziò a correre verso Chopper, che durante i pochi minuti del discorso si era distanziato dal nemico. E in un batter d’occhio dalle possenti braccia germogliarono piume, le gambe si staccarono dal ponte trasformandosi in artigli, il naso adunco si arcuò fino a diventare un grosso becco che percorreva tutto il suo viso, sul quale i capelli rimanevano unti e attorniati da penne.
La velocità dell’attacco fu pazzesca. Tsubasa tese in avanti le zampe affilate portando tutto il peso del corpo su di esse. Chopper, fin troppo spaventato per distogliere lo sguardo dai movimenti nemici, rotolò in avanti a destra. L’aquila si andò a schiantare contro la parete che dava sulla stiva.
« Ah, ben ti sta, maledetto uccellaccio! » - ma guardando bene Chopper rimase esterrefatto.
Gli artigli erano conficcati per buoni 5 centimetri nel muro, talmente tesi da sembrare sul punto di spezzarsi. Il corpo del volatile non aveva subito nessun contraccolpo:
« Come vedi non ho toccato il muro neanche con un millimetro del mio corpo! Se ti becco con questi, muori sul colpo! »
La piccola renna pensò allora che se non si fosse impegnata al massimo avrebbe davvero rischiato la vita. Tsubasa staccò con un gesto vigoroso gli artigli dalla parete lignea sulla quale ora vi erano minuscoli fori. Poi si girò verso la sua preda:
« Sai, sono un po’ deluso! Il mio padrone mi aveva dato il permesso di uccidere il guardiano ma penso che con te non mi divertirò affatto! »
« Stai zitto! Anche io ho qualche trucchetto da farti vedere, quindi non sottovalutami! »
Detto questo, il dottore prese dal suo abituale pantalone una piccola pillola e la mostrò al pennuto:
« Ti avviso che anche io ho mangiato un frutto, più precisamente uno degli zoo zoo, l’Homo Homo. Questa speciale medicina può stimolare le mie cellule per aumentare a 7 i livelli di mutazione animalesca, solitamente 3. Il suo nome è Rumbe Ball e sarà la mia arma per batterti! »
Tsububasa inarcò tanto il becco in un ghigno contorto e sprezzante:
« Davvero interessante! Se ciò che dici è vero prenderò quelle pillole come bottino di guerra dal tuo cadavere, così non avrò eguali! Ma ora preferisco verificare l’attendibilità della tua storia! »
In un battibaleno l’aquila ghermì l’aria con le ali, assunse una forma aerodinamica con la testa rivolta verso Chopper e iniziò ad avvicinarsi con un rapido scatto, ruotando altrettanto velocemente su se stesso:
« Ti farò assaggiare la tecnica che sfrutta velocità e rotazione per perforare l’avversario! Ora MUORI! WINGED ROCKET!! »
La renna ingoiò velocemente il farmaco:
« Rumbe… Jumping point! »
Le gambe di Chopper divennero in un secondo snelle e scattanti, andando a potenziare l’incredibile salto che spiccò per evitare il colpo. Ma Tsubasa non rimase per nulla colpito né indietreggiò. L’aquila cambiò in un lampo la sua traiettoria, lasciando invariata velocità e aerodinamicità del corpo. Seguì il balzo di Chopper e gli si portò dietro:
« Pensavi davvero di poter evitare il mio attacco sparandoti nell’elemento in cui faccio da padrone?!? Povero illuso... »
La renna ebbe appena il tempo di accorgersi del pericolo alle sue spalle. Gridando
« Guard point! »
si trasformò in un batuffolo di pelo tanto voluminoso da farlo sembrare una pecora. Tsubasa fece penetrare l’intero becco nella parte superiore della soffice massa. L’impatto fu tremendo. Chopper, nonostante la sua migliore tecnica difensiva, accusò il terribile colpo, che se non lo perforò, lo fece volare via fino a farlo sbattere violentemente contro il ponte. La assi si creparono e la povera renna cacciò un fiotto di sangue, ringraziando il suo provvidenziale tempismo che l’aveva salvato.
« Povero orsetto! Che delusione! Sei durato davvero poco! Un po’ mi dispiace! » - sghignazzò Tsubasa per poi lasciarsi andare ad una gustosa risata. Dovette ben presto smettere. Infatti il medico di bordo, seppur con molta fatica, si sollevò in piedi, riemergendo dal fumo dell’impatto:
totale apparve più possente e slanciata. Il becco orgoglioso rimase al suo posto, coi capelli ricci che scendevano fino a raggiungerlo. Tsu.: “Devi sapere che prima di mangiare il frutto Avis Avis le mie uniche armi erano i miei pugni! E con questa forma coniugo appunto velocità e forza fisica! Vuol dire che non hai scampo!” Chopper si rese conto che quella forma era veramente pericolo« Quante volte te lo devo dire! IO NON SONO UN ORSETTO! E tu non potrai MAI battere la mia convinzione di vittoria! »
« Sei stata una rivelazione! Ma ti assicuro che non uscirai vivo da qui! Lo giuro sul mio becco, che è il SIMBOLO del mio ORGOGLIO e della mia fedeltà a Damascus! »
« Fa silenzio! Non ti ho ancora mostrato nulla! Preparati! »
« Oh che paura! – rise sarcastico l’uccello - Anche io ho un asso nella manica! Guarda! Ibrid Form! »
Il corpo dell’aquila iniziò a mutare ancora una volta: il torso si ingigantì, perdendo gran parte delle piume, dalle estremità alari spuntarono mani umane e la figura sa:
« Forza, adesso o mai più! Devo usare la mia tecnica più forte! Ora! »
In Jumping Point, la renna spiccò un salto verso Tsubasa, che passò alla controffensiva. Mentre Chopper usava il suo stadio Arm Point, che gli potenziava in modo incredibile i muscoli delle zampe anteriori per lanciare potenti colpi di zoccolo, l’aquila iniziò la sua folle discesa verso il basso. I due nemici si fronteggiarono in aria, l’uno con l’intento di farla finita, l’altro con il desiderio di continuare a giocare. La renna, conscia che quella era la sua ultima possibilità, portò entrambe le zampe potenziate dietro la schiena, con gli zoccoli che formavano una croce, pronti a scattare:
« Ti farò assaggiare la migliore tecnica difensiva! » - lo derise dall’aria Tsubasa.
I due erano ormai vicinissimi e pronti all’azione:
« Prendi questo! ZOCCOLO BISTURI INCROCIATO!! »
« TECNICA SUPERSONICA! VORTEX!! »
Fu un secondo. Tsubasa, continuando a volare, fendette con mani e ali l’aria subito sotto di lui. L’attacco di Chopper mancò totalmente il bersaglio, poiché il nemico aveva compiuto un acrobatico quanto fulmineo giro di 360 gradi intorno a lui, utilizzando la testa come cardine, girandosi poi verso di lui. Il medico non poté nulla contro quel movimento tanto inatteso e Tsubasa, giunte le mani, colpì il malcapitato con un potente hammer. Gridando per il dolore, il medico subì il colpo e riuscì miracolosamente ad attutire la distruttiva caduta con il Guard Point.
« Uhhh… M-ma che è successo? »
« Ahahah! Vedi, la potenza delle mie braccia e l’aerodinamicità delle ali mi permettono questa tecnica! Colpendo l’aria moltissime volte in un secondo, sono capace di accumulare una tale velocità che mi consente una rotazione quasi invisibile all’occhio umano! In questo modo riesco a schivare gran parte degli attacchi nemici e finché resto in aria sono praticamente invincibile! »
Chopper, ormai in serie difficoltà, iniziò a far carburare il cervello:
« (Maledizione! Questo qua senza accorgersene è arrivato a padroneggiare una delle tecniche sovrumane! Sembra simile alla rokushiki chiamata Geppo! Inoltre finché rimane in cielo non posso attaccarlo col massimo della forza! Ora come ora posso soltanto individuare il suo punto debole, ma per farlo ho bisogno di un diversivo!) »
« Ora basta! Mi sono stufato! Finiamola qui! » - stridette forte l’aquila.
Gli ultimi scambi di colpi sarebbero stati decisivi.

