From the moment I met you, everything changed. di cmonjawaad (/viewuser.php?uid=161779)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one. ***
Capitolo 2: *** Chapter three. ***
Capitolo 3: *** Chapter two. ***
Capitolo 4: *** Chapter four. ***
Capitolo 5: *** Chapter five. ***
Capitolo 6: *** Chapter six. ***
Capitolo 7: *** Chapter seven. ***
Capitolo 8: *** Chapter eight. ***
Capitolo 9: *** Chapter nine. ***
Capitolo 10: *** Chapter ten. ***
Capitolo 11: *** Chapter eleven. ***
Capitolo 12: *** Chapter twelve. ***
Capitolo 13: *** Chapter thirteen. ***
Capitolo 14: *** Chapter fourteen ***
Capitolo 15: *** Chapter fifteen. ***
Capitolo 16: *** The end. ***
Capitolo 1 *** Chapter one. ***
« Lì,
Mia... divorziamo. » -Furono
queste le parole che mia
mamma ci disse quella sera del 30
Agosto.
Eravamo tutti e
quattro seduti attorno al
tavolo della cucina, avevamo appena finito di cenare.
Non era stata la
solita cena, questa volta
c'era anche mio padre, solitamente eravamo io, mia mamma e Mia;
in quanto mio padre
lavorava all'estero e si
spostava spesso, lo vedevamo regolarmente due settimane ogni due mesi.
La
prossima tappa sarebbe stata l'Inghilterra.
Quando sentii quelle
parole tutti i pensieri,
tutte le mie preoccupazioni di quella lunga estate si rivelarono esatti.
Sapevo che c'era
qualcosa che non andava, lo
sapevo da un pezzo.
Mia mamma era sempre
nervosa nell'ultimo
periodo, aveva anche cambiato completamente i suoi capelli, era passata
da un
castano appena tendente al rosso ad un rosso più scuro e li
aveva tagliati
almeno otto centimetri ora non le coprivano nemmeno tutto il collo.
Senza considerare che
ultimamente si chiudeva
in bagno e si sentivano dei singhiozzi seguiti da un colpo di tosse,
non osavo
chiederle che avesse, sapevo che mi avrebbe risposto sgarbatamente.
Mia mamma era una tipa
forte ed io le
assomigliavo in questo, a lei non piaceva molto aprirsi completamente
con
qualcuno, né tanto meno piangere davanti ad una qualunque
pinca pallina per poi
farsi consolare;
lei piangeva la notte,
bagnava il cuscino,
asciugava le lacrime poi si svegliava pronta a cominciare una nuova
giornata.
Ed io non facevo
diversamente.
Mia invece era
più sensibile, più ottimista
di me, forse, quindi non si aspettava mai il peggio dalla vita, ma la
vita non
è mai come ci si aspetta che sia, bisogna sperare il meglio
ma aspettarsi solo
il peggio, anzi forse non bisognerebbe nemmeno sperare.
Beh, io per tutta
risposta dissi « Ok.
Bene.
Lo sapevo, o meglio lo sentivo. »
Mia
invece iniziò a piangere, non se lo aspettava e
ovviamente io non le avevo detto nulla riguardo a un messaggio in cui
mia mamma
diceva a mio padre che aveva paura di dirci cosa succedeva, ed io
immaginai il
peggio ovviamente, ma le avrei solo provocato ore d’insonnia
senza un reale
motivo visto che non ero sicura del significato, del motivo di quella
preoccupazione.
Mio padre non disse nulla, mia madre cercava di consolare mia sorella,
io mi
alzai e andai a dormire.
Il motivo del divorzio lo capivo anche da sola, uno dei due aveva
tradito
l'altro, possibilmente mio padre.
Adesso il problema era scegliere, che fare della mia vita, stravolgerla
o
lasciarla così com'era?
Italia o Inghilterra? In quel paesino del sud o chissà in
quale meravigliosa
città?
Misi le cuffie, e mi addormentai così, raccontando tutto il
mio dolore ad uno
stupido essere inanimato che si trovava sotto la mia testa e mi teneva
compagnia ogni sera.
La
mattina mi svegliai alle otto, non avevo
dormito molto;
Guardai le camere: Mia dormiva, o almeno così sembrava; Mia
mamma era in camera
sua, non osai aprire la porta.
E mio padre? Cazzo, se n'era andato. Le sue cose non c'erano, lui non
c'era.
Cercai in bagno se c'erano le sue cose, ma niente. Niente dopobarba,
niente
lamette, niente profumo, niente di niente.
Mi sedetti sullo scalino del bagno e iniziarono a scendermi le lacrime.
Alzai la testa e c'era mia mamma a guardarmi, mi alzai e l'abbracciai.
Io ero innamorata di mio padre, lo ero stata da piccola e lo ero
ancora, lo
adoravo, certo non era il tipo di padre che si poteva definire
"modello", almeno non più, lo era stato fino ai miei dieci
anni, poi
aveva iniziato a spostarsi per lavoro e si faceva sentire sempre di
meno, ma mi
mancava ogni istante della mia esistenza, ero la sua piccolina, io e
lui
avevamo qualcosa di speciale a legarci, era diverso rispetto al legame
tra lui
e Mia, non che non le volesse bene, ma io ho sempre saputo o me ne ero
convinta
che mi preferisse almeno di un briciolo.
E mia mamma sapeva quanto ci tenessi.
Il resto della giornata passò lentamente, tutti per i fatti
nostri, non ci
rivolgemmo la parola, né tanto meno pranzammo.
Io mi limitai a farmi un panino, leggere, stare al pc e sgranocchiare
patatine,
tutto ciò con le cuffie alle orecchie.
Adoravo
la musica, mi aiutava a riflettere e a
rilassarmi. Era come una scappatoia dal mondo.
-
Era
iniziata la scuola da un mese circa.
Le cose erano parecchio diverse dall'anno precedente;
Specialmente con Sofia, la mia migliore amica, o almeno credo.
Era da un pezzo che tutto andava per il verso sbagliato;
Con Sofia i rapporti diventavano sempre più freddi, era un
processo che non
riuscivamo a bloccare.
Poi lei aveva Claudia, era una ragazzina bassina e robusta, capelli
lunghi e
castani e occhi neri... si conoscevano da quando erano piccole, avevano
un bel
rapporto e nell'ultimo mese si era fatto ancora più stretto.
E io non potevo
fare a meno di esserne gelosa, la conoscevo dalle elementari e avevo
fatto di
lei il centro della mia esistenza, avevo qualche amica, certamente, ma
nessuna
era paragonabile a lei in fatto di importanza.
Io le avevo fatto capire più volte quanto tenessi a lei, ma
era come se lei non
mi volesse ascoltare e intanto mi faceva stare sempre peggio.
Si stava finendo tutto, in un certo senso.
Forse si era stancata di me, daltronde erano quasi dieci anni che mi
sopportava, dovevo aspettarmelo.
Eppure non ho mai voluto che il nostro rapporto cambiasse e
perciò non mi ero
preparata ad essere abbandonata, rimpiazzata... dimenticata, diciamo.
Quindi ora che lei se ne stava andando, una buona parte della mia vita
era
andata a puttane, tutto tempo perso.
Avevo un'altra amica stretta qualche tempo prima, ma l'avevo trovata a
pomiciare con il mio ragazzo... ma questa è un'altra storia.
Sì, sono davvero brava a trovare le amiche.
Negli ultimi mesi la mia vita era precipitata e io dovevo mettere un
freno a
questa caduta.
Il freno sarebbe stato cambiate vita, lasciare tutto quel caos
lì, in quella
città, e andare da qualche altra parte.
Cambiare pagina. O meglio... "quaderno".
Così un giorno mi alzai dal letto, era una domenica di fine
Ottobre, e con gli
occhi gonfi ancora con la matita della sera prima, sbavata, i capelli
arruffati
e il pigiama feci due caffé, ne diedi uno a mia mamma e le
dissi di ascoltarmi.
-Ehi ma'. Sono giunta a una decisione, abbastanza drastica. Sai
quest'ultimo
periodo non è stato buono per nessuno, prima il divorzio che
ci ha sconvolte
tutte, Mia soprattutto, ora fuma anche di più, io lo
immaginavo, cioé avevo
letto un messaggio...
-Lizzie...
-No, mamma, lasciami finire... quando me ne avete dato la conferma mi
è
crollato il mondo addosso, non sembrava, magari a papà l'ho
potuto nascondere,
ma tu mi conosci e sai che faccio finta di essere forte, che mi posso
tenere
tutto dentro ma prima o poi esplodo. La goccia che ha fatto traboccare
il vaso
è stato il fatto che il rapporto con Sofia sta andando in
pezzi- mi asciugai
una lacrima- e quel cretino di Andrea ha baciato quella, scusando il
termine,
troia. -sorridemmo.
-Va bene, ho capito, in conclusione... vuoi trasferirti? Andare da tuo
padre?
Vai. Se ti farà stare bene, sarai sempre la benvenuta qui,
tesoro.
-Sì, mamma, voglio cambiare aria, non so che fare qui,
voglio cercare qualcosa
che mi faccia ridere, che mi renda felice e so che qui non
c'è più niente per
me.
Ci abbracciammo, poi inviai un'e-mail a mio padre:
Ehi, pa', come va?
Qui va tutto a rotoli, la mia vita più che altro.
Ho deciso una cosa, ho deciso di trasferirmi, lì, da te, ne
ho appena parlato
con la mamma.
Ma avrei un desiderio... vorrei vivere da sola, o per lo meno, non
nella tua
casa, magari un appartamento con altre ragazze, mi sentirei
più libera.
A te andrebbe bene? Aspetta... ma dove stai lavorando?
Ti voglio bene e mi manchi, aspetto una risposta, baci.
La tua piccola.:)
Bene, avevo preso la mia decisione e non l'avrei cambiata.
Magari non avrei passato tutta la vita lì, magari solo
un'annetto, o fino all'estate.
Quanto bastava per dimenticare un po'.
Ora dovevo parlare con Sofia, Mia e la preside.
A Mia lo dissi il pomeriggio.
Eravamo sorelle, la sua reazione fu normale, voleva il meglio per me,
mi
sarebbe mancata davvero tanto, nonostante passavamo più
tempo a litigare che a
fare altro la adoravo, ma io DOVEVO andarmene da lì.
La sera mi addormentai più serena, sarei andata in
Inghilterra. Che bellezza.
Ehi
lettore, grazie per
avermi dedicato un po' di tempo.:3
Sono una ragazza, ovviamente, mi rivedo molto in Lizzie,
Ehi lettore, grazie per avermi dedicato un po' di tempo.:3
Sono una ragazza, ovviamente, mi rivedo molto in Lizzie, ma
non
completamente;
Ehm... vi sarei grata di qualche recenzione,
è
la prima volta che scrivo qualcosa, solitamente sto al
vostro posto,
quindi non so vorrei sapere che ne pensate... Anche una
critica costruttiva.
Ah, i one direction arriveranno presto, tranquilli;)
Stolemyheartx
|
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Capitolo 2 *** Chapter three. ***
Quella
mattina ricevetti tanti di quei messaggi che il mio Nokia
andò in tilt: "Buongiorno,
fai buon
viaggio", "Buon viaggio e divertiti", "Mi hanno detto che
parti, buon viaggio allora."
Ero
felice, finalmente
staccavo un po' dalla mia monotona vita.
Ero
anche preoccupata... di lasciare tutto e non
ritrovare nemmeno quel poco che avevo al ritorno; di fare un buco
nell'acqua e
peggiorare la mia situazione; o di non inserirmi bene a scuola tra i
compagni.
Mio
padre mi avrebbe aspettato all'aeroporto, poi
mi avrebbe fatto vedere la mia nuova casa e lasciata riposare.
Salii
nell'aereo che erano le undici passate, ero
un po' nervosa, ma era normale... era un grande passo quello che stavo
per fare
e non mi sarei tirata indietro;
Ormai
era fatta, tra circa due ore mi sarei ritrovata
da tutt'altra parte.
Mi
diedi un pizzicotto, ancora non ci credevo.
L'aereo
decollò, iniziava la mia avventura.
Durante
il volo non badai a niente, né alle tre o
quattro hostess che percorrevano il corridoio centinaia di volte,
né alla tipa
seduta accanto a me.
C'erano
solo le mie cuffie, il mio iPod, la musica
e le soffici nuvole fuori dal finestrino.
Sofia
aveva inserito tutte le canzoni dei one
direction... quelle cinque voci, insieme a quelle di Adele, Bruno Mars
e la
Cyrus mi guidarono per tutto il viaggio, interrotte da quelle di
qualche
cantante italiano che era finito lì per caso, non che non mi
piacesse la musica
italiana, eh.
I
miei occhi puntavano dritti fuori dal finestrino
proiettando meravigliose immagini, talvolta chiudendosi, altre volte mi
incantavo e i pensieri inondavano la mia mente.
Erano
le tredici e qualcosa quando l'aereo tocco
l'asfalto. Londra, sono arrivata.
Accesi
il telefonino e chiamai mia mamma,
l'aggiornai e mandai un bacio a tutti.
Vidi
mio padre era lì da un quarto d'ora circa, ci
abbracciammo poi parlammo un po' della scuola, aveva già
sistemato tutto.
Salii
in macchina mentre mio padre caricava le
valigie, mi ero portata tutto il mio armadio, per lo più si
trattava di jeans e
felpe.
Destinazione:
nuova casa.
Scesi
dalla macchina.
Ero
ad un passo dalla porta di quella che sarebbe
stata la mia casa per un bel po' di tempo.
Entrai,
mio padre stava dietro.
La
casa era abbastanza grande, eravamo tre ragazze
ad abitarla.
-
Ciao, piacere sono Roberta.
-
Piacere mio, Elizabeth.
-
Io e Claire abitiamo qui da un po', spero ti
ambienterai presto. Ah Claire è l'altra ragazza, un po'
schietta, ma molto
divertente. Vedrai ti farà simpatia. In quanto a me mi
conoscerai col tempo.
Questa è la tua stanza.- disse indicando una camera che si
trovava in fondo al
corridoio a destra.
-
Oh, sì, mi piace.
-
Sapevo ti sarebbe piaciuta.- disse mio padre-
Adesso vi lascio, devo scappare, divertiti Lizzie.- mi baciò
la fronte e uscì.
-
Beh, lui è mio padre.
-
Di dove sei?
-
Italia, tu?
-
Oh, ma che coincidenza, sono di Roma, beh,
almeno adesso potrò parlare un po' della mia lingua, sai
Claire è inglese.
-
Ah, bene, diciamo che adoro l'inglese e lo so
parlare più o meno, ma mi da' tanto sollievo sapere che
qualcuno parla la mia
stessa lingua.
-
Ahahah, ci aiuteremo a vicenda!
Parlammo
per un altro po' di tempo, Roberta aveva
la mia età, era una vivace rossa con gli occhi verdi, era
davvero una bella
ragazza, alta e snella, davanti a lei non mi sarei nemmeno vista, ero
qualche
centimetro più bassa, circa tre o quattro.
Più
tardi arrivò l'altra ragazza, una biondina con
gli occhi profondi e azzurri come il mare, sembrava una barbie se non
fosse stato
per l'altezza, era la più bassa tra noi tre. Già
Londra mi piaceva.
Era
il periodo natalizio e le ragazze avevano
decorato un piccolo alberello in salotto.
Verso
il tardo pomeriggio misi la musica e iniziai
a sistemare la mia camera.
Scoprii
che anche alla ragazza inglese piacevano i
one direction, sembravamo due sceme mentre parlavamo di loro.
Mi
addormentai presto, era stata davvero una lunga
giornata.
Mi
svegliai alle undici e mezzo a causa del mio
cellulare che continuava a squillare e squillare... era Sofia.
Risposi:
-
Ehi dormigliona! Ti sei svegliata adesso eh? Si
vede perché non parli. Piaciute le canzoni che ho messo nel
tuo iPod? Sai che
qui non c'è il cd, magari lì lo trovi.
-
Mh... sì, poi vedo, come stai?
-
Bene, inizi a mancarmi, ma vabbé... tu?
-
Bene, domani è la vigilia, una delle poche che
passiamo lontane.
-
Già, divertiti eh! Io lo farò, credo, tu so che
passerai un bel Natale lì.
-
Ci mancherebbe. -ridemmo.- Ora vado a fare la
doccia, ciao bella, un bacio.
-
Ciao scema, ti voglio bene.
-
Anch'io.
Il
pomeriggio le ragazze mi fecero fare un giro
per Londra. Scoprii che erano davvero molto simpatiche e divertenti,
entrambe,
io e Roberta saremo state nella stessa classe molto probabilmente,
passai un
bel pomeriggio, stare lì mi piaceva.
Era
come se in qualche modo dovessi stare lì,
iniziai a pensare di starci per più di un anno, ma per
adesso ero lì, e mi
sarei goduta il momento senza pensare a cosa avrei fatto "dopo".
Claire
mi disse che una volta era stata ad un
concerto dei 1D ma non li aveva ancora visti a Londra, ma entrambe lo
speravamo; Rob invece diceva che erano davvero dei bei ragazzi, nulla
di più.
Ma ognuno la pensa a modo suo, in fondo i gusti sono gusti e ognuno ha
i propri.
La
mattina seguente trovai un pacco nell'ultima
valigia che mi era rimasta da sistemare. C'era un biglietto:
"È
il primo Natale che passiamo lontane, so già che mi
mancherai, ma è una tua scelta, e sono felice che tu possa
fare quest'esperienza.
Spero che il mio regalo ti piaccia, piccola mia. Ti voglio bene, e ti
conosco,
so che aprirai il regalo appena lo troverai.
Baci, la mamma. :)"
Oh,
ma che dolce, aprii... era un album, iniziai a
sfogliarne le pagine.
Mi
portò
così tanti ricordi, vacanze, momenti in famiglia, feste... e
in tutte queste
eravamo una famiglia. UNITA.
Io, Mia, mamma e papà.
Tutti. Insieme.
Un professore di religione una volta disse che quando i genitori sono
separati
non è più una vera famiglia quella.
Beh, ripensandoci adesso mi ferivano quelle parole, ma io una famiglia
ce
l'avevo... spezzata, ma c'era.
Uscii avevo bisogno di aria, di stare sola.
Poco dopo le lacrime iniziarono a bagnarmi il viso, il vento le
asciugava
provocando una brutta sensazione di freddo.
Tutte quelle vacanze, quei momenti... mi ricordavano che non sarebbe
stato più
così, niente più come prima, niente insieme,
niente come una famiglia, o con
lei o con lui, adesso erano due cose separate.
Distinte, seppur ad ognuno davo la medesima importanza.
Ma ciò non si poteva cambiare, credo.
Di sicuro IO non avrei potuto cambiare nulla.
Io non potevo fare NIENTE, mi sentivo così inutile.
Mi sedetti in una panchina, levai un po' di neve che stava sopra essa e
mi
sedetti, davanti un parco.
Quella città era magica, era la vigilia di Natale
più bella che potessi passare
e io stavo lì a piangere.
Sola...
Anche se qualcuno si era appena seduto, ma non osavo guardare chi
fosse, stavo
piangendo e non mi piaceva che qualcuno mi vedesse.
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Capitolo 3 *** Chapter two. ***
Londra
20/10/11
Tesoro,
mi ha fatto piacere ricevere tue notizie,
mi manchi anche tu, ti voglio tanto bene.
Ma certo che puoi venire qui, sono a Londra,
per la casa va bene, provvederò a trovartela.
Per il periodo... Facciamo che sali a Natale così non dovrai
iniziare subito
con la scuola e potrai ambientarti, ok?
Ci sentiamo.:)
ODDIO.
Londra? Andrò a Londra? Non ci credo.
Sarà
un cambiamento
meraviglioso.
Bene,
adesso che ho la
certezza di poter partire devo dirlo a Sofia.
Le
invierò un messaggio e le
dico di uscire... sempre che abbia tempo per me.
La mamma
era andata a parlare
con i professori la mattina e le avevano detto che non c'erano
problemi, quella
di inglese era orgogliosa in un certo senso, forse pensava che l'avessi
fatto
per migliorare il mio inglese, ma va bene, non mi importava.
Tra un'ora e mezza sarei dovuta uscire con Sofia, era da tanto che non
uscivamo
insieme, ci vedevamo solo a scuola e a lei bastava.
