From the moment I met you, everything changed.

di cmonjawaad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one. ***
Capitolo 2: *** Chapter three. ***
Capitolo 3: *** Chapter two. ***
Capitolo 4: *** Chapter four. ***
Capitolo 5: *** Chapter five. ***
Capitolo 6: *** Chapter six. ***
Capitolo 7: *** Chapter seven. ***
Capitolo 8: *** Chapter eight. ***
Capitolo 9: *** Chapter nine. ***
Capitolo 10: *** Chapter ten. ***
Capitolo 11: *** Chapter eleven. ***
Capitolo 12: *** Chapter twelve. ***
Capitolo 13: *** Chapter thirteen. ***
Capitolo 14: *** Chapter fourteen ***
Capitolo 15: *** Chapter fifteen. ***
Capitolo 16: *** The end. ***



Capitolo 1
*** Chapter one. ***


 « Lì, Mia... divorziamo. » -Furono queste le parole che mia mamma ci disse quella sera del 30 Agosto. 


Eravamo tutti e quattro seduti attorno al tavolo della cucina, avevamo appena finito di cenare. 
Non era stata la solita cena, questa volta c'era anche mio padre, solitamente eravamo io, mia mamma e Mia;
in quanto mio padre lavorava all'estero e si spostava spesso, lo vedevamo regolarmente due settimane ogni due mesi. La prossima tappa sarebbe stata l'Inghilterra.
Quando sentii quelle parole tutti i pensieri, tutte le mie preoccupazioni di quella lunga estate si rivelarono esatti.
Sapevo che c'era qualcosa che non andava, lo sapevo da un pezzo. 
Mia mamma era sempre nervosa nell'ultimo periodo, aveva anche cambiato completamente i suoi capelli, era passata da un castano appena tendente al rosso ad un rosso più scuro e li aveva tagliati almeno otto centimetri ora non le coprivano nemmeno tutto il collo.
Senza considerare che ultimamente si chiudeva in bagno e si sentivano dei singhiozzi seguiti da un colpo di tosse, non osavo chiederle che avesse, sapevo che mi avrebbe risposto sgarbatamente.
Mia mamma era una tipa forte ed io le assomigliavo in questo, a lei non piaceva molto aprirsi completamente con qualcuno, né tanto meno piangere davanti ad una qualunque pinca pallina per poi farsi consolare; 
lei piangeva la notte, bagnava il cuscino, asciugava le lacrime poi si svegliava pronta a cominciare una nuova giornata.
Ed io non facevo diversamente.
Mia invece era più sensibile, più ottimista di me, forse, quindi non si aspettava mai il peggio dalla vita, ma la vita non è mai come ci si aspetta che sia, bisogna sperare il meglio ma aspettarsi solo il peggio, anzi forse non bisognerebbe nemmeno sperare.
Beh, io per tutta risposta dissi 
 « Ok. Bene. Lo sapevo, o meglio lo sentivo. »
Mia invece iniziò a piangere, non se lo aspettava e ovviamente io non le avevo detto nulla riguardo a un messaggio in cui mia mamma diceva a mio padre che aveva paura di dirci cosa succedeva, ed io immaginai il peggio ovviamente, ma le avrei solo provocato ore d’insonnia senza un reale motivo visto che non ero sicura del significato, del motivo di quella preoccupazione.
Mio padre non disse nulla, mia madre cercava di consolare mia sorella, io mi alzai e andai a dormire. 
Il motivo del divorzio lo capivo anche da sola, uno dei due aveva tradito l'altro, possibilmente mio padre.

Adesso il problema era scegliere, che fare della mia vita, stravolgerla o lasciarla così com'era? 
Italia o Inghilterra? In quel paesino del sud o chissà in quale meravigliosa città?
Misi le cuffie, e mi addormentai così, raccontando tutto il mio dolore ad uno stupido essere inanimato che si trovava sotto la mia testa e mi teneva compagnia ogni sera.

La mattina mi svegliai alle otto, non avevo dormito molto;
Guardai le camere: Mia dormiva, o almeno così sembrava; Mia mamma era in camera sua, non osai aprire la porta. 
E mio padre? Cazzo, se n'era andato. Le sue cose non c'erano, lui non c'era. Cercai in bagno se c'erano le sue cose, ma niente. Niente dopobarba, niente lamette, niente profumo, niente di niente. 
Mi sedetti sullo scalino del bagno e iniziarono a scendermi le lacrime.
Alzai la testa e c'era mia mamma a guardarmi, mi alzai e l'abbracciai.
Io ero innamorata di mio padre, lo ero stata da piccola e lo ero ancora, lo adoravo, certo non era il tipo di padre che si poteva definire "modello", almeno non più, lo era stato fino ai miei dieci anni, poi aveva iniziato a spostarsi per lavoro e si faceva sentire sempre di meno, ma mi mancava ogni istante della mia esistenza, ero la sua piccolina, io e lui avevamo qualcosa di speciale a legarci, era diverso rispetto al legame tra lui e Mia, non che non le volesse bene, ma io ho sempre saputo o me ne ero convinta che mi preferisse almeno di un briciolo.
E mia mamma sapeva quanto ci tenessi.
Il resto della giornata passò lentamente, tutti per i fatti nostri, non ci rivolgemmo la parola, né tanto meno pranzammo.
Io mi limitai a farmi un panino, leggere, stare al pc e sgranocchiare patatine, tutto ciò con le cuffie alle orecchie.

Adoravo la musica, mi aiutava a riflettere e a rilassarmi. Era come una scappatoia dal mondo.

-

 

Era iniziata la scuola da un mese circa.
Le cose erano parecchio diverse dall'anno precedente;
Specialmente con Sofia, la mia migliore amica, o almeno credo.
Era da un pezzo che tutto andava per il verso sbagliato;
Con Sofia i rapporti diventavano sempre più freddi, era un processo che non riuscivamo a bloccare.
Poi lei aveva Claudia, era una ragazzina bassina e robusta, capelli lunghi e castani e occhi neri... si conoscevano da quando erano piccole, avevano un bel rapporto e nell'ultimo mese si era fatto ancora più stretto. E io non potevo fare a meno di esserne gelosa, la conoscevo dalle elementari e avevo fatto di lei il centro della mia esistenza, avevo qualche amica, certamente, ma nessuna era paragonabile a lei in fatto di importanza.
Io le avevo fatto capire più volte quanto tenessi a lei, ma era come se lei non mi volesse ascoltare e intanto mi faceva stare sempre peggio.
Si stava finendo tutto, in un certo senso. 
Forse si era stancata di me, daltronde erano quasi dieci anni che mi sopportava, dovevo aspettarmelo.
Eppure non ho mai voluto che il nostro rapporto cambiasse e perciò non mi ero preparata ad essere abbandonata, rimpiazzata... dimenticata, diciamo.
Quindi ora che lei se ne stava andando, una buona parte della mia vita era andata a puttane, tutto tempo perso.
Avevo un'altra amica stretta qualche tempo prima, ma l'avevo trovata a pomiciare con il mio ragazzo... ma questa è un'altra storia.
Sì, sono davvero brava a trovare le amiche.
Negli ultimi mesi la mia vita era precipitata e io dovevo mettere un freno a questa caduta.
Il freno sarebbe stato cambiate vita, lasciare tutto quel caos lì, in quella città, e andare da qualche altra parte.
Cambiare pagina. O meglio... "quaderno". 
Così un giorno mi alzai dal letto, era una domenica di fine Ottobre, e con gli occhi gonfi ancora con la matita della sera prima, sbavata, i capelli arruffati e il pigiama feci due caffé, ne diedi uno a mia mamma e le dissi di ascoltarmi. 

-Ehi ma'. Sono giunta a una decisione, abbastanza drastica. Sai quest'ultimo periodo non è stato buono per nessuno, prima il divorzio che ci ha sconvolte tutte, Mia soprattutto, ora fuma anche di più, io lo immaginavo, cioé avevo letto un messaggio...
-Lizzie...
-No, mamma, lasciami finire... quando me ne avete dato la conferma mi è crollato il mondo addosso, non sembrava, magari a papà l'ho potuto nascondere, ma tu mi conosci e sai che faccio finta di essere forte, che mi posso tenere tutto dentro ma prima o poi esplodo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il fatto che il rapporto con Sofia sta andando in pezzi- mi asciugai una lacrima- e quel cretino di Andrea ha baciato quella, scusando il termine, troia. -sorridemmo.
-Va bene, ho capito, in conclusione... vuoi trasferirti? Andare da tuo padre? Vai. Se ti farà stare bene, sarai sempre la benvenuta qui, tesoro.
-Sì, mamma, voglio cambiare aria, non so che fare qui, voglio cercare qualcosa che mi faccia ridere, che mi renda felice e so che qui non c'è più niente per me.

Ci abbracciammo, poi inviai un'e-mail a mio padre:

Ehi, pa', come va? 
Qui va tutto a rotoli, la mia vita più che altro.
Ho deciso una cosa, ho deciso di trasferirmi, lì, da te, ne ho appena parlato con la mamma. 
Ma avrei un desiderio... vorrei vivere da sola, o per lo meno, non nella tua casa, magari un appartamento con altre ragazze, mi sentirei più libera.
A te andrebbe bene? Aspetta... ma dove stai lavorando?
Ti voglio bene e mi manchi, aspetto una risposta, baci.
La tua piccola.:)



Bene, avevo preso la mia decisione e non l'avrei cambiata.
Magari non avrei passato tutta la vita lì, magari solo un'annetto, o fino all'estate. Quanto bastava per dimenticare un po'.
Ora dovevo parlare con Sofia, Mia e la preside.
A Mia lo dissi il pomeriggio. 
Eravamo sorelle, la sua reazione fu normale, voleva il meglio per me, mi sarebbe mancata davvero tanto, nonostante passavamo più tempo a litigare che a fare altro la adoravo, ma io DOVEVO andarmene da lì.

La sera mi addormentai più serena, sarei andata in Inghilterra. Che bellezza.





Ehi lettore, grazie per avermi dedicato un po' di tempo.:3
Sono una ragazza, ovviamente, mi rivedo molto in Lizzie,
 
Ehi lettore, grazie per avermi dedicato un po' di tempo.:3
 
Sono una ragazza, ovviamente, mi rivedo molto in Lizzie, ma non completamente;
 
Ehm... vi sarei grata di qualche recenzione,
 
è la prima volta che scrivo qualcosa, solitamente sto al vostro posto, 
quindi non so vorrei sapere che ne pensate... Anche una critica costruttiva.
 
Ah, i one direction arriveranno presto, tranquilli;)
 
Stolemyheartx

 

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Capitolo 2
*** Chapter three. ***


Quella mattina ricevetti tanti di quei messaggi che il mio Nokia andò in tilt: "Buongiorno, fai buon viaggio", "Buon viaggio e divertiti", "Mi hanno detto che parti, buon viaggio allora."
Ero felice, finalmente staccavo un po' dalla mia monotona vita.
Ero anche preoccupata... di lasciare tutto e non ritrovare nemmeno quel poco che avevo al ritorno; di fare un buco nell'acqua e peggiorare la mia situazione; o di non inserirmi bene a scuola tra i compagni. 
Mio padre mi avrebbe aspettato all'aeroporto, poi mi avrebbe fatto vedere la mia nuova casa e lasciata riposare.
Salii nell'aereo che erano le undici passate, ero un po' nervosa, ma era normale... era un grande passo quello che stavo per fare e non mi sarei tirata indietro;
Ormai era fatta, tra circa due ore mi sarei ritrovata da tutt'altra parte.
Mi diedi un pizzicotto, ancora non ci credevo.
L'aereo decollò, iniziava la mia avventura.
Durante il volo non badai a niente, né alle tre o quattro hostess che percorrevano il corridoio centinaia di volte, né alla tipa seduta accanto a me.
C'erano solo le mie cuffie, il mio iPod, la musica e le soffici nuvole fuori dal finestrino.
Sofia aveva inserito tutte le canzoni dei one direction... quelle cinque voci, insieme a quelle di Adele, Bruno Mars e la Cyrus mi guidarono per tutto il viaggio, interrotte da quelle di qualche cantante italiano che era finito lì per caso, non che non mi piacesse la musica italiana, eh.
I miei occhi puntavano dritti fuori dal finestrino proiettando meravigliose immagini, talvolta chiudendosi, altre volte mi incantavo e i pensieri inondavano la mia mente. 
Erano le tredici e qualcosa quando l'aereo tocco l'asfalto. Londra, sono arrivata.
Accesi il telefonino e chiamai mia mamma, l'aggiornai e mandai un bacio a tutti.
Vidi mio padre era lì da un quarto d'ora circa, ci abbracciammo poi parlammo un po' della scuola, aveva già sistemato tutto.
Salii in macchina mentre mio padre caricava le valigie, mi ero portata tutto il mio armadio, per lo più si trattava di jeans e felpe.
Destinazione: nuova casa.
Scesi dalla macchina.
Ero ad un passo dalla porta di quella che sarebbe stata la mia casa per un bel po' di tempo.
Entrai, mio padre stava dietro.
La casa era abbastanza grande, eravamo tre ragazze ad abitarla.

- Ciao, piacere sono Roberta.
- Piacere mio, Elizabeth.
- Io e Claire abitiamo qui da un po', spero ti ambienterai presto. Ah Claire è l'altra ragazza, un po' schietta, ma molto divertente. Vedrai ti farà simpatia. In quanto a me mi conoscerai col tempo. Questa è la tua stanza.- disse indicando una camera che si trovava in fondo al corridoio a destra.
- Oh, sì, mi piace.
- Sapevo ti sarebbe piaciuta.- disse mio padre- Adesso vi lascio, devo scappare, divertiti Lizzie.- mi baciò la fronte e uscì.
- Beh, lui è mio padre.
- Di dove sei?
- Italia, tu?
- Oh, ma che coincidenza, sono di Roma, beh, almeno adesso potrò parlare un po' della mia lingua, sai Claire è inglese.
- Ah, bene, diciamo che adoro l'inglese e lo so parlare più o meno, ma mi da' tanto sollievo sapere che qualcuno parla la mia stessa lingua.
- Ahahah, ci aiuteremo a vicenda!

Parlammo per un altro po' di tempo, Roberta aveva la mia età, era una vivace rossa con gli occhi verdi, era davvero una bella ragazza, alta e snella, davanti a lei non mi sarei nemmeno vista, ero qualche centimetro più bassa, circa tre o quattro. 
Più tardi arrivò l'altra ragazza, una biondina con gli occhi profondi e azzurri come il mare, sembrava una barbie se non fosse stato per l'altezza, era la più bassa tra noi tre. Già Londra mi piaceva. 
Era il periodo natalizio e le ragazze avevano decorato un piccolo alberello in salotto.
Verso il tardo pomeriggio misi la musica e iniziai a sistemare la mia camera.
Scoprii che anche alla ragazza inglese piacevano i one direction, sembravamo due sceme mentre parlavamo di loro.
Mi addormentai presto, era stata davvero una lunga giornata.
Mi svegliai alle undici e mezzo a causa del mio cellulare che continuava a squillare e squillare... era Sofia.
Risposi:

- Ehi dormigliona! Ti sei svegliata adesso eh? Si vede perché non parli. Piaciute le canzoni che ho messo nel tuo iPod? Sai che qui non c'è il cd, magari lì lo trovi. 
- Mh... sì, poi vedo, come stai?
- Bene, inizi a mancarmi, ma vabbé... tu?
- Bene, domani è la vigilia, una delle poche che passiamo lontane.
- Già, divertiti eh! Io lo farò, credo, tu so che passerai un bel Natale lì.
- Ci mancherebbe. -ridemmo.- Ora vado a fare la doccia, ciao bella, un bacio.
- Ciao scema,  ti voglio bene.
- Anch'io.

Il pomeriggio le ragazze mi fecero fare un giro per Londra. Scoprii che erano davvero molto simpatiche e divertenti, entrambe, io e Roberta saremo state nella stessa classe molto probabilmente, passai un bel pomeriggio, stare lì mi piaceva.
Era come se in qualche modo dovessi stare lì, iniziai a pensare di starci per più di un anno, ma per adesso ero lì, e mi sarei goduta il momento senza pensare a cosa avrei fatto "dopo". 
Claire mi disse che una volta era stata ad un concerto dei 1D ma non li aveva ancora visti a Londra, ma entrambe lo speravamo; Rob invece diceva che erano davvero dei bei ragazzi, nulla di più. Ma ognuno la pensa a modo suo, in fondo i gusti sono gusti e ognuno ha i propri.
La mattina seguente trovai un pacco nell'ultima valigia che mi era rimasta da sistemare. C'era un biglietto:
"È il primo Natale che passiamo lontane, so già che mi mancherai, ma è una tua scelta, e sono felice che tu possa fare quest'esperienza.
Spero che il mio regalo ti piaccia, piccola mia. Ti voglio bene, e ti conosco, so che aprirai il regalo appena lo troverai. 
Baci, la mamma. :)"
Oh, ma che dolce, aprii... era un album, iniziai a sfogliarne le pagine.

Mi portò così tanti ricordi, vacanze, momenti in famiglia, feste... e in tutte queste eravamo una famiglia. UNITA.
Io, Mia, mamma e papà. 
Tutti. Insieme.
Un professore di religione una volta disse che quando i genitori sono separati non è più una vera famiglia quella.
Beh, ripensandoci adesso mi ferivano quelle parole, ma io una famiglia ce l'avevo... spezzata, ma c'era. 
Uscii avevo bisogno di aria, di stare sola.
Poco dopo le lacrime iniziarono a bagnarmi il viso, il vento le asciugava provocando una brutta sensazione di freddo.
Tutte quelle vacanze, quei momenti... mi ricordavano che non sarebbe stato più così, niente più come prima, niente insieme, niente come una famiglia, o con lei o con lui, adesso erano due cose separate. 
Distinte, seppur ad ognuno davo la medesima importanza.
Ma ciò non si poteva cambiare, credo.
Di sicuro IO non avrei potuto cambiare nulla.
Io non potevo fare NIENTE, mi sentivo così inutile.
Mi sedetti in una panchina, levai un po' di neve che stava sopra essa e mi sedetti, davanti un parco.
Quella città era magica, era la vigilia di Natale più bella che potessi passare e io stavo lì a piangere.
Sola...
Anche se qualcuno si era appena seduto, ma non osavo guardare chi fosse, stavo piangendo e non mi piaceva che qualcuno mi vedesse.

 

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Capitolo 3
*** Chapter two. ***


Londra 20/10/11

Tesoro, 
mi ha fatto piacere ricevere tue notizie,
mi manchi anche tu, ti voglio tanto bene.
Ma certo che puoi venire qui, sono a Londra,
per la casa va bene, provvederò a trovartela.
Per il periodo... Facciamo che sali a Natale così non dovrai iniziare subito con la scuola e potrai ambientarti, ok?
Ci sentiamo.:)



ODDIO. Londra? Andrò a Londra? Non ci credo.
Sarà un cambiamento meraviglioso.
Bene, adesso che ho la certezza di poter partire devo dirlo a Sofia.
Le invierò un messaggio e le dico di uscire... sempre che abbia tempo per me.
La mamma era andata a parlare con i professori la mattina e le avevano detto che non c'erano problemi, quella di inglese era orgogliosa in un certo senso, forse pensava che l'avessi fatto per migliorare il mio inglese, ma va bene, non mi importava. 
Tra un'ora e mezza sarei dovuta uscire con Sofia, era da tanto che non uscivamo insieme, ci vedevamo solo a scuola e a lei bastava. 
Andai a fare la doccia, asciugai i miei capelli poi misi un jeans, una felpa... pronta.
Uscii, andai al bar.
La trovai seduta ad un tavolino all'angolo, mentre giocherellava con i suoi lunghi capelli biondo cenere.
Prendemmo due cioccolate.

