E le stelle complici, stavano a guardare

di lay70_kol_kai forever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buonanotte lay ***
Capitolo 2: *** Un invito inaspettato ***
Capitolo 3: *** Una fantastica gita al lago ***
Capitolo 4: *** Buon compleanno Lay? ***
Capitolo 5: *** Il giorno dopo ***
Capitolo 6: *** Sotterfugi e nuove consapevolezze ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni ***
Capitolo 8: *** La forza dell'amore ***
Capitolo 9: *** L'amore è la più grande debolezza di un vampiro. ***
Capitolo 10: *** Kol...Lay...Klaus ***
Capitolo 11: *** Gioco o realtà? ***
Capitolo 12: *** I rischi del gioco ***
Capitolo 13: *** I rischi del gioco(seconda parte) ***
Capitolo 14: *** Tentazioni e autocontrollo. ***
Capitolo 15: *** Un nuovo inizio? ***
Capitolo 16: *** love,anger...and pride ***



Capitolo 1
*** Buonanotte lay ***


PRIMA DI TUTTO AVVERTO CHE NON HO MAI SCRITTO FF, E QUESTO E' IL MIO PRIMO TENTATIVO.

QUINDI SON BEN ACCETTATE LE CRITICHE. A VOI IL GIUDIZIO.

E PER FINIRE: UN SENTITO RINGRAZIAMENTO A ALESSANDRINA 96, LEI SA PERCHE'.

E UN GRAZIE DI CUORE A DAMIE, CHE MI HA DATO L'INCORAGGIAMENTO PER FARE QUESTA PAZZIA.

02-E-le-stelle-complici-stavano-a-guardare-Cap-01    

Ma tu chi sei che avanzando
nel buio della notte
inciampi nei miei più segreti pensieri?(William shakespeare)

 

Ero assorta ad osservare il cielo sul portico di casa, l'astrologia era mia passione da sempre, e all'improvviso ricordai quella sera. Il ballo mikaelson.

Come se pian piano si materializzasse davanti ai miei occhi.

E ritornai con la mente a quel ballo.

Quella sera ballammo per tutto il tempo. Era stato come un sogno ad occhi aperti.

La sua mano sinistra mi cingeva la vita, e l'altra mano mi teneva la mia in una stretta forte e passionale. Come se temesse che potessi fuggire da lui. Ad ogni movimento di danza il suo corpo sfiorava delicatamente il mio, provocandomi leggeri brividi.

I suoi occhi neri, caldi e profondi, non avevano mai smesso di osservarmi. Come se fossi il suo bene più prezioso. E quel suo essere misterioso e divino mi teneva incatenata a lui: in modo tale che non ci sarebbero state parole capaci di descriverlo.

Ballare con lui era stato come ballare con un angelo. Un angelo caduto sulla terra appositamente per me.

Smisi di ricordare e scossi la testa.

Stavo ingigantendo le cose conoscendo come era. Come potevo essere così importante per lui… per Kol Mikaelson il vampiro? Il più arrogante, borioso, orgoglioso, dei "vampiri originali".

E pensai che forse quella sera ero stata una sua distrazione temporanea.

Sospirai. Come se quel gesto potesse risolvere in un attimo tutto ciò che sentivo, e alzai gli occhi verso il cielo stellato come se quelle costellazioni così distanti potessero chiarire ogni mio dubbio.

Erano passati due giorni da quel ballo. Nei giorni seguenti non avevo fatto altro che sognare quel momento, domandandomi il perché.

In fondo di Kol non mi importava un gran che, anzi quasi lo odiavo: temendo che con il tempo, gli anni, il ricordo sarebbe svanito dalla mia mente e non mi sarebbe più rimasto nulla di lui.

Appoggiata alla balaustra del portico riosservai nuovamente il cielo stellato; cercando risposte ai miei dubbi che mai sarebbero arrivate. Quando ormai sopraffatta da tutto quel pensare, esausta decisi di andare a letto.

Stavo per incamminarmi verso l'entrata di casa, che all'improvviso il mio cuore si fermò. Impedendomi quasi di respirare.
Kol era lì appoggiato ad un albero, come se i miei pensieri lo avessero portato da me.
I suoi splendi occhi neri mi scrutavano con attenzione.

Si diresse verso di me, portando la nostra distanza impercettibile facendomi ammutolire.
Impossibile pensai, che tutta quella bellezza era rinchiusa in una sola persona. Il che era davvero devastante per la mia salute fisica e mentale.

Buona sera!” mi disse con la sua voce suadente e il suo solito sorriso ammagliante.

Non riuscii più a controllarmi. Le mie gambe all'improvviso sembravano non facessero più parte del mio corpo facendomi perdere l'equilibrio. Così mi appoggiai con la schiena alla balaustra del portico. Chiusi gli occhi, nella speranza di riprendere il controllo.

Quando fui finalmente in grado di riaprirli i suoi occhi erano a un centimetro dai miei che mi osservavano preoccupati. La sua splendida fronte era circondata da leggere rughe di apprensione:

Ti senti male?” Mi chiese allarmato.

Lo guardai. Non essendo ancora in grado di pronunciare parola. E inoltre la sua vicinanza non mi aiutava di certo.

sto bene… grazie!” dissi con la voce tremante e imbarazzata.

Cercai di nascondere l'imbarazzo con un sorriso ma se ne accorse ugualmente, e ricambiò il sorriso. Facendomi completamente sciogliere il cuore.

La sua mano si posò delicatamente sulla mia guancia sfiorandola dall'alto verso il basso, provocandomi leggeri pizzichi lungo il percorso che quella mano aveva compiuto.
Quel contatto fu così naturale, ma perfetto per quella situazione. Che felice appoggiai la guancia sulla sua mano calda, e per l’ennesima volta mi sorrise. Quel sorriso ormai stava diventano vitale per me.

Non ti ho visto più dopo il ballo… ho detto o fatto qualcosa di male?” mi chiese preoccupato.

Quelle parole mi fecero battere il cuore.
Possibile che esistesse al mondo una persona così dolce, gentile e premurosa, e nello stesso tempo così odioso e insopportabile come era lui? pensai.

No, davvero…” risposi nascondendo l'emozione e cercando di fermare il mio cuore che batteva più che mai frenetico.
è stata la sera più bella della mia vita!” Conclusi avvampando dal calore.

Anche la mia!” disse emozionato con gli occhi che brillavano di una strana lucentezza.
E spero di non rovinare tutto … con questo!” Disse avvicinandosi di più verso di me.

Fu troppo veloce per poter anticipare le sue intenzioni. Così sentii le sue morbide labbra posarsi sulle mie con estrema delicatezza.
Il contatto fu breve. Talmente breve da sembrare un sogno ad occhi aperti. Sentii il suo sospiro inebriante inondarmi il viso. Facendomi bloccare come una statua di marmo.

L’altra sua mano mi afferrò il volto e lo portò vicino al suo: e sentii ancora una volta, quella morbidezza paradisiaca sulla mia bocca.

MA IL baciò stavolta cambiò. Non fù più tenero come il primo.
Le sue labbra erano dischiuse e più pressanti, il suo corpo era premuto sul mio coinvolgendomi in un bacio che dire disumano non ne rendeva l'idea.
E in un vortice di passioni e sensazioni inebrianti.

Non sentivo più niente. Se non le sue mani, e le sue labbra su di me. Che ad ogni suo movimento avvampavo dal calore.

Non so per quanto le mie labbra restarono prigioniere delle sue, ma era un’ottima prigione: la migliore considerando la persona che mi aveva rinchiusa.

Dopo chissà quanto tempo e Dio solo lo sa, spostò il mio viso dal suo e con delicatezza posò la sua fronte sulla mia. E osservandomi con i suoi penetranti occhi neri da quella brevissima distanza, mandando il mio cuore in tilt, disse col fiato ancora corto.

solo tu mi fai sentire ancora vivo!”

A quelle parole il mio cuore sussultò dalla felicità. Nessuno mi aveva detto quelle parole, fino a quel momento. Nessuno era riuscito a farmi sentire come lui aveva fatto. Come se fossi l’unica donna al mondo.
Alzò la testa e con le braccia mi strinse al suo petto facendomi respirare il suo profumo squisito, e dolce.
Mi cullò e mi feci cullare per molto tempo tra quelle braccia, e se ne fossi stata capace sarei rimasta così per l’eternità. Ma non lo ero.

kol sciolse quell'abbraccio e posando le labbra sulla mia fronte, disse:

Buona notte Lay!”

E se ne andò.
Lasciandomi a metà dall'incredula, e il felice.

                                     ******************************

Alla mattina mi svegliai ancora eccitata, pensando a quello che era successo quella notte.

All'improvviso un dubbio mi balenò alla mente:
e se fosse stato un altro di quei soliti sogni che faccio ultimamente? no non può essere stato un sogno. Sembrava così reale! pensai

Mi alzai dal letto e andai a farmi un caffè. Ad ogni sorso continuavo a vedere il suo viso riflesso in quella tazzina.

E si Lay ormai devi ammetterlo. Sei persa, non puoi più fare a meno di pensare a lui!” dissi a voce alta.

E improvvisamente scoprii di non poter più mentire a me stessa. Anche se ancora mi ostinavo a non volerlo ammettere.
E di nuovo i miei dubbi mi assalirono, e dandomi da sola la risposta dissi:

non c'è altra soluzione si è trattato proprio di un sogno. Dovrai smetterla prima o poi di sognare. Tanto a lui non gli interessi, e se quel che è successo fosse vero, si è divertito e basta ”

Mi ripresi dai miei pensieri. E come per chiarire i miei monologhi istintivamente andai ad aprire la porta di casa. Sperando di trovare qualcosa di lui, che mi desse la conferma che non era stato tutto un sogno.

Il suo profumo ad esempio che mai l'avrei dimenticato; anche se lo avessi sognato.

La mia sorpresa fu immediata quando vidi appoggiati sullo zerbino, un enorme mazzo di orchidee e di rose blu, accompagnato da una busta con un biglietto.
Aprii la busta e lessi:

-PER IL FIORE PIU' BELLO DEL MONDO. CHE HA RUBATO IL MIO CUORE, SOLO CON UNO SGUARDO. KOL.

Era tutto vero allora!” dissi quasi saltellano dalla contentezza.
Non è stato un sogno!” Col cuore che mi batteva a mille allora. Leggermente turbata per quella strana felicità.


Presi quei fiori e me li strinsi al petto. Chiedendomi come faceva a sapere che erano i miei preferiti.

In quel istante ripensai a alla prima volta che parlai con lui. Era la notte di san Lorenzo, ancora le stelle pensai: come se tra kol e le stelle ci fosse una qualche attinenza.
Ed io come ogni anno andai nel parco con il mio telescopio per osservare le famose lacrime. Mentre ero intenta a montare i miei strumenti di osservazione sentii una voce alle mie spalle.

hey la darling, come ti butta stasera?”

Conoscevo quella voce: apparteneva a Kol Michaelson, ed era fratello del ragazzo della mia amica Damie, Elijah Mikaelson. Lo intravedevo a casa Michaelson quando ci andavo con lei. E qualche volta c'eravamo scambiati un ciao al quanto formale.

Non mi colpiva tanto quel vampiro. Che giudicavo arrogante, borioso e impertinente, ma aveva un sorriso e un fascino che sempre mi lasciava spiazzata.

sempre a guardare le stelle tu?” mi chiese.

Che vuoi Kol?” risposi voltandomi con tono seccato.
E come fai tu a sapere che me sto sempre a guardare le stelle?
Ci conosciamo solo di vista , e non ho la più minima idea di approfondire la tua conoscenza!”

Sai passo sempre di qui. E ti vedo spesso col tuo cannocchiale ad osservare il cielo!” rispose sorridente.

E che ci posso fare se è la mia passione. E poi a te che te ne importa?” gli chiesi.

Si avvicinò. E con sorriso torto e talmente seducente da far girare la testa. disse:

Hey dolcezza sono solo le stelle la tua passione?”

Per un attino rimasi quasi stordita da quel sorriso, ma per fortuna riuscii a nasconderlo.

si perché?” obbiettai, ”Hai qualcosa al contrario per caso?”

Niente da dire! Ma sai queste passioni...nel parco di notte...possono essere pericolose. Come ad esempio incontrare un vampiro assetato.” rispose.

Per caso parli di un originale, arrogante borioso, e molto rompi scatole, di nome Kol Mikaelson? risposi compiacendomi..

E ora lasciami in pace che ho da fare!” E mi voltai tornando a quello che stavo facendo.

Come vuoi tu darling.” rispose inchinandosi.
“Continua ad osservare la tua passione. Ma ti assicuro che questa non sarà l'ultima volta che ci incontriamo.”

E cosi dicendo se ne andò scomparendo nella notte.

Ritornai al presente.
Presi un vaso e gli misi dentro i fiori.
Poi guardai l'orologio controllando l'orario.
Ricordandomi che avevo un appuntamento con Damie al club per le 11.

Cavoli!” dissi allarmandomi.
” Sono già le 10! Ed io sono ancora in tenuta da notte. Sarà meglio che mi sbrighi, se non voglio che Damie si incazzi se arrivo in ritardo!”

Cosi andai a fare una doccia, e mi preparai per andare al club.

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Capitolo 2
*** Un invito inaspettato ***


03-E-le-stelle-complici-stavano-a-guardare-Cap-02 Che cos'altro è l'amore,
se non una pazzia molto discreta, una amarezza che soffoca,
e una dolcezza che fa bene? (William shakespeare)

Arrivai al club con 10 minuti di ritardo.
Il club era il locale più frequentato.

Vidi Damie seduta ad un tavolo, battere i piedi nervosamente.

Ecco lay preparati a subirti l'ennesima sfuriata!”

D'altronde ero fatta cosi.
Quando dovevo prepararmi per uscire ero più lunga di una quaresima.
E arrivavo sempre tardi agli appuntamenti.

Come avevo previsto Damie si incavolò lievemente.

Sei in ritardo come al solito! Tanto ci sono abituata.” Disse ironicamente. Ci mettemmo a parlare del del più e del meno, intanto che bevevamo un caffè.

Stavo sorseggiando la mia bevanda preferita tranquillamente; quando all'improvviso il mio cuore si fermò.

Kol era appena entrato nel locale. Smagliante e sorridente come sempre,
e si era fermato al bancone ad ordinare un drink.

Fa che non si giri ti prego. Che non si accorga che sono qui” dissi a voce alta.

Facendo si che Damie mi fissasse sorpresa. Non capendo il perché di di quella frase.
Allora decisi di dirle tutto quel che era successo con lui. Di quel bacio.
D'altra parte, a quel famoso ballo mi aveva invitato lei chiedendo il permesso ad Elijah.

Si quel ballo; che sarebbe poi diventato il pretesto di quello che era successo quella notte da sogno.

Damie devo dirti una cosa”

cosa?” rispose ansiosa di sapere.

La notte scorsa, Kol era davanti casa mia.....e mi ha baciato”

Mi guardò sorpresa. ”No! Non mi dire?”

Proprio cosi! E tuttora quel bacio sta sconvolgendo la mia mente.
Non capisco perché l'ha fatto. Per lui non significo niente. Sono solo un passatempo”
Feci una pausa e poi continuai:
”mi ha lasciato scombussolata...ma mi è piaciuto quel bacio.”

Damie mi guardò materna.

Lay non chiederti perché: già lo sai!”
”Te l'ho sempre detto io che provi qualcosa per lui da quella volta.
Quando vi siete scontrati per caso a casa sua.
Dovrai ammetterlo prima o poi, e cominciare ad essere te stessa!
Ho fatto bene ad invitarti al ballo!” concluse.

Già il ballo; sempre quel stupido ballo. Altro che galeotto fu il libro, galeotto fu il ballo. Pensai sorridendo.

Le mie preghiere non si realizzarono. E Kol quasi se sapesse che ero lì,
si voltò verso il nostro tavolo e ci vide. Si alzò e venne verso di noi sorridente.
E con quella camminata cosi sexy da far attorcigliare i sensi perfino a miss acidità.

Buongiorno gioie dei miei occhi! Come mai qui?” disse con quel suo sorriso dannatamente sexy.

Damie lo saluto gentile. Io invece, impassibile come sempre feci un breve cenno della testa.

E tu?” Disse rivolgendosi a me. ”Come mai non sei a guardare il cielo oggi?
Ah... Vero! Le stelle non ci sono di giorno!” Ribatté sarcastico più che mai.

Be...come puoi vedere non è l'unica mia passione!” gli dissi più ironica di lui.

Intanto Damie osservava in silenzio noi due che praticamente, stavamo battibeccando e guardando come due innamorati repressi. E con uno stratagemma ci lasciò soli.

Mi stavo dimenticando che dovevo incontrare Elijah! Io devo andare.”
”Tanto ti lascio in buona compagnia. Ci vediamo dopo!”

Concluse strizzando l'occhio e usci; lasciando noi due soli.
L'avrei ammazzata in quel momento.

Rimanemmo lì a guardarci negli occhi in silenzio.
Non so per quanto tempo, forse breve; anche se mi sembrava fosse passata un' eternità.

Quella strana atmosfera non mi piaceva, stava diventando imbarazzante per me.
Dato che pian piano mi stavo accorgendo, che stava sempre di più prendendo spazio nella mia mente e nei miei sogni. Più di quelle fatidiche stelle.

Decisi di rompere il silenzio per prima.

Perché mi ha baciato l'altra notte?” Gli domandai.

Così...mi andava di farlo!” Rispose facendosi su nelle spalle.

solo per quello?”

Si! Ma se vuoi lo rifaccio.... darling!” Disse guardandomi seducente.

No grazie non ci tengo affatto. Io non ti sopporto Kol!”

Risposi sapendo di mentire a me stesa. E rivedendo nella mia mente tutta la scena di quella notte, e riprovando tutte le emozioni che mi aveva fatto sentire.

Ok sweetie! Se la metti cosi...E cosi sia. Ma a me l'idea non dispiacerebbe affatto!” disse sghignazzando.

Lo guardai; controllando il mio istinto di piantargli un paletto nel cuore in quel momento stesso.

E i fiori allora?”

Volevo fare colpo su di te dolcezza. Ma a quanto pare è stato inutile, dato che non mi sopporti.” Rispose stranamente deluso.

E ancora una volta quella strana delusione sul suo volto mi lasciò sorpresa.
E ancora di più quando qualche istante dopo, mi fece una proposta che mai mi sarei aspettata.

Sai... non so se Damie l'ha detto; io e mio fratello abbiamo deciso di organizzare una gita fuori città per rompere la routine. Mi piacerebbe molto che ci sia anche tu!”

Lo guardai credendo di trovarmi sul suo viso quell'espressione che era solito ad avere: ma era estremamente serio, e i suoi occhi brillavano di quella strana luce che già avevo visto quella famosa notte.

Per un attimo esitai, poi risposi: ”ok ci penserò.”

Ok, ma vorrei farti sapere, che mi piacerebbe che tu ci sia!”

Si girò e si incamminò verso l'uscita del club. Lasciandomi spiazzata come quasi sempre faceva..
Lo guardai ad uscire chiedendomi il perché dell'invito.

                                 **************************

POV KOL: Erano già passati tre giorni, ed era arrivato anche il giorno della gita.
Kol era intento nella sua stanza a guardarsi allo specchio.

Ok così sono proprio perfetto per la scampagnata!”
”Stavolta Lay non potrà resistermi!” Disse ridacchiando.
”E se esiste un dio posso solo ringraziarlo che lei abbia deciso di venire!”

Per un attimo si mise serio.
Chiedendosi il perché era cosi importante per lui, che lei sarebbe stata a quella gita.
E cominciando un discorso mentale con se stesso, si domandò.

hey Kol michealson, perché mai questo ti rende così stranamente felice, ?
Non mi dire che ti stai innamorando sul serio di lei? Di quell'umana insignificante?
Che per unica passione ha osservare le stelle. E che assolutamente non ti sopporta?
Dettoti in faccia da lei stessa.
Tu il grande vampiro originale, che ha sempre affermato che mai sarebbe caduto nelle pene d'amore.
Vivendo la sua vita da immortale, assaporando tutto quello che essa poteva dare, e mai tenendo conto degli altri e dei loro sentimenti. Ma solo di te stesso?

Nella sua mente si materializzò il volto di lei. Ricordando quei momenti che aveva passato insieme.

Va be che proprio ricordati non andrebbero, visto come sono andati almeno la metà.” Disse sorridendo ad alta voce.

Tornò alla sua memoria il ballo.
Quando l'aveva stretta a se in quella presa vorticosa, specchiandosi in quegl' occhi verdi.
E quando l'aveva baciata sotto quel cielo stellato. L'aveva sentita fremere di passione al suo contatto. L'aveva sentita sua.
E solo lui poteva capire cosa aveva provato quella notte.

Lei, che solo con quello sguardo che si erano scambiati quella volta;
quando per caso si erano scontrati a casa sua e precipitarono sul
pavimento trovandosi l'uno nelle braccia dell'altra, gli aveva rubato l'anima. E quel poco di cuore che gli era rimasto.
Le riusciva a suscitare dentro emozioni che ormai credeva dimenticate.
Lo faceva sentire vivo. E il disinteresse che lei aveva per lui lo lo avvicinava sempre di più.

Si giurò per quel tanto che potesse valere il suo giuramento che quel giorno sarebbe stato se stesso. Senza mascherarsi, semplicemente se stesso.

Si riprese dai suoi pensieri; si specchiò nuovamente e si disse ridacchiando a voce alta.

E si Kol, ci sei cascato!.....Sei un vampiro impertinente,
arrogante.....E maledettamente innamorato!”

Si staccò dallo specchio e si precipitò giù dalle scale, dove ad
attenderlo c'erano Damie e Elijah. Impazienti per l'attesa.

allora andiamo?” Andò verso il portone della villa e uscì.

                                      **********************

Erano già le 8,30 l'appuntamento era per le otto.

Ero impaziente sulla porta di casa, ad aspettare che “l'allegra combriccola” mi venisse a prendere.
Avevo ceduto a Damie e alla sua insistenza e deciso di andare a quella dannata gita .

E poi a dire il vero, mi piaceva pensare che avrei passato un intero giorno a battibeccare con il solito odioso e arrogante Kol.

Guardai l'orologio e dissi:

oh!...Meno male che non sono solo io che fa tardi agli appuntamenti!”

Ma a prelevarmi non venne l'allegra combriccola come era stabilito:
venne Kol da solo con la sua auto.

Come mai solo tu?”

Beh...eravamo in ritardo e Damie e Elijah si sono già avviati...e hanno mandato me a prenderti.”

E magari, la causa del ritardo si chiama per caso, Kol Mikaelson?”

Sapevo che era più vanitoso di un pavone che fa la ruota.
E che passava ore a rimirarsi allo specchio. Me lo aveva detto Damie.

Ma darling come fai a conoscermi cosi bene?”

Disse guadandomi provocante come al solito, che sempre mi mandava a ko.
Lo guardai con istinto assassino.

Lo so che preferivi loro dolcezza. E che non ti va l'idea di viaggiare sola con me. Esiste anche l'autostop se vuoi!”

Disse con quel ghigno ironico sulle labbra. Il che mi mandò in bestia.

E vai comincia bene sta giornata! Pensai sorridendo.
“Sai... sarebbe molto meglio l'autostop che te.
Ma non mi va di viaggiare con uno sconosciuto qualunque.
Quindi apri quello sportello e andiamo. Che già siamo in ritardo!”

Eccola, la solita e acida Lay! Pensò.

E poi disse:

Prego si accomodi sua altezza reale, si parte!”
Aprendo lo sportello.

E così partimmo.

Mentre Kol guidava in silenzio pensava:

Meno male che mi ero giurato di essere me stesso.
D'altronde la colpa è sua; a volte, anzi quasi sempre,
mi fa venire voglia di azzannarla all'istante. E poi sarei io l'insopportabile. Ma dopo tutto mi piace così, così... semplicemente lei."

Dopo un po' come se sapesse la domanda che volevo fargli disse:

Si va al lago ti va il posto? l'ho scelto io!”

Il lago? pensai.

Si il lago mi andava bene c'ero stata poche volte e lo ricordavo poco. E poi il posto mi piaceva.

Si per me va benissimo!” Risposi

E allora lago sia!” Disse sorridendo.

E continuammo il viaggio verso il lago. Sperando che quella gita fuori porta, sarebbe stata come minimo divertente.

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Capitolo 3
*** Una fantastica gita al lago ***


04-E-le-stelle-complici-stavano-a-guardare-Cap-03

E che cos'è un bacio?
Un apostrofo rosa fra le parole t'amo,
un segreto detto sulla bocca.(Rostand)

Era da mezz'ora che eravamo in viaggio. Osservavo il panorama che scorreva dal finestrino dell'auto; persa nei miei pensieri.

Spero che tra poco arriveremo. Pensai.

Non vedevo l'ora di uscire da quell'auto. Non ce la facevo più restare lì dentro senza respirare il profumo intenso che Kol emanava. Quel suo profumo fresco, dolce e aromatico, che aveva il potere di mandarmi in estasi . Non so per quanto ancora avrei resistito a saltargli letteralmente addosso: quell'istinto che allontanavo da almeno dieci minuti.

Mi piaceva Kol, e anche troppo. Avevo accettato di andare a quella maledetta gita solo perché c'era lui.

L'avevo ammesso a me stessa finalmente.

Mi piaceva quel vampiro dagli occhi color della notte. Mi piaceva quel essere maledettamente odioso, insopportabile e opportunista. Ma anche così maledettamente dolce e tenero, quando voleva. Quell'essere divino che per uno strano caso del destino, in una calda notte estiva, è piombato dal nulla nei miei pensieri e nei miei sogni: mandando in tilt tutte le mie convinzioni.

Stavo di nuovo cascando in un turbine di passioni, sensazioni, emozioni chiamato amore. Io che giuravo, che non ci sarei più caduta in quel groviglio spinoso, ci stavo cascando di nuovo.

Ma potevo lasciarmi andare?

Potevo riaprire il mio cuore alle emozioni? Potevo lasciarmi andare a sentimenti che mi avevano fatto solo male? Non potevo. Ma quel giorno mi ero promessa che avrei tentato di essere me stessa. E ci sarei riuscita se volevo.

Kol ormai stanco e stupito di tutto quel silenzio; dato che si sarebbe aspettato di fare il viaggio battibeccando in continuazione, chiese sorridente:

Potrei partecipare anch'io a quel stai pensando, darling?”

Certo! Dato che ne sei la causa!” Risposi sorriddendo.

Wow! Che siano ringraziate le stelle!” Disse riferendosi alla mia famosa passione.

Devo ritenermi fortunato di questo interessamento?

Altroché! Visto che sto pensando come trascorrere questa
giornata con Kol Mikaelson!” Gli risposi scherzosamente.

Ed entrambi scoppiammo a ridere sonoramente.
Cercando di mantenere quello che mi ero promessa.

E finalmente dopo quasi un'ora di viaggio arrivammo al lago. Logicamente in ritardo; dato che Damie e Elijah erano già arrivati da più di dieci minuti.

Finalmente siete arrivati! Credevo che vi foste imbarcati per l'Australia!” Disse Damie scherzosamente.

Allora che ci facciamo ancora qui? Avevamo in programma un giro al lago o no? Quindi andiamo.” Aggiunse subito dopo.

Dato che eravamo ancora sul vialetto che portava al lago vero e proprio.

Io e Elijah andiamo a fare un giro da soli. Voi fate come vi pare.”

Concluse guardandomi con un' espressione quasi complice.

Guardai Damie, e scherzosamente gli dissi:

Damie....lo sai che ti strozzerei molto volentieri? A proposito... La giacca che indossava Elijah dov'è finita? L'hai fatta sparire nel nulla?”

Sapendo che lei quella giacca quasi la odiava: e lui per l'occasione non l'aveva indossata, dato che indossava sempre "giacca e cravatta".

La giacca? Ah si quella maledetta giacca. Beh....sai che ne ho fatto? Gliel'ho tolta da dosso, poi l'ho presa a martellate e bruciata nel camino di casa sua!”

Disse ridendo andando verso Elijah, e prendendolo sotto braccio si incamminò verso il lago. Lasciando me e Kol soli.

Lo guardai; e prima che il mio solito imbarazzo prendesse il sopravvento gli dissi:

Ti va di imitarli e andare a fare due passi anche noi?”

E' proprio quello che stavo pensando dolcezza!” Rispose più seducente che mai.
Posso?” Disse cingendomi la vita con un braccio.

Ma certamente dolcezza!” Risposi più sorridente che mai cercando di imitarlo.

Ed è così che anche noi ci inoltrammo dentro al lago.

Il lago non mi era mai sembrato cosi bello. Beh... in verità bello quel posto lo era: a me che poi ero amante della natura piaceva. Era circondato da grandi alberi secolari che facevano da contorno; e nel centro c'era il lago. Come una pietra preziosa incastonata in un anello. E nel mezzo un ammasso di rocce artificiali da dove scendeva dell'acqua stile cascate. Mi rapiva sempre quel posto le poche volte che ci andavo.

Si accorse del mio rapimento interiore, e allora disse:

Bello questo posto vero? Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto.”

Si è molto bello poi a me piace stare a contatto con la natura. Mi da un senso di tranquillità. Ma sai una cosa? Oggi mi sembra stranamente più bello. Non è che tu centri qualcosa in tutto questo?” Dissi guardandolo negli occhi dolcemente.

Restò sorpreso; mi guardò e tra se pensò:

Come mai oggi è cosi improvvisamente dolce e gentile con me? Dov'è l'acida e insopportabile Lay?
E seducente come solo lui poteva essere rispose:

Sicuramente love!”

Sorrisi cercando di non cadergli definitivamente tra le braccia.