Andai a fare la doccia, asciugai i miei capelli poi misi un jeans, una
felpa...
pronta.
Uscii, andai al bar.
La trovai seduta ad un tavolino all'angolo, mentre giocherellava con i
suoi
lunghi capelli biondo cenere.
Prendemmo due cioccolate.
-Ciao So'.
-Ehi Lì.
-Da quanto aspetti?
-Cinque minuti, tranquilla, questa volta sei quasi in orario!
-Oh, bene, meglio così... Novità?
-Oh sì, ho trovato un nuovo gruppo, è da un po'
che li ascolto -mise la canzone
al cellulare e me lo porse.
"You're insicure, don't know what
for, you..."
-Mh... sì, niente male.
-Sono i one direction, sono cinque ragazzi, tra l'altro bellissimi...
Questa è
la loro prima canzone, si chiama what makes you bautiful, dovresti
vedere il
video.
-Sì ok, magari lo vedrò, ma devo parlarti di cose
serie.
-Dimmi tutto piccola! -rise.
-Parto.
-Per Natale? Ma è...
-No, per un po'.
-Non ho capito... Parti? Dove? Per quanto? Perché?
-Calmati... sai che i miei stanno divorziando, no? Poi da lì
tutto ha iniziato
ad andare per il verso sbagliato e a me qui non va di rimanere...
quindi vado a
Londra.
-Beh, va bene.
Pagammo e uscimmo, poi ci dividemmo e andammo ognuna per
la sua strada.
C'ero rimasta un po' male, mi aspettavo almeno un "mi mancherai", ma
evidentemente non le servivo.
-Lizziiiiie! Fermati!
-Sofi?
-Non è vero che va bene, no, perché non
andrà nulla bene senza te. So già che
mi mancherai tantissimo, nonostante in quest'ultimo periodo non siamo
più come
prima, ma sarà solo un periodo che non è nulla
considerati gli anni che abbiamo
passato insieme.-iniziammo a piangere entrambe.- io non voglio perderti
del
tutto, promettimi che non mi dimenticherai.
-Ma come faccio a dimenticarti? Abbiamo ancora un mese per stare
insieme e non
sprechiamolo, ti prego, stai con me almeno per questo periodo, parto
nel
periodo di Natale o poco prima. Ormai ho deciso.
-Vieni qui. -ci abbracciammo.
La
sera
cercai quel gruppo, ascoltai le loro canzoni, mi emozionai, non so
perché ma
mentre ascoltai le loro canzoni non pensavo a niente. Le misi nel mio
iPod. Poi
andai a dormire era stata una lunga giornata.
Il
mese
successivo passò più velocemente, e con Sofia le
cose si mettevano meglio, non
si era sistemato tutto, i problemi c'erano, ma per lo meno passavamo
più tempo
insieme, forse è vero...
Ti
accorgi di tenere a qualcosa quando la stai perdendo.
Ci
vedevamo sempre più spesso, passavamo il tempo ad
ascoltare musica, più che altro i one direction, iniziai ad
adorarli, sì me ne
ero innamorata e anche Sofia a quanto pare... stravedeva per Liam, io
invece
preferivo Zayn. Iniziai a conoscerli meglio, poi uscì anche
il loro CD, peccato
che in Italia non sarebbe arrivato prima di Marzo, o almeno
così si diceva.
Vivevano a Londra, io sarei andata lì a vivere... Si, sarei
diventata una
detective e li avrei senz'altro trovati.
Intanto
quel giorno
si avvicinava, sarei partita il 22, giorno in cui finiva la scuola e
iniziavano
le vacanze, beh, per me iniziava la mia nuova vita.
Nuova
casa, nuove
persone, nuova lingua, "nuovo" genitore... nuova scuola.
Ero
eccitata, ma
avevo paura... e se nessuno mi avrebbe capito nessuno visto che non ero
inglese
ma solo un'italiana che si cimentava nel parlare un po' di quella
lingua,
inoltre sarei stata la nuova arrivata e chissà che compagni
avrei avuto...
Beh...
era il 21
Dicembre, il giorno dopo sarei partita.
La
sera suonarono
alla porta era Sofi, mi diede il mio i-pod, me l'aveva chiesto per
aggiornarlo,
parlammo un po', poi ci salutammo un ultima volta, sì, mi
sarebbe mancata, lei,
mia mamma, Mia, i miei compagni... tutti.
Ma
ero decisa,
sarei partita.
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Capitolo 4 *** Chapter four. ***
Continuavo
a guardare la punta delle mie converse, incurante di tutto
ciò che mi stava
intorno.
Il mio sguardo di tanto in tanto si spostava, sempre guardando in
basso, notai
che chi si era seduto accanto a me non era altro che una bambina, lo
notai dal
fatto che i piedi non toccavano il suolo.
-Ciao.
-Uhm...ciao.
-Perché piangi?
-Niente di importante, piccola.-Sorrisi.
-Quando piango mia mamma mi abbraccia, è bello quando
qualcuno ti abbraccia, non
credi?
-Oh, sì. Ma mia mamma non è qui, lei abita
lontano.
-E non ti manca?
-Certo.
-Come ti chiami?
-Mi chiamo Elizabeth...- Non feci a tempo a continuare che un ragazzo
prese per
mano la bambina, io continuavo a guardare il terreno.
-Scusala se ti ha disturbato.- Era come se quella voce l'avessi
già sentita,
come se la conoscessi da sempre.
-Non mi stava disturbando, anzi è...
Alzai lo sguardo, e rimasì lì, immobile. Mi
asciugai le lacrime che mi rigavano
il viso velocemente e mi alzai.
Davanti a me c'era l'ultima persona che pensavo di incontrare in quel
momento,
ero sorpresa, in condizioni indecenti ed ero nervosa, emozionata per lo
più.
Ci fissammo, o meglio... guardai i suoi occhi per un bel po' di tempo,
lui non
so che stesse facendo, ma mi guadava, chissà che pensava.
Rimasimo lì senza dire niente quando la bambina disse
qualcosa.
-Lei è Elizabeth.
-Oh, io sono...
-So bene chi sei e ti amo... cioè, ti ammiro.- Mi maledissi
in qualsiasi
lingua.
-Ah, sono lusingato, lei è mia sorella, stavamo facendo una
passeggiata.-
Sorrise.
Aveva il sorriso più bello che avessi mai visto, gli occhi
gli brillavano, e il
sole lo illuminava, e i suoi occhi color nocciola parevano ancora
più chiari e
intensi, mentre i raggi giocavano con i suoi scuri capelli. Ero rimasta
incantata.
La bambina disse qualcosa, fece un cenno di saluto, che ricambiai e ci
lasciò
soli.
L'unico momento triste lì a Londra si era trasformato nel
momento più bello che
potessi desiderare.
Zayn era lì, ad un passo da me. E mi stava dicendo
qualcosa... "Ritorna
con i piedi per terra, Li'".
-Ehm... cosa?
-Dicevo... perché una bella ragazza come te stava
lì, la vigilia di Natale a
piangere?
-Nulla di importante, malinconia.
-Mh... ti va di prendere una cioccolata?
-E tua sorella?
-No, tranquilla non eravamo soli, c'è anche mia mamma.
-Ah, allora ok. Prenderò una cioccolata con il mio idolo,
sì.
-Ahahah, non mi svenire eh!- Lo disse senza presunzione, nonostante se
lo
potesse anche permettere. Rideva.
-Beh, ci proverò.- Dissi sarcasticamente.
-Allora sei una mia fan, eh!
-Oh, non solo una TUA fan, ma anche di Lou, Harry, Liam e Niall.
-Meglio così e che fai stasera?
-Niente sono nuova di qui, sono italiana, si sente, lo so.
-Sì, effettivamente.
-Chissà che grandi programmi hanno i one direction per
stasera eh?
-No, invece ti sbagli, non saremo insieme saremo con i parenti per lo
più.
-Ah, bene. Ho delle news allora.
Passammo la mattinata a ridere, finché non si fece l'ora e
ritornai alla
realtà, non del tutto ma parzialmente.
Ci salutammo, mi schioccò un bacio sulla guancia e corse via.
Io rimasi lì per un po'. C'eravamo scambiati i numeri.
Guardai quel numero per
una decina di minuti.
"Zayn Malik" AVEVO IL NUMERO DI ZAYN.
No, non era vero, stavo dormendo. Sognando, ma avrei dormito per sempre
se
fosse servito.
Arrivai a casa con un sorriso da ebete, che mantenni per tutto il
tragitto,
mentre cancticchiavo qualcosa.
Non sentivo più il terreno sotto i piedi, era come se
volassi, avevo ancora i brividi.
Non avrei parlato con nessuno di ciò che era accaduto, anche
perché mi accorsi
che non c'era nessuno.
Le ragazze partivano per un po', l'avevo dimenticato.
Bene, "buona vigilia Lizzie", sapevo già che sarei rimasta
tutta la
giornata a fissare il vuoto pensando alle ore precedenti.
L'orologio segnò la mezzanotte che mi stavo abbuffando con
del pandoro e un bel
po' di nutella.
Ecco la cena della vigilia.
Mi arrivarono vari auguri e chiamate dalle persone più care.
Più tardi andai a fare una passeggiata.
Io, sola, di nuovo per le strade di Londra, a passeggiare, senza una
metà.
Stavo pensando e guardavo il vuoto.
Come sempre.
Riuscivo a trasferirmi in altri luoghi... me l'avevano detto anche i
professori, le maestre di danza quand'ero piccola, gli amici e mia
mamma.
È fra le nuvole.
Ma a me piaceva, tutto quanto potesse portarmi via di lì,
via dal mondo, era
ciò di cui avevo bisogno: libri, film, anche internet, e
perché no... anche i
pensieri.
Non sempre però, a volte i pensieri e i ricordi non fanno
bene, ma non si
possono cancellae giusto?
La notte di Natale, nevicava.
Un'atmosfera magica mi circondava... insieme a milioni di persone, che
casualmente in quel momento erano divise per due e si tenevano per mano.
Coppiette, che mi passavano davanti, facendomi ricordare che ero sola.
E facendomi fare film mentali.
Il principe azzurro in quel caso era quel ragazzo con gli occhi che mi
avevano
imbambolato e svuotato la mente.
Zayn.
Mi imbattei in lui, proprio in quell'istante, la folla scomparve,
c'eravamo
solo io e lui.
Mi sollevò, avvicinò il mio viso al suo,
scostò i capelli dal mio viso.
Un soffio separava le nostre labbra, che un attimo dopo si cercavano e
si
unirono in un bacio, che durò qualche lungo secondo e che
finì con le nostre
labbra che si schiudevano in un sorriso.
Sì, magari.
Sarebbe stato un film bellissimo, sarebbe stato anche un primo bacio da
sogno.
Ma il mio primo bacio era stato un paio di anni prima, con un cretino
che
invece di farmi desiderare che le labbra si schiudessero, le schiuse
lui per
entrambi, senza avviso e inizio a intrecciare le nostre lingue. Mi
ritirai dopo
si e no due secondi. Sorrisi e me ne andai.
Intanto ero ritornata a casa.
Erano le due.
Mi feci coraggio e inviai un messaggio al nuovo arrivato in rubrica.
"Auguri di un buon Natale Zayn.
Magari non avrai nemmeno tempo di leggere questo messaggio, ma mi
andava di
farti gli auguri.
Grazie per avermi fatto il più bel regalo: vederti.
Non sai quante volte l'avevo sognato l'incontro con i miei idoli. Tutti
insieme, ma mi accontento anche di vederne solo uno.
Beh... Buonanotte.:3"
Mi addormentai alle tre circa.
Mi svegliai a mezzogiorno, notai che Zayn aveva risposto, un po' in
ritardo ma
l'aveva fatto, non smisi di sorridere un'attimo.
Il giorno dopo ci saremo visti.
Stavo per piangere dalla gioia.
Più tardi mio padre venne a farmi gli auguri, pranzammo
fuori, sostituì il mio
Nokia con l'ultimo modello dell'iPhone.
Mi limitai a sorridere e ringraziare.
Appena finimmo di pranzare fecimo una passeggiata poi mi
riaccompagnò a casa.
Mi resi conto che erano cambiate un bel po' di cose, ma soprattutto ero
cambiata io, da qualche mese.
Ehi
tu, grazie se hai letto fin
qui.:3
Scusate se ci ho messo un bel po' a scriverlo
ma non ho avuto molto tempo.
Spero vi piaccia.
E che recensiate.:)
Ciao, belli.x
|
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Capitolo 5 *** Chapter five. ***
"AUGURI"
fu
questa la parola che sentii ripetutamente non appena durante il conto
alla
rovescia le nostre voci gridarono quel tanto atteso zero.
Eccolo
era arrivato, il nuovo anno.
Che
poi auguri per cosa?
Per
un anno migliore? Beh. Quegli auguri a me
non mi sono mai serviti a nulla, anzi le cose andavano sempre male.
Consideravo
quel trentuno Dicembre solo una data
che segnava l'inizio di un nuovo mese, che per convenzione è
il primo
dell'anno.
Almeno
fino ad allora.
Sapevo
che quell'anno sarebbe stato diverso.
La
speranza di un anno migliore ovviamente,
anche se magari un po' nascosta, c'era sempre, ma quel 2012 mi avrebbe
riservato tante novità.
Forse
lo ripetevo per autoconvincermi, ma
comunque stava funzionando.
Sì,
le cose sarebbero cambiate, cara Elizabeth.
E
poi da quando ero arrivata lì tutto andava
meglio, mi ero fatta nuovi amici, fino a quel giorno sette per la
precisione,
tra cui quei cinque tipi, delle cui foto la mia camera era piena.
Adesso però
erano lì davanti a me a bere spumante e quant'altro.
Anno
nuovo, vita nuova. Per quest'anno era la
frase perfetta.
-Auguri
bella!- Zayn arrivò da dietro e mi
abbracciò, stampandomi un bacio sulla guancia.
-Auguri
signorino Malik!- Mi girai e lo
abbracciai, quasi lo stritolavo.
Poi
arrivarono gli auguri degli altri, un po'
meno affettivi, con Zayn si era subito instaurato un legame, gli altri
li
conoscevo da due giorni, ma non potei fare a meno di adorarli
più di quanto già
non facessi.
Harry
era ancora più sexi che visto dallo
schermo di un pc, era un tipo sempre con il sorriso sulle labbra,
spigliato ed
estroverso. Sempre con la battuta pronta.
Niall
un po' più introverso, ma bisognava solo saperlo
prendere per il verso giusto, sapevo che era il tipo che se si
affezionava dava
l'anima, come gli altri del resto. Ed i suoi occhi, avevo quasi paura
di
annegarvi.
Liam...
oddio quanta tenerezza in quel ragazzo.
Era sensibile, dolce e simpatico con tutti, compresa me fin dal momento
in cui
gli dissi "Piacere Lizzie.". Era una meraviglia visto di presenza,
non che non lo fosse dallo schermo di un pc ma adesso era reale.
Louis
era il simpaticone del gruppo, alle sue
battute, seppur a volte un po' squallide, non potevi far a meno di
ridere. Come
non si poteva far a meno di guardarlo quando sorrideva o in qualunque
altro
momento.
Avevano
anche cantato davanti e con me. Mi ero
anche commossa. I miei idoli, lì. Adesso però i
sentimenti che provavo per loro
erano diversi, forse.
Ero
abbastanza confusa. Quante novità, in una
sola settimana.
Passavo
le giornate con loro, Zayn mi invitava
spesso, li stavo conoscendo sempre di più.
Presto
sarebbe arrivato il compleanno di quel
moro, ma soprattutto presto sarebbe arrivata la mattina in cui mi sarei
dovuta
svegliare presto per andare nella mia nuova scuola.
Oddio,
ero agitata.
Intanto
Roberta, che insieme a Claire era
ritornata dalle vacanze, mi rassicurava, o almeno ci provava.
Mi
sarebbe stata accanto, anche perché
altrimenti mi sarei anche persa probabilmente.
La
scuola iniziava il nove, il Sabato andai a
vedere com'era strutturata, quali lezioni avrei dovuto seguire e
soprattutto
dove, beh... Mi piaceva.
La
domenica ero così agitata che non riuscii a
stare zitta per più di dieci minuti.
Già
iniziavo a rompere le palle alle due
ragazze.
-Bella,
stand up.- Claire continuava a muovermi,
cercando di farmi alzare.
Oh
cazzo. Avevo meno di mezz'ora per prepararmi,
me la sarei fatta bastare, poi con Robi saremmo andate a scuola.
Bene,
una doccia veloce, un filo di matita nera
un po' di mascara, un po' di fard.
Un
jeans, maglia, felpa, converse, qualche
quaderno nello zaino... pronta.
Aspettai
che l'ascensore toccasse il piano terra
mentre mi contorcevo le mani, poi un messaggio:
"Buon
primo giorno di scuola, Li'.
Un bacio, Zayn."
Mi
calmai leggermente, sapere che
c'era mi faceva stare meglio, arrivai a scuola giusto al suono della
campanella.
Entrai,
nuova scuola, nuove materie, nuovi
professori e nuovi compagni: BENE.
Misi
piede in classe che quasi tremavo, mi
sedetti in un banco in terza fila e Roberta posò il suo
zaino accanto alla mia
sedia e si sistemò nel banco alla mia sinistra. Mi
rassicurava sapere che
potevo contare su qualcuno.
Le
lezioni iniziarono, mi presentai ad ogni
singolo professore quella mattina, il mio inglese era piuttosto
migliorato da
quando stavo lì, ma non era ancora perfetto, non capivo
tutto di ciò che i
professori dicevano ma gran parte del concetto mi era chiaro, quasi
sempre.
Inoltre
avevo dei buoni maestri ad aiutarmi con
il mio inglese, quelli con cui ormai passavo quasi tutti i giorni,
Harry, Zayn,
Liam, Louis e Niall.
Quando
suonò l'ultima campanella del giorno
ormai ero stanca, ma in fondo mi piaceva stare lì.
Roberta
passò il tempo ad indicarmi e
descrivermi ogni singola persona, per lo più i ragazzi.
Il
pomeriggio mi sarei fatta una lunga dormita,
poi avrei aperto qualche libro.
Mancavano
ancora tre giorni al suo compleanno,
avrei chiesto ai ragazzi un consiglio per il regalo.
Senza
accorgermene si fecero le sei di sera,
erano quasi tre ore che dormivo.
La
casa era vuota, ma non badai molto al fatto
che le ragazze non c'erano.
Provai
a studiare un po'.
L'indomani
avrei passato la giornata con Styles,
sarei andata a comprare il regalo a Zayn, non avevo idea di cosa
avessero
organizzato ma sapevo che io ci sarei stata. E sarebbe stato
grandioso.
Erano
passati un paio di giorni dall'uscita per
comprare il regalo, sì era il suo compleanno.
Chiesi
ai ragazzi se potevo portare due amiche,
ovviamente potevo, ci sarebbero venuti a prendere alle otto meno un
quarto,
così da avere il tempo per le presentazione, alle ragazze
dissi solamente che
saremmo andate ad una festa, accennai qualcosa a Roberta ma per Claire
sarebbe
stata una sorpresa.
Quando
arrivarono aprì Roberta, io ero lì dietro
e le dissi di non far capire nulla a Claire, ma tanto a lei non
piacevano più
tanto e credo che i ragazzi se ne fossero accorti in quanto li
trattò come
normali persone, ma meglio così, forse. Eppure avrei giurato
che almeno uno di
loro le piacesse, anche se forse aveva una cotta per qualcuno a scuola.
Poi
chiamai Claire, arrivò subito.
Un
attimo dopo in mezzo a noi c'era una bambina
che saltellava e urlava, forse piangeva pure.
Li
abbracciò tutti uno per uno e fece gli auguri
a Zayn.
Bene
eravamo pronte ci aspettava una festa. E
chissà dove.
Dieci
o forse quindici minuti dopo le due
macchine parcheggiarono davanti ad una villa, c'era un po' di gente,
circa una
ventina, feci conoscenza.
Durante
tutto il tragitto Niall e Claire si
erano messi a discutere, non avevo idea di cosa.
Ma
vedevo che Claire era ancora agitata per la
sorpresa, non smetteva di ringraziarmi un attimo.