Intanto, al villaggio distrutto, il resto della ciurma si guardava enigmaticamente negli occhi, non decidendosi sul da farsi. Sanji fu il primo a parlare:
« Ed ora che facciamo? »
« Ragazzi, ragazzi! Mi deludete! L’unica nostra possibilità è …quella di prendere il largo ed allontanarci da questo luogo lugubre… » - gli fece eco Usopp.
« Usopp, non dire idiozie! » - lo smontò la navigatrice.
Con la solita ingenuità e col sorriso stampato in faccia, Rufy iniziò:
« No! Io dico di girare per l’isola e di pestare tutti i nemici che incontriamo! Forza! Andiam… »
Nami afferrò violentemente il ragazzo per le guance, deformandogli il volto e trattenendolo:
« Tu sei ancora PIU’ IDIOTA DI LUI! Come pensi di muoverti, stupido? Non conosciamo né l’entità dei nemici né i loro obbiettivi! Siamo troppo esposti ad eventuali trappole e agguati! » - completò poi il tutto con uno dei suoi famigerati cazzotti, che fece gemere il capitano di dolore.
« Già… Analizzando la situazione attuale siamo ad un punto di stallo. Possiamo rischiare tentando una sortita e morire forse sotto i colpi nemici… »
« Robin!! Perchè sei sempre così cinica?!?! » - gridò il nasone all’indirizzo della valente e fredda archeologa, che proseguì, ignorandolo totalmente:
« …o possiamo studiare la situazione e cercare di raccogliere le maggiori informazioni possibili! »
« Brava Nami, brava Robin!! » - si sciolse subito Sanji in manfrine.
Franky, con le sproporzionate braccia incrociate, aggrottò le sopracciglia:
« Il problema è che il vecchio H’Taed non vuole darci alcun aiuto… »
R.i.p, con lo scarnificato Bochi appisolato sul capello da aviatore, spiazzò tutti:
« In effetti un altro modo ci sarebbe, anche se rischioso… »
« Spiegati! » - ordinò Zoro.
« Ecco… Io potrei provare ad usare il mio Shinin no Syusseki per parlare con gli spiriti degli abitanti del villaggio e per cercare di scoprire qualcosa sul mistero dell’isola! »
« Parlare COI MORTI!! Nooooo! Non se ne parla! Meglio non immischiarsi nei fatti degli spiriti!! » - sbottò un Usopp tremante, mentre un sinistro sorriso si allargava sul volto del ragazzo di gomma:
« Allora siamo tutti d’accordo… Parleremo con gli spiriti! »
Usop schiaffeggiò ripetutamente e con stizza il capitano:
« Ma mi hai sentito o no? »
« Uhia! »
R.i.p. sorrise felice:
« Allora ascoltate attentamente la mia spiegazione… »
Sanji sbuffò una nuvoletta di fumo:
« Uh, sarà un’esperienza interessante! »

