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<< MA
CHE COS’E’ ‘STA ROBAAAAAAAAAAAA?!?!?!?!?!?! >>
Fu così che
tutto il Quartier Generale dell’Ordine Oscuro si svegliò quella mattina.
<< Il
filo rosso del destino è una credenza molto diffusa in Giappone, che si rifà a
un’antica leggenda cinese. La leggenda narra che ognuno di noi nasce con un
invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci
lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, la
nostra anima gemella… >> Iniziò a spiegare Komui, ma venne subito
interrotto da un infuriatissimo Yu.
<<
Basta con le ciance! Vedi di togliermi questo coso entro stamattina o giuro che
ti affetto con Mugen!! >>.
Quella
mattina, appena svegliato, Kanda si era ritrovato un filo rosso, sottile,
legato al mignolo della mano sinistra.
<< Mi
dispiace, ma è impossibile. >>
<<
COSA?! >>
<<
Questa è una riproduzione del Filo Rosso del Destino creata dalla sezione
scientifica, e mi serviva una cavia. Sono entrato nella tua camera di nascosto
e te l’ho legato al dito. >> Spiegò Komui.
<< E
hai ben deciso di usare ME come cavia?!?! Come al solito, invece di lavorare,
voi della sezione scientifica giocate e basta!! >> S’infuriò Kanda.
<< E poi perché non si può togliere?!?! >>.
<<
Semplicemente perché è stato programmato in modo da non togliersi. E’ in grado
di trovare l’anima gemella della persona che lo lega al proprio mignolo. E’
geniale! >> Esultò il supervisore.
<<
Geniale un corno! E a chi sarebbe legata l’altra estremità, giusto per avere
un’idea? >> Disse Kanda, che, con tutta la sua stupidità (-Ehi! N.D.
Kanda), aveva capito che avrebbe dovuto rimanere legato a una persona finchè
Komui non avesse trovato il modo di liberarlo.
<<
Beh, te ne accorgerai appena ti si avvicinerà. Purtroppo questa è solo una
riproduzione, e, anche se non può spezzarsi o togliersi, non può allungarsi a
dismisura. Per questo ho fatto portare un secondo letto nella tua stanza.
>> Rispose Komui.
<<
Maledetto…! >> Il povero Yu si trattenne a forza dall’intento omicida
verso il supervisore, altrimenti avrebbe dovuto tenersi quel coso al dito per
sempre, o, nel peggiore dei casi, una persona vicino per sempre. E questo
proprio non lo avrebbe accettato.
O avrebbe
ucciso la persona, o si sarebbe ucciso da solo.
Si avviò
controvoglia in mensa, evitando di avvicinarsi a chiunque per non finire legato
a qualcuno, e prese la sua soba a cinquanta chilometri da Jerry.
Si sedette
con umore più funesto del solito e iniziò a mangiare.
<< Oh,
ecco BaKanda con il suo stuzzicadenti! >> Disse Allen, facendolo
sussultare.
L’albino si
era avvicinato di nascosto con l’intento di provocare il “caro” BaKanda, che,
in altre circostanze, lo avrebbe cacciato a suon di Mugen.
“Beh, se
quello che ha detto Komui è vero – cosa non verificabile, bisogna solo sperare
– con la mammoletta non dovrei avere problemi…” Ragionò il samurai.
<< Oh!
Cos’è questo? >> Chiese Allen, scovando il filo rosso legato al mignolo
di Kanda e prendendolo in mano.
<< Se
non sbaglio è una credenza giapponese, che parla di romanticismo e destino… Non
pensavo ti piacessero cose simil- AAAAHHHH!! MI INSEGUE!!! >> Gridò
l’inglese, quando il filo prese a muoversi da solo, attorcigliandosi al suo
mignolo.
<<
EEEEEEEEEEEEEHHHHHH??!?!?!?!?! IL MOYASHIII?!?!?! >> Urlò Yu.
<< Uhuh,
bravo Kanda-kun, vedo che hai trovato la persona a cui sarai legato! >>
Esultò Komui battendo le mani, quando Kanda era corso nel suo studio
trascinandosi dietro Allen.
<< E’
IMPOSSIBILE! Il Moyashi non lo accetto!! Il massimo della mia sopportazione era
il Coniglio!!! >> Urlò di nuovo Kanda.
<< Non
preoccuparti! Dovrete rimanere legati solo per qualche giorno, per sapere se
funziona veramente! >> Cercò di tranquillizzarlo il supervisore, ma con
scarsi risultati.
<< MI
SPIEGATE COS’E’ QUESTA STORIA?!?!?!?!? >> Gridò Allen, perdendo la
pazienza.
Allora Komui
gli disse tutto quello che aveva spiegato a Kanda poco prima, facendolo
decisamente preoccupare.
<<
DORMIRE NELLA STESSA STANZA DI BAKANDA?!?!?!!? >> Urlò alla fine della
spiegazione.
Komui annuì,
Kanda ringhiò e Allen quasi pianse.
Si
prospettavano dei giorni alquanto difficili per i nostri prodi…
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<< Non
voglio più avere a che fare con la sezione scientifica… >> Piagnucolò
Allen mentre si dirigeva nella stanza di Kanda dopo aver preso le proprie cose –
insieme a lui, ovviamente.
<< Fai
silenzio, Moyashi, o uno di questi giorni ti viviseziono. >> Rispose il
più depresso dei due, aprendo la porta.
Allen entrò
per la prima volta nella propria vita nella camera di Yu.
Era molto
semplice e spoglia, solo un armadio, un letto, e un tavolino dove c’era il
fiore di loto.
La finestra
era un po’ rotta, ma si affacciava su un piccolo balcone, dal quale si vedeva
la città.
Notando lo
sguardo del più piccolo, Kanda gli chiese lievemente scocciato << Vuoi
uscire a vedere? >>.
<<
Davvero posso? Grazie! >> Rispose Allen.
Kanda aprì
la finestra e uscirono sul balconcino. Faceva un po’ freddo, dato che era quasi
inverno, ma si poteva stare.
<<
Wow… E’ bellissimo qui! Io non ho un balcone, la mia camera è solo un
magazzino… però in compenso è vicino alla mensa. >> Disse l’albino.
<< Io
di solito vengo qui a pensare. Oppure quando non riesco a dormire la notte.
>> Disse Kanda.
<< Lo
fai da sempre? >> Chiese Allen.
<< No…
Quando ero più piccolo… a volte andavo da Alma, se non era lui a venire da me.
>> La voce di Yu aveva un leggero tremolio, e Allen se ne accorse.
Il più
piccolo abbassò lo sguardo e si dispiacque di aver fatto tornare in mente dei
ricordi dolorosi al compagno – perché “amico” ancora non si può dire.
<< Mi
dispiace… >> Si scusò.
<<
Tsk. >> Rispose Kanda.
Allen
sorrise.
Erano
entrambi appoggiati alla ringhiera, legati dal filo rosso, e per una volta non
stavano litigando.