Mi
divertii molto quella sera, bevvi un pochino
ma non arrivai ad ubriacarmi, in diciassette anni mi ero lasciata
andare con
l'alcool solo due o tre volte.
C'era
stato un momento in quella serata che
avevo preferito più degli altri.
Mi
ero seduta su uno dei tanti divanetti, ero
un po' stanca, non ero abituata ai tacchi, poi Zayn si era avvicinato,
parlammo di quel giorno di dicembre, quel ventiquattro, mi chiese che
avessi
veramente,
gli raccontai tutto da quella sera d'agosto, il mio viso fu rigato da
qualche
lacrima che quel moro asciugò subito,
al contatto un brivido mi percorse la schiena,
capii che non era più il mio idolo, mi ero innamorata, ma
non ero il tipo da
fare primi passi perciò avrei aspettato.
Poi mi abbracciò, e mi chiese scusa per avermi fatto
rattristire.
"Non fa nulla" mi limitai a dire, non volevo che qualcosa rovinasse
quel momento così rimanemmo attaccati per cinque minuti.
I cinque minuti più belli che avessi mai passati.
Aveva un profumo così intenso.
Poi era arrivato Niall e si era unito all'abbraccio mentre diceva
qualcosa che
per tutta risposta ebbe una pacca sul braccio da Zayn.
Forse aveva accennato qualcosa su noi due.
Non mi importava, non potevo avercela con quel biondino era adorabile,
così gli
diedi un bacio sulla guancia e poi andai dalle ragazze.
La
notte mi addormentai un'ora dopo l'attimo in
cui poggiai il mio corpo sul letto esausta.
Usai
quell'ora per ripensare alla festa, a quei
cinque minuti. A ZAYN.
Credo
che fosse chiaro a tutti che tra me e
quell'adorabile ragazzo non era amicizia. Almeno non da parte mia.
I
giorni seguenti si dividevano tra i ragazzi,
la scuola e luunghe dormite.
Si
stava creando un rapporto splendido con i
ragazzi, specialmente con Harry.
Stava
diventando il mio confidente, ovviamente
non gli avevo detto di Zayn, non ancora.
Prima
dovevo ammetterlo completamente a me
stessa, non riuscivo ad accettarlo, avevo paura, perciò
cercavo di negarlo.
Ehi, grazie per
aver letto.:3
Un ringraziamento a chi segue, recensisce,
legge, ha messo tra le preferite o tra quelle da ricordare la mia
storia.(:
Ultimamente non so se continuare a scrivere,
non perché non
mi vada,
piuttosto perché non
so se piace ciò che
scrivo.
Comunque, chiudo qui e vi saluto .
Spero che il capitolo vi piaccia e che recensiate!:D
Un bacio, stolemyheartx.:)
|
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Capitolo 6 *** Chapter six. ***
Intanto i giorni
passavano tra un impegno
e l’altro.
I rapporti con i ragazzi miglioravano, ancora non avevo detto nulla a
Zayn ma
dovevo ammetterlo, mi ero innamorata. E per quanto cercai di nascondere
quei
sentimenti a me stessa non potevo, non ci riuscivo.
Era una cosa che non potevo controllare, eppure comunemente riuscivo a
levarmi
facilmente i ragazzi dalla testa, ma questa volta mi ero presa proprio
una
bella cotta.
A scuola spesso Roberta mi parlava di un ragazzo invece, si chiamava
James.
Era un alto biondino dagli occhi di un nocciola che tendevano al verde.
Era un bel ragazzo, era come se lo conoscessi, quella rossa lo inseriva
in ogni
nostra discussione.
Io ogni tanto le parlavo dei ragazzi e mi soffermavo su Zayn, ma non
per molto,
non credo di averglielo fatto capire.
Era l’ultimo giorno di Gennaio, decidemmo di andare al luna
park la sera,
eravamo una decina di ragazzi o qualcuno in più.
C’erano delle altre ragazze oltre a noi tra cui una ragazza
che non smetteva di
fare l’oca con Zayn, magari non stava facendo
l’ochetta, ok, però CON ZAYN. OH,
LUI È MIO, anche se l’unica a saperlo sono io, ma
sono dettagli. Si chiamava
Heather.
Quando arrivammo ci dividemmo, come prime giostre io, Harry, Robi e
Liam
decidemmo di fare le montagne russe.
Io mi sedetti accanto ad Harry, ero nervosa e il motivo non era la
giostra, il
riccio mi guardò, mi prese la mano e mi sorrise.
‘Che succede?’ disse solo
questo, poi partimmo. Una scarica di energia attraverso il mio corpo,
urlai con
tutta la voce che avevo, mi liberai.
Quando scesi i ragazzi erano di sotto ad aspettarci, Zayn stava ridendo
e
guardava quella ragazza, era bella, molto più di me, alta,
snella, capelli
corti e biondi e occhi scuri, neri.
Senza accorgermene una lacrima stava per bagnare il mio viso, lo
asciugai
immediatamente e incolpai il vento gelido che mi soffiava dritto sul
viso.
Mi girai leggermente a sinistra e vidi che Harry mi guardava. Gli
sorrisi.
Quel pomeriggio
avevamo parlato un po’:
-Nervosetta Eli?- Nel frattempo camminava barcollando e venne verso me,
mi
diede una spinta e finii sul divano, poi mi si sedette accanto.
-Un po’, cosa te l’ha fatto notare?- Che domanda,
era da almeno cinque minuti
che continuavo a far rigirare un elastico e a levare la pellicina dalle
dita.
Non rispose, indicò le mie mani e abbassai lo sguardo.
–Nulla di importante, un
po’ di confusione.
-Uuuh, chi è il fortunato che occupa i suoi pensieri,
signorina? –sorrisi.
-Oh, ogni cosa a suo tempo. Quando ne sarò sicura sarai, il
primo a saperlo. Ultimamente
mi sei così vicino, credo che sei l’unico a
capirmi qui. Ti voglio bene,
Styles.- Ci abbracciammo.
-Non immagini quanto te ne voglio io, bella.
Mi faceva bene
parlare con lui, stare con
tutti loro era divertente un bel passatempo. Si vedeva da lontano un
miglio che
si volevano bene, a volte mi piaceva starli a guardare. Come se stessi
guardando un video da un pc. Erano adorabili. E iniziavo a volergli
bene
davvero.
Harry poi rivolse lo sguardo verso Zayn, facendo un cenno con la testa,
mi
limitai ad annuire con un sorriso un po’ finto.
Cambiai traiettoria e vidi che Claire e Niall stavano scherzando,
giocando… o
qualcosa del genere, si guardavano negli occhi, scommisi che entro la
fine della
serata tra quei due ci sarebbe stato un bacio.
Improvvisamente mi ritrovai Claire dietro che mi strinse forte a
sé, le diedi
un bacio sulla guancia, e le sorrisi.
-Adoro quel ragazzo, grazie Lizzie, è così tenero.
-Ehi, che abbiamo qui, qualcuno si è preso una cotta, eh!
-Ahahah, proprio così. Spero che ‘sta volta vadano
bene le cose.
-Io ne sono certa, state bene insieme.
-Ah, ma con Zayn? Tutto bene?- Eh? Cosa? Da quando le cose dovevano
andare bene
con Zayn?
-Ehm… sì, perché?
-Niente, credo di non essere l’unica ad avere una cotta per
qualcuno.- mi fece
l’occhiolino.
-Ma si vede così tanto?
-No, sono io che sono una detective.- Non le risposi, la guardai e
credo che
bastò il mio sguardo. Scoppiammo a ridere, le feci cenno di
stare zitta.
-Muta come un pesce, bella.- Ritornò dal suo principe.
Bene, chi altro?
Adesso sarebbe arrivato
Zayn a dirmi che mi ero presa una cotta per lui? Già due
persone ne erano al
corrente, dovevo allontanarmi un po’ da lui.
Verso le nove e mezzo prendemmo qualcosa da mangiare. A un certo punto
mi
accorsi che all’appello mancavano Zayn, Heather, Liam e
Danielle. Gli ultimi
due li vidi avvicinarsi, mano nella mano, poco dopo, ma Zayn?
Dissi ai ragazzi che andavo a prendere della coca e subito mi
assalirono.
-Una anche per me!- Roberta.
-Io voglio un altro panino!- Niall, e chi poteva essere.
-Per me invece…
-Oh, ma le vostre gambe sono andate in letargo, su in piedi.- Girai e
andai.
Fu allora che li vidi.
Zayn attaccato al muro su una gamba, l’altra era poggiata
alla parete.
Lei con la mano destra gli accarezzava la guancia.
Le lo stava baciando. Non so da quanto quel bacio andava avanti, ma non
riuscivo a non guardarli, non sapevo se crederci, poi si
girò.
Oh merda Zayn mi aveva visto. Pagai le cose a corsi al tavolo.
Sì alla fine
avevo preso anche altri due panini e un’altra coca.
Iniziai a guardare in alto. La lingua premeva contro il palato. E i
miei occhi
stavano diventando lucidi, riuscii a frenare le lacrime.
Presi il cellulare e misi le cuffie, non bevvi nemmeno un sorso di
coca, bensì
cercai qualcosa nella borsa e presi una tavoletta di cioccolato.
He takes your hand, I die a little.
I watch your eyes, and I’m in riddles
Why can’t you look at me like that
When you walk by try to say it
But then I’ll freeze, and never do it…
Fanculo. Levai le
cuffie, Harry si era
avvicinato.
-Perché
non me l’hai detto?
-Detto cosa?
-Che se la fa con quella.- Alzai la voce un po’, ma appena me
ne accorsi la
abbassai.
-Con chi? Con… Heather? No, ma che dici.
-Li ho visti, pomiciavano. E anche lui mi ha visto, ma sono corsa via.
CAZZO!
CAZZO!
-Calma, Li’.- Mi scostò i capelli dal viso.
-Non… non ce la faccio. Di nuovo. Stava andando tutto bene,
arriva quella e
rovina tutto. Perché non va mai niente bene. Credevo che la
mia vita stesse
migliorando, ma sai cos’ho capito? Che non sarò
mai felice. Ok, magari esagero.
Ma è difficile. È come se qualcuno volesse che la
mia vita non sia mai… non
dico perfetta… ma piacevole. Era strano che non succedesse
nulla… tutto è così
fottutamente ingiusto, Styles.- Mi abbracciò, poggiai il
viso sulla sua
spalla.- Scusa.
-Ma di nulla, smettila di piangere adesso, a fanculo tutto.- Mi fece
uno di
quei sorrisi da figo ai quali non potevo far a meno di ricambiare.
Asciugai le
lacrime e sorrisi anch’io. Gli diedi un bacio sulla guancia.
-Grazie. Ah, ed è passata la mezzanotte, perciò
auguri.
-Grazie.- sorrise.
Evitai di pensarci e
ci riuscii più o
meno, fecimo altre giostre poi i ragazzi ci accompagnarono a casa verso
l'una,
salutai tutti, o quasi. Per tutto il resto della serata
l’unica
interazione, se così si può definire, con Zayn,
era stato uno scambio di
sguardi che lui non resse. Aveva tentato di dirmi qualcosa ma prima che
aprisse
bocca Harry mi tirò per un braccio, e io mi limitai ad
alzare le spalle con un
mezzo sorriso sulle labbra.
Aprimmo la porta, corsi in bagno e mi guardai allo specchio per un
po’.
Le lacrime iniziarono a rigare il mio viso e i singhiozzi a levarmi il
respiro.
-Eliiii.- Sentii.
Erano le ragazze.
-Che c’è?
-Beh, magari questo ce lo puoi dire tu, tesoro.- Roberta
assunse un tono
quasi materno.
-N-niente. Magari domani ne parliamo.- Uscii dal bagno. Entrambe mi
strinsero e
mi fecero sentire… protetta, amata forse.
La notte non chiusi
occhio, andai in
cucina e le ragazze una ad una arrivarono. O le avevo svegliate o erano
già
sveglie. Ci sedemmo sul divano. Parlammo e raccontai tutto a
entrambe.
Chiesi se il giorno dopo mi avrebbero accompagnato a comprare qualcosa
a
un’amica dell’Italia. Annuirono.
La mattina ci ritrovammo lì. C’eravamo
addormentate sul divano. Non andammo a
scuola quel giorno.
Comprai una felpa e delle cose dei one direction, scrissi un biglietto
e lo
spedii verso l’Italia. Da Sofia.
Eccolo
qui, stavolta ho scritto subito.
Faccio
un altro tentativo con la storia,
spero piaccia.
Ho quest'idea da un po' di tempo
e prima di dimenticarla l'ho scritta.:)
Beh, grazie.
Ah, vorrei sapere che ne pensate,
quindi sarei felice di trovare qualche recensione.:3
Un bacio.x
|
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Capitolo 7 *** Chapter seven. ***
"Ti
lascio immaginare la mia reazione,
basta che ti dica che mia mamma si è preoccupata.
Grazie, certo qui esce tra qualche giorno, ma grazie, comunque.
Riceverlo come regalo da un'amica è meglio.
Inizi a mancarmi, inizio a pensare a tutti i momenti passati insieme.
Non ha intenzione di tornare per un po' qui, eh?:D
Ti penso sempre, sei nella mia mente, ti vorrei con me...
Ok, non so da dove mi è uscita l'ultima frase ma mi ricorda
una qualche
canzone.
Come va con l'inseguimento dei ragazzi?
Ancora nulla?
Beh, stammi bene ciccia.
Ti voglio bene, davvero.
Bacio, Sofia."
Un sorriso mi si stampò sulle labbra non appena finii di
leggere, era iniziata
una nuova giornata, una nuova settimana, un nuovo mese, anche se da un
po'.
Oh sì, il mese non era cominciato per il meglio, ma quella
giornata sì.
Mi aveva sempre fatto piacere che qualcuno mi pensasse, anche
minimamente.
Credo che avrei pianto se mi avesse pensato lui, anche solo un minuto,
ma no,
per lui c'era quell'altra, anche se non avevo indagato più
di tanto, eppure
solitamente lo facevo, ma 'sta volta mi era bastato ciò che
avevo visto.
Quel bacio, quelle labbra che si schiudevano per poi unirsi, quel bacio
che
LEI, quella tizia, mi aveva rubato.
Oddio, Eli' ma che cazzo ti passa per la testa, smettila.
Mi detti dei colpi sulla fronte.
-Li', sono Liam, ti andrebbe di venire a pranzo con noi oggi? Oh,
possono
venire anche le altre, se ti va!- al cellulare.
-Sì,
certo.- non potei rifiutare, la sua voce
era così tenera.
-Allora ti passo a prendere dopo scuola.
-Sì, va bene, oddio, scusa ma è tardi, scappo,
ciao.
-Ok, ci sent...- avevo già staccato, sì era un
vizio, staccavo subito dopo il
mio saluto.
Corsi giù, salii in macchina e andammo a scuola.
La mattina la mia testa, i miei pensieri vagavano ovunque escluso tutto
ciò che
riguardava la scuola, i compiti, i professori e quant'altro.
La professoressa di inglese mi aveva richiamato un paio di volte e
Roberta mi
aveva suggerito le risposte, facendomi ottenere un'occhiataccia dalla
professoressa.
Le ragazze non sarebbero venute, ero io sola con i cinque.
Uscii da scuola e trovai la macchina di Harry posteggiata lì
davanti e lui con
un cappuccio per non attirare l'attenzione, ma cazzo, chi non avrebbe
riconosciuto quegli occhi e quel sorriso.
Salii.
-Dove mi porti?
-Su una stella.
-No, questa te la potevi risparmiare tesoro. Seriamente...
-Un ristorante.
-Mh... Lui ci sarà?- abbassai il viso.
-Sì, presumo di sì.
-Bene.
Guardai fuori dal finestrino finché non arrivammo, tutto
sfrecciava così
velocemente davanti ai miei occhi e non solo le macchine. Avrei voluto
fermare
tutto, il tempo soprattutto, e stare sola.
Arrivammo in un locale, accogliente, caldo. Mi piaceva.
Il signorino arrivò per ultimo, si sedette, quasi di fronte
a me, non lo
guardai, non lo salutai, non gli parlai.
NON ESISTEVA.
No, non doveva tormentarmi più.
Era passata una settimana, i sette giorni più lunghi della
mia vita, ci
salutavamo e ogni tanto ci ritrovavamo a fissarci negli occhi, per poi
insieme
abbassare lo sguardo.
Mangiammo tra chiacchiere, battutine e risate.
Mi divertii, più o meno.
Poi si fecero le due e uscimmo dal locale, ci stavamo dirigendo verso
un parco
lì vicino ma li interruppi.
-Io, se non vi dispiace andrei a casa.
-Oh, bene.- un bel coro di voci mi assalì.
-Non ve la prendete. Lou mi accompagneresti?- scostò i
capelli dal viso e mi
fece cenno di no, poi sorrise.- Harry?
-Ehm...- si avvicinò fissandomi.- Ti accompagno io.
-Ok, grazie, ciao ragazzi.- lanciai un'occhiataccia a Harry, lui fece
spallucce
e mi mandò un bacio.
-Sali?- Zayn.
-Sì, sì.- quelle sarebbero state le mie ultime
parole di quel
"viaggio".
-Elizabeth...- dopo ben dieci minuti, o forse meno, uno dei due si era
deciso
ad aprir bocca. - credo che dovremmo parlare.
-Ah sì, di cosa?
-Di quella sera. Sai... al parco?!
-Sì, ricordo perfettamente e non c'è bisogno di
parlare, tanto meno se è per
dare spiegazioni o roba del genere. Non importa davvero, non mi
importa.-lo stavo
ripetendo per me stessa più che per lui- Davvero.
-Ma importa a me.- mi girai e lo guardai negli occhi, avevo voglia di
dargli
uno schiaffo ma lo lasciai parlare- Sai quel bacio, quel momento... tu,
tu non
dovevi esserci, non era previsto, ma soprattutto io non dovev...
-Ah bene, io non dovevo esserci, ma che stai dicendo Zayn? Tu cosa?
L'hai
baciata non credo tu debba dare spiegazioni a nessuno, tanto meno a me.
E poi
ripeto non mi importa.-alzai un po' la voce.
-Ascoltami, quel bacio è stato un errore. Non l'ho baciata
io, credimi, ma
ammetto di non averla nemmeno respinta e adesso...
-Cazzo Zayn, smettila. "Non volevo", "Un errore", "Non
sono stato io"... di cosa di stai discolpando? Non ha senso.- Smisi di
guardarlo e alzai lo sguardo.
-Scusa.-mi guardò, notai che aveva fatto il giro largo per
arrivare a casa- Io
volevo baciare un'altra quella sera, te.
-No, non funziona. Non attacca con me... Lasciami stare.
-Eli, ti vuoi aprire con qualcuno una buona volta. Vuoi ammettere a te
stessa
ciò che provi? Parlami. -alzò il tono di voce-
Non l'hai fatto con Sofia e si è
rovinato un rapporto.
-Ma che stai dicendo? Adesso che c'entra Sofi? Lasciala fuori, non
c'entrate
niente l'uno con l'altra, non siete nemmeno paragonabili.-la voce si
fece più
rauca e gli occhi sempre più lucidi- Bene, mi devo aprire.
Ok. Sì, ammetto, a
me e a te, ci sono rimasta di merda. Sai sei bravo. Bravo a fare
innamorare le
ragazze. Potevi anche evitare di farmi credere che un po' ci stavi, che
ci
tenevi a me. Potevi smettere di stare al gioco, al gioco che hai
iniziato e
stroncato tu. Hai baciato una, che novità. ZAYN MALIK BACIA
UNA RAGAZZA. Wow.
Lusingata di non essere lei. Non perché non mi piaci, questo
forse l'hai
capito, piuttosto perché non mi va di essere una delle
tante. Eppure pensavo
fossimo amici, sai com'é? Ti ho raccontato tutto di me. O
quasi.
Sai quand'è l'ultima volta che mi sono aperta con qualcuno?
Che mi sono
lasciata andare senza pensare troppo? No, questo non te l'ho detto. Con
un
ragazzo che poi mi ha fottuto e si è fatto la mia migliore
amica. Siete tutti
uguali in fondo. Bene. Dopo averti detto tutto ciò mi sono
rovinata il trucco,
la voce mi si è abbassata parecchio e sono nervosa...
piuttosto imbarazzata
direi. Amo Zayn Malik. È la cosa più bella che
puoi dire se sei una fan, ma io
non credo di essere quello per voi adesso. Almeno lo spero.-feci un
respiro
profondo.
