Another World

di LostInParadise
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 *end* ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Stava dormendo, ne è più che sicura.
Stava dormendo quando i suoi genitori adottivi hanno deciso di trasferirsi di punto in bianco.
Stava dormendo e non ha avuto voce in capitolo, non ha potuto dire la sua, né niente.
Stava dormendo fino a quando si rese conto di essere stata catapultata in un nuovo mondo…

 

Forse non tutti sanno che quello umano non è l’unico mondo esistente. Ce ne sta un secondo che si potrebbe anche definire parallelo, e che nessun umano è riuscito mai a scoprire. Semplice, nessun umano potrebbe mai trovarlo; e se degli umani ci finiscono dentro, non ritornano più.
La cosa strana è che gli abitanti di quel posto, però, possono entrare e uscire dal mondo umano senza nessun problema.
Il modo che rende possibile tutto ciò è rimasto tutt’ora ignoto ma perché gli umani ne ignorano l’esistenza. Ecco il semplice motivo.
Così si spiegherebbe anche come mai oggi, nel 2093, stiano scomparendo tantissime persone che non tornano più indietro.
Queste persone sono vittime degli abitanti del mondo parallelo che gli portano con sé e non li fanno più tornare indietro.
E i motivi sono i più svariati anche se spesso è solo per interessi personali al fine di saldare vecchi tornaconti.
Anche nella città scozzese di Leadhills ci stanno degli abitanti di quel posto e sono due coniugi, i Signori Parks. Loro hanno una figlia, il suo nome è Linsday, ed ha diciotto anni. Vive ancora con i genitori ma solo fino alla fine degli studi, poi ha intenzione di andare per conto proprio. Anche perché i signori Parks non sono i suoi veri genitori. Sono genitori adottivi, quelli attuali.
Che poi sono gli stessi che hanno deciso di trasferirsi senza il suo consenso e sono sempre li stessi che hanno deciso di trasferirla in quel mondo parallelo.

A lei dissero che avevano semplicemente cambiato città ma, non era vero. Come fece a saperlo?
Furono i suoi stessi genitori a dirglielo pochi giorni dopo visto le sue insistenti domande su quanto fosse lontana la nuova città da quella vecchia, giusto per rassegnarsi o meno sul fatto di poter rivedere le sue amiche.
- Ma state scherzando vero?
- No Lins cara, questo è un altro mondo e non è abitato da umani
- Oh si certo, e voi che cosa sareste?
- Siamo dei dimidio-animo
In quel momento Lins iniziò a ridere a crepapelle…
- Ma che roba è???
Loro si guardarono…
- Vuol dire con metà anima.
Ed erano seri…
Anche Lins inizia a guardarli, passa dagli occhi della madre a quelli del padre.
- Metà anima? Che siete, fantasmi? Mezzi viventi? Zombie???? Ma dai!
Il suo tono di voce iniziava ad assumere un tono quasi isterico e soprattutto molto acuto
- Si, ma non siamo zombie come ci disegnate voi umani. L’unica differenza che abbiamo con voi è che noi non abbiamo sangue nelle vene e non ci rigeneriamo se ci procuriamo una ferita…
…ed il fatto che questa caratteristica non ci rende del tutto umani, comporta a non avere un’anima del tutto umana…
- …da questo è il nome di dimidio-animo. Perché la nostra anima non è un’anima umana completa.
La ragazza mise le mani avanti come per volerli fermare e iniziò a muoverle
- Stop, stop, s-t-o-p – fece una breve pausa abbassando le mani – E voi mi avete portata in un posto dove vivono solo dimidioblablabla? Mi spiegate perchè?
I Signori Parks si guardarono di nuovo. Loro avevano un motivo ben preciso, forse non aveva senso, anzi, un senso non lo teneva però effettivamente era quello il motivo. L’unica risposta che le dettero non fu verbale e neanche una risposta vera e propria. Si dettero un cenno col capo e la trascinarono fuori da casa chiudendole la porta alle spalle.
Le loro voci poi, da dietro la porta, assunsero un tono diverso da quello di pochi secondi prima…
- Volevi la tua indipendenza, piccola bambina viziata??? Bene, eccotela servita!
Ora, si può ben immaginare come sia la faccia della ragazza. I suoi occhi sono sgranati a guardare la porta, sperando che tutto quello che sia successo sia uno scherzo ma passavano i minuti e nessuno la apriva. Ma perchè scaraventarla in un altro mondo, così, dal nulla?
Ma perchè portarla lì e mollarla sul ciglio di quella che dovrebbe essere una strada inculcandole come scusa il fatto che bramasse la libertà?
Perchè non potevano lasciarle la libertà nel suo mondo?
Semplice… Un motivo ci sta solo che per lei sarebbe impossibile arrivarci. Inoltre solo i suoi genitori, o quelli che lei credeva fossero, lo sanno e nessun altro potrebbe dirglielo… Ma noi si lo sappiamo ed è tutta questione di debiti…

 

 

 

 

E qui compaio io!
Ciao a tutti xD
Ecco perchè non ho più aggiornato l'altra fic
Ho avuto un boom di ispirazione per questa
e non riuscivo a non scriverla dopo la fine dell'altra
senza contare che con That Moment when Life surprise You
sono in pausa di riflessione *dead*
Ecco, forse come primo capitolo potrebbe
non soddisfare tutte le vostre curiosità
ma questa storia non la voglio bruciare via in due secondi (perciò i miei capitoli non saranno proprio lunghissimi).
Voglio godermela che voi la godiate a piccoli passi
sperando ovviamente che l'idea vi piaccia.
I "dimidio-animo" sono delle creature di mia totale invenzione
se esiste già qualcosa di uguale alla quale ho semplicemente cambiato nome,
scusate, non la volevo passare per mia idea non sapendo che esistesse già.
In realtà ci sta anche un'altra creatura di mia invenzione (credo v.v), ma ve la mostrerò nel prossimo capitolo
E se non lo posto domani, sarà dopodomani .re
Perfavore, recensite, ho bisogno di sentire il vostro parere!
Per me è un qualcosa in più che mi spinge a continuarla
senza contare che i pareri sono importanti v.v
Questa è la mia prima ff a tema sovrannaturale
e non ho voluto fare roba di vampiri ma qualcosa di diverso. 
Spero che questa nuova versione del sovrannaturale vi piaccia :)
Attendo recensioni a raffica (?) sperando che leggiate la mia storia
Keep in Touch
theSweetestPartOfMe_1D

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


 

La città dove Linsday si è ritrovata catapultata, è una delle tante città che popolano uno strano mondo parallelo abitato da delle creature non del tutto umane. Eppure a vederli non si direbbe, ecco perchè loro non hanno problemi ad entrare nel nostro mondo, nessuno si accorgerebbe delle differenze.
L’unica cosa a differenziarli da un umano è che non hanno sangue e che se si fanno una ferita non la rigenerano.
Quel posto però non è abitato solo ed esclusivamente dai dimidio-animo ma anche da una specie di stregoni, per così dire, che sono molto temuti.
Più che essere degli stregoni, sono conosciuti con una triste fama, quella di portare morte, tristezza e distruzione, sotto il nome di Divoratori di Anime. Il loro modo di vivere è simile a quello di altre creature sovrannaturali: per esempio i vampiri si nutrono di sangue, i dissennatori di ricordi felici mentre invece i divoratori di anime, come ben si può apprendere dal nome, si nutrono di anime, prosciugando fino alla fine la linfa vitale di un essere pur di sopravvivere.
E le vittime principali sono i dimidio-animo poiché sono gli unici a condividere con loro quel mondo, salvo i poveri malcapitati umani come sta succedendo a Lins.
I Parks avevano un debito con uno dei Divoratori.
Tutto è successo molti anni prima: avevano fatto un errore molto grande, quello di indebitarsi fin troppo con un Divoratore. Lui aveva dato loro il controllo su quella città e aveva donato loro una casa al centro del paese mettendoli proprio nella condizione di non riuscire a sdebitarsi con lui. E quel Divoratore, chiaramente, aveva un secondo fine, molto più importante rispetto a quello di un'apparente magnanimità.
Poi arrivò quel giorno, a distanza di anni, in cui decise che i Parks avevano passato troppo tempo seduti sugli allori da lui donati e che era passato troppo tempo senza che lui ottenesse nulla. Aveva designato molte altre vittime in quegli anni ma era arrivato anche il turno loro. Lui stava per prosciugare loro la linfa vitale e in quell’occasione gli chiesero se poteva risparmiare loro la vita; il Divoratore accettò ma con una condizione che per qualcun altro poteva sembrare impossibile, per il semplice motivo che non è facile da procurare, ovvero con in cambio un’anima umana.
Le anime umane sono prelibate per i divoratori perchè dentro ci sta una maggiore essenza di vita. Cioè si provi a immaginare l’anima di uno dimidio-animo, che è mezzo umano, e l’anima di un umano al cento per cento, un’anima completa e piena di vitalità. Ecco l’ineguagliabile e insostituibile prelibatezza dell’anima umana.
Ecco la richiesta che fece loro il Divoratore.
E loro gli promisero una ragazza.
Ma gli dissero anche che avrebbe dovuto aspettare 18 anni, affinchè la ragazza che avrebbero scelto potesse crescere abbastanza da sparire dal nulla nel suo mondo.
Lui accettò ma prima di saldare il debito morì in un conflitto contro un divoratore appartenente ad una setta rivale.
Così il debito però non venne annullato, ma passò direttamente al figlio che allora aveva solo 3 anni ma che era rimasto al corrente del debito grazie alla madre.
E i Parks adottarono una bambina, destinata a saldare il debito col figlio del divoratore che 18 anni prima stava per prosciugare loro l’anima.

E si ritrova lì, in mezzo, a terra, su una strada che non conosce,
in un posto che non conosce e in cui non conosce nessuno,
nè tanto meno nessuno conosce lei.
Incoraggiante come cosa, assolutamente.

Lei è una ragazza qualunque, non ha nulla di speciale… A lei non è mai piaciuto stare al centro dell’attenzione, qualche volta le capitava anche di trascurarsi per questa sua mania di starsene fuori da tutto e da tutti. Eppure non è per niente una brutta ragazza, anzi. La pelle è chiara, il viso caratterizzato da dolci lineamenti, snella, non eccessivamente alta, occhi castano scuri, quasi neri, i capelli anch'essi leggermente ramati.
Ed è quella stessa ragazza che adesso si trova per terra, con una gamba dolorante per la botta presa, in mezzo alla strada deserta di quella città.
Quando l’hanno spinta fuori dalla porta, si è fatta male, ecco perché la gamba le pulsa un po’ per il dolore.
Si rialza anche se un po’ a fatica, poggia una mano sul ginocchio, una volta in piedi, e comprende che è proprio quello a farle molto male.
Erano passati svariati minuti da quando i signori Parks le avevano chiuso la porta in faccia buttandola in strada, e non c’erano più segni di vita da quella abitazione. Nella vana attesa che magari le riaprissero la porta dicendole che era tutto uno scherzo, si era guardata intorno notando che comunque l’aspetto era di una normalissima città, forse terribilmente deserta per quell'ora, subito dopo il tramonto del sole.
Non appena si rimette in piedi, decide una direzione da prendere, tanto non sarebbe cambiato nulla spaesata come si ritrova, e inizia a seguirla notando che man mano le luci delle case si spegnono, eppure il tramonto era passato da veramente poco tempo, non aveva senso spegnere le luci, non era orario per andare a dormire ancora, cioè troppo presto!
Eppure nessuno usciva da casa e le luci si spegnevano.
Ad un certo punto un’ombra arriva di fronte a lei nella sua direzione, guarda quell’ombra con fare guardingo, sperando che non fosse qualcuno pronto a farle del male. Se era vero quello che le avevano detto i suoi presunti genitori, allora doveva trovarsi di fronte ad un altro dimidioblablabla.
Avevano ragione comunque: l’aspetto è quello umano. La persona le si avvicina:
- E tu che ci fai qua in mezzo? Fila subito a casa!
Lei non può che guardarlo sbigottita – Ma… Perché?
- Come non lo sai? È a quest’ora che iniziano a girare…loro…
- MA LORO CHI PER LA MISERIA? – il tono della ragazza inizia ad essere esasperato, tutte quelle storie assurde nel giro di trenta minuti cominciano ad irritarla notevolmente
- Non sai nulla? Impossibile… Oh no, non mi dire che tu sei una u…ma…- la tensione cresce nella voce del passante fino a trasformarsi in un urlo – NAAAAAAAAAAAAAAA – e una indegna corsa a gambe levate sotto lo sguardo a dir poco sconcertato della diciottenne.
Praticamente adesso Lins si trova punto a capo, di nuovo sola lì in mezzo ad una strada ma stravolta e con un dubbio in più. Che cosa c’era che spaventava così tanto quella persona, se persona si può definire?
Perché è scappata da lei quando ha capito che è umana?
Con queste domande sceglie una direzione da prendere anche se nel frattempo inizia a calar la sera. D'altronde che può fare la in mezzo?
Magari potrebbe scoprire qualcosa…
Sempre meglio che rimanere lì senza risolvere nulla.
Detto questo, la ragazza decide di incamminarsi in una direzione, mentre il buio cala e le luci delle case si spengono a catena lasciando spazio al buio della notte.

 

 

 

 

 

Ok, avevo detto che il secondo capitolo sarebbe arrivato in serata
ma ho deciso di postarlo ora, cambio idea abbastanza velocemente xD
Anche perchè era completo già ieri
ma non ho intenzione di correre troppo
Perciò ve la somministrerò (?) a pezzi più o meno piccoli
Anche perchè trovo stancanti dei capitoli troppo lunghi xDDD
Allora iniziamo col dire che veramente non so come ringraziare
chi ha recensito,
chi l'ha messa nelle seguite
e chi l'ha messa nelle preferite
Veramente grazie a tutti <3
E poi devo picchiare C Sama .re
Cioè ma come ti è venuto in mente di mettere
i bannerini delle mie storie nella tua per farmi pubblicità???
Ti rendi conto che così.... piango?!?!
Non posso fare nient'altro che ricambiare, bella <3
Ecco questa qui è la sua FF

Se volete la pubblicità della vostra fic contattatemi in caso :)
Riguardo al capitolo, mi ero dimenticata di precisare che la storia
è proiettata nel futuro e precisamente nel 2093, come scritto nel primo capitolo.
In questo capitolo ho voluto precisare un paio di cosine
che poi sono la base che rende possibile questa storia.
Il prossimo capitolo, che pubblicherò domani credo,
Vi farà maggiore luce sull'altra creatura che ho citato qui:
il Divoratore di Anime.
Questa è la seconda creatura che credo sia anch'essa di mia invenzione.
Come per i dimidio-animo, se la sto spacciando per mia creazione
e invece ne esiste già un'altra uguale, scusatemi ma no ne ero a conoscenza .-.
Detto questo, spero che anche questo secondo capitolo vi piaccia :)
Non adoro essere ambiziosa ma credo che questa storia non sarà mai scontata,
a me le cose troppo scontate non piacciono. Spero di riuscire a sorprendervi.
Fatevi sentire (e recensite/preferite/ricordate/seguite/leggete <3)
Keep in Touch
theSweetestPartOfMe_1D

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


 

In questo secondo mondo, come pare essere ben chiaro, i Divoratori di anime sono delle creature molto temute per il semplice fatto che hanno la capacità di sottrarre la vita come niente.
Ma per loro, uccidere vuol dire sopravvivere perché senza anime, loro iniziano a perdere le forze fino a non avere più linfa vitale a sufficienza.
Una volta che la linfa vitale che hanno dentro di loro termina, si dissolvono come sabbia spostata via da una folata di vento, per poi sparire, e non tornare più.
Per scampare questa morte, procurano la morte agli altri.
L’unica soluzione che può mettere fine a questo è proprio un’anima umana: con un’anima umana il divoratore diventa un umano completo, mettendo fine a quel supplizio di morte e distruzione che si porta dietro da quando è nato, pur di vedere ancora la luce.
Spesso i divoratori però agiscono nel buio.
Un perché in sé per sé non ci sta ma preferiscono uccidere lontano dagli occhi di tutti.
Non esiste un solo modo per privare dell’anima un essere. In base al modo in cui sottraggono via l’anima, si dividono in sette.
In una, che poi è quella più popolare, i divoratori aspirano l’anima con la bocca, in un'altra con il naso come se stessero sentendo l’odore di un profumo celestiale; poi ce ne sta una terza meno popolare rispetto alle altre due in cui l’anima viene estratta con lo sguardo, gli occhi cambiano colore e quando raggiungono il colore rosso sangue, l’anima entra in possesso del suo divoratore.
L’ultima invece è molto rara ma è rinomata per la sua grande potenza nella società di quel mondo in cui l’anima viene strappata dal petto della vittima; senza contare il loro grande potere. Quest’ultima setta ha anche la possibilità di scegliere se donare una morte veloce e indolore o di aver quella grande dose di sadismo che porta loro a far soffrire le persone, per loro è possibile visto che strappano l’anima con un gesto della mano: l’avvicinano all’altezza del cuore e come se avessero afferrato qualcosa, tirano questa cosa dal petto della vittima.
L’anima prende la forma di una piccola nuvoletta traslucida e glitterata di azzurro che man mano va a dissolversi dentro tutto il corpo del divoratore, donandogli un attimo di lieve luminescenza, per poi far tornare tutto alla normalità.
Spesso tra le varie sette capitano anche dei conflitti per la supremazia in un territorio o per contendersi un’anima, può anche capitare tra divoratori della stessa setta, ma questo secondo caso non accade di sovente quanto il primo.
Fu proprio in una di queste guerre tra sette rivali che il Capo della Quarta Setta morì, cedendo il posto al suo erede primogenito.