Si portò vicino alla riva, e si sedette sull'erba volgendo lo sguardo verso il lago. Lo imitai facendo lo stesso.
Mi guardò per un istante mentre mi sistemavo accanto a lui, e poi serio volgendo di nuovo lo sguardo verso il lago disse:

Sai Lay....anche a me piace stare immerso nella natura; respirare i suoi profumi e osservare le sue meraviglie.
Ma quando passi quasi mille anni della tua vita scappando per la sopravvivenza, uccidendo e seminando sangue ovunque sempre per la sopravvivenza, nascondendoti dietro ad una maschera che porterai addosso per sempre e reprimendo quello che senti: è difficile ritornare a credere.
E quando pensi che hai trascorso più di 100 lunghi anni rinchiuso dentro ad una bara con un pugnale nel cuore, che il tuo stesso fratello ti ha inflitto; è difficile ritornare ad aprire il cuore alle emozioni.” Concluse guadandomi.

Stavo li ad ascoltare attonita il discorso che faceva, chiedendomi il perché. Perché lui si stava cosi sinceramente aprendo a me? Ma poi disse qualcosa che mi fece definitivamente distogliere dai miei pensieri.

Ma tu ci sei riuscita Lay. Sei riuscita a farmi risentire quelle emozioni. Sei riuscita a riaprirmi il cuore.”

Ero più stordita che mai: a quelle parole, a quella specie di dichiarazione; non sapevo più a che appiglio prendermi. Io guardavo lui....lui guardava me, e nei suoi occhi quella solita luce particolare. Non c'era più niente intorno a noi. Non c'era più il lago, non c'erano più gli alberi. Solo noi che ci guardavamo intensamente negli occhi.

Per la prima volta nella mia vita ero rimasta senza parole.

Quando improvvisamente una strana vocina interiore incominciò a dirmi:
Lay, ora o mai più.

Allora quasi istantaneamente a quella vocina trovai il coraggio di dirgli:

Mi piaci Kol...Mi piace stare con te. Mi fai sentire l'unica al mondo....Credevo di riuscire a reprimere quello che sento, ma non ci sono riuscita.... Mi sto innamorando di te.....lo sono”

Quelle parole erano uscite dalla mia bocca istintivamente; come avevo fatto a dirle
nemmeno io lo sapevo.

Alle mie parole si alzò di scatto da terra, e senza distogliere lo sguardo da me disse:

Stai dicendo sul serio?”

si!” risposi decisa alzandomi.

Si avvicinò di più.
E guardandomi negli occhi con una dolcezza indescrivibile mi sfiorò le labbra con le dita, facendomi ammutolire.
E ancor più delicatamente prese il mio viso tra le mani, e appoggiando le sue labbra sulle mie mi trasportò con lui coinvolgendomi in un bacio passionale.
E mentre le sue labbra diventavano sempre più pressanti schiudendosi
sulle mie, mi lasciavo andare a sensazioni inebrianti, In emozioni e passioni che ormai avevo dimenticato. Il suo corpo era premuto contro il mio; ne sentivo tutto il calore che mi trasmetteva inebriandomi i sensi. Sarebbe potuto succedere di tutto in quel momento: ma non mi interessava. Importava solo lui... noi. Stavo assaporando quelle emozioni, quell'estasi infinita: niente e nessuno mi avrebbe distolto da lui.

Non mi sarei mai staccata da quelle labbra morbide e profumate, dal quel sapore dolce e aromatico.

Ma l'ossigeno per quel contatto intenso e profondo stava ormai scarseggiando. Staccammo le nostre labbra guardandoci negli occhi. Mi strinse alla vita con un braccio, e alzandomi da terra mi prese tra le sue braccia facendomi volteggiare nell'aria.

Si fermò, e sorridendo mi disse:

Sei il mio paradiso terrestre Lay.”

Mi rimise a terra e mi abbracciò.
E restammo lì così; stretti nelle braccia assaporando quello che avevamo appena scoperto.

                                ************************

E così anche questa splendida giornata stava terminando.

Così tornammo alle auto per ritornare a casa, e come al solito Damie e Elijah erano già ad aspettarci.

Ma è possibile che dobbiamo sempre aspettarvi voi due? Disse Demie.

Ma noi due le sue parole neanche le avevamo sentite; eravamo troppo presi a guardarci negli occhi e a tenerci per mano. Damie lo notò e rivolgendosi a noi ci disse:

Scusate piccioncini, mi potreste riassumere le puntate precedenti? Perché forse mi sono persa qualcosa!”

Risi; ormai abituata al suo umorismo. Ci conoscevamo dall'infanzia ed era la mia migliore amica. Damie era fatta così, o la amavi o la odiavi. La guardai e poi risposi:

Non hai perso niente Damie, ci siamo semplicemente...trovati.”

Oh.....finalmente! Ricordami di segnare questo giorno nel calendario!” Disse rivolgendosi a me.

La guardai e poi andai verso all'automobile con Kol.

Stavo per entrare in macchina quando improvvisamente una voce alle mie spalle mi bloccò:

Ciao Lay!”

Sussultai. La conoscevo quella voce; e anche bene, dato che mi ero giurata di non volerla sentire mai più.

Mi voltai per assicurarmi se la voce apparteneva veramente a chi avevo pensato. Appena lo vidi, di nuovo sussultai, come se mi avessero pugnalato al cuore in quel momento stesso: e anche caduta stesa sull'asfalto se non mi fossi appoggiata all'auto. Ma sapevo controllare le mie emozioni quando serviva.

Ciao Hans!” Salutai.

Chi era Hans? Lui era il mio più grande amore, e forse in un certo senso lo era ancora, dato che la mia mente non l'aveva mai rimosso totalmente.
Era colui che ti giurava amore eterno, che ti diceva di essere la donna della sua vita. Quello che ti regalava i fiori tutti i giorni, che ti faceva regali per i compleanni, insomma quello che ti faceva credere di essere in paradiso. E intanto che diceva e faceva tutto questo a te, se ne andava in giro per la città a divertirsi con tutte quelle che capitavano sul suo percorso. E tutto questo per ben cinque anni. Per poi un bel giorno....boom....la sorpresa finale che non sto a ricordare, che pure il ricordo fa male. Lui era stato la rovina della mia vita.

Ma che c'era tornato a fare qui quel serpente strisciante? E proprio adesso?Ora che stavo quasi riconquistando quello che avevo perso, per colpa sua...la fiducia in me stessa.

Nel frattempo Demie era scesa dalla sua auto per vedere che stava succedendo, e quando vide chi era dovette ritornare in macchina per controllarsi l'impulso, di mettergli le mani al collo e strozzarlo. Io invece,impassibile, continuai il mio discorso.

Come mai in città?” Gli chiesi.

Sai...sono stato lontano due anni a riflettere sulla mia vita. Ed ora ho deciso di ritornare e mettere la testa a posto!” Mi rispose.

Riflettere? Ma quando mai l' aveva avuto cervello quello? Pensavo io intanto che parlava.

Spero tanto che ti riesca, Hans. Ora devo andare ciao” Conclusi definitivamente il discorso e salii in auto.

Durante il ritorno a casa non dissi una parola. Me ne stavo zitta ad osservare chissà dove pensando a quell'incontro, e pensando a tutta quella storia passata e non passata. E per paura che chiedesse spiegazioni: non guardavo nemmeno Kol.

Ma Kol che nemmeno lui aveva pronunciato parola; senza distogliere lo sguardo dalla strada mi chiese serio più che mai:

Chi era?

Cosa, Chi?” Gli risposi facendo finta di non avere capito la domanda.

Chi era quello.....quello del lago?” Rispose sempre più serio.

Nessuno....non era nessuno!.” Gli risposi guardando nel vuoto.

Sentendo il mio tono pensò di chiudere il discorso lì.

E così arrivammo davanti a casa mia. Scesi dalla macchina e Kol mi accompagnò davanti alla porta d'entrata.

Bé...allora ciao!...Se vuoi ci sentiamo domani?” Dissi io.

Ok love, a domani sicuramente!”

Ok!” conclusi.

Si voltò e fece per tornare all'auto. Ma dopo qualche istante tornò indietro e si portò vicinissimo a me, e prendendomi il viso tra le sue mani disse.

Lay....non so chi fosse per te quello, ma la tua espressione non mi è piaciuta quando l'hai visto, e anche la tua reazione. Per questo voglio che tu sappia quello che sto per dirti. Tu sei importante per me......e forse più di quello che credo. Sei entrata nella mia vita millenaria e insapore con uno sguardo. Mi hai riaperto il cuore e cambiato totalmente la mia vita. Non voglio che proprio con lo stesso sguardo ora te ne vada da me; non ora che ti ho trovata!........Io non ti lascerò mai andar via da me!”

Detto questo mi baciò dolcemente sulle labbra; scese i gradini che portavano all'ingresso di casa mia e fece per salire sull'auto.

Restai lì ad osservarlo sempre più stordita, sorpresa, pensando a tutto quello che mi era successo in quella giornata. Meravigliosa sicuramente: finalmente mi ero lasciata andare alle emozioni, ero riuscita a vincere su me stessa, sulle mie paure.

Non so cosa mi prese in quell'istante, nel vederlo andar via da me.

Forse il pensiero di perderlo, forse la voglia di averlo con me nella mia vita.
O forse semplicemente perché per una delle poche volte della mia vita; stavo ascoltando il mio cuore.

Come presa da un impulso incontrollabile dentro di me, ma che sapevo cosa era ; prima che salisse nell'auto lo richiamai.

Kol!....Resta con me stanotte!”

Pronunciai quella frase istintivamente...ma era quello che volevo.

Lui si voltò e velocemente salì i gradini che mi separavano da lui; mi prese il volto tra le mani e dolcemente mi disse.

E' quello che vuoi veramente?”

Lo guardai intensamente negli occhi: si!... Era quello che volevo.

Si! Con tutta me stessa!”

Lo invitai ad entrare in casa, e senza rendermene conto mi trovai appoggiata al muro, con le sue labbra sulle mie. Le nostre labbra si schiusero prepotentemente sempre più ardenti e desiderose. Le lingue si incontrarono cercandosi e giocando freneticamente nelle le nostre bocche. Mi avvinghiai a lui vogliosa; lasciando che le sue abili mani mi sfilassero veloci e frenetiche il vestito; e sfiorassero e accarezzassero ogni parte del mio corpo: facendomi fremere dalla passione.
Non esisteva nulla in quel momento: paura, insicurezza, incertezza; erano volate via, lasciando posto ai miei brividi e ai nostri sospiri passionali. Sentivo solo la sua lingua sempre più frenetica giocare con la mia, e le sue mani sempre più vogliose su di me.
Ci staccammo da quell'unione di corpi e di anime, guardandoci negli occhi desiderosi della stessa cosa; di avere di più da quel momento incantato, languido e passionale. Eravamo solamente due anime perse che si erano incontrate per caso: desiderose di amarsi e di condividere le loro passioni dimenticate, ritrovate nell'altro .
Con un rapido gesto mi portò in camera, e mentre che i pochi vestiti rimasti scomparvero, mi stese sul letto stendendosi su di me.
E mentre le sue mani, e le sue labbra, ricominciarono ad accarezzare ed esplorare ogni parte del mio corpo con infinita e vogliosa lentezza; mi lasciavo andare alla notte di passione più voluta e cercata....da tutta la mia vita.

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Capitolo 4
*** Buon compleanno Lay? ***


05-E-le-stelle-complici-stavano-a-guardare-Cap-04 Perdonami, perdonami di amarti
e di avertelo lasciato capire. (William shakespeare)

 

 

Era trascorso quasi un mese da quella gita.
In quel periodo di tempo non avevo quasi più messo piede fuori di casa, pensando in continuazione a quel giorno fantastico e altrettanto amaro per via di Hans, anche se poi non l'avevo più visto. Rifiutavo anche gli inviti ad uscire con Damie, e quasi sempre con Kol: trascorrendo con lui, stupende giornate a casa mia, e altrettante magnifiche, passionali notti come quella dopo la gita.
Ma nonostante questo, incontrare ancora Hans mi aveva nuovamente mandato in "tilt".

Quella sera; come d'altronde succedeva quasi sempre nelle sere di agosto, ero seduta sugli scalini di casa ad osservare il cielo: succedeva sempre così quando avevo qualcosa che mi tormentava. Come se potesse in un certo senso calmarmi.

Ma quella sera ero distratta.
Forse aspettavo l'arrivo di qualcuno dato che oramai la mia mente lo aveva collegato alle stelle.
Guardavo il cielo e lui arrivava. Ma quel qualcuno non arrivò.

Stavo per entrare dentro casa che una voce familiare mi fermò.

Ciao lady! Lo immaginavo che saresti stata quì ad osservare il cielo. Conoscendoti era inevitabile!....E' così bello stasera!”

Solo una persona mi chiamava così....solo lui.
Mi voltai sedendomi di nuovo sui gradini e risposi senza guardarlo.

Che vuoi Hans! Non ti è bastato rovinare la giornata più bella della mia vita da due anni in qua....e tutta la mia esistenza?”

Si avvicinò e si mise a sedere sui gradini vicino a me.

Mi dispiace per questo, Lay....Non volevo farti soffrire....Non sapevo cosa facevo....Ma quegli anni lontani da qui....Lontano da te, mi hanno fatto capire molte cose. Soprattutto mi hanno fatto capire, che non sai apprezzare e amare quello che hai se prima non lo hai perso. Sono cambiato Lay....Ed ora sono qui davanti a te per chiederti un'altra possibilità.....Lo desidero con tutto me stesso e ti prometto che non ti farò mai più soffrire.”

Lo guardai sorpresa per quelle parole che non mi aspettavo. Non dopo quello che mi aveva fatto. I suoi splendidi occhi verdi sembravano sinceri, i suoi lunghi capelli castani erano mossi leggermente dalla brezza estiva. Il suo corpo statuario era lì fermo ad osservarmi; ad attendere una risposta. Ma lui era sincero? Era veramente cambiato? Il suo cuore era veramente sincero?
Non potevo credergli di nuovo, già l'avevo fatto una volta, e chi ne era uscita sconfitta ero stata solo io. Non potevo credergli ora che Kol era nella mia vita..con me: e pensare che non l'avevo mai calcolato nella mia vita, quell'Originale casanova.

Continuai a guardarlo, e alzandomi dai gradini risposi:

Non ti credo Hans. Non ti credo più. Mi hai fatto passare una vita d'inferno, pensando e ripensando a tutto quello che tu mi hai fatto. E ora vieni qui con la coda tra le zampe a chiedermi di perdonarti e darti un'altra possibilità? Ma con che coraggio mi chiedi questo? Io ringrazio solo il cielo che mi ha dato il coraggio di staccarmi da te. Non riuscirai più a distruggermi l'esistenza....non ora. E ricorda un serpente cambia pelle, ma dentro rimarrà sempre un serpente, come d'altronde sei!.......E se vuoi farmi un favore....Vattene per sempre dalla mia vita; lasciami in pace!.....Addio Hans!”

Mi guardò sorpreso; non si sarebbe mai aspettato che gli rispondessi cosi. Anzi, si sarebbe aspettato solo che li cadessi tra le braccia perdonandolo.
E alzandosi pure lui mi disse.

Bene Lay!...Mi hai detto addio e chiesto di andarmene per sempre dalla tua vita!....Ma non aspettarti che questo succeda...Sai quanto sono combattivo; non lascerò che che ti porti via da me!.....Sono ritornato solo per te, Lay.....E ti consiglio di dire al tuo AMICO vampiro di guardarsi le spalle nei prossimi giorni....E so anche che nonostante tutto non hai mai dimenticato questi!”

Mi baciò. E così appassionatamente da farmi addirittura quasi perdere l'equilibrio. D'altronde di una cosa aveva ragione: come baciava lui...Non baciava nessuno. Anche se poi Kol era molto meglio di lui: pensai.

Detto e fatto questo mi guardò per l'ultima volta e se ne andò.

Ma ne io e ne Hans potevamo sapere che non eravamo soli in quel momento.
Qualcuno ben celato tra gli alberi aveva assistito alla scena. Kol.
Quando vide allontanarsi Hans, dovette ricorrere alla sua forza di volontà; per non far spuntare i canini e piantarglieli nel collo.

Restò lì per qualche secondo e poi scattò verso la mia direzione.
All'improvviso me lo trovai davanti che mi guardava con quei suoi occhi neri e profondi. Ma stavolta non c'era la solita luce. Al suo posto c'era rabbia, disperazione, esasperazione. Continuava a guardarmi negli occhi con quello sguardo che mi faceva paura, e mi disse rabbioso:

E quello che ci faceva qui con te?....Adesso capisco i tuoi silenzi alle mie domande!....Ti dico una cosa Lay .....Non mi va di essere secondo. Mai hanno messo Kol Mikaelson secondo....Mai ci sono riusciti e mai ci riusciranno....E tanto meno tu!”

Abbassai lo sguardo come per sfuggire al suo non trovando le parole per rispondergli, e anche perché quello sguardo mi spaventava. Quando gli rialzai lui era sparito nel nulla. Così come era arrivato.

                         ***********************************

Un nuovo giorno era ormai cominciato. Un raggio di sole entrò dalla finestra, colpendomi gli occhi svegliandomi.

Quella notte non avevo chiuso occhio girandomi e rigirandomi nel letto. Solo verso mattina ero riuscita ad addormentarmi e calmarmi un po.
Cercavo di addormentarmi e appena chiudevo gli occhi mi appariva davanti Hans e il suo discorso. E subito dopo Kol con le sue parole e quegli occhi rabbiosi.

Non potevo stare tranquilla con quei due sul piede di guerra per colpa mia.
Pronti a tutto per contendersi la preda. Ma la preda ero io in questo caso. Temevo per Hans; sapevo quanto era combattivo. E quando si metteva in testa una cosa doveva ottenerla a tutti i costi. Non lo odiavo poi del tutto.
Poteva competere con Kol?
Lui era umano e avrebbe avuto sicuramente la peggio: se non finire ammazzato e dissanguato.

Ma temevo anche per Kol; lo amavo, e più di quanto volessi ammetterlo. Non lo conoscevo come conoscevo Hans, ma avevo paura della sua reazione: di cosa avrebbe potuto fargli.

Ero ritornata al punto di partenza.
Dopo una lunga e estenuante lotta con me stessa; ero ritornata quella di prima. Con le mie paure, le mie incertezze, le mie insicurezze.

Da che parte dovevo schierarmi ora?
Dalla parte di Hans? Che prepotentemente era tornato nella mia vita intenzionato a riconquistarmi ad ogni costo. O dalla parte di Kol? Quell'arrogante e opportunista vampiro Originale. Ma cosi dolce con me. Che altrettanto prepotentemente era entrato per caso nella mia vita: ridandomi felicità e fiducia in me stessa. Non avrei mai saputo scegliere, in un modo o nell'altro ero legata ad entrambi.

Avrei passato tutta la giornata ad assillarmi con i miei dubbi. Ma il suono improvviso del cellulare mi destò dai miei pensieri.
Risposi. Dall'altra parte rispose allegra Demie:

Auguri Lay. Cento i questi giorni!”

Che?....Cosa?” Risposi trasalendo non capendo.

Lay come sarebbe a dire, cosa... che? Stai ancora sognando per caso? Sveglia dormigliona....non hai visto che giorno è oggi?.....O se cosi persa per QUALCUNO, da scordarti perfino il giorno del tuo compleanno?” Rispose ridendo.

Guardai il calendario e portandomi la mano sulla fronte dissi quasi ridendo.

E' vero oggi è il mio compleanno! Mi sono perfino scordata di questo per colpa di quei due!......Bel modo per cominciare il giorno del mio compleanno!”

Lay...scusa quei due chi?”Mi chiese Damie che ancora era al telefono e aveva sentito.

Ah...scusa Demie....no niente....poi ti spiegherò tutto di persona.

Non è il caso di dirlo per telefono” le risposi più serenamente.

Non so perché ma aveva la facoltà di tranquillizzarmi solo sentendola.

Va be...per ora sorvoliamo.....poi mi dirai ! Ti ho chiamato per dirti che stasera al club c'è una festa con musica e balli. E ho pensato che potremo andarci io e te a festeggiare il compleanno!.”

Damie....non saprei.....Meglio di no...non sono dell'umore giusto per festeggiare.”

Damie a quel punto cambiò tono di voce, assumendone uno più serio e apparentemente scocciato.

E no Lay!...Ora tu stasera vieni a questa festa, o vieni a questa festa....a te la scelta! Sono giorni che quasi non metti piede fuori di casa, e forse so anche il perché.!....Quindi alza i tacchi e muoviti!

E non inventarti scuse per non venire. Altrimenti giuro che ti metto un guinzaglio al collo e trascino lì. CI SIAMO INTESE?.......Ti passo a prendere alle 20,30, e non farmi aspettare come al solito......Ciao, ci vediamo stasera allora.”

Non mi diede nemmeno il tempo di risponderle che riattaccò. Appoggiai il cellulare sul comodino e poi mi dissi sorridendo.

E va be Lay.....con Damie non si discute, tanto vince sempre lei!.....Quindi comincia a pensare per stasera, e preparati psicologicamente per sta festa!.......Ma si Lay!....Vai a quella festa e divertiti per una volta....e pur sempre il tuo compleanno oggi!.....Quindi metti da parte tutto e festeggia!”

                                       **********************

E così venne sera. Ero intenta allo specchio a dare un'ultima controllata.

Avevo scelto un vestitino verde che arrivava appena sopra al ginocchio. E per il trucco ombretto verde e eyeliner . I capelli castani avevo deciso di lasciarli come erano, naturali dritti sulle spalle.
Mi controllai per l'ultima volta e dissi:

OK! Penso che cosi possa andare!”
“Bé, anche troppo bene per una mortale!.....Attenta Lay, questa sera potresti fare conquiste!”
“Ma che stai dicendo? Che vai a pensare? Non ti bastano già quei due a contenderti? Che vuoi pure il terzo?” Mi risposi ridendo.

Il mio umore era cambiato in confronto alla mattina. Avevo deciso per quella sera di lasciare i miei problemi alle spalle e passare almeno il mio compleanno in tranquillità.

Damie mi passò a prendere alle 20,30 in punto. Per la sua puntualità non c'era niente da dire. Come faceva poi ad essere così precisa era un mistero.

Ma va.....sei già pronta? Questo me lo devo segnare!” disse divertita.
Wow....sei uno schianto stasera!” Concluse guardandomi mentre salivamo in auto.

Arrivammo al club. Quella sera era pienissimo, quasi come se tutta la città fosse stata lì. Quella musica da discoteca mi frastornava.
Non mi piaceva quella musica, preferivo quella soft che quel rumore.

Damie si guardò intorno e vide che un tavolo era libero.

Che ne dici se ci andiamo a sedere e beviamo qualcosa? Magari un Cuba libre tanto per cominciare.”

OK!” Risposi.

Ci mettemmo a sedere e ordinammo. Intanto mi guardai intorno sorpresa per quanta gente ci fosse lì dentro.

E rimasi ancora più sorpresa; anzi allucinata, quando vidi Kol. Era al bancone del bar seduto su uno sgabello con una bottiglia vicina a lui...di Whisky. Per fortuna non ci vide....o fece finta di non vederci.
Era troppo impegnato a scolarsi quella bottiglia.

Demie si accorse del mio sguardo in quella direzione, si voltò e lo vide anche lei e guardandomi sorpresa mi disse.

Bé...non vai da lui a consolarlo?”

No!” Le risposi volgendo lo sguardo al pavimento.

E perché? Che è successo, non mi dire che avete già rotto?”

No....non è proprio cosi!.....Poi ti spiegherò.....ma non ora. Non voglio rovinarmi il compleanno. Anche se qualcosa mi dice che forse già lo è!”

E va bé....aspetterò!” Concluse.

Rialzai gli occhi. E sarebbe stato meglio che continuassi a guardare il pavimento dato che quasi mi venne una sincope.

In quel preciso istante entrò nel club Hans. Mi vide ma fece finta di non vedermi, e si diresse al bancone.
Quando vidi dove si stava dirigendo mi venne quasi un infarto. E se non fosse stato per la musica assordante si sarebbe sentito la mia tachicardia.

Oddio! No....quei due qui nella stessa stanza! Che succederà adesso? Ma cosa ha intenzione di fare quel pazzo scatenato? Kol per l'amor di dio sta calmo!” Dissi allarmandomi.

Intanto Damie continuava a fissarmi standosene zitta e sempre più stranita.

Kol e Hans si videro, lanciandosi uno di quelli sguardi che diceva tutto tranne che pacifico: e se qualcosa sarebbe finita nella loro traiettoria, si sarebbe incenerita all'istante.
Hans si sedette vicino a Kol e ironico, con scherno gli disse.

Ma toh....chi si rivede! Il grande succhia sangue Originale.....E come mai tu qui solo e Lay là? Che è ha già cambiato idea e ti ha dato il ben servito?”

Kol lo guardò in cagnesco sentendo spuntargli i suoi canini, ma riuscì a controllarsi e gli disse guardando il bicchiere che aveva in mano, schernendolo.

Vuoi un consiglio grand'uomo?......Se ci tieni alla tua vita e al tuo collo, ti consiglio vivamente di alzarti e togliere la tua insulsa presenza dai miei occhi...all'istante!”

ahahah! Mi hai spaventato succhia sangue!.....E se lo vuoi tu un consiglio, cerca di guardarti le spalle d'ora in poi. Potresti trovarti con un paletto di quercia bianca nella schiena all'improvviso!....E sai una cosa?...... LEI non l' avrai mai. Non fino a quando sarò ancora vivo!” Concluse.

E guardandolo con uno sguardo di sfida si diresse verso al mio tavolo.
Non so cosa avrei fatto per poter sentire quello che si erano detti. Ma nonostante tutto ero felice e rassicurata di vederli entrambi ancora vivi.

Ciao lady! Non mi aspettavo di vederti qui stasera!”

Mi disse Hans che nel frattempo era arrivato davanti al mio tavolo.

Ciao Hans! E perché? Sai....ogni tanto esco anch'io.....Non sono un eremita!” Risposi.

Damie non disse nulla. Era come se non fosse lì, sempre più stordita per quello che stava succedendo quella sera. Non ci capiva più niente.
Nel frattempo la musica in sala cambiò. A l' assordante rumore da discoteca si era succeduto un giro di lenti.

Mi concedi un ballo...lady?” Mi chiese Hans seducente e sorridente.

E quanto a fascino non aveva niente da invidiare a Kol. Ci pensai un attimo e poi risposi.

Ma si!....Voglio sgranchirmi le gambe!”

E cosi andammo a ballare questo lento. Damie ripresa da quello stordimento ci guardò e si mise a pensare.

Ma che le è preso?......Non ci posso credere che ha accettato!.....Comincio seriamente dubitare che tutte quelle emozioni , le abbiano incenerito il cervello.....Ma va bé, se vuole così e allora sia......tanto poi c'è sempre Damie a riparare tutto.”

Anche Kol ci guadava sempre più esasperato intanto che mandava giù quel wischy; un bicchiere dopo l'altro.
Avrebbe potuto scoppiare da un momento all'altro.

Intanto io e Hans continuavamo a ballare. Non sapevo il perché ma non mi dispiaceva quel lento con lui.

Mi guardò e disse.

Lo sai che sei migliorata nel ballo?......Ricordo ancora quante volte mi hai pestato i piedi.”

Bé!....Si vede che sono come il vino, miglioro invecchiando! E poi ho avuto un buon maestro!.”

Sei fantastica stasera. Come sempre!”

Già!....Te ne sei accorto solo adesso?” Risposi sarcastica,

Ma che sta cercano di fare questo qui?......Mica ci sta provando per caso? E no hans!.... Stavolta non ci casco tanto facilmente....o forse si?......Calma Lay! Sarà cambiato ma resta sempre un serpente....e tentatore per giunta.

Pensai tra me.

Ti va di fare due passi fuori?” Mi domandò Hans.

E perché no....ho bisogno di un po' di aria fresca!”

Così andammo fuori e si sedemmo su una panchina.

Bello il cielo stasera, vero?......A proposito buon compleanno lady!”

Non ci potevo credere ricordava la data del mio compleanno.....Era ufficiale, ci stava palesamene provando. Lo guardai e poi gli dissi.

Hans.....Guarda che se ci stai spudoratamente provando......non attacca!”

Sicura lady?” Mi disse sornione.

Sicurissima!...I serpenti tentatori non mi incantano!"

                                  **********************

Damie dentro al locale non ce la faceva più.
Non ce la faceva più immaginare cosa stava succedendo là fuori. Non aveva mai sopportato Hans. Per lei era, e è solo un verme strisciante.

Non sopportava l'idea di pensare a Lay la fuori con quel verme.

D'istinto si alzò della sedia e andando verso il bancone dove era Kol, cominciò a dirgli.

Si può sapere che stai aspettando?......Quel verme te la sta letteralmente soffiando dagli occhi, e tu te ne stai qui a scolarti quella bottiglia senza far niente?”

E secondo te che devo fare?......Vado la fuori e lo prosciugo?” Rispose rabbioso.

Che devi fare?.....Dopo tutto quello che ho fatto per voi due, mi chiedi che devi fare?.....Ma dove è finito il grande Kol Mikaelson?......Si è perso nel tempo?......Ti consiglio di andartela a riprendere finché sei ancora in tempo!”

Detto questo ritornò a sedersi cercando di sbollire la rabbia.

                         **************************

Io e Hans eravamo fuori a parlare: che ad un tratto sentimmo dei passi dietro di noi.

Vi state divertendo...piccioncini?”

E dai che mi venne il secondo infarto della serata.

Kol era lì davanti a noi in preda ai fumi dell'alcool; e con uno sguardo rabbioso che non diceva niente di buono.

Ma guarda qui chi c'è! Felice di rivederti succhia sangue!
Che c'è, hai deciso di fare due passi all'aria aperta, e smaltire la bottiglia che ti sei scolato?”