-Calmati.- mi guardò- io...
-Zayn.
-Io non...
-Zayn la strada, cazzo.
Ecco, chiusi gli occhi, poi si spense il motore. Li aprii, bene, un
bell'incidente.
Mancava circa un quarto d'ora o più per arrivare
all'appartamento.
Stavamo bene, per fortuna, scendemmo dalla macchina e dall'altra ne
uscì un
uomo, alto e robusto. Iniziò a discutere, Zayn disse che
avrebbe sistemato
tutto lui e si scusò. Lo guardai e poi iniziai a camminare
velocemente. Sentii
una stretta, al polso. Mi girai. Lo fissai, lasciò la presa.
Poi corsi.
No, no, basta. Se vuole giocare con i sentimenti di qualcuno, sappia
che ha
sbagliato ragazza.
Amici, sì, assolutamente. Meglio così, anche
se... no, ma chi vuoi prendere in
giro, non sarete mai amici, non potrete mai essere amici.
Se c'è attrazione le cose non funzionano.
Oh, ed è certo che io sono attratta da lui parecchio, ma no,
non sarò una delle
tante ragazze che Zayn ha fatto innamorare, per poi divertirsi.
E poi cosa era successo, non mi sono mai aperta e perché
proprio con lui!?
Fanculo alla mia boccaccia.
Ma ormai è tardi.
Il danno è fatto, adesso spero solo che non cambi qualcosa
con gli altri.
Devo parlare con qualcuno, no meglio di no.
Tutto per me, come sempre, tutto dentro.
Stronzo. Adesso dice pure che non voleva, che voleva baciare
me.
Schiarirsi le idee prima di agire no eh, Malik? Troppo complicato,
meglio farti
due ragazze.
Lo dicevo che non poteva andare tutto per il verso giusto.
Basta, sarei diventata lesbica, le ragazze sono più
comprensive.
Oddio, sto sclerando proprio.
Girato l'angolo sarei arrivata a casa.
While Zayn:
Ho rovinato tutto. Quel bacio è stata la cosa
più cretina che potessi fare.
E cazzo, la macchina.
Harry continua a guardarmi da quando sono venuti a prendermi.
Sì, devo ammettere che c'è una certa amicizia tra
loro, d'altronde è una
ragazza meravigliosa.
E se gli piacesse... Non ci ho mai pensato.
Chi mi conferma che non sia così, inoltre non c'è
ragazza che non trovi sexi
Harry.
Perché d'un tratto la temperatura è aumentata.
Non essere geloso, Zayn, non è da te.
Non voglio perderla devo fare qualcosa. Ora.
Magari aspetto che le passi, domani o tra una settimana, un mese.
Così finirà che qualcuno, tipo Harry, me la porti
via.
Inizio ad odiarlo. No magari odiarlo no, ma lo invidio.
No, nemmeno questo.
-Louis ferma la macchina!
-Cosa?
-Fermati devo fare una cosa.
-Ma...
-Voi andate, vi raggiungo dopo.
-Ok.
-Che devi fare?- Harry.
-Niente che ti riguardi.- Spalancò gli occhi. Zayn,
non ha fatto niente,
che cazzo stai dicendo?- Scusa, niente, dopo magari ti
racconto.
-Mh... ok.
Corri, veloce.
Elizabeth:
E adesso che ci faceva lì quello.
-Ciao.- Avanzò e mi venne incontro.
-Che vuoi ancora e poi che ci fai già qui? Non credo di
averci messo un secolo
ad arrivare.
-Ti ricordo che abito a Londra da un po' più tempo di te,
scorciatoie.
-Ah, ma non è questo il punto, che ci fai qui?- Ero di
schiena, cercavo di
aprire la porta, ma la mano tremava e mi rendeva difficile il
tutto.
-Avevo paura.
-Eh?- Ero riuscita ad aprire, mi girai.
-Che qualcuno arrivasse prima.- avvicinò lentamente il suo
viso al mio, i suoi
occhi visti a quella distanza mi facevano un certo effetto, poi
provò a
prendermi la mano, ma mi spostai. Prese il mio viso fra le sue mani e
con
dolcezz avvicinò al suo. Provai a muovermi, ma le gambe non
volevano obbedire
ai miei comandi, così rimasi lì, ferma. Poi
ruotò leggermente il viso, chiuse
gli occhi, feci lo stesso. Le nostre labbra si unirono, in un lungo e
meraviglioso bacio. Quando ripresi coscienza mi spostai velocemente.
Poi entrai
e chiusi il portone. Mi accasciai a terra per un paio di minuti, mi
girava la
testa.
Hi:D
Devo ammettere che non mi convince molto questo capitolo.
Non saprei...
Beh, comunque grazie se hai letto la storia e la stai seguendo,
capitolo dopo capitolo.
Se ti va, e spero che ti vada, lasci una recensione?:3
Stolemyheartx vi saluta.♥
|
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Capitolo 8 *** Chapter eight. ***
Oh, Lì. Ma sei
scema?
Hai aspettato tanto per questo momento e adesso gli chiudi la porta in
faccia.
Un'emerita cogliona, ecco cosa sei.
No, adesso non ti permettere ad aprire la porta.
Ora se devi fare l'orgogliosa la fai fino in fondo, almeno per i
prossimi dieci
minuti.
Poi ti metti in ginocchio e ti fai perdonare.
E basta con ‘sti monologhi.
Sorrisi,
mi sfiorai le labbra con le
dita.
Mi, mi aveva baciata davvero.
Basta, ti fai troppi problemi.
Per una volta, o meglio per un'altra volta lasciati andare.
Lui è diverso, forse.
O magari è stronzo come gli altri.
Non mi rimane che scoprirlo.
Ma mi doveva prima perdonare. Cazzo.
-Che fai lì ferma? Vas happenin'?
-Oh, Roberta, niente e no, "Vas happenin'", no.
-Sì, niente è già una cazzata, ora mi
racconti.
-Se proprio devo, -sbuffai, poi accennai un sorriso- mi ha baciata.
-Chi? Dove? Quando?
-Chi? Non si può sentire. Dietro questa porta, meno di tre
minuti fa.- Mi
spinse con un sorrisetto malizioso.- Non aggiungere niente.
-Ma non vedo nessun salto.
-E non lo vedrai, la faccenda è più complicata di
quanto credi. Sono confusa,
ma mi piace.
-E allora a fanculo tutto... Aspetta, e dopo il bacio tu che hai fatto?
Non mi
dire che... - annuii- l'hai lasciato lì, vero?-
Sbuffò- Bene, ma brava.
-Ma, io... lasciami in pace.- mi arrivò uno stretto
abbraccio che mi avvolse e
mi rassicurò.
-Ti voglio bene, Eli.
-Io no.- le diedi un bacio sulla guancia e corsi via.
-E adesso dove vai?
-In cucina a rimpinzarmi di cibo, vuoi?
-Volentieri.
E anche quella serata volò.
La domenica successiva uscii presto, mi andava di passeggiare.
Non vedevo Zayn e i ragazzi da un po', mi avevano riempito di messaggi,
ma
dicevo a tutti che dovevo studiare e in effetti dovevo, ma la mia mente
non
voleva.
Un leggero strato di neve copriva le strade di quella città
che ancora non
conoscevo del tutto.
Decisi di ritornare lì, dove tutta quella storia era
iniziata.
E con mia sorpresa, fu lì che lo trovai, di schiena, con il
suo cappotto beidje
che gli dava quell'aria da figo, mi diressi verso lui.
-Piacere, Elizabeth. Io ti a-amo. Fanculo alla mia boccaccia, volevo
dire che
sono una tua fan. Una cioccolata? Ti va?
-Oh, penso tu saprai chi sono.- Si alzò, guardò
in alto con fierezza
sorridendo. Quel sorriso, quanto mi mancava vederlo sorridere ed
esserne la
causa. Si avvicinò, mi guardò negli occhi. Stessa
sensazione, stessa velocità
del battito. Mi sciolsi.- Ah, e per la cronaca, anche io ti amo.- mi
prese per
i fianchi e fece aderire la mia fronte alle sue labbra, mi diede un
bacio, poi
sulla guancia, scese per il collo, e infine si trovarono. Le nostre
labbra, di
nuovo unite, combaciavano perfettamente. Poi schiudemmo le labbra e le
nostre
lingue si intrecciarono in un dolce e intenso bacio. Eravamo solo noi.
Nessun
altro. Non c'era nessun bambino che giocava e scorrazzava nel parco di
fronte.
Nessun urlo. Nessuna madre che gridava al proprio figlio di andare da
lei. E
nessun occhio indiscreto che ci guardava. Ma soprattutto nessun
problema che
disturbava la mia mente.
-Ti amo anche io, eh beh... non come idolo.
-Grazie.- Un altro bacio, poi mi misi a correre verso quel bar, il
nostro, e lui
mi venne dietro.-Aspettami!
Prendemmo una cioccolata, ridemmo e scherzammo tutta la mattinata.
Adoravo il suo sorriso, così perfetto, gli si illuminavano
gli occhi e
altrettanto facevano i miei quando lo guardavo.
E pensare che ero andata lì solo per staccare la spina, ed
ecco che avevo
trovato. Mi veniva quasi da piangere.
-Zayn...
-Sì, tesoro.
-Promettimi che quando ci lasceremo non litigheremo o cose del genere.
-Se ci lasceremo non soffriremo, o meglio, soffriremo, ma insieme, te
lo
prometto.
-Ti adoro.
-Piccola.- Mi baciò.
-Che facciamo? Andiamo dagli altri?
-Buona idea, ma dovrai muoverti un po' la macchina non la ho ancora.
-Va bene, mi andava di camminare oggi.
-E siamo in due, allora.- Questa volta fui io, gli cinsi la vita e lui
mise il
suo braccio sulla mia spalla.- Su, andiamo!
Arrivammo dai ragazzi, che sorpresi ci presero un po' in giro, poi la
tagliarono e presi Harry da parte.
-Auguri, Eli.
-Grazie.- lo strinsi forte a me, lui fece lo stesso, chiusi gli occhi e
una
lacrima bagnò il suo maglione.
-Ehi, non piangere.- mi asciugò il viso. Poi sorrise.
-Grazie, grazie davvero. Sei il migliore amico migliore che potessi
desiderare,
ti voglio bene.
-Sì, anche io.- nelle sue parole c'era una certa vaghezza.
-Che hai?
-Niente, dai torniamo dagli altri.- gli sorrisi e annuii.
-Ehi, Claire. Che ci fai qui?- non mi ero accorta che c'era anche lei,
forse
era arrivata da poco.
-Mi hanno invitato i ragazzi.- sfoggiò un sorriso che
mostrava tutti i suoi
perfetti denti.
-Ah, manca solo Roberta!
-Usciva con un ragazzo, era molto nervosa.- nel frattempo si stava
avvicinando
a Niall e con mio stupore vidi che gli schioccò un bacio
sulle labbra. Ah già,
c'avrei scommesso.
-Bene, qui tutti che si inciuciano, eh.-Harry, effettivamente era
l'unico che
non aveva una ragazza, ma non credo gli pesasse tanto. Dal tronde di
ragazze ne
aveva quante ne voleva, ma mai storie serie. Impegnarsi in qualcosa non
era il
suo forte, mi girai verso lui, stava abbracciando un grande pacco di
patatine.
-Hei, che ne dite se rimanete qui e ordiniamo una pizza per stasera?-
Disse
Niall, che intanto litigava con Harry cercando di rubargli le patatine.
Fummo
tutti d'accordo e la serata passò in fretta. Il pomeriggio
invece lo passammo a
cantare, io e Claire con le lacrime agli occhi ascoltavamo i ragazzi
urlando e
cantando talvolta.
Quel mercoledì pomeriggio mi arrivò un pacco.
Veniva dall'edicola accanto. Era una rivista, la nostra rivista, io e
Sofia la
leggevamo sempre, soprattutto le news dei ragazzi.
Sfogliai un po' le pagine quando qualcosa attirò la mia
attenzione.
Io e Zayn. Davanti quel parco. Lui mi teneva per i fianchi, le mie
braccia
avvolgevano il suo collo e le nostre labbra erano unite in un bacio.
Era
meravigliosa quella foto. Mi ero completamente dimenticata che Zayn
fosse
famoso. Mi alzai con la rivista in mano, ne cadde un biglietto.
"Ehi stronza, potevi almeno dirmi che li avevi trovati!"
Era la scrittura di Sofia, senza dubbio, c'era un cuore in
fondo al
bigliettino, lo presi come un buon segno, poi mi squillo il telefono.
-Pronto?!
-Ciao, eh! Adesso devo venire a sapere da un giornaletto di gossip che
la mia
migliore amica si fa uno dei one direction?- Sofia, stava quasi
urlando, ma non
era arrabbiata, almeno non sembrava. Non feci in tempo a rispondere che
subito ricominciò
a parlare.- Se non era per chi ha scattato quella meravigliosa foto che
vi
ritrae sarei rimasta all'oscuro di tutto! È da circa due
giorni che circola
quel giornale, ma dimmi, dove vivi? Non ti trovo più nemmeno
su facebook,
skype, twitter...
-Sì, ciao Sofia. Ti avrei detto tutto, solo che...
-"Solo che" cosa? Piuttosto apri la porta che qui si gela!
-Eh?
-Apri dai.- mi diressi verso la porta confusa. Aprii e una morettina
coperta
fino agli occhi con una sciarpa si aggrappò al mio collo.
-S-sofia, ma... quando sei arrivata?
-Circa venti minuti fa.
-Mi sei mancata.
-Oh, lo so, anche tu.- sorrise. Sorrisi.
Ciao
carota!:3
Scusate se il capitolo è
un po' breve ma
non volevo anticipare nient'altro.
Grazie per aver letto.:)
Lascia una recensione se ti va, ti preeego.:3
Un bacio, stolemyheartx.
_stolemyheart su
twitter.
Che fantasia, eh?:D
|
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Capitolo 9 *** Chapter nine. ***
Harry:
Quel
pomeriggio, un freddo giovedì, Lizzie ci presentò
una sua amica, italiana anche
lei.
Sofia, era carina, aveva i capelli di un colore indecifrabile, un misto
tra il
mio e quello di Lou, e gli occhi cangianti che passavano da un castano
chiaro
ad un verde scuro. Ma nulla paragonati a quelli grigi di Lizzie, i suoi
erano
qualcosa di meraviglioso.
Quando mi soffermavo a guardarla restavo incantato, ma ovviamente lei
era così
presa da Zayn che non se ne accorgeva nemmeno.
Vorrei essere io a prenderla per mano, a guardarla negli occhi e ad
essere
guardato come guarda lui, non capisco perché non
può essere così.
Ho provato a dirglielo, ma mi blocco e non lo faccio mai, la mia lingua
non si
muove e così le parole non escono.
Sento il battito del mio cuore che va sempre più veloce,
ogni volta che sono
vicino a lei.
Ma poi la vedo con lui, mi sta facendo a pezzi, perchè non
si accorge che ogni
volta che lo bacia io sono lì e soffro.
Lui non la merita.
Ma meglio non dire nulla, Zayn è mio amico, uno dei migliori
e ormai è andata
così.
Non si può tornare indietro, ma oddio, quanto lo vorrei.
Vorrei averla portata io a casa, quel ventisette Dicembre, tenendola
per mano.
*Flashback*
Suonai il campanello, di nuovo a Londra, in quella casa,
chissà se i ragazzi
sono arrivati.
Risuonai, ma non mi aprì nessuno.
Poi vidi Louis avvicinarsi, con la sua valigia, anche lui era appena
tornato.
Ci abbracciammo, e visto che ancora nessuno si era deciso ad aprirci
uscì le
chiavi e aprì la porta.
In casa regnava il caos, la musica era al massimo volume,
iniziò a rimbombarmi
nella testa.
La spensi, un po’ seccato, ma Lou sfoggiò il suo
meraviglioso sorriso e mi
indicò il giardino.
Andammo e lì trovammo Niall, Liam, Zayn e… una
ragazza.
Si girò, mi guardò per qualche secondo poi
sorrise, lo feci anche io
involontariamente.
I capelli le arrivavano alle spalle erano un misto tra lisci e mossi,
li spostò
di lato con la mano.
Poi spostò lo sguardo verso il biondo alla mia destra, ci
fissava.
Era sorpresa, stupita, incantata.
Dopo pochi minuti ci venne incontro e ci abbracciò.
Zayn e gli altri iniziarono a ridere, e io capii.
Oh cazzo, Harry, una directioner, hai davanti una tua fan.
Ricambiai l’abbraccio.
-Piacere
Lizzie- mi porse la mano, gliela strinsi.
-Harry, lui è…
-Louis Tomlinson, caro Styles abito anche io sulla terra eh!
-Bene ragazzi, giù le mani, l’ho vista prima io.-
Zayn, l’abbracciò e risero.-
L’ho incontrata qualche giorno fa e ci tenevo a farvela
conoscere. Finite le
presentazioni…- non capii cosa disse dopo. La sua risata
assomigliava alla mia.
*Fine
Flashback*
Mi ero ripetuto più volte di evitarla, ma mi ero affezionato
a lei da subito,
infatti eravamo ottimi amici.
Anche Sofia si presentò, quasi allo stesso modo, solo che il
tutto fu preceduto
da un urlo.
Mi ricordò qualcuno, ah, già, Claire.
Nonostante Lizzie, Sofia mi attraeva un po’.
-Oddio,
sono così emozionata. Sognavo di vedervi da
chissà quanto, ma credevo in un concerto
a distanza, invece siete qui. A cinque centimetri da me. Potrei anche
morire
adesso.- riprese fiato.- tranquilli non vi disturberò,
starò in disparte e in
silenzio, da ora.
-Ahahahah, non c’è bisogno che stai zitta. Tanto
se non parli tu lo farà sicuramente
Eli… Lei parla, parla, parla, non fa altro.- Risi e mi
arrivo una spinta.
-Sì, ritieniti fortunato che c’è questa
tizia e non ti voglio far sfigurare.-
iniziò con sarcasmo- altrimenti avrei fatto uso delle mie
doti da combattitrice
e…
-Adesso s-smettila o muoio.- Iniziai a ridere di gusto, Niall mi
andò dietro e
pochi istanti dopo era per terra.
-Oh, ma non l’ho capito, avete finito di prendermi per il
culo? No sapete,
altrimenti vado.
-Sì, -Niall- solo un attimo.- Ansimò, cercando di
fermare quella risata che
ormai aveva contagiato tutti, compresa la nuova arrivata. Lei invece si
limitò
a fare un mezzo sorrisetto con le braccia incrociate e sul petto.
Finimmo
per passare quella giornata come sempre, come tutte le altre.
Sofia era simpatica e mi stette quasi tutto il tempo vicina, sembrava
avesse
una calamita, ma non mi dette poi così tanto fastidio,
decisi di starci, Lizzie
ogni tanto ci guardava e sorrideva.
Le ragazze dormirono da noi, non capii per quale motivo ma Lizzie non
avrebbe
avuto scuola il giorno seguente e noi decidemmo di non andarci.
Dormirono in una stanza che era in più, lì non ci
andava “quasi mai” nessuno.
C’era un letto a due piazze in mezzo, un armadio, e un
comodino.
Era vuota, più o meno.
La mattina l’aroma del caffè mi arrivò
alle narici e mi svegliò.
Era Sofia, visto che non mi ero svegliato mi aveva portato lei la tazza
di
caffè ancora caldo.
-Ehi, manchi solo tu all’appello.
-Oh, sì, ieri non sono riuscito a prendere sonno subito.
-Fa niente, capita anche a me.
-Da quanto conosci Lizzie?
-Dalle elementari, ormai saranno più di dieci anni, mi
è mancata in questi
mesi, non siamo mai state lontane per tanto tempo.
-Immagino… dai andiamo, altrimenti non oso pensare cosa
diranno gli altri.-
Sorrise.- Ah, hai un bel sorriso, sai?
-Oh, grazie.- divenne rossa e a me scappò un sorriso.
-Ma finalmente, BUONGIORNO.- Lizzie.
-Sono riuscita a farlo alzare.