A tre anni è diventato parte di qualcosa più grande di lui
Sin da piccolo è stato predestinato a ricevere l’eredità del padre
Ora controlla una gran parte di quel mondo ed è capo di una setta molto potente
Oltre ad avere un vecchio debito da saldare

È appena calato il sole in quella ormai deserta città. Tutti i dimidio-animo si sono giustamente rintanati nelle proprie case sperando che i divoratori non gli vadano a prendere.
Loro non vanno sempre a caccia di anime però una volta ogni tanto ci vuole perché rischierebbero di mettere in gioco la loro vita.
Quando la Quarta Setta se ne va in giro, spesso le altre se ne stanno in disparte conoscendo la potenza di cui sono in possesso i membri. Quella sera era la Quarta Setta a girovagare per la strada, e stavolta per un motivo ben preciso.
Oggi stranamente lui ha deciso di andare in giro senza la sua solita combriccola, ma perché era arrivato il momento che tanto attendeva.
Camminava per la strada a passo svelto, con le mani nelle tasche della giacca nera, visto il freddo che, per una sera di inverno come questa, è più che comprensibile.
I suoi occhi azzurri cercavano qualcosa, indubbiamente, in particolar modo lo si vedeva analizzare ogni singola facciata della case alle quali passava accanto.
Era diretto verso una casa in particolare. Aveva saputo del ritorno dei Parks in città perciò decise di andare a far loro una visitina.
Trovò la casa quasi subito e si diresse senza indugio.
Aprì il cancelletto e raggiunse la porta per poi educatamente suonare il campanello, nelle sue vene sentiva già scorrere la vitalità dell’anima umana che stava per ricevere.
La porta di casa però non voleva aprirsi. E suonò di nuovo.
Dietro allo spioncino c’erano due signori Parks abbastanza preoccupati alla vista di quel ragazzo.
Non sapevano se aprire o meno, non era sicuro fidarsi di un divoratore, specialmente se si tratta di uno della Quarta Setta con il quale si ha un debito risalente a molti anni prima.
Ma loro erano apposto, l’anima umana l’avevano portata, perciò aprirono la porta…
E davanti alla porta si trovarono lui, Louis William Tomlinson, l’attuale capo della Quarta Setta non che l’uomo al quale dovevano l’anima umana.
Vedere la figura di quel ragazzo davanti alla loro porta fece uno strano effetto considerando che l’ultima volta che l’avevano visto aveva solo tre anni.
Era un tipo schietto che in questi casi non parla mai con mezzi termini; si poggia con la spalla destra al pilastro della porta e li guarda con uno sguardo neutro senza dare troppa importanza. Non saluta neanche, lui arriva direttamente al dunque.
- Oh bene, miei cari signori Parks… Vi siete goduti ben diciotto anni di calma e tranquillità ah? Si da il caso che questa mia visita non è per niente casuale… E voi mi intendete.
Loro annuivano come due cagnolini, fu il marito a prendere parola
- Abbiamo la vostra anima
- Oh che bravi ma… - fa finta di guardare dentro la loro casa e aggiunge – dove sta? Io non la vedo…
- Ve l’abbiamo mandata in strada poco fa, affinchè voi la possiate trovare senza scomodarvi di suonare alla nostra porta.
- Lo spero per voi ma sappiate che la prossima volta non verrò per una caccia al tesoro…
Si volta di spalle e inizia ad allontanarsi dall’uscio mentre continua a parlare
-…nel caso la vostra presunta anima non dovesse capitare nelle mie mani nel minor tempo possibile.
Detto questo i signori Parks degluttirono e si chiusero la porta alle spalle mentre invece Louis raggiunse il centro della strada.
Decise di andare nella direzione opposta dalla quale è venuto, la sua anima doveva essere per forza andata di là, se fosse stato il contrario l’avrebbe già trovata prima, e la presenza di un’anima umana non può assolutamente passare inosservata.

 

 

 

 

 

Terzo capitolo e sono al terzo giorno xD
Lo so, sto aggiornando velocissima
ma non fateci troppo l'abitudine, poi calerò il ritmo.
Questi primi tre capitoli servivano
a darvi un'idea chiara sulla situazione che si è creata
e su come funziona la vita nel secondo mondo.
Se non sono abbastanza chiara, recensite con il vostro dubbio,
vi risponderò prontamente <3
Spero che recensiate un pò di più nei prossimi capitoli
siete ancora pochine v.v
Comunque adesso basta presentazioni, dal prossimo capitolo
si inizia a fare sul serio (?)
Spero solo che anche questo vi sia piaciuto e...
ebbene si, Louis è il nostro Divoratore di anime.
Infatti non so se avete notato ma ho aggiunto alle note
che è anche una OOC perchè per il tipo di personaggio
ci vedevo benissimo Louis come aspetto fisico però,
il suo carattere, per come l'ho sempre conosciuto/pensato io,
non centra molto v.v
Per il resto non credo ci sia molto altro da precisare
su questo capitolo.
Louis = Divoratore di anime.... mmmh *trollface*
Beh vi lascio a questo terzo capitolo
e vado a scrivere il prossimo
Spero che questo vi ispiri (?) più recensioni *w*
Keep in Touch
theSweetestPartOfMe_1D

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


 

Camminava da sola per strada
Praticamente una ragazza abbandonata al suo destino
Ad un destino che le era già stato segnato
Ma del quale lei ignorava l’esistenza

La povera Lins si trova in questa strada deserta, da sola, ormai la luce del tramonto non esiste più, ha lasciato tutto lo spazio al buio della notte e alla fioca luce delle stelle che ne punteggiano il manto nero.
E le case ormai sono tutte spente, non c’è traccia di vita. Molto strano, indubbiamente.
Le baskets della diciottenne seguono la striscia bianca che divide a metà la strada, gli occhi scuri invece guardano a destra e sinistra nella ricerca di qualcosa.
Non sa neanche cosa abbia intenzione di cercare ma sicuramente deve essere qualcosa che possa aiutarla a capirci di più, almeno. Non sopravvivrebbe a lungo in quelle condizioni. Ha bisogno di trovare una casa, qualcosa da mangiare…
Ma mica è facile in un posto che non conosci soprattutto se è veramente un mondo parallelo a quello in cui ha sempre vissuto.
- Ma dico io? Perché a me? Ma pfffff
Mentre cammina con un passo quasi trascinato dallo sconforto che ha in quel momento, continua a lagnarsi mugugnando tra sé e sé, come se questo potesse veramente portarla indietro.
D'altronde è quasi mezz’ora che cammina su quella strada noiosamente dritta, non ha visto incroci, curve, traverse, nulla. Solo una strada lunga con case quasi tutte uguali ad ambo i lati.
A rifletterci bene, le fa quasi impressione quel posto.
Poi ad un certo punto si blocca. È…Musica!
Lei sente della musica in lontananza. Non sa perché ma inizia a correre verso la fonte del suono; se ci sta musica, probabilmente ci stanno anche delle persone lì. Più va avanti, più la musica diventa vicina e più la speranza nella ragazza inizia ad accendersi. Fino a quando finalmente vede un’insegna, l’unica cosa illuminata in mezzo a quella città deserta.
Certo, non è proprio il più invitante dei posti: l’insegna è leggermente pendente a destra e non è tutta ben illuminata; l’entrata, vista da fuori, non sembra affatto ben curata. Ma dentro sente delle grida entusiaste e delle risa: c’è qualcuno lì dentro. Incoraggiata dalla cosa, decide di entrare a passo svelto nel locale.
Sembrava di più un pub di quelli logori girato a discoteca.
E c’erano tantissime persone che se la spassavano ballando sfrenate. Peccato che una persona davanti a lei strabuzzò gli occhi chiamando il vicino, e questa reazione si diffuse a macchia d’olio. Persino il dj abbassò la musica fino a farla cessare del tutto, si tolse le cuffie dalle orecchie.
Linsday, in tutto questo, è situata al centro di quella che dovrebbe essere la pista da ballo. E tutti si sono allontanati da lei. Prova ad odorarsi la maglietta nel caso puzzasse ma non è quello, il suo deodorante profuma tutt’ora. E allora perché l’hanno praticamente… accerchiata?
- Heeem…Ciao?
In teoria quello della diciottenne sarebbe un saluto, ma nessuno lo ricambia. Lo sguardo delle varie persone all’interno del pub inizia ad illuminarsi e sui volti si disegnano dei piccoli ghigni.
Finalmente uno di quei tizi si degna a parlare spezzando quel silenzio inquietante e imbarazzante allo stesso tempo.
- Lo sapete che lei è mia vero?
Ma dopo questa voce iniziano ad aggiungersene altre a catena.
- Tua? Ma scherzi? L’ho vista io per primo!
Due iniziano a litigare e questa situazione va replicandosi trasformandosi in una specie di rissa.
Chiaramente non tutti litigano tra di loro, qualcuno opta di dirigersi direttamente all’obbiettivo. Infatti Lins viene travolta da un sacco di quelle persone, forse sbatte la testa a terra ma si da il caso che da quel momento in poi le sembra di avere la vista annebbiata.

D'improvviso la vista le torna di nuovo però insieme ad un forte mal di testa. Si sente rintontita, e il ginocchio le fa ancora più male. Il tutto però è accompagnato da un piacevole tepore, aprendo gli occhi si accorge di trovarsi in delle coperte che, per giunta, profumano di lavanda.
Ok, non ha la più pallida idea di dove si trovi anche perché è certa che la sera prima non si trovasse in un letto. O magari è il suo stesso, quello a casa sua a Leadhills e tutto quello che ha visto era semplicemente un brutto sogno. Uhm… No, il ginocchio le fa davvero male e le sue coperte non hanno mai profumato così bene di lavanda.
Sposta gli occhi di lato e vede un pezzetto della stanza in cui si trova: non è casa sua, poco ma sicuro.
Prima di capire dove si trova però, cerca di capire bene cosa le fosse successo la sera prima…
Era per strada e aveva sentito della musica, ne è più che certa, e sa anche di essersi diretta verso quella musica ritrovandosi dentro ad un pub/discoteca. E ricorda anche di essere stata assalita da tantissime persone. E in quel momento le si annebbiò la vista ma sa benissimo che non aveva perso conoscenza e quindi poteva benissimo risalire con i suoi stessi ricordi a cosa è successo.
Spreme le meningi e inizia a far raffiorare qualche particolare in più. Ricorda che poi ad un certo punto tutto il peso di quei corpi è svanito e che uno di quelli però cercava di trascinarla via. E ricorda anche che quel qualcuno ha fatto un gemito, come se gli fosse stato dato un bel pugno nello stomaco, prima che la lasciasse di nuovo per terra.
In quel momento non capisce chi o cosa fosse riuscito a farli stare tutti alla larga da lei vista la foga che avevano nei suoi confronti pochi attimi prima.
E poi le ritorna in mente un dettaglio, sicuramente non poco rilevante: questa volta però si tratta di una voce, una voce dal tono fermo e autoritario, una voce che ha recitato le seguenti parole
- Sparite e non affannatevi troppo perché lei è mia.
Ancora non riesce a capire come quelle parole abbiano potuto placare quegli animi infuocati.
Decide di mettersi seduta sul letto, con il cuscino poggiato dietro alla schiena, per issarsi fa leva con il ginocchio, quello che le fa male.
- Aih! – geme quasi come un sussurro.
- Pensa a riposarti.
La voce proviene da un’altra figura che se ne sta affacciata alla finestrona posta di fronte al letto, a circa tre metri dai suoi piedi.
Nota però come prima cosa quanto sia bella la camera in cui si trova.
Oh no, non può essere affatto casa sua. Lo stile è semplice ed estremamente moderno, tutto fin troppo bianco ma così bianco da essere bello, da un’idea di candido e puro, un’idea di libertà e freschezza. È rimasta incantata da quella camera e da quel letto tremendamente comodo…
Poi finalmente si accorge della figura che ha di fronte a sé.
È un ragazzo vestito in modo abbastanza scuro: jeans neri stretti, delle scarpe in cuoio nere e una giacca che arriva poco più sotto della vita, anch’essa rigorosamente nera. E il ragazzo se ne stava con le mani nelle tasche dei jeans, creando delle pieghette sulla giacca lasciata aperta in modo che potesse pendere lungo i suoi fianchi. Il volto, nonostante la distanza, non le è difficile da scorgere; forse non coglie i minimi particolari ma nota che è indubbiamente… bello; i cui lineamenti sono illuminati dalla luce del sole. E capisce che ha gli occhi chiari per come la luce ci si riflette dentro, facendoli diventare quasi bianchi vista già la limpidezza e la chiarezza naturale.
- Scusa ma… Mi puoi spiegare chi sei? E soprattutto, dove mi trovo?
- Sei mia ospite. Sappi che non è stata una bella trovata imbucarsi ad una festicciola animata dai membri della Seconda Setta
- Eh, me ne sono accorta… - aggiunge ignorando quasi del tutto il fatto che fosse di una Setta; non per altro ma no ne saprebbe cogliere il significato, ancora.
- E comunque non ti conviene sapere chi sono…
Detto questo disegnerebbe un piccolo sorrisetto malizioso sulla faccia, il volto rivolto ancora verso la finestra, prima di uscire dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
- Pfff, di grande aiuto, certo…
Aggiunge la diciottenne prima di ributtarsi sotto alle coperte tra le braccia di Morfeo.