Gli disse Hans astioso alzandosi. Non avrebbe mai dovuto farlo.

All'improvviso Kol si scagliò su di Hans. E in meno di un secondo si trovò scaraventato contro un albero, mentre che l'Originale lo stringeva e lo bloccava per il collo con la mano.
Kol faceva paura. I suoi occhi erano color del sangue, e i suoi lunghi canini erano fuori pronti a colpire la preda.
E un'espressione indescrivibile che non aveva niente di umano.

Ero come morta. Stordita, allucinata. Ma dovevo fare qualcosa, lo stava praticamente strozzando. E l'avrebbe ammazzato se non avrei tentato di fermarlo.
Allora mi alzai dalla panchina e gridai.

Kol per l'amor di dio lascialo.....lo stai ammazzando!”

Che c'è Darling? Ti sei schierata dalla parte dei vermi?.....Ma non lo odiavi sto verme?” Mi rispose sempre più rabbioso.

Non sto dalla parte di nessuno.......ma per favore lascialo se non vuoi tornare ad essere un mostro assassino!”

A quelle parole lasciò Hans che scivolò singhiozzante sul terreno. Ma fortunatamente ero riuscita a fermarlo in tempo.

Aspettai che Hans si riprendesse e che Kol si calmasse un po'. Gli guardai entrambi e con tutta la rabbia che avevo dissi:

Ma vi siete visti che sembrate?.......sembrate due cani rabbiosi che si contendono la preda. Ma che vi siete messi in testa voi due?......Di me non ne tenete conto?
Ma per chi mi avete preso, per un trofeo da sventolare al vento dicendo ho vinto io?......Sapete che vi dico?.....MI FATE SCHIFO. E per quello che mi importa di voi due in questo momento.....potete pure ammazzarvi. Non me ne può importar di meno!”

Ammutolirono alle mie parole e al quello sfogo.
Gli guardai un'ultima volta e me andai senza più voltarmi.

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Capitolo 5
*** Il giorno dopo ***


Ahimè, perché l'amore,
di aspetto così gentile è poi, alla prova,
così aspro e tiranno? (shakespeare)

Il sole era alto nel cielo.
Il nuovo giorno era arrivato, portandosi via la sera prima come se nulla fosse successo.

POV HANS

Sarei morto l'altra sera se Lay non fosse intervenuta;

Pensava in silenzio mentre era intento a guardare fotografie di sei anni fà. Si era sempre giurato che prima o poi le avrebbe fatte sparire quelle foto, non gli facevano altro che male, ma non ce l'avrebbe mai fatta a farlo.

Lo facevano ricordare, riportandogli alla memoria i momenti più belli della sua vita con lei, con Lay, e che lui stesso aveva mandato in frantumi.

E ogni volta che guardava quelle foto, era come se si pugnalasse al cuore con le sue stesse mani.

Era felice e serena Lay in quelle foto.

Persi l'uno nell'altra più che mai. Continuava a guardarle quasi istintivamente: il lago, Parigi, la Grecia davanti alle rovine dell'acropoli, e man mano che tutti quei momenti felici si materializzavano davanti a lui, le lacrime gli scendevano da quei suoi stupendi occhi verdi.

Non avrebbe mai dovuto incontrarla quel giorno di nove anni fa, al liceo.
Quando le era caduto un libro e lui l'aveva aiutata a raccoglierlo.
E lei l'aveva ringraziato con quello sguardo grato, con quegli occhi da far togliere il fiato, facendogli andare il cuore in tilt.
E da quel giorno quegli occhi, non se li sarebbe mai più tolti dalla mente.

Avrebbe dovuto lasciarlo lì quel libro, lasciare che se lo prendesse da sola.

All'improvviso preso da uno scatto d'ira gettò tutte le foto sul pavimento, come se volesse togliere quei ricordi dai suoi occhi, dalla sua mente e dal suo cuore, come per punirsi di quello che le aveva fatto.

Ma che altro avrebbe potuto fare per tenerla lontano da lui, se non quello che aveva fatto? Se non altro di inventare quella farsa.
Pure sapendo che le avrebbe spezzato il cuore, ma l'avrebbe dimenticato col tempo. Lei stava diventando troppo importante, lo era sempre stata.

Ed ora che aveva accettato se stesso: i suoi timori, la sua costante paura che un giorno avrebbe potuto farle male inconsciamente; lei importante lo era ancora di più.


Non avrebbe mai smesso di amarla, e mai l'aveva tradita e mai l'avrebbe fatto.

Ma lei avrebbe accettato di vivere con lui scoprendo il suo segreto, quello che era? La sua vera natura, che si sarebbe portato addosso per tutta la sua esistenza?
Vivendo insieme a lui e nello stesso tempo alla paura di non arrivare al giorno successivo per colpa sua?

Cosa poteva dirle, quando se ne andava senza darle spiegazioni? Che doveva andare a incatenarsi perché tra poco ci sarebbe stato la luna piena, e che lei non poteva andarci perché avrebbe potuto farle del male? No...non l'avrebbe mai accettato, forse si, ma era meglio allontanarla e non rischiare. Continuare a farle credere che era umano, e non un mostro.

E ora che era riuscito accettare quello che era, deciso a dirle tutto che non poteva vivere senza di lei, cosa si era trovato davanti agli occhi?
Lei, la sua lady insieme ad un succhia sangue, l'eterno nemico di quelli come lui. E pensare che se ne era andato proprio per questo, per non metterla in pericolo. Non poteva sopportarlo questo. Ma ora era deciso più che mai. Era tornato per stare con lei, e se la sarebbe ripresa ad ogni costo. Anche se qualcosa gli diceva che ormai l'aveva persa per sempre.

Si calmò, raccolse le fotografie e si rimise a guardarle. Asciugandosi quelle lacrime che ogni tanto scendevano dai suoi occhi.

                                                  ********************

Erano le otto della sera.
Ero seduta al tavolino del club che aspettavo Damie, l'avevo chiamata perché volevo parlarle.

Ma qualcosa mi diceva che in quel momento tanto “normale” non la fossi, dato che mi stavo bevendo un altro "Cuba libre" : e che invece di uno ne cominciavo a vedere due.

Che cavolo stavo facendo? Mi stavo bevendo il terzo bicchiere.

Io che al massimo ne sopportavo due neanche, essendo quasi astemia, mi stavo dando palesamene all'alcool.

Come se questo potesse risolvere i miei problemi e i miei infiniti dubbi.

Già, cosa sarebbe servito ubriacarmi fino a non stare più in piedi, inebriarmi la mente e il cervello, per poi ricominciare da capo il giorno dopo.

Ma che avevo fatto? Gli avevo mandati al diavolo, e pure detto di ammazzarsi a vicenda, come se questo non mi importasse nulla.
Come avevo potuto dirgli quelle frasi?
Ma non avrei potuto far di meglio, quei due mi avevano esasperato.

Ed è per questo che avevo deciso almeno in un modo o nell'altro di trovare una soluzione, anche se questo non era il modo giusto, ma un altro modo non l'avevo trovato.

Quindi tanto valeva ubriacarsi...ma si...provare anche questo una volta tanto.

Stavo continuando ad assillarmi e a mandar giù quell'alcool, che alzando lo sguardo all'entrata vidi Damie dirigersi verso di me: accortasi del mio stato, e di quel bicchiere davanti mi disse:

Ma si può sapere che ti è preso?....Ma lo vedi che stai facendo?...Sei ancora tu o sei la tua brutta coppia?....Da quel che ti conosco non è cosi che hai sempre risolto i problemi.”

Guardai Damie e le risposi con un sarcasmo che non era il mio:

Eccola qui!...E' arrivato l'esercito della salvezza!”
Be, sai che sto facendo?...Sto cercando di dare una botta di vita alla mia esistenza, e di mandare tutti e tutto al diavolo....compresi LORO.”

Cosa?....Ma ti senti che stai dicendo?....Cavoli....a stare con quel verme ti sei pure presa il suo umorismo da idiota?....E no lay....ora lasci lì quel bicchiere e te ne torni a casa con me, e ti metti a dormire fino a domani” rispose Damie.

Forse hai ragione Damie, mi sa che ho bevuto un po troppo, ma quei due mi stanno facendo incenerire il cervello!” risposi appellandomi alla poca sobrietà che mi era rimasta.
Verrei volentieri Damie! Se riuscissi a stare in piedi!” Conclusi.

Dai vieni...ti aiuto io” Mi disse aiutandomi ad alzare, e sorreggendomi.

Cosi uscimmo dal club, Damie mi aiutò a salire sulla sua macchina e mi riportò a casa.
Mi aiutò a mettermi a letto e disse:

Ora dormi e smaltisci la PRIMA sbornia. Poi domani ne parliamo...ti chiamo domani”

OK Damie...ci sentiamo domani...e grazie di tutto” risposi

Di niente Lay!...Siamo amiche e quasi sorelle nella buona e cattiva sorte o no?.....Ci si aiuta fra sorelle.....a domani.” E con questo uscì.

Mi misi a dormire, cercando di lasciarmi quella sera alle spalle.

                                  *******************************


POV KOL

Kol era sdraiato nel letto e completamente immerso nei suoi pensieri; e negli avvenimenti di quel giorno.

Sarei ritornato essere il mostro che sono se Lay non mi avrebbe fermato, e che riuscito combattere grazie a lei. Pensava fra se.

Ma che ci poteva fare, d'altronde quella era la sua natura quello che era, e che sempre sarebbe stato.

Che altro avrebbe potuto fare quella sera, completamente in preda all'alcool, accecato dall'ira e dalla gelosia.

Gelosia? Ecco cos'era la gelosia per una donna.
Quel sentimento che fino ad ora non aveva mai provato.
Quella sensazione infinita di perdere la donna amata, per mano di un altro.

Già non l'aveva mai provata quella sensazione. Abituato come era a corteggiare le donne solo per il suo puro divertimento, tipo una botta e via. Ma ci voleva proprio lei fargli scoprire quella sensazione?

Un'umana apparentemente insignificante e acida?

Proprio cosi, apparentemente acida e insignificante, ma il contrario per il suo cuore millenario e morto. Si, perché il suo cuore era morto.
Morto e sepolto dentro a una bara, chiuso per oltre cent'anni: e lei solamente era riuscita a farglielo battere ancora.

Ma perché l'avevano liberato da quella bara?
Ma perché suo fratello Elijah e Damon; quel vampiro innamorato, avevano tolto quel pugnale?
Non potevano lasciarlo li, e continuare a farlo essiccare in quella bara? Almeno non avrebbe incontrato Lay innamorandosene.

< Damon: insulso vampiro innamorato? Si chiese.
Si...perché allora lui che cos'era?
Era peggio; innamorato perso come mai avrebbe creduto di esserlo, anzi non lo era mai stato innamorato, prima di incontrare lay.

Ma che ebete che era stato. Si era innamorato solo con uno sguardo e con uno scontro causale. E da quel giorno non sarebbe più riuscito a togliersela dalla testa.
Era stato lui a insistere con Damie per far andare Lay al ballo, non come le aveva fatto credere lei, di avere chiesto il permesso a suo fratello.
D'altronde glielo aveva chiesto lui di farle credere questo.

Lay lo aveva colpito fin dalla prima volta che l'aveva vista, quando andava a casa sua con Damie.
Non sapeva il perché ma lo interessava parecchio quell'umana schiva e taciturna solo con lui.

Che lo salutava appena solo per cortesia, considerandolo solamente: un opportunista casanova da strapazzo Ed era proprio questo che lo interessava. Al punto tale da farsi promettere a se stesso, che l'avrebbe fatta cascare ai suoi piedi prima o poi.

Ma quando per uno strano caso del destino, le era fortunatamente cascata addosso, si era giurato che aveva sentito come una fitta al cuore, quasi fino a spezzaglielo.
E da li se ne sarebbe innamorato perdutamente.

E improvvisamente sorridendo ricordò quello scontro, non tanto promettente visto come era andato.

 

Flashback

Kol era intento nella sua camera, davanti allo specchio per darsi un'ultima sistemata prima di uscire.

Ecco fatto....perfetto per la serata al club.”

Aprì la porta della stanza per uscire, quando all'improvviso si trovò scaraventato sul pavimento del corridoio, con Lay completamente addosso a lui; che imbarazzata lo guardava negli occhi .

Wow!....A quanto pare è la mia serata fortunata! Lo sapevo che prima o poi saresti caduta tra le mie braccia, Darling!” Disse guardandola seducente.

Sc..scusa!” Le disse sempre più imbarazzata e ancora addosso a lui, con le sue braccia che la cingevano per la schiena.

Se ti va di stare più comodi la mia camera è proprio lì....E ci sta pure un lettone comodo comodo tutto per noi!”

Lay si staccò da lui alzandosi: al quanto infuriata.

Cosa?.....Ma chi ti credi di essere: casanova da strapazzo? Sei solo un opportunista vanitoso e niente più!”

Si alzò anche lui, e portandosi vicino a lei seducente rispose:

Che c'è Darling?...hai già cambiato idea?....Sai....mi piacciono quelle che cambiano idea continuamente....sono più interessanti da “domare!”

Kol....sai che di dico?....Spera ragazzo....spera! E per favore, spostati che devo scendere!”

Ribatté incamminandosi giù per scale.

Come vuoi tu! Se cambi idea di nuovo...sai dove trovarmi!...Il lettone comodo e morbido è qui!...ed io pure.”

Kol concluse entrando nella sua stanza.

Fine Flashback

Smise di ricordare alzandosi dal letto. Andò davanti allo specchio, si sistemò i capelli, mise la giacca e uscì.

Cercando anche lui, di lasciarsi alle spalle la sera prima.

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Capitolo 6
*** Sotterfugi e nuove consapevolezze ***


dedico questo capitolo a Damie, Vallyjessi, e alle mie sis di tvd love. E a tutti quelli che hanno messo la mia fanfic nelle seguite e nelle preferite, e a chi ha il coraggio e la forza di leggerla. GRAZIE MILLE. LAY




 

Ma se non mi ami lascia che mi trovino.
Meglio che il loro odio tolga la mia vita,
e non che la tardi senza il tuo amore (Shakespeare)

Era uscito precipitosamente dalla sua stanza con un solo pensiero nella mente: lei.

Non gli importava se era notte e se lei stesse dormendo. Doveva andare; era un’opprimente necessità!

Era ossessionato ormai, non ne riusciva più a stare senza nemmeno un’ora.

Non riusciva più a stare senza vederla, toccarla, accarezzarla. Non riusciva nemmeno a immaginarlo questo, figuriamoci viverlo.

Bramava ancora quelle labbra; i suoi brividi di passione quando la baciava, i suoi occhi...tutto desiderava di lei.
E solo l'idea di pensare che l'avesse persa, era insopportabile.

Proprio lui che derideva Klaus, c'era cascato a sua volta.
Non l'avrebbe mai immaginato che un’umana gli facesse sentire tutto quello che sentiva, che amare qualcuno potesse fare così male e che gli avrebbe rubato il cuore.
Lei, però, non era semplicemente un’umana....era Lay.

Doveva parlarle, dirle quanto era importante per lui.
Anche se in fondo al suo cuore, sapeva che non l'avrebbe nemmeno
ascoltato.

Vagando nella notte arrivò di fronte casa sua, la spiò dalla finestra mentre dormiva. Era ancora più bella mentre dormiva serena; sembrava un angelo....IL SUO ANGELO.

Desiderava entrare in quella stanza, accarezzarla, baciarla, chiederle il suo perdono; ma non lo fece, gli bastava solo guardarla senza svegliarla. Perché era così dannatamente bella ai suoi occhi. Sembrava sorridesse mentre dormiva. Chissà se lo stava sognando?

Era talmente rapito ad osservarla, che non si accorse di qualcuno alle sue spalle; che lo bloccò portandogli le braccia dietro la schiena. Nello stesso istante qualcun' altro gli si presentò davanti:

Che fai adesso succhia sangue.... la spii pure quando dorme? Ma che cuoricino dolce e romantico!" Rise.

Kol guardò Hans rabbioso mentre cercava di liberarsi da quella presa,

quella morsa, però, era fortissima.

Ci ci sente forti vero grand'uomo, due contro uno?” Ringhiò

Sì... ma mai quanto te succhia sangue!.....Ah..... ti presento il mio amico di bevute...Damon Salvatore....Vi conoscete già?” rispose Hans ridendo beffardo.

Ah Salvatore!....Come va la testa?.... Ti sei ripreso da Denver? Dalle "mazzate"? Sai...Ti colpirò più forte la prossima volta! Bella coppia! Un verme, e un altro verme!” Ribatté Kol.

Sai che ti dico succhia sangue.....hai parlato un po’ troppo per i miei gusti!”

Gli disse Hans gettandoli addosso verbena indebolendolo.

Quei due erano troppo veloci per lui indebolito dalla verbena, e non poté che essere vittima dei suoi carnefici: scambiandoselo da una mano all'altra come una pallina da tennis.

E infine Hans lo afferrò per il collo e lo scaraventò contro un albero:
facendolo scivolare sul terreno.

Adesso siamo pari, succhia sangue!”

Disse intanto che spezzò un ramo da un albero trafiggendolo.

A quest'ultimo attacco, l'Originale ormai troppo indebolito dalla verbena
e dai numerosi attacchi svenne.

Quando si svegliò si ritrovò dentro ad una grotta, incatenato per i polsi con delle grosse catene imbevute dalla verbena.
Sentiva dolore per tutto il corpo; sanguinante per le torture inflitte nel frattempo. Poi una voce si fece sentire:

Ben tornato tra noi succhia sangue! Riposato bene?....perché adesso si ricomincia il divertimento.....Ah dimenticavo; io e il mio nuovo amico ci siamo divertiti con te durante la tua assenza!”

Disse Hans sardonico conficcandogli un paletto imbevuto nella verbena.
Urlò per quel dolore atroce.

Ti stai divertendo grand'uomo? Quando mi libererò da queste catene sarò io a divertirmi con te” Ringhiò dolorante.

Certo succhia sangue....ti divertirai....se solo uscirai vivo da qui!....Questo è per avermi portato via la mia Lady! “ Gli disse togliendo quel paletto dal torace, per colpirlo nuovamente.

E questo è per le “mazzate”! Disse Damon colpendolo contemporaneamente ad Hans con un altro paletto.

Kol emise un urlo straziante da far vibrare le pareti di quella grotta.

Divertiti pure tu, Salvatore.....Dopo di lui mi divertirò con te!”

E rivolgendosi ad Hans disse:

E credi che lei ti vorrà ancora quando scoprirà che mi hai fatto?”

Sai una cosa....succhia sangue? E stata proprio lei a chiedermi di toglierti definitivamente dalla sua vita!” gli rispose trafiggendolo nuovamente.

A quelle parole sentì il suo cuore già straziato dalle torture spezzarsi in due.
Non sentiva più niente, nemmeno il dolore.
Voleva solo morire farla finita.
Perché era ancora vivo? Perché respirava ancora?
A cosa sarebbe servito vivere senza di lei, senza poterla accarezzare e
baciarla? Ormai l'aveva persa per sempre. Sì, voleva solo morire.

Bye bye per sempre succhia sangue...sogni d'oro!”

Concluse Hans: trafiggendolo con un pugnale.

L'originale lo guardò per l'ultima volta, chinò la testa e si accasciò.

E mentre si addormentava per sempre in quel sonno profondo, solo un volto nella sua mente....lei.

                                   *****************************

Ormai erano passati quasi sette giorni da quella
drammatica sera e da quel compleanno da dimenticare.

Avevo brillantemente superato la mia prima sbornia, promettendomi che non avrei mai più cercato di risolvere i problemi in quel modo, e che tanto affrontarli in quella maniera non sarebbe servito a nulla. Parlato a Damie, e ripreso la vita di tutti i giorni lasciandomi quello che era successo alle spalle...o almeno cercavo di farlo.

Non avevo ancora perdonato Hans e Kol: non mi sentivo pronta per farlo. Ma sapevo che prima o poi l'avrei fatto.

D'altra parte Hans aveva ricominciato a fare come una volta; cioè mandarmi
fiori tutti i giorni con bigliettini pieni di frasi romantiche, chiedendomi di
perdonarlo e a telefonarmi almeno quattro volte al giorno chiedendomi di
uscire per poter chiarire il tutto. Avevo la casa piena di fiori tanto per chiarire le idee. Tanto era fatto cosi, lo conoscevo bene avendo vissuto insieme a lui cinque anni. Quando quello si metteva in testa di volere qualcosa si ostinava per averla a tutti i costi, e quasi sempre ci riusciva; con me sempre: dato che stavo prendendo in seria considerazione l'idea di accettare quegli inviti.

Quello che mi lasciava perplessa, con dubbi demoralizzanti era Kol.

Perché Hans continuava a mandarmi fiori e a telefonarmi chiedendomi
perdono e Kol invece non si faceva nemmeno sentire? Non cercava nemmeno di mettersi in contatto con me e non rispondeva neanche alle mie chiamate.

Anche Damie non mi sapeva rispondere, dicendomi che ogni tanto faceva così; spariva per un po' di giorni ma che poi si faceva risentire.

Va be', lo capivo, forse aveva bisogno di stare un po' con se stesso.

Perché non tentava nemmeno di farsi perdonare?

L'aveva detto lui stesso che per lui ero importante, ma nonostante questo
nemmeno mi cercava.

Forse si era stancato veramente di me, come spesso mi ritrovavo a pensare.
Che per lui sia stata l'attrazione del momento? Si forse era così, c'era abituato da quel che sapevo di lui.

Ma allora perché mi prometteva mari e monti, eterno amore e cose varie, per poi piantarmi così? Forse lui c'era abituato ma io no. Mi aveva ferito, deluso, si era divertito e niente più.

Ebbene si era proprio così, si era rilevato quello che era sempre stato: un
insopportabile opportunista, casanova e niente più.

Meglio tornare con Hans a questo punto, almeno non avrebbe giocato coi miei sentimenti stavolta: dato che era tornato per stare con me.

Ma sì....rimettiti con Hans, e dimentica Kol; quel vampiro originale, opportunista, doppiogiochista, e casanova!” Mi dissi concludendo le mie riflessioni mentali.

All'improvviso il suono del cellulare mi fece sobbalzare.
Risposi istintivamente senza vedere chi fosse e mi morsi pure la lingua
quando sentii a chi apparteneva la voce dall'altra parte: non era chi speravo.

Ciao Lady!”

Hans che vuoi ancora?....Mi hai chiamato tre ore fa. Ma l'hai capito o no
che non voglio parlare con te...ora?”

Lo so lady....ma dammi almeno una possibilità per spiegarmi...ti prego?”

E va bene...sentiamo. Almeno la pianterai di assillarmi con i fiori e le telefonate......sputa il rospo!”

Esci con me domani sera...Lay!”

Hans.... Ancora questa storia?....Ti ho già risposto prima.”

E dai Lady...Una possibilità me la devi!” rispose con tono pentito.

E ci avrei pure scommesso la testa, che avesse un'espressione “cucciolo bastonato”: che quasi mi venne l'istinto di riattaccare.

E va bè Hans ci penserò......tanto poi mi chiami ancora!”

Ok Lady...richiamo dopo, allora!”

"Hans ho detto che ci penserò....non di sì....ciao!”

Conclusi la telefonata, e mi dissi:

Ok Lay....e adesso comincia a pensare a che rispondergli!”

Che dovevo fare? Accettare o rifiutare? Nemmeno io lo sapevo.

Certo se avrei ascoltato quel che mi diceva il cuore avrei risposto subito
a quell'invito con un bel NO ,NO, NO E LASCIAMI IN PACE!

Ma mai una volta nella vita, le mie scelte le avevo fatte con il cuore, ma sempre con la ragione, logicamente tranne la scelta più sbagliata della mia vita...quella di mettermi con Hans.
E quella che fino ad ora avevo ritenuta la scelta più giusta della mia vita....Aprire il mio cuore a Kol e lasciarmi andare ai miei sentimenti .

Già...che dovevo fare? Scegliere la ragione? Che mi diceva di accettare di
uscire e che era inutile che aspettassi invano telefonate e risposte alle mie, che non sarebbero mai arrivate, o dare retta al mio cuore che mi diceva il contrario?

Ma quell'Originale opportunista; mi aveva troppo ferito. Quel non cercarmi dopo che aveva promesso che non mi avrebbe mai fatto andar via da lui; mi aveva solleticato l'orgoglio, lo stesso che piano piano ero riuscita a dimenticare.

Ed è per questo che quando Hans richiamò, gli dissi di sì.

                *******************************************
E così venne anche quella sera.

Hans mi passò a prendere alle 19,30 come mi aveva detto per telefono.
E tanto per cominciare non perse l'occasione per lusingarmi:

Sei sempre più bella, ed elegante...Lay!” mi disse stile serpente tentatore

Bella, elegante? Pensai. In realtà io quella sera mi ero messa la prima cosa che avevo trovato...Lo guardai e gli risposi sarcastica:

Hans....Sei stato ultimamente dall'oculista?”

Perché?....E' vero lo sei sempre stata bellissima!” Rispose sempre più
tentatore.

E dai che comincia a provarci il serpente. Ma non ci casco Hans. Pensai tra me.

Allora, dove si va?” Gli chiesi

Sorpresa!” Concluse aprendomi lo sportello dell'auto.

Wow! Non ricordavo che fosti così galante!”

E così arrivammo a destinazione.
E rimasi sorpresa, dato che mi sarei aspettata la solita pizza al club. Mentre Hans, mi stupì ancora una volta: mi portò nel ristorante più "in" del paese.

Hans....mica me l'avevi detto che avevi vinto alla lotteria di capodanno!”

Gli dissi ironica

Oh...scusa Lay....mi ero scordato!” concluse ridendo.

E così ci sedemmo al tavolo e cominciammo a ordinare e a degustare quello che avevamo scelto, accompagnato dalla musica soffusa da piano bar. Dopo aver cenato decidemmo di fare una passeggiata all'aria aperta.
Io avevo deciso di accettare l'invito, ma promettendomi un atteggiamento disinteressato, e di non avere nessuna emozione. E ci stavo riuscendo forse.

Allora... avevi detto che dovevi parlarmi.....bé, son qui...che devi dirmi?”

Niente Lady!.....volevo semplicemente stare un po' con te!”

Bene!....mi hai giocato....e io ci sono cascata! Uno a zero per te!”E se adesso ti dicessi che io NON HO VOGLIA di stare con te?”

Non ci credo Lady!” Mi disse guardandomi seducente.

Tu Credi?” Gli risposi sorniona.

Sì Lady!” Concluse ancora più seducente.

Mi prese il viso tra le sue mani e cercò di baciarmi. Velocemente mi scostai dalla sua presa, lasciandolo al quanto perplesso.

E no Hans!....non credi che stai correndo un po' troppo?.....Sai, non mi
faccio mai baciare al primo appuntamento. Ritenta.... magari sarai più fortunato la prossima volta?

Gli dissi ironica.

Ah...non disturbarti ad riaccompagnarmi a casa....prenderò un taxi......ciao e alla prossima, che so magari ci casco!”

Conclusi quasi divertita; contenta di avere avuto la forza di resistere al fascino
di quel SERPENTE INCANTATORE.

Lui restò lì attonito a guardarmi mentre attraversavo la strada, non sapendo se doveva essere divertito o seccato per come mi ero comportata..

E mentre salivo sul taxi che mi avrebbe riportato a casa, mi sentivo fiera
di me stessa; e di scoprire che stavo riconquistando la mia sicurezza. E che tutto questo era grazie a .....loro.

Ma sarei riuscita a mantenerla?

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Capitolo 7
*** Rivelazioni ***


I miei sogni parlano di te....
Il mio cuore ti vuole, ti cerca.
Io ti troverò....amore....ovunque tu sarai (Lay)

Quella sera ritornai a casa, mi feci una doccia, una camomilla e mi misi a letto. E mentre aspettai di prendere sonno mi misi a pensare a tutto quello che era accaduto in quella giornata.
A come stavo riprendendo fiducia in me stessa, alla forza che avevo avuto resistere ad Hans, e a come ero riuscita a rifiutare un suo bacio; pur sapendo che come lo faceva lui, non lo faceva nessuno e a come lo avevo lasciato là stordito.

Stavo ritornando veramente sicura di me stessa? Spensierata e allegra di una volta? Che dovevo fare?

Vivere allegramente come una volta senza problemi e dubbi da risolvere; ricominciare dal principio con Hans e rimettermi con lui? Dimenticare Kol come se non ci fosse nulla tra noi?
Colui che mi aveva dato la forza di credere ancora in me stessa e nei veri sentimenti. Amavo quell'essere sovrannaturale, più di quanto avevo amato Hans; e anche se non volevo ammetterlo totalmente, sapevo che era così.

Ah...quanti dubbi e angosce che faceva scaturire l'amore....il vero amore.

Quasi d'istinto presi quella fotografia che avevo sul comodino. Riattraeva me con il mio "vampiro originale" in quella gita al lago, il giorno più bello della mia vita; quando finalmente mi ero lasciata andare alle emozioni e a me stessa.

Guardai ancora per un istante quella foto, e poi dissi mettendola al contrario dentro al cassetto del comodino:

Ecco fatto, cosi ti avrò tolto definitivamente dai miei occhi una volta per tutte!”

E poi mi addormentai. Ma il mio inconscio come per dirmi quello che sentivo per lui quella notte me lo fece sognare.

Sognai il nostro incontro/scontro, sognai quando lo incontrai a San Lorenzo, il lago; e infine quella sera: lo scontro con Hans e quando lo mandai al diavolo.

Ma sognai anche Hans e Kol che “litigavano” tra loro in una scena che mai avevo visto.

Che stava succedendo?
Che forse il mio inconscio volesse dirmi qualcosa che non sapevo?