<<
Sai… >> Disse Allen, rompendo il silenzio che era sceso su loro due
<< Io un po’ ti capisco. Abbiamo entrambi perso la persona che più
amavamo al mondo, e abbiamo provato le stesse emozioni, lo stesso dolore.
Quindi capisco come ti senti. Solo che dovresti smetterla di essere così chiuso
in te stesso… Riusciresti a farti più amici. >>.
<<
Tsk. Piantala con le belle parole, tu non capisci niente di me. >> Tagliò
corto Kanda, rientrando nella camera e costringendo Allen ad entrare, anche
perché era sera.
Spazio
autore:
Salute,
gente! Sono tornata con una nuova storia Yaoi, Yullen per la precisione!
Mi è venuta
in mente quando un giorno giravo per internet e ho trovato la leggenda del Filo
Rosso del Destino.
Uhm…
Probabilmente è molto OOC per Kanda, anche nei prossimi capitoli e soprattutto
in quelli.
Forse anche
Allen è un po’ OOC, quindi se non vi piace, potete anche non continuare a
leggere…
Di solito io
scrivo sempre storie con un OC, ma questa volta ho voluto provare a non farlo.
Chissà,
magari qualcuno la leggerà… Per favore, recensite, altrimenti mi deprimo e non
la continuo più!!!
Intanto
Komui stava informando la sezione scientifica di quanto aveva combinato.
<< E
quindi ora Allen-kun e Kanda-kun sono legati con il filo rosso. >>
<<
Poverini! >> Disse Johnny.
<<
Ehi, boccoloso, non credi di aver esagerato? Non riusciranno nemmeno a cambiarsi!
>> Disse Reever.
Infatti…
<<
Moyashi, passami le forbici! >> Disse Kanda, dopo essersi sbottonato
l’uniforme e aver tolto il braccio destro dalla manica.
<<
Perché, ci sono delle forbici qui? >> Chiese Allen guardandosi intorno.
<< Si,
sopra il comodino! >> Rispose Kanda.
<< Ma
a che ti servono? >> Chiese di nuovo Allen passandogli un paio di forbici
impolverate.
ZAC!
L’uniforme
di Kanda cadde a terra, e Allen si accorse che il più grande aveva fatto un
taglio sulla manica, così da potersela togliere.
<<
Ehi, così non potrai più metterla. >> Disse l’albino.
<< Me
ne faranno una nuova che si possa aprire sotto la manica, così non avrò bisogno
di tagliarla. >> Rispose il più grande.
Kanda fece
per tagliare anche la manica di Allen, ma lui lo fermò.
<<
Aspetta! Se la tagli daremo del lavoro in più alla sezione scientifica!
>>.
<<
Allora dormi con l’uniforme. >> Rispose Yu acido.
Alla fine
Allen si convinse a tagliare la manica dell’uniforme.
Per fortuna
dormivano entrambi con la canottiera, e si cambiarono solo i pantaloni.
Ma il vero
problema venne quando i misero a letto.
Dovettero
avvicinare i due letti, anche se Kanda era contrario, ma cosa poteva farci?
Spensero la
luce e finalmente si rilassarono. E’ quello che vorrei dire, ma non fu affatto
così…
<<
Ahia! BaKanda, non girarti dall’altra parte, altrimenti casco dal letto!
>>
<< Non
tirare il braccio, Moyashi! >>
<< Non
posso certo dormire con il braccio teso fuori dal letto, scemo! >>
<< Come mi hai chiamato…? >>
<< N…no, niente, non ti ho
chiamato in nessun modo…! >>
La mattina dopo si svegliarono
entrambi ai piedi del letto, e arrivarono alla soluzione che, tra tutti i tira
e molla che c’erano stati, erano caduti a terra.
Sorse un altro problema quando Kanda
decise di andarsi a lavare.
<< Ehi! Così non vedo niente!
>> Si lamentò Allen, quando Kanda gli mise una sciarpa – presa da chissà
dove – sugli occhi.
<< E’ proprio questo lo scopo,
Moyashi! Non ho affatto voglia di spogliarmi con te che mi guardi! >>
Rispose Yu, che aveva decisamente ragione.
<< Uff… Ok, ma sbrigati.
>> Disse Allen scocciato.
Kanda si sciolse i capelli corvini,
che andarono a toccare il viso di Allen.
<< Ehi! Oh.. E’ morbido, cos’è?
>>
<< Sono i miei capelli, idiota!
>>
<< Wow, non pensavo fossero così…
morbidi… sembrano seta… *o* >> Disse Allen, accarezzandoli.
Solo che, compiendo quell’azione,
scatenò l’ira del proprietario, che glieli prese dalle mani molto poco
gentilmente.
Appena Kanda ebbe finito, Allen si
tolse la sciarpa dagli occhi, e vide che il più grande si era messo una
maglietta che si apriva sotto alle braccia, così da facilitare le cose.
Kanda si mise la sciarpa sugli occhi
controvoglia, e aspettò che Allen avesse finito di lavarsi.
<< Kanda… senti, io non ho una
maglietta che si apre sotto il braccio, e non posso vestirmi. >> Disse
Allen dopo un po’, togliendo la sciarpa dagli occhi del giapponese.
<< Uff… Per oggi te ne presto
una io, che ne ho un’altra, ma vedi di procurartela, altrimenti ti faccio
andare in giro in canottiera! >> Rispose Kanda, rovistando nel proprio
armadio. << Tiè. >> Disse porgendogli una maglietta simile alla
propria.
<< Grazie… >>.
<< Ehi, BaKanda, mi sta un po’
larga. >> Disse Allen appena la ebbe indossata.
<< E grazie che ti sta larga, è
due misure più grande di te! >> Rispose Kanda, sempre acido.
Uscirono dalla camera.
<< Ora dove andiamo? >>
Chiese Allen.
<< Da Komui a farci fare le
nuove uniformi e a vedere se ha trovato il modo di liberarci. >> Rispose
Kanda.
<< Yuuuuuuuuu!!!!
Alleeeeeeeeeeeeeen!!! >>
I due sentirono la voce di “qualcuno”
dietro di loro, e quel “qualcuno” non era molto desiderato al momento…
<< Ehi, ragazzi, Komui mi ha
detto cosa vi è successo! Volevo venire da voi ieri sera, ma il vecchio mi ha
dato da lavorare… Oh, Allen, quella maglietta è di Yu? >> Disse Lavi
sorpreso.
<< Si, me l’ha prestata.
>> Tagliò corto Allen, lasciando di stucco l’amico.
<< Ora dobbiamo andare, ci
vediamo dopo, Lavi! >>.
Così dicendo i due si allontanarono e
si diressero verso lo studio di Komui.
<< Complimenti, siete rimasti
vivi entrambi! >> Disse Komui appena li vide entrare dalla porta.
<< Ci servono due uniformi
nuove, queste non si possono più usare. >> Disse Kanda, mettendo le loro
uniformi sulla scrivania di Komui, contribuendo al disordine generale.