 

 

 

 

 

Quarto capitolo... Bene...
Non ero convinta di postarlo oggi
considerando che l'ho appena finito di scrivere...
Ma temo che il quinto non arriverà domani, nono v.v
Comunque siete diminuite belle .-.
Fatemi sentire il vostro calore (?) e sopratutto la vostra opinione
Recensite e non lasciate che a farlo siano solo le mie appassionate lettrici èé
Vi amo care <3
Anche perchè per me sono molto importanti i vostri pareri,
mi date un motivo in più per portare questa fic fino alla fine.
Anche perchè ho tante, tantissime idee e mi dispiacerebbe non riuscire
a condividerle con voi :(
Quindi non lasciatemi sola
Attendo vostre recensioni e pareri **
Per quanto riguarda il capitolo non credo ci sia molto da sottolineare
tranne che Linsday non sa nulla sui Divoratori, quasi ne ignora l'esistenza
e poi beh, abbiamo capito tutte chi è quello alla finestra vero? *dead*
Che dire, per il resto, le solite cose..
Se avete dubbi, recensite e io vi risponderò prontamente
NON ABBANDONATEMI (:
Keep in Touch
theSweetestPartOfMe_1D

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


 

Un luogo che non conosci
Delle persone delle quali non sai nulla
Un posto a te estraneo
Una vita che non fa parte di te

La finestra di quella camera è maledettamente grande visto il soffitto altissimo. Ed essendo così grande si può immaginare quanta luce riesca a penetrare all’interno della camera.
Diciamo che è quanto basta da svegliare la ragazza sin dalle prime luci del mattino. E non ci sta nessuno che le apra e le chiuda le tende quando ce n’è bisogno, o almeno così sembra.
La ragazza si copre gli occhi con il braccio non appena la luce inizia a farsi più forte, si mette seduta sul letto, il ginocchio protesta a quel movimento regalandole una fitta di disappunto. La reazione di Lins è una piccola smorfia di dolore.
Si sposta le coperte fino a farle arrivare a metà coscia, le spinge ancora un po’ fino a scoprirsi del tutto e scende dal letto.
A passi lenti, sulle fredde piastrelle panna che ricoprono il pavimento, si dirige verso la finestra.
Più o meno in quel punto si trovava la figura di ieri, perché lei se la ricorda, come ricorda anche che di quella figura non sa nient’altro che è il proprietario di quella casa. Probabilmente è una casa gigante vista già la dimensione della camera in cui si trova la ragazza.
Guarda fuori dalla finestra con le sue iridi color cioccolato e nota che non c’è nulla di interessante fuori, si vede semplicemente la strada, forse è addirittura sempre quella stessa strada, quell’interminabile strada dritta senza traverse, curve o incroci.
Sposta lo sguardo all’interno per notare il mobilio di cui è dotato la camera: un letto, un grande armadio, un baule ai piedi del letto, qualche piccolo quadro con raffigurati paesaggi in bianco e nero, una scrivania incassata ad una libreria, due sedie e…
I suoi vestiti sulla spalliera della sedia!
Si guarda le gambe e si tocca il petto con entrambe le mani constatando di trovarsi in intimo. Si fionda sui suoi vestiti per volerli rimettere ma poi si blocca, lanciando un’occhiatina all'armadio.
Forse dare una sbirciatina è più che lecito…
Però deve vestirsi alla svelta perché inizia a sentire un certo fresco, più che comprensibile visto che ha appena lasciato il tepore delle coperte. I suoi passi non producono alcun rumore dentro quella stanza vuota, tutto quel bianco inizia a inquietarla.
A prima impressione le era parsa bella ma si è resa conto che invece quella stanza esprime un non so che di desolazione. Decide di aprire l’armadio con un po’ di esitazione, avendo la sensazione di trovare il vuoto.
Apre entrambe le ante scorrevoli con talmente tanta forza che le fa sbattere e…
Come immaginava, un armadio vuoto, dentro solo due grucce senza vestiti, appese lì.
Con un’evidente espressione di delusione, richiude l’armadio, piano e con garbo, per riavviarsi verso la sedia dove stanno i suoi vestiti.
Li guarda con disgusto però: sono lerci di brutto, fanno proprio schifo.
Solo che non riesce a capire come abbiano fatto a conciarsi in quel modo.
Ah si, forse quando quello lì la stava trascinando per portarla chissà dove pochi secondi prima che quella voce la conducesse nel posto dove si trova ora. Ammazza che giro! Con una smorfia, li butta nuovamente sulla sedia, forse in intimo sta meglio…
E se dovesse tornare lui? E poi… Chi le aveva tolto i vestiti?
Sbianca all’idea che potesse essere stato quello stesso ragazzo della finestra ma, basta filmetti mentali, il ginocchio protesta imperterrito così decide di andarsene di nuovo nel letto.
Poi però non appena sente delle voci, maschili, dietro la sua porta, subito se ne ritorna nelle coperte, quasi con un balzo, pentendosene amaramente.
Fa finta di dormire, nel caso entrassero… Però gli ascolta eccome!
Il tono del primo era piuttosto acceso.
- Cazzo Louis, hai un’anima umana e ancora non te la sei presa??? Ma sai cosa vuol dire non essere costretto ad uccidere? Essere un divoratore senza la paura di morire? Ma ti sei fuso il cervello o cosa?
- Non urlare. Sta dormendo.
- Dormendo?? Cioè, pff… E ti prendi pure cura delle tue vittime ora? Dov’è finito quel mio migliore amico, quello che conosco io? Quello che si sceglieva le vittime, le abbindolava, le usava e poi le uccideva?
- Ma che pensi? Non sta in piena forma, si è trovata in mezzo a un branco di idioti della Seconda Setta, aspetto che si riprenda… E a maggior ragione, voglio godermela al meglio
- Aaaaah, ora si capisce tutto! Mi hai fatto prendere un colpo! Credevo ti fossi bevuto il cervello…
Man mano le voci andavo allontanandosi dalla porta della stanza, e la faccia di Linsday è tutto un programma. Praticamente lei è sconvolta dalle parola che ha sentito.
Usarla? Ma in che posto è andata a finire? Sta per prenderle un attacco isterico ma deve mantenere la calma, se lo impone.
Non può iniziare a frignare e ad abbandonarsi a disperazione varie ed eventuali, più che lecite vista la situazione.
Se ne sta rinchiusa dentro le coperte e fa un respiro profondo, socchiude gli occhi cercando di farsi venire un’idea.
Ma niente.
Uscire dalla porta? Sarebbe la cosa più logica se solo non fosse chiusa a chiave con due mandate, neanche fosse chissà che cosa preziosa. Beh effettivamente lo è, è lei che non lo sa.
Una via d’uscita, una via d’uscita…
Si alza di scatto dal letto buttando le coperte quasi in aria e schizza subito verso la finestra.
Potrebbe aprirla e uscire da lì, forse in intimo non è il caso ma adesso non importa, deve prima vedere se riesce ad aprirla.
Prende la maniglia ma è bloccata, cerca di girarla ma è troppo forte, o semplicemente è bloccata nonostante lei si auguri che non lo sia. Guarda in alto e vede che l’aria si cambia grazie ad un grande finestrone vicino al soffitto, praticamente impossibile da raggiungere, neanche salendo su di un mobile.
Sbuffa ma si riattacca alla maniglia della finestra tirando come una forsennata, ad ogni suo movimento i capelli ciondolano lungo le sue spalle e picchiettano sulla sua schiena.
La sua foga è talmente tanta da non accorgersi che la serratura della porta sta facendo i due scatti necessari ad aprirsi e che una figura si sta addentrando nella sua camera…

Solo quando la porta è aperta e la persona in questione fa il suo ingresso nella camera, Lins nota la sua presenza.
- Ma si può capire che cosa stai facendo?
Linsday si blocca immediatamente, evidentemente preoccupata dalla cosa. Gira lentamente lo sguardo convinta che si sarebbe ritrovato il ragazzo della finestra…
Invece la figura che le si presenta davanti è una donna, la figura di una donna con una divisa addosso. La diciottenne non risponde alla domanda della signora, troppo impegnata a passare lo sguardo abbastanza spaventato dalle sue mani che stavano tentando di forzare la finestra allo sguardo quasi inquisitorio della donna. Questa si chiude la porta alle spalle, e fa un giro di chiave, Lins ne sente lo scatto, e le chiavi tornano nella tasca del grembiule della donna. E sul volto di quest’ultima si dipinge un lieve sorriso mentre scuote la testa; l’animo di Lins invece si alleggerisce.
- Se stai tentando di scappare, sappi che è inutile…
Il tono della donna è stranamente rassicurante, tanto da far mollare a Lins la presa dalla maniglia della finestra e a farle prendere la decisione di avvicinarsi alla signora mentre inizia a sistemarle il letto.
La diciottenne si siede sopra al rigido baule ai piedi del letto, le braccia sono poggiate sulla ringhierina finale del medesimo e il mento sopra di esse mentre guarda i lineamenti della cameriera intenta a sistemare le coperte da lei scompigliate. È una donna giovane, lo nota dal fatto che la pelle sul viso è ancora liscia, è anche dotata di una discreta bellezza, una bellezza normale diciamo. Sicuramente la domestica si sente gli occhi della ragazza addosso, infatti ogni tanto anche lei le rivolge lo sguardo, abbozza anche un sorriso probabilmente di imbarazzo, per poi continuare a terminare il letto. Sta sistemando i cuscini quando le rivolge la parola con tono dolce, rompendo quell’imbarazzante silenzio che si era creato.
- Tu sei Linsday vero?
- Hem… S-si sono io… - la ragazza non nasconde il suo stupore.
Come fa quella donna a conoscere il suo nome?
- Io invece sono Marianne.
Una volta finito il letto, Marianne ci si siede e invita Linsday a fare lo stesso accanto a lei.
- Come mai ti trovi qui? – le chiede la diciottenne nel frattempo che la raggiunge sul letto appena sistemato.
- Diciamo che è curioso a dirsi ma… Ero la promessa sposa di Louis… - nota la perplessità nella faccia della ragazza - Non sai chi è? – a questo punto le scappa una piccola risatina – è il proprietario di questa casa ed è la stessa persona che ti ha portata qui.
- Aspetta aspetta ma perché fai la domestica? E poi perché portarmi qui?
- Ahahah una cosa alla volta ragazzina. Ero sua promessa sposa sin da piccola, appena sono nata lui aveva due anni e i nostri padri si accordarono. Poi il padre di Louis morì in uno scontro tra sette ma mio padre volle continuare comunque a mantenere il potere perché Louis è il capo della Quarta Setta ora e quindi sarebbe stato un partito più che migliore per me. Poi crescendo, Louis no ne voleva sapere e voleva prendersi la mia anima
- Quindi Louis, ovvero quello che mi ha portata qui è un di…di…uff non mi viene il nome!
- Divoratore di Anime. Lo sono anche io.
- Si quello! Ah, cosa?? Anche tu??? Non vorrai uccidermi no??
- Esatto. Ma no, non ho mica intenzione di ucciderti tranquilla. Se lo facessi, beh, mi giocherei la mia di anima. - poi cambia discorso tornando a quello precedente - Comunque una volta morto il padre pensava di poter fare quello che voleva mentre invece è stato continuamente costretto. Lui voleva uccidermi perché mi ostinavo a volerlo sposare; a me non importatava del suo titolo, lo amavo e di tutta risposta mi ha detto che se avevo cara la mia anima, dovevo servirlo. Ecco perché sono una domestica…
- E adesso provi ancora qualcosa per lui?
- Ah no cara, ci mancherebbe pure – le direbbe con un grandissimo sorriso sul volto.
La cosa che più impressiona Linsday è di come questa donna abbia preso la sua situazione: con il sorriso, magari non sincero, ma comunque col sorriso. Poi Marianne si alza dal letto e fa per andarsene ma Lins la fa fermare:
- Marianne! – piccola pausa – ma perché mi trovo qui?
- Lo vuoi proprio sapere?
La diciottenne, anche se preoccupata dalla risposta della donna, visto il suo tono quasi incupito, annuisce per farla continuare.
- Diciamo che ogni Divoratore di Anime, brama un’anima umana, soprattutto se si tratta di quella di una ragazza giovane e bella come te. Ah, questo tuo.
La donna sfila dalla tasca del grembiule uno scartuccio e lo lancia a Linsday
- Sono al cioccolato, spero ti piacciano e comunque, fossi in te mi metterei qualcosa addosso.
- Ah grazie… Ma di vestiti ho solo quelli lì… - e le indicherebbe quelli stracci sulla sedia
L’unica risposta della donna è un paio di spallucce prima di scomparire del tutto dietro la porta.
Linsday si lascia scappare un sospiro e si alza dal letto, dirigendosi verso la finestra mentre scruta il biscotto. Che sia una piccola arma letale per farla fuori prima? Si poggia alla finestra con la spalla destra e addenta il biscotto. Sa di cioccolato, non le ha fatto niente ed è per giunta buono.
Pensava che si sarebbe preoccupata di più del fatto che lui la volesse uccidere. Cioè sta chiusa in quella stanza e non ha una vita sociale visto che è sotto chiave, non sa in che mani è capitata, niente. Eppure se ne sta poggiata alla finestra con il biscotto in mano mentre ne assapora il dolce gusto al cioccolato dimenticatasi nuovamente di mettersi addosso un paio di vestiti.

 

 

 

 

 

Ok ecco il Quinto Capitolo!
Per cause di forza maggiore non sono riuscita ad aggiornare prima
ne tanto meno sono riuscita a trovare il tempo per scrivere
o almeno fino ad oggi xD
Riguardo a queste quattro paroline che ho appiccicato, che ne pensate?
Mi raccomando voglio sentire la vostra e...
state aumentando *w*
Vi adoro e siete magnifiche <3
Detto questo torniamo al capitolo...
Ho pensato di descrivere un pò la camera
e anche dare un'idea di come si senta la nostra protagonista ma...
Chi era l'altra voce che parlava con Louis?
Beh vi dico solo che nel prossimo capitolo avrete la risposta a questa domanda
E chi vi aspettavate dietro alla porta? Beh per Lins è stata la soluzione a dei suoi dubbi
e Marianne l'ha aiutata a capire che tipo è questo Louis. Ma Lins quando lo vedrà?
Eheheh
Adesso iniziano a cambiare le carte in tavola *w*
Se domani riesco a rintanarmi in casa, aggiorno
altrimenti sarà dopodomani
promessopromesso v.v
Recensite, seguite, preferite, ricordate
e leggete questa piccola creazione 
anche un pò per darle un senso :)
Keep in Touch ♥
LostInParadise
(ex theSweetestPartOfMe_1D)

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


 