Intanto da poco lontano il vecchio H’Taed, da dietro le macerie di una capanna, guardava la scena e approvava in segreto la coraggiosa decisione del nipote.

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Capitolo 5
*** Capitolo V - Orgoglio spezzato ***


Risveglio Letale

Capitolo V

Orgoglio spezzato

Nel desolato villaggio pieno di macerie e corpi straziati, R.i.p. spiegava agli altri le modalità del rito molto lentamente:
« Allora , schierandoci in cerchio, potrò richiamare le voci dei morti e mettervi in comunicazione con loro! Ma mi raccomando: dovrete stare in assoluto silenzio e non dovrete porgere domande agli spiriti che altrimenti fuggiranno spaventati! Io farò da intermediario e tenterò di attirare le voci dei defunti che proprio ora staranno lasciando questo mondo… Forse potremo ancora impedire loro di trasmigrare e poi chiedere utili informazioni che non potranno negarci!»
« Ok, tutto chiaro! Noi siamo pronti! » - trillò un Rufy altamente impaziente.
I ragazzi, disposti in cerchio, ascoltarono attentamente R.i.p. e si accodarono all’affermazione del capitano.
« Perfetto! Chiudete tutti quanti gli occhi! Io vi metterò in contatto con le essenze! – il piccolo sciamano si schiarì la voce e incrociò le esili mani - Uhm uhm… O spiriti che vagate tra vita e morte, fermate il vostro cammino! Rispondete alla chiamata di chi è curioso di conoscenza! Attardate il momento fatale e accorrete da me che vi invoco! Shinin no Syusseki! RICHIAMO! »
Al buio degli occhi chiusi della ciurma, che si teneva tutta per mano, apparvero piccole scintille fioche di un celeste sbiadito e iniziarono ad udirsi lamenti impercettibili e confusi, tutti protesi verso R.i..p., che continuò imperterrito:
« Comprendo il vostro dolore e risentimento, ma vi prego di venire e di svelare gli arcani misteri! » Presto le anime avrebbero accontentato la richiesta del ragazzino.