-Sì, già, e mi ha portato anche il
caffè, la adoro già.
-Attento a te Styles, trattamela bene, ammetto che è una
ragazza un po’ facile,
quindi tagliala.
-Uh, buon per me allora.- schiacciai l’occhio.- che si fa
oggi? Giro turistico
per Sofia?
-Io devo studiare ragazzi, perché non andate voi?
-Io aiuto Eliza a studiare.-Zayn.- so che ne ha bisogno.- Eli lo
guardò male.
-Io esco con Danielle.
-Io con Claire.
-E tu Lou?
-Ehm… non so, vorrei stare a casa.
-Mh… andiamo noi due allora?- mi rivolsi verso lei che
annuì.
This
evening Elizabeth:
Non
ho la più pallida idea di cosa abbiano fatto quei due
stasera ma Sofia è
piuttosto allegra. Ora magari vedo di farmi dire tutto.
-E
tutta questa enfasi?
-Grazie a te, come sempre.- mi arrivò un abbraccio che mi
riscaldò e mi fece
sentire di nuovo a casa, di nuovo in Italia. Eravamo solo io e lei
questa volta
e decisi di non interrompere quell’abbraccio. Sentii che
entrambe ne avevamo
bisogno. Avevo sbagliato tutto. Eravamo sempre state così,
non era cambiati
niente. Tutto sembrò così normale, come qualche
anno fa. Mi scappò una lacrima.
Fu allora che si decise a continuare.- Sento che
c’è un buon rapporto con
Harry, mi piace. Oltre che come membro dei One Direction come persona.
-Immaginavo ti sarebbero piaciuti, ti piace la città?
-Da morire. Non ho visitato molto ma abbastanza. Mi ha portato anche
sulla
London Eye è mi ha bacdsgf.
-Cosaa?
-Mi ha… baciata.
-Oh cazzo. Nemmeno un giorno aspetta per farsene un’altra. Ma
come si fa! Ora
vado lì e gliene dico quattro.
-No tesoro, tranquilla.
-Ma come posso stare tranquilla se adesso ti…
-Tranquilla. Ho già capito che tipo di ragazzo è
e sinceramente anche io mi
voglio solo divertire per un po’, e poi quando mi ricapita un
ragazzo così.
Anche perché non starò molto qui.
-Beh se sei felice e stai bene tu, sono felice per voi.
-Grazie Lì.
-Ah, ma quanto tempo stai qui?
Dopo la sua risposta il tempo si blocco. Ero stupita. Rimasi
lì inerme. Ci
abbracciammo.
Hi
amazayn guys.:3
Beh, vi
ringrazio per le sei recensioni nel capitolo precedente.:)
Scusate
se ci sono errori ma l’ho
scritto di getto,
per
evitare di dimenticare qualcosa.
Spero
in tante recensioni e che il capitolo piaccia.:D
Ah,
non so se ve ne siete accorti ma
ho modificato l'organizzazione dei capitoli unendo i primi due,
infatti questo è il "nuovo" nono. D:
Un
bacio a tutti.
Love
ya.
|
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Capitolo 10 *** Chapter ten. ***
-Una
settimana ancora.
-U-una sola settimana?-sentii una stretta alla
gola. Mi mancò il respiro.- No, no. Non puoi stare
così poco, per favore
rimani.
-E sono di passaggio in un certo senso.
-Cosa vuoi dire?
-I miei non sono più in Italia, sono andati a
Los Angeles. Per lavoro. E io ho già fatto il passaggio per
la scuola e tutto,
l’avevamo già deciso a Settembre, ma non ti ho
detto nulla.
-Tu, tu… io pensavo saresti rimasta qui per un
po’, che non ci saremmo divise. Non me ne sarei andata se
avessi saputo che te
ne saresti andata del tutto. Era…-il battito
rallentò, mentre i singhiozzi aumentavano.-
solo per qualche mese, sarei tornata. N-non puoi andare fin
lì. Perché non
rimani con me qui? Poi torniamo in Italia insieme.
-Li’, adesso calmati.- anche lei stava
piangendo, anche se in silenzio. Mi abbracciò.- Non posso,
sai come sono i
miei, poi non sono nemmeno maggiorenne, anzi… ho quasi un
anno meno di te. Ti
pare che non gliel’ho chiesto? È stata la prima
cosa che ho fatto quando ho
saputo che partivi anche tu. Non so come tu abbia fatto a convincere i
tuoi,
ma… io non ci sono riuscita, i miei sono più
rigidi.
-E che ne sarà di noi? Non sarà così
facile
vederci adesso. Ma… promettimi che ci sentiremo.
Promettimelo So’, ne ho bisogno.
Mi diede un bacio sulla guancia, bagnandosi le
labbra delle mie lacrime salate.- Promesso.
Ebbi
una strana sensazione che mi accompagnò
per il resto della sera, e per il giorno successivo e quello dopo
ancora.
Magone, ecco. Un nodo alla gola che non mi
permise di toccare cibo, se non qualche schifezza di tanto in tanto.
Sofia cercava di farmi sorridere e mi disse di
non dire nulla, di far finta di nulla, di goderci questi giorni,
proprio come
quell’ultimo mese prima che partissi io.
Tre giorni dopo le cose andavano normalmente o
quasi.
E Harry e Sofia non avevano atteso molto per
passare a cose più ‘serie’ nel loro
rapporto, se serie si potevano considerare.
Era una sera gelida quando si ritrovarono soli
in casa e Harry non aspettò molto. Anche Sofia era una
ragazza abbastanza
aperta nei rapporti, diceva spesso di non credere all’amore,
a tutte quelle
sciocchezze varie eppure era strano, i suoi stavano insieme da ben
venticinque
anni o qualcosa in più e sembravano una bella famiglia. Io
iniziavo a non
crederci da quando qualcuno mi aveva aperto gli occhi facendosi la mia
amica, e
no, non era un semplice bacio.
Ma contenta lei. She smiles, I
smile,
too.
Ebbene se ne sarebbe andata tra qualche
giorno. Mi sarebbe mancata, dovevo ammetterlo.
Quella settimana passò velocemente: giri per
Londra, chiacchierate notturne, feste con i ragazzi, poi arrivo quel
giorno. Il
tanto temuto giorno.
-Ehi
Eli, ti voglio bene, non dimenticarlo. E
fatti viva ogni tanto, vedi di collegarti su internet, eh.
-Rimani.- fu l’unica parola che riuscii a
dire.
-Rimango con te. Ci sono sempre, solo non
accanto a te materialmente, ma ci sono.
-Promesso?- Si avvicinò a me.
-Promesso.
-Beh, allora ti voglio bene anche io.-
Sorridemmo.- Buon viaggio.
-Ciao ragazzi, ciao Harry.- si avvicinò e gli
diede un bacio, l’ultimo bacio. Chiusero gli occhi e si
abbandonarono a quella
sensazione di sicurezza che l’uno trasmetteva
all’altro. Sapevano che era stato
un gioco, ne erano consapevoli, ma si volevano bene. E forse era meglio
così, nessuno dei due avrebbe
sofferto.
L’abbracciai per l’ultima
volta poi entrò nell’aeroporto.
Sembravamo degli ebeti, sei
cretini che stavano lì fuori ad agitare la mano cercando di
nascondere le
lacrime nel mio caso.
Harry invece sorrideva
compiaciuto, sicuramente pensava al fatto che si era scopato
un’italiana.
Il
pomeriggio decisi di
studiare un po’, non avevo voglia di uscire.
Troppa tristezza, già iniziava
a mancarmi.
Poi suonò il cellulare. Un
messaggio.
Mio padre, si era ricordato
della mia esistenza, evviva.
In realtà ci vedevamo una o
due volte ogni due settimane, sì, un padre modello.
Chiedeva come stavo e se era
tutto a posto, risposi positivamente, tanto non gliene sarebbe
importato più di
tanto del mio umore, eppure non so cosa mi spinse a farlo ma mi alzai
presi il giubbotto
e mi avviai verso casa sua.
Non ebbi bisogno di suonare
avevo le chiavi e comunque ero sua figlia doveva accogliermi, no?
No.
Una scena rappresentante un
dolce e tanto unita famiglia era davanti ai miei occhi.
E no, non era la mia
famiglia, era quella ‘nuova’ di mio padre.
Quella donna non era mia
madre e non c’era Mia.
Una donna bionda, non
naturale, con occhi neri come il carbone stava seduta sul divano,
accanto ad un
uomo che aveva almeno dieci anni in più, un uomo che aveva i
miei stessi occhi,
ma che non riconoscevo più. Poi una bambina.
Oh merda.
Si girò e mi guardò, sorrise.
Aveva le labbra come le mie, come quelle di mio padre e c’era
qualcos’altro in
lei che mi portava a pensare che non fosse figlia solo di quella donna.
Era… no, no, no.
-Elizabeth,
aspetta, io posso…
-Spiegare? Ma fanculo pa’.
È per questo che ci hai abbandonato? Me e
Mia? Non dico la mamma perché magari non l’amavi
più e questo si può accettare,
più o meno… Ma dimmi a Mia la cerchi con la
stessa frequenza con cui non cerchi
me o non la cerchi affatto?- Eravamo davanti la porta, la gente passava
e mi
guardava, ma era l’ultima cosa di cui mi importava. Poi mi
rivolsi a lei, si
era avvicinata.- E tu sappi di aver rovinato una famiglia, puttana. E
puoi
anche rientrare non abbiamo bisogno di te, vai.- non mi resi conto che
stavo
parlando in italiano, infatti lei mi guardava senza capire.
-Non ti permettere di
parlarle così.
-Bene e tu non ti sprecare a
cercarmi ancora, non ci provare, non mi troveresti.- mi voltai e gli
diedi le
spalle.
Iniziai
a camminare, sempre
più velocemente, sentii che mio padre mi chiamava,
ripeté il mio nome finché
non girai l’angolo.
Non poteva essere, mio padre,
il mio ‘eroe’, si era trasformato in un mostro.
Era così brutto pensare che potesse avere un’altra
donna.
Un’altra figlia.
Mi aveva… sostituita,
abbandonata, scambiata, rimpiazzata.
Delle lacrime calde e salate
attraversarono i miei zigomi poi scesero fino alle labbra.
Iniziai a singhiozzare.
Che bella giornata, sì.
Andai a casa. Le ragazze non
cerano e non mi andava di soffrire da sola. Presi una birra.
Mi serviva un amico, chiamai Harry.
-Oh
bellezza.- la sua voce
era rassicurante in un certo senso.
-Ehi Harold, ho finito le
birre ne porteresti qualcuna?
-Chi pensi di aver chiamato?
Harold, cioè Harry il fattorino?
-Daaaai, prometto che non ti
chiamerò più Harold.
-Vuoi anche una pizza?
-Magari…
-Sono lì tra dieci minuti,
venti al massimo.
-Ok, sei grande.- chiusi il
telefono e andai in bagno a lavarmi il viso, poi misi una tuta.
Avevo
bisogno di una
serata con un amico.
Non mi serviva Zayn in quel
momento, ma Harry.
Arrivò in venti minuti.
Puntuale come sempre.
Appena entrò notai le birre,
la pizza e un film. Un horror.
Sorrisi e gli diedi un bacio
sulla guancia.
Finimmo quella pizza quando
ancora il film era agli inizi, per il seguito bevemmo.
Iniziammo a dire cose senza
senso.
Ad un certo punto un urlo mi
fece spaventare, era la ragazza del film, così nascosi il
viso dietro il suo
braccio e lo abbracciai.
Harry:
Che
le prende?
È dietro il mio braccio che
si nasconde dalla tv. Oddio siamo persi, ubriachi.
E adesso…
I nostri occhi si
incontrarono, lei si avvicinò e io non avevo voglia di
allontanarmi.
Eravamo entrambi ubriachi,
lei di più si notava anche.
Non mi aveva detto cos’era successo, diceva che
era meglio lasciar perdere.
Le nostre fronti erano unite,
i nostri respiri si accavallavano, l’uno
sull’altro.
Aveva un buon sapore, credo,
le nostre lingue non ci misero molto a trovarsi, chiusi gli occhi.
Poi mi venne addosso, si
sedette sulle mie gambe e iniziò a mettere le mani tra i
miei capelli giocando
con i miei ricci, le misi le mani dietro la schiena, il resto venne da
sé.
No, non potevo approfittare
della mia migliore amica.
La allontanai.
-Eli, Eli…
-Oh merda.- rise, fu una
risata spontanea, lei stava giocando, lei non era cosciente delle sue
azioni e
non se ne sarebbe ricordata, ma io sì.- Scusami.- continuava
a ridere, era
fastidiosa, ma le sorrisi.
-Tranquilla.- le feci un
cenno e indicai la birra e un’altra bottiglia accanto ad essa
che conteneva
chissà quale roba alcolica.- sai anche io sono mezzo
ubriaco.- risi.
-Promettimi che non me lo
ricorderai domani, e se dovessimo ricordarlo entrambi
rimarrà un segreto, ok?
-Ok.- mi abbracciò, le
sorrisi e accennai una risata.
-Grazie.-sussurrò.
Ciao
a tutti
voi.:)
Grazie anche
questa volta per aver letto.
Ringrazio per le
ultime recensioni, 9.:3
Maccheccarini.<3
Spero
vi piaccia questo capitolo;
ho scritto due novità,
anzi tre.
Beh, è
breve ma c’è
il ‘succo’.
(?)
No, ok, mi dileguo.
Lasci una recensione?:D
Eddai.:)
Ps.
Questa è
la mia one-shot, passa: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=944434&i=1
Un bacio.x
|
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Capitolo 11 *** Chapter eleven. ***
Quella
mattina il risveglio
non fu uno dei migliori.
La sveglia suonò, erano le
sette e mezzo. Di Sabato. Perché
cazzo
suonava?
Quel suono iniziò a
rimbombare nella mia testa e ad irritarmi, non appena provai ad alzarmi
tutto
intorno a me iniziò a girare, avevo un’emicrania
terribile.
Presi il cellulare, poi mi
risedetti sul letto e mi rimisi sotto le coperte.
Una
chiamata persa. Zayn.
Oh già, dovevo vedermi con
lui quella mattina. Non mi andava proprio di uscire.
‘Buongiorno
tesoro ho mal di testa, sali da me, ok?
xx’
Mi arrivò la sua
risposta
poco dopo, sarebbe arrivato a minuti.
Andai in cucina e notai che
Harry era sdraiato sul divano e dormiva ancora, HARRY?
Ah già, la sera precedente. Merda, l’alcool non
era riuscito a cancellare
proprio un bel niente, quel bacio era fisso e ben chiaro nella mia
mente e non
riuscivo a non pensarci.
Non capivo nemmeno io il
senso di quel bacio.
Avevo sbagliato e di brutto; lui era il mio
migliore amico e questo non
doveva cambiare. E non sarebbe cambiato, che lo volessi o meno.
-Harry,
cazzo svegliati.-
Iniziai a smuoverlo, finché non schiuse le palpebre
mostrando i suoi occhi
verdi in tutto il loro splendore, un riccio gli copriva il volto.
-Ma… Oh, buongiorno anche a
te, eh!- sorrise.
-Scusa, ma sta venendo Zayn.
Non ricordavo che fossi rimasto qui a dormire.
-Magari avresti preferito che
mezzo ubriaco mi facessi un giro in macchina?
-Beh…
-Comunque, dai mi alzo e
vado, Zayn è abbastanza geloso e so a cosa alluderebbe se ci
vedesse insieme.-
Si alzò e si infilò i jeans, mostrandomi il suo
corpo perfetto. Poi iniziò ad
abbottonarsi la camicia.
-Che poi non avrebbe nemmeno
tutti i torti.
-Ma di che parli?
-Harry, lo ricordo anche io e
so che tu avevi bevuto meno di me quindi…
-Quindi niente, non è
successo niente. Ok?- Mi diede un bacio sulla guancia e corse davanti
la porta,
la aprì.
-Ti adoro, grazie.- Urlai
prima che la porta si chiudesse. Rimasi sola in cucina.
Chiamai
le ragazze che, dopo
avermi mandato a quel paese, si svegliarono e vennero in cucina.
-Ieri
ho invitato
Harry.-iniziai.-E poi abbiamo guardato un film.
-Sì, ho notato che era sul
nostro divano quando sono tornata.- intervenne Roberta.- Ah, James mi
ha
baciata. E non solo.- rise e schiacciò l’occhio.
-Oddio, bruciamo le tappe,
eh.- azzardò Claire che continuava a sbadigliare.
-Ah, lo dici a me? Chissà a
quale “tappa” siete arrivati tu e quel biondino.-
La bionda non rispose si
limitò ad abbassare la testa mentre un sorriso le
illuminò il volto, succedeva
ogni volta che si parlava di lui.- Tornando a te, che dovevi dire?
-Mh…- Niall, già, lui. Era
amico di Zyan e se l’avesse saputo beh… non
sarebbe finita bene la questione.-
Niente, volevo sapere se vi aveva disturbato o dato fastidio che sia
rimasto
qui, ecco.
-E tu ci hai svegliate per
questo? Io torno a dormire.- Claire mi scombinò i capelli e
mi baciò la fronte,
mentre Roberta rimase sul divano accanto a me.
-Robi.- Le agitai la mano
davanti al viso.
-Eh? Sì, scusa. Vuoi che ti
racconti com’è andata?
-Ehm, no grazie, passo per
questa volta, eh!
-Sì, sì… come vuoi. Seguo
l’esempio di Claire, buonanotte.
-Ah, sta venendo Zayn.
Nemmeno
il tempo di dirlo che
suonò il campanello.
Zayn. Aveva
portato i cornetti, non gli diedi il tempo di entrare che subito lo
abbracciai.
Titubante rimase fermo, poi le sue braccia mi circondarono regalandomi
una
meravigliosa sensazione.
Era lui che volevo con me,
come mi era venuto in mente di baciare Harry?
Era stata la cosa più stupida
che potessi fare.
Un “Ti amo”
arrivò alle mie orecchie e fece zittire la mia mente.
Avvicinai il mio volto al
suo, sempre di più finché le nostre labbra
s’incontrarono in un dolce bacio.
Ero dove dovevo essere, ma
soprattutto con chi volevo stare.
-Mi sei mancato.- dissi non
appena ne ebbi l’occasione.
-Anche tu, amore.- poi si
riavvicinò per riprendere quel bacio da dove era stato
interrotto.
Mi
scostai non appena l’odore
dei cornetti che erano sul tavolo dov’ero poggiata mi
riportò alla realtà.
Mangiammo quei cornetti tra
un bacio e una risata.
Poco dopo sentimmo suonare il
campanello.
-E chi sarà adesso!?-
sbuffai.- vado un attimo e torno.
-Non vorrai abbandonarmi?-
Abbasso il viso e assunse un’espressione da cucciolo.
-Ma… devo. Torno presto,
aspetta qui.
Stavo
per aprire quando
qualcuno mi prese per i fianchi e mi bacio sul collo.
-Smettila
Malik. Devo
aprire.- Lo spinsi e aprii.
-Ma finalmente.- Due occhi
azzurri mi stavano fissando.- Ciao Li’.
-Ciao Niall, entra che ti
chiamo Claire.- Entrò e mi diede un bacio sulla guancia.
-Ehi, lei è mia!- Zayn mi
attirò a sé facendo aderire i nostri corpi.-
aspetta Claire e stai buono.-
Niall rise e scosse la testa, Zayn gli andò dietro, la
risata di quel biondino
era contagiosa e la adoravo.
-Claaaaire, sbrigati che
altrimenti il tuo principe si fa la mia principessa.- Urlò
Zayn.
-Ma smettila!- gli diedi uno
schiaffetto sulla testa. Principessa,
mi aveva chiamata principessa, ma
che
tenero. Mi sentivo sempre più in colpa per la sera
precedente, merda, ero una
merda.
-Claire, seriamente veloce
che qui mi sento a disagio.
-Perché non vai in camera
sua?- proposi.
-E se si sta cambiando?
-Buon per te!- azzardò Zayn.
Ridemmo tutti e tre, poi Niall si alzò e si avviò
verso la camera di Claire.
Finalmente soli.
-Z-zayn, devo parlarti di una
cosa.- non potevo non dirglielo, i sensi di colpa mi assalivano.
-Dimmi tesoro, qualcosa non
va?