Stare chiusa in quella camera le porta molta agonia; oggi, secondo giorno che si trova lì ha scoperto che la terza anta dell’armadio era un bagno, l’ha scoperto poco dopo che Marianne ha abbandonato la camera, e dopo che aveva terminato i biscotti al cioccolato.
Ormai cammina in intimo per la stanza, ha un totale rifiuto per quegli stracci che dovrebbero essere i suoi vestiti.
E va avanti così per giorni: Marianne che le porta qualcosa da mangiare e lei che fa avanti e dietro per la camera, migrando da finestra a letto, sente che prima o poi consumerà il pavimento a furia di camminarci. Le sue giornate ormai sono una noia assurda.
La sua fortuna è stata nell’aver trovato un blocchetto di fogli, una matita e un temperino dentro al cassettino della scrivania.
Adesso passa meno di un decimo del suo tempo a scribacchiare, un foglio ha deciso di tenerlo da parte per contare i giorni in cui rimane in quella camera o meglio, se ha capito bene, per contare i giorni alla sua morte.
Fino ad ora è arrivata a dieci: dieci giorni che sta chiusa in quell’incubo di bianca e squadrata monotonia.
Che poi Marianne non le parla più, non le parla da quando Lins le ha notato una fasciatura al braccio e un livido sulla guancia, da quando le aveva parlato di Louis il primo giorno. Le prende un certo senso di colpa, forse è stato quel fantomatico Louis a farle del male…
Che le avesse sentite parlare? Che lui la spiasse? E la stesse spiando anche ora? E tutti gli altri giorni?
La sua preoccupazione gira sul fatto che lei non utilizzasse altri vestiti al di fuori della biancheria, questione di pudore praticamente, ma tanto deve morire, non c’è bisogno di farsi tutti quei problemi; o almeno è questo quello che lei crede…
Ad un certo punto si apre la porta, Lins si gira ed è Marianne… con dei vestiti!
- Tieni.
E glieli lancia sul letto, poi si apposta davanti alla porta
- Sbrigati. Devo mostrarti la casa.
La faccia di Linsday ha un che di interrogativo ma visto che l’espressione di Marianne è tipica di una che non ha voglia di aspettare, la ragazza si infila velocemente nei vestiti, per quanto glielo possa permettere il ginocchio ancora un pochino dolorante.
Non le sembra vero indossare qualcosa che non sia biancheria.
Ha indosso una maglietta azzurra a maniche corte, perché la casa è ben riscaldata, e dei jeans che sono talmente stretti da mettere in risalto ogni sua curva. Pazzesco come un paio di jeans possa rendere attraente una ragazza.
Il colore azzurro della t-shirt le piace troppo e pare non voler smettere di compiacersi allo specchio ma la cameriera non transige, il suo sguardo agghiacciante squadra la diciottenne.
Lins capisce che è ora di andare così si allontana dallo specchio per seguire la domestica. Si aspettava una casa tutta bianca come la sua stanza invece no: era caratterizzata da colori caldi come panna, pesca, beige chiaro, tutti colori molti rilassanti alla vista, il beige le ricordava incredibilmente il cappuccino. Ed era una casa a due piani!
- Louis vuole che io ti mostri la casa, affinché tu ti possa ambientare. Mi ha anche detto di porti le sue scuse per la poca ospitalità e che ha intenzione di farsi perdonare…
Il tono di Marianne era molto distaccato, come se parlasse ad un’estranea. Sembrava una di quelle classiche cameriere che trovi nei film, con la puzza sotto il naso e che non ti degnano di uno sguardo.
Era successo qualcosa sicuramente, Marianne non era quella donna che adesso sta conducendo la diciottenne per la casa. Tale è lo stupore nella ragazza alla visione di quella sontuosa casa che quasi non ascolta le parole della donna.
- Oh ciao Marianne!
Da sotto le scale proviene una voce, era quella di un ricciolino
- Ciao Harry. Pronti per il viaggio?
- Si, stiamo aspettando Louis.
- Non vediamo l’ora di divertirci con qualche bella vittima
E gli altri due fanno un risolino compiaciuto alla parole del moretto alla sinistra del riccio.
Le due donne hanno finito di scendere le scale non appena Marianne spiega a Lins chi fossero quei tre tipi che l’avevano salutata.
Il riccio si chiama Harry, alla sua destra sta Liam e alla sinistra Zayn. Sono la combriccola di cui si fida Louis.
Ed ecco che il Louis in questione appare da quella che dovrebbe essere la cucina.
Saluta gli amici con delle pacche e poi regala un buongiorno alla nostra brunetta.
Linsday risponde un po’ titubante, era rimasta presa da quella concentrazione di bellezze in quel singolo metro cubo; non aveva mai visto quattro meraviglie tutte insieme.
- Marianne, fila subito a prendermi la valigia... per piacere.
Lei fa un veloce inchino e scatta su per le scale a prendere la valigia. Louis si avvicina a Lins.
- Mi spiace non essermi presentato meglio. Louis Tomlinson – aggiunge il ragazzo abbozzando un sorriso, troppo tirato per i gusti della brunetta, mentre le porge una mano. Lins lo guarda negli occhi; mamma che occhi…
- Linsday… mamma che…ah…ehm…P-Parks
Gli amichetti alle spalle sghignazzavano tra di loro per quanto la ragazza si stesse rendendo ridicola; non è rossa ma balbettava persa nel blu di quegli occhi.
Louis è impassibile, molla la mano della ragazza e indifferente si volta verso i suoi amici.
Nel frattempo Marianne è arrivata con la valigia e gliela poggia accanto, lui l’afferra.
- Vedi Marianne di non fare sciocchezze, tanto non vi ho lasciate da sole. Stiamo andando nella provincia della Prima Setta, giusto per cambiare aria.
- Per piacere evita di fare sciocchezze Louis.
- Non sei mia madre, Marianne. Pensa invece a evitarle te, le sciocchezze.
Detto questo Louis volta le spalle alle due donnine e si dirige verso la porta di casa con gli altri ragazzi. La apre e se la chiude alle spalle dirigendosi alla sua auto con la quale avrebbero affrontato il viaggio, indubbiamente in cerca di nuove dimidio-animo con le quali divertirsi.
- Idiota. – aggiunge Marianne quando praticamente Louis se n’è andato e lascia Lins lì in messo all’ingresso. Quando la diciottenne se ne accorge, la segue immediatamente.
- Sempre la solita. Il tuo amore per Louis non cambia mai ah?
Questa è una voce diversa, ancora Lins non l’aveva sentita.
- Oh mancavi proprio te all’appello – l’ironia della domestica pare non voglia passare inosservata – Lui è Niall Horan, il migliore amico di Louis Tomlinson.
Ed era quello che aveva sentito parlare dietro alla porta il primo giorno. Lins rabbrividisce per un attimo.
Mentre lui scende le scale per raggiungerle, lei non gli stacca gli occhi di dosso. Ecco che nel giro di cinque minuti e anche meno, le è apparsa una quinta meraviglia.
Quel ragazzo, biondo, degli occhi azzurri che, quando lui le si avvicina, lei riesce a notare ancora meglio. Poteva benissimo competere con gli occhi di Louis.
- Grazie Marianne – ha una voce incredibilmente bella, calda, dolce, rassicurante… Stringe anche la sua mano.
- Se vuoi posso mostrarti io la casa
Marianne scuote la testa con un segno di esasperazione.
- Ne sarei onorata, grazie.
La risposta di Lins è con un grandissimo sorriso, Niall risponde con un sorriso altrettanto caloroso ma con un pizzico di malizia.
Le poggia la mano dietro alla schiena, come per guidarla, e la conduce verso le altre stanze.
Marianne invece borbotta alle loro spalle dirigendosi in cucina.
Ogni stanza era magnifica, grande e ben arredata; questo Louis aveva gusto, e soprattutto soldi.
Nel piano di sotto ci stava l’ingresso, il salone, la sala da pranzo e la cucina collegata a quest’ultima. Poi arrivò il turno del piano di sopra.
- Ti faccio vedere la tua stanza.
Superano la porta dell’inquietante camera bianca dove Lins aveva vissuto i suoi primi dieci giorni lì per andare verso un’altra porta, anch’essa bianca. Con un battito di mani, Niall accende la luce della stanza.
Era enorme, stupenda: le pareti erano color pesca chiare con dipinta una fantasia di arabeschi in un color pesca più scuro. Lins ci si fionda dentro e scorre con un dito alcune curve di un arabesco, incantata, per poi girarsi ad ammirare il mobilio della stanza: una scrivania incassata anch’essa ad una libreria, un armadio a tre ante, un letto a baldacchino, un comodino, un tappeto ai piedi del letto, di fronte ad un baule, una finestra grandissima con delle tende color pesca e fuori dalla finestra, un balcone.
Apre l’armadio e lo trova pieno di vestiti per tutti i gusti, la terza anta invece è una scarpiera, anche ì trova scarpe per tutti gusti, tacchi e non, e tutte del suo numero!
Ok, strano che lo sapessero ma, fa niente, è tutto talmente pazzesco che lei non ci pensa.
Sulla scrivania ci sono tantissimi quadernetti, tutti colorati, anche una lampadina da studio; il lampadario è magnifico, con i faretti alogeni che producono una luce pazzesca.
Poi si lancia sul letto, reso morbidissimo dal materasso ad acqua. Però era particolarmente grande… E ci credo, stava su un matrimoniale!
Niall stava sulla porta poggiato al muro con la spalla destra e la guardava un sorrisino sulla faccia.
L’entusiasmo della ragazza si blocca lasciando spazio a un’espressione leggermente perplessa.
- Ma perché un letto matrimoniale? Cioè mi bastava anche una piazza e mezza ehh
- Per non lasciarti da sola. In caso tu voglia fuggire. Anche perché sappiamo che tu ci hai tentato
- Ah quindi dormirò con Marianne?
Niall risponde con un no, facendone il cenno con la testa
- Lei non è affidabile. Dormirai con Louis, quando sarà tornato; vuole tenerti d’occhio personalmente
- E quindi? – non nasconde la sua quasi evidente preoccupazione
- Dovrai accontentarti di me fino al suo ritorno
Lins grana gli occhi, non gli crede; si cimenta in una rumorosa risata, forse anche un po’ isterica.
Dormire con uno che la vuole uccidere o con il suo migliore amico, assurdo.
Anzi, lì tutto è assurdo.
Si sdraia sul letto continuando a contorcersi dalle risate mentre Niall, dalla porta, la guarda pensando che è veramente carina quando ride, anche se per finta.

You’ve got that smile,
That only heaven can make.
I pray to God everyday,
That you keep that smile.
[cit.] Next To You – Chris Brown ft Justin Bieber

 

 

 

 

 

Sesto Capitolo!
Finalmente sono riuscita a postarlo e, lo so,
mi merito una punizione per aver tardato così tanto.
(Recensite scrivendo quale punizione avete scelto per me, sono curiosa :P)
Giusto un paio di precisazioni prima di passare al capitolo:
il volto definitivo di Lins, che è quello di questo NUOVO banner
è la galleria di Deviant Art Pretty-As-A-Picture
e le scritte in corsivo finali, anche se l’ho già scritto,
sono prese dalla canzone Next To You di Chris Brown e Justin Bieber
e non fate smorfie solo perché ci sta Justin, la canzone è stupenda èé
Vi piace il nuovo bannerino??? *w*
Ditemi la vostra nella recensione u.u
Colgo l’occasione per rinnovare la mia disponibilità
Nel caso vi servisse una mano per creare il vostro personale bannerino
Chiedetemelo in una recensione o per messaggio privato,
non rifiuto le richieste di aiuto ;)
Ppppppppppppoi
ecco la sorpresina di questo capitolo!
Niall <3
Lui era la voce dietro alla porta sulla quale avete fantasticato tanto,
mi dispiace, non era Zayn >.<
E, nuovamente a sorpresa, ho voluto dare un piccolo spazietto anche agli altri ragazzi
Infatti ho modificato alcune caratteristiche delle storia
proprio per tutte queste sorprese *dead*
Che dire, recensite e continuate a seguirmi
Perché mi date un motivo in più per portarla fino alla fine
Oltre che a darle un senso.
Mi basta anche che scriviate due parole, se bella o brutta,
ma recensite! Per me è importante…
AAAAH, aggiungo che anche Marianne ha un volto
Solo che nel bannerino non riuscivo proprio ad infilarcela,
me lo rovinava (?)
In caso ,a nostra cara Marianne è Kaley Cuoco u.u
Beh spero vi sia piaciuto, o speravo più lungo ma… pazienza xD
Keep in Touch
LostInParadise

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


 

Il foglietto su cui segnava i giorni era rimasto nella stanza bianca, quella inquietante.
Pur volendo non poteva riprenderlo, la stanza era stata chiusa di nuovo a chiave, due mandate.
Era arrivata a dieci giorni, se lo ricorda benissimo. Bene, sommato a quelli che ha segnato sul foglietto nella nuova camera è arrivata a un totale di tredici giorni, ben tredici giorni.
Questo vuol dire che: sono passati già tre giorni da quando Louis è partito, sono passati tre giorni che sta in quella stanza magnifica, sono passati altri tre giorni in cui Marianne non le ha rivolto parola e sono tre giorni che puntualmente caccia Niall dalla sua camera nel rifiuto più totale di dormire con lui.
La cosa che la spaventa è il fatto che sia il migliore amico di Louis, quello che la vuole uccidere, da quel che ha capito, e quindi che cosa può impedire al biondo di ucciderla?
E poi, bisogna ammetterlo, se non fosse stato per Niall che ha assecondato questa sua richiesta, lui avrebbe aperto la porta senza problemi entrando e dormendo con lei.
Ma non l’ha fatto.
In quei tre giorni non è successo nulla di strano o particolare.
Marianne continuava a servirla con maggiore cura ma sempre con distacco, un distacco che è sembrato aumentare giorno dopo giorno, un distacco che Lins non si è saputa ancora spiegare.
Adesso lei sta seduta nella sua camera, la porta non è chiusa a chiave e le due ante della finestra sono spalancate facendo entrare luce e l’aria che smuove le tende color pesca.
Lei si trova alla scrivania con in mano un pastello rosa, intenta a disegnare cuoricini sul foglietto; ultimamente tutti i suoi disegni hanno come colore il rosa e trasmettono un certo senso di amore e gioia.
Poi sente due tocchi alla porta, qualcuno bussa e lei invita ad entrare. È Niall.
Linsday alza il viso dal foglio e gli sorride, lui fa lo stesso.
- Se vuoi sto cenando, sarei lieto che tu mi facessi compagnia.
- Oh... certo!
La ragazza si alza quasi subito dalla sedia, lasciando ricadere il pastello rosa sopra al foglio, la finestra aperta e le tende svolazzanti.
Niall le apre del tutto la porta e la lascia passare, a quel gesto Lins arrossisce, per fortuna che era già passata altrimenti il biondo avrebbe notato quel timido colorito sulle guance.
Linsday cammina davanti seguita dietro da Niall, scendono insieme le scale fino alla sala da pranzo, era ben apparecchiata; Lins non immaginava che Niall si coccolasse in quel modo ad ogni cena: il lungo tavolo era coperto da una finissima tovaglia bianca tutta ricamata all’uncinetto e aveva tutta l’aria di essere stata fatta a mano, i piccoli calici di vetro brillavano alla luce delle candelina profumate sparse sulla tavola. Il biondo l’accompagna fino al suo posto e la invita a sedersi.
Mentre Niall raggiunge il suo posto dall’altra parte del tavolo, a circa tre metri dalla brunetta, quest’ultima nota quante posate ci siano sulla tavola e si pone dei forti dubbi sull’utilità di quell’ingente numero di stoviglie sul tavolo, senza contare i tre piatti l’uno sopra l’altro, ognuno di dimensione diversa.
Lo sguardo leggermente perso della ragazza si punta su Niall alle parole di quest’ultimo, Lins è un po’ imbarazzata da tutto quel senso di insicurezza, in netto contrasto con la tranquillità del biondo.
- Buon Appetito Linsday – direbbe aggiungendo alla fine un sorriso.
Lins sorride a sua volta e risponde al ragazzo dagli occhi cielo nella stessa maniera.
Poi Marianne inizia a servire loro la cena con tutta la calma di questo modo ma con una netta freddezza nei confronti della brunetta, in assoluto contrasto con la cortesia nei confronti del biondo.
Quest’ultimo infatti lo nota ad un certo punto della cena ammonendola.
- Sii più cordiale Marianne, per piacere.
Ed ecco che Marianne divenne più cordiale ma con un sorriso falso in faccia che sembrava fosse stato messo su da un chirurgo poco esperto.