Nello stesso momento, nel cielo sopra la Battle Franky 37, Tsubasa guardava stizzito verso il basso:
« Maledizione! Mi sono distratto solo pochi secondi e quell’orsetto lavatore se l’è data a gambe! »
In realtà Chopper, in Heavy Point, stava pensano al da farsi nascosto dietro la cabina adibita a magazzino posta sulla poppa dell’imbarcazione.
«Alla prossima occasione devo scovare il suo punto debole e poi tentare il tutto per tutto! E devo farlo in fretta! L’effetto delle Rumbe Ball durerà solo per un altro minuto! »
Tsubasa aveva ormai perso la pazienza e decise di ricorrere alla sua carta segreta per individuare e poi finire l’avversario. Gridò tronfio:
« Ehi orsetto! Sei un illuso! Sai qual è la caratteristica speciale che distingue le aquile dagli altri rapaci? Assaggia questo! X-SIGHT! »
Agli occhi del volatile si materializzò una griglia algebrica di color verde che aveva contenuti numerosi dati e informazioni. Meno di tre secondi dopo Tsubasa si trovò di fronte a Chopper, del tutto spiazzato:
« M…ma come hai fatto? »
« Ricorda… La maggiore caratteristica delle aquile è quella di avere una vista capace di percepire il minimo movimento o spostamento d’aria a distanza di kilometri dal bersaglio! – spiegò pacato il Solidus - Al nostro occhi vigile non sfugge niente di ciò che è in movimento! Con questa tecnica posso stimolare al massimo i miei nervi ottici! Nessuno è capace di stare completamente immobile e tu non fai alcuna eccezione! »
Un largo sorriso si dipinse sul volto piumato. Poi si gettò a capofitto verso la preda, con gli artigli pronti ad attaccare. Chopper si trovò spiazzato e fece appena in tempo a prendere il Brain Point, per sentire l’aria sfiorargli la pelliccia. Tsubasa mancò di poco il bersaglio ma si accorse di avere tra gli artigli il roseo capello a cilindro del medico, ora perforato proprio all’altezza della croce bianca.
Chopper, accortosi subito del fatto, si girò di scatto:
« Ehi, Naso Storto! Ridammi subito il mio cappello! »
« Oh, deve essere veramente importante per te! » sghignazzò Tsubasa rigirandosi il cimelio tra gli artigli.
« Si che lo è! Mi è stato regalato dal grande medico Hillk, mio tutore e mio migliore amico! Se non fosse stato per lui io non avrei mai preso il mare e non avrei mai conosciuto la vastità del mondo! Quello è l’unico ricordo che mi resta di lui, quindi restituiscimelo subito! »
« Sai, penso proprio che non lo farò! - sentenziò il nemico afferrando il cappello con la mano piumata e mettendoselo in testa - Diciamo che sarà un’incentivo alla nostra lotta!»
« Maledettoooo! Heavy Point! HEAVY PONG! »
Esplosa la rabbia, la renna tentò di sferrare un semplice pugno.
« Illuso! TECNICA SUPERSONICA! VORTEX! »
Ancora una volta il pennuto, sbattendo a velocità fulminea le mani alate, si proiettò dietro Chopper. Poi, facendo perno sulle braccia tese sul ponte, sollevò di scatto gli artigli dietro la schiena del medico, formando una traiettoria a X.
« Prendi! CROCE ASCENSIONALE! »
Chopper venne sbalzato in aria, mentre il dolore gli si propagava in tutto il corpo:
« Che male! Ma non posso permettergli ancora una mossa! Devo cogliere il momento propizio! » pensò Chopper, che passato al Brain Point , si girò in aria verso il terribile avversario:
« SCOPE! Mi basteranno pochi secondi! »
Ruotando velocemente l’aquila si fiondò verso la renna:
« Non pensare che sia finita qui! WINGED ROCKET! E con questo abbiamo chiuso! »
Chopper era invece contrario a questo parere. Ultimata la sua analisi, portò il braccio destro in Arm Point dietro la schiena pronto a scattare, sicuro di ciò che avrebbe fatto Tsubasa. Infatti il volatile smise di ruotare per poter schivare l’imminente attacco:
« Insomma, non hai ancora capito che attaccarmi è inutile! Sei noioso! »
I due erano ora vicinissimi.
« VORTEX! »