-Ehm, non c’è niente che non
va, o quasi. Cioè tu, tu sei perfetto, non è
colpa tua ma… Cazzo, mi sento così
stupida, sono una perfetta idiota.
-Eli, mi stai lasciando?
-Io? Sarò stata anche un’idiota
ma non lo sono fino a questo punto.
-E allora non dirmi nulla, mi
va bene così. Credimi, mi ami?
-Più di quanto chiunque altro possa
mai amare qualcuno.
-E allora qualunque cosa sia,
sei perdonata.- ormai i nostri respiri si confondevano l’uno
con l’altro. Provò
a baciarmi, ma mi ritrassi.
-No, amore. Ieri ero ubriaca,
è per questo che oggi avevo mal di testa e…
ho… ho baciato uno. Non lo conosci,
è un mio amico, ma non ha significato nulla per me.- dissi
tutto d’un fiato. Vidi
il suo viso irrigidirsi, credo che stesse trattenendo le lacrime;
l’avevo
ferito.
-Cazzo Li’, ti avevo detto di
non dirmelo.- alzò la voce.
-Scusami, ti prego.
-Almeno dimmi il suo nome.
-N-non posso. Ti ho già detto
che non lo conosci. Se non vuoi stare più con me ti capisco,
accetterò le
conseguenze delle mie azioni.- stavamo piangendo entrambi in quel
momento.
Avevo paura. Tremavo. Intanto ci ritrovammo in giardino e lui si accese
una
sigaretta.
-Non lo so, merda. Giurami
che non ha significato nulla, che eri ubriaca e non avevi idea di
ciò che stavi
facendo, che non ami quel ragazzo, che… che non lo rifarai,
che posso fidarmi
di te.
-Sono una perfetta idiota.-
provai ad avvicinarmi a lui.- Ne sono consapevole, come sono
consapevole che
ieri ciò che ho fatto è stata
un’emerita cazzata, io non provo nulla per quel
ragazzo e non ero nelle condizioni per capire a cosa avrebbe portato
quell’azione.
Giuro di amare te, non ho mai, mai provato nulla di simile. Non sto
dicendo le
cose così per dire, credo che ormai tu sappia che tipo sono.
Tu mi fai sentire
al sicuro, protetta, ma soprattutto felice e bene con me stessa e come
hai
detto tu, una principessa. Ma se tu mi fai capire che per te significo
tanto,
sappi che non potevo non dirtelo, sarei stata un’ipocrita.
Io, io amo solo te.-
Eravamo vicini. Non lo baciai, avevo paura della sua reazione.
-Ti amo Eli, e non potrei amare nessuno tanto
quanto amo te, in questo
momento. Fa male, ma passerà, ora non parliamone
più. Ok?- l’odore del fumo
invadeva le mie narici, ma era piacevole in un certo senso. Mi
asciugò le
lacrime con i pollici, poi spostò indietro i miei capelli e
mi diede un leggero
bacio sulle labbra. Rimasi lì, sola, mentre lo guardavo
allontanarsi.
Scrissi
un messaggio ad
Harry.
“L’ho
detto a Zayn, ma non sa che sei tu quel ragazzo
quindi tranquillo.x”
Non appena rientrai trovai
Roberta che mi aspettava appoggiata al muro. Non ci fu bisogno di
parlare per
farle capire come stavo, mi abbracciò semplicemente.
Le lacrime che già rigavano
il mio volto da una decina di minuti ripresero a scendere. E dei
singhiozzi
interrompevano il silenzio ogni tanto.
-Sono
un essere orribile.
-Zitta, scema.
-Sto per rovinare un’amicizia.
Non me lo perdonerei mai.
-Non rovinerai nulla,
tranuilla.- continuava ad accarezzarmi i capelli.
-Sei meravigliosa, Ro’.
Quando se ne andò notai che
Zayn aveva dimenticato le sigarette sul tavolo, le presi e la
tentazione di
fumare pervase la mia mente fino a convincermi. Dicono che rilassi.
Uscii, ne accesi una.
Ehi,
cicci. (?)
Grazie per le 7 recensioni:3
Per
chi segue, recensisce, ha messo
trai preferiti,
tra
le ricordate,
e
chi semplicemente legge.:)
Beh,
spero vi piaccia e che recensiate.
:D
Ci
tengo a sapere cosa ne pensate.u.u
Un
bacio.xx
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=944434
Leggi?:3
|
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Capitolo 12 *** Chapter twelve. ***
Ciao a
tutti, belli e brutti. Dai che siete tutti belli (?)
Dodicesimo
capitolo, eccolo.:D
L’ho riletto più volte e non mi convince, spero
piaccia almeno a voi.
Sta volta vi scrivo prima,
ringrazio chi segue la storia, che recensisca o meno mi fa piacere.:)
Beh, what else?
Oh, ci sono cambi di punti di vista.
Anche quello di un personaggio al quale non ho dato molto rilievo
ultimamente.
Buona lettura, spero non vi annoi.
Ps.
Grazie per le recensioni.c;
Elizabeth:
Fumai anche il giorno
dopo, e quello dopo
ancora.
I giorni passavano frettolosi, si rincorrevano, non riuscivo a
spiegarmi quel
senso di ansia che mi assaliva in quei giorni.
A scuola non ascoltavo nulla, se non il ticchettio
dell’orologio che scandiva i
secondi che mancavano al suono della campana successiva, eppure era un
suono
impercettibile visto il brusio di sottofondo tipico di ogni classe dove
ci
siano delle persone sedute ai banchi.
Era un suono quasi snervante, non sopportavo l’intervallo che
divideva quei
ticchettii. Non sopportavo più nulla, quasi mi odiavo da
sola. Troppi sbagli,
forse anche quella città lo era stato.
Eppure era tutto tranquillo. Zayn aveva lasciato perdere la storia del
bacio,
se non del tutto, quasi; passavamo da momenti di dolcezza ad altri in
cui si
chiudeva in sé e si allontanava, da me, dai ragazzi. Magari
con una sigaretta
tra le labbra. Avevo la tentazione di seguirlo, ma lui ancora non
sapeva che
fumavo. Non gliel’avevo detto, né a lui,
né ad Harry, né a Claire, mentre
Roberta mi aveva visto e non c’era niente da poter nascondere.
Mi sentivo fuori posto, anche lì, dove la fortuna iniziava a
stare dalla mia
parte, per quanto riguardava l’amicizia. Eppure ero riuscita
a rovinare tutto,
come una stupida.
-Tu, mettiti questo.-
Claire, irruppe
nella mia stanza interrompendo il silenzio che mi circondava mentre
cercavo di
studiare quella maledetta storia, strano ma non mi andava
giù eppure quella materia,
non l’amavo, ma mi piaceva abbastanza da riuscire a studiarla
con
interesse.
-Cosa? Dovrei indossare questo.- alzai un vestito nero, che visto da
lì
sembrava particolarmente corto, ma era davvero bello. Del tulle si
intravedeva
da sotto quella che doveva essere un ampia gonna preceduta da un
corpino.
-Proprio così.
-Per andare dove? Sempre che possa saperlo, eh.
-I ragazzi ci hanno invitato ad accompagnarli in discoteca e ho
accettato a
nome di tutte.
-Sì, proprio di tutte, io che non c’entravo nulla
devo venire con voi, per
giunta James non viene, non usciamo da un po’ e a scuola
accenniamo un saluto e
poi… e poi ci sfioriamo le mani appena, di sfuggita. Non mi
va proprio… ma
ormai.
-Dai che beviamo qualcosa e ti rilassi, e poi vorrei sapere che ci fai
ancora
con quel tizio lì, sarà pure bello da vedere ma
per quanto ne so scassa un po’,
eh.- Sì, l’apparenza innocente di quella ragazza
che sembrava una barbie
ingannava parecchio. Ma era meravigliosa. L’adoravo,
entrambe, erano il mio
sostegno.
-Sì, dai mi ha convinta anche a me. E mollalo quello se ti
fa stare così.-
azzardai.
-Lo farò, parola di lupetto.- Spostò indietro i
suoi lunghi capelli rossi che
le ricaddero morbidi sulla schiena per poi mostrare la sua mano rigida
che
tentava di fare quella tipica mossa.- Dai vengo.- Sorrise.
Dopo un paio
d’ore, erano le dieci,
eravamo pronte.
Claire indossava un vestito corto sul blu che spezzava con il biondo
dei suoi
capelli per poi tornare ad intonarsi con i suoi splendidi occhi. Scarpe
con il
tacco, di un bianco che richiamava uno dei tanti lacci che univano la
scollatura sulla schiena quasi nuda. Trucco leggero e i capelli erano
sciolti,
solo un ciuffetto era legato indietro da un fermaglio;
Roberta era andata sul sexi, il vestito le scendeva stretto facendo
risaltare
le sue curve perfette. Il nero si alternava ad un grigio scuro, e il
rosso dei
suoi capelli risaltava. Gli occhi erano ornati da una spessa curva nera
di
eyeliner che li rendeva ancora più interessanti.
Io fui l’ultima a lasciare la casa, chiusi la porta e mi
diressi verso la
macchina.
Zayn:
-Dai Zayn, smettila
di sistemarti i
capelli… saranno almeno venti minuti che stai lì,
per Lizzie sarai…- Harry si
bloccò un attimo, per poi continuare.- Sarai perfetto
comunque.
-Grazie.- risi. Sistemai la giacca, spruzzai un’altra goccia
di profumo, o
forse due.
-Tutti pronti?- urlò una voce che proveniva dal piano di
sotto alla quale un
coro si affrettò a rispondere positivamente.
-Dai, Lou, andiamo.- mise in moto che erano le dieci meno un quarto.
Arrivammo al locale,
straboccava di gente.
Tutti speravamo che nessuno ci disturbasse, non eravamo gli unici
famosi in
quella stanza, non ci sarebbero stati problemi, poi il buio e la
confusione
aiutavano.
Una macchina ci passò accanto, quella di Claire, lei scese
per prima, era
carina quella sera, si affrettò a raggiungere Niall che
dovette sussurrarle
qualcosa perché un attimo dopo la vidi sorridere e
stampargli un bacio sulle
labbra.
Uno sportello sbatté e lei scese. Era in piedi davanti a me
e non riuscivo a
staccarle gli occhi di dosso, un corpetto con delle cinghie sul lato
delineava
le sue curve e un’ampia gonna le copriva parte delle gambe,
lasciandole per la
maggior parte scoperte. Mi avvicinai le toccai i capelli che aveva
lasciato al
naturale, sorrise. Riuscii a dirle un “Sei
bellissima, tesoro.” Prima
che le nostre labbra si incontrassero.
Quella sera non ci sarebbero stati problemi, quel bacio
l’avevo superato, in
parte.
Entrammo in un’ampia sala dove almeno cento persone si
muovevano a ritmo insieme
alle luci e la musica.
Presi Lizzie per un braccio e la tirai per portarla in quella folla.
Scosse la testa, a quanto pare non le andava molto di ballare. Forse me
lo
disse anche ma la musica oscurava qualsiasi altro suono in quella
stanza.
Mi avvicinai e baciandola feci aderire i nostri corpi, le cinsi i
fianchi e lei
mise le mani intorno al mio collo a quanto pare iniziava un lento. La
musica
manteneva il suo volume ma si faceva più rilassante.
Roberta:
Un lungo tavolo
mostrava una serie di
bibite, feci per avvicinarmi, quando la musica cambio e una miriade di
coppie
iniziarono a passarmi davanti.Vidi Niall avvicinarsi a Claire e darle
un
intenso bacio seguito dai loro sorrisi, poi la ragazza annuì
ed entrambi
scesero in pista facendosi spazio tra la folla, cinque secondi dopo non
riuscivo più a vederli.
Feci per alzarmi quando scontrai qualcuno, poi ci incrociammo gli
sguardi. Due
occhi di un verde poco più chiaro del mio mi bloccarono.
Rimasi lì per due
minuti senza trovare nulla da dire.
-Scusa- iniziai urlando.- sono un elefante. Un goffo elefante.
-No, scusami tu.- sorrise, aveva il sorriso più bello del
mondo, era dolce
quanto bastava per farmi crollare.- beh, se il bel elefante vuole
concedermi
questo ballo ne sarei onorato.- Continuava a sfoggiare quel sorriso al
quale
non potei controbattere, mi porse la mano destra mentre la sinistra
stava
dietro al collo, segno che non ero l’unica imbarazzata.
Annuii e posai la mia
mano sulla sua sorridendo.
La canzone che fino a
poco prima mi aveva
fatto chiudere lo stomaco con tutte quelle coppie di gente che si
univano non
era poi così male, peccato che fosse alla fine.
Il mio stretto vestito non mi permetteva di muovermi più di
tanto, così
entrambi ci spostavamo da un lato all’altro mentre i nostri
corpi erano ad un
passo l’uno dall’altro.
Un passo fin troppo corto che qualcuno dall’altra parte si
era affrettato ad
eliminare spingendomi.
Non appena alzai il viso per girarmi e vedere chi era quel coglione
ritrovai i
suoi occhi, fissi nei miei.
Mi feci avanti e lui non si oppose, le nostre labbra si unirono e
baciandomi il
labbro inferiore mise le sue mani sui miei fianchi provocandomi un
brivido.
Zayn:
Erano le quattro
quando ci dirigemmo verso
casa nostra, decidemmo di vedere se c’era qualche bar aperto,
per stare ancora
un po’ insieme ed calmarci un po’, peccato che
Harry non si sentiva nel
migliore dei modi, perciò andammo tutti a casa.
-Oddio Harry, la prossima volta pensaci due volte prima di bere tutto
ciò che
trovi.- mugugnò Claire mentre Liam aiutava il riccio ad
entrare.
-Dai, ci manca solo la ramanzina, lascia stare il ragazzo.-
ribatté Liam
ridendo.
-Sì, ok ma…
-Dai amore, basta. Non vedi com’è ridotto.- Niall
le diede una pacca sulla
testa.
-Ok, ma solo perché lo chiedi tu, bello.
-Ma guardateli come sono teneri, no, davvero, smettetela, fate le
vostre
effusioni d’amore altrove.- Roberta.
-Disse la ragazza che per tutta la serata non ha fatto altro.
-Ehi, lasciala stare.- Louis l’attirò a
sé, abbracciandola come se qualcuno
volesse portargliela via; sembrava Niall con il cibo.
-Attimo, un attimo… V-voi due…- Eli
spalancò gli occhi e fece uno strano gesto
con le dita, ne avvicinò due battendole tra loro. Louis
scuoté la testa
imbarazzato e poi stette fermo, nessuno dei due ragazzi sapeva cosa
stava
succedendo. Cos’era successo quella sera. Ma se non era
chiaro a loro, a noi
era papale che si piacevano. Roberta era diventata rossa e girava e
rigirava i
suoi capelli attorno all’indice con un mezzo sorriso sulle
labbra.
-Eh, basta.- sbuffò Louis sentendosi parecchio in soggezione.
-Dai Li’, vieni.- tirai la mora per il braccio e
l’attirai a me, ci ritrovammo
faccia a faccia. Gli occhi dell’uno fissi su quelli
dell’altro.- Ti va di fare
un giro?- annuì senza spostare lo sguardo.
-Ragazze, voi che fate?
-Le ragazze dormono qui, ok?- Niall si affrettò a rispondere
ricevendo il
consenso delle ragazze.
-A quanto pare dormiamo qui- Claire, poi si girò verso
Niall.- basta che non si
facciano strane idee, eh.
-No, quelle te le stai facendo tu adesso amore.- il ragazzo la
baciò prima che
potesse controbattere.
-Vabbé, noi andiamo a fare un giro.
Salimmo in macchina,
presi la mia, misi in
moto.
Sapevo dove andare, erano le quattro e mezzo, non ci sarebbe stata
anima viva
lì.
La portai in quel parco, dove qualche mese prima c’eravamo
incontrati per la
prima volta.
Sì tolse le scarpe facendo una smorfia di sollievo.
-Io non vi
capisco…
-Che c’è?
-Voi ragazze, mettete quelle scarpe e poi state male.
-Ma se non le mettessimo voi non ci notereste. No seriamente, dimmi tu
se non
sono belle e poi ogni tanto non fa male… O meglio
sì che fa male, non troppo,
però. E poi mi ha quasi costretta Claira. Ma vedi un
po’ dove siamo arrivati,
perché devo darti spiegazioni? Sono scarpe, punto.
-Ma zitta, che non lo sai nemmeno tu.- mi avvicinai e le diedi un
bacio.
L’unico chiarore lì proveniva da qualche lampione,
era una bella notte. Stavamo
in silenzio, seduti su una panchina. Il mio braccio sulla sua spalla e
la sua
testa poggiata sulla mia. La sua mano iniziò a cercare la
mia, la strinsi. Ci
guardammo per un lungo secondo che sembrò infinito prima di
riunire ancora una
volta le nostre lingue in un lungo ed intenso bacio. Scesi sul collo.
Poco dopo
le sue gambe cingevano la mia schiena e le mie braccia i suoi fianchi.
Le sue
mani si spostavano dal mio collo ai capelli.
-Z-zayn…- si scostò un attimo interrompendo quel
momento. Scosse la testa come
per dissentire qualcosa. Feci per riprendere quel bacio che era stato
fermato,
ma mi fermò.- Non qui.- disse. Le intensioni di entrambi
erano le medesime.- Ti
ricordo che ci sarebbe una casa libera.
-Sì.- Fu l’unica cosa che riuscii a dire, la presi
in braccio.
-Fammi scendere Zayn.- scalciava un po’, ma non
l’avrei lasciata. La gonna si
era allargata, facendo intravedere i suoi slip.
-Nero. Bel colore eh.
-Ma sei scemo.- rise. Poi fece per aprire lo sportello, ma la
precedetti. Ci
scambiammo uno sguardo complice, poi entrò in macchina.
Per tutto il tragitto non fece altro che distrarmi, non abitava
lontano, ma
dovevo pur sempre guidare.
Iniziò giocando con i miei capelli, poi mise la sua mano
fredda sulla mia
schiena facendomi sussultare, non potei fare a meno di lanciarle
un’occhiata
che ricambiò baciandomi il collo.
Scossi la testa.
-Siamo arrivati
tesoro.- Aprii la
portiere. Scese e buttò le sue braccia sul mio
collo.
-Finalmente.- abbassò il viso, i capelli le ricaddero in
avanti, stava
sorridendo; era meravigliosa. Ma d’un tratto l’idea
di lei che baciava un altro
mi invase la mente. No, assolutamente no, almeno per quella sera non mi
sarebbe
importato. Abbassai il viso facendo combaciare prima
le nostre
fronti, successivamente le nostre labbra.
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Capitolo 13 *** Chapter thirteen. ***
Roberta:
Liam continuava a sostenere Harry
passando il suo
braccio sotto quello del ragazzo che era avvolto al suo collo.
Il riccio continuava a blaterare formando frasi con parole che tra loro
non
avevano nessun nesso logico, ogni tanto forse se ne rendeva conto
infatti si
bloccava e scoppiava in una sonora risata.
-Vado a mettere il piccolo bebè sul suo lettino.
-Buonanotte amore, ma non mi tradire.- fece in tempo a dire Louis prima
che i
due scomparvero girando l’angolo che portava alla rampa delle
scale.
-Roberta.- fu l’unica parola che riuscimmo a decifrare tra
quelle che Harry
stava urlando. Maledissi quel ragazzo e arrossii violentemente. Non mi
era
chiara quella situazione, forse Louis non sapeva che ero fidanzata.
Continuavo
a fissare il tappeto color panna che si trovava al centro di quella
stanza
esaminandolo in tutti i suoi dettagli per paura di alzare il viso e
incrociare
il suo sguardo. Ero in imbarazzo, forse non ero la sola.
-Bene ragazzi, io avrei un po’ di fame.- deviò
Niall. La fame di quel ragazzo
era la cosa più bella che potesse avvenire in quel momento.
Tutti iniziarono a
parlare, lasciando perdere il discorso iniziato dall’ubriaco.
-Mi era sembrato strano non aver sentito quelle parole stasera.
Comunque
effettivamente anch’io avrei un po’ di fame.-
Claire continuò il discorso di
Niall.- Andiamo a mangiare qualcosa, dai.- spostò le mani
dalle sue ginocchia e
fece per alzarsi quando Niall la fece ricadere sul divano, si avvicino
alle sue
labbra.