                                *********************************

Erano le 10 del mattino; mi ero alzata, fatto colazione e mi stavo preparando per uscire: quella mattina avevo deciso di andare in giro per negozi, per svagarmi un po'.

Stavo mettendo in un vaso i fiori mandati da Hans...e si; non aveva smesso di mandarmi rose: ormai potevo aprire un negozio da fiorista: quando il telefono suonò....era Hans.

Quello non cederà mai!” dissi prima di rispondere..

Buongiorno lady! Arrivate le rose?”

Giorno, serpente incantatore!....Ma che sei uno stalker? Sono arrivate dieci minuti fa......ah....a proposito le rose mi hanno stancato, mi manderesti un po' di orchidee ora? Prima che ti mandi un bel mazzo di ortiche io?”

Come vuoi lady....per te tutto e di più!”

Ok! Che vuoi?” Gli chiesi scocciata

Ti andrebbe di andare a fare colazione al club?”

Hans...sono le 10,30...colazione l'ho già fatta da un pezzo...e poi ho già un altro “impegno”. Ed è esclusa la tua presenza! Grazie ma non mi va!.....Ciao!” conclusi riattaccando.

Stavo per aprire la porta per uscire; che il telefono suonò di nuovo, quello di casa stavolta.

Uffa!....Ma che è oggi?...Hanno fatto una riunione collettiva per rompermi le scatole?....Che è la giornata mondiale delle telefonate gratis?” Mi dissi sbuffando.
"Pronto?” risposi un po seccata

Ciao Lay...come mai quel tono? Forse QUALCUNO mi ha preceduto?”

Era Demie, e la sua voce nonostante la battuta; era strana.

Ciao Demie,scusa...be si, ma sorvoliamo....dovevi dirmi qualcosa? Perché dovrei uscire e già ho perso tempo”

Be Lay allora rimanda e vieni subito qui....è importante”

La sua voce faceva trapelare ansia e preoccupazione

Aspetta Damie... qui dove?”

Qui a casa Mikaelson e subito!”

E no!.....aspetta un momento Damie.....ho giurato che non metterò mai più piedi in quella casa!”

Lay....metti da parte l'orgoglio e vieni subito qui....immediatamente! Ti aspetto.”

E riattaccò

Che voleva Damie?
La sua voce era al quanto preoccupata. Perché mi aveva chiesto di andare in quella casa, pur sapendo quanto mi costasse?
Ed era stata piuttosto chiara.

Quindi misi da parte l'orgoglio e andai a casa Mikaelson; sperando di non incontrare un certo opportunista originale; nonostante volessi che questo.

Arrivai di fronte al portone e suonai; e rimasi sorpresa da chi mi aprì: il "grande e famoso" klaus MIkaelson. Non avevo mai fatto la sua conoscenza; quindi rimasi stupita che lui mi conoscesse.

"Che onore...La leggenda in persona!...L'umana insignificante che ha rubato il cuore del mio fratellino, facendolo cadere nelle pene dell'amore! ....Come sweetheart?" Mi disse con un sorriso beffardo sulle labbra.

Guardai l'ibrido e gli risposi :

" Ma senti chi parla: "il bue che dice cornuto all'asino"!"

Non lo conoscevo, ma la sua fama si...Questo grazie a Demie che ormai frequentando Elijah ; sapeva tutto quello che c'era da sapere sugli abitanti di quella casa. Quindi sapevo della “cotta”: quella per Caroline.

Ma che stavo facendo?
Avevo talmente riconquistato fiducia in me stessa, che rispondevo perfino al GRANDE E SPIETATO IBRIDO MILLENARIO e alle sue battute sarcastiche? Mi dissi tra me scherzosamente.

"Non male "l'umana". Mi piaci sweetness...il mio fratellino non ha cattuvo gusto! ....Non ti staccherò la testa!"

Mi rispose sarcastico con un sorriso bieco, girandomi intorno, e scrutandomi da capo a piedi.

Provaci e te la vedrai con il tuo“caro” fratellino!”

Ribattei sempre più sicura; non curante di chi avessi davanti, e che davvero avrebbe potuto staccarmi la testa in un secondo.

Coraggiosa l'umana!” terminò ghignante.

Non ribattei alla sua provocazione e mi inoltrai verso il grande salotto della villa.

Entrai e vidi Demie e Elijah che freneticamente camminavano su e giù per la stanza preoccupati. Feci l'indifferente a questo e dissi a Damie:

Allora che c'è?....Mi hai fatto rimandare un interessante giro per negozi....per venire in questa casa di matti!....spero che ne valga la pena!”

Ahahah....Una casa di Matti!....Pure umorista!” Disse l'ibrido ghignante

Zitto tu....non ti ha chiamato nessuno!”

Aiuto, S.O.S.!.....oh mamma mia meglio correre qui.....avevo dato un ordine a klaus?.....addio testa. Mi dissi tra me.
Ma che ero diventata? Dove era la timorosa e insicura Lay? Che ero? l'intrepido e coraggioso “pie veloce Achille” all'improvviso?

Ma evidentemente quel giorno si era “svegliato bene”; dato che avevo ancora la testa attaccata alla sua sede.

Allora?” Chiesi nuovamente a Damie

Lay sta calma o perderai veramente la testa!......Kol è scomparso!....Non è da lui sparire nel nulla per così tanto senza farsi sentire. Temiamo che gli sia successo qualcosa di grave.”

Mi disse Damie preoccupata.

Damie.....Chi è KOL?.....Per quel che interessa a me, non me ne può importare meno di niente!”

Facevo l'indifferente; ma in realtà a quelle parole il mio cuore si spezzò in due. E allora mi tornò alla mente il mio sogno. Quello scontro che avevo sognato. Forse... pensai; non era stato l'inconscio, ma forse si erano risvegliati i miei "poteri magici” che avevo perso negli ultimi sei anni?
E si....avevo poteri “magici”. No, non ero una “strega”, ma potevo ritrovare persone scomparse. Questi poteri si erano rilevati quando avevo 12 anni: andavo semplicemente in trance, e poi quando mi risvegliavo ricordavo quello che avevo visto.
Questi poteri non li avevo mai accettati, reprimendoli al punto tale di farli scomparire...ma forse si erano solo “assopiti”.

Lay... piantala! Lo so, e lo sai benissimo anche tu che non è vero che non ti importa niente di lui.” mi disse Damie

Damie aveva pianamente ragione. Ma cosa voleva da me? Kol era scomparso...ma io cosa centravo?

Ok! Ma io cosa centro Damie! Se non riuscite a trovarlo voi...come pensate che possa riuscirci io?”

I tuoi poteri Lay!” mi rispose

I miei poteri?...Damie...sono sei anni che non vado più in trance e che non ho visioni.......Ma forse stanno ritornando.”

Cosa?.....Lay spiegati meglio.” Mi chiese Damie piuttosto ansiosa.

Stanotte ho “sognato” Kol e Hans che combattevano; e non era lo scontro della festa.....e tutto sembrava tranne che un sogno!”

Bene!...Forse ti sono tornati.....puoi provarci ora se riesci a sentire qualcosa?” chiese lei

Non so Demie....ma posso provarci......Hai qualcosa di suo da darmi?”

Elijah mi portò una maglia che apparteneva a Kol...Riconobbi quella maglia: era quella che indossava alla gita. Sorrisi nel vederla ricordando quel giorno. Ok pensai potevo riuscirci.

E ci riuscii...si erano veramente tornati.... Mi ripresi dal trance sconvolta, e altrettanto lo erano tutti i presenti in quella stanza...vedendo la mia faccia.

C...che hai visto?” Mi chiese Damie preoccupata per me, e sconvolta anche lei.

Non so come la voce riuscì a venirmi fuori....ma forse era il mio cuore che mi diede la forza...

Ho...ho visto Kol incatenato e sanguinante.....non so dove....ma so che è qui!.....Ti prego Demie dobbiamo trovarlo...non posso vivere senza di lui....lo amo.”

Dissi a Demie scoppiando a piangere, rendendomi conto di cosa era LUI per me e che non avrei più potuto starne senza .

Lo troveremo Lay!.....Uniti lo troveremo vedrai!” Mi disse abbracciandomi.

Mi lasciai andare piangendo tre le sue braccia, quasi liberata di essere riuscita finalmente a capire: a capire tutto quello che finora non avevo mai voluto ammette.....che lui era tutto.

Dove era il mio Kol?
Che gli avevano fatto? E chi era stato? Era ancora vivo?
Dovevo trovarlo; ad ogni costo, anche a costo della mia vita......dovevo....volevo.....il mio cuore lo voleva.

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Capitolo 8
*** La forza dell'amore ***


Solo il mio amore è più splendente del sole.
Ti cercherò in ogni angolo più remoto della terra.
La mia vita mortale, per la tua vita immortale,
cosi eterno, sarà il mio amore per te(Lay)


 

E così era arrivata anche la sera; già... cosa normale che nel ciclo dell'universo prima venisse il mattino, il pomeriggio, la sera e poi la notte: per poi riprendere con l'inizio di un altro giorno. Quindi era logico che questa città, apparentemente tranquilla ma popolata per la maggior parte, da licantropi, streghe, vampiri, ibridi assetati di sangue: seguisse questo ciclo naturale.

Cosa era stata questa giornata per me?

Iniziata con il mio sogno/incubo, Hans e la sua telefonata, poi da Damie: e conclusa con la certezza di essermi innamorata di quel vampiro originale, casanova e opportunista chiamato Kol Mikaelson?

Nulla! Semplicemente una delle mie tante giornate “normali” e monotone: se quel che mi stava succedendo in quegli ultimi sei mesi si sarebbe potuto definire normale. In soli sei mesi, la mia vita era stata scombussolata, stravolta.

A cominciare dallo scontro con quel essere divino, l'indimenticabile ballo a casa MIkaelson, Kol e la sua dichiarazione al lago: e come per finire in bellezza il ritorno di quel “serpente tentatore.”
E cosa sensazionale, se così si poteva dire: i miei poteri da “semi veggente”, che a piacimento, andavano e tornavano.

Ma non me ne potevo stare tranquilla, come ormai facevo da una vita; ad osservare le mie stelle, invece di andarmi ad intersecare l' esistenza in quel miscuglio di emozioni e sentimenti controversi?

Ma cosa ero? Un fantasma che oscillava in chissà quale dimensione; o un essere umano che riconquistava se stessa e la sua capacità di credere e sperare ancora nella vita e in ciò che portava? Amore, passioni, delusioni e tutto il resto.

L'unica cosa che sapevo era che la Lay timorosa e dubbiosa non c'era più, lasciandone posto a un'altra; sicura, coraggiosa, e consapevole di se stessa.

Si...al improvviso avevo imparato ad accettarmi; cosa che non succedeva più da un pezzo, e che lo dovevo anche all'entrata nella mia vita di quel “insopportabile opportunista”. E nemmeno io sapevo darmi una risposta se questo era un bene o un male.

La cosa certa era che non avrei mai dovuto mettere piede in quella casa di matti, e perdermi negli occhi Kol, profondi e scuri come la notte.
E nonostante non abbia mai voluto ammettendolo, quello scontro aveva suscitato in me sentimenti ed emozioni che nemmeno credevo esistessero.

Ed ora mi trovavo qui a passare la notte in quella casa: dove tutto era iniziato.
Damie non aveva voluto mandarmi a casa, sconvolta come ero; e consapevole di essermi innamorata persa di quel essere dannato che non si sapeva nemmeno che fine avesse fatto, e se ancora eravamo in tempo per salvarlo; e soprattutto chi era stato a ridurlo in quello stato, anche se un'idea l'avevo.

Forse era per questo che non si faceva sentire e che non rispondeva alle mie tante telefonate. Ma certo...era logico; come faceva chiamarmi incatenato la; dove non si sa, sanguinante e forse torturato.

E io stupida che avevo pensato che si fosse stancato di me.
E niente meno mi sarei anche lasciata andare ad Hans; e magari anche nel suo letto.

Ma fortunatamente l'avevo capito in tempo che io volevo solo e unicamente il mio Kol; e non quello stalker oppressivo.
Al diavolo le sue rose, le sue galanterie “fasulle”, i suoi inviti a cena....Io volevo solo Kol, Kol, e Kol. E dove era ora?

Ma perché quando servivano i miei poteri: questi sembravano inesistenti?

Ma avevo promesso che lo avrei ritrovato, con o senza i miei poteri sovrannaturali. Non potevo lasciarlo al destino. Non ora che avevo la certezza che faceva ormai parte della mia vita, e che non l'avrei lasciato mai più.

E con questa consapevolezza nella mente e nel cuore, con un sorriso sulle labbra mi lasciai andare ai mie sogni con lui.

                                   ********************************

POV HANS

Non posso crederci che la mia lady sia cambiata così tanto. Pensava mentre era sdraiato nel suo letto.

Non la riconosco più, è ancora più sicura di come lo era nove anni fa, quando l'avevo conosciuta; rifiuta anche di farsi baciare da me. In un modo o nell'altro ero sempre riuscito a farla cadere nelle mie braccia, ed ora nemmeno quello mi riesce.

Più penso a lei e più mi convinco che andandomene abbia fatto lo sbaglio più grande della mia vita.

Avrei dovuto dirle tutto e forse mi avrebbe anche accettato per quello che ero. Ma io codardo me ne sono andato lasciandola li su due piedi, mettendo su quella falsa ignobile.

Ci credo che quasi mi odia, sono la causa della rovina della sua vita. Ma forse anche della mia, anche se non ci crederebbe mai.

Non oso pensare che se venisse a conoscenza di quello che ho fatto al suo succhia sangue, che fine potrebbe farmi fare.Tanto non lo troverà mai l'ho nascosto bene in quella grotta isolata dalla città: o almeno lo spero. La conosco bene; come sa essere dolce, tenera e sensibile, quando occorre sa anche diventare molto vendicativa e farebbe di tutto per raggiungere i suoi scopi.

Non avrei mai dovuto agire in quel modo con quell'Originale, e così slealmente: non è il mio stile.

D'altra parte come potevo liberarmi di lui; me l'aveva portata via, mi aveva rubato l'unica donna che ho amato e che ancora amo. Dovevo eliminarlo dai giochi in qualsiasi modo possibile, per potermela riconquistare. E tutto questo sembra non sia servito a niente; visto che resiste sempre più alle mie avance.

Già; dovevo agire diversamente e fin dall'inizio.
Ma come? Combattendo con lui ad armi pari? Non c'è l'avrei mai fatta, era troppo forte per me. Certo avrei potuto morderlo una volta per tutte, e addio succhia sangue: ma poi suo fratello l'avrebbe salvato.

No, è stato meglio fare cosi; addormentarlo e nasconderlo dove nessuno sa, e così io mi sarei ripreso la mia Lay.

E me la riprenderò; lo giuro sulla mia vita da licantropo che prima o poi me la riprenderò; se lei mi vorrà ancora, basta avere pazienza.

E con questa affermazione terminò i suoi pensieri notturni; per poi addormentarsi tra le ali della notte.

                                         ****************************

E così arrivò anche il mattino.

Mi alzai, mi vestii e andai a fare colazione; “gentilmente offerta” da casa Mikealson. Meno male che feci colazione da sola, non mi andava l'idea di cominciare la mattina con quella famiglia di matti. A volte mi chiedevo come facesse Damie a sopportarli; sopratutto come facesse a sopportare quell' ibrido psicopatico, che quasi si ritrovava per cognato.

Più pensavo a lei e più mi domandavo dove cavolo si fosse andata a immischiare mettendosi con Elijah: ma se le è cercato, e poi l'amore è amore; a quello non si comanda.

Finii di fare la mia succulenta colazione e andai verso il salotto.
E non ci potei credere; erano solo le 9,30 e Damie e logicamente “il suo” Elijah, erano già li con delle cartine in mano a studiare l'itinerario da seguire.

Ma a che ora si erano alzati quelli? Alle quattro del mattino? Pensai tra me.

Ma la cosa che mi stupì di più era fatto che tra quei due ci fosse anche “l'ibrido psicopatico”. Che gli importasse veramente ritrovare il fratellino scomparso? Ma; vallo a capire quello.

Entrai accolta da Klaus con una delle sue battute sarcastiche.

Buongiorno! La nostra “streghetta” ci ha degnato della sua presenza!”

Ecco; se era vero che “il buongiorno si vede dal mattino” quella ne era la conferma.

Quell'ibrido mi mandava in bestia, un p0' quasi come Kol all'inizio, d'altronde avevo sempre pensato che quei due un po' si assomigliassero; stesso sguardo, stesso modo di fare sarcastico.....si, in certe cose si assomigliavano. Ma quello che mi infastidì di più era quella battuta provocatoria: lo guardai imbestialita e risposi:

Per tua regola.... GRANDE IBRIDO PSICOPATICO.... Non sono una strega; e nemmeno la "vostra streghetta"....la tua ancora di meno. Ed ora puoi anche staccarmi la testa, ma non credo che poi te la vorrai vedere con almeno due dei componenti della tua “pazza famiglia!”

Più mi mettevo a battibeccare con quello psicopatico e più mi domandavo dove avessi tanto coraggio per farlo, e come avessi ancora la testa attaccata al collo: ma me l'avrebbe staccata prima o poi se continuavo così.

Strega!...Mi stai simpatica” rispose sempre più provocatorio

Te l'ho già detto: NON SONO UNA STREGA!......Ma che onore!....devo ritenermi fortunata! Bhe...Vorrà dire che aspetterai ancora un po' mozzarmi la testa o a prosciugarmi !”

Ecco! Ora mi sarei aspettata un Klaus rabbioso; e invece rise sonoramente, ironico e non muovendo un dito. E questo mi sorprese, più lo studiavo e più non riuscivo a capire. Che era; all'improvviso si era trasformato in “Santa Klaus”? Bé, questo però mi andava bene, almeno ero ancora viva e vegeta.

Lasciai perdere klaus, e rivolgendomi a Damie dissi.

Allora da dove si comincia? E quando?”

Subito Lay!.....Allora; tu andrai a setacciare a nord, io a sud e Elijah a est!”

Ok Damie.....ma.....nord, sud, est.....ovest resta scoperto? E se fosse proprio li?”

No Lay ci andrà lui!” Indicando klaus.

Lui?” Dissi sorpresa a Damie indicando l'ibrido.

Che c'è sweetness, non ti fidi?” Mi rispose lui ironico e con aria di sfida.

E dai che ricomincia....ma allora si diverte ad innervosirmi?....Ok "bello" mi sfidi? Sfida accettata. Pensai tra me.

Mi fiderei più di un serpente che ti te! Saresti capace di trovarlo e lasciarlo lì....ma due occhi in più sono più che meglio.”

Stai giocando col fuoco...Dolcezza!” Rispose, e stavolta un po' meno calmo.

Forse stavolta avevo esagerato; ma non ero per niente spaventata. Non volevo farmi spaventare da quell'ibrido arrogante.

Non ho paura del fuoco, quello si spegne!.....E ora piantiamola e mettiamoci al lavoro che già abbiamo perso tempo!”

E così uscimmo. E tutti e tre...Anzi quattro c'era anche l'ibrido...Andammo a cercare Kol.

                                              *******************************

Erano giorni che stavamo cercando Kol; e ancora non l'avevamo trovato da nessuna parte. Avevamo setacciato il paese fino all'angolo più remoto di esso, e ancora nessuna traccia.

Così decidemmo di cercare anche fuori dalla città: da qualche parte doveva pur essere non poteva essersi dissolto nel nulla.

E come se questo non bastasse i miei poteri erano di nuovo scomparsi. Già...quelli arrivavano quando non servivano.
Ma nessuno di noi si era arreso; e io più di tutti.

Era sera inoltrata ormai; gli altri avevano sospeso le ricerche, io invece continuai a cercare Kol. Come se non bastasse si era messo anche a piovere, ma non mi hanno mai spaventato, "due gocce d'acqua"; e tanto meno ora.

Presa da un'attimo di sconforto uscii dall'auto, e appoggiandomi alla stessa mi misi ad osservare il cielo.
Nemmeno il cielo mi confortava quella sera: solo nuvole, nemmeno una stella che mi desse la forza di proseguire.

Stavo per cedere allo sconforto più totale e rinunciare a cercare: quando tra quelle nuvole grigie una luce mi colpì gli occhi.
Una stella splendente e enorme, come quasi chiamata dai mie pensieri, usci in quel cielo piovoso; anche la pioggia era cessata.

Eccola la mia speranza, la mia forza a sperare ancora. E come rinvigorita e con di nuovo la speranza nel cuore salii in aiuto e ritornai a cercare Kol.

Dopo mezz'ora di strada, vidi una grotta in lontananza semicoperta da delle foglie : scesi dall'auto, presi una torcia elettrica e mi incamminai dentro.
La scena che mi si presentò davanti agli occhi mi immobilizzò allucinandomi : spezzandomi il cuore a metà.

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Capitolo 9
*** L'amore è la più grande debolezza di un vampiro. ***


Care lettrici, da oggi ho cambiato il mio nickname a LAY70_K2LOVE. Più che giusto per me, amando alla follia "quei due", ossia KLAUS E KOL. Dedico questo capitolo a  Salva e a Sere Le Fay Ed ora detto questo, vi auguro (sperando) buona lettura. Ciao a tutte. LAY.

 Voglio i tuoi occhi....le tue mani, le tue labbra...
Amami....odiami....spezzami il cuore....Ma amami.
La pioggia...il vento...Nulla fermerà il mio amore.
Aiutami ...Aiutami a farti essere il centro della mia vita.(Lay)

Puntai la torcia elettrica contro quell'immagine che mi aveva quasi spezzato il cuore.

Contro alla parete della grotta appoggiato contro il muro come un animale; era steso Kol, esanime, ferito e lacerato dalle torture. La sua camicia era quasi inesistente ridotta a brandelli; e per di più con un pugnale conficcato nel cuore. Sui suoi polsi c'erano i segni delle catene con qui era stato incatenato al muro, e le sue ferite erano aperte e profonde.

Era ridotto piuttosto male il mio Originale. Certo che aveva fatto proprio le cose in grande, quel verme strisciante: anzi quel verme uomo lupo strisciante per dirla giusta. Già; lo sapevo che cosa era Hans, e sapevo anche che era stato lui fare questo a Kol; grazie ad uno dei miei sogni, l'ultimo prima che i miei poteri scomparissero di nuovo. Ovviamente non l' avevo detto a Damie; quella l'avrebbe ammazzato, e gliel'ho avrei anche lasciato fare....ma doveva vedersela con me prima, quel verme.

Mi trovavo lì. In una grotta sperduta dalla città, inginocchiata vicino al corpo di quell'essere martoriato che era stato la persona più importante della mia vita, con un pugnale conficcato nel suo cuore; indecisa su cosa dovevo fare, e mille domande nella testa che mi dicevano: che devo fare ora? Devo togliere quel pugnale? Ma si risveglierà poi...e dopo quanto? Devo chiamare aiuto? Avrà bisogno di sangue?

Come presa da una forza mistica venutami da chissà dove: forse coraggio, amore. Voglia di volerlo con me. Voglia della sua insopportabile presenza, della sua arroganza, della sua voce, dei suoi darling. Del suo profumo e le sue mani su di me. Come quella notte dopo la gita quando la passammo insieme, e tutte le altre.....Afferrai quel pugnale togliendoglielo dal cuore, aspettando che si svegliasse vicina a lui.

Le prime luci dell'alba illuminarono l'entrata di quella grotta colpendomi in viso. Guardai Kol; erano passate tre ore: ma lui ancora non si svegliava e le sue ferite non si rimarginavano.

Ma perché ancora non si svegliava, perché le sue ferite non si chiudevano? Presi il pugnale da terra e mi feci un taglio sul polso, appoggiandoglielo sulle sue labbra e facendogli scorrere sopra il mio sangue. Come per miracolo le sue ferite si rimarginarono, e i suoi splendidi occhi neri si aprirono incontrando i miei ansiosi. Solo una frase uscì da quelle labbra, una sola unica frase; sorpresa e dura come una sassata nello stomaco.

TU?.....Che ci fai qui?...VATTENE...IL Più lontano possibile da me!”

Quelle parole dure e sprezzanti mi colpirono mente e cuore; come se improvvisamente una lama di rasoio me lo avesse fatto a pezzettini all'istante. Ero ammutolita, stranita, confusa. Le mie gambe e il mio corpo cominciarono a tremare come una foglia al vento, la testa mi faceva un male atroce. Le pareti della grotta presero a girarmi intorno, la mia fronte scottava come un fuoco acceso....forse avevo la febbre....forse dovuta alla pioggia che avevo preso passando tutta la notte a cercarlo. Ma nonostante questo riuscii a domandargli con un filo di voce.

PERCHE'.... Perché mi chiedi questo? Ho trascorso tutta la notte sotto la pioggia battente per cercarti, sono 20 giorni che tutti noi ti stiamo cercando....e poi so chi ti ha fatto tutto questo!.....Io...io...ti amo!”

Mi guardò gelido, senza nessuna espressione sul suo volto. Solo impassibilità, nessuna emozione. Per poi rispondermi più freddo di quell'aria che entrava in quella grotta:

Per quello che mi interessa...darling...puoi anche andare all'inferno....tu e il tuo verme!”

Il colpo di grazia; la “mazzata” definitiva che mi fece andare il cuore in frantumi. Mi appoggiai alla parete della grotta, e piano mi lasciai andare al suolo svenendo.

                                                *****************

POV KOL

Restò lì a guardare quel corpo esanime scivolare a terra. Si avvicinò a lei e gli sfiorò il viso con la mano. Accidenti...pensò la sua fronte scottava come il sole estivo, i suoi abiti erano bagnati.... aveva piovuto tutta la notte e lei lo aveva cercato sotto la pioggia.

Improvvisamente il suo volto cambiò; trasformandosi in un'espressione carica di dolcezza, preoccupazione, pentimento. Cavolo...ma che aveva fatto? In che modo l'aveva trattata? Come aveva potuto dirle quelle parole cariche di odio e disprezzo; dettate solo e unicamente dal suo orgoglio e dalla voglia di vendetta...non dal suo cuore morto e innamorato.

Quella che aveva davanti.....Quell'angelo sceso dal paradiso...era la donna che amava e che sempre avrebbe amato; l'unica che in tutta la sua vita era riuscita e fargli scoprire quel sentimento.

Ma non poteva rimangiarsi tutto...LUI ERA UN VAMPIRO ORIGINALE, uno spietato predatore assassino. Dove sarebbe andato a finire il suo orgoglio? E poi lei non lo amava più.....non poteva fare l'eterna figura dell'innamorato ferito, disposto a tutto per riconquistarsi la donna amata. Ma allora perché? Perché se lei non lo amava aveva rischiato tanto per lui? Perché gli aveva tolto il pugnale e gli aveva dato il suo sangue? E perché lo aveva cercato sotto la pioggia battente: che era anche ripresa? No....non poteva andarsene e lasciarla lì; con quel accidente addosso che forse si era presa per la pioggia e il freddo. Doveva almeno portarla al caldo, sarebbe morta per polmonite se la lasciava lì, anzi; forse l'aveva già. Si passò una mano sul viso e pensò: ma quanto sono“deboli” gli esseri umani. Ok....l'avrebbe riportata a casa da Damie e gli altri, si sarebbero presi cura di lei; non l' avrebbero abbandonata per orgoglio come aveva intenzione di fare lui....ma poi dopo non avrebbe fatto nulla di più.

Era pur sempre “KOL MIKAELSON” lui, anche se follemente innamorato. E si....aveva ragione il suo fratellone....”L' AMORE E' LA PIU' GRANDE DEBOLEZZA DI UN VAMPIRO”......quanto erano giuste quelle parole....ora lo capiva il significato.

Prese la sua giacca; che si trovava per terra in un angolo: la coprì e la prese in braccio. Arrivò alla macchina di lei a pochi passi dalla grotta; la adagiò delicatamente sul sedile posteriore, mise in moto e partì....destinazione casa Mikaelson

                                              ********

POV DAMIE

Damie e gli altri, erano seduti sul divano del grande salotto di villa Mikaelson; ormai era un mese che si era trasferita definitivamente lì, che aspettavano notizie da Lay; che ormai era fuori da tutta la notte sotto alla pioggia.

Lei era la più preoccupata. Guardava il telefono ogni secondo aspettando notizie. Era strano che Lay non telefonasse per avvertire che stava succedendo. Pensava.

Non riusciva a non pensare che le fosse successo qualcosa. D'altronde tutti erano preoccupati....Be a Elijah era piaciuta subito, avrebbe dovuto piacergli, altrimenti gliela avrebbe fatta piacere per forza, per lei era come una sorella.

Ma quello che la stupiva di più era che anche al suo“cognatino psicopatico” come lo chiamava Lay; le stava simpatica, ed era pure molto preoccupato....cosa strana per uno come Klaus. Forse perché stimava Lay: la stimava perché era una delle poche che non aveva paura di lui e gli sapeva tenere testa; glielo aveva detto lui.

A volte Klaus parlava con lei, con la "cogntina umana". Quella che "gli toglieva dai piedi" Elijah. Non era poi così “mostro assassino” come voleva far vedere. E poi Lay in quanto a determinazione, coraggio e orgoglio, era quasi simile a Klaus....quando lei ci si metteva d'impegno spostava anche montagne....ed ora forse era ridiventata la “vecchia” Lay che conosceva.

All'improvviso sentì la porta d'ingresso aprirsi e poi richiudersi sbattendo sonoramente. La prima ad accorrere presso l'entrata fu lei, seguita a ruota dagli altri due.

Quello che vide la lasciò sbigottita preoccupandosi ulteriormente. Davanti ai suoi occhi si presentò Kol: con la camicia che indossava in brandelli, e con in braccio Lay svenuta. Il primo a parlare fu klaus.