-Ciao So'.
-Ehi Lì.
-Da quanto aspetti?
-Cinque minuti, tranquilla, questa volta sei quasi in orario!
-Oh, bene, meglio così... Novità?
-Oh sì, ho trovato un nuovo gruppo, è da un po' che li ascolto -mise la canzone al cellulare e me lo porse.
"You're insicure, don't know what for, you..."
-Mh... sì, niente male.
-Sono i one direction, sono cinque ragazzi, tra l'altro bellissimi... Questa è la loro prima canzone, si chiama what makes you bautiful, dovresti vedere il video.
-Sì ok, magari lo vedrò, ma devo parlarti di cose serie.
-Dimmi tutto piccola! -rise.
-Parto.
-Per Natale? Ma è...
-No, per un po'.
-Non ho capito... Parti? Dove? Per quanto? Perché?
-Calmati... sai che i miei stanno divorziando, no? Poi da lì tutto ha iniziato ad andare per il verso sbagliato e a me qui non va di rimanere... quindi vado a Londra.
-Beh, va bene.

Pagammo e uscimmo, poi ci dividemmo e andammo ognuna per la sua strada. 
C'ero rimasta un po' male, mi aspettavo almeno un "mi mancherai", ma evidentemente non le servivo.

-Lizziiiiie! Fermati!
-Sofi?
-Non è vero che va bene, no, perché non andrà nulla bene senza te. So già che mi mancherai tantissimo, nonostante in quest'ultimo periodo non siamo più come prima, ma sarà solo un periodo che non è nulla considerati gli anni che abbiamo passato insieme.-iniziammo a piangere entrambe.- io non voglio perderti del tutto, promettimi che non mi dimenticherai.
-Ma come faccio a dimenticarti? Abbiamo ancora un mese per stare insieme e non sprechiamolo, ti prego, stai con me almeno per questo periodo, parto nel periodo di Natale o poco prima. Ormai ho deciso.
-Vieni qui. -ci abbracciammo.

La sera cercai quel gruppo, ascoltai le loro canzoni, mi emozionai, non so perché ma mentre ascoltai le loro canzoni non pensavo a niente. Le misi nel mio iPod. Poi andai a dormire era stata una lunga giornata.

 

Il mese successivo passò più velocemente, e con Sofia le cose si mettevano meglio, non si era sistemato tutto, i problemi c'erano, ma per lo meno passavamo più tempo insieme, forse è vero...
Ti accorgi di tenere a qualcosa quando la stai perdendo.
Ci vedevamo sempre più spesso, passavamo il tempo ad ascoltare musica, più che altro i one direction, iniziai ad adorarli, sì me ne ero innamorata e anche Sofia a quanto pare... stravedeva per Liam, io invece preferivo Zayn. Iniziai a conoscerli meglio, poi uscì anche il loro CD, peccato che in Italia non sarebbe arrivato prima di Marzo, o almeno così si diceva. Vivevano a Londra, io sarei andata lì a vivere... Si, sarei diventata una detective e li avrei senz'altro trovati.
Intanto quel giorno si avvicinava, sarei partita il 22, giorno in cui finiva la scuola e iniziavano le vacanze, beh, per me iniziava la mia nuova vita.
Nuova casa, nuove persone, nuova lingua, "nuovo" genitore... nuova scuola.
Ero eccitata, ma avevo paura... e se nessuno mi avrebbe capito nessuno visto che non ero inglese ma solo un'italiana che si cimentava nel parlare un po' di quella lingua, inoltre sarei stata la nuova arrivata e chissà che compagni avrei avuto... 
Beh... era il 21 Dicembre,  il giorno dopo sarei partita.
La sera suonarono alla porta era Sofi, mi diede il mio i-pod, me l'aveva chiesto per aggiornarlo, parlammo un po', poi ci salutammo un ultima volta, sì, mi sarebbe mancata, lei, mia mamma, Mia, i miei compagni... tutti.
Ma ero decisa, sarei partita.

 

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Capitolo 4
*** Chapter four. ***


Continuavo a guardare la punta delle mie converse, incurante di tutto ciò che mi stava intorno. 
Il mio sguardo di tanto in tanto si spostava, sempre guardando in basso, notai che chi si era seduto accanto a me non era altro che una bambina, lo notai dal fatto che i piedi non toccavano il suolo.

-Ciao.
-Uhm...ciao.
-Perché piangi? 
-Niente di importante, piccola.-Sorrisi.
-Quando piango mia mamma mi abbraccia, è bello quando qualcuno ti abbraccia, non credi?
-Oh, sì. Ma mia mamma non è qui, lei abita lontano.
-E non ti manca?
-Certo.
-Come ti chiami?
-Mi chiamo Elizabeth...- Non feci a tempo a continuare che un ragazzo prese per mano la bambina, io continuavo a guardare il terreno.
-Scusala se ti ha disturbato.- Era come se quella voce l'avessi già sentita, come se la conoscessi da sempre.
-Non mi stava disturbando, anzi è... 

Alzai lo sguardo, e rimasì lì, immobile. Mi asciugai le lacrime che mi rigavano il viso velocemente e mi alzai.
Davanti a me c'era l'ultima persona che pensavo di incontrare in quel momento, ero sorpresa, in condizioni indecenti ed ero nervosa, emozionata per lo più.
Ci fissammo, o meglio... guardai i suoi occhi per un bel po' di tempo, lui non so che stesse facendo, ma mi guadava, chissà che pensava.
Rimasimo lì senza dire niente quando la bambina disse qualcosa.

-Lei è Elizabeth.
-Oh, io sono...
-So bene chi sei e ti amo... cioè, ti ammiro.- Mi maledissi in qualsiasi lingua.
-Ah, sono lusingato, lei è mia sorella, stavamo facendo una passeggiata.- Sorrise. 

Aveva il sorriso più bello che avessi mai visto, gli occhi gli brillavano, e il sole lo illuminava, e i suoi occhi color nocciola parevano ancora più chiari e intensi, mentre i raggi giocavano con i suoi scuri capelli. Ero rimasta incantata. 
La bambina disse qualcosa, fece un cenno di saluto, che ricambiai e ci lasciò soli.
L'unico momento triste lì a Londra si era trasformato nel momento più bello che potessi desiderare.
Zayn era lì, ad un passo da me. E mi stava dicendo qualcosa... "Ritorna con i piedi per terra, Li'".

-Ehm... cosa?
-Dicevo... perché una bella ragazza come te stava lì, la vigilia di Natale a piangere?
-Nulla di importante, malinconia.
-Mh... ti va di prendere una cioccolata?
-E tua sorella?
-No, tranquilla non eravamo soli, c'è anche mia mamma.
-Ah, allora ok. Prenderò una cioccolata con il mio idolo, sì.
-Ahahah, non mi svenire eh!- Lo disse senza presunzione, nonostante se lo potesse anche permettere. Rideva.
-Beh, ci proverò.- Dissi sarcasticamente.
-Allora sei una mia fan, eh!
-Oh, non solo una TUA fan, ma anche di Lou, Harry, Liam e Niall.
-Meglio così e che fai stasera?
-Niente sono nuova di qui, sono italiana, si sente, lo so.
-Sì, effettivamente. 
-Chissà che grandi programmi hanno i one direction per stasera eh?
-No, invece ti sbagli, non saremo insieme saremo con i parenti per lo più.
-Ah, bene. Ho delle news allora.

Passammo la mattinata a ridere, finché non si fece l'ora e ritornai alla realtà, non del tutto ma parzialmente.
Ci salutammo, mi schioccò un bacio sulla guancia e corse via.
Io rimasi lì per un po'. C'eravamo scambiati i numeri. Guardai quel numero per una decina di minuti. 
"Zayn Malik" AVEVO IL NUMERO DI ZAYN.
No, non era vero, stavo dormendo. Sognando, ma avrei dormito per sempre se fosse servito.
Arrivai a casa con un sorriso da ebete, che mantenni per tutto il tragitto, mentre cancticchiavo qualcosa.
Non sentivo più il terreno sotto i piedi, era come se volassi, avevo ancora i brividi.
Non avrei parlato con nessuno di ciò che era accaduto, anche perché mi accorsi che non c'era nessuno.
Le ragazze partivano per un po', l'avevo dimenticato.
Bene, "buona vigilia Lizzie", sapevo già che sarei rimasta tutta la giornata a fissare il vuoto pensando alle ore precedenti.
L'orologio segnò la mezzanotte che mi stavo abbuffando con del pandoro e un bel po' di nutella.
Ecco la cena della vigilia.
Mi arrivarono vari auguri e chiamate dalle persone più care.
Più tardi andai a fare una passeggiata.
Io, sola, di nuovo per le strade di Londra, a passeggiare, senza una metà.
Stavo pensando e guardavo il vuoto.
Come sempre.
Riuscivo a trasferirmi in altri luoghi... me l'avevano detto anche i professori, le maestre di danza quand'ero piccola, gli amici e mia mamma.
È fra le nuvole.
Ma a me piaceva, tutto quanto potesse portarmi via di lì, via dal mondo, era ciò di cui avevo bisogno: libri, film, anche internet, e perché no... anche i pensieri. 
Non sempre però, a volte i pensieri e i ricordi non fanno bene, ma non si possono cancellae giusto? 
La notte di Natale, nevicava.
Un'atmosfera magica mi circondava... insieme a milioni di persone, che casualmente in quel momento erano divise per due e si tenevano per mano.
Coppiette, che mi passavano davanti, facendomi ricordare che ero sola.
E facendomi fare film mentali.
Il principe azzurro in quel caso era quel ragazzo con gli occhi che mi avevano imbambolato e svuotato la mente.
Zayn.
Mi imbattei in lui, proprio in quell'istante, la folla scomparve, c'eravamo solo io e lui.
Mi sollevò, avvicinò il mio viso al suo, scostò i capelli dal mio viso. 
Un soffio separava le nostre labbra, che un attimo dopo si cercavano e si unirono in un bacio, che durò qualche lungo secondo e che finì con le nostre labbra che si schiudevano in un sorriso.
Sì, magari. 
Sarebbe stato un film bellissimo, sarebbe stato anche un primo bacio da sogno.
Ma il mio primo bacio era stato un paio di anni prima, con un cretino che invece di farmi desiderare che le labbra si schiudessero, le schiuse lui per entrambi, senza avviso e inizio a intrecciare le nostre lingue. Mi ritirai dopo si e no due secondi. Sorrisi e me ne andai.
Intanto ero ritornata a casa.
Erano le due.
Mi feci coraggio e inviai un messaggio al nuovo arrivato in rubrica.

"Auguri di un buon Natale Zayn.
Magari non avrai nemmeno tempo di leggere questo messaggio, ma mi andava di farti gli auguri.
Grazie per avermi fatto il più bel regalo: vederti.
Non sai quante volte l'avevo sognato l'incontro con i miei idoli. Tutti insieme, ma mi accontento anche di vederne solo uno.
Beh... Buonanotte.:3"

Mi addormentai alle tre circa.
Mi svegliai a mezzogiorno, notai che Zayn aveva risposto, un po' in ritardo ma l'aveva fatto, non smisi di sorridere un'attimo.
Il giorno dopo ci saremo visti.
Stavo per piangere dalla gioia.
Più tardi mio padre venne a farmi gli auguri, pranzammo fuori, sostituì il mio Nokia con l'ultimo modello dell'iPhone. 
Mi limitai a sorridere e ringraziare.
Appena finimmo di pranzare fecimo una passeggiata poi mi riaccompagnò a casa.
Mi resi conto che erano cambiate un bel po' di cose, ma soprattutto ero cambiata io, da qualche mese.


Ehi tu, grazie se hai letto fin qui.:3
Scusate se ci ho messo un bel po' a scriverlo
ma non ho avuto molto tempo.
Spero vi piaccia.
E che recensiate.:)
Ciao, belli.x

 

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Capitolo 5
*** Chapter five. ***


"AUGURI" fu questa la parola che sentii ripetutamente non appena durante il conto alla rovescia le nostre voci gridarono quel tanto atteso zero.
Eccolo era arrivato, il nuovo anno.
Che poi auguri per cosa? 
Per un anno migliore? Beh. Quegli auguri a me non mi sono mai serviti a nulla, anzi le cose andavano sempre male.
Consideravo quel trentuno Dicembre solo una data che segnava l'inizio di un nuovo mese, che per convenzione è il primo dell'anno.
Almeno fino ad allora.
Sapevo che quell'anno sarebbe stato diverso.
La speranza di un anno migliore ovviamente, anche se magari un po' nascosta, c'era sempre, ma quel 2012 mi avrebbe riservato tante novità.
Forse lo ripetevo per autoconvincermi, ma comunque stava funzionando.
Sì, le cose sarebbero cambiate, cara Elizabeth.
E poi da quando ero arrivata lì tutto andava meglio, mi ero fatta nuovi amici, fino a quel giorno sette per la precisione, tra cui quei cinque tipi, delle cui foto la mia camera era piena. Adesso però erano lì davanti a me a bere spumante e quant'altro.
Anno nuovo, vita nuova. Per quest'anno era la frase perfetta.

-Auguri bella!- Zayn arrivò da dietro e mi abbracciò, stampandomi un bacio sulla guancia.
-Auguri signorino Malik!- Mi girai e lo abbracciai, quasi lo stritolavo. 

Poi arrivarono gli auguri degli altri, un po' meno affettivi, con Zayn si era subito instaurato un legame, gli altri li conoscevo da due giorni, ma non potei fare a meno di adorarli più di quanto già non facessi.
Harry era ancora più sexi che visto dallo schermo di un pc, era un tipo sempre con il sorriso sulle labbra, spigliato ed estroverso. Sempre con la battuta pronta. 
Niall un po' più introverso, ma bisognava solo saperlo prendere per il verso giusto, sapevo che era il tipo che se si affezionava dava l'anima, come gli altri del resto. Ed i suoi occhi, avevo quasi paura di annegarvi.
Liam... oddio quanta tenerezza in quel ragazzo. Era sensibile, dolce e simpatico con tutti, compresa me fin dal momento in cui gli dissi "Piacere Lizzie.". Era una meraviglia visto di presenza, non che non lo fosse dallo schermo di un pc ma adesso era reale.
Louis era il simpaticone del gruppo, alle sue battute, seppur a volte un po' squallide, non potevi far a meno di ridere. Come non si poteva far a meno di guardarlo quando sorrideva o in qualunque altro momento.
Avevano anche cantato davanti e con me. Mi ero anche commossa. I miei idoli, lì. Adesso però i sentimenti che provavo per loro erano diversi, forse.
Ero abbastanza confusa. Quante novità, in una sola settimana.
Passavo le giornate con loro, Zayn mi invitava spesso, li stavo conoscendo sempre di più.
Presto sarebbe arrivato il compleanno di quel moro, ma soprattutto presto sarebbe arrivata la mattina in cui mi sarei dovuta svegliare presto per andare nella mia nuova scuola.
Oddio, ero agitata.
Intanto Roberta, che insieme a Claire era ritornata dalle vacanze, mi rassicurava, o almeno ci provava. 
Mi sarebbe stata accanto, anche perché altrimenti mi sarei anche persa probabilmente.
La scuola iniziava il nove, il Sabato andai a vedere com'era strutturata, quali lezioni avrei dovuto seguire e soprattutto dove, beh... Mi piaceva.
La domenica ero così agitata che non riuscii a stare zitta per più di dieci minuti.
Già iniziavo a rompere le palle alle due ragazze. 

-Bella, stand up.- Claire continuava a muovermi, cercando di farmi alzare. 
Oh cazzo. Avevo meno di mezz'ora per prepararmi, me la sarei fatta bastare, poi con Robi saremmo andate a scuola.
Bene, una doccia veloce, un filo di matita nera un po' di mascara, un po' di fard.
Un jeans, maglia, felpa, converse, qualche quaderno nello zaino... pronta.
Aspettai che l'ascensore toccasse il piano terra mentre mi contorcevo le mani, poi un messaggio:
"Buon primo giorno di scuola, Li'.
Un bacio, Zayn."
Mi calmai leggermente, sapere che c'era mi faceva stare meglio, arrivai a scuola giusto al suono della campanella.
Entrai, nuova scuola, nuove materie, nuovi professori e nuovi compagni: BENE.
Misi piede in classe che quasi tremavo, mi sedetti in un banco in terza fila e Roberta posò il suo zaino accanto alla mia sedia e si sistemò nel banco alla mia sinistra. Mi rassicurava sapere che potevo contare su qualcuno.
Le lezioni iniziarono, mi presentai ad ogni singolo professore quella mattina, il mio inglese era piuttosto migliorato da quando stavo lì, ma non era ancora perfetto, non capivo tutto di ciò che i professori dicevano ma gran parte del concetto mi era chiaro, quasi sempre.
Inoltre avevo dei buoni maestri ad aiutarmi con il mio inglese, quelli con cui ormai passavo quasi tutti i giorni, Harry, Zayn, Liam, Louis e Niall.
Quando suonò l'ultima campanella del giorno ormai ero stanca, ma in fondo mi piaceva stare lì.
Roberta passò il tempo ad indicarmi e descrivermi ogni singola persona, per lo più i ragazzi.
Il pomeriggio mi sarei fatta una lunga dormita, poi avrei aperto qualche libro.
Mancavano ancora tre giorni al suo compleanno, avrei chiesto ai ragazzi un consiglio per il regalo.
Senza accorgermene si fecero le sei di sera, erano quasi tre ore che dormivo.
La casa era vuota, ma non badai molto al fatto che le ragazze non c'erano.
Provai a studiare un po'.
L'indomani avrei passato la giornata con Styles, sarei andata a comprare il regalo a Zayn, non avevo idea di cosa avessero organizzato ma sapevo che io ci sarei stata. E sarebbe stato grandioso. 

Erano passati un paio di giorni dall'uscita per comprare il regalo, sì era il suo compleanno.
Chiesi ai ragazzi se potevo portare due amiche, ovviamente potevo, ci sarebbero venuti a prendere alle otto meno un quarto, così da avere il tempo per le presentazione, alle ragazze dissi solamente che saremmo andate ad una festa, accennai qualcosa a Roberta ma per Claire sarebbe stata una sorpresa.
Quando arrivarono aprì Roberta, io ero lì dietro e le dissi di non far capire nulla a Claire, ma tanto a lei non piacevano più tanto e credo che i ragazzi se ne fossero accorti in quanto li trattò come normali persone, ma meglio così, forse. Eppure avrei giurato che almeno uno di loro le piacesse, anche se forse aveva una cotta per qualcuno a scuola.
Poi chiamai Claire, arrivò subito. 
Un attimo dopo in mezzo a noi c'era una bambina che saltellava e urlava, forse piangeva pure.
Li abbracciò tutti uno per uno e fece gli auguri a Zayn.
Bene eravamo pronte ci aspettava una festa. E chissà dove.
Dieci o forse quindici minuti dopo le due macchine parcheggiarono davanti ad una villa, c'era un po' di gente, circa una ventina, feci conoscenza.
Durante tutto il tragitto Niall e Claire si erano messi a discutere, non avevo idea di cosa.
Ma vedevo che Claire era ancora agitata per la sorpresa, non smetteva di ringraziarmi un attimo.
Mi divertii molto quella sera, bevvi un pochino ma non arrivai ad ubriacarmi, in diciassette anni mi ero lasciata andare con l'alcool solo due o tre volte.
C'era stato un momento in quella serata che avevo preferito più degli altri.
Mi ero seduta su uno dei tanti divanetti, ero un po' stanca, non ero abituata ai tacchi, poi Zayn si era avvicinato,
parlammo di quel giorno di dicembre, quel ventiquattro, mi chiese che avessi veramente,
gli raccontai tutto da quella sera d'agosto, il mio viso fu rigato da qualche lacrima che quel moro asciugò subito,
al contatto un brivido mi percorse la schiena,
capii che non era più il mio idolo, mi ero innamorata, ma non ero il tipo da fare primi passi perciò avrei aspettato.
Poi mi abbracciò, e mi chiese scusa per avermi fatto rattristire.
"Non fa nulla" mi limitai a dire, non volevo che qualcosa rovinasse quel momento così rimanemmo attaccati per cinque minuti.
I cinque minuti più belli che avessi mai passati.
Aveva un profumo così intenso.
Poi era arrivato Niall e si era unito all'abbraccio mentre diceva qualcosa che per tutta risposta ebbe una pacca sul braccio da Zayn.
Forse aveva accennato qualcosa su noi due.
Non mi importava, non potevo avercela con quel biondino era adorabile, così gli diedi un bacio sulla guancia e poi andai dalle ragazze.