L’aquila iniziò a ruotare in aria una frazione di secondo dopo che Chopper si girò completamente, lasciando la zampa sinistra indietro e trovandosi di fronte la schiena scoperta del nemico, che quando si voltò di fronte rimase basito. Il medico mostrò un sorriso di scherno:
« Io non ho mai detto che avrei attaccato con la destra. Il punto debole della tua tecnica è che mostri le spalle al nemico per un decimo di secondo! Se ti anticipo posso vincerti! ZOCCOLO BISTURI ROSEO! »
Quindi fece scattare la sinistra sul torace di Tsubasa che, perso l’equilibrio, iniziò a precipitare. Il dottore atterrò pochi secondi dopo, conscio che quello non sarebbe bastato a fermare il nemico che proprio ora si stava rialzando sputando sangue:
« Ora devo sfruttare il vero punto debole che lo Scope mi ha mostrato! E so anche come farlo! »
La renna utilizzò il Walk Point, la sua forma animale, per correre velocemente sottocoperta, faticando ad ogni passo per le gravi ferite. Oltrepassò le scale mentre Tsubasa, irato all’inverosimile, si rialzava in cielo deciso a vendicare il colpo subito:
« VIENI FUORI, MALEDETTO ORSO! »
Le vene gli pulsavano sulle tempie e la rabbia aveva prevalso sul buon senso. Intanto Chopper avanzava di corsa nelle cabine sottocoperta per poter attuare il suo piano e insieme pensando:
« (Allora, sul ponte ci sono tre botole! Secondo i miei calcoli quella verso poppa dovrebbe essere quella giusta!) »
Tsubasa, disonorato per essersi fatto colpire da quello che riteneva uno sgorbio inetto, ora invocava la ripresa del combattimento:
« Dove sei! FATTI VEDERE! Giuro che una volta distrutto, dilanierò il tuo corpo pulcioso col mio stupendo becco! »
« E’ perfetto! » sentenziò Chopper, scrutando il nemico da un piccolo spiraglio di luce.
« Facciamola finita adesso! X-SIGHT! – gridò Tsubasa - Ora scopro dove ti sei nascosto e ti massacro! »
Ma all’improvviso l’uccello sentì due mani afferrargli gli artigli. Era Chopper che l’aveva raggiunto col Jumping Point da sotto una botola. Tsubasa non poteva creder ai suoi infallibili occhi, che poi non lo erano tanto:
« C-come diamine hai fatto? IO STAVO USANDO L’X-SIGHT! »
«Lo so bene! – rise il dottore - Tu con quella tecnica puoi vedere tutto ciò che si muove….Ma c’è una piccola pecca che io ho scoperto grazie al mio Scope! Puoi vedere tutto nel raggio di kilometri …eccetto ciò che sta esattamente sotto di te! »
« N-no! Non posso crederci! NOO! » farfugliò il Solidus, cercando di svincolarsi dalla presa.
La renna si staccò dagli artigli per afferrargli le braccia alate, bloccandolo e iniziando a precipitare con lui. Poi gli sussurrò all’orecchio:
« Sai cos’è che crea questo piccolissimo punto morto nella tua tecnica, cos’è impedisce ai tuoi occhi di creare un’abilità infallibile? E’ il TUO BECCO SPROPOSITATAMENTE GRANDE, simbolo del tuo ORGOGLIO e causa della tua SCONFITTA! »
Poi il medico contorse indietro le muscolose braccia di Tsubasa finché un sonoro crack e un urlo disumano non gli assicurarono che fossero rotte.
Chopper si portò del tutto sopra l’orgoglioso nemico, continuando a tenergli saldamente le mani durante la rovinosa caduta. Sempre in Jumping Point caricò incredibilmente le agili zampe anteriori:
« Prendi questo! ROSEO FOOTSTEP! »
« AAAHHHH! »
Le zampe si schiantarono con una potenza incredibile tra la faccia e l’attaccatura del becco di Tsubasa, fratturandole entrambe. Mentre il nemico cadeva sconfitto, Chopper atterrò dolcemente sul ponte della nave che aveva difeso strenuamente. Si avvicinò poi all’uccello caduto e, preso il prezioso cappello a cilindro, se lo sistemò felice sulla testa:
« Sai, penso che IL TUO SIMBOLO DI ORGOGLIO fosse INFINITAMENTE più DEBOLE di questo CAPPELLO, che d’ora in poi sarà IL SIMBOLO dell’ETERNA AMICIZIA che mi lega al caro DOTTOR HILLK, che mi ha sempre spronato in questo lungo viaggio!! »
Poi cadde esausto sul ponte:
« Uff… uff! Penso che ora sia meglio nascondere la nave in un luogo sicuro e poi raggiungere gli altri per informarli al più presto! »