Fratellino....già di ritorno dal tuo viaggio di piacere inaspettato?....Vedo che non te la sei spassata un gran che!.....E pure “l'umana mezza streghetta”!.....Ti sei "divertito" troppo con lei...Fratellino!”

Fratello....quanto tempo!” gli rispose sarcastico e ironico.

L'umana è svenuta dopo avermi salvato.....forse ha la febbre, e una polmonite.....Bé ve l'affido....IO NON VOGLIO AVERCI PIU' A CHE FARE CON LEI”.Rispose sprezzante, passandola dalle sue braccia a quelle dell'ibrido. Detto e fatto questo, si voltò, aprì la porta e furiosamente se ne andò; sbattendola energicamente dietro di se.

Damie rimase allibita e incredula, per come si era comportato Kol; ma non c'era tempo ora per capire...doveva pensare a Lay. Fece portare Lay nella camera degli ospiti, dove risiedeva da quando avevano iniziato a cercare Kol.

Spostò le coperte e la fece adagiare dall'ibrido sul letto, poi la coprì e restò lì a badare a lei.

Restò accanto a lei per per un po', poi vide che era tranquilla e uscì un attimo dalla stanza.

Incamminandosi per il corridoio della villa si portò sulla terrazza; si appoggiò sulla balaustra e si mise a pensare.

Mentre era assorta nei suoi pensieri sentì dei passi dietro di lei. Si voltò e vide che Elijah l'aveva raggiunta.

Sei preoccupata per Lay?” Le chiese Elijah.

Si “amore”!.....si vede così tanto?”

Non devo vederlo...lo so. Ti si legge negli occhi....e poi lo sai vero che di te a me non sfugge nulla...Ti conosco bene. Tu tieni a lei come una sorella...e so anche che persona sei tu...meravigliosa e magnifica, unica al mondo...e so che faresti di tutto per aiutare chi ami.....è per questo che mi sono innamorato di te!....non ti preoccupare, Lay è forte e supererà anche questo!”

Non sono preoccupata per questo....Lo so che supererà tutto !....Sono preoccupata per come si è comportato Kol e di quello che ha detto!....E ho la netta sensazione che in questo ci sia lo zampino di quel verme di Hans!”

Rispose Damie: per poi continuare guardandolo negli occhi.

Sai...a volte ha ragione lei a dire che questa è una “famiglia di matti scatenati”...presuntuosi e orgogliosi....meno male che tu non lo sei!....Non lo sei vero? Dimmi che tu non cambierai mai idea su di noi?”

Demie.... forse ha ragione Lay....Siamo fatti cosi!...E ti assicuro che lo sono anch'io.....Ma su di te non cambierei mai idea!...Tu sei la mia salvezza!....No Damie....non cambierei mai idea....non posso!"

Damie lo guardò dolcemente negli occhi e gli disse ancor più dolcemente:

Ti amo Elijah!”

Ti amo anch'io Damie!”

Si guardarono intensamente negli occhi, per poi scambiarsi un lungo e intenso bacio passionale.

Poi Damie si staccò da lui e gli disse:

Devo tornare da Lay!”

Si avviò verso il corridoio per poi fermarsi richiamata da Elijah.

Damie....è tutto vero quello che ti ho detto!”

Lo so!”

Ripose avviandosi verso la stanza deve era Lay. Pensando a quanto era stata fortunata ad innamorarsi contraccambiata; del più sano di mente di quella famiglia strampalata.

************

Quando mi ripresi era ormai sera. Mi guardai intorno e sorpresa vidi che ero nella mia stanza a villa Mikaelson; vidi Damie che era lì accanto a me e gli chiesi confusa:

Come ci sono arrivata qui?....E Kol come sta?”

Ciao Lay....Ti ha portata lui qui a casa!...Il medico ha detto che ti sei beccata una bronchite ....ma tranquilla con dieci giorni di riposo e antibiotici tornerai come nuova!....A quanto pare la vendi cara la pelle...eh Lay?” Mi rispose Damie sorridente.

Kol....mi ha portato qui?” Gli risposi sorpresa ripensando alle parole che mi aveva detto lui .

E dove è ora? Damie....Sta bene?”

Non lo so Lay....Ti ha portato qui e poi se ne è andato, furioso!.....Che è successo?”

Kol mi aveva preso e portato a casa sua e poi dopo se era andato? Pensai.

Perché l'aveva fatto? Perché mi aveva portato in salvo dopo quello che mi aveva detto spezzandomi il cuore? E poi se ne era andato furioso?

Oddio!... forse lo sapevo dove voleva andare....dovevo fermarlo. Ma come? Io avevo la febbre e poi ero ancora debole, sicuramente non sarei riuscita a stare nemmeno in piedi....e poi non potevo dire quello che avevo “scoperto” non ora.

Damie.....è successo che mi ha detto che non mi ama più...e mi ha mandato al diavolo....e non capisco perché?...Io non gli ho fatto niente.....E forse so dove è andato....devo fermarlo...potrebbe anche non andare bene....stavolta!”

E no Lay...tu non vai da nessuna parte!....ora devi solo riposare rimetterti in sesto e stare tranquilla....qualsiasi cosa voglia fare Kol...se la sa cavare da solo...te lo assicuro!....E ora dormi ancora un po...ok?”

Ok Damie!”

Damie aveva ragione. Che potevo fare io una “povera umana” indebolita dalla febbre alta, contro un vampiro geloso e agguerrito? E un licantropo cocciuto e determinato: che agguerrito lo era ancor di più del primo?....nulla....solo sperare.

Cercai di seguire il consiglio della mia miglior amica/sorella, e mi misi a dormire.

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Capitolo 10
*** Kol...Lay...Klaus ***


Care lettrici,(anime pie, che avete il coraggio, di leggere questa mia pazzia)ed ecco il 10° capitolo(finalmente). Ma va....già il decimo? Ed io che credevo che mi fossi fermata al secondo. Bhe, su questo capitolo, non so che dirvi, dato che a me non convince tanto....bhe, vediamo se convince voi, almeno lo spero... Klaus qui è maledettamente occ,(almeno per me) ma che ci posso fare se la mia fantasia vola un po' troppo? Ma vi prego non picchiatemi per questo....ahahahah.
Ciao a tutte e vi lascio (spero) a una buona lettura. Lay 

Io non cerco risposte/che non avrò da un amore così/voglio solo rispetto
per ciò che noi siamo stati fin qui/e non porto rancore perché lo so
a sbagliare si è sempre in due/io ti lascio il mio mondo/ma porto via il ricordo di te
con il diavolo nel cuore saprò capire
quanto si può amare e quanto soffrire.(Paolo Meneguzzi)*

pov Kol

Era notte.

Era da tre giorni che andava avanti così: alternando le sue giornate tra il club, affogando i suoi malumori con divertimenti vari e alcool, e le notti vagando per il paese; e nella sua mente sempre quel “chiodo fisso”.....vendetta.

Ed era per questo che sempre si ritrovava davanti a quella casa marrone: quella dove abitava lui, IL SUO NEMICO...Hans.
Sempre appostato lì fra quegli alberi ingialliti; come un cacciatore pronto a colpire la sua preda....portando a termine la sua agognata vendetta.

Per un attimo inspirò quell'aria intorno a lui; avrebbe potuto giurare che quella notte facesse un “freddo cane”...poteva solo immaginarlo questo, non lo sentiva il freddo essendo morto.

Ma allora perché se il suo cuore era morto sentiva tutte quelle sensazioni che non doveva sentire? tutti quei sentimenti contrastanti dentro di lui? Odio, rimorso: ma soprattutto amore.
Cos'era quel qualcosa che tutte le notti lo portava lì davanti?
E cosa era quel qualcosa più forte del suo orgoglio che tutte le notti lo faceva desistere dalla sua sete di vendetta?

Lo sapeva cos'era anche se non voleva ammetterlo a se stesso; e più lo rimandava nel fondo del suo cuore morto più tornava a riemergere e ogni volta più forte di prima: era lei, l'amore che sentiva per Lay.
Già; il suo orgoglio non aveva creduto alle parole che lei gli aveva detto in quella grotta, ma il suo cuore innamorato si; ed era per questo che non si dava pace per averla trattata così....da perfetta estranea.

Ma perché proprio non voleva mandare al diavolo quel suo maledetto orgoglio, ed ascoltare solo il suo cuore?
Suo fratello Elijah riusciva e Klaus quando voleva riusciva anche lui.

No.....ora no, non poteva ascoltare il suo cuore. Non doveva provare sentimenti o rimorsi per nessuno: era un predatore assassino lui, non un “bamboccio”innamorato. Doveva avere la sua vendetta ora....la voleva, il suo orgoglio la pretendeva.... ne era suo diritto. Non si meritava Lay.....ma nemmeno “quel verme”.

Un fruscio tra foglie lo fece destare da suoi pensieri, Hans stava tornano ed
era giunto quasi vicino all'ingresso di casa sua; velocemente l'Originale gli si
parò davanti e disse a Hans molto sorpreso nel vederlo.

Sorpreso di vedermi....grand'uomo?.....Se credevi di avermi eliminato per sempre......hai fatto male i conti!”

Felice di rivederti succhia sangue!......Già, a quanto vedo ho sbagliato qualche calcolo....non sono mai stato un “mago” in matematica!” Gli rispose Hans sprezzante e sarcastico.

Sai grand'uomo....i “succhia sangue originali” hanno doti che tu non hai.....l'intelligenza!........ah.....ti presento la mia amica di battaglia, e sarebbe molto contenta di conoscerti, e fare a pezzi le tue ossa ad una ad una!” Disse ad Hans mostrando una mazza da baseball.

Sei così disperato“succhia sangue”....Te la fai pure con le mazze da baseball?”

Certo grand'uomo!....Ed è una cara amica sai.....Affidabile, sicura, e non sbaglia mai un colpo!”

All'improvviso Kol cominciò a colpire ripetutamente Hans alle gambe e al corpo; facendolo cadere al suolo senza forze a “mazzate”.

Prese il rivale per il collo e stringendo lievemente gli disse:

Ed ora ascoltami bene....”grand'uomo”!.....Questo era solo un avvertimento!....Hai un mese di tempo per lasciare la città, che è anche troppo per un “verme”!....E se ti vedo ancora una volta “strisciare” vicino a LEI....Ti garantisco che io e la mia amica saremo felicissimi di porre fine, alla tua esistenza!”

Detto questo lasciò la presa sul suo collo; per poi sparire velocemente tra gli alberi. Mentre Hans “zoppicante e strisciante” se ne entrò dentro casa.

                          ******************************

Ormai erano passati cinque giorni da quando avevo tolto il pugnale da Kol; ed erano anche cinque giorni che “scontavo” la mia convalescenza in quella casa di matti.
Proprio così; scontando la mia convalescenza. Non era che vivere in quella casa fosse una prigionia; ma come altro si potrebbe definire vivere in un posto dove non avresti voluto essere.

E perché ero lì? Bé, Damie logicamente. Non aveva voluto che andassi a casa mia, e quindi mi aveva costretto a stare in quella casa fino a quando non mi fossi rimessa completamente. Ed io avevo accettato, d'altronde non avrei potuto fare altrimenti.....o accettavo, o accettavo queste erano le possibilità di scelta. Ah no....dimenticavo potevo anche tornamene a casa; ma avrebbe messo un agente di sorveglianza alla porta!......Bhe....Era sicuramente meglio stare a villa Mikaelson; la punizione perfetta per essermi innamorata perdutamente, di un vampiro orgoglioso, e casanova.

Ma almeno, o forse lo speravo; una cosa positiva in tutta quella situazione ci sarebbe stata: mi sarei divertita un mondo vivere in quella pazza famiglia di originali e la loro vita quotidiana.

Riguardo ad Elijah non avevo nulla da dire, lui mi piaceva. Elijah era l'unico normale e con cervello che era lì dentro.

Ma l'eterno dilemma, almeno per me, era quell'ibrido.
Quello non lo capivo proprio; e ci avrei pure scommesso che nemmeno Freud sarebbe riuscito a capirlo.
A volte, meglio dire quasi sempre, era il solito Klaus macchinatore, spietato e meschino stratega, sempre pronto a calpestare tutto e tutti per realizzare sogni da conquistatore del mondo e di grandezza.
Per non parlare poi di quando si divertiva ad innervosirmi con le sue battutine sarcastiche e ironiche come per esempio: “Buongiorno! L' ex streghetta si è svegliata bene, stamattina? ” O questa: “Che c'è umana, siamo di malumore! Hai sognato di nuovo il mio fratellino che ti manda al diavolo?”.

Quando faceva così sarei andata molto volentieri a cercare un paletto di quercia bianca e piantarglielo volentieri nel cuore.
Oh no! Per l'amor d'ibrido! Meglio di no!...Dove lo andavo a cercare un altro uguale, che mi faceva cambiare umore con le sue battute sarcastiche!

E a volte sembrava che avesse ingoiato del miele.
Come quando ero preda dei miei incubi notturni e non riuscivo a dormire; e me ne girovagavo per la casa. Come un fantasma alla ricerca del suo “aldilà”. E lì se ne usciva con battute tipo: “Che c'è Lay...pensare a quel ebete non ti fa dormire?....Devo farti preparare una camomilla, o mandarti in camera quell'idiota?”.
Sempre sarcastico ovviamente, quello era uno dei suoi “punti forti” , ma cambiava tono di voce, e espressione: almeno mi chiamava col mio nome.

Ma toh....allora se lo ricordava il mio nome.

Ma la stranezza più palese, era osservarlo quando era intento nella sua “passione”....la pittura.

Qualche volta entravo silenziosamente nel suo studio e lo osservavo.
Chissà perché non si accorgeva mai di me; forse gli piaceva avere pubblico....No, quella “volpe” faceva finta di non vedermi e di non accorgersi della mia presenza, figurati se non mi percepiva con i suoi sensori sovrumani. Magari un giorno si sarebbe stancato di sentirsi "osservato" e me l'avrebbe staccata la testa; e magari poi si sarebbe anche divertito nel vedere il mio corpo senza testa , che invano cercava per tutta la casa la sua parte mancante.

Osservarlo mentre dipingeva era una cosa divina era un'altra persona. Con quel pennello in mano, dava vita sulla tela a paesaggi stile Monet da esposizione al Louvre....Oh, Monet il mio pittore preferito.

Bé....D'altronde era un po' come me.....Lui evadeva dalla realtà con la pittura, ed io con le mie stelle.
Quanto mi mancavano le mie stelle; almeno loro mi davano un po' di sollievo osservandole.

Ma una cosa era certa: non mi sarei stancata mai di capire quell'ibrido
psicopatico. E si...stava proprio cominciando a piacermi.

E come per finire in “bellezza”, un altro abitante era Kol.
Speravo avesse avuto la testa di vivere in un altro posto, almeno fino a quando ero li. E invece no: “quella era casa sua e lì doveva stare”; comportandosi con me come da perfetto estraneo e cafone idiota: come se tra noi due non fosse mai successo nulla, senza pensare che ci stavo male per questo: innamorata persa come ero.
Almeno in casa non c'era mai; usciva alla mattina e poi tornava non so quando, dato che non lo vedevo mai rincasare, essendo già nel mio lettino tra le braccia della notte. Ma sta di fatto che alla mattina me lo ritrovavo sempre a fare colazione in quella grande cucina. Nemmeno il buongiorno mi dava, per lui ero invisibile: perfino Klaus; (che chissà perché stava diventano sempre più “amico e accondiscendente” con me) gli mandava occhiate tipo fulmini, seguito logicamente da Damie, per il comportamento che aveva con me.

Praticamente si erano invertiti i ruoli: se prima ero io a far finta che non esistesse, ora era lui a fare lo stesso con me.

Ma se sperava che mi buttassi piagnucolante tra le sue braccia confessandogli un' altra volta il mio amore; si sbagliava di grosso, la Lay , timorosa, e insicura, era morta per sempre, c'era la vera Lay ora al suo posto....grazie a lui. Mi aveva spezzato il cuore trattandomi come aveva fatto, e ancora lo stava facendo, doveva pagare per questo; anche se nonostante mi fermavo solo per un istante ad ascoltare il mio cuore, avrei fatto il contrario.

Ma non lo avrei ascoltato il mio cuore, dovevo farlo soffrire come lui stava facendo con me...e ci sarei riuscita prima o poi.

*************************

E così era cominciato un altro mese di quell'anno, di rivelazioni e stravolgimenti interiori.

Avevo conosciuto Kol; innamorandomene perdutamente, corrisposta prima per poi essere mandata all'inferno successivamente.Rivisto Hans, e pure fatto l'eroina salvando Kol, prendendomi una bella bronchite che mi aveva “costretto” a vivere in quella “casa sovrannaturale”.

Ma la cosa migliore di tutto questo, era che finalmente avevo imparato ad accettarmi, e stavo ritornando pian piano la “vecchia Lay” sicura e amante della vita.

Quel giorno, il sesto della mia “permanenza forzata” a casa Mikaelson; ero seduta in una panchina, di quell'immenso giardino ad assaporarmi il primo giorno di libertà concessomi da Damie: logicamente coperta fino ai capelli, altrimenti niente permesso. Meno male che Damie era andata a casa mia a prendermi degli abiti....mica potevo stare lì dentro girando con la camicia da notte che mi aveva prestato lei.

Assaporavo quell'intensa e fresca aria autunnale, osservando gli alberi ormai ingialliti quasi spogli, le foglie sui viali, che cadendo dagli alberi formavano un immenso e suggestivo tappeto di colori; giallo,marrone, verde e molti altri.

Mi piaceva l'autunno, era il mio preferito: strano non era la primavera...come d'altronde per quasi tutte le persone normali? Ma....me l'ero sempre detto che io non avevo la “testa a posto”.

Mi stavo assaporando tranquillamente quel suggestivo quadro impressionista; che qualcuno come al solito, arrivò a disturbare la mia quiete interiore.

"Sorpresa!....L' ex streghetta in “libera uscita! Stai assaporando l'ora d'aria.... sweetheart?”

Bé....lo vedi anche da te..o no?....Peccato che un ibrido impiccione me la stia rovinando!....E te l'ho già detto mille volte....non sono una strega, e come tu sai i miei poteri se ne sono andanti, stop, morti, dissolti nel nulla....quindi per favore se potresti chiamarmi col mio nome di battesimo, ne sarei più che felice...grazie!”

Messaggio ricevuto....”ex streghetta” Lay!”

E dai....ancora!....ma allora lo faceva proprio apposta. Aveva proprio la testa dura! Avesse preso lezioni dal fratellino? E Poi perché con me non era il solito Klaus spietato e sanguinario, che spezzava il collo a chiunque lo infastidiva e contrariava? Pensai.

Ma allora proprio non la vuoi capire?....MI CHIAMO LAY....Le tue orecchie da ibrido millenario hanno sentito o ti devo portare da un otorino?”

Mi guardò con il suo solito sorriso storto, e talmente sexy il quale avrebbe fatto svenire qualsiasi ragazza della città....ma non me....e disse tra il provocatorio e il divertito:

Te la stacco quella testa, prima o poi!”

E io la pianto prima o poi quella quercia bianca che ho comprato!"” Gli risposi usando il suo stesso tono.

Le ho bruciate tutte!” mi rispose sornione.

Bé....anch'io ho le mie “doti nascoste” da ex streghetta!....Ed ora dimmi perché ha disturbato la mia tranquillità interiore!”

Ho una proposta da farti, “Umana”!”

Wow...il grande Klaus che fa una proposta a me?....Quale?....Quella di starmene buona mentre tu mi stacchi la testa?” Gli dissi sarcastica.

Sta zitta e ascolta!....Ti preferivo più quando quell'idiota ti ha depositato tra le mie braccia svenuta!... Stavi zitta. Dovevo lasciarti cadere sul pavimento!”

Ma come....era stato Klaus a prendermi tra le braccia e portarmi in camera, e non Kol come credevo? Be...meglio non pensarci ora, e zitta mi preparai ad ascoltare quello che l'ibrido voleva propormi.

Chissà che proposta voleva farmi....certamente una “proposta alla Klaus”. Pensai aspettando.

ANGOLO DELL'AUTRICE

 

Che proposta avrà Klaus da fare a Lay?
Ma, stiamo a vedere, e se Lay accetterà. Ciao a tutte. Lay

*--Canzone di Paolo Meneguzzi. Volami nell'anima.

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Capitolo 11
*** Gioco o realtà? ***


Care lettrici...rieccomi (dopo una lunga attesa). Degli imprevisti mi hanno impedito di dedicarmi alla scrittura, ma ora eccomi qui.
Lo so il mio “k2” è estremamente occ....Amo troppo quei due per non far volare la fantasia. E dopo tutto questa è la mia fanfic, e questo è il “mio K2”.....non tvd....ahahahahah.
Ed ora come sempre....buona lettura (almeno me lo auguro)...e scusatemi per gli errori di grammatica e di ortografia. Ciao e grazie a tutte. Lay.

Il ricordo è una lama nell'anima
un dolore che brucia senza pietà
Il suo nome vivrà nell'eternità

come un segno profondo e indelebile.
(*)

Ok! Sono pronta....Dimmi pure!”

Mettiti con me!....Streghetta!”

cosa?!....Ma ti è dato di volta il cervello?...Sempre se ne hai uno!”

Gli risposi interrompendolo, e estremamente sorpresa e esterrefatta.

Sta zitta e ascolta!” Rispose spazientito.

Ahimè....qui si mette male, mi sa che stia perdendo la pazienza!....meglio non interromperlo più....Dovresti saperlo ormai ....Klaus è piuttosto “instabile” come carattere! Pensai ironicamente tra me.
E zitta lo lasciai finire. E l'unica risposta che venne fuori dalla mia bocca fu:

WOW!......E questa la chiami proposta?....A me sembra più il tuo cervello ibrido, che si sta incenerendo!....Eppure non sembra che stia piovendo e che ti abbia colpito un fulmine!”

E con il suo solito sorriso sornione e seducente mi rispose:

E se lo fosse?”

Tu tipo da “colpo di fulmine?”...Non credo proprio!...Direi più “colpo di genio!”, trattandosi pur sempre di me e di te!”. Gli risposi facendo la compiaciuta.

Piano sweetie....non sei l'unica al mondo!”

Per il tuo fratellino lo ero!”

Tesoro!.....Il mio fratellino è un idiota!”

Grazie mille...Colpita e affondata! E quanto tempo ho per decidere se accettare la tua “proposta fulminante?”

Prima che che ti stacchi la testa!”

Ok! Ma aspetta un minuto....sono affezionata alla mia testa! Come mai proprio io, che a parer tuo sono un'“umana ex streghetta insignificante?”

Per questo sweetheart!...E' interessante, stuzzicarti!” . Mi rispose con il suo solito sorriso torto.

Ci pensai un istante: la proposta era interessante, e se funzionava sarebbe andata a mio vantaggio e anche al suo. E si; non faceva mai niente per niente. Lo guardai e poi risposi: “OK...CI STO!”

Mi alzai dalla panchina e mi avviai dentro casa sorridente pensando tra me:

E vai Lay!...Che i “giochi” abbiano inizio!

                          *****************************************

E così passò anche la convalescenza. Io mi ero ripresa totalmente.... ma chissà perché, avevo deciso di prolungare la mia vacanza a tempo indeterminato.
Già; chissà perché. Pensai tra me sorridendo.

Quella mattina ero nella camera degli ospiti, che ormai era diventata la mia stanza. Mi ero alzata fatto una doccia e mi stavo vestendo per andare a fare colazione: quando qualcuno venne a bussare alla parta della stanza.

Lay, apri o sfondo la porta!”

Avevamo incluso....veramente avevo incluso una regola: io lo avrei chiamato Nik, e lui Lay....Bhe...ci speravo poco. La cosa sarebbe sembrata più vera.

Non ancora Nik!...Sono appena uscita dalla doccia, e non sono ancora presentabile!....Ma se vuoi bissare stanotte...sfonda pure la porta!”

Dissi a voce alta; assicurandomi che l'abitante della stanza accanto alla mia potesse sentire chiaro e tondo.

Già; bissare stanotte. Pensai tra me con un sorriso beffardo sulle labbra. Che poi non ero altro che io che saltavo sul letto, divertendomi come una pazza pensando a quello che avrebbe immaginato la persona che era nella stanza vicina alla mia: avendo visto la sera prima Klaus entrare nella camera con me; ma non avrebbe visto che poi se ne era uscito subito dopo. Mi sorprendevo pure io se mi mettevo a pensare di come a volte ero tremendamente uguale al mio “nuovo amico”, a ideare piani diabolici. Proprio così: l'idea di saltare sul letto per fargli credere chissà che, era stata mia.

Come vuoi ….sweetness!”

Rispose klaus: assicurandosi di farsi sentire.

In quello stesso istante aprii la porta della stanza; e per un caso del destino, in verità calcolato nei più minimi dettagli, in contemporanea al vicino di stanza: Kol.

Non tentarmi, sweetheart!” Mi disse l'ibrido stampandomi un bacio a fior di labbra.

E perché no!” Gli dissi ricambiando quel bacio: e vero, per chi stava osservando ignaro.

E si....I giochi erano cominciati; e andavano magnificamente, visto la finta indifferenza che mostrava Kol. E se avesse potuto ci avrebbe azzannati all'istante, me e Klaus; ma fece finta di niente e si incammino per le scale.
Ma non lo sapeva che poteva farla a chiunque: ma non a noi due, che ci guardammo soddisfatti.

Ma sarei riuscita a mantenere questo un piano spinto da un'amicizia tra fuoco e fuoco? Per ora la cosa era certa; si, sarebbe rimasto solo un piano; anche se per klaus non ero del tutto indifferente . Ma ero troppo innamorata del mio Originale per farmi attrarre da un gioco estremamente piacevole: e Klaus lo era della sua “Barbie vampire”.

E così arrivai anch'io in cucina per la colazione, ovviamente insieme a Klaus: e mi sedetti al mio solito posto di quella tavola rettangolare. E non so come feci a non scoppiare a ridere e a rimanere seria, davanti alla scena che si presentò davanti ai miei occhi.

Klaus ed io che ci fissavamo e sembrava che dicessimo: continuiamo così che il piano sta funzionando! Damie che guardava Elijah che gli chiedesse: tu sai qualcosa di tutto questo? Elijah che la guardava e che rispondesse: mi dispiace Damie, ma io non ne so niente. E infine Kol che ci fulminava con lo sguardo e sembrava dire: guardatevi finché potete: perché poi non vi guarderete più, essendo all'altro mondo!

E si! Il piano stava andando perfettamente; stando a giudicare da come Kol stava mescolando quel cappuccino che fuoriusciva dalla tazza, per il furore che ci metteva nel farlo.

Cavolo! Se era geloso! Quello era un “Otello”: pensai tra me ridendo mentalmente. Mi stavo “divertendo” come una pazza. L'importante era che riuscissi a non cedere ai sentimenti e a non ascoltare il mio cuore a pezzi come realmente era, per non far cadere nel nulla, quel gioco diabolico.

Improvvisamente kol, che era praticamente una pila di nervi; finalmente aveva deciso di interrompere il gioco del silenzio e mi chiese ironicamente:

Dormito bene stanotte darling?......”

Miracolo!....finalmente hai deciso di rompere il “gioco del silenzio!”....aspetta un attimo che chiamo la stampa per far sapere al mondo questo scoop sensazionale.....si Kol....ho dormito magnificamente e assai rilassata!” Risposi con tutto il sarcasmo che potevo.

Ah si'?....Io ho contato le sacche di 0+!”

Ribatté usando tutta la forza e il sarcasmo che aveva, per contenere i suoi istinti omicidi.

Insonnia o fame, fratellino?“

Gli chiese sarcastico Klaus; intuendo dove voleva andare a “parare” il fratello.

Mi dispiace kol!” Gli dissi fintamente dispiaciuta. Per poi continuare:

E come mai?.....Bhe; se vuoi ti presto la valeriana! A me non serve più....sai....si si stanca dopo un certo tipo di ginnastica, e si dorme meglio!” Gli dissi cercando di essere il più “incisiva” possibile

Grazie darling, ma faccio senza....E se vi interessa la mia salute mentale; vi sarei grati se tu e il mio fratellone.....fareste meno rumore....la notte!”

Mi disse alzandosi dal tavolo cercando di essere il più indifferente che poteva, e uscendo dalla cucina.

Mi si scoppiava il cuore nel vederlo andar via così; mentre cercava di nascondere quello che veramente sentiva per tutto ciò.

E mi si scoppiava il cuore anche ogni volta che lo ferivo in questo modo. Ma dovevo resistere a questo piano fino in fondo; per tentare che lui ritornasse da me.

Ma sarebbe tornato da me? O veramente non gli importava più nulla?

Ed io e klaus eravamo troppo bravi a fingere, che sembrava vero perfino ai suoi occhi....e a noi due stessi?

L'unica cosa certa che sapevo e che mi dicevo ogni giorno riportandomi alla realtà era solo questa piccola frase mentale, ma estremamente vera.

Attenta Lay: che a giocare con il fuoco. Ci si può bruciare!

Ed era questa l'unica cosa in cui non inciampare: in tutta questa situazione.

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Capitolo 12
*** I rischi del gioco ***


Care lettrici, finalmente ecco a voi il 12 capitolo. Lo so..sempre più occ...ma d'altronde l'avevo già detto che la mai fanfic era occ.....quindi dovrebbe chiarire ogni cosa. Ed ora: blando alle chiacchiere e buona lettura. Ciao. Lay.