<< Perché? A me sembrano ancora
buon- Oh… Ecco perché. Tranquilli, ieri ho già provveduto a farne una nuova per
Kanda immaginando il problema, che si apre sotto le maniche. Per te, Allen,
bisognerà aspettare fino a domani. >> Disse ancora Komui, notando i due
tagli sulle maniche.
<< KOMURIN EX II, PORTAMI
L’UNIFORME CHE HO FATTO IERIIII!!! >> Gridò il supervisore.
Allen sbiancò e Kanda mise una mano su
Mugen d’istinto.
Un robot quasi identico a Komui, ma
con due martelli al posto delle mani e una borsa enorme si avvicinò a loro.
<< No… Non sta passando Linalee,
non avremo proble- >> Allen non riuscì a finire
la frase che una voce si sentì dal corridoio.
<< Fratelloooo!!
>> Era appunto Linalee.
Ovviamente Komurin prese la tazza del
caffè di Komui, e, come al solito, perse il controllo.
Ma, cosa che sbalordì tutti i
presenti, esplose.
<< Ho installato un programma di
autodistruzione, nel caso perdesse il controllo. >> Spiegò Komui.
Erano tutti estasiati dalla cosa,
soprattutto il caposezione Reever.
<< Ahhhh!
Per una volta il nostro boccoloso ha fatto qualcosa di buono!!! >> Disse
al colmo della felicità, ma subito si accorse che qualcosa non andava.
<< Ehi, dove sono finiti Allen e
Kanda? >> Chiese il caposezione.
<< Coff! Coff! >> Si sentì
dalla nuvola di fumo presente intorno alle fiamme dei resti di Komurin Ex II.
<< Oh no! Sono stati colpiti
dall’esplosione! >> Disse Johnny.
Appena il fumo si dissolse, la sezione
scientifica si accorse che Allen era a terra, la sua maglietta – che poi era di
Yu – era completamente bruciata e anche la sua pelle riportava diverse
scottature.
Kanda era seduto vicino a lui, e
tentava di rialzarsi.
<< Ragazzi, tutto bene? >>
Chiese Reever, per accertarsi della salute dei due.
Entrambi si alzarono e si
allontanarono dai resti di Komurin, Allen tremando dal freddo (era rimasto
senza maglietta) e Kanda mettendo a posto Mugen, che aveva tirato fuori quasi
involontariamente.
<< Uff… La sezione scientifica
sa fare solo danni. >> Disse Kanda, confermando la propria teoria e prendendo
da terra la propria uniforme, che gli era caduta dalle mani e indossandola.
I due ragazzi si avviarono fuori, e
Allen si accorse che faceva veramente molto freddo.
Iniziò a tremare, ma sentì qualcosa di
caldo posarsi sulle proprie spalle.
Girò lo sguardo e si accorse che era
l’uniforme di Kanda.
<< Kanda! Io non… E’ la tua
uniforme… >> Cercò di protestare sapendo che in quel modo sarebbe stato
il compagno ad avere freddo, ma Kanda non volle sentire ragioni.
<< Tienila sulle spalle finchè
non arriviamo in camera, e non ti lamentare! >> Disse il più grande,
facendo apparire un leggero rossore sulle guance dell’albino.
Allen sorrise.
<< Grazie… >>.
Appena arrivarono, Allen si tolse
l’uniforme di Kanda dalle spalle, e il giapponese si avvicinò a lui.
<< E-ehi…! >> Disse Allen
avvampando.
<< Idiota, ti sto controllando
le ustioni. O preferisci che lo faccia la capo-infermiera?! >> Si
innervosì Kanda.
<< N-no… Grazie ancora… >>
Arrossì Allen abbassando lo sguardo.
Kanda fasciò per bene le scottature
del più piccolo, e mentre metteva l’ultima fascia, chiese una cosa che sbalordì
Allen.
<< Perché ti sei messo davanti a
me, nel momento dell’esplosione? >>.
<< B-Bè… L-L’ho
fatto involontariamente… >> Mentì Allen.
<< La verità. >> Disse Yu,
consapevole che quella era una bugia.
<< …… E’ solo che… Non volevo
che tu venissi colpito… >> L’albino era tutto rosso, e, anche se non lo
avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, Kanda lo trovò adorabile.
<< Sai che io posso rigenerarmi
in fretta. Non avresti dovuto. >> Disse Kanda.
Allen abbassò lo sguardo.
Kanda si era girato a buttare nel
cestino la carta con la quale aveva bagnato le ustioni.
<< Comunque grazie. >>
Disse tutto d’un fiato.
<< Cosa..? >> Sussurrò
Allen sbalordito.
<< Hai capito bene, e non lo
ripeto. >> Rispose il più grande, riprendendo la propria freddezza.
L’inglese sorrise.
<< Era questo che intendevo
l’altra sera, quando ti ho detto di non chiuderti in te stesso. >>.
Kanda si stupì delle parole del
ragazzo, ma non disse niente.
Allen si rivestì, e i due ragazzi si recarono
in mensa.
Spazio autore:
Eccomi con il secondo capitolo!!
Si, lo so che la storia delle
magliette che si aprono sotto le braccia è un po’ scema, ma quando mi sono
accorta che non avrebbero potuto cambiarsi sono letteralmente entrata in crisi…
Spero che anche questo capitolo vi sia
piaciuto! ^w^
<< Siamo spiacenti, ma lo chef Jerry è malato, ci sarà una sostituzione e
sarà possibile ordinare un solo piatto a persona. >> Annunciò una
voce attraverso un golem.
<< E ti pareva… >> Si
lamentò Kanda.
<< Povero Jerry… E povero me! Morirò
di fame!! >> Disse Allen.
Appena i due riuscirono ad avvicinarsi
al nuovo chef, ordinarono quello che volevano.
<< Una soba. >> Disse
Kanda.
<< Io prendo Mochi, Salsicce
arrosto, Pollo con patate… >> Iniziò Allen, ma venne subito interrotto
dallo chef.
<< Frena, frena ragazzo. Non hai
sentito quello che hanno detto? Un piatto solo a persona. >>.
<< Oh… Allora… il pollo…
>> Mugugnò l’albino.
Lo chef rientrò un secondo, per poi
tornare con il cibo ordinato.
<< Ecco qua. >> Disse.
<< Grazie… >> Disse Allen.
I due ragazzi si andarono a sedere, e
iniziarono a mangiare.
Allen finì il pollo prima che Kanda
riuscisse a toccare la propria soba.
<< Ahhh…
Che fameee… >> Gemette il più piccolo, mentre
la sua pancia brontolava.
Kanda allora allontanò la soba da sé,
e la mise davanti ad Allen.
<< K-Kanda! Ma tu… >>
<< Non ho fame. >> Disse
Kanda.
<< Ma… >>
<< Non l’ho toccata, mangiala.
>>
<< No, non posso! E’ la tua
cena… >> Protestò il più piccolo.
<< Ti ho detto che non ho fame!
Muoviti! >> Lo sgridò Kanda.