Intanto al villaggio il resto della ciurma stava per conoscere la sconvolgente storia di quel luogo attraverso la voce degli spiriti.

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Capitolo 6
*** Capitolo VI - La leggenda che spinge alla ricerca ***


Risveglio Letale

Capitolo VI

La leggenda che spinge alla ricerca

Il momento era giunto. Tutti in religioso silenzio, i Mugiwara attendevano con ansia il responso dei defunti. L’unico che aveva gli occhi spalancati era R.i.p. Occhi spalancati e tinti di rosso fuoco, la bocca arsa e semi aperta:
« Che fatica! Non avevo mai spinto a tal punto il mio Shinin no Syusseki prima d’ora! Voci che sparse per la collera vagate, vi prego… riunitevi qui e parlatemi! »
Nella mente dei ragazzi i mille sussurri e lamenti vennero sconquassati da un lampo accecante: ora le molte luci blu prima fluttuanti si coagularono in un’unica scintilla più grande, incredibilmente splendente.
Lo skullcat Bochi, sulle spalle del ragazzino, iniziò a soffiare e se avesse avuto almeno un poco di pelo, gli si sarebbe drizzato tutto.
Una voce lontana si avvicinò dall’abisso:
« ChI sEi? »
Il ragazzino parlò sicuro come se fosse da sempre abituato a simili discorsi:
« Sono R.i.p., e sono stato vostro compagno nel villaggio che avete da poco lasciato! »
« peRcHè dIsTurBi Il NoSTro dOLce ToRpoRE? CoSa VuoI R.i.p? »
« Desidero conoscere il segreto di quest’isola senza nome per poter vendicare le vostre morti e proteggere ciò che voi avete custodito per secoli interi! » sentenziò infine R.i.p.
« PEnSi dAvVero ChE Tu E I tUoi AmIci sIaTe PrONti pEr pOteR cOsCere lA VerItà? »
Tutti fecero segno di sì con la testa, tenendo sempre gli occhi saldamente chiusi come era stato loro consigliato da R.i.p.
« EbBene, sAppiaTe cHe pIù Di 800 aNnI fa unA pOtEntE dIvinITà rAggiuNse Un tAlE sTaTo di CattIveRiA E cRudELtà cHe glI aLtri dEi dOvEtteRo cAccIarLa ViA daLl’AltrO moNdo. Il DiO preCipITò gIù Dal ciElo Ma cOn l’ULtimA scINtillA dIvinA rimAsTaGLI In coRpo rIUscì a CreArE Un iSolA prOprIo Al CeNtro Del moNdo. Le AltrE MaEstà cElesTi, cApenDo cHe Non si SareBbERo sBaRazzAtE faCilmEntE Di lUi, crEaroNo un’enOrmE cRateRe DoVe il dIO aNdò Ad IncaStrarSi. PoI, poIchE’ Il potEre deL dIo Non aCcennAvA a diMinuIre, cHiusEro Il bUco, sIgGillAndOlo TramIte qUatTro mAnuFattI chE SparSero aI cOnfiNi dEll’IsoLa. SOlO RiUnEndo I quAtTrO ogGettI SacRi, Il dIo pUò riSveGliArsi Dal Suo sOnNo e La PosSibIlità peR faRlo Si VErIFicA SoLO oGni DueCeNto aNni, qUandO La dIvinItà IncAtenaTa tROva le ForZe pEr liBerArsI Dalla suA priGIoniA. Il dIo AgogNa lA liBertA’ e FareBbe di TuTto PeR LaSciaRe il PosTo Che Lo TiEne lEgAto a QuEsto moNdo. »
« E cosa potete dirmi riguardo ai pirati che sono venuti in quest’isola? – sputò con rabbia R.i.p., mentre un sentimento di incredulità lo assaliva dopo lo svelamento del mistero - Conoscevano la verità? Erano in cerca dei quattro manufatti? Come hanno fatto a penetrare le nostre difese? »
« NoN saPpiAmo nIentE di TuTto cIò, Ma è InNeGabIle Che qUei fiGuRi cOnoSceSserO Il seGreTo DelL’iSolA, CosA mAi acCaDuta neI SecOli. ErAno inOlTre in PosSessO Di uNa deLle rEliQuie qUaNdo sOnO VenUti aL vIlAGgio »
R.i.p aveva saputo tutto ciò che desiderava conoscere e non avrebbe mai potuto comprendere come il nonno e gli altri avessero potuto nascondergli per anni quel misterioso arcano di importanza fondamentale:
« Un’ ultima cosa! – disse rivolto alla luce - Dove posso trovare le restanti tre reliquie? »
« SoNo naScosTe In AltAri poSti oGnunO In unA dEllE quAtTrO mAni deLl’iSolA, mA di PrEciSo NemMeNO noI SappIaMO DovE sOno cOlloCaTI peRché Ci è ViEtaTo rEcaRci In quEI lUogHI SacrI! sEnTiaMo Di aVer SodDisFattO Le TuE ricHiEste… »
Veloci come la luce le voci e i fuochi fatui sparirono dalla mente della ciurma come presentendo di aver detto già tutto quello che c’era da sapere. R.i.p., esausto, collassò per terra.

Nello stesso momento il piccolo Chopper, dopo essersi curato le ferite riportate contro l’ultimo avversario e aver navigato con la Battle Franky 37 fin dentro un’insenatura a nord, correva col suo Walk Point per la sconfinata prateria che ricopriva la parte meridionale dell’isola.
« Devo assolutamente raggiungere gli altri e avvisarli del fatto che i nostri nemici sono pericolosi e dispongono di tecniche avanzate. Poi ritornerò a fare la guardia alla nave anche se dubito che potranno trovarla lì dove l’ho nascosta! »
La piccola renna voleva raggiungere i suoi compagni più che altro perché lo spavento era stato grande e il pericolo, scampato per un pelo, davvero fuori dalla sua portata. Chopper in realtà non aveva grande fiducia nelle sue capacità e poteva spesso risultare poco coraggioso, mentre il più delle volte si dimostrava fondamentale nelle situazioni critiche nelle quali finiva per cacciarsi.
Fatto stava che ora, avendo adempito al suo dovere, anche se parzialmente, voleva ricongiungersi col resto della ciurma.