-No, io vado a mangiare, tesoro.- Disse mentre continuava ad avanzare,
per poi
alzarsi di scatto e lasciare la povera ragazza stupita da quel gesto
improvviso
di Niall; sbuffò. Tutti li guardavamo in attesa di quel
bacio che non arrivò,
sgranammo tutti gli occhi nel vedere che Niall aveva preso
per il culo la
bionda.
-Ma fottiti, va’.- forse si era davvero seccata.
-Ti amo.- dalla cucina arrivò un urlo.
-Sì, tua sorella.- iniziammo a ridere tutti
all’unisono. Quei due biondini
erano in grado di stupirci sempre, sembravano così
tranquilli e teneri e
invece…
-E se accendessimo la tv?- propose Louis.
-Ho mal di testa, meglio evitare.- Liam era tornato e si era
letteralmente
buttato sul divano tra me e Lou. Poi si accorse dell’errore e
si alzò di
scatto.- S-scusate ci devo fare l’abitudine.- Si accorse di
Danielle e le si
sedette sulle ginocchia.
-Inizio ad avere sonno.
-Sì anch’io.- sbadigliai. Mi pentii subito di aver
aperto bocca perché gli
sguardi di tutti si concentrarono su me. Forse perché non
avevo parlato da
quando avevamo varcato la porta di casa.
-Tu parli?
-Fai meno lo spiritoso Li’, non vedi che la metti in
imbarazzo.
-No, Danielle, fallo continuare pure con le sue battutine, basta che
non si
lamenti quando si ritroverà un occhio nero.
-Louis, fai pure. Picchia il mio ragazzo, basta che lasci
integro… beh, ci
siamo capiti.- Danielle provocò una risata generale e
ottenne una spinta da
parte di Liam.
-E tu pensi che avrai un contatto con l’unica cosa che
dovrebbe lasciare
integra dopo aver detto ciò?
-Sì.- fece la ragazza poggiando la sua mano sulla coscia di
Liam e guardandolo
negli occhi.
-Ritiro tutto.- fece lui velocemente senza interrompere il contatto
visivo. Poi
fece cenno alla riccia di salire di sopra, ma lei scosse la
testa.
Zayn:
ed iniziai a guardarla. Era
meravigliosa. Un raggio di
luce proveniente dalla finestra illuminava la stanza e si nascondeva
tra i suoi
capelli scuri.
La voglia di toccarla fu troppa. Mi Eravamo in salotto, fu la prima
stanza in
cui riuscimmo ad entrare a causa del buio che ci impediva di vedere
qualsiasi
cosa al di fuori dei nostri corpi.
Continuavamo a baciarci, un bacio dopo l’altro. Sempre
più intensi. Sempre più
lunghi, quasi ci toglievano il respiro.
Le sue gambe cingevano i miei fianchi, l’appoggiai su quello
che doveva essere
il bracciolo del divano. Feci per abbassarle la cerniera del vestito
che ormai
era di troppo.
Lei spostò le sue mani sul mio petto e iniziò a
sbottonarmi la camicia.
Quella posizione non ci garantiva un buon equilibrio, e non appena la
mia
camicia sfiorò il suolo cademmo entrambi sul divano. I
nostri sguardi si
incontrarono, scosse la testa poi sorrise. Bloccai quel sorriso sul
nascere con
uno dei nostri baci. Mi morse il labbro. Poi si sposto e corse via.
Senza
accendere la luce, era certo che lei conosceva a memoria quella casa ma
non io.
La mia poca conoscenza di quelle mura non giocò a mio
vantaggio, sbattei,
infatti, il ginocchio sullo spigolo di qualcosa e mi bloccai un
istante.
Lizzie era già arrivata alla camera, probabilmente.
Un chiarore mi indicò quale camera.
Mi affrettai ad avvicinarmi. Non appena arrivai alla porta notai che il
vestito
era sul pavimento, non ci misi molto a capire che quindi non copriva il
corpo
della mora che invece sorrideva maliziosamente. Si avvicino lentamente.
-Proprio non ci sai fare con le cerniere.- mi sussurrò.
Scossi la testa
titubante. L’improvvisa sicurezza di quella ragazza mi
preoccupava, ma non era
un problema in quel caso. Avvicinò le mani ai miei fianchi e
poi scese. Quando
arrivò ai pantaloni, si fermò e alzò
la testa. Poi continuò e aprì l’ultima
cerniera che ci ostacolava.
Levai i pantaloni.
Poi la presi in braccio mentre le baciavo il collo e la poggiai
delicatamente
sul letto. Il chiarore proveniva da una candela che si trovava su un
mobile. Mi
misi sopra lei, cercando di reggere il mio peso per non farle male.
Iniziai a scendere. Poi le slacciai il gancio del reggiseno, con quello
non
ebbi problemi. Forse l’eccitazione mi aveva portato a
riuscirci al primo colpo.
Sfilai uno degli ultimi indumenti che non si trovavano sul pavimento.
Sfilò gli slip. Poi cambiammo posizione. Riprese a baciarmi,
scese sul collo,
poi il petto. Un brivido, forse non solo uno percorse il mio corpo.
Quasi
divertita mi sfilò l’unico pezzo di stoffa che ci
impediva di concludere.
Dopo aver messo le apposite ‘precauzioni’ presi di
nuovo il comando, girai e mi
ritrovai di nuovo sopra di lei. Annuì quando la guardai
incerto.
Ci svegliammo abbracciati. I vestiti erano dove li avevamo lasciati.
Fui io,
stranamente, a schiudere gli occhi per primo.
Poggiai la testa su un lato limitai ad accarezzarle la guancia. E
invece di
svegliarsi mi porse l’altra. O meglio si girò
mostrandomi la sua schiena nuda.
Iniziai
a cantare allora.
-Baby you light
up my world like nobody else. The
way that you flip your hair gets me overwhelmed.
But you when smile at the ground it aint hard to tell. You
don’t know…
-You
don’t know you’re beautiful.- continuò
un’impercettibile voce mista
ad uno sbadiglio. –Buongiorno amore.- Iniziò a
disegnare dei cerchi sui miei
addominali mentre sorrideva. –Che ore sono?
-Saranno le otto…
-Cazzo, la scuola inizia tra circa mezz’ora.
-Ferma.- la avvolsi tra le braccia attirandola a me.- Provi ad entrare
alle
nove oggi.- la baciai. Notai una piccola scintilla che proveniva dal
braccio di
Elizabeth. Un braccialetto le ornava il polso, era semplice: una fascia
nera,
in pelle forse, sulla quale era infilato un ciondolo con un’H
incisa.- Mio!-
glielo sfilai.
-Ma non è mio. Dammelo.
-Per cosa sta la lettera?
-Il…-balbettò qualcosa- Il nome di
un’amica che conosco da un po’. Ma lo devo
restituire, dammelo.
-Quando sarà il momento, e qual è il nome della
ragazza?
-Ehm, fatti miei. Vado a scuola, fai come se fossi a casa tua.
-Mi sembra di essere nudo nel letto, mi sento già a casa.-
Mi arrivò un cuscino
in faccia.
Elizabeth:
Il
banco
accanto al mio era vuoto, dove era quella rossa? Si annunciava una
noiosa
mattinata.
Dieci minuti dopo entrò la professoressa in classe,
fortunatamente era in
notevole ritardo quella mattina.
Iniziò la lezione. Ma non importava, guardai il mio polso.
Era nudo. Non vi era
il braccialetto. Quel braccialetto che tenevo al polso da qualche
settimana.
Sorrisi, quella notte era stata la nostra notte. Non immaginavo un
comunque
giorno potesse trasformarsi in quel giorno.
Era stato tutto così naturale.
Credo avessi una faccia da rimbambita quella mattina. Mi mordevo il
labbro,
sorridevo, sbattevo lentamente le palpebre, tutti segni che ero
praticamente
andata.
Il mio sguardo ricadde sul polso.
Harry:
-Lunga
notte ieri, eh?- azzardai. Zayn era piuttosto silenzioso, ma non
chiudeva
bocca. Un sorriso era stampato sul suo viso da quando era arrivato.
-Che vuoi i dettagli, pervertito?
-No, immagino.
-Per quanto tu possa immaginare, lei è mia.
-Ma smettila.- gli diedi una pacca sulla spalla. Non capivo il motivo
di
quell’affermazione.
-Comunque sia… ieri non hai combinato nulla, eh?
-Escludendo una nausea e un’emicrania no.
-La prossima volta perché non ti porti a letto il tavolo
degli alcolici?- rise.
-Fai poco lo spiritoso signorino Malik.- mi misi davanti a lui. Ci fu
un
intenso scambio di sguardi. Poi iniziammo a ridere, senza motivo, una
sonora e
lunga risata che attirò l’attenzione di Niall e
Claire che arrivarono mano
nella mano.
-Che fate ragazzi? Fate ridere anche noi.
-Ok.- provai a rimanere serio per un minuto, mi avvicinai a Niall e lo
guardai,
l’unico risultato fu un segno di dissenso.
-Ok, sei ancora ubriaco. Oh, ma guarda chi ci sta onorando della sua
presenza.
Il signorino ‘me la porto via alle quattro di
notte’.
-No, faceva ridere di più Harry allora, eh.
-Ma dai, ragazzi smettetela.
-Sì, certo, tanto a te racconta tutto Eli della serata tra i
due piccioncini.-
feci io.
-Non racconterà niente nessuno. Spero.
-Perché non hai portato a termine?- azzardò
Louis, che nel frattempo senza che
ce ne accorgessimo era sceso in cucina.
-Pesante questa Lou!- commentai io. Zayn titubò un attimo.
Aveva uno sguardo
perso e un sorrisetto malizioso era fisso sulle sue labbra.
Probabilmente
pensava alla serata passata; un immagine di Elizabeth sdraiata sul
letto senza
alcun vestito addosso mi balenò nella mente.- Cazzo, no.
-Che c’è Hazza?- Niall e Zayn
all’unisono.
-N-niente. Scusate. Pensavo, forse ad alta voce.
-Vabbe’, comunque fate poco gli spiritosi perché
mentre voi con le ragazze non
avete proprio iniziato- Zayn si avvicinò a Louis e mise le
sue labbra ad un
palmo di distanza dall’orecchio del ragazzo.- mio caro Louis,
io ho concluso
anche alla grande.
-E chi ti dice che non abbiamo fatto nulla?
-Claire, Roberta…-disse con aria interrogativa rivolgendosi
alle ragazze che
sorrisero.
-No, non sono riusciti a combinare nulla.- Claire.
-E no, niente è penetrato nel mio corpo.-
continuò la rossa maliziosa.
-Ecco, loro.
-Ma ragazze, potevate anche reggere il gioco eh!?
-Claire, usciamo?- questa annuì.
-Dai, veniamo anche noi, ma Liam e Danielle sono usciti?- fece Niall
rivolgendosi a Louis.
-Sì… comunque ok, usciamo. Ro’,
ma… la scuola?
-Cazzo, non ho avvisato Lizzie! Passiamo a prenderla alle dodici
allora, o
magari va uno di voi due.- si rivolse ad Hary e Zayn.- I quattro si
chiusero la
porta dietro le spalle.
-Beh, io vado a dormire.- fece Zayn.- vai tu?
-Ma non è la tua ragazza?
-Sì, ma… ho sonno.- avvicinò la sua
mano alla guancia e mi diede due lievi
schiaffetti. Gli afferrai il polso.
-E questo?
-Un braccialetto, perché?
-Dove l’hai preso?
-Lizzie.
-Beh, ma questo è mio l’ho lasciato qualche giorno
fa da lei. Cioè, volevo
dire…- Il moro mi fissò dritto negli occhi con
uno sguardo che mi fece
raggelare. Non potei fare a meno di abbassare lo sguardo, non reggevo
quegli
occhi che mi accusavano. Che avevano capito fin troppo da una stupida
frase che
avevo detto senza pensarci. Vidi il suo pugno irrigidirsi. Poi la sua
mano di
nuovo avvicinarsi al mio viso. Scosse la testa un attimo, notai che i
suoi
occhi erano lucidi, umidi. Quando il suo pugno stava per annerirmi
l’occhio si
fermò e lo abbassò al livello
dell’altra mano, poi si levo quel dannato braccialetto
e me lo porse.
-Tieni allora.
-Zayn, mi dispiace. Io non volevo ti giuro, eravamo ubriachi, lei aveva
bisogno
di conforto perché il padre l’aveva trattata male
e io sono andato lì e poi lei
mi ha baciato ma io l’ho rifiutata ed è successo
tutto così
velocemente…-velocemente come veloce erano le parole che
uscivano dalla mia
bocca mentre cercavo di giustificare l’accaduto. Veloce come
i secondi che
passavano mentre Zayn continuava a tremare. Veloce come lo scatto che
fece il
moro per ritornare sui suoi passi mentre si stava allontanando. Veloce
come i
suoi passi che si avvicinavano a me. Veloce come il tempo che
passò prima che
il ragazzo che ormai avevo di fronte sbottasse. Veloce come il pugno
che
interruppe quel silenzio. Veloce come l’arrivo del dolore,
sia al livello
fisico che morale. La zona dove mi era arrivato il pugno doleva, lo
dovevo
ammettere, ma la vergogna che stavo provando quasi mi toglieva il
respiro. Lui
si girò, sentii i suoi passi allontanarsi. Non andava verso
la porta della sua
stanza. Ma verso quella che portava al giardino dove avevo visto
Elizabeth per
la prima volta. Sentii sbattere due volte la porta quella mattina: i
ragazzi
erano la causa della prima, Zayn della seconda.
Ero solo, solo in quella casa dove quel silenzio mi stava distruggendo
e
divorando.
Dove il ticchettio di quell’orologio attaccato alla parete mi
dava sui nervi.
Quel silenzio che il rumore del vaso che feci cadere mentre barcollavo
in cerca
di un appoggio provocò, all’unisono con il rumore
delle mie ginocchia che
toccarono il suolo.
Poggiai la schiena al muro e mi coprii il volto con le mani.
Nascondermi era l’unica cosa che volevo fare.
Scappare forse era il secondo desiderio, ma non avevo la forza di
muovere
nemmeno un muscolo.
Erano le 11.11 espressi un desiderio: sparire. Ma
non funzionò.
E adesso? Fanculo Harry. Fanculo.
Squillò il cellulare: ‘Eli’.
Ecco sì, fanculo anche a lei.
Risposi, o meglio accettai la chiamata.
-Ehi Hazza, i ragazzi non mi rispondono al cellulare e nemmeno le
ragazze…
verresti a prendermi?- non risposi- Harry? Harry ci sei? Harry?- sentii
la sua
voce chiamare il mio nome, mentre decisi di chiudere lì
quella telefonata.
Spensi il telefono. Harry non era raggiungibile. Non in quel
momento. Che
andassero tutti a quel paese.
Ciao
ragazzuoli.:3
Che ne dite di questo capitolo?
Prima di dirvi le mie considerazioni devo ringraziarvi per le quattordici
recensioni
che avete lasciato nel capitolo precedente. Asdfghdsertyhgftdytfghfh.
Siete
meravigliosi, vi AMO.♥
Beh,
tornando a questo capitolo…
Avevate capito che il braccialetto non era di un’amica?
Colpo
di scena per
la storia del ‘bacio’.
Aspetto
le vostre
recensioni,
spero siano numerose anche sta volta.
Ah,
non so se avete notato ma ho evitato di scendere
nei dettagli
durante il ‘momento’ di Li’ e Zayn
spero non vi dispiaccia. LOL
Ripeto che vi adoro sempre di più;
anche chi legge in ‘silenzio’.
Ora mi dileguo altrimenti non leggete nemmeno l’inizio del
mio intervento,
giusto?;)
Un
bacio.
E ancora grazie.c’:
|
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Capitolo 14 *** Chapter fourteen ***
Elizabeth:
-Ehi
Hazza, i ragazzi non mi rispondono al cellulare e nemmeno le
ragazze… verresti a prendermi?- non rispose- Harry? Harry ci
sei? Harry?- tutto ciò che sentii furono dei fastidosi
trilli che mi facevano notare che aveva staccato. Che non voleva
sentirmi, parlarmi. Sentii un vuoto. Ero fuori da quella scuola dove
ero stata fino a due minuti prima in compagnia di qualche compagnia,
con la differenza che adesso ero sola. Nessuno dei ragazzi era
lì con me, tanto meno le ragazze.- Cazzo succede?- dissi,
forse troppo ad alta voce perché due o tre sguardi mi si
puntarono contro. Mi voltai un attimo, poi iniziai a camminare in
fretta. I miei passi accelleravano di volta in volta.
Dovevo
sapere cosa succedeva. Una ventina di minuti a piedi, o forse
più, dividevano le due strutture, ma in un modo o nell'altro
sarei dovuta tornare a casa, no?
Ripresi il mio iPhone, mi venne in mente mio padre in quella giornata
mentre me lo regalava.
Poi durante una di quelle che doveva essere una normale visita.
Alla visione di quella bambina, che ricordava vagamente me nelle foto
che mi ritraevano quando avevo non più di tre anni, e di
quella donna così bella mi fecero rabbrividire. Sentii il
terreno sotto i miei piedi girare. Mi avvicinai ad un muretto, mi
poggiai e portai la mano destra alle tempie. Perfetto Liz, un bel mal di
testa.
Ripresi il mio cellulare mentre i pensieri si accavallavano. Non può essere la
nuova compagna di papà, no, cazzo. Lui... lui non ci ha
dimenticate per una sgualdrina qualunque e una bambina che... che
almeno quattro anni fa... Dio, quattro si è presentata al
mondo. Scossi
la testa.
Digitai in fretta le cifre componendo il numero di Harry. Rispondi, dai. Rispondi,
rispondi!
-Risponde la segreteria telefonica di Harry Styles, lasciate un
mess...- Fanculo a quella vocina fastidiosa da segreteria di sto cazzo.
E quella di Hazza la voce che voglio, non quella della segreteria.
Un senso di vuoto mi invase lo stomaco. Sentivo che ero io il problema,
ovunque.
Tra i ragazzi avevo causato solo disordini, per esempio. Sei un'emerita cogliona. Ecco
cosa sei. Una rincoglionita.
Rimasi seduta per altri cinque minuti, giusto il tempo di far calmare
un po' il mal di testa mentre il fumo di una sigaretta mi invadeva i
polmoni. Poi ripresi la mia camminata.
Harry:
Sentii
qualcuno dietro la porta, da una parte speravo fosse Zayn, altrimenti
chissà dove si era cacciato. Dall'altra avevo paura fosse
tornato a darmi il resto. Sussultai quando scattò la
serratura, chiusi gli occhi e mi nascosi nell'angolo che formai tra le
mani.
-Harry? Che ci fai lì?- no, non era Zayn. Assolutamente.
-N-niall?
-Sì.- si sedette accanto a me e prese a muovermi il
braccio.- Harry, che succede? Sfogarti ti fa bene, su.
-Beh...-esitai un po'. Feci un respiro profondo e iniziai.- Da quando
è arrivata, dal primo momento in cui li ho visti insieme,
mano nella mano, sono rimasto stupito. Stupito da quanto una ragazza
potesse essere bella. Da quanto un sorriso potesse essere essenziale in
ogni mia giornata.
Sai che non sono mai stato un ragazzo serio in campo 'ragazze'. Ecco
perché ho preferito essere solo un suo amico,
perché comunque è solo un'attrazione fisica la
mia. Ecco perché ho permesso che fosse mia amica. Per non
ferirla.
La paura di poterla ferire era più forte della voglia di
potermela fare, ecco sì. Perché è
stato questo il mio primo pensiero, lo ammetto.- accennai un sorriso.-
Poi col tempo l'ho conosciuta, allora la cotta è
diventata qualcosa di più. Perché un conto
è l'attrazione fisica da sola, ma se ci si mette
l'apprezzamento del carattere, beh... hai capito... lei, Lizzie, ha
iniziato ad essere più che un'amica, ma non gliel'ho mai
detto. Perché lei era, lei è di... di Zayn. Ma
poi lei mi ha chiamato.- iniziai a velocizzare. Niall annuiva,
guardandomi sbalordito.- mi ha chiesto di portare qualche birra, una
pizza. Di farle compagnia perché stava troppo male per stare
da sola. Allora ho accettato, sono andato lì. Eravamo
ubriachi quando mi baciò. Io risposi, ma poi la spinsi.