Alla fine Yu convinse Allen a mangiare
la sua soba minacciandolo con Mugen, e appena ebbe finito, tornarono in camera.
Si sentì bussare alla porta.
<< Avanti. >> Disse Allen.
<< Scusate, ma abbiamo bisogno
del letto giù in infermeria. >> Disse uno della sezione scientifica,
prendendo il letto di Allen insieme ad un altro uomo, probabilmente un finder.
<< E.. e io dove dormo??
>> Disse l’albino.
<< Mi dispiace, ma è urgente.
>> Disse il finder.
I due uscirono, lasciando i ragazzi a
fissare la porta chiusa come due idioti.
<< … e ora? >> Chiese
Allen.
<< … Dormi sul mio letto.
>> Disse Kanda, molto scocciato.
<< E tu?? >>
<< Dormiremo in due, idiota!
>>
<< Cosa?! >>
<< Muoviti prima che cambi idea
e ti tagli il braccio pur di separarmi da te. >> Rispose Kanda acido.
<< V-va bene… >>
Si cambiarono e si misero a letto, il
più lontano possibile l’uno dall’altro.
<< Mana! >> Allen corse verso di
lui, che lo aspettava a braccia aperte.
Era tornato un bambino, come allora.
Tentò di abbracciare Mana, ma appena lo sfiorò
con un dito, scomparve, come era apparso.
Apparvero tutti quelli che Allen conosceva.
Komui, Lavi, Bookman, Reever, Johnny, Jerry, Crowley, Miranda…
Quel bambino correva da una parte all’altra,
tentando di toccarli, ma al suo tocco tutti scomparivano.
Il piccolo era in lacrime, quando una mano gli
si posò sulla spalla.
Si girò e vide un bambino poco più grande di
lui, con un caschetto di capelli corvini e gli occhi a mandorla blu scuro.
Aveva un tatuaggio sul petto, all’altezza del
cuore, l’OM.
Il cuore di Allen si riempì di amore e
felicità.
Il bambino gli tese una mano sorridendo, e i
grandi occhi argento dell’albino si riempirono nuovamente di lacrime,
brillando. Ma stavolta erano lacrime di gioia. Gioia di vedere lui.
<< Vieni con me, Allen.
>>
<< Yu… >> Lo chiamò così, non
Kanda, ma Yu.
Nemmeno lui si spiegò il perché.
Allen esitò a prendere la mano del bambino.
Temeva che sarebbe scomparso come gli altri, e non voleva. Voleva restare a
guardarlo, parlargli, toccarlo.
Eppure qualcosa lo frenava, forse la paura di
vederlo scomparire.
Si fece forza, ma quando stava per toccare la
sua mano candida, ogni cosa si dissolse, lasciandolo al buio, tremante.
Pianse. Cercava con tutte le forze di
trattenere i singhiozzi insistenti, per non svegliare Kanda, che dormiva
accanto a lui.
Allen si girò dall’altra parte,
facendo attenzione a non tirare il braccio al quale era legato il filo rosso.
Non riusciva a smettere di piangere,
quando sentì due braccia stringerlo, con una tenerezza quasi surreale.
Le mani si toccarono, e Allen si
accorse il mignolo di quella sinistra era legato al proprio, con il filo.
<< Cosa c’è che non va? Perché
stai piangendo? >> Una voce calda e sicura gli arrivò all’orecchio,
quelle parole sussurrate lo fecero sentire importante, perché erano state dette
per lui, erano sue e di nessun altro.
<< Kanda… sei tu..? >>
Sussurrò l’albino.
<< No, guarda, è l’Angelo
Gabriele che è venuto a dirti che sei incinto! >> Si arrabbiò la voce da
dietro.
Allen rise.
<< Hai appena fatto una battuta,
sai? Wow, sei un comico inconsapevole! >> Scherzò il più piccolo.
Kanda sorrise nel buio, per la prima
volta all’albino.
Allen non lo vide, ma lo percepì.
<< Ti ho svegliato? >>
Chiese l’inglese.
<< No. Ho fatto un sogno.
>>
<< Anch’io. >>
Avevano fatto lo stesso sogno.
Kanda gli aveva veramente teso la
mano.
<< Ho paura che tu scompaia come
gli altri. >>
<< Non lo farò. Non ti
abbandonerò, resterò con te. Ti resterò accanto, per sempre… >>
<< Davvero? >>
<< Davvero. >>
<< Grazie… Ti voglio bene.
>>
<< Anch’io. >>
Allen si perse in quell’abbraccio,
sempre più intenso, e allo stesso tempo sempre più dolce.
<< Non voglio lasciarti.
>>
<< Ti prometto che, anche se ci
dovessimo separare, tornerò sempre da te. >>
<< …Grazie… >> Allen
pianse di nuovo, ma questa volta tra le braccia rassicuranti di Yu.
Quell’abbraccio… lo avrebbe ricordato
per tutta la vita.
Il Filo Rosso del Destino esiste
veramente. Loro erano legati insieme fin dalla nascita.
Non era stato un caso che Komui
facesse quell’invenzione, e nemmeno che la provasse su Kanda.
Non era stato un caso nemmeno che il
filo si legasse ad Allen.
Sarebbe successo comunque. Avrebbero
imparato ad amarsi, in ogni caso.
Allen e Kanda. Due vite, un destino.
I-N-S-I-E-M-E.
Le loro labbra si avvicinarono, e si
toccarono per la prima volta.
Erano morbide e calde, combaciavano
alla perfezione, quasi fossero state create apposta per unirsi.
Il baciò durò pochi secondi, ma ad
Allen sembrarono ore.
Le labbra di Yu lo avevano come
rapito. Ora non era più in grado di tornare alla realtà, avrebbe continuato a
rivedere quella scena al rallentatore per mille volte, forse anche di più.
Non lo avrebbe mai scordato. Sarebbe
rimasto impresso nella sua mente… per sempre.
Spazio autore:
Lo so, questo è un capitolo
mostruosamente OOC, non c’è bisogno di dirmelo… Comunque l’ho inserito tra gli
avvertimenti, quindi non credo ci siano problemi.
Se volete farmelo notare, fatelo pure,
basta che recensite!! Mi raccomando!
Kanda si svegliò, mentre Allen
continuò a dormire come un ghiro tra le braccia del più grande.
La porta si spalancò, e a Kanda venne
un infarto per lo spavento. Non poteva certo farsi trovare così, abbracciato al
Moyashi.
Ma ormai era troppo tardi, perché
Komui era già dentro con un’espressione soddisfatta in volto.
<< Eheh!
Vedo che la mia invenzione funziona, eh! E tu, Kanda-kun, non ci credevi!
>> Disse come se niente fosse.
Allen intanto si era svegliato, ma
aveva fatto finta di dormire ancora.
<< Chi. Ti. Ha. Dato. Il.
Permesso. Di. Entrare?! >> Disse Kanda.
Allen, sempre fingendo di dormire e
facendo attenzione a non farsi scoprire, tirò piano la maglietta del pigiama di
Yu, facendolo avvicinare a sé.