07-E-le-stelle-complici-stavano-a-guardare-Cap-12

Giochi con la vita/Giochi con il fuoco/Giochi con la luna/Ma non vincerai mai
Giochi con la vita/Giochi con i sogni/Giochi con le mani/Ma non vincerai mai
Occhi che si muovono/Che non hanno un senso logico/Come ora che ti parlano
Ma tu ormai sei già in un altro mondo/Incubi o fate/Sono spine o sono rose
Che ti lasciano perduto/Nelle notti e nelle strade/Notti che ti fregano
Quando poi ti senti solo e fragile/Notti che ti spingono/A dire ciò che non vuoi dire
Lacrime più facili/E che non ricordi il giorno dopo/Anima che ti perdi/Nelle notti e nelle strade.(*)


I giorni passavano sereni, e passavano sereni anche per me, dimenticando i miei “struggimenti interiori”: così come facevo, presa come ero da quel “piano diabolico” con Klaus. Anche se nei momenti di solitudine tornavano, ma riuscivo a nasconderli benissimo quando non ero sola....eh si; ero proprio una perfetta attrice, me lo dicevano sempre quando a scuola facevo le recite scolastiche: d'altra parte mi aveva sempre appassionato il teatro.

Ero nella mia stanza, già ormai era la mia stanza dato che quella casa era come diventata la mia casa, che mi stavo preparando per andare a fare un tranquillo giro per negozi insieme a Damie. E questo dopo una mattina cominciata come sempre, tra “battibecchi e piani diabolici” e un pranzo praticamente uguale: e intanto che aspettavo pensavo a come la mia vita era cambiata nuovamente.

La mia vita in quella tranquilla cittadina della Virginia era cominciata normalmente, come così doveva essere. I miei genitori si erano trasferiti lì per lavoro dall'Italia che avevo cinque anni; quindi praticamente quella era la mia città essendoci cresciuta. E lì si era svolta tutta la mia esistenza fino ad ora; e cioè fino ai miei venticinque anni. Lì avevo frequentato l'asilo conoscendo Damie, poi il liceo finendolo e diplomandomi egregiamente.

Praticamente una vita normale e tranquilla. E così sarebbe rimasta se Damie non si fosse innamorata; di Elijah Mikaelson, frequentando casa sua e qualche volta portandoci pure me: facendo si che casualmente mi scontrassi con Kol, portando di conseguenza a tutto quello che era successo dopo.

A volte mi domandavo come fosse stata la mia esistenza se la mia famiglia non si fosse trasferita in quella città portandomi con loro, e se avrei conosciuto Damie, Hans, e quei tre vampiri originali anzi due poiché il terzo era un ibrido. E pensavo anche se gli esseri sovrannaturali fossero tutti così “strani”.

Riguardo a Kol,meglio lasciar perdere che a quello già pensavo per ventiquattr'ore al giorno; mentre riguardo ad Elijah l'unica cosa strana era il fatto di che ci facesse in quella famiglia di pazzi scatenati, lui era l'unico normale lì dentro e a volte mi chiedevo come avesse fatto ad uscire dalla stessa madre degli altri due.

E infine Klaus; quello definirlo strano era un'eresia lui era indecifrabile, era tutto matto, partito di testa per dirla giusta; ma mica glielo dicevo, ci ero affezionata alla testa .

Più mi sorprendevo a pensare a quell'ibrido con la fama di essere un assassino spietato e sanguinario; e più mi chiedevo come avesse fatto ad affezionarsi a me: ad un'umana insignificante, al punto tale da portarlo ad ideare un piano così diabolico e montato alla perfezione per aiutarmi a far tornare da me il fratellino. Ma; me lo dicevo sempre che era meglio che non facessi la “Freud” perché tanto non sarei nemmeno riuscita a “togliere un ragno dal buco”.

E finalmente Damie arrivò; e meno male che poi ero io che faceva aspettare e desiderare: e così uscimmo per andare a fare il nostro giro per negozi come era stato programmato.

                            *****************************

Erano le cinque del pomeriggio, stavamo sistemando in auto i nostri acquisti: abiti, scarpe, e robe varie. Già doveva rifornirsi l'armadio per l'inverno che stava arrivando; come se quelli che aveva già non le bastassero....cavoli, ne aveva un armadio pieno.

La aiutai a sistemare nell'auto i vari pacchetti e poi mi sedetti comodamente sul sedile; poi Damie caricato l'ultimo pacco finalmente salì e avvio l'auto.

Ero esausta. Ogni negozio che incontrava era il suo; e io logicamente la seguivo. Da parte mia non ci sarei nemmeno andata: non mi era mai piaciuto fare shopping, lo ritenevo una cosa inutile quando se ne poteva fare a meno:ma poi avevo deciso che un po' di svago mi avrebbe fatto più che bene, allontanandomi dalle mie “riflessioni".

Non vedevo l'ora di essere al calduccio della mia stanza, magari a leggere un buon libro; ma a Damie venne una “brillante idea”.

Lay!...Dato che è ancora presto che ne diresti di fermarci al club a prenderci un caffè?”

Al club a prendere un caffè? Mi ripetei tra me. Ecco era proprio il posto giusto dove andare: dato che se c'era un luogo dove non avrei voluto andare era proprio quello. Avrei fatto qualche “incontro indesiderato” dato che passava lì dentro più di mezza giornata: ma logicamente le dissi di si per evitare che poi facesse domande.

E così arrivammo al club, ci sedemmo ad un tavolo e prendemmo sto caffè.

Mi guardai intorno intanto che Damie continuava a parlarmi ed a illustrarmi ogni singolo individuo che era lì dentro, per me sconosciuto; e in un modo nell'altro tutti avevano avuto a che fare con gli “originali”; e nessuno di loro era “umano”.....Cavoli! Mi dissi tra me e me......Ma gli esseri umani non esistevano in questa città? Che erano una rarità? Avrebbero dovuto cambiargli nome a questo luogo, e chiamarlo “sovranatural city”. Ma dove ero capitata? Come l'avevano trovato i miei genitori: in un catalogo dal titolo “destinazione sopravvivenza”?

Continuai ad ascoltare Damie come un' “automa”; fino a quando non sentii
un rumore dentro la mia mente; un sonoro e rumoroso “crack” prese spazio nei miei pensieri......il rumore del mio cuore che si spezzò in due: causato semplicemente dall'unica cosa che mai avrei voluto vedere...il mio “incontro indesiderato”.

Come avevo previsto e temevo Kol era lì: e non era solo. Stava giocando a bigliardo e intanto flirtava spudoratamente con la sua compagna di gioco. Ed ero più che sicura che lo facesse apposta, essendo anche sicura che mi avesse visto: e questo perché, più si accorgeva che lo stavo osservando: più lui “calcava la mano”.

Ma che credeva di fare? Forse credeva che agendo così davanti ai miei occhi mi avrebbe spezzato il cuore più di quanto aveva già fatto; e che ancora stava facendo?...Bhe; se era questo che credeva....complimenti kol.....ci stava riuscendo benissimo.

Sapevo come passava le sue giornate e di come cercava dimenticare il suo“amore infranto”; dopo tutto questo era quello che gli riusciva meglio....cioè “flirtare” ,giocare a bigliardo, e prendere a mazzate il mondo intero: pur di non mettersi a confronto con se stesso. Sapevo tutto ciò...almeno lo supponevo; e quello che mi sconvolse era proprio questo: averlo visto con i miei occhi, e nello stesso tempo la conferma che era così come supponevo.

Ma che serviva a fare recitare con Klaus, se questo portava Kol solamente all'indifferenza e al suo totale allontanamento? Più pensavo a questo e più mi convincevo a pensare che la sua indifferenza fosse vera e non finta. All'inizio di questo gioco avevo pensato che puntando sulla sua gelosia sarebbe ritornato da me. Allora perché non era ancora ritornato? Che fine avevano fatto le sue promesse di eterno amore, e che non si sarebbe mai allontanato da me a qualsiasi costo? Ma perché tutte le mie relazioni sentimentali mi lasciavano sempre il cuore a pezzi. Era così che mi amava veramente? Facendosela con le altre e pure davanti ai miei occhi?

Ma poi mi dissi che era meglio che non mi mettessi a giudicarlo; d'altronde anch'io stavo facendo la stessa cosa con lui con la speranza che si sarebbe ingelosito.

Come svegliata dai miei pensieri, all'improvviso pensai che avessi un aspetto allucinante: e non volendomi far vedere da Damie in quello stato, anche perché poi mi avrebbe fatto un interrogatorio tipo “terzo grado”: inventai la scusa più banale per allontanarmi da lei.

Damie...., dovrei andare in bagno un attimo!....”

OK!....Ti aspetto qui va pure!....Ma mi raccomando che sia un attimo....li conosco i tuoi “attimi”!

E così mi avviai verso il bagno come feci credere a Damie; ma fortunatamente il bagno era situato sul corridoio dove c'era anche l'entrata del locale: e mi precipitai direttamente fuori all'aria aperta sperando che un po' d'aria fresca mi avrebbe fatto riprendere. Mi appoggiai alla parete laterale del club cercando di superare quel momento di crisi. Stavo cominciando a prendermela con me stessa, per il fatto che non riuscivo più nemmeno a piangere...Già....Le avevo già finite tutte le lacrime. Ma quell'aria mi stava facendo bene: dato che pian piano mi stavo riprendendo.

Restai appoggiata a quel muro, con gli occhi chiusi, forse per cinque minuti circa scaricando tutta l'ansia che mi si era accumulata in quelle ore: fu una voce conosciuta e sarcastica a svegliami dalla mia meditazione.

Chi si rivede, l'ex streghetta presa dai suoi struggimenti interiori!.....Hai visto Kol qui in giro?”

Klaus? Che ci faceva qui?....Ecco!...Come se non bastasse mancava solo lui per completare il quadro! Pensai tra me.

Nik....Sta zitto e chiudi quella bocca da ibrido psicopatico....che non mi sembra il caso di infierire in questo momento!”

Gli risposi osando più di quello che mi aspettavo....ero troppo fuori di me per fare caso a chi avessi davanti. Ma come quasi sempre succedeva con me, non si adirò, e non si scompose nemmeno di una virgola. Ma ormai a questo non ci facevo più nemmeno caso, anche perché se mi mettevo a cercare di studiare il comportamento che aveva con me; così lontano dalla sua fama da spietato assassino: mi facevo andare in fumo il cervello e niente più.

Modera i toni dolcezza!....Se non vuoi vedere la tua testa ai miei piedi!....Siamo di pessimo umore!....Dov'è il mio fratellino?”

Ti ho detto di piantarla, e poi non sono affari tuoi!”

Lo sono...tesoro!”

Mi disse con quell'aria da paletto di quercia bianca conficcato direttamente nel cuore. Ma riuscii a controllare gli istinti omicidi.

Ok! Vuoi sapere che cos'ho? Ho che voglio finire questa falsa di commedia....ho che voglio andare il più lontano possibile da questa città di pazzi...ho che voglio andare il più lontano possibile da kol, da te e da tutti quelli che sono entrati nella mia esistenza senza chiedermi nessun consenso!.....Ti basta o vuoi che continui....?”

Non so se fosse stato il mio sfogo, o se non digerì che volevo finire quella commedia, ma si rabbuio improvvisamente: e non so che cosa lo trattenne dal non spezzarmi il collo. E guardandomi un po alterato, ma ancora abbastanza “calmo” mi disse.

Va dove vuoi.....ma continua a recitare, tesoro!.... Posso “obbligarti”...Sai!”

E perché Klaus?....Perché continuare in questo gioco assurdo, che come vedi non sta portando a niente?....Kol si allontana sempre di più...ed è totalmente indifferente: e per quanto riguarda te.....idem!”

Continua!.....Cosa pretendi?....Che quell'idiota caschi ai tuoi piedi all'istante?....Quindi; adesso ti calmi, rientri li dentro con me...inventi qualcosa con Damie e poi ti porto a casa!”

Ok! Hai vinto tu....Ma non ti assicuro per quanto ancora potrò resistere!

Resisti! O ti....soggiogo!”

E così entrai nuovamente dentro al club....con Klaus logicamente; inventai una scusa con Damie e poi Klaus mi riportò a casa.

E a cosa era servita quella crisi di nervi che avevo avuto vedendo Kol? Assolutamente a nulla....dato che ripresi a fingere.....con gli altri e soprattutto con me stessa.

E perché Klaus si era interrotto quando disse che mi avrebbe soggiogato?... Come se non lo volesse fare veramente? E perché vedendomi sconvolta mi portò a casa; e non mi lasciò lì a sbrigarmela da sola?

Perché tutto questo “affetto” per me? Ma poi mi dissi che quello era normalissimo, e che non avesse nulla di strano, e probabilmente era un suo modo per “mettermi a tacere”.

                          *******************************************

POV KLAUS

Ormai la giornata stava terminando.

Klaus era seduto sul divano del salotto che assaporava un whisky; assorto nei suoi pensieri.

Pensava a cose varie, se i suoi piani da conquistatore del mondo stavano andando come lui voleva.

E pensava anche a come stava andando quel piano accattivante che lui e Lay stavano recitando. E pensava a questo anche a causa della crisi di nervi che aveva avuto lei quel pomeriggio. Perché era così che lo riteneva: un piano accattivante. Gli piaceva recitare quella commedia con Lei e si divertiva pure, e si compiaceva che la sua mente contorta avesse creato un piano così piacevole da recitare totalmente diverso dagli altri.

Era da tempo che si chiedeva perché gli piacesse all'inverosimile, e proprio perché era con Lay che la stava recitando.

In fondo lo sapeva perché aveva voluto aiutarla. Uno perché nonostante tutto teneva alla felicità della sua famiglia; anche se non voleva ammetterlo, ok... ad uno ad uno gli aveva conficcato un pugnale nel cuore e rinchiusi in una bara per oltre un secolo e qualcuno di loro anche di più, e anche più volte. Ma l'aveva fatto perché in un modo o l'altro gli si erano messi contro, e non c'era niente da fare era fatto così, e loro lo sapevano benissimo che la regola era “o con me o contro di me”; ma loro gli si erano messi contro ugualmente perché a volte non erano d'accordo con lui riguardo ai suoi piani di conquista: quindi aveva preferito toglierseli dai piedi e metterli a “nanna”........Accidenti; se li portava dietro ovunque andasse; non gli abbandonava totalmente. Gli avrebbe risvegliati tutti al momento opportuno se Elijah e Damon non lo avessero fatto prima di lui nel momento più sbagliato. Uno dei motivi era questo. Il secondo e ultimo; cosa impensabile era proprio Lay.
Gli piaceva quell'umana, la stimava: era quasi unica, era una delle poche che riusciva a interagire con lui senza impaurirsi e scappare terrorizzata, e sapeva anche tenergli testa....Beh... forse era la seconda, l'altra era Caroline ma Caroline era della sua stessa natura, era logico che lei non avesse paura di lui; e poi conoscendo come era il carattere di lei, era più che logico. Ma Lay era umana ed era questo che cambiava tutto.

Gli era simpatica, e in quei mesi che si era stabilita a casa sua per via di Kol gli si era affezionato......troppo forse.

Non sapeva darsi spiegazioni; proprio lui che aveva sempre una risposta pronta per tutto: non sapeva spiegarsi perché in qualche modo si sentiva attratto da Lei. Un po' come lo era con la “sua Caroline”; ma per lei il motivo lo sapeva in fondo: invece per Lay non lo sapeva proprio.

Non sapeva che cosa fosse quel qualcosa. Forse il suo essere quasi simile a lui nel carattere, il suo coraggio, la sua ostinazione nell'ottenere quello a cui veramente teneva senza stare a guardare le conseguenze.
O forse erano i suoi occhi? Quegli occhi normalissimi ma con un mondo dentro da osservare e scoprire; nei suoi occhi vi si rispecchiava l' anima che aveva, quello che era veramente dentro e non quella che voleva fare vedere fuori. Non se lo sapeva spiegare cosa era: sapeva solo che da un po' di tempo quello che sentiva per lei, non era semplice amicizia, stima rispetto e affetto: ma qualcosa che andava oltre.

Fu interrotto dalle sue riflessioni da suo fratello Kol; che stava rincasando dai suoi “divertimenti digestivi” al club recatosi in salotto.

L'originale diede un occhiata al fratello senza dire nulla e poi fece per dirigersi fuori dal salotto: ma si fermò richiamato dal fratello ibrido.

"Già a casa?....E il “dopocena digestivo?”

Sera fratellone!....Per stasera mi sono bastati!.....E tu?.....Solo soletto e non al club?”

Mi andava la tranquillità di CASA MIA!....Kol.....brindando ai vecchi ricordi!”

Buoni ricordi e tranquillità, Nick!....Notte!

Gli rispose Kol inviandosi nuovamente verso l'uscita del salotto.

Quanta fretta!....Perché non pensare ai vecchi ricordi in due!”

Disse Klaus alzandosi dal divano e preparando un drink per il fratello. Gli porse il bicchiere e poi gli disse guardandolo, sfidandolo demoniaco facendo tintinnare i bicchieri brindando.

Ai ricordi, alle cose che abbiamo condiviso insieme.....a Lay!.....FRATELLINO....ti sei lasciato perdere un “Bocconcino” FANTASTIK......fa faville tra le lenzuola!”

Improvvisamente Kol da divertito e sarcastico divenne rancoroso: coprendosi in volto con uno sguardo così rabbioso che nemmeno la rabbia sapeva di possedere quello sguardo. E come un animale ferito nell'orgoglio si scagliò su l'ibrido con violenza sbattendolo contro la parete del salotto con un pugno ben assestato.

Klaus si alzò guardando sarcastico il fratello: e dandogli un pugno piazzato e veloce da farlo andare a sua volta sulla parete gli chiese.

Nervo scoperto...Kol?.....”

L'originale si rialzò alzando le braccia sarcastico .

tutto qui fratellone?....Sono ancora in piedi!”

Colpendolo di nuovo.

Stai migliorando fratellino.....bel colpo.....Puoi far di meglio....così!”

Scagliando un pugno diretto verso Kol con tale potenza da far risuonare l'eco.

E così fu per un bel po' di tempo, prendendosi a pugni e scaraventandosi a vicenda contro la parente, e infine terminando quella lotta “all'ultimo sangue” con l'originale contro il muro e l'ibrido che lo bloccava con una mano tenendolo sul collo.

Kol era stremato; Klaus era nettamente superiore a lui in lotta potenza, e forza.

Già stanco!...Mi stavo divertendo!

Disse lasciando che l'originale scivolasse senza forze e battuto lungo la parete: e nel mentre uscì dal salotto ancora rabbioso.

Mentre l'ibrido stava camminando nel corridoio; incontrò Lay preoccupata per quei rumori sinistri provenienti dal piano di sotto, che stava andando ad accertarsi.

Nick...ho sentito dei rumori al piano di sotto!....”

Tornatene a dormire!.....eravamo io e il mio caro fratellino che stavamo facendo due chiacchiere in compagnia!” Gli rispose ancora piuttosto “iroso”.

Due chiacchiere in compagnia?. Klaus?....Sembrava stesse crollando la casa!” gli rispose preoccupata per poi continuare:

oddio!....NON E' QUELLO CHE PENSO VERO?

Ex streghetta.....IL TUO KOL” è steso contro la parete del soggiorno, che si sta riprendendo!”

NOO!...Vi siete presi a pugni in faccia!.......Perché?”

Chiese allarmandosi ulteriormente.

All'improvviso e fulmineamente l'ibrido si scagliò su di lei con una rabbia tale, che Lay stessa, non ricordava avesse mai visto in lui; bloccandola contro la parete e tenendola per i polsi, portando gli occhi ad un centimetro da quelli di lei: dicendole.

Vuoi saperlo tesoro?...”

Klaus si portò con la bocca sulle labbra di lei; pressandole con le sue in qualcosa come in un bacio passionale e rabbioso nello stesso contempo. quasi fino a farle perdere i sensi; stordendola completamente. Come le volesse intrappolare, catturare, fare sua, la più intima essenza. I suoi sogni, l'anima....LEI. E in quel bacio c'era di tutto: paura, bramosia,desiderio di dare e avere amore. quello vero....quello che stordiva....quello che ti faceva sentire vivo e in armonia con se stesso e gli altri....quello che lui non avrebbe mai potuto avere....perché LUI...era KLAUS.

E l'unica cosa di cui era priva quel gesto puramente istintivo ma voluto: erano falsità e inganno.

Stacco le sue labbra da lei e le disse guardandola negli occhi:

Accontentata!”

Per poi andarsene, lasciandola contro quella parete nel più totale stordimento: altalenante tra paura e incomprensione per quel gesto.

Che stava succedendo? Forse Klaus era l'unico che da quel gioco accattivante ne fosse rimasto scottato?

Che fosse stato ingannato dal suo stesso “gioco”?

Si sa; a “giocare col fuoco.....si si può bruciare”.

In fondo il suo “lato umano”....quello che dava vita ai sentimenti, alle emozioni, alle sensazioni; non era cancellato....era solo assopito, dimenticato, nascosto; sepolto nel più profondo del suo cuore ibrido e spietato. Sarebbe servito solo una piccolissima scintilla, qualcosa di nuovo, di “insolito”: per farlo risvegliare....e come “il fuoco sotto la cenere”; forse, ora quella piccola fiammella stava prendendo vita.

ANGOLO DELL'AUTRICE

 

Care lettrici....e questo era il 12 capitolo. Bhe; che ne pensate? Spero che vi sia piaciuto.

Le cose si stanno facendo “intricate”. E che succederà ora? Che cosa sta succedendo a Lay, Kol, e Klaus?

E Lay come si comporterà con Klaus? Lascerà perdere Kol : e si metterà con l'ibrido? Nonostante tutto in un certo senso quei due si assomigliano.

E Kol si limiterà come sempre a continuare il suo “gioco preferito”....o si deciderà ad ascoltare il suo cuore e i suoi sentimenti appena scoperti grazie a Lay; dando definitivamente un calcio al suo orgoglio?

Questo non si sa. Dopo tutto è il destino che decide per tutti il suo quadro infinito.

E detto questo saluto tutte le mie meravigliose lettrici, dando appuntamento al prossimo capitolo, sperando con meno ritardo: ma questo non posso assicurarlo. Ciao. Lay.

 

(*)P.Meneguzzi-Giochi

Ringrazio:

 

chi ha inserito la mia fanfic nelle preferite

bambo898
dem68
elyforgotten
HopingForTheBest
NaluLux
Salva
Sere Le Fay
vampira_96

 

 

nelle segiute

 

bluesea
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Xiara

 

 

e nelle ricordate

Kitsune4573

 

ED ORA LA PUBBLICITA'

 

The Vampire Diaries
Over The Deception Of Life di elyforgotten

 

 

Romantico
• Half-blood • di Pipia

 

 

The Vampire Diaries
La scelta di Caroline di_Mezzosangue_
 

 

The Vampire Diaries
Fate ღ I need you more than you need Me di Sere Le Fay
 

 

The Vampire Diaries
You're Mine, Don't Think You Are Not [Missing Moments] di Alex96_

 

 

The Vampire Diaries
My Dreams with You di Damie
 

 

 

The Vampire Diaries
Bittersweet Downfall di Ivy C Rae
 

 

 

The Vampire Diaries
Born to die di vallyjessi
 

 

Romantico
Dream Of A Kiss di Damie
 

 

 

The Vampire Diaries
Always and Forever di winner_
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** I rischi del gioco(seconda parte) ***


Mie care lettrici....eccomi qui! E si; è proprio così....chi non muore si rivede.....Ho avuto problemi di pc.....e chissà perché ho problemi anche con questo che ha un mese di vita......io e il pc siamo proprio incompatibili. Ma ora sono tornata, sono riuscita a scaricarmi Apache.....e ecco qui il 13 capitolo.....Spero che vi piaccia; e che l'attesa non sia stata inutile. Ciao a tutte.

Lay Mikaelson.....(seee.....magari!.....continua a sognare Lay....continua....)

08-E-le-stelle-complici-stavano-a-guardare-Cap13

Scusami/Se ho bisogno di chiamarti qualche volta per sentirmi meglio

Se ogni notte io ti sento così forte che rimango sveglio

Se ho lasciato la tua foto accanto al letto e non l'ho tolta mai

Se non sono stato come mi volevi e se non son perfetto/Se ritorno col pensiero a quella festa a cui ti ho visto li Se non resto indifferente adesso che c'è un altro al posto mio.

Se non riesco a fare a meno di pensare a quanto è colpa mia/Perché ogni volta penso

Che io non ti ho detto mai/Quel ti amo maledetto che io adesso griderei

Ma ormai non c'è più tempo/E anche se io lo so che mi ami non ritornerai. *

 

Era mattina ed ero ancora a letto.

Cos'era quel qualcosa di umido e caldo che piano mi stava sfiorando schiena, spalle, collo, lasciando sulla mia pelle una scia ardente di baci passionali? Labbra?

Diedi un lieve sguardo alla stanza. Ma dove ero? Quella non era la mia stanza? E di chi era; e come mai ero li? E dove erano i miei vestiti? Ecco dove erano: sparsi qua e là in mezzo alla stanza. Mi girai su un fianco e lo vidi. Ecco a chi appartenevano, quelle labbra che stavano lasciando quella scia ardente di baci sulla mia pelle: a LUI. Sotto le coperte con me. Era lì che mi guardava malizioso, con quel suo sorriso bieco e sexy: il quale avevo sempre giurato che mi era indifferente: e con quell'espressione ovvia sul suo viso, che sembrava dire “Ci sei cascata nel mio letto!” Ma allora...era con lui che avevo passato quella notte passionale, incontrollabile e infuocata. CON LUI!! L'avevo ancora negli occhi quella notte: come se la vivessi un'altra volta. Era come se sentissi ancora le sue mani a sfilarmi lentamente e pacatamente i vestiti da dosso. Era come lo sentissi un'altra volta, muoversi piano dentro di me. Era come sentissi ancora le sue abili, maestre, esperte mani, mani che sapevano uccidere, ma anche dare brividi e passione; ancora su di me mentre andavano ad esplorare ogni più piccola parte nascosta del mio corpo: accompagnate dalle sue labbra ardenti. Quella notte, era stato dentro di me...e io in lui: in ogni senso. Non avrei mai immaginato che UN MOSTRO ASSASSINO; sapesse infondere così infinita estasi divina.

Mi guardò; mi baciò sulle labbra e poi mi disse con una dolcezza che mai mi sarei aspettata in lui.

good morning sweetheart”

Improvvisamente aprii gli occhi spalancandoli nel buio. Accesi la luce e mi guardai intorno a metà dal terrorizzato e l'incredulo. Si, quella era LA MIA STANZA, ed ero sola nel MIO letto e i miei vestiti non erano sparsi nella stanza, ma appesi nell'armadio: ed io ero vestita con la mia camicia da notte blu. Guardai la sveglia sul comodino....Cavoli le 2 di notte? Erano soltanto le due di notte, solo due ore dopo quel bacio; ed io mi ero svegliata terrorizzata da un sogno/incubo? E che sogno....E che incubo!

 

Ma che andavo sognare? Me e quell'ibrido, in una notte passionale e infuocata tra le lenzuola, come se veramente fossi innamorata di lui? E mamma mia come mi sembrava vero quel sogno; le sue mani su di me, anche se era un sogno, l'avevo sentite veramente.

Quel bacio passionale, e vero, mi aveva scombussolato al punto tale da portarmi a sognare Klaus con me; appassionatamente insieme?

Non ne avevo anche troppi di problemi che ci doveva anche essere Klaus e la sua provabile e inverosimile scottatura, ora.

Ma perché mi aveva baciato? E in quel modo poi, e anche senza nessun motivo....non c'era Kol a vederci: dato che era ancora in soggiorno steso su quella parete.

O forse Klaus?....No...questo non poteva esistere, non era il tipo da “colpo di fulmine”. Manco sapeva cosa fossero i sentimenti: tranne quelli di odio, e di desiderio di conquista. Ma ultimamente nei suoi occhi vedevo qualcosa di strano. In fondo era anche umano, e poi in passato; quando ancora era umano, Damie mi aveva detto che si era innamorato perdutamente....quindi forse, un po' di amore poteva essere ancora in lui: magari assopito o solo dimenticato: e qualcosa magari glielo aveva fatto riaffiorare. Ora capivo tutta quella dolcezza con me.

 

Bé...speriamo solo che non siano i miei poteri che siano tornati di nuovo, e che mi abbiano fatto fare un altro sogno rivelatore: altrimenti sarei nei guai”

E con questa frase mi rimisi a dormire,cercando di non sognare più...E soprattutto di non sognare....Klaus.

 

                                                                           *******************************

 

Pov Kol

 

Erano le due di notte.
Si era ripreso subito da quello scontro con suo fratello Klaus.

Era assorto nei suoi pensieri nel buio della sua camera, con gli occhi persi nel vuoto.


 

Un vampiro guarisce in fretta. Peccato che non sia così anche per il cuore, e soprattutto di un cuore morto, risvegliato con la certezza di saper amare: e di aver perso per sempre colei che glielo ha fatto scoprire. Pensava in silenzio.
Già; ora aveva la certezza di averla persa per sempre, e questo tutto per causa sua.

Certo pero, che Klaus sapeva colpirli bene i punti deboli. E non solo quelli fisici.

L'aveva immaginato che aveva in mente “qualcosa” quando l'aveva richiamato offrendogli quel drink.


Fratellino...ti sei lasciato perdere un bocconcino fantastico....fa faville tra le lenzuola.... Gli aveva detto.


Certo che Lay è fantastica! E non solo tra le lenzuola!....E tu fratellone, mica sei scemo da lasciatela scappare.....sono io lo scemo ad avermela lasciata scappare. Si disse fra se.


Ma cosa volava ancora quel suo maledetto orgoglio? Non era ancora sazio di tutto quello che era riuscito ad ottenere? La sua vendetta con Hans l'aveva avuta: e riguardo a Lay non sapeva spiegarsi che gusto provava a farla soffrire così.Non poteva ascoltare solo il suo cuore? Quel cuore che continuamente gli diceva di prendersela e portarsela via con lui ovunque sia, lontano da quella città e da tutti: loro due solamente.