Risi, dormii lì dimenticandomi uno stupido braccialetto del
cazzo.
-Quello che Zayn aveva 'sta mattina, giusto?
-Quello.- lo guardai in faccia. Non ci fu bisogno di parole, vide il
rossore che invadeva la mia guancia, quasi nera.
-Dio mio, Harry. Sei praticamente... cioè, metti del
ghiaccio.
-Lascia stare il ghiaccio. Me lo merito. Sono un coglione.
-No. Non lo sei. L'amore ti condiziona la vita. Fa accadere le cose
più strane. Sì, ok, la smetto di dire cazzate,
vuoi la verità, Hazza?- annuii.- Sei un coglione!- risi.
-Ecco tornato Niall. Lo so. Spero ciò non influisca con la
band.
-Andiamo a cercare Zayn?- si alzò e mi allungò la
mano. La strinzi, e mi alzai.
-Andiamo.
-Sei in pigiama, Harry.- una risata cristallina gli colorò
il volto.
-Mh, dammi cinque minuti.
Come detto cinque minuti dopo ero lì, pronto per cercare
Zayn.
-Guidi tu.- lanciai le chiavi a Niall.
-Ok. Andiamo adesso però.
Uscimmo.
Niall:
Non
appena sbattei la porta di casa la luce del sole quasi mi
accecò.
Ma qualcos'altro attirò la mia attenzione. Vidi Eli che si
avvicinava mentre scriveva un messaggio, non si accorse che io ed Harry
la guardavamo, guardava in basso.
Guardava in basso. Già, fu quello a rovinare la nostra
giornata, uno stupido messaggio.
Sentii Harry cacciare un urlo, un
Elizabeth parecchio prolungato. Iniziò a
correre, lei non lo sentiva, si trovava sul marciapiede opposto al
nostro, e inoltre notai due fili che partendo dal suo cellulare si
nascondevano tra i suoi capelli.
La voce di Harry si fece roca mentre correva per raggiungerla. Lo
seguii.
Una macchina aveva svoltato l'angolo, una macchina che andava troppo
veloce per essere in una piccola stradina.
Una rumorosa frenata e i due ragazzi a terra mi fecero rabbrividire
quando ero già vicino.
Harry aveva spinto Lizzie via dalla strada e per fortuna lui non si era
fatto granché, lo vidi rialzarsi e avvicinarsi a Lizzie che
invece era ferma sull'asfalto.
Lizzie che era ferma sull'asfalto. Ferma. Sull'asfalto. Inerme.
Ero paralizzato. L'unica cosa, la più razionale che riuscii
a fare fu digitare tre cifre e indicare la via all'ambulanza.
Avevo paura di avvicinarmi.
Tremavo. Mi avviacinavo tentennando. Le mani mi tremavano.
-Ha-harry?- Vidi Harry che nervosamente dava colpetti sul viso alla
ragazza mentre continuava ad urlare il suo nome. Ma lei non si muoveva.
L'autista era sceso dall'auto e guardava la scena, dicendo di tanto in
tanto frasi del tipo 'che
cazzo ho fatto?' 'scusate' 'non volevo' mentre con la
mano destra si grattava la testa e camminava velocemente avanti e
indietro.
-Sta zitto, ok?
-N-niall. Non, non risponde. Perché?
-Aspetta.- Posai le dita sul collo.- Respira. Lentamente, ma respira.
Il rumore della sirena fece voltare tutti. La portarono dentro, la
seguimmo con la macchina.
Vidi Harry inviare un messaggio.
-Che fai?
-Avviso i ragazzi... e Zayn.
Zayn:
Ero
di nuovo su quella panchina.
Quella dove mia sorella si era seduta e mi aveva fatto conoscere Liz.
Quella dove le avevo parlato per la prima volta.
Non c'era molta confusione. Fu facile non attirare l'attenzione.
Meglio non trattare male le fan. Meglio che me stessi per i cavoli
miei. Da solo.
Ultimamente stavo spesso da solo. E fumavo di più.
A interrompere quel silenzio intorno a me fu la suoneria del cellulare.
Non era una chiamata, ma un messaggio.
Esitai ad aprirlo.
Harry:
Lizzie è
all'ospedale. Un incidente.
Metti da parte le
incompresioni tra noi e vieni. Per lei.
Trovai alquanto inutile l'ultima parte.
Feci cadere la sigaretta che avevo fra le dita e mi affrettai verso la
macchina con un solo pensiero in testa: raggiungerla.
Sciao:3
Sì, so che
ci ho messo un'eternità, ma
non avevo tempo e ispirazione.
So anche che il capitolo è corto, ma non voglio
anticipare nient'altro anche perché penso che sia
uno degli ultimi.
Spero nonostante il tempo abbiate letto e vi sia piaciuto il capitolo.
(E che recensiate, ci tengo)
Beh, grazie e perdonatemi.u.u
Un bascio.
-El.♥
|
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Capitolo 15 *** Chapter fifteen. ***
Zayn:
Non
appena misi piede in quella struttura, l'odore di disinfettante mi
inondò le narici.
Vidi una signora dietro ad un bancone, stava scrivendo qualcosa su un
registro. Mi avvicinai rapidamente:
-Elizabeth.- sussultò. Posò la penna e mi
guardò.
-Cosa dici, ragazzo?
-Hanno portato una ragazza qui di recente?- solo in quel momento mi
resi conto che non ricordavo il cognome di Liz, porca puttana.
-Ehm, sì, ma non solo una. Dai ti do' una mano, solo
perché sei bianco come il latte e mi sembri parecchio
preoccupato.- e in effetti lo ero, vidi il mio riflesso sulla
superficie lucida del bancone.- Puoi ridirmi il nome?
-Sì, Elizabeth. Ha avuto un incidente, credo.
-Stanza 76. Entri da lì.- indicò una porta poco
distante.- vai dritto e giri a destra non appena vedi una macchinetta
per gli snack, e da lì in poi le stanze sono numerate in
ordine crescente. Vai, su!
-G-grazie mille!- inizia a camminare, velocemente.
Arrivai alla stanza, non fu difficile trovarla. Suo padre, una donna
sui quarant'anni o di meno gli siedeva accanto, poi c'era Niall, infine
vidi anche quel codardo di Harry. Come aveva potuto nascondermi un cosa
così importante?
Mi invase una sensazione strana, mi sentii tradito.
Barcollai un po' prima di prendere coraggio e andare dal padre.
-Sono un amico di Elizabeth, signore.
-Si lo so, piacere di conoscerti.
-Sa cos'ha di preciso Liz? Cioè Elizabeth?
-Il dottore non ha ancora detto niente, è lì da
appena venti minuti. Ma forse è meglio che parli con il
ragazzo riccio, ne sa più di me sull'accaduto.- mi limitai
ad annuire.
-Zayn.- mi chiamò Niall.
-Che è successo?- notai solo in quel momento che Harry aveva
il jeans leggermente strappato.
-Non ha guardato la strada prima di attraversare, aveva le cuffie, una
macchina ha girato l'angolo, forse troppo velocemente. E poi l'ha
investita. Harry ha provato a chiamarla, si è quasi buttato
per terra, ma era troppo tardi. Quindi, ecco. Questo è
quanto.- abbassò la testa.
-Cazzo.- Le braccia di Niall mi avvolsero prima che potessi dire altro.
-Calmati, andrà tutto bene.- mi sussurrò.
-Lo spero.
Harry:
Lo
sto guardando da quando è entrato. Non mi ha ancora rivolto
la parola e non mi piace. Nel frattempo sono arrivati anche gli altri,
ma non mi va di parlare.
Menomale che gli altri lo hanno capito e mi lasciano in pace.
Il dottore e Liz sono lì dentro da almeno venticinque
minuti, quest'attesa mi sta uccidendo.
Forse è solo una lieve frattura. Forse qualcosa di
più.
La madre di Liz non c'è, forse non sa ancora dell'accaduto.
Ah, già, sta in Italia.
Devo avere gli occhi parecchio arrossati, quasi quanto quelli di Zayn.
Forse di più, lui è sempre stato
più... forte, ecco.
Lui è più forte, più bello,
più fortunato, più apprezzato... cazzo ho io che
non va?
La maniglia della porta si è mossa.
Ecco il dottore: inizia a parlare, dice che non dobbiamo preoccuparci,
che probabilmente si risveglierà presto.
-Cosa? Che vuol dire 'si risveglierà'?- interviene Zayn, con
un tono di voce troppo alto. Un'infermiera che passa lo guarda stupita
e con aria di dissenso continua per la sua strada.
-Già, è meglio che si sbrighi a dire cos'ha mia
figlia senza troppi giri di parole.
-Ok, ok. Sua figlia è in COMA.
Vedo il padre vacillare, non si regge quasi in piedi.
Il mondo si ferma, di nuovo. Perdo un battito, forse due. Cerco di
formulare in fretta il significato della parola 'coma'.
Non può essere.
Non lei.
Forse sarebbe meglio ci fossi io al suo posto.
Le darei il mio respiro, i miei battiti, la mia vita se potessi.
Tanto qui non servo a un cazzo.
Ho bisogno di aria, quelle pareti bianche mi mandano in esaurimento.
Inizio a correre verso l'uscita.
Tutti mi guardano, alcuni mi dicono 'non correre, siamo in ospedale'.
Mi blocco.
O meglio, qualcuno mi blocca.
Una ragazzina, avrà più o meno tredici anni.
Ha un quaderno e una penna. 'Mi fai l'autografo?' vede che non
rispondo. La guardo meglio. Indossa una parrucca, presumo.
E' pallida, parecchio magra e indossa un pigiama. Penso sia ricoverata
lì anche lei.
Le firmo il foglio che mi sta porgendo da ben due minuti, mi salta
addosso mentre mi sussurra un 'grazie di tutto ciò che fai
per me'.
Sciolgo la presa e le sorrido.
-Sei importante, tu... tu sei la ragione per cui io sorrido, per cui
continuo a combattere contro la malattia che mi invade il sangue, tu e
Zayn, Louis, Liam, Niall siete il mio sogno. E adesso ne ho realizzato
una parte, piccola ma ce l'ho fatta. È strano, forse anche
sciocco, vivere per un sogno.
Io ci credo, so che un giorno vi vedrò tutti insieme cantare
di fronte a me. Per adesso mi accontento di aver visto te.-ha le
lacrime agli occhi. Non smette di parlare, gli occhi le brillano,
sembra che stia parlando di un tesoro, di qualcosa di realmente
importante... invece parla solo di me.
-Come... come ti chiami?
-Kelsey.
-Allora
Kelsey, ti piacerebbe venire ad un nostro concerto?- le porgo un paio
di biglietti. Lei annuisce.
-Non ci credo. Spero di riuscire a realizzare il mio sogno. Grazie. Ti
amo, sai sempre come tirarmi su il morale, ci sei sempre per me. Eppure
fino ad ora non sapevi nemmeno che esisto.
-Grazie a te. Sei speciale, sei meravigliosa. Ti amo, piccola.- le do'
un bacio sulla guancia e poi continuo il mio cammino.
Mi sento importante adesso, quella ragazza ha sorriso. Per merito mio.
A quanto pare servo a qualcosa. Accenno un sorriso. Poi Zayn mi riporta
alla realtà.
-Senti Harry, per quello che è successo... adesso non
importa.
-Zayn, scusami. E credimi: Elizabeth ama te. È stato solo un
errore.
-Ok, beh... -mi abbraccia. Quell'abbraccio riesce a tranquillizzarmi.
Vedo la bambina allontanarsi, non si accorge di Zayn. La raggiungo
lasciando Zayn imbambolato.
-Kel, mi dici qual'è il numero della tua stanza?
-310.- balbetta.
-Bene, aspettami lì. Arrivo tra cinque minuti.
-Zayn, so che magari non è il momento ma dobbiamo fare una
cosa. È importante. - già, lo è. Come
lo sono io per lei. Corro a chiamare i ragazzi, loro non capiscono, ma
mi seguono comunque. Non ho dimenticato Liz, né è
passata in secondo piano... ma devo farlo. Quella bambina ha la
leucemia e me ne rendo conto solo adesso.
Entriamo in quella stanza, 310. Lei è lì e non
appena mi vede inizia a tremare.
-Posso entrare?
-C-certo.
-Ho una sorpresa.- faccio segno agli altri di non muoversi.
-Cos'è?- dice stupita.
-Ho il tuo sogno.- si alza. Ha capito che non sono solo. Dopo tre
secondi realizza che è tutto vero, la vedo darsi un
pizzicotto.
-Ehi, qual'è la tua canzone preferita?- Zayn. Ha un sorriso
che gli illumina il viso. È finto, si vede. Ma alla ragazza
non importa.
-Stand up.- dice incredula.
-From the moment I met you, everything changed, I knew I had to get you
whatever the pain.- inizia Liam.
-I had to take you and make you mine.- gli andiamo dietro io e Niall.
-I would walk through the desert I would walk down the aisle I would
swim all the oceans, just to see you smile.
-Whatever it takes, it's fine.
-Whatever
it takes, it's fine.
-Up, up oh-oh oh-oh, so put your hands up, up, up oh-oh oh-oh, cause
it's a stand up I won't be leavin', till I finish stealin' every piece
of your heart, every piece of your heart- anche lei canta con noi
adesso.
Le cantiamo What makes you beautiful, lei ci ringrazia per l'ennesima
volta e ci abbraccia.
-Ragazzi, i vostri sorrisi mi mettono allegria, a me e a tutte le altre
directioner... perciò non so che avete oggi, magari
è una giornata un po' nera per voi, però per
favore non smettete di sorridere. Altrimenti smetto anche io.- ha
capito anche lei che non va tutto bene. Ci saluta un ultima volta, poi
andiamo.
-Harry.- Liam.
-Scusate ragazzi, è che ci teneva così tanto...
-Ma di che? Grazie piuttosto.
Torniamo di là. E il padre di Lizzie ci ferma: 'la voglio
portare da sua madre, il medico ha detto che con le precauzioni giuste
possiamo portarla lì, in Italia. Costerà tanto ma
non è questo il problema.'
Non riusciamo a trovare altre parole se non un misero 'ok'.
Andiamo a salutarla uno dopo l'altro.
Lei domani andrà via.
'Ciao Lizzie, ti voglio bene.' la bacio sulla guancia ed esco
dall'ospedale. E forse anche dalla sua vita, per sempre.
Ed
ecco il penultimo capitolo.:3
(almeno credo)
vi piace?
Sì, so che è passato un mese, però
'perdonatemi'.
Di nuovo. ahahah.c:
Ho finito con la scuola, ora inizia l'estate! WOHOO!
shalalaa, ora vado a leggere le storie con cui sono rimasta indietro.
Recensite e un bacio.
Cccciao.
-El
|
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Capitolo 16 *** The end. ***
Il
mio ritorno alla vita non fu poi così complicato come tutti
si aspettavano.
Era
un giorno di autunno quando aprii gli occhi e con mia grande sorpresa
mi ritrovai quelli di mia madre e di un'infermiera puntati contro,
pieni di lacrime.
'Si
è svegliata!' continuavano a ripetere tutti, mentre io
cercavo di capire come cazzo ero finita in quella stanza bianca e quasi
vuota.
Passarono
minuti prima che riuscissi a capire ciò che diceva mia madre.
Il
suo volto emanava una dolcezza e una sicurezza che non vedevo da tanto,
mi accarezzava i capelli mentre mi ripeteva di stare sveglia.
-Che
ci faccio qui?
-Incidente,
Li'. Ma adesso è tutto apposto.
-Papà?
-Sta
venendo.- si irrigidì.
-Ok.
-Mi
sei mancata, tesoro.
-Sei
mancata a tutti.- Mia. Davanti la porta, era appena entrata.
-Mia!-
Non ero mai stata così felice di vederla in vita mia, lo
giuro. Avevo voglia alzarmi e abbracciarla, ma lei non me lo permise.
Si avvicino e mi strinse tra le sue esili braccia.
-Su
racconta, dove sei stata?- risi.
-Dove
vuoi che sia stata?- cambiai tono.- Da quanto sono in coma?
-Mesi.-
abbassò lo sguardo.- Ma ora che sei qui, non ti
perderò di vista un solo attimo.
-Adesso
non esagerare, o mi suicidio io stavolta.
-Stronza!-
mi spinse.
-Fammi
alzare.
-È
meglio di no. Ti sei appena svegliata.-disse impaurita.
-Ehi,
anche io ho paura di non riuscirci ma ne ho voglia. Quindi aiutami o
faccio da sola.
-La
solita testa dura. Lizzie è tornata gente.-urlò
mia sorella, ridendo. Aveva paura. E ne avevo anche io.
Poggiai
un piede, poi l'altro. Vacillai un po' prima di trovare il giusto
equilibrio. Ma ce l'avevo fatta. Feci pochi passi poi sorrisi e
abbracciai Mia.
Ero
già stanca, ma era normale. Perciò mi misi a
letto. Di nuovo.
Poco
dopo arrivò mio padre seguito da una donna che avevo
già visto da qualche parte, solo non ricordavo dove.
Diceva
di essere mia zia, parlava con uno strano accento inglese, nonostante
ciò era nata qui. Una delle sorelle di mio padre, a quanto
pareva.
-Tesoro,
alcuni amici mi hanno dato questo.- mi porse un foglietto. Diedi uno
sguardo vago, era per un concerto. One
direction.
-Grazie,
pa'. Dov'è Sofia?
-In
America, Eli.
-D-Dove?-
Stava scherzando, vero?- Che ci fa lì?
-C'è
andata a vivere un annetto fa. Liz, non ricordi?- feci cenno di 'no'
con la testa, allora mio padre divenne pallido. Iniziai a tremare
lievemente.- posso chiederti una cosa?-mio parde assunse un'aria
preoccupata.
-Certo.-
risposi secca.
-Ti
piace Londra?
-Se
mi piace? Sì, mi ci porti?- chiesi sarcastica. Non c'ero mai
stata, sarebbe stato divertente.- Ci lavori ancora?
-Sì,
tesoro, sì.- Annuì livemente. D'un tratto un
silenzio si fece spazio tra noi.
-Che
succede?
-Niente, tranquilla.
Sofia
era in America. Ma la cosa più strana è che avrei
dovuto saperlo. Almeno secondo mio padre.
Era
una sensazione strana quella che sentii poco dopo. Un vuoto.
Come
se una parte di me mi avesse abbandonata o roba simile. Era come se
alla mia vita mancasse un pezzo. Un puzzle senza un pezzo
sarebbe incompleto.
Forse
era così che mi sentivo in quel momento: Incompleta.
Magari
c'entrava quel gruppo. I One Direction.
Pian
piano la stanza si svuotò, il medico diceva che avrei dovuto
riposare.
Ero
rimasta sola, mia madre aveva provato a rimanere ma l'avevo quasi
cacciata, quindi era andata a casa.
Presi
il mio iPod, era nel cassetto del comodino accanto al letto, non avevo
ancora avuto occasione di prenderlo.
Play.
Fu
come se milioni di foto mi passassero davanti contemporanamente.
Come
se quella canzone avesse riacceso la mia testa, i miei ricordi.
Avevo
trovato il pezzo del puzzle.
Io
ero stata a Londra.
Per
mesi.
Con
quei ragazzi, quelli di quel gruppo di cui avevo il biglietto.
Presi
il cellulare e chiamai mia madre in piena notte.
-Voglio
andarci.
-Elizabeth?-
chiese mia madre intontita.- Cos'è che vuoi?
-Andrò
a quel concerto, ma'.
-Sì,
intanto vai a dormire, eh. Buonanotte.
-Buonanotte.-sussurrai.
Mentre già avevo messo il cellulare sul comodino.
Sarei andata a quel
concerto. Li avrei rivisti.
Mi sarei persa di nuovo
in quegli occhi.
THE
END.
Ultimo capitolo.
Grazie a te che
hai messo la storia tra
le seguite, le
ricordate o le preferite.
Grazie a chi ha
recensito.
Siete asdfghjkl.
Anche voi, lettori
silenziosi.:3
Vi adoro tutti.
Un
bacio, Eli.c: #muchlove
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