<< Che cosa ci fa qui Komui?!
>> Sussurrò più piano possibile nell’orecchio del giapponese.
<< Non ne ho idea, ma ora lo
faccio uscire a suon di Mugen! >> Rispose Kanda sempre sussurrando.
<< Ohh!!
Allen-kun! Sei sveglio anche tu! >> Disse però Komui.
Allen era stato scoperto.
<< Ragazzi, che cos’è tutto
questo chiasso qui dentr-OH! YU! ALLEN! CHE COSA
STATE FACENDO?!?!?!? >> Si spaventò Lavi, vedendoli.
<< Sono stati uniti dal Filo
Rosso del Destino! >> Disse Komui con aria sognante.
<< Smettetela di fare gli idioti
e uscite da questa stanza, prima che vi faccia a fette con Mugen. >>
Disse Kanda.
<< Ehi! Aspetta! Prima mi devi
delle spiegazioni! Pensavo che tu odiassi Allen! >> Disse Lavi,
pretendendo giustamente delle spiegazioni.
<< Non c’è proprio niente da
spiegare, quindi fatti i gli affari tuoi e vattene. >> Rispose Kanda,
“gentile” come al solito.
<< Ma… >>
<< Niente ma! Uscite! >>
I due allora uscirono dalla stanza, ma
non erano così stupidi.
Infatti Komui aveva fatto un piccolo
scherzetto ai due ragazzi…
<< Vieni con me! >> Disse
Komui a Lavi.
<< Eh? >>
<< Ho piazzato un golem
inventato da me, minuscolo e introvabile. Non lo scopriranno mai! Quindi, ora
andiamo nel mio studio e vediamo cosa fanno! >>
<< Come?? Ma questa è violazione
della privacy!! >> Disse Lavi.
<< Nooo!
Tanto loro non sapranno niente. >>
<< Komui, stiamo rischiando
seriamente la vita… >> Disse il rosso quando vide Kanda avvicinarsi ad
Allen nel letto, attraverso un piccolo schermetto al quale il golem trasmetteva
le immagini.
Ma ora lasciamo stare i due spettatori
indesiderati, e torniamo ai nostri due pucci.
I due si erano alzati dal letto e si
erano cambiati, ed erano pronti per scendere in mensa.
Allen guardò in viso il giapponese, e
notò una cosa.
<< Kanda… Sei un po’ pallido.
>> Disse l’albino.
Il più piccolo si accorse che Yu stava
sudando, e il suo respiro era affannato.
Kanda si portò una mano al cuore, dove
era il tatuaggio (che era diventato molto più grande), e cadde a terra.
<< KANDA! >> Gridò Allen.
Lo vide a terra completamente inerme,
e rimase sconvolto.
Si rese conto di quanto fosse
indifeso, e che probabilmente la morte avrebbe potuto fargli visita in
qualsiasi momento.
Non voleva. Non voleva assolutamente
perderlo.
<< Kanda! Kanda, alzati!
>> Gridò di nuovo, chinandosi a scuoterlo.
<< A-Allen… s-scappa…! >>
Mormorò il giapponese, prendendo la katana e tagliando il filo rosso.
Allen non seppe come fece, ma non
volle assolutamente andarsene.
<< Kanda, che ti succede??
Alzati, ti prego! >> L’albino aveva le lacrime agli occhi, ma il più
grande non si muoveva.
<< I-il Conte… v-va’ via..!
>>
<< NO! Non voglio che tu venga
ucciso perché io non sono stato in grado di proteggerti! Voglio essere forte… A
costo di incontrare il Conte del Millennio e guardarlo negli occhi… io non ti
lascerò qui! >> Disse ancora Allen, piangendo disperato.
Il più piccolo tentò di alzare il
giapponese da terra, ma riuscì solo a farlo mettere seduto.
<< T-ti prometto… che tornerò da
te… Qualsiasi cosa succeda… M-ma ora scappa… Allen, scappa! >> Una
lacrima bagnò il viso di Kanda. Da tanto tempo non succedeva.
Erano tanti anni che non provava
questo dolore, in altri tempi avrebbe combattuto senza fregarsene di niente e
nessuno, anche a costo di morire, tanto non aveva niente da perdere. Ma ora
aveva qualcosa da proteggere.
Quello che per lui era più prezioso di
qualsiasi tesoro, più importante di qualsiasi battaglia, più indispensabile
dell’ossigeno.
Gli stava a cuore più della propria
vita, sarebbe stato capace di vendersi al nemico pur di salvarlo.
Proprio per questo doveva
sopravvivere.
Le loro labbra si toccarono di nuovo,
in un bacio disperato.
La porta si spalancò, e Lavi e Komui
entrarono.
<< Presto, Allen, esci di qui!
E’ stato introdotto un gas letale, potresti morire! Lavi, tu prendi Kanda!
>> Disse Komui.
<< Kanda…! >> Allen
piangeva ancora.
Il giapponese ora giaceva in un letto
dell’infermeria, accanto a quello di Allen.
Poco prima era arrivato Lvellie, che
voleva parlare con Komui. La cosa preoccupava molto l’albino, che si era
svegliato da poco.
Aveva sentito nominare il nome di
Kanda, quando Lvellie aveva parlato al supervisore, e lo aveva guardato.
Il più grande ora dormiva tranquillo,
il suo viso aveva ripreso il colore originale e il tatuaggio era tornato delle
dimensioni nomali.
<< …Prenderemo il soggetto Yu
Kanda in consegna. Dovrà presentarsi alla sede Asia domani, non accetto alcuna
lamentela. >> Disse Lvellie.
Komui abbassò lo sguardo.
<< Non potete farlo… E’ un
esorcista, ma per prima cosa è una persona! E’ solo un ragazzo, ha il diritto
di vivere la sua vita! Non potete fare esperimenti su di lui come fosse un
animale! >> Replicò il supervisore.
<< Lui è una bambola sotto la
volontà dell’Ordine, se si decidesse di ucciderlo, lui verrebbe ucciso senza
pietà. >> Disse Lvellie con un sorriso maligno.
<< No… >>
<< Si, invece… Vedete di farlo
arrivare, o sarà peggio per voi. >> Così dicendo, Lvellie si allontanò, e
uscì dallo studio del supervisore, che imprecò contro di lui a bassa voce.
Erano passati alcuni giorni, e Kanda e
Allen erano nelle loro camere.
Allen sentiva un po’ la mancanza di
Kanda, in fondo gli piaceva dormire insieme a lui.
Kanda sentì bussare alla propria
porta, e, anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno a sé stesso, sperava fosse
Allen.
<< Chi è? >> Chiese.
<< Sono Komui. >> Aveva la
voce grave.
<< Se è un’altra di quelle tue
invenzioni, scordati di entrare. >> Disse Kanda.
<< Non è quello. Forse è molto
più grave. Ti aspetto nel mio studio tra un quarto d’ora. Chiama anche Allen,
forse è meglio informare anche lui. >> Disse Komui.