Quando l'aveva vista quel pomeriggio al club; il suo cuore aveva accelerato i battiti cardiaci e cominciato a fare capriole dentro di lui. E l'unica cosa che avrebbe voluto fare era quella di andare da lei, abbracciarla, baciarla, dirle che l'amava lì davanti a tutto e a tutti. E invece no...aveva preferito fare la solita recita: flirtare ancora più insistentemente con quell'insignificante passatempo.

Ma che ci provava fare tutto questo? Continuare a frantumarsi quel cuore rinato da poco, con le sue stesse mani. Ma che era diventato? Oltre ad essere uno spietato assassino predatore; casanova, opportunista, vanitoso: era anche diventato uno spietato masochista?

Ma cosa era che ancora lo tratteneva da andare a riprendersela e portarsela via; di farla sua un'altra volta, e un'altra volta ancora; fino a non stancarsi mai? Cosa era? Lo sapeva cosa era. Era il suo orgoglio; il suo cervello bacato: quel maledetto ostinarsi a volere sempre quello che gli interessava ad ogni costo, uscendone sempre vincitore.

Quel non riuscire a dirle, a urlare al mondo intero, quella frase: quella piccolissima frase di solamente due parole. Quello che prima di conoscerla nemmeno sapeva cosa volessero dire. Ma cosa mai poteva avere di così difficile, pronunciare un semplice “Ti amo dalla prima volta che ti ho visto.” Se questo era quello che sentiva veramente. Già glielo aveva detto in passato Sarebbe bastato solo ridirglielo. E invece no. Doveva farla soffrire, farle rischiare la vita per lui: come quando le aveva tolto il pugnale dal cuore, e dato il suo sangue indebolendosi ancora di più dal quel malanno che aveva preso per la pioggia. E lui per ringraziarla l'aveva mandata al diavolo; nonostante il suo cuore gli dicesse di fare il contrario. E tutto questo solo perché il suo orgoglio ferito gli diceva di farlo. Ma perché stava sempre ad ascoltarlo e non ascoltava il suo cuore? Che anche se non batteva più da mille anni c'era ancora: e batteva per lei. Ma perché non ci mandava lui al diavolo invece di lei?

Non sapeva rispondersi a questo, meglio non voleva rispondersi. Sapeva solo che ora avrebbe voluto urlaglielo, quel ti amo....Ma non sarebbe servito a nulla. Non era più sua: il suo angelo, ora era con Klaus.

Ma sapeva anche come togliersi dalla mente i sensi di colpa. Quelli che gli laceravano cuore e anima se ne aveva una.

Si alzò dal letto e si mise la giacca. Uscì dalla sua stanza e si portò sul portone d'uscita. E scomparendo nella notte andò a cercare qualcosa da fare o “qualcuno”: per allontanarsi i sensi di colpa.

                                                                           *******************************


 

POV KLAUS

Anche Klaus, nel buio di quella stanza, stava vivendo quella notte piuttosto “agitatamente”.

Quel luogo ormai non sembrava più uno studio; non sembrava più il luogo dove si andava ad isolare dalla realtà, facendosi rapire dalla “sua passione”: ma un campo di battaglia. C'era di tutto su quel pavimento: sedie rotte, pennelli, quadri spezzati a metà, fogli da disegno, bottiglie vuote. Anche nel quadro che stava dipingendo con passione, c'era un enorme buco al centro.

Era in preda alla rabbia più estrema. Più guardava quel quadro rovinato più si adirava.

Cosa ritraeva quel quadro? Già cosa ritraeva? Se solo ci pensava si sarebbe pugnalato con le sue mani. Ritraeva Lay. Lay? Cosa impensabile? NO!

Sparisci dai miei occhi Lay!” Quasi urlò mentre scagliava un altro pugno nel centro di quella tela.

Noo....vi siete presi a pugni in faccia perché? Gli aveva chiesto.


Già perché? Perché Lay; Vuoi proprio saperlo perché? Si disse fra se.

Perché si era fatto prendere ancora una volta da quel sentimento: quel sentimento forte e infinito che da quasi mille anni non sentiva più; quel sentimento che credeva essere riuscito a cancellare, farlo sparire per sempre dal suo cuore.

Caroline? Ma chi era Caroline? Manco più esisteva da quando lei era in quella casa....nella sua casa. Lay era Lay, era unica.

L'AMORE E' LA PIU' GRANDE BEBOLEZZA DI UN VAMPIRO”

L'aveva sempre detto lui questo......Ma allora perché c'era cascato? E per un'umana insignificante poi......Ma che umana.


Guardò ancora una volta quel quadro distrutto, e quasi si calmò, anzi si calmò. Perché in fondo sapeva che l'avrebbe ridipinto, e che nonostante tutto le lo avrebbe regalato.
E che domani sarebbe stato un altro giorno; uguale agli altri, e che lui sarebbe ritornato ad essere il solito Klaus: il solito “grande e grosso lupo cattivo”.

E come sempre, tanto c'era abituato, avrebbe nascosto quello che era. Era solo un ibrido millenario alla ricerca di qualcuno che l'avrebbe capito. E amato per come era.

                                                                ***********************************************

E così arrivò anche il mattino.

Fortunatamente anche se avevo passato una notte piuttosto agitata,causa il mio sogno/incubo, ero poi riuscita ad addormentarmi: quindi ero abbastanza in forma.....la solita io.

Ero intenta a pettinarmi allo specchio, che all'improvviso una voce......Nooo....non ci potevo credere: KLAUS.....Il solito gioco, la solita procedura....”Lay ti sbrighi o sfondo la porta!”

Veramente non ci potevo credere....Dopo tutto quello che era successo la notte prima; aveva ancora il coraggio di recitare. Ma era veramente così “sadico”?


Che dovevo fare? Stare a quel gioco scottante ancora una volta? No; non ero nella forma e nel morale giusto per recitare alla perfezione quella mattina, e il piano sarebbe andato a monte sicuramente: anche se poi era quello che volevo. E poi avevo già deciso che non sarei andata a fare colazione insieme a loro; non avrei avuto il coraggio di guardare i due fratelli negli occhi e parlare con loro, come se nulla fosse successo....ma evidentemente Klaus si.

Non sapendo che scusa inventare per non andare con lui, mi inventai una scusa buttata lì sul momento e li risposi:

Nik...ho un mal di testa tremendo; non credo che stamattina sarei molto di compagnia: quindi ho deciso di fare colazione in stanza.....se non hai niente in contrario; e se lo sei è lo stesso: io di qui non mi muovo.....va pure da solo!”


Ero pronta ad aspettarmi un Klaus inferocito sfondare la porta della stanza a calci.....che invece questo mi rispose semplicemente con un: “Se così vuoi”.....e se ne andò.

E dai che ancora mi rovistai il cervello. Lo spietato ibrido assassino non faceva valere la sua supremazia, e assecondava un'umana mezza streghetta? Ma che gli stava succedendo, era diventato veramente “santa Klaus”.....o tutto questo era causato solo da me; ed ero proprio io che lo trasformavo? Bho....a questo non mi sarei mai data risposta.

La mia colazione arrivò, la feci e poi mi misi a leggere un libro nella tranquillità della mia stanza.

                                          ****************************************************************

Pov Klaus/Kol

Klaus entrò in quella grande cucina e si sedette al suo solito posto a capotavola; intanto che sei occhi erano puntati su di lui: osservandolo increduli nel vederlo entrare solo e non con Lay.

Come se fosse stato in grado di leggere le loro menti disse:


La streghetta vuole fare colazione in camera......Ha mal di testa.....mai mettersi contro le ex streghette!”


Ha il mal di testa?.....Che gli hai fatto stanotte fratellone?.....Datti una calmata, è un'umana....non è abituata ai ritmi assatanati!.....A meno che non sia con me!


Gli rispose Kol con tono canzonatorio, e con il solito sorriso sarcastico e sornione.


Fratellino....vedo che ti sei ripreso in fretta dalla chiacchierata di stanotte!........Ti piacerebbe essere al mio posto tra quelle lenzuola....vero fratellino?”

Gli rispose l'Ibrido, facendo in modo di essere il più tagliente possibile infierendo.


L'originale si portò a un centimetro dal fratello e guadandolo negli occhi con aria di sfida disse:

Nik.....fratellone....Quello che tu e lei fate tra le lenzuola; a me non me ne può importare di meno....per me è stata solo un passatempo......ma attento: posso portatela via quando voglio......e solo perché sta con te!.....E da un giorno all'altro te la vedrai portar via come tu hai fatto con me....Ti consiglio di stare allerta, fratellone....ottengo sempre quello che voglio!”


Mi stai sfidando fratellino?......Non ci metto niente a rimetterti in quella bara con un pugnale nel cuore!”


Klaus....inventatene un'altra, quella del pugnale è cosa vecchia!”


Ok idiota!....Vuoi la sfida?.....e sfida sia.....comincia a prendere le misure per la bara!”


Ok fratellone sfida accettata!.....e comincia tu a prenderti le misure!


Concluse Kol uscendo dalla cucina.

Ed è così che i due fratelli si sfidarono.....e solo per un unico obbiettivo.......un'umana mezza streghetta, chiamata Lay.
E come sarebbe andata a finire ora? Chi dei due sarebbe riuscito a prendersela ed averla?

Ma di tutto questo quei due, avevano “fatto i conti senza l'oste”:non avevano calcolato Lay.


 

 


 

Ed ecco qui! 13 capitolo finito. Vi è piaciuto? Spero di si....altrimenti “chiudo baracca e burattini”.

Secondo voi che farà adesso Lay? Si lascerà intrappolare dalla sfida di quei due......o sarà Lei a intrappolare quei due?

Ma stiamo a vedere.....Nulla è detto..... di doman non v'è certezza.

Ciao, e alla prossima, che spero non sia fra tre mesi. Lay.


 

*Quel ti amo maledetto. P.Meneguzzi

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Capitolo 14
*** Tentazioni e autocontrollo. ***


 Salve a tutte. E dopo un infinità di tempo e di acqua che è passata sotto i ponti...rieccomi qui. Vale sempre la stessa regola: chi non muore si rivede....il fatto è che ogni volta devo sempre fare “a pugni” col PC per scrivere...e ovviamente pubblico in ritardo. Cosa dire su questo capitolo? Bé; che a me non piace...il mio k2 è più occ che mai....e nel complesso per me sto capitolo fa schifo...Ho voluto provare a scrive arancione, non sono capace e il capitolo è venuto uno schifo. Bé...come sempre sentiamo come la  pensate voi....e se non vi piace ditelo, non mi arrabbio..Vi pianto solo un paletto di quercia bianca nel cuore e vi prendo a mazzate....scherzo....come sempre.  Ciao a tutte e buona lettura...spero. Lay Mikaelson.
ATTENZIONE:
CON QUESTO CAPITOLO IL BOLLINO SARA' ARANCIONE.....MA LA STORIA RIMMARRA' IN PREVALENZA SUL GIALLO.




Luce sei /nelle notti sei/tra le stelle sei/dentro i sogni miei sei

sei pura e sei peccato/pioggia sei/tra le mani sei/

come lacrime/sulle labbra sei/sono te tu sei mia

L'alba sei/nel mio buio sei/tra i pianeti sei/nei vestiti miei

sei gioia e sei dolore(*)
 

 Il tempo scorreva: a volte lento e inesorabile, e a volte veloce come un
battito d'ali.

Era  già passata una settimana da quel giorno; il giorno in cui la mia mente e
la mia tranquillità interiore erano state stravolte un'altra volta. E stavolta
il fatto era che non era Kol ad avermela stravolta: ma ben si.....Klaus.
Ancora non riuscivo a capire, a darmi una spiegazione su tutto quello che
stava succedendo nella mia vita; che ormai si era praticamente trasformata in
un colpo di scena uno dopo l'altro.
Quell'atto....quel bacio quasi “rubato, strappato”, mi aveva veramente
stravolto: dato che sempre più spesso mi ritrovavo a pensare Klaus....no,
anzi....Nik. Non riuscivo proprio a darmi una ragione....non poteva essere
veramente vero.....si, forse era cosi.....non era vero quello che stava
succedendo....forse stavo ancora dormendo, e stavo ancora sognando.....si,
doveva proprio essere così.....DOVEVA. Klaus non poteva essersi veramente
preso un colpo di fulmine a ciel sereno”.....sicuramente stava solo
giocando”: con me e con i miei sentimenti. In fondo era noto a tutti che Lui
ci sapeva fare, a prendersi gioco delle persone a secondo di come si svegliava
al mattino. Come avrebbe potuto un sanguinario e spietato ibrido assassino, che
in qualsiasi posto andasse lasciava la sua firma scritta col sangue delle sue
vittime scritta sui muri: innamorarsi sul serio?
La sua mente diabolica, non avrebbe mai potuto concepire altro che piani
malefici, e intricati piani macchinosi di morte e distruzione.  No; la sua
mente non era concepita per provare sentimenti di amore, di stima, di
rispetto....e soprattutto verso un umana mezza streghetta. Si; non c'era nessun
dubbio: io stavo ancora sognando, e Klaus stava “giocando” con me nel mio
sogno.
Ma a volte la realtà ti si attacca addosso come moscerini insidiosi.....E più
i giorni passavano e più mi rendevo conto che questa era veramente la realtà....
contornata dallo “strano” comportamento che quei due Mikaelson avevano
intrapreso con me.
Ma mica ero ebete come loro io.....che ci voleva a capire che quei due si
erano messi in testa di volermi conquistare ad ogni costo. Era come se
avessero intrapreso una sfida personale su chi di loro sarebbero riusciti
a portarmi a letto per primo.
Quando mai Klaus era stato appassionato di teatro? Ed ora improvvisamente lo
era diventato; sapendo che era una delle mie passioni: In una settimana mi ci
aveva portato praticamente quattro giorni su sette; ormai mi stava dando sui
nervi anche quello. E quando mai avrebbe portato a cena una “povera umana mezza
streghetta”, praticamente quasi tutti i giorni, e lasciato rose rosse davanti
alla porta della sua stanza tutte le mattine? E tutto questo sempre dentro a
quella cornice di quel gioco assurdo che ancora non voleva terminare...e tutto
questo sempre accompagnato dalle sue espressioni facciali..come per dire “ci
caschi prima o poi”...oppure......”hai accettato di giocare? E allora gioca e
stai zitta”......Cadere nelle sue braccia?......See....se lo sognava.....non
ero il suo giocattolo.

E poi c'era Kol, che improvvisamente era diventato “appassionato” di
astrologia: pretendendo ogni sera, che io li dessi lezioni di astronomia sulle
costellazioni invernali...tenendo conto che ogni tanto....sempre....”senza
volere”, cercava di “mettermi le mani in tasca, dove le tasche non le avevo. Ma
cosa si era messo in testa anche lui? Che con la scusa dell'astronomia, e i suoi
modi, ritornati improvvisamente gentili, romantici, teneri, interessati.....le
sue rose blu e le orchidee, lasciate sulla mia porta....mi avrebbe portato a
letto prima di suo fratello? Non ero il giocattolo di Klaus.....ma nemmeno la
sua “darling”: la sua bambolina da spezzarle le braccia quando si sarebbe
stancato di giocarci.
E si, quei due si ero proprio messi in testa di farmi cadere tra le loro
braccia, e di farmi girare come una trottola intorno a loro.....Ma non avevano
fatto i conti con la Lay “alla Klaus” che era dentro di me.......e alla fine mi
dissi:
Ok....volete giocare con me?....E allora giochiamo!.....ma vedremo chi sarà
alla fine a cadere.....e quella non sarò io!”
Mi avviai verso l'armadio, mi misi il mio cappotto rosso: e con un sorriso
beffardo mi preparai per la mia lezione di astronomia quotidiana.....e magari
forse; stavolta, lasciandomi “mettere le mani in tasca, dove le tasche non le
avevo.
               ******************************************************

Stavo per entrare nella veranda di quella grande villa per la mia “solita lezione ; che improvvisamente l'immagine che mi si presentò davanti mi bloccò, lasciandomi incredula e sbalordita: e l'espressione stampata sul viso come di chi non capiva nulla di quello che stava succedendo.

Kol non era appoggiato sulla balaustra aspettando la sua lezione di astronomia come al solito: ma era lì; in piedi a un metro di distanza con una bottiglia di champagne in mano e due bicchieri nell'altra; e con l' espressione di chi la sa raccontare tutta.

    Mi ripresi da quell'allucinazione, e li chiesi con voce ferma:

E beh?...”

Si fece più vicino a me e mi rispose:

Ma come darling?....E' un giorno speciale oggi.....dobbiamo festeggiare!”

E sarebbe?...”

Appoggiò la bottiglia e i bicchieri su un tavolo e si fece ancora più vicino; con passo felpato e cadenzato che solo nel vederlo dirigersi verso me mi fece star male: e con sorriso sornione sulle labbra rispose:

E' una settimana che quasi tutte le notti...sto solo soletto con te.....e non ti ho ancora messo le mani e i denti addosso!....love........ho fatto il bravo vampiro originale, ho diritto di festeggiare.....e perché non con te!”

Concluse guadandomi ancora più intensamente e vogliosamente quasi come volesse spogliarmi con lo sguardo: e facendomi intendere perfettamente cosa volesse dire il suo festeggiare.

Come sarebbe a dire che non mi hai ancora messo le mani addosso...ogni due minuti cerchi di mettermi le mani in tasca dove non ci sono!”

      Continuò a fissarmi negli occhi portandosi sempre più vicino: ora la nostra distanza era appena
      di un centimetro nemmeno: e aumentando quel sorriso sornione, accattivante, sexy, irresistibile, rispose:

Posso metterle in altri posti se vuoi...darling!”

Portando le sue labbra pericolosamente vicino alle mie; e ancor più pericolosamente le mani sui miei fianchi sfiorandoli e picchettandoli sensualmente con le dita.

Non sapevo spigarmi sul che cosa stesse succedendo in quel momento. Sapevo solo che dovevo fermarlo: quell'incontro sarebbe finito come non avrebbe dovuto finire....esattamente come voleva.
Stavo combattendo; stavo combattendo con qualcosa dentro di me che mi diceva di abbandonarmi e lasciarmi andare a quegli occhi invitanti, a quelle labbra vogliose, a quelle mani e a quelle dita lussuriose  e picchettanti sui miei fianchi, le quali ad ogni loro sfioramento era come se una scarica elettrica mista fra passione e voglia di sentirlo ancora una volta su di me: mi percorresse per tutto il corpo.
Ma stavo combattendo anche con l'altra parte di me stessa; quella che mi diceva di non cedere, di non lasciarmi andare a lui. Quella che mi diceva che mi avrebbe fatto male ancora, che non sarebbe mai stato sincero....lui era solo un vampiro millenario e assassino, lussurioso e opportunista: era nella sua natura....e non potevo lasciare che mi facesse ancora male, che si divertisse ancora una volta ai miei danni.  E fu quell'altra parte di me stessa che vinse.

Improvvisamente mi allontanai da quella dolce tortura,togliendo le sue mani dai miei fianchi; e Dio solo l'avrebbe saputo quanto mi fosse costato quel gesto, lasciandolo al quanto perplesso, o forse “deluso” per non essere riuscito ad ottenere quello che voleva,sicuro che ci sarebbe riuscito.

Ma quell'espressione sul volto li durò ben poco; poiché nemmeno un secondo dopo il suo viso si contornò con quel suo solito sorriso da serpente incantatore. Lo guardai; e copiando la sua espressione li dissi:

Credi forse che se sei riuscito ad incantarmi una volta, ci riuscirai di nuovo?...darling...non riuscirai più ad incantarmi, con i tuoi modi da casanova e con moine tentatrici....non più. Quella persona che viveva delle tue labbra è morta; sepolta in quella grotta di quel giorno di tanto tempo fa.....Trova qualcos'altro per conquistarmi.....a questi ormai non ci casco più.

Continuava a guardarmi sempre più tentatore e sempre con quel sorriso “malefico” sulle labbra; e eludendo quelle parole rispose:

Che c'è love...non ti piacciono più le mie mani e le mie labbra in perlustrazione su di te?....Una volta ne andavi matta...non ne eri mai sazia....E sarei felicissimo di riaffiorarti la memoria!”

Avvicinandosi ancora una volta e cercando di tornare al' “attacco”.
Ma stavolta non glielo permisi...e allontanandomi da lui li risposi:

Sai che dico?....Dato che stasera tu non hai la più minima voglia di fare la solita lezione di astronomia: io vado a dormire!...Notte e sogni d'oro!....E se vuoi un consiglio scolati quella bottiglia di champagne...e poi vatti a fare una doccia fredda....magari forse ti si raffreddano i “bollenti spiriti!”

Conclusi e mi avviai verso l'uscita; fermata per un istante dalla sua voce.

Posso auto invitarmi anch'io nel tuo letto?....La notte è lunga...e tu tutta sola e soletta in quel letto ti annoieresti a morte....sono sicuro che saprei come non farti annoiare....!”

Ascoltai quella provocazione senza voltarmi e li risposi:

Ti posso assicurare che stanotte non mi annoierò....anzi...dormirò beatamente come un angioletto....e questo perché sarò il più lontano possibile da te....e dalle tue grinfie tentatrici.

Conclusi il discorso e uscii definitivamente dalla veranda.
Ma dentro di me qualcosa mi diceva che quello non sarebbe stato un episodio isolato dal resto; ma che altri episodi come quello, forse si sarebbero verificati. E sapevo anche che quello sarebbe stato solo l'inizio di una lunga lotta: una lunga e estenuante lotta contro me stessa per non caderli ancora una volta tra le braccia.

Stavo scendendo dalla scalinata che portava alla terrazza; e chi c'era in soggiorno con l'aria di chi aveva sentito tutta quella conversazione; mentre si stava gustando quel drink che aveva tra le mani? Klaus.
Mi guardò con espressione da gatto sornione e autocompiacimento, e disse rivolgendosi a me:

La streghetta è tornata dalla lezione di astronomia? Non si da per vinto il mio fratellino....”

Andò verso il mobile bar e mi disse offrendomi un drink:

Che ne diresti di fare compagnia ad un povero ibrido assassino annoiato....?” 

E sempre con quel ghigno tentatore e seducente sulle labbra.  Non c'era niente da dire: quei due Mikaelson erano abili nelle tentazioni, a far esplodere cuori, e nel far interrompere il respiro ad una donna: e se fossi stata un'altra sarei già caduta tra le loro braccia come un giocattolo...ma non ero una qualsiasi....io ero Lay. Quella nuova, quella che stava nascendo: e per loro merito. Non sarei mai caduta tra le loro braccia: anche se la “tentazione” era dura da controllare....per entrambi dei due. Andai verso di lui e dissi un po' alterata:

Non ci posso credere hai sentito e visto tutto origliando da dietro la porta! Ti sei divertito?”

Si  diresse verso me: e sempre con quel ghigno malefico sulle labbra ,tentatore, spavaldo e terribilmente ambiguo e affascinante al punto tale da annientare ogni resistenza e autocontrollo: rispose:

La scena era parecchio interessante per perderla....ex streghetta!.....Tanto da ripeterla con un altro Mikaelson....sweetheart!

Concluse offrendomi nuovamente quel drink che aveva preparato.

Guardai Klaus senza risponderli: non serviva bastava la mia espressione per capire quello che avrei voluto farli......piantarli un paletto di quercia bianca nel cuore: all'istante.

Non era possibile pensai: Ma che avevano questi due, chi credevano di essere? Credevano di essere gli unici irresistibili al mondo? Credevano che una donna doveva cadere nelle loro braccia solo perché lo volevano? Bé; una cosa era certa....ci riuscivano.
Era da un po' che ogni volta che Klaus mi guadava in quel modo; dovevo dar forza a tutto il mio autocontrollo per resisterli.......Ma che mi stava succedendo? Dove era finito quello che sentivo per Kol? Pestato sotto ai miei piedi?

  Andai verso di lui, con quell'aria spavalda, tentatrice, sorniona, e con un sorriso diabolico   che  avevo imparato a copiare da “qualcuno”; li dissi:

E scommetto... sweetheart....Che già sai come dovrei ripetere la scena; e dove dovrei tenerti compagnia!”

Esattamente!” Mi rispose senza diminuire quel ghigno diabolico,;e facendosi sempre più irresistibile, tentatore, sexy

Non sapevo cosa stava succedendo dentro di me....non sapevo da dove stava nascendo tutta quella fiducia in me stessa al punto tale da arrivare a flirtare con l'ibrido più assassino e  famoso del mondo. Ma il punto era che la cosa mi stava piacendo.

Lo guardai e li risposi:

MAI...!”

Non sai che ti perdi ex streghetta....sono un'ottima compagnia.....soprattutto tra le lenzuola!”

Rispose mettendomi le mani sui fianchi e strattonandomi violentemente verso di lui.

Anche lui! Mi dissi....Ma che avevano  i Mikealson? Un interesse speciale a mettere le mani nelle tasche degli altri? Il fatto era che stavolta quelle mani, non le volevo togliere. Non volevo slegarmi da quella stretta soffocante e maledettamente invitante.
L'unica cosa che volevo era quella di mandare al diavolo il mio autocontrollo. Quello che non mi permetteva di assaporare le passioni, le emozioni, e quello che volevo e che desideravo: e non importava se queste erano lecite o illecite, e se erano dettate solo da ripicche e vendette verso qualcuno. Quel autocontrollo che continuamente diceva: “Ma che stai facendo? Non vedi che li stai cadendo tra le braccia come una pera matura? Hai resistito a Kol, ed ora ti lasci andare con Klaus?”.
Accidenti a lui, e alla voce della ragione; più la ascoltavo e più avevo voglia di fare il contrario di quello che mi diceva....accettare quell'invito. Mantenere il più possibile quelle mani su di me come nel mio sogno e lasciarmi soffocare da quelle mani, sensuali e elettrizzanti sui miei fianchi.
Ma come sempre; fu la voce della ragione a vincere su di di me.

  A malincuore mi liberai da lui e li dissi:

Che mi perdo? Ad occhio e croce....un incubo! Non ho voluto il tuo fratellino nel mio letto e non voglio nemmeno che ci stia un altro Mikaelson: tanto meno tu."

La streghetta ha messo fuori le unghie; si è trasformata in una lupacchiotta aggressiva e agguerrita! Interessante!”

Disse lasciandosi liberare dalla sua stretta, e guardandomi sornione e accattivante.

Si; mi sono trasformata in una lupacchiotta agguerrita: E tutto questo grazie a te e al tuo fratellino......ma non farò mai parte del tuo branco!”Risposi.

Sicura? Attenta .sweetheart...Prendo sempre quello che voglio...e senza esitazioni!”

Andai verso di lui facendo quello che non tanto tempo prima qualcun' altro aveva fatto con me. Avvicinai le mie labbra alle sue e sfiorandole li dissi:

Be'; allora prova a prendermi se ci riesci!”

Conclusi e mi avviai fuori dalla stanza senza aspettare la sua reazione,concludendo la serata. E concludendo quelle tentazioni invitanti.



ANGOLO DI LAY:

      Ed eccoci qua....capitolo finito....Piaciuto?
Bé; fatemelo sapere. Niente paura non vi prendo a mazzate.
Ciao. Lay

(*)Sei-Paolo Meneguzzi


 

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Capitolo 15
*** Un nuovo inizio? ***


Salve lettrici. Finalmente eccomi qui con il 15 capitolo. Che dirvi su questo capitolo? Nulla; solo “attenti ai colpi di scena”. Ciao a tutte, e come sempre (sperando) buona lettura.

09-E-le-stelle-complici-stavano-a-guardare-Cap-15

 

 

Un Nuovo inizio?

 

 

 

Alcuni vedono le cose di un solo colore
Ma la bellezza si nasconde nelle sfumature
Ricominciamo adesso dal presente
Come quando mi dicevi sarà per sempre(*)

 

 

E un' altra mattina di un altro giorno era cominciata.

Quella notte era proprio trascorsa come avevo detto; finalmente ero riuscita a dormire come un angioletto, e senza “incubi notturni”: per la prima volta dopo tutto quello che mi era successo ero riuscita a non sognare sia Kol che Klaus. E si; stavo diventando sempre più sicura di me stessa anche se non del tutto. Qualche volta le mie incertezze e le mie insicurezze tornavano; ma almeno ora in un qualche senso avevo imparato a controllarle un po'. Tornavano quando aprendo la porta della mia stanza mi trovavo davanti rose blu e orchidee da una parte, e rose rosse dall'altra. Tornavano quando andavo in cucina per la colazione trovandomi davanti Kol, che aspettandomi mi accompagnava a tavola salutandomi con un baciamano e con uno di quei suoi sorrisi sornioni e irresistibili; e di conseguenza accompagnata dalla lotta interiore col mio autocontrollo per non saltargli addosso e farlo mio in quel istante stesso. Tornavano quando Klaus da perfetto gentleman mi spostava la sedia dal tavolo per farmi sedere: e più lo osservavo a fare questo, più chiedevo a me stessa: “Ma chi è questo? E veramente Klaus o è la sua “brutta copia”? Dove è finito l'ibrido assassino?” Insomma ogni giorno della mia vita in quella casa, era una continua lotta con il mio autocontrollo e i miei sentimenti. Non mi bastavano i sentimenti che ancora sentivo per Kol per torturarmi; che ora cominciavo anche a sentire qualcosa per Klaus. Avrei resistito ancora per molto a questa “tortura” interiore? Questo non lo sapevo, sapevo solo che l'importante era stringere i denti ed andare avanti; continuare a fingere e a “giocare”.