« R.i.p…. R.i.p! Come stai? R.i.p. riprenditi! » il ragazzo di gomma sbatacchiava il piccolo come un fuscello nel tentativo di fargli riprendere i sensi.
I Mugiwara erano tutti accalcati intorno al ragazzino che or’ora si stava riprendendo dallo svenimento. Buchi gli si sfregava addosso con il corpo ruvido e ossuto.
« Uhh… Scusate ragazzi, non sono ancora esperto a usare il mio potere e non avevo mai richiamato spiriti prima d’ora! »
Nami si avvicinò sorridente e, sostenendo R.i.p, lo aiutò a rialzarsi:
« Non devi scusarti! Grazie al tuo intervento ora abbiamo preziose informazioni per la nostra ricerca! Sappiamo cosa vogliono i nostri nemici e quindi abbiamo un punto di partenza! »
« Ragazzi, non ditemi che credete alla storiella degli spiriti? – sbuffò il cyborg delle ciurma, che non credeva in altro se non nei progressi della tecnologia umana - Suvvia! Parlavano di cadute, di divinità e di chiavi magiche! »
« Potrà sembrare strano detto da me ma sappi che nelle nostre avventure abbiamo incontrato davvero alcune divinità e le abbiamo anche sconfitte! – spiegò serio il nasuto, crogiolandosi poi nelle sue menzogne - Naturalmente questo sarebbe stato impossibile senza l’aiuto del valoroso CAPITAN USOPP! »
« Già, ho fatto vedere letteralmente le stelle a quel pallone gonfiato di fulmine volante! » ricordò il capitano.
« Puoi quindi capire come per noi sia questione di routine rimanere invischiati in situazioni ai limiti dell’impossibile. » commentò infine Sanji all’inidirizzo del carpentiere, che sempre più si rendeva conto dell’incredibilità di quei ragazzi.
« Questo è certo! – rifletté Robin ad alta voce, con la mano a tenersi il mento - Ma di questa faccenda non mi sono chiare alcune cose: prima di tutto, come hanno fatto i Solidus a conoscere il segreto dell’isola già prima di approdare qui? E poi la questione delle mani… »
« Mani? » sbottò Zoro.
« Già, gli spiriti hanno parlato di alcuni altari situati sulle braccia del territorio! – fece l’archeologa tenendo il punto della situazione - Mi chiedo cosa siano? »
« Invece torna tutto: forse è giunto il momento di spiegarvi la conformazione geografica dell’isola! – parlò pacato R.i.p. - Potrete sicuramente capire di più riguardo questa leggenda! »
« Siamo tutti orecchi! » gridarono all’unisono Sanji e Franky.
« Dovete sapere che quest’isola ha la forma di una croce latina arrotondata tra un braccio e l’altro: sicuramente ogni altare si trova in ognuna di queste zone! – proferì lo sciamano - Poiché l’isola si trova al centro della Rotta Maggiore, abbraccia diverse fasce climatiche anche in uno stesso periodo dell’anno, sebbene le sue temperature siano perlopiù invernali e autunnali! Inoltre, al centro dell’isola si trova un altissimo vulcano ghiacciato e addormentato! Mio nonno mi raccontava spesso che il signore della montagna si sveglia con una tremenda eruzione ogni duecento anni… »
« E se ho capito bene in questo periodo il dio può liberarsi tramite le quattro reliquie! » parlò Zoro soprappensiero.
« Già… E’ così! Ma non capisco perché quei pirati vogliano risvegliare una potenza tanto distruttiva… » piagnucolò R.i.p.
« Ciò che è certo è che dobbiamo impedirglielo ad ogni costo! – disse Rufy con un sorriso stampato in faccia - Ed è qui che entriamo in scena noi! »
Da dietro una capanna incendiata si alzò un vecchio, che senza essere visto, si avvicinò agli altri. Orgoglioso del risultato del nipote ed insieme costernato per il suo comportamento riprovevole e poco rispettoso delle regole di un villaggio che ormai non esisteva più, H’Taed aveva da svolgere quello che poteva essere l’ultimo importante compito come mistico.