<< …Va bene. >>
Poco dopo, i tre si ritrovarono nello
studio di Komui, un po’ preoccupati.
Il supervisore spiegò loro la
situazione.
<< Nella camera è stato introdotto
un gas letale, credo sia il gas che fuoriesce quando viene distrutto un Akuma.
E’ stato indubbiamente portato lì dal Conte del Millennio. Il suo obbiettivo
non eravate voi in particolare, dato che è stato trovato anche nelle altre
camere degli esorcisti, che sono stati fatti evacuare dopo quello che è
successo a voi. Questo gas è finito nel corpo di Kanda, ma per fortuna siamo
riusciti ad espellerlo. Ora vogliono studiarlo per capire bene cos’è, ma
Lvellie vuole vedere anche qualcos’altro. E’ già tutto pronto nella sede Asia.
>>
<< Lvellie verrà a prendere
Kanda tra mezz’ora… Non so bene cosa vogliono fare, e non posso assicurare che
torni qui. >>
Allen spalancò gli occhi. Stava quasi
per piangere, quando il più grande gli prese la mano.
Ma anche lui aveva lo sguardo basso.
<< Quindi non si sa cosa
vogliono farmi. Non sono una bambola per bambini, sono capace di tornare qui
anche da solo. So difendermi. >> Disse Kanda.
<< Kanda, per favore… Non
ribellarti a loro…potrebbero anche
ucciderti. >> Disse invece Komui.
<< Ascolta, Kanda… Io non voglio
che tu muoia… Se non torni qui, vengo io lì e ti riporto indietro! >>
Disse Allen.
<< No. Potrebbe essere
pericoloso, tu non devi nemmeno avvicinarti, o appena torno, ti squarto con
Mugen! >> Disse Kanda.
Allen sorrise tristemente.
<< Si… Perché tu tornerai, non è
vero? >> Sussurrò l’albino.
<< Te l’ho detto, no? Qualsiasi
cosa succeda, anche se ci dovessimo separare, tornerò sempre da te. >> Lo
rassicurò, o almeno ci provò, il più grande.
A quel punto Allen scoppiò a piangere,
tra le braccia di Kanda.
Komui lo guardò e annuì, facendo
intendere che potevano andare.
I due ora erano sul balcone della
camera di Kanda, dove erano stati il primo giorno quando si erano legati
insieme.
<< Kanda… Tu tornerai, vero..?
>>
Kanda sorrise tristemente.
Si tolse il braccialetto che aveva al
polso sinistro, e lo mise ad Allen.
<< Con questo ti prometto che
tornerò. >> Disse.
<< Kanda… >>
<< Mh? >>
<< Ti amo. >> Sussurrò
Allen, senza vergogna o timore.
<< Anche io, Allen. >>.
<< Non te l’ho mai detto…
>> Disse l’albino.
<< Già… >>.
Kanda prese delicatamente il viso di
Allen, come se fosse qualcosa di prezioso e lo avvicinò piano a sé.
Con gli occhi chiusi, lentamente le
loro labbra tremanti si toccarono, in un bacio dolcissimo, che a tratti
diventava più frenetico e appassionato, per poi tornare calmo.
Allen affondava le dita tra i capelli
di Kanda, che gli avevano sempre ricordato la seta, mentre il giapponese gli
lambiva le labbra, bloccandolo con il proprio corpo, e soffocandolo in un
abbraccio.
Si staccarono solo per riprendere
fiato, per poi concentrarsi in un altro bacio, più lungo e passionale.
Si staccarono piano, e Kanda notò che
Allen stava piangendo.
Per un momento pensò di aver esagerato
e di averlo spaventato o qualcosa del genere, ma l’albino lo abbracciò e pianse
tra le sue braccia.
Il più grande gli accarezzò i capelli,
e lo baciò sulla fronte, dove era la stella della maledizione.
Una folata di vento accarezzò i loro
visi, facendo muovere i loro capelli.
Un fiore di ciliegio si posò tra i
capelli di Kanda.
<< Tu sei come un fiore di
ciliegio. Così bello… >> Mormorò Kanda, prendendo il fiore tra le mani.
<< …Eppure così fragile. >>.
Kanda strinse un poco le dita, e i
petali volarono via, insieme al respiro del cielo.
Si sentì bussare alla porta.
<< E’ ora… >> Sussurrò Yu.
Allen si strinse a lui ancora di più,
e pianse lacrime di dolore.
Kanda si allontanò piano e aprì la
porta. Venne trascinato fuori, ma prima di chiudere la porta, sorrise per
l’ultima volta ad Allen, che lo guardava andare via con le lacrime agli occhi.
<< Ciao… >>
<< Ciao… >>
Erano passati due mesi dalla partenza
di Kanda, e Allen era drasticamente cambiato.
Non mangiava, a stento beveva. Non
sorrideva più e i suoi occhi erano sempre tristi, rossi e lucidi di lacrime,
tanto che Komui non lo mandava nemmeno più in missione.
Era entrato in uno stato di
depressione che faceva preoccupare tutti.
Spesso lo trovavano nella camera di
Kanda, disteso sul suo letto ancora sfatto, che nessuno aveva il coraggio di
rifare.
Non era stato mandato nemmeno nessuno
a ripulire un po’ la camera.
Era mattina, e Lavi stava cercando
Allen per vedere se si era ripreso almeno un po’.
Sapendo di non trovarlo nella sua
camera, si diresse verso quella di Kanda.
La porta era socchiusa, come si
aspettava, e l’aprì.
<< Allen…? >> Chiamò.
Lo vide disteso sul letto di Yu, le lenzuola
strette tra le mani, il viso bagnato di lacrime e gli occhi persi nel vuoto.
A Lavi piangeva il cuore a vederlo
così. Non sembrava nemmeno più lui.
<< E’ inutile che fai così… Ti
ho portato dei Mitarashi Dango, mangiali. Ultimamente sei molto dimagrito.
>> Disse il rosso.
<< Non ne ho voglia. >>
Rispose Allen, con la voce che tremava.
Lavi sospirò e si avvicinò a lui,
sedendosi sul letto.
<< So che ti manca molto, ma non
puoi ridurti così! >>
L’albino non rispondeva, ma una
lacrima bagnò ancora il suo viso.
<< Questo tuo comportamento mi
irrita. Devi vivere la tua vita! Se lui non tornasse più, tu cosa faresti?!
>> Si arrabbiò il rosso.
<< …Niente. >> Mormorò
Allen.
<< Mi stai dicendo che moriresti
così, senza reagire? >>
<< Si. >>
<< Non lo accetto. Mi fai
rabbia! Dove è finito il ragazzo di qualche mese fa?! Allora eri molto più
forte, ora sei un bambino che si piange addosso! Perché tempo fa reagivi al tuo
dolore, e ora non più?! Quando hai perso Mana, che cosa hai fatto? Hai
continuato a piangerti addosso, oppure hai deciso di diventare esorcista?!
Perché adesso non riesci più ad essere forte?! >> Disse Lavi arrabbiato,
stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
Ma Allen non rispondeva.