La notte mi addormentai un'ora dopo l'attimo in cui poggiai il mio corpo sul letto esausta.
Usai quell'ora per ripensare alla festa, a quei cinque minuti. A ZAYN.
Credo che fosse chiaro a tutti che tra me e quell'adorabile ragazzo non era amicizia. Almeno non da parte mia.

I giorni seguenti si dividevano tra i ragazzi, la scuola e luunghe dormite.
Si stava creando un rapporto splendido con i ragazzi, specialmente con Harry.
Stava diventando il mio confidente, ovviamente non gli avevo detto di Zayn, non ancora.
Prima dovevo ammetterlo completamente a me stessa, non riuscivo ad accettarlo, avevo paura, perciò cercavo di negarlo.




Ehi, grazie per aver letto.:3
Un ringraziamento a chi segue, recensisce,
legge, ha messo tra le preferite o tra quelle da ricordare la mia storia.(:
Ultimamente non so se continuare a scrivere,
non perch
é non mi vada,
piuttosto perch
é non so se piace ciò che scrivo.
Comunque, chiudo qui e vi saluto .
Spero che il capitolo vi piaccia e che recensiate!:D
Un bacio, stolemyheartx.:)

 

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Capitolo 6
*** Chapter six. ***


Intanto i giorni passavano tra un impegno e l’altro.
I rapporti con i ragazzi miglioravano, ancora non avevo detto nulla a Zayn ma dovevo ammetterlo, mi ero innamorata. E per quanto cercai di nascondere quei sentimenti a me stessa non potevo, non ci riuscivo.
Era una cosa che non potevo controllare, eppure comunemente riuscivo a levarmi facilmente i ragazzi dalla testa, ma questa volta mi ero presa proprio una bella cotta.
A scuola spesso Roberta mi parlava di un ragazzo invece, si chiamava James.
Era un alto biondino dagli occhi di un nocciola che tendevano al verde.
Era un bel ragazzo, era come se lo conoscessi, quella rossa lo inseriva in ogni nostra discussione.
Io ogni tanto le parlavo dei ragazzi e mi soffermavo su Zayn, ma non per molto, non credo di averglielo fatto capire.
Era l’ultimo giorno di Gennaio, decidemmo di andare al luna park la sera, eravamo una decina di ragazzi o qualcuno in più.
C’erano delle altre ragazze oltre a noi tra cui una ragazza che non smetteva di fare l’oca con Zayn, magari non stava facendo l’ochetta, ok, però CON ZAYN. OH, LUI È MIO, anche se l’unica a saperlo sono io, ma sono dettagli. Si chiamava Heather.
Quando arrivammo ci dividemmo, come prime giostre io, Harry, Robi e Liam decidemmo di fare le montagne russe.
Io mi sedetti accanto ad Harry, ero nervosa e il motivo non era la giostra, il riccio mi guardò, mi prese la mano e mi sorrise. ‘Che succede?’ disse solo questo, poi partimmo. Una scarica di energia attraverso il mio corpo, urlai con tutta la voce che avevo, mi liberai.
Quando scesi i ragazzi erano di sotto ad aspettarci, Zayn stava ridendo e guardava quella ragazza, era bella, molto più di me, alta, snella, capelli corti e biondi e occhi scuri, neri.
Senza accorgermene una lacrima stava per bagnare il mio viso, lo asciugai immediatamente e incolpai il vento gelido che mi soffiava dritto sul viso.
Mi girai leggermente a sinistra e vidi che Harry mi guardava. Gli sorrisi.

Quel pomeriggio avevamo parlato un po’:


-Nervosetta Eli?- Nel frattempo camminava barcollando e venne verso me, mi diede una spinta e finii sul divano, poi mi si sedette accanto.
-Un po’, cosa te l’ha fatto notare?- Che domanda, era da almeno cinque minuti che continuavo a far rigirare un elastico e a levare la pellicina dalle dita. Non rispose, indicò le mie mani e abbassai lo sguardo. –Nulla di importante, un po’ di confusione. 
-Uuuh, chi è il fortunato che occupa i suoi pensieri, signorina? –sorrisi.
-Oh, ogni cosa a suo tempo. Quando ne sarò sicura sarai, il primo a saperlo. Ultimamente mi sei così vicino, credo che sei l’unico a capirmi qui. Ti voglio bene, Styles.- Ci abbracciammo.
-Non immagini quanto te ne voglio io, bella.

Mi faceva bene parlare con lui, stare con tutti loro era divertente un bel passatempo. Si vedeva da lontano un miglio che si volevano bene, a volte mi piaceva starli a guardare. Come se stessi guardando un video da un pc. Erano adorabili. E iniziavo a volergli bene davvero.
Harry poi rivolse lo sguardo verso Zayn, facendo un cenno con la testa, mi limitai ad annuire con un sorriso un po’ finto.
Cambiai traiettoria e vidi che Claire e Niall stavano scherzando, giocando… o qualcosa del genere, si guardavano negli occhi, scommisi che entro la fine della serata tra quei due ci sarebbe stato un bacio.
Improvvisamente mi ritrovai Claire dietro che mi strinse forte a sé, le diedi un bacio sulla guancia, e le sorrisi.


-Adoro quel ragazzo, grazie Lizzie, è così tenero.
-Ehi, che abbiamo qui, qualcuno si è preso una cotta, eh!
-Ahahah, proprio così. Spero che ‘sta volta vadano bene le cose.
-Io ne sono certa, state bene insieme.
-Ah, ma con Zayn? Tutto bene?- Eh? Cosa? Da quando le cose dovevano andare bene con Zayn? 
-Ehm… sì, perché?
-Niente, credo di non essere l’unica ad avere una cotta per qualcuno.- mi fece l’occhiolino.
-Ma si vede così tanto?
-No, sono io che sono una detective.- Non le risposi, la guardai e credo che bastò il mio sguardo. Scoppiammo a ridere, le feci cenno di stare zitta.
-Muta come un pesce, bella.- Ritornò dal suo principe.

Bene, chi altro? Adesso sarebbe arrivato Zayn a dirmi che mi ero presa una cotta per lui? Già due persone ne erano al corrente, dovevo allontanarmi un po’ da lui.
Verso le nove e mezzo prendemmo qualcosa da mangiare. A un certo punto mi accorsi che all’appello mancavano Zayn, Heather, Liam e Danielle. Gli ultimi due li vidi avvicinarsi, mano nella mano, poco dopo, ma Zayn? 
Dissi ai ragazzi che andavo a prendere della coca e subito mi assalirono.


-Una anche per me!- Roberta.
-Io voglio un altro panino!- Niall, e chi poteva essere.
-Per me invece…
-Oh, ma le vostre gambe sono andate in letargo, su in piedi.- Girai e andai.


Fu allora che li vidi.
Zayn attaccato al muro su una gamba, l’altra era poggiata alla parete.
Lei con la mano destra gli accarezzava la guancia.
Le lo stava baciando. Non so da quanto quel bacio andava avanti, ma non riuscivo a non guardarli, non sapevo se crederci, poi si girò.
Oh merda Zayn mi aveva visto. Pagai le cose a corsi al tavolo. Sì alla fine avevo preso anche altri due panini e un’altra coca.
Iniziai a guardare in alto. La lingua premeva contro il palato. E i miei occhi stavano diventando lucidi, riuscii a frenare le lacrime.
Presi il cellulare e misi le cuffie, non bevvi nemmeno un sorso di coca, bensì cercai qualcosa nella borsa e presi una tavoletta di cioccolato.


He takes your hand, I die a little.
I watch your eyes, and I’m in riddles
Why can’t you look at me like that
When you walk by try to say it
But then I’ll freeze, and never do it…

Fanculo. Levai le cuffie, Harry si era avvicinato. 

-Perché non me l’hai detto?
-Detto cosa?
-Che se la fa con quella.- Alzai la voce un po’, ma appena me ne accorsi la abbassai.
-Con chi? Con… Heather? No, ma che dici.
-Li ho visti, pomiciavano. E anche lui mi ha visto, ma sono corsa via. CAZZO! CAZZO!
-Calma, Li’.- Mi scostò i capelli dal viso.
-Non… non ce la faccio. Di nuovo. Stava andando tutto bene, arriva quella e rovina tutto. Perché non va mai niente bene. Credevo che la mia vita stesse migliorando, ma sai cos’ho capito? Che non sarò mai felice. Ok, magari esagero. Ma è difficile. È come se qualcuno volesse che la mia vita non sia mai… non dico perfetta… ma piacevole. Era strano che non succedesse nulla… tutto è così fottutamente ingiusto, Styles.- Mi abbracciò, poggiai il viso sulla sua spalla.- Scusa.
-Ma di nulla, smettila di piangere adesso, a fanculo tutto.- Mi fece uno di quei sorrisi da figo ai quali non potevo far a meno di ricambiare. Asciugai le lacrime e sorrisi anch’io. Gli diedi un bacio sulla guancia.
-Grazie. Ah, ed è passata la mezzanotte, perciò auguri.
-Grazie.- sorrise.

Evitai di pensarci e ci riuscii più o meno, fecimo altre giostre poi i ragazzi ci accompagnarono a casa verso l'una, salutai tutti, o quasi. Per tutto il resto della serata l’unica interazione, se così si può definire, con Zayn, era stato uno scambio di sguardi che lui non resse. Aveva tentato di dirmi qualcosa ma prima che aprisse bocca Harry mi tirò per un braccio, e io mi limitai ad alzare le spalle con un mezzo sorriso sulle labbra.
Aprimmo la porta, corsi in bagno e mi guardai allo specchio per un po’.
Le lacrime iniziarono a rigare il mio viso e i singhiozzi a levarmi il respiro. 

-Eliiii.- Sentii. Erano le ragazze.
-Che c’è?
-Beh, magari questo ce lo puoi dire tu, tesoro.- Roberta assunse un tono quasi materno.
-N-niente. Magari domani ne parliamo.- Uscii dal bagno. Entrambe mi strinsero e mi fecero sentire… protetta, amata forse. 

La notte non chiusi occhio, andai in cucina e le ragazze una ad una arrivarono. O le avevo svegliate o erano già sveglie. Ci sedemmo sul divano. Parlammo e raccontai tutto a entrambe. 
Chiesi se il giorno dopo mi avrebbero accompagnato a comprare qualcosa a un’amica dell’Italia. Annuirono. 
La mattina ci ritrovammo lì. C’eravamo addormentate sul divano. Non andammo a scuola quel giorno. 
Comprai una felpa e delle cose dei one direction, scrissi un biglietto e lo spedii verso l’Italia. Da Sofia.



Eccolo qui, stavolta ho scritto subito.

Faccio un altro tentativo con la storia,
spero piaccia.
Ho quest'idea da un po' di tempo
e prima di dimenticarla l'ho scritta.:)
Beh, grazie.
Ah, vorrei sapere che ne pensate,

quindi sarei felice di trovare qualche recensione.:3
Un bacio.x

 

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Capitolo 7
*** Chapter seven. ***


"Ti lascio immaginare la mia reazione, basta che ti dica che mia mamma si è preoccupata.
Grazie, certo qui esce tra qualche giorno, ma grazie, comunque.
Riceverlo come regalo da un'amica è meglio.
Inizi a mancarmi, inizio a pensare a tutti i momenti passati insieme.
Non ha intenzione di tornare per un po' qui, eh?:D
Ti penso sempre, sei nella mia mente, ti vorrei con me...
Ok, non so da dove mi è uscita l'ultima frase ma mi ricorda una qualche canzone.
Come va con l'inseguimento dei ragazzi? 
Ancora nulla?
Beh, stammi bene ciccia.
Ti voglio bene, davvero. 
Bacio, Sofia."

Un sorriso mi si stampò sulle labbra non appena finii di leggere, era iniziata una nuova giornata, una nuova settimana, un nuovo mese, anche se da un po'. 
Oh sì, il mese non era cominciato per il meglio, ma quella giornata sì. 
Mi aveva sempre fatto piacere che qualcuno mi pensasse, anche minimamente.
Credo che avrei pianto se mi avesse pensato lui, anche solo un minuto, ma no, per lui c'era quell'altra, anche se non avevo indagato più di tanto, eppure solitamente lo facevo, ma 'sta volta mi era bastato ciò che avevo visto.
Quel bacio, quelle labbra che si schiudevano per poi unirsi, quel bacio che LEI, quella tizia, mi aveva rubato. 
Oddio, Eli' ma che cazzo ti passa per la testa, smettila. 
Mi detti dei colpi sulla fronte. 
 
-Li', sono Liam, ti andrebbe di venire a pranzo con noi oggi? Oh, possono venire anche le altre, se ti va!- al cellulare.

-Sì, certo.- non potei rifiutare, la sua voce era così tenera.
-Allora ti passo a prendere dopo scuola.
-Sì, va bene, oddio, scusa ma è tardi, scappo, ciao.
-Ok, ci sent...- avevo già staccato, sì era un vizio, staccavo subito dopo il mio saluto.

Corsi giù, salii in macchina e andammo a scuola.
La mattina la mia testa, i miei pensieri vagavano ovunque escluso tutto ciò che riguardava la scuola, i compiti, i professori e quant'altro.
La professoressa di inglese mi aveva richiamato un paio di volte e Roberta mi aveva suggerito le risposte, facendomi ottenere un'occhiataccia dalla professoressa.
Le ragazze non sarebbero venute, ero io sola con i cinque. 
Uscii da scuola e trovai la macchina di Harry posteggiata lì davanti e lui con un cappuccio per non attirare l'attenzione, ma cazzo, chi non avrebbe riconosciuto quegli occhi e quel sorriso.
Salii.

-Dove mi porti?
-Su una stella.
-No, questa te la potevi risparmiare tesoro. Seriamente...
-Un ristorante. 
-Mh... Lui ci sarà?- abbassai il viso.
-Sì, presumo di sì.
-Bene.

Guardai fuori dal finestrino finché non arrivammo, tutto sfrecciava così velocemente davanti ai miei occhi e non solo le macchine. Avrei voluto fermare tutto, il tempo soprattutto, e stare sola.
Arrivammo in un locale, accogliente, caldo. Mi piaceva. 
Il signorino arrivò per ultimo, si sedette, quasi di fronte a me, non lo guardai, non lo salutai, non gli parlai.
NON ESISTEVA.
No, non doveva tormentarmi più. 
Era passata una settimana, i sette giorni più lunghi della mia vita, ci salutavamo e ogni tanto ci ritrovavamo a fissarci negli occhi, per poi insieme abbassare lo sguardo.
Mangiammo tra chiacchiere, battutine e risate.
Mi divertii, più o meno.
Poi si fecero le due e uscimmo dal locale, ci stavamo dirigendo verso un parco lì vicino ma li interruppi.

-Io, se non vi dispiace andrei a casa.
-Oh, bene.- un bel coro di voci mi assalì.
-Non ve la prendete. Lou mi accompagneresti?- scostò i capelli dal viso e mi fece cenno di no, poi sorrise.- Harry?
-Ehm...- si avvicinò fissandomi.- Ti accompagno io.
-Ok, grazie, ciao ragazzi.- lanciai un'occhiataccia a Harry, lui fece spallucce e mi mandò un bacio. 
-Sali?- Zayn.
-Sì, sì.- quelle sarebbero state le mie ultime parole di quel "viaggio".
-Elizabeth...- dopo ben dieci minuti, o forse meno, uno dei due si era deciso ad aprir bocca. - credo che dovremmo parlare.
-Ah sì, di cosa?
-Di quella sera. Sai... al parco?!
-Sì, ricordo perfettamente e non c'è bisogno di parlare, tanto meno se è per dare spiegazioni o roba del genere. Non importa davvero, non mi importa.-lo stavo ripetendo per me stessa più che per lui- Davvero.
-Ma importa a me.- mi girai e lo guardai negli occhi, avevo voglia di dargli uno schiaffo ma lo lasciai parlare- Sai quel bacio, quel momento... tu, tu non dovevi esserci, non era previsto, ma soprattutto io non dovev...
-Ah bene, io non dovevo esserci, ma che stai dicendo Zayn? Tu cosa? L'hai baciata non credo tu debba dare spiegazioni a nessuno, tanto meno a me. E poi ripeto non mi importa.-alzai un po' la voce.
-Ascoltami, quel bacio è stato un errore. Non l'ho baciata io, credimi, ma ammetto di non averla nemmeno respinta e adesso... 
-Cazzo Zayn, smettila. "Non volevo", "Un errore", "Non sono stato io"... di cosa di stai discolpando? Non ha senso.- Smisi di guardarlo e alzai lo sguardo.
-Scusa.-mi guardò, notai che aveva fatto il giro largo per arrivare a casa- Io volevo baciare un'altra quella sera, te.
-No, non funziona. Non attacca con me... Lasciami stare.
-Eli, ti vuoi aprire con qualcuno una buona volta. Vuoi ammettere a te stessa ciò che provi? Parlami. -alzò il tono di voce- Non l'hai fatto con Sofia e si è rovinato un rapporto.
-Ma che stai dicendo? Adesso che c'entra Sofi? Lasciala fuori, non c'entrate niente l'uno con l'altra, non siete nemmeno paragonabili.-la voce si fece più rauca e gli occhi sempre più lucidi- Bene, mi devo aprire. Ok. Sì, ammetto, a me e a te, ci sono rimasta di merda. Sai sei bravo. Bravo a fare innamorare le ragazze. Potevi anche evitare di farmi credere che un po' ci stavi, che ci tenevi a me. Potevi smettere di stare al gioco, al gioco che hai iniziato e stroncato tu. Hai baciato una, che novità. ZAYN MALIK BACIA UNA RAGAZZA. Wow. Lusingata di non essere lei. Non perché non mi piaci, questo forse l'hai capito, piuttosto perché non mi va di essere una delle tante. Eppure pensavo fossimo amici, sai com'é? Ti ho raccontato tutto di me. O quasi. 
Sai quand'è l'ultima volta che mi sono aperta con qualcuno? Che mi sono lasciata andare senza pensare troppo? No, questo non te l'ho detto. Con un ragazzo che poi mi ha fottuto e si è fatto la mia migliore amica. Siete tutti uguali in fondo. Bene. Dopo averti detto tutto ciò mi sono rovinata il trucco, la voce mi si è abbassata parecchio e sono nervosa... piuttosto imbarazzata direi. Amo Zayn Malik. È la cosa più bella che puoi dire se sei una fan, ma io non credo di essere quello per voi adesso. Almeno lo spero.-feci un respiro profondo.
-Calmati.- mi guardò- io...
-Zayn.
-Io non...
-Zayn la strada, cazzo.