Nel frattempo Chopper, attirato da una stranezza, fermò la rapida corsa. Aveva avvistato da lontano, nel bel mezzo della prateria, un boschetto spoglio e lugubre dal quale saliva un fumo denso e dove si potevano scorgere fiaccole ancora ardenti tra le fronde. Con circospezione si avvicinò al piccolo luogo, notando inoltre impronte di piedi e macchie di sangue per terra.
« Devo stare molto attento! I nemici potrebbero essere ancora nei paraggi, pronti a tendermi un agguato! »
Tuttavia, preso tutto il coraggio che aveva in corpo, avanzò fin dentro alcuni cespugli più frondosi di altri e, spiando tra le foglie, scorse qualcosa di molto strano. Al centro della macchia boschiva si alzava una costruzione in pietra, che saliva a gradoni fino in cima.
La strutture era di medie dimensioni ed era ornata con teschi e scheletri intarsiati sulla nuda pietra. In cima, due falci si intrecciavano formando una croce sotto la quale si trovava un piccolo scrigno. Intorno al perimetro intero strane statue erano scolpite in insolite posizioni, tutte con la schiena rivolta verso quello che sembrava un tempietto, come se fossero guardiani posti li a custodia.
Chopper iniziò a perlustrare cauto la zona:
« Che strano! Per farmi perdonare il fatto di aver lasciato la nave senza custodia, potrei raccogliere informazioni su questo luogo e poi fare rapporto a Rufy e agli altri! Certo! Potrebbe funzionare! »
Nella sua mente la renna si figurò ingenuamente come un re con attorniati i suoi compagni, che riverenti, gli si inchinavano, idolatrandolo.
« Oh grande Chopper, come potremmo vivere senza di lei? »
« Hihihi! Magnifico, ho deciso, vedrò cosa c’è nel forziere! – disse la renna con gli occhi che scintillavano - Forse nasconde un tesoro! »
Il medico, accertatosi che non vi fosse nessuno nei dintorni, uscì dal nascondiglio e corse verso l’altare piramidale, sfiorando varie statue che sembravano tutte sofferenti. Giunse in cima facilmente e con trepidazione ed orgoglio per la sua impresa, guardò nel piccolo scrigno… Niente!
Il contenitore era totalmente vuoto, ma si vedeva dalle sue condizioni che era incredibilmente antico e che doveva essere stato aperto da poco. Dietro le sue spalle Chopper sentì un rumore e veloce come un fulmine attivò il Walk Point dandosela a gambe levate:
« Ragazzi sto arrivandooo! »
Era solo una delle statue che, urtata, era caduta per terra con un tonfo.

Nella folta radura a est dell’isola, i compagni di Tsubasa iniziavano a preoccuparsi. Parlò per prima una giovane ragazza con occhi molto stretti e capelli albini legati in una lunga coda di cavallo:
« Mihihihihi! Che fine avrà fatto quell’ingenuo di un uccellaccio del malaugurio? In fondo il suo compito era fin troppo semplice! Se il capo avesse mandato me sarei già tornata! »
Dal buio della foresta un uomo minuscolo e ossuto dall’aria malaticcia la rimbeccò:
« Zitta Marion! Non puoi criticare Tsubasa, tu che sei molto più debole di lui! »
« Come osi, maledetto… » gli inveì contro la donna.
Ma venne interrotta dalla figura imponente di Damascus che gli si parò davanti:
« Ora smettetela tutti e due! Forse Tsubasa ha avuto un piccolo contrattempo, ma anche se per lui le cose si fossero messe male, non considererei la sua perdita come un ostacolo alla nostra strategia! Siamo già in possesso della prima delle reliquie e se trovare le altre sarà così facile come lo è stato per questa, allora non avremo alcuna difficoltà ad attuare in nostro piano! »
Marion, che aveva sempre temuto la potenza del capitano, si fece piccola piccola, senza però togliersi dalla faccia quel sorriso stampato che portava in ogni occasione.
« Diventerò il padrone del mondo! » sbraitò al cielo Damascus.
« Certo capo! Mihihihihihih! » gli fece eco Marion.
Al villaggio, i Mugiwara videro arrivare l’anziano uomo dai capelli celesti, e dovettero presto ricredersi su quanto le sue informazioni sarebbero state vitali:
« Devo ammettere che sei stato davvero in gamba col tuo Shinin no Syusseki, R.i.p.! Non per niente sei… saresti stato uno dei mistici del villaggio! – parlò H’Taed pieno di orgoglio - Hai fatto un buon lavoro, anche se hai disturbato i nostri compagni! Visto che siete tutti decisi a impedire il risveglio del dio ad opera di quei furfanti, devo informarvi di un’unica cosa: sappiate che l’eruzione del VULCANO HAKA , dopo duecento lunghi anni, avverrà DOMANI! »
« C-cosa? Domani?! »

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