Il motore della sua auto sportiva era difficile che passasse inosservato.
Con il suo bolide nero sfrecciano lungo l’infinita strada asfaltata, quella terribilmente dritta, dentro la provincia della Prima Setta; giusto per cambiare zona, come avevano detto prima di partire.
Ormai sono tre giorni che i quattro sono in viaggio, Louis è alla guida ed è quindi lui a decidersi dove e quando fermarsi.
Per tutte le anime che si stanno prendendo in questi giorni, sono tutti quanti su di giri e carichi di un’energia assurda.
Sono… elettrizzati!
Come se una scarica di energia li avesse passati.
Sembrano un gruppo di ubriachi, senza contare che un po’ brilli lo sono, aggiungiamo l’euforia donata dall’ingente numero di anime che hanno fatto loro in quei giorni e abbiamo un gruppo di Divoratori della Quarta Setta in visibilio; quattro Divoratori della Setta più potente che danno di matto. Infatti i loro occhi sono luci e le guance leggermente rosate, senza contare che ridono sguaiatamente dentro alla macchina per cose che non hanno senso.
- Altra fermata, altro giro!
Annuncia trionfante Louis quando parcheggia la macchina per far scendere i ragazzi, pronti a divertirsi di nuovo con qualche altra ragazza per poi prenderla l’anima, l’ennesima vittima di quella loro gitarella.
Harry interviene
- Però Louis stavolta me la porto io in macchina
- No Harry, non rompere, la macchina è mia!
Ed ecco che fanno la loro entrata in un altro night club, uno dei vari locali che hanno girato in quei giorni. Loro non hanno problemi a trovare delle ragazza lì in mezzo visto che sono dannatamente belli, e non si discute come cosa.
Louis se ne trova una, la prende per mano e l’avvicina al banco per offrirle da bere; quando poi è abbastanza ubriaca da non essere legittima, le dice qualcosa ad un orecchio e se la tira con se fuori, verso la macchina.
Zayn pure ne ha trovata una, balla con lei e la tiene molte stretta a lui abbindolandola con degli sguardi che la fanno arrossire, le accarezza i capelli e continua a trascinarla per la pista da ballo.
Liam è andato dritto al punto trascinando la prima che gli capitava nel bagno dei maschi sparendo per un po’ immaginando che ciò che stia facendo nel bagno abbia poco di casto e puro.
Harry pure se ne trova una e ci balla con lei, solo che lui man mano la allontana dalla pista fino a spingerla contro un muro, le mani del riccio sono avide lungo il corpo della dimidio-animo, la distanza tra i loro copri è più che ravvicinata e si lasciano trasportare in una serie di baci senza amore ma solo lussuria.
Fino a quando poi Harry sente una presenza dietro di sé, quella stessa presenza che lo afferra per il giacchino e lo tira via dalla ragazza rimasta ancora vicino il muro in semi-estasi. Harry invece sbatte la schiena contro dei ragazzi che stavano ballando in pista, loro lo rimbalzano in avanti dicendogliene di tutti i colori dietro, il riccio non riesce bene a capire tutto un po’ perché stordito e un po’ per la musica ma un bel pugno lo sente eccome, un pugno dritto dritto in faccia e le parole di un uomo
- Quella è la mia anima perdente!
Harry stringe gli occhi dal dolore e si poggia una mano al naso, la allontana, sanguina…
Vede il suo sangue sulla mano e stringe quella stessa mano con rabbia, alza lo sguardo e squadra il suo attentatore: è un omone grande dalle larghe spalle, ben piazzato con dei bicipiti quanto la sua testa tipo, ma Harry si butta convinto suonandogli un pugno nello stomaco e poi un calcio nei gioielli di famiglia (?) notando che il pugno nella pancia non aveva dato l’effetto desiderato.
Forse lo stesso calcio non ha dato un effetto desiderato poiché l’omone guarda in faccia il ricco dagli occhi smeraldo con sguardo a dir poco assatanato nei suoi confronti.
- Io ti ammazzo stronzo! – gli griderebbe in faccia il tizio buttandosi con furia omicida e un pugno alzato contro Harry, sarà che il diciannovenne non era del tutto lucido ma il fatto che dovesse scappare l’ha appreso e anche in fretta; si asciuga frettolosamente il naso e si gira per uscire dal locale, peccato che l’altro sia stato più veloce di lui: il pugno alzato colpisce la schiena di Styles facendolo gemere dal dolore al colpo, sbatte ad un divanetto del locale e cade a terra.
L’unico che si era accorto della situazione era Zayn poiché ad un certo punto si era sentito spintonare, inizialmente non reagisce ma le persone si spostato tutte insieme all’improvviso spingendolo nuovamente e visto che ci stava giocando con quella dimidio animo, gli dava fastidio essere interrotto; e proprio per questo vuole andare a fargliela pagare a chiunque gli abbia dato fastidio.
Più precisamente è questa la sua convinzione fino a quando, riuscendo a passare, vede che c’è Harry a terra e un tipo sta per dargli dei calci nello stomaco mentre l’amico sta a terra, indifeso, con una smorfia di dolore dipinta sul viso sporco dal sangue. Zayn si fionda verso di lui e si mette al suo fianco alzandogli la test da terra, per vedere se respira o meno e il respiro ci sta, affannato ma ci sta.
- Idiota fermati! Non vedi che lo stai per uccidere?
- Me ne fotto, il tuo amico si stava rubando la mia anima!
E man mano che Zayn ribatteva, il tipo si scaldava ancora di più. In quel momento, come un angelo caduto dal cielo, Liam esce trotterellante dal bagno, risanato da una bella avventura tra i bagni della discoteca con un’anima in più nel corpo e un bel sorrisetto sulla faccia.
Chiaramente muta la sua espressione in una quasi sconcertata, sarà che sta evidentemente brillo e su di giri ma la testa ragiona comune; si avvicina immediatamente a Zayn e quell’altro, vedendo Harry in quelle condizioni si allarma ancora di più. Ma dov’era finito Louis?
- Susu calmatevi!
- Io non mi calmo! Quel sacco di merda voleva rubarmi l’anima!
- Rilassati! Sicuramente non lo sapeva. Su Zayn andiamo prima che Harry peggiori
Anche se con lamentele, Malik si lascia convincere da Payne a non curarsi più del tipo ma a pensare meglio ad Harry.
Insieme alzano l’amico e lo portano fuori dal locale, verso la macchina nera in cuoi Louis sta amoreggiando con la dimidio animo.
Loro aprono di scatto lo sportello
- Louis, dobbiamo tornare a casa. Subito!
- Ma vi pare il modo di interrompermi???
Zayn apre lo sportello posteriore e ci infila dentro Harry, Louis appena lo vede sbianca.
Guarda la ragazza, che inizia ad essere impaurita, e la fa fuori in un secondo: avvicina la sua mano al cuore della ragazza e strappa via l’anima di scatto; i suoi occhi si illuminano di luce bianca e la sua pelle diventa traslucida per quella frazione di secondo necessaria ad assorbire l’anima, poi spinge il cadavere fuori dalla macchina.
Louis ritiene che non sia il momento di imprecare a cielo aperto così attende che anche Liam e Zayn siano saliti in macchina per poi fare retro front, sfrecciando con la Spider nera verso casa.
Harry non è in buone condizioni, non parla ma respira, il sangue dal naso ha smesso di scendere però lui continua a tenere sul volto una smorfia di dolore, Zayn continua a controllarlo, Liam continua a raccontare a Louis cosa era accaduto mentre Louis continua a tenere il piede premuto forte sull’acceleratore così che l’auto continuasse a sfrecciare su quella lunga strada dritta, dovevano rifare la strada compiuta in tre giorni di viaggio nel minor tempo possibile; se avessero chiesto aiuto in quella provincia, come minimo gli avrebbero aiutati a soffrire di meno con una morte istantanea.

Tante volte commettiamo degli errori senza saperlo
Errori che possono costarci anche cari.
Poi ce ne sono altri errori,
Errori che vale la pena commettere

 

 

 

 

 

Lo ammetto, era ora! Settimo Capitolo!
Ci ho messo troppi giorni a scriverlo ma la scuola si avvicina e mi ero arretrata
Senza contare che sono gli ultimi giorni di vacanza e me li devo godere al meglio
Però sono riuscita a scrivere per voi <3
Lo ammetto, in realtà il motivo principale non è ciò che ho scritto sopra
Ho avuto un momento abbastanza lungo di assenza di ispirazione, mi ero trovata a un punto morto
In cui non sapevo cosa scrivere per andare avanti.
Il mio problema è quello di avere in mente già la fine di questa storia
Perciò la mia testa è maledettamente indirizzata alla fine della storia,
facendomi perdere la fantasia per scrivere gli intermezzi xD
Io non voglio farla finire subito questa FF u.u
Ora, occhi sul capitolo!
Com’è gentile Niall eh? Me lo immagino un gran cavaliere
Ma è tutto oro quello che luccica?
A questa domanda troverete la risposta nel prossimo capitolo ;)
Poi, come si è ben capito, il loro viaggetto è per cacciare delle anime in un’altra provincia
Il perché di questa scelta? Semplice, perché nella loro provincia sono conosciuti
Mentre invece nelle altre li conoscono di fama ma non di volto, ciò permette loro di divertirsi con le vittime.
Brutti schifosi, già…
Che poi la cosa bella è che gli altri Divoratori non riescono a sentire subito la loro presenza perché sono della Quarta Setta
E sempre per questo motivo, solo quelli della Quarta Setta avvertono immediatamente la presenza di un altro Divoratore
In modo da poterlo cacciare via.
Ecco perché non si sono accorti subito nella discoteca del fatto che fossero stranieri,
mi era sfuggito di sottolinearlo *dead*
Poi volevo puntualizzare una cosa, non è fondamentale ma…
Nella vita reale non sono scurrile e non mi piacciono le parolacce dette senza un motivo
Però nella storia ci vanno per il semplice fatto che si adattano al tipo di personaggio, senza contare che
Se ti trovi un Harry messo male davanti a te, sicuramente non ti viene da dire Oh Perdincibacco oppure Acciderbolina -.-“
Detto questo penso di poter anche sparire. Forse non è stato lunghissimo come capitolo
Ma attenzione, da ora in poi la situazione cambia ;)
Continuate a recensire, anche voi lettori silenziosi, si, dico proprio a voi
Perché non lasciate una recensioncina? *w*
Anche un semplice “Bella/Brutta” mi può bastare
È comunque importante per me ^^
Keep in Touch
LostInParadise

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


 

Quindici. Quindici giorni.
Ormai la ragazza li conta, li tiene tutti segnati su di un foglio, i giorni che passa in quel posto. Però da quando ha cambiato stanza è tutto diverso.
Si trova meglio, sta più a suo agio e Marianne la serve in tutto e per tutto.
E Niall è gentilissimo con lei.
Nella mattinata le ha chiesto se sarebbe voluta andare con lui ad una festa di gala e lei aveva anche accettato, ma poi il biondo stesso si è tirato indietro dimenticandosi che lei è un’umana e la sua protezione non poteva bastare, gliel’avrebbero rubata.
Chiaramente si è riservato dal dirglielo, le ha semplicemente rifilato la banale scusa che sono troppo snob e aveva cambiato idea sul da farsi.
La brunetta sta seduta sul comodo letto dal materasso ad acqua con la testa poggiata sulla mano, il gomito sul suo ginocchio mentre si guarda intorno cercando qualcosa da fare.
Volendo potrebbe scendere giù, al piano di sotto ma Marianne non è lieta della sua compagnia visto che in presenza di Niall torna nuovamente scorbutica, e Niall è troppo gentile, la mette in un imbarazzo assurdo e la cosa le da a dir poco fastidio.
Perciò deve inventarsi qualcosa da fare.
I vestiti che ha nell’armadio li ha già provati tutti, lo stesso per le scarpe. D'altronde con tutte quelle ore buttate che ha può anche permettersi di perdere tempo mettendo e togliendo vestiti; così ha anche avuto modo di scoprire che ci stanno delle cose veramente carine.
Comunque si da il caso che ora non ha la più pallida idea di cosa fare.
Le iridi cioccolato cercano nella stanza qualcosa da fare e l’unica cosa che trovano come possibilità è quell’ammasso di libri nella libreria, quella dentro alla quale ci sta incassata la scrivania e tutti i suoi disegni di sopra. Non ha molta voglia di leggere in realtà ma è l’unica cosa che le viene in mente. Anzi oggi non legge nulla, decide di dare una sbirciata a quali libri ci stanno, magari se ne trova uno che sembra interessante, può metterlo da parte e dargli un’occhiatina più avanti. Decide così di avvicinarsi alla libreria alzandosi da quel morbido materasso, incamminandosi verso l’altra parte della stanza muovendo dei passi sul grande tappeto con in dosso dei calzini bianchi.
Un volta arrivata davanti alla libreria, poggia le mani sui fianchi e la scruta libro per libro studiando sommariamente le copertine, quella più colorate l’hanno sempre attirata.
Ma stavolta no!
Sceglie alla fine il ripiano più alto e con le ditine scorre ogni libro guardandone i titoli: alcuni sono decisamente strani poi si imbatte in uno senza titolo, la incuriosisce, molto pure, lo sfila dai libri e vede che è un diario.
La curiosità la prende, e tanto pure ma prima di farsi prendere dall’entusiasmo memorizza la posizione in cui si trova il diario, non vuole combinare casini visto che lì si trova in una casa di potenziali assassini.
Dopo il ventunesimo libro da destra, ok, se lo ricorderà per forza.
Non si siede neanche, rimane lì in piedi perché sente dei rumori sulle scale, apre frettolosamente la prima pagina, vuole vedere la firma di chi è. Solitamente lei quando ha in mano un libro si ferma sulla copertina a osservarla, stavolta non l’è importato nulla, ha aperto la prima pagina e in fondo non c’è nome, gira l'altra facciata e in basso, a sinistra, ecco il nome.
Linsday sgrana gli occhi e sentendo i passi sempre più vicini chiude il diario e lo rimette a posto contando i libri con l’indice e posizionando il diario dopo il ventunesimo libro da destra.
Era Niall, apre la porta e la chiama, come al solito per la cena.
Linsday sorride, un po’ imbarazzata, ma sorride e segue Niall verso la sala da pranzo, ormai sa dove andare.
Si da il caso che non riesce ancora a crederci di avere tra le mani il diario segreto di Marianne.

Capita che da un giorno all'altro
tutti i colori diventino chiari e limpidi
Capita di sentirsi inebriati sempre dalla stessa visione
Come capita che queste sensasioni non siano dettate dal cuore

Niall’s POV
È così bella quando sorride.
Ora inizio a capire perché Louis non era convinto di ucciderla, temo che forse non ci riuscirei neanche io.
l’unica che mi preoccupa molto è Marianne, sempre così acida con Linsday, che sia gelosa per Louis? Non avrebbe senso perché ora Louis non c’è però il timore lo tengo comunque, lei sarebbe capace di tutto per ottenere ciò che vuole e se è Louis ciò che vuole, la vedo male, abbastanza.
Adesso ci stiamo dirigendo nella sala da pranzo come ormai facciamo ogni sera, lei cammina davanti a me. Indossa dei graziosi pantaloncini che le lasciano nude le gambe praticamente per intero, ha una carnagione così chiara…
E sono praticamente imbambolato dal movimento delle sue timide curve, l’ennesima volta che ne rimango imbambolato.
Che palle!
Louis non c’è e ancora non sono riuscito a giocarci un po’, lei è un’attrazione fisica troppo…troppo! Sarà che ha il fascino dell’umana?
Non me lo so spiegare, affatto; non è di una bellezza divina ma c’è qualcosa che la rende unicamente bella, bella nel suo genere.
Ci siamo seduti a tavola e abbiamo iniziato a mangiare, io ho controllato la domestica per tutto il tempo, come si nota il fatto che non possa vedere Linsday.
Ed è proprio per questo che l’ho tenuta sott’occhio per tutta la durata della cena e stanotte non ci sono santi, devo dormire nella stanza di Linsday.
Mentre bevo la zuppa penso a tutte le notti da quando c’è lei e a come le sto passando da quando le ho mostrato la sua stanza, lì non è chiusa a chiave, Marianne può entrare quando vuole e penso che l’unica cosa che desideri è farla fuori perché tanto ne ha il potere. E questo mi preoccupa, ormai molte delle mie notti sono principalmente insonni, rimango a fissare il soffitto pensando a lei e al fatto che se le accede qualcosa passo io i guai perché non c’ero a proteggerla.
Poi più tempo passa più è probabile che torni Louis e se non l’ho ascoltato sono guai grossi per me.
Devo recuperare il tempo perso e le promesse mancate.
Dopo cena come al solito la ragazza si è rintanata nella sua camera ma stavolta entrerò per il semplice fatto che Marianne mi preoccupa molto, la mia paura sta nel fatto che lei possa diventare aggressiva. Però entrerò solo quando lei starà già dormendo altrimenti sarà un disastro. Più che altro me la immagino che si mette ad urlarmi contro per non farmi entrare attirando ‘attenzione di Marianne, e voglio che le stia lontana il più possibile.
Ricapitando ora Linsday è andata dormire, Marianne sta iniziando a sistemare la tavola lanciandomi ogni tanto qualche occhiata e io che faccio ora? Beh alla fine decido di andare nel salone sul divano in pelle e una volta sdraiatomi sopra, accendo la televisione per vedere se ci sta qualcosa di interessante, qualcosa che occupi la prossima ora; tra un’ora più o meno dovrebbe aver preso sonno lei.
E in televisione non c’è nulla, passo praticamente mezz’ora del mio tempo a fare zapping tra tutte quelle centinaia di canali, quando ormai il giro è terminato, mi soffermo sul primo canale. Non so come abbia fatto a resistere un quarto d’ora sintonizzato su quella specie di film, si da il cosa che poco dopo non ce la facevo più. Ho preso il telecomando e spento la televisione. Magari con un po’ di fortuna lei sta già dormendo.
Nel frattempo Marianne aveva già spento tutte le luci superflue mentre aveva abbassato di intensità la luce del grande lampadario d’ingresso. Attraverso con decisione il salone e i gradini però prendo l’accorgimento di felpare i passi quando invece di andare verso la mia stanza, vado verso quella di Lins.
Spingo lentamente la porta con la mano, quest’ultima produce un leggero cigolio, abbastanza leggero da non provocare alcun effetto sul sonno della brunetta. Socchiudo la porta alle spalle, quanto basta da lasciar uscire uno spiraglietto di luce sul muro, poco lontano dal viso di lei.
La mia fortuna sta nel fatto che io conosca quella camera, così non c’è il rischio che possa sbattere da qualche parte e fare rumore, mi avvicino sempre di più al letto dove sta dormendo. Dorme tutta rannicchiata, con le ginocchia piegate e le braccia a livello del petto, le mani chiuse in due pugnetti, alcune ciocche di capelli oltre il viso.
Ora però ci sta un grosso, grossissimo problema, lei mi tenta e molto pure, soprattutto nel suo pigiama, se così lo si può definire perché è una semplice maglietta lunga a scavi, per il resto ci sta solo la sua biancheria intima.
E menomale che la stanza è in semibuio. Ok, faccio finta di non guardare.
Magari non sarebbe stata una cattiva idea continuare a dormire separati…
Oh Niall James Horan ma che dici??
“È un ordine di Louis, ricorda che anche se è il tuo migliore amico, è comunque il tuo superiore e lui ti ha dato un ordine.”
Ok, penso che mi sia riuscito ad auto convincere; nel frattempo mi sono diretto a piccoli passetti verso li letto e una volta arrivato accanto, poggio il ginocchio sul materasso. Non fa molto rumore, così lo rimetto giù, mi sfilo le scarpe e mi isso lentamente sul letto.
Ora sono steso sul letto accanto a lei, lei sta poggiata sul lato sinistro e io sul destro, praticamente le sto di fronte e la so osservando. Mi avvicino un pochino, ancora di più, non riesco a resisterle, a starle troppo lontano, e ora che la tengo vicina, che posso averla più vicina, non so resistere. Lei mi attrae, il suo corpo mi attrae, ogni cosa di lei attrae anche la minima molecola che è dentro di me.
Con la mancina le scosto i capelli da sopra il viso, è così tenera mentre dorme.
In quel momento mi accorgo di come anche le sue ciglia siano simbolo di perfezione, oh ma che dico!
Nella perfezione vedo lei, e basta. Non esiste perfezione all’infuori di lei. La sento parte di me anche se per lei non è lo stesso.
Accorcio ancora di più la distanza, tipo che ora sento le sue ginocchia sfiorare le mie gambe. E sento il suo volto vicino al mio, il mio respiro che si incrocia al suo. Ed è un’umana, una stupida umana…
Poi sussulto tutto d’un tratto, la porta d’ingresso ha sbattuto forte.
Eppure l’avevo chiusa.
Non indugio un attimo, mi alzo velocemente dal letto e vado verso la porta.
- MA CI STA QUALCUNO IN QUESTA CAZZO DI CASA??? NIAAALL!
Oddio, è Louis che sta gridando e non è un buon segno.
Solitamente stavano più tempo fuori, mi affaccio fuori e vedo i ragazzi sorreggere Harry, lui con sangue al naso e un colorito da fare invidia al più pallido in assoluto.
Sgrano gli occhi e inizio subito a scendere le scale correndo.
Nel frattempo è arrivata anche Marianne nella sua camicia da notte rosa confetto e tutti i capelli scompigliati. Anche se appena uscita dal mondo dei sogni si adopera subito e va a prendere qualcosa di dolce per Harry, sicuramente è stato un calo di zuccheri o debolezza.
Liam nel frattempo mi sta spiegando tutto l’accaduto, Zayn e Louis fanno da balia a Harry con l’aiuto di Marianne. E in tutto questo Linsday ha continuato a dormire.
Forse è meglio che sia stato così…