<< SMETTILA!! REAGISCI,
DANNAZIONE!! E’ INUTILE CHE FAI COSI’, LUI E’… >>
<< NON DIRLO!! >> Allen si
alzò di scatto, riprendendo vita all’improvviso.
<< Lui è ancora vivo, e
tornerà!! >>
Lavi non seppe cosa rispondere.
<< No… Sono passati due mesi,
Allen. Guarda alla realtà. >> Disse alla fine.
<< … Andrò alla sede Asia e lo
riporterò indietro. >>
Lavi spalancò gli occhi.
<< Non era questo che intendevo
quando ti dicevo di reagire… Allen… >> Disse il rosso.
<< Non mi fermerai, Lavi!
>>
Lavi lo guardò con dolcezza.
<< Lo so. Se proprio vuoi farlo…
Fa’ attenzione, mi raccomando. >>
Sapeva che non avrebbe potuto
fermarlo, e non voleva litigare ulteriormente con lui, così aveva preferito
lasciarlo andare.
<< Lavi… >>
<< Non farti scoprire da
Lvellie… Potresti finire male. Ehi, per qualsiasi problema, contattami sul mio
golem, eh! >> Disse il rosso, dandogli scherzosamente una pacca sulla
spalla.
<< Grazie… Sei un amico, Lavi.
>>
Lavi sorrise di nuovo.
<< E non far infuriare Yu, eh!
>>
Si sciolsero entrambi in una risata
liberatoria, mentre Allen usciva dalla camera.
L’albino corse nella propria camera,
per evocare l’Arca senza essere scoperto.
Chiuse la porta a chiave ed evocò il
gate.
In pochi secondi sparì, e si ritrovò
nell’Arca.
<< … Qual era la porta per la
sede Asia…? Mi pare questa… >> Entrò nella porta per la sede Asia, e si
ritrovò in un posto isolato della sede.
<< Uff… Meno male che non c’era
nessuno. >> Si disse sollevato.
<< W-WALKER??? >> Una voce
da dietro gli fece fare un salto di mezzo metro.
<< Ssssshhhh!!! Lou Fa!!! >>
Disse Allen, tentando di calmare Lou Fa che si era spaventata a morte vedendolo
apparire così.
<< Ahhhh!! Non mi ha chiamata “signorina”!!!
>> Sussurrò lei,
agitandosi ancora di più e arrossendo, ma non poteva sapere che Allen aveva una
relazione con un altro ragazzo. Ripeto, ragazzo.
<< Si vede che non ero proprio
così solo… >> Si disse Allen.
<< Senti, puoi aiutarmi? Sai
dove hanno portato Kanda? >> Chiese l’albino, stavolta rivolgendosi alla
ragazza, che si faceva tutti i suoi film mentali sul perché ora Allen le dava
del tu.
<< Oh! Perché, è stato portato
qui?? Io sinceramente non lo sapevo… Comunque potete chiedere al signor Bak,
lui lo saprà sicuramente! >> Rispose Lou Fa.
<< Grazie… Mi sai dire dov’è?
>> Chiese ancora Allen.
<< Si, come al solito è nel suo
studio! >>
<< Grazie ancora! >>
<< Di niente, signor Walker!
>>
Spazio autore:
Lou Faaaaaaaa!!! Yeeeh, finalmente sei
arrivata anche tu! Allen, fai attenzione a Lvellie, eh! Altrimenti Yu potrebbe
fare una brutta fine… ç_ç
Scusatemi per il ritardo, ma da adesso
in poi non pubblicherò più tutti i giorni, dato che devo scrivere i capitoli,
invece prima erano già pronti… E poi ho iniziato anche a scrivere un’altra ff
(YULLEN!).
<< Signor Bak…? >>
Sussurrò Allen, aprendo di poco la porta dello studio di Bak, ma quello che
vide lo sconvolse.
Spalancò gli occhi nel vedere Kanda in
ginocchio a terra, con la maglietta strappata, della quale non restavano miseri
frammenti, e con i capelli sciolti, con il corpo coperto di ferite e sangue,
con le mani legate dietro la schiena con delle catene. Ma la cosa che lo
spaventò di più fu che Lvellie era lì, e lo guardava con gli occhi più crudeli
e gelidi che si potessero immaginare.
<< Co…cosa… ma ch… >> Balbettò Allen, quando i profondi occhi del
colore della notte di Kanda incrociarono i suoi, e il suo cuore fece un balzo,
iniziando a battere a mille.
<< Idiota… Ti avevo detto di
restarne fuori e di non venire…! >> Disse Kanda ansimando.
<< Ti stavamo giusto aspettando,
Allen Walker. Allora anche il Quattordicesimo Noah ha dei sentimenti. >>
Disse Lvellie.
<< Neah… >>
<< Come? >>
<< Si chiama Neah! >>
Disse Allen, rendendosi conto di aver detto l’ultima cosa che avrebbe dovuto
dire in quel momento.
<< Sapevo che saresti venuto, in
fondo stavo perdendo la pazienza, e a breve il tuo amato Kanda sarebbe morto.
>>
<< Non ti azzardare… >>
(Sta’ zitto, Moyashi! Non mi piace di
essere salvato da te, e per questo già ti spetta una lezione, cerca di non
peggiore la tua posizione! NdKandaFuoriDallaStoria)
(Fai silenzio tu e fatti salvare,
stavolta tocca a me fare la parte dell’eroe! NdAllenFuoriDallaStoriaInsiemeAKanda)
(Moyashi dei mei stivali, appena mi
tolgono queste stupide catene, ti squarto! NdKandaFuoriDallaStoria)
(Smettetela tutti e due!! *sbatte a
entrambi una padella in testa* Avete la capacità di litigare nel momento
sbagliato, nel posto sbagliato e della cosa sbagliata!! Ora guai a voi se
litigate di nuovo in un modo simile, sono stata chiara?!?!?! NdYuki)
<< Siete entrambi degli idioti…
Sapete benissimo… che io non posso morire…! >> Disse Kanda, più diretto
ad Allen che a Lvellie.
<< Si… ma posso farti soffrire
ancora di più proprio per questo motivo. Mi servivi come esca, e ora sei una
specie di ostaggio. >> Disse Lvellie.
<< Dannazione…! >>
<< Qual è il tuo obbiettivo?!
>> Disse Allen.
<< …Tu, Quattordicesimo!
>> Così dicendo Lvellie afferrò il collo di Allen, e il ragazzo spalancò
gli occhi.
<< Non provare a toccarlo!!
>> Urlò Kanda, che ruppe le catene che gli imprigionavano le mani dalla
rabbia. (Come cavolo ha fatto????? O.O NdAllen) (E
chi è, l’Incredibile Hulk versione D. Gray-man??? O.O
NdYuki)
<< Ka…Kanda…! >> Disse
Allen.
<< Puoi ancora muoverti?!
>> Urlò Lvellie.
Kanda colpì Lvellie, che lasciò la
presa su Allen, cadendo all’indietro.