 

Appena misi piede in cucina subito rimasi “sorpresa”: Kol non era lì a fare colazione. Non mi chiesi il perché: tanto lo sapevo perché non era lì: avrà pensato di dissolvere la frustrazione al mio no della notte scorsa, pensai; “divertendosi” alla sua maniera; con i suoi “passatempi” preferiti: e subito pensando questo il mio cuore fece un sonoro “crack”; e tutte le mie buone intenzioni per passare quel giorno tranquillamente svanirono come le ombre nella nebbia ammutolendomi improvvisamente, ma fortunatamente questo nessuno lo notò: e non bastò nemmeno Klaus con il suo “good morning sweetheart” a sollevarmi: ma come sempre dicevo ero un' ottima attrice, e cominciai a fare colazione facendo finta di niente: cercando di allontanare quel pensiero, che poi sapevo che era realtà, angosciante.

 

                                                    ************

 

POV KOL

 

Qualcun altro si era svegliato quella mattina: in un altro posto, un altro luogo, lontano da quella casa e da tutto ciò che gli ricordava di possedere un cuore che sapeva amare.

 

Guardò quel letto e quelle lenzuola, che da bianche erano diventate rosse; il rosso del sangue di quell'innocente passatempo che aveva trovato quella notte per allontanare le sue frustrazioni.

Doveva fare qualcosa per allontanarsi dalla mente quel rifiuto; il rifiuto dell'unica donna che aveva amato nei suoi quasi mille anni di vita immortale. Doveva “svagarsi”, togliersi dalla mente la sua “sconfitta”, e che lei era cambiata. Non era più la Lay timorosa e insicura, quella che poteva avere solo schioccando le dita. Era più forte più sicura di se stessa: e che non l'avrebbe riconquistata coi suoi sorrisi sornioni e qualche moina da casanova. Ma era sua, la era sempre stata sua. Ed era questo che aveva pensato fin dalla prima volta che l'aveva vista mettere piede in quella casa, era questo che aveva pensato quando le era precipitata addosso in quello scontro: ed era questo che aveva pensato quando al ballo l'aveva tenuta stretta tra le sue braccia guardandola negli occhi. Ormai lei era diventata il sottile filo invisibile che lo separava dal suo lato ancora “umano” dal suo oscuro lato sovrumano e assassino. E ogni volta che gli tornava alla mente che non l'avrebbe più potuta avere come una volta, che non avrebbe più trascorso la notte giocando sotto le lenzuola con lei, e che al mattino non si sarebbe più svegliato con lei, abbracciata al collo: era il suo lato sovrannaturale che prendeva sopravvento. No; doveva riaverla, non poteva continuare ad andare avanti così: prendendo il mondo a “mazzate” e prosciugando ogni essere vivente che gli capitava a tiro solo per togliersela dalla mente: e anche perché da quando aveva scoperto di avere ancora un cuore, poi dopo se ne pentiva anche.

 

Ma quando avrebbe smesso di dare retta all'orgoglio e al Kol Mikaelson spietato e assassino, per dare definitivamente posto al nuovo Kol Mikaelson innamorato? Colui che avrebbe dato la vita per lei solo per averla ancora un istante tra le braccia.

 

Osservò nuovamente quel corpo ormai senza vita, e per un istante si immagino lei. Si immaginò lei che mentre si svegliava gli andava incontro salutandolo buttandogli le braccia al collo e ricominciando quello che avevano interrotto: come quando era ancora sua.

 

Ma quel corpo non era lei; era solo il corpo di una vittima innocente che aveva trovato quella notte per svagarsi. E non c'era tempo ora per i sensi di colpa, doveva trovare un modo per sbarazzarsene al più presto possibile, ritornare “se stesso”: e non pensare più a lei.

 

                                        *********************

 

E così arrivò anche il pomeriggio. Ormai le mattine, i pomeriggi, e infine le sere mi sembravano tutti uguali, iniziavano sempre allo stesso modo e finivano uguali: frecciatine ironiche a colazione, frecciatine ironiche a pranzo, e idem per la cena: ed io che ogni giorno dovevo usare tutte le mie forze per mantenere i buoni propositi per trascorrere serenamente la giornata. E ci riuscivo pure. Bé; almeno il più delle volte. Ma quella giornata per me era cominciata decisamente male e semplicemente perché mancava Kol. Le sue battutine, il nostro battibeccare: la sua presenza: e la conseguenza era che ero nuovamente vittima dei miei tormenti.

 

Ero sdraiata sul letto in preda di quella voce interiore che continuamente diceva: “Ma si può sapere che ti struggi a fare? Non sei forse tu che dici continuamente che non cadrai più nei suoi tranelli, nelle sue moine, e nelle sue spire da serpente incantatore? E invece ti stai torturando perché la giornata non è iniziata battibeccandovi, e con i suoi “adorabili” baciamano!”

Già; quella voce, quell'insulsa voce che non mi dava mai pace; quella voce che mi ostacolava in tutto ciò che avrei voluto fare: che non volevo mai ascoltare e invece era sempre il contrario. Se fossi stata sicura che aprendomi la testa in due se ne sarebbe andata, l'avrei fatto immediatamente.

 

Non riuscivo calmarmi, non riuscivo a far cessare la mia angoscia. Ma come potevo calmarmi se restavo in quella casa? In quella casa dove ogni angolo più nascosto era intriso del suo profumo. Improvvisamente mi alzai dal letto mettendomi il cappotto, presi le chiavi dell'auto e facendo le scale di corsa andai fuori; salii sull'auto e misi in moto: diretta all'unico luogo dove ero certa che mi avrebbe calmato. Non accorgendomi che qualcuno stava osservando dalla finestra di casa tutto questo.

 

Dopo un'ora arrivai al lago. Quel luogo riusciva a calmarmi; che fosse stato estate o inverno, aveva il potere di entrarmi dentro l'anima: quasi come se fosse stato mistico. D'altra parte il lago custodiva i miei ricordi più belli: sia con Kol che con Hans.

Mi sedetti su di una panchina e osservai intorno: la stessa panchina dove seduti mano nella mano io e Kol ci baciavamo; e dove aveva dissolto i miei dubbi che il suo era vero amore. “Credimi”; mi aveva detto; era meglio che non l'avessi creduto.

Osservavo quegli alberi ormai ridotti in scheletri di rami spogli intersecati fra loro; il tappeto di foglie variopinte cadute sul terreno, e l'acqua che scendeva dalle rocce al centro del lago, che ormai si era trasformata in un unico ammasso ghiacciato. Mi lasciai rapire completamente da quel luogo, e piano piano sentivo sparire tutte le mie angosce, i miei turbamenti.

All'improvviso un rumore dietro di me di foglie calpestate mi fece destare dalla mia meditazione: mi girai è qualcuno era lì, dietro di me.

 

“Ciao Lady!....Sai...mi sembri cappuccetto rosso, con quel cappotto rosso addosso!”

Mi disse Hans venendo verso di me.

 

“E tu sei il lupo cattivo delle favole!”

 

Gli risposi io.

 

Hans mi guardò perplesso:quasi se avesse capito perfettamente che quella battuta era rivolta a lui, alla sua natura.

 

“tu sai? Mi chiese guardandomi incerto.

 

“Si Hans; so tutto. So quello che sei e so quello che hai fatto. Sai; quando l'ho scoperto avevo una voglia matta si spararti una pallottola d'argento nel cervello......ma poi....visto come sono andate le cose......ho rinunciato!”

 

“Come lo hai scoperto......e perché hai rinunciato alla vendetta?”

 

“I miei poteri....che poi se ne sono andati di nuovo! E in quanto ad ammazzarti......ora non ha più senso!.....Io e Kol non stiamo più insieme”

 

Gli risposi abbassando lo sguardo per non guardarlo negli occhi. Per poi riprendere:

 

“Quando abbiamo scoperto che Kol forse era in pericolo; abbiamo cominciato a cercarlo. L'abbiamo cercato per tutta la città in lungo e in largo; e infine l'ho trovato in una grotta, sanguinante e con un pugnale piantato nel cuore!”

Continuavo a raccontare quella storia, e intanto cercavo di non fare uscire quelle lacrime che prepotentemente volevano uscire.

 

“Gli ho tolto quel pugnale, dato il mio sangue per farlo risvegliare......e lui vuoi sapere che ha fatto?”

Gli dissi alzando la testa e guardandolo negli occhi.

“Vuoi sapere che ha fatto?”

Gli ripetei intanto che lacrime mi scendevano dagli occhi, non potendole più trattenere.

“Mi ha mandato al diavolo ecco cosa ha fatto...nonostante quello che ho fatto per farlo risvegliare.....lui....mi ha mandato al diavolo!”

 

Finii quel racconto in lacrime lanciandomi fra le sue braccia, pronte ad accogliermi: e baciandomi dolcemente i capelli disse:

 

“Oh...la mia forte e coraggiosa Lay; ma anche così sensibile e fragile.......lo ami ancora: è vero?

 

Alzai la testa dalla sua spalla e lo guardai senza rispondergli; ma i miei occhi parlavano per me: e anche lui aveva capito che la mia risposta era si.

 

Mi ripresi da quel cedimento; e ridiventando la solita me stessa mi staccai dal suo abbraccio asciugandomi gli occhi con le dita: e gli chiesi:

 

“Comunque; che ci fai qui?”

 

“Bé; sto partendo, sto lasciando la città definitivamente: e prima di farlo volevo vedere per l'ultima volta i luoghi che mi sono più cari, e casualmente ho incontrando te!”

 

“Stai partendo per sempre?”

 

Gli chiesi sorpresa.

 

“Si Lady! Ormai non ho più niente che mi tiene legato qui.....solo ricordi! Ero tornato per te; ma il tuo cuore ormai appartiene ad un altro, quindi, non so perché debba rimanere. Ma voglio che tu sappia una cosa: in qualunque posto andrò.....rimarrai sempre nel mio cuore, e ti chiedo scusa se ti ho fatto soffrire.....ma tutto quello che o fatto: l'ho fatto per amore....solo per amore....non volevo perderti, non accorgendomi che ti avevo già persa......ti amerò sempre Lay!”

 

Lo guardai confusa e incredula per quello che aveva appeno detto: ma ormai quelle parole non mi colpivano più, c'era qualcun altro nel mio cuore. E gli dissi:

 

“Bé; allora se è un addio...ti auguro buona fortuna!”

 

“Ne avrò bisogno Lady!...Addio!”

 

“Addio Hans”

 

Poi silenziosamente se ne andò.

 

Restai ancora al lago per dieci minuti circa; poi, dato che mi ero totalmente calmata decisi di tornare a casa.

 

Non ero ancora arrivata sul vialetto che portava al lago, dove avevo lasciato l' auto; che subito i miei occhi si spalancarono sorpresi e forse anche un po' “increduli”: qualcuno mi stava aspettando.

 

Appoggiato alla sua auto a braccia conserte c'era.....Klaus. Possibile? Come mai era lì? Che mi avesse forse seguito? Certamente; non poteva essere altrimenti.

 

Non feci in tempo a riprendermi da quest'altra “sorpresa” che subito sfoderò una delle sue battute:

 

“Nostalgia del passato...sweetheart?”

 

Mi chiese con quell'espressione da pugnalata nel cuore.

 

Nostalgia del passato? Mi chiesi tra me. Ma allora...aveva ascoltato tutto anche stavolta. Ma che era; il suo divertimento preferito ascoltare le conversazioni altrui? Andai verso di lui decisa con un' espressione negli occhi, che se solo avessero potuto lo avrebbero incenerito, rispondendogli:

 

“Anche se fosse a te non dovrebbe interessare. E poi vedo che hai ripreso il tuo divertimento preferito...lo stalking. E non provare a dirmi che sei qui per caso...perché non ci crederei nemmeno se venisse giù Gesù Cristo e tutti gli angeli del paradiso!”

 

Mi guardò con quel suo solito sorriso da annientamento neuronico, rispondendo:

 

“Calma dolcezza! Non sopravalutarti troppo! Non sono qui per te....non “vali” fino a questo punto!.....Mi preoccupava la sorte di quel gioiellino di auto che ti ho regalato, e di non ritrovarmela schiantata contro un albero!”

 

Preoccupato per l'auto? Lui mi aveva seguito perché preoccupato che l'auto non si sfracellasse? Forse aveva anche ragione, dato che ero partita come un fulmine: ma doveva proprio venirmelo a dire così a bruciapelo? Questo mi fece andare in bestia ma mantenni la calma: e gli risposi:

 

“Bé; se era il tuo prezioso regalo che ti interessava...come puoi vedere è sano e salvo!....E sai una cosa? Te la puoi pure riprendere....quando sarò ritornata a casa!”

 

 

Mi guardò con sorriso torto e sornione; rispondendomi:

 

“D'accordo tesoro! Quando avrai risolto il problema e ritornata a casa.....mi riprenderò il mio gioiellino!”

 

Lo guardai sorpresa non capendo il significato di quella frase; ma non gli chiesi spiegazioni e mi diressi verso l'auto; accorgendomi che....le due ruote posteriori erano sgonfie: anzi bucate. Una strana sensazione si fece strada nella mia mente che subito andai a controllare anche quelle anteriori e anche loro erano bucate. No; non ci potevo credere, non potevano essersi bucate da sole, non contemporaneamente almeno. E allora la mia sensazione si fece realtà: era stato lui, mi aveva bucato le ruote dell'auto; e per puro divertimento. A quel punto non ci vidi più dalla rabbia. Mi lanciai contro di lui; che si trovava ancora lì appoggiato all'auto che mi guardava con quel sorriso divertito sulle labbra, cominciando a prenderlo furiosamente a pugni sul petto, urlandogli:

 

“ Non ci posso credere....mi hai bucato le ruote per puro divertimento! Come hai potuto?...io...non...vai al diavolo Nik!...Tu sei....sei......”

 

Improvvisamente con uno scatto fulmineo mi fece sbattere con la schiena sull'auto, bloccandomi le mani con le sue su di essa: e guadandomi fisso negli occhi mi disse con voce ferma:

 

“Ti avevo avvertito...ex streghetta...di non giocare col fuoco! Non mi piacciono i giochetti: se non sono i miei!”

 

Guardandomi negli occhi portò la bocca vicina alla mia. Sentivo il mio cuore che batteva all'impazzita; e forse avrebbe potuto scoppiare da un momento all'altro: ma dalla paura non per qualcos'altro. Ma nonostante questo non riuscivo a muovermi; non riuscivo a fare nemmeno un minimo tentativo per liberarmi: ipnotizzata da quello sguardo magnetico: inesorabilmente incatenata a quelle labbra sempre più vicine alla mia bocca. Chiusi gli occhi nella speranza di poter fuggire da quello sguardo che metteva paura, ma nel contempo irresistibile e affascinante, continuando a ripetermi nella mente quasi come una supplica: “Ti prego...fa che non lo faccia...ti prego!”.

Al contrario di quello che pensavo non accadde nulla: riaprii gli occhi. Ma quello sguardo, quelle labbra, erano ancora lì, solo un po' più lontane; diminuendo la presa sulle mie mani, lasciandole definitivamente.

 

Distolse gli occhi dai miei e ricominciò a parlare con indifferenza a quello che era successo prima; indifferente che avrebbe potuto farmi morire tra le sue braccia di paura e forse anche per altro: disse finendo quella frase lasciata in sospeso poco tempo prima:

 

“E...se non vuoi ritornare a casa a piedi, mettendoci tutta la notte.....faresti meglio ad accettare un passaggio!”

 

Nonostante ero ancora scombussolata, capii al volo quello che voleva dire. Avrei preferito andare a casa a piedi mettendoci tutta la notte; che con un passaggio con lui. Ma la notte, in quella cittadina, non trascorreva sempre tranquillamente come trascorreva il giorno: quindi anche se di malavoglia accettai quel passaggio: ma promettendomi che gliela avrei fatta pagare.

 

                                      ********************

 

POV KOL/LAY

 

......Un giorno: un giorno come tanti. Due persone erano sedute su una panchina di fronte ad un lago. Due persone; un' umana e un essere sovrannaturale: un vampiro, una creatura della notte spietata ed assassina. Erano lì seduti su quella panchina, innamorati, guardandosi negli occhi e nessuna diversità tra loro. Improvvisamente lei guardò lui chiedendogli:

 

Tu mi ami veramente? O sono solo uno dei tuoi soliti passatempi?

 

Lui la guardò avvicinandosi di più sfiorandole le labbra con le sue:

 

Io ti amo darling! Tu mi ha cambiato, mi ha riaperto il cuore, mi hai fatto scoprire di saper amare....si...decisamente.....ti amo....io non ti lascerò mai!”

 

Non riesco a crederti. Non ad un essere sovrannaturale; spietato e assassino, e che non ha mai provato niente per nessuno tranne che per se stesso.”

 

Lui non le rispose; ma ancora una volta si limitò ad appoggiare le labbra su quelle di lei sussurrandole:

 

Credimi!”

 

Per poi riunire le labbra a quelle di lei, pressando sempre più passionalmente in una una danza sfrenata con le lingue nelle loro bocche; attirandola a se adagiandola su quella panchina. E lei si lasciò andare completamente a lui, dimenticando tutte le sue paure e le incertezze. Erano un essere sovrannaturale e un' umana: ma in quel momento erano solo due anime che avevano scoperto di amarsi......

 

Kol si riprese da quel ricordo quasi maledendosi. Non era possibile che non riuscisse a dimenticarla. Non era possibile che non riuscisse a dimenticare un'umana insignificante e torturarsi la mente notte e giorno pensando a lei, perdendo la pace. Ma doveva proprio capitare a lui questa tortura interiore? Il fatto era che se l'era cercata; e fin dall'inizio. Ma se avrebbe saputo che se ne fosse innamorato l'avrebbe lasciata lì, non avrebbe cercato di conquistarla in ogni modo possibile: ed ora ne subiva le conseguenze. Non bastavano più nemmeno i suoi passatempi preferiti da “casanova” per dimenticarla, poiché in ogni sua “vittima” ci vedeva lei. No; doveva uscire, non poteva più restare in quella stanza chiuso fra quelle mura pensando a lei. Era notte ma sapeva che avrebbe trovato “qualcuno” al club o per le strade, pronte a buttarsi nelle sue braccia: e il perché lo sapeva era perché questo accadeva ogni notte. Ma non gli importava, l'avrebbe fatto in eterno se questo serviva a togliersela della testa. Si alzò dal letto, e senza una meta fissa senza guardare dove andasse, seguendo solo il suo istinto: a velocità quasi vampiresca si portò sul corridoio.

 

Ma qualcun'altra stava uscendo dalla sua stanza in quel momento, qualcun'altra che non riusciva a dormire e stava andando a cercare un po' di tranquillità con le sue stelle.

 

E l'irreparabile accadde. Improvvisamente si ritrovarono una nelle braccia dell'altro; come in un flashback di tempo fa voluto dal destino.

 

Gli occhi negli occhi, le braccia nelle braccia, le bocche a un centimetro di distanza, stretti un quell'abbraccio senza fine.

 

E accadde. Accadde quello che tutti e due volevano. Le loro bocche si unirono fino a diventare una sola: come quasi togliersi il fiato a vicenda. Le loro mani cominciarono a muoversi impazzite sui loro corpi, incontrollabili, senza sosta; lì su quel corridoio.

 

Kol si fermò guardando Lay negli occhi: quegli occhi che sembravano implorassero: “non fermarti ti prego!”. Ma lui non aveva la più minima intenzione di fermarsi; quel momento era quello che aveva sempre sognato da quando in quella grotta l'aveva mandata al diavolo e persa per sempre. Si staccò da lei e la prese in braccio dirigendosi verso la camera adagiandola sul letto. E lei,da lui, si lasciò adagiare su quel letto: perché era questo che voleva anche lei fin da quel giorno maledetto.

 

Portandosi su di lei cominciò a sollevarle la camicia da notte, e lentamente sempre più su, fino a renderla inesistente e lasciando una scia ardente di baci umidi e passionali sulla sua pelle; ad ogni movimento delle sue mani: facendola fremere dalla passione e dall'estasi. Lei era totalmente in sua balia, ne era posseduta; e ancora di più quando quella camicia toccò il pavimento e lui andò a scoprire la parte più nascosta di lei esplorandola con le labbra. No; mai l'avrebbe fermato: il suo sogno si stava realizzando, e con la persona giusta.

 

E così fu per tutta la notte stando l'uno dentro all'altra, dimenticando le loro ripicche e i loro dissapori, il loro orgoglio: lasciando spazio solo a se stessi, le loro passioni, e quello che sentivano l'uno per l'altra.

 

                          *********************************

 

Che stava succedendo? Un nuovo inizio? Forse finalmente avevano capito che entrambi avevano bisogno l'uno dell'altra per ricominciare a “vivere”?

 

O era solo un momento isolato, voluto dal destino, e dalle loro passioni a lungo represse?

 

Ma che fosse stato un muovo inizio, o un momento isolato voluto dal destino........quella notte, insieme, si erano “ritrovati”.

 

 

ANGOLO DI LAY

Eccoci qui: capitolo finito. Che succederà ora? Quei due “testa calda e orgogliosi”, si saranno finalmente riconciliati o no? Bé; come sempre l'appuntamento è al prossimo capitolo. Un affettuoso ciao a tutte le mie care lettrici. Lay Mikaelson.

 

       *Fragile_ Pablo Menrguzzi

 

 

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Capitolo 16
*** love,anger...and pride ***



 

Chiedevo solo un po' del tuo amore,

Ti avrei donato tutta me stessa.

E tu mi hai solo spezzato il cuore un'altra volta. (Lay)


 

La luce di un timido sole invernale annunciò l'inizio di un nuovo giorno. Era come se filtrando dai vetri della finestra con i suoi raggi più splendenti, spiasse quei due corpi che teneramente sembravano dormire l'uno nelle braccia dell'altra.

Fu proprio uno di quei raggi che fecero svegliare uno di loro.

 

Pov Kol

Aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu quello che credeva fosse stato solo un sogno: quel sogno che ultimamente era il solo che faceva. Ma quella notte non era stata il frutto della sua fantasia contorta e innamorata: quella notte era la realtà.

Lay era li; abbracciata a lui, avvinghiata a lui; e lo stesso era lui con lei. Improvvisamente si accorse di non poter più fare a meno d'osservarla, di contemplare quell'angelo che era li con lui; nel suo letto. L'avrebbe contemplata per tutto il resto della sua vita immortale. Stava li ad osservare quel corpo nudo davanti a lui. Quel corpo che solo lui poteva sapere quanto avesse desiderato toccarlo ancora, accarezzarlo, sfiorarlo, esplorarlo con le labbra, baciarlo; riempirlo di lui. E l'aveva fatto. Quella notte l'aveva fatto; l'aveva fatta sua un'altra volta, e nello stesso istante che lei era ceduta a lui; era come se avesse visto il cielo aprirsi, e sentito gli angeli del paradiso a cantare.

Pensava ,e la osservava; pensava, e la ascoltava. Guardava e ascoltava ogni suo piccolo movimento; ascoltava ogni battito del cuore, ogni suo respiro a volte irregolare. Che stesse forse sognando? Di lui, di quella notte trascorsa insieme? Guardava il suo viso; il viso dell'unica donna che ha saputo farlo innamorare: che dormiva serenamente appoggiato al suo petto come se fosse il cuscino più comodo del mondo. Più la osservava e più resisteva alla voglia che aveva di mordere quel collo; quel collo che diceva solo “mordimi”.

Ma non era la fame a fargli questo: era altro. Era la voglia di assaporare tutto di lei, tutta la sua sua essenza: lei. Perché lei era sua: apparteneva a lui. Ma anche se questo desiderio gli attanagliava i sensi; sapeva che non l'avrebbe mai fatto senza il suo consenso. Perché? Perché lei era un angelo, un angelo sceso dal cielo per lui per redimerlo da tutti i suoi peccati.

Ma che gli aveva fatto questa donna? Questa donna che tempo fa avrebbe definito un insignificante umana utile solo per divertirsi e sfamare la sua sete.

Lo aveva reso “debole”, vulnerabile ai sentimenti. Gli aveva risvegliato quel poco di umanità che sempre aveva cercato di abbattere.

E si Kol”: pensò fra se. “Affezionarsi ad un umano è il primo segno di debolezza”.

Ma lui non poteva lasciarsi andare a questo; non poteva lasciarsi andare a questi stupidi sentimenti da “unitili umani”. Era Kol Mikaelson lui. L'opportunista, lo spietato assassino, il lussurioso Casanova che le donne le usava solo per uno scopo: divertirsi. No; non poteva lasciarsi andare a questo. Era dura combattere ogni giorno con i sentimenti e l'orgoglio di vampiro Originale.

E lui aveva sempre fatto le scelte migliori: quelle migliori per il suo tornaconto. E anche stavolta optò per la scelta migliore.

Delicatamente le spostò la testa che ancora era appoggiata a lui, facendo attenzione a non svegliarla. Cavoli; sarebbe restato appiccato a lei per tutta la vita... Ma ormai aveva fatto la sua scelta.

Delicatamente si scostò da lei e la trasferì sul cuscino, si alzò dal letto vestendosi. Si portò sulla porta della camera voltandosi un'ultima volta. La guardo mentre dormiva e le disse:

Ti amo Darling! Più di quanto riesco ad immaginare....Ma mi spiace, Lay...non sono nato per amare”

Detto questo si voltò nuovamente e usci definitivamente dalla camera.

**************************************

I miei occhi si aprirono guardandosi intorno disorientati: ma poi riconobbi dove ero. Era la sua camera; quella di Kol. Come un flashback mi tornò alla mente tutto quello che era successo quella notte. Io e lui eravamo stati insieme, ci eravamo amati come una volta. Finalmente ci eravamo lasciati andare a nostri sentimenti, alle nostre passioni: come quando mi prometteva che mi amava veramente.

Feci un sorriso e speranzosa ricominciai a pensare.

Forse i nostri guai erano finalmente finiti, forse avevamo deciso di mandare al diavolo il nostro maledetto orgoglio e di ritornare ad amarci. Ma allora; perché non era lì con me?

Smisi di pensare e mi alzai dal letto; raccolsi i miei vestiti dal pavimento, mi vestii diretta alla mia camera per farmi una doccia. Promettendomi che poi avrei parlato con lui.

**************************************

 

Entrai in cucina per la colazione, e subito tutti gli occhi dei presenti si puntarono su di me stupiti per il ritardo: dato che ero sempre puntuale. Fortunatamente nessuno mi chiese spiegazioni per quel ritardo, togliendomi la fatica di inventarmi una scusa plausibile. Stavo per sedermi a tavola, che improvvisamente Kol, con un sorriso sornione sul volto mi chiese.

Come mai in ritardo? Non è che per caso ci stavi comoda tra le lenzuola del mio letto? Lo sapevo che prima o poi ci sarei riuscito a rifarti entrare tra quelle lenzuola.”.

A quelle parole il mio cuore andò in frantumi. Non tanto perché in questo modo aveva rivelato a tutti i presenti, che quella notte avevo dormito con lui; ma per il modo in cui l'aveva detto: come se avesse fatto sesso con una qualunque che aveva incontrato per strada.

Non potevo crederci; dopo tutte quelle speranze che erano nate in me, non più di mezz'ora prima: il mio cuore era di nuovo a pezzi. Ma come aveva potuto trattarmi così. Come se io fossi stata solo un oggetto da usare a suo piacimento,e poi buttare quando si stancava di esso: ed io stupida che credevo fosse tornato ad amarmi.

Lo guardai. Lui era ancora lì che mi guardava con quel suo sorrisetto malizioso, come per vantarsi della sua conquista. Un incontrollabile senso di rabbia mi invase. Speravo di essere veramente una strega,e con i miei poteri fare muovere quel coltello dal tavolo e conficcaglielo dritto nel cuore.

Abbassai lo sguardo rialzandolo immediatamente al suono di un urlo straziante. Non potevo crederci: come avevo voluto che accadesse; quel coltello era piantato nel suo cuore. I miei poteri erano tornati,e stavolta al momento giusto.

Stavo lì ad osservarlo mentre urlava e si piegava in due dal dolore; non sentendomi per niente in colpa per tutto questo. Mi avvicinai a lui, e con la mia mente infilai più in profondità quel coltello nel suo cuore: lo guardai e poi dissi.

Ti odio. Spero che tu vada all'inferno e che ci resti in eterno!”.

E così dicendo uscii dalla stanza,lasciandolo a terra dolorante.

 

Pov Demie

Ero stupefatta. Non sapevo dirmi se ero orgogliosa per quello che aveva fatto Lay; in fondo Kol se lo meritava: o se ero terrorizzata. La vidi uscire fuori dalla cucina a tutta velocità, e forse sapevo che avrebbe fatto qualche pazzia: sconvolta come era. Ma vedevo anche Kol; lì sul quel pavimento con quel coltello nel petto.

Non sapevo decidermi se correre dietro a lei, o prestare soccorsi a Kol. All'improvviso sentii qualcosa che mi fece distogliere dai miei pensieri; qualcuno aveva appena avviato un motore e sgommato a tutta velocità: Lay.

Ora ne avevo la certezza, si sarebbe fatta male. Stavo per incamminarmi verso l'uscita per seguirla; che nel frattempo qualcuno che era nella stanza mi precedette uscendo a tutta velocità. Sentii un altro motore accendersi, una sgommata, e un'altra auto che sfrecciava via. Allora pensai che era meglio così; che era meglio che andasse lui a fermarla.

Alzai lo sguardo verso Kol, che ormai aveva smesso di urlare; era praticamente morto. Ma non mi preoccupavo di questo, sapevo che una volta tolto quel coltello sarebbe ritornato come prima; anzi, forse peggio. Guardai verso la finestra pensando a Lay; si, era nelle mani giuste mi dissi tra me. Lui avrebbe fatto di tutto per proteggerla, anche inseguirla in capo al mondo. Mi voltai e andai da Elijah per aiutarlo a soccorrere Kol.

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