 

 

 

 

 

Uffa, volevo postarlo nel compleanno di Niall
e per questione di minuti non ce l'ho fatta
però per me è come se fosse ancora il suo compleanno
Comunque, ottavo capitolo!
Beh Linsday e il diario di Marianne
Sembra una sciocchezza ma più avanti avrà un suo significato...
Ok, la parte di Niall la trovo asdacgxfacgcxgas
Trooooppo caruccio lui *w*
Ed ecco che sul più bello (?)
Louis ha distrutto i piani xD
Altro non mi viene da aggiungere a riguardo.
Che dire ringrazio sempre chi recensisce e chi segue questa storia/mette nei preferiti
Vi lascio alla lettura e spero di rivederci presto
Keep in Touch
LostInParadise


Ah, dimenticavo un piccolo pensierino per il compleanno del mio secondo,
ma non meno importante, marito :) Enjoy

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***


 

Per tutta la notte che seguì dopo il loro arrivo, l’aria rimase gelida in casa, carica di tensione e preoccupazione.
Harry non sanguinava più ma la sua pelle era pallida, molto pallida, la testa pulsava forte, si sentiva il sangue come scorreva nelle vene sopra alle tempie.
Sul viso pallido non contrastava più il rossore del sangue, Marianne aveva provveduto a pulirne via ogni traccia e ormai non colava più dal naso, almeno una cosa si era sistemata.
I ragazzi erano tutti quanti preoccupati mentre Linsday stava dormendo, o almeno erano convinti che lei stesse dormendo visto che non era neanche scesa a vedere che cosa fosse successo. Cioè con tutte quelle grida era impossibile essere indifferenti.
Perciò erano rimasti tutti al piano di sotto, perché Lins, dormendo, non poteva fare nulla e poi ì c’era Harry, doveva per forza stare con lui.
Ma siamo sicuri che Linsday stesse dormendo?
Forse è il caso di tornare nella sua camera al piano di sopra, e anche andare un pochino indietro nel tempo, indietro di una manciata di minuti, indietro fino a quando Niall è entrato nella sua camera.
Lins si è accorta della sua presenza quando il biondo si è issato sul materasso smuovendolo; essendo un materasso ad acqua, ogni movimento è amplificato.
Lei però non apre gli occhi, continua a ‘dormire’ seguendo le mosse del ragazzo senza l’ausilio della vista.
Lui si stende e si avvicina a lei, inizia a batterle qualcosa nel petto, forse ansia o forse altro, ma si concentra il più possibile per sembrare tranquilla e naturale, altrimenti a lui non sarebbe bastato molto per sentire il suo respiro scoordinato vista la vicinanza del biondo a lei in quel momento.
Lei lo sente vicino, sente come tenti di avvicinarsi per avere un maggiore contatto fisico centimetro dopo centimetro, sente il suo respiro sul suo collo, vorrebbe sorridere e aprire gli occhi quando le scosta una ciocca dal viso ma lei invece riesce a rimanere impassibile, deve.
Quasi ringrazia il momento in cui la porta sbatte, Louis grida e Niall se ne va.
Non si cura del fatto che Louis sia tornato, non si preoccupa di sapere che cosa stia succedendo ma sospira quando Niall chiude la porta della sua camera e scende al piano di sotto.
Ora siamo tornati dove eravamo prima.
Al piano di sotto stanno cercando di capire che cosa abbia Harry e assistono alle cure di Marianne con la gentile collaborazione di Zayn.
Al piano di sopra invece Linsday scosta le coperte da sopra il corpo e scende con un balzo giù dal letto per andare a chiudere la porta; afferra la chiave e la fa girare, decide che due mandate possano bastare.
Poi accende l’abatjour per evitare che troppa luce invada la camera e si avvina alla libreria.
Ventunesimo libro da destra, passa la copertina laterale con l’indice, come se volesse avere conferma che fosse il libro giusto, e lo tira fuori.
Una volta oltrepassato il tappeto, ritorna sul letto e ci si butta sopra a pancia in giù, con la testa rivolta verso la lampada e il diario poggiato sul piumone scombinato.
Le gambe sono piegate in alto e si incrociano al’altezza delle caviglie, la testa poggiata sul pugnetto sinistro, mentre la destra alza la copertina di quel diario che le sta portando tantissima curiosità da quando ne ha scoperto l’esistenza.
E il fatidico momento è arrivato, quello di aprire il diario e scoprire che cosa ci scrivesse mai Marianne.
Apre e inizia a leggerlo…
23 Settembre 2092
La prima data risale all’anno scorso…
Caro diario,
forse sarò troppo grande per scriverti ma credo che a diciannove anni non sia poi così tardi.
Marianne quindi adesso avrebbe vent’anni. Due anni in più rispetto a Lins, e lei era convinta che la domestica ne avesse molti di più.
Ho bisogno di scriverti, ho bisogno di sfogare in qualche modo quello che sento. Mio padre mi ha portata per l’ennesima volta a casa di Louis. All’inizio lo amavo ma adesso non so più. Un po’ lo amo e un po’ lo odio.
Lins in questo momento si chiede se i sentimenti di Marianne siano cambiati da allora ma non si sofferma più di tanto su questo dubbio, vuole assolutamente continuare a leggere.
Ti stavo dicendo che proprio oggi mio padre mi ha portata di nuovo da Louis ma non ha capito che lui non vuole averne a che fare con me. Così soffro solamente all’idea che lui non mi ami. Se solo tu avessi gli occhi, caro diario, capiresti perché lo amo così tanto.
A prima vista lui è freddo e distaccato ma con me si addolcì solo una volta, quando vide che io e la mia ingenuità non avevamo ancora compreso la sua intenzione a non volermi sposare.
E quella volta lui era stupendo: non puoi immaginare che bel sorriso che ha, è magnifico se non sorride falsamente, con quei suoi denti bianchi che spuntano da quelle maledette labbra, e il timido sberluccichio che fa brillare ancora di più l’azzurro dei suoi occhi.
Dio quanto è stupendo, ma temo di non essere abbastanza per lui, forse è per questo che non mi vuole.
Sul viso di Lins si disegna un sorrisino incerto perché le parole sono così belle da voler sorridere però la rattrista il fatto che quella donna, nonostante non le rivolga parola, abbia avuto quella grande delusione.
Il diario non è molto grande quindi è già costretta a girare pagina, il fruscio delle pagine risuona chiaro nel totale silenzio della sua camera.
E come se non bastasse domani devo lasciare casa mia per andare da lui, mio padre è convinto che si rassegnerà.
Io no, ne sono più che convinta.
Ora caro diario, mi dispiace ma devo lasciarti, devo finire di fare le mie valigie, da domani non ti scriverò dalla mia scrivania a casa McAllister ma ti scriverò dalla mia camera, sperando di averne una, in casa Tomlinson.
Augurami buona fortuna.
Marianne
In questo momento Lins stacca gli occhi dalle parole scritte sul diario che stava divorando con una velocità assurda, aiutata anche dalla leggibile e tondeggiante calligrafia nera di Marianne…McAllister.
Decide di non continuare subito a divorare quelle pagine, tiene il segno con l’indice e con il pollice invece mantiene chiusa la pagina, gli occhi fissano un punto a cosa del muro di fronte a sé riflettendo un po’ su quelle parole.
Da questa pagina di diario ha capito che lei amava Louis ma che lui non la ricambiava mai.
Le ricorda tanto una classica storiella da liceo, anche a lei era successa una cosa simile solo che poi con quel ragazzo ci si è messa per una cinquina di mesi.
Peccato che nel caso di Marianne non ci sia in ballo un semplice fidanzamento ma un matrimonio, e mica il matrimonio è uno scherzo!
Dopo questa breve parentesi, distoglie velocemente lo sguardo dal muro e ritorna al diario, riprende il segno e passa all’altra pagina di diario.
Nota che su quella pagina, in alcuni punti, le parole sono sbavate, e le sbavature si circoscrivono nella forma di una goccia: Marianne piangeva mentre scriveva, si vede dalla calligrafia a tratti disordinata oltre che sbavata, e la data è molto più lontana da quella precedente ma anche molto vicina a quella attuale.
9 Febbraio 2093
Non so neanche quanto tempo è passato dall’ultima volta che ti ho scritto, tanto, troppo direi.
Ma qui non ho mai tempo per fermarmi, e quando lo tengo sono troppo stanca per scriverti.
Anche adesso sono stanca e a malapena mi reggo in piedi, ma ho bisogno di scrivere, tenermi tutto dentro mi diventa difficile.
Devo raccontarti tantissime cose ma sarò breve, molto breve.
Quattro giorni dopo il mio arrivo Louis mi ha detto che se non la smettevo di insistere per sposarci mi avrebbe uccisa, ma come facevo a smetterla? Io l’ho sempre amato!
Un giorno poi si è scocciato del tutto e mi ricordo ancora vivida la scena negli occhi: lui che mi fa sbattere al muro con la schiena, la sua mano attaccata al mio petto all’altezza del cuore, sentivo il mio cuore battere troppo forte per via di un turbine di emozioni che provavo in quel momento, come anche sentivo quella mano di Louis, poggiata sul mio petto avida solo della mia anima.
Io lo supplicai di risparmiarmi la vita e lui tolse la mano dal mio cuore ma imponendo la condizione che io avrei dovuto ubbidirgli ad ogni suo ordine e che sarei stata la sua domestica.
Non aspettò nessuna risposta, io rimasi al muro con la testa abbassata, lui chiuse con violenza la porta provocando un forte tonfo, e quel tonfo risvegliò le mie lacrime.
Non poteva farmi questo…
Scusami diario ma ti dirò il resto un’altra volta, tanto la mia vita è uno schifo, non ho molto altro da raccontarti.
Ora vado a dormire, la mia stanchezza non è fisica, è che il mio cuore non sopporta più nulla.
Sai, temo di iniziare a perdere di vista il significato di ‘emozioni’.
Marianne
Gli occhi di Lins sono sbarrati e i suoi pensieri si sono ammutoliti, non sa cosa pensare di ciò che c’è scritto.
Forse Marianne è così con lei per tutto quello che l’è capitato in passato.
Prova a vedere quante altre pagine ci stiano nel diario ma nota che le pagine di diario rimaste sono poche e sono solo tre.
Decide così di richiudere il diario, quelle le avrebbe lette un’altra volta. Strano, un diario con così poche pagine però anche se sono poche, raccontano la sua vita e le sue emozioni.
E già quelle due che ha letto sono state abbastanza.
Lins si alza dal suo comodo letto e torna verso la libreria, i piedi nudi che fanno contatto col morbido tappeto e poi con il freddo pavimento.
Ventunesimo libro da destra… Messo a posto.
Però lo rimette a posto con un senso di angoscia e di tristezza.
Si avvina alla porta per togliere le due mandate.
Torna vicino al letto e spegne la lampada lasciando che il buio invada la camera insieme alla tristezza di quelle pagine.
Si stende al centro del letto, si copre fin sopra le spalle con il caldo piumone e chiude gli occhi cercando di dormire nonostante quella frase le passi davanti a raffica.

Sai, temo di iniziare a perdere di vista il significato di ‘emozioni’.