Ecco, chiusi gli occhi, poi si spense il motore. Li aprii, bene, un bell'incidente. 
Mancava circa un quarto d'ora o più per arrivare all'appartamento. 
Stavamo bene, per fortuna, scendemmo dalla macchina e dall'altra ne uscì un uomo, alto e robusto. Iniziò a discutere, Zayn disse che avrebbe sistemato tutto lui e si scusò. Lo guardai e poi iniziai a camminare velocemente. Sentii una stretta, al polso. Mi girai. Lo fissai, lasciò la presa. Poi corsi.

No, no, basta. Se vuole giocare con i sentimenti di qualcuno, sappia che ha sbagliato ragazza. 
Amici, sì, assolutamente. Meglio così, anche se... no, ma chi vuoi prendere in giro, non sarete mai amici, non potrete mai essere amici.
Se c'è attrazione le cose non funzionano.
Oh, ed è certo che io sono attratta da lui parecchio, ma no, non sarò una delle tante ragazze che Zayn ha fatto innamorare, per poi divertirsi.
E poi cosa era successo, non mi sono mai aperta e perché proprio con lui!? Fanculo alla mia boccaccia. 
Ma ormai è tardi. 
Il danno è fatto, adesso spero solo che non cambi qualcosa con gli altri.
Devo parlare con qualcuno, no meglio di no.
Tutto per me, come sempre, tutto dentro.
Stronzo. Adesso dice pure che non voleva, che voleva baciare me. 
Schiarirsi le idee prima di agire no eh, Malik? Troppo complicato, meglio farti due ragazze.
Lo dicevo che non poteva andare tutto per il verso giusto. 
Basta, sarei diventata lesbica, le ragazze sono più comprensive. 
Oddio, sto sclerando proprio.

Girato l'angolo sarei arrivata a casa.

While Zayn:
Ho rovinato tutto. Quel bacio è stata la cosa più cretina che potessi fare.
E cazzo, la macchina.
Harry continua a guardarmi da quando sono venuti a prendermi.
Sì, devo ammettere che c'è una certa amicizia tra loro, d'altronde è una ragazza meravigliosa.
E se gli piacesse... Non ci ho mai pensato.
Chi mi conferma che non sia così, inoltre non c'è ragazza che non trovi sexi Harry. 
Perché d'un tratto la temperatura è aumentata.
Non essere geloso, Zayn, non è da te.
Non voglio perderla devo fare qualcosa. Ora.
Magari aspetto che le passi, domani o tra una settimana, un mese.
Così finirà che qualcuno, tipo Harry, me la porti via.
Inizio ad odiarlo. No magari odiarlo no, ma lo invidio.
No, nemmeno questo.

-Louis ferma la macchina!
-Cosa?
-Fermati devo fare una cosa.
-Ma...
-Voi andate, vi raggiungo dopo.
-Ok.
-Che devi fare?- Harry.
-Niente che ti riguardi.- Spalancò gli occhi. Zayn, non ha fatto niente, che cazzo stai dicendo?- Scusa, niente, dopo magari ti racconto.
-Mh... ok.

Corri, veloce.

Elizabeth:

E adesso che ci faceva lì quello.

-Ciao.- Avanzò e mi venne incontro.
-Che vuoi ancora e poi che ci fai già qui? Non credo di averci messo un secolo ad arrivare.
-Ti ricordo che abito a Londra da un po' più tempo di te, scorciatoie.
-Ah, ma non è questo il punto, che ci fai qui?- Ero di schiena, cercavo di aprire la porta, ma la mano tremava e mi rendeva difficile il tutto. 
-Avevo paura.
-Eh?- Ero riuscita ad aprire, mi girai.
-Che qualcuno arrivasse prima.- avvicinò lentamente il suo viso al mio, i suoi occhi visti a quella distanza mi facevano un certo effetto, poi provò a prendermi la mano, ma mi spostai. Prese il mio viso fra le sue mani e con dolcezz avvicinò al suo. Provai a muovermi, ma le gambe non volevano obbedire ai miei comandi, così rimasi lì, ferma. Poi ruotò leggermente il viso, chiuse gli occhi, feci lo stesso. Le nostre labbra si unirono, in un lungo e meraviglioso bacio. Quando ripresi coscienza mi spostai velocemente. Poi entrai e chiusi il portone. Mi accasciai a terra per un paio di minuti, mi girava la testa. 



Hi:D
Devo ammettere che non mi convince molto questo capitolo.
Non saprei...
Beh, comunque grazie se hai letto la storia e la stai seguendo,
capitolo dopo capitolo.
Se ti va, e spero che ti vada, lasci una recensione?:3
Stolemyheartx vi saluta.

 

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Capitolo 8
*** Chapter eight. ***


Oh, Lì. Ma sei scema? 
Hai aspettato tanto per questo momento e adesso gli chiudi la porta in faccia. 
Un'emerita cogliona, ecco cosa sei.
No, adesso non ti permettere ad aprire la porta.
Ora se devi fare l'orgogliosa la fai fino in fondo, almeno per i prossimi dieci minuti.
Poi ti metti in ginocchio e ti fai perdonare.
E basta con ‘sti monologhi.
Sorrisi, mi sfiorai le labbra con le dita. 
Mi, mi aveva baciata davvero.
Basta, ti fai troppi problemi.
Per  una volta, o meglio per un'altra volta lasciati andare.
Lui è diverso, forse.
O magari è stronzo come gli altri.
Non mi rimane che scoprirlo.
Ma mi doveva prima perdonare. Cazzo.

-Che fai lì ferma? Vas happenin'?
-Oh, Roberta, niente e no, "Vas happenin'", no.
-Sì, niente è già una cazzata, ora mi racconti.
-Se proprio devo, -sbuffai, poi accennai un sorriso- mi ha baciata.
-Chi? Dove? Quando?
-Chi? Non si può sentire. Dietro questa porta, meno di tre minuti fa.- Mi spinse con un sorrisetto malizioso.- Non aggiungere niente.
-Ma non vedo nessun salto.
-E non lo vedrai, la faccenda è più complicata di quanto credi. Sono confusa, ma mi piace.
-E allora a fanculo tutto... Aspetta, e dopo il bacio tu che hai fatto? Non mi dire che... - annuii- l'hai lasciato lì, vero?- Sbuffò- Bene, ma brava.
-Ma, io... lasciami in pace.- mi arrivò uno stretto abbraccio che mi avvolse e mi rassicurò.
-Ti voglio bene, Eli.
-Io no.- le diedi un bacio sulla guancia e corsi via.
-E adesso dove vai?
-In cucina a rimpinzarmi di cibo, vuoi?
-Volentieri.

E anche quella serata volò.
La domenica successiva uscii presto, mi andava di passeggiare.
Non vedevo Zayn e i ragazzi da un po', mi avevano riempito di messaggi, ma dicevo a tutti che dovevo studiare e in effetti dovevo, ma la mia mente non voleva.
Un leggero strato di neve copriva le strade di quella città che ancora non conoscevo del tutto.
Decisi di ritornare lì, dove tutta quella storia era iniziata.
E con mia sorpresa, fu lì che lo trovai, di schiena, con il suo cappotto beidje che gli dava quell'aria da figo, mi diressi verso lui.

-Piacere, Elizabeth. Io ti a-amo. Fanculo alla mia boccaccia, volevo dire che sono una tua fan. Una cioccolata? Ti va?
-Oh, penso tu saprai chi sono.- Si alzò, guardò in alto con fierezza sorridendo. Quel sorriso, quanto mi mancava vederlo sorridere ed esserne la causa. Si avvicinò, mi guardò negli occhi. Stessa sensazione, stessa velocità del battito. Mi sciolsi.- Ah, e per la cronaca, anche io ti amo.- mi prese per i fianchi e fece aderire la mia fronte alle sue labbra, mi diede un bacio, poi sulla guancia, scese per il collo, e infine si trovarono. Le nostre labbra, di nuovo unite, combaciavano perfettamente. Poi schiudemmo le labbra e le nostre lingue si intrecciarono in un dolce e intenso bacio. Eravamo solo noi. Nessun altro. Non c'era nessun bambino che giocava e scorrazzava nel parco di fronte. Nessun urlo. Nessuna madre che gridava al proprio figlio di andare da lei. E nessun occhio indiscreto che ci guardava. Ma soprattutto nessun problema che disturbava la mia mente.
-Ti amo anche io, eh beh... non come idolo.
-Grazie.- Un altro bacio, poi mi misi a correre verso quel bar, il nostro, e lui mi venne dietro.-Aspettami!

Prendemmo una cioccolata, ridemmo e scherzammo tutta la mattinata.
Adoravo il suo sorriso, così perfetto, gli si illuminavano gli occhi e altrettanto facevano i miei quando lo guardavo.
E pensare che ero andata lì solo per staccare la spina, ed ecco che avevo trovato. Mi veniva quasi da piangere.

-Zayn...
-Sì, tesoro.
-Promettimi che quando ci lasceremo non litigheremo o cose del genere.
-Se ci lasceremo non soffriremo, o meglio, soffriremo, ma insieme, te lo prometto.
-Ti adoro.
-Piccola.- Mi baciò. 
-Che facciamo? Andiamo dagli altri?
-Buona idea, ma dovrai muoverti un po' la macchina non la ho ancora.
-Va bene, mi andava di camminare oggi.
-E siamo in due, allora.- Questa volta fui io, gli cinsi la vita e lui mise il suo braccio sulla mia spalla.- Su, andiamo!

Arrivammo dai ragazzi, che sorpresi ci presero un po' in giro, poi la tagliarono e presi Harry da parte.

-Auguri, Eli.
-Grazie.- lo strinsi forte a me, lui fece lo stesso, chiusi gli occhi e una lacrima bagnò il suo maglione.
-Ehi, non piangere.- mi asciugò il viso. Poi sorrise.
-Grazie, grazie davvero. Sei il migliore amico migliore che potessi desiderare, ti voglio bene.
-Sì, anche io.- nelle sue parole c'era una certa vaghezza.
-Che hai?
-Niente, dai torniamo dagli altri.- gli sorrisi e annuii.
-Ehi, Claire. Che ci fai qui?- non mi ero accorta che c'era anche lei, forse era arrivata da poco.
-Mi hanno invitato i ragazzi.- sfoggiò un sorriso che mostrava tutti i suoi perfetti denti.
-Ah, manca solo Roberta! 
-Usciva con un ragazzo, era molto nervosa.- nel frattempo si stava avvicinando a Niall e con mio stupore vidi che gli schioccò un bacio sulle labbra. Ah già, c'avrei scommesso.
-Bene, qui tutti che si inciuciano, eh.-Harry, effettivamente era l'unico che non aveva una ragazza, ma non credo gli pesasse tanto. Dal tronde di ragazze ne aveva quante ne voleva, ma mai storie serie. Impegnarsi in qualcosa non era il suo forte, mi girai verso lui, stava abbracciando un grande pacco di patatine.
-Hei, che ne dite se rimanete qui e ordiniamo una pizza per stasera?- Disse Niall, che intanto litigava con Harry cercando di rubargli le patatine. Fummo tutti d'accordo e la serata passò in fretta. Il pomeriggio invece lo passammo a cantare, io e Claire con le lacrime agli occhi ascoltavamo i ragazzi urlando e cantando talvolta.

Quel mercoledì pomeriggio mi arrivò un pacco.
Veniva dall'edicola accanto. Era una rivista, la nostra rivista, io e Sofia la leggevamo sempre, soprattutto le news dei ragazzi. 
Sfogliai un po' le pagine quando qualcosa attirò la mia attenzione.
Io e Zayn. Davanti quel parco. Lui mi teneva per i fianchi, le mie braccia avvolgevano il suo collo e le nostre labbra erano unite in un bacio. Era meravigliosa quella foto. Mi ero completamente dimenticata che Zayn fosse famoso. Mi alzai con la rivista in mano, ne cadde un biglietto.
"Ehi stronza, potevi almeno dirmi che li avevi trovati!"
Era la scrittura di Sofia, senza dubbio, c'era un cuore in fondo al bigliettino, lo presi come un buon segno, poi mi squillo il telefono.

-Pronto?!
-Ciao, eh! Adesso devo venire a sapere da un giornaletto di gossip che la mia migliore amica si fa uno dei one direction?- Sofia, stava quasi urlando, ma non era arrabbiata, almeno non sembrava. Non feci in tempo a rispondere che subito ricominciò a parlare.- Se non era per chi ha scattato quella meravigliosa foto che vi ritrae sarei rimasta all'oscuro di tutto! È da circa due giorni che circola quel giornale, ma dimmi, dove vivi? Non ti trovo più nemmeno su facebook, skype, twitter...
-Sì, ciao Sofia. Ti avrei detto tutto, solo che...
-"Solo che" cosa? Piuttosto apri la porta che qui si gela!
-Eh?
-Apri dai.- mi diressi verso la porta confusa. Aprii e una morettina coperta fino agli occhi con una sciarpa si aggrappò al mio collo.
-S-sofia, ma... quando sei arrivata?
-Circa venti minuti fa.
-Mi sei mancata.
-Oh, lo so, anche tu.- sorrise. Sorrisi.




Ciao carota!:3
Scusate se il capitolo
è un po' breve ma
non volevo anticipare nient'altro.
Grazie per aver letto.:)
Lascia una recensione se ti va, ti preeego.:3
Un bacio, stolemyheartx.

_stolemyheart su twitter.
Che fantasia, eh?:D

 

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Capitolo 9
*** Chapter nine. ***


 Harry:

Quel pomeriggio, un freddo giovedì, Lizzie ci presentò una sua amica, italiana anche lei.
Sofia, era carina, aveva i capelli di un colore indecifrabile, un misto tra il mio e quello di Lou, e gli occhi cangianti che passavano da un castano chiaro ad un verde scuro. Ma nulla paragonati a quelli grigi di Lizzie, i suoi erano qualcosa di meraviglioso.
Quando mi soffermavo a guardarla restavo incantato, ma ovviamente lei era così presa da Zayn che non se ne accorgeva nemmeno. 
Vorrei essere io a prenderla per mano, a guardarla negli occhi e ad essere guardato come guarda lui, non capisco perché non può essere così.
Ho provato a dirglielo, ma mi blocco e non lo faccio mai, la mia lingua non si muove e così le parole non escono.
Sento il battito del mio cuore che va sempre più veloce, ogni volta che sono vicino a lei.
Ma poi la vedo con lui, mi sta facendo a pezzi, perchè non si accorge che ogni volta che lo bacia io sono lì e soffro.
Lui non la merita.
Ma meglio non dire nulla, Zayn è mio amico, uno dei migliori e ormai è andata così.
Non si può tornare indietro, ma oddio, quanto lo vorrei.
Vorrei averla portata io a casa, quel ventisette Dicembre, tenendola per mano. 

*Flashback*

 
Suonai il campanello, di nuovo a Londra, in quella casa, chissà se i ragazzi sono arrivati.
Risuonai, ma non mi aprì nessuno.
Poi vidi Louis avvicinarsi, con la sua valigia, anche lui era appena tornato.
Ci abbracciammo, e visto che ancora nessuno si era deciso ad aprirci uscì le chiavi e aprì la porta.
In casa regnava il caos, la musica era al massimo volume, iniziò a rimbombarmi nella testa.
La spensi, un po’ seccato, ma Lou sfoggiò il suo meraviglioso sorriso e mi indicò il giardino.
Andammo e lì trovammo Niall, Liam, Zayn e… una ragazza.
Si girò, mi guardò per qualche secondo poi sorrise, lo feci anche io involontariamente.
I capelli le arrivavano alle spalle erano un misto tra lisci e mossi, li spostò di lato con la mano.
Poi spostò lo sguardo verso il biondo alla mia destra, ci fissava. 
Era sorpresa, stupita, incantata.
Dopo pochi minuti ci venne incontro e ci abbracciò.
Zayn e gli altri iniziarono a ridere, e io capii.
Oh cazzo, Harry, una directioner, hai davanti una tua fan.
Ricambiai l’abbraccio.

 -Piacere Lizzie- mi porse la mano, gliela strinsi.
-Harry, lui è…
-Louis Tomlinson, caro Styles abito anche io sulla terra eh!
-Bene ragazzi, giù le mani, l’ho vista prima io.- Zayn, l’abbracciò e risero.- L’ho incontrata qualche giorno fa e ci tenevo a farvela conoscere. Finite le presentazioni…- non capii cosa disse dopo. La sua risata assomigliava alla mia.

*Fine Flashback*

 
Mi ero ripetuto più volte di evitarla, ma mi ero affezionato a lei da subito, infatti eravamo ottimi amici.
Anche Sofia si presentò, quasi allo stesso modo, solo che il tutto fu preceduto da un urlo.
Mi ricordò qualcuno, ah, già, Claire.
Nonostante Lizzie, Sofia mi attraeva un po’.

 -Oddio, sono così emozionata. Sognavo di vedervi da chissà quanto, ma credevo in un concerto a distanza, invece siete qui. A cinque centimetri da me. Potrei anche morire adesso.- riprese fiato.- tranquilli non vi disturberò, starò in disparte e in silenzio, da ora.
-Ahahahah, non c’è bisogno che stai zitta. Tanto se non parli tu lo farà sicuramente Eli… Lei parla, parla, parla, non fa altro.- Risi e mi arrivo una spinta.
-Sì, ritieniti fortunato che c’è questa tizia e non ti voglio far sfigurare.- iniziò con sarcasmo- altrimenti avrei fatto uso delle mie doti da combattitrice e… 
-Adesso s-smettila o muoio.- Iniziai a ridere di gusto, Niall mi andò dietro e pochi istanti dopo era per terra. 
-Oh, ma non l’ho capito, avete finito di prendermi per il culo? No sapete, altrimenti vado.
-Sì, -Niall- solo un attimo.- Ansimò, cercando di fermare quella risata che ormai aveva contagiato tutti, compresa la nuova arrivata. Lei invece si limitò a fare un mezzo sorrisetto con le braccia incrociate e sul petto.

Finimmo per passare quella giornata come sempre, come tutte le altre.
Sofia era simpatica e mi stette quasi tutto il tempo vicina, sembrava avesse una calamita, ma non mi dette poi così tanto fastidio, decisi di starci, Lizzie ogni tanto ci guardava e sorrideva.
Le ragazze dormirono da noi, non capii per quale motivo ma Lizzie non avrebbe avuto scuola il giorno seguente e noi decidemmo di non andarci.
Dormirono in una stanza che era in più, lì non ci andava “quasi mai” nessuno.
C’era un letto a due piazze in mezzo, un armadio, e un comodino. 
Era vuota, più o meno. 
La mattina l’aroma del caffè mi arrivò alle narici e mi svegliò.
Era Sofia, visto che non mi ero svegliato mi aveva portato lei la tazza di caffè ancora caldo.
 