Il ragazzo afferrò il polso
dell’albino, ed entrambi corsero fuori dalla stanza.
Allen aveva le lacrime agli occhi.
Quando aveva visto Kanda, gli era sembrato quasi di svenire. Sembrava che non
avrebbe potuto nemmeno alzarsi in piedi, invece ora lo stava salvando, lo stava
portando via come se fosse lui quello a stare peggio.
Si ritrovarono a essere inseguiti
praticamente da tutti, e Kanda urlò << Evoca l’Arca!! Portaci in un posto
qualsiasi, basta che sia lontano da qui! >>.
<< Si…! >> Disse Allen.
Una luce li avvolse e scomparirono,
ritrovandosi stremati in un posto che in quel momento nemmeno ricordavano di
aver visto.
Sembrava un grande sotterraneo, loro
erano a terra sulla sabbia, accanto a un oggetto che, all’inizio, non
riconobbero.
Poi, dopo essersi ripresi un po’, si
accorsero che era una bambola.
<< Lala?! >>
<< Siamo a Matera… il luogo
della nostra prima missione, ricordi? >> Disse piano Kanda.
<< Già… E’ qui che ho iniziato
ad amarti… >> Sussurrò Allen.
Kanda si sorprese per un attimo, poi
il suo sguardo si rilassò in un sorriso.
Si avvicinò piano ad Allen, e un bacio
li unì di nuovo, ma questa volta decisero di non separarsi mai più.
<< Kanda… Tieni, te lo
restituisco. >> Disse Allen, porgendo il braccialetto che Kanda gli aveva
dato il giorno in cui era partito.
<< No, tienilo tu. >>
<< Ma è tuo, ora sei qui, no?
>>
<< Si, ma non ho mantenuto la
mia promessa. Sei stato tu a venirmi a prendere. >>
Allen si sorprese, per poi appoggiarsi
alla spalla del più grande e addormentarsi.
Kanda gli accarezzò i capelli con
affetto, e lo baciò sulla fronte.
La mattina dopo Allen venne svegliato
da un insistente picchiettare sulla sua spalla.
<< Mhh…
Che c’è..? Oh, Tim, sei tu. >> Disse ancora mezzo addormentato.
<< Oh? Komui vuole che torniamo
immediatamente all’Ordine? ...Digli pure che per ora abbandoniamo il nostro
incarico di esorcisti. >> Disse Allen sorridendo a Kanda, che era dietro
di lui.
<< Forse un giorno ritorneremo…
magari quando l’Ordine Oscuro tornerà la nostra Home di una volta. >>
Cinque anni dopo…
Allen era davanti alla sede centrale dell’Ordine
Oscuro, e Kanda era dietro di lui.
<< Ehi, ragazzi! Siamo tornati!
>> Disse Allen, sicuro che qualcuno da dentro lo avesse sentito.
La porta si spalancò, e tutto il
Quartier Generale era lì, chi con un’espressione omicida in volto, chi con un sorrisone,
chi con le lacrime agli occhi.
<< ALLEEEEEEEEN!!!
YUUUUUUUUUUUU!!! MI SIETE MANCATIIII!!! >> Gridò Lavi correndo ad
abbracciarli, e rischiando la vita per colpa di Mugen.
Ma appena Kanda si spostò un poco,
Lavi si bloccò.
<< Ehi, chi sono questi due
bambini qui dietro?? >> Disse indicando due ragazzini sui sette anni, uno
dai capelli che gli arrivavano sulle spalle biondi, e uno dai capelli neri che
gli arrivavano a metà schiena, legati in una coda.
<< Papii,
chi è questo tizio? >> Disse il bambino dai capelli biondi stringendosi
ad Allen.
Il bambino dai capelli neri, che era
stato tutto il tempo nascosto dietro a Kanda, invece si mise davanti a Lavi.
<< … Usagi-chan. >> Disse
solo indicandolo.
<< Ehi, è così piccolo… Ciao
piccolino, come ti chiami? >> Disse Linalee avvicinandosi al bambino dai
capelli più lunghi, ma lui, a giudicare dalla faccia che fece, non la prese
tanto in simpatia.
<< Io sono una ragazza, brutta
idiota. >> Disse infatti molto acidamente, facendo scappare via in
lacrime Linalee.
Probabilmente tutti avevano dato per
scontato che fosse un maschio perché assomigliava a Kanda.
<< Woow,
che carini! Li hai partoriti tu, Yu? >> Disse Lavi.
A Kanda balenò nella testa l’idea di
ucciderlo. Ma per davvero stavolta.
Allen, intuendo l’aura omicida del
ragazzo, si affrettò a coprire gli occhi ai due bambini.
<< MUORI CONIGLIO IDIOTA CHE NON
SEI ALTROOOO!!!!! >>
<< Non fraintendete… Loro sono
solo dei trovatelli che giravano da soli per strada… hanno perso i genitori in
un incendio, e io e Kanda abbiamo deciso di tenerli. >> Spiegò Allen
tenendo in braccio il bambino biondo, mentre la bambina dai capelli neri
cercava di convincere Kanda a farsi prendere in braccio, e riuscendoci dopo un
po’.
<< Lui è Shuri, ed è il fratello
di Yuukyo. Hanno entrambi sette anni, e credo posseggano l’Innocence. >>
<< Beeeene…
Shuri-chan e Yuu-chan! >> Disse Lavi.
<< … Usagi. >> Dissero
Shuri e Yuukyo, indicandolo.
<< Allora entreranno a far parte
della nostra grande famiglia!!! >> Disse Komui, che era stato tutto il
tempo ad ascoltare.
<< Si! >>
I due bambini si trovarono molto bene
all’Ordine, facendo amicizia con tutti.
Ad esempio presero molto in simpatia
Timothy, dato che avevano più o meno la stessa età, e insieme si divertivano a
fare piccoli scherzi a Linalee, che ogni volta correva a piagnucolare da Kanda,
ma lui nemmeno la ascoltava.
Ovviamente i loro scherzi erano sempre
più cattivi, dal primo giorno che l’avevano vista era diventata una persona
molto odiata tra i piccoli.
Allen e Kanda intanto avevano problemi
maggiori da risolvere…
<< UN’ALTRA VOLTAAA???? >>
Quella mattina si erano ritrovati DI
NUOVO legati insieme.
Komui sarebbe morto molto presto…
Spazio autore:
OOC!!!!! Yeeeeeeeh!!!
Ve l’avevo detto che la storia era mostruosamente OOC. u.u
Coooomunque, eccoci arrivati al termine di questa ff!!!
Spero che qualcuno recensisca l’ultimo
capitolo, e ringrazio molto tutti quelli che mi hanno recensita fino ad ora,
tra cui rose princess, che mi segue fin dall’inizio!
Poi volevo ringraziare chi ha messo la
mia storia tra le preferite, seguite, ricordate eccetera eccetera eccetera…
Ah, un’ultima cosa super extra mega
importante: BE SHIT, LAVELLO!!!>XP