 

 

 

 

 

Nono Capitolo!
È stato una sofferenza scriverlo ç.ç
Più che altro perché avevo avuto un altro blocco insieme a quella mancanza di tempo
La scuola si fa sentire ma non vi ho dimenticate.
Ho visto che una di voi ha tolto dalle seguite la mia storia… Peccato…
Però lo ammetto che è anche un po’ colpa mia visto che non ho aggiornato per troppo troppissimo tempo >.<
La cosa che mi porta al blocco, spesso e volentieri, è il fatto che in questa storia, anche se non sembra,
devo tenere un sacco di cose in mente u.u
Purtroppo ho fatto in modo che in questa storia ogni singola cosa fosse maledettamente troppo collegata
E quindi ogni tanto mi imbroglio con la mia stessa creazione.
Ora, bando alle ciance. Che ve ne pare?
Il diario di Marianne, personalmente, mette una tristezza assurda e mi fa vedere questa ragazza
[perché credo che a vent’anni di ragazza ancora si tratti] sotto una luce diversa e non quella dell’antipatica.
Vi siete chieste come facesse Lins a dormire con tutto quel fracasso vero?
Bene, Lins non dormiva ma ha pensato bene di leggere xD
Le altre 3 pagine di diario?
Vi dico solo che il contenuto dell’ultima lo saprete solo nell’ultimo capitolo.
Forse non è un gran che come capitolo questo, cioè qualcosa accade ma non molto credo
Spero comunque che vi piaccia :)
Ahhhhh, avete visto che ho iniziato una nuova FF?
Sotto ci trovate il bannerino, se lo cliccate andrete direttamente alla storia
Non centra nulla con questa, statene sicure ùù
Beh vi lascio, spero che non mi molliate proprio ora che la storia entra nel vivo
E vi posso dire con tristezza che ci stiamo iniziando ad avviare verso il finale…
Ora però recensite/seguite/preferite/fatequellochedovetefare e fatemi sentire il vostro calore
La prossima volta cercherò di fare in fretta…
LWWY *-*
Keep in touch LostInParadise

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Capitolo 10
*** Chapter 10 ***


 

E quello che l’attende è un altro giorno.
Era la seconda mattina dopo che aveva letto il diario, la seconda mattina dopo l’arrivo dei ragazzi a casa con Harry malconcio.
Linsday si sveglia coccolata dal caldo delle coperte.
Il suo è uno stato di dormiveglia, quella piacevole sensazione di risposo che si ha non appena si stanno per schiudere gli occhi.
Si stiracchia dentro di esse, strizzando gli occhi e allungando le braccia.
Lascia aprire le palpebre mostrando le iridi cioccolato, la luce del sole timidamente illuminava la stanza. Ma non se la gode più di tanto visto che suona un sonoro pugno a qualcosa…
- Ma che diamine! - … o meglio qualcuno.
Lins si alza di scatto, sobbalzando sul letto, e arrivando in posizione seduta un paio di centimetri più in là dal’origine della voce abbastanza alterata.
Con sorpresa mista a timore, scorge dall’altra parte del letto una figura che si sta massaggiando le tempia sinistra, probabilmente il punto dove la ragazza ha centrato il pugno. E quella figura corrisponde a Louis.
Che cosa ci fa lì con lei???
E lo sguardo della ragazza in questo momento conta più di mille parole. Istintivamente afferra con due mani la coperta e se la tira addosso per coprirsi, come se stare in canotta fosse scandaloso.
Anche Louis si mette seduto, continuando a massaggiare più lentamente la testa.
Sbuffa e scuote leggermente il capo come per volersi scrollare di dosso il dolore della botta; dolore che ormai si è affievolito scomparendo quasi del tutto.
- Buongiorno eh??
Nel suo tono non manca del sarcasmo, abbastanza comprensibile visto che il suo risveglio è stato scandito da un bel pugno in testa.
E su quel viso si dipinge un meraviglioso sorriso beffardo guardandola coprirsi.
- Mi sembra inutile che ti copra, pensi che stanotte non ti abbia buttano un occhio?
- Stronzo
Lins sbotta a denti stretti per la risposta del ventunenne e si gira dall’altra parte, dandogli la schiena e portandosi le coperte quasi fin sopra la testa.
E Louis, alle sue spalle, ridacchia e scuote la testa, forse perché il comportamento che sta assumendo la diciottenne gli sembra a dir poco patetico.
Lei invece si sente indignata, soprattutto perché nessuno l’aveva autorizzato a venire.
Forse però Lins sta dimenticando il fatto che sia la sua vittima, che la vuole tenere d’occhio, che non sta in quella casa per essere servita e riverita, che non si trova lì solo per ammirare quei Divoratori di Anime che sono particolarmente…belli!
Come pare anche essersi scordata che cosa le aveva detto Niall la prima sera che le era stata mostrata quella camera, ovvero che l’avrebbero tenuta d’occhio.
A proposito, ma Niall dove sta? Al solo pensiero del biondino, sorride; sorride al ricordo di due sere prima di come era stato dolce con lei.
Mentre invece adesso ci sta un signorino Tomlinson che si permette anche di fare il sarcastico. Apposto.
Louis nel mentre invece sbuffa alla sue spalle.
Linsday sente muoversi tutto il letto, segno che Louis si stava spostando. Che si stesse avvicinando?
Il cuore di Lins inizia a battere, sarà ansia, una terribile sensazione di dejà vu?
Si gira di scatto dall’altra parte, verso Louis e…
Non si era avvicinato a lei ma invece stava scendendo dal letto.
Forse quella che si dipinge leggermente sul volto della diciottenne può essere vista come una specie di delusione, probabilmente si aspettava un secondo biondino.
Beh sicuramente non si lamenta della visione che ha davanti a se: Louis dormiva in boxer e una volta tolte le coperte da sopra il corpo, i preziosi lineamenti vengono scoperti lasciando intravedere gli addominali scolpiti e i bicipiti non poco gonfi, le due fossette di venere marcate subito sopra l’elastico dei boxer grigi; si passa una mano sul capo tirando tutti i capelli all’indietro lasciandoli disordinati e continuando a passarci in mezzo la mano anche quando si avvicina alla porta.
Lei non lo avrebbe mai detto ma se lo stava mangiando con gli occhi, letteralemente.
E i suoi occhi seguono ogni fibra di quel corpo perfetto fino a quando non scompare dietro alla porta.
E quando lei rimane nuovamente sola nella sua stanza, si lascia andare dentro le coperte con un sospiro.
- Oh.mio.dio.
Senza accorgersene, si lascia rapire nuovamente da quel caldo tepore delle coperte che in una giornata quasi primaverile come quella di oggi, non può non mancare. D'altronde siamo nei primi giorni di aprile, quindi il bel tempo inizia a bussare alle porte delle nostre giornate.
Infatti lei si risveglia con un forte rumore: qualcuno stava bussando alla porta.
- Senti signorina vedi di alzati che non vengo sicuramente a prenderti dal letto e portarti giù chiaro?!
Quella era Marianne, alterata, sicuramente chissà da quanto è che la sta chiamando.
Lins strofina gli occhi e tra un mugugno e l’altro le annuncia che sarebbe scesa.
- Una risposta! Ma quale onore! Vedi di sbrigarti!!
E da dietro la porta si sente il ticchettio delle scarpe di Marianne sul parquet del pianerottolo.
Lins sbuffa ed esce dalle coperte, dirigendosi verso l’armadio per mettersi addosso qualcosa; tra la miriade di vestiti in quell’armadio scegli un paio di pantaloncini di jeans e una maglietta bianca lunga e larga con delle scritte rosa che le cade morbida lungo i fianchi, ai piedi semplicemente un paio di calzini bassi bianchi, tanto sta in casa, se lo può permettere.
Ma prima di scendere, scatta verso la porta e si chiude dentro a chiave.
Ventunesimo libro da destra.
Non resiste alla curiosità di leggerlo ancora.

28 Febbraio 2093
Caro diario,
Louis non cambia per niente, continua a divertirsi con me e con il mio corpo come se non gli fregasse nulla.
Anzi, non gliene frega proprio nulla di me; sono triste, la cosa mi rattrista.
Per fortuna che adesso ho conosciuto i suoi amici e Niall e Liam si sono rivelati quelli a me più vicini, sono molto dolci, soprattutto Liam è dolce con me, non c’è volta che gli scappi una mia lacrima.
Sono contenta di conoscerli, almeno non sono come Louis, o se lo sono, non lo dimostrano.
Quanto mi piacerebbe averli più speso in casa, almeno mi fanno compagnia e non mi trattano male come fa Louis.
Oppure non mi consumano il corpo con gli occhi assetati da mille sogni perversi.
Ecco, ti pare?, Louis mi chiama.
Devo andare, comunque ti scriverò a breve spero, non voglio mollarti nel dimenticatoio visto che sei l’unica via per sfogarmi…

Richiude il diario e lo ripone al suo posto, ora si che deve proprio scendere.
Lei lo sa benissimo che tanto entro oggi lo finirà quel diario, purtroppo ne è consapevole.
La curiosità chiama.
Scende in sala pranzo e trova Louis a capotavola, lei apparecchiata all’altro capotavola, Niall non c’è.
Lei si siede e cominciano a consumare il pranzo con Marianne che serve entrambi con abbastanza distacco, visto che oggi pare essere già nervosetta di suo.
Quando il pranzo finisce, Lins va in bagno per darsi una rinfrescata.
Apre l’acqua del rubinetto e si bagna la faccia, poi alza il volto per guardarsi riflessa nello specchio; rimane a fissarsi per un po’, osservando come le goccioline di acqua scivolino lungo la sua pelle.
Prende l’asciugamano e toglie ogni traccia di quelle gocce d’acqua.
Poi lascia il bagno per tornare nella sua camera.
Tutti i giorni sono così: sta sempre in camera tranne per andare in bagno o per mangiare.
E quando sta in camera legge oppure disegna.
Il blocchetto di carta per i disegni ormai è quasi completo del tutto.
Il più delle volte si annoia, rimane chiusa per il semplice fatto che ha paura di avvicinarsi a Louis.
Soprattutto dopo le cose che ha letto su di lui nel diario di Marianne.
E il fatto che lui si approfittasse della ragazza, beh, l’ha lasciata a dir poco scossa.
E anche un altro pomeriggio passa, lentamente ma passa.
Al calar del sole, Lins decide di chiudere nuovamente la serratura della porta con due mandate e riaprire il diario.
Oggi lo finirà quindi non le resta che leggere le ultime due pagine.

19 Marzo 2093
Caro Diario,
oggi Louis ha portato il suo debito a casa ma ancora non capisco perché non l’abbia ancora fatta fuori.
Semplicemente non è da lui.
La cosa assurda è che quella sta conquistando tutti in questa casa, lei è la mia rovina.
Adesso sono sempre sola e se Niall ha tempo, lo passa con lei oppure si mette a fare il cavaliere con lei e non con me!
Ormai esiste solo Linsday, non la sopporto! Non ce la faccio!
Niall mi tirava su e mi faceva andare avanti. Perché dipendo così tanto da lui?
Aiutami a capirlo… Perché tutto questo odio mi ucciderà e basta, un giorno…
Marianne

Si rizza sulla schiena un attimo, da sopra il suo letto, e rimane sbalordita. Non per la storia del debito ma...
Marianne si comporta così male con lei solo perché è gelosa?
Non contenta Linsday gira la pagina del diario e leggere l’ultima facciata scritta che corrisponde alla data del 31 Marzo, praticamente tre giorni prima.
Linsday ne legge il contenuto e rimane sbalordita, a bocca aperta.
Forse ora inizia a capire che cosa spingesse Marianne a tutti quei comportamenti.
Sente bussare alla porta così frettolosamente chiude il diario e lo ripone dentro alla libreria.
Ventunesimo libro da destra, sicuramente ora non lo scorderà mai.
Scioglie le due mandate della serratura girando la chiave dall’interno e apre la porta. Dentro alla sua camera piomba Louis, il quale richiude la medesima porta alle spalle.
- Non si usa chiedere signor Tomlinson?
- Questa è casa mia, faccio quello che mi pare non credi?
E lo dice mentre si avvicina sempre di più a lei, più lui si avvicina, più lei indietreggia fino a bloccarsi con i polpacci sul baule ai piedi del letto, sempre più terrorizzata, le tremano le gambe.
Argina il baule e fa tre veloci passi indietro.
Louis la raggiunge in un batter d’occhio.
- Perché scappi?
Le direbbe quasi in sussurro; nel frattempo con le due mani le ha afferrato forte le braccia per tenerla bloccata e si avvicina sempre di più a lei con il viso.
- MI FAI MALE!
Lei si divincola il più possibile e quando il ragazzo sta per sfiorarle le labbra, lei gli molla una ginocchiata nella pancia.
- NOO!
Griderebbe con un tono spaventoso contro Louis che nel frattempo è piegato in due per la botta ricevuta alla pancia.
Di scatto poi rialza la testa e punta i suoi occhi azzurri in quelli di Linsday, solo che questa volta è arrabbiato, molto arrabiato.
Si rimette in piedi e tende una mano nella sua direzione.
La mano in questione inizia a colorarsi di uno strano azzurrino, una specie di bagliore.
Con la mano compie il gesto di afferrare qualcosa, Lins sente la sua maglietta in tensione; Louis fa uno scatto con il braccio simulando il lancio di qualcosa e Lins si ritrova scaraventata contro il muro, accanto alla porta.
Inarca la schiena dal dolore e si accascia a terra in ginocchio gemendo, sente la schiena come spezzata.
E Louis invece no ha nulla tranne che una grande frustrazione dentro che lo ha portato a farle del male.
La cosa spaventosa è la freddezza con la quale ha compiuto il gesto di scaraventarla contro il muro, utilizzando delle specie di forze basate su campi magnetici.
È un potere che essendo capo gli spetta.
Senza proferire parola, passa accanto al corpo inginocchiato per terra della diciottenne, che inizia a tossire.
Louis sbatte la porta e se ne va in camera sua.
Poco dopo si sentono dei passi salire le scale e la maniglia della porta di Lins scatta lentamente.
Lei alza lo sguardo, con i suoi occhi rossi di lacrime in preda ormai alla disperazione, e…

 

 

 

 

 

Decimo Capitolo!
Ci voleva qualcosa di lungo e sostanzioso per farmi perdonare
Ci ho messo veramente tantissimo ad aggiornare e per questo chiedo umilmente perdono a tutti ç.ç
Devo darvi una brutta notizia però: questo è il PENULTIMO capitolo.
Se tentassi di tirare più a lungo la storia potrei solamente renderla più noiosa di quanto lo sia già *coff*
E annacquare solamente la storia di capitoli inutili.
Perciò ho deciso che questo qui sarà l penultimo.
Visto che siamo verso la fine, perfavore, recensite in tanti!!!
E prima di scrivere l’epilogo, che è già work in progress *w*, devo chiedervi una cosa;
perciò mi serve che recensiate, voglio avere molti molti pareri a riguardo:
VOLETE CHE ANOTHER WORLD ABBIA UN SEGUITO?
Perché se lo volete, ci sta, e ve ne accorgerete dal finale :)
Se non ve la sentite ancora di decidere o meno, basta che me lo scrivete nella recensione dell’ultimo capitolo!
Se non me lo dite voi che lo volete, non lo scrivo nonostante l’idea sia già in mente
Il destino del sequel sta a voi ùù
Tornando al capitolo, devo dire che sono stata monella con voi
Perché non vi ho detto il contenuto dell’ultima pagine del diario *mehehehe*
Vi dico solo che il contenuto di quella pagina lo saprete nell’ultimo capitolo
E l’ultimo capitolo non tarderà ad arrivare
Lo so che ho detto la stessa cosa per questo ma stavolta è diverso perché il finale è già pronto
E credo che in questi giorni avrò addirittura modo di scriverlo quindi preparatevi: il finale ormai è arrivato.
Credetemi, sono contenta di dare un finale a questa storia, pensavo che sarebbe stata una long invece sono contenta così
Altrimenti la storia avrebbe rischiato di perdere la sua intensità, sperando chiaramente che sia stata degna di buoni giudizi :)
Secondo me questo capitolo in qualche modo è piuttosto scioccante. O almeno a me la scena finale di Louis
Che scaraventa Lins contro un muro beh mi ha lasciata così : o.o”
Vi avviso che il finale sarà ancora peggio.
E poi… Chi ha visto Linsday alzando lo sguardo?
Tutto nel prossimo capitolo!
Sono cattiva crudele e malvagia, lo so, ma non abbastanza, quindi ditemelo nella vostra recensione ;)
Spero solo di non deludervi col finale che scriverò D:
Keep In Touch
LostInParadise

 

*mi raccomando, passate anche dall’altra ff ;)*

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Capitolo 11
*** Chapter 11 *end* ***


* Ultimo Capitolo *

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*vi consiglio di leggerlo con questo scelto apposta per voi ♥*

 

 