-Ehi, manchi solo tu all’appello.
-Oh, sì, ieri non sono riuscito a prendere sonno subito.
-Fa niente, capita anche a me.
-Da quanto conosci Lizzie?
-Dalle elementari, ormai saranno più di dieci anni, mi è mancata in questi mesi, non siamo mai state lontane per tanto tempo.
-Immagino… dai andiamo, altrimenti non oso pensare cosa diranno gli altri.- Sorrise.- Ah, hai un bel sorriso, sai?
-Oh, grazie.- divenne rossa e a me scappò un sorriso.
-Ma finalmente, BUONGIORNO.- Lizzie.
-Sono riuscita a farlo alzare.
-Sì, già, e mi ha portato anche il caffè, la adoro già.
-Attento a te Styles, trattamela bene, ammetto che è una ragazza un po’ facile, quindi tagliala.
-Uh, buon per me allora.- schiacciai l’occhio.- che si fa oggi? Giro turistico per Sofia?
-Io devo studiare ragazzi, perché non andate voi?
-Io aiuto Eliza a studiare.-Zayn.- so che ne ha bisogno.- Eli lo guardò male.
-Io esco con Danielle.
-Io con Claire.
-E tu Lou?
-Ehm… non so, vorrei stare a casa.
-Mh… andiamo noi due allora?- mi rivolsi verso lei che annuì.

 

This evening Elizabeth:

Non ho la più pallida idea di cosa abbiano fatto quei due stasera ma Sofia è piuttosto allegra. Ora magari vedo di farmi dire tutto. 

-E tutta questa enfasi?
-Grazie a te, come sempre.- mi arrivò un abbraccio che mi riscaldò e mi fece sentire di nuovo a casa, di nuovo in Italia. Eravamo solo io e lei questa volta e decisi di non interrompere quell’abbraccio. Sentii che entrambe ne avevamo bisogno. Avevo sbagliato tutto. Eravamo sempre state così, non era cambiati niente. Tutto sembrò così normale, come qualche anno fa. Mi scappò una lacrima. Fu allora che si decise a continuare.- Sento che c’è un buon rapporto con Harry, mi piace. Oltre che come membro dei One Direction come persona.
-Immaginavo ti sarebbero piaciuti, ti piace la città?
-Da morire. Non ho visitato molto ma abbastanza. Mi ha portato anche sulla London Eye è mi ha bacdsgf.
-Cosaa?
-Mi ha… baciata.
-Oh cazzo. Nemmeno un giorno aspetta per farsene un’altra. Ma come si fa! Ora vado lì e gliene dico quattro.
-No tesoro, tranquilla.
-Ma come posso stare tranquilla se adesso ti…
-Tranquilla. Ho già capito che tipo di ragazzo è e sinceramente anche io mi voglio solo divertire per un po’, e poi quando mi ricapita un ragazzo così. Anche perché non starò molto qui.
-Beh se sei felice e stai bene tu, sono felice per voi.
-Grazie Lì.
-Ah, ma quanto tempo stai qui?

 
Dopo la sua risposta il tempo si blocco. Ero stupita. Rimasi lì inerme. Ci abbracciammo.

 

 

Hi amazayn guys.:3
Beh, vi ringrazio per le sei recensioni nel capitolo precedente.:)
Scusate se ci sono errori ma l
ho scritto di getto,
per evitare di dimenticare qualcosa.

Spero in tante recensioni e che il capitolo piaccia.:D
Ah, non so se ve ne siete accorti ma
ho modificato l'organizzazione dei capitoli unendo i primi due,
infatti questo è il "nuovo" nono. D:

Un bacio a tutti.
Love ya.

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Capitolo 10
*** Chapter ten. ***


-Una settimana ancora.
-U-una sola settimana?-sentii una stretta alla gola. Mi mancò il respiro.- No, no. Non puoi stare così poco, per favore rimani.
-E sono di passaggio in un certo senso.
-Cosa vuoi dire?
-I miei non sono più in Italia, sono andati a Los Angeles. Per lavoro. E io ho già fatto il passaggio per la scuola e tutto, l’avevamo già deciso a Settembre, ma non ti ho detto nulla.
-Tu, tu… io pensavo saresti rimasta qui per un po’, che non ci saremmo divise. Non me ne sarei andata se avessi saputo che te ne saresti andata del tutto. Era…-il battito rallentò, mentre i singhiozzi aumentavano.- solo per qualche mese, sarei tornata. N-non puoi andare fin lì. Perché non rimani con me qui? Poi torniamo in Italia insieme.
-Li’, adesso calmati.- anche lei stava piangendo, anche se in silenzio. Mi abbracciò.- Non posso, sai come sono i miei, poi non sono nemmeno maggiorenne, anzi… ho quasi un anno meno di te. Ti pare che non gliel’ho chiesto? È stata la prima cosa che ho fatto quando ho saputo che partivi anche tu. Non so come tu abbia fatto a convincere i tuoi, ma… io non ci sono riuscita, i miei sono più rigidi.
-E che ne sarà di noi? Non sarà così facile vederci adesso. Ma… promettimi che ci sentiremo. Promettimelo So’, ne ho bisogno.
Mi diede un bacio sulla guancia, bagnandosi le labbra delle mie lacrime salate.- Promesso.

 Ebbi una strana sensazione che mi accompagnò per il resto della sera, e per il giorno successivo e quello dopo ancora.
Magone, ecco. Un nodo alla gola che non mi permise di toccare cibo, se non qualche schifezza di tanto in tanto.
Sofia cercava di farmi sorridere e mi disse di non dire nulla, di far finta di nulla, di goderci questi giorni, proprio come quell’ultimo mese prima che partissi io.
Tre giorni dopo le cose andavano normalmente o quasi.
E Harry e Sofia non avevano atteso molto per passare a cose più ‘serie’ nel loro rapporto, se serie si potevano considerare.
Era una sera gelida quando si ritrovarono soli in casa e Harry non aspettò molto. Anche Sofia era una ragazza abbastanza aperta nei rapporti, diceva spesso di non credere all’amore, a tutte quelle sciocchezze varie eppure era strano, i suoi stavano insieme da ben venticinque anni o qualcosa in più e sembravano una bella famiglia. Io iniziavo a non crederci da quando qualcuno mi aveva aperto gli occhi facendosi la mia amica, e no, non era un semplice bacio.
Ma contenta lei.
She smiles, I smile, too.
Ebbene se ne sarebbe andata tra qualche giorno. Mi sarebbe mancata, dovevo ammetterlo.
Quella settimana passò velocemente: giri per Londra, chiacchierate notturne, feste con i ragazzi, poi arrivo quel giorno. Il tanto temuto giorno. 

-Ehi Eli, ti voglio bene, non dimenticarlo. E fatti viva ogni tanto, vedi di collegarti su internet, eh.
-Rimani.- fu l’unica parola che riuscii a dire.
-Rimango con te. Ci sono sempre, solo non accanto a te materialmente, ma ci sono.
-Promesso?- Si avvicinò a me.
-Promesso.
-Beh, allora ti voglio bene anche io.- Sorridemmo.- Buon viaggio.
-Ciao ragazzi, ciao Harry.- si avvicinò e gli diede un bacio, l’ultimo bacio. Chiusero gli occhi e si abbandonarono a quella sensazione di sicurezza che l’uno trasmetteva all’altro. Sapevano che era stato un gioco, ne erano consapevoli, ma si volevano bene.
E forse era meglio così, nessuno dei due avrebbe sofferto.
L’abbracciai per l’ultima volta poi entrò nell’aeroporto.
Sembravamo degli ebeti, sei cretini che stavano lì fuori ad agitare la mano cercando di nascondere le lacrime nel mio caso.
Harry invece sorrideva compiaciuto, sicuramente pensava al fatto che si era scopato un’italiana. 

Il pomeriggio decisi di studiare un po’, non avevo voglia di uscire.
Troppa tristezza, già iniziava a mancarmi.
Poi suonò il cellulare. Un messaggio.
Mio padre, si era ricordato della mia esistenza, evviva.
In realtà ci vedevamo una o due volte ogni due settimane, sì, un padre modello.
Chiedeva come stavo e se era tutto a posto, risposi positivamente, tanto non gliene sarebbe importato più di tanto del mio umore, eppure non so cosa mi spinse a farlo ma mi alzai presi il giubbotto e mi avviai verso casa sua.
Non ebbi bisogno di suonare avevo le chiavi e comunque ero sua figlia doveva accogliermi, no?
No.
Una scena rappresentante un dolce e tanto unita famiglia era davanti ai miei occhi.
E no, non era la mia famiglia, era quella ‘nuova’ di mio padre.
Quella donna non era mia madre e non c’era Mia.
Una donna bionda, non naturale, con occhi neri come il carbone stava seduta sul divano, accanto ad un uomo che aveva almeno dieci anni in più, un uomo che aveva i miei stessi occhi, ma che non riconoscevo più. Poi una bambina.
Oh merda.
Si girò e mi guardò, sorrise. Aveva le labbra come le mie, come quelle di mio padre e c’era qualcos’altro in lei che mi portava a pensare che non fosse figlia solo di quella donna.
Era… no, no, no.

-Elizabeth, aspetta, io posso…
-Spiegare? Ma fanculo pa’.  È per questo che ci hai abbandonato? Me e Mia? Non dico la mamma perché magari non l’amavi più e questo si può accettare, più o meno… Ma dimmi a Mia la cerchi con la stessa frequenza con cui non cerchi me o non la cerchi affatto?- Eravamo davanti la porta, la gente passava e mi guardava, ma era l’ultima cosa di cui mi importava. Poi mi rivolsi a lei, si era avvicinata.- E tu sappi di aver rovinato una famiglia, puttana. E puoi anche rientrare non abbiamo bisogno di te, vai.- non mi resi conto che stavo parlando in italiano, infatti lei mi guardava senza capire.
-Non ti permettere di parlarle così.
-Bene e tu non ti sprecare a cercarmi ancora, non ci provare, non mi troveresti.- mi voltai e gli diedi le spalle.

 Iniziai a camminare, sempre più velocemente, sentii che mio padre mi chiamava, ripeté il mio nome finché non girai l’angolo.
Non poteva essere, mio padre, il mio ‘eroe’, si era trasformato in un mostro.
Era così brutto pensare che potesse avere un’altra donna.
Un’altra figlia.
Mi aveva… sostituita, abbandonata, scambiata, rimpiazzata.
Delle lacrime calde e salate attraversarono i miei zigomi poi scesero fino alle labbra.
Iniziai a singhiozzare.
Che bella giornata, sì.
Andai a casa. Le ragazze non cerano e non mi andava di soffrire da sola. Presi una birra.
Mi serviva un amico, chiamai Harry. 

-Oh bellezza.- la sua voce era rassicurante in un certo senso.
-Ehi Harold, ho finito le birre ne porteresti qualcuna?
-Chi pensi di aver chiamato? Harold, cioè Harry il fattorino?
-Daaaai, prometto che non ti chiamerò più Harold.
-Vuoi anche una pizza?
-Magari…
-Sono lì tra dieci minuti, venti al massimo.
-Ok, sei grande.- chiusi il telefono e andai in bagno a lavarmi il viso, poi misi una tuta.

Avevo bisogno di una serata con un amico.
Non mi serviva Zayn in quel momento, ma Harry.
Arrivò in venti minuti. Puntuale come sempre.
Appena entrò notai le birre, la pizza e un film. Un horror.
Sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia.
Finimmo quella pizza quando ancora il film era agli inizi, per il seguito bevemmo.
Iniziammo a dire cose senza senso.
Ad un certo punto un urlo mi fece spaventare, era la ragazza del film, così nascosi il viso dietro il suo braccio e lo abbracciai.
 

Harry: 

Che le prende?
È dietro il mio braccio che si nasconde dalla tv. Oddio siamo persi, ubriachi.
E adesso…
I nostri occhi si incontrarono, lei si avvicinò e io non avevo voglia di allontanarmi.
Eravamo entrambi ubriachi, lei di più si notava anche. 
Non mi aveva detto cos’era successo, diceva che era meglio lasciar perdere.
Le nostre fronti erano unite, i nostri respiri si accavallavano, l’uno sull’altro.
Aveva un buon sapore, credo, le nostre lingue non ci misero molto a trovarsi, chiusi gli occhi.
Poi mi venne addosso, si sedette sulle mie gambe e iniziò a mettere le mani tra i miei capelli giocando con i miei ricci, le misi le mani dietro la schiena, il resto venne da sé.
No, non potevo approfittare della mia migliore amica.
La allontanai.
 

-Eli, Eli…
-Oh merda.- rise, fu una risata spontanea, lei stava giocando, lei non era cosciente delle sue azioni e non se ne sarebbe ricordata, ma io sì.- Scusami.- continuava a ridere, era fastidiosa, ma le sorrisi.
-Tranquilla.- le feci un cenno e indicai la birra e un’altra bottiglia accanto ad essa che conteneva chissà quale roba alcolica.- sai anche io sono mezzo ubriaco.- risi.
-Promettimi che non me lo ricorderai domani, e se dovessimo ricordarlo entrambi rimarrà un segreto, ok?
-Ok.- mi abbracciò, le sorrisi e accennai una risata.
-Grazie.-sussurrò.

 

Ciao a tutti voi.:)
Grazie anche questa volta per aver letto.
Ringrazio per le ultime recensioni, 9.:3
Maccheccarini.
<3
Spero vi piaccia questo capitolo;
ho scritto due novit
à, anzi tre.
Beh,
è breve ma c’è il succo. (?)
No, ok, mi dileguo.
Lasci una recensione?:D
Eddai.:)

 Ps. Questa è la mia one-shot, passa: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=944434&i=1
Un bacio.x

 

 

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Capitolo 11
*** Chapter eleven. ***


Quella mattina il risveglio non fu uno dei migliori.
La sveglia suonò, erano le sette e mezzo. Di Sabato. Perché cazzo suonava?
Quel suono iniziò a rimbombare nella mia testa e ad irritarmi, non appena provai ad alzarmi tutto intorno a me iniziò a girare, avevo un’emicrania terribile.
Presi il cellulare, poi mi risedetti sul letto e mi rimisi sotto le coperte.

Una chiamata persa. Zayn.
Oh già, dovevo vedermi con lui quella mattina. Non mi andava proprio di uscire.

‘Buongiorno tesoro ho mal di testa, sali da me, ok? xx’
Mi arrivò la sua risposta poco dopo, sarebbe arrivato a minuti.
Andai in cucina e notai che Harry era sdraiato sul divano e dormiva ancora, HARRY? 
Ah già, la sera precedente. Merda, l’alcool non era riuscito a cancellare proprio un bel niente, quel bacio era fisso e ben chiaro nella mia mente e non riuscivo a non pensarci.
Non capivo nemmeno io il senso di quel bacio.
Avevo sbagliato e di brutto; lui era il mio migliore amico e questo non doveva cambiare. E non sarebbe cambiato, che lo volessi o meno.

-Harry, cazzo svegliati.- Iniziai a smuoverlo, finché non schiuse le palpebre mostrando i suoi occhi verdi in tutto il loro splendore, un riccio gli copriva il volto.
-Ma… Oh, buongiorno anche a te, eh!- sorrise.
-Scusa, ma sta venendo Zayn. Non ricordavo che fossi rimasto qui a dormire.
-Magari avresti preferito che mezzo ubriaco mi facessi un giro in macchina?
-Beh…
-Comunque, dai mi alzo e vado, Zayn è abbastanza geloso e so a cosa alluderebbe se ci vedesse insieme.- Si alzò e si infilò i jeans, mostrandomi il suo corpo perfetto. Poi iniziò ad abbottonarsi la camicia.
-Che poi non avrebbe nemmeno tutti i torti.
-Ma di che parli?
-Harry, lo ricordo anche io e so che tu avevi bevuto meno di me quindi…
-Quindi niente, non è successo niente. Ok?- Mi diede un bacio sulla guancia e corse davanti la porta, la aprì.
-Ti adoro, grazie.- Urlai prima che la porta si chiudesse. Rimasi sola in cucina.

 Chiamai le ragazze che, dopo avermi mandato a quel paese, si svegliarono e vennero in cucina.

-Ieri ho invitato Harry.-iniziai.-E poi abbiamo guardato un film.
-Sì, ho notato che era sul nostro divano quando sono tornata.- intervenne Roberta.- Ah, James mi ha baciata. E non solo.- rise e schiacciò l’occhio.
-Oddio, bruciamo le tappe, eh.- azzardò Claire che continuava a sbadigliare.
-Ah, lo dici a me? Chissà a quale “tappa” siete arrivati tu e quel biondino.- La bionda non rispose si limitò ad abbassare la testa mentre un sorriso le illuminò il volto, succedeva ogni volta che si parlava di lui.- Tornando a te, che dovevi dire?
-Mh…- Niall, già, lui. Era amico di Zyan e se l’avesse saputo beh… non sarebbe finita bene la questione.- Niente, volevo sapere se vi aveva disturbato o dato fastidio che sia rimasto qui, ecco.
-E tu ci hai svegliate per questo? Io torno a dormire.- Claire mi scombinò i capelli e mi baciò la fronte, mentre Roberta rimase sul divano accanto a me.
-Robi.- Le agitai la mano davanti al viso.
-Eh? Sì, scusa. Vuoi che ti racconti com’è andata?
-Ehm, no grazie, passo per questa volta, eh!
-Sì, sì… come vuoi. Seguo l’esempio di Claire, buonanotte.
-Ah, sta venendo Zayn.

Nemmeno il tempo di dirlo che suonò il campanello.
Zayn. Aveva portato i cornetti, non gli diedi il tempo di entrare che subito lo abbracciai. Titubante rimase fermo, poi le sue braccia mi circondarono regalandomi una meravigliosa sensazione.
Era lui che volevo con me, come mi era venuto in mente di baciare Harry?
Era stata la cosa più stupida che potessi fare.
Un “Ti amo” arrivò alle mie orecchie e fece zittire la mia mente.
Avvicinai il mio volto al suo, sempre di più finché le nostre labbra s’incontrarono in un dolce bacio.
Ero dove dovevo essere, ma soprattutto con chi volevo stare.
-Mi sei mancato.- dissi non appena ne ebbi l’occasione.
-Anche tu, amore.- poi si riavvicinò per riprendere quel bacio da dove era stato interrotto.

 Mi scostai non appena l’odore dei cornetti che erano sul tavolo dov’ero poggiata mi riportò alla realtà.
Mangiammo quei cornetti tra un bacio e una risata.
Poco dopo sentimmo suonare il campanello.
 

-E chi sarà adesso!?- sbuffai.- vado un attimo e torno.
-Non vorrai abbandonarmi?- Abbasso il viso e assunse un’espressione da cucciolo.
-Ma… devo. Torno presto, aspetta qui.

 Stavo per aprire quando qualcuno mi prese per i fianchi e mi bacio sul collo.

 -Smettila Malik. Devo aprire.- Lo spinsi e aprii.
-Ma finalmente.- Due occhi azzurri mi stavano fissando.- Ciao Li’.
-Ciao Niall, entra che ti chiamo Claire.- Entrò e mi diede un bacio sulla guancia.
-Ehi, lei è mia!- Zayn mi attirò a sé facendo aderire i nostri corpi.- aspetta Claire e stai buono.- Niall rise e scosse la testa, Zayn gli andò dietro, la risata di quel biondino era contagiosa e la adoravo.
-Claaaaire, sbrigati che altrimenti il tuo principe si fa la mia principessa.- Urlò Zayn.
-Ma smettila!- gli diedi uno schiaffetto sulla testa. Principessa, mi aveva chiamata principessa, ma che tenero. Mi sentivo sempre più in colpa per la sera precedente, merda, ero una merda.
-Claire, seriamente veloce che qui mi sento a disagio.
-Perché non vai in camera sua?- proposi.
-E se si sta cambiando?
-Buon per te!- azzardò Zayn. Ridemmo tutti e tre, poi Niall si alzò e si avviò verso la camera di Claire. Finalmente soli.
-Z-zayn, devo parlarti di una cosa.- non potevo non dirglielo, i sensi di colpa mi assalivano.
-Dimmi tesoro, qualcosa non va?
-Ehm, non c’è niente che non va, o quasi. Cioè tu, tu sei perfetto, non è colpa tua ma… Cazzo, mi sento così stupida, sono una perfetta idiota.
-Eli, mi stai lasciando?
-Io? Sarò stata anche un’idiota ma non lo sono fino a questo punto.
-E allora non dirmi nulla, mi va bene così. Credimi, mi ami?
-Più di quanto chiunque altro possa mai amare qualcuno.
-E allora qualunque cosa sia, sei perdonata.- ormai i nostri respiri si confondevano l’uno con l’altro. Provò a baciarmi, ma mi ritrassi.
-No, amore. Ieri ero ubriaca, è per questo che oggi avevo mal di testa e… ho… ho baciato uno. Non lo conosci, è un mio amico, ma non ha significato nulla per me.- dissi tutto d’un fiato. Vidi il suo viso irrigidirsi, credo che stesse trattenendo le lacrime; l’avevo ferito.
-Cazzo Li’, ti avevo detto di non dirmelo.- alzò la voce.
-Scusami, ti prego.
-Almeno dimmi il suo nome.
-N-non posso. Ti ho già detto che non lo conosci. Se non vuoi stare più con me ti capisco, accetterò le conseguenze delle mie azioni.- stavamo piangendo entrambi in quel momento. Avevo paura. Tremavo. Intanto ci ritrovammo in giardino e lui si accese una sigaretta.
-Non lo so, merda. Giurami che non ha significato nulla, che eri ubriaca e non avevi idea di ciò che stavi facendo, che non ami quel ragazzo, che… che non lo rifarai, che posso fidarmi di te.
-Sono una perfetta idiota.- provai ad avvicinarmi a lui.- Ne sono consapevole, come sono consapevole che ieri ciò che ho fatto è stata un’emerita cazzata, io non provo nulla per quel ragazzo e non ero nelle condizioni per capire a cosa avrebbe portato quell’azione. Giuro di amare te, non ho mai, mai provato nulla di simile. Non sto dicendo le cose così per dire, credo che ormai tu sappia che tipo sono. Tu mi fai sentire al sicuro, protetta, ma soprattutto felice e bene con me stessa e come hai detto tu, una principessa. Ma se tu mi fai capire che per te significo tanto, sappi che non potevo non dirtelo, sarei stata un’ipocrita. Io, io amo solo te.- Eravamo vicini. Non lo baciai, avevo paura della sua reazione.
-Ti amo Eli, e non potrei amare nessuno tanto quanto amo te, in questo momento. Fa male, ma passerà, ora non parliamone più. Ok?- l’odore del fumo invadeva le mie narici, ma era piacevole in un certo senso. Mi asciugò le lacrime con i pollici, poi spostò indietro i miei capelli e mi diede un leggero bacio sulle labbra. Rimasi lì, sola, mentre lo guardavo allontanarsi.

Scrissi un messaggio ad Harry.
“L’ho detto a Zayn, ma non sa che sei tu quel ragazzo quindi tranquillo.x”
 

Non appena rientrai trovai Roberta che mi aspettava appoggiata al muro. Non ci fu bisogno di parlare per farle capire come stavo, mi abbracciò semplicemente.
Le lacrime che già rigavano il mio volto da una decina di minuti ripresero a scendere. E dei singhiozzi interrompevano il silenzio ogni tanto. 

-Sono un essere orribile.
-Zitta, scema.
-Sto per rovinare un’amicizia. Non me lo perdonerei mai.
-Non rovinerai nulla, tranuilla.- continuava ad accarezzarmi i capelli.
-Sei meravigliosa, Ro’.
 

Quando se ne andò notai che Zayn aveva dimenticato le sigarette sul tavolo, le presi e la tentazione di fumare pervase la mia mente fino a convincermi. Dicono che rilassi.
Uscii, ne accesi una.

 

Ehi, cicci. (?)
Grazie per le 7 recensioni:3

Per chi segue, recensisce, ha messo trai preferiti,

tra le ricordate,

e chi semplicemente legge.:)

Beh, spero vi piaccia e che recensiate. :D

Ci tengo a sapere cosa ne pensate.u.u

Un bacio.xx

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=944434 Leggi?:3

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Capitolo 12
*** Chapter twelve. ***


Ciao a tutti, belli e brutti. Dai che siete tutti belli (?)

Dodicesimo capitolo, eccolo.:D
L’ho riletto più volte e non mi convince, spero piaccia almeno a voi.
Sta volta vi scrivo prima,
ringrazio chi segue la storia, che recensisca o meno mi fa piacere.:)
Beh, what else? 
Oh, ci sono cambi di punti di vista.
Anche quello di un personaggio al quale non ho dato molto rilievo ultimamente.
Buona lettura, spero non vi annoi.

Ps. Grazie per le recensioni.c;

Elizabeth: 

Fumai anche il giorno dopo, e quello dopo ancora.
I giorni passavano frettolosi, si rincorrevano, non riuscivo a spiegarmi quel senso di ansia che mi assaliva in quei giorni.
A scuola non ascoltavo nulla, se non il ticchettio dell’orologio che scandiva i secondi che mancavano al suono della campana successiva, eppure era un suono impercettibile visto il brusio di sottofondo tipico di ogni classe dove ci siano delle persone sedute ai banchi.
Era un suono quasi snervante, non sopportavo l’intervallo che divideva quei ticchettii. Non sopportavo più nulla, quasi mi odiavo da sola. Troppi sbagli, forse anche quella città lo era stato.
Eppure era tutto tranquillo. Zayn aveva lasciato perdere la storia del bacio, se non del tutto, quasi; passavamo da momenti di dolcezza ad altri in cui si chiudeva in sé e si allontanava, da me, dai ragazzi. Magari con una sigaretta tra le labbra. Avevo la tentazione di seguirlo, ma lui ancora non sapeva che fumavo. Non gliel’avevo detto, né a lui, né ad Harry, né a Claire, mentre Roberta mi aveva visto e non c’era niente da poter nascondere.
Mi sentivo fuori posto, anche lì, dove la fortuna iniziava a stare dalla mia parte, per quanto riguardava l’amicizia. Eppure ero riuscita a rovinare tutto, come una stupida.

-Tu, mettiti questo.- Claire, irruppe nella mia stanza interrompendo il silenzio che mi circondava mentre cercavo di studiare quella maledetta storia, strano ma non mi andava giù eppure quella materia, non l’amavo, ma mi piaceva abbastanza da riuscire a studiarla con interesse. 
-Cosa? Dovrei indossare questo.- alzai un vestito nero, che visto da lì sembrava particolarmente corto, ma era davvero bello. Del tulle si intravedeva da sotto quella che doveva essere un ampia gonna preceduta da un corpino.
-Proprio così. 
-Per andare dove? Sempre che possa saperlo, eh.
-I ragazzi ci hanno invitato ad accompagnarli in discoteca e ho accettato a nome di tutte.
-Sì, proprio di tutte, io che non c’entravo nulla devo venire con voi, per giunta James non viene, non usciamo da un po’ e a scuola accenniamo un saluto e poi… e poi ci sfioriamo le mani appena, di sfuggita. Non mi va proprio… ma ormai.
-Dai che beviamo qualcosa e ti rilassi, e poi vorrei sapere che ci fai ancora con quel tizio lì, sarà pure bello da vedere ma per quanto ne so scassa un po’, eh.- Sì, l’apparenza innocente di quella ragazza che sembrava una barbie ingannava parecchio. Ma era meravigliosa. L’adoravo, entrambe, erano il mio sostegno.
-Sì, dai mi ha convinta anche a me. E mollalo quello se ti fa stare così.- azzardai.
-Lo farò, parola di lupetto.- Spostò indietro i suoi lunghi capelli rossi che le ricaddero morbidi sulla schiena per poi mostrare la sua mano rigida che tentava di fare quella tipica mossa.- Dai vengo.- Sorrise.

Dopo un paio d’ore, erano le dieci, eravamo pronte.
Claire indossava un vestito corto sul blu che spezzava con il biondo dei suoi capelli per poi tornare ad intonarsi con i suoi splendidi occhi. Scarpe con il tacco, di un bianco che richiamava uno dei tanti lacci che univano la scollatura sulla schiena quasi nuda. Trucco leggero e i capelli erano sciolti, solo un ciuffetto era legato indietro da un fermaglio;
Roberta era andata sul sexi, il vestito le scendeva stretto facendo risaltare le sue curve perfette. Il nero si alternava ad un grigio scuro, e il rosso dei suoi capelli risaltava. Gli occhi erano ornati da una spessa curva nera di eyeliner che li rendeva ancora più interessanti.
Io fui l’ultima a lasciare la casa, chiusi la porta e mi diressi verso la macchina.


Zayn:

-Dai Zayn, smettila di sistemarti i capelli… saranno almeno venti minuti che stai lì, per Lizzie sarai…- Harry si bloccò un attimo, per poi continuare.- Sarai perfetto comunque.
-Grazie.- risi. Sistemai la giacca, spruzzai un’altra goccia di profumo, o forse due. 
-Tutti pronti?- urlò una voce che proveniva dal piano di sotto alla quale un coro si affrettò a rispondere positivamente.
-Dai, Lou, andiamo.- mise in moto che erano le dieci meno un quarto.

Arrivammo al locale, straboccava di gente. Tutti speravamo che nessuno ci disturbasse, non eravamo gli unici famosi in quella stanza, non ci sarebbero stati problemi, poi il buio e la confusione aiutavano.
Una macchina ci passò accanto, quella di Claire, lei scese per prima, era carina quella sera, si affrettò a raggiungere Niall che dovette sussurrarle qualcosa perché un attimo dopo la vidi sorridere e stampargli un bacio sulle labbra. 
Uno sportello sbatté e lei scese. Era in piedi davanti a me e non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, un corpetto con delle cinghie sul lato delineava le sue curve e un’ampia gonna le copriva parte delle gambe, lasciandole per la maggior parte scoperte. Mi avvicinai le toccai i capelli che aveva lasciato al naturale, sorrise. Riuscii a dirle un “Sei bellissima, tesoro.” Prima che le nostre labbra si incontrassero.
Quella sera non ci sarebbero stati problemi, quel bacio l’avevo superato, in parte.
Entrammo in un’ampia sala dove almeno cento persone si muovevano a ritmo insieme alle luci e la musica.
Presi Lizzie per un braccio e la tirai per portarla in quella folla.
Scosse la testa, a quanto pare non le andava molto di ballare. Forse me lo disse anche ma la musica oscurava qualsiasi altro suono in quella stanza.
Mi avvicinai e baciandola feci aderire i nostri corpi, le cinsi i fianchi e lei mise le mani intorno al mio collo a quanto pare iniziava un lento. La musica manteneva il suo volume ma si faceva più rilassante.


Roberta:

Un lungo tavolo mostrava una serie di bibite, feci per avvicinarmi, quando la musica cambio e una miriade di coppie iniziarono a passarmi davanti.Vidi Niall avvicinarsi a Claire e darle un intenso bacio seguito dai loro sorrisi, poi la ragazza annuì ed entrambi scesero in pista facendosi spazio tra la folla, cinque secondi dopo non riuscivo più a vederli.
Feci per alzarmi quando scontrai qualcuno, poi ci incrociammo gli sguardi. Due occhi di un verde poco più chiaro del mio mi bloccarono. Rimasi lì per due minuti senza trovare nulla da dire.

-Scusa- iniziai urlando.- sono un elefante. Un goffo elefante.
-No, scusami tu.- sorrise, aveva il sorriso più bello del mondo, era dolce quanto bastava per farmi crollare.- beh, se il bel elefante vuole concedermi questo ballo ne sarei onorato.- Continuava a sfoggiare quel sorriso al quale non potei controbattere, mi porse la mano destra mentre la sinistra stava dietro al collo, segno che non ero l’unica imbarazzata. Annuii e posai la mia mano sulla sua sorridendo.

La canzone che fino a poco prima mi aveva fatto chiudere lo stomaco con tutte quelle coppie di gente che si univano non era poi così male, peccato che fosse alla fine.
Il mio stretto vestito non mi permetteva di muovermi più di tanto, così entrambi ci spostavamo da un lato all’altro mentre i nostri corpi erano ad un passo l’uno dall’altro. 
Un passo fin troppo corto che qualcuno dall’altra parte si era affrettato ad eliminare spingendomi. 
Non appena alzai il viso per girarmi e vedere chi era quel coglione ritrovai i suoi occhi, fissi nei miei.
Mi feci avanti e lui non si oppose, le nostre labbra si unirono e baciandomi il labbro inferiore mise le sue mani sui miei fianchi provocandomi un brivido.


Zayn:

Erano le quattro quando ci dirigemmo verso casa nostra, decidemmo di vedere se c’era qualche bar aperto, per stare ancora un po’ insieme ed calmarci un po’, peccato che Harry non si sentiva nel migliore dei modi, perciò andammo tutti a casa.

-Oddio Harry, la prossima volta pensaci due volte prima di bere tutto ciò che trovi.- mugugnò Claire mentre Liam aiutava il riccio ad entrare.
-Dai, ci manca solo la ramanzina, lascia stare il ragazzo.- ribatté Liam ridendo.
-Sì, ok ma…
-Dai amore, basta. Non vedi com’è ridotto.- Niall le diede una pacca sulla testa.
-Ok, ma solo perché lo chiedi tu, bello.
-Ma guardateli come sono teneri, no, davvero, smettetela, fate le vostre effusioni d’amore altrove.- Roberta.
-Disse la ragazza che per tutta la serata non ha fatto altro.
-Ehi, lasciala stare.- Louis l’attirò a sé, abbracciandola come se qualcuno volesse portargliela via; sembrava Niall con il cibo.
-Attimo, un attimo… V-voi due…- Eli spalancò gli occhi e fece uno strano gesto con le dita, ne avvicinò due battendole tra loro. Louis scuoté la testa imbarazzato e poi stette fermo, nessuno dei due ragazzi sapeva cosa stava succedendo. Cos’era successo quella sera. Ma se non era chiaro a loro, a noi era papale che si piacevano. Roberta era diventata rossa e girava e rigirava i suoi capelli attorno all’indice con un mezzo sorriso sulle labbra.
-Eh, basta.- sbuffò Louis sentendosi parecchio in soggezione.
-Dai Li’, vieni.- tirai la mora per il braccio e l’attirai a me, ci ritrovammo faccia a faccia. Gli occhi dell’uno fissi su quelli dell’altro.- Ti va di fare un giro?- annuì senza spostare lo sguardo.
-Ragazze, voi che fate?
-Le ragazze dormono qui, ok?- Niall si affrettò a rispondere ricevendo il consenso delle ragazze.
-A quanto pare dormiamo qui- Claire, poi si girò verso Niall.- basta che non si facciano strane idee, eh. 
-No, quelle te le stai facendo tu adesso amore.- il ragazzo la baciò prima che potesse controbattere.
-Vabbé, noi andiamo a fare un giro.

Salimmo in macchina, presi la mia, misi in moto.
Sapevo dove andare, erano le quattro e mezzo, non ci sarebbe stata anima viva lì.
La portai in quel parco, dove qualche mese prima c’eravamo incontrati per la prima volta.
Sì tolse le scarpe facendo una smorfia di sollievo.

-Io non vi capisco…
-Che c’è?
-Voi ragazze, mettete quelle scarpe e poi state male.
-Ma se non le mettessimo voi non ci notereste. No seriamente, dimmi tu se non sono belle e poi ogni tanto non fa male… O meglio sì che fa male, non troppo, però. E poi mi ha quasi costretta Claira. Ma vedi un po’ dove siamo arrivati, perché devo darti spiegazioni? Sono scarpe, punto.
-Ma zitta, che non lo sai nemmeno tu.- mi avvicinai e le diedi un bacio. L’unico chiarore lì proveniva da qualche lampione, era una bella notte. Stavamo in silenzio, seduti su una panchina. Il mio braccio sulla sua spalla e la sua testa poggiata sulla mia. La sua mano iniziò a cercare la mia, la strinsi. Ci guardammo per un lungo secondo che sembrò infinito prima di riunire ancora una volta le nostre lingue in un lungo ed intenso bacio. Scesi sul collo. Poco dopo le sue gambe cingevano la mia schiena e le mie braccia i suoi fianchi. Le sue mani si spostavano dal mio collo ai capelli. 
-Z-zayn…- si scostò un attimo interrompendo quel momento. Scosse la testa come per dissentire qualcosa. Feci per riprendere quel bacio che era stato fermato, ma mi fermò.- Non qui.- disse. Le intensioni di entrambi erano le medesime.- Ti ricordo che ci sarebbe una casa libera.
-Sì.- Fu l’unica cosa che riuscii a dire, la presi in braccio.
-Fammi scendere Zayn.- scalciava un po’, ma non l’avrei lasciata. La gonna si era allargata, facendo intravedere i suoi slip.
-Nero. Bel colore eh.
-Ma sei scemo.- rise. Poi fece per aprire lo sportello, ma la precedetti. Ci scambiammo uno sguardo complice, poi entrò in macchina.
 
Per tutto il tragitto non fece altro che distrarmi, non abitava lontano, ma dovevo pur sempre guidare.
Iniziò giocando con i miei capelli, poi mise la sua mano fredda sulla mia schiena facendomi sussultare, non potei fare a meno di lanciarle un’occhiata che ricambiò baciandomi il collo.
Scossi la testa.

-Siamo arrivati tesoro.- Aprii la portiere. Scese e buttò le sue braccia sul mio collo. 
-Finalmente.- abbassò il viso, i capelli le ricaddero in avanti, stava sorridendo; era meravigliosa. Ma d’un tratto l’idea di lei che baciava un altro mi invase la mente. No, assolutamente no, almeno per quella sera non mi sarebbe importato.  Abbassai il viso facendo combaciare prima le nostre fronti, successivamente le nostre labbra.

 

 

 

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Capitolo 13
*** Chapter thirteen. ***


Roberta:

Liam continuava a sostenere Harry passando il suo braccio sotto quello del ragazzo che era avvolto al suo collo.
Il riccio continuava a blaterare formando frasi con parole che tra loro non avevano nessun nesso logico, ogni tanto forse se ne rendeva conto infatti si bloccava e scoppiava in una sonora risata.
-Vado a mettere il piccolo bebè sul suo lettino.
-Buonanotte amore, ma non mi tradire.- fece in tempo a dire Louis prima che i due scomparvero girando l’angolo che portava alla rampa delle scale.
-Roberta.- fu l’unica parola che riuscimmo a decifrare tra quelle che Harry stava urlando. Maledissi quel ragazzo e arrossii violentemente. Non mi era chiara quella situazione, forse Louis non sapeva che ero fidanzata. Continuavo a fissare il tappeto color panna che si trovava al centro di quella stanza esaminandolo in tutti i suoi dettagli per paura di alzare il viso e incrociare il suo sguardo. Ero in imbarazzo, forse non ero la sola.
-Bene ragazzi, io avrei un po’ di fame.- deviò Niall. La fame di quel ragazzo era la cosa più bella che potesse avvenire in quel momento. Tutti iniziarono a parlare, lasciando perdere il discorso iniziato dall’ubriaco.
-Mi era sembrato strano non aver sentito quelle parole stasera. Comunque effettivamente anch’io avrei un po’ di fame.- Claire continuò il discorso di Niall.- Andiamo a mangiare qualcosa, dai.- spostò le mani dalle sue ginocchia e fece per alzarsi quando Niall la fece ricadere sul divano, si avvicino alle sue labbra.
-No, io vado a mangiare, tesoro.- Disse mentre continuava ad avanzare, per poi alzarsi di scatto e lasciare la povera ragazza stupita da quel gesto improvviso di Niall; sbuffò. Tutti li guardavamo in attesa di quel bacio che non arrivò, sgranammo tutti gli occhi nel vedere che Niall  aveva preso per il culo la bionda.
-Ma fottiti, va’.- forse si era davvero seccata.
-Ti amo.- dalla cucina arrivò un urlo.
-Sì, tua sorella.- iniziammo a ridere tutti all’unisono. Quei due biondini erano in grado di stupirci sempre, sembravano così tranquilli e teneri e invece…
-E se accendessimo la tv?- propose Louis.
-Ho mal di testa, meglio evitare.- Liam era tornato e si era letteralmente buttato sul divano tra me e Lou. Poi si accorse dell’errore e si alzò di scatto.- S-scusate ci devo fare l’abitudine.- Si accorse di Danielle e le si sedette sulle ginocchia.
-Inizio ad avere sonno.
-Sì anch’io.- sbadigliai. Mi pentii subito di aver aperto bocca perché gli sguardi di tutti si concentrarono su me. Forse perché non avevo parlato da quando avevamo varcato la porta di casa.
-Tu parli?
-Fai meno lo spiritoso Li’, non vedi che la metti in imbarazzo.
-No, Danielle, fallo continuare pure con le sue battutine, basta che non si lamenti quando si ritroverà un occhio nero.
-Louis, fai pure. Picchia il mio ragazzo, basta che lasci integro… beh, ci siamo capiti.- Danielle provocò una risata generale e ottenne una spinta da parte di Liam.
-E tu pensi che avrai un contatto con l’unica cosa che dovrebbe lasciare integra dopo aver detto ciò?
-Sì.- fece la ragazza poggiando la sua mano sulla coscia di Liam e guardandolo negli occhi.
-Ritiro tutto.- fece lui velocemente senza interrompere il contatto visivo. Poi fece cenno alla riccia di salire di sopra, ma lei scosse la testa. 
 

Zayn:

ed iniziai a guardarla. Era meravigliosa. Un raggio di luce proveniente dalla finestra illuminava la stanza e si nascondeva tra i suoi capelli scuri.
La voglia di toccarla fu troppa. Mi Eravamo in salotto, fu la prima stanza in cui riuscimmo ad entrare a causa del buio che ci impediva di vedere qualsiasi cosa al di fuori dei nostri corpi.
Continuavamo a baciarci, un bacio dopo l’altro. Sempre più intensi. Sempre più lunghi, quasi ci toglievano il respiro.
Le sue gambe cingevano i miei fianchi, l’appoggiai su quello che doveva essere il bracciolo del divano. Feci per abbassarle la cerniera del vestito che ormai era di troppo.
Lei spostò le sue mani sul mio petto e iniziò a sbottonarmi la camicia.
Quella posizione non ci garantiva un buon equilibrio, e non appena la mia camicia sfiorò il suolo cademmo entrambi sul divano. I nostri sguardi si incontrarono, scosse la testa poi sorrise. Bloccai quel sorriso sul nascere con uno dei nostri baci. Mi morse il labbro. Poi si sposto e corse via. Senza accendere la luce, era certo che lei conosceva a memoria quella casa ma non io.
La mia poca conoscenza di quelle mura non giocò a mio vantaggio, sbattei, infatti, il ginocchio sullo spigolo di qualcosa e mi bloccai un istante.
Lizzie era già arrivata alla camera, probabilmente.
Un chiarore mi indicò quale camera.
Mi affrettai ad avvicinarmi. Non appena arrivai alla porta notai che il vestito era sul pavimento, non ci misi molto a capire che quindi non copriva il corpo della mora che invece sorrideva maliziosamente. Si avvicino lentamente. -Proprio non ci sai fare con le cerniere.- mi sussurrò. Scossi la testa titubante. L’improvvisa sicurezza di quella ragazza mi preoccupava, ma non era un problema in quel caso. Avvicinò le mani ai miei fianchi e poi scese. Quando arrivò ai pantaloni, si fermò e alzò la testa. Poi continuò e aprì l’ultima cerniera che ci ostacolava.
Levai i pantaloni.
Poi la presi in braccio mentre le baciavo il collo e la poggiai delicatamente sul letto. Il chiarore proveniva da una candela che si trovava su un mobile. Mi misi sopra lei, cercando di reggere il mio peso per non farle male.
Iniziai a scendere. Poi le slacciai il gancio del reggiseno, con quello non ebbi problemi. Forse l’eccitazione mi aveva portato a riuscirci al primo colpo. Sfilai uno degli ultimi indumenti che non si trovavano sul pavimento.
Sfilò gli slip. Poi cambiammo posizione. Riprese a baciarmi, scese sul collo, poi il petto. Un brivido, forse non solo uno percorse il mio corpo. Quasi divertita mi sfilò l’unico pezzo di stoffa che ci impediva di concludere.
Dopo aver messo le apposite ‘precauzioni’ presi di nuovo il comando, girai e mi ritrovai di nuovo sopra di lei. Annuì quando la guardai incerto.
Ci svegliammo abbracciati. I vestiti erano dove li avevamo lasciati. Fui io, stranamente, a schiudere gli occhi per primo.
Poggiai la testa su un lato limitai ad accarezzarle la guancia. E invece di svegliarsi mi porse l’altra. O meglio si girò mostrandomi la sua schiena nuda.
Iniziai a cantare allora.

-Baby you light up my world like nobody else. The way that you flip your hair gets me overwhelmed. But you when smile at the ground it aint hard to tell. You don’t know…
-You don’t know you’re beautiful.- continuò un’impercettibile voce mista ad uno sbadiglio. –Buongiorno amore.- Iniziò a disegnare dei cerchi sui miei addominali mentre sorrideva. –Che ore sono?
-Saranno le otto…
-Cazzo, la scuola inizia tra circa mezz’ora.
-Ferma.- la avvolsi tra le braccia attirandola a me.- Provi ad entrare alle nove oggi.- la baciai. Notai una piccola scintilla che proveniva dal braccio di Elizabeth. Un braccialetto le ornava il polso, era semplice: una fascia nera, in pelle forse, sulla quale era infilato un ciondolo con un’H incisa.- Mio!- glielo sfilai.
-Ma non è mio. Dammelo.
-Per cosa sta la lettera?
-Il…-balbettò qualcosa- Il nome di un’amica che conosco da un po’. Ma lo devo restituire, dammelo.
-Quando sarà il momento, e qual è il nome della ragazza?
-Ehm, fatti miei. Vado a scuola, fai come se fossi a casa tua.
-Mi sembra di essere nudo nel letto, mi sento già a casa.- Mi arrivò un cuscino in faccia.
 
 

Elizabeth:

Il banco accanto al mio era vuoto, dove era quella rossa? Si annunciava una noiosa mattinata.
Dieci minuti dopo entrò la professoressa in classe, fortunatamente era in notevole ritardo quella mattina.
Iniziò la lezione. Ma non importava, guardai il mio polso. Era nudo. Non vi era il braccialetto. Quel braccialetto che tenevo al polso da qualche settimana.
Sorrisi, quella notte era stata la nostra notte. Non immaginavo un comunque giorno potesse trasformarsi in quel giorno.
Era stato tutto così naturale.
Credo avessi una faccia da rimbambita quella mattina. Mi mordevo il labbro, sorridevo, sbattevo lentamente le palpebre, tutti segni che ero praticamente andata.
Il mio sguardo ricadde sul polso. 

 

Harry: 

-Lunga notte ieri, eh?- azzardai. Zayn era piuttosto silenzioso, ma non chiudeva bocca. Un sorriso era stampato sul suo viso da quando era arrivato.
-Che vuoi i dettagli, pervertito?
-No, immagino.
-Per quanto tu possa immaginare, lei è mia.
-Ma smettila.- gli diedi una pacca sulla spalla. Non capivo il motivo di quell’affermazione.
-Comunque sia… ieri non hai combinato nulla, eh?
-Escludendo una nausea e un’emicrania no.
-La prossima volta perché non ti porti a letto il tavolo degli alcolici?- rise.
-Fai poco lo spiritoso signorino Malik.- mi misi davanti a lui. Ci fu un intenso scambio di sguardi. Poi iniziammo a ridere, senza motivo, una sonora e lunga risata che attirò l’attenzione di Niall e Claire che arrivarono mano nella mano.
-Che fate ragazzi? Fate ridere anche noi.
-Ok.- provai a rimanere serio per un minuto, mi avvicinai a Niall e lo guardai, l’unico risultato fu un segno di dissenso.
-Ok, sei ancora ubriaco. Oh, ma guarda chi ci sta onorando della sua presenza. Il signorino ‘me la porto via alle quattro di notte’.
-No, faceva ridere di più Harry allora, eh.
-Ma dai, ragazzi smettetela.
-Sì, certo, tanto a te racconta tutto Eli della serata tra i due piccioncini.- feci io.
-Non racconterà niente nessuno. Spero.
-Perché non hai portato a termine?- azzardò Louis, che nel frattempo senza che ce ne accorgessimo era sceso in cucina.
-Pesante questa Lou!- commentai io. Zayn titubò un attimo. Aveva uno sguardo perso e un sorrisetto malizioso era fisso sulle sue labbra. Probabilmente pensava alla serata passata; un immagine di Elizabeth sdraiata sul letto senza alcun vestito addosso mi balenò nella mente.- Cazzo, no.
-Che c’è Hazza?- Niall e Zayn all’unisono.
-N-niente. Scusate. Pensavo, forse ad alta voce.
-Vabbe’, comunque fate poco gli spiritosi perché mentre voi con le ragazze non avete proprio iniziato- Zayn si avvicinò a Louis e mise le sue labbra ad un palmo di distanza dall’orecchio del ragazzo.- mio caro Louis, io ho concluso anche alla grande.
-E chi ti dice che non abbiamo fatto nulla?
-Claire, Roberta…-disse con aria interrogativa rivolgendosi alle ragazze che sorrisero.
-No, non sono riusciti a combinare nulla.- Claire.
-E no, niente è penetrato nel mio corpo.- continuò la rossa maliziosa.
-Ecco, loro.
-Ma ragazze, potevate anche reggere il gioco eh!?
-Claire, usciamo?- questa annuì.
-Dai, veniamo anche noi, ma Liam e Danielle sono usciti?- fece Niall rivolgendosi a Louis.
-Sì… comunque ok, usciamo. Ro’, ma… la scuola?
-Cazzo, non ho avvisato Lizzie! Passiamo a prenderla alle dodici allora, o magari va uno di voi due.- si rivolse ad Hary e Zayn.- I quattro si chiusero la porta dietro le spalle.
-Beh, io vado a dormire.- fece Zayn.- vai tu?
-Ma non è la tua ragazza?
-Sì, ma… ho sonno.- avvicinò la sua mano alla guancia e mi diede due lievi schiaffetti. Gli afferrai il polso.
-E questo?
-Un braccialetto, perché?
-Dove l’hai preso?
-Lizzie.
-Beh, ma questo è mio l’ho lasciato qualche giorno fa da lei. Cioè, volevo dire…- Il moro mi fissò dritto negli occhi con uno sguardo che mi fece raggelare. Non potei fare a meno di abbassare lo sguardo, non reggevo quegli occhi che mi accusavano. Che avevano capito fin troppo da una stupida frase che avevo detto senza pensarci. Vidi il suo pugno irrigidirsi. Poi la sua mano di nuovo avvicinarsi al mio viso. Scosse la testa un attimo, notai che i suoi occhi erano lucidi, umidi. Quando il suo pugno stava per annerirmi l’occhio si fermò e lo abbassò al livello dell’altra mano, poi si levo quel dannato braccialetto e me lo porse.
-Tieni allora.
-Zayn, mi dispiace. Io non volevo ti giuro, eravamo ubriachi, lei aveva bisogno di conforto perché il padre l’aveva trattata male e io sono andato lì e poi lei mi ha baciato ma io l’ho rifiutata ed è successo tutto così velocemente…-velocemente come veloce erano le parole che uscivano dalla mia bocca mentre cercavo di giustificare l’accaduto. Veloce come i secondi che passavano mentre Zayn continuava a tremare. Veloce come lo scatto che fece il moro per ritornare sui suoi passi mentre si stava allontanando. Veloce come i suoi passi che si avvicinavano a me. Veloce come il tempo che passò prima che il ragazzo che ormai avevo di fronte sbottasse. Veloce come il pugno che interruppe quel silenzio. Veloce come l’arrivo del dolore, sia al livello fisico che morale. La zona dove mi era arrivato il pugno doleva, lo dovevo ammettere, ma la vergogna che stavo provando quasi mi toglieva il respiro. Lui si girò, sentii i suoi passi allontanarsi. Non andava verso la porta della sua stanza. Ma verso quella che portava al giardino dove avevo visto Elizabeth per la prima volta. Sentii sbattere due volte la porta quella mattina: i ragazzi erano la causa della prima, Zayn della seconda.
Ero solo, solo in quella casa dove quel silenzio mi stava distruggendo e divorando.
Dove il ticchettio di quell’orologio attaccato alla parete mi dava sui nervi.
Quel silenzio che il rumore del vaso che feci cadere mentre barcollavo in cerca di un appoggio provocò, all’unisono con il rumore delle mie ginocchia che toccarono il suolo.
Poggiai la schiena al muro e mi coprii il volto con le mani.
Nascondermi era l’unica cosa che volevo fare.
Scappare forse era il secondo desiderio, ma non avevo la forza di muovere nemmeno un muscolo.
Erano le 11.11 espressi un desiderio: sparire. Ma non funzionò.
E adesso? Fanculo Harry. Fanculo.
Squillò il cellulare: ‘Eli’.
Ecco sì, fanculo anche a lei.
Risposi, o meglio accettai la chiamata.
-Ehi Hazza, i ragazzi non mi rispondono al cellulare e nemmeno le ragazze… verresti a prendermi?- non risposi- Harry? Harry ci sei? Harry?- sentii la sua voce chiamare il mio nome, mentre decisi di chiudere lì quella telefonata. Spensi il telefono. Harry non era raggiungibile. Non in quel momento. Che andassero tutti a quel paese.

 

 

 

 

 

Ciao ragazzuoli.:3
Che ne dite di questo capitolo?
Prima di dirvi le mie considerazioni devo ringraziarvi per le
quattordici recensioni
che avete lasciato nel capitolo precedente. Asdfghdsertyhgftdytfghfh.

Siete meravigliosi, vi AMO.
Beh, tornando a questo capitolo…
Avevate capito che il braccialetto non era di un’amica?

Colpo di scena per la storia del ‘bacio’.
Aspetto le vostre recensioni, spero siano numerose anche sta volta.
Ah, non so se avete notato ma ho evitato di scendere nei dettagli
durante il ‘momento’ di Li’ e Zayn
spero non vi dispiaccia. LOL
Ripeto che vi adoro sempre di più;
anche chi legge in ‘silenzio’.
Ora mi dileguo altrimenti non leggete nemmeno l’inizio del mio intervento, giusto?;)

Un bacio.
E ancora grazie.c’:  

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Chapter fourteen ***


Elizabeth:

-Ehi Hazza, i ragazzi non mi rispondono al cellulare e nemmeno le ragazze… verresti a prendermi?- non rispose- Harry? Harry ci sei? Harry?- tutto ciò che sentii furono dei fastidosi trilli che mi facevano notare che aveva staccato. Che non voleva sentirmi, parlarmi. Sentii un vuoto. Ero fuori da quella scuola dove ero stata fino a due minuti prima in compagnia di qualche compagnia, con la differenza che adesso ero sola. Nessuno dei ragazzi era lì con me, tanto meno le ragazze.- Cazzo succede?- dissi, forse troppo ad alta voce perché due o tre sguardi mi si puntarono contro. Mi voltai un attimo, poi iniziai a camminare in fretta. I miei passi accelleravano di volta in volta.
Dovevo sapere cosa succedeva. Una ventina di minuti a piedi, o forse più, dividevano le due strutture, ma in un modo o nell'altro sarei dovuta tornare a casa, no?
Ripresi il mio iPhone, mi venne in mente mio padre in quella giornata mentre me lo regalava. 
Poi durante una di quelle che doveva essere una normale visita.
Alla visione di quella bambina, che ricordava vagamente me nelle foto che mi ritraevano quando avevo non più di tre anni, e di quella donna così bella mi fecero rabbrividire. Sentii il terreno sotto i miei piedi girare. Mi avvicinai ad un muretto, mi poggiai e portai la mano destra alle tempie. Perfetto Liz, un bel mal di testa. 
Ripresi il mio cellulare mentre i pensieri si accavallavano. Non può essere la nuova compagna di papà, no, cazzo. Lui... lui non ci ha dimenticate per una sgualdrina qualunque e una bambina che... che almeno quattro anni fa... Dio, quattro si è presentata al mondo. Scossi la testa.
Digitai in fretta le cifre componendo il numero di Harry. Rispondi, dai. Rispondi, rispondi!

-Risponde la segreteria telefonica di Harry Styles, lasciate un mess...- Fanculo a quella vocina fastidiosa da segreteria di sto cazzo. E quella di Hazza la voce che voglio, non quella della segreteria. 
Un senso di vuoto mi invase lo stomaco. Sentivo che ero io il problema, ovunque. 
Tra i ragazzi avevo causato solo disordini, per esempio. Sei un'emerita cogliona. Ecco cosa sei. Una rincoglionita. 
Rimasi seduta per altri cinque minuti, giusto il tempo di far calmare un po' il mal di testa mentre il fumo di una sigaretta mi invadeva i polmoni. Poi ripresi la mia camminata.

Harry: 

Sentii qualcuno dietro la porta, da una parte speravo fosse Zayn, altrimenti chissà dove si era cacciato. Dall'altra avevo paura fosse tornato a darmi il resto. Sussultai quando scattò la serratura, chiusi gli occhi e mi nascosi nell'angolo che formai tra le mani. 
-Harry? Che ci fai lì?- no, non era Zayn. Assolutamente.
-N-niall?
-Sì.- si sedette accanto a me e prese a muovermi il braccio.- Harry, che succede? Sfogarti ti fa bene, su.
-Beh...-esitai un po'. Feci un respiro profondo e iniziai.- Da quando è arrivata, dal primo momento in cui li ho visti insieme, mano nella mano, sono rimasto stupito. Stupito da quanto una ragazza potesse essere bella. Da quanto un sorriso potesse essere essenziale in ogni mia giornata.
Sai che non sono mai stato un ragazzo serio in campo 'ragazze'. Ecco perché ho preferito essere solo un suo amico, perché comunque è solo un'attrazione fisica la mia. Ecco perché ho permesso che fosse mia amica. Per non ferirla.
La paura di poterla ferire era più forte della voglia di potermela fare, ecco sì. Perché è stato questo il mio primo pensiero, lo ammetto.- accennai un sorriso.-  Poi col tempo l'ho conosciuta, allora la cotta è diventata qualcosa di più. Perché un conto è l'attrazione fisica da sola, ma se ci si mette l'apprezzamento del carattere, beh... hai capito... lei, Lizzie, ha iniziato ad essere più che un'amica, ma non gliel'ho mai detto. Perché lei era, lei è di... di Zayn. Ma poi lei mi ha chiamato.- iniziai a velocizzare. Niall annuiva, guardandomi sbalordito.- mi ha chiesto di portare qualche birra, una pizza. Di farle compagnia perché stava troppo male per stare da sola. Allora ho accettato, sono andato lì. Eravamo ubriachi quando mi baciò. Io risposi, ma poi la spinsi. Risi, dormii lì dimenticandomi uno stupido braccialetto del cazzo.
-Quello che Zayn aveva 'sta mattina, giusto?
-Quello.- lo guardai in faccia. Non ci fu bisogno di parole, vide il rossore che invadeva la mia guancia, quasi nera.
-Dio mio, Harry. Sei praticamente... cioè, metti del ghiaccio. 
-Lascia stare il ghiaccio. Me lo merito. Sono un coglione.
-No. Non lo sei. L'amore ti condiziona la vita. Fa accadere le cose più strane. Sì, ok, la smetto di dire cazzate, vuoi la verità, Hazza?- annuii.- Sei un coglione!- risi.
-Ecco tornato Niall. Lo so. Spero ciò non influisca con la band. 
-Andiamo a cercare Zayn?- si alzò e mi allungò la mano. La strinzi, e mi alzai.
-Andiamo.
-Sei in pigiama, Harry.- una risata cristallina gli colorò il volto. 
-Mh, dammi cinque minuti.
Come detto cinque minuti dopo ero lì, pronto per cercare Zayn.
-Guidi tu.- lanciai le chiavi a Niall.
-Ok. Andiamo adesso però.
Uscimmo.

Niall: 

Non appena sbattei la porta di casa la luce del sole quasi mi accecò.  
Ma qualcos'altro attirò la mia attenzione. Vidi Eli che si avvicinava mentre scriveva un messaggio, non si accorse che io ed Harry la guardavamo, guardava in basso.
Guardava in basso. Già, fu quello a rovinare la nostra giornata, uno stupido messaggio.
Sentii Harry cacciare un urlo, un Elizabeth parecchio prolungato. Iniziò a correre, lei non lo sentiva, si trovava sul marciapiede opposto al nostro, e inoltre notai due fili che partendo dal suo cellulare si nascondevano tra i suoi capelli.
La voce di Harry si fece roca mentre correva per raggiungerla. Lo seguii.
Una macchina aveva svoltato l'angolo, una macchina che andava troppo veloce per essere in una piccola stradina.
Una rumorosa frenata e i due ragazzi a terra mi fecero rabbrividire quando ero già vicino.
Harry aveva spinto Lizzie via dalla strada e per fortuna lui non si era fatto granché, lo vidi rialzarsi e avvicinarsi a Lizzie che invece era ferma sull'asfalto.
Lizzie che era ferma sull'asfalto. Ferma. Sull'asfalto. Inerme.
Ero paralizzato. L'unica cosa, la più razionale che riuscii a fare fu digitare tre cifre e indicare la via all'ambulanza.
Avevo paura di avvicinarmi.
Tremavo. Mi avviacinavo tentennando. Le mani mi tremavano.
-Ha-harry?- Vidi Harry che nervosamente dava colpetti sul viso alla ragazza mentre continuava ad urlare il suo nome. Ma lei non si muoveva.
L'autista era sceso dall'auto e guardava la scena, dicendo di tanto in tanto frasi del tipo 'che cazzo ho fatto?' 'scusate' 'non volevo' mentre con la mano destra si grattava la testa e camminava velocemente avanti e indietro.
-Sta zitto, ok?
-N-niall. Non, non risponde. Perché?
-Aspetta.- Posai le dita sul collo.- Respira. Lentamente, ma respira.
Il rumore della sirena fece voltare tutti. La portarono dentro, la seguimmo con la macchina.
Vidi Harry inviare un messaggio.
-Che fai?
-Avviso i ragazzi... e Zayn.

Zayn:

Ero di nuovo su quella panchina.
Quella dove mia sorella si era seduta e mi aveva fatto conoscere Liz.
Quella dove le avevo parlato per la prima volta.
Non c'era molta confusione. Fu facile non attirare l'attenzione.
Meglio non trattare male le fan. Meglio che me stessi per i cavoli miei. Da solo.
Ultimamente stavo spesso da solo. E fumavo di più.
A interrompere quel silenzio intorno a me fu la suoneria del cellulare. Non era una chiamata, ma un messaggio.
Esitai ad aprirlo.
Harry:
Lizzie è all'ospedale. Un incidente.
Metti da parte le incompresioni tra noi e vieni. Per lei.
Trovai alquanto inutile l'ultima parte.
Feci cadere la sigaretta che avevo fra le dita e mi affrettai verso la macchina con un solo pensiero in testa: raggiungerla.


Sciao:3
Sì, so che ci ho messo un'eternità, ma
non avevo tempo e ispirazione.
So anche che il capitolo è corto, ma non voglio
anticipare nient'altro anche perché penso che sia
uno degli ultimi.
Spero nonostante il tempo abbiate letto e vi sia piaciuto il capitolo.
(E che recensiate, ci tengo)
Beh, grazie e perdonatemi.u.u

Un bascio.
-El.♥

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Capitolo 15
*** Chapter fifteen. ***


Zayn:

Non appena misi piede in quella struttura, l'odore di disinfettante mi inondò le narici.
Vidi una signora dietro ad un bancone, stava scrivendo qualcosa su un registro. Mi avvicinai rapidamente:
-Elizabeth.- sussultò. Posò la penna e mi guardò.
-Cosa dici, ragazzo?
-Hanno portato una ragazza qui di recente?- solo in quel momento mi resi conto che non ricordavo il cognome di Liz, porca puttana.
-Ehm, sì, ma non solo una. Dai ti do' una mano, solo perché sei bianco come il latte e mi sembri parecchio preoccupato.- e in effetti lo ero, vidi il mio riflesso sulla superficie lucida del bancone.- Puoi ridirmi il nome?
-Sì, Elizabeth. Ha avuto un incidente, credo.
-Stanza 76. Entri da lì.- indicò una porta poco distante.- vai dritto e giri a destra non appena vedi una macchinetta per gli snack, e da lì in poi le stanze sono numerate in ordine crescente. Vai, su!
-G-grazie mille!- inizia a camminare, velocemente.

Arrivai alla stanza, non fu difficile trovarla. Suo padre, una donna sui quarant'anni o di meno gli siedeva accanto, poi c'era Niall, infine vidi anche quel codardo di Harry. Come aveva potuto nascondermi un cosa così importante? 
Mi invase una sensazione strana, mi sentii tradito.
Barcollai un po' prima di prendere coraggio e andare dal padre.

-Sono un amico di Elizabeth, signore.
-Si lo so, piacere di conoscerti.
-Sa cos'ha di preciso Liz? Cioè Elizabeth?
-Il dottore non ha ancora detto niente, è lì da appena venti minuti. Ma forse è meglio che parli con il ragazzo riccio, ne sa più di me sull'accaduto.- mi limitai ad annuire.
-Zayn.- mi chiamò Niall.
-Che è successo?- notai solo in quel momento che Harry aveva il jeans leggermente strappato.
-Non ha guardato la strada prima di attraversare, aveva le cuffie, una macchina ha girato l'angolo, forse troppo velocemente. E poi l'ha investita. Harry ha provato a chiamarla, si è quasi buttato per terra, ma era troppo tardi. Quindi, ecco. Questo è quanto.- abbassò la testa.
-Cazzo.- Le braccia di Niall mi avvolsero prima che potessi dire altro.
-Calmati, andrà tutto bene.- mi sussurrò.
-Lo spero.

Harry: 

Lo sto guardando da quando è entrato. Non mi ha ancora rivolto la parola e non mi piace. Nel frattempo sono arrivati anche gli altri, ma non mi va di parlare.
Menomale che gli altri lo hanno capito e mi lasciano in pace.
Il dottore e Liz sono lì dentro da almeno venticinque minuti, quest'attesa mi sta uccidendo.
Forse è solo una lieve frattura. Forse qualcosa di più.
La madre di Liz non c'è, forse non sa ancora dell'accaduto.
Ah, già, sta in Italia.
Devo avere gli occhi parecchio arrossati, quasi quanto quelli di Zayn. Forse di più, lui è sempre stato più... forte, ecco.
Lui è più forte, più bello, più fortunato, più apprezzato... cazzo ho io che non va?
La maniglia della porta si è mossa.
Ecco il dottore: inizia a parlare, dice che non dobbiamo preoccuparci, che probabilmente si risveglierà presto.

-Cosa? Che vuol dire 'si risveglierà'?- interviene Zayn, con un tono di voce troppo alto. Un'infermiera che passa lo guarda stupita e con aria di dissenso continua per la sua strada.
-Già, è meglio che si sbrighi a dire cos'ha mia figlia senza troppi giri di parole.
-Ok, ok. Sua figlia è in COMA.

Vedo il padre vacillare, non si regge quasi in piedi.
Il mondo si ferma, di nuovo. Perdo un battito, forse due. Cerco di formulare in fretta il significato della parola 'coma'.
Non può essere.
Non lei.
Forse sarebbe meglio ci fossi io al suo posto.
Le darei il mio respiro, i miei battiti, la mia vita se potessi.
Tanto qui non servo a un cazzo.
Ho bisogno di aria, quelle pareti bianche mi mandano in esaurimento. Inizio a correre verso l'uscita.
Tutti mi guardano, alcuni mi dicono 'non correre, siamo in ospedale'.
Mi blocco.
O meglio, qualcuno mi blocca.
Una ragazzina, avrà più o meno tredici anni.
Ha un quaderno e una penna. 'Mi fai l'autografo?' vede che non rispondo. La guardo meglio. Indossa una parrucca, presumo.
E' pallida, parecchio magra e indossa un pigiama. Penso sia ricoverata lì anche lei.
Le firmo il foglio che mi sta porgendo da ben due minuti, mi salta addosso mentre mi sussurra un 'grazie di tutto ciò che fai per me'.
Sciolgo la presa e le sorrido.
-Sei importante, tu... tu sei la ragione per cui io sorrido, per cui continuo a combattere contro la malattia che mi invade il sangue, tu e Zayn, Louis, Liam, Niall siete il mio sogno. E adesso ne ho realizzato una parte, piccola ma ce l'ho fatta. È strano, forse anche sciocco, vivere per un sogno.
Io ci credo, so che un giorno vi vedrò tutti insieme cantare di fronte a me. Per adesso mi accontento di aver visto te.-ha le lacrime agli occhi. Non smette di parlare, gli occhi le brillano, sembra che stia parlando di un tesoro, di qualcosa di realmente importante... invece parla solo di me.
-Come... come ti chiami?
-
Kelsey.
-Allora Kelsey, ti piacerebbe venire ad un nostro concerto?- le porgo un paio di biglietti. Lei annuisce.
-Non ci credo. Spero di riuscire a realizzare il mio sogno. Grazie. Ti amo, sai sempre come tirarmi su il morale, ci sei sempre per me. Eppure fino ad ora non sapevi nemmeno che esisto.
-Grazie a te. Sei speciale, sei meravigliosa. Ti amo, piccola.- le do' un bacio sulla guancia e poi continuo il mio cammino.

Mi sento importante adesso, quella ragazza ha sorriso. Per merito mio.
A quanto pare servo a qualcosa. Accenno un sorriso. Poi Zayn mi riporta alla realtà.

-Senti Harry, per quello che è successo... adesso non importa.
-Zayn, scusami. E credimi: Elizabeth ama te. È stato solo un errore.
-Ok, beh... -mi abbraccia. Quell'abbraccio riesce a tranquillizzarmi. Vedo la bambina allontanarsi, non si accorge di Zayn. La raggiungo lasciando Zayn imbambolato.
-Kel, mi dici qual'è il numero della tua stanza?
-310.- balbetta.
-Bene, aspettami lì. Arrivo tra cinque minuti.
-Zayn, so che magari non è il momento ma dobbiamo fare una cosa. È importante. - già, lo è. Come lo sono io per lei. Corro a chiamare i ragazzi, loro non capiscono, ma mi seguono comunque. Non ho dimenticato Liz, né è passata in secondo piano... ma devo farlo. Quella bambina ha la leucemia e me ne rendo conto solo adesso.

Entriamo in quella stanza, 310. Lei è lì e non appena mi vede inizia a tremare.

-Posso entrare?
-C-certo.
-Ho una sorpresa.- faccio segno agli altri di non muoversi.
-Cos'è?- dice stupita.
-Ho il tuo sogno.- si alza. Ha capito che non sono solo. Dopo tre secondi realizza che è tutto vero, la vedo darsi un pizzicotto.
-Ehi, qual'è la tua canzone preferita?- Zayn. Ha un sorriso che gli illumina il viso. È finto, si vede. Ma alla ragazza non importa.
-Stand up.- dice incredula.
-From the moment I met you, everything changed, I knew I had to get you  whatever the pain.- inizia Liam.
-I had to take you and make you mine.- gli andiamo dietro io e Niall.
-I would walk through the desert I would walk down the aisle I would swim all the oceans, just to see you smile.
-Whatever it takes, it's fine.
-Whatever it takes, it's fine.
-Up, up oh-oh oh-oh, so put your hands up, up, up oh-oh oh-oh, cause it's a stand up I won't be leavin', till I finish stealin' every piece of your heart, every piece of your heart- anche lei canta con noi adesso.

Le cantiamo What makes you beautiful, lei ci ringrazia per l'ennesima volta e ci abbraccia.


-Ragazzi, i vostri sorrisi mi mettono allegria, a me e a tutte le altre directioner... perciò non so che avete oggi, magari è una giornata un po' nera per voi, però per favore non smettete di sorridere. Altrimenti smetto anche io.- ha capito anche lei che non va tutto bene. Ci saluta un ultima volta, poi andiamo.
-Harry.- Liam.
-Scusate ragazzi, è che ci teneva così tanto...
-Ma di che? Grazie piuttosto.

Torniamo di là. E il padre di Lizzie ci ferma: 'la voglio portare da sua madre, il medico ha detto che con le precauzioni giuste possiamo portarla lì, in Italia. Costerà tanto ma non è questo il problema.'
Non riusciamo a trovare altre parole se non un misero 'ok'.
Andiamo a salutarla uno dopo l'altro.
Lei domani andrà via.
'Ciao Lizzie, ti voglio bene.' la bacio sulla guancia ed esco dall'ospedale. E forse anche dalla sua vita, per sempre.



Ed ecco il penultimo capitolo.:3
(almeno credo)
vi piace?
Sì, so che è passato un mese, però 'perdonatemi'.
Di nuovo. ahahah.c:
Ho finito con la scuola, ora inizia l'estate! WOHOO!
shalalaa, ora vado a leggere le storie con cui sono rimasta indietro.
Recensite e un bacio.
Cccciao.

-El

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Capitolo 16
*** The end. ***


Il mio ritorno alla vita non fu poi così complicato come tutti si aspettavano.
Era un giorno di autunno quando aprii gli occhi e con mia grande sorpresa mi ritrovai quelli di mia madre e di un'infermiera puntati contro, pieni di lacrime.
'Si è svegliata!' continuavano a ripetere tutti, mentre io cercavo di capire come cazzo ero finita in quella stanza bianca e quasi vuota.
Passarono minuti prima che riuscissi a capire ciò che diceva mia madre. 
Il suo volto emanava una dolcezza e una sicurezza che non vedevo da tanto, mi accarezzava i capelli mentre mi ripeteva di stare sveglia.
-Che ci faccio qui?
-Incidente, Li'. Ma adesso è tutto apposto. 
-Papà?
-Sta venendo.- si irrigidì.
-Ok.
-Mi sei mancata, tesoro.
-Sei mancata a tutti.- Mia. Davanti la porta, era appena entrata.
-Mia!- Non ero mai stata così felice di vederla in vita mia, lo giuro. Avevo voglia alzarmi e abbracciarla, ma lei non me lo permise. Si avvicino e mi strinse tra le sue esili braccia.
-Su racconta, dove sei stata?- risi.
-Dove vuoi che sia stata?- cambiai tono.- Da quanto sono in coma?
-Mesi.- abbassò lo sguardo.- Ma ora che sei qui, non ti perderò di vista un solo attimo.
-Adesso non esagerare, o mi suicidio io stavolta.
-Stronza!- mi spinse.
-Fammi alzare.
-È meglio di no. Ti sei appena svegliata.-disse impaurita.
-Ehi, anche io ho paura di non riuscirci ma ne ho voglia. Quindi aiutami o faccio da sola.
-La solita testa dura. Lizzie è tornata gente.-urlò mia sorella, ridendo. Aveva paura. E ne avevo anche io.

Poggiai un piede, poi l'altro. Vacillai un po' prima di trovare il giusto equilibrio. Ma ce l'avevo fatta. Feci pochi passi poi sorrisi e abbracciai Mia. 
Ero già stanca, ma era normale. Perciò mi misi a letto. Di nuovo.
Poco dopo arrivò mio padre seguito da una donna che avevo già visto da qualche parte, solo non ricordavo dove. 
Diceva di essere mia zia, parlava con uno strano accento inglese, nonostante ciò era nata qui. Una delle sorelle di mio padre, a quanto pareva.

-Tesoro, alcuni amici mi hanno dato questo.- mi porse un foglietto. Diedi uno sguardo vago, era per un concerto. One direction. 
-Grazie, pa'. Dov'è Sofia?
-In America, Eli.
-D-Dove?- Stava scherzando, vero?- Che ci fa lì?
-C'è andata a vivere un annetto fa. Liz, non ricordi?- feci cenno di 'no' con la testa, allora mio padre divenne pallido. Iniziai a tremare lievemente.- posso chiederti una cosa?-mio parde assunse un'aria preoccupata.
-Certo.- risposi secca.
-Ti piace Londra?
-Se mi piace? Sì, mi ci porti?- chiesi sarcastica. Non c'ero mai stata, sarebbe stato divertente.- Ci lavori ancora?
-Sì, tesoro, sì.- Annuì livemente. D'un tratto un silenzio si fece spazio tra noi.
-Che succede?
-Niente, tranquilla.

Sofia era in America. Ma la cosa più strana è che avrei dovuto saperlo. Almeno secondo mio padre.
Era una sensazione strana quella che sentii poco dopo. Un vuoto. 
Come se una parte di me mi avesse abbandonata o roba simile. Era come se alla mia vita mancasse un pezzo. Un puzzle senza un pezzo sarebbe incompleto. 
Forse era così che mi sentivo in quel momento: Incompleta.
Magari c'entrava quel gruppo. I One Direction.
Pian piano la stanza si svuotò, il medico diceva che avrei dovuto riposare. 
Ero rimasta sola, mia madre aveva provato a rimanere ma l'avevo quasi cacciata, quindi era andata a casa.
Presi il mio iPod, era nel cassetto del comodino accanto al letto, non avevo ancora avuto occasione di prenderlo. 
Play.

Fu come se milioni di foto mi passassero davanti contemporanamente.
Come se quella canzone avesse riacceso la mia testa, i miei ricordi.
Avevo trovato il pezzo del puzzle.
Io ero stata a Londra.
Per mesi. 
Con quei ragazzi, quelli di quel gruppo di cui avevo il biglietto.
Presi il cellulare e chiamai mia madre in piena notte.

-Voglio andarci.
-Elizabeth?- chiese mia madre intontita.- Cos'è che vuoi?
-Andrò a quel concerto, ma'.
-Sì, intanto vai a dormire, eh. Buonanotte.
-Buonanotte.-sussurrai. Mentre già avevo messo il cellulare sul comodino.

Sarei andata a quel concerto. Li avrei rivisti.
Mi sarei persa di nuovo in quegli occhi.

THE END.
Ultimo capitolo.
Grazie a te che hai messo la storia tra
le seguite, le ricordate o le preferite.
Grazie a chi ha recensito. 
Siete asdfghjkl.
Anche voi, lettori silenziosi.:3
Vi adoro tutti.

Un bacio, Eli.c: #muchlove

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