Lei alza lo sguardo, con i suoi occhi rossi di lacrime, e vede da dietro la porta apparire una figura che spera tanto non sia Louis.
Con gli occhi pieni di lacrime inizialmente le è difficile distinguere chi sia quella persona ma poi quando questa si accovaccia accanto a lei e l’abbraccia, Lins capisce subito che si tratta di Niall, dell’amico biondo di quell’insensibile di un Louis Tomlinson.
E tra le braccia del biondo si lascia sfuggire qualche singhiozzo mentre lui le massaggia con dolcezza la testa scompigliandole inevitabilmente i capelli.
- Lins, è tutto apposto ora…
La ragazza annuisce timidamente, la lacrime che le scorrono lungo il volto copiose.
- Ti ha fatto male?
Anche stavolta la brunetta annuisce, non riuscendo a muovere nessun altro muscolo, il suo corpo adesso è tutto in una singola morsa di dolore che le parte dalla schiena fino ad invaderla totalmente.
E sicuramente non è una bella sensazione.
Niall le sta così vicino che lei sente il suo respiro solleticarla, la sua guancia bagnarsi delle sue lacrime.
Rimangono così, per un po’ di tempo, lei in balìa delle braccia di Niall con il terrore che Louis possa tornarle, che potesse farle di peggio.
A quel punto preferirebbe perdere l’anima che vivere in quel modo.
Poi lei si sente alzare la testa da due dita poggiate sotto il suo mento.
- Guardami
Lei non riesce a distinguere i dolci lineamenti del suo volto, ma sa che è lui.
- Non vedo nulla…
Sarà che non vede nulla ma lei sente, sente ancora, e insieme a tutto il dolore del corpo, sente le labbra di Niall sulle sue, impegnate in un bacio tenero e senza pretese.
In quel momento le pagine scritte nel diario di Marianne sul fatto che lei glieli stesse allontanando tutti, le rivede nella realtà, solo che quando Niall inizia ad allontanarsi da quel bacio a stampo, Linsday gli si avvicina nuovamente, posandogli un mano sulla guancia e avvicinandolo a lei.
E le loro labbra si schiudono lasciando approfondire quel bacio in un danza tra le loro lingue che non ha nulla di lussurioso o erotico, ma una danza dolce e sinuosa, piena di sentimenti per niente buttati al caso; un insieme di cose che solo vivendo quel momento di profonda agonia si può comprendere. E nel frattempo Niall le asciuga una lacrima dal viso, una delle tante lacrime che Lins ha versato in quei pochi minuti.
Forse il dolore, forse la delusione, ma Niall è andato da lei per asciugargliele.
Poi si staccherebbero piano, lentamente, lasciando un piccolo schiocco sulle labbra.
I loro respiri non sono affannati anzi sono tranquilli e Lins ha l’anima un pochino più leggera di prima.
Lui le scosta una ciocca dietro l’orecchio e lei non riesce a non sorridere, visto che quel gesto la riporta al ricordo della sera precedente, si gira e gli sorride, timidamente.
- Sei stupenda…
Lei abbassa lo sguardo verso terra arrossendo anche se la differenza di colore non si riesce a cogliere visto che il viso della ragazza è già rosso per le lacrime versate.
- N-non è v-vero – e si passa la mano sotto un occhio per toglier più tracce di lacrime possibile.
E cerca di ridere pensando a come sta parlando solo che le esce un singolo gemito strozzato, bloccato dal sorriso di Niall.
E si avvicina di nuovo a lei
- Ti amo, Lins.
E si avvicina talmente tanto da sorriderle sulle labbra e darle un altro bacio, anche questo senza pretese inizialmente.
Poi fa la prima mossa lui e la ragazza lo lascia fare lasciandosi trasportare in un'altra dimensione da quel singolo bacio pieno di dolcezza che Niall le stava regalando. Lei ha gli occhi chiusi quando sente Niall staccarsi di botto dalle sue labbra.
Lei riapre gli occhi quasi incredula e con terrore vede che Louis stava strattonando il biondo.
- Ti sei divertito a ficcare la lingua in gola alla mia ragazza mentre non c’ero ah??? Lo sapevo che non dovevo fidarmi di te!
- Lei non è la tua ragazza Louis!
- Stai zitto stronzo!
E le spinte tra i due continuano, Louis tenta poi di dare un pugno a Niall in pieno volto ma questi riesce ad evitarlo abbassandosi.
Approfitta del perdita di equilibro di Louis, che sbatte contro il letto, per sgattaiolare fuori dalla finestra e scendere giù in strada, gettandosi nel buio illuminato da timidi lampioni.
Louis lancia un grido di rabbia e si gira di scatto, i suoi occhi sono diventati di un colore talmente ghiaccio da sembrare quasi bianchi tale la rabbia, e Lins in tutto questo cerca di accucciarsi il più possibile, quasi a non volersi far vedere, ha molta paura.
Anche quell’altro si affaccia al balcone e una volta salito sulla ringhiera, scende l’unico piano che li divide dalla strada con un balzo, risalendo la via e rincorrendo Niall per la strada principale.
Linsday, tra un dolore e l’altro, si alza di scatto e corre fuori sul balcone, bloccandosi bruscamente sulla ringhiera.
Niall non lo vede, ma Louis che sta per svoltare l’angolo sì.
Si allontana immediatamente da quella ringhiera e inizia a correre a rotta di collo fuori dalla sua stanza, giù per le scale con il rischio di cadere tale la velocità con la quale i piedi si alternano sui gradini.
Marianne la vede correre da lontano e notando il volto di lacrime e la corsa a perdifiato della giovane, molla il ferro da stiro sull’asse, lasciando la camicia mezza spiegazzata per correre dietro alla diciottenne.
Lins spalanca la porta d’ingresso e viene affiancata da Marianne, anch’essa con lei sulla soglia.
Linsday fa per proseguire ma la domestica la blocca allargando il braccio, bloccandola al livello della pancia, e le lancia uno sguardo che la invita palesemente a rimanersene al suo posto.
Non era il caso immischiarsi in quella faccenda. Linsday prende il polso di Marianne e la tira più avanti fino ad arrivare al cancelletto esterno della casa, quello che separa insieme alla ringhiera il giardino di casa Tomlinson con la strada principale, quella strada lunga, sempre dritta, interminabile.
- Ancora con questa storia Tomlinson?? ANCORA???
Louis si avvicina pericolosamente al biondo con intenzioni sicuramente non buone, solo che Niall lo precede probabilmente, dandogli un pungo ben assestato sull’occhio.
Louis invece di tutta risposta gli da un calcio nella pancia, facendo piegare Niall in due con un gemito, mentre arretra a piccoli passi.
- Perché cerchi sempre di scostarti dall’ombra, Horan? Dimentichi che il posto in prima fila è sempre il mio.
E man mano si avvicina al ragazzo piegato in due per terra, e quando gli è abbastanza vicino gli da un calcio sulla gamba facendolo gemere nuovamente dal dolore mentre le due donne soffrivano da dietro la ringhiera del giardino sapendo di non poter fare nulla in quella situazione.
- Tu ti sei divertito fin troppo. E sono stato stupido. Si, sono stato io lo stupido a darti fiducia. ERI IL MIO MIGLIORE AMICO!...
Si abbassa e prende la maglietta di Niall con entrambe le mani al livello delle spalle, lo tira su in piedi con tutta la sua forza per poi sussurare davanti a quel volto sofferente.
- … e mi hai tradito.
- MA NON E LA TUA RAGAZZA CAZZO!
Ed ecco che Niall si risveglia ricambiando il favore a Louis con un pugno allo stomaco, anche se sicuramente non forte come il calcio che aveva ricevuto da Louis.
Niall sta in piedi che con una mano si regge la pancia e con l’altra massaggia la gamba dove Louis gli aveva dato una botta; il suo respiro è affannato e gli costa un grande sforzo avendo ogni movimento accompagnato da una fitta per niente piacevole.
L’altro invece sta in piedi ma piegato in due per la botta all’altezza dello stomaco.
Poi si rimette dritto in piedi e si avvicina velocemente a lui, gli afferra nuovamente la maglietta con la mano sinistra e la torce sul suo petto.
Gli occhi ghiacciati del primo si puntano negli azzurri spenti e annebbiati da lacrime dell’altro.
- Non dovevi farlo.
Louis poggia l’altra mano sul petto di Niall, come se volesse tiragli la maglietta a due mani mentre invece, quando ritrae la mano, la ricaccia ricoperta da un bagliore azzurrino mentre l’altra si schiude dalla maglietta del biondo lasciandone cadere il corpo senza anima per terra.
Tutto accade in un attimo.
Linsday lancia un urlo di disperazione, Marianne ricurva semplicemente le labbra in un disegno all’ingiù.
- Marianne, vai a prendere una boccetta
Le ordina Louis con una voce atona, mentre la diciottenne non ha neanche la voce per gridare ancora né lacrime da far scendere poichè non basterebbero comunque per quel momento.
Marianne entra in casa e va a prendere dalla dispensa una boccetta particolare di cristallo, una boccetta che serve a conservare le anime.
Louis non aveva il coraggio di appropriarsi dell’anima del suo migliore amico, o almeno non ancora. La domestica esce di casa e quasi correndo raggiunge il cancelletto, lo apre passando accanto a Lins con una maschera in pietra al posto delle espressioni e raggiunge il capo al centro della strada.
Louis fa scendere l’anima di Niall dalla sua mano all’interno della boccetta mentre pronuncia un
- Scusami Niall – in un sussurro.
Sospira e passa la boccetta a Marianne per fargliela richiudere voltandole subito le spalle per entrare in casa.
Si avvia verso il cancello e di passaggio prende Lins per un braccio trascinandosela dentro. Lei è troppo sconvolta per ribellarsi, lui la molla nel salone d’ingresso per andare a rinchiudersi in camera, probabilmente per piangere senza esternarlo ad altri, scioccato da ciò che ha appena fatto mentre invece Linsday si avvia nel grandissimo soggiorno che, con la sua immensa vetrata, da proprio sulla strada.
Apre le tende lasciando che la fioca luce dei lampioni illumini la stanza e guarda Marianne ferma per strada.

Marianne’s POV
Quello stronzo si è portato la troietta dentro casa e mi ha lasciata lì in mezzo alla strada, con l’anima di Niall in una boccetta stretta tra le mie mani.
Il freddo della sera non si fa sentire, io non lo sento, in realtà non riesco a sentire più nulla, non provo neanche la seppur minima emozione. Finalmente una lacrima riesce a solcarmi il viso alla vista di Niall, solo in quel momento mi giro a guardarlo steso per terra, per strada, in una fine che per lui non è affatto degna.

Lui era stupendo, l’ho sempre saputo
Di una dolcezza unica e da un cuore grande
E i suoi occhi… Bellissimi... Così luminosi da poter dare luce a sorrisi immensi
Brillavano come stelle ma ora hanno lasciato spazio solo al buio della notte

Mi inginocchio lì per terra accanto a lui, sentendo sulle ginocchia lo stesso freddo che pervade il suo corpo
Lui era la ragione dei miei sorrisi, lui era l’unico modo con cui riuscivo a sopportare Louis.
Niall era tutto per me…ormai.
Non riesco a fare altro che alzare per un attimo gli occhi al cielo e vedere come le stelle stiano iniziando a punteggiare il cielo indaco scuro, mi guardo intorno poi notando come tutte le case dei dimidio animo si siano chiuse repentinamente alla vista del litigio tra i due.
Riabbasso ancora lo sguardo e lo vedo, ancora steso per terra.
Non ci sono parole per esprimere come mi sento, e quante cose dovevo ancora dirgli, quante cose volevo dirgli…

A quei pensieri, una lacrima le scorre sul volto, si inginocchia per terra vicino a lui e con una mano gli accarezza il volto, scuote la testa lentamente.
- No Niall... non puoi… NON PUOI NIALL!
E poggia una mano a terra oltre a spalla del biondo, per reggersi e fare in modo che non possa cadere sul corpo ormai senza vita di Niall.
Lei piange adesso, forse è difficile vederlo da fuori con tutti i capelli che le stanno davanti al viso.
E lascia scorrere un’altra lacrima prima di abbassarsi sul suo volto e dargli un bacio a fior di labbra, sentendole fredde e secche, ma provando comunque un fremito a quel contatto; ancora sulle labbra del biondo curva le sue in una smorfia di pianto, e con le sue lacrime bagna il volto del ragazzo.
Il cuore le si stringe come in un morsa e stringe ancora più forte nella mano, all'altezza del cuore, la boccetta di cristallo.
Lins da dietro le finestre del salone guarda la scena e non riesce a trattenere quella lacrima per Marianne che, nonostante tutto quello che la ha fatto, non rifiuta di far scendere.
Ora la diciottenne capisce molte cose, tantissime cose.
E quella lacrima le scende definitivamente dal volto al ricordo dell'ultima pagina di diario. Non c’era nessuna data, nient’altro, tranne che una scritta al centro...


Sai, caro diario,
credo di essermi innamorata di Niall Horan

 

 

 

 

 

Undicesimo ed Ultimo Capitolo!
Non riesco a crederci di essere arrivata già alla fine.
C’è chi voleva che continuassi questa, c’è chi voleva un seguito e c’è chi vuole che la storia si fermi qui.
Beh, anche in questo capitolo voglio riproporvi la stessa domanda:
Dopo aver letto questo ultimo capitolo, volete il seguito?
Magari avete cambiato idea e preferite lasciare che la storia abbia questa fine
[che poi era la fine che aveva ormai scelto da tantissimo tempo,
da quando decisi di far entrare Niall e dargli questo ruolo importante]
Ed ecco che tutte le domande che mi avete fatto nelle recensioni precedenti hanno avuto la loro risposta
Ora vi faccio il resoconto :)
• Louis non ha ucciso sin da subito Lins perché se n’era innamorato
• Anche Niall, quando la vede se ne innamora
• Marianne era sempre così acida e antipatica per gelosia ragazze! Era gelosia e…
• …ora si è scoperto che la gelosia era dovuta al fatto che lei fosse innamorata di Niall
• Ecco svelato il contenuto dell’ultima pagina del diario
Ora non so che impressione vi abbia fato come finale ma, vi prego, è l’ultimo capitolo,
recensite almeno questo, anche voi lettrici silenziose!
Vorrei sapere che ne pensate almeno per quanto riguarda quest’ultimo capitolo e,
se non avete mai recensito, l’impressione sulla storia :)
E giacchè anche se volete il sequel o meno, questa è la decisione definitiva.
In questo spazio d’autore questa volta devo fare un sacco di cose mamma miaaaa *dead*
Prima di tutto ringrazio tutte quelle che mi hanno messa nelle seguite/ricordate/preferite ovvero…
Aivlisloveonedirection, Ale_99, blue drop, CharlotteStylesSparrow, CherryBooomb, Elisulli, fantialessia98
Forever_Young, I am a beautiful mistake, onedirectionilove, Skyscraper99, _ChrisEllis_, _xciwannabeaunicorn,
giulystyles_rossi, iloveyou__, ridicoLOUIS_, angela_99, C Sama, Croissant, DryOneDirection,
ElenaNenaGuidolin, eppy, Erika_GJ, la_vale_970, FeniceHowl_, FraeGaia, Giuggiola__, IlBianConiglia, Infinity1D, KatyP,
LISAdirection, rainymood, Sara_Kitty, Stella2, TheEvina96, Torn_, valeHAZZA, verghy98,
xedwardhugsme, Youaremylife_, yukiro, _sam_
E se sarò così onorata da dover aggiungere qualcun’altro alla lista anche se la storia non sarà più aggiornata,
beh, ne sarò più che lieta.
Nel caso si dovesse decidere per il seguito, vi posterò il link e avviserò tutti nomi scritti quassù.
Un grazie particolare voglio dedicarlo alle mie lettrici super affezionate C Sama, Forever_Young,
I am a beautiful mistake e FraeGaia poiché hanno recesito tutti, o quasi, i miei capitoli. Lots of Love
Poi che volevo dire altro? Ah si! Le canzoni!!
1. Final Fantasy X – To Zanarkand (cover) [duo di pianoforte by Kyle Landry e Sherry Kim]
2. Stefano Mocini – Rebirth
3. David Guetta ft Sia – She Wolf (Falling to Pieces) (cover) [by Ren Baumeler]
Ora ricomincerò ad aggionare l’altra, della quale vi lascio il bannerino giù così le date un’occhiata se non ci siete ancora andati :)
Per il resto, ho in mente un’altra FF, non sarà neanche quella lunghissima perché pare che le storie lunghe non mi piacciano da scrivere LoL
Chiaramente ci lavorerò sopra solo se non vorrete il sequel di questa, altrimenti Another World ha la precedenza u.u
Mai fatte delle note d’autore così lunghe ahahahah
Beh spero solo che vi sia piaciuto, che vi abbia sorprese fino all’ultimo e che non vi abbia mai deluse
Perfavore, almeno questo capitolo, che è l’ultimo, recensitelo D:
E con questo posso cliccare il quadratino “Completa”
Alla prossima care, è stato un piacere scrivere per voi e lo sarà sempre
Keep in Touch, come al solito ♥
vostra LostInParadise

 

